Persino B. e Prestigiacomo vogliono il decreto salva-Napoli.
Ma Bossiimpone l’ennesimo veto. E portargli i rifiuti sotto casa?
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Giovedì 30 giugno 2011 – Anno 3 – n° 154
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
L’AUDACE COLPO
DEI SOLITI NOTI
Nottetempo il governo infila nella manovra finanziaria una norma
ammazza-processi. Poi va sotto sulla “legge comunitaria” anti-giudici
Non ci provate
di Paolo Flores d’Arcais
dc
N
on ci provate. Se pensate di far passare in
agosto il processo breve nascosto nella
manovra, la responsabilità civile dei ma-
gistrati infilata nella legge comunitaria e il
solito bavaglio grazie alla disattenzione del “tutti al
mare”, avete sbagliato i calcoli. Nove anni fa fu-
rono due manifestazioni in piena calura, il 29 e il
31 luglio, autoconvocate col passaparola dai “gi-
rotondi”, a impedire l’approvazione a tambur bat-
tente della legge Cirami. E proprio il 31 luglio fu
indetta la manifestazione per il 14 settembre, in
piazza San Giovanni a Roma, che sarebbe risultata
gigantesca e si auto-organizzò dunque sotto il sol-
leone di agosto. Perciò, non ci provate. La mobi-
litazione popolare democratica, che si è espressa
anche nelle recenti amministrative e nei referen-
dum, saprebbe trovare slancio e rinnovato impe-
gno per impedire lo sconcio anticostituzionale.
Ma questo lo sapete benissimo. Tanto è vero che
state già giocando su due tavoli, quello del bastone
e quello della carota, fascisticamente. Poiché sa-
pete di non poter affogare nell’accidia estiva l’op-
posizione della cittadinanza attiva, fedele all’in-
transigenza repubblicana, cercate di sedurre la
più disponibile “opposizione” parlamentare, che
tante prove di essere corriva ha già dato. Per il
bavaglio lo specchietto per allodole è la “privacy”,
l’ingiustizia intrinseca nel rendere pubbliche con-
versazioni penalmente irrilevanti. Quali intercet-
tazioni siano rilevanti per il processo lo decidono
però i magistrati, e nei reati associativi lo sfondo
ambientale, gossip compreso, è spesso cruciale.
In democrazia, inoltre, la trasparenza è un valore
irrinunciabile, sapere se si diventa ministre per
competenze professionali o in virtù di un lodo Le-
winsky, è cosa rilevantissima. L’on. Alessandra
Mussolini, alla domanda “che differenza vede tra
Mussolini e Berlusconi”, rispose: “Mio nonno non
ha mai nominato la Petacci ministro”.
La verità è che il regime vuole nascondere agli oc-
chi dei cittadini la “cloaca” in cui
si è ormai trasformato: di qui nor-
me ammazza processi e anti-giu-
dici, mordacchie e galera per i
giornalisti-giornalisti. E conta sul-
la sponda del Pd, soprattutto di
quei settori che hanno scheletri
e “furbetti” da nascondere all’o-
pinione pubblica. La sacrosanta
privacy non c’entra, i giornali de-
mocratici già la rispettano (nulla
– giustamente – hanno pubblica-
to su micidiali illazioni riguardan-
ti Bertolaso, ad esempio). In gio-
co, semplicemente, è la libertà di
stampa. Prepariamoci a un’esta-
te di scontro di civiltà.
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Lodo Al Capone
di Marco Travaglio
empre più spiritoso, il governo che cerca 47
S miliardi per evitare l’espulsione dall’Europa,
ma pure dall’Africa, infila nella manovra di
“risanamento” una norma che consente
agl’imputati di farsi risarcire i danni se il loro
processo di primo grado dura più di due anni dalla
richiesta di giudizio: cioè sempre. Con una mano
cercano soldi, con l’altra li buttano. E lo chiamano
“processo breve”. Ma c’è in cantiere un’altra norma
che svuoterà ancor di più le casse dello Stato: quella
sulla responsabilità civile dei magistrati, gabellata da
toccasana per far pagare alle toghe i loro errori. Il
che già avviene oggi, ma nessuno lo sa. Se il
magistrato commette reati, finisce in galera come
tutti gli altri cittadini (parlamentari esclusi). In caso
di infrazioni disciplinari, viene punito dal Csm. In
Berlusconi strapazza caso di errore giudiziario, lo Stato risarcisce la
i deputati assenti: vittima, poi si rivale su di lui se l’errore è frutto di
“dolo” o “colpa grave”: lo prevede la legge Vassalli
“Di questo passo ce ne del 1988, varata dal pentapartito dopo il
andiamo tutti a casa”. referendum del 1987. Non sempre infatti l’imputato
assolto è vittima di errore giudiziario. Anzi è molto
La giunta della Camera più frequente il contrario: gli indizi e le prove
rinvia il voto sull’arresto iniziali giustificano l’indagine, l’arresto, la richiesta
di rinvio a giudizio, magari anche la condanna in
di Papa pag. 2, 3 e 11 z
primo e secondo grado, ma non quella definitiva. O
perché è cambiata la legge, o è stato abolito il reato,
Udi Marco Lillo o sono variate le regole di valutazione della prova, o
più semplicemente l’ultimo giudice ha valutato il
caso con criteri diversi da quelli dei predecessori,
MILIONI A GOGÒ ritenendo insufficienti le prove che gli altri avevano
AI GIORNALI giudicato bastanti. Per convenzione, l’ultima
sentenza è quella buona; nella realtà, può darsi
GOVERNATIVI benissimo che fossero giuste la prima o la seconda.
a collana di perle spunta a sorpresa Non sempre chi risulta innocente per la legge lo è
LGrande,
alla fine della testimonianza di Elisa
capo del Dipartimento Edito-
anche nella realtà. L’errore giudiziario dunque è lo
scambio di persona: quando un soggetto che non
c’entra finisce nei guai perché un magistrato decide
ria della Presidenza del Consiglio, che
di incastrarlo apposta (dolo) o non si accorge che è
gestisce i contributi per i giornali e le
innocente per ignoranza, incapacità, negligenza
convenzioni con le agenzie. pag. 9 z (colpa grave). Ora la riforma epocale di Alfano
prevede che il cittadino imputato in un processo
penale o parte in una causa civile potrà denunciare
L’ALTERNATIVA x Più di 400 miliardi tra corruzione, evasione e mafie direttamente il magistrato che gli ha dato torto. Poi
c’è un codicillo della “legge comunitaria” firmata da
Come prendere i soldi ai ladri
tal Gianluca Pini – un leghista bolognese che mai s’è
occupato di giustizia, in compenso è noto per
epiche battaglie sull’indipendenza della Romagna e
gli happy hour danzanti nel Riminese – che prevede
la responsabilità civile del magistrato non solo per
Mentre il ministro Tremonti dolo e colpa grave, ma anche per “violazione
monta e smonta tagli e tasse, manifesta del diritto” (che da che mondo è mondo,
è motivo di ricorso in Cassazione). Sostiene, il
ecco come evitare che paghino giurista da spiaggia, che ce lo impone una sentenza
sempre gli onesti della Corte europea di Giustizia. Balle: il Consiglio
d’Europa raccomanda di evitare la denuncia diretta
di Salvatore Cannavò al giudice per non condizionarne l’indipendenza,
sancita dalla Carta di Nizza; quanto alla citata
a manovra finanziaria si avvicina e sulla sua
Lministro
definizione si rincorrono le anticipazioni. Il
del Tesoro, Giulio Tremonti, deve tro-
sentenza europea, si riferisce alle violazioni del
diritto comunitario commesse dagli Stati, non dai
singoli. L’ha detto lo stesso governo B. nel 2008,
vare 40 miliardi di qui al 2014. pag. 5 z (FOTO EMBLEMA) rispondendo a un’interpellanza radicale: “La legge
117/88 (la Vassalli, ndr) non è in contrasto con la
decisione della Corte di Giustizia”. L’unico movente
ndisinformatija nreferendum della porcata è spaventare le toghe. In ogni
processo c’è sempre uno che vince e uno che
La Rai secondo La Cgil sceglie perde: ora chiunque perda potrà denunciare il
Mimun: “Uno scudo la linea di Cisl e Uil giudice che gli dà torto. Così molti giudici, per
scansare i guai, nel penale assolveranno sempre i
anti-guai per B.” Guerra con la Fiom colpevoli; e nel civile daranno sempre ragione ai
Tecce pag. 8z pag. 10z potenti e torto ai deboli (o magari si accorderanno
tra colleghi per emettere sentenze-fotocopia nei
ndalemismi vari gradi di giudizio, così che nessuno possa
ItalianiEuropei: CATTIVERIE denunciarli per violazione del diritto). In ogni caso
lo Stato dovrà pagare molti più risarcimenti di oggi.
ma chi sono Il Pd ha un debito di 62 L’aumento delle denunce intaserà ulteriormente i
milioni. Gli toccherà entrare tribunali, i processi si allungheranno ancora e
i finanziatori? in politica l’economia ne uscirà vieppiù danneggiata. Al
Paolin pag. 6z (www.spinoza.it) Capone non avrebbe saputo fare di meglio.
pagina 2

