Gaetano Tuccillo è il 39° soldato italiano che muore in Afghanistan.

Ma che aspettiamo a ritirarci? Che ci facciamo ancora lì? y(7HC0D7*KSTKKQ( +=!"!/!"!@

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Domenica 3 luglio 2011 – Anno 3 – n° 157 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

BERLUSCONI 2011 isseretni’d ottilfnoC

di Marco Travaglio

IL CROLLO DELL’IMPERO È
passato un mese da quando Giovanni Stella, ad
di TIMedia ed editore di La7, annunciava al
Fatto: “Uno o due fra Santoro, Gabanelli, Floris e
Fazio verranno a La7”. Era il 4 giugno. Oggi è il
3 luglio e non ne è arrivato nemmeno uno. Vuol dire
che il dottor Stella faceva finta di volerli? No, abbiamo
buoni motivi per ritenere che li voleva davvero.
Alla vigilia della sentenza Mondadori, precipitano i satelliti di B. Almeno lui. Tant’è che aveva ingaggiato Nuzzi e Facci
da Libero per pararsi sul lato destro. E aveva inviato a

Mediaset, Endemol, Mora, “Bisi”, don Verzé, Geronzi, Ligresti... Santoro un contratto firmato: con la firma del
conduttore, La7 non avrebbe più potuto tirarsi
indietro. Poi è accaduto qualcosa. Un po’ di consecutio
In Borsa le aziende temporum.

L’Italia divorata
di Michela Murgia
dc
ai l’accordo mangiando tutto
“F
quello che devi mangiare”. Non è
una frase estratta dal manuale di
fraseggio del piccolo truffatore,
ma il frammento di una conversazione sin-
cera tra potenti veri. Chi la pronuncia è Luigi
Bisignani, l’ormai noto faccendiere milanese
che dava ordini a mezzo Parlamento e faceva
fare anticamera all’altra metà. Chi la ascolta e
ne fa tesoro non è un ladruncolo di polli, ma
Paolo Scaroni, amministratore delegato del-
l’Eni, uno dei manager più potenti d’Italia.
Bisignani gli suggerisce di ripeterla la sera
stessa a Silvio Berlusconi come consiglio da
seguire nel rapporto con i finiani, allora in
piena emorragia dal Pdl. Ma è una frase che
ha in sé una sua perfezione senza tempo: è
una didascalia permanente di quel che sta
succedendo in Italia da anni, comprese le ul-
time tre settimane. Napoli che viene abban-
donata al suo degrado dopo essere stata terra
di saccheggio senza scrupoli non è vittima di
svalutate di 800 Santoro contro Mentana 4 giugno. Stella col Fatto usa una strana metafora per
descrivere la campagna acquisti in casa Rai: “Attendo i
milioni in tre mesi, macachi-conduttori che scendono dal banano Rai.
Fininvest dovrà
pagarne almeno
“CARO ENRICO, SIAMO Con due di loro ho un accordo di massima”. Come a
dire (agli azionisti? ad altri?): non sono io che salgo a
prenderli, ma la Rai me li butta addosso, come faccio
DIVERSAMENTE LIBERI”
500 a De Benedetti a mandarli indietro?
6 giugno. Rai e Santoro annunciano il divorzio
Malagutti pag. 2 - 3 z consensuale e la fine del contenzioso giudiziario alla
vigilia della Cassazione. Mentana annuncia al Tg La7:
U di Furio Colombo “Santoro è a un passo da La7, la trattativa è molto
avanzata, sul piano sia contrattuale sia dei contenuti
IL CAVALIER giornalistici che potrebbe autonomamente realizzare:
la decisione definitiva spetta a lui”.
ZOMBIE 7 giugno. Il titolo TiMedia guadagna il 17% in Borsa.
8 giugno. Anche Lerner dà la cosa per fatta: “Con
ualunque cosa sia il berlusco-
Q nismo, la fine è avvenuta alla
Camera dei deputati alle cinque
l’arrivo di Santoro a La7 ci sarà un salto dimensionale
ulteriore”.
9 giugno. Berlusconi: “Sono sincero, non posso dirmi
della sera del 29 giugno, quando dispiaciuto che Santoro lasci la Rai”. L’ultimo Annozero
un boato di grida e di applausi straccia tutti i record: 8,3 milioni, 32% di share.
dell’opposizione ha salutato un 14 giugno. Stella torna a parlare per metafora, altra
voto che ha segnato il passaggio excusatio non petita su Repubblica: “Santoro? Quando
dal prima al dopo. pag. 14 z Santoro pag. 4 z una donna si spoglia e si stende sul letto, c’è bisogno
di fare altre domande? No. Ti togli la giacca, ti sfili la
camicia e la smetti di chiacchierare”.
16 giugno. Santoro, a Un giorno da pecora, dice che
PENSIONI x Il governo blocca quelle più basse e salva i privilegiati Telecom non può fare liberamente “campagna
acquisti” sennò “il governo potrebbe usare tutti i

Tremonti toglie
mezzi per sparare su Telecom”, in ogni caso “la
se stessa, come ringhiano i leghisti per mo-
possibilità che io vada a La7 è del 100% se le loro
tivare i propri egoismi sociali, ma di una vo-
intenzioni fossero buone, concrete e rispettose delle
racità che non conosce patrie: anche lì un nostre prerogative. Bisogna soltanto aspettare”.
accordo è stato fatto e qualcuno ha mangiato 23 giugno, Ansa ore 13.36. Stella presenta il nuovo
tutto quel che doveva mangiare. I rifiuti per
strada sono gli scarti di un pasto consumato
sguaiatamente a bocca aperta e mani unte.
Anche la manovra appena varata da Tremon-
ai poveri palinsesto e annuncia: “Con Santoro è stata già trovata
un’intesa di massima. Spero di uscire presto con
l’annuncio e di firmare il contratto”.
23 giugno, Ansa ore 20.07. TIMedia rettifica
ti si annuncia come un diversivo per non di-
sturbare le solite digestioni: minimi i prov-
vedimenti per i ricchi veri, nessuno contro i
privilegi dei politici, ma prelievi sui deboli
per dare ai ricchi l’annuncio di Stella: “Col dr. Santoro non è stato
ancora trovato un accordo”.
28 giugno. Prima bozza della manovra finanziaria: chi
(Telecom) possiede la rete telefonica per la banda
larga dovrà renderla “aperta” ai concorrenti,
con il ticket sanitario e ancora salassi a co-
muni e regioni, costretti a tagliare a loro volta La manovra doveva chiedere potenziarla a spese proprie e dividerne la proprietà
con la Cassa depositi e prestiti (cioè con lo Stato).
sui servizi ai cittadini. Anche lì un accordo è un contributo di solidarietà ai 30 giugno, Ansa ore 13.32. “TIMedia ha interrotto le
stato fatto: chi pasteggiava a champagne da superpensionati, invece colpisce chi trattative con Santoro per ‘inconciliabili posizioni
questa manovra non ha nulla da temere. Qua- riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore
le piatto difendono i manganelli in Val di Su- prende più di 1.400 euro Cannavò pag. 8 z
ed editore’”. Il titolo perde il 3%. Cambia la
sa? Chi divora le risorse che finanziaria: Telecom conserva la rete e, per
vengono ancora sottratte alla potenziarla, potrà attingere a “risorse pubbliche”.
scuola? Quale bocca sbrana i n stupro di verità Santoro parla di “gigantesco conflitto d’interessi”, ma
contributi senza ritorno dei
precari e il prezzo dei diritti
INEQUILIBRIO xIv edizione Strauss-Kahn, è pressoché l’unico. Il conflitto d’interessi è diventato
una norma costituzionale occulta, un tabù che non
1-10 luglio 2011
dei lavoratori ceduti agli in- festival Castiglioncello
della nuova scena Rosignano
più maschilismo
Solvay
solo non va risolto, ma neppure nominato (anche noi
Castellina Marittima ci adeguiamo nel titolo). Dall’archivio Ansa
dustriali in nome della “ripre-
sa”? Persino agli operai delle
tra teatro Guardistallo
e danza Castagneto Carducci che garantismo dell’ultimo mese risultano aver parlato di “conf litto
Artimbanco AttoDue Babilonia Teatri Michele Bandini Vitaliano, Zunini pag. 10-11z d’interessi/e” sul caso Santoro solo quattro politici:
fabbrichette si è riusciti a far David Batignani Beat 72 Stefano Bollani e David Riondino
Cà luogo d’arte Massimiliano Civica Collettivo Cinetico Vita e Giulietti del Pd, Orlando e Pardi di Idv (più il
credere che licenziando le Veronica Cruciani Disorienta Egumteatro Simone Faloppa
Matteo Fantoni Fosca Gli Omini gruppo nanou pdl Butti per negarlo). Bersani e Vendola non
donne il loro posto sarà assi- I Sacchi di Sabbia Kinkaleri La Macana lacasadargilla

curato; infatti non hanno

scioperato per difenderle. Al-
la scuola del trogolo anche i
cani bastonati si convincono
di dover agire da maiali.
Le Supplici Malebolge Peppino Mazzotta MK
Michela Minguzzi Nerval Teatro Officine Dioniso
Orchestrina Gli Amanti del Taglio e Cucito + Bobo Rondelli
Piccoli Principi public in private Punta Corsara
CATTIVERIE pervenuti: si limitano a criticare la scelta della Rai, poi
però zitti sul seguito. Bersani, superando a fatica lo
Schola Cantorum Virgilio Sieni Teatro dell’Elce
Teatro Gioco Vita Teatro Sotterraneo Secondo Bossi “la Brianza è choc per le dimissioni di Vasco Rossi da rockstar,
info Armunia:
piena di mafia”. Non sostiene anzi che “Berlusconi non so se ci guadagnerà
Castello Pasquini, Piazza della Vittoria, Castiglioncello (LI)
tel. 0586.754202 / 759021 www.armunia.eu esageriamo, è solo un villone perché Santoro tanto risbucherà”. Bravo merlo, hai
(www.spinoza.it) All’interno pag. I - VIII z capito tutto.
pagina 2
Murdoch e Mediaset
litigano di nuovo:
Sky rompe il contratto
PER B. LA MUSICA È FINITA
E GLI AMICI SE NE VANNO
Mediaset, Mondadori e Mediolanum
segnano un pesante passivo in Borsa
A breve la sentenza sul Lodo Mondadori
di Vittorio Malagutti
Milano
ilvio Berlusconi ha per-
S so per strada 800 mi-
lioni di euro. Li ha persi
in tre mesi: da aprile a
oggi. Un periodo complica-
to per il premier. Il caso Ru-
by che arriva in tribunale, la
batosta elettorale, lo schiaf-
fone dei referendum e il go-
verno più pericolante che
mai nonostante gli Scilipoti
di turno. I mercati finanzia-
ri, come spesso accade, fiu-
tano il pericolo e si regola-
no di conseguenza. I grandi
investitori prendono le di-
stanze dal Cavaliere. Anzi,
se possono lo scaricano
proprio. E così, in Borsa, le
aziende targate Fininvest
hanno perso quota.
MEDIASET è calata del 28
per cento da aprile. Monda-
dori si è ristretta del 14 per
cento e Mediolanum del 16
circa. I tre titoli in questione
sono andati molto peggio
dell'indice generale del listi-
no borsistico, che nello stes-
so periodo ha fatto segnare
un arretramento del 6,6 per
cento. Tutti questi ribassi
hanno avuto un effetto con-
creto sul portafoglio del ca-
po del governo. Le sue par-
tecipazioni personali nelle
tre società del gruppo ades-
so valgono 2,6 miliardi con-
tro i 3,4 miliardi di aprile.
Fanno 800 milioni in meno,
una perdita secca del 23 per
Ha mollato perfino don Verzé
L’AMICO DEL SAN RAFFAELE ABBANDONATO AL SUO DESTINO, LO SALVA (FORSE) IL VATICANO
nche questo è un segno dei
Aabbandonato
tempi: Silvio Berlusconi ha
don Luigi Verzé,
91 anni, il prete-medico che
gli aveva promesso di lavorare
per allungare la vita media fi-
no a 120 anni e che aveva of-
ferto alla giovane Barbara Ber-
lusconi un posto da docente
prima ancora che si fosse lau-
reata. La Fondazione San Raf-
faele, che controlla il gruppo
ospedaliero omonimo, ha
chiuso un bilancio in rosso di
80 milioni e con quasi un mi-
liardo di debiti, soltanto i for-
nitori reclamano 480 milioni
e hanno iniziato a mandare
lettere ingiuntive. C’è perfino
la Procura di Milano che sta
indagando per capire come si
è formato il buco, visto che il
fatturato del gruppo deriva in
buona parte dai soldi delle
“D
inadempimenti contrattuali di Rti”. Il
comunicato è secco, i formali rapporti di
buon vicinato sono irrimediabilmente saltati,
le famiglie Berlusconi e Murdoch si accusano
reciprocamente di non aver fatto il proprio
cento in soli tre mesi, men-
tre un Berlusconi sempre
più affannato tentava di sal-
vare quel che resta della sua
leadership.
Non è una catastrofe, certo.
Un recupero è sempre pos-
sibile. Inoltre, aziende come
Mediaset o Mondadori van-
tano bilanci solidi e chiude-
ranno comunque il bilancio
con utili importanti. Il baro-
metro della Borsa, però, se-
gna tempo brutto. E il segna-
le non va sottovalutato. L’in-
certezza sul futuro del pre-
mier preoccupa i mercati.
Parafrasando la recente co-
pertina dell'Economist, setti-
manale di riferimento per i
grandi investitori internazio-
nali, si può dire che “L'uomo
che ha fottuto un intero Pae-
se” rischia di perdere la sua
presa sul governo. E i gestori
dei fondi, da Wall Street a
Londra, temono che le
aziende Fininvest vengano
contagiate dalla debolezza
In tre mesi
i mercati
svalutano
l’impero di 800
milioni, alla Cir
dovrà darne
almeno 500
convenzioni con la Regione
Lombardia.
In vista del consiglio di am-
ministrazione del 30 giugno,
Berlusconi aveva provato a
dare una mano all’amico (nel
cui ospedale si era rifugiato
dopo il trauma della statuetta
in faccia, a dicembre 2009). Il
Don Luigi Verzè (FOTO ANSA)
a oggi Mediaset Plus non
è più distribuito da Sky a
causa di gravi
politica del loro azionista.
Come se non bastasse, Ber-
lusconi deve guardarsi le
spalle anche sulla scena del-
la finanza nazionale. Ad apri-
le, con la clamorosa disfatta
di Cesare Geronzi, costretto
a lasciare (dopo solo un an-
no) la presidenza delle Ge-
nerali, è venuto a mancare
un punto di riferimento tra-
dizionale per il Cavaliere. E
non è ancora finita. C'è gran-
de attesa per il rinnovo del
patto di sindacato di Medio-
banca, in autunno. E qui gli
amici del premier come Sal-
vatore Ligresti, di fatto com-
missariato da Unicredit, e i
soci francesi come Vincent
Bolloré, sembrano ridotti
sulla difensiva.
BERLUSCONI, ovvia-
mente, si rende conto della
situazione e questo non fa
altro che aumentare il suo
nervosismo. Lo dimostrano
uscite come quella di un
paio di settimane fa, quando
con l'aria della vittima sacri-
ficale si chiedeva dove
avrebbe trovato i soldi per
far fronte a un'eventuale
sentenza sfavorevole sul lo-
do Mondadori. Per male che
vada, il conto finale da pa-
gare alla Cir di Carlo De Be-
nedetti sarà di 750 milioni,
una somma sicuramente alla
portata della Fininvest. An-
che in questo caso, quindi,
non c'è nessuna catastrofe
in vista, ma la vicenda della
casa editrice resta comun-
premier ha quindi affidato la
pratica a Bruno Ermolli, il su-
perconsulente che ha curato i
dossier berlusconiani più de-
licati, incluso perfino quello
di Alitalia. Ermolli doveva tro-
vare il modo di aiutare don
Verzé tramite la Molmed, so-
cietà quotata di cui il primo
socio è la Fininvest e il secon-
do il San Raffaele. Per ora
niente di fatto, e l’unico risul-
tato dell’azione di Ermolli è
stato complicare un po’ il ten-
tativo dell’altro principale im-
prenditore della sanità lom-
barda, Giuseppe Rotelli,
pronto a salvare il San Raffae-
le con 250 milioni previo ac-
cordo sulla ristrutturazione
del debito. Ora il prete-scien-
ziato pare possa sperare sol-
tanto nel Vaticano che ha ma-
nifestato “vivo interesse”,
IL CROLLO DELL’IMPERO
dovere. Spiegano gli australiani: “Mediaset programma di appeal equivalente già
Plus era nato per riproporre su Sky il meglio disponibile per altre reti Mediaset (come
della programmazione di Canale5, Italia1 e Extra e La5). Questi programmi non sono mai
Rete4. Il contratto con Rti prevedeva che stati inclusi su Mediaset Plus”. Aggiunge l’ad
all'interno del palinsesto fossero inseriti Tom Mockridge: “Stupisce che il gruppo
programmi particolarmente graditi al pubblico Mediaset rinunci a una platea televisiva di
come Chi vuol essere milionario, La Corrida, oltre 13 milioni di italiani che accedono ai
Striscia la notizia, Paperissima, Zelig e ogni altro programmi Sky, dopo aver già rifiutato di
que una di quelle che ha
contribuito ad amplificare il
tice di famiglia tra Berlusco-
ni e i figli convocato a fine
re del gruppo e dai suoi cin-
que eredi: Marina e Pier Sil-
clima d'incertezza sui mer-
cati. Senza contare che alla
maggio sia servito proprio a
concordare una nuova stra-
vio, nati dal primo matrimo-
nio, e poi Barbara, Eleonora
Corte europea di Giustizia di
Lussemburgo pende un'al-
tegia di gruppo per far fron-
te a un futuro prossimo ric-
e Luigi, figli di Veronica La-
rio.
tra vecchia vertenza di carat- co di incognite. I motivi del-
tere fiscale, sempre sulla la riunione a Palazzo Grazio- NIENTE DIVIDENDI,
Mondadori, che in teoria po- li sono rimasti riservati. Di lì quindi. Una decisione per
trebbe risolversi con un al- a un mese, però, la Fininvest certi aspetti sorprendente.
tro salasso di 300 milioni per ha annunciato che non di- L’ultima volta che i Berlusco-
la holding del Cavaliere. stribuirà dividendi ai propri ni erano rimasti a secco ri-
Tra gli osservatori c'è chi so- azionisti. E cioè le sette hol- sale al 2002. Da allora bilan-
stiene che l'improvviso ver- ding controllate dal fondato- ci più che floridi e utili di
ESTATE PUGLIESE
CARLUCCI A GOLA SECCA
a star perde la voce, Gabriella Carlucci perde la
pronto a dare un sostegno an-
che per evitare la nascita di un
quasi monopolio lombardo in
L faccia. Difficilmente il sindaco di Margherita di
Savoia potrà dimenticare la magra figura rimediata
mano a Rotelli. Si capirà in nel borsino della movida estiva pugliese. Il motivo?
fretta quale sarà il destino del Agli annunci trionfanti dell’arrivo in città di fior di
San Raffaele, per ora la notizia artisti (Negramaro, Francesco Renga e Duran
è che il Cavaliere sembra ras- Duran), sono seguite puntuali le defezioni degli
segnato a fare da spettatore a
questa ultima prova di don ospiti. All’inizio è toccato ai Negramaro, che, invitati
Verzé che finora ha cercato di per ritirare un premio, hanno scoperto che invece li
opporsi in ogni modo alla per- attendeva un palco. Impossibile: il loro tour inizia a
dita di controllo sull’impero ottobre, invito della Carlucci rispedito al mittente.
sanitario creato negli ultimi Kafkiana la vicenda del concerto di Renga, in
cinquant’anni. programma venerdì scorso. A spegnere gli
Don Verzé è uno che non ac- entusiasmi, l’agenzia che cura i movimenti del
cetta limiti. A chi gli chiede
guarigione dalla malattia ri- cantante: l’unica data estiva in regione è prevista a
sponde: “Oggi non te lo posso Brindisi, di Margherita non ne sapevano nulla… E
garantire, ma quando sarò vabbè, avranno pensato in città, tanto il pezzo forte
morto, se verrai a trovarmi sono i Duran Duran! Non l’avessero mai detto: tour
sulla tomba, il mio Signore ti cancellato per i problemi alle corde vocali del leader
guarirà”. Almeno per i bilan- Simon Le Bon. Pierluigi Giordano Cardone
ci, per ora, di miracoli se ne
sono però visti pochi.

accogliere le nostre campagne pubblicitarie
sulle proprie reti, rinunciando ai relativi
proventi”.
Risponde piccato l’omologo Rti, Marco
Giordani, annunciando causa per risarcimento
danni: “Sorprende che Sky si inventi una
presunta inadempienza solo dopo tre anni di
contratto e guarda caso dopo aver ricevuto
750 MLN
IL RISARCIMENTO
ALLA CIR PER IL
LODO MONDADORI
IN PRIMO GRADO
conseguenza. Con ricchi
premi ai soci. Dal 2008 al
2010, per dire, Silvio e fami-
glia si sono spartiti almeno
200 milioni all’anno. Adesso
la musica è cambiata. Per ef-
fetto del calo dei profitti del-
le principali controllate
(Mediaset e Mondadori) gli
utili della Fininvest spa si so-
no ridotti dai 217 milioni del
2009 agli 86 milioni dell'an-
no scorso. Un risultato co-
munque positivo, tale da
INCHIESTE, GALERA E SOLDI
FEDE, MORA, BISI & C: COMPAGNI DI GUAI (CONTINUI)
di Chiara Paolin
a dove trovo i soldi se i
“M giudici mi condanne-
ranno per Mondadori?”. Stra-
no discorso da fare a un fune-
rale, giorno memorabile nel-
l'agenda del declino: 15 giu-
gno 2011, Milano, esequie del
senatore Pdl Romano Co-
mincioli. È lì che Berlusconi
ha visto in faccia l'inizio della
fine. Dopo la batosta di ammi-
nistrative e referendum, il de-
stino lo ha invitato nella più
antica e intima chiesa della cit-
tà, Sant'Ambrogio, per dire
addio al suo ex compagno di
liceo, uno tra i primissimi a se-
guirlo passo passo da Edil-
nord, Publitalia e Forza Italia,
dai business immobiliari ai
contatti con Flavio Carboni,
appoggiando pure i furbetti
una nostra ingiunzione a causa degli
insufficienti pagamenti di Sky. Peraltro alcuni
dei programmi di cui si lamenta l'assenza erano
espressamente esclusi dall'accordo. Quanto ai
13 milioni di spettatori, tutti possono vedere le
nostre reti gratuitamente ovunque. Infine
Mockridge dimentica che è stata proprio Sky a
rifiutare la nostra proposta di reciprocità
-28%
Illustrazione di Marilena Nardi
consentire, volendo, la di-
stribuzione di un dividendo,
anche se ridotto rispetto al
recente passato.
Invece no, cedola rinviata.
Incombe la sentenza sul lo-
do Mondadori. E allora è me-
glio tenere risorse in cassa.
Poco male, le holding per-
sonali di Berlusconi e figli di-
spongono di riserve per cen-
tinaia di milioni. Per le pic-
cole spese dovrebbero ba-
stare.
dell'Antonveneta per giunge-
re, ormai stremato, fino alla
moderna P3. Poi, la morte al
San Raffaele di Don Verzè, e
Silvio che davanti alla basilica
chiede incredulo agli amici di
gioventù: lui se n’è andato, ma
io che posso fare se tutto crol-
la?
IL PROBLEMA è che i pala-
dini intorno al premier, i fedeli
della prima ora, ormai sono a
pezzi. Elementi storici e valo-
rosi come Cesare Previti e
Marcello Dell'Utri archiviati
sotto una montagna di proces-
si, condanne, episodi salaci.
Fattacci che, cerimonie a par-
te, disegnano un piccolo mon-
do antico. Come quell'accusa
per appropriazione indebita
che il Comincioli buonanima
si beccò assieme a Dell'Utri
NEGLI ULTIMI
TRE MESI
IL CROLLO DI
MEDIASET IN BORSA
Geronzi & Ligresti, finanza
ai tempi dei Caimano
SI INCRINA IL BLOCCO DI POTERE: UNO RISCHIA
LA GALERA PER IL CRAC DELLA CIRIO, L’ALTRO DI FALLIRE
di Stefano Feltri
a sentenza di primo gra-
L do per Cesare Geron-
zi arriverà domani: i pm
hanno chiesto 8 anni
per il suo ruolo nel crac Cirio.
Per Salvatore Ligresti la
sentenza arriva tutti i giorni,
quella della Borsa, dove la sua
Fondiaria Sai è reduce da me-
si di ribassi come le altre so-
cietà del gruppo, la Milano
Assicurazioni e la holding
Premafin, durante un aumen-
to di capitale (leggi: salvatag-
gio) che sta scatenando la
speculazione sul titolo.
I due pilastri del berlusconi-
smo finanziario, le sponde su
cui ha potuto contare il Cava-
liere nel cosiddetto salotto
buono milanese sembrano
crollate definitivamente. Ge-
ronzi è l’uomo che, da presi-
dente, ha aperto le porte del
consiglio di amministrazione
di Mediobanca a Marina
Berlusconi (azionista trami-
te Fininvest) e che, anche da
presidente delle Assicurazio-
ni Generali, si è sempre speso
per la stabilità del “sistema”,
perno di operazioni delicatis-
per aver sottratto alle casse di
Publitalia 721 milioni di lire.
Prescrizioni e archiviazioni so-
no già polvere spessa su quelle
storie anni Novanta, ma i Due-
mila non sono stati poi molto
più fortunati. Il mito di Guido
Bertolaso è durato lo spazio
di un'emergenza prolungata,
costosissima, con finale – an-
cora una volta – tragicamente
giudiziario. Gianni Letta, sag-
gio ed elegante, si è schiantato
sotto il peso delle contraddi-
zioni di governo per dissolver-
si nella rete appiccicosa di
Luigi Bisignani. Il consigliere
anziano del premier ha smor-
zato i toni, ha definito Gigi un
tipo che “spesso dice più di
quel che sa”, insomma un mez-
zo ciarlatano che però fu pun-
tuale nell'informarlo su come
procedessero le indagini a suo
IL CROLLO DELL’IMPERO
pubblicitaria: spot loro su Mediaset, spot nostri
su Sky”. Insomma, fine delle cortesie digitali, e
dell’obolo Sky per programmi che,
effettivamente, il pubblico può vedere altrove.
Del resto, quando in casa del vicino le cose
non vanno bene, c'è sempre chi è pronto ad
approfittarne.
-14%
ANDAMENTO DEL
PREZZO DEL TITOLO
NEGLI ULTIMI
TRE MESI
sime come la ricerca di un
nuovo assetto proprietario
per Telecom Italia nel 2007 e
per la direzione del Corriere
della Sera, nel 2009. Ora Ge-
ronzi è disoccupato, confor-
tato soltanto da una buonu-
scita da 16 milioni di euro
(dalle Generali) e dalle voci
diffuse – da lui, maligna qual-
cuno – che lo vogliono ora
potenziale ministro dell’Eco-
nomia, ora presidente di
qualche grande ente pubbli-
co.
Ligresti è appeso a un aumen-
to di capitale da 800 milioni
di euro (450 per Fonsai, 350
per la Milano), con Unicredit
che per salvare i suoi ingenti
crediti acquisirà una quota
del 6,6 per cento in Fonsai pa-
gando 170 milioni, compran-
do da Premafin i diritti a par-
tecipare all’aumento 11 euro
anziché 2. Un gran regalo a Li-
gresti, insomma, che nel frat-
tempo finisce sui giornali an-
che perché si scopre per le
singolarità che emergono dai
bilanci e dai prospetti degli
aumenti di capitale delle sue
società. Tra il 2008 e il 2011,
per esempio, il costruttore-fi-
carico sulla vicenda Chioraz-
zo. Più in generale, il sistema
Bisignani teneva insieme un
ricco sottobosco dove anche i
più giovani virgulti berlusco-
niani cercavano di metter radi-
ce.
COME DANIELA Santan-
chè o Mara Carfagna (prima)
e Mariastella Gelmini o Ste-
fania Prestigiacomo (poi), le
belle aiutanti di governo rive-
latesi presto acide nei giudizi e
ingrate negli apparentamenti.
Tutte in cerca di visibilità, af-
fari e gloria, tutte già stanche
di galanti bigliettini e collane
perché già convinte di poter la-
sciare il nido, e magari bruciar-
lo, per volare da sole nel gran-
de cielo della politica italiana.
Se persino Emilio Fede, no-
me e cognome da predestina-
Ch.Paol.
-16%
L’ANDAMENTO DELLE AZIONI
IN QUESTI TRE MESI
Cesare Geronzi, 76 anni, e Salvatore Ligresti, 79 anni (FOTO ANSA)
nanziere ha incassato 21,5
milioni di euro in consulenze
da Fonsai, una società di cui è
presidente onorario e azioni-
sta di controllo. E non è pro-
prio cosa frequente che un
azionista si arricchisca trami-
te consulenze anziché con i
dividendi, tanto più mentre
l’azienda crolla.
Perché Ligresti è tanto impor-
tante per Berlusconi? Oltre
agli storici legami con tutta la
galassia attorno al Partito so-
Lele Mora (FOTO LAPRESSE)
to in quanto uomo cortese e
fedele, pare aver fatto la cresta
sui soldini destinati da Berlu-
sconi a Lele Mora, organizza-
tore delle bunga nights finito pu-
re lui al gabbio, è segno eviden-
te che lo stile del gruppo è ri-
masto sempre lo stesso. Che lo
scherzo di prendere e dare sol-
di in quantità è una costante.
Ma ora il gioco ora si è rotto.
“Silvio è un uomo solo” dico-
no in tanti. Stavolta è più vero
che mai, e un Angelino (Alfa-
no) non basterà a riportarlo in
quota.
Domenica 3 luglio 2011
Murdoch Editore,
imprenditore e
produttore televisivo
australiano: è il
numero uno di Sky
cialista prima e con Forza Ita-
lia (e Pdl) poi, Ligresti era as-
sieme a Geronzi uno dei ga-
ranti dell’equilibrio dentro
Mediobanca, la banca d’affari
milanese che è il perno del ca-
pitalismo di relazione italia-
no, che può dire la sua su tut-
te le partite che contano, dal-
la Telecom a Rcs alle Generali
e tutto quello che ne discen-
de.
Ma adesso anche questa sta-
gione si sta chiudendo. Pro-
prio da Mediobanca, con i
due capi azienda Renato Pa-
gliaro e Alberto Nagel (ap-
poggiandosi a Diego Della
Valle) è partita la guerra a Ge-
ronzi, chiusa con la sua disfat-
ta e le dimissioni da presiden-
te delle Generali in aprile. Il
ribaltone nel gruppo di Trie-
ste ha incrinato a onte i rap-
porti nell’azionariato del
controllore, cioè Medioban-
ca, dove i soci francesi guidati
dal (ex?) geronziano Vincent
Bolloré (hanno il 10 per cen-
to circa, contro il 2 di Berlu-
sconi) non hanno ancora
chiarito bene cosa intendono
fare quando a settembre si
potranno comunicare le di-
sdette dal patto di sindacato
che controlla il 44 per cento
della banca. Dieter Rampl,
il presidente di Unicredit che
è prima azionista di Medio-
banca (con l’8,7 per cento),
ha già fatto capire che molte
cose dovranno cambiare. Ed
è assai difficile che possano
evolversi in modo favorevole
a Silvio Berlusconi e ai suoi
ormai ex sodali finanziari.
pagina 4 Domenica 3 luglio 2011

