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Udienza 10 febbraio 1914; Pres. Mazzola, Est. Calabrese. — Ric.

Bombacci e Tosi
Source: Il Foro Italiano, Vol. 39, PARTE SECONDA: GIURISPRUDENZA PENALE (1914), pp. 275/276
-279/280
Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL
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Accessed: 09-02-2016 17:31 UTC

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PARTE SECONDA

in verità non offre alcun argomento degno di confuta riente motivazione in contrario ; 3° violazione dell'art.
zione. 323, n. 3, cod. proc. pen. in relazione all'art. 1 della legge
Per questi motivi, cassa e rinvia alla Corte d'appello sulla condanna condizionale nei del
riguardi Bombacci,
di Roma. per non avere la Corte sufficientemente motivato il ri
getto del detto beneficio.

CORTE
DI CASSAZIONE
DI ROMA Osserva preliminarmente che il procuratore del Re
con citazione diretta tradusse innanzi al tribunale di Mo
(Seoonda sezione penale)
dena diversi individui fra cui Bombacci Nicola e Tosi
Udienza 10 febbraio 1914; Pres. Mazzola, Est. Gala
Domenico per rispondere tutti di attentato contro la li
brese. — Ric. Bombacci e Tosi.
bertà del lavoro per avere in Villa Lesignana di Mo
Liberta del lavoro contro — Esercizio ar
(Delitti la) dena nel 17 settembre, 1912, in correità fra loro e di
bitrarlo delle proprie ragioni — Differenza — Vio un
circa migliaio di persone con violenze e minacce
lenza morale — Boicottaggio art.
(Cod. pen., 165, cagionato la sospensione del lavoro di una macchina
166 e 235). trebbiatrice di di Zanfi Guido
proprietà per imporre
Condanna condizionale — Delitti contro la libertA del il licenziamento del machinista boicottato Luppi Augu
lavoro — Capi dell'agitazione — 26
Diniego (L, giu sto, coli'aggravante per i due ricorrenti di essere stati
gno 1904, n. 267, art. 1 ; nuovo cod. proc. pen., art. dei fatti come il Bombacci
capi sopra imputati, come se
423; cod. pen., art. 165 e 166). della Camera di lavoro di Modena e il Tosi,
gretario presi
Quando la violenza o la minaccia sia allo dente della lega macchinisti. Il tribunale con sentenza 16
adoperata seopo
di od la libertà del la gennaio 1913 ritenne che il fatto ascritto agl'imputati co
specifico restringere impedire
voro non costituire il delitto di esercizio arbi stituisse reato di violenza popolare ai sensi dell'art. 154
può
trario delle ma costituisce di cod. pen. commessa in occasione di moto e di
proprie ragioni, quello popolare
attentato alla libertà chiarò estinta l'azione penale in applicazione del
predetta. (1) regio
Il e violenza che il delitto decreto di amnistia 19 dicembre 1912. Produsse
boicottaggio morale, integra appello
di attentato alla libertà del lavoro. il P. M. sostenendo trattarsi del reato come era stato
(2)
È il della condanna con formulato in accusa e previsto dagli art. 165 e 167 cod.
legittimamente negato beneficio
il delitto di attentato alla libertà del la pen., ma la Corte di appello di Modena lo rigettava, con
dizionale, per
ai dell1 agitazione la loro diversa fermando la sentenza del tribunale. Su ricorso cas
voro, capi per posi per
zione sociale e per la assunta con l'es sazione del prpcuratore generale di Modena, Su
responsabilità questo
sersi messi a del movimento. premo Collegio con sentenza 30 giugno 1913 riteneva
capo
più precisamente fondato il motivo della natura giuri
La Corte : — Bombacci Nicola e Tosi Domenico ricor dica del fatto costituente attentato alla libertà del lavoro
renti avverso la sentenza 1° ottobre 1913 della Corte di e non violenza privata, considerando che là dove il fine
appello di Bologna, che pronunziando in grado di rinvio
delle violenze e minaccespecificatamente è preveduto
e accogliendo l'appello del P. M. condannavali a mesi 4 dalla legge quale di altro delitto,
estremo non puossi fare
di detenzione e a L. 500 di multa per ciascuno, pel de ricorso alla ipotesi generica della violenza In
privata.
litto di cui agli art. 165 e 167 cod. pen., deducono: 1° la
conseguenza annullava la sentenza della Corte di appello
violazione dell'art. 323, n. 3, cod. proc. pen., e conseguente di Modena e rimetteva la causa per nuovo esame a quella
violazione degli art. 165 e 167 cod. pen., perchè la Corte di — —
Bologna, la quale come sopra si è detto affer
nella sua motivazione non tenne presenti le eccezioni mava la penale responsabilità dei ricorrenti così come
della difesa, dirette a dimostrare la inapplicabilità di fu a principio formulata l'accusa nella citazione diretta
detti articoli allaspecie sottoposta al suo giudizio, ritenendo del procuratore del Re di Modena. ..
per contrario punibile un fatto che non lo era o' che Si ripresenta la questione se i fatti accertati e rite
quanto meno avea cessato di esserlo, e ciò senza tener nuti in sentenza costituiscono il delitto di esercizio ar
conto del richiamo fatto da questo Collegio supremo al bitrario delle proprie ragioni ovvero l'altro di attentato
l'art. 235 cod. pen.; 2° violazione sotto diversi aspetti del alla libertà c)el lavoro. Ed a questo è neces
proposito
l'art. 323, n. 3 cod. proc. pen., per difetto di motivazione. sario anzitutto osservare che sia inesatta la censura mossa
Alla Corte di rinvio la difesa prospettò e svolse la ine alla sentenza impugnata, cioè che non si fosse tenuto
sistenza del delitto attribuito agli imputati sulla circo
conto del richiamo fatto da questo Supremo Collegio al
stanza della recisa e netta distinzione in ordine di tempo
l'aft. 235 cod. penale. La Corte di merito colla completa
dei fatti che avrebbero obbiettivato il reato, per modo
ed esauriente esposizione dei motivi del suo sovrano con
chè l'azione delittuosa si sarebbe svolta proprio in quella
vincimento ha ritenuto applicabile al fatto in esame la
fase in cui per concorde manifestazione degli agenti e
ipotesi degli art. 165 e 167 pen.cod. ; e di conseguenza
del soggetto passivo erano venuti a mancare gli elementi — tenendo conto delle caratteristiche che differenziano
obbiettivi del reato di attentato contro la libertà del la —
questo reato dall'altro di ragion fattasi ha escluso
voro. Su questo punto la sentenza non reca alcuna esali
l'applicabilità del relativo art. 235; nè avea il dovere di

