Tagli alla politica?

Dalla Camera arriva un brodino: i costi

non saranno aumentati. Fini aveva promesso ben altro y(7HC0D7*KSTKKQ( +=!"!/!?!"
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Mercoledì 20 luglio 2011 – Anno 3 – n° 171 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

PAPA & TEDESCO Vocazione

minoritaria
di Marco Travaglio

LA CASTA LI VUOLE SALVARE I

Per una coincidenza voluta, oggi si vota sull’arresto
l Pd cresce nei sondaggi, insieme all’Idv, mentre il
Pdl è in caduta libera e i dirigenti leghisti
rischiano il linciaggio per mano padana. Dunque,
come sempre in questi casi, i suoi leader
vengono colti da un senso di vertigine che li porta a
fare e a dire cazzate per gettare alle ortiche il vantaggio
conquistato a loro insaputa. Hanno vinto le comunali

del deputato Pdl e del senatore Pd. Determinante la Lega perché non sono riusciti a candidare chi volevano
loro. Hanno messo il cappello sui referendum che mai
Bersani: diremo sì. Ma il voto segreto nasconde troppi no si sarebbero fatti se fosse dipeso da loro. Poi han
cominciato a farsi le pippe sulla legge elettorale,
litigando sulla consueta mezza dozzina di proposte. E
Il primo è accusato di corruzione di d’Esposito e Zanca a partorire fumisterie politichesi sul nuovo governo
(istituzionale, di garanzia, di responsabilità, del
e rivelazione di segreto (P4) ra Palazzo Madama e Monte-
Il secondo di concussione, Tnifestano
citorio, i più pessimisti ma-
uno spiccato senso
presidente, tecnico, elettorale, balneare) che
dovrebbe sostituire quello di B. se B. facesse la grazia
corruzione, falso e turbativa di dimettersi, come chiedono loro e come non farà
per la storia: “Sarà una giornata mai. Dialoghetti ridicoli di Bersani con Maroni e con
d’asta (malasanità in Puglia) campale”. Oggi in Parlamento il Casini, manco un caffè con Di Pietro e Vendola, gli
Marra pag. 2 - 3 z derby delle manette. pag. 3 z alleati naturali, per non indispettire gli avversari
naturali. Siccome la gente è infuriata per la manovra
del governo che ruba ai poveri per dare ai ricchi, il Pd
ha la bella pensata di dire no, ma senza opporvisi né
A Roma per abuso d’ufficio presentarne una alternativa. E quando Idv, Fli e
persino Udc votano per abolire le province, fa
Berlusconi quadrato con Pdl e Lega per conservare quelle
greppie inutili che ci costano 14-17 miliardi l’anno.

indagato: voleva Naturalmente il Pd è per l’arresto di Papa e Milanese,

ma fa melina per cinque mesi su quello del
compagnuccio Tedesco, dando l’impressione di farsi

far chiudere ricattare dal Pdl. Così la gente inferocita, anziché

rivolgere i suoi forconi contro il governo, li orienta
verso tutti i grandi partiti, Pd compreso. Poteva

Michele Santoro (FOTO EMBLEMA)

Annozero mancare il solito contributo al disastro da parte di Max
& Uolter? No che non poteva. Ecco D’Alema alla festa
di Roma additare al pubblico ludibrio non i ladri della
patria che se la stanno mangiando pezzo per pezzo,
Il premier inquisito in concorso con l’ex ma il “moralismo paranoide” di chi “ha creato un
commissario Agcom, Innocenzi e l’ex dg di viale clima di odio nei miei confronti” (copyright di B.) e la
“delegittimazione morale dell’avversario” (copyright
Mazzini, Masi. L’inchiesta partita da Trani era poi di B.). Poi, per mettere in fuga qualche altra vagonata
passata al Tribunale dei ministri Massari pag. 6 z di elettori, rivendica la Bicamerale e il suo indefesso
impegno contro il conflitto d’interessi. Perché allora,
negli 8 anni del centrosinistra, non fu mai risolto? “La
sinistra decise di dare la priorità alla riforma del titolo
RAI x Il direttore generale sospende la tutela legale a tutti i giornalisti dell’azienda
V della Costituzione”. Ah beh allora. I suoi amici
inquisiti Morichini, Pronzato, Tedesco, Frisullo,

LA LEI FA FUORI LA GABANELLI Paganelli? “Non direi che il Pd sia coinvolto nella
questione morale… Accuse di tipo maniaco
compulsivo: qualunque cosa succede è colpa mia”.
Intanto Veltroni, quello della “vocazione
maggioritaria” del Pd, si fa intervistare da Cazzullo sul
Con la scusa della Corriere. Frasi ficcanti, icastiche, tacitiane. “Berlusconi
natura giuridica oggi è il problema”. Oggi? E l’anno scorso? E quatto
dell’azienda, il dg anni fa, quand’era l’“interlocutore privilegiato” per
“dialogare” di “riforme condivise” per la
chiede un parere “legittimazione reciproca”? “Oggi”, diversamente dal
su Report al suo passato di noto statista, B. “si occupa di Papa e
della sentenza Mondadori” anziché del Paese. Ma va?
ministero del Dunque non resta che affidarsi al suo proverbiale
Tesoro. Proprio senso di responsabilità: “Deve avere la misura minima
a Tremonti, di capire che per una volta deve far prevalere gli
interessi della Nazione sui propri”. Cioè andarsene
il nemico giurato spontaneamente e cedere il passo, magari con un
(FOTO ANSA) (FOTO EMBLEMA)
del programma G8 di Genova Gran Bretagna inchino di cortesia, a “un governo presieduto da una
Tecce pag. 6 z
persona affidabile e credibile”: un “governo di
Milena Gabanelli (FOTO DLM) Il silenzio Murdoch decantazione” con tutti dentro (“consenso
larghissimo”), già auspicato da Uolter e dall’affidabile
impossibile sotto torchio: e credibile Pisanu (ripetiamo: Pisanu). La nuova
Berlusconi nFantozzi sui giorni umiliato, ma speranza è Angelino Jolie: “Quando Alfano è diventato
segretario Pdl, gli ho telefonato. Gli ho detto che ha
è scivolato in bagno Alitalia, l’addio della dà battaglia
CATTIVERIE di notte.
Purtroppo le Borse del commissario
due possibilità: può fare il secondo di B. oppure può
essere l’uomo di una nuova destra, civile, rispettosa
europee
dimezzato
vergogna a Westminster delle regole”. Alfano. Nuova destra. Civile e rispettosa
erano chiuse R. Ferrucci Biscotto delle regole. Alfano. Viva sorpresa dall’altro capo del
www.spinoza.it Martini pag. 9z e F. Sansa pag. 10 - 11 z e Valdambrini pag. 12 z filo: “Uolter, non è che hai sbagliato numero?”.
pagina 2
Quegli strani incroci
tra viale Mazzini,
la politica e l’Agcom
QUESTA VOLTA
È INDAGATO
PER ABUSO D’UFFICIO
L’accusa: B. voleva far chiudere Annozero
Iscritti nel registro anche Innocenzi e Masi
di Antonio Massari
tentativi del premier per
I bloccare Annozero furono
un abuso d’ufficio. Que-
sta è l’ipotesi formulata
dalla Procura di Roma, che ha
iscritto Silvio Berlusconi nel
registro degli indagati, per le
pressioni esercitate nel 2009
sull'ex commissario dell’ Ag-
com, Giancarlo Innocenzi, e
sull’ex direttore generale del-
la Rai, Mauro Masi. Sia Masi,
sia Innocenzi, sono accusati
dello stesso reato in concorso
con Berlusconi. Una decisio-
ne notevolmente diversa, ri-
spetto all’ipotesi accusatoria
della procura di Trani che,
sempre nel 2009, aveva aper-
to il fascicolo prima di tra-
smetterlo, per competenza,
ai magistrati della capitale. Il
pm Michele Ruggiero infatti,
ascoltando le telefonate tra
Berlusconi, Masi e Innocenzi,
aveva impostato ben altra ac-
cusa: sosteneva che il pre-
mier aveva esercitato due rea-
ti, la concussione e le minac-
ce ai danni dell’ Agcom e di
Innocenzi, che non era inda-
di Vittorio Malagutti
e Antonella Mascali
unica cosa certa è che ormai
L’dell’ospedale
non c’è più tempo. Le casse
San Raffaele so-
no quasi vuote. A questo punto
sono a rischio gli stessi stipendi
dei dipendenti e l’acquisto dei
medicinali. I creditori incom-
bono con decreti ingiuntivi per
una somma che sfiora i 20 mi-
lioni, ma ci sono altre posizioni
aperte che presto potrebbero
sfociare in un contenzioso per
almeno una cinquantina di mi-
lioni. Tra i fornitori che recla-
mano i pagamenti ci sono an-
che multinazionali come Ibm e
Roche. E dopo il suicidio, lune-
dì, di Mario Cal, il braccio de-
stro di don Luigi Verzé, le inda-
gini della Procura di Milano
hanno accelerato il passo. I ma-
gistrati, secondo indiscrezioni,
stanno considerando anche l’i-
P
er sei stagioni, con difficoltà
sempre crescenti, Michele
Santoro ha resistito nel servizio
pubblico a tutti gli attacchi che riceveva
pubblicamente per Annozero. L’inchiesta di
Trani ha svelato, nel marzo 2010, che c’era un
piano segreto ordito dal presidente del
Consiglio Berlusconi con l’ex commissario
gato, al pari di Masi.
Il fascicolo, giunto al Tribu-
nale dei Ministri, dopo 15 me-
si, ha subìto una trasformazio-
ne: archiviazione per entram-
bi i reati. E proposta di un rea-
to diverso: quella di Berlusco-
ni non fu concussione, né mi-
naccia, ma abuso d’ufficio.
UN REATO che non com-
pete giudicare al Tribunale dei
Ministri perché, il premier
non l’avrebbe commesso nel-
l’esercizio delle sue funzioni.
Il Tribunale dei Ministri – con
l’ordinanza firmata dai giudici
Eugenio Curatola, Alfredo Ma-
ria Sacco e Pier Luigi Balestrie-
ri - ha restituito alla procura di
Roma il fascicolo, con queste
indicazioni, e i pm capitolini
hanno accolto in pieno la tesi,
rimodulando l’accusa: quelle
pressioni rappresentano un
abuso d’ufficio, commesso sia
da Berlusconi, sia da Masi e
Innocenzi. Il prossimo passag-
gio, in questa storia che si pro-
trae da un anno e mezzo, sarà
la richiesta che i pm formu-
leranno al gip: rinvio a giudi-
zio o archiviazione. Nel primo
(FOTO EMBLEMA)
potesi di avanzare un’istanza di
fallimento. Ieri ufficiali del Nu-
cleo tributario della Guardia di
Finanza si sono confrontati con
il procuratore aggiunto France-
sco Greco e i pm Luigi Orsi e
Laura Pedio sui documenti fin
qua raccolti.
IL POSSIBILE affondo della
Procura potrebbe essere evita-
to con la presentazione di una
domanda di concordato pre-
ventivo. Ma su questo punto il
Vaticano, che due settimane fa
ha preso il comando del San Raf-
faele esautorando il fondatore
don Verzé, preferisce prendere
tempo. La proposta già pronta,
elaborata dagli advisor della
fondazione, è stata accantonata
e il nuovo azionista di maggio-
ranza, cioè la Santa Sede, sta stu-
diando le carte. Con il ruolo di
consulente potrebbe presto en-
trare in scena l’ex numero uno
caso, però, non sarà necessa-
rio chiedere alla giunta l’au-
torizzazione per procedere:
Berlusconi, non avendo com-
messo un reato “ministeriale”,
potrà essere giudicato dinanzi
a un tribunale ordinario, co-
me un qualsiasi cittadino. Una
decisione che spetta al procu-
ratore Giovanni Ferrara, all’ag-
giunto Alberto Caperna e ai
pm Ilaria Calò e Roberto Fe-
lici. Al di là della decisione giu-
diziaria, però, si deve sottoli-
neare un ulteriore mutamento
del contesto: le pressioni per
allontanare Santoro dalla Rai,
infatti, emergono anche nel-
l’indagine della procura di Na-
poli sulla “P4”. La Procura di
Trani, nel 2009, intercettò
Berlusconi che era “incazzato
nero” con Innocenzi, e gli fa-
ceva “due shampoo” al gior-
no, premendolo per chiudere
Annozero e ostacolare le in-
chieste di Santoro e della sua
redazione.
Nel marzo 2010 Il Fatto Quo-
tidiano pubblicò il contenuto
di quelle 18 telefonate nelle
quali, oltre Innocenzi, compa-
riva l’ex direttore della Rai
San Raffaele, il cerchio si stringe
L’OSPEDALE NELLA MORSA TRA INCHIESTA E CREDITORI. E IL VATICANO PRENDE TEMPO
di Parmalat, Enrico Bondi, con
l’avvocato Franco Gianni. In
ambienti giudiziari si dice che il
nuovo consiglio di amministra-
zione sarebbe pronto a presen-
tare una nuova proposta di con-
cordato intorno a metà della set-
timana prossima. Tra gli ammi-
nistratori appena nominati ci
sarebbero però visioni diverse
su modi e tempi dell’interven-
to. In particolare Ettore Gotti
Tedeschi, presidente dello Ior,
la banca vaticana, sarebbe su
posizioni di estrema prudenza.
A spingere invece per una solu-
zione rapida è il cardinale segre-
tario di Stato Tarcisio Bertone,
che ha inviato al San Raffaele un
suo uomo di fiducia come Giu-
seppe Profiti, numero uno del-
l’ospedale romano Bambin Ge-
sù, di proprietà vaticana. Di si-
curo una soluzione va però tro-
vata in fetta. Per rimettere in li-
nea di galleggiamento la gestio-
ne del San Raffaele, oppresso da
oltre un miliardo di debiti sono
necessari da subito almeno 250
milioni di euro.
La situazione potrebbe compli-
carsi ancora se nel frattempo i
magistrati, esaminando la docu-
mentazione contabile, dovesse-
ro ravvisare reati finanziari. L'u-
nico “fascicolo penale” certo, al
LA VOCE DEL PADRONE
Agcom Giancarlo Innocenzi per chiudere il
programma di Rai2. Anche l’ex direttore
generale Mauro Masi aveva un ruolo attivo
nella vicenda. Prima che la storia avesse
l’onere delle cronache giudiziarie, c’era un
sistematico rimpallo tra l’azienda (o i partiti di
destra) e l’Autorità di garanzia nella
Comunicazione, l’unico organismo che può
La Procura
di Roma formula
Silvio Berlusconi. Nelle foto piccole: Mauro Masi e Giancarlo Innocenzi
un’accusa
diversa da quella
del pm di Trani
che aveva aperto
l’inchiesta
Mauro Masi. Un anno dopo,
però, si scopre, dall’indagine
napoletana, che Masi si con-
sultava con Luigi Bisignani –
ritenuto dai pm napoletani al
vertice della “P4” – per scri-
vere una lettera di licenzia-
mento: quella destinata pro-
prio a Michele Santoro. Non
solo. Nell’ipotesi dell’accusa,
la “P4”, cercava di ottenere
proprio le notizie riservate
momento, è quello aperto dal
pm Mario Ascione per la morte
di Cal. L'ipotesi su cui lavora il
magistrato, “istigazione al suici-
dio” (per ora contro ignoti) non
è stata solo una scelta tecnica
per poter disporre l'autopsia,
che sarà eseguita questa matti-
na alle 8.30. Il magistrato vuole
capire quanto abbia pesato il
dissesto finanziario del San Raf-
faele sulle condizioni psicologi-
che del manager, se abbia subito
forti pressioni, se ci sia “ un pon-
te”, “un link” tra il gesto estre-
mo di Cal e le lunghe settimane
in cui venne discusso il salvatag-
gio dell’ospedale. Un periodo
segnato da scontri tra banche,
consulenti, manager coinvolti
Cal aveva
confidato che
avrebbe voluto
chiedere
sostegno al
gruppo di Rotelli
non al Vaticano
sanzionare la Rai e dare il pretesto - il danno
erariale - all’azienda che ostacolare il
giornalista o addirittura cacciarlo via. Più di
una volta l’Agcom ha ricevuto pretestuosi
esposti di politici di centrodestra che
chiedevano di multare la Rai per colpa di
Annozero per quella o questa violazione del
pluralismo.
contenute nel fascicolo della
procura di Trani su Berlusco-
ni. Quel fascicolo – poi tra-
smesso a Roma dal pm Rug-
giero – dove si scopriva che
Innocenzi, commissario dell’
Agcom – l’autorità garante
per le comunicazioni - minac-
ciava di fare il “tupamaru”:
non per tutelare l’imparziali-
tà, ma perché condivideva la
posizione di Berlusconi, che,
a sua volta, lo rimproverava di
non riuscire a chiudere Anno-
zero. Innocenzi, quindi, non
vittima del premier, ma com-
plice di quell’abuso d’ufficio,
in concorso con Berlusconi e
con Masi. Innocenzi, secondo
la nuova ipotesi dell’accusa,
non era un vittima del pre-
mier, quando Berlusconi gli
diceva: “Quello che adesso bi-
sogna concertare è che l’azio-
ne vostra sia un’azione che
consenta… che sia da stimolo
alla Rai per dire “chiudiamo
tutto”, ma non solo su Santo-
nella vicenda. Fino a quando fi-
nì per tramontare l’ipotesi di un
intervento del gruppo ospeda-
liero di Giuseppe Rotelli ed eb-
be la meglio il Vaticano.
ASCIONE ha intenzione di
ascoltare diverse persone, e
non è escluso che anche a don
Verzé tocchi testimoniare. Ver-
rà riascoltato il responsabile
della sicurezza al San Raffaele,
Vitantonio Cirillo. È lui che ha
trovato agonizzante Cal nel suo
ufficio. E lunedì notte, al pm ha
raccontato quei minuti dram-
matici: “Voglio ribadire che il
nostro rapporto era molto con-
solidato. Tenevo a lui più che a
mio padre. Sono intervenuto
nell'immediatezza del fatto per
prestare soccorso. Quando so-
no entrato nell'ufficio ho visto
le segretarie bloccate, non face-
vano niente”. A quel punto ha
dato un calcio alla pistola “e ho
cercato di rianimarlo (...)”.
Ricordo che Cal indossava ca-
micia e giacca ma senza cravat-
ta. Tuttavia non mi è sembrato
strano, già altre volte si era pre-
sentato senza”. Poi, a verbale,
Cirillo racconta gli ultimi giorni
del manager e le sue preoccu-
pazioni: “Circa sette, dieci gior-
ni fa mi ha confidato che per far
Mercoledì 20 luglio 2011
ro, aprite il fuoco su tutte le
trasmissioni di questo tipo”.
Da allora sono passati quindi-
ci mesi, la competenza è sal-
tata come una pallina, da Trani
al Tribunale dei ministri, da
quest’ultimo alla procura di
Roma, perché non si riusciva a
comprendere chi dovesse giu-
dicare questi reati.
LE STESSE ipotesi di reato,
di volta in volta, si sono tra-
sformate. E nel frattempo San-
toro è stato convinto a lasciare
la Rai, dopo ave subìto pure
l’attenzione della P4. Masi
non è il direttore generale del-
la Rai, Innocenzi ha lasciato il
suo posto all’Agcom e, di que-
sta vicenda, soltanto due fatti
restano immutati: il premier è
ancora al suo posto, esatta-
mente come il fascicolo a suo
carico, che, per quanto abbia
“viaggiato”, e sia stato trasfor-
mato, continua a configurare
un’ipotesi di reato.
fronte alla grave esposizione
(del San Raffaele, ndr) avrebbe
preferito chiedere sostegno al
gruppo di Rotelli, ma don Verzé
preferiva il Vaticano perché Ro-
telli avrebbe determinato mag-
giori tagli al personale e quindi
si sarebbe trattato di una corda-
ta più invisa alla struttura e ai sa-
nitari”. Sull'ipotesi dell'ingres-
so del Vaticano nel consiglio del
San Raffaele, Cirillo risponde:
“L'ipotesi di intervento della
Chiesa, per quanto a mia cono-
scenza, si è materializzata solo
giovedì scorso”.
Il manager, stando al racconto
del capo dei vigilantes, era com-
prensibilmente turbato: “Negli
ultimi 15-20 giorni ho visto Cal
più spento, taciturno. Parcheg-
giava sotto una grossa pianta, in
un posto diverso da quello a lui
riservato e faceva i sotterranei
per entrare da un ingresso diver-
so. Negli ultimi tempi leggendo
i quotidiani apprendevo degli
attacchi a Cal e al suo modo di
condurre l'ospedale”. Cirillo
racconta al pm di esserci rima-
sto molto male perché sicuro
dell'onestà del manager. Cal
stesso era rimasto molto colpi-
to. “Io cercavo di scuoterlo e lui
rispondeva che per certi attac-
chi non si può fare nulla”.
Mercoledì 20 luglio 2011
Milanese a Montecitorio:
si autorizzi l’apertura
delle cassette di sicurezza
IL DERBY DELLE MANETTE
La Camera vota sull’arresto per Papa, il Senato
sui domiciliari per Tedesco. La Lega: libertà di coscienza
di Fabrizio d’Esposito
e Paola Zanca
ra Palazzo Madama e Mon-
T tecitorio, i più pessimisti
manifestano uno spiccato
senso per la storia: “Sarà
una giornata campale e se finirà
due a zero per la casta, il vento
dell’antipolitica rischia di spaz-
zare via tutto, come nel ‘93 con
l’autorizzazione negata a Craxi”.
Il derby delle manette comince-
rà oggi pomeriggio alle sedici. Al
Senato, si voterà per l’autorizza-
zione agli arresti domiciliari del
Pd ex socialista Alberto Tede-
sco: un tormentone che va avan-
ti da cinque mesi. Alla Camera,
stesso orario, si decideranno in-
vece le manette per il pidiellino
della P4 del faccendiere Luigi Bi-
signani: Alfonso Papa.
IL PAPA TEDESCO DAY è
frutto di un colpo di scena matu-
rato ieri. Protagonista, il senatore
già dalemiano del Pd Nicola La-
torre. Il voto su Tedesco era pre-
visto per domani, se non per la
prossima settimana. Per arginare
quindi le fitte voci su un possibile
scambio di favori bipartisan con-
tro le manette, Latorre d’accordo
con la capogruppo Anna Finoc-
chiaro ha chiesto e ottenuto di
anticipare il voto: “Abbiamo chie-
sto il voto per domani pomerig-
gio (oggi per chi legge, ndr) in mo-
do da allontanare anche il pur mi-
nimo sospetto che su vicende di
questo genere, tenuto conto che
la Camera si pronuncerà su Alfon-
so Papa, possano esserci miseri
scambi politici o qualunque tipo
di strumentalizzazione”. Insom-
ma, meglio giocare in contempo-
ranea le due “partite”, come ac-
cade nell’ultima giornata di cam-
pionato. Ma la mossa di Latorre
ha generato anche un giallo alla
Camera, dove Dario Franceschi-
ni, presidente dei deputati del
Pd, non avrebbe digerito la scelta
ALBERTO TEDESCO Nessun patto
Todos caballeros? Io sono diverso
di Wanda Marra
ome mi sento? Come mi
“C sono sentito fino ad ora”.
Il senatore Alberto Tedesco ha
la voce roca e il tono strascica-
to. Forse pensava che il suo ca-
so fosse destinato a rimanere
perso nei corridoi del Senato
chissà fino a quando. O almeno
fino a settembre. Ma oggi il Se-
nato voterà la richiesta del Tri-
bunale di Bari di autorizzarne
gli arresti domiciliari.
Senatore, perché votare
contro il suo arresto?
Non ho commesso alcun rea-
to.
Come intende difendersi?
Interverrò in Aula. La questio-
ne è semplice: se il Senato non
individua la presenza del fu-
mus persecutionis, che io so-
stengo esserci, allora è giusto
L
a Camera autorizzi “celermente
le due richieste pervenute dalla
Procura della Repubblica di
Napoli di acquisizione dei tabulati telefonici
relativi alle mie utenze e l’apertura delle
cassette di sicurezza sequestrate”. Lo ha
chiesto - attraverso i suoi legali, Franco
Coppi e Bruno Larosa - al presidente della
Alfonso Papa ( FOTO DLM)
Oggi alle 16
il verdetto in
contemporanea.
di Tedesco. Noi terremo ferma
Il pronostico questa posizione su cui il Pd è
compatto i problemi sono dall’al-
del Palazzo tra parte come capisce chi mette
è di due a zero l’orecchio a terra”.
E chi mette “l’orecchio a terra”
sente il frastuono delle divisioni
per la Casta nella Lega, decisive per il destino
del premier. Nel Carroccio stan-
no scoppiando le contraddizioni
dei colleghi di partito di Palazzo partorite dall’ambigua formula
Madama. Motivo: la grande paura
democrat per un doppio voto
del partito di lotta e di governo. E
adesso che “soffia il vento dell’an-
contro gli arresti, coperto dallo tipolitica” il Senatur dimezzato
scrutinio segreto, che scatene-
rebbe la piazza contro il Palazzo.
dalle ambizioni di Roberto Maro-
ni tenta disperatamente di riani-
Di qui i paletti fissati ieri dal se- mare la Lega di lotta, dal no al de-
gretario Pier Luigi Bersani, in una
fase in cui il Pd è in risalita nei son-
creto rifiuti per Napoli alla sce-
neggiata su Papa (sì, poi no, di
daggi e punta al voto anticipato nuovo sì), tenendo aperto un co-
dopo la riforma elettorale: “Noi ci stante fronte di guerra con il Ca-
opporremo sia alla Camera sia al valiere. Anche per questo, ieri a
Senato al voto segreto, e siamo fa- Montecitorio, si ricordava il pre-
vorevoli a che sia concessa l’au- cedente del ‘93 dell’autorizzazio-
torizzazione all’arresto di Papa e ne negata a Craxi. Il sospetto di
che voti per l’autorizzazione ai ra vota per l’arresto a Papa.
domiciliari. Ma molti di quelli Come si sente essendo al
che devono votare probabil- centro di una sfida a distan-
mente non sanno nulla della
questione, non hanno letto le
za come questa?
La mia situazione non è para-
carte. Io voglio che mi ascolti- gonabile a quella di Papa. Ma
no. siccome il clima politico è “to-
Domani (oggi, ndr) la Came- dos cabarellos”, se domani la
Camera si esprimesse contro
Alberto Tedesco (FOTO DLM) l’arresto di Papa e a favore del
fumus persecutionis si parle-
rebbe di scambio. Però i fatti
sono totalmente diversi: parla-
re di scambio è negativo è im-
proprio.
La partita sembra molto in-
certa. Come se la sente?
Penso che il Senato voterà per
l’autorizzazione ai domiciliari.
È una vicenda che si è buttata
tutta in politica, e quindi andrà
così.
Insomma, il Pd l’ha mollata?
Il mio partito (o il mio ex par-
CAMERE CON SCAMBIO
Giunta per le autorizzazioni di
Montecitorio, Pierluigi Castagnetti, l’ex
consigliere politico di Tremonti, Marco
Milanese. Una richiesta cui è seguita una
missiva al Procuratore capo di Napoli,
Giovandomenico Lepore: “Ho la certezza –
ha scritto il deputato Pdl – che le indagini
approfondite e senza pregiudizi
molti è sempre stato che la Lega
nel segreto dell’urna votò tattica-
mente contro per poi approfittar-
ne in termini di consenso e sfa-
scio del sistema. Oggi, chi po-
trebbe fare un calcolo simile non
è Bossi ma il ministro dell’Inter-
no, che ormai controlla la mag-
gioranza del gruppo dei deputati
leghisti. Sui maroniti girano due
previsioni di segno opposto. Da
un lato potrebbero votare a favo-
re dell’arresto di Papa. Dall’altro
no, per poi accelerare la caduta di
Bossi all’interno del partito, nel
quadro di una “Lega ladrona che
salva la casta”.
UFFICIALMENTE, la Lega
per bocca del capogruppo alla
Camera Marco Reguzzoni, del co-
siddetto “cerchio magico” del Se-
natur, ha fatto sapere che dirà sì
all’arresto “pur mantenendo la li-
bertà di coscienza”. Accusati poi
tito) è sempre stato corretto in
questa vicenda.
Però ha chiesto di calenda-
rizzare il voto su di lei per
domani (oggi, ndr)...
Era previsto per giovedì, il Pd
ha solo chiesto di anticiparlo,
per evitare strumentalizzazio-
ni sulla questione Papa...
Ma lei proprio non crede ci
sia uno scambio, del tipo sal-
viamoli tutti e due, o man-
diamoli in galera tutti e due?
Non credo proprio. Il Pd alla
Camera voterà compattamen-
te per l’arresto di Papa. E allora
di quale scambio dovremmo
parlare? Il Pdl dovrebbe fare
una captatio benevolentiae nei
miei confronti? E perché? Sono
di sinistra, sono nato a sinistra e
morirò a sinistra.
Un agnello sacrificale..
Perché un agnello?
pagina 3
consentiranno una lettura dei fatti secondo
verità, non avendo nulla da temere dalle
stesse; auspicando che le investigazioni
proseguano con grande celerità ed in ogni
direzione, compresa quella diretta a
smascherare le vere ragioni della calunnia e
delle strumentalizzazioni della mia
persona”.
di volersi nascondere dietro al vo- ai due voti di oggi in Parlamento.
to segreto, i leghisti hanno ag- Nel caso Tedesco, cinque mesi di
giunto che non saranno loro a giravolte non sono serviti a chia-
chiederlo. Ci penseranno, forse, i rire la posizione ufficiale del Pd. È
Responsabili di Domenico Scili-
poti. L’incognita sul voto, palese
o segreto, sarà sciolta solo oggi a
Palazzo Madama e Montecitorio.
E questo non fa che moltiplicare
vero che la relazione del Pdl Bal-
boni è stata bocciata in giunta,
ma non perché diceva no all’ar-
resto: tra i democratici solo qual-
cuno era a favore del sì, altri cre-
gli scenari. Un voto segreto su Pa- devano fosse meglio aspettare la
pa potrebbe attirare una quaran- decisione del Riesame, altri anco-
tina di franchi tiratori “garantisti” ra non giudicavano abbastanza
nell’opposizione, tra Pd e Udc, gravi i reati di cui è accusato Te-
compensati però da “traditori” desco: concussione negli appalti
leghisti e del Pdl. Ancora più in- della sanità pugliese, che seguiva
certo il destino di Tedesco. Il Pd come assessore. Così, quando il
voterà per l’autorizzazione ma Riesame è arrivato (e ha sostitui-
cosa faranno Lega e Pdl? In base ai to il carcere con i domiciliari)
numeri, e al voto palese, Tedesco maggioranza e opposizione han-
dovrebbe “salvarsi”, ma cosa ac- no deciso di presentarsi in aula
cadrebbe se il Pdl uscisse dall’au- (oggi) solo con una relazione
la? Al momento le previsioni più “tecnica”, che non prevede una
ricorrenti parlano di un due a ze- posizione di merito. Con Papa
ro per la casta. aveva provato a fare la stessa cosa
il Pdl. Il relatore Francesco Paolo
LA SENSAZIONE è che oggi
possa essere una giornata decisi-
Sisto sosteneva di non avere gli
elementi per decidere, l’opposi-
va non per la legislatura ma per
tutta la Seconda Repubblica. Co-
zione gli ha imposto una scelta.
Ma nessuno si aspettava l’asten-
me dimostra l’annuncio-minac- sione della Lega che ha così indi-
cia di Rosy Bindi, presidente del rettamente appoggiato il sì all’ar-
Pd: “Se domani si dovesse verifi- resto proposto dall’Idv Federico
care la negazione all’arresto di Pa- Palomba. Stamattina, giusto per
non perdere l’allenamento, in
pa e Tedesco, il Pd compierà dei
gesti eclatanti, estremi”. Giunta sono di nuovo alle prese
Nulla comunque è scontato, lo si con un altro caso, quello di Marco
è già visto nell’iter che ha portato Milanese.
GASPARI Addio
alla vecchia Dc
veva appena compiuto 90 anni Remo Gaspari,
Aprovincia
morto ieri nel sonno nella sua casa di Gissi, in
di Chieti. Deputato per dieci legislature,
17 volte ministro, è stato un personaggio leggen-
dario della Prima repubblica. Le assunzioni in massa
di postini abruzzesi, la costruzione di autostrade ap-
parentemente inutili per collegare la sua regione al
resto del mondo, la coda dei postulanti davanti al
suo ombrellone presso la pensione Sabrina sulla
spiaggia di Vasto, tutto
Remo Gaspari (F E
OTO )
ciò ne ha fatto un sim-
MBLEMA
bolo del sistema clien-
telare democristiano.
Lui rivendicava di fare
per i concittadini tutto
ciò che la legge consen-
tiva, apparendo un mo-
stro di disinvoltura. Og-
gi al suo posto c’è gente
che fa per se stessa tut-
to ciò che la legge vieta:
rimpiangerlo no, ma in-
somma...
Non mi sono mai sentito un se sono chiuse risultano anco-
agnello, ho sempre lottato. ra aperte ufficialmente e non si
Ma se è innocente come di- capisce perché non vengono
ce, non sarebbe stato me- chiuse con un decreto.
glio dimettersi? Ma se alla fine dovesse dav-
Sarebbe un vulnus nei confron- vero finire agli arresti domi-
ti del Senato, creerebbe un ali- ciliari come si sentirebbe?
bi, un precedente. È certamente un elemento di
Se il Senato votasse i domi- minore pathos che se dovessi
ciliari non sarebbe un sollie- finire in galera. Ma comunque
vo chiudere le polemiche? si tratterebbe di una restrizio-
Lo sarebbe se ci fosse la certez- ne della mia libertà personale.
za dei tempi dei processi. Ma Non è che faccio i salti di
per esempio le indagini anche gioia.
pagina 4

