I comitati per acqua pubblica, legalità e contro il nucleare
hanno lavorato in silenzio e raccolto firme. Democrazia direttay(7HC0D7*KSTKKQ(
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Martedì 14 giugno 2011 – Anno 3 – n° 140
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26.857.452 S
HANNO DETTO BASTA
Un momento della festa in piazza dopo il successo referendario (FOTO ANSA)
Dopo 17 anni di sudditanza al Sultano, gli italia- Udi Furio Colombo
ni con i referendum tornano cittadini e si ripren- LA TEMPESTA
dono la Politica. Di Pietro, che ci ha creduto per PERFETTA
primo, non infierisce sugli sconfitti: “Voti anche U sodono
da destra”. Pd e Terzo polo: “Berlusconi si di- de e moltoscatenare
metta”. La Lega: “Stufi di prendere sberle”
Liberazione
di Antonio Padellaro
dc
rima di tutto, sentite
P
condoglianze agli scu-
di umani Quagliariel-
lo, Gasparri, La Russa,
Scajola e soci costretti (uni-
tamente ai tre dell’Ave Ma-
ria: Feltri, Sallusti e Belpie-
tro) a fingere in tutte le tv,
che i quasi 27 milioni di cef-
foni ricevuti da Silvio Berlu-
sconi sui quattro referen-
dum, fossero teneri buffetti.
Divertente anche la scena
dell’inquilino di Palazzo Gra-
zioli impegnato in compere
di anellini e farfalline nella
bigiotteria di sotto, mentre
tutto gli sta crollando addos-
so. I regimi finiscono così.
Con i cortigiani che sparla-
no della “malattia” senile del
padrone e pensano a come
l’espressione dei meteorologi quando inten-
spiegare il combinarsi di circostanze in-
solite per una tempesta molto più gran-
più potente del solito. È esattamente ciò
che è accaduto in queste ore in Italia.
I servizi pag. 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 z
mettersi in salvo dalla gente
che “già sta tirando le mo-
netine” (Santanchè a Briato-
re). Con gli ex alleati che
sparano sul monarca diven-
tato un peso insopportabile,
un “bollito” che “non sa più
comunicare” (Bossi). È il go-
verno dei morti viventi a cui
manca solo l’atto finale.
Come Craxi, l’uomo di Ar-
core travolto dal voto popo-
lare minimizza: sperando in
tempi migliori, che però
possono essere solo peggio-
ri. Non si rende conto di es-
sere già a Salò con la Libe-
razione alle porte. Come
CATTIVERIE
Il premier aveva lasciato
libertà di voto. Uno prima di
morire le vuol provare tutte
www.spinoza.it
Mentre è in corso lo spoglio per i referendum, Berlusconi compra collanine (FOTO ANSA)
sempre, è la spinta del po-
polo a cambiare le cose.
Non le congiure di palazzo.
Non le alchimie dei profes-
sionisti della politica. Ades-
so sono in tanti a mettere il
cappello sulla vittoria. La ve-
rità dice che i referendum li
hanno fortemente voluti i
comitati di base per l’acqua
pubblica e contro il nuclea-
re. E Di Pietro, che ci ha cre-
duto quando nessuno ci cre-
deva e ha raccolto le firme.
Poi, dopo Pisapia e De Ma-
gistris, è sceso in campo an-
che il Pd con tutto il suo pe-
so. Cerchiamo invece di da-
re ascolto a ciò che dicono
quei 27 milioni di italiani. Di
sinistra, ma anche di destra.
Ritornati a essere cittadini,
consapevoli di diritti e do-
veri. Decisi a spazzare via il-
lusionisti e imbonitori. Do-
po diciassette anni di sulta-
nato.
+=!"!.!=!&
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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Legittimo godimento
di Marco Travaglio
iccome aborriamo il carro dei vincitori e,
appena vinciamo, cominciamo a starci un po’
sui coglioni anche noi, ringraziamo gli sconfitti
che invece ci stanno simpaticissimi.
Grazie, B., per aver rilanciato tre anni fa il nucleare,
affidandolo per giunta a quell’affidabile personcina
di Scajola.
Grazie, gerarchi Pd, per aver detto che Di Pietro,
raccogliendo le firme, faceva il gioco di B. e per aver
tenuto le mani in pasta nelle municipalizzate
pubbliche e miste, favoleggiato di “nucleare sicuro di
quarta generazione” e teorizzato una modica
quantità di immunità.
Grazie, Pompiere della Sera, per avere scritto che
non bisogna demonizzare B. parlando dei suoi
processi, che non interessano a nessuno perché la
gente “vuole parlare di programmi”.
Grazie, gerarchi Pd, per aver creduto al Pompiere
della Sera.
Grazie, Piercasinando, per aver inventato il legittimo
impedimento così da fare un dispetto a B. che, senza
processi, non farà più la vittima.
Grazie, Belpietro e Sallusti, per quei memorabili titoli
di Libero e del Giornale: “L’imbroglio referendum”,
“Voto a perdere”, “La presa in giro”, “Facciamo
saltare i referendum”, “Meglio non votare”,
“Astenersi grazie”, “State a casa”, “Referendum no
grazie”, trascinando alle urne i pochi dubbiosi di
centrodestra.
Grazie, giovine Renzi, per aver fatto campagna sul
No all’acqua pubblica, trascinando alle urne i pochi
dubbiosi di centrosinistra.
Grazie, finiani, per aver trattenuto i cacadubbi Urso e
Ronchi, fiaccando ogni residua speranza in una
destra antiberlusconiana.
Grazie, professor Piepoli, per aver autorevolmente
vaticinato che “al 50% il quorum non si raggiungerà”.
Grazie, B., per aver lasciato libertà di voto ai suoi
elettori salvo poi annunciare l’astensione innescando
la corsa alle urne.
Grazie, Bossi, per aver detto in un raro lampo di
lucidità “i quesiti sull’acqua sono interessanti”, salvo
poi ripiombare in stato confusionale e invitare
all’astensione.
Grazie, Rai, per aver disinformato i cittadini sui
referendum con spot di 6 minuti al giorno (anzi alla
notte) in ostrogoto, spingendoli a informarsi su
Internet, sul blog di Grillo e un po’ anche sul Fatto.
pag. 22 z
Grazie, Mediaset, per Tg4, Tg5 e Studio Aperto.
Grazie, Santanchè, Castelli e Brunetta, per aver detto
Udi Paolo Flores d’Arcais “Celentano è meglio che canti e non parli”, ché a
OBBLIGHIAMOLI
parlare ci pensano loro.
Grazie, Testa, per farti chiamare Chicco a 60 anni.
Grazie, Garimberti e Lei, per aver chiuso Annozero
AL VOTO SUBITO proprio ora.
Grazie, Minzolingua, per aver dedicato negli ultimi
L’cabiliItalia civile non ha vinto, ha stravinto. Il refe- cinque mesi 11 sole notizie al referendum
rendum ha detto quattro “vattene!” inequivo- anti-nucleare, per aver sbagliato le date dei
al regime berlusconiano delle cricche, delle referendum, per aver oscurato le immagini di
mafie, dei prosseneti, delle menzogne. Lasciamo Napolitano al seggio e per aver usato financo le
parlare i numeri. previsioni del tempo per invitare gli italiani “a farsi
pag. 22 z una bella gita”.
Grazie, Giuliano Ferrara, per aver riunito i “servi
liberi” al teatro Capranichetta, ma soprattutto per
averli fatti parlare e vedere.
Grazie, B., per il triplice miracolo di far eleggere un
comunista sindaco di Milano e un magistrato sindaco
di Napoli, e di resuscitare l’istituto referendario che
giaceva in coma da 16 anni.
Grazie, governo, per aver sabotato l’accorpamento
referendum-amministrative al modico costo di 320
milioni e poi il voto sul nucleare con il decreto-truffa.
Grazie, grandi partiti, per averci convinti
definitivamente che dobbiamo fare da soli.
Grazie, B., per essere rimasto ostentatamente al mare
mentre gli elettori (compresi i suoi) correvano ai
seggi, bissando l’“andate al mare” di Craxi modello
‘91, il che fa ben sperare nello stesso epilogo: la
spiaggia di Hammamet nel giro di un paio d’anni o,
in alternativa, la galera.
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HANNO DETTO BASTA

SILENZIO VIOLATO ministro Maroni: “Il
quorum ci sarà, anche
Maroni, depistaggio senza considerare il voto
a urne aperte degli italiani all’estero”.
Forma di dissuasione a
“oggettiva” del titolare del
Viminale? E lo stesso può
dirsi per l’esternazione di
Berlusconi durante la
conferenza stampa con
popolo, dovrà dire addio
alla questione delle centrali
nucleari”. I comitati ieri
mattina hanno scelto
decisamente la prima

A lle ore 11.56 di ieri –

quando mancavano
ancora 3 ore alla chiusura
dei seggi – l’uscita del
continuare a metter schede
nelle urne – e quindi
boicottaggio – oppure
semplice valutazione
Netanyahu, durante la
quale il premier ha detto
“l’Italia probabilmente a
versione: “Parole
incredibili, diciamo no a
qualsiasi tentativo di
seguito di una decisione del demotivazione”.

C’È CHI DICE SÌ

I referendum passano con una valanga di voti:
un’onda che suona la sveglia a Berlusconi e ai partiti
Nel governo scoppia la rivolta del Carroccio
La bocca della Verità I comitati in piazza dopo la vittoria F OTO ANSA

la storia di Paola Zanca

LUCIANO astava il 50 per cento più TG1 Lo speciale vizi politici, Francesco Gior-
gino. Che, colto di sorpresa

LA BATTAGLIA
DELLA VITA
di David Perluigi
a voce flebile, la forza di
Lgestocompiere ancora l’ultimo
“rivoluzionario” l’ha tro-
vata domenica Luciano Giorgi.
“Lasciatemi vivere almeno fino
a quando posso andare a votare
i referendum e capire quale
può essere l’epilogo”. Giorgi è
in un letto di ospedale del re-
parto oncologia di Monfalco-
ne. Colpito da un male che non
lascia scampo: il mesotelioma
della pleura, una malattia pro-
vocata dall’amianto, una piaga
nella zona per chi ha lavorato,
come lui, nei cantieri navali. A
Monfalcone, Giorgi è cono-
sciuto da tutti, è stato uno dei
leader dei Verdi, con Alex Lan-
ger è stato tra i fondatori del
movimento ecologista in Friuli
Venezia Giulia. Ambientalista
in prima linea: contro l’amian-
to, così come contro la costru-
zione del rigassificatore Snam
nella zona del monfalconese.
Ci teneva tanto Luciano a espri-
mere quattro “Sì”. In primis
quello sul nucleare, visto che è
un sostenitore accanito delle
energie rinnovabili. “So che
non mi resta molto, ma voglio
raggiungere il seggio sulle mie
gambe” aveva detto ai microfo-
ni di Telefriuli tre giorni fa, ma il
male non glielo ha permesso,
troppo pericoloso per lui muo-
versi, ha votato grazie a un seg-
gio “mobile” che lo ha raggiun-
to in ospedale. “Ieri non ha vo-
luto che in stanza vi fossero ra-
dio o tv accese - dichiara a Il Fat-
to Michele Tonzar, amico e at-
tivista dei Verdi - poi sono ar-
rivato e lui mi ha chiesto: ‘Ri-
sultato raggiunto?’ e io: ‘Lucia-
no, abbiamo un bel 57% del
quorum sul quesito sul nuclea-
re, siamo sulla strada giusta’”.
Domani dovrebbero dimetter-
lo per fargli passare qualche
giorno a casa, ad aspettarlo gli
amici con striscioni e bandiere
con il sole che ride.
B uno. Invece, domenica e
lunedì, quell’uno si è mol-
tiplicato per un milione e
mezzo. Sembrava un obiettivo
impossibile, trovare altri dieci
fantasma
anico al Tg1. Capita spesso, è succes-
Psfondato
so pure ieri. Il quorum ai referendum,
per l’arrivo di una notizia, de-
clina l’invito. Il panico cresce
a dismisura. Non c’è nemme-
no uno studio per ospitare giornalisti e
opinionisti. Ideona di Minzolini: un’edi-
milioni di italiani oltre ai “tradi- con il 57 per cento, non poteva zione straordinaria del Tg1 del pomerig-
zionali” 15 milioni di elettori del essere ignorato. E allora, terrorizzato dal- gio con la conduzione di Marco Frittella
centrosinistra che andassero a la notizia, Augusto Minzolini riceve con con Piero Sansonetti, Franco Bechis (Li-
votare ai referendum. Invece ce stupore la richiesta legittima del comi- bero), Nicola Porro (il Giornale) giusto
ne sono stati anche di più. Per la
precisione, 26 milioni 857 mila
tato di redazione: anche se non ci ab-
biamo pensato prima – come il resto dei
per tamponare l’infinita diretta di Enrico
Mentana a La7. E per restare sempre in
e 452. telegiornali – facciamo uno speciale. Il linea con il Tg4 di Emilio Fede che, im-
cdr avvisa il direttorissimo che non la possibilitato a pronunciare la parola quo-
HANNO STRAVINTO i Sì, prende bene, ma che fare? Allora Min- rum, manda uno speciale sui nutrizioni-
con una media del 95 per cento. zolini chiama con urgenza il capo dei ser- sti.
Ma ci sono stati anche un milio-
ne e 300 mila persone che hanno
scelto di esercitare il loro dirit-
to-dovere per andare a dire No.
Non sono stati determinanti per cambiato?). Ma, avverte per pri- ad andare al mare, non ha pen- meglio la smettessero di trattarli ce, mette da parte il senso del ri-
il quorum, si sarebbe raggiunto mo un finiano, il deputato Aldo sato che i quattro quesiti fossero da “imbecilli”: “Dovrebbero dicolo: “Se gli italiani hanno scel-
lo stesso. Così come l'onda dei Sì Di Biagio, le “imbarazzanti lacu- “inutili”, è andato più a fondo semmai sentirsi inadeguati e am- to questo, sono abbastanza in li-
nazionali, ha spazzato via il ri- ne” del caso non possono essere delle informazioni trasmesse col mettere di non essere stati capa- nea con il governo, perchè noi
schio del voto estero invalidato. “vigliaccamente” rimandate “al contagocce dalla tv. Ora fanno ci di entrare in sintonia con lo- abbiamo già abrogato la costru-
L'obiettivo è raggiunto anche prossimo appuntamento con le già a gara ad accaparrarseli. ro”. Gradirebbe che qualcuno fa- zione dei siti nucleari”. Non de-
senza quelle schede arrivate da urne”. cesse “mea culpa” anche il mini- v'essersi consultata con il presi-
oltre confine, che erano già fini- Questa volta non c'è stato biso- PER IL SENATORE Pdl Fabri- stro Roberto Calderoli: “Non dente del Consiglio che, a urne
te al centro di polemiche (con- gno di loro: il 57 per cento dei zio Rampelli, là in mezzo ci sono vorrei che quella di prendere ancora aperte, commentava
tano per il quorum? Sono valide cittadini, al di là delle apparte- “12 milioni” di elettori di centro- sberle diventasse un’abitudi- sconsolato “dovremo dire addio
anche se il quesito sul nucleare è nenze, non ha accolto gli inviti destra e nel suo partito sarebbe ne...”. Daniela Santanché, inve- all'opzione delle centrali nuclea-
I FLUSSI ELETTORALI Il maggior astensionismo in Lombardia
Altro che al mare: i disobbedienti Pdl al 45%
di Wanda Marra segnale di scontento degli elettori di fluenza tra gli elettori dell’opposizione: la percentuale di non votanti che non ri-
centrodestra. Tanto più che il legittimo sono andati a votare il 77,5% di quelli del guarda la quota normale di astensioni-
on sono bastati neanche ai loro elet- impedimento - il voto più direttamente Pd, l’80,5% di quelli dell’Idv, il 75,2% di smo, propria di ogni consultazione elet-
NUmberto
tori gli inviti di Silvio Berlusconi e
Bossi a non andare a votare: se-
legato al premier - ha preso gli stessi sì
degli altri. Anche il Terzo Polo ha scelto
quelli di Sel. Hanno deciso di andare alle
urne anche il 66,5% degli indecisi e il
torale, ma le consultazioni referendari, si
ha qualche indicazione in più. Laddove
condo una rilevazione fatta da Emg son- in larga maggioranza - il 57,6% - di espri- 25% di coloro che di solito scelgono di si osserva un maggiore “astensionismo
daggi per il Tg La7, il 44,8% degli elettori mersi (coerentemente con le indicazio- non votare. Ha pagato, dunque, la mo- aggiuntivo”, ha spiegato l’istituto di ri-
del Pdl ha deciso di dire la sua sui refe- ni date da Fini e Casini). Altissima l’af- bilitazione dell’opposizione, così come cerca, si può inferire che è stato più se-
rendum, così come il il voto “civico”: han- guito l’invito “ad andare al mare”, ovvero
39,5% di quelli della Le- no scelto di dire la lo- a far fallire il referendum. La media na-
ga, secondo un sondag- ro molti solitamente zionale di non votanti ai referendum è
gio fatto dall’istituto poco inclini a sce- stata di 23,4 punti percentuali superiore
Emg per il Tg La7. Evi- gliere un partito. Ma all’astensione del 2008. Il maggiore
dentemente “la libertà sicuramente nel ri- “astensionismo aggiuntivo” c’è stato in
di coscienza” lasciata sultato finale ha in- Lombardia: fatto che, secondo gli autori
dai partiti del centrode- fluito – e non poco – dell’analisi, Piergiorgio Corbetta e Gia-
stra ha favorito la mobi- l’elettorato di centro- nluca Passarelli, non stupisce, trattando-
litazione alle urne. Ma destra. Se accanto ai si della regione nella quale massimo è
visto il significato ine- dati di Emg si prende l'insediamento di Pdl e Lega. Segue, ma a
quivocabilmente politi- in considerazione l’a- una certa distanza, il Veneto. All’oppo-
co che ha assunto la nalisi fatta dall’Istitu- sto, le regioni in cui l’invito astensionista
consultazione referen- to Cattaneo sull’a- ha avuto meno successo sono nell’ordi-
daria, facile pensare che stensionismo ag- ne Sardegna, Valle d’Aosta, Liguria, Tren-
si sia in presenza di un giuntivo, ovvero sul- tino-Alto Adige, Molise
 Martedì 14 giugno 2011

HANNO DETTO BASTA

QUELLI CHE “NO” 342 mila 872 italiani UMBERTO VERONESI volontà” di cittadini, ma MICHELE VIETTI vicepresidente del Csm
hanno detto No. Una si dice “preoccupato deve arrendersi
1.342.872 contro media del 5%: l’unico Mi inchino ai Sì, seriamente perchè l’Italia Bocciati “i pasticci” all’evidenza: “Il
(meno sull’acqua) dato più basso è quello ma preoccupato non possiede fonti allo scudo legislatore qualche volta
relativo al secondo energetiche proprie ed è deve assumersi

N on hanno badato agli

inviti a non votare, e
hanno espresso il loro
diritto dovere: 1 milione
quesito, sulla
determinazione della
tariffa dell’acqua: Ha
votato No solo il 3,8%.
I l presidente
dell’Agenzia per la
sicurezza sul nucleare si
“inchina di fronte alla
già nella situazione di
dipendenza che gli altri
Paesi si stanno
impegnando a evitare”
I l legittimo
impedimento lo aveva
“a suo tempo contribuito
responsabilità
impopolari (...) Quello
che non può fare sono i
a elaborare”. Ora anche il pasticci”.

Un quorum che fa primavera

Le batoste al legittimo impedimento e al nucleare firmati B.
sono una scossa. Quanto resterà in sella il Caimano?
li appelli a “non politicizzare” i referendum, sono stati accolti. Sono andati
Gvolevano
a votare gli italiani, non solo gli elettori del centrosinistra. Quelli che
che l’acqua rimanesse un bene pubblico, ma anche quelli che non
hanno creduto alla retromarcia del governo sul nucleare e quelli che di scudi
“ad personam” non ne vogliono sentir parlare. Così, volente o nolente, la
vittoria dei Sì ha sconfitto almeno due questioni che la firma di Berlusconi ce
l’avevano stampata addosso. E adesso? La maggioranza può far finta che non
sia successo niente o la “sberla” - come l’ha chiamata il ministro Calderoli - va
certificata? Abbiamo chiesto ad alcuni giornalisti ed esperti di diritto che ne
pensano. Ne esce un quadro di opinioni variegato: chi crede che per il
presidente del Consiglio dimettersi sia un dovere, chi sostiene che nono-
stante tutto le carte sono ancora in mano alla Lega. Ma una costante c’è: tutti
riconoscono e salutano, i segni tangibili di una Primavera italiana. Prima o
poi, qualche frutto lo darà.

Lucia Annunziata Massimo Fini Roberta De Monticelli Lorenza Carlassare

Il premier è finito Non mollerà mai La rivolta Costituzione alla mano
e l’Italia è cambiata Ma la Lega lo molla? della giustizia dico: elezioni subito

ri”. Ma non l'avevano già fatto?

Nel Pd lo invitano a dimettersi, e
non solo perché smentisce se
stesso. “Questo è stato, a parer
mio – dice il segretario Pier Luigi
Bersani – un referendum sul di-
vorzio: c’è un divorzio tra il go-
verno e il Paese”.
Ma è proprio un democratico,
l'ex ministro Arturo Parisi, a non
sottovalutare “le ragioni della de-
mocrazia”. Prima i sindaci, ora il
referendum, i cittadini hanno
“travolto le scelte che i vertici
dei partiti avevano immaginato
alle loro spalle”. “È bene che i ca-
pipartito che, approfittando del-
la crisi del berlusconismo, han-
no già ricominciato a tessere la
loro tela con l’obiettivo di ri-
prendere nelle loro mani il pote-
re che gli era stato sottratto, se ne
rendano conto e stiano bene at-
tenti”. Lo ha intuito Antonio Di
Pietro che chiede le dimissioni
del governo un giorno sì e un
giorno no, ma ieri non l’ha fatto,
“perchè così si strumentalizza il
referendum”. Lui – promotore
con l'Idv dei quesiti su nucleare e
legittimo impedimento - si limita
a essere “orgoglioso” di aver fat-
to “qualcosa di importante per il
paese”. Così, lui come Bersani,
dopo aver brindato nella sede
del partito, ha raggiunto alla Boc-
ca della Verità i “cittadini sempli-
ci” dei comitati referendari.
ECCOLI LÌ, nel loro “legittimo
godimento”. E provate a pren-
derli, se ci riuscite. I referendari
non sembrano avere nessuna vo-
glia di farsi acchiappare. “Si
astengano i politici di partito dai
proclami trionfalistici, l'unico
vincitore oggi è il popolo”, scri-
ve Luciano sulla pagina Face-
book del comitato per l'acqua
pubblica. “Chi ha vinto il refe-
rendum? Noi, Noi cittadini, i par-
titi sono saliti sul carro dopo,
troppo facile..”, aggiunge Marco.
Un classico all'italiana, quella
che da ieri qualcuno fatica a ri-
conoscere. Su Facebook non si
contano i “Viva l'Italia”, i “ti vo-
glio bene”. Si sentono “riconci-
liati” con il proprio Paese. È un
13 giugno di festa: si brinda alla
vittoria e (Di Pietro) “anche a
Sant'Antonio”. È il santo che pro-
tegge dalle malattie, chissà che il
referendum non serva da vacci-
no anche a noi.
Èfinita. E non
solo per Sil-
vio Berlusconi,
ma per una certa
Italia.
Il referendum segna la fine
anche numerica del dominio
del Cavaliere: la percentuale
di coloro che hanno votato e
votato “Sì”, è tale da indicare
che c’è stata una rivolta nello
stesso elettorato della maggio-
ranza di governo.
Ma sbaglia chi pensa che sia
stato solo un referendum
contro il Cavaliere. Quando
la memoria del berlusconi-
smo sarà sbiadita (“eppur si
muove!”) il voto di ieri lo ri-
corderemo come parte di
una serie di passaggi (gli
studenti in piazza, mentre il
governo si salvava per un
pelo il 14 dicembre, la mani-
festazione delle donne “Se
non ora quando”, le ammi-
nistrative) che hanno segna-
lato non solo che Silvio è fi-
nito, ma che l’Italia è cam-
biata.
È una Primavera Italiana, que-
sta, diversa nei modi, nei tem-
pi ma non nelle aspirazioni
da quella che infiamma la
sponda sud del nostro mare.
“Una vittoria senza se e senza Spa”
LA FESTA DEI COMITATI: “I POLITICANTI STIANO LONTANI”. GRILLO: SIAMO ANCORA UN POPOLO
di Caterina Perniconi
bbiamo vinto, ma ora per fa-
“A vore togliete le bandiere di
partito e lasciateci godere que-
sta vittoria lunga parecchi an-
ni”. La piazza romana scelta dai
comitati per festeggiare il risul-
tato del referendum è quella del-
la Bocca della Verità. E la verità
ieri è arrivata pochi minuti dopo
le 15: il quorum c’è, e i sì saran-
no oltre il 90%. La folla esplode,
gli organizzatori si abbracciano,
qualcuno si commuove. A quel-
l’ora i partiti ancora non ci sono,
in piazza qualche centinaio di
ragazzi e sostenitori. Ma a diven-
tare migliaia hanno impiegato
un paio d’ore. I Verdi, che ave-
vano stappato lo spumante e of-
ferto ai turisti una grande torta
col sole che ride di fronte al Pan-
theon, hanno marciato verso
È ovvio che il
raggiungimen-
to del quorum, con
È
quello che
sembrava: la
primavera della
D opo le elezioni
amministrati-
ve e le vittorie
ampio margine, e ragione pratica. straordinarie di Na-
l’esito dei quattro Che quando c’è poli e Milano, il suc-
referendum abbia, da scegliere dice cesso grande dei re-
nonostante tutti i o sì o no e non sì ferendum: i cittadi-
dinieghi del cen- e no insieme. ni vogliono farsi
trodestra, un significato politico Che di fronte alla più vergo- sentire, “l’Italia s’è desta” da un
e molto temuto dal Cavaliere. gnosa riduzione della Legge di sonno lungo e miserevole. Eppu-
Bastava leggere i giornali berlu- uno Stato alla legge del più re, secondo i politici berlusconia-
sconiani: “Voto a perdere” tito- forte, si vergogna. ni, non è successo nulla! Solo opi-
lava domenica “Libero” cercan- Che all’umiliazione della Ma- nioni diverse del corpo elettorale
do di scoraggiare i suoi lettori gistratura, e alla sua denigra- di cui si dovrà tener conto. Ma il
dall’andare alle urne in modo zione buffonesca al cospetto dissenso della maggioranza dei
che il quorum non fosse rag- dei potenti del mondo, si ri- cittadini non riguarda solo le scel-
giunto. Non credo però che i re- bella. te politiche di chi governa, le sue
ferendum avranno ripercussio- Che alla svendita sistematica leggi ad personam: è un voto aper-
ni sul governo. Berlusconi è di legalità in cambio di con- tamente contrario. Possiamo pen-
uno che in vita sua non ha mai senso, alla demolizione di sare che tutto resti immutato e alla
fatto un passo indietro. A meno ogni senso del pubblico deco- prossima verifica si presentino
che la Lega non si risvegli dal ro, alla destituzione dei servizi parlamentari ‘responsabili’ a so-
suo letargo politico, capisca che pubblici – dall’informazione stegno di una maggioranza che
l’abbraccio del Cavaliere sta di- ai media all’istruzione all’ero- non c’è? Tra fatti politici e Costitu-
ventando mortale e decida di gazione di acqua ed energia – zione il rapporto è stretto. Qual-
mandare tutto a carte quaran- a favore di non trasparenti che volta, a causa di fattori che ne
totto come fece Bossi nel 1994 profitti privati, si rivolta. ostacolano la normale influenza, i
in quello che rimane il suo mi- E tutto questo si riassume in fatti non riescono a mettere in mo-
glior discorso in Parlamento. un fatto enorme – una mag- to i meccanismi necessari a livello
Perché questo avvenga è però gioranza assoluta di Italiani – istituzionale . Ma è l’eccezione. La
necessario che gli avversari ga- che afferma un valore sempli- lunga crisi della maggioranza oggi
rantiscano alla Lega un breve ce e basilare per ogni convi- è un fatto “documentato”: nel pae-
governo istituzionale col compi- venza civile: la giustizia, di cui se, la maggioranza non è più tale.
to di tornare al sistema propor- l’eguaglianza di fronte alla leg- L’unica via istituzionalmente cor-
zionale. ge è un caso particolare. retta sono le elezioni anticipate.
l’appuntamento dei comitati as- to critiche al Pd “nel quale mol- la consultazione, Beppe Grillo
sieme ai sostenitori dell’Idv. ti, segretario compreso, non vo- ha pronta la sua spiegazione:
Ma gli organizzatori non hanno levano l’acqua pubblica”. Han- “Siamo ancora un popolo – ha
voluto padrini. Hanno parlato
dal palco, decisi, contro la po-
no applaudito all’annuncio che
Acea (la società partecipata che
commentato sul blog – per il nu-
cleare è il secondo referendum
litica, contro il governo “che vo- gestisce l’acqua a Roma) perde- con cui i cittadini hanno man-
leva fare soldi con un bene co- va il 10% in Borsa e hanno gri- dato affanculo i partiti, che de-
mune” e non hanno risparmia- dato “acqua pubblica senza se e vono fare le valigie”.
senza Spa”. Grande affetto per
Stefano Rodotà, salito sul palco
“Volevano a complimentarsi con i comitati
“per aver imposto l’agenda al
soltanto fare Paese” e poi un grido liberato-
rio: “Tutti noi a Montecitorio!”.
soldi con un In Parlamento non sono – anco-
ra – stati eletti, ma il traffico sot-
to Palazzo Grazioli, la residenza
bene comune” del premier, l’hanno bloccato,
per qualche minuto, in segno di
Blitz dei protesta. Manifestazioni spon-
tanee anche a Milano, a Napoli e
referendari a in altre città.
E se i politici non possono met-
Palazzo Grazioli tere il cappello sul successo del-
pagina 4

HANNO DETTO BASTA

STAMPA DIXIT i quotidiani legati a Silvio

Berlusconi, “Libero” e “il
L’ultimo appello Giornale” che nelle loro
accorato (disatteso) prime pagine hanno
invitato i lettori a disertare il

C i hanno provato in tutti

i modi. Più volte.
Editoriali e appelli, ma non
voto con “State a casa” o
“Astenersi è un diritto,
parola dei Ds”.
c’è stato niente da fare. Sono

“ABBIAMO VINTO”
Tutti pronti a mettere il cappello sul referendum
Ma il successo non è merito dei grandi partiti
artedì 31 maggio. Il giorno dopo le il suo grido di battaglia “È una questione di ro sugli stomaci dei telespettatori attraverso Quest’ultimo composto da soli volontari, au-

M elezioni amministrative c’è ancora

chi festeggia, chi studia le nuove giun-
te di Milano o Napoli, chi non ci cre-
de. Chi deve pensare a come salvare una bar-
ca che sta affondando.
Sul Fatto l’editoriale del direttore, Antonio Pa-
dellaro, è intitolato: avanti con il referendum.
Da lì siamo partiti. Con Adriano Celentano
primo e grande sostenitore, pronto a lanciare
vita o di morte”. Poi tutti gli altri a seguire.
Quindi Antonio Di Pietro e la sua Idv, decisi
nel depoliticizzare l’appuntamento per invi-
tare tutti i cittadini ad andare alle urne, so-
prattutto quelli di destra. E ancora Papa Be-
nedetto XVI che da piazza San Pietro invita i
fedeli a non dimenticare la tragedia giappo-
nese di Fukushima. Così Michele Santoro che
attraverso gli schermi di Annozero picchia du-
le immagini del 1986 riferite a Chernobyl,
come a dire: certi drammi si possono ripe-
tere, la storia lo insegna.
Ed ecco il tam-tam di Internet, pagine Face-
book, comitati spontanei, appelli, catene di
email. Idee estemporanee, diventate linfa vi-
tale in mezzo a un complice silenzio tele-
visivo e non solo. Senza dimenticare i pro-
motori: i comitati dell’acqua e del nucleare.
to-tassati, perché non riceveranno alcun rim-
borso elettorale. Noi del Fatto siamo andati a
trovarli venerdì scorso, poco prima del si-
lenzio elettorale: abbiamo incontrato tantis-
simi ragazzi e ragazze, spesso under 18, pre-
senti “perché vogliamo salvare il nostro fu-
turo”, il coro. Ieri erano loro i più felici nella
piazza della festa. Ci sono, ci siamo riusciti.
Quattro volte e tutti insieme. al.fer.