I
REGIME

eri il Fatto ha svelato un retroscena della
La norma-avvertimento rottura della trattativa tra Michele
Santoro e La7. Anche se i vertici
Telecom smentiscono di essere stati
dell’esecutivo condizionati dalla manovra economica, il Fatto ha
svelato che per due giorni – da martedì a
giovedì, esattamente durante gli ultimi incontri
all’azienda telefonica di Santoro con l’ad di Timedia, Stella – il governo
aveva inserito nel decreto una norma che minava
il bene più prezioso per la multinazionale
telefonica, ovvero la rete di trasmissione. Il
governo voleva liberalizzare l’accesso a Internet
caricando su Telecom tutte le speranze e le
ambizioni dei suoi concorrenti. Giovedì,
annunciata la fine della trattativa tra Santoro e
La7, la norma scompare miracolosamente.

SANTORO: “CARO MENTANA, IO E TE

SIAMO DIVERSAMENTE LIBERI”
Le pressioni del governo hanno legato le mani a La7
Enrico Mentana (FOTO ANSA)

di Michele Santoro tà dell’editore di esercitare, avere il diritto di determi- RICATTI rity Pirelli Giuliano Tavaroli or-
come prevede la legge, il nare il contenuto dei miei ganizzava per Tronchetti il giro
ome è noto, Enrico controllo su ciò che va in contratti con la stessa auto- delle sette chiese della politica

C Mentana non si è mai

incatenato per la liber-
tà di informazione. An-
che quando aveva promes-
so di farlo. Pur nutrendo nei
onda ricevendo tutte le in-
formazioni necessarie. Sic-
come sono tutti impegni
scritti, difficilmente potran-
no essere contraddetti.
nomia senza dover subìre
l’aggiunta delle sue note a
margine. E, anche se nessu-
no dei quattro annunciati
macachi è arrivato (e mi
COSÌ PALAZZO CHIGI
PUÒ TENERE TELECOM
romana.
E dunque, cos'ha da temere Te-
lecom dalla politica? Nel settem-
bre del 2006 Tronchetti Provera
si dimise clamorosamente dalla
suoi confronti una enorme Inoltre Mentana dovrebbe sembra improbabile, a que- carica di presidente accusando
stima professionale, ritengo
che abbiamo nei confronti
del potere (economico, po-
ben sapere che il potere di
controllo dell’editore avvie-
ne attraverso il direttore di
ste condizioni, l’arrivo di
Milena Gabanelli), gli augu-
ro di cuore di poter conti-
SOTTO SCACCO il governo Prodi di aver architet-
tato un piano per "espropriare"
la società telefonica della rete,
litico ed editoriale) atteggia- rete e si manifesta (o si do- nuare il suo straordinario la- nazionalizzandola in cambio di
menti molto distanti. Il che vrebbe manifestare) nel pie- voro del quale sarò accanito di Giorgio Meletti zioni, istituita nel 1997 dal go- denaro con cui Telecom potes-
ci rende diversamente libe- no rispetto della discrezio- tifoso. verno Prodi con la cosiddetta se ridurre l'ingente debito. Era il
ri. nalità e della libertà dell’au- Infine concordo con lui sul iamo come ciclisti pronti a legge Maccanico. L'idea che Te- famoso piano Rovati, dal nome
Tuttavia le sue dichiarazioni
fanno intendere che io avrei
tore. Dunque, al contrario
di quanto da lui affermato, il
fatto che domani la sua Rete
non sarebbe stata più libera
“S partire, che guardano
avanti, ma trattenuti per il sel-
lecom possa essere chiamata a
rendere conto ai tavoli "informa-
di Angelo, consigliere di Roma-
no Prodi a Palazzo Chigi, ma an-
richiesto all’editore una li- problema di Timedia non è se ci avesse lavorato Santo- lino”. Solo pochi giorni fa Fran- li" della politica dell'eventuale che, si è poi scoperto, in ottimi
bertà illimitata e irresponsa- stato quello di assumersi la ro. Ma, per il fatto che non co Bernabè, numero uno di Te- ingaggio di un Michele Santoro rapporti con "mister P4" Luigi
bile. Siccome non è così, responsabilità di ciò che an- ha potuto permettersi di in- lecom Italia, ha sintetizzato in nella sua tv, La7, non è dunque Bisignani. Cambiati governo,
non capisco per quale ra- dava in onda, ma proprio gaggiarlo per le pressioni questo modo il suo stato d'ani- per niente dietrologica. Basta proprietà e management, la sto-
gione egli voglia assumere il quello di non assumersela esercitate dal governo, oggi mo. Il manager di Vipiteno si di- guardare i fatti. Bernabè ha im- ria si ripete. Bernabè ha messo a
ruolo di chi nasconde o vela perfino dal punto di vista le- è meno libera di sicuro. chiara pronto a investire 9 mi- parato a fare i conti con la po- verbale lo scorso autunno, da-
con le sue interpretazioni il gale, riservandosi di inter- litica fin da giovane, quan- vanti al procuratore aggiunto di
conflitto d’interessi. La ve- ferire nell’esercizio del- do entrò all'Eni, società Roma Giancarlo Capaldo, di
rità è che io mi sono impe-
gnato a rispettare le regole e
l’attività giornalistica,
che è autonoma per
La rete è l’ultimo pubblica, che scalò fino al
vertice. Nel 1998 fu il go-
aver subito fortissime pressioni,
soprattutto nel corso del 2010,
le norme esistenti, nonché
la linea editoriale di Time-
statuto e vede pre-
valere il diritto e il
bene sensibile verno di centrosinistra e
chiedergli di traslocare
per la cessione della rete.
La partita non è ancora chiusa.
dia, e che non ho messo in dovere di crona- dall'Eni alla Telecom, ben- Al centro di tutto c'è la realiz-
discussione la responsabili- ca. della multinazionale ché la società telefonica zazione della Next Generation
Siccome non co- fosse già privata. Pochi Network (Ngn) la rete a larga
nosco il contenu- Decisivo il ruolo mesi dopo l'esecutivo gui- banda del futuro, con 100 me-
to del contratto di dato da Massimo D'Alema gabytes di portata, in grado
Mentana e non ho dell’Autorità di garanzia giocò un ruolo decisivo cioè di sostituirsi alla rete tele-
partecipato in al- nel successo della scalata visiva via etere. Da un paio
cuna forma alla sua a Telecom di Roberto Co- d'anni Bernabè lamenta di es-
stesura, credo di liardi di euro da qui al 2013 sulla laninno, che estromise Berna- sere inchiodato dal governo
rete internet a larga banda, in- bè, relegandolo per otto anni al Berlusconi, in primo luogo dal
frastruttura decisiva per lo svi- settore privato vero e proprio. ministro dello Sviluppo econo-
Sfidanti luppo del Paese, e lamenta di es- Nel 2007 Bernabè è stato richia- mico Paolo Romani, a un "tavo-
A sinistra, sere tenuto a freno dalle inter- mato al vertice di Telecom Italia. lo" infinito per mettere d'ac-
l’intervista di ferenze politiche. Il ragiona- Nel frattempo era toccato a Mar- cordo i diversi operatori telefo-
Enrico Mentana mento potrebbe apparire stra- co Tronchetti Provera misurarsi nici sulla nuova rete. "Ritenia-
sul Fatto vagante. Telecom Italia è una con le pressioni politiche. Nel mo che la regolazione sia im-
Quotidiano in società totalmente privata e 2001, pochi mesi dopo l'acqui- portante. Però riteniamo che
edicola ieri. opera su un mercato liberalizza- sto di Telecom da parte della Pi- un Paese non possa fermare
Qui di fianco, to. Non è più monopolista e relli, il direttore del Tg La7 Nino tutto in attesa che si trovi la
Michele Santoro neppure, come molti continua- Rizzo Nervo, oggi consigliere quadra, come dicono i politi-
(FOTO EMBLEMA) no a credere, una concessiona- Rai, fu brutalmente silurato a so- ci", ha detto Bernabè il 9 giu-
ria. li due mesi dalla nomina perché gno scorso al Corriere della Se-
E dunque qual è il punto? Sem- i vertici del gruppo telefonico si ra. Se il governo punta in modo
plicemente, per la sua natura di dichiararono intimoriti dalle abbastanza trasparente a sot-
detentrice della rete telefonica, continue (a loro dire) telefonate trarre al controllo di Telecom
vero e proprio sistema nervoso di protesta per i contenuti del te- Italia la rete televisiva del futu-
della società, Telecom è sogget- legiornale del ministro delle Co- ro, gli strumenti di pressione,
ta su molte materie a un forte po- municazioni Maurizio Gasparri. su questo e altri terreni, non gli
tere regolatorio del governo e Nelle stesse settimane, abbiamo mancano. Il braccio operativo
dell'Authority per le comunica- poi scoperto, il capo della secu- più temuto da Telecom è l'Au-
thority per le comunicazioni. È
un organismo nominalmente
Agcom, sciopero della fame FURTI Svaligiato Bechis
indipendente, di fatto lottizza-
to: quattro membri alla mag-
gioranza, quattro all'opposi-
contro i partiti che lottizzano (di fronte casa Alemanno) zione, il presidente al governo
(l'attuale, Corrado Calabrò, fu
nominato dal governo Berlu-
Agcom sempre più nella bufera. Nei mesi sciopero dello scorso 14 luglio”. Nell’occasione l messaggio (su Facebook) porta la data di giovedì, alle sconi nel 2005). L'anno scorso
L’l’Autorità
scorsi, le intercettazioni del consigliere del-
Innocenzi che si impegnava al telefo-
i lavoratori avevano tenuto un sit-in di protesta
davanti alla Camera dove lo stesso giorno si te-
Iscrive
undici di sera. Franco Bechis, vicedirettore di Libero,
sconsolato: “Mi hanno svaligiato casa. Preso 2
uno dei membri, Giancarlo In-
nocenzi, fu costretto a dimet-
no con Berlusconi per far chiudere Annozero. Poi, neva la relazione del presidente Corrado Cala- computer, un I-pad e svuotato tutto quel che hanno tro- tersi dopo le rivelazioni dell'in-
in questi giorni, la protesta dei blogger che per la brò. I sindacati protestano contro “la scelta scel- vato”. Poi aggiunge con una vena di polemica: “Abito di chiesta di Trani che lo vedeva-
delibera in gestazione contro la pirateria digita- lerata di sottoporre l’ordinamento dell’Agcom fronte al sindaco, che ha la scorta..”. Il sindaco chi? Non no impegnato a prendere ordi-
le, parlano di “Bavaglio alla Rete” (il 5 luglio a al potere politico; contro la politica degli spre- sarà quel Gianni Alemanno che su “Roma sicura” ha co- ni da Berlusconi su come far
Roma, contro la delibera, andrà in scena La notte chi e delle retribuzioni ad personam; nonché con- struito un’intera campagna elettorale? Ebbene sì. Vabbè fuori Santoro dalla Rai. Ma è la
della Rete, anche in diretta streaming sul sito del tro il tentativo di spostare ulteriori funzioni dalla che decine di casi di cronaca (l’ultimo il giovane ridotto stessa Authority che regola i
Fatto). Ora anche tre dipendenti dell’autorità, sedi di Napoli alla sede di Roma”. I lavoratori in in fin di vita per una rissa a Monti) lo hanno già triste- complessi rapporti tra Tele-
Roberto Pompili, Angela Sabella e Ferdinando sciopero della fame annunciano che continue- mente smentito. Ma che proprio sotto casa sua dei ladri com e i suoi concorrenti per il
Crisafi, hanno intrapreso uno sciopero della fa- ranno a privarsi del cibo fino a quando l’Agcom possano svaligiare un appartamento senza che nemme- loro passaggio sulla rete dell'ex
me e si sono stabiliti presso la sala sindacale della non revocherà “le decisioni unilateralmente as- no la sua scorta se ne accorga, è il colmo dei colmi. monopolista: un intrico com-
sede dell’Autorità a Roma. I dipendenti sciope- sunte, a partire dalla delibera la quale ha annul- Bechis tre minuti dopo ha già perso le speranze: “L'I-pad prensibile solo agli addetti ai la-
rano per “l’irresponsabile comportamento te- lato tutti gli accordi sindacali”, e fino a quando è localizzato dal satellite. Adesso si muove a Borgata Fi- vori che definisce diritti e do-
nuto dall’autorità che, con arroganza e proter- non verrano revocati i procedimenti avviati nei nocchio.. una volante li cerca, ma non li trova”. veri di Telecom e il giusto pe-
via, continua ad ignorare le istanze di trasparen- confronti dei dipendenti sulla base “di interpre- daggio da far pagare ai concor-
za e di legittimità espresse dal personale con lo tazioni unilaterali di accordi sindacali”. renti.
Domenica 3 luglio 2011 pagina 5

U
PARTITI?

na questione di amore. Amore saffico,
Sgarbi, Saffo ma pur sempre amore. È questo che
teorizza Vittorio Sgarbi su Il Giornale di
ieri sotto il titolo: “Il bacio che piace a Saffo e fa
e l’amore inorridire Repubblica”. Per una settantina di righe il
critico si sofferma sulla requisitoria al processo che
vede alla sbarra per “il bordello” di Arcore Lele Mora,
Ruby-Minetti Emilio Fede e Nicole Minetti. Chiede: “Il Tribunale di
Milano è forse un tribunale religioso che assolve o nella “generosità”. Ora è da
condanna in base a una morale che non è la morale?”. capire perché la Minetti, dopo
Perché, annota Sgarbi, l’attrazione amorosa del bacio aver baciato Ruby per amore, la
tra la ragazza marocchina e la consigliera regionale molli, nella famosa notte
del Pdl in Lombardia, “non doveva essere della Questura, a una
spontaneo?”. Ecco, perché? Perché poi c’era prostituta brasiliana, e
qualcuno che a fine cena ha pagato lautamente le non convoli con lei
ospiti? Quello – dice Sgarbi – sarebbe da inquadrare verso un lieto fine.

IL NUOVO PDL

“ANGELINO LO SA
PRESIDENTE
Silvio
vio Berlusconi
Berluscon

UFFICIO O DI PRESIDENZA
PRESID

CHE SILVIO
34 dirigenti
nti del vertice del Pdl

SEGRETARIO
GRETARIO
ARIO NAZIONAL
NAZIONALE
NAZIO
Angelino
gelino Alfano

È INSOSTITUIBILE” COORDINATORI
ORDINATOR
Sandro
andro Bondi
Ignazio La Russa
Denis Verdini
La Santanchè si scopre alfaniana
La piramide Nell’organigramma del Popolo della libertà appare chiaro che a capo c’è il presidente Silvio
E boccia Tremonti e Scajola Berlusconi, sotto di lui un ufficio di presidenza composto da ben trentaquattro persone, e successivamente il
segretario del partito, che poi si raccorda con i tre coordinatori nazionali (Bondi, La Russa e Verdini)

di Luca Telese Adesso vanno in fumo le am- CORRENTI e battitori liberi

bizioni di premiership di Tre-

A
llora, onorevole Santan-
chè, il sovrano sta per ab-
dicare? “Ma che ha, è im-
pazzito, forse? Abbiamo
eletto un segretario politico. Ma
monti?
Sa che io parlo di politica, non di
persone.
Tremonti è una linea politica.
Il rigore.
La tribù
l’unico leader del Pdl era, è e ri-
mane Sil-vio Ber-lus-co-ni!”.
Daniela Santanchè è andata a
prendere il figlio che arrivava
dall’Inghilterra, poi lo ha porta-
Guardi, il rigore è giustissimo.
Ma noi abbiamo pagato perché
non siamo riusciti ad aiutare le
famiglie, gli imprenditori, gli ar-
tigiani, quelli che ci avevano vo-
delle “Libertà”
to in Versilia, poi è andata a fare tato. Se dire rigore significa sacri- di Sara Nicoli
la spesa al supermercato, con la ficare lo sviluppo...
gente che le chiedeva: “Ma è pro- Lei non parla di uomini, però ncoronato Angelino tra le lacrime di un Cavaliere in vena
prio lei?”. E lei che rispondeva:
“No, sono la mia domestica”. A
sentirla parlare, la pasionaria del
Pdl è felice come una Pasqua:
“Abbiamo sentito gli elettori, fat-
sta già criticando Tremonti.
Non solo lui.
Avete annunciato grandi tagli
ai costi della politica. Salvo
poi rimandarli alle calende
I di frasi definitive (“Adesso posso anche morire”) il caos
correntizio dentro il Pdl resta esattamente quello di pri-
ma. Insomma, non è successo proprio niente, è stata so-
lo una sceneggiata per togliere – solo formalmente – un po’
di potere agli ex triumviri (La Russa, Bondi e Verdini) che
to tesoro della sconfitta, adesso greche. comunque rimangono saldamente alla testa delle loro fazio-
ripartiamo: Bersani ha fatto ma- Lei mi conosce abbastanza per ni interne. Già, perché il bacino elettorale del Pdl è ancora
lissimo a insultare. Pensi ai suoi sapere che io con la politica ci pingue e chi vincerà la gara della successione (quella vera)
tangentari del Pd”. Insomma, Daniela Santanchè assieme a Silvio Berlusconi (FOTO ANSA) rimetto. Sarei per abolire le pro- potrà garantirsi di superare agevolmente anche la fine di Ber-
un’intervista che suona come un vince domani, personalmente. lusconi e del suo regno. In pole position per raccogliere l’e-
ruggito, soprattutto per Il Fatto: lissimo, un voto appassionato. Quindi non c’è il rischio di una Allora il Pdl ha scontentato redità del basso impero ci sono senz’altro i “bellissimi di Rete
“Non so perché ci parlo, con voi, Più che appassionato bulgaro. congiura di palazzo? pure lei? 4”, ovvero i quattro cavalieri di Liberamente, cioè Frattini,
dovrei solo sommergervi di que- Il 999 per mille è roba da co- Vi piacerebbe… Angelino, inve- La logica è stata quella di dare la Gelmini, la Carfagna e la Prestigiacomo; è il nucleo dei
rele per come avete spiattellato mitato centrale del Pcus. ce, è assolutamente leale. Un ra- tempo a chi aveva già contratto “giovani” che, uniti ad Alfano, rappresentano la punta di dia-
le mie intercettazioni…”. È quello che succede in tutti i gazzo intelligente, un grande mutui o impegni. mante del futuro del partito, guardati a vista però (e trala-
Onorevole Santanchè, in fon- partiti carismatici d’Europa. oratore. Ma è chiaro, e lo sa an- Poverini. Lo sa che Dagospia sciamo il tenore degli sguardi) dagli scajoliani. Che non son
do siamo il suo quotidiano Sono voti che segnano la fine che lui che Berlusconi è insosti- vi ha definito “il partito della pochi, una trentina di deputati affiliati alla fondazione Cri-
preferito. dell’era Berlusconi? tuibile. gnocca”? stoforo Colombo e capitanati dall’ex ministro “Sciaboletta”
Come no? Lo leggo sempre per Ma cosa dice? Berlusconi conta Chissà quanti ipocriti ci sono Bene. Scajola che quando si parla di fare la fronda può dare lezione
ultimo, così se devo farmi venire come prima più di prima. in quell’unanimità. Bene? a tutti: la vecchia scuola Dc insegna. Ecco perché i suoi sono
il mal di pancia... Ma allora perché nominare Lei dice? Meglio quello della gnocca che temuti soprattutto dagli ex aennini (La Russa, Gasparri,
Invece noi chiamiamo lei per un segretario? Sapevo che Scajola aveva an- della cozza, no? E poi io sono an- Alemanno e Matteoli, peraltro ulteriormente divisi al loro
sapere chi sono i vincitori e i Perché era il partito che aveva bi- nunciato opposizione, o no? tiplatoniana. interno) che vedono in Scajola un temibile outsider nel con-
vinti del Pdl... sogno di riprendere smalto in- (Ride) Io però la sua manina sol- Dice? trollo di alcuni feudi, in particolare quello toscano, al con-
Quali vinti? C’era un clima bel- torno a lui! levarsi per dire no non l’ho vista, Nel senso che non ritengo che il fine con la Liguria, dove Matteoli tenta da tempo fughe in
corpo sia la prigione dell’anima. avanti.
La bellezza è una fortuna, ma an- Il sottobosco è poi variegato. Nel mare magnum dei movi-
Il Fatto che un valore. mentisti sparsi si scorgono all’orizzonte i valducciani di Ma-
LECCA LECCA e il sottosegretario Ma lei è alfaniana? rio Valducci, agglomerati nei Club delle Libertà a cui fan-
Io, da sempre, ho un ottimo rap- no seguito i brambillini della rossa ministra animalista Mi-
Corriere virgiliano,
Alfano come Enea “ Non so
perchè parlo
porto con Angelino.
Quindi il candidato premier
dovrebbe essere lui?
Qui tutti si preoccupano di chi
deve fare il premier, io mi preoc-
chela Vittoria Brambilla, fondatrice dei Promotori delle
Libertà, fino all’immancabile Dell’Utri con i Circoli del
Buon Governo. Multiforme, dunque, questo neo “partito
degli onesti” dove, dopo Dell’Utri, marciano compatti gli ex
socialisti della prima ora, Cicchitto, Sacconi, Brunetta e
DAVVERO DURA LA VITA di Francesco Verderami, cantore ancora con voi: cupo di chi deve prendere i vo- Cazzola, amici anche di Tremonti (tranne Brunetta) che
innamorato del neosegretario del Pdl Angelino Alfano, già ti. però, com’è noto, gioca una partita da libero duettando in
Guardasigilli ad personam di B. Ieri sul Corriere della Sera, dovrei E intanto Bersani vi piazza solitaria direttamente con Napolitano. Al centro, poi, toc-
Verderami ha avuto l’ingrato compito di adornare con una battutaccia. cano palla da puri groupies del Presidente alcuni berlu-
drammatica serietà la scena comica dell’investitura sommergervi Se la poteva risparmiare. sconiani sciolti, come Crosetto, la Bertolini, la Santan-
plebiscitaria a capo della banda degli onesti. La sua prosa si è Alfano non è il segretario di chè, Cossiga, Malan, Stracquadanio e altri, sempre pronti
posata come la spuma canuta di un’onda sull’ultima spiaggia di querele Berlusconi? a scattare sull’attenti in caso di ordini superiori ma, di fatto,
del berlusconismo: “È un’operazione da equilibrista, ‘la vita è
una questione di centimetri’, ha ripetuto Alfano a se stesso
nella notte che ha preceduto il Consiglio nazionale, quando
ha preferito rivedere un film con Al Pacino nei panni di un
allenatore di football americano: Ogni maledetta domenica”.
eh eh, eh…
Lei fa sarcasmo.
”
Se volevano votare contro non
No. E se fossi Bersani mi preoc-
cuperei di quelli che raccattano
tangenti nel suo partito.
Però anche stavolta non ha ri-
sposto.
custodi delll’imperitura fiaccola del berlusconismo doc. Per
dire: se non ci fossero loro, a Milano avrebbero già preso il
potere i formigoniani, anche se la mise sfoggiata dal go-
vernatore lombardo al Consiglio Nazionale di venerdì scorso
(giacca nera lamè su camicia havaiana e jeans) avrebbe con-
La portata dello scoop deve avere avuto un riflesso inconscio glielo impediva nessuno. A Bersani? Ma Bersani dicendo sigliato a chiunque una riflessione prima di entrare a far par-
nel cantore di via Solferino perché poi scrive: “Pesa la mano No? queste cose si rivela un poveret- te del battaglione berlusconian-ciellino. È finita? E no. Se ci
del Cavaliere sulla spalla di Alfano, il primo a saperlo è Come lei sa, non c’è nessuno più to. Proprio lui… sono gli ex Psi non possono mancare gli ex Dc. Ecco, quindi,
proprio Berlusconi, convinto tuttavia che ‘il mio figlioccio’ liberale di Berlusconi. Lui ha vinto le primarie. entrare in pista Giancarlo Rotondi, con il suo drappello di
riuscirà a reggere lo sforzo”. Anche questa è un citazione di Veramente io non lo so. Dice? E allora come mai è com- uomini che ancora sognano il ritorno del grande centro con
Al Pacino. Dal ‘Padrino’: quando don Vito Corleone poggia la Allora glielo sto spiegando. missariato da Vendola, telegui- lo scudocrociato in bella vista e che sono il vero anello di
mano sulla spalla del figlio successore, Michael. Una scena Ma con questa mossa saliran- dato da D’Alema e minacciato da congiunzione tra il partito e il Vaticano; al resto ci pensa
perfetta per il partito degli onesti di Dell’Utri. Ma dove il no al potere i falchi come lei, Di Pietro. Sarà pure segretario, Gianni Letta. Infine i baraniani di Lucio Barani, ex nuovo
cantore supera se stesso è nell’incipit: Enea Alfano che si o le colombe? ma, poveretto, non ha deciso Psi, che però pare siano davvero pochi (forse addirittura c’è
carica sulle spalle il proprio padre politico Anchise A lei pare che Alfano sia stato una nemmeno un candidato sinda- solo Barani) ma anche lui si professa corrente interna capace
Berlusconi per fuggire dalla città assediata. Unico neo: colomba in questi anni? co. di sbaragliare l’indiscusso potere che, invece, detengono gli
perché Virgilio Verderami non ha citato il nome di Troia? Non si risponde a una doman- Addirittura? ex socialisti craxiani come Sacconi e Cicchitto, ma quando si
Perché? da con una domanda. Ma sono i fatti! Napoli, Milano. E tratta di addentare una fetta di quel che resta dell’elettorato
fd’e Allora diciamo che di certo non ogni giorno mettono dentro uno berlusconiano, nell’attuale Pdl non si guarda in faccia a nes-
vinceranno i piccioni. del Pd. Se è contento lui... suno. A costo di sfiorare – e ripetutamente – il ridicolo.
pagina 6 Domenica 3 luglio 2011

S
MALITALIA

ono diverse le stime di costo del
Due soluzioni progetto per la costruzione di un
termovalorizzatore a Napoli Est:
secondo un progetto presentato da Asia, la
a confronto: municipalizzata dei rifiuti, avrebbe un costo di
309 milioni, secondo la proposta avanzata dalla
Regione, 389 milioni. L’impianto, sarebbe in
tempi, costi e risultati grado di incenerire 450 mila tonnellate di rifiuti
(Napoli in realtà ne produce 550 mila) e avrebbe
oltretutto tempi di costruzione lunghi, stimati in
un periodo che va dai 3 ai 5 anni.
Il neo sindaco Luigi De Magistris, il suo vice
Tommaso Sodano e il presidente di Asia Raphael
Rossi, ritengono invece che il progetto da
realizzare sia quello di tre impianti di
compostaggio: ognuna delle strutture avrebbe
un costo di 15-20 milioni e potrebbero essere
costruiti in tempi brevi: un anno per il primo
impianto, 18 mesi per gli altri due. I tre impianti
consentirebbero di arrivare al 70% di raccolta
differenziata (oggi siamo poco sotto il 20) e
risparmiare i 6 milioni di euro che ogni anno si
spendono per portare fuori regione l’umido
raccolto nei quartieri dove già si differenzia.