A
LOTTA AGLI SPRECHI

proposito di risparmi, martedì anche i
Gli assistenti collaboratori dei parlamentari hanno
voluto far sentire la loro voce. Ecco la
lettera che hanno scritto a Fini: “Egregio Presidente,
parlamentari a Fini: abbiamo letto e condiviso la Sua risposta all’appello
lanciato da Il Fatto Quotidiano. Non spetta a noi entrare
nei contenuti più marcatamente politici della
“Ricordati di noi” questione, ma ci convincono, in particolare, i criteri
che Lei individua per riavvicinare rappresentanti e
rappresentati: riduzione dei costi e trasparenza. Sono
proprio queste del resto le linee guida che ispirano la
piattaforma di riforma della figura del collaboratore
parlamentare italiano messa a punto da Cocoparl –
Coordinamento Collaboratori Parlamentari. In
estrema sintesi viene chiesta l’introduzione del
cosiddetto modello europeo – in uso in molte
assemblee parlamentari fra le quali il Parlamento
europeo – che si fonda sul vincolare l’erogazione del
fondo per gli staff a disposizione dei deputati
all’effettivo instaurarsi di un rapporto di lavoro
regolare (che deve restare fiduciario) con gli assistenti.
Questo avrebbe un fortissimo ed immediato impatto
sui costi. Ad ogni deputato vengono attribuiti
mensilmente 3.690 euro per le spese di staff,

SEMPRE A PANCIA PIENA

Altro che tagli, la Casta ci fa la grazia e non aumenta le spese
Oggi forse gli onorevoli rinunciano al ristorante
di Paola Zanca dal dl 78/2010 che in tre anni aventi diritto al pasto agevolato,
consente di evitare la spesa di che porterebbe a evitare di spen-
ice il dizionario che “ri- 60 milioni di euro già preventi- dere 3 milioni di euro già messi

D sparmiare” significa
“spendere meno”. Alla
Camera dei deputati “ri-
sparmiare” significa “spendere
uguale”, con l’annotazione che,
se nessuno fosse intervenuto, si
sarebbe speso di più. Non è pro-
prio la stessa cosa. Eppure, gli
annunciati “spazi di manovra”
di cui il presidente Gianfranco
Fini aveva spiegato al Fatto di vo-
ler approfittare, servono sì, ma
solo a limitare il danno. Que-
st’anno, nel 2012 e nel 2013 la
Camera spenderà poco più di
992 milioni di euro l’anno. Ed è
una magra consolazione sapere
che se non ci sarà la “mini-man-
naia” messa a punto da Fini, l’an-
no prossimo ne spenderemo 15
milioni in più, e tra due anni altri
30. Quel che conta, è che la “do-
tazione” economica in uso dalla
Camera rimarrà la stessa nel
prossimo triennio. Ovvero, le
entrate che dal ministero ver-
ranno trasferite a Montecitorio
resteranno le stesse. I tagli ci sa-
ranno, è vero, ma solo perché
bisognerà far fronte ai soldi che
si erano preventivati e che inve-
ce con la “crescita zero” non ar-
riveranno più. Sempre che ven-
gano approvati. Domani matti-
na alle 11, infatti, Fini porterà le
sue proposte all’Ufficio di Pre-
sidenza. Ieri le ha già discusse
con i tre deputati questori, con i
quali si è trovato un accordo di
massima. Poi, da lunedì, la boz-
za di bilancio interno della Ca-
mera passerà all’esame dell’au-
la. Ma i 630 deputati dell’assem-
blea, voteranno solo il bilancio
di quest’anno: le previsioni per
il 2012 e il 2013, invece, non si
approvano. Quindi perfino la
“crescita zero”, per ora, rimane
solo sulla carta. L’unica cosa già
approvata per il triennio
2001-2013 sono i tagli previsti
vati per la retribuzione dei de-
putati e del personale dipen-
dente e per l’acquisto di beni e
servizi.
PER IL RESTO, tra le proposte
elaborate da Fini, quella che rap-
presenta un risparmio nel vero
senso della parola riguarda gli af-
fitti. Il presidente della Camera
suggerisce ai deputati di chiude-
re in anticipo quattro contratti
che in totale, oggi, ci costano 14
milioni di euro. Quasi tutti se ne
vanno per Palazzo Marini, dove
sono ospitati gli studi privati dei
deputati. Se la proposta Fini an-
dasse in porto, i parlamentari do-
vrebbero trovarsi un’altra siste-
mazione e noi risparmieremmo,
in questo caso davvero, 14 milio-
ni di euro. Qualche altro “spic-
ciolo” (parliamo di poche centi-
naia di migliaia di euro) si potreb-
be tenere in cassa chiudendo i
contratti di San Lorenzo in Luci-
na (si può rescindere da agosto
2012), di Palazzo Fiano Almagià
(residenza privata dei vicepresi-
denti della Camera, che potreb-
be chiudere già a febbraio pros-
simo) e di Palazzo Lavaggi.
Tra le altre chiusure ipotizzate da
Fini c’è quella di un ristorante e
qualche modifica ai criteri degli
La dieta vera e
propria dovrebbe
riguardare
gli affitti
Per i vitalizi, solo
“dalla prossima
legislatura”
in conto per i prossimi due anni.
Poi c’è il capitolo vitalizi. Si chie-
de un “contributo di solidarietà”
ai deputati e ai dipendenti della
Camera che hanno pensioni
comprese tra i 90 e i 150 mila eu-
ro. Rispetto ai soldi che già si era
pensato di spendere, si potrebbe
evitare di tirar fuori 16 milioni e
mezzo di euro. Per quanto ri-
guarda il resto degli stipendi, il
massimo che si può fare è bloc-
care l’adeguamento all’inf lazio-
ne che scatterebbe al 31 dicem-
bre 2012: con questo stop, reste-
rebbero nelle casse dello Stato
quasi 10 milioni. E poi, propone
Fini, dall’anno prossimo si po-
trebbe limitare il rimborso delle
spese per i viaggi aerei alla sola
tratta casa-Roma, evitando così
di spendere altri due milioni di
euro già messi in preventivo.
ALTRE SPESE già in cantiere
che si potrebbero evitare, dice
ancora Fini, sono i 100 mila euro Il presidente della Camera,
per l’autorimessa, 600 mila per Gianfranco Fini. In alto, uno dei tre
l’informatica e quasi due milioni
di euro per le attività di comuni-
questori di Montecitorio, il deputato
Pdl Francesco Colucci (FOTO DLM, ANSA)
992.800.000 14.000.000
cazione. È evidente che perfino La dotazione economica Le spese per la locazione
Fini si rende conto che questi
buoni propositi non bastano.
denziale, analogo a quello previ-
sto per la generalità dei lavorato-
della Camera per ognuno di Palazzo Marini, sede
Così, oltre alle proposte che ver- ri”. Ma giusto per confermare dei prossimi 3 anni degli uffici dei deputati
ranno discusse nel Bilancio, ha che non si farà mai, usa la formu-
annunciato ai questori che gli la di rito per le imprese impos-
piacerebbe, prima del prossimo sibili: “A decorrere dalla prossi- 1.007.000.000 1.485.000
anno, provare a introdurre qual-
che altra modifica. Ma anche qui,
ma legislatura”. Poi c’è la que-
stione dei collaboratori parla- Il bilancio preventivato Il costo di uno dei tre
occhio e croce, siamo nel campo
della fantascienza. Dopo l’esta-
mentari: loro (la trovate qui so-
pra) gli hanno scritto una lettera,
per il 2012 (se non ristoranti aperti
te, per esempio, vorrebbe porta- lui risponde che il meccanismo passa la proposta Fini) a Montecitorio
re a compimento l’ormai cele- di rimborso “andrà rivisto”. E in-
bre adeguamento dell’indennità fine la diaria: va agganciata, dice
parlamentare agli standard euro- Fini, “all’effettiva partecipazio- 14.900.000 1.000.000
pei. Lo stesso, dice, deve valere ne ai lavori dell’Assemblea e del-
anche per le “curve stipendiali” le Commissioni”. Ci spiace dirlo, Il “risparmio” Il possibile risparmio se
del personale della Camera. E
poi magari provare a “sostituire
ma l’ha proposta già due giorni
fa il ministro Calderoli. Quello
ottenuto si limitano i viaggi aerei
l’attuale istituto dei vitalizi con dei falò. Del tanto fumo e niente con la crescita zero alla tratta Roma-casa
un nuovo sistema di tipo previ- arrosto.

Rieti, la Provincia che vale oro. Per chi fa consulenze

LA UIL DENUNCIA: SPESI 827 MILA EURO PER INCARICHI ESTERNI. IL PRESIDENTE MELILLI: “NON È VERO, AL MASSIMO SONO 600MILA”
di Alessandro Ferrucci
inviato a Rieti
ieti ha circa cinquantamila
Rcircondato
abitanti. Il centro storico,
da mura medieva-
li del XIII secolo, conta ap-
pena tremila residenti. La de-
finizione più comune offerta
dai reatini stessi è quella di
“cittadini di un paesone. Di
vista ci conosciamo più o me-
no tutti”. Eppure qui, a qua-
ranta metri di distanza, agli
angoli di una piazza, si fron-
teggiano il Palazzo del Gover-
no e quello della Provincia: il
primo in mano al centrode-
stra, il secondo al centrosini-
stra. Due strutture, due am-
ministrazioni, doppi costi. E
che costi. Ad aprire la que-
stione, qualche mese fa, è sta-
ta la Uil con un documen-
to-denuncia. Secondo i dati
offerti dal sindacato, la Pro-
vincia di Rieti, nel Lazio, è la
meno popolata, poco più di
159 mila abitanti, ma in pro-
porzione è quella che spende
di più in consulenze esterne:
827 mila euro, contro i 215
Costini del Pdl:
“400 mila euro a
una Fondazione
che doveva
istituire borse
di studio, ma non
lo fanno più”
mila di Viterbo che pure ha il
doppio degli abitanti e 378
mila per Frosinone (500 mila
cittadini). Risultato? Qualche
insulto, altrettanti sorrisi ma-
liziosi, accuse e velati senti-
menti di rivalsa. Velati, però.
“Perché qui funziona alla per-
fezione il do ut des – denuncia
un consigliere comunale –,
dove tutto è in mano a pochi
potentati, alcuni sono co-
struttori, che spostano il con-
senso. Insomma, è in piedi un
sistema clientelare che inve-
ste la politica in maniera tra-
sversale. Un sistema che co-
sta”. Molto. Ad esempio, alle
consulenze vanno aggiunti “i
400 mila euro annui spesi per
Palazzo Dosi, sede di rappre-
sentanza della Provincia –
spiega Felice Costini, capo-
gruppo Pdl –. Quando è stato
stipulato il contratto con la
Fondazione Varrone, Cassa di
Risparmio di Rieti, proprieta-
ria dell’immobile, questi ulti-
mi dovevano istituire borse di
studio di una cifra pari al to-
tale, dedicate ai figli dei cas-
sintegrati. L’hanno fatto solo
per il primo anno, poi più nul-
la”.
Comunque, non è mancata la
risposta alla Uil da parte del
presidente, Fabio Melilli, po-
litico di origine democristia-
na, al suo secondo mandato.
In sintesi ha affermato: la ci-
fra assoluta è sbagliata, non
sono 859 mila, ma 610 mila
euro per il 2008 e all’interno
sono incluse varie voci, com-
presi i contratti a lavoratori
precari a rischio disoccupa-
zione. Per questi ultimi, circa
un centinaio di persone, so-
no state create due società
apposite, una dedicata alla
manutenzione più articolata
e generica del territorio,
mentre l’altra è un’azienda a
vocazione turistica con inca-
richi non ben precisati. Inol-
tre, secondo Melilli, scremato
il tutto, restano 100 mila eu-
ro, metà dei quali finanziati
dall’Europa. Sembrano po-
chi, sbagliato. Nei primi mesi
di quest’anno, la Provincia di
Roma ha speso 52 mila euro,
a fronte di oltre quattro mi-
lioni di cittadini (il totale del
2010 e stato di quasi 300 mi-
la). Sempre la Capitale è di-
visa in diciannove municipi,
dediti all’amministrazione
del territorio. Tra questi c’è il
XV, oltre 150 mila romani go-
vernati da Giovanni Paris:
“Quanto risorse economiche
impiego per le consulenze?
Zero. Niente. Sono solo fonte
di polemiche, rinfacci e clien-
tele. Se ho bisogno di qual-
cosa lo chiedo ad amici o vo-
lontari, ma solo a titolo gra-
tuito”. Questione di parame-
tri.
 Mercoledì 20 luglio 2011

LOTTA AGLI SPRECHI

indipendentemente dall’utilizzo che ne venga poi fatto.
Nella sola Camera risultano attualmente essere 230
gli assistenti accreditati; ciò significa che ci sono circa
400 deputati che utilizzano il fondo per motivi diversi
a quelli cui è destinato. Se l’erogazione di tale somma
fosse invece vincolata all’instaurarsi effettivo di un
contratto di lavoro fra deputato ed assistente, ad ora,
la Camera avrebbe un risparmio netto di circa
17.712.000 euro. È evidente anche il vantaggio in
termini di trasparenza che un simile provvedimento
implica. Migliorerebbe la chiarezza sulla destinazione e
sull’utilizzo dei fondi – evidentemente necessari –
destinati alla gestione della rappresentanza.
Scomparirebbe alla radice il sospetto che, proprio nel
cuore delle istituzioni, possano sussistere rapporti
lavorativi poco nitidi e poco equi fra deputato e
collaboratore. Siamo certi che questa proposta
troverà un’attenzione favorevole fra quelle che
domani l’Ufficio di Presidenza sarà chiamato a
discutere. Del resto, l’aula della Camera già si espresse
in favore di un’ipotesi analoga accogliendo come
raccomandazione l’odg (DOCVIII-N6/45) De Torre
ed altri, e di cui Lei stesso sollecitò l’applicazione con
lettera ai Questori del 22 novembre 2010.

Dal contrabbando al voto di scambio:

“Ciccio” Colucci, il questore per sempre
Il regno dura dal 1987: è deputato da 9 legislature
proporzionale all’entità del
traffico illecito”. Quell’inchie-
sta, condotta dal giudice
istruttore Roberto Fucigna,
portò poi alla condanna di di-
versi tra gli autori di quel traf-
fico ma costò al magistrato un
procedimento disciplinare,
per “aver mancato ai suoi do-
veri d’ufficio comprometten-
di Eduardo Di Blasi do il prestigio dell’ordine giu-
diziario”, per aver richiesto al-
uando Francesco Coluc- la Camera di indagare Colucci.
primo grado, poi fu assolto ne-
gli altri gradi di giudizio) per
voto di scambio. Era il 1994. VILIPENDIO
“Per la prima volta nella giu-
risprudenza italiana - com-
mentarono i suoi avvocati di-
per Belpietro
fensori, Ennio Amodio e Um- er la prima pagina di Libero qui ac-
berto Del Basso De Caro - vie-
ne sanzionato un comporta-
Ppo canto riprodotta, il procuratore ca-
di Milano, Edmondo Bruti Liberati,
mento assolutamente fisiolo- ha deciso di aprire un’inchiesta per vi-
gico dell’attività politica”. Una lipendio al Capo dello Stato a carico del
tesi che fu poi accolta dai giu- direttore Maurizio Belpietro. Per Bruti
dici nei gradi successivi. Liberati, che ha affidato il fascicolo al

Q ci, detto “Ciccio” dagli

amici, divenne Questore
della Camera, a presiede-
re l’assemblea di Montecito-
Il procedimento finì poi con
un’assoluzione del magistrato
da parte del Csm.
Nella sentenza di primo grado
Signore delle tessere a Baggio,
quartiere della periferia Est di
Milano, Ciccio Colucci è una
potenza elettorale, tanto che
pm Maurizio Romanelli, “quella vignet-
ta associata a quel titolo” rappresenta
“una offesa” a Napolitano e, in parti-
colare, configura il reato di “offesa al-
rio c’era Nilde Iotti e al go- il presidente del tribunale di quel collegio nel 2001, fu im- l’onore o al prestigio del Capo dello Stato”, previsto dall’art. 278 del codice penale.
verno, sostenuto dal penta- Genova Luigi Castellana, volle penetrabile anche a Maurizio Un reato di opinione che andrebbe precisato meglio. Per salvare almeno la satira.
partito Dc, Psi, Pri, Psdi e Pli, rivolgersi proprio a quel po- Lupi e a Cielle che dovettero
c’era il democristiano Gio- andare a cercar consensi altro-
vanni Goria. Da allora, l’anno ve.
era il 1987, la legislatura la X,
già la quarta per lui che era
È stato il primo DEPUTATO nelle legislatu-
no moltiplicate in misura
esponenziale. Il bilancio di
AMICI-NEMICI
in Italia
entrato a Montecitorio con i
Socialisti nel lontano 1972,
Colucci è “il questore”. Salvo condannato
re VI, VII, VIII, IX, X, XI, XIV,
XV e XVII, promotore dell’In-
ter club di Montecitorio, per
Montecitorio inghiotte quasi
un miliardo di euro e solo di
indennità (senza contare dia- RISSA NEL PD TOSCANO
infatti una interruzione dal
‘94 al 2001, la monarchia di
“Ciccio” ha radici trentenna- per inciucio
anni presidente della Federa-
zione italiana pesca sportiva
(circostanza che gli causò un
ria, rimborsi e varie) se ne van-
no 88 milioni di euro. Qualche
anno fa, nel suo ruolo di que-
PER UN’AUTO DI LUSSO
li. esposto per incompatibilità) store, mentre montava l’indi-
elettorale
BRINDISINO, classe 1932,
Colucci è giunto quasi inden- Una carriera
fu presidente della Commis-
sione parlamentare di vigilan-
za sull’anagrafe tributaria che
gnazione per i costi eccessivi
della politica, disse: “Noi non
ci sentiamo assolutamente
Ano ltro che cari compagni o
cari amici, nel Pd tosca-
volano stracci. Insulti.
alti livelli un partito che fa
dell’attenzione alle fasce più
deboli il suo elemento di-
ne dall’epoca craxiana a quel- varò l’introduzione nel nostro una casta; ma non siamo nep- Accuse. Mezze smentite e stintivo e qualificante ha il
la berlusconiana. da Craxi a B. paese del codice fiscale. È pe- pure Sarah Ferguson, duches- altrettante giustificazioni. dovere di comportarsi in
Nel luglio del 1982 la Giunta rò, soprattutto il più alto in sa di York inseguita con i te- Oggetto del contendere: maniera sobria non fosse al-
delle autorizzazioni della Ca- grado tra i questori di Monte- leobiettivi. C’è volontà di tra- un’Audi A6 da cinquantami- tro per rispetto di tutti co-
mera, che allora aveva il po- litico già giudicato innocente citorio, quelli che, per rego- sparenza, ma ci deve essere la euro, con tanto di autista. loro che dedicano parte del-
tere di farlo, lo sottrasse a dalla giunta della Camera con lamento “sovrintendono alle anche approfondimento e A denunciare l’accaduto è il le loro ferie alla buona riu-
un’inchiesta sul contrabban- queste parole: “Non si può spese della Camera e predi- correttezza dell’informazio- vicesindaco democratico di scita della festa”. E se “la
do di sigarette sulla quale in- non farlo notare, come lo spongono il progetto di bilan- ne. Quelli che molto spesso Certaldo, Francesco Betti, macchina con cui viaggia
dagava la Procura di Genova. scandalo, lungi nuocere al po- cio e il conto consuntivo”. sono additati come ‘privilegi’ all’attacco del segretario re- Manciulli è pagata dagli
“Per rendere possibile l’attua- litico, costituisce anzi il tram- È in questa veste che, dagli an- dai mass-media, come ad gionale del suo partito An- iscritti al partito e non da tut-
zione del programma crimino- polino per l’ottenimento di ni ‘80, ha visto lievitare in ma- esempio i mutui per i parla- drea Manciulli in merito a ti i cittadini, ciò basterebbe a
so - ipotizzavano i magistrati sempre più prestigiosi incari- niera sostanziosa i trasferi- mentari o i rimborsi in caso di sobrietà e costi della poli- fare arrabbiare i tanti che ol-
inquirenti - l’allora sottosegre- chi. E non si aggiunge altro per menti dello Stato alla Camera missioni, sono servizi e prero- tica. Un intervento duro tre a pagare la tessera lavo-
tario alle Finanze del secondo non aggravare quel senso di di- dei deputati. Nel 1983 il bilan- gative previste da qualsiasi che nasce, appunto dal rano alle feste o devolvono
governo di Arnaldo Forlani, sagio che è già insito in tutti i cio di previsione della Camera grande azienda. L’austerità è mezzo con il quale il mas- parte della loro più o meno
avrebbe trasferito un funzio- cittadini”. L’anno era il 1983. Il ammontava a 225 miliardi e una scelta che ci siamo dati simo esponente toscano del alta indennità di carica al
nario delle dogane da Genova mese, maggio. 233 milioni di lire, mentre le autonomamente”. Era il 1992. Pd si è presentato alla Festa partito. Come iscritto pro-
ad Aosta “ricevendo la pro- Ma Colucci ha anche un altro somma degli stipendi dei de- Il bilancio della Camera era Democratica in corso a Ca- pongo che quella macchina
messa di partecipare agli utili record: fu il primo in Italia ad putati era di 54 miliardi e 225 più economico di quello di og- stelfiorentino. sia venduta per evitare di
dell’organizzazione in misura essere condannato (ma solo in milioni. Oggi quelle cifre si so- gi. continuare a fare brutte fi-
DICE BETTI: “Sono arrab- gure urtando la suscettibilità
biato come iscritto al Pd, co- di tanti cittadini”, aggiunge
me amministratore pubbli- Betti ricordando che alla
DESTINAZIONE TORINO PENDOLARE DI LUSSO co ed infine indignato come stessa Festa democratica di
cittadino”. A rispondergli è Castelfiorentino il Senatore
FASSINO SI DIMETTE COTA GOVERNA IL PIEMONTE il tesoriere regionale del par- Enrico Morando, “è arrivato
DA DEPUTATO: 113 DICONO NO MA VIVE A MILANO tito, Ilio Pasqui: “Dobbiamo con la sua auto personale da
quasi ringraziare l’interven- Roma ed è ripartito dopo il
P iero Fassino lascia la Camera dopo 17
anni da deputato. D’ora in poi, come
aveva promesso, farà solo il sindaco di
L a città dove Roberto Cota ha messo casa
irrompe nel consiglio regionale
piemontese: il capogruppo del Pd, Aldo
to – afferma riferendosi al vi-
censindaco indignato – per-
chè ci permette di spiegare
dibattito per la sua residenza
in Liguria, senza autista ma
con tanta classe”.
Torino. Un addio commosso, quello del Reschigna, presenta un’interrogazione in cui le nostre abitudini e marcare
deputato Pd (prima Pds, poi Pd, ancora dopo afferma che, se è vero che il governatore abita la differenza: noi non usia- “LE NOSTRE cose – repli-
Ulivo), che ha ricevuto applausi e con la famiglia a Milano, sorgono dei “dubbi” mo le auto blu a spese della ca invece il tesoriere Pasqui
congratulazioni da tutto l’arco parlamentare. sul suo reale interesse nei confronti della collettività, ma i mezzi che – ce le paghiamo da soli, con
Soprattutto, quando Fassino ha espresso il regione. “Un cittadino – dice Reschigna – può compriamo da soli”. L’auto il nostro bilancio, che peral-
suo “fastidio e la sofferenza per la campagna vivere dove vuole. Ma se questa notizia viene in questione, infatti, sarebbe tro è in attivo e in equilibrio,
di antipolitica che rappresenta in modo confermata dal presidente diventa un tassello stata acquistata dal Pd e l’au- senza gravare in nessun mo-
caricaturale l’attività del Parlamento”. utile a costruire la vera identità di chi governa tista sarebbe un volontario do sulle istituzioni e i loro
Al momento del voto (segreto) sulle sue la Regione”. Cota risiede formalmente a del partito. Inoltre la vettura strumenti, come invece tal-
dimissioni 113 suoi colleghi di scranno le Novara, ma vive con la famiglia a Milano. “E non serve al solo Manciulli, volta accade. Non vogliamo
hanno bocciate. Tra loro, ci saranno allora – osserva il capogruppo del Pd – è un ma anche per gli spostamen- infatti alimentare la minima
sicuramente almeno quella dozzina di Cota che ha fatto dei tagli alle auto blu una ti di altri dirigenti e, all’oc- confusione tra ruoli della
deputati che – a differenza di Fassino – delle sue prime battaglie, un po’ demagogiche correnza, per il trasporto di politica e istituzionali per-
continuano a tenersi la poltrona di visti i risultati, ma poi tornerebbe a dormire materiali di propaganda. chè nel primo caso è giusto
Montecitorio anche se sono diventati sindaci nel capoluogo lombardo con gli inevitabili A suscitare la reazione del vi- che la politica si faccia ca-
di comuni sopra i 20 mila abitanti. Al posto costi a carico della Regione”. Risponde Cota: cesindaco è stata, dice, “la rico dei costi per conto pro-
di Fassino subentra Francesca Ciluffo, “Mia moglie svolge la professione di totale insensibilità con la prio, come noi facciamo
giovane notaio, attualmente responsabile magistrato a Milano. Abbiamo una bambina quale importanti esponenti scrupolosamente. Ci per-
del dipartimento cultura per il Pd in di tre anni e mi sembra ovvio che vada della nostra classe dirigente mettiamo di dire che se tutti
Piemonte. all’asilo vicino a dove lavora la madre”. affrontano l’attuale fase po- facessero così la politica co-
litica. Chi rappresenta ai più sterebbe di meno”.
pagina 6 Mercoledì 20 luglio 2011

N
CRONACHE

essuno tocchi Massimo Liofredi: la sua
Il direttore di rete sostituzione al vertice di Rai2 non
avrebbe alcuna giustificazione e, se ci
fosse, scatterebbe subito il ricorso alla magistratura.
Liofredi minaccia: Questo il monito che arriva dai legali del direttore della
seconda rete, gli avvocati Giuseppe Fevola e Irene
Ferrazzo. In una nota si sottolinea che i due legali
toccatemi e vi rovino "hanno già denunciato alla Rai pratiche di mobbing ai
danni del direttore di Rai2 Massimo Liofredi".
Aggiungendo poi "l'intenzione del loro assistito,
preannunciata alla Rai, di procedere giudizialmente con
un ricorso d'urgenza per la reintegrazione del direttore
di Rai2 in caso di sua sostituzione". Una sostituzione
"che, se come annunciato verrà fatta oggi (è in
programma infatti il Cda di viale Mazzini), si palesa non
solo illegittima ma anche illecita, in quanto non appare
dettata da reali esigenze organizzative e imprenditoriali
dell'azienda Rai". Il riferimento è anche ai risultati degli
ascolti registrati dalla rete sotto la direzione di Liofredi:
100 serate di 'prime time' vinte e anche il successo sul
diretto competitor in quattro periodi di fila di garanzia,
oltre alla crescita di ascolti non solo in questo primo
scorcio di estate, ma anche nel raffronto tra questo
periodo e l'analogo di un anno fa.