I comitati per il Sì Adriano Celentano Michele Santoro La Chiesa Internet

Imposta l’agenda L’appello lanciato Il servizio Il Papa ricorda Il tam tam convince
al Paese sul Fatto su Chernobyl Fukushima i più giovani

S ono stati lo-

ro, i comita-
ti, senza l’ap-
poggio dei par-
titi, che dal bas-
so hanno chiesto, pro-
mosso e lottato per il re-
ferendum. Hanno impo-
sto l’agenda politica al go-
verno che non ha potuto
ignorare la presenza di
una consultazione su temi
sensibili per i cittadini e
ora chiedono l’esame del-
la legge d’iniziativa popo-
lare da loro elaborata sul-
l’acqua come bene pubbli-
co. “Da domani si riparte
per la ripubblicizzazione
dell’acqua pubblica –
spiegano gli organizzatori
– i partiti non possono
fingere, al di là della vitto-
ria odierna, che c’è un
sommovimento nel paese
che dice no alle privatiz-
zazioni dei beni comuni.
Il nostro è un richiamo
anche al Partito democra-
tico. ll Parlamento non
può ignorare questo risul-
tato – spiegano gli orga-
nizzatori – deve risponde-
re cominciando a prende-
re in esame la legge di ini-
ziativa popolare”.
L ui c’ha cre-
duto dal pri-
mo momento.
Adriano Celen-
tano, subito do-
po le amministrative, ha
lanciato un appello dal
Fatto Quotidiano per il sì
ai 4 referendum. L’artista
ha invitato a difendere
l’acqua e l’ambiente e la
legge che deve essere
“uguale per tutti, non per
tutti meno uno”.
“Ancora una volta gli ita-
liani, nonostante la mor-
sa dei partiti nella quale si
trovano costretti a convi-
vere, hanno dimostrato di
essere avanti a tutti gli al-
tri popoli”, ha commenta-
to ieri dopo i risultati,
“per la seconda volta han-
no visto e individuato in
quel falso benessere ipo-
critamente propinato dai
governanti, l’inevitabile
pericolo per l’umanità.
Abbiamo vinto. Ma ora
dobbiamo pensare ai
francesi. Dobbiamo disin-
nescare quella bomba che
hanno sotto il letto”.
Prossima battaglia, quin-
di, per l’ambiente che cir-
conda il nostro Paese.
H a ospita-
to Beppe
Grillo e Adria-
no Celentano.
Due personag-
gi scomodi per la Rai,
fuori da ogni conteni-
tore televisivo, pronti a
lanciarsi a favore dei
referendum.
Quindi nella puntata di
giovedì 9 giugno ha
mandato in onda, all’ini-
zio della serata, un servi-
zio sul disastro di Cher-
nobyl realizzato da Cor-
rado Formigli. Immagini
strazianti. Silenzio in
studio. Lacrime negli oc-
chi di molti presenti. Mi-
chele Santoro è stato tra
i primi a crederci, a
puntare diritto verso i
quattro sì.
A prendere altre bordate
di insulti, polemiche e il
solito teatrino che lo ac-
compagna da anni.
C’è chi l’ha tacciato di
aver strumentalizzato le
morti del 1986.
Eppure è andata così.
Chernobyl c’è stata, così
come Fukushima e lo
stesso vale per il voto di
ieri.
N ove giu-
gno, a San
Pietro arrivano
circa 150 tra
preti e suore ca-
peggiati da padre Zanotel-
li. In mano hanno striscio-
ni e bandiere a favore del
referendum sull’acqua. La
polizia li ferma, gli chiede
i documenti. Li tratta qua-
si da manifestanti non au-
torizzati. Eppure, nello
stesso momento, il Papa
lancia un appello: “Adot-
tare complessivamente
uno stile di vita rispettoso
dell'ambiente e sostenere
la ricerca e lo sfruttamen-
to di energie appropriate
che salvaguardino il patri-
monio della creazione e
siano senza pericoli per
l'uomo, devono essere
priorità politiche ed eco-
nomiche”. E soprattutto:
“Riflettere sulla tragedia
di Fukushima”. Ma non
solo Benedetto XVI. Ecco
il cardinale Tettamanzi,
attaccato perché è andato
a votare; o la parrocchia
napoletana e la sua ban-
diera con l’acqua al centro
del sagrato. Insieme per il
bene comune.
I nternet ha
avuto un ruolo
fondamentale nel
raggiungimento
del quorum: la ri-
voluzione digitale è arrivata
ufficialmente anche in Italia
e ora condiziona diretta-
mente la politica. I cittadini
pro-voto si sono organizzati
online per informare i citta-
dini e portarli ai seggi off-li-
ne: è stato lanciato il “batti-
quorum” (invita dieci amici
a votare); il taxi-quorum (of-
ferta e domanda di passaggi
in macchina per la propria
città); offerte di sconti pre-
sentandosi con la tessera
timbrata (dagli stabilimenti
balneari ai bar, informando i
clienti tramite Facebook).
Tantissimi anche i contri-
buti creativi: dai video auto-
prodotti (uno per tutti: l’ap-
pello delle “YouTu-
be-stars”) a quelli profes-
sionali: Roy Paci, Corrado
Guzzanti, Paolo Virzì, Piero
Sermonti, Dj Linus. Innu-
merevoli, infine, a bilancia-
re il silenzio della tv, i siti e i
blog con le “istruzioni” per
il voto e il parere di esperti
e associazioni sui vari que-
siti.

L’intervista Antonio Di Pietro

“Alla faccia di chi sbeffeggiava la mia iniziativa”

di Alessandro Ferrucci
lle sette di sera è ancora
APegno
bagnato dallo spumante.
alla gioia dei suoi so-
stenitori. Ci incontra, sorri-
de, è palesemente felice. Poi
si scusa: “Aspetti un attimo”.
Partono i titoli del Tg3 e An-
tonio Di Pietro vuole riveder-
si per capire se ha dichiarato
nel modo giusto...
Soddisfatto di quanto det-
to?
Sì, sì, va bene così...
Eppure Bersani l’ha sor-
passata: ha chiesto le di-
missioni del premier.
Il giorno in cui si è insidiato
Berlusconi, a piazza Navona
c’ero io, c’eravate voi e altre
migliaia di cittadini a dire che
questo paese non meritava
un governo del genere.
Però oggi...
Oggi siamo contenti di essere
in tanti e ho la coscienza a
posto di chi ha fatto il pro-
prio dovere.
Ma Bersani l’ha sentito?
Sì, e ci siamo fatti i compli-
menti.
E non vuole le dimissioni
di Berlusconi?
Vede, il voto è stato referen-
dario, e credo sia giusto ri-
spettare gli elettori, tutti, di
destra, di centro e di sinistra
che sono andati alle urne.
Pragmatico?
No, credo che la matematica
non sia un’opinione: sono an-
dati a votare la maggioranza
degli elettori, di questi il 95
per cento ha detto Sì. In caso
di consultazioni nazionali
non è che questo 95 diven-
terebbe automaticamente un
voto per il centrosinistra.
Quindi sono due questioni
nettamente diverse.
Dimissioni a parte, da do-
mani che succede?
Sto lavorando a un’Idv 2...
Tradotto?
Una ricostruzione del Paese
che passa da un’alternativa
credibile. Berlusconi lascia-
molo al suo destino.
Quando è stato il momen-
to in cui ha detto “ce la
possiamo fare”?
Lei non mi crederà, ma l’ho
detto nel momento in cui ab-
biamo iniziato la raccolta del-
le firme. Ho detto: ‘Dobbia-
mo fare qualcosa per il Paese,
non possiamo essere il par-
tito nato dopo Mani Pulite’.
Quindi è il giorno più bello
da quando è in politica?
Vede, quando è stato arresta-
to Mario Chiesa, tutti quanti nam, quando troppo spesso suoi militanti l’hanno ac-
hanno sottovalutato la vicen- e per troppe volte in Parla- colta con “Bella ciao”.
da. Invece ricordo le parole mento si sono create maggio- L’ha cantata anche lei?
di mia sorella che mi disse:
‘Fai il tuo dovere e pagane le
ranze trasversali per leggi sul-
la giustizia che andavano
Certo, è una canzone che in-
neggia alla voglia di libertà, al
conseguenze’. Così è andata, contro i principi di ugua- desiderio di liberazione. Mi ci
però sono felice di quello che glianza. ritrovo in quello che sta vi-
ho fatto, come oggi. Quando ha incontrato i vendo il nostro Paese.
Ma non si vuole togliere
nessun sassolino dalla
scarpa?
Vorrei che qualcuno andasse
“Si è dovuto
a riprendere le dichiarazioni
passate di derisione e irrisio-
ricredere chi nel
ne da parte dei notabili di
centrosinistra sul referen-
centrosinistra
dum.
Quale era l’accusa più co- pensava facessi
mune?
Che facevo un favore a Ber- un favore a B.
lusconi. Eppure oggi oltre 28
milioni sono andati alle urne Ora lavoriamo
e il 95 per cento e hanno det-
to ‘no’ alle leggi ad perso- a un’alternativa”

Lui fa finta di niente: shopping
e battute sul bunga bunga
BERLUSCONI ACCERCHIATO FA IL MODERATO
E SI RIFUGIA NEGLI IMPEGNI ISTITUZIONALI
di Fabrizio d’Esposito
ra le battute sul bunga
T bunga e il consueto shop-
ping di collanine per le sue
ospiti, Silvio Berlusconi dà
un surreale tocco pasoliniano
alla Salò della Seconda Repub-
blica nel giorno in cui si com-
pleta il “triplete” che lo manda
sempre più giù: primo turno
delle amministrative, poi i bal-
lottaggi, adesso il referendum.
Del resto è a Roma da domenica
GIÙ AL NORD
LA LEGA È “ STUFA DI PRENDERE TUTTE QUESTE SBERLE”
di Sara Nicoli
DSaràopo due sberle così potenti
“non ci sono più guance”.
pure, come dice il segre-
tario veneto della Lega Nord,
Gian Paolo Gobbo, che quello
che è uscito dalle urne “non è
Da Calderoli
a Maroni parte
del Carroccio
in crisi con
Bossi: “Faremo
i conti tra poco
a Pontida”
GLI SCONFITTI
Da Veronesi a Testa
“grave rinunciare”
“P rendiamo atto, con
rispetto, del
pronunciamento espresso
dagli elettori al referendum”
sera, reduce da un fine settima-
na sardo a Villa La Certosa, che
sarebbe tornata ai fasti di un
tempo dopo un embargo dura-
to mesi.
Il terzo lunedì nero di B. nel giro
di un mese esatto si apre con
una conferenza stampa a Villa
Madama a base di sorrisi e pac-
che sulle spalle. Al suo fianco ha
il premier israeliano Benyamin
Netanyahu, il quale ringrazia il
“grandissimo amico Silvio” e ne
ricorda pure la mamma, Rosa
un vero e proprio ultimatum a
Berlusconi, ma dato che siamo
soci nel governo nella buona e
nella cattiva sorte, dobbiamo
avere il nostro tornaconto”. La
Lega non staccherà subito la
spina al governo, ma a Pontida
farà le prove generali di distac-
ha dichiarato Chicco Testa,
ex ambientalista e ora
presidente del Forum
nucleare, dopo la sconfitta.
“Mi inchino al volere degli
italiani – ha commentato
Umberto Veronesi – ma
grave per l’Italia rinunciare
al nucleare.
Berlusconi, che salvò una ragaz-
za ebrea da un ufficiale nazista.
B. apprezza e poi entra a gamba
tesa sulle urne ancora aperte:
“Il quorum sarà raggiunto, do-
vremmo dire addio al nucleare e
lavorare per le energie rinnova-
bili”. Evita, però, di rispondere
al ministro Maroni sul “meglio
tirare le cuoia che tirare a cam-
pare”. Tra i suoi collaboratori
qualcuno sobbalza. Segno che
la giornata di oggi consegnerà
alla cronaca politica un premier
Vincitori e vinti del referendum
in un’illustrazione di Marilena Nardi.
In alto, Chicco Testa. In basso, a
sinistra Antonio Di Pietro e a destra
Roberto Calderoli (FOTO DLM)
co. Ieri a via Bellerio è andato
in scena, forse per la prima vol-
ta in modo chiaro, il “divorzio”
di Roberto Maroni dal Carroc-
cio capitanato da un Bossi che
non ne vuole sapere di mollare
il Cavaliere.
È VERO, ci sono da portare a
casa ancora alcuni decreti at-
tuativi del federalismo e prima
di ottobre non se ne parla, ma
non si può – per dirla anche con
Calderoni che non fa parte della
cordata maroniana della Lega –
continuare a “prendere sberle”:
“Domenica – ha proseguito Cal-
deroli – andremo a Pontida a di-
re quello che Berlusconi dovrà
portare in aula il 22 giugno, per
evitare che dopo due sberle ar-
rivi anche la terza...”. Pontida,
dunque, come punto di svolta
per la Lega. Il 22, però, potreb-
Martedì 14 giugno 2011
HANNO DETTO BASTA
MESSAGGERO D’INTERESSE titolo: “Acqua, ecco tutti gli finanziamenti necessari in
investimenti a rischio”. 30 anni può essere coperto
Caltagirone ricorda L’editore del quotidiano, dalle casse pubbliche”
la posta in gioco socio della società scrive il Messaggero, “se si
partecipata Acea, che imbocca la strada sbagliata
S ul Messaggero di
domenica, in piena
giornata di voto, è stato
gestisce l’acqua romana, ci
tiene a ricordare cosa c’è da
“perdere” in caso di vittoria
sanzioni e condanne dell’Ue
non mancheranno”. Modelli
da evitare? Scandinavia e
pubblicato un focus dal del sì: “Solo l’11% dei Olanda. Paesi al top.
diverso dal solito.
Battute sul bunga bunga a par-
te. B., infatti, esorcizza i guai
procuratigli dalla sua satiriasi
con la solita pseudo-ironia. Alle
spalle di lui e Netanyahu c’è un
quadro che rappresenta una
scena mitologica con suonatori
e donne danzanti. L’amico israe-
liano chiede informazioni in
merito e l’amico Silvio lo accon-
tenta, sbalordendo i giornalisti
stranieri presenti: “Il quadro è resiste a una sosta in corso Vit- lanci di agenzie sono spietati.
di Andrea Appiani e rappresen- torio Emanuele. Lì ci sono i suoi Le richieste, tante, di dimissioni
ta il Parnaso, ovvero il bunga negozi di riferimento per i rega- e il fuoco amico di Calderoli,
bunga del 1811. Quello lì sono lini più o meno importanti, una Alemanno, Scajola, per fare dei
io mentre l’altro è Apicella. Bi- gioielleria e una bigiotteria. B. si nomi. Giuliano Ferrara dice di
sogna sempre diffidare da chi si ferma ed entra. Nella sua resi- non essere andato a votare per
prende troppo sul serio”. La denza romana arriva che sono solidarietà con B. ma dissente
conferenza stampa termina e il le quattro e mezzo del pomerig- “totalmente” dalla linea del go-
Cavaliere si mette in auto, dire- gio, ormai. Il risultato è chiaro e verno. Stefania Craxi chiede
zione Palazzo Grazioli. Ma non lui si rinchiude nel suo ufficio. I che Berlusconi non si ricandidi
nel 2013.
NONOSTANTE l’evidenza,
ALEMANNO E POLVERINI le colombe iniziano a volare su
Palazzo Grazioli, a partire dal fe-
Un avvertimento dele portavoce Paolo Bonaiuti, e
il Cavaliere stavolta rinuncia a
di Raccordo scendere in trincea, pur facendo
trapelare amarezza con chi gli
parla. Dallo staff dicono a ripe-
L o smarcamento dal tardo berlusco-
nismo è fatto di ansie, ripicche e ri-
vendicazioni di vario genere. Così la sberla
tizione: “Oggi riusciremo a farlo
apparire moderato”. In questa
chiave, quindi, va letta la nota di-
del referendum, la seconda dopo le ammi- ramata dal premier. Niente pro-
nistrative (Calderoli dixit), ha consolidato il clami di guerra. Piuttosto: “L’alta
Partito del Grande Raccordo Anulare by Ale- affluenza nei referendum dimo-
manno&Polverini. Al grido di “O Gra o mor- stra una volontà di partecipazio-
te!”, il sindaco di Roma e la governatrice del ne dei cittadini alle decisioni sul
Lazio sono andati a votare i referendum do- nostro futuro che non può esse-
menica scorsa, al culmine di una settimana re ignorata. Anche a quanti riten-
di battaglia per mantenere il Raccordo della gono che il referendum non sia
Capitale libero da pedaggi e balzelli del- lo strumento più idoneo per af-
l’Anas. Uno schiaffo ulteriore al Cavalie- frontare questioni complesse,
re. La neoLega romana del Gra si batte appare chiaro che la volontà de-
anche contro lo spostamento dei mini- gli italiani è netta su tutti i temi
steri al Nord. Da segnalare che la Polve- della consultazione. Il governo e
rini non si è fatta mancare nulla nel fine il Parlamento hanno ora il dove-
settimana. Sabato è scesa in piazza per re di accogliere pienamente il re-
l’Europride. Meglio abbondare, non si sa sponso dei quattro referen-
mai. dum”.
Tatticamente, per B., è il modo
per scansare il senso politico del
referendum unico contro di lui.
Ma la nota contempla anche la
sensazione che siano molti gli
elettori di centrodestra andati al-
le urne. In ogni caso riassume
una fonte informata del Pdl: “La
botta è forte ma adesso bisogna
evitare le altre, altrimenti si va a
be andare in scena un altro film, dunque, la Lega dovrà tornare a casa”. Di qui la road map per ar-
ben più doloroso anche per essere, per dirla con il governa- rivare alla verifica parlamentare
Bossi.
Che ieri è stato messo da Maro-
ni davanti a una realtà pesante
tore del Veneto, Luca Zaia, “più
di lotta che di governo”.
del 22 giugno (quella sui sotto-
segretari chiesta dal capo dello
Stato) passando per il raduno le-
ma, purtroppo, plastica; il po- GIÀ, LUI CHE con il sindaco ghista di Pontida previsto per
polo del Carroccio è furibondo. di Verona, Flavio Tosi, è andato domenica 19. Letture sofisticate
Per il ministro dell’Interno è ve- a votare quattro sì al referen- nella sua cerchia indicano in Tre-
nuto il momento di un cambio dum (“un segnale al premier an- monti, non in B., il destinatario
di rotta, serve che Bossi stesso che dal popolo Pdl”, parola di del fuoco amico di ieri. In parte è
faccia un passo indietro e nomi-
ni due coordinatori che tenga-
Tosi) perché sono “temi etici e
non politici”, ieri ha voluto mar-
vero.
In queste ore il pressing è sul mi-
no insieme tutte le diverse ani-
me della Lega in modo da anda-
care chiaramente che Bossi non
è più il leader di tutti. L’analisi
nistro dell’Economia. Dice un
ministro a microfoni spenti:
re alle elezioni tenendo stretto
un bacino elettorale che ora si
del voto referendario è stata in-
fatti spietata; in Piemonte, Ve-
“Tremonti vuol concedere qual-
cosa sulla riforma fiscale. Occor-
sta sfaldando “per colpa dell’ap- neto e Friuli ha votato il 58,9% re però capire se lo fa per con-
poggio a Berlusconi”. “Stiamo delle persone e il legittimo im- tinuarci a tenere a bagnomaria
affondando con lui, io non vo- pedimento è stato il terzo refe- oppure rilanciare davvero sullo
glio affondare, quello che vi vo- rendum più votato dopo quelli sviluppo”. Il nodo di tutto è que-
levo dire ve l’ho detto”, ha sot- dell’acqua. Messaggi tutt’altro sto. Che poi Tremonti pare abbia
tolineato ancora Maroni prima che subliminali che dovranno perso la sponda dell’opposizio-
di lasciare, per primo, via Bel- trovare una risposta al più pre- ne per un governo di transizio-
lerio. Dal pratone di Pontida, sto. ne, questo è un altro discorso.
pagina 6 Martedì 14 giugno 2011

HANNO DETTO BASTA

I MISSIONARI possibile”: così commentano
padre Alex Zanotelli e padre
Cambiare Adriano Sella. “È un piccolo
è possibile miracolo - dice Zanotelli -
ottenuto lottando contro tutti
non hanno permesso alcun
dibattito serio sui quesiti".
Secondo questo missionario
comboniano, il superamento
del quorum e la scontata
LA CEI la vicenda complessiva di
questi mesi. Il quorum
Un messaggio superato di slancio va ben al
al governo di là del merito dei quesiti:
rappresenta un messaggio

“U na vittoria della
cittadinanza attiva” o
il segno che “con la
e tutto: ora i partiti vogliono
appropriarsi della vittoria
ma la verità è che, insieme
vittoria dei "si'" nei due
referendum sull'acqua e in
quello sul nucleare sono un
“I risultati del
referendum, netti al di
là delle previsioni, sono
diretto degli elettori, al di là
degli schieramenti, al
governo”. Lo afferma
partecipazione cambiare e' con i giornali e le televisioni, richiamo alla politica. perfettamente coerenti con l'agenzia stampa della Cei.

IL PAESE HA GIÀ BOCCIATO IL PREMIER

MA I PARTITI NON LO CACCIANO
Per adesso nessuno pensa a chiedere la sfiducia Pier Luigi Bersani (FOTO ANSA)

di Eduardo Di Blasi tà, aspettano il raduno leghista è riuscito a salvare la pelle in

di Pontida per capire se la Lega tutti i voti di fiducia. Certo il
e sberle, per adesso, glie- è determinata a rimanere nel percorso delle ultime settima-

L le hanno date gli elettori.

Gli eletti, si direbbe, sono
un po’ più lenti, alle pre-
se con meccanismi che paio-
no sempre più complicati.
governo e a quali condizioni.

L’ALTRA IPOTESI, ventila-

“Per il bene del Paese”, indica
la strada il segretario del Pd
Pier Luigi Bersani, ci sono “cri-
si, Quirinale, verifica rapida
sulla possibilità di riformare la
legge elettorale, e senno’ si va
a votare”. Un percorso lineare,
che però non è chiaro come
debba innescarsi.
GIÀ, PERCHÉ la verifica
chiesta dalla Presidenza della
Repubblica dopo l’ultimo rim-
pasto che ha fornito poltrone
di governo – eravamo a inizio
maggio – ai vari Misiti, Rosso,
Bellotti, Polidori, Cesario, Gen-
tile, Villari, Catone e Melchior-
re (che poi dopo qualche gior-
no si dimise), sarà di scena alla
Camera il 22 di giugno, ma per
Bersani (Pd) e Di Pietro (Idv) divisi
sulle dimissioni. Per ora senza
“conta” la verifica chiesta dal Colle
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri a Napoli, ha incontrato il sindaco Luigi De Magistris (FOTO ANSA)
adesso non prevede nessun vo-
to di fiducia. Non lo ha posto il
governo (che di norma, in que-
ste comunicazioni di “politica
generale” porta alle Camere al-
meno un ordine del giorno po-
nendo poi su questo, eventual-
mente, la fiducia). Non ha per
adesso intenzione di porla il
Pd. E nemmeno l’Idv che ieri
con Antonio Di Pietro, ha mes-
so le mani avanti: “L’Idv in tem-
pi non sospetti ha chiesto le di-
missioni di Berlusconi - spiega -
Farlo ora in nome dei risultati
referendari è una strumentaliz-
zazione. Sono andati a votare sì
anche molti elettori del centro-
destra. Per rispetto nei loro
confronti non possiamo chie-
dere le dimissioni del governo
solo in nome dei referendum”.
E l’Udc è sulla stessa linea “im-
possibilista”.
OGGI ANCHE il Senato met-
terà in calendario la verifica sul-
la nuova composizione del go-
verno: il presidente del gruppo
Pdl Maurizio Gasparri ha anti-
cipato che la discussione po-
trebbe essere fissata il 21, un
giorno prima che a Montecito-
rio. Anche qui, “per adesso”,
non si prevedono richieste di
voto. Per adesso, nel senso che
tutte le forze politiche, in veri-
ta sull’euforia del convincente
dato elettorale, è che, come fe-
ce il Oscar Luigi Scalfaro dopo i
referendum del ‘93, il Presiden-
te della Repubblica possa man-
dare alle Camere un premier di-
missionario. All’epoca fu Giu-
liano Amato a dover lasciare il
passo ad un governo guidato da
Carlo Azeglio Ciampi, ma la si-
tuazione politica era alquanto
diversa. Ci trovavamo davanti
ad un parlamento eletto
pre-tangentopoli e nella con-
sultazione referendaria c’era-
no tra gli altri due quesiti che
riguardavano le modalità di ele-
zione del Senato e il finanzia-
mento pubblico dei partiti.
Amato andò alle Camere e, cor-
si e ricorsi storici, si trovò con-
tro il voto della Lega che con i
giovani Bossi, Maroni e Speroni
decise di staccare la spina. Per
la cronaca all’epoca Bossi
avrebbe preferito un governo
“a tempo” presieduto dal vin-
citore dei referendum Mario
Segni.
Diverso il caso odierno, nel
senso che per adesso il premier
ne è apparso abbastanza acci-
dentato, con le assenze leghi-
ste che hanno congelato il ddl
anti-corruzione del governo
già impallinato al Senato, gli ag-
guati che hanno messo in mi-
noranza l’esecutivo in aula e in
commissione a Montecitorio e
i malumori dei Lib-dem Daniela
Melchiorre e Italo Tanoni. Ma
se la Lega non collabora, que-
sto il refrain, manca (come
sempre) lo spazio politico per
iniziative del genere.
E così la situazione si può foto-
grafare in due frasi. La prima ar-
riva dai vescovi della Cei che at-
traverso il Sir (il Servizio Infor-
mazione Religiosa che dà “la li-
nea” alle iniziative editoriali
cattoliche), affermano: “Il quo-
rum superato di slancio va ben
al di là del merito dei quesiti:
rappresenta un messaggio di-
retto degli elettori, al di là degli
schieramenti, direttamente al
governo”. E Pier Ferdinando
Casini dell’Udc che testimonia:
“Conoscendo Berlusconi cre-
do che pensi a tutto salvo che a
fare un passo indietro anche al-
le prossime elezioni”. Insom-
ma alla volontà politica sembra
continuare a mancare la forza.

di Luca Telese Alessandro Sallusti Anche Sircana...

Infatti non aveva fatto nulla di illegale!

“T i do una notizia fresca-fresca che fa-

rà felici i lettori de Il Fatto: l’ordine
dei giornalisti mi ha sospeso due mesi
perché ho fatto scrivere Renato Farina.
Quanto godranno?”
Vai a trovare Alessandro Sallusti nel gior-
no del grande terremoto, nella storica
sede del giornale di via Negri, nella stan-
za che fu di Montanelli: “Prima c’era In-
dro, poi Cervi, poi Belpietro, poi Feltri,
poi io, ora di nuovo Feltri, gliel’ho ce-
duta…”. Sallusti sorride: “A Vittorio ho
lasciato anche la macchina”. Sai già che
mentre tutti i colonnelli berlusconiani
sono in fibrillazione e non sanno cosa
dire, lui spiega cosa pensa senza giri di
parole.
Partiamo dall’idea che il berlusconi-
smo sia morto...
Adagio.
Partiamo dall’idea che Berlusconi
sia bollito. Che cosa può fare il cen-
trodestra per risorgere?
Ammesso e non concesso che Berlusco-
ni sia bollito...
Sii sincero, ne sei convinto anche tu.
No, non ne sono convinto. Berlusconi ha
indubbiamente perso e ti dirò di più: è la
seconda sconfitta. Ma ti chiedo: chi ha
vinto? Esiste un’alternativa? Siccome
questa alternativa non c’è la tua domanda
irriverente va rispedita al mittente.
Direttore, anche i sassi sanno che il
berlusconismo è al capolinea. Tu lo
pensi.
Provo a dirti cosa penso, senza giri di
parole: soffia un’aria nuova. Sta cam-
biando il clima. Ma se non arriva un vol-
to capace di raccontare il nuovo, il cam-
bio non c’è. È una legge della politica.
Tutto il centrosinistra ha dato indi-
cazione per il sì e ha vinto.
D’accordo. Ma ha vinto Di Pietro. Ha
vinto Vendola… Grillo! Chi ha promos-
so i referendum e ci ha creduto.
Che fai? Ci scavalchi a sinistra?
È vero, B. ha perso
due volte. Ma non
c’è un’alternativa
(Ride) No, faccio un’analisi. La legge sul-
l’acqua era voluta da Bersani! Il presi-
dente dell’agenzia sul nucleare è Vero-
nesi!
Bersani dava indicazione per il sì.
Il fatto che abbia cambiato idea nell’ul-
timo mese, per cavalcare l’onda di mal-
contento contro Berlusconi, non ne fa
un vincitore.
Prova a convincermi che Berlusconi
non sia bollito...
Semplice. Se il centrodestra cambia pas-
so e lui torna a decidere tutto, con la for-
za di un tempo, chi ha votato a sinistra si
può recuperare. Il governo a trazione
berlusconiana è una salvezza.
Però ora c’è il rischio che la Lega lo
tiri giù...
(Ride) Non mi far parlare...
Cioè?
Non li vedo così lucidi. Il primo a dire
‘Non voto’ è stato Bossi. Non mi pare si
sia rivelata una geniale mossa tattica.
Sì, ma Maroni ha votato due sì.
Allora dite a Calderoli, secondo cui gli
elettori hanno dato uno ‘schiaffone’ al
centrodestra, che a darglielo è stato Ma-
roni.
Sei perfido. Ma Berlusconi avrebbe
dovuto difendere le sue leggi, visto
che le aveva fatte!
Uuùh...
Il nucleare doveva essere la risposta
del prossimo millennio!
Qualsiasi cosa avesse detto o fatto Ber-
lusconi sarebbe finita così. Ripeto, ha
ancora molte carte da giocare.
Con i Responsabili appesi al voto? La
nuova politica...
Senti: che il premier possa diventare
Vendola o Di Pietro, non ci credo. Fin-
ché non c’è un candidato il problema è a
sinistra. Le primarie devono farle loro,
non il Pdl che un leader ce l’ha.
Ammettilo. Il vostro giornalismo ha
un peccato originale: il conflitto di
interessi del berlusconismo, che
avete introiettato.
(Sorride) Hai ragione.
Mi dai ragione?
Sì. A patto che tu scriva: a Repubblica han-
no introiettato il conflitto di interessi di
De Benedetti, alla Stampa c’è quello del-
la Fiat, al Messaggero di Caltagirone. La
libertà di stampa non esiste.
Al Fatto abbiamo tanti limiti, ma
non conflitti di interessi.
Ah sì? E perché non avete chiesto le di-
missioni di Fini per la casa di Montecar-
lo?
Marco Lillo ha pubblicato visure ca-
Alessandro Sallusti (FOTO DLM)
tastali su Fini, e su ogni ministro o
deputato del Pdl. Abbiamo pubbli-
cato tre articoli sulla casa di Urso!
Anche noi!
Cosa avreste scritto di Scajola, se
fosse stato di centrosinistra?
Si è dimesso dopo un nostro editoriale.
Sì? Ma ho letto sulla prima pagina
del tuo giornale in cui si diceva: ‘Ora
può tornare’.
Che c’entra? Non è stato condannato! Al
contrario di voi siamo garantisti.
Ne sa qualcosa Boffo.
Attenzione. Ho chiesto scusa per i modi,
ma la notizia era vera. Il documento non
era della polizia ma esisteva veramente,
era sulla scrivania di 128 vescovi.
Sarà stato pure su 300 scrivanie, ma
era una lettera anonima. Siete stati
molto indulgenti anche con Bertola-
so.
Senti, si sarà pure fatto pagare le tappa-
relle e il cesso! Ma è un grandissimo ca-
po della Protezione civile. Folle privar-
sene: anche lui non è condannato!
Sia per lui che per Scajola sono stati
provati regali e favori dagli impren-
ditori, non la corruzione.
Si è dimesso senza reati.
Ma se Libero e il Giornale lo hanno im-
palato.
(Sorride) Se la destra pubblica notizie è
faziosità. Se Santoro fa crociate è un
martire. Con voi funziona così.
Ma come? Santoro è così fazioso che
litiga con Galimberti, nominato dal
Pd! Lo ha cacciato Berlusconi, lo
ammetti?
Ammetti che Mimun è stato cacciato da
Prodi? Eh, eh. Io vorrei Santoro, ma non
pagato con i miei soldi.
E se io non volessi Minzolini pagato
con i miei?
Infatti voi buoni lo volete cacciare, no?
Hai detto, con sottile metafora:
“Morirei a Salò con Berlusconi”.
Confermo.
Anche se perde colpi? Cos’è un pat-
to di sangue?
Ho lavorato con Mieli e ho visto le sue
danze con il potere. Io sono così, non
cambio con il vento.
Hai subito una drammatica opera-
zione al cuore, pochi giorni fa…
Ero entrato in un ospedale per un con-
trollo, non ne sono più uscito. Il medico
mi fa: ‘Lei dovrebbe essere già morto’.
Chi ti ha operato?
L’équipe del professor Zangrillo, al San
Raffaele.
Siete nel welfare berlusconiano, dal-
la culla alla bara...
In queste cose è impagabile. Si è infor-
mato giorno e notte delle mie condizio-
ni.
Cosa senti di diverso?
Sono un altro. Ti svegli intubato, drena-
to, tre endovene, la flebo, un catetere
avvitato sul pisello, una mascherina in
faccia, addobbato come un albero di Na-
tale... Non puoi più essere lo stesso. Pe-
rò non cambia come vedo la vita. Sono
tornato al lavoro, faccio finta che sia tut-
to come prima. Ma del referendum, per-
so o vinto, chi se ne frega.
Martedì 14 giugno 2011 pagina 7

HANNO DETTO BASTA

EMILIANO CONTRO VENDOLA Pugliese se ne vadano a casa.
La misura è colma”. Lo
Acqua staccata scrive sulla sua pagina
agli sfrattati Facebook il sindaco di Bari,
Michele Emiliano, a
proprio il giorno del
referendum sull'acqua
pubblica senza avvertire -
aggiunge Emiliano - nè
sindaco nè questore,
della Regione Puglia, Nichi
Vendola: “Vendola - scrive -
deve impedire in futuro che
accadano cosa del genere in
una società pubblica”.
GIAPPONE di Fukui non darà
l’autorizzazione alla ripresa
Il governatore dei reattori, fermi per
blocca i reattori manutenzione, se il governo
centrale non chiarirà “le

“È giunta l’ora in cui

l'amministratore
delegato e il direttore
generale dell’Acquedotto
proposito della decisione di
Acquedotto Pugliese “di
staccare l'acqua alla case
degli sfrattati di Japigia
determinando così una vera
e propria sommossa
popolare”. Emiliano tira in
ballo anche il presidente
Acquedotto Pugliese è una
Spa in cui la Regione Puglia
ha l’87% e la Regione
Basilicata il 13%.
I l cuore dell’energia
nucleare del Giappone
rischia di fermarsi: il
ragioni che hanno causato
la recente chiusura della
Hamaoka e lo stato degli
governatore della prefettura altri impianti nel Paese”.

