L’Istat: senza lavoro un giovane su quattro.
Niente paura
possono sempre sistemarsi convertendosi al credo del Raìsy(7HC0D7*KSTKKQ(
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Mercoledì 1 settembre 2010 – Anno 2 – n° 231
Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma
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QUANTI SOLDI IN LIBIA
PER LE GHEDDAFINE Q
“Avrete dei grandi vantaggi come sanno le ragazze
profumatamente pagate a Tripoli”. Nelle mail dei reclutatori
la verità sul mercato delle hostess a Roma
Verso il baratro
di Marco Pannella
dc
Presidente Berlusconi,
ascoltando le tue dichiarazioni a e con Gheddafi,
ho provato un empito di vergogna. Ripetendo a
più riprese, come hai fatto, che, non solo i due
Stati, ma anche i “due popoli”, l’Italiano e il Li-
bico, sono oggi uniti per festeggiare l’intesa tra la
Repubblica italiana e la Jamaria, ti qualifichi co-
me erede, semmai, dei “Graziani” di quella Italia,
estraneo perfino a questa partitocratica, non de-
mocratica, che gestisci. In tal modo
tu rappresenti il popolo italiano tan-
to quanto Gheddafi quello libico.
Non adontarti di questa equazione:
è tua!
Se un feroce dittatore, per te, rap-
presenta il suo popolo tanto quanto il premier di
una Repubblica dalla Costituzione democratica,
ravvivi il ricordo di quell’individuo per il quale il
Fascismo offriva vacanze non male ai suoi oppo-
sitori: dai Matteotti ai Carlo e Nello Rosselli, dagli
Ernesto Rossi agli Altiero Spinelli, ai Pertini e mi-
gliaia di altri vacanzieri antifascisti.
Della Libia si sa così poco, da non sapere se le
vittime del tuo grande amico personale siano di
meno o di più di quelli uccisi da noi Italiani. Co-
munque ci sono come anche altri Africani, spes-
so Eritrei, Somali, Etiopi, i cui genitori conobbe-
ro anch’essi la civiltà di quel colonialismo.
Voglio precisare che qui non discuto affatto, co-
me in Parlamento, il principio e modalità impor-
tanti imprenditoriali e commerciali, anche di per
loro positivi, dell’accordo. Ma del costo gravis-
simo e superfluo, e francamente intollerabile,
che tu imponi ai danni di standard internazionali
democratici e più semplicemente civili, morali.
Presidente, lo so che anche per D’Alema la Libia è
“strategica”; ma mi chiedo fin dove tu sia, ormai,
capace di intendere e di volere più o diversamen-
te da un Gheddafi o da un “Graziani” qualsiasi.
Sei davvero divenuto uno di quei capaci davvero,
ma davvero proprio di tutto. Categoria, questa,
che finisce per far precipitare nel vuoto di ragio-
nevolezza, di democrazia e le-
galità i suoi eroi. Temo che tu sia
in questa condizione e che ri-
schi di precipitare anche tu con
la sola forza accelerata di gravità
in questo baratro. Faremo – lo
sai – tutto il possibile per impe-
dirti di finire – e farci finire – co-
me fanno in genere costoro.
Con la nostra nonviolenza e tol-
leranza confido che ci riuscire-
mo. Evitando pure che ti e vi se-
guiamo nello stesso destino an-
che noi, vostri popoli, il libico
l’africano e l’italiano.
m.pannella@radicali.it
L’ira della Chiesa contro le sortite del Colonnello. “In quale
altro paese poteva realizzarsi uno show così penoso?” si chiede
Avvenire, che aggiunge: la visita sarà un boomerang
Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi alla cerimonia per il secondo anniversario dell’accordo tra Italia e Libia (FOTO DLM)
IBRA E CANZONETTE, B. I VOTI
LI RACCATTA ANCHE COSÌ
Il Caimano ora teme le urne e si attrezza
per tornare “vincente” con il Milan e Apicella
Udi Ferrucci e Marra
FINI TRA
MIRABELLO
E PROBIVIRI
rande attesa domenica per
G il “discorso alla nazione”
che segna il ritorno del presi-
dente della Camera nell’ago-
ne politico. L’incontro di Fu-
turo e libertà per lasciarsi alle
spalle Berlusconi e trovare la
propria strada pag. 4 z
pag. 2 - 3 z
di Silvia Truzzi
Q ualcuno lo vede scivolare
in fondo alla classifica, ma
B. non ci sta: il “presidente
del Consiglio migliore degli
ultimi 150 anni”, si rimette il
vestito – un po’ dismesso ne-
gli ultimi anni – da presiden-
te del Milan. Per la precisio-
ne, da presidente munifico
che regala alla sua curva una
coppia da favola, Ibrahimo-
vic e Robinho. pag. 5 z
(FOTO ANSA)
nla première dame
Carla difende la
condannata Sakineh
L’Iran: deve morire
Oppes pag. 12z
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
La tragedia
di un uomo ridicolo
di Marco Travaglio
uesto Gheddafi è proprio adorabile. Da anni fa
la caricatura di B. per farci capire la
ridicolaggine dell’ometto che ci governa. Ma
noi niente, continuiamo a prenderlo sul serio.
Arriva in Italia più truccato e pittato di lui, coi capelli
più incatramati di lui, addobbato da abiti più comici
dei suoi, tipo il principe De Curtis in Totò sceicco. Se
lui sfoggia dieci o venti ragazze alla volta, il
Colonnello ne recluta 600 in una botta sola, sempre
a pagamento. Porge a B. la mano da baciare, ben
sapendo che lui bacia chiunque gli capiti a tiro,
purché provvisto di pecunia. Anche i 30 cavalli
berberi sono un perfido messaggio subliminale
contro un tipetto che si fa chiamare Cavaliere ma ha
sempre maneggiato stallieri: i cavalli preferisce farli
senatori, deputati e ministri (i 32 denti bianchissimi
del maggiordomo Frattini Dry col sorriso
prestampato, tipo paresi, parlano da soli). Il
discorso-fiume di un paio d’ore al galoppatoio dei
carabinieri, poi, è un’altra citazione comica, stavolta
da Totò a colori, dove il maestro Antonio Scannagatti e
la sua banda attaccano una marcetta infinita
mandando in bestia il boss italoamericano Joe
Pellecchia che tenta di arringare dal balcone la folla
del paesello natìo. Tra qualche anno, quando sulla
tragedia di quest’uomo ridicolo (non Gheddafi,
l’altro) sarà calato il sipario, gli storici
s’interrogheranno sull’epidemia che contagiò
un’intera nazione, accecandola al punto di non farle
vedere la comicità involontaria di chi la governava.
Un po’ come in Cecità, il romanzo di Saramago, dove
gli abitanti di una città immaginaria cadono vittime di
un misterioso virus e diventano tutti ciechi.
Immaginiamo un elettore del mitico Nord-Est, con la
sua bella partita Iva, la sua villetta, il suo capannone, i
suoi chiavistelli anti-rapina, la sua ronda padana
anti-negher, il suo fazzoletto verde al collo o nella
pochette, i suoi poster di Calderoli e Borghezio,
insomma le sue radici cristiane. E proviamo a
immedesimarci nei suoi pensieri alla vista del
beduino travestito da dittatore dello Stato libero di
Bananas che insegnava la storia del colonialismo e la
teologia islamica e pure cristiana a ministri
imbalsamati, noti prenditori e banchieri con le pezze
al culo e al suo omologo italiota, accasciato e
assopito sul trono imperiale mentre persino i cavalli
berberi, per non parlare di quelli dei carabinieri,
davano segni di impazienza. Avrà pensato,
sentendolo chiedere altri 5 miliardi all’anno
(FOTO ANSA)
dall’Europa e minacciare in caso contrario
l’invasione islamica, di essere stato preso per i
fondelli dal Pdl? Avrà deciso di smettere di votare per
questi impostori? Avrà provato un fugace desiderio
nla parabola di Tarantini di una destra normale, presentabile, sobria, allergica
a certe sceneggiate? Macché. Chi dovrebbe
Da Villa Certosa informare e far riflettere questa brava gente, cioè i
a un impiego giornali di centrodestra, è troppo impegnato a
giustificare persino il Berlusgheddafi Show. Titoli de Il
in cooperativa Giornale: “Gheddafi? Per la sinistra era un fratello”,
Massari pag. 9z “Perché bisogna fare affari con il Colonnello”,
“Berlusconi: Con la Libia si è chiusa una ferita”. Titoli
di Libero: “Silvio nella tenda: Sto lavorando per
nil nuovo tg di La7 l’Italia”, “La Libia è meno terrorista per merito
dell’Italia” (il concetto di “meno terrorista” ricorda
Mentana fa il pieno quella fanciulla “un po’ incinta”), “È un’alleanza
di ascolti a spese necessaria per uscire dalla morsa cinese” (sic).
Dunque, malgrado gli sforzi del Cammelliere, ci
di Minzolini terremo il Cavaliere senza nemmeno riderci su. E lui
Tecce pag. 7z si prepara a nuovi e decisivi appuntamenti politici: il
lancio del nuovo album scritto a quattro piedi con
Apicella (13 canzoni d’amore in napoletano, titolo
CATTIVERIE ancora coperto da segreto di Stato) e il “processo
breve” per non finire in galera. “Voglio andare in tv –
Vespa e Belén potrebbero annuncia – e spiegare agli italiani la mia odissea
condurre Sanremo. Figo, giudiziaria, non voglio fare la fine di Craxi”. Tanto per
una velina e l’ex di Corona farci capire che anche lui è colpevole. Grazie,
www.spinoza.it l’avevamo intuito.
pagina 2 Mercoledì 1 settembre 2010

S “L
ITALIA-LIBIA ITALIA-LIBIA

arà il buio dell’ora tarda, ma di notizie se ne
La parata del Tg1: schiere vedono poche. Pochissime l’altro giorno al Tg1
di mezza sera. Che si esibisce in un racconto
della parata di cavalli e armamentari vari preparata per
di signorsì e cavalli Berlusconi e Gheddafi. Collegamento con la caserma Salvo
d’Acquisto, descrizione millimetrica dei vari passaggi
equestri dei carabinieri che non sfigurano - non sia mai -
in omaggio al Cavaliere con quelli dei rivali berberi devoti al rais. Poi “stacco” sui
discorsi ufficiali dei due leader: amicizia, fierezza, onore. o scandalo della visita di Gheddafi in Italia? cosa: il fatto che sia stato così facile trovare delle ragazze che
Vien da dubitare che il cinegiornale Luce avesse più Perina: “Negli anni ‘70 Quello che mi ha stupito è una liturgia per una cifra tutto sommato piccola – perché 80 euro lordi si
pudore. Non una parola sulle proteste del mondo intollerabile per un paese normale: io non guadagnano anche facendo la comparsa a Cinecittà, o
cattolico per le provocazioni sull’islamizzazione dell’Europa credo che Angela Merkel in Germania o che Cameron in lavorando, una serata in una discoteca o in un pub – si siano
regalateci da Gheddafi, non un cenno ai megabusiness inimmaginabili 200 Inghilterra o lo stesso Sarkozy in Francia avrebbero mai prestate a fare in qualche modo le cortigiane a un dittatore.
bipartisan con fondo di conflitto d’interesse, non una riga tollerato una cosa del genere” dice Flavia Perina, direttore del Alla mia generazione questo non sarebbe successo. Non
agli immigrati torturati dall’altra parte del mare, basta che Secolo d'Italia e deputata di Futuro e libertà a Telebavaglio del credo che sarebbe stato facile negli anni ‘70-‘80 trovare 200
qui non si affaccino. La Libia siamo noi.
(FOTO DLM)
giovani per Videla” Fatto Quotidiano. “Però diciamo mi ha stupito anche un'altra ragazze che andassero a fare non so... la corte a Videla”.
(FOTO EMBLEMA)

B, CORANO E AFFARI FEDELI A GETTONE

L’ira della Chiesa: Il reclutamento delle ragazze per gli intrattenimenti del Rais
Le “conver tite” hanno ricevuto una diaria maggiore
“Una sceneggiata” di Paola Zanca

o chiamano “recruiting last second”. Si-

viviamo’. Noi – spiega Yvonne Di Vito, re-
sponsabile organizzazione eventi della Ho-
stessWeb – siamo stati personalmente invi-
di fastidi non ha voglia di parlare. “Quel che è
stato è stato – fanno sapere dal suo staff – E

L
I vescovi contro lo show di Gheddafi gnifica trovare in due giorni un plotone
di giovani donne disposte a sorbirsi –
previo pagamento – le lezioni di Muam-
e il baratto del premier sui valori mar Gheddafi sull’islam. L’agenzia Hostes-
sWeb, con il suo carnet da 70 mila ragazze, ci
ha messo un attimo. Tariffe a seconda
di Marco Politi si davanti a qualsiasi europarla- quale leader d’un Paese di tradi- dell’impegno, racconta Francesca, una di lo-
mentare senza che appaia sulle zione e maggioranza cristiana ro: le tre convertite sono state “sicuramente
l cristianesimo prêt-à-por ter pagate di più”. E chi ha partecipato al dibat-
tati per un soggiorno in Libia e abbiamo por-
tato con noi alcune ragazze”. Pagate anche
lì, come si promette nel “vademecum”?
“Non mi risulta, non le so proprio dire”. So-
no previste nuove partenze? “Finora non c'è
niente di concreto, sarebbe bello instaurare
un rapporto di scambio culturale”. Per ades-
so, commenta Antonio Di Pietro, ci accon-
tentiamo di svendere “la dignità del nostro
comunque il ministro quello che pensa, a
Gheddafi lo ha detto in faccia un anno fa”.
Siamo andati a rivedere quel discorso del 12
giugno 2009. Non esattamente a muso duro:
“Le donne africane – tuonò – possono con-
tare su di noi e sul nostro sostegno. E sono
certa – e lo chiedo qui ufficialmente al pre-
sidente Gheddafi, davanti a questa platea di
donne – che da oggi le africane possono con-

I
del governo Berlusconi si
sbriciola dinanzi al sermo-
ne islamico di Gheddafi. Il
governo del crocifisso obbliga-
torio ammutisce in presenza di
chi esorta a sostituire il Vangelo
con il Corano. Al Piccolo Nero-
ne (versione Alberto Sordi), che
suona la sua cetra a Palazzo Chi-
gi, la coerenza naturalmente
non interessa. Non sa nemme-
no di che si parla, quando Orien-
te e Occidente, fede e filosofie si
affacciano sulla scena. Ma la vi-
cenda è istruttiva. Maurizio Lu-
pi e Mario Mauro, autorevoli
esponenti del Pdl (vicepresi-
dente della Camera il primo, ca-
pogruppo Pdl al Parlamento eu-
ropeo il secondo), hanno scrit-
to una lettera di fuoco alla Stam-
pa per dire che non si può “ri-
manere fermi a guardare” ed è
urgente chiedersi fino a quando
“è ancora opportuno offrire il
nostro Paese come palcosceni-
co per gli spettacoli del Rais?”.
Hanno sbagliato indirizzo. De-
vono mandarla a Palazzo Chigi.
Soltanto Berlusconi si fa in quat-
tro appena Gheddafi desidera
organizzare i suoi capricciosi
eventi. Strano, ma il leader libi-
co – che ingenuo non è – non ha
mai chiesto in nessun’altra de-
mocrazia occidentale di man-
sue labbra quel sorrisetto, che
ogni turista italiano all’estero ha
imparato a conoscere: “Ma per-
ché avete al governo uno come
Berlusconi?”.
L’AVVENIRE, giornale dei
vescovi, non nasconde il suo di-
sgusto. “Un’incresciosa messa in
scena”, ha commentato in prima
pagina, soggiungendo: “O forse
solo un boomerang”. Il boome-
rang sfiora appena Gheddafi (or-
mai è ripartito), ma finisce per
cozzare una volta di più contro
un premier, che non sa cos’è la
dignità di una nazione. Fa im-
pressione rileggere a un anno di
distanza il lucido giudizio
dell’Avvenire (allora diretto da
Boffo). “Stile e valori” della vita
concreta di un leader “non sono
indifferenti, non possono esser-
lo”. Perché lo stile di Berlusconi
è quello di chi favorisce certe
kermesse. E i valori cristiani, di
cui si impadronisce per il Family
Day o per lanciare decreti d’ur-
genza su Eluana Englaro, durano
lo spazio di uno spot.
Chiede Avvenire in quanti altri
paesi poteva realizzarsi uno
show così penoso. Un boome-
rang per Palazzo Chigi. Perché i
casi sono due. O era una kermes-
se e il premier non avrebbe do-
vuto lasciare che avvenisse. O il
(che comunque non ci pense-
rebbero nemmeno) sarebbe
concesso di predicare e battez-
zare in un Paese a maggioranza
islamica? E perché in tanti Stati
islamici è impedito non solo a
preti e missionari ma anche a
semplici viaggiatori, uomini
d’affari o lavoratori immigrati di
manifestare la propria fede cri-
stiana?
Un discorso laico per la libertà di
credere, non credere, cambiare
credenza che un capo di gover-
no italiano dovrebbe essere in
grado di fare. Magari – come si fa
a scuola – copiando un celebre
discorso di papa Wojtyla a Nuo-
va Delhi.
Niente del genere è accaduto. E
non poteva che essere così. L’ap-
pello ai valori cristiani per il pre-
mier è solo merce di scambio per
appoggi sopra e sotto il banco. E
nella sua compagine è un invo-
lucro buono per ogni prodotto.
In questi giorni il ministro Sac-
coni, reduce dalla sua perfor-
mance al meeting di Cl a Rimini,
è impegnatissimo a propaganda-
re un’“antropologia positiva”
nella sfera industriale.
Bella parola. Non si capisce, pe-
raltro, perché sia antropologica-
mente positivo abbassare la
guardia e le regole per gli inci-
denti e le morti sul lavoro, per le
“Avvenire”:
la visita sarà un
boomerang
E monsignor
Mogavero
“rifiutato” dal
Colonnello
Così il cristianesimo è strumen-
talizzato e ogni valore manipola-
to. Festa solenne per la fine del
Ramadan con Gheddafi e niente
moschea per centinaia di mi-
gliaia di musulmani in Italia. Ok a
Roma per i Corani distribuiti alle
veline e in provincia appelli iste-
tito con maggior passione ha portato a casa
un invito a Tripoli, per una “mega-festa” che
si terrà il 22 settembre. D’altronde, nel va-
demecum spedito dall’agenzia alle ragazze,
era chiaro che quella era la data in cui i viaggi
“ricominciano”. Ce n’erano già stati? “Già
l’anno scorso disse: 'Mi farebbe piacere por-
tarvi lì per farvi vedere come effettivamente
Fermo
immagine
Il vademecum delle “gheddafine”:
Sopra Berlusconi
lunedì sera alla
“Tacchi e presenza profumatamente pagata”
parata equestre con
il Colonnello Questo il vademecum che è
(FOTO DLM)
Accanto
stato presentato alle ragazze e
ai ragazzi “selezionati” per
i due leader partecipare agli incontri con il
su una camionetta leader di Tripoli
dei carabinieri
(FOTO DLM)
IL LOOK
“Nessun tipo di abbigliamento
particolare richiesto, ma viva-
mente consigliato un abbiglia-
e chiedergli: “Che fine hanno fat- lo Iard di Milano – ha già rivelato mento serio per le donne con
to tante persone respinte dal go- che metà della gioventù d’Italia scarpa décolleté tacco 5-8 tail-
verno italiano?”. Persone ora non si sente più nemmeno cat- leur gonna o pantalone, per i ra-
sparite in Libia.
tare anche sul suo impegno”. Per lei, l'eco di
Paese a un dittatore”. E non è il solo ad avere quelle parole dovrebbe durare fino ad oggi.
il mal di stomaco. Anche al ministro della Per i finiani di Generazione Italia, è un silen-
Gioventù Giorgia Meloni, il comportamen- zio che “fa rumore”. Fuori dalla caserma do-
to di Gheddafi ha dato “un certo fastidio”: ve è andato in scena il carosello dei cavalli
l'altro ieri sera non si è presentata al gran galà berberi, l'altra sera a fare rumore ci ha pro-
organizzato da Berlusconi alla caserma Salvo vato una passerella di uomini e donne con in
d'Acquisto. Non c'era nemmeno il ministro mano libri scritti da donne. Un regalo per
per le Pari opportunità Mara Carfagna, ma lei Gheddafi. Chiaramente, tutto gratis.
esagerate, no camicie aperte di voi ha conoscenze dell’islam ligioso politico di grande rile-
all’ombelico, no tutto quello e del Corano e ha da fare doman- vanza, vi chiediamo di informar-
che può non risultare consono a de pertinenti, saranno ben ac- vi sul tema, chi ha nozioni
un evento serio, professionale cette anche domande sulla figu- sull’islam e vuole porre una do-
ed istituzionale o che possa ra della donna in Libia e su l’in- manda, la prepari su un foglio.
sembrare scortese a una religio- tegrazione tra i nostri due Pae- Chi si propone nel dibattito avrà
ne diversa dalla nostra che, an- si”. sicuramente dei vantaggi, lo
che se non condivisa, va co- *** sanno bene tutte le ragazze e i
munque rispettata”. “Trattandosi di un dibattito re- ragazzi che da mesi lavorano
profumatamente pagati con il
GALATEO E STAMPA paese libico”.
“Ci sarà sicuramente la stampa, Rimborsi e ‘grand
evitiamo di fare le prime donne. tour’tra le dune SOLDI IN BUSTA
Stiamo andando a un dibattito “Come anticipato il rimborso

TUTTO SI TIENE nel regno

dargli alla residenza centinaia di
giovani hostess per indottrinar-
le. Maurizio Lupi e Mario Mauro
invocano rispetto per la “tradi-
zione cristiana” in Europa, ma
discorso di Gheddafi era serio e
allora il Piccolo Nerone avrebbe
dovuto intervenire a schiena
dritta e replicare. Le risposte,
con garbo, si trovano sulle pagi-
aziende che hanno dipendenti
in nero, per la prassi del preca-
riato permanente. Rottamazio-
ne di regole di solidarietà e digni-
tà, in cui il governo “cristiano” è
rici per cacciare dal cimitero cri-
stiano il corpo di un bimbo mu-
sulmano. E intanto a monsignor
Mogavero della Cei – pur invita-
to alla cena di gala con Gheddafi
del Piccolo Nerone (versione
Sordi). La Padania dell’alleato
Bossi proclama “L’Europa sia cri-
stiana” e il ministro Giorgia Me-
loni rincara: “L’Italia o è cristiana
o semplicemente non è”. Parole
in libertà. La più seria agenzia di
tolica. Il mondo corre altrove.
E lo scrittore cattolico Vittorio
Messori, per chi si interrogasse
seriamente sul rapporto tra
islam ed Europa (ma non è il caso
gazzi pantalone e camicia, se
non farà caldissimo gradita an-
che giacca e cravatta. Chi viene
vestito trasandato non verrà ac-
creditato. Per facilitare la com-
internazionale, se vedete che
vostre amiche o persone a voi
vicine rilasciano dichiarazioni
stupide o lesive per il gruppo,
cercate di intervenire e riporta-
“ Quelle
del primo evento
spese presenza verrà dato subi-
to a fine evento, su ogni pul-
lman ci sarà un nostro referente
che vi darà la busta con i soldi”.
***
di Palazzo Chigi), ha già scritto prensione: no pantaloni strap- te il discorso sul tema didattico invitate “Vi chiediamo di non far men-
che l’integralismo islamico ri- pati, no tute da ginnastica, no e culturale dell’evento”. zione con nessuno dei compen-
schia di perdere i denti quando
nella vita quotidiana deve fare i
scarpe tennis/ginnastica, no mi-
nigonne, no pantaloni a vita ul- VANTAGGI ASSICURATI
per soggiorni si, trattandosi di un dibattito a
caratura politico-religiosa è au-
conti con la “società liquida” e tra bassa o peggio con cavallo “Dibattito: avranno più visibili- spesati spicabile che ci siano solo per-

”
sarà difficile per loro presentar- ne del giornale dei vescovi. A attivo assai. – è stato impedito di incontrarlo indagini sul mondo giovanile – secolarizzata dei nostri Paesi. alle ginocchia, no scollature tà e possibilità di intervento chi sone che vengono solo perché
(FOTO ANSA)
interessate al tema, quin-
di il rimborso spese è vi-
IL DOCUMENTARIO Andrea Segre a Venezia ENI, IMPREGILO & CO. sto solo come un bonus
di viaggio, bonus che a

“Così i due regimi censurano il calvario dei migranti” LA QUESTUA AL GRAN BANCHETTO DEGLI APPALTI
seconda della distanza
varia dalle 100 euro su
Roma a massimo 200 eu-
ro su città del Nord e iso-
di Chiara Paolin gno è Bengasi, sul golfo della Sir-
te: da lì si vede Lampedusa, un
mentre le aziende italiane fanno
un sacco di affari. Perfetto, se
cano i livelli minimi di decen-
za”.
“Tra cerone e di Giovanna Lantini stimenti per 25 miliardi nel Paese
del rais da cui nel 2008 ha ot-
siglio di amministrazione di Me-
diobanca. Mentre i Benetton han-
sente alla serata), l’amministra-
tore delegato della banca italiana
le. Chi divulgherà detta-
gli in merito all’evento

“H o lasciato parlare quella ra-

gazza a lungo. Raccontava
futuro di lavoro, la vita che si po-
trebbe fare da normali esseri
non fosse che ci vanno di mezzo
persone in carne e ossa”.
Andrea Segre dopodomani sarà
al Festival di Venezia con un al-
parate ridicole Ccondoinquanta miliardi di euro. A
tanto ammonterebbero, se-
tenuto un accordo che consentirà
al gruppo petrolifero italiano, che
no mandato il presidente Giovan-
ni Castellucci. Non poteva man-
più amata dai libici, Unicredit,
ha recentemente parlato per la
non prenderà rimborso
e non lavorerà più in
tutto con freddezza: le botte, gli
stupri, le torture dei carovanie-
umani, proprio Come un uomo
sulla Terra.
A decine di migliaia vengono
catturati, detenuti in veri e pro-
tro lavoro, Il sangue verde: come
dire l’altra faccia della medaglia.
il potere la stampa finanziaria, le
commesse in ballo tra l’Italia e la
ha Tripoli tra i suoi soci accanto a
Tesoro e Cassa Depositi e Prestiti,
care, poi, Pierfrancesco Guargua-
glini, il numero uno del gruppo
Libia di investimenti pubblici in ar-
rivo per una cifra compresa tra i
eventi futuri”.