COME BLOCCARE LA GABANELLI

ADDIO COPERTURA LEGALE
Lorenza Lei lascia senza tutela i dipendenti Rai
(pronte a saltare) e il pastroc-
chio per la copertura legale.
Un cortocircuito che la Rai
dovrà risolvere in fretta per-
ché la seduta di domani è an-
nullata per “Rieti cuore pic-
cante”. La Gabanelli osserva
senza commentare: “Sono
ferma come un ramarro, ve-
diamo”. Rizzo Nervo gioca
con la trappola ideata dal di-
rettore generale: “Non credo
che possiamo votare le nomi-
ne su Rai2 e i canali digitali. A
questo punto va risolto il no-
do giuridico: siamo un orga-
nismo pubblico o una società
per azioni? Non vale compor-
tarsi differentemente a giorni
alterni. Non si può essere
pubblica amministrazione
quando si discute del rinnovo
del contratto per la Gabanelli
ed essere una società per
azioni come le altre quando il
tema riguarda le promozio-
ni”.
IL SINDACATO dei gior-
nalisti Rai prepara lo sciope-
ro: “Privare della tutela legale
Qui sopra, il direttore generale della Rai, Lorenza Lei e in basso Michela Gabanelli (FOTO ANSA) i dipendenti di un'azienda
In alto a destra, don Gallo alla sua festa di compleanno (FOTO EMBLEMA) editoriale vuol dire – spiega
l'Usigrai in una nota condivi-
sa dalla Federazione naziona-
di Carlo Tecce trodestra che, per accorciare
la settimana, pensano al Fe-
chiederà un parere al Tesoro
e all'Avvocatura di Stato per
le della Stampa – spingere i
giornalisti a mantenere un at-
ur di cacciare Milena stival del peperoncino di conoscere il sesso di viale teggiamento asservito ai po-
83 CANDELINE
IL COMPLEANNO RIBELLE
DI DON GALLO
di Pino Giglioli
Genova
unico che non mi ha fat-
“L to gli auguri è il mio Ve-
scovo”, butta lì don Andrea
Gallo. Ma il silenzio di Angelo
Bagnasco lunedì sera è stato
compensato dai duemila che
hanno riempito come un uo-
vo il Palacep. Non un luogo
casuale: per festeggiare i suoi
83 don Gallo è salito in que-
sto simbolo di degrado che
racconta come sia possibile
rinascere.
Senza troppi aiuti, con l’orgo-
glio di cittadini. Grazie a Car-
lo Besana, farmacista brian-
zolo portato al Cep dal desti-
no, che insieme alla gente ha
ricostruito il quartiere. Non
le torri di cemento anni Set-
tanta, ma lo spirito degli abi-
tanti. Un esperimento raro (Il
La festa
al Palacep
detto al Porto, dove la porta di
legno è sempre aperta a chi ha
bisogno. Certo per Luca Mon-
tese, il presentatore (anima di
uno dei comitati della zona), è
stato un lavoraccio, mettere
insieme premi Nobel e ragaz-
zi del quartiere, ma soprattut-
to lui: il don, incontenibile,
che saliva e scendeva dal pal-
co con piglio da attore consu-
mato. E a tutti dedicava una
parola, un ricordo.
NON UNO spettacolo, ma
il racconto della vita di un uo-
mo, per aneddoti, battute;
perfino barzellette, con Ber-
lusconi non narratore ma “vit-
tima”. Nello spirito di don
Gallo, che non fa sconti, ma
non condanna davvero nessu-
no. È uno dei suoi segreti: ri-
belle per chiedere il rispetto
delle regole, della legge come
del Vangelo. Si parte alle 21,
cantano il Liù Ensemble, il Co-
ro Daneo. Don Gallo gioca a
basket con le ragazze della

P Gabanelli e sopprime-
re le inchieste di Re-
por t, il direttore gene-
rale Lei presenta il conto a
migliaia e migliaia di dipen-
Rieti ospiti di Guglielmo Ro-
sitani: “Dico soltanto che se
la Rai (sino a ieri) e gli editori
privati (ancora oggi) hanno
deciso – scriveva ieri su Eu-
Mazzini come se fosse un an-
gelo: la Rai è più organismo
pubblico o società per azio-
ni, deve proteggere i suoi
giornalisti o abbandonarli
teri”. Non c'è traccia di co-
pertura legale nei nuovi con-
tratti e nei rinnovi, una strana
assenza che intimorisce an-
che chi fa i programmi di in-
con il Fatto
e duemila
squadra del Cep (e fa cane-
stro). Poi, sigaro in bocca,
duetta con Fo.
È un fuoco d’artificio. Ecco
Padellaro e una domanda a
denti e collaboratori Rai: ropa – di tutelare i propri nei processi? Aspettando, trattenimento. Tutti hanno bruciapelo al prete scomodo:
niente copertura legale, giornalisti è perché vogliono tutto è sospeso. Per intinge- paura di affrontare i processi cittadini “Quando saranno cacciati i
niente difese nei processi, garantire un’informazione li- re la pratica nel burocratese, (e le spese per gli avvocati), mercanti dal tempio come
gli avvocati e le condanne le bera”. citano la sentenza della Cor- tutti chiedono di registrare le che si riprendono chiede Gesù?”. Un accenno
pagate voi. Lorenza Lei, però, resta di te di Cassazione che fa gra- puntate. Se c'era un modo alla Chiesa, alla politica trop-
Il consigliere Nino Rizzo ghiaccio, non arretra, avan- vare sul Cda la responsabilità per legare la Rai, uno su un la città po attente agli affari. Poi Tra-
Nervo ha denunciato il mi- za. E nel pomeriggio comu- dei propri atti e persino una milione, Lorenza Lei l'ha tro- vaglio che spara a zero sulla
sfatto fra i colleghi di cen- nica al Cda che l'azienda circolare dell'ex dg Mauro vato. Fatto Quotidiano ne ha parlato Casta: “Un immigrato che ar-
Masi. nella rubrica “L’Italia che riva qui non capisce, dicono
Il ministero di Giulio Tre- va”) che continua. L’ultimo che non rispetta la legge se
monti, nemico giurato di Re- capitolo è il Palacep, teatro mette un piede sulla spiaggia.
NAPOLI Corruzione por t perché la trasmissione si
è occupata di lui, dovrà ri-
coperto in un piazzale dove
un tempo i genovesi non osa-
Poi quelli che fanno le leggi
sono i primi a non rispettarle.
spondere al quesito. La Ga- vano metter piede. Lunedì Con reati veri”. Stilettate a
per il capo della Mobile banelli aveva un sospetto,
adesso rafforzato con un
sera erano in tanti, stipati. Per
festeggiare don Gallo con i
maggioranza e opposizione, i
visi dei politici si allungano, le
ittorio Pisani è stato iscritto nel registro degli in- paio di prove: “Non sono suoi amici. Nomi noti: da Mo- mani immobili in grembo, ze-
VRusso,
dagati dopo le dichiarazioni del boss Salvatore Lo
suo ex confidente, che ha riferito di avergli
complottista per natura, ma
non posso – dichiarava saba-
ni Ovadia al genovese Gino
Paoli, passando per Dario Fo
ro applausi. Ci pensa la folla:
due minuti. Per il sindaco Vin-
dato la somma di 160 mila euro in tranche da 20 e 50 to al Fatto – non considerare e Piero Gasperini (allenatore cenzi applausi ma anche fi-
mila nel corso di un anno e mezzo. Si tratta di una il fatto che l'attuale dg abbia dell’Inter) collegati da Mila- schi: “Non sono credente,
notizia di reato e l'iscrizione è stato un atto dovuto. sempre espresso stima nei no. La gloria del basket Mau- non sono più comunista.
Pisani aveva rinunziato ieri mattina al ricorso al Rie- miei confronti e del pro- ro Cerioni. C’era anche Il Fat- Don… mi perdoni?”.
same per la mole dei nuovi atti depositati dalla Pro- gramma, e quindi cosa la co- to, in forze, con il direttore Moni Ovadia legge le parole di
cura, che i legali vogliono approfondire. stringe a rallentare tutto? De- Antonio Padellaro, Marco don Cesare Mazzolari, il ve-
Secondo il racconto del collaboratore di giustizia, le duco che l'azionista, ovvero Travaglio, Cinzia Monteverdi scovo missionario morto il 16
somme date all'ex capo della Mobile partenopea Tremonti, stia usando il suo e Ferruccio Sansa. Poi Loris luglio che salvava i bambini
sarebbero stati in realtà "dei regali per l'amicizia" potere per creare ostacoli”. Mazzetti, giornalista “contro- soldato e comprava gli schiavi
che aveva con il poliziotto, il quale lo usava come corrente” Rai, Enzo Costa, per liberarli. Poi piomba don
confidente. Opposta la versione di Pisani, che già
nel corso dell'interrogatorio dinanzi al gip, aveva
LA TATTICA è la solita: il
rinvio sistematico, il decide-
Sotto attacco giornalista e blogger, che
traccia folgoranti “vignette”
Andrea con Omar Taiebi, re-
sponsabile della Comunità
ribadito di non aver mai accettato soldi da Lo Rus-
so.
re di non decidere, snervare
per accompagnare fuori il
il programma di parole su Repubblica. Islamica del Cep. “Un cattoli-
co, un ebreo, un musulmano
La Procura ritiene però attendibile il racconto del
collaboratore e per questo ha deciso di iscrivere nel
giornalista sgradito. Ecco
perché pesano come un ma-
di Rai3: OSPITI VENUTI da lonta-
no, politici - il sindaco Marta
insieme. Evviva” urla il pub-
blico. Tocca a Gino Paoli. Un
registro degli indagati Pisani. Ascoltando anche le cigno le 400 varietà di pepe- Vincenzi, il presidente della duetto con Moni Ovadia per
testimonianze di chi, come Fabio Cannavaro, aveva roncino che il consigliere Ro- sarà Tremonti Regione, Claudio Burlando, l’"Happy Birthday" collettivo,
sentito da tempo strane voci sui legami tra Pisani e sitani, calabrese anfitrione a l’assessore Andrea Ranieri, i poi si fa sul serio: "Bella Ciao"
Marco Iorio, proprietario di ristoranti e pizzerie so- Rieti, farà degustare ai berlu- a stabilire senatori Roberta Pinotti (Pd) con Moni Ovadia e Don Gallo.
spettati di riciclare il denaro della camorra: “Si di- sconiani Antonio Verro e ed Enrico Musso (Pdl, lontano Arriva la torta, tutti a cantare
ceva in giro che Pisani proteggesse Iorio” ha detto Alessio Gorla in gita nel pa- se Report da Silvio Berlusconi) - ma an- “Sapore di mare”, quel mare
l’ex capitano azzurro. lazzo Papale: oggi il Cda do- che gli amici di sempre, i volti che si vede anche da qui, dalle
vrà esaminare le nomine meriti garanzie della Comunità di San Bene- torri di cemento del Cep.
Mercoledì 20 luglio 2011 pagina 7

I
POVERA ITALIA

l 2010 è stato l’anno horribilis per la monnezza
Pattume senza fine in Campania
Primo gennaio 2010, raccolta
differenziata: sciolti tre comuni del casertano.
tra scontri e promesse 16 febbraio 2010, rabbia a Chiaiano: che ospita
la discussa e contestata discarica di Napoli.
4 marzo 2010, la Corte europea di Giustizia:
mai mantenute condanna l’Italia per il disastro rifiuti in Campania
13 maggio 2010, piano Berlusconi-Bertolaso: Il
parlamentare Pdl Gaetano Pecorella, presidente della
commissione sui rifiuti lo fa a pezzi.
16 giugno 2010, sciopero dei netturbini: Napoli
si sveglia con oltre 1000 tonnellate di spazzatura per
le strade.
21-22 settembre 2010, la rivolta di Terzigno:
scoppia nella notte e durerà per settimane.
22 ottobre 2010, Berlusconi: “In dieci giorni sarà
tutto a posto”.
28 ottobre 2010, Berlusconi: “In tre giorni
ripuliremo Napoli”.
15 novembre 2010, Napoli: colma di spazzatura:
3500 tonnellate per le strade, 10 mila calcolando
quella dimenticata nelle città vicine.
8 dicembre 2010, Terzigno: bruciati alcuni camion.

LA LEGA DEI RIFIUTI

A Roma salta la discussione sul decreto spazzatura,
a Napoli i sacchi neri bloccano la città
di Enrico Fierro Aula di Montecitorio, primo Montecitorio. Un lungo ver- più. sperata ha lanciato in strada. l’amministrazione De Magi-
pomeriggio, va in onda una tice con Stefania Prestigiaco- L’idea viene a Mauro Reguz- Anche la corsia riservata ai stris e del nuovo presidente
overno e maggioranza delle giornate più nere della dell’Asia Raphael Rossi, che

G
sotto, sommersi da
una montagna di mon-
nezza.
Ancora una volta vince la Le-
ga con i suoi diktat e la sua
propaganda secessionista.
Al Nord non vogliamo il pat-
tume napoletano, tuona
Bossi. Berlusconi e il gover-
no calano la testa.
Il decreto per affrontare l’e-
mergenza rifiuti non viene
discusso, meno che mai ap-
provato, si rinvia tutto a
questa mattina.
Forse.
maggioranza berlusconia-
na.
Nella riunione del Consiglio
dei ministri, i leghisti pro-
mettono barricate contro il
decreto. I parlamentari si
adeguano. La maggioranza
chiede un rinvio. Bocciato
per sei voti.
PANICO tra i parlamentari
berlusconiani, accuse della
Lega ai campani del Pdl Rus-
so, Cosentino e Cesaro. Pau-
sa e riunione nella saletta ri-
servata al governo di Palazzo
mo, ministro dell’Ambiente
e i capi di Pdl e Lega che si
risolve in una perdita di tem-
po.
Volano stracci, qualcuno fa
girare la voce che se non si
approva il decreto il gover-
natore della Campania, Ste-
fano Caldoro, fa saltare il ta-
volo e si dimette. La maggio-
ranza è nel pallone, respira
un poco solo quando l’aula
approva, ma per solo 14 voti,
il rinvio a questa mattina.
Quando, molto probabil-
mente, di Napoli, rifiuti ed
emergenza non si parlerà
zoni, capogruppo della Le-
ga. “Il ritiro del decreto è
possibile”. In serata tardi al-
tra riunione lunghissima. Sul
tavolo la possibilità di evitare
i problemi politici che il de-
creto si trascina. Come? Af-
fidandosi alla recentissima
sentenza del Consiglio di Sta-
to che cancella la sentenza
del Tar del Lazio che vietava
il trasporto in altre regioni
della monnezza made in Na-
poli.
Altra scena, Napoli, traffico
bloccato da montagne di sac-
chetti neri che la gente esa-
La realtà
è quella di
sempre: il
Comune
raccoglie
i rifiuti, ma non
sa dove portarli
Un’immagine dei rifiuti nelle
strade di Napoli (FOTO EMBLEMA)
mezzi pubblici è invasa. I
tram sono bloccati, i negozi
sbarrano le porte per tentare
di fermare almeno i miasmi.
La realtà è quella di sempre:
il Comune raccoglie i rifiuti
(2300 tonnellate al giorno),
ma non si sa dove portarli. La
ricerca o l’attivazione di di-
scariche nelle altre province
della Campania va a rilento,
il trasporto in altre regioni
pure, ma c’è di più. Per gior-
ni la ditta che ha in subap-
palto la pulizia del centro
storico, la “Lavajet”, non ha
raccolto i rifiuti, i lavoratori
hanno scioperato perché
non gli è stata pagata la quat-
tordicesima.
Per la cronaca, l’impresa è di
proprietà di Giancarlo Ve-
deo, imprenditore di Savona,
un passato da fedelissimo
della Dc di Emilio Taviani, un
presente vicino all’ex mini-
stro Claudio Scajola. La situa-
zione si è sbloccata solo nel-
la tarda serata di ieri dopo un
incontro tra i lavoratori e
l’assessore all’Ambiente
Tommaso Sodano. I nettur-
bini della Lavajet torneranno
al lavoro, in attesa della pros-
sima bufera. Perché il brac-
cio di ferro è tra le imprese
dei sub-appalti e i piani del-
intendono fare piazza pulita
nella jungla delle imprese
che lavorano nel settore.
“Nessuno ci viene incontro,
nessuno apprezza il lavoro
enorme che sta facendo
l’amministrazione comuna-
le, avremmo voluto maggio-
re solidarietà dalle istituzioni
e da chi avrebbe dovuto rim-
boccarsi le maniche come
stiamo facendo noi”.
QUESTE le parole del sin-
daco Luigi De Magistris. Che
si dice “arrabbiato” dalla si-
tuazione, ma anche “soddi-
sfatto” perchè “stiamo an-
dando avanti da soli in que-
sto momento”. “Mi aspetto
molto da questa settimana -
ha affermato - perché mettia-
mo in funzione un altro im-
pianto di stoccaggio provvi-
sorio, in via Brin, cui va ad
aggiungersi il paese estero”.
In questo modo, secondo il
sindaco, sarà possibile “tira-
re un sospiro di sollievo”.
Quale sia il paese straniero
dove verranno trasferiti i ri-
fiuti napoletani, il sindaco
non lo rivela. “Lo diremo so-
lo quando avremo messo la
firma sull’accordo per evita-
re sabotaggi”.

Via D’Amelio 19 anni dopo: molte corone, nessuna verità

INCHIESTA SULL’AGENDA SCOMPARSA DI BORSELLINO: A BREVE LA RIAPERTURA SULLA BASE DI UN NUOVO FILMATO
La manifestazione di ieri per i 19 anni dalla strage di via D’Amelio (FOTO ANSA)
di Giuseppe Lo Bianco
e Sandra Rizza
Palermo
ell’Italia delle cricche para
N mafiose Gianfranco Fini ap-
proda a Palermo in via D’Ame-
lio, luogo simbolo della nascita
della Seconda Repubblica fon-
data, come dice il pm Ingroia,
sul sangue dei servitori dello
Stato, schierandosi a fianco dei
magistrati inquirenti con paro-
le chiare e inequivocabili: “Nel-
la battaglia contro la criminalità
organizzata – dice il presidente
della Camera – quello politico è
un fronte decisivo. Bisogna evi-
tare di candidare persone so-
spette di vicinanza con la mafia
e a maggior ragione di elevarli a
posti di responsabilità. Non è
necessario aspettare sentenze
definitive per prendere le deci-
sioni che servono”. E quando
Fini si avvicina al cordone uma-
no delle “Agende rosse” che
presidia l’ulivo voluto dalla ma-
dre di Paolo Borsellino in via
D’Amelio, la tensione è alle stel-
le e il nervosismo attraversa gli
uomini che proteggono il pre-
sidente della Camera: vola qual-
che spintone, per tenere lonta-
ni i giornalisti. L’ordine di Sal-
vatore Borsellino è quello di
consentire alla terza carica del-
lo Stato di onorare la memoria
del giudice ucciso, nonostante
uno striscione poco lontano
esprima perfettamente lo stato
d’animo del movimento: “No a
corone di Stato per una strage
di Stato”. Non tutti sono d’ac-
cordo con Borsellino, ma alla fi-
ne prevale il buon senso: “Vi
ringrazio tutti – dice subito do-
po con il megafono il fratello
del giudice ucciso – onoriamo
le istituzioni, non gli uomini
che le rappresentano. E dicia-
mo che alcuni sono molto me-
no degni di altri, mi riferisco a
Berlusconi che forse è stato an-
che il mandante di queste stra-
gi. Ma opporsi a Fini vuol dire
fare scoppiare tafferugli, abbia-
mo fatto la scelta più intelligen-
te”. Applausi a scena aperta per
il leader delle '”agende rosse”
che hanno invece rifiutato di
applaudire Fini, protagonista di
uno scambio di battute con un
giovane del movimento: “Io –
ha detto la terza carica dello Sta-
to – posso ancora guardarmi al-
lo specchio perché non ho nul-
la da nascondere”. Accanto a lui
Fabio Granata e Italo Bocchino,
protagonisti della nuova rotta
legalitaria di Fli che ha spinto
Bocchino a raccogliere l’invito
di un militante a firmare lo stri-
scione che assegna a ciascuno i
propri eroi: “A noi Falcone e
Borsellino, Mangano e Dell’U-
tri li lasciamo a voi”. Con Boc-
chino e Beppe Lumia (Pd), Fini
è stato l’unico esponente istitu-
zionale ad avvicinarsi al porto-
ne di via D’Amelio, dove 19 an-
ni fa oltre 80 chili di semptex
cancellarono la vita di Borselli-
no e dei cinque agenti della
scorta. Forse anche grazie alle
parole di sostegno offerte di
mattina dal presidente della Ca-
mera ai magistrati che ha incon-
trato nel Palazzo di Giustizia di
Palermo, gli stessi pm che lune-
dì sera avevano denunciato con
parole durissime il clima di at-
tacco alla magistratura in corso
nel paese e il ruolo occulto ope-
rativo di apparati dello Stato im-
pegnati a cancellare le prove
dei delitti eccellenti. Sono i co-
siddetti “ripulitori”, di cui ha
parlato il procuratore generale
di Caltanissetta Roberto Scarpi-
nato, ricordando, tra gli altri de-
pistaggi, la sparizione dell’a-
genda rossa di Paolo Borsellino
“che evidentemente contene-
va notizie tali da consentire di
ricostruire il gioco di potere di
cui probabilmente la trattativa
è solo un momento’’. E proprio
su questa misteriosa scompar-
sa, la procura di Caltanissetta si
avvia a riaprire l’inchiesta, già
una prima volta archiviata dalla
Cassazione nei confronti del compaiono nei filmati e sono
colonnello Giovanni Arcangio- tuttora in corso di identificazio-
li. I pm stanno infatti esaminan- ne. “Al di là delle responsabilità
do un mega-collage filmato, penali – dice il pm di Caltanis-
composto da una serie di spez- setta Nicolò Marino – è gravis-
zoni video girati in via D’Ame- simo che l’ufficiale non abbia
lio nell’immediatezza della stra- saputo dare spiegazioni plausi-
ge, che riprendono l’ufficiale bili del perché si allontanasse
con la borsa del giudice appena dal luogo della strage con in ma-
ucciso in mano, in movimento no un corpo di reato. E ciò im-
verso l’incrocio con via Auto- pone nuovi accertamenti fin
nomia siciliana. Fino all’incon- quando non si sarà trovata la ve-
tro con alcune persone che rità”.
STRAGE di Bologna
L’esercito del Pdl
Ochenorevole chiama esercito. Fabio Garagnani, deputato Pdl,
chiede che intervengano i militari per la manifestazione
il prossimo due agosto ricorderà (in assenza di rappre-
sentanti del Governo) le 200 vittime della strage alla stazione
del 1980. Motivo? Il “clima di permanente ideologizzazio-
ne”, dimostrato anche - durante la campagna elettorale - dai
lanci di monetine contro Manes Bernardini, candidato sin-
daco del centro destra. Non solo: gli atti vandalici e attentati
esplosivi contro le sedi bolognesi di Ibm e Eni (attribuiti al
fronte anarchico) e l’arresto di alcuni no Tav provenienti dal-
l’Emilia Romagna giustificherebbero la necessità dell’eser-
cito. Questo il commento di Libero Mancuso, magistrato che
si occupò dell’inchiesta sulla strage e poi assessore della
giunta Cofferati: “Non si tratta di un problema di ordine pub-
blico, ma di un problema di ordine psichiatrico”.
pagina 8 Mercoledì 20 luglio 2011

DELITTI E MISTERI

La terza
“UN UOMO PERICOLOSO”: IN CELLA giunta di
Alemanno
IL MARITO DI MELANIA REA Ed è già
campagna
Accusato di aver ucciso con crudeltà e vilipeso il cadavere elettorale
di Sandra Amurri del Dna di Salvatore Parolisi questi mesi il riconoscimento quell’ora, alle 14.30, Melania Ris, come gli accertamenti geo- di Silvia D’Onghia
sulle labbra e sulle gengive di del luogo in cui è stata ritrovata era già stata uccisa nel Bosco logico-botanici, mentre la dina-
o in carcere, l’assassi- Melania, tracce lasciate poco delle Casermette. Ad inchio- tiamo salvando Ro-

“I
no di mia moglie a pie-
de libero”. Sono le pri-
me parole del caporal
maggiore Salvatore Parolisi
quando la porta della cella di
Marina del Tronto si chiude al-
le sue spalle. Alla fine è stato
arrestato, con l’accusa di omi-
cidio volontario pluriaggrava-
to da vincoli di parentela e cru-
deltà (il corpo è stato trafitto da
30 coltellate) e vilipendio di
cadavere, in eventuale concor-
so con altri, il marito di Carme-
la Rea. Per tutti Melania, per le
amiche del cuore Mela, la don-
na di Somma Vesuviana di 29
anni - ancora da compiere -,
mamma di una bimba di 18 me-
si, trovata morta il 23 aprile
scorso a Ripe di Civitella, nel
Bosco delle Casermette in pro-
vincia di Teramo. Reato che
prevede la pena dell’ergasto-
lo.
Il Gip nell’ordinanza motiva la
custodia cautelare sostenendo
che Parolisi potrebbe uccidere
ancora, considerati l’efferatez-
za del delitto, la lucidità con
cui avrebbe agito (anche nei
giorni successivi) e, soprattut-
to, il fatto che avrebbe esposto
la figlia a una simile situazione
(la piccola dormiva verosimil-
mente in auto mentre la mam-
ma veniva uccisa nel bosco).
Elementi che rendono il capo-
ral maggiore dell’Esercito un
soggetto “estremamente peri-
coloso”. A dettare una svolta al-
le indagini sono state le tracce
ARMI TRASPORTATE SULLE NAVI PASSEGGERI
TRA MISSILI E RADAR, LA SARDEGNA DEI SEGRETI
di Cinzia Simbula
prima che morisse (altrimenti
il contatto sarebbe stato can-
cellato dal movimento della
lingua e dalla saliva). Un bacio,
forse, o la bocca bloccata dalla
mano del marito per evitare
che la donna urlasse. Il moven-
te sarebbe la “relazione con la
soldatessa”, quella Ludovica
Perrone conosciuta nel 235
Rav Piceno durante un corso di
addestramento e mai dimenti-
cata.
TANTO CHE Parolisi a Pa-
squa sarebbe dovuto andare a
Roma a conoscere i genitori di
lei, che gli avevano prenotato
una stanza d’albergo, per co-
municare loro la fine del suo
matrimonio e ufficializzare il fi-
danzamento con la figlia. Mela-
nia sapeva della loro relazione
dopo aver scoperto sul cellula-
re di lui gli sms che i due si scam-
biavano. Per ben due volte te-
lefonò all’amante per chiederle
di lasciare in pace suo marito.
“Vecio alpino”: questo il nome
che Salvatore Parolisi aveva
scelto per la sua pagina su un
social network per comunicare
con la donna per la quale aveva
perso la testa. Profilo che ha
provveduto a cancellare il gior-
no dopo l’omicidio della mo-
glie, ma che gli inquirenti han-
no ricostruito nei dettagli gra-
zie alla rogatoria internazionale
inoltrata negli Stati Uniti dove
ha sede legale il sito. Tra le tante
contraddizioni di Parolisi in
mancare niente, di navi
passeggeri utilizzate per il
Melania: dapprima ha sostenu-
to di averlo identificato da alcu-
ne foto riprese dal telefonino di
un agente di polizia penitenzia-
ria, poi – quando è stato accer-
tato che da quel cellulare non
erano mai state scattate foto –
ha detto di averle viste sui gior-
nali. Ha continuato a sostenere
che la moglie si era allontanata
alla ricerca di un bagno dal pia-
noro di Ascoli, dove erano an-
dati per una scampagnata con
la bambina e di essere scompar-
sa nel nulla. Ma la perizia me-
dico legale ha accertato che lì
non ci sono mai stati visto che a
Salvatore Parolisi, marito
di Melania Rea, è stato
arrestato ieri e condotto in
carcere (FOTO LAPRESSE)
nusei Domenico Fiordalisi
(che porta avanti l’indagine
darlo, secondo quanto si legge
nell’ordinanza, sono stati pro-
prio i risultati dell'autopsia. La
donna è stata uccisa mentre Pa-
rolisi diceva di essere a colle
San Marco con la figlioletta Vit-
toria. Un alibi che non ha tro-
vato riscontro in nessuno dei
testimoni.
ORA SARÀ la Procura di Te-
ramo a continuare le indagini,
visto che il Gip ne ha disposto il
trasferimento sulla base della
competenza territoriale. Man-
cano ancora diversi risultati dei
segreto di Stato sulla vicen-
da delle armi confiscate e
mica dell’omicidio è stata rico-
struita dalla perizia medico le-
gale: Melania era chinata con i
pantaloni e gli slip abbassati
(probabilmente per urinare)
quando l’assassino ha cercato
di ucciderla. La donna è fuggita,
ma poi è caduta e a quel punto
l’assassino le ha inferto 30 col-
tellate. Non si sarebbe trattato
dunque di un atto di rabbia se-
guito ad una discussione vio-
lenta: Melania non aveva tracce
di pianto e il trucco era intatto.
E come se non bastasse l’assas-
sinio è tornato sul luogo del de-
litto munito di un’altra arma -
forse un punteruolo - per sfre-
giare il cadavere. Un uomo spie-
tato, molto diverso da quello su
cui il fratello di Melania, Miche-
le, e i genitori erano pronti a
giurare essere una persona
tranquilla, un buon marito e un
ottimo padre. Ed è proprio per
questo che per loro ieri Melania
è stata uccisa un’altra volta.
Il movente
sarebbe
da rintracciare
nella relazione
che l’uomo
aveva con
una soldatessa
de Scanu – impossibile da
condividere. Il mio non è
“S ma”. Da cosa? Dal bu-
co di bilancio ereditato dal-
la vecchia amministrazio-
ne. Gianni Alemanno è già
in campagna elettorale.
Peccato che lo abbia an-
nunciato ieri, giorno in cui
ha presentato la sua terza
giunta in tre anni, dopo che
il Tar ha bocciato la quasi
totale assenza di donne nel-
la sua seconda squadra. Do-
po una riunione, domenica
sera, durante la quale sono
volati i coltelli, le uniche
novità che il primo cittadi-
no è stato in grado di offrire
sono la “promozione” del-
l’assessore alle Politiche
sociali, Sveva Belviso, a vi-
cesindaco e l’ingresso in
giunta dell’ex presidente
della As Roma, Rosella Sen-
si. Quest’ultima sarà asses-
sore alla Promozione per la
candidatura olimpica e
grandi eventi. Due nomine
che certo non accontenta-
no l’opposizione, già pron-
ta a presentare un nuovo ri-
corso al Tar.
Per fare posto alla Belviso
(una che vuole “sentirsi
protetta dentro casa come
donna, non in giunta come
politica”), naturalmente si
è dovuta garantire all’ex vi-
cesindaco, Mauro Cutrufo,
la via d’uscita: responsabi-
le del Pdl per gli enti locali
con delega per Roma Capi-
tale. E con tanto di interes-
samento del coordinatore
Angelino Alfano.
Alemanno ha anche pre-
sentato il suo programma
elettorale: le emergenze
sociali e il reddito delle fa-
miglie, un piano biennale
straordinario per la manu-
tenzione stradale, il deco-
ro, l’emergenza traffico e le