E
L’AUDACE COLPO

rano le 23:48 del 29 giugno 2009, esattamente due
Due anni fa la strage anni fa. Il treno merci 50325 Trecate-Gricignano,
in transito per la stazione di Viareggio con un
carico di 14 carri cisterna contenenti Gpl, deraglia per cause
di Viareggio, 33 morti probabilmente legate al cedimento del carrello del primo
carro cisterna, che trascina fuori dai binari altri quattro carri.
Dal primo, la cui cisterna viene perforata da un picchetto di
e una giustizia a rischio segnalazione, fuoriesce il gas Gpl che al contatto con
l’ossigeno s’incendia paurosamente. Undici persone muoiono
immediatamente investite dalle fiamme o travolte dal crollo
degli edifici; altre due sono stroncate da infarto. Nelle
settimane successive, a causa delle gravissime ustioni riportate
quella notte, moriranno altre 20 persone. Il bilancio definitivo
sarà di 33 morti. Il processo per la strage di Viareggio, in
corso, è spesso indicato tra quelli maggiormente a rischio in
caso di entrata in vigore del cosiddetto “processo breve”.

In basso, la home page del

fattoquotidiano.it con la notizia del
DEDICATE AL CAIMANO processo breve; al centro Tremonti e
Berlusconi visti da Marilena Nardi

Il Lodo Alfano La “legge bavaglio” Legittimo impedimento

Il presidente Stop alle In Tribunale?
non si giudica intercettazioni No, grazie

E ntra in vigore nell’agosto

2008 e viene dichiarato
incostituzionale 14 mesi do-
po. Sospendeva i processi di
B. anche “per fatti anteceden-
ti l’assunzione della carica”.
A pprovata in Senato il 10
giugno 2010, ritirata il
31 luglio. Prevedeva forti li-
mitazioni all’utilizzo delle in-
tercettazioni e pene severe
per chi le pubblicasse.
A pprovato il 7 aprile
2010, consentiva al
premier di disertare le
udienze. Cancellato da 27
milioni di “sì” grazie al re-
ferendum del 13 giugno.

SENZA PUDORE
Il Pdl tenta (ancora) di salvare il premier: inserisce
il processo breve nella manovra economica
di Antonella Mascali ria, ma in questo modo, “ma- derebbe il largo. Ecco, dunque, raggiunto il Quirinale. I tecnici nevoli i periodi che non ecce-
e Sara Nicoli scherando” l’intervento sotto l’escamotage, il cavallo di Troia del presidente attendono che il dono la durata di due anni per il
forma di provvedimenti per ra- per raggiungere comunque l’o- testo venga licenziato dal Con- primo grado, di due anni per il
ono solo norme per siglio dei ministri per poi darne

“S
razionalizzare le spe-
se sulla giustizia”. Ri-
spondono così nel
Pdl, quando si pone la stessa
domanda che si è fatta Di Pie-
tro non appena ha avuto in ma-
no la bozza della manovra eco-
nomica, varata forse oggi dal
Consiglio dei ministri: “Che
c’azzecca con la manovra il
processo breve che serve a ga-
rantire l’impunità del presi-
dente del Consiglio?”. Già, che
c’azzecca? Nulla, proprio nul-
la.
E ANCHE se nella maggioran-
za sollevano l’obiezione che
nel testo non c’è traccia della
parte sostanziale del processo
breve, ovvero la prescrizione
breve, la difesa è comunque fra-
gile. In un colpo solo, e con un
solo voto delle Camere, i tre
quarti dell’articolato ad perso-
nam per Berlusconi, concepito
per azzerare i suoi principali
processi, diventerebbe legge in
un battito d’ali. Certo, sarebbe
stato impossibile inserire an-
che la parte sulla prescrizione
in una legge di natura finanzia-
zionalizzare le spese della mac-
china giudiziaria, c’è il rischio
concreto che Napolitano la
passi e che poi il Parlamento
faccia il resto. O, almeno, così si
augura lo stretto entourage del
Cavaliere. Fatto questo passo,
infatti, diventa facile ricongiun-
gere al resto della legge anche la
prescrizione breve. Sicuramen-
te più facile che ripresentare
l’intero ddl in aula. Con i tempi
che corrono, ma quando mai si
potrebbe trovare una maggio-
ranza intorno a una legge che
serve solo a Berlusconi? Persi-
no la Lega, in questo caso, pren-
L’espediente è
la modifica della
legge Pinto:
ridurre a due
anni il tempo per
il risarcimento
dell’imputato
biettivo. Ma non per via diretta,
sempre attraverso l’ennesima
furbata. Insomma, malgrado le
condizioni di incertezza e insta-
bilità, nel Pdl si cerca ogni mo-
do per portare a casa il risultato
con il minimo sforzo. Osserva,
comunque, Di Pietro: “Berlu-
sconi e la sua maggioranza non
hanno capito che 27 milioni di
italiani hanno detto basta alle
leggi ad personam, c’è un limite
oltre il quale la politica diventa
criminale e va fermata ad ogni
costo, prima che sia troppo tar-
di”. Vero e proprio “sciacallag-
gio politico”, secondo il verde
Bonelli, che accusa la maggio-
ranza di avere una sola priorità:
“L’immunità del premier”.
IL CENTRODESTRA sta
preparando il terreno per far at-
terrare quello che serve di più
al presidente del Consiglio, pri-
ma che sia troppo tardi. A meno
che il Colle non fermi tutto. Ieri
Napolitano era a Oxford e sul
fronte del processo breve non
si è pronunciato, ma la notizia
che nella manovra è contenuto
il prologo dell’ennesima furba-
ta salva-premier ha comunque
una valutazione “ufficiale”. Pe-
rò è chiaro, si sostiene invece
ufficiosamente, che la questio-
ne del processo breve in mano-
vra proprio non ci può stare.
Dunque si attende una mossa di
Napolitano su una legge am-
mazza-processi che cancella
non solo la maggior parte di
quelli al presidente del Consi-
glio, ma anche altri 100 mila, se-
condo i dati di Csm e Anm for-
niti sulla base del testo licenzia-
to al Senato. Almeno 15 mila, in
base al testo modificato alla Ca-
mera, ma che deve essere anco-
ra discusso. Comunque, non
può essere certo un caso che
nella bozza siano stati copiati
parola per parola interi brani
del disegno di legge ad perso-
nam. Nell’articolato, per esem-
pio, si legge che il calcolo della
durata di un processo scatta
dalla richiesta di rinvio a giudi-
zio: “Il processo penale si con-
sidera iniziato alla data di assun-
zione della qualità di imputa-
to...”. Poi l'indicazione esatta di
quanto debba durare un pro-
cesso, cioè 6 anni complessivi:
“Non sono considerati irragio-
grado di appello e di ulteriori
due anni per il giudizio di legit-
timità, nonché di un altro anno
per ogni successivo grado di
giudizio nel caso di rinvio. Il
giudice può aumentare fino alla
metà i termini”. Ma non basta.
IL COPIA INCOLLA della
norma accantonata (momenta-
neamente) dopo le violente po-
lemiche di magistrati e opposi-
zioni, prosegue in molti altri ar-
ticoli. Anche se non è riportato
quello che, secondo il testo del
Senato, prevede l’estinzione
del processo in caso di supera-
mento dei termini. O la riduzio-
ne ulteriore dei tempi di pre-
scrizione per gli incensurati
(vedi Berlusconi) secondo il te-
grado dura più di tre anni, in li-
nea con gli standard europei.
sto della Camera. Tutto, invece,
si gioca intorno alla questione
Con la modifica, il termine
scende a due. E cosa di non po-
dei risarcimenti. Vengono resi
molto più facili. Quasi a voler
co conto, il periodo si calcola
non più dall'apertura del dibat-
preparare il terreno per dire timento, ma dalla richiesta di
che si scongiura un aumento rinvio a giudizio. Per come è or-
della spesa pubblica con l'ap- ganizzata la macchina della giu-
provazione del processo breve. stizia, dunque, la maggioranza
Sino a oggi, in base alla legge degli imputati potrà chiedere il
Pinto sull'equa riparazione, un risarcimento con enormi costi
cittadino ha diritto a un inden- per lo Stato. Almeno un terzo in
nizzo se il processo di primo più di quelli attuali. Nella mano-