ri. L’unica lacrima le è uscita
quando ho chiesto come mai
avesse deciso di dirmi tutto. Ha
risposto che non voleva succe-
desse la stessa cosa a un’altra co-
me lei, a una ragazza che scappa
dall’inferno e si ritrova buttata
dentro a un container, seviziata,
rispedita indietro come una
merce indesiderata”.
Andrea Segre sa bene cosa suc-
cede ogni giorno in Libia. Ha
realizzato un documentario che
ricostruisce tutti i passaggi del
calvario cui sono sottoposti gli
immigrati quando dal cuore
dell’Africa tentano di aggrap-
parsi all’Europa. La meta del so-
“Così si chiama il mio film in cui
dieci immigrati raccontano la
storia vista dall’altra parte –
spiega Segre –. Il deserto, i soldi
che non bastano mai, un ciclo di
violenza senza fine. Perché nel
2003 Berlusconi strinse la mano
a Gheddafi decidendo la vita dei
40 mila migranti che ogni anno
passano dalla Repubblica libica:
finanziamenti all’ex colonia in
cambio del lavoro sporco, bloc-
care quei disperati ad ogni co-
sto. Nel 2009 l’accordo è diven-
tato operativo e funziona: a
Lampedusa non arriva più nes-
suno, l’Italia investe sullo svi-
luppo industriale della Libia
pri lager, infine rispediti verso
sud ammassati dentro contai-
ner. Chi si ammala o protesta
viene abbandonato nel deserto,
un corpo presto sepolto dalla
sabbia e dalle ruote dei tir.
“L’accordo non va tanto per il
sottile, l’importante è il risulta-
to – sottolinea il regista –. Negli
accordi non ci sono clausole di
controllo qualità. Non è previ-
sto che l’Italia, in cambio di 5 mi-
liardi di euro, possa verificare
come avvengono i respingi-
menti, quale personale sia im-
piegato e con quali protocolli.
Per questo l’Europa non può
prender parte agli accordi, man-
“Ho documentato la situazione
di Rosarno, cioè il sistema di
controllo mafioso che si serve
degli immigrati per dominare
meglio il territorio – riprende
l’autore –. Li fanno lavorare, li
sfruttano come bestie, e poi ri-
versano su di loro la paura so-
ciale, l’insoddisfazione per una
situazione economica sempre
più critica. Una dinamica ele-
mentare, colpevolmente igno-
rata dallo Stato italiano. I sindaci
della zona lo hanno segnalato a
tutti, destra e sinistra: qui biso-
gna riprendere in mano la situa-
zione. Invece la logica è mante-
nere gli equilibri di potere, de-
nasconde
la tragedia
dei
respingimenti”
limitare all’ambito della paura
l’identità dell’immigrazione co-
me comoda valvola di sfogo so-
ciale. E semmai mettere un tap-
po al flusso eccessivo degli in-
gressi. Così nulla cambierà”.
E il Colonnello potrà continuare
ad abbracciare il Cavaliere tra ali
La copertina del documentario
di giovani ragazze e cavalli bar-
dati. “Questo è l’aspetto più tra-
gico – chiude Segre –. L’imma-
gine di quei due uomini anziani
che si fingono eterni a forza di
cerone e lifting è un quadro di
regime che fa davvero impres-
sione. Quei due vecchi voglio-
no illudere il mondo sulla loro
potenza, imponendo una dog-
matica versione dei fatti. Sem-
brerà strano, ma i migranti me lo
chiedono spesso: voi italiani la
sapete la verità su quello che ci
succede? Avete capito che quel
che si vede in tv non è vero?”.
Libia che lunedì sera hanno at-
tratto tanti commensali del bel
mondo della finanza e dell’eco-
nomia italiana alla monumentale
tavola di Muammar Gheddafi che
è seguita alle celebrazioni per il
Trattato di amicizia Italia-Libia. Le
stime più prudenziali, invece, par-
lano di una quarantina di miliardi.
Difficile, però, fare un calcolo al
millimetro. Quel che è certo è che
tra le nostre aziende e la Libia
ballano svariati miliardi. Soltanto
l’Eni, che ieri è stata rappresen-
tata dal numero due Claudio De-
scalzi, visto che l’amministratore
delegato Paolo Scaroni si trovava
all’estero, ha in programma inve-
di estrarre petrolio in Libia fino al
2042 e gas fino al 2047. Vale
invece almeno 3 miliardi la com-
messa per l’autostrada sulla co-
sta mediterranea della Libia per
la quale è ben posizionata Im-
pregilo, che dal Paese Norda-
fricano ha già ottenuto contratti
per 760 milioni. Non a caso la
società ieri era rappresentata al
gran completo sia dai manager
capeggiati dal presidente Massi-
mo Ponzellini, sia dagli azionisti
Fondiaria Sai e Atlantia. Il gruppo
assicurativo dei Ligresti ha infatti
schierato sia l’ad Fausto Mar-
chionni, sia l’azionista Jonella Li-
gresti, che siede anche nel con-
pubblico della difesa, Finmecca-
nica, che in Libia ha già delle
commesse attive per quasi un mi-
liardo e che, in base al pre-ac-
cordo siglato l'anno scorso con i
fondi sovrani libici per dar vita a
una joint-venture destinata a svi-
luppare in Libia, Medio Oriente e
Africa la cooperazione strategica
nei settori dell'aerospazio, dell'e-
lettronica, dei trasporti e dell'e-
nergia, dovrebbe generare un giro
d’affari stimato in 20 miliardi.
Senza contare l’importante ac-
cordo nella difesa attualmente in
via di definizione a livello inter-
governativo. Più in generale, Ales-
sandro Profumo (ovviamente pre-
350 e i 600 miliardi di dollari che
fanno ovviamente gola a molte
imprese italiane. Che non a caso
ieri hanno schierato rappresen-
tanti di ogni genere e tipo. Dal
presidente di Anas Pietro Ciucci,
a quello di Telecom Italia, Ga-
briele Galateri di Genola. Dall’ad
di Enel Fulvio Conti, per il quale
“gli interessi potenziali sono mol-
ti, ma ora non c’è nulla”, al nu-
mero uno degli industriali romani
Aurelio Regina, passando per il
presidente di Alitalia e di Piag-
gio, Roberto Colaninno, quello di
Bnl-Bnp Paribas Luigi Abete,
nonché per i coniugi della raffi-
nazione petrolifera, Gian Marco e
Ragazze con il Corano per Gheddafi (FOTO ANSA)
Letizia Moratti. Grandi assenti, il
presidente di Confindustria, Em-
ma Marcegaglia, che ha manda-
to il direttore generale Giampaolo
Galli e i vertici del gruppo
Exor-Fiat, che condividono la con-
trollata Juventus con la Libyan
Arab Foreign Investment Compa-
ny (Lafico). Torino ha infatti man-
dato in sua rappresentanza il nu-
mero uno delle relazioni istituzio-
nali, Ernesto Auci. Immancabile,
invece, il finanziere franco-tunisi-
no Tarak Ben Ammar, trait
d’union tra gli affari televisivi tra la
Fininvest e i libici.
IL FUTURO
“Vantaggi futuri: molte
di voi non sanno che decine di
ragazze del primo evento sono
state invitate in Libia per dei
soggiorni di approfondimento
culturale, e, la cosa più bella, un
tour nel Sahara delle grandi du-
ne, tutto rigorosamente spesato
e per di più pagato un rimborso
spese di alcune migliaia di euro
a ragazza per una due settimane
di vacanza... dal 22 settembre ri-
cominciano i viaggi, quindi ci
saranno tante opportunità mol-
to interessanti per le ragazze
Gheddafi o Gheddafine come
dice La7 di Lerner”.
pagina 4 Mercoledì 1 settembre 2010

D L
IN FONDO A DESTRA IN FONDO A DESTRA

opo una serie di strappi eclatanti,
Il 29 luglio lo strappo alla fine Silvio Berlusconi ha
cacciato Fini dal Pdl. La decisione
è stata presa lo scorso 29 luglio in un
finale: l’espulsione esecutivo del partito. Dal quale è uscito un
documento con le motivazioni. Le sue
posizioni sono "incompatibili con i principi
del co-fondatore dal Pdl ispiratori del Pdl". Non solo: il Cavaliere ha
spinto per le dimissioni dell'ex alleato dalla
presidenza di Montecitorio: "Si pone il
problema della presidenza della Camera"
perché viene meno "anche la fiducia del Pdl nei
confronti del ruolo di garanzia di presidente
della Camera indicato dalla maggioranza che ha
vinto le elezioni". E ancora: Fini non ha
manifestato dissenso, ma "una volontà
demolitoria". Ovvero: "Gianfranco Fini ha via
via evidenziato un profilo politico di
opposizione al governo, al partito e alla
persona del presidente del Consiglio". Il giorno
dopo i finiani si sono dimessi dai gruppi
parlamentari del Pdl e hanno dato vita a quelli
di Futuro e libertà. Che adesso conta 33
deputati e 10 senatori.
e campagne elettorali di
Dall’autobiografia Berlusconi sono sempre state
caratterizzate da iniziative di
marketing eclatanti e massicce. Per le
del 2001 agli sms del 2006: politiche del 2001, il Cavaliere fece
stampare seimila di tonnellate di carta per
due miliardi e mezzo di pagine. Un costo di
le campagne del Cav. diverse decine di miliardi, più spese di
spedizione. Il tutto per far ricevere alle
famiglie una copia di "Una storia italiana", la
biografia di Silvio Berlusconi nella quale
venivano narrate le gesta del Cavaliere dalle
palazzine milanesi, alla televisione, dai trionfi
sportivi con il Milan fino allo sbarco in
politica. Eccola, quindi, l'arma segreta della
campagna elettorale del leader del
centrodestra: un volume di 125 pagine a
colori, carta patinata, ricco di testi e foto
introvabili, con l'ambizioso obiettivo di
sostituire la nave messa in campo alle
passate regionali.
Per le politiche del 2006, poi, Berlusconi
sommerse gli elettori di sms di propaganda
non richiesti.

ASPETTANDO FINI
Il ritorno da leader politico domenica con un “discorso
alla nazione”: costringerà il Caimano a ripensarci?

Milan e Apicella,
di Wanda Marra ro considerato un passo obbli- del presidente della Camera: sanzioni nei confronti di questo nuovo partito sarà “fatta passa- “Settembre sarà il mese della ve-
gato, inevitabile. “La strada in- “Se il Pdl, per la ragion di Stato, gruppo di parlamentari, quan- re” come inevitabile. rità”, come dice il viceministro
iù passano i giorni, più

P
cresce l’attesa. Dopo
un’estate di veleni, di-
chiarazioni incrociate, si-
lenzi e riorganizzazione delle
trapresa è questa, se non si in-
travede una coesione all'inter-
no del Pdl. E Mirabello sarà un
altro tassello verso questo cam-
mino”, spiega Granata. Fini,
premesse il tasto reset non sa-
rebbe male”.
FATTO il discorso di Mirabel-
lo, dunque, che tutti si aspetta-
do altri tipi di sanzioni, nei con-
fronti di esponenti politici del
Pdl che si sono trovati in ben al-
tre vicende è paradossale. Sarà
una scelta dirimente da parte
PRIMA di sabato, intanto, è
previsto un intervento del pre-
sidente della Camera alla Festa
dell’Api, la formazione di Rutel-
allo Sviluppo economico, Urso.
Le Camere riaprono l’8 e tra la
fine del mese e l’inizio di otto-
bre ci dovrebbe essere un altro
passaggio importante: il rinno-

B. alla riconquista delle masse

truppe, questa è la settimana
che segna il ritorno ufficiale di
Gianfranco Fini nell’agone po-
litico. E non nella veste istitu-
zionale di presidente della Ca-
mera, ma di leader. Il momento
clou sarà domenica a Mirabello
per quello che i suoi chiamano
il “discorso alla nazione”:
espressione mirabolante, che
però ben delinea le aspettative
che intorno alle parole di Fini si
stanno alimentando. A destra e
a sinistra. Tra gli amici e gli av-
versari. Non sarà quella la sede
per annunciare la nascita del
dunque, disegnerà il profilo di
una destra moderna, non po-
pulista, che abbia al centro il ri-
spetto delle regole. E poi, gli
immigrati, la crisi, il lavoro.
Prioritaria, la questione della
legalità. E il carattere della for-
mazione politica da venire: che
dovrà avere dinamiche interne
e un regolamento ben definiti.
A UN MESE dall’espulsione,
Berlusconi non ha avuto nulla di
quello che voleva: “Il tentativo
di criminalizzare Fini, di otte-
nerne poi le dimissioni, infine di
no duro e senza sconti, Fini del Pdl se riunire i probiviri e an-
aspetterà le mosse del Cavalie- dare a sanzioni o rinviare la riu-
re. Il primo segnale potrebbe ar- nione”, ha detto la Perina inter-
rivare alla decisione di cancella- venendo a Telebavaglio. Il passag-
re la riunione dei probiviri pre- gio successivo potrebbe essere
vista per il 18 settembre per il la riconvocazione dell’Ufficio
processo a Bocchino, Briguglio di presidenza per riesaminare il
e Granata. “L'idea di discutere caso dei finiani e dire una volta
per tutte se le loro idee sono
compatibili con il Pdl o no. In
caso negativo, la nascita di un
Illustrazione
di Emanuele STRATEGIE
li, a Labro. Fini discuterà di “Al-
leanze per l’Italia”. E dunque di
Terzo polo. Ma in realtà l’inter-
vento non è ancora sicuro: per-
ché anticipare i contenuti del di-
scorso di domenica sarebbe un
grave errore politico, a detta dei
suoi. Sempre il 5 a Mirabello,
poi, ci sarà l’incontro tra la terza
carica dello Stato e i parlamen-
tari di Fli.
vo delle Commissioni. In mano
ai finiani Bongiorno, Moffa e
Baldassarri ci sono rispettiva-
mente le Commissioni Giustizia
e Lavoro della Camera e Finanze
e tesoro del Senato. E se il pa-
norama politico non cambierà
radicalmente, la nascita del nuo-
vo partito sarà affidata alla Con- PARTE IL NUOVO MARKETING
vention a Perugia di Generazio- Berlusconi pop Il presidente del Consiglio rivisto alla maniera
ne Italia, il 6 e il 7 novembre. di Andy Warhol ELETTORALE DEL PREMIER
di Silvia Truzzi drato di gioco, il Parlamento. Ma gli affari di pallone non agli ex amici finiani davanti ai no e 'a fantasia, ch'a penzo sem- in Maremma, è più dubbioso
Generoso, ma puntiglioso: sono l’unico diver tissement del probiviri. E chissà se “lui” per- pe, ch'è tutt' 'a vita mia”), faran- sull’equazione mercato-urne
ualcuno lo vede scivola- domenica sera a San Siro, do- premier. Lunedì la Zanzara di donerà ad Apicella la replica a no dimenticare alle mogli d’Ita- in primavera: “Certo è un mo-

Q
Fucecchi
nuovo partito che i gruppi di
Futuro e liber-
tà stanno pre-
recuperare una parte del suo
SE FELTRI E BELPIETRO SI SCAMBIANO I RUOLI re in fondo alla classifica,
ma B non ci sta: il “pre-
sidente del Consiglio mi-
po il trionfo con il Lecce, ha
detto ai tifosi giubilanti “Vi di-
sperate e festeggiate, sempre
Giuseppe Cruciani è andata a
punzecchiare Domenico Api-
cella, menestrello di corte,
una domanda maliziosa di Cru-
ciani: “Se Fini la chiamasse a
cantare, lei ci andrebbe?”. Ri-
lia le partouze nel lettone di Pu-
tin.
do per fare bella figura. Per
nuocergli, non gli nuoce di cer-
to. Ma fa parte del personaggio,
aurizio Belpietro sta tirando la quotidiano “l’Unità”, reo di aver
parando, an-
che se in real-
Perina: “Sarà dirimente M volata per diventare più capito in ritardo che il
gliore degli ultimi 150 anni”,
si rimette il vestito – un po’
con i soldi miei però”. Ben
vengano i successi rossoneri:
che ha annunciato l’immi-
nente uscita di un cd scritto
sposta: “Se mi paga il cachet,
certo che ci vado”. È il mercato,
Cambio
di tattica
della sua campagna di visibilità
mai interrotta. Comunque,
tà tutto è già
quasi pronto:
vedere se ci sarà la antifiniano di Vittorio Feltri.
Il direttore di “Libero” non placa la
comportamento “politico” del
presidente della Camera non si addice
dismesso negli ultimi anni –
da presidente del Milan. Per la
“Il morale del capo deve re-
stare alto”, come diceva il ca-
da Berlusconi. che farci? L’infedeltà melodica
forse è meno grave di quella
speriamo che questi signori
non facciano tanti gol”.
la fondazione precisione, da presidente mu- po medesimo in una famosa parlamentare. Intanto i retro- DEL RESTO le armi mediati- Della stessa idea Marco Bel-
Generazione riunione dei probiviri per sua battaglia nei confronti del
presidente della Camera. Mentre
a un ruolo istituzionale. La minestra
riscaldata contro i “comunisti” è un nifico che regala alla sua cur- telefonata ad Agostino Saccà.
Tracce
scena politici riferiscono da che del 2001 sono state disar- politi, saggista e scrittore.
d’elezioni?
Italia conta 12 va una coppia da favola, qualche giorno che l’infaticabi- mate. Era l’anno di “Una storia
mila iscritti e il processo ad alcuni dei quello del “Giornale” appare più po’ poco in confronto ad “affari e
Ibrahimovic e Robinho. le premier starebbe pensando italiana”, volumetto agiografi-
cauto. Ma è solo un caso o una truffe” gridato dal quotidiano degli
370 circoli sul
territorio. Sa- nostri o verrà cancellata” strategia? Difficile pensare al primo Angelucci, che da quando segue le
Champagne, dopo l’amaro
della contestazione di fine lu-
Freccero: “La SARANNO tredici tracce,
melodie partenopee, titoli tipo
di fare un discorso alla nazione
per convincere la suddetta
co, inviato a milioni di elettori,
che mostrava il candidato pre-
In arrivo
rà però sicura-
mente il mo-
quando si parla di Feltri. Due giorni
fa, infatti, era stato proprio lui a
vicende della famiglia Tulliani ha
aumentato le vendite. A corredo
glio a Milanello. “Zero acqui-
sti = Zero abbonamenti”.
campagna “O core dint’o zucchero”. Ma,
avverte Apicella, bisogna defi-
dell’imprescindibile necessità
del processo breve. C’è chi ci
mier intento a cogliere gigli in
giardino e in affettuosi atteggia-
tredici
mento di illustrare la piattafor-
ma politica di Fli. E dunque an-
gruppo, o almeno di dividerlo
tra falchi e colombe, è fallito del
preannunciare ai finiani la possibile l’editoriale di Belpietro che annuncia “Una volta compravi Baggio,
ora solo Caravaggio”. L’uo-
acquisti con nire i dettagli. “Ci vuole ancora
un po’ di lavoro”, spiega a Ra-
vede già mosse pre-elettorali.
O comunque preventive: una
menti con la signora Veronica.
Oggi, com’è noto, i gigli del
nuove melodie
fine del “temporale” con un editoriale un pellegrinaggio a Mirabello,
che l’occasione per dare l’ulti- tutto”, scrive oggi Flavia Perina mo, si sa, ama stupire e 24 dio 24. “Non vedo il presidente squadra che alla prima giornata prato coniugale sono diventati
matum definitivo a Berlusconi, nell’editoriale del primo nume-
dai toni molto meno aspri di quelli a domenica, per consegnare a Fini le
milioni, cifra ufficiale per l’ac- Ibrahimovic e da un paio di mesi, però lui ci spalma quattro gol sui sogni di piante carnivore. E quindi si partenopee
cui ci ha abituato quest’estate. E ieri firme raccolte per le sue dimissioni.
cercando di stringerlo all’ango- ro del Secolo d’Italia in edicola do- quisto di Ibrahimovic, non so- tiene moltissimo a curare i par- tifosi un po’ intorpiditi, male torna alla fase pop, forse con
lo: o accetta le proposte dei fi- po le vacanze. E alla fine è arri- ha aperto il suo giornale con un titolo Stessa iniziativa del Giornale. Ma no una follia se servono a ri- Robinho è il ticolari personalmente. Spero non farà. E magari i versi strug- un po’di nostalgia per i bei tem- dal
niani e quindi si rimangia vata anche la mediazione della che sì, aveva a che fare con Fini, ma Feltri non si scomoderà. Al massimo le conquistare un consenso cal- che abbia il tempo per occu- genti che scimmiottano quelli pi delle crociere, quando anco-
l’espulsione e li riprende in se- Lega. Ha detto ieri in un’inter- solo passando per l’attacco al spedirà alla Camera per posta. cistico “adeguato”, come la segno che si parsene anche in questo mo- incantevoli della tradizione ra ci si poteva fidare degli ami- menestrello
no al Pdl, oppure la nascita di vista a Repubblica Roberto Calde- maggioranza che pretende mento complicato”. Magari sì, (“Dicitencello a 'sta cumpagna ci. C’aveva già provato, a metà
un partito alternativo sarà da lo- roli, a proposito della cacciata nell’altro, più scivoloso, qua- vota” tra un processo breve e uno vosta ch'aggio perduto 'o suon- luglio, con Charles Aznavour: di corte
voleva duettare con lui in piaz-
za Duomo a Milano, sei mesi

La strada di Mirabello verso il Futuro LEGGI AD PERSONAM Ieri vertice sulla giustizia dopo l’aggressione di Tartaglia.
Gran colpo mediatico, ma Az-
“Berlusconi è sempre un per-
sonaggio performativo e va let-

I FINIANI SI INCONTRANO. INCAVOLATI E DELUSI. PER LASCIARSI ALLE SPALLE B.
di Alessandro Ferrucci
inviato a Mirabello
pena, se è stato giusto strap-
pare con Berlusconi. “Per-
non sa cosa mi si è scatenato
addosso, a partire dalle tele-
Avanti sulla prescrizione navoice si tirò indietro (a tutto
c’è un limite).
Nostalgia canaglia o pre-tatti-
ca? “L’album con Apicella di-
to in termini di segni. I suoi ge-
sti sono tutti politici, anche se
non hanno una forma politica.
La sua caratteristica principale
primi a presentarsi in Emilia di Sara Nicoli banco "al primo segno di boicottaggio". An- venterà ufficialmente una mos- è che è un poliedro. Non c’è
c’è “quel” Fabio Granata gelino Alfano e Niccolò Ghedini sono dunque sa elettorale quando verrà pre- nessun altro uomo pubblico –e
sentato a Porta a Porta. Per ora,

F acce tirate. Scure. Nervi

tesi. Occhi che scrutano
chi c’è. E valutano chi man-
ca. Gesti stanchi, dedicati al-
le rifiniture, a sistemare gli
ultimi particolari per rende-
re perfetti sei giorni che tut-
ti considerano storici. Sono
i finiani di Mirabello, paesi-
no di poche migliaia di abi-
tanti in provincia di Ferrara
la rossa: qui si celebra dal
1982 la Festa Tricolore,
dell’Msi di Almirante prima,
di Alleanza nazionale poi. Di
Futuro e libertà oggi. Una
decina di stand bianchi, svi-
luppati su una stretta lingua
di asfalto, con all’apice un
palco di pochi metri dove il
loro Gianfranco domenica
scioglierà le riserve sul fu-
turo politico di Fli.
VOGLIONO LA “STRA-
DA”. La via. La rotta. Vo-
gliono capire se ne è valsa la
ché vede questo moto di or-
goglio politico, che rivendi-
co, sta costando caro a tutti
noi”, racconta Ermanno
Brandani, capogruppo del
Pdl di Ferrara. Vuol dire spal-
le girate dai conoscenti
quando va bene, amicizie
rotte altre volte, o vendette
all’interno delle diverse am-
ministrazioni. “Bè, tra pochi
giorni verrò rimosso dal mio
ruolo in Consiglio – conti-
nua – hanno deciso di farmi
fuori. E come me molti altri
sparsi per l’Italia”. Chi è in-
torno annuisce. Capisce. Vi-
ve sulla propria pelle la stes-
sa esperienza. Dal paesino
più piccolo fino al Parlamen-
to. “Sa, è una questione di
democrazia – spiega il sena-
tore Maurizio Saia – nel Pdl
manca. Non la conoscono,
sono abituati a rispondere a
una sola persona. Punto. Un
esempio? Il testamento bio-
logico: ho votato contro, e
fonate di Gasparri, mio ex
compagno di partito. Così
non si poteva andare avanti,
tutti concentrati sulle esi-
genze di un uomo solo. Ora-
mai si confondevano gli idea-
li con gli interessi”.
IDEALI. La parola magica.
Quella che stimola le fanta-
sie, eccita e solletica gli ani-
mi. La ripetono a mo’ di man-
tra per liberarsi e ragionare,
tornare alla politica. Guai a
parlare di “processo breve”.
E’ il confine dal quale non
vogliono tornare indietro: lo
dice la base, lo ripetono i lo-
ro leader presenti nella pri-
ma giornata della festa. Così
non è un caso se il primo di-
battito è dedicato “a giustizia
e legalità per l’Italia”, con
Angela Napoli in prima fila a
gridare “se passasse la rifor-
ma sarebbe un’amnistia ma-
scherata”. Giù applausi. Da
tutti. E non è un caso se tra i
considerato tra i maggiori re-
sponsabili nella frattura con
il Pdl e protagonista del tour
nelle procure dello Stivale.
Come a dire: da qui, da Mi-
rabello, non vogliamo torna-
re indietro.
IL DADO È TRATTO.
“Ma scherziamo? Con quello
lì mai più – spiega Valerio,
uno dei volontari – di Fini ci
fidiamo, anche dopo la que-
stione della casa di Monte-
carlo…”. Ahi! In questo caso
qualche dolore c’è. Raccon-
ta Brandani: “I primi giorni,
dopo la rottura, avevo il te-
lefono tempestato di chia-
mate. Ma la questione Tullia-
ni l’ha un po’ raffreddato”. In
pochi ne parlano. Glissano.
Altri non ci vogliono crede-
re, pochi rispolverano il mot-
to “il più pulito ha la rogna”.
Alcuni prendono in conside-
razione l’errore del presi-
dente della Camera, ma in
Un momento della prima giornata di Mirabello
fondo “se lui deve dimettersi nissimo per tornare al “Mat-
per pochi metri quadri, altri tarellum”.
dovrebbero andare in galera Ci credono. E aspettano.
per il resto della vita”, sen- Aspettano che i vari La Rus-
tenzia un gruppo di ragazzi sa, Meloni e Gasparri torni-
di Padova. Anche loro a Mi- no sui loro passi, capiscano
rabello per (ri)trovare la stra- l’errore di aver appoggiato
da. Preparati, seri, incavolati chi non fa parte della loro
e delusi. Così appaiono. Del- storia.
lo stereotipo di destra hanno Per loro la storia la deve scri-
poco o niente, giusto una po- vere Fini domenica, proprio
lo nera, nerissima con un tri- qui, dove, nel 1987, Giorgio
colore sulla spalla. Per il re- Almirante lo nominò suo
sto smontano passo dopo successore alla faccia di Pino
passo i due anni e mezzo di Rauti. Qui dove era origina-
governo Berlusconi: dal Par- ria sua mamma Erminia. Do-
lamento esautorato, alla ve è cresciuto. E dove deve
mancanza di un congresso, diventare grande. Se ce la fa-
alla possibilità di un gover- rà.
Dgolo.ibastanza.
leggi ad personam non ce n’è mai ab-
La prossima è giusto dietro l’an-
Almeno così è emerso dal vertice a sor-
presa di ieri a palazzo Grazioli, presenti An-
gelino Alfano e Niccolò Ghedini (ma dopo è
arrivato anche Tremonti). Due ore d'incon-
tro per spiegare al premier i vari problemi
relativi al ddl sul processo breve, considera-
to 'condicio sine qua non' per far proseguire
l'azione dal governo e usato dai finiani "per
un'operazione di facciata" e acquisire così
"consensi anche in alcuni settori della magi-
stratura". Sarebbe questo, dicono le malelin-
gue, il motivo del giro delle procure organiz-
zato dai parlamentari di Futuro e libertà Boc-
chino, Granata, Lo Presti e Napoli, ma è in-
dubbio che il processo breve è il provvedi-
mento su cui si giocherà il futuro della legi-
slatura. Duro anche ieri l’attacco di Famiglia
Cristiana: la politica italiana “è alle prese con
false priorità ed emergenze, come il cosid-
detto 'processo breve'”.
FONTI della maggioranza berlusconiana
hanno raccontato che durante il vertice di ieri
a casa del premier, Silvio Berlusconi è apparso
sempre più determinato a portare a casa il ri-
sultato "a ogni costo" e pronto a far saltare il
alle prese con svariati tecnicismi per modi-
ficare il ddl approvato al Senato (con il ricorso
alla fiducia) senza snaturarlo. Si tratta, di fatto,
di costruire un nuovo “scudo” per il premier
senza incorrere in problemi costituzionali né
mettere a repentaglio quanto già approvato a
palazzo Madama. “La via più semplice per sal-
vare capra e cavoli”, spiega uno dei berlusco-
niani più vicini al Cavaliere sarebbe “interve-
nire sulla prescrizione spostando alcuni ter-
mini”, in maniera da ridurre il numero di pro-
cessi che verrebbero mandati al macero (si sta
puntando all’estinzione dei processi in corso
di primo grado che non sono andati a senten-
za a 3 anni dalla richiesta di rinvio a giudizio),
ovviamente attraverso il ricorso ad un decre-
to, per “scudare” il Cavaliere qualora la Con-
sulta bocciasse a dicembre il legittimo impe-
dimento facendo ripartire il processo Mills.
Questa soluzione, secondo i consiglieri del
premier, non snaturebbere la ratio della legge,
garantirebbe la prescrizione dei processi Mil-
ls e Mediatrade e consentirebbe la modifica
all'attuale norma transitoria, punto su cui i fi-
niani si sono spesi notevolmente. Ovviamen-
te in negativo. "Con questa norma transitoria -
ha detto infatti anche ieri il 'falco' finiano Fa-
bio Granata – noi non voteremo il provvedi-
Angelino Alfano (FOTO LAPRESSE)
mento; è un’amnistia neanche tanto masche-
rata, non si può smantellare il sistema giudi-
ziario per creare una condizione di tutela pro-
cessuale fin quando è in carica il premier”.
MA NON È TUTTO QUI: dalla festa di Mi-
rabello, cui il Pdl guarda con una certa ap-
prensione, è arrivato un messaggio chiaro: il
processo breve non è affatto il problema prin-
cipale della giustizia, obiezione che i berlu-
sconiani rimandano al mittente con durezza.
Dice, a questo proposito, il capogruppo Pdl
alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Il merito del
governo Berlusconi è anche quello di volere
ridimensionare cifre incivili, che tengono vite
e imprese appese decenni in attesa della sen-
tenza e che per questo ci hanno fatto condan-
nare dall'Europa". Del resto, qualora il proces-
so breve non passasse, "il governo si auto-eli-
derebbe – sostengono sempre berluscones di
stretta osservanza – e le elezioni diventereb-
bero inevitabili”.
l’uscita radiofonica mi sembra
più un messaggio di B. agli opi-
nion leader: io sono sereno”,
spiega Carlo Freccero, diret-
tore di Rai 4. “Invece la campa-
gna acquisti del Milan è il segna-
le che si vota. Gli ultras sono
molto arrabbiati con Maroni
per la tessera del tifoso. Com-
prare grandi campioni è una
mossa di marketing molto se-
duttiva, alla riconquista di un
elettorato che in questi anni
Berlusconi aveva spartito sem-
pre più con la Lega. E attenzio-
ne: avrà un effetto non solo nei
confronti dei tifosi rossoneri.
Ma anche verso tutti gli altri:
così lui torna a essere il re dei
presidenti. Altro che Moratti o
Agnelli, penseranno. Ibrahi-
movic e Robinho sono perfet-
tamente funzionali al sogno dei
tifosi. Mi ricorda la grande cam-
pagna degli olandesi: Rijkaard,
Van Basten, Gullit”.
Giovanni Sartori, raggiunto
non penso solo ai politici – che
abbia così tante facce come lui.
C’è l’uomo delle barzellette, il
presidente di club, il playboy, il
padre di famiglia, lo chanson-
nier: lui è tutte queste cose in-
sieme. Gli altri sono a una di-
mensione. Quale messaggio
vuol fare passare ora? Io credo
che suoni più o meno come:
Milan non ti ho dimenticato,
sono vivo, sono qui. In fondo –
lo dice il proverbio – finché c’è
vita c’è speranza. E questo ser-
ve ad alimentare il mito della
sua immagine. Però è come
L'autunno del patriarca di Garcia
Márquez. Perché il suo proget-
to politico non esiste più. At-
torno a lui si è squagliato tutto.
E qualunque cosa faccia, fa co-
me Sisifo: tutte le volte che por-
ta il masso sulla cima della mon-
tagna, il masso rotola giù. Può
darsi anche che, se andiamo a
elezioni, Berlusconi vinca di
nuovo. Ma è uno stare a galla,
ne sono convinto”.
pagina 6 Mercoledì 1 settembre 2010

D
POLITICA

ieci domande sui suoi affari. Nel 1998 La
Quando La Padania Padania chiedeva ancora “il conto” a
Berlusconi. Come pagò Milano2? Da
dove e da chi le sono pervenuti i suoi ingentissimi
chiedeva il conto capitali in contanti? Con quali soldi ha fondato la
Fininvest, fin da subito amministrata dal padre di
Cesare Previti ?
a Berlusconi Per quale ragione affidò quote delle sue 22 holding
alla società Par.Ma.Fid. di Milano, la medesima
società fiduciaria che nel medesimo periodo gestì il
patrimonio di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa
Nostra? Sul finire del 1979, lei diede incarico ad
Adriano Galliani di girare l’Italia ad acquistare
frequenze televisive. Iniziò dalla Sicilia, dove entrò in
società con i fratelli Inzaranto di Misilmeri, frazione
di Palermo, nella loro Retesicilia Srl. Soltanto che
Giuseppe Inzaranto, neo-socio di Galliani, era anche
marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta,
che nel 1979 non è un “pentito”, è un boss di prima
grandezza. Sapeva di aver sfiorato i vertici della
mafia?
Ognuna di queste e delle altre domande, si conclude
con frasi inequivocabili: presidente ci spieghi.
Risponda. Ancora oggi attendiamo le risposte.