Snia”.itrebbe
scrive Sardegna, si po-
leggere “colo-
Delle forze armate.
Che si tratti di poligoni mi-
litari insediati nei luoghi tra
i più suggestivi dell’isola, di
radar da installare al servi-
zio della sicurezza sulle col-
line con vista mare (ce ne
sono in programma cin-
que) o, giusto per non farsi
trasporto “silenzioso” di
missili e armi.
L’ULTIMO capitolo è pro-
prio questo e, mentre i co-
mitati spontanei di cittadini
fanno sentire la propria vo-
ce di dissenso e sconcerto,
organizzando manifestazio-
ni a sostegno di magistrati
come il procuratore di La-
sul poligono interforze di
Quirra) o eventi musicali
(uno proprio ieri sera a Igle-
sias, che ha visto sul palco
gruppi di musicisti emer-
genti, per quello che è stato
chiamato il Festival No ra-
dar), arriva una notizia che
ha l’effetto (è proprio il caso
di dirlo) di una bomba.
Ovvero l’imposizione del
custodite nei bunker di San-
to Stefano, nell’arcipelago
della Maddalena. In partico-
lare sulla destinazione finale
di quel materiale ingom-
brante che doveva essere di-
strutto, invece a maggio è
stato caricato sui container
dell’Esercito italiano e spe-
dito oltremare con i traghet-
ti degli ignari passeggeri di-
retti a Civitavecchia. Tra-
sfertisti e villeggianti che si
sono goduti la traversata
antimilitarismo, bensì anti-
militarizzazione”. Il sospet-
to che aleggia con sempre
periferie e il terzo patto per
Roma sicura. Mancano so-
lo i manifesti per strada.
maggiore forza è che le ar-
mi, confiscate dalla Nato nel
1994 e che avrebbero dovu-
to essere distrutte, abbiano
preso la strada per la Libia.
Maurizio Turco e Luca Mar-
co Comellini, rispettiva-
mente deputato radicale e
segretario del Pdm (Partito
per la tutela dei diritti di mi-
litari e delle forze di poli-

Attaccate di Loris Mazzetti

che fece B., dopo essere tornato a Pa-

la spina
Tannizouttiche
auspichiamo la nascita del famoso ter-
polo della tv generalista. La7 sono dieci
ci fa inutilmente sperare. Il bipola-
rismo, Rai-Mediaset, continua imperterrito.
Lo dimostra il bando del ministro Romani per
l’assegnazione dei sei multiplex nazionali sul
digitale terrestre. Le regole sono scritte alla
perfezione per Rai e Mediaset, per garantire
loro le frequenze migliori. Il bando sembra
fatto apposta per escludere Sky dalla com-
petizione. Sky, per le entrate (abbonamenti e
pubblicità) è già di fatto il terzo polo, ma ri-
mane ancora una tv d’élite. I tentativi fatti
per creare un palinsesto generalista (SkyUno)
sono tutti naufragati nonostante i vari Fiorel-
lo, Panariello, ultimo arrivo Simona Ventura.
La7 nacque con Colaninno e Pellicioli (messi
a capo di Telecom dal governo D’Alema), che
acquisirono Tmc da Cecchi Gori. La serata di
inaugurazione, condotta da Fabio Fazio, por-
tò la tv in prima serata a toccare il 14% di sha-
re (record d’ascolto della tv). Tra le prime cose
senza sapere dove, in realtà,
stessero poggiando i piedi.
Una vicenda che ha convin-
lazzo Chigi, fu quella di dare la compagnia
telefonica a Tronchetti Provera, che infranse i
to la Procura di Tempio ad
aprire un’inchiesta, ma l’at-
sogni del terzo polo annullando i vari contrat- tività dei magistrati si dovrà
ti tra cui quello di Fazio. La7 navigò alla media
del 2% di share fino all’arrivo di Mentana al
timone del tg. L’amministratore delegato
scontrare con il muro di
gomma rappresentato dal
segreto di Stato. Questione
Giovanni Stella, tra maggio e giugno, dichia- spinosa, di cui si era già oc-
rava in lungo e in largo: “Uno o due, tra San- cupato il senatore Giampie-
toro, Gabanelli, Floris e Fazio, verranno a ro Scanu (Pd), presentando
La7”, e in una memorabile intervista al Fatto: un’interrogazione al presi-
“Sto sotto il banano-Rai aspettando che dente del Consiglio e al mi-
scendano i macachi-conduttori”. La parola nistro della Difesa.
d’onore (grazie alla quale Santoro aveva de- Scanu rilancia: “Il fatto che
ciso di interrompere il rapporto con la Rai), impongano il segreto di Sta-
non fa parte del mercato televisivo, soprat- to legittima le nostre preoc-
tutto quando B. (vedere alla voce conflitto di cupazioni, quindi sarebbe
interessi), minaccia di interviene sulla mano- bene avere un chiarimento
vra per inserire la clausola: “obblighi di ser- immediato. Di fatto ci tro-
vizio universale”, cioè sottrarre a Telecom, a viamo di fronte ad una re-
beneficio di tutti i concorrenti, la rete che por- crudescenza dell’imple-
ta il cavo telefonico in tutte le case. Stella, mentazione delle attività di
quando è sceso il macaco-Santoro, si è fatto servitù, in contro tendenza
trovare distratto. Che combinazione! L’unica rispetto a quanto il governo
novità è l’arrivo di Saviano. Una rondine non aveva dichiarato di voler fa-
fa primavera. re dopo le nostre sollecita-
zioni. Una politica – conclu-
zia), avevano già chiesto
chiarimenti al ministro della
Difesa.
IN PARTICOLARE per
conoscere “dopo le ammis-
sioni da parte della Francia
sull’invio di armi ai ribelli li-
bici, la tipologia di aiuti che
fino ad oggi sono stati invia-
ti agli stessi ribelli, nonché
escludere l’invio di arma-
menti di qualsiasi natura an-
che alla luce del fatto che
dalla metà dello scorso me-
se di mese aprile operano
sul suolo libico 10 militari
italiani con il compito di
istruttore”. Per Turco e Co-
mellini “c’è un problema e
non riguarda la sicurezza na-
zionale, ma eventualmente
un traffico di armi interna-
zionale e la compromissio-
ne del Governo italiano che
in tal caso avrebbe violato le
risoluzioni dell’Onu e ancor
prima la sua stessa Costitu-
zione”.
Mercoledì 20 luglio 2011 pagina 9

ECONOMIA

IL COMMISSARIO
DI ALITALIA
SBATTE LA PORTA
Scontro con il governo sui manager
da denunciare, Fantozzi se ne va
di Daniele Martini
ome una malattia grave
C
ed endemica, l’Alitalia
continua a mietere vitti-
me. Questa volta tocca ad
Augusto Fantozzi, più volte mi-
nistro nei governi di Lamberto
Dini e Romano Prodi, docente
e commercialista tra i più in vi-
sta e facoltosi d’Italia, presi-
dente Sisal, cioè in pratica lob-
bista di alto rango della grande
azienda dei giochi, patito delle
auto di grossa cilindrata e in
particolare delle Ferrari che al-
linea nel suo garage a ridosso di
Villa Borghese a Roma, e infine
commissario della vecchia
compagnia aerea messa in li-
quidazione nell’agosto di tre
anni fa. A sorpresa Fantozzi si è
dimesso da quest’ultima carica
e se ne è andato sbattendo la
porta.
Lo ha fatto nel momento forse
più delicato di tutta l’operazio-
ne, quando si trattava di passa-
re dalla parte esclusivamente
La manovra
ha previsto
l’affiancamento
con due
“controllori”
nominati
da Berlusconi
economica della faccenda alle
valutazioni di tipo legale dei
comportamenti dei vecchi am-
ministratori della compagnia.
Per quanto riguarda la parte
economica, molto è stato fatto,
anche se restano da vendere al-
cuni terreni, come i 100 mila
metri quadrati di Pianabella, a
ridosso di Fiumicino, dove gli
Aeroporti di Roma sognano di
far nascere lo scalo numero 2 e
poi i 45 mila metri alla Mura-
tella, davanti alla ex sede della
compagnia alla Magliana. Nel
frattempo Fantozzi ha accerta-
to un passivo di 93 milioni di
euro, individuato 1 miliardo e
mezzo di crediti e ricevuto ri-
chieste per 4,4 miliardi dai cre-
ditori, dopo aver venduto 46
aerei incassando 64 milioni di
euro, 182 quadri tra cui alcuni
Guttuso, Balla e Severini per 1
milione e 200 mila euro.
IL COMMISSARIO ora si sta-
va accingendo a stilare la lista di
coloro che potrebbero essere
ritenuti responsabili della mala
gestione della vecchia Alitalia.
Si tratta di decine di persone,
presidenti, amministratori de-
legati, consiglieri, sindaci revi-
sori dei conti che si sono suc-
ceduti negli ultimi 5-6 anni ne-
gli uffici della compagnia prima
del tracollo finale. Il governo in
pratica non ha voluto lasciare al
solo Fantozzi il compito di in-
dividuarli nome per nome, al
contrario avrebbe voluto af-
fiancargli due mastini che
avrebbero dovuto controllarlo
a vista mettendolo eventual-
mente in minoranza nei mo-
menti opportuni. Di fronte a
questo marcamento stretto an-
nunciato, Fantozzi ha preferito
mollare la partita. Se ne va con
un compenso di circa 6 milioni
di euro incassato in due diffe-
renti tranches, calcolato in base
ad una percentuale fissa sull’en-
tità della liquidazione a cui lo
stesso Fantozzi dice di aver
spontaneamente applicato uno
sconto del 45 per cento.
NEL COMUNICATO uffi-
ciale non si parla ovviamente
né di questo né del braccio di
ferro in corso e si lascia trape-
lare solo un pallido indizio della
verità, là dove il commissario af-
ferma che è «venuta meno la fi-
ducia del governo nei suoi con-
fronti». Cioè la fiducia di quello
stesso esecutivo che nel 2008
lo aveva scelto e nominato con-
cedendogli credito ed appog-
gio pur sapendo benissimo che
non faceva parte della scuderia
berlusconiana. In quell’occa-
sione il suo grande sponsor fu
Gianni Letta che lo indicò a Ber-
lusconi considerandolo, di fat-
to, un apparatcik fidato, uno di
quei grandi commis pubblici
che nella scala delle preferenze
del sottosegretario alla presi-
denza del Consiglio occupano i
posti di vertice.
LA ROTTURA è clamorosa
ed equivale in pratica ad una fu-
ga da parte di Fantozzi da un go-
verno sempre più screditato e
si inserisce in quel rompete le
righe che aleggia intorno a pa-
Il commissario di Alitalia,
Augusto Fantozzi ha lasciato
l’incarico in polemica col governo
(FOTO ANSA)
lazzo Chigi. Il governo, del re-
sto, non è stato tenero con Fan-
tozzi inserendo nella manovra
anticrisi del 6 luglio elaborata
dal ministro dell’Economia,
Giulio Tremonti, una norma
che in quel contesto appare del
tutto impropria e che suona co-
me una scudisciata in faccia al
commissario Alitalia e implici-
tamente anche in faccia al suo
sponsor Letta.
Quella norma stabilisce che
«l’organo commissariale mono-
cratico», cioè l’incarico di Fan-
tozzi, «è integrato da due ulte-
riori commissari» a cui possono
essere affidate «incombenze
specifiche». In pratica il gover-
no di Berlusconi ha deciso di di-
videre per tre le funzioni di
commissario Alitalia stabilen-
do di dividere per tre anche il
compenso futuro per il lavoro
di commissariamento della
compagnia. Tanto che di fronte
a questo taglio drastico qualcu-
no ha malignato sostenendo
che Fantozzi si è dimesso per i
soldi.
LANDINI Sulla Fiat
la Fiom non si arrende
a Fiom è pronta a sostenere tutti i lavoratori che voles-
Lnosciuto
sero intentare a Fiat cause individuali per vedersi rico-
il diritto di traghettare nella Newco con le mo-
dalità del vecchio contratto 2008 e non con quello nuovo.
Riparte da qui, come annuncia il leader delle tute blu della
Cgil, Maurizio Landini, l’iniziativa Fiom dopo la pronuncia
del Tribunale di Torino sull'accordo separato di Pomiglia-
no. "Le cause sono indipendenti dalle motivazioni della sen-
tenza. Difenderemo il diritto dei lavoratori di essere assunti
dalla Newco senza firmare il nuovo contratto ma con quello
del 2008", spiega. Ma la strategia della Fiom non si ferma
qui.
"Vigileremo su possibili discriminazioni nei confronti di
iscritti Fiom e sul tentativo di aggirare la sentenza di Torino
che dice a chiare lettere come la Fiom anche se non ha
firmato l’accordo di Pomigliano può istituire Rsa interne
allo stabilimento", annuncia il presidente della Consulta
giuridica della Cgil, Piergiovanni Alleva che ricorda come
la legge ammetta in questi casi "la prova statistica". E i nu-
meri, per la Fiom, fino ad oggi sono quanto meno "sospet-
ti": su 137 assunti nella Newco di Pomigliano non risulta al
sindacato che ce ne sia uno iscritto alla Fiom. “dai nostri
conti ce ne dovrebbero essere almeno 10. Ma aspettiamo di
raggiungere almeno quota 300 assunti per fare una valu-
tazione più precisa”, dice ancora Alleva e avverte che “se ci
sarà un ritardo poco spiegabile ai danni di lavoratori nostri
iscritti, che resterebbero per questo in cassa integrazione,
non aspetteremo un minuto per fare ricorso". La "vigilanza"
del sindacato si estenderà anche ad altre iniziative del Lin-
gotto. La Fiom, inoltre, rispedisce al mittente gli inviti alla
riflessione arrivati dal ministro del Lavoro, Maurizio Sac-
coni. "Se una impresa come Fiat dice che se in Italia si di-
fendono i diritti dei lavoratori se ne va, non è un problema
anche del governo? E poi Fiat ha già chiuso lo stabilimento
Cnh di Imola, sta chiudendo quello di Termini Imerese per
produrre la stessa auto in Polonia, ed è in procinto di ven-
dere quello della Irisbus di Avellino per andare Francia”.

La decisiva riunione di giovedì a Bruxelles

Se l’Europa molla la Grecia, l’Italia rischia

La sede della Bce (FOTO EMBLEMA)
di Marco Onado
li stress test sulle banche euro-
Glanciato
pee pubblicati venerdì hanno
un segnale forte e chiaro:
se non si stende al più presto un
cordone sanitario intorno a Grecia,
Irlanda e Portogallo, la crisi si al-
largherà all’intero continente con
conseguenze drammatiche per
l’euro e l’intero sistema bancario,
compreso quello di Germania e Re-
gno Unito, non a caso oggetto da
lunedì di forti pressioni ribassiste.
IL TEST è rigoroso, molto di più di
quello dello scorso anno, per alme-
no tre motivi. Perché si fonda su ipo-
tesi abbastanza pessimistiche dello
scenario economico nel prossimo
biennio. Perché è basato su una de-
finizione di capitale bancario molto
più restrittiva (e sensata) di quella
adottata da certe autorità di vigi-
lanza e dunque molto più idonea a
fornire una misura della reale robu-
stezza patrimoniale di ogni banca.
Ma soprattutto perché fornisce
un’informazione dettagliata e sen-
za precedenti sui rischi effettivi di
ciascuna banca, disaggregati per
Paese, categoria di debitori, sca-
denze.
A QUESTO PUNTO non
hanno senso le critiche di coloro che
avrebbero voluto ipotesi molto più
restrittive sul valore dei crediti pos-
seduti dalle banche. L’autorità eu-
ropea ha infatti fornito al mercato
una specie di scatola di montaggio
in cui ciascuno può fare le simula-
zioni che ritiene più opportune, so-
prattutto per quanto riguarda lo
spinoso problema del debito dei
paesi da tempo nell’occhio del ci-
clone (Grecia, Irlanda e Portogallo)
e quelli presi di mira di recente co-
me Italia e Spagna.
Seguendo questa strada, emergo-
no tre importanti risultati.
PRIMO: l’esposizione delle ban-
che nei confronti dei governi di Gre-
cia, Irlanda e Portogallo è di 132 mi-
liardi, per almeno la metà concen-
trati nei rispettivi sistemi bancari.
SECONDO: l’esposizione verso
i titoli pubblici di Spagna e Italia è un
multiplo di quella cifra: rispettiva-
mente, 289 e 265 miliardi ed è mol-
to più ramificata all’intero continen-
te.
TERZO: l’esposizione comples-
siva, che include cioè anche i crediti
interbancari, fa salire le cifre pre-
cedenti di 75 miliardi per i primi tre
paesi e oltre 500 per Spagna e Ita-
lia. Dunque, non solo l’esposizione
complessiva verso Spagna e Italia
supera di gran lunga il trilione di eu-
ro (mille miliardi), ma è anche co-
stituita da una rete così estesa di
interconnessioni da rendere estre-
mamente probabile che la crisi si
propaghi come in un’epidemia sen-
za controllo.
Tutto questo significa una cosa sola.
L’Europa può permettersi un de-
fault ragionato e selettivo dei tre
paesi “minori”, che hanno oggetti-
vamente un debito insostenibile,
perché le perdite per le banche sa-
rebbero tutto sommato sostenibili.
Goldman Sachs stima che una ri-
duzione significativa del valore del
debito (60 per cento per la Grecia;
40 per cento per Portogallo e l’Ir-
landa) richiederebbe di immettere
nel sistema bancario europeo circa
25 miliardi di euro per continuare a
rispettare gli attuali parametri di
patrimonio. È un puro esercizio teo-
rico, ma che dimostra che l’effetto è
tutto sommato tollerabile: si tratta
di meno di un quarto dell’intervento
effettuato nei confronti della sola
Grecia.
Ma è anche chiaro quello che l’Eu-
ropa non può permettersi: il benché
minimo sospetto che anche Spagna
e Italia non siano in grado di ripa-
gare il loro debito, perché questo si-
gnificherebbe mettere a rischio ol-
tre un trilione di attività detenuta
dalle banche del continente. La con-
seguenza sarebbe l’implosione non
solo del sistema finanziario euro-
peo, ma dell’intera costruzione mo-
netaria e politica. E non può nep-
pure permettersi che l’attuale si-
tuazione di incertezza permanga,
perché questo costringe i due paesi
a pagare tassi di interesse esorbi-
tanti e le loro banche ad indebitarsi
sui mercati a condizioni che com-
portano una riduzione permanen-
te dei loro profitti, dunque della loro
capacità di attrarre capitali.
In altre parole, il grande sforzo di
trasparenza compiuto dalla nuova
autorità europea inchioda i governi
alle proprie responsabilità, perché
mette in evidenza che è possibile
una soluzione negoziata fra credi-
tori e debitori (come avviene in ogni
crisi finanziaria, privata o sovrana
che sia) purché si possa ripartire
con un volume di debiti ragionevole,
che elimini la possibilità di contagio
ai grandi paesi dell’area dell’euro.
Come in tutte le crisi finanziarie del-
la storia, soluzioni concordate e cre-
dibili per i tre paesi piccoli possono
creare una barriera protettiva, cioè
creare un vero e proprio cordone sa-
nitario e ristabilire il principio ele-
mentare che il debito sovrano dei
paesi sviluppati è poco rischioso,
come si insegna nei manuali di fi-
nanza.
FINORA, i governi europei si so-
no limitati a prendere tempo, ma gli
aiuti concessi sono serviti solo a rim-
borsare i debiti in scadenza: una
scelta che nell’immediato tutela gli
interessi delle banche creditrici e
che può essere presentata agli elet-
tori come giustamente severa nei
confronti di paesi che hanno vissuto
al di sopra dei propri mezzi; la pa-
rola d’ordine deve essere, come ai
tempi della contestazione studen-
+1,92% 3,04%
PIAZZA AFFARI
RECUPERA DOPO
IL LUNEDÌ NERO
tesca “pagherete caro, pagherete
tutto”.
Ma si tratta come allora di una vuo-
ta formula. Occorre che a partire
dalla riunione di giovedì dell’Euro-
zona si comincino a valutare piani
concreti e credibili di soluzione del
debito dei tre paesi. La linea che
chiede un rimborso completo sem-
pre più improbabile non è ulterior-
mente praticabile. Anzi, richiama
sempre più sinistramente l’ottusa
determinazione con cui i paesi vin-
citori della prima guerra mondiale
imposero alla Germania pesanti e
impossibili riparazioni, facendo
crollare la Repubblica di Weimar e
gettando i tedeschi nelle braccia di
Hitler. Il paragone è forse troppo
pessimista, ma come dicono gli in-
glesi, la storia non si ripete, ma
spesso è scritta in rima.
IL DIFFERENZIALE
TRA I NOSTRI TITOLI
E QUELLI TEDESCHI
pagina 10

x
IL RACCONTO x

I GIORNI DI GENOVA
IL SILENZIO
Da piazza
Alimonda
alla Diaz:
10 anni dopo

IMPOSSIBILE
il G8 nelle strade
del sangue
Ma il grande
depistaggio di Roberto Ferrucci nella memoria collettiva, negli anni successivi. Gi-

Q
sul movimento UEI NOMI, dieci anni dopo.
Via Tolemaide, via Caffa, corso
Buenos Aires, Piazza Alimonda.
non ha vinto Scendo dal treno, il tempo di la-
sciare i bagagli all'hotel e poi su-
bito qui, al BarLino, all'angolo
fra la piazza e via Caffa, seduto al tavolino di fron-
te a una targa che non ha più nulla a che vedere
con quella dove una mano anonima cancellò Ali-
monda sotto a Piazza, e scrisse "Carlo Giuliani,
ragazzo". Ora quella targa ha tutta l'aria di essere
qualcosa di simile al marmo, lucida, brillante.
Questa era la posizione privilegiata, quando tor-
navi qui, nei mesi successivi a quel luglio 2001, e
te ne stavi a guardare la ringhiera a lato della chie-
sa di Nostra Signora del Rimedio, diventata su-
bito luogo di pellegrinaggio, di testimonianza,
di solidarietà, di indignazione. Quella ringhiera
era una sorta di mausoleo spontaneo, pieno di
fiori (ricordo tanti girasoli), di quaderni fitti di
pensieri, di disegni, di dediche, di poesie (ne ri-
cordo uno dal quale pendeva una bic blu e sul
quale anch'io scrissi qualcosa, quando tornai a
Genova, dieci giorni dopo. Non ricordo cosa) e
poi magliette, foto, oggetti, a mantenere viva la
memoria dell'omicidio di un ragazzo di ventitré
IL LIBRO anni. Non c'è più alcuna traccia di quella me-
“COSA CAMBIA”,
moria. Da anni, ormai. Fu il parroco a farlo sman-
tellare. Distraeva i parrocchiani, diceva. L'unica
IERI E OGGI scritta, spruzzata frettolosa su un muro adiacen-
te, poco più in là, è "Panionios Panthers Club
R oberto Ferrucci ha
pubblicato nel 2007
da Marsilio il romanzo
since 1983", una delle squadre di Atene.
“Cosa cambia”. Il LA PRIMAVERA
protagonista ritorna a
Genova, anni dopo, per capire cosa i E IL GELIDO INVERNO
giorni del G8 del 2001 hanno lasciato
dentro di lui, e fuori, nella città, in Italia.
Oggi quel romanzo esce in formato
Atene, la Grecia. Il primo paese a dimostrarci,
oggi, che un mondo diverso non è più possibile (lo
ebook con la nota che Antonio Tabucchi
ha scritto per la versione francese del
slogan no global del 2001), ma ormai dannata-
mente necessario. Oggi è lampante: il movimento
romanzo, pubblicato da Seuil nel 2010.
Da poche settimane, per Isbn, è uscito
del 2001 aveva previsto tutto. Aveva ragione. E for-
se fu proprio per questo che venne annientato.
“Sentimenti sovversivi”. Annientato fisicamente, dieci anni fa, annientato
LA STORIA Minuto per minuto
20 LUGLIO 2001 21 LUGLIO 2001
Il colpo che uccide La “macelleria”
Carlo Giuliani della scuola
ri per Genova, passi attraverso i luoghi cruciali di
quei giorni, e noti che non c'è più nessuna traccia
visibile - istituzionale, intendo - che ricordi ciò che
è stato. Certo, magari non proprio il "non lavate
questo sangue" scritto all'ingresso della Diaz il
mattino dopo "la macelleria messicana" della not-
te del 21 luglio 2001, ma qualcosa. Come se Ge-
nova avesse voluto cancellare, per quanto possi-
bile, quei giorni dal calendario della sua storia. Ge-
nova, ma non solo. Lo Stato, soprattutto, che non
si è mai pronunciato ufficialmente se non giusti-
ficando l'ingiustificabile. Aiutato dai tempi, an-
che, perché dieci anni, oggi, sono una vita intera,
col mondo che corre sempre più in fretta (talmen-
te in fretta da essere entrato in un corto circuito,
ormai), e la memoria, anche quella collettiva, è
quel che è, come trasferita dai nostri cervelli a de-
gli hard disk esterni. E allora, in questi anni, il ri-
cordo di Genova è stato tenuto vivo da pochi, da
tutti quelli che, con l'anima, non hanno mai ab-
bandonato la Genova del 2001, soprattutto Haidi
e Giuliano Giuliani, i genitori di Carlo, che dal gior-
no dopo l'uccisione del figlio, hanno consacrato
le loro vite alla ricerca della giustizia - che non han-
no ottenuto - e soprattutto al racconto continuo
della verità. Da dieci anni stanno scrivendo e nar-
I molti teorici del
“se la sono cercata”
sono ancora al
lavoro: e adesso
utilizzano quegli
stessi black bloc
invecchiati di un bel
po’ per la stessa
operazione, come in
un set di replicanti
22 LUGLIO 2001
Le torture
di Bolzaneto
Gli occhi sulla città
Da giovedì a Genova inizia la tre giorni
di celebrazione del decennale del G8 (FOTO EMBLEMA)
rando al mondo la storia di Genova 2001. E que-
st'anno, più di tutti gli altri, sono impegnati in mil-
le iniziative, la vecchia Panda rossa di Carlo par-
cheggiata fuori da Palazzo Ducale e loro dentro, a
seguire l'organizzazione di decine di incontri,
proiezioni, la mostra Cassandra. Dentro a quello
che fu il cuore istituzionale del G8. Il Palazzo Du-
cale, che il nostro capo del governo (unico poli-
ticamente sopravvissuto di quegli otto, a parte Pu-
tin) volle rialzato, fuori, uno strato di terreno che
rendesse meno impervia la salita verso l'ingresso
agli otto G (un po' quello che avviene, con effetto
opposto, dentro alle sue scarpe, ogni giorno). Che
volle ricoprire una grigia banca là di fronte da un
pannello raffigurante un pacchiano palazzo d'e-
poca. Finzione, come sempre. Messa in scena. Ap-
parenza. Oggi Palazzo Ducale è il cuore degli in-
contri del decennale. Ed è stato davvero strano
partecipare a un reading di scrittori laddove ven-
ne scattata, la mattina del 21 luglio 2001, la famosa
foto degli otto G che guardano tutti in alto. Con
aria ebete, più che smarrita. Hanno l'energia della
memoria, Haidi e Giuliano. Un'energia che non
tiene in vita solo il ricordo di Carlo, ma Carlo stes-
so.
I luoghi della Genova di allora. Arrivo davanti alla
Diaz in luglio, come dieci anni fa, ed è sabato, co-
me quella notte. Chiusa, oggi, d'estate. Aperta, nel
2001, per ospitare i manifestanti del social forum.
Che vennero massacrati di botte, feriti, picchiati a
sangue dalla polizia. Non l'avevo più rivista. Ridi-
pinta di un colore più chiaro, oggi, mi sembra. Ri-
pulita dal sangue, ovviamente, ma per sempre
marchiata da quel rosso, da quel mattatoio. Inde-
lebilmente. Il cortile vuoto, senza tutti i computer,
gli armadi, le sedie, i banchi che i poliziotti get-
tarono dalle finestre, quella notte. Ricostruita, og-
gi, quella notte, la scuola, e tutto il resto, in Ro-
mania, dove, proprio in questi giorni Daniele Vi-
cari sta girando il film che racconterà la Diaz e quel
che vi avvenne.