L’INTERVISTA Il giudice Giuseppe Maria Berruti

“Questa politica debole è criminogena”

di Antonella Mascali
un anno dalla P3, e in piena P4,
Amagistratura
sulla questione morale nella
– e nella politica –
riportiamo un’intercettazione fra
Lombardi e Marra: “L’unico stron-
zo in questo momento è lui...” e
Marra: “Non ti preoccupare ci fac-
ciamo anche a Berruti”.
grandi spazi ai comitati di malaf-
fare. La politica debole, insomma,
è criminogena. E in una fase nella
quale, proprio per questo tessuto
malato, l'attività giudiziaria è di
La questione morale è essenzial-
mente la questione dell'indipen-
denza del giudice. Il magistrato
dipende solo dalla legge, accusa o
giudica bene se la osserva senza
negligente, perché è stato infe-
dele. Ipotesi queste che sono già
previste come fonte di responsa-
bilità disciplinare e, se del caso,
penale. La chiamata in giudizio
Giuseppe Maria Berruti (FOTO ANSA)

rompe il silenzio Giuseppe Maria
Berruti. Giudice della Cassazio-
ne, protagonista in positivo della
battaglia al Csm contro la nomina
di Alfonso Marra a presidente del-
la Corte d'appello di Milano, av-
venuta il 3 febbraio 2010. Quattro
mesi dopo, la Procura di Roma
ipotizzerà che il tributarista Pa-
squale Lombardi (arrestato per la
P3) ha brigato assieme a Marra
per la sua nomina. “Pasqualino”
avrebbe avuto l'avallo, secondo
quanto emerge dalle intercetta-
zioni, del sottosegretario alla Giu-
stizia, Giacomo Caliendo, indaga-
to. Per rendere l'idea di quanto
Berruti si sia messo contro il suo
gruppo al Csm, Unità per la Co-
stituzione, e contro i poteri forti,
Giudice le inchieste su P3 e
P4 coinvolgono diversi magi-
strati. Che sta succedendo?
C'è un’aggressione all'indipen-
denza della magistratura attraver-
so l'utilizzo da parte della politica
o di centri di affari legati ad essa,
di magistrati amici. Il problema
non è, però, solo di corruzione in-
dividuale. Purtroppo fatti di que-
sto genere sono sempre possibili.
Il dato di novità è l'utilizzo della
lusinga politica. Il miraggio della
grande carriera o del seggio par-
lamentare, facilitati dalle amicizie
politiche in cambio di favori di ti-
po giudiziario. Questa novità di-
pende, in parte, dalla straordina-
ria debolezza della politica che in
realtà non governa e dunque apre
fatto centrale, il magistrato amico
diventa una risorsa essenziale.
Anche all'epoca della P2 c'e-
rano magistrati coinvolti...
Ma in quegli anni vi fu una con-
sapevolezza assoluta della perico-
losità di questi rapporti distorti.
La magistratura reagì con rapidità,
espellendo i magistrati infedeli o
inducendoli alle dimissioni.
Invece oggi le procedure sono
molto lente. E scatti di digni-
tà non se ne vedono...
Il fatto che la maggioranza provi a
cucire addosso alla magistratura
l'abito dell'avversario politico
rende tutto più complicato. Da
qui, gesti di eccessiva prudenza.
E dunque come si fa pulizia
dentro la magistratura?
riguardo per il risultato politico
del suo agire. Un atteggiamento
fortemente rifiutato da gran parte
della politica. I magistrati devono
riflettere sul grande valore della
professionalità, sulla valutazione
interna: è l'unica fonte di legitti-
mazione del loro potere traspa-
rente. Credo che ancora la magi-
stratura questa riflessione non
l'abbia compiuta del tutto.
Cosa pensa della responsabi-
lità civile dei magistrati?
È una grottesca barbarie: mette
nelle mani del soccombente in
un giudizio il diritto di colpire
chi ha applicato la legge.
In molti però, la condividono.
Il magistrato sbaglia perché non
osserva la legge, perché è stato
diretta da parte del cittadino è
un'altra cosa. Ci potrebbero es-
sere dunque pm intimoriti dal-
l'andare fino in fondo a un'in-
chiesta e giudici tentati da una
decisione puramente difensiva.
La bozza della manovra eco-
nomica riprende una parte del
processo breve e modifica la
legge sull’equa riparazione.
Che valutazione ne dà?
Osservo che la giurisprudenza
anche europea fissa in 3 anni la
durata adeguata di un giudizio di
merito. Portarla a due provoca un
costo maggiore per lo Stato.
Qual è la ratio della modifica?
Quella di introdurre il termine di
due anni, in analogia con quello
che dovrebbe essere il termine
del cosiddetto processo breve.
Una legge che mi auguro non ven-
ga mai approvata perché insieme
al meccanismo di prescrizione
rende impossibili i giudizi seri.
Lei è di Unicost, corrente di
cui fanno parte i magistrati
coinvolti nella P3 e P4. Che
problema c'è all’interno?
Unicost ha la struttura di un gran-
de gruppo che riflette le tensioni
e i caratteri della magistratura.
Quindi richiede di soffrire un po'
di più per un'azione istituzionale
che sia oltre che condivisa, rigo-
rosa. Ogni tanto sogno di guidare
una piccolissima corrente di duri
e puri che non si sporca le mani
con il governo perché non conta
nulla, ma poi mi sveglio.
 Giovedì 30 giugno 2011