LEGA SENZA LEGALITÀ

Nel ‘93 Orsenigo portò un cappio alla Camera
Oggi dice: “Carroccio schiavo del Cavaliere”
di Luca Cardinalini La acquistai in una ferramenta impietosa, che li spedisce
a Como. dritti nel dimenticatoio?
ggi, dopo 17 anni, Bossi E il nodo lo fece lei? Perché la Lega è Bossi, e basta.

O la ricorda così: “In passa-

to ho calmato i bollori di
molti militanti, altrimen-
ti i magistrati si sarebbero ri-
volti contro di noi. Come ad
esempio quello che esibì il
cappio a Montecitorio, che
cacciai dalla Lega”.
“Quello” era un 31enne neo-
deputato della Lega Nord: Lu-
ca Leoni Orsenigo da Mozzate
(sic), vicino Cantù. A leggere
queste parole ride forte: “Bos-
si era talmente offeso che l’an-
no successivo mi ricandidò e
venni rieletto”.
Era il 16 marzo del 1993, il pre-
sidente del Consiglio Amato
parla alla Camera, tema: la que-
stione morale. Il presidente
dell’aula, Giorgio Napolitano,
fatica ad arginare soprattutto i
deputati missini che gridano
“ladri, ladri”, mostrano guanti
bianchi e spugne, esibiscono
manette. Quando Amato fa ou-
ting – “lo dico con l’occhio di
chi guarda al futuro Parlamen-
to come uno di cui non ne farà
parte” – i leghisti fanno festa.
Amato replica: “La soddisfa-
zione è reciproca”. Il capo-
gruppo Formentini urla: “Pro-
vocatore indegno!”. È l’ora X,
Leoni Orsenigo si alza in piedi
e penzola un cappio, all’indi-
rizzo del governo. Grandi risa-
te e mani a sbattere sulle gi-
nocchia per gli onorevoli pa-
dani.
Leoni, come le venne l’idea?
Era l’epoca delle leggi spugna
che garantivano l’impunità
per i politici corrotti. Formen-
tini ci aveva invitato a pensare
a una forma di protesta ecla-
tante e parlando con i miei mi-
litanti nella sede comasca del-
la Lega, decidemmo per il cap-
pio.
Dove prese la corda?
Non ero capace. Chiesi aiuto a
un mio amico alpinista.
Come la portò in Parla-
mento?
Allora non c’erano metalde-
tector e controlli. Misi la corda
dentro la borsa in mezzo a car-
te e libri.
Bossi la sospese per “com-
portamento goliardico” e
poi, dice, la cacciò.
Napolitano mi sospese per set-
te giorni. Bossi mi disse di ag-
giungerne altri sette e di anda-
re in vacanza. Commentò:
‘Che gran bel casino abbiamo
fatto’. Poi mi ricandidò e tor-
nai in Parlamento.
Le fa piacere, dopo 17 anni,
essere ricordato solo per
quel gesto?
No. Pensavo che nella batta-
glia antipartitocratica e per la
legalità di quella Lega, ci fosse
bisogno di un gesto simbolico
e forte. Oggi non avrebbe più
senso.
Perché?
Perché la Lega ha abbandona-
to da tempo la lotta alla parti-
tocrazia e la difesa della lega-
lità.
Ha votato finora compatta
tutte le leggi ad personam e
sembra voglia continuare a
farlo. Cosa ne pensa?
Penso tutto il male possibile.
All’epoca del cappio, per
voi, Berlusconi era “il ma-
fioso di Arcore”, ricorda?
Lo ricordo benissimo e lo pen-
savamo tutti, nessuno esclu-
so.
Cosa è cambiato?
Logica di sopravvivenza, ci si
allea e aggrappa al più forte, in
cambio di qualcosa.
Cosa?
Lo chieda a Bossi e Berlusco-
ni.
C’è chi dice: federalismo in
Non esistono correnti, nessu-
na possibilità di smarcarsi, chi
si smarca è perduto.
Bossi ha già annunciato
che, tra 100 anni, gli succe-
derà il figlio. Come una sa-
trapia asiatica.
Sopra il celebre cappio esibito Bossi può fare qualsiasi cosa.
da Orsenigo nel ‘93 alla Camera. Anche se la storia insegna che
Nella foto grande Bossi e Calderoli queste successioni dinasti-
(FOTO ANSA) che, di solito, non funziona-
no.
la Lega? Come la vede la questione
Me ne sono andato nel 1996, dei finiani?
non avevo bisogno della poli- Mai piaciuto Fini, pensi i finia-
tica per vivere. ni.
Nel 2002 si è candidato a Se si va a votare, chi sceglie?
sindaco a Cantù, con la lista Pdl, turandomi forte il naso.
Unione autonomista nord. Rifarebbe quel gesto del
Dica lei il risultato… cappio?
Tre per cento. Sì. O forse no.
Perché sui transfughi della 1x2 fisso….
Lega cade questa mannaia (Ride forte) Eh sì… 1x2 fisso.
cambio dell’impu- “Sono stati
nità.
Magari fosse così. troppo tempo DELL’UTRI “mafioso”
Ho letto il progetto
di federalismo ap-
provato, pensi che nei Palazzi Cicchitto non fischia
prevede ancora le
regioni a statuto
speciale…
E hanno perso Lperachepresentare
dichiarazione di Cicchitto sulle contestazioni
lunedì hanno fatto fuggire Dell’Utri (a Como
i diari del Duce) sembra quasi una
E allora questo al- il senso della realtà” battuta fuori luogo: “La manifestazione è assoluta-
lineamento dietro mente indegna e dovrebbe essere condannata da
Berlusconi? tutti. Invece, vediamo che c'è un silenzio omertoso
Se ieri la parola d’ordine era Suvvia, è quasi suo coeta- e inquietante”. E infatti lo stesso interessato, ai mi-
“via da Roma”, oggi è “tutti a neo. crofoni di La7, commenta così l’accaduto: “È grave,
Roma”. Quando rimani trop- Senta, nei primi anni Novanta ma devo prenderla a ridere”. In tema di fascismo,
po tempo dentro i Palazzi del eravamo costretti a mettere Capezzone non risparmia i paroloni: “Un’azione da
potere perdi ogni controllo nelle liste parenti e amici, per- squadristi”. C’è spazio anche per i sentimenti: “Al
con la realtà. ché non si trovava nessuno di- senatore va la mia solidarietà”, commenta il mini-
In un’intervista il governa- sposto a metterci la faccia. Og- stro Rotondi. A sostegno dei contestatori si schiera
tore veneto Luca Zaia ha gi la Lega è un partito come gli invece l’Italia dei Valori. “Inquietante è il fatto che
detto di non ricordarsi né di altri, dove si combattono guer- Dell’Utri, condannato in secondo grado per mafia,
lei né della storia del cap- re feroci per un posto da con- sia ancora in Parlamento”, dichiara il portavoce Or-
pio. sigliere comunale o provincia- lando. E da Di Pietro parte la riscossa: “Iniziamo a
Non conosco Zaia. Fa parte dei le e intascarsi i 100 euro di rim- zittire quelli come Dell'Utri in tutte le piazze”.
nuovi leghisti, altra generazio- borso per seduta.
ne. Lei non è stato cacciato dal-

IN SCIOPERO DELLA FAME

I PRECARI DELLA SCUOLA ALL’OPPOSIZIONE: UNITEVI PER NOI

di Caterina Perniconi
e non siete uniti non ci aiutate”.
“S Una richiesta disperata all’oppo-
sizione è quella partita ieri dai precari
che protestano davanti a Montecito-
rio con lo sciopero della fame.
“Avete firmato tutti il documento a
nostro favore, dai Comunisti italiani
all’Udc, allora si può sapere come mai
sulle cose importanti, su cui siete tut-
ti d’accordo, non vi mettete insieme?
A noi servite tutti, la maggiore oppo-
sizione possibile”.
Seduto davanti a loro c’è il leader
dell’Idv Antonio Di Pietro. Cerca di
spiegare che lui si opporrà con tutti i
mezzi ai tagli indiscriminati alla scuo-
la fatti dal governo Berlusconi. Ma a
loro non basta. Chiedono di più: “Se
non si realizza un fronte comune, non
otterremo risultati”.
Gli scioperi della fame contro i tagli
che quest’anno lasceranno a casa cir-
ca 20 mila docenti e personale tecni-
co-amministrativo continuano in tut-
ta Italia. Ieri Giacomo Russo, uno dei
precari palermitani che animano il
presidio romano è stato ricoverato
all’ospedale Santo Spirito di Roma a
causa del grave stato di disidratazione
riscontrato dal medico in visita alla
tenda. “Ho trovato Giacomo Russo
gravemente disidratato – ha dichiara-
to il deputato del Pd Ignazio Marino
dopo una visita in ospedale – ma for-
“Se non fate
fronte comune
non ci aiutate.
Perché non state
insieme?”
temente motivato a non desistere. É
inaccettabile che questo governo vol-
ti la testa dall’altra parte di fronte a chi
ha nelle sue mani la formazione dei
nostri figli e chiede solo lavoro e di-
gnità”.
NIENTE CIBO anche per cinque
precari lombardi che protestano con-
tro il taglio di 3 mila cattedre, di cui
1.200 a Milano. Stessa situazione a Be-
nevento, dove la figlia di una precaria
della scuola, che sta prose-
guendo lo sciopero della fa-
me da sei giorni, ha preso car-
ta e penna per raccontare la
sua disperazione: “Mia madre
– scrive Gaia Russo – sta ri-
schiando per voi, perchè toc-
cherà anche agli altri impie-
ghi di lavoro, e i tagli non ci
saranno solo sulla scuola. Una
lettera di una ragazzina non
credo farà molto notizia, ma
per me conta, perchè io lascio mia ma-
dre a dormire in una tenda ogni notte,
e mi sento impotente. Vedo la sua
fiamma ancora viva dentro di se, leggo
la sua determinazione negli occhi, ma
la stanchezza sta prendendo il coman-
do e nessuno si interessa di lei, viene
trattata come una criminale”. Perché La protesta davanti a Montecitorio (FOTO ANSA)
ci sono figlie e figlie. Quella di Maria-
stella Gelmini, nata il 10 aprile scorso uno sciopero a staffetta con i nostri
“immagino che avrà una lavagna inte- parlamentari e amministratori a soste-
rattiva multimediale. Il grembiule. gno della battaglia dei precari per una
L’e-book. Un maestro unico prepara- scuola pubblica di qualità. Chiediamo
tissimo” dice la mamma ministro. Par- che il governo ritiri i tagli della legge
lando probabilmente di una scuola
privata costosissima. Perché negli isti-
133 e assuma gli insegnanti che ser-
vono per coprire le cattedre vacanti,
tuti italiani mancano i soldi anche per
la carta igienica, figuriamoci per
per dare le risposte di sostegno ai bam-
bini con disabilità e per garantire il
l’e-book. tempo pieno. I precari della scuola
scioperano non solo per difendere il
“NON SI PUÒ rischiare la vita per proprio posto di lavoro, ma per salva-
questo governo – ha dichiarato la re- re la scuola che è un baluardo per la
sponsabile Scuola del Pd, Francesca difesa della democrazia nel nostro Pae-
Puglisi – siamo disponibili a iniziare se”.
Mercoledì 1 settembre 2010 pagina 7

“D
TELEVISIONI

i una cosa siamo certi, il Pd non
Rognoni (Pd): basta con è più in grado di condividere,
anche nel ruolo di opposizione,
la gestione di un servizio pubblico che non informa più
un servizio pubblico i cittadini e che sta anche sprofondando
economicamente, occorre fare in fretta e lavorare per
una legge di riforma, tanto più in vista di un possibile
che non informa più ricorso al voto”. Lo ha detto a Torino Carlo Rognoni,
responsabile informazione del Pd.
“Il Pd ha il compito, lui per primo, di farsi
protagonista di questo cambio di rotta necessario -
ha aggiunto Rognoni - e alla ripresa dell’attività
parlamentare, tra qualche giorno, i nostri deputati
avvieranno una serie di incontri per cercare di
intercettare su questa strada per una nuova
democrazia nell’informazione, tutti i soggetti più
sensibili anche della maggioranza”.
“La Rai sta attraversando una crisi senza pari - ha
concluso Rognoni - un’emergenza tripla, prima di
tutto di credibilità in quanto non è più accettabile
che ogni governo che arriva metta la sua firma
sull'informazione pubblica, poi economica, si pensi
all’ultimo bilancio in negativo e al rischio di un buco
da 200 milioni di euro”.

LA SCALATA
Il giornalista Enrico Mentana,
neodirettore del Tg di La7
ha esordito in video lunedì
(FOTO LAPRESSE)

DI MENTANA Il nuovo corso

porta via l’1,73

A RAISET per cento al tg

di Minzolini
mentre il Tg5
Il Tg di La7 comincia bene: resta inchiodato
7,5 per cento di share al 20 per cento
di Carlo Tecce una seconda carriera in video, Mediaset: 320 mila euro l'anno. dio ridotto ai giornalisti. “Se rag- tore che ci mette la faccia con la (solo linee di luce a disegnare
un bis atteso da un anno. Poi, però, un punto di share fa giungeremo gli obiettivi ho bi- conduzione del Tg, dopo un dei meridiani, cravatta e giacca
uesta è una storia di soldi, Il 7,5 è superiore alle aspettati- lievitare l'ingaggio. Se arriva al sogno del pieno organico”, ave- brindisi espresso, si è affacciato abbinati ai due colori del logo) e

