È ufficiale: dopo Annozero la Rai perde l’altro programma

record, “Vieni via con me” di Fazio e Saviano. Bel colpo y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!z!.!$!@
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Giovedì 23 giugno 2011 – Anno 3 – n° 148 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

“È UN GOVERNO INUTILE” Il Papa Tedesco

di Marco Travaglio

“MOSTRI, STRONZI, MIGNOTTE” A

questo punto sarebbe il caso di farla finita con
le ipocrisie e approvare una legge di due righe
che dica: i parlamentari non si possono
arrestare mai, qualunque cosa abbiano fatto,
nemmeno in flagranza di reato, neanche se stanno
assassinando la moglie. Una legge che, per coerenza,
La P4 al telefono: Scaroni, gran capo dell’Eni, liquida Berlusconi dovrebbero votare tutti i partiti che negano
regolarmente l’autorizzazione all’arresto dei
Bisignani sbeffeggia la Brambilla. Insulti ad altri politici Pdl parlamentari (Pdl, Lega e Udc), o magari ogni tanto
votano Sì per fare bella figura, ma solo dopo aver
Nuova inchiesta su gas, petrolio e massoneria: riecco Pacini Battaglia accertato che vincerà il No (Pd). Finora il solo partito
che ha sempre accolto le richieste dei magistrati è

La Cloaca I nuovi verbali:

di Paolo Flores d’Arcais
dc
era una volta la “Casta”, ma era tanto tem-
il salvataggio PAPA & PAPI
l’Idv. E garantismo e giustizialismo non c’entrano
nulla, c’entra solo la Costituzione: che non affida al
Parlamento il compito di stabilire se un parlamentare
della Santanchè, debba essere arrestato oppure no (compito che spetta
i fondi ai giornali in esclusiva al Pm e al Gup), ma solo quello di
amici, la Carfagna accertare che il mandato di cattura non sia fondato sul

C’ po fa, ed era solo la “donna dello scher-

mo”. Dietro cui operava il vero “doppio
Stato” che col regime di Berlusconi ha
potuto scatenarsi senza più freni nella saturazio-
ne di tutte le arterie e i gangli vitali del potere. Il
“caso Bisignani” rende evidente e irrefutabile
questa “cloaca”, e il coro quasi unanime, troppo
unanime, dei “minimalisti” che negano l’esisten-
za di reati e ne fanno una questione di mero cat-
tivo gusto (Il Foglio di Giuliano Ferrara, ex a libro
paga Cia, prova a buttarla in burletta: Bisignani,
uno che raccomandava Edwige Fenech...) sotto-
linea solo la straordinaria pericolosità del sovver-
timento antidemocratico in atto. La formula della
“cloaca” è la progressione aritmetica: P2, P3, P4...
Pn, che non è stata fermata proprio perché settori
troppo ampi di politica, finanza, economia e an-
che magistratura (oltre che giornalismo) si sono
fatti nei decenni trascorsi “zona grigia” rispetto
alla metamorfosi dell’establishment in associazio-
ne a delinquere. L’inchiesta P3 ha evidenziato il
tentativo del regime di appro-
priarsi della magistratura, ma il
Csm è restato inerte, e Cosimo
Maria Ferri, che compare nelle in-
“innamorata”. E
forse torna la legge
bavaglio pag. 2 - 5 z
Udi Luca Telese
MINISTRI,
SENTI
CHI SPARLA
ichela Brambilla per Bisigna-
M ni è “una stronza, brutta co-
me un mostro, mignotta come
poche”. Tutti parlano male di tut-
ti nella Berlusconia che crolla. Pu-
re Briatore della sua amica Santan-
chè: “Non capisco perché il pre-
sidente l’ha messa lì”. pag. 5 z
PRIVILEGI x Più restano in Parlamento, più soldi avranno
Alfonso Papa ringrazia il premier nel giorno
del rinvio del voto sulla richiesta d’arresto (FOTO ANSA)
pag. 5 z
nulla e non sottenda dunque un fumus persecutionis.
Bene, nei 17 anni della Seconda Repubblica, i giudici
hanno chiesto di arrestare una ventina fra deputati e
senatori per reati gravissimi e con prove schiaccianti,
eppure mai – che governasse la destra o la sinistra –
Camera e Senato hanno dato il via libera. Una
violazione continua, plateale, spudorata e reiterata
della Costituzione. Anche perché mai il diniego ai
giudici è stato motivato col fumus persecutionis, unica
motivazione consentita dalla Costituzione: si è sempre
preferito sostituirla con supercazzole prive di
cittadinanza nel mondo del diritto, ma nemmeno in
quello della logica: tipo che non si può menomare il
“plenum” delle assemblee elettive (peraltro sempre
semivuote); o che i fatti non sono poi così gravi da
giustificare l’arresto (come se le esigenze cautelari le
potesse decidere la politica); o addirittura che le prove
sono talmente schiaccianti che l’indagato anche
volendo non le può inquinare tutte (dissero persino
questo, pur di non arrestare Previti); o che un arresto
va fatto subito e non dopo mesi e mesi (infatti, per
poterlo dire, il Parlamento lascia passare mesi e mesi
prima di rispondere che ormai sono passati mesi e
mesi). Ieri è iniziata la solita melina per salvare dalla
galera Alfonso Papa, il magistrato pdl che il gip ha

tercettazioni di tre inchieste (Cal-
ciopoli, Agcom/Berlusconi, P3),
è stato trionfalmente eletto segre-
tario di Magistratura indipenden-
te. Gli anticorpi latitano.
La legge 17/1982 contro le associazioni segrete
prevedeva (prevede!) fino a cinque anni di car-
cere per i promotori di “attività diretta ad inter-
ferire...”, ma la tessera 1816 è alla testa del regime,
e la tessera 2232 è il suo capogruppo alla Camera,
e l’opposizione ci ha invitato per anni a “non de-
monizzare”, e il programma di Gelli è stato rea-
lizzato punto per punto, e i pregiudicati di Tan-
gentopoli sono stati installati in tutte le stanze di
tutti i bottoni, l’abuso d’ufficio è stato di fatto de-
penalizzato (il falso in bilancio anche), mentre
andava potenziato con l’aggiunta del traffico di
influenze (per non parlare dell’”intralcio alla giu-
stizia” con pene americane.
Ormai è improcrastinabile l’a-
zione congiunta e “giustiziali-
sta” di tutta l’Italia pulita nella
sesta fatica di Ercole: l’epurazio-
ne delle stalle. Epurazione, sì.
Serviva e serve, più che mai, una
vera e propria rivoluzione della
legalità repubblicana, di fronte
all’assuefazione per nomine
cruciali, all’Eni, alla Rai, ai Ser-
vizi, ovunque vi sia potere, che
avvengono in forma alla lettera
ob-scena (fuori scena), in spre-
gio e distruzione della Costitu-
zione. Il golpe è già servito, in
guanti bianchi. Chi continua a
minimizzare si fa complice.
Ma lo tengono in vita
per non perdere la pensione
246 deputati e 104 di Wanda Marra
senatori non hanno
e tra una settimana Fran-
maturato il diritto Smente
cesco Pionati improvvisa-
dovesse decidere di
al vitalizio. Per far mancare il suo sostegno
quasi tutti scatta a al governo, molti si chiede-
fine legislatura rebbero perché. pag. 8 z
nmilano
Expo 2015: e se
la rivoluzione fosse
lasciar perdere?
Mercalli pag. 18z
CATTIVERIE
Berlusconi chiede
un colloquio a Di Pietro:
finalmente, dopo 17 anni,
ha deciso di confessare
Di Pietro a colloquio con B. (FOTO ANSA)
Udi Paola Zanca
E DI PIETRO
CAMBIÒ
BERSAGLIO
entilissimo presidente,
“G ho ascoltato attentamen-
te il tuo intervento. Non lo
condivido, ma ti faccio i com-
plimenti per la chiarezza”. La
firma è di Francesco Colucci,
deputato pdl. Il destinatario,
Antonio Di Pietro. pag. 6 z
deciso di arrestare per favoreggiamento, concussione,
corruzione ed estorsione. Prim’ancora di leggere le
carte del gip, il Pdl e la Lega avevano già deciso che
Papa non va arrestato. L’ha detto il nuovo astro del
Popolo delle Impunità, l’on. avv. Maurizio Paniz: “Se
Papa non fosse deputato, i giudici non l’avrebbero
arrestato, infatti hanno escluso i reati più gravi”. Ci
vuol altro che bazzecole tipo favoreggiamento,
concussione, corruzione ed estorsione per arrestare
uno qualunque. Ci vuole almeno l’immigrazione
clandestina o il taroccamento di un cd. Così la Giunta
per le autorizzazioni ha subito rinviato il dossier Papa
al 29 giugno, tanto per avvicinarsi alla pausa estiva: il
relatore on. avv. Paolo Sisto (quello che una sera si
autoinvitò da Santoro) ha sentito l’irrefrenabile
esigenza di leggere non solo l’ordinanza di arresto del
gip (200 pagine), ma pure la richiesta dei pm, delle
toghe rosse (15 mila pagine). Tutto fa brodo. La
provvidenziale assenza dell’on. avv. Consolo, noto
berlusconiano travestito da finiano, ha garantito il
rinvio. Bersani s’è molto indignato: “Palude
maleodorante all’ombra dell’imperatore”. E pure il
presidente Castagnetti: “Rischiamo un’inchiesta
sull’inchiesta e il Parlamento non la può fare”. Ma va? E
che sta accadendo al Senato, dove quattro mesi fa il
gip di Bari inoltrò un mandato di cattura per il Pd
Alberto Tedesco per corruzione, concussione, falso e
turbativa d’asta, ma finora s’è fatto in modo di non
arrivare neanche al voto in giunta? Vuole gentilmente
Bersani invitare i suoi a spicciarsi ad autorizzare
l’arresto di Tedesco, così da potersi concentrare su
quello di Papa? “I politici sono tutti uguali” è uno
slogan orrendamente qualunquista. Ma non avrebbe
tanta fortuna se i politici non fossero quasi tutti uguali.
pagina 2

LOGGIA CONTINUA

è UFFICIO STAMPA PRESTIGIACOMO
Bisignani tuttofare
Si è rilevato che Bisignani,
Tutto il marcio “ utilizzando il proprio computer,
ha predisposto e pubblicato sul sito
Dagospia.com, una dichiarazione
minuto per minuto per conto dell’on. Prestigiacomo
è LEZIONI DI DIRITTO PUBBLICO
Briatore e la Corte costituzionale
Briatore: Il padre di Fabio è
“ stato nominato... Bisignani:
giudice costituzionale. Briatore:
Cos’è? Bisignani: è uno di quelli
che deciderà sul Lodo Alfano
è AL GIORNALE “SONO DEI PAZZI”
A Bisignani fanno più paura del Fatto
La pr Tiziana Biasini a Bisignani:
“ Mi fanno molta paura questi del
Fatto. Bisi replica: A me veramente
fanno molta più paura questi del
Giornale, perché sono dei pazzi

“B. NON FUNZIONA PIÙ

È TUTTO FUORI CONTROLLO”
di Marco Lillo
e Antonio Massari
n Governo che “non funziona più,

U non fa più niente” e una ministra,

Mara Carfagna, che chiederebbe
d’essere “impalmata” da Silvio
Berlusconi. Le conversazioni di Luigi Bi-
signani, intercettate al telefono, raccon-
tano un Paese allo sbando nel quale la
politica, grazie ai suoi governanti, assu-
me toni grotteschi. Nel sottobosco, pe-
rò, i faccendieri tramano per chiudere
affari e acquisire potere: al centro ci so-
no sempre l’energia, gas e petrolio, con
commesse in Russia, Qatar e Cipro. Af-
fari al centro di un’altra indagine, quella
dei pm napoletani Catello Maresca e
Marco del Gaudio, che ha in comune il
coinvolgimento dello stesso protagoni-
sta: Luigi Bisignani. Una seconda inchie-
sta che ha scandagliato nei sotterranei
del potere, facendo riemergere un altro
grande vecchio, Francesco Pacini Batta-
glia, segno che gli uomini di tangento-
poli continuano, ancora oggi - spesso al-
l’ombra del Vaticano, lo stesso Vaticano
della maxi tangente Enimont - a gover-
nare l’Italia e i suoi affari. Nel 2003 Pacini
Battaglia fu condannato a 7 anni e 3 mesi
per i fondi neri dell’Eni. Come Bisignani,
anche lui è cresciuto nel colosso dell’e-
nergia, e se il primo gestisce l’immenso
potere che gli è derivato dalle “relazio-
ni”, il secondo continua a occuparsi di
petrolio e gas. Bisogna seguire l’affare
miliardario dell’energia, e gli uomini
che lo governano, per comprendere gli
equilibri del Paese. E anche per cogliere
gli umori e i giudizi che contano. Come
quello di Bisignani che, sul governo Ber-
lusconi, ha un’idea ben precisa. E la spie-
ga all’amministratore delegato dell’Eni,
suo uomo di fiducia, Paolo Scaroni, il 25
ottobre 2010: “E’ un governo che non fa
più niente, non funziona più”. Frasi det-
te poco prima dell’appuntamento di
Scaroni con Berlusconi ad Arcore, pochi
minuti che descrivono l’andazzo di un
governo con i “ministri in rivolta” e un
totale fallimento strategico per gli stessi
interessi di Berlusconi, cioè “l’accordo
sulla giustizia”, che non può prescinde-
re da Gianfranco Fini. E Bisignani cerca
di consigliare il premier attraverso il suo
fido Scaroni.
Scaroni: …sto andando ad Arcore...
Bisignani: calcola che lui è... abbastan-
za giù, molto polemico col tuo diretto
interessato, però, insomma, lascerei
perdere perché se no poi...
S: Con chi con...?
B: Giulio, sì, sì
Bisignani al telefono con Scaroni liquida il governo
Indagine bis su gas e petrolio: riemerge Pacini Battaglia
Dagospia e la Carfagna che “vuole farsi
impalmare” dal premier
La conversazione di Roberto
D’Agostino, la rete della “nuova cricca”
e il grande business per l’energia
La ministra e Papi
Il rapporto burrascoso tra B.
e la Carfagna all’ombra del gossip
per la relazione
della ex soubrette
e il fedelissimo finiano
Italo Bocchino (FOTO ANSA)
S: Eh, lo so, oggi Draghi mi ha detto del-
le cose pazzesche di Giulio (…)
B: La situazione è assolutamente fuori
controllo (…) secondo me, il discorso
che gli puoi fare tu dall’esterno e che,
secondo me, lui può apprezzare, gli de-
vi dire... qual è l’urgenza maggiore che
hai? Se è quella di fare l’accordo sulla
giustizia, mettiti d’accordo con Fini e
falla finita, se non è quella vai alle ele-
zioni, però la cosa peggiore che stai...
che sta succedendo è questa “morta co-
ra”
complessiva, con tutti i ministri in rivol-
ta (…) l’ unica cosa che non si può fare è
andare avanti in questo modo... per cui
o fai l’accordo mangiando tutto quello
che devi mangiare, però lo consideri ne-
cessario oppure chiudi la partita (…) Io
questo gli direi, perché all’estero que-
sto spettacolo di... di un Governo che
non fa più niente non funziona più
(…)”.
Questioni d’amore
Niente funziona, dice Bisignani, ma la
guerra tra berluscones e finiani frattem-
po raggiunge livelli da implosione. E per
capirlo basta ascoltare la conversazione
del 22 ottobre 20101 tra Bisignani e Ro-
berto d’Agostino, patron del sito Dago-
spia, mentre parlano di Italo Bocchino e
Mara Carfagna e della “guerra” con Fini Il faccendiere
e la sua compagna Elisabetta Tulliani. e il n. 1 dell’Eni
D'Agostino: tesoro mio lei non centra
un cazzo però a un certo punto gli ho
detto perché ha detto quella cosa. .. io
non ho visto la puntata (…) era in tra-
smissione ad Annozero hanno affrontato
su chi c'è dietro Dagospia c'ha la faccia
“ Digli a B.
di chiudere
del culo... chi c'è dietro alla Carfagna vo- la partita sulla
gliamo scrivere?
B: gli hai detto, no?
D'A: certo ... quello che ho fatto io per
giustizia
fermare a (inc.) ho azzerato tutti pette-
golezzi di.. della Carfagna e di Bocchino
con Fini
insieme all'hotel Vesuvio in accappa-
toio mentre arriva mezza Roma (Mezza-
O fa l’accordo
roma è il cognome del compagno della
Cafagna, ndr) allora dovevamo scrivere oppure
questo .. ma vaffanculo allora dice (inc.)
stiamo in guerra tu tutti i giorni attacchi vada alle
Fini e Tulliani (…) poi è un idiota anche
perchè c'ha quest'altra scema della Car- elezioni
fagna, no (…) che è sempre più matta
perché, l'ultima che mi hanno detto che
lei vuole ... vuole veramente .. pretende
davvero la mano di Berlusconi, la sai l'ul-
tima? Veramente vuole che Berlusconi
”
fare affari con petrolio e gas. Al centro
della vicenda, oltre Pacini Battaglia, c’è
un nome poco noto, quello di Sergio Lu-
la prenda ... la impalmi. pinacci, che secondo la Finanza, può
B: ma cose da pazzi... vantare “rapporti di conoscenza e di
cointeressenza con numerosi perso-
Affari esteri naggi di spicco dell'ambiente politico,
E mentre il governo che non funziona istituzionale, economico e religioso”.
implode nella “guerra” con Fini e i gos- Lupinacci, nel suo passato, è stato socio
sip su Bocchino e la Carfagna, che vor- di dalemiani di ferro come Enrico Intini
rebbe essere sposata – secondo d’Ago- e fondatori di Forza Italia come Marcello
stino – da Berlusconi, altri personaggi, dell’Utri o imprenditori del calibro di
alcuni legati a Bisignani, si muovono per Paolo Angelucci, proprietario di Libero e

Capezzone? Fuori
GIORNALI DI LOBBY Soldi e P2 al “Velino” Le manovre della lobby per

Tracce di Frattini, Gelmini e Romano ottenere finanziamento pubblico

e fedeltà alla linea

Cne.ome la P2 anche la P4 aveva le sue

mire sul sistema dell’informazio-
Gelli e compagni erano riusciti a
mettere le mani sul Corriere della Sera, i
(presunti) piquattristi si sono accon-
tentati di puntare sul Velino. L’agenzia
di stampa quotidiana diretta da Luca
Simoni è protagonista di un capitolo
dell’informativa della Finanza di Na-
poli che è confluita negli atti del pro-
cedimento contro Bisignani, ma che
fa parte di un’indagine della Procura
di Napoli nella quale l’ex giornalista
iscritto alla P2 è stato intercettato.
Nell’ambito di questa seconda inda-
gine del pm Catello Maresca, la Finan-
za ha focalizzato tutti gli affari per i
quali Bisignani si è speso con le sue
potenti relazioni. Tra questi un posto
di spicco spetta al Velino.
Sotto la regia di Luigi Bisignani Il Velino
cambia azionariato e linea politica.
Fuori il portavoce del Pdl Daniele Ca-
pezzone, che ne era socio, entra Leo-
nardo Ceoldo, amico di massoni di
primo piano e Luca Simoni, che è il
direttore responsabile. L’agenzia –
nei progetti di Bisignani – deve diven-
tare una sorta di braccio armato nel-
l’informazione al servizio dei ministri
più vicini al lobbista, come Gelmini,
Romano e soprattutto Frattini. Una
volta preso il potere e piazzati i propri
uomini sulla tolda di comando, ecco
che arrivano i soldi, ovviamente pub-
blici.
SIMONI e Bisignani premono sul ca-
po del dipartimento editoria della Pre-
sidenza del Consiglio, Elisa Grande, at-
tivando tutti i parlamentari amici. Il Ve-
lino vuole un aumento di 400 mila euro
del contratto di fornitura di servizi con
Palazzo Chigi. La lobby funziona e i
soldi arrivano. Scrive la Finanza: “Nei
confronti della Impronte Srl, società
editrice del periodico Il Velino Bisigna-
ni mostra un interesse particolare ac-
ché la stessa ottenga il rinnovo di una
"convenzione", e il relativo aumento
dell'importo, su un contratto editoria-
le in essere con il Dipartimento per
l'Informazione e l'Editoria presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
attraverso l'intermediazione di Elisa
Grande, capo Dipartimento presso la
Presidenza stessa. In particolare, in
data 21 dicembre del 2009 Luca Simo-
ni chiede di incontrare urgentemente
il Bisignani per avere "un suggerimen-
to su cosa fare", in quanto afferma di
aver avuto notizie "veramente molto
negative" verosimilmente relative al-
l'incontro fissato il giorno successivo
con Elisa Grande, capo del Diparti-
mento Informazione Editoria presso
la Presidenza del Consiglio dei mini-
stri, per "firmare una serie di cose". Di
fatto il giorno seguente sarà la stessa
Grande a contattare Rita Monteverde
comunicandole che si trova in compa-
gnia del Simoni e che ha bisogno di
parlare urgentemente col Bisignani.
L'esito positivo dell'incontro e dell'in-
termediazione di Bisignani è stato ri-
levato in data 23 dicembre 2009, al-
lorquando la Grande comunica al Bi-
signani che “sono tutti contenti...” Poi,
secondo la Gdf Simoni esprime la pro-
pria gratitudine a Bisignani, afferman-
do ‘non so come ringraziarti’ e ag-
giunge che il Bisignani “appare as-
sumere un ruolo preponderante
nell'assunzione di decisioni ri-
guardanti l’assetto societario del-
la stessa, dando a quest'ultimo in-
dicazioni precise sulle modalità di
riduzione delle quote di parteci-
pazione possedute da Daniele Capez-
zone. (...). Le indagini hanno rilevato
numerosi incontri avvenuti anche in
forma privata, tra il Bisignani, il Simo-
ni, gli onorevoli Frattini e Gelmini,
nonché il viceministro Romano e fina-
lizzati ad assicurare alla società in pa-
rola cospicui finanziamenti da parte
della Presidenza del Consiglio dei mi-
nistri per la fornitura di un servizio di
informazione diretto a propagandare
la linea politica di una corrente sorta
all'interno del Pdl e denominata ‘Club
della Libertà’”.

