Gli avvocati parlamentari del Pdl sono in rivolta contro

la manovra che aboliva l’Ordine forense. La casta non si toccay(7HC0D7*KSTKKQ( +#!"!_!=!&

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Giovedì 14 luglio 2011 – Anno 3 – n° 166 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

NON SI DIMETTE NESSUNO Smiracolo a Milano

di Marco Travaglio

ra il 4 novembre 2010 quando Giuliano Pisapia

Il ministro Romano, imputato per mafia, annuncia: “Non mi muovo”
Il ministro Tremonti (caso Milanese): “Hic manebimus optime” E ruppe gli indugi e annunciò al corriere .it la sua
candidatura alle primarie di Milano per l’aspirante
sindaco del centrosinistra. Disse di farlo per “far
tornare Milano una città che sorride, che dà case e lavoro,
Il generale Adinolfi, indagato a Napoli, resta. È il Partito degli Onesti dove l’aria è respirabile e le esigenze di tutti hanno diritto
di cittadinanza”. Quando gli domandarono che differenza
c’era fra lui e l’architetto-urbanista Stefano Boeri,
Manovra stravolta, GDF, MAZZETTE & SOFFIATE candidato ufficiale del Pd, Pisapia dichiarò: “Boeri parla
molto bene di progetti e di cose; io parlo delle persone e
la maggioranza
si rimangia le
promesse su ticket
La passione di B. dei loro bisogni, delle loro necessità: su questo ho
impegnato tutta la mia vita”. Chissà se immaginava che,
di lì a sette mesi, una volta vinte le primarie e poi le
e pensioni.
Restano inascoltate
per “radio fante” comunali, avrebbe nominato proprio Stefano Boeri,
quello che parla molto bene di progetti e molto meno
delle persone, ad assessore alla Cultura, Moda, Design ed
le richieste di di Marco Lillo Expo. Un omonimo dello Stefano Boeri che aveva seguito
Udi Luca Telese Draghi. Ci saranno il “concept plan” dell’Expo 2015, regolarmente

DE GIROLAMO nuove tasse pag. 2 - 3 e 6 z Bta ieriocche cucite in Procura, a

Milano, sull’inchiesta – svela-
dal Fatto Quotidiano – sulla
E L’ARRESTO talpa della Guardia di Finanza
di Stefano Feltri
DI COSCIENZA che ha voluto aiutare la società
retribuito per il suo incarico professionale? No, proprio
lui. Si dirà: almeno Boeri di Expo se ne intende. Certo,
almeno quanto s’intende Berlusconi di televisioni, visto
che ne controlla tre da trent’anni. Il che non è un buon
motivo per fargli fare il concessore e il concessionario

“S e vogliamo fare il partito de-

gli onesti dobbiamo dare
dei segnali forti che la legalità è
un nostro riferimento importan-
te: il che significa approfondire
le richieste che vengono dai giu-
dici sebbene riguardino dei col-
leghi”. Così Nunzia De Girola-
mo, deputata Pdl. pag. 6 z
Tto alremonti ribalta la manovra
che aveva appena presenta-
Parlamento e ai mercati,
del premier, Mediolanum. La so-
cietà bancaria e assicurativa par-
delle stesse. Ora l’assessore Boeri deve pronunciarsi su
un progetto di Expo fatto (anche) dall’architetto Boeri. E,
tecipata per un terzo da Ennio guarda un po’, esplode fra il sindaco e il suo assessore un
ma non si dimette. Anzi: dice Doris e per un terzo da Silvio Ber- conflitto, solo apparentemente superato ieri, proprio sul
che la crisi degli spread e del lusconi, ha subito una lunga ve- destino dei terreni dell’Expo. L’oggetto del contendere è
debito è un problema dell’Eu- rifica della Guardia di Finanza noto (ne abbiamo parlato più volte sul Fatto, con gli
ropa, non nostro. Ma Draghi av- che si è conclusa con un accer- articoli di Gianni Barbacetto e con l’appello al sindaco
verte: o si taglia di più, o ci sono tamento di circa 150 milioni del cantante Elio): da un lato l’idea tradizionale e
solo nuove tasse. pag. 2 z di euro. pag. 4 - 5 z speculativa di un’esposizione tutta cemento e asfalto,
(FOTO EMBLEMA)
caldeggiata dalla lobby dei costruttori e subìta
passivamente da Pisapia, nel solco delle decisioni già
prese dal duo Formigoni-Moratti e dall’amministratore
TELEREGIME x L’allarme della concessionaria di pubblicità delegato della società Expo 2015, Giuseppe Sala;
dall’altro il progetto, davvero affascinante e innovativo,

Minzolini al Tg1, una calamità degli “orti planetari” sostenuto da Boeri: un gigantesco
parco verde, unico al mondo, destinato a ospitare per
sempre una rassegna delle “biodiversità” esposte da tutti

che costa 10 milioni alla Rai

i paesi ospiti. Chiunque abbia un minimo di sale in zucca,
a meno che non si chiami Cabassi o Ligresti o non abbia
interessi nella mega-colata di cemento del piano
Formigoni-Moratti, non può che auspicare la seconda
Udi Michele Boldrin di Carlo Tecce A giugno il record negativo di tutti i tempi soluzione. Ma ecco il paradosso: il principale alfiere della
soluzione di gran lunga migliore è proprio l’assessore
n ritardo di un paio di anni, in- negli ascolti: appena il 20 per cento
E CONOMIA,
È IL DECLINO
Idi chieste giudiziarie per la carta di share. Intanto Rai1 perde 3,1 punti
Boeri, che aveva collaborato a pensarla e a disegnarla
nella Consulta di Architettura dell’Expo, affidandola poi
credito, un terno di multe e rispetto al 2010 nella preziosa fascia ai professionisti della società che trasformarono il
BELLEZZA clamorose censure e omissioni,
che va dalle 19:45 alle 21 concept plan in masterplan. Cioè: Boeri ha ragione da
la Rai scopre il problema Augu- vendere a difendere il parco contro il cemento, ma è
LpaioeMario
parole pronunciate da
Draghi fanno il
con quelle del mini-
sto Minzolini. Che per il presi-
dente Paolo Garimberti è serio e
Sentenza sul Lodo Mondadori, Marina
l’unica persona che non ne dovrebbe parlare. Un
paradosso che, è inutile girarci intorno, si chiama
preoccupante. Che per il diret- Berlusconi: “Aggressione a mio padre”. “conflitto di interessi” (non di soldi, ma d’immagine e
stro tedesco Schauble se- Il direttore del
tore generale Lorenza Lei è tema Gli hanno lanciato una miniatura della gloria personale). L’altroieri Boeri ha scritto nella sua
condo cui “l’Italia è sulla
strada giusta”. pag. 18 z
Tg1, Augusto
Minzolini di riflessioni profonde. Oggi il CATTIVERIE giustizia
www.quink.it
bacheca Facebook: “Stasera sono in grande difficoltà. Mi
(FOTO ANSA) Tg1 arriva in Cda. pag. 7 z aspetta una giunta su Expo, una giunta in cui credo
moltissimo che deve decidere su un accordo di
programma che non condivido. Difficile”. Si era pensato
INTERVISTA x Udi Roberta Zunini che avrebbe rimesso almeno la delega all’Expo. Invece
Ficarra&Picone l’ha mantenuta e, pur borbottando, ha votato pure lui,
INDIA, BOMBE insieme al resto della giunta Pisapia, l’accordo di

“I politici E MORTI
A MUMBAY
programma sulle aree espositive (che fino all’altroieri
non condivideva) che è una penosa resa senza condizioni

sono molto Lvo adiana,

capitale economica in-
Mumbay, è di nuo-
ai poteri forti e alla linea Formigoni-Moratti. Linea
clamorosamente bocciata dai milanesi non solo alle
amministrative, ma anche al referendum comunale sulla

più comici sotto attacco. Alcune

bombe sincronizzate in zone
turistiche e finanziarie della
destinazione a parco di quelle aree anche dopo la fine
dell’Expo. Un mese dopo la cosiddetta “rivoluzione
arancione”, sulle speranze di cambiamento dei milanesi

di noi” megalopoli hanno provoca-

to almeno 20 morti e decine
cala una doccia gelata. Cambiare la faccia del sindaco è
una bella cosa. Uscire dal berlusconismo, che divora la
Valentini pag. 14 z di feriti gravi. pag. 12 z politica tutta, resta un sogno.
pagina 2

L’
EMERGENZA DEBITO

Italia è un paese solido. Il giornale
Beati loro! Tre anni online Linkiesta.it ha raccolto le frasi
rassicuranti di chi ci governa: “L’Italia è
un paese solido, in cui c’è un alto livello di vita e di
di dichiarazioni benessere. Ma quale crisi?”, ha detto Berlusconi il
10 settembre del 2008. Il 24 dicembre prende la
parola il ministro Tremonti: “Il sistema italiano è più
così rassicuranti solido di quanto crediamo. Non cadiamo nel
pessimismo. Bisogna essere realisti, non pessimisti”.
Silvio Berlusconi il 3 giugno 2009 torna a
rassicurarci: “Il sistema delle banche italiane è
solido, le nostre banche non sono state interessate
né infettate dai titoli tossici”. Lorenzo Bini Smaghi -
ancora per un po’ membro del Comitato esecutivo
della Bce - parla il 22 febbraio dello stesso anno: “In
base al criterio del rischio finanziario espresso dai
tassi sul debito a lungo termine, il tasso italiano è più
basso di quello inglese, molto simile a quello
americano, e lo stesso vale per la Spagna”. Il 18
novembre 2010 Vittorio Grillini, Direttore generale
del Tesoro dice: “Il fatto che si registri un aumento
degli spread col Bund tedesco anche per i titoli
pubblici italiani non deve far preoccupare. I mercati
non sono nervosi sull’Italia, ma sono nervosi”.

UN MINISTRO È PER SEMPRE

Draghi chiede più tagli, o salgono le tasse
Il Tesoro si rimangia le promesse ma niente dimissioni
di Stefano Feltri glia del 3,47 per cento. Poi è Tremonti, serafico, spiega che portunamente emendato, vie-
arrivata la Banca centrale eu- l’impennata degli spread sul ne licenziato dal Parlamento e
remonti e Draghi, anzi, ropea a comprare debito ita- debito pubblico italiano non è nel weekend il ministro lascia,

T Draghi contro Tremonti.

Per l’ultima volta. La sce-
na è l’assemblea annuale
dell’Abi, l’associazione delle
banche italiane, ma di banche
si parla poco, perché ogni di-
scorso è rimandato a venerdì
5 dicembre 2008
“ Il nostro
debito
pubblico
è solido
liano, fermando il panico, ma
iscrivendo l’Italia di fatto alla
stessa categoria dei Paesi de-
cotti cui appartengono Porto-
gallo, Irlanda e Grecia.
ALL’ABI PARLA per pri-
mo il governatore della Banca
d’Italia, Mario Draghi, le cui
parole ora pesano doppio, vi-
sto che da novembre sarà pre-
sidente della Bce. Draghi dice
che “occorre definire in tempi
rapidissimi il contenuto delle
misure volte a conseguire il
pareggio di bilancio nel
2014”. E avverte che se non si
tagliano davvero le spese, i 15
miliardi previsti dalla legge de-
lega per la riforma fiscale di-
un problema “del singolo Sta-
to, ma della struttura comples-
siva”. Opinione singolare per
un ministro dell’Economia
che si trova a pagare gli inte-
dando ai mercati il tempo di
digerire la notizia prima del-
l’apertura di lunedì, oppure
misura l’effetto della manovra
in Borsa a inizio settimana e
ressi aggiuntivi sul debito do- lascia lunedì sera. Tutto chia-
vuti proprio agli spread: ogni ro? Non proprio, visto che è
100 punti base di rendimento Tremonti stesso a smentire, al-
richiesto dai mercati, calcola
la Banca d’Italia, la spesa per
interessi aumenta di 0,2 punti
di Pil il primo anno (3 miliardi)
2,80%
e poi di 0,4 e 0,5 nei successivi
due anni (altri 14). Non pro-
prio uno scherzo. Ma Tremon-
ti parla come se la crisi esterna
non lo scalfisse: concede a
LA DIFFERENZA
TRA BTP
Draghi e ai mercati che “la ma-
novra sarà rafforzata”, ma poi E BUND TEDESCHI
ammette che le privatizzazio-

e garantito
venteranno 15 miliardi di nuo-
ve tasse. E l’ultima versione
”
della manovra, quella che sta
nascendo con gli emendamen-
ni ventilate dalla maggioranza
per ridurre il debito si faranno
1,79%
ANCHE IERI
a crisi finita, cioè mai, e che la
panacea dei drammi debitori è

Ieri
ti della maggioranza, non la-
scia dubbi: più tasse per tutti
l’emissione degli Eurobond,
un debito pubblico europeo LA BORSA HA CHIUSO
(perché tagliare le agevolazio- sostenuto da molti ma osteg-
IN POSITIVO
“ Il problema
degli spread
ni fiscali questo significa, au-
mento delle tasse). Da lì arri-
verà la quasi totalità della cor-
rezione di bilancio tra 2013 e
2014.
giato con forza dalla Germa-
nia, quindi impraticabile.

TUTTI SCRUTANO Tre-

non riguarda
solo l’Italia
” Considerazioni finali del 31
sera, quando si conosceranno
i risultati degli stress test eu-
ropei che diranno quanto so-
no sani gli istituti italiani. Il
tema è la manovra e soprat-
tutto l’apocalisse sfiorata in
Borsa lunedì e martedì, quan-
do gli spread sul debito pub-
blico, cioè i differenziali di co-
sto tra Italia e Germania, era-
no schizzati alla paurosa so-
Non ha molto altro da aggiun-
gere, tutto quello che aveva da
dire all’Italia l’ha messo nelle
maggio, ricette di sviluppo ri-
badite dal vicedirettore Igna-
zio Visco davanti al Senato in
audizione sulla manovra: tagli
di spesa mirati e non con l’ac-
cetta, interventi sul mercato
del lavoro per ridurre il pre-
cariato, veri piani di infrastrut-
ture, risparmi di spesa strut-
turali e non misure una tan-
tum. Ma Tremonti, ormai è
chiaro, ha fatto quel che po-
teva (o che voleva) e più in là
di così non si spingerà. Il mon-
do crolla attorno all’Italia ma
monti per cogliere da un so-
spiro, da un’incertezza, da una
smorfia, la risposta alla voce
che ieri circolava con più in-
sistenza: Tremonti approva la
manovra e poi si dimette, non
per ragioni contabili ma per lo
scandalo che ha travolto il suo
braccio destro Marco Milane-
se. “Tremonti verso l’addio,
ma a mercati chiusi”, scrive
per esempio l’agenzia specia-
lizzata in finanza Mf-Dow Jo-
nes, vedendo una promessa di
addio tra righe della ritrosia
tremontiana a fare dichiarazio-
ni sensibili all’assemblea del-
l’Abi. La tempistica dell’addio
sembrerebbe lineare: venerdì
il decreto della manovra, op-
1,41
IL RIMBALZO
DELL’EURO
SUL DOLLARO
meno in parte: “La manovra sa-
rà accompagnata da chi si
prende la responsabilità di
averla presentata”. E cita Tito
Livio: “Hic manebimus opti-
me”, qui stiamo benissimo.
Tremonti resta, l’ipotesi di un
governo tecnico per ora non è
destinata a concretizzarsi e il
presidente dell’Università
Bocconi Mario Monti torna
una riserva della Repubblica
anziché un imminente presi-
dente del Consiglio o ministro
dell’Economia (ipotesi questa
poco allettante per tutti).
Avanti come prima, dunque: la
ricetta Draghi viene rimandata
ancora, Tremonti insiste con
la via incrementale lasciando
ai governi di domani le solu-
zioni davvero radicali. Am-
morbidisce i punti che aveva-
no sollevato più proteste (tas-
sa sui conti titoli, blocco della
rivalutazione delle pensioni
medie) e si rimangia le pro-
messe di mezzo governo nella
scorsa settimana anticipando
il (lento) aumento dell’età
pensionabile, tagliando pesan-
temente i trasferimenti alle Re-
gioni, ripristinando i ticket e

S&P S’indaga sull’agenzia di rating

L’ipotesi: manipolazione del mercato
opo aver aperto un fasci-
D scolo su Moody’s, la Pro-
cura di Trani indaga ora an-
che su Standard & Poor’s,
partendo anche questa vol-
ta da un esposto di Adusbef
e con la stessa ipotesi di rea-
to: manipolazione del mer-
cato. Il pm Michele Ruggie-
ro – lo stesso che scoprì le
pressioni di Silvio Berlusco-
ni all’Agcom per chiudere
Annozero – ha chiesto alla
Consob di conoscere nel
dettaglio gli scambi aziona-
ri dell'8 e 11 luglio, quando
la Borsa italiana ha perso il 7
per cento sul mercato azio-
nario e il 10 sui mercati ob-
bligazionari e titoli di red-
dito fisso. Il pm sta analiz-
zando i dati a partire dal 21
maggio scorso, quando
Standard & Poor’s ha rivisto
l’outlook dell’Italia, portan-
dolo da stabile a negativo,
seppur confermando il ra-
ting A+ per il debito a lungo
termine. “Le attuali pro-
spettive di crescita – evi-
denziò S&P – sono deboli e
l’impegno politico per ri-
forme che aumentino la
produttività sembra incer-
to”, aggiungendo che “il po-
tenziale ingorgo politico
potrebbe contribuire ad un
rilassamento nella gestione
del debito pubblico. Come
risultato, crediamo che le
prospettive dell’Italia per ri-
durre il debito pubblico sia-
no diminuite”. Il ministro
del Tesoro Giulio Tremonti
replicò: “Le valutazioni
espresse e confermate nei
giorni scorsi dalle principa-
li organizzazioni internazio-
nali sono molto diverse da
quelle espresse oggi da
Standard & Poor's e i dati
della crescita economica e
del bilancio pubblico sono
stati costantemente miglio-
ri del previsto”. Ai primi di
luglio, quando l’agenzia di
rating valuta la bozza della
manovra finanziaria, il giu-
dizio è ancora negativo:
“Restano rischi sostanziali
per il piano di riduzione del
debito, soprattutto a causa
delle deboli prospettive di
crescita”. Giudizio che arri-
va quando il testo della ma-
novra finanziaria, però, non
è ancora definitivo e men-
tre si avviano i rating – da
parte delle agenzie – su 16
banche italiane. La Consob
decide così – siamo al pri-
mo luglio – di convocare
S&P e Moody’s per com-
prendere le ragioni dei re-
port. E la Procura di Trani
chiede di conoscere nel
dettaglio l’andamento in
Borsa, nelle ore in cui i re-
port venivano resi pubblici,
per comprendere se la ma-
nipolazione del mercato sia
realmente avvenuta oppure
no.
Antonio Massari
Manovra, ilM
di Marco Palombi
o si attendeva e alla fine è
Lgrottesco
arrivato: è quel tocco di
che caratterizza da
sempre questo centrodestra.
Mentre si taglia a sangue su
pensioni, sanità ed enti locali,
mentre si alzano le tasse e si
impone al paese una manovra
recessiva, mentre si approva
una manovra da 40 miliardi in
cinque giorni, un pugno di av-
vocati e notai eletti in Parla-
mento tiene in ostaggio la
maggioranza per gli affari pro-
pri.
GIULIO TREMONTI infatti
s’era permesso – su forti insi-
stenze europee – di scrivere un
vago emendamento sulla libe-
ralizzazione delle professioni,
apriti cielo: i deputati “profes-
sionisti” del Pdl si sono subito
messi a raccogliere le firme –
oltre venti in pochi minuti - al
grido “quel testo non lo vote-
remo mai”. Alla fine, la tregua:
lo si è riscritto in modo da non
cambiare nulla. Meno potenti,
ma altrettanto arrabbiati, quei
parlamentari che fanno pure i
sindaci o i presidenti di provin-
cia: dalla prossima legislatura,
se il decreto passa così, non po-
tranno più farlo e ieri tentava-
no in ogni modo di salvare en-
trambe le poltrone. Nel frat-
tempo governo e relatore pre-
sentavano emendamenti che
inasprivano ulteriormente i
contenuti della manovra, sen-
za apprezzabili proteste del
PdL per il loro peso su malati,
pensionati e cittadini in gene-
re. Rientrano infatti nel decre-
to - e saranno operativi da lune-
 Giovedì 14 luglio 2011

B
EMERGENZA DEBITO

rusca retromarcia di “Olindo” Sallusti su
Sallusti ora grida Giulio Tremonti. Dopo aver alimentato
per mesi le paure del ministro
dell’Economia su un nuovo “trattamento Boffo”, il
al complotto contro direttore del Giornale ieri ha sparato in prima pagina un
clamoroso “Chi vuole incastrare Tremonti?”.
D’improvviso la pace sembra essere scesa sul governo,
il metodo Boffo a detta di “Olindo”, e il duo Berlusconi-Tremonti è
ancora saldamente in sella: “I due ce l’hanno fatta, per il
momento, a raddrizzare la barca”. Cosa cela la
retromarcia, visto che appena qualche giorno fa il titolo
di apertura era “La casa gratis di Tremonti”? La svolta
del Giornale non fa che accrescere il mistero della sorte
del ministro, ma forse per trovare una risposta alla
domanda “Chi vuole incastrare Tremonti?” a Sallusti
basterebbe fare una telefonata. A chi sa lui.

Marco Milanese Luigi Bisignani John Woodcock

Fino a poco tempo fa era il Per i magistrati è il gran È il sostituto procuratore di
braccio destro del ministro manovratore della cosiddetta Napoli che indaga, assieme al
Giulio Tremonti. Marco loggia P4. Nato a Milano nel collega Francesco Curcio,
Milanese, onorevole del Pdl, 1953 e figlio di un manager sulla P4 di Bisignani &
con compagna portavoce dello della Pirelli, Bisignani inizia company. È nato nella contea
stesso dicastero, è finito nelle la carriera come cronista di Somerset, in Gran
indagini aperte dalle Procure dell’agenzia di stampa Ansa. Bretagna, nel 1967 da madre
di Napoli e Roma. Già iscritto alla Loggia P2, italiana e papà inglese.
Milanese, classe 1959, nato a condannato a tre anni e 4 Nel 1999 viene assegnato alla
Milano, vanta nel suo mesi nel processo Enimont, e Procura di Potenza per poi
curriculum una doppia coinvolto nell’inchiesta passare a quella di Napoli
laurea. È avvocato e Why Not del pm dieci anni dopo, nel settembre
professore di Diritto Luigi De Magistris del 2009

Tremonti incastrato
Tremonti in bilico tra le Tesoro, come voglio dire, rece-
richieste di Draghi e pisce ... arrivano questi nomi,
l’inchiesta sul suo ex braccio cioè io non dico che faccio il
destro Marco Milanese, visto postino...”.
da Marilena Nardi (FOTO ANSA) Nella foga di attenuare il pro-
prio ruolo e le proprie respon-

da quel “fai tu” sabilità, Milanese consegna ai

LE NUBI SULLA POLTRONA CHIAVE
di Giorgio Meletti
eoricamente i magistrati
valtellinese riuscisse a imbullo-
narsi alla scrivania.
Il suo consigliere politico Mar-
l’azionista a norma di codice ci-
vile.
Teoricamente, dunque, e solo
magistrati un affresco molto
più interessante di quanto for-
se non volesse. “Fate voi”, dice
Tremonti. Per i magistrati va
tradotto con “fai tu”. E infatti
quando Milanese, alla fine di
giugno, si dimette da consiglie-
re politico del ministro, i pm ar-
gomentano che questa mossa
non fa venire meno le esigenze
cautelari che li hanno spinti a
chiedere l’arresto. Proprio il

T di Napoli che hanno chie-

rendendo permanenti l’au-
mento delle accise sulla ben-
zina. Della presa di coscienza
della gravità del momento, cui
invita Draghi, c’è solo una fle-
bile traccia: invece di riman-
dare tutto il risanamento alla
prossima legislatura, si antici-
pa, ma aumentando le tasse in
modo mascherato. Si attendo-
no le tabelle per capire bene
quanto c’è di sostanzioso. Più
di così Tremonti non sa fare.
C’è da sperare che basti per-
ché i mercati sono in un equi-
librio fragilissimo. Se la Bce
smette di sostenerci, se il testo
finale deluderà le aspettative,
se le banche andranno peggio
del previsto agli stress test, si
ricomincerà da capo. E anche
Tremonti tornerà a ballare.
sto l’arresto di Marco Mi-
lanese potrebbero ipotiz-
zare anche per Giulio Tremonti
il reato di corruzione. Teorica-
mente. Proprio ieri sera il pro-
curatore capo Giandomenico
Lepore ha escluso che il Tre-
monti sia per ora indagato e
che debba essere interrogato.
Ma di sicuro il ministro dell’E-
conomia sembra chiuso in un
angolo. Dopo settimane di gra-
ve indebolimento dovuto all’o-
stilità di buona parte del gover-
no e dello stesso Silvio Berlu-
sconi, intorno al ministro è sta-
to istituito un ampio cordone
sanitario che vede partecipe
anche l’opposizione, in nome
della difesa del Paese dagli at-
tacchi della cosiddetta “specu-
lazione internazionale”. E la
stessa nota “rassicurante” della
Procura di Napoli non sembra
estranea a questo clima.
Ma sul capo di Tremonti si ad-
densano nubi nerissime: quan-
to sta emergendo dall’inchie-
sta di Napoli gli concede assai
poca credibilità come condot-
tiero in grado di pilotare l’Italia
fuori dai terrificanti guai finan-
ziari. Anche se, aderendo allo
spirito dei tempi, il fiscalista
co Milanese è accusato, tra l’al-
tro, di corruzione, per essersi
venduto le nomine nei consigli
d’amministrazione delle socie-
tà pubbliche dipendenti dal mi-
nistero dell’Economia. Questa
La Procura dice
che il ministro
non è indagato,
ma i superpoteri
di Milanese
restano tutti
da spiegare
è la parte dell’inchiesta che ri-
guarda più da vicino Tremonti.
Milanese è accusato di aver fat-
to il bello e il cattivo tempo nel-
le nomine in forza di una delega
del ministro. Le azioni delle so-
cietà di proprietà dello Stato
(Eni, Enel, Finmeccanica, Po-
ste, Fs, e via dicendo) fanno ca-
po al Tesoro, ed è il ministro
che esercita le prerogative del-
teoricamente, si potrebbe ipo-
tizzare che Milanese, pagando
l’affitto di 8.500 euro per la ca-
sa occupata da Tremonti a Ro-
ma, in via di Campo Marzio 24,
si sdebitasse della mano libera
concessagli dal ministro e uti-
lizzata per il mercimonio delle
poltrone, cioè per farsi cor-
rompere. In ogni caso restano i
fatti già accertati e le conclusio-
ni ipotizzate dagli inquirenti:
pur senza commettere reati,
Tremonti si dimostra un mini-
stro quantomeno distratto.
Nella migliore delle ipotesi si
scopre che per lui, preso co-
m’è dai destini del mondo, le
nomine nelle società pubbli-
che sono frattaglie di scarso in-
teresse, da buttare come avanzi
ai famelici cani dei partiti, di
maggioranza e opposizione.
É lo stesso Milanese a spiegarlo
ai magistrati, nell’interrogato-
rio del 29 marzo scorso: “Però
il ministro cosa ha detto: io si-
curamente devo mettere un di-
rigente del Tesoro che mi ... poi
per il resto fate voi, vedete voi
col dottor Letta, parlate, fate,
vedete oppure con gli altri poli
... gli altri, la Lega o gli ex a ... o
gli ex An all'interno del Pdl e
fanno ... e dicono i nomi, cioè il
caso dell’affitto di via Campo
Marzio pagato per Tremonti di-
mostra la saldezza del legame
tra i due, e i magistrati parlano
di “oggettiva vicinanza tra il Mi-
lanese e la persona del Ministro
e l'evidente esistenza di un rap-
porto fiduciario che prescinde
dall'incarico formale”.
Dunque è proprio Tremonti in
persona a dire a Milanese “fai
tu”. E lui fa, come si è visto. A
rendere la posizione del mini-
stro debolissima sono le dichia-
razioni rese da Francesco Par-
lato, direttore della direzione
VII del Tesoro, quella che si oc-
cupa proprio delle società con-
trollate. Conferma il potere
esercitato da Milanese, ma spe-
cifica: “Non so, però, se tali fun-
zioni siano state espressamen-
te indicate nell'atto di nomina a
consigliere politico. Nel prece-
dente governo tale funzione
era svolta dal sottosegretario
Massimo Tononi nell'ambito
della delega alle partecipazio-
ni”. Quindi con Tremonti si è
passato dalle deleghe formali al
“pensaci tu”. Un sistema agile
ma con uno svantaggio: il mi-
nistro deve, o dovrebbe, ri-
spondere direttamente delle
malefatte dei suoi cari.

Mricatto degli avvocati Pdl

dì - i ticket su diagnostica e co-
dici bianchi al Pronto soccorso
(10 e 25 euro) con un rispar-
mio di 380 milioni fin da que-
st’anno. Partirà dal 2013 anzi-
ché dodici mesi dopo anche l’a-
deguamento delle pensioni al-
la speranza di vita: in pratica gli
assegni diminuiranno perché
oggi si vive più a lungo. I pen-
sionati, almeno quelli “ricchi”,
parteciperanno anche con un
contributo di solidarietà: il 5
per cento dai 90mila euro l’an-
no in su e il 10 da 150mila. Get-
tito: 150 milioni fino al 2014.
I soldi veri, però, quelli richie-
sti da Bankitalia, Ue e mercati
stanno nella delega fiscale e
Tremonti s’è adeguato. La stan-
gata parte da subito: un emen-
damento prevede infatti un ta-
glio lineare delle agevolazioni
fiscali del 5 per cento per il
2013 e del 20 l’anno dopo (a re-
gime si parla di 20 miliardi) a
meno che non si riformi – a pa-
rità di saldi ovviamente - tutto il
sistema fiscale entro il settem-
bre 2013. Tra le misure concor-
date, poi, c’è anche una mag-
giore gradualità del bollo sui
dossier titoli (34,20 euro quella
minima, anziché 120), che pe-
rò resta una stangata di propor-
zioni enormi. Lo dice il gettito
atteso: 900 milioni per i primi
due anni e 2 miliardi e mezzo
dal 2103. Piccola correzione
anche per l’indicizzazione del-
le pensioni al costo della vita:
quelle da 1.428 euro al mese sa-
ranno decurtate del 30 per cen-
to anziché del 55, del tutto dai
2.380 euro in su. Le privatizza-
zioni? Rimandate al 2013, ter-
mine entro il quale il governo
dovrebbe approvare uno o più
piani per la dismissione delle
sue partecipazioni in società
ed enti.
“Dopo l’incontro con Tremon-
ti ci aspettavamo di più su equi-
tà e sviluppo”, ha sostenuto An-
na Finocchiaro che ieri ha pre-
sentato un pacchetto di emen-
damenti concordati da tutti i
gruppi di opposizione. Tra le
proposte, taglio subito ai costi
della politica, tassa al 20 per
cento sulle rendite finanziarie,
un pacchetto di liberalizzazio-
ni e allentamento dei vincoli di
bilancio per i comuni virtuosi.
A proposito di enti locali va se-
gnalato l’allarme di Regioni e
Comuni (che sopportano il 48
per cento dei tagli e dovranno
aumentare le loro tasse), ma an-
che un dato politico. Il federa-
lismo fiscale, su cui è girata tut-
ta la legislatura, è praticamente
morto: i 15 miliardi di tagli co-
stringeranno gli enti locali a in-
vocare la clausola di salvaguar-
dia inserita nel testo grazie ad
un accordo opposizione-Lega.
“Quella legge ormai è irrealiz-
zabile – hanno scritto ieri i go-
vernatori – Ora serve una veri-
fica su tutto il processo di attua-
zione”.
IL FATTO QUOTIDIANO ieri ha intercettato telefonate e sms di B.: il
suo diario segreto. Vero o falso?
Sms a “Bisi”: “Oggi rimasto sempre a Palazzo Grazioli, troppo caldo
a Roma. Dato buca a MVB a Palazzo Chigi, ma era tutto previsto.
Lei mi aveva pregato solo di mettere il mio nome nel comunicato
per attirare giornalisti alla conferenza stampa sul turismo. Forse
avevi ragione su di lei, caro Gigi”.
Sms a Ruby: “Cazziato AA perché parla in continuazione con FV del
‘Corriere’. Oggi ha fatto scrivere che FF passerà dalla Giustizia agli
Esteri. Ma FF ancora non sa nulla e ha smentito. Non riesco a
trovare nessuno che voglia fare il mio guardasigilli”.
Tel a “Signo”: “Chiesto consigli ad Alfonso su come prendere
Giulietto. Non se ne vuole andare. Poi ho cazziato anche lui: venti
pagine di ‘Chi’ dedicate al matrimonio di Brunetta sono troppe.
Quelle di Mara erano solo otto. Riparare”.
Sms a “Olindo”: “Non ho capito titolo ‘Giornale’: ‘Chi vuole
incastrare Tremonti?’. Ce l’avevi con me per caso? Devo forse
parlare con Rosa?”.
fd’e
pagina 4

I
LO SCANDALO P4

l Generale Michele Adinolfi, capo di
La strategia difensiva Stato Maggiore della Guardia di
Finanza, coinvolto nell’inchiesta
napoletana sulla P4 con l’accusa di
del numero due favoreggiamento e rivelazione di segreti
d’ufficio (i pm ritengono sia stato lui, per il
tramite di Pippo Marra, direttore
Spostare tutto a Roma dell’AdnKronos, a far arrivare a Luigi
Bisignani la notizia sulle indagini che lo
riguardavano, compresa quella delle
conversazioni telefoniche messe sotto
intercettazione), ritiene che il Tribunale di
Napoli non sia titolare dell’inchiesta che lo
riguarda. Così il suo avvocato ha rivolto una
richiesta alla Procura di Napoli perché gli
atti della propria difesa siano inviati alla
magistratura romana. Qualora la procura
napoletana non accettasse la richiesta, il
responso dovrà competere alla Corte di
Cassazione. Adinolfi non è il solo
esponente della Fiamme Gialle a essere
sotto inchiesta a Napoli. Con lui c’è Vito
Bardi, generale di corpo d’armata, che è
Comandante per l’Italia meridionale.