DOPO -REFERENDUM
puntato sulla seconda ipotesi: in
una giornata negativa per il mer-
cato, Enel Green Power ha gua-
dagnato bene, e tutto il compar-
to ha funzionato sull’onda del
voto.

ECCO ORA In difficoltà

le utilities

NEGATIVO invece in Piazza

CHE COSA CAMBIA

Tra rimedi e scappatoie: legge sull’acqua
e prescrizione breve
di Chiara Paolin
adesso che i referendum
bierà? “Niente – cantilena Ghe-
dini –, con la corte continuere-
mo a comportarci secondo il
verno ormai non si può più, e il
rischio è che qualche processo
possa andare a sentenza prima
Vittoria I comitati dei referendari esultano per il successo nel voto
pigruppo al Senato potrebbe de-
cidere di calendarizzare in aula il
disegno di legge sulla prescrizio-
(FOTO LAPRESSE)
rum). Se dopo il 22 giugno la Ca-
mera si assestasse, magari pun-
tellata da nuove nomine gover-
Affari l’andamento delle compa-
gnie che gestiscono l’acqua: già
nelle ultime settimane il merca-
to aveva subodorato la tendenza
facendo perdere a titoli come
Acea, Hera e Iren valori tra il 5 e il
10 per cento. “Ed è solo l’inizio –
spiega Ugo Mattei, del Comitato
acqua –. Nel momento in cui la
Gazzetta Ufficiale pubblicherà
l’esito del risultato, dandogli va-
lore di legge, noi chiederemo ai
Comuni un calo immediato del 7
per cento sulle bollette emesse
dalle società secondo la previsio-
ne del decreto Ronchi. Dubito

E sono passati, cosa cambia

davvero? Le reazioni a ca-
tena dei quattro sì antici-
pano qualcosa di nuovo sul fu-
turo dell’Italia. E del governo: a
principio della leale collabora-
zione suggerito dalla Consulta”.
Insomma, chiedere di giustifica-
re le assenze per impegni di go-
del previsto. A meno che, cir-
cumnavigando il referendum, si
agisca su altri fronti. Per esem-
pio, già oggi la conferenza dei ca-
ne breve: dopo tre letture è pra-
ticamente pronto per andare al
voto al Senato (dove la maggio-
ranza non ha problemi di quo-
native, le carte in tavola cambie-
rebbero a favore di Berlusconi.
Ancora una volta.

Niente nucleare: più

però sullo spirito collaborativo, i
contratti firmati non prevedono
l’ipotesi del cambio di legge in
corsa, quindi le varie ammini-
strazioni dovranno cercare una
partire dal suo primo ministro. rinnovabili e carbone soluzione”. Per i comitati, dun-
que, è già ora di pensare al dopo:
Non c’è più il legittimo
impedimento
MILANO Valanga di sì Ecopass. Il quesito destinato a
suscitare maggior dibattito in AL CONTRARIO , mani lega-
abolito il concetto di rendimen-
to garantito sugli investimenti,
città, quello che propone l’ina- tissime per esecutivo e Parla- cancellato il pericolo di obbligo

“QUI a Milano vogliono fare

quattro processi contempora-
neamente. Ma dovranno ade-
guarsi un po’ anche loro alle esi-
genze del premier. E soprattutto
della difesa”. Come ogni lunedì,
giorno fissato per le udienze dei
processi milanesi a carico di Ber-
lusconi, ieri Niccolò Ghedini era
in aula. Stakanovista, persino er-
culeo nel gestire tutti i filoni di
difesa, deve anche pensare a fare
il deputato. E adesso, senza legit-
timo impedimento, cosa cam-
sui quesiti ambientalisti
Uchenacinque
valanga di sì ha benedetto a Milano i
referendum civici per le politi-
sul traffico, l'ambiente e la qualità della
vita. Quasi un milanese su due si è espresso
in questa consultazione ecologista e, quan-
do è stata scrutinata oltre la metà delle 1.251
sezioni cittadine, i pareri favorevoli hanno
travolto di larghissima misura quelli contra-
ri con punte del 95%, scese all’80% solo sul-
la domanda che chiedeva l’estensione di
sprimento del ticket antismog,
ha fatto segnare il 79,15% di sì
contro il 20,85% dei no. Per gli
altri temi della consultazione, vale a dire il
raddoppio degli alberi in città, la difesa del
futuro parco di Expo, il potenziamento del-
le politiche per l’efficienza energetica nel-
l’edilizia e la tutela della Darsena, i sì hanno
raggiunto livelli plebiscitari, tutti intorno al
95%. L’amministrazione ora ha due mesi di
tempo per adottare provvedimenti in linea
con gli indirizzi espressi dai cittadini con la
consultazione referendaria.
mento sulla questione nucleare.
Almeno nei prossimi cinque an-
ni non sarà possibile proporre
né legiferare sul tema, rispettan-
do la volontà popolare che si è
appena espressa. Quindi, più in-
vestimenti sulle fonti energeti-
che tradizionali come carbone e
gas (sempre caro a Berlusconi,
specie quando arriva dall’amico
Putin) e anche sulle rinnovabili.
Sarà tutto un fiorire di – inqui-
nantissime –centrali a carbone o
sboccerà una vera passione eco-
logista? La Borsa di Milano ieri ha
di gara per i servizi pubblici (in-
clusi trasporti e rifiuti) o di raffor-
zamento dei privati nell’aziona-
riato, si ragiona sulle prospetti-
ve. “Abbiamo restituito un pezzo
di Italia agli italiani – chiude Mat-
tei –. E vigileremo perché nessu-
no faccia marcia indietro. C’è il
disegno della Commissione Ro-
dotà in Senato, abbiamo una no-
stra proposta da offrire, l’impor-
tante è ci sia una volontà seria di
affrontare queste tematiche.
Nell’interesse comune, non di
chi vuol far fruttare i capitali”.

ANGELO BONELLI Basta alle bollette bollenti GIANNI MATTIOLI Uno stop non definitivo

“UN COLPO AI RAS “PER 5 ANNI LIBERI

DEL RUBINETTO”
di Roberta Zunini
er Angelo Bonelli, segreta-
Puscita
rio dei Verdi, la valanga di Sì
dalle urne, è una vittoria
dell'ecologismo ma soprattut-
to della figura del cittadino.
“Gli italiani si sono ripresi il
ruolo di cittadini e la politica,
tutta, deve ripartire da qui”.
E ora che succede?
L'effetto concreto è che con
l'abrogazione dell'articolo 23,
viene bloccato l'ingresso dei
privati nella gestione delle ri-
sorse idriche. Gli amministra-
tori, a partire dai sindaci, non
potranno più far entrare sog-
getti privati come per esem-
pio è successo a Roma con il
gruppo Caltagirone che è en-
trato in Acea con un pacchetto
azionario. La vittoria dei Si ha
di fatto dato uno stop alla spe-
culazione finanziaria delle
multinazionali.
Sarà possibile trovare esca-
motage per aggirare il vole-
re dei cittadini ?
Non vi è alcuna possibilità. Su-
bentra da domani la direttiva
europea che dà la possibilità ai
comuni di decidere se riporta-
re le risorse idriche sotto una
gestione pubblica o integrata,
ma gli amministratori che do-
vranno decidere, lo dovranno
fare sulla base del voto degli
elettori, che vo- energetiche. Ecco
gliono il ritorno a una grande parte
una gestione com- della popolazione
pletamente pub-
blica.
ha detto chiara-
mente che non
Si è deciso anche vuole più vedere la
di abrogare il maggiorazione del
rendimento ga- 7% sulle bollette
rantito del 7% perché hanno con-
degli investimen- statato che questi
ti. Anche in questo caso soldi non venivano usati per
non c'è modo di eludere il migliorare l'efficienza della re-
risultato referendario? te idrica. Basti fare l'esempio
No. Con questo voto così net- di Acqua Latina Spa che ha
to, i cittadini hanno indicato portato a un innalzamento del-
che non sono disposti a dare le bollette del 300% mentre la
un 7% in più ai privati, una sor- dispersione idrica arrivava al
ta di profitto sicuro sul capita- 60%.
le investito. Questo capitali- La legge di iniziativa popo-
smo assistito c'è solo in Italia e lare sull'acqua bene comu-
non riguarda solo la gestione ne sarebbe una buona leg-
dell'acqua, ma anche le risorse ge?
Certo, perché oltre alla pubbli-
cizzazione dell'acqua, indivi-
“Per dua le risorse economiche per
rimettere in sesto la rete idrica
ristrutturare senza gravare sul debito.
Quali spese si dovrebbero
la rete idrica evitare per risparmiare,
trovando così i soldi per ri-
strutturare la rete idrica?
fermiamo lo Bisogna evitare spese enormi
e inutili come il Ponte sullo
spreco del Stretto di Messina e diminuire
le spese per gli armamenti co-
Ponte di me l'acquisto di almeno 200
caccia Eurofighter al costo di
Messina” 125 milioni di euro l'uno.
DAL NUCLEARE”
di Stefano Caselli
iciamo che siamo al ripa-
“D ro per almeno cinque
anni”. Insomma, soddisfazio-
ne sì, ma a freno gli entusia-
smi. Parola di Gianni Mattioli,
fisico ed esponente di Sel.
Professor Mattioli, dopo il
referendum possiamo con-
siderare il nucleare un di-
scorso definitivamente
chiuso?
La questione è un po’ compli-
cata. In un momento in cui il
consumo dell’energia nuclea-
re continua a diminuire e gli
Stati Uniti non fanno ordina-
tivi dal 1978, è davvero molto
difficile capire perché il go-
verno avesse deciso di avviare
un nuovo programma. La mo-
tivazione che senza nucleare
pagheremmo di più l’energia
è una colossale fandonia e
non è nemmeno la più grossa
che ho sentito in questi mesi.
Siamo al sicuro per un po’, ma
fino a che avremo un governo
della cosa pubblica basato
sull’incompetenza, purtrop-
po, ci si può aspettare di tut-
to.
Si apriranno nuovi orizzon-
ti di investimento pubblico
sulle energie pulite?
Su questo siamo più tranquil-
li, perché fortunatamente fac-
ciamo parte del- Il referendum
l’Unione euro- avrà conseguen-
pea, che è in pri- ze sul mondo
ma linea nella lot-
ta ai cambiamenti
dell’industria e
sui rapporti in-
climatici. Siamo ternazionali del-
vincolati, entro il l’Italia?
2020 il 37% del Può darsi che l’esi-
nostro fabbiso- to del referendum
gno energetico causi a Berlusconi
dovrà essere garantito dalle qualche imbarazzo nella sua
fonti rinnovabili. Se non acca- rete di rapporti personali tra
de dovremo pagare multe sa- grandi statisti, ma non vedo
latissime. Può essere che il no- cataclismi all’orizzonte. L’u-
stro presidente del Consiglio, nico impianto in costruzione
che dispone di ingenti ric- in Francia è stato più volte
chezze, scelga di pagare per bloccato dall’agenzia per la si-
tutti, risparmiando su altre curezza e non credo che An-
più divertenti spese, ma c’è saldo nucleare si stracci le ve-
poco da scherzare: è un obiet- sti. Il punto vero è che l’Italia
tivo che dobbiamo raggiun- è oggi il primo mercato euro-
gere. peo delle fonti rinnovabili.
Cosa aspettano le imprese a
produrre in proprio? Aspetta-
“Entro il 2020 il no la copertura di tutto l’arco
costituzionale? É assurdo, co-
37% del nostro sì come è assurdo che il pro-
getto termodinamico di Carlo
fabbrisogno Rubbia non sia ancora stato
sviluppato. I Cnr stanno met-
tendo a punto ricerche entu-
energetico siasmanti, come la produzio-
ne di gas dalla combustione
dovrà essere delle piante infestanti e non
di preziosi prodotti agricoli.
garantito dalle Bisogna tornare ai consorzi,
come si era provato a fare ai
rinnovabili” tempi del governo Prodi.
pagina 8
IL TOPOLINO DI TREMONTI
Meno bonus alle famiglie e più Iva in cambio
di un ritocco all’Irpef: è tutto quello che il ministro può offrire a B.
di Marco Palombi
utti la cercano, tutti la
T vogliono. E’ la riforma fi-
scale, anzi il taglio delle
tasse, ovviamente da fa-
re subito: Confindustria e i
banchieri, Cisl e Uil, presi-
denti di regione e ministri
(Maurizio Sacconi con parti-
colare trasporto) hanno or-
mai una parola sola. Emma
Marcegaglia, ieri all’assem-
blea generale di Assolombar-
da, ha messo in mezzo diret-
tamente Giulio Tremonti: “Ci
sono difficoltà perché va fatta
a parità di pressione fiscale:
ma ho qualche buon motivo
per pensare che il ministro ci
stia ragionando seriamente”.
Il fiscalista di Sondrio, dal
canto suo, sa che deve nutrire
la bestia – nel senso della po-
litica, non certo dell’econo-
mia – ma semplicemente non
può farlo: “Io ho alcune idee
da un anno – ha detto dome-
nica parlando con Raffaele
Bonanni – ma mi verrebbe da
dire: io vi faccio la riforma e
voi mi trovate 80 miliardi”,
cioè all’ingrosso quanto
spendiamo in interessi sul de-
bito pubblico. Per questo il
Tesoro si appresta – sulla
scorta degli studi di quattro
tavoli tecnici – a proporre al
Consiglio dei ministri una ri-
forma che non è affatto una
riforma, ma una complessa e
graduale ristrutturazione del
sistema fiscale: insomma,
niente che si possa vendere
in una campagna elettorale,
specialmente se insieme alla
legge delega sulle tasse si pre-
sentano una quarantina di mi-
liardi di tagli in tre anni. Giu-
liano Cazzola, economista di
scuola Cgil, oggi deputato
PdL, l’ha spiegata così: “Le ri-
forme delicate non si fanno
per disperazione”.
QUAL È, DUNQUE, il pia-
no di Tremonti? Quanto al fi-
sco, quello che può offrire al
suo pubblico è ben poco visto
che ogni modifica dovrà esse-
re a somma zero. Il ministro
vorrebbe arrivare a tagliare un
punto di Irpef sull’aliquota
più bassa o al massimo alle pri-
me due (fino a 28mila euro),
più qualcosa su Irap e Ires per
le imprese e qualche incenti-
vo all’imprenditoria e all’oc-
cupazione giovanile. Tenen-
dosi bassi, dieci miliardi di eu-
ro da trovare dentro la giungla
fiscale italiana. Il ministro, si
sa, s’è concentrato sul sistema
di detrazioni e agevolazioni
(ce ne sarebbero 471 per un
valore di 161 miliardi l’anno):
a forza di razionalizzare e ta-
gliare, il ministro spera di re-
cuperare un po’ di risorse. Vi-
sto che i recuperi attesi dal-
l’evasione non possono esse-
re usati come copertura, altri
soldi Tremonti li potrebbe
prendere dall’aumento dell’a-
liquota sulle rendite finanzia-
rie (“ci sto pensando, ma te-
nendo fuori il risparmio delle
famiglie”) e da tagli - detti an-
che qui pudicamente “razio-
nalizzazioni” – alle detrazioni
a sostegno delle famiglie.
I fondi veri, però, stanno nel-
l’aumento dell’Iva. Quest’ulti-
ma misura è assai sponsoriz-
zata da Confindustria e da set-
tori del PdL, ma non piace né a
Tremonti né a Bossi: il fatto è
che un aumento dell’imposta
Entro il 18 giugno Tremonti presenterà la manvora (e forse prima la riforma del fisco) (FOTO LAPRESSE)
Maggioranza
nel caos, non ha
i numeri e rinvia
l’esame del
decreto sviluppo
in commissione
sul valore aggiunto si traduce
automaticamente in un au-
mento dei prezzi, che in que-
sto periodo già crescono di lo-
ro. La Cgil ha fatto i seguenti
conti: una riduzione del pri-
mo scaglione Irpef dal 23 al 20
per cento, finanziato aumen-
tando un punto di Iva, si tra-
duce in 420 euro a persona di
sgravi e in 240 euro di mag-
giori spese. Tradotto: reste-
rebbero 15 euro al mese, sen-
za contare che l’inf lazione
colpirebbe tutti gli altri – per-
sino chi non paga l’Irpef per-
ché è troppo povero – e fini-
rebbe per deprimere i consu-
mi.
OLTRE ALLA RIFORMA
elettorale del fisco, però, co-
me detto Tremonti deve an-
che tagliare 40 miliardi nel
prossimo triennio. A parte la
solita sfrangiata lineare ai fon-
di dei ministeri, i settori indi-
viduati dal nostro come cassa
per il rientro del deficit sareb-
bero due: previdenza e wel-
fare. Nel primo caso una di-
screta quantità di miliardi po-
trebbe arrivare dall’aumento
dell’età pensionabile delle
donne – nel privato, nel pub-
blico la legge già c’è - nell’altro
razionalizzando (sempre nel
senso di cui sopra) tutte quel-
le aree di sovrapposizione tra
agevolazioni fiscali e spese
per assistenza. Poi, certo, si
potrebbe puntare sull’aumen-
to del numeratore, cioè del
Pil, solo che qui la faccenda si
fa ancora più difficile. Su quel-
la piccola cosa che è il decreto
Sviluppo in discussione alla
Camera, per dire, si stanno
concentrando tutte le tensio-
ni e gli psicodrammi della
maggioranza, e questo nono-
stante si sappia che il governo
su quel testo metterà la fidu-
cia: ieri il centrodestra ha do-
vuto rinviarne l’esame in com-
missione perché non aveva i
numeri (mancava il responsa-
bile Antonio Milio, uno che
voleva diventare sottosegreta-
rio) e pure perché il governo
aveva dovuto bocciare una se-
rie di emendamenti proposti
dalla sua stessa maggioranza,
che non l’aveva presa bene.
Quando arriverà la manovra ci
vorranno i caschi blu.
CONTRATTI La Uil sfascia gli accordi
del ‘93, Confindustria ringrazia
i va a una stretta sul tema dei contratti e Confindustria sembra esserci un uno-due
Sinviato
della rappresentanza. La Uil, infatti, ha che potrebbe portare modifiche profonde
ieri la lettera di disdetta del Proto- sul piano della contrattazione. “Sono con-
collo del 1993, quello che definì la concer-
tazione tra governo, Confindustria e sinda-
cati su politica economica e salari. Allo stes-
so tempo, la presidente di Confindustria
Emma Marcegaglia ha convocato i sindaca-
ti per un incontro sulla rappresentanza e
sui contratti, “al massimo nei primi giorni
della prossima settimana”. Il senso dell’ini-
ziativa Uil l’aveva spiegato il segretario Lui-
gi Angeletti intervistato dal Sole 24 Ore, il 7
giugno scorso: “Con la disdetta il tema del-
la rappresentanza avrà un'accelerazione”.
Il grosso degli accordi del ’93, spiegava An-
geletti, sono stati modificati dagli accordi
del 2009, non firmati dalla Cgil. Ma rimane
in sospeso il tema della rappresentanza co-
sì come quello della esigibilità dei contrat-
ti, specialmente dopo la vertenza Fiat e i
ricorsi della Fiom in tribunale. Tra Uil e
Martedì 14 giugno 2011
LACRIME&SANGUE
COMINCIAMO DALLA CASTA
LA MANOVRA PESCHERÀ DA SANITÀ E STATALI
MA DI ALTERNATIVE CE NE SAREBBERO
di Stefano Feltri persa ogni traccia. do l’Idv, eliminare completa-
Eppure l’Italia dei Valori, con il mente i progetti per il ponte
a necessità politica di appro- sullo stretto di Messina porte-
Lsomigli
vare in fretta qualcosa che as-
a una riforma fiscale è
deputato Antonio Borghesi, ave-
va calcolato che le misure con-
tro la “casta” potevano avere un
rebbe a un risparmio una tantum
di 1,2 miliardi. Parecchi più sol-
un fastidio in più per il ministro valore non solo simbolico. Can- di potrebbero arrivare rimedian-
Giulio Tremonti che sta lavoran- cellare davvero le province, do a un errore storico: la decisio-
do a cose più serie: la manovra pur non potendo licenziare i di- ne di regalare i multiplex del di-
da 40 miliardi che deve portare pendenti, porterebbe a un ri- gitale terrestre, concedendo
al pareggio di bilancio nel 2014. sparmio di 3 miliardi all’anno. gratis le frequenze linberate dal
Dove trovare così tanti soldi? Se- Che sui tre anni interessati dalla cambio di teconologia. Visto
condo le indiscrezioni che ini- manovra significa 9 miliardi. La che dalla vendita di quelle tolte
ziano a circolare – ne ha dato Camera ha già respinto l’idea a alle tv locali si stima un incasso
conto ieri Repubblica – le strade settembre 2010, ma cancellan- per lo Stato di 2,4 miliardi (già
seguite saranno due: tagli e ri- do il vitalizio ai parlamentari impegnati dalla Finanziaria
sparmi di spesa. Sei miliardi do- nazionali e ai consiglieri re- 2011), quelle nazionali potreb-
vrebbero essere risparmiati pas- gionali (e con un intervento re- bero essere cedute almeno per il
sando dal criterio della spesa troattivo sugli ex) si risparmie- doppio. Da un’asta dei multi-
storica a quello dei costi stan- rebbe 1 miliardo all’anno. Altri plex, al posto del beauty conte-
dard nella spesa sanitaria regio- 3 recuperabili nel periodo della st, potrebbero arrivare almeno 5
nale: da Roma si trasferisce sul manovra. E siamo a un parziale miliardi di euro.
territorio quanto la Regione do- di 12. Mettere un tetto massi-
vrebbe spendere e non quando mo a 10 auto blu per le grandi IL TUTTO – lo ha ricordato il
spendeva in passato. Se poi le istituzioni e lasciandone solo 1 ai governatore della Banca d’Italia
Regioni siano abbastanza flessi- grandi Comuni, secondo un ot- Mario Draghi – deve essere ab-
bili da adeguarsi, non è (per ora) timistico calcolo porterebbe a binato alla cosiddetta spending re-
un problema di Tremonti. Altri un risparmio di 5 miliardi. view, cioè al controllo voce per
6 miliardi all’anno dovrebbero Ma anche senza sperare nelle au- voce della spesa pubblica eli-
arrivare da un ulteriore blocco to blu, ci sono una serie di altre minando tutto quello che non è
dei contratti e delle assun- cose molto concrete da fare per strettamente indispensabile, co-
zioni degli statali. Il tutto com- recuperare soldi. Sempre secon- sa che finora Tremonti non è riu-
binato con un po’ di tagli linea- scito a fare.
ri ai ministeri, cioè riduzioni di Le proteste stanno arrivando (FOTO EMBLEMA) Altre strade che potrebbero por-
spesa in percentuale. É chiaro
chi pagherà il risanamento,
tare facilmente denaro fresco in
cassa sono poco percorribili: dif-
quindi: le Regioni e gli utenti dei
servizi sanitari, oltre al pubblico
ficile pensare qualche forma di
privatizzazione, dopo il risul-
impiego (e questo, secondo
molti economisti, non è sbaglia-
tato del referendum, anche se
vendere un po’ di azioni delle ex
to visto che negli ultimi otto an- municipalizzate controllate dai
ni gli stipendi in Italia sono cre- Comuni poteva essere un modo
sciuti in media del 6,8 per cento semplice per far rifiatare almeno
mentre nel pubblico del 22,4). le casse locali. Idem con le tasse:
oltre al problema politico per il
TREMONTI SA che ci deve centrodestra, aumentare la pres-
essere anche qualche taglio alla sione fiscale potrebbe soffocare
“casta” per rendere digeribili mi- l’economia. Certo, si potrebbe-
sure così pesanti. Quanto taglia- ro abbinare nuove imposte (co-
re? I precedenti dello scorso an-
no non fanno ben sperare, visto
che i cosiddetti enti inutili non
40 mld me la famigerata patrimoniale o
il ripristino dell’Ici sulle prime
case di lusso, vale 1,7 miliardi
sono mai stati aboliti davvero, I SOLDI CHE IL TESORO l’anno) con drastiche riduzioni
che le Province sono ancora tra del peso del fisco sul lavoro di-
noi e la riduzione degli stipendi
pubblici è stata fatta in termini
DEVE TROVARE pendente. Il gettito sarebbe lo
stesso, ma l’effetto redistributi-
minimalisti, mentre delle ridu-
zioni dei rimborsi ai partiti si è
DA QUI AL 2014 vo dovrebbe favorire la crescita,
visto che si trasferiscono soldi da
chi non riesce a spenderli per-
ché ne ha troppi a chi invece è
prontissimo a trasformare gli
sgravi fiscali in cosnumi.
Ma questo significa cambiare ap-
proccio rispetto a quello usato
finora dal governo: cioè preoc-
cuparsi anche della crescita che,
se fosse superiore al 2 per cento
renderebbe addirittura super-
flua la manovra. Ma Tremonti e
vinta che si debba andare sempre più verso Berlusconi sono più concentrati
i contratti aziendali – spiega la leader degli sulla fotografia della situazione,
industriali – e per questo intendo parlare invece che sulla dinamica. Anzi:
con i sindacati perchè se una azienda fa un ha ragione il segretario della Cgil
accordo con la maggioranza dei lavoratori, Susanna Camusso quando dice
con la Rsa o con la Rsu deve valere per tutti che spostare il peso del fisco sui
e non può poi essere messo in discussio- consumi, ipotizzando un au-
ne”. Una chiusura netta alla Fiom ma un aut mento dell’Iva (che è appunto
aut anche alla Cgil che sulla rappresentanza una tassa sui consumi) per com-
ha approvato un testo non proprio coinci- pensare un taglio dell’Irpef (che
dente con i desideri della Marcegaglia. La è un’imposta sull reddito) pena-
presidente di Confindustria ha rilanciato lizzerebbe la crescita. Certo, la
anche sul contratto aziendale: “Non sono patrimoniale (un’imposta sui
per la sparizione del contratto nazionale grandi patrimoni) rilanciata ieri
ma dobbiamo avere più elasticità su quello dalla Camusso non è un balsamo
aziendale”. E il ministro Sacconi abbia in per il Pil. Soprattutto perché mi-
mente un disegno di legge per rilanciare sure straordinarie come quelle si
questo livello della contrattazione. fanno senza annunciarle prima,
Sal. Can. oppure quando arriva la tassa i
grandi patrimoni sono tutti fug-
giti altrove.
Martedì 14 giugno 2011 pagina 9

GIÙ AL SUD

N
NAPOLITANO AVVERTE DE MAGISTRIS PARMALAT
Tanzi resta
in carcere

“VIA LA PIAGA DEI RIFIUTI” I l tribunale di

Il presidente a Napoli, il sindaco presenta la sua giunta
di Vincenzo Iurillo
Napoli
el giorno in cui Luigi de
sorveglianza di
Bologna ha negato la
scarcerazione a Calisto
Tanzi, ex patron di
Parmalat. I legali avevano
chiesto gli arresti
domiciliari per motivi di
salute. È la seconda volta
LA NUOVA SQUADRA che il Tribunale respinge
Tommaso Giuseppe Sergio Marco le istanze di carcerazione.
Sodano Narducci D’Angelo Esposito Tanzi ha 72 anni e qualche
problema cardiaco.

N
Magistris presenta la giun-
ta e assicura che a partire
da luglio incrementerà i
quartieri dove effettuare la diffe-
renziata, Giorgio Napolitano è a
Napoli e lancia l’ennesimo allar-
me sulla questione rifiuti.
I TONI non sono quelli dei
“giorni peggiori che si ricordi
della storia di Napoli” (frase pro-
nunciata il 31 ottobre 2006) ma
anche stavolta, cinque anni do-
po, Napolitano si mostra preoc-
cupato per quella che definisce
“una piaga”. “Quella dei rifiuti è
una delle terribili questioni che
pesano sull’immagine e non solo
sull’immagine della città” ha det-
to ieri al termine dell'assemblea
degli industriali partenopei. “Io
ricordo - ha sottolineato Napoli-
tano - anche in anni non vicinis-
simi di essere stato molto preciso
su queste questioni. Bisogna rea-
lizzare i progetti che si trascinano
in modo inconcludente da trop-
po tempo: Bagnoli, Napoli Est e
prima fra tutte la piaga rifiuti. Fi-
no a quando non si risolverà l'e-
mergenza si possono anche fare
cose positive, ma tutto il positivo
viene sommerso”. Poi, una frec-
ciata sul ‘caso Narducci’, il pm
dell’inchiesta Cosentino, neo as-
sessore alla Sicurezza e agli Ap-
palti. Napolitano parla da presi-
dente del Csm, ricordando che
l’organo di autogoverno delle to-
ghe “aveva sollevato la questio-
ne” dell’opportunità o meno per
i magistrati di assumere incarichi
politici. “È il legislatore a essere
in ritardo”.
Anche De Magistris ha trattato la
questione in conferenza stampa:
“La scelta di Narducci di interrom-
pere una carriera testimonia che a
Napoli abbiamo dato vita a una ri-
voluzione, abbiamo convenuto
con il presidente della Repubblica
che c’è un problema di regola-
mentazione quando un magistra-
to entra in politica, ma non e' un
problema di Napoli. Attiene al Par-
lamento nella sua autonomia".
Vicesindaco
Politico,
scrittore,
blogger, il neo
vicesindaco è
stato assessore provinciale e
presidente della
commissione rifiuti del
Senato in quota
Rifondazione Comunista.
Assume la delega
all’Ambiente e all’Igiene
Urbana. Dovrà preparare e
far approvare la delibera con
la quale dare impulso alla
raccolta differenziata, ferma
a Napoli a un 20% scarso.
Riccardo
Realfonzo
Bilancio
É uno degli
assessori più
giovani (47
anni) e dovrà
occuparsi del buco nei
conti del Comune e
dell’approvazione di un
bilancio di previsione che
l’amministrazione Iervolino
ha lasciato in sospeso.
Docente di economia
dell’Università del Sannio,
Realfonso è stato già
assessore al Bilancio in una
precedente giunta proprio
con la Iervolino.
Anna
Donati
Traspor ti
Ex
parlamentare
dei Verdi, ex
presidente
della commissione Lavori
Pubblici del Senato, è
l’unica non napoletana della
giunta. Da esperta di
mobilità sostenibile e da
neo assessore ai Trasporti si
occuperà di uno dei
problemi cronici di Napoli:
il traffico. E’ stata già
assessore a Bologna, sempre
con delega ai Trasporti,
nella metà degli anni ’90.
Sicurezza
51 anni, pm
dell’Antimafia
di Napoli, ha
ottenuto dal
Csm l’aspettativa non
retribuita. Ha la delega alla
Sicurezza e Trasparenza. Ha
condotto le indagini su
Calciopoli (tra i suoi
collaboratori il colonnello
Attilio Auricchio, che sarà
capo di gabinetto di de
Magistris) e sulle collusioni
camorristiche del
coordinatore regionale del
Pdl Nicola Cosentino.
Antonella
Di Nocera
Cultura, Turismo
Direttrice
dell’Arci Movie
di Ponticelli,
riuscì a portare
il regista inglese Ken Loach
nell’area est di Napoli. É’ il
nuovo assessore alla Cultura
e al Turismo. Responsabile
di progetti educativi, la Di
Nocera ha studiato storia del
teatro e ha continuato la
carriera accademica con una
borsa Fulbright a New York,
un Master a Londra e un
Dottorato in Studi Teatrali
all’Università di Salerno.
Luigi
De Falco
Urbanistica
La curiosità
del neo
assessore
all’Urbanistica
è che vanta un’analoga
esperienza in una giunta
di Castellammare di Stabia
che però durò solo un
giorno. Oggi come allora,
De Falco arriva
all’incarico politico
attraverso il ruolo di
segretario campano di
Italia Nostra. È
componente della giunta
del Parco del Vesuvio.
Politiche sociali Lavoro
Presidente del Giornalista
consorzio di esperto di
cooperative economia,
sociali Gesco, autore del
che lavora col Comune di saggio Chi paga la devolution?,
Napoli. Assume proprio le Esposito proviene dal Mattino
deleghe alle Politiche e vanta trascorsi a
Sociali, circostanza che ha Repubblicae nella Voce di
fatto discutere per il Indro Montanelli. A lui
conflitto d’interesse in vanno le deleghe alle Attività
pectore. Il neo assessore Produttive e al Lavoro. È il
ha però garantito che si responsabile nazionale
dimetterà dalla guida del Mezzogiorno dell’Idv, partito
gruppo. L’anno scorso per il quale si è candidato FIAT
D’Angelo si è candidato in alle ultime elezioni regionali
Sel alle elezioni regionali. e alle ultime comunali. Marchionne: 6
milioni di auto
Giuseppina Alberto
Tommasielli
Sport, giovani
54 anni,
Lucarelli
Beni comuni
Giurista
N umeri strabilianti.
La Fiat prevede di
vendere con Chrysler 6
medico di all’Università milioni di auto nel 2014
base a Soccavo di Napoli, è e conferma i target
Pianura e vice stato redattore finanziari 2011: un utile
presidente del Comegen, dei quesiti referendari della gestione ordinaria
l’osservatorio ricerche contro la privatizzazione tra 0,9 e 1,2 miliardi di
epidemiologiche sul dell’acqua. È assessore ai euro, ricavi per 37
territorio cittadino. Le Beni Comuni, miliardi e un
deleghe di sua all’Informatizzazione e alla indebitamento
competenza nella giunta Democrazia Partecipativa. industriale netto tra 1,5
de Magistris: Sport, Dovrà muoversi nel e 1,8 miliardi. Sono le
politiche giovanili e tempo ginepraio delle società indicazioni agli
libero. E’ esponente di Idv, miste, molte delle quali in investitori europei nel
partito per il quale si è perdita, che de Magistris roadshow a Londra,
candidata alle ultime ha annunciato di voler organizzato per valutare
regionali. accorpare e sfoltire. l’opportunità di un
nuovo bond.
Annamaria Bernardino All’incontro ha
Palmieri Tuccillo partecipato Sergio
Istruzione Patrimonio Marchionne.
48 anni, Ex sindaco di
laureata in Melito dal 1995 ANARCHICI
filologia, per al 1999,
16 anni movimentista Disordini cortei
insegnate al liceo di iniziative anticamorra 7 arresti a Firenze
scientifico di Bacoli. nella sua veste di fondatore
Assume le deleghe alla
Scuola e all’Istruzione, si
occuperà tra l’altro dei
della rete “Peppino
Impastato”. A lui vanno le
deleghe al Patrimonio, al
S ono 16 le misure
cautelari, di cui 7
arresti, disposte dal gip
progetti speciali per Personale, alla di Firenze per le
l’infanzia e dei problemi di Manutenzione degli indagini sui disordini
integrazione scolastica dei Immobili. Di professione avvenuti a maggio in
disabilii. Ha pubblicato insegnante di lettere, occasione di
diversi saggi e collabora Tuccillo è stato consigliere e manifestazioni
con la rivista Insegnare e assessore provinciale al organizzate contro gli
con L’Unità Lavoro. arresti effettuati,
sempre dalla polizia, nei
confronti del gruppo di