è COSA NON SI FA PER DANIELA
La pasionaria “cretina” e gli Angelucci
Briatore: Tu non l’hai protetta
“ con gli Angelucci? Bisignani: Se
non era per me, quelli la facevano
fallire per fatture false. Briatore:
Pensa te, che cretina
del Riformista, oltre che di una società
che si occupa di sanità in tutt’Italia. Gli
inquirenti lo ritrovano anche nel Cda
della fondazione Osservatorio del Me-
diterraneo, un ente internazionale che
fa capo al Ministero degli Affari Esteri. È
lui che si spende per la nomina, al ver-
tice del Comitato Esecutivo di "Centro
Nord-Sud (un organismo del Consiglio
d'Europa), della parlamentare Pdl De-
borah Bergamini: il “centro” si occupa
di favorire i rapporti dei 47 stati membri
con i paesi in via di sviluppo. Lupinacci
riesce a sensibilizzare il ministro Franco
Frattini attraverso Tonino Bettanini, re-
sponsabile del coordinamento della co-
municazione al ministero degli Affari
Esteri, e l’interesse si spiega, secondo
l’accusa, “per la possibilità che avrà la
Bergamini di gestire "una marea, un ma-
re di fondi", dei quali potranno benefi-
ciare, tra l'altro, anche le Università
chiamate a presentare progetti”. Nel
mondo delle università, e degli interessi
di Lupinacci, c’è Tor Vergata, guidata
dal rettore Renato Lauro, dove lavora il
ricercatore scientifico Nicola Di Danie-
le. Ma soprattutto, scoprono gli inqui-
renti, Lupinacci è “attivo, con funzioni
d’intermediario, in rilevanti operazioni
d'importazione di gas e petrolio greg-
gio, nelle quali risulta coinvolta la socie-
tà “Nilo Sviluppo” e Francesco Pacini
Battaglia. Affari che interessano “anche
Renato Lauro, il Rettore dell'Università
di Roma Tor Vergata, che Lupinacci con-
tatta per aggiornarlo sulle trattative e
per farsi mettere in contatto con Batta-
glia”. Il compito di Pacini Battaglia, scr-
ve la Guardia di Finanza, è quello “di
procacciare gli acquirenti finali di gas”. I
pm scoprono interessi con una società
di Cipro, altri affari nel Qatar, e soprat-
tutto in Russia, con la Gazprom. Tra le
persone legate a Bisignani, il ricercatore
è LA SANTANCHÈ E FINI
La voce dello statista
Quest’intervista contro Fini
“ dicendo che è un uomo di
merda. Ma non si fa così! Non si
dice ste cose. Un giorno che cadessi
in disgrazia, lo dice su di me
Nicola di Daniele. Gli inquirenti descri-
vono “un’articolata struttura associati-
va composta da soggetti in grado di me-
diare tra imprenditori, esponenti poli-
tici, alti funzionari dello Stato e ammi-
nistratori di grandi gruppi industriali e
bancari appartenenti in passato al siste-
ma delle cd. "partecipazioni statali”. In
quest’indagine, Bisignani è stato inter-
cettato più volte, ed è solo una delle in-
chieste connesse alla P4, che ormai spa-
zia dalla cricca del G8 all’affare Pio Pom-
pa Sismi.
A volte
ritornano
“ L’uomo
dei fondi neri
del colosso
a sei zampe
legato ai traffici
milionari
con la Russia
”
LOGGIA CONTINUA
è UNA COSA “PORNOSISSIMA”
Festa per il giudice costituzionale
Bisignani: Stasera vado a fare
“ una cosa pornosissima...
Prestigiacomo: Come? B: Ho
invitato il procuratore generale
a festeggiare il nuovo giudice
Santanchè “doveva fallire”
Così Bisi la salvò
IL CERIMONIERE DELLA P4 RACCONTA
LA ROTTURA TRA “CRUDELIA” E GLI ANGELUCCI
di Marco Lillo
e Antonio Massari
econdo Luigi Bisignani: “Daniela
S Santanché doveva fallire”. Si è
molto mormorato negli ambienti
editoriali sulle vere ragioni della
rottura brusca del rapporto tra l’attuale
sottosegretario del governo Berlusco-
ni, titolare della concessionaria di pub-
blicità Visibilia con Tonino Angelucci,
deputato del Pdl ma anche editore di
Libero. Per anni i due politici erano sta-
ti soci e il giornale allora diretto da Vit-
torio Feltri veleggiava sui 10 milioni di
euro di pubblicità grazie proprio alla
concessionaria della Santanché, la Vi-
sibilia, che procurava paginate di inser-
zioni. Luigi Bisignani ha raccontato ai
magistrati di avere aiutato Daniela San-
tanché spingendo sull’Eni e non a caso
Libero ha ricevuto decine di pagine di
pubblicità dell’Eni. L’aveva anche pre-
sentata all dottoressa Elisa Grande della
Presidenza del consiglio, alla quale Da-
niela aveva subito chiesto di avere un
po’ più di pubblicità istituzionale. Poi
avviene una doppia rottura. Da un lato
Bisignani e Santanché litigano improv-
visamente e dall’altro anche Angelucci
sceglie un’altra concessionaria, quan-
do Visibila comincia a lavorare anche
per Il Giornale.
A sentire Luigi Bisignani però non ci
sarebbe solo la gelosia di Libero verso il
concorrente dietro la scelta di rompe-
re con la Santanché. In una conversa-
zione, intercettata dalla Finanza, con
Flavio Briatore, Bisignani insinua che i
fatturati pubblicitari spettacolari por-
tati in dote dalla Visibilia a Libero han-
no poi avuto delle ricadute negative.
Il 14 ottobre del 2010 viene intercettata
una conversazione tra Luigi Bisignani e
Flavio Briatore. “Nel corso di tale con-
versazione”, scrive la Guardia di Finan-
za, Briatore riferisce che la Santanche
andava in giro a dire che Bisignani non
l’aveva difesa con gli Angelucci. Il lob-
bysta reagisce: “Allora perchè tu lo sap-
pia. Tu glielo dici che me l’hai detto e
che se non era per me .. , quelli la fa-
cevano fallire per fatture false.
Briatore: Pensa te.
Bisignani: E glielo puoi proprio dire. E
lei lo sa benissimo. Dato che ci sono
rimasto male. Gliel’ho chiesto, perché
mi sembrava una cosa grave. Lei sà be-
nissimo che se non fosse stato per il
mio intervento, facevano fallire la so-
cietà per bancarotta.
Briatore: Pensa tè, che cretina ...
Bisignani: tant’è che lei ha dovuto ad-
dirittura pagare delle cambiali. Tre mi-
lioni e due di cambiali. No, no, diglielo,
... perchè io veramente... E che, cavo-
lo.
Briatore: No, no. Comunque non si
merita un cazzo. Guarda. Non si merita
un cazzo.
Bisignani: Ma diglielo proprio. E ti di-
co pure i particolari. Le persone che
hanno fatto la trattativa, alle quali io ho
chiesto in tutti i modi che trovassero
un accordo e non facessero fallire la so-
cietà. Al punto... addirittura.
Briatore: Loro sono usciti adesso,
nò?
Bisignani: Eh cazzo. Sono usciti, ma
per non far fallire la società. Con un bu-
co pazzesco eh... Ma, roba da pazzi...
Briatore: La stessa roba con Preziosi,
Giovedì 23 giugno 2011
è EMERGENZA RIFIUTI
B. “dannifero”, parola di Stefania
Questo decreto non lo può
“ gestire Berlusconi. Se è il
sindaco di Terzigno allora si può
fare, lui è dannifero in queste
cose, ci vogliono i tecnici
eh...
Bisignani: Ah. Pure?
Briatore: Se tu parli. Ti ricordi che
Preziosi era socio... della sua società?
Bisignani: Assolutamente.
Briatore: Se tu parli con Preziosi. Per-
ché io ho sentito la campana di Danie-
la. Preziosi ha detto: lei mi fregava i sol-
di, sai. Poi è una che io... (incompren-
sibile)... cinquanta. Alla fine lei utili
non ce ne ha mai perché li prende dalla
società.
Bisignani: Lo non sò... se li fregava o
non li fregava perché io non ho mai
avuto un centesimo... da niente. Detto
questo mi sono battuto perché si tro-
vasse una composizione... Quelli era-
no inferociti (incomprensibile)... Ti
prego non facciamo casino. Poi hanno
trovato una composizione.
Briatore: Però, sono brave persone
gli Angelucci, mi sembra, no?
Bisignani: Si, ma comunque erano
esasperati. Ma diglielo, perchè questa
é una cosa grave, non la riferisse a nes-
suno perché se nò, mi incazzo.
IL PM DELL’OLAF
Toro frenava su Cesa
ra le tante carte confluite da tut- di Roma ad opera del pm di Catan-
Tdimento
te le Procura d’Italia nel proce-
P4, una sorta di collettore
zaro dr. Curcio, gli atti dell'inchie-
sta Digitaleco, oramai completata,
di tutte le indagini sulle macchine grazie anche ad un intensa colla-
del fango della storia, spiccano gli borazione deIl'Olaf, che aveva in-
atti dell’indagine sul cancelliere viato dettagliato rapporto al Pm
colpevole dell’estrazione illegale Curcio. Con la trasmissione al Pro-
del casellario dell’ex direttore del- curatore di Roma fu inviata anche
l’Avvenire Dino Boffo e quelli della la richiesta di sequestro preventi-
Procura di Perugia su Pio Pompa e vo dei beni delle persone implica-
Nicolò Pollari per i dossier del Si- te, tra cui l'On.le Cesa già formu-
smi contro magistrati e “nemici” lata dal pm Curcio e non accolta
di Berlusconi. In questi atti, tra- dal Gip di Catanzaro per motivi di
smessi ai pm Woodcock e Curcio, competenza territoriale”.
compare l’interrogatorio di Mario
Vaudano, ex magistrato e membro L’INCHIESTA insomma era già a
dell’Olaf, organismo europeo an- buon punto ma - racconta Vaudano
tifrode. Nella sua deposizione il - a Roma tutto si blocca. E lo stesso
magistrato racconta tutte le pres- accade in Europa, dove Cesa è un
sioni subite per le sue inchieste europarlamentare importante e al-
che coinvolgevano tra gli altri Lo- l’Olaf c’è un portavoce, molto at-
renzo Cesa e Fabio Schettini, allo- tento al caso: Alessandro Butticé.
ra segretario di Frattini. Erano le fa- “Nel settembre 2007, dopo la chiu-
mose indagini partite da Catanza- sura delle due inchieste interne
ro e condotte da De Magistris (che (Olaf, ndr) arrivò una richiesta del-
indagò anche Bisignani nel filone l'avvocato dell'on.le Cesa, all'uffi-
“Why not”) sui finanziamenti eu- cio del dr. Butticé di effettuare un
ropei versati alla Digitaleco, nella comunicato stampa, in cui si evi-
cui compagine societaria compa- denziava il totale proscioglimento
riva appunto il segretario del- dell'on.le Cesa. Vi fu una forte in-
l’Udc, Cesa. Vaudano è stato tirato sistenza da parte del dr. Butticé per-
in ballo da De Magistris e non si tira ché questo comunicato fosse effet-
indietro con i pm parlando anche tuato dall'Olaf”. A Roma invece c’e-
del ruolo avuto da procuratore ag- ra Toro: “Il procedimento mi risulta
giunto di Roma dell’epoca, Achille
Toro. “Lei è citato - domandano i
pm perugini - in quanto sarebbe a
conoscenza, così come a noi rife-
rito dall'On.le De Magistris, di al-
essere stato assegnato alla dr.ssa Pa-
laia, facente parte del gruppo coor-
dinato da Toro. La posizione del-
l'on.le Cesa fu stralciata e formò og-
getto di archiviazione, con una mo-
cune vicende processuali che sa- tivazione sulla insufficienza degli
rebbero state trattate per ragioni elementi fatta da Toro, che aveva
d'Ufficio dal procuratore Toro e trattenuto lungamente il fascicolo,
che hanno riguardato la società Di- e che avrebbe detto alla dr.ssa Pa-
gitaleco”. Vaudano riferisce: “Nel- laia che la cosa doveva essere ge-
la fine del 2007-inizio del 2008, stita con molta prudenza per le
erano stati trasmessi alla Procura possibili implicazioni politiche".
pagina 4
Scaroni e Bisignani
trent’anni fianco a fianco
BANCHE, ENERGIA E FINMECCANICA:
LA RETE DEL CAPITALISMO OCCULTO
Dalla defenestrazione di Profumo a Wikileaks: ci pensa “Bisi”
di Stefano Feltri
iù che il centro della poli-
P
tica, Luigi Bisignani sem-
bra il centro del capitali-
smo italiano. Almeno di
quello semi-pubblico, quello del-
l’Eni, dell’Enel, di Finmeccanica,
delle grandi banche. A leggere le
carte della Procura di Napoli pa-
re non ci sia niente di impossibile
per il “Bisi”, dalle assunzioni dei
figli degli amici alla geopolitica
energetica. Come faccia a segui-
re tanti dossier, ad avere tanto po-
tere è ancora in buona parte mi-
sterioso. Ma ce l’ha, o almeno gli
altri credono che ce l’abbia (ed è
un po’ la stessa cosa).
IL PORTAVOCE di Confindu-
stria e gran consigliere di Emma
Marcegaglia, Rinaldo Arpisella,
per esempio, quando deve mette-
re pace tra due fazioni inconcilia-
bili dell’associazione (i grandi del-
l’energia Enel ed Eni contro le pic-
cole imprese che si lamentano
della bolletta) si rivolge a Bisigna-
ni “per favorire una ricomposizio-
ne delle tensioni in atto, il quale si
L’INCHIESTA DI MILANO
Eni, di tutto di più: tangenti all’estero
per i giacimenti in Kuwait e in Iraq
di Antonella Mascali
proprio un brutto momento
Èni sulla
per l’Eni. Dopo le intercettazio-
P4 in cui emergono stretti
contatti fra l’amministratore dele-
gato Paolo Scaroni e il re dei lob-
bisti, Luigi Bisignani, ora ci si mette
pure la Procura di Milano che ipo-
tizza “un gruppo affaristico di di-
rigenti infedeli” all’interno del co-
losso energetico, in combutta con
“faccendieri”. Il pm Fabio De Pa-
squale sta indagando su tangenti
che società italiane avrebbero pa-
gato – estero su estero – a ma-
nager del gruppo per ottenere
commesse da miliardi di dollari in
Iraq e Kuwait. L’Eni, su delega sta-
tale dei due Paesi, è la stazione ap-
paltante che sta lavorando alla
realizzazione di giacimenti petro-
liferi tra i più importanti al mondo:
il kuwaitiano Jurassic Field e l’ira-
cheno Zubair. Scaroni non è inda-
gato. Lo sono, invece, come ripor-
tato ieri dal Corriere della Sera,
per associazione a delinquere fi-
nalizzata alla corruzione interna-
zionale, il dirigente di Saipem, Ne-
rio Capanna, soprannominato
“Zio Tom”, il capo del progetto
“Zubair”, Diego Braghi, sopran-
nominato “Panatta” o “Marado-
na”, Stefano Borghi, Massimo
Guidotti ( “Il Mentone”) ed Enrico
Pondini, ex manager del settore,
ritenuti gli intermediari. Indagate
anche Eni e Saipem, in base alla
legge 231 sulla responsabilità am-
ministrativa delle società. A nulla è
servita la prudenza dei presunti
corrotti che utilizzavano schede li-
tuane per cellulari o chiavette usb,
L
uigi Bisignani, il gran cerimoniere della “P4”
e l’amministratore delegato dell’Eni Paolo
Scaroni, si conoscono da oltre trent’anni e
di strada insieme ne hanno fatta parecchia. I loro nomi
si intrecciano una prima volta durante Mani Pulite,
quando Scaroni, nel 1992, viene arrestato con l’accusa
di aver versato tangenti al Psi, accusa che patteggerà.
Bisignani, invece, viene condannato a 2 anni e otto mesi
riservò di parlarne con Scaroni”.
Cioè con Paolo Scaroni, l’ammi-
nistratore delegato dell’Eni, la so-
cietà che sta più a cuore a Bisigna-
ni. Il capo delle relazioni esterne è
Stefano Lucchini, ma Bisignani
offre consigli a Scaroni e poi dice
a Lucchini quale strategia hanno
concordato. C’è un incidente in
Pakistan, muoiono diversi dipen-
denti dell’Eni, Bisignani consiglia
a Scaroni di andare sul posto poi
aggiorna Lucchini: “Gli ho sugge-
rito di partire subito”. E il dirigen-
te: “Non è pericoloso?”. Bisigna-
ni: “Comunque la notizia è: l'am-
ministratore delegato sta vicino ai
suoi uomini”. Lucchini prende at-
to. Con Scaroni, Bisignani discute
direttamente di politica, parlano
degli incontri di Silvio Berlusco-
ni con altri capi di Stato, della ne-
cessità di parlare con “Valentino”
(si suppone Valentino Valenti-
ni, il consigliere del premier
esperto di Russia ed energia).
Sempre con Lucchini definisco-
no la strategia da tenere durante
le settimane in cui Wikileaks rive-
la segreti diplomatici Usa, in par-
te relativi anche alle attività del-
che distruggevano, una volta lette
le informazioni. Gli inquirenti, inol-
tre, stanno compiendo accerta-
menti sulle società che avrebbero
pagato mazzette nell’ultimo an-
no: Ansaldo, Elettra progetti, Elet-
tra energia, Renco, Bonatti.
In Eni c’era un vero e proprio
“gruppo affaristico composto da
Guidotti, Borghi, Pondini, Braghi,
Capanna e altre persone”, si legge
nel decreto di perquisizione. “Av-
valendosi di uffici operativi in Ita-
lia, società di comodo costituite al-
l'estero, per il tramite della fidu-
ciaria Talenture di Lugano, conti
bancari in Svizzera e nel Regno
Unito, e utilizzando contatti pree-
sistenti con funzionari stranieri e
canali informativi interni al gruppo
Eni, operavano in modo organiz-
zato” per alterare le gare all’este-
ro “in cui sono coinvolte, come sta-
zione appaltante, società del
gruppo Eni”. Gli indagati si sono
avvalsi degli uffici operativi a San
Donato Milanese di G.M. Oil &
Gas srl e Bemberg srl, e delle so-
cietà di comodo all’estero, Elliwan
LLP, riconducibile a Braghi, Borghi
e Pondini, e Bewan LLP che Capan-
na “ha costituito” assieme a Bor-
ghi e a Roberto Benigna, un alto
dirigente (indagato) di Kharafi
National (la società incaricata dal
Kuwait di mettere in funzione l'im-
pianto Jurassic Field).
Secondo l’accusa, è Braghi il
“coordinatore” dei collettori di
tangenti: “Ha un ruolo cruciale
nell’assegnazione degli appalti,
mette in circolazione tra gli altri
associati a delinquere informazio-
ni, schede di valutazioni, relative
alle gare indette nell'ambito del
progetto Zubair”. Intercettato il
17 gennaio scorso, dice al suo in-
terlocutore: “Hai visto cosa gli ho
scritto io? Gli ho detto: nonostante
fossi il più caro, abbiamo fatto il
possibile per fartelo prendere”.
Aggiungono gli inquirenti: “Anche
boicottando alcuni partecipanti
alle gare”.
Un impulso all’inchiesta milanese
l’ha dato l'ex responsabile dell’Eni
Un gruppo
di “dirigenti
infedeli”
e società di
comodo per
alterare le gare
d’appalto
a Mosca, Mario Reali, fuoriuscito
nel 2005. Ascoltato come testi-
mone, avrebbe confermato un si-
stema di tangenti, anche per il gia-
cimento di petrolio di Kashagan, in
Kazakhstan, dove l'Eni guida un
consorzio internazionale.
Ieri Eni e Saipem hanno emesso
un comunicato per dichiararsi
“parti lese” e per annunciare
“provvedimenti disciplinari e cau-
telari” nei confronti degli indagati.
E su come si muove l’Eni, ha rac-
contato un’altra storia, Paolo Sca-
LOGGIA CONTINUA
di reclusione per la celebre maxitangente Enimont. un mio amico - dichiara Scaroni ai pm - mi consiglio con
Oggi le loro strade si incrociano di nuovo. Secondo lui a volte e sento le sue opinioni perché lo considero
l’inchiesta dei pm Curcio e Woodcock, quando l’ad Eni un esperto di comunicazione e conosce tanta gente.
viene convocato da Silvio Berlusconi per discutere di Comunque alla fine decido sempre di testa mia”.
politica energetica e di rapporti con la Russia di Putin e Altro punto di contatto tra Scaroni e Bisignani è il
con il colosso Gazprom, Scaroni, prima responsabile della comunicazione di Eni Enrico
dell’appuntamento con il presidente, telefona a Lucchini, alle dipendenze di Bisgnani ai tempi della
Bisignani per ricevere, secondo l’accusa, istruzioni: “È Montedison.
l’Eni. Bisignani: “Effettivamente
Lucchini si è consigliato con me
in più circostanze sulle strategie
mediatiche da adottare con rife-
rimento ai problemi anche di im-
magine che riguardavano l'Eni in
relazione alle vicende di Wikilea-
ks aventi ad oggetto in particolare
i rapporti fra Eni, Stati Uniti e Rus-
sia e il ruolo di Berlusconi in que-
sto contesto”. E il grande faccen-
diere offre il suo consiglio: “Loro
volevano immediatamente orga-
nizzare un incontro fra i vertici
Eni e l'ambasciata americana a Ro-
Arpisella,
braccio destro
di Marcegaglia,
lo chiama per
mediare una
guerra interna
a Confindustria
ma, e io consigliai di farlo ma in-
formando il governo e a notizie
oramai uscite”.
NIENTE È IMPOSSIBILE a
Bisignani. Lo pensa anche Flavio
Valeri, amministratore delegato
della Deutsche Bank che vorreb-
be cambiare aria. Si rivolge al “Bi-
roni. L’amministratore delegato, si” perché “voleva vedere che
sentito dai pm che indagano sulla spazi c'erano per lui in Poste Ita-
P4, sul contratto per il gas con la
Libia, dichiara: “Gaddur (amba-
sciatore a Roma, ndr) mi disse che
liane o in Unicredit in quanto non
vedeva ulteriori sviluppi di carrie-
ra per lui nella banca tedesca di
il primo ministro libico, Bagdadi, cui sopra”. E Bisignani promette
pretendeva che l’Eni finanziasse di adoperarsi nientemeno che
attività sociali in Libia in cambio per fargli avere la poltrona di am-
del contratto, direi quasi una con- ministratore delegato, in una del-
cussione... Nel 2005 abbiamo da- le due società, anche se “io pote-
to 150 milioni di dollari alla fon- vo darmi da fare quanto volevo,
dazione Gheddafi…”. ma che la nomina di Valeri sareb-
CASSONETTI di Ste. Ca.
Rondolino
nella spazzatura
“A Napoli la democrazia s’è presa il co-
lera”. Fabrizio Rondolino, pacata-
mente, dice la sua sul “Giornale” a proposito di
De Magistris, incapace (in una sola settimana,
perbacco!) di ripulire Napoli. Il sindaco è stato
troppo avventato nelle sue promesse? No di cer-
to. Il problema è a monte, perché la spazzatura
che soffoca Napoli – secondo l’ex dalemiano – è
parente stretta delle “19.000 pagine di intercet-
tazioni ambientali che il pm Woodcock va dif-
fondendo”, frutto di un’inchiesta che serve solo
“a rovinare la reputazione di persone il cui
solo tratto comune è non appartenere alla
folla beota che ha scambiato per rivoluzio-
ne una repressione giudiziaria del primato
della politica”. Ben gli sta a quei “beoti” che
hanno votato De Magistris, buon amante
della spazzatura come il suo collega Wood-
cock. Alla fine della lettura la sensazione è
chiara: i giudici puzzano.
Giovedì 23 giugno 2011
Palenzona, Unicredit (FOTO DLM)
be dipesa da molte altre circo-
stanze”. Infatti questa volta Bisi-
gnani fallisce: Massimo Sarmi
resta al comando delle Poste,
Alessandro Profumo viene de-
fenestrato, ma al suo posto arriva
un banchiere del gruppo, Fede-
rico Ghizzoni. Ma Bisignani non
è comunque estraneo al cambio
al vertice. Nei giorni di tensione
massima su Unicredit, quando il
sito Dagospia (considerato dai pm
“cogestito” da Bisignani) si pro-
duce in numerosi retroscena quo-
tidiani sulle dimissioni imminenti
di Profumo, il faccendiere parla
spesso con Tommaso Cucchia-
ni. presidente di Allianz in Italia e
membro del consiglio di ammini-
strazione di Unicredit, cui dice:
“Il mio amico, quello grosso, è de-
cisissimo, ci sta da vedere come
muoversi”. Quello grosso – o “il
ciccione”, come lo chiama il fi-
nanziere Francesco Micheli nel-
le intercettazioni – è Fabrizio
Palenzona, il vicepresidente del-
la banca, che dopo l’uscita di Pro-
fumo è diventato sempre più in-
fluente. “Ti volevo parlare e poi
per la cronaca ho cercato ‘l'impe-
ratore’ ma non ha richiamato”, di-
ce Micheli a Bisignani in una te-
lefonata, perché il “Bisi” è vicino
anche all’imperatore, cioè a Ce-
sare Geronzi, l’ex presidente
delle Generali.
Poi c’è Finmeccanica, il colosso
della difesa controllato dal mini-
stero del Tesoro. Nelle carte c’è
anche Lorenzo Cola, il consi-
gliere del presidente Pier France-
sco Guarguaglini che è stato arre-
stato due volte in un’altra inchie-
sta relativa a fondi neri. Cola ar-
riva a suggerire ai pm che Bisigna-
ni abbia convinto l’azienda e il go-
verno a cambiare linea sulla Libia.
Il 31 gennaio 2010 Cola racconta:
“Ho, invece, appreso che nell'ul-
timo mese e mezzo il fondo Lia e
cioè i libici, sono entrati nel ca-
pitale di Finmeccanica (2,1 %), e
ciò con mia grande sorpresa e
perplessità perché – come ho det-
to – gli accordi erano stati ben al-
tri”. Prima, infatti, Guarguaglini e
il governo non volevano i soldi di
Muammar Gheddafi in un’a-
zienda così strategica. Poi, ragio-
na Cola, le cose sono cambiate e
ci sono due spiegazioni: “1) o fa-
cevano comodo i soldi dei libici
per aumentare il capitale sociale
di Finmeccanica; 2) o, invece,
qualcuno ha dato la disposizione
a Guarguaglini che, a questo giro,
dovevano entrare i libici”.
Ma Bisignani non si interessa solo
alla grande geopolitica. Vittorio
Farina, l’imprenditore dell’edito-
ria socio di Bisignani nella Ilte, ha
un problema, la Banca popolare di
Milano di Massimo Ponzellini,
banchiere trasversale vicino so-
prattutto a Giulio Tremonti e al-
la Lega. Interviene Bisignani che,
scrivono i pm, “si rivolge a Pon-
zellini per far ottenere a Farina un
accreditamento per fare degli in-
vestimenti”. Farina, dopo aver in-
contrato il banchiere, chiama su-
bito Bisignani: “Ho parlato con
Massimo ed è stato assolutamente
allineato”. Niente è (o meglio,
era) impossibile per il “Bisi”.
Giovedì 23 giugno 2011 pagina 5

LOGGIA CONTINUA

è SANTANCHÈ SPARLA è BRIATORE SPARLA è FELTRI SPARLA è BISIGNANI SPARLA

(con Briatore) di Scajola della sua amica Santanchè di B. Lo racconta Cisnetto di Masi ai magistrati
No, non Quello che Il direttore vuole Ho sempre
“ possiamo farlo
(ritornare), i nostri ci
mandano... l’80% dei
“ mi fa strano
è che il presidente
del Consiglio
“ candidarsi
appena il Cavaliere
schioda. Se B. sente
“ pensato
che fosse inadeguato
a ricoprire il ruolo
nostri non lo vuole l’ha messa lì che dice di lui, sviene di dg della Rai

SENTI CHI SPARLA

Michela Brambilla per Bisignani è una “brutta mignotta”
Volano i coltelli a Berlusconia: tutti contro tutti
di Luca Telese giornali in questi giorni – scrive cera tra Orazi e Curiazi. E il po- parla alle spalle del direttore del sconi in pubblico (“Io, se devo Un po’ come il sottosegretario
il ministro – non condividete vero ministro Scajola, quello Giornale, Vittorio Feltri, con un scopare, non ho mica bisogno Cosentino intercettato (in
cco vedi: “Una mignotta con me un sentimento di delu- che tutti a parole difendevano?

E
come poche”. Non è solo
il turpiloquio. Non è solo
un gioco del telefono, o il
normale effetto retroscena che
tutte le intercettazioni regala-
no. Non è (solo) come guarda-
re nel buco di una serratura,
questo ritratto di famiglia (osti-
le) in un interno. Michela
Brambilla per Luigi Bisignani è
“una stronza, brutta come un
mostro, mignotta come po-
che”. Non è solo miseria, in-
somma: questo crepuscolo av-
velenato dall’invettiva acrimo-
niosa è la facciata azzurrina del
berlusconismo che si crepa co-
me un fondale di cartapesta
preso a cannonate, un altro
frammento di sogno che si dis-
solve.
NON SONO quindi parole
dal sen fuggite in un impeto d’i-
ra, queste, ma lampi di verità di-
stillata, frammenti di una
neo-lingua politica tutta da de-
crittare. Sono le voci di una cor-
te che vivendo sotto una mo-
narchia assoluta, e subendo il
vincolo di lealtà imposto dal so-
vrano taumaturgo, ha come
unico sfogatoio l’ingiuria co-
perta, la maldicenza, l’invettiva
privata. Fa una certa impressio-
ne scoprire che il Popolo della
libertà e la corte berlusconiana
avevano un dark side feroce, “un
codice Bisignani” sommerso,
fatto di coltellate, lessico trivia-
le e disistima interpersonale
elevata all’ennesima potenza.
Ed ecco perché suonava quasi
grottesco, ieri, il post messo in
rete dal ministro Franco Frattini
sul suo blog, rivolto (come se a
parlare fosse una bella animella
turbata dalle maldicenze), al so-
lito immaginario interlocutore
gggiovane: “Vorrei chiedere an-
che a voi, ragazzi se, leggendo i
sione, di fastidio”. Fastidio? Ma fi-
guriamoci.
Invece, piuttosto, il lettore non
affetto da moralismo, da pater-
nalismo o dal politicamente
corretto, più che fastidio e de-
lusione prova sorpresa e curio-
sità per l’abisso che si spalanca
davanti ai suoi occhi (e alle sue
orecchie), sostituendosi all’u-
nanimismo prefabbricato, ai
sorrisi da foto oppor tunity. Che
dire per esempio del fatto che
Flavio Briatore, il socio per an-
tonomasia di Daniela Santan-
chè, privatamente parli male di
lei? “Quello che mi fa strano è
che il presidente l’ha messa lì”.
E che dire del fatto che lo stesso
Briatore e la Santanchè, insie-
me, parlassero male dell’Igna-
zio La Russa (loro amico stori-
co) scalciante nei garretti di
Corrado Formigli? “È stata una
cosa brutta la sua, molto
brutta!”.
E che dire del lamento
spietato della ministra Ste-
fania Prestigiacomo (sempre al
telefono con Bisignani, senti
chi parla) che si lasciava sfuggi-
re l’indicibile? “Berlusconi de-
ve essere intelligente, e pur-
troppo non lo è”. E che dire del
fatto che aggiungesse ancora,
sconsolata, con una stilettata
(già che c’è) alla Carfagna: “Ber-
lusconi le dà ragione su tutto!”.
Anche nella sintesi imperfetta
di questi brogliacci, insomma,
si consuma un cortocircuito
drammatico fra la rappresenta-
zione elegiaca del partito
unanimista e il veleno della
contesta interpersonale
del partito-faida. Il primo è
solo un olo-
gramma che si
dissolve, il se-
condo è quello
vero, che si ma-
giornalista come Enrico Cisnet- della claque”). E che dire, di un’altra inchiesta) mentre par-
Sempre parlando con Briatore to? “Lui – sostiene Cisnetto – ha contro del fatto che Bisignani, lava con l’amico Arcangelo Mar-
la Santanchè è categorica: “Ma in testa di candidarsi in politica considera sbagliata la campa- tino contro Stefano Caldoro. Il
figurati! Ma Figurati se Scajola appena Berlusconi schioda”. gna del quotidiano contro Fini? primo diceva: “Tu mi piacesti
ritorna...”. E lui: “No, ma… ma Il fatto è che il meccanismo de assai quando dicesti quel grup-
non c’è niente da stupirci lì, DI PIÙ: “Secondo me – ag- relato prevale persino su quello po di ricchioni, di frocetti...”. E
eh…”. Lei, sempre più indigna- giunge – alcuni passaggi che lui pubblico: come se il parlar male Cosentino: “Sì, di frocetti! Ma io
ta: “Ma scherzi?! Ma che dici?! (Feltri, ndr) fa sono pienamente alle spalle, nel centrodestra, sono lungimirante”. E l’altro:
Non possiamo farlo! I nostri ci finalizzati a creare problemi a fosse il vero modo per combat- “Eh, lo so no tu sta cosa te la por-
mandano… Berlusconi, perché tere battaglie politiche. L’unico ti appresso perché sei stato un
l’80 per cen- poi, quando si è messo linguaggio efficace: il che non grande”. Al che Cosentino con-
to della no- a tavola a parlare di Ber- può stupire in un partito steri- cludeva, addirittura euforico:
stra gente lusconi, ne parlava tal- lizzato in cui non si vota mai, e “Sì, sì il fatto dei frocetti rimarrà
non lo vuo- mente male... Se avessi in cui tutto discende dal capo. nella storia”. Profezia avverata,
le!”. avuto un registratore ma non nel senso che lui imma-
E che cosa mandavo la cassetta al ginava.
succede
quando “Bisi”
Cavaliere. Sarebbe sve-
nuto. Cosa non ha det-
Prestigiacomo:
COSÌ COME sarebbe rimasta
to!”. Il fatto cu-
rioso è che Fel-
“Il premier agli atti, ma non certo a suo ono-
re, la memorabile divisione del
tri non aveva
nascosto le sti-
deve essere partito campano in due aree:
“Ci sono i bocchiniani e i boc-
lettate a Berlu-
intelligente, chinari”. E poi, ovviamente,
non mancano gli episodi di co-
ma non lo è micità involontaria, ad esempio
quando un Mauro Masi tutto
Alla Carfagna dà speranzoso chiede un giudizio
a “Bisi” dopo la sua performan-
ragione su tutto” ce ad Annozero: “Come sono an-
dato?”. Risposta lapidale: “Hai
fatto una figura di merda”. Il che
per una volta combacia alla let-
tera con il giudizio consegnato
ai pm: “Ho sempre pensato che
fosse inadeguato a ricoprire
quel ruolo”. Qui siamo molto
oltre il vilipendio sessuo-antro-
pologico del capo, oltre a quel
memorabile epiteto – “culo
f laccido” – che Nicole Minetti
riservò a Berlusconi. Così, an-
che se prendi questo grumo di
veleni e gli fai la tara, anche se
pensi che tutti noi al telefono
non risparmiano incazzature e
motteggi, resta un segno inde-
lebile. Un tempo si diceva che i
panni sporchi si lavavano in fa-
“Perché non applaudi?” Mentre il premier parlava tra i banchi del miglia. Stavolta invece restano
governo era sparita Prestigiacomo, nascosta nell’emiciclo. Pioggia sporchi, nessuno li lava, e se ne
di sms: “Perché non applaudi?”. Le frasi su B. uscite sui giornali? Forse restano lì, come i rifiuti per le
no. Un’altra lite nel governo: con Fazio, seduto nel suo scranno (FOTO DLM) strade di Napoli.