L’INCENERITORE PADANO
Napoli, il governo vuole commissariare i rifiuti
Obiettivo: costruire il secondo mega-impianto
di Enrico Fierro tutte le battaglie per il centrode- pania, da realizzare in quello che ne l’onere di raccoglierla e portar- l’inceneritore una iattura per la compostaggio. Costi limitati
stra uscito con le ossa rotte dalle una volta era il cuore industriale di la all’inceneritore versando 98 eu- città e respingono al mittente lo (50-60 milioni), tempi di realizza-
l ministro Calderoli ora vuole elezioni comunali: commissaria- Napoli. Stiamo parlando di un af- ro a tonnellata, 43 in più di quanto

I
fare lo sceriffo a Napoli. Mi-
naccia di occuparsi lui di ri-
fiuti, da supercommissario.
Arriverà sotto il Vesuvio “armato”
e non “porgerà l’altra guancia”,
“vado lì e faccio i buchi, e faccio i
termovalorizzatori. E se non rie-
sco a farli tiro fuori il lanciafiam-
me e così libero le strade”. Arriva
Calderoli, uomo del Nord del fa-
re, come un guappo dei Quartieri
brucerà i rifiuti per strada, avve-
lenerà l’aria di diossina, ma chi se
ne frega: arriva l’uomo della Prov-
videnza. Buffonate leghiste? No.
Perché sull’emergenza napoleta-
na si sta consumando una duris-
sima lotta di interessi e potere, di
soldi e politica. In ballo ci sono le
centinaia di milioni di euro che la
monnezza produce. Sono appal-
ti, società e multinazionali in cam-
po, denari del grande business
dell’energia da incenerimento,
discariche da aprire, rifiuti da tra-
sportare in giro per l’Italia. E al-
lora, se il decreto del governo, in-
sufficiente, pilatesco, da rinvigo-
rire con altri provvedimenti, co-
me suggerisce il Capo dello Stato,
comincia a produrre qualche pic-
colissimo frutto (c’è la disponibi-
lità di alcune regioni ad accoglie-
re i rifiuti napoletani, la Liguria si
è impegnata per 20 mila tonnel-
late, mentre ieri le giacenze in cit-
tà erano ridotte a 1250 tonnella-
te), ecco spuntare l’ipotesi del
commissariamento. La madre di
re Provincia, Regione e Comune
di Napoli. Non sono in grado di
gestire il ciclo dei rifiuti? Se ne oc-
cupa il governo.
MA BASTA pronunciare la pa-
rola per far venire la pelle d’oca ai
napoletani. Commissari ai rifiuti
in Campania sono stati politici
(Rastrelli e Bassolino, governatori
di destra e di sinistra), prefetti, su-
perprefetti, fino al capo della Pro-
tezione civile, Guido Bertolaso.
Ognuno di loro ha ingolfato gli uf-
fici di sub commissari, consulen-
ti, tecnici, esperti, politici trom-
bati, avvocati amici, portaborse
elevati al rango di esperti. La pal-
ma d’oro spetta certamente ad
Antonio Bassolino, ma anche pre-
fetti, superprefetti e affini, lo di-
mostrano le varie inchieste della
magistratura napoletana, non so-
no stati da meno. Risultato: nel
2008 uno studio riservato di Palaz-
zo Chigi calcolò che l’emergenza
rifiuti a Napoli e le gestioni com-
missariali erano costate 1,4 miliar-
di di euro, oltre un punto del Pil
italiano. Una catastrofe che ha in-
grassato la camorra dei rifiuti,
aziende del Nord e politici spre-
giudicati con le mani in pasta nel
sistema dei consorzi. Commissa-
riare, quindi, ma perché? Che
obiettivo si vuole raggiungere? La
risposta a questa domanda è nel
grande business della costruzione
del secondo inceneritore in Cam-
fare che si aggira attorno ai 400 mi-
lioni di euro. Anche se sulle cifre
ci sono pareri discordi. L’Asia, l’a-
zienda municipalizzata napoleta-
na parla di un costo di 309 milioni,
la Regione di 389. Ma la parte più
grassa del business è nella gestio-
ne ventennale delle 550 mila ton-
nellate di rifiuti prodotti ogni an-
no dai napoletani. La società che
vincerà l’appalto sarà proprieta-
ria della monnezza partenopea
per i prossimi vent’anni. Al Comu-
si paga adesso per incenerire i ri-
fiuti ad Acerra.
IL GRANDE BINGO italiano
si arricchisce ancora con i soldi
che i gestori ricaveranno dalla
vendita di energia. Sul nuovo in-
ceneritore sono tutti d’accordo,
Berlusconi e la Lega, il governa-
tore della Campania Caldoro e la
ministra Prestigiacomo. Luigi De
Magistris e la sua giunta arancio-
ne assolutamente no. Giudicano
(FOTO ANSA)
slogan che l’impianto di Napoli
Est serve a superare l’emergenza.
Troppo lunghi i tempi di realizza-
zione, dai 3 ai 5 anni, troppo alti i
costi, sovradimensionato l’im-
pianto. Due calcoli: a pieno regi-
me Napoli Est dovrà bruciare ol-
tre 400 mila tonnellate di rifiuti
sui 550 mila prodotti ogni anno
dalla città di Napoli, se la raccolta
differenziata dal 20 passa al 50% ,
i gestori dovranno importare non
meno di 250 mila tonnellate di
monnezza per essere competiti-
De Magistris
invece chiede
tre impianti di
compostaggio
Costano meno
e si costruiscono
prima
vi, qualcosa come 20 mila ca-
mion all’anno che intaseranno le
strade napoletane. La “triade”
partenopea anti inceneritore (De
Magistris, il suo vice Sodano e il
presidente dell’Asia Raphael Ros-
si) propone come alternativa la
costruzione di tre impianti di
zione brevi, un anno per il primo
impianto, 18 mesi per gli altri
due. Obiettivo arrivare entro l’an-
no al 70% di raccolta differenziata
(oggi siamo poco sotto il 20), ri-
sparmiare i 6 milioni di euro che
ogni anno si spendono per por-
tare fuori regione (in Sicilia e Ve-
neto) l’umido raccolto nei quar-
tieri dove già si differenzia, ed av-
viare un nuovo ciclo. E a propo-
sito di tempi veloci: la gara per
l’inceneritore di Napoli Est è fer-
ma a causa del ricorso dell’Asia
che aveva presentato un proprio
progetto.
SE NE RIPARLERÀ il 15 ot-
tobre, nel frattempo delle 30 so-
cietà intenzionate a concorrere
ne sono rimaste in campo solo
due, la multinazionale francese
Veolia e la multiutility lombarda
(associa i Comuni di Milano, Ber-
gamo e Brescia) A2a. Stiamo par-
lando del terzo colosso energeti-
co italiano, praticamente il regno
di Lega, Pdl e Cl che hanno propri
uomini nel Cda e ai vertici dell’a-
zienda. È una battaglia durissima
quella che si sta combattendo a
Napoli. In campo due linee in-
conciliabili, differenziata e com-
postaggio contro incenerimen-
to, sul tavolo affari da centinaia di
milioni. Il ministro Calderoli fa lo
sceriffo, ma gli va riconosciuto il
pregio di rendere chiara l’inten-
zione del governo e delle lobby
della monnezza.

L’INTERVISTA Il sociologo Marco Revelli

“Questione morale a sinistra: vedo più pentiti nella mafia”

di Ferruccio Sansa del Pd? criminalità. tito che non ha una base culturale co- Ma torniamo all’inizio: che cosa
Ci sono gli episodi più esplicitamente È un male italiano? mune, è una somma di elementi che dovrebbero dire D’Alema e Ber-
è più omertà nella politi- scandalosi, come quelli rivelati dalle No, direi in tutto l’Occidente. per stare insieme devono cancellare sani sulle mazzette dei loro amici?

“C’ ca che nella mafia. Non

c’è uno che denunci la
corruzione, che si disso-
ci. E pensare che questa pratica e que-
sta tolleranza diffuse sono la princi-
pale ragione della resistenza di Ber-
lusconi”, sospira Marco Revelli, sto-
rico e sociologo autore di libri come
Controcanto e Sinistra destra, l’identità
smarrita.
Ecco, prima le inchieste sugli as-
sessori dalemiani pugliesi, oggi al-
tri amici di Massimo D’Alema che
ammettono mazzette. Ma il pre-
sidente del Pd non dovrebbe dire
qualcosa?
Ormai è una questione che va al di là
di D’Alema e investe tutto il Pd. Che
va oltre le responsabilità dei singoli.
Allora è vero che sono tutti ugua-
li, tutti come Berlusconi?
No, non esattamente. La differenza
quantitativa è chiara. Emerge, però,
una contiguità antropologica da par-
te di chi, invece, dovrebbe rappre-
sentare l’alternativa, anzi, l’antitesi al
berlusconismo. È una caratteristica
che ormai attraversa in filigrana tutto
il Pd. Ma se l’elettorato di Berlusconi
quasi condivide queste scelte, bé…
quello di centrosinistra no, non si ras-
segna.
Dove nasce la questione morale
inchieste. Quella che si potrebbe dire
la sindrome di Nenni, insomma di un
partito che è stato nella stanza dei
bottoni, che ha scoperto che la carne
è debole. Ma non basta: ci sono anche
comportamenti implicitamente
scandalosi….
Quali, per esempio?
Penso alle pratiche affaristiche delle
cooperative, nate con il fine sublime
di aiutare le classi deboli. Invece oggi
partecipano alla realizzazione della
Tav in conflitto con un popolo, a Sud
lavorano gomito a gomito con impre-
se in odore di mafia. Insomma, un
conflitto frontale con i valori delle
origini. Non ci sono soltanto i com-
portamenti di rilievo penale, ma an-
che implicazioni morali. E rivelano
un cambiamento antropologico pro-
fondo.
È nata la sinistra che fa affari?
C’è una commistione stretta tra po-
litica ed economia. Di più, c’è una cri-
si di autonomia della politica che por-
ta a dire: se non hai una banca non
conti niente….
Povero Fassino, quanto sconterà
quell’intercettazione (“Abbiamo
una banca”)…
La politica è stata assorbita dalla sfera
economica. Non solo: il capitalismo è
sempre più fortemente innervato di
In che cosa siamo diversi?
Per opporti devi essere anti-sistema.
Per farlo è necessaria una forte con-
sapevolezza di quello che sei. Ma se
abbiamo smarrito la coscienza di noi
stessi, allora vale la logica dell’utile.
Ma il Pd perché non reagisce agli
scandali?
C’è una totale mancanza di riprova-
zione. Da parte di tutti. A cominciare
dai compari di partito che tacciono.
Ci sono più pentiti nella criminalità
organizzata che nella politica. E poi
anche i media tacciono, giornali e te-
levisioni fanno quasi tutti riferimento
a poteri economici. E alla fine l’impu-
nità diventa legittimazione.
Che cosa resta della “di-
versità della sinistra”?
Una delle cause di questa
corruzione diffusa è un re-
siduo marcito della cultura
leninista. Di quando si dice-
va che nell’interesse del
partito si potevano fare pat-
ti col diavolo: il fine giusti-
fica i mezzi... Oggi si sono
persi i fini, resta il rapporto
con i cattivi mezzi.
Il Pd è in tempo per
cambiare?
Dovrebbe cambiare nono-
stante se stesso. È un par-
la propria identità. Invece la forza na-
sce dalla sintesi delle diverse anime.
Che cosa succederà quando Ber-
lusconi uscirà di scena?
Con l’implosione del centrodestra
anche il Pd andrà in pezzi.
Il primo segno sono stati i referen-
dum e la vittoria di movimenti e
comitati?
Il post-referendum dimostra che i
partiti non hanno capito nulla. C’è il
patetico tentativo del Pd di cavalcare
la vittoria del Sì quando all’inizio ave-
va indicato risposte diverse. No, non
ha vinto il Bersani delle privatizzazio-
ni, ma quello di Crozza, dello smac-
chiare i leopardi.
Marco Revelli (FOTO LAPRESSE)
Io mi accontenterei di pochissimo.
Che si dichiarassero pronti ad ascol-
tare. Un’esperienza che non fanno da
decenni.
Moretti nel 2003 in Piazza Navona
disse: “Con questa classe dirigen-
te non vinceremo mai”. Sono an-
cora tutti lì…
Loro sono andati avanti. La nostra
causa invece no. Ecco il paradosso
che blocca l’Italia: gli scandali del
centrosinistra tengono in piedi il Ca-
valiere. Vale, però, anche l’opposto:
un personaggio come Berlusconi
spinge la gente di centrosinistra a tu-
rarsi il naso. Anche se la questione
morale per loro è essenziale.
“C’è una totale
mancanza
di riprovazione
a cominciare
dai compari
di partito
che tacciono”
Domenica 3 luglio 2011 pagina 7

D
ITALIE

i una linea ad Alta velocità Torino-Lione
Contro l’Alta velocità, si parla almeno dal 1988. Attualmente il
tracciato prevede una tratta nazionale
(di cui però manca ancora un progetto preliminare
un’opposizione definitivo) tra Torino e la bassa Valle di Susa e una
tratta internazionale da realizzarsi tramite un tunnel
di base di 57 chilometri tra Susa e Saint-Jean de
lunga vent’anni Maurienne. L’opposizione al Tav, contrariamente a
quello che generalmente si pensa, solo in parte fa
leva su questioni legate alla difesa del territorio (in
caso di realizzazione i cantieri durerebbero almeno
vent’anni). Le riserve principali riguardano i costi
(come minimo 20 miliardi di euro) e – soprattutto –
l’utilità dell’infrastruttura. Secondo dati ufficiali il
traffico passeggeri e il traffico merci lungo il
“Corridoio cinque” – contro le previsioni elaborate
da Lyon-Turin Ferroviaire, la società mista
italo-francese incaricata della realizzazione della linea
– sono in costante diminuzione e la linea ferroviaria
“storica” Torino-Modane è utilizzata al 25 per cento
della sua capacità. Senza contare che l’esperimento
di “austostrada ferroviaria” (trasferimento dei tir su
ferrovia), nonostante i cospicui finanziamenti
europei, ha dato risultati inconsistenti.

IL GIORNO PIÙ
L’AREA DEL CANTIERE

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LUNGO DELLA
Giaglione
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VALLE DI SUSA
Chiomonte

Exilles
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Oggi manifestazione nazionale

FRANCIA
No Tav, attese 30 mila persone 70,46
65;
5;,
5;,
Zona rossa l’area del cantiere
di Stefano Caselli tora presidiato da 600 tra po- le Tav Torino-Lione. Tav a Chiomonte e il percorso
liziotti e carabinieri. delle due manifestazioni na rossa” che inizia alla cen- genza e creatività – garantisco-
hanno chiamata mani- La zona è off limits per tutti, RIPRENDERSI l’area, co-

L’
festazione “nazionale”,
per sottolineare che il
movimento No Tav non
difende il proprio cortile, ma
lotta per una causa comune.
Alla fiaccolata di Chiomonte
del 26 giugno, poche ore pri-
ma dello sgombero della “li-
bera repubblica della Madda-
lena” erano in diecimila e og-
gi saranno molti di più: gli or-
ganizzatori attendono alme-
no 30 mila persone, da tutta la
Valle, da Torino, dalle altre re-
gioni d’Italia e da mezza Eu-
ropa (francesi, spagnoli, tede-
schi e austriaci, molti dei qua-
li già ospitati in un libero cam-
peggio a Venaus).
La tensione – e non potrebbe
essere altrimenti – è molto al-
ta. L’area del cantiere della
Maddalena di Chiomonte,
operativo da sei giorni, è tut-
compresi i proprietari delle
vigne dell’Avanà che, ironia
della sorte, furono impiantate
grazie ai soldi dell’Unione eu-
ropea elargiti vent’anni fa in
compensazione per i lavori
dell’autostrada Torino-Bardo-
necchia; gli stessi finanzia-
menti che – a rischio scaden-
za – hanno imposto lo sgom-
bero dell’area e l’avvio del
primo cantiere della futuribi-
Gli organizzatori
proclamano: “Sarà
un assedio pacifico”
Mille poliziotti schierati
a difesa del cantiere
trale elettrica, là dove c’erano no i comitati – vogliamo co-
me accadde nel 2005 a Ve- le barricate, all’imbocco della struire un assedio, che signi-
naus, non è possibile e la stra- est il primo (appuntamento al- strada dell’Avanà, unica via fica circondare il territorio e
tegia No Tav, dunque, punta al le nove a Giaglione) organiz- d’accesso alla zona di cantie- ripetere quest’esperienza tut-
logoramento: “L’assedio – pro- zato dai comitati No Tav; da re. te le volte che sarà necessario,
clama il leader Alberto Perino ovest il secondo (alla stessa per dimostrare tutta che tutta
– continuerà fino a quando se ora a Exilles) promosso da 23 DA LÌ, sicuramente, non si la Val Susa, e non solo, non
ne saranno andati. Il nostro sindaci dell’Alta e della Bassa passa. I problemi, semmai, po- vuole quest’opera. Dal punto
obiettivo è difendere la nostra Valle e dalla Comunità Mon- trebbero arrivare dai boschi e di vista del consenso il movi-
terra. È stato facile con due- tana. Entrambi punteranno dai sentieri intorno al viadotto mento No Tav ha già vinto. Si
mila agenti e altrettanti lacri- verso Chiomonte, ma il corteo della Ramat, dove le trivelle può dire che la nostra lotta sia
mogeni occupare i terreni, un degli amministratori termine- dovrebbero cominciare a sca- il quinto referendum”.
po’ più difficile sarà restarci e rà al campo sportivo (“parte- vare. “C’è un percorso ufficia- Oggi a Chiomonte ci saranno
gestire il cantie- cipiamo – dichiara il presiden- le – raccontano dalla Questura anche il coordinatore regiona-
re”. te della Comunità Montana di Torino – ma sappiamo che le di Sel Monica Cerutti e il
Sarà un “assedio
pacifico” giurano
Sandro Plano – per protestare
contro il progetto della nuova
ci saranno almeno quattro
concentramenti intorno alla
capogruppo al comune di To-
rino Michele Curto (in mag-
gli organizzatori,
ma il timore di
linea ferroviaria, contribuire
al mantenimento della legalità
zona della Maddalena, studiati
apposta per raggiungere la zo-
gioranza con il Pd, da sempre
favorevole all’opera): “La di-
azioni violente e del carattere non violento na del cantiere. Siamo pronti a scussione va riaperta – dichia-
purtroppo c’è. E della manifestazione e per tu- fronteggiare qualsiasi tipo di ra Monica Cerutti – non spo-
in parte lo dimo- telare la pubblica incolumi- incursione”. In tutta l’area le siamo nessuna tesi preconcet-
stra il fatto che i tà”) mentre il corteo dei co- forze dell’ordine schiereran- ta, ma dopo i risultati del re-
cortei saranno mitati (sicuramente il più nu- no più di mille uomini. ferendum sarebbe utile un
(almeno) due: da meroso) punterà verso la “zo- “Metteremo in campo intelli- supplemento di confronto”.

PD A EST DI MILANO

MELZO, LA FESTA È PIÙ BELLA SE IL VENTO È CAMBIATO

di Nando Dalla Chiesa
ufficiale. Ci sono ancora. Re-
Èlitiche
sistono in natura le feste po-
con quella faccia un po’
così. Ruspanti, sudate, gioiose.
Pensate non per regalare tivù
compiacenti al lìder màximo. O
per annunciare passerelle di ce-
lebrità e filotti di concerti, a di-
mostrazione che si scoppia di sa-
lute. Ma nate nella testa di decine
di dirigenti e militanti per stare in
mezzo al popolo, farlo ballare,
mangiare in spazi collettivi tra
simboli e bandiere e, se possibi-
le, discutere di politica. E per
guadagnare qualcosa, così da fi-
nanziarsi convegni e manifesti e
volantini nei mesi successivi.
ALLA FESTA democratica di
Melzo, provincia est di Milano, se
ne trova un esemplare. Arrivarci è
un’occasione per imparare e fare
ottime conoscenze. Entri e subito
dietro le casse che sputano scon-
trini a valanga (“Ecco, le presento
i militanti che contano” motteg-
gia il padrone di casa) conosci
Quintino Sella. È il nome di bat-
taglia di Angelo, un tipo alto e di-
stinto, occhiali e barba brizzolata,
capelli tirati indietro. È il ministro
del tesoro della festa. Solo che qui
non c’è spazio per la finanza crea-
tiva. Qui l’obiettivo è trecentomi-
la euro di incasso totale dal 14
giugno all’11 luglio. E i soldi che
entrano devono essere tutti veri.
Così alla fine di ogni sera viene
segnato l’incasso su una grande
tabella che campeggia alle spalle
del ministro. E accanto alla cifra
del giorno si aggiunge l’incasso
totale al quale si è arrivati. Quan-
do la sera si supera quota dieci-
mila euro suona una campanella e
scoppia la gioia dei militanti. Che
applaudono: i sessanta-cento vo-
lontari per primi e tutti gli altri a
ruota: “Qui la quarta settimana
non è quella del piatto che piange
– spiega Antonio, che della festa è
una delle menti – la quarta set-
timana è quella che consente di
guadagnare. Le prime tre servono
a coprire le spese. Poi arrivano gli
euro buoni. Che vengono divisi
tra i circoli del partito. Sono quat-
tordici i comuni che si sono con-
sorziati per fare la festa: Melzo,
Gorgonzola e Cassano d’Adda so-
no i più importanti. I soldi ven-
gono assegnati secondo il peso
dei circoli, ma anche secondo il
loro contributo di lavoro volon-
tario”.
Già, i volontari. Ma non assomi-
glia al professor Alfredo Canavero
quel tipo maturo con i guanti
bianchi intento a svuotare i tavo-
li? Che ci fa questo illustre docen-
te universitario di storia contem-
poranea con le mani sui gusci del-
le cozze e i sacchi della spazzatura
trasportati assieme alla moglie da
un tavolo all’altro? Pullulano am-
ministratori e dirigenti locali di
partito. Ex sindaci di Cassina de’
Pecchi, Gorgonzola e Pozzuolo
Martesana. La moglie del nuovo
sindaco di Pessano con Bornago,
via il vestito di rappresentanza
che aveva a Milano in prefettura il
2 giugno.
E MARIO BARBARO, tre vol-
te sindaco di Melzo, ora impegna-
to nel volontariato con gli immi-
grati dai francescani di Sant’An-
gelo a Milano. E Salvatore, l’idrau-
lico: “Per gli impianti della festa –
racconta Barbaro – ci avevano fat-
to un preventivo di 3.600 euro,
lui ne ha chiesti 800 e 200 li ha
pure lasciati al partito”. E Pinuc-
cia che sa di politica messa al ban-
cone e Aurora in cucina (“ma in
casa sono io che leggo, mio ma-
rito guarda la tivù”), due delle tan-
te signore che consentono di
ospitare mille persone a sera.
Schizzi di buon umore anche alle
pentole e ai tavoli, “la mano è un
po’ unta ma non è inquinata, stia
tranquillo”.
E la politica? Bè, di quella si di-
scute mangiando e nei capannel-
li, e in fondo non è un male. I
dibattiti ci sono, ma avvengono in
condizioni eroiche, roba da corsi
di sopravvivenza. Tra i megade-
cibel musicali che giungono dalla
pista da ballo e il tendone chiuso
nell’illusione di tener fuori la mu-
sica e che invece rende invisibili
gli incontri, è una gara titanica ad
arrivare alla fine. E poi pure i fuo-
chi d’artificio. Si balla il liscio. Ro-
magna o Lombardia, è sempre
quello che comanda. Un giorno
gratis, un altro si paga. Due euro,
spiega Leopoldo dandosi un gran
daffare per contrastare gli incon-
venienti tecnici, soprattutto i cali
della tensione elettrica. Arrivano
a sciami quelli che qui chiamano
con affetto “i ragazzi del ‘99”. Ta-
lora si portano da casa anche la
bottiglia dell’acqua. Conquistano
Anche in Lombardia
il centrosinistra avanza
Sarà pure la storia,
ma qui c’è qualcuno che
ha tenuto sempre duro
la pista e poi iniziano a danzare. Si
muovono quasi in gruppo, come i
pinguini, sembra che sfiorino il
pavimento, chi disegnando armo-
nie soavi chi dondolando senza
fantasia. Ogni tanto si intravedo-
no coppie impegnate in giravolte
più ambiziose e altre tese in stuz-
zicanti pose pelviche. È uno spet-
tacolo che non si smetterebbe
mai di osservare. Di là, sotto la
grande struttura bianca del risto-
rante, le pizze sono arrivate a quo-
ta cinquecento, il pizzaiolo egi-
ziano fa sfracelli. Intanto tra gli
eroi del dibattito Serena, una gio-
vane architetta, rilancia la sua
In cucina scene di Festa democratica
proposta di premiare
con qualche volumetria
in più i costruttori osser-
vanti delle regole, un gio-
vane antidalemiano la-
menta che di recente un
giudice a Monza non ab-
bia riconosciuto la qua-
lità di clan mafioso alla fa-
miglia dei Paparo, una si-
gnora chiede se il cardi-
nale Scola sia stato mandato a Mi-
lano proprio ora perché ha vinto
Belzebù Pisapia.
Sì, resistono ancora queste feste
con la faccia un po’ così. E d’al-
tronde ci sarà una ragione se alle
ultime amministrative la Lombar-
dia ha sorpreso tutti, centrosini-
stra che avanza ovunque, anche
in provincia di Varese. Sarà stato
pure il vento della storia. Ma il
fatto è che qui qualcuno ha te-
nuto duro quando non c’era trip-
pa per i gatti. E anche ora che va
meglio non chiede nulla. Almeno
per sé. “Ehi, Quintino Sella, a
quanto siamo arrivati?”.
pagina 8 Domenica 3 luglio 2011