I primi incidenti avvengono nei

pressi della stazione Brignole, poi
l’assalto al carcere di Marassi. Alle 16
piovono lacrimogeni in piazza
Alimonda, dove un defender dei
carabinieri rimane isolato. Dall’interno
il militare Mario Placanica spara un
colpo, a terra rimane Carlo Giuliani.
L a scuola Diaz è punto di ritrovo e
dormitorio per molti manifestanti.
Alle 23 la polizia, motivandola con una
perquisizione, fa irruzione nell’istituto.
È una “macelleria messicana”: decine di
persone vengono portate fuori in
barella. I feriti sono 63, tre dei quali con
prognosi riservata.
N ella caserma di Bolzaneto
transitano ufficialmente 240
persone, di cui 184 in stato di arresto, 5
di fermo e 14 denunciate in stato di
libertà (tutti scarcerati dopo pochi
giorni). Le testimonianze dei fermati
raccontano di gravissime violenze
fisiche e psicologiche.
I PROFESSIONISTI E
LA SEMPLIFICAZIONE
Un lavoro immane, quello di mantenere viva
la memoria, di tenere ordinati tutti i tasselli che
formano l'insieme di quei giorni. Perché i teorici
del "se la sono cercata" - dieci anni fa, nel 2001 -
sono sempre attivi. Professionisti della semplifi-
cazione, nell'unico paese al mondo ad avere ad-
dirittura un ministero, per la semplificazione. Che
è, la semplificazione, la spina dorsale dei nostri te-
legiornali. Che ci ha abituati a risolvere le com-
plessità con didascalie, con slogan, con frasi fatte.
Teorici che hanno ormai una formuletta magica
invincibile, formata da due parole in inglese, black
bloc. I reportages di questi giorni, gli speciali de-
dicati al G8 del 2001, partono sempre dalla vio-
lenza dei black bloc per dire, a volte fra le righe, a
volte esplicitamente, che fu a causa loro che scat-
tò la repressione. Alcuni altri, invece, a dire che fu

un certo linguaggio usato dai Disobbedienti, a sca-
tenare la repressione. Nessuno che ricordi che i
black bloc calarono su Genova in un paio di mi-
gliaia, quando sia prima che dopo non sono mai
stati più di un manipolo, patetico e controllabile.
Nessuno che ricordi che quegli "anarchici antago-
nisti" provenienti, così ci dissero, da tutta Europa,
conoscevano Genova meglio di qualunque geno-
vese, che apparivano e scomparivano, riappariva-
no e riscomparivano con una velocità e una pre-
cisione a dir poco sospetta. Io li vidi, quei ragaz-
zini, divisi in piccole squadre di cinque o sei, gui-
dati da signori spesso assai maturi. Nessuno che
dica (omissione volontaria o no, chi lo sa) che i
black bloc facevano parte di un disegno preordi-
nato.
IL PLASTICO
DEL RIDICOLO
Protagonisti necessari della drammaturgia di
Genova 2001. Ancor oggi, nonostante i processi,
le testimonianze, le centinaia di ore di immagini, i
milioni di foto digitali, c'è chi sostiene che il cor-
teo delle Tute bianche fu attaccato "per errore". Mi
piacerebbe - non fosse l'epoca stessa a impedir-
melo, e una questione di statura, anche, letteraria,
poetica - poter fare come Pasolini e dire a voce alta
"io so". Io so che cosa è successo a Genova nel lu-
glio del 2001 perché faccio lo scrittore. E invece io
so che cosa è successo a Genova, e come è suc-
cesso, soprattutto perché c'ero, perché il 20 luglio
del 2001 sono stato prima testimone delle distru-
zioni dei black bloc in centro città, con le forze
dell'ordine a fare da spettatori, e poi sono stato in
testa al corteo delle Tute bianche, accanto a Luca
Casarini da dentro lo stadio Carlini fino all'attacco
"per errore" di via Tolemaide. Io so che cosa è suc-
cesso a Genova perché l'ho vissuto, perché ho stu-
diato gli atti dei processi, ascoltato, parlato, con-
diviso. Io so, perché alla fine di questo percorso ci
ho scritto un romanzo. Quello che io non so e che
non sapremo mai è chi e perché volle trasformare
Genova in un massacro. E so che non furono i
black bloc, quei black bloc che oggi, invecchiati di
dieci anni, sono - secondo Maroni e gran parte dei
media - i delinquenti della Val di Susa. I nuovi ter-
roristi. Rievocati e riutilizzati allo stesso modo di
Genova, perché sono perfettamente conformi al-
la drammaturgia della criminalizzazione di un mo-
vimento. Perché mai i media, a proposito delle
manifestazioni nel Nord Africa, parlano di movi-
menti di liberazione democratica, e quando si rie-
voca Genova o si parla dei cortei in Val di Susa si
parla di delinquenti? In un paese dove il consenso
è strutturato come il televoto, non può esistere la
contestazione, l'indignazione, la rabbia. Los indi-
gnados, da noi, ci fossero, occupassero le piazze,
urlassero la loro collera al mondo, sarebbero di-
pinti come dei black bloc. Sarebbero liquidati den-
tro a nuvole di gas CS, vietato in guerra, ma con-
sentito in Italia per questioni di ordine pubblico.
La rabbia, dalle nostre parti, è messa fuorilegge dal
linguaggio catodico. E allora in questi giorni, a Ge-
Pestaggi in strada:
spariti 200 fascicoli
Promossi o prescritti
i poliziotti violenti
di Ferruccio Sansa
D
UECENTO FASCICOLI a ca-
rico delle forze dell’ordine finiti
nel nulla. Forse mai aperti. Sono
i procedimenti per gli abusi
commessi durante il G8 di Ge-
nova in occasione degli arresti
per strada. I magistrati scarcerarono i manifestan-
ti all’udienza di convalida perché i verbali di ar-
resto erano incompleti, pasticciati. Spesso falsi. E
ogni volta che un gip rilevava palesi incongruenze
trasmetteva gli atti alla Procura. Ma tutti gli inda-
gati sono stati di fatto graziati da una giustizia che
ha lasciato morire i fascicoli. C’è anche questo nel-
la storia del G8, oltre all’impegno di pm corag-
giosi che hanno rischiato per portare avanti le in-
dagini. Nel Tribunale di Genova qualcuno li chia-
ma “fascicoli fantasma”. Come quello che riguar-
da due funzionari di polizia e due ufficiali dei ca-
rabinieri. Nella sentenza del 14 dicembre del
2007, che condanna i 25 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio, il dispositivo firmato
dal presidente del Tribu-
nale Marco Devoto e dal
giudice estensore Emilio
Gatti ordinava la “trasmis-
nova, in vista di un corteo, fra l'altro, per nulla ar- sione degli atti al pubblico
rabbiato, si mette in atto il piano antiviolenti. Via i ministero per falsa testi-
cassonetti dal percorso del corteo del 23 luglio, un monianza”. I quattro era-
modo per sussurrare ai genovesi e all'Italia intera no testi dell’accusa soste-
che chi verrà a manifestare dopo dieci anni, a Ge- nuta dai pm Anna Canepa
nova, è un black bloc di allora, un "anarchico an- (oggi alla direzione nazio-
tagonista" della Val di Susa. A Piazza San Lorenzo, nale antimafia) e Andrea
due passi da Palazzo Ducale, di fronte alla splen- Canciani. Si trattava di An-
dida cattedrale, sono già schierati dei blindati di gelo Gaggiano, viceque-
carabinieri e polizia. La gente, seduta all'ora di store comandante del ser-
pranzo sulla scalinata a sbocconcellare focacce vizio di ordine pubblico,
genovesi e panini, assistono, guardano, non capi- che guidava i reparti di
scono. E poliziotti e carabinieri sembrano sentirsi guardia alla zona rossa in
già in un set, come dieci anni fa. Solo che è tutto
diverso, stonato, ridicolo. La sensazione, però, è
che - così come la maggior parte d'Italia - anche la
maggior parte dei genovesi siano indifferenti a
questo decennale. Anzi girando per la città si per-
Quel che resta della
cepisce una certa irritazione. Cerco il luogo ideale
dove chiudere questo racconto, dieci anni dopo.
giustizia: pratiche
Vado verso il mare, arrivo in cima alla ripida sca- mai aperte o finite
linata che porta alla chiesa dei Santi Pietro e Ber-
nardo alla Foce. Era il passaggio da Piazzale Ken- nel nulla. E sui
nedy, cuore del Social Forum nel 2001 e la Diaz. Il
21 luglio fu per tanti la via di fuga inevitabile dal processi il colpo
campo di battaglia di Viale delle Brigate Partigia-
ne, Piazza Rossetti, Piazzale Kennedy. Da lì lo spet-
di spugna definitivo
tacolo era lancinante, oltre che irrespirabile. Og-
gi, dieci anni dopo, c'è solo gente che va al mare,
è già arrivato: i
in una Genova che sì, sembra non voler ricordare,
ma che, nonostante tutti gli sforzi, potrà mai di-
dirigenti e gli agenti
menticarlo, il G8 del 2001. condannati hanno
www.robertoferrucci.com tutti fatto carriera
IL CORTEO DEL DECENNALE
PER SABATO È GIÀ ALLARME
l pericolo potrebbe arrivare dai confini. È questo che temono i poliziotti di Genova, in
I vista della manifestazione di sabato prossimo. Non vogliono creare allarmismi, ma
neanche sottovalutare gli eventuali rischi. “C’è la preoccupazione che qualcuno possa
strumentalizzare e destabilizzare il corteo pacifico – spiega Roberto Traverso, segretario
del Silp Cgil di Genova –. Per questo sarà fondamentale il dispositivo utilizzato per
schierare le forze dell’ordine”. Il pensiero va agli scontri della Val di Susa, che qualcuno ha
considerato l’anticamera di quel che può succedere per il decennale del G8: “Dobbiamo
dare un segnale che a Torino non abbiamo dato – prosegue Traverso –, cioè applicare alla
lettera gli insegnamenti della scuola per l’ordine pubblico di Nettuno, aperta non a caso
dopo il 2001. Ma nessuno di noi deve essere mandato allo sbaraglio”, come è successo in
Val di Susa. “Nei giorni scorsi Silp, Siap e Ugl hanno inviato una nota al Questore, che ci
aveva chiesto una deroga agli orari di lavoro – racconta ancora il segretario del sindacato
della Cgil –. Gli abbiamo domandato quanti uomini arriveranno a Genova. Non è stato in
grado di rispondere”. Un segnale positivo arriva invece dai numerosi contatti intercorsi
tra la Questura e gli organizzatori della manifestazione, il cui percorso è stato già ridotto
da dieci a quattro chilometri circa. Si attendono tra le 10 e le 15 mila persone: “Bisogna
isolare gli eventuali violenti prima che si mischino ai manifestanti pacifici – conclude
Traverso –, per farlo sono necessari reparti inquadrati, ma discreti. Il Viminale, e non noi,
deve cancellare l’immagine di una città commissariata”.
(si. d’o.)
Mercoledì 20 luglio 2011
via Tolemaide; Mario Mondelli, attualmente que-
store di Biella all’epoca uno dei capi della Celere
(sostituì Vincenzo Canterini alla guida del Repar-
to Mobile di Roma); il capitano Antonio Bruno e
il tenente Paolo Faedda il primo comandante, il
secondo suo collaboratore, del Battaglione Lom-
bardia che fu il primo contingente dell'Arma a par-
tire all'assalto delle Tute Bianche. Secondo i giu-
dici, nel corso delle udienze, nel 2004, i quattro
testi avevano mentito. A dirlo sono i giudici del
Tribunale che avevano avuto mano pesante con i
presunti black bloc. La procura avrebbe dovuto
verificare se le ipotesi del tribunale fossero cor-
rette. Ma il tempo passò e il fascicolo è finito in
prescrizione senza neppure una convocazione,
un atto che potesse interromperla. Un suicidio
giudiziario ripetuto forse quasi duecento volte.
Genova in questi giorni di prepara a ricordare il
G8. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, mesi
fa sul Secolo XIX ha invitato a chiudere la ferita. Ma
è difficile, visti i presupposti. I membri delle forze
dell’ordine responsabili delle violenze del G8 non
pagheranno. La commissione d’inchiesta parla-
mentare da tanti invocata non è
stata istituita e la quasi totalità
dei reati – calunnia, lesioni non
gravi, abusi vari – contestati ai
poliziotti della Diaz così come
agli imputati di Bolzaneto sono
stati spazzati dalla prescrizione.
Restano in piedi le lesioni gravi,
che però vanno in prescrizione
dopo dieci anni e sei mesi (gen-
naio 2012) e i falsi che di anni ne
prevedono dodici e mezzo (gen-
naio 2014). Se si considera che a
maggio la sentenza Diaz non era
ancora partita per la Cassazione,
si ha la certezza che anche le le-
sioni gravi saranno prescritte
mentre per i falsi eventuali in-
toppi o ritardi tecnici potrebbe-
ro dare il colpo di spugna. Ancora minori le pos-
sibilità di evitare la prescrizione per Bolzaneto – i
reati contestati dai pm Patrizia Petruzziello e Vit-
torio Ranieri Miniati erano abuso d'ufficio, violen-
za privata, falso ideologico, abuso di autorità nei
confronti di detenuti o arrestati, violazione del-
l'ordinamento penitenziario e della convenzione
per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle li-
bertà fondamentali – visto che quasi tutti sono già
estinti e che le motivazioni della sentenza d’ap-
pello sono state depositate ad aprile di quest’an-
no.
Intanto i protagonisti di quei giorni fanno carrie-
ra. Ricordate la famosa fotografia del diciassetten-
ne romano con il volto tumefatto e l’occhio ridot-
to a una fessura? Il “calciatore” era l’ex dirigente
della Digos Alessandro Perugini. La vicenda è
stata cancellata perché Perugini ha risarcito 30mi-
la euro e la denuncia è rientrata. Poi c’è stata un’al-
tra condanna a un anno per falso. Oggi Perugini è
un alto funzionario della Questura di Alessandria.
Francesco Gratteri, all’epoca direttore dello
Sco è diventato prima questore di Bari ed ora è
responsabile della Direzione anticrimine centra-
le, il Dac: la Corte d’Appello di Genova lo ha con-
dannato a quattro anni per falso. Giovanni Lu-
peri all’epoca vice capo dell’Ucigos da cui dipen-
deva il controllo delle squadre Digos presenti al
vertice del G8, è oggi capo del Dipartimento ana-
lisi dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza in-
terna), l’ex Sisde: quattro anni per falso. Gilberto
Caldarozzi, era il vice di Gratteri, poi ne ha preso
il posto di direttore allo Sco, quindi è stato pro-
mosso questore per merito straordinario nel 2006
quando partecipò alla cattura di Bernardo Proven-
zano: tre anni e otto mesi per falso. Spartaco
Mortola, era il capo della Digos di Genova, è stato
quindi promosso a questore vicario di Torino e
proprio poche settimane fa è diventato questore:
3 anni e 8 mesi per falso. Vincenzo Canterini,
che nel 2001 guidava i reparti della celere è di-
ventato ufficiale di collegamento con l’Interpol a
Bucarest: cinque anni per falso in continuazione
con le lesioni gravi.
E non ci sono soltanto i membri delle forze del-
l’ordine: Giacomo Toccafondi, uno dei dottori
chiamati a rispondere civilmente per gli orrori
della caserma di Bolzaneto, non ha avuto nessuna
sanzione disciplinare. Anzi la sua Asl ha deciso di
premiarlo. Difficile chiudere così la ferita ancora
infetta del G8.
pagina 12 Mercoledì 20 luglio 2011

ALTRI MONDI

Oggi Cameron in Parlamento nuove ombre su Coulson La talpa Hoare Probabile il suicidio
Neil Wallis, l'ex vice direttore di News of the World arrestato la Ancora in corso le indagini sulla morte di Sean Hoare,
scorsa settimana, avrebbe ricoperto il ruolo di consigliere di Andy reporter di News of the World che per primo aveva
Coulson, quando quest'ultimo era responsabile della denunciato, nel settembre 2010, i metodi illegali usati
comunicazione dell'attuale premier David Cameron. La dall'allora direttore del tabloid Andy Coulson. Ex-
rivelazione, diffusa dal Partito Conservatore, si riferisce al 2009, in tossicodipendente, da tempo in cattive condizioni di
un periodo di preparazione della campagna elettorale. Il salute, Hoare potrebbe tuttavia essersi suicidato, secondo
comunicato precisa tuttavia che le consulenze non avevano “nulla quanto riferiscono le indagini, per paura che qualcuno
a che fare con l'inchiesta sulle intercettazioni”. volesse ucciderlo a causa delle sue rivelazioni.

LO SQUALO UMILIATO
Murdoch si difende in Parlamento, tra amnesie e scuse
Ma non molla l’impero e la battaglia
di Andrea Valdambrini

miliato e offeso, ma pen- IL SUCCESSORE James

U tito davvero no. Si pre-
senta di fronte al Parla-
mento di Westminster
Rupert Murdoch, insieme al fi-
glio James e a Rebekah Brooks.
Di sua spontanea volontà, per-
ché, da cittadino degli Stati Uni-
ti (come suo figlio), non poteva
essere costretto a deporre, ma
solo invitato. E tutti gli occhi so-
no su di lui: il signore dei media,
colui di fronte al quale la poli-
tica tremava fino a poche setti-
mane fa, ora si sottomette all'au-
torità della politica. E seppure,
forse, in cuor suo non la consi-
dera un giudice affidabile – per-
ché ha negato ripetutamente di
sapere quello che tutti ormai gli
contestano – almeno non la
guarda più dall'alto in basso. Un
cambiamento considerevole
avvenuto nel giro di due setti-
mane.
IL MAGNATE appare contri-
to. “È il giorno più umiliante del-
la mia vita”, dichiara, seguendo
la linea di condotta iniziata po-
chi giorni fa, quando si è andato
a scusare con i familiari di Milly
Dowler - la 13enne uccisa nel
2002 il cui telefono, si è scoper-
to, fu manipolato dai cronisti di
News of the World, il domenicale
allora diretto dalla sua pupilla
Rebekah Brooks -, e continuan-
do sabato, quando ha comprato
e siglato pagine di scuse sui quo-
tidiani britannici, rivali compre-
si. Gli fa eco il figlio James, ascol-
tato insieme a lui: “Sono dispia-
ciuto per le vittime delle inter-
cettazioni e delle loro famiglie. A
loro va il risarcimento mio e di
mio padre. Siamo determinati ad
aggiustare le cose in modo che
tutto questo non accada più”.
Rupert Murdoch non ha però
smesso di difendersi mettendo
in campo una strategia chiara.
Schiuma di rabbia James e Rupert
Murdoch durante l’audizione in
Parlamento e l’assalto al magnate
australiano con schiuma da barba: la
moglie dell’80enne tycoon Wendi
Deng cerca di bloccare Jonnie Marbles
(FOTO ANSA)
Ha negato di sapere quello che
per anni è accaduto nelle reda-
zioni dei suoi giornali (“è la pri-
ma volta che ne sento parlare”),
ha argomentato sostenendo
che, del suo impero mediatico
su cui non tramonta mai il sole,
non poteva essere al corrente di
tutto: News of the world rappre-
senta un piccolo 1% del volume
di affari complessivo, qualcosa
può anche essere sfuggito. E poi
ha scaricato la responsabilità sui
suoi collaboratori, forse quegli
stessi Coulson, Brooks e Hinton
che sono stati costretti a dimet-
tersi nei giorni scorsi.
Una mossa quantomeno inele-
gante quella del vecchio Rupert,
contraddittoria e perfino so-
spetta. Stile a parte, se il capo di
una grande azienda sostiene che
dei suoi collaboratori non si do-
veva fidare, sorge qualche dub-
bio sulle sue capacità di leader-
ship (perché li ha scelti? È anche
colpa sua). E se non l'hanno in-
formato che per anni le sue te-
state ottenevano notizie in for-
me illegali, oltre che immorali,
siamo da capo: il boss è un cre-
tino, che ci sta a fare lì?
QUALCUNO durante i lavori
della commissione non gradisce
e manifesta il suo disappunto al-
zando cartelloni in cui si legge:
Murdoch ricercato per crimini
giornalistici. Ma la tensione arri-
va al culmine quando un uomo
tenta di tirare un piatto ricoper-
to di schiuma da barba in faccia
al magnate. Colpo mancato, an-
che grazie all'intervento difensi-
vo del figlio e della moglie di
Murdoch Wendi Deng.
La lunga deposizione si conclu-
de con questi risultati: la manica
della giacca del tycoon sporca di
schiuma da barba, il comico Jon-
nie Marbles (il tiratore di si-
mil-torta) fermato dalla polizia, e
un epilogo (prevedibile): Ru-
pert a lasciare i suoi incarichi
non ci pensa proprio.
Subito dopo in commissione ar-
riva Rebekah Brooks, la favorita
del magnate. Dimessasi a malin-
cuore dopo molte pressioni, ar-
restata e poi libera su riscatto, “la
rossa”, ha seguito il capo su tutta
la linea. Dopo le scuse si è difesa:
di Milly Dowler ho saputo solo
adesso. E non ho mai pagato la
polizia per ottenere informazio-
ni. Al limite, facevano tutto loro,
e anche gratis. Una deposizione
che Scotland Yard apprezzerà si-
curamente.
delfino finito nella rete
di Carlo Antonio Biscotto
ames Murdoch, 38 anni, è nato a Londra nel 1972
Jstampa
dalla seconda delle tre mogli di Rupert. A 15 anni la
si occupò per la prima volta di lui: giovanissimo
praticante presso il Sydney Mirror si addormentò du-
rante una conferenza stampa. Il mondo dell’editoria –
fu il commento acido – “gli conciliava il sonno”. Lo
ritroviamo ad Harvard studente di storia e cinema. Ma
nel 1995 abbandonò la prestigiosa università senza
conseguire la laurea e fondò una etichetta hip-hop che
ebbe un certo successo. Nel 1997 convinse il padre a
offrire 450 milioni di dollari per l’acquisto della Poin-
tCast, una azienda di software sull’orlo del fallimento.
Per fortuna di Rupert, non se ne fece nulla e qualche
tempo dopo l’azienda fu venduta per 7 milioni di dol-
lari.
NEL MAGGIO DEL 2000 venne nominato presi-
dente della Star Television, emittente satellitare asiatica in
difficoltà. La società perdeva 100 milioni di dollari l’an-
no, ma James Murdoch, smentendo i critici, riuscì a
risollevarne le sorti grazie a una felice intuizione: l’ac-
quisto dei diritti di “Chi vuole essere milionario?”, di-
venuto nel giro di pochi mesi il programma più seguito
dell’Asia. Nel 2003, ad appena 31 anni, fu nominato
presidente e poi direttore esecutivo di BSkyB. E mentre
James scalava l’impero paterno, il fratello maggiore, La-
chlan, si defilava tanto da dimettersi da ogni carica nel
2005.
D’altro canto James aveva già dato prova di essere un
tipo sicuro di sé. Alistair Cambell, spin doctor di Tony
Blair, racconta nei suoi diari una cena del 2002 al 10 di
Downing Street. Ad un certo punto si cominciò a parlare
di Medio Oriente e Rupert Murdoch disse che non ca-
piva quale era il problema dei palestinesi. “Il problema
dei palestinesi” – disse con irruenza James – “è che sono
stati sbattuti fuori dalle loro fottute case e non sanno
dove cacchio andare”. Insomma un tipo “tosto” che il
biografo di Rupert Murdoch, Michael Wolff, nel 2008
definì “simile al padre: aggressivo, implacabile, deciso,
pignolo. Il padre ne va fiero e ne ha persino sogge-
zione”. La domanda che ora tutti si fanno è: cadrà anche
la sua testa? O lo vedremo ancora in sella, magari al
posto del padre? E, naturalmente, con la testa sul col-
lo.

La beffa della sopravvissuta della Freedom Flotilla2

L’IMBARCAZIONE FRANCESE “DIGNITÈ” BLOCCATA DI FRONTE A GAZA DAGLI ISRAELIANI: L’EQUIPAGGIO SUBITO ESPULSO

InonDignitè”:
piazza contro il sequestro della
il coordinamento italia-
della Freedom Flotilla 2 ha lan-
ciato ieri pomeriggio una mobilita-
zione per protestare contro l’abbor-
daggio, effettuato ieri mattina dalla
marina israeliana, della nave france-
se “Dignitè Al Karama” della flotti-
glia filopalestinese e per chiedere
“il rilascio immediato” dei 16 atti-
visti a bordo dell’imbarcazione,
condotta “con la forza” al porto
Le navi degli attivisti
internazionali
filopalestinesi erano state
bloccate due settimane
fa nei porti greci
israeliano di Ashdod dalle autorità
dello Stato ebraico. Ma già ieri sera
buona parte dell’equipaggio sareb-
be stato rilasciato e rispedito in pa-
tria dopo interrogatori alla frontiera
israeliana.
L’imbarcazione era la sopravvissuta
della flottiglia di attivisti filoplaesti-
nesi che tra la fine di giugno e i primi
di luglio aveva tentato di salpare dai
porti greci (una decina in tutto i na-
tanti con carichi umanitari e diver-
se centinaia di persone a
bordo) per tentare di forza-
re, anche solo simbolica-
mente, il blocco israeliano
della Striscia di Gaza. Dopo
attese, sabotaggi e trattative
la Flottilla 2011 (che voleva
ripetere il tentativo blocca-
to nel sangue della Freedom
Flotilla 2010: 9 i morti nel-
l’assalto dei marines israelia-
ni al convoglio organizzato
dai turchi) le imbarcazioni erano ri-
maste ferme; lo yacht è riuscito a
partire la notte fra sabato e dome-
nica dall’isola greca di Kastellorizo
dichiarando di volersi dirigere ver-
so il porto di Alessandria in Egitto.
A QUANTO riferiscono i media
israeliani, gli attivisti presenti sulla
Dignitè al Karame non hanno oppo-
sto resistenza contro gli israeliani sa-
liti a bordo. Lo scafo francese era sta-
to inizialmente circondato da 4 unità
della marina isareliana che hanno in-
timato agli occupanti di non diriger-
si verso la Striscia di Gaza. Di fronte
al rifiuto dell’imbarcazione il capo di
Stato maggiore israeliano Benny
Gantz ha dato l’ordine di prendere il
controllo dell’imbarcazione. Secon-
do i media israeliani, lo yacht era a 50
miglia da Gaza (dunque in acque in-
ternazionali) quando è stato inter-
cettato dalle unità della marina.
“Tra i passeggeri ci sono deputati,
giornalisti (tra cui l’israeliana Amira
Hass), medici, professori. Quale trat-
tamento riserverà loro Israele?”,
scriveva il coordinamento italiano
della spedizione in un comunicato
pubblicato sul sito online della cam-
pagna. Nella nota si sottolineava “il
silenzio complice di governi impor-
tanti e governi deboli e la benevolen-
za di mass media che utilizzano ag-
gettivazioni improprie per ridurre la
portata delittuosa dei reati commes-
si da Israele”. Secondo gli organizza-
tori italiani gli attivisti della Dignitè
“sono stati sequestrati e forzati ad
entrare in Israele”. Intanto, il coor-
dinamento italiano spiegava di “non
avere nessuna notizia” dei passegge-
ri della nave francese. Che, osserva-
no, “rischiano di trascorrere 2-3 Braccata L’imbarcazione francese
giorni in detenzione. E, se espulsi, Dignite al Karama della Freedom flotilla
non potranno tornare in Israele e arriva nel porto di Ashdod scortata dalle
quindi a Gaza per diversi anni”. navi israeliane(FOTO ANSA)
Mercoledì 20 luglio 2011 pagina 13

ALTRI MONDI

Brooks Il mistero della borsa nella spazzatura
La polizia indaga sul ritrovamento di una borsa contenente un
computer, fogli di carta e un telefono in un secchio della
spazzatura nel quartiere londinese di Chelsea, a pochi passi
dall’abitazione di Rebekah Brooks, l’ex capo della News
international appena dimessasi e oggi ascoltata a Westminster.
Il marito di Rebekah, Charlie, ha provato a reclamare gli
oggetti come propri, ma invano, tentando di negare
decisamente che la borsa potesse appartenere a sua moglie.
Le tv Sky Italia in diretta. E anche il Tg5
Gara alla diretta dell’audizione dei Murdoch: le reti Sky
hanno trasmesso le 3 ore dal Parlamento britannico. E lo
stesso ha fatto Mediaset con uno speciale organizzato dal
Tg5: Cesara Buonamici ha condotto dallo studio di Roma,
con presenti l’inviato del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, il
vice direttore di Libero Franco Bechis e, in collegamento
dalla capitale britannica, il corrispondente del Foglio e di
Panorama, William Ward.

N
“ITALIANI E INGLESI IMMIGRAZIONE
18 mesi nei Cie
giuristi accusano

NELL’INCUBO “P reoccupazione”
per l’iniziativa del
governo di estendere a 18
mesi la durata massima
della detenzione per gli
irregolari nei Cie: l’ha

INTERCETTAZIONI” espressa la Commissione

Internazionale dei Giuristi
(Icj). L’estensione “non è
in linea con il diritto
internazionale”.