CASALINGHI di Pa.Za.
P4, il Pdl si blinda e prepara il bavaglio
Pd, aspettando PAPA, RINVIATO L’ESAME DELLA RICHIESTA DI ARRESTO. TORNA L’IDEA ANTI-INTERCETTAZIONI
Tedesco Cmeraome previsto, la Giunta per le au-
torizzazioni a procedere della Ca-
raccolto solidarietà e pacche sulle spal-
le anche ieri a Montecitorio, nonché la
sta di Napoli, dicendo che al massimo
“si può arrivare a una condanna morale

L a speranza era che la riunione dei capi-

gruppo del Senato ieri mettesse la parola
fine. Invece no, nemmeno entro il mese di giugno
sapremo se il Parlamento autorizza la custodia
cautelare ai domiciliari del senatore Pd Alberto Te-
desco, accusato di concussione. I giudici l’hanno
chiesta a febbraio: prima la relazione del Pdl (che
negava l’autorizzazione) è stata bocciata dall’op-
posizione per ragioni diverse, solo da ultima quel-
la di chi voleva assicurare il corso della giustizia.
Poi hanno aspettato il tribunale del Riesame, che
ha deciso: non più carcere, bastano i domici-
liari. Così, per evitare l’imbarazzo di dire no
anche a una richiesta meno pesante, si è de-
ciso che la decisione l’avrebbe presa l’Aula al
completo, e non più solo i 23 malcapitati della
Giunta per le immunità. Ora resta solo da met-
tere la votazione in calendario. Papa, come Te-
desco, può stare tranquillo. Non ce n’è traccia
nemmeno nell’agenda compilata ieri.
ha rinviato l’esame della richiesta
di arresto trasmessa dal Gip di Napoli
nei confronti di Alfonso Papa, il depu-
tato del Pdl coinvolto nell’inchiesta
sulla P4 insieme con Luigi Bisignani.
La maggioranza ha approvato la richie-
sta del relatore Francesco Paolo Sisto –
sempre Pdl – di avere più tempo a di-
sposizione per poter acquisire altri atti
da parte della Procura. “Con la forza
dei numeri, Pdl e Lega hanno ottenuto
un rinvio per concedere a Papa un’al-
tra settimana d’impunità” ha dichiara-
to la capogruppo in commissione Giu-
stizia, Donatella Ferranti. Infatti la
Giunta deve pronunciarsi entro il 15
luglio. “Siamo in una palude maleodo-
rante – ha rincarato Pier Luigi Bersani,
commentando la decisione – all’ombra
dell’Imperatore, c’è spazio per il fio-
rire di cricche e cricchette, logge e log-
gette, cordate e cordatine”. Papa ha
stretta di mano – la seconda dopo quel-
la di martedì – di Berlusconi. Ma il suo
destino potrebbe non essere così de-
finito: la richiesta di rinvio è passata
con 10 sì e 9 no, considerata la de-
terminante assenza di Giuseppe Con-
solo (Fli). Eppure nella maggioranza
sembrano non mancare gli imbarazzi:
in molti nel Pdl pronosticano che in
caso di un voto segreto in aula, le cose
per Papa potrebbero mettersi male.
“Ha pestato i piedi a troppa gente –
spiegano nel centrodestra – e parecchi
di noi potrebbero dire sì all’arresto”.
ANCHE NELLA Lega ci sarebbero
malumori tra coloro che hanno a cuore
il futuro di Papa e chi si batte per un
Parlamento “pulito”, o almeno che non
difende i coinvolti in vicende come la
P4. Chi fiancheggia il deputato, come
Maurizio Paniz, spara a zero sull’inchie-
e non penale” perché i confini della
concussione “sono fumosi”, anzi, “c’è
del fumus persecutionis” nei confronti del
deputato.
Intanto, tra le strategie di difesa della
maggioranza rispetto a un’inchiesta
che sta terremotando il governo, ci sa-
rebbe il grande classico della legge sulle
intercettazioni. Berlusconi si è sfogato
con i suoi, pentendosi di non aver fatto
approvare il testo approvato dal Senato,
“anche se insoddisfacente” perché “po-
co era meglio di niente”. L’idea nel Pdl è
sempre quella di riuscire a fermare “l’a-
buso che si fa delle loro pubblicazioni
sui giornali anche quando non hanno
alcuna rilevanza penale”. Quindi c’è chi
suggerisce di tirare fuori dal cassetto
nuovamente il progetto di legge in
stand-by alla Camera e c’è chi azzarda
l’ipotesi di un decreto. Con una sola
missione: il silenzio mediatico. c .pe.
pagina 6 Giovedì 23 giugno 2011

H
GOVERNO BALNEARE

acker all’attacco, da martedì ma contro il premier Silvio Berlusconi. Gli gruppo pro-Assange) sarebbero riusciti a
Gli hacker attaccano sera, contro i siti di Camera, attacchi sono avvenuti proprio nelle stesse bloccare i siti www.pdl.it.,
Senato, governo e quelli del ore dei due interventi del premier, al Senato www.governoberlusconi.it, forzasilvio.it e
Pdl. Mentre i precari protestavano a e a Montecitorio, sulle linee programmatiche altri. In alcuni di questi siti è apparsa agli
i siti di Pdl, Camera Montecitorio, era in corso anche una del governo. L’attacco sarebbe stato utenti una pagina di rivendicazione con
campagna informatica dal titolo respinto dai siti di Montecitorio, Palazzo caratteri rossi su sfondo nero. Vi si legge, tra
inequivocabile, “Op. Italy bunga bunga”, non Madama e Palazzo Chigi, ma gli hacker, che l’altro, “siamo stufi delle promesse mai
e Senato per protesta contro le istituzioni spiegano i cyber-attivisti, sono firmati “Anonymous” (come lo storico mantenute del premier”.

VERIFICA SOLO NELL’OPPOSIZIONE

DI PIETRO A BERSANI:“SIAMO IN CRISI”
Mentre fuori dal Palazzo la polizia carica i precari
di Paola Zanca Dentro e fuori da Montecitorio vio, Silvio”, Bossi, Calderoli e
A sinistra, il premier in aula cinguetta con Tremonti seduti come estranei
entilissimo presi-

“G
dente, ho ascoltato
attentamente il tuo
intervento. Non lo
condivido, ma ti faccio i com-
plimenti per la chiarezza”. La
firma è di Francesco Colucci,
deputato pdl. Il destinatario,
Antonio Di Pietro, leader del-
l'Italia dei Valori. Un attimo pri-
ma, il ciellino Maurizio Lupi si
era alzato per stringergli la ma-
no. E subito dopo era toccato
sentire complimenti dalla vo-
ce del capogruppo Fabrizio
Cicchitto ed elogi pure dal le-
ghista Marco Reguzzoni. Di so-
lito, quando parla nell'aula di
Montecitorio, Di Pietro si rivol-
ge al “signor presidente del
Consiglio che non c'è”. Perché
tradizione vuole che le volte in
cui Berlusconi è intervenuto
alla Camera, prende parla e se
ne va. E invece, nella prima oc-
casione in cui se l'è trovato da-
vanti, Di Pietro ha spiazzato
tutti: niente accuse a “Videla”,
niente attacchi al “governo pi-
duista”, questa volta il bersa-
glio è Bersani.
MEZZ'ORA prima di parla-
re, si era intrattenuto in chiac-
chiere proprio con il presiden-
te del Consiglio che questa vol-
ta c'è. Racconta Di Pietro che
non si è parlato di nulla in par-
ticolare, semplicemente Berlu-
sconi si è avvicinato “al vero lea-
der dell'opposizione” per spie-
gargli “che il governo sta facen-
do il bene del Paese”. Lui gli ha
risposto che “farebbe davvero
il bene del Paese se se ne andas-
se al più presto”. Ma i suoi so-
Il discorso del premier coperto dalla
resa dei conti nel centrosinistra
Il leader Idv e il lungo colloquio con B.
stenitori su Facebook temono
che l'esordio “morbido” del di-
scorso di Di Pietro (“La ringra-
zio per ascoltare questa volta
anche la voce dell'opposizio-
ne”) sia un effetto del colloquio
appena concluso. “Ci devi dire
cosa vi siete detti col nanerot-
tolo quando parlavate fitto fit-
to. Vogliamo risposte, non do-
mande”, scrive Mauro. “La cosa
non è piaciuta a moltissimi...
sappilo”, avverte Massimo. “Mi
associo alla curiosità espressa
da molti...”, insiste Claudio. E
Angelo conclude: “Pessimo, ve-
ramente pessimo, oggi”. Un po’
lo stesso grido che si è levato
dai banchi del Pd mentre lo sen-
tivano parlare: “Ma che hai fatto
un accordo con Berlusconi?”.
Il premier è venuto a dare spie-
gazioni per il rimpasto delle set-
timane scorse, nessuno si
aspettava che al leader Idv, co-
me prima cosa, venisse in men-
te di chiedere: “E noi che fac-
ciamo?”. Invece sì, mentre “Vi-
dela”, “il piduista” annuisce, Di
Pietro snocciola interrogativi
all'opposizione: “Qual è il no-
stro programma? Qual è la no-
stra coalizione? Come sceglia-
mo il nostro leader?”. Poi l'am-
missione: “Siamo in crisi e io lo
devo dire qui pubblicamente:
Domenico Scilipoti, simbolo dei
Responsabili. Accanto, la polizia carica i
precari della scuola in piazza Montecitorio
(FOTO ANSA)
non lo so”. Dice al Pd che ha “il
dovere e l'onere di convocar-
ci”, implora l'“amico Luigi, co-
mincia tu”. Spiegheranno dal
suo staff più tardi che da sei me-
si chiede a Bersani di sedersi a
un tavolo, di fissare, con lui e
con Vendola, sei punti pro-
grammatici “per meritarci la fi-
ducia degli elettori”. E invece,
sostengono, i democratici con-
tinuano a strizzare l'occhio al
Terzo Polo. Dicono che l'inter-
vento di Di Pietro (“un clamo-
roso autogol”) abbia suscitato
soltanto “ilarità”. Bersani inter-
viene poco dopo, ed effettiva-
mente liquida in fretta l'attacco
ai banchi dei ministri, Maroni
apparso in aula solo a fine co-
mizio. E poi la processione inar-
restabile dei Responsabili al ca-
pezzale del presi-
dente del Consi-
glio: Antonio Razzi
(due volte), Maria
Grazia Siliquini (ac-
compagnata da
una scollatura ver-
tiginosa), Maurizio
Grassano e Lucia-
no Sardelli, che il
premier ha perso-
nalmente chiama-
to a rapporto. “Ca-
pisco che la tengo-
no in vita e sono de-
gni di grande con-
siderazione – si in-
terrompe l’udc
Mauro Libè – ma
noi parliamo al Pae-
se, che ci ascolti o
no, poco importa”.
La verità è che
quella che doveva
alleato: “Riunioni, Di Pietro, ne essere una giornata campale si
faremo quante ne vuoi”. è trasformata in un elogio della
distrazione. Dentro e fuori dal
NE AVRANNO da fare pa- Palazzo. In aula, oltre a Libè, la-
recchie anche nella maggioran- mentano poca attenzione Rosy
za. Ieri non si è votato, la fiducia Bindi e Maurizio Lupi salvo poi
il governo l’ha già incassata il abbandonare (entrambi) gli
giorno prima, con i 317 sì scranni appena il loro interven-
(“Uno in più della maggioranza to si era concluso. Fuori, i co-
assoluta della Camera”, gongo- mitati dei precari (quelli della
la Berlusconi) con il voto sul de- scuola sono in presidio da saba-
creto Sviluppo. Ma che sia una to scorso) si scontrano con la
stabilità di carta, lo si capisce polizia. Furibondi perché nes-
dai movimenti che hanno ac- suno li ascolta. Un uomo, 68 an-
compagnato tutta la seduta. I le- ni, mantiene un briciolo di spe-
ghisti che non applaudono il di- ranza. “Non se ne sono accorti?
scorso del premier e restano Mah, alla finestra ho visto spo-
zitti quando parte il coro “Sil- stare una tenda...”.

PORTFOLIO
Il nano Pisolo, premier in sonno
Primi sintomi
I primi drammatici sintomi
dell’encefalite letargica si
manifestano il 20.12.2010
durante lo scambio degli
auguri con le alte cariche dello
Stato. Lui, diversamente alto,
si sente escluso e si appisola
sulla sedia, ma ha una discreta
attenuante: Napolitano mònita
da sei ore e mezza.

Attacco in sopraelevata B. ripiomba in letargo alla festa dei carabinieri, Ricaduta Altra parata (2 giugno, festa della Repubblica), altra dormita.
morbidamente issato sui cuscini per risultare più alto di Napolitano Schif: “Che faccio, lo sveglio?”. Nap: “Per carità, almeno non fa danni”

Il duo Bunga
Reduci da un bunga-bunga di gruppo,
i due politici più truccati del mondo
celebrano il 2° anniversario del
trattato italo-libico. B., molto provato,
prega Gheddafi di andare avanti lui

Testa pesante Montecitorio, si parla

del programma di governo, dunque la
cosa non lo riguarda. Per staccare la Pennica alla turca Vertice arabo a Sirte (Libia). Sursum corda Appreso che si beatifica Brusco risveglio Sta per nominare
mano dal cerone sarà necessario Il turco Erdogan parla del caso israelo-palestinese Wojtyla e non lui, B. si accascia i nuovi sottosegretari, dunque riprende
l’intervento dell’impresa Anemone e B. lo ascolta attentamente, ma per errore attiva contrariato. A fine cerimonia il suo conoscenza grazie al caffè portatogli
la traduzione in finlandese e non regge alla prova corpicino verrà rimosso da Gondrand da Scilipoti (in basso, non inquadrato)
a cura di Marco Travaglio
pagina 8 Giovedì 23 giugno 2011

CASTA CONTINUA

ATTACCATI ALLA LEGISLATURA:

SE B. CADE, PERDONO LA PENSIONE
350 parlamentari non hanno maturato il diritto al vitalizio
di Wanda Marra I dati dei parlamentari che devono raggiungere

e tra una settimana France-

S
sco Pionati improvvisa-
mente dovesse decidere di
far mancare il suo sostegno
al governo, molti si chiederebbe-
ro perché. Ma la motivazione po-
trebbe essere ritrovata nella sua
anzianità parlamentare: tra esat-
tamente 6 giorni, infatti, matura
il diritto alla pensione. O meglio
a quello che ora si chiama vita-
lizio. Stiamo ovviamente ragio-
nando in base a un’ipotesi che in
questo momento non sembra es-
sere nell’agenda politica, ma la
questione “arrivare al vitalizio”
in Parlamento esiste. E non è se-
condaria per la tenuta del gover-
no. Sono, infatti, 246 i deputati e
104 i senatori (dati elaborati da
Openpolis, www.openpolis.it)
che devono ancora maturare il
diritto alla pensione, e quasi tutti
lo matureranno solo se finiranno
il loro mandato parlamentare e
dunque se la legislatura avrà il
suo termine “naturale” nel 2013.
Eccezion fatta per Pionati e altri
12 deputati, che viceversa
avrebbero bisogno di un ulterio-
re mandato e 5 senatori, di cui
uno raggiunge la pensione tra 63
giorni, il Pdl Sanciu, e 4 hanno
bisogno di una rielezione.
La pensione? Non
prima del 2013
la pensione o l’hanno appena raggiunta sono
MANDATI E PENSIONI
tratti da Openpolis. Le cifre dei vitalizi sono
elaborati dai dati ufficiali di Camera e Senato
DEPUTATI CHE DEVONO ANCORA SEENATORI CHE DEVONO ANCORA
aver fatto almeno 5 anni di effet- MATURARE IL VITALIZIO MATURARE IL VITALIZIO
tivo mandato e aver compiuto 65
anni. Per ogni anno in più di man- Tot. 246 Tot. 104
dato, diminuisce di un anno l’ac- Popolo della Libertà 84 su 228 Popolo della Libertà 38 su 129
cesso alla pensione. Oggi, dun-
que, il vitalizio minimo corri- Lega Nord Padania 36 su 59 Partito Democratico 34 su 107
sponde al 20 per cento dell’in- Partito Democratico
dennità lorda: quindi 2340,73 eu- 83 su 206 Lega Nord Padania 11 su 25
ro per i deputati e 2401,1 per i se- Unione di Centro 6 su 35 Italia dei valori 7 su 12
natori. Scorrendo la lista dei de-
putati che devono finire la legisla- Gruppo Misto 5 su 22 Gruppo Misto 6 su 22
tura per garantirsi la vecchiaia (al- Italia dei valori 12 su 22 UDC, SVP e Autonomie 5 su 13
la Camera i numeri sono più risi-
cati e la maggioranza più a rischio, Iniziativa responsabile 13 su 28 Non specificato 1 su 3
dunque i posizionamenti anche
individuali hanno più conseguen- Futuro e Libertà 7 su 30 Coesione Nazionale 2 su 10
ze) si trovano alcune nuove cono-
scenze balzate agli onori della DEPUTATI CHE HANNO APPENA MATURATO IL VITALIZIO Tot. 1
103
03
cronaca degli ultimi mesi. Im- SENATORI CHE HANNO APPENA MATURATO IL VITALIZIO Tot. 40
mancabile Domenico Scilipoti,
tra i voti decisivi per la fiducia a CIFRE E COSTI
Berlusconi del 14 dicembre. Op-
pure Souad Sbai, tra le più pronte Indennità deputati 11.703,64 euro Indennità senatori 12.005,95 euro
a tornare dai futuristi al Pdl. Tra i
pidiellini appesi alla legislatura va Vitalizi per 5 anni di mandato 2.340,738 euro 2.401,1 euro
menzionato almeno Francesco Vitalizi per 10 anni di mandato 4.681,38 euro 4.802,2 euro
Paolo Sisto, l’avvocato che era sta-
to mandato d’ufficio ad Annozero a Vitalizi per 15 anni e oltre 7.022,184 euro 7.203,3 euro
difendere il premier. O Elio Vitto-
rio Belcastro, passato dall’Mpa ai Vitalizi ex deputati 138.200.000,00 euro Vitalizi ex senatori 81.250.000,00 euro
Responsabili, in soccorso di Ber-
lusconi e poi a Sud, dopo aver
mancato la poltrona di sottose-
gretario. Senza contare il folto

NEL DETTAGLIO si tratta di 84

drappello di giovani Democrati-
ci, portati in Parlamento da Vel-
tosegretario per passare dall’M-
pa al gruppo Misto, a sostegno di
sconi voleva persino cambiare
l’articolo 1 della Costituzione.
7022,184 euro per gli ex deputati
e 7203, 3 per gli ex senatori. Per
Da Scilipoti a
deputati del Pdl, 36 leghisti, 83
Democratici, 6 dell’Udc, 5 del
troni, da Marianna Madia a Matteo
Colaninno.
Berlusconi. Senza contare Bruno
Cesario, altro socio fondatore dei
cui di fatto, ogni parlamentare ha
un interesse economico imme-
Belcastro a
Più anni, più
Gruppo Misto, 12 dell’Idv, 13 Re-
sponsabili (quasi il 46% del totale, Quelli dello
Responsabili alla vigilia della fi-
ducia di dicembre. Oppure
guadagni diato e futuro a restare in Parla-
mento il più possibile. Che vuol
Sisto: in molti
visto che sono 28) e 7 futuristi. A Giampiero Catone, recentemen- dire anche garantirsi la rielezione
Palazzo Madama, troviamo in
scampato pericolo
te premiato con un sottosegreta- MA IN REALTÀ il gioco delle con i cambi di casacca e i riposi- non si possono
questa situazione 38 senatori del riato per aver scelto di votare la pensioni è ancora più complicato zionamenti più opportuni. Una
Pdl, 34 Democratici, 11 leghisti, 7 ESISTE poi un drappello piutto- fiducia di dicembre contravve- di così: infatti per ogni anno di notazione finale: la Camera spen- permettere
dell’Idv, 6 del Gruppo Misto, 5 sto nutrito e abbastanza interes- nendo alle indicazioni di quello mandato in più si conquista un 4 de per pagare i vitalizi degli ex de-
dell’Udc, Svp e Autonomie, 2 di sante di parlamentari che hanno che era allora il suo gruppo (Fli). per cento del vitalizio. Fino ad ar- putati ben 138 milioni e 200 mila che le Camere
Coesione nazionale e uno non maturato il diritto al vitalizio nel- Merita una citazione Remigio Ce- rivare al tetto massimo che si rag- euro, mentre il Senato 81 milioni
specificato. Che si “giocano”, in- l’appena trascorsa primavera, roni, che per compiacere Berlu- giunge ai 15 anni di mandato. e 250 mila euro. si sciolgano
fatti, non solo la loro indennità giorno più, giorno meno: molti
(così si definisce lo “stipendio” di di loro infatti provenivano dalla
un parlamentare), che per un de-
putato equivale a 11.703,64 euro
lordi e per un senatore a
12.005,95 (al netto 5.486,58 euro
legislatura precedente che è du-
rata solo due anni. Secondo i dati
elaborati da Openpolis, sono 103
deputati (39 del Pd, 32 del Pdl, 5
Il bossiano Reguzzoni resta capogruppo
per un deputato e 5.613,63 per della Lega, 9 dell’Udc, 6 Respon- BATTAGLIE LEGHISTE: VINCE IL SENATUR, SCONFITTO MARONI
un senatore), ma anche la possi- sabili, 4 furisti, 2 dell’Idv e 4 del
bilità di avere una pensione. Da Misto) e 40 senatori (20 del Pd, 8 parlamentare più delicato il “cerchio magico” bossiano dopo la “conquista” del grup-
sottolineare che questa è la prima del Pdl, 6 della Lega, 3 dell’Idv e 3 mettendoci il lombardo Gia- che ancora una volta ha tenu- po alla Camera. Che sarebbe
legislatura in cui le matricole del del Gruppo Misto). Anche qui, como Stucchi, alla fine hanno to saldo in mano lo scettro del finita così forse Maroni lo ave-
Parlamento non arrivano alla pen- andando a scorgere la lista dei de- vinto il vecchio leader e il suo comando. E dire, però, che va capito fin da ieri (lui era as-
sione, se le Camere si sciolgono putati che hanno appena scaval- “cerchio magico”. Una vitto- Maroni aveva studiato bene sente giustificato al Senato
anzitempo. Prima, infatti, basta- lato il termine per arrivare al vi- ria guadagnata con l’astuzia. ogni mossa. Dopo la “conqui- per via della laurea della figlia)
vano 2 anni e mezzo (e le pensioni talizio, si può avere qualche O forse con il ricatto. Va be- sta” del gruppo alla Camera, quando c’era stato un salace
erano anche più alte). A stabilirlo spunto in più per leggere gli ul- nissimo sostituire il capo- che gli avrebbe dato il coman- scambio di battute con Castel-
sono stati i nuovi Regolamenti timi sommovimenti politici. E in- gruppo dopo un anno, aveva do diretto delle truppe leghi- li sulla bocciatura dei pedaggi
emanati nel luglio 2007 (durante fatti troviamo personaggi come detto Bossi in mattinata ai de- ste nella tenuta della maggio- sul raccordo anulare. Tant’è
il governo Prodi), che prevedono Aurelio Misiti, che ha appena putati in attesa di un suo pro- ranza, l’idea era quella di ripe- che anche ieri mattina alla Ca-
che per avere la pensione bisogna guadagnato una poltrona da sot- nunciamento, “ma poi Reguz- tere l’operazione anche al Se- mera, Maroni risultava assen-
zoni lo mando a fare il segre- nato. Nel mirino dei leghisti di te nei banchi del governo e
tario nazionale della Lega rito maroniano di Palazzo Ma- non si è visto per tutta la gior-
Lombarda”. Un messaggio fin dama ci sarebbe stato Federi- nata. Quindi, nel pomeriggio,
Cosa dicono i Regolamenti troppo chiaro per i fragili co Bricolo, guarda caso espo- il segnale, con Bossi che è
di Camera e Senato equilibri leghisti: a saltare sa- nente di spicco tra i bossiani uscito più volte dall’aula di
I senatori e i deputati “dopo 5 anni di mandato di Sara Nicoli rebbe stato Giancarlo Giorget- del “cerchio magico”. La sosti- Montecitorio accompagnato
effettivo” ricevono “il vitalizio a partire dal 65° anno di ti, l’uomo più vicino a Maroni tuzione di Bricolo sarebbe sta- da Reguzzoni e, infine, il voto.
età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in
relazione agli anni di mandato parlamentare svolti”.
L'importo dell'assegno “varia da un minimo del 20 per
Rlareiconfermato capogruppo,
ma forse in vista di decol-
verso il ministero delle
all’interno del Carroccio. In-
somma, un siluro al “delfino”
designato dal popolo degli
to un colpo ancora più forte a
Rosy Mauro, che al Senato è vi-
cepresidente, accusata tra l’al-
Reguzzoni, sulla carta, do-
vrebbe lasciare definitiva-
mente la guida del gruppo a di-
cento a un massimo dell'60 per cento dell'indennità Politiche comunitarie lasciato striscioni di Pontida che non tro di essere una delle autrici cembre, a meno che il Cava-
parlamentare, a seconda degli anni di mandato libero da Andrea Ronchi. È sta- ha lasciato scampo. Alle sette del commissariamento pro- liere non lo chiami al governo
parlamentare”. Ogni anno di mandato svolto to il giorno di Marco Reguzzo- e mezzo di sera, Marco Reguz- prio di Giorgetti in Lombar- alle politiche comunitarie,
corrisponde a un aumento del 4 per cento del vitalizio. Il ni quello di ieri in zona Carroc- zoni era di nuovo a capo del dia. Al posto di Bricolo, i ma- con Anna Maria Bernini forse
massimo si raggiunge a 15 anni di mandato. Secondo i cio. Dopo le voci, che si rin- gruppo parlamentare, per ac- roniani puntavano a mettere alla Giustizia, per quanto que-
Regolamenti delle Camere, si prevede “la sospensione correvano da mesi, di un suo clamazione, con grande sod- Massimo Garavaglia, anche lui sto nome sia già stato bocciato
del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia avvicendamento alla guida disfazione di Bossi: “Sì, sono lombardo, ma proprio per una volta dal Quirinale. Se Re-
rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al del gruppo parlamentare le- proprio soddisfatto”. E Reguz- non schiacciare troppo i favo- guzzoni dovesse diventare mi-
Parlamento europeo o a un Consiglio regionale”. La ghista alla Camera, ieri è stato zoni: “Sono anch’io soddisfat- riti sulla sezione lombarda, al- nistro, forse nella Lega potreb-
sospensione “è inoltre prevista nel caso in cui il titolare il giorno della verità. E nel to, questo vuol dire che la Le- la fine era saltato fuori il nome be riaprirsi la lotta per la suc-
del vitalizio assuma cariche pubbliche che prevedano braccio di ferro tra Bossi, suo ga è unita, che c’è solo Bossi e del veneto Paolo Franco. Ov- cessione interna, ma per il
una indennità il cui importo sia pari o superiore al 40 per sponsor principale, e il “delfi- io sono un bossiano di ferro”. viamente l’operazione Senato momento il capitolo pare de-
cento dell'indennità parlamentare” no” Maroni, che voleva pren- Maroni, dunque, esce sconfit- sarebbe partita – seppur con finitivamente archiviato. No-
dere il controllo del gruppo to nella prima avanzata contro qualche difficoltà in più – solo nostante Pontida.
Giovedì 23 giugno 2011 pagina 9

MEDIA

E IL PARTITO
SI RIPRESE
L’UNITÀ
Bersani conquista il giornale fondato
da Gramsci. Ma c’è anche D’Alema
di Fabrizio d’Esposito mano al dossier De Grego- caso “è stato Soru a sceglierlo in
rio-Unità, ultimo lascito della maniera autonoma”, considera-
on un eloquente sorriso stagione veltroniana e “nomi- to che tra partito e giornale non