ECONOMIA

ASSALTO ALLE PENSIONI

Altro che taglio ai ricchi, Tremonti vuole colpire
chi riceve più di 1400 euro, un pensionato su quattro
di Salvatore Cannavò per cento supera i 3.000 euro

ncora una volta le pensioni

A
vengono utilizzate per fare
cassa. E ancora una volta,
dentro una misura com-
prensibile e giusta, lo stop alle su-
per-pensioni, se ne nasconde
un'altra più utile e redditizia ma
socialmente più ingiusta. Il gover-
no, infatti, nella manovra finan-
ziaria ha introdotto una norma
che blocca la rivalutazione degli
assegni pensionistici all'inflazio-
ne per il 2012 e il 2013, quando
superano di cinque volte il mini-
mo che è di 476 euro.
SI TRATTA di una misura pen-
sata per colpire trattamenti supe-
riori ai 2.380 euro mensili. Ma la
norma limita la rivalutazione al 45
per cento dell'aumento dell'infla-
zione anche per le pensioni supe-
riori a tre volte il minimo, quindi a
partire da 1.428 euro mensili. Se-
condo alcune stime si tratta di una
misura che comporterebbe rispar-
mi per 2,2 miliardi di euro nel
triennio 2012-2014 e che colpisce
circa 4 milioni di persone, forse 5.
Pensionati che hanno lavorato e
che ora vivono con un reddito che
sembra alto se rapportato al mini-
mo pensionistico, ma che è appe-
na sufficiente se rapportato all'at-
tuale costo della vita. Una misura
che, visti i conti in ordine dell'In-
ps, punta soprattutto a “fare cas-
sa”, esattamente quello che i sin-
dacati hanno sempre contestato.
E infatti stavolta il “no” al provve-
dimento vede unite la Cgil e la Cisl
che, con Raffaele Bonanni, parla
di un “blocco socialmente ingiu-
sto” e chiede a governo e Parla-
mento di “correggere il provvedi-
mento”. Giudizio netto anche dal-
lo Spi-Cgil, il sindacato dei pensio-
nati che annuncia una prima mo-
bilitazione il 15 luglio davanti a
Montecitorio. “Saremo molti co-
me sempre, ma con tanta rabbia in
più per protestare contro le deci-
sioni del governo” dice Carla Can-
tone, segretario della categoria
più numerosa della Cgil. “No” an-
che dal Pd che si dice d'accordo
con operazioni sulle “pensioni
d'oro” ma non su quelle del “ceto
Possibile nella
manovra
il blocco delle
rivalutazioni
all’inflazione
degli assegni per
il 2012 e il 2013
medio” – il Pd è però costretto a
registrare il “dissenso” del suo
blogger Mario Adinolfi che si dice
soddisfatto per una misura che fi-
nalmente risarcisce gli under 40 –,
mentre l'Idv parla di una vera e
propria “patrimoniale ai danni dei
pensionati”.
MA CHI SI VA a colpire con-
cretamente? Sapere quanti sono
coloro che hanno una pensione
superiore ai 1.428 euro è difficile
almeno consultando i bilanci del-
l'Inps. L'Istituto offre una classifi-
Se la norma sarà confermata, le
proteste non mancheranno (FOTO ANSA)
cazione per categorie di reddito
da cui risulta che dei 13.846.138
pensionati il 23,3 per cento non
arriva a 500 euro mensili mentre il
31,3 per cento si colloca tra 500 e
999 euro. Un'altra fetta consisten-
te, il 23,8 per cento, si situa invece
nella fascia tra i 1.000 e i 1.499 eu-
ro. Tutti questi dovrebbero essere
esenti dalla misura che invece do-
vrebbe riguardare il 21,7 per cen-
to dei pensionati che hanno un
reddito superiore ai 1500 euro.
Poco più di 3 milioni di assistiti. A
questi vanno aggiunti coloro che
superano il limite ma sono conteg-
giati nella classe di reddito tra
1.000 e 1.499 euro e poi i pensio-
nati di altri istituti (Inpdap in pri-
mo luogo e altre casse). La stima è
appunto tra i 4 e i 5 milioni.
Di quelli che ricevono un asse-
gno dall'Inps, la parte più rilevan-
te, l'11,6 per cento (1,6 milioni di
persone), occupa la fascia di red-
dito tra 1.500 e 1.999 euro; il 5,2
per cento si colloca tra 2.000 e
2.499 euro; il 2,3 tra 2.500 e
2.999 euro mentre il restante 2,6
mensili. La ripartizione per sesso
è però ancora più netta: se tra i
maschi, i pensionati che supera-
no i 1.500 euro mensili sono circa
il 32 per cento del totale, tra le
donne arrivano al 13 per cento.
Sempre dal bilancio dell'Inps si
desume che il grosso di coloro
che subiranno questa misura so-
no maschi beneficiari di una pen-
sione di vecchiaia. La maggioran-
za di loro risiede al nord (49,6 per
cento mentre il 19 per cento al
Centro e il 30 per cento al sud). Le
classi di età più colpite, sempre
tra gli uomini, visti i bassi livelli
medi raggiunti dalle donne, sono
quella tra i 55 e 59 anni (importo
medio mensile 1.466,98), com-
posta da circa 345 mila pensiona-
ti, quella tra i 60 e i 64 con
1.025.720 pensionati dal reddito
medio di 1.634,05 e quella tra i 65
e i 69 anni, composta da
1.147.000 pensionati con un red-
dito medio di 1.448,16 euro al
mese. Si tratta del 39,9 per cento
dei pensionati maschi che godo-
no di un assegno mensile da parte
dell'Inps. Tra le donne, la classe
di età con il reddito medio men-
sile più alto, 1.054,13 euro al me-
se, e quindi quella in cui si può
trovare con più probabilità un as-
segno superiore al tetto previsto
dalla manovra, è quella delle ul-
traottantenni che sono piuttosto
numerose: 2.236.605 pensiona-
te.
IL GROSSO della misura colpi-
sce i lavoratori dipendenti. Le
pensioni godute da artigiani e
commercianti sono infatti molto
basse, frutto di versamenti con-
tributivi che risentono di aliquo-
te ridotte anche per effetto dei
bassi redditi dichiarati da queste
categorie. Se nel Fondo lavorato-
ri dipendenti, infatti, l'importo
medio annuo è di 11.192 euro e
in quello dei dirigenti di azienda
(ex Inpdai) è di 49.246, la Gestio-
ne Artigiani eroga pensioni dal-
l'importo medio annuo di 7.937
euro e quella dei Commercianti
di 9.196. I principali settori di ri-
ferimento del centrodestra sem-
brano essere in salvo.
CIRIO Le case fantasma
della signora Cragnotti
come andrà a finire per i creditori di Sergio Cragnotti
Eloroeorarisparmi
famiglia, per le migliaia di investitori che hanno perso i
nel crac da oltre un miliardo della Cirio, portata al
fallimento dall’ex presidente della Lazio? Salvo sorprese cla-
morose, la sentenza per la bancarotta del gruppo arriverà do-
mani, ma mentre la giustizia faceva il suo corso, la famiglia del
finanziere romano non è certo rimasta con le mani in mano. Si
sono dati da fare tutti. Soprattutto la moglie di Cragnotti, Flora
Pizzichemi, anche lei coinvolta nel crac, che è appena riuscita
a mettere da parte una dote per tre i figli, Andrea, Elisabetta
e Massimo, pure loro imputati nel processo romano.
Rispetto ai fasti passati può sembrare una piccola dote, ma si
parla comunque di almeno 2 milioni di euro. Le manovre
sono partite a fine 2010, quando la famiglia Cragnotti ha mes-
so al sicuro il patrimonio immobiliare della società Corte alla
Flora, azienda agricola toscana di cui la Pizzichemi era azio-
nista della prima ora e consigliere fino all'aprile scorso e della
quale il figlio Andrea è tuttora amministratore. In seguito a
un'operazione di scissione, il mattone dell’azienda è infatti
confluito in una società di nuova costituzione, la Monteli-
scioni immobiliare, fino a una manciata di settimane fa con-
trollata al 100% dalla signora Pizzichemi e alla quale è stata
trasferita la gestione di terreni e immobili a uso residenziale e
commerciale nel comune di Montepulciano, in provincia di
Siena, nonché dell'ufficio di Roma nella centralissima via dei
Cappuccini fresco di rivalutazione.
In base agli atti del 22 dicembre scorso, la quota trasferita ha un
valore patrimoniale di 4,430 milioni. Cifra che pochi mesi più
tardi troviamo pressoché dimezzata. In aprile, a un mese dalle
richieste di condanna avanzate dai pm romani, l'attivissima Piz-
zichemi ha infatti pensato bene di costituire un trust con sede
a Edimburgo battezzato Flora Trust, nel quale per il momento è
stata trasferita proprio la Monteliscioni Immobiliare. Il valore
della società, secondo le dichiarazioni delle parti, risultava 2,1
milioni di euro. Beneficiari del neonato trust sono appunto i tre
figli Elisabetta, Andrea e Massimo Cragnotti. Scopo dell’ope-
razione è evidentemente quello di proteggere i beni di famiglia
dal risarcimento che verrà richiesto assieme a una eventuale
condanna penale. In questo caso resterebbero a mani vuote i
creditori della Cirio che tra l’altro vantavano un credito pro-
prio dalla Corte alla Flora. Per effetto di alcune revocatorie, il
Tribunale di Roma aveva infatti condannato l'azienda agricola
al pagamento di 222 mila euro oltre alle spese legali. Somma
mai versata. Anche perché sulla vicenda pende un ricorso. Su
suggerimento dei suoi legali, la famiglia Cragnotti non aveva
neanche previsto accantonamenti per la società sulla quale a
fine 2009 gravavano 1,7 milioni di debiti oltre a una perdita da
quasi 500mila euro, senza rilievi da parte del collegio sinda-
cale. Non come nel 2008, quando i sindaci avevano rilevato un
errore, una perdita di 125 mila euro in più del previsto. Il lupo
perde il pelo ma non il vizio, direbbero i risparmiatori truffati.
Giovanna Lantini

La rivolta dei figli contro i padri

Giovani disoccupati, ma il Pd che propone?

di Alessandro Rosina*
siste una questione generazionale,
Emanda
da affrontare in Italia? A questa do-
la politica continua a rispondere
in modo vago e ondivago. Per esempio,
secondo il Pd la questione del lavoro
deve diventare centrale, ma non quella
generazionale. Questo è almeno quan-
to si deduce leggendo il documento
“Persone, lavoro, democrazia” che ha
dettato la linea della “Conferenza per il
lavoro” recentemente tenuta a Genova.
Vi si legge testualmente: “Dobbiamo ar-
chiviare il paradigma sbagliato e subal-
terno del ‘meno ai padri, più ai figli’.
È un’impostazione efficace ad allonta-
nare dal centrosinistra i padri, senza
riuscire ad avvicinare i figli. Non ha sen-
so economico, prima che politico (…) il
conflitto reale, infatti non è generazio-
nale. È sociale”.
Un’affermazione quantomeno discuti-
bile, visto che negli ultimi decenni si è
invece – generazionalmente parlando –
tolto ai figli per dare ai padri. Su queste
pagine abbiamo recentemente ricorda-
to un passaggio di Edmondo Berselli
che definiva il debito pubblico una ra-
pina generazionale. Ma questo è solo
l’esempio più evidente di un patto ge-
nerazionale tradito. È un dato di fatto,
ad esempio, che con le trasformazioni
del mercato del lavoro e del sistema
pensionistico si sia lasciato alle vecchie
generazioni ciò che avevano mentre
quello che mancava sia stato assegnato
in eredità alle nuove. Come se nella
nota parabola della moltiplicazione dei
pani e dei pesci, Gesù avesse detto a chi
ha già di tenersi il suo e agli altri di fare
di necessità virtù. Affinché, invece, il mi-
racolo della crescita e della coesione
sociale si compia serve il coraggio di
rimettere in circolo tutte le risorse di-
sponibili. In Italia l’arrocco difensivo del-
le generazioni prominenti ha impedito
le riforme o le ha rese monche, facendo
in modo che producessero effetti ma
senza troppo intaccare propri diritti e
risorse. Con conseguente aumento del-
la vulnerabilità della generazione dei
figli, dato che la coperta era comunque
stretta.
Rispetto ai coetanei degli altri paesi eu-
ropei ora i nostri under 30 presentano
tassi di attività notevolmente più bassi,
a parità di titolo di studio. Ma più bassa
tende a essere anche la qualità del la-
voro e mediamente meno generose le
remunerazioni rispetto ai lavoratori del-
le età centrali. Un aspetto, quest’ultimo,
minimizzato nel documento di Genova.
Gli studi della Banca d’Italia hanno
messo in evidenza come il gap tra re-
munerazioni dei nuovi entranti e quello
degli adulti si sia ampliato notevolmen-
te negli ultimi vent’anni. Ma anche co-
me il rischio di povertà si sia spostato
dalle fasce più anziane a quelle più gio-
vani della popolazione. La crisi, poi, ha
inasprito, non ridotto come sembra far
credere il documento, gli squilibri ge-
nerazionali. Secondo i dati Ocse, nei
primi due anni della recessione la ri-
duzione dell’occupazione è stata più
accentuata per i giovani e meno per i
lavoratori adulti rispetto a quanto si os-
serva in media negli altri paesi avan-
zati. Quello che hanno in comune la
gran parte dei lavoratori precari e degli
inoccupati è di essere schiacciati nella
condizione di figli e di dipendere a lungo
dalla famiglia di origine. La metà dei
giovani italiani tra i 16 e i 30 anni vive a
carico dei genitori, è il dato più elevato
in Europa. I dati Istat ci dicono che la
lunga permanenza nella casa paterna
è sempre meno legata a fattori culturali
e sempre di più a quelli economici.
Le ridotte opportunità dei figli e la ca-
renza di welfare pubblico producono
costi particolarmente elevati per le fa-
miglie di status sociale medio-basso, ac-
centuando quindi anche le disugua-
glianze sociali. Ne risulta compressa,
inoltre, la mobilità sociale, forzando co-
sì i figli a non volare più in alto dei
padri.
Il sistema va quindi scardinato, non ag-
giustato con singole misure più o meno
condivisibili. Va smontato e rimontato
con metodo, applicando l’equazione
meno difesa dei padri e più promozione
dei figli (e delle madri) ovunque serva
per potenziare il ruolo delle nuove ge-
nerazioni. Ma per farlo serve una po-
litica che abbia coraggio e che non in-
segua invece il consenso del crescente
peso dell’elettorato più anziano, come
avvenuto sinora. Un timore presente
nel documento di Genova, ove si pa-
venta il rischio di mettere in campo
azioni che fanno allontanare i padri
senza riuscire a far avvicinare i figli. È
come porsi, per meri calcoli elettora-
listici, un problema di massimo vinco-
lato: prima tuteliamo padri e nonni, e
poi vediamo cosa si può fare per i gio-
vani. Mentre le priorità dovrebbero es-
sere invertite per un Paese che vuole
crescere e rimanere competitivo sullo
scenario globale. Continuando così il ri-
schio del Pd è quello di non avvicinare i
figli senza riuscire a tenersi i padri. Che
il voto delle nuove generazioni possa
fare la differenza è emerso in modo
chiaro nelle recenti elezioni ammini-
strative e nelle consultazioni referen-
darie. Il vento sta cambiando, ma at-
tenzione a mettere le vele nella dire-
zione giusta.
*professore di demografia alla Catto-
lica di Milano
 satira & s e n t i m e n t i 3 LUGLIO 2011

ULTIM’ORA! Clamoroso! Lele Mora e la Minetti sono innocenti!

NESSUNO PROCURAVA MIGNOTTE A BERLUSCONI!
SE LE È TROVATE TUTTE DA SOLO

Mannelli
pag. 2
Cinema:enstein
Frank 4 pag.

Esistono. Sono tra noi. Possono distruggere l'Italia. di fatturato, corruzione generalizzata e democratica,
accesso alle risorse illegali da parte di una fetta sempre
più ampia della popolazione. Bastano pochi onesti,
Banda di onesti infiltra le Istituzioni subdolamente distribuiti nei gangli vitali dell’ammi-
nistrazione statale, per far crollare un edificio economi-
co che non solo consente al Paese di resistere alla crisi
Politici corrotti, faccendieri, truffatori, evasori, finanzieri, magistrati, mafiosi, P2isti, P3isti,
ma permette anche all’impiegato di avere la Jaguar, alla
P4isti, commercialisti: l'Italia potrebbe finalmente diventare il primo paese
che ha sconfitto la criminalità organizzata organizzando la criminalità. di Paolo Aleandri signora del ministero di iscrivere la figlia ad Oxford, al
commerciante di non pagare il medico ed andare gratis
Ma c'è un'Italia peggiore che non vuole la crescita del Paese, una rete di fondamentalisti alle terme, ai servi delle istituzioni di diventare padroni
dell'onestà che rischia di compromettere un fatturato illegale di 500 miliardi di euro. di imprese, proprietà, quote azionarie, città, province,
Siamo allo scontro di civiltà: o noi o chi ha l'arroganza di vivere solo del proprio stipendio regioni. Un manipolo di estremisti, che vogliono portare
la legge al cuore dello Stato, possono togliere il pane ai
Se fosse il caso di minimizzare, si potrebbe parlare di ti tra loro, sono amici, colleghi, vicini di casa, salutano i moralisti di professione, agli indignati del fine settima-
casi isolati, di una percentuale fisiologica di devianza, di nostri bambini, buttano la spazzatura nei nostri casso- na, agli ipocriti la cui sinistra non sa quanto ha rubato la
un semplice rumore statistico. Si potrebbe sostenere netti. Non sono innocui devianti, sono una minaccia per destra. A noi che facciamo il “Misfatto” solo perché la
che qualche onesto, in una società sostanzialmente mar- il nostro Paese e per i valori sui quali si fonda e nei quali società è corrotta e che se non fosse tale saremmo alla
cia come quella italiana, non può certo compromettere confida. È stato faticoso passare dal potere sregolato e fame, costretti a mendicare o, nei casi più tragici, a la-
il consolidamento di una vera, efficiente, moderna de- selvaggio della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta vorare. Gli onesti sono tra noi, sembrano come noi. Ma
mocrazia su base criminale. Bisogna però constatare ad una gestione del crimine centralizzata ed ottimizza- vogliono toglierci tutto quello che abbiamo, ridurci ad
che quasi ognuno di noi conosce una persona onesta, ta, organizzata dalle stesse Istituzioni in un armonioso una nazione come quelle del nord europa in cui sono
che molto spesso opera nell’ombra all’interno stesso concerto di competenze, ambiti, poteri formali e poteri regola la legge e l’onestà. Non caschiamoci. Se c’è del
delle istituzioni, e che questi onesti spesso sono collega- reali. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: 500 miliardi marcio in Danimarca, non avete mai visto Roma.
 Vasco
lascia
vent’anni
dopo la fine
della sua
carriera
di Stefano Pisani

Sconvolgendo la linea editoriale di Minzolini, il

Tg1 ha fatto uno scoop. Vasco Rossi ha dichiara-
to durante l’edizione serale di voler abbandona-
re le scene del rock. I fan, increduli, dapprima si
sono aggrappati a un filo di speranza sapendo
che la notizia veniva dal Tg1. Ma poi hanno do-
vuto accettare che era tutto vero.
Il pubblico, per il resto, è attualmente diviso fra
quelli che sono addolorati dalla sua decisione e
quelli che se ne intendono di rock.
È molto complesso sintetizzare in poche righe la
carriera di un grande artista. Ma anche quella di
Vasco Rossi è difficile da riassumere.
Sin dai suoi esordi, Vasco si distingue per la sua
condotta ribelle: trasgressione estrema, droghe,
sesso sfrenato. Quella esibizione a Sanremo fu
proprio memorabile. Dall’ispirare Jovanotti al
carcere il passo è breve.
Il rocker emiliano subisce una perquisizione in
un casolare dove abitava con la sua band.
A un certo punto, il cantante consegna sponta-
neamente ai carabinieri 26 grammi di cocaina
perché non riesce a trattenere uno starnuto.
Arrestato. Da quel momento, ovunque, prima di
farlo entrare gli faranno il test del capello (la
reale origine della sua calvizie). Ma Vasco non
era solo droga. Era anche alcol. E in queste ore
ci torna in mente una delle sue ultime dichiara-
zioni sul reale motivo per cui si fosse dato al
bere: «Cercavo solo qualcosa che mi distinguesse
da Gianni Morandi».
Dopo trent’anni e un numero di concerti tale da
TAV: 600 MILIONI DI MOTIVI PER PICCHIARVI FORTISSIMO perdere quasi completamente la funzionalità del

Siamo in democrazia potete scegliere:

naso, Vasco comincia però a mostrare qualche
segno di cedimento. I discografici che gli sono

alta velocità o manganellate in testa

più vicini giurano che sia arrivato talmente
stanco al suo ultimo Lp che in sala d’incisione
qualche volta sia stato addirittura intonato, co-
stringendoli a ricominciare tutto daccapo.
Il revival dell’estate: la manganellata della polizia torna prepotentemente di moda! Inoltre, secondo fonti del tutto inattendibili, Va-
Per una volta, la Lega unisce l’Italia: Bobo Maroni invia poliziotti meridionali a picchiare montanari sco avrebbe confessato pochi giorni fa: «Sono
piemontesi. La lentezza dei trasporti è un problema nazionale: le bastonate della polizia ci hanno diventato una rockstar perché volevo drogarmi in
messo dieci anni da Genova alla Val di Susa! pace senza dover diventare per forza ministro. Ma
viene il momento di smettere».
L’invito che gli rivolgiamo, comunque, è sincero:
Il must dell’estate 2011? Il livido da manganello! scouts, suorine, pacifisti con le mani alzate che erano venuti appo- Vasco, ripensaci. Non è il momento di mollare
La cicatrice da carica della polizia, il setto nasale sta. Oggi, invece, bastoniamo direttamente cittadini del luogo, adesso. Ti aspettano tanti altri grandi successi e
deviato e l’intossicazione da lacrimogeno. Si sa che insomma, facciamo servizio a domicilio”. magari anche qualche buona canzone.
le mode hanno i loro corsi e ricorsi e così, passati dieci anni Come tutti sanno, ogni moda, dalla minigonna, ai pantaloni a
da Genova 2001, rieccoci ad apprezzare alcuni zampa di elefante, alla mano pesante della
tratti stilistici che credevamo dimenticati. Certo, di Alessan
qualche avvisaglia del revival si era vista in piccole
dro Robecchi polizia, ha le sue radici sociali. “Ovvio – dice un
funzionario della celere – e anche qui la lezione
avanguardie attentissime all’evoluzione del costume, per viene da Genova 2001. Oggi se non hai il numero di Bisignani
esempio la sala Bunga-Bunga della discoteca di Arcore, dove come puoi fare carriera? Solo spaccando qualche testa,
le ragazze già mesi orsono si vestivano da poliziotte (e poi, come è avvenuto dieci anni fa: tutti i funzionari filmati
dopo gli scontri, da infermiere). Piccoli segnali, ma nulla in mentre picchiavano cittadini disarmati sono stati promos-
confronto alla presentazione ufficiale della stagione estiva, si!”. “Però – aggiunge – non dovete pensare che lo faccia-
avvenuta la settimana scorsa in Val di Susa. “La musica elettroni- mo solo per lavoro, ci vuole passione!”. Come dopo ogni
ca ci aveva un po’ distratto – dice un funzionario di Polizia – ma sfilata che si rispetti, anche dopo le bastonate distribui-
ora siamo tornati alle vecchie care percussioni: non avete idea di te in Val di Susa, lo stilista si è fatto avanti per prendere
come suoni la testa di un No-tav, il nostro comandante dice che è l’applauso della platea. Bobo Maroni, ha percorso per
fatta apposta”. Nostalgia, dunque? “Ma no – risponde un ultimo la passerella, e ha raccolto unanimi consensi dal
questurino – c’è stata un’evoluzione. A Genova picchiammo boy- governo e anche da parte dell’opposizione: “La Lega –
ha detto – è sempre vicina ai popoli e alla loro autodeter-
minazione. A meno che non ci sia in ballo un affare da
parecchie centinaia di milioni di euro. In quel caso sappiamo
picchiare la gente anche meglio degli altri, e lo abbiamo
dimostrato. Ci siamo esercitati
sugli ultras degli stadi, ora sui
cittadini della Val di Susa e
domani chissà, ogni italiano
potrebbe avere il suo livido da
manganello. Oltretutto costa
meno di un piercing o di un
tatuaggio: è gratis e offre lo Stato
italiano!”.