È cambiato il vento anche in Sicilia area anarchica “Spazio

IL CENTROSINISTRA VINCE QUASI TUTTI I BALLOTTAGGI, MA È IL TERZO POLO AD ESSERE DECISIVO
di Michele De Gennaro
l vento del cambiamento soffia an-
lnoche in Sicilia. Con i risultati del tur-
di ballottaggi alle elezioni ammini-
presenza di liste civiche, indica chia-
ramente la volontà dei siciliani di vol-
tare pagina rispetto al peggiore centro-
destra del Paese”.
Attorno alle venti è arrivato il primo ri-
Udc e Sinistra Ecologia e Libertà, sup-
portava a Vittoria, in provincia di Ra-
gusa, il candidato vincente Giuseppe
Nicosia del Pd. Mentre a Lentini, in
provincia di Siracusa, il candidato del
liberato 400 colpi”. Tra i
destinatari delle misure
anche Valerio Ferrandi,
26 anni, figlio di Mario,
l’esponente di Prima
ra una volta l’incognita del rapporto tra Linea responsabile
il Pd siciliano e l’Mpa del governatore dell’omicidio del
Lombardo: uniti al parlamento regio- vicebrigadiere di polizia
nale e spesso avversari nelle diverse
realtà comunali.
Antonino Custrà.

strative nell’isola arriva l’ultima sberla sultato ufficiale: Francesco Zappalà è il
al centrodestra. Nei seggi elettorali gli nuovo sindaco di Ramacca, in provin-
scrutini sono cominciati solamente cia di Catania. Zappalà, appoggiato dal
dopo lo spoglio delle schede dei quat- Pd, ha ottenuto il 62,3% delle preferen-
tro referendum, ma già nella prima se- ze contro l’avversario Musumeci, so-
rata i leader del centrosinistra, e so-
prattutto di Udc e terzo Polo, festeg-
giavano. “Adesso è un cappotto” ha
stenuto dall’Mpa di Lombardo, in van-
taggio al primo turno.
A Bagheria, centro alle porte di Paler-
detto Antonello Cracolici, presidente mo, l’Udc Vincenzo Lo Meo, appoggia-
del gruppo Pd all’Ars. to anche dai demo-
cratici e dal terzo Po-
NEGLI 11 COMUNI coinvolti nel
ballottaggio per l’elezione dei sindaci
lo, vince contro Bar-
tolo Di Salvo, il can-
A Bagheria,
hanno votato il 63% degli aventi dirit-
to, segnando un calo complessivo del
didato sostenuto dal
ministro dell’Agri-
Lentini, Noto,
7,5% rispetto al primo turno. “Il risul-
tato che si delinea non lascia spazio a
coltura Saverio Ro-
mano. L’alleanza tra
Vittoria
dubbi – ha aggiunto Cracolici - a Baghe- democratici e terzo-
ria il nostro candidato sindaco stacca il polisti conquista an- e Ramacca
candidato del Pid di Saverio Romano, che Noto, in provin-
così come a Lentini, Noto, Vittoria e cia di Siracusa, dove premiati
Ramacca i cittadini premiano i candi- Corrado Bonfanti su-
dati sostenuti dal Pd e dalle altre forze pera Raffaele Leone. i candidati
che si oppongono al Pdl e al Pid. Ci tro- Un’ampia alleanza,
viamo di fronte a un voto che, se pur in che comprendeva opposti al Pdl
Pd Alfio Mangiameli, sostenuto anche
da Federazione della sinistra e terzo Po-
lo ha conquistato la poltrona di primo
cittadino contro l’uscente Nello Neri,
ex deputato di Alleanza nazionale. A
Campobello di Mazara, invece, l’al-
leanza tra Pd e Mpa ha portato alla con-
ferma di Ciro Caravà.
“Questi risultati – ha dichiarato Giu-
seppe Lupo, segreta-
rio regionale del Par-
tito democratico –
confermano che an-
che in Sicilia soffia
forte il vento nuovo
che ha spazzato la de-
stra dal Paese come
dimostra anche lo
straordinario risulta-
to dei referendum”.
Già, ma soprattutto
pone il terzo Polo co-
me ago della bilancia
nella politica sicilia-
na ed evidenzia anco-
ROMA
UNA SORTA di stallo al rilancio del
centro sinistra siciliano ricordato an- Uccide un pedone
che da Antonio Marotta, segretario del e fugge
Partito della Rifondazione Comunista,
commentando l’esito referendario: “Il
centrodestra e Berlusconi vengono tra-
volti, e oggi spetta alla sinistra siciliana
H a investito e ucciso
un pedone nella
zona di Tor Bella
raccogliere questa spinta dal basso per Monaca, a Roma, e poi è
tracciare insieme e unita un cambia- fuggito. La vittima, un
mento, a partire da un progetto e una 29enne bosniaco, è
proposta di alternativa che superi le
sabbie mobili del politicismo e dell’e-
deceduta qualche ora
dopo. Il pirata della
sperienza fallimentare del governo
Lombardo”. “Senza l’appoggio del ter-
strada è un cittadino
romeno di 29 anni,
zo Polo e Udc il Pd non potrebbe certo
dichiararsi vincitore – ha dichiarato
residente a Foligno
(Perugia), ma
Erasmo Palazzotto, segretario regiona- domiciliato a Roma, già
le di Sinistra Ecologia e Libertà – quindi noto alle forze
se in Sicilia il Pd non decide di uscire dell’ordine, che è stato
dall’ambiguità in cui è sprofondato arrestato dai carabinieri
non sarà possibile la rinascita del cen- con l’accusa di omicidio
tro sinistra e quel cambiamento che colposo, guida in stato
tanti siciliani sognano di vedere come di ebbrezza e omissione
sta accadendo nel resto d’Italia”. di soccorso.
pagina 10

COSE LORO

DANI&FLAVIO
BOCCIANO SCAJOLA
E LA RUSSA
Nelle telefonate tra la Santanchè
e Briatore giudizi severi contro i due L’ex ministro Claudio Scajola

di Antonio Massari
Cremona
Scajola. Dopo aver criticato il
comportamento di Silvio Ber-
tendo bandiera delle Cayman
- non paga le tasse come do-
Anemone versati dall’archi-
tetto Angelo Zampolini.
sposta, si vide rifilare un espli-
cito “vaffa”. Ben altro senso
Dure critiche
e raccontassero in pub-
lusconi - come hanno antici-
pato il Fatto quotidiano e il Secolo
vrebbe.
“Scajola non lo vuole nessu-
Briatore. “E poi vedi … io li
leggo i giornali … poi adesso
delle istituzioni dimostra la
Santanché, ma solo in privato
per il vaffa

S blico quello che pensano

- e dicono - in privato, la
politica italiana, ci appa-
rirebbe diversa. Per conosce-
re il vero pensiero del sotto-
XIX il 3 giugno - definendolo
“malato” per la sua mania con
i “bunga bunga”, oggi sco-
priamo che non c’è stima
neanche per il comportamen-
no”
Ed ecco cosa pensano Briato-
re e la Santanché (che non è
indagata) del ritorno in cam-
po di Claudio Scajola dopo le
Scajola che ritorna … quello
che ha venduto il … (incom-
prensibile) …”
Santanché “Ma figurati! Ma
Figurati se Scajola ritorna …”
e al telefono, parlando dell’e-
pisodio con Briatore.
B. “Sì, ma anche La Russa non
può fare questi casini qui …!
Io ho visto sul…
del ministro
della Difesa
segretario Daniela Santanché to del ministro della Difesa e vicissitudini giudiziarie che B. “No, ma … ma non c’è S. Ma lui li ha fatti in aula…! al presidente
e dell’imprenditore Flavio per il rientro in politica di Sca- l’hanno portato alle dimissio- niente da stupirci lì, eh…” Quello è sbagliato! È sbaglia-
Briatore, c’è voluta però jola. E non l’avremmo mai sa- ni. Sebbene non sia mai stato S. “Ma scherzi?! Ma che dici?! to! Fini in aula
un’indagine della Guardia di puto se la procura di Genova, indagato dalla procura di Pe- Non possiamo farlo! Ma i no- B. “eh, ma anche quando dà i
Finanza e, soprattutto, la tra- con il nucleo operativo della rugia, nell’inchiesta sui Gran- stri ci mandano … l’80 per calci ai giornalisti … lui non a Montecitorio
scrizione delle loro intercet- Guardia di Finanza, non aves- di Eventi e la Protezione Ci- cento della nostra gente non può far…
tazioni. Si scopre così, per se intercettato Briatore: è so- vile, il nome di Scajola è emer- lo vuole …”. S. “Ma dai! Non si può!
esempio, che entrambi “boc- spettato d’evasione fiscale, a so nell’indagine per l’ormai I casini di La Russa B. “Ma perché … è proprio … mio ministero a lavorare … io
ciano” il comportamento del causa del suo yacht da sessan- famosa casa al Colosseo, com- Briatore e la Santanché com- un ministro della Difesa. Io ca- poi sono andata per i fatti miei
ministro Ignazio La Russa e il ta metri e una dozzina di ma- prata “a sua insaputa”, con i mentano anche il comporta- pisco tutto … ma è sempre …”
ritorno in campo di Claudio rinai, che a quanto pare – bat- soldi dell’imprenditore Diego mento del ministro della Di- un’istituzione …! Tu non B. “Ah”.
fesa Ignazio La Russa. Si rife- puoi dare dei calci nelle ca- S. “Io sono entrata, lui è usci-
riscono a due situazioni ben viglie alla gente …! E uscire … va … io non l’ho neanche vi-
precise. La prima: i calci – ri- quando avete visto quel casi- sto …!”
di Lidia Ravera presi dalle telecamere – che no lì voi, perché siete usciti? B. “Ma lui ha cercato lo scon-
La Russa diede al giornalista Dovevate star dentro! tro … perché se lui non usci-
Per fortuna c’è il popolo di Annozero Corrado Formigli.
La seconda: la seduta sospesa
S. “Ma no, io non son mica
uscita …! Io stavo entrando
va non succedeva niente…!”
S. “Sì, sì, ho capito lui … ma
alla Camera, il 30 marzo, alla per andare a fare il mio dovere io non c’entravo un cazzo! Io
senza nome né cognome quale seguirono, fuori da …! Io non c’entro niente…! mi sono trovata lì nella piaz-
Montecitorio una dura conte- Io mica ero con La Russa! za…”
C’È QUALCOSA di nuovo, oggi, nella politica: nei comizi dove è ormai regola che i stazione della gente con lan- B. “Ah no, perché… io quan- B. “Sì, ma anche in aula non
il popolo italiano. Quell’entità astratta, in cittadini parlino sopra il palco e i politici cio di monetine. Il 30 marzo, do ho letto poi volevo chia- puoi mandare a fare in culo
nome della quale si promulgano leggi e si tacciano sotto. L’affluenza al voto per il alla Camera, si discuteva del marti, sembrava che tu fossi Fini …! Cioè … adesso, ci so-
esercita la giustizia, quella divinità sempre referendum (mentre scrivo il quorum disegno di legge sulla “pre- con La Russa… no dei limiti, eh …! Perché ha
nominata e mai rispettata, sta assumendo supera il 57%), la grandinata di “sì” per scrizione breve” e la seduta fu S. “Ma figurati! Io ero per i dato proprio un’immagine
una certa consistenza carnale, umana. La si l’abrogazione di leggi inaccettabili (legittimo sospesa perché il presidente fatti miei, sono uscita dal mio non … non felice …
è vista, in piazza, a difendere l’onore delle impedimento), balzelli improponibili (l’acqua Gianfranco Fini fu offeso pro- ministero che è di fronte a S. “Brutta”.
donne. Con San Precario, in processione, a bene comune) e rischi intollerabili (il prio dalle parole, oltre che dai Montecitorio e andavo a fare B. “Brutta”
pretendere il diritto al lavoro. Nelle feste a nucleare) segna il trionfo di questo nuovo gesti, di La Russa. Mentre la il mio dovere…! Io… ma a me S. “Molto brutta”.
godersi un bel successo (le amministrative) soggetto: giovane e vecchio, maschio e contestazione era in corso, La manco sapevo … io quando Eppure in pubblico la Santan-
e nei comitati a preparare il seguente (il femmina, benestante e nullatenente, libero Russa urlò verso i banchi del- … ché sul vaffa di La Russa al pre-
referendum). La si è sentita pulsare in rete, dal peso delle ideologie, ma ben deciso ad l’opposizione, parlando con B. “Ma La Russa era dentro, è sidente della Camera com-
dove, da mesi, ci si organizza, si spartiscono accollarsi quello delle “idee”, per Dario Franceschini: “Bravo, uscito, sapeva che c’era la mentò così: “Può scappare,
informazioni, si sputtana creativamente chi ricominciare a pensare. bravo, bravo”. Fini lo richia- gente lì davanti, no? La Russa ha già chiesto scusa e
continua a raccontare balle . La si ascolta E degli ideali, per ricominciare a vivere. mò a essere più “rispettoso S. “Sì, lui è uscito, ma io non Fini ha chiuso i lavori perché
verso l’assemblea” e, per ri- sapevo niente, perché ero al aveva un impegno”.

SOTTO INCHIESTA A CATANIA

LOMBARDO SPACCA LA PROCURA, I PM CHIEDONO IL GIUDIZIO, IL PROCURATORE AVOCA

di Antonio Condorelli
Catania
Sdoistaper
allungano i tempi dell’inchie-
a carico di Raffaele Lombar-
concorso in associazione
mafiosa. Da poche ore il procu-
ratore Capo facente funzioni, Mi-
chelangelo Patanè, ha deciso di
avocare il fascicolo e stralciare la
posizione del governatore sicilia-
no, del fratello On. Angelo Lom-
bardo, parlamentare dell’Mpa, e di
un imprenditore. Ma la notizia che
circola tra fichidindia e cannoli
nella città dei miracoli dell’ex sin-
daco Umberto Scapagnini, medi-
co di Berlusconi, è che Raffaele
Lombardo è riuscito a spaccare
pure la Procura. Prima il centro-
destra, poi il partito democratico
che in parte lo sostiene, anche se
diviso in due tronconi, adesso an-
che i magistrati. I quattro Pm ti-
tolari dell’inchiesta avevano chie-
sto il rinvio a giudizio da circa die-
ci giorni, richiesta però rimasta
posteggiata nella stanza del pro-
curatore Patanè, che alla fine non
ha vistato e ha deciso di avocare a
sé. Le lungaggini hanno prodotto
il rischio, non del tutto scongiu-
rato, della scadenza dei termini di
custodia cautelare di molti degli
arrestati dell'operazione Iblis. L'a-
scesa dell'Mpa guidato da Raffaele
Lombardo è stata veloce e capil-
lare, tanto che secondo il pentito
L’accusa:
avrebbe avuto
il sostegno
elettorale
di Cosa Nostra
per il suo
partito, Mpa
Maurizio Di Gati per Cosa Nostra
sarebbe iniziata una nuova era. Do-
po il sostegno “a Cimino, Cuffaro
ed a Forza Italia”, Di Gati racconta
che “Angelo Di Bella, all'epoca uo-
mo d'onore” gli avrebbe detto
“che da allora in poi dovevamo ap-
poggiare il Movimento per l'Auto-
nomia di Lombardo: l'unico a Pa-
lermo che poteva dare indicazioni
in tal senso era Bernardo Proven-
zano”.
A CATANIA invece, la campa-
gna elettorale delle regionali avreb-
be visto trasformare boss e affiliati
in galoppini elettorali, in questo ca-
so autonomisti. Angelo Lombardo,
fratello di Raffaele, per il pentito
Gaetano D'Acquino sarebbe
“amico di tutta la malavita di
Catania”, lo stesso boss di Pa-
lagonia, Rosario Di Dio,
avrebbe parlato della “ne-
cessità di appoggiare l'Mpa,
di votare Raffaele Lombardo
senza spiegare il perchè”. In-
tercettato, Di Dio ha detto
che Raffaele Lombardo sa-
rebbe andato a trovarlo il
giorno prima delle elezioni
mentre era sorvegliato spe-
ciale: il presidente avrebbe
mangiato sette sigarette. Ad-
dirittura, secondo il capo di
Cosa Nostra Vincenzo Aiello, la ma-
fia avrebbe sostenuto anche finan-
ziariamente la campagna elettorale
autonomista: “non vi scuddati -dice
il boss- ca ci resi i soddi ddo Pignu,
ci resi a iddu”. Il Pigno, è il centro
commerciale costruito nella parte
Sud di Catania, Aiello sostiene di
aver destinato all'Mpa i proventi
del pizzo, cioè “600mila euro”, se-
condo quanto ha dichiarato il geo-
logo Giovanni Barbagallo, militan-
te dell'Mpa che nella sua tenuta ha
organizzato un vero e proprio
“summit” -secondo gli ex Pm tito-
lari dell'inchiesta- per festeggiare
l'elezione alla Camera di Angelo
Lombardo. Una festa benedetta dal
vino rosè, alla quale erano presenti
il referente del boss Salvatore Tuc-
cio detto “Turi di l’ova”, il pluri-
pregiudicato Alfio Stiro, condanna-
to definitivamente per associazio-
ne mafiosa, precedenti per deten-
zione e porto d’arma da fuoco, già
sottoposto a sorveglianza speciale,
impegnato in politica nell’Mpa tan-
to da candidare a Gravina, in pro-
vincia di Catania, il proprio genero
con l'approvazione del capomafia.
Raffaele Lombardo ha nominato un
avvocato d'eccezione: l'ex vice-
questore Gioacchino Genchi. Ta-
bulati alla mano Genchi sta lavo-
rando per smontare incontri e in-
tercettazioni, come quello con Di
Dio che non “sarebbe mai avvenu-
to”. “Gli elementi di accusa - spiega
Genchi al Fatto - oltre che palese-
mente contraddittori, illogici, e og-
gettivamente infondati non rag-
giungono nemmeno il minimo va-
lutabile per un'ipotesi di richiesta
di rinvio a giudizio”. “In realtà co-
me la Sicilia - continua l'avv. Genchi
- la Calabria, la Campania, e non
solo... il rischio che uomini politici
di governo, ma anche di opposi-
zione, possano venire in contatto
con soggetti poi implicati in inda-
gini di mafia non può tradursi in
un'automatica estensione dell'ac-
cusa di mafiosità. Il rischio non è
solo quello di fare processi inutili,
costosi, posto che errori e soprav-
valutazioni di inquirenti e magistra-
ti rischiano di portare a clamorose
assoluzioni con le quali si finisce
poi per santificare dei politici che
anche se non mafiosi non sono stati
affatto dei santi”. Domanda d'ob-
bligo: ma allora Lombardo è un San-
to o no? “Io -risponde Genchi- mi
occupo solo di fare il difensore di
Lombardo. Nessuno in Vaticano mi
ha proposto di entrare a far parte
della Commissione di beatificazio-
ne e non mi risulta che su Lom-
bardo sia stata aperta oltre Tevere
una pratica in tal senso”.
 Martedì 14 giugno 2011

SERVIZIETTO PUBBLICO

Al centro Fabio Fazio. In alto,

Dandini, Gabanelli e Floris
(FOTO LAPRESSE)
In basso, Paolo Ruffini,

RAI, APPROVATI I PALINSESTI

direttore di Rai3 (FOTO ANSA)

MA I CONTRATTI RESTANO BLOCCATI

Fazio annuncia: il programma con Saviano può traslocare
di Silvia Truzzi che avrebbe preferito “una lite ca ha varato con 8 voti a favore e pubblica che deve provvedere Nervo assicura che “i contratti tore e autore di Parla con me. Il
faccia a faccia con Santoro”. un’astensione (quella del con- a promuovere e tutelare, pa- sono in dirittura d’arrivo”) e an- prossimo appuntamento è a
l cda Rai ha approvato i pa- Magari una vera scazzottata no, sigliere berlusconiano Antonio gherà di tasca propria. Lo pren- stretto giro: già giovedì il cda af-

I
linsesti: si apprende così
che, con discreto senso del-
l’umorismo, il giovedì sera
al posto di Annozero andrà in on-
da la serie Criminal minds. Sem-
pre restando nei dintorni del ri-
dicolo, intervistato a Un giorno
da Pecora su Radio2, l’ex diret-
tore generale Masi ha spiegato
ma una roba da uomo a uomo sì,
perché lui è “un tipo sangui-
gno”. E poi: “Lasciare la Rai è
stata una liberazione”. Chissà
se il Cavallo di vale Mazzini po-
tesse parlare, che rispondereb-
be.
Tornando a questioni più con-
crete, ieri il cda della tv pubbli-
Verro), la presa d’atto dei palin-
sesti autunnali: figurano per
Rai3 Ballaro, Parla con me e Re-
por t. C’è anche Che tempo che fa,
nonostante la trattativa tra i ver-
tici Rai e Fabio Fazio non sia
conclusa. Il conduttore ha scrit-
to una lunga lettera a Repubblica,
nella quale fa capire di essere
L’Usigrai lancia una
mobilitazione per il
21 giugno. Giovedì
il Cda affronta
il pacchetto nomine
più che disponibile a traslocare
Vieni via con me, la trasmissione
record d’ascolti condotta con
Roberto Saviano, su La7 (dove
lo aspettano a braccia più che
aperte). Prima dell’inizio della
seduta, il segretario del Pd Pier
Luigi Bersani aveva “avvertito” i
consiglieri: “Attenzione: chi
con perfetta cognizione di cau-
sa toglierà valore all'azienda
do come impegno mio e del
mio partito”.
IL PORTAVOCE Idv Leoluca
Orlando, si ricorda del Tg1 :
“Dopo Santoro, la tv pubblica
prova a mandare via i suoi mi-
gliori professionisti, quelli che
fanno ascolti e prodotti di qua-
lità. Intanto Min-
zolini fa un tele-
giornale in crollo
di audience e re-
sta tranquillamen-
te al suo posto: il
simbolo di un ser-
vizio che, definire
ancora pubblico,
sembra una pro-
vocazione”.
Approvati i palin-
sesti, non si pensi
di essere vicini a
una conclusione. Il nodo centra-
le restano i contratti. “Mi aspet-
to che entro poche ore il diret-
tore generale proceda alla defi-
nizione dei contratti necessari
perché molti programmi previ-
sti possano effettivamente ri-
prendere il prossimo autunno”,
ammonisce il consigliere Gior-
gio Van Straten. Con lui i colle-
ghi d’opposizione (Nino Rizzo
che una nota dell’Associazione
dirigenti Rai. Al consiglio il diret-
tore generale Lei avrebbe garan-
tito che le trattative con Fazio so-
no a buon punto. Vedremo. E gli
altri? Il contratto di Milena Ga-
banelli scade il 30 agosto, ma lei
non ha avuto ancora nessun
contatto per la prossima edizio-
ne di Repor t. A parte un collo-
quio informale per la clausola di
copertura per le spese legali. “Il
problema principale”, spiega la
giornalista”, “è il tempo. Di so-
lito cominciamo a preparare le
inchieste già a maggio. Io non
sono in trattativa con nessuno e
vorrei restare a Rai3. Ma bisogna
vedere a quali condizioni: le mie
e le loro”. Stessa musica nella re-
dazione di Presadiretta, dove Ric-
cardo Iacona (che però è dipen-
dente Rai) aspetta con ansia l’a-
pertura della matricola per la
trasmissione. “Oggi vediamo la
luce”, dice Iacona, “ma restiamo
in attesa. Siamo fermi, mentre
dovremmo essere da settimane
al lavoro per preparare il pro-
gramma. E questo accade solo
per motivi politici. La situazione
è preoccupante”. Così chez Dan-
dini: “Ci aspettiamo di essere
contattati entro la settimana”,
spiega Andrea Salerno, produt-
fronterà il pacchetto nomine. La
direzione della seconda Rete do-
vrebbe passare da Massimo Lio-
fredi, che ha pubblicamente
osteggiato l’uscita di Santoro, a
un più gradito Gianluigi Parago-
ne. La seduta si occuperà anche
del Tg2: dopo l’addio di Mario
Orfeo la guida è, ad interim, an-
cora affidata a Mario De Scalzi.
DI RAI si parlerà ancora molto:
forse perché, come ha ricordato
Santoro nell’ultimo Annozero, i
cittadini sono stanchi di una tv
ostaggio della politica. E infatti,
al grido di “Riprendiamoci il ser-
vizio pubblico”, l’Usigrai lancia
una manifestazione per il 21 giu-
gno. “Al di là dell’atto dovuto e
comunque positivamente ac-
colto dell’approvazione dei pa-
linsesti ci rivolgeremo da citta-
dini ai cittadini”, spiega il segre-
tario del sindacato Carlo Verna.
“È venuto il tempo della mobi-
litazione. Speriamo che in pri-
mo luogo il popolo dei referen-
dum accetti di farsi coinvolgere:
dopo l’acqua, l’energia pulita e
la legge uguale per tutti è il mo-
mento di riappropriarsi della
Rai, strangolata dai conflitti di
interessi e dai partiti”.

LETTERA A FABIO FAZIO

“QUESTA AZIENDA NON PUÒ RINUNCIARE A VIENI VIA CON ME”

di Loris Mazzetti
aro Fabio, la tua lettera a Repub-
Cgole,blica, di cui condivido parole e vir-
ha sicuramente contribuito a
far approvare i palinsesti autunnali
in Consiglio di amministrazione,
permettendoci così di continuare,
su Rai3, l’esperienza di Che tempo che
fa, con gli stessi autori, con Luciana
Littizzetto (che coppia straordinaria
sareste per il Festival di Sanremo),
Massimo Gramellini e tutti quelli che
vi hanno lavorato nella passata edi-
zione. Manca all’appello la puntata
del lunedì (questo non è il momento
dei cambiamenti), la conferma del
sabato e della domenica è già una
vittoria. So che la parola vittoria non
ti piace, soprattutto dopo aver au-
mentato, anche nell’ultima edizio-
ne, gli ascolti e aver portato 16,5 mi-
lioni di pubblicità nelle casse della
“Caro Fabio, 10 milioni
di italiani aspettano
di rivederti in onda
con Roberto, dobbiamo
accontentarli”
Rai, ma così è. Questo lo scrivo per i
nuovi vertici della Rai: Fazio è attac-
cato all’Azienda come lo è stato En-
zo Biagi, lo dimostrano le umiliazio-
ni ricevute, fatte di silenzi, di assen-
ze, di minacce, che avrebbero spin-
to chiunque a lasciare il servizio
pubblico per La 7, che da quando c’è
Mentana è diventata la tv concorren-
te di Rai 3 e l’arrivo di Santoro ci farà
molto male.
Caro Fabio, la strada verso la messa
in onda del nostro programma è an-
cora lunga anche se il dg Lei ha detto
in Consiglio che nelle prossime ore
firmerà il tuo contratto, quello di
Floris, della Dandini e di Milena Ga-
banelli. Bene.
DOBBIAMO immediatamente
rimboccarci le maniche per recupe-
rare il tempo che abbiamo perso per
difendere Che tempo che fa e il tuo
contratto. Nella lettera a
Repubblica chiedi all’Editore
“un atteggiamento leale”,
poi aggiungi, “che non si
può fare tv contro la volon-
tà del proprio Editore e se
mai ce ne fosse stato biso-
gno l’esperienza di Vieni
via con me ha provveduto a
ricordarmelo”. Se avessi-
mo seguito l’intenzione
dell’Editore la trasmissione
con Roberto Saviano non sarebbe
mai andata in onda. Hanno tentato di
tutto, il primo documento ufficiale è
stato firmato da Rai3 a marzo 2010 e
solo a settembre è arrivato l’ok di Ma-
si. Mancavano due mesi esatti alla pri-
ma puntata. Apprendere che Vieni via
con me non andrà in onda in Rai mi
amareggia molto e credo anche i cir-
ca 10 milioni di italiani che lo hanno
seguito. Se questo accadrà (farò di
tutto perché ciò non avvenga), la
considero una mia sconfitta. Penso al
mio primo incontro con Saviano,
quando gli presentai Biagi, alla sua
prima volta a Che tempo che fa per
parlare di “Gomorra”, il successo de-
gli speciali, ho assistito alla nascita
della vostra amicizia. Roberto ha fat-
to la televisione con noi perché si
fidava. Leggere che Vieni via con me
non si farà per colpa “dell’indifferen-
za e dell’ostilità da parte dell’Azien-
da” mi indigna. I responsabili di que-
sta triste pagina della Rai sono in
grande malafede. Questa loro deci-
sione denota mancanza di rispetto
per chi lavora e per chi paga il ca-
none. Ben otto sono state le lettere
inviate dalla direzione di Rai3 al di-
rettore generale Masi, a partire da
febbraio, con la richiesta del rinnovo
del tuo contratto e dei programmi da
te proposti. Otto mancate risposte.
Non si possono mettere in discussio-
ne trasmissioni come Che tempo che
fa, Vieni via con me, Ballarò, Parla con me
e Repor t. Il Cda, oggi, ha agito con
responsabilità: si è verificato “il mi-
racolo”, altrimenti il 20 giugno con
quali palinsesti i vertici della Rai si
sarebbero presentati agli inserzioni-
sti? In qualsiasi altra tv un programma
come Vieni via con me sarebbe stato
considerato una risorsa.
TI RICORDI, Fabio, che gli unici
complimenti ufficiali sono arrivati
dalla concorrenza: Piersilvio Berlu-
sconi e Fedele Confalonieri. In Rai
hanno chiamato solo gli amici. Il vi-
rus che ha infettato la nostra Azienda
è la dipendenza dalla politica, grazie
alla quale si costruiscono le carriere
anche quelle dai curricula impresen-
tabili. E’ troppo facile, oggi, parlare
di responsabilità e indicare con l’in-
dice chi non ha fatto il proprio do-
vere comportandosi da cane da guar-
dia del padrone (chi sostituirà San-
toro negli ascolti e nell’incasso pub-
blicitario?), in un momento in cui an-
che grazie al risultato dei referen-
dum, B. è sempre più debole e le ele-
zioni sempre più vicine. Nei prossimi
mesi in Rai ne vedremo delle belle a
proposito di voltagabbana, il passato
insegna. Mi auguro che i lavoratori,
dai manovali ai dirigenti passando
per i giornalisti, prendano coscienza
Il direttore generale Rai, Lorenza Lei (FOTO ANSA)
di cosa sta accadendo: è in discus-
sione l’autonomia del servizio pub-
blico e il posto di lavoro. Mentre da
una parte vengono tagliati i budget di
rete, dall’altra si buttano via, in una
sol puntata, 4 milioni di euro grazie
alla stupidità di chi ha affidato a Sgar-
bi un programma tv, contemporanea-
mente non si fa la giusta pressione al
ministro Romani, che continua a te-
nere in scacco la Rai, negando l’in-
serimento del canone nella bolletta
dell’energia elettrica in modo da eli-
minare l’evasione fiscale (26%, la più
elevata in Europa).
Caro Fabio mentre leggevo: “Perché
non vogliono farmi lavorare”, mi è
venuto in mente don Milani quando
disse: “Gli uomini non sopportano
che si scriva la verità e se tu provassi
a farlo finisci parroco a Barbiana nel
migliore dei casi o sul rogo, cioè di-
soccupato, nel peggiore”.
pagina 12 Martedì 14 giugno 2011