espressamente richiamarlo, una volta che nel fatto ri


ti) Il Supremo collegio con la precedente sentenza nella
scontrava gli elementi costitutivi di una ipotesi giuridica
stessa causa, richiamata in testo (Foro it., 1913, II, 449, con nota
di richiami), aveva determinata la differenza tra la violenza ben diversa. Ed è inesatto altresì che questo Supremo
pri
vata e l'attentato alla libertà del lavoro ; e con sentenza 9 feb Collegio colla sua precedente sentenza di annullamento
braio 1914, Trevisani e Polgrossi {retro, col. 195) la differenza abbia fatto richiamo al art. 235 nel
ripetuto senso che
tra quest'ultimo delitto e quello di danneggiamento.
la difesa prospetta nel relativo mezzo di ricorso. Questo
(2) Conforme, la sentenza nella stessa causa richiamata in
testo 13 maggio 1913 con nota di ri Collegio sentenziò allora, nè può oggi sentenziare diver
(Foro il., 1913, II, 449,
chiami).. samente perchè non rettamente interpreterebbe la legge.

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GIURISPRUDENZA PENALE

cioè che questa in reati d'indole diversa richiede l'estremo figli e prima di licenziarlo fosse al
giusto procurargli
della violenza o della minaccia e che, secondo il fine pel tra occupazione ; che mentre, giusta il convenuto, si tra
quale si usi violenza o minaccia, s'integra il fatto delit sportava la macchina nel cortile di Silìcardi, la folla tu
tuoso e la ipotesi giuridica d'applicare. E per meglio multuante prese a scagliare sassi ed a inveire contro lo
chiarire questo concetto, dovendo risolvere se trattavasi Zanfì strappandogli gli si era accorta che
abiti', perchè
di violenza privata, come avea ritenuto la Corte di ap nel cortile del Silicardi vi era da ;
granone sgranare
pello di Modena, o di attentato alla libertà del lavoro, che infine in quest'ultimo momento fu anche e
tagliata
come sosteneva il procuratore generale col suo ricorso, portata via una cinghia della macchina, la quale resa
dichiarava che l'ipotesi dell'art. 154 ricorre soltanto nel così inadatta al lavoro fu trasportata alla Madonnina;
caso che il fine della violenza o minaccia usata non sia che Bombacci e il Tosi erano stati i capi e i promotori