Hooper (Guardian): destini incrociati

dei signori dell’informazione in crisi
o scandalo Murdoch realtà comunque molto di- Decano John Hooper,

L ha svelato intercetta-
zioni telefoniche pale-
semente illegali, fatte
per motivi giornalistici. In
Italia, al contrario, anche se
verse”.
Scandisce le parole John
Hooper, corrispondente a
Roma del quotidiano Guar-
dian e dell'Economist, en-
lavora in Italia dal 1994
FOTO ANSA

usate in modo eccessivo, le

intercettazioni sono piena-
mente legittime, e vengono
praticate per motivi giudi-
ziari. Trovo però controver-
sa la pubblicazione sui gior-
nali di intercettazioni quan-
do sono irrilevanti ai fini
delle indagini. In questo c'è
un punto di contatto tra Ita-
lia e Gran Bretagna, due
STRAUSS-KAHN
trambi basati a Londra. Con
lui facciamo il punto sulle
ragioni della debolezza eco-
nomica e politica del nostro
Paese, che da giorni cattura
l'attenzione della stampa in-
ternazionale.
Nella copertina dell'ulti-
mo numero dell'Econo-
mist una piccola Italia,
sull'orlo del precipizio, è
schiacciata sotto il peso
dell'Euro. L'editoriale
Il reporter il caso delle spese. Solo abo-
lendo le provincie, è stato
PAKISTAN
spiega come la sfiducia britannico: se calcolato, si risparmiano La prima ministra
dei mercati è colpa an- euro nell'ordine di milioni. degli Esteri
che della politica. È dav- la vostra Perché non si fa?
vero così?
Non sappiamo quale e stata
la causa scatenante dello economia va
Torniamo alla prima do-
manda, le colpe sono della
politica. Ci sono le cliente-
È donna e ha
soltanto 34 anni.
Hina Rabbani Khar è il
sciopero dei compratori ve- le, e su questo si innesta la primo ministro degli
rificatosi venerdì 9 luglio. I a rotoli, si sfiducia profonda nel siste- Esteri donna nella
fattori sono stati molteplici. ma-Italia. In altre parole, i storia del Pakistan. Ha
Certo ha concorso la man- porta dietro mercati hanno dubbi per- prestato giuramento
canza di effetti economici manenti sulla possibilità ieri. La sua nomina
immediati, il rinvio al bien- tutta l’Europa che si facciano le riforme arriva dopo che a
nio 2013-14 di molti prov- necessarie. febbraio era stata

“BRUTALE” vedimenti strutturali. L'in-

tervista a Repubblica con l'at-
tacco di Berlusconi a Tre-
nata tutta l’Europa?
L’Italia non è ne la Grecia né
Berlusconi è meglio che
se ne vada?
È la tesi che l'Economist so-
chiamata ad assumere
l’interim agli Esteri in
seguito alla rimozione

MA NON CONDANNATO monti è stata molto perico-

losa, anche perché il mini-
stro delle finanze rappre-
il Portogallo: è troppo gran-
de per essere salvata. Dopo
l’inadeguatezza dell'ultima
stiene da tempo, e la con-
divido. Con un’avvertenza,
però: se Berlusconi lascia, è
dall’incarico di Shah
Mahmoud Qureshi.

senta, nel bene e nel male, manovra il timore ormai è un fatto certamente positi- CORRUZIONE
di Angela Vitaliano una garanzia per I mercati. generalizzato, i mercati non vo, ma da solo non risolve
New York Così e partita la specula- si fidano più. tutto. Il Financial Times ha Funzionari cinesi
zione? Ma la manovra funziona pubblicato risultati di un te- messi a morte
esso brutale ma consensuale. La stampa italiana ha usato o no? st su uomini d'affari di tutto
Sl’insaziabile,
Il protagonista è sempre lui,
a quanto pare, Do-
questo termine, che però
mi sembra improprio, un
Il difetto non sta tanto nella
mancanza di rigore, quanto
il mondo per dimostrare
che il bunga bunga ha dan- D ue alti funzionari
governativi
minique Strauss-Kahn che, nel linguaggio da anni ‘70. Il ca- piuttosto nell'assenza di neggiato indelebilmente condannati per
2000 avrebbe consumato “con la pitalismo di mercato ha del- provvedimenti destinati al- l'immagine del vostro Pae- corruzione sono stati
volgarità di un soldato” un rap- le regole ben precise, e l'in- la crescita. Tremonti fa un se, ormai visto più come un messi a morte ieri in
porto sessuale con Anne Man- debolimento dell'Italia non esercizio di contabilità, ma califfato che come una de- Cina. Xu Maiyong, ex
souret durante un evento di lavo- è un complotto. È come se una strategia per il futuro mocrazia occidentale. Non vicesindaco di
ro. La donna, esponente del par- mi trovassi in Africa: sbaglio dell'Italia proprio non la ve- bisogna illudersi, però: an- Hanzhou, era stato
tito socialista è anche la madre di strada e mi attaccano le ie- do. Eppure non ci vorrebbe che se lo “sceicco” B. non ci giudicato colpevole di
Tristane Banon, la giovane scrit- Camille la figlia 26enne di ne; colpa degli animali o così tanto... fosse più, finché non si fa- aver ricevuto mazzette
trice che ha presentato denun- Dsk ascoltata dai magistrati mia, che non sono stato at- In vena di consigli al mi- ranno le riforme i problemi per oltre 15 milioni di
cia per tentato stupro sempre tento? nistro dell'Economia? resteranno. euro da un’impresa
nei confronti dell’ex direttore dell’Fmi e sulla quale la giu- Rischia di essere trasci- I modi esistono, prendiamo (And. Val.) statale di costruzioni;
stizia francese sta facendo le sue indagini, nell’ambito delle Jiang Renjie, ex
quali sarà interrogato anche Francois Hollande. Il probabile vicesindaco di Suzhou,
candidato alle presidenziali per i socialisti, secondo quanto di aver ricavato 11
riferito dalla Banon e da sua madre, era stato informato del Indignati globali milioni di yuan dalle
tentativo di stupro tanto da essersi interessato dello stato di sue attività illegali.
salute della ragazza nei giorni successivi. Gli italiani contro la casta CILE
INTANTO SI AVVICINA il 1° agosto, data della prossima
udienza fissata a New York nella quale, molto probabilmente
come tutti, ma noi di più Perizia legale:
si deciderà la dismissione del caso o, con meno possibilità, Allende si suicidò
l’inizio del processo a carico di Dsk. Eric Lisann, avvocato L’INSOFFERENZA DEGLI italiani contro la italiani cercano d’esentarsi dai vincoli del
americano, ex procuratore federale e distrettuale segue, an-
che in veste di commentatore per France 24, il caso sin dal suo
inizio e pensa che “probabilmente si arriverà a un’archivia-
casta diverte, ma non sorprende, la
stampa estera: un po’ perchè “tutto il
mondo è paese” (chi non ce l’ha , con i
rigore”. Solo Abc, in Spagna, dopo avere
celebrato “il wikileaks italiano che mette a
nudo la politica”, presta credito alla
I l presidente cileno
Salvador Allende si
suicidò nel 1973,
zione a meno che l’ufficio del procuratore Vance non sia in privilegi dei politici?) e un po’ perchè riforma del ministro Calderoli, ridurre per durante il colpo di stato
grado di presentare nuove evidenze a carico di Dsk”. La de- “come non avercela con i politici di casa legge i parlamentari e vincolarne il gettone militare. La conferma
cisione del procuratore potrebbe essere legata proprio alla nostra?”. I più attenti a cogliere e alle presenze. Le storie ispirate da Spyder arriva dal servizio
reputazione della donna che, dopo la denuncia ha ripetuta- raccontare il fenomeno di Spyder Truman Truman spesso integrano cronache sulla medico legale dopo
mente mentito su una serie di particolari. “Se la donna avesse sono i britannici, grandi esperti di hacker, manovra, sulla politica e, naturalmente, su l’esumazione del
ammesso subito di avere delle ‘ombre’ nel suo passato – dice insider e compagnia bella (chi ne dubita Berlusconi, che, scrive Liberation; è cadavere il 19 giugno
ancora Lisann – sarebbe stato più semplice per il procuratore s’accomodi alla diretta della commissione “all’ultimo respiro”, mentre Nouvel Obs scorso. Nella relazione
rafforzarne la credibilità ma lei non lo ha fatto giurando il fal- d’inchiesta parlamentare sul già esplora il ‘dopo Mr B’. Come capita consegnata alla
so”. Certo un’archiviazione del caso non significherebbe una ‘murdoch-gate’). Quello che colpisce FT e sovente, la stampa estera corre avanti, famiglia, il responsabile
certezza di innocenza per Dsk che comunque sarebbe libero Independent, Guardian e Telegraph e pure, sull’onda emotiva –accadeva lunedi’- del Servizio medico
di tornare in patria senza alcun vincolo. “Chiudere il caso oltre Atlantico, Chicago Tribune è che i d’un’udienza del processo per il Rubygate: legale di Santiago,
significherebbe attestare una presunzione di innocenza – pre- politici proteggano i loro privilegi, invece “Il premier non potrà sfuggire al Patricio Bustos, ha
cisa l’avvocato – che, ovviamente, l’opinione pubblica po- di condividere i sacrifici dei cittadini nel processo”, scrivono in molti. Ma, intanto, confermato che la causa
trebbe non condividere”. Il procuratore, dunque, potrebbe momento in cui varano un piano la prossima udienza sarà il 3 ottobre: la della morte è stata il
decidere a favore del processo solo se fosse convinto al cento d’austerità. E se Les Echos parla di “legnate giustizia ha i suoi tempi, che sono sempre “suicidio”, così come
per cento che la donna dice la verità e che quella verità sa- contro gli abusi dei parlamentari”, Le lunghi. era noto “all’opinione
rebbe credibile, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, per Monde scrive papale palae: “I politici Giampiero Gramaglia pubblica, alla famiglia e
una giuria. alla magistratura”.
pagina 14 Mercoledì 20 luglio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

DIRITTI E SESSUALITÀ
Il club “no gender”
Andy Garcia Arisa Morandi R. Muti
assolto dalle accuse Interpreterà
Peron nella
Anche lei
ed Elio si
Torna al
cinema in un
Festeggia i
70 anni in

UN DEGRADO
miniserie imbarcano noir accanto tour da
di Rai1 sul nuovo a Valeria B. Ravenna a
su Evita X-Factor Tedeschi Shanghai

SENZA COLPE
di Eugenia Romanelli
Roma
la prostituzione.
Da lì la chiusura del mitico De-
maginano che possa esserci ri-
chiesta di soldi in cambio di
grado, nel cuore del pittore- prestazioni e arrestano Carla

T
ransessuale non significa put-
tana. È questo il passo avanti,
secondo l’ex parlamentare
Vladimir Luxuria e secondo
Paola Concia, membro della
Commissione Giustizia, della
sentenza depositata da poche
settimane che assolve con for-
mula piena i gestori del club
erotico capitolino Degrado.
Emessa da un collegiale com-
sco quartiere Pigneto, che
Mondrian dirigeva come sorta
di spin-off del Gender, e con
lui Carla, presidente dell’Asso-
ciazione culturale omonima.
“Una sentenza in linea con le
attuali trasformazioni sociali –
dichiara Luxuria, tra i testimo-
ni. Credere di bloccare il pro-
cesso evolutivo in atto riguar-
do ai diritti civili è come voler
fermare il vento con le dita. Se
è successo a New York può
succedere ovunque, si tratta
solo di continuare a combat-
tere e aspettare che l’indiffe-
renza e gli egoismi di chi i di-
ritti ce li ha diventino logori
per fare spazio a una comunità
regolata da leggi più giuste,
che riconosca ogni suo citta-
dino come persona di serie A”.
L’inchiesta partì nel 2007 per
ordine di Paolo Auriemma:
“Indagavamo – spiega il Pm –
(arresto immediatamente an-
nullato dal Tribunale del Rie-
same per mancanza di indizi).
IL PROCEDIMENTO pena-
le intanto va avanti: contro Car-
la, Mondrian, l’addetto alla vi-
gilanza esterna del locale, un
altro socio di Officina Degrado
e perfino un barbone che abi-
tava in una vecchia auto lì da-
vanti scambiato per un compli-
ce. Dopo vari testimoni, tra cui
Luxuria – che nel frattempo
aveva presentato un’inchiesta
“La sentenza è
importante
perché
sconfessa La ballerina e trasformista Christine Jorgensen nel 1954, due anni dopo essere diventata donna (FOTO LAPRESSE)

posto da tre giudici donne,
non ha ombre visto che la non
colpevolezza è stata richiesta
dalla Procura stessa. Stiamo
parlando, tra gli altri, della
transessuale “Carla” e di Klaus
Mondrian, in politica con i Ra-
dicali e poi con Rifondazione
comunista, oggi direttore arti-
stico della galleria d’arte ro-
mana Mondrian Suite e del pri-
mo locale “no-gender” italia-
no, il Gender, aperto nel 1998.
L’accusa era infamante: asso-
ciazione a delinquere, sfrutta-
mento e favoreggiamento del-
Almodovar e dintorni
sul traffico di transessuali, in
particolare brasiliani”. La sto-
ria è questa: i Carabinieri sco-
prono che una delle trans bra-
siliane oggetto di indagine vi-
ve con Carla, presidente del-
l’Associazione Officina Degra-
do. Da lì l’attenzione sul loca-
le, circondato di violente scrit-
te sui muri e odiato dagli abi-
tanti del quartiere, esasperati
dai viavai notturni. I Carabi-
nieri si infiltrano e scoprono
dark room per consumare rap-
porti sessuali, proiezioni di
film porno, ma poco altro. Im-
l’equazione
queer uguale
prostituta”
parlamentare – ne arriva uno
chiave: “Pietro Ranieri, abitan-
te del quartiere – racconta Al-
berto Misiani, uno degli avvo-
cati difensori – dichiarò candi-
damente in aula, per dimostra-
re la sua esasperazione, di aver
preso, una sera, una testa di
maiale appena macellata e di
averla appesa alla porta del lo-
cale. Questo ci dette la misura
della transfobia. “Questa sen-
tenza è un importante passo
avanti – dice Paola Concia, re-
latrice della legge contro l’o-
mofobia e la transfobia – so-
prattutto perché interrompe
lo stigma trans uguale prostitu-
ta che, ricordiamolo, è proprio
quello che impedisce a queste
cittadine di trovare un regolare
lavoro”. Con la Concia anche
Klaus Mondrian: “Apprezzo
molto il suo lavoro. Ha presen-
tato una legge ad oggi ancora
inascoltata, ma importantissi-
ma. Se anche da noi passasse la
“Piccola soluzione”, come è
chiamata in Germania dove è
in vigore, forse potremmo ri-
scattarci dalle umiliazioni del
Bunga-Bunga.
QUESTA legge prevede la
possibilità di cambiare la pro-
pria identità anagrafica anche
senza cambiare sesso. Il pro-
blema è che in Italia molte
trans si operano per adeguare
lo stato civile: è molto umilian-
te sentirsi chiamare Pasquale
in banca, nonostante una gon-
na, con tutti che sghignazzano.
E stiamo parlando di un’opera-
menti sessuali.
Ma l’interesse è l’opposto, far-
ci vivere nella semi-clandesti-
nità, in situazioni fragili e con-
trollabili, in modo da poterci
fare chiudere in un batter di ci-
glia, anche solo per una tessera
mancata. Lo sapete che se
un’associazione locale non si
affilia a una delle grandi asso-
ciazioni nazionali riconosciute
dal Ministero dell’Interno non
può per esempio avere la licen-
za per il bar? Io credo che sia
proprio la semiclandestinità a
provocare tensioni nei quartie-
ri: costruttori e agenzie immo-
biliari, per esempio, conside-
rarono il Pigneto svalutato del
30% dal Degrado che, se fosse

Se il trans si chiama desiderio zione complessa, che può

creare conseguenze ambiva-
lenti e anche danni, se il per-
corso psicologico non è pro-
stata una discoteca pubblica,
magari non avrebbe causato al-
cun fastidio”. Forse, trovando-
ci nel paese dove vengono uc-
di Luca Archibugi chie da un ex militante del Fronte della gio- Caso esclusivamente mediatico quello della fondo o se si perde il godimen- cise più trans al mondo, occor-
ventù). notissima Christine Jorgensen (pure lei to”. Mondrian lancia una sfida re rileggere le parole del regi-

Lte unaquesto
transfobia – se non esiste già, coniamo
simpatico neologismo – è veramen-
cimitero degli elefanti, poiché neanche
la destra più retriva si sognerebbe di mettere
in discussione la pregnanza antropologi-
co-culturale del mutamento di sesso. Basta
guardare e non tapparsi gli occhi cor guan-
ciale de noantri. A parte la vera esplosione di
energia alternativa, persino dentro Roma (ba-
sti ricordare Vladimir Luxuria e la Mucca as-
sassina), chiede stato civile qualcosa che af-
fiora nei nostri anni, ma con blasoni d’anti-
chità. Bigotti e benpensanti sempre avversi:
«Ner ’68 quelli de sinistra voleveno che an-
nassi contro mi’ padre, ma io ’n ciavevo gnen-
te contro mi’ padre!» (sentito con le mie orec-
Siamo in attesa, nella prossima stagione, del
film Danish girl, in cui Nicole Kidman si ci-
menterà con la storia del primo trans, il pit-
tore danese Einard Wegener, che cambiò ses-
so nel 1931. Il cinema si appropriò di trans
famosissimi come Coccinelle, con esiti ar-
tistici non sempre esaltanti: Alessandro Bla-
setti la impiega come fenomeno da baracco-
ne nel film-documentario del 1958 Europa
di notte, descritto così dallo stesso regista:
«uno spezzatino di documentari ammucchia-
ti in chissà quale guazzabuglio o padellone
filmico». Coccinelle (che al secolo altri non era
che un tal Jacques) si produce in titoli emble-
matici come I dongiovanni della Costa
Azzurra e – persino - Il pelo del mondo.
tal George William) per cui il New York Daily
News produsse il famoso titolo: Ex soldato
diventa bella bionda (1952).
Venendo ad anni più recenti, e a parte il solito
Almodovar, che del travestito è vessillo, va
segnalato che il tema dell’ambiguità sessuale
genera veri e propri capolavori, come M.
Butterfly (1997) di David Cronenberg. Par-
ticolare curioso, il protagonista bifronte del
film (assieme a Jeremy Irons), John Lone, era il
perfido antagonista di Mickey Rourke ne L’an-
no del dragone, capo della mafia di China-
town. Se consideriamo che si è molto vocife-
rato sul fatto che il regista del film, Michael
Cimino, avesse cambiato sesso, la coinci-
denza non è male.
a Tremonti: “Se trasformasse le
nostre associazioni culturali in
società a fine di lucro, ricave-
rebbe fino a 3/400 milioni l’an-
no. Ma il problema è che i locali
diventerebbero pubblici e visi-
bili, con insegne luminose, la-
voratori regolari, possibilità di
farsi pubblicità. Cosa vietata al-
le associazioni. Da parte no-
stra, trovo assurdo che una per-
sona, se vuole frequentare un
club no-gender, deve farsi
schedare da una tessera. E’ una
limitazione della libertà indivi-
duale motivata dai comporta-
sta Carmine Amoroso (tra i te-
stimoni al processo) che del
Degrado aveva scritto, su una
testata internazionale, essere
patrimonio da considerarsi
dell’umanità per la capacità,
nel nome stesso, di rappresen-
tare la riappropriazione di una
calunnia. Come dice Luxuria:
“La sessualità libera, adulta e
consenziente deve essere ri-
spettata nella sua dignità e non
scambiata, nei casi di sessualità
non convenzionali, per uso
mercenario del corpo e dell’af-
fettività”.
Mercoledì 20 luglio 2011
IL DOTTOR PAOLO ROSSI
Interpreta lo spietato manager capo di Bisio:
“Sono Marchionne con il fisico di Brunetta”
di Federico Pontiggia
a catena di montag-
“L gio? Nessuno ti
chiederà mai se ti
senti portato”. Al
cinema, l’avevamo lasciato
con questi interrogativi, rac-
chiusi in un “film di fanta-
scienza su Pomigliano” usci-
to a dicembre: RCL – ovvero
Ridotte capacità lavorative,
dove all’ombra dello stabili-
mento Fiat scoprivamo “un
prete sudamericano, di sini-
stra, il sindaco di destra e sui
muri scritte d’amore, non
quelle operaiste”. Oggi si fa
fatica, anzi, è quasi impossi-
bile riconoscerlo in quell’o-
metto impettito, vestito di
tutto punto – completo, cap-
potto e ventiquattrore – e
coi capelli impomatati che
apostrofa Angela Finocchia-
ro: “La querelo!”. Eppure, bi-
sogna credere ai propri oc-
chi. Paolo Rossi s’è trasfor-
mato in manager, di più: “Un
consulente esterno, un ta-
gliatore di teste, assoldato
per rendere più efficienti le
Poste” con il progetto
e.r.p.e.s. (acronimo di “effi-
cienza, rapidità, puntualità,
energia, sorriso”).
QUELLO VERO lo riporte-
rà presto a teatro, ma anche
questo è un Mistero buffo: il
signor Rossi s’è dato al capi-
tale o è semplicemente im-
pazzito? Buon segno, l’ironia
non gli è venuta meno: “Fac-
cio un personaggio molto vi-
cino al mio modo di pensa-
re”, e rassicura: “Tranquilli,
fallirà”. Eppure, qualcosa è
cambiato davvero: “Per RCL
dopo tre giorni di riprese ave-
vamo già finito i soldi, qui in-
vece non ci sono problemi, si
fa tutto comodamente”. Qui
è il set di Lodi, dove si gira
“Benvenuti al Nord”, sequel
ancora diretto da Luca Minie-
ro del campione d’incassi (32
milioni di euro) “Benvenuti al
Sud”. Da Claudio Bisio ad
Alessandro Siani, da Angela
Finocchiaro a Valentina Lo-
dovini, le facce sono le stes-
se, tranne quella della new
entry Paolo Rossi, che è pure
tosta: “Il film è prodotto da
Medusa? Nessun imbarazzo,
sono cose d’altri tempi”. Sa-
rà, ma le dimensioni conta-
no: il primo Benvenuti costa-
va un po’ più di 4 milioni,
questo un po’ più di 6, e la
differenza finirà nella tasche
degli attori. E conta pure l’al-
tezza: nonostante il comico
non sia un gigante, c’è chi gli
sta una spanna sotto. Brunet-
ta, tanto per dirne uno: com-
plice il suo tagliatore di teste,
non è che Paolo si senta un
po’ il ministro della Pubblica
Amministrazione? “No, e
nemmeno mi sento Mar-
chionne. Guardo e scavo den-
tro di me, non ho un talento
mimetico, ma introspettivo:
dentro ho e abbiamo di tutto,
anche Hitler. E poi avere Bisio
come subalterno… mi basta
dargli un’occhiata e sono già
nella parte!”. Ma non finisce
qui: “E’ Marchionne con il fi-
sico di Brunetta”, scherza Bi-
sio, ma l’amico e collega non
ci sta: “Sono molto più alto,
“BENVENUTI AL NORD”
Paolo Rossi in “Benvenuti al Nord” in uscita nelle sale nel gennaio 2012. In basso, Enrico Ghezzi (FOTO MARINA ALESSI, MILESTONE)
“Il film è
prodotto da
Medusa?
Nessun
imbarazzo,
sono cose
d’altri tempi”
Brunetta è una roba brutta. E
Marchionne non l’ho mai vi-
sto, e nemmeno desidero far-
lo”. Insomma, più che una
simbiosi, tra comico e mini-
stro c’è una confessa rivalità:
“Circola il suo nome alla Giu-
stizia? Meglio il mio”. D’al-
tronde, se il secondo li insul-
ta, il primo con i precari ci
lavora: “Anziché portare in
scena il solito monologo sui
Arriva “Zaum”, il Blob di mezzanotte
DA GIOVEDÌ PROSSIMO SU RAI3 UN NUOVO PROGRAMMA DI MONTAGGIO FIRMATO DA ENRICO GHEZZI
di Simone Mercurio
Sdottaezione
è vero che la programma-
della Rai in estate è ri-
ai minimi termini fra ca-
ni-rex e don-mattei alla ennesi-
ma replica, tra le pieghe dei pa-
linsesti si possono scovare an-
che delle piacevoli sorprese. È
il caso di Zaum – Andare a parare
il nuovo programma di Enrico
Ghezzi, che da giovedì prende-
rà il via a mezzanotte su Rai3
per sei settimane di seguito e
Immagini
di repertorio
slegate
dall’attualità,
“per capire dove
stiamo andando
a parare”
precari, ho preferito lavorare
con loro, organizzando un la-
boratorio in Sardegna. E devo
dire che mi piace molto: non
pensavo che un anarchico
come me potesse insegnare.
E sono pure preciso e rigo-
roso, chi l’avrebbe mai det-
to?”.
D’altronde il vento sta cam-
biando, e non solo per Paolo,
che potrebbe presto tornare
in tv, dopo tante proposte ri-
fiutate: se per Pomigliano “ci
vuole buon senso”, contro la
casta e la mala politica “il mo-
vimento è nell’aria: finalmen-
te la gente inizia a non volersi
sentire esclusa.
NON C’ENTRA la destra
o la sinistra, dopo 30 anni di
sonno ci stiamo stiracchian-
do, e per fortuna, perché il
futuro che ci attende econo-
micamente non è roseo. Ma
questo non esclude che lo
possa essere moralmente, e
cinquanta minuti a puntata.
Era dai tempi di Blob (1989) e
Fuori Orario (1988) che il più ec-
centrico non sfornava e riusci-
va a mandare in onda un suo
nuovo programma.
Ghezzi ci accoglie alla sede Rai
di via Teulada mentre è in pie-
no work in progress la confezio-
ne della puntata di esordio fir-
mata da Daniel Franchina di
Blob e Donatello Fumarola di
Fuori Orario per il montaggio
di Paolo Carpineta. Si tratta di
pagina 15
SECONDO TEMPO
promette che “la spazzatura cinesi. E che dire di Peck?
di Napoli verrà messa all’E- Una bresaola è per sempre.
xpo”. Ma come fare con la Le- Ma – dice Siani - abbiamo ri-
ga? Napoletano a Milano, toc-
cherà a Siani la disfida con il
Carroccio: “Porto una lettera
raccomandata nella sede del-
la Lega, dove all’ingresso c’è
scontrato una grande affabi-
lità da parte del pubblico, un
amore quasi sudamericano:
semmai, è stato difficile tro-
vare chi parlasse il dialetto
scritto “foeura di ball”, e tro- milanese”. Rimane un fatto: il
vo il cane Giussano, un ma- Benvenuti è nel Paese che
stino napoletano traditore, non c’è, nella commedia che
perché abbaia in lombardo”. ride, e ride a prescindere.
Tutto il resto è Italia, e futuro
SEBBENE Bisio & Co. assi- incerto: al Sud come al Nord.
curino che non è più aria per Ma Miniero ci prova: “Il pri-
il “noio volevam savuar” di mo inquadrava il superamen-
Totò, Peppino e la malafem- to dei pregiudizi, qui puntia-
mina, a Milano si arriva con il mo sulla collaborazione tra
giubbotto fendinebbia e una nord e sud: insieme si vince”.
moka da un metro e mezzo: Chissà, sul suo monitor, tra le
“Terun, vunciun, testun, ciò altre, campeggia una scritta:
che finisce in “un” non è buo- “Boia chi stoppa”. Insomma,
no per noi. E poi, altro che the show must go on, ven-
ossobuco e cotoletta,oggi la ghino signori: soprattutto,
cucina milanese è giappone- quel “90% che ha solo pro-
se, e i centri benessere sono blemi”. Benvenuti?
intellettualmente”. Qual è il
problema? Lo spunto viene
da Formigoni, con il Pirellone I FILMAKER
preso in prestito da Benvenu-
ti al Nord, soprattutto, le sue
parole sui tagli alla politica
e il mondo di Pisapia
con gli yacht di Porto Cervo
per sfondo: “In Italia una per-
centuale piccolissima di per-
Lgli oraitaliani-mascalzoni.
sappiamo, Berlusconi ha rappresentato una ve-
manna per gli stranieri facili allo stereotipo su-
Per fortuna esistono varie ar-
sone ha il 90% dei beni, men- mi per giustificarsi, per dimostrare che non siamo
tre il 90% dei cittadini ha solo tutti uguali e che parte del Paese è – almeno parzial-
problemi?”. Il rimedio? Rossi mente - in fermento: l'ultima è il documentario
cita Shakespeare: “Servono ''55,1. Cronaca di una settimana di passione'', pro-
persone capaci di trasforma- getto curato da Luca Mosso e Bruno Oliviero e pro-
re il pensiero in azione e l'a- dotto dall'Associazione Filmaker. Si tratta di un film
zione in comportamento”. collettivo che racconta la Milano delle ultime elezio-
Un identikit in cerca di carne ni: girato da una cinquantina di autori della città nella
e ossa, ma sull’attuale parter- settimana che ha preceduto il ballottaggio tra Pisapia
re Paolo è pessimista: “Non e la Moratti, racconta una città in cambiamento: le
corrisponde a nessuno”. Al- speranze, le tensioni, la partecipazione degli aran-
meno per ora, dunque, nes- cioni, dei leghisti Salviniani, dei piddini di Boeri, dei
sun miracolo a Milano, dove morattiani... Tutto è registrato. La metropoli lombar-
il “non sequel” di Miniero si è da mostra la sua doppia faccia: quella della città im-
spostato, senza perdere d’oc- paurita, delusa e avvelenata dalla propaganda tran-
chio l’originario Cilento: do- chant del Pdl, e quella ''associativa'', ironica di Pi-
po Pisapia al Duomo, Siani sapia. In agosto, ''55,1'' sarà al Festival di Locarno.
vorrebbe De Magistris sul set (valerio venturi)
a Castellabate, mentre Bisio
un programma di montaggio catodica che ingloba il meglio di Innocent Saturday di Aleksan-
come nel suo stile: repertorio e e il peggio della tv, del cinema e dr Mindadze, potente film rus-
cinema ma non solo. “Inizia-
mo, non a caso, nel decimo an-
niversario del G8 di Genova, e
o anche del web, al contrario
Zaum cercherà nessi lontani
per farci capire dove stiamo an-
so sulla catastrofe nucleare di
Chernobyl. E poi anche se-
quenze di Sciopero! di Eisen-
la prima puntata sarà intitolata dando a parare. È un suggeri- stein accostate alle immagini
‘Scontro fisico” – spiega – Da mento di Ghezzi & C per “rom- degli scontri del G8 di Genova
qui in poi ogni episodio-mini- pere il ritmo dell’oggi” e legge- girate in quei giorni per Blob
film sarà monografico ma il ri- re le grandi tematiche del mon- proprio dalla telecamerina di
sultato finale sarà una sorta di do attraverso l’occhio e la lente Daniel Franchina coautore del
unica opera in sei atti”. Zaum del cinema, della tv, con rari minifilm di esordio. Siamo al
doveva già andare in onda lo fuori onda per cinefili ma an- termine di una estenuante
scorso anno, ma non ha poi tro- che per “curiosi di cose belle”. giornata in sala montaggio.
vato immediata collocazione “L’intento è quello di un brac- Ghezzi sta terminando la sigla
nel palinsesto. “Problematiche cio di ferro tra memorie, dove a top secret del programma:
della programmazione di Rai parlare di un incidente dell’og- “Una sorpresa, vedrete” ci di-
Tre ci hanno fatto slittare – con-
ferma Ghezzi, che è anche ca-
gi sarebbe stato un cortome-
traggio degli anni Trenta o uno
ce. “Sono schegge senza tem-
po – spiega, autocitandosi, con
postruttura della rete diretta
da Paolo Ruffini – Inizialmente
sceneggiato di cinquant’anni
fa” spiega Ghezzi. Nella prima
il suo linguaggio “fuori sincro-
no” – che perforano la crosta
Zaum era stato pensato per una
pre-prima serata, dieci minuti
puntata ci saranno molti inedi-
ti e rari rushes, ovvero i “gior-
del presente, si impastano un
istante con esso, lo illuminano
subito dopo Blob. Un riempiti- nalieri” del cinema, materiale brevemente attraversandolo
vo in attesa del ritorno della girato e non montato di Ari- prima di precipitare nel
soap “Agrodolce”, ma con la rang di Kim Ki-Duk presentato buio”.
nuova collocazione notturna all’ultimo Festival di Cannes, fi- Lo scontro fisico, la catastrofe,
abbiamo avuto più spazio per no a “La voce della luna” di Fel- il Capitale, la salvezza, l’im-
la sperimentazione”. lini. Nelle prossime settimane mortalità” sono alcuni dei temi
Se Blob nasce come occhio cri- invece sequenze mai viste del che affronterà Zaum. In tutti gli
tico sull’attualità, una melassa Don Chisciotte di Orson Welles e episodi
pagina 16 Mercoledì 20 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ sorpresa: e allora? Se il Tg2
avesse speso il suo tempo per di Luigi Galella
Tamarri
al tramonto?
fone, evidentemente, dopo trovarsi in tale degna compa-