II
Come disse Vespasiano pecunia non olet e NON PER QUELLO CI ARRUOLAMMO...
lo stesso si può dire oggi della montagna
L’odorata società
di soldi che la camorra fa col business
della spazzatura... ma l’omm e panza ?
Il povero camorrista che ogni santo giorno è nella
monnezza che deve tenere le mani in pasta, che
odore tiene? Grazie al fiuto degli agenti della Direzio-
ne Investigativa Antimafia e alle loro cimici piazzate
nelle auto di affiliati di spicco, il Misfatto è in grado di
svelare un inedito retroscena. Quella che qui riportia-
mo è infatti l’intercettazione di due spietati killer di
un clan di Secondigliano: Loigino o’ sciupafemmene e
Pepp’ a mmerda.
Loigino: (rientrando in auto) Oi Pe’! ma che hai fatto?
hai sparato?
Peppe: Io? ma se non tengo nemmeno il ferro.
L.: No co’ la pistola... co’ o’ culo! Hai sparato una pereta dentro
alla macchina! chi t’è mmuorto!
P.: Loigì! Quello il fieto te l’hai portato tu appresso... guarda là!
Tieni un pannolino sporco appiccicato dietro alla giacchetta.
L.: Mannaccia a bubbà!! ‘O vestito nuovo!
P.: E tu vieni a faticare tutto alliccato! Pare che non lo sai che
passiamo la notte a sbacantare cassonetti, che dobbiamo aprire
sacchetto per sacchetto pe’ sparpagliare in mezzo alla via.
L.: Che tristezza! Io quando so’ trasut’ int’o’ sistema non era
questa la vita che mi sognavo: i miti miei erano Don Antonio
Spavone elegante come un figurino, Michele Zazza pieno di
femmine, pistole cromate, locali di lusso, vestiti fatti su misura...
P.: Sì, sì, tu però mo’ iett’ chillu pannolino che mi stai inchiaccan-
do di mmerda tutta ‘a machina. E tieniti pronto co’ la tanica di
benzina che mò appicciamo i cumuli in terra a via Caracciolo.
Come ti scongiuro il crack
in 3 sole mosse
La mia Finanziaria
di Saverio Raimondo
di Enrico Caria
L.: Ma tu lo sai che quando la diamo fuoco, la diossina della
monnezza si azzecca addosso e hai voglia a fare docce e a
strofinare: la puzza no’ ssi leva mai!
P.: E infatti tutte queste docce... ma chi se le ha mai fatte!
L.: E per ciò ti chiamano Pepp’ a mmerda, ma io che per tutta
Napoli portavo la nominata di sciupafemmene, io conteso dalle
signore della Napoli bene... mò mi evitano pure le parrucchiere
del Posto al sole. Sai ora co’ chi me la faccio? Co’ la figlia del
pescivendolo sotto casa, che almeno la puzza del pesce copre
a quella della monnezza.
P.: Tiemp’e tempesta ogni pertuso è puorto!
L.: Ma non è solo questione di femmine: prima ce ne andava-
mo facendo i guappi tanto bello... lo shopping gratis nei meglio
negozi, il pizzo co’ le tavolate ai meglio ristoranti, il racket del
gioco d’azzardo negli alberghi di lusso, il contrabbando coi
motoscafi più veloci, la cocaina a fiumi...
P.: E quella che problema c’è? La cocaina a fiumi te la puoi
sempre tirare pure mò.
L.: Stai pazziando? Io dentro alle narici tengo fisso come a un
fieto di zoccola morta che se aspiro più forte flippo proprio!
Anzi... mi pare di sentirlo pure ora... o no?
P.: (allarmato) Loigì! Ma che ti spunta a dint’ a sacca da’
giacchetta? Una coda tipo zoccola?
L.: (urla) O Gesù che rè? ‘Na zoccola morta int’a sacca!
Madonna mia che schifezza!
P.: (urla) Buttala fuori! Buttala! Co’ tutta ‘a giacca!
Con tutta evidenza, la nuova manovra Tre-
monti varata questa settimana dal governo
non risolve minimamente i problemi econo-
mici dell’Italia (fra i quali ricordiamo lo spa-
ventoso debito pubblico, la crescita zero e il
costo delle zucchine). Le cose vanno così male che
in Grecia temono di fare la nostra stessa fine. Qui ci
vuole una nuova politica economica, che prenda provve-
dimenti radicali e concreti. Io ho delle proposte (ho fatto
lo scientifico):
1. Tassa unica. È universale: a nessuno piace pagare
le tasse. Chi darebbe via volentieri i propri soldi? Nessu-
no; tranne che i soldi non siano bronzini o ramini. In tal
caso, la gente non vede l’ora di liberarsene. Gli 1, 2, 5
centesimi di Euro stanno sul culo a tutti: sono inutili,
non ci si compra niente, e prima di farci 1 euro ti si
sfondano le tasche. Se lo Stato chiedesse come impo-
sta ai cittadini solo bronzini e ramini non ci sarebbe
evasione; anzi, per la prima volta i cittadini darebbero
volentieri i soldi allo
Stato, per giunta spicci.
2. Statalismo. Non è
tempo di una politica
liberista. Ecco perché in-
vito a fare un passo in-
dietro rispetto alle priva-
tizzazioni, e a statalizzare
la Mafia con i suoi 135
miliardi di fatturato. Con
una Mafia di Stato, il pizzo
III
L.: (singhiozza) Basta, basta! Che vita ‘e mmerda: i’ nun
cià faccio cchiù!
P.: Loigì, penza a tutti i soldi che abbiamo fatto co’ le
discariche abusive per risolvere la crisi fatta stesso da
noi due anni fa! Non ti sei comprato la casa al mare?
L.: Già, con le fogne che ci scaricano da dentro perchè
abbiamo manomesso i depuratori.
P.: Vabbè, ma l’appalto per i depuratori nuovi non lo
abbiamo avuto noi? Così lo scassiamo un’altra volta e ci
danno un altro appalto, e stavolta coi soldi ti fai una
bella casa in campagna co’ la piscina.
L.: Ma dentro alla campagna abbiamo impizzato tanti
di quei rifiuti tossici che ci mandano dal nord... come la
faccio la piscina che stanno tutte le falde dell’acqua
inquinate?
P.: Oh, oh! guarda là: un camiòn della monnezza che puliscono,
che facciamo? una bella mazziata agli scopatori e poi rivoltia-
mo il camiòn?
L.: Oi Pe’, basta a sporcarsi le mani! spariamogli al volo dentro
alle cosce e a rivoltare ci mandiamo i muschilli... so’ creature, si
divertono.
P.: Come vuoi tu, l’importante è arrivare che dichiarano lo stato
di emergenza così tutto il potere va alla proteziona civile e o’
sindaco ciò levamm’ ananz’!
L.: E la Lega? se alla fine danno il permesso di portare i rifiuti
fuori dalla Campania?
P.: Ma quanto sei ferlocco! Ma tu lo sai cosa diceva l’ideologo
della Lega... come si chiama...? Miglio! l’Italia, diceva Miglio, si
deve spartire a metà, e al sud devono comandare le mafie!
Sissignore, la Lega sono amici nostri... e mo’ piglia buon’ a mira,
iamm’ a sparà dint’e cosce ‘e scopatori ‘e De Magistris!
Bastava una
telefonata
di Stefano Disegni
2008, ero tra gli autori di Crozza Italia per La7. Berlu-
sconi ingiunse ai suoi di non venire nel nostro program-
ma a farsi intervistare da Crozza, perché, disse, “Crozza
& C. hanno una settimana di tempo per preparare le
domande e voi invece andate allo sbaraglio”. Ovviamente
fu obbedito. Con Crozza si decise allora di invitare Ber-
lusconi stesso comunicandogli le domande nella puntata
precedente, con una settimana d'anticipo, giocando cioè
ad armi pari come voleva lui. Preparammo le domande.
Una, ricordo, chiedeva perché ci fosse un boss della
Mafia a fare lo stalliere ad Arcore. Un'altra mi pare par-
lasse delle condanne di Dell'Utri, suo braccio destro, per
concorso esterno in associazione mafiosa. La Rete ci
chiese di vedere le domande. Nel pomeriggio arrivò tra-
felato un tizio chiedendoci se volevamo mandare a casa
anticipatamente tutti quelli che lavoravano al program-
ma, che, poveri, tenevano famiglia. Le domande erano
state lette 'molto in alto'. Tentammo di fare i duri e puri,
poi di fronte alla prospettiva di far chiudere la baracca,
con conseguente disoccupazione delle maestranze, ri-
nunciammo a fare gli eroi e togliemmo quelle incrimina-
te. Oggi Michele Santoro, stupito, si accorge che La7
non è uno spazio libero. Michè, bastava farmi una telefo-
nata e te lo raccontavo, ti risparmiavi la fatica.
verrebbe direttamente versato nelle casse dell’erario. Agli
scettici, ricordo che c’è già un accordo fra Stato e Mafia: lo
Stato in passato ha istituzionalizzato la Mafia, ora è tempo che
chieda in cambio una Mafia pubblica.
3. Pensioni. Inutile girarci intorno: non ci sono i soldi per
pagare le pensioni. La vita media si è allungata, le aspettative
di vita sono in costante aumento e il sistema previdenziale
non ce la fa, è al collasso. L’unica soluzione è ridurre drasti-
camente la vita media degli italiani: far morire gli uomini a
70 anni e le donne a 65. L’obbiettivo sarebbe economica-
mente sostenibile e facilmente raggiungibile nel giro di una
legislatura: basta investire nella malasanità (per esempio con
ulteriori tagli al sistema sanitario), proseguire con le politiche
di promozione dell’inquinamento atmosferico e ambienta-
le, e disincentivando i controlli alimentari. Così facendo, lo
Stato non solo avrà cittadini morti dopo 40 anni di contri-
buzione, ma l’avrà anche fatto sembrare un incidente.
 Ca l c i n el M a r o n i Me ne ha date tante
ma quante
di Muso Rosso
illustrazioni di Gigi Piras gliene ho
A PONTIDA GLI STRISCIONI SONO
TUTTI PER MARONI.
NEL FAMOSO E VERDE PRATO
dette!
DOVE IL PUBBLICO È ASSIEPATO

di Andrea Garello
SCAVALCANDO GENTE E FOSSI,
VA SUL PALCO ACCANTO A BOSSI.
BEN VESTITO, SORRIDENTE,
SI OFFRE AL POPOLO PLAUDENTE, Deve essere andata così: ci
hanno provato con tutte le
armi “stand off”, quelle che
tiri da lontano senza rischiare
MA IL SORRISO DURA POCO le chiappe, ma niente.
PERCHÉ UMBERTO, ISPIDO E ROCO, Bombe e missili non sono riusciti a
INTERVIEN SUL PALCO TOSTO farlo fuori. Allora, sempre per la serie sistemi d’arma a distanza, hanno provato col
telefono. L’idea non era male, un classico dei romanzi di spionaggio della guerra
E RIMETTE TUTTI A POSTO. fredda. Funziona così: il killer chiama e quando l’altro risponde pronuncia una
parola chiave, tipo Equitalia, ammazzandolo all’istante per il terrore. Semplice ed
SBUFFA, SOFFIA, PUNTA IL DITO: efficace. Ma quale parola avrebbe potuto uccidere Gheddafi? Dopo una minuziosa
“SE QUALCUN NON L'HA CAPITO, ricerca nei files del colonnello e di altri suoi colleghi sterminatori, l’Interpol l’ha
QUI COMANDO ANCORA IO!” finalmente trovata: “mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità”.
POI CONTINUA IL BRONTOLÌO... L’unico rischio era che il Rais mettesse giù il telefono prima che fosse pronunciata
per intero, salvandosi. Ma non l’ha fatto. Ha ascoltato per bene e, quando ha capito,
per poco non crepava davvero, dalle risate. Minchia ho i giorni contati, avrà pensato,
SARÀ FORSE IL SUO COGNOME tra vent’anni saranno qui. Gheddafi è un noto sbruffone. Non è vero che i cacciatori
CHE ASSAI BENE NON DEPONE? di mostri della Corte Penale Internazionale se la prendono così comoda. Per
PER DI PIÙ - CASI BALZANI! - beccare Mladic ci hanno messo solo sedici anni, mica male se teniamo conto che si
SI ANAGRAMMA CON “ROMANI”... nascondeva in un’area enorme quanto il Molise. Non è andata meglio con i ricercati
per genocidi in Uganda, Congo, e Darfur (Sudan); ad oggi ne hanno beccati sette su
PERCIÒ ROBY L'UBBIDIENTE sedici. Uno di loro, al-Bashir, di professione presidente del Sudan, saputo del manda-
PRIMA FA FINTA DI NIENTE, to di cattura sembra abbia rischiato di morire soffocato dall’oliva del suo Martini.
Anche lui l’ha scampata per un pelo, ma prima o poi… O magari più poi che prima,
POI, DA CANE BASTONATO,
secondo i pochi cambogiani scampati allo sfoltimento di circa un milione e mezzo
TORNA A FARE L'IMPIEGATO. di anime, con il quale il nostalgico Pol Pot riportò la nazione ai bei tempi dell’età
della pietra. Il Compagno Numero Uno è rimasto latitante dal 1979 al 1998,
quando è morto, che fanno diciannove anni. Si nascondeva al confine con la Tailan-
dia in una foresta inestricabile, sconfinata quanto la provincia di Como.
SI RITIRA IN TUTTA FRETTA
Sulle cause della sua morte si discute ancora, la più accreditata è la noia. Con
MEDITANDO LA VENDETTA queste medie, se nel 1944 gli alleati avessero spiccato un mandato di cattura contro
E PROSEGUE IL SUO LAVORO Hitler invece di sbarcare in Normandia, zio Adolfo avrebbe fatto in tempo a vedere
MASCHERATO DI DECORO. i Beatles ad Amburgo. Uno dei problemi nell’acchiappare i tiranni sanguinari è che
raramente accettano l’invito a comparire in aula. Bisogna mandarci i soldati e
SI FA BELLO IN MODO SCALTRO mettere in conto che ne moriranno un po’. Suona cinico e lo è. Ma ci sono poche
COL SUDOR DI QUALCUN ALTRO, alternative. Tra quelle “stand off” la più efficace è il malocchio. Con una buona
NELLA LOTTA AI CRIMINALI fattucchiera si ottengono ottimi risultati in tempi accettabili: due mesi per fargli
DICE CHE NON HA RIVALI. venire le verruche, sette per l’emorroidi, un annetto per farli cornuti, da uno e
mezzo in su per la malasorte. Purtroppo la iettatura è proibita dalla convenzione di
Ginevra, un pretesto usato dalla Cina per mettere il veto alle risoluzioni ONU che
MA SON TRUCCHI BIZANTINI, ne prevedevano l’uso esplicito. Ecco spiegato il mandato di cattura emesso nei
DAPPERTUTTO SON CASINI: confronti del colonnello. Meglio di niente, compa’, bisogna portare pazienza. Ci
CHI NON VUOL LA SPAZZATURA vorrà solo un po’ di tempo. E allora, considerando che ha compiuto da poco
settant’anni, lunga vita a Gheddafi!
CHE GLI FA DA SEPOLTURA,

SENZA DIR DEGLI STUDENTI,

DEI PRECARI ASSAI SCONTENTI ...
DA ROSARNO A LAMPEDUSA,
AI NOTAV IN VAL DI SUSA, E muoveme di Paola Mammini

QUANDO PUÒ, LUI, LA PROTESTA

LA RISOLVE A BOTTE IN TESTA.
‘sta linguetta
Se nonostante Facebook, Twitter e lingua.In particolare si stanno fo-
IL MINISTRO TASTIERISTA Meetic siete andati in bianco, non calizzando anche sulla respirazione
SI TRASFORMA IN BATTERISTA, disperate: Internet non vi abbando- ed il senso del gusto.
na. Basta acquistare il dispositivo “Gli elementi di un bacio compren-
realizzato dal Laboratorio Kajimoto dono il senso del gusto, il modo di
MA NON USA LE BACCHETTE presso l’Università di Electro-Com- respirare, e l’umidità del-
PER RITMAR LE SUE MARCETTE munications, in Giappone, e la lingua." - spie-
PERCHÉ TROVA ASSAI PIÙ BELLO collegarlo al computer. gano i ricercato-
Si tratta di una scato- ri - "Se siamo in
BACCHETTAR COL MANGANELLO! letta che termina in grado di ricreare
una specie di can- tutte queste cose,
nuccia schiacciata penso che il nostro
di plastica, in strumento sarà davve-
grado di muo- ro potente ed avrà un

Spazio satira diretta

versi e ruotare. grande successo".
Poi, vi collegate Si tratta, dunque, di un
Il ministro Rotondi: via Internet con un par-
tner che stia ciucciando un dispo-
sitivo analogo: muovendo la lingua,
prodotto curioso ed in grado di
intercettare significativi trend
socioculturali quali la tendenza al
“Un deputato campa facendo i conti della serva, alla la cannuccia rileva il movimento e
lo trasmette in remoto, in modo che
multisensualismo e l’esperienza vir-
tuale.
famiglia rimangono solo 4000 euro”. la cannuccia in bocca al partner
lontano si muova in modo simile.
Gli scienziati stanno ancora la-
Il grande vantaggio è che per ba-
ciare e farsi baciare non serve un
aspetto gradevole e neanche un con-

Ma vaffanculo, và. vorando per identificare anche le

altre componenti che intevengono in
un bacio, oltre al movimento della
trollo accurato del fiato.
Vuoi mettere, la praticità!

VI
 V A T E C I Ho visto per Roma i manifesti per il Gay cosa ne pensate? me la Chiesa dice che anche gli atei sono figli

PRO OI!! Village: c'è una donna che dice "Io? Ma

quando mai!". Però, ha il naso
Paolo da Ancona
Il naso lungo ad una lesbica serve
di Dio: i figli gay, per l’esattezza. Si finisce
sempre con l’assomigliare al proprio censore.

V lungo da Pinocchio. Insom-

Incredibilmente, continuano ad arri-
vare battute per la vignetta “Bossi/
Chiappe” proposta il 22 giugno.
Fa bene al cuore sapere che certi te-
mi suscitano ancora sentimenti forti.
Di bene in meglio, il vincitore di que-
sta settimana, Claudio Campani, invia
tre proposte per la vignetta di Gigi
Piras e vince con questa:
- A!G#hRssxPRR TRPcxG
C#Hzzztt!!????
- OK, è dei nostri.
Parla come il Bossi!
ma, uno non può essere etero:
o è gay o vorrebbe esserlo ma
non ha il coraggio di ammet-
terlo! Personalmente, non ho
mai detto a un gay "E dai, che la
misfa
eriebelli@il
fica ti piace! Dici di no perché lib
hai paura di uscire dal giro degli artisti". Voi I gay dicono agli etero di essere cripto-gay co-
come dildo. Detto questo: a forza di
discriminare i gay con l’integralismo, i
gay a loro volta si integralizzano.
Violenza chiama violenza, integrali-
tto.it
smo chiama integralismo (e il brutto è
che violenza e integralismo rispon-
dono, e poi richiamano, e così via).
Detto questo, mi pare un non-problema.
P.S. Mentre rispondo a questa lettera, mi giun-
gono da Roma notizie di aggressioni ai gay; un
ragazzo addirittura è in coma dopo un pe-
staggio “a causa” dei suoi gusti sessuali.
Non è certo il primo né sarà l’ultimo a morire a
causa del sesso; ma almeno l’AIDS non di-
scrimina.
Canta anche tu col simpatico Max!
Ogni settimana un brano reinventato dal bravo
fantasista da cantare intorno al fuoco.
E con gli accordi!
Sulle note di 4 AMICI AL BAR (G. Paoli)
MI
C’erano P4 amici al bar
LA SI di Max Paiella
che volevano cambiare il mondo
FA#m
destinati a qualche cosa in più
MI
che delle escort o un bel conto in banca
LA SI DO# FA#m SI MI MI7
si parlava senza dignità della Rai da smobilitar
LA SI SOL#m
tra un tiro di coca ed un caffè
DO#m FA#m

Per la prossima disfida, la vignet-
ta muta è stata disegnata da Lo-
renzo Pierfelice. Eccola qua sotto.
I SEGNALI DI VECCHIAIA 4
Tratto da “Le Zanzare
sono tutte puttane”
di Beppe Tosco
Ultimo appuntamento con la rubrica di Altro sintomo di invecchiamento:
servizio che si sforza di ricordarvi che Segnale di vecchiaia è quando vedete
tutti dobbiamo morire, e che, soprattut- quelli della stradale in un posto di blocco
che da lontano vi fanno segno con la pa-
to, conviene farlo senza tentare di rima-
nere aitanti trentenni fino a settant’anni. letta di fermarvi ma poi, quando siete
Ogni secondo che passa noi invecchiamo. vicini e guardano dentro, vi fanno segno
Ecco, anche ora, siamo già più vecchi di di andare pure. Terribile, terribile. Dico
quando abbiamo cominciato a leggere solo che è terribile.
Tocco delle corde con questi segnali
queste righe. Ora di più… ancora… an-
cora di più… più vecchi… di più ancora... sull’invecchiamento che mi fanno male.
Ansia, ci siamo tediati di questo giochino Mi perquisivano i polpacci, fino a poco
andiamo avanti. tempo fa. Controllavano sulla segnaletica
Segnale di vecchiaia manifesto: dei latitanti. Stavo a aspettare delle mez-
Siete messi male quando al supermerca- z’ore che controllassero se la macchina
to la cassiera vi chiede se avete 23 cente- non era rubata … si stava così bene ….
simi e voi ficcate la mano nella saccoccia, aprivano il bagagliaio … un caramba stava
tirate fuori un mucchietto di spiccioli e sempre vicino alla macchina con la mitra-
porgete la mano all’impiegata. glietta …. Bon, pazienza, gli anni passano.
Questo gesto significa abbandono. Avete Allegria.
abbandonato. È il segnale che la vita vi ha I capitoli di servizio sull’invecchiamento
vinto. Significa in sostanza “faccia lei signo- terminano qui. Nel riquadro sotto c’è un
rina, io ormai ho chiuso”. E ora un attimo di segreto molto spiacevole per uomini e
donne che hanno una certa età. Chi non
pausa.
Lo so, ragazzi, che è dura sopportare se la sente lo salti, l’ho messo solo per
questi capitoli, ma sto facendo tutto completezza di informazione.
un Briatore e una Santanchè,
SI
tu proponevi una gang bang
C’erano P3 amici al bar,
una cricca per la propaganda
si può fare molto anche così
con i soldi tutti alle Caiman
si parlava con disonestà,
di eolico, e probabilità
tra un Denis Verdini ed un caffe
tiravi fuori i tuoi Brancher
e proponevi i tuoi guagliò
C’erano P2 amici al bar,
uno è andato dritto a governare
i picciotti però siamo noi,
e non serve essere Andreotti
si rubava, in gran quantità,
con pudore e stabilità
tra un Licio Gelli e una stragina
tiravi fuori i tuoi Riina e proponevi i tuoi Sindona
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa
e quest'oggi verso le tre son venuti quattro
cinesini
son seduti lì vicino a me, c’erano anche 4 beduini
li sentivo chiacchierare, han deciso di comprare ,
tutto questo mondo che non va.
E per tutti questi amici al bar
siamo noi che pagheremo il conto

i a l a t u a b a t t uta a: questo perché non abbiate mai ad essere

Scarica il Podcast su
Inv
Amici di una certa età. Fino a che i vostri parenti,

a tto.it
definiti “giovanili”.
i l m i s f
i colleghi di lavoro gli amici e i conoscenti vi

liberieb e l l i @ Se siete persone sane alla parola “giovani-

le” vi dovrebbero venire in mente Massi-
mo Ranieri, Gianni Morandi, o il musino
della Cuccarini.
chiamano “vecchio”e “vecchione” e vi pigliano per
il culo sciando o giocando a tennis, non vi dovete
radio2.rai.it
preoccupare. È quando vi dicono “Scherzi? Ma
sei ancora giovane!”, che la tragedia è iniziata.

LE
LE FIGURINE
FIGURINE DIDI MERDA
MERDA A cura di
Alberto Graziani
Torna bambino!
Seguitto
il Misefasu
effediemme effediemme effediemme effediemme anch book
Ritaglia e colleziona
le tue Figurine di Merda!
Potrai incollarle
nel bellissimo Album
face
delle Figurine di Merda
che molto presto
pubblicheremo, Misfatto - 3 luglio 2011
senza alcun timore Direttore Responsabile
Stefano Disegni
che non possa essere Caporedattore
riempito, visto Paolo Aleandri

l’andazzo quotidiano! Art Director

37 38 39 40
Cristina Trovò
Potrai scambiare Segretaria di Redazione
le tue Figurine di Merda Francesca Piccoletti

LUIGI BISIGNANI
"È una stronza brutta,
un mostro, mignotta come poche,
la più mignotta di tutte".
(Parla di Maria Vittoria Brambilla,
Verbali Intercettazioni P4)
(Repubblica, 22 giugno 2011)
MAURO MASI
Masi: “Gli stamo a spacca' il culo.
So’ arrapato come una bestia.”
era intestata a me…Dopo qualche mese…
Bisignani: “Un abbraccio”.
falsificato la firma, reintestandosi l'auto».".
(A proposito di Santoro,
Verbali Intercettazioni P4)
(Repubblica, 22 giugno 2011)
ALFONSO PAPA GIANNI LETTA
“Per il mio compleanno del 2010 mi ha "Luigi è persona estroversa,
regalato la sua Jaguar XKR…la macchina
brillante e bene informata.
È amico di tutti.
ho chiamato il concessionario e ho È l'uomo più conosciuto
appreso con sorpresa che il Papa aveva…
che io conosca. Bisignani
(Maria Roberta Darsena,
è un uomo di relazioni".
Verbali Intercettazioni P4) Verbali Intercettazioni P4)
(Repubblica, 22 giugno 2011)
(www.lettera43.it, 16 giugno 2011)
con quelle di altri…
celo, manca,
ti do un Bondi
che distrugge Pompei
per un La Russa che
insulta uno studente…
 Che tenerezza.
Che nostalgia.
Grafico
Paolo Cucci
Web Master
Riccardo Cascino
Direttore Amministrativo
Carlo “Bancomat” Pontesilli
Prodotto e realizzato da:
Imprese Disperate S.r.l.
Sede Legale:
Via Iberia 20 - 00183 Roma
Sede Amministrativa: Studio Pontesilli
Via Sant’Erasmo 23 - 00184 Roma

VII
Domenica 3 luglio 2011 pagina 9

ALTRI MONDI

AFGHANISTAN, MORTO NUMERO 39

E CALDEROLI PARLA SUBITO
Il leghista: Bisogna cambiare strada. La Russa: Fra un po’
di Barbara Schiavulli braio 2011 in quel pezzo di terra
grande come nord Italia sotto il FREEDOM FLOTTILA2 di Stefano Citati
arma preferita dai taleba-

L’
ni, l’ordigno piazzato sul-
la strada, ha colpito anco-
ra. E ancora. Trentanove-
simo militare morto in Afghani-
stan dal 2003.
Esplosioni che fanno tremare la
strada, spesso sterrata e deserta
e poi fermano il tempo. Pochi
secondi d’incredulità dove ci si
guarda intorno prima di scate-
narsi il panico, mentre la terra
s’impregna di sangue e i soccor-
si si precipitano ad arrivare. Ieri
è accaduto almeno tre volte sot-
to il sole cocente dell’Afghani-
stan. Prima nella provincia di
Baqwa, dove è morto il caporal
maggiore scelto Gaetano Tuc-
cillo ed è rimasto ferito a una
gamba un parà del 186/o Reg-
gimento Folgore di Siena, poi
due volte nel sud di quel Paese
lacerato dalla guerra con 4 e 13
morti, tutti civili tra i quali alme-
no due bambini.
SOGNAVA una casa con l’or-
to da dividere con la giovane mo-
glie olandese. Anche per questo
Tuccillo, di Pomigliano d’Arco,
era in Afghanistan. Apparteneva
al Battaglione Logistico “Ariete”
di Maniago, ieri mattina guidava
un autocarro pesante, ma in
realtà fragile perché nonostante
i mezzi in circolazione in Afgha-
nistan dovrebbero essere tutti
blindati, quel tipo non lo è, ha
solo le protezioni laterali per
proteggere dal fuoco diretto. È
stato proprio l’autocarro, che
può trasportare aiuti, ma anche
un mezzo in avaria, a innescare
la mina, quell’ordigno, ied (im-
provise explosive device) in gergo
militare, quella morte fatta di fili
e esplosivo che aspettava che il
convoglio tornasse dopo una ri-
cognizione congiunta con i mi-
litari afghani al villaggio vicino
Caghaz, alla base, un nuovo
L’autocarro
saltato in aria
non era
un blindato
Dovrebbero
esserlo tutti
i mezzi laggiù
avamposto dove si dorme in ten-
da, i generatori si bloccano per
la polvere e non c’è nessuna co-
modità. Tra la base e il villaggio
16 km di nulla. Quella di Baqwa,
una delle ultime province di cui
gli italiani si sono assunte il con-
trollo, e una di quelle in cui tutte
le statistiche la indicano tra le
più pericolose. In teoria il Regio-
nal Command Ovest, sotto il
controllo italiano dove sono di
stanza 4200 militari, a parte al-
Un gruppo di talebani
su un vecchio carro armato (FOTO LAPRESSE)
cune zone sensibili come Farah,
il Gullistan, Bala Murghab e pro-
prio Baqwa, è relativamente
tranquillo rispetto al sud, (gli
americani nell’appena passato
mese di giugno hanno seppelli-
to 56 militari) dove si combatte
quotidianamente.
IL PERICOLO maggiore in tut-
to l’Afghanistan per militari ma
soprattutto i civili è quello degli
ordigni. L’impiego di esplosivo
nascosto negli interstizi della
terra è diventato nel tempo una
delle principali strategie dei ta-
lebani, capendo presto che era
difficile ingaggiare un fruttuoso
scontro a fuoco con i militari
stranieri e anche con il nuovo
esercito afgano che addestrato
dalla Nato, nel giro di 3 anni do-
vrebbe assumersi il controllo
della sicurezza del Paese, in mo-
do da avviare quel ritiro che or-
mai molti Paesi occidentali au-
spicano. Dal marzo 2010 al feb-
controllo italiano sono stati rin-
venuti poco più di mille ordigni
(posizionati soprattutto nei me-
si estivi che coincidono con la
raccolta e la semina dell’oppio),
la maggior parte dei quali nella
regione di Farah (accanto a quel-
la di Baqwa) al confine con la
provincia di Helmand che dopo
dieci anni di guerra è ancora la
roccaforte dei talebani.
UNA GUERRA lunga, la più
lunga per gli americani, ma an-
che per l’Italia dove si scatenano
le polemiche sul valore della
missione ogni volta che cade un
soldato. “Piango anch’io per il
nostro ragazzo morto oggi in Af-
ghanistan e non so come espri-
mere la mia vicinanza alla sua fa-
miglia. Ma bisogna porre fine al-
le lacrime, credo sia venuto il
momento di cambiare strada.
Dobbiamo ripensare il nostro
impegno subito, profittando del
decreto sul rifinanziamento del-
le missioni all’estero e dobbia-
mo farlo anche alla luce della
scelta fatta dal presidente Oba-
ma, che ha deciso di ridurre dra-
sticamente l’impegno Usa. Del
resto sta finalmente prevalendo
il concetto che la democrazia
non si esporta. E tantomeno lo si
fa con le armi”, ha detto il mini-
stro leghista Roberto Calderoli.
D’accordo con lui anche Anon-
tio Di Pietro e Nichi Vendola,
mentre il ministro della Difesa,
La Russa, sostiene la missione:
“Questi pericoli purtroppo ci
sono e continueranno, ma il la-
voro dei nostri militari è molto
avanzato e contiamo di poter co-
minciare già dalla fine di que-
st’anno o all’inizio dell’altro a far
rientrare gradualmente i primi
soldati italiani e poi concludere
entro il 2014 la fase di trasferi-
mento della sicurezza la gover-
no afgano”.
LA MISSIONE FA ACQUA
ouvia (Corfù) – La Freedom Flotilla è affondata
G prima di partire nelle acque agitate della burocrazia
ellenica, della diplomazia israeliana e occidentale, e
dell’incertezza dei suoi stessi partecipanti. Adesso che
John Klusmire, il comandante della Audacity of hope, la
nave americana battezzata come il libro di Obama, è
stato arrestato per aver tentato di prendere il largo, quel
che resta della speranza è poco audace: a Corfù come ad
Atene lunghe, articolate riunioni degli attivisti si risolvono
in rivoli di discussioni tra i vari gruppi nazionali e gli
organizzatori sembrano – sotto il tendone in riva alla
spiaggia di Gouvia – come animatori tristi di villaggi
vacanze a fine stagione. Le alternative proposte alla
partenza coatta, difficili e improponibili poiché
metterebbero a rischio l’incolumità giuridica di Petros, il
comandante greco che si dovrebbe assumere la
responsabilità di salpare nonostante l’incompletezza
burocratica (manca l’ok del registro del Togo, di cui la
“Stefano Chiarini” batte bandiera), sembrano inefficaci
per tenere alta l’attenzione sulla flottiglia: proteste
andando in giro per l’isola a sensibilizzare i turisti, attesa
fino a martedì nella speranza che arrivino i documenti e
con un cambio di destinazione (non più Gaza, ma l’Egitto,
o anche solo Creta) che permettano la partenza.
Tra i volti degli oltre 80 partecipanti – tra cui diversi di
origine palestinese, di cui uno gioca con un portachiavi
con l’effige di Arafat – fino a ieri disposti ad affrontare la
reazione dei militari israeliani, la delusione e lo
smarrimento prendono forma di brusii d’insofferenza
verso il comitato organizzatore generale: il trio che guida
la discussione viene visto come un Politburo. Ci si
accontenta, per non mettere subito la parola fine, di
aggiornarsi a martedì alle 15, in attesa di decidere l’atto
conclusivo, ormai quasi certamente solo dimostrativo.
“Freedom botillia”, esclama Vauro, che cerca di trovare un
appiglio mediatico e un futuro coinvolgimento per la
ciurma rimasta a terra. Se la Freedom flotilla è affondata
simbolicamente, si può pensare di organizzare la
spedizione attraverso le correnti del Mediterraneo di
migliaia di bottiglie (di vetro) con lettere e simbolici doni
per i palestinesi: se non può essere una battaglia, può
essere una bottiglia che conservi l’impegno e la volontà di
essere vicini alla causa della Striscia.