Finmeccanica delle relazioni esterne di Figli e partecipate “Mi risulta, da un paio di

Finmeccanica, Borgogni
Cattaneo: “Mai che a verbale ha dichiara-
to: “Cattaneo aveva una ve-
brigato per fare l’Ad” ra fissazione e ambiva a fa-
re l’Ad. È sponsorizzato da
mesi, che la figlia di Adinol-
Raccomandati fi lavori in Terna”. Lo stesso
Borgogni afferma: “Ricordo
di Stato invece nel periodo apri-
le-maggio 2010 l’ing. Guar-

“L’ illazione di una

mia autocandidatu-
ra o mie azioni per andare
in Finmeccanica è comple-
tamente falsa”, al riguardo
“esistono decine di prove
documentali ”. Così l’Ad di
Terna Flavio Cattaneo sulle
dichiarazioni del direttore
La Russa, Paolo Berlusconi
e da Paolo Romani. Nel
2008 ci venne imposto co-
me componente del Cda di
Finmeccanica dal ministe-
ro del Tesoro nella persona
di Fabio Corsico, che era
stato segretario particolare
di Tremonti”.
I figli e le controllate sta-
tali. Lorenzo Borgogni,
capo delle relazioni esterne
di Finmeccanica: “La figlia
di Lasco lavora in Finmecca-
nica, fu il Cattaneo a chiede-
re al Guarguaglini di assu-
merla”. Marco Milanese, in-
terrogato il 17 maggio 2011:
guaglini mi disse di chiama-
re Adinolfi perché aveva ri-
cevuto una sollecitazione
dalla Marcegaglia per far fa-
re uno stage alla figlia. Lo
informai della disponibili-
tà. Ma lui fu alquanto scon-
troso dicendo che forse
non si erano capiti”.

DA CRAXI AD ADINOLFI
LA FINANZA SECONDO B.
Indagine sulle talpe che hanno avvertito Mediolanum
della verifica fiscale. Il generale: “Non mi dimetto”
di Marco LIllo to un appunto o un documento per la fuga di notizie che ha bru- tività del gruppo per alcuni me-
dal quale sembrerebbe che Me- ciato l’inchiesta P4, sempre sulla si. Possibile che questo sia dav-
ocche cucite in Procura, a diolanum stessa era stata preav- vero l’interesse generale?”. Do-

B
Milano, sull’inchiesta -
svelata ieri dal Fatto Quo-
tidiano - sulla talpa della
Guardia di Finanza che ha volu-
to aiutare la società del premier
Mediolanum. La società banca-
ria e assicurativa partecipata
per un terzo da Ennio Doris e
per un terzo da Silvio Berlusco-
ni, ha subito una lunga verifica
della Polizia Tributaria della
Guardia di Finanza di Milano
guidata da Vincenzo Tomei ma
una talpa interna aveva preav-
vertito la società. La soffiata è di-
venuta di dominio pubblico so-
lo ieri dopo il deposito delle car-
te dell’inchiesta P4. A denun-
ciarla sono stati il deputato Pdl
ed ex braccio destro del mini-
stro Tremonti, Marco Milanese,
e il comandante interregionale
del Centro Italia, Emilio Spa-
ziante. Per Milanese: “Spaziante
potrebbe riferirvi particolari su
alcune informazioni che il capo
di Stato maggiore della Guardia
di Finanza Adinolfi avrebbe
"passato" agli interessati”. Per
Spaziante sarebbe stato : “Trova-
vertita”. I due verbali, inviati a
Milano dai pm Woodcock e Cur-
cio, sono confluiti in un fascico-
lo già aperto dal procuratore ag-
giunto di Milano Francesco Gre-
co sulla base dell’informativa
del comandante Tomei.
CONTRO Michele Adinolfi c’è
solo la parola, peraltro vaga, del
suo grande accusatore Marco Mi-
lanese. Il Capo di Stato Maggiore
è già indagato per favoreggia-
mento e rivelazione del segreto
I rapporti tra
Caimano e Gdf
Quando scriveva
a Bettino: “Radio
fante annuncia
controlli
su di me”
base delle accuse tutte da dimo-
strare del solito Milanese. E ieri il
Comando Generale ha diffuso
una nota per smentire le sue di-
missioni. Resta il fatto che i ver-
bali su Mediolanum riportano
sotto i riflettori i rapporti perver-
si del gruppo Berlusconi con la
Finanza e quelli amichevoli del
generale con il mondo berlusco-
niano. Non è la prima volta che
qualcuno preannuncia una veri-
fica fiscale a una società di Ber-
lusconi. Basta leggere la lettera
che il Cavaliere scrisse all’amico
Bettino il 22 aprile del 1980 e di-
vulgata solo 25 anni dopo per-
ché parte dell’archivio Craxi:
“Caro Bettino, come ti ho accen-
nato verbalmente, Radio Fante
ha annunciato che dopo la visita
a Torno, Guffanti e Cabassi, la Po-
lizia tributaria si interesserà a
me”. La solita Polizia Tributaria
che ora se la prende con Medio-
lanum. “Radio fante” è il termine
gergale con il quale si definisco-
no le voci di caserma. Berlusco-
ni, già allora preoccupato per la
collettività, proseguiva: “questo
significa paralizzare ... tutta l’at-
po avere elencato le verifiche già
subite, ecco la chiusa nel con-
sueto stile ‘chiagne e fotte’: “E’
proprio per questi precedenti e
con la convinzione e la sensazio-
ne quasi di esercitare un diritto
di cittadino maltrattato, che mi
permetto di interessarti. Grazie
di cuore per quello che crederai
sia giusto fare”. Negli anni suc-
cessivi la Fininvest trovò il modo
di risolvere i suoi problemi pa-
gando mazzette ai finanzieri, rea-
to per il quale Berlusconi è stato
assolto ma i suoi manager sono Berlusconi e Letta (FOTO ANSA). A destra, Adinolfi (ANSA) e Galliani (EMBLEMA)
stati condannati.
ORA, DA PREMIER, Berlu-
to Maggiore e con lui ho sempre
solo avuto rapporti istituziona-
generale Adinolfi sembra dipen-
dere un po’ più da Berlusconi. Il
sconi non ha bisogno di scrivere
a nessuno. Alza il telefono e i ge-
li”. Adinolfi sostiene di averlo vo-
sto due volte e poi “L'ho rivisto
ministro non si è mostrato sor-
preso di fronte ai pm: “attesa la
nerali sbattono i tacchi. Quando
Giulio Tremonti lo prende di pet-
quando mi ha mandato a chiama-
re dicendomi che il Ministro Tre-
comune passione per il Milan”
del Generale e del Cavaliere.
to il 6 giugno e lo accusa di vo- monti gli aveva fatto "una strana Adinolfi è amico fraterno di
lerlo colpire usando le Fiamme battuta" allusiva paventando il Adriano Galliani dai tempi in cui
Gialle, il Cavaliere convoca subi- fatto che io tramassi ai danni del comandava la Finanza di Monza
to il Capo di Stato maggiore Mi- Ministro; in tale occasione ha e Galliani era vicepresidente del-
chele Adinolfi. E il generale ub- chiamato Tremonti avanti a me e la squadra locale. Anche Marcel-
bidisce. Sentito dal pm Wood- lo ha rassicurato”. Anche se la lo Dell’Utri era in ottimi rapporti
cock Adinolfi precisa: “Ho cono- Guardia di Finanza per legge di- con questo finanziere. Il telefo-
sciuto Berlusconi da Capo di Sta- pende da Tremonti, insomma, il no dell’abitazione del generale

IL RACCONTO Trame d’Italia

Petrolio, P2, spioni e spigole: le chiamavano Fiamme Sporche

di Ferruccio Sansa
ignor giudice, le posso dare
“S un consiglio? Stia attento a
noi, alla Guardia di Finanza”. A
parlare era il colonnello che con
coraggio portava avanti una delle
prime inchieste italiane per cor-
ruzione. Eccolo il paradosso della
Finanza: da una parte investiga-
tori straordinari che, come nel ca-
so Antonveneta, riportano
nelle casse dello Stato oltre 400
milioni. Dall’altra ufficiali che la-
vorano per vanificare le indagini
dei loro uomini. Con i "buoni" che
devono guardarsi le spalle dai col-
leghi, dalla politica che si infila
dappertutto. Già, la Finanza è il
corpo dello Stato più "ambito",
perché mette il naso nei grandi
affari.
Una storia che comincia nel 1976
con lo Scandalo dei Petroli,
su cui indagarono 18 tribunali. A
cominciare da Torino, Treviso e
Venezia. Si parlò di una truffa al-
l’erario per 2.000 miliardi di lire.
Al centro, scrisse Giorgio Galli, un
“contrabbando di petrolio che
aveva provocato uno scarto del
20% tra il greggio effettivamente
Da una parte
funzionari
rigorosi,
dall’altra le mele
marce: storie di
inchieste, potere
e doppi giochi
consumato e le imposte pagate”.
Contrabbando, ma anche finan-
ziamenti ai partiti, a cominciare
dalla Dc. Un’inchiesta che coin-
volse petrolieri come Bruno Mus-
selli, politici come Sereno Freato
(infine assolto), ma anche i vertici
della Finanza. A cominciare da
Raffaele Lo Giudice, comandante
generale, e Donato Lo Prete ac-
cusati di aver lavorato al fianco dei
petrolieri. Anche qui un finanziere
pagò la sua onestà: il colonnello
Aldo Vitali, che rivelò lo scanda-
lo.
Poi, nel 1981, arrivò il terremo-
to P2. I pm Giuliano Turone e
Gherardo Colombo affidano l’in-
dagine al colonnello Vincenzo
Bianchi che già aveva seguito la
prima inchiesta dei Petroli negli
anni ‘70. Un altro uomo delle
Fiamme Gialle che ha fatto della
lealtà alle istituzioni una ragione
di vita. “Sequestrate tutto”, ordi-
nano i magistrati. Ma durante la
perquisizione a Bianchi arriva una
chiamata del generale Orazio
Giannini, comandante della Fi-
nanza: negli elenchi c´è il suo no-
me, come quello del suo prede-
cessore, Raffaele Giudice, e del
capo di stato maggiore della Fi-
nanza, Donato Lo Prete.
Qui la storia degli scandali della
Finanza incrocia le sorti di Silvio
Berlusconi, anche lui iscritto alla
P2. Nel 1979 la Finanza visita i
cantieri di Milano 2 e il Cavaliere
si spaccia per un semplice con-
sulente di Edilnord, ma la pattu-
glia si beve tutto e, pur ravvisando
irregolarità valutarie, chiude l’i-
spezione. Uno dei finanzieri risul-
terà iscritto alla P2, mentre il
maggiore Massimo Maria Berruti
lascerà le Fiamme Gialle per di-
ventare avvocato della finanza
estera della Fininvest.
Ma eccoci a Fiamme Sporche. Il
26 aprile 1994 Pietro Di Giovan-
ni, vicebrigadiere della polizia tri-
butaria di Milano, riferisce un epi-
sodio sconcertante al suo coman-
dante, il colonnello Gianluigi Mi-
glioli. Il maresciallo Francesco Na-
nocchio gli ha fatto uno strano di-
scorso: "Mi hanno contattato
quelli dell’Edilnord, dicono che
vogliono farci un regalino". Na-
nocchio consegna due milioni e
mezzo a Di Giovanni, che, d’ac-
cordo con Miglioli, dà tutto alla
Procura. L’indagine finisce ad An-
tonio Di Pietro e Piercamillo Da-
vigo, che proprio in quei giorni
Berlusconi sta corteggiando per-
ché entrino nel suo governo. Non
andrà così: Nanocchio viene ar-
restato. Non è un finanziere qua-
lunque, ma un investigatore che
lavora con il pool Mani Pulite. Lo
scandalo esplode: i magistrati sco-
prono che quasi tutte le grandi
imprese di Milano ungono i finan-
zieri. Gli indagati arriveranno a
600 (500 imprenditori e 100 fi-
nanzieri). Con Berlusconi c’è il go-
tha economico milanese. Tanti
sceglieranno il basso profilo (con
130 patteggiamenti). Il Cavaliere
invece la butta in politica.
Intanto ai vertici del comando
Nord-Ovest arriva il generale Ser-
gio Acciai, altro nome nella lista
P2. L’inchiesta prosegue: vengono
arrestati il maresciallo Livio Bal-
lerini, il nuovo capo della Dia mi-
lanese, il colonnello Angelo Tanca,
e il generale Giuseppe Cerciello,
comandante uscente del Nucleo
di Milano. Tanca confessa 53 tan-
genti. Ma non parla di quelle della
Fininvest, anzi, in carcere av-
vicina Ballerini per invitarlo a ta-
cere sulla tangente intascata in-

La difesa di Vito Bardi
“Il suo comportamento
trasparente e corretto”
(che ha comprato attico e piano
terra all’Aventino con lo sconto
riservato agli inquilini dell’ex pa-
trimonio delle assicurazioni) era
nella rubrica sequestrata a Del-
l’Utri. Nell’agenda 93-94 era ap-
puntato: “Adinolfi Michele
06/440...4 - (Braida) Capo Finan-
za domani 06/574... Ab.”. E poi
un secondo appunto: “Adinolfi
06/57... per Gerardo Sacco (l’o-
rafo Ndr) 0336...86 E’ convinto e
ha dato la sua disponibilità
(conv. da Adinolfi e Pippo Bau-
do)”.
ADINOLFI è poi intimo di
Gianni Letta, che lo ha chiamato
per fargli gli auguri del com-
pleanno a mezzanotte, come te-
stimoniato da Marco Milanese.
Ed erano ottimi anche rapporti
anche con alcuni imprenditori
del settore delle pulizie legati al-
la famiglia di Vittorio Mangano,
lo stalliere di Arcore. Quando nel
1998 le imprese di pulizie di Na-
tale Sartori, dove lavorava la fi-
glia di Vittorio Mangano, finisco-
no nel mirino della Finanza, en-
tra in campo l’uomo che curava
per Sartori i rapporti con i mili-
tari: Cesario Ottone. Questi chia-
ma Adinolfi e secondo gli inve-
stigatori l’allora colonnello non
si tira indietro: “Adinolfi indiriz-
zava Cesario”, si legge nelle in-
formative dell’epoca, “a un com-
mercialista di Monza, in passato
Ufficiale della Guardia di Finan-
za, a dire dell'Adinolfi ancora
‘ben introdotto nella GdF’”.
Quando le cose si mettono male
Natale Sartori comincia a pensa-
re a metter in campo "l'ultima
maniglia". Così indicata, sempre
secondo gli investigatori perché
“è troppo grossa” e Sartori deci-
de di "spararla" solo all'ultimo in
caso di estrema necessità. Se-
condo Ottone Cesario, “l’Ultima
maniglia” era proprio Adinolfi.
Che per questa vicenda è stato
indagato e prosciolto. Nell’inda-
gine emergevano solo compor-
tamenti poco eleganti. Nulla di
più. Gli amici del colonnello Adi-
nolfi avevano anche un proble-
ma con l’impresa Bartolini. E, a
proposito di maniglie, le infor-
mative di allora annotano: “Adi-
nolfi in concomitanza con il suo
interessamento presso Bartolini
Giorgio in favore di Sartori Na-
tale, per una sua esigenza perso-
nale, richiedeva e riceveva da
Cesario Ottone un omaggio co-
stituito da un set di valigie marca
Delsey. I due episodi non parreb-
bero tra loro connessi”.
sieme per una verifica alla Mon-
dadori.
Ma l’inchiesta fa paura. E gli uo-
mini della Finanza si muovono sui
due fronti. Da una parte c’è chi
indaga. Dall’altra, come appure-
ranno le indagini, c’è un brigadie-
re che smania per ottenere un
posto nella aziende del Cavaliere
e cerca notizie contro i pm. Ma a
muoversi è soprattutto il fedelis-
simo Berruti, che sarà condanna-
“L’
posizione del Generale Vito Bardi, rivela e conferma
la trasparenza e il rigore istituzionale che ha
caratterizzato l’operato dell’alto ufficiale”, afferma
l’avvocato Vincenzo Siniscalchi, difensore del
Generale, annunciando che “a breve, proprio sulla
Ennio Doris
e i guai intorno a sé
IMPOSTE PAGATE IN IRLANDA
E MULTE PER IVA E TASSE
di Vittorio Malagutti
na stangata da decine di
U milioni di euro. Quanto
basta per dare un taglio
netto ai brillanti risulta-
ti di bilancio di Mediolanum.
Peggio ancora, una botta pe-
santissima, tale da compro-
mettere i profitti aziendali an-
che nel futuro prossimo. Ecco
in estrema sintesi la posta in
gioco della partita in corso da
mesi tra il fisco e il gruppo fi-
nanziario controllato da En-
nio Doris e dal suo amico Sil-
vio Berlusconi.
E allora, se da una parte è an-
cora tutto da provare quello
che il generale della Guardia
di Finanza Emilio Spaziante ha
dichiarato ai magistrati di Na-
poli. E cioè che i manager di
Mediolanum l’anno scorso sa-
rebbero stati avvertiti in anti-
cipo, forse dal generale Mi-
chele Adinolfi, dell’arrivo im-
minente di una verifica delle
Fiamme Gialle. D’altra parte è
sicuro che i collaboratori di
Doris avevano ben chiaro in
mente che quell’indagine ri-
schiava di dare un colpo du-
rissimo al modello di business
dell'azienda. Un modello che
negli ultimi anni ha moltipli-
cato i profitti aziendali.
Funziona così: il motore del
gruppo, cioè le società che ge-
stiscono il risparmio raccolto
tra i risparmiatori, sono state
trasferite a Dublino. Questo
significa che la quasi totalità
dei profitti viene realizzata al-
l’estero. E siccome il fisco ir-
landese è a dir poco generoso
con le società straniere, il ri-
sultato è che l’aliquota media
applicata al gruppo Mediola-
num raggiunge a malapena il
to per favoreggiamento e dunque
portato in Parlamento con Forza
Italia. Lui ha accesso a Palazzo
Chigi. Lui, secondo i pm, si im-
pegna a contattare i finanzieri
coinvolti nella verifica Mondadori
(accusa respinta da Berruti). Un
lavoro che, però, non riesce fino in
fondo. Ma intanto arriva il cosid-
detto decreto salva-ladri per im-
pedire l’arresto di corrotti e cor-
ruttori. Decreto poi ritirato a furor
avvenuta pubblicazione sulla
stampa di atti originariamente
segretati, riguardanti la
19 per cento. Meno della me-
tà di quanto in teoria potreb-
be essere costretta a pagare in
Italia. Tutto questo è legale.
Molte aziende italiane, in par-
ticolare le banche, prendono
la scorciatoia che porta a Du-
blino per pagare meno tasse.
Nessuna però arriva a produr-
re in Irlanda addirittura il 90
per cento degli utili di grup-
po, come ha fatto Mediola-
num nel 2010, quando ha
chiuso l’esercizio con 245 mi-
lioni di profitti.
I MILITARI del nucleo di Po-
lizia tributaria di Milano non
hanno però contestato a Doris
il ricorso al doping ficale irlan-
dese. Le accuse delle Fiamme
Gialle si fondano alcune viola-
zioni specifiche. La più impor-
tante ruota attorno al concetto
di transfer price. In pratica, la
Mediolanum international
fund di Dublino, che gestisce
qualcosa come 17 miliardi di
euro, paga commissioni milio-
narie alle società italiane del
gruppo che si occupano della
raccolta. Nel 2010, per esem-
pio, le cosiddette distribution
fee hanno superato i 130 mi-
I Tartassati Nello storico film con Totò e Aldo Fabrizi, in cui quest’ultimo
interpretava un ufficiale incorruttibile della Guardia di Finanza, l’appuntato
arrivato con Fabrizi a controllare i conti del commerciante Totò di cognome
faceva Bardi, come il Comandante della Gdf sotto inchiesta a Napoli.
di popolo con il conseguente ar-
resto dell’ufficiale pagatore delle
tangenti berlusconiane: il respon-
sabile dei servizi fiscali Fininvest,
Salvatore Sciascia, anche lui ex
finanziere. E, pure Sciascia, con-
dannato e promosso deputato di
Forza Italia.
Il resto è cronaca recente. A co-
minciare dal caso Roberto
Speciale: nel 2006 l’allora vi-
ceministro Vincenzo Visco chiede
al Comandante del Corpo di av-
vicendare quattro ufficiali in Lom-
bardia. Speciale rifiuta, lascia ca-
pire che si tratta di persone im-
pegnate nell’inchiesta Unipol
che tocca il centrosinistra. Non è
così, anzi emerge che la mossa di
Visco sarebbe stata suggerita da
"criticità" emerse nel comando
della Lombardia. Ma la guerra
non è finita: il “Giornale” di casa
Berlusconi pubblica le famose in-
LO SCANDALO P4
scorta di atti di indagine di cui si sta avendo
legittimamente notizia, la difesa depositerà richiesta
di archiviazione”. “E infatti: infondato appare il
generico e confuso riferimento di Bisignani a una
pretesa notizia di indagini a suo carico riferitagli dal
deputato Papa, a sua volta informato dal Gen. Bardi. È
ormai accertato che il 19.10.2010 il Gen. Bardi –
come ha riferito precisamente agli inquirenti – ha
Non c’è solo
la “soffiata”
eccellente
Il gruppo
rischia
di dover pagare
230 milioni
lioni. È tutto denaro che dal-
l’Irlanda riprende la strada del-
l’Italia.
Il prezzo è giusto? Oppure i
vertici di Mediolanum fanno
in modo di pagare commissio-
ni inferiori alla media di mer-
cato? Proprio questa è l’accusa
della Guardia di Finanza che
messo nel mirino Banca Me-
diolanum con un’ispezione
cominciata a settembre del
2010 e terminata a fine feb-
braio. Ma perchè Doris fareb-
be uno sconto a se stesso sulle
commissioni da versare in Ita-
lia? Semplice: più soldi restano
in Irlanda meno tasse sarà chia-
tercettazioni di Piero Fassino: "Ab-
biamo una banca?". Una clamo-
rosa fuga di notizie quando i dia-
loghi non erano stati nemmeno
sbobinati. Una vicenda per cui è
stato rinviato a giudizio Paolo Ber-
lusconi, mentre il Cavaliere è in-
dagato. Manca un tassello: la tal-
pa che ha rivelato i colloqui al
“Giornale”. Nessun nome, ma il
sospetto che venga dalle Fiamme
Gialle .
Nel frattempo, però, anche Spe-
ciale è approdato in Parlamento
(Pdl). Con qualche intoppo, come
la condanna in appello a diciotto
mesi per lo "spigola-gate".
Speciale viaggiava sugli Atr42 del-
la Finanza con i familiari. Un volo
in particolare finisce nel mirino:
un trasporto da Pratica di Mare
alla scuola alpina della Finanza, a
Predazzo. Sull’aereo un carico di
spigole .
Giovedì 14 luglio 2011
informato il comandante Generale della Finanza delle
indagini in corso, ad opera della Guardia di Finanza di
Napoli a carico di personalità istituzionali, con il
coinvolgimento di Papa e Bisignani. Le informazioni di
cui sopra – prosegue Siniscalchi – sono state fornite al
Gen. Bardi dal Comandante Regionale secondo la
linea gerarchica e in ottemperanza a quanto avviene
periodicamente per inchieste ‘sensibili’ ”.
mato a pagare il gruppo.
Questa interpretazione è ov-
il mancato pagamento dell’im-
posta sui compensi versati ai
viamente controversa. Medio- promotori per il “coordina-
lanum ha ribattuto alle accuse
sostenendo che una norma
contenuta in un decreto legge
del maggio 2010 conferme-
rebbe la correttezza dell’azien-
mento, supervisione e con-
trollo” di altri promotori. Se-
condo le Fiamme Gialle queste
attività non rientrerebbero tra
quelle di carattere finanziario
da. Si vedrà. Il processo tribu- e quindi esenti da Iva.
tario è solo alle prime battute. “Tutto regolare”, risponde Me-
In caso di condanna però i dan- diolanum. “Non c’è stata nes-
ni per il gruppo finanziario po- suna violazione e i rilievi sono
trebbero essere pesanti. Le del tutto infondati”. Può esse-
Fiamme Gialle hanno conte-
stato imposte (Irap e Ires) non
re. Intanto però anche questi
64 milioni di multa andrebbe-
pagate per un totale di 121,4 ro sommati ai 170 milioni delle
milioni di euro negli anni tra il contestazioni sul transfer pri-
2006 e io 2009. Altri 48,3 mi- ce e il conto finale supera i 230
lioni di euro riguardano inve- milioni. Basta così? No, perchè
ce l’esercizio 2005. Tirando le nel 2010 anche l’Agenzia delle
somme si arriva a quasi 170 mi- Entrate (Direzione Lombar-
lioni di euro a cui andrebbero dia) è arrivata alla conclusione
aggiunte eventuali sanzioni. che Mediolanum Vita (il brac-
cio assicurativo del gruppo)
NON FINISCE QUI. Nel nel 2005 abbia pagato al Fisco
corso della stessa ispezione, 18 milioni in meno di quanto
quella al centro della presunta dovuto. Questa volta però Do-
soffiata di Adinolfi, i militari ris è venuto a patti. La transa-
hanno presentato a Mediola- zione potrebbe essere definita
num anche il conto di un’eva- a giorni. Resta aperta la que-
sione Iva che verrebbe sanzio- stione irlandese. Senza conta-
nata con una multa di 64 mi- re che adesso su tutta la vicen-
lioni. Questa volta l’Irlanda da pesa il sospetto di quella
non c’entra. L’accusa riguarda soffiata eccellente.
PAPA La Mercedes,
la Punto e poi a piedi
uante auto delle Fiamme Gialle ha avuto a dispo-
Qchesizione Alfonso Papa, e a quale titolo? La domanda
i pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock
pongono al nucleo della Polizia Tributaria di Napoli,
ottiene per risposta una storia esemplare: “Si desume
che già nel mese di dicembre 2005 era in corso di svolgimento
un servizio di accompagnamento nei confronti del dottor Papa
Alfonso, nella sua qualità di Vice Capo di Gabinetto Vicario pro
tempore del ministero della Giustizia”. Un vice brigadiere e
un appuntato scelto, entrambi in forza presso il Nu-
cleo Regionale erano deputati al compito, lo porta-
vano su una Mercedes S320. Nel settembre 2006 i due
militari che accompagnavano Papa venivano distac-
cati a Roma. A fine mese anche la vettura, la Mercedes,
veniva spostata a Roma, “per sopperire alle esigenze di
movimentazione del dr. Papa Alfonso nella sua qualità di Di-
rettore Generale della Direzione Generale della Giustizia Ci-
vile - Dipartimento per gli Affari di Giustizia del Ministero della
Giustizia”. L’11 marzo 2008 i due militari rientrano nel-
la sede campana. Otto giorni dopo il “Comando Gene-
rale della Guardia di Finanza disponeva il distacco (per 12
mesi) sempre dei medesimi militari presso il ministero della
Giustizia - Dipartimento Affari Giustizia - Direzione Generale
Giustizia Civile. Al riguardo si evidenzia che tale movimento
non si è mai concretizzato per la mancanza di gradimento
espressa dai militari formalmente interessati”. La Mercedes
venne poi spostata tra le sedi di Roma e Napoli, fino al
2010, quando ne fu “disposto il dissequestro e la restitu-
zione all’avente diritto”. Papa non si dà per vinto. Il 18
novembre 2008 scrive al comando della Gdf in Cam-
pania e chiede un’auto su Napoli quando si sposta in
qualità di deputato e membro della Commissione An-
timafia. Ottiene che due militari siano addetti al ser-
vizio, su una Fiat Punto. Il 27 dicembre 2010 di due
militari ne resta uno, il vice brigadiere che lo scortava
già nel 2005. Il 14 febbraio 2011 anche lui lascia (per
motivi familiari, è scritto), e poiché non si trova nes-
suno per carenza di personale, Papa resta a piedi.
pagina 6 Giovedì 14 luglio 2011

L
IN BASSO A DESTRA

a Giunta per le autorizzazioni della
Oggi in Giunta Camera si esprimerà oggi sulla richiesta
di arresto della Procura di Napoli nei
confronti del deputato Pdl, Alfonso Papa,
per la autorizzazioni nell’ambito dell'inchiesta P4. L’organismo si riunirà
alle 8,30 e il voto è previsto intorno alle 10. Il Pdl
conferma la sua contrarietà all’arresto, evidenziando
il caso Papa il “fumus persecutionis” nei confronti di Papa. Resta
invece “silente” la Lega, che si riserva di studiare
tutte le carte per poi prendere una decisione.
La richiesta d’arresto è arrivata alla Camera il 15
giugno e il Regolamento non dà alla Giunta più di
30 giorni per chiudere i lavori. La vicenda di
Alfonso Papa poi dovrà essere votata dall’Aula il
prossimo 20 luglio. ieri in conferenza dei
capigruppo il presidente della Camera, Gianfranco
Fini, ha ricordato che altri casi sono in scadenza tra
il 5 (per quanto riguarda Verdini), il 7 (richiesta di
arresto Milanese) e l’11 agosto (tabulati telefonici e
cassette di sicurezza di Milanese), quando la
Camera dovrebbe chiudere i lavori per la pausa
estiva. Per questo motivo il presidente Castagnetti,
dovrà decidere i tempi e l’eventuale slittamento a
settembre.

