La maggioranza torna alla carica sulla legge bavaglio.

Si
parla di accordo col Pd. Meno male che “il vento è cambiato”y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!z!]!$!,
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Sabato 25 giugno 2011 – Anno 3 – n° 150 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

LA RETATA
Max The Fox
di Marco Travaglio

“O
ra è molto tardi per fare una legge sulle
intercettazioni e del tutto inopportuno
intervenire per decreto. Ma il
problema c’è: non è giusto mettere sui
giornali la vita privata delle persone. Leggiamo una
valanga di intercettazioni che nulla hanno a che

Napoli: P4, indagati i vertici della Gdf fare con vicende penali, ma sono sgradevolmente
riferite a vicende personali. Non è una cosa
positiva. Occorre proteggere i cittadini”. Chi l’ha
detto? Massimo D’Alema naturalmente. Puntuale

Parma: mazzette, arresti e monetine come una merchant bank, ogni qualvolta B. è
travolto in uno scandalo, arriva la Volpe del
Tavoliere a levarlo d’impaccio. O almeno a fare pari
e patta. Fa sempre così, da 17 anni. Breve riepilogo
L’INTERVISTA x Favoreggiamento delle puntate precedenti. Nel ‘94 B. finisce nei guai
“Cialtroni pericolosi” e rivelazione a Milano per le tangenti alla Finanza: D’Alema
finisce nei guai a Bari per un finanziamento illecito
Guzzanti: di segreto. Dai
magistrati sospetti
di 20 milioni dal re delle cliniche pugliesi,
l’imprenditore malavitoso Cavallari (prescrizione).
Nel ’96 B. è politicamente morto e l’Ulivo di Prodi
“Bisignani sotto sul comandante
delle Fiamme
si accinge a una sonante vittoria: Max va in
pellegrinaggio a Mediaset per esaltarla come
“grande risorsa del Paese” e garantire che non la
il cappuccio Gialle Vito Bardi
a Procura di Napoli pensa di
sfiorerà nemmeno con un dito. B. medita di ritirarsi
a vita privata: D’Alema s’inventa la Bicamerale per
Lchiesta riscrivere “insieme” la Costituzione, specie sulla
del mio aver capito chi ha bruciato l’in-
sulla P4: i vertici della Fi-
nanza. A Parma centinaia di citta-
giustizia, lo trasforma in padre ricostituente e
manda in soffitta il conflitto d’interessi. Nel ’98
Prodi e Ciampi portano l’Italia in Europa: Bertinotti
massone” dini protestano contro il sindaco
pdl dopo l’arresto di 11 persone
per tangenti. Lillo, Chierici
li rovescia in men che non si dica e l’indomani
D’Alema è già pronto con una maggioranza
alternativa, rimpiazzando Rifondazione coi
Telese pag. 5 z Liuzzi e Zanirato pag. 3 - 7 z ribaltonisti di Mastella, Cossiga e Buttiglione e
Un frame di “Aniene” di Corrado Guzzanti (nei panni del massone) in onda su Sky dichiarando morto l’Ulivo. Nel ’99 Rete 4 perde la
concessione, ma D’Alema – impegnatissimo a
sponsorizzare i “capitani coraggiosi” Colaninno,
NAPOLI x La Procura apre un’inchiesta per “epidemia colposa” Gnutti e Consorte per l’assalto a Telecom – la salva
regalandole la licenza per trasmettere in proroga

RIFIUTI, UNA NOTTE D’INFERNO sulle frequenze che spettano a Europa7. Nel 2001
B. risorge dalle sue ceneri e governa cinque anni:
unica opposizione i girotondi, i pacifisti, i no
global, infatti D’Alema raccomanda di evitare la

NEI QUARTIERI SPAGNOLI piazza. Nel dicembre 2005 B. è alla canna del gas,
dopo aver perso le amministrative e le europee,
mentre l’Unione di Prodi ha 15 punti di vantaggio
in vista del voto politico del 2006: ma ecco saltar
Viaggio tra i roghi fuori le intercettazioni sull’ultimo colpo di genio di
Max, l’appoggio alla scalata illegale dell’Unipol di
e le esalazioni di diossina Consorte alla Bnl (“Vai, Gianni, facci sognare!”).
Il governo si divide sul decreto Pari e patta con le scalate di Fiorani e Ricucci ad
BANKITALIA x Ora Antonveneta ed Rcs sponsorizzate dal
perché la Lega non vuole la difficile successione centrodestra. Così l’Unione si mangia quasi tutto il
concedere gli aiuti alla città vantaggio e Prodi vinciucchia per 25 mila voti,

di Sandra Amurri
Mario Draghi troppo pochi per governare senza i ricatti dei
partitini. Nel 2009 B., dopo un anno di governo, è
già alla frutta per lo scandalo D’Addario-Tarantini:

Qgla.uando scatta l’ora X inizia il tam tam via

cellulari. Sembra il richiamo della giun-
ce l’ha fatta, ben presto si scopre che “Gianpi” le mignotte le
portava nei giorni pari a Palazzo Grazioli e in quelli
dispari a Sandro Frisullo, vicepresidente della
I motorini come uno sciame di vespe
impazzite iniziano a sfrecciare per i vicoli
dei Quartieri Spagnoli. Poi iniziano i primi
è presidente giunta Vendola e dalemiano di ferro. Una
Bicamerale a luci rosse. Nel 2010 B. è di nuovo

roghi. pag. 8 z
Emergenza rifiuti: in via Marina roghi di spazzatura (FOTO EMBLEMA)
della Bce sputtanato dalle rivelazioni di Wikileaks: Max non
può mancare e infatti salta fuori un cablo
dell’ambasciatore Spogli a Washington su quel che
gli ha confidato D’Alema nel 2007: “La
di Stefano Feltri magistratura è la più seria minaccia per lo Stato
Riccardo Chiaberge MANOVRA x Il ministro cerca consensi italiano”. Infatti i giudici baresi arrestano anche
ario Draghi è il nuovo pre-
LO SCISMA
CATTOLICI SENZA PAPA Tagli ai costi della Casta M sidente della Banca cen-
trale europea. Lo ha deciso il
l’altro assessore dalemiano di Vendola, Alberto
Tedesco, provvidenzialmente rifugiatosi al Senato.
Nel 2011 B. perde comunali e referendum:
EDIZIONE
AGGIORNATA
l’ultimo bluff di Tremonti Consiglio europeo, cioè la riu-
nione dei capi di Stato e di go-
verno, che si è tenuto ieri a
D’Alema offre un bel governo istituzionale col Pdl.
Scandalo P4: Bisignani trafficava con vari ministri,
ma accompagnava pure il gen. Poletti da D’Alema
CON UN NUOVO Auto blu solo Bruxelles. Lorenzo Bini Sma- (e da chi, se no?). Ora B. ci riprova col bavaglio ai
giornali che pubblicano intercettazioni pubbliche.
CAPITOLO di piccola cilindrata, ghi ha promesso che lascerà
SUGLI ULTIMI limiti ai compensi, CATTIVERIE presto l’esecutivo della Bce, Max The Fox concorda, ma dice che “per una
legge è tardi”. Ci penserà lui quando tornerà al
come richiesto dalla Francia
AVVENIMENTI ma i numeri Il premier è sempre più isolato.
che reclama la poltrona e non
governo. Per lui la missione del centrosinistra è
Stamattina è andato a farsi sempre stata questa: completare l’opera del
non si vedono asportare due costole vuole due italiani su sei al ver- centrodestra. Il guaio è che quegli stronzi degli
De Carolis pag. 10 z www.spinoza.it tice di Francoforte. pag. 11 z elettori non l’hanno ancora capito.
pagina 2
Due o tre cose che so
sull’esecutivo
GOVERNO OMBRA
Dietro la facciata della politica
Bisignani controlla ministri e ministeri
ual è la linea politica della
Q P4? Chi sono i suoi rap-
presentanti in Italia, le
sue proiezioni nel mondo
dell’editoria e i suoi riferimen-
ti all’estero? La P2 aveva un
programma, il celeberrimo
piano di rinascita democratico
sequestrato alla figlia di Licio
Gelli nel luglio del 1982. La P4,
(che per il Gip Giordano però
non esiste) invece non ha la-
sciato nessun elenco e nessun
piano. È possibile però rico-
struire il disegno strategico del
network di potere di Luigi Bi-
signani, le sue analogie e le sue
differenze rispetto alla P2, ba-
sandosi sulle intercettazioni e
sulle testimonianze ai pm He-
nry John Woodcock e France-
sco Curcio.
LUIGI Bisignani non è uno dei
tanti spicciafaccende del sotto-
bosco politico come qualcuno
oggi vorrebbe far passare. Un
uomo che scrive e detta le di-
missioni del giornalista più fa-
moso d’Italia al direttore gene-
rale della società radiotelevisi-
va pubblica non è un millanta-
tore. Un personaggio che ac-
compagna il capo dei servizi se-
greti dal presidente del comita-
to di controllo e che contempo-
raneamente scrive comunicati
e discorsi ai ministri, non è un
venditore di fumo ma il titolare
DA WHY NOT AI GIORNI NOSTRI
di Antonio Massari
n ‘Why Not’ c’erano cen-
“I tinaia di contatti tra Al-
fonso Papa e Luigi Bisignani.
Se non ho acquisito i tabulati
di Papa è soltanto perché era
parlamentare”. Le parole del
consulente informatico
Gioacchino Genchi, dopo
l’inchiesta sulla P4, acquista-
no un peso ulteriore: i pm
Francesco Curcio e Henry
John Woodcock hanno sco-
perchiato i mille interessi
della P4 – dall’Eni alla Rai –
ma ciò che impressiona, leg-
gendo gli atti d’indagine, è
che siano riusciti a fronteg-
giare l’attacco più incisivo di
questa rete tentacolare: la
penetrazione nelle indagini
attraverso talpe e fughe di
Genchi:
“Nell’inchiesta
di De Magistris
c’erano già
i contatti
tra il piduista
e Alfonso Papa”
è GIANNI LETTA
Bisignani l’informatore
Comunicavo
“ a Letta notizie
giudiziarie riservate
che ricevevo da Papa”
di un potere vero.
Bisignani emerge dall’inchiesta
P4 come il regista occulto di un
sub-sistema di potere all’inter-
no del macrosistema berlusco-
niano. Il suo vero “capo”, come
lo definisce lui stesso nelle in-
tercettazioni, non è Silvio Ber-
lusconi ma Gianni Letta. Il pro-
gramma politico della lobby di
Bisignani, che ha importanti
addentellati nel mondo dell’im-
prenditoria nei vertici della
Rai, di Finmeccanica, dell’Eni,
in Confindustria e anche in Tre-
nitalia, da Paolo Scaroni a Luca
Cordero di Montezemolo, pun-
ta proprio al superamento di
Berlusconi. E probabilmente
l’uomo sul quale il sistema Bi-
signani punta per prendere il
potere nel Pdl è il il ministro de-
gli esteri Franco Frattini.
Gli amici di Gigi nel governo
controllano settori rilevanti. Si
va da Mariastella Gelmini
(Scuola e università), a Stefania
Prestigiacomo (Ambiente) da
Franco Frattini (Esteri) a Paolo
Romani (Sviluppo economico
e tv). Grazie al suo rapporto
con il capo dipartimento dell’e-
ditoria alla Presidenza del Con-
siglio, Elisa Grande, e al suo le-
game strettissimo con i vertici
dell’Eni, Bisignani è in grado di
portare soldi, sotto forma di
pubblicità e contributi, alle im-
prese editoriali.
SPIONI E VELINE: LA TECNICA “AMMAZZAINDAGINI”
notizie. È questo, il cuore
dell’inchiesta.
Bisignani sapeva d’essere in-
dagato e intercettato: lo in-
formava Alfonso Papa, con
l’aiuto del carabiniere Enrico
La Monica, che era interes-
sato a entrare nei Servizi se-
greti. Questo è il primo pun-
to da tenere a mente. Il se-
condo è altrettanto impor-
tante: Bisignani utilizzava
schede telefoniche di coper-
tura fornite da Papa. Mister
P4 aveva dunque un doppio
interesse: parlare senza esse-
re intercettato e avere talpe
nella magistratura. Lasciamo
il Vesuvio e scendiamo in Ca-
labria. In altre inchieste che
incrociano Bisignani, o uo-
mini a lui vicini, lo schema si
ripete.
IL PM DI CROTONE Pier-
paolo Bruni scopre che il
maggiore dei carabinieri
Enrico Grazioli – che in pas-
sato aveva lavorato in Why
Not con De Magistris – come
La Monica, aspira a un posto
nei Servizi segreti. Per rag-
giungere lo scopo è in con-
tatto con Salvatore Cirafici,
all’epoca direttore della sicu-
rezza Wind, anch’egli in con-
tatto con Bisignani. Cirafici
aveva nelle mani la privacy
del Paese: le procure che
Il sito internet amico, Dagospia,
può contare sulla generosa
pubblicità offerta dall’Eni; gra-
zie alla società Visibilia di Danie-
la Santanchè (allora molto vici-
na a Luigi Bisignani) il quotidia-
no Libero e Il Giornale pubblicano
complessivamente più di 100
pagine di pubblicità dell’Eni in
un anno, e sempre sotto la regia
di Bisignani, l’agenzia di stam-
pa Il Velino passa di mano e ot-
tiene un milione di euro di fon-
di pubblici.
SITI E AGENZIE di stampa
sono strumenti utili per mette-
re in circolazione le notizie che
interessano alla lobby e che poi
saranno riprese dai media più
importanti. Se queste sono le
truppe sulle quali Bisignani e
gli uomini vicini a Gianni Letta
possono contare, qual è la loro
linea in politica interna? Sicura-
mente è una linea divergente ri-
spetto a quella di Silvio Berlu-
sconi. Basta ascoltare le con-
versazioni con Prestigiacomo,
Gelmini e Frattini per com-
prendere la distanza siderale
dall’ultima stagione del bunga
bunga e della lotta dura alla ma-
gistratura incarnata dalla San-
tanchè. Gli “amici di Gigi e
Gianni” puntano a correggere
la deriva del Cavaliere. Voglio-
no ricomporre la rottura con
quel che resta dei finiani mode-
chiedevano a Wind tabulati e
richieste di intercettazioni
dovevano rivolgersi a lui. Ci-
rafici aveva le chiavi d’una mi-
niera di informazioni giudi-
ziarie riservate. Ed è lui ad av-
visare Grazioli che Bruni lo
sta intercettando. È sempre
lui che fornisce a Grazioli
un’utenza telefonica coperta.
Bruni scopre qualcosa in più:
la Wind, di utenze coperte,
potrebbe averne attivate a de-
cine. E Grazioli, in un inter-
rogatorio, dice che Cirafici
aveva congegnato un sistema
per confondere le indagini: in
questo modo era impossibile
per gli investigatori risalire a
chi usava l’utenza. Grazioli
aggiunge che Cirafici: “Era ac-
canito nel voler conoscere
qualcosa che lui solo poteva
Nel 2007
attorno
al faccendiere
si illumina
una rete
di “amici”
vastissima
LOGGIA CONTINUA
è S. PRESTIGIACOMO
Lesa maestà
Berlusconi
“ deve essere
intelligente e
purtroppo non lo è”
rati e vorrebbero piazzare a ca-
po del Pdl un uomo presenta-
bile e gradito agli americani (e
chissà anche ai massoni) come
Frattini. La più esplicita è la mi-
nistro dell’Istruzione l’8 otto-
bre 2010, nel pieno della caccia
mediatica dei segugi del Giorna-
le a Fini e ai suoi; incontra Mon-
tezemolo e riferisce così il col-
loquio a Bisignani: “Lui era mol-
to critico sul ‘berlusconismo’
di questi giorni, insomma sulla
Santanchè su queste cose del
Giornale, sai le cose che un po’ ci
diciamo tutti. Allora io gli ho
detto: ‘Io queste cose le condi-
vido e le ho dette al presidente
ma al netto di questo lei (...) de-
ve comunque rimanere legato
a Gianni Letta che è la persona
di riferimento di tutti noi”. Poi
la Gelmini aggiunge quasi co-
Vogliono
ricucire
lo strappo
di Fini
e mettere
un moderato
a capo del Pdl
sapere: il suo problema era
capire di cosa si stesse occu-
pando il pm Bruni”.
Il contatto Cirafici-Bisignani è
confermato da Giuliano Tava-
roli che, alla Procura di Na-
poli, rivela: “Bisignani mi
chiese di aiutare la moglie di
Cirafici a ottenere un trasfe-
rimento da Livorno a Ro-
ma”.
PASSIAMO a Luigi De Ma-
gistris, che nel 2007 assieme
a Genchi, scopre Bisignani in
una ragnatela di contatti te-
lefonici. Da quel momento
Genchi viene subissato di ca-
lunnie e procedimenti giudi-
ziari. A De Magistris viene
sottratto i fascicolo, sarà tra-
sferito d’urgenza e lascerà la
magistratura. Sanzioni disci-
è MARIASTELLA GELMINI
Come Bondi no!
Guarda non è
“ finita, io non mi
faccio trattare
come Bondi”
me per dargli un contentino,
“ogni tanto faccio una telefona-
ta a Berlusconi che insomma è
comunque il nostro presiden-
te” ma il vero leader è Letta, e
Frattini è il suo pupillo. Gelmini
propone “un tavolo che è utile
fare magari con te (Bisignani
ndr.) con lui (Montezemolo ndr)
con Franco Frattini, insomma
teniamolo agganciato ...io ri-
tengo che noi, soprattutto Let-
ta, dovrebbe dargli dei segnali”.
Insomma non c’è dubbio,
plinari anche per i tre magi-
strati di Salerno - Gabriella
Nuzzi, Dionigio Verasani e
Luigi Apicella - che indaghe-
ranno sul suo caso. Sanzioni
del CSM anche per Clemen-
tina Forleo - totalmente ria-
bilitata dal Consiglio di Stato
pochi giorni fa - trasferita do-
po aver difeso in tv De Ma-
gistris.
Il piano inclinato comincia
quando Genchi scopre, in
Why Not, che parecchi inda-
gati sono in contatto con la
stessa persona: da Franco
Bonferroni di Finmeccanica,
agli uomini della Global Me-
dia - “polmone finanziario”
dell'Udc - al generale della
GdF Walter Cretella Lombar-
do. Tutti in contatto con la
società Ilte di Bisignani.
Gioacchino Genchi (FOTO ANSA)
“Gianni Letta è il nostro ammi-
nistratore delegato”, dice Ma-
riastella Gelmini.
SUL FRONTE internaziona-
le, invece, Bisignani può conta-
re su un legame solido con gli
ambienti Repubblicani garanti-
to da un personaggio come En-
zo De Chiara. Questo lobbista
legatissimo ai Repubblicani, è
stato protagonista di un episo-
dio importante dell’avvio della
cosiddetta Seconda Repubbli-
Genchi e de Magistris scopro-
no anche che alcuni uomini
vicini a Bisignani hanno for-
nito a Romano Prodi un’uten-
za telefonica: la SIM della
“Delta SPA”, amministrata da
Anselmo Galbusera, perquisi-
to poi nell’inchiesta sulla P4.
La Delta si trasforma in Italgo:
la stessa Italgo che conquista,
dalla presidenza del Consi-
glio guidato da Berlusconi e
Letta, gli appalti scoperti da
Curcio e Woodcock, sui quali
dovrà indagare la procura di
Roma. Lo stesso Galbusera
amico di Bisignani che, come
scoprono i pm napoletani, si
propone di acquisire notizie
d’indagine su Finmeccanica
attraverso Papa.
OGGI SI SCOPRE un det-
taglio in più: la Delta Spa, per
contratto, poteva conoscere
il traffico telefonico del pre-
sidente del Consiglio Roma-
no Prodi. Non sappiamo se
sia accaduto. Sappiamo che
la Deelta, però, aveva tra le
mani un’efficace forma di
controllo su Prodi. Tavaroli
dice ai pm napoletani: “Bisi-
gnani mi disse che con Gal-
busera voleva iniziare un’at-
tività di fornitura d’impianti e
servizi di sicurezza informa-
tica”.
Genchi e De Magistris sco-
 Sabato 25 giugno 2011

LOGGIA CONTINUA

è DANIELA SANTANCHÈ è FRANCO FRATTINI è MARA CARFAGNA è IGNAZIO LA RUSSA

Confessioni di un lobbista Contro Fini e i suoi Parola di Miccichè Gigi aiuta la Gelmini
Mi spesi per farla Per salvare Io ieri le ho già Chiesi a Bocchino,
“ riavvicinare al Pdl
e per farle avere un
incarico di governo”
“ la loro pelle
ci mandano
tutti nel baratro”
“ parlato e lei
è assolutamente
pronta a venire”
“ La Russa e Ronchi
di far cadere il veto
di Fini sulla nomina”

Sedie vuote L’immagine

L’inchiesta
“Ricordo bene che quando io dis-
riprende la sala del Quirinale dove si al Papa della notizia che avevo
i ministri del governo Berlusconi appreso il Papa mi disse che
hanno giurato nel giorno della avrebbe chiesto informazioni a
nascita dell’esecutivo (FOTO ANSA) Napoli e mi disse che avrebbe
parlato con un certo Generale

sulla fuga di notizie

Bardi della Guardia di Finanza;
dopo qualche giorno tornò da
me e mi disse che effettivamente
dalle notizie che aveva appreso a
Napoli aveva appurato a Napoli
che la notizia dell'indagine era ve-

punta alla Finanza

ra e che effettivamente c'era que-
sta inchiesta”.

INSOMMA Bisignani insiste su

INDAGATO IL COMANDANTE
DELLE FIAMME GIALLE VITO BARDI
di Marco Lillo
a Procura di Napoli pensa
no andare, sicuri di usare schede
telefoniche insospettabili. I ma-
tizie. Bisignani confidava all’ami-
ca Stefania, atterrita per il rischio
Napoli. E i pm per questa ragione
iscrivono Bardi. Però c’è qualche
cosa che non convince in questa
versione. Alfonso Papa, raccontano
alla Finanza di Napoli, non era poi
così amico di Papa. L’allora diretto-
re generale del ministero della giu-
stizia circolava per Napoli con una
macchina di servizio e due uomini
della Finanza. L’assegnazione di
questo insolito benefit era stata de-

ca. Fu proprio lui a favorire nel
1994 l’incontro in un hotel ro-
mano tra Umberto Bossi e Ro-
berto Maroni con l’allora capo
della polizia Parisi per dare il via
libera a un leghista sulla poltro-
na di ministro dell’Interno. Bi-
signani, già iscritto alla P2, già
corriere della mazzetta Eni-
mont fin dentro le segrete stan-
ze dello Ior, già tenutario dei se-
greti del Vaticano e di Giulio
Andreotti sulla tranche mai sco-
perta della “madre di tutte le
tangenti”, conosce bene Enzo
de Chiara. Come lo conoscono
anche Mauro Masi e il prefetto
di Roma Giuseppe Pecoraro,
che ha raccontato a verbale ai
pm di Napoli: “Ho conosciuto
Bisignani nel 2004, quando ero
capo della segreteria del capo
della Polizia De Gennaro, nel
contesto di una colazione orga-
nizzata dal dottor Enzo De
Chiara, consulente dell’amba-
sciata americana”. Sempre Pe-
coraro ha raccontato di avere
incontrato Bisignani assieme a
De Chiara per chiedere un fa-
vore per suo amico ex prefetto.
La sensazione è insomma che
Bisignani sia un riferimento in
Italia anche per gli ambienti
atlantici. E non sarà un caso se
nei cable di Wikileaks emerge-
va chiaramente un dato: la di-
plomazia americana diffida di
Berlusconi per i suoi rapporti
con Putin e punta invece su
Gianni Letta e Franco Frattini,
gli amici di Gigi Bisignani.
Marco Lillo
L
di avere capito chi ha bru-
ciato sul nascere l’inchiesta
sulla P4: i vertici della Guar-
dia di Finanza.
Il generale Vito Bardi, coman-
dante delle Fiamme Gialle in tut-
ta l’Italia meridionale, ex coman-
dante regionale della Campania,
è indagato per favoreggiamento
e rivelazione del segreto, perché
tirato in ballo da Luigi Bisignani
nelle sue dichiarazioni (da inda-
gato che quindi può mentire) ai
pm. Le indagini della Procura di
Napoli però non si sono fermate
a questo importante generale di
corpo d’armata ma sono arrivate
a Roma nel cuore del Comando
Generale dove i magistrati pen-
sano lavori una seconda talpa,
probabilmente di livello molto
alto, che avrebbe spifferato al
presunto capo della P4 i conte-
nuti dell’indagine.
NON È UN MISTERO che He-
nry John Woodcock e Francesco
Curcio siano molto irritati per
quello che è successo. Nessuno
sospetta minimamente dei finan-
zieri del comando provinciale di
Napoli che hanno lavorato senza
sosta fino agli arresti. Nell’ipotesi
investigativa sarebbe stato inve-
ce un comandante, magari a Ro-
ma, dopo aver ricevuto la notizia
dell’inchiesta su Bisignani per via
gerarchica a spifferare l’esistenza
delle intercettazioni all’indaga-
to.
Nei mesi di settembre e ottobre
Bisignani e compagni si lasciava-
gistrati però le avevano indivi-
duate e inoltre, grazie a una tec-
nica informatica innovativa, era-
no riusciti a piazzare una sorta di
cimice virtuale nell’ufficio del
lobbista. Una mail contenente un
messaggio civetta, una volta
aperta dai collaboratori di Bisi-
gnani, aveva trasformato il suo
computer in un registratore sem-
pre acceso. In tal modo i finanzie-
ri del Comando di Napoli poteva-
Favoreggiamento
e rivelazione
di segreto
Di questo
lo accusano
i pm Woodcock
e Curcio
no ascoltare in tempo reale le tra-
me della P4. All’improvviso però
qualcuno ha spifferato l’esisten-
za dell’inchiesta a Luigi Bisignani.
Al telefono gli indagati hanno
smesso di parlare liberamente e
qualcuno di loro ha cominciato a
depistare.
Proprio ascoltando una conver-
sazione con il ministro dell’Am-
biente Stefania Prestigiacomo
nell’ufficio di Bisignani i pm han-
no avuto la prova della fuga di no-
di immagine, di sapere che
Woodcock stava indagando. E ag-
giungeva che ne aveva parlato
con Letta.
Da quel momento Woodcock e
Curcio hanno cercato in tutti i
modi di rispondere a una doman-
da: chi è stato a bruciare l’inda-
gine? Bisignani ha puntato il dito
su Italo Bocchino: “Mi parlò
espressamente di una indagine di
Napoli ma non fece mai il nome
dei magistrati; io rappresentai
immediatamente tale circostan-
za al Papa e il Papa successiva-
mente fece ulteriori accertamen-
ti verificando la fondatezza di tale
notizia”. Ed è stato sempre lui a
indirizzare i pm sulle tracce della
Gdf: “Ricordo che il Papa ... è mol-
to amico del Generale Adinolfì”.
Bisignani, dopo aver nominato il
numero due della Guardia di Fi-
nanza, però punta il dito su un al-
tro generale di corpo d’armata,
cisa dal Comando Generale a Roma
e fu proprio Bardi, (che ha denun-
ciato Bisignani per calunnia aggra-
vata) a privare Papa dei due finan-
zieri napoletani che costavano mol-
tissimo alle casse dello Stato perché
figuravano sempre in missione a
Roma. I pm, pur avendo iscritto il
generale Bardi, ritengono che la tal-
pa vada individuata a Roma.
E studiano con attenzione il ver-
bale della testimonianza dell’im-
prenditore Luigi Matacena. Nono-
stante il suo nome fosse iscritto
nella lista Falciani, quella dei cor-
rentisti sospettati di evasione fi-
scale, Matacena era in ottimi rap-
porti con i comandanti delle Fiam-
me gialle. “Effettivamente ho pa-
gato, nell’autunno di quest’anno
(in occasione della partita di cal-
cio di andata Napoli – Milan) , un
pranzo al Ristorante Mattozzi a cui
hanno partecipato il Generale
Bardi, il Generale Adinolfi con la
moglie, il Generale Grassi, il Ge-
nerale Zafarana, l’ex ufficiale della
Guardia di Finanza Stefano Grassi
(oggi alle Poste), il dott. Galliani,
amministratore delegato del Mi-
lan, con una accompagnatrice e
un suo amico (...) in quell’occasio-
ne io ho anche regalato a tutti i si-
gnori menzionati (ufficiali della
Guardia di Finanza e non) dei ge-
melli comprati da Marinella e per
le signore un Fular sempre di Ma-
rinella. Pagai io il conto che venne
a costare meno di mille euro”. Poi
Matacena ha aggiunto: “Conosco,
oltre al Generale Bardi, anche il
Generale Adinolfi con i quale mi
do del tu”.

prono i contatti tra Bisignani

e Cirafici, oltre che con Papa,
nel 2007. E da quel momento
cominciano i loro guai. La
campagna di disinformazio-
ne parte da il Velino: l’agenzia
di stampa che, come si sco-
pre nell’inchiesta napoleta-
na, è saldamente in mano al
gruppo Bisignani.
Il 3 ottobre 2007 il Velino scri-
ve che, tra gli intercettati in
Why Not, c’è persino il capo
della Polizia Gianni De Gen-
naro. La bufala viene ripresa
da La Stampa e Libero e scatena
l’inferno sull’inchiesta. Non
solo. Il cellulare di Clemente
Mastella viene pubblicato sul
sito web di Radio Carcere, per
pochi minuti, sufficienti a sca-
tenare l’attacco dell’ex mini-
stro: Genchi scopre che l’atto
pubblicato sul web era quello
in possesso di Bisignani.
Di lì a poco De Magistris si
vede sottrarre l’inchiesta. Poi
arriva il trasferimento. Forse
la P4 è stata più eversiva di
quanto s’immagini.
La P4 e Trenitalia
INDAGATO CARILLO, BRACCIO DESTRO DI MORETTI
indagine sulla P4 arriva fino ai ver-
L’collaboratori
tici di Trenitalia. Uno dei più fidati
di Mario Moretti, l’ad di
Fs, scelto per riportare ordine nel set-
tore sicurezza dopo la strage di Viareg-
gio, Donato Carillo è indagato per as-
sociazione a delinquere finalizzata alla
turbativa di gara, insieme a “altri diri-
genti di Trenitalia Spa da identificare”.
Tutto inizia con l’inchiesta sulle corru-
zioni scoperte dalla GdF di Napoli nel-
l’ufficio manutenzioni di Trenitalia. I
pm Woodcock e Curcio arrestano il 6
luglio 2010 Raffaele Arena, ex diri-
gente del servizio manutenzione, il
collega Fiorenzo Carassai, e gli im-
prenditori napoletani Giovanni e An-
tonio De Luca, titolari della Fd Co-
struzioni, impresa al centro dell’in-
chiesta. Secondo l’accusa il mercato
degli appalti ferroviari era nelle mani
delle imprese amiche dei dirigenti ar-
restati per le tangenti incassate. Treni-
talia prende le distanze e precisa che i
due dirigenti erano stati già licenziati.
Ora si scopre però che le due “mele
marce”, in carcere, hanno raccontato
ciò che sapevano sul “resto del ce-
sto”.
Già le microspie piazzate dai pm di Na-
poli in cella avevano captato discorsi
interessanti su colleghi non colpiti dal-
l’operazione. Sentiti dai magistrati, i
due ex funzionari avevano poi offerto
altre notizie utili. Poco dopo era entra-
to in Procura Giuseppe De Martino,
un imprenditore escluso dal giro, per
dire ai pm che lui avrebbe presentato
la denuncia molto prima, se non fosse
stato stoppato dal suo socio Luigi Bi-
signani, titolare del 35% della società
della famiglia De Martino Italian Bra-
kes, che costruisce freni. Secondo De
Martino, dopo aver riferito a Bisignani
le sue intenzioni di denunciare,
erano iniziate le pressioni da parte
di sedicenti appartenenti alle forze
dell’ordine che in realtà volevano
impedirgli di presentare l’esposto
contro Trenitalia.
A questo punto Woodcock e Cur-
cio hanno cominciato a intercetta-
re gli uomini delle forze dell’ordine
intervenuti su De Martino, sco-
prendo i legami e il ruolo di Alfon-
so Papa, i suoi contatti con Mario
Moretti (indagato per favoreggia-
mento perché secondo i pm avreb-
be mentito sulle ragioni del suo
contatto telefonico con Papa in
quel periodo) e soprattutto quelli
con Luigi Bisignani. Così, dai treni,
è partita l’indagine P4. I pm però
non hanno mollato il filone princi-
pale: con le dichiarazioni dei due
ex funzionari di Trenitalia arrestati,
con le loro intercettazioni e con i
verbali di De Martino hanno forma-
to un fasciolo poi trasmesso a Firen-
ze perché l’indagine, secondo
quello che si legge negli atti del pro-
cedimento P4, punta sull’officina
di Trenitalia di Osmannoro.
I pm sono partiti dalle dichiarazio-
ni di De Martino, sull’impresa con-
corrente Cofren, appartenente a
una multinazionale. Prima di trafe-
rire tutto alla procura di Firenze
Woodcock e Curcio ritengono di
avere scoperto “relazioni assoluta-
mente patologiche e illecite esi-
stenti – ancora una volta – tra Tre-
nitalia Spa (o meglio tra i dirigenti
in servizio presso la Direzione Tec-
nica di Trenitalia Spa di Firenze),
soggetto partecipato quasi al 100
per cento dal Ministero dell'econo-
mia, ditte private che operano nel
settore e intermediari-faccendieri
senza scrupoli”. Per i pm sono de-
lineati “i contorni (sicuramente si-
gnificativi e rilevanti sul punto del-
la gravità indiziaria riferita all'asso-
ciazione a delinquere) di un siste-
ma criminale collegato alla Direzio-
ne tecnica di Trenitalia Spa”, diret-
ta appunto da Donato Carillo.
m.l.
pagina 4 Sabato 25 giugno 2011

L’
LOGGIA CONTINUA

aggressione è partita direttamente dal
Da Minzolini parte Tg1 ma la cosa può considerarsi ormai
nell’ambito della normalità. Per colpire le
intercettazioni, il telegiornale di Minzolini ha
l’offensiva: “Costano sottolineato che fare indagini con gli ascolti è molto
costoso, quasi “un miliardo di euro” l’anno che
“potrebbe essere usato per riforma fiscale e
troppo”. Non è vero risanamento dei conti”. Non è vero. “È una bugia
colossale – sostiene Felice Belisario dell’Idv – per le
intercettazioni in Italia si spendono 300 milioni l’anno”.
Denaro che alimenta 120 società per circa 2500
dipendenti. Nel merito, mettere sotto controllo un
cellulare costa 12 euro al giorno e ci sono circa 40 mila
persone intercettate contemporaneamente. Il
Tribunale di Milano aveva reso noto che per il caso
Ruby le intercettazioni erano costate solo 25 mila
euro. Insomma, il problema dei costi, proprio non
esiste, casomai lo è per le compagnie che fanno le
intercettazioni, visto che lo Stato non le paga da tre
anni e se nei prossimi mesi la situazione non cambierà,
molte ditte di intelligence saranno costrette a
chiudere. Lo dice anche Walter Nicolotti della Illia, che
le raggruppa: “Ormai siamo al collasso, il debito dello
Stato ha sfiorato i 500 milioni di euro”. (S.N.)