C sulle labbra, e con la ga-

ranzia dell’anonimato, un
democrat autorevole com-
menta: “Diciamo pure che il
partito ha deciso di riprendersi
nata” da Veltroni medesimo tre
anni fa in un’intervista al Corrie-
re della Sera. A meno di clamo-
rose sorprese dell’ultimo mo-
mento, il nuovo direttore sarà il
c’è più alcun rapporto formale.
Senza dimenticare però che
l’ex governatore sardo fa parte
della direzione nazionale del
Pd, oltre a controllare la “Nuova
Gazebo e loghi dell’Unità,
il quotidiano fondato da Antonio
l’Unità”.
Riassunto dell’ultima puntata
cinquantenne Claudio Sardo,
firma politica del Messaggero,
Iniziativa Editoriale spa” che
pubblica il quotidiano. Sardo
Gramsci. Nel tondo, Massimo
D’Alema (FOTO ANSA)
Dopo l’addio
sul quotidiano fondato da Anto-
nio Gramsci: il 18 giugno scor-
segretario della stampa parla-
mentare e autore insieme con
dovrebbe insediarsi all’inizio
del prossimo mese ma su di lui do fu contattato da Soru per la
di Concita cesco Piccolo: “Mi aspettavo in-
so in una nota congiunta l’edi-
tore Renato Soru e il direttore
Miguel Gotor di un recentissi-
mo libro-intervista al segretario
pesa l’incognità della vendita
del pacchetto di Soru nella Nie,
prima volta la doppia mazzata
elettorale di B. (amministrative
De Gregorio, sulti da parte di Cicchitto ma so-
no rimasto perplesso dal fatto
Concita De Gregorio hanno an- del Pd, intitolato “Per una buo- affidata a un advisor milanese, e referendum) non era minima- che l’Unità mi insultasse nel per-
nunciato la fine del loro rappor- na ragione”. Equita Sim. In pratica, il quesito mente prevedibile. E così oggi la Claudio Sardo corso indicato verso le elezioni.
to di lavoro a partire dal pros- Dagli ambienti vicini a Bersani è: Soru nomina un direttore e lunga agonia del berlusconismo Si tratta di manifestazioni di pri-
simo primo luglio. Una voce ci tengono a far sapere che “Sar- poi i nuovi editori se lo tengo- non fa che rinforzare il rilancio direttore, mentre mitivismo politico pericoloso”.
che girava da almeno due mesi. do è un cattolico che viene da no? Traduce un altro democrat a voluto da Bersani, che dopo le Che cosa aveva scritto il primi-
Da quando cioè il segretario del un mondo diverso da quello de- microfoni spenti: “Bersani ha urne “si sente più forte nel par- Soru cerca tivo pericoloso Piccolo? Una co-
Pd Pier Luigi Bersani ha messo gli ex comunisti”. E che in ogni promesso a Soru di trovargli un tito” e in grado di affrontare le sa quasi banale: un appello a
acquirente da qui a un anno, primarie da candidato-premier. di vendere D’Alema perché la smettesse
magari proveniente dal mondo Ma l’annunciata Unità bersania- con la “strategia disarmante” dei
delle coop emiliane”. na ha risvegliato anche le aspi- governi di transizione o d’emer-
Lecca Lecca razioni dei “barbudos mazzinia- conto del loro dante causa. Fino genza invece di chiedere le ele-
IL PROGETTO DI SARDO , ni”, come viene chiamata l’ulti- a tre anni fa, prima dell’arrivo di zioni anticipate. Bersani non ha
Giannini elogia che trova un giornale precipita-
to a 35mila copie (queste sono
ma generazione di dalemiani ve-
nuta su nella sezione “Mazzini”
Soru, il sogno era di riportare
dentro il quotidiano gli Angeluc-
preso bene l’attacco in direzio-
ne. Per due motivi. Il primo con-
Sacconi graffia le cifre riferite dal quartier gene-
rale del Pd), è di rilanciare l’Unità
di Roma, quella dell’ormai “ex
generale Massimo”. I due “bar-
ci, editori di Libero, e nominare
Antonio Polito. Oggi si accon-
tingente perché, a operazione
Sardo in corso, “rischiamo di tra-
su basi “democratiche” più or- budos” più alti in grado sono i tentano di un vicedirettore. Se- sformare in martire la De Grego-
MINISTRO sa la stima che ho per lei che rappresenta la todosse. Nel senso di rispec- trentenni Matteo Orfini e Fran- gno dei tempi. rio”. Il secondo strutturale e più
tradizione migliore del socialismo italiano. Parole di vivo chiare speranze e ambizioni di cesco Cundari, considerati “ge- importante politicamente: con
apprezzamento che, martedì sera, hanno creato una certa un lettorato che comunque re- melli”. Il primo fa parte della se- IL VERO NODO è che i rap- il vento nuovo di Milano, Napoli
sorpresa nella vasta platea di Ballarò poiché il destinatario degli sta militante. Con la De Grego- greteria di Bersani, occupando- porti tra Bersani e D’Alema non e referendum anche Bersani la
elogi era il ministro del Welfare Sacconi, mentre a sperticarsi in rio, non sarebbe mai stato così. si di informazione e cultura. Il sono affatto idilliaci. Il segreta- pensa come Piccolo e ha detto
lodi era il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, mai Dicono dal Nazareno, sede na- secondo è giornalista (Riformi- rio ha riscoperto i movimenti, basta ai “politicismi” delle for-
tenero con gli esponenti del governo Berlusconi. In realtà zionale del Pd a Roma: “Una vol- sta, Foglio, direttore liquidatore veri vincitori di amministrative mule di palazzo.
Giannini ricorreva alla figura retorica della ‘captatio ta dimessosi Veltroni, lei ha la- di Red Tv, oggi editorialista del e referendum, mentre l’ex pre- Adesso pare che D’Alema si stia
benevolentiae’ per estorcere a Sacconi una qualche presa di vorato solo per la sua visibilità, Messaggero) e così il suo nome mier, notoriamente allergico al- riallineando tatticamente al mo-
distanza da Bisignani e dalla sua vasta rete di clienti composta da rifiutando ogni contatto con i sta circolando per la vicedirezio- la società civile, non solo ha di- vimentismo di Bersani. E chissà
magistrati, manager ma soprattutto, sottosegretari, ministri e vertici del partito, quasi fossero ne dell’Unità, avvalorando la tesi sertato la campagna per i quat- che non riesca a strappare la vi-
ministre. Al culmine del suo appassionato intervento Giannini, il male assoluto”. L’uscita di di un ticket politico Bersa- tro sì ma qualche settimana fa ha cedirezione per Cundari, “neo-
non senza una nota drammatica nella voce ha infatti chiesto a “Concita” viene vissuta da quasi ni-D’Alema per il quotidiano. dato mandare a Orfini di battersi commissario politico” e “guar-
Sacconi come era stato possibile che simili individui trovassero tutta la redazione come “una li- Chi segue da molto vicino l’at- in segreterie per i no ai quesiti diano della mutazione togliattia-
asilo nelle sacre stanze di Palazzo Chigi. Per nulla commosso da berazione” e molti attendono tuale fase di trattative liquida in sull’acqua pubblica. Poi c’è l’in- na del dalemismo”. Queste ulti-
tanto fervore il prodotto del socialismo migliore ha inveito l’arrivo di Sardo senza timori per questo modo la voce: “Cundari cidente Piccolo proprio sull’U- me affermazioni sono dei fratelli
contro Repubblica colpevole, a suo dire, di aver gettato con le lo sponsor politico: “Avere dei vicedirettore? Una cazzata”. In nità. Nella direzione nazionale coltelli di The Front Page, il blog
intercettazioni pubblicate palate di fango su dei galantuomini. confini certi è molto meglio di realtà è da tempo che i dalemia- del Pd d’inizio giugno, D’Alema degli ex lothar Velardi e Rondo-
navigare in un oceano senza sa- ni tentano di mettere “una pe- si è pubblicamente lamentato di lino, penultima generazione di
pere dove andare”. Quando Sar- cetta sull’Unità” in nome e per un corsivo dello scrittore Fran- dalemiani.

Brindisi, giornalista precario si toglie la vita

L’ASSOSTAMPA PUGLIA: “GESTO ESTREMO DETTATO DAL PROFONDO DISAGIO LEGATO ANCHE ALLA SUA CONDIZIONE LAVORATIVA”
di Pierluigi G. Cardone
Brindisi
eri mattina, come accadeva
Isuaquasi ogni giorno da 10 anni, la
firma era presente nell’edizio-
ne brindisina de La Gazzetta del
Mezzogiorno. Un articolo di musi-
ca, la sua grande passione. Chi
quel pezzo l’ha letto, però, non
poteva sapere che lui, l’autore,
non c’era più: si era suicidato la
notte prima, impiccandosi nel
giardino della sua abitazione a Ce-
glie Messapica, dove viveva con la
famiglia. Così, a 41 anni, è finita la
vita di Pierpaolo Faggiano, gior-
nalista pubblicista, corrisponden-
te dal suo paese del maggior quo-
tidiano regionale, grande esperto
di jazz e un sogno nel cassetto:
fare del giornalismo musicale la
sua professione. Obiettivo diffici-
le, il precariato che non finisce
mai, la voglia di non demordere
che si affievolisce, come le ultime
note di una canzone triste. Poi la
decisione, estrema, e una lettera
alla madre, che insieme al fratello
ha trovato il corpo senza vita del
figlio, rincasando a tarda sera. De-
lusione sentimentale e precarie
condizioni lavorative: parole co-
me pietre per motivare la scelta.
Pierpaolo, del resto, non seguiva
la regola non scritta dei corri-
spondenti (la firma per il presti-
gio, altri lavori per vivere), lui fa-
ceva solo quello, il giornalista.
Scriveva di ciò che capitava a Ce-
glie per La Gazzetta (3-4 articoli a
settimana a 10 euro l’uno, ovvero
la paga dei giornali locali), era
l’addetto stampa di un’associazio-
Aveva 41 anni,
collaborava con
la Gazzetta del
Mezzogiorno
dalla provincia
Ieri l’ultimo pezzo
sulla musica
ne che promuove un evento cul-
turale molto noto in Puglia (La
Ghironda), era il direttore artisti-
co di Ceglie Jazz (che sarà pre-
sentato proprio oggi) e collabo-
rava con la rivista specializzata All
About Jazz.
NEL 2003, inoltre, aveva scritto
“Un cielo di stelle”, libro-intervista
con il sassofonista Mario Schiano,
considerato il padre del free jazz.
Tanti ruoli, nessuna stabilità eco-
nomica e, soprattutto, l’ambizione
che pian piano diventa frustrazio-
ne. Un giornalista forse morto di
lavoro che non c’è. “L’ho sentito
ieri (martedì, ndr) come ogni gior-
no - ha detto al Fatto Vincenzo Spar-
viero, responsabile della redazio-
ne di Brindisi de La Gazzetta -. Ab-
biamo concordato l’articolo di og-
gi e programmato i servizi da scri-
vere nei prossimi giorni. Mi sem-
brava sereno, per nulla turbato.
E’un colpo durissimo per noi”. Il
precariato, bestia che ti rode den-
tro. “Scriviamo di lavoratori in cas-
sa integrazione, di operai senza pa-
ga da mesi - ha continuato Spar-
viero – ma spesso non ci rendiamo
conto di quanto accade ai nostri
colleghi”. Ma una corrispondenza
da un paese di provincia è lavoro?
“No, ma con me Pierpaolo non si
era mai lamentato - ha concluso - ,
voleva fare il giornalista musicale,
ma scriveva anche di altro e cre-
deva fortemente in ciò che faceva,
tanto da non cercare altri mestieri.
Ecco perché il suo gesto mi sem-
bra strano; forse sarà successo
qualcosa che avrà minato una sen-
sibilità già provata dall’instabilità
professionale”. Per l’Assostampa
Puglia ci sono pochi dubbi: “gesto
estremo, dettato dal profondo di-
sagio legato anche alla sua condi-
zione di precarietà lavorativa”.
Una morte, ha scritto il presidente
regionale Raffaele Lorusso, “che
deve imporre a tutti una profonda
riflessione sul dramma di migliaia
di persone che, non soltanto nel
giornalismo, vivono ogni giorno il
dramma di un’occupazione preca-
ria e senza alcuna prospettiva di
stabilizzazione”. Cordoglio anche
da parte del presidente del con-
siglio regionale Onofrio Introna,
che ha sottolineato come “di pre-
cariato si vive male, anzi si può
anche morire”. Per la Fnsi (che ha
ricordato con un minuto di silen-
zio il cronista), invece, “drammi
umani come questo ripropongono
i problemi del precariato diffuso,
che priva di ragionevoli certezze
sul futuro migliaia di giornalisti. La
tutela del lavoro autonomo e di tut-
te le forme di contrattualizzazione
destrutturata e precaria, e la ferma
opposizione a ogni forma di sfrut-
tamento e svilimento del lavoro
giornalistico - hanno scritto dal
sindacato -, sono le priorità sulle
quali la federazione accentrerà il
proprio impegno, con l’obiettivo
di garantire dignità all'attività e ai
compensi di migliaia di giornalisti
che, lontani dalle redazioni e spes-
so costretti a operare in contesti
difficili, giornalmente si sacrifica-
no per garantire a tutti i cittadini
un bene primario come l’informa-
zione”. Parole “intonate” alla sto-
ria di un giornalista amante del jazz
che ha deciso di spegnere una mu-
sica forse ormai stonata dalla vita
da precario.
pagina 10 Giovedì 23 giugno 2011

PROFONDO SUD

RIFIUTI EXPORT: LA SPAZZATURA

DI NAPOLI ANDRÀ NELLE PROVINCE
Il governo si smentisce e indica una discarica nel salernitano
di Vincenzo Iurillo gione, a guida Pdl. E allora fac-
Napoli ciamo un passo indietro, al 4
gennaio. Al culmine della penul-
chizofrenia pura. Nel no-

S
vembre 2010 il governo
Berlusconi stabilì che per
uscire dall’emergenza ri-
fiuti in Campania non c’era bi-
sogno delle discariche. E can-
cellò per decreto la previsione
di aprirne tre, nuove, tra cava
Vitiello a Terzigno (Napoli), An-
dretta in Irpinia e Valle della
Masseria a Serre, nel salernita-
no. Avrebbero dovuto accoglie-
re circa 5 milioni di tonnellate
di spazzatura. Ora che quasi
3000 tonnellate di immondizia
putrefatta stanno insozzando le
strade di Napoli, il premier vuo-
le smaltirle riaprendo un buco
vecchio e strausato. La discari-
ca di Macchia Soprana, sempre
a Serre. Vicina all’esaurimento
e capace di ingoiare solo un re-
siduo di 100 mila tonnellate.
QUALCHE MESE di respiro e
basta. Con un sito sul quale la
Procura di Salerno ha aperto da
un anno un’inchiesta sull’inqui-
namento da percolato. “Mi au-
guro non vengano prese deci-
sioni sconsiderate” ha commen-
tato il sindaco di Serre Palmiro
Cornetta “il sito non è a norma e
i miei concittadini sono pronti a
sbarrare la strada ai compattato-
ri, e poi la strada che porta alla
discarica è impraticabile, è fra-
nato un costone”. Già. Ma vallo a
spiegare a Berlusconi che pur di
(ri)vestire i panni di artefice del
Miracolo della Monnezza, poi ri-
velatosi una Monnezza di Mira-
colo, non esiterebbe a smentire
la logica e se stesso. “Vedo che
De Magistris non ce l'ha fatta in
Triassi (Federico II): “Rischio tifo
e colera. Presto sarà pericoloso
abitare in alcuni quartieri”
cinque giorni. Come sempre do-
vrò intervenire io” avrebbe det-
to B. incontrando il coordinato-
re del Pdl campano Nicola Co-
sentino, il presidente della Pro-
vincia di Napoli Luigi Cesaro, il
presidente della Provincia di
Avellino, Cosimo Sibilia e il se-
natore Carlo Sarro. Il mini ver-
tice azzurro che avrebbe parto-
rito l’idea di Macchia Soprana
(guarda caso, non c’era il presi-
dente della Provincia di Salerno
Edmondo Cirielli, che è contra-
rio e minaccia di andarsene dal
Pdl), mentre Libero e il Giornale
fanno il countdown sui presunti
ritardi del sindaco arancione, il
gong dei cinque giorni entro i
quali De Magistris aveva annun-
ciato Napoli ripulita è suonato
ieri è la città era più sporca di pri-
ma. Ma il premier e i suoi house
organ hanno memoria corta e
confondono le responsabilità,
dimenticando che il Comune è
competente solo della raccolta,
come ha ribadito ieri De Magi-
stris in un videomessaggio di re-
plica a Berlusconi, accusato di
aver abbandonato Napoli a se
stessa dopo averla consegnata
alle ‘cricche’ delle emergenze
continue e dello smaltimento il-
lecito. La raccolta viene fatta,
ma i mezzi dell’Asìa, strapieni,
non sanno dove portare la mon-
nezza. L’individuazione degli
impianti di smaltimento e il cal-
colo dei flussi invece spetta, ri-
spettivamente, a Province e Re-
tima emergenza. Tavolo a Palaz-
zo Chigi, padrone di casa Gianni
Letta, presenti il ministro del-
l’Ambiente Stefania Prestigiaco-
mo, il governatore Stefano Cal-
doro, il sindaco di Napoli Rosa
Russo Iervolino, i presidenti del-
le cinque province campane.
Ne uscì un documento con una
serie di impegni che solo il Co-
mune di Napoli ha rispettato.
Grazie a De Magistris, che ha tro-
vato un sito di trasferenza e ha
deliberato l’avvio di una diffe-
renziata da fare sul serio.
IL DOCUMENTO stabiliva
una seconda discarica nel saler-
nitano entro il 30 gennaio. Mac-
chia Soprana, per l’appunto. Ma
non c’erano – e non ci sono –
certezze sui requisiti di sicurez-
za. Dicono che il demonio si an-
nida nei dettagli. Ce n’è uno sin-
golare. Oggi come allora, al rie-
splodere dell’emergenza segue
un’intervista della Prestigiaco-
mo al Mattino che sollecita la co-
struzione degli inceneritori a
Napoli e Salerno, per la gioia del-
le potenti lobby industriali del
nord, che già gestiscono il sin-
ghiozzante bruciapattume di
Acerra. “Basta polemiche e ritar-
di, ora occorre farli partire” au-
spicò il 6 gennaio. Ieri sulla que-
stione la ministra ha ammonito
de Magistris, che è decisamente
contrario, mettendo sul piatto
una piccola apertura al ‘decreto
salva Napoli’ per esportare i ri-
fiuti fuori Campania. Intanto il
sito di trasferenza di Caivano ria-
pre grazie a un provvedimento
del Tar. Poco dopo il consiglio
Cresce l’emergenza nelle strade di
Napoli: l’immondizia, complice
il caldo estivo, rende l’area
irrespirabile. Qualcuno usa
la mascherina (FOTO ANSA)
regionale ha approvato, col solo
voto del centrodestra, una riso-
luzione per l’apertura di una di-
scarica a Napoli e la riattivazio-
ne di Macchia Soprana. In que-
sta sede, l’assessore all’Ambien-
te Giovanni Romano si è preso
“15-20 giorni per uscire dalla cri-
si, grazie all'accordo raggiunto
con tutte le province. L’intesa,
attraverso un aumento delle po-
tenzialità dei loro impianti, un
aumento dei conferimenti lad-
dove possibile, tipo di Sicilia, e
l'utilizzo dei siti di trasferenza, ci
consentirà l’ordinario e anche
recuperare 3/400 tonnellate al
giorno. Soluzioni alternative - ha
sottolineato - non ce ne sono”.
De Magistris sembra concorda-
re: “Credo che attraverso la so-
lidarietà all’interno della Regio-
ne si possa far fronte all’emer-
genza. Altrimenti troveremo
una soluzione in totale autono-
mia”. E la docente di Igiene Ma-
ria Triassi avvia un preoccupan-
te conto alla rovescia: “Se entro
24-36 ore non sarà rimossa la
spazzatura dalle strade, è in pe-
ricolo l’abitabilità di alcuni quar-
tieri della città e di alcuni comu-
ni della provincia, con il rischio
di epidemie di tifo e colera”.

PALERMO Nuovi scenari sull’omicidio del giornalista

Le ombre massoniche sulla morte di Rostagno

di Rino Giacalone
Palermo
URosndagini.
secondo capitolo di in-
Il delitto di Mauro
tagno, che stava per an-
dare in archivio, sta invece fa-
cendo riaprire alla Procura
antimafia di Palermo antiche
inchieste che non hanno per-
duto attualità, perché i nomi
coinvolti nelle indagini di ieri
sono quelli di soggetti che so-
no rimasti in auge nella pro-
vincia trapanese, notoria-
mente conosciuta come lo
zoccolo duro di Cosa nostra,
forziere della mafia, la terra
dove si nasconde il superla-
titante Matteo Messina De-
naro.
IL BOSS potrebbe avere par-
te del gruppo di fuoco che il
26 settembre del 1988 uccise
a Lenzi di Valderice il socio-
logo, fondatore di Lotta Con-
tinua, che a Trapani era arri-
vato per occuparsi del recu-
pero di tossicodipendenti con
la comunità Saman e che ave-
va scelto come professione di
fare anche il giornalista, ap-
prodando nella tv privata Rtc.
A 26 anni, tanti anni aveva
Messina Denaro nel 1988, il
giovane boss già sparava, e
l’ordine di morte di Rostagno
era arrivato a Trapani proprio
da suo padre, il patriarca della
mafia belicina Francesco
Messina Denaro. “Chiddu ca
varva unnave a pallare chiu”,
quello con la barba non deve
più parlare. “Voscienza ordina
e picciotti obbediscono” la ri-
sposta raccontata dal pentito
di Mazara Vincenzo Sinaco-
ri. Imputati per il delitto sono
oggi davanti la Corte di Assise
di Trapani, Vincenzo Virga,
capo mandamento di Trapani,
e Vito Mazzara, killer di tanti
delitti.
Rostagno dava fastidio alla ma-
fia, perché già con la denuncia
televisiva quotidiana sottrae-
va consenso ai mammasantis-
sima. I boss li metteva alla ber-
lina. Cosa nostra non poteva
permetterselo. Ma non c’è so-
lo questo. Quale è il nuovo
scenario che si affaccia? È lo
scenario fatto di mafia, mas-
soneria e politica. Mauro Ro-
stagno si stava interessando
agli affari di una loggia coper-
ta scoperta a Trapani poco
tempo prima del delitto. Una
loggia che rispondeva ad un
solo ordinamento, all’organiz-
zazione mafiosa, ad aprirla fu
Pino Mandalari, il commer-
cialista palermitano di Totò
Riina, ma la benedizione più
importante sarebbe giunta da
Il pm Ingroia: “Il giornalismo del
fondatore di Saman dava fastidio a
una città paludosa e addormentata”
Licio Gelli, il capo della P2.
Nomi “pesanti” quelli coinvol-
ti, tanti politici, funzionari
pubblici, dirigenti di prefettu-
ra e di questura, assieme ai ma-
fiosi. Nessuno dei nomi coin-
volti ha smesso di far carrie-
ra.
L’INDAGINE ha portato al-
le sole condanne del gran
maestro, Gianni Grimaudo,
e del suo braccio destro, Na-
tale Torregrossa. Tutti gli al-
tri se ne sono usciti senza dan-
ni. Addirittura un dirigente di
prefettura, Giuseppe Chitta-
ro, travolto dallo scandalo,
nel 2003 fu chiamato dall’al-
lora prefetto di Trapani, Fi-
nazzo, a fargli da capo di ga-
binetto. E Rostagno cosa c’en-
tra? C’entra, perché aveva ca-
pito il sistema degli intrecci
trapanesi, perché aveva sco-
perto il passaggio per Trapani
di Gelli ricevuto in casa da due
boss mafiosi iscritti alla loggia,
il mazarese Mariano Agate e
il campobellese Natale L’A-
la, il primo ancora in carcere,
da dove non ha smesso di co-
mandare, il secondo morto
ammazzato invece a fine Anni
80. Sulla pista mafia e masso- litti, faticosamente oggi stia-
neria lavora il pool diretto dal mo cercando di ricostruire gli
procuratore aggiunto Anto- scenari dell’epoca, certo il
nio Ingroia. “È una massone-
ria molto mafiosa quella tra-
panese” esordisce Ingroia: “È
giornalismo fatto da Rostagno
all’epoca dava fastidio ad una
città che era paludosa e son-
vero – conferma – c’è un’in- nacchiosa”. Lei si è fatto un’i-
dagine che stiamo seguendo, i dea di chi era il Rostagno gior-
rapporti tra Gelli, Agate, io nalista? “Era un giornalista
credo che su questo possa ve- fuori luogo e fuori da quel
nire fuori qualcosa di più. tempo, in totale isolamento,
Molto non posso dire, indub- portatore di un giornalismo
biamente Trapani è sempre esclusivo, possiamo dire pio-
stata crocevia di tante cose, niere di quello di oggi, andava Il pm Antonio Ingroia
mafia e massoneria hanno la- in avanscoperta ma con le della Procura di Palermo, visto
sciato impronte in diversi de- spalle scoperte”. da Emanuele Fucecchi
CATANIA chiesti 2 anni serimento all'attivo di false
entrate, con l'iscrizione di
crediti inesigibili. Addirittu-
e 4 mesi per Scapagnini ra, per evitare il dissesto,
presso lo studio del notaio
econdo la Procura vale almeno 2 anni Carlo Saggio (non indagato), presidente
Slancio
e 4 mesi di reclusione il buco di bi-
coperto con i 140 milioni di fondi
della Compagnia delle Opere per la Si-
cilia orientale, è stata creata in extremis
Fas stanziati dal governo Berlusconi nel una società comunale alla quale l'Am-
2008. L'accusa è di falso a carico del me- ministrazione ha ceduto palazzi storici e
dico personale del premier, l'ex sindaco beni monumentali per poi affittarli pra-
di Catania Umberto Scapagnini, depu- ticamente a se stessa. Un gioco di scatole
tato del Pdl. Chiesta anche la condanna cinesi che mai ha prodotto un euro, ma
dei tecnici e dell'intera giunta comunale, grazie al quale si mascherava il dissesto.
che all'unisono, avrebbero contribuito Per ottenere le somme, il successore di
alla falsificazione dei bilanci. A leggere le Scapagnini, senatore Raffaele Stancanel-
carte dell'inchiesta sembra che Scapa- li, uomo di Ignazio La Russa, ha dichia-
gnini avesse tentato di estendere l'elisir
dell'immortalità, prescritto a B., anche
rato pubblicamente di aver “inventato”
una lista di opere pubbliche, il proce-
alle casse comunali. I bilanci, secondo dimento a suo carico è archiviato.
l'accusa, sarebbero stati gonfiati con l'in- Antonio Condorelli
Giovedì 23 giugno 2011 pagina 11

ECONOMIA

La Cgil
LORO SI TENGONO vuole una
patrimoniale
LE PROVINCE che piace
perfino

NOI INVECE I TAGLI ad Abete

di Salvatore Cannavò

Isuanparlamentare
attesa che l’opposizione
L’Italia dei Valori resta sola spieghi la
idea di riforma fiscale è la
Cgil a fare da controcanto a
a chiederne l’abolizione Silvio Berlusconi con la pro-
posta della patrimoniale. Su-
sanna Camusso ha convoca-
di Chiara Paolin ceschini ha chiesto un rinvio Il ministro del Tesoro Giulio to ieri i giornalisti per dire
per studiare meglio la materia. Tremonti sta preparando la manovra che l’unica strada di riduzio-
ome nelle rubriche dei Ieri, in conferenza capigrup- ne delle imposte si realizza