“Se il futuro

“SU MILANESE
della responsabilità penale La parlamentare
compete alla magistratura, il del Pdl
giudizio etico o morale lo la-
scerei alla Chiesa, noi parla-
Nunzia De
Girolamo, nota alle
è il partito
mentari dobbiamo so-
lo garantire il rispetto
cronache rosa per
la sua storia
degli onesti

VOGLIO LIBERTÀ
dei parametri del-
l’art. 68.
col deputato
democratico
dobbiamo dare
Lei mi fa questo
ragionamento ri-
Francesco
Boccia
dei segnali forti
ferendosi anche,
e soprattutto,
(FOTO EMBLEMA)
che la legalità

DI COSCIENZA”
al caso Milane-
se. è un nostro
Senta, io non
personalizzo riferimento”
mai le mie
posizioni,
ho voluto lora? non penso bene di quello che
La deputata Pdl Nunzia De Girolamo aspettare,
dopo la
Ci sono rive-
lazioni in-
viene addebitato a Papa, nel
suo caso le modalità in cui è sta-
pioggia di quietanti, ta condotta l’inchiesta rischia-
favorevole all’arresto del collega indiscre-
zioni sui
che ovvia-
mente vanno
no di prefigurare un qualche fu-
mus.
vostri gior- riscontrate Se le arrivasse un ordine di
di Luca Telese 68? Quale sarebbe la “lettera” nali, che dalla giunta nelle carte: ci scuderia, però, sarebbe co-
Non credo alle mie orec- secondo lei? arrivassero le carte. sono particola- stretta a rimettersi in riga e
e vogliamo fare il par- chie. Noi dobbiamo solo chiederci: Adesso sto studiando e ri direi un po’ a parlare diversamente.

“S tito degli onesti, e io ci

credo davvero, dob-
biamo dare dei segna-
li forti che la legalità è un no-
stro riferimento importante e
cruciale: il che significa appro-
fondire le richieste che vengo-
no dai giudici sebbene riguar-
dino dei colleghi. Inoltre, cre-
do sia opportuno selezionare
accuratamente la classe diri-
gente, tenendo le antenne drit-
te, percependo i segnali, ap-
provando un serio codice eti-
co”.
Se non avete già fatto un salto
sulla sedia, fatelo ora. Perché a
parlare così, con grande net-
tezza è una parlamentare del
Pdl, una di quelle in maggiore
ascesa, una deputata giovane e
un volto noto al pubblico tele-
visivo come Nunzia De Girola-
mo. Non l’esponente di una mi-
noranza in odore di eresia, ma
una deputata considerata mol-
to vicina a Berlusconi. Ecco
perché, la conversazione che
la De Girolamo accetta di fare
con il Fatto contiene tanti ele-
menti di discontinuità rispetto
al passato, ed è ricca di impli-
cazioni politiche. Talmente
netta da prefigurare un grande
dibattito dentro tutto il centro-
destra (e non solo): “Io sono
convinta che, come ha detto
Alfano, il caso di Silvio Berlu-
sconi sia una storia a sé, perché
dal punto di vista politico e
simbolico evoca i tratti della
persecuzione giudiziaria e del-
l’accanimento monomaniaca-
le di alcuni pm... Ma per tutti gli
altri esponenti del nostro par-
tito e della nostra coalizione –
aggiunge la De Girolamo – de-
vono valere le leggi e i principi
che valgono per tutti i comuni
mortali. Non è possibile che fa-
cendosi scudo del caso Berlu-
sconi, unico e irripetibile,
qualcuno cerchi di farsi scudo
per presunti reati comuni”.
Onorevole De Girolamo, si
rende conto che queste pa-
role determineranno un
terremoto nel suo partito?
E perché? Ha ascoltato il bellis-
simo discorso che ha fatto il no-
stro segretario? Lo hanno ap-
plaudito tutti, con grande entu-
siasmo e noi dobbiamo essere
conseguenti nelle scelte politi-
che di tutti i giorni, con corag-
gio, ovviamente senza diventa-
re giustizialisti o maralisti.
Lei sa bene che fino ad oggi
tutte le richieste pervenute
alla Camera sono state re-
spinte, sia per i parlamenta-
ri di destra, che di sinistra.
Non era più giusto a questo
punto ritornare all’articolo
Fa male a non credere. E fa male
a fare ironie: vede, in fondo è
molto semplice. Dopo anni di
impazzimento nel conflitto fra
politica e magistratura, quello
c’è un fumus persecutionis con-
tro il deputato di cui si richiede
l’arresto, o l’autorizzazione a
utilizzare intercettazioni? Se
pensiamo che questo fumus ci
attendo di leggere la
memoria difensiva che
Milanese ha intenzione
di depositare in giunta.
Vecchie ruggini cam-
grotteschi – dal-
le suite ai viaggi.
Dobbiamo far ca-
pire alla gente
che la politica è
Guardi, lei non mi conosce be-
ne. Io sono molto prudente e
scrupolosa, ho una forte
preoccupazione garantista. Mi
informo prima di parlare. Ma
che dobbiamo fare noi è torna- sia dobbiamo assolutamente pane? tutt’altra cosa e una volta che ho preso una de-
re alla lettera della legge, a quel- votare contro. Ma se ci faccia- Ma si figuri. Quei rappor- noi dobbiamo di- cisione, in coscienza, vado fino
lo che la legge ci chiede di va- mo l’idea che questo fumus non ti, semmai, mi hanno in- fenderla in un mo- in fondo. Come sempre mi bat-
gliare con il voto della Came- ci sia dobbiamo votare senza dotto alla prudenza. mento di anti poli- terò per difendere la presun-
ra. esitazioni sì. L’accertamento E cosa l’ha colpita, al- tica come quello at- zione d’innocenza, ma è neces-
tuale. sario avere rispetto anche della
Lei fa questo ra- dignità dei nostri elettori.
gionamento per Questo vuol dire che lei po-
RIMPASTO Frattini, Bernini, Milanese, però
non mi ha fatto
trebbe votare a favore della
richiesta di autorizzazione a
il nome dell’o- procedere?
Monti, Bini Smaghi. Che confusione norevole Papa.
Eppure c’è anche
Premetto che le misure richie-
ste mi sembrano eccessive e
a se ne va o non se ne va? L’annoso que- a un rimpasto “vero, concreto, forte” alla ri- quella richiesta che pende... credo che questo sarebbe un
M sito, in queste ore, non riguarda più solo presa. La scacchiera è già pronta. Frattini al
Giulio Tremonti e le sue possibili dimissioni posto di Alfano con il Cavaliere che tiene l’in-
Voglio essere molto chiara.
Proprio perché quello che
argomento da trattare. Forse
una misura interdittiva avreb-
subito dopo il varo della manovra. Quello che terim degli Esteri. Il titolare della Farnesina dobbiamo valutare non è il me- be reso più agevole il processo
doveva lasciare l’incarico entro venerdì, a di- nega (“parliamo di cose serie!”), ma Berlusco- rito dell’inchiesta, e nemmeno al quale Milanese non deve as-
re il vero, pareva Angelino Alfano, ma poi la ni vuole un uomo che risponda a Ghedini e lui farci una ipotesi di reato, a pa- solutamente sottrarsi. Dobbia-
crisi e la manovra hanno rimesso in gioco an- è quello giusto. Poi, via Tremonti e dentro Ma- rità di disagio, nell’esaminare mo essere chiari su un punto
che questo. “Non possiamo fare il rimpasto rio Monti. O forse Bini Smaghi, che tornerà le due storie, non posso allo però. Quando si parla di re-
adesso – sussurra un ‘responsabile’ del cali- giusto in quei giorni dalla Bce. E se Frattini stato non riscontrare una diffe- sponsabilità personali degli in-
bro di Luciano Sardelli – i mercati ci massa- dicesse no? Giubilata Anna Maria Bernini per- renza. dividui, non significa responsa-
crerebbero, meglio assestare la manovra e do- ché non piace al Quirinale, per via Arenula ci Quale? bilità politica di un intero par-
po, a settembre, ripartire con nuova benzina sono ancora in panchina Donato Bruno e Nit- Nel caso di Papa c’è stato – pen- tito. Posso solo dirle, in conclu-
nel motore…”. Niente governo tecnico, nien- to Palma, mentre di sicuro sarà fatto fuori Sa- so al filmato proiettato nella se- sione e senza evadere la sua do-
te crisi anticipata (almeno nelle intenzioni verio Romano dalle Politiche Agricole e alle de del nostro gruppo dall’ono- manda, che se la vicenda Mila-
della maggioranza) niente Tremonti che la- Politiche Ue potrebbe andare il capogruppo revole Sisto – un lavoro di pe- nese, Tedesco o Papa riguar-
scia e Berlusconi che non lo trattiene; si andrà leghista Marco Reguzzoni. (Sara Nicoli) dinamento che supera i limiti dasse me, lascerei libertà di vo-
imposti dalle prerogative. to al mio gruppo parlamentare
Quindi, anche se sicuramente di riferimento.
Fini: “Romano deve dimettersi”
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA ATTACCA IL MINISTRO. LA REPLICA: “STIA ZITTO”
di Alessandro Ferrucci mano. L’argomento è la legalità e dente della Camera, riapre vecchi
Fini spiega come la presenza di cer- scenari politici: non lo dice espli-
rofetico, oltre il necessario. Me- ti deputati e ministri non è un pro- citamente, lo lascia intuire, ci torna
Plizzato
si fa Gianfranco Fini aveva uti-
una formula romantica ed
blema di “incompatibilità, ma di
opportunità”. Il riferimento è an-
sopra più volte, ma la strada indi-
cata, o auspicata, è quella del go-
eroica per illustrare il percorso di che a Marco Milanese e Alfonso Pa- vernissmo. Fa gli auguri ad Ange-
Futuro e Libertà: stiamo attraver- pa, per i quali è stata chiesta l'au- lino Alfano per il ruolo di segretario Leader e delfino Italo Bocchino e Gianfranco Fini
sando il deserto a piedi. Ieri qual- torizzazione alle Camere. del Pdl (“L’ho chiamato in privato
cuno deve aver messo lo zampino per dirgli buon lavoro: non avrà un cente, con l’addio di Adolfo Urso,
per passare da una visione alla real- LA REPLICA del numero uno compito facile”), quindi sottoscrive Andrea Ronchi e Giuseppe Scalia.
tà: conferenza stampa alle quattro dell’Agricoltura: “A quei soloni che il ruolo chiave del capo dello Stato Oltre agli attacchi della base del
del pomeriggio, con 38-40 gradi al- si ergono a difensori della morale e nell’approvazione-lampo della ma- partito dopo le dichiarazioni di Fa-
l’esterno e aria condizionata rotta. che invece hanno favorito i propri novra finanziaria. Loda l’opposizio- bio Granata su un possibile accordo
Italo Bocchino sull’orlo dello sve- familiari attraverso vendite impro- ne per aver rinunciato a una bat- basato sulla legalità con Antonio Di
nimento, Enzo Raisi sudato oltre la prie, vorrei dire che l’opposizione taglia basata sull’ostruzionismo e Pietro.
giacca e il presidente della Camera ha tutto il diritto di attaccarmi e auspica un atteggiamento “maturo”
concentrato più nel mantenere il chiedere le mie dimissioni. Altri, anche per un immediato futuro: PERÒ FINI sembra fiducioso, fa
giusto aplomb che a inaugurare la svolgendo ruoli di terzietà, non “Però ci credo poco: la mia è una capire che era tutto previsto, che fa
nuova sede del suo soggetto po- hanno diritto di intervenire su una speranza, ma sono sicuro che da lu- parte del gioco. E a chi gli domanda
litico. Però qualcosa ha detto. E so- vicenda squisitamente politica”. nedì ripartirà tutto come prima”. se il tour significa anche un auto-
prattutto c’è chi non l’ha presa be- Automatico anche il supporto di Fa- Insulti, bordate. Il solito spettacolo matico addio al ruolo di presidente,
nissimo, a partire da Saverio Ro- brizio Cicchitto e Daniele Capez- parlamentare. Però lui ha deciso: da lui smentisce: “Non c’è incompa-
zone, fedelissimi settembre partirà per un tour elet- tibilità, posso fare l’uno e l’altro. La
governativi, con torale, dove la prima tappa sarà Mi- Camera non la lascio, e se a qual-
Il ritorno del leader di Fli: insulti vari all’ex
cofondatore del
rabello e la sua festa Tricolore. L’an-
no scorso aveva detto ai suoi: “Mi
cuno non sta bene, gli faccio notare
che ho subito attacchi da destra a
auspica il governissimo Pdl.
Polemiche esclu-
raccomando, sarete corteggiati dai
berluscones per rientrare. Ma vi vo-
sinistra. Vuol dire che sono equi-
distante”. Equidistante, eppure
se, il ritorno sulla glio granitici”. Insomma. Qualche molto sollecito a indicare la strada
e fa gli auguri ad Alfano scena del presi- scricchiolio c’è stato, anche di re- da seguire, dentro al Parlamento.
Giovedì 14 luglio 2011 pagina 7

O
SERVIZIETTO PUBBLICO

ggi a partire dalle ore 11 e in
I radicali manifestano concomitanza con il Cda della Rai, i
Radicali manifesteranno davanti a
viale Mazzini contro la Rai “chiusa per ferie e per
contro il servizio chiedere dibattiti da subito sui temi nascosti agli
italiani”. Durante il sit-in – preannunciano – sarà
realizzata una installazione “adeguata allo stile
pubblico chiuso per ferie ‘balneare’ della Rai”.
“Nonostante 13 mila dipendenti e 1,6 miliardi di
euro di canone la Rai – dice il segretario di
Radicali Italiani, Mario Staderini – chiude per tre
mesi tutti gli spazi di approfondimento, alla faccia
del servizio pubblico e della voglia di
partecipazione e dibattito che i referendum
hanno dimostrato esserci nel Paese. Eppure di
questioni su cui informare gli italiani ce ne
sarebbero tante: dall’attualità della manovra
finanziaria e del debito pubblico alla giustizia e alle
condizioni delle carceri, sino a quei temi da
sempre cancellati dalla Rai perchè scomodi al
potere”. “Invito a essere presenti tutti coloro che
a diverso titolo in questi mesi si sono mobilitati
rispetto ai doveri del servizio pubblico. Che sia –
conclude – l’inizio di un ritorno alla legalità”.

IL VIRUS MINZOLINI COSTA

10 MILIONI DI EURO ALLA RAI
La Sipra teme il danno del Tg1 per la raccolta pubblicitaria
Augusto Minzolini (FOTO LAPRESSE)

di Carlo Tecce IL CROLLO Elaborazione Studio Frasi su dati Auditel

I
n ritardo di un paio di
anni, inchieste giudizia-
rie per la carta di credi-
to, un terno di multe e
6,4 L’indice share di Rai 1 tra le 19:45 e le 21:00

27
26,63%
Direttore:
Gianni Riotta
Direttore:
Augusto Minzolini
clamorose censure e omis-
sioni, la Rai scopre il proble-
I PUNTI DI SHARE 26 01/01/2008 01/01/2010 01/01/2011
25,34%
ma Augusto Minzolini. Che
per il presidente Paolo Ga-
PERSI DAL TG1 25
AUDIENCE
31/12/2008 31/12/2010 12/07/2011
5.720.000 5.651.000 5.199.000
rimberti è serio e preoccu-
pante. Che per il direttore
RISPETTO AL 2008 24 Spettatori

SHARE 26,63% 25,34% 22,24%

generale Lorenza Lei è tema 23
22,24%

3
di riflessioni profonde. For- EDIZIONI 366 365 193
22
se le analisi di Sipra, la con-
cessionaria pubblicitaria di Media del Tg1 sera
21
viale Mazzini, suona la cam- AUDIENCE 6.469.306 5.919.994 5.606.176
pana persino per chi vuole
apparire sordo. La crisi di I PUNTI DI SHARE 20 Spettatori

30,66% 26,92%
SHARE 24,54%
ascolti del Tg1 è ormai una
malattia cronica: “Per l'anno PERSI DA RAI 1 NELLA 01/01/2008
31/12/2008
01/01/2010
31/12/2010
01/01/2011
12/07/2011
EDIZIONI 365 365 193
in corso possiamo stimare
un danno di almeno 10 mi- FASCIA 19:30 - 23:30 Direttore:
Gianni Riotta
Direttore:
Augusto Minzolini
lioni di euro”, dicono fonti
interne di Sipra al Fatto Quo-
tidiano.

LA CURA per conciliare

Minzolini e le notizie è intro-
vabile, e l'azienda ha rinun-
ciato volentieri. Ma la tas-
sa-direttorissimo è troppo al-
ta, anche per i berlusconiani
più spinti, ecco perché sol-
tanto oggi il Consiglio di am-
ministrazione conoscerà l'i-
narrestabile discesa del Tg1.
Il primo telegiornale del ser-
vizio pubblico, ridotto a una
civetta del Cavaliere, fa male
ai conti di viale Mazzini.
Il Tg1 al 20 per cento di sha-
re è un veleno per i program-
mi che seguono e un balsa-
mo per la concorrenza. Nella
preziosa fascia 19:45-21:00,
presidiata dal Tg1 di Minzo-
lini, Rai1 perde 3,10 punti ri-
spetto al 2010 e addirittura
4,4 sul 2008, direzione di
Gianni Riotta. L'anonimo in-
dice share ha un costo: “Un
punto di share vale 20 milio-
ni di euro nell'intera giornata
BIOTESTAMENTI di Caterina Perniconi
Il più cattolico
di Rai1, tre punti in prima
serata almeno 40 milioni”. E
Minzolini cade al centro di
quel pezzetto di palinsesto,
le quattro ore più ambite da-
gli inserzionisti. Il Tg1 fa
peggio del gioco a premi che
precede e azzoppa il varietà
che segue, dunque brucia 10
milioni di euro poiché in-
fluenza un'ora su quattro:
“La cifra è calcolata a mer-
cato costante. Non è nem-
meno pessimistica”, spiega-
no in Sipra.
L'AUTODISTRUZIONE
del Tg1 può ritoccare all'in-
sù i 10 milioni, a giugno Min-
zolini ha registrato un mini-
mo storico al 20,6% di share
con 3,6 milioni di telespet-
tatori. I numeri fanno im-
pressione se paragonati al
2008, l'ultimo anno comple-
to di Riotta a Saxa Rubra.
Non è passata un'epoca, ep-
pure la differenza è impres-
Minimo storico per gli ascolti ranno di domande i vertici di
Sipra e il risultato sarà un
credito di viale Mazzini.
Oggi la Sipra farà sbiancare il
prevedibile nulla di fatto. Co- Cda, compreso il presidente
a giugno: 20,6% di share me sempre. e il direttore generale: la rac-
La verità su Minzolini l’ha colta pubblicitaria va male, il
con 3,6 milioni di telespettatori detta il medesimo Minzolini: servizio pubblico arranca
“Resterò al mio posto finché ovunque e fatica a soppor-
dura il governo di Berlusco- tare fallimenti come il Tg1 e
sionante: appena tre anni fa, Giubilo e il suo arrivo. ni”. Più lunga sarà la perma- la trasmissione di Sgarbi.
6,5 milioni di italiani guarda- Nel 2010, però, Minzolini ha nenza al suo posto (pubbli- Il critico d’arte è durato un
vano il telegiornale di Rai 1 già sperperato l'eredità: via co) e più grave sarà il danno mercoledì di maggio per il
che pietrificava i rivali con il mezzo milione di spettatori per l'azienda. La spesa è lun- debutto: chiuso per ascolti,
30% di share. Abboniamo il che, in queste settimane, sal- ga e ancora aperta: 458 mila mentre il contratto di un mi-
2009 al direttorissimo per- gono a 800 mila. Oggi il Cda euro di multe dall'Autorità di lione di euro scade a dicem-
ché spezzettato con l'addio processerà l'ex notista poli- garanzia, 86 mila euro di bre. Il direttorissimo è intoc-
di Riotta, l'interim di Andrea tico, i consiglieri tempeste- viaggi e cene con la carta di cabile fin quando vuole Lui.
Tina Palomba, cronista contro
la camorra: una vita di minacce
di Enrico Fierro po ti può capitare di incontrare il fratel-
lo, la moglie, il figlio del soggetto che hai
rano passate da poco le 11 di sera. raccontato. E allora sono sguardi torvi,
“E Ero sul letto a leggere un libro, al-
l'improvviso...” All'improvviso un ba-
parole sussurrate, l'accusa di essere una
infame letta sulle labbra di chi ti sta di
gliore arancione che illumina la stanza e fronte”. E così può capitare che per il tuo
le grida giù in strada che ti dicono dove lavoro sali le scale del Tribunale di Santa
sei, in quale jungla campi e fai il tuo dan- Maria Capua Vetere e incontri un “signo-
nato lavoro di cronista di provincia. Ven- re” che si ferma e ti dice “lei starebbe
tidue giugno, i fuochisti della camorra
ricordano a Tina Palomba, 43 anni, da
bene appesa a un albero”, o un ragazzot-
to con i jeans strappati, la maglietta a fior
Tina Palomba

alzi la mano una quindicina cronista di camorra in

terra di camorra, che non deve più scas-
sare il ca... con quei suoi articoli di mer-
di pelle e l'orecchino luccicante che ti
guarda storto e ti intima: “Tu qui non ci
devi venire più”.
additato come “megafono” dei clan, Ro-
berto Saviano lo cita spesso quando parla
di stampa e camorra. Nella celebre pun-

N on bastava la strumentalizzazione politi-

ca del voto in aula sul biotestamento, tra-
sformata in una rissa pro e contro l’eutanasia. Ieri,
giorno successivo al licenziamento del provvedi-
mento, il Pdl ha convocato una conferenza stampa
presieduta dal neo segretario, Angelino Alfano,
per mettere il cappello sulla legge. Il ministro della
Giustizia, evidentemente desideroso di accreditar-
si come il leader dei cattolici – dopo i contatti del
Vaticano con vari esponenti politici avvenuti nei
giorni scorsi – ha ripetuto a favore di telecamera il
pensiero (noto) del suo partito. Quest’inizia-
tiva, oltre a far infuriare i giornalisti ai quali
non sono state concesse domande, ha agitato i
parlamentari dell’Udc che sono corsi ai ripari
convocando una conferenza stampa all’ulti-
mo minuto, poco prima di quella di Alfano,
per rivendicare la paternità della legge (che
impedirà ai cittadini italiani di avere l’ultima
parola sulla morte). Sempre a favore di tele-
camera. E magari anche di radio Vaticana.
da. Hai scritto, hai parlato male delle fa-
miglie che contano, hai messo in piazza
le loro ricchezze pacchiane, le auto di
lusso, le case che sembrano bunker, hai
pure pubblicato le foto delle loro mogli
che urlano maledizioni contro i poliziot-
ti che portano via ammanettati i loro ma-
riti, e allora paghi. Ti “appicciamo” la
macchina. “È stato terribile, per la prima
volta ho avuto paura. Sono venuti sotto
casa mia, hanno dato fuoco alla mia auto
lasciando segni chiarissimi dell'avverti-
mento. Due taniche di benzina circon-
date di copie del Corriere di Caserta, il
giornale dove lavoro. Sanno dove vivo,
conoscono le mie abitudini, hanno fi-
nanche beffato i carabinieri che ogni
notte fanno il giro per controllare che
tutto sia a posto”. Tina vive da tempo sot-
to vigilanza per le minacce ricevute.
“Perché si scrive di camorra e si vive in
una piccola comunità dove il giorno do-
SI VIVE COSÌ in quella terra di nessuno
che è la terra dei Casalesi. I grandi capi
sono in galera, ma le giovani leve, quelle
che devono riempire i vuoti della gerar-
chia di camorra, sono liberi. Si danno da
fare, devono dimostrare a chi è a Poggio-
reale che anche loro sono “uomini di con-
seguenza”, “e questo – dice Tina – fa an-
cora più paura. I giovani non hanno re-
gole, l'incendio della mia auto dimostra
che forse hanno cambiato obiettivo”.
Inutile chiedere a Tina quale dei tanti ar-
ticoli che ogni giorno scrive sul suo gior-
nale possa aver scatenato la reazione del-
la camorra. “Ho cercato di capire rileg-
gendo il mio lavoro degli ultimi mesi, ma
come si fa? Scrivo ogni giorno dei clan
che dominano su questo territorio, ho
dato fastidio ai casalesi come ai gruppi
padroni di Mondragone, difficile dirlo”.
Il Corriere di Caserta è il giornale più volte
tata di Che tempo che fa? lo scrittore di Go-
morra fece una rassegna stampa dei titoli
più scandalosi del Corriere. Quelli sulle
“amanti” di don Peppe Diana, il prete uc-
ciso dalla camorra casalese, le lettere dal-
la latitanza di alcuni boss. Tina scrisse una
durissima lettera allo scrittore e minac-
ciò di restituire la tessera all'ordine dei
giornalisti. “Saviano ha il grande merito
di aver illuminato la realtà casertana, ma
non può indicarci come vicini alla camor-
ra. Sono stata individuata dal pentito Au-
gusto La Torre, come la portavoce del pm
Raffaele Cantone. Questo concetto è sta-
to ripreso pari pari dal boss Bidognetti e
dall'allora latitante Iovine, in una lettera
al processo ‘Spartacus'. Delle due l'una:
sono la portavoce della camorra, o dei
magistrati antimafia? Siamo solo cronisti
di provincia in una terra difficile, siamo in
prima linea e dobbiamo portare questa
croce”.
pagina 8 Giovedì 14 luglio 2011

CRONACHE

CAMORRA E APPALTI
CESARO NEL MIRINO
DELL’ANTIMAFIA
Indagato “Gigino ‘a purpetta”
presidente Pdl della provincia di Napoli
di Vincenzo Iurillo loro difensore, fino al punto di Il coordinatore Pdl campano Nicola Cosentino D’Aniello, col quale ha spesso
Napoli rafforzarne gli interessi sul terri- (indagato per concorso esterno in associazione lavorato in tandem, e su come PALERMO
torio. Ed è uno dei due legali che camorristica nell’inchiesta P3) all’uscita della questi acquisisse informazioni
è un particolare che in- firmò e lesse in aula, il 13 marzo per favorire Bidognetti. E si la- MAFIA, A GIUDIZIO IL MINISTRO

C’
curiosisce i pm della
Dda napoletana, la se-
zione della Procura che
come riferisce Rosaria Capac-
chione su Il Mattino ha iscritto
nel registro degli indagati il de-
putato e presidente Pdl della
Provincia di Napoli Luigi Cesaro
per reati di camorra. Gli avvocati
del politico azzurro sapevano
che il boss Luigi Guida aveva ini-
ziato a parlare dei presunti lega-
mi tra gli interessi imprendito-
riali di Cesaro e quelli dei clan
casalesi, in un momento in cui le
confidenze di Guida erano e do-
vevano restare assolutamente
segrete. È un particolare delica-
to, sul quale la Procura ha fatto
diverse domande, che fa capo-
lino in alcune delle 351 pagine
della trascrizione di un interro-
gatorio dell’avvocato Michele
Santonastaso, allegato agli atti di
un processo in corso a Santa Ma-
ria Capua Vetere a carico di Car-
mine D’Aniello, penalista impu-
tato di associazione camorristi-
ca per aver favorito il boss Fran-
cesco Bidognetti. Ieri Santona-
staso avrebbe dovuto deporre in
aula: si è avvalso della facoltà di
non rispondere.
Ma andiamo con ordine. Santo-
nastaso è un personaggio di pri-
mo piano della zona grigia tra il
mondo dei professionisti e quel-
lo della camorra. È stato l’avvo-
cato dei casalesi, e in particolare
del clan Bidognetti, del quale
Guida è stato reggente fino alla
cattura, nel 2005. Santonastaso
è agli arresti dal 28 settembre
scorso con l’accusa di aver cor-
rotto periti giudiziari, fatto il po-
stino dei pizzini dei boss ed es-
sere stato qualcosa in più di un
2008, l'istanza con la quale Fran-
cesco Bidognetti e Antonio Iovi-
ne (il superlatitante arrestato
pochi mesi fa) chiesero il trasfe-
rimento a Roma del processo
d’appello ‘Spartacus’ per “legit-
timo sospetto”. In quella istanza
i boss rivolgevano accuse allo
scrittore Roberto Saviano, all’ex
pm della Dda Raffaele Cantone
ed alla giornalista Rosaria Ca-
pacchione, alla quale tre giorni
dopo venne affidata la scorta.
SENTITO IL 25 MARZO
scorso dai pm Antonello Arditu-
ro, Francesco Curcio e Alessan-
dro Milita, Santonastaso parla di
Guida. E del suo pentimento a
tappe. Era intenzionato a colla-
borare già nel 2006. Ma venne
convinto a desistere. Per poi
cambiare di nuovo idea nel set-
tembre del 2009, quando ha for-
malizzato l’ingresso nel pro-
gramma di protezione. Guida è il
personaggio dei casalesi che tira
in ballo gli interessi della famiglia
Cesaro. E all’inizio, siccome non
è un collaboratore, preferisce
farlo ‘fuori verbale’. Ovvero nella
pausa di un interrogatorio al pm,
mentre fuma una sigaretta, senza
firmare le dichiarazioni. Santona-
staso racconta che in quel fran-
gente Guida parla della vicenda
del Pip di Lusciano, un investi-
mento immobiliare di circa 50
milioni di euro sul quale avevano
puntato gli occhi i camorristi del-
la cosca di Francesco Schiavone,
detto ‘Sandokan’. E inizia a dise-
gnare i contorni del coinvolgi-
mento di Cesaro e di Nicola Fer-
raro, ex consigliere regionale
dell’Udeur con interessi nel ra-
mo dei rifiuti, arrestato l’estate
Camera con Luigi Cesaro (FOTO LAPRESSE)
Un pentito
fa il nome
del deputato
La conferma
nei verbali
dell’avvocato
dei casalesi
scorsa con pesanti accuse di ca-
morra. Ma senza farne i nomi.
Santonastaso sintetizza così:
l’imprenditore Emini avrebbe
contattato Guida per chiedergli
una mano “per fargli vincere
questo piano industriale”, pro-
mettendogli una percentuale.
Ma successivamente erano inter-
venuti “i casalesi nelle persone di
altri camorristi, non so se rendo
l’idea, ed avevano detto al Guida
che questi signori avrebbero au-
mentato la percentuale rispetto
a quella di Emini”. Quali signori?
“I politici – risponde Santonasta-
so riportando de relato le parole
di Guida – per cui lui non poteva
dire di no a questi signori”. Ed
Emini fu “esautorato”. In seguito
Guida farà esplicitamente i nomi
di Cesaro e Ferraro nei colloqui
con Santonastaso, che era il suo
difensore, e in una lettera spedi-
tagli dal carcere. Eppoi in altri
verbali al momento coperti da
omissis e dal segreto.
Santonastaso è interrogato nel-
l’ambito del procedimento su
scia scappare di aver discusso
del contenuto delle rivelazioni
di Guida non soltanto con D’A-
niello ma anche con altri due
studi legali. Il primo difendeva
Cesaro, il secondo il boss Mallar-
do. E l’avvocato di Cesaro, se-
condo quanto riferisce Santona-
staso, era ben informato. I pm
fanno domande per capire da
chi e perché abbia appreso le
notizie su Guida. “Lo aveva sa-
puto non so da chi – risponde
l’avvocato dei boss - mi disse ‘ma
Guida sta parlando dei politici,
questo e quell’altro…. Quello lo
stanno schiattando in corpo, vo-
gliono sapere da me…’”.
CESARO REPLICA così alle
anticipazioni di stampa: “Se ef-
fettivamente il mio nome fosse
coinvolto nell'inchiesta, la mia
collaborazione con i magistrati,
di cui ho assoluta fiducia, sareb-
be totale e immediata. La mia li-
nea difensiva si baserebbe su
due concetti elementari: primo,
non conosco assolutamente i
personaggi che mi chiamano in
causa, nè questo presunto avvo-
cato dei boss Michele Santona-
staso, nè tanto meno il pentito
Luigi Guida; secondo, manche-
rebbe il corpo del reato, perchè
nè io nè alcun componente del-
la mia famiglia abbiamo portato
a termine alcun affare da 50 mi-
lioni di euro su terreni resi edi-
ficabili a Lusciano, nè ovvia-
mente avremmo conseguente-
mente pagato alcuna tangente
al clan Bidognetti, di cui diffido
chiunque a fare accostamenti
con la mia persona”. “Chiedo ai
giudici - conclude Cesaro - di
ascoltarmi al più presto”.
ROMANO. LUI: NON MI DIMETTO
A derendo all’ordinanza del gip Giuliano
Castiglia che ha imposto ai pm
l’imputazione coatta per mafia, la Procura di
Palermo ha depositato ieri mattina la richiesta di
rinvio a giudizio per il ministro delle Politiche
agricole Saverio Romano, che da ieri è
formalmente imputato di concorso esterno in
associazione mafiosa. Il provvedimento è stato
firmato dal procuratore aggiunto Ignazio De
Francisci e dal sostituto Nino Di Matteo. Gli
sviluppi dell’inchiesta, dunque, non vanno nella
direzione auspicata dal presidente Giorgio
Napolitano, che, al momento della nomina di
Romano, dopo avere assunto “informazioni sullo
stato del procedimento a suo carico per gravi
imputazioni” aveva espresso appunto l’auspicio
che “gli sviluppi del procedimento chiariscano al
più presto l'effettiva posizione del ministro”.
Romano, dal canto suo, non ha alcuna intenzione
di dimettersi: “Dimettermi? Non ne vedo le
ragioni”, ha detto all’AdnKronos. E ha aggiunto:
“Non intendo commentare un atto al quale la
Procura di Palermo è stata obbligata dopo 8 anni
di indagini e due richieste di archiviazione.
Continuo a non comprendere come non ci si
scandalizzi invece di un corto circuito
istituzionale e giudiziario che riguarda chi da un
lato ha condotto le indagini e chi dall’altro le ha
severamente sanzionate”. Adesso il giudice
dell’udienza preliminare dovrà valutare se
rinviare a giudizio il ministro o proscioglierlo
sulla base, sostanzialmente, degli stessi elementi
che ha già ritenuto sufficienti per imporre alla
procura di sollevare l’imputazione. Romano è
accusato principalmente dai pentiti Francesco
Campanella e Angelo Siino di essere stato “a
disposizione” degli uomini d’onore di Cosa
Nostra. In sua difesa, ieri, è sceso in campo tutto
il centrodestra. Solo il ministro Bossi ha detto
“non voglio parlare”. L’Italia dei Valori annuncia
“un’iniziativa parlamentare che abbia la forza di
una mozione di sfiducia, in modo da stabilire una
volta per tutte chi in Parlamento voglia rendersi
complice di questa anomalia tutta italiana”. g.l.b.