IL PDL “INTERCETTA” IL PD
Alfano e Bersani in coro: “Non pubblicare telefonate
se irrilevanti”. E torna in campo la legge bavaglio
di Sara Nicoli sì, a fine serata, rilancia: “C’è be, così come non darebbe parlamentare che porterebbe
la possibilità che la maggio- mai il proprio via libera a una davvero all’approvazione di
altra notte, a Palazzo ranza riprenda il testo del ddl legge non condivisa anche

L’
una nuova legge nei tempi im-
Grazioli, Gianni Letta, Mastella”. con l’opposizione. Un mes- maginati da Frattini e il dialogo
Berlusconi e Alfano so- Le intercettazioni, dunque, saggio che ieri è arrivato forte tra maggioranza e opposizione
no stati quasi fino alle sono tornate nel mirino. E che e chiaro. E siccome tutte le for- sarebbe già oltre le dichiarazio-
tre del mattino a discutere su mirino. Il governo, per la ve- ze politiche sono interessate a ni d’intenti. Dice, infatti, An-
come arginare un’onda di pie- rità, non le ha mai dimenticate tutelarsi dall’aggressione, so- drea Orlando, portavoce del
na che ormai sembra inarre- del tutto, solo che ora è più dif- prattutto dei giornali, il sugge- Pd: “È possibile confrontarsi
stabile. Tanto che poi la mat- ficile. Stavolta appare chiaro a rimento del capo dello Stato è su una proposta che assomigli
tina a Bruxelles, il Cavaliere è tutti che non c’è “un ministro stato immediatamente colto. alla nostra, cioè senza limita-
sbottato come di consueto: della Giustizia abbastanza for- Ieri, infatti, se n’è uscito il mi- zione per le indagini e senza
“Non è un Paese civile quello te – è la voce dentro il Pdl – da nistro Frattini, protagonista che nei fascicoli finiscano in-
in cui non è garantita l’invio- poter portare avanti questa delle pagine di intercettazioni tercettazioni irrilevanti”.
labilità delle comunicazioni, battaglia in solitudine; o tro-
su questo credo che possano viamo una sponda nell’oppo- I MARGINI ci sono. Il testo
concordare tutti”. In realtà, lui sizione, oppure resta un desi- Il democratico presente alla Camera si era are-
teme che da quella pila di nuo- derata. E la magistratura ci nato poco prima che i finiani
ve carte escano prima o poi
anche i dialoghi di qualche mi-
massacrerà ancora”. In più,
non si può neppure minaccia-
Orlando: consumassero lo strappo con
il Pdl. Ora l’idea sarebbe quella
nistra sul bunga bunga. E allo-
ra sarebbe davvero la fine. Co-
re un decreto perché tanto
Napolitano non lo firmereb-
“È possibile di stralciare parte del ddl diret-
tamente in aula alla Camera
confrontarsi su per portare all’approvazione
solo gli articoli relativi al divie-
to di pubblicazione e lasciando
di Pino Corrias
una proposta cadere la modifica delle norme
sui limiti, l’ammissibilità e i
Il potere alla cornetta, che assomigli presupposti per ottenere le in-
tercettazioni, questioni da
la verità liberatoria alla nostra” sempre indigeribili per le to-
ghe. Giovedì prossimo, se i
margini di apertura del Pd su
LA MENZOGNA POLITICA che alimenta i piccoli e i grandi
regimi, è una radiazione che prima o poi ammala chi la
della mattina sui giornali. “Or-
mai i buoi sono usciti dalla
Pd per giustificare un nuovo
bavaglio, ha immediatamente
Berlusconi: un simile percorso verranno
mantenuti, Fabrizio Cicchitto
maneggia. E quando l’implosione comincia, i leader
carismatici – come il Cavaliere nel nostro miserabile caso
stalla – ha commentato, osten-
tando saggezza – ma ci vuole
aperto al dialogo: “Se questa è
l’impostazione, noi siamo
“C’è la chiederà una nuova calenda-
rizzazione nella capigruppo e
– sono i primi a pagarne le conseguenze e gli ultimi a
salvarsene. Gli impazienti che oggi si chiedono quale
una buona legge e sarebbe un
bell’esempio per il Parlamen-
pronti a qualsiasi confronto; la
nostra proposta determina
possibilità che visto che si tratta della seconda
lettura da parte dell’aula, i tem-
to se maggioranza e opposi- meccanismi per cui non si pos- pi sarebbero anche contingen-
rilevanza penale ci sia in quelle telefonate, dovrebbero
anche esultare per la limpidezza di quel fango che passa zione la concordassero in sono divulgare intercettazioni la maggioranza tati. Il Pdl, inoltre, ha intenzio-
davanti ai nostri occhi di opinione pubblica per una volta tempi rapidi; si potrebbe ave- che non ha senso rendere no- ne di scatenare l’offensiva at-
non umiliata. È la verità che (finalmente) si vendica al re una buona legge entro i pri- te”. Troppo entusiasmo che, riprenda traverso una serie di voti segre-
telefono. È il risarcimento involontario che ci offrono mi di agosto, la sinistra ha una infatti, il ministro Alfano ha ri- ti (la materia riguarda la priva-
quegli stessi padroncini o servi o trafficanti che intasano proposta depositata”. condotto nei giusti binari: “Ab- il testo del ddl cy, dunque giustificabili) che,
la corte del potere e che conoscono talmente bene il biamo un testo che fa navetta a parere di qualche pidiellino
fango del quale si nutrono da inventarsi milioni di parole A BERSANI non è parso ve- tra Camera e Senato da tre an- Mastella” che conosce bene gli umori
quotidiane per tenercelo nascosto. L’insostenibile bugia ro di poter pensare che la mag- ni, abbiamo intenzione di pro- dell’aula, troverebbero ina-
dei 314 deputati che giurano in pubblico su Ruby nipote gioranza volesse proprio di- seguire su quello – ha detto il spettati successi sul fronte dei
di Mubarak, ha il suo corrispettivo nella liberatoria verità scutere sul testo Finocchia- prossimo segretario Pdl facen- vestigativo, no al loro abuso numeri: “Potremmo avere an-
telefonica del Silvio matto, solo e malato. L’inadeguatezza ro-Casson presentato al Sena- do capire chi tiene in mano le come invasione della privacy, che cento voti di scarto”. Pare
di certi ministri – una Brambilla o un Frattini che sia – per to. E senza pensare che dietro redini del gioco – ma ricono- mi auguro che con il Pd si pos- incredibile, ma sullo stop a una
una volta risplende sulla scena politica e smette di le parole del ministro degli sco che le aperture di Bersani sa andare avanti su questo pun- nuova legge bavaglio, l’ultima
friggere in quel segreto tra complici che li tiene in salvo. Esteri potesse celarsi un tranel- sono importanti; sì alle inter- to”. Cioè come? In realtà, l’ac- parola potrebbe ora spettare a
lo di chiamata in correità del cettazioni come strumenti in- cordo viaggia su un’ipotesi Bersani.

L’opinione Come uccidere il riscatto morale

Cari D’Alema e Vietti, rischiate il disgusto

Massimo D’Alema (FOTO ANSA)
di Roberta De Monticelli
è un grande equivoco, che la par-
C’ te più ambigua della classe po-
litica e dirigente italiana sta alimen-
tando, a rischio di disgustare di nuovo
e irreversibilmente quelle centinaia di
migliaia di persone, giovani soprat-
tutto, che si erano appena riaffacciati
all’impegno della partecipazione ci-
vile e politica. Non parlo del bell’am-
bientino dei ministri di questo gover-
no, e neppure della banda allo sbando
che puntella disperatamente le pol-
trone della legislatura, poche delle
quali sono ancora a rischio perdita
vitalizio.
Parlo di uomini come D’Alema,
Vietti, e molti altri, che avranno la
responsabilità storica terribile di aver
ucciso la speranza di un riscatto mo-
rale e civile per via democratica, e di
aver ricacciato nel qualunquismo del-
l’antipolitica la generazione che
avrebbe potuto nutrire il rinnovamen-
to. Si dice: che le indagini si facciano,
ma le intercettazioni non vengano
pubblicate. Si aggiunge: perché non
hanno rilevanza penale. Questo è un
ragionamento palesemente incon-
gruo, dato che non si può decidere per
legge, e anticipatamente, che cosa ha
rilevanza penale e che cosa no, e la
legge semplicemente cancella tutta
l’informazione, preventivamente, sal-
vo permettere che arrivi quando avrà
perduto ogni interesse, cioè a processi
conclusi. Dunque l’argomento dell’ir-
rilevanza penale è di per sé invalido.
Ma ora supponiamo che davvero mol-
te delle intercettazioni pubblicate non
abbiano rilevanza penale. Quanti
comportamenti per i quali esistono
molti aggettivi, da “ignobili” a “ma-
fiosi”, non hanno specifica rilevanza
penale, semplicemente perché il le-
gislatore presuppone rispettato l’ov-
vio limite della decenza? Ad esempio:
che un ministro della Repubblica non
prenda ordini da un condannato per
truffa che non ha nessun titolo uf-
ficiale per fornirli, che un Direttore di
servizio pubblico non si faccia correg-
gere le lettere aziendali da un qua-
lunque occulto portavoce di interessi
non pubblici, che chi è preposto alla
nomina di esperti alla guida di azien-
de e servizi pubblici non sottostia ai
ricatti o alle pressioni di chi dispone di
armi di pressione e ricatto per far
nominare invece suoi amici e parenti.
Basterebbe rileggere qualche articolo
della Costituzione, e non soltanto il
celebre articolo 54 sulla disciplina e
l’onore con cui i cittadini cui sono af-
fidate funzioni pubbliche hanno il do-
vere di adempierle.
Ad esempio tutto il Titolo III della
Parte Seconda, dove fra i nove articoli
che disciplinano le funzioni del go-
verno non se ne trova uno solo che
preveda consiglieri occulti, revisori te-
lefonici e informatori segreti degli
umori e delle volontà del Capo. Faccio
un altro esempio. Anche nel sistema
universitario dei concorsi non è af-
fatto previsto come reato che i mem-
bri della commissione decidano al te-
lefono chi sarà promosso in un dato
concorso: perché ovviamente poi tut-
te le procedure concorsuali saranno
seguite a puntino – e serviranno a
rendere tutto “penalmente irrilevan-
te”. Ora, magari lo specchio del cielo
potesse rispecchiare e svergognare
pubblicamente le innumerevoli con-
sorterie e “cordate” (questo è il ter-
mine tecnico) che hanno fatto tanto
male all’Università italiana, dove i mi-
gliori lottano perché, a seguito di que-
sto male, non vada semplicemente
distrutto il sistema dell’insegnamento
e della ricerca. Lo volesse il cielo, lo
volesse Iddio. Quanto meglio si lavo-
rerebbe, allora. E come è possibile
che, dove le proporzioni del verminaio
sono immensamente maggiori, e in-
comparabile la gravità del male fatto
alla cosa pubblica, si dica con con-
vinzione e amore di verità che il ver-
minaio va nascosto agli occhi del pub-
blico, e al giudizio dei cittadini? Ver-
gogna.
Sabato 25 giugno 2011 pagina 5

I
L’INTERVISTA

l successo di Aniene non se medi complessivi (696.686 gli Corrado Guzzanti e

Aniene, un successo lo aspettava neanche lui,
Corrado Guzzanti. Dopo
un’attesa lunga nove anni (Il caso
televisivo su Sky Scafroglia andò in onda nel 2002) il
nuovo spettacolo del comico
romano, andato in onda su Sky, è
atteso per lungo tempo stato seguito da 331.421 spettatori
spettatori unici con una permanenza Luigi Bisignani,
di circa il 50%). Il contributo visti da
dell’ascolto differito è pari, secondo Emanuele
Auditel a 18.836 spettatori, ovvero al Fucecchi
5,7% dell’ascolto medio totale. In
autunno sono in programma nuovi
appuntamenti.

CORRADO GUZZANTI
Il centrodestra?
Un dopolavoro piduista
“DOPO DIECI ANNI DI SAGA DEL MASSONE
TOLGO IL CAPPUCCIO E TROVO BISIGNANI”
di Luca Telese
a satira è una cosa strana, che della mia vita… Mani Pulite. Tunnel è stata, forse, la tra- Sui nuovi E poi, forse, non voglio. Un artista non si

“L viaggia nel tempo e nello spa- Cosa c’è prima dell’era Rocco Smi-
zio, con dei cicli storici ricor- terson?
renti da calendario Maya. Per (Sospiro) Da ragazzo ero un disastro, la
esempio: chi l’avrebbe mai detto che die- pecora nera della famiglia. Sabina era
ci anni dopo aver creato la saga del mas- quella tutta ottimi voti, io rimandato in
smissione più bella che abbiamo fatto.
Anche se io odio la diretta...
Dopo quell’acuto, il gruppo si ruppe.
Prima di qualsiasi editto, nel 1994, ci ri-
sposero gelidi: ‘Non ci interessano pro-
poteri occulti

“ Sono
programma a tavolino. É se stesso, poi il
mondo decide cosa fare di lui.
Come costruisci i tuoi tormentoni?
Non costruisco mai. Prendi ‘mbuti… In-
filai la parola in uno sketch, e poi ven-
sone, un giorno, avrei potuto togliergli il tutti gli anni del liceo. grammi, grazie’. cialtroni, nero intorno gli autori a dire: ‘Mica pen-
cappuccio e trovarci sotto la faccia di Bi- Non esagerare... E tu? serai che puoi abbandonarli, vero?’.
signani? Con la P4 l’immaginazione, è sta- Università fuori corso, avevo dato metà Iniziai a fare teatro. Pensavo che la cosa pericolosi, Quindi non controlli il meccanismo?
ta superata dalla realtà”. degli esami, scrivevo quasi per dispera- più eccitante della vita fossero le came- Il ‘Gna famo?’ Che avevi messo in
Roma, quartiere Prati. Mi ritrovo davanti zione, racconti e romanzi. re d’albergo e le valigie. Ora soffro solo ma più ridicoli bocca al tuo Funari diventò uno slo-
a Corrado Guzzanti per una intervista so- Salteranno fuori come dei meravi- all’idea. gan politico…
spirata da un mese, e capisco che la di- gliosi inediti, allora. E poi arrivò Freccero. di quelli che Chi lo immaginava? Tafazzi, il pupazzet-
stanza è solo una necessità di auto-pro- Sono reperti dell’era cartacea, spero che Riunì la compagnia. Ci voleva a tutti i to che si bastona sulle palle è geniale
tezione imposta dalla sua cortesia. Stia- sia andato tutto distrutto. Scrivevo con costi, per fortuna, e così sono nati l’Ot- portiamo perché è semplice. Come il “Ma-anche”
mo parlando da quasi due ore, e abbiamo l’Olivetti di mio padre a macchina, par- tavo Nano, poi Pippo Chennedy show. Era di Crozza: mette nero su bianco quel
passato al setaccio tutta la sua vita. Una tecipavo a bandi improbabili. una seconda serata, ma anche una terza, in scena noi che tutti sanno, ma nessuno capisce.
miniera di aneddoti. A sentirla raccontata Le tue prime scritture comiche?
da lui, questa carriera è una collezione di Autoparodie. Vivendo questa condizio-
fortunati insuccessi. Già. Perché Corra- ne esistenziale terrificante esorcizzavo
do, di persona, è l’esatto contrario del l’angoscia facendomi il verso da solo.
personaggio barbarico in cui è capace di La satira come auto-terapia?
ci mandavano quando pareva a loro e
noi ci scherzavano pure, in diretta.
Il caso Scafroglia è stato il più ambi-
zioso di questi programmi, il primo
tutto tuo.
Le indiscrezioni
sulla trasmissione
” Il tuo finto messaggio referendario
Rai era la cosa più vista su Youtube il
giorno del voto!
È nato a questo tavolo, registrato con il
microfonino: c’era la rabbia per aver vi-
trasformarsi. Non ha il ghigno di Umber- Divenne un lavoro. Sabina li usò per dei
to-Hannibal, l’aggressività supercafona provini, andarono benissimo, e mi ritro-
del suo “Damme-‘a-cinque” Gianfranco vai autore in un programma di Enzo Tra-
Funari, la ferocia bonaria del suo mafioso pani, Non stop.
festeggiatore del centocinquantenario di Arrivarono i soldi?
Era quello che, a mio avviso, aveva l’ar-
chitettura più complessa. Da lì è saltata
fuori la micro serie che mi ha rovinato la
vita: Fascisti su Marte…
Sei rimasto sepolto in una cava per
“ Quattro
puntate
sto il vero appello, che era grottesco.
Hai spostato consensi, vedi che ha
ragione Berlusconi?
(Ride). Ti racconto un retroscena. Lo
mostro in conferenza stampa. E poi mi
Cosa Nostra. Ma non ha nemmeno l’abito Una specie di vitalizio, la Siae. Mi con- tre anni! su Rai3? chiama Andrea Scrosati, il vicepresiden-
insopportabile dei radical-chic capitoli- cedevo botte di vita e andavo alla Standa Avrei dovuto scrivere una sceneggiatu- te di Sky Italia: “I nostri avvocati pen-
ni. Lo guardi, alla scrivania dell’ufficio do- a comprare i mutandoni. ra vera: invece giravamo alla garibaldi- L’ho letto, sano che non possa andare in onda”.
ve lavora, e capisci che le cento maschere Tuo padre, grandissimo imitatore na: “Ahò, domenica che fai?”. Poi magari Come mai?
estroverse della sua carriera si muovono occasionale, era soddisfatto? a metà riprese Purgatori diceva: “Devo peccato che La puntata cade di sabato, e potrebbe
nella vitalità dell’eccesso solo perché il Mi considerava fallito. Quando faceva- scrivere per il Corriere…” essere turbativa della tregua elettorale.
vero Corrado sopporta il peso di tutte le mo Avanzi scrisse una stroncatura sulla Ti “studiano” tre generazioni. non ne sappia Ero terrorizzato. Pensa se fosse accadu-
loro potenzialità creative: “Porto in sce- sua rubrica di tv della Domenica del Cor- È Youtube. Incontro ragazzi che quan- to in questa Rai.
na il 10 per cento di quello che immagi- riere… do facevo Avanzi non erano nati e che mi nulla! E come è stata risolta?
no, ho i cassetti pieni di romanzi incom- Erano le prime grandi maschere!
piuti fermi a pagina 13, di copioni me- C’era una parodia della Raffai, che all’e-
ravigliosi per film mai fatti, di intuizioni poca faceva Chi l’ha visto. E il primo Roc-
portentose per personaggi che non avrò co Smiterson, che non avrebbe mai avu-
mai il coraggio di impersonare”. Per mo- to successo, forse, se non fosse arrivata
recitano a memoria battute che non ri-
cordo più.
Dopo il film, il crollo.
Fermo quasi due anni. Stanchezza, qual-
che guaio personale. Torno in pista nel
”
Fui convocato da Petruccioli: ‘Ma ti ren-
di conto di cosa avete fatto?’.
Cosa gli avevi risposto?
Scrosati ha detto: “Farò finta di non aver
capito…”. Gli ho voluto bene. Ma, ov-
viamente, non c’era nulla di program-
mato da parte mia.
E la profezia dell’incappucciato?
nitorare il successo 2008 con Recital. ‘Io nemmeno sapevo che sarebbe anda- Era cronaca, prima di Bisignani. Il Pdl
del suo Aniene, Aldo Una nuova vena creativa? to in onda’. Era vero!. sembra un dopolavoro per piduisti, le
Grasso ha inventato (Ride). No, mutuo da pagare. La satira è diventata un contropote- manovre coperte sono la regola, è quel-
l’Auditel “posticipa- LECCA LECCA Tutti ti volevano. re politico? lo che si vede a occhio nudo, ma viene
to”. E Sky sta battendo Io non recitavo più, ma ero tenuto Ai tempi di Avanzi la parola non esisteva: celato dalla propaganda.
ogni record con repli-
che in onda quasi ogni
Ferrara torna in vita dalla programmazione Rai,
che mi rimandava anche cento
si diceva comicità.
C’è differenza?
Stai ritagliando un dossier P4?
Sono cialtroni, pericolosi, ma non riesco-
giorno.
Te lo aspettavi que-
servo fedele volte sul satellite.
Con maschere che non invec-
Berlusconi è riuscito in una immane
operazione culturale: dividere il paese
no a diventare drammatici. Sono più ri-
dicoli di quelli che portiamo in scena.
sto successo? chiano: prendi Veltroni che fa il in due tribù che non hanno ragione di Battuta.
Scherzi? Avevo accet- IL VENTISETTE DEL MESE s’avvicina e i “servi liberi” del casting in cerca di leader, da esistere. Il nostro incappucciato dice: “Basta con
tato di fare una cosa a Cavaliere tornano servi e basta. Esempio non a caso: Topo Gigio a Amedeo Nazzari. C’è una relazione? la P3 e la P4. È ora di passare alla Q...”
giugno pensando: be- l’ultimo editoriale di Giuliano Ferrara sul settimanale Non è merito mio. Ma colpa dei In questa realtà manipolata, i comici Sottotesto satirico?
ne che vada mi ve- berlusconiano Panorama. Il promotore dell’adunata dei servi politici che non cambiano mai. che prima abitavano una spazio terzo, È serio: la gente avrà notato che dopo
dranno 20 mila perso- liberi appena qualche settimana fa, dopo le amministrative, Più facile parodizzare la Prima sono diventati un pericolo, iscritti nella ogni P salta fuori una legge bavaglio?
ne così posso speri- parlava di un B. all’ultima spiaggia, stanco, praticamente o la Seconda Repubblica? sinistra, considerati come dei nemici. Sconfinamento fra satira e indigna-
mentare in clandesti- bollito, in grado di rilanciarsi solo con le primarie. Tutto La prima, non c’è dubbio. Come Voi fate supplenza nel vuoto della zione di cittadino.
nità. Invece… passato. Adesso “è tornato il miglior Silvio Berlusconi, fai ad imitare Fini, che è tutto e politica. Il tormentone lo hanno già inventato lo-
Sembri deluso! quello pacato e fattivo che riesce a spiazzare gli avversari”. nulla? È il politico da più anni sulla Il fatto che esprimessimo un legittimo ro. “Dov’è… ’ndo sta.. il reato?” Come se
Al contrario, sono Dove ha visto questo film Ferrara? Al Senato, il 21 giugno. Il scena, ma non ha imitatore. Vuoi sentimento di indignazione civile è sta- non esistesse colpa oltre la rilevanza pe-
contento. Doveva es- discorso del premier per la verifica, dai toni scocciati, al mettere De Mita? to usato per etichettarci. nale. Ci vorrebbe un programma satirico
sere una prova gene- quale non stati risparmiati aggettivi come “sciatto, ripetitivo, Qualcuno di quei personaggi ti La manifestazione contro la chiusu- settimanale per stargli dietro.
rale per vedere se po- vuoto, inutile, inconcludente, stanco”, agli occhi e alle creò dei problemi... ra di Raiot è stato il primo giroton- Se tu avessi un mutuo variabile e fos-
tevo funzionare sul orecchie del servo ex libero del Foglio si è trasfigurato in “un Bossi, un putiferio. Quando andò do. Entri in scena tu, boato. Eri di- si già alla canna del gas…
satellite (ero convin- discorso politicamente impeccabile, a voce bassa, in onda la prima volta ci pensò lui ventato un contropotere. (Ride) Non è mica un obbligo!
to di no!) è andata. tecnicamente molto chiaro” dove abbondano a ringhiare: ‘Questa gente non la- Era accaduto senza che io lo volessi. Es- Farai quattro puntate su Rai3?
Costretto? “moderazione” ed “eleganza”. Ferrara ammette la “voce vorerà più in Rai’. Fu profetico. sendo repressa dal potere, la satira di- L’ho letto. Ma non ne so nulla!
(Ride di gusto) Ormai bassa”, sorvola però sui continui sonnellini di B. durante il E chi si arrabbiò? ventava un contropotere. Nel vuoto Allora farai questo programma di
sono un signore che dibattito. Avrebbe sicuramente scritto che il premier teneva Berlusconi disse: ‘Che vergogna, pneumatico della sinistra di questi anni, nuova satira su Sky?
invecchia, ho perso gli occhi chiusi per pensare e ascoltare meglio. Ma anche il che cattivo gusto!’. Bossi nel frat- noi esistevamo. Speravo che Aniene andasse male, e così
molte ambizioni e an- ventisette del mese ha i suoi limiti. tempo aveva avuto l’ictus. E lì ti sei ritratto? non se ne parlava più. Ma se lo volessero
sie della prima parte E tu? Prima di tutto io non so fare l’eroe civile. davvero… Qualche cosa farò.
pagina 6
Prodi, Veltroni e Bersani,
ma contro B.
ha vinto solo il Professore
Il silenzio dei Democratici
sulla sfida di Di Pietro
Bersani: “Da mesi lavoriamo all’alternativa”
di Wanda Marra
rimarie con Bersani, Ven-
P
dola e Di Pietro? “Ma che
ne so”. È l’ultima battuta,
in tono insofferente e sbri-
gativo, del segretario mentre
esce dalla conferenza stampa
convocata dopo la direzione na-
zionale del Pd nella sede di S. An-
drea delle Fratte. La stessa insof-
ferenza che ha mostrato a chiun-
que abbia provato a porgli la que-
stione Di Pietro. Nella direzione
non ne ha parlato praticamente
nessuno. La linea, d’altra parte,
l’aveva data lo stesso Bersani che
mercoledì, dopo l’attacco del
leader dell’Idv in aula (“Se c’è un
partito di maggioranza nell’op-
posizione convochi al più presto
un incontro per decidere il da
farsi”) e la chiacchierata con Ber-
lusconi sotto gli occhi di tutti, l’a-
veva gelato: “Di riunioni ne fare-
mo quante vogliamo”. Stesso
muro opposto alla vera e propria
offensiva mediatica di Tonino.
Che ha provato, infatti, a rilan-
ciare il guanto di sfida con ben
quattro interviste (una al Manife-
sto giovedì, 3, una su La Stampa,
una sul Corriere, una sul Fatto ie-
ri), con critiche feroci al Pd (de-
finito pure “un pachiderma”),
un annuncio (la candidatura alle
primarie) e un ultimatum: sve-
gliarsi: ci convochi e parliamo
del programma”. Oltre a consi-
derazioni varie su Berlusconi
(“se porta in Parlamento riforme
vere le sosterrò”) e a puntualiz-
zazioni sulla sua collocazione
politica (“Siamo una realtà libe-
raldemocratica che vuole dialo-
gare con la sinistra ma non esse-
re ghettizzati ideologicamente a
sinistra”). Dunque, di fronte a
tutto questo agitarsi del leader
dell’Idv con almeno un paio di
evidenti obiettivi (conquistare i
voti a destra e contare nell’al-
leanza), la scelta dei Democrati-
ci è stata il silenzio. Meglio non
In direzione
il segretario
definisce
le
consultazioni
“fondamentali
e preziose”
dargli troppa importanza, si ra-
giona dalle parti del via del Na-
zareno. Anche se il rischio che il
partito si trovi schiacciato da
Vendola a sinistra e Di Pietro a
destra - esiste. Però, nel dubbio
di quali scelte fare, meglio ri-
mandare il problema. Anche
perché evidentemente le elezio-
ni non sembrano proprio alle
porte. D’altra parte, quello di To-
nino alla Camera “è stato un af-
fronto volgare”, commenta il vi-
cecapogruppo in Senato, Luigi
I
l 16 ottobre 2005 il centrosinistra raccoglie
il suo popolo per l’esordio italiano delle
elezioni primarie. Il vincitore sarà il
candidato premier della coalizione, si chiamava
Unione, nella battaglia contro la Casa delle libertà di
Silvio Berlusconi. Romano Prodi (Ulivo) vince con il
74,1% dei voti. Seguono Fausto Bertinotti (Prc),
14,7%; Clemente Mastella (Udeur), 4,6%; Antonio
Antonio Di Pietro e Pier Luigi Bersani (FOTO LAPRESSE)
Zanda. Caustico Beppe Fioroni:
“Di Pietro annusa l’aria e dà una
risposta, più che a un problema
politico di carattere generale, ad
un problema di prospettiva del
proprio modo di essere”. Men-
tre Follini, evidentemente da de-
stra, dichiara: “Premesso che
non sono un fan di Antonio Di
Pietro, preferisco l'eccesso di
prudenza di oggi agli eccessi di
prima”.
La direzione dunque esorcizza la
questione. E Bersani, in confe-
renza stampa, la liquida, accen-
nando ai continui contatti in cor-
so con il leader dell’Idv. “Da me-
si, anzi forse da un anno lavoria-
mo su un progetto di alternati-
va”, ricorda. Dunque, “Di Pietro
sa che dieci giorni fa ci siamo ac-
cordati con le forze di centrosi-
nistra per meccanismi di con-
fronto su temi programmatici”.
Allora, “problemi zero a discute-
re su temi programmatici. Se poi
ci sono altri problemi non saprei
quali possono essere”. Bersani
non nasconde un moto di impa-
zienza sui tempi. “Lasciateli de-
cidere un po’ a noi, non esiste un
codice per tempi, modi e forme,
ma arriveremo in tempo”.
Quello di ieri, dunque, è rimasto
quello che doveva essere in ori-
gine: un incontro sulla natura e
l’organizzazione del partito. Un
percorso che durerà da ora fino
alla Conferenza nazionale previ-
sta per ottobre - novembre. Pri-
mo punto, le primarie, “fonda-
mentali e preziose”, secondo
Bersani. L’idea è quella di lasciar-
le aperte, magari con un albo de-
gli elettori, per le cariche dal sin-
daco al premier e di limitarle in-
Di Pietro (Idv), 3,3%; Alfonso Pecoraro Scanio
(Verdi), 2,2%. Il 14 ottobre 2007 il quadro politico è
cambiato, il Partito democratico (nato da Ds e
Margherita con il simbolo dell’Ulivo) ha scelto la
strada dell’autosufficienza già con l’inedita modalità
di primarie per scegliere il segretario del partito.
Vince Walter Veltroni con il 75,8% dei consensi,
seguito da Rosy Bindi con il 12,9% e Enrico Letta che
LA TENTAZIONE DI VELTRONI
vece agli iscritti per quanto ri-
guarda gli incarichi interni, di
partito. Sembra per ora tramon-
tata l’idea di consultazioni per
scegliere i parlamentari (come
ha detto Franceschini nel suo in-
tervento). Questa la proposta di
partenza, poi si vedrà strada fa-
cendo. Tra l’altro, tecnicamente
per fare le consultazioni di coa-
lizione bisognerebbe cambiare
lo statuto (che ora prevede che il
segretario è automaticamente
candidato leader). Da notare che
“Il leader
dell’Idv? Lasci
decidere a noi
i tempi
Sicuramente
non arriveremo
in ritardo”
nessuno - neanche i dalemiani -
ha preso la parola per mettere in
discussione le primarie e che la
relazione del segretario è andata
bene a tutti, da Parisi ai veltronia-
ni: “Le primarie vanno messe in
sicurezza: lo strumento migliore
per farlo è quello di iscriverle in
una legge che valga per tutti i
partiti”, ha chiosato Tonini. Il se-
gretario rilancia anche sulla ri-
forma elettoral: tornare a votare
con il “porcellum” sarebbe un di-
sastro.
Sabato 25 giugno 2011
POLITICA
si ferma all’11,1%. Veltroni perderà poi le elezioni
contro Berlusconi. Il Pd, dimessosi Veltroni, decide
ancora di percorrere la strada delle primarie per la
scelta del segretario, anche se in tempi lontanissimi
da elezioni politiche, con Berlusconi saldamente alla
guida del governo. Il 25 ottobre 2009 Pier Luigi
Bersani, con il 55,1%, contro Dario Franceschini, già
vice di Veltroni, al 36,9 e Ignazio Marino al 7,9.
Nichi Vendola (FOTO EMBLEMA)
na, e che raggiunge l’apice
nella descrizione dei mes-
saggi ricevuti: “Un’ondata
ANCHE LA DE GREGORIO di affetto che ci ha travolti
fatta di messaggi, video, link
su youtube, lettere di carta,
IN CORSA persino telegrammi come si
usava una volta, disegni di
PER LE PRIMARIE?
bambini, post su Facebook
e poesie”. Qual è il senso, al-
lora, delle due Concite? “Un
senso politico”, rispondo-
di Fabrizio d’Esposito no in ordine sparso dal Pd, a microfoni spenti.
Del resto, di un seggio in Parlamento per la De
e due Concite. Nel senso di De Gregorio, Gregorio si parla da tempo. Col Pd, ma anche
L direttore uscente dell’Unità. La prima è di con l’Italia dei valori, che la corteggia con in-
sabato 18 giugno. Poche ore prima che uscis- sistenza. Tutto qui? No, forse.
se la nota congiunta di Renato Soru, editore L’indiscrezione che rimbalza in modo clamo-
del quotidiano, e della stessa De Gregorio roso dopo l’editoriale di ieri è di una sua can-
sulla fine del loro rapporto di lavoro. Una set- didatura alle primarie. Nelle logiche di par-
timana fa, dunque, il direttore dell’Unità scri- tito, una mossa che viene intestata al suo men-
ve per smentire proprio le voci di un suo ad- tore Walter Veltroni per contrastare l’ascesa
dio imminente, amplificate da Dagospia. Ti- di Pier Luigi Bersani. Cinicamente, un parla-
tolo: “La verità e il fango”. La De Gregorio è mentare informato del Pd la spiega così: “Vel-
molto spigolosa e non risparmia neppure il troni ci ha provato prima con Saviano poi ha
Pd: “Abbiamo parlato a mondi diversi e sco- fatto da sponda a Renzi. Adesso potrebbe es-
nosciuti ai giornali e alle segreterie di partito, sere benissimo il turno di Concita”. Concita
abbiamo avuto risposta. È a loro che mi ri- che si alza in volo sul regime in macerie grazie
volgo oggi. Questo giornale è vostro, finché al vento nuovo che spira dopo Milano e Na-
io sarò qui sarà il luogo aperto del confron- poli. La filosofa Roberta De Monticelli le ha già
to”. Il finale è morettiano, per la serie “non scritto una lettera aperta, destinata (forse) alla
perdiamoci di vista”: “Ci sarà sempre un po- pubblicazione sull’Unità. Al Fatto dice: “Le ho
sto dove trovarsi, sapremo sempre come e chiesto di candidarsi per la leadership del
dove far valere i nostri diritti”. centrosinistra. Questo vento ha riacceso tan-
te speranze nella società civile che lei può in-
LA DE GREGORIO BIS è arrivata ieri. Con terpretare con grazia, pacatezza, lucidità, ca-
toni più distesi e un articolo più ampio, senza pacità d’eloquio. Ha tutte le qualità giuste. La
la fotina da direttore. A giochi praticamente De Gregorio con i suoi scritti ha saputo su-
fatti (dal primo luglio s’in- scitare entusiasmo tra i giovani”.
sedia Claudio Sardo, firma Concita De Gregorio (F A )
OTO NSA
Dal veltronismo ai nuovi movi-
del Messaggero che piace a menti. Altro amico della De Gre-
Bersani), da Barcellona la gorio è il rottamatore Pippo Ci-
De Gregorio, scelta da Vel- vati: “Concita è un’energia
troni nel 2008, tira un bi- straordinaria per il centrosini-
lancio di “tre anni vissuti stra. Ma deciderà lei in che mo-
con passione e impegno” do”. Ancora, Ivan Scalfarotto:
e a sorpresa fa un elenco “Per il momento è un’ipotesi
lungo e puntuale degli che leggo più che altro su Face-
esponenti di “tutte le com- book. Ma che diventi una cosa
ponenti del partito” che seria davvero non ci credo”. In-
hanno “trovato costante terpellati, vari veltroniani orto-
spazio qui”. Un tono ecu- dossi classificano l’indiscrezio-
menico, inclusivo, tipico ne a “ipotesi remota del quinto
della narrazione veltronia- tipo”. Quel che è certo è che
“Walter sa che non tutto il par-
tito si riconosce in Bersani e
qualcosa farà, ma adesso è pre-
ALLA ricerca sto”.
LA RICERCA del famigerato
del candidato perduto “papa straniero” del centrosini-
stra potrebbe quindi benissimo
rimarie: Bersani, Di Pietro e Vendola. condurre a una papessa. Chi ha
“P Chi deve guidare il centrosinistra?” Con
questa domanda il fattoquotidiano.it
parlato con la De Gregorio in
queste ore (il Fatto ha provato a
(www.ilfattoquotidiano.it) ha lanciato il di- contattarla invano, ma il telefo-
battito. Come si legge sul nostro sito, Nichi nino ha la segreteria che scatta),
Vendola invoca le primarie di coalizione da racconta che lei è “a Barcellona
un anno. Ora anche Antonio Di Pietro sfida dalla madre, scrive e riflette”. Il
apertamente Pier Luigi Bersani a “svegliarsi: suo addio al quotidiano fondato
ci convochi e parliamo del programma”. Poi da Antonio Gramsci è previsto
alle primarie, “visto che non succede nulla, tra una settimana e forse la De
mi candido pure io; così dovremo parlare dei Gregorio darà qualche indica-
programmi dell’Idv”. E il leader del Pd nella zione in più sul “posto dove tro-
direzione del partito ha definito le primarie varsi”. Era il 20 maggio del 2008,
“fondamentali e preziose” invitando a met- quando l’allora segretario del Pd
tere fine a “una discussione che non c’è”. Veltroni in un’intervista sulla
Dunque, la domanda che vi poniamo sul no- “grande forza riformista del 34
stro sito è: “Chi scegliereste tra Bersani, Di per cento” rivelò che gli sarebbe
Pietro o Vendola? Chi votereste alle prima- piaciuto portare una “donna alla
rie? E soprattutto, spiegateci perché secon- direzione dell’Unità”. Tre anni
do voi, sarebbe il leader giusto per il cen- dopo, i ruoli si potrebbero inver-
trosinistra”. Potete rispondere con il vostro tire: magari la De Gregorio can-
commento. didato-premier potrebbe nomi-
nare Veltroni all’Unità. Questo è
un Paese di nemesi impensabili.
Sabato 25 giugno 2011 pagina 7