Q di ascolti (e di scalate al-

l'Everest). Questa è la sto-
ria di Enrico Mentana che
tocca quota 7,5 per cento di
share, con un esordio che su-
pera da stamattina i risultati
della terza emittente italiana. È
solo un episodio? Oggi il bol-
lettino Auditel dirà. Ma aspet-
tando i numeri delle conferme
o delle smentite, per capire il
retroscena di una complicata
sfida alpinistica all'indice sha-
re, bisogna fare un passo indie-
tro, leggere le sorprendenti
clausole del contratto stipula-
to da Chicco Mitraglia.
Lo stipendio
a gradi
LE HA RICORDATE lui stes-
so, lunedì, nella riunione di re-
dazione: “Il mio stipendio è fat-
to così, a gradi: ogni punto di
share consolidato guadagno
“ics”...”: Già. Ma quanto vale
“x”? La risposta è contenuta in
un aneddoto. Il giorno della pre-
sentazione dei palinsesti di La7
ai pubblicitari, a Milano, Menta-
na duetta ai margini della ceri-
monia con l'amministratore de-
legato di Telecom Italia media
Gianni Stella, detto “Il Canaro”,
per la sua nota concretezza di
stile. L'amministratore di La7
motteggia il direttore appena as-
sunto con il solito linguaggio sa-
lace: “Ahò, se poi arrivi sull'Eve-
rest...”. L'Everest nella geografia
di Stella è la montagna degli
ascolti da scalare. Il numero uno
della rete, di fronte a un capan-
nello di presenti, rivela l'inedito
meccanismo del contratto:
“Enrico ha un fisso. Ogni punto
di ascolto che, a fine anno, fa in
più paragonato alla media del-
l'ultimo semestre del Tg di Piro-
so (il 2,7%), Mentana mi scuce
quasi 200 mila euro in più”. Si
crea il silenzio, e Mentana sorri-
de: “Ci fermiamo prima del mi-
lione di euro perché tu hai mes-
so un tetto”. Stella: “E vorrei ve-
dere. Gli scatti finiscono al 5,7
per cento di ascolto”. E gli altri,
in coro: “E perché proprio al
5,7%?”. L'amministratore dele-
gato ride di gusto: “Ahoò!!! Per-
ché di più è umanamente im-
possibile”. Mentana, ironico:
“Scusa, ma l'alpinista che arriva
sulla vetta dell'Everest che cosa
fa?”. Stella: “Ecchedevafà? Pian-
ta la bandierina, ridiscende a val-
le, e poi sale su un'altra monta-
gna...”.
La surreale conversazione con
Stella sarà ronzata nei pensieri
del direttore, proprio lunedì,
mentre sistemava la scaletta di
ve: tant'è vero che Mentana ha
vinto anche un pranzo da Roset-
ta, prestigioso ristorante della
Capitale, con un altro redattore:
3,7 (già sfondato) prende 150
mila euro in più. Se radoppia ag-
giunge 200 mila. Se riesce a do-
mare l'Everest (5,7) ne incassa
va subito aggiunto a Milano. Ma
il secondo punto è trascritto da
uno dei teoremi più cari a Men-
tana: “Il paradosso di La 7 – ha
anche nel programma successi-
vo – In onda – dove erano ospiti
Gad Lerner e Vittorio Feltri: “So-
no preoccupato se a farmi gli au-
larghissimo spazio alla politica.
Servizi lunghi, contro-apertura
sul processo breve, venti minuti
sulle gomitate tra Fini, Berlusco-
“Non farai più del sei...”. E lui: 250 mila. Totale: 600 mila. Per- ripetuto ai dirigenti della rete –è guri sono il gatto e la volpe...”. ni e le contese interne del Par-
“Faremo almeno il 7%”. Così va- ché questa scelta? Per lanciare quello di un palinsesto fondato tito democratico. E anche la
le la pena di entrare nei termini un segnale alla redazione, anco- sull'informazione che ha avuto La nuova formula conduzione è meno sincopata:
del contratto. Mentana parte da ra in solidarietà: lego il mio in- il tallone d'Achille nel suo Tg. smentisce se stesso tempi riflessivi, commenti a
un fisso basso rispetto ai colle- gaggio alla scommessa e chiedo Non esiste al mondo un canale pioggia, quasi dei mini-editoria-
ghi del servizio pubblico o di all'azienda di revocare lo stipen- forte con un Tg debole”. Il diret- li, più che i raccordi adrenalinici
MA A CHI RUBA pubblico il tipici di Mediaset.
Mentana Tg, e come? La novità
IL CONFRONTO CON LA CONCORRENZA genetica è che Mentana sta fa-
cendo ascolti con una formula
Obiettivo:
scippo al Tg1
che è il contrario del mentani-
1 - 29 AGOSTO 2010 30 AGOSTO 2010 smo. Il Tg5 era tutto cronaca e
AUDIENCE SHARE AUDIENCE SHARE poca politica, tempo di mitra- UNA FORMULA che pare fat-
glia e luci di scenografie sfavil- ta apposta per scippare pubbli-
lanti. Il Mentana di La7 ha scelto co “istruito” al Tg1, come da
TG1 4.494.846 29,43% 5.539.848 27,70% una coreografia essenzialissima botta-e-risposta contro Minzoli-
TG5 3.210.847 20,94% 4.215.545 20,95% ni a Cortina: “Noi diamo tutte le
notizie. Gli altri no”. E il Tg1 per-
TG La7 627.162 4,11% 1.489.735 7,31% In studio de il confronto di martedì: su gri-
glie di partenza diverse –Raiuno
30 AGOSTO 2009 Elaborazione dati Auditel Studio Frasi
scenografia avanti chilometri su La7 – Men-
tana ha succhiato l'1,73 per cen-
AUDIENCE SHARE essenziale to (differenza tra il 30 agosto e la
media mensile). E gli amici del
DIFFERENZA SHARE Tg5 –ormai lontani da Minzolini
TG1 4.113.668 28,61% AGOSTO 2010 meno cronaca – restano inchiodati al 20. Que-
TG5 3.653.091 25,05% TG1 -1,73% sta è una storia di soldi, di ascolti
+0,01%
e larghissimo e di scalate: se Chicco resta sulla
TG5
TG La7 364.058 2,58% spazio vetta incassa un bel malloppo. E
TG La7 +3,20% per la prima volta – come scrive
Dagospia – il bipolarismo Raiset
alla politica diventa un capo fuori moda.
I cavilli di Masi non fermano Santoro
IN ONDA GIOVEDÌ 23 SETTEMBRE, MA LA PARTITA È ANCORA “DELICATISSIMA E MOLTO COMPLICATA”
a frenesia di Mauro Masi si spe- ché fa approfondimento giornali-
LSantoro.
gne con la fermezza di Michele
L’incontro di ieri mattina,
stico nel modo ormai storico di
Santoro. Non posso pensare che –
la voce di Masi ricorreva spesso e
quindi – qualsiasi richiesta di cam-
biamento voglia proporre a Santoro
oggi e con le solite incognite. Il ri-
torno in onda di Santoro, previsto
da mesi giovedì 23 settembre, non
un’ora nell'ufficio di viale Mazzini, aggiunge – il dg si prenda la respon- – il direttore generale dovrà muo- rischia di slittare per ostruzionismo
serviva al direttore generale per far- sabilità personale di non dare ese- versi su un filo sottilissimo tra le- aziendale, ma il resto è legato “a una
si capire (e non l’ha fatto) e per cuzione alla sentenza”. galità e censura, dovrà fare atten- partita delicatissima e molto com-
capire – siamo all’ennesimo chia- zione a non imitare il progetto cen- plicata”. Tra mille difficoltà e aggi-
rimento – le intenzioni del condut- LE PAURE DEL DG E nel frat- sorio del presidente del Consiglio e rando le insidie, un pezzo per volta,
tore. Che sono le stesse dal giorno tempo, evento mica da poco, l'in- di Innocenzi. Masi ha scelto di tem- Santoro conta di rimettere in moto
del via libera: “Annozero può (ri)co- chiesta di Trani ha svelato un piano poreggiare, avviare e poi frenare la la macchina di Annozero, già rodata
minciare”. Come sempre dal de- presidenziale – di Silvio Berlusconi macchina di Annozero, convocare e da quattro stagioni e pronta all'uso
butto, come sempre da quattro an- con l'ex commissario Agcom, Gian- poi annullare le riunioni di produ- proprio perché identica all'anno
ni. Ora Masi dovrà scoprire le sue carlo Innocenzi – per chiudere pro- zione che, vittoria di Santoro nel scorso. Il 23 settembre sarà il gior-
intenzioni e scrivere il secondo prio Annozero. Nelle intercettazioni faccia a faccia di ieri, riprenderanno no della verità e Masi – che perde
tempo di Cortina: “Il rap- sul fronte Paolo Ruffini e Serena
porto con Santoro è par- Dandini – vorrà raggiungere quel
ticolare e peculiare per-
ché determinato da un
Beppe Giulietti giorno senza dichiarare il suo fal-
limento lungo ben tre settimane. Le
giudice che dice: reinte-
gra Santoro, ma non spe-
di Articolo21: previsioni avvisano: occhio a lunedì
prossimo, attenzione alle pretese di
cifica il tipo di trasmis-
sione”. Masi sbaglia:
“Non toccate Masi presto pubbliche, gettate in
pasto all'arena mediatica, per in-
“Non c'è alcuna difficol- fiammare uno scontro voluto da
tà nell'interpretare la il programma una parte sola, la Rai. Su Annozero
sentenza e – spiega l'av- vigilano il Partito democratico, l’Ita-
vocato del giornalista, vogliono lia dei Valori e Articolo 21: “Non
Domenico d'Amati – in toccate un programma di successo,
che maniera Santoro va cacciare Vauro vogliono cacciare Vauro e Trava-
impiegato. Annozero ri- glio”, commenta Beppe Giulietti.
spetta la sentenza per- e Travaglio” ca.te .
pagina 8
MESSINA, MILANO:
LA SANITÀ
DIVENTA MERCATO
Le analogie tra la rissa in sala parto
e gli orrori della clinica Santa Rita
di Gianni Barbacetto
essina: due medici si
M
picchiano in sala par-
to, mentre la parto-
riente e il neonato su-
biscono gravi danni alla salute.
Milano: il primario di chirurgia
toracica della Clinica Santa Ri-
ta, Pier Paolo Brega Massone, è
in attesa della sentenza per le
lesioni volontarie gravissime
procurate a 83 pazienti. Che
cosa accomuna due casi che
sembrano diversi in tutto? A
Messina, profondo Sud, la vi-
cenda coinvolge due medici
che operano in un ospedale
pubblico, il Policlinico. A Mi-
lano, capitale del Nord, lo
scandalo della “clinica degli
orrori” scoppia in una struttu-
ra privata. Eppure entrambi i
fatti sono innescati dal sistema
dell’assistenza sanitaria in Ita-
lia, sono resi possibili da come
è congegnata quella commi-
stione di pubblico e privato
che diventa di fatto “crimino-
gena”, come dice un esperto
del settore, Giuseppe Santaga-
ti: nel senso che “produce reati
e, nei casi più gravi, danni ai pa-
zienti e addirittura la morte”.
Lo sanno bene i famigliari di
chi è stato ricoverato alla Santa
Rita di Milano. Appena arrive-
rà la sentenza per lesioni e truf-
fa, partirà un secondo proces-
so, in cui al dottor Brega Mas-
sone sarà contestato l’omici-
dio volontario per quattro pa-
zienti morti per le conseguen-
ze di interventi chirurgici giu-
dicati non necessari. Qual era
la molla che spingeva Brega
Massone a operare pazienti
che non ne avevano bisogno?
Il Drg. Quale il motivo per cui
si sono azzuffati i due medici di
Messina? Il Drg, più la compe-
tizione a coltivare dentro il si-
stema sanitario pubblico i
“clienti” paganti, acquisiti pri-
vatamente. Drg significa “Dia-
gnosis related group”. È un
elenco di circa 500 casi per ca-
talogare e classificare i pazien-
ti dimessi da un ospedale. A
ogni caso corrisponde una ci-
fra, pagata dal sistema sanita-
rio nazionale alla struttura che
ha seguito il paziente.
PIÙ DRG, più soldi. Ma il vero
affare, spiega Tiziana Siciliano,
la magistrata che con Grazia
Pradella ha sostenuto l’accusa
nel processo Santa Rita, consi-
ste nel cambiare il Drg con un
Drg simile, ma meglio pagato:
da parto semplice a parto cesa-
reo, da asportazione delle ton-
sille a tonsille con setticemia,
da appendicite ad appendicite
con complicazioni... Alla San
Pio X di Milano, gli interventi
per asportare le emorroidi (pa-
gati 1.000 euro) diventavano
operazioni per malattie intesti-
nali gravi (pagate 12 mila eu-
ro).
Alla San Raffaele-Villo Turro, i
ricoveri per la cura del sonno,
che di solito durano due notti
(rimborso: 200 euro), si trasfor-
mavano tutti in ricoveri di tre
notti (dopo la seconda notte, il
rimborso scatta a 2 mila euro).
Mercoledì 1 settembre 2010
CRONACHE
N
ROMA
Neonato morto
Denuncia in Procura
L a Procura di Roma
indaga sulla morte di
un neonato al policlinico
Casilino. Il piccolo, nato
sano, avrebbe subìto
complicazioni
respiratorie nelle ore
successive al cesareo.
Nella denuncia i genitori
parlano di un diverbio tra
ostetriche e ginecologo
sulle modalità
d’intervento.
C’è una deriva alberghiera nel ospedali in un supermercato”,
sistema sanitario italiano: per commenta Santagati. “È una ga-
incassare di più, le strutture sa- ra a offrire le cure più costose,
nitarie preferiscono un ricove- non importa se utili o no. Uno
ro quando basterebbe un day entra per una visi- L’ex clinica milanese Santa Rita (FOTO ANSA)
hospital; e un giorno in più di ta ed esce con un
degenza, anche quando il pa-
ziente aspetta a letto senza al-
trapianto. L’inte-
resse del sistema è
Interventi più prattutto un efficace sistema di
controlli. È questo che manca. CAPRI
cun intervento. In alcuni casi,
ospedali e cliniche costano più
il profitto dell’im-
prenditore della
complessi, degenze Le Regioni tendono a non ac-
corgersi dei paradossi statistici Fogne in mare,
dell’hotel Gallia. sanità, non la salu-
più lunghe: tutto che si dovrebbero vedere a oc- sindaco indagato
te del paziente”. chio nudo: è mai possibile, per
I PRIMARI, poi, sono pagati
a percentuale (di solito il 10 per
cento sul Drg), dunque hanno
Se poi si aggiunge
il cortocircuito tra
pubblico e priva-
pur di spillare soldi esempio, che il 2,3 per cento di
tutte le ernie inguinali con
complicazioni capitino in una
I l sindaco di Capri,
Ciro Lembo, è
indagato per abuso
un oggettivo interesse a molti- to, il gioco è fatto. ai pazienti sola clinica, la San Carlo di Mi- d’ufficio e gettito di
plicare gli interventi, anche Il medico che ha lano? Di solito i rapporti, poli- cose pericolose
senza bisogno. Con un gonfia- “clienti” che paga- tici ed economici, tra ammini- nell’ambito
mento della spesa sanitaria na- no profumatamente le visite ni con il collega già pronto in stratori regionali e ras delle cli- dell’inchiesta sul
zionale che non va però a van- nel suo studio privato, ha tutto sala operatoria. niche sono più forti di ogni ca- depuratore di Occhio
taggio dei malati, ma anzi ne au- l’interesse a dirottarlo, per gli pacità di controllo. Le sanzioni, Marino, sequestrato
menta i rischi. I pericoli mag- interventi più costosi e com- PER DISINNESCARE i pe- poi, non arrivano mai. Ci sareb- ieri dai carabinieri del
giori, nel sistema italiano, non plessi, nell’ospedale pubblico. ricoli di questo sistema sono be un metodo rapido ed effica- Noe. Nel mirino una
vengono infatti dalla mancanza Magari cercando di eseguire necessari, oltre a un’etica indi- ce: chi sbaglia (o ruba) perde delibera di settembre
di interventi, ma dalla tendenza personalmente l’operazione, viduale dei medici che, a dar l’accreditamento con il sistema 2009, reiterata a
a somministrarne più del biso- anche a costo di sovvertire tur- retta alle cronache, è evidente- sanitario. Non capita quasi mai, maggio 2010, con la
gno. “Hanno trasformato gli ni e regole, fino a venire alle ma- mente in ribasso, anche e so- né a Messina, né a Milano. quale il primo
cittadino autorizza la
Gori, la società che
L’Aquila, torna l’incubo terremoto gestisce l’impianto, a
trattare solo il 20%
delle acque nere e a
sversare in mare il
MANCA UN PIANO PER LE EMERGENZE. LA GENTE RICOMINCIA A DORMIRE PER STRADA restante 80%.
di Chiara Paolin zione - ha detto Giuliani -. La situazione Sui blog si mescolano rabbia e paura. VIOLENZE
più a rischio è in un raggio tra 25 e gli 80 Molti citano il caso Faenza, la città che
Aquila trema ancora. Uno sciame si- chilometri, il fulcro delle attività più in- nel 2000 predispose una tendopoli Investe e picchia
L’quello
smico che sembra la copia perfetta di
vissuto nell’aprile 2009: scosse
tense è individuato a Montereale. C’è un
aumento sia di eventi sia di grado sismi-
pronta a ospitare la popolazione in caso
di necessità visto il perdurare di uno scia-
la ex fidanzata
sempre più frequenti e ravvicinate, con
due picchi che ieri hanno fatto scappa-
re la gente fuori da case e palazzi. Un 3.4
co: esattamente come è accaduto
all’Aquila più di un anno fa. In caso di
una scossa più forte, le persone dovreb-
me sismico. Dopo qualche settimana
l’allarme cessò, ma il piano aveva funzio-
nato perfettamente.
H a investito la
propria ex
compagna con l’auto,
all’alba, un 3.6 alle 9.12, e poi ancora bero uscire di casa e le istituzioni do- I sindaci delle zone colpite dalle scosse poi è sceso e l’ha presa
due scosse nel pomeriggio (3.3). Il pa- vrebbero predisporre dei centri di rac- negli ultimi giorni hanno chiesto al pre- a calci e pugni. E’
lazzo della Regione è stato evacuato, ma colta. Almeno una tenda, un posto dove fetto de L’Aquila Iurato di prevedere accaduto a Nocera
la paura più grande l’hanno avuta gli abi- far convergere le persone”. qualche struttura di prima accoglienza. Inferiore, nel
tanti dei paesi intorno a Montereale, 30 Il sindaco di Cagnano Amiterno, Donato salernitano. L’uomo,
chilometri a ovest della città. NEL POMERIGGIO è stato poi con- Circi, ha avanzato una richiesta precisa al un pregiudicato di 38
E’ la zona compresa tra l’Alto Aquilano e vocato un vertice nella sede della prefet- termine dell’incontro in prefettura: “In- anni, ha incontrato la
i Monti Reatini: Barete, Cagnano Ami- tura con tutte le autorità. Il governatore dubbiamente c'è molta paura e tanta donna, 31, che
terno, Capitignano, Montereale (tutti in Gianni Chiodi ha chiesto ufficialmente preoccupazione, servono azioni preven- passeggiava per il
provincia de L’Aquila) e Borbona (Rie- alla Protezione civile di attivarsi per mo- tive dal momento che i terremoti non paese e si è scagliato
ti). “In molti hanno deciso di dormire nitorare la situazione, l’unica scelta ope- possono essere previsti e nessuno può contro di lei. E’ stato
fuori - dice Alessandro Tettamanti del rativa è stata la chiusura dei cantieri nel sapere che cosa succederà. Meglio in- arrestato.
Comitato 3e32 -. Soprattutto gli anziani: centro città per 48 ore. Tutte le altre de- stallare dei container nelle stesse zone
sono venuti i figli a prenderli e li hanno cisioni sono state rimandate, mentre a dove erano stati sistemati l’altra volta”. TORINO
portati via. Chi ha una roulotte ci ha Montereale sono arrivati ieri sera due Gaetano De Luca, sismologo responsa-
messo viveri e lenzuola, altri stanno mezzi in servizio alla squadra antincen- bile della rete di monitoraggio abruzzese Ragazza sfregiata,
semplicemente in macchina. Però in- dio e una camionetta dell’esercito. dell’Istituto nazionale di geofisica e vul- arrestato un uomo
formazioni ufficiali non ce ne sono, nè Nessuno stato di allerta per i Vigili del canologia (Ingv), lavorerà sodo in questi
luoghi predisposti per
l’ospitalità”.
Ieri pomeriggio il sin-
Fuoco, che hanno
nell’area 180 uomini fi-
nora destinati soprat-
giorni: “Dopo un terremoto importante
come quello del 6 aprile l’area dei Monti
Reatini è instabilizzata. In condizioni or-
U n uomo di origine
marocchina è
stato arrestato con
daco de L’Aquila (e vi- tutto a far entrare e dinarie lo sciame sarebbe potuto durare l’accusa di aver
cecommissario alla ri- uscire i cittadini dalle un altro mesetto e poi esaurirsi, ma dopo sfregiato con l’acido
costruzione) Massimo loro case in zona rossa a il sisma aquilano davvero non so cosa muriatico, giovedì
Cialente ha organizza- L’Aquila. “La situazione possa accadere”. E sulla prevenzione, De scorso a Torino, una
to un summit in Comu- è inaccettabile, non Luca precisa: “Io lo dissi anche dieci anni connazionale di 19
ne cui ha partecipato esiste uno straccio di fa che bisognava investire e fui censura- anni. Pregiudicato, 23
anche Giampaolo Giu- piano di evacuazione, to, la scusa è sempre quella che non ci anni, stava per lasciare
liani, il tecnico che mi- un protocollo di emer- sono soldi. Se continuiamo a pensarla co- il nord Italia. La
sura le fuoriuscite di genza, nulla di nulla - at- sì, la prevenzione non si farà mai”. ragazza, che lo aveva
radon come spia del tacca Giusi Pitari, pro- respinto, rischia di
terremoto. “La mia rettrice dell’università GIÀ, I SOLDI. E le inchieste che tor- perdere un occhio.
strumentazione aveva cittadina -. Nonostante mentano la città. Solo due giorni fa si è
previsto questa evolu- 308 morti stiamo anco- saputo che lo studio di consulenze del
(F
OTOF. B )
UCCIARELLI
ra messi così. Io ho su- governatore Chiodi è stato perquisito
bito ripagato l’assicurazione del camper, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato
Ieri tre forti scosse tra la così posso usarlo o prestarlo. Ho anche
pregato un mio laureando che sta pro-
alle dimissioni l’assessore regionale alla
Protezione civile Daniela Stati, di cui lo
città e Montereale prio a Montereale di andarsene qualche
giorno dai genitori. E’ chiaro che nessu-
stesso Chiodi ha assunto l’interim. Sotto
l’esame dei magistrati consulenze e ap-
no può sapere se verrà una nuova scossa, palti sulla ricostruzione.
Incontri in Comune davvero pericolosa, ma quel che è certo La sala operativa della Protezione civile
è che non esiste un piano di sicurezza: regionale risponde ai numeri verdi 800
e in Prefettura con tutti i soldi che gestisce la Protezio- 861018 e 800 860146. Chi cerca infor-
ne civile possibile non si possa fare nul- mazioni sull’evoluzione del sisma può ri-
per analizzare lo sciame la?”. volgersi ai centralini.
Mercoledì 1 settembre 2010
di Antonio Massari
inalmente libero. Dopo
F undici mesi di arresti do-
miciliari. Le prime im-
magini sono quelle di un
padre tutto casa, lavoro, fami-
glia. Gianpi Tarantini gira Ro-
ma in Smart. Addio starlette e
protesi sanitarie: lavora in una
cooperativa e chi lo frequenta
dice: “Sta provando a rifarsi
una vita”. Quanto è lonta-
naquella sfarzosa villaaffittata
in Sardegna, quandonoleggia-
va aerei privati, partecipava a
feste e cenecon Abramovich
e Berlusconi,frequentavaVilla
Certosa, incontrava in bar-
cauno dei figli di Gheddafi, si
circondava di soubrette e at-
trici comeBelén, Manuela Ar-
curi,Francesca Lana,Sara
Tommasi,Carolina Marconi.
Sembra tutto svanito.Eppure
c'è da chiedersi: cosa resterà
di quell'estate 2008? È presto,
troppo presto per saperlo. Di
certo, gli resta un ricordo ben
custodito: quella particolare
intimità con Silvio Berlusco-
ni. Al quale procurò donne su
donne fino all'errore fatale:
presentargli Patrizia D'Adda-
rio che s'infilò con un regi-
stratore – invitata a Palazzo
Grazioli – fin dentro il letto
del premier. Berlusconi sput-
tanato, Gianpi Tarantini bru-
ciato: fine della storia? È pre-
sto, troppo presto per saper-
lo. Le mille debolezze condi-
vise con il premier: almeno,
quel ricordo, gli appartiene. È
“suo”. Tutto il resto, per ora, è
soltanto in affitto.
Da imprenditore
al lavoro interinale
È IN AFFITTO la casa di Ro-
ma, per esempio, dove vive
con la prole e sua moglie Nicla,
a due passi da via Veneto. Era un
imprenditore: ora è un dipen-
dente. Lavora come impiegato
in una cooperativa: fornisce
servizi alle aziende. Si occupa
di riorganizzazione degli uffici.
A volte di lavoro interinale.
Sembrano lontani i momenti in
cui guadagnava 150 mila euro
per una singola consulenza, co-
me rivelò Enrico Intini, ricco e
potente imprenditore vicino a
Massimo D'Alema: Gianpi ave-
va da poco messo in piedi una
nuova società, la G&C Consul-
ting, sognava il grande salto da
lobbista rampante. E la Sma di
Intini gli affidò il ricco incarico.
Piccolo dettaglio: insieme si
presentarono anche da Guido
Bertolaso, nell'inverno 2008,
quando Gianpi sembrava avere
la chiave giusta per ogni porta.
Altri tempi. Ora in molti avran-
no cambiato serratura. Nel
2008, come racconta lo stesso
Tarantini ai magistrati, a Berlu-
sconi chiede soltanto “una co-
sa”: “Di presentarmi Bertolaso.
Volevo che Intini potesse
esporre a Bertolaso le compe-
tenze del suo gruppo industria-
le, nella prospettiva di lavorare
con la Protezione civile”. E l'in-
contro, a detta di Gianpi, av-
venne realmente: “Una sera
Berlusconi mi presentò Berto-
laso, con il quale in seguito mi
sono incontrato, unitamente a
Intini. Bertolaso ci inviò a Fin-
GIANPI TARANTINI
Parabola di un
procacciatore di escort
Dall’estate 2008 a Villa Certosa
a un impiego in cooperativa
Gianpaolo Tarantini. A destra, Patrizia D’Addario
meccanica. Ma poi non è suc-
cesso più nulla”. Non abbiamo
elementi per mettere in discus-
sione questa versione. Le inda-
gini sono ancora in corso. E un
fatto è certo: “Se Tarantini è li-
bero”, dice il suo avvocato Ni-
cola Quaranta, “è perché ha
collaborato con i magistrati”.
Fine di un (piccolo)
impero
MA È CERTO anche un altro
fatto: le sue dichiarazioni han-
no incastratoil centrosini-
strapugliese. Gianpi dice agli
amici che il suo legame con Ba-
ri è ormai reciso. Che la sua vita
è a Roma. Una decisione presa
già ad aprile dello scorso anno,
quando cercò il suo nuovo ap-
partamento, confermata poi
dall'iscrizione di sua figlia a
scuola. Con i vecchi compagni
di bisboccia – Alessandro Man-
narini e Max Verdoscia, liberi
anche loro, dopo un periodo di
arresti domiciliari per le indagi-
ni sulla coca – l'idillio è termi-
nato da tempo. Ma soprattutto:
la Tecno hospital è fallita. Era il te-
soro di famiglia, il suo piccolo
UN ANNO DOPO
regno pugliese, il feudo che l'a-
veva trasformato nel “re delle
protesi”: disponeva di politici e
primari compiacenti che svuo-
tavano i suoi magazzini. Tutti fi-
niti sotto indagine. Aveva cedu-
to le sue quote già nel 2008, la-
sciando l'amministrazione a
sua madre, ma a giugno il tribu-
nale ha revocato il concordato
preventivo: troppi debiti, oltre
un milione di euro. Risultato:
fallimento e una decina di di-
pendenti senza lavoro. E pensa-
re che, soltanto per quell'estate
2008, Gianpi in Sardegna spese
circa 500 mila euro. Eppure –
attenzione – per salvare la sua
azienda s'era fatto avanti un no-
me importante: Gian Luca Cal-
vi. Attivo nel settore sanitario,
con la società Myrmex, Calvi s'e-
ra impegnato ad acquistare,
per 300 mila euro, i beni mobili
Dopo 11 mesi
agli arresti
domiciliari, l’ex
“re delle protesi”
vive a Roma e ha
tagliato i ponti
col passato
della Tecno Hospital, fatta ecce-
zione per debiti e crediti d'a-
zienda. La coincidenza è inte-
ressante: Gian Luca è il fratello
di Gian Michele Calvi, soggetto
attuatore per il “G8” de L'Aqui-
la, l'uomo che controlla appalti
per centinaia di milioni di euro,
inclusi quelli per la ricostruzio-
ne post terremoto, ed è ritenu-
to il braccio destro di Guido
Bertolaso. Eppure niente da fa-
re: il tribunale decide per il fal-
limento. L'azienda di famiglia si
sbriciola sotto i timbri del tribu-
nale. Era venuta su piuttosto
gracile, però, considerata la
complessiva strategia impren-
ditoriale di Gianpi: “Il ricorso
alle prostitute e alla cocaina –
dice ai pm – si inserisce in un
mio progetto teso a realizzare
una rete di connivenze nel set-
tore della Pubblica amministra-
zione. Ho pensato che ragazze
e cocaina fossero una chiave
d'accesso per il successo nella
società”. E fu così – con le ra-
gazze ma senza coca – che ar-
rivò a sfiorare il potere con un
dito: “Ho voluto conoscere
Berlusconi – disse sempre ai
pm – e mi sono sottoposto a
spese notevoli per entrare in
confidenza con lui. Sapendo
del suo interesse verso il gene-
re femminile, non ho fatto altro
che accompagnare da lui ragaz-
ze, che presentavo come mie
amiche, tacendogli che a volte
le retribuivo”.
I “regali” al premier
e a Frisullo
TARANTINI ammette ciò
che è innegabile: portava le sue
amiche dal premier. E rivela la
propria versione: il premier
non sapeva che le pagava. Que-
stione chiusa. Gliene presentò
una trentina tra settembre
2008 e gennaio 2009. Tra loro
anche starlette della tv come
Barbara Guerra e Carolina Mar-
coni. Una volta ci portò anche
Terry De Nicolò. Oltre che a
Berlusconi, però, l'aveva pre-
sentata anche al numero due
della Regione Puglia: Sandro
Frisullo. In questo caso Gianpi
è più prodigo di dettagli. Rac-
conta d'aver omaggiato Frisul-
lo di cappotti, scarpe, cravatte,
decine di migliaia di euro e so-
prattutto: gli presentò Terry.
pagina 9
Nel frattempo s'oliava meglio
l'ingranaggio delle forniture
ospedaliere. E così Frisullo – al-
tro dalemiano di ferro – finisce
in carcere. Stessa sorte per
qualche primario e una poten-
te dirigente della sanità puglie-
se: Lea Cosentino. Tutti liberi,
oggi, in attesa della conclusio-
ne delle indagini. E tutti con un
futuro da ricostruire. Gianpi è
stato un ciclone per chiunque
l'abbia incontrato. Ora il ciclo-
ne pare assestato. Addio prote-
si, starlette, vacanze milionarie
al Billionaire, feste con il figlio di
Gheddafi e ingressi riservati a
Palazzo Grazioli. Come quella
sera di fine autunno 2008,
quando Berlusconi, dinanzi al-
le tante “amiche”, si lanciò in
una delle sue gag: “Sai che lui
fornisce forniture medicali per
i dentisti”, disse scherzando il
premier, “ed è venuto qui a dir-
mi se posso fare una legge... per
far passare da 32 a 40 denti”. Si
rideva. “Mi ha detto che sicco-
me vado a Pechino... vuole ve-
nire giù... perché ai medici del-
la mutua lui dice: tu gli dai la gei-
Fu lui a portare
Patrizia
D’Addario
a Palazzo
Grazioli. Forse
il suo errore
più grande
sha, e loro ti ordinano la prote-
si...”. E ancora risate. Oggi c'è
poco da ridere. Gianpi aspetta
di conoscere la sua sorte giudi-
ziaria: è indagato per corruzio-
ne, turbativa d'asta, traffico di
droga, favoreggiamento della
prostituzione. Ma attende da
uomo libero. Con la sua Smart,
una casa in affitto nel pieno
centro di Roma, un modesto
impiego da dipendente in coo-
perativa. E quell'intimo ricor-
do: l'innegabile intimità con
Berlusconi. L'unico a uscire in-
denne dal ciclone Tarantini.
pagina 10
di Luca Telese
R
Decimo capitolo
oma, 30 agosto 1970. Alla fi-
ne il giallo del triplice delitto
si chiude, come un’equazio-
ne di grado elevato che si ri-
solve applicando il giusto algorit-
mo. Se c'era una cosa che aveva
corso di depistare il commissario
Gianfrancesco, e i giornali, era sta-
to proprio il carteggio più o meno
postumo che fin dal primo sopral-
luogo si era animato intorno ai ca-
daveri di via Puccini. Anna Fallari-
no, prima di andare insieme a Mas-
simo – e contro il parere di tutti – al
suo ultimo rendez-vouz con il Mar-
chese, aveva scritto due lettere, e
ne aveva consegnato una terza alla
nipote. Tre scritti che, se letti tutti
insieme, componevano un enig-
ma. La prima, quella per Massimo
Minorenti, era una lettera d'addio:
Mio Max, ti scrivo e ti piango, mentre
non so se il mio cuore esiste ancora o no.
Non ti vedrò mai più, però sappi che per
me non sei stato affatto un'avventura. Ti
penserò, non posso dirti per sempre, ma
per tanto, ancora. Cerca di crearti una
vita, nel modo migliore, e sii tanto felice.
Ciao mio amore, tua Anna.
La seconda, altrettanto inequivoca-
bile, era una lettera di riconciliazio-
ne inviata al marito: Caro Camillo, devi
perdonarmi se ho sbagliato, ma ti pro-
metto che chiuderò con Massimo, e tor-
neeremo amici come prima. La terza, la
lettera consegnata alla cugina Ma-
riateresa Fiumanò, che la ragazza di-
strugge per timore che scoppi uno
scandalo se i genitori gliela trovano,
ma impara a memoria. In questa let-
tera c'è il racconto di un rapporto
deterioratissimo, con Camillo: Mi
sembra di essere diventata la peggio delle
peggio mignotte. Poi, cosa ancora più
delicata, rivela di aver pianificato
l'incontro con il Marchese insieme a
Massimo: Non sarà nemmeno necessa-
rio che apra bocca. Io parlerò, lo ricatterò,
e mio marito sarà obbligato a tirar fuori i
soldi. Le soluzioni potrebbero essere due.
Se Camillo lo volesse, io sarei disposta a
restare con lui, perchè nonostante tutto lo
amo ancora e non ho mai smesso di
amarlo, ma voglio liberarmi definitiva-
mente delle sue perversioni.... La secon-
da, invece: Se si incaponisse e decidesse
di liquidarmi definitivamente, io voglio
una casa per conto mio voglio una cospi-
cua rendita mensile, e, soprattutto, non
voglio più assoggettarmi a fare quello che
lui mi ordina di fare. Anna dice di aver
scritto questa lettera per uno scopo
preciso: Ti chiedo di conservarla, po-
trebbe farmi comodo, un domani, sem-
mai dovesse servire una testimonianza
scritta. Tre lettere, tre maschere, an-
cora una volta.
Ma, come se non bastasse, sullo
scrittoio di Camillo, nella stanza do-
ve erano stati rinvenuti i tre cadave-
ri, c'era un'altra busta chiusa, con
una lettera che – invece – era stata
vergata dalla mano del Marchese.
Un messaggio in cui si annunciava
un suicidio: “Cara Anna, muoio per-
ché non posso più sopportare il tuo
amore per un altro uomo. Quel che
faccio lo devo fare. Perdonami. E
qualche volta vienimi a trovare”
(tutti capiranno, leggendo con il
senno di poi, che Camillo si riferisce
al cimitero).
MA SE ANNA tornava da Camil-
lo, e Camillo si preparava al suicidio,
allora il conto di quei cadaveri non
tornava: Anna era stata, forse, uccisa
da Massimo? E se era così, chi aveva
ucciso Minorenti, subito dopo? E se
invece era stato Camillo a uccidere
Massimo, perché mai il Marchese
aveva sparato sulla Marchesa, visto
che lei aveva scritto di voler tornare
da lui?
PREVITI
la guerra
con l’Espresso
Quarant’anni fa il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino si sparò dopo
aver ucciso la moglie Anna Fallarino e l’ultimo amante di lei, il giovane
Massimo Minorenti, complice dei triangoli erotici della coppia. L’avvocato
dell’erede, Cesare Previti, fiuta l’affare. Presto Silvio Berlusconi avrà Arcore.
Il corpo di un uomo riverso al suolo,
uno di donna fulminato con una fu-
cilata al petto in una poltrona, un al-
tro con il cranio scarnificato vicino
alla scrivania. Il commissario Gian-
francesco fu costretto a sottoporre la
giovane Annamaria al riconoscimen-
to del cadavere del padre. Nel 1970 il
commissario Gianfrancesco è con-
vinto che nessuna squadra scientifi-
ca ti potrà mai dire quello che non sei
in grado di capire da solo. E quindi
decide che l'unico modo per venire a
capo del triplice delitto sta nel pren-
dere atto che lettere non erano la
realtà, ma una involontaria falsifica-
zione della realtà. Le lettere erano ar-
rivate dopo la realtà dei fatti, non per
chiarirla, casomai, ma per confon-
derla. E siccome nessuno può suici-
darsi colpendosi da solo alle spalle,
l'unico che poteva aver ucciso Mas-
simo non poteva essere altri che il
Il capitano
Gianfrancesco
deve cogliere
il nesso tra
le lettere di Anna
e del Marchese
e i tre cadaveri
marchese. E che siccome per prima
era morta Anna che era disarmata, e
poi era morto Massimo, che era risul-
tato privo di tracce, alla prova del
guanto di paraffina, Camillo si era sì
suicidato, come aveva promesso, ma
solo dopo un duplice delitto, che il
marchese nella sua lettera non aveva
avuto l'ardire di ipotizzare.
QUANTO al movente, prima an-
cora di aprire l’agenda verde, c'erano
milleecinquecento fotografie di una
donna nuda che provavano meglio
di ogni altra cosa il fondamento di
un’ossessione che in ogni momento,
da erotica che era, poteva farsi omi-
cida. Dopotutto, se riuscivi a mette-
re a fuoco la scena, a eludere tutte le
false piste suggerite da quei messag-
gi, il movente primo dei delitti era il
più semplice e antico nella storia del
mondo: la gelosia.
Eppure nemmeno il commissario
Gianfrancesco poteva immaginare
che questa semplice concatenazio-
ne temporale sarebbe diventata og-
getto di una delicatissima disputa in
tribunale. Che la brillante intuizione
testamentaria dell'avvocato Previti
lo avrebbe portato dalla causa imba-
stita a nome dei Fallarino, a guada-
gnare il patrocinio legale della di-
ciannovenne Annamaria Casati
Stampa. Eppure, molto prima di que-
sto singolare epilogo, la tragedia di
Anna e Camillino resta, prima di tut-
to, una nitida e potentissima storia di
amore e morte.
Undicesimo capitolo
R oma, novembre 1994. Dopo aver
letto il servizio su L’Espresso, l’avvo-
cato Cesare Previti si incazzò: “Io
questo lo faccio diventare povero”.
Sono passati venti anni esatti dal pri-
mo compromesso sulla villa di San
Martino. Quattordici dalla vendita
definitiva. La storia di quella incre-
dibile transazione è rimasta fino ad
allora poco più che una indiscrezio-
ne, un segreto conosciuto da pochi.
Ma proprio quell’anno, in uno dei
memorabili libri della Kaos, Gli affari
privati del presidente, un giornalista
milanese, Giovanni Ruggeri, ha ri-
costruito tutta la storia, con un po-
deroso corredo documentale. Tutti
gli atti, tutte le lettere, tutto il carteg-
gio fra Silvio Berlusconi, Previti, la
Marchesina. Chi ha fornito le pezze
d’appoggio a Ruggeri, che lavora
nella redazione di un periodico del-
ROMANZO D’ESTATE / 7
Prima fu il libro
di Ruggeri a scatenare
le ire dell’ex ministro
la Rusconi, Oggi? Mistero. Qualcuno
pensa che si tratti della stessa Anna-
maria Casati Stampa. Ma se è così,
l’interessata sceglierà di non dire
nulla di più, lasciando parlare le car-
te. Una che non ha mai fatto mistero
della sua indignazione è la contessa
Beatrice Rangoni Machiavelli, una
nobile signora di rigorose tradizioni
liberali, che di Annamaria è la co-
gnata. Ancora nel 2010, in una cla-
morosa intervista a Claudia Fusani,
la contessa ripeterà la sua verità: “È
stata una doppia rapina. Consumata
alle spalle di una ragazzina minoren-
ne, choccata dalla morte del padre,
fuggita dall'Italia per sfuggire alla
curiosità di giornalisti e paparazzi e
raggirata da quel professionista che
si chiama Cesare Previti al servizio
di Silvio Berlusconi”. Nel carteggio
prodotto da Ruggeri ci sono dei do-
cumenti che sono a cavallo fra il
grottesco e il tragico. Il più bello, for-
se, è un appunto firmato con carta
intestata da Marcello dell’Utri e in-
viato all’attenzione dello stesso Pre-
viti (in quanto pro-tutore della Mar-
chesina). L’appunto è datato 10 giu-
gno 1976. Cioè ben quattro anni pri-
ma che la cessione della villa sia
compiuta. Ma, con incredibile so-
lerzia, la carta intestata del futuro se-
natore recita: “Via S. Martino - Villa S.
Martino”. Ovvero: la prova esibita
che Dell’Utri abita già nella villa di
Arcore, di cui ha preso possesso, in-
sieme a Berlusconi. E cosa chiede
Dell’Utri? “La pregherei allora, per
non far vieppiù confondere le ac-
que, di autorizzare il passaggio della
contabilità a partire dal primo mag-
gio e di procedere a tutte quelle con-
segne che fossero ancora in sospe-
so. Il suo intervento è necessario
per il disbrigo delle annose questio-
ni. La ringrazio tanto, mentre spero
di incontrarLa quanto prima (ab-
bronzato)”. Le maiuscole e la paren-
tesi, dedicata a una coloritura che di-
venterà leggenda, è dello stesso
Dell’Utri.
NEL 1994, però, il servizio che in-
nesca l’ira dell’avvocato e le macchi-
ne dei tribunali è una copertina del
settimanale di via Po: “La reggia: sto-
La lettera di Dell’Utri
da Villa San Martino.
Sotto, Berlusconi e
Previti nel 1994 e la
copertina del libro
“Berlusconi, tutti gli
affari del presidente”
ria di un Cavaliere furbo, di un avvo-
cato, di una ereditiera”, titola
L’Espresso. All’interno ci sono ampi
brani tratti dal libro di Ruggeri. Pre-
viti non è più solo un avvocato, e Ber-
lusconi non è più solo un imprendi-
tore. Il primo è diventato ministro, il
secondo premier. Solo due giornali si
dedicheranno a questa vicenda.
L’Espresso e L’Indipendente. Curiosa-
mente Previti non querela Ruggeri
per il libro, ma sia lui che i due gior-
nali per aver ripreso le notizie.
Milano, 15 giugno 1995. Nello stu-
dio legale dell’avvocato Katia Mala-
venda entra un cliente che lei cono-
sce molto bene. Fuma come un tur-
co. Chiede assistenza legale. Invita
l’avvocato a discutere a casa sua, do-
ve vive in una stanza foderata di libre-
rie piene di faldoni. E’ il suo archivio,
ed è tutto dedicato ad un solo perso-
naggio: Silvio Berlusconi. La Mala-
venda le riporta la battuta del mini-
stro della Difesa, secondo cui lo
avrebbe ridotto in miseria. Ruggeri
sorride, allarga le braccia e si guarda
intorno: “Non può”. La Malavenda
vorrebbe evitare ogni ottimismo
pre-processuale. L’atto di citazione
coinvolge Ruggeri, Massimo Fini e
L’Espresso: “Può, può...”. Allora Rug-
geri si mette a ridere, con la sua voce
roca: “Avvocato, non può per un
semplice motivo. Io sono già in mi-
seria”.
ROMA, 11 novembre 1994. Per
molti anni Barbara Palombelli ha abi-
tato vicino a Cesare Previti senza co-
noscerlo, sfiorandolo o incrociando-
lo in un garage di via Cicerone igno-
rando che si tratti di uno dei princi-
pali collaboratori di Silvio Berlusco-
ni. Per lei c’è l’ammonimento del ga-
ragista: “Guardi, nun me righi la Rol-
ls, per l’amor di Dio!”. La Rolls royce
è il gioiellino dell’avvocato. Un gior-
no Barbara Palombelli, notista politi-
ca de La Repubblica di Eugenio Scalfa-
ri, si infila nel garage di casa e ci trova
dentro, solo, mentre cammina a pie-
di vicino alla famosa “Rolls”, quello
che ha inseguito per tutto il giorno
fra un palazzo e l’altro: il presidente
del Consiglio. “Credimi o meno - sor-
ride oggi - io Previti l’ho conosciuto
così”. Poi, però, i rapporti sono di-
ventati più stretti. E’ il legame che si
crea fra un giornalista e un politico,
che è anche una fonte. Così, quando
Previti decide che bisogna replicare
ai documenti di Ruggeri, sceglie la
Mercoledì 1 settembre 2010
Una lettera
di Dell’Utri svela
la sua presenza
ad Arcore
4 anni prima
della chiusura
della vendita
giornalista di piazza Indipendenza.
E’ la prima e ultima volta (se si eccet-
tuano due battute che finiscono in
un libro di Giorgio Bocca) che l’av-
vocato deciderà di parlare di questa
vicenda. Ed è una intervista che, letta
alla luce della vicenda, pare una cac-
cia al topo:
“Cosa risponde all’accusa di aver pra-
ticamente regalato a Berlusconi la reg-
gia della Marchesa Casati?”.
Risposta del ministro: “Intanto ri-
sponderò con una serie di azioni le-
gali.... E’ infatti ricostruita la vendita
di una proprietà, una normale, tran-
quilla transazione che io ho effettua-
to in maniera del tutto trasparente. E
nel pieno interesse del mio clien-
te”.
“Una cliente giovane, sola, inesperta,
che accetta da Berlusconi una cifra ri-
sibile...”
“Ma la storia - protesta Previti - è del
tutto diversa. Prima che entrasse in
scena Berlusconi, Anna Maria Casati
si presentò da me con un acquirente,
uno speculatore che avrebbe massa-
crato e rivenduto quella proprietà.
Mi sembrava che Arcore così sareb-
be stata svenduta, allora proposi l’ac-
quisto a Silvio. Lui non ne voleva sa-
pere, come ho raccontato a Bocca.
Poi si innamorò della casa e per aver-
la pagò un prezzo più alto di quello
che offrriva il cliente della marche-
sa...”
Eppure i 500 milioni - osserva la Palom-
belli - paiono un prezzo di favore...
“Eravamo nel 1974... Oggi sareb-
bero parecchi miliardi. Eppoi cre-
de che nelle compravendite tutti
dichiarino il valore effettivo delle
propiretà?”.
Vorrebbe dire che la villa - ribatte la Pa-
lombelli - fu pagata di più?”
“Non dico nulla - replica Previti ri-
tornando topo - facevo una osser-
vazione banale che capiscono tut-
ti quelli che hanno comprato o
venduto un terreno... Aggiungo
che in quel periodo Anna Maria
ebbe spesso necessità di liquidi e
SIlvio la aiutò sempre”. E qui arriva
la perla.
“E - chiede la Palombelli - tutti quegli
scambi di azioni e società improbabi-
li?”
“Si tratta di normali sistemi esco-
gitati dai commercialisti per evita-
re di pagare le tasse.... Non c’è nes-
suna truffa”.
Devono essere cambiati proprio i
tempi se la linea difensiva di un mi-
nistro della Repubblica è questa.
(Continua)
Mercoledì 1 settembre 2010 pagina 11