specificatamente preveduto nella legge, quale estremo d'al di quella dimostrazione perchè nell'andare sul posto ave
tro delitto ; e soggiungeva che ove la minaccia o violenza vano nel loro cammino raccolto altra gente per meglio
sia diretta p. es. all'esercizio di un preteso diritto vale imporsi col numero; che vedendosi e sentendosi spal
a costituire il reato di esercizio arbitrario delle proprie leggiati dal numero delle radunate dettavano la
persone
ragioni; ove allo scopo di furto, vale ad integrare il loro volontà non solo a Zanfì e al Luppi, ma anche al
reato di rapina, ove al congiungimento carnale, vale a capo della forza pubblica ridotto all' impotenza ; che
costituire il reato di violenza carnale. Quindi è che si essi due aprirono le trattative, ne stabilirono le moda
faceva una enumerazione di reati, nei quali è richiesto, lità, guidarono la folla, fecero allontanare la macchina
'
come uno degli elementi costitutivi, l'uso della violenza del fondo Triani, la fecero uscire dal cortile Silicardi,
o della minaccia, non già che avesse voluto richiamare vi salirono sopra come trionfatori durante il tragitto
il magistrato di merito a portare il suo esame sul se nel fino alla Madonnina che infine tutte cir
; per queste
caso in disputa fosse applicabile o meno l'art. 235 ; tanto costanze la folla ubbidiva ai loro cenni riconoscendoli
è ciò vero che affrettavasi a dichiarare risultando come naturali di
che, capi quella dimostrazione anche per la
dai fatti semplici ritenuti dalla sentenza che qualità che rivestivano di della
impugnata rispettivamente segretario
il Bombacci e gli altri riuscirono a far cessare il lavoro, camera di lavoro di presidente della macchi
l'uno, lega
cui attendevano il Zanfi ed il Luppi, non si sa vedere nisti l'altro.
il motivo pel quale non sia stato l'art. 165 cod. Se sono i fatti ritenuti in sentenza e se su
applicato questi
pen, giacché quando la violenza o la minaccia siano ado questi fatti la Corte ha fondato il suo convincimento,
perate allò scopo di restringere od impedire la libertà non sa vedersi come dirsi deficiente la motivazione
possa
del lavoro, non possa sorgere dubbio circa della nella sono
l'applicabilità profferita sentenza, quale specificata
dell'art. 165 cod. pen. ; nè dubbio sorgeva, stando ai fatti mente e messi in relazione non solo
enumerati, vagliati
ritenuti perchè contro il Zanfi si era adoperata violenza con che risultavano a ma colle de
quelli deposti favore,
fisica sulla persona con lo strappo degli abiti e sulla duzioni che la difesa ne traeva dimostrare il suo
per
macchina di proprietà di lui col taglio di una cinghia, assunto del non. concorso estremi del reato di at
degli
e contro il Luppi la violenza morale del tentato alla libertà del lavoro. Ciò non
boicottaggio. stante, poteva
Premesso tutto ciò, è chiaro che il primo motivo del ri essere che una sola la cui la Corte do
conseguenza logica
corso deve andare respinto. vea cioè esaminare se — le osser
pervenire, malgrado
Osserva che non merita accoglimento nemmeno il se vazioni in contrario della difesa — concorressero nei
condo, perchè non è difettosa la motivazione circa l'ine fatti accertati estremi del reato dall'art. 166
gli previsto
sistenza del reato attribuito agli imputati, giusta le de cod. e se in confronto dei ricorrenti
pen., specialmente
duzioni difensive, mercè le quali si cercava dimostrare Bombacci e Tosi di cui
potesse applicarsi l'aggravante
che venivano a mancare gli elementi obbiettivi del de al successivo art. 167. Questo esame la Corte ha fatto
litto di attentato contro la libertà del lavoro. Ed in vero in modo accettando il
esauriente, principio prospettato
la Corte di merito ha ritenuto in fatto che, in Villa Lu da nella sua sentenza
questo Collegio Supremo precedente
signana di Modena, Zanfi Guido, proprietario di una mac e che altro è sancito e voluto dal
per quello legislatore,
china trebbiatrice, e Luppi nel — nella relazione ministeriale — « è
Augusto, macchinista, imperocché leggesi
giorno 16 settembre 1912 erano intenti a sgranare ovvio osservare che se la in materia è
gran violenza, questa
turco nel fondo di proprietà di certo Triani, e dato a preveduta in modo e non si crede che
speciale quindi
colonia a certo Vecchi; che il Luppi era stato già boi la offesa alla libertà del lavoro abbia a rientrare nella
cottato dalla lega macchinisti, della quale faceva ipotesi dell'art. 154, ciò da un ordine di
parte, dipende doppio
perchè non solo ne avea respinto le imposizioni, ma avea considerazioni. Da una infatti è ovvio notare che
parte
perfino rifiutato le fattagli proposte di liberarlo dal boi quell'articolo, il quale le sanzioni sulla libertà
completa
cottaggio, se avesse preso altro mestiere; che fu per im ciò concerne una vio
individuale, per appunto specifica
pedire al Zanfi e al Luppi di continuare il lavoro cui lazione di diritto ed è impossibile ch'esso si adatti alle
erano intenti che una folla di operai appartenenti alla violenze di natura, le quali, secondo le loro obbiet
ogni
suddetta lega si radunò nell'anzidetto giorno fuori il cor tività speciali, sono in questa o in quella
prevedute parte
tile del Vecchi: che sopraggiunsero frattanto Bombacci del codice. Sotto un altro una distinzione vi
aspetto poi
Nicola, segretario della camera di lavoro di Modena, e deve non si può ragionevolmente non rav
essere, poiché
Tosi Domenico, presidente della lega dei macchinisti visare una nella coazione esercitata
; speciale importanza
che ambedue costoro, spalleggiati dalla folla, imposero dai sulle moltitudini e dalle moltitudini sai sin
singoli
al Zanfi ed al Luppi di cessare dal lavoro e di traspor goli ».
tare la macchina al deposito, non senza ingiungere al Fissato così il del che ha avuto
pensiero legislatore,
tresì al Zanfi di licenziare il Luppi, malgrado avesse di mira di la libertà dei due fattori dell'atti
garantire
quegli fatto osservare che il Luppi era padre di cinque vità economica, che nella rubrica col nome
designa ge