U
GIÙ AL NORD

na “colonizzazione”: è quella che Infinito del luglio 2010, che ha portato a oltre lombarde rispetto alla ‘casa madre’ calabrese.
La Dda denuncia: sta subendo la Lombardia da 170 arresti nella sola Lombardia. Il pm Dolci ha anche spiegato come molti
parte delle cosche della La requisitoria potrebbe concludersi, con le affiliati alla 'ndrangheta riescano a farsi
'ndrangheta. Parole del pm della Dda di richieste di condanna, già nella prossima accettare nella società come imprenditori
Lombardia “colonizzata” Milano, Alessandra Dolci, che ieri ha udienza fissata per il 28 giugno. Oggi il pm, nel ‘puliti’, mentre in realtà svolgono attività
cominciato la sua requisitoria nell’ambito del processo a porte chiuse, ha parlato per circa illecite: ‘colletti bianchi’ di cui le cosche hanno
maxi-processo con rito abbreviato a carico di cinque ore concentrandosi soprattutto bisogno per entrare “nel tessuto sociale e
dalla ‘ndrangheta 119 imputati, coinvolti nella operazione sull'autonomia raggiunta negli anni dalle cosche produttivo”.

MAZZETTE
eseguite per importi molto in-
feriori.
Soldi pubblici fatti sparire gra-
zie all’aiuto di Mauro Bertoli, di-
rettore di Enia, multiutility par-
tecipata anche dal Comune di
Parma (poi confluita con Iride
ALLA PARMIGIANA
in Iren), che secondo i magistra-
ti avrebbe gestito il sistema del-
le tangenti che lo scorso anno
ha portato agli arresti Nunzio
Tannoia, funzionario di Enia
che materialmente - secondo le
indagini - ha intascato le mazzet-
Il sindaco del Pdl Vignali sotto assedio te. Un sistema che coinvolgeva
“controllati e controllori”, se-
condo il procuratore Gerardo
Monetine e urla: “Dimettiti” Laguardia, e che è venuto allo
scoperto proprio con la prima
tranche di indagini.
di Emiliano Liuzzi
e Caterina Zanirato SONO FINITI nella rete degli
inquirenti anche Ernesto Bali-
scorrerla velocemente è
MILANO Dalla Moratti
186 mln di euro di buco
l regalo lasciato a Milano da Letizia Moratti è un buco
Inuovo
di 186 milioni di euro. Lo hanno comunicato ieri il
sindaco Giuliano Pisapia e il suo assessore al
Bilancio Bruno Tabacci, alla prima riunione operativa
di giunta. “Ha mentito alla città, dicendo di aver lasciato
i conti in ordine e un attivo di 48 milioni”, spiega Ta-
bacci. “Ha fatto come le nobildonne milanesi che non
stavano attente ai conti e poi finivano alla Baggina”.
LETIZIA , in realtà, non è andata al “Pio Albergo” dei
poveri, ma è tornata tranquillamente in famiglia. A es-
sere in difficoltà, ora, è la città. Perché l’amministrazione
Moratti ha usato le entrate straordinarie per coprire le
spese correnti. Ha buttato nel calderone dei conti del
Comune i 170 milioni ricavati dalla cessione dell’au-
tostrada Milano-Serravalle, i 160 dei dividendi Sea, i 150
di ricavi Atm. Ha stressato i fornitori e ritardato i pa-

A
sonnolenta, ovattata, bor-
ghesissima nell’animo.
Ma capacissima di grandi
rivolte. Quello che si è visto ieri
non è poi differente da quello
che accadde nel 1922 quando
Parma, unica in Italia, resistette
all'ingresso dei fascisti. Rimase
un capitolo isolato nella storia.
Ieri quella stessa città si è ribel-
lata contro se stessa, contro gli
amministratori di centrodestra
che continuano a riempirla di
debiti, costruiscono malaffare
e meccanismi identici a quelli
dell’Italia di Tangentopoli.
LA RIVOLTA di Parma è ini-
ziata dopo che i siti di informa-
zione come ilfattoquotidiano.it
hanno pubblicato i video di per-
sone che nei loro uffici pubblici
incassavano mazzette su maz-
zette. Video diffusi dopo undici
arresti, praticamente tutti gli
uomini fidati del sindaco Pietro
Vignali, ex pr nelle discoteche
folgorato sulla via di Arcore, di-
scusso per le sue frequentazio-
ni e giudicato in base a quei cin-
quecento milioni di debito in
cui versa il Comune.
A finire in carcere, tutti gli uo-
mini che lui aveva scelto e for-
temente voluto accanto, a par-
tire dal comandante dei vigili ur-
bani, Giovanni Maria Jacobazzi
arrivato a Parma con il mandato
di recuperare la reputazione
della polizia municipale e che
da ieri è in carcere con l’accusa
di corruzione, peculato e tenta-
ta concussione. Vignali lo chia-
mò a settembre del 2008, quan-
do un gruppi di vigili si accanì
contro un povero ghanese, Em-
Tra gli 11 arrestati a
Parma c’è anche il capo
dei vigili. Le accuse
di corruzione, peculato
e tentata concussione
manuel Bonsu, picchiato e umi-
liato al comando, e riconosciu-
to colpevole di un bel niente.
Così, l'uomo che avrebbe dovu-
to restaurare l'immagine di Par-
ma è lo stesso che ieri mattina il
procuratore ha definito al cen-
tro di episodi “più che sgrade-
voli”. Jacobazzi è accusato in-
sieme al direttore del settore
A sinistra, lo scambio di mazzette
in un fermo immagine
della Gdf (FOTO ANSA). Sopra,
la protesta dei cittadini davanti
al Municipio. Sotto, il sindaco
Pietro Vignali (FOTO EMBLEMA)
Mobilità e Ambiente del Comu-
ne, Emanuele Moruzzi e a Carlo
Iacovini, ex dirigente in una so-
cietà partecipata (Infomobility)
e ora responsabile di un proget-
to comunale, di aver distratto,
con un complesso e ramificato
sistema di false fatturazioni,
somme destinate a opere di
pubblica utilità, mai realizzate o
sciano, della società Enjoy, che
si occupava dei lavori del verde
pubblico, arredi urbani e puli-
zia delle strade; Gianvittorio An-
dreaus e Tommaso Mori, titolari
della società Sws; gli imprendi-
tori Gianluca Faccini, Norberto
Mangiarotti e Alessandro Forni,
quest’ultimo già arrestato nella
prima tranche dell’inchiesta un
anno fa. Un investigatore priva-
to, Giuseppe Romeo Lupacchi-
ni, di Monza, è stato arrestato
per i suoi rapporti con il coman-
dante della Municipale: que-
st’ultimo, secondo le ipotesi di
reato, gli vendeva informazioni
riservate prese dal sistema in-
formatico del Ministero dell’In-
terno. Gli incontri tra i due sono
avvenuti a Monza, dove Jaco-
bazzi si recava con un’auto del
Comune, sotto l’occhio delle vi-
deocamere Gdf.
“Quattromila euro il prezzo del-
le informazioni”, ha spiegato il
colonnello Guido Geremia, co-
mandante delle Fiamme Gialle
parmigiane. Ma questo filone
dell’inchiesta è un corollario al-
le accuse principali. Ricorren-
do a intercettazioni telefoniche
e ambientali, la Procura ha sco-
perto che Enia “era diventata
una mucca da mungere”. La so-
cietà energetica si occupava,
per conto del Comune, degli ap-
palti per la manutenzione delle
strade e dei giardini. Le fatture
gonfiate si riferiscono a lavori di
fatto non eseguiti nelle struttu-
re destinate all’accoglimento di
cani e gatti randagi, a interventi
per la sistemazione del Lungo-
parma e spazzatura della neve,
settori in cui operano molti de-
gli imprenditori arrestati.
gamenti ai creditori. Risultato: un disavanzo potenziale
per il 2011 di 186 milioni di euro in spesa corrente.
Tabacci non ha avuto bisogno di ricorrere a una “due
diligence” per scoprire la verità nei conti del Comune: è
bastato guardare i documenti già a disposizione, leggere
con attenzione, per esempio, le relazioni del collegio dei
revisori. O una lettera dell’ex assessore al Bilancio Gia-
como Beretta, che mette le mani avanti proponendo
azioni correttive, tra cui quella di rallentare i pagamenti
a danno delle società controllate. Carte chiare, dunque a
conoscenza anche dell’ex sindaco, che sa bene qual è la
realtà, ma non la racconta. Conti destinati a peggiorare,
quando verranno al pettine anche i nodi dei “derivati”
sottoscritti con le banche dai due ultimi sindaci.
Ora la giunta Pisapia dovrà mettere in campo una ma-
novra per riequilibrare il bilancio. L’assessore Tabacci ha
promesso di presentare, entro i primi dieci giorni di
luglio, la bozza di un documento complessivo. “Ma ora
la nostra priorità è informare subito i cittadini della ve-
rità. Attraverso la stampa, ma anche con altri mezzi”.
Gianni Barbacetto
“I soldi per il recinto e lo sgam-
batoio dei cani antidroga acqui-
sa che chiude un'epoca. Defini-
tivamente. A prescindere dalla
stati dal Comune - ha insistito
Geremia - sono stati usati per la
volontà del sindaco pr di non di-
mettersi, come non ha fatto ieri,
costruzione del giardino pensi- mentre rimaneva barricato nel
le della casa di Jacobazzi a Santa suo ufficio.
Marinella”. Lavori dello stesso
genere sono stati eseguiti nelle VIGNALI non si sposta di un
abitazioni degli altri dirigenti ar- centimetro, è anche per questo
restati. Per un totale di 470.000 che quella che dovrebbe essere
euro, ma gli stessi inquirenti la sua città ieri gli ha bussato alla
ammettono che si è riusciti a porta e l'ha invitato a farsi da
tracciare solo una parte dei sol- parte. Ad andare via. Per le tan-
di passati sottobanco dagli im- genti, ovvio. Ma anche per l'am-
prenditori ai funzionari, e che ministrazione fondata sui debiti
di molte mazzette esistono le che hanno fatto capitolare an-
prove ma non l'ammontare. che quello che era un colosso
Corruzione di provincia, ovvio. come la Banca Monte Parma
Ma è la disgregazione del mo- che alle casse del Comune ha
dello Parma che è finita sotto a aperto i rubinetti senza troppe
quel lancio di monetine. È la cit- garanzie e si è trovata allo sco-
tà berlusconiana dell'Emilia ros- perto.