LODO MONDADORI Milano, via libera all’accordo sulle aree di Expo

Marina B. Tregua armata tra Boeri e Pisapia
che bel panorama di Gianni Barbacetto al verde, e l’incarico di stilare il
testo di un ordine del giorno e
Regione Lombardia, Roberto
Formigoni, per approvare l’E-
Formigoni. L’alternativa è pas-
sare alla storia come il sindaco

M arina, Marina, Marina! Ma non ce l’ha il nu-

mero di telefono dell’avvocato Ghedini? L’o-
norevole avvocato ha spiegato lunedì che Fininvest pa-
LsuoaMilano
rottura tra il sindaco di
Giuliano Pisapia e il
assessore più ingombran-
gherà il 560 milioni alla Cir di De Benedetti. Ma il pre- te, Stefano Boeri, diventa uf-
sidente di Mondadori, Marina B, dichiara in un’inter- ficiale nel giorno in cui trova
vista in edicola oggi: “Questa è una sentenza assurda, una composizione provviso-
non si vede neppure l'ombra di un pur minimo col- ria. Ieri, la riunione straordi-
legamento con la realtà. È stato fatto scempio della ve- naria di giunta sull’Expo si è
rità e si sono piegate le regole del diritto a logiche che conclusa con l’approvazione
sono totalmente estranee ai criteri di equità”. E poi, all’unanimità dell’Accordo di
eroicamente: “Ma riusciremo a sopportare anche que- programma per le aree di
sta enorme ingiustizia. Ci siamo abituati, noi Berlusco- Expo 2015, sottoscritto mar-
ni. Non è la prima volta che ci succede, ci hanno già tedì da Comune e Provincia di
provato in passato anche con altri tentativi di espro- Milano, Regione Lombardia,
prio più o meno mascherato”. La signora ha letto le 283 Comune di Rho e Poste Italia-
pagine della sentenza. Ne ha evinto che “da ogni pa- ne.
gina delle motivazioni emerge chiaramente l'intenzio-
ne di condannarci a prescindere”. Poi, amore fi- BOERI, che aveva già convo-
liale, ricorda “la delusione” e “l'amarezza” di suo cato una conferenza stampa
padre per la spartizione della Mondadori, nel dopo la giunta per comunica-
1991, “che ci venne imposta dalla politica. Fu una re il suo disaccordo su un
vera e propria estorsione”. Ecco perché pagarono Expo trasformato in mera ope-
il giudice Metta 400 milioni! Prima l’estorsione, razione immobiliare, l’ha fatta
poi l’esproprio. Non c’è pace per i Berlusconi. Ps: saltare dopo aver incassato
l’intervista esce su Panorama. Settimanale del l’impegno di Pisapia a far sor-
gruppo Mondadori, ovvero sulla refurtiva. gere sull’area il più grande par-
co d’Europa, con almeno il 56
per cento dei terreni destinati
di un documento di indirizzo
che accompagnerà la ratifica
dell’Accordo di programma.
Che tra Pisapia e Boeri ci sia un
disaccordo pesante sull’Expo è
un segreto di Pulcinella. Loro
negano, ma è chiaro che sull’e-
sposizione universale del 2015
hanno idee ben diverse. Pisa-
pia, ereditato l’evento da Leti-
zia Moratti, ha subito trovato un
accordo con il presidente della
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e l’assessore, Stefano Boeri (FOTO EMBLEMA)
xpo del cemento. Indice di
edificabilità 0,52: un diluvio di
circa 750 mila metri quadri.
PER FORMIGONI è un’o-
perazione immobiliare neces-
saria per far quadrare i conti
della Fondazione Fiera, pro-
prietaria di due terzi dell’area.
Per Pisapia è una proposta che
non si può rifiutare: o così o
niente, gli ha fatto intendere
che appena arrivato a Palazzo
Marino fa perdere l’Expo a Mi-
lano. Boeri, che da architetto
aveva progettato l’Expo del
grande parco planetario delle
biodiversità, è andato in que-
sti giorni sostenendo che è in-
vece ancora possibile cambia-
re rotta. Ridurre il volume di
cemento innanzitutto. E poi
cercare di portare sull’area
funzioni pubbliche (dalla nuo-
va facoltà di Agraria all’Orto-
mercato), invece che residen-
za privata e uffici. Gli hanno
fatto eco Carlin Petrini, di Slo-
wfood, e anche Elio (di Elio e
le Storie tese), che ha rivolto
un appello a Pisapia proprio
sul Fatto affinché non cadesse
“nel tranello di Formigoni”.
Legambiente aveva poi ricor-
dato al sindaco che i milanesi
si sono espressi per il parco
con il referendum consultivo
del 12 e 13 giugno. Vedremo
se Boeri riuscirà a far quadrare
il cerchio.
Giovedì 14 luglio 2011 pagina 9

MALCOSTUME

PARMA IN OSTAGGIO, IL SINDACO
NON MOLLA LA POLTRONA
Ieri l’ultima tegola dalla Corte dei Conti su Pietro Vignali
ha massacrato il costume, le
finanze (e l'estetica) di una
delle città più ricche d'Italia?
Per fare una lista degli scan-
dali bisogna fare un passo in-
dietro al 2008, quando il gio-
vane immigrato Emmanuel
Bonsu viene arrestato e pic-
chiato dai Vigili urbani perché
scambiato per un pusher. Il ra-
gazzo viene fotografato come
trofeo, apostrofato come
“scimmia”. Peccato che con la
droga non abbia niente a che
fare, pazienza. Il processo farà
la sua strada, ma per il “mo-
dello Parma” è il primo smac-
co.
DEL “CASO” BONSU fa le
spese la comandante dei Vigili,
Emma Monguidi (in causa con
l'amministrazione) la cui
Il sindaco di Parma, Pietro Vignali (FOTO ANSA) “esemplare punizione” è an-
cora oggi esposta al pubblico
di Fabio Amato brutta figura. Per il sindaco di ludibrio di chiunque transiti
Parma piove sul bagnato or- dagli uffici comunali: una se-
ultima tegola l'ha lancia- mai da mesi e la sfiga di fan-
più o meno c'è. Più o meno, a
parte le infiltrazioni d'acqua
del torrente che scorre a fian-
co, i lavori mai finiti, le pen-
siline che colano rivoli quando
piove. E il fatto più importan-
te: non piace a nessuno. Tanto
che persino il vice sindaco
Paolo Buzzi, mesi fa, fu costret-
to ad ammettere: “Non è venu-
ta esattamente come la voleva-
mo”. Nel frattempo - tra le dif-
ficoltà finanziarie - proseguo-
no i lavori della stazione. Ma è
su Stt che scoppia il caos: per
tenere fede al patto di stabilità,
l'amministrazione Vignali
esternalizza i servizi a parteci-
pate di ogni foggia: Infomobi-
lity, Stu Stazione, Stu Pasubio,
Metroparma. Tutte sotto il
cappello di Stt. Un raddoppio
delle competenze e soprattut-
to delle spese che ha spinto i
revisori dei conti del Comune
a rassegnare le dimissioni e og-
gi costa alla città un buco (sti-
mato) da 630 milioni.
Dopo gli arresti del 25 giugno
Vignali si è trincerato dietro un
“Io non lo sapevo” che gli è co-
stato gli sberleffi della rete:
“Gli altri rubano, Vignali non
lo sa. Pietro Vignali è il sindaco
di Parma? Lui non lo sapeva”.
Cose così.
PER REAGIRE, il primo cit-
tadino ha azzerato i vertici del
Comune, ha promesso di farsi
da parte a fine mandato, ma ha
incassato le dimissioni di due
assessori, perso l'appoggio di-
retto dell'Udc, ed è stato co-
stretto a silurare direttore e
ispettore generale del Comu-
ne (che minaccia causa). Tutto
questo mentre ad ogni consi-
glio centinaia di persone scen-
dono in piazza contro di lui.
Persino il Pd, fin qui molto ti-
mido, manda i suoi consiglieri
in aula con la scritta “dimissio-
ni” disegnata sulla cravatta. Ma
Vignali resta, immobile fino al
prossimo colpo. I beninforma-
I fantasmi
di Roma:
tornano
gli usurai
della
Magliana
di Rita Di Giovacchino
indaga sul passato e si
S’è sempre
scopre il presente. Roma
uguale. Stessi no-
mi, stessi locali, ristoranti,
bische. E poi quel circuito
bancario clandestino che ali-
menta l'usura cui sono co-
stretti a rivolgersi i poveri
cristi. C'è ricascato Marco
Baldini, ha perso i 100 mila
euro vinti alla “Fattoria”. E
pensare che aveva racconta-
to la sua storia di giocatore
incallito in un libro da cui era
stato tratto il film “Il mattino
ha l'oro in bocca”, e Fiorello
lo aveva richiamato. Ma ieri
il suo nome è spuntato die-
tro l'arresto di Giuseppe De
Tomasi, detto Sergio “o pac-
chione”, insieme a quello di
commercianti, gente dello
spettacolo. C'è perfino un
medico legale, un paio di po-
liziotti e un carabiniere.

L’
ta la Corte dei Conti, e
ancora una volta Pietro
Vignali è stato colpito in
pieno, bersaglio immobile
che non riesce più a scansarsi,
nemmeno per farsi - definiti-
vamente - da parte. E così il
sindaco di Parma è stato con-
dannato a risarcire l'ammini-
strazione che dirige per aver
stipulato a spese delle casse
pubbliche una polizza - giudi-
cata illegittima - che copriva
gli errori gestionali degli am-
ministratori. In tutto 369 mila
euro per 33 tra consiglieri di
questa giunta e della prece-
dente. Vignali pagherà un
conto personale da 23 mila
euro. Ma incassa l'ennesima
CARCERE VIOLENTO
tozziana memoria non c'entra
niente. Anzi, se c'è una cosa di
cui la città lo rimprovera è di
avere tirato dritto per la sua
strada, spendendo, spanden-
do e soprattutto edificando
quando tutti gli dicevano di
fermarsi.
Ancora ieri i cittadini esaspe-
rati sono tornati sotto i portici
del Comune, con striscioni e
fischietti, per chiedere le di-
missioni del sindaco, mentre
dentro il palazzo si consuma-
va l'ennesimo teso consiglio
comunale di una amministra-
zione falcidiata dagli scandali
e azzoppata dai debiti.
Che altro chiedere, del resto,
a chi - dicono - in quattro anni
dia e una scrivania nel grovi-
glio di uffici che distribuisco-
no certificati, permessi e bolli.
Al suo posto Giovanni Maria Ja-
cobazzi. Anche lui precipiterà
presto. Ma non subito. Nel
mezzo ci sono tre anni di vita
della città: fiore all'occhiello
dell'amministrazione targata
centrodestra sono il progetto
della metropolitana, la nuova
piazza del mercato, la nuova
stazione e la Stt, la partecipata
che gestisce tutti i progetti di
riqualificazione del territorio.
Saltiamo ad oggi per vedere
come è andata a finire. La me-
tro? Cancellata dai piani per-
ché sproporzionata e onerosa,
è seppellita da esposti e inchie-
ste. La nuova piazza, la Ghiaia,
È solo per ripianare questi de-
biti e garantire il buon esito dei
pagamenti, dice Vignali, che fi-
no ad oggi non si è dimesso da
primo cittadino. Nonostante
l'ultimo colpo della Guardia di
Finanza, che con l'operazione
“Green Money” ha portato agli
arresti 11 persone, tra cui ap-
punto il comandante dei Vigili
Jacobazzi e due dirigenti del
Comune. Gli undici, dice la
Procura, scambiavano mazzet-
te sul verde pubblico gonfian-
do appalti che poi magari non
venivano portati a termine.
Come un roseto costato 180
mila euro, bruciato dal sole
perché l'impianto di irrigazio-
ne non funzionava.
ti dicono che sarà ancora la ma- DICONO che un equilibrio
gistratura a picchiare. Ma forse si è rotto e che a romperlo è
- direbbero in rete - lui non lo stata la ‘ndrangheta scalzan-
sa. do i vecchi boss dal traffico di
droga e dai locali del centro
storico. Prima è finito in car-
Illegittima cere Enrico Nicoletti, l'ex
cassiere della Banda della Ma-
una polizza gliana. Ieri è stata la volta di
“o pacchione”, meno noto
che copriva gli ma altrettanto potente. Uno
legato al Dandy di Romanzo
Criminale, Enrico De Pedis.
errori gestionali Dell'ultimo periodo si sa che
curava i rapporti con i clienti,
Nuova protesta aborriva le maniere forti.
“Questo è un lavoro fatto così
dei parmensi devi aspettà.. stà tranquillo,
se trovi un infame fa carcerà a
sotto il Comune tutti”. Mai chiedere più di
quanto il debitore può dare.
Pillole di saggezza da parte di
chi ha sempre coltivato il po-
tere del segreto. Come il se-

ISMAIL, CHE HA RISCHIATO DI FARE LA FINE DI CUCCHI questro di Emanuela Orlan-

di, che lo vede indagato nella
veste di Mario il telefonista,
rimasto per anni senza no-
di Silvia D’Onghia dei giornalisti, “ma mentre le tenuti possono lavorare: me- di acquisire il suo diario e di in- me. Almeno fino al 2005,
guardie mi picchiavano mi glio trafficare con pentole e me- dagare; “e di fare presto, in quan- quando il figlio Carlo telefo-
smail arriva alla Camera con contorcevo come un verme.
Igiacca
una maglietta a righe e una
blu. Ha i capelli corvini,
Ho vomitato, mi sono pisciato
addosso, poi ho perso i sensi”.
stoli piuttosto che rimanere 23
ore in una cella sovraffollata.
Eppure Ismail si rende subito
to egli si sentiva in pericolo di vi-
ta”. Ma alla fine di maggio (tra il
19 e il 31), per due volte, l’uomo
nò a “Chi l'ha visto”. Una pe-
rizia fonica li ha incastrati,
mai si capirà perché hanno
la pelle scura dei tunisini. Si conto che c’è qualcosa che non racconta di essere stato picchia- riesumato questa storia.
sente fuori luogo. Eppure LA STORIA di Ismail Ltaief va: da quella cucina il cibo spa- to. La seconda, in particolare, Perché di lì è partita l'inchie-
quando accende il microfono, comincia nel penitenziario di risce. “Arrivavano cozze, car- brutalmente: “Trauma contusi- sta “Luna nel pozzo” che ha
la sua voce è ferma, pacata, il Velletri, dove è recluso per ciofi, peperoni – racconta –, ma vo dell’emitorace sinistro, frat- portato all'arresto dell'intera
suo italiano è perfetto. È un uo- scontare una condanna a cin- ai detenuti veniva data pasta in tura dell’apofisi traversa destra famiglia De Tomasi. I figli
mo che tiene alla sua dignità, que anni per detenzione illega- bianco”. Ismail comincia ad an- di L1 ed ecchimosi in sede dor- Ismail Ltaief (FOTO ANSA) Carlo Alberto e Arianna, la
nonostante tutto quello che gli le di armi (ne farà quattro, notare tutto su un diario. “Poi so-lombare”, si legge nelle con- moglie, il genero, la suocera,
è successo. Ha 45 anni, molti uscendo poi per buona condot- chiedo i motivi. Mi rispondono: siderazioni medico-legali della ne di alcune misure cautelari: l’i- l'autista, il guardia spalle e
dei quali passati in carcere. “Io ta). Quando arriva, gli viene ‘Ma sei diventato santo? O pren- Procura. “Calci e pugni”, e an- spettore Roberto Pagani e gli as- perfino la rumena Natalia,
sono un criminale”, afferma chiesto di lavorare in cucina, di anche tu un po’ di roba op- che un oggetto “a superficie re- sistenti Giampiero Cresce e Car- addetta ai conteggi. Un'a-
guardando negli occhi la platea uno dei pochi luoghi in cui i de- pure stai zitto’”. È lì che scatta la lativamente ampia, privo di mine Fieramosca finiscono agli zienda familiare con un fattu-
prima minaccia: “Uno degli as- asperità, animato da notevole arresti domiciliari con l’accusa rato annuo da 5 milioni di eu-
sistenti, tale Antonio – scrive il forza viva”, forse un bastone di di lesioni personali aggravate, ro, anche se Sergione risulta
gip di Velletri, Alessandra Ilari plastica. “Quando hanno comin- agli assistenti Mauro Bussoletti e nullatenente. I primi 30 mila
FAIDA di San Luca, nell’ordinanza di applicazione
di misura coercitiva – lo aveva
ciato a picchiarmi – prosegue
Ismail – ho sentito uno di loro di-
Antonio Pirolozzi viene impo-
sto l’obbligo di dimora per il rea-
euro sono spuntati da un cu-
scino, poi a ruota sono arri-
minacciato, dicendogli che, se re: non lasciamogli segni. Que- to di violenza privata. vate auto di lusso, apparta-
scarcerati 12 imputati avesse denunciato quanto ac-
cadeva, lo avrebbe murato in
sto, nel linguaggio carcerario,
vuol dire che volevano rispar-
Oggi la prima udienza, durante
la quale Ismail, assistito dall’av-
menti intestati a prestanome
e tanti soldi. In media 100 mi-
ono tornati in libertà, per decorrenza dei termini, 12 un pilastro di cemento”. Ismail miarmi la vita. Poi, però, sono ca- la euro a settimana, grazie a
Sdannati
imputati del processo sulla faida di San Luca, con-
mercoledì scorso in secondo grado a 8 anni di
si spaventa e decide di “ritrat-
tare”, sostenendo di aver frain-
duto a terra e si sono accaniti su
di me. Mi contorcevo come un
vocato radicale Alessandro Ge-
rardi, si costituirà parte civile.
“Il problema è che adesso che è
tassi da capogiro (fino al 5
per cento al mese). Dice il
reclusione per associazione per delinquere. Si tratta di teso tutto. verme, vomitavo e mi pisciavo fuori – spiega Irene Testa del- procuratore Capaldo: “La
imputati diversi da quelli condannati martedì dalla Cor- “Volevano fare un patto – pro- addosso. Poi sono svenuto”. l’associazione “Il detenuto struttura della malavita roma-
te d’Assise di Locri. La decisione è stata presa dal Tri- segue l’ormai ex detenuto –: ignoto”, che ha preso a cuore la na è familistica e i clan più po-
bunale della libertà di Reggio Calabria. Secondo i loro una cella singola o un compu- LA FORTUNA di Ismail è sta- storia del tunisino – non ha di tenti sono i Nicoletti e i De
legali, gli imputati hanno maturato un periodo di tem- ter in cambio del mio silenzio”. ta quella di trovare un Magistra- che sfamarsi. Dorme sulla Tomasi”. Il feroce omicidio
po trascorso in custodia cautelare preventiva pari al Il comandante di reparto An- to di Sorveglianza che ha com- spiaggia e spesso non mangia di Flavio Simmi potrebbe es-
doppio di quello previsto dal codice. La stessa richiesta drea Quattrocchi, scrive anco- preso la gravità della situazione per tre giorni”. “Io non voglio sere il segnale della frattura.
era stata avanzata ai giudici della corte d’appello di ra il gip, “dava atto nella relazio- e che tre giorni dopo il pestag- più essere un criminale – ci rac- Il padre un tempo era legato a
Reggio Calabria, che però l’avevano rigettata sostenen- ne di aver effettuato un’indagi- gio, lo ha fatto trasferire in ospe- conta Ismail con gli occhi bassi Sergione. Eppure, due giorni
do che nel calcolo del tempo andavano considerate ne interna e di poter escludere dale. A quel punto sono scattate –, ma nessuno mi dà un lavoro, prima di morire, era andato a
due sospensioni dei termini. Contro la decisione dei la veridicità delle accuse mosse le indagini della Procura di Vel- appena dico che sono un ex de- trovare Nicoletti. Chiedeva
giudici di secondo grado i difensori si sono rivolti al dal Ltaief al personale”. letri che hanno portato, all’ini- tenuto mi voltano le spalle”. protezione? Da chi? Lui è sta-
riesame, che ha accolto l’istanza. Eppure le vessazioni non cessa- zio di quest’anno, all’individua- Già, la famosa funzione riedu- to ammazzato e i due vecchi
no, così Ismail scrive al Magistra- zione dei presunti responsabili cativa del carcere garantita dal- boss arrestati. Non si sa di
to di Sorveglianza, chiedendogli di quelle violenze e all’emissio- la Costituzione. più.
pagina 10 Giovedì 14 luglio 2011

CRONACHE

FIUMICINO STRITOLATA
Raddoppio dell’aeroporto, discarica e porto “A
N
LEGALE MINETTI
“Negli atti non c’è
bacio saffico”
oggi non c’è
traccia
nell’indagine del bacio
saffico tra Nicole Minetti e
In 70 mila accerchiati da cemento e rifiuti Ruby, quello di cui aveva
parlato il pm Piero Forno
durante la requisitoria”.
Ad affermarlo è uno dei
di Alessandro Ferrucci mi ha risposto. Silenzio e fasti- legali di Nicole Minetti,
dio. Mentre dalle istituzioni il l’avvocato Piermaria
e vallate? Ottime per na- solito imbarazzo balbettante”. Corso. “Manca la prova,

L scondere cumuli e cumu-

li d’immondizia. La pianu-
ra coltivata? Perfetta da
asfaltare per costruire due o tre
piste aeroportuali. La spiaggia?
Quindi il risultato è sempre lo
stesso: la politica con la “P”
maiuscola fa spazio a quella
con la “p” minuscola. Vuol dire
cittadini uniti in comitati, a se-
non c’è reato non c’erano
rapporti con Ruby”.

Ovvio, lì va inserito il nuovo guire riunioni, grigliate per au-

porto commerciale. Presi sin-
golarmente sono tre progetti
che metterebbero in crisi qual-
siasi territorio e la sua popola-
zione: Fiumicino, comune alle
porte di Roma, rischia di veder-
li realizzati tutti e tre in uno spa-
zio di 22 chilometri. Costrutto-
ri, manager e investitori parla-
no di progresso, sviluppo, ot-
timizzazione, poi usano la so-
lita formula magica, quella che
dovrebbe zittire tutti: nuovi
tofinanziarsi, esperienze di re-
port d’assalto per svelare le bu-
gie. Manifestazioni, picchetti,
striscioni sulle autostrade,
ideazione e diffusione di volan-
tini e manifesti. Ecco allora, il
comitato contro la discarica, o
quello contrario al raddoppio La vallata
dell’aeroporto. Sono loro l’uni- di Palidoro PORTO MARGHERA
co “fastidio”, l’unico argine, Quaranta ettari:
contro un colata di cemento e ecco quanto Operaio muore
immondizia già bella e infioc- previsto dal
piano-Polverini
al petrolchimico
chettata. Sono loro il presidio

ri per circa 93 miliardi. Adesso

posti di lavoro. Così, chi è coin-
volto sul raddoppio dello scalo
aereo di Fiumicino è arrivato a
proporre un’equazione affa-
scinante: “Calcolando 4 mila
addetti ogni milione di passeg-
geri, se le previsioni di crescita
saranno rispettate con 100 mi-
lioni di viaggiatori in più al
2030, i nuovi posti di lavoro sa-
ranno 400 mila”. Parola di Fa-
brizio Palenzona, presidente
di Aeroporti di Roma, a margi-
ne della presentazione del Rap-
porto 2010 dell’Enac. “Secon-
do questo calcolo, a oggi, il
Leonardo da Vinci dovrebbe
avere circa settantamila lavora-
tori diretti e altri centomila nel-
l’indotto – spiega Andrea Guiz-
zi del comitato Fuoripista –. Al
contrario ne risultato appena
2400. Durante un convegno
ho chiesto lumi ai rappresen-
tanti di Adr ed Enac. Nessuno
POLVERINI e il piano-spazzatura:
ricorsi, paure e programmi mancati
sono agricoli, coltivati, riforni-
scono la Capitale e la provincia
di frutta e verdura, impegnano
mano d’opera. Sono ossigeno
per il territorio. In caso di
esproprio la famiglia trevigiana
vedrà ricono-
sciuto un in-
Una volta era dennizzo pari
una spiaggia a 20 euro a
Ci sono ancora le metro qua-
insegne dei vecchi drato per cir-
stabilimenti. Solo ca 1000 etta-
quelle. Per il resto ri. Ottima plu-
è tutto recintato svalenza. Un
anche se i lavori sono fermi da anno fa il Fatto
sul territorio mesi. A destra, il manifesto si è occupato
“un presidio contro la discarica, con segnati i della vicenda,
che sta crescen- tre punti nevralgici della zona,
do di giorno in detto “il triangolo della morte”
con i cittadini
preoccupati
giorno – prose-
gue Guizzi – e
per la propria
salute, visti i
che ci ha fatto diventare esper- continui episodi tumorali. Man-
ti di argomenti a noi lontani. cavano i numeri, i dati. Ancora
Adesso sappiamo tutto di rot- non esistono, ma qualche indi-
te, aerei, costi, traffico. Vuole cazione in più arriva dalla Lom-
sapere qual è lo scalo più gran- bardia: una nota inedita del mi-
de al mondo? Atlanta”. nistero dell’Ambiente, pubbli-
cata per la prima volta sul no-
COMANDA BENETTON stro giornale, ha rivelato che
Partiamo dai dati: al Leonardo Malpensa, negli ultimi dodici
da Vinci passano 36 milioni di anni, ha registrato un aumento
passeggeri, lo scalo è organizza- per mortalità legate alle malat-
to con un sistema di tre piste. tie respiratorie, pari al 54% e un
Vogliono raddoppiarle. Per far- balzo nei ricoveri del 23,8%,
lo sono necessari 1.300 ettari e contro una media della provin-
un costo che supera i dieci mi- cia del 14%. Eppure tutto ciò
liardi di euro. Gran parte dei ter- non interessa. Da Adr spaccia-
reni sono della Maccarese spa, no il raddoppio come necessa-
azienda di proprietà della fami- rio, ma da Fuoripista replicano:
glia Benetton, acquistata dall’I- “Lo scalo londinese di Hea-
Miliardi di euro
e danno
ambientale
per opere inutili
e dannose: al
centro i cittadini
che si ribellano
throw ha il doppio di passegge-
ri e la stessa struttura di Fiumi-
cino: lì hanno ottimizzato i tem-
pi di discesa”. Tutto qui.
NUOVA MALAGROTTA
La minaccia è sempre la stessa,
e arriva dalla politica: attenzio-
ne, rischiamo di fare la fine di
Napoli. Così da anni, le varie
maggioranze rinnovano la con-
cessione alla discarica più gran-
de (e satura) d’Europa: Mala-
grotta, un milione e cinquecen-
per sopperire
alla chiusura di Malagrotta. La
zona interessata è “occupata”
S i chiamava Michai
Sadasurschi, nato in
Romania 44 anni fa
da aziende agricole biologiche sposato e padre di due
e agriturismi. Sarebbe la loro bambini piccoli,
fine l’operaio morto ieri in
un incidente di lavoro al
petrolchimico di
Marghera (Venezia).
L’APPRODO L’uomo lavorava per la
Denuncia Legambiente: Belmont, ditta in
“Sono previsti 129.700 me- subappalto della titolare
tri cubi e 104,29 ettari di de- dello stabilimento dove
manio per 1.445 posti bar- è avvenuto l’incidente.
ca, nel pieno della foce del Sadasurschi è morto
Tevere, in area di esondazio- schiacciato da una delle
ne del fiume a rischio idro- “flange”, grandi e
geologico molto elevato”. pesanti dischi metallici,
Non c’è problema: l’ammi- con cui si stanno
nistrazione ha dato comun- chiudendo delle
que il via libera. I lavori sono condutture non più
partiti, budget iniziale di 500
milioni di euro, transennata la
utilizzate dallo
stabilimento.
spiaggia, disseminata la costa di
blocchi di cemento. Un affare LAMPEDUSA
anche per Caltagirone-Bellavi-
sta, uno dei grandi costruttori Continuano
italiani, coinvolto nella vicen- gli sbarchi
da. Peccato che pochi mesi do-
po c’è stato lo stop per il man-
cato pagamento delle imprese
e delle cave dalle quali sono sta-
È approdato nella
tarda serata di
martedì al porto di
ti acquistati i blocchi: il rosso Lampedusa un barcone
dovrebbe essere superiore ai con a bordo 286
sei milioni di euro. Risultato? profughi, tra cui 22
“Hanno tolto un pezzo di spiag- donne e 4 bambini,
gia ai cittadini, hanno buttato soccorso nel tardo
soldi e non risolto i tanti proble- pomeriggio a una
mi della zona, come il comples- quarantina di miglia
so abitativo qui accanto”, spie- dalle motovedette della
ga Raffaele Megna del Pd di Fiu- Guardia costiera. Sono
micino. Parla e indica un nu- invece ancora a bordo
cleo di case poco lontano, si della fregata spagnola
chiama Passo della Sentinella, “Almirante Juan de
da decenni ci abitano circa Borbon”, impegnata
1500 persone. Da decenni non nella missione Nato in
hanno né fogne, né altro. Eppu- Libia un centinaio di
re siamo alle porte di Roma. migranti salvati a circa
100 miglia dalle coste
INTERPORTO libiche.
Tra la spiaggia, l’aeroporto e
Fiumicino, da lontano è possi- BENZINAI