LEGGE E (DIS)ORDINE

LA STORIA DI ABDERRAHMANN
FERMATO UBRIACO E MORTO ANNEGATO
di Chiara Paolin
n paese la voce gira da
Quattro carabinieri indagati nel padovano
puto del suo cadavere trovato leggiare ha raccontato di una ti. Qualcuno invece non lavora, riposare. Una settimana dopo,
nelle acque calme del Frassine, faccia molto gonfia, di una ferita vive male e diventa un proble- il ritrovamento del cadavere.
hanno detto solo: “Ghe sta

“I
tanto: quando i maroc-
chini bevono, o fanno
un po’ di casino, li
prendono e li portano al fiume.
Però c’è voluto il morto per in-
tervenire”. Luca Bertolino abi-
ta a Montagnana, paesotto alle
porte di Padova. Diciotto anni
fa ha messo su un’associazione
che si chiama “Razzismo Stop”
per difendere la memoria di un
bambino rom, morto dentro
una caserma dei carabinieri lì
vicino, a Ponte di Brenta. L’ave-
vano beccato a rubare, dalla
stanza di sicurezza è uscito con
una pallottola in testa. Colpo
accidentale sfuggito durante
una colluttazione, dissero. “Fu
un episodio terribile, pensai
che dovevamo reagire – spiega
Bertolino –. Ma non abbiamo
ottenuto molto: noi siamo
quelli dei centri sociali, i no
global, gente un po’ così. E an-
che con Abderrahmann siamo
arrivati tardi”.
Marocchino, 24 anni, Abder-
rahman Sahli era noto alle forze
dell’ordine. Beveva spesso,
qualche volta infastidiva la gen-
te al bar. Gli anziani che gioca-
vano a carte, quando hanno sa-
grande sulla testa. Il 15 maggio ma. Abderrahmann l’hanno È morto subito? È ricaduto in ac-
bèn”. Abderrahmann era alla Festa preso a sera tarda, era ubriaco. qua ferito? Qualcuno l’ha spin-
del Prosciutto, tutta Montagna- Con le manette ai polsi è salito to dentro sperando sparisse?
COME È MORTO quel ragaz- na in piazza per mangiare e di- in macchina coi carabinieri ed è Quattro carabinieri sono ora
zo? Le indagini, guidate dal pro- vertirsi. C’erano anche i maroc- arrivato fino al fiume. Un mili- sotto indagine: omicidio colpo-
curatore aggiunto di Padova chini, una comunità numerosa, tare ha confermato: l’abbiamo so, sequestro di persona, omes-
Matteo Stuccilli, sono in corso. ben inserita: operai, pizzaioli, messo dentro l’acqua, fino alla so soccorso i capi d’accusa su
Il contadino che l’ha visto gal- manovali in campagna, badan- cintola, e poi lasciato sulla riva a cui si sta lavorando. Già trasfe- (FOTO ANSA)
riti i quattro militari, ma non so-
spesi. “Eh, anche il carabiniere Veneto, li ha incontrati: “Altro
del ragazzino rom è ancora in che bagno forzato per ripren-
“CONTROVERSO” quello sparo servizio – scuote la testa Berto-
lino –, spero stavolta vada diver-
derci dalla sbornia, i carabinieri
ci buttano giù dal ponte e noi ci
samente, ma non mi aspetto dobbiamo arrangiare” le ha
che ha ucciso Aziz molto. Piuttosto stiamo lavo-
rando coi ragazzi giovani, gli im-
spiegato Abele Abdelilah, inva-
lido dopo aver prestato servizio
e forze dell’ordine sono sotto inchiesta per trenta grammi di cocaina. Un ufficiale dei ca-
Lragazzo
un’altra morte misteriosa. La vittima è un
marocchino di diciotto anni, Aziz
rabinieri avrebbe allungato il braccio all’in-
terno dell’auto e, dopo una breve colluttazio-
migrati di seconda generazio-
ne, per creare un terreno comu-
ne. Il Prefetto di Padova ci ha
in Iraq nell’operazione Desert
Storm. “Sono uscito dai Caschi
blu dell'Onu con il grado di
Amiri. Il suo omicidio è avvenuto quasi un an- ne con la persona al volante, sarebbe partito il promesso un aiuto, speriamo: maggiore e un braccio distrutto
no e mezzo fa, il 6 febbraio 2010, a Mornico al colpo che ha ucciso Aziz. Questa la versione in paese c’è stata poca attenzio- – dice Abele –, sono arrivato qui
Serio, paesino di tremila abitanti della pianura dell’agente che ha sparato e del collega che ne finora. E hanno appena elet- e non ho un lavoro. Bevo, sì,
bergamasca. Una storia su cui era calato il si- era accanto a lui. Uno sparo accidentale. Le to un sindaco leghista, sarà dura perché la mia vita fa schifo, ma
lenzio e che invece riemerge tra le pieghe del uniche testimonianze su cui si basa l’inchie- cambiare le cose”. non faccio del male a nessuno.
rapporto annuale sul rispetto dei diritti uma- sta della procura di Bergamo, vista la miste- Ad Abderraham è successo
ni del Dipartimento di Stato americano. Per riosa fuga dell’altro ragazzo marocchino. Un DIPENDERÀ dalla gente. Di- quello che è capitato a me due
l’ufficio diretto da Hillary Clinton è un “omi- abitante della zona avrebbe assicurato di aver penderà dai genitori di Abder- volte: i carabinieri ci trovano
cidio controverso”. Come riporta Repubblica, sentito lo scoppio di due o tre spari, ma la sue ramhann che aspettano un per- ubriachi, ci fanno salire in mac-
il ragazzo sarebbe stato ucciso nel corso di dichiarazioni non sono state prese in consi- messo di soggiorno per venire china ammanettati, e senza pas-
una piccola operazione antidroga. Sedeva derazione dal gip, che ora deve decidere se in Italia a difendere le ragioni sare dalla caserma ci portano su
nell'automobile di un suo connazionale, cin- accettare o respingere la richiesta del pubbli- del figlio. Dipenderà anche da quel ponte, ci insultano, ci tol-
que anni più grande di lui. All'interno c’erano co ministero di archiviare il caso. (t.r.) tanti altri che hanno vissuto la gono le manette e ci buttano giù
stessa esperienza. Roberta Po- con un calcio. Non ci denuncia-
lese, giornalista del Corriere del no nemmeno”.

Polizia, mancano i soldi anche

per i giubbotti antiproiettile
di Silvia D’Onghia
he si sia trattato di un originario errore nel-
Cbuzione
le assegnazioni o di una necessaria ridistri-
dei “prodotti”, un dato appare certo:
il ministero dell’Interno non ha i soldi per ri-
comprare 57 giubbotti antiproiettile da desti-
nare alla Direzione investigativa antimafia e
alla scorta del presidente della Repubblica. Il
caso è scoppiato a Verona, dove la Questura si
è vista chiedere indietro, dall’Ufficio per i ser-
vizi tecnico gestionali del Dipartimento della
pubblica sicurezza del Viminale, sei giubbetti
“sotto camicia”. Si tratta delle protezioni che i
poliziotti indossano sotto la divisa e che con-
sentono loro tutti i movimenti, a differenza di
quelli tradizionali, esterni, che per la pesan-
tezza e l’ingombro rendono difficili azioni ele-
mentari come la guida o i movimenti rapidi
durante una rapina. Non è un caso, infatti, che
i giubbetti sotto camicia vengano utilizzati so-
prattutto nei servizi di scorta alle personalità
o ai pentiti di mafia e durante operazioni mol-
to pericolose, in cui l’agente deve avere la
possibilità di muoversi con destrezza senza
rischiare la vita.
La circolare del Viminale che
chiede indietro i giubbotti
e il ministro Maroni (FOTO ANSA)
Il gioco delle tre carte:
il Viminale chiede a 9
Questure di restituirne
57, da destinare alla Dia
e al Quirinale
A dare l’allarme, a Verona, sono stati i sinda-
cati di polizia Siulp e Sap, seguiti a ruota dal
deputato dell’Italia dei Valori Antonio Bor-
ghesi: “Sono rimasto esterrefatto – racconta
–. Sono sicuro che, se il presidente Napoli-
tano sapesse che sono stati tolti i giubbotti
alle Questure per darli agli uomini della sua
scorta, sarebbe il primo ad indignarsi”.
Il Fatto Quotidiano è in grado però di dimostrare
che non si è trattato di un provvedimento che
coinvolge la sola Questura di Verona. La cir-
colare, emanata il 19 maggio, è indirizzata alle
Questure di Catanzaro, Cosenza, Crotone,
Milano, Napoli, Verona, Vibo Valentia, Vicen-
za e Viterbo. Ad eccezione della capitale, a
tutte le altre viene chiesto di rimandare indie-
tro i giubbetti. “Si precisa che detti prodotti –
si legge nella circolare ministeriale – sono as-
segnati per le esigenze degli Uffici Centrali
sotto indicati, in quanti, seppur previsti tra gli
Enti destinatari, non sono ancora in possesso
dei materiali in argomento”.
QUALCUNO potrebbe pensare che quei
giubbotti siano arrivati alle Questure prima
che alla Dia o all’Ufficio
presidenziale. Ma la cir-
colare parla anche di
“scarsa disponibilità
dell’innovativo prodot-
to solo di recente ap-
provvigionato” e rassi-
cura: ogni confeziona-
mento ha due fodere,
quindi, “ove occor-
ra”, può essere usato
da più operatori.
Che, tradotto, può
voler dire: non ab-
biamo i soldi per
comprarlo. Un
giubbotto costa
intorno al migliaio di euro,
quindi parliamo di una spesa complessiva
che ruota intorno ai 60 mila euro. “Stiamo ra-
schiando il barile – commenta Enzo Marco Le-
tizia, segretario nazionale dell’Associazione
nazionale funzionari di polizia –. Non è una ra-
zionalizzazione dell’utilizzo dei mezzi sul ter-
ritorio, poichè si indeboliscono gli uffici dei
mezzi di protezione passiva per il personale di
solito impiegato in servizi di scorte o per ope-
razioni di polizia giudiziaria ad altissimo ri-
schio”.
Martedì 14 giugno 2011
VINYLS, ORA
RESTANO SOLO 790
EURO AL MESE
L’Isola dei Cassintegrati non c’è più,
la crisi degli operai sardi sì
di Salvatore Cannavò
er prima cosa dovranno
P
togliersi di dosso quella
che Michele Cossu, uno
dei più giovani, chiama
“l’asinarite”. “Perché se all’A-
sinara all’inizio pensi di rima-
nerci per non più di due giorni
poi non vuoi più andartene”.
Gli operai della Vylnis che
hanno inventato l’Isola dei
cassaintegrati sono tornati a
casa lo scorso 7 giugno dopo
oltre quindici mesi di perma-
nenza sull’Asinara, l’ex carce-
re utilizzato per dare risalto
mediatico alla loro difesa del
posto di lavoro. Sono usciti so-
lo dopo aver incontrato il pre-
sidente della Repubblica che
ha reso loro l’onore delle ar-
mi. Ma si sentono un po’ am-
maccati.
“LA BATOSTA l’abbiamo
un po’ presa” dice al Fatto Ro-
mano Chessa, perito chimico,
51 anni, tre figli di cui la più
piccola ne ha solo 3. “Però cer-
cheremo di riorganizzarci”.
Un piccolo risultato Chessa se
lo rivendica: “Se la chimica ver-
de è arrivata a Porto Torres è
grazie anche alla nostra verten-
za”. Purtroppo nel Protocollo
di intesa approvato il 26 Mag-
gio a Palazzo Chigi “per la rea-
lizzazione di prodotti chimici
ecocompatibili” e siglato dai
ministeri del Lavoro e dello Svi-
luppo, dalla Regione, dall’Eni
ma anche da Cgil, Cisl e Uil, “i
lavoratori Vylnis non ci sono” e
quindi toccherà battersi per
Brevetti sui mobili, ultima sfida
INDUSTRIE DIVISE SULLA LEGGE CHE LA LOBBY DI MONTEZEMOLO VUOLE CANCELLARE
di Giorgio Meletti
a presidente della Confin-
Lè scesa
dustria Emma Marcegaglia
in campo in prima per-
sona, con una impegnativa
lettera personale al ministro
dell’Economia Giulio Tre-
monti: “L’inserimento nel de-
creto Sviluppo della norma,
che priva della protezione at-
traverso il diritto d’autore
molte opera del design italia-
no, danneggia gravemente le
imprese italiane che negli an-
ni hanno investito nella crea-
zione e nello sviluppo di tali
opere”. Marcegaglia chiede
l’eliminazione della norma,
introdotta dallo stesso Tre-
monti.
IL DISCORSO sembrerebbe
lineare, ma è molto più com-
plicato. La norma introdotta
da Tremonti priva della prote-
zione solo le opere di design
che erano già di dominio pub-
blico prima del 2001 in quanto
mai registrate. E tutela le cen-
tinaia di aziende italiane che
producono oggetti di arreda-
mento largamente diffusi. Il ca-
so più tipico è quello della
“chaise longue”, poltrona dise-
gnata da Le Corbusier nel
provare a strappare un risulta-
to. Ancora in movimento,
quindi, come conferma Miche-
le Cossu che di anni ne ha 29 ed
è operatore polivalente cioè
conduttore di impianti. Sul fu-
turo di Porto Torres Michele è
più preoccupato perché, dice,
“la chimica verde è una buona
cosa ma qui fermeranno tutto
per riconvertire nel giro di sei
anni e il rischio è che migliaia
di lavoratori, soprattutto nel-
l’indotto, vengano mandati a
casa”.
Mobilitazione continua, dun-
que, a partire dal presidio di
Torre Aragonese, “là dove tut-
to è cominciato, spiega Cossu,
e dove tutto finirà, nel bene o
nel male”. Anche Chessa spie-
ga che la comunità dell’Isola
dei Cassaintegrati non si di-
sperderà grazie al presidio dei
lavoratori. Ed è quindi la lotta a
dare senso a giornate più vuote
e passate in attesa di capire
quale sarà il futuro. Giornate
con l’assillo di un reddito al mi-
nimo.
I lavoratori Vylnis, infatti, han-
no la cassa integrazione: 790
euro al mese. Però sono anche
vittime di una beffa insosteni-
bile. Il fondo Gita, che ha rile-
vato gli stabilimenti non paga
gli stipendi da febbraio. “Per
cui succede – dice Chessa - che
se si fa meno cassa integrazio-
ne, perché si viene richiamati
al lavoro, si guadagna di meno,
perché dall’azienda non viene
un euro: i giornalieri che non
hanno fatto cassa integrazione
lo scorso mese non hanno gua-
1928. La Cassina, azienda del
gruppo lussemburghese Char-
me controllato da Luca di Mon-
tezemolo, ne rivendica la pro-
prietà, e da anni persegue in tri-
bunale le numerose aziende che
la producono.
Falsari? Non sono proprio d’ac-
cordo le 700 aziende che ieri si
sono fatte rappresentare dal
“Consorzio origini” che ha oc-
cupato una pagina a pagamento
sul Corriere della Sera. “Se viene
eliminato dal decreto Sviluppo
il comma 10 dell’articolo 8,
13.500 persone perderanno il
lavoro”, spiega l’inserzione,
chiarendo che esiste un vasto
tessuto di imprese che produce
oggetti di arredamento da anni
Voto decisivo
alla Camera
sul decreto
di Tremonti
che Lega e Pdl
non vogliono
e il Pd difende
I reduci dell’Asinara In alto Romano
Chessa, 51 anni, sotto a destra Michele
Cossu, 29, e i curatori del sito web della
protesta Michele Azzu e Marco Nurra
La beffa:
chi viene
richiamato
al lavoro
guadagna
meno di quando
sta fermo
dagnato niente”.
Vivere con 790 euro, quando
va bene, è una cosa complica-
ta, specialmente quando c’è
una famiglia a casa. “Ci sono
parenti che ti aiutano, si intac-
cano i piccoli risparmi ma poi
occorre anche arrangiarsi, fare
lavoretti, cercare di cumulare
un reddito accettabile”.
MICHELE COSSU si defini-
sce un po’ più fortunato per-
ché essendo giovane vive an-
cora a casa, “un piatto di pasta
non mi manca”. Ma se gli chie-
di come si possa vivere con
790 euro al mese a Porto Torres
ce la mette tutta: se ti limiti solo
alle bollette e alla spesa per
mangiare forse ce la fai, ma de-
vi rinunciare proprio a tutto,
devi davvero tirare la cinghia”.
considerandole di dominio
pubblico.
LA VICENDA di una poltro-
na disegnata nel 1928 da un ar-
chitetto di origine svizzera e ri-
vendicata come cosa propria
da un gruppo lussemburghese
fa a pugni con la perorazione di
Marcegaglia sulle imprese ita-
liane che investono nel design.
Ed è anche per questo che in
vista del decisivo voto alla Ca-
mera gli schieramenti si stanno
riposizionando. Mentre Santo
Versace (Pdl) e Alberto Torazzi
(Lega Nord) spingono sull’e-
mendamento soppressivo che
ha messo d’accordo Monteze-
molo e Marcegaglia, il Pd si è
ECONOMIA
Poi conviene che più che vive-
re è sopravvivere. Il ministro
Maurizio Sacconi ha in mente
di trasformare gli operai della
Vylnis in Lavoratori socialmen-
te utili con un’integrazione di
250 euro lordi da parte della
Regione rispetto ai 790 della
cassa integrazione. “Però dob-
biamo fare venti ore settimana-
li, quindi per avere la cig dob-
biamo lavorare e pur finanziati
da Stato e Regione il beneficio
va solo all’azienda. Ovviamen-
te per molti è meglio di niente
e quindi cercheremo di pren-
derci anche questo”.
SIA CHESSA che Cossu, co-
munque, non hanno dubbi: se
tornassero indietro lo rifereb-
bero, “mille volte”. E sono cer-
ti che lo rifaranno, “qualcosa ci
inventeremo ancora”. A rifar-
lo, in qualche modo, sono cer-
tamente Michele Azzu e Marco
Nurra che dell’Isola hanno cu-
rato il blog e il profilo face-
book. Il blog segue le tante ver-
tenze del lavoro, a cominciare
dalla Fiat. Piccola soddisfazio-
ne: “Gli operai di Melfi licen-
ziati dalla Fiat, che andranno
ancora a processo il prossimo
luglio, hanno chiesto che da-
vanti al Tribunale ci siano an-
che le bandiere dell’Isola dei
cassaintegrati”. Che forse non
hanno lottato invano.
schierato in difesa della norma
di Tremonti, e l’Italia dei Valo-
ri, che inizialmente aveva chie-
sto la cancellazione, ha poi stu-
diato meglio il problema e ha
ritirato il suo emendamento.
La battaglia è senza esclusione
di colpi. Secondo il Corriere del-
la Sera “i dirigenti di Federle-
gno-Confindustria fanno capi-
re che il comma maledetto è
stato introdotto addirittura
nottetempo da un ministro per
compiacere un consorzio di ar-
tigiani toscani (Origini) parti-
colarmente versati nel copiare
il meglio del design griffato”.
Massimo Angelini, uno dei le-
gali che assistono le aziende
del “Consorzio Origini”, repli-
ca: “Con la nuova norma il go-
verno ha deciso di consentire
la libera riproducibilità di quei
prodotti che non avevano mai
goduto della protezione di bre-
vetto e che erano di libero do-
minio all’atto della entrata in
vigore della nuova normativa.
Ciò ha scatenato la reazione
violenta delle imprese aspiran-
ti monopoliste e di ambienti lo-
ro vicini che sono riuscite a
mobilitare giornali e parla-
mentari”. Per Angelini gli inte-
ressati sono la multinazionale
vitra, la Cassina di Montezemo-
pagina 13
CAMUSSO contestata,
la Cgil ne espelle 17
iciassette iscritti alla Cgil del Trentino sono stati
Dconespulsi per aver “leso l’immagine del sindacato”
una serie di contestazioni, fra cui uno striscione
contro la segretaria nazionale Susanna Camusso. La
decisione è stata presa “concordemente” tra il vertice
della Cgil nazionale, segreteria della Cgil del Trentino
e segreterie nazionali di Filt, Filcams, Fp e Spi, cate-
gorie cui appartenevano gli iscritti.
Già il 6 maggio scorso, in occasione dello sciopero
generale della Cgil in Trentino, alcuni iscritti avevano
lanciato uova verso il segretario provinciale durante il
suo comizio. Quindi il 5 giugno, sempre a Trento, al-
l’arrivo al Festival dell’Economia della Camusso, alcu-
ni militanti della Filt avevano esposto fuori dal Castel-
lo del Buonconsiglio uno striscione lungo una decina
di metri con la frase “Susanna, non ti abbiamo chiesto
di fare sesso, ma di rifare il congresso Filt Trentino”.
“Striscione giudicato indecente dalla Cgil del Trenti-
no e nazionale - dice il segretario Paolo Burli - in quanto
i richiami di natura sessuale erano palesemente lesivi
della dignità non solo della prima segretario donna
della Cgil, ma anche di tutte le altre donne che in Italia
faticano quotidianamente per affermare il diritto al
rispetto del genere femminile”. Burli parla anche di
“attacchi personali e provocazioni continue (la dop-
pia s runica nel nome Camusso a richiamare le SS na-
ziste)”.
I dissidenti respingono le accuse e per bocca di uno
degli espulsi, Fulvio Flammini della Filt, parlano di “un
incredibile pogrom attuato dalla segretaria provincia-
le e nazionali di categoria” .
Compatti Luca di Montezemolo con Emma Marcegaglia. Sotto, la
pagina a pagamento di protesta sul Corriere della Sera FOTO ANSA
lo e poche altre. Sicuramente
per Poltrona Frau, la società
quotata in Borsa che contiene
la Cassina, la cancellazione dei
diritti su Le Corbusier compor-
terebbe una secca perdita pa-
trimoniale.
E FORSE anche di questo
hanno parlato ieri Monteze-
molo e il suo socio Luca Della
Valle, quando hanno incontra-
to a Milano Tremonti. Ufficial-
mente per parlargli dei proget-
tidi Ntv, la nuova società dei
treni veloci che inizierà il ser-
vizio tra sei mesi. Ma siccome
Tremonti non è ministro dei
Trasporti, potrebbe essere
scappata anche una parola su
quanto sarebbe gradito che il
governo si facesse cancellare
in Parlamento la nuova norma
sui brevetti dell’arredamento
appena fatta.
pagina 14 Martedì 14 giugno 2011

DAL MONDO

La Turchia è una potenza

Ma Erdogan mastica amaro
Vittoria frenata per il premier
di Giancesare Flesca solo a riscrivere la Costituzio- presidenziale ritagliata su di islamico bandito dal fondatore
ne, figlia del golpe del 1980. lui, uomo uomo abile e cari- della Turchia moderna Kemal
er un paradosso mate- Adesso dunque dovrà trovare Ataturk, che viene indossato

P
matico il premier turco
Recep Tayyip Erdogan
ha vinto le elezioni nel
suo paese, ma le ha anche per-
se. Come mai? I cittadini tur-
chi hanno votato per lui come
mai, un elettore su due ha da-
to il proprio consenso all’Akp
(partito per la Giustizia e lo
sviluppo), partito islamico
moderato che si è collocato al
49,9% ma per la legge eletto-
rale non ha raggiunto quei
330 seggi su cui contava Er-
dogan per poter procedere da
Il risultato non permette al leader
islamico moderato di riscrivere la
Costituzione, ma di puntare alla Ue
un’intesa con qualche altro
partito, come il Chp, partito
repubblicano del popolo, na-
zionalista laico. I suoi dirigen-
ti, come quelli del partito di
maggioranza, sono impegnati
allo spasimo a raggiungere
Bruxelles.
MA PER ARRIVARCI è
necessario cambiare la Costi-
tuzione vigente e scriverne
una nuova di zecca. Il punto
essenziale per Erdogan è la
creazione di una repubblica
smatico ma tanto arrogante da
considerare una sconfitta il ri-
sultato elettorale.
Prima di diventare il padrone
del paese era finito sotto pro-
cesso per tangenti ma anche
per aver citato alcuni versi isla-
mici del 1300, in cui si affer-
ma: “I minareti saranno le no-
stre lance, le moschee le no-
stre caserme”. Lance rivolte
contro chi? Caserme destinate
a cosa? La citazione del Cora-
no gli è costata la rimozione da
sindaco di Istanbul Lui adesso
ripudia il suo periodo di fana-
tismo islamico, e sostiene di
essere un democratico musul-
mano di centro destra, para-
gonando il proprio partito alla
Cdu tedesca.
Le batoste ricevute lo hanno
portato a più miti vedute. Non
ha imposto il tourban, il velo
oggi dalle giovani ribelli in se-
gno di sfida, inversamente alla
lotta delle donne iraniane per
eliminare il chador o di quelle
afgane costrette al burqa. Un
semiologo potrebbe sbizzar-
rirsi.
MA COSA È questa voglia di
Islam che colpisce oggi la Tur-
chia? Per sommi capi: il rifiuto
dell’Ue di accogliere il paese
fra gli Stati membri, la sensa-
zione di rappresentare nel
mondo solo delle fortezze di
confine dell'Occidente, il nuo-
vo spiritualismo che ormai in-
veste, in forme diverse e però
convergenti due miliardi e pas-
sa di musulmani nel mondo,
tutto questo può in parte spie-
gare i successi di un leader che
mena vanto di non conoscere
Recep Tayyip Erdogan festeggia la vittoria elettorale (FOTO ANSA)
lingue straniere, che nasce po-
vero sul Mar Nero e a 13 anni
sbarca con i genitori e 5 fratelli
a Istanbul, dove per pagarsi gli
studi coranici prima e la facol-
tà d'economia dopo vende per
strada limonata e pasticcini di
zucchero, i lukum.
Per quanto possa spingere in-
nanzi il suo progetto di isla-
mizzazione, comunque, Erdo-
gan deve fare i conti con i mi-
litari. Durante il governo mi-
litare che durò fino al 1997 re-
spinse l'ordine di un superiore
che lo voleva senza baffi. Piut-
tosto che tagliarli, preferì di-
mettersi. Anche Bruxelles gli
chiederà qualche prezzo per
entrare nell'Unione. Stavolta
lui è pronto a tagliare i propri
baffi perchè è cosciente che
senza il tourban dell'Unione Eu-
ropea, per i fedeli di Allah si
apre un cammino che può
portare molto lontano fino a
trasformare la Turchia in uno
stato teocratico dove il potere
sarebbe in mano ai padroni di
minareti e moschee, gli ulema
che considerano ancora aper-
to il conto con Ataturk.

AFRICA DIVISA Sulla spartizione del Nilo

Referendum ad personam

La mummia L’acqua del vicino è più azzurra

che cammina
ALLA STAMPA ESTERA, L’ACQUA non interessa: lo si era già
capito alla vigilia, quando titoli e attenzione internazionali
erano tutti per il nucleare e, soprattutto, per lui, Mr B, il
premier, per il quale il referendum rappresentava “un voto di
fiducia” (Telegraph) o “un plebiscito” pro o contro (Les
Echos) o più oggettivamente “un test” (Le Monde). A
quorum raggiunto e voti spogliati, le letture, sui siti, sono
state subito più politiche che ‘tecniche’: la stampa estera
sottolinea ampiamente la valenza della consultazione, specie
del sì ad abolire la legge sul legittimo impedimento,
“passaggio chiave – scrive il WSJ - per la coalizione
conservatrice”, poiché “molti considerano la legge fatta su
misura per aiutare Berlusconi” coinvolto in vari processi. I
più duri sono gli spagnoli: El Pais, “Alta partecipazione, per il
premier un altro castigo”; Abc, “Altro schiaffo”; El Mundo,
giornale di fiducia, più neutro, “Berlusconi nelle mani del
popolo”. Perché l’attenzione della stampa internazionale si
sia concentrata sull’energia atomica (WSJ, l’Italia cancella il
nucleare; Bbc, l’Italia contro il nucleare, nel referendum più
importante) è ben spiegato dal Guardian: quello italiano “è
stato il primo referendum al mondo sull’energia atomica
dopo la tragedia di Fukushima”. Il giornale britannico
sottolinea che Berlusconi, favorevole al nucleare, ha cercato
di limitare l’affluenza: “Controlla 6 dei 7 principali canali tv e i
suoi tg hanno poco citato il voto”. James Walston, professore
americano, un opinionista che conosce bene l’Italia, scrive, in
un post, che l’opzione nucleare, sul governo, ora l’hanno in
mano Bossi e la Lega, attesi dai riti di Pontida: Mr B va avanti
“come una mummia” e ne ha anche sempre più le fattezze.
G. G.
Un tratto del Nilo egiziano (FOTO LAPRESSE)
di Pietro Musilli
Ounadelgnireazione
azione che metta in pericolo le acque
Nilo Azzurro avrà come conseguenza
ferma da parte dell’Egitto, an-
che se tale reazione dovesse portare alla guer-
ra”. Così tuonava il presidente egiziano Anwar
Sadat negli anni ‘70: i presidenti sono cam-
biati, i toni sono più concilianti ma oggi più che
mai, la stabilità del Paese perno del medio
oriente, non passa solo dalle relazioni con Ge-
rusalemme o per PiazzaTahrir, ma scorre an-
che nelle acque del suo fiume.
Il governo provvisorio che sta guidando l’Egitto
in questa fase di transizione ha impiegato
molte energie in contatti diplomatici con i Pae-
si africani del bacino del Nilo. Si cerca una
soluzione a una disputa che continua dal mag-
gio 2010 quando 5 paesi del bacino del Nilo
(Etiopia, Ruanda, Kenya, Tanzania, Uganda)
firmarono un accordo quadro per rinegoziare
l’utilizzo delle acque del fiume finora regolato
da un accordo coloniale del 1929 che con-
ferisce all’Egitto lo sfruttamento dei due terzi
delle acque lasciando i paesi del bacino, unica
eccezione il Sudan, senza diritti formali sulle
acque del fiume.
L’ORMAI ACQUISITA stabilità dei
paesi del bacino dopo decenni di conflitti interni
li ha proiettati verso uno sviluppo economico
senza precedenti, uno su tutti l’Etiopia dove na-
sce il Nilo Azzurro che contribuisce per il 59%
delle acque. Tuttavia per far crescere agricol-
tura e industria serve acqua, per irrigare e per
produrre elettricità. Solamente il fabbisogno
energetico etiope aumenta del 20% l’anno. Lo
sfruttamento delle acque in un Paese non ricco
di petrolio ma di fiumi è considerata la via mae-
stra per lo sviluppo.
La crisi del Nilo ha avuto un’accelerazione il 28
febbraio quando il Burundi - uno degli Stati che
si dividono le fonti del fiume lungo oltre 6.500
chilometri - ha firmato l’accordo quadro ren-
dendolo legalmente vincolante per i paesi del
bacino. Per quanto storicamente proteso verso
il medio oriente, l’Egitto rimane un Paese afri-
cano e in quel continente si giocherà una parte
importante della sua sicurezza interna nell’im-
mediato futuro.
Dopo aver trascurato per anni le relazioni con i
Paesi del bacino, oggi l’Egitto è costretto a una
brusca virata e a improvvisare per tentare di
recuperare anni di miopia politica. In maggio il
premier egiziano Isam Sharaf ha guidato una
delegazione in Etiopia e Uganda durante gli
incontri con al centro la questione del Nilo, ca-
ratterizzati da parole concilianti e promesse di
collaborazione riconoscendo per la prima volta
la necessità di rinegoziare il trattato del 1929.
L’Egitto ha ancora un 30% della popolazione
impiegata nel settore agricolo, e con la con-
trazione dell’occupazione negli altri settori del-
l’economia, è importante per il governo difen-
dere l’agricoltura per evitare una maggiore in-
stabilità sociale e politica.
Inoltre, alla base della dieta alimentare degli
egiziani c’è il pane, fonte di nutrimento della
fascia più povera della popolazione, da sempre
fortemente sovvenzionata dal governo. Circa il
50% del grano è importato dall’estero, espo-
nendo il Paese alle fluttuazioni dei prezzi ali-
mentari negli ultimi anni sempre più violente,
come già avvenuto nel 2008.
Nella storia del moderno Egitto il pane è sem-
pre stato la miccia che ha dato vita alle pro-
teste. La prospettiva della crescita della popo-
lazione, lo stato di debolezza economica e la
minaccia di una riduzione della capacità agri-
cola del Paese e di conseguenza della sua pro-
duzione alimentare, sono fattori che possono
mettere in seria difficoltà la transizione e le
aspirazioni di rinnovamento democratico del
Paese.
L’unica vera scelta per il governo egiziano è
quella diplomatica e della cooperazione, il per-
corso è ben indicato basta seguire il fiume fino
alle sue fonti.