LICENZA DI UCCIDERE?

IO, DONNA 007 VI RACCONTO LA VERA VITA DELLE SPIE

di Stella Rimington
er troppo tempo i servizi se-
Priserva
greti britannici sono stati una
di caccia maschile. Ma in-
torno agli anni ’80 ci fu una au-
tentica rivoluzione: arrivarono
le donne e si rivelarono molto
brave. E così oggi i vecchi ro-
manzi di spie sono illeggibili.
Le storie di spie dovrebbero ispi-
rarsi alla realtà, ma di realtà ce
n’era ben poca nel personaggio
di Duckworth Drew creato nel
1903 da William Le Queux. Il suo
nemico, il capo dei servizi segre-
ti tedeschi Otto Kremplestein, di
tanto in tanto attraversava il Ca-
nale della Manica con il pretesto
della caccia alla volpe. Per quan-
Stella Rimington
in passato
agente
di Sua Maestà
nel MI5:
altro che
James Bond
to ridicoli, i romanzi di Le Queux
raggiungevano lo scopo: mette-
re in guardia una nazione son-
nolenta dal pericolo della Ger-
mania alla vigilia della prima
guerra mondiale. Il medesimo
pericolo spinse Erskine Childers
a scrivere nel 1903 “L’enigma
delle sabbie”, una spy-story nella
quale l’agente dei servizi Carru-
thers scopriva che i tedeschi sta-
vano segretamente preparando
la guerra. L’agente Carruthers
con i suoi modi da gentiluomo e
il suo amor di patria, non era poi
molto diverso dal comandante
Cumming e dal capitano Kell
che nel 1909 ricevettero l’inca-
rico di creare il Servizio Segreto
britannico.
A QUEI TEMPI la parola “se-
greto” aveva ancora un senso e, di
conseguenza, la vita degli scrit-
tori era facile. Le informazioni
sulle reali attività degli agenti se-
greti erano pochissime e i lettori
non avevano difficoltà a credere
alle spille avvelenate, ai sigari che
esplodevano in bocca al “cattivo”
di turno e ad altre diavolerie del
genere. Ai lettori bastava sapere
che le spie britanniche erano pa-
triottiche, oneste e di sesso ma-
schile e che i cattivi – talvolta
donne – erano sempre tedeschi
o, quanto meno, stranieri. Ne “I
39 scalini” di John Buchan le spie
erano persone semplici: “No –
disse il francese – non capisci le
abitudini della spia. La spia riceve
personalmente la sua ricompen-
sa e consegna personalmente le
informazioni”.
I romanzi spionistici scritti da ex
agenti che conoscevano il mec-
canismo dell’intelligence dall’inter-
no cominciarono a fare la loro
comparsa tra le due guerre. Ma
agli autori non interessava tanto
l’accuratezza quanto l’aspetto
meno seducente del mestiere di
spia. Somerset Maugham, che
aveva fatto la spia in Russia du-
rante la prima guerra mondiale,
scrisse una serie di racconti su
Ashenden e il suo capo “R”.
Quando R deve descrivere ad
Ashenden una possibile fonte di
informazioni il dialogo è più o
meno di questo tenore: “Lo chia-
mano il messicano pelato”. “Per-
ché?” “Perché è pelato e perché
eè messicano”. “La spiegazione è
assolutamente soddisfacente”, è
la replica di Ashenden.
Graham Greene, anch’egli ex
agente dei servizi, si prende gio-
co del mondo dello spionaggio
con “Il nostro agente all’Avana”
nel quale un venditore di elettro-
domestici, Mr. Wormwold, reclu-
tato dal MI6 inventa una rete di
collaboratori e scrive da solo i
rapporti inventando le informa-
zioni che, purtroppo, spesso si
rivelano sinistramente vere. L’ul-
timo romanzo di Greene, “Il fat-
tore umano”, è un capolavoro di
cinismo. Un funzionario viene so-
spettato di tradimento e i suoi ca-
pi decidono di farlo assassinare.
Ma il killer uccide la persona sba-
gliata.
OGGI il compito di uno scrittore Pierce Brosnan nei panni di 007 (FOTO OLYCOM)
di spy-story è diverso. I lettori vo-
gliono la realtà. Da quando Fre- pericolo i suoi agenti. Comunque
derick Forsyth ne “Il giorno dello il mondo dell’intelligence è cam-
sciacallo” ci ha fatto sapere con biato e nei miei romanzi c’è sem-
precisione come procurarsi un pre una eroina, non ci sono ag-
passaporto falso, il lettore medio geggi infernali alla James Bond e i
si aspetta precisione anche nei personaggi sono credibili. E tut-
dettagli. Ma la deprimente realtà tavia, trattandosi di romanzi, non
è che oggi la vita di una spia è una
vita di attese, di pedinamenti, di
posso evitare che la mia eroina
Liz e il suo collega Dave Ar-
analisi, di valutazione, di riflessio-
ne. E i nemici non sono più i si-
mstrong a volte vengano rapiti,
rispondano al fuoco degli agenti
nistri rappresentanti di potenze
straniere che giocano la partita
nemici e rischino la pelle. È la
sola parte dei miei libri in cui la
nel rispetto di regole d’onore da finzione prende il soppravvento
tutti condivise. Quando prendo sulla realtà.
parte ai festival letterari mi chie-
dono sempre: “Qual è la cosa più (Stella Rimington è autrice di “Rip
pericolosa che ha fatto o ordinato Tide” ed è stata funzionaria del
di fare?”. servizio segreto britannico MI5)
La verità è che un funzionario (c) The Daily Telegraph
cerca per lo più di non mettere in Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
pagina 10
L’INDAGINE DISASTROSA
OPHELIA, LE BUGIE
E UNA SENTENZA
ANCORA DA SCRIVERE
Strauss-Kahn brinda col Brunello
ma le accuse non sono cadute
di Angela Vitaliano
New York
odici palloncini rossi,
D
bianchi e blu attaccati ad
una Statua della Libertà
gonfiabile con un bigliet-
to: “Goditi la tua libertà nel Gior-
no dell’Indipendenza”. Questo il
regalo, inviato dal Balloon Sa-
loon di Tribeca, all’indirizzo di
Franklin Street dove si trova la
lussuosa dimora da cinquantami-
la dollari al mese, abitazione di
Dominique Strauss-Kahn e sua
moglie Anne Sinclair. Da giovedì,
infatti, a seguito di un cambia-
mento improvviso e, per certi
versi inatteso, l’ex direttore del
Fondo Monetario Internaziona-
le, accusato di aver violentato
una cameriera del Sofitel di Ma-
nhattan, dove risiedeva lo scorso
14 maggio, è un uomo libero. O
quasi. Il giudice Michael Obus,
del Tribunale penale di New
York, tenuto conto delle novità
intervenute nel caso, ha infatti
deciso, venerdì mattina, di libe-
rare Dominique Strauss-Kahn da-
gli arresti domiciliari, garanten-
dogli piena libertà di movimento
all’interno degli Stati Uniti.
Nessun ritorno in Francia, dun-
que, dal momento che le accuse
a suo carico non sono cadute e,
dunque, il passaporto non è sta-
to riconsegnato. “Il caso non è
archiviato, come abbiamo senti-
Antichi modelli
QUELLI CHE
“LA DONNA
SE L’È CERCATA”
di Flavia Perina
Ppietraotete scommetterci: il caso
Strauss-Kahn diventerà una
miliare nel dibattito sul
reato di stupro. Le menzogne di
Ophelia, la cameriera del So-
phitel, realizzano il sogno di tut-
ti gli avvocati difensori: dimo-
strare che le donne la violenza
sessuale se la cercano con com-
portamenti ambigui o se la in-
ventano per obiettivi ricattatori.
In Italia ci si esercita sul tema da
generazioni, e con successo. An-
datevi a vedere su Youtube il pri-
mo processo per stupro filmato
nel 1979 dalla Rai e capirete
meglio: memorabile il passag-
gio in cui l’avvocato della difesa,
tra le risate dei colleghi e per-
sino della Corte (tutti maschi),
ricorda che “una violenza car-
nale con fellatio può essere in-
terrotta con un morsetto” e che
in quel tipo di accoppiamento
“è la donna che prende, è lei la
cronologia dei fatti dopo la presunta violenza, prima
aveva detto di aver denunciato subito lo stupro, ma
poi si è scoperto (e lei ha confermato) che prima ha
pulito una stanza sul piano e poi anche quella di
Dsk. Quindi ha chiamato il supervisor e gli ha detto:
“Ma i clienti di questo albergo possono farci tutto
to dire – ha chiarito il giudice
Obus rivolgendosi alla corte – e
ci aspettiamo che il processo va-
da avanti”. La svolta negli eventi,
infatti, non è stata determinata
dal recupero di prove che sca-
gionino il francese dall’accusa di
violenza carnale ma, piuttosto,
da una serie di fatti che hanno
minato, in maniera significativa,
la credibilità della donna.
GLI INQUIRENTI, infatti,
hanno appurato una serie di in-
congruenze che hanno gettato
seri dubbi sulla sincerità della
donna che, come riferiscono i
rapporti, avrebbe anche cambia-
to il suo atteggiamento nel corso
degli interrogatori, passando dal-
la paura, alla rabbia, alla dispera-
zione prima di confessare tutta
una serie di bugie. Prima di tutto,
I tabloid Usa
rincarano
la dose
contro
la cameriera:
“Lei era
una prostituta”
parte attiva mentre i maschi so-
no passivi, inermi, nelle fauci
avide della femmina”. La vitti-
ma dell’epoca, Rossella, era sta-
ta violentata da quattro padri di
famiglia. Se la cavarono con una
mite condanna dopo un proces-
so tutto giocato sulla vita priva-
ta della ragazza, passata senza
risparmio al microscopio. La vi-
cenda di Ophelia autorizza a
recuperare quell’antico model-
lo: davanti a una denuncia per
stupro, la prima su cui indagare
è la donna. Magari negli Usa so-
no più attrezzati per contenere
questo tipo di regressione, ma
da noi non ho dubbi: la vicenda
Strauss-Kahn sarà un successo-
ne. La vittoria del ricco e poten-
te sulla donna bugiarda e put-
tana in Italia è un plot irresisti-
bile.
COSE DELL’ALTRO MONDO
LE BUGIE DELLA CAMERIERA “SO QUELLO CHE STO FACENDO,
La cameriera ha mentito a proposito della QUEST’UOMO È PIENO DI SOLDI”
La cameriera Ophelia, al centro
dello scandalo, ha telefonato a
quello che sarebbe il suo
“fidanzato”, e che si trova in
carcere, dicendogli: “Questo uomo
è pieno di soldi, so quello
ciò che vogliono?” (FOTO TRATTA DA AFFARIITALIANI.IT) che sto facendo” (FOTO MILESTONE)
a differenza di quanto affermato
nella deposizione originale,
Ophelia (questo il nome “di co-
pertura” della donna), non avreb-
be denunciato immediatamente
lo stupro, ma avrebbe pulito una
stanza al 28mo piano, poi sareb-
be tornata in quella di
Strauss-Kahn per riassettare an-
che quella prima di decidersi a
parlare con il suo supervisor.
Menzogne anche sulla sua richie-
sta per entrare in America come
rifugiata, corredata da un raccon-
to di una violenza sessuale di
gruppo e anche di altre torture su-
bite. Ophelia avrebbe conferma-
to di aver ripetuto una storia che
aveva imparato a memoria come
suggerito da un suo “coach”. In-
congruenze anche nei conti ban-
cari che rivelano entrate econo-
miche provenienti da versamenti vore di Dominique Strauss-Kahn. bili, come riferito in un rapporto stituta regolarmente condannato
diversi dallo stipendio percepito Elemento che, in un eventuale ufficiale, in mano agli inquirenti. da una giuria di New York. Coleen
dal Sofitel. Più di tutto, però, pesa processo basato solo su “lui ha La donna, infatti, nel corso del Balbert, vice del procuratore di-
come un macigno sulla donna
una telefonata fatta al suo fidan-
detto, lei ha detto” e non su prove
inconfutabili, è evidentemente di
presunto stupro, avrebbe riporta-
to una lussazione alla spalla e ec-
strettuale, durante il processo, ri-
volgendosi alla giuria, sottolineò
zato, detenuto in un carcere del-
l’Arizona (e per questo registrata)
grande peso perchè gli avvocati
della difesa avrebbero impiegato
chimosi alla vagina, segno eviden-
te della violenza dell’atto. Ele-
come “nessuno, nemmeno una
prostituta, merita di essere violen-
al quale avrebbe detto, parlando
in un dialetto africano “non ti
cinque minuti a far crollare la don-
na in un interrogatorio.
menti che, se veritieri, unitamen-
te all’analisi del Dna che conferma
tata”. Sarebbe, dunque, quanto
meno prematuro, confondere la
preoccupare, quest’uomo ha un che fra i due è intercorso un rap- libertà vigilata di Dominique
sacco di soldi e so ciò che faccio”. RESTA, però, il fatto che l’avvo- porto sessuale, potrebbero co- Strauss-Kahn con una sentenza di
Abbastanza, insomma, per far cato di Ophelia, Kenneth P. Thom- munque rafforzare i dubbi sull’in- innocenza. Anche se il conto da
comprendere al procuratore di- pson, durante un lungo e appas- nocenza di Strauss-Kahn. Proprio 600 dollari, per una cena in un ri-
strettuale che la posizione fino ad sionato intervento, all’uscita dal recentemente, infatti, un docu- storante dell’Upper East Side, a
allora “equilibrata”, basata sulla Tribunale, non ha fatto un passo mentario tv, targato Hbo, Sex Cri- base di Brunello, sembra indicare
buona reputazione della donna, indietro, confermando che le pro- me Unit, riferisce di un caso di vio- che questo sia il pensiero dei co-
si era fortemente sbilanciata a fa- ve della violenza sono inequivoca- lenza sessuale ai danni di una pro- niugi Strauss-Kahn.
Paradossi Imperfezioni
ADESSO SAREMO MAI
TUTTE UNO STUPRATORE
PIÙ SOLE LIBERO
di Lidia Ravera di Caterina Soffici
e Dsk fosse una signora,
Se austera
pur potente come la bella
Christine che ha Niente feste di piazza, nien-
Ibengiustizia
un mondo perfetto la
non sbagliereb-
mai, i procuratori per- Io credo che nel nostro
preso il suo posto alla Bce, te “se non ora quando”. seguirebbero i cattivi e i col- mondo imperfetto, se una
non si celebrerebbe con al- La butterebbero a mare, pevoli sarebbero puniti. In percentuale di errore è ine-
trettanto entusiasmo, la ca- un’eventuale madame un mondo ideale la giusti- liminabile dal sistema, è
duta dell’infamante “cer tez- Strauss-Kahn, sessantenne, zia proteggerebbe gli onesti preferibile che un presunto
za del crimine”. Il prestante ricca a palate, potente e e le vittime troverebbero stupratore con precedenti
facchino che l’avesse, par maiala. Come puoi preten- sempre giustizia. di molestie e notorio put-
hazard, stimolata a delin- dere tu, vil razza padrona, Nel mondo imperfetto nel taniere finisca dietro le
quere, non dovrebbe, per for- ciò che non ti viene dato, quale viviamo, invece, la sbarre per un errore giudi-
za, essere un santo, puro co- spontaneamente e gratuita- giustizia può sbagliare e ziario piuttosto che un pre-
me un giglio e ininterrotta- mente? Non esiste ancora la quando accade si verifica sunto reato di stupro ri-
mente sincero fin dalla na- femmina alfa, cui si perdona che i colpevoli non pagano manga per errore impuni-
scita. Basterebbe un lega- in fretta e volentieri, per le proprie colpe e le vittime to.
mento strappato, sarebbero mandar libere tutte le beta, non trovano giustizia. Di- Anche perché – percen-
più che sufficienti quattro gamma e delta. L’unica che mentichiamoci quindi per tualmente parlando – so-
graffi su qualche zona ero- se la cava, fra le donne, è un momento del caso di no immensamente di più i
gena, firmati dal dna dell’ag- ancora, quella che non si fa Dominique Strauss-Kahn, casi di stupro e violenza
gressore (parola sempre co- notare. Dopo l’esemplare delle sue implicazioni poli- non perseguiti (quindi di
niugata al maschile). Quan- punizione che trascinerà nel tiche e finanziarie, del po- vittime che non trovano
d’anche risultasse acclarato fango la cameriera forse tere, dei soldi, dei complotti giustizia) di quanti siano i
che il facchino ha mentito, “bugiarda” e forse no, sta- reali o presunti, della ribal- presunti stupratori finiti
non si registrerebbe un col- remo ancora più zitte. Sare- ta mediatica, della gogna e per sbaglio dietro le sbar-
lettivo sollievo di genere. mo ancora più sole. di tutto il resto. re .

Illustrazione di Emanuele
Fucecchi. Sotto, il ristorante
“Scalinatella” di Nyc, dove Dsk ha
brindato alla libertà (FOTO MILESTONEMEDIA)
LA STAMPA FRANCESE
COME IL CONTE DI MONTECRISTO, “SI FARÀ GIUSTIZIA”
di Carlo A. Biscotto
nfine nel corso delle in-
“I dagini la vittima ha men-
tito al sostituto procuratore
distrettuale in ordine a una
serie di questioni concer-
nenti la sua storia, le sue pre-
cedenti esperienze, le circo-
stanze del presunto stupro e
le sue personali relazioni”.
Termina così la lettera inviata
al collegio di difesa di Domi-
nique Strauss-Kahn dai sosti-
tuti procuratori Joan Illuz-
zi-Osborn e John McConnell.
Ovviamente la notizia ha fat-
to rapidamente il giro del
mondo e sulla stampa – spe-
cialmente quella francese –
non sono mancati commenti
e reazioni oltre agli imman-
cabili “ve l’avevo detto”.
L’inviato del Nouvel Observa-
teur a New York, Philippe
Boulet-Gercourt, si mostra
indignato: “È sbalorditivo
che un procuratore abbia co-
struito una castello di accuse
gravissime accanendosi con-
Evviva evviva, bravo bravo!
Dsk già assolto (da Feltri&C.)
MASCHILISMO PIÙ CHE GARANTISMO
I GIORNALI CHE FANNO FESTA
di Roberta Zunini
ella caduta del castello
N accusatorio contro Do-
minique Strass-Kahn, è
rimasta sepolta Ofelia. I
quotidiani italiani nel com-
mentare il ribaltamento del
caso Dsk, hanno cancellato la
giovane e povera ragazza ma-
dre, profuga africana, domici-
liata in una casa popolare del
Bronx, soprannominata
Ophelia per difenderne la pri-
vacy e sintetizzarne la vita.
Non più vittima degli eventi,
come il personaggio shake-
speariano, Ophelia è ritorna-
ta a essere Nafissatou Diallo.
Il nome vero si addice deci-
samente meglio alle copiose
cronache che, ora, dipingono
questa trentaduenne guinea-
na come una criminale appro-
fittatrice, una spudorata vira-
go (sottointeso “negra”), alta
un metro e ottanta e pesante
quasi un quintale. Ma Nafis-
tro un innocente per oltre un
mese e mezzo”. Nel suo edi-
toriale su France Inter, Tho-
mas Legrand invita alla pru-
denza, ma non esita a scrive-
re: “A ripensare a questi due
mesi si viene presi da una ver-
tigine, da un malessere”. Su
Le Figaro, Philippe Goulliaud
scomoda Alexandre Dumas:
“Dsk potrebbe trovarsi nella
stessa situazione del Conte di
Montecristo e potrebbe ve-
nirgli il desiderio di regolare i
conti con quelli che l’hanno
cacciato in questo pastic-
cio”.
COME si vede i complottisti
hanno risollevato la testa: so-
no stati gli islamici perché è
ebreo; no sono stati i russi, co-
me aveva previsto già ad apri-
le lo stesso Dsk. Nessuna pie-
tà per l’accusatrice che, stan-
do al New York Post, ampia-
mente citato dalla stampa
francese, sarebbe una prosti-
tuta assunta dal prestigioso
Sofitel proprio per la sua av-
“QUEL RAPPORTO
NON FU CONSENZIENTE”
Il dna ha confermato che ci fu un
rapporto sessuale fra i due (cosa che
d’altra parte neppure Strauss-Kahn
ha mai negato). Ma l’avvocato della
donna [nella foto a sinistra] insiste
nel dire che ci fu violenza, che il
rapporto non fu consenziente (FOTO AP)
satou non è diventata una
donnona in due giorni. Lo era
già il 14 maggio scorso quan-
do accusò l’ex presidente del
Fondo monetario internazio-
nale di aver tentato di sodo-
mizzarla e di averla costretta a
un rapporto orale mentre si
apprestava a riassettargli la
stanza.
Come mai nessuno allora ave-
va avanzato qualche dubbio
circa la difficoltà per un uomo
di mezza età di costringere a
un rapporto orale una possen-
te ragazzona? Nell’articolo sul
Giornale (dal titolo eloquente
“Quanti allocchi stuprati dalla
cameriera”), Vittorio Feltri,
dopo aver sottolineato che la
ragazza non è “esile”, scrive:
“Come si fa a sostenere che
Strauss-Kahn ha stuprato la
cameriera se questa, per sua
ammissione, ha avuto con lui
anche un rapporto orale, che
come chiunque sa, richiede
consenso attivo altrimenti il
maschio rischia una terribile
mutilazione?”. Il sospetto che
costringere una cameriera –
in una situazione difficile,
con una vita precaria – a sot-
tomettersi a una richiesta ses-
suale non sia così difficile e
non ci voglia la forza fisica
quando si è il cliente più te-
muto e riverito dell’hotel, do-
ve lei lavora, non viene a nes-
suno.
Per molti opinionisti il cattivo
in questa storia è ora senza
dubbio solo lei: una finta Eu-
menide che si è rivelata per
venenza e “disponibilità” nei
confronti dei danarosi clienti
di sesso maschile. Inoltre ha
mentito alle autorità america-
ne inventando uno stupro di
gruppo per ottenere asilo po-
litico, conduce una esistenza
al di sopra dei propri mezzi,
ha frodato il fisco, farebbe
parte di una banda di spaccia-
tori e riciclatori e – ecco la pi-
stola fumante! – nella famosa
telefonata all’amico pusher
in galera in Arizona ha am-
messo la sua malafede dicen-
do: “Questo tizio ha un sacco
di soldi; so quello che faccio”.
Ammettiamolo pure, non è
Santa Maria Goretti. Ma nem-
meno Dsk può travestirsi da
“povera vittima” innocente
di un complotto.
Resta il profilo dell’uomo così
come è emerso dalle tante te-
stimonianze di amici, ex col-
laboratori, persone che lo co-
noscevano. “Siamo franchi:
l’universo preferito di Domi-
nique è l’estetica erotica di
Eyes Wide Shut di Stanley Ku-
COSE DELL’ALTRO MONDO
quello che è: una rapace Erin-
ni, confermando quel che già
sospettavano. Nessuno, nem-
meno coloro che fin dall’ini-
zio scrivevano di avanzare
dubbi sul caso, si era comun-
que mai preso la briga di in-
vestigare davvero sul conto di
questa donna, come poi ha
fatto il New York Times, magari
per capire anche solo come
funziona la pulizia delle stan-
ze di un albergo di lusso come
il Sofitel. L’unico che lo sape-
va, a quanto pare, era Libero:
“Hanno stuprato la verità”, è il
titolo della lunga riflessione
del vicedirettore Massimo
De’ Manzoni. “Sin dal primo
momento Libero, tra i pochi
quotidiani al mondo e forse
l’unico in Italia, ha invitato al-
la cautela su una vicenda che
presentava molti lati oscuri”.
Dopo averli elencati, circa da
metà articolo però s’inizia a
capire dove voglia andare a
parare: “Su tutto questo ha
“Un rapporto
orale richiede
consenso
attivo, altrimenti
il maschio
rischia
la mutilazione”
brick” dichiara a Le Monde una
vecchia collaboratrice. Già
nel 2003 Le Nouvel Observateur
aveva parlato di un “ministro”
con la passione dello scambi-
smo e al collaboratore che gli
consigliava un po’ di pruden-
za, Dominique Strauss-Kahn
prevalso il riflesso condizio-
nato contro il ricco e potente,
e arrogante, e anche ebreo
(oh sì) e per giunta dalla fi-
siognomica rapace: il colpe-
vole perfetto. È scattato, in
tutto il mondo, il pregiudizio
anti-maschilista o, se preferi-
te, femminista. E che femmi-
na! Povera, di colore, immi-
grata, musulmana. In una pa-
rola: perfetta”.
Ed ecco alfin giungere il ra-
gionamento: “In Italia, poi, si
è aggiunta, la tentazione irre-
sistibile di stabilire paralleli
tra il satiro francese e quello
di Arcore, tra lo stupro e il
bunga bunga, tra le notti del
Kahn e quelle del Caimano.
L’apoteosi”. Per poi conclu-
dere, dopo aver passato in ras-
segna tutte le considerazioni
contro Dsk da parte delle più
note firme italiane, che: “Non
è stato un bello spettacolo. E
la cosa peggiore è che adesso,
vedrete, nessuno chiederà
Il ritorno dei
complottisti:
una “povera
vittima”
dell’estetica
erotica di Eyes
Wide Shut
aveva risposto: “Parli così
perché sei geloso”. Nell’otto-
bre del 2008 viene alla luce
con un certo clamore la sua
relazione con una economi-
sta ungherese del Fmi, Piro-
ska Nagy. È l’ennesimo scan-
dalo. Dsk risponde, lo ricorda
Domenica 3 luglio 2011
SUL CORPO DELLA DONNA
I SEGNI DELLA VIOLENZA
Una spalla lussata e lividi/ferite
sulla donna, questi dettagli
sarebbero inclusi nel rapporto
della polizia e secondo
un osservatore del “Time”,
se confermati non consentirebbero
di archiviare il caso (FOTO ANSA)
scusa”.
Se la vera stuprata è la verità,
come si evidenzia nel cate-
naccio di Libero, Pierluigi
Battista sul Corriere, prende
spunto dalla vicenda per con-
centrarsi sulla macchina della
giustizia e far capire agli ita-
liani che “nel processo, quel-
lo vero, l’imputato può far va-
lere le proprie ragioni. I suoi
avvocati hanno tutte le op-
portunità per tutelare le ra-
gioni di chi è sotto accusa.
Hanno fatto in questo mese
cose che nella mentalità in-
quisitoriale italiana verrebbe-
ro considerate deplorevoli,
addirittura un ostacolo, come
si dice una ‘delegittimazione’
dell’accusa. Hanno scanda-
gliato nella vita dell’accusatri-
ce... In un caso fondato sulla
parola ‘uno contro uno’ han-
no avuto la possibilità di svol-
gere contro-indagini... da noi
questo verrebbe visto con so-
spetto”.
(FOTO OLYCOM)
Le Monde, con la sua frase fe-
ticcio: “Se ne esce sempre,
con un po’ di intelligenza”.
INSOMMA, stiamo parlan-
do di uno che sull’aereo, po-
chi minuti prima di essere ar-
restato, faceva commenti ad
alta voce sul lato B della ste-
wardess. Nella ridda di sospiri
di sollievo, di accuse più o
meno velate alla cameriera
della Guinea, di inviti a rican-
didare Dsk alla presidenza
francese, si intravede – leg-
gendo tra le righe di molti edi-
toriali – il solito pregiudizio
maschilista: se sei una donna
dalla morale discutibile non
puoi accusare nessuno di stu-
pro, tanto meno un potente.
E invece è bene ricordarlo an-
cora una volta: anche una pro-
stituta ha il diritto di dire no.
pagina 12 Domenica 3 luglio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