L’analisi

Si è svegliata la città addormentata dal benessere

di Maurizio Chierici
Pdibilitàarma è scesa in piazza con una rabbia
lunga tanti anni. Il disfacimento della cre-
dell’amministrazione comunale da
mesi preoccupa non solo gli avversari politici,
ma gli stessi imprenditori che avevano scelto
di affidare al commercialista Vignali (40 con-
sensi su 42 presenti al voto dell’Unione In-
dustriali) l’incarico di amministrare la comu-
nità dopo i due mandati del sindaco Ubaldi
inventore del programma “città cantiere”.
Debiti, scandali e tanto
cemento. Le tasche dei
cittadini salvate dalla
crisi economica. E da
tre consiglieri testardi
Porta aperta ad appalti ed affari. Megalo-
mania di una metropolitana utile solo a chi
scavava sotto palazzi che non sopportano
l’aggressione delle trivelle. E la prospettiva di
un deficit endemico che avrebbe angosciato
generazioni e generazioni. Vignali ne era sta-
to il banditore, quasi un missionario quartie-
re per quartiere. Per fortuna la crisi econo-
mica ha salvato le tasche dei cittadini e di
ogni contribuente d’ Italia. Ma la macchina
del “fare” a tutti i costi era ormai in moto. Gli
interessi programmati non ammettevano
cambi di programma. E la galassia
delle agenzie interamente di pro-
prietà del Comune e pesantemente
indebitate e travolte da scandali, di-
missioni, inchieste, non ha fermato
progetti annunciati con l’orgoglio di
chi vuole trasformare la città in qual-
cosa di diverso. Il vecchio sindaco
Ubaldi passa all’opposizione davan-
ti alla caricatura dei suoi disegni gon-
fiati dai programmi di quel sindaco
che aveva benedetto come delfino.
Ma il consenso sopravvive nella rappresen-
tazione benevola dell’informazione. Soppor-
ta quasi tutto: lo sventramento dell’antico
mercato delle Erbe trasformato in una specie
di stazione di bus; il rifacimento di una sta-
zione ferroviaria affidata a Bohigas, nume
dell’architettura spagnola, ma non tenero
con chi non paga. Ha annunciato il pigno-
ramento dell’opera, quindi dei binari, per i
ritardi insopportabili di ciò che gli é dovuto. Il
gioco della giunta è il gioco delle tre carte.
Tutti i debiti finiscono nelle casse delle agen-
zie e il bilancio comunale resta immacolato.
Ma il girotondo comincia a frenare. Primi
scandali, sempre terre verdi che diventano
palazzoni, supermercati, quartieri disabita-
ti: chi costruisce non riesce ormai a vendere.
Nell’analisi del ‘Sole 24 ore’ Parma è tra le
prime tre città d’Italia ad aver trasformato i
giardini urbani in giardini di cemento. Per so-
pravvivere si concedono urbanizzazioni e va-
rianti il cui incasso contribuisce mantiene
provvisoriamente a galla i conti delle ammi-
nistrazioni. I cui uomini chiave finiscono nei
guai. Un mare di soldi spesso virtuali accen-
dono le fantasie. L’ingegnere Costa, cardine
dello sviluppo urbano, inciampa in 7 milioni
che l’azienda trasporti (di cui era stato pre-
sidente) versa in una banca della quale è so-
cio, banca commissariata, e i prezzi dei bi-
glietti di chi viaggia sale bus diventano subito
più cari anche se i soldi sembra possano es-
sere recuperati. Quartiere artigianale sotto
inchiesta: i bilanci non tornano, terreni so-
pravvalutati a spese dell’ente pubblico. In-
somma, la solita Italia, per fortuna con una
diversità: tre consiglieri d’opposizione (Pa-
gliari, Pd, Ablondi, indipendente di sinistra, e
Guarneri, assessore pentita di Ubaldi) ogni
settimana, per mesi, continuano a scavare e
rendere pubbliche le scoperte. Ma la giunta
e il sindaco e la sua corte resistono con giochi
di prestigio, annunci, frequentazioni romane
di Gianni Letta, visite di Maroni che a Parma
sigla la carta dei sindaci sceriffi. Non è per
caso che Bonsu ragazzo africano, studioso e
perbene, viene picchiato, insultato, fotogra-
fato con in mano un cartello (“negro”) da
vigili protetti dal sindaco, il quale pare abbia
obbligato (testimonianze in tribunale) a
cambiare versione e a rovesciare la vergo-
gna.. Per smontare le accuse “ignobili”, affida
a ‘Panorama’ (giornale amico) il compito di
annacquare. E a un film alla cui produzione
pare abbia contribuito una delle agenzie del
Comune, l’impegno di diffondere il lieto mes-
saggio di vigili angeli custodi e di città felice.
Bisogna dire che fra le imprese che costrui-
scono la città alla quale il sindaco Ubaldi ave-
va affidato il sogno di passare da 170 mila a
400 mila abitanti, questa città si è addor-
mentata nel benessere. E le cooperative, or-
mai imprese in tandem con le alle imprese
private, non potevano che gioire di un mer-
cato del mattone, inarrestabile espansione.
Che l’aria sia davvero cambiata lo si è visto
ieri attorno al palazzo comunale. La capitale
del melodramma ha ritrovato la dignità per-
duta negli anni del letargo. I conti sono conti,
gli impegni sono impegni, i traffichini restano
traffichini. C’è chi sta scrivendo un roman-
zo.
pagina 8
DOVE L’OSSIGENO È LUSSO
Napoli: viaggio tra rifiuti, incendi, paura,
rabbia e disillusione. “Qui i miracoli non esistono”
di Sandra Amurri
inviata a Napoli
aereo è appena atterrato
L’ all’aeroporto Capodichi-
no. Siamo a Napoli. “Que-
sta è la prima corsa da cin-
que ore ed è estate siamo rovi-
nati proprio”.
La prima persona a consegnarci
un assaggio del clima che si re-
spira nella città partenopea, as-
sieme all’odore acre dell’im-
mondizia, è un giovane tassista.
Il suo sfogo, nel tempo che scor-
re imprigionato nel traffico reso
più denso dai sacchetti neri di
plastica maleodoranti, diventa
un lamento disarmato e disar-
mante. Un lamento che si fa or-
goglio quando apprende che sia-
mo giornalisti: “Vi prego non
scrivete che Napoli puzza, Na-
poli è bella e strugge ‘o core”. I
turisti che arrivano raggiungono
gli scali per le isole o la stazione
per andare a Sorrento, a Posita-
no. Luoghi dove da sempre si fa
la raccolta differenziata e l’im-
mondizia finisce dove deve fini-
re. Gli alberghi sono semivuoti.
Come i ristoranti dove all’aperto
IL DECRETO NON ARRIVA
LA PROCURA INDAGA PER EPIDEMIA COLPOSA, MA LA LEGA INSISTE: NIENTE AIUTI
di Vincenzo Iurillo
Ldaiadiroghi
Procura indaga sulla vergogna
Napoli avvelenata dai rifiuti e
e apre un fascicolo per
epidemia colposa. Ci sarebbero già
alcuni indagati, ma contattato da Il
Fatto Quotidiano il procuratore capo
Giandomenico Lepore al momen-
to smentisce questa circostanza,
confermando però l’avvio di un’in-
chiesta conoscitiva “che ci serve a
fare accertamenti, in considerazio-
ne della drammatica situazione at-
tuale” e sulla base “delle dichiara-
zioni di vari esperti, come la pro-
fessoressa Triassi, sui rischi per la
salute pubblica”.
La situazione è ormai “impossibi-
le”, secondo il magistrato. Ma Na-
poli disperata tra la spazzatura e le
sommosse non commuove la Lega
Nord. Ministri e governatori in ca-
micia verde tornano ad alzare le
barricate contro l’ipotesi di un de-
creto del governo che autorizzi il
trasporto della spazzatura fuori re-
gione. Un decreto che anche il Ca-
po dello Stato Giorgio Napolitano
ha definito “indispensabile ed ur-
Sabato 25 giugno 2011
DISASTRO ECOLOGICO
al posto dei tavolinetti apparec- ad incendiare i cumuli di immon-
chiati ci sono montagne di rifiu- dizia”. Quell’ “inutilmente” ac-
ti. Alle dieci di sera la Galleria compagnato da un’alzata di spal-
Umberto è spettrale. Le serran- le induce a chiederne ragione
de abbassate a nascondere le ve-
trine dei negozi. È la paura che la
ribellione notturna possa di-
struggerle. Il marmo del pavi-
mento fa luccicare il vuoto. Per-
“per poter impedire tutto que-
sto dovremmo essere il doppio
mentre siamo un pugno di uomi-
ni. Che possiamo fare?”.
fino la struggente bellezza di QUANDO SCATTA l’ora X
piazza Plebiscito diventa ango- inizia il tam tam via cellulari. Sem-
sciante così deserta. Alla fine di bra il richiamo della giungla. I mo-
via Roma c’è un presidio di po- torini come uno sciame di vespe
lizia: “Siamo qua dalle due. impazzite iniziano a sfrecciare per
Aspettiamo inutilmente la mez- i vicoli dei Quartieri Spagnoli do-
zanotte quando cominceranno ve – con una buona dose di inco-
scienza contro ogni raccomanda-
zione degli agenti – ci addentria-
Quando scatta mo guardinghi. Iniziano i primi ro-
ghi. Ma la scena più drammatica è
l’ora X suonano quella che si svolge in via De Pre-
tis, quartiere Porto a pochi passi
i cellulari, dal Comune dove accanto al rogo
c’è un’auto parcheggiata. Qualcu-
no urla: “La macchinaaaa scop-
arrivano pia”. Un uomo spacca il finestrino
con un sasso apre la portiera entra
i motorini la mette in folle e la spinge lonta-
no.
e iniziano Quando arrivano i vigili del fuoco
lo “spettacolo” è finito. A terra ri-
i primi roghi fiuti tossici... si inala diossina. Un
odore che neppure la mascheri- Un rogo notturno in via Roma,
na riesce a tenere lontano. I po- zona di negozi (FOTO ANSA)
veri, quelli che popolano i Quar- A destra, la statuina di De Magistris zione ed ora supplica la guarigio- savo a questa nostra città così ri-
tieri Spagnoli, che come aquile con la monnezza (FOTO EMBLEMA) ne al nuovo sindaco, ai santi pro- dotta e ho fatto questo” spiega la
appollaiate guardano le case dei tettori. “San Gennà che te sei signora Lina proprietaria di Ar-
ricchi, urlano mentre afferrano na abbandonati accanto ai casso- ‘mbriacato addostai?” esclama tChiaia. “Nel 700 nei vicoli non
con la rabbia nelle mani i sacchet- netti che traboccano e l’aria calda un’anziana seduta sull’uscio. c’era la luce la gente costruiva l’e-
ti e li trascinano giù fino alla Pre- sparge la puzza. I commercianti, “Non usciamo più di casa la sera. dicola. Una specie di nicchia sca-
fettura. Li rompono e spargono a che la sera prima hanno lasciato Per paura teniamo i nostri figli rin- vata nel muro di casa dove met-
terra di tutto come fosse sementa pile di cartoni sul marciapiede, se chiusi come topi in trappola” è lo teva San Ciro, la Madonna e le ani-
nei campi. Lo stesso accade da- ne stanno rinchiusi con l’aria con- sfogo di una signora nel suo abi- me del purgatorio che sperano di
vanti ai caffè dove la Napoli bene dizionata dentro i negozi semide- tino di chiffon color crema che ag- salire in Paradiso e accendevano
d’estate andava a gustare il gelato serti. Da domani chi verrà sorpre- giunge: “Noi per fortuna abbiamo le candele. Vedete, questa è una
e a fare sfoggio di abiti e gioielli. so ad abbandonare imballaggi do- la barca e nei weekend ce ne an- prostituta, questa è una suora,
“Perché loro no e noi sì, pecché ci vrà pagare una multa di 500 euro. diamo al mare, alle isole”. questa una peccatrice. E che dif-
dovete dire pecché”, ripetono in E i compattatori dell’azienda loca- ferenza ci sta tra noi e le anime del
attesa di una risposta che sanno le per l’ambiente saranno scortati IN VIA MEDINA camminare purgatorio? pure noi alziamo le
bene non arriverà mai. Chiamasi dalle forze dell’ordine. “La colpa è è uno slalom. Bisogna scansare mani e attendiamo”.
ingiustizia sociale. C’è chi è con- pure nostra” ammette la signora bicchieri rotti, schegge di piatti, Anche per la signora Lina il riscat-
dannato a vivere in case umide che ci serve il caffè al bar. “Per pezzi di filo metallico, viti. In via to si chiama Luigi De Magistris
che guardano altre case a pochi troppo tempo ce ne siamo fregati Chiaia una vetrina tra bracciali e che, spiega, ha votato come si fa
passi di distanza separate da cu- di quello che facevano o meglio collane di corallo mostra una quando si prova a giocare un nu-
muli di immondizie. Qui anche che non facevano questi disgrazia- scultura: “Un’idea per un nuovo mero al lotto con la speranza che
respirare è un lusso proibito. ti di politici. Ma adesso bisogna inceneritore”. Statuine di terra sia più fortunato del precedente.
La notte scivola via con un bollet- trovare una soluzione perché qui cotta con le mani alzate sedute Di certo, imparata la lezione, i nu-
tino che parla di 55 incendi. Al scoppia un colera che ci ammazza sulle fiamme accanto a sacchetti meri non sarà più lui a darli ma è a
mattino il sole luccica sui vecchi e a tutti”. Napoli soffre per ferite an- della spazzatura. Entriamo. “Sta- lui che i napoletani guardano co-
i nuovi sacchetti di plastica appe- tiche che sono andate in putrefa- notte non riuscivo a dormire pen- me al liberatore.
gente” per affrontare la crisi im- secco: “Non posso giustificare che certo) e il mistero, in
mondizia, sulla quale è tornato an- i rifiuti di Napoli vadano in Veneto un momento in cui
che ieri, parlando da Lubiana, da
dove ha definito la ripulitura del
capoluogo “un impegno duro e
quando so che i veneti hanno scel-
to la raccolta differenziata ed han-
no chiuso le discariche nel 2000”.
ogni ora è preziosa,
scatena le ire del sin-
daco Luigi De Magi-
non di breve periodo”. “Non ac- Eppoi, sostiene Zaia “non si è in stris, che sta inve-
cetteremo decreti truffa, sennò vo- una fase di prima emergenza”. stendo tutte le risor-
lano le sedie” ha dichiarato nel suo se del comune nella
consueto stile british il ministro le- E BERLUSCONI che fa? Tenten- raccolta h 24 e nella
ghista Roberto Calderoli. “Al mo- na, annuncia il decreto ma non ne predisposizione di
mento – ha proseguito - non ab- detta i tempi. A costo di lasciar cuo- siti-tampone per pro-
biamo visto alcun testo scritto, ci cere Napoli in un brodo di perco- vare a rimuovere i
hanno solo detto che c’è l’emer- lato. “Affronteremo il problema nel sacchetti neri da so-
genza rifiuti”. Ecco, Calderoli sen- corso del prossimo Consiglio dei lo: “Ora più di ieri la
za un testo scritto Ministri, è sul tavo- responsabilità pesa La raccolta dei rifiuti in spiaggia tra i bagnanti (F OTO ANSA)
non può essere si- lo da giorni, abbia- sulle spalle del pre-
curo della gravità
della situazione di
De Magistris: mo iniziato dei
precisi approfon-
mier e del governo – dice De Ma- Magistris ha incontrato a Roma la
gistris - perché la disponibilità delle ministra dell’Ambiente Stefania
Napoli, nonostan-
te le foto, i video e
“Vanificato dimenti”. Sulla
contrarietà della
Regioni è un dato acquisito (tranne Prestigiacomo. Sul tappeto la que-
il Veneto, ndr) e perché senza de- stione dello sblocco dei fondi per
i reportage che
stanno facendo il
ogni nostro Lega al decreto, B.
è laconico: “Ci
creto si vanifica ogni nostro sforzo. alimentare la raccolta differenziata
L’unica speranza è che il Cdm sia e la costruzione di impianti di com-
giro del mondo. stiamo lavoran- convocato il prima possibile, la si- postaggio. Ma anche il decreto ‘sal-
Quanto alla solida- sforzo, ora do”. La data del curezza igienica della terza città d’I- va-Napoli’, sul quale la Prestigiaco-
rietà interregiona- Cdm? Non si sa, talia non possono essere subordi- mo ostenta ottimismo. I due hanno
le invocata da tutte responsabilità (secondo il prefet- nate al braccio di ferro fra il pre- concordato sul ‘no’ al ritorno dello
le istituzioni, la ri- to di Napoli, An- sidente del Consiglio e la Lega stato di emergenza. Gli enti locali
sposta del gover- solo del premier drea Di Martino, Nord, all'intento di usare a fine pro- devono farcela da soli, il decreto –
natore del Veneto potrebbe essere pagandistico il dramma vissuto da quando e se ci sarà – sarà provvi-
Luca Zaia è un no e del governo” martedì, ma non è Napoli e dalla Campania”. Ieri De sorio.
Sabato 25 giugno 2011 pagina 9

CRONACHE

Santoro
DISPERATI IN MARE, in Rai,
adesso
PERCHÉ LA NATO
di Roberta Zunini internazionale. Anche la Ue
con il trattato di Nizza di 10
mmaginate di essere in c’è uno
I
anni fa ha riaffermato il diritto
mare aperto su una pic- del fuggiasco a trovare asilo in
cola barca che riesce a
malapena a procedere
Europa. Le leggi hanno reso
omogeneo il diritto europeo spiraglio

stracarica di gente, con pochi
viveri e senza equipaggio. Al-
la guida solo un timoniere
inesperto che per allontanar-
vi dalla guerra si affida al Gps
e alla fortuna. All'improvviso
sentite il ronzio inconfondi-
bile di un elicottero. Cosa
pensate ? E quando lo vedete
fermarsi proprio sopra di voi,
cosa sperate? Il 21 giugno le
procure di Agrigento, Napoli,
Roma e il tribunale militare
della capitale hanno ricevuto
un esposto dall'avvocato Ste-
fano Greco, volontario del-
l'Onlus della Casa dei Diritti
sociali Focus, che chiede alla
magistratura di verificare se il
sistema aeronavale Nato e le
navi militari italiane abbiano
rispettato e stiano rispettan-
do la risoluzione 1973 dell'O-
nu, finalizzata alla protezione
dei civili libici, e il nostro di-
ritto marittimo. Perché l'eli-
cottero militare che aveva il-
luso i migranti di essere ormai
in salvo, se ne era andato do-
po aver fatto l'elemosina di
un po' d'acqua e qualche pac-
co di biscotti, calati con un
cavo.
NEL FRATTEMPO il timo-
niere ghanese aveva gettato a
mare Gps e bussola per paura
d'esser individuato e certo
che l'elicottero appena ripar-
tito avrebbe mandato una na-
ve a soccorrerli. Chiunque,
vedendola, avrebbe dedotto
che quella barchina senza pe-
scaggio e riempita all'invero-
simile avrebbe incontrato se-
rie difficoltà. Dopo giorni di
deriva, la “zattera” è stata in-
fatti sospinta indietro dal
vento e dalle correnti. Delle
72 persone a bordo, tra cui
20 donne e 4 neonati, ne so-
no sopravvissute 10: alcune
morte oltre che di fame e di
sete, per le infezioni causate
dalle ustioni da sole, altre so-
no spirate non appena sbar-
cate, sulla sabbia tra Tripoli e
Misurata. I luoghi da cui era-
no fuggiti a causa delle guer-
ra, dopo aver lasciato il Cor-
no d'Africa delle dittature.
“Succedeva a marzo e i testi-
moni che mi hanno raccon-
tato questa storia sono ragaz-
L‘INTERVISTA Antonio Cassese
LI IGNORA?
Esposto nelle Procure per il mancato
salvataggio di un barcone libico
Nel dipinto, La zattera della Medusa, Théodore Géricault ricordava il tragico naufragio della fregata e alludeva alla
zi etiopi di etnia oromo che si
trovavano su quella imbarca-
zione, loro sono poi riusciti
ad arrivare a Lampedusa il
mese dopo sempre via ma-
re”, dice l'avvocato Greco
che nell'esposto scrive:
“Questi racconti al di là delle
emozioni che hanno provo-
cato nei presenti, hanno avu-
to l'effetto di porre degli in-
terrogativi. Perché la Nato at-
traverso i suoi mezzi aerona-
vali impegnati nella missione
al largo della Libia non inter-
viene a favore di questi civili
in fuga dalle guerre? Perché i
mezzi che vengono impegna-
ti con mandato Onu a pro-
caduta dell’Impero napoleonico ( FOTO ANSA)
tezione dei civili non salvano
dal mare queste persone?
Perché non viene rispettato
dallo Stato italiano il princi-
pio di non respingimento e di
libero attraversamento della
frontiera, come codificato
dalla Costituzione all'articolo
10, comma 3, e successiva-
mente dalla Convenzione di
Ginevra ratificata dall'Italia
nel 1951? Perché il governo
non apre un canale umanita-
rio di fuga, un varco di fron-
tiera verso l'Europa?”.
La Convenzione di Ginevra ha
stabilito il principio del “non
refoulement” cioè il “non re-
spingimento alla frontiera”,
che costituisce un limite alla
potestà degli Stati e garantisce
al richiedente asilo politico di
attraversare la frontiera ed es-
sere accolto e valutato dallo
Stato ospitante ai fini della
concessione della protezione
L’avvocato Greco:
“Succedeva a marzo,
i testimoni sono ragazzi
etiopi che fuggivano
da guerre e dittature”
con diversi decreti. Nonostan-
te ciò il governo con il Trattato
di amicizia con la Libia, san-
cito nel 2008 tra Gheddafi e
Berlusconi, iniziava i respingi-
menti in mare senza concede-
re ai potenziali rifugiati la pos-
sibilità di raccontare la propria
storia.
“La scusa adottata è quella
del respingimento in acque
internazionali”, spiega Gre-
co. Basta poco al governo per
lavarsi la coscienza. E chi se
ne importa del Codice di Na-
vigazione che impone di ap-
plicare comunque le nostre
norme in caso di soccorso in
mare. O dell’articolo 40 del
codice penale secondo cui
“non impedire un evento che
si ha l'obbligo giuridico di im-
pedire, equivale a provocar-
lo”.
SECONDO l'avvocato Gre-
co, anche la magistratura ita-
liana è stata finora negligente
e con l'esposto la costringerà
a occuparsi di eventuali vio-
lazioni da parte del governo
italiano nell'applicazione
delle leggi, direttive e trattati
ratificati che riguardano la
questione. E anche l'operato
Nato dovrà dunque essere
scandagliato dalle procure
italiane. In questa missione
Onu a protezione dei civili li-
bici, le forze navali dell'Al-
leanza sono peraltro guidate
dall'Italia. “Non vorrei che la
politica del governo italiano
in materia d'immigrazione fi-
nisca per influenzare lo spi-
rito della missione, almeno
per quanto riguarda i salva-
taggi in mare dei migranti”,
conclude l'avvocato. A noi
non rimane che decidere se
vogliamo considerare lo stra-
niero che cerca protezione
un “ospite” da
aiutare o una
persona “ostile”
da respingere.
La radice latina
di queste parole
è la stessa. Ma
anche il diritto
romano preve-
deva il salvatag-
gio in mare del-
lo straniero.
in Cda
è un nuovo spiraglio
C’ per rivedere Michele
Santoro e Annozero in Rai. Il
Consiglio di amministra-
zione ha sempre trattato
l'argomento per censure o
sospensioni, ma adesso –
dopo l'iniziativa dei consi-
glieri di minoranza – il Cda
dovrà votare sull'uscita o
sulla permanenza del gior-
nalista nel servizio pubbli-
co. Nino Rizzo Nervo rias-
sume la giornata al settimo
piano di viale Mazzini:
“Credo che la vicenda di
Santoro, che a differenza di
quanto sino ad oggi è stato
scritto non è ancora anda-
to via dalla Rai, non sia af-
fatto chiusa. L'accordo tra
lui e il direttore generale è
di competenza del Cda e il
prossimo 7 luglio sarà per-
tanto necessario un voto. I
poteri del direttore gene-
rale e del consiglio di am-
ministrazione sono defini-
ti, infatti, con molta chia-
rezza sia dalla legge che
dallo statuto sociale della
Rai”. La prima parte del ne-
goziato tra il direttore ge-
nerale Lei e il conduttore
Michele Santoro (FOTO LAPRESSE)
resta invariata: l'azienda ha
rinunciato al ricorso in
Cassazione, e dunque il
duello giudiziario è finito.
Aspettando il parere del
collegio dei sindaci, il Cda
dovrà votare sull'incentivo
all'esodo di Santoro: deci-
dere se rinunciare al gior-
nalista oppure trattenerlo
alle condizioni definite
dalle due sentenza che
portarono al reintegro do-
po l'editto bulgaro. Se il
Cda, la cui sorte dipende

“L’azione umanitaria va ampliata” dai voti del centrodestra,

bbiamo chiesto al giudice nonché
Ale Antonio
professore di Diritto internaziona-
Cassese, attualmente pre-
sidente del Tribunale speciale per il
Libano, di dare un parere sull’operato
della Nato.
Presidente Antonio Cassese, dal-
l’esperienza maturata anche nella
direzione del Tribunale internazio-
nale dell’Aja, ritiene che il disposi-
tivo aeronavale Nato abbia l'obbli-
go di intervenire a favore di queste
migranti?
La risoluzione dell’Onu che legittima
gli Stati membri a proteggere i civili
dice espressamente che tale protezio-
ne serve a tutelare i civili minacciati di
attacco in Libia. Quindi, formalmente
non pone un obbligo in capo alla Nato
di intervenire a favore di quei migranti
in alto mare. La decisione dovrà essere
politica, ma mi sembra che tutto lo
spirito dell’azione umanitaria contro
la Libia dovrebbe indurre la Nato ad
ampliare il suo mandato nel senso che
lei auspica.
Lo Stato italiano viola i trattati in-
ternazionali quando respinge que-
ste persone, delle quali - essendo
ancora in mare - non è in grado di
dovesse opporsi all'uscita
di Santoro, Annozero po-
trebbe riaccendersi a set-
sapere se richiedenti asilo politico vole per i migranti, l'azione del nali inglesi, nel 2004 e poi nel 2008, tembre. In casa contrario
o meno?
Direi di sì, perché l’Italia ha un obbligo
dispositivo aeronavale Nato in
missione per l’Onu?
hanno affermato che è un principio
generale della comunità internaziona-
ci sono due opzioni: o San-
toro va altrove (e le discus-
internazionale di accogliere coloro No, quel trattato con la Libia non do- le, e il Tribunale federale svizzero, in sioni con La7 continuano)
che hanno diritto allo status di “rifu- vrebbe avere alcuna influenza sulla un’importante sentenza del 2007, ha o la Rai avvia una trattativa
giato” o di “legittimato all’asilo” ex Ar- politica italiana o della Nato, anche addirittura statuito che fa parte dello per iniziare una collabora-
ticolo 10 comma 3 della Costituzione perché mi sembra dubbio che il trat- jus cogens, cioè di quelle norme im- zione (in proposito c'è un
italiana. Per accertare se quei migranti tato sia ancora valido o efficace, es- perative del diritto internazionale che ordine del giorno firmato
presentano o meno i requisiti richiesti sendo radicalmente mutate le circo- non possono essere assolutamente da Rodolfo De Laurentiis).
dalla legge, sarebbe dunque necessa- stanze dal momento in cui venne ra- derogate dagli Stati attraverso trattati Per la prima volta, dal ritor-
rio non respingerli subito, ma acco- tificato dai due paesi. bilaterali o multilaterali o leggi inter- no in onda nel 2006 con
glierli per verificare caso per caso. L'Italia sarebbe obbligata a rispet- ne. Annozero, la Rai dovrà pren-
Il comando Nato in questa mis- tare il principio di non refoulement, Questo esposto che mette in evi- dere una posizione chiara
sione libica è italiano: è possibile avendo aderito alla convenzione di denza l'atteggiamento contraddit- su Santoro se intende aver-
che la politica italiana dei respin- Ginevra (art. 33)? torio dei paesi europei, in partico- lo con sé o se preferisce far-
gimenti messa in atto dal 2008 Sì, quello del non respingimento alla lare quelli rivieraschi, ma anche la ne a meno. I consiglieri di
(trattato di amicizia con Ghed- frontiera è un principio cardine della Francia che sponsorizza la missio- minoranza lavorano per la
dafi) influenzi, in senso sfavore- comunità internazionale. Due tribu- ne ma poi lascia che i migranti conferma di Annozero, il
muoiano in mare, potrebbe essere presidente Garimberti è
Antonio Cassese (FOTO ANSA) presentato anche a un'istituzione sempre sul vago e i colle-
“Quando respinge giudiziaria europea e/o internazio-
nale? E, se sì, quali?
ghi di destra, dopo aver
scoperto con l'inchiesta
i profughi, l’Italia viola Purtroppo non esistono istituzioni
giudiziarie internazionali competenti.
P4 che il faccendiere Bisi-
gnani tramava con il dg Ma-
Si potrebbe andare innanzi alla Corte si per licenziare il giorna-
il trattato internazionale europea dei diritti dell’uomo, a Stra- lista, potrebbero pensarci
sburgo, ma solo dopo aver “esaurito” due volte prima di accom-
Deve accoglierli e poi tutti i rimedi giurisdizionali italiani. pagnare Santoro alla por-
Ma ci vorrebbero molti anni prima che ta.
verificare caso per caso” la Corte si pronunciasse. Rob. Zun. Car.Tec .
pagina 10 Sabato 25 giugno 2011

ECONOMIA

IL TAGLIETTO DI TREMONTI
Il Tesoro annuncia misure anti-Casta per rendere
meno indigesta la manovra. Ma non dice quanto risparmia
di Luca De Carolis che la finanziaria sarà “unica ma Talmente pesante da spingere tà del Quirinale. Dal Tesoro però

n decreto per una mano-

U
vra da 43 miliardi in tre an-
ni, con una correzione di
tre miliardi già nel 2011, e
un disegno di legge delega per la
sospirata riforma del fisco. Sono
i due provvedimenti che appro-
deranno giovedì in Consiglio dei
ministri, per la preoccupazione
di un governo che ieri ha annun-
ciato il Cdm ma non i numeri del-
la manovra.
LE CIFRE PERÒ sono emerse
ugualmente, e parlano di una Fi-
nanziaria da lacrime e sangue,
con tanto di correzione già que-
st’anno più volte smentita ma in-
dispensabile. In serata il premier
Silvio Berlusconi ha provato a in-
dorare la pillola: “La manovra che
andrà in Consiglio non avrà una
cifra molta elevata, e sarà prodro-
mica a quella che presenteremo
prossimamente”. Ma i numeri
circolati parlano chiaro, anche
se la nota ufficiale ricorda
Illustrazione
di
Marilena
Nardi
progressivamente modulata su
più anni”, promettendo inoltre
“norme di grande e positiva inci-
denza per lo sviluppo economi-
co”.
Di certo verrà anticipato l’ade-
guamento dell’età pensionabile
alle aspettative di vita, dal 2015 al
2013. Probabile l’innalzamento
dell’età di pensionamento per le
donne anche nel privato, dai 60 ai
65 anni. Si parla poi di un aumen-
to della tassazione sulle rendite,
dal 12,5 per cento al 20 per cento
(esclusi i titoli di Stato). L’Iva po-
trebbe aumentare per i beni di
lusso. Il Cdm varerà anche il pro-
getto di riforma fiscale e assisten-
ziale, che prevederà un bonus fi-
scale per i figli, destinato alle fa-
miglie a basso reddito. Il piatto
forte rimane però la manovra.
Tremonti a preparare un disegno
di legge per ridurre i costi della
politica, che ieri è stato pubblica-
to sul sito del Corriere della Sera.
Un testo (non definitivo) di sette
articoli, che prevede un giro di vi-
te sui voli di Stato, benefit e vita-
lizi, la riduzione dei compensi
per gli eletti e tagli al finanzia-
mento pubblico ai partiti. Sforbi-
ciate che dovrebbero rendere
meno impopolare la manovra,
raccogliendo gli inviti all’austeri-
Le auto blu
non potranno
superare la
cilindrata 1600,
election day
obbligatorio
dal 2012
non forniscono cifre sull’entità
dei tagli.
DIFFICILE FARE STIME vi-
sto che alcuni articoli sono disse-
minati di puntini di sospensione.
Come l’articolo 6, che prevede il
taglio del finanziamento pubbli-
co ai partiti, ma non chiarisce la
percentuale. Il secondo comma
precisa che i rimborsi “sono co-
munque erogati solo in propor-
zione alla durata della legislatu-
ra”. Ovvero, si prevede l’abroga-
zione delle norma con cui i partiti
si sono garantiti i rimborsi dell’in-
tero quinquennio, anche in caso
di fine anticipata della legislatu-
ra. Rimborsi che vanno a cumu-
larsi con quelli della successiva
legislatura.
L’articolo 3 prevede invece voli
di Stato solo per il presidente del-
la Repubblica, il premier e ai pre-
sidenti delle due Camere. Con-
sentite eccezioni, che vanno pe-
rò “autorizzate e rese pubbli-
che”. L’articolo 4 vuole invece la-
sciare benefit e vitalizi solo al Ca-
po dello Stato. Tutti gli altri “tito-
lari di incarichi pubblici, anche
elettivi” devono rinunciarvi.
Proposta simile a quella
del Pd di Pier Luigi Bersa-
ni, che vuole eliminare i
vitalizi per i parlamentari.
Nel dl c’è spazio anche
per la riduzione “delle do-
tazioni alle Camere e agli
altri organi costituzionali
o a rilevanza costituziona-
le, autorità indipendenti”.
Ma l’entità del taglio va fis-
sata.
L’articolo 1 invece livella i
compensi pubblici di ogni tipo
e grado, stabilendo che “non pos-
sano superare quelli erogati per i
corrispondenti titoli europei”. A
tradurre in numeri “il rapporto di
corrispondenza” dovrebbe esse-
re una commissione tecnica. L’ar-
ticolo 7 prevede l’accorpamento
di elezioni e referendum in un
unico fine settimana. Infine, le
auto blu. Secondo il dl, la loro ci-
lindrata non può superare i 1600
cavalli. Esentate però le auto per
le principali cariche dello Stato e
BORSA Nuovo crollo
per le grandi banche
incertezza regna sovrana in Borsa e a pagare il con-
L' to ieri sono state ancora una volte le banche, 16
delle quali giovedì a mercati chiusi erano finite nel
mirino di Moody’s sulla scia del faro acceso una set-
timana fa sul debito sovrano italiano.
Le vendite, però, sono scattate all’improvviso a metà di
una giornata che era iniziata bene e a farne le spese in
particolare è stata Unicredit, che nel giro di poco ha
perso fino al 9 per cento salvo poi recuperare, ma
chiudere comunque in calo del 5,54 per cento. Male
anche Intesa (-4,26 per cento), Mediobanca (-4,06 per
cento), Banco Popolare (-2,75 per cento), Mps (-2,47
per cento) e Bpm (-2,02 per cento). Nelle sale ope-
rative sono fioccate le ipotesi più disparate per dare
una spiegazione alla brusca inversione di rotta diffi-
cilmente collegabile con la mossa di Moody’s.
Alcuni operatori hanno addirittura ipotizzato, senza
nessun riscontro, un possibile taglio del rating del-
l'Italia, mentre altri hanno pensato a difficoltà degli
istituti a superare gli stress test europei, ovvero a due
grossi ordini in vendita da parte di fondi speculativi,
nonché ai meccanismi automatici di vendita dei titoli
sotto una certa soglia di prezzo. La Consob, in ogni
caso, ha avviato accertamenti sulle anomalie registrate
in Borsa. Ma la spiegazione più ragionevole è che il
nervosismo è alle stelle e guida ogni mossa. Colpa in
buona parte della situazione greca, ma anche della vana
attesa da parte del mercato di rassicurazioni del mi-
nistro dal Tesoro, Giulio Tremonti, che giovedì a pro-
posito dell'incognita Grecia ha parlato di “fonte di ri-
schio non solo finanziario, ma anche politico”. A poco
sono valse, invece, le parole di Silvio Berlusconi che
ieri in giornata si è detto non preoccupato dal fatto che
Moody's “abbia messo sotto controllo le nostre ban-
che” che sono “solide e ben capitalizzate”.
Giovanna Lantini
quelle blindate per i servizi di spese e portaborse sono compre-
pubblica sicurezza. Mario Stade- se?”). Sarcastico Antonio Borghe-
rini, segretario nazionale dei Ra- si, vicepresidente dei deputati
dicali, osserva: “Il finanziamento Idv: “I tagli alle auto blu sono una
pubblico, che ci costa 300 milio- presa in giro, perché non si può
ni all’anno, andrebbe abolito, o parlare di limiti alla cilindrata di
quanto meno legato solo ai rim- fronte a una voce che ci costa 5
borsi delle spese effettive. E co- miliardi all’anno. Fa poi sorridere
munque sarà fondamentale la la previsione di un election day
percentuale dei tagli: ridurre il fi- obbligatorio dal 2012, accorpan-
nanziamento del 10% o del 20% è do amministrative ed eventuali
quasi inutile”. Staderini è per- referendum: se ci avessero pen-
plesso anche sul livellamento su- sato due mesi fa, avrebbero ri-
gli stipendi (“Le indennità per sparmiato 300 milioni”.