“S
L’AUDACE COLPO

iamo certi che la verità sulla strage
I parenti delle vittime di via dei Georgofili non la
vogliono, trasversalmente a tutto
l’arco costituzionale”. È l’amara constatazione di
di via dei Georgofili: “Basta Giovanna Maggiani Chelli, presidente Associazione tra i
familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili,
affidata a una lettera aperta in cui i familiari delle vittime
con il massacro dei pentiti” denunciano “il massacro dei collaboratori di giustizia da
parte della difesa Tagliavia in aula a Firenze” dove è in
corso il processo per la strage. “È comprensibilissimo –
scrive Chelli – chiunque costituzionalmente parlando
ha diritto alla difesa. Ma il nostro Parlamento non può
continuare ad assistere all’attacco concentrico a una
delle armi le più importanti di contrasto alla mafia, i
collaboratori di giustizia, senza muovere un dito. 180
giorni per i collaboratori di giustizia, per dire tutto
quello che sanno, al pensiero dei nostri morti, pesano
come macigni. La legge dei 180 giorni voluta da un
Parlamento che scioglieva ormai le Camere, fa star
male i familiari delle vittime di via dei Georgofili, non
capiamo perché sussista ancora oggi e nessuno abbia
ancora provveduto a cambiarla. Siamo certi che la
verità sulle strage non la vogliono, altrimenti i 180
giorni sarebbero già stati gettati alle ortiche”.

Governo battuto due volte

I pidiellini erano al bar
BERLUSCONI: “RISCHIAMO DI ANDARE A CASA”
L’OPPOSIZIONE URLA IN CORO: “DIMISSIONI”
di Caterina Perniconi articoli da rimandare a dopo secondo cui “non può dar esponente della maggioran-
l’estate, escludendo la re- luogo a responsabilità l’atti- za ha infatti reagito in aula
embrava un gioco da sponsabilità civile dei giudi- vità di interpretazione di alla bocciatura del provve-

vra è indicata una precisa scan-
sione: “Per ciascun giorno di ri-
tardo (del processo, ndr) è liqui-
dato un indennizzo di euro
2,50, che può essere equitativa-
mente ridotto fino a euro 2,00 o
elevato fino a euro 3,00; l’in-
dennizzo può essere ridotto fi-
no a euro 0,50 quando” la ri-
chiesta è stata rigettata. I risar-
cimenti potranno essere richie-
sti a processo in corso. Per
esempio, oggi il pm chiede il
rinvio a giudizio di un imputa-
to. Dopo un anno e mezzo l’im-
putato avrà diritto a cominciare
a mettere in mora i suoi giudici,
dicendo in buona sostanza: so-
no passati 18 mesi, entro 6 mesi
voglio la sentenza. Se non arri-
va, a quel punto può scattare la
richiesta di risarcimento. E gli
atti del processo non ancora
chiuso vengono esaminati da
un altro giudice. Per ricorrere
in prima istanza non ci sarà bi-
sogno neppure di un avvoca-
to.
S ragazzi: prendere la
legge comunitaria,
tendenzialmente inno-
cua, inserirci l’emenda-
mento che introduce la re-
sponsabilità civile dei giu-
dici, in barba alla tanto
sbandierata e attesa riforma
della giustizia, e farla appro-
vare in un caldo giorno d’e-
state mentre tutti pensano
alle ferie (e alla Finanzia-
ria).
INVECE l’ennesimo blitz
del governo si è rivelato un
boomerang per la maggio-
ranza che si è vista bocciare
il provvedimento dall’oppo-
sizione seduta compatta in
aula alla Camera. Ieri, infat-
ti, a Montecitorio erano as-
senti 55 parlamentari del
centrodestra, tra i quali 43
del Pdl, (16 classificati sui
tabulati dell’aula come as-
senti giustificati e 27 non
giustificati), 4 della Lega (2
giustificati perchè in missio-
ne e 2 no) e 8 dei Respon-
sabili (2 in missione e 6 non
giustificati). I banchi vuoti
hanno permesso alla mino-
ranza di bocciare con 270
voti contrari e solo 262 fa-
vorevoli sia l’articolo 8 che
il più importante articolo 1,
di fatto struttura portante
del provvedimento.
In mattinata si era consuma-
to lo strappo tra maggioran-
za e opposizione su una leg-
ge che in alcuni punti po-
teva essere votata all’unani-
mità. Ma il sottosegretario al
Welfare, Luca Bellotti, aveva
annunciato lo stralcio di 12
ci che il governo voleva vo-
tare subito.
Questa norma, inserita con
un emendamento dal relato-
re della comunitaria 2010, il
leghista Gianluca Pini, vuo-
le introdurre la possibilità
per qualsiasi cittadino di
chiedere i danni a un giu-
dice – che pagherebbe di ta-
sca propria – per come ha
interpretato la legge. È na-
turale che in un processo
chiunque perde non è d’ac-
cordo col verdetto. Se que-
sta legge venisse approvata
il condannato potrebbe ri-
valersi direttamente sulla
persona che ha emesso la
sentenza. L’emendamento
Pini si propone infatti di mo-
dificare la legge Vassalli del
1988 che limita la respon-
sabilità ai casi di dolo e col-
pa grave e la fa invece scat-
tare in ogni caso di “viola-
zione manifesta del diritto”.
In più con questa norma
verrebbe meno anche la
clausola di salvaguardia con-
tenuta nella legge vigente,
La legge
comunitaria
conteneva la
norma sulla
responsabilità
civile dei
giudici
norme di diritto né quella di
valutazione del fatto e delle
prove”. Rendendo esposto
quindi qualsiasi giudice do-
po una sentenza. Una “for-
mulazione così vaga e gene-
rica”, come ha dichiarato la
presidente della commissio-
ne Giustizia, Giulia Bongior-
no, che avrà come risultato
quello di “intimidire i magi-
strati”.
“NON STANNO più in
piedi, non reggono più” ha
detto il segretario del Partito
democratico, Pier Luigi Ber-
sani, uscendo dall’aula “la
giornata di oggi ha visto la
maggioranza e il governo al-
lo sbando. Davanti agli im-
pegni europei e internazio-
nali dobbiamo assumere, e
spero che lo sappiano tutti,
sia l’opposizione che il go-
verno, una linea seria rigo-
rosa che metta sicurezza il
Paese”. E il deputato demo-
cratico Furio Colombo ha
descritto una sensazione
“inedita di gravità”. Nessun
dimento, Cicchitto ha fatto
“un breve e mesto discorso”
e anche Umberto Bossi, so-
litamente al centro delle at-
tenzioni dei colleghi del go-
verno “è stato lasciato solo
mentre cercava di alzarsi dai
banchi” per raggiungere l’u-
scita dell’aula. “Non c’è nes-
suna crisi è stato solo un in-
cidente, c’è gente che inve-
ce di votare va al bar” ha mi-
nimizzato il leader del Car-
roccio.
Ma a certificare la dramma-
ticità della situazione è ar-
rivata la repentina visita del
premier, Silvio Berlusconi,
corso a soccorrere i naufra-
ghi. “Con questi giochi si ri-
schia di far saltare il gover-
no” ha detto ai suoi prima di
riunirsi nella saletta del go-
verno della Camera con i re-
latori della Lega per risolve-
re l’impasse del provvedi-
mento, nonostante le ripe-
tute richieste del presidente
di turno, Rocco Buttiglione,
di rinviarlo. La decisione di
riesaminare la legge in un’al-
tra seduta è arrivata solo nel
tardo pomeriggio, quando il
relatore ha annunciato che
il governo potrebbe varare
un decreto per salvare la co-
munitaria. “È stato un brut-
to stop tecnico per squallidi
motivi politici” ha detto Pini
“non è stato bocciato il me-
rito, ma il principio che l’I-
talia deve adeguarsi alle di-
rettive comunitarie”. Di-
menticando di citare la nor-
ma nascosta nella legge con
l’ennesimo tentativo del go-
verno di colpire i giudici.