LA FINALE FEMMINILE

PETRA KVITOVA Rossi

Al Mugello
Ringo Starr
L’ex Beatles
Kate Moss
La modella
Gilbert
Al belga

A Wimbledon è nata partirà

dodicesimo
Stoner in
pole position
oggi suona
a Milano,
domani
a Roma
ha sposato
Jamie Hince,
chitarrista
dei The Kills
la prima
maglia gialla
del Tour
de France

una stella e la
Sharapova si inchina
di Rino Tommasi riserva, un ruolo sul quale ho in- negli altri incontri dal suo colpo
Wimbledon sistito malgrado un piccolo pas- migliore, il servizio, trovato co-
saggio a vuoto che le era costato munque nelle fasi decisive. È

Q
uando si assiste a un evento im-
portante e sorprendente c’è
sempre il pericolo di farsi pren-
dere dall’entusiasmo. Petra Kvi-
tova, la ricordavo semifinalista
l’anno scorso in questo torneo.
Eppure non ne ero rimasto im-
pressionato come quando l’ho
rivista qualche giorno fa mal-
trattare impietosamente la no-
stra Robertina Vinci che le ren-
deva 20 centimetri e almeno
dieci chili. Poiché le sorelle Wil-
liams erano ancora in gara l’ave-
vo adottata come mia favorita di
un set contro la Azarenka in se-
mifinale. Ebbene, questa Kvito-
va nata l’8 marzo del 1990, l’an-
no in cui la sua connazionale
Martina Navratilova vinceva
questo torneo per la nona volta,
ha battuto la russa Maria Shara-
pova, che pure vantava tre titoli
dello Slam, uno conquistato
proprio qui quando nel 2004
aveva 17 anni, in un’ora e 25 mi-
nuti, senza mai perdere il con-
trollo della partita. Si poteva
pensare che questa ragazzona
potesse avvertire e sentire l’im-
portanza della grande occasio-
ne, invece ha giocato con gran-
de autorità. Lo prova la sicurez-
za con cui ha tenuto il proprio
servizio a zero quando ha servi-
to sia nel primo che nel secondo
set sul 5 a 3, concedendosi pro-
prio sul match point l’unico ace
della sua partita. Stabilito che le
potenzialità sono enormi qual-
che riserva mi viene suggerita
dal fatto che nella partita più im-
portante della sua giovane car-
riera non sia stata assistita come
abbastanza normale che in un
momento in cui il tennis femmi-
nile sta vivendo una fase abba-
stanza confusa (la cinese Na Li
che batte la nostra Schiavone a
Parigi) Wimbledon possa avere
tenuto a battesimo un nome
nuovo. Ma sarei sorpreso se
questa Kvitova non confermas-
se questo successo nei prossimi
anni.
COM’ERA SUCCESSO al Ro-
land Garros il tennis maschile, al
contrario di quello femminile,
sembra avere definito in modo La vincitrice di Wimbledon, Petra Kvitova (FOTO ANSA) In basso, Vasco Rossi e Jim Morrison (FOTO LEPRESSE)
abbastanza preciso le sue gerar-
chie. In attesa di capire se Roger andate in campo avendo giocato molti esperti lo vedono favorito. stiche di Nadal anche se Djoko-
Federer ha solo accusato un paio tra loro una sola partita, Nadal e È la ventitreesima volta che la fi- vic ha perso un solo match (con-
di passaggi a vuoto, alle sue spal- Djokovic ne hanno già giocate nale del singolare maschile a tro Federer in semifinale al Ro-
le si è determinata una situazio- 27 con un bilancio di 16 vittorie Wimbledon la giocano i due fa- land Garros) in tutta la stagione.
ne molto curiosa. Infatti, mentre a 11 a favore del giocatore spa- voriti. I tornei dello Slam sono Il fatto che ci sia in palio il primo
il computer ha già assegnato a gnolo, questo a dimostrazione come i Gran Premi per i cavalli, li posto nella classifica mondiale
Novak Djokovic, comunque va- della maggiore stabilità di valori possono vincere solo i purosan- non sposta i termini della que-
da la finale odierna, il primo po- nel settore maschile. I bookma- gue. E questo test Nadal e Djo- stione. Nel senso che i grandi
sto nella classifica mondiale, Ra- ker concedono ancora fiducia a kovic lo hanno largamente supe- campioni ragionano solo in ter-
fael Nadal non sembra affatto di- Nadal che viene offerto al 50 per rato. Obbligato ad esprimere un mini di grandi vittorie lasciando
sposto a farsi da parte. Mentre ie- cento ma Djokovic ha dimostra- pronostico mi viene difficile tra- al computer il compito di fare i
ri la Kvitova e la Sharapova sono to di sapersi adattare all’erba e scurare le enormi qualità agoni- calcoli.

Sulla tomba di Jim Morrison

VASCO, HAI RAGIONE: Non è più
tempo di andare al massimo
a male ammetterlo. Ma adesso
Fle dire
comprendiamo meglio cosa ci vuo-
Vasco Rossi quando annuncia
le sue dimissioni da rockstar. Purtrop-
po ha ragione. Venerdì sera abbiamo
partecipato alla prima delle due se-
rate romane con uno Stadio Olimpico
esaurito, il solito entusiasmo che lo
accompagna da decenni, una sceno-
grafia imponente ed effetti speciali
degni di grandi produzioni interna-
zionali come U2 o Rolling Stones. Già
vederlo arrivare al centro del palco fa
riflettere sul passato: via gli stivali a
punta, niente fibione stelle e strisce e
jeans ben aderenti. Niente camicia
sblusata modello “sono appena usci-
to da una notte deva-
stante, ma sono anco-
ra qui”. Via anche gli
occhiali da sole a fa-
scia. Del vecchio look
resta solo un cappelli-
no da baseball. Basta.
Si presenta in tuta e
scarpe da ginnastica,
con un’andatura an-
cor più dinoccolata
del solito. Quasi svogliata. Quindi la
musica. Band di altissimo profilo, ro-
data, pronta a sopperire in tutto e per
tutto il Vasco: lo aiutano in numerosi
passaggi vocali, si muovono (molto)
sul palco e offrono continui e pro-
lungati assoli per permettergli di
prendere fiato. A volte troppo. Sì,
Maurizio Solieri è una certezza, Steve
Burns uno dei migliori chitarristi,
Matt Laug un batterista che “picchia”
con una forza e un’eleganza uniche.
Di Vasco pochi abbagli. Intona “Vita
Spericolata”, ma ci crede poco, e la
stessa cosa vale per “Vado al massi-
mo”. Per ben tre volte si giustifica:
“Oh, molti miei colleghi suonano me-
no di me ai concerti”.
Vero. Ma gli altri non
sono e non saranno
mai lui. Guccini can-
tava: “Gli eroi sono
tutti giovani e belli”.
Vosco lo è, comun-
que, anche per noi
che abbiamo tutti i
suoi dischi.
Alessandro Ferrucci
“Meno fiori
che per Chopin”
l 3 luglio 1971 Jim (vero no-
Iveniva
me James Douglas) Morrison
ritrovato senza vita nel-
la sua casa di Parigi, immerso
nella vasca da bagno. Le versio-
ni non ufficiali sulla sua morte
sono ormai le più accreditate:
in particolare un mix da over-
dose di eroina e abuso di al-
cool. Fu la sua compagna, Pa-
mela Courson, a ritrovarne il
cadavere. Quarant’anni dopo,
il suo mito è intatto, inviolato,
coperto da una sacralità da
grande guru del rock’n’roll. Al
cimitero di Père-Lachaise si tro-
va la sua tomba, meta indiscus-
sa di uno dei più grandi pelle-
grinaggi di fan. È in compagnia
di alcune tra le più grandi ce-
lebrità della storia: l’elenco è
sterminato, da Modigliani a
Oscar Wilde, da Yves Montand
a Edith Piaf. All’ingresso del ci-
mitero c’è persino una guida
per orientarsi; l’ex-Doors è l’u-
nico personaggio che ha l’ono-
re di avere alcune frecce nere
segnate sul terreno che accom-
pagnano il visitatore alla sua
tomba. Sulla lapide è scritto un
epitaffio in greco antico: “Nel
segno del suo demone”. L’af-
flusso si concentra soprattutto
durante le ristampe del catalo-
go discografico e negli anni del-
la commemorazione, proprio
come oggi.
ENEA BARDI, BASSISTA
di Sananda Maitreya, c’è stato
da poco: “Eravamo a suonare a
Parigi e abbiamo deciso di visi-
tare la sua tomba, come tributo
all’artista” racconta. “Non era
una data particolare e c’era po-
chissima gente. Ho trovato
quattro accendini, qualche let-
terina e un paio di bambole ap-
poggiati sulla lapide. Sulla tom-
ba di Chopin, invece, c’erano
tonnellate di fiori di ogni tipo,
freschi. Jim è stato un eroe vi-
sivo, un’icona: dalle copertine
degli album ai filmati mentre di
Chopin nessuno ricorda il vol-
to. Eppure, nei suo confronti,
c’era molta riconoscenza, in
forma più matura. Il mito di
Morrison è alimentato soprat-
tutto quando le major discogra-
fiche fanno partire la sirena del-
le celebrazioni con inediti, co-
fanetti e amenità varie”. I com-
menti sul web convergono su
un punto: ci sono delle scene di
feticismo vero; ognuno tende a
portarsi a casa un pezzetto della
lapide. La stessa macabra scena
si ripete per John Bonham, Kurt
Cobain, Marc Bolan, Janis Jo-
plin, Sid Vicious: tutte anime
maudit stroncate dalla droga.
Guido Biondi
Domenica 3 luglio 2011 pagina 13

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ gli animali (il Tg2 ha una
tradizione animalista). di Fulvio Abbate
Bacchelli?
No, Beghelli
per lui sceneggiatore, insom- patibile. Un attimo dopo

Lanciafiamme Uno è il cavallo Messi, ca-

duto nelle prove del Palio.
Povero Messi, non saprà
mai che ha spaccato il Pdl
fra il partito della Brambilla
olendo essere battutisti (o
Vlendosi
anche, perché no, non vo-
far mancare nulla,
“battutari”) trovandosi da-
ma, un grande ormai vecchio
il cui volto è inciso sulla stele
della cultura nazionale. Toni-
no è adesso recidivo, come
già un po’ d’ anni fa (con
Monteveglio, Italy: è il Be-
ghelli che spiega ai suoi azio-
nisti la potenza “pulita” del
pannello solare, lo stesso che
Tonino fino a un istante pri-

su Napoli e quelli che degli animali

frega nulla. Ma l’orso del
Trentino, quello che i le-
ghisti si vogliono mangia-
re, lui sì che potrebbe es-
vanti all’ultimo, recente, spot
del poeta Tonino Guerra, si
potrebbe dire che c’è chi ot-
tiene i benefici della “Bac-
chelli” e chi, più sportiva-
Unieuro, supermercati: “L’ot-
timismo è il profumo della vi-
ta…”, così diceva all’amico
invisibile Gianni) fa adesso ri-
torno al mondo degli spot,
ma ha tenuto sul palmo della
mano come avrebbe fatto
con un uccellino-zampetta
spezzata. La fine dello spot ci
mostra nuovamente Tonino
di Paolo Ojetti sere avvisato in tempo: torna in Slovenia, mi- mente, l’ assegno della Be- anzi, della pubblicità al fian- che, con gentilezza da bidel-
ster Bear. Non mancava l’animale di stagione, ghelli. Per chi dovesse igno- co del signor Gian Pietro lo che interrompe la prolu-
g1 lo squalo, “bianco” e a Capraia: è in via d’estin- rarlo, esiste una legge dello Beghelli, titolare di se stesso, sione del preside, fa capolino
T C’è una sequenza drammatica in “Salvate il
soldato Ryan” ed è quando, in mezzo alla cam-
zione, ma non rischia, i leghisti fanno il bagno
solo in Po. C’era anche Strauss Khan. Il “com-
stato che serve a concedere
un vitalizio a persone di pub-
anzi, “leader in Italia ed in Eu-
ropa nel settore dell'illumina-
in aula magna e poi, toglien-
dosi il berretto, pronuncia il
pagna, mamma Ryan vede arrivare uomini in plotto” era stato profetizzato. Abbiamo la stra- blica fama che se la passano zione di emergenza” (Sic). credo della propria bontà di
divisa. Capisce che uno dei suoi figli, un altro, è na impressione che questa faccenda del “com- male. Economicamente par- Ripensando ai tempi in cui il poeta, “Sior Beghelli, pren-
caduto in combattimento. Ebbene, ieri la se- plotto” possa giovare ad altre storie e alle ni- lando, ovvio. Quanto alla Be- Poeta si rivolgeva a Gianni, diamo la forza del sole senza
quenza si è ripetuta identica, a casa di Gaetano potine di Mubarak. ghelli, si tratta invece di un possiamo dire che questa vol- sporcare il mondo”.
Tuccillo, caduto in Afghanistan. Purtroppo, il marchio commerciale che ta Guerra è andato oltre la pri- Bacchelli Vs. Beghelli, dice-
Tg1 non coglie la somiglianza e passa subito al g3 per lungo tempo ha cammi- ma linea del racconto stra- vamo. Pensando a come si
“centro del dibattito”. Dopo un po’ di Strauss
Khan e Elisa Claps, ecco che il Tg1 diventa
T “A mano a mano che si delineano i numeri
della manovra, si capisce che i sacrifici saranno
nato sulle gambe dell’omoni-
mo “salva la vita”, e fattelo
paesano. Il primo fotogram-
ma ce lo mostra infatti nell’ex
possa essere utili alla causa
del buonsenso pubblicitario
rosa con Alberto e Charlène sposi. E qui, dal- più duri di quello che…” eccetera, eccetera. spiegare dai nonni di che trat- Unione Sovietica, a Suzdal, anche a 91 anni (Guerra è del
le strade del Principato, il Tg1 mostra il suo ve- Giuliano Giubilei ha inaugurato la serata con ta con esattezza. un villaggio che suggerisce il febbraio 1920), pensando an-
ro talento di gossip cerimonioso e non si ferma numeri – i primi – sulla gelata delle pensioni, i Di Tonino Guerra sappiamo borgo di uno Chagall, giunto cora a quegli altri, sempre
più. Mille petali di rosa, l’anello della zia, lo stra- tagli a scuola, sanità, enti locali. Opposizioni e che si tratta di un pezzo uni- fin lì per dire all’amico russo, colleghi del Poeta nostro, co-
scico del millennio, le centinaia di perle, i sindacati lanciano scandalizzati ooohhh di me- co della grande terra di Ro- pronto, intanto, a ringraziar- me lo scrittore e marionetti-
gioiellieri che hanno sudato sette camicie, i fio- raviglia: carissimi, un governo di destra è un magna (di recente, per esem- lo per aver portato in dono il sta torinese Guido Cero-
rai in gara, la gente comune, i baci e bacini, Ca- governo di destra. Passa al volo Calderoli che pio, il Comune di Riccione gli sole, che “il sole è il petrolio netti, cui neppure la “Bac-
milla di Borbone che parla del suo vestito. Mica vuole commissariare Napoli “con il lanciafiam- ha fatto togliere il capriccio dell’Italia”. Quanto basta in chelli” (non Beghelli, leggi
basta: c’era anche lo sposalizio di Kate Moss. me”. Già fece la sceneggiata della “semplifica- di progettare addirittura una tempi di nouvelle vague eco- bene!) ha smussato nel suo
Alfano, torna presto, salva il soldato Minzo, zione” legislativa bruciando un mucchietto di fontana che assomiglia a una logista dopo il trionfo refe- dolente pessimismo, pensan-
l’uomo che non voleva occuparsi di gossip. carta straccia. È un piromane, se va in vacanza trattoria, anzi, a un fritto di rendario, per fare di sé uno do infine come talvolta, mon-
in Sardegna e scoppia un incendio, lo beccano paranza), un poeta, appunto, gnomo dello sviluppo com- do crudele non senza ragio-
g2 all’istante. Il piatto forte è su Raiset. Maurizio un visionario, un compagno ne, l’uomo dedito alla fanta-
T Alfano è già in declino. L’ altro ieri portato
sugli altari e, neanche 24 ore dopo dimentica-
Ambrogi riprende, citando la fonte, le rivela-
zioni del Fatto Quotidiano sul diktat berlusco-
di strada di Federico Fellini,
ma anche di Antonioni, o di
Il poeta Tonino Guerra,
che dopo l’Unieuro fa da testimonial
sia è davvero libero di sput-
tanarsi come e dove meglio
to. Dalle stelle alle stalle. Al suo posto, tornano niano a Telecom per bloccare Santoro. Angelopoulos e Tarkovskji, e per la Beghelli ( FOTO LAPRESSE) può.

LA TV DI OGGI
12.00 DA PIAZZA SAN PIE-
TRO EVENTO Recita del-
l'Angelus
12.20 RUBRICA Linea ver-
de Estate
13.30 NOTIZIARIO TG1
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fà l'americano (REPLICA)
16.00 TELEFILM Cotti e
mangiati
16.30 NOTIZIARIO TG1
16.35 FILM Un amore per
Leah
18.00 TELEFILM Il Commis-
sario Rex
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.35 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
20.40 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 FICTION Ho sposato
uno sbirro 2
23.20 ATTUALITÀ Speciale
TG1
0.25 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
13.45 FILM McBride -
Scambio d'identità
15.15 FILM Lone Rider - La
vendetta degli Hattaway
16.45 ATTUALITÀ Due Pas-
si in Italia
17.30 RUBRICA SPORTIVA
RaiSport Numero 1
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S.
18.05 FILM Lezioni di gial-
lo: Il purosangue
19.35 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 TELEFILM N.C.I.S.:
Los Angeles
21.50 TELEFILM Numb3rs
22.40 TELEFILM Brothers
and Sisters - Segreti di
famiglia
23.15 RUBRICA SPORTIVA
La Domenica Sportiva
Estate
0.35 NOTIZIARIO TG2
0.55 RUBRICA RELIGIOSA
Sorgente di vita
13.55 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3
14.30 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, Tour de France
2011 2a tappa: Cronome-
tro a squadre: Les Essarts,
23 Km (DIRETTA)
17.30 FILM Fantozzi subi-
sce ancora
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.20 ATTUALITÀ Pronto
Elisir
21.00 DOCUMENTARIO
Kilimangiaro - Gli incontri
ravvicinati di Licia Colò
23.05 NOTIZIARIO TG3
23.15 NOTIZIARIO TG
Regione
23.20 FILM La zona
0.50 NOTIZIARIO TG3
1.00 ATTUALITÀ TeleCa-
mere (REPLICA)
1.50 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Ippocrate
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
4 (Esteri) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24 - Meteo
0.30 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
1.00 NOTIZIARIO TG -
Rassegna stampa - Meteo
15.50 FILM Inga Lindstrom
- Nostalgia di casa
17.50 VARIETÀ Kalispéra!
(REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Bikini
21.10 VARIETÀ Lo Show
dei Record
0.00 FILM Bianco rosso e
verdone
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Motomondiale GP Italia:
Gara MotoGP (DIRETTA)
16.00 EVENTO SPORTIVO
Motocross
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16.40 NOTIZIARIO Vie
d'Italia notizie sul traffico
16.45 TALK SHOW Benes-
sere
18.55 NOTIZIARIO TG4
19.35 TELEFILM Il giudice
Mastrangelo
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te regole
0.00 FILM Le ceneri di
Angela
16.00 TELEFILM Cuore
d'Africa
17.45 FILM I pistoleri
maledetti
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 REAL TV Chef per un
giorno
21.30 DOCUMENTARIO
Missione natura
23.50 NOTIZIARIO TG La7
0.05 RUBRICA Bookstore
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1 SCC=Cinema Comedy SP1=Sport 1
SCH=Cinema Hits SCF=Cinema Family SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
17.40 Evolution SCC 15.00 Tennis, Grande Slam
19.00 Star Trek - Il futuro ha 2011 Wimbledon finale
inizio SCH maschile: Novak Djokovic -
19.10 Mission: Impossible SC1 Rafael Nadal (Diretta) SP3
19.15 Dirty Dancing SCP 18.00 Beach volley, Campiona-
19.20 Pioggia di fuoco SCM to italiano 2011 Catania:
19.20 Operazione Spy Sitter SCF finale 3°/4° posto femminile
19.25 Un povero ricco SCC (Diretta) SP2
21.00 Prima o poi mi sposo SCP 19.00 Beach volley, Campiona-
21.00 I 13 spettri SCM to italiano 2011 Catania:
21.00 La principessa e il finale 1°/2° posto femminile
SP2
ranocchio SCF (Diretta)
21.00 Lui è peggio di me SCC 19.30 Tennis, Grande Slam
21.10 Amore 14 SCH 2011 Wimbledon finale
21.10 Mission: Impossible 2 SC1 maschile: Novak Djokovic -
22.45 Avventura nello spazio SCF Rafael Nadal (Replica) SP3
22.50 L'Albatross SCP 20.00 Campionato DTM 2011
22.55 L'aereo più pazzo del Norisring (Replica) SP2
mondo SCC 20.50 Calcio, Copa America
23.00 Accesso negato SCM 2011 Brasile - Venezuela
23.20 Serious Moonlight SC1 (Diretta) SP1
0.30 Mafia! SCC 21.15 Golf, PGA European
0.40 L'occhio del Ciclone - In Tour 2011 Alstom Open de
the electric mist SCM France: 4a gi. (Replica) SP2

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Scemo & + Scemo
Lloyd Christmas fa l’autista di limousi-
ne mentre il suo amico Harry Dunne
porta a spasso cani in un furgone
camuffato da cane pastore. Lloyd si tro-
va ad accompagnare all’aeroporto la
bella Mary Swanson, di cui si innamora
a prima vista, la quale dimentica una
valigetta. Lloyd decide di partire per
Aspen sulle tracce di Mary per resti-
tuirle la valigetta, e naturalmente coin-
volge anche l’inseparabile Harry.
Italia 1 19,20
/ In amore niente regole  GP d’Italia - MotoGP  Missione Natura
Stati Uniti, anni Venti. Dodge Connolly Lo storico circuito del Mugello ospita Missione Naturab approderà sull’isola
è un convinto ed esuberante giocatore come da tradizione il GP d’Italia. I por- che il grande esploratore e oceanografo
di football, sport ancora senza regole tacolori azzurri sono intenzionati a far francese Jacques Costeau ha definito la
adatto a uomini rissosi e corpulenti. bene, a partire da Valentino Rossi, che “più bella del mondo”: La Isla del Coco.
Proprietario di una squadra non troppo vorrebbe centrare almeno il podio, dopo In questo paradiso sperduto in pieno
fortunata, Connolly, per risollevare le l’anonimo quarto posto di Assen. Un Oceano Pacifico a largo delle coste del
sorti dei Bullet, ingaggia Carter altro pilota in cerca di rivincita è Mar- Costa Rica, Vincenzo Venuto porterà il
Rutherford, universitario, eroe di guer- co Simoncelli, che cercherà di confer-  Kilimangiaro pubblico all’interno di uno straordina-
/ La zona
ra e promettente giocatore. Nonostante mare in gara quanto riesce a esprimere Annalisa Minetti è l’ospite della secon- rio parco naturale, integralmente pro-
Il giovane Alejandro vive a Città del
la sintonia sul campo i due diventano in prova, così come Andrea Dovizioso da puntata. Viaggia tantissimo ma odia tetto, dove solo a pochi è permesso
Messico, nel ricco quartiere denominato
presto rivali in amore... che spera in un acuto. fare le valigie e tra un gorgheggio e l’al- entrare.
La Zona, superprotetto dalla miseria e
Rete 4 21,30 Italia 1 14,00 tro si prepara anche a conquistare una La7 21,30
dalla violenza che regnano fuori. Un
giorno, durante la sua festa di comple- medaglia d’oro alle paraolimpiadi di
anno, tre ragazzi si introducono nel Londra 2012. Licia Colò ci fa conoscere
quaritere per svaligiare qualche casa. meglio la tenacia, la grinta ma anche la
Purtroppo la bravata costa la vita a dolcezza di questa artista di successo,
un’anziana signora e una volta scoper- grande viaggiatrice, che ha dovuto
ti, due vengono uccisi, il terzo è bracca- imparare a “guardare”il mondo in un
to dagli abitanti della zona... modo tutto nuovo.
Rai 3 23,20 Rai 3 21,00
pagina 14 Domenica 3 luglio 2011

SECONDO TEMPO

PIAZZA GRANDE Scuola: la Lega

ci prova ancora
Aspettando l’annuncio di Marina Boscaino

a manovra economica interesserà pesantemente la scuola.

di Furio Colombo
ualunque cosa sia il berlu-
ché si è capito che tutto avveniva
senza guida. E si è visto per la pri-
ma volta questo spettacolo: in-
be in pieno sulle spalle di chi go-
verna adesso, e allora non avreb-
be senso lo spostamento nel
Franceschini per chiedergli di
impegnare subito il gruppo par-
lamentare di cui è presidente nel
LCamera),
Ghizzoni (capogruppo Pd alla commissione Cultura della
spiega come vengono messi in ginocchio i precari
(quelli percossi davanti a Montecitorio): esclusione dall’appli-
cazione della norma europea sulla trasformazione a tempo in-
determinato del contratto svolto per tre anni consecutivi nello