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PARTE SECONDA 280

nerico di lavoro, cioè dell'industria e del commercio, COSTEDI CASSAZIONE


DI ROMA.
comminando sanzioni penali contro coloro che facciano
(Seconda sezione penale)
coartazione violenza e — tenendo
adoperando minaccia,
Udienza 16 marzo 1914 ; Pres. Blanouzzi, Est. Moschini
conto dei fatti accertati e come innanzi esposti e rite
— Rice. Garzo ed altri.
nuti dai giudici di merito, il giudizio trattone risponde
ai criteri che la contradizione che noi Concorso di reati — Fatti In tempi e diversi
legislativi, per lnogbl
non potevano essere e sostenuti — Pluralità — Beato continuato art.
consente, quelli esposti (Cod. pen. 79).
dalla difesa, spostando circostanze di fatto sia pel tempo Due sommessi in
fatti momenti diversi, se pure pros
sia pel luogo, sforzandosi di dare altra obbiettività agli av e in località costituiscono
simi, differenti, sepure vicine,
venimenti successivamente svoltisi, ma senza interruzione, non ma due distinti reati
uno, ; e solo per unicità di de
e sempre con l'unico intento, effettivamente raggiunto, terminazione assumere il carattere di reato con
possono
d'impedire alla macchina e a chi apparteneva, e a chi tinuato. (1)
la governava la libertà del lavoro. Nè si può, senza fare
astrazione dalle risultanze dei fatti accertati e ritenuti, La Corte : —... Attesoché più grave è la questione
sostenere che i due ricorrenti siano stati i capi di quella prospettata dal Garzo e da Marcello e Ferrari nel 2°

dimostrazione che nel modo anzidetto limitò non solo l'at mezzo principale, la quale tutto interessa toccando l'ob