ECONOMIA

NIENTE PIZZO, L’IMPRESA VA In tre anni Confindustria Sicilia ha espulso

17 aziende per non aver denunciato di pagare la mafia
di Sandra Amurri accolti e protetti da Confindu- tentennamenti e soprattutto fa- elementare che la politica non mafioso”. Nel conto vi sono an-
stria. Si potrebbe dire che Libe- cendo seguire alle parole di con- vuole recepire perché i voti non che le minacce come quelle rice-
n Italia il cuore del po- ro Grassi, l’imprenditore corag- danna i comportamenti. Una hanno né odore né sapore: servo- vute da Lo Bello che lo costringo-

“I tere pulsa con il ritmo

di due grandi partiti che
non si presentano alle
elezioni: Confindustria e la
Chiesa…” scrive Filippo Astone
gioso che si è ribellato alla pre-
varicazione mafiosa fino a farsi
uccidere, non è più solo e la
scelta di libertà non appar-
tiene più solo alla me-
decisione quella assunta dai ver-
tici di Confindustria Sicilia che
ha annullato la distinzione, di-
ciamo giuridica tra
no e basta. E mettersi a servizio
anche di quelli mafiosi non suona
come una sconceria una perdita
di dignità. “Ad oggi abbiamo 37
espulsioni 17 legate alla violazio-
no a vivere scortato, condizione
di cui non ama parlare per evitare
di enfatizzarla visto che fa parte
del gioco che ha scelto di giocare
in un campo pulito all’aria aperta
nel libro Il partito dei padroni edito moria ma è divenuta ne del codice etico per che profuma di libertà. “Abbiamo
da Longanesi. Se così è appare una scelta collettiva mancata denuncia e creato una rete di collaborazione Ivano Lo Bello (FOTO DLM). A sinistra,
scontato che Cosa Nostra in Si- che appartiene al pre- collusioni”, spiega il con le associazioni antiraket con illustrazione di Marilena Nardi
cilia si sia alleata con chi coman- sente e punta a co- Presidente Ivan Lo il movimento Addio Pizzo presie-
da. E così è o meglio così era per-
ché da tre anni Confindustria Si-
struire il futuro. Co-
me? Scegliendo da
Bello. “Venti di duto da Enrico Colajanni. Basti
pensare che nel quartiere di
Il presidente
cilia ha iniziato un nuovo cam-
mino che seppure con mille dif-
che parte stare e
perché tanto da
Brancaccio circa 40 aziende
hanno aderito a consumo cri-
Lo Bello: “Gli
ficoltà sta dando i suoi frutti. Il
Presidente attuale Ivan Lo Bello,
costringere il
mondo impren-
tico”. Oggi molti negozi fan-
no parte del circuito “con-
industriali
il suo vice Antonello Montante, ditoriale sicilia- sumo critico” ed espongo-
Marco Venturi attuale assessore no per la prima no fuori la scritta per in- non possono
regionale alle Attività produtti- volta a fare im- formare chi acquista che
ve e Giuseppe Catanzaro hanno presa stando con lo fa consapevole di non stare con
riscritto le regole. E le nuove re- lo Stato. Dimostran- favorire l’economia
gole sono che gli imprenditori do così che la mafia non è mafiosa. “Certo chi soffoca
collusi con la mafia o quelli che invincibile, un luogo comu-
pagano il pizzo vengono caccia- ne divenuto suo punto di forza. l’economia”
ti dall’Associazione mentre La mafia si può sconfiggere se la
quelli che denunciano vengono si combatte con chiarezza senza
dentro. “Vicepresidente di Con-
concussione e findustria Palermo con delega al-
corruzione tra vit- la legalità è stato nominato Giu-
MISTERO CINESE tima e carnefice den- seppe Todaro, imprenditore di
tro cui da sempre trova ri- Carini che ha denunciato ed ha
LA FUGA DEL BANCHIERE paro chi paga il pizzo. Chi dà sol-
di ai mafiosi in cambio di prote-
zione non può portare a sua giu- questi non
vinto la sua battaglia contro la
prevaricazione mafiosa”.
icono che il governatore sia fuggito, ma
“D invece ha appena presieduto una riunione”.
A smentire la fuga di Zhao Xiaochuan, governatore
stificazione l’incapacità di rea-
gire la paura di reagire e così via.
O meglio può continuare a farlo
hanno esibito il
certificato antimafia.
Alla luce della notorietà
Un modello
che si espande
della Banca Centrale della Cina, è il suo vice, Hu ma sarà espulso da Confindu- mediatica comporta un
Xiaolian, al Wsj, cui confida anche l’incontro del stria perché come spiega il Pre- danno rilevante perché oggi il E L’ESEMPIO di Confindustria
giorno prima con Tommaso Padoa Schioppa (che a sidnete Lo Bello: “La convenien- nostro mondo sta cambiando sta Sicilia è stato seguito da altre re-
sua volta lo conferma). La notizia della fuga in za la viltà il mettere la testa sotto assorbendo una nuova consape- gioni. Il codice etico esteso a tut-
la sabbia alimenta la mafia e gli volezza dunque essere espulsi te realtà del Mezzogiorno. Un fat-
America del governatore 62enne, a causa di un buco imprenditori non possono stare viene vissuta come sanzione so- to che fa ben sperare seppure la
da 430 miliardi di dollari per investimenti in bond nei con chi soffoca l’economia”. ciale”. Una scelta che ha generato strada sia ancora lunga e tortuo-
fondi Usa “Ginnie Mae” e “Freddie Mac”, e della una sorta di circuito virtuoso gra- resta una scelta che presenta mil- sa. “Il problema della Sicilia è di
successiva punizione cui sarebbe stato sottoposto, Non si deve aspettare zie al contagio. “Sì occorre essere le difficoltà compresa quella di fa- avere una società debole in cui
non si sa se sia vera o se sia falsa. Fatto sta che, la magistratura anche grati alla magistratura alle re i conti con la paura con il timo- mancano i puntelli i riferimenti
diffusa alle dieci di mattina ora di Pechino, ha forze dell’ordine per l’impegno re di non farcela di coinvolgere la forti. Occorre lavorare in questo
contribuito al tonfo del Nikkey giapponese (-3,5 a costante nella lotta alla mafia. Ol- famiglia i figli soprattutto ma senso. Bisogna rafforzare le dife-
IN SINTESI È QUESTO il co- tre 60 imprenditori hanno de- quando un imprenditore riesce a se morali culturali poi diffonder-
fine seduta). Il rumors, apparso sul web con la finta dice etico che si è data Confindu- nunciato per paura della sanzio- tagliare il traguardo vive una sor- le. Io sono dentro questo proget-
intestazione della “Hong Kong Ming Pao”, quotata stria Sicilia che anticipa le senten- ne del giudizio convinti che la ta di liberazione perché pagare il to: costruire una società civile
agenzia di stampa che subito l’ha disconosciuto, può ze non le aspetta per agire, per- scelta compiuta sia una scelta pizzo è un’esperienza dura mol- che sia autonoma chiara capace
far pensare ad uno scherzo o a una manovra in vista ché il problema di chi viene sco- giusta e quindi conveniente. Ini- to dura che toglie il respiro che ti di esercitare un’azione di sano
della battaglia per la successione a Zhao. Che, per perto con le mani in Cosa Nostra zialmente per tutti è stato un per- fa vivere nell’angoscia”. Poi è co- controllo sociale”.
adesso, però, non si vede. è di ordine morale ancor prima corso travagliato ma ora sono di- me se il cielo si riappropriasse del Auguri, sono accanto a voi. Di-
che giudiziario, segna il grado di ventati i porta bandiera della libe- suo colore e così il mare gli alberi rebbe oggi Libero Grassi ucciso
civiltà di un Paese. Un principio razione dal condizionamento e il sole torni a splendere anche perché era solo a combattere.

Il parere

Fiat, quando il capitalismo è un aiuto di Stato

di Pierfranco Pellizzetti
i sperava che dopo il settembre 2008 la corpora-
Sperstizioni
zione degli economisti “puri”, quelli che officiano su-
sul Mercato degli automatismi salvifici sep-
pure invisibili, avesse abbassato la cresta. Ossia il mo-
mento in cui il dottrinarismo dei teologi economici che
non azzeccano una previsione era stato sommerso dal-
le contro-repliche del mondo reale. E l’intero pianeta
scricchiolò minacciosamente mentre si aprivano vora-
gini create da una finanza lasciata a se stessa dal fon-
damentalismo irresponsabile del laissez faire.
Invece, passata la buriana, eccoli ancora sulla scena ad
ammannirci ricette tendenti al fanatico, che possono
essere riassunte in un solo imperativo: affidatevi ai “pa-
droni del vapore” e tutto andrà per il meglio. Gene-
ralizzazione teorica della battuta datata 1953 “ciò che
è buono per la General Motors lo è per gli Stati Uniti, e
viceversa”. Piccolo particolare aggiuntivo: a pronun-
ciarla era Charles Erwin “Engine Charlie” Wilson, guar-
da caso presidente di GM. Certo non il massimo dell’os-
servatore disinteressato!
La colonia dei liberisti nostrani, acquartierati di qua e al
di là dell’Atlantico, si rimette ora in moto per soccorrere
un soggetto non propriamente “debole” come Fiat e il
suo gran capo Sergio Marchionne, impegnati ancora
una volta a preservarsi le mani libere nella gestione di
una faccenda che va ben oltre l’interesse privato
dell’impresa (del resto strutturalmente foraggiata dal
pubblico denaro). Visto che lo scontro si è trasformato
nel banco di prova degli assetti prossimi futuri nelle
relazioni industriali italiane. Partita giocata anche in
conto terzi, dato che i suoi esiti interessano ancora di
più il governo e il suo alfiere in campo, il ministro Sac-
coni; assieme alla Confindustria di Emma Marcega-
glia.
In altre parole, un regolamento di conti con la parte non
ancora “normalizzata” del mondo del lavoro e le sue
rappresentanze sindacali.
Mentre, come te lo raccontano i sedicenti scienziati
economici, oggetto del contendere sarebbe “la mobilità
intersettoriale del lavoro”, ennesimo eufemismo per
non pronunciare la parola politicamente scorretta: pre-
carizzazione. L’unico modo con cui questi grandi ma-
nager “dei due Mondi” sanno efficientare l’organizza-
zione: abbattere i vincoli dei fattori produttivi.
Bisognava essere manager così straordinari per esco-
gitare soluzioni tanto banali? Del resto pericolosissime:
sotto le soglie minime di reddito si minaccia la stessa
qualità democratica, avvicinandosi ai livelli civili più che
problematici dei Paesi di nuova industrializzazione, che
attirano il decentramento produttivo transnazionale
con il mantenimento della propria forza lavoro a livelli
servili.
Dove sta allora la qualità eccelsa di quei manager osan-
nati dagli economisti di corte? Sta tutta nelle proprie
attitudini – come dire? – “combinatorie”. Cioè saper
negoziare vantaggi extra-economici per le proprie im-
prese trattando sottobanco con il Potere. Magari nel
club Davos, il Rotary dei superpotenti.
La forza dei vari Ceo di Enron, il gigante dei servizi
energetici fallito miseramente nel 2001 (trascinando
nel baratro i dipendenti), non era quella di razionaliz-
zare e/o innovare ma quella di interloquire con il go-
verno. Magari con il presidente della Commissione Usa
per i contratti a termine – la professoressa Wendy
Gramm – che esentò da ogni forma di controllo l’emis-
sione di futures dell’azienda truffaldina, per ritrovarsi
poi alla direzione di una grandissima e “generosa” so-
cietà: la Enron stessa.
Marchionne non va in Serbia a costruire utilitarie per i
livelli formativi delle maestranze locali o per la conti-
guità con straordinari centri da cui trasferire tecnologie
pregiate. Ci va perché ha spillato sussidi cospicui al go-
verno serbo e all’Ue, che rendono remunerativa l’ope-
razione a prescindere dalla contabilità industriale.
Perché oggi siamo in pieno “Capitalismo delle transa-
zioni”. La fabbrica Fiat di Kragujevac in Serbia (FOTO ANSA)
Quando l’ad Fiat filosofeggia sul prima e dopo Cristo,
dovrebbe spiegarci cosa quel “Cristo” significhi. Signi- Questi i nuovi padroni, che sono tali perché collusi con il
fica che la riproduzione del capitale non richiede più soggetto in grado di assicurare loro il monopolio del
(come prima) la proprietà dei mezzi di produzione? controllo: i padroni della decisione governativa.
Perché ora (il dopo) tutto si gioca nel presidio degli ac- Intanto qualcuno continua a narrarci la favola secen-
cessi. tesca sulle api di Mr. Mandeville (l’egoismo virato a
Dunque “Capitalismo dei gatekeepers”, dei controllori forza benefica), poi riformulata in chiave economica
dei varchi attraverso i quali scorrono le opportunità in mezzo secolo dopo da Adam Smith: la “Mano Invisi-
termini di scambi e conoscenze: dai finanziamenti allo bile”.
sfruttamento di esclusive (siano sicurezza privatizzata Ingenuo. Non ha capito come, dopo la fase industria-
o biotecnolgie con cui manipolare il Dna). Non solo flus- lista, il big business ritorni a essere quello di sempre: il
si mediatici. denaro che si riproduce nelle stanze del Potere.
pagina 12 Mercoledì 1 settembre 2010

DAL MONDO

N
“LA BRUNI MERITA DI MORIRE” VENEZUELA
Contro Chávez

IRAN-FRANCIA, MASSIMA TENSIONE

si lascia morire
U n agricoltore
venezuelano,
Franklin Brito, che da
Insulti e minacce dopo l’appello contro la lapidazione di Sakineh vari mesi stava facendo
lo sciopero della fame
per una disputa con il
Parigi protesta ma gli ultra-conservatori tornano alla carica governo che gli aveva
espropriato le sue
terre, è morto
di Alessandro Oppes Carla Bruni e, stia dalla parte di una donna ira- per esplicita ammissione del re- nell’ospedale militare
sotto, Sakineh niana che è stata condannata a gime di Teheran, non è ancora di Caracas. L'uomo, di
rima gli insulti, volgari e morte per aver commesso adul- segnata, forse proprio per l’im- 49 anni, si trovava da

P
gratuiti, poi l'attacco
frontale, fino alla minac-
cia diretta: “Merita di mo-
rire”. Non sono bastate le cri-
tiche, per la verità troppo timi-
de, delle autorità di Teheran
per far desistere gli ultra-con-
servatori iraniani: la campagna
di stampa contro Carla Bruni -
“colpevole” di aver espresso il
proprio sostegno a Sakineh
Mohammadi Ashtiani, la don-
na condannata alla lapidazione
per “adulterio e complicità nel-
l'omicidio del marito” - fa un
salto di qualità e rischia di pro-
vocare una crisi diplomatica.
“Una prostituta
italiana”
GIÀ SORPRESI dalle pesanti
bordate del quotidiano Kayhan,
che l'aveva definita “una prosti-
tuta italiana”, i responsabili del
Quai d'Orsay, il Ministero degli
Esteri di Parigi, hanno reagito ie-
ri mattina con una dura nota:
“Insulti inaccettabili”, ha dichia-
rato il portavoce Bernard Vale-
ro, “stiamo facendo passare
questo messaggio attraverso i
normali canali diplomatici”. Il
fatto stesso che il governo fran-
cese abbia deciso di intervenire
con un comunicato ufficiale era
già un segnale che all'Eliseo non
avevano ritenuto soddisfacente
la presa di distanze dell'esecuti-
vo del presidente Mahmud
Ahmadinejad, che si era limitato
ad affermare che “la Repubblica
islamica non approva l’insulto
contro i responsabili di altri pae-
L’ITALIANO MORTO IN FRANCIA
si”. Il portavoce del Ministero
degli Esteri, Ramin Mehmanpa-
rast, ha aggiunto: “Spero che
tutti i media faranno attenzione.
Si può criticare la politica ostile
di alcuni paesi esprimento la no-
stra protesta, ma non bisogna
utilizzare parole insultanti, non
è corretto”.
Parole al vento, perché lo stesso
quotidiano Kahyan, che sabato
scorso aveva sollevato il polve-
rone con gli insulti alla première
Mohammadi
Ashtiani (FOTO ANSA) terio e per complicità nell’omi-
cidio del marito. E per questo,
lei stessa merita di morire”.
Un attacco inaccettabile in sé,
ma considerato ancor più grave
dal governo di Parigi perché
viene da un giornale il cui di-
rettore è nominato
dall’ayatollah Ali Khame-
nei, la Guida Suprema
della rivoluzione islami-
ca. Un vero e proprio
organo del regime, in-
somma, che minaccia
di morte la “first lady”
francese. Un nuovo passo
falso di Teheran, proprio
mentre il paese vive una fase
L’offensiva di un
giornale vicino agli
ayatollah dopo la lettera
della “first lady” alla
donna condannata
dame, ieri è tornato alla carica. di grave isolamento in seguito
L’ex-top model, secondo il gior- alle pesanti sanzioni economi-
nale, ha avuto in passato “rela- che adottate negli ultimi due
zioni illecite con diverse perso- mesi dalle Nazioni Unite,
ne”, e sarebbe direttamente re- dall’Unione Europea e dagli Usa
sponsabile del divorzio del suo a causa dei sospetti della comu-
attuale marito, Nicolas Sarkozy, nità internazionale sulle finalità
dalla seconda moglie Cecilia. “Il del programma nucleare irania-
passato della Bruni - sentenzia no.
l’organo di stampa degli ul- All’origine dell’ira degli ayatol-
tra-conservatori iraniani - mo- lah contro Carlà, l’adesione del-
stra chiaramente il motivo per il la signora Sarkozy alla petizione
quale questa donna immorale a favore di Sakineh, la cui sorte,
barazzo provocato dalla cre- quattro mesi in un
scente campagna di mobilita- ospedale militare, dove
zione dell’opinione pubblica in- era stato imprigionato
ternazionale. contro la sua volontà,
secondo quanto hanno
Attacco mirato denunciato i familiari,
contro l’Eliseo è la prima vittima di
una protesta diretta
contro la politica del
NON SI PUÒ DIRE che Bruni leader “bolivariano”.
sia l’unica personalità di spicco
ad aver aderito all’appello - tra i
firmatari, solo in Francia, ci so-
no personaggi del calibro di Isa-
belle Adjani, Martine Aubry, Fré-
déric Mitterrand, Bernard He-
nry Lévy, Bertrand Delanoë, Ca-
therine Deneuve e Gerard De-
pardieu - ma non è escluso che
l’attacco sia mirato, direttamen-
te alle stanze dell’Eliseo, pro-
prio con l’obiettivo di provoca-
re uno scandalo di maggiori pro- CISGIORDANIA
porzioni. Quando Carla Bruni,
otto giorni fa, ha deciso di scri- Uccisi quattro
vere una lettera a Sakineh, reclu- coloni israeliani
sa da cinque anni nella prigione
di Tabriz, la missiva è stata rilan-
ciata, attraverso il sito “La Régle
du jeu”, di Bernard Henry Lévy,
Q uattro coloni
israelianio sono
rimasti uccisi in un
dal quotidiano Libération, dal set- attacco terroristico
timanale Elle e dal sito web ame- mentre erano a bordo
ricano Huffington Post. di un’auto nei pressi di
Parole commoventi: “Come ta- Hebron, in
cere dopo aver saputo della sen- Cisgiordania. Tra le
tenza pronunciata contro di lei? vittime, anche una
Spargere il vostro sangue, priva- donna incinta. Una
re i vostri figli di una madre, ma prima rivendicazione è
perché? Perché avete vissuto, giunta dalle Brigate dei
avete amato, siete una donna, martiri di al-Aqsa con
un’iraniana?”. E poi l’impegno, un messaggio ad alcuni
chiaro, senza equivoci: “Sappia- media a Gaza. “Israele
te che mio marito difenderà la esigerà un prezzo”, è
vostra causa senza sosta, e che la stata l’immediata
Francia non vi abbandonerà”. reazione del ministro
della Difesa Ehud
Barak.
CILE