Contratti, Confindustria e sindacati vicini all’intesa

NEL DISINTERESSE DEL GOVERNO, I RAPPRESENTANTI DELLE PARTI SOCIALI STANNO RISCRIVENDO LE REGOLE SULLA RAPPRESENTANZA
di Salvatore Cannavò
cambiato il clima tra la presiden-
E’ te di Confindustria, Emma Mar-
cegaglia e i segretari confederali di
Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Bonanni e
Angeletti. Soprattutto tra industriali
e Cgil. I leader delle parti sociali si
sono incontrati presso la foresteria
dell’associazione industriali a Roma
e chi ha partecipato ai colloqui rac-
conta di una concordia che non si
vedeva da tempo. Effetto collaterale
di un governo in crisi, forse, o di una
situazione economica da cui nessu-
no pensa di potersi salvare.
“Si punta a chiudere martedì” ha di-
chiarato nettamente Emma Marce-
gaglia mentre Raffaele Bonanni ha
espresso “un giudizio positivo” e
poi si è lasciato andare a a elogi per
la Cgil. Per Luigi Angeletti “le distan-
ze si sono accorciate” mentre se-
condo Susanna Camusso “abbiamo
fatto una buona discussione, utile,
che ha permesso di ragionare sulla
possibilità di un accordo, sulla mi-
surazione della rappresentanza e
l'efficacia della contrattazione”. In
Cgil sono particolarmente soddi-
sfatti per la scomparsa dell’ipotesi
Sacconi-Bonanni: un “avviso comu-
ne” siglato da chi ci sta da tradurre
poi in provvedimento legislativo.
Certo, dentro il sindacato di Camus-
so si sono alzate già alcune barrica-
te: Giorgio Cremaschi, uno dei lea-
der dell’opposizione interna, chie-
de di non firmare alcun accordo
mentre Maurizio Landini, segretario
generale della Fiom, che per ora non
commenta, in mattinata, presentan-
do la festa della Fiom che si è aperta
ieri sera a Sesto San Giovanni, ha
messo nuovamente l’accento sulla
necessità del voto dei lavoratori per
varare qualsiasi accordo. Un punto
che invece non sembra essere al
centro del confronto.
CONFINDUSTRIA. Al tavolo
con le parti sociali la Confindustria
continua a chiedere una cosa preci-
sa: ampio spazio alla contrattazione
di “secondo livello”, quella cioè che
si fa in azienda e che, tradizionalmen-
te, è integrativa dei contratti nazio-
nali. Almeno fino al “modello Pomi-
gliano” in cui il contratto di azienda
ha stravolto le prerogative del con-
tratto di categoria dando vita allo
scontro con la Fiom. Confindustria
chiede contratti “flessibili, derogabi-
li a livello aziendale ed esigibili”. In
quest’ultimo aggettivo c’è il cuore
della vicenda perché il problema è
impedire che un solo sindacato pos-
sa bloccare sottoscritti da altri. Con-
findustria ha bisogno di garantirsi
che, una volta firmato un accordo,
questo possa valere per tutti – “erga
omnes” – e che questo possa acca-
dere anche nella singola fabbrica. A
Pomigliano, e a Mirafiori, invece, la
Fiom si è messa contro appellandosi
anche al tribunale. L’esigibilità è dun-
que l’obiettivo chiave che va risolto
affrontando il nodo della rappresen-
tatività.
LA RAPPRESENTANZA.
Quello che serve, e a cui si sta pun-
tando, è un sistema di validazione de-
mocratica degli accordi firmati. Se le
intese nazionali o aziendali non sono
firmate da tutti i sindacati occorre
misurarne la rappresentatività. Lo
schema proposto dalla Cgil è quella
di un mix basato sulla certificazione
– da affidare al Cnel – degli iscritti ai
sindacati e del consenso ottenuto
nelle elezioni per le Rappresentanze
sindacali unitarie (Rsu) cioè i dele-
gati eletti dai lavoratori. Un modello
già in vigore nel pubblico impiego.
Aspetti, questi, ricordati qualche
giorno fa dalla Camusso e ribaditi al
tavolo di ieri che, se un passo avanti
ha compiuto, è anche per l’insisten-
za di tutti nel riesumare un accordo
sulla rappresentanza siglato da Cgil,
Cisl e Uil nel 2008.
Quell’accordo dava già un’adeguata
importanza alla contrattazione di se-
condo livello da estendere “in qua-
lità e quantità” e si soffermava, ap-
punto, sul tema della democrazia e
rappresentanza. Si ricordava già allo-
ra la possibilità di certificare gli iscrit-
ti tramite i dati associativi rilevati dal-
le deleghe conferite all’Inps per le
trattenute sindacali, “nonché i con-
sensi elettorali risultanti ai verbali
elettorali delle Rsu”. Uno schema in
cui viene ridata centralità alle Rsu ma
dove si parla mai di referendum, cosa
che potrebbe creare problemi con la
Fiom.
IL NODO DEROGHE. Resta da
capire che succede alle deroghe,
cioè la possibilità di contratti di se-
condo livello che alterano le garan-
zie previste dal primo livello. Ieri se
n’è parlato meno anche se questo è il
tema decisivo e in Cgil confermano
che la contrattazione di secondo li-
vello va ampliata ma non a scapito di
quella nazionale e comunque i con-
tratti nazionali non possono essere
sostituiti. Un punto che non collima
con le richieste della Fiat, assente fi-
sicamente ma la cui presenza aleg-
giava sull’incontro.
Sabato 25 giugno 2011 pagina 11

ECONOMIA

LA BCE È DI DRAGHI
Lorenzo Bini Smaghi

LA POLTRONA
PROMESSA
AL MEMBRO BCE

BINI SMAGHI LASCERÀ PERCHÉ SÌ

Ha il profilo del banchiere
centrale, mestiere che ha
svolto al massimo livello ne-
gli ultimi sei anni, nel comi-
tato esecutivo della Bce. Ha
un passato in Banca d’Italia,
PERCHÉ NO
Il suo è un nome calato dal-
l’alto su via Nazionale, sca-
valcando gerarchie consoli-
date e meriti acquisiti sul
campo. Nominarlo gover-
natore è un po’ uno smacco

Via alla successione in Bankitalia anche se lontano dal verti-

ce e il governo deve avergli
già quasi promesso la pol-
trona per convincerlo a la-
per un’istituzione indipen-
dente come Bankitalia, la
cui poltrona più alta viene
ridotta dal governo a merce
di Stefano Feltri no i nomi di altri due dei pa- sciare la Bce senza compro- di scambio nella partita di-
pabili, cioè il direttore gene- metterne l’indipendenza. plomatica con la Francia.
ario Draghi è il nuovo

M
presidente della Ban-
ca centrale europea.
Lo ha deciso il Consi-
glio europeo, cioè la riunione
dei capi di Stato e di governo,
che si è tenuto ieri a Bruxel-
les. “La nomina di Mario Dra-
ghi alla Bce è un riconosci-
mento alle sue doti professio-
nali, ma consentitemi di dire
che è anche un successo ita-
liano, del nostro governo”, di-
ce Silvio Berlusconi in confe-
renza stampa, prendendosi
meriti che non gli spettano.
Visto che è opinione unanime
in Europa che il governatore
della Banca d’Italia si sia gua-
dagnato sul campo il diritto
alla nomina, con il governo
che è stato a lungo passivo e
disinteressato quando non
ostile. In molti ricordano an-
cora le polemiche di Giulio
Tremonti sui “topi a guardia
del formaggio”, alludendo al
Financial stability board pre-
sieduto da Draghi che prova-
va a riscrivere i principi della
finanza mondiale.
ANZI, IL GOVERNO italia-
no ha combinato un grande
pasticcio che, solo all’ultimo
secondo utile, è stato risolto.
O almeno rimandato. Ad apri-
le Berlusconi ha promesso al
presidente francese Nicolas
Sarkozy che Lorenzo Bini Sma-
ghi si sarebbe dimesso dall’e-
secutivo della Bce, evitando
così che l’Italia fosse sovrarap-
presentata con due esponenti
su sei. Lasciando spazio a un
francese, visto che Parigi per-
de il presidente uscente, Jean
Claude Trichet. Peccato che
Mario Draghi, 64 anni, è alla guida della Banca d’Italia dal 2006 (FOTO EMBLEMA)
Berlusconi avesse trascurato il
fatto che i trattati europei vie-
tano ai membri della Bce di
prendere ordini dai governi
nazionali. E così Bini Smaghi è
rimasto al suo posto, con gran-
de imbarazzo di Roma e irri-
tazione di Sarkozy. Ieri la svol-
ta, considerata necessaria per
non complicare la nomina di
Draghi. “Ho avuto un contatto
telefonico stamattina col si-
gnor Bini Smaghi che mi ha
comunicato la sua intenzione
di porre fine al suo mandato
prima della scadenza”, comu-
nica il presidente dell’Unione
europea Herman Van Rom-
puy. Che però ha aggiunto:
“Sta a lui, nel pieno della sua
indipendenza decidere la da-
ta”. Traduzione: Bini Smaghi
ha acconsentito a lasciare il
posto a un francese, ma non
ha voluto far coincidere l’usci-
ta con l’ingresso di Draghi, per
salvare almeno le apparenze di
indipendenza della Bce. Effet-
to collaterale, gradito a Bini
Smaghi ma un po’ meno al go-
verno: rimanendo al suo posto
ancora per qualche mese, Bini
Smaghi resta in corsa anche
per la successione a Draghi al-
la Banca d’Italia. E la sua can-
didatura diventa più forte, per-
ché l’Italia non potrebbe tol-
lerare un nuovo scontro con la
Francia nel caso la permanen-
za di Bini Smaghi alla Bce do-
vesse durare ancora a lungo.
SEMPRE in conferenza stam-
pa, alla domanda se Bini Sma-
ghi sia adatto per fare il gover-
natore, Berlusconi risponde:
“Non mi sembra ci possano es-
sere dubbi al riguardo, visto il
lavoro svolto al board della
Bce”. E quando i cronisti fan-
rale di via Nazionale Fabrizio
Saccomanni e il direttore ge-
nerale del Tesoro Vittorio Gril-
li, Berlusconi risponde così: “I
nomi menzionati appaiono as-
solutamente in grado di assu-
mere una responsabilità come
quella del governatore Banki-
talia e si tratta dei tre nomi che
sono nel cerchio all’interno
del quale sarà scelto il candi-
dato da proporre al capo dello
Stato”. Colpo di scena: violan-
do il galateo istituzionale, Ber-
lusconi comunica i possibili
candidati prima ancora che il
Consiglio superiore della Ban-
ca d’Italia abbia potuto formu-
lare le sue indicazioni e la
stampa viene informata prima
del Quirinale, cui spetta l’ul-
tima parola. Una doppia gaffe,
ma Berlusconi non sembra
preoccuparsi troppo delle for-
me (e della sostanza) in questa
vicenda.
IL PRIMO RISULTATO,
comunque, ormai è stato rag-
giunto: Draghi si insedierà alla
presidenza della Bce quando,
a fine ottobre, sarà scaduto il
mandato di Trichet. E sicura-
mente dovrà gestire subito la
crisi della Grecia sempre che,
per allora, non sia già defla-
grata con la dichiarazione da
parte di Atene della bancarot-
ta. Che potrebbe comportare
una ricapitalizzazione della
Bce. “Ho fiducia che Draghi
eserciterà alla Bce una leader-
ship forte e indipendente.
Questo è essenziale in tempi
normali, indispensabile in
tempi difficili come questi”,
questo l’auspicio del presiden-
te Ue Van Rumpuy.
Fabrizio Saccomanni
LA CONTINUITÀ
IN VIA
NAZIONALE
PERCHÉ SÌ
In questi anni è stato il reg-
gente di via Nazionale men-
tre crescevano gli impegni
internazionali di Draghi,
che è presidente del Finan-
cial Stability Board. Gli elogi
trasversali al mandato di
Draghi riguardano anche
lui. È stimato dentro e fuori
la Banca d’Italia, sarebbe la
soluzione della continuità,
un riconoscimento all’indi-
pendenza dell’istituzione.
Vittorio Grilli
TREMONTI
SPINGE IL SUO
CANDIDATO
PERCHÉ SÌ
Grilli è molto stimato, non
solo come direttore genera-
le del Tesoro. È stato l’ema-
nazione europea di Tremon-
ti in questi anni, ha seguito i
negoziati sul nuovo patto di
stabilità. È anche presidente
del comitato economico e fi-
nanziario, il cuore tecnico
del Consiglio europeo sui
dossier economici.
PERCHÉ NO
Qualcuno vede nella sua
età, 69 anni, un limite, an-
che se molte cariche di ver-
tice in Italia sono in mano a
persone molto più anziane.
Il suo vero punto debole è di
essere considerato più vici-
no al centrosinistra (anche
se è stato legato a Lamberto
Dini) che al centrodestra, e
con le politiche di Tremonti
non è mai stato tenero in
questi anni.
PERCHÉ NO
La sua nomina verrebbe per-
cepita come la presa di Ban-
kitalia da parte del governo,
un colpo all’indipendenza
della Banca d’Italia, come è
successo con la designazio-
ne del sottosegretario Vegas
alla Consob. Grilli, inoltre,
non è uno specialista di po-
litica monetaria, bensì di fi-
nanza pubblica.

ACROPOLIS NOW

Colpire le banche per salvare la Grecia (e l’Europa)

di Marco Onado dunque solo di aiutare i Paesi di Eurolandia Il problema è che le premesse si scontrano Non c’è da meravigliarsi se i mercati hanno crisi del debito sovrano degli anni Ottanta.
in difficoltà, ma anche di salvare il sistema con la realtà. Oggi si discute di una tranche smesso di credere ai piani greci di risana- Altri sostengono che è possibile tagliare di-

Lpeiesembrano
Banche centrali, con la Bce in testa,
aver convinto i governi euro-
che è meglio concedere ulteriori fondi
alla Grecia anziché riconoscerne l’insolven-
za. Ma via via che la crisi si aggrava, il le-
gittimo tentativo di salvare insieme capra e
cavoli, cioè Stati in crisi e banche dei Paesi
ricchi, sembra sempre meno praticabile.
La diagnosi delle Autorità monetarie è chia-
ra: qualsiasi intervento sul debito greco
(dalla riduzione del valore di rimborso al-
l’allungamento delle scadenze) può causa-
re perdite gravissime per l’intero sistema
bancario europeo, innescare una reazione
a catena incontrollabile, analoga a quella
generata dal fallimento di Lehman Brothers
nel settembre 2008 e compromettere la
già fragile ripresa economica. Non si tratta
(FOTO ANSA)
bancario, a cominciare da quello dei grandi
paesi (Germania, Francia, Regno Unito e
Spagna, cioè tutti meno l’Italia) che hanno
cospicui crediti anche verso Portogallo e Ir-
landa. Di qui la terapia finora adottata: aiu-
tare i Paesi in difficoltà con fondi straordi-
nari concessi dall’Europa e dal Fondo mo-
netario internazionale, imporre come con-
tropartita una severa disciplina di bilancio e
sperare che in un futuro non lontano la si-
tuazione si stabilizzi. Nel frattempo, creare
le condizioni per aumentare la robustezza
patrimoniale delle banche, cioè la loro ca-
pacità di assorbire perdite, nel caso l’insol-
venza di uno o più stati divenisse inevitabile.
Date queste premesse, aspettare e guada-
gnare tempo appariva dunque la soluzione
migliore.
Metà del sistema
bancario
scommette
sulle disgrazie
dell’altra metà
che ha investito
su Atene
di 6 miliardi di euro degli aiuti (110 miliardi
decisi l’anno scorso e che si sono rivelati in-
sufficienti) senza i quali la Grecia rischia di
non rimborsare i debiti in scadenza nei
prossimi giorni. Ma nel frattempo i conti del
Paese stanno esplodendo assieme alla pro-
testa e alla credibilità del governo. Il debito,
che già a fine 2010 aveva raggiunto il 143
per cento del Pil, supererà il 150 alla fine di
quest’anno, perché il deficit corrente sarà di
poco inferiore al 10 per cento. La speranza
che il debito greco prima o poi si stabilizzi è
sempre più infondata. Per arrestare la cre-
scita del rapporto fra debito pubblico e Pil
occorrono tre condizioni: crescere (aumen-
tare il denominatore); un bilancio statale in
surplus primario (entrate maggiori delle
spese escluse quelle per interessi) e pagare
sul debito un tasso di interesse inferiore a
quello di sviluppo dell’economia. La Grecia
è troppo lontana da ciascuna di queste con-
dizioni per sperare nel successo delle tera-
pie sempre più drastiche che le vengono im-
poste. E questo senza entrare nel merito
del costo sociale che ne deriva, né della pro-
babilità che il governo riesca a farlo accet-
tare al Paese. È vero, ci sono anche le pri-
vatizzazioni, ma quanto è credibile il piano
ambizioso di cui si parla in questi giorni? Si
tratta di 70 miliardi, cioè del 30 per cento
del Pil greco, il triplo del piano italiano che
pure è stato uno dei più intensi d’Europa e
realizzato in un periodo di mercati di Borsa
in pieno boom.
mento e impongono tassi di interesse sem-
pre più alti a tutti i Paesi con conti pubblici
fuori linea, ma anche all’Italia cui pure viene
riconosciuto il merito della politica più ri-
gorosa dal momento in cui la crisi è esplosa.
Questo non aggrava solo la situazione dei
conti pubblici (proprio ieri la differenza fra il
tasso a lunga italiano e quello tedesco ha
toccato il record di 2,14 punti), ma anche
quella delle banche, che vedono aumenta-
re i costi delle loro emissioni obbligazionarie
(una componente molto alta della loro rac-
colta); di conseguenza, la strada che porta
al rafforzamento patrimoniale si rivela
sempre più in salita e costringe a interventi
sempre più straordinari e preoccupanti. I
dati della Bce dicono che a fine maggio le
banche greche erano esposte verso la Bce
per 97,5 miliardi di euro (in aumento di 10
in un solo mese), cioè un quinto del loro to-
tale di bilancio. Ma anche le banche irlan-
desi, portoghesi e persino spagnole devono
sempre più far ricorso a questi sostegni ar-
tificiali.
Insomma, la soluzione soft si sta rivelando
impraticabile: all’aumentare del rigore del-
le terapie, aumenta anche il livello della
coesione politica necessaria. Dall’inizio del-
la crisi, autorevoli economisti (per l’Italia,
Luigi Spaventa) hanno sostenuto la neces-
sità di emettere dei titoli speciali, garantiti
dall’intera Unione europea e di offrirli alle
banche in sostituzione dei titoli a rischio,
come avevano fatto gli Stati Uniti dopo la
rettamente il valore del debito greco (e ma-
gari in misura minore quello di altri Paesi)
senza per questo provocare il cataclisma
temuto. Altri ricordano che il G20 di Toronto
aveva proposto una tassazione sulle tran-
sazioni finanziarie che potrebbe alimenta-
re fondi per le banche in difficoltà o per
qualsiasi intervento di stabilizzazione.
Ognuna di queste strade ha però due pro-
blemi: determina un costo immediato e sen-
sibile per le banche e richiede una concor-
dia di intenti a livello internazionale e una
coesione politica che appaiono superiori al-
le capacità attuali dei governi europei.
Ma è evidente che si rischia di andare al di là
di ogni ragionevole esigenza di tutela degli
interessi delle banche e dunque una svolta
si impone. Anche perché stiamo assistendo
al paradosso di una buona metà del sistema
bancario internazionale che sta scommet-
tendo e facendo pingui profitti sulle disgra-
zie dell’altra metà. Ha senso tutto questo?
Non è forse meglio dare certezza sul valore
dell’attivo delle banche che insistere sull’au-
mento dei loro patrimoni? Sui mercati fi-
nanziari è in corso un’aspra battaglia che
meriterebbe la regia di un Francis Ford Cop-
pola (con il titolo Acropolis Now, questa vol-
ta): cerchiamo almeno di evitare che qual-
che banchiere contemplando il disastro do-
po il bombardamento dica un giorno: “Mi
piace l’odore del napalm al mattino”. Sotto
le macerie ci saremmo tutti noi, non solo i
dimostranti di piazza Syntagma.
pagina 12
LA FACCIA TRISTE DI DUBAI
MONDO SENZA PASSATO
Il miracolo scintillante degli Emirati scricchiola già
di Anne Applebaum
li stranieri in viaggio a
G New York o a Chicago nel
19° secolo tornavano
spesso a casa con sensa-
zioni ed impressioni contra-
stanti. Alcuni giudicavano le cit-
tà americane brutte rispetto a
quelle europee: sembravano lo-
ro volgari, sfacciatamente com-
merciali, prive di gusto. I locali
avevano un livello di vita supe-
riore, ma erano grezzi e la com-
mistione etnica – tedeschi, ir-
landesi, italiani, ebrei – era ter-
rificante.
Altri invece avvertivano che for-
se in questa nuova civiltà c’era
qualcosa di ammirevole. “È
straordinario osservare il modo
in cui un mondo in divenire si
trasforma – assistere alla forma-
zione del mondo sia naturale
che convenzionale”, scriveva
nel 1837 la viaggiatrice britan-
nica Harriet Martineau. “Ho
avuto modo di vedere entrambi
i fenomeni in America e oggi, ri-
pensandoci, mi sembra di esse-
re stata su un altro pianeta”.
QUESTE ANTICHE immagi-
ni della vecchia America urbana
mi sono venute in mente non
molto tempo fa passeggiando
per la Marina, un quartiere della
“nuova” Dubai (da non confon-
dere con la “vecchia” Dubai co-
struita per lo piu’ negli anni ’70).
Gli architetti sono stati assunti
nel 1999 e la prima parte delle
opere è stata completata nel
2004. Da qui a non molto il quar-
tiere ospiterà 120.000 aitanti,
hotel, ristoranti, porticcioli per
imbarcazioni da diporto, centri
commerciali e canali che al turi-
sta dovrebbero ricordare Vene-
zia. Il progetto potrebbe finire in
un clamoroso fiasco finanziario
ed è già successo una volta in
passato – il problema di Dubai è
l’eccessivo numero di immobili
– ma dozzine di grattacieli nuovi
di zecca, alcuni non ancora ter-
minati, svettano sulle acque del
Golfo Persico mentre sulle spiag-
ge alle loro spalle sono già in cor-
so i rilevamenti per altre colate
di cemento.
La Marina, all’occhio disincanta-
to di un americano, appare irre-
cuperabilmente volgare. E lo
stesso dicasi per il resto della cit-
tà. Non vi sono praticamente
La Libia della discordia
Il presidente e il pensionato:
Sarkozy contro Gates

 k–

]k–
tracce di storia o della cultura lo-
cale. Dappertutto campeggiano
i loghi delle grandi multinaziona-
li, da Applebee’s a Rolex, e tutto
è importato, dal pesce crudo che
puoi mangiare da Nobu al caffé
che puoi bere in uno Starbucks.
Ad Abu Dhabi, l’emirato in fon-
do alla strada, hanno acquistato
persino il diritto di usare il nome
del Louvre e quello del Gugge-
nheim e stanno costruendo mu-
sei in grado di rivaleggiare con
gli originali. La mia è una reazio-
ne di stupore - ma come si può
comprare il Louvre? - ma forse un
tempo gli europei in viaggio ne-
gli Stati Uniti provavano le stesse
sensazioni guardando la sfarzosa
dimora newyorkese dell’indu-
striale americano Henry Fricks e
i capolavori della pittura che
ospitava.
E così come gli eu-
ropei provavano
fastidio a veder
copiata e stravol-
La maggioranza degli
ta la loro architet-
tura in America,
abitanti è composta da
ho provato fasti-
dio nel vedere
l’architettura
lavoratori stranieri e la
americana copia- selva di grattacieli nuovi
ta e stravolta nel
Golfo Persico. A di zecca è a rischio
volte vi sono ele-
menti locali – il
minareto arabo, un finto suk –
ma l’edificio più alto del mondo,
il Burj Khalifa, assomiglia decisa-
mente alla Willis Tower di Chi-
cago, ai suoi tempi l’edificio più
alto del mondo. Non è una coin-
cidenza: entrambi gli edifici so-
no stati progettati dallo studio di
architetti Skidmore, Owings &
Merrill con sede a Chicago. Se le
fontane che circondano il gratta-
cielo di Burj Khalifa (illuminate
di notte da 6.600 faretti) ricorda-
no Las Vegas, anche in questo ca-
so non si tratta di una coinciden-
za: sono state progettate dallo
stesso studio che ha progettato
le fontane dell’Hotel Bellagio.
Così come gli europei un tempo
erano colpiti dalla ricchezza del-
l’America, io sono stata colpita
dalla ricchezza degli abitanti e
dei turisti di Dubai. Sicuramente
tutti quei Rolex qualcuno li com-
pra così come qualcuno alloggia
executive nelle lussuose suite
dell’Hotel Armani. Mi ha anche
affascinato il miscuglio etnico.
Sulle spiagge si mescolavano ba-
gnanti indiani, nigeriani, giappo-
nesi, inglesi, russi, filippini e au-
straliani oltre a qualche bagnan-
te degli Emirati in rigorosa tuni-
ca bianca. Le donne in bikini era-
no distese accanto alle donne
con il burqa. Ma tutti avevano il
cellulare incollato all’orecchio.
TUTTAVIA QUESTA socie-
tà multietnica, apparentemente
armoniosa, ha il rovescio della
medaglia. Di tanto in tanto gli
agenti dell’invisibile polizia di
Stato arrestano un turista per
(presunti) atti osceni oppure
fanno sparire qualcuno senza
una parola di spiegazione. Nes-
suno protesta perché quasi nes-
suno “vive” a Dubai nel senso in
cui un immigrante del 19° secolo
viveva a New York. Dubai ha
1.700.000 abitanti di cui meno
del 20% hanno la cittadinanza. Il
resto sono banchieri e faccen-
dieri riparati qui perché è un pa-
radiso fiscale – a Dubai non esi-
ste imposta sul reddito – oppure
lavoratori che si accontentano di
DAL MONDO
Una veduta del nuovo centro di Dubai (FOTO OLYCOM)
Siria
VITTIME E FIAMME
Anche in questo venerdì di protesta siriano ci sono state
vittime, mentre nelle manifestazioni sono state bruciate
bandiere iraniane, russe e del movimento sciita libanese
Hezbollah, nonché ritratti del presidente Al Assad. (FOTO ANSA)
un salario di fame provenienti
per lo più dal sud dell’Asia, alcu-
ni dei quali vivono come servi
senza diritti.
È evidente che la volgarità del
luogo non li disturba. Con ogni
probabilità l’anno prossimo si
trasferiranno da qualche altra
parte. Una popolazione per lo
più di passaggio non ha motivo
di organizzare dimostrazioni di
piazza per la democrazia o i di-
ritti politici. Qualora protestas-
sero verrebbero espulsi. E nem-
meno ai locali va tanto a genio il
principio democratico secondo
cui il governo del Paese spetta al-
la maggioranza. Sapete perché?
Perché la maggioranza é stranie-
stan o persino della Russia.
A me è apparsa mortifera oltre
che strana: come Harriet Marti-
neau, ho avuto la sensazione di
esser stata su un altro pianeta.
Ma ci sono sempre persone che
sognano di fuggire dalla loro cul-
tura, che aspirano a dimenticare
la loro storia e sono felici di vi-
vere senza il passato. A Dubai
possono essere accontentate.
(Anne Applebaum è columnist del
Washington Post e di Slate) Copyright
2011, Washington Post – Newsweek
Interactive Co. LLC - Traduzione
di Carlo Antonio Biscotto

Sabato 25 giugno 2011
N
ISRAELE
Il soldato Shalit
rapito da 5 anni
N el 5° anniversario
del rapimento del
soldato israeliano
Ghilad Shalit da parte
di Hamas ong come
Amnesty international,
l’israeliana Betzelem e
anche la palestinese
Pchr-Gaza, hanno
pubblicato un appello
ad Hamas affinchè
metta fine al
trattamento “disumano
e crudele” riservato al
prigioniero.
UCRAINA
Scontri per la
Timoshenko
T ensioni e proteste
hanno segnato
l’apertura a Kiev del
processo contro la leader
dell’opposizione ucraina
Yulia Timoshenko. Vestita
di bianco, con le trecce
arrotolate della tradizione
contadina, la Tymoschenko
ha contestato il tribunale,
spalleggiata da sostenitori
che hanno più volte
interrotto il procedimento.
Grida di “vergogna,
vergogna”, hanno segnato
la lettura dei capi d’accusa.
All’ex premier è contesta
l’impropria approvazione
di un contratto per
l’importazione di gas dalla
Russia, che sarebbe costato
milioni di dollari ai
contribuenti.
AL QAEDA
A Bin Laden non
piaceva il nome
O sama bin Laden era
ossessionato
dall'immagine di al Qaeda
che aveva anche pensato di
cambiare nome al gruppo
terrorista per migliorare il
“marchio”. Secondo una
delle lettere autografe
trovate nel rifugio di
Abbottabad in Pakistan il
fondatore di al Qaeda (la
Base) giudicava il nome
“poco dinamico”. Tra le
alternative possibili
suggeriva “Taifat al-Tawhed
Wal-Jihad” (“Gruppo
Monoteismo e Guerra
Santa)” o in alternativa
“Jama'at I'Adat al-Khilafat
al-Rashida” (Gruppo per il
Ripristino del Califfato).