tività d'industria e di lavoro del Zanfi e del ma biettività del reato nei riguardi della continuazione.
Luppi,
rese inefficace l'intervento della auto Pare che la Corte di merito incidenlalmente e come
perfino pubblica
mancanza di sufficienti fu costretta ad oltranza volesse affrontarla anche nel del
rità, che, per agenti, campo puro
assistere alla che si faceva al diritto osservando : « che ad ogni modo se le due
inoperosa soppaffazione pure
libero esercizio dei forte del numero e dei ragioni fossero state commesse nello stesso luogo e con
propri diritti,
mezzi violenti che all'uno di usare temporaneamente, vi è sempre ripetizione di azioni, rap
adoperava, impedendo
la macchina secondo la sua destinazione anzi presentanti ciascuna una identica violazione di legge
propria
rendendola all'altro, averlo di ed avente unità generica di risoluzione delittuosa».
inattiva, dopo boicottato,
metterlo in condizione di non attendere al E non forse del tutto esatta, chiara, esauriente ap
potere pro
come la Corte di merito ha ri pare una simile argomentazione per segnare i criterii dif
prio lavoro, imperocché,
il Bombacci ed il sia la loro ferenziali tra il reato unico e la pluralità dei reati, che
levato, Tosi, per qualità,
sia trattamento che a loro faceva la riconoscen diversamente si intendono da molti, sulla guida dei clas
pel folla,
doli della dimostrazione e mostrandosi a se sici, così nel rapporto della intenzionalità, come in quello
capi pronta
ordini e gl' incitamenti, sia che fe obbiettivo della lesione multipla, o per meglio dire, com
guirne gli per quello
erano a considerarsi ai sensi dell'art. 167 cod. plessa, tanto che si addebitò, per esempio, un solo reato
cero, capi
e ai loro la cennata al malandrino che assalta una diligenza e ne depreda i
pen., applicare riguardi disposizione
di legge. molti viaggiatori.
Sul 3° ed ultimo motivo osserva che anche sotto Ma ogni disputa si rende superflua e anzi è violata

non meriti censura la Corte di dopo l'apprezzamento di fatto con il quale il magistrato
questo aspetto Bologna,
la motiva sufficientemente ed esaurientemente il di seconde cure constatò che in momenti diversi, se pure
quale
di un beneficio che era in sua facoltà di conce prossimi, e in località differenti, se pure vicine, avvennero
diniego
trova ed accordarlo a co le depredazioni ai due individui.
dere, imperocché giusto equo
loro che avevano del tutto tenendo In tale stato di cose evidentemente erano due le ra
precedenti incensurati,
conto della loro condizione di braccianti e pine e solo per unicità della determinazione assumono
pur Contadini,
facilmente e non in grado di bene e com carattere di delitto continuato.
suggestionabili
la illeceità del ne Per questi motivi, dichiara ecc.
pletamente percepire proprio operato,
garlo per converso al Bombacci e al Tosi (a prescindere
che le precedenti condanne di questo ultimo alla reclu
sione costituirebbero un ostacolo insormontabile) sia per CORTE
DI CASSAZIONE
DI ROMA
la diversa posizione sociale, sia per la grave responsabi (Seconda sezione penale)
lità assunta nell'essersi messi a capo del movimento, Udienza 3 aprile 1914; Pres. Blancuzzi, Est. De Luca
servendosi della folla come di uno istrumento per so — Ric. Incornaia.
vraporre le loro mire di classe all'impero dell'autorità
Astone penale fra congiunti nel delitti eontro la pro
e del diritto. Stante questi rilievi ragionevoli e legali, è
— ImproeedlbllltA — Compile!
prietà (Cod. pen.,
davvero incomprensibile l'affermazione dei ricorrenti che
art. 433).
si dolgono non avere la Corte di merito sufficientemente
motivato nei loro il del beneficio della L'improeedibilità, di sui all'art. 433 cod. pen., per de
rapporti diniego
condanna c'è nella sentenza di quanto litti contro la proprietà fra congiunti riguarda solo
condizionale; più
era bastevole ad indurre a fare uso di il colpevole ehe sia in quei rapporti speciali col dan
quei magistrati
una facoltà in modo diverso dai desideri dei neggiato, e non si estende agli estranei compartecipi
ricorrenti;
e in anche motivo non merita del reato. (2)
conseguenza quest'ultimo
accoglimento. : — Il :
La Corte ... ricorrente deduce
Per questi motivi, rigetta il ricorso.
Motivo aggiunto : Violazione dell'art. 323, n. 3, cod.

(1) Sostanzialmente conforme, 9 settembre 1909, Portacoi


(Foro it., Rep. 1910, voce Concorso di reati e di pene, n. 6)
(2) Giurisprudenza costante : 1 luglio 1901, Prestigiacomo
(Foro it., 1901, II, 328, con nota di richiami) ; 19 agosto 1908,

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