DANIELE, L’OMBRA DI UN ALTRO CASO CUCCHI In azione trivella

per salvare i 33
di Roberta Zunini

l ministro Frattini ha chiesto

Ischiche il corpo di Daniele France-
“possa rimanere integro”.
Forse per una nuova autopsia ita-
liana. Siamo dunque di fronte a
un altro caso Cucchi? “Abbiamo
chiesto al Governo francese di
mandarci al più presto un rap-
porto approfondito sulla vicen-
da carceraria e sulla morte del ra-
gazzo”. Mauro Palma - presiden-
te del Comitato contro le torture
e i trattamenti inumani e degra-
danti - sostiene da parte europea
che sia indispensabile fugare i so-
spetti intorno alla morte del tren-
taseienne di Viareggio,avvenuta
il 25 agosto, dopo 5 mesi di de-
tenzione nel carcere di Grasse, in
Francia. Il Comitato, che dipen-
de dal Consiglio d’Europa, valu-
terà quindi se chiedere di vedere
le carte per una controverifica.
Non ci sono altre possibilità di in-
tervento da parte della Comunità
europea perchè non ci sono nor-
me comuni in materia di deten-
zione. Intanto le cause o le con-
cause ufficiali della morte del ra-
gazzo si conosceranno parzial-
mente domani e ufficialmente
tra circa una settimana, quando
verrà presentato alle autorità ita-
liane il referto dell’esame autop-
tico. Ieri, nell’atmosfera sospesa
delle località turistiche quando
sta per terminare la stagione del-
le vacanze, si è svolta l’autopsia
del giovane italiano, morto forse
per infarto o forse “per maltrat-
tamenti” - come ha denunciato in
questi giorni la madre Cira Anti-
gnano - o per mancanza di cure
adeguate. Daniele, carpentiere,
con un passato di tossicodipen-
denza, era in attesa di giudizio
dopo essere stato arrestato per
possesso di una carta di credito
rubata, mentre cercava di utiliz-
zarla per ritirare delle fiches al ca-
sinò di Cannes. Nonostante l’ar-
rivo nella cittadina francese di
Lorenzo Varetto, il medico legale
incaricato dalla Farnesina e dal
console di partecipare all’autop-
sia, come medico di parte, il pro-
curatore generale di Nizza ha ne-
gato l’autorizzazione. La presen-
za di un medico legale italiano
era stata sollecitata dalla famiglia
di Franchini e dallo stesso conso-
le di Nizza, Agostino Chiesa, per-
chè la morte di Daniele presen-
terebbe numerosi lati oscuri.
Sembrerebbe che Daniele, pur
essendosi sentito male a più ri-
prese, fosse stato sottoposto solo
a un semplice elettrocardio-
gramma, dal risultato negativo e
quindi rimandato in cella da solo,
senza assistenza. Il giovane però
avrebbe continuato a lamentarsi
per la febbre e nuovi dolori al pet-
to. ”Ieri la madre del ragazzo è
riuscita a vedere la salma del fi-
glio grazie alle nostre pressioni
sull’autorità giudiziaria” - ha det-
to il console -. La madre di Danie-
le è uscita dall’obitorio dicendo
che il volto del figlio era gonfio in
particolare nella zona del naso e
presentava una grande macchia
rossa. “Questo però non signifi-
ca che il giovane sia stato malme-
nato - ci dice Lorenzo Varetto -
stato ripetutamente malmenato,
come scriveva nelle lettere invia-
te alla madre.E non potremo
È iniziato lo scavo del
pozzo di 700 metri
per riportare in
perchè potrebbero essere effetti
post mortem. Il medico legale to-
nemmeno sapere se le ultime vi-
site organizzate dall’ambasciato-
superficie i 33 minatori
cileni intrappolati dal 5
rinese potrà analizzare in parte il re, fossero saltate perchè effetti- agosto.. La scavatrice
referto dei colleghi francesi, re- vamente il ragazzo era stato con- Strata 950 australiana
sta il fatto che non sarà comun- vocato dal giudice - questa la giu- ha avviato la
que facile accertare se durante i stificazione dell’autorità carcera- trivellazione lungo un
mesi di detenzione Daniele fosse ria - o se invece per altro. Daniele Franceschi (FOTO ANSA) fianco della miniera di
San José, nel nord del
Cile, a un chilometro
dall'ingresso
Cavaliere e Colonnello, visti dall’estero principale. Al ritmo di
20 metri al giorno negli
Se la “buffonaggine” diventa scavi, il pozzo
dovrebbe essere
arma di distrazione di massa pronto entro
tre-quattro mesi.
CHE DIO CE NE SCAMPI: Gheddafi in stampa estera, in tutti i suoi vari aspetti: i CUBA
pensione in Italia! Se lo chiede, ma forse è commenti sull’islam (Chicago Tribune, il
pura immaginazione, The Independent, Vaticano turbato dal proselitismo del Fidel chiede
notando che “l’Italia è affascinata” dalla leader libico; Libération, l'Europa deve scusa ai gay
diplomazia sguaiata del leader libico, che convertirsi all'islam; il Telegraph);
è venuto qui “quattro volte in un anno”:
lui e Mr B. “si sono dimostrati
rivoluzionari nell'uso della buffonaggine
l’incontro bis con le donne (il Daily Mail
scopre un’attrice inglese al “party della
conversione”, El Paìs titola “Signorine e
F idel Castro chiede
scusa agli
omosessuali per averli
come arma di distrazione di massa”. Il purosangue”, Libération “Le piccole perseguitati a Cuba
fascino diventa “indignazione” sul italiane”, Abc “Gheddafi assicura che le negli anni '60 e '70. “Se
Financial Times, ma anche invidia sul donne sono più rispettate in Libia che da qualcuno è
Times, perché “la Libia snobba le banche noi”); l’economia (El Paìs, Le Monde, Les responsabile, sono io.
britanniche a favore” di Unicredit, Echos: spettacolare aumento della Non darò la colpa a
mentre i due leader sfoggiano un presenza libica nell'economia italiana); il nessuno”, ha dichiarato
atteggiamento “spavaldo” e Mr B. – El ricatto all’Europa (Figaro, Gheddafi Castro al quotidiano
Paìs – “giustifica il circo” dell’amico reclama cinque miliardi di euro all’Ue). messicano La Jornada,
dittatore: “È solo folklore”, mentre lo Ovunque, Afp, Associated Press, New York riconoscendo che
zoccolo duro della loro intesa sono “i Times, Wall Street Journal, tutti gli altri, l'aver inviato i gay in
prosperi affari”. uno sfondo di critiche, polemiche, ironia, campi di lavoro
La giornata clou dello show romano del risentimento. agricolo-militari, sia
Colonnello ha un’eco straordinaria nella Giampiero Gramaglia stata “una gran
ingiustizia”.
Mercoledì 1 settembre 2010
OBAMA: “IRAQ, IMPEGNO RISPETTATO”
MA LA DESTRA VOLA NEI SONDAGGI
Il ritiro delle truppe premia i repubblicani in vista delle elezioni
di Giampiero Gramaglia
on ha detto “Mission ac-
N
complished”, missione
compiuta, come recita-
va, il 1º maggio 2003, con
incongruo trionfalismo lo stri-
scione steso sulla portaerei Lin-
coln alle spalle del presidente
George W. Bush, venuto a salu-
tare il ritorno in patria dei primi
reduci dell’ “operazione Iraq”:
neppure 45 giorni dopo l’inva-
sione, il regime di Saddam Hus-
sein era rovesciato e il Paese oc-
cupato. Eppure, la guerra dove-
va ancora cominciare: altro che
“mission accomplished”, c’era-
no davanti sette anni e mezzo di
conflitto cruento, 4.500 milita-
ri americani caduti, centinaia di
migliaia di vittime irachene.
Nulla, o quasi, era ancora acca-
duto.
IERI SERA, il successore di
Bush, il presidente Barack Oba-
ma, ha parlato d’Iraq all’Ameri-
ca in tv dallo Studio Ovale, quel-
lo da cui Bush annunciò l’inizio
delle ostilità il 19 marzo 2003,
quando già Baghdad era sotto at-
tacco. Oggi, sei americani su
dieci giudicano il conflitto sba-
gliato e solo uno su quattro pen-
sa che abbia reso l’Unione più
sicura; ma allora, in un’America
ancora traumatizzata dagli at-
tentati dell’11 Settembre 2001,
l’appoggio all’invasione fu ple-
biscitario e bipar tisan.
In questi giorni, Obama è im-
merso nei lasciti di Bush peggio-
ri: prima, New Orleans, cinque
anni dopo il nefasto impatto
dell’uragano Katrina: ieri, l’Iraq;
oggi, la ricucitura dei negoziati
di pace mediorientali, presenti
alla Casa Bianca i protagonisti
della trattativa. Il presidente ne-
ro si muove sui grandi temi della
pace e dell’ambiente, che sono i
suoi, ma pare quasi giocare fuori
casa: l’economia stenta e i son-
daggi sono negativi.
Paradossalmente, i Repubblica-
ni all’opposizione vivono il riti-
ro dall’Iraq come un trionfo: at-
tribuiscono il “successo” alla
strategia della loro Amministra-
Lotta in famiglia nel Labour inglese
I FRATELLI ED E DAVID MILIBAND SI CONTENDONO LA LEADERSHIP DEL PARTITO
ercasi leader disperata-
Cdell’era
mente. Dopo il tramonto
Blair, dopo la sconfitta
di Gordon Brown alle ultime
elezioni nei confronti del con-
servatore David Cameron, i la-
buristi inglesi cercano il rilan-
cio con un confronto tutto fa-
miliare. La rivalità tra i fratelli
Ed e David Miliband nella cor-
sa alla leadership del partito è
ormai diventata una specie di
romanzo a puntate, avvincen-
te proprio per le caratteristi-
che della contesa, ma che ri-
schia di far slittare in secondo
piano i veri problemi della for-
mazione politica (ricacciata
all’opposizione dopo una pro-
lungata presenza a Downing
Street) e i temi - serissimi - che
più assillano in questo mo-
mento gli inglesi, a partire dal-
le conseguenze della gravissi-
ma crisi economica e finanzia-
ria.
Alla vigilia dell’inizio delle
operazioni di voto per l’elezio-
ne del leader, il candidato Ed
Balls ha tentato ieri di sminui-
INCUBO Afghanistan
altre 12 vittime Usa
Ssoliettimana tragica in Afghanistan per i soldati ame-
ricani, la più letale di sempre. Ventidue i caduti in
cinque giorni, dei quali 12 nelle ultime 24 ore, ai
quali si deve aggiungere un soldato estone, morto
ieri insieme a compagni d’arme americani nella pro-
vincia di Helmand in seguito all’esplosione di un
ordigno rudimentale. Alle vittime Usa vanno ag-
giunti un soldato francese morto ieri in un incidente
stradale e un soldato canadese deceduto sempre
oggi in ospedale per le ferite riportate in uno scon-
tro a fuoco avvenuto giorni fa.Si tratta di una media
drammatica che, soprattutto per i soldati americani,
ha trasformato la guerra in Afghanistan in una mat-
tanza. A tutt'oggi secondo cifre confermate dal Di-
partimento della Difesa, sono 1.236 i cittadini Usa
morti in operazioni correlate con il conflitto.
re l’importanza della diatriba nascosto al pubblico troppe
tra vecchio e nuovo Labour in-
carnata dallo scontro tra i due
delle cose che succedevano al
suo interno. Le sue accuse
Miliband, il “blairiano” David hanno scatenato la reazione
e Ed “il rosso”. sibillina dell’ex ministro per le
Ad accendere la polemica era Attività produttive Peter Man-
stato nei giorni scorsi proprio delson, che ha avvertito che
Ed, accusando il New Labour chiunque vorrà tornare al pas-
creato da Tony Blair di aver sato del pre-New Labour pre-
avuto troppa paura di aumen- sto si accorgerà di trovarsi “in
tare le tasse ai ricchi, di aver un vicolo cieco” dal punto di
ripudiato l'anti-americanismo vista elettorale. Si sono forma-
dei suoi predecessori e di aver ti in questo modo due schie-
ramenti molto chiari: Mandel-
son in appoggio a David Mili-
band, i laburisti vecchio stam-
po come Lord Hattersley e
Lord Kinnock col fratello Ed.
Intervistato dalla Bbc, Balls -
anche lui come Ed Miliband
considerato un appartenente
della nuova corrente più a si-
nistra del partito - ha dichiara-
to: “Siamo stati sottoposti a
una soap opera giornaliera
con un fratello Miliband oppu-
re l’altro e con i loro alleati o
non alleati che commentava-
no qua e là. Ricorda un pò la
campagna elettorale, quando
DAL MONDO
In alto, il presidente Usa Barack
Obama. Sopra, soldati americani di
ritorno dalla missione in Iraq (FOTO LAPRESSE)
zione, sono convinti al 50% che
Obama sia un musulmano che
vuole imporre l’islam all’Ameri-
ca e stanno ben dieci punti avan-
ti ai Democratici nei sondaggi
per le elezioni politiche di
mid-term il 2 novembre. È il mar-
gine più ampio mai registrato
dalla Gallup da 70 anni in qua, da
quando cioè fa il rilevamento.
SENZA trionfalismi, perché,
dice il capo del Pentagono Ro-
bert Gates, non ce n’è motivo,
Obama annuncia di avere man-
tenuto l’impegno preso – ritira-
re le truppe da combattimento
entro agosto –. Ma laggiù resta-
no 50 mila istruttori militari
americani per addestrare le for-
ze di sicurezza irachene e la si-
si giocava tutto sulla persona-
lità. Credo che ciò che la gen-
te, i membri del partito labu-
rista e gli elettori vogliono sa-
pere è invece se abbiamo dei
progetti per affrontare i grossi
problemi del nostro tempo”.
Nel dibattito si è inserito an-
che il ministro della Sanità om-
bra, Andy Burnham, altro can-
didato alla leadership insieme
alla parlamentare Diane Ab-
bott. Alla Bbc, ha detto di es-
sere “al terzo posto” nella cor-
sa e di essere convinto di gua-
dagnare sempre più vantaggio
sui suoi rivali e ha accusato al-
cune figure di spicco del par-
tito di comportarsi da faziosi.
Da oggi, le operazioni di voto
interesseranno tutti i parla-
mentari e gli europarlamenta-
ri laburisti, più tutti i membri
del partito e dei sindacati ad
essi affiliati; si chiuderanno il
22 settembre ed il nuovo lea-
der verrà 'incoronatò il primo
giorno del congresso del par-
tito a Manchester il 25 settem-
bre.
tuazione è instabile.
La rete terroristica di Osama bin
Laden, al Qaeda, che fino al
2003 non era presente in Iraq,
firma raffiche di attentati e sente
soffiare “il vento della vittoria”.
Se Washington saluta la Nuova
Alba, cioè la nuova missione ira-
chena, al Qaeda ha pronta la sua
Nuova Alba: nuove modalità
d'attacco per una campagna di
terrore rafforzata dopo il ritiro
delle forze combattenti Usa.
Il premier uscente Nouri al Ma-
liki, sciita, preconizza “nuovi at-
tacchi” di al Qaeda, denuncian-
done l’alleanza con quel che re-
sta dell’ex regime baathista sun-
nita e imprecisati “aiuti esterni”.
Ma promette vittoria e, come
Obama, dichiara fiducia nelle
capacità delle forze di sicurezza
irachene (né potrebbero fare al-
trimenti). Però il vescovo di Kir-
kuk, monsignor Louis Sako, te-
Dopo sette anni gli Usa
piangono 4500 vittime
ma i rischi non sono finiti:
al via con 50 mila soldati
la missione Nuova Alba
me “una guerra civile” dopo il
ritiro, “una decisione irrespon-
sabile”.
E la Croce Rossa calcola che “de-
cine di migliaia di persone” ri-
sultano ancora scomparse in
Iraq, dopo la guerra con l'Iran
(1980-1988), la guerra del Golfo
innescata dall'invasione del Ku-
wait (1990-1991) e il conflitto
seguito all'invasione americana
del 2003. Le vittime di questa
stagione cruenta sono almeno
un milione e mezzo.
La politica irachena, inquinata
dalla corruzione e traversata da
divisioni religiose ed etniche, ri-
stagna: oltre cinque mesi dopo
le elezioni di marzo, le trattative
per la formazione del governo
sono in stallo. Obama chiede
pagina 13
“un esecutivo il prima possibi-
le”, ma al Maliki fa il pavone:
“Ora – dice – siamo sovrani e in-
dipendenti”, lui che senza gli
americani non sarebbe mai sta-
to a quel posto.
IL GENERALE Ray Odierno,
comandante delle truppe Usa in
Iraq, prevede che ci vorranno
due mesi prima che ci sia un go-
verno e non esclude un ritorno
alle urne. “Bisogna evitare che
gli iracheni perdano fiducia nel-
la democrazia: questo è il ri-
schio dello stallo”, dice.
A Washington, il presidente
Obama è quasi costretto a reci-
tare un copione di
Bush: rende ono-
re ai soldati, visita
i feriti, manda il
suo vice Joe Biden
in visita a sorpresa
a Baghdad, parla
al telefono con il
suo predecesso-
re, pur sconfes-
sandone l’opera-
to. Da quando è al-
la Casa Bianca, il
contingente ira-
cheno è sceso da circa 140 mila
uomini a 50 mila, ma quello af-
ghano è parallelamente aumen-
tato in modo analogo. E laggiù la
guerra va avanti, va male e – av-
verte il presidente – andrà peg-
gio.
Obama dice che il conflitto in
Iraq “sta per finire” e che il nuo-
vo governo iracheno potrà
“tracciare la rotta” del futuro. La
missione Nuova Alba, destinata
a concludersi entro il 2011, con-
sisterà nell’addestrare le truppe
irachene, effettuare missioni an-
ti-terrorismo e proteggere gli in-
teressi americani civili e milita-
ri. È un discorso che non ha il
tono della vittoria, ma il mar-
chio dell’errore e l’alone della
sconfitta.
pagina 14
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
COSCIENZE EDITORIALI
Il punto è esporsi
e difendere i principi
MONDADORI
IL CORAGGIO DI PARLARE
di Evelina Santangelo Francesco Borgonovo, “uno
sdoppiamento di personalità”.
O
“Se Einaudi ha un problema –
scriveva infatti l’1/12/09 il capo-
redattore delle pagine culturali
di Libero – è proprio questo: da
un lato è riconducibile a Berlu-
sconi, dall’altro gode di totale li-
bertà e vorrebbe qualificarsi co-
me faro dell’antiberlusconi-
smo”. E tra “i cavalli di Troia” s’in-
dicava, incredibilmente, direi,
una collaboratrice a progetto e
autrice Einaudi (non una “colon-
na” sul piano commerciale) la
cui colpa sarebbe stata quella di
gnuno ha le sue crisi di coscien- pubblicare e collaborare con la
za, tempestive o tardive. Ognu- casa editrice e di permettersi, al-
no ha i suoi intimi punti di rot- lo stesso tempo, di definire sul
tura determinati da circostanze blog di Nazione Indiana “le posi-
e valutazioni che non mi sento di zioni di Berlusconi e del centro-
giudicare. Né mi interessa il gio- destra “spesso palesemente con-
co al massacro. E, d’altro canto, trarie allo stato di diritto”. Affer-
probabilmente può davvero ave- mazione evidentemente abnor-
re un effetto dirompente che un me...
autore di punta, forte del pro-
prio potere contrattuale e della Il caso
rilevanza sul piano pubblico, Gomorra
possa decidere di dare oggi an-
che un segnale del genere.
IN QUELL’ occasione un’altra
Più problematico mi sembra in-
collaboratrice a progetto (editor
vece l’auspicio di un esodo in
di Gomorra) e autrice (prima Mon-
massa non si sa bene verso cosa e
dadori e adesso Guanda), Helena
contro chi, in verità, in un mo-
Janeczek, sempre in un articolo su
mento tra l’altro in cui, a mio av-
Nazione Indiana intitolato “Pubbli-
viso, sta accadendo qualcosa di
care per Berlusconi?” si chiedeva,
inedito rispetto al recente passa-
tra le altre cose, se il caso Gomorra
to: una più netta presa di posi-
(un libro diventato inaspettata-
zione da parte di gruppi di autori
mente un grimaldello contro l’as-
più o meno noti e delle redazioni
suefazione allo strapotere camor-
editoriali nei confronti di atti vol-
rista, ma anche, direi, contro l’apa-
ti a condizionare fortemente la
tia e la paralisi spirituale) non aves-
libertà d’espressione e d’infor-
se di fatto modificato anche la per-
mazione. Prendo spunto da un
cezione del ruolo degli scrittori,
fatto marginale che ha poco at-
nonché dei libri e dell’editoria nel-
traversato persino la coscienza
la strategia di comunicazione e
della sottoscritta, nonostante
persuasione dell’Italia berlusco-
parte in causa nella vicenda, in
niana fino a quel momento ritenu-
quanto autrice e collaboratrice
ti, tutto sommato, poco influenti o
Einaudi: i ripetuti attacchi so-
addirittura innocui di fronte al po-
prattutto da parte dei giornali
tere di penetrazione di televisioni
d’area berlusconiana nei con-
e giornali. Tanto più che la prima
fronti di chi vivrebbe, secondo
tiratura di Gomorra
era stata appena di
Prendere posizione sempre 5.000 copie (quella
“ “
cioè di un autore ab-
bastanza piccolo nel-
A prescindere dalla la galassia Mondado-
ri). E, a riprova di co-
scelta di rimanere o no, me la “libertà liberi-
sta” non fosse più co-
quel che fa la differenza sì scontata in questo
Paese, la Janeczek
è non accettare tutto notava come ormai
finissero bersagliati
in silenzio dal Giornale e da Libe-
” ro, oltre a Saviano, an-
Illustrazione
di Doriano
che quegli auto-
ri Einaudi e
Mondadori
che avevano
firmato l’ap-
pello di Repub-
blica in difesa
della libertà
di stampa: “I
più popola-
ri”. E tutto
ciò mentre
si registrava
un’inedita at-
tenzione dei re-
dattori delle pagi-
ne culturali dei quo-
tidiani d’area berlu-
sconiana nei confronti
di blog, appunto, tutto
sommato marginalissimi
per il consenso, come Nazio-
ne Indiana, e in special modo
nei riguardi di quegli autori più
indipendenti che scrivono o
collaborano con le case editrici
di proprietà della famiglia Berlu-
sconi. Cosa che dovrebbe far mol-
to riflettere riguardo a cosa signi-
fichi oggi “lavorare per Berlusco-
ni”, e cioè per consolidare l’ege-
monia politica e culturale del ber-
lusconismo in questo Paese. Da al-
lora (era appena il dicembre scor-
so) sono successe molte cose. Si
sono moltiplicate le evidenze ri-
guardo alla messa a punto di un si-
stema di potere pervasivo destina-
to a piegare principi generali a in-
teressi particolari di individui,
aziende-di-famiglia (Mondadori,
in primis), nonché di precise lob-
by politico-economiche; si sono
moltiplicate anche le evidenze di
massicce interferenze e pressioni
per “normalizzare” l’informazio-
ne e annichilirla in un paesaggio il
più possibile uniforme di “f lusso
di incoscienza”; si sono ripetuti gli
attacchi (da parte del premier-edi-
tore, di più o meno noti assessori
regionali meridionali, di ministri)
ora contro il “culturame” in gene-
re ora contro quegli scrittori –Scia-
scia in testa, Camilleri al centro, Sa-
viano in coda, o viceversa, poco
importa... – accusati di offrire im-
magini sconvenienti del Sud Italia
o del Paese tutto, per il semplice
fatto di aver posto all’attenzione
pubblica la forza di penetrazione
economica sociale e culturale del
fenomeno mafioso... E, per inciso,
Mercoledì 1 settembre 2010
in & out
X Factor Paris Hilton Venezia Fignon
Tatangelo
polemica
Processo
il 27 ottobre:
Al via oggi
la Mostra
Il grande
ciclista
con Elio: rischia 4 anni del cinema francese
contro di me per possesso “targata” si è spento
ha pregiudizi di cocaina Tarantino a 50 anni
denti che in Fahrenheit 451 impa-
rano a memoria i libri per salvare
un patrimonio di intelligenza, cul-
tura e spirito critico destinato alla
deriva nell’assuefazione generale
al vuoto pneumatico telediretto
immaginato da Ray Bradbury. An-
che questo genere di opere rigo-
rose e poco remunerative (pure
per chi le cura), che fanno da pun-
telli contro la deriva culturale in at-
to, non sono forse una forma di re-
sistenza e dissenso? Per questo –
per alcuni autori, collaboratori ed
editor, tra cui la sottoscritta – il di-
lemma in questione ha spesso a
che vedere con una serie di do-
mande precise: a chi giova che
venga seppellito quanto di cultu-
ralmente ancora vivo e vitale nel
corpo dell’Einaudi, e della Monda-
dori? A chi giova il fatto che un do-
mani nessuno, nemmeno il più
oscuro autore o collaboratore,
pensi di poter rivendicare il diritto
di dire che le posizioni di un pre-
mier come Berlusconi e dei suoi
più fedeli alleati risultano “spesso
palesemente contrarie allo stato
di diritto” suscitando, guarda ca-
so, le ire dei quotidiani più allinea-
ti sulle posizioni del premier-edi-
tore? E a chi giova, d’altro canto,
che nessun direttore editoriale
del gruppo Mondadori osi dichia-
rare - come ha fatto Ernesto Fran-
co - che il ruolo di una casa editrice
è prima di tutto salvaguardare l’in-
dipendenza dei propri autori? A
chi giova insomma che oggi scom-
paiano proprio le voci o le posizio-
ni più scomode o meno allineate?
Domande che non mi sembra sia-
no così oziose in un momento, tra
l’altro, in cui, per la prima volta,
stigmatizzare un’opera o un auto- proprio in una casa editrice come dopo anni di assuefazione o di si-
re sulla base di queste argomenta- l’Einaudi, se non altro per quella lenzio, si è vista la più imponente
zioni, non significa pure squalifi- residuale fedeltà a se stessa, anco- mobilitazione di tutte le case edi-
care implicitamente quella grande ra oggi trovano le condizioni (in trici, nonché di moltissimi autori
e ineludibile tradizione di autori e termini professionali e culturali) anche Einaudi e Mondadori con-
intellettuali che hanno contribui- per lavorare a opere che diversa- tro una legge fortemente voluta
to alla crescita civile di questo Pae- mente non vedrebbero probabil- dal premier-editore come la mo-
se e che proprio in Einaudi hanno mente la luce. mentaneamente-accantonata leg-
trovato il loro capostipite in quel ge-bavaglio. Sono queste le ragio-
Michele Pantaleone che con libri Alcuni ni per cui oggi mi chiedo se, indi-
fondamentali come Mafia e Politica esempi pendentemente dal fatto che si
ha posto per la prima volta la que- scelga alla fine di andare o restare,
stione della mafia come questione quel che fa davvero la differenza
nazionale? E non significa anche PENSO , ad esempio, a quegli non sia proprio non accettare di
attaccare quei padri spirituali da studiosi che da anni lavorano incassare tutto in silenzio, non so-
cui molti autori ed editor italiani all’Atlante Storico della Letteratura Ita- lo entro i confini del gruppo Mon-
(di qualsiasi casa editrice) hanno, liana di prossima pubblicazione, e dadori e non solo rispetto a questo
nonostante tutto, continuato a li penso un po’ come quei dissi- ineludibile disagio morale e cultu-
trarre ispirazione? rale (emblematico di un’Italia im-
D’altro canto, gran paludata nel più spregiudicato e
parte di quegli autori Perché resto con Einaudi pervasivo conflitto di interessi),
di area letteraria, in un paese che, più che mai, oggi,
scientifica, giuridica, si dibatte drammaticamente nei
filosofica che oggi ri- Andarsene vuol dire suoi peggiori incubi e vizi. Tanto
vendicano il diritto di più che, personalmente, fatico an-
critica o si assumono che un domani nessuno cora a capire perché, se una casa
il compito di portare editrice viene acquisita in modo
avanti con scrupolo il potrà dire che certe indebito da una proprietà truffal-
proprio lavoro intel- dina, sia proprio chi intende lavo-
lettuale provengono posizioni sono contrarie rare con indipendenza intellettua-
anche (non solo, ma le in ossequio allo spirito di quella
anche) dal gruppo allo stato di diritto casa editrice, a doversene andare,
Mondadori, e spesso,
” prima che ne sia costretto.
Mercoledì 1 settembre 2010
LULÙ, NON SOLO DOLORE
Il concerto di Fabi per ricordare la figlia
scomparsa diventa un progetto per l’Africa
di LorenzaFumelli
e Paola Porciello
arole di Lulù. Nello-
P scenario della Valle
del Treja, pochi chilo-