Sei un lavoratore della pesca e senti che questo lavoro produce danni alla tua salute?
LA SALUTE È UN TUO DIRITTO. DIFENDILO!
18 giugno 2011
A partire dal prossimo 18 giugno la Flai-Cgil organizza la Giornata Nazionale sulle Malattie
Professionali. Nelle marinerie di
ANCONA, ANZIO, BARI, BARLETTA, BISCEGLIE, CAGLIARI, CAROVIGNO, CASTRO, CESENATICO,
CHIOGGIA, CIVITANOVA MARCHE, CORIGLIANO SCHIAVONEA, FANO, FASANO, GALLIPOLI,
GIOVINAZZO, MANFREDONIA, MARGHERITA DI SAVOIA, MAZARA DEL VALLO, MESSINA,
MOLA, MOLFETTA, MONOPOLI, OTRANTO, PIOMBINO, PORTO CESAREO, PORTOFERRAIO,
PORTO GARIBALDI, PORTO PALO, PORTO TOLLE, REGGIO CALABRIA, RIMINI, ROVIGO,
GIORNATA NAZIONALE SULLE SALERNO, SAN FOCA, S. BENEDETTO DEL TRONTO, SCIACCA, S.M. DI LEUCA, S. SPIRITO,
TARANTO, VIBO MARINA
Malattie Professionali troverai un gazebo della Flai-Cgil e medici professionali che ti visiteranno gratuitamente
dei Pescatori ed effettueranno una prima analisi delle tue condizioni di salute.
Chiedi maggiori informazioni alla sede della Cgil a te più vicina, oppure sul sito www.flai.it
Martedì 14 giugno 2011 pagina 15

DAL MONDO

LA BILANCIA DEL BENE UMANITARIO

di Giampiero Gramaglia
Bruxelles
ella Siria, si parla molto,
ASSAD NON VALE GHEDDAFI
Perché la comunità internazionale non interviene in Siria
ni dei diritti dell’uomo. Ma, in base a quanto riferito da
Però, poi, nella crisi libica qual- fonti diplomatiche europee, “gli
cosa s’è mosso; in quella siriana, americani non hanno ottenuto
niente di nuovo da Molho”. Di

D
sui giornali, alla tv, sui siti,
nei vertici internazionali
e nei corridoi della diplo-
mazia multilaterale, all’Onu e al-
l’Ue. Ieri, il premier italiano Ber-
lusconi ha denunciato “una si-
tuazione difficile e preoccupan-
te” (e non si riferiva a quella del
suo governo). Al suo fianco, il
premier israeliano Netanyahu,
in visita a Roma, annuiva e chie-
deva “la fine del massacro”.
Qualsiasi cosa avvenga, della Si-
ria si parla e basta: cade la roc-
caforte dei ribelli Jisd al-Shu-
ghur, elicotteri e carri armati del
regime vanno all’attacco, i com-
battimenti sono furiosi e cruen-
ti: Londra e Parigi chiedono al-
l’Onu una presa di posizione
“chiara”, ma neanche la risolu-
zione franco-inglese appoggiata
dagli Usa minaccia il ricorso alla
forza – e comunque rischia di
non passare, perché Mosca e Pe-
chino, membri del Consiglio di
sicurezza Onu con diritto di ve-
to, non la vogliono.
La Siria non è la Libia, che, per
un po’ se n’è parlato e poi la co-
munità internazionale, con l’a-
vallo Onu, ha cominciato la sua
gragnuola di razzi e bombe. E i
morti, che fino a quel punto era-
no, si diceva, 10mila, sono saliti
– la stima è dell’Onu - a 15mila.
Intandiamoci, di tutto il parlare
che della Siria si fa, mica tutto è
oro colato: le bufale si sprecano,
cominciando da quella di Ami-
na, presunta blogger lesbica si-
riana, nome d’arte già di per sé
improbabile di ‘Gay Girl in Dama-
scus’, la notizia del cui rapimen-
to aveva creato ansia e allarme.
Tutto falso, il rapimento, i rac-
conti, anche Amina.
NELLE CRONACHE della Si-
ria, come in quelle della Libia –
ve le ricordate?, le fosse comuni
che non erano fosse comuni; le
vittime a bizzeffe della repressio-
ne che, se c’erano, erano di me-
no; i morti sotto i raid della Nato,
che il regime esagera sempre -, la
propaganda si fa da entrambe le
parti: Damasco, come Tripoli,
racconta le atrocità degli insorti,
a fini più interni che internazio-
nali – tanto, fuori non ci crede
nessuno- ma i manifestanti anti
al-Assad, come gli insorti an-
ti-Gheddafi, gonfiano le dimen-
sioni della reazione per risveglia-
re le coscienze d’un’opinione
pubblica internazionale narco-
tizzata e insensibile alle violazio-
no e non si muoverà: due pesi e
due misure? Sì, certo. Ma mica
volete comparare, al mercato
della ‘realpolitik’, il Paese del co-
lonnello dittatore con quello del
presidente erede? La Libia era, ed
è, un Paese politicamen-
te e diplomaticamente Il premier illustra in
isolato dal resto del
Nord Africa e dalle vi- l’affresco “il Parnaso”
cende medio-orientali. di Andrea Appiani del
La caduta, o meno, di 1811. In alto, Bashir al
Gheddafi non altererà
gli equilibri nella regio-
ne; e non preoccupa più di tanto
Israele.
Inoltre, e forse soprattutto, la Li-
bia è un Paese che produce ed
esporta energia in grande quan-
tità, gas e petrolio: mica la si può
lasciare nelle mani di un dittatore
Al mercato
della realpolitik
contano il
petrolio e
il peso nella
questione
mediorientale
un po’ eccentrico, che si mostra
in tv poco abile con gli scacchi –
immagini di ieri, quasi farsesche -
ma che è pure capace di negare
gas e petrolio ad amici e clienti di
un recente passato che ora lo
hanno tradito (e che, come se
non bastasse, lo bombardano
ogni giorno). Invece, la Siria non
ha tesori di energia, ma è un Pae-
se chiave negli equilibri medio-
rientali: ha con Israele un confi-
ne conteso, sulle alture del Go-
lan, teatro nei giorni scorsi di
scontri sanguinosi, utili (se il ter-
mine è concesso per una carne-
ficina) a entrambi i governi; ha
un ruolo in Libano che la forma-
zione di un esecutivo a trazione
Hezbollah accresce in modo in-
quietante; ha rapporti stretti con
l’Iran; e ha una frontiera porosa
con la Turchia, che ne accoglie i
profughi.
Se cade al-Assad, il castello di car-
te delle speranze di pace in Me-
dio Oriente può venire giù. E al-
lora nessuno ci pensa a dargli una
spallata. Meglio darla a Gheddafi,
che pochi lo rimpiangeranno.
conferenza stampa
Assad (F A )
OTO NSA
Berlusconi e Netanyahu
tra festini e destini del mondo
di Roberta Zunini
Ite lBenjamin
primo ministro israeliano
Netanyahu duran-
l’incontro con Berlusconi, ha
tenuto a ribadire che il premier
italiano “non solo è uno dei suoi
più cari amici ma è anche il mi-
glior amico di Israele”. Un’ami-
cizia, a quanto pare, inversa-
mente proporzionale a quella
con l’amministrazione ameri-
cana: proprio ieri le voci che da
un mese riportano l’irritazione
del presidente Obama (dopo la
reazione negativa di Netanyahu
alla richiesta di rientrare nei
confini del ‘67, con scambi di
territorio compensativi), sono
stati confermati.
MENTRE BIBI apprendeva
dall’amico Silvio che un dipinto
di Appiani del 1811 intitolato
Parnaso, esposto a villa Mada-
ma, sarebbe una raffigurazione
del bunga bunga, il quotidiano
di Tel Aviv, Haaretz, ha reso noto
che l’amministrazione statuni-
tense è “assai frustrata” dal com-
portamento di Netanyahu, che
rischia di vanificare gli sforzi
americani contro un eventuale
riconoscimento unilaterale del-
lo Stato palestinese ad opera del-
le Nazioni Unite. L’Autorità na-
zionale palestinese ha già fatto
sapere che, se il processo di pa-
ce non si sbloccherà, a settem-
bre ricorrerà all'Onu. La scorsa
qui la crescente irritazione del-
l'Amministrazione Obama. Che
probabilmente aumenterà di in-
tensità dopo lo show romano
dei due amici. Anziché ribadire
a Netanyahu che è necessario
uscire dall’impasse creatasi do-
po il suo niet perentorio alla Ca-
sa Bianca, Berlusconi ha rassicu-
rato il suo collega israeliano cir-
ca il rifiuto dell’Italia di ricono-
scere, il prossimo settembre,
uno Stato Palestinese proclama-
to unilateralmente grazie all’e-
ventuale consenso dell’Onu.
IL NOSTRO PREMIER ha
blandito Bibi e gli ha promesso
sostegno senza condizioni,
ascoltandolo ammirato quando
ha dichiarato che per amor di
pace “ero pronto a rivolgermi al
Parlamento dicendo che avrei
accettato uno stato palestinese
purché Abu Mazen avesse fatto
altrettanto”.
Del resto perché Berlusconi
avrebbe dovuto dirgli che tutti
settimana - riferisce il giornale - tive europee, come la proposta sanno che le cose non stanno
l'inviato del premier israeliano, francese di una conferenza in- così e rovinare una bella amici-
Isaac Molho, è stato a Washin-
gton, dove gli americani gli han-
no illustrato le loro proposte per
ternazionale a Parigi, devono
avere qualcosa di concreto da
offrire, ad esempio l'assenso da
zia, che porta all’aumento di af-
fari e investimenti? Bibi, che è
sempre stato sensibile al busi-
la ripresa dei negoziati. Il piano parte di Netanyahu ad un nego- ness, è in Italia con alcuni mini-
della Casa Bianca ruota intorno ziato sulla base del discorso di stri e imprenditori. A proposito
a due temi, confini e sicurezza. Obama”. Un punto di partenza, della primavera araba ha detto
“Gli Usa - specifica Haaretz - han- peraltro, che ha già incontrato la che ancora è presto per capire
no spiegato chiaramente a Mo- disponibilità del capo-negozia- come finirà, soprattutto a causa
lho che, per bloccare le inizia- tore palestinese, Saeb Erekat. delle mire nucleari dell’Iran.
IRAN In carcere e ai funerali
così muoiono gli oppositori iraniani
eza Hoda-Saber aveva iniziato il 2 giu- aver lamentato forti dolori al petto, ma i
Rgerato
gno lo sciopero della fame nel fami- medici non sono riusciti a salvarlo. Si tro-
carcere di Evin, a Teheran, per vava in carcere da due anni: era stato ar-
protestare contro l’uccisione Haleh restato nel giugno del 2009 per aver pro-
Sahabi, uccisa il giorno prima nel corso testato contro la rielezione alla presiden-
di scontri con le forze di polizia, verificati za di Mahmud Ahmadinejad.
durante i funerali di Ezatollah Sahabi. Il Gli incidenti nei quali era stata uccisa Ha-
giornalista e attivista politico dell'oppo- leh Sahabi si erano verificati durante i fu-
sizione iraniana è deceduto a causa di una nerali di Ezatollah Sahabi - padre della
crisi cardiaca, secondo quanto riferito giovane, noto intellettuale leader di un
dal sito dell'opposizione Kaleme. La no- piccolo movimento nazionalista religio-
tizia è stata poi confermata dall'agenzia so; la giovane aveva avuto un permesso
Isna, per la quale la sorella dell'attivista, per lasciare il carcere e partecipare alla
Firuzeh, avrebbe riconosciuto il corpo cerimonia.
del fratello. Hoda-Saber era detenuto nel E mentre i funerali di Hoda-Sabersi sono
carcere dove sono ancora rinchiusi diver- svolti sotto rigide misure di sicurezza, il
se decine di oppositori al regime del pre- regime avrebbe arrestato un altro giorna-
sidente Ahmadinejad: era stato ricovera- lista e attivista politico - Farid Salavati -
to venerdì nell'ospedale Modarres dopo nella città di Isfahan.

La lotta degli ambulanti che infiamma la protesta cinese

SEMPRE PIÙ SPESSO NELLE PROVINCIE GLI ABITANTI SCENDONO IN PIAZZA CONTRO LE VESSAZIONI DELLE AUTORITÀ
di Simone Pieranni buone condizioni di salute della moglie, ma ormai Si tratta di un cambiamento di obiettivi da parte di le angherie da parte dei funzionari locali, la cor-
Pechino le contestazioni erano incontrollabili. chi protesta, che solleva un piccolo velo su una ruzione e le attività di demolizione ed evacuazione
Le foto che arrivano dall'internet cinese vedono nuova sensibilità da parte degli ultimi, i reietti del di poveracci, che continuano senza sosta.

Ne chiella Nuovissima Cina, quella rampante ma che

crea un solco sempre più ampio tra chi è ricco
non possiede niente, basta ormai poco per
infiammare la scena sociale. Basta una voce che
rapida si sparge, catalizzando migliaia di persone
in direzione di una rabbia nuova e inusuale per il
paese: alla notizia del maltrattamento da parte
della polizia locale nei confronti di Wang Lianmei,
una venditrice ambulante, incinta, nei pressi di
un centro commerciale di una cittadina nella pro-
vincia meridionale del Guandong, è partita una
protesta di migliaia di lavoratori migranti. Gente
arrivata nelle ricche città del sud dal Sichuan, pro-
prio come la ragazza maltrattata. Il marito della
giovane ha anche rassicurato tutti, in tv, circa le
schierati in modo contrapposto, manifestanti e
forze dell'ordine. Una rabbia diffusa che per la pri-
ma volta non si rivolge solo contro le autorità, ma
anche contro i cittadini ricchi.
È QUESTO L'ELEMENTO DIROMPENTE
dei recenti scontri nel sud del paese: i migranti,
braccia e spalle su cui si costruisce la prosperità
cinese, hanno tentato di marciare verso la zona ric-
ca della città con l'intento di distruggere tutto
quanto si trovava davanti alla loro strada e alle loro
intenzioni. È questo elemento classista, si sarebbe
detto nella Cina di qualche decennio fa, la novità
dei recenti incidenti di massa, shijian in cinese, che
nel paese avvengono a migliaia ogni anno.
paese. Gli scontri del Guandong seguono di qual-
che giorno quelli di Lichuan in Hubei, Cina cen-
trale: in quel caso le proteste erano nate dalla mor-
te di Ran Jianxin, ex direttore dell’ufficio anti-cor-
ruzione locale. Ran sarebbe morto per le ferite ri-
cevute in un pestaggio: non voleva cooperare nella
campagna per le demolizioni e la requisizione for-
zata di terre. Anche in quel caso era toccato ai mez-
zi blindati disperdere l'ira della folla. Tra Hubei e
Guandong sarebbero una cinquantina le persone
arrestate, mentre le autorità assicurano indagini
puntigliose sulla morte di Ran: troppo tardi.
I fatti arrivano in un periodo di tensione latente in
Cina, dovuta al coagularsi di elementi come l'in-
flazione, l'aumento costante dei prezzi delle case,
UN PAESE SEMPRE PIÙ DIVISO , da una par-
te i mega ricchi, dall'altra chi non ha potuto godere
dei frutti del progresso economico. Una crisi di
nervi della povera gente che il Partito aveva pre-
visto, ma che ora deve controllare: non sono stati
pochi i richiami negli ultimi tempi a necessarie ma-
novre di controllo delle masse, da parte dei vertici
del Partito. Ci sono stati arresti continui tra gli at-
tivisti, ma i problemi si sono moltiplicati: proteste
in Mongolia Interna, attentati di bombaroli solitari
e ora il ruggito dei lavoratori migranti. Un viatico
poco rasserenante per il Partito Comunista che ri-
schia di vedere rovinato l'avvicinamento al 1° lu-
glio, quando compierà 90 anni.
Martedì 14 giugno 2011
OBAMA DIVENTA PIRATA INFORMATICO
UN CLIC PUÒ PIÙ DI UN MISSILE
Gli Usa creano internet-ombra per abbattere i regimi
di Francesca Cicardi
e Alessandro Oppes
primi a rendersi conto
I che Barack Obama mac-
chinava qualcosa di “peri-
coloso” erano stati pro-
prio loro, i cubani, specialisti
nell’arte della censura e terro-
rizzati dalla recente diffusione
della Rete sull’isola caraibica.
Ora che, grazie alle rivelazioni
del New York Times, si è scoper-
to che l’amministrazione Usa
ha lanciato il progetto di un In-
ternet-ombra per sostenere
gli oppositori dei regimi ditta-
toriali, si comprende l’ango-
scia con la quale, mesi fa, un
alto funzionario del ministero
dell’Interno dell’Avana,
esperto in nuove tecnologie,
lanciava l’allarme anti-yankee to – che ha già stanziato due
in un dettagliatissimo briefing, milioni di dollari – sembrano
le cui immagini vennero poi
diffuse a sua insaputa su You
Tube. Ciò che allarmava il re-
esserci in questo momento so-
prattutto i governi di Iran, Si-
ria e Libia.
gime castrista era tutto vero Quel che conta, però, è il mo-
anche se, al centro delle atten- dello, esportabile ovunque
zioni del Dipartimento di Sta- possa essere ritenuto necessa-
Deputato nudo
ALTRE FOTO OSÈ
Sui media americani nuove foto sconvenienti del
deputato democratico Anthony Weiner (qui
addirittura nello spogliatoio della Camera). La Casa
Bianca non ne ha chiesto le dimissioni. (FOTO ANSA)
L’Amina vagante del web è un uomo
CORAGGIO LESBICO A DAMASCO, RAPITA DAL GOVERNO. ADESSO LA VERITÀ: È TUTTO FALSO
di Federico Mello
e non fosse una storia dai risvolti
Suntragici, potrebbe essere la trama di
film per adolescenti: il protagoni-
sta brufoloso pensa di aver incontrato
la donna della sua vita su Internet (ma-
gari una bionda formosa) e invece
scopre che dall’altra parte dello
schermo c’è un coetaneo timido e so-
vrappeso.
La storia di Amina, la blogger lesbica
che raccontava sul blog A gay girl in Da-
mascus la difficile vita da omosessuale
in Siria, si è rivelata una bufala. Ad
aver architettato tutto Tom MacMa-
ster, un quarantenne americano già
militante pacifista che si definisce
“studente all’Università di Edimbur-
go”. “L’ho fatto per vanità – ammette
adesso lui al Guardian, in un’intervista
via Skype da Istanbul dove è in vacan-
za con la moglie – mi piace scrivere e
l’identità sessuale era una sfida lette-
raria ma anche un modo per puntare i
riflettori sulla condizione della donna
nell’Islam”. La (falsa) vicenda di Ami-
na era venuta fuori quando un’altra
donna che dichiarava di essere sua cu-
gina, aveva scritto sul blog A gay girl in
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (FOTO LAPRESSE)
rio. Il piano prevede progetti
segreti per creare reti indipen-
denti di telefonia mobile al-
l’interno di Paesi stranieri e si
basa su un prototipo di “Inter-
net portatile”: una valigia dei
miracoli, contenente pc e te-
lefonini, in grado di aggirare i
server controllati dagli Stati di
polizia, attivando reti di co-
municazione parallele che
manderebbero in frantumi il
blackout informativo vigente.
Uno sforzo imponente, che
potrebbe presto produrre ri-
sultati considerevoli anche
per l’impegno esplicitamente
dichiarato del segretario di
Stato Hillary Clinton: “Siamo
di fronte a un’occasione stori-
ca per ottenere un cambia-
mento positivo. Per questo
I dubbi
dei blogger
Un’egiziana:
“Non ci hanno
mai aiutati
davvero, cosa
c’è dietro?”
Damascus che la blogger era stata ra- cospargono il capo di cenere. Un
pita da tre uomini e non si avevano blogger libanese lo trafigge con una
più sue notizie. Ma anche quest’ulti- osservazione che riecheggia il buon
ma mossa era uno stratagemma lette-
rario di MacMaster: “Ho cercato di fa-
senso del “Al lupo! Al lupo!” di Esopo:
“Il giorno che verrò rapito molti non
re uscire di scena il personaggio. Cer- se ne preoccuperanno, perchè il mio
to, farla rapire non è stato il modo giu- caso potrebbe rivelarsi un nuovo caso
sto”. Amina”. “Vergogna – ha ribadito
Ora lui si scusa sul blog (dove ha chiu- Sami Hamwi, pseudonimo
so i commenti) ma le reazioni alla sua dell’editore del sito GayMid-
fiction sono uno tsunami, on e off li- dle Est – le tue scuse non
ne. I media che avevano creduto alla sono accettate. Ci sono
storia, e poi avanzato dubbi quando blogger in Siria che cer-
sono emersi particolari poco chiari, si cano ogni giorno con dif-
L’impostore:
“Volevo fare
uscire di scena
il personaggio,
ma ho scelto
il modo
sbagliato”
IL MONDO IN RETE
siamo determinati a portare il
nostro aiuto, a fare in modo
che possano parlare tra di lo-
ro, alle loro comunità, ai go-
verni e al mondo”.
È la versione adattata al XXI se-
colo della propaganda pro-de-
mocrazia diffusa durante la
Guerra Fredda nei Paesi dell’E-
st europeo attraverso le onde
radio di Voice of America. L’im-
pegno di Washington si è in-
crementato da quando, messo
alle strette dai ribelli di piazza
Tahrir, l’ex presidente egizia-
no Hosni Mubarak impose il
blackout totale di Internet do-
po che un evento del social
network Facebook si trasfor-
mò in rivoluzione. Due setti-
mane dopo, quando la Cire-
naica si ribellò contro il regi-
me di Gheddafi, il Colonnello
cercò di mettere a tacere la ri-
volta e limitarla, isolando l’in-
tera regione. Adesso se l’Inter-
net-ombra avrà successo, la li-
sta dei Paesi da “liberare” po-
trebbe presto allungarsi a tutti
i grandi censori del pianeta:
dalla Corea del Nord alla Bir-
mania, dalla Cina a Cuba.
Poter disporre, quindi, di reti
alternative di comunicazione
che sfuggano al controllo dei
dittatori è importantissimo,
come quella creata da un inge-
gnere libico-americano, aiuta-
ficoltà di raccontare i fatti che acca-
dono nel Paese”.
Quello di MacMaster non è il primo
caso (nè di certo l’ultimo) in cui cit-
tadini o militanti usano l’anonimato
garantito dal web. In Egitto, era stato
il manager Google Wael Ghonim ad
aprire la pagina Facebook anoni-
ma dal quale è partita la ri-
to degli Emirati Arabi Uniti,
che permette alla Libia libera
di parlare con il cellulare. Ma
Internet è ancora proibito e
tanti libici all’estero diffondo-
no la voce dei loro compatrio-
ti sulla rete. La ragazza libica,
conosciuta come FreeBengasi
su Twitter, non può rivelare il
suo nome e dove si trova per
ragioni di sicurezza, ma ritie-
ne che Internet sia stato fon-
damentale, così come l’ap-
poggio che lei e altri stanno
dando ai ribelli, isolati dal
mondo da ormai 4 mesi. ”Non
possiamo sottovalutare il po-
tere delle immagini arrivate
dalla Libia, per esempio, attra-
verso la frontiera tunisina”, ri-
corda.
Gli egiziani rimasero durante
la rivoluzione quasi una setti-
mana senza il web e senza cel-
lulare, il modo più diffuso ed
economico per comunicare.
La giovane attivista e blogger,
Ruwan Al Shimy, dà il benve-
nuto all’idea di una rete “se-
greta”, fuori dal controllo del-
le autorità, ma si chiede che in-
teressi ci sono dietro a questo
progetto degli Stati Uniti: “Se
vogliono promuovere la liber-
tá d’espressione, perchè non
chiesero al loro alleato Muba-
rak di ristabilire le comunica-
zioni immediatamente? Non
ci hanno mai aiutato in questo
senso”. Già nel 2008, Mubarak
limitò le comunicazioni per
contrastare il primo sciopero
generale del suo quasi tren-
tennale regime.
A Cuba
sono
a conoscenza
del progetto
“segreto”
americano
già da mesi
volta contro Mubarak. Ar-
restato e tenuto bendato
per 12 giorni, era stato
poi celebrato come un
eroe in piazza Tahrir.
MacMaster l’ha invece
fatto per vanità. “Shame
on you” [Vergognati!], di-
rebbero negli Usa.
Avatar La
falsa Amina;
Tom MacMaster
e un appello per
la liberazione
della blogger
lesbica siriana
pagina 17
N
SANITÀ
Europa unita
all’ospedale
D’ ora in poi i cittadini
europei potranno
farsi curare in un Paese
europeo diverso dal
proprio. Lo prevede una
direttiva del Parlamento
europeo. Attualmente
solo l’1% della spesa
sanitaria dell’Ue, pari a
circa 10 miliardi, è
imputabile a cure
mediche transfrontaliere.
Il trattamento sanitario
all’estero però non potrà
essere rimborsato se non
lo è nel Paese di residenza.
LIBIA
La Clinton parla
Gheddafi gioca
H illary Clinton, in
visita ad Addis
Abeba, è stato il primo
segretario di Stato Usa a
prendere la parola
davanti ai 53 membri
dell’Unione africana: “È
ormai chiaro che il rais
non può più rimanere al
potere”, ha detto.
Il Colonnello dimostra
però di non avere
intenzione di lasciare la
Libia, perchè “non sono
premier, né presidente,
né re: non occupo alcun
posto di potere, perciò
non devo rinunciare ad
alcuna carica”. Il rais lo
ha ripetuto durante una
partita a scacchi [sopra
in foto]: suo avversario il
presidente della
Federazione
internazionale di
scacchi, il russo Kirsan
Ilyumzhinov.
LIBANO
Nasce governo
a guida Hezbollah
D opo quasi cinque
mesi di complesse
trattative, il premier
incaricato libanese Najib
Miqati, tycoon
dell’informazione nel
Paese, ha sciolto la riserva
e ha diffuso la lista dei
componenti del suo
governo, già definito a
“trazione Hezbollah“: su
30 ministri, 19 sono
esponenti del “Partito di
Dio” sciita o suoi alleati.
Gli altri 11 sono
sostenitori o alleati del
presidente Michel
Suleiman o dello stesso
Miqati, e vengono definiti
“indipendenti”. La
coalizione guidata dal
premier uscente Saad
Hariri, vincitrice nel
2009, si è rifiutata di far
parte del nuovo esecutivo
e ora sarà all’opposizione.
ERITREA
Il vulcano chiude
due aeroporti
G li aeroporti di
Asmara in Eritrea e
di Khartoum in Sudan
sono stati chiusi in via
precauzionale per la
nuvola di ceneri
vulcaniche provenienti
dal vulcano Anabo, nel
sud dell’Eritrea.
pagina 18 Martedì 14 giugno 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

Watson Ronaldo Al Pacino Morandi

“Patti Smith Il City cerca Protagonista Torna al
è il mio di strappare del film cinema con
modello, Cristiano al tratto da Elio
voglio vivere Real con L’umiliazione Germano e
come lei” 170 milioni di Roth Mastrandrea

Ritrovamenti facili: in alto La visione

di Ezechiele “di” Raffaello (FOTO OLYCOM)
Sotto il finto Crocifisso di Michelangelo
A destra il falso Sant’Agostino di Caravaggio

ENTUSIASMI DI CARTA

Ho trovato
un Caravaggio! comprato da Sandro Bondi per
oltre tre milioni di euro e bran-
renze e un’altra, la cui identità
con quella dell’Espresso è però

O una bufala
dito dal governo Berlusconi co-
me una bandiera religioso-cultu-
rale. Un’operazione mediatica
che ha finito per trasformarsi in
un boomerang, provocando l’in-
tervento della magistratura e
contribuendo a far perdere la
faccia ai vertici del ministero dei
di Tomaso Montanari illustri consiglieri di Stato. L’ar- che il quadro del 1638 e quello stato dipinto oltre cinque anni Beni culturali, e a non pochi tra i
ticolo, tuttavia, non scioglie i del 1857 fossero lo stesso. Anche prima, e da un Merisi ancora in Signori del sistema dell’arte an-
tutta da provare. Dunque, molto
rumore per nulla.
QUESTI, E MOLTISSIMI al-
tri esempi, mostrano quanto sia
deprimente il ruolo della storia
dell’arte sulla stampa italiana.
Accanto alla più o meno occulta
promozione delle Grandi Mo-
stre (che occupa circa il 90% del-

“G
uardate, c’è un nuovo Caravag-
gio”, grida la copertina dell’ul-
timo Domenicale del Sole 24
Ore. Il lettore obbedisce e guar-
da: ma anche le fotografie sgra-
nate del quotidiano bastano a
far capire che il Sant’Agostino
nello studio (dipinto bello, an-
corché mal conservato) nulla ha
a che fare con Caravaggio –
nemmeno con quello giovanile,
sempre vertiginoso. Il quadro
(ovviamente in collezione pri-
vata) appare palesemente di-
pinto quando Caravaggio era
già morto da dieci, forse ven-
t’anni, e fa semmai venire in
mente le ultime cose di Barto-
lomeo Cavarozzi, o addirittura
le prime di Andrea Sacchi.
NON RESTA, DUNQUE,
che leggere l’articolo dell’autri-
ce della “bella scoperta”: Silvia
Danesi Squarzina, che siede sulla
cattedra romana di Lionello Ven-
turi e Giulio Carlo Argan, e che si
introduce al lettore come una da-
ma altolocata che passeggia per i
giardini del Quirinale assieme a
dubbi suscitati dalle fotografie,
giacché non parla del quadro,
ma di documenti. E anzi lascia in-
tendere che le attribuzioni si fan-
no non per via di stile e di con-
fronti figurativi, ma per via d’ar-
chivio: e che solo questo tipo di
attribuzioni sarebbero ‘prova-
te’. Per buona sorte della storia
dell’arte, le cose non stanno co-
sì. Per identificare l’autore di
un’opera d’arte del passato si de-
vono usare contemporanea-
mente strumenti diversi: ma
quello da cui non si può prescin-
dere è la valutazione della qualità
e dello stile dell’opera. La famosa
attribuzione, insomma, che è un
procedimento verificabile che
possiede uno statuto di scienti-
ficità. D’altra parte, lo studio dei
documenti (importantissimo)
non possiede un’oggettività che si
possa opporre alla presunta sog-
gettività dell’attribuzione: e lo di-
mostra proprio la vicenda di
questo ennesimo finto Caravag-
gio. Una targhetta sul verso della
tela informa che uno spagnolo
acquistò l’opera nel 1857 a Ro-
ma, dai discendenti di Vincenzo
Giustiniani. La Squarzina dedu-
ce che si tratti del quadro di iden-
tico soggetto inventariato come
Caravaggio nel 1638 in casa Giu-
stiniani: e questa deduzione sa-
rebbe la “prova” dell’attribuzio-
ne. Ma (anche ammesso che la
targhetta sia originale e da sem-
pre attaccata a quel quadro) si
tratta di un’ipotesi. In primo luo-
go, è possibile che i Giustiniani
possedessero molti Sant’Agosti-
no, e niente obbliga a credere
se così fosse, poi, sapremmo so- cerca di identità stilistica. Come tica in Italia. Anche in quel caso, lo spazio), trovano, infatti,
lo che il quadro del Sole fu attri- si vede, non solo non c’è alcuna il problema non era l’assenza di udienza solo le “belle scoperte”
buito a Caravaggio in un inven- prova, ma non c’è neanche al- documenti, ma l’insostenibilità (quasi sempre destinate a sgon-
tario redatto quasi trent’anni do- cun conflitto tra attribuzione e do- dell’attribuzione sul piano della fiarsi in poche ore), mentre nulla
po la sua morte, e in cui ricorro- cumento: l’una e l’altro sono infat- qualità e dello stile. A poche set- filtra circa le idee, le prospettive
no espressioni come “si crede di ti concordi nel negare a Caravag- timane fa risale il “Raffaello” scientifiche, le scuole di pensie-
mano del Caravaggio”. In terzo gio il quadro pubblicato dal So- sbattuto in copertina dall’Espres- ro che costituiscono la vera sto-
luogo, quel famoso inventario ci le. so: una versione (as usual in col- ria dell’arte. Se quest’ultima vuol
dice che Giustiniani possedeva lezione privata) della Visione di provare a recuperare presso l’o-
due Caravaggio concepiti come MA QUEST’ULTIMA bufala Ezechiele identificata come il ve- pinione pubblica uno statuto di
una coppia: un San Girolamo e, storico-artistica è solo una fra le ro autografo, detronizzando au- scienza storica e di sapere criti-
appunto, un Sant’Agostino. Se tante che pascolano allegramen- tomaticamente l’esemplare di co, è necessario che i giornali
(come fa la Squarzina) il primo si te nella stampa italiana. La più Palazzo Pitti a Firenze. Anche in non siano solo strumenti di mar-
identifica con lo spettacolare e clamorosa degli ultimi anni è na- quel caso ci si basava soprattutto keting, ma anche canali attraver-
quintessenzialmente caravagge- turalmente quella del Crocifisso su una ricerca documentaria che so cui inoculare dosi di scettici-
sco Girolamo di Montserrat, che di un anonimo legnaiolo della Fi- dimostrava solo che nel Seicento smo. Magari cantando, con Figa-
fu eseguito intorno al 1605, è im- renze rinascimentale promosso esistevano due versioni conside- ro, “aprite un poco gli occhi, uo-
pensabile che il pendant fosse a capolavoro di Michelangelo, rate autografe: quella oggi a Fi- mini incauti e sciocchi”.
PAGINE CINESI
Xinran e il pianto delle bambine
di Elisabetta Ambrosi cestrali diffuse nelle campagne, unite a una ticidio delle figlie non è ancora scompar-
miseria diffusa. Oggi Xinran, che sarà sta- sa. Ho visto con i miei occhi, nelle cam-
uando, alla fine degli anni Ottanta, co- sera al festival di Massenzio di Roma, si de- pagne, le vasche a due livelli usate per la-
“Q minciai un programma radio per rac-
contare storie di donne cinesi, mi sono tro-
dica a promuovere legami tra le bambine
cinesi adottate e il loro mondo di prove-
vare i maschi o affogare le femmine.
L’olocausto della bambine fa parte og-
vata di fronte a un problema difficile da im- nienza. Attraverso l’associazione The Mo- gi della memoria comune della Cina?
maginare oggi: nessuna voleva parlare di ther’s Bridge of Love, programmi e libri. La nostra memoria è lacerata come un viso
sé. Troppa la paura. Allora ho inventato uno L’ultimo, appena uscito, Le figlie perdute della di Picasso. C’è una forte opinione pubbli-
stratagemma: salivo in autobus con una vi- Cina (ed. Longanesi), parla soprattutto del ca che sa, e che si oppone alle discrimi-
stosa macchia di rossetto e provavo a con- dolore delle madri che hanno dovuto ab- nazioni. Ma questa tragedia è ancora un
versare con le donne che me lo facevano bandonare le proprie bimbe. tabù.
notare”. Inizia così la vicenda di Xinran, La vicenda è sconvolgente. Oggi le co- Cosa si può fare?
scrittrice e giornalista cinese, che da quel se sono cambiate? Costruire un ponte interculturale tra la Ci-
momento raccoglie soprattutto storie sulle In parte sì, le nuove generazioni di ragazze na e il mondo. E promuovere ovunque
bambine scomparse in Cina (secondo alcu- di campagna tengono le bambine e vanno una cultura della cura dei bambini. Puoi
ne stime circa cento milioni). Uccise, ab- a lavorare altrove. Ma per le loro famiglie cambiare un lavoro, un marito, ma un fi-
bandonate, adottate, sia per la politica del di origine, le femmine sono ancora una glio è per sempre. Se i bambini stanno be-
figlio unico, sia per credenze culturali an- sciagura. Purtroppo la pratica dell’infan- ne, sta bene la società intera.
Martedì 14 giugno 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