C
da 40 miliardi per il pareggio di
cuori solitari, Massimo po, ho tentato di far ricalendiz- bilancio nel 2014 (FOTO EMBLEMA) con “un’operazione vera di
Donadi cerca l'anima - po- zare l’argomento. E il presiden- tassazione delle grandi ric-
liticamente - gemella per te Gianfranco Fini mi ha detto: chezze del nostro Paese: mo-
mettere in cantiere un proget-
to importante: il taglio delle
va bene. Però serve la richiesta
di almeno un altro gruppo. Chi
torali. “Mi ricordo - sorride Do-
nadi -. E appunto insisto: c’è
per le pressioni Ue e gli squali
della speculazione che per le
Tra martedì e biliari, immobiliari, grandi
patrimoni”. L’idea della Cgil
Province. Che succede? “Il si-
parietto è questo - spiega il ca-
ci sta?”. Colpo di scena, nessu-
na mano alzata. Eppure nel
qualcuno che vuole risparmia-
re 4 miliardi o sono tutte chiac-
minacce leghiste alla stabilità di
governo.
mercoledì i primi è di tassare di circa l’1 per
cento i patrimoni superiori
pogruppo alla Camera -. Dopo
aver presentato settimana
2008 destra e sinistra si conten-
devano quel taglio per inserirlo
chiere? Attendo risposte, a par-
tire dal Pd. Perché l’Idv su que-
Dove tagliare dunque? Una sfor-
biciata ai ministeri (auto blu,
provvedimenti agli 800 mila euro, cioè il 5
per cento più ricco del Pae-
scorsa il disegno di legge, Fran- nei rispettivi programmi elet- sto tema non negozierà, anche consulenze, spese varie) garan- se, da cui ricavare circa 15
pensando a future coalizioni di tirebbe circa 5-6 miliardi. Ma il della manovra miliardi di euro all’anno.
governo”. grosso dovrebbe arrivare dai ta- Una tassa del genere esiste in
gli agli enti locali (solo i Comuni da 40 miliardi, Francia, “l’imposta sulle
DRAGHI Via libera della MUTISMO PURE dalla Lega.
A Pontida Bossi aveva lanciato la
valgono 3 miliardi e le Regioni
molto di più, specie colpendo la si interverrà grandi fortune” e genera cir-
ca 4 miliardi di euro.
solita promessa padana: basta spesa sanitaria col meccanismo
Francia senza condizioni con gli sprechi, e mani più libe-
re per i Comuni virtuosi che
dei costo standard) e il blocco
dell’impiego pubblico: niente
sulle pensioni LA PROPOSTA della Cgil
può sembrare estremista ma
lla vigilia della nomina ufficiale di Mario Draghi alla Ban-
Aza condizioni”.
ca centrale europea, arriva il via libera della Francia “sen-
Questo può voler dire due cose: che Nicolas
hanno la cassa piena ma non
possono spendere per colpa
dei vituperati patti di stabilità.
assunzioni né aumenti salariali
fino al 2014. Si potrebbe parlare
anche del famoso tetto alle pen-
pef e un aumento dell'Iva avreb-
bero effetti depressivi sui con-
non lo è. Anche Luigi Abete,
in qualità di presidente di As-
sonime, l’associazione delle
Sarkozy si è rassegnato ad aspettare che il mandato di Lo- “Giulio, bisogna riverderli” ha sioni d’oro o dei bonus per i sumi e recessivi sul Pil - dice il società quotate in Borsa, ha
renzo Bini Smaghi nel board della Bce arrivi a scadenza, e detto l’Umberto, e secondo le banchieri, ma è assai più proba- Centro Studi Confcommercio -. sostenuto che è venuto il
che quindi al vertice ci siano due italiani su sei e nessun prime indiscrezioni sarà pro- bile si riesca banalmente ad an- Una manovra di questo tipo ri- tempo di introdurre una pa-
francese fino al 2013. Oppure, seconda interpretazione, il prio questo uno dei punti spen- ticipare l’innalzamento dell’eta durrebbe i consumi in media di trimoniale per ridurre le tas-
caso Bini Smaghi è risolto e il governo ha trovato una pol- dibili per indorare la massacran- pensionabile per le donne (65 340 euro l'anno per famiglia, se sulle imprese e i lavoratori.
trona da offrirgli che gli prmetta di lasciare la Bce senza te manovra da 43 miliardi che il anni anche nel privato) e alleg- provocando un mancato gettito Abete e Camusso divergono,
sembrare sottomesso alla ragion di Stato (ai membri della governo presterà la prossima gerire la selva delle detrazioni per il fisco tra 1 e 1,6 miliardi di però, sull’ipotesi di aumenta-
Bce è vietato dai trattati internazionali di prendere ordini settimana. (con vaga promessa di preser- euro”. re le aliquote Iva: se Assoni-
dai governi). Si capirà molto presto come stanno le cose. Di Martedì o mercoledì, il Consi- vare i nuclei familiari). La segretaria Cgil Susanna Ca- me stima di ricavarne 40 mi-
certo, le pressioni del governo italiano su Bini Smaghi per glio dei ministri spiegherà la musso lancia proposte alterna- liardi da destinare alla ridu-
ora continuano. Ieri è stato il ministro degli Esteri Franco scansione temporale e le voci LA VERA INCOGNITA re- tive (“Meglio una vera lotta al- zione dell’Ires e del primo
Frattini a invitare il banchiere centrale alle dimissioni: “La su cui incidere: dovranno saltar sta però la riforma Irpef-Iva, per l’evasione, e tasse sui grandi pa- scaglione dell’Irpef, la Cgil
sollecitazione fatta dal governo italiano non è una solle- fuori subito 3 miliardi, e altri 5 cui il decreto dovrebbe preve- trimoni”) mentre Vincenzo Vi- sostiene, polemizzando indi-
citazione illegittima, tutt'altro”. E il Wall Street Journal ar- nel 2012. Poi, simpatico omag- dere una delega gentilmente de- sco, ex ministro delle finanze rettamente anche con la Cisl,
riva a ipotizzare lo scenario peggiore, quello che cause- gio al governo che verrà, la bot- finita ‘light’. Ampi dubbi ser- Pd, avverte: “Ci serve una ma- che “se si innalzano le aliquo-
rebbe il massimo imbarazzo all’Italia e un notevole scon- ta da 20 miliardi nel 2013 per peggiano nella maggioranza. novra da 50 miliardi. E l’impe- te Iva il carico ricadrebbe sul-
certo sui mercati finanziari: il rinvio della nomina di Draghi, chiudere con 15 nel 2014. Cifre Specie sull’Iva, che potrebbe gno va preso immediatamente la parte più debole della po-
che potrebbe essere rimandata. Sarebbe un grosso proble- spaventose, che non possono portare dritti a un’impennata per avere un minimo di credibi- polazione”.
ma per tutti. aspettare: massimo per Ferra- dell’inflazione. Ma anche i tre lità. In caso contrario, le conse- La Cgil ha voluto puntualiz-
gosto il decreto dovrà essere ap- scaglioni Irpef di Tremonti con- guenze potrebbero essere pe- zare anche la propria posizio-
provato definitivamente, più vincono poco. “Un taglio all’Ir- santissime”. ne su rappresentanza e con-
tratti in vista dell’incontro
con Confindustria e gli altri

Sorpresa: in Alto Adige c’è posta anche di sabato sindacati che si terrà domani
e dal quale potrebbe uscire
un accordo separato. Even-
tualità corroborata dall’im-
CONFERMATE LE CONSEGNE TRADIZIONALI, NIENTE SETTIMANA CORTA PER I POSTINI provvisa convocazione, ieri,
di un Comitato direttivo
di Daniele Martini tempo indeterminato. Gli stessi sindacati che i comuni italiani sono circa 8 mila, gio il recapito in appena un quarto del straordinario per lunedì 27,
che alcuni mesi prima avevano firmato significa che di sabato in ogni comune ci territorio nazionale. inizialmente previsto l’11 lu-

NAdigeelstinoresto d’Italia no, ma a Bolzano il po-

suona anche il sabato. In Alto
non si sono piegati al diktat di Mas-
simo Sarmi, l’amministratore delegato
delle Poste, che nell’autunno del 2010
decise di cancellare il sabato dal calen-
dario lavorativo. Come ci sono riusciti?
Hanno ricordato a Sarmi che l’Alto Adige
è a un passo dall’Austria e che dal primo
gennaio 2011 avrebbero potuto rivol-
gersi anche alla concorrenza estera. Lo
hanno messo di fronte a un aut aut: o
continuava a far consegnare dai suoi po-
stini anche il sabato lettere, raccoman-
date e giornali, oppure da un punto di
vista postale l’Alto Adige si sarebbe con-
segnato allo straniero.
PER EVITARE il brutto
colpo d’immagine, Sarmi ha
deciso di fare buon viso a cat-
tivo gioco e ha sottoscritto
Dopo
un accordo commerciale ad
hoc che prevede, appunto, il
la minaccia di
recapito tutti i giorni, sabato
compreso. Decisive sono
passare ai servizi
state le pressioni su di lui del
gruppo editoriale Athesia austriaci, sotto
che pubblica il Dolomiten, il
giornale più diffuso nella re- le Alpi Sarmi
gione. L’intesa è stata sotto-
scritta anche dai sindacati, deve garantire
soprattutto perché accom-
pagnata da 35 assunzioni a il servizio
un accordo di segno opposto per il resto
d’Italia, accettando la cancellazione del
sabato con l’allontanamento di 6.250 di-
pendenti.
GRAZIE ALL’INTESA di Bolzano,
l’Alto Adige diventa una specie di felice
enclave nel mare di guai del resto d’Italia.
Passate due stagioni e finita la fase di spe-
rimentazione della settimana corta po-
stale, è possibile tirare le somme degli ef-
fetti sulla clientela del taglio del sabato. Il
bilancio non è affatto esaltante. Le Poste
dicono che per garantire i recapiti hanno
mantenuto una specie di nucleo di emer-
genza o di pronto intervento composto
da 696 postini per le consegne “dedica-
te” del fine settimana. Ma considerando
sono statisticamente al lavoro 0,087 por-
talettere. In concreto, l’impegno postale
si traduce in un uno sparuto drappello di
portalettere nelle grandi città per la con-
segna delle raccomandate a cui Poste non
possono sottrarsi se non vogliono incor-
rere in una nuova multa dell’Antitrust.
Proprio per le raccomandate l’azienda di
Sarmi è già stata sanzionata alla fine del
2010, nel bel mezzo dell’esperimento del
sabato, perché continuava a promettere
ai clienti la consegna il giorno successivo
alla spedizione, in J+1, come dicono in
gergo. Ma con la soppressione del sabato,
l’impegno delle Poste era evidentemente
irrealizzabile almeno un giorno la setti-
mana.
PROPRIO PER non in-
correre in una nuova san-
zione, le Poste hanno orga-
nizzato il drappello postale
del fine settimana e ora as-
sicurano che tutto è a po-
sto. Ma fonti sindacali so-
stengono l’esatto contra-
rio, e cioè che il manipolo
di postini del sabato è in-
sufficiente e una gran parte
del paese rimane scoperta.
Secondo le stesse fonti,
con il sistema di emergen-
za le Poste sono in grado di
assicurare alla meno peg-
Soprattutto la consegna dei giornali la-
scia molto a desiderare. In varie parti d’I-
talia l’azienda di Sarmi ha stipulato accor-
di con piccoli padroncini del trasporto
(gli accollatari, in gergo postale) oppure
con agenzie di recapito privato. Con esiti
modesti, però, perché stando alle segna-
lazioni, appena metà degli abbonati rice-
ve la sua copia il sabato, mentre gli altri
devono aspettare fino a lunedì, con quale
soddisfazione è facile immaginare. Il dan-
no per lettori ed editori è evidente.
Anche questa vicenda del sabato postale
conferma una tendenza in atto da diversi
anni, e cioè il progressivo sganciamento
delle Poste di Sarmi dall’oggetto che do-
vrebbe essere la ragione sociale dell’a-
zienda, la consegna della corrisponden-
za. L’amministratore delegato ha concen-
trato la sua attenzione sui redditizi servizi
non postali, dalla banca alle assicurazio-
ni, considerando il recapito una zavorra
del passato e consegnandolo alle cure
della Cisl, il sindacato alleato e di fatto co-
gestore dell’azienda. Responsabile dei
servizi postali di recente è stato nomina-
to Rosario Fava, un funzionario prescelto
dal potente segretario dei postini Cisl,
Mario Petitto, un ex udc sempre più vi-
cino al centrodestra di Berlusconi.
Alcuni giorni fa la Cisl delle Poste ha fe-
steggiato il raggiungimento dello straor-
dinario traguardo di 62 mila iscritti su 150
mila dipendenti.
glio. Il timore che circola in
Cgil, per alcuni una certezza,
è che Marcegalia e Bonanni,
con la benedizione di Mar-
chionne e Sacconi, abbiamo
redatto un testo che recepi-
sce le richieste della Fiat in te-
ma di deroghe e che poi il go-
verno si incaricherà di tra-
sformare in legge. Non a caso
ieri Camusso ha ricordato
che la posizione della Cgil
sulla rappresentanza - certifi-
cazione degli iscritti e con-
senso dei lavoratori alle ele-
zioni delle Rsu, sul modello
del pubblico impiego – rical-
ca l’accordo del 2008 tra
Cgil, Cisl e Uil e che quindi è
realizzabile. Emma Marcega-
glia, dal canto suo, ha dichia-
rato che all’incontro di do-
mani la Confindustria ci an-
drà “senza preclusioni e cer-
cando l’accordo di tutti”. Ma
in Cgil osservano con inquie-
tudine le oscillazioni degli in-
dustriali e pensano che sta-
volta davvero il boccino ce
l’abbia Confindustria: sce-
glierà un “avviso comune”
con Cisl e Uil, oppure un “ve-
ro negoziato” con la Cgil? Lo
vedremo domani
pagina 12
FRATTINI
E LA TREGUA LIBICA
A USO INTERNO
“Stop alle bombe, corridoi umanitari”
un favore alla Lega (e a Gheddafi)
di Giampiero Gramaglia
Bruxelles
he sia farina del suo sac-
C
co, o che gliel’abbia sug-
gerito Mr B o chi per lui, il
ministro degli esteri Fran-
co Frattini prova a gettare un
sasso nella sabbia della Libia
per levare le castagne di Pon-
tida dal fuoco sotto il governo:
è “fondamentale un’immedia-
ta sospensione umanitaria del-
le ostilità per creare corridoi
umanitari”, dice di fronte alla
commissione del Senato. ‘Fer-
mi tutti’, insomma, ribelli, lea-
listi e forze della Nato, così la
Lega sta buona.
MA LE REAZIONI sono co-
sì negative che, di lì a poco, il
portavoce della Farnesina deve
puntualizzare le dichiarazioni
del suo ministro: iè “un’ipotesi
di lavoro” e “non una proposta
italiana” e riguarderebbe “aree
circoscritte, come Misurata e le
montagne dell’Ovest”. In colle-
gamento con la tv satellitare
al-Jazeera, subito ‘attizzata’ dalla
sortita di Frattini, l’ambasciato-
re Maurizio Massari aggiunge
che l’ipotesi “non mette in di-
scussione la no-fly zone e la mis-
In Cile riaffiora la memoria
Anche in Cina arrivano i candidati 5 stelle
di Simone Pieranni
Pechino
l gigante cinese si sta esercitando
Imocrazia,
in una inusuale sfida con la de-
nell'era di internet. Sono
iniziate a maggio e dureranno un
anno circa: incredibile a dirsi, si trat-
ta delle elezioni cinesi. Una consul-
tazione che avviene ogni 5 anni, che
eleggerà i rappresentanti cinesi a li-
vello cittadino e di villaggio. Si tratta
di una rappresentanza lontana dal-
le stanze dei bottoni, ma è l'unico
segnale di democrazia all'occiden-
tale presente nel sistema locale, con
le proprie necessarie caratteristi-
che: per essere eletti basta racco-
gliere 10 firme, in teoria. Solitamen-
te infatti il Partito controlla tutto,
mandando in prima linea gli ele-
menti favoriti e congeniali. Da sem-
pre, dal 1980 quando venne istitui-
ta la consultazione democratica po-
polare, si sono presentati candidati
indipendenti, più o meno osteggiati
dalle autorità ufficiali.
Quest'anno però il problema si po-
ne in numeri e modalità inaspettate
perfino per l'apparente onnicom-
sione della Nato”. Più tardi la
Farnesina torna sul tema: “L’o-
biettivo resta una soluzione po-
litica, ma siamo determinati a
portare avanti la missione Na-
to”.
Il ministro della difesa Ignazio
La Russa sposta lo sguardo a do-
po l’estate: dell’impegno dell’I-
talia in Libia, prevede, si discu-
terà forse fra 3 mesi, saltando a
pie’ pari il dibattito in Parlamen-
to sul rifinanziamento delle
missioni all’estero (30 giugno)
e la riunione del Consiglio Su-
periore della Difesa (6 luglio).
Di chi sia l’ipotesi di lavoro, se
non dell’Italia, non si capisce,
visto che nessuno se l’accolla,
anzi tutti la respingono. Senza
citare Frattini, il segretario ge-
nerale della Nato Anders Fogh
Rasmussen fa una video dichia-
razione sul sito dell’Alleanza
atlantica: “Continueremo la no-
stra missione, perchè, se ci fer-
miamo, un numero di civili im-
precisato perderebbe la vita”.
Proprio quei civili per cui Frat-
tini, sempre in Senato, rivolge
una raccomandazione alla Na-
to, dopo gli ‘errori’ ammessi dei
giorni scorsi, con numerose vit-
time, perchè uccidere civili
“non è la missione dell’Allean-
Subito bocciata
da Nato e
alleati. E la Ue
critica il
populismo di
alcuni Paesi
sull’immigrazione
prensivo Partito comunista cinese:
secondo il World and China In-
stitute di Pechino, sarebbero alme-
no un centinaio i candidati indipen-
denti che hanno annunciato di pre-
sentarsi alle elezioni. Quello che più
conta, è che questi potenziali rap-
presentanti sono attivissimi on line.
Si tratta di personalità varie, scrit-
tori e contadini, intellettuali e piccoli
imprenditori, che hanno creato una
propria base di consenso nel mondo
del web cinese (il più vasto al mondo
coi suoi 480 milioni di utenti), at-
traverso microblog, i twitter locali, o
piattaforme di blog e che ora pas-
sano alla ricompensa.
PERSONE CHE a livello locale
hanno attirato l'attenzione su di sé,
finendo per avere nei propri profili
migliaia di seguaci. Un bel grattaca-
po per il Partito, impegnato in questo
periodo a insegnare ai quadri del fu-
turo la potenzialità di internet. Ieri
Chen Baosheng uno dei boss della
Scuola di Partito, su un sito di news
cinesi specificava che “il marketing,
internet e la democrazia, sono un
miracolo umano”. C'è un ma, natu-
za”, sui cui “esiti e risultati è op-
portuno chiedere informazioni
sempre più dettagliate”. Su que-
sto punto, il quartier generale
Nato ovviamente concorda:
massimo impegno per evitare
‘danni collaterali’.
SULL’IDEA del ‘fermi tutti’,
invece, piovono i no: a Londra,
Downing Street sostiene che la
coalizione internazionale non
deve arrestarsi, neppure tem-
poraneamente, e afferma anzi
che la Nato continuerà a “inten-
sificare le azioni sulla Libia”; a
Parigi, il Quai d’Orsay ricorda le
conclusioni unanimi del Grup-
po di Contatto copresieduto ad
Abu Dhabi proprio da Frattini,
secondo cui “bisogna aumenta-
re la pressione su Gheddafi”.
La sortita italiana non è l’unica
novità diplomatica nel conflitto
libico, che, al fronte, vede nuo-
vi raid Nato su Khoms e Nalout.
La Cina riconosce per la prima
volta il Cnt come “interlocutore
importante”. E l’Organizzazio-
ne della Conferenza Islamica in-
via una missione di mediazione
in Libia: parlerà prima con i ri-
belli e poi con il regime.
Di Libia, come di Siria, dove
Frattini dice che “un intervento
sarebbe destabilizzante per il
Medio Oriente”, i leader dei 27
parlano, oggi e domani, al Ver-
tice di Bruxelles, i cui temi prin-
cipali sono la crisi greca, la go-
vernance economica e l’immi-
grazione. Cecilia Malmstroem,
commissaria europea agli Affari
interni, in una lettera al Vertice
chiede ai capi di Stato e di go-
verno dei Paesi dell’Ue di “di-
mostrare di essere seri”, davanti
ai flussi migratori dal Nord Afri-
ca, finora relativamente mode-
sti, e di smettere “di essere
ostaggi del populismo”.
ralmente: “ma su internet bisogna
saper distinguere quello che è vero
da quello che non lo è”. Il Global
Times – quotidiano in inglese - in un
suo editoriale riferito agli audaci in-
dipendenti del web, sentenziava che
“per i microblog è l'ora di tornare coi
piedi per terra”.
WEIWEI rilasciato
l’artista imprigionato
a polizia di Pechino ha scarcerato Ai Weiwei, l’artista
Lcauzione.
arrestato ad aprile e detenuto in località segreta, su
Secondo quanto riporta l’agenzia ufficiale ci-
nese, la decisione è stata presa dai giudici “di fronte alla
buona disponibilità mostrata nel confessare i suoi cri-
mini” e ai problemi di salute del 54enne artista e dis-
sidente per il quale siè mobilitata una campagna inter-
nazionale per il rilascio. Per la prima volta sono ripor-
tare le accuse che avrebbero portato all’arresto dell’ar-
tista: una compagnia controllata da Ai avrebbe “evaso
un’enorme quantità di tasse”; ma ora Ai si sarebbe im-
pegnato “a ripagare le tasse che ha evaso”.
Giovedì 23 giugno 2011
DAL MONDO
Vittime civili I funerali di
alcune delle vittime di un raid
Nato nella regione di Tripoli
Sotto, Franco Frattini (FOTO ANSA)
FEDE E DENARO
LA GIORNATA DELLA GIOVENTÙ
E IL PATTO SCELLERATO CON LA FINANZA
di Alessandro Oppes lioni di euro) ha dato vita alla Fundación Madrid
Madrid Vivo, che raccoglie tutto il fior fiore dell’eco-
nomia e della finanza spagnola.
Bmatounacchettato sul suo stesso terreno. Quando
potentissimo arcivescovo viene richia-
senza mezzi termini al rispetto dei prin-
Un patto scellerato, secondo i sacerdoti del
Foro de Curas, tra l’arcivescovo e “i peggiori
collaboratori” possibili, che “rafforza l’imma-
cìpi evangelici, vuol dire che qualcosa di gine della Chiesa come istituzione privilegia-
preoccupante sta accadendo all’interno del- ta” e le toglie qualunque capacità di denuncia
la gerarchia ecclesiastica. “Nessuno può es- profetica della situazione dei più poveri. Del-
sere al servizio di due padroni. Non si può la fondazione fanno parte imprese del calibro
servire Dio e il di Telefónica, Endesa, Iberdrola, giganti del-
denaro”, ricor- l’edilizia come Fcc e Sacyr Vallehermoso, i
Oltre cento dano – citando il
Vangelo di Mat-
più grandi gruppi bancari (Santander, Bbva,
La Caixa), oltre alle aziende editoriali più vi-
sacerdoti contro teo – 120 sacer-
doti madrileni in
cine al mondo cattolico.
gli accordi del una lettera aper-
ta al loro cardina-
IN TUTTO, 40 IMPRESE che “hanno mol-
to denaro e molto potere, che controllano non
le, Antonio Ma- solo le loro proprie immense risorse finanzia-
cardinale Rouco ria Rouco Varela, rie, ma anche i risparmi degli spagnoli”. Sono
impegnatissimo quelli che i preti impegnati nelle realtà più
per le spese da mesi in una emarginate di Madrid definiscono “i mecenati
corsa contro il di Rouco”: industriali e banchieri animati da
della kermesse tempo per porta- “un’ansia incontrollata di fare utili”, che sareb-
re a buon fine i be uno degli elementi all’origine della gravis-
papale di agosto preparativi per sima crisi economica che affligge milioni di
la Giornata mon- famiglie spagnole. In più, grazie alla loro “ge-
diale della gio- nerosità” nei confronti dell’iniziativa ecclesia-
ventù, che dal 16 al 21 agosto prossimi riu-
nirà nella capitale spagnola un milione di fe-
stica, i 40 aderenti al patto con Rouco potran-
no godere di cospicue agevolazioni fiscali.
deli con la presenza di papa Benedetto XVI.
Evento importantissimo per il prelato, ricon-
“Visita sì, ma non così”, dicono con uno slo-
gan i 120 preti del Foro de Curas, per chiarire
fermato di recente alla guida della Conferen-
za episcopale. Rouco, uomo della massima
che non sono assolutamente contrari all’arri-
vo del papa. Preferirebbero piuttosto che ve-
fiducia del pontefice, e ormai prossimo al nisse “non come un capo di Stato, ma come un
pensionamento, ci tiene a chiudere la sua car- umile pastore, per denunciare il problema
riera con una grande dimostrazione di effi- della disoccupazione, della miseria, dei rap-
cienza proprio nel paese in cui, dall’avvento porti con l’islam o con i marocchini”. Ma il
al potere dei socialisti di Zapatero, la Chiesa si timore è che, con la Giornata della gioventù,
è spesso sentita accerchiata e umiliata. Per Rouco punti più che altro “alla propria auto-
questo, per finanziare gli altissimi costi della glorificazione”, mentre la gente “si allontana
Giornata (si calcola che ammontino a 60 mi- sempre di più dalla Chiesa”.
I candidati da parte loro denunciano critico, si presenterà nel Sichuan. A ta08, motivo ancora attuale della
ostracismi e difficoltà legali. Un la- quanto ha scritto sul suo blog avreb- condanna a 11 anni di prigione del
voratore ha spiegato alla stampa be ottenuto il voto, promesso, anche premio Nobel Liu Xiaobo. Di Yao si
straniera di essere stato sottoposto a di un poliziotto locale. Altri raccon- sarebbero occupati direttamente i
“giochetti sporchi”, come a esempio
l'intimazione di trovare in 6 ore 10
tano invece le ragioni del proprio im-
pegno. Yao Bo, un giornalista, con
servizi segreti locali, intimandogli di
lasciare perdere.
firme, pena l'annullamento della 30mila follower, la mette sul dida- Nessuna sorpresa, quindi, anche se
candidatura. Li Chengpeng, autore e scalico: “voglio spiegare alla gente non tutti all'interno del Partito la
che esistono dei diritti e che possono pensano allo stesso modo. Study Ti-
esercitarli”. La sua candidatura è mes, giornale pubblicato dall'acca-
una delle più antipatiche per il Par- demia degli ufficiali, scriveva che
tito, perché non si tratta propria-
mente di uno sconosciuto: Yao nel
“potersi candidare solo se qualcuno
permette la candidatura viola i prin-
2008 era tra i firmatari di Char- cipi democratici socialisti”.
Per la prima
volta persone
non scelte dal
partito nelle
elezioni locali
La campagna
Ai Weiwei (FOTO ANSA) passa dal web
Giovedì 23 giugno 2011
SI FA PRESTO A DIRE FIDUCIA
LA GRECIA SI SENTE IN TRAPPOLA
di Stefano Vergine
asta un dato per capire
B
che il voto di fiducia al
nuovo esecutivo di Pa-
pandreou ha concesso
solo una breve tregua nella
battaglia del debito greco.
Secondo un sondaggio con-
dotto dalla società ellenica
Gpo, l'opposizione conser-
vatrice di Nea Dimocratia ha
superato per la prima volta in
due anni il Pasok di Papan-
dreou: la voterebbe il 21%
degli elettori, contro il 20%
del Partito socialista. C'è di
più: alla richiesta di un'opi-
nione sull'ultimo rimpasto di
Le madri della memoria argentina
Piove su plaza de Majo
di Maurizio Chierici
AUnonche le Madri di Piazza
Maggio non sono intoccabili.
scandalo prova a sgualcirne
l’immagine mentre un intrigo
prova ad approfittarne. Hanno
avuto il coraggio di sfidare la dit-
tatura militare nell’Argentina
anni ’70 quando i figli non tor-
navano dalle mani delle squadre
della morte. Non si sono ras-
segnate al silenzio, senza aprire
bocca: col capo avvolto in faz-
zoletti bianchi sfilavano davanti
alla casa Rosada, fra le mani le
immagini dei ragazzi svaniti. Le
alte uniformi al potere nel segno
della P2 ridevano spiando fra le
EVITA 6 milioni in
gioielli appaiono a Milano
Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, gra-
Ignola,
zie alla collaborazione con la Policia Nacional spa-
hanno rinvenuto in una stanza di un hotel di
Milano e sottoposto a sequestro i gioielli del valore di
circa 6 milioni di euro appartenuti ad Evita Peron. Il
bottino è riconducibile a una truffa, poi trasformatasi in
rapina, compiuta in Spagna il 17 dicembre 2009 presso
la gioielleria Joyas Sofia di Valencia da parte di un gruppo
di nomadi di etnia rom che sono riusciti a impossessarsi
di gioielli, del valore di circa 10 milioni di euro: è stato
il rip deal di maggiore entità a livello europeo, tipo di
truffa che abitualmente nasce sul web (compravendita
immobiliare o cambio di valuta, le più comuni) che
prevede lo scambio di monete o beni, architettato da
presunti uomini d’affari, in genere nomadi, che poi li
sottraggono con l’inganno o con una fulminea rapina.
Gli ostacoli dopo il sì al Papandreou-bis
governo, il 58,8% degli inter-
Gli scontri al centro di Atene (FOTO ANSA)
vistati lo ha definito “nega-
tivo” e solo il 40% “accetta-
bile”. Numeri che, oltre a
spiegare i presidi che da gior-
ni si susseguono sotto il Par-
lamento di Atene, fanno au-
mentare i dubbi sul salvatag-
gio del Paese.
IERI L'EURO è tornato a
quota 1,44 sul dollaro, bene-
ficiando del voto di fiducia in-
cassato dal governo, ma le
principali Borse europee han-
no chiuso con cali che, sep-
pur leggeri, indicano il clima
di incertezza sui mercati. Il ti-
more, visti i soli 12 voti di
tende: Las locas, le matte. Pro-
cessioni di matte che finivano sui
giornali dei giornalisti venuti da
fuori. E il loro dolore diventa la
vergogna che scrosta l’indiffe-
renza della Chiesa argentina e
la distrazione dei governi lonta-
ni. Trentatré anni fa i militari si
sono arresi, ma le Madri di Piaz-
za di Maggio non si sono fer-
mate .
COSCIENZA CRITICA
di un paese civile con 30 mila
giovani spariti nel niente. Impos-
sibile dimenticarli e impossibile
non pretendere la verità: proces-
si, condanne. Non sopportano
che i responsabili di quel passato
scarto che hanno permesso al
nuovo esecutivo di continua-
re a governare, è che qualco-
sa potrebbe andare storto nei
prossimi giorni.
Entro il 29 giugno Papandre-
ou dovrà affrontare la sua pro-
va più difficile: il voto in Par-
lamento sul pacchetto fiscale
di medio termine. In pratica
si tratta di varare nuovi tagli
alla spesa pubblica, un ulte-
riore aumento delle tasse e il
pacchetto di privatizzazioni.
Un mix che rischia di essere
letale per molti cittadini gre-
ci, ma che permetterebbe al-
lo Stato di recuperare 78 mi-
liardi di euro nei prossimi 5
possano invecchiare nella sere-
nità dei patriarchi. Kirchner, pre-
sidente che non c’è più e Cristina
Kirchner, presidente che verrà
rieletta, istituzionalizzano la per-
severanza con sovvenzioni uffi-
ciali alla fondazione impegnata a
evitare nuove discriminazioni
nelle baracche di villas mise-
rias. Stanze decenti, ragazzi a
scuola, vita degna agli immigrati
che attarversano le Ande. E le
signore dell’Argentina che tre-
mava diventano il punto di rife-
rimento delle coscienze civili. Ed
ecco la sorpresa: Hebe Bonafini,
leader del movimento, rompe
l’incanto: denuncia Sergio Scho-
klender, suo amministratore di fi-
ducia. Gestiva i 300 milioni di
dollari concessi dal governo alla
fondazione. Nasconde nell’om-
bra aziende parallele al servizio
di certe banche appena di là dal
fiume, Uruguay, Paraguay. In-
somma, ripuliva capitali sporchi.
Hebe Bonafini ha 82 anni. Nel
’77, i militari sequestrano Raul, il
figlio maggiore. Dieci mesi dopo,
Jorge ancora all’università. L’an-
no seguente la moglie di Jorge. La
sua ribellione comincia così.
“Non sapevo niente di politica,
non leggevo i giornali, ascoltavo i
discorsi dei ragazzi. Mi facevano
paura: duri contro il governo e la
complicità degli americani”. È in-
vecchiata con questa rabbia che
ha diviso il gruppo delle Madri.
Hebe Bonafini da Estella Carlot-
to, lontana dalla militanza po-
litica. Attorno alla Carlotto na-
scono le Nonne di Piazza di mag-
gio: cercano i nipoti messi al
mondo dalle loro ragazze nelle
DAL MONDO
anni.
È ciò che chiedono a gran vo-
ce i creditori internazionali e i
leader dell'Eurozona per con-
cedere nuovi aiuti. Ieri il pre-
sidente della Commissione
europea, José Manuel Barro-
so, ha ripetuto che “non c'è
alternativa” al piano di auste-
rità: serve “un consenso na-
zionale”, ha detto, “non una
miope politica di parte”. Il ri-
ferimento va all'opposizione
greca, che finora si è sempre
detta contraria al piano vara-
to dal governo socialista, gua-
dagnando così il consenso
popolare. Ieri ha ribadito il
suo no il leader di Nea Dimo-
kratia, Antoni Samaras, così
come i comunisti del Kke, la
coalizione di sinistra Syriza e
gli ultranazionalisti del Laos.
Il timore è che se ai voti con-
trari dell'opposizione si ag-
giungesse quello di qualche
franco tiratore tra le fila della
risicata maggioranza (155 de-
putati su 300), per la Grecia le
cose si farebbero maledetta-
mente complicate.
SÌ, PERCHÉ se il pacchetto
fiscale salta, allora gli aiuti
non arrivano, e Atene rischia
la bancarotta. I governi di
Francia e Germania starebbe-
ro discutendo con i vertici di
banche e assicurazioni credi-
trici la possibilità di dare più
tempo ad Atene per ripagare i
debiti. Ma per ora di certo c'è
solamente la data del 3 luglio,
quando a Bruxelles si incon-
treranno i ministri delle Fi-
segrete dei torturatori, bambini
cresciuti in case dei militari senza
figli o venduti o regalati agli amici
del regime. Intan to Hebe si al-
larga alle opere di solidarietà: in-
contra Sergio Schoklender in un
carcere per delitti orribili. Sergio
e il fratello hanno assassinato il
padre. Perché? Raccontano qua-
le disperazione stanno vivendo e
l’umanità della signora inteneri-
sce. Li “prende come figli”. Sergio
studia, diventa avvocato e psico-
logo. Libertà condizionata. Hebe
gli affida i conti della fondazione.
Quando arrivano le voci di un
lusso faraonico (aereo persona-
le, ecc) s’inferocisce e va dal giu-
dice e per la seconda volta sep-
pellisce la sua vita.
Le Madri di Piazza di Maggio
non sono amate ovunque.
Alta borghesia infastidita da
una trasparenza così diversa
dalle abitudini degli affari. E i
loro giornali e le loro tv in-
zuppano nello scandalo. “Ec-
co le santarelline…”.
PUÒ ESSERE un caso: lo
scandalo incrocia la conclusione
di un’altra storia dai risvolti an-
cora misteriosi. 10 anni fa le
Nonne di Estela Carlotto scopro-
no che i due figli adottivi di Er-
nestina Herrera de Noble, pro-
prietaria dell’impero mediatico
del Clarin, entrano nella bella
casa di San Isidro mentre spa-
rivano giovani madri dopo aver
messo al mondo i loro bambini.
Felipe e Marcela Noble, eredi
dell’impero, escono dalle sale di
tortura? La Carlotto pretende l’e-
same del loro dna da confrontare
pagina 13
N
ITALIA
Seicento immigrati
a Lampedusa
È arrivato ieri sera
nel porto di
Lampedusa il barcone
di una ventina di metri
con a bordo 600
persone, intercettato a
16 miglia dall'isola.
Per facilitare le
manovre erano saliti
nanze dell'Unione europea. sul natante, scortato
Entro quel giorno il governo da alcune
di Atene dovrà ottenere il motovedette, militari
consenso parlamentare al della Guardia costiera.
piano di austerità da 28 mi- Numerosi turisti
liardi e alle privatizzazioni hanno assistito allo
che ne valgono 50. In caso sbarco.
contrario non verranno
sbloccati i 12 miliardi validi
come quinta tranche del pre-
stito accordato l'anno scorso
da 110 miliardi.
E diventerà ancor più difficile
per Papandreou trattare con
Bruxelles per ottenere l'ok a
un altro piano di salvataggio,
da 110-120 miliardi, necessa-
rio per far fronte agli ulteriori
debiti da pagare entro il 2014.
Una previsione nefasta, intan- BRASILE-ITALIA
to, è arrivata ieri da Mohamed
El Erian, amministratore de- Permesso di
legato di Pimco, il maggior soggiorno a Battisti
fondo obbligazionario al
mondo: “La Grecia farà ine-
vitabilmente default – ha det-
to – e con lei probabilmente
I l Brasile ha concesso a
Cesare Battisti il
permesso di soggiorno.
nei prossimi anni diversi Pae- Lo ha annunciato il
si europei”. ministero del Lavoro
brasiliano due settimane
dopo che la Corte
Mercoledì il Suprema aveva respinto
la richiesta di
Parlamento estradizione dell'ex
terrorista in Italia.
dovrà varare il STATI UNITI
pacchetto fiscale Sul clima Gore
Opposizione in critica Obama
testa nei L’ ex vicepresidente
Usa Al Gore,
democratico, ha
sondaggi apertamente criticato il
presidente Obama per
quanto riguarda la
politica finora seguita per
affrontare il “global
warming”, il
riscaldamento del
pianeta. Con un’intervista
al settimanale Rolling
Stone, Gore (Premio
Nobel per le sue attività
sulle tematiche
ambientali) ha detto che il
presidente “non ha agito”
per nulla. “Obama non ha
mai presentato agli
americani la vera portata
delle crisi climatiche”, ha
Hebe Bonafini (FOTO LAPRESSE) detto Gore.
Il gestore STATI UNITI
dei fondi Giustiziato
ritardato mentale
dell’associazione
che aiuta i È stato messo a morte
la scorsa notte in
Texas, nonostante gli
fosse stato diagnosticato
desaparecidos un ritardo mentale e che
la Corte Suprema Usa nel
accusato
di frode
2001 ha definito
anti-costituzionale
l’esecuzione di detenuti
con ritardi mentali. Ma
tutte le corti di giudizio
con i dna raccolti nella banca dati texane, e in ultima istanza
di chi cerca i nipoti perduti. Er-
nestina Herrera, Clarin e tv
il governatore Rick Perry
che ha rifiutato la grazia,
aprono il fuoco contro “l’affronto hanno ritenuto che la
e l’ingiustizia”. E la grande signo- sentenza della Corte
ra finisce in galera ma per 10 Suprema non si dovesse
anni i suoi grandi avvocati respin- applicare a Milton Mathis
gono il confronto. All’improvviso, - che aveva un quoziente
mentre le altre Madri sono nella intellettivo, secondo il
tormenta, fanno sapere: siamo Texas Department of
pronti e abbiamo fretta. La sor- Correction, ben inferiore
presa di Estela: perché preten- a limiti del ritardo
dono l’urgenza dell’esame dopo mentale - che è stato
tanta trincea, proprio mentre condannato a morte nel
l’immagine delle nostre sorelle 1999, quindi prima del
dal fazzoletto bianco sta soffren- pronunciamento dei
do lo scandalo? “Impossibile non sommi giudici, per
sospettare qualcosa”. duplice omicidio.
pagina 14 Giovedì 23 giugno 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