Wd–

NON GLIELE MANDA DAVVERO A DIRE, il
presidente francese Nicolas Sarkozy al
segretario alla difesa americano Robert
Gates: gliele canta chiare, perchè il capo del
Pentagono ha denunciato “le lacune” del
contributo degli europei alla Nato. Per
Sarkozy, Gates ha parlato “in preda
all’amarezza” di chi “va in pensione” prima
di quando sperava, perchè il presidente
Barak Obama sta per sostituirlo al vertice
dell’apparato militare degli Stati Uniti (un
avvicendamento, per la verità, annunciato e
concordato). Sarkozy risponde alla
domanda di un giornalista, al termine del
Vertice europeo di Bruxelles, ed è ben
preparato: “Mica si può portare rancore a
un pensionato”, comincia. E poi va alla
sostanza: “Non ho l’impressione che in Libia
l’essenziale del lavoro sia fatto dagli
americani”, che, dopo la prima gragnuola di
missili cuise e le prime ondate di raid, si
sono dati. “I nostri amici americani hanno in
Libia due droni e un po’ di aerei cisterna e
noi lo apprezziamo, ma non verrebbe mai in
mente a un uomo intelligente e responsabile
come il presidente Obama di dire che
l’America fa il grosso dello sforzo in Libia. È
una dichiarazione ingiusta, che cade nel
momento sbagliato e che non corrisponde
assolutamente alla realtà”. Sarkozy è
davvero irritato: i leaders dell’Ue hanno
appena deciso di mantenere la pressione su
Gheddafi perchè il dittatore se ne vada;
nessuno stallo e nessuno scacco, anzi le
forze lealiste “arretrano ovunque”. Ma la
polemica non vieta a Sarkozy di marciare
sulle orme di Obama in Afghanistan: gli Stati
Uniti hanno annunciato il ritiro di 31mila
uomini su oltre 100mila entro un anno e la
Francia fa sapere che ne richiamerà
“parecchie centinaia” (su 4.000 circa).
Giampiero Gramaglia
ra. Ed è questa la ragione per cui
la primavera araba non ha nem-
meno sfiorato Dubai.
Come gli europei prima di me,
non accetto l’idea di Dubai come
antesignana della civiltà del futu-
ro. Ma debbo ammettere che per
certi versi può darsi sia proprio
così. Non solo Singapore e Hong
Kong, ma anche alcune zone di
Londra popolate oggi da ban-
chieri di passaggio e dai loro do-
mestici filippini semi-clandesti-
ni, hanno più in comune con Du-
bai che con il resto dei paesi di
appartenenza, anche se l’archi-
La rivolta
tettura è diversa. Capisco anche
che Dubai, che appare pulita, ri-
dei ragazzi
spettosa della legge e ben gover-
nata, possa sembrare un rifugio
sicuro agli occhi di persone pro-
europei
venienti da società violente e di-
sordinate come quelle del Paki- OGGI IN EDICOLA · PDF · IPHONE · IPAD
Sabato 25 giugno 2011 pagina 13

DAL MONDO

GENERAZIONE
“TUTTO
TRANNE L’ITALIA”
I giovani emigranti 2.0 e la sindrome
di un paese-burletta
di Caterina Soffici espatriati, oriundi e “naziona- Manifestazione di giovani
Londra lizzati”, cioè di origine italiana. precari (FOTO LAPRESSE)
Ma l’ultimo rapporto Migrantes
lla fine sembrava una del- dice il Rapporto Almalaurea), e la voglia di vivere in un posto

A
le liste di Vieni via con
me. Vado via perché que-
sto è il paese che ha in-
ventato il me ne frego. Vado via
per sentirmi normale. Vado via
perché non voglio vivere dove
comandano le mafie. Vado via
perché preferisco mangiare
peggio ma vivere meglio. L’al-
tra sera alla Metropolitan Uni-
versity di Londra invece non
erano Roberto Saviano e Fabio
Fazio a sciorinare i pro e i con-
tro. Al termine dell’incontro
organizzato dal Fatto “Italians
are bettere than their Prime Mini-
ster”, gli studenti sciorinavano
le loro angosce, frustrazioni,
speranze. A un certo punto un
laureato in economia in cerca
di lavoro nella City si è doman-
dato se le numerose risposte
negative non dipendessero dal
fatto di essere italiano e se po-
teva quindi chiedere i danni al
governo per la cattiva stampa.
Un’ipotesi assurda, che la sala
ha accolto con rumorosi com-
menti. Ma il semplice fatto che
uno possa formulare un tale
pensiero, la dice lunga sul sen-
timento che si respira all’este-
ro.
PROPRIO IN QUESTI gior-
ni la Fondazione Migrantes ha
emesso il suo annuale Rappor-
to e ancora una volta si scopre
che aumenta il numero delle
persone in fuga dall’Italia. Que-
st’anno sono state 90mila in più
e sarebbero quindi 4.115.235
gli italiani registrati all’Aire e
cioè ufficialmente residenti al-
l’estero. Ma il numero è sempre
stimato al ribasso, perché la
maggior parte non si registra al
consolato o all’ambasciata, spe-
cialmente più giovani e studen-
ti. Le stime del ministero degli
Esteri parlano letteralmente di
un’altra Italia che vive oltre
confine: quasi 60 milioni, tra
racconta una cosa ancora più
terribile: che i ragazzi credono
sia una sfortuna essere nati in
Italia (vorranno anche loro
chiedere i danni al governo?) e
che 4 su 10 se potessero se ne
andrebbero subito. Dove?
Ovunque, ma non lì.
Li potremmo chiamare una Ge-
nerazione TTI, Tutto Tranne l’I-
talia e chi sta al comando della
nave non ha ancora capito che i
topi scappano non solo perché
non hanno più formaggio da
mangiare, ma anche perché i le-
gnami della nave sono marci.
Talmente fradici che si rischia il
naufragio a breve. E dalla sen-
Orgoglio
e rabbia per
la situazione
politica
che seguono
e commentano
su Internet
tina di leva un tanfo insoppor-
tabile e le intercettazioni di Bi-
signani e della P4 non fanno al-
tro che confermare quello che
già sapevamo: questo paese si
fonda sul familismo amorale,
sul nepotismo, sulla corruzio-
ne, un sistema mafioso che
emana miasmi fino a migliaia di
chilometri di distanza.
Gli espatriati 2.0 seguono con
apprensione la politica italiana.
Facebook, Internet, Skype,
smartphone, Ipad: sono con-
nessi costantemente e “se quasi
la metà di coloro che si trasfe-
riscono all’estero lo fa per mi-
gliori offerte di lavoro” (come
Sono le piccole cose di tutti i bassare la cresta e chiedere scu-
gli altri perché vogliono vivere “civile”. Un posto dove si ri- giorni, il fatto che non puoi dire sa pubblicamente.
in un paese meno marcio. spettano le regole, dove i ladri “negro” e neppure “frocio” a Queste sono le cose che fanno
Prendiamo chi sbarca a Londra. vanno in galera, dove i politici qualcuno. Che non puoi urlare la differenza e sarà interessante
Non che questa città non abbia che rubano si dimettono, dove in Parlamento e mostrare fette vedere gli esiti della legge cos-
le sue magagne (traffico, vio- non ti passa neppure per la di mortadella, e neanche sbrai- siddetta del “Controesodo”, os-
lenza, prezzi folli). E l’Inghilter- mente di parcheggiare in divie- tare contro i giudici, anzi al- sia gli incentivi fiscali per il rien-
ra come paese ha le pezze al cu- to di sosta perché nel giro di die- l’Old Bailey ti devi rivolgere lo- tro dei lavoratori in Italia. Se sei
lo peggio di noi. Ma vivere qui ti ci minuti passa il vigilino e ti ap- ro dicendo Vostra Signoria. Che un cervello (ma anche un paio
fa sentire cittadino con dei di- pioppa la multa, dove si sta in se oltraggi la bandiera inglese e di braccia) in fuga che rientra lo
ritti, anche se sei straniero. coda, dove non si buttano le i simboli patriottici finisci male, Stato ti agevola facendoti paga-
cartacce per terra. Sembrano le anche se ti chiami Gilmour e sei re meno tasse per 3 anni: se sei
L’ALTRA SERA alla Metro- solite banalità e in effetti lo so- il figlio del chitarrista dei Pink uomo unica aliquota del 30%,
politan University le testimo- no. Ma la civiltà è fatta di pic- Floyd, tra le famiglie più ricche donna il 20%. Un po’ come dare
nianze erano di gente che se n’è cole cose. Non sono solo i mas- e conosciute del Regno Unito. una bella lucidata agli ottoni sul
andata per studio o lavoro, cer- simi principi e le Costituzioni E papà non chiama in Questura ponte, mentre il bastimento
to. Ma il sottofondo è la profon- (tra l’altro in Inghilterra nean- per chiedere il tuo rilascio, ma marcisce e continua a fare ac-
da sfiducia che qualcosa cambi che ce l’hanno) a fare i popoli. anzi ti consiglia che è meglio ab- qua da tutte le parti.
LA LEZIONE INGLESE
“I POLITICI VIVANO IN UNA CASA DI VETRO”
di Andrea Valdambrini Chi stabilisce come e dove l’opinione In Gran Bretagna, la magistratura, su
Londra pubblica deve cedere alla richiesta di indicazione del vip o politico di turno
privacy? può bloccare per legge la diffusione del-
la notizia. Eppure la verità viene a galla,
Itorentercettazioni, privacy e libertà di
espressione, visti da Robert Picard, diret-
di ricerca al Reuters Insitute per gli studi
Parto da un esempio. Di solito i paparazzi,
anche i più spregiudicati, non vanno a fo-
tografare i figli dei Vip. È un dato di buon
come è successo per la relazione extra-
coniugale del calciatore Ryan Giggs.
in giornalismo di Oxford. senso, se lo facessero, sarebbero condan- Siamo nell’era di internet e dei social me-
Conta di più la privacy o la libertà di nati dal giudizio della gente. Questo per di- dia, certe cose non si possono bloccare. La
stampa? re che la materia è controversa, è oggetto di legislazione britannica mi sembra sempli-
Entrambe ugualmente. Non parlerei di li- dibattito, ma il discrimine è chiaro. I limiti si cemente inefficace.
bertà di stampa però: la stampa è un’astra- discutono entro la società civile. Leggi a parte, non le sembra una que-
zione, sono le persone a essere soggetti di E il ruolo di politica e magistratura? stione che riguarda l’etica, bloccare la
diritto. Diritti individuali e accesso all’in- Le istituzioni dovrebbero legiferare il meno diffusione di certe notizie?
formazione vanno bilanciati. possibile in queste materie. La questione può variare di caso in caso. Ma
Come si fa? Ma un criterio deve esserci. l’unico limite lo stabilisce il consenso, o dis-
Andando per gradi. Mettiamo che sono un Infatti c’è. Poniamo che una persona famo- senso, della società civile.
comune cittadino, non una figura pubbli- sa frequenti prostitute. Se la gente abbia il Cittadini comuni, Vip. Il terzo gradino
ca. Non c’è motivo per cui emergano i miei diritto di saperlo è controverso e sensibile sono i politici.
orientamenti personali (essere gay, ad ai contesti sociali: prendiamo il caso di Do- Che hanno diritto al minimo della privacy
esempio): è materia privata e basta. Se in- minique Strauss-Kahn, affrontato con sen- possibile. Hanno optato per la leadership, e
vece sono une celebrità, un Vip, è diverso. sibilità diverse in Usa e Francia. Mettiamo ne devono sostenere le conseguenze. Sog-
Ho meno diritti? però che un personaggio famoso sia aper- getti pubblici fino in fondo, tutta la loro vita
No, ho un profilo non solo privato. Una par- tamente contrario alla prostituzione (alla deve essere scandagliata e sottoposta al giu-
te del mio successo è costruita nell’espor- droga, all’omosessualità, ecc.), mentre poi dizio dei cittadini (sempre entro i limiti del
mi al giudizio comune, sia io cantante, at- il suo comportamento privato si riveli l’op- buon senso, come ho già detto). L’ideale sa-
tore, calciatore. È una mia scelta, quindi de- posto di quello che predica. In questo caso rebbe che i polittici si muovessero in qual-
vo anche esser consapevole delle conse- non si tratta più di un affare privato: tutti cosa di simile a uno spazio di vetro: total-
guenze che essa produce. hanno diritto di sapere la verità. mente trasparente.

Il tour dell’Afghanistan, una bici per superare i Taliban

HASHMATULLAH BARAKZAI VINCE LA PRIMA GARA CICLISTICA NEL PAESE: 540 KM TRA VALLI, MONTAGNE E PERICOLI
di Barbara Schiavulli
on si tratta di vincere la guerra, né
Nghanistan
di perderla. Per una volta in Af-
si tratta solo di competere
e di arrivare primi. E il vincitore è Ha-
shmatullah Barakzai. Un eroe nel suo
paese, Maidan Wardak, che da anni
conosce solo le armi e la violenza.
Ma Barakzai non è un combattente,
non è un militante, è solo, o forse so-
prattutto, uno sportivo che ieri ha ta-
gliato il traguardo dopo 540 chilo-
metri di corsa, lasciandosi alle spalle
45 compagni. La sua arma è una bi-
cicletta, un caschetto e un’energia
sconfinata.
UN CAMPIONE GIÀ in altri pae-
si, due medaglie d’oro e una di bron-
zo in diverse gare eppure per lui co-
me per gli altri gli altri, questi tre gior-
ni sotto un sole cocente, non sono
stati un’esperienza come le altre: è
stata la prima volta che in Afghanistan
si disputava un tour ciclistico e i primi
15 classificati si sono qualificati per
entrare nella squadra nazionale afga-
na. 540 km da Kabul a Badakhshan
nel nord est, attraverso le insidie di un
paese impregnato di orrori. “Si è svol-
to in tre tappe, tra valli, montagne e
Una bicicletta per le strade di Kabul (FOTO ANSA)
strade sterrate, abbiamo dovuto sce-
gliere un percorso che prevedesse di
non andare nel sud, dove si combatte
– ha spiegato Mohammed Sadiqi, ca-
po della federazione afghana ciclisti-
ca – ma di sicuro, il tour non era im-
mune dai pericoli: gli incidenti stra-
dali che probabilmente fanno più vit-
Tre giorni
su due ruote
per 45 atleti
In quindici
entreranno
nella squadra
nazionale
time della guerra”. Poi il rischio di at- stata assassinato il capo della polizia
tentati, di mine piazzate sulle strade, del nord dell’Afghanistan Daud
Daud.
spesso non asfaltate e agguati dei ta-
lebani ostile allo sport e che all’epoca
del regime (1996-2001) avevano vie- IRRIDUCIBILI CON LE LORO
tato qualsiasi tipo di disciplina. biciclette colorate e i fuseaux attillati,
I quarantacinque, in tre giorni, ce hanno pedalato fino alla fine, man-
l’hanno fatta, nonostante abbiano giando polvere e pericolo, superan-
percorso a nord la pe- do gli ostacoli avvolti da un caldo sec-
ricolosa autostrada di co che ha toccato punte di 45 gradi.
Kabul, per poi supera-
re il giorno dopo il pa-
“Ci auguriamo che sempre più giova-
ni si avvicinino agli sport e che si in-
lazzo del governatore
locale, mezzo distrut-
vesta in questo settore”, ha detto il go-
vernatore di Badakhshan accoglien-
to da un’autobomba, e
abbiano raggiungen-
do i primi 15, tra i quali Hasmatullah
Tokhi di Kabul arrivato secondo e Ra-
do il terzo giorno la min Raufi della turbolenta provincia
provincia di Kunduz, di Balkh, giunto terzo. Il primo impe-
roccaforte dei taleba- gno dei nuovi atleti della nazionale?
ni del nord e sotto il de- “Parteciperanno il mese prossimo ai
bole controllo del con- giochi asiatici” ha confermato Sadiki
tingente tedesco, per che in 15 province afgane gestisce
poi approdare a Ta- 200 ciclisti professionisti tra i quali
khar dove un mese fa è venti donne.
pagina 14
di Nanni Delbecchi
F
ossimo nei panni di un politico
decideremmo di passare una se-
rata al Teatro Valle, che è occu-
pato da dodici giorni ed è pure
in posizione strategica, per ar-
rivarci non c'è nemmeno biso-
gno dell'auto blu visto che si tro-
va a due passi da Palazzo Mada-
ma. Il consiglio è di andarci con
una barba finta, naturalmente, e
non solo perché una volta rico-
nosciuto il nostro politico ri-
schierebbe qualche scambio di
vedute non dei più amorevoli;
ma soprattutto perché solo co-
sì, vedendo senza essere visto,
potrebbe fare tesoro di un'espe-
rienza alquanto istruttiva. Un'e-
sperienza che ha la singolarità,
la forza e perfino la magia degli
eventi che accadono senza es-
sere calcolati, malgrado ogni ra-
gionevole previsione contraria
(e questa potrebbe essere una
definizione del teatro stesso).
AL DODICESIMO giorno di
un'occupazione nata quasi al-
l'improvviso e che tuttavia met-
te in scena se stessa, offrendo se-
rate aperte al pubblico che van-
no regolarmente esaurite, il Val-
le sembra occupato da sempre;
o se preferite, è come se fosse
stato appena liberato. Alle 21.30
si aprono le porte; i ragazzi con il
fazzoletto rosso al polso che di-
scutono, mangiano e dormono
qui 24 ore su 24 fanno firmare
agli spettatori una petizione, poi
li fanno accomodare in sala con
un'ordine, un'efficienza e una
precisione a cui dubitiamo che il
nostro Politico (in incognito) sia
abituato. Prima che le luci si
spengano, la raccomandazione
è quella di non fumare, non par-
lare ad alta voce, non muoversi,
insomma “di avere il massimo ri-
guardo per la casa”. Gli occu-
panti lo chiamano così, il Teatro
Valle, “la casa”.
Quando comincia lo spettacolo
della solidarietà la platea si è
riempita per non più di tre quar-
ti, ma l'affluenza continuerà a
crescere, senza sosta. La prima a
calcare il palcoscenico è Elvira,
una distinta signora brizzolata
che ricorda di essere andata pri-
ma al Valle che a scuola, di esser-
si emozionata per le performan-
ce di Zacconi e Benassi alla fine
degli anni Trenta. Una spettatri-
ce di lungo corso che non vuole
prendere nemmeno in conside-
razione l'ipotesi della chiusura.
Dopo di lei arriveranno registi,
attori, gruppi, autori; ognuno
posta la sua pietruzza, ognuno si
mostra in grado di tenere la pla-
tea con il fiato sospeso, dimo-
strando che il teatro può essere
dappertutto, perfino a teatro. Il
contagioso coro Gospel Timo-
thy Martin&Amazing Grace fa
battere le mani a tutti, l'ancor
più contagiosa ballerina Aliosha
Massine, dopo avere attraversa-
to la sala a passo di tango, chiede
agli spettatori di alzarsi in piedi e
di abbracciare i loro vicini, in
pieno stile living theatre. Il no-
stro Politico (in incognito) si ri-
trova abbracciato a un'ignota vi-
cina di poltrona come fosse Ju-
SECONDOTEMPO
Sala gremita, efficienza svizzera,
cronaca di un’ordinaria serata nella
sala romana in piena autogestione
PASSIONI IN CORSO
Teatro Valle Occupato
È qui L’Italia migliore
lian Beck, e in quel momento
forse capisce come stanno le co-
se. Che il Teatro Valle è stato oc-
cupato per scongiurarne la chiu-
sura, ma non solo. È stato occu-
pato per avere garanzie sulla
qualità della prossima stagione
(affidata al Teatro di Roma diret-
to da Gabriele Lavia), ma non so-
lo. È stato occupato perché do-
po la soppressione dell'Ente Tea-
trale Italiano con un colpo di Fi-
nanziaria i suoi dipendenti sono
piombati nella precarietà e nella
mancanza di certezze che in Ita-
lia sono il destino comune dei la-
La morte di Peter Falk
Addio al Tenente Colombo
ndro Montanelli aveva
Itelevisive:
due incrollabili passioni
l'Ispettore Der-
rick e il Tenente Colombo.
Non doveva essere il solo, a
giudicare dalla longevità
con cui questa fortunatissi-
ma serie di telefilm, nata
nel 1968, continua a essere
programmata. Ancora ades-
so, girovagando su Rete4,
capita di imbattersi in quel-
l'impermeabile stropiccia-
to (sostituito una sola volta
in 35 stagioni di serial) e in
quell'impagabile aria svaga-
ta, come se il tenente inve-
ce di condurre un'indagine
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
(FOTO ANSA)
voratori dello spettacolo, ma
non solo.
IL VALLE è stato occupato per
tutte queste ragioni; ma a un trat-
to ci si è accorti che insieme al
luogo fisico era stato occupato
anche un simbolo, un'idea di fa-
re e credere nel teatro come ri-
cerca e sperimentazione che ri-
schia davvero di essere rasa al
suolo in questo paese popolato
di tetri buffi televisivi. Per que-
sto giovedì sera è stato ripropo-
sto al pubblico un momento del-
l'assemblea che si era tenuta nel
si fosse perso per i meandri
infiniti dei palinsesti digita-
li, dove i serial si sono fatti
infinitamente più sofistica-
ti, e astrusi, dei suoi poli-
zieschi vecchio stampo.
Ora che Peter Falk, malato
da tempo di Alzheimer, è
morto all'eta di 83 anni nel-
la sua casa di Beverly Hills,
tutti riprenderanno a ricor-
darlo per il suo personag-
gio, come è giusto che sia, e
non per le sue tristi vicis-
situdini personali. Negli ul-
timi anni l’attore era stato al
centro di una battaglia le-
gale tra la figlia Catherine e
in & out
Gioconda
Il Louvre non
la presterà
all’Italia:
è troppo
fragile
Inter
Gasperini
è il nuovo
tecnico. Ha
firmato per
un anno
Una delle serate-happening in scena al Teatro Valle (FOTO EMBLEMA)
pomeriggio, l'intervento del
professor Ugo Mattei, docente
di Diritto civile all'Università di
Torino, sul concetto di bene co-
mune. Il teatro è un bene comu-
ne, dice il professore, proprio
come l'acqua; vive di condivisio-
ne e la privatizzazione, al contra-
rio, lo soffoca. Non solo: essen-
do un bene immateriale, lo si
condivide fino in fondo attraver-
so la democrazia diretta. Proprio
come vale -dovrebbe valere- per
la politica.
Bello, a sentirselo dire. Ma sedu-
ti sulle sedie di velluto rosso del
la moglie Shera, causa vinta
da quest’ultima. Due anni
fa, i paparazzi lo avevano
sorpreso per le vie di Be-
verly Hills in stato confusio-
nali e quelle foto avevano
fatto il giro del mondo: ve-
stiti sgualciti, sporchi e
troppo stretti; camicia
aperta e capelli arruffati.
Soprattutto, l’aria di chi
non sa dove si trova e cosa
sta facendo.
Un contrappasso feroce
per il proverbiale l'intuito
del tenente e per il suo sti-
le, che era il trionfo dell'un-
derstatement. Un profilo
Wimbledon
La pioggia
ferma gli
incontri
della quinta
giornata
Valle si sente che è davvero così;
si rischia di accorgersi che esiste
ancora un'Italia capace di ab-
bracciare una vocazione nono-
stante tutto, pur sapendo di an-
dare incontro alla precarietà e al-
l'indifferenza. Che farà dunque
il nostro Politico (in incognito)
davanti a questi occupanti ap-
passionati? di fronte questa ri-
bellione così seria, ligia e ordina-
ta che sembra di essere finiti a
Zurigo invece che dietro Palazzo
Madama? davanti a questa serata
impeccabilmente abusiva, l'e-
satto contrario dello spettacolo
basso che non gli aveva im-
pedito di collezionare quat-
tro Emmy Award, un Gol-
den Globe e alcune nomi-
nation all’Oscar. Anche se
poi il suo nome è rimasto
legato a quell’unico perso-
naggio, e in particolare al-
l'età dell'oro degli anni
’80-’90 (le stagioni che si
continuano a rivedere an-
cora oggi). Non c'è dubbio
che il grande Cilindro, ap-
pena vedrà aggirarsi per i
Campi Elisi un signore alla
ricerca di un ristorante
messicano con indosso un
impermeabile beige, in
Sabato 25 giugno 2011
Ariccia
Vandali
distruggono
fontana
del
Bernini
di caos e ipocrisia che ogni gior-
no esibisce il potere ufficiale?
Forse si chiederà se in questa Ita-
lia in cui il capocomico di Stato è
Bruno Vespa e alla prima della
Scala l'ospite d'onore è Valeria
Marini, l'unico modo per ripren-
dersi una cosa non sia occuparla
(e d'altra parte la vita che altro è,
se non un'occupazione molto
precaria, e molto abusiva?)
CHE CI SI riesca o no, al mo-
mento sembra perfino seconda-
rio. L'aspetto più impressionan-
te di questa esperienza è la sua
forza montante, questa lotta di
uno solo che sta diventando la
battaglia di tutti, la sensazione
che il Valle sia il posto giusto al
momento giusto. Forse anche
solo un anno fa questa occupa-
zione sarebbe durata un paio di
giorni, una settimana e poi tutto
sarebbe rientrato nei ranghi. In-
vece le settimane sono quasi due
e il vento continua a soffiare, chi
non ci crede faccia lo prova di
persona, e vedrà che i ricordi di
una spettatrice o un tecnico che
racconta le sue peripezie posso-
no incantare più di Lawrence
Olivier in Amleto.
A mezzanotte si riaccendono le
luci, il nostro Politico (in inco-
gnito) vede che la sala ha con-
tinuato a riempirsi fino all'ulti-
mo ordine dei palchi. L’opposto
di quanto accade ogni sera in
ogni teatro. Ma questo, stasera,
non è un teatro solo. C'è qual-
cosa, nell'aria del Valle, che
mette in scena l'Italia migliore,
quella orgogliosa di credere in
quello che fa e pronta a tutto per
difenderlo, qualcosa di straordi-
nariamente politico per un Pae-
se che vede la politica grufolare
ogni giorno più in basso. È una
storia d'amore, questa del Valle
occupato, perfino di amore cor-
risposto: occupate un teatro, e
anche il teatro vi occuperà.
Peter Falk (FOTO ANSA)
bocca un sigaro mezzo
spento e al volante di una
Peugeot 403 cabrio del
1959, lo fermerà subito e
gli chiederà un autografo.
(n.d.)
Sabato 25 giugno 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

IL GRAND TOUR / DEL REGISTA

PRO LOCO WOODY ALLEN

Londra, Barcellona, Parigi e adesso Roma
Il newyorchese doc e la magnifica ossessione europea
bientata a San Francisco. Poi la lo-
cation cambia e, con lei, la sce-
neggiatura. Nel film, poi, tutti be-
vono vini spagnoli (non c’è quasi
una scena in cui i protagonisti
non abbiano un bicchiere in ma-
no) e le turiste americane visitano
scenari da brochure turistica. Fir-
mata Gaudì.
PER NON PARLARE di Pari-
gi. Una città “incredibile! Non c’è
nessuna città come questa nel
mondo”, dice Owen Wilson, pro-
tagonista di Midnight in Paris. Nel
film il regista dichiara gli intenti
in maniera inequivocabile: l’ini-
zio ricorda proprio quello di Ma-
nhattan, con una serie di “carto-
line” dalla città. Di cui poi vedre-
mo il lungo Senna, la Tour Eiffel,
l’Arco di Trionfo. Parigi, del re-
sto, è co-protagonista (assieme a
Venezia) della prima vera trasfer-
ta europea di Allen, quella di Tutti
Woody Allen in piazza della Repubblica, a Roma, per un sopralluogo (FOTO ANSA) dicono I love you (1996). Ma è solo
in questi anni che Allen si è dav-
di Elisa Battistini funzioni e Incontrerai l’uomo dei tuoi da set e, in cambio, le immortala vero scatenato e l’uscita dai patri
sogni, per poi rifare i bagagli e an- in modo quasi agiografico. Vicky confini (e dalla natìa città) è or-
ew York era la sua cit- dare a Parigi. Con tanto di pre- Cristina Barcelona (operetta morale
sembrava mancargli l’aria? Forse
Allen ha deciso di coniugare lavo-
ro e piacere. Un po’ come un pen-
sionato (ma che pensionato!)
che va e viene per le grandi ca-
pitali che ha sempre amato. Men-
tre nei giorni scorsi i suoi colla-
boratori hanno effettuato sopral-
luoghi in tutto il centro, ieri il re-
gista era in piazza della Repubbli-
ca in cerca di location. E, anche
mercoledì, quando Allen si è pre-
sentato in Campidoglio, ha spie-
gato agli stupiti dipendenti che
stava guardando. Per dove girare,
ovviamente. E il Campidoglio pa-
Ieri lezione di
cinema al Centro
Sperimentale
Il Ghetto della
capitale tra le
location scelte
re una delle location scelte. Così
come il Ghetto (tra il Lungoteve-
re e piazza Argentina) che gli è
piaciuto moltissimo. A Cinecittà
le riprese degli interni.
Ieri mattina, il genio (cappellino
da pescatore, camicia celeste e
pantaloni beige) ha incontrato
anche, per mezz’ora, gli allievi
del Centro Sperimentale di Cine-
matografia. A cui ha detto che,
più che la tecnica, nel cinema
conta l’istinto. E ha aggiunto che i
“divieti” spesso vanno superati:
“Pensate a quando era sconsiglia-
to l'uso eccessivo dei primi piani.
Poi è arrivato Ingmar Bergman
che ne ha usati uno dietro l'altro e
non è stato più un tabù”. Già, Ber-
gman. L’altra ossessione, il Mae-
stro di cui – dice Allen – non si
sentirà mai mai mai all’altezza. E
che stava rintanato nella sua Sve-
zia quando non nella sua isola, Få-
rö. A Woody Allen, prima o poi,
però qualcuno dovrà dire (e con-
vincerlo) che all’opera di Ber-
gman, non ha nulla da invidiare. E
che il suo Grand Tour, qualunque
cosa produrrà (e Match Point basta

“N
tà. E lo sarebbe sempre
stata”. Così parlò Woo-
dy Allen, all’inizio di
Manhattan. È il 1979 e l’uomo che
ha cambiato la storia della comi-
cità (e non solo) ha 44 anni. È lo
stanziale per eccellenza. Newyor-
chese fino al midollo, inorridito
dalla West Coast (Los Angeles è
un incubo, come dichiara in Io e
Annie). Ipocondriaco, si sa. Molto
abitudinario. Anche nel coltiva-
re la sua passione per il jazz: dagli
anni Settanta lui e la sua New Or-
leans Jazz Band suonano tutti i lu-
nedì in un locale di Manhattan.
Prima al Michael’s Pub, poi al Ca-
fè Carlyle. Ma, probabilmente,
negli ultimi anni i suoi estimatori
non lo hanno trovato spesso sul
palco con il clarinetto in mano.
Perché dal 2005, Mr Allen ha qua-
si sempre le valigie in mano. Ora
è a Roma, dove l’11 luglio è pre-
visto l’inizio delle riprese del suo
nuovo film (titolo provvisorio
The Bop Decameron ma si parla an-
che di Bella ciao). Ma prima è sta-
to a Londra, dove ha girato tre
film, poi a Barcellona, poi è tor-
nato un po’ nella sua adorata cit-
tà, dove ha realizzato Basta che
miére dame, Carlà, in una picco-
la parte in Midnight in Paris. E ora,
Italia.
ANCHE SE GIOVEDÌ, men-
tre si aggirava tra i Fori Imperiali e
il Campidoglio, non ha trovato il
sindaco Alemanno ad accoglierlo
(pare si vedranno a inizio luglio).
Veltroni, c’è da starne certi, non
se lo sarebbe lasciato sfuggire. Ma
i tempi cambiano per la politica
capitolina e anche per questo
splendido 75enne per il quale
l’Europa è da sempre il sogno, il
paradiso. Allen, da Match Point a
oggi ha realizzato il suo persona-
lissimo “Grand Tour” della terza
età. Viaggio in Europa. Da sempre
si sente più amato nel Vecchio
continente che nel Nuovo mon-
do, dove i suoi film incassano me-
no. E la co-produzione, alla fine,
ripaga l’ammirazione. Non che
prima di Match Point Woody Allen
non avesse mai usato soldi stra-
nieri (Anything else , del 2003, è una
coproduzione Usa-Francia-Gran
Bretagna). Ma certo, non è tutto
qui. Ora Allen ama viaggiare,
spende parole di incredibile en-
tusiasmo per le città che gli fanno
molto graziosa) a tratti sembra pe-
rò uno spot, visto che è stata pro-
prio la municipalità catalana a in-
vitare il regista a girare lì. Addirit-
tura, la storia del “quadrilatero”
amoroso tra Penelope Cruz, Ja-
vier Bardem, Scarlett Johansson e
Rebecca Hall doveva essere am-
LAZIO NEI GUAI
Due milioni per l’Olimpico,
Lotito non vuole pagare:
“Quella del Coni è estorsione”
di Giancarlo Padovan
Lro,atragica
guerra di Claudio non è
come quella di Pie-
però è una guerra vera. Con
pochi alleati (anche se buoni,
Alemanno su tutti) e molti ne-
mici. Non che gli dispiaccia:
Lotito da mesi ha indossato i
panni del barricadiero quale
rappresentante della Lega di
serie A sul contratto collettivo,
mai sistematica. Con la Spagna,
però, a livello economico c’è più
di un flirt, visto che sia Midnight in
Paris che il film italiano (targato
anche Medusa) sono co-produ-
zioni spagnole. Insomma, cos’è
successo al newyorchese più ne-
wyorchese del mondo? Quello
che, se lo toglievi da Central Park,
non ritorno. Almeno a livello
dialettico. Infatti la reazione
del mite Gianni Petrucci, per la
cronaca, laziale al pari di Loti-
to, è stata furibonda: “Non ho
mai udito un dirigente sporti-
vo, peraltro consigliere federa-
le, esprimersi in questo modo
nei confronti della massima
istituzione dello sport italia-
per gli esterni
prietario dello stadio Olimpi-
co, aspetta quasi due milioni
per l’utilizzo dell’impianto. Un
debito, né più, né meno. Senza
il ripianamento del quale la La-
zio non si potrebbe iscrivere né
alla serie A, né all’Europa Lea-
gue. In realtà, forse come se-
gnale di pace, ieri pomeriggio
il Coni ha consentito alla Lazio
di usufruire dell’impianto an-
che per la prossima stagione.
e avanza) si addice perfettamente
alla sua innata nobiltà.
Il presidente della Lazio, Lotito (FOTO ANSA)
contrarsi. Non una diserzione,
quella di Petrucci, ma una scel-
ta chiara e già anticipata da ven-
tiquattrore: “Non ho nessuna
intenzione di incontrare chi ha
consistenti debiti verso la Coni
Servizi e pervicacemente si
ostina a non onorarli. Chiedo
alle istituzioni di avere rispetto
per il Coni così come il Coni ri-
spetta le istituzioni”. Come di-
re: Alemanno sta’ al posto tuo.