Q sconismo, la fine è avvenu-

ta alla Camera dei deputati
alle cinque della sera del
29 giugno, quando un boato di
grida e di applausi dell’opposi-
zione ha salutato un voto che ha
segnato il passaggio dal prima al
dopo. Il prima è il ventennio
berlusconiano (la mia opinione
è che Berlusconi, a causa del po-
deroso conflitto di interessi, ha
dominato sempre, anche du-
rante i frammenti di buon gover-
no di Prodi). Il dopo non sappia-
mo. Ma tutto è avvenuto quan-
do ci si è accorti che una mag-
gioranza disordinata e distratta
mostrava molti spazi vuoti, che
gli interventi o non c'erano o
erano pro forma, che Bossi se-
deva isolato al banco dei mini-
stri, che la Lega si è divisa al suo
interno, rompendo per la prima
volta la disciplina perfetta.
MENTRE DURAVANO gli
applausi dell’opposizione, Bos-
si, che non aveva altri leghisti ac-
canto o vicino come sempre, ha
dovuto spostare da solo le sedie
già vuote dei ministri (erano cor-
si a rapporto da Berlusconi nella
saletta detta “del governo”), ha
dovuto chiedere alla Prestigia-
como, che invece era rimasta se-
duta, di spostarsi per lasciarlo
passare (neppure l'ombra di un
sorriso tra i due). E se ne è an-
dato, per la prima volta, senza ac-
compagnatori di amicizia, di
corte o di scorta. La legge – detta
“comunitaria” (apparentemen-
te per far diventare norma italia-
na una serie di decisioni comu-
nitarie, in realtà una truffa che
comprendeva persino il tentati-
vo di far passare la responsabilità
civile dei giudici dal punto di vi-
sta del consueto imputato) era
ovviamente importante, e ciò
che è avvenuto, a causa di assen-
ze inspiegabili (il voto negativo
dell’opposizione) ha eliminato
l'articolo uno, ovvero ha abbat-
tuto tutto l'impianto di un catti-
vo e disonesto lavoro. Le vittorie
fondate sul voto, in un Parlamen-
to, vanno e vengono e ce ne sono
state altre. Perché parlo di que-
sta e dico che segna la fine? Per-
vece dello scatto di rabbia e di
orgoglio (le due parole care alla
Fallaci sono state sempre la loro
regola di condotta in casi di dif-
ficoltà) c'è stato un mesto “scio-
gliete le fila”. Il capogruppo Cic-
chitto, noto per la sua veemen-
za, ha avuto poco da dire, e lo ha
fatto come puro dovere. E poi
c'è lo spettacolo dell’uscita di
Bossi dall'aula che racconta mol-
to di quel giorno. Anticipa anche
la notizia – di nuovo, altrettanto
inedita e sorprendente – della
Lega che vota contro il decreto
rifiuti nel Consiglio dei ministri
di giovedì 30 giugno.
Siamo in tempi non epici. E il vo-
to del Gran Consiglio del Fasci-
smo su Mussolini e la guerra di-
venta un voto sull’immondizia di
Napoli. Questa volta è impossi-
bile ripetere la frase che ha reso
celebre quell'evento, “la guerra
continua”. Qui, anche se i tempi
tecnici potranno essere un po’
prolungati, non continua nien-
te. Il capolinea è qui. Penso che il
fatto sia difficile da negare per-
ché la sequenza del voto alla Ca-
mera e del voto al Consiglio dei
ministri, la spaccatura con la Le-
ga e la spaccatura dentro la Lega,
mentre si vede bene che il Popo-
lo della libertà va a pezzi (nella
fretta è stata saltata la stagione
delle correnti) siano tutte prove
che la loro festa è finita. Però ci
sono anche prove, se possibile,
più pesanti. L'annuncio dato dal
ministro Tremonti di una Finan-
ziaria che cade, quasi tutta, non
adesso ma in anni successivi, di-
mostra che, per forza, bisognerà
dichiarare formalmente finita al
più presto questa fase della legi-
slatura berlusconiana. Altrimen-
ti la Finanziaria pesante cadreb-
tempo della parte pesante della
legge finanziaria.
Se tutto ciò è vero, e credo che
sia molto difficile confutarlo, ci
sono alcuni fatti, importanti e ur-
genti di cui bisognerà tenere
conto. Il primo è la legge eletto-
rale. Ci sono molti convegni e
scambi di vedute e documenti
esortativi, come quello di Liber-
tà e Giustizia, firmato anche da
Giovanni Sartori e Umberto Eco,
ma nessuna iniziativa parlamen-
tare o di partito. Per questo, pro-
prio nel giorno della disfatta par-
lamentare di Berlusconi e Bossi,
ho firmato, con molti altri parla-
mentari del Pd, una lettera che
Arturo Parisi ha inviato a Dario
In Parlamento
è tangibile la fine
della legislatura
Per questo bisogna
essere pronti
su tre fronti: nuova
legge elettorale;
consolidare
la guida del Pd;
far funzionare
le Camere
Protesta di precari della scuola a Napoli (FOTO ANSA)
compito di dare al più presto al
Paese una nuova legge elettora-
le, liberandoci dalla “porcata”
Calderoli. Un secondo impegno
urgente è di “consolidare” (co-
me si direbbe in una azienda) la
guida del Partito democratico.
Non si tratta di mettere in discus-
sione il buon lavoro di Bersani e i
buoni frutti che ha dato, ma di
aprire subito la strada alle prima-
rie di cui si è tanto parlato, ma
quasi solo parlato (salvo affidare
le correzioni di percorso ai fatti
della vita, nei casi recenti, fatti
fortunati).
MA NON SI PUÒ sempre
sperare che le cose si risolvano
da sole o con colpi di buona sor-
te. Ma un altro impegno urgente
è di impedire che il Parlamento
finisca nel vuoto di sedute dedi-
cate al niente, oppure alla resi-
dua, ostinata ricerca di far pas-
sare ciò che resta, in punto di
morte, delle loro “riforme”, ca-
dendo nella trappola di un “bene
comune”, che non esiste con
l'attuale cricca di governo. Ba-
sterà tener presente che cade in
questi giorni l'anniversario del
G8 di Genova (che si è tentato di
ripetere in Val di Susa) per ricor-
dare a ciascuno di noi e a tutti i
nostri concittadini quale era il
percorso che avevano progetta-
to per l'Italia e che, se potessero
(vedi il ritorno di Scajola) tente-
rebbero ancora.
stesso ente o azienda; fantomatico piano di assunzioni 2011-13,
privo di quantificazione; estromissione in extremis di 20 mila
giovani abilitati e abilitandi da graduatorie di accesso a ruolo e
supplenze annuali. Presto conosceremo gli ulteriori tagli. È no-
to che l’emendamento al Dl presentato dalla Lega sul “bonus
residenza”, ultimo tentativo di avviare la creazione di un siste-
ma scolastico autarchico e privilegiato, è stato stralciato. Ma
non abbassiamo la guardia. “La norma non è contro il Sud. Ci
riproveremo nella manovra sui conti pubblici” è la promessa
dell’ideatore, Pittoni. Il bonus si integra molto bene in un pro-
gramma politico scandito da appelli a segregazione, divisione,
negazione del principio di uguaglianza: di individui, lavoratori,
opportunità. L’intenzione affermata anche stavolta era consen-
tire ai docenti delle regioni del Nord di non esser sorpassati
nelle liste dagli aspiranti professori del Sud. La proposta: 40
punti ai residenti nella provincia in cui si vuole insegnare. Nel
2008, del resto, il programma elettorale sulla scuola della Lega
era il meno ambiguo, il più esplicito: tradizioni locali, regio-
nalismo, federalismo della separazione e dell’esclusione.
DA ANNI LA LEGA NORD propone soluzioni per tutelare i
docenti indigeni purosangue, con tutto il loro presunto apparato
di ampolle sacre e miti nordici. Anni fa ci mise lo zampino per-
sino Ichino, uno degli esegeti della retorica dell’insegnante-fan-
nullone, grazie a cui parte dell’opinione pubblica ha creduto alla
bufala dei “tagli” di ore di lezione spacciati per “risparmi” di spe-
sa. Egli consegnò alle pagine del Corriere un identikit dell’inse-
gnante standard, e consigliava all’allora ministro (Padoa-Schiop-
pa) il risparmio di una partita stipendiale, con licenziamento im-
mediato del prof. M, ritardatario, nullafacente, assenteista, che
era – indovinate un po’ – meridionale e immigrato in un liceo
milanese. Una quadra abbastanza puntuale tra furore contro il
pubblico impiego del castigamatti dei precari – Renato Brunetta
– e difesa dei (presunti) diritti della Padania, prima cura di Bossi &
co. Ma la “trovata” del bonus merita ancora qualche riflessione. Il
contrasto più clamoroso, ottuso e quindi sospetto, è con l’art. 3
della Costituzione. Il bonus era proposta vera o piuttosto testi-
monianza opportunistica di coerenza ideologica a una base
scontenta di batosta elettorale e posizioni ambigue sui referen-
dum? L’ennesimo ululato alla luna vale l’ulteriore, infelice e con-
clamato conflitto con i principi costituzionali di eguaglianza tra
i cittadini, come hanno rilevato le polemiche sulla proposta Pit-
toni? La Lega dimostra ancora una volta di non saper rinunciare
alle sue due anime contraddittorie: quella aggressiva e dogma-
tica, che attenta a principi costituzionali per perseguire i propri
obiettivi autonomisti; e quella blanda e conciliante, che sfuma –
tra velate minacce e diffusi brontolii della base – l’intransigenza
in mefitica capacità di compromesso e copertura strategica del-
le malefatte del Capo. Che però, nel loro linguaggio – quello sì
ambiguo – e nelle loro idee confuse si è tradotto ora in proposte
indecenti in serie: impronte digitali ai bambini rom, classi-ponte
(eufemismo per ghetti in cui relegare la diversità), quota del
30%; ora in azioni inutilmente stravaganti e provocatorie, come
marchiare un edificio pubblico (una scuola, per giunta, ad Adro)
con simboli secessionisti; ora con proposte di legge (Goisis e
Pittoni) guidate da una mania vera e propria: reclutamento e
carriera scolastica tutta giocata tra simili, carta di identità, cer-
tificato di residenza, atteggiamento linguistico e culturale pa-
dano doc. A quando una boutade sulla quarantena per i meri-
dionali, ostinati usurpatori dei diritti dei docenti padani?

La Santa Sede
La linea dura del decide
di scomunicare
vo vescovo. In mezzo a questi
due strappi c’è stato il braccio
di ferro su un’altra nomina:
quello del vescovo di Handan.
slativi – una sorta di consiglio
costituzionale vaticano chia-
mato a dare l’interpretazione
delle norme canoniche – e
verno”. È una delegittimazione
automatica e pubblica del pre-
sule scelto dal regime. La vicen-
da rivela che si è aperto un con-

Vaticano in Cina i vescovi

di Marco Politi Sede sperava di poter arrivare
a stringere un accordo con Pe-
comunica vaticana con- chino come a suo tempo lo
irregolarmente
A metà mese era programmata
l’ordinazione di un presule
scelto da Benedetto XVI, ma la
cerimonia è stata bloccata dall’
“Associazione patriottica”
quindi il nuovo presule ordina-
to a Leshan è da 72 ore il primo
vescovo cinese ufficialmente
scomunicato della Cina capi-
tal-comunista.
fronto del tutto nuovo tra Vati-
cano e Cina.
La prova è nel fatto che sempre
nel mese di giugno è intervenu-
to un alto dignitario vaticano,
scelti dal regime mons. Savio Hon, segretario
IL CONSIGLIO pontificio ha della Congregazione per l’e-
Pechino ha chiarito che nei confronti del vangelizzazione dei popoli, ha

S
tro i vescovi irregolari ci-
nesi, scelti dal regime. A
quattro anni dalla Lettera
di Benedetto XVI ai cattolici ci-
nesi, in cui la Chiesa chiedeva
di potere svolgere la sua mis-
sione religiosa nella Repubbli-
ca popolare, senza interferen-
ze politiche e assicurando di
non nutrire l’obiettivo di
“cambiare la struttura o l'am-
ministrazione dello Stato”, la
Santa Sede ha deciso di alzare il
tono nei confronti delle ordi-
nazioni episcopali attuate dal
regime senza l’accordo con le
autorità vaticane. Il mese di
giugno ha rappresentato uno
spartiacque nella strategia va-
ticana. All’indomani della Let-
tera papale del 2007 la Santa
aveva stretto con alcuni regimi
comunisti dell’est europeo
(Polonia, Ungheria, Jugosla-
via) e in tempi recenti anche
con il Vietnam. Un modus vi-
vendi per garantire su basi mi-
nimali l’attività della Chiesa e
le nomine vescovili.
I PIÙ OTTIMISTI Oltreteve-
re speravano di poter conclu-
dere l’accordo in occasione
delle Olimpiadi del 2008, mo-
mento di massima proiezione
della Cina popolare sulla scena
mondiale. Invece non se ne è
fatto niente. Pechino continua
una politica oscillante. Molte
nomine episcopali sono state
attuate in questi anni d’intesa
con la Santa Sede – la “Missione
indicato presuli
senza cercare
un accordo
con il Papa
di studio” che il Vaticano ha
aperto a Hong Kong – ma ogni
tanto le autorità cinesi voglio-
no far vedere chi comanda e al-
lora nominano un vescovo a
prescindere dall’accordo con il
Papa. È accaduto con la nomina
del presule di Chengde il 20 no-
vembre scorso e si è ripetuto il
29 giugno a Leshan, dove sette
vescovi legittimi sono stati co-
stretti a partecipare all’ordina-
zione di Paolo Lei Shiyin a nuo-
(l’organizzazione filogoverna-
tiva del clero cinese) e il can-
didato fermato dalla polizia. La
novità in questa partita a scac-
chi è che il Vaticano non ha rea-
gito con le abituali proteste, ma
ha messo nero su bianco che il
presule che accetta una “ordi-
nazione illecita” (senza manda-
to del pontefice) viene scomu-
nicato automaticamente. Lo ha
pubblicato il 6 giugno il Consi-
glio pontificio per i Testi legi-
colpevole possono scattare
delle attenuanti qualora si di-
mostri che abbia agito sotto la
pressione di costrizioni ester-
ne – cosa non impossibile da di-
mostrare visto che il potere in
Cina è tuttora totalmente nelle
mani delle autorità del regime –
ma la cosa significativa è che il
Consiglio ha specificato che in
ogni caso il vescovo ordinato
“illecitamente” non può eserci-
tare la sua funzione episcopale:
“Allo scomunicato è proibito:
1) prendere parte come mini-
stro alla celebrazione dell’eu-
caristia o di qualunque altra ce-
rimonia di culto pubblico; 2)
celebrare sacramenti e riceve-
re qualunque sacramento; 3)
esercitare funzioni ministeriali
ecclesiastiche e porre atti di go-
rivolto agli eventuali candida-
ti-vescovi scelti dal governo
l’appello a resistere. “Oggi non
si rischia i lavori forzati, la pri-
gione, la morte. Il governo di
oggi non fa queste cose”, ha
detto mons. Hon in un’intervi-
sta ad Asia News. Quindi è giusto
non sottomettersi, accettando
anche il rischio di penalizzazio-
ni di vario tipo. “Se tu mantieni
la schiena dritta, il governo non
ti tocca; se invece tu ti mostri
facile a piegarti, al compromes-
so, il governo approfitterà di
te”. È solo il primo tempo di
una partita internazionale deli-
catissima. La Santa Sede chiede
alla nuova Cina di rispettare il
minimo di autonomia garantito
alle organizzazioni religiose
nelle società aperte.
Domenica 3 luglio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

come Milano sia ridotta di quelli che girano intorno al

MAIL BOX
questi tempi, quando invece,
io bambina, ero orgogliosa
della mia città sempre prima
nella catena della solidarietà,
di fronte agli eventi funesti di
qualsiasi parte d'Italia. Chiedo
ai presidenti delle regioni di
qualunque parte d'italia di of-
Opposizione sì, frire una possibilità , se non il
ma con chiarezza
Leggo con piacere, sul Fatto di
Furio Colombo
partito, che ne farà il neo se-
gretario di gente come Ver-
dini, Papa, Dell'Utri, Bran-
cher, tanto per rammentarne
alcuni e per finire allo stesso
Berlusconi, pluri indagato,
pluri processato e salvato so-
lo dalla prescrizione? Si cal-
cola che fra le file della mag-

7 A DOMANDA RISPONDO dovere, di partecipare alla ri-

soluzione del grave problema
dei rifiuti in Campania. La mia
gioranza ci siano almeno una
settantina di parlamentari con
problemi con la legge. Inoltre
ieri, la lettera dell’onorevole
Di Pietro rivolta al leader del TRASPARENZA voce è poca, ma insomma sia-
mo o non siamo Fratelli d'I-
ha annunciato agli astanti una
notizia davvero strabiliante,
Pd dopo le insulse critiche ge-
nerali relativamente al collo-
quio con Berlusconi. Vorrei,
E LEGALITÀ talia? Ma che ruolo ha la Lega
in questa vicenda? Perchè la
sua parola ha valore assoluto?
alle prossime elezioni sarà
sempre Berlusconi il candida-
to premier, e ti pareva, come
come cittadina, associarmi aro Furio Colombo, noi ma anche quando profittare si può con Perché tutti tacciono ? L'ob- poteva aver l'ardire di presen-
per chiarire la posizione mia
ma credo anche di moltissimi
C esistiamo e resistiamo. Le
scrivo in quanto ideatore e
danno di tutti, usando i margini
dell’emergenza, ma senza violare una
bedienza va data alla nostra
coscienza , non ai diktat di po-
tare se stesso di fronte al boss
dei boss, anche se il paese non
altri italiani disorientati. amministratore di un gruppo che si specifica norma. È bene a questo punto chi grezzi ignoranti, ahinoi!, lo vuole più, della qual cosa se
Quanto chiede Di Pietro è ciò batte per ottenere la trasparenza ricordare, seguendo la lezione che va dai malauguratamente nostri ne è accorto anche Berlusco-
che ognuno di noi vorrebbe amministrativa all'interno della Radicali a Roberto Saviano, che compatrioti. Spero che altri ni, dato che la manovra finan-
facesse l’opposizione: dirci fi- Protezione civile. L'idea è nata pochi "trasparenza" vuol dire legalità, che sapere come me reagiscano positiva- ziaria lacrime e sangue l'ha
nalmente con chiarezza, cosa mesi dopo il terremoto che ha vuol dire ridurre alla clandestinità la mente e in modo costruttivo scaricata sul prossimo esecu-
intendono fare per far sparire devastato L'Aquila e i comuni violazione della legge, che la parola chiave perché il miracolo della soli- tivo del quale sa benissimo di
dalla scena politica italiana lo limitrofi. A distanza di più di due della democrazia americana, "accountability" darietà riappaia nel nostro non poterne fare più parte a
scempio che risponde alla de- anni ancora ci battiamo invano, (costante rendiconto pubblico) deve diventare traballante Paese. meno di un harakiri collettivo
finizione di “berlusconismo”. contattando tutti coloro che hanno i parola chiave della democrazia italiana, per Marcello Biffi del centrosinistra.
Quando diciamo che l’oppo- mezzi per divulgare la nostra riscattare immagine e reputazione dei tanti Carlo Giglioli
sizione non esiste, non è cre- iniziativa. che lavorano nelle strutture pubbliche con Alfano, sceneggiata
dibile, non rappresenta un’al- Stefano Pertosa scrupolosa onestà. Il fatto è che questo
di un partito inesistente L’informazione davvero
ternativa è perché non ci è "movimento di resistenza" all'interno di una
sufficiente che si continui solo USO IL NOME completo della potente burocrazia dello Stato potrebbe La sceneggiata berlusconiana libera è possibile
a ripetere quello che non va. persona che scrive per non limitare il gesto di essere il seme di una ben più grande rivolta si è conclusa con l'acclamazio- Caro direttore, purtroppo
Già lo sappiamo! Bisogna pro- integrità e di coraggio di cui, con questa dentro i tanti organismi pubblici dove ogni ne diretta di Alfano a segre- abbiamo un sistema televisi-
porre, esporre, agire. E anche lettera, intende essere testimone. Se si parla giorno tanti che alla violazione della legge tario del Pdl, carica del tutto vo carente: la Rai è control-
con una certa velocità, data la di tutte le vicende che sono seguite al sono totalmente estranei, vengono pilotati inutile in quanto tutte le de- lata dalla politica, Mediaset è
situazione catastrofica in atto tremendo terremoto del 6 aprile 2009, la nella nuvola nera della corruzione da sempre cisioni anche le più insignifi- di proprietà del politico più
se non volete toglierci quella questione della trasparenza (la trasparenza nuovi personaggi senza scrupoli che pagano canti verranno prese dal sul- influente da venti anni a que-
speranza che ancora ci resta che non c'è stata) accende subito, nella di rado e infangano tutti. Questa lettera va tano, Alfano sarà il segretario sta parte, Silvio Berlusconi e
(dopo 18 anni!) di un reale mente dei cittadini, un segnale di allarme. Se accolta come il manifesto di una "primavera" di Berlusconi, come giusta- La7 sembra non riuscire a
cambiamento. Abbiamo fatto si parla di Protezione civile, almeno di coloro che, in tante pubbliche funzioni, mente ha rilevato Bersani, scardinare il bipolarismo te-
la nostra parte ai recenti re- nell’avventurosa stagione del governo servono il Paese con il loro lavoro, ma sono con tante mezze tacche di levisivo del servizio pubblico
ferendum e elezioni, aspettia- Bertolaso, la mancanza di trasparenza e presi nella trappola di un diffuso giudizio contorno. La frase più esila- e del Biscione. Mi chiedo se
mo che voi facciate la vostra. l'alternarsi di accuse e dubbi su tutto negativo, spiegabile ma ingiusto. rante l'ha però pronunciata lo mai l’insieme di internet, te-
Nadia Sechi l'operato, di emergenza e di ordinaria stesso Alfano quando ha det- levisioni locali, se insomma la
amministrazione, diventano un luogo comune Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano to che il Pdl sarà il partito de- multipiattaforma di cui parla
La vita dei parlamentari (oltre che materia di inchieste e processi) che 00193 Roma, via Valadier n. 42 gli onesti. Sarà purtroppo Michele Santoro al vostro
umiliano chi si batte – come Stefano Pertosa lettere@ilfattoquotidiano.it un’impresa molto ardua visto giornale sia una soluzione
e quella dei pensionati – per assicurare trasparenza sempre. È possibile. Senz’altro mi sem-
Si chiedono sacrifici a tutti ma chiaro che Pertosa e i suoi colleghi intendono bra la soluzione migliore, una
non ai politici, non ai vertici separare, agli occhi dell’opinione pubblica, il prova ardua e difficile che al-
degli apparati burocratici e generoso e costante lavoro di tanti dalle LA VIGNETTA lo stesso tempo ha un grosso
amministrativi e alle cento in- trame di vertice, che si agganciano alle fascino perché rompe gli
visibili authority che lucrano avventure del peggior sottogoverno. E ciò schemi attuale. In questo
indennità da capogiro. Il grillo accade non solo quando profittare è reato, esperimento così nuovo per
parlante Gianfranco Rotondi l’Italia vedo anche un ruolo
aveva messo in guardia: “Se si più diretto dei telespettato-
ri, sono loro a contare più
delle inserzioni pubblicitarie
IL FATTO di ieri 3 Luglio 1992 ministrative e dei referendum
ha appena sfiorato il Palazzo.
o del peso politico di questo
o quel politico. Spero che il
I rinvii non sono graditi ai senesi. Il Palio di luglio è dedicato Chissà che questa manovra nostro Paese, una parte con-
farsa lo faccia soffiare più for- sistente del suo pubblico te-
alla Madonna e non c’è da scherzare sulla data del 2. Per via
te, molto più forte. levisivo, sia pronto per so-
della tradizione, delle tensioni, delle scadenze. E delle Enzo Pelino stenere un’iniziativa del ge-
scaramanzie. Ma in quel 1992 , il 2 pioveva a dirotto e così la nere che è anche un’occasio-
conquista del Cencio venne rimandata di un giorno, tra i Il governo che pensa ne irripetibile per cambiare
mugugni dei contradaioli, furiosi perché “un Palio che si davvero l’informazione italia-
rimanda è come un piatto che scuoce”. Nervosissimo anche
solo ai ricchi na e cominciare a chiudere la
lui, Andrea Degortes detto Aceto, il fantino dei miracoli, re La credibilità del nostro Paese triste epoca del berlusconi-
della Piazza, che punta al quattordicesimo Drappellone con sui mercati internazionale do- smo.
vrà essere essere riconquista- Ettore
i colori de L’Aquila. Ai canapi, prima della mossa, c’è subito ta a spese delle modeste en-
aria di nerbate, soprattutto con Legno, il fantino dell’odiata trate degli anziani rappresen-
Pantera e al via del mossiere, la bagarre è da brivido. Alla tanti del ceto medio-basso.
curva di San Martino cadono Nicchio e Montone, al casato è Il decreto per la correzione IL FATTO QUOTIDIANO
il turno di Oca e Drago. In pista crollano come birilli cavalli e dei conti pubblici prevede, in- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
fantini. Aceto, in sella a Galleggiante, insegue frenetico e fatti, la mancata rivalutazione lettere@ilfattoquotidiano.it
solo quando a Fonte Gaia, Legno rovina a terra, s’invola per il biennio 2012-2013 delle
verso la vittoria. Rabbia e esplosione di gioia, scazzottate e pensioni superiori a cinque
volte il minimo, cioè 2.300 eu- nelle tasche degli italiani. Ora Direttore responsabile
gonfaloni al vento degli aquilini, in onore della Madonna del ro al mese (il minimo della abbiamo capito come: impe-
Provenzano. Per Aceto, che con 14 vittorie, è recordman del pensione Inps 2011 è di 476 disce che i soldi (dovuti) ad Antonio Padellaro
Palio, è il canto del cigno. E l’ingresso nella leggenda. euro al mese): per quelle più anziani che hanno lavorato Vicedirettore Marco Travaglio
Giovanna Gabrielli basse, invece, comprese tra una vita vi arrivino.
1.428 e 2.380 euro mensili, la Giuseppe Barbanti Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
rivalutazione in precedenza Progetto grafico Paolo Residori
toccano, i parlamentari si ar- nuano a goderne, e persino prevista avverrà solo in misu- I leghisti sfasciano Redazione
00193 Roma , Via Valadier n°42
rabbiano”. Tutto rinviato, c’e- reversibili, dopo solo cinque ra del 45%. Per anni si è bla-
ra da giurarlo. Nel frattempo anni, come nel regno di Ben- terato di perequazione fra sti- l’Unità nazionale tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
una commissione studierà - a godi. Le auto blu non vengono pendi e pensioni a tutela del "L'Italia s'è desta!", ma come? e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
futura memoria - i costi della abolite e così le province, fun- potere d’acquisto dei pensio- Se è possibile che tutte le re-
politica in Europa, quando ba- zionali non ai cittadini ma alla nati: questi sono i risultati del- gioni stiano in un pavido si- Editoriale il Fatto S.p.A.
sterebbe leggersi “La casta” di carriera della pletora di po- l’attenzione del governo per lenzio di fronte al disgustoso Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
Rizzo e Stella. Un mondo a litici locali. Nemmeno nell’e- la categoria. Ben 13 milioni di e diseducativo messaggio del- Presidente e Amministratore delegato
due velocità: alle lavoratrici si strema emergenza i nostri go- pensionati ne saranno inte- la Lega? Ci dovrebbe essere Giorgio Poidomani
impongono pensioni sudate verni riescono a essere vir- ressati. E questo era il gover- un sussulto d'indignazione Consiglio di Amministrazione
mentre i parlamentari conti- tuosi. Il vento nuovo delle am- no che non metteva le mani per tanta volgarità. Mi chiedo, Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
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