Lpassaavernatrice
fuga da Malagrotta promessa dalla go- e furia dall'allora governatore e commis-
del Lazio Renata Polverini sario straordinario Piero Marrazzo, non è
attraverso gli inceneritori. Secondo stata posta nemmeno la prima pietra. Con
il fumoso piano presentato dalla giunta
regionale, la spazzatura che oggi viene
smaltita nella mega discarica del dominus
dei rifiuti romani Manlio Cerroni, domani
dovrebbe essere bruciata dai “termovalo-
rizzatori”. Quelli che già ci sono e quelli
che devono essere ancora costruiti. Pec-
cato che Malagrotta, secondo la Polverini,
chiuderà i battenti tra sei mesi, mentre
per costruire un inceneritore, al netto del
complesso percorso burocratico e delle
immancabili proteste dei residenti, ci vo-
gliono almeno tre o quattro anni. Come se
non bastasse, uno degli impianti su cui fa
affidamento il piano della Regione è quel-
lo di Albano Laziale. Ma della centrale
elettrica da 40 megawatt alimentata a ri-
fiuti, progettata da un consorzio guidato
dallo stesso Cerroni e autorizzata in fretta
la sentenza del 10 dicembre 2010, il Tar
del Lazio ha smontato il progetto, cancel-
lato i permessi e annullato la valutazione
d'impatto ambientale, “gravemente ca-
rente”. Una decisione arrivata grazie al la-
voro incessante del comitato cittadino
nato contro l'inceneritore. Ai Castelli ro-
mani manca l’acqua: le risorse idriche del-
la zona si stanno prosciugando e le falde
acquifere sono minacciate dall'inquina-
mento da arsenico. “Per funzionare l'in-
ceneritore avrebbe bisogno di 28 mila li-
tri di acqua all'ora – spiega Daniele Castri
del No Inc. – un'autentica follia per il no-
stro territorio”. L'ultima parola spetta al
Consiglio di Stato, dopo il ricorso presen-
tato da Cerroni contro la sentenza del Tar.
Albano attende con il fiato sospeso, Re-
nata Polverini pure. Tommaso Rodano
tomila tonnellate di rifiuti l’an-
no. Ora pare sia giunto il mo-
mento di risolvere la questione,
e una delle zone individuate
dalla giunta Polverini è proprio
a Fiumicino: quaranta ettari tra
aziende agricole biologiche e
allevamenti. “Vuol dire l’azzera-
mento di tutto, la distruzione di
un territorio già martoriato”
spiegano dall’azienda Castel-
laccio. Loro sono stati contatta-
ti per la concessione dei terre-
ni. Hanno detto “no”, si sono or-
ganizzati, sono alla quinta set-
timana di manifestazione e so-
no andati anche a Peccioli “per-
ché il presidente del Lazio ha
fatto riferimento a quella disca-
rica come modello virtuoso da
seguire. Un modello a impatto
zero. Cosa abbiamo trovato? La
solita pattumiera a cielo aper-
to”.
bile scorgere una serie di enor-
mi strutture bianche. Disperse
tra le erbacce. Lo chiamano In-
terporto, doveva essere uno
strategico punto di scambio.
Sul sito scrivono: “Potrà svolge-
re una funzione di piattaforma
logistica in grado di offrire ser-
vizi ad hoc e proseguimenti con
modalità multimodali via mare,
terra ed aereo per le merci”. Co-
sto: 500 milioni di euro per una
superficie di circa 1.600.000
metri quadri. Grandi applausi,
pari alle speranze. Non hanno
calcolato il terreno argilloso do-
ve alcuni pavimenti sono spro-
fondati di diversi centimetri, un
po’ la stessa cosa accaduta negli
anni ‘60 quando è stato inaugu-
rato l’aeroporto di Fiumicino:
in quel caso toccò alle piste. Ma
sono andati avanti. Il progresso
non si può fermare. Dicono.
Sciopero oggi
e il 27 e 28 luglio
S ciopero immediato
era stata la promessa
dei benzinai all’arrivo
della manovra in
Parlamento, contro la
riforma delle
distribuzione della
benzina inserita nel
decreto legge. Iniziano
quindi oggi le proteste
dei gestori a marchio
Eni/Agip con la chiusura
delle pompe dalle 13 del
14 luglio fino alle 7 del
15 luglio. Seguiranno
tutti gli altri, con i
distributori fermi il 27 e
il 28 luglio, in una delle
settimane centrali della
partenza per le vacanze.
Giovedì 14 luglio 2011 pagina 11

ECONOMIA

STRADE DIVISE
te, prima all’Enav (l’ente di assi-
stenza al volo) dove, di fatto, fu
messo alla porta da una specie di
pronunciamento parlamentare
e poi alla Cassa depositi e presti-
ti, allontanato appena due anni

TRA DUE
dopo la nomina.
Anche per la debolezza delle
candidature alternative, Branda-
ni è il favorito. Dalla suite del pre-
stigioso hotel Ambasciatori in
via Veneto a Roma, pagata dall’A-

MINISTERI
Verso la riorganizzazione dell’Anas
Un indagato favorito al vertice
di Daniele Martini
a vecchio volpone demo-
responsabile dell’ufficio strate-
gico della vigilanza interna e
della vigilanza sulla Società Qua-
nas, Brandani tesse la sua fittis-
sima tela di relazioni proprio co-
me faceva un tempo Licio Gelli
dall’altra parte della strada, all’al-
bergo Excelsior. Un anno fa è sta-
to nominato consigliere d’ammi-
nistrazione Fs e in primavera è
stato prima scelto da tre saggi
della Confindustria e poi votato
all’unanimità presidente della
L’Anas verrà divisa tra due ministeri (FOTO ANSA)
Federtrasporto dagli undici soci
forti dell’organizzazione per i
quali, evidentemente, le inchie-
A Matteoli In pratica i due ministri si sono
spartiti l\e strade e in questo
nas nuovo modello dovrà essere
riorganizzato di sana pianta e
ste della magistratura in corso
sullo stesso Brandani sono sem-
la concessione nuovo contesto difficilmente plice acqua fresca.

D
cristiano, senese di scuo-
la fanfaniana, abituato a
tutti i trucchi, le furbizie e
le finte che accompagnano le
nomine, Alberto Brandani, 65
anni, nega perché sa che negare
in questi casi è la regola aurea:
“Io amministratore dell’Anas?
Non se ne parla, sono un diri-
gente Anas, amo questa azien-
da, ma sto bene al mio posto”,
dice al Fatto. Eppure nella stagio-
ne crepuscolare del berlusconi-
smo e dell’azienda delle strade
rivoltata come un guanto, fonti
autorevoli lo indicano come il
candidato perfetto e più quota-
to. Nessuno sembra turbato dal-
la circostanza che nei suoi con-
fronti siano ancora in corso due
inchieste, per falso in bilancio,
peculato e abuso d’ufficio che
sarebbero stati compiuti pro-
prio all’Anas di cui Brandani è
drilatero per le strade tra Mar-
che e Umbria.
IN BASE a un’operazione che
il governo ha definito di riordi-
no, l’azienda delle strade sta
cambiando faccia, perdendo
molte delle sue prerogative e su-
bendo in pratica uno sdoppia-
mento. Le funzioni di conceden-
te la gestione delle autostrade ai
privati e di vigilanza sul rispetto
delle regole delle concessioni
stesse passa a un’agenzia sotto il
controllo del ministero delle In-
frastrutture guidato da Altero
Matteoli, mentre l’Anas torna a
essere ciò per cui era stata pen-
sata all’origine: un ente che si oc-
cupa soprattutto di manutenzio-
ne e gestione diretta delle strade
e ne costruisce di nuove, auto-
strade comprese, sempre che ci
siano i soldi per farle. Un’Anas
della rete
a Tremonti
manutenzione
e nuove
opere
“spacchettata” e più piccola, in-
somma, ma anche sollevata da
imbarazzanti conflitti di interes-
se (concedente, concessionario
e vigilante al tempo stesso) e più
concentrata, si spera, sulla sua
ragione sociale stradale, trascu-
rata negli ultimi tempi.
La nuova Anas dipenderà diret-
tamente dal ministero dell’Eco-
nomia, cioè da Giulio Tremonti.
l’attuale presidente e direttore
generale Anas, Piero Ciucci, po-
trà o vorrà rimanere al suo posto.
Ciucci è lì a dispetto di Tremonti
e le incomprensioni tra i due so-
no sempre state fortissime e trag-
gono origine da tante storie, non
ultima proprio quella del doppio
incarico di Ciucci al vertice del-
l’azienda, con relativo doppio
stipendio, naturalmente, a cui va
aggiunto quello di amministrato-
re dello Stretto di Messina. Tre-
monti non avrebbe voluto Ciuc-
ci e non avrebbe voluto soprat-
tutto che occupasse una tripla
funzione. Per la presidenza del-
l’azienda delle strade aveva indi-
viduato un consigliere di Stato,
Paolo Salvatore, ma a sostegno
della candidatura e dell’incarico
plurimo di Ciucci si schierò
Gianni Letta che ebbe la meglio.
Ora è di nuovo tutto in ballo, l’A-
prosciugato di dipendenti e diri-
genti che presumibilmente do-
vranno in parte traslocare all’A-
genzia. Per questo compito dav-
vero gravoso, frullano ovvia-
mente anche altre candidature
oltre a quella di Brandani, come
succede in questi casi, anche se
quella di Brandani al momento
viene considerata la più forte.
Tra le ipotesi in gioco c’è la so-
luzione interna di Piero Buoncri-
stiano, direttore centrale, e poi
circolano i nomi di Giovanni Gu-
glielmi, provveditore per le ope-
re pubbliche della Campania e
del Molise che però è stato no-
minato solo alcuni giorni fa an-
che commissario per l’emergen-
za del fiume Sarno. E infine si par-
la pure di Massimo Varazzani. Ma
anche per lui le controindicazio-
ni sono forti perché le sue pre-
cedenti esperienze da manager
pubblico sono finite bruscamen-
PIER FERDINANDO Casini
e Lorenzo Cesa due mesi fa gli
hanno affidato l’incarico della
campagna elettorale a Siena, lo
considerano il padre nobile del-
l’Udc, l’acuto “professore”, cu-
ratore della rivista “ideologica”
Formiche a cui rivolgersi per ave-
re linea e lumi. Ma Brandani è le-
gato anche al Pdl, in particolare a
quegli esponenti che si occupa-
no di strade, come Luigi Grillo,
ligure ed influente presidente
della commissione Lavori pub-
blici del Senato, e Angelo Maria
Cicolani, reatino, questore di pa-
lazzo Madama ed esperto di in-
frastrutture. Questa trasversalità
è considerata importante. Po-
trebbe Berlusconi rispondere
picche a Casini e Cesa che gli sol-
lecitano la nomina all’Anas del-
l’amico professore senese?

CALL CENTER CHIAMA

LO STATO RISPONDE
di Salvatore Cannavò Cassa integrazione. L’accordo siglato al mini-
stero del Lavoro lo scorso 5 luglio prevede tra
opo aver annunciato 1464 licenziamenti lo Cig e esodi volontari, 1127 esuberi con un’alta
D scorso aprile la Teleperformance, società incidenza sulla sede romana dove su 560 la-
multinazionale del call center, ha chiuso la set- voratori ne resterebbero solo 100. Da qui i ti-
timana scorsa un accordo con i sindacati che mori di un suo svuotamento. Chi assicura, in-
ha ridotto gli esuberi previsti inizialmente a fatti, che l’accordo non eviterà licenziamenti
900 cassa integrazioni e 227 esodi incentivati. in futuro?
Le contestazioni da parte dei lavoratori però “Direi nessuno – afferma Paolo Sarzana che di-
proseguono. Ieri, di fronte alla sede romana di rige gli Affari istituzionali della Teleperfor-
Teleperformance – che è un marchio globale mance – Io stesso non ho garanzia di restare
posseduto in Italia dalla In&Out – si è infatti dirigente di questa azienda. Dipende da come
svolto un presidio dei Cobas per protestare applicheremo questa Cassa integrazione”.
contro un licenziamento ritenuto “politico”. L’azienda si è impegnata a privilegiare il mer-
La lavoratrice Annarita, infatti, è accusata di cato italiano rispetto a quello estero con alme-
aver inoltrato su Facebook un commento “of- no l’80 per cento del fatturato. Quindi, nes-
AVVISO PUBBLICO
fensivo” nei confronti dell’ad di Teleperfor- suna o poca delocalizzazione come è già av-
mance, Apollonj Ghetti. L’interessata – che si venuto con l’Albania. E poi un piano di inve-
ritrova senza stipendio e quindi “in mezzo a stimenti, di innovazione tecnologica e nuove
una strada” come spiega al Fatto – contesta il commesse. Che al momento non ci sono. “Sia- RICERCA SPONSORIZZAZIONI
licenziamento perché in quel “post” aveva de- mo a pochi giorni dalla firma dell’accordo, ve-
finito una “c….ta” le affermazione dell’ad, li- dremo più in là cosa sapremo fare - dice ancora
PER EVENTI CELEBRATIVI LEGATI
mitandosi a commentarle con una terza per- Sarzana - Il fatto positivo è che gli esuberi sono AL 150° ANNIVERSARIO
sona. Inoltre, spiega, l’azienda le contesta di stati ridotti”.
aver utilizzato Facebook in orario di ufficio ad- L’azienda contesta un mercato italiano dell’as- DELL’UNITÀ D’ITALIA.
ducendo come prova l’ora californiana del so- sistenza telefonica che giudica “drogato”. “Esi-
cial network e non l’orario effettivo, italiano, stono incentivi non coordinati, concorrenze
in cui il commento è stato postato. sleali; la Regione Puglia, ad esempio, sta per CXGi\j`[\eqX[\c:fej`^c`f[\`D`e`jki`ÆLe`k~K\Ze`ZX[`D`jj`fe\
L’azienda, sentita dal Fatto, conferma la gravità finanziare l’assunzione di lavoratori in mobi- g\ic\Z\c\YiXq`fe`[\`(,'Xee`[\ccËLe`k~[Ë@kXc`XÆ`ek\e[\
dei commenti contro l’am- lità utilizzando fondi europei. Questo
ministratore, contesta la Un call center (F A )
OTO NSA
modificherà il settore e invece servi- gifZ\[\i\XccXi`Z\iZX[`jgfejfi`qqXq`fe`g\icXi\Xc`qqXq`fe\
“politicizzazione” del licen- rebbe un maggior coordinamento”. [`\m\ek`#dXe`]\jkXq`fe`ZlckliXc`#dfjki\\i\jkXli`Zfcc\^Xk`
ziamento e si rimette alla de- Ma è la stessa Teleperformance ad Xcc\`e`q`Xk`m\Z\c\YiXk`m\[\c(,'—8ee`m\ijXi`f[\ccËLe`k~[Ë@kXc`X%
cisione del giudice. Intanto aver beneficiato, nel 2007, della leg-
Annarita passerà l’estate ge 407 del 1990 che offriva contributi G\if^e`lk`c\`e]fidXq`fe\jlcc\`e`q`Xk`m\jgfejfi`qqXY`c`#
senza lavoro e senza stipen- gratis per 36 anni alle imprese che, al jlcc\df[Xc`k~\jl`k\id`e`[\cc\f]]\ik\# i\g\i`Y`c\\jZXi`ZXY`c\
dio. Sud, avessero assunto disoccupati.
Resta il problema del futuro Solo che, allo scadere dei 36 mesi, la
`ek\^iXcd\ek\`ci\cXk`mf8mm`jfGlYYc`Zfjlcj`kfl]ÔZ`Xc\[\ccËLe`k~
di un’azienda che ha utiliz- società ha prima attivato i contratti di K\Ze`ZX[`D`jj`fe\1nnn%`kXc`Xle`kX(,'%`k
zato ampiamente i fondi solidarietà per arrivare poi alla Cassa
pubblici. Che oggi interven- integrazione.
gono di nuovo, tramite la “Ma noi abbiamo assunto tutti i nostri
operatori, risponde Sarzana, anche
se eravamo obbligati a farlo solo per il
In novecento 30 per cento. Abbiamo utilizzato un vantaggio
fiscale per recuperare un gap di costi e oggi,
finiranno in cassa invece, avendo applicato il Contratto naziona-
le di lavoro abbiamo costi molto più alti”. La PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI
richiesta è ancora quella di intervenire sul co-
integrazione sto del lavoro. Il ministro Sacconi, però, qual-
Unità Tecnica di Missione
per il 150° dell’Unità d’Italia

cosa ha fatto, concedendo ai call center la li-

Operaia nei guai bertà di assumere a progetto. Solo che da quel-
la decisione si è rimessa in moto una gara al
per Facebook ribasso.
pagina 12 Giovedì 14 luglio 2011

ALTRI MONDI

N
MUMBAY ANCORA SOTTO ATTACCO GIAPPONE
Tramonto
nucleare

INDIA, MORTI E GUERRA SANTA I l Giappone deve

Nella megalopoli bombe sincronizzate: decine di vittime
di Roberta Zunini
a capitale economica in-
“ridurre la dipendenza
dall’energia nucleare”
muovendosi verso una
società orientata alle fonti
rinnovabili ed
eco-compatibili. Il
premier Naoto Kan (nella
foto), sempre più
In India i terroristi islamici tut- sensibile ai timori dell’
tavia non pescano da questo ba- opinione pubblica e alle
cino di povertà che in altri paesi prese con una popolarità

L diana, Mumbay, è di nuovo

sotto attacco. Alcune
bombe, il numero esatto
non era ancora definito ieri se-
ra, collocate in zone turistiche e
finanziarie della megalopoli -
Dadar e Opera house - hanno
provocato la morte di almeno
20 persone. Numero che sem-
bra destinato a salire per le gra-
vissime condizioni in cui versa-
no decine di feriti. La polizia ha
affermato che le esplosioni so-
no state causate da ordigni ru-
dimentali, già utilizzati in passa-
to dai gruppi estremisti islamici
attivi soprattutto nel sud del gi-
gante asiatico. Nulla a che vede-
re con le rivendicazioni dei se-
cessionisti del Sikkim, nel nord
est, o con quelle maoiste in
Orissa sulla dorsale orientale.
Qualcosa, se non molto, a che
vedere invece con le azioni
coordinate del commando isla-
mico che nel 2008 mise a ferro e
fuoco per due giorni l’intera cit-
tà, uccidendo 186 persone. Gli
fornisce buona parte della ma-
nodopera per la “guerra santa”.
È il confinante Pakistan, nemi-
co storico dell’India, infatti a
fornire quasi sempre sia le men-
ti sia le braccia per i blitz e gli
attentati dinamitardi. Anche se
per alcuni analisti, questa volta
dovrebbe trattarsi di gruppi lo-
cali che cercano di bloccare le
prove di dialogo tra India e Pa-
kistan, previste proprio in que-
sti giorni. Il Pakistan, non appe-
na si è diffusa la notizia, ha con-
dannato le esplosioni senza pe-
rò definirle attentati terroristi-
ci. Lo stato d’allerta è stato al-
zato anche a Delhi, Chennai e
Bangalore dove la polizia ha al-
lestito numerosi posti di bloc-
co.
“Mangiare ghiande e pubbliche esecuzioni”
una donna in fuga dai gulag nordcoreani
crollata nei sondaggi al
16%, ha giocato la carta
‘anti-nucleare’,
esprimendo la presa di
posizione più forte sul
futuro delle strategie
energetiche del Paese nel
dopo-Fukushima.
Che possa rappresentare
una svolta attuabile e
reale è però da
verificare, viste le
reazioni provocate, a
partire dal gruppo di
parlamentari
democratici, parte della
fronda interna del DpJ
(il partito del premier),
che ha chiesto ancora il
suo passo indietro per
Il luogo di uno degli attentati dinamitardi a Mumbay. Sotto,Kim Jong-il (FOTO AP) “la confusione creata”, in
linea coi giudizi
dell’opposizione
Liberaldemocratica,
scettica sul fatto che Kan
possa gestire “la
rivoluzione energetica”.

investigatori sospettano l’asso-

ciazione clandestina Indian Mu-
jahiddin, affiliata a gruppi della
jihad pachistana come La-
shkar-e-Taiba, ritenuta responsa-
bile della strage del 2008.
“Anche questa volta mi sono
trovato a passare in una delle zo-
ne colpite. Ero alla Opera house
quando ho sentito un’esplosio-
ne ma ho cercato di scacciare il
pensiero dell’attentato. Tre an-
ni fa, quando i terroristi entra-
rono al Taj Mahal, io ero appena
uscito - dice al Fatto Deepak Hu-
gia, un imprenditore informati-
co - perché mi avevano chiama-
to dalla società per un proble-
ma con un cliente inglese. Ma
avrei dovuto cenare lì. Se fossi
rimasto probabilmente sarei
morto. Le persone con le quali
avevo appuntamento sono sta-
te uccise dai terroristi che era-
no entrati nella sala ristorante
sparando con mitragliette”.
L’attacco di ieri non è stato della
stessa entità ma ha riportato a
galla immediatamente le paure
da poco sopite degli abitanti di
questa enorme città, caotica e
romantica, ricchissima ma an-
cora affollata di milioni di dere-
litti che vivono nelle sempre
nuove bidonville.
di Jerome Taylor
Kreaimesecuzioni
Hye-sook ricorda con raccapriccio le
nel campo di lavoro della Co-
del Nord dove ha vissuto per quasi 30
anni: “Eravamo tutti obbligati ad assistere”,
spiega questa 50enne con voce pacata. “Il
detenuto veniva legato a un palo, bendato e
crivellato di colpi”.
Non è facile parlare con un testimone ocu-
lare di un gulag nordcoreano. I detenuti po-
litici ospiti dei campi di lavoro raramente
riacquistano la libertà e nella quasi totalità
dei casi muoiono nel gulag. I pochi che ven-
gono rilasciati non hanno modo di raccon-
tare la loro odissea. Kim è una delle poche
che ci è riuscita e che ha rilasciato una in-
tervista a un giornale occidentale. Kim
Hye-sook non aveva commesso alcun rea-
to, ma negli anni ’70 suo nonno era fuggito
in Corea del Sud. In questi ca-
si la legge nordcoreana pre-
vede l’incriminazione per
l’intera famiglia. “All’epoca
avevo appena 13 anni”, rac-
conta. Fu rinchiusa nel cam-
po di Bukchang, un gulag ge-
stito direttamente dal mini-
stero degli Interni, dove ri-
mase 28 anni. Il campo, si-
tuato lungo le sponde del fiu-
me Taedong, ospita circa
10.000 detenuti, la maggior
parte dei quali condannati al-
l’ergastolo per reati politici. Il regime è leg-
germente meno duro rispetto ai campi di
Yodok e Kaechon, ma percosse, fame ed
esecuzioni sommarie sono all’ordine del
giorno. “Avevamo sempre fame”, ricorda
Kim. “La razione quotidiana consisteva in
una ciotola di pappa di avena. Eravamo alla
continua ricerca di qualcosa da mangiare:
per lo più piante e ghiande”. Oltre alla mal-
nutrizione c’era il lavoro forzato. I “fortu-
nati” lavoravano in campagna o all’interno
del campo, ma la maggior parte nelle mi-
niere di carbone non lontano da una cen-
trale elettrica. La nonna di Kim morì di fame
e sua madre e suo fratello a seguito di in-
cidenti sul lavoro.
SECONDO un ex ufficiale dell’esercito
fuggito in Gran Bretagna, la brutalità con cui
vengono trattati i detenuti politici è lo stru-
mento che consente ai
mastini del regime di pre-
servare l’ideologia stalini-
sta della Repubblica Po-
polare coreana. “I detenu-
ti dei campi di lavoro non
sono considerati esseri
umani”, spiega. “Sono ne-
mici dello Stato che non
hanno alcun diritto”.
Kim fu rilasciata nel 2001
grazie all’amnistia decisa
per festeggiare il 60° anni-
versario di Kim Jong-il. Ma
non fu l’ultima volta che vide il campo di Bu-
kchang. Con l’aiuto di alcuni amici riuscì a
varcare la frontiera con la Cina, dove la vita
non è facile per le donne coreane: fatte se-
gno di disprezzo vengono spesso costrette a
prostituirsi. “Attraversai la frontiera con una
ragazza di 23 anni e una di 27 che furono
rivendute per 30.000 yuan (circa 3.500 eu-
ro)”, ricorda. Kim, che aveva 43 anni, riuscì a
cavarsela proprio perché non più giovanis-
sima e trovò lavoro in un ristorante coreano.
Qui però il proprietario del locale la costrin-
se a fare ritorno in Corea del Nord per ac- LIBIA
quistare maialini da latte che costavano un
decimo che in Cina. Essendo una clandesti- Frattini contro
na fu costretta ad obbedire. trattative francesi
Una volta in Corea del Nord fu arrestata a
rimandata a Bukchang da dove riuscì a fug-
gire e a fare ritorno in Cina. Dalla Cina rag-
giunse la Corea del Sud, dove vive attual-
E ventuali trattative
segrete tra Parigi e il
regime di Tripoli per
mente, passando per il Laos e Thailandia. giungere ad una soluzione
Malgrado testimonianze come questa il go- del conflitto libico
verno nordcoreano nega l’esistenza dei sarebbero “sbagliate”.
campi di lavoro. Ma stando alle foto scattate Questo il giudizio del
dai satelliti, in questi campi si trovano circa ministro degli Esteri
200.000 detenuti. “Ci sono luoghi nei quali il Frattini, che ha detto di
diritto internazionale e i diritti umani non non credere alle
hanno cittadinanza”, dice Sam Zarifi, diret- indiscrezioni che
tore di Amnesty International in Asia. Della Co- parlavano di contatti
rea del Nord fanno paura le testate nucleari e francesi con il regime
la comunità internazionale fa poco per af- libico. Per il titolare della
frontare il problema dei diritti umani. Farnesina che ha parlato
Copyright The Independent - Traduzione di Carlo alla Camera di fronte alle
Antonio Biscotto Commissioni Esteri e
Difesa del Parlamento
promuovere contatti

“Difficile smettere di fare il terrorista” segreti è sbagliato:

LA DOPPIA VITA DEL GIORNALISTA ANTONIO SALAS “INFILTRATO” NEI GRUPPI ARMATI INTERNAZIONALI
di Raffaela Scaglietta
Snioebrazioni
è vero che la voce trasmette le vi-
dell’anima, quella di Anto-
Salas, anche se alterata da un appa-
recchio mutante è una freccia che ri-
manda forza, tranquillità, pensieri sen-
za pregiudizi, esperienze pericolosissi-
me. Giornalista investigativo spagnolo,
Antonio Salas è autore di reportage e li-
bri d’inchiesta. L’ultima è durata 6 anni.
“Infiltrato” (El Palestino) è il libro edito
da Newton Compton e racconta le di-
namiche, le storie del terrorismo inter-
nazionale vissute in prima persona dal
Medio Oriente al Venezuela.
Al telefono è disarmante quando si de-
finisce un giornalista mediocre, che fa
solo quello che altri non fanno. Salas
non è un eroe, ma un reporter molto
prudente che si immerge totalmente
nel mondo degli altri, si crea un perso-
naggio, un alibi per essere creduto, ri-
schia la pelle, il suo equilibrio mentale,
gira con una telecamera nascosta e poi
se ne va leggero, discretamente.
“Quando ho iniziato questa inchiesta
non sapevo nulla, avevo un’idea molto
sbagliata: identificavo l’Islam con il ter-
rorismo in modo estremo come si può
identificare un cristiano irlandese ter-
rorista o un membro del Ku Klux Klan.
Poi ho capito che quello che noi defi-
niamo il male per altri è diverso, mosso
da altre motivazioni. Per quasi due anni
mi sono preparato per creare la mia
identità e ho studiato l’arabo, ho scelto
la storia di un uomo originario della Pa-
lestina e cercato un dramma familiare.
Nella prima fase avevo una doppia vita,
perché continuavo la mia attività di
giornalista: è stato faticoso psicologica-
mente perché dovevo mantenere l’e-
quilibrio tra la mia vita e quella che sa-
rebbe diventata la vita di Muhammad
Abdallah; dovevo mantenere una storia
plausibile”.
Solitudine necessaria per protegge-
re gli altri, la sua sfera intima?
Lavoro da solo, cambio identità, mi tra-
sformo. Ai miei cari non dico mai cosa
sto facendo, lo scoprono solo quando
tutto è finito.
Una tortura dover mentire ai propri
cari sulla propria vita?
Una vera tortura. Quando ho iniziato
questa inchiesta mi dovevo scurire la
pelle, fa crescere la barba e non man-
giavo carne di maiale. Ho dovuto dire
che ero diventato vegetariano.
È il solo modo di fare i reportage?
Per capire cosa spinge l’altro a compor-
tarsi in un modo bisogna diventare un
suo interlocutore valido. Entrare nella
storia, senza giudicarla. Spesso i giorna-
listi diventano il megafono di un’idea o
di una classe politica, parte di un siste-
ma e perdono l’indipendenza.
La telecamera nascosta è una pro-
tezione o un ulteriore rischio?
È un’arma. Se devo raccontare la
storia di un terrorista, devo regi-
“L'Italia non lo fa e se ci
fosse un contatto francese
sarei contrario a
prescindere, se lo facesse
l’Onu sarei favorevole”.
strarla, devo dimostrare con le im- L’Italia si è riservata il
magini. È una questione di lealtà. diritto a non partecipare
Lei scrive che un giornalista non de- a missioni della Nato in
ve mai commettere un reato, ma si
è comunque addestrato nei campi
Libia che presentino il
rischio di danni
Nella mia inchiesta in Venezuela, sono collaterali. “In
diventato il web master di un sito di un’occasione abbiamo
guerriglieri, controllavo la loro pagina detto no e, purtroppo, i
ma non mai partecipato a un delitto. danni collaterali si sono
Ero solo dalla parte intellettuale delle verificati”, ha spiegato il
persone che conducevano la lotta ar- ministro della Difesa,
mata. Ignazio La Russa, nella
Come e quando decide di termina- sua audizione sugli
re un’inchiesta? sviluppi relativi alle
Quando finisco un’inchiesta c’è la fase missioni internazionali
del distacco. Ci vogliono mesi per ab- davanti alle commissioni
bandonare le tracce. Si comincia a dire Difesa ed Esteri di
che che si ha una relazione altrove. Si Camera e Senato. Il
rientra piano piano nella normalità. Ma ministro ha anche
rimane sempre dentro qualcosa dell’e- ricostruito la morte del
sperienza precedente. Per esempio ho caporal maggiore
mantenuto un grande rispetto per i mo- Marchini ucciso da una
menti di preghiera. Un momento di mina anti-uomo in
tranquillità e di distacco. Afghanistan.
Giovedì 14 luglio 2011 pagina 13