ARTE DI ARRANGIARSI

La lunga estate V. Golino

Doppio
Gasperini
A un passo
Pennetta
Wimbledon,
Pooh
Questa sera

calda delle sale

Nastro dalla firma debutto ok concerto
d’argento per la Parte a Verona,
sabato a panchina bene anche poi in tutta
Taormina dell’Inter Bolelli Italia

cinematografiche Titoli inediti e rassegne d’essai. Ma

anche sconti, abbonamenti e perfino
convenzioni con i ristoranti: così gli esercizi romani affrontano la crisi
di Eugenia Romanelli po’ lavoriamo come volontari, metraggi e Nuove Immagini tante sarà quello con l’ottava stimolare co-produzioni inter- dal 25 al 29 giugno parte con la
pur di non far chiudere la sala. Ci (20-24 giugno), una manifesta- edizione dell’Asian Film Festi- nazionali. Per la prima volta rassegna Jerzy Skolimowski, in

C
on l’arrivo dell’Estate Romana
e l’apertura delle arene cinema-
tografiche, le sale al chiuso del-
la capitale ricevono lo schiaffo-
ne definitivo e rischiano di stra-
mazzare del tutto. Niente pub-
blico, praticamente senza aiuti,
strangolati dalla crisi finanzia-
ria, lo dichiarano: è stata l’anna-
ta peggiore degli ultimi tempi.
QUALCUNO si arrende, co-
me l’Odeon Multiscreen, il Bar-
berini o il Lux, chiusi per inde-
finiti “lavori di ristrutturazio-
ne”, altri interrompono la pro-
grammazione, come il Mignon
(“è il primo anno che chiudia-
mo così per tanto tempo”, dice
la cassiera, Paola Moroni), il Po-
litecnico Fandango, che non ha
l’aria condizionata o il Film Stu-
dio: “Chiudiamo il 23 giugno –
racconta Armando Leone, socio
fondatore dell’Associazione
omonima e direttore del Cine-
ma – le abbiamo provate tutte,
ma non ce la facciamo. Siamo al-
lo stremo, da due anni non rice-
viamo più contributi e già da un
tiriamo secchiate d’acqua in fac-
cia per resistere al sonno. Non
riusciamo nemmeno a mettere
in piedi una programmazione
alternativa per competere con
le arene, autoprodurre un festi-
val o una rassegna per noi al mo-
mento sarebbe un suicidio dal
punto di vista finanziario”. A
nulla servono sconti, promozio-
ni, abbonamenti, fidelity card: il
Nuovo Cinema Aquila propone
un carnet da 10 ingressi a 35 eu-
ro senza scadenza e una conven-
zione con il ristorante greco Ka-
lapà (10% di sconto esibendo il
biglietto del film visto), al Tibur
si può scegliere tra la “Carta per
due”, la “Carta Interclub” e gli
sconti per studenti universitari
o soci Fnac, l’Eden propone
l’abbonamento “Cult movie”
(10 biglietti a 70 euro senza file
alla cassa), fino alle proiezioni
mattutine per le scuole. Secon-
do l’Unione Nazionale dei Con-
sumatori molti esercenti, nono-
stante il Decreto Milleproroghe
per rivedere verso l’alto il prez-
zo del biglietto sia stato ritirato,
lo hanno lo stesso "cavalcato"
per rincarare l’ingresso: nessu-
no specula – si difendono dai ci-
nema – la nostra guerra la com-
battiamo con la fantasia, inven-
tandoci programmazioni diver-
tenti, interessanti, uniche.
ED ECCO che spuntano re-
strospettive, film inediti, in lin-
gua originale, rassegne temati-
che, festival, premi: dall’Intra-
stevere, con il suo Arcipelago,
Festival Internazionale di Corto-
zione dedicata ai nuovi formati
e alle nuove tendenze del cine-
ma indipendente, al Farnese,
che sta progettando per luglio
una rassegna su Marilyn Mo-
nroe: “Stiamo decidendo – spie-
ga il direttore di sala, Fabio Ama-
dei – non sappiamo se puntare
sulla differenziazione della pro-
grammazione e proiettare film
diversi a orari diversi, se sulla
lingua originale o se invece con-
centrarci su cicli monotematici.
Ieri c’erano tre persone, siamo
allo sfascio, mai avuta un’annata
così”. Un appuntamento impor-
val, dal 10 al 17 luglio, visto che,
spiegano, negli ultimi anni Film
Commission e i dipartimenti
dello spettacolo e della cultura
in paesi come Taiwan, Hong
Kong e Singapore hanno attiva-
to fondi cinema di significativa
portata economica anche per
La fantasia al potere
delle programmazioni: Marilyn
classici, festival etnici
questo festival dedicherà uno
spazio a una sezione “industr y”,
a uso di tutti gli operatori italiani
che vogliano allargare i loro
orizzonti al di fuori dei nostri
confini. Anche il Nuovo Cinema
Aquila è ricco di iniziative e per
esempio, finito il Fantafestival,
dura per le sale. Ma le contromisure
collaborazione con l’Istituto Po-
lacco di Cultura.
E PURE l’ultimo arrivato, il raf-
finato Kino al Pigneto, va alla
grande: per tre settimane al me-
se prevede sei film diversi sud-
divisi in 18 spettacoli tra cinema
italiano, documentari da tutto il
mondo, film internazionali ine-
diti, capolavori del cinema di
animazione, film di culto e il me-
glio della settimana (una volta al
mese anche spazio a rassegne
tematiche di tre giorni e alle
“Carte Blanche”, con un perso-
naggio della cultura, del cine-
ma, dello spettacolo, che potrà
decidere la programmazione
della sala).
La proprietaria dell’Alcazar,
Georgette Ranucci, confida:
“Noi puntiamo sul film. Sicco-
me già le arene estive sono im-
pegnate a farsi la guerra tra di lo-
ro a suon di rassegne e festival,
non ha senso per noi sfidarle su
quel piano, saremmo perdenti
in partenza. Ma dalla nostra ab-
biamo i cinefili. Il vero eroe sem-
bra essere l’Azzurro Scipioni,
che non chiude mai e punta sui
capolavori: “Da me c’è sempre
qualcuno – racconta Silvano
Agosti, factotum del cinema –
perché Pasolini, Bunuel, Ku-
brick, Bergman, Kurosawa,
Chaplin, Fellini, Polanski, Scola
sono intramontabili”.
L’estate è da sempre la stagione più
non mancano (FOTO EMBLEMA)

PATRIOTS To Arms dibile. Spesso quando guardo i talk show

ELI-GEORGE Divorzio vorrei intervenire: non si può ascoltare

all’Hollywoodiana BATTIATO:TOUR quello che dice l’Onorevole Castelli oppu-

re Maurizio Lupi, mi fremono le dita. Non
parliamo poi della Signora Santanchè: ma

“N on stiamo più insieme”. Con un comunicato congiun-

to George Clooney ed Elisabetta Canalis hanno uffi-
LUNGO DUE MESI
cializzato la loro separazione. E pensare che 15 giorni fa la
showgirl aveva detto a Chi: “Siamo una coppia che non si di Guido Biondi
annoia mai. A volte mi sento in una favola”. Che si trattasse
di una favola, nessuno lo mette in dubbio; specialmente se i chiama Up Patriots To Arms il tour che
si pensa che l’annuncio dell’addio è arrivato in contem-
poranea alla notizia che il film Le idi di marzo, diretto (e pro-
Sporterà
sta preparando Franco Battiato e che lo
in giro per l’Italia dal 15 luglio a
dotto) da Clooney aprirà la Mostra di Venezia. Se si fosse Roma al 15 settembre a Torino. Ci saranno
trattato di un legame costruito a tavolino come lasciavano nove musicisti sul palco oltre al Maestro,
intendere le ironie di Brad Pitt sui veri orientamenti sessuali basso e batteria con un quartetto d’archi,
di George (gli stessi di John Wayne, per intenderci), non si con una scaletta che prevede “Summer On
poteva trovare giorno migliore per prendere due piccion- A Solitary Beach”, “Shock In My Town”,
cini con una fava. Cosa meglio di un divorzio per pubbli- “Un’altra vita”, “Auto da fé” e “La cura” in
cizzare un film? E in un mondo dove tutto è a orologeria, una nuova versione. Una settimana di pro-
perché non dovrebbero esserlo le separazioni? ve a Milano allo Studio 75 con Pino “Pina-
xa” Pischetola e poi si partirà per il live che
ha pure un sottotitolo provocatorio: “de-
trattori alla larga da me”. Battiato ha pre-
sentato il tour (lo definisce “techno rock”)
in un ristorante milanese, parlando infor-
malmente di musica e attualità (e qualche
barzelletta sul Premier). “Al
supermercato sono stato fer-
mato da due diverse donne,
entrambe mi hanno detto
che sentono in giro un gran-
de risveglio popolare”, rac-
conta, “io sono stato un veg-
gente e avevo previsto la vit-
toria di Pisapia a Milano: la
Moratti al dibattito su Sky ha
fatto una scorrettezza incre-
si rendono conto questi signori che sono
al nostro servizio? Tanta gente ancora non
si documenta, vedono solo certi canali,
non sanno cosa c’è dietro a Emilio Fede”.
L’instancabile Battiato dopo aver lavorato
a “Daiwan, l’essenza del reale”, omaggio
alla poesia araba dell’anno Mille registrerà
a settembre con la Royal Philarmonic Or-
chestra l’opera Telesio, scrit-
ta con Manlio Sgalambro. In
chiusura una frecciatina a La-
dy Gaga (“non è stupida ma
la musica è orrenda”) e a Bob
Dylan, dal vivo questa sera a
Milano: “Ha questo vizio di
rendere irriconoscibili i clas-
sici. È come fare un preludio
di Debussy completamente
distorto”.
Giovedì 23 giugno 2011
¸Cinema
Da vedere
èèèè
Giappone / Action
13 Assassini
di Takashi Miike, con Kôji
Yakusho, Yusuke Iseya
Follia pop o autorialità classi-
ca? La seconda. 13 Assassini è
l’opera più accessibile di Ta-
kashi Miike, perché smussa la
trasgressiva poetica del regi-
sta nipponico senza edulco-
rarla né svilirla. La storia è in
cappa e spada, con i samurai
per trama e le cospirazioni
per ordito, nel Giappone feu-
dale di primo ‘800: Miike rifà
l’omonimo di Eichi Kudo con
una certa fedeltà, ma guarda
anche al capolavoro di Akira
Kurosawa, I sette samurai,
senza lazzi postmoderni bensì
rispettosa cinefilia. Un consi-
gliere di corte assolda un
gruppo di samurai e ronin per
eliminare lo psicopatico erede
allo shogunato: una sporca
dozzina si scontrerà all’ultimo
sangue contro le soverchianti
truppe del villain, tra i confini
di un villaggio bucolico. Bat-
taglia meravigliosamente co-
reografata e montata, a terra
rimane esanime il mondo sa-
murai, tra arretratezza feuda-
le, senso del dovere stolido e
mitologia fessa, e vale anche
per oggi. In piedi e sull’attenti,
viceversa, un grande Mii-
ke. (Fed. Pont.)
èèè
Documentario / Ger-Fra-Ita
Michel Petrucciani –
Body & Soul
di Michael Radford
Il gigante di un metro sfotteva
il mondo. Perché il mondo
non poteva che a lui inchinar-
si. Il pianista Michel Petruc-
ciani visse di un talento jazz
IL FUMETTO
I GRANDI CLASSICI
IN VERSIONE GUIDO CREPAX
èèèè
Jekyll e altri classici della
letteratura
di Guido Crepax, 304 pag.,
28 euro, Black Velevet
Ci sono autori che, più passa il tem-
po, più si stagliano come giganti della
loro generazione. Guido Crepax è
senza dubbio un prodotto della sua
epoca, soprattutto gli anni Settanta,
di cui ha catturato l’essenza ma senza
rimanervi intrappolato. Sia con Va-
lentina, il suo personaggio più famo-
so, sia con i racconti brevi ispirati ai
grandi classici della letteratura che
Black Velvet ripropone ora in un’e-
dizione adeguata al loro valore. C’è
tutto Crepax in questi racconti. Ste-
venson, Poe, Kafka, vengono declina-
ti nell’erotismo potente e freddo di
Crepax. Non sono “adattamenti a fu-
metti”, non c’è un intento divulgativo
nella trasposizione del caso del dot-
tor Jekyll e Mister Hyde o dei delitti
della Rue Morgue. Si nota piuttosto il
gusto della sfida, il piacere dell’artista
sicuro di se che si cimenta con pezzi
dell’immaginario culturale collettivo
per rielaborarli. Cosa sarebbe suc-
cesso se Kafka avesse saputo dise-
gnare le donne come Crepax? E se
Poe avesse colto meglio il legame in-
scindibile tra crimine e passione? La
risposta è tra queste pagine.
Stefano Feltri.
COSA AVREBBE PRODOTTO POE SE AVESSE SA-
PUTO DISEGNARE UN FUMETTO EROTICO?
WEEKEND
manuale di sopravvivenza
CAPPA, SPADA
E SAMURAI
Una scena da “13 Assassini”. In basso, Diohandi, Padiglione Greco 2011, Biennale di Venezia
ineguagliabile, e di una malat-
tia – l’osteogenesi imperfetta
– che lo rese freak e prodigio.
Francese del ’62, fu il primo
straniero al Blue Note di NY.
Il pianoforte gli parlava e lui
rispondeva, ebbe 4 mogli e
donne ovunque: visse con
ironia e sregolata ubiquità
un’esistenza a mille, tutta
d’un fiato, che si fermò a 36
anni. Radford (Il postino) ten-
di Biondi, Colasanti, Feltri, Pasetti, Pontiggia
ta di intercettarne l’unicità
costringendosi ad evitare la
retorica. Ne esce un ritratto
piuttosto vibrante, dove il fe-
nomeno forse supera il mu-
sicista, di cui il pur interes-
sante contesto è tiepido
sfondo. Ma poche colpe: i
confini tra le parti restano un
mistero. Da vedere in sala e
poi, tornati a casa, mettersi
all’ascolto. (AM Pasetti)
SECONDO TEMPO
Booth. Sette uomini e Mary
Surratt (Wright), proprietaria
della pensione teatro del com-
plotto, vengono arrestati con
l'accusa di aver cospirato per
uccidere Presidente, Vice e Se-
gretario di Stato. La difesa della
sudista Surratt viene presa dal
giovane avvocato Fredrick Ai-
ken (McAvoy), valoroso ex
soldato nordista. Robert Red-
ford torna alla “nascita di una
nazione”: nel sangue e, soprat-
tutto, nella ragion di Stato che
fa fare gli straordinari alla giu-
stizia, perché serve un colpe-
vole, non necessariamente il
colpevole. Palese il ping-pong
tra ieri e l’odierna guerra al
terrore, regia di mero servizio
e messaggio politicamente edi-
ficante, ma sull’operazione è
caduto un macigno: budget di
25 milioni di dollari, 11 milioni
d’incasso negli Usa. Chi l’ha vi-
sto? Dopo Leoni per agnelli,
dunque, il liberal Redford rin-
cara la fuga dal pubblico: un’al-
tra cospirazione o al cinema
Obama non paga? (Fed. Pont.)
èè
Animazione / USA
Cars 2
di John Lasseter
Diciamolo subito: le automobili
da corsa sono l’ossessione di
Lasseter. Va da sé che la regia
del sequel dell’omonimo del
2006 sia un fatto personale di
“mister” Pixar. Quindi prende-
re o lasciare, e questo oltre l’in-
èè discussa genialità della premiata
Drammatico / USA factory, che sceglie di trainare
The Conspirator Saetta McQueen dalla desertica
di Robert Redford, con James Radiator Springs a una world
McAvoy, Robin Wright cup tra Giappone, Francia, In-
Washington, 1865: Lincoln vie- ghilterra e il Belpaese. Il tutto
ne assassinato da John Wilkes avvolto in trame e personaggi
da James Bond con la comica
mediazione dell’inseparabile
Cricchetto, il carro attrezzi ar-
rugginito della porta accanto.
Immancabile la critica socio-po-
litica, stavolta ficcante sul busi-
ness dei finti carburanti ecolo-
gici: il monito è il più hot del
nuovo millennio, ma la crisi
energetica, ahinoi, sembra più
colpire ritmo e tenuta di strada
del film che non gli agguerriti
concorrenti. In un 3D che non
penetra le attese. Siamo anni lu-
ce dai miracoli di Wall-E, Up e
Toy Story 3: anche i campioni
ogni tanto stoppano un giro.
(AM Pasetti)
ARTE di Claudia Colasanti
LA BIENNALE DI VENEZIA
S’ILLUMINA DI ATTUALITÀ
uperati i frenetici giorni di vernice, è d’ora in poi che vale
Scolmi
la pena andare a Venezia, per osservare leggeri gli spazi
d’arte contemporanea che la pervadono (fino al 27
novembre). Infinite e solide mostre sono situate fuori dal
circuito Biennale, ma il filo sottile che lega le idee del mon-
do, la matassa da cui parte la registrazione di frequenze del-
l’attualità creativa, si snoda fra i Giardini e l’Arsenale, nella
mostra internazionale e soprattutto nei padiglioni nazio-
nali. Il titolo “Illumi_nazioni”, coniato per questa edizione,
è stato preveggente: le 87 nazioni, disseminate in città o
allestite nei vetusti ma affascinanti padiglioni dei Giardini,
offrono un ritratto puntuale ed emotivo della mobilità geo-
politica mondiale (anche il nostro patetico padiglione ita-
liano riflette a suo modo, nel paradosso sgarbiano, il caos
del nostro paese). Numerosi quelli che hanno centrato il
bersaglio dell’equilibrio fra poesia e politica, fra locale e
globale. Ne segnaliamo tre (ognuno ideato da un singolo
autore), incisivi, simbolici e nostalgicamente doloranti:
Gran Bretagna, Egitto e Grecia. I cunicoli polverosi ricreati
dall’inglese Mike Nelson, nella struttura architettonica al-
terata, per ri-trovare il segreto di un artista, forse mai vissuto
in quel non-luogo impenetrabile. La parabola drammatica
del videoartista egiziano Ahmed Basiouny, morto il 28 gen-
naio durante la rivoluzione in piazza Tahrir, al Cairo, con
un’opera realizzata un anno prima, proiettata insieme alle
sue riprese della rivolta. Infine il colpo d’occhio implaca-
bile della Grecia: l’artista Diohandi ha annullato e coperto
l’intero padiglione, saturando l’interno di sola acqua e luce.
La nitida visione di un presente di recessione economica
con la speranza dell’arrivo di un’onda purificatrice.
pagina 15
è JUST AS I AM
Bill Withers
1971 – Sussex
Quando nel 1971 venne
pubblicata “Ain’t No
Sunshine” la musica r’n’b
subì un’accelerazione
verso il gospel e le
contaminazioni jazz e
funky. Il brano vinse un
Grammy e lanciò Withers
tra i grandi del soul, grazie
anche a “Grandma’s
Hands” e “Harlem”. “Ain’t
No Sunshine” fu composta
dopo aver visto il film I
giorni del vino e delle rose
di Blake Edwards ed è
diventata una delle
composizioni più eseguite
tra i maggiori artisti jazz
contemporanei. All’album
collaborò il chitarrista
Stephen Stills. La carriera
di Bill divenne inarrestabile
con il secondo disco Still
Bill e i singoli “Lean On
Me” e “Use Me” e,
successivamente, con
“Lovely Day”. Sono tutti
classici oggi reinterpretati
da star come Sting, Van
Morrison, Cat Stevens e
Tori Amos. L’epilogo del
suo percorso artistico è
stato in grande stile: un
altro Grammy per la
composizione di “Just The
Two Of Us”, insieme a
Grover Washington Jr. e il
progetto Soul Shadows
con i Crusaders. Un
gigante.
CD in uscita ³
è WHAT’S IT ALL
ABOUT
Pat Metheny
(Nonesuch)
Il filo rosso del jazz (e delle
sue contaminazioni nei
dischi citati sopra e sotto)
è l’incipit dell’originale
nuovo album di Pat
Metheny. Dieci classici
rivisitati con maestria e
struggente
personalizzazione grazie a
una chitarra baritona e alle
pause del suo tour:
“Qualcuno mi chiedeva in
quale disco si trovavano le
canzoni”, ha dichiarato il
compositore, “sono brani
legati alla mia infanzia e alla
mia adolescenza, con
grande armonia e
melodia”. Spiccano “The
Sound Of Silence” di
Simon & Garfunkel e
“Garota De Ipanema” di
Jobim & Vinicius De
Moraes; la vetta è la
rielaborazione di “And I
Love Her” dei Beatles, da
brividi. Se fosse vino,
sarebbe un vino da
meditazione, intenso.
è LA BELLE VIE
Simona Severini
(Myfavorite)
Milanese, giovanissima,
laureata in filosofia e
collaboratrice di Giorgio
Gaslini. Una voce perfetta
per il suo esordio
discografico con citazioni
colte: sette brani sono del
compositore Gabriel Fauré
con liriche dei poeti
Rimbaud e Hugo. La title
track è firmata Sacha
Distel, “Ce Mortel Ennui”
da Gainsbourg e “The
Summer Knows” da
Michel Lagrand. Tra gli
ospiti, Gabriele Mirabassi,
uno dei migliori
clarinettisti jazz al mondo.
Per palati raffinati. (Guido
Biondi)
pagina 16 Giovedì 23 giugno 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ Rotondo mostra le imma-
gini “rubate” del faccia a di Nanni Delbecchi
Il buono
e la cattiva
Amico, ispirandosi a Edmon- no che gli abbia fatto notare