STILE LIBERO
accordo prima trovato con
l’Associazione Calciatori, al-
meno così sembrava, e poi mo-
TAKASHI NON TAKESHI: dificato, quindi congelato.
Una settimana fa, in Consiglio
QUELLO È UN ALTRO federale, sull’argomento (ma
c’entrava anche un’intervista
in cui Lotito rievocava il “tin-
fan di Kitano obietteranno che questo non è il vero tinnio di manette” a proposito
“I Kitano. Giusto. Ma è meglio così. Certi autori sono
anche più bravi quando s’allontanano dai loro vezzi”.
degli arbitri e delle scommes-
se), il presidente della Lazio ha
Diciamo che i fan di Kitano obietteranno a Giorgio Car- fatto perdere le staffe anche al
bone che il film da lui recensito ieri su Libero, 13 assassini, numero 1 della Federcalcio,
proprio non è di Takeshi Kitano, quello che ha vinto il Giancarlo Abete, mediatore
Leone d’Oro per Hana-bi. Ma è di Takashi Miike, il più nato, uomo paziente e rispet-
prolifico regista nipponico, quello di Ichi the killer. Non- toso del protocollo.
ché uno dei cineasti più violenti, controversi e affasci-
nanti degli ultimi anni. Il film di Miike è recensito però VEDERE ABETE sbattere
con la piena convinzione che l’autore sia quell’altro, tre volte il palmo della mano
Kitano. Non solo nel pezzo, ma anche nella “schedina” sul tavolo, alzando la voce e re-
che ci informa che il film dura 2 ore e 6 minuti, appar- plicando duro alle argomenta-
tiene al genere “avventura”, ecc. Regia: Kitano. Takeshi zioni di Lotito, ha lasciato tutti
o Takashi: questione di una lettera. Ma questione anche di sasso. Evidentemente era so-
di una svista colossale. Specialmente se si conclude che lo un passaggio: Claudio il cal-
certi registi sono meglio quando cambiano registro. Si do stava alzando i toni nella sua
vede che, inconsciamente, Carbone non amava Kitano non personalissima battaglia
e forse la sua vera passione era per il regista che con Sulle contro le istituzioni sportive.
tracce del terrore ha realizzato l’unico episodio censurato Ieri, parlando di “estorsione”
della serie dei Masters of Horror. El. Ba. da parte del Coni, ha probabil-
mente raggiunto il punto di
Petrucci replica:
“Bel messaggio
di onestà
intellettuale
da un imputato
di frode
sportiva”
no”. Evidentemente non basta-
va se Petrucci ha rincarato sar-
castico: “Da un imputato di fro-
de sportiva davanti ad un tribu-
nale della Repubblica, questo è
bel messaggio di onestà intel-
lettuale”. Il punto di non ritor-
no sta più nella replica che nel-
l’affondo. Perché quando a li-
vello istituzionale si arriva a in-
vocare le querele, il tempo del
confronto è finito. La questio-
ne è semplice e onestamente
non equivocabile: il Coni, pro-
Un mese e mezzo fa, invece,
scadevano i termini per ottene-
re la licenza Uefa. E la Lazio,
non volendo onorare le pen-
denze con il Coni, ha indicato
lo stadio Franchi di Firenze.
Sembrava una provocazione.
Invece era l’inizio di un conflit-
to. Il resto è stato un rapido ro-
tolare a chi si scomponeva di
più. Ieri l’accensione definitiva
con la sentenza del tribunale di
Roma che ha accolto l’istanza
presentata dalla Coni Servizi
sul debito maturato dalla Lazio
per il canone d’affitto (dal 2 no-
vembre a oggi 2 milioni e 60 mi-
la euro).
Ovviamente il Coni avrà la fa-
coltà di esercitare azioni esecu-
tive se entro il 30 giugno non
incasserà quanto dovuto. A far
invelenire Lotito, oltre alla sen-
tenza, l’assenza del Coni al ta-
volo tecnico in Prefettura, cui
erano invitati anche Lazio e Co-
mune. L’idea era stata del sin-
daco di Roma, Gianni Aleman-
no, che aveva sollecitato il pre-
sidente Petrucci e Lotito ad in-
NON PAGO DI AVERE
messo Petrucci contro Ale-
manno, Lotito si è superato
con le parole, spostando il pro-
blema del debito per lo stadio a
quello del nuovo contratto:
“Questa è un’estorsione del
Coni. Premono perché la Ro-
ma ha firmato. A me quello che
fa la Roma non interessa. Io vo-
glio un contratto che sia in rap-
porto con le mie possibilità”.
Debito e nuovo contratto sono
questioni legate, anche se l’am-
missione del debito da parte
della Lazio, è chiara: “La firma
del nuovo contratto era condi-
zionata al saldo dei due milioni
di euro di debito pregresso, ma
non essendoci stato non è da
considerarsi valido. Quando
arriverà il decreto ingiuntivo,
lo onoreremo. Ma vogliamo ini-
ziare la nuova stagione con un
contratto in linea con i valori di
mercato e dei principi dello
sport”. Anche provando a esse-
re d’accordo, l’estorsione do-
v’è?
pagina 16 Sabato 25 giugno 2011

SECONDO TEMPO

SALISCENDI

TELE COMANDO
TG PAPI
+ Alfonso Papa). Meglio essere
più seri sulle cose serie: lo sa- di Carlo Tecce
La tv
spiaggiata
così. In commissione di Vigi- naca politica, mentre il Vespa

Draghi? Tutto pete che la metà del raccolto

delle castagne è andato perso
l’anno scorso a causa di un ani-
maletto arrivato dalla Cina?
Mannaggia al parassitismo (glo-
n televisione c’è la cattiva
Il’informazione
tradizione di sospendere
da giugno a
settembre. Come se le noti-
lanza, per le solite audizioni
di buoni propositi, il diretto-
re generale Lei ha invitato la
Rai a informare persino con il
sole di agosto, ma ormai negli
estivo (e pure invernale) fa
ben altro. Consolano i gior-
nali liberi (attenzione, non Li-
bero), la buona informazione
in Rete, eppure guai a igno-

merito di B. bale). Infine, uno splendido

Luciano Onder intervistato
come esperto sulle misure sani-
tarie antimunnezza: “Lavare le
mani. Ma più volte al giorno”.
di Chiara Paolin di mafia e di Melania per tor-
nare a bomba sul Bisi con la fa- g3
zie andassero in vacanza in-
sieme con le scuole. Più nel
male che nel bene, la televi-
sione è per molti l’unica fon-
te per sapere o intuire qual-
cosa fra un editoriale di Au-
gusto Minzolini al Tg1 e una
studi sono rimaste soltanto le
sedie lasciata durante i traslo-
chi. Curioso il servizio pub-
blico parziale: nove mesi ma-
gari, tre mesi non sia mai. E
rare la televisione come pe-
santissimo e influente mezzo
che orienta l’opinione pub-
blico: certo, la sinistra l’ha ca-
pito con vent’anni di ritardo,
per Mediaset, forse, l’estate il compreso il colossale conflit-
periodo migliore: non c’è to di interessi del signor B.,

T g1
Peperepepèèè, udite udite
tutti, Draghi ha conquistato la
Bce grazie a Berlusconi (che
adesso vi farà una manovrina
quasi indolore) mentre Alfano
ripete allo sfinimento che è uno
schifo intercettare la criccona a
spese dei contribuenti – già tar-
tassati dai maneggi P4. Urge un
salutare bavaglio a stampa e ma-
gistrati. Che, peraltro, sono cat-
tivissimi. Infatti il procuratore
di Napoli Lepore insiste col di-
re che la P4 non è una sintesi tra
Novella2000 e il Grande Fratel-
lo anche quando l’inviata Gra-
zia Graziadei fa la furba: avete
inventato il reato di frequenta-
zione di Bisignani? Non sarà
che anche stavolta Woodcock
ha toppato? “Assolutamente
no” si ostina Lepore. “Sono tutti
ladri” aggiunge un concittadi-
no aggirandosi tra cumuli di
spazzatura: come dire, la mon-
nezza ci accomuna. Poi un po’
volosa rubrichina Media. “Per-
sino il Fatto ha dovuto ammet-
tere che il reato di associazione
segreta è indimostrabile – reci-
ta la litanìa –. Allora perché Pa-
dellaro e Travaglio continuano
a pubblicare le intercettazio-
ni?”. Forza Minzo che ci arrivi.
(Aiutino: comincia con la g fi-
nisce con iornalismo).
g2
T Viva Draghi, ciao Bini Sma-
ghi, e soprattutto speriamo che
la baracca Ue regga. Idem per
l’Italia, dove la Rai vorrebbe
scatenare l’ufficio legale per
chiedere i danni a Masi. Lui,
prontissimo, ribatte: “Dimo-
strerò la mia correttezza”. Con-
ferma Anna Maria Bernini, la
quasi ministra della Giustizia a
suo tempo rimbalzata da Napo-
litano: “Le intercettazioni sono
un genere approssimativo e il-
legittimo” ha detto col volto
più spigoloso che mai (copy
T Manovra delle mie brame,
sarai tu la salvezza del reame?
“Prodromica” la definisce Ber-
lusca, cioè leggerina. Mica il
monstre da 45 miliardi di cui
parla Tremonti: taglio agli sti-
pendi dei politici, tassazione
delle rendite finanziarie, elec-
tion day obbligatorio. “Sì, ma
l’Italia non cresce” risponde
Tito Boeri in studio –. Senza
tassazione più leggera sul lavo-
ro, non si va da nessuna parte”.
Vai col servizio Confindu-
stria-Cgil-Cisl-Uil, ovvero prove
tecniche di nuovo contratto.
Scene da un Paese normale, cui
segue la tragedia napoletana
con accento padano: “Voleran-
no sedie in Consiglio dei mini-
stri se si vuol portare in giro per
l’Italia la spazzatura” tuona Cal-
deroli. Nel frattempo, volano
coltelli di governo. “Il nanerot-
tolo è accerchiato da clown e
ballerine” sintetizza l’onorevo-
le Lehner. Sarà rilevante?
ricetta culinaria di Clemente
Mimun al Tg5. Anche il pub-
blico televisivo è diventato,
inconsciamente, bipolare:
una parte ascolta ancora le
veline di governo (tre tele-
giornali di Mediaset, due in
Rai), una parte segue il TgLa7
di Enrico Mentana e il Tg3
di Bianca Berlinguer. Giovedì
sera i due telegiornali più im-
portanti – per cifre, sia chiaro
– hanno totalizzato 7,5 milio-
ni di telespettatori: dimenti-
cate le vette di otto o nove
milioni di italiani, il Tg1 ha
fermato la discesa a 3,913 mi-
lioni, il Tg5 a 3,587. In teoria:
è un segnale positivo. In pra-
tica: persa la fiducia nei te-
legiornali di governo, c'è spa-
zio per avere un’informazio-
ne normale in tv? Esclusi
Mentana e Berlinguer, c’è il
nulla cosmico perché quei
due o tre programmi seri Rai
sono in ferie, forse è comodo
nemmeno l’imbarazzo di ac-
cendere le telecamere sui for-
nelli di Signorini o le crona-
che rosa di Matrix. Anzi, per
affiancare Minzolini e Mi-
mun, Rete4 potrebbe esordi-
re a luglio con una trasmis-
sione di approfondimento
politico con Alessandro Ban-
fi, il condirettore di Videone-
ws, la testata di Mediaset che
gestisce quel che resta delle
redazioni giornalistiche. Ma
chi avesse nostalgia di Bruno
Vespa, per motivi di contrat-
to e di extra, sarà felice di
beccarsi Porta a Porta anche a
ferragosto per memorabili
puntate su principi e dinastie
o cose impegnate del genere.
Almeno così era l’anno scor-
so, mentre i finiani uscivano
dal governo. Quella era cro-
Augusto Minzolini
direttore
del Tg1
ma proprio adesso sarebbe
un peccato imperdonabile
imitarli. Chi col caldo ha un
senso di rilassamento, potrà
dire: in fondo, che diavolo sta
succedendo qui in Italia? Se
non fuori, tanto per rimarca-
re i nostri orizzonti ombeli-
cali. Un paio di cosette: un’in-
chiesta ha tolto il cappuccio
a una presunta loggia o lobby,
il significato è simile, un si-
stema di potere occulto ben
visibile a Palazzo Chigi – di
Luigi Bisignani – che detta-
va l’agenda e le poltrone a
enormi (per fatturato e im-
portanza) aziende economi-
che e culturali. E poi: le pri-
me gomitate nella Lega Nord,
pensionato il dito medio,
adesso usano le braccia; il go-
verno inesistente con un pre-
sidente sonnolente. Quello
che in televisione, in maggio-
ranza, non esiste.
c .tecce@ilfattoquotidiano.it

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TG Regione - Meteo
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PO Meteo
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PO Meteo
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22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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PO Meteo
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23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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Meteo 5
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Meteo 5
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ni" "Abbondanza"
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Meteo 5 Notte
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ma Sprint (REPLICA)
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Professione Detective
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Motomondiale 2011 GP
Olanda: Gara Classe 125cc
(DIRETTA)
13.15 EVENTO SPORTIVO
Motomondiale 2011 GP
Olanda: Gara Classe
Moto2 (DIRETTA)
15.00 EVENTO SPORTIVO
Motomondiale 2011 GP
Olanda: Gara Classe
MotoGP (DIRETTA)
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Grand Prix - Fuori Giri
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18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 CARTONI ANIMATI
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21.10 FILM Captain Zoom
- Ogni squadra ha bisogno
di un leader
22.55 FILM Hong Kong col-
po su colpo
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Moda (REPLICA)
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Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Carabinieri
7 "La grande stangata"
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 TELEFILM Poirot
16.00 TELEFILM Detective
Monk
17.55 NOTIZIARIO Naviga-
re Informati
18.00 DOCUMENTARIO La
baia dei predatori
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Siska
21.10 TELEFILM Law &
Order - Criminal Intent
23.00 TELEFILM Law &
Order - Unità Speciale
23.55 TELEFILM 24
1.05 NOTIZIARIO TG4
Night News
1.25 DOCUMENTI Dietro
le quinte
11.00 ATTUALITÀ Il meglio
di Prossima Fermata
11.35 TELEFILM Ultime dal
cielo "All'ultimo minuto"
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 TELEFILM Dio vede e
provvede "La suora spac-
cona"
16.05 FILM The Net -
Intrappolata nella rete
18.00 TELEFILM Relic Hun-
ter "Affari di cuore" "Il
grande illusionista"
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
"Quanto costa "La
Casta"?"
21.30 TELEFILM L'ispettore
Barnaby "L'ombra furtiva"
23.30 TELEFILM New Tricks
"Tre donne scomparse"
0.30 NOTIZIARIO TG La7
0.40 ATTUALITÀ M.O.D.A
1.25 FILM Siamo tutti
inquilini
3.40 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Miracolo a Sant'Anna
Stati Uniti.Anni ’80. In un ufficio po-
stale un impiegato di colore spara a
bruciapelo a un utente italoamericano.
L’uomo viene arrestato e nella sua abi-
tazione viene trovata la testa di una
statua che ornava un ponte di Firenze.
La scena si sposta in Toscana, nel 1944.
Quattro soldati neri americani della
92a Divisione “Buffalo Soldiers”vengo-
no isolati dai commilitoni e si ritrovano
in un paesino degli Appennini.
Rai 3 20,30
/ Captain Zoom
Zoom è un ex super eroe andato in pen-
sione. Spinto dall’agenzia governativa
per cui lavorava, torna in pista per
diventare il mentore di un gruppo di
volenterosi super eroi cadetti, costretti
loro malgrado a crescere alla svelta e
salvare il mondo da un impellente
minaccia. Insieme alla dottoressa Hal-
loway, Zoom sceglie i quattro migliori
piccoli eroi. Inizia così il periodo di
addestramento...
Italia 1 21,10
 GP d’Olanda - MotoGP  Un giorno in Pretura
Come da tradizione, il Gran Premio Ancora una volta c’è la cocaina dietro
d’Olanda, sull’impegnativo circuito di la cieca ferocia che muove i rapinatori
Assen, si corre di sabato.Ancora una pronti a tutto per procurarsi i soldi uti-
volta il favorito per la vittoria sembra li per procurarsi la droga. Rapinatori
essere l’australiano della Honda Casey maldestri, violenti, senza nessun rispet-
Stoner, già leader del Mondiale. Prove- to per la vita umana. Per la morte di
ranno a fermarlo il Campione del Mon- Angela Enrica Panzeri, 85 anni, vengo-
do Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, for- no processati un italiano e tre albanesi,
/ Le pagine della nostra vita  In Onda
te di alcuni aggiornamenti sulla sua che fecero irruzione in casa sua e la
Siamo in una casa di riposo. Un anzia- A quattro anni di distanza dall’uscita
Ducati. Da tenere d’occhio anche uccisero senza pietà. In questa puntata
no signore legge, ogni giorno, a una don- del libro inchiesta “La Casta”e curato
Andrea Dovizioso e Marco Simoncelli. la sentenza definitiva.
na la stessa storia. Una storia che parla dai due giornalisti del Corriere della
di due ragazzi, Allie Hamilton e Noah
Italia 1 15,00 Sera Gian Antonio Stella e Sergio Riz-
Rai 3 23,30
Calhoun.Allie e Noah si sono incontrati zo, e in un momento in cui la politica fa
un’estate. Erano gli anni Trenta.Tra esplicita richiesta di sacrifici ai cittadi-
loro è subito sbocciato l’amore. Ma Allie ni a “In onda”si traccerà un bilancio di
proveniva da una famiglia ricca e Noah cosa è cambiato in materia di sprechi e
non aveva nulla da offrirele. Trascorro- privilegi della politica italiana. Ospiti in
no sette anni, 365 lettere scritte da studio Sergio Rizzo, il direttore News
Noah e mai ricevute da Allie. Mediaset Mario Giordano.
Rai 1 21,20 La7 20,30
Sabato 25 giugno 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
“ATTACCHEREMO ANCHE LA LEGA”
WEB
di Federico Mello
è GLI EGIZIANI: “SALVARE LA RIVOLUZIONE”
APPUNTAMENTO IN PIAZZA PER L’8 LUGLIO
Gli attivisti egiziani hanno indetto per l’8 luglio una nuova
manifestazione per “salvare la rivoluzione”. È quanto si
legge su Facebook, dove alcuni attivisti hanno creato la
pagina: “La seconda rivoluzione della rabbia” per invitare i
politici ad abbandonare i dibattiti sulle elezioni e
concentrarsi sugli obiettivi della rivolta. “A tutte le forze
Commenti al video su
ilFattoQuotidiano.it:
“La7, Mentana:
‘Saviano ingombrante?
Buon per noi’”
di Franz Baraggino
politiche diciamo che prima di tutto si deve salvare la

Hacker è FB CAMPIONE DI PUBBLICITÀ

SUPERERÀ YAHOO NELL’ANNO IN CORSO
Quest’anno Facebook supererà Yahoo
rivoluzione e l’Egitto. La nostra rivoluzione
sta crollando” recita un comunicato sulla
pagina che conta già 55 mila membri. Secondo
gli attivisti le principali richieste della base che
si è sollevata contro Mubarak, ovvero la difesa
è FACCI al La7? Meno
male che c’è il telecomando.

è L’OBIETTIVO delle
rosacamuna

e indignati come più grande venditore di pubblicità in

Sannoono hacker ma anche “Indi-
gnados”. Sono nati lo scorso
in supporto a Julian Assan-
ge e alla sua battaglia per la tra-
sparenza e si sono fatti conosce-
re attaccando siti dei governi
nel mondo in protesta contro
leggi liberticide (a cominciare
dalla Turchia che vuole filtrare
la Rete); colpendo siti istituzio-
nali (come quelli del Senato Usa
e della stessa Cia) e commerciali
(Sony e Nintendo) per dimostra-
re la loro abilità. Sono due grup-
pi: Anonymous e Lulz Security
che proprio ultimamente han-
no stretto un patto per poi lan-
ciare la loro attività anche in Ita-
lia con degli attacchi informati-
ci martedì e mercoledì ai siti del
governo, di Silvio Berlusconi e
del Popolo della libertà. Ora,
con un nuovo comunicato pub-
blicato ieri sul blog ufficiale, an-
che la Lega Nord finisce nel loro
mirino. “A tutti i liberi cittadini
del mondo – scrivono – noi sia-
mo Anonymous e da tempo os-
serviamo e tolleriamo le nefan-
dezze e il generale senso di ana-
cronismo del cosiddetto partito
politico Lega Nord. Da tempo
osserviamo come ne siano basi
discutibili il razzismo, la xeno-
fobia, l’ultranazionalismo e,
perdonateci, la generale igno-
ranza, oltre a un triste qualun-
quismo”. “Congratulazioni –
concludono – ora avete la nostra
attenzione e non vi sta piacen-
do. Perché ogni qualvolta che si
discuterà di migranti come se
fossero pacchi, per ogni volta
che si faranno baratti con Mr
Berlusconi, Anonymous avrà da
esprimere la sua opinione, pro-
testando con i mezzi a noi usua-
li”. Per ora il sito della Lega non
ha registrato problemi. Ma la
scorsa settimana in un video in
cui il volto di Guy Fawkes, la ma-
schera di V per vendetta, era stato
sovrapposto a quello di Berlu-
sconi gli hacker avevano avver-
tito: “Governo italiano, sei sotto
osservazione, l’informazione
nel Paese non è libera. Noi non
perdoniamo. Noi non dimenti-
chiamo. Aspettaci”. E in Rete
monta la curiosità e la simpatia
per gli hacker indignati.
f.mello@ilfattoquoitidiano.it
Internet negli Stati Uniti. Lo prevede uno
studio di eMarketer, secondo
cui le entrate della creatura di
Mark Zuckerberg saliranno
dei diritti e delle libertà civili, non sono state
ancora soddisfatte.
forze del Male è impadronirsi
della RAI e spegnere
qualsiasi forma di dissenso e
critica al Regime, qualsiasi.
Quindi solo minzolinate &
di ben l’80,9 per cento a 2,19
miliardi di dollari, pari a una
quota del 17,7 per cento del
minchiate per stordire quel
poco di neurone sociale che
è rimasto, dopo 30 anni di
mercato. Una stima che viene mediaset, demolito a forza di
vista con interesse dalle tette e cronaca nera.
aziende di tutto il settore, casalingo
compresa la farmaceutica. La
fetta conquistata da Yahoo, è VISTE tutte le critiche a
nel frattempo, scenderà dal Facci e alla 7. Ritengo che
14,4 per cento del 2010 al Facci vada bene alla 7, anche
13,1 per cento. se non sono d’accordo con
le sue idee, con la sua
presenza La7 si dimostra una
TV in linea con tutti e non
solo una TV di sinistra come
Mediaset è una TV di sola
destra.
senza speranza
è FACCI A LA7? Peccato.
La guarderò meno.
massimo B
è MI SEMBRA ormai
chiara la tattica messa in atto
dai dirigenti Rai, distruggere
l’azienda, si capisce molto
bene a favore di chi. A
questo punto non ci resta
Il video di Anonymous; che affrettare più possibile la
il logo di Lulz Security; il comunicato cosa non pagando più il
di Anonymous; un particolare canone.
della copertina di Android Karenina mariop

I FILM LO SPORT è QUANDO la Tai

l’avranno spogliata
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
GREGOR SAMSA È UN GATTO perbenino, comincerà ad
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
DALL’EDITORE DI “ANDROID KARENINA” essere piena di debiti,
“Una mattina Gregor Samsa, destandosi nessuno la troverà più
17.20 Boy Girl SCF 14.00 Tennis, Grande Slam
da sogni inquieti, si trovò mutato, nel suo letto, in interessante, allora sarà
17.45 Soul Men SCH 2011 Da Londra Wimbledon: 6a
un adorabile gattino”. Inizia così “The molto facile privatizzarla e
17.45 Io & Marilyn SCC giornata (Diretta) SP3
Meowmorphosis”, la nuova irriverente rivisitazione darla via per due soldi. Noi,
18.00 Il Signore degli Anelli - 14.30 Golf, PGA European Tour del grande classico della letteratura di Franz Kafka, “La tutti contenti guarderemo
Le due Torri SC1 2011 BMW International Open: metamorfosi” (1915), pubblicata negli Stati Uniti da Santoro sulla “Sette”,
18.55 Paura d'amare SCP 3a giornata (Diretta) SP2 Quirk Books. Samsa nell’originale kafkiano non era del Saviano e quanti altri nè
19.00 Don't say a word SCM 18.30 Beach volley, Campionato tutto adorabile: era un scarafaggio enorme e vorranno mettere.
19.15 Il sogno di Calvin SCF italiano 2011 Cosenza: qualifi- ripugnante che si aggirava per la stanza per poi Rammento che la rai
19.25 La cosa più dolce... SCC cazioni (Diretta) SP2 riposare le zampette rattrappite sul divano. Quirk possiede un grande
19.30 Basta che funzioni SCH 19.30 Basket, Serie A maschile Books è lo stesso editore di Philadelphia che ha già patrimonio in ripetitori, una
21.00 Partner(S) SCP 2010/2011 Playoff - Finale, Gara 5 pubblicato, con successo internazionale, originali rete per trasmettere che
21.00 After.Life SCM Montepaschi Siena - Bennet remix letterari come “Orgoglio e pregiudizio e nessun’altro ha (il tutto
21.00 Maga Martina e il libro Cantù (Sintesi) SP2 zombie”, dove le sorelle Bennet create da Jane Austen costruito con i nostri soldi) e
magico del draghetto SCF 20.30 Rugby, Super 15 2011 si trovano alle prese con un’orda famelica di morti quando passerà in altre mani,
21.00 Amore a prima vista SCC Playoff Crusaders - Sharks viventi, e “Android Karenina”, uscito per il centenario le altre emittenti dovranno ai
21.10 Michael Jackson - This (Replica) SP2 della morte di Lev Tolstoj e che vede i nuovi padroni chiedere
Is It SCH 22.00 Tennis, Grande Slam personaggi del grande romanzo dello scrittore permessi. Poi se questi
21.10 Il Signore degli Anelli - 2011 Da Londra Wimbledon: russo ambientati in un mondo popolato da permessi a qualcuno
Il ritorno del Re SC1 6a giornata (Replica) SP3 robot ed androidi. “The Meowmorphosis” è verranno negati perchè non
22.35 Vampiro a Brooklyn SCC 22.15 Golf, PGA European Tour firmato da Coleridge Cook, uno pseudonimo in sintonia faremo… “mea
22.35 Non sono stato io SCF 2011 BMW International Open: che nasconderebbe un noto scrittore culpa mea culpamea maxima
22.40 Notorious SCP 3a giornata (Replica) SP2 americano. Cook ha preso spunto dal celebre culpa!!!
22.50 Jade SCM 22.50 Calcio, Incontro racconto di Kafka per reinventare, a modo suo, loopa
23.10 Il risolutore SCH amichevole Ecuador - Messico l’intera trama. La famiglia Samsa ammette che suo
0.15 Il tesoro dei templari - (Diretta) SP1 figlio è carino ma poi cerca in tutte le maniere di è EHM SEMMAI faranno
Ritorno al passato SCF 0.15 Poker, Gran Finale SNAI angustiarlo, di rendergli difficile la vita, tanto da “maxima culpa” (NON
0.30 M.I.B. - Men In Black SCM Poker Cup Episodio 1 SP2 considerarlo un egoista sempre concentrato a FAREMO!) non vedo cosa
giocare con c’entrano milioni di
un gomitolo di è “SVILUPPARE IL WEB IN ITALIA” telespettatori che, per
lana. E così IL PRESIDENTE GOOGLE IERI A ROMA seguire dei programmi
RADIO Gregor Samsa Metà dell’arte europea è italiana, il cibo
sogna quello che non migliore si mangia in Italia: questo è segno di
ha mai potuto prima: grande creatività per cui il vostro Paese è il
intelligenti, devono per forza
non guardare la Rai, cos’è
per salvarla dalla
è PIÙ SBRONZE PER TUTTI
A “In Europa” il protagonista SU FACEBOOK LA PROTESTA TEDESCA
scappare dalla casa
dei suoi genitori.
più indicato per sviluppare al meglio le
potenzialità di Internet, dove c’è grande
privatizzazione mi devo
sorbire Conti, Ferrara,
è Wolfgang Amadeus Mozart Una sbronza collettiva per dire
addio all’alcol sui mezzi pubblici di
Perfetta letteratura bisogno di creatività. Parole d’amore di Eric Magalli e Sgarbi? Sul resto
Il compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart per smanettoni. Schmidt, capo di Google (che da studente condivido, la loro è una
Amburgo: il popolo tedesco dei
sarà protagonista della puntata di “In Europa” . visse due anni a Bologna), che ieri ha strategia chiara.
social network vuole rispondere
Umberto Broccoli aprirà con una lettera del giovane incontrato a Roma per un pranzo di lavoro tawariell
così al divieto deciso dalle autorità
Amadeus inviata alla madre durante un suo viaggio in alcuni amministratori locali, tra i quali il
del Land, che entrerà in vigore il primo ottobre prossimo
Italia. Seguirà una lettera spedita da Milano il 10 gen- presidente ligure Claudio Burlando e il è OTTIMO team: il
su tutta la rete urbana. L’appuntamento, organizzato
naio 1770 alla sorella.Alla fine del viaggio ancora una sindaco di Napoli De Magistris. Secondo raffinato e intellettuale Gad
attraverso Facebook, è fissato per la sera del 30
lettera alla sorella, spedita da Milano il 21 novembre Schmidt, a trarre grande beneficio dall’uso di Lerner, il giornalista
settembre, quando decine di migliaia di giovani
1771. Da questa settimana Tiziana di Simone andrà alla Internet anche in Italia saranno per prime le d’inchiesta Saviano, il
invaderanno la metropolitana di Amburgo. Secondo il
scoperta di alcuni luoghi turistici d’Europa. La prima piccole e medie imprese, ma anche il privato direttorissimo Mentana,
tabloid Bild, si presenteranno oltre 19 mila persone e già
tappa sarà Vienna, con Jürgen Weber, addetto stampa deve essere connesso, per questo Schmidt giornalisti di qualità come
le autorità pensano a come limitare i danni. L’ultimo
dell’ufficio turistico della capitale austriaca. Per la insieme con i suoi collaboratori italiani ha Telese, e pure la voce di
rubrica “L’Europa di ieri”, realizzata in collaborazione
mega-party organizzato online in Germania risale alla
scelto di incontrare gli amministratori di destra, Gacci. E piena libertà
con le Teche Rai, un’ intervista del 1954 a Josef Schoe- settimana scorsa: quando 800 giovani hanno festeggiato
comuni e regioni per parlare di possibili editoriale. Siamo sicuri che il
ner, direttore generale degli organi politici al ministero fino alle prime ore del mattino nella cittadina di
partnership diffuse sul territorio. Il capo del vero servizio pubblico sia
degli Esteri austriaco, sulla questione dell’ indipenden- Wuppertal: la festa è finita con 16 feriti e 41 fermati.
colosso mondiale del web ha spiegato che lo ancora Rai e non piuttosto
za del loro paese. In chiusura, la poesia di Harry Mar- sviluppo di Internet garantisce un saldo la7, che non pretende
tinson “Dora”. positivo per il lavoro: ogni 2,6 posti nuovi se nemmeno il canone?
Radiouno 9,34 ne perde uno tradizionale. alex883
pagina 18 Sabato 25 giugno 2011