metri a nord di Roma,
fan, musicisti, tecnici e ami-
ci hanno celebrato il 30 ago-
sto il secondo anniversario
della nascita di Olivia, per
tutti Lulùbella, figlia del
musicista Niccolò Fabi e
della fotografa e pittrice
Shirin Amini, scomparsa
due mesi fa a causa di una
meningite fulminante.
Sul palco, a partire dalle pri-
me ore del pomeriggio, si
sono alternati molti tra i
maggiori artisti della scena
musicale italiana improvvi-
sando un concerto carico di
energie particolari, perché
particolare era l'occasione
da festeggiare.
Gli amici
artisti
INTORNO alla famiglia Fabi
c'erano Claudio Baglioni, Eli-
sa, Simone Cristicchi, Jova-
notti, Fiorella Mannoia, Gian-
ni Morandi, Enrico Ruggeri,
Giuliano Sangiorgi dei Negra-
maro, Daniele Silvestri, Paola
Turci, Niccolò Agliardi, Ma-
nuel Agnelli degli Afterhours,
Roberto Angelini, Awa Ly, Lu-
ca Barbarossa, Paolo Belli, Sa-
muele Bersani. E ancora: Alex
Britti, Collettivo Angelo Mai,
Marco Conidi, Pier Cortese,
Stefano Di Battista, Cristina
Donà, Marco e Claudio Fabi,
Max Gazzè, Mauro Ermanno
Giovanardi, GnuQuartet, Ne-
ri Marcorè, Pino Marino, Roy
Chiude il calciomercato: Robinho
rossonero, Borriello alla Roma
di Luca De Carolis
l colpo dell’ultimo mi-
I nuto, inatteso e rumoro-
so, lo ha fatto la Roma,
mentre il Milan ha ag-
giunto un altro pezzo alla
sua collezione di attaccanti
da sogno e la Juventus si è
consolata con due difensori,
perché non c’erano soldi e
tempo per prendere una
punta. L’ultimo giorno di
calciomercato è stato nel se-
gno dei giallorossi che ieri
hanno preso in prestito con
diritto di riscatto l’attaccan-
te del Milan Marco Borriel-
lo. La Roma, preoccupata
dal titubante inizio di stagio-
ne e dai precoci malanni di
Adriano, cercava una punta
di peso. E l’ha trovata, sor-
passando in volata la Juven-
tus, che lunedì sera sembra-
va aver già chiuso per il cen-
travanti, sempre con la for-
mula del prestito. La diffe-
renza l’ha fatta il giocatore.
“O a titolo definitivo o non
mi muovo” ha spiegato Bor-
riello agli emissari juventini.
Una mossa per prendere
tempo. L’attaccante voleva
la Roma, che a differenza dei
bianconeri giocherà la
MUSICA /L’EVENTO
Niccolò Fabi ha ricordato la figlia Lulù con un concerto
Paci, Danilo Rea, Marina Rei,
Samuel e Boosta dei Subsoni-
ca, Syria, Tosca, Paolo Vallesi,
i Velvet e altri ancora. Un si-
mile esercito di star avrebbe
richiesto una preparazione
mastodontica e le poche set-
timane a disposizione per or-
ganizzare il tutto – come san-
no bene gli addetti ai lavori –
in altre occasioni non sareb-
bero state sufficienti. Stavolta
però c'era la voglia da parte di
tutti di sostenere un amico
nell'atto coraggioso di alzarsi
e reagire, e la motivazione è
bastata a far muovere ogni co-
sa nel verso giusto. Il pubbli-
co, dal canto suo, ha parteci-
pato alle emozioni liberate e
moltiplicate dagli amplifica-
tori ed è stato “come se uniti
Champions League, e che da
tre giorni gli faceva una cor-
te serrata. Per chiudere la
partita, la Juventus avrebbe
dovuto tirare fuori un’offer-
ta da 15 milioni. Ma a parità
di prestiti, ha vinto l’insi-
stenza del presidente giallo-
rosso, Rosella Sensi, che ha
ricevuto carta bianca per
l’operazione da Unicredit.
Borriello passa alla Roma
per 2 milioni, mentre il prez-
zo del riscatto è di 13 mi-
lioni. Buon per il Milan, che
in mattinata, prima che l’af-
fare si chiudesse, aveva già
fatto arrivare dall’Inghilter-
ra il brasiliano Robinho. I
rossoneri l’hanno preso dal
Manchester City per 15 mi-
riuscissimo a reggere il peso
di questa terribile perdita,
portandolo un po' per ciascu-
no” ha spiegato Awa Ly, fra gli
organizzatori dell'evento e
amica della coppia.
Mentre i musicisti salivano
sul palco in un continuo alter-
narsi di festa e commozione,
ai lati del grande prato, i vo-
lontari dell'organizzazione
non governativa per il rispet-
to del diritto umano fonda-
mentale alla salute – Medici
con l'Africa Cuamm – davano
vita alla raccolta fondi. Già lo
scorso anno Niccolò Fabi
aveva legato la sua immagine
alla campagna titolata “Mio
Fratello Africano” della stessa
Cuamm e in occasione di
questo concerto ha deciso di
lioni di euro, mentre l’attac-
cante della Nazionale ver-
deoro ha firmato un contrat-
to di 4 anni. L’ennesima, ot-
tima notizia per il suo pro-
curatore Mino Raiola, agen-
te anche di Ibrahimovic e
Balotelli. L’indiscusso trion-
fatore di questo calciomer-
cato, viste le percentuali
che incasserà dai trasferi-
menti dei suoi tre assistiti.
Ha contribuito parecchio il
Milan, che ieri ha comple-
tato il rinnovamento dell’at-
tacco cedendo in via defini-
tiva l’olandese Huntelaar ai
tedeschi dello Schalke 04.
Diversa l’aria in casa Juven-
tus. La consegna per il dg
Marotta era quella di tornare
SECONDO TEMPO
riprendere l'impegno umani-
tario con un progetto dedica-
to alla memoria di Olivia.
Medici e infermieri
in Angola
“ABBIAMO pensato che
non sarebbe stato giusto limi-
tare questa incredibile mani-
festazione di solidarietà a un
fatto privato – ha spiegato lo
stesso Fabi direttamente dal
palco – ed è per que-
sto che la vostra ge-
nerosità andrà a so-
stegno del proget-
to: Parole di Lulù”.
A Chiulo, nel Sud del-
l'Angola, Medici con l'Afri-
ca è impegnata dal 2002
nella rivitalizzazione dell'u-
nico ospedale della zona e
nella formazione di medici e
infermieri. Quest'ultimo pro-
Sul palco
con Niccolò
Baglioni, Elisa,
Cristicchi,
Jovanotti,
Mannoia e molti
altri cantautori
getto – che sarà finanziato an-
che dai proventi del concerto
– prevede la riabilitazione e
l'equipaggiamento di un re-
parto pediatrico e il sostegno
diretto alle cure dei bambini,
Qui sopra Marco Borriello, sotto da sinistra: Zebina e Robinho (FOTO ANSA)
a Torino con un centravanti,
per ridare gol ed entusiasmo
alla squadra. Ma Borriello ha
preso la strada di Roma (do-
ve non avevano dimenticato
l’intromissione bianconera
su Burdisso) e per Pazzini,
primo nome sulla lista di
Delneri, servivano 18-20 mi-
lioni: troppi. Saltato anche
lo scambio con il Milan
Grosso-Kaladze (ser viva
per le plusvalenze), Marotta
si è almeno assicurato un la-
terale interessante come il
20enne francese Traoré,
preso in prestito dall’Arse-
nal. Dal Napoli, sempre in
prestito, arriva invece il di-
fensore centrale Rinaudo:
ottimo colpitore di testa con
il suo metro e 91, sarà una
buona riserva. Tante le par-
tenze tra i bianconeri. Ca-
moranesi e Zebina hanno
garantendo la fornitura dei
farmaci e la presenza di per-
sonale qualificato con un im-
pegno complessivo di
62.700 euro (info per le dona-
zioni su www.mediciconla-
frica.org e www.paroledilu-
lu.it)
Già dalle prime note la comu-
nità della Rete ha partecipato
all'evento commentando e
ringraziando per l'iniziativa
nei siti ufficiali del cantautore
italiano. Dalla pagina di Face-
book si leggono interventi tra
i più disparati: poesie, inco-
raggiamenti, auguri di buon
compleanno. Mentre scrivia-
mo i messaggi continuano ad
arrivare e i toni non cambia-
no: “Per la primissima volta
ho assistito a un concerto au-
tentico sotto ogni punto di vi-
sta, a partire dall’organizza-
zione e passando per la rac-
colta fondi, vera, senza se-
condi fini (...) un concerto in
cui si respirava un'aria di as-
soluta sincerità, le anime di
tutti messe a nudo, un posto
incantevole in cui c'era un'at-
mosfera magica”, scrive Luca
Dono. Serena Vitali esprime
così la sua gratitudine: “Gra-
zie per aver permesso che ti
fossimo vicini in questo tuo
particolare momento. Grazie
per aver legato al nome di Lu-
lù una serata magica che non
dimenticheremo mai. Quan-
do stasera hai affermato di es-
sere un uomo fortunato ho
capito ancora di più quanto
tu sia un essere speciale” o
Nando Battiati che così rias-
sume il pensiero di molti: “So-
lo il pensare di condividere
un dolore così grande con la
tua gente, i tuoi amici è un in-
segnamento alla vita”.
rescisso il contratto con la
Juventus, ben disposta a li-
berarsi dei loro ingaggi: l’ita-
lo-argentino si è accasato al-
lo Stoccarda, mentre il fran-
cese ha firmato un biennale
per il Brescia. Trezeguet è
invece passato agli spagnoli
dell’Alicante. Ennesima
operazione del Genoa, che
ha preso dal Milan il difen-
sore Kaladze. Sfumato inve-
ce l’arrivo di Julio Baptista
dalla Roma, che aveva chie-
sto un triennale. Saltato an-
che il passaggio dell’attac-
cante Santa Cruz alla La-
zio, per problemi sull’ingag-
gio. Tra affari conclusi e so-
gnati, spunta l’amarezza di
Giuseppe Rossi, attaccante
del Villareal richiamato da
Prandelli in Nazionale: “In
Italia non mi vuole nessuno:
forse sono brutto?”.
pagina 15
Tg3 e Beha
“Fatti,
non
ricatti
degli
avvocati”
di Oliviero Beha
L19 anelmichiusura del mio spazio
Tg3 domenicale delle
dispiace tantissimo: per
me, per l’azienda, per i tele-
spettatori. Ed è soprattutto
per rispetto nei loro confronti
che debbo precisare le circo-
stanze della mia “espulsione”,
raccontate a modo suo qui ieri
dal Direttore, Bianca Berlin-
guer. Nessuna ironia, solo fat-
ti. Per esempio non ho mai
usato la parola “censura”, né
in radio né altrove. Ho solo in-
formato gli ascoltatori di Radio
24, lunedì scorso, ospitato per
parlare di tifo e tessere, che la
sera prima non avevo potuto
cominciare i miei commenti
domenicali sul campionato.
Ho usato il termine “estro-
messo” e “non previsto”: sono
fatti. Potete chiamarli come
volete. Vale per il Consigliere
Rai Rizzo Nervo solidale con la
Berlinguer e per il Cdr che mi
“accusa” di non essermi mai
rivolto a loro. Ergo, direi il falso
e il Direttore il vero. E invece
non mi sono mai rivolto a loro
perché non avevo e non avrei
alcuna intenzione di aprire
contenziosi, dunque non ce
n’era motivo reale almeno fino
a domenica scorsa.
Berlinguer afferma che avrei
un contratto con il Tg3 ma del
precedente direttore, Di Bella,
dal luglio 2008. Sbaglia, e lo
sa. È infatti sulla sua scrivania
un Ordine di servizio del Di-
rettore generale di allora che
mi incarica di svolgere al Tg3
l’opera di editorialista “per
sport, costume e difesa del cit-
tadino”. Ordine di servizio
chiaramente “impersonale”,
susseguente a una mia que-
rela penale per precedente
omessa esecuzione di senten-
ze a mio favore del giudice del
lavoro, archiviata proprio di
fronte a quell’impegno preso
dalla Rai nei miei confronti co-
me “segno di disponibilità
aziendale”. Berlinguer cita il
“ricatto degli avvocati”. In
realtà sta attaccando così il
giudice e il Direttore generale.
Sono fatti. Dice che mi pre-
sentavo in studio quando mi
pareva. Non è vero. Fino a
maggio scorso ero previsto la
domenica e nel caso convoca-
to per commenti immediati a
fatti del giorno di carattere so-
cio-sportivo. Così è andata. Per
i Mondiali sudafricani abbia-
mo concordato de visu su mia
proposta di continuare ovvia-
mente la rubrica domenicale e
di seguire l’Italia e la manife-
stazione in generale, con la
fortuna che mai, dico mai,
l’orario delle partite era con-
temporaneo al Tg3 delle 19.
Non lo sapeva, ne è rimasta
contenta. Eppure il giorno
dell’inaugurazione mi ha ne-
gato la presenza. Lunedì 14,
debutto italiano alle 20:30, mi
sono presentato in studio e so-
no stato cacciato. Da allora mi
ha riservato di persona e al
telefono solo mancanza di ri-
spetto. Dopo l’intervento “nor-
male” di domenica 20 sono
tornato di routine domenica
27 e mi hanno respinto di nuo-
vo, come un abusivo. Certo
che da allora è tutto precipi-
tato. Ma chi arreca danno
all’immagine Rai, al “prodot-
to”, al rapporto con il pubblico
fidelizzato in due anni ininter-
rotti? Io? Sicuri?
pagina 16
TELE COMANDO
TG PAPI
+ simile dico che anche
La claque
di Dell’Utri
di Chiara Paolin
g1
T Quant’è brutto il mondo ragazzi, so-
prattutto se ci sono di mezzo gli extraco-
munitari. A Bergamo un marocchino accol-
tella la fidanzata incinta (e il piccolo muo-
re), a Torino un altro marocchino sfigura
con l’acido il volto di una ragazza che ha
respinto la sua corte, a Chieti due rumeni
strangolano un anziano per rubargli dalla
tavola l’olio d’oliva. Un accenno ai disastri
in Medioriente e a due bombaroli yemeniti
pronti all’azione per arrivare finalmente a
Gheddafi, con tanto di camionette e cavalli
rilucenti. Signora mia, sarà anche uno sbruf-
fone maleducato e donnaiolo, ma come ce
la vediamo col sud del pianeta senza uno
così?
Certe risorse comunque sono autoctone. Il
senatore Marcello Dell’Utri, per esempio,
non delude mai. A Como è stato contestato
perchè voleva leggere i diari di Mussolini,
ma qualcuno obiettava che chi vanta con-
danne per mafia non è indicatissimo a te-
nere pubblici discorsi. Lui, serafico, spiega
che si tratta molto semplicemente di sce-
gliere la claque giusta: “A Di Pietro e gente
noi possiamo portarci
dietro il tifo”. Sai che fi-
gurone.
T g2
Appello accorato dei
ministri Franco Frattini e
Mara Carfagna per Saki-
neh ai microfoni di Mario
Orfeo: i diritti civili inna-
zitutto, gay e migranti re-
spinti a parte.
Segue comizio direttamente in camera di
Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che
massacra con la visita di Gheddafi facendo
notare un piccolo dettaglio: gli attacchi alla
cristianità non sono proprio l’ideale per la
pace tra i popoli. La Lega Nord avrà ap-
prezzato sicuramente.
Chiude la carrellata delle intervistone di
giornata un’intervento di Umberto Vero-
nesi. Sentito su tutti i temi d’attualità, dalla
rissa in sala parto ai test universitari, ci re-
gala una perla: “servirebbero quelli di vo-
cazionalità”. Un dottore, presto.
g3
T Elisabetta Santon tasta la pancia della
Padania andando a prendere un caffè in
piazza a Varese. La gente è cattiva: “Ghed-
dafi è un pazzo, con tutte quelle donne”, e la
minaccia più temuta arriva dal signore se-
duto a gambe larghe “vedremo alle pros-
sime elezioni, questa storia non mi è pia-
ciuta per niente”. A Roma invece la gente ha
altri motivi per lamentarsi: le bizze del Co-
lonnello hanno mandato il tilt il traffico cit-
tadino proprio nel giorno del gran rientro. Il
pesce, dopo tre giorni, puzza che non se ne
può più.
SECONDO TEMPO
di Luigi Galella
I l tema è metalinguistico: il
giornalismo sotto i riflet-
tori del proprio stesso sguar-
do, la stampa che s'interroga
e parla di sé. Protagonisti da
Telese e Costamagna, (“In
onda”, La7, martedì, 20.30)
si confrontano e scontrano il
“gatto e la volpe” Lerner e
Feltri, come li ha battezzati
Enrico Mentana, al quale i
due facevano gli auguri per il
suo nuovo tg. “Farà un bot-
to” ha profetizzato Feltri a
proposito del nuovo diretto-
re de “La7”, parola del les-
sico guerriero, rivelatrice.
La stampa come “prosecu-
zione della politica con altri
mezzi”: Telese parafrasa il
generale prussiano von
Clausewitz (“La guerra è la
continuazione della politica
con altri mezzi”). La stampa
come luogo in cui ferve la
battaglia, l’epicentro dello
scontro politico, anzi si po-
trebbe forse aggiungere, tal-
volta il surrogato stesso della
politica, sempre meno capa-
ce di orientarsi con le pro-
prie forze e quindi bisogno-
sa d'essere eterodiretta.
E nuovi lemmi - sempre Te-
lese - entrano nel dibattito: il
“trattamento Boffo”, ad
esempio. Servito a demolire
l’immagine pubblica un an-
IL PEGGIO DELLA DIRETTA
Stampa
e altri mezzi
no fa del direttore di “Avve-
nire”, inducendolo a dimet-
tersi, e da più di un mese ri-
servata a intaccare l’imma-
colata reputazione del pre-
sidente della Camera Gian-
franco Fini, incontaminata
almeno fino al momento in
cui il reggimento genio gua-
statori del Giornale “Arresto
e distruggo”, o meglio: “Di-
struggo e faccio dimettere”,
ha iniziato la sua campagna
d'estate.
“Ma no”, minimizza Feltri,
“non è stata una campagna
ma una semplice inchiesta”.
L’uomo Feltri appare in tv
mite e quasi pacato. Parla
lentamente, ricercando le
parole appropriate, e prova
a spiegare. Il “trattamento
Boffo”, locuzione di Strac-
quadanio, è “infelice” se-
condo il direttore del “Gior-
nale”, e “ha danneggiato Bof-
fo e anche me”. Ma soprat-
tutto, sostiene Feltri, che
smessi i panni del guerriero
veste quelli del retore, sem-
brerebbe responsabile quasi
più la Chiesa che “a distanza
di un anno non ha offerto a
Boffo la possibilità di uscire
dal limbo”. La Chiesa quindi
colpevole perché non riabi-
Gad Lerner e Vittorio Feltri
lunedì a La7
ospiti di “In Onda”
Mercoledì 1 settembre 2010
lita Boffo, e non lui che l’ha
precipitato all'inferno. Argo-
mento paradossale: come di-
re, è vero, gli ho inferto un
colpo mortale, ma perché
chi avrebbe potuto curarlo
lo ha lasciato morire e ora
non tenta di resuscitarlo?
Il “gatto” Lerner prova a
pungolarlo e conia un’altra
parafrasi, il “codice da Fel-
tri”, vagamente evocatrice
di intrighi. “Feltri e il suo
giornale hanno deciso di far
le pulci soltanto a coloro che
prendono le distanze da Ber-
lusconi” e riservano quindi
un diverso trattamento ai 60
milioni di Verdini, confinati
nelle pagine interne, e ai
4200 euro di una cucina Sca-
volini – caso Fini – destinati
alla prima pagina. “Non è ve-
ro” risponde stizzito la volpe
Feltri, che abbandona
l’aplomb anglosassone e al-
za la voce e morde: “Ti sei
dimenticato chi ha scritto
che Scajola doveva dimetter-
si?”
La battaglia è senza vinti né
vincitori, secondo Mentana,
che interviene a conclusio-
ne del dibattito: Feltri non è
un esecutore degli ordini di
Berlusconi, e Fini infatti ha
cominciato a bersagliarlo già
un anno fa. Guerra preven-
tiva, quindi. O anche: pro-
fezia che si autoavvera.
Mercoledì 1 settembre 2010
MONDO
FILM E PROGRAMMI DA SCARICARE
Il Dvd è morto,
la Tv è online
annuncio, atteso da tem-
L’
po, è di quelli che segna-
no un prima e un dopo.
Come anticipato dal Los
Angeles Times, BlockBuster ha
avviato la procedura di falli-
mento. Il crollo del gigante del
video-noleggio è stato repenti-
no e inarrestabile: le stesse
azioni che pochi anni fa vale-
vano 15 dollari, adesso si pos-
sono comprare per una man-
ciata di centesimi. La storia del-
la catena (che chiuderà anche
venti negozi in Italia), però,
non era scritta: l’elefantiaca
azienda non ha saputo aggior-
narsi ed è stata spazzata via da
altri servizi (a cominciare da
NetFlix) basati sulla distribu-
zione via Internet. “I dvd stan-
no per scomparire – scrive
ReadWriteWeb – com’è già suc-
cesso per la musica. un giorno
non troppo lontano la maggio-
ranza di noi non comprerà più
la copia fisica di un film per poi
infilarla nella libreria”. A que-
sto scenario futuro i big della
Rete e della tecnologia digita-
le, stanno già lavorando per
pagina 17
SECONDO TEMPO
WEB
di Federico Mello
è LA POSTA PRIORITARIA SU GMAIL
TUTTI GLI ACCOUNT AGGIORNATI TRA UNA SETTIMANA
Arriva la “posta prioritaria” su Gmail. Mountain View ha
annunciato un nuovo servizio che divide
automaticamente i messaggi di posta ricevuti in più o
meno importanti, in modo da aiutare gli utenti a
districarsi fra le mail che arrivano ogni giorno.
Su Gmail – spiegano sul blog ufficiale di Google –, sta per
sbarcare il Priority Inbox, che separa i messaggi
“importanti e non ancora letti” da “tutto il
resto”. “Quando arrivano le e-mail, Gmail ne
feedbac$
k
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“‘Fuori la mafia dallo
Stato’. A Como
Dell’Utri contestato,
abbandona il palco” di
Gianni Barbacetto
è E TE LO diciamo anche
è AUMENTI ALLACCIO TELECOM?
IL GESTORE: “NON PER LE FAMIGLIE”
Un’allarme che sembra rientrato quello
lanciato ieri da Federconsumatori: “Sono
inaccettabili gli aumenti dei contributi di
segna automaticamente alcune come
importanti”, in base ai precedenti scambi di
messaggi avuti con i contatti in rubrica. Tra
una settimana il servizio dovrebbe essere
attivato e così ogni utente potrà testarlo.
noi lettori assetati di
democrazia. Non c’è posto
per gente come te nel Paese
di Falcone e Borsellino.
Tornatene dai tuoi caporali
non farsi trovare spiazzati.
attivazione e per i passaggi da altri gestori
annunciati oggi da Telecom” scriveva ieri
l’associazione denunciando “aumenti del 25
per cento”. Ma a stretto giro Telecom Italia ha
e dai tuoi picciotti d’onore
è MI DISPIACE dirlo, ma
Mirko
YouTube – di proprietà Google precisato che “il riposizionamento del DAGOSPIA per il momento questo è il
– sta negoziando degli accordi contributo di attivazione riguarda UN OVERDOSE DI VIAGRA? paese di Berlusconi e
con le major cinematografiche esclusivamente la clientela affari e non incide Cosa è successo al Dell’Utri. E per loro
per approntare un servizio di pertanto in alcun modo sulla clientela profeta di “Innamoramento “Falcone e Borsellino” è
affitto-video pay per view; la po- residenziale, come erroneamente sostenuto e amore”? Un overdose di solo il nome di un
polarità dei due marchi potreb-
be risultare molto utile per un
da alcune associazioni dei consumatori”. Viagra, una botta di Cialis o
un attacco di demenza senile?
aeroporto
Gmarchi
simile progetto. Ma anche Ap- Da ieri, operose signore
ple, naturalmente, è in pista: meneghine si messaggiano: vai a leggere la è SETTE ANNI di
oggi Steve Jobs presenterà le rubrica di Alberoni sul Corriere! Subito, è condanna gli hanno dato e
ultime novità della Mela e, se- pazzesca!”. ancora dicono che è stato
condo le voci che girano in Re- Certo, lascia basiti leggere un testo che si trasforma di assolto! Non c’è mai stata in
te – ma non tutti sono concordi colpo in testosterone, con un periodare del tipo: “Un Italia, credo neanche sotto il
– questa volta potrebbe arriva- uomo guarda una donna, una donna guarda un uomo, si fascismo, una tale
re l’annuncio dell’iTv, prodot- piacciono fisicamente, vanno a cena insieme e poi, dopo distorsione della realtà
to con cui Cupertino (appun- qualche tempo, si rotolano nudi nel letto, si baciano, si Speranza
to) punta a rivoluzionare il penetrano, sembra che non possano più fare a meno
mercato televisivo. L’apparec-
chio dovrebbe essere una spe-
l’uno dell'altra, gridano di piacere, poi si addormentano
beati...”. E sulla prima pagina del Corrierone, poi. Cosa
è NON C’È posto per
gente come te nel paese di
cie di tablet utile a controllare sarà mai successo? C'è chi spettegola di una rottura Falcone e Borsellino
la tv, montare i propri filmati, matrimoniale con la bionda Rosetta, chi vetrioleggia di Jb Mirabile-Caruso
giocare; non mancheranno na- tradimenti con una amica di famiglia, chi sottolinea che
turalmente le applicazioni de- ormai l’ “Ovvio dei popoli” sbanda verso i versi è AD HAMMAMET
dicate mentre le emittenti tele- immortali di Julio Iglesias: “Non confondo il sesso con aspettano da tempo nuovi
visive potranno offrire gratui- l’amore...”. Chissà chi lo sa cosa è capitato ospiti italiani... ma non so se
tamente i propri programmi, all’81enne sociologo... hanno così tanto posto
finanziandosi con la pubblicità Nino C.
della piattaforma iAd. La parti-
ta sulla tv del futuro è aperta. L’home page di BlockBuster; è BRAVI! Dovete essere
f.mello@ilfattoquotidiano.it il blog di Cannavò; orgogliosi, avete compiuto
un video di Google sul nuovo un atto davvero nobile, mi
servizio; il sito della Farnesina dispiace di non essere stata
lì con voi, grazie, avete reso
un po’ di quella perduta
dignità e speranza a tutti noi
GRILLO DOCET italiani onesti. Complimenti
LO SDOGANATORE vivissimi, vi abbraccio tutti
Lo psiconano ha la Fabiola
stoffa dello
sdoganatore. Iniziò con Fini, è AVREI voluto esserci
proposto sindaco di Roma ai anch’io a contestare questo
tempi in cui ancora nelle elemento condannato per
manifestazioni si gridava: mafia e a piede libero solo
“Fascisti carogne tornate nelle perché è un parlamentare
fogne”. Proseguì portando un partito (senza vergogna!)
secessionista al Governo. Ha sdoganato persino Americo
Gasparri come ministro delle
Telecomunicazioni, un’impresa considerata è COME GODO !!!!!!!
impossibile da chiunque. Ha incontrato qualche Potrebbe essere un inizio...
resistenza nello sdoganare Bottino Craxi, ma Marcello
poi non si è più fermato. Ha sdoganato la
Brambilla, la Carfagna, persino Gelli e lo è FINALMENTE si
stalliere Mangano. Poi si è dato alla riscopre l’onestà degli
politica estera e ha sdoganato Putin, il Italiani seri. Sembrava di
sincero democratico ricordato nei suoi ritornare indietro nel
libri da Anna Politkovskaja, una delle tempo e precisamente alle
centinaia di giornalisti uccisi in Russia. monetine su Craxi.
Ultimamente sta sdoganando Gheddafi, Sicuramente ciò, fa capire
quasi a tempo pieno, tra un cammello e l’era di un nuovo corso
una hostess e un baciamano. Chi si piglia si politico.
somiglia e lo psiconano e Gheddafi Patanalibera
sembrano veramente due gemelli. Chi sarà il
prossimo? Il colpo grosso è atteso per è DA CATANIA un lungo
l'autunno, un nuovo caravanserraglio è in applauso a queste persone.
arrivo dalla Corea del Nord, sarà sdoganato il Marco B.
“Caro
Leader”, è DIZIONARI SENZA CARTA è STA COMINCIANDO
Kim II Sung “OXFORD ENGLISH DICTIONARY” È DIGITALE a nascere una spontanea e
insieme al Mostro Nel settore dell’elettronica, il mercato viscerale forma di rigetto
della Laguna Nera. degli e-book è attualmente uno dei più contro certi soggetti e
Come li sdogana vivaci, le vendite sono triplicate nell’ultimo certe situazioni. Ormai non
è FARNESINA O FOLKLORE ?
Testa d’Asfalto anno e i numeri del settore dei libri digitali c’è più bisogno di
CANNAVÒ SUL BLOG: “SEMBRA L’ACI”
non li sdogana è in crescita. Ma se la contrapposizione tra organizzatori di quel partito
Alla Farnesina si lavora per la
nessuno. libri elettronici e cartacei non sembra o sindacato perchè la gente
diplomazia o per il marketing?
conflittuale, altrettanto non si può dire per contesti il marcio. Queste
Questo il senso del post
i dizionari che a breve potrebbero essere sono le cose che fanno
pubblicato dal nostro Salvatore
soppiantati dalle versioni online. Un forte ancora sperare che il paese
Cannavò sul suo blog de ilFattoQuotidiano.it. “Frattini
segnale arriva dal prestigioso Oxford non sia del tutto perduto.
– scrive Cannavò – ama l’ombra e il nulla”. A parlare
English Dictionary, la cui terza edizione Questi individui, marci