“Orrore” la morte di Napoli, l’egoismo

idiota della Lega, i vaneggia-
menti di Bossi e Berlusconi su
Papa, avrebbe assolto molto
meglio al suo ruolo di servizio
Adelledistanza di un anno dall’e-
stivo, assolato tormentone
due coatte di Ostia, il
fenomeno dei tamarri sul
un po’ stanca. Può andar be-
ne come dessert, non come
primo piatto. Soprattutto
quando si tocca con mano
non tanto la pochezza lingui-
gnia) solo la bella Cristiana
Mirò; non il tessuto narrativo
– si fa per dire – che li muove.
E che si è cercato di compli-
care lanciando il ballon d’es-

intercettazioni T pubblico.

di Paolo Ojetti
g1
T La notizia di apertura: “Lo
sguardo fisso, stretto fra due
carabinieri, senza manette e
senza divisa…”. Perbacco, che
cronaca svettante quella di
Alessio Zucchini. E ci sono
anche le voci di Somma Vesu-
viana: “Signora, lei è qui per
portare un fiore a Melania?”. E
di nuovo Zucchini con i tre me-
si di horror. E il fratello. E le in-
tercettazioni: “Mi faccio tren-
t’anni, ma…”. Queste sono in-
tercettazioni dove il Tg1 di
Minzolini pascola con godu-
ria. Ma ci sono le intercettazio-
ni di Murdoch: orrore, guarda-
te cosa è successo in Gran Bre-
tagna. E, allora, ecco la sempre
pronta Grazia Graziadei. In
un servizio senza capo né coda
cerca disperatamente di obbe-
dire a Minzolini e dimostrare
che anche le intercettazioni
italiane (soprattutto quelle sul-
le porcellate di Berlusconi e i
maneggi di Bisignani) sono
osceno gossip da fermare
per legge. Il giochetto è tal-
mente scoperto che fa ride-
re, ma Minzo e Grazia si sono
guadagnati la pagnotta. Ed è
ciò che conta.
g2
T Da quando esiste il gior-
nalismo si discute del per-
ché un fatto di cronaca nera
diventa un indispensabile e
succoso cult e altri – magari
altrettanto strani ed efferati
– spariscono in un batter di
ciglia. Ma il delitto di Mela-
nia Rea vale veramente le
aperture dei telegiornali? In
fondo è un uxoricidio come
tanti, il presunto omicida
non è Jean Genet e nemme-
no Barbablu, neanche Enri-
co VIII o il Duca di Clarence:
è un caporal maggiore di fa-
scino zero, con una meschi-
na doppia vita e un’amante
esigente. Ieri è stato arresta-
to, un arresto nemmeno a
g3
Infatti, l’unico Tg che resta
un Tg mette Parolisi dove me-
rita: nelle cronache, sul fondo.
Prima viene la situazione poli-
tica, che è drammatica: la Lega
non vota la distribuzione dei ri-
fiuti napoletani nelle altre Re-
gioni, i pidiellini campani sono
fuori dalla grazia di dio, non si
sa come voterà la maggioranza
(a scrutinio segreto) su Papa.
Ma, soprattutto, Berlusconi or-
mai non decide più niente: ha
presentato a Napolitano una li-
sta di “spostamenti” per copri-
re il ministero della Giustizia.
Napolitano ci ha messo una
croce sopra, guardando Berlu-
sconi con un senso di pena e il
famoso “premier” è tornato a
casa dicendo ad Alfano che –
fino a settembre – sarà l’uomo
due volte dimezzato, un po’ se-
gretario e un po’ ministro. Una
parodia di governo. Lungo in-
side sui disastri della “mano-
vra”, sui fumosi tagli della po-
litica. Dieci anni dopo si rivede
il macello del G8 di Genova:
nessuno ha ancora pagato per
Carlo Giuliani, il ragazzo.
proscenio – sempre oscillan-
te fra il vero e il falso – sembra
già preludere a un precoce
tramonto. Precipita a un me-
sto 5.90 per cento lo share di
“Tamarreide”, la docu-soap
di Italia 1, che voleva caval-
care l’onda dei giovani pro-
tagonisti dell’era cafona e del-
la loro smandrappata auten-
ticità.
Romina e Debora apparve-
ro su una spiaggia estiva del
litorale romano, intervistate
da SkyTg24, sorprese e quasi
incredule – “ma che me sta’ a
ripija’?” – per dire che con
quel caldo asfissiante: “Sta-
mo tipo a fa’ ‘a colla... io me
so’ pijata er calippo...” e di
colpo il web, miracolosa-
mente, le trasformò in due
piccole star. Divertiva la loro
buffa, sgrammaticata schiet-
tezza, che aggiornava il mito
del buon selvaggio, contami-
nandolo con il gusto di una
straniata, slabbrata neolingua
suburbana.
Forse è nata allora l’idea di
puntare sulle virtù della ge-
nuinità tamarra, e costruire
un programma televisivo sul
fenomeno dei coatti. Ma il ca-
stica o culturale, che tutt’al
più fa sorridere, ma l'agghiac-
ciante povertà del suo mon-
do interiore. In questo la ti-
pologia del burino di perife-
ria è del tutto identica a quel-
la dell'aristocratico vacuo.
Ne partecipa la medesima in-
consistenza esistenziale. An-
che perché non è la persona
in gioco ma il personaggio,
anzi lo stereotipo, prevedibi-
le quindi, ripetitivo: dopo un
po’ non sai più che farne. E
tutto sommato neanche lui di
se stesso. E nemmeno gli au-
tori che lo dovrebbero gover-
nare. E neppure gli spettatori
che lo vedono vagare e caz-
zeggiare qui e là e si chiedono
con una punta di sgomento:
perché mai bisogna star lì a
guardarlo?
Difficile individuare un mo-
tivo di interesse in questa “Ta-
marreide”, molto più soap
che docu. Non certo i pro-
tagonisti, in cui si distingue
per un accenno di vaga dispe-
razione negli occhi (forse per
Fiammetta Cicogna
ha presentato
“Tamarreide” su Italia1
sai della falsa tamarra – pro-
prio la Mirò – e in realtà ram-
polla ribelle della famiglia del
miele Ambrosoli. Un’infil-
trata, camuffata da coatta per
motivi autopromozionali, ma
che già – come altri del grup-
po – partecipava del sottobo-
sco del mondo dello spetta-
colo.
Nella sesta puntata di questa
ridicola epopea, gli otto coat-
ti a zonzo sono approdati in
un locale di lap dance di Mi-
lano, dove hanno ricevuto la
visita di alcuni aristocratici
virgulti. Forse gli autori im-
maginavano di provocare un
incontro-scontro fra opposti.
In realtà, come detto, le due
sub-categorie dimostrano
una vera affinità elettiva. In-
fatti, per testimoniare suffi-
cientemente il proprio tasso
di democratica prossimità ai
suoi simili il conte Alessan-
dro Verga Ruffoni è salito in
pedana, al fianco di Cristiana,
per esibirsi al palo. Ma era ri-
gido, uno stoccafisso: palo lui
stesso. Dovrà studiare ancora
un po’ per rivaleggiare de-
gnamente coi suoi cugini ta-
marri doc.

LA TV DI OGGI
11.25 TELEFILM Don Mat-
teo 7
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 PRIMA TV RAI FILM
L'alba di un giorno nuovo.
Con Christine Neubauer.
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG1-
Che tempo fa
17.15 ATTUALITÀ Estate in
diretta
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 AMORI ALL'IMPROVVI-
SO - PRIMA TV RAI FILM
Cuore di cioccolato
23.10 EVENTO Gala Tango
- 2° Campionato Europeo
di Tango Argentino
0.15 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
13.00 NOTIZIARIO TG2
Giorno - TG2 E... state con
costume - Medicina 33
14.00 TF Ghost Whisperer
14.50 RUBRICA Crazy
Parade
15.00 DALLA CAMERA DEI
DEPUTATI EVENTO Que-
stion time (DIRETTA)
15.45 TELEFILM Due uomi-
ni e mezzo
16.15 PRIMA TV RAI TELE-
FILM Las Vegas
17.05 PRIMA TV TF 90210
17.45 NOTIZIARIO TG2
L.I.S. - Meteo 2 - Rai TG
Sport - TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.35 TF Senza traccia
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
22.45 NOTIZIARIO TG2
23.00 RUBRICA Seconda
Serata Estate
0.05 DOCUMENTARIO La
Storia siamo noi
13.10 TELEFILM Julia
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG Regione
Meteo - TG3 - Meteo 3
14.45 RUBRICA FIGU
14.55 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.00 SPORT Ciclismo,
Tour de France 2011 17a
tappa (DIRETTA)
18.05 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
18.55 Meteo 3 - TG3 - TG
Regione - TG Regione
Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP Un posto al
sole
21.05 CINEMATRE FILM
Troppo forte
23.05 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 Linea notte
estate
23.45 ATTUALITÀ Doc 3
0.35 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Insieme per
forza
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.20 PRIMA TV MINISERIE
L'amore non basta (quasi
mai...)
23.30 ATTUALITÀ Storie di
Donne
0.10 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
0.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint (REPLICA)
1.20 TELEFILM Il super-
mercato
11.25 TELEFILM Una mam-
ma per amica
12.20 RUBRICA Giffoni - Il
sogno continua
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo - Sport
13.40 PRIMA TV CARTONI
ANIMATI Detective Conan
14.10 CARTONI ANIMATI I
Simpson
15.00 PRIMA TV TELEFILM
How I Met Your Mother
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
18.05 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo - Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 FILM Terminator 3:
Le macchine ribelli
23.25 FILM Austin Powers
in Goldmember
1.25 SPOR Poker1mania
11.20 TALK SHOW Benes-
sere
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Più forte
ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum - Anteprima
14.05 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM GSG9 -
Squadra d'Assalto
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.35 FILM Il vigile
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 FICTION Il Giudice e
il Commissario
23.10 CINEMA D'ESTATE
FILM American gigolò
1.30 NOTIZIARIO TG4
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM Due South
- Due poliziotti a Chicago
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM U-429 - Senza
via di fuga. Con Til
Schweiger, Thomas Kret-
schmann.
16.05 DOCUMENTARIO
Austin Stevens, Fotografo
per natura
17.00 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
19.00 REAL TV Cuochi e
fiamme. Condotto da
Simone Rugiati (REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.10 REAL TV S.O.S. Tata
(REPLICA)
0.10 NOTIZIARIO TG La7
0.25 DOCUMENTARIO La
storia proibita del '900
italiano
1.25 TELEFILM NYPD Blue
2.30 ATTUALITÀ In Onda
(REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Troppo forte
Una commedia divertente, diretta e
interpretata da Carlo Verdone. Oscar
Pettinari è un “borgataro”romano che
vuole fare l’attore. Il suo eroe è Sylve-
ster Stallone, che tenta di emulare
durante i suoi disastrosi provini. Il
ragazzo si lascia convincere da un avvo-
cato truffaldino, interpretato da Alber-
to Sordi, a mettere in scena un finto
incidente d’auto, ma a bordo della mac-
china che lo investe, c’è un’ attrice...
Rai 3 21,05
/ Cuore di cioccolato
Valerie eredita dalla madre, con la qua-
le non ha mai avuto un buon rapporto,
una casa a Bruges. All’inizio Valerie ha
intenzione di venderla, ma piano piano
dalla casa riaffiorano tanti ricordi della
sua infanzia e incomincia a vedere le
cose sotto un’altra luce, finché un gior-
no scopre che quella casa nasconde un
antico e dolce segreto. Il film è interpre-
tato da Simone Hanselman (nella foto)
e Matthias Scloo.
Rai 1 21,10
/ American gigolò
Decimo film per Richard Gere e
suo primo vero successo, diretto e
sceneggiato da Paul Schrader
(“Taxi Driver”). Accettato persino
al Country Club di Los Angeles,
Julian Kay (Richard Gere) trasuda
benessere, raffinatezza (veste abiti
rigorosamente firmati, preferibil-
mente Armani) e culto del corpo: fa
il gigolò ed è uno dei più richiesti e
pagati della città..
Rete 4 23,10
 Seconda Serata Estate
Il nuovo programma dell’estate di Rai
2 propone in questa puntata un paralle-
lismo tra l’estate degli anni ’80 e l’esta-
te del 2011, confrontando le notizie e i
fatti di quel periodo con quelle attuali,
cercando di capire – grazie al materiale
recuperato dalle Teche Rai – come sono
cambiati negli ultimi 50 anni i costumi
e gli interessi estivi degli italiani. Tra
gli ospiti di Monica Setta Giampiero
Mughini e il filosofo Giulio Giorello.
Rai 2 23,00
 Doc 3
La puntata di questa sera è intitolata
“Stato di eccezione”e racconterà il pro-
cesso per la strage nazista di Marzabotto
e la storia dei pochissimi sopravvissuti:
coloro che hanno guardato dritto negli
occhi il male assoluto. Tutto è comincia-
to con il ritrovamento nel 1994 di alcuni
vecchi faldoni in un armadio “dimentica-
Storie di Donne
to”– con le ante rivolte verso il muro - in
Protagoniste di questa nuova puntata
ufficio romano, contenenti i fascicoli sulle
saranno la fuoriclasse dell’atletica italia-
stragi compiute in Italia dai tedeschi.
na Fiona May, che si racconta a pochi
giorni dalla separazione dal marito Gian-
Rai 3 23,45
ni Iapichino, l’astista e lunghista tosca-
no; Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, il
ragazzo di Roma morto in carcere in cir-
costanze misteriose il 22 ottobre 2009, e
infine, Valentina Ursi, in arte Janet
Fischietto, artista performativa e star
internazionale di burlesque.
Canale 5 23,30
Mercoledì 20 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
LA CAMERA RISPONDE AL BLOGGER
WEB
di Federico Mello
è ARRIVA L’APP IPHONE PER GOOGLE+
E SONO IN PROGRAMMA GLI “ACCOUNT VERIFICATI”
Era attesa dai molti degli “early adpters” che in questi
giorni stanno testando Google+ e ieri, alla fine, è arrivata.
L’applicazione iPhone per il nuovo social network (su
Android è disponibile fin dall’inizio) è da ieri pomeriggio
disponibile su App Store. L’applicazione mette a
disposizione tutti gli strumenti di Plus: dallo “stream” alla
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“SpiderTruman, la rete
prova a smascherarlo:
‘Bisogna capire se le
denunce sono vere’”
cerchie, non prevista per ora un’opzione legata ai di Eleonora Bianchini

Spider Truman, è SEMAFORI INTELLIGENTI A NYC

SMISTANO IL TRAFFICO IN BASE ALLE CODE
Nel prossimo futuro i semafori di New York
“videoritrovi”. Intanto, fa sapere la Cnn che
Plus presto fornirà alle “personalità” un
sistema in grado di “verificare” il proprio
account. Lo strumento, già disponibile su
Twitter, permetterà agli utenti di sapere con
è SPIDER Truman... sono
io... siamo tutti... siamo
NOI!!!!
maria vittoria pittamiglio

chi era costui? saranno così intelligenti da scattare

ontinua a far parlare di sé il
Cpresunto
blogger “Spider Truman”, il
ex precario di Monte-
di un progetto più ampio che, da
qui a settembre, “porterà alla lu-
ce altri precari sfruttati da altre
automaticamente in funzione anti-traffico: dei
sensori collegati a un nuovo sistema digitale
rileveranno che in una certa zona si è creata
una situazione di traffico congestionato e
automaticamente scatterà una nuova
sincronizzazione dei semafori, proprio allo
scopo di decongestionare le code. Il nuovo
certezza che il singolo profilo è con certezza
della celebrità che vogliono seguire. è CHI SIA poco importa.
Importante è quanto rivela!!
Italiani svegliatevi - tutti in
piazza!!!
A TORINO “MPEG” PER GLI STANDARD
GLI ESPERTI DANNO IL VIA AI NUOVI FORMATI
Gli esperti mondiali del digital media è QUESTIONE di lana
brescianodoc

citorio che ha sbancato tutti i re- Caste. Dopo quella della politica, sistema, denominato “Midtown Motion”, è approveranno nuovi standard per l’audio e caprina. Magari due o tre
cord su Facebook con la sua at- seguiranno quella dei giornalisti, stato presentato ufficialmente dal sindaco, video: a questo scopo sono riuniti nella sede del esperti della comunicazione
tività di protesta e informazione dei sindacati e tante altre”. Frasi Michael Bloomberg. Non sarebbe male anche Politecnico di Torino da lunedì fino al 22 luglio. ci faranno pure una tavola
anti-casta. Se ieri si è fatto vivo che per l’associazione Valigia Blu per Roma, Milano o Napoli. All’importante appuntamento prendono parte rotonda. La sostanza è che
con i No-Tav esprimendo la sua sono un’ammissione: “Spider 500 esperti internazionali del mondo nessuno ha difficoltà a
solidarietà, intanto nascono co- Truman non esiste. Come aveva- accademico e industriale del settore digital credere in quanto scrive
me funghi gruppi simili (tra que- mo subito intuito. Dietro c’è media. Si tratta della 97/a riunione Mpeg, sigla che richiama a Spidertruman. Ed infatti non
sti vi segnaliamo il gruppo “Tutto Gianfranco Mascia del Popolo Mp3 e Mpeg che sono solo alcuni degli acronimi utilizzati per sono arrivate smentite.
Cambia - Basta Casta” aperto su Viola e dell’Idv” affermano in un individuare standard internazionali adottati per la trasmissione Credo che per la Rete nulla
Facebook dall’attrice Nellina La- post. Mascia smentisce e annun- di file audio video. Il punto di partenza è che in un contesto così debba cambiare.
ganà). E in rete è aperto il dibat- cia che presto chiarirà tutto, na- globalizzato diventa necessario avere un linguaggio comune per Francescah
tito sull’identità del misterioso turalmente sul suo blog. Intanto codificare procedure e modelli. Ecco perché diventa così
blogger che, intanto, incassa una Giuseppe Leone, capo ufficio importante avere standard condivisi da tutti gli operatori del è PERCHÉ si dovrebbe
vittoria: una risposta ufficiale da stampa di Montecitorio, in una settore: iI gruppo di lavoro Mpeg ha prodotto alcuni degli “smascherarlo”? Anche le
Montecitorio. nota risponde direttamente al standard più conosciuti e impiegati. Nel corso della settimana fonti anonime possono dire
Cominciando con l’identità del misterioso blogger e chiarisce, approveranno alcuni nuovi standard come il DASH (Dynamic cose vere. Verificare quello
misterioso blogger, se ieri su que- tra l’altro, che sull’affitto di Palaz- Adaptive Streaming over http) che unificherà vari protocolli per che espone, quello sì, ma
ste pagine avevamo sottolineato zo Marini è stato esercitato il di- lo streaming video su internet; l’Mpeg-M che offrirà la possibilità sarebbe più il lavoro dei
la somiglianza di un post di Spi- ritto di recesso, che i famosi “bar- di aggregare servizi per digital media, rappresenteranno il giornali...
der Truman con quanto scritto bieri” delle Camere guadagnano futuro del media digitale; l’Unified Speech and Audio Coding XPT
nel 2009 dal Popolo Viola alla vi- 2.400 euro e non 11 mila e che “il che avrà la capacità di codificare voce e musica insieme e altri. Il
gilia del No B. Day, un’intervista rimborso per i furti” vale solo nei gruppo Mpeg è capitanato dal padre dell’mp3, Leonardo è MA CHE problema c'è? È
rilasciata da Gianfranco Mascia – luoghi “sottoposti alla diretta vi- Chiariglione, laureato in Ingegneria elettronica più importante la verifica
storico volto del movimento – al gilanza della Camera”. Precisioni proprio al Politecnico di Torino. delle sue affermazioni o la sua
Fatto online, sembra corroborare che, visto il clima, non riescono a identità? Una verità è più vera
questa ipotesi. Le rivelazioni di far calare in rete la rabbia contro i a seconda di chi la dice? È un
Spider – dice Mascia ad Eleonora privilegi dei politici. L’ormai famosissimo gruppo Fb problema morale? Suvvia...
Bianchini – sono il primo tassello f.mello@ilfattoquotidiano.it anti-casta; Valigia Blu; Khalit
l’app di G+ su App store;
il blog nomfup.wordpress.com è SPIDER speriamo
rimanga anonimo. È il
I FILM LO SPORT subcomandante Marcos de’
noartri, lui è il precario gay
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family SP1=Sport 1 cameriere, immigrato,
SCH=Cinema Hits SCC=Cinema Comedy SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
sfruttato malpagato, umiliato,
deriso e perseguitato in
19.00 Dogma SCH 19.00 Calcio, Copa America
senso figurato. E chi se ne
19.15 Il segreto di David SCM 2011 Primo quarto di finale
frega se scrive per vendetta
19.15 Chiedimi se sono Colombia - Perù (Sintesi) SP1
personale. Mica viviamo nel
felice SC1 19.30 Calcio, Copa America mondo delle fatine!! Dacci
19.25 L'aereo più pazzo del 2011 Prima semifinale Perù - dentro spider, spalma la m...
mondo SCC Uruguay (Sintesi) SP1 in faccia a questi benpensanti
19.30 Un principe tutto 20.00 Calcio, Incontro amiche- curiosi. L’anonimato ti rende
mio 4 SCF vole Palermo - Siena (Dir.) SP1 una figura universale.
21.00 Cose da pazzi SCC 20.00 Golf, The 140th Open precario1
21.00 Miracle SCF Championship 2011, Kent 4a
21.00 Blow SCM giornata (Replica) SP2 è NON CAPISCO questa
21.00 Cake SCP 21.00 Tennis, ATP World Tour “avversione” e “sospetto”
21.10 2012 SCH Masters 1000 2011 Roma finale: strisciante verso questo
21.10 Prima tv Sky Djokovic - Nadal (Replica) SP3 Spider Truman. È solo uno, o
Somewhere SC1 22.00 Wrestling WWE Dome- forse un gruppo, che fa una
22.40 Scemo più scemo SCC stic Raw Episodio 4 SP2 denuncia. Cose note? Forse,
22.40 Partner(S) SCP 22.30 Calcio, Copa America ma messe tutte insieme
22.55 Una calda estate SC1 2011 Terzo quarto di finale Bra- come in un dossier e su fb
23.10 Il mostro degli sile - Paraguay (Sintesi) SP1 hanno piu visibilità. Invece di
abissi SCM 0.00 Calcio, Champions League investire energie a cercare di
23.20 La casa dei fantasmi SCF 2010/2011 Ottavi di finale, ritor- capire chi è o chi sono,
23.55 Il nome del mio no Barcellona - Arsenal (R) SP3 perchè non si verificano le
assassino SCH 2.00 Copa America Sul libello online, il ciuffo di B. al posto della pelata informazioni che offre?
0.05 The Kennedys Prepartita SP1 Essendosi evidentemente disamorato dei videomessaggi, Berlusconi ritorna Anche se sono convinta che
"L'epilogo" THC 02.45 Calcio, Copa America alla carica con uno dei soliti libretti elogiativi. L’ultimo, pubblicato sul sito siano tutte vere. Chiediamoci
0.20 Dirty Dancing SCP 2011 Seconda semifinale, Para- del Pdl, si intitola “Tre anni dopo, le realizzazioni del governo Berlusconi”. perchè i politici non ne
0.30 Apocalypto SC1 guay - Venezuela (Diretta) SP1 Non essendosi forse accorto che i mercati credono sempre meno alla parlano, non si difendono. Mi
politica di bilancio italiana, Berlusconi snocciola i suoi successi sulla “crisi domando anche perchè nei
economica”, la “tutela del risparmio”, il “piano casa” e amenità varie. dibatti nelle tv i giornalisti
Ma, come scoperto dall’attento blogger nomfup.wordpress.com, c’è stato non fanno domande dirette.
RADIO anche il tempo per una ricrescita fotoshoppata della pelata.
Varie foto non lasciano spazio a dubbi (sopra, l’originale del G20 a Londra,
e sotto, la foto ritoccata pubblicata sul nuovo libretto Pdl). è PRIMA che Facebook
allegra@

è AMAZON PER GLI STUDENTI

A “Radio 3 Mondo” La carestia IN USA EBOOK IN AFFITTO
lobotomizasse tutti essere
anonimi era un punto di forza
nel Corno d’Africa A partire dal prossimo anno
scolastico Amazon avvierà negli Stati
è “MURDOCH È MORTO” del web. Anzi prima più eri
La più grave siccità dell’ultimo secolo che ha colpito SUL SUN. MA È UNA BURLA HACKER anonimo meglio era... ci si
Uniti il programma di prestito di libri per gli studenti: sarà
l’Africa orientale sarà al centro della puntata di “Questo è quello che facciamo: dava da fare per rendere il
possibile noleggiare libri di testo digitali per Kindle e le
“Radio3Mondo”, in onda questa mattina dalle 11.30 intrattenimento di alta qualità, solo per voi. proprio pc inviolabile e non
Kindle app. Il sistema, che si chiama “Kindle Textbook
alle 12.00. In alcune aree della regione il prezzo del Siamo la generazione inarrestabile degli tracciabile. Adesso la gente è
Rental”, consente di risparmiare fino all’80 per cento del
grano è salito tra il 100 e il 200% riducendo drastica- hacker”. E poi giù insulti a Rupert Murdoch. contenta se ha un satellite
prezzo di copertina. E più si prolunga l’affitto, che si può
mente la disponibilità di alimenti per le famiglie e per il Così, su Twitter, i pirati informatici del personale in testa che
personalizzare (da 30 a 360 giorni), più il sistema è
bestiame. Una catastrofe umanitaria che coinvolge gruppo LulzSec si vantano della loro ultima comunica ai suoi contatti
conveniente. Senza limitazioni per ulteriori rinnovi. I testi
milioni di persone, due milioni di bambini, con folle di impresa. Ieri notte hanno violato il server del (leggi chiunque date le
sono compatibili con tutti i dispositivi Kindle e le
profughi che tentano di raggiungere i campi tra Kenya tabloid The Sun, proprietà del magnate protezioni medie dei social
applicazioni Kindle Reading per pc, Mac, iPad, iPod touch,
e Somalia, dove sperano di portare in salvo i loro figli. australiano, e nella home page il sito si è network) la sua posizione in
iPhone, BlackBerry, Windows Phone e Android. Inoltre,
La puntata si occuperà anche dell’isola di Haiti dove, a ritrovato in rete per un paio d’ore con la falsa real time. La forza di Spider
più di un anno dal terremoto, tanto resta ancora da
notizia interessante, è prevista anche la possibilità di
notizia della sua morte. Smentita la Truman è proprio
fare.Anna Maria Giordano farà il punto con Marco fruizione tramite Amazon Cloud. Rimane da capire se, per
clamorosa – ma falsa – informazione ai l’anonimato anche se gli
Rotelli, portavoce dell’Agenzia Italiana per la risposta gli studenti, sia perfettamente uguale studiare su libri
giornali del gruppo News International utenti del web 2.0 (i
alle emergenze, e con Alessia Maso, cooperante appena elettronici come sui libri cartacei.
rimane ora un problema: la paura infatti è concorrenti del grande
tornata da Haiti, dove sta seguendo alcuni progetti con che email rubate dai server del Sun e di fratello insomma) non lo
le associazioni locali. News of the World possano essere diffuse capiscono.
Radiotre 11,30 dagli hacker. Potrebbero uscirne delle belle. FdS1980
pagina 18 Mercoledì 20 luglio 2011