SECONDO TEMPO

Battibecco
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

Perdenti e contenti a sinistra
di Gianni Minà
nche dopo il risultato
militanti cosiddetti “riformi-
sti” avevano espresso il loro
vittimismo, e con la veemenza
stra, non hanno quasi mai sol-
lecitato un atto di umiltà. Si
bombardava Belgrado, si di-
SE DIECI ANNI VI
SEMBRANO POCHI
A desso è ufficiale: gli americani stanno trattando col Mullah
Omar per una 'exit strategy' dall'Afghanistan. Lo ha
confermato il ministro uscente della Difesa Robert Gates, anche
se per evidenti motivi non ha fatto il nome di Omar su cui pende
Matteoli e Sacconi (il sociali- ancora formalmente una taglia da 25 milioni di dollari. È curioso
sta che fece la guerra alle scel- che Gates rimproveri agli europei la scarsa efficacia
te private del povero padre di

A
esplicito delle ammini-
strative in città come Mi-
lano, Napoli, Cagliari e
Trieste e dopo la devastante
sconfitta (per il governo) nel-
la consultazione referendaria
su acqua, nucleare e legittimo
impedimento, c'è chi a sini-
stra continua pateticamente
ad attribuirsi i meriti della ri-
bellione epocale espressa dal-
la società civile italiana e, dal-
l'altra parte, nella destra, chi
si affanna ancora a negare il
significato, la portata di una
sconfitta che ha messo Ber-
lusconi e la stessa Lega con le
spalle al muro.
LA VITTORIA di un'Italia
stanca ma non doma, comple-
tamente e palesemente sgan-
ciata dai partiti, perfino di par-
te del cosiddetto centrosini-
stra, anche dopo settimane,
viene elusa, sminuita e c'è per-
fino chi, nella parte progres-
sista, riprende a fare i soliti di-
scorsi, quelli che hanno por-
tato a tante sconfitte, comin-
ciando dalla Bicamerale, un in-
ciucio che salvò dal baratro di
seimila miliardi di debiti con
le banche il Cavaliere Silvio
Berlusconi, permettendogli
addirittura di diventare il pa-
drone d'Italia. È triste riascol-
tare i soliti stantii discorsi, che
sottintendono le solite inquie-
tanti concessioni a quella par-
te della società italiana diven-
tata padrona, senza alcun ri-
tegno, del nostro destino (dal-
la pervicace elusione del pro-
blema legato al conflitto d'in-
teressi di Berlusconi, ai cedi-
menti di fronte ai ricatti della
Lega).
Nanni Moretti, con la lucida
preveggenza degli artisti, ci
aveva messo, non a caso, in
guardia già nove anni fa. Come
ricordano in molti, l'occasio-
ne fu una manifestazione or-
ganizzata a Roma, a piazza Na-
vona, dalla dirigenza dello
spaurito gruppo dell'Ulivo.
Nanni, a sorpresa, stupendo
coloro che lo consideravano
un intellettuale schivo e senza
particolare simpatia per la po-
litica, era salito sul palco dove
tipica dei suoi personaggi ci-
nematografici aveva esclama-
to al microfono: “Con questi
dirigenti non vinceremo mai.
Offrono uno spettacolo peno-
so. Quante generazioni do-
vranno passare, due, tre,
quante per poter tornare a vin-
cere?”.
Purtroppo la previsione si è ri-
velata esatta. Ci è voluto un
decennio di mortificazioni e
offese (perfino nella promul-
gazione da parte del ministro
Calderoli di una legge eletto-
rale iniqua, “una porcata” co-
me lui stesso l'ha definita) per-
ché i cittadini dicessero “ba-
sta!”. Mentre molti dei rifor-
misti, per anni, non hanno tro-
vato niente da ridire su un
marchingegno che non per-
mette agli italiani nemmeno di
scegliere i propri rappresen-
tanti in Parlamento, ma li ob-
bliga a delegare per questa in-
combenza proprio l'apparato
dei partiti. Così adesso sentir
parlare molti di questi “per-
denti contenti” lascia vera-
mente perplessi.
Perché quella sera del feb-
braio 2002 a piazza Navona,
Nanni Moretti ricevette l'ap-
provazione di Paolo Sylos La-
bini, Massimo Fini e “Pancho”
Pardi, ma non certamente
quella dei vari Fassino, Rutelli
e ovviamente D'Alema, che
aveva lasciato la piazza senza
nessuna voglia di mettere in
discussione le sue idee da tem-
po senza seguito fra le gente.
In Francia il socialista Lionel
Jospin, dopo aver mancato nel
2002 la rielezione a presiden-
te, aveva lasciato ancor giova-
ne ed era uscito dalla politica.
Da noi, invece, con supponen-
za, le sconfitte, anche a sini-
sertava magari, con vera igna-
via, il G8 dove la maggior par-
te dei presunti “eversori” pic-
chiati o torturati erano catto-
lici con i loro parroci e si ar-
rivava addirittura a definire si-
nistra estrema, che favoriva
Berlusconi, quella che con
molta logica continuava a in-
sistere sull'inadeguatezza del
Cavaliere, sull'inverecondia
delle sue scelte e sul suo in-
sopportabile uso della televi-
sione e di tutti i mezzi di co-
municazione, inaudito in qua-
lunque Paese democratico del
mondo. Questa volta si è la-
sciato solo lo scaltro Di Pietro
Amministrative
e referendum:
anche in questo
caso i soliti
“progressisti”
sono incapaci
di fare propria
la vittoria
di un’Italia stanca
ma non doma e
dissociata dai partiti
nella scelta di quattro referen-
dum fondamentali per la no-
stra società, salvo poi ad ac-
codarsi, perchè per fortuna
Bersani non è D'Alema. Cer-
to,
PISAPIA, il candidato di
Vendola che vince a Milano e
De Magistris, il candidato di Di
Pietro che trionfa a Napoli
(dopo un tentativo abortito di
far eleggere un rappresentan-
te della vecchia politica scon-
fitta e inquinata), non depon-
gono sulla perspicacia di un
partito democratico che si di-
ce riformista. Non è un caso
che, commentando la débâ-
cle, due politici con il pelo sul-
lo stomaco come i ministri
Eluana Englaro) hanno defini-
to “un modo obsoleto di fare
politica” il plebiscito dichiara-
to del popolo italiano nell'ap-
provazione dei referendum.
Tutto quello che sa di demo-
crazia non entusiasma questi
“politici a parole”.
Così non mi stupisce che ora,
anche nel Pd, recuperato final-
mente a una battaglia vittorio-
sa, alzi la voce chi, non avendo
nessun merito, vuole dettare
la linea e ovviamente, dopo un
successo che sa molto di ri-
bellione a un tran tran politico
inverecondo, consigli invece
pervicacemente di fare scelte
di centro, non progressiste.
Mi viene in mente, a questo
proposito, una riflessione di
quell'affascinante e ironico
scrittore messicano, Paco
Ignacio Taibo II, che commen-
tando una situazione quasi
analoga nel suo paese ha scrit-
to: “Todos ahora quieren ir al
centro. Pero el centro es la na-
da” (Tutti adesso vogliono andare
al centro. Però il centro è il nulla),
aggiungendo: “O eres de iz-
quierda o eres de derecha, to-
do el resto es disfraz” (O sei di
sinistra o sei di destra. Tutto il resto
è travestimento). Se ci si trave-
ste forse si va in Parlamento,
ma non si aiuta il Paese a tirarsi
fuori dal pantano dell'attuale
politica.
Nanni Moretti ( FOTO ANSA) Sotto il Mullah Omar (FOTO LAPRESSE) lui. Oppure continuerà la guerra da solo, contando sul
dell'intervento in Libia proprio mentre sta cercando di svignarsela
dall'Afghanistan. In fondo in Libia gli europei ci sono solo da tre
mesi e hanno di fronte un esercito che ha ancora carriarmati e un
minimo di contraerea. In Afghanistan gli americani, con i loro
alleati, ci sono da dieci anni e hanno di fronte guerriglieri che
combattono quasi a mani nude (kalashnikov, granate, mine
improvvisate e kamikaze), ma che, nonostante l'enorme disparità
negli armamenti, non solo sono riusciti a tenere in scacco il più
potente, tecnologico e robotico esercito del mondo, ma lo hanno
messo sotto rioccupando il 75/80% del territorio del loro Paese
(stime Usa). Del resto gli americani non hanno alternative. Nel
mezzo di una crisi economica acutissima non ce la fanno più a
sostenere la spesa per la guerra all'Afghanistan che gli costa 400
miliardi di dollari l'anno. Il pretesto buono per andarsene, adesso
ce l'hanno: Bin Laden è stato ucciso, sia pur in modo postumo
(era morto sette anni fa) e quell'ectoplasma di Al Zawahiri che ne
ha preso il posto ha affermato che cellule di quel che resta di al
Qaeda operano in Yemen, Somalia, Cecenia, Iraq, Maghreb.
Nessuno può più decentemente sostenere che il terrorismo
internazionale sia ancora in Afghanistan. Inoltre gli americani
sono preoccupati perché da mesi Karzai chiama gli 'alleati' Nato
'forze di occupazione'. Anche lui sta trattando, da tempo, con
Omar. Negli incontri, fra emissari, avvenuti in Arabia Saudita nel
2008 il Mullah aveva lasciato pochissimo spazio a Karzai: solo un
salvacondotto per lui e la sua cricca. Ora Omar ha cambiato
strategia e ha fatto a Karzai due proposte. 1) "Tu, formalmente,
sei il presidente dell'Afghanistan democraticamente eletto. In
questa veste chiedi alle forze straniere di lasciare il Paese. Voglio
vedere con quali argomenti potrebbero risponderti di no". 2)
"Unisciti all'insurrezione e col tuo esercito che gli stessi americani
hanno armato, cacciamo, insieme, gli stranieri con la forza. Così
ti riscatterai da dieci anni di collaborazionismo e potrai avere
ancora un ruolo in Afghanistan". Quale opzione sceglierà il
Mullah Omar dipende dall'andamento delle trattative con gli
americani. Se accetteranno di sgombrare senza lasciare sul suolo
afghano nemmeno un soldato e tantomeno un aereo il Mullah è
disposto, in cambio, ad ammorbidire la sharia. Se gli americani
non accetteranno si alleerà con Karzai, pashtun come
tempo e sul favore della maggioranza della
popolazione che non ne può più degli stranieri.
In questa situazione così fluida è arrivato in
Afghanistan Renato Schifani, noto cuor di leone,
che, trasportato con impressionanti misure di
sicurezza, all'avamposto italiano di Bala Murghab,
ha dichiarato: "Fermare ora la missione sarebbe un
errore gravissimo. La ritengo intoccabile... Parlare di
un ritiro a breve proprio ora che si dovrebbero
cogliere i frutti significa darla vinta ai terroristi".
Non ha capito una mazza, come al solito. Nella
stessa occasione il generale Giorgio Cornacchione
ha rassicurato: "La gente ha iniziato a fidarsi di noi".
Bè, se dopo dieci anni "ha iniziato" vuol dire che
siamo un tantinello indietro col programma.
Non so se il Mullah Omar ce la farà. Ma il giorno che
dovesse rientrare da trionfatore a Kabul sarebbe una
vittoria speciale: dell'uomo contro il denaro. E
contro la macchina.

È vero, come
Lo stile c’è sostiene Cerami,
che i romanzieri
se che, sapendo bene di che co-
sa sto parlando, sono perfetta-
mente in grado di dire che non
è così. Che in Italia ce ne sono
che molti librai riservano ai lo-
ro libri (ma sono anche quegli
autori recensiti da lettori atten-
ti su Anobii, sono autori che gi-
dire "c'è poca trama", oppure
"dovresti lavorare di più sui
personaggi", o anche "al prota-
gonista a un certo punto do-

ma non si vede italiani puntano

tutto sulla trama?
eccome di scrittori consapevo-
li, come diceva Calvino, che so-
lo chi ha coscienza linguistica,
può fare letteratura. Sono que-
gli scrittori che non affollano le
rano l'Italia invitati dalle libre-
rie indipendenti e dai piccoli
festival letterari).

di Roberto Ferrucci
i sono temi che ruotano
una narrazione tutta incentra-
ta sulla trama, sulle vicende,
sui personaggi, e l'incapacità,
È UN PROBLEMA DI mac-
Sì, se si considerano china della comunicazione, di
difficoltà della diffusione, più
solo i bestseller che di un'assenza. Se anche a
vrebbe succedere qualcosa, il
lettore ha bisogno dei colpi di
scena". Capita spesso, sì. Per-
ché anche certi editor, mica so-
lo i lettori, hanno perso la ca-
pacità di emozionarsi davanti
alla pura forza di uno stile in-
confondibile, di una lingua ca-

C
intorno al mondo del ro-
manzo che ritornano pe-
riodicamente a risuona-
re. C'è chi sostiene che il ro-
manzo in Italia non abbia più
nulla da dire, che si tratti di una
forma non più in grado di rap-
presentare alcunché, e c'è chi
si chiede se in Italia esistano
scrittori capaci ancora di “fare
letteratura”. Se lo è chiesto
Vincenzo Cerami, domenica
scorsa sul supplemento cultu-
rale del Sole 24 Ore, sottoli-
neando l'assenza, a suo avviso,
di scrittori capaci di fare dello
stile, della lingua, il motore
centrale di un romanzo. La-
menta, Cerami, il dominio di
o l'indifferenza, di fare della
lingua un personaggio stesso
del romanzo.
INSOMMA, SEMBRANO
esserci oggi, in Italia, scrittori
capaci di concentrarsi solo sul
“cosa” raccontare e non sul
“come” raccontarla, quella co-
sa. Se ci si limita a guardare le
classifiche delle vendite, sem-
bra proprio non avere torto,
Cerami. Tocca dargli ragione
anche dopo avere sfrugugliato
fra gli scaffali di tante librerie, o
dopo avere vagliato attenta-
mente le cinquine dei premi
più importanti. Tutto un trion-
fo di trame, di vicende, di per-
Mentre gli autori
controcorrente ci
sono, però nessuno
se ne accorge
sonaggi, di generi, spesso “tira-
ti via” con una scrittura che si
discosta poco o nulla dal par-
lato televisivo. Anche se giro lo
sguardo, in questo momento,
in treno, verso la mia vicina con
un libro fra le mani (“la telefo-
nata che avevo tanto temuto,
arrivò”), sta leggendo un noir.
Insomma, verrebbe spontaneo
dare ragione a Cerami, non fos-
classifiche, che sui banchi delle
librerie ci stanno poco, o per
nulla, e poi finiscono a scaffale,
una copia, quando va bene (ma
sono anche quegli autori che
appaiono nella periodica clas-
sifica di Pordenonelegge, che
scrivono su Nazione Indiana o
sul Primo Amore). Sono i cam-
pioni delle rese o, peggio, i
trionfatori degli ordini infimi
un addetto ai lavori come Vin-
cenzo Cerami questi nostri li-
bri non arrivano, allora c'è
qualcosa che non va. A un certo
punto del suo articolo, Cerami
fa cenno agli editor. Dopo aver
giustamente detto che "la lin-
gua del romanzo è come il coro
della tragedia greca, ha funzio-
ne di personaggio collettivo",
Cerami sottolinea un aspetto
importante. " Molto spesso,
sfogliando questi libri, anche
sbrigativamente, sento con im-
barazzo la forte interferenza
della figura esterna dell'edi-
tor". Già, sapesse quanto spes-
so un autore che proponga in
lettura un testo attento più al
"come", che al "cosa", si sente
pace di connotare, di mostrare,
di sedurre. E di questi rilievi re-
stano vittime gli esordienti, so-
prattutto. Non gli autori che
magari cambiano editore a
ogni libro. Che continuano con
coerenza il proprio percorso,
più o meno invisibili, più o me-
no ignorati, dai canali cosiddet-
ti ufficiali. Sono gli autori che
fanno una fatica boia ad arriva-
re nelle mani dei lettori, i cosid-
detti scrittori di nicchia. Lette-
rati, che riempiono quel vuoto
lamentato da Cerami. Letterati,
sì. Parola che però risuona sem-
pre più stonata. Quasi sinistra,
ormai, in certi luoghi. Non dap-
pertutto, però.
www.rober toferrucci.com
Sabato 25 giugno 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

sto tuo, tutto tempo rispar- e costose consulenze degli enti

MAIL BOX
miato per lavorare.E lì, a dire il pubblici spesso utili solo per
vero, mi sono un po’ preoc- ricavare posti per amici e fa-
cupato... miliari. Ed infine eliminare i fi-
Mario Rosi nanziamenti alla scuola privata
ed esigere dalla Chiesa ciò che
Angeletti, Tremonti deve allo Stato Italiano, a par-
tire dall’ICI. “Coraggio” è re-
e il coraggio distribuire, l’unica vera riforma
Vogliono nascondersi Nei giorni scorsi, dopo anni, da fare in questo paese. Perché
dietro a un nuovo bavaglio
Un tizio, già iscritto alla P2 (co-
Furio Colombo

7 A DOMANDA RISPONDO Bonanni e Angeletti sono scesi

in piazza per protestare contro
il Governo e chiedere la rifor-
i soliti son arcistufi di pagare.
Stefano Vannucchi

me Berlusconi e Cicchitto),
messa fuorilegge; condannato FRATTINI ABBANDONA ma fiscale. Dimostrando una
discreta faccia tosta conside-
Diritto di Replica
definivamente per corruzione;
sconosciuto ai cittadini e na-
turalmente mai eletto, viene
GLI OSTAGGI rando che si protestava contro
quel Governo con il quale a suo
tempo le loro confederazioni
Su il Fatto Quotidiano del 21
giugno 2011, commentando
l’arresto di Lele Mora, Gianni
scoperto, con le intercettazio- aro Furio Colombo, dopo gli da pirati somali, nel Mar Rosso. Sono stati hanno siglato il famigerato Barbacetto e Antonella Masca-
ni, che dirige la baracca Italia
dall’ombra. Consiglia e pressa i
C allarmati e disperati appelli
del comandante Lubrano
presi in ostaggio, con il comandante
Lubrano Lavadera, tutti i componenti
“Patto per l’Italia” e che pochi
giorni prima alla Festa nazio-
li nell’articolo “Bancarotta-Le-
le Mora finisce in carcere”,
vertici RAI, che è di noi tutti Lavandera, sequestrato dai somali dell’equipaggio, trenta marinai indiani e nale Cisl lo stesso Bonanni ave- hanno sostenuto che sia stato
(chi ha messo Minzolini a di- oltre quattro mesi fa, è diventato dieci italiani. Una parte dei membri va definito Tremonti “corag- l’agente di alcune Veline. Tenia-
sinformare?), consiglia e pressa sempre più faticoso restarsene alla dell’equipaggio è stata lasciata a bordo, gioso”. E “coraggioso” si era mo a precisare, invece, che mai
i grandi manager di stato, con- finestra confidando sulla nave presidiata giorno e notte da detto lo stesso Tremonti nel- nessuna Velina è stata rappre-
siglia e pressa ministri e par- esclusivamente nelle abilità decine di uomini armati. Altri (tra cui, pare, l’ammettere che alla riforma fi- sentata dall’agenzia di Lele Mo-
lamentari nonchè i vertici go- diplomatiche delle istituzioni alcuni degli italiani) sono stati portati a scale ci pensa “da un anno ma ra, tanto è vero che nessun
vernativi. In combutta con i italiane. Ancora una volta si terra, in un’area priva di vegetazione dove chi paga?”. Al proposito, con- contratto è mai intercorso tra
servizi segreti fabbrica il fango sperimenta quanto sia diversa la devono trovare acqua e cibo da soli. La siderato che parlano di econo- Mora e Striscia la Notizia. Per-
che i mezzucci di distrazione di voglia di pagare il prezzo della richiesta è stata di quasi venti milioni di mia autentici “luminari” quali i tanto, definirlo agente di Veline
massa di berlusconi lanciano libertà della carne umana, a dollari. Immediatamente ci hanno detto, sia Bossi, i Maroni, i Calderoli, Lu- è assolutamente falso.
contro la verità, si intrufola in seconda del sesso, dell’impiego e ai cittadini, attraverso i telegiornali, sia ai pi ecc.., mi permetto di dare Ufficio stampa Striscia la Notizia
ogni luogo di potere dove si della fama. parlamentari delle due commissioni Esteri qualche suggerimento al mini-
possa contare e corrompere. E Raffaele (Camera e Senato) che il ministero degli stro dell’Economia e ai due lea- Antonio Ricci e gli amici di
la destra cosa dice? Comin- Esteri e l’unità di crisi della Farnesina erano der sindacali. “Striscia” sono troppo spiritosi e
ciando dal loro ministro della QUE STA lettera, firmata, al lavoro, e che erano già stati stabiliti i “Coraggio" sarebbe tassare a intelligenti per non sapere che il
giustizia, dico giustizia, e segre- documentata e ricca di riferimenti ad altre contatti per trattare con i rapitori. Poi non è livelli europei le rendite finan- termine da loro inventato,
tario in pectore, giù fino ai par- vicende e situazioni in cui nel nostro Paese accaduto nulla. Poi silenzio. Nulla sulle ziarie e tassare le transazioni “velina”, è ormai sfuggito di
lamentari quaqquaraqquà, de- non si praticava la dimenticanza degli trattative. Nulla sul tentativo di liberare la finanziarie (tobin tax) perchè il mano ai loro creatori, come il
signati dal padrone, vogliono ostaggi, è importante per tutti noi, qui al nave e l’equipaggio. Nulla da soli mondo della grande finanza Pinocchio di Geppetto. Ormai
un decreto legge che blocchi le “Fatto” e tra i lettori del “Fatto”. Perché è (diplomazia o Marina italiana) e nulla in che ha scatenato la crisi in cui ci quel termine, come dice
intercettazioni e la pubblica- grave che in un paese civile si sia prodotta collaborazione con l’Europa o con gli Stati troviamo ha restituito poco o Wikipedia, “è usato per
zione dello schifo. Non voglio- una simile dimenticanza. Perciò la lettera di Uniti e le unità specializzate dei vari Paesi. niente finora. “Coraggio” sa- indicare, spesso in senso
no che i cittadini sappiano, si Raffaele Jovine ci riguarda tutti. I cittadini Evidentemente la strada scelta è stata rebbe rivedere da cima a fondo dispregiativo o sminuitorio, a
indignino. Devono restare però hanno una attenuante: è quella di far perdere le tracce della notizia. la deprecabile legge 30 sul la- fronte di un’apparente
idioti, proni, rassegnati ad ogni immaginabile che molti, non sentendo più Per questo ringrazio per questa lettera. E voro che ha creato 4 milioni di diffusione di un fenomeno
porcheria. Dove stanno di casa la notizia, abbiano pensato che la triste e prendo l’impegno di impedire la precari. “Coraggio" sarebbe: degenerativo denominato anche
la Democrazia, la Giustizia, l’E- pericolosa situazione si fosse risolta e tutti dimenticanza. ridurre le decine di missioni velinismo, le funzioni svolte da
tica, la Libertà? fossero a casa. Invece è addirittura militari in giro per il mondo; soubrette e showgirl in ruoli
Augusto Giuliani necessario ricordare la notizia. Il giorno 8 Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano mettere un tetto a stipendi, be- particolarmente denotanti
febbraio 2011 la nave mercantile italiana 00193 Roma, via Valadier n. 42 nefit e pensioni di numerose passività televisiva, per i quali,
Un bilancio Savina Caylyn, è stata catturata con le armi lettere@ilfattoquotidiano.it categorie; ridurre le numerose secondo i critici, non sarebbero
necessari particolari meriti
del berlusconismo artistici o professionali”. Chi più
Ora sembra proprio che sia di Lele Mora ha indicato la
giunta, finalmente, l’ora del tra- LA VIGNETTA strada del Paese dei Balocchi?
monto di un periodo storico delle donne come se apparte- tezza dei comportamenti. (g.b.)
tra i peggiori dell’Italia repub- nesse ad una bambola o il no- A un certo punto, l’attacco co-
blicana. Il declino irreversibile tabile meridionale abusava del sì violento alle istituzioni, ai I nostri errori
è iniziato, a mio avviso, que- proprio potere per ottenere i presìdi di tutela democratica,
st’inverno, quando le panzane favori sessuali delle ragazze del l’offesa sfacciata ai magistrati Per un problema tipografico,
addotte dal premier per giusti- paese. Il bilancio che si può vittime del terrorismo e delle nell’articolo pubblicato ieri
ficare la sua telefonata alla que- trarre di questo dominio quasi mafie, ha destato finalmente, in “Ultima chiamata per la Popo-
stura di Milano, nel maggio ventennale del berlusconismo tanti, un moto di disgusto. Una lare di Milano di Ponzellini” è
2010, hanno svegliato anche le è, a dir poco, avvilente. Questi società sottoposta ad uno stata pubblicata una frase mon-
coscienze più assopite. Il 13 anni sono stati connotati dal- stress continuo, sollecitata ad ca il cui senso poteva essere
febbraio milioni di donne sono l’esaltazione dell’individuali- uno scontro permanente - travisato. Gli Amici della Bpm
scese in piazza per manifestare smo, dal disprezzo dello Stato, contro i comunisti, i magistrati, non hanno mai invitato gli
la loro giusta indignazione per dalla legittimazione degli istinti i precari, gli insegnanti, gli im- iscritti a votare contro l’au-
lo sfregio inferto alla loro di- più elementari degli italiani: migrati - ad un certo punto mento di capitale della banca
gnità da una culutra machista, furbizia, pressapochismo, car- reagisce e ritrova le coordinate come si poteva erroneamente
espressione di un’Italietta da rierismo sganciato dalla com- del vivere civile. dedurre dal testo, ma soltanto
anni ‘50, quando il cumenda petenza , grossolanità, volgari- Giulio Pica contro la modifica delle dele-
milanese frequentava le case tà piccolo-borghese, ostenta- ghe. Ce ne scusiamo con gli in-
chiuse per disporre del corpo zione della ricchezza, sguaia- Il circo verde teressati e con i lettori.
(e triste) di Pontida
IL FATTO di ieri25 giugno 1933 Domenica scorsa, per curiosi-
tà, sono stato a Pontida perché IL FATTO QUOTIDIANO
“Il compagno Cianca fu l’ultimo a uscire” scrisse Giorgio volevo ascoltare Bossi parlare via Valadier n. 42 - 00193 Roma
Amendola. L’ultimo dei detenuti politici scarcerati al popolo padano. Vedere quel- lettere@ilfattoquotidiano.it
all’indomani dell’8 settembre. Claudio Cianca, il ragazzo l’uomo malato, vecchio e stan-
ribelle che già alle elementari si era rifiutato di fare il saluto co mi ha messo una profonda
al Duce, di anni di galera se n’era fatti ben 10, quasi tutti a ntristezza. Mi ha colpito sen- spontaneo credere che, forse, Direttore responsabile
Civitavecchia, tra prigionieri famosi come Pesenti, Natoli, tirlo dettare delle condizioni al per loro, Pontida è un po come
presidente del consiglio italia- andare al circo, una volta pa- Antonio Padellaro
Ginzburg. Tutto per quel gesto audace del 25 giugno ‘33,
quando, 20enne e in compagnia dell’amico Leonardo no biascicando con fatica frasi gato il biglietto tanto vale ap- Vicedirettore Marco Travaglio
Bucciglioni, aveva fatto esplodere una bomba davanti a confuse e a tratti incompren- plaudire e far finta di divertirsi
sibili . Allora ho pensato che anche se spesso non si capi- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
San Pietro. In realtà, un inoffensivo ordigno in ottone,
invece che in ferro, per evitare schegge assassine, piazzato nessun’altra immagine avrebbe scono le battute del clown. E Progetto grafico Paolo Residori
in una valigia nel deposito bagagli, all’ingresso della potuto rendere con più effica- già, avranno pensato, in queste Redazione
Basilica. Un’azione dimostrativa senza conseguenze, che cia e realismo l’idea dell’inade- occasioni “chi vuol esser lieto 00193 Roma , Via Valadier n°42
costerà a lui una condanna a 17 anni, all’amico e al padre guatezza e dello stato degene- sia”... perchè da domani biso- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
rativo in cui versa la politica ed gna tornare a dissodare la terra e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Renato, tirato in ballo nel tentativo di coinvolgere il fratello
sito: www.ilfattoquotidiano.it
Alberto, dirigente di Giustizia e Libertà a Parigi, 30 anni di il governo di questo paese. Ma e accudire il bestiame e ci sarà
reclusione. Di quello storico gesto, Cianca, partigiano nel la cosa che più mi ha colpito è poco tempo per divertirsi o ri- Editoriale il Fatto S.p.A.
stata vedere quella massa di dere, figurarsi poi per leggere i Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
’44, leader nazionale degli edili CGIL e combattivo
consigliere comunale contro il sacco di Roma, dirà “… non gente sempliciotta e un po’ in- giornali o qualche libro se non Presidente e Amministratore delegato
fu una bomba contro il Papa, volevamo solo far capire al genua vestita di verde e attrez- addirittura per pensare. Del Giorgio Poidomani
popolo italiano e ai despoti che non tutti dormivano”. zata di corna, applaudire e ap- resto, a cosa serve pensare se Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli passionarsi. Allora mi è venuto c’è già qualcuno che lo fa al po- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
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