per il ministro... è il sito del ministero. “In apertura –
rischia di non vedere la luce in versione quanto arroganti e
continua il post – nel momento in cui gli Usa si ritirano
cartacea. La terza edizione, ora pronta prepotenti, non devono
dall’Iraq ci sono le ‘vacanze estive’: per partenze sicure
solo al 28%, sarà ultimata tra oltre dieci trovare spazio fra le
controllare ‘viaggiare sicuri’. Insomma, tipo l’Aci”. Sul
anni, quando il Web sarà così efficace da persone comuni oneste e
sito della Farnesina spazio anche a “Somalia e il ruolo
rendere inutile una versione stampata. civili. Sarà sempre troppo
dell’Italia per la stabilità della regione”; quindi “Expo
Nigel Portwood, amministratore delegato tardi quando non
Shanghai”; “Mozambico e le imprese italiane alla Fiera
della Oxford University Press che produce occuperanno più
di Maputo”. Insomma, se Berlusconi per gli eccessi di
il dizionario di lingua inglese, in indegnamente le istituzioni.
Gheddafi ha parlato di folklore, “Frattini invece anziché
un’intervista al Sunday Times ha Giovanna
degli Esteri, potrebbe divenire il ministro del Folklore”.
esplicitamente dichiarato che il mercato
dei dizionari cartacei sta scomparendo, e è FINALMENTE un po’
che non crede che la terza edizione sarà di sana indignazione!!!
mai stampata. (Pasquale Rinaldis) Michele
pagina 18
PIAZZA GRANDE
Immigrazione, partita truccata
di Corrado Giustiniani
ene del collo rigonfie,
V occhi spiritati e voce
al colmo del gutturale,
Ignazio La Russa aveva
dato puntualmente l’an-
nuncio ai primi di agosto:
non saranno quattro i temi
del confronto con Fini. C’è
un quinto asso da calare sul
tavolo: l’immigrazione clan-
destina. Di lì a venti giorni
Roberto Maroni, ministro
dell’Interno, ringalluzzito
dalla decisione di Nicolas
Sarkozy di rimpatriare en-
tro il mese scorso 850 rom
romeni e bulgari, ha pensa-
to bene di scavalcare il pre-
sidente francese e di stupire
il nostro ministro della Di-
fesa, nonché coordinatore
del Pdl: altro che rimpatri
volontari, e altro che immi-
grati clandestini, qui biso-
gna espellere anche gli im-
migrati comunitari (espres-
sione che è sinonimo di ro-
meni) e più esattamente
quelli fra loro che non gua-
dagnano abbastanza e che
non hanno un’abitazione
adeguata. La Russa e Maroni
stanno semplicemente di-
stribuendo le carte di una
partita truccata, nella spe-
ranza di ottenere un con-
senso elettorale.
“Inasprimento
normativo”
VEDIAMO perché trucca-
ta, cominciando dall’immi-
grazione clandestina. Ma
come, non era una battaglia
vinta dal governo, questa?
No, aveva precisato il mini-
stro della Difesa, ci vuole un
“inasprimento normativo”
perché i clandestini non ar-
rivano dal mare ma anche
da altre vie. Ora – anche se
non si direbbe, leggendo i
giornali e guardando la tv –
è scientificamente assoda-
to che l'immigrazione ille-
gale giunge soltanto per
una piccolissima quota at-
traverso il Mediterraneo. Il
picco si è avuto nel 2008
con 36 mila sbarchi, ma in
quello stesso anno sono en-
trati per fermarsi nel nostro
Paese ben 350 mila immi-
grati. Poiché almeno 20 mi-
la di quei 36 mila profughi
non erano migranti econo-
mici ma richiedenti asilo
politico, ecco che per mare
non arrivò in quell'anno di
grave emergenza più del 5
per cento degli immigrati il-
legali.
Poi, a causa del feroce accor-
do con la Libia decantato da
Maroni anche al meeting di
Comunione e liberazione, gli
sbarchi sono stati drastica-
mente ridotti e oggi dal mare
arriverà forse meno dell'1
per cento degli stranieri che
entrano in Italia. Ma intanto
la politica dei respingimenti
e l’intesa con Gheddafi, cor-
roborata dal recente invere-
condo inchino con baciama-
no al Colonnello da parte del
nostro premier, ricacciano
indietro anche i rifugiati, vio-
lando la Convenzione di Gi-
nevra, come è accaduto con i
200 eritrei che le nostre navi
hanno riconsegnato alla Li-
bia e dei quali ora si sono per-
se le tracce. Liberati dal car-
cere con un permesso di sog-
giorno di appena tre mesi, al-
l'inizio di ottobre potrebbero
essere riconsegnati all'Eri-
trea e dati in pasto alla ven-
detta. Ed è poi vero che la Li-
bia ha chiuso anche i suoi 18
centri di permanenza tem-
poranea come aveva annun-
ciato all’Ansa il 17 luglio scor-
so l’ambasciatore di Tripoli a
Roma? Che fine hanno fatto
allora i circa 3 mila migranti
che li occupavano? Cosa ha
ottenuto nei colloqui romani
l’evanescente Frattini, per-
ché, come sollecitato dalla
Federazione della stampa,
una missione di giornalisti
possa andare in Libia a con-
trollare lo stato dei fatti? Dia-
mo ragione in partenza a un
dittatore che pretende
dall’Europa 5 miliardi l’anno
per liberarla dai disperati in
fuga dall’Africa? Su questi te-
mi decisivi, di civiltà perduta,
la stampa sembra aver perso
la capacità di indignarsi,
mentre i giornalisti delle reti
private e pubbliche si guarda-
no bene dal porre domande
incalzanti al ministro di tur-
no.
La legge
che manca
LA RUSSA e Maroni, dun-
que, scoprono che ci sono
“clandestini” che non arriva-
no per mare. Ma non sanno, o
forse non gli fa comodo am-
metterlo, che non è assoluta-
mente possibile entrare e fer-
marsi nel nostro Paese legal-
mente? Questo governo, in-
fatti, non ha mai approvato
un “decreto flussi” finalizza-
to all'ingresso di lavoratori
subordinati. Nel 2008 si è li-
mitato a sistemare le doman-
de allora giacenti con una
specie di concorso interno.
Nel 2009 ha approvato 80 mi-
la ingressi per lavoro stagio-
nale del tipo “vieni, raccogli
la frutta o gli ortaggi e te ne
vai”, e nel 2010 ha fatto lo
stesso con un decreto dello
scorso primo aprile che oltre
agli 80 mila stagionali ha dato
via libera a 4 mila ingressi per
lavoro autonomo, 1000 dei
quali riservati a migranti di
Fini
della crisi?
di Giuseppe Tamburrano
on era qualche giorno
N
fa un uomo avviato al
tramonto, Berlusco-
ni? Oggi sembra –
“sembra” precauzionalmen-
te – solido in sella. E la que-
relle va nelle pagine interne
dei giornali. Il contrasto con
la Lega sembra superato; le
posizioni di Casini sono più
problematiche; Rutelli si av-
vicina. E Fini, che sembrava
potesse favorire l'uscita di
scena di Berlusconi e che ha
messo in minoranza il gover-
no alla Camera sulla sfiducia
a Caliendo, che cosa si pro-
pone di fare? I suoi parlano
più lingue – moderate e ra-
dicali –. Sembra una porta
girevole: chi esce, chi rien-
SECONDO TEMPO
nazionalità libica, come pre-
mio per l'accordo con Ghed-
dafi. Quali misure si vorreb-
bero prendere contro questi
migranti entrati quasi tutti
come turisti e che poi hanno
trovato un impiego? La fuci-
lazione, visto che il reato di
immigrazione clandestina è
già in vigore? Perché il gover-
no ha deciso di regolarizzare
chi lavora come colf o badan-
te, dunque al servizio delle fa-
miglie, e non tutti gli altri che
sono alle dipendenze delle
imprese? Camerieri e operai
sono forse figli di un dio mi-
nore? La crisi economica ha
certamente ridotto gli ingres-
si: non siamo più al livello dei
350 mila l'anno. Ma non li ha
certo interrotti, se l'Istituto
di ricerca Ismu stima oggi
550 mila immigrati illegali e
Franco Pittau, coordinatore
del Dossier statistico immi-
grazione della Caritas, ne az-
zarda fra i 700 mila e il milio-
ne. Tutti fuori, con accompa-
gnamento alla frontiera, de-
portati dai loro posti di lavo-
Una piccola
percentuale arriva
per mare. Ed è
impossibile
giungere e fermarsi
legalmente
nel nostro Paese:
il “decreto flussi”
per i lavoratori
non è mai stato
approvato
tra. Che cosa succederà
quando andrà al voto alla Ca-
mera il “processo breve” e
in particolare la norma tran-
sitoria che annullerà i pro-
cedimenti contro Berlusco-
ni? Fino a qualche giorno fa i
finiani più intransigenti han-
no dichiarato di essere d'ac-
cordo al 95 per cento con i
cinque punti del program-
ma del Pdl.
Adesione
bulgara
HA L'APPARENZA di una
adesione bulgara. Hitler e Sta-
lin volevano l'adesione totale,
ma Mussolini tollerava lo jus
murmurandi. A condizione che
quel 5 per cento di dissenso
IL FATTO di ENZO l
La cultura berlusconiana
ha cambiato le regole del
gioco. Come la Rai ha
abbandonato il suo modello
di televisione, e si è
adeguata a quella
commerciale, così il modo
di far politica dei leader del
centrosinistra rischia di
adeguarsi a quello di
Berlusconi basato sul
sospetto, le
promesse non
mantenute, la
demonizzazione
dell’avversario.
Strettamente per-
sonale 2006
ro? Oppure si fa finta che non
esistano? Ci sono oppure no
gli immigrati clandestini?
Sarebbe serio che i ministri ri-
spondessero a queste do-
mande invece di imbrogliare
le carte. Più in generale: si
può dare una chance alla le-
galità? Quale e quando? È
possibile, per esempio, con-
cedere il rinnovo del permes-
so di soggiorno in tempi ra-
pidi come in tutti gli altri pae-
si civili? Se non proprio nei
20 giorni previsti dalla stessa
legge Bossi-Fini, almeno in
due o tre mesi dalla doman-
da? Lo sa il coordinatore del
Pdl che molti permessi arri-
vano già scaduti e numerosi
immigrati perdono così il lo-
ro posto? Quanto alla propo-
sta di Maroni di espellere an-
che i comunitari, essa è in pa-
lese contrasto con la direttiva
europea numero 38
dell’aprile 2004 della Comu-
nità europea, che pure il mi-
nistro nel suo recente inter-
vento a Rimini ha sostenuto
di conoscere.
Il pendolo
elettorale
NON ci può essere nessuna
limitazione di circolazione e
soggiorno per un cittadino
di un paese membro
Il premier sembra
saldo in sella, ma la
maggioranza è in
bilico sulle questioni
giudiziarie.
Le elezioni paiono
allontanarsi: ma se
ci si arriva, il
presidente della
Camera deve farsi
trovare pronto
non riguardi l'essenziale: la
prescrizione per Berlusconi.
In tal caso la rottura con Fini è
inevitabile e le sorti del gover-
no diventano incertissime e a
rischio il destino di Berlusco-
ni privato dello scudo giudi-
ziario. Come incertissima di-
venta la sorte della legislatura.
Fini ha in mano lo strumento
–i voti –per provocare questo
cataclisma? Vorrà usarlo? In
Mercoledì 1 settembre 2010
Prima della scuola, il tempio Tutti in fila,
vestiti e atteggiati come ai tempi di Confucio. I
bambini cinesi di Nanchino, stanno per
affrontare il loro primo giorno di scuola. Un
momento importante che merita una visita al
tempio confuciano della città per
l’illuminazione, una sorta di benedizione laica
poichè il confucianesimo non è una religione
ma una disciplina e una filosofia
(FOTO EPA / CITE MOOI / ANSA)
dell’Unione: né per chi non intascato i 300 euro più 100
raggiunga un reddito mini- a figlio all’atto della partenza
mo, né per chi non abbia in aereo. Questo, del resto,
una dimora adeguata, né per si è già verificato due anni fa
chi sfrutti il sistema sociale con un precedente progetto
che lo ospita, e neppure per governativo chiamato ARH.
chi subisca una semplice Pura propaganda nel tenta-
sentenza penale. L’unico tivo un po’ ridicolo di recu-
motivo che la direttiva am- perare consensi elettorali.
mette per l’allontanamento La fotocopia del quadro ita-
di un comunitario è che que- liano. Nelle prossime setti-
sti costituisca con il suo mane il timore è che da noi
comportamento personale, torni a scatenarsi la belva te-
una minaccia reale e grave levisiva, a parlarci di stupri,
per l’ordine pubblico e la si- furti e rapine, senza dati sta-
curezza. Non sono possibili, tistici che dimostrino un ag-
in ogni caso, espulsioni di gravamento delle condizio-
massa. I rom allontanati da ni di sicurezza degli italiani.
Sarkozy (anche lui figlio di C’è un tempo per dire che
un rom: il nobile ungherese non siamo minacciati e un
Paul Sarkozy) possono tor- altro per dire che lo siamo.
nare il giorno dopo, da Bu- Tutto dipende dalle elezio-
carest o da Sofia, dopo aver ni, se si faranno oppure no.
mamente uno spazio di idee,
di forze sociali, di alleanze nel-
la società?
Acque
calme
ANCHE SE le acque sem-
brano placarsi, Fini può – al-
teoria e in base ai numeri degli meno così sembra! – agitarle.
aderenti al gruppo parlamen- Ma la sua imbarcazione non
tare Futuro e libertà, Fini può c'è. Le elezioni anticipate si
disporre delle sorti del gover- sono allontanate, non tra-
no e del destino personale e montate. Può Fini provocare
giudiziario di Berlusconi. o concorrere in modo deter-
Non vorrà osare tanto? Ma in minante a provocarle, senza
tal caso apparirà un velleita- prepararsi? Scelte di campo,
rio, e con la rivincita di Berlu- partito, alleanze, progetto,
sconi risospingerà molti dei programma, liste, mezzi.
suoi nel gruppo del Pdl. An- Non dobbiamo essere noi a ri-
che se gli faranno tanti onori e cordare a un politico consu-
tante promesse di rinnovare il mato che cosa ci vuole per sta-
partito. Sarà un vinto. Fini par- re sul mercato politico ed
lerà a Mirabello. Ci dirà che elettorale con le ambizioni e il
cosa intende fare? Vuole rien- carisma di un personaggio di
trare nel Pdl contrattando la spicco del nostro misero tea-
sua re-immissione, le cariche trino.
per i suoi, insomma la pace A proposito! Che cosa accade
(seppure armata)? O vuole nel partito di alternativa al go-
dare vita a una nuova forma- verno? I “soliti” cercano di
zione politica e culturale che rialzare l'Ulivo sradicato nelle
ambisca ad occupare autono- ultime elezioni.
Mercoledì 1 settembre 2010
La vera “primavera
MAIL
negra” a Cuba
Vi avvalete delle corrisponden-
ze dall'Avana di Mauricio Vi-
cent del “Paìs”. Vicent è bravo
e vive stabilmente all’Avana da
dieci anni. Letta la sua inter-
vista alle Damas en blanco (fa-
miliari di dissidenti cubani in-
carcerati e ora pasti in libertà),
mi e vi chiedo: perché non ri-
cordare chiaramente cosa fu la
“primavera negra” del 2003 e
cosa accadde all'Avana e a Cu-
ba? Il 19 marzo fu sequestrato
armi alla mano un aereo in volo
di linea dalla Isla de la Joventud
all’Avana e dirottato sulla Flo-
rida. Il 25 una coppia con due
granate del tipo “ananas” se-
questrò un secondo aereo.
Dalla Florida tornarono pas-
seggeri ed equipaggi (che poi
raccontarono tutto in diretta
alla tv cubana), mentre le au-
torità americane si tennero gli
aerei (legge dell'embargo), e i
dirottatori - che in Occidente
sarebbero chiamati terroristi -
furono ben accolti in terra
americana. Il 1 aprile un altro
commando, pistole e coltelli in
pugno, sequestrò un vaporetto
nella baia dell'Avana con a bor-
do 55 persone, famiglie cubane
e turiste francesi, e lo dirottò
per due giorni e 60 miglia ma-
rine verso la Florida (poi finì il
carburante e vennero ripresi). I
sequestratori del vaporetto fu-
rono processati per direttissi-
ma con pene differenziate: po-
chi mesi per alcuni, la pena
massima, capitale, per i tre capi
armati. Altri piani e azioni si-
LA VIGNETTA
milari vennero bloccate dalla
polizia cubana. È ovvio che per
organizzare attacchi simili ser-
vono parecchie decine di mi-
gliaia di dollari (se no come
passano all’aeroporto i 6 col-
tellacci del primo dirottamen-
to?), e coloro che allora rice-
vevano le migliaia di dollari da-
gli agenti americani erano pre-
cisamente i vari gruppetti dis-
sidenti. Queste le cause delle
repressioni, bisognerebbe
menzionarle. Quanto durereb-
be a New York un commando
armato che sequestra un bat-
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
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rateale: 1ª rata alla sottoscrizione, 2ª rata
entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri1 Settembre 1960
BOX San Siro. 1 settembre 1960. 60 mila spettatori per 100
milioni di incasso. Cose mai viste per un match di boxe. Ma
sul ring c’è Duilio Loi, “il Duilio” idolo dei milanesi che si
gioca la corona dei welter jr. contro il grande Carlos Ortiz
che solo tre mesi prima gli ha rifilato una discussa sconfitta
a San Francisco. C’è ansia di rivincita per il pugile venuto
da una gavetta dura, mingherlino, pragmatico, i riflessi
come una molla, che ha già un mucchio di vittorie nel suo
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO palmarès, titoli italiani e europei e che punta al trofeo più
alto. In 15 round il portoricano, fisico nervoso, grande
BERLUSCONI, incassatore, è battuto ai punti. Duilio, al top di una carriera
strabiliante, è sul tetto del mondo. Resta ancora qualche
conto aperto con l’americano Eddie Perkins, la sua bestia
GLI ULTIMI CREDENTI nera. Orgoglioso fino in fondo, Loi lo batterà nell’ultimo
match della sua vita. Un addio da campione, prima di
aro Furio Colombo, difesa, mai dell’accusa. 2) I casi di illustri Cavalieri del scendere, a tre anni dalla trionfale notte di San Siro, dal
C Con il mio simpatico vicino
d’ombrellone, assiduo lettore del
Lavoro divenuti imputati di seri reati sono molti, a
cominciare da Callisto Tanzi di Parmalat. Si diventa
treno del pugilato. Con tempismo perfetto, a 33 anni, tutta
l’Italia ai suoi piedi. I veri colpi bassi, schivati sul ring, gli
“Giornale”, dopo settimane di forzata non Cavalieri del Lavoro non per osservanza della legge verranno poi dalla vita. Un dramma familiare, l’Alzheimer, la
belligeranza, siamo scesi nell’arena del ma per successo clamoroso negli affari. Se ci sono povertà mitigata dalla Legge Bacchelli. Fino al 20 gennaio
confronto ed immancabilmente il reati nascosti possono diventare evidenti, visibili (e 2008. Ultimo traguardo.
protagonista è diventato lui, B. Sono perseguiti) in momenti diversi. Premio e innocenza Giovanna Gabrielli
emerse alcune questioni degne di nota alle non sempre coincidono. E poi: gran parte delle più
quali non ho saputo trovare risposta: 1) É gravi vicende giudiziarie che riguardano Berlusconi
vero che la magistratura ha brigato in sono avvenute prima della “discesa in campo”, anche pm, non è stata elevata alcuna
modo sconveniente per tirare allelunghe la se alcune sono divenute accuse giudiziarie dopo. Il L’abbonato contestazione sul numero dei
scadenza della prescrizione per il processo caso Berlusconi è unico al mondo solo in due sensi. ricoveri, ma sulla codifica degli
Mills ed impedire quindi a B. il godimento Primo: il conflitto di interessi. In nessun paese del giorno stessi per prestazioni ricono-
dei benefici previsti dalla legge? 2) Come democratico si può governare possedendo metà della sciute vere e dovute.
mai prima del suo ingresso in politica B. era televisione (quella privata) e controllando l’altra metà 2) Nel 1992 il pm Eugenio Fu-
considerato un esempio per l’imprenditoria attraverso il potere di governo. Secondo:leleggi ad FRANCESCA D’ANTONIO sco chiese un anno e otto mesi
- un Cavaliere del Lavoro, appunto - ed personam.Berlusconi è stato più volte assolto da reati e due milioni di lire di multa, ma
immediatamente dopo è stato fatto segno che, a causa di una legge preparata e approvata dopo La colazione a palazzo il professor Rotelli fu assolto in
di centinaia di accertamenti da parte della il reato solo per lui, non erano più reati. Nessuna Grazioli sicuramente sarà primo grado e la sentenza fu
Finanza e decine di processi? 3) Cos’è persecuzione giudiziaria è cominciata contro più ricca, ma la mia è confermata in appello in quan-
questo scandalo delle Cooperative Rosse, Berlusconi dopo l’inizio della sua attività politica. Tutto decisamente più… libera. to “il fatto non sussiste”. Lei
che dovrebbe essere d’entità finanziaria è iniziato prima. Vedere, in proposito, i libri di Marco Penelope vi ringrazia del non lo ricorda, ma il giudice
addirittura superiore agli interessi di B. e Travaglio per ricordare circostanze e date. 3) lavoro che fate, siete censurò l’indagine dicendo che
nell’ambito del quale D’Alema avrebbe Berlusconi è il quattordicesimo uomo più ricco del meglio non andava intrapresa. Mi per-
dato l’OK ad una operazione da 600 mondo e il quarto in Europa (Forbes Magazine, Usa). delle metto di ricordare che sono le
milioni? Ed a che titolo? Non esistono “Cooperative Rosse” con una ricchezza Winx, e sentenze che rappresentano
Vincenzo confrontabile nel mondo. Non so dove, quando, come vi urla: “la verità”, non le accuse dei
D’Alema avrebbe dato l’OK a che cosa. C’è un “Continuate pm.
GRAZIE dell’utilissima mail. Rispondo processo? Non che io sappia. É possibile che tutti i continuate!!!! 3) Il Gruppo Ospedaliero San
seguendo i numeri. 1) Non esiste un modo di ritardare giudici siano comunisti al nord, al centro e al sud, Prima Donato acquisì l'Istituto Clini-
un processo penale per danneggiare l’imputato. Il mentre niente di comunista è rimasto in Italia e in poi co Sant’Anna di Brescia da un
ritardo è sempre utile all’imputato. I buoni avvocati (e Europa?Il suo vicino di ombrellone parla di fede, non di l’Italia gruppo di imprenditori locali.
quelli di Berlusconi sono bravi) fanno di tutto per politica. Con la fede, che è “cieca”, è difficile discutere. si sveglierà”. L’istituto non è mai stato di
ritardare un processo. Perché? Perché più perdi tempo proprietà del professor Giu-
e più ti avvicini alla prescrizione che parte dal Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Raccontati e manda una foto seppe Poggi Longostrevi, a dif-
momento della contestazione del reato. In altre 00193 Roma, via Orazio n. 10 a: ferenza dell’Istituto Clinico
parole, perdere tempo è sempre una strategia della lettere@ilfattoquotidiano.it abbonatodelgiorno@ Beato Matteo di Vigevano, che
ilfattoquotidiano.it fu tuttavia acquisito dal Grup-
po San Donato tramite un’asta
dalla procedura fallimentare.
La ringrazio per l'attenzione e
condotto in Francia e riguar- studio condotto in prossimità Quotidiano, la prego di voler confido nella pubblicazione
dante l’insorgenza di malfor- dei due inceneritori di Forlì rettificare alcune affermazioni delle suddette precisazioni.
mazioni al tratto urinario in non sono state purtroppo in- che non corrispondono a ve- I miei migliori saluti.
bambini nati da madri esposte dagate le malformazioni; tutta- rità, nonché riparare ad alcune Giuliana Paoletti
prima del concepimento o nel- via, nel livello sub-massimale di omissioni: Image Building - Ufficio stampa
le primissime fasi della gravi- esposizione, il più popolato, si 1) A proposito dell'inchiesta Professor Rotelli e Gruppo San
danza ad emissioni di impianti è avuto un incremento del ri- milanese che ha visto, tra gli al- Donato
di incenerimento di rifiuti. Lo schio di abortività spontanea tri, coinvolti tre ospedali del
studio ha identificato 304 casi del 44%. Comunque, sempre Gruppo San Donato, al mo- Ringraziamo il professor Rotelli e
di malformazioni di questo tipo dallo studio condotto in pros- mento del deposito degli atti il Gruppo San Donato per le
diagnosticate nel periodo simità degli impianti a Forlì, si per la chiusura delle indagini, informazioni aggiuntive che
2001-2003 nel Sud-Est della documenta, nel livello di espo- avvenuta nello scorso dicem- contribuiscono ad approfondire il
Francia ove sono attivi 21 in- sizione citato e nelle sole don- bre dopo due anni di indagini, il quadro tracciato dal pezzo in
ceneritori e ha evidenziato, en- ne, un aumento di ricoveri per: Professor Giuseppe Rotelli oggetto. Cordialmente, Giovanna
tro 10 km dalla fonte e in base malattie renali (oltre il 200%) non risulta più tra le persone Lantini
all’esposizione a diossine cal- infarto, infezioni respiratorie, indagate; un conto sono i com-
colata su un modello di rica- scompenso cardiaco e un au- portamenti e le responsabilità
duta, un rischio di insorgenza di mento di morte per tumori dei singoli un conto quelle del-
malformazioni variabile da tre a (stomaco, colon retto, polmo- l'Azienda. Sarebbe a nostro pa-
quasi sei volte l’atteso. Ancor ni, sarcomi, linfoma di Hodgkin, rere corretto che tale situazio- IL FATTO QUOTIDIANO
più interessante dello studio vescica, cervello, leucemie) e ne venisse evidenziata. Per via Orazio n. 10 - 00193 Roma
stesso è però l’editoriale che complessivamente nell’intera quanto riguarda l'accusa dei lettere@ilfattoquotidiano.it
compare nella prestigiosa rivi- area esaminata ben 116 decessi
sta scientifica in cui lo studio è oltre l'atteso fra le donne nei
pubblicato e in cui si afferma 13 anni presi in esame. Infine
ciò che ormai da anni noi me- c’è davvero bisogno di conti-
nuare a fare studi per avvalo- Direttore responsabile
tello pubblico? Non certo due dici (e fortunatamente non so-
giorni e 55 miglia. Durerebbe lo noi) andiamo dicendo e cioè rare ciò che il semplice e co- Antonio Padellaro
cinque minuti. E come finireb- che questi impianti, oltre che mune buon senso indica: per-
Caporedattore Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
bero i sequestratori e anche i immettere fumi in atmosfera, ché continuare a spargere ve-
passeggeri ? producono ceneri tossiche che leni, tanti o pochi che siano, Progetto grafico Paolo Residori
Marzio Castagnedi da qualche parte vanno collo- quando ne possiamo fare asso- Redazione
cate, contribuiscono al riscal- lutamente a meno? 00193 Roma , Via Orazio n°10
Gli studi sugli inceneritori damento globale e, soprattut- Patrizia Gentilini tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
to, una volta costruiti, vanno
e le donne di Forlì alimentati con rifiuti e ostaco- Diritto di Replica sito: www.ilfattoquotidiano.it
lano quindi il diffondersi di pra- Editoriale il Fatto S.p.A.
Gentile Direttore,
Sede legale: 00193 Roma , Via Orazio n°10
vorrei portare a conoscenza tiche molto più virtuose quali la Gentile signora Lantini,
dei suoi lettori quanto emerso riduzione, il recupero/riciclo in merito al suo articolo dal ti- Presidente e Amministratore delegato
Giorgio Poidomani
da un studio epidemiologico di ecc. I danni che gli inceneritori tolo “Sua sanità Rotelli è pron-
recente pubblicato (Occup En- provocano sono ormai indiscu- to per il Corriere”, pubblicato Consiglio di Amministrazione
Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
viron Med 2010; 67, 493-499), tibilmente riconosciuti; nello in data 27 agosto su Il Fatto
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35
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