ALTRI MONDI

LO SQUALO
COSTRETTO
A MOLLARE L’OSSO
Murdoch rinuncia a BskyB
Cameron: vittoria della gente comune David Cameron in Parlamento; a sinistra, Rupert Murdoch. Sotto, la regina Beatrice d’Olanda (SDSADA)

di Andrea Valdambrini

stata la giornata più lunga

È per Rupert Murdoch. Il
magnate dei media ha do-
vuto dire addio all’agogna-
to tentativo di possedere il
100% di BSkyB, la tv satellitare
britannica, che gli fa gola da me-
si. Perfino il primo ministro Da-
vid Cameron, a lungo conside-
rato un suo stretto alleato, è sta-
to durissimo, ha preso le distan-
ze, ed ha subito avviato due
commissioni d'inchiesta per fa-
re piena luce sui fatti.
Ieri pomeriggio, la Camera del
Comuni si apprestava a votare
una mozione, proposta dai labu-
risti all’opposizione, ma appog-
giata tanto dai conservatori che
dai liberal-democratici al gover-
no, che sbarrava la strada a Mur-
doch. Dopo mesi di controver-
sia, che hanno visto contrap-
porre Murdoch al Parlamento
anche in circostanze drammati-
che – come la rimozione dal
ruolo regolatore del ministro
lib-dem Vince Cable, considera-
to troppo ostile al miliardario
australiano - la politica ha battu-
to un colpo.
MA CI SONO VOLUTI 6 lun-
ghissimi giorni di scandali sulle
intercettazioni illegali, nuove ri-
velazioni che si sono allargate a
macchia d’olio, tanto da coinvol-
gere familiari delle vittime di de-
litti orrendi, l’ex primo ministro
come Gordon Brown e diversi
membri della famiglia reale.
Prima che il dibattito comincias-
se, però, è arrivato il colpo di sce-
na: è lo stesso gruppo di Murdo-
ch a rinunciare all’acquisto della
parte restante di Sky. “Troppo dif-
ficile procedere con questo cli-
ma” ha dichiarato Chase Carey,
portavoce di News Corporation. In
realtà, a fronte di una forte disce-
sa del titolo in borsa, della tem-
pesta sulle testate che dal tabloid
News of the World si è poi allargata
anche al Sun e al Sunday Times, a
Murdoch conviene tenere un
profilo il più basso possibile. Co-
me in tutti i peggiori momenti di
crisi, l’80enne tychoon australia-
Dopo il dibattito
parlamentare
sullo scandalo
intercettazioni,
le pressioni
convincono
il tycoon
no è arrivato nella capitale ingle-
se a prendere in mano la situa-
zione, per quanto possibile. Pa-
rola d’ordine: far sbollire la ten-
sione politica, seguire le vicende
giudiziale, e stringere i denti. Ma
soprattutto, evitare che lo scan-
dalo britannico valichi il confine
dell’Atlantico. Proprio dagli Usa
arrivano da ieri cattivissime av-
visaglie. Il senatore democratico
Jay Rockfeller, considerato piut-
vicino ad ambienti della Casa
Bianca, sostiene che quanto av-
venuto in Gran Bretagna ha po-
tenziali ripercussioni. Non solo
perché le violazioni operate dal-
le testate di Murdoch infrangono
le regole dell’etica giornalistica,
ma soprattutto per un sospetto.
“Mi sto chiedendo se le azioni di
spionaggio possano esser state
estese anche alle vittime dell’11
settembre”. Il senatore è preoc-
cupato. E Murdoch più di lui.
L’Olanda e il lungo viaggio
della “dolce morte”
di Massimiliano Sfregola
Amsterdam
Olanda è, dal 2002, il primo
L’zialmente,
paese al mondo ad aver, par-
legalizzato l’eutana-
sia; Il Toetsing levensbeëindiging op
verzoek en hulp bij zelfdoding.
(Norme sulla richiesta di fine vi-
ta e sul suicidio assistito) fu l’ap-
prodo di una riflessione lunga
trent’anni, iniziata nel 1973
quando la Corte Suprema aprì
al riconoscimento dell’eutana-
sia. L’organizzazione no-profit
Nvve, ha animato il dibattito
sulla ‘dolce morte’ fin dagli an-
ni ‘70: “Per i cittadini olandesi,
secondo i sondaggi in larga par-
te favorevoli all’eutanasia, que-
sta legge ha significato il rico-
noscimento delle scelte indivi-
duali e ha permesso a pratiche
diffuse clandestinamente di
emergere, consentendo alle
istituzioni politiche e sanitarie
di monitorare il fenomeno e di
coinvolgere nel dibattito l’opi-
nione pubblica”, dice Walburg
de Jong di Nvve. Nei paesi più
critici con l’opzione olandese,
però, si dice che l’etica e la vo-
lontà del paziente vengano
conciliate meglio concentran-
dosi sulla ricerca per le cure pal-
liative. “Nei Paesi Bassi – prose-
gue la De Jong – la ricerca sui
trattamenti palliativi è estrema-
mente avanzata e spesso i pa-
zienti che chiedono al medico
di praticare loro l’eutanasia lo
fanno dopo aver accertato l’i-
nefficacia delle terapie del do-
lore. E va detto che la pratica di
somministrare cure palliative
in eccesso è molto diffusa tra i
medici obiettori”.
Flip Sutorius è un medico di ba-
se di Haarlem, alle porte di Am-
sterdam, ed è uno dei tanti me-
dici che hanno accettato di pra-
ticare l’eutanasia e il suicidio as-
sistito: “Il nucleo della norma-
tiva è che la sofferenza del pa-
ziente debba essere insosteni-
bile e senza prospettive di mi-
glioramento: non è una scelta a
cuor leggero e sopratutto non è
un diritto soggettivo del pazien-
te”, dice Satorius “La legge re-
gola il rapporto tra medico e pa-
ziente, basato su reciproca fidu-
cia e rispetto, e tutela il medico
che ritenga di trovarsi di fronte
a un quadro clinico senza pos-
sibilità di guarigione”.
Nonostante il codice penale
continui a contemplare l’euta-
nasia e il suicidio assistito come
reati, prevede un ‘eccezione’,
qualora venga rispettato un ri-
gido protocollo approntato dal
ministero della Salute, che in-
clude il parere preventivo e ob-
bligatorio di un secondo medi-
co e una revisione, a posteriori,
da parte di una commissione
provinciale composta da medi-
ci, giuristi ed esperti di etica.
È possibile trasferirsi in Olanda
con il solo scopo di accedere al-
la possibilità offerta dalla nor-
mativa? “Assolutamente no –
spiega Sutorius - senza cono-
scere il paziente come potrei
acconsentire? Solo se avessi in
trattamento da tempo una per-
sona sana, vivace e gelosa della
propria indipendenza, cono-
scendo quindi la sua storia, nel
caso tragico venisse colpita da
una malattia invalidante, senza
possibilità di ripresa, potrei op-
tare per un consenso all’euta-
nasia, per rispettarne la volontà
e tutelarne la dignità”. La legge
prescrive una tempistica? “No,
ogni caso è trattato nel rispetto
delle sue specificità; vista la sof-
ferenza che questi pazienti at-
traversano, quando ritenessi
d’acconsentire alla richiesta e
la mia decisione venisse appro-
vata anche dal secondo medi-
co, cercheremmo d’esser il più
rapidi possibile”. Sutorius ha
praticato l’eutanasia a diversi
pazienti ma non vuole sentir
parlare di ‘normalità’: “È qual-
cosa a cui non ti puoi e non ti
devi abituare. Sul piano umano
un’enorme sofferenza, sopra-
tutto recarsi nelle loro abitazio-
ni e vivere l’intera fase della pre-
parazione al lutto; in quel mo-
mento hai la responsabilità di ri-
spettare gli obblighi professio-
nali e morali nei confronti del
paziente e della famiglia”.

LE STRADE DELLA CALIFORNIA Incubo ingorghi

“Carmageddon” nella città degli Angeli

di Carlo Pizzati co a intasare tutto. Queste sono le freeways dove mi anch’io, visto che gli angelenos parlano osses- bilista ha sparato a un padre di famiglia (moglie e
Los Angeles O.J. Simpson fuggiva dalla polizia nel ’94 e dove sivamente di ingorghi, scorciatoie, ore di punta. due figli a bordo) che è morto all’arrivo in ospedale.
inizia il romanzo generazionale “Meno di zero” di Mi ripeto che sono tutti delle mammolette, che la Dead on arrival, commenterebbe Marlowe.

Sgeles,tounperpartendo
affrontare una mattinata che richiederà
po’ di eroismo. Devo attraversare Los An-
dalla zona di Malibu per arrivare a
Bret Easton Ellis.
Los Angeles è la città con il traffico più complicato
d’America. Ed è anche la città dove tutti si spostano
California è “lo Stato dei grandi magazzini” e Los
Angeles “ha la personalità di un bicchierino di car-
ta”. Parole di Raymond Chandler che con le strade
Si dice che nell’ultimo anno il 90 per cento degli
automobilisti sia stato colpito da “guida aggres-
siva”. Per rimanere nel restante 10 per cento mi
Disneyland. Il mio amico Pete, nato e cresciuto qui, sempre in auto. In questi giorni cartelli, poster, spot, di L.A. ha costruito una carriera di romanziere. rilasso, alzo il volume, cerco di stare tranquillo co-
consulta Google Traffic per capire quanti ingor- il sito della “Resistenza al Carmageddon”, oltre a Scendo lungo la Pacific Coast Highway pen- me Marlowe, ma di colpo mi dico, no, no, aveva
ghi mi aspettano: “È meglio che tu non sia partito giornali, radio e tv avvertono che i lavori potrebbero sando all’eroe dei suoi romanzi, Philip Marlowe. Lui ragione invece Charles Bukowski che negli “Ap-
all’alba, è più fluido adesso. Ma parti subito!” creare code di 50 chilometri in entrambe le di- se ne sarebbe fregato del Carmageddon. Altri punti di un Vecchio Sporcaccione” guardava il mon-
Per arrivare a Disneyland bisogna passare dalle rezioni per demolire un ponte e allargare l’auto- tempi, borbotta l’anziano che è in me. Così mi do dal finestrino e girando per le strade della sua
parti di quello che sarà l’epicentro di “Car-ma- strada. ritrovo a Santa Monica, al sottopassaggio della fa- Los Angeles sprizzava sano odio dalla penna:
geddon”, l’ipotizzata Apocalisse delle automobili Ok, solita bolla di sapone, caramella di zucchero mosa I-10. “La canna della Luger mi fissò come il “Un’intera maledetta nazione di stronzi che gui-
che da settimane sta coinvolgendo e gasando forse mediatico propinata agli automobilisti per fargli tunnel della Seconda Strada, ma io non mi mossi,” dano automobili, mangiano, fanno figli e fanno tut-
un po’ troppo l’attenzione dei tremare gli ammortizzatori e i di- diceva Marlowe. E neanche noi ci muoviamo, nel to nel peggior modo possibile, come votare per il
media. Ormai si sa come fun- schi dei freni gridando: “State alla tunnel della Seconda Strada, perché è tutto bloc- candidato alle presidenziali che più gli ricorda di se
ziona: si trova un nome ac-
cattivante, un “gancio” che
Nella capitale larga!”. Magari grazie al passapa-
rola su Internet e ai tabloid tv, non
cato.
Per un angeleno restare incastrato nel traffico è
stessi”. Tutto il mondo è la stessa autostrada.
Ci saranno davvero le sparatorie e le battaglie pre-
accenda l’attenzione di tele-
spettatori, lettori e internauti,
dell’ecologismo succederà niente. E ringrazieremo
i tweet di Ashton Kutcher (marito
come veder violati i propri diritti civili, questo è il
guaio. Il problema sta nella percezione della si-
viste dai sacerdoti del Carmageddon? Mi sembra la
solita americanata. Ci siamo abituati. Ma, nel dub-
ed ecco che di colpo tutta Los
Angeles sembra terrorizzata
la chiusura di Demi Moore, noto attore, ma
anche primo twitter della storia
tuazione, dice una voce zen dentro me. Così chiudo
i finestrini e accendo la radio.
bio, mi rassicura il fatto che partirò di qui un giorno
prima, oggi. Torno in Italia in tempo per uno dei
dal fatto che per 53 ore in con un milione di iscritti) per averci Il flusso riprende. Ma un incidente ci rallenta di tanti abbacinanti esodi estivi alla “intasamenti tra
questo weekend un tratto del- di un tratto salvati dalla Madre di Tutto gli In- nuovo. E si riparte. Nello specchietto vedo un’u- Roncobilaccio e Barberino del Mugello...”.
la 405 verrà chiusa. Ogni fine gorghi. tilitaria che mette la freccia a destra, tenta di pas- Intanto siamo arrivati a Disneyland, e parcheggio.
settimana su quei chilometri di autostrada Intanto, però, devo pensare ad ar- sarmi a sinistra, torna a destra. Mentre imbocca Finalmente fuori dall'auto.
d’asfalto che uniscono la zona rivare a Disneyland, l’ho promesso l’uscita, una trentenne mi sputacchia insulti da die- Ma mio figlio mi prende per mano e mi trascina
di Westside con la San Fer- scatena incubi a mio figlio che si distrae sul sedile tro il finestrino. Eccola, la road rage, la rabbia della verso l’entrata implorando: “Papà, dai, dai, andia-
nando Valley transita mezzo posteriore con un videogioco di… strada, un altro dei terrori californiani. L’ultima vit- mo agli autoscontri!”
milione di persone e basta po- e proteste “Cars 2”. Ma inizio a preoccupar- tima accertata è di qualche mese fa: un automo- www.carlopizzati.com
pagina 14
FICARR A&PICONE
Al cinema parliamo
d’amore perché
più comici di noi
sono i politici
di Davide Valentini
L
a scena è questa: un autobus
giallo, di quelli scoperchiati per
il sightseeing, parcheggiato di tra-
verso, blocca la circolazione di
un corso nel centro di Torino. In
pochi secondi si crea un ingor-
go tremendo. La fila di automo-
bilisti insulta l'ignaro parcheg-
giatore che si giustifica: “Ma io il
grattino del parcheggio l'ho pa-
gato!”. Siamo sul set di Anche se è
amore non si vede, il nuovo film
del duo comico Ficarra&Pico-
ne, previsto in sala dal 25 no-
vembre prossimo. Del cast fan-
no parte anche Ambra Angioli-
ni, Diane Fleri e Sascha Zacha-
rias. Salvo e Valentino, questi i
nomi di battesimo di Ficarra e
Picone, sono comici poliedrici,
fenomeni umili e baciati dalla
fortuna di una faccia che disten-
de al primo sguardo.
Nella loro carriera hanno fissato
l'asticella in un punto preciso,
un po' al di sotto dell'indigna-
zione, saldamente al di sopra
dell'asservimento. Per la crona-
ca, due copie del Fatto occhieg-
giano dal tavolino della roulot-
te-camerino dove stremati mi
raggiungono. Subito domando
“siete stanchi?” sperando in un
classico “oggi no” dal loro re-
pertorio, che però non arriva.
Pazienza.
In giro per Torino si sente
parlare continuamente di voi
e del vostro film. Sarà perché
bloccate il traffico?
Ficarra: l'accoglienza è stata in-
credibile. Torino è la più euro-
pea delle città italiane, ci trovi
gente che viene da tutto il mon-
do, e senza problemi di integra-
zione. Anche quei rarissimi pie-
montesi si sono integrati molto
bene tra noi meridionali.
Di che si parla in “Anche se è
amore non si vede”?
Picone: abbiamo scelto di torna-
re ad essere semplicemente Sal-
vo e Valentino, come nel nostro
primo film Nati stanchi. Siamo
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
due palermitani che fanno le
guide turistiche a Torino.
Totò e Peppino a Torino?
P: Non esattamente. Il film è una
commedia che ruota intorno a
degli equivoci sull'amore e da lì
nasce la comicità; io sono fidan-
zato con Ambra, mentre lui non
è fidanzato.
F: Diciamo che io sono innamo-
rato delle donne, un po' di tutte.
Anzi, proprio della donna in ge-
nerale.
In televisione fate spesso sa-
tira politica, ma non la porta-
te mai al cinema. Per quale
ragione?
F: Il problema è che il cinema
politico invecchia immediata-
mente. Nel momento in cui tu
fai un film su una cosa politica
eclatante, il Bunga Bunga, tanto
per non fare esempi, già dopo
una settimana è superato dagli
eventi.
P: Poi ci sono casi come l'ultimo
straordinario film di Albanese in
cui ha affrontato la politica; ma
ne ha fatto una rappresentazio-
ne generale, una metafora di
quella che è l'Italia. Allora quel-
lo sì che si può fare.
F: Però anche quello tra 10 anni
lo vedremo come un “come era-
vamo”, capito?
P: Mah, speriamo...
Chi è il comico?
F: Il comico è il perdente, il po-
veraccio della strada; la gente
credo che senta questa onestà,
questa sincerità. Noi non abbia-
mo mai avuto né l'esigenza, né
la capacità di insegnare agli altri
come vivere, cosa pensare.
Promesse di ministro
Galan: “Niente smantellamenti a Cinecittà”
di Federico Pontiggia
essuno smantellamento
“N per Cinecittà". Lo assicura
il ministro dei Beni culturali
Giancarlo Galan, in audizione
ieri in commissione cultura del
Senato. "L'unica cosa che cam-
bierà per Cinecittà è che passa
da Spa a Srl - spiega il ministro -
per riportarla alla sua originale
mission tra cui quella di promo-
zione del cinema italiano all'e-
stero. Quindi - sottolinea - non
ci sarà nessun problema per il
personale". Belle parole, ma se-
guiranno i fatti? L’articolo 14
della manovra Tremonti è la de-
P: Per noi il gesto del comico è
quello di entrare nel bar, sfoglia-
re il giornale sul frigo dei gelati e
fare la battuta.
F: Che poi c'è sempre quello
che arriva e vuole prendere dav-
vero il gelato e tu gli dici: “Ma
non vedi che sto leggendo?”
E che cosa leggete?
P: Internet prima di tutto è la più
grande opportunità. E lì hai la
Sarebbe bello
fare un film sul
Bunga Bunga,
ma già dopo
una settimana
è superato
dagli eventi
possibilità di sentire più campa-
ne contemporaneamente...
F: Sì, ma lui vuole che tu gli dica
che leggiamo solo il Fatto.
P: Ovvio, ma Internet è più im-
mediato. Ti dà la possibilità di
passare in un attimo da Beppe
Grillo a Libero a Repubblica a Libe-
ro...
F: Non dire Libero che mi fa im-
pressione.
P: …anche il Giornale, che è fon-
damentale per avere una visio-
ne d'insieme molto utile quan-
do facciamo “Striscia”.
finitiva mannaia su Cinecittà.
Correva il mese di marzo, e l’in-
surrezione cine-popolare placò
le mire privatistiche sull’Archi-
vio Luce: passato remoto, per-
ché oggi gli orizzonti sono de-
cisamente più foschi, eppure la
reazione latita. La manovra par-
la chiaro: Cinecittà Luce spa
(creata due anni fa) viene chiu-
sa per decreto e messa in liqui-
dazione entro 30 giorni, al suo
posto Istituto Luce Cinecittà,
srl con capitale di 15 mila euro e
personale dimezzato. Le man-
sioni? Gestione dell’Archivio,
distribuzione di opere prime e
seconde finanziate dal ministe-
in & out
Littizzetto
“Gli elfi di
Luis Enrique
Primo
Harry Potter
sembrano
tutti
Brunetta”
allenamento
a Trigoria
per il tecnico
della Roma
Ficarra&Picone sul set di “Anche se è amore non si vede”, in uscita a novembre
Allora sfogliamo i giornali.
Oggi tutti titolano sulla crisi
economica. Paura che nessu-
no venga più al cinema a ve-
dere il vostro film?
P: Il cinema rimane forte soprat-
tutto in questi periodi. Tutti
hanno i sei, sette euro per il bi-
glietto. Il problema ce l'hanno i
concerti e i teatri. Noi conti-
nuiamo a farlo, ma ce lo possia-
mo permettere solo perché fac-
ciamo la televisione.
F: Sì il teatro è romantico, è co-
me una specie di hobby. C'è chi
ro, realizzazione di documenta-
ri d'Archivio, promozione all'e-
stero, ma niente più produzio-
ne. E non solo: la proprietà dei
terreni, dei teatri di posa e degli
immobili – l’attuale concessio-
ne a Cinecittà Studios verrà rin-
novata - passa a Fintecna, una
spa del Tesoro, per Galan solo
“uno strumento di natura tecni-
ca”. Qual è il rischio? “Mettere
le mani su un grande territorio
per qualche speculazione edili-
zia”, dice il senatore Pd Vincen-
zo Vita. Nel frattempo, il capo di
gabinetto del Mibac Salvo Na-
stasi ha incontrato le delegazio-
ni sindacali – lo farà anche oggi,
Capossela
Stasera
concerto
a Modena,
venerdì
a Ferrara
si va a spaccare le caviglie gio-
cando a calcetto, noi facciamo
teatro.
D'altra parte è così che avete
cominciato.
F: Sì, in effetti abbiamo comin-
ciato con il calcetto. Poi siamo
passati al teatro.
Visto che si parla di calcio, è
più difficile fare l'allenatore a
Palermo con il presidente
Zamparini o fare satira a Me-
diaset con quell'altro presi-
dente?
insieme a Nicola Borrelli, dg Ci-
nema – e rassicurato su “patri-
monio, che resta in capo alla
nuova srl, e tenuta occupazio-
nale dei 125 lavoratori di Cine-
città”. Metà dei dipendenti –
qualcuno finirà intrappolato in
Fintecna? - dovrebbe essere as-
sorbita dal Mibac, afflitto - so-
spetto tempismo del sottose-
gretario Francesco Giro - dal
“gravissimo problema del per-
sonale”. Ma, a parte loro e l’A-
nac, tutti tacciono, compreso
l’ad di Cinecittà Luce Luciano
Sovena, passato dalle barricate
marzoline al silenzio assenso di
luglio: perché? Cinecittà viene
Giovedì 14 luglio 2011
Leonardo
È il nuovo
direttore
sportivo del
Paris Saint
Germain
P: Fare l'allenatore al Palermo
per me è la cosa più difficile in
natura. Non si salva nessuno.
F: Mourinho per me sarà lo spe-
cial one solo quando riuscirà a
rimanere un anno intero al Pa-
lermo. Altro che scudetto con
l'Inter!
E per quanto riguarda il fare
satira a Mediaset?
P: Noi non abbiamo mai avuto
alcun problema. A Striscia poi è
straordinario il fatto di potere
commentare quasi in diretta gli
avvenimenti.
F: Fino a quando la gente con-
tinuerà a premiarlo con gli
ascolti, non puoi fare a meno di
8 milioni. Non è come gli 8 mi-
lioni che ha Santoro, che poi a
un certo punto c'è qualcuno
che dice basta. Di quelli eviden-
temente si può fare a meno.
Molti colleghi non lavorereb-
bero mai per Mediaset.
P: Ma se è tutto suo è colpa no-
stra? Era già tutto suo anche pri-
ma che arrivassimo noi. Non ne
esci più da un ragionamento co-
sì, che pure è condivisibile. Alla
base rimane che devi essere
onesto con te stesso. Se noi ci
fossimo preclusi la possibilità di
fare a Zelig la parodia delle fab-
brica di leggi su ordinazione di
Angelino Alfano e Nicolò Ghe-
dini allora avresti ragione tu, ma
non è così.
Da comici che provano a fare
informazione avete grandi
concorrenti. È difficile com-
petere con il Tg1?
P: Guarda, lì anche due come
noi si devono arrendere. Le no-
tizie che riescono a scovare so-
no davvero imbattibili.
F: Ma è la realtà ad essere diven-
tata imbattibile. Prendi uno che
il potere ce l'ha, Umberto Bossi.
Uno osa fargli una domanda e lui
che fa? Dito medio, vaffanculo e
rutto incorporato. Sembra John
Belushi in “Animal House”.
depotenziata, nonostante la
chiusura dell’ultimo bilancio in
attivo (complice la cessione di
Mediaport): il risparmio riguar-
derebbe unicamente la gover-
nance, mentre la traslazione di
dipendenti al Mibac non smuo-
verebbe i capitoli di spesa del
ministero dell’Economia. Ga-
lan fa professione di dubbio: “La
nuova società resta proprietaria
del patrimonio, anche immobi-
liare: se la norma non è chiara
sono pronto a firmare un emen-
damento”. Ma la questione è
terra terra: una srl avrebbe le
mani più libere per le specula-
zioni edilizie sull’ex Cinecittà.
Giovedì 14 luglio 2011
¸Cinema
Da vedere
èèè
Fantasy / USA - UK
Harry Potter e i Doni della
Morte – Parte II
di David Yates, con Daniel
Radcliffe, Emma Watson
“This is the end / My only friend,
the end / Of our elaborate plans,
the end / Of everything that stan-
ds, the end / No safety or surprise,
the end”. Forza dei geni è preve-
dere il futuro degli altri: è morto
40 anni fa, ma Jim Morrison aveva
già messo la parola fine alla saga di
Harry Potter. Fine dei piani, nes-
suna sicurezza e nessuna certezza:
la recensione del conclusivo I Do-
ni della Morte – Parte II è tutta qui.
The End, almeno finché i nipotini
di J.K. Rowlings non avranno pro-
blemi col mutuo dello yacht e non-
nina dovrà rimettersi a tavolino:
per ora, l’epilogo, che sfonderà
quota 1 miliardo di dollari (mai
raggiunta dai sette capitoli prece-
denti) facendoci ripassare “La
morfologia della fiaba” di Propp.
Come libro voleva, l’artigiano Da-
vid Yates illustra le ultime gesta, in-
crociando Horcrux e bacchette di
sambuco, draghi e bacetti, mam-
me e Albus silenziati, perché Har-
ry non deve morire, ma tutto il re-
sto è cerimoniale mainstream, De
profundis transgenerazionale,
commiato messianico. Se ne va
l’enfant prodige di tutti i blockbu-
ster, e infine Daniel Radcliffe può
riguadagnare l’età perduta per fic-
tion e già annegata nella bottiglia:
“19 anni dopo”, la sua guancia non
è più glabra. E l’addio la fa in barba
alla nostalgia. (Fed. Pont.)
èè
Drammatico / Cina - Usa
Il ventaglio segreto
di Wayne Wang, con Gianna Jun,
Bingbing Li
Due donne, due epoche, un
IL FUMETTO
GLI ADOLESCENTI MORTI
E INNAMORATI DI DAVIDE TOFFOLO
èèèè
I cinque allegri ragazzi
morti
di Davide Toffolo, 488 pag.,
11,90 euro
Davide Toffolo è un brillante au-
tore veneziano, ormai non più
giovane (46 anni) ma con una sen-
sibilità da eterno adolescente,
che ha sempre portato avanti as-
sieme musica (con il gruppo noto
in Veneto e non solo dei Tre al-
legri ragazzi morti) e fumetto.
Oltre ad alcuni graphic novel no-
tevoli, memorabile quello su Pa-
solini, è celebre per la serie dei
Cinque allegri ragazzi morti che
Coconino Press ripubblica ora in
un volumone da quasi 500 pagine,
nella nuova collana economica di
Omnibus. Toffolo non si dilunga
in spiegazioni sul perché cinque
adolescenti, chiaramente defun-
ti, vivano ancora come zombi af-
famati di carne umana e soggetti a
regole ferree, come il divieto di
innamorarsi. Ma i dettagli conta-
no poco, perché è chiaro da su-
bito che questa condizione inter-
media, né morti né vivi, è la me-
tafora dell’adolescenza, una fase
di passaggio in cui amore e morte
non sembrano troppo contrap-
posti. Una delle storie migliori è
quella di Mario, uno dei ragazzi
morti, che cerca di sottrarsi a
ZOMBI MOLTO UMANI, A METÀ TRA LA VITA E LA
MORTE, NON PIÙ BAMBINI E NON ANCORA ADULTI
WEEKEND
manuale di sopravvivenza
ADDIO AL MAGO
DEGLI INCASSI
Daniel Radcliffe in “Harry Potter e i Doni della Morte”. Sotto, Paolo Canevari, Archi romani
destino. L’altalenante (eufemi-
smo: vi ricordate il temibile Il
mio amico a quattro zampe?)
Wayne Wang sfodera il venta-
glio, per fare aria tra tradizione
e sessismo: la pratica del Loto
d’Oro, che fascia i piedi delle
bambine altolocate, perché
per l’uomo le dimensioni con-
tano. Le star Gianna Jun e Bin-
gbing Lin (brave e belle) sono
vicine e separate sia nella Cina
del XIX secolo che nella Shan-
ghai anni ’90: Fiore di Neve e
questo limbo, scegliendo la tom-
ba, sepolto sotto la terra della
collina che amava da bambino. Ma
le passioni e gli amori che si con-
sumano sull’erba sopra di lui gli
impediranno di riposare in pace
e, suo malgrado, lo costringeran-
no a confrontarsi con la vita. Il
di Biondi, Colasanti, Pasetti, Pontiggia
Giglio Bianco divise dal censo,
la manager Nina e la scrittrice
Sophia allontanate da Manhat-
tan. Dal bestseller di Lisa See,
Wayne Wang filma con empa-
tia, pure troppa: stile al lumici-
no, vince la storia, ma il
ping-pong temporale gioca
contro questo Ventaglio segre-
to, che nulla può contro l’aria
pesante di Shangai. Lode a mar-
gine per Hugh Jackman, fasci-
noso e canterino.
(Fed. Pont.)
tratto morbido e dettagliato di
Toffolo nasconde dietro una
grande semplicità di lettura un fu-
metto sofisticato, essenziale, che
riesce a far rivivere l’adolescenza
più di qualunque memoir o saggio
di psicologia.
Stefano Feltri
SECONDO TEMPO
maschile Julien (l’aderente Fran-
çois-Xavier Demaison), un consu-
lente matrimoniale nella Parigi dai
divorziandi epidemici, ma soprat-
tutto un consolidato iettatore sul-
le donne amate. Tra un colpo di ful-
mine e uno d’ascia, anche l’incon-
tro con l’avvenente Johanna (una
leggiadra Virginie Efira) si traduce
in fatale, con tutte le ambivalenze
del caso. Nella nuova commedia
francese che fluttua tra ritmi a stel-
le e strisce e patrimonio cultural
nazionale da salvaguardare, il pro-
fumo universale di questa fiaba è
garantito dall’alto tasso di ironia,
che trattiene il film da un côte
troppo parisienne senza svender-
lo all’anonimato. (AM Pasetti)
Da non vedere
è tutto da solo, anche se il
Animazione / Giappone
Ken il guerriero – La
leggenda del vero
salvatore
di Toshiki Hirano
“Mai mai scorderai l’attimo, la ter-
ra che tremò…”: ve lo ricordate
Ken il guerriero? Beati anni ’80, con
la censura che chiudeva un occhio
e gli anime giapponesi che ne ap-
profittavano: Georgie seduceva,
Ken Shiro e l’Uomo Tigre facevano
scempio. Dopo scuola, sulle tv lo-
cali apriva la divina scuola di Ho-
kuto: arti marziali e cosmogonie
pagane, oneri e onore, e un primo
della classe, Ken. Il santo guerriero,
èè che porgeva l’altra guancia, ma del
Commedia / Francia nemico: botte da orbi, in una so-
Per sfortuna che ci sei cietà post-atomica, nichilista ma
di Nicolas Cuche, con Virginie romantica, scaturita dal genio
Efira, François-Xavier Demaison manga di Tetsuo Hara e Buronson.
Nell’equivoco a forma di comme- Ebbene, dimenticatelo. Il quinto
dia l’unico dato inequivocabile si film “tratto da” non è che pallida
chiama coincidenza di (s)fortune. eco, messa in sordina dal disegno
A dimostrarlo basta il titolo, La laccato, dialoghi e antefatti incon-
chance de ma vie, che in italiano sulti e la violenza orfana di budella e
volge sull’azzeccato Per sfortuna
che ci sei, opera seconda del fran-
cese Cuche e gran successo al bot-
pathos: la leggenda del vero salva-
tore non salva nessuno, almeno
non chi ha la memoria lunga. (Fed.
teghino locale. Ne è protagonista Pont.)
ARTE di Claudia Colasanti
QUANTI ORIZZONTI PERDUTI
SULLA VIA DELL’ACQUEDOTTO
Nciale,on ci si aspetta che esista, in una parte semiperi-
ferica di Roma, all’interno di un centro commer-
uno spazio espositivo di 300 metri quadrati tutto
dedicato all’arte contemporanea. Unico caso in Europa,
Cinecittàdue - anche ideatore e promotore dello spazio
- dal 2004 ha organizzato varie mostre di qualità (dagli
artisti Botto & Bruno e Mario Giacomelli, sino a registi
come Sergio Leone e Federico Fellini) a ingresso gra-
tuito, ottenendo una media di cinquemila visitatori a
mostra, consapevolmente e lietamente distratti dallo
shopping. Il Centro ha appena inaugurato un’originale
rassegna dedicata agli “Acquedotti Romani”, a cura di
Franco Purini, che connette trentadue tra artisti, fo-
tografi, architetti e poeti, tutti impegnati a descrivere, a
loro modo, questa magnifica presenza architettonica
che si confonde fra la campagna romana e gli inse-
diamenti moderni della periferia a sud est della città, fra
Cinecittà e il Tuscolano. Alte arcate abbandonate, so-
gnate, disegnate, fotografate, trasfigurate, per “leggere
la città di oggi nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti
stabili e mutevoli, nella sua singolarità” (Purini). Sug-
gestive le installazioni di Andrea Aquilanti, con la proie-
zione a parete di una lenta sequenza che rimanda alla
memoria immutabile dei luoghi, e di Paolo Canevari,
che utilizza gli pneumatici, suo materiale prediletto,
per reiterare il senso universale degli archi di un ac-
quedotto infinito, ormai perduto fra panorami corrosi e
dolenti.
Acquedotti Romani. Cinecittàdue Arte Contemporanea. Viale
Palmiro Togliatti 2, Roma. Orario: lun-dom, 11-19.30. Ingresso
libero. Fino al 6 novembre 2011
pagina 15
è AINDA
Madredeus
1995 – Emi
Quando uscì nel 1995 il
film-documentario di
Wim Wenders Lisbon
Story i Madredeus
avevano già guadagnato
molta notorietà nella
loro terra natale, il
Portogallo, complici gli
album Os Dias De
Madredeus ed Existir.
Grazie al regista tedesco
il gruppo portò il fado in
giro per il globo: il leader
Pedro Ayres Magalhaes
praticamente compose
più grande strumento a
sua disposizione era la
voce di Teresa Salgueiro,
veramente un portento.
La sua delicatezza sul
palco creò intorno alla
sua figura una miriade di
estimatori: con lei il fado
conquistò una nuova
veste che proseguirà
nella carriera solista dal
2007, dopo aver sposato
un poeta delle isole
Azzorre. “Alfama”,
“Guitarra” e “Tejo” sono
composizioni senza
tempo di una bellezza
cristallina. Da segnalare
due anni dopo Ainda
l’album O Paraiso,
contenente la più riuscita
traccia del gruppo, “Haja
O Que Houver” ovvero
“Accada ciò che accada”,
profetica.
CD in uscita ³
è SUCK IT AND SEE
Arctic Monkeys
(Domino)
Lasciamo perdere il titolo
dell’album, quello che
interessa è che il nuovo
disco della band di
Sheffield, a due anni da
Humbug, è bello e
intrigante quanto basta.
Registrato a Los Angeles
tra riff di chitarra selvaggi
e accenni di psichedelia.
Alex Turner dipinge
mandala pop, testi eretici
e frammenti senza senso,
è uno specialista del
genere. “Piledriver waltz”
sembra uscita dal juke
box di Pulp Fiction; “The
Helicat Spangled
Shalalala” è folle quanto
un pezzo dei Charlatans
(“The Only One I
Know”). “Love Is A
Laserquest” è la traccia
più ipnotica e oscura,
ricorda i riff dei Cure e
degli Smiths, certamente
un complimento.
è IN YOUR DREAMS
Stevie Nicks (Warner)
Incuriosiva parecchio
ascoltare un disco dell’ex
Fleetwood Mac dopo un
silenzio durato ben dieci
anni. La cantante di
Phoenix ha voluto al suo
fianco due produttori di
razza, Glenn Ballard e
l’ex-Eurythmics Dave
Stewart. D’accordo il
sound non poteva che
essere il tipico mainstream
americano da Aor (Adult
oreiented rock,
praticamente una radio
per adulti rockettari
indomiti), eppure qualche
sprazzo di vitalità e di
passione c’è, soprattutto
in “Italian Summer” e
“Wide Sargasso Sea”.
(Guido Biondi)
pagina 16 Giovedì 14 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ tà, tranne una, che però il Tg2
non vuole cogliere: chi, nell’e- di Nanni Delbecchi
Corrotti, ma
tanto comodi
potere ai Colonna e agli Or- avrebbe fatto molta strada.