LEGA PRONTA A VOTARE SÌ

BISIGNANI & P4

ALFONSO PAPA, UN ALTRO RINVIO SULL’ARRESTO A “Libero” non

di Wanda Marra
Ucipen’arringa di un’ora di France-
sco Paolo Sisto, l’ultimo prin-
del foro prestato a Monteci-
torio, e nessun voto: così, con un
altro rinvio, si è conclusa ieri la
riunione della Giunta per le auto-
rizzazioni della Camera convoca-
ta per decidere della richiesta di
arresto di Alfonso Papa, il parla-
mentare Pdl coinvolto nell’in-
chiesta P4. Niente di fatto: se ne
riparla il prossimo mercoledì. Per
prendere tempo e chiedere alla
Giunta il no all’arresto il relatore
Sisto, oltre a ribadire l’esistenza
del fumus persecutionis, ha anche
chiesto l’acquisizione delle
16mila pagine degli atti del pro-
cesso. “Una richiesta immotiva-
ta: non dobbiamo fare noi in Par-
lamento il processo”, spiega Fe-
derico Palomba, membro della
Giunta per l’Idv. “Le 280 pagine
del’ordinanza del Gip con cui si
richiede la custodia cautelare so-
no rigorose e garantiste”. Il Gip
ha escluso l’associazione per de-
linquere, ma ha parlato di favo-
reggiamento personale, corru-
zione e concussione ed estorsio-
ne con la finalità di incidere sul
funzionamento delle istituzioni.
NON PER NIENTE Pierluigi
Castagnetti, il presidente della
Giunta, ha chiesto lo stop per le
ulteriori acquisizioni di atti, volu-
ta da Sisto. Prendere tempo, d’al-
tra parte, sembra la strategia più
sicura: dopo il sì all’arresto annun-
ciato dal Terzo Polo, anche Um-
berto Bossi si è sbilanciato. “Pen-
so di sì”, ha detto a chi gli chiedeva
se anche la Lega si sarebbe espres-
sa favorevolmente. Dichiarazione
seguita di poco da quella del mi-
nistro della Difesa, Ignazio La Rus-
sa: “Il voto in giunta non è mai
connesso ad un vincolo di mag-
gioranza. Nessuno può lamentar-
si se non si vota per schieramento
in questi casi”. Come dire, mette-
re le mani avanti. Qualcuno del
Pdl la settimana scorsa l’aveva det-
to - se la Giunta dirà sì e si arriverà
al voto in Aula - di non essere di-
sposto a salvare Papa. In Giunta,
tutto dipende dai 2 leghisti: 11 vo-
ti ha la maggioranza (Pdl, Lega e
Responsabili, oltre a quello di Ma-
rio Pepe, passato appositamente
nel gruppo Misto per poter entra-
re in Giunta ed esprimere il suo
no) contro 10 (Pd, Idv e Terzo Po-
lo). Ma cosa faranno i due leghisti?
“Ci stiamo lavorando”, spiega Pa-
lomba. E persino Maurizio Paniz,
tra le punte di diamante degli av-
vocati deputati, dichiara: “Ogni
membro della Giunta farà la sua
valutazione personale”. Per evita-
re il via al voto dell’Aula, dunque,
il metodo migliore per Papa sem-
bra sempre quella di procrastina-
re il più possibile. Ieri ha chiesto
di essere sentito. Intanto si limita
ai no comment: “Sono assoluta-
mente sereno e tranquillo. Merco-
ledì andò in Giunta e dirò quello
che ho da dire. Non intendo com-
mentare nient'altro”.
LA STRATEGIA difensiva di
Sisto, peraltro, peraltro sembra
pure molto improvvisata. Duran-
te la sua relazione di ieri, infatti, ha
ricordato come la Camera abbia
sempre negato l'autorizzazione
all’arresto per “fatti politici” por-
tando ad esempio i casi di Sandro
Saccucci, Toni Negri e Massimo
Abbatangelo. Peccato che per Pa-
pa non solo la questione reato po-
litico non sembra essere in discus-
sione (come ha sottolineato il fu-
turista Lo Presti) ma che la Camera
nei tre casi citati l’autorizzazione
all’arresto la diede.
sanno leggere
A Libero insistono. Non hanno mai scritto
una riga critica su Luigi Bisignani e sul suo
ruolo di gran lobbista. E ora minimizzano l'inchiesta
di Napoli, sostenendo che la P4 non esiste. Insieme
riescono a sostenere che Il Fatto (durissimo contro il
“Sistema Bisignani” fin dalla sua nascita) ha “legami
con Bisignani”: 1. Perché “il lobbista cita il Fatto come
sua fonte sulle inchieste di Letta”; 2. Perché “Gianni
Barbacetto ha cercato Bisi”. Risultato 1: Marco Trava-
glio vestito da massone sulla prima pagina di Libero di
domenica scorsa (“C’è Travaglio dietro la P4”). Risul-
tato 2: Barbacetto, evidentemente vicecapo della P4,
dopo aver chiesto di parlare con Bisignani il 24
settembre, il giorno dopo scrive un articolo sul-
l’argomento: “Cita tutti, manca solo Bisignani.
Bau”, scrive Libero. Ma che succede in quel gior-
nale? Non sanno più nemmeno leggere? Bisi è ci-
tatissimo: “Luglio: perquisisco gli uffici di Luigi
Bisignani”, dice Luigi de Magistris. “Agosto: arri-
va il capo degli ispettori (...) e due mesi dopo io
sono fuori dall’indagine”. Nel blog di Gianni Bar-
bacetto tutti i testi. Per chi sa (e vuole) leggere.
pagina 4 Giovedì 30 giugno 2011

“N
IO TRUFFO, TU PAGHI

on c’è dubbio che chi conoscere il contenuto della manovra

Napolitano: “Chi decide
oggi sia responsabile
per il domani”
prende delle decisioni oggi
sulla situazione economica
si prende delle responsabilità anche per
domani”. Lo ha detto il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, ad Oxford, dove
ha ricevuto una laurea honoris causa in “Civil
Law” aggiungendo di essere in attesa di
economica annunciata e augurandosi che ci sia
“uno sforzo convergente nell’interesse del
Paese” e chiedendo di “avere fiducia nell’Italia
per creare le condizioni di una convergenza che
è necessaria in vista degli sforzi che ci
attendono, a cominciare dalla manovra di
rientro dal debito”.