OGNI / MALEDETTA DOMENICA

È UN CALCIO PER PROCURA

Scommesse: Palazzi ieri a Cremona, ma spieghi
anche perché la Figc ignorò la denuncia di Quadrini
di Oliviero Beha questo articolo. Chi si fosse letta la porcate di contorno con una stu- segnali di guarigione o di pulizia sto e si dubita che riesca a fare be- il cancro delle scommesse”. Que-
pagina “maledetta” rituale di una penda incidenza pedagogica al quando sarà il Procuratore calci- ne in un campo scivoloso: non è sta dopo, nel caso, prima distin-
nche noi abbiamo il nostro

A
piccolo quesito referenda-
rio: da dove cominciamo,
da Novara o da Cremona? E
se cominciamo da Cremona, da
dove cominciamo, dalla Procura
della Repubblica (De Martino)
oppure da quella della Federcal-
cio (Palazzi)?
Nel dubbio, certi del quorum dei
tifosi che anelano al “calcio gio-
cato”, che inalano “calcio mer-
cato” e non si imbarazzano affat-
to di stomaco per quello che leg-
gono, sentono o ancor meglio
sanno o immaginano delle por-
cherie pallonare, cominciamo
dal Novara. Che vuol dire per for-
tuna e fino a prova del contrario
una bella storia, il calcio della
prima metà del Novecento, di
Piola e mitici, oggi rilevato, in Se-
rie A dopo 55 anni, da un giova-
ne trentenne pieno di talento co-
me Christian Bertani (perché a
quell’età ha vagolato in Lega Pro
per diversi anni, dov’erano gli
osservatori, gli esperti, i tecnici,
i “procuratori”?).
IL NOVARA con due promo-
zioni consecutive è lui, una squa-
dra ben fatta, un Mister che finisce
in “r” come Tesser finalmente a
suo agio dopo aver inanellato una
sfilza di esoneri e che umanamen-
te e “scientificamente” conosce la
materia, un club robusto econo-
micamente e coperto finanziaria-
mente, la novità di un campo in
sintetico (il “Piola”...) di ultima ge-
nerazione sulla superficie del qua-
le soffrono assai più caviglie e ten-
dini di chi non è abituato a giocar-
ci sopra. E s’è visto.Quindi auguri,
specie se il Novara si rivelasse sen-
za sorprese un’ipotesi di calcio
nuovo, migliore, “normale”, una
faccia di un Paese nuovo, miglio-
re, “normale” che così non ce la fa
più e ce lo sta dicendo in tutte le
solfe. Compresa la fatal Cremona,
l’altro corno del referendum di
settimana fa avrebbe già qui tro-
vato tutto: e non perché chi scrive
abbia la palla di vetro, semplice-
mente perché non ha paura di da-
re “cattive notizie”, che rechino
nocumento alla “immagine del
calcio”.
Il virgolettato è preso pari pari da
caterve di dichiarazioni di coloro
che direttamente o indirettamen-
te costituiscono il potere politico
e quello economico del pallone,
dai vertici federali e di Lega, ai pa-
droni dei diritti tv, a tutti coloro i
quali si sono “meravigliati” del-
l’inchiesta della Procura di Cre-
mona. Come sapete o saprete do-
po l’incontro cremonese di ieri
tra il dott. De Martino e il dott. Pa-
lazzi, il secondo avrebbe chiesto
documenti e informazioni sullo
scandalo. Presumo che il primo
glieli abbia forniti, assieme a con-
siderazioni che forse inopinata-
mente lo stesso De Martino ha fat-
to urbi et orbi, sì, insomma, media-
ticamente, su sue impressioni
che riguardavano anche il coin-
volgimento di squadre di A e re-
lative società per partite a quel
che è stato dato di capire concor-
date e quindi “appetibili dal pun-
to di vista delle scommesse”. Di-
co inopinatamente perché evi-
dentemente il magistrato sotto-
valuta la cassa di risonanza del
pallone, oppure la usa: ai posteri,
come si dice...
Dopo queste “impressioni” che
l’inchiesta dovrebbe confermare
o smentire nella sua marcia di av-
vicinamento alla verità solita-
mente non a tappe forzate per la
nostrana giustizia ordinaria, si è
scatenato un putiferio e nella Ro-
tondocrazia putrefatta lo spaven-
to si è tagliato e si taglia con il col-
tello: non basta che sia una palu-
de il calcio delle serie inferiori,
non basta lo spaccato dei Paolo-
ni, non basta l’inquinamento di
dilettanti e giovani, con scom-
messe, compravendite e mille
contrario sui giovanissimi calcia-
tori (che forse sarebbero prima
giovanissimi e poi calciatori, ma
magari mi sbaglio...) e sulla genia
mal stampata di molti dei loro ge-
nitori.
NON BASTA, NO: l’impor-
tante è che continui il baraccone
superiore, che Sky non tolga il de-
naro e continuino ad affluire cen-
tinaia e centinaia di milioni soli-
tamente sperperati (per questo
vorrei una Novara-mania futuri-
bile), che quindi la mala pian-
ta sia solo quella indagata
dalla Procura di Cremona e
poco altro, tanto da non
guastare la digestione al-
l’intiero calcio italiano. Il
cui sistema è marcio. Ve lo
dimostro con qualcosa che
sta tra la clessidra e l’afo-
risma: ci saranno
Il procuratore
generale della
Figc, Stefano
Palazzi
(FOTO OLYCOM )
A destra, i tifosi
del Novara in festa
per il passaggio
in Serie A
(FOTO ANSA)
stico Palazzi, cioè Abete presi- una rapina in banca o una frode
dente federale, cioè Petrucci pre- fiscale.
sidente del Coni, cioè il potere
politico-sportivo nel suo com- PER QUESTO ANCHE “Cal-
plesso, a portare a un De Martino ciopoli” potrebbe finire in un an-
il materiale opportuno perché la golo del processo di Napoli senza
giustizia ordinaria separi il penal- rilevanza penale né prove o testi-
mente rilevante dallo sportiva- monianze di tale rilevanza. Le in-
mente ignobile. E non viceversa. tercettazioni, ma non solo quelle
La giustizia sportiva c’è per que- portate in aula dall’investigatore
sto, e non altro. Per fare “presto e Auricchio e dal pm Narducci ac-
bene” ciò che la magistratura non curatamente scelte nel mazzo
riesce a fare pre- che riguardava anche tantissimi
altri (Galliani, Meani, Moratti,
Collina ecc.), provano “solo” un
mondo promiscuo in cui è diffi-
cile distinguere il favore dal mil-
lantato credito. Ed è poco oppor-
tuno, francamente, che Narducci
vada a far l’assessore alla legalità
per il neosindaco De Magistris,
“liberandosi” di Calciopoli prima
della sentenza, prevista a breve.
Ma il vero nodo gordiano è la giu-
stizia sportiva. Ho già scritto di
come funzioni o meglio non fun-
zioni a comando, e insabbi inve-
ce di chiarire “presto e bene” co-
me dovrebbe fare. Altro che task
force tra forze dell’ordine e calcio,
tra Maroni e Abete per “debellare
Tra tante brutte
notizie, ecco la bella
realtà del Novara
di nuovo tra i grandi
dopo 55 anni
guiamo tra il Conte Dracula e l’A-
vis… anche perché Palazzi è ema-
nazione diretta di Abete, e se crol-
la un Palazzi viene giù tutto il
quartier generale della Federcal-
cio. Ho raccontato una settimana
fa di come Palazzi abbia insabbia-
to lo scandalo detto di “Premio-
poli”: una straordinaria vergogna
di cui nessuno parla. Veniamo a
“Scommettopoli”. Ebbene ieri il
Procuratore federale è andato a
Cremona da De Martino anche
per rispondere a una semplicis-
sima domanda: perché Lei non ha
aperto un’inchiesta quando nei
primi giorni di maggio il giocato-
re del Sassuolo, Quadrini, esorta-
to dal suo legale, ha denunciato a
Lei secondo l’iter del Suo ufficio
l’offerta di 40 mila euro per truc-
care una partita? Questa è la do-
manda, questa è la prova regina
per capire se la giustizia sportiva
è un porto delle nebbie o una ca-
sa di vetro, l’ufficio efficiente e
trasparente ancorché tutt’altro
che indipendente dal potere ese-
cutivo che dovrebbe essere e che
per tale si spaccia. Palazzi – que-
sto si mormora – potrebbe ri-
spondere che non a lui ma a una
suo collaboratore della Procura è
arrivata questa denuncia-segna-
lazione, scaricando il rischio di
essere a sua volta indagato a Cre-
mona su un suo sottoposto e di-
cendosi all’oscuro di tutto. Tutta-
via, le mail lasciano traccia, quin-
di se ognuno fa il suo lavoro pri-
ma o poi verrà fuori se esiste un
insabbiatore e chi è.
Caro Palazzi, in mancanza di tra-
sparenza, perché i tifosi italiani
dovrebbero fidarsi delle sue inda-
gini o dei suoi interrogatori? In-
cominci a interrogare se stesso,
meglio se in pubblico, e vedrà
che qualche ragno prima o poi lo
caviamo, da quel buco nero del
calcio italiano per Procura… Al-
trimenti, a casa: è meglio per tut-
ti.

Non solo calcio

PALLONATE
di Pippo Russo ALLA GAZZETTA SUONA LA SVEGLIA
desso è ufficiale: alla Gazzetta dello
A Sport devono gestire un caso umano.
Trattasi di Arturo Arturi inteso Franco, uno
della pletora di vicedirettori che il
quotidiano rosa tiene appitonati in apposite
teche. Ciascuno ha le sue peculiarità, e il più
peculiare è proprio l’Arturo. Il quale, nel
corso degli anni, ha affinato uno
straordinario talento da maestro del tè
gestendo la rubrica di posta dei lettori
intitolata “Porto Franco” (“No, lascialo a
casa” verrebbe da rispondergli). Il problema
è che con l’esplosione dello scandalo sul
calcioscommesse l’Arturo si è messo a
scrivere editoriali domenicali come se fosse
lo Scalfari della rosea. I contenuti? Da
brivido. Domenica 5 giugno ne ha scritto uno
in cui diceva che dallo scandalo “dobbiamo
uscirne tutti assieme”. Ma escine tu, che noi
non ci siamo mai entrati! Domenica scorsa,
12 giugno, l’Arturo ha regalato il bis con un
editoriale dal titolo fermo e severo: “Sveglia
amici!”. Ma chi lo consiglia, José Altafini?
SULLA “ROSEA”L’INVASIONE DEI PICCIONCINI IN AMORE
E GLI INQUIETANTI INTERROGATIVI SUL CALCIOSCOMMESSE
L’incipit ripeteva lo schema della settimana
precedente: “Se aprissimo su Facebook un
gruppo denominato ‘Io di questo scandalo
scommesse del calcio non ci ho ancora
capito molto’ avremmo un numero di
adesioni record”. Ancora una volta diciamo
all’Arturo: ma parla per te! E tuttavia,
poveraccio, bisogna capirlo: riordinare le
teiere è un lavoro usurante.
A questo punto starete pensando che un edi-
toriale dal titolo così severo (domenica pros-
sima potrebbe essere: “Donne, è arrivato
l’arrotino!”) fosse incastonato in una prima
pagina dedicata allo scandalo. Manco per
niente. Il titolo principale era “Sneijder in lo-
ve”, con la ‘o’ di ‘love’ sostituita da un cuore. E
un altro cuore era poco sotto ad adornare un
titolo sulla storia d’amore tra Pato e Barbara
Berlusconi. La prima delle due ‘notizie’ occu-
pava le pagine 2 e 3, ed era corredata da una
serie di foto che ritraevano l’olandese dell’In-
ter e la moglie Yolanthe intenti a fare shop-
ping e a scambiarsi smancerie a beneficio del
LA BATTAGLIA
fotografo. Il DI MISTER
pezzo non po-
teva che essere MONDONICO
firmato da
Alessandra Bocci, la Federico Moccia del
giornalismo sportivo italiano. Una delle dida-
Ndeveonpanchina,
sa se rimarrà su quella
perché prima
battere il più scorretto
scalie diceva: “Piccioncini a West Hol- degli avversari. Emiliano Mon-
lywood”. Tornando indietro alla prima pagina donico ha appena salvato l’Al-
si scopriva che il titolo dedicato all’altra ‘no- binoleffe ma non può sorride-
tizia’ era: “Pato e Barbara piccioncini a Rio”. re, perché sulla sua strada c’è
Una fantasia invidiabile. ancora quel maledetto tumo-
Il 12 giugno Tuttosport è entrato nella leggen- re, per cui era stato già opera-
da. A pagina 12 c’era uno spazio dedicato alle to in gennaio. “Ho avuto un av-
finali del campionato nazionale Allievi. Tito- versario particolare in corso
d’opera, ed è chiaro che non è
lo: “Allievi: Catania ok, 3-3 tra Inter e Tori- stato ancora sconfitto, quindi
no”. E il pezzo, non firmato, iniziava così: “La
non so se resterò” ha rivelato
Final Eight del campionato Allievi professio- ieri in conferenza stampa. Co-
nisti si è aperta nel segno del Catania che, al raggioso quanto leale, ha pre-
debutto nella fase finale, ha battuto 2-0 l’Em- so tempo: “Come faccio a re-
poli risultando l’unica squadra capace di ag- galarvi certezze se non sicuro
di essere qui tra un mese?”.
giudicarsi i tre punti nella prima giornata”. Vi
Una breve pausa, per tenere
starete chiedendo: embè? Il problema è che,
privata qualche lacrima. Poi
consultando qualsiasi altro giornale o sito l’ex tecnico di Torino e Atalan-
scoprirete che quella partita è stata vinta 2-0 ta è tornato davanti al micro-
dall’Empoli. A forza d’inseguire i fantomatici fono: “Tra 15 giorni saprete se
colpi di mercato della Juventus si sono abitua- sarò sulla panchina dell’Albi-
ti a separare i fatti dalle notizie. noleffe”. Che vinca, prenden-
do il male a pallonate.
Ldc
pagina 20 Martedì 14 giugno 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ guito nel pomeriggio mentre
virava al blu cobalto, sfumatu- di Fulvio Abbate
Srebrenica,
morte a colori
sta ragione che domenica generale Ratko Mladic nella

Riecco ra depressione. Una buona no-

tizia ha illuminato la triste gior-
nata: Pippa ed Henry “avreb-
bero consumato una merenda
al pub e, forse, è amore”.
ella guerra nell’ex Jugo-
Dto?slavia (che anno sarà sta-
Già, in che punto del
tempo nostro ebbe tutto
sera non ho potuto fare a
meno di soffermarmi sul
racconto del massacro di
Srebrenica, sedici anni do-
po i fatti. Mentre colui che è
zona protetta appunto di
Srebrenica che si trovava al
momento sotto la tutela del-
le Nazioni Unite.
Sappiamo che a compierlo

Capezzone
di Paolo Ojetti
g1
T Dopo quella della scorsa
settimana (“Quest’uomo ha
fottuto un intero paese”), l’E-
conomist dovrebbe rapidamen-
te stampare un’altra coperti-
na, sempre dedicata a Berlu-
sconi: “Un intero paese ha fot-
tuto quest’uomo”. Il cui primo
commento (“La volontà è net-
ta, il risultato non può essere
ignorato”), è stato il mantra
che ha percorso tutto il Tg1: è
partita Laura Chimenti, se-
guita da Marco Frittella e tri-
plicata da Sonia Sarno. Il
commento, spacciato per
esempio di elevatissimo senso
democratico, è – a ben vedere
– insensato. È come se il papa,
dopo un referendum che aves-
se abrogato l’esistenza di Dio,
commentasse: “Non possia-
mo ignorarlo”, senza poi squa-
gliarsela in borghese. Passata
ovunque, Sonia Sarno, non ha
potuto tagliare la sequenza in
cui Berlusconi spiega a Neta-
nyahu che il quadro di Appiani
alle loro spalle è “il Parnaso, un
bunga bunga del 1811, questo
sono io, quello è Apicella”. Ne-
tanyahu ha convocato d’ur-
genza la Knesset: chi è Apicel-
la?.
g2
T Nelle solennità, riappare
Capezzone, ancora odoroso
di naftalina. Ha rispolverato il
suo miglior repertorio, sem-
pre lo stesso: “Adesso la sini-
stra non strumentalizzi”. Non
ha capito niente, troppo tem-
po nel guardaroba. Andrea
Covotta, diligente come sem-
pre, ha raccolto le dichiarazio-
ni, da Bonelli a Di Pietro, da
Bersani a La Russa, da Casini a
Calderoli, osservando che “la
Lega è in fibrillazione”. Scajola
ha chiuso e, sempre a sua in-
saputa, ha detto che il risultato
“non avrà effetti sull’esecuti-
vo”. Nell’attesa, ha avuto effet-
ti su La Russa: lo abbiamo se-
T g3
Risultato “clamoroso” al
quale “non si può non dare un
significato politico”. La festa
spontanea dei referendari, la
“gioia che esplode”. È la gior-
nata delle opposizioni vincen-
ti, delle prove di dialogo fra
terzo polo e sinistra e, dalla
parte opposta, dell’ira leghista
“stanca di prendere sberle”.
Terzulli prevede che tutto ar-
riverà alla foce del fiume fra
Pontida e la verifica parlamen-
tare del 22 giugno che la Lega
considera decisiva. E sul Tg3
ci si ricorda di una cosa che era
rimasta sottotraccia: il voto ha
spazzato via il “legittimo impe-
dimento”. Ha un senso pro-
fondissimo e irreversibile: le
leggi “ad personam” sono fini-
te, ora Berlusconi è un re nu-
do. Il papa aveva parlato, i ve-
scovi oggi gli fanno eco: “Ri-
sultati coerenti, messaggio
per il governo”. Un bel servi-
zio ripercorre le genialate dei
giovani – tutti per il sì – su In-
ternet: cane secco, i licauni, la
catena umana che cade ma, al-
la fine, riesce a votare. Hanno
vinto loro.
inizio, era forse il 1991?)
faccio personalmente fati-
ca a mettere in ordine volti,
fregi, mimetiche e soprat-
tutto ragioni. Mi sembra in-
fatti che il primo colpo di
“sniper” sia giunto un
istante dopo la morte di Ti-
to, il Maresciallo, il Fonda-
tore della Jugoslavia socia-
lista, un evento epico che il
regista Emir Kusturica ha
magicamente raccontato
mostrando il viaggio in tre-
no del suo catafalco con
sottofondo di “Lili Mar-
leen” lungo il sentiero fer-
roviario che sfiora le repub-
bliche dell’unione, come
dire che insieme all’uomo
se ne andava via un secolo,
la memoria stessa della
guerra. E un attimo dopo
sarebbe iniziata la disgrega-
zione.
Ricordo ancora parvenze di
eserciti regolari accanto a
milizie paramilitari, Usta-
scia e Cetnici, già, ricordo
miliziani forse croati forse
bosniaci che fanno fuoco
con indosso le felpe di
Snoopy e Charlie Brown.
Deve essere stata per que-
accusato di esserne il re-
sponsabile, il generale ser-
bo-bosniaco Ratko Mladic
va alla sbarra all’Aja. È stato
a “Speciale Tg1 il documen-
tario”, che ho visto un bel
lavoro dedicato al genoci-
dio, “Souvenir Srebrenica”.
Un documentario che è, co-
sì scopro, il naturale svilup-
po di un’esperienza teatrale
portata avanti negli anni
dalla marchigiana Roberta
Biagiarelli che ne è autrice
assieme a Luca Rosini. I fil-
mati dell’epoca realizzati in
gran parte con telecamere
amatoriali ci riportano a
quei giorni drammatici
quando nell’ex Jugoslavia si
pose una questione umani-
taria.
Il massacro di Srebrenica, lo
diciamo per i più smemo-
rati, è stato un vero e pro-
prio genocidio: migliaia di
musulmani bosniaci, era il
luglio del 1995, vennero
massacrati dalle truppe ser-
bo-bosniache guidate dal
Ratko Mladic,
principale responsabile
del massacro di Srebrenica
furono anche gli uomini
delle milizie paramilitari di
Arkan, “le Tigri”, secondo
fonti ufficiali, le vittime del
massacro furono 8.372,
sebbene alcune associazio-
ni per gli scomparsi e le fa-
miglie delle vittime affermi-
no che furono oltre dieci-
mila. Attraverso il racconto
e la drammatizzazione, e
soprattutto i filmati origina-
li le immagini del caso ju-
goslavo, facendo ritorno al-
le parole di Hannah Ha-
rendt, riconducono alla
“banalità del male”, sembra
infatti che giungano ad ag-
giornare i capitoli dell’idea-
le inarrestabile atlante dei
massacri, ciò che fino al
giorno prima coincideva
con le sequenze del macel-
lo razionalizzato di Au-
schwitz. Il nostro docu-
mentario sembra dimostra-
re che perfino nell’epoca
della scoperta del colore e
della postmodernità so-
pravvive lo strumento della
tortura e della decimazio-
ne. La morte di Srebrenica
era una morte a colori.
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TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ The Burning Plain
Sylvia è una splendida manager, donna
in apparenza fredda e distaccata che
nasconde, nel profondo del cuore, una
tempesta di emozioni. Quando uno
straniero originario del Messico piomba
nella sua vita, costringendola ad affron-
tare un passato volutamente accanto-
nato, Sylvia viene praticamente cata-
pultata in un viaggio attraverso il tem-
po e lo spazio. Intenso debutto alla
regia per lo sceneggiatore Arriaga.
Canale 5 21,10
/ Sono pazzo di Iris Blond
Sono tempi duri per Romeo. Cantante e
musicista di successo negli anni Settan-
ta, l’uomo, da tempo, ha imboccato la
strada del declino. Come se non bastas-
se la storica fidanzata lo pianta in asso.
Sconsolato, Romeo si rivolge a una car-
tomante per conoscere il suo futuro. La
donna gli preannuncia l’imminente
incontro con un nuovo amore... Seconda
collaborazione professionale per la cop-
pia Verdone-Gerini.
Rete 4 23,15
 Wind Music Awards 2011  Correva l’anno
Secondo appuntamento con la grande Trent’anni fa, nel 1981, gli italiani si
musica all’Arena di Verona. Presenta pronunciarono contro l’abolizione della
Vanessa Incontrada e Teo Mammucari. 194, la legge sull’interruzione della gra-
Tra i cantanti in scena: Giovanni Allevi, vidanza. Grande protagonista delle bat-
Alessandra Amoroso, Annalisa, Biagio taglie per arrivare a questo traguardo,
Antonacci, Claudio Baglioni, Mario Emma Bonino, allora giovane deputata
Biondi, Stefano Bollani, Carmen Conso- radicale. Si ripercorrerà il lungo cammi-
li, Cesare Cremonini, Gigi D’Alessio, no per i diritti civili con una puntata
/ Prestami la tua mano  Passaggio a Nord Ovest
Lucio Dalla e Francesco De Gregori, incentrata su due personalità che han-
Luis Costa, sui quaranta, ha una vita Parte l’edizione estiva di “Passaggio a
Due di Picche, Elisa, Emma, Fabri no rivoluzionato il costume del nostro
perfetta: è un asso nel creare essenze e Nord Ovest”. 12 appuntamenti fino al 6
Fibra, Raphael Gualazzi e Ligabue. Paese: Lina Merlin e Emma Bonino.
profumi, è affascinante e, soprattutto, è settembre alla scoperta di luoghi, tradi-
single. La sua serenità viene messa a
Italia 1 21,10 zioni, popoli, siti archeologici e meravi-
Rai 3 23,55
dura prova quando madre e sorella glie del pianeta in cui viviamo. Nella
maggiore decidono che per Luis è giun- prima puntata Alberto Angela andrà
to il tempo di convolare a giuste nozze. alla scoperta di un vero gioiello dell’an-
Così le due organizzano per il malcapi- tichità, frutto del magico legame tra
tato una serie spossante di appunta- geologia e archeologia: Baia, sul golfo di
menti al buio, ricorrendo a ogni risorsa Pozzuoli, esclusiva stazione termale dei
conosciuta, internet incluso... romani.
Rai 2 23,25 Rai 1 23,10
Martedì 14 giugno 2011 pagina 21

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
E QUELLI DEL NO B. DAY: DIMISSIONI
WEB
di Federico Mello
è MICHELA MURGIA: “SONO CONTENTA”
A SEGNO LA SUA INIZIATIVA PER FAR VOTARE I “NONNI”
“Sono contenta. Oggi è un bel giorno” dice all’Ansa
Michela Murgia che, non potendo votare essendo in
giro per l’Italia con il suo nuovo libro “Ave Mary”
(Einaudi), si è fatta promotrice di una bella iniziativa.
“Regalo – aveva annunciato – venti miei libri
autografati a chi mi porta su Facebook la tessera
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“La Lega Nord
sfiducia Tremonti”
di Stefano Feltri

elettorale della nonna o del nonno vidimata”. è IL RAGIONIER Tremonti

“Un quorum Ottimo il riscontro: “Ho la pagina Facebook – ha

fatto sapere ieri – piena di schede vidimate di
persone del 1929, 1935. Ero sicura che i miei lettori
avrebbero votato – aggiunge – ma così ha spinto a
votare anche i loro parenti più anziani”. Oggi la
ha tenuto in ordine i conti
dello Stato: è diminuita
l’occupazione, sono aumentate
le ore di CGIs; è diminuito il
reddito delle famiglie, è

grande così” Murgia sarà al Festival Letterature di Roma, con la

ra tutti hanno scoperto In-
Ota”ternet. Dopo la “prima vol-
di Obama nel 2008 e, da noi,
le recenti elezioni di Pisapia e
De Magistris, il risultato del re-
ferendum rappresenta il sug-
gello finale del ruolo di Internet
nella politica, anche in Italia.
Eppure la Rete non è più, già da
tempo, uno strumento da hac-
ker e “smanettoni”. Qualche
numero può aiutare a inquadra-
re meglio il fenomeno. Secon-
do l’ultimo rapporto trimestra-
le Audiweb, a maggio si conta-
no in 34,4 milioni (il 71,5 per
cento) gli italiani che dispongo-
no di un collegamento a Inter-
net, che sia da casa, ufficio, op-
pure mobile (del totale, 13,3
milioni si collegano alla Rete
ogni giorno). Se ben il 66 per
cento delle famiglie hanno una
connessione casalinga Adsl, ga-
loppano le connessioni in mo-
vimento: sono cresciute del
50,5 per cento l’ultimo anno e
sono utilizzate ormai da 7,3 mi-
lioni di italiani. Anche quello
anagrafico non è un fattore da
sottovalutare: nelle fascia di età
11-34 anni sono l’87 per cento
gli italiani connessi, e anche i
nonni non sono da meno. Se-
condo il rapporto e-Content
elaborato da Confindustria, gli
internauti della fascia di età che
va dai 55 ai 74 anni sono au-
mentati del 28 per cento nel-
l’ultimo anno, mentre gli ultra
settantaquattrenni sono cre-
sciuti addirittura del 65 per
cento. Un altro dato è indica-
tivo (oltre ai 20 milioni di ita-
liani iscritti a Facebook): quello
dei collegamenti a Rai.tv, il por-
tare di Viale Mazzini che per-
mette di vedere o ri-vedere le
trasmissioni preferite. A mag-
gio, è stato segnato un altro re-
cord: 48,9 milioni di pagine vi-
ste e 4,5 milioni di utenti unici.
Numeri da grandi ascolti.
Se questo è il contesto, questa
la piazza virtuale che affianca
quella reale, è normale che ci si
riversi in Rete per commentare
i risultati. Mentre lo storico
blogger di destra Daw parla di
“Sconfitta culturale” del cen-
trodestra, le reazioni di gioia
non si contano. I fotomontaggi
scrittrice spagnola Clara Sanchez e la cinese Xinran.
aumentato il reddito dei
parlamentari (l’ultimo
ritocchino, 2011, circa 1.300
mese). Il Pil cresce del’1,
qualcosa, il debito pubblico del
4,5 assestandosi, a fine gennaio
2011, a 1.879.926 milioni di ,
record assoluto per l’Italia!
Tresoldi insiste nel dire che è
tutto sotto controllo, ma il
la fanno da protagonista: “legit- debito è aumentato, nel solo
timo godimento”; “missione mese di Gennaio, di 1.183
compiuta” del gruppo Batti- milioni di al giorno!!!!
quorum; “abbiamo un quorum Viaggiatoreconte
grande così”; c’è anche “la sca-
la evolutiva” che parte dalla è È LA SOLITA farsa, si
scimmia “10 maggio 1994” e ar- fanno anche l’opposizione da
riva all’uomo il “13 giugno soli, vogliono mascherare il
2011!”, e perfino la torta e la fallimento di tutta questa bella
pizza per festeggiare il quorum gente che applaudiva il
pubblicati da alcuni utenti su contratto con gli italiani di
vari gruppi Fb. Quelli del No B. Berlusconi e Bruno Vespa.
Day, intanto, hanno aperto una Frantic55
pagina apposita: “Dopo i refe-
rendum chiedi le dimissioni di è PERÒ SILVIO! Ha
Berlusconi”. In serata gli iscritti neutralizzato Draghi, sta
erano oltre 4 mila: una goccia facendo fuori Tremonti, in
nel mare dei 35 milioni di ita- modo da non avere potenziali
liani connessi, ma un numero successori decenti fra le
del tutto rispettabile, ancor di scatole.
più se raccolto in un solo gior- Bruno Cipolla
no, per far partire una nuova
mobilitazione online. Vedre- è SE TREMONTI è
mo. Anche su Internet, natural- prudente dimostra di essere
mente. Fotomontaggi e contributi responsabile. Se le tasse non si
f.mello@ilfattoquotidiano.it creativi in Rete per festeggiare possono abbassare è perchè i
il raggiungimento del quorum ricchi le evadono.
al referendum Lela