Marina mergenza, sta dimostrando di

aver esaurito la sua funzione, è
proprio Berlusconi. Con un
paradosso: nel momento in
cui appare evanescente, si rie-
Amassistendo ai due episodi pi-
lota dei “Borgia”, l’antepri-
della serie kolossal che
Sky Cinema trasmetterà a par-
sini (anche qui, il più pulito
tiene la rogna), sullo sfondo di
una Roma papalina e inverte-
brata. Un mondo tenebroso,
anzi, decisamente buio, dove
Per non parlare dell’impunità.
Quel demonio di Rodrigo non
ha alcun bisogno di escogita-
re faticose leggi ad personam;
e non solo perché la toga ros-

combatte sce a portare a termine la pri-

di Paolo Ojetti
g1
T Avendo da tempo deciso
di non occuparsi di cose tristi,
il Tg1 apre la marcia trionfale
della “manovra”. È stata una
cosa bellissima, Laura Chi-
menti è entusiasta, Piazza Af-
fari è la “migliore d’Europa” il
suo è un “robusto rialzo” incal-
za Marina Nalesso, le agen-
zie di rating premiano “l’opera
del governo” mica siamo co-
me l’Irlanda e gli altri sfigati
dell’Unione. Ci sono solo state
“divergenze che hanno rallen-
tato l’iter” (parla Maria Soa-
ve) fra avvocati (solo quelli del
“premier” sono uno stermi-
nio) e notai berluscones che
non vogliono l’abolizione dei
loro ordini professionali. E le
Regioni collassate? “Le Regio-
ni dicono sì alla manovra, an-
che se sottolineano che il
provvedimento è iniquo”. Ma-
ria Soave probabilmente igno-
ra le competenze delle Regio-
ni e non ha idea dei tagli cui
sono state sottoposte. Amen.
Poi, per capire il livello di que-
sto Tg, ecco che Laura Chi-
menti scopre un’intervista di
Marina Berlusconi al Panora-
ma di famiglia. E cosa dice la
delfina? Che “continuerà a
combattere”. È il Tg1, il servi-
zio “pubblico”, prendere o la-
sciare. Meglio lasciare.
g2
T La manovra tiene banco e
il Tg2 si incarica di dare subito
i nuovi numeri che crescono
da 42 a 65 miliardi. Il clima – a
parte il caldo – è di chiamata
alle armi: tutti sanno che il mo-
mento è difficilissimo, quindi
Tremonti (per una volta spal-
leggiato da Draghi) è riuscito
dove Berlusconi non sarebbe
riuscito mai: accordarsi con le
opposizioni per una “fiducia”
pilotata che, entro domani,
faccia passare questo decreto
emergenziale. Le cronache so-
no scontate, non ci sono novi-
ma, vera azione di governo in
tre anni. Si chiude con uno
spot estivo pro-Brambilla e i
suoi fantomatici “sportelli tu-
ristici”.
g3
T Per confermare la sua spa-
rizione, Berlusconi non va
nemmeno alla conferenza
stampa della Brambilla. Ma il
Tg3 sorvola su queste quisqui-
lie e fa toccare con mano gli
effetti della manovra: Vasco
Errani è sconvolto, Nichi
Vendola è la sua copia distrut-
ta (“Il nostro contributo alla
manovra è il suicidio”), le Re-
gioni sono alle corde. Ne risen-
tirà soprattutto la sanità pub-
blica che, nel successivo ser-
vizio, sembra sull’orlo del di-
sastro totale: con i nuovi tic-
ket, guai a chi si ammala. Ma la
cosa più interessante arriva
con una nota di Maurizio
Ambrogi. Tremonti, dopo la
fiducia, starebbe pensando al-
le dimissioni per defilarsi di
fronte “agli sviluppi delle in-
chieste giudiziarie” che hanno
scoperchiato la vita spericola-
ta di Marco Milanese.
tire da ottobre, abbiamo capi-
to perché i Soprano vanno
dallo psicanalista; perché, no-
nostante tutti i loro sforzi,
non potranno mai competere
per turpitudini, bassezze e fe-
rocia con i loro antenati del
Rinascimento italiano. Ben-
ché buoni ultimi, i Borgia so-
no anche progenitori di “Dal-
las”, “Dynasty”, “Capitol”,
“Beautiful” e di tutte le altre
belle famiglie da soap opera
mosse da invidia, ambizione,
doppiezza e rivalità; però i no-
stri patrizi cinquecenteschi
se la passano da veri privile-
giati, estranei al minimo sen-
so di colpa e complessità psi-
cologica. A paragone con il
patriarca Rodrigo (il Gei Ar
della situazione, con la berret-
ta cardinalizia al posto del
cappellone da cow-boy) e
con i figli Cesare, Giovanni e
Lucrezia, non dico i Soprano
ma lo stesso Cattivik pare un
personaggio tormentato, in
crisi d’identità.
La proverbiale ingenuità degli
antichi non è il solo vantaggio
di questo fumeggiato dove i
Borgia si scervellano tutto il
giorno su come contendere il
i pochi esterni si avvalgono
della computer grafica, men-
tre nell’ombra delle alcove e
degli studioli prevalgono ri-
verberi spettrali e nerofumi
alla Mattia Preti, più Contro-
riforma che Rinascimento
–spia inconscia della vera na-
tura di certi polpettoni milio-
nari-, ma dove tuttavia le pu-
gnalate (rigorosamente fratri-
cide) e i gemiti degli amplessi
(rigorosamente adulterini)
possono giovarsi dell’alta de-
finizione in stereofonia.
Un mondo marcio fino al mi-
dollo, ma con tutte le como-
dità. Questi Borgia non aveva-
no bisogno di candidare un’a-
mante alle elezioni, ma nem-
meno di scomodare un ragio-
nier Spinelli, te la cavavi con
un diadema o un bracciale; se
invece c’era piazzare il figlio o
il nipote (rigorosamente ille-
gittimi), lo nominavi diretta-
mente Duca di Gandia o Ar-
civescovo di Valencia. Con
tutto il rispetto, un Bisignani
nella Roma dei Borgia non
John Doman è il diabolico Rodrigo
Borgia nella serie che Sky
Cinema trasmetterà in ottobre
sa (porpora) ce l’ha addosso
lui; per sistemare le cose gli
basta mandare un altro figlio
sotto casa del nemico. L’unico
prezzo da pagare è questa ne-
cessità di figli, nipoti e cugini
illegittimi, mentre di quelli le-
gittimi si tende a dare molto
minore notizia. Chissà, forse
erano fuorilegge.
Ma perché scegliere proprio
l’Italia come scenario ideale
per un simile ambientino? La
versione ufficiale dell’ideato-
re Tom Fontana è che i Bor-
gia sono i progenitori della
Mafia; notoriamente, gli italia-
ni la fanno meglio. Ma tra uno
sbadiglio e l’altro (non è tanto
la banalità, quanto la prevedi-
bilità del male) il sospetto è
che, se proprio si deve trovare
un filo rosso nazionale che af-
fonda nella notte dei tempi,
questo sta in un’idea della po-
litica ridotta a esclusiva brama
di potere e cupidigia, dove la
grandezza di Rodrigo sta nel
raccomandare ai figli “dovete
tenervi pronti a buttare a ma-
re Roma per fare la fortuna
della famiglia”. B. se ne faccia
una ragione; a parte Milano 2,
non ha inventato niente.

LA TV DI OGGI
11.25 TELEFILM Don Mat-
teo 7
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 PRIMA TV RAI FILM La
nave dei sogni - Viaggio di
nozze in Zambia
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 ATTUALITÀ Estate in
diretta
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 DOCUMENTARIO
Superquark
23.25 RUBRICA Obiettivo
Castrocaro
0.15 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
0.50 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
13.00 NOTIZIARIO TG2
Giorno - E... state con
costume - Sì, Viaggiare
14.00 TF Ghost Whisperer
14.50 TF Army Wives
15.35 PRIMA TV TELEFILM
Squadra Speciale Colonia
16.20 PRIMA TV RAI TELE-
FILM Las Vegas
17.05 PRIMA TV - TELEFILM
90210
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S. - Meteo 2 - Rai
TG Sport
18.00 EVENTO Funerali
Solenni del Caporal Mag-
giore Scelto Roberto Mar-
chini morto in Afghanistan
19.15 RUBRICA Secondo
Canale
19.30 TF Senza traccia
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 RUBRICA Emozioni
23.10 NOTIZIARIO TG2
23.25 DOCUMENTI Rai
150 anni Fratelli d'Italia
13.10 TELEFILM Julia
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - Meteo 3
14.45 RUBRICA FIGU
15.00 SPORT Ciclismo,
Tour de France 2011 12a
tappa (DIRETTA)
18.05 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
18.55 NOTIZIARIO
Meteo 3 - TG3
19.30 NOTIZIARIO TG
Regione - TG Regione
Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 PRIMA TV TELEFILM
Sulle tracce del crimine
23.05 NOTIZIARIO TG
Regione
23.10 ATTUALITÀ TG3
Linea notte estate
23.45 TALK SHOW Sei
miliardi di altri - Ultima
puntata
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
10.55 RUBRICA Giffoni
Festival 2011
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Rosamunde
Pilcher: l'amore della sua
vita
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
NOTIZIARIO TG5 Minuti
(ALL'INTERNO)
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.20 PRIMA TV TELEFILM
Angeli e Diamanti
23.30 TALK SHOW Il senso
della vita - Story
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
12.20 RUBRICA Giffoni -
Il sogno continua
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo - Studio
Sport
13.40 CARTONI ANIMATI
Detective Conan- Simpson
15.00 PRIMA TV TELEFILM
How I Met Your Mother
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.20 TELEFILM Hannah
Montana
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo- Studio
Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 PRIMA TV MEDIASET
TELEFILM C.S.I.
23.00 TELEFILM The Closer
0.45 RUBRICA SPORTIVA
Poker1mania
1.35 NOTIZIARIO Studio
Aperto - La Giornata
1.45 RUBRICA Giffoni
11.20 TALK SHOW Benes-
sere
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Più forte
ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum - Anteprima
14.05 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Finalmente
arriva Kalle
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.45 FILM Fuga dal
pianeta delle scimmie
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 TALK SHOW La ver-
sione di Banfi
23.20 CINEMA D'ESTATE
FILM I figli della guerra
1.25 NOTIZIARIO TG4
11.25 TELEFILM
Chicago Hope
12.30 TELEFILM Due South
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM La pazza storia
del mondo
16.05 DOCUMENTARIO
Atlantide - Storie di uomi-
ni e di mondi (REPLICA)
17.30 TELEFILM Chiamata
d'emergenza
18.25 REAL TV Cuochi e
fiamme (REPLICA)
19.35 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.10 LA VALIGIA DEI
SOGNI PRESENTA: FILM Zitti
e mosca
23.15 RUBRICA La valigia
dei sogni
23.45 NOTIZIARIO TG La7
0.00 FILM Red Dust
2.15 ATTUALITÀ In Onda
(REPLICA)
2.55 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ La solitudine dei numeri primi
Adattamento cinematografico del
bestseller firmato dal romanziere Paolo
Giordano, incentrato sulle drammatiche
storie di Alice Della Rocca e Mattia
Balossino. Diversi da tutti e destinati
alla solitudine, Alice e Mattia sono
come i numeri primi “divisibili solo per
se stessi e per uno”. In concorso alla
67a Mostra internazionale del cinema
di Venezia, il film ha ottenuto cinque
candidature ai Nastri d'argento.
Sky Cinema 1 21,10
/ Zitti e mosca
Pellicola di Alessandro Benvenuti (nella
foto in una scena) girata nel 1991, anno
cruciale per la storia della sinistra ita-
liana.Attraverso le reazioni dei militan-
ti alla Festa dell’Unità di un paesino in
Toscana – tra giovani occupati solo a
far scherzi, ex partigiani nostalgici e
politici che non riescono a concludere
comizi – il film ripercorre la morte del
PCI e la conseguente nascita del PDS e
di Rifondazione comunista.
La 7 21,10
/ I figli della guerra
Salvador, anni ’80. Le truppe di un
regime corrotto e le unità della guerri-
glia si combattono fino all’ultimo san-
gue. Si diffonde il fenomeno dei bambi-
ni-soldato. Questo drammatico capitolo
della storia del Salvador viene visto
attraverso gli occhi del piccolo Chava
(Carlos Padilla), che si assume il ruolo
di capo famiglia e si trova ad essere
responsabile di sua madre, della sorella
e di un fratellino ancora più piccolo.
Rete 4 23,20
Superquark
In apertura il documentario della serie
BBC Human Planet “Deserti”, dedicato
all’acqua e alle ingegnose soluzioni
adottate nelle zone più desertiche del
pianeta. In scaletta anche un esercito di
10 milioni di intervistatori per il più
grande censimento del pianeta: quello
conclusosi da poche settimane in Cina.
Per contare quella che è la più numero-
sa popolazione del mondo e capirne le
dinamiche.
Rai 1 21,10
 Rai 150 anni Fratelli d'Italia
Il grande teatro italiano raccontato da
una prima donna delle nostre scene,
Mariangela Melato, (protagonista, lo
scorso autunno, anche della prima sera-
ta di Rai Uno, in occasione del passag-
gio di “Filumena Marturano”con Massi-
mo Ranieri) messa a confronto con una
grande interprete del passato, qual è
 La versione di Banfi
stata Eleonora Duse. Queste le protago-
Debutta il nuovo talk-show d’attualità
niste del programma condotto da
condotto da Alessandro Banfi, condiret-
Annalisa Bruchi.
tore di Videonews e curatore di “Matrix”.
Il titolo chiarisce immediamente lo spi-
Rai 2 23,25
rito editoriale e giornalistico del talk-
show: Banfi proporrà in ogni puntata un
suo punto di vista molto schietto, diret-
to, inaspettato, sui temi della più stretta
attualità, dando vita ad approfondimen-
ti e dibattiti in diretta, con ospiti e opi-
nionisti qualificati.
Rete 4 21,10
Giovedì 14 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
INTERNET MEZZO PIÙ LIBERO
WEB
di Federico Mello
è TROTA BOCCIATO IN WEB 2.0
INTERVIENE A UN CONVEGNO: CRITICHE ONLINE
È sempre lui, il Trota, il figlio di Umberto Bossi. Questa volta fa
parlare di sé per un video-intervento all’incontro “Vecchia TV vs
Nuova TV” che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma. Al tavolo i
responsabili delle aziende di tlc ed esponenti del mondo politico;
Renzo è invitato in quanto “responsabile media” nel partito di
papà. Video-collegato, fa un intervento in cui, incespicando, cerca
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Bersani: “Pd pronto a
fase di transizione.
Dopo la manovra
dimissioni del
di tenere assieme i social network e il digitale terrestre in una governo”

Metà Italia è “COS’È CHE AMI?”

IL NUOVO PROGETTO DI GOOGLE
“Wdyl.com”, What do you love, “che cosa
nuova prospettiva di comunicazione iper-localista: la
Rete che ha in mente è pensata unicamente per il
famoso “territorio”. Mentre nella platea scende un
palpabile imbarazzo, gli utenti online non gradiscono
la performance poi pubblicata su YouTube. “Vai
è PARAFRASANDO il
Bollettino di Armando Diaz:
“I resti di quella che fu una
delle più potenti

è connessa ami” è il nuovo progetto lanciato da Google.

Pnonere capiscano
chi è convinto che politica
media non rappresentino e
i cambiamenti in
corso, i dati dal rapporto del Cen-
sis-Ucsi sulla comunicazione
presentato ieri al Senato, andreb-
bero incorniciati. Prima di tutto,
un dato storico: nel 2011 Inter-
net sfonda finalmente la soglia
del 50 % nella diffusione tra la po-
polazione italiana, attestandosi
per l’esattezza al 53,1% (+6,1% ri-
spetto al 2009). Il dato comples-
sivo si spacca tra l’87,4% dei gio-
vani (14-29 anni) e il 15,1% degli
anziani (65-80 anni), ma il giro di
boa è ormai alle spalle.
Molto interessanti i dati sull’in-
formazione: la centralità dei te-
legiornali è ancora fuori discus-
sione: sono utilizzati dall’80,9%
della popolazione. I giovani, pe-
rò, marcano una differenza: per
informarsi usano i tg (69,2%)
tanto quanto Google (65,7%) e
Facebook (61,5%) – il 47,6%
guarda la tv su YouTube. A livello
generale, come fonte d’informa-
zione, al secondo posto si collo-
cano i giornali radio (56,4%), poi
i quotidiani (47,7%), i periodici
I FILM
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
19.10 Nobel Son SCM
19.15 Wild Target SCC
19.35 Whatever Works SCH
21.00 Scusa ma ti voglio
sposare SCP
21.00 Prima tv
The Lost Future SCM
21.00 Il mio amico
vampiro SCF
21.00 Camere da letto SCC
21.05 The Kennedys "Promes-
se infrante e barriere letali" THC
21.10 Oscure presenze
a Cold Creek SCH
21.10 Prima tv La solitudine
dei numeri primi SC1
22.40 Il Messaggero SCM
22.40 Una tata magica 2 SCF
22.45 Fired Up! SCC
22.55 La bella società SCP
23.15 Mostri contro Alieni SCH
0.15 La banda Olsen e il miste-
ro della miniera d'argento SCF
0.25 Survival of the Dead -
L'isola dei sopravvissuti SCM
0.40 Ishtar SCC
0.50 L'ombra del sospetto SCP
RADIO
(46,5%), il televideo (45%), Goo-
gle (41,4%), Facebook (26,8%).
Le app per gli smartphone sono
al 7,3% di utenza e Twitter al
2,5%. I diversi portali Internet di
news contano un’utenza pari al
36,6% degli italiani.
I giornalisti ne escono con le ossa
rotte: è diffusa una loro rappre-
sentazione di scarsa indipenden-
za ed eccessivo legame con il po-
tere, politico o finanziario. Nono-
stante l’80,9% li consideri molto
o abbastanza informati, per il
67,2% sono poco indipendenti,
per il 67,8% molto o abbastanza
spregiudicati, per il 49,8% poco
affidabili e per il 76,3% hanno ec-
cessive smanie di protagonismo.
Infine, ciliegina sulla torta, in una
scala che va da 1 (minimo) a 10
(massimo), televisione e carta
stampata non raggiungono la suf-
ficienza in termini di reputazio-
ne: 5,74 è il voto di credibilità del-
la televisione e 5,95 quello ai
giornali. Molto meglio la radio
(6,28) e Internet (6,55), percepi-
ta come un mezzo più libero e
“disinteressato”. Todo cambia.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
10.00 Golf, The 140th Open
Championship 2011 1a giornata
(Diretta) SP2
18.15 Vela, Volvo Ocean Race
2011 Episodio 1 SP3
18.30 Calcio, Champions Lea-
gue 2010/2011 Quarti di finale,
ritorno Shakhtar Donetsk -
Barcellona (R) SP3
19.00 Calcio, Copa America
2011 Paraguay - Venezuela
(Replica) SP1
20.30 Beach volley, Campionato
italiano 2011 Lecce: finale
maschile (Replica) SP3
21.30 Vela, Volvo Ocean Race
2011 Episodio 1 SP3
21.45 Beach soccer, Serie A
2011 Lignano Sabbiadoro: Tap-
pa Girone Nord - 1a parte SP1
21.45 Golf, The 140th Open
Championship 2011 1a giornata
(Replica) SP3
22.15 Automobilismo, IndyCar
2011 Toronto (Replica) SP2
0.00 Poker, European Poker Tour
Episodio 3 SP2
Il sito, simile all’home page del motore di
ricerca, chiede all’utente “cosa ama”, e poi
fornisce in una pagina tutti i
risultati riguardanti video, foto,
Trota, il mondo ittico con te è l’unica rete che ci
piace” scrive un utente. Trota, insomma, bocciato
anche in web 2.0. Tanto per non perdere l’abitudine.
maggioranze del Paese,
risalgono in disordine e
senza speranza le valli che
avevano disceso con
orgogliosa sicurezza.”
citazioni, trend su Internet, i
contenuti presenti online. Per
ora, per quanto carino
Purtroppo più per demerito
loro che per merito
dell’opposizione.
graficamente, wdyl.com, non Fulvio Landi
risulta particolarmente comodo.
Probabilmente si evolverà ed è IL PD è la sottomarca del
entrerà nell’alveo delle PDL.PD e PDL agiscono
innovazioni a cui sta lavorando il come i ladri di Pisa che di
motore di ricerca nell’ambito del giorno facevano finta di
nuovo social network, Plus. litigare e di notte si
spartivano la refurtiva.
Ribadisco un concetto già
espresso in passato: il Paese
può essere salvato soltanto
azzerando l’attuale classe
politica collusa e abolendo il
concordato.
Nostromo
è IL GOVERNO che verrà,
messo i conti a posto, deve
subito approvare la legge sul
conflitto d’interessi, legge
anticorruzione, legge
elettorale, abolizione dei
doppi e tripli incarichi di tutti
i politici, comunali provinciali
e regionali e abolire le
provincie. Bersani tu questo
non puoi farlo xche sei
La pagina web del Censis; inaffidabile.
il sito “arancione”; angelo54
il video di Renzo Bossi;
il nuovo sito Google è MA COME: si è tenuto
in piedi un governo e
parlamento di ubriachi, si
IN RETE L’APPELLO ARANCIONE sono approvati i
PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DI B. provvedimenti più indencenti
Un nastro arancione per chiedere le ed ora, in procinto di
dimissioni del governo Berlusconi e aprire salassare la maggior parte
una nuova stagione di partecipazione politica. I 100 degli italiani, arriva pippo che
firmatari dell’Appello arancione (pubblicato sul blog propone niente di meno che
http://appelloarancione.blogspot.com/ ) hanno deciso affrontare una spesa pubblica
di cavalcare il successo del nastrino contro l’Aids e di per la campagna elettorale?
tingerlo del colore scelto da Giuliano Pisapia per Liberalizzate la cannabis:
chiedere all'esecutivo di lasciare Palazzo Chigi. “Noi, farebbe bene prenderne un
come semplici cittadini italiani consapevoli e pò per aprire la mente prima
responsabili”, scrivono online “siamo convinti, a di proporre simili oscenità.
prescindere dai nostri orientamenti politici, che Elisai
l'attuale governo non corrisponda più alla maggioranza
degli elettori del nostro Paese”. Per questo motivo è BEH CERTO, chiedere
desiderano che il Premier rimetta “quanto prima il è lecito, rispondere è
suo mandato nelle mani del Presidente della cortesia. Vai Bersani, vai!
Repubblica” e invitano le opposizioni e i credici!
cittadini italiani che condividono la stessa aigor1
opinione a “esprimersi attraverso un gesto
simbolico ma eloquente”. Basta esibire un è PAZZESCHI questi.
nastrino arancione sulla t-shirt. Ma anche una Sono mesi che vanno avanti
bandiera sul balcone, un fazzoletto sotto lo dicendo “Berlusconi si
specchietto retrovisore o un laccio al polso dello dimetta”, se questa è
stesso colore. L'idea partita da Daria Colombo, l’opposizione l’opposizione
tra i fondatori dei Girotondi, Gianfranco Mascia deve dimettersi per prima.
del Popolo Viola e Sandra Bonsanti di Libertà a Elia
Giustizia che ha raccolto l’adesione di nomi noti e
comuni cittadini. Da Neri Marcorè a Giulio Giorello è BERSANI meglio che tu
fino a laureati disoccupati e pensionati, l’appello gira vada ad asciugare gli scogli.
in Rete e O ci sei, o ci fai, il tuo
rappresenta è SIAE: “PERCHÉ PIRATERIA?” apporto al rinnovamento del
“un piccolo COMPRA UNA PAGINA SUL CORRIERE Paese è pressochè zero.
segnale allegro e
democratico per
continuare a
“Perché il diritto d'autore che fuori dalla rete
è riconosciuto, in rete non deve essere
remunerato?” È la prima delle dieci domande è MI SI INCEPPA la
Gio57