Arriva l’imposta

VEDO-NON VEDO per colpire

gli speculatori,

LA MANOVRA
ma le banche
scaricheranno
il costo

A SORPRESA
sul cliente
l’inasprimento dell’Iva, si ve-
rificherà comunque.
Oggi il consiglio dei ministri
Rinviato anche l’intervento dovrebbe dare il via libera al
testo definitivo, con Umberto
Bossi che ha promesso ai suoi
sulle pensioni, se ne parla dal 2020 di inserire “emendamenti” le-
ghisti. Si vedrà quanto Tre-
monti è disposto a cedere an-
di Stefano Feltri democratico che ha seguito dono i dettagli, ma dovrebbe livello europeo, vuole tassare da usare in modo troppo ri- cora, dopo aver accettato il
tante Finanziarie. I tagli utili, essere proporzionale alla po- le transazioni finanziarie. schioso i soldi dei risparmia- compromesso più pesante:
on fai in tempo a stu- come “l’abolizione di Comu- rinviare tutto il peso del risa-

N
diare le misure dentro
la bozza della mano-
vra, che questa è già
cambiata. Nel giro di poche
ore è sparita l’abolizione de-
gli ordini professionali, tanto
che alcuni giornali non han-
no fatto in tempo a registrare
l’evoluzione e ieri mattina la
davano per certa. Non ci si
può distrarre un attimo che
sparisce anche la norma sul-
le pensioni: l’aumento dell’e-
tà pensionabile per le donne
nel settore privato (a 65 an-
ni) non dovrebbe più scatta-
re nel 2014 ma dal 2020,
quando Maurizio Sacconi, il
ministro del Welfare che ave-
va giurato di non toccare la
previdenza, sarà a distanza di
sicurezza.
“Sono più le omissioni il pro-
blema, che quello che è ri-
masto”, commenta Paolo
Giaretta, senatore del Partito
C’è una tassa
sui Suv che
colpirà le auto
di grossa
cilindrata, ma
ancora non si
sa quanto
ni con meno di 3 mila abi-
tanti, l’accorpamento tra In-
ps e Inpdap o la cancellazio-
ne delle prefetture” (spunti
di Giaretta) non ci sono. Così
come latitano provvedimen-
ti per la crescita. Per fortuna
alcune cose, come il temuto
aumento dell’Iva (all’11 e al
21 per cento) capace di raf-
freddare consumi già depres-
si si aggiunge all’elenco delle
promesse non mantenute. Se
mai ci sarà, verrà contenuto
nella legge delega sulla cosid-
detta riforma fiscale. E ci vor-
ranno almeno due anni per
vederla nel concreto.
NEL LIBRO dei sogni anche
l’abolizione dell’Irap prevista
per il 2014: “Ma come, tre me-
si fa approvano il federalismo
fiscale incentrato proprio sul-
l’Irap e ora la vogliono toglie-
re? È chiaro che non lo faran-
no mai”, dice il senatore Gia-
retta.
Molte cose, però, restano. A
cominciare da tagli per 9 mi-
liardi che finiranno per col-
pire ancora una volta gli enti
locali (vedi articolo qui sot-
to). Per essere un governo
che giurava di non mettere le
mani nelle tasche degli italia-
ni, di interventi dal lato delle
entrate ne ha fatto parecchi.
La novità di ieri è la tassa sui
Suv, a suo tempo tacciata di
demagogia quando la propo-
neva il centrosinistra: si atten-
tenza del motore, con multe
salatissime per chi non si ade-
gua. E sembra che non col-
pirà solo i modelli fuori scala,
tipo le Lamborghini o le Fer-
rari, ma anche auto più nor-
mali.
Pagheranno pure gli specula-
tori, giura Tremonti. Che, an-
ticipando una svolta culturale
che si sta affermando anche a
I dubbi degli investitori restano
Attenzione, i mercati ci guardano
di Superbonus
mercati hanno festeggiato ieri
Igrecol’approvazione del Parlamento
delle misure draconiane im-
poste dall’Europa per elargire l’ul-
tima tranche del primo prestito da
110 miliardi di euro. Sull’onda del-
l’entusiasmo anche i titoli di Stato
italiani hanno guadagnato rispetto
ai bund tedeschi e la Borsa di Mi-
lano è salita del 2,04 per cento. Ma
la manovra finanziaria del governo
italiano non c’entra, per ora è stata
ignorata dagli operatori finanziari.
Il ragionamento che gli investitori
stanno facendo è che la manovra
non esiste per quest’anno e per il
prossimo, quindi la condizione dei
conti pubblici non migliora e non
peggiora: se l’Italia nei prossimi
due anni riuscirà a mantenere gli
obiettivi di deficit comunicati al
mercato ci sarà ancora domanda
Un’imposta dello 0,15 per
cento per le operazioni
“aventi ad oggetto strumenti
finanziari concluse nel terri-
torio dello Stato per il tramite
delle banche e delle imprese
di investimento”. Oltre a que-
sto c’è una tassazione del 35
per cento per i profitti da “tra-
ding speculativo” delle ban-
che, un modo per dissuaderle
per i titoli di Stato italiani, se non lo
farà assisteremo al tracollo dei
prezzi dei Btp e a un aumento
spropositato del costo del debito.
L’Italia, in questo momento, è un
equilibrista che cammina su un fi-
lo, qualsiasi scossone proveniente
dagli altri Paesi o un infortunio può
farla precipitare nell’abisso di una
crisi debitoria. La manovra finan-
ziaria non aggiunge e non toglie
nulla a questa situazione, ci lascia
vulnerabili alle turbolenze, invece
di sottrarci al fuoco della specula-
zione che non esiterà a prenderci
di mira se la ristrutturazione del
debito greco non dovesse andare a
buon fine. Berlusconi ha deciso di
farci correre questo rischio, spe-
rando i cataclismi si scatenino a le-
gislatura finita, quando saranno al-
tri a dover fare manovre rinviate e
nuove manovre che si saranno rese
necessarie nel frattempo.
tori. Serviranno? Bisogna at-
tendere il testo definitivo del-
la manovra, che dovrebbe ar-
rivare oggi, per capirlo. Di
certo le banche ci metteran-
no un attimo a trasferire sui
correntisti questi costi ag-
giuntivi, visto che non c’è al-
cuna misura che incentiva la
concorrenza. Quindi l’au-
mento dei prezzi, pur senza
I mercati possono ignorare le fur-
bizie del ministro Tremonti, ma
non sono stupidi e continueranno a
richiedere tassi alti per sottoscrive-
re i nostri titoli di Stato, aumentan-
do così il costo del debito nei pros-
simi anni. Un costo aggiuntivo sti-
mato in almeno 20 miliardi all’an-
Il Cavaliere (FOTO ANSA)
namento al 2013 e 2014,
quando cioè ci saranno altri
governi a sopportare il costo
dell’impopolarità di misure
che devono portare nelle cas-
se dello Stato 20 miliardi al-
l’anno. Un peso quasi pari a
quello che la manovra dello
scorso anno spalmava su un
triennio.
no nei prossimi due anni. Quindi
fra il 2013 e il 2014 i miliardi da
tagliare saranno 60 e non più 40.
Berlusconi ha sempre promesso
che non avrebbe messo le mani in
tasca agli italiani ma quello che sta
preparando è un futuro nel quale
le tasche saranno sfondate. Con
l’aggravante dell’effetto annuncio:
gli imprenditori sono avvisati di
non investire perché non si sa dove
cadrà la scure, i consumatori di
non consumare perché ci aspetta-
no tempi di magra, e i risparmia-
tori di depositare i propri risparmi
in Paesi più solidi che non pense-
ranno a tasse sui risparmi o sui pro-
venti finanziari. I mercati aspetta-
no con pazienza per vedere i pros-
simi dati sul Pil e sulla crescita per
votare la propria sfiducia al gover-
no Berlusconi. E questa volta nes-
sun Scilipoti lo potrà salvare.
www.superbonus.name