“Penalmente faccia Berlusconi-Di Pietro

e spiega: “Di Pietro ha rive-
lato di avergli solo detto di
dimettersi”. Ed è quello
che Di Pietro aveva già det-
om’è grande Mario Cala-
Csionebresi. Va bene che la televi-
è piccola, ma non si era
ancora visto un conduttore
do De Amicis ma un po’ anche
a se stesso (visto che ha appe-
na pubblicato il libro Che cosa
tiene accese le stelle), intervista
Lorenzo Cherubini, in arte
come l’eccesso di bontà scon-
fini con la noia, citando maga-
ri la famosa battuta di George
Bernard Shaw sull’aldilà
(“Dove le piacerebbe andare

non rilevante” to in un’intervista al Tg3,

ma che il Tg1 – per mestare
nel torbido – ha evitato ac-
curatamente di citare. An-
che Andrea Covotta è
così monumentale come il di-
rettore della Stampa di Torino,
passato in prestito a Rai3 dove
il lunedì presenta “Hotel Pa-
tria” e si sobbarca la non sem-
Jovanotti, il più buonista, vel-
troniano e paraculo dei nostri
cantautori, il tasso di nutella
nell’etere si impenna e dopo
un po’ la conversazione pro-
dopo morto?” “In paradiso per
il clima, all’inferno per la com-
pagnia). Nessuno che si sia
chiesto com’è possibile che il
direttore di uno dei quotidiani
di Paolo Ojetti sincero: guardate che la maggioranza sarà pure plice missione di popolare di cede a fatica: non si sa più di meglio fatti d’Italia (non per
“coesa”, ma la Lega aspetta i fatti, mica le ba- eroi positivi ed esempi lumi- chi parlare bene. E se, per fare nulla si parla con insistenza di
g1 stano le chiacchiere. Anche le immagini degli nosi un video che ricorda sem- un altro esempio, ospite in stu- lui come del prossimo diretto-
T Dal Senato alla Camera, il discorso leggero
di Berlusconi non cambia e non cambia nem-
scontri fra polizia e precari sono più accurate.
Il Tg2 dice che “c’erano infiltrati dei centri so-
pre di più la sala del Bunga
Bunga di Palazzo Grazioli. Lar-
dio è un gruppo di giovani
cuochi, le lodi incrociate sfio-
re del Corriere della Sera) produ-
ca un programma così obietti-
meno Sonia Sarno: il “premier andrà avanti, ciali”. Ah, quanto sono utili questi fantasmi in- ghe vedute e soprattutto lar- rano il principio di non con- vamente monocorde.
ha una maggioranza forte, incassa i 317 voti sul termittenti e inafferrabili. ghissime cubature, quelle del traddizione: prima i cuochi Già: come sarà possibile? A lu-
decreto Sviluppo, loda Bossi, tira dritto, guarda direttore Calabresi, al cui co- italiani dicono che vanno a im- me di naso, c’è una sola spie-
avanti”. È questo il giornalismo? Come sempre, g3 spetto gli ospiti, nonostante i parare all’estero perché pare gazione: la colpa deve essere
segue lo “scontro fra maggioranza e opposizio-
ne” con la “sfida” di Di Pietro a Bersani, il quale
T Allora diciamo che esiste un potere del-
l’immagine, esiste un potere televisivo che
suoi sforzi per non occupare
da solo l’intero monoscopio,
che a Tokyo la pizza sia più
buona che a Napoli; poi i cuo-
del mezzo, di quella cattiva
maestra, infima serva e auten-
Di Pietro – ahi ahi, sembra dire Giorgino – sta vuole solo essere usato. Ieri, l’occasione c’era sembrano lillipuziani. A me- chi stranieri dicono che ven- tica tamarra che è la televisio-
inciuciando con l’acerrimo nemico, nienteme- ed era proprio davanti alle porte dei palazzi del moria di telespettatore, l’uni- gono a imparare in Italia per- ne. Lo sappiamo che tanto la
no che il Caimano. Così, come aggiunge Maria Potere. Il Tg3 non ha perso un fotogramma per- co precedente in scala è il Gi- ché i piatti italiani fatti da noi colpa è sempre sua, di questo
Soave, la maggioranza potrà “concentrarsi sul- ché lì, in Piazza Montecitorio, era il paese reale gante Amico, eroe di un vec- sono tutta un’altra cosa. mezzo facilissimo da usare al
le riforme, rafforzata dai responsabili”. Le pro- dei giovani senza lavoro, dei precari ai quali è chio Carosello della Nutella, Lo sappiamo: tutto è buono negativo ma scivoloso da usa-
teste davanti alla Camera vengono liquidate in stata sottratta l’ultima speranza con il decreto implacabile riparatore delle per i buoni. Mario Calabresi lo re al positivo. Tanto è facile fa-
pochi fotogrammi, scelti con cura solo quelli sullo “sviluppo” (dove di sviluppo non c’era malefatte del maldestro Jo è così tanto che, come capita re cattiva televisione, tanto è
dove i poliziotti sembrano i martiri di Belfiore. più traccia) e che Berlusconi ha sventolato con Condor, e che tuttavia ogni ai buoni (specialmente se so- difficile farla buona, perfino
Un titolo su Bisignani vale tutto il Tg di Min- vanto ineffabile: 317 voti, grazie agli scilipotisti volta finiva per perdonare no influenti), la sua bontà è per i Giganti Amici. Al punto
zolini: “Nulla di penalmente rilevante”. Abbia- e simili che altrimenti mai avrebbero avuto un l’uccellaccio in virtù della sua contagiosa, come un batterio che questa stessa sortita tele-
mo solo una classe dirigente massonica, affa- posto al sole e un’auto blu. E si è vista anche la magnanimità. amico raggiunge chiunque gli visiva del direttore della
mata di potere e corrotta: non disturbiamola. polizia all’opera. Non tanto quella in tenuta an- Proprio come Mario Calabre- si avvicini, ospiti, telespettato- “Stampa” potrebbe essere vi-
tisommossa, ma quella in borghese, teste ra- si. Anche lui è non solo grande ri, critici, giornalisti. Tutti sta come una pagina degna del
g2 sate da mercenari infiltrati, provocatori vec- ma buono, buonissimo; e in buoni quasi quanto lui. Nessu- libro Cuore, accanto ai sacrifici
T In confronto al Tg1, questo telegiornale è
un miracolo di onestà informativa. Ida Coluc-
chio stampo, alieni, scandalo e sconcezza di un
paese democratico. L’ultimo fotogramma mo-
più nel suo programma non
c’è traccia di Jo Condor, anche Jovanotti è intervenuto lunedì
del Tamburino sardo o della
Piccola vedetta lombarda. Co-
ci ripete brandelli di Berlusconi senza scostar- strava una piazza violentata, come le piazze di i suoi ospiti sono squisiti. Se sera a “Hotel Patria”, il programma m’è buono Mario Calabresi. E
sene minimamente ma, subito dopo, Daniele Tunisi, del Cairo, di Deera, Jabla e Damasco. per esempio il nostro Gigante condotto da Mario Calabresi com’è cattiva la tv.

LA TV DI OGGI
12.30 TELEFILM Don Mat-
teo 5
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Economia - Focus
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 FILM La nave dei
sogni - Myanmar
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG -
Che tempo fa
17.15 TELEFILM Le sorelle
McLeod
17.55 TELEFILM Il Commis-
sario Rex
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.20 DOCUMENTARIO
Superquark
23.35 EVENTO Premio
Mogol 2011 "Le parole
più belle"
0.40 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus
14.00 TELEFILM Ghost
Whisperer
14.50 TELEFILM Army
Wives
15.35 TELEFILM Top Secret
16.20 TELEFILM Las Vegas
17.05 TELEFILM One Tree
Hill
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S.
17.50 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
18.15 NOTIZIARIO TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.30 TELEFILM Senza
traccia
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 FILM Il segno della
libellula - Dragonfly
22.55 NOTIZIARIO TG2
23.10 DOCUMENTI Fratelli
d'Italia
0.10 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
0.20 FILM La memoria del
cuore
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - Meteo 3
14.50 RUBRICA FIGU
15.00 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.05 TELEFILM Wind at
my Back
15.50 FILM Ricomincio da
me
17.20 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 TELEFILM Sulle trac-
ce del crimine
23.05 NOTIZIARIO TG
Regione
23.10 ATTUALITÀ TG3
Linea notte estate
23.45 TALK SHOW Sei
miliardi di altri
0.35 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
19.30 NOTIZIARIO TG3
(REPLICA)
20.00 RUBRICA Il caffé -
Noi e loro (REPLICA)
20.30 RUBRICA Consumi e
consumi
20.57 NOTIZIARIO Agrime-
teo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Tempi
dispari
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Il punto
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 NOTIZIARIO News
brevi
23.33 ATTUALITÀ Inchiesta
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Rosamunde
Pilcher Collection: Deci-
sione del cuore
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.10 REAL TV La notte
degli chef
23.30 FILM Le fate igno-
ranti
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5
Notte
2.00 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint (REPLICA)
2.40 TELEFILM Huff
11.25 TELEFILM Una mam-
ma per amica
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.40 CARTONI ANIMATI
Detective Conan
14.10 CARTONI ANIMATI
I Simpson
15.00 TELEFILM E alla fine
arriva mamma!
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
18.05 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Miami
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 TELEFILM C.S.I.
23.00 TELEFILM The Closer
0.45 RUBRICA SPORTIVA
Grand Prix: Prove sintesi
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Carabinieri
7 13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia
13.50 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Finalmente
arriva Kalle
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.35 FILM Quel certo non
so che
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 FILM Master & Com-
mander - Sfida ai confini
del mare
23.40 RUBRICA Cinema
Festival
23.45 FILM I ragazzi del
Reich
1.55 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM MacGyver
13.55 FILM La donna più
bella del mondo
16.25 TELEFILM J.A.G. -
Avvocati in divisa "Viva gli
sposi" "Ricevimento
all'Ambasciata"
18.25 REAL TV Cuochi e
fiamme
19.30 VARIETÀ G' Day
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo
21.10 FILM Prova a volare
23.05 RUBRICA La valigia
dei sogni
23.35 NOTIZIARIO TG La7
23.45 FILM 1941: allarme a
Hollywood
2.05 ATTUALITÀ Otto e
mezzo (REPLICA)
2.45 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)
3.15 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Il segno della libellula
Il dottor Joe Darrow ha perso la sua
amata moglie Emily e il figlio che la
donna aspettava in un tragico inciden-
te.All’epoca i due si trovavano in Vene-
zuela, per una missione organizzata
dalla Croce Rossa Internazionale. Il
corpo di Emily non è mai stato trovato.
Ritornato negli Stati Uniti, Joe cerca
lentamente di uscire da quella sorta di
limbo in cui il dolore lo ha fatto spro-
fondare.
Rai 2 21,05
/ Master & Commander
1805, costa del Brasile. L’epica battaglia
tra due vascelli, il Surprise della Marina
Britannica e la Acheron francese. Un
duello le cui sorti potrebbero influire
sulle ambizioni di Napoleone. Un duello
senza respiro fino alla fine del mondo. Il
regista Peter Weir firma un kolossola
con tutti i crismi. Eccellente, come sem-
pre la performance di Russell Crowe.
Con lui gareggia in bravura, e forse, in
questo caso, ha la meglio Paul Bettany.
Rete 4 21,10
 Superquark  Sei miliardi di altri
Sarà proposto un documentario della Nella terza puntata torneremo bambini
serie BBC molto curioso e divertente e faremo un viaggio nei ricordi della
sui limiti di velocità dal titolo “Vedere nostra infanzia. Qual è il primo ricor-
l’invisibile”. L’occhio umano impiega do? Cosa nutriva la nostra infanzia?
circa cinquanta millesimi di secondo Chi ci guidava e sosteneva? Ospite di
per battere, ma il nostro cervello impie- Sveva Sagramola sarà il musicista
ga centocinquanta millesimi di secondo James Senese, figlio di un soldato afroa-
per elaborare ciò che vediamo. In quei mericano e di una donna napoletana.
/ I ragazzi del Reich  Fratelli d’Italia
pochissimi millesimi di secondo accado- Con Emanuela Bussolati, scrittrice e
L’accademia di scienze politiche istitui- Sono o non sono Fratelli D’Italia? Chi
no cose straordinarie di cui non ci ren- illustratrice di libri per bambini, faremo
ta per volere del Fuhrer negli anni del sono veramente i protagonisti della
diamo conto. un viaggio nel mondo dell’infanzia.
suo regime è stata quasi del tutto nostra storia passata e quelli che invece
dimenticata dagli storici. Questo film
Rai 1 21,20 la storia la stanno scrivendo? Annalisa
Rai 3 23,45
per la tv narra le vicende di un giovane Bruchi, dopo due fortunate edizioni di
formato a Napola, ovvero questa parti- “Big”debutta in solitario nella condu-
colare istituzione.Anche un ragazzo zione di un nuovo programma, che cerc
onesto, intelligente e di belle speranze di rispondere a queste domande. Ospite
in quegli anni poteva subire il fascino della prima puntata sarà Valentino
ed essere così fuorviato da una simile Rossi che si confronterà con un mito
fucina di ideologie perverse... del passato come Tazio Nuvolari.
Rete 4 23,45 Rai 2 23,10
Giovedì 23 giugno 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
“È IL PRINCIPALE RIVALE DI B.”
WEB
di Federico Mello
è ISRAELE SCRIVE A STEVE JOBS
IL MINISTRO: “QUELL’APP È ANTI-SIONISTA”
Ancora problemi per delle “app”. È scoppiata una
polemica tra Israele e Apple per una applicazione per
iPhone chiamata “Terza Intifada palestinese”, disponibile
dallo scorso 15 giugno (per ora solo in arabo) su App
Store. L’app consente di essere aggiornati sulle proteste
anti-israeliane, di leggere articoli contro l’occupazione e
Commenti al video su
ilFattoQuotidiano.it:
“Anche Presadiretta
è a rischio chiusura”
di Nello Trocchia

di scaricare le immagini degli shahid, i “martiri” è DI FRONTE alle

All’Huffington è UN MILIARDO DI VISITATORI

IL RECORD RAGGIUNTO DA GOOGLE
Google è diventato la prima azienda (e il
palestinesi. La reazione israeliana non si è
fatta attendere: ieri il ministro per gli Affari
pubblici Yuli Edelstein, ha scritto a Steve Jobs
chiedendogli la “rimozione immediata”
dell’applicazione incriminata, definendola
giustificate e continue
critiche mosse dai di cittadini
e dai lavoratori della Rai
contro i poteri forti che
vorrebbero eliminare dalla

piace Vendola primo sito) a raggiungere quota un

Èco un’incoronazione in piena re-
gola. “Nichi Vendola, il politi-
italiano gay, è il principale ri-
vale di Silvio Berlusconi”, il titolo
di un lungo articolo dedicato al
governatore pugliese dall’Huffin-
gton Post, il super blog con oltre
30 milioni di lettori che recente-
mente, secondo alcune statisti-
che – sulle quali non tutti concor-
dano – ha superato per numero di
lettori il sito del New York Times. Il
giornalista dell’Hp Andrea Stone
parla del “Barack Obama italia-
no” e lo accosta anche “a un altro
governatore di uno Stato povero
e conservatore, Bill Clinton, che
cavalcando il suo carisma e la sua
arte retorica è giunto sul palco-
scenico nazionale” (anche se il
mantra di Clinton era “It’s the
economy stupid”, “pensa all’eco-
nomia, idiota”, mentre Vendola è
più attento al sociale). Lo stesso
Nichi dichiara: “Il berlusconismo
è la morte della Repubblica”. E il
redattore del super-blog spiega
ad uso e consumo del lettore Usa:
“Il termine ‘berlusconismo’ si ri-
ferisce, of course, al premier italia-
no Silvio Berlusconi, il miliarda-
I FILM
rio e magnate dei media divenuto
politico meglio noto in questi
giorni per il suo ‘bunga bunga’”.
Poi la storia del governatore:
“Omosessuale dichiarato, ex co-
munista, suo padre ripudiò il fa-
scismo dopo aver letto i libri di
John Steinbeck. Poeta, ha un suo
canale su Youtube”. Molte atten-
zione anche al seguito online:
“Usando i social media per aggi-
rare la presa soffocante di Berlu-
sconi sull’etere italiano, Vendola
ha lanciato un appello ai giovani
disillusi, colpiti da una disoccu-
pazione che arriva al 30 per cen-
to”. I quali hanno risposto: “Su Fa-
cebook, ha oltre 500.000 amici, e
decine di migliaia di followers su
Twitter”. Nichi non si fa mancare
la stoccata: “Molti politici si pre-
sentano come dei ‘sons of bitche-
s’ (dei ‘figli di puttana’ ndr) per
polarizzare l’opinione pubblica,
io mi presento invece come un
Mama Boy”. Nonostante l’inco-
ronazione “che sia in grado di bat-
tere Berlusconi – conclude l’Huf-
fington –, è ancora tutto da dimo-
strare”.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
miliardo di visitatori unici in un mese (nel
mondo). Secondo i dati comScore, a
maggio i visitatori unici del motore di
ricerca (copresi YouTube, Gmail e gli altri
“anti-israeliana e anti-sionista”, e additandola
come “strumento di incitazione alla violenza”
Rai molti programmi
(annozero, report, che
tempo di fazio, Ballarò e tanti
altri programmi seri), di
fronte all’arroganza dei
servizi) sono cresciuti dell’8,4 per cento
rispetto a un anno prima.
Ciononostante, Yahoo mantiene la
potenti come è possibile che
gli organi competenti non
fanno azioni serie per
leadership negli Usa: a maggio ha bloccare questa situazione
raccolto 188,8 milioni di visitatori unici, che diventa sempre piu
lasciandosi alle spalle i 180 milioni di insopportabile.
Google. lucia
è IO ORMAI mi sono
convinta che la Rai è in
agonia. Rimarrà il festival di
Sanremo, Miss Italia, Porta a
Porta e il Tg1. A questo
punto non so se auspicare la
scomparsa della Rai.
Ines
è MI CHIEDO perchè la
Rai dovrebbe fare gli interessi
dei diretti concorrenti...
Crifeca
è LOGICO, perchè la rai è
sotto dittatura di al tappone.
emobasta_2011
è FUORI i partiti dalla Rai.
Vero é che usigrai e i
giornalisti sono gli ultimi a
L’Huffington Post su Vendola; poter parlare o denunciare
HappyPlanet; il “No alla censura” sarebbe interessante sapere
di Agorà Digitale; quanti, a Raitre in primis,
i leghisti “ci mettono la faccia” sono entrati con concorso o
per aver mandato curricula...
ccarlito2001

SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
17.20 Toy Story 3 SC1 13.00 Wrestling, WWE
17.35 Chéri SCH Experience Episodio 51
17.40 Camere da letto SCC 14.00 Tennis, Grande Slam
17.45 Planet 51 SCF 2011 Da Londra Wimbledon:
19.05 L'ombra del sospettoSCP 4a giornata (Diretta)
19.10 Io non ho paura SC1 14.30 Golf, PGA European
19.10 La stanza delle identità Tour 2011 BMW International
occulte SCM Open: 1a giornata (Diretta) SP2
19.10 Io & Marley SCH 19.00 Wrestling, WWE
19.20 La rivincita delle bionde SCF Experience Episodio 51
19.20 L'erba di Grace SCC 20.00 Basket, Serie A maschile
21.00 Prima tv 5 appuntamen- 2010/2011 Playoff - Finale, Gara 3
ti per farla innamorare SC1 Bennet Cantù - Montepaschi
21.00 Io sono l'amore SCP Siena (Sintesi)
21.00 Green Zone SCM 21.00 Basket, Serie A maschile
21.00 La banda dei coccodrilli 2010/2011 Playoff - Finale, Gara 5
indaga SCF Montepaschi Siena - Bennet
21.00 Il pesce innamorato SCC Cantù (Sintesi)
21.10 Lazarus Project SCH 22.00 Tennis, Grande Slam
22.40 Alice in Wonderland SCF 2011 Da Londra Wimbledon: 4a
22.40 Prova a prendermi SCC giornata (Replica)
22.45 Defendor SC1 22.00 Golf, PGA European Tour
22.55 The Truman Show SCH 2011 BMW International Open:
23.00 The Getaway SCM 1a giornata (Replica)
23.05 Trappola d'amore SCP 1.00 Calcio, Incontro
0.35 La Passione di Cristo SC1 amichevole Uruguay - Estonia
0.45 Il collezionista di ossa SCH (Diretta)
DIRITTO D’AUTORE O CENSURA? è SIAMO nel cuore del
L’ALLARME DI AGORÀ DIGITALE ventennio fascista. In
Una delibera Agcom per cancellare i parlamento si da la fiducia ad
contenuti su Internet che non rispettino il un governo che parla solo
SP2
copyright, da applicare “a tutti i siti, i portali, i blog, della sua tenuta, mentre per
gli strumenti di condivisione di file in rete, le banche ciò che riguarda il veloce
dati, i siti che siano sospettati di contenere anche un declino di uno dei servizi
SP3 solo file in grado di violare il diritto d’autore”. Un fondamentali per il paese,
tentativo di censura che dimostra, dopo le prove di quale il servizio pubblico
bavaglio di Gabriella Carlucci e Gianpiero D’Alia, che televisivo, non si leva nessun
la Rete in Italia è ancora sotto attacco. La delibera ha allarme rosso che esca dal
suscitato la reazione di Agorà digitale che insieme a palazzo e arrivi alle piazze.
SP2 Altroconsumo, Adiconsum, Assoprovider e lo Sandro Giuliani
Studio Legale Sarzana ha redatto un “libro bianco”
per difendere Internet contro quanto stabilito è BASTA! Basta! e ancora
dall'Autorità che “da marzo si attribuirà il potere di basta! I telespettatori hanno
SP2 censurare automaticamente contenuti ed interi siti in mano un’arma che non
web sospettati di violare il diritto d'autore”. osano usare: disdetta in
Tra i firmatari anche Nicola D’Angelo, massa ed immediata del
commissario di Agcom, appena sollevato canone (oggi con un perfido
SP2 dall’incarico di relatore delle regole da escamotage denominata
introdurre per tutelare il copyright online. La tassa sulla proprietà di un
richiesta di avanzare obiezioni rispetto a televisore). Se la Rai vuole di
SP3 quanto proposto è stata ignorata dall’Agcom e nuovo i soldi, il Governo
due membri, Antonio Martusciello e Stefano deve approvare subito una
Mannoni, l’hanno tacciata di “sbornia di legge che elimina ogni
SP2 demagogia e di pressappochismo” per mano di tentativo da parte dei partiti
“arruffapopolo che indulgono in tirate di e dei politici di decidere quali
propaganda e disinformazione”. Per questo il trasmissioni possono andare
SP1 segretario di Agorà Digitale Luca Nicotra ha voluto in onda o meno.
lanciare una Basta
discussione è IMPARARE CON LA COMMUNITY
aperta sul sito CHAT E LEZIONI DI LINGUA SU HAPPY PLANET, è DAI! Organizza, sono

RADIO http://sitononra Il web ospita una marea di spazi sociali

ggiungibile.e-policy.it/ più o meno utili. Degno di nota è
dove è possibile sicuramente myhappyplanet.com, un sito
d’accordo su un segnale
inequivocabile da mandare a
Lei, con le chiacchiere stiamo
è “CI METTO LA FACCIA”
A “Radio3 Scienza” questioni I LEGHISTI CONTRO LA GUERRA
firmare la petizione
contro
che permette di condividere le
competenze linguistiche e – perché no? –
convivendo da 17 anni,
ripeto organizza e noi ti
corpose Alla base leghista proprio non piace la
guerra in Libia. “Contro la guerra in
la delibera. fare amicizia con persone di tutto il seguiamo, il problema é che il
(Eleonora Bianchini) mondo. Una volta che si accede su 50 per cento degli Italiani
Gli occhiali te li compri. E allora, perché ti fa effetto Libia ci mettiamo la faccia” è lo slogan
myhappyplanet, si seleziona l’idioma non paga già il canone, sono
l'idea che qualcuno paghi per avere due cornee? O per della campagna ideata e promossa da
parlato e quello/quelli che si vorrebbero dissidenti ante litteram o
comprarsi un rene? Quando una donna si sottopone “Telepadania” contro l’intervento
imparare: gli utenti disponibili a solo str*nzi???
alla procreazione medicalmente assistita, e spende una militare in Libia. La tv della Lega Nord ha registrato un
conversare saltano fuori in un batter jordan
sacco di soldi, ti dispiace, ma non ti scandalizza. Ma filmato (consultabile su padanianet.com) e creato un
d'occhio. Si può iniziare ad interagire
allora perché la condanneresti se volesse comprarsi un gruppo su Facebook per dar voce al dissenso leghista
rendendosi disponibili a “lezioni”, chat, è ANCH’IO sono
bambino già fatto? Le riflessioni di Francesca Bettio, rispetto alla partecipazione italiana alla missione Nato. Nel
scambi epistolari con persone interessate d’accordo. Sono anni che
economista dell'università di Siena. Un libro scritto a filmato, scorrono le immagini dei missili lanciati dagli aerei
alla nostra lingua o che padroneggiano un pago il canone, ma se la Rai
più mani contro il nucleare e sul futuro delle energie dell’Alleanza, alternate ai primi piani dei militanti padani
lessico e una grammatica che vogliamo deve essere ridotta ad uno
rinnovabili: La fine dei dinosauri (una coedizione Edi- che spiegano le ragioni per le quali il partito si è schierato
approfondire. Il sito, che ospita anche una stuolo di giornalisti “ser vi” e
zioni Nottetempo e Aliberti editore, 2011). Ce lo presen- contro l’intervento. “Io ci metto la faccia – spiega Elena –
sezione per le videolezioni, ha un buon di programmi stupidi che
ta una degli autori, la giornalista Junko Terao. E anco- perché l’intervento in Libia, secondo l’Onu, avrebbe
numero di iscritti provenienti da servono solo a rendere il
ra, da Enrico a Camilla. Il tema di maturità su Fermi dovuto proteggere i civili, invece, i bombardamenti della
tantissime parti del mondo. Datevi da nostro cervello una
svolto da una studentessa dello stesso Liceo in cui stu- Nato hanno provocato decine di vittime innocenti”.
fare: l’occasione è ghiotta per chi vuole poltiglia,il prossimo
diò, da adolescente, il grande fisico italiano: dal Pilo imparare, risparmiare e ampliare gli bollettino lo butterò nella
Albertelli di Roma, la maturanda Camilla Carta. amici, magari anche off line. pattumiera.
Radiotre 11,00 (Valerio Venturi) Zar7
pagina 18 Giovedì 23 giugno 2011

SECONDO TEMPO

PIAZZA GRANDE Il referendum

per il Papa?
Expo 2015 non s’ha da fare La Giunta per le autorizzazioni a procedere ha fatto slittare la
decisione su Alfonso Papa; intanto l’equivoco resta in agguato

di Luca Mercalli prio Milano, la città che con sto ambientale zero, l’ener- wikipedia si legge che “l'e- di Guariente Guarienti
la sua disordinata urbanizza- gia consumata per il cantiere vento porterà a oltre 20 mi-
a questa Expo 2015 non torna più indietro, i ri- Ho sentito che vogliono arrestare il Papa.