è VIA MEZZO WEB CINESE

A “Radio3 Mondo” Il genocidio MENO 41 PER CENTO NEL 2010
colorare l’Italia di
arancione e di
poste da oltre 600 autori ed editori di
musica, cinema, teatro, radio-tv aderenti alla
parola quando lo vedo:
prov... provincie... prov...
del 1994 in Rwanda Mentre il Vaticano informa,
attraverso l’agenzia Fides, che ha
speranza”. Siae per chiedere maggiore tutela per il provincie... zappa sui piedi.
Quei cento giorni del 1994 in cui in Rwanda furono Eleonora Bianchini diritto d’autore sul web. Un appello apparso Silvie
dato vita a un blog dal titolo “Being
sterminate quasi un milione di persone saranno ricor- ieri, completo di tutti i firmatari, in una
catholics in China” come mezzo di
dati nella puntata di “Radio3Mondo” in onda questa pagina a pagamento sul Corriere della Sera. è DOPO avere salvto
informazione – in mandarino –
mattina dalle 11.30 alle 12.00. Diciassette anni fa il A coloro che contestano l’approvazione del governo e parassiti durante
rivolto ai cattolici cinesi, arrivano dei dati inquietanti sulla
mondo ha taciuto e ha voltato gli occhi da un’altra par- nuovo schema di regolamento da parte le ultime votazioni
censura di Pechino. I siti web cinesi su Internet, infatti,
te di fronte al genocidio di persone colpevoli solo di dell’Autorità per le garanzie nelle sull’abolizioni delle provincie,
sono diminuiti del 41 per cento nel 2010, secondo uno
appartenere all’ etnia "sbagliata". In quei cento giorni, comunicazioni, gli autori ed editori della Siae Bersani ha pochissimo da
studio dell’Accademia cinese delle scienze sociali (Cass),
dal sei aprile a metà luglio, vennero massacrate, a colpi chiedono anche: “Perché impedire la messa dire. Per quanto riguarda la
probabilmente a causa delle severe misure di controllo
di armi da fuoco, bastoni chiodati e machete (pangas), in rete di proprietà intellettuale acquisita legge elettorale, ci stanno
messe in atto dalle autorità. Cass è un istituto di ricerca
più di 800.000 persone appartenenti alle minoranze illegalmente dovrebbe essere considerata prendendo in giro. L’unica
governativo e quindi mette in evidenza anche che il
etniche Tutsi e Hutu: l’episodio fu uno tra i più sangui- una forma di censura?” e “perché si ritiene proposta concreta è quella di
nosi del XX secolo.
numero totale delle pagine visibili è aumentato del 78,6 per
giusto pagare la connessione della rete, che Libertà e Giustizia, dato che
Anna Mazzone ne parlerà con Yolande Mukagasana, ex cento. “I nostri regolamenti – aggiungono – sono stati
non è mai gratis, ed ingiusto pagare i offre una soluzione. Dire
infermiera Tutsi sopravvissuta alla strage rwandese e rinforzati” e in Cina esiste “un alto livello di libertà di
contenuti? E perché non ci si chiede cosa cambiamo qua e cambiamo
autrice del libro "Un giorno vivro’ anch’io", e con Alber- espressione sulla rete”. Anche se i dati dicolo il contrario.
sarebbe la rete senza i contenuti?”. Fa specie là senza che si sia trovato un
to Sciortino del Ciss, autore del saggio "L’Africa in però che per parlare di condivisione e web, accordo si riduce in una
guerra". sia stato scelto un giornale cartaceo, e non triste presa per i fondelli.
Radiotre 11,30 un qualche luogo sul web. Grandavide
pagina 18
PIAZZA GRANDE
È il declino, bellezza
di Michele Boldrin
e parole pronunciate ve-
L nerdì scorso da Mario Dra-
ghi – secondo cui “la ma-
novra di finanza pubblica
decisa dal governo italiano... co-
stituisce un passo importante
per il consolidamento dei conti
pubblici” – fanno il paio con
quelle più recenti del ministro
tedesco Schauble secondo cui
“l’Italia è sulla strada giusta”. En-
trambe evidenziano, nella loro
apparente ortogonalità con i
fatti visibili a tutti, la gravità del-
la situazione attuale. Perché ri-
sulta oramai palese che se l’Ita-
lia è oggi su una qualche strada,
essa porta quasi certamente a
una pessima destinazione.
Sgombriamo il terreno da equi-
voci: sia Draghi che Schauble
che, prima di loro, Trichet, de-
vono fare affermazioni del gene-
re nelle circostanze correnti e
sarebbe grave non le facessero.
Dimostrano solo d’essere co-
scienti del loro ruolo pubblico
e, nel caso di Mario Draghi, egli
dimostra anche di essere ora-
mai (come deve essere) non più
il governatore della Banca d’Ita-
lia, ma il presidente della Bce. In
qualità di presidente della Bce,
Draghi deve dire che la “mano-
vra”, se approvata, costituisce
un passo nella direzione giusta:
sarebbe un irresponsabile se di-
cesse altrimenti, vista la posta in
gioco. D’altro canto le parole di
Draghi segnalano anche quanto
grave sia, per il nostro paese, la
perdita di quest’uomo a capo
della nostra banca centrale.
PERCHÉ E QUESTO è il pun-
to, basta confrontare la sua ulti-
ma relazione in qualità di gover-
natore della Banca d’Italia, pro-
dotta solo poche settimane fa,
con il testo della cosiddetta “ma-
novra” per capire che questa
“manovra” è quanto di più lon-
tano si possa immaginare da ciò
di cui l’Italia ha oggi bisogno.
Questo era il tema della relazio-
ne finale del Governatore per il
2010 che, per esempio, diceva a
pagina 10: “Per ridurre la spesa
in modo permanente e credibile
non è consigliabile procedere a
tagli uniformi in tutte le voci: es-
si impedirebbero di allocare le ri-
sorse dove sono più necessarie;
sarebbero difficilmente sosteni-
bili nel medio periodo; penaliz-
zerebbero le amministrazioni
più virtuose. Una manovra così
fatta inciderebbe sulla già debo-
le ripresa dell’economia, fino a
sottrarle circa due punti di Pil in
tre anni. Occorre invece un’ac-
corta articolazione della mano-
vra, basata su un esame di fondo
del bilancio degli enti pubblici,
voce per voce, commisurando
gli stanziamenti agli obiettivi di
oggi, indipendentemente dalla
spesa del passato; affinando gli
indicatori di efficienza dei diver-
si centri di servizio pubblico (uf-
fici, scuole, ospedali, tribunali)
al fine di conseguire migliora-
menti capillari nell’organizza-
zione e nel funzionamento delle
strutture; proseguendo negli
sforzi già avviati per rendere più
efficienti le amministrazioni
pubbliche; impiegando una par-
te dei risparmi così ottenuti in in-
vestimenti infrastrutturali.”
Mi fermo qui, perché altrimenti
l’editoriale lo dovrebbe firmare
Mario Draghi. Ciò che mi inte-
ressa far capire è che solo un cie-
co in malafede può provare ad
argomentare che l’orrendo pate-
racchio che Giulio Tremonti, a
nome del governo presieduto da
Il problema
dell’Italia non
è raggiungere
il pareggio del
bilancio ma uscire
da una stagnazione
che dura da 15 anni
Per questo
la manovra
di Tremonti
è fuori bersaglio
Silvio Berlusconi, ha presentato
al Parlamento pochi giorni fa
soddisfa i criteri e gli obiettivi in-
dicati nella relazione del gover-
natore per il 2010.
L’assenza di ogni segno di con-
sapevolezza, nel corpo econo-
mico e politico del paese, del fat-
to che l’Italia non ha bisogno di
un’altra “manovra” ma di un ra-
dicale cambio di rotta spiega i
sommovimenti finanziari degli
ultimi giorni. Altro che cretinoi-
Speculatore
sarà lei
di Bruno Tinti
a speculazione attacca
L l’Italia. Le vendite allo
scoperto aumentano il
debito pubblico. L’Italia
a rischio bancarotta. Stretta fi-
scale, patrimoniale, tagli. Go-
verno tecnico. La maggior
parte dei cittadini non capi-
sce quello che succede.
Un Paese ha bisogno di beni e
servizi: strade, scuole, sanità
etc. In teoria dovrebbero es-
sere pagati con il gettito tribu-
tario. In pratica imposte e tas-
se non sono sufficienti. E
quindi lo Stato si indebita: of-
fre titoli che assicurano una
certa rendita; datemi 1.000
euro, ogni anno vi pagherò un
interesse del 5%. Dopo un cer-
to periodo (da pochi mesi a
molti anni) vi restituirò i 1.000
euro che mi avete dato oggi.
Non è un buon sistema, si può
fare una o due volte per supe-
rare momenti difficili; ma poi i
soldi vanno restituiti e si deve
vivere con le risorse che si
hanno a disposizione (di nuo-
vo il gettito tributario). Se in-
vece si continua a contrarre
debiti, inesorabilmente il de-
bito pubblico (cioè l’insieme
di quanto lo Stato si è fatto pre-
stare e degli interessi) aumen-
ta; e si arriva a un punto in cui
gli interessi, da soli, sono mag-
giori di quello che si incassa
con il gettito tributario. Altri
prestiti per pagarli (non più
per far fronte ai bisogni del
paese), altri interessi ancora:
SECONDO TEMPO
di teorie sui complotti delle so-
cietà di rating se sulla specula-
zione che si combatterebbero
con altrettanto cretinoidi prov-
vedimenti Consob sulle opera-
zioni allo scoperto, come se il fu-
turo del debito pubblico italiano
venisse deciso a Piazza Affari! Sa-
ranno folli i cosiddetti “mercati”
(che poi altro non sono che i ri-
sparmiatori italiani, europei e
del resto del mondo) ma non so-
no scemi.
Le oramai stantie sviolinate reto-
riche di Giulio Tremonti e dei
suoi tirapiedi non incantano più
nessuno fuori d’Italia, mentre
sembrano ancora incantare non
solo la stampa allineata ma an-
che quella suppostamente indi-
pendente, per non parlare di
Confindustria, dell’opposizione
e della grande maggioranza di
coloro che partecipano ad un di-
battito che sembra più una caco-
fonia di grida incoerenti che il
frutto di ragionamenti fondati.
PERCHÉ IL PROBLEMA
non è se il pareggio di bilancio si
raggiunge nel 2014 o nel 2012.
Infatti il problema nemmeno è
se il pareggio di bilancio, di per
se, si raggiunge o meno. Quindi
il problema non è – meglio: non
è solo – anticipare la “manovra”
di un anno o due, né approvarla
con provvedimento d’emergen-
za, né inserirvi un qualche ulte-
riore taglio a casaccio per com-
pensare i costi addizionali che la
nuova crescita dello spread sul
nostro debito ha già causato.
Il problema è che occorre cam-
una spirale perversa.
Più aumentano i debiti, mag-
giori sono le difficoltà per il
Paese. Cosicché chi ha soldi
da investire preferisce com-
prare titoli di altri Stati che
danno migliori garanzie. E gli
Stati più in difficoltà cercano
di promuovere la vendita dei
loro titoli offrendo un interes-
se più alto (in realtà venden-
doli a un prezzo inferiore a
quello nominale: se un titolo
che vale 1000 e che dà un in-
teresse del 5% è venduto a
500, l’interesse reale è del
10%). Gli investitori compra-
no: maggior rischio ma profit-
ti più elevati. E, naturalmente,
debiti maggiori per lo Stato.
QUESTO è il primo motivo
per cui l’Italia è in difficoltà: ha
un sacco di debiti. I grandi
gruppi finanziari internaziona-
li, in particolare i fondi di in-
vestimento, sfruttano questa
situazione per fare soldi: ven-
dono titoli italiani allo scoper-
to. In altri termini, vendono
oggi titoli che non hanno; li
consegneranno, diciamo, a 30
giorni. Chi li compra fa un af-
fare perché paga un prezzo mi-
nore del valore di mercato (in
quel momento): 1000 titoli a
9.000 euro contro 10.000. Ma
anche i fondi fanno un affare:
fra 30 giorni quei titoli varran-
no ancora meno di 9.000 euro.
Prima di tutto perché l’Italia
continuerà a vendere titoli a
prezzi sempre più bassi. I fondi
li compreranno forse a 8.000 o
biare impostazione e riconosce-
re la realtà: non siamo affetti dal
“contagio” finanziario europeo!
Siamo un paese in declino da un
decennio e passa, il
nostro settore pubbli-
co spende reddito
che non produciamo,
lo spende malissimo,
in modo ingiusto e lo
finanzia in modo an-
cora più ingiusto ed
insensato.
Tutto questo paraliz-
za la nostra crescita
economica e ci rende
incapaci, oggi, doma-
ni e sempre, non solo
di ripagare il debito
accumulato, ma an-
che di offrire prospettive di vita
decenti alle nuove generazioni.
L’intera casta, di governo e di op-
posizione, sindacale e confindu-
striale, si rifiuta di riconoscere
questo banale fatto e ad essa ten-
gono bordone le élite socio-eco-
nomiche del Paese, terrorizzate
dal rischio di perdere i propri
privilegi.
Ed è invece da qui che occorre
partire: il problema è di COME si
raggiunge il pareggio di bilan-
cio, di COME si taglia, cosa si ta-
glia e con che criteri. Ciò che
conta è COME si finanzia la spesa
futura. Il problema non è pareg-
giare il bilancio. Il problema è fa-
re ciò che serve per ritornare a
crescere e perché tutti abbiano
un'opportunità per farlo. Altri-
menti fra due anni, pareggio o
non pareggio, si ricomincia tut-
to da capo.
Lo Stato è pieno
di debiti e
per vendere i suoi
titoli deve praticare
prezzi sempre più
bassi garantendo
interessi alti.
Poi abbiamo un
esecutivo che non
governa e si occupa
solo di B.
anche meno. Guadagno: 1.000
euro o più. Ma soprattutto è la
stessa vendita dei titoli che ne
fa diminuire il prezzo: i piccoli
risparmiatori pensano che, se
si vendono così tanti titoli (i
grandi gruppi ne vendono per
miliardi), è perché si teme che
l’Italia non onori il suo debito;
Il dito medio di Cattelan in Piazza Affari (FOTO LAPRESSE)
Giovedì 14 luglio 2011
Val di Susa,
alta voracità
di Angelo d’Orsi
remesso che la Tav nella Val di Susa è un’opera scel-
Passistendo
lerata, qui voglio sottolineare un altro punto. Stiamo
alla solita litania sulle violenze inammissibili:
ma allora dobbiamo anche parlare della (anche questa
ben nota) “disinvoltura” delle forze dell’ordine, che
troppo spesso appaiono fattore di disordine, quasi in
collaborazione con i delinquenti dei black bloc. Le te-
stimonianze sono innumerevoli in
tal senso. E quei politici che usano il
discorso violenza per provare la
bontà di quella “grande opera”
(che, scommetto qui pubblicamen-
te, non sarà mai portata a termine),
non solo commettono un errore
concettuale, ponendo in relazione
due elementi che non lo sono af-
fatto, ma agiscono all’insegna di
una deprimente disonestà intellet-
tuale. Disonestà che sembra acco-
munare una larghissima parte dei
mezzi di informazione, se così si
possono ancora chiamare, e l’intero
schieramento politico parlamenta-
re. Nessuno palesa dei dubbi e tutti si limitano a ripetere
frasi fatte senza perlopiù avere alcuna cognizione di
causa, senza fornire dati di conoscenza alla pubblica
opinione. E facilitano l’opera di criminalizzazione di
una popolazione intera, che, nella sua (quasi) totalità,
non vuole la cosiddetta “Alta velocità”, che in realtà
andrebbe chiamata “Alta capacità”, tecnicamente, e “Al-
ta voracità”, politicamente. Si giustifica così un’azione
politico-militare che sembra considerare un territorio
su cui vivono e lavorano decine di migliaia di persone, e
altrettante vi si recano in gita domenicale o in vacanza,
da tempo immemorabile, alla stregua di terra di oc-
cupazione per truppe coloniali: sarà stato esagerato
chiamarli “eroi”, ma essi difendendo quel territorio, e la
loro esistenza, difendono in realtà tutti noi. Loro, oggi,
sono, per dirla in termini marxiani, “classe generale”.
Ossia quella che difendendo i propri interessi difende in
realtà gli interessi dell’intera società. Lo tengano a men-
te quei politici e commentatori che oggi, altrettanti
pappagalli, si riempiono la bocca con parola come pro-
gresso. Che, a ben vedere, sarà solo quello dei conti in
banca degli azionisti delle imprese appaltatrici di questa
“grande opera”, a scapito delle tasche e della salute di
tutti noi.
così vendono anche loro. Più
titoli si vendono, più scende il
loro valore. Così chi ha vendu-
to allo scoperto è certo di com-
più ha più paga). Per una volta
(non di più, la patrimoniale di-
strugge la ricchezza), i cittadi-
ni paghino una piccola per-
prare i titoli che deve conse-
gnare alla scadenza a un prez-
zo sempre più basso.
Questo è il secondo motivo
per cui l’Italia si trova in diffi-
centuale sul valore delle loro
proprietà. Certo, è un sacrifi-
cio; ma l’alternativa è la ban-
carotta: disoccupazione, po-
vertà, disuguaglianze sociali,
coltà: per vendere i suoi titoli forse guerra civile. Lotta (vera)
deve praticare prezzi sempre all’evasione fiscale; spese ri-
più bassi, garantendo quindi dotte all’osso (cominciando
interessi sempre più alti. Incas-
sa di meno e deve pagare sem-
pre di più.
Naturalmente un grande paese
come l’Italia potrebbe decide-
dalla politica), incentivi alla
produzione (di nuovo con lot-
ta all’evasione fiscale). In 2 o 3
anni ce la facciamo.
re di darci un taglio. Paghiamo VERO . Ma, per farlo, occorre
i debiti, tutti, e ricominciamo un governo che governi. E noi
daccapo. Ha una grande po- non ce l’abbiamo da un sacco
tenzialità produttiva (il famoso di anni. Abbiamo B. che occu-
Pil), deve solo diminuire le pa lo Stato per non finire in ga-
spese e garantire che tutti i cit- lera e non pagare i suoi debiti;
tadini paghino quello che deb- e un manipolo di servi che lo
bono: insomma, niente evasio- fiancheggiano e coltivano in-
ne fiscale. Se non basta (e non tanto i loro piccoli e grandi in-
basta), occorre la famosa patri- trallazzi. Abbiamo un’opposi-
moniale: un’imposta su quello zione che, in gran parte, atten-
che si possiede (anche un’im- de di fare altrettanto. Dell’Ita-
posta socialmente giusta: chi lia non si occupa nessuno. Il
che incrementa la sfiducia sul-
la solvibilità del nostro paese.
Il valore dei titoli italiani dimi-
nuisce, i cosiddetti speculatori
(in realtà gente che fa il suo me-
stiere: amministra i soldi dei ri-
sparmiatori) vendono allo sco-
perto, i titoli di nuova emissio-
ne sono venduti a un prezzo
sempre più basso con interessi
sempre più alti, il debito cre-
sce...
Questo è il terzo motivo per
cui l’Italia si trova in difficoltà:
non riesce a liberarsi di un go-
verno dove regnano corruzio-
ne e inefficienza e quindi non
può adottare le misure (seve-
re, severissime) per pagare i
debiti e recuperare fiducia in-
ternazionale. Vero è che un
cambio di maggioranza non
darebbe migliori garanzie...
Giovedì 14 luglio 2011
MAIL
Più che i mercati, dobbiamo
affrontare il cambiamento
Negli ultimi mesi abbiamo assi-
stito all'intrecciarsi delle tragi-
comiche vicende italiane (se
questa gentaglia non fosse al go-
verno del paese non potremmo
che riderne) con la devastante
crisi economica mondiale che
ha rivelato quanto il nostro
mondo si poggi sull'ipocrisia.
Sento spesso dire che paesi co-
me la Grecia, l'Irlanda ed ora la
stessa Italia siano sull'orlo del
fallimento, ecco io mi chiedo co-
me può uno Stato fallire? Com'è
possibile che un Paese fatto di
uomini e donne possa andare in
bancarotta? L'economia, inven-
zione dell'uomo, ha reso schiavo
l'uomo. È davvero questo il
mondo che vogliamo? Come
possiamo permettere che Ban-
che e speculatori abbiano in ma-
no il destino di un pianeta? Ci
rendiamo conto che fantomati-
che agenzie di Rating decidono
le sorti di una Nazione? La ri-
sposta a tutto ciò, secondo me,
è il cambiamento. Cresciamo in
una società che crediamo eter-
na e immutabile, l'unica possi-
bile ma la storia ci racconta di
immani cambiamenti e rovescia-
menti quasi sempre, purtroppo,
creati da violente rivoluzioni.
Tutto ciò avverrà ancora e se
deve accadere, che accada ma,
forse, non potremmo trovare
un nuovo modo, intelligente e
lungimirante di affrontare l'ine-
vitabile cambiamento?
Massimiliano Avossa
Riprendiamoci quello che
la politica ci ha tolto
Ringrazio Lidia Ravera per aver
scritto l'articolo sui privilegi, in-
numerevoli, dei parlamentari
italiani. Stavolta si parla di cose
meno conosciute al grande pub-
blico dei fessi pagatori: cure
odontoiatriche e protesi per
onorevoli e famigli, psicotera-
pia, balneoterapia ed elettro-
scultura. Il tutto gratuito (per gli
interessati) e dunque rigorosa-
mente a carico nostro. Sapevo
dei treni, degli aerei e del cinema
gratis, ma non che esistesse un
fondo sanitario di solidarietà (!)
per questi parassiti del terzo
millennio. Quanto costano le
cure odontoiatriche e la psico-
terapia penso lo sappiano in
molti. In un momento in cui
l'80% degli Italiani (8 su 10) é
costretto a rinunciare anche ad
un breve periodo di vacanza (so-
lo l'1% starà via un mese) e deve
risparmiare anche sui generi ali-
mentari, la scoperta dell'enne-
simo privilegio odioso e ingiu-
stificabile non fa che aumentare
il mio disprezzo e la mia rabbia
di essere umano, di cittadino, di
semi - giovane (ho 38 anni) che
non ha mai usufruito di alcun
fondo; tantomeno di una qual-
siasi forma di solidarietà. Aveva
ragione Berlinguer : nessuna
idea e nessuna percezione della
vita reale delle persone comuni,
con le loro ansie, le loro fatiche,
i loro bisogni, i loro dolori. Se-
condo me é ora che tutte le an-
sie, tutte le fatiche, tutti i biso-
gni, tutti i dolori, di destra, di
centro, di sinistra, dal Nord al
Sud, ventenni e ultracinquan-
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
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Il giornale sarà in edicola 6 numeri
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E' possibile pagare l'abbonamento annuale
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rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
BOX
LA VIGNETTA
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO
NEL PAESE
DELLE AUTO BLU
aro Colombo, giorni fa, disponibilità di un indagato. Il problema è nel
C ritornando dal mare nei pressi
di Amalfi e attraverso il valico di
rigonfiarsi dell'onda di piena
dell’indignazione diffusa dei cittadini, che
Chiunzi ho notato una schiera di diventa rabbia e che potrebbe all'improvviso
auto blu con scorta che dovevano portare, dopo una pazienza troppo
raggiungere Ravello per le nozze di prolungata, a una reazione non più sempre
Brunetta e ho pensato a lei per ragionata. Ciò che esaspera i cittadini è
chiederle: i ministri della nostra l'impressione di una totale mancanza di
Repubblica, i loro portaborse, i loro controllo in cui chi può profitta di
sottosegretari, hanno diritto comportamenti impuniti, non importa
all'auto blu con scorta anche quanto impropri o quanto odiosi. Infatti le
quando partecipano da privati a una scene che stiamo commentando non
loro festa? avvengono in silenzio. Ciascuna scena ha una
Elio colonna sonora che provvede a commentare
il gesto sprezzante con parole sprezzanti. ogni anno regaliamo una finan- di sostegno parlamentare. Ca-
PER LA VERITÀ ciò che lei Per esempio, prima ancora di andare al suo ziaria al Vaticano. Ce lo possia- pisco che la situazione è di tale
descrive (e che corrisponde alla cronaca dei matrimonio con una colonna di auto blu e di mo permettere? La replica in ge- emergenza e occorra essere so-
giornali e alla ormai famosa "beffa ai scorta adeguata, prima ancora di fare uno nere è che la Chiesa fa del bene, lidali e collaboratori, ma non ci
precari", cioè l'improvviso cambiamento scherzo tipo Marchese del Grillo ai precari, spesso fa quello che lo Stato non potrà mai essere una svolta se il
dell'ora della lieta cerimonia) è un reato, una con l'espediente di sposarsi a mezzanotte, il riesce a fare, una sorta di am- centrodestra e il centrosinistra
"truffa ai danni dello Stato". Il fatto però è ministro Brunetta aveva provveduto a far mortizzatore sociale. E grazie! si sostengono a vicenda per non
simile all’invasione dei tavolini di bar e sapere agli interessati che "i precari sono la Magari con 10 miliardi in più lo cadere mai. Credo che l’obiet-
ristoranti in luoghi pubblici non autorizzati, peggiore Italia". Come nel caso Marchionne Stato potrebbe promuovere tivo di tutti noi cittadini-elettori
nelle città italiane. Sono talmente tanti che la (ma in condizioni ben più improduttive, anzi politiche sociali di protezione sia quello di tornare presto alle
maggior parte dei sindaci ha rinunciato a di pieno parassitismo) chi ha potere si delle fasce più deboli. Inoltre, urne per esprimere una nuova
tenere sotto controllo lo spazio pubblico delle prende tutto, e tende a screditare e che Stato è quello che demanda maggioranza con relativa nuova
loro città. Il caso delle auto blu – ovvero non disprezzare pubblicamente gli sconfitti, cioè gli ammortizzatori sociali ad un opposizione, perché quelle in
solo lo scandalo di averne troppe (86 mila) tutti coloro che sono legati al lavoro ente confessionale? Lo si può carica non ci rappresentano
ma quello di usarle impunemente e dipendente o all’aspirazione di averlo. Nella ancora definire uno Stato laico? più.
sfacciatamente per ragioni private è ormai lettera di Elio, la colonna di auto blu con Perché un cittadino in difficoltà Carlo
dilagante e segno di un disprezzo per lo scorta che l'autore della lettera vede deve chiedere l’elemosina alla
Stato e per i cittadini, che non dovrebbe discendere verso Ravello, diventano la scena parrocchia invece di ricevere Come hanno distrutto
essere tollerato. Ma da chi? Ricordo esemplare del film che manca sull'Italia sostegno dalle istituzioni pubbli-
interventi di Procure, in passato, su simili contemporanea, un film che gli italiani hanno che? Fino a quando avremo po- Ventotene
abusi. Suppongo che non provino più per bene in mente e che non dimenticheranno. litici pavidi genuflessi (la casta Basta poco a distruggere un pic-
evitare un ingorgo impossibile. A quanto pare sottomessa alla Casta) di fronte colo paradiso come l’isola di
i giudici hanno dovuto spostare la linea di Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano all’ingordigia vaticana, continue- Ventotene, uno dei più belli e
demarcazione dall'abuso di auto all'abuso di 00193 Roma, via Valadier n. 42 remo a regalare soldi alla Chiesa piccoli comuni italiani. Basta la
aereo, e sempre che l'aereo sia nella lettere@ilfattoquotidiano.it ed a sentirci meno cittadini di cattiva politica, una popolazione
questo Stato. in massima parte consenziente
Davide Zoli et voilà, il gioco è fatto! In men
che non si dica si otterranno un
Elezioni subito, tasso di abusivismo edilizio ele-
IL FATTO di ieri14 luglio 1948 sca anche ai politici ossia, come
si dice, di tagliare i costi della per favore vatissimo, lo scempio del terri-
torio, l’approvazione di progetti
Una mattina di ordinari lavori parlamentari. Dopo la politica. Misura demagogica che Siamo stati costretti a fare una urbanistici dissennati e deva-
sbornia delle elezioni di aprile, finite col trionfo della Dc non risolve i problemi dell’eco- manovra economica che taglia stanti come quello di scavare un
sul Fronte Popolare alla Camera nonostante nel Paese nomia italica? Può darsi. Co- di qua e di là e fa ancora più male tunnel sotterraneo per le auto,
serpeggi una certa tensione, c’è aria di normalità. È il munque, i politici nostrani, così a un Paese che da anni cresce un turismo distruttivo e di mas-
14 luglio ’48 e, in una sonnacchiosa seduta, in aula si sensibili alle cadute demagogi- meno del resto d’Europa, abbia- sa, l’opposizione di tutte le as-
discute di forniture di carta da distribuire ai giornali. che, hanno preferito prelevare mo una maggioranza che si reg- sociazioni ambientaliste e per-
Niente di elettrizzante, tanto che Togliatti, in come sempre dalle nostre ta- ge sulla lunatica (battuta) fiducia sino la cancellazione della vo-
compagnia di Nilde Iotti, decide di allontanarsi. Ignaro sche, che tanto siamo abituati. dei Responsabili, ogni giorno lontà popolare nazionale, riu-
che a pochi passi dall’uscita di via della Missione lo Cosicché si è tornati a parlare di scopriamo con un’inchiesta ma- scendo a privatizzare l’acqua un
aspetta un giovane studente venuto dalla Sicilia con casta della politica. C’è una casta gagne figlie di questa classe po- mese dopo il referendum!
un’idea precisa. Far fuori il Migliore, “nemico della però ancora più intoccabile di litica e anche il centrosinistra, Mariella Ranucci
patria e membro del Cominform”. Si chiama Antonio quella politica, una casta che nonostante il vento di cambia-
Pallante, in valigia ha una copia del Mein Kampf e nella non è stata neppure sfiorata da mento che si percepisce in lun-
mano una vecchia pistola calibro ’38. Pochi attimi e proposte di tagli, ed è quella del- go e in largo, fa fatica a creare
Togliatti crolla a terra, colpito da tre proiettili al torace. la Chiesa Cattolica. Una delle un’alternativa credibile al cen-
La notizia fulmina gli italiani e, mentre il segretario dal istituzioni più floride grazie ai trodestra. E allora, i nostri po- IL FATTO QUOTIDIANO
Policlinico raccomanda “state calmi, non perdete la fiumi di denaro che lo Stato ita- litici che fanno? Parlano di go- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
testa”, nel Paese, tra barricate, assalti alle prefetture, liano versa ogni anno nelle casse verni tecnici, di manovre larghe, lettere@ilfattoquotidiano.it
questure, partiti di governo, il clima è da guerra civile. del Vaticano in forma di finan-
Alla fine, con Pallante condannato a 13 anni e poi ziamenti diretti, esenzioni fiscali
amnistiato e un bilancio di 30 morti e 800 feriti, la (per es. ICI non pagata per al- Direttore responsabile
rivoluzione rientra. Senza bisogno di Bartali. berghi, ristoranti, bar di pro-
Giovanna Gabrielli prietà degli enti ecclesiastici), Antonio Padellaro
soldi alle scuole private (in mag- Vicedirettore Marco Travaglio
gioranza cattoliche) a discapito
tenni, imberbi e canuti, si incon- Perché dimentichiamo dell’art. 33 della Costituzione, Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
Progetto grafico Paolo Residori
trino e si saldino. Unica condi- meccanismo truffaldino del-
zione indispensabile: disinna- i privilegi della Chiesa? l’8x1000 (vi siete mai chiesti Redazione
morarsi dei ricchi e dei privile- Sono tempi di crisi economica e perché lo Stato non fa pubblicità 00193 Roma , Via Valadier n°42
giati, rinunciando a sbavare per di manovra finanziaria. Si è par- al proprio 8x1000?), stipendi ai tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
essere come loro e ricomin- lato a lungo sui giornali, in te- professori di religione (tra l’al- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
ciando invece a rivendicare i di- levisione, alla radio, in parla- tro scelti dai vescovi), ecc. ecc.
ritti irrinunciabili (salute, istru- mento (sì, anche lì) su dove an- Chi ha fatto un po’ di conti af- Editoriale il Fatto S.p.A.
zione, casa, lavoro). Riprenden- dare a prendere i soldi necessari ferma che la Chiesa Cattolica Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
doci (oltre ai soldi, é ovvio) ciò alla manovra finanziaria. Al co- costa ogni anno ai contribuenti Presidente e Amministratore delegato
che era nostro e che loro ci han- mune cittadino, in maniera pres- italiani qualcosa come 10 miliar- Giorgio Poidomani
no tolto : il futuro e la speranza soché unanime, è parso indi- di di euro, molto più della po- Consiglio di Amministrazione
Andrea Di Meo spensabile mettere le mani in ta- litica. Per dirlo in altri termini, Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
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 VI ABBIAMO ALLUNGATO
LA VITA.

TASSO DI MORTALITÀ AUTOSTRADE PER L’ITALIA

E LE SUE CONTROLLATE
( numero morti per miliardo di Km percorsi )

11,4

3,3

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

LA SICUREZZA. PER VOI UN DIRITTO, PER NOI UNA MISSIONE. E la ricerchiamo ogni giorno con il lavoro, gli investimenti,
e una continua spinta verso l’innovazione. Per ottenerla abbiamo ideato il Tutor, il primo sistema di controllo della velocità media a larga
scala al mondo, oggi installato in oltre 2500 chilometri di rete, e sempre più diffuso in Europa. Il suo contributo è stato fondamentale per
ridurre di oltre il 70% la mortalità sulla nostra rete, ben più degli obiettivi fissati dalla Comunità Europea.

Ma siamo andati oltre: abbiamo sostituito oltre 2600 chilometri di barriere spartitraffico e promosso campagne di educazione contro
i rischi della velocità, dell’alcool e del colpo di sonno, arrivando a distribuire due milioni di caffè gratis nelle ore notturne. E la nostra
rete ha anche, rispetto ai confronti europei, la più alta percentuale di asfalto drenante. Questi possono sembrare freddi dati, ma si
traducono nel calore di oltre 300 vite salvate ogni anno.

Sentiamo la responsabilità di fare tutto ciò che è possibile per farvi viaggiare in sicurezza, ma contiamo anche su di voi. Per questo vi
chiediamo di continuare a guidare con responsabilità e prudenza. Sempre.

www.autostrade.it