I FILM LO SPORT è IL CORAGGIO di

spendere Maroni puoi
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
L’ISOLA DEI CASSINTEGRATI permettertelo con i tuoi soldi
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
I FURBETTI DEL COMODINO non con quelli degli italiani!
Lo scandalo Aiazzone non Non ci vuole coraggio, ci vuole
17.20 Io & Marley SCH 16.00 Ciclismo, Tour de Suisse
coinvolge “solo” le migliaia di competenza a risolvere i
17.25 Impatto Criminale SCM 2011 4a tappa: Grindelwald -
clienti truffati, quelli che hanno problemi. Avete dimostrato di
17.30 Biancaneve e gli 007 Huttwil, 198,4 Km (Diretta) SP2
pagato milioni per merce mai recapitata. Gli stessi non averla e allora, cambio!
nani SCF 16.30 Golf, PGA European Tour che per rabbia – ma solo pochissimi fra i tanti Avanti un altro governo e se
17.55 Il pesce innamorato SCC 2011 BMW Italian Open: 3a truffati – lo scorso 2 giugno hanno assaltato il punto anche questo non sarà
18.45 Last action hero SCF giornata (Replica) SP3 vendita di Pognano della Bergamasca, rubando all’altezza della situazione
18.55 What women want SC1 18.00 Basket, Serie A maschile divani e poltrone. Prima ancora sono coinvolti gli come questo, cambio! Finchè
19.00 G.I. Joe - La nascita dei 2010/2011 Playoff - Finale, Gara 2 850 lavoratori Aiazzone ed Emmelunga, 6 mesi non si troveranno le persone
Cobra SCM Montepaschi Siena - Bennet senza stipendio ed ora senza lavoro. È Carmine giuste, sperando che nel
19.20 A time for dancing SCP Cantù (Sintesi) SP2 Improta, del punto vendita di Mariglianella (NA), a frattempo l’Italia non finisca
19.20 Questione di cuore SCH 19.00 Ciclismo, Tour de Suisse contattatarci: “Per favore parlate di noi, siamo come la Grecia.
19.30 Whipped SCC 2011 4a tappa: Grindelwald - disperati – racconta – non possiamo fare nulla, Cittadina
21.00 Acqua e sapone SCC Huttwil, 198,4 Km (Replica) SP3 neanche occupare il punto vendita. I curatori
21.00 Grey Gardens SCP 19.00 Wrestling, WWE fallimentari hanno pignorato tutto, staccato acqua e è DILETTANTI allo
21.00 Il nemico alle porte SCM Experience SP2 luce proprio per impedircelo”. Gli sbaraglio. Gente attaccata alla
21.00 Una bionda in carriera SCF 20.00 Wrestling, WWE imprenditori noti come i “furbetti del poltrona e pronta a tutto, pur
21.10 Paranormal Activity SCH Domestic Raw SP2 comodino”, Renato Semeraro, Giovanni di non lasciarla, anche di far
21.10 Prima tv Blindness SC1 21.00 Tennis, Grande Slam Borsano e Giuseppe Gallo, sono stati arrestati a saltare per aria le finanze
22.40 New Moon SCF 2007 Wimbledon finale maschi- marzo. Ma recuperare gli stipendi dei lavoratori nazionali.
22.45 World On Fire SCH le: Roger Federer - Rafa Nadal sarà dura, per il complesso sistema di Doctor no
22.50 Shaolin Basket SCC (Replica) SP3 aziende/scatole cinesi creato dai furbetti: B&S,
22.50 L'ombra del sospettoSCP 22.45 Basket, NBA 2010/2011 Emmeuno, Emmedue, Emmecinque, Holding è LA LEGA sfiducia
23.20 A perfect getaway SCM Playoff - Finale, Gara 6 Miami Aiazzone, ognuna di queste con un diverso Tremonti, Berlusconi litiga con
23.20 Natale a Beverly Hills SC1 Heat - Dallas Mavs (Replica)SP2 curatore fallimentare. “Devono aiutarci – continua Tremonti. Ma sto Tremonti, è
0.25 In Good Company SCP 1.00 Ciclismo, Tour de Suisse Carmine – noi lavoratori abbiamo costruito lo stesso ministro nominato
0.25 Final fantasy SCH 2011 4a tappa: Grindelwald - Aiazzone ma non ci è rimasto nulla. Non possiamo nel governo capeggiato dal più
0.35 L'ultimo capodanno SCC Huttwil, 198,4 Km (Replica) SP3 occupare? Allora ogni 2 giorni manderemo email a grande statista degli ultimi 150
ministero e anni che tutto il mondo ci
curatori per farci è MEZZO MILIONE PER VENDOLA invidia, o fa parte di un
sentire”. RECORD DELLA PAGINA FACEBOOK esecutivo guidato da
RADIO Per chi vuole
aiutare gli 850 di
Aiazzone, su
Grande euforia tra le Fabbriche di Nichi
Vendola non solo per l’esito del
referendum, ma anche per un nuovo
Bertinotti? Ma andassero a...
Un paese sull’orlo di un
baratro per trovare uno
è ANONYMOUS VS “POLICIA”
A “Radio3 Mondo” in Belgio: PER L’ARRESTO DI TRE HACKER
isoladeicassi- record raggiunto dalla pagina Facebook di
ntegrati.com il testo “Nichi”: domenica notte è stato superato
stipendio al Trota e a suo
padre, gente senza arte ne
vivere senza governo Il sito della Polizia nazionale spagnola
è stato bloccato per breve tempo
dell’email da inviare. quota mezzo milione di fan. Si tratta, parte.
Si può vivere un anno senza premier, senza ministri, (di Michele Azzu) afferma una nota di Sel, del politico Jack Flash
dagli hacker del gruppo
senza sottosegretari? In Belgio è possibile. Dopo le ele- europeo con il maggior numero di fan.
“Anonymous”. Lo riferisce la Bbc
zioni politiche del 13 giugno 2010, quando per la prima Nella nota si spiega anche che, secondo è S embrerebbe il gioco delle
spiegando che l’attacco è stato
volta nella storia del Paese la Nuova alleanza fiammin- www.baroncelli.eu, il sito italiano che tre carte, Tremonti e solo un
condotto per ritorsione all’arresto di tre individui di
ga di Bart de Weber ha riportato la maggioranza dei conteggia la popolarità dei politici italiani su ministro del tesoro, e tutto
nazionalità spagnola che, a detta della polizia, sarebbero
voti tra la popolazione di lingua fiamminga, ancora Facebook, dopo il leader di Sel, al secondo quello che a fatto si può
membri “rilevanti” del gruppo. I militanti informatici sono
nessun esecutivo in vista perchè i rappresentanti dei posto si piazza Berlusconi con 306.957 fan, riassumere in una mediocre
riusciti a neutralizzare il sito www.policia.es per circa
principali partiti sembrano lontani dal trovare una seguito dal sindaco di Napoli De Magistris tenuta dei conti, e meno male
un’ora nella tarda serata di domenica, anche se le autorità
soluzione e, passata l’estate, si profila l'ipotesi di un 251.538, Di Pietro con 223.223, Bersani che non ha replicato la famosa
spagnole hanno spiegato solo che il sito era
ritorno alle urne. Stefano Cingolani ne parla con Alber- con 56.480, Veltroni con 31.916, Casini finanza creativa, la
semplicemente bloccato. Gli Anonymous rivendicano
to D’Argenzio, free lance da Bruxelles. con 18.758. Vendola, a questo punto, si responsabilità deve essere
E ancora:Amina, la blogger siriana che raccontava le
online l’attacco e smentiscono che le tre persone
piazza al 17/o posto nella top ten mondiale, assunta dal capo e dagli altri
proteste contro il regime ed era poi stata arrestata dal- arrestate facciano parte del gruppo: “Non hanno arrestato
guidata da Barack Obama, e sorpassa la cortigiani al governo, il
la polizia, scatenando una campagna internazionale per nessun membro di primo piano – si legge nel comunicato –
Monarchia inglese. La pagina è nata nel ragioniere se in disaccordo
la sua liberazione, non è mai esistita. Dietro al suo blog perché non abbiamo membri di primo piano”.
novembre 2009; il 20 agosto 2010 il primo può certamente dimettersi,
c’era un americano che viveva ad Edimburgo. Se ne importante giro di boa quando per numero non sentiremo la sua
discute con Riccardo Luna, direttore di Wired. di fan il governatore pugliese ha superato mancanza.
Radiotre 11,30 il presidente del Consiglio. Poetinozzo
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PIAZZA GRANDE
Le conseguenze delle urne
Il quorum della svolta
L’uragano
perfetto
di Furio Colombo
USO L’ESPRESSIONEdei
meteorologi quando inten-
dono spiegare il combinarsi
di circostanze insolite per
scatenare una tempesta mol-
to più grande e molto più po-
tente del solito. È esattamen-
te ciò che è accaduto in que-
ste ore in Italia: una parte-
cipazione ai referendum sen-
za precedenti da decenni, il
raggiungimento e il supera-
mento del quorum molto al
di sopra della pur difficile
prescrizione della legge,
l’approvazione di tutti i que-
siti con un voto alto e uni-
voco che vuol dire: voto po-
litico, con clamorosa e deli-
berata intenzione. Si aggiun-
ga che tutto è avvenuto men-
tre una potente forza di go-
verno, una larga maggioran-
za parlamentare, un vasto
dominio dei media (soprat-
tutto le televisioni) un’espli-
cita e ostentata presenza di
Berlusconi e di tutti i suoi
proconsoli alla testa di un ri-
fiuto sprezzante di ciascun
quesito e di tutto il referen-
dum, hanno dato un segno
(politico) e un senso (pren-
dere o lasciare) a tutta la vi-
cenda.
MA ECCO COME si è ve-
rificato il perfetto uragano. I
cittadini dovevano decidere
se partecipare, come chiede-
vano i referendari, o andare al
mare come è stato raccoman-
dato dal capo del governo,
della maggioranza, della qua-
si totale forza mediatica, di
quasi tutto il potere disponi-
bile in Italia. Hanno voltato le
spalle al gonfio potere berlu-
sconiano che dura da un ven-
tennio e hanno partecipato
in numero ampiamente supe-
riore a quello richiesto dalla
legge. Dunque il primo ingre-
diente dell'uragano perfetto
è la partecipazione, un vero e
proprio appassionato ed
esplicito impegno politico. Il
secondo è il voto. Si è veri-
ficata una quasi completa
coincidenza tra partecipazio-
ne ampia e sicura (il famoso
quorum) e ogni singola rispo-
sta alle domande espresse
nelle quattro schede referen-
darie, domande molto diver-
se l'una dall'altra. Tutte (ov-
vero una maggioranza intor-
no al novanta per cento) han-
no ottenuto il “sì” che, come
si sa, vuol dire un “no” a leggi,
decisioni e proposte del go-
verno di Berlusconi. Quattro
respingimenti nel modo net-
to e brutale che, in altri tem-
pi, sarebbe piaciuto a Maroni,
purché avvenisse in mare e
contro disperati.
Qui il respingimento avviene
nei confronti di un potere
esteso ad ogni ganglio e
aspetto e dettaglio della vita
italiana e della vasta onda di
conformismo e di opportuni-
smo che ha sostenuto il po-
tere di Berlusconi per oltre di-
ciotto anni praticamente
SECONDO TEMPO
gognato l'Italia agli occhi del
mondo (vedi l'ultimo numero
di The Economist). I votanti di
quel respingimento-cancella-
zione sono, benché sia imba-
razzante per tutti coloro che
hanno fatto finta per tutti
questi anni di essere la voce
di “tutto il popolo italiano”,
quasi il cento per cento dei
partecipanti ai quattro refe-
rendum. La dichiarazione è
La risposta al drammatica e politicamente
una vera svolta a U rispetto al
referendum è un passato.
Ma il quarto, straordinario in-
vasto e netto grediente è questo: si poteva
rifiuto che chiude votare per o contro Berlusco-
ni senza doversi porre l'altra
un intero periodo domanda: “Chi, invece?”. Per
la prima volta si poteva, anzi
storico si doveva dire ciò che ciascu-
no pensa di Berlusconi: ri-
Il vero verdetto spetto, stima, apprezzamen-
è la liberazione to, fiducia.
del Paese LA RISPOSTA È STATA
un vasto e netto rifiuto, un
da un ventennio “no” risonante che chiude un
intero periodo storico. Nega-
“ad personam” re tutto ciò, come ha tentato
di fare il ministro della Difesa
La Russa al Tg3 subito dopo i
risultati del voto, mentre mo-
strava di non sapere l'annun-
cio di Bossi sul ritiro delle
truppe italiane nelle missioni
del mondo, e ostentava un
ciuffo di capelli del tutto nuo-
vo (con cui evidentemente si
appresta ad affrontare corag-
giosamente la nuova epoca)
appare infantile ma anche
ininterrotti (qualche volta ha inutile. Di ciò che era il ber-
governato Prodi o il centro- lusconismo, dopo il perfetto
sinistra ma le notizie le dava uragano, non restano che ro-
comunque Berlusconi mo- vine. Il resto, ovvero la Re-
strando e vendendo l'Italia pubblica italiana, bisognerà
che voleva). ricostruirla da capo. Con un
La terza condizione per il per- pensiero grato e solidale a
fetto uragano è il legittimo quel buon cittadino che è il
impedimento. Qui non entra capo dello Stato. Ha detto
né la suggestione per la paura chiaro, e lo ha detto subito:
del nucleare dopo Fukushi- “Io vado a votare”. Ha irritato
ma, né l'amore per l'acqua li- un po’ il giornalista Magdi C.
bera, l'acqua bene comune, Allam, dimostrando che, per-
che ha spinto milioni di ita- sino con l'ottanta per cento
liani a tracciare un segno ben di gradimento, non si può pia-
fermo sul sì della scheda. Qui cere proprio a tutti. Gli altri
il punto è la liberazione del cittadini, però, hanno ap-
Paese dalle vergognose leggi prezzato, hanno capito, han-
ad personam che hanno sver- no votato.
Noi e loro
É di Maurizio Chierici
LA RIVOLTA
DI CAORSO
ino a ieri Caorso era la capitale del nucleare reinventato dal
F povero Scajola, capitale della Lega e del Cavaliere, 71 per
cento di preferenze nell’ex pianura rossa. Signori di tutto.
Pregavano chi li aveva votati: “Io sto a casa, voi state a casa, loro
stanno a casa”. Ma la conta degli elettori fa sapere che il 55 per
cento ha disobbedito: 26 punti in meno ai partiti al potere.
Votava chi è nato mentre accendevano il reattore. Votava chi ha
visto crescere il mostro coi piedi nel Po. Hanno attraversato
trent’anni nel tremore che affievolisce quando il vecchio
referendum addormenta la centrale trasformata in cassaforte di
barre radioattive da qualche mese sepolte in Francia. Restano
8700 fusti nel bunker-cimitero dove si conservano scorie sigillate
dalle radiazioni “soppor tabili”: guanti, tute, scarpe, saponi delle
docce di chi lavorava attorno al nocciolo immerso nella piscina e
doveva sciogliere nell’acqua i veleni della zona proibita. Non una
goccia inquinava il mondo normale. Fra cento o duecento anni
saranno reperti inoffensivi nel museo di un’avventura pagata oro
e mai cominciata. Sopravvivono tecnici e uscieri di guardia a quel
niente che stava per rinascere ed è cancellato. La convinzione
contadina fa sapere che senza il Cavaliere contro, sarebbe stato
difficile seppellire il reattore. Non posso dire cosa diventa tutto
ciò che tocca. La convivenza col nucleare immaginario aveva
cambiato la vita di cinque mila persone: nuove case, vetrine come
Martedì 14 giugno 2011
La centrale di nucleare di Caorso (FOTO ANSA)
Festa a Roma per l’esito del voto (FOTO LAPRESSE)
Nessuna ambiguità
Quattro volte
“vattene”
Il regime non ha che l’Italia lo amava e lo vo- ché il paese ha dichiarato so-
leva al governo oggi e al Qui- lennemente e definitivamente
più armi per rinale subito dopo. Due mi- che se ne deve andare, il re-
lioni di “disertori” li aveva gime vomiterà a tambur bat-
farcela; ora tocca con certezza fra gli italiani al- tente tutti i mostri che aveva
all’opposizione l’estero, dove il massimo di in programma per i prossimi
partecipazione era stato del due anni, dalla distruzione per
non offrire alcuna 40% alle politiche del 2008. legge della giustizia (la chia-
mano “riforma”) all’epurazio-
sponda, alcuna SU ALTRI 14 MILIONI po- ne totale dei giornalisti-giorna-
teva contare con assoluta tran- listi da una tv che dovrebbe
stampella quillità, visto che due settima- essere pubblica.
agli zombie ne fa, al primo turno delle co- Non ha più le armi per farcela,
munali (con infinità di liste an- però. A meno che non siamo
agonizzanti che clientelari) l’affluenza era noi a fornirgliele di nuovo, in
stata inferiore al 72%. Bastava un masochistico slancio di
Bisogna solo convincerne poco più di 9 mi- “servitù volontaria”. La re-
lioni, insomma, appena il 19% sponsabilità di quanto accadrà
chiedere le elezioni degli aventi il diritto in Italia. in Italia nelle prossime setti-
Berlusconi e Bossi hanno rei- mane è delle opposizioni, di
teratamente invitato i cittadini tutte le opposizioni (società
al non-voto, Maroni ha cercato civile compresa). Nessuno –
di tenerli a casa nelle ultime partiti, movimenti, testate
ore dichiarando che il quorum giornalistiche e web, singoli
era già raggiunto, i lacché te- cittadini – può sottrarsi agli
levisivi di Berlusconi che qual- imperativi urgenti e inaggira-
cuno insiste a millantare per bili del “che fare?”. Del non-fa-
“giornalisti” sono arrivati a re, in primo luogo. Nessun in-
cancellare dagli schermi il vo- ciucio, nessuna sponda, nes-
to del presidente della Repub- suna stampella, in favore di un
blica (è la prima volta che ac- pezzo di regime contro l’altro.
di Paolo Flores d’Arcais cade nella storia della Rai), in- Oggi c’è solo da imporre le
somma hanno fatto “di tutto e elezioni anticipate al più pre-
L’ITALIA CIVILE non ha di più”, letteralmente “carte sto, con l’obiettivo di liberare
vinto, ha STRAVINTO. Il refe- false”, ma sono riusciti a con- il paese non solo da Berlusco-
rendum ha detto quattro “vat- vincere appena 5 milioni e ni ma dal berlusconismo, que-
tene!” inequivocabili al regi- mezzo di italiani. sto avvitamento di inciviltà
me berlusconiano delle cric- Il regime è finito. È lo zombi di che ha ridotto l’Italia a mace-
che, delle mafie, dei prosse- uno zombie. Se riuscisse a ria- rie. Elaborando un program-
neti, delle menzogne. Lascia- nimarsi sarebbe solo colpa no- ma di pochi punti essenziali e
mo parlare i numeri. Gli aven- stra o di coloro che ci “rap- conseguenti, perciò: legge
ti diritto al voto erano 50 mi- presentano” nelle istituzioni. draconiana sul conflitto di in-
lioni e 400 mila, di cui 3 mi- Ma un regime “finito” è più pe- teressi, abrogazione di TUTTE
lioni e 300 mila all’estero. Al ricoloso che mai. Berlusconi e le leggi-vergogna e ad perso-
regime bastava convincerne i suoi scherani sono ormai nam, restituzione delle fre-
25 milioni duecentomila e dentro il finale del film di Nan- quenze commerciali tv al plu-
rotti a restare a casa, e Ber- ni Moretti Il caimano, quando il ralismo, azzeramento e rico-
lusconi avrebbe spurgato urbi golpismo strisciante prova let- struzione della Rai sul modello
et orbi, con gran nacchere di teralmente a dar fuoco al Pa- Banca d’Italia, riforma istitu-
minzolini vespe e altri sgarbi, lazzo di Giustizia. Proprio per- zionale che colpisca la casta
(una sola camera legislativa di
cento deputati, un Senato di
“difensori civici” formato dai
in città e un piccolo benessere che continua a sgocciolare. Stanno
per arrivare gli ultimi 4 milioni che il comune prevede nel bilancio,
sindaci delle 50 città più im-
ma che il Cipe si ostina a non firmare. Alimentano abitudini nelle
quali l’attenzione di Roma ancora avvolge i temerari delle zone
portanti e delle altre 50 a sorte
e rotazione annuale, primarie
vincolanti inserite nel proces-
pericolose nella speranza di un futuro promesso che non c’è più. so elettorale ordinario, massi-
Strade a lucido, autobus gratis per chi studia e lavora nelle città.
Benefit cancellati. Economia di cipolle, grano e latte. Era il
mo di due mandati, sistema di
incompatibilità fra incarichi),
palazzone dei pericoli ad addolcire la vita delle generazioni
cresciute attorno all’atomo. Non proprio l’Alto Adige, ma una
processo breve, cioè abroga-
zione della prescrizione dopo
il rinvio a giudizio, riduzione
protezione niente male. Ecco perché il paese si è diviso: metà Sì e
metà No, poche chiacchiere per spiegare perché. E volantini che
arrivano in ogni famiglia. Il sindaco Fabio Calori spiega come mai
dei gradi, pene “americane”
per falsa testimonianza e
ostruzione di giustizia, salario
è rimasto a casa: governava assieme alla Lega, ma il suo vice
minimo di mille euro (e cre-
leghista è in disaccordo e il consigliere Lucchini, radici An, segue
scente con la precarietà del
Fini col suo Futuro Caorsano. Pollice contro. Galleggia su una contratto), nuovo welfare con
maggioranza di due voti dopo aver rinunciato al lavoro per la
reddito di cittadinanza, guerra
politica a tempo pieno, 4 mila euro lordi al mese, stipendio all’evasione fiscale come fosse
gonfiato dagli aiuti di Roma. L’affreschino del piccolo paese
rapina...
riproduce l’affrescone nazionale. Il disastro marcia sulla capitale.
Anche la Chiesa (il parroco, non il Papa) si è tenuta al di sopra:
I PARTITI di centrosinistra
mesi fa un dibattito senza indicazioni. E poi silenzio, anche se devono dire subito se accet-
qualche sussurro segreto invitava a “ragionare”. Nel referendum tano le primarie senza “truc-
’87 la catena umana che rifiutava il mostro. La catena di questa chi” e se vogliono nella coa-
vigilia si è fermata due chilometri dopo, organizzata da volontari lizione liste di società civile,
venuti da fuori, perché i cerchi dell’inferno di Fukushima ovviamente “scomode” per-
annunciavano deserti con dentro Milano, Cremona, pianure del ché faranno concorrenza alle
Grana Padano e Parmigiano Reggiano, e la catastrofe del grande loro nomenklature. Cinci-
fiume che arriva al mare: 80 milioni di animali (pietanze delle schiare nell’ambiguità signifi-
tavole d’Italia) da abbattere. Eppure nessun allarme visibile.
cherebbe consentire a Berlu-
sconi di riprendersi, sarebbe
Caorso restava prudente nel fatalismo. Invece: bene Pd, bene complicità (per omissione)
verdi ambientalismi, male per i verdi leghisti, disastro per i popoli
col suo progetto infame e ago-
della libertà. Sembravano intoccabili. Eccoli lì. nizzante di fascismo post-mo-
mchierici2@libero.it
derno.
Martedì 14 giugno 2011 pagina 23

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

7 FALSA O VERA
L’IDENTITÀ IN RETE?
I colori delle piazze
LA VIGNETTA aro Furio Colombo, ho letto e bello e buono. Eppure non è il punto. Il
e la voglia di partecipare
Che belli i colori delle piazze!
C riletto la storia del deputato
americano Weiner che si è messo
punto è lo sdoppiamento, un fatto talmente
intimo, istintivo e persuaso (ovvero non
Che belli i sorrisi dei ragazzi! nei guai perché ha esposto se percepito con realismo dall’interessato) che
Davvero un’energia pulita quel- stesso in rete in atteggiamenti che in alcune auto-immagini lo si vede in
la che viene fuori da questa si possono definire “indecenti”. Ma “quelle pose” (cito dai giornali americani)
giornata di festa. Una festa della la domanda è: la rete può ma si vedono anche, sul fondo
gente, delle persone; di tutti diventare davvero una seconda vita dell’inquadratura, una foto con Hillary
quelli che si sono messi in mo- che fa da spia sulla prima vita? Clinton e una con altri politici importanti.
vimento da soli, armati solo del Reginaldo L’impressione, direbbe lo psichiatra, è che
proprio senso civico e della Weiner abbia vissuto spensieratamente lo
propria voglia di partecipare. IN APPARENZA la storia è sdoppiamento e non abbia percepito il fatto
La democrazia davvero ha un semplice: un deputato, democratico e che c’è un solo Weiner, che ha una sola vita
suono più limpido e completo liberal, con un ottimo passato e un e una sola reputazione. Senza dubbio,
quando le persone sfidano chi promettente futuro politico, Anthony nonostante le intenzioni, il deputato
chiede loro di restare a casa e Weiner, si ritiene anche di bell’aspetto e americano si dimetterà. Il suo è un Paese
“vogliono” fortemente far con- non solo nell’immagine quotidiana, ma severo con i personaggi pubblici e la
tare il proprio voto. anche in quella fisica e privata. Ha voluto questione, per i suoi elettori, non è la
Agnese esibirla in rete. Si è verificato così uno disputa sulla rete o sull’adulterio, ma un
sdoppiamento fra vita pubblica e fantasia comportamento certamente improprio e
Internet ci può privata, come se il deputato Weiner fosse certamente dal punto di vista dei cittadini,
diventato due persone, una il cordiale maleducato e offensivo. Resta aperto il vero
portare in salvo signore in grigio eletto sei volte al dibattito: se la rete sia non solo un veicolo
Credo che il dato più sorpren- Congresso, l’altro uno uomo spregiudicato inedito di notizie ed eventi che altrimenti
dente e straordinario che si af- ed esibizionista che si sente libero dalle non si sarebbero mai conosciuti, ma
ferma con il superamento del pagna referendaria abbiamo vi- zo e un ego smisurato e pa- regole che vincolano tutti. In apparenza la funzioni anche come un Wikileaks della
quorum sia il capovolgimento sto magari piazze non pienis- tologico, non lo farà e conti- storia si complica con il fatto che il clone vita privata di ciascuno. Posso citarmi? È ciò
di tutte le logiche della “vec- sime, ma una quantità indu- nuerà a mostrare un sorriso ar- esibizionista del deputato di successo che avevo raccontato, nel 1999, nel mio
chia” politica. Una netta mag- striale di messaggi brillanti e di tefatto ed apparentemente im- dedicava lo spettacolo di se stesso non al libro “Privacy”.
gioranza di cittadini italiani è idee fantasiose condivise da un perturbabile, simulando di es- mondo, come spesso accade in questi casi,
andata a votare in un referen- “popolo” che aveva tanta voglia sere un leader e di avere il con- ma a sei specifiche e realmente esistenti, Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
dum che è stato osteggiato in di partecipare. Il silenzio ver- trollo della situazione, atten- “fidanzate” di rete. C’è chi si arrovella 00193 Roma, via Valadier n. 42
ogni modo (separando la data gognoso dei media “tradiziona- dendo la fine della legislatura e intorno al problema se questo sia adulterio lettere@ilfattoquotidiano.it
del voto da quella delle ammi- li” è stato colmato dall’inces- l’età per non essere più incar-
nistrative, sabotando il quesito sante circolazione di contenuti cerato, come accadrebbe in un
sul nucleare, ecc.). La mobili- sulla Rete. Si tratta di un cam- paese normale e minimamente
tazione è arrivata davvero “dal biamento storico che porta civile con tutte le pendenze pe-
basso”, non si tratta di un luogo grande speranza: anche in un nali che lo zavorrano e lo ren- non considerare tutto ciò, e se italiano e alcuni politici noti si ro posizioni, mai dettate da no-
comune. Certo è stato impor- paese in cui giornali e televi- dono improponibile ed inac- la Commissione Parlamentare sono prodigati a chi onorava bili cause, ma solo da torna-
tante anche l’impegno dei par- sioni sono allacciate a interessi cettabile per qualsiasi incarico d’inchiesta è arrivata prima del- meglio le terga del loro leader e conti personali: mi fanno tre-
titi di centrosinistra (anche se il molto diversi dalla libertà di pubblico. In ogni caso la fine la Magistratura a scoprire par- padrone, non mi resta che fare mendamente pietà. Oggi ho
Pd ha cominciato a muoversi stampa, finché rimane un im- per lui e per i suoi complici è ticolari che possono far arri- alcune considerazioni dovute aderito con qualche perplessi-
solo sulle ali dell’entusiasmo menso spazio libero di discus- ormai segnata e vicina, ma cre- vare all’accertamento della ve- al mio modo di fare politica, tà a Fli, le perplessità nascono
delle elezioni amministrative, sione e circolazione delle infor- do siano troppo arroganti per rità sul massacro di via dei che non concepisce una sud- dal comportamento incom-
quando ha capito che il quorum mazioni, il nostro diritto alla capirlo fino in fondo... Georgofili, il Senatore Pisanu lo ditanza palese, rinunciando del prensibile avuto dai dirigenti
era alla portata), ma gran parte verità e alla partecipazione è Claudio Martinotti Doria renda noto e in fretta, perché tutto al proprio orgoglio per- subito dopo il congresso fon-
del merito va a quella società salvo. sono 18 anni che aspettiamo sonale. Vedere personaggi po- dativo svoltosi a Milano, dove
civile che ha promosso questi Federico Lombardi La verità giustizia per i nostri morti e i litici che hanno venduto per un già il giorno successivo si erano
referendum con coraggio e con nostri feriti ampiamente vilipe- posto ben remunerato (il seg- formate le correnti, ma io amo
una sconfinata fantasia. Proprio Sarebbe ora sulle stragi del 1993 si fino ad oggi. gio) i loro convincimenti mi de- la politica e questa è l'ultima
questo è l’aspetto più entusia- Il presidente della Commissio- Giovanna Maggiani Chelli prime. Ho servito con onestà e occasione che mi do, in un par-
smante: l’obiettivo politico del di dimettersi ne parlamentare Antimafia Presidente “Associazione tra i lealtà per quattro anni tito di destra moderna che si
quorum ha scatenato le ener- Berlusconi, che ha boicottato i chiama in causa le stragi del familiari delle vittime della strage di (2004-2008) L’On. Mussolini rifà alla legalità, accoglienza e
gie più brillanti. E i veicoli at- referendum con tutta la poten- 1993 e noi siamo fortemente via dei Georgofili” ricoprendo l’incarico di Coor- modernità. Come elettore di
traverso cui si sono espresse za di fuoco mediatica e dei suoi d’accordo con lui, invocando dinatore Provinciale di Milano Destra mi sento particolar-
sono i più diversi e originali. In cortigiani, ha avuto conferma una legge che punisca severa- Le borse di studio per Azione Sociale, partito mente offeso quando il Fatto
questo contesto, il contributo che non rappresenta più che mente chi candida persone in- fondato dalla Mussolini quando equipara questi personaggi
della Rete è stato a dir poco una esigua ed insignificante degne. Infatti avremmo voluto di Renata Polverini in polemica con L’on. Fini ab- squallidi e inqualificabili a po-
fondamentale. Una buona idea percentuale di italiani (che si fortemente che il Presidente Con disappunto ho appena vi- bandonò AN, quindi parlo con litici di destra, scusate ma la de-
non ha bisogno necessaria- può contare con le dita di una Pisanu venisse a Firenze il 26 sto al Tg3 un servizio su una cognizione di causa. Dirò di stra è altra cosa (legge, ordine
mente della partecipazione fi- mano), politicamente e moral- Maggio 2011 al Convegno in borsa di studio per gli studenti più, sono stato nominato de- e senso dello stato e delle isti-
sica di una piazza, ma è suffi- mente non è più legittimato a Regione Toscana intitolato meritevoli. Nulla in contrario legato nazionale al primo con- tuzione). Ero e rimango un So-
ciente che sia messa in circolo e governare, quindi si dovrebbe “l’accertamento della verità per le borse di studio anzi, que- gresso Pdl nel marzo 2009, cialista Mussoliniano.
che raggiunga quante più per- dimettere immediatamente, sulle stragi del 1993”, a dire sta è una borsa di studio per gli quindi li conosco abbastanza Un ex delegato nazionale PDL
sone possibili. In questa cam- ma siccome ha la faccia di bron- quanto afferma oggi a 15 giorni studenti più meritevoli che bene questi “signori”. Ripen-
di distanza. Tuttavia il Presiden- hanno i genitori in mobilità. La sando oggi con il senno di poi a
te Pisanu non ci trova d’accor- cosa incredibile è che ho po- tutto il mio impegno (sottraen-
IL FATTO di ieri14 giugno 1930 do là dove afferma che lo Stato
non è sceso a patti con la mafia,
tuto così vedere una Polverini
(!) consegnare questi assegni
do tempo e denaro alla mia fa-
miglia) mi sento tremenda- IL FATTO QUOTIDIANO
Un sublime “pastiche” firmato Jean Vigo, il visionario poeta definendoli solo “comporta- da Euro 500 (cinquecento!) e mente truffato da questi pa- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
del cinema francese, il più irregolare dei registi di sempre. menti individuali di alcuni”. Pur farsi inquadrare mentre distri- gliacci pronti a modificare le lo- lettere@ilfattoquotidiano.it
“Voglio provocare nausea, repulsione” aveva detto a un premettendo fortemente che buiva questa MISERIA (secon-
pubblico d’avanguardia, la sera del 14 giugno ‘30, saranno le indagini giudiziarie do me, è un’umiliazione nel-
presentando al Vieux Colombier di Parigi, “A propos de in corso e gli eventuali conse- l’importo). La Polverini si pa- Direttore responsabile
Nice”, docu-film choc sull’insopportabile fatuità della vita guenti processi a stabilire se voneggiava nell’intervista, spe-
“trattativa” fra Stato e mafia ci cificando che questa borsa di Antonio Padellaro
turistica di Nizza. Scarnificata con un montaggio turbinoso,
la Nizza degli ozi dorati, simbolo di una decadenza fu o no, noi siamo convinti che studio è assegnata a ragazzi Vicedirettore Marco Travaglio
annunciata, ne uscirà come una deforme caricatura, in cui sia arrivato il momento di am- meritevoli in quanto pur aven-
mettere che i nostri figli non do una famiglia in difficoltà han- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
le palme appaiono ridicole, la Promenade des anglais una
passerella malandata, i turisti acchittati, solo maschere sono morti solo per mano di no continuato a studiare. Co- Progetto grafico Paolo Residori
ciondolanti. Spogliato di ogni glamour, il bel mondo della mafia. L’attentato di via dei s’é, una Polverini in versione Redazione
Côte d’Azur è ripreso come un grottesco girotondo di Georgofili è avvenuto soprat- De Amicis? Tutto è buono per 00193 Roma , Via Valadier n°42
vecchi,morbosi vacanzieri miliardari, rattrappiti nei loro tutto per colpa di errori gra- la sua propaganda! tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
vissimi che lo Stato ha fatto, e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
rituali. Il casinò, il Carnevale, il tennis, gli yacht, i grand Paolo
sito: www.ilfattoquotidiano.it
hotel. Tutto senza storia e senza parole, in feroce contrasto considerando che il 14 Maggio
visivo con i giovani che escono sfiniti dalle fabbriche, i 1993 in via Fauro la mafia aveva Vi prego, Editoriale il Fatto S.p.A.
Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
bassifondi, i mendicanti dolenti, l’acqua marcia dei rivoli, i già colpito e gli organismi di
pensionati tristi sulle panchine. Ricchi e poveri, sarcasmo e Stato lo sapevano ampiamente non chiamatela “destra” Presidente e Amministratore delegato
poesia. Capolavoro punk ante-litteram di un genio che era stata la mafia. I morti di Dopo lo spettacolo deprimen- Giorgio Poidomani
anarchico, sopravvissuto solo nelle piccole sale d’essai. Firenze potevano essere evita- te presso un teatro di Roma Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli ti, il Presidente Pisanu non può dove il meglio del giornalismo Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
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