M
a Milano, vale la pe-
na farla? O il grande
atto di coraggio del-
la politica milanese sarebbe
invece una sincera e moti-
vata rinuncia? Il tema “Nu-
trire il Pianeta, Energia per
la Vita” vorrebbe toccare
tutto ciò che riguarda l'ali-
mentazione, dalla fame che
investe ancora una parte ri-
levante della popolazione
mondiale, all'educazione
alimentare. Difficilmente
un’esposizione può ambire
a sfidare la soluzione di pro-
blemi così vasti, per i quali
esiste già un’apposita orga-
nizzazione internazionale
con sede a Roma, la Fao.
RISCHIA piuttosto di tra-
sformarsi in un’ennesima
operazione immobiliare,
che invece di occuparsi di
agricoltura, focalizza gli in-
teressi su edilizia, urbanisti-
ca e archistar. Altro cemen-
to, ferro, vetro. Tutte cose
che con l’agricoltura non so-
lo hanno poco a che vedere,
ma ne rappresentano la ne-
gazione. E se c’è un posto sul
pianeta dove parlare di que-
sti temi e fuori luogo è pro-
Un’immagine digitale
dell’Expo 2015 presentato
alla Bureau International
des Expositions (FOTO ANSA)
zione postbellica ha cancel-
lato una delle agricolture più
redditizie, equilibrate e am-
mirate del mondo, elevata a
modello da Carlo Cattaneo a
metà Ottocento. La città do-
ve al risotto si preferisce or-
mai il sushi. Pare dunque una
costosissima operazione di
facciata, con grandi procla-
mi su serre bioclimatiche,
agroecosistemi, vie d’acqua,
il restauro della Cascina
Triulza “esempio dell’archi-
tettura rurale lombarda e un
modello di produzione agri-
cola”, simulacri fasulli di ciò
che nella devastante realtà
della perifera post-industria-
le di Rho non ha più nessun
contatto con la realtà.
Ci rassicurano circa “una for-
te e coerente impostazione
ecosostenibile. Gli edifici sa-
ranno progettati per essere
smontati, riutilizzati o rici-
clati; sarà perseguita la mas-
sima efficienza energetica,
dalla riduzione dei rifiuti
non riciclabili, all’alta per-
centuale di raccolta differen-
ziata per il riciclo, alla valo-
rizzazione energetica, dalla
riduzione dei consumi, all’u-
tilizzo dell’acqua di falda, al-
l’energia elettrica verde e au-
toprodotta all’interno del si-
to”. Costruire per smontare?
Non è che tutto ciò sia a co-
fiuti prodotti sono pur sem-
pre rifiuti anche se riciclati.
L’unico modo di essere so-
stenibili in questo caso è non
cominciare nemmeno! E tut-
to ciò per cosa? Non certo
per informare le persone su
questi argomenti.
OGGI IL PRINCIPALE
veicolo di informazione sul-
le novità del mondo, è Inter-
net. Un’esposizione dove la
gente veniva a toccare con
mano il progresso era all’a-
vanguardia cent’anni fa e for-
se ha avuto ancora senso fi-
no agli anni Settanta, ma ora
in un mondo globalizzato e
percorso dai dati in tempo
reale di Internet, non ha più
alcuna ragione d’essere. Le
soluzioni progettuali conce-
pite ora saranno già vecchie
all’inaugurazione. Dunque
l’obiettivo è il business? Da
Nell’epoca in cui la
gente si informa sul
web, un’esperienza
ottocentesca
come la grande
esposizione
universale ha perso
significato.
Purtroppo il flop di
Saragozza non ha
insegnato niente
liardi di euro d'investimento
in infrastrutture, nel periodo
2010-2015 verranno creati
70.000 posti di lavoro, nei 6
mesi dell'Expo si stima che
arriveranno 29 milioni di tu-
risti, il fatturato del mondo
imprenditoriale milanese au-
menterà di 44 miliardi di eu-
ro, verranno creati 11 km² di
spazio verde” Numeri sulla
carta, wishful thinking.
Ma chi dice che ci saranno
29 milioni di turisti? A Sara-
gozza 2008 se ne attendeva-
no 10 milioni e furono poco
più della metà, provenienti
per oltre il 95 per cento dalla
Spagna e solo per meno del 5
per cento dall’estero. In Val
di Susa gli impianti delle
Olimpiadi 2006 sono in per-
dita, dovevano rappresenta-
re l’occasione di sempre per
il rilancio della montagna,
ora si prega per un decreto
da 40 milioni di euro desti-
nato al salvataggio della pista
da bob di Cesana, cattedrale
nel bosco lanciata verso il
baratro economico. E chi an-
drà mai a innaffiare orti tra i
capannoni di Rho Fiera nel
dopo Expo? Dateli subito
ora i lotti di terreno, a stu-
denti, lavoratori e pensiona-
ti che l’orto ve lo faranno ve-
ro e a costo zero, e dimostre-
ranno con i fatti e non sui
rendering virtuali come si fa
agricoltura urbana sostenibi-
le.
NEL 1959 Luigi Einaudi
scriveva in Prediche inutili che
“siccome la mente umana,
fuor della fisica, della chimi-
ca, del calcolo matematico e
di simiglianti territori vietati
ai dilettanti e ai chiacchiero-
ni, è pigra e nel tempo stesso
amantissima delle novità,
specie se popolari e sedu-
centi e odia le novità che
promettono poco in seguito
a lunga fatica, così quel che
un tempo era parso nuovo
ed era entrato nel bagaglio di
una certa corrente ideologi-
ca seguita per inerzia a es-
Il Papa?
Sì, c'è su tutti i giornali.
Ma non è il Papa, è Papa.
Che differenza c'è?
Uno si chiama Benedetto, l'altro Alfonso. Uno ha bisogno dell'articolo
"il", all'altro non serve.
Ma amichevolmente si può dire "Papa" senza articoli e poi Be-
nedetto è un nome d'arte, prima non si chiamava così.
Questo è vero ma non mi pare si chiamasse Alfonso.
Sei sicuro?
No.
E allora?
Mi informerò meglio, ma sono sicuro che non vogliono arrestare il
Papa.
Figurati, con i giudici che ci troviamo!
Questo è vero. A Milano toghe rosse, vuoi vedere che a Napoli i giudici
sono tutti atei?
È proprio questo che mi ha dato da pensare.
Per fortuna c'è il Parlamento.
Cosa c'entra il Parlamento?
Non si può arrestare il Papa se il Parlamento non è d'accordo.
Allora siamo tranquilli.
Per il momento siamo tranquilli, ma se qualcuno propone un refe-
rendum?
Un referendum per arrestare il Papa?
Non ci sarebbe nulla di strano. Con i referendum puoi fare qualsiasi
cosa. Hai visto quello che è successo a Berlusconi?
Hai ragione. A proposito di Berlusconi, sei proprio sicuro che
vogliono arrestare il Papa o, comunque, Papa?
È quello che ho letto sui giornali.
E la televisione?
Che domanda! Le televisioni non parlano di faccende così delicate.
Però, adesso che ci penso, qualche giorno fa mi sono sintonizzato per
caso su un telegiornale. Il telecronista ha detto "Papi... chiesto l'ar-
resto per papi".
Ma figurati! I giornalisti non hanno tanta confidenza con il pre-
sidente da chiamarlo "papi". E poi ti pare che in un provvedi-
mento restrittivo l'indagato venga indicato con lo pseudoni-
mo?
A volte capita.
Ma sempre dopo nome e cognome.
Forse hai ragione. Ma torniamo al referendum. Pensa se Berlusconi
ancora una volta invitasse gli italiani all'astensione.
Povero Papa, allora.
Sì, povero Papa. Non c'è più religione.
sere magnificato come l’ot- ferare dannosamente, laddo-
timo modernissimo portato ve se al vuoto si sostituissero
del più ardimentoso pro- parole di sostanza, molto be-
gresso... ripeterò dunque ne si potrebbe conseguire
oggi la critica di alcuni sca- sia col non fare – e sarebbe il
toloni vuoti ovverosia parole più delle volte – sia col fare
magiche, che hanno gran vo- acconciamente, cosa più ar-
ga nel momento presente in dua e perciò da tentare più
Italia [1957] e compiono raramente e con prudenza
opera di persuasione a legi- somma”.

Da decenni si parla
Se Fincantieri di crisi sottoposta
alla concorrenza
dei prodotti e perseguendo
criteri costruttivi che valo-
rizzano i punti di forza di-
sponibili; in particolare l’e-
Difatti l’unica scelta possibi-
le, azzerate tutte le altre, di-
ventava scaricare i costi sul
soggetto più indifeso: il la-
Forse andrebbe recepito l’e-
sempio dalle aree del con-
tinente che meglio reggono
alla sfida dei tempi: il ritorno

cola a picco dei Paesi del Far

East. Ma che ci
levata qualità professionale
delle maestranze. Per inciso,
operazione realizzata trian-
golando con istituzioni e
voro. Mentre le risposte del-
la politica sono le solite pez-
ze a freddo e i tamponi: di-
fesa statica dell’esistente,
senza un barlume di econo-
alla progettualità.

LO FANNO le città euro-

pee più propulsive attraver-
so piani strategici di svilup-
stanno a fare micità che ne assicuri il per- po territoriale, lo fanno gli
di Pierfranco Pellizzetti innovazione. Un tempo le si durare nel tempo. Stati che individuano i settori
chiamava “politiche indu- manager È chiaro come in questa fase su cui puntare nel fertile dia-
osa possono avere in striali”. E ben il 72% dei par- storica incombano radicali

C
comune i 2.500 esube-
ri di Fincantieri, tra
Genova e Castellama-
re di Stabia, con i lettori del-
l’Economist, la bibbia mon-
diale del pensiero economi-
co più ortodosso? Sempli-
cemente l’essersi risvegliati
dal sonno ipnotico imposto
dalla trentennale egemonia
del neoliberismo talebano.
I primi, drammaticamente,
sulla propria pelle di lavo-
ratori sotto la mannaia della
rottamazione umana, gli al-
tri partecipando nella se-
conda metà dell’anno scor-
so a un dibattito online sul-
l’opportunità o meno che
lo sviluppo debba essere in-
dirizzato e accompagnato
da politiche strategiche di
tecipanti a tale discussione
espresse il proprio apprez-
zamento per impostazioni
che accantonino i presunti
automatismi di ipotetiche
Mani Invisibili benefiche a
vantaggio di policies attive di
governance.
NON PER niente assistia-
mo da decenni ai cosiddetti
“fallimenti del mercato”,
conseguenti all’imporsi di
un’economia di carta in cui
la speculazione la fa da pa-
drona, che hanno aperto gli
occhi ai meno fondamenta-
listi, diffuso disincanto cri-
tico. Però i dipendenti di
Fincantieri pagano anche un
altro terribile fallimento:
quello del management.
strapagati se non
per affrontare i
punti critici e
trovare soluzioni?
Infatti da altrettanti decenni
si parlava di crisi della can-
tieristica italiana, sottoposta
alla concorrenza dei Paesi
del Far East e della loro ma-
nodopera sottopagata. Ma
che ci stanno a fare manager
strapagati se non per affron-
tare i punti critici e trovare
soluzioni in chiave innova-
tiva? Un po’ come fecero i
dirigenti dell’industria auto-
mobilistica tedesca, riposi-
zionando in alto la gamma
rappresentanze sindacali le
scelte conseguenti. Un tem-
po si chiamava “concerta-
zione”.
INVECE NIENTE, nel
nostro caso. Qui si è lasciata
marcire la situazione per poi
annunciare che era marcita,
che si era giunti al punto di
non ritorno. Quando le al-
ternative, praticabili se av-
viate per tempo, non erano
più perseguibili.
trasformazioni economiche
che impongono drastici
cambiamenti. Ma è ragione-
vole delegare l’opera titani-
ca al soggetto per propria
natura più restio a cambiare?
Ossia quel management abi-
tuato a ragionare come se le
dinamiche seguissero pro-
cessi lineari e non procedes-
sero per svolte e contorsio-
ni. Quel conservatorismo re-
frattario all’innovazione che
è uno dei principali ostacoli
alla reattività d’impresa e al-
la circolazione di nuove
idee; particolarmente radi-
cato nella mentalità del ceto
manageriale nostrano, presi-
diatore testardo dell’esisten-
te e delle sue uova di pie-
tra.
logo collaborativo con tutti
gli attori disponibili, pubbli-
ci o privati che siano, stimo-
lando adeguamenti struttura-
li.
Comune operazione che in-
venta futuro mixando l’ap-
proccio orizzontale (mirato
all’efficienza abbattendo
bardature burocratiche)
con uno verticale che sce-
glie i possibili punti di svi-
luppo su cui puntare. Tra
l’altro, un approccio che ot-
timizza le risorse disponibili
ed elimina sprechi.
Nell’Italia che ha ancora car-
te da giocare, ma una situa-
zione di cassa deficitaria,
quella della ritrovata politi-
ca industriale potrebbe ri-
sultare persino una via a co-
sto zero.
Giovedì 23 giugno 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

lo nel 2010 sono state raccolte, pagina 5 nel box “Abbagli estivi.

MAIL BOX
esclusivamente attraverso le
agenzie di stampa locale, testimo-
nianze di oltre 1000 casi di arresti
per dosi ridicole di sostanze leg-
gere. Quindi di proibizionismo si
muore, come hanno dimostrato
casi come quello di Aldo Bianzino,
Stefano Cucchi, Federico Aldro-
Pensioni da fame vandi, ecc...
e privilegi politici
Ancora una volta l’Istat ha confer-
Furio Colombo
Ma che film ha visto il Giornale”.
Nel pezzo riportate quanto ho
scritto nell’articolo sulla festa
Fiom di Bologna a proposito di
Paolo Flores d’Arcais e conclude-
te: “Abbiamo verificato, il diretto-
re di MicroMega non era a Bolo-
gna. Chissà con chi ha parlato Si-
gnorini”.

7 A DOMANDA RISPONDO La nostra libertà individuale viene

costantemente messa a rischio da
leggi ideologicamente impronta-
Avete verificato male, Flores
d’Arcais c’era, ha partecipato alla
tavola rotonda su Costituzione e
mato che in Italia una larga per-
centuale di pensionati percepisce LA PRIGIONE te alla criminalizzazione del con-
sumo, e non a stringere le maglie
lotte per il lavoro del 16 giugno. Vi
sarebbe bastato andare sul sito
una pensione al di sotto dei mille
euro al mese. Tenuto conto del-
l’alto costo della vita, una pensio-
NELLA PRIGIONE giudiziarie intorno al collo del
narcotraffico nazionale e interna-
zionale.
della Fiom e avreste trovato il vi-
deo dell’intervento, peraltro in-
teressante. La notizia, se voglia-
ne del genere, maturata dopo an- aro Furio Colombo, non dirò ascoltarlo, spiegherebbe che c’è già una Il proibizionismo ha fallito nel mo, è che un singolo cronista del
ni di lavoro, non può essere de-
finita una pensione ma un sussidio
C che sono meravigliato del
silenzio intorno al digiuno di
amnistia, vasta e molto conveniente per
coloro che possono concedersi buoni avvocati.
contrasto all’uso delle droghe,
come dimostrano tutti i dati e gli
Giornale ha seguito tutta la festa
Fiom mentre la redazione del Fat-
dato alle persone che non conta- Pannella. È un fatto abituale. Ma la Un po’ di pazienza e arriva, in un modo o studi esistenti e come ci ricorda il to - mobilitata per l’evento - non
no nulla. Ma non basta. Queste ragione come si fa a ignorarla, nell’altro, la prescrizione. L’amnistia, come la recente pronunciamento della era nemmeno in possesso del pie-
pensioni vengono anche tassate e persino se non si vuol parlare di vede Pannella, è una misura necessaria e Global Commission on Drug Po- ghevole con i nomi degli invitati.
sottoposte alle addizionali regio- Radicali? La ragione è che le prigioni calcolata per far fronte a una emergenza. licy. Forse nessuno vi aveva detto che
nali e comunali. Di fronte a una si- esplodono, mancano le guardie e la L’emergenza affollamento disumano non è Abbiamo stabilito di investire le la festa era già in corso da un gior-
tuazione del genere, forse l’unica finzione di costruire nuove prigioni minore della emergenza di un incendio o di energie nella formazione di una no anche in piazza XX settembre,
nella UE, i politici dovrebbero ar- non viene neppure più ripetuta. una alluvione. Invece di aprire un dibattito, se rete che riunisca movimenti, as- forse troppa attenzione per lo
rossire e prendere urgenti prov- Pannella dice “amnistia” e si leva un qualcuno brucia o affoga, prima cosa si sociazioni, realtà sociali e impren- show e poca per i dibattiti, che so-
vedimenti prima che il livello di coro indignato. Capisco, se creano vie di fuga. ditoriali e singole persone e fami- no sempre un po’ noiosi.
povertà aumenti. Ma con gli attua- l’indignazione si accompagnasse con Tutto questo sarebbe chiaro e anche glie, che sia in grado di combat- Antonio Signorini, Il Giornale
li politici poco cambierà, e non si una soluzione diversa. Invece c’è elementare se Pannella avesse lo stesso tere e sconfiggere il proibizioni-
andrà da nessuna parte, perché il irritazione, poi silenzio e basta. Tu accesso ai media della solida tribù del smo e di proporre politiche alter- Il collega Signorini o non capisce o
loro interesse personale è più for- vedi una via d'uscita? microfono aperto (in USA si dice “Talking native. finge di non capire. Su Il Giornale di
te delle pensioni da fame. Tommaso Heads”), una tribù a numero chiuso dove Vogliamo un’Italia libera dal nar- sabato compare un articolo a sua
Marino Bertolino (veniamo a sapere) non si entra senza una cotraffico in mano alle mafie, e firma dal titolo “Santoro arruola pm
PURTROPPO conosciamo la buona parola di Bisignani (ciascuno ha il suo quindi politiche che regolamenti- e Fiom nel suo partito”.
Gli errori dell’Invalsi: sequenza. Prima si ignora in modo rigoroso Bisignani). Ma Pannella, da bravo, fa il suo no la coltivazione domestica. Per- Sottotitolo: “Il conduttore di Anno-
quella strana cosa che è il digiuno per una sciopero della fame da due mesi. E, da alcuni chè nel mondo a cui aspiriamo, zero, star della festa del sindacato,
l’incompetenza fa Scuola causa o ragione umana o politica. Poi giorni, è passato allo sciopero della sete. Non vogliamo essere liberi di poter raduna quelli che stanno dalla par-
La vicenda della prova nazionale comincia a crearsi un po’ di attenzione sul è proprio un ragazzino ma continua a scegliere di curarsi con la canna- te giusta: dalla Dandini a Ingroia da
Invalsi nell’esame di terza media è personaggio che digiuna, visto e commentato provare. Ci aiuta, se non altro, a mettere in bis senza rischiare processi. Vauro a Flores d'Arcais. E così il so-
sintomatica del livello di irrespon- con pazienza, poiché è persona non giovane, graduatoria ordinata i mali che affliggono il Ylenia Daniello lito show anti Cav, trasmesso dai siti
sabilità, superficialità, incompe- che rischia. Se necessario si disputa sul Paese: primo, il sistema delle informazioni, (Assemblea nazionale Sel) amici, si trasforma in una chiamata
tenza che avvolge molte istituzio- metodo e sulla sua efficacia in politica. Infine, secondo la politica, terzo le carceri. Ma nei alle armi”. Purtroppo, venerdì sera,
ni italiane, alcuni suoi uffici so- saltando il tema disperato delle prigioni dove primi due si vive alla grande. Nel terzo si Diritto di Replica al “solito show anti Cav trasmesso
prattutto nelle persone che han- il suicidio è diventato un modo regolare per muore. Ed è per questo che Pannella pianta dai siti amici” dove Santoro avrebbe
no ruoli di direzione, controllo, “uscire”, si discute di amnistia. E dal la grana. E rischia. Capisco che al Fatto i fatti possa- “arruolato” e “radunato” i membri
indirizzo. Cerchiamo di analizzar- momento che – in effetti – l’amnistia come no non interessare. A me invece del suo presunto “par tito” o “coali-
la per punti. istituzione giuridica si presta a obiezioni, Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano premono e per questo vi chiedo zione” di cui vaneggia il Signorini sul
Da un item della prova di mate- discussioni, raffronti storici e riflessioni morali, 00193 Roma, via Valadier n. 42 una bella rettifica rispetto a quan- Giornale dell’indomani, Paolo Flores
matica viene fornita una griglia di va del tutto perduta la ragione estrema che lettere@ilfattoquotidiano.it to scritto domenica 19 giugno a d'Arcais non c’era. Al Giornale sa-
correzione visibilmente errata, induce il digiunatore a invocare l'amnistia. rebbe bastato scrivere quel che scri-
tanto da costringere l’Invalsi nella Il punto non è se sia o no ragionevole e giusto ve Signorini ora a noi, nella rettifica
giornata del 20 Giugno ad ammet- amnistiare i carcerati adesso. Il punto è dove che non rettifica nulla, e cioè che
tere l’errore. metterli. O meglio come farne uscire una LA VIGNETTA Flores ha preso parte giovedì 16 a
La maschera di correzione pale- parte che consenta all’altra di sopravvivere, e un dibattito alla festa della Fiom,
semente errata tanto che anche in consenta di riavvicinare la detenzione a una senza Santoro, né Dandini, né In-
questo caso l’Invalsi è dovuta in- condizione umana, per quanto punitiva, non groia, né Vauro né nessun altro del
tervenire con un comunicato che a una insopportabile tortura. E a coloro che fantomatico “par tito”, e noi non ci
ammette l’errore e quindi, gravis- sono pronti ad aprire un dibattito sugli effetti saremmo sognati di scrivere quel
simo, un errato calcolo del voto negativi di una amnistia, Pannella, ad che abbiamo scritto e che qui con-
dell’alunno. fermiamo: e cioè che il Signorini ha
Una scala di valutazione, come preso lucciole per lanterne. Onde
evitare nuove rettifiche che non ret-
tificano, anticipiamo che a Bologna
IL FATTO di ieri23 giugno 1959 sul loro uso, ma comunque aven-
do sempre al centro l’interesse, la
nei giorni della festa della Fiom era-
no presenti in città, oltre a Flores
“È bello, bello di pallore, con un’aria sognante, ma con il qualità, la credibilità della scuola d'Arcais, i circa 381 mila cittadini
sorriso feroce. È altissimo e ha sempre con sé una tromba. italiana ci troviamo in una fase bolognesi, più diversi turisti e alcuni
È Boris Vian”. Il ritratto dell’amico Boris, compagno delle cruciale dell’anno per 600.000 viaggiatori di passaggio. Il che non
pazze notti nelle caves della rive gauche, è di Jacques studenti a doverci misurare con il vuol dire che facciano tutti parte del
Prévert, anch’egli gran protagonista degli happening a pressappochismo incompetente partito o della coalizione di Santoro
Saint-Germain, negli anni d’oro dell’esistenzialismo, della di chi dovrebbe valutare. & C.
banda Sartre, De Beauvoir, Camus, Queneau. In uno strano
Ma il ministro dov'è? A questo (F.Q.)
momento non c’è alcuna presa di
andirivieni d’amore e oblio, Boris Vian appare e scompare
posizione, una dichiarazione chia-
tra noi e così capita raramente di parlare di questo
ra, ferma, soprattutto rassicuran-
vulcanico intellettuale, chansonnier, scrittore, te per studenti e genitori che dia IL FATTO QUOTIDIANO
drammaturgo, poeta e suonatore di cornetta. Un eclettico una direttiva. Un silenzio forse via Valadier n. 42 - 00193 Roma
forsennato, sperimentatore di linguaggi, autore di romanzi imbarazzato, che non ammette lettere@ilfattoquotidiano.it
dall’umorismo stralunato, di pièces dell’assurdo, di l’errore, a pochi giorni dall’enne-
centinaia di chansons, tra cui Le déserteur, acceso sima esternazione sull’importan-
manifesto pacifista ripreso da decine di cantautori pop. za di questo sistema di valutazio- pano delle virtù della canapa e dei
Gran seduttore e narciso, capace di demolire il culto di Direttore responsabile
ne. gravi danni provocati dal proibi-
Sartre ne “La schiuma dei giorni” o di dare scandalo col suo La scuola italiana, i nostri studenti, zionismo e dalla persecuzione dei Antonio Padellaro
“Sputerò sulle vostre tombe”, pulp erotico che, secondo il nostro lavoro non possono es- consumatori. Vicedirettore Marco Travaglio
alcuni, gli costerà la pelle. Tradito dal cuore già malconcio, sere umiliati da questi dirigenti in- L’assunto di partenza è semplice:
morirà a 39 anni il 23 giugno ’59, dopo aver assistito competenti. È tropo chiedere che proibire il consumo di canapa uc- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
all’anteprima del suo romanzo più celebre, facciano un passo indietro? cide. Progetto grafico Paolo Residori
“…orrendamente adattato per il cinema”. Claudio Tarallo Direttamente, a causa di episodi Redazione
Giovanna Gabrielli di gravi eccessi da parte delle for- 00193 Roma , Via Valadier n°42
Una rete contro i danni ze dell’ordine; o, più lentamente, tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
a causa dell’uso di sostanze di pes-
mai si usa, stranamente sbilancia- nistro, a rendere più “simpatiche” del proibizionismo sima qualità reperibili sul mercato sito: www.ilfattoquotidiano.it
ta verso l’alto tanto da favorire il e “amichevoli” le prove Invalsi. Domenica 19 giugno, si è conclusa nero o dell’uso di sostanze lecite Editoriale il Fatto S.p.A.
proliferare di 8, 9, 10. La dignità Dopo mesi di discussioni, manife- un’interessante tre giorni di di- facilmente reperibili, come l’al- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
degli studenti e dei loro genitori stazioni, dibattiti che hanno visto scussione sugli effetti della legge cool, che molte persone consu- Presidente e Amministratore delegato
non ha bisogno di questi “zucche- il mondo della scuola confrontarsi Fini/Giovanardi, che ha visto la mano in alternativa alla canapa. Il Giorgio Poidomani
rini” per vedersi falsamente pre- anche con durezza sulla validità o partecipazione di numerose per- proibizionismo perseguita e rovi- Consiglio di Amministrazione
miati. O forse questo serve al mi- meno di tali prove e soprattutto sone e realtà che in Italia si occu- na la vita di persone innocenti. So- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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