SECONDO TEMPO

Il badante
PIAZZA GRANDE É di Oliviero Beha

ABBIATE SFIDUCIA
edia italiani non governativi e stampa internazionale
M rimarcano come l’attuale momento di crisi italiano, tra

La trattativa del silenzio Borsa e “spread” nel differenziale con i titoli di Stato tedeschi,
non possa dipendere soltanto dalla speculazione. Invece
Berlusconi e la sua corte, pittorescamente politico-mediatica,
abbondano nell’uso del termine “speculazione” temo non
di Luca Tescaroli di Paolo Bellini – che interagì di- nuovi canali relazionali, capaci di subire nuovi lutti e aveva l’e- riferita alla filosofia. Ma se l’abisso non dipende solo dagli
rettamente con il mafioso di Al- di individuare nuovi referenti sigenza di proteggersi. Non si speculatori dei mercati, c’è invece una crisi profondissima di
er molto tempo gelosa- istituzionali. dimentichi che, dopo Salvo Li-

P
mente custodita dagli uo-
mini delle istituzioni che
ne erano stati parte attiva
o che ne erano venuti a cono-
scenza. Ne parlò per primo il
collaboratore di giustizia Gio-
vanni Brusca, dopo il suo arre-
sto. Un coraggioso giornalista,
Francesco Viviano la rese di
pubblico dominio, qualche an-
no dopo. È questa la genesi co-
noscitiva della trattativa – rec-
tius delle trattative – che Salva-
tore Riina e i suoi portarono
avanti durante la preparazione
degli eccidi di Capaci e di via
Mariano D’Amelio e, poi, nel
corso della stagione delle bom-
be nel continente del 1993. Si
inserì in una stagione stragista
che condizionò la politica legi-
slativa delle compagini gover-
native e che contribuì a deter-
minare nuovi assetti di potere.
Con il collega Antonino Di Mat-
teo, negli uffici della Procura
della Repubblica di Caltanis-
setta, abbiamo dedicato molte
energie professionali per rico-
struire le relazioni dei vertici di
Cosa Nostra con uomini dello
Stato. Ci colpì su tutto il fatto
che, mentre molti nelle istitu-
zioni, e noi fra questi, stavano
cercando di fare del loro me-
glio per dare un volto ai re-
sponsabili delle stragi, correla-
tivamente altri uomini dello
Stato non hanno esitato ad av-
vicinare quegli stessi mafiosi
che avevano voluto la morte di
Borsellino, di Falcone e dei lo-
ro agenti di scorta, in nome del-
la ragion di stato.
IL PUNTO nevralgico era ca-
pire come potesse esservi stata
una convergenza di interessi tra
esponenti delle istituzioni e
boss mafiosi del calibro di Riina
e Provenzano al punto da dialo-
gare a distanza tramite interme-
diari e come questo ibrido con-
nubio si potesse correlare con
l’accelerazione dell’eliminazio-
ne di Paolo Borsellino. Se piut-
tosto evidente è stata la spinta
ad agire di Cosa Nostra, più dif-
ficile da decifrare risulta quella
tofonte Antonino Gioé, trovato
morto nel carcere di Rebibbia il
29 luglio del 1993, il giorno do-
po le stragi di Milano e Roma – e
degli ufficiali del Ros – che ini-
ziarono a dialogare con Vito
Ciancimino, quale interfaccia
dei capi del sodalizio mafioso –
e, soprattutto, individuare i ter-
minali sul versante istituzionale
e comprendere se nel corso del
tempo fossero mutati. Fra le al-
tre formulammo l’ipotesi inve-
stigativa che l’urgenza di elimi-
nare Borsellino fosse dovuta al-
la sua contrarietà alla trattativa,
una volta venutone a conoscen-
za.
Era il settembre del 1998 e con
il collega Di Matteo mi trovavo
nel carcere di Pagliarelli, quan-
do Giovanni Brusca indicò, in
termini invero incerti, l’ex mi-
nistro dell’Interno Nicola Man-
cino quale terminale della trat-
tativa. Ne discutemmo a lungo,
dopo l’interrogatorio, a cena e
la nostra riflessione si soffermò
su un dato curioso, vale a dire il
contenuto di una circolare dira-
mata alle prefetture, con la qua-
le, ancor prima della strage di
Capaci, si segnalava il rischio di
attentati. Dunque, in seno alle
istituzioni, qualcuno sin da al-
lora sapeva molte cose. Biso-
gnava capire quale fosse stata la
reale fonte di conoscenza che
aveva indotto a segnalare il ri-
schio. Riuscimmo a provare, at-
traverso i processi celebrati,
che i vertici dell’organizzazio-
ne mafiosa ricevettero un se-
gnale istituzionale che, nella lo-
ro prospettiva, suonava come
una conferma che la loro attivi-
tà stragista fosse idonea a rag-
giungere l’obiettivo di aprire
MENTRE ricorre il dicianno-
vesimo anniversario della stra-
ge di via Mariano D’Amelio e gli
organi di informazione hanno
diffuso la notizia degli esiti delle
nuove indagini su tale strage,
curate da valorosi magistrati
della procura di Caltanissetta
guidata da Sergio Lari, che ha
condotto a sollecitare la revisio-
ne di sette condanne di mafiosi
ritenuti in passato responsabili
per quel delitto, si ripropone
l’attenzione sulla trattativa, che
continua a generare preoccu-
pazione e timori all’interno dei
palazzi del potere. Le nuove in-
Mentre molti
nelle istituzioni
stavano cercando
di dare un volto
ai responsabili
delle stragi di
Capaci e via
D’Amelio, altri gli
si avvicinavano in
nome della ragion
di Stato
vestigazioni avrebbero avvalo-
rato la convinzione che l’acce-
lerazione dell’uccisione di Bor-
sellino fu dovuta alla sua oppo-
sizione alla trattativa. In epoca
recente, i singolari silenzi di uo-
mini dello Stato sono stati rotti.
Liliana Ferraro ha ricordato di
aver informato, all’aeroporto di
Bari, Paolo Borsellino dei con-
tatti instaurati con Vito Cianci-
mino da parte del Ros e della ri-
cerca da parte di esponenti di
tale struttura di una sponda po-
litica. Forse quella sponda è sta-
ta trovata, in un primo momen-
to, nella classe politica di gover-
no ormai morente, che temeva
ma, era stata messa in cantiere
l’uccisione di Calogero Manni-
no, di Sebastiano Purpura, di
Claudio Martelli, di Salvo Andò
e che i vertici mafiosi avevano
in animo di colpire Giulio An-
dreotti. Vi sono, però, dei dati
di fatto sui quali si deve riflet-
tere. Paolo Borsellino, pur
avendo manifestato la volontà
di rendere dichiarazioni alla
Procura di Caltanissetta, dopo
la strage di Capaci, non venne
sentito prima di essere assassi-
nato. È vero che mafiosi divenu-
ti collaboratori di giustizia, Gio-
vanni Brusca e Salvatore Cance-
mi, che hanno indicato i termi-
nali della trattativa, hanno rife-
rito le loro verità a distanza di
tempo, ma gli uomini dello Sta-
to, che avrebbero dovuto pro-
digarsi per annientare i mafiosi,
hanno mostrato singolari silen-
zi ancor più duraturi, che han-
no fatto seguito alle dichiarazio-
ni di Massimo Ciancimino; talu-
no manifesta amnesie non an-
cora rimosse, che non possono
considerarsi prive di valore. Lo
stragismo marcato Cosa Nostra
si arrestò all’esordio di nuove
forze politiche.
Nonostante tutto la vicenda
della trattativa, a distanza di
quasi cinque lustri, rimane una
delle vicende più opache che
ha attraversato i rapporti tra
mafia e antimafia.
Pier Luigi Bersani. Sotto, Gianni De Gennaro (FOTO ANSA)
credibilità e di presentabilità di questo governo, sempre secondo
chi lo critica e vi si oppone. Una crisi di faccia, di facce e di
facciata che spaventa. A mio avviso, persino il premier, in un
momento di buon umore esilarato dei suoi, in privato sarebbe
tentato di ammetterlo: abbiamo perso la faccia, dai e dai, ne
abbiamo fatte troppe. Non si può pretendere che lo ammetta in
pubblico, ma l’uomo o il Caimano è troppo intelligente, troppo
atleta resistente del potere nel suo stupendo ventennio, per non
saperlo. Scilipoti o non Scilipoti, curiosa assonanza con gli apoti
di Prezzolini “che non la bevono” (Scilipoti invece se la divora...),
ormai la presentabilità e la credibilità dell’esecutivo in esercizio
sono andate in fumo, “bruciate” assieme ai miliardi di euro di
Piazza Affari. Sembrerebbe dunque un discorso chiuso, e da
riaprire solo nell’opzione pendente: governo tecnico, di salute
pubblica, ammucchiata per “traghettare il Paese”, oppure
elezioni anticipate per salvarlo fin da subito dal Mostro? Almeno
è questo il tenore della quotidianità informativa. Temo che non
basti. Sacrosanto l’interrogativo sulla porzione di credibilità
rimasta a questo esecutivo, vicina allo zero. Ma se allargassimo il
compasso al resto del Paese, opposizione compresa? Chi oggi è
credibile e riscuote fiducia, specie in un momento di simile
difficoltà? Chi, leader, partito o schieramento, non ha scheletri
negli armadi pronti a spuntare fuori quasi da soli e neppure
troppo polverosi (per dire che sono anche sufficientemente
recenti)? Chi ha la faccia per chiedere sacrifici a un Paese
massacrato fiscalmente nelle fasce più deboli? Chi può parlare in
nome di qualche cosa, che non sia il necessario ma non
sufficiente “Berlusconi a casa” bersanianamente ripetuto come
una giaculatoria? Chi può davvero dimostrare, cioè non
semplicemente esternare senza rischio alcuno di essere preso sul
serio, che vuole immediatamente autoridursi i privilegi da
“casta” ormai a rischio di assedio da parte degli otto milioni di
italiani “in povertà” che a lorsignori sembrano fastidiosi e
lontanissimi dai Palazzi? Sono stati capaci perfino di astenersi
dal voto sull’abolizione delle Province (come è accaduto troppo
spesso in passato in un elenco interminabile che spiega lo stallo
di oggi), nascondendosi dietro capziosi giochi lessicali e
sottovalutando l’impatto fortemente simbolico di
tale voto... e tutto ciò in attesa di una effettiva
abolizione di bacini elettorali di cui non possono
evidentemente fare a meno. Dunque se è sfiducia,
è sfiducia generalizzata che però non può venire
strumentalizzata come difesa di Berlusconi, il
maggiore in grado all’origine del precipizio. Ma
neppure possiamo essere raggirati da Cavalieri
Bianchi o Rosa che hanno razziato il territorio
dove hanno potuto con la giustificazione che il
Caimano faceva peggio. E allora ce lo teniamo?
No. Ma come sostenevano le donne di Siena
manifestando dal basso contro un alto
impresentabile e complice o almeno
complementare, la politica va cercata oltre la
politica, oltre questa politica. Se non abbiamo più
fiducia in queste figure/figuri, sta a vedere che
adesso è pure colpa nostra: cornuti e mazziati.
Bella speculazione da parte di tutti, niente da dire.

Gli uomini che

G8: i condannati a Genova si sono
macchiati di reati
polizia”.
Non vi è stato invece alcun pub-
blico dibattimento sulla morte
di Carlo Giuliani, tutto è stato ar-
Abbiamo lanciato un appello al
presidente Napolitano, garante
della Costituzione, perché, a no-
me di tutti gli italiani, rivolga le
rendite finanziarie speculative:
oggi è la Merkel ad avanzare una
proposta simile, ma con dieci
anni di ritardo. Intanto il 50% dei

vanno rimossi gravissimi come

di Vittorio Agnoletto
enticinque dirigenti di po-
ti sono stati promossi in modo
bipartisan dal 2001 ad oggi: Gil-
berto Caldarozzi, è direttore
le torture e i feroci
chiviato senza alcuna possibilità
di verificare la versione fornita
dai carabinieri.
Chi si è macchiato di reati gravis-
simi come la costruzione di pro-
pestaggi
non possono essere
scuse alle vittime della violenza
istituzionalizzata.
Oggi torniamo a Genova anche
perché le nostre idee non erano
sbagliate; la Storia ha mostrato
che avevamo ragione.
“LA TENDENZA del capita-
prodotti agricoli dei prossimi 5
anni sono stati già acquistati nel-
la Borsa dei prodotti alimentari a
Chicago dalle principali multi-
nazionali del settore che ne de-
termineranno i prezzi. I “deriva-
ti” finanziari della sola Banca
d’America sono quasi dieci volte

V
lizia condannati per la
“notte cilena” alla scuola
Diaz, tra costoro gran par-
te dei vertici delle forze dell’or-
dine; 44 fra poliziotti, carabinie-
ri, agenti di custodia e persona-
le sanitario ritenuti responsabili
civilmente per i reati contesta-
tigli nella caserma delle torture
e condannati a risarcire le vitti-
me. Quasi tutti i reati sono ca-
duti in prescrizione.
L’allora capo della polizia Gian-
ni De Gennaro condannato a un
anno e quattro mesi per indu-
zione alla falsa testimonianza.
Tutti i processi sono tuttora
pendenti in Cassazione che, co-
me prevede la legge, non dovrà
valutare il merito ma gli aspetti
procedurali.
I vertici della polizia condanna-
Servizio Centrale Operativo ;
Gianni De Gennaro è coordina-
tore unico dei Servizi Segreti;
Giovanni Luperi è capo del Di-
partimento analisi del servizio
segreto civile; Francesco Grat-
teri è capo della Direzione cen-
trale anticrimine... fino a Spar-
taco Mortola, allora capo della
Digos genovese che con ben
due condanne, è stato promos-
so questore...
SORTE DIFFERENTE hanno
avuto coloro che hanno deciso
di collaborare con i magistrati
per la ricerca della verità: Marco
Poggi allora infermiere a Bolza-
neto ha dovuto abbandonare
l’amministrazione penitenzia-
ria; Ansoino Andreassi, allora vi-
cecapo vicario della polizia ha
i custodi
della Costituzione
e tantomeno
restare al loro posto
avuto la carriera stroncata ed og-
gi è pensionato.
Il pubblico ministero del proces-
so Diaz, Enrico Zucca, racconta,
nel libro L’eclisse della democrazia.
Le verità nascoste sul G8 2001 a Ge-
nova che ho pubblicato assieme a
Lorenzo Guadagnucci, vittima
del blitz alla Diaz, come durante i
processi fu utilizzato ogni mez-
zo per fermarli e condizionarli fi-
no alla proposta della questura
di Genova di “rinunciare ad an-
dare a fondo nelle inchieste sulla
ve false, le molotov messe ad ar-
te nella scuola Diaz per accusare
i ragazzi e il falso accoltellamen-
to di un agente, come le torture e
i feroci pestaggi non può essere
il custode della Costituzione.
I condannati devono essere ri-
mossi dai loro incarichi: è un vul-
nus inaccettabile della democra-
zia.
Nulla possiamo aspettarci dal-
l’attuale esecutivo, fotocopia di
quello che nel 2001 gestì politi-
camente la repressione.
lismo a trasformare ogni risorsa
in un prodotto da vendere, co-
struisce un sistema antitetico al-
l’interesse della biosfera” desti-
nato a generare profonde crisi
climatiche; la finanziarizzazione
dell’economia al di fuori di ogni
controllo, produrrà una crisi so-
ciale con una disoccupazione
senza precedenti; per permette-
re al 20% dell’umanità di control-
lare l’80% delle risorse vi sarà
una guerra permanente per il
dominio delle risorse energeti-
che: tutte le previsioni fatte da
Susan George, presidente di At-
tac Francia o da Walden Bello,
fondatore di Focus on the Global
South, nel 2001 a Genova si sono
puntualmente avverate.
Il movimento aveva raccolto in
Italia oltre 150.000 firme per la
Tobin Tax, la tassazione delle
superiori del Prodotto Interno
Lordo mondiale: la finanza spe-
culativa domina l’economia
mondiale mentre i soldi pubblici
vengono utilizzati per rilanciare
le banche.
Nonostante la dura repressione
che ha ferito gravemente il mo-
vimento italiano e ne ha modi-
ficato il percorso, non tutto è sta-
to vano. La vittoria referendaria
per l’acqua pubblica affonda le
radici proprio nelle giornate di
quel lontano luglio genovese; è lì
che nacque il concetto di “Beni
comuni” è lì che cominciò il lun-
go cammino per sottrarre i beni
fondamentali per la vita alle re-
gole del mercato. Dieci anni fa
dicevamo “Un altro mondo è
possibile” oggi sappiamo che è
anche maledettamente urgen-
te.
Mercoledì 20 luglio 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri20 luglio 1920

Lega né di lotta né di
MAIL BOX Doveva esprimere l’alito del futurismo rivoluzionario,
diventare l’indumento eversivo dell’homo novus primo
‘900, essere in linea con gli abiti “ dinamici, volitivi,
agilizzanti” già immaginati da Giacomo Balla. Nasce così,
con tanto di cartamodello e lancio ideologico su La
Nazione di Firenze del 20 luglio 1920, l’universale, versatile
Tu-Ta, “abito intero a guisa di T, capo pratico e moderno
con soli 7 bottoni, cintura in vita e 4 tasche”. Tu-Ta che sta
buon governo
Sono 20 anni che la Lega istu-
Furio Colombo

pidisce i suoi con la promessa
urlata su tutte le piazze di
combattere Roma ladrona.
Falso! Per 20 anni la Lega non
ha fatto che partecipare alla
depredazione e alla devasta-
zione di questo paese, oppo-
nendosi ad ogni abolizione o
riduzione delle mangiatoie di
Stato, che pesano sulle no-
stre tasche per centinaia di
miliardi, come le inutili e pa-
rassitarie Province. La Lega
ha appoggiato tutte le inique
leggi di B, ha votato per Fi-
nanziarie che mettevano
sempre più in ginocchio i po-
veri e difendevano sempre
meglio gli esosi privilegi dei
ricchi, ma soprattutto per 20
anni ha difeso gli abusi del po-
tere, aumentandoli più che
poteva, ha difeso e non com-
battuto i ladri di Stato, ha oc-
cupato tutto quello che po-
teva occupare come una
nuova banda di ladroni, ha
derubato gli enti locali, di-
strutto il territorio, svenduto
i beni pubblici, cumulato ca-
riche, sparso posti e soldi a
parenti e amici, si è rifiutata di
sopprimere gli abusi e i viziosi
abomini della Casta e anzi ne
ha aggiunti altri come i finan-
ziamenti pubblici ai giornali o
alla scuola padana e le cen-
tinaia di milioni buttati al ven-
to per ostacolare la volontà
popolare e i diritti civili, com-
battendo ogni richiesta de-
mocratica, e totalmente in-
curante delle condizioni di-
sastrose del paese, oggi la Le-
ga intende buttare altre cen-
tinaia di milioni per trasferire
capziosamente dei ministeri
a nord, perché una sola cosa
le interessa veramente: sepa-
rarsi dall'Italia dopo averla
derubata e distrutta.
E ancora ieri, dopo che Bossi,
dinanzi ai reati spudorati del
deputato Papa, aveva pro-
messo pubblicamente di con-
cedere il permesso per l'in-
chiesta, ecco che di nuovo la
Lega si è schierata a favore
dei ladri, perché questo or-
mai è: una ladra al pari degli
altri ladri di Stato.
E non basterà l'odio agli extra-
comunitari e ai meridionali
per saziare la sua gente della
sottrazione di giustizia e liber-
tà che la sua permanenza al
potere ha comportato, men-
tre, insieme Tremonti e a Ber-
lusconi mandava a fondo il
paese.
Viviana Vivarelli
Genova e Londra
sono lontanissime
7 A DOMANDA RISPONDO per Tutta, senza la T, che è la sua stessa forma, perché
“tuta la stoffa viene utilizzata, perché veste tuta la persona,
IL DOPO perché è tuta di un pezzo”. A creare la nuova mise,
giocando con la consonante perduta, Ernesto Michaelles,
CASTA in arte Thayaht, genio futurista amico di Marinetti,
stravagante anglo-fiorentino, designer, pittore e pioniere di
un Made in Italy ante litteram. Inventore della “moda
aro Colombo, come si esce da prossimo argomento cambi i sentimenti e
C questa situazione politica? Ce
lo siamo domandati per
gli umori di chi ti giudica. Ma chi ti giudica è
costretto a farlo, perché è inchiodato a una
solare” e gran sostenitore dei cappelli di paglia e dei
“sandali di Firenze”. Una chicca anni ’20. Ma entrato nei
Berlusconi, e adesso lo sappiamo: realtà sgradevole (o intollerabile) che non dizionari di moda soprattutto per quel primo abito di
invece di crollare, scivola un po' va via, e che, anzi, è stata creata dalla massa, talmente snob per i tempi da debuttare in un gran
per giorno nel niente. Un bel cattiva politica. La cattiva politica continua, i ballo a casa Rucellai a Firenze. Solo più avanti, complice la
danno per l'Italia se lo cittadini la patiscono e sono sempre meno rivoluzione russa, diventato veste-simbolo della classe
scivolamento resta così lento. Ma il inclini a tollerare non solo gli autori della operaia.
resto del sistema, detto anche cattiva politica, ma chiunque non si sia Giovanna Gabrielli
“casta”? Ci sarà un dopo? buttato in mezzo per impedirla in tutti i
Fabrizia modi, primo non collaborando mai, non
stando mai al gioco, perché è un brutto tato contro il Rapporto Gol- do tornargli utili in questa as-
Ci sarà certamente un dopo, ma è un po' gioco. È difficile guidare i cittadini a capire dstone e contro la richiesta surda difesa dei vecchi nazi-
difficile che vi si arrivi senza traumi. Il che c'è un animale buono e uno cattivo, nel del Consiglio dei Diritti uma- sti, nel suo scritto s'è dimen-
fenomeno con cui il Paese si confronta a cortile della politica. Perché da quel cortile ni dell’Onu per un’inchiesta ticato di spendere almeno
suo modo è nuovo. Non parlo della esce comunque (solo) cattiva politica. E internazionale sul sequestro una parola nel ricordare le
corruzione, che è l'altro mestiere più perché entrambi gli animali sono senza della Flotilla Gaza Freedom e vittime ed i famigliari super-
vecchio del mondo, e certo ben radicato, ossa. Uno non fa (salvo ripetere errori) e sulla strage sulla Mavi Mar- stiti che hanno sempre vis-
purtroppo, nella nostra storia e tradizione l'altro rimprovera. E poi tutto scivola via in mara compiuta lo scorso an- suto nell'angoscia e nel do-
politica. Il fenomeno nuovo è quello di un una incompiuta sequenza di niente. Il no. Chi permette soprusi e lore. Famigliari come quelli
corpo politico che, indipendentemente dai niente si paga carissimo, nella vita della ingiustizie, è ancora più re- delle stragi di San Terenzo,
valori o mancanza di valori, è un animale maggior parte delle persone. Naturale che sponsabile e colpevole di chi Vinca, Marzabotto, Sant'An-
senza ossa, non sembra avere alcun punto non abbiano né tempo né voglia di fare le ingiustizie e le violenze na di Stazzema che mai rin-
di forza su cui appoggiare un progetto, né troppe distinzioni. Il dopo comincerà commette: prima fra tutte grazieranno abbastanza i ma-
un punto di resistenza, che non sia passivo, quando qualcuno avrà acceso la luce. Con l’occupazione dei territori gistrati dell'ex Procura Mili-
di attrito e di speranza che passi la bufera le buone o con le cattive maniere. palestinesi che dura da 43 an- tare di La Spezia,in primis il
e basta. Per questa ragione è facilissimo – o ni, in spregio alle risoluzioni PM dottor Marco De Paolis e
sembra – dire cose drammatiche e lanciare Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano dell’Onu. dei Tribunali Militari di Roma
affermazioni coraggiose, per poi lasciarle 00193 Roma, via Valadier n. 42 Luigi Fioravanti e Verona per avere, con te-
sul terreno e passare avanti, sperando che il lettere@ilfattoquotidiano.it nacia e competenza, riporta-
L’errore di Massimo Fini to la parola “giustizia” su quei
fascicoli volutamente dimen-
Nel leggere l'articolo di Mas- ticati. . A Massimo Fini, per
simo Fini “Nazisti senza pre- rimanere nel tema, consiglie-
difficoltà Scotland Yard e il scrizione” sul vostro giorna- rei piuttosto di occuparsi
Parlamento inglese. Nel no- LA VIGNETTA le, sono rimasto veramente dell'ultima beffa subita dai fa-
stro povero paese, inve- esterrefatto. L'Autore infatti, migliari superstiti ad opera
ce,l'ex Capo della Polizia De non se la prende tanto con i del Governo Berlusconi: il
Gennaro, condannato per i superstiti assassini, peraltro decreto legge n° 63 del 28
fatti del G8 genovese, e tutti mai pentiti, che sotto le ban- Aprile 2010 con cui è stata
gli alti funzionari condannati diere dalla croce uncinata sospesa l'efficacia dei titoli
in secondo grado di giudizio, massacrarono centinaia di esecutivi nei confronti della
non solo non hanno ritenuto donne ,vecchi e bambini sul Germania condannata a ri-
di mettere in atto il compor- nostro Appennino ,ma piut- sarcire ,da parte dei Tribunali
tamento etico dal Capo della tosto con i giudici del Tribu- sopracitati, Enti locali e fami-
Polizia inglese,ma sono stati nale di Verona rei di averli glie per i crimini commessi
promossi "sul campo" a com- condannati dopo tanti anni di dalle sue truppe dell'epoca.
piti superiori. Per ulti- distanza. Peccato che Fini Notizia questa che viene da
mo,Spartaco Mortola, pro- non renda noto il motivo per sempre tenuta nascosta; se
mosso a Questore della Re- cui questi criminali non ven- Fini ne trattasse renderebbe
pubblica anche se condanna- nero processati a tempo de- un'opera meritoria per la ri-
to ad alcuni anni di reclusio- bito, che non parli della col- cerca della verità e della giu-
ne. L'attuale Capo della Po- tre di silenzio imposta da stizia.
lizia Manganelli, che aveva,al convenienze di politica inter- Roberto Oligeri (Cinque fratelli
momento della sua nomina, nazionale sulle stragi nazifa- uccisi il 19 agosto '44 dalle SS del
dichiarato con forza ,che sciste nel nostro Paese che Maggiore Reder)
avrebbe creato una nuova furono sistematicamente in-
polizia trasparente e lineare, sabbiate permettendo l'im-
si è adagiato tranquillamente punità assoluta di tanti car-
a queste invereconde situa- nefici...Impegnato com'è nel
zioni. Non c'è da meravigliar- rispolverare avvenimenti ac- IL FATTO QUOTIDIANO
si di questa etica in quanto è caduti nella Roma dei Cesari via Valadier n. 42 - 00193 Roma
in linea con la condotta dei zione di un milione e mezzo tri, tacendo e giustificando il che possano in qualche mo- lettere@ilfattoquotidiano.it
parlamentari tanto che se un di persone? Con quale diritto proprio, molto più sanguino-
ex magistrato, onorevole di impedisce alle navi di aiuti so e devastante (1400 pale-
questa Repubblica, acquista umanitari della "Freedom stinesi uccisi -tra cui 300 Direttore responsabile
Rolex rubati da un pregiudi- Flotilla 2 - Stay Human", di bambini- a fronte di 13 israe-
cato e rimane al proprio po- arrivare a Gaza? (Restiamo liani). E sono terroristi anche Antonio Padellaro
sto ci sono poche speranze di umani, il saluto di Vittorio i bambini e le donne di Gaza,
salvare la coscienza e l'etica Arrigoni). Perché a Gaza go- che sono la maggioranza del-
Vicedirettore Marco Travaglio

I gravi fatti accaduti perl'af-
fare Murdoch,il Capo della
Polizia e il suo vice si sono
dimessi in quanto sospettati
di aver compiuto azioni non
in sintonia con la loro carica.Il
Capo,nella circostanza,pur
confermando una sua con-
dotta lineare,ha specificato di
volersi dimettere per il solo e
semplice fatto che soltanto
un sospetto sulla sua condot-
ta potrebbe mettere in grave
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del nostro Paese.
Orlando Botti, ex ispettore capo
della polizia di Stato Imperia
Il governo italiano
complice di Israele
Con quale diritto il governo
israeliano attua l’embargo a
Gaza, chiudendo per mare
per terra e per cielo in un’u-
nica prigione, da quattro anni
a questa parte, una popola-
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verna Hamas, e quelli di Ha-
mas sono terroristi, sostiene
il governo israeliano. Con
questo argomento tutto vie-
ne giustificato. Ci vuole una
bella faccia, dopo le stragi di
Piombo Fuso, i crimini di
guerra e contro l'umanità
commessi dall’esercito israe-
liano a Gaza nel 2008-2009 (
denunciati dal rapporto Gol-
dstone, delle Nazioni Unite),
parlare di terrorismo degli al-
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Dopo aver fatto il versamento inviare un
fax al numero 02.66.505.712, con ricevuta
la popolazione? Israele si può
permettere ogni violazione
del diritto internazionale, an-
che la pirateria, anche la li-
cenza di uccidere, perché c’è
chi tace e acconsente ( o, per
salvare la faccia, si limita a ge-
neriche deplorazioni della
violenza, rituali e innocue): gli
Usa, l’Europa, molti stati ara-
bi, il governo italiano. Il no-
stro governo, insieme agli
Usa e pochissimi altri, ha vo-
di pagamento, nome cognome, indirizzo,
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