Enti locali, maxi-tagli a sorpresa LA VALENZANO A B. di fd’e

IL GOVERNO TOGLIE 9 MILIARDI SENZA INFORMARE LE ASSOCIAZIONI DI COMUNI E REGIONI
di Stefano Caselli
ove miliardi. Ma sta scherzando?
“N Io non ne so nulla, e che lo debba
sapere da voi è davvero divertente”.
Giovanni Delrio, sindaco di Reggio
Emilia e vicepresidente vicario del-
l’Anci (Associazione nazionale comu-
ni italiani) non potendo fare altro, la
butta sul ridere. La notizia che la ma-
novra da 47 miliardi conterrebbe tagli
agli enti locali per 9 miliardi di euro
nel biennio 2013-14 (3,5 miliardi nel
primo anno, 5,5 il secondo) gliela dà
direttamente Il Fatto Quotidiano, nono-
stante Delrio abbia la delega ai rap-
porti con il governo: “È un fatto
straordinariamente grave - dichiara -
avevamo chiesto un incontro e non ci
hanno fatto nemmeno una telefonata.
Direi che con questo esecutivo butta
definitivamente a mare il concetto di
federalismo, perché l’azione di gover-
no, ancora una volta, si dimostra ispi-
rata al più colossale centralismo, sen-
za nemmeno un simulacro di confron-
to. Mi piacerebbe sapere quale con-
cetto di autonomia ci sia dietro questa
chiusura.
Dal versante delle Regioni, invece,
nessun commento: “Le informazioni
che abbiamo - dichiara Vasco Errani,
presidente della Conferenza delle Re-
gioni - sono troppo frammentarie per
esprimere un giudizio. Aspettiamo”.
“VA DA SÉ che nemmeno noi sap-
piamo nulla - continua Giovanni Del-
rio - non conosciamo le linee guida
della manovra, figuriamoci i dettagli.
Dico solo che se il bilancio dello Stato
è un tubo che perde, bisognerebbe
provare a tappare i buchi. E invece si
continua con i tagli lineari, gli stessi
che secondo la Corte dei Conti non
portano da nessuna parte. I comuni da
tempo non contribuiscono più al de-
ficit dello Stato”. La manovra, comun-
que, dovrebbe introdurre anche una
norma che salvaguarda dai tagli i co-
muni virtuosi: “Ma siamo al punto di
prima - ancora Delrio - il concetto di
virtuoso si decide insieme, non pos-
sono farlo due o tre ragionieri chiusi in
una stanza! Sento parlare anche di al-
lentamento del patto di stabilità, ma lo
leggo sui giornali. Ripeto, il compor-
tamento del governo, stando così le
cose, è al limite della rottura definitiva
dei rapporti”.
È noto il lamento che da tempo pro-
viene dai municipi. Molti comuni han-
no serie difficoltà a programmare la
spesa sociale, in particolare quella per
asili nido e assistenza agli anziani. Co-
s’altro può succedere se queste indi-
screzioni verranno confermate: “Sem-
plice - risponde il vicepresidente del-
l’Anci - i comuni potranno consegnare
le chiavi del municipio e chiudere tut-
to. Almeno quelli che funzionano. Per
gli altri non cambia nulla...”.
GLI SMS DELL’AMORE
inalmente uno squarcio di luce, uno scroscio
F d’acqua pura nel deserto buio del bunga bunga a
pagamento: “Tutto passa, ma non il bene perché è
sinonimo di bello e di armonia. Senza retorica, mio
Caro Presidente, sei la vera rivoluzione di questo
Paese che grazie a Te per la prima volta è diventato
consapevole di se stesso. Baci con immenso bene”.
Un’ode di Bondi? No, un sms a B. di Maria Elena
Valanzano, ex assistente di Alfonso Papa. Nelle carte
della P4, la sorella avvocato della velina Benedetta si
rivolge al Cavaliere con una confidenza rispettosa,
puntellata da antiche maiuscole: “Caro Presidente,
pur lasciate diverse chiamate anche in segreteria
non ho purtroppo avuto il modo di sentirTi”. La
Valanzano sfoglia “Chi” di Signorini e va in estasi,
ammirando Lui: “Sono bellissime le foto che ora
guardo su ‘Chi’. Arriva la serenità che solo chi ha un
animo profondamente, autenticamente perbene e
buono riesce a trasferire”. Il partito dell’amore
decaduto a bordello una volta tanto si redime.
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 5

L
IO TRUFFO, TU PAGHI

a manovra economica di Giulio
Oggi il testo in Consiglio Tremonti, evidentemente
condizionata dalle tattiche politiche
fra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, è
dei ministri, ma i tagli soltanto una pesantissima eredità per i governi
che verranno, probabilmente diversi da quello
attuale di centrodestra. I tagli vengono rinviati
sono tutti rimandati al 2013-2014 e la legislatura scade nel 2013 (se
non prima). La prima morbida sforbiciata di 2
miliardi di euro è per quest’anno, una manovra
correttiva. Poi per l’anno prossimo vanno
trovati altri 5 miliardi, ma siamo lontani dalla
cifra complessiva che il governo dovrà
eliminare alla voce spesa per rimettere a
posto i conti dello Stato. La vera botta, però,
arriverà nei due anni successivi: 20 miliardi
ciascuno per il 2013 e il 2014. La mezza
manovra dell’anno scorso di Tremonti, che
prevedeva 25 miliardi spalmati nel triennio, fu
un dramma per il governo. E immaginate ora,
quale che sia l’inquilino di Palazzo Chigi, lo
stato d’animo (e di popolarità) di chi dovrà
affrontare una manovra di 40 miliardi in 24
mesi.

I SOLDI PRENDETELI QUI

Corruzione, evasione fiscale, reati finanziari
Trovare le risorse per evitare i sacrifici sarebbe facile
di Salvatore Cannavò sorse all’Italia, la fa Nunzia Pe- Soldi rubati
nelope, giornalista economica di Nunzia
a manovra da 40 miliardi che nel libro Soldi Rubati (Ponte

L
Penelope,
si avvicina e sulla sua de- alle Grazie) che è una miniera Ponte
finizione si rincorrono le di dati: “Ogni anno in Italia ab- alle
ipotesi. Il ministro del Te- biamo 120 miliardi di evasione Grazie
soro Giulio Tremonti deve tro- fiscale, 60 miliardi di corruzio- AGG P . 332
vare 40 miliardi di qui al 2014 ne, e 350 miliardi di economia REZZOP EURO14,60
per rientrare nell’accordo Ue sommersa, pari ormai a quasi il
sul pareggio di bilancio. La ri- 20 per cento della ricchezza na-
cerca di questi fondi non sarà zionale. Ma varrebbe la pena di
indolore. Le prime bozze par- aggiungere gli oltre 500 miliar- far risparmiare almeno 400 mi-
lano di riforma fiscale con au- di nascosti da proprietari italia- lioni all’anno. Per non parlare
mento dell’Iva, di ticket sani- ni nei paradisi fiscali e su cui di una revisione mirata delle
tari, di tagli alle pensioni con non si pagano tasse. Sessanta agevolazioni fiscali, che lasci
innalzamento dell’età delle miliardi di corruzione e 120 di inalterate quelle per famiglie,
donne a 65 anni anche nel pri- evasione fanno 180 miliardi lavoro e pensioni ma ritocchi
vato. Di tagli agli sprechi per l’anno. In 10 anni sarebbero tutte le altre: risparmi da 5 mi-
nulla chiari e di riduzioni di tra- 1800 miliardi: esattamente liardi all’anno. Quanto a misure
sferimenti agli enti locali già in quanto l’intero stock del debi- di emergenza, per mettersi in
affanno. to pubblico. Si potrebbe azze- regola subito con l’Europa,
rarlo e vivere felici”. l’Idv suggerisce di pescare tra i
EPPURE, a cercare bene, i Anche l’Italia dei Valori, come beneficiari dei condoni fiscali
soldi per intervenire sul deficit già aveva fatto lo scorso anno, del passato, o di cartolarizzare
italiano si possono trovare. Ba- ha presentato una “controma- (cioè cedere ad altri) i ruoli
sta guardare alle incredibili di- novra” per indicare a Tremonti esattoriali che lo Stato non rie- 4 MILIARDI
seguaglianze, all’enorme eva- soluzioni alternative alla solita sce a farsi pagare. Tremonti ha
sione fiscale, alle economie bastonata su statali e lavoratori ancora tempo per modificare la
sommerse, all’illegalità diffusa dipendenti. Tra le proposte bozza che oggi andrà in Consi-
Le intercettazioni servono
e spesso istituzionalizzata. Una dell’Idv, per esempio, c’è l’idea glio dei ministri, in questa pa- a un corretto funzionamento della relative a 119.194 utenze telefoni sono
bella disamina di questo buco di riportare il budget della Pre- gina può trovare qualche idea
nero, che succhia energie e ri- sidenza del Consiglio sotto il sul come farlo.
D Giustizia potrebbero entrare molte costate complessivamente 268 milioni
risorse. “Tra il 2005 e il 2010 la sola Pro- di euro, consentendo, però, ai magistra-
controllo del ministero cura di Milano, at- ti di recuperare circa 4 miliardi. Ad
del Tesoro. Un dettaglio traverso le diverse esempio, cita Nunzia Penelope, l’inda-
Affidare burocratico? Mica tan- inchieste sui reati gine della Procura di Milano su Fiorani e

il budget
to, visto che così si
smonterebbe il sistema 30 MILIARDI economici, ha Antonveneta è costata circa 8 milioni di
scucito a furbetti euro, di cui 3 solo per intercettazioni,
dei grandi eventi e degli di vario genere ma ha portato a casa 340 milioni”. “E
di Palazzo Chigi appalti agli amici degli
amici, con un risparmio
Il costo degli incidenti più di un miliardo ancora: per l’indagine su Telecom e Fa-
di euro” grazie so- stweb la Procura di Roma ha sborsato
annuo di miliardi (5 nel nche gli incidenti stradali hanno un costo, sociale ed prattutto ai pat- appena 200.000 euro di intercettazioni,
al Tesoro 2012, 6 nel 2013, 7 nel
2014 e così via). Investi-
A economico, elevatissimo: tra il 2006 e il 2009, su strade
e autostrade se ne sono andati circa 100 miliardi di euro, 30
teggiamenti. Spet- ma ne ha ricavato 400 milioni. Sul fronte
tacolare l’utilizzo della criminalità organizzata, le inchie-
farebbe re di più nei controlli l’anno. “La spesa maggiore se ne va per l’assistenza sani- delle intercetta- ste della sola Procura di Palermo hanno
sulle false pensioni di in- taria. Gli ospedali ricoverano annualmente più di 170.000 zioni. “Secondo i consentito di sequestrare, tra il 2009 e il
risparmiare 5 validità, come ha dimo- persone per le ferite riportate su strada. Ogni ferito costa dati ufficiali, nel 2010, ben 3 miliardi di euro, a fronte di
strato proprio la stretta tra i 26.000 e i 50.000 euro, il ricovero medio è di 8 giorni, 2009 le intercetta- un costo di 12 milioni nel 2009 43 mi-
miliardi all’anno di Tremonti, potrebbe che salgono a una media di 3 mesi per traumi cranici e frat- zioni di tutte le lioni nel 2010, per le intercettazioni te-
ture plurime. L’assistenza per i traumi è il 60-70 per cento procure d’Italia, lefoniche e ambientali.
dell’intera spesa per l’assistenza sanitaria. Inoltre, su 100
ricoverati per incidenti, 15 subiscono un’invalidità perma-
7 MILIARDI nente e iniziano una vita fatta di cure e di continue ope-
razioni chirurgiche, con relativi costi sociali. Poi ci sono i 2,3 MILIARDI
costi causati dalla perdita di giornate di lavoro e, dunque, di
Sottratti al Fisco produttività per il sistema Italia. La cifra di 30 miliardi che se
ne va in questo modo è più o meno la stessa che, secondo
Il tesoro dei ladri
imponibile evaso ogni anno ammonta a 270 miliardi l’Aci, occorrerebbe per mettere in sicurezza strade e au- rancesco Greco, sostitu- corso del 2007, erano stati
“L’ il che significa dai 100 a 125 miliardi di euro l’anno di
mancati introiti per lo Stato”. Nel 2010 il recupero del-
tostrade, contribuendo a diminuire il numero degli inci-
denti. Abbatterli solo dell’1 per cento, ha calcolato l’Eu-
F to procuratore a Milano, effettivamente riscossi, co-
ha spiegato che invece di me al solito, soltanto gli
l’evasione è stato di 10 miliardi e il governo annuncia che rispes, consentirebbe un risparmio di quasi 300 milioni. piangere miseria sui soldi spiccioli: 38 milioni sul
è in aumento. Ma è in aumento anche l’evasione. “Con lo che non ci sono, bastereb- fronte del penale e 6 sul ci-
Scudo fiscale il governo ha riportato in Italia circa 100 be mettere le mani nelle ta- vile. E di questi, il 70 per
miliardi guadagnandone 5. Ma se sui quei sche dei delinquenti. Lì si cento era arrivato in cassa
soldi fossero state pagate tutte le imposte trovano le risorse per risol- solo dopo un pressante e
previste dalla legge, ne avrebbe ottenuti vere molti problemi. Ma formale “invito al paga-
45”, scrive Nunzia Penelope. Magari tutte
le imposte non è possibile recuperarle ma 15 MILIARDI questo – per burocrazia, mento”. A volte basterebbe
per inerzia, per sciatteria – chiedere. Un altro tesoro si
tra 45 e 5 c’è spazio per un intervento. Poi non avviene. trovava inoltre nascosto ne-
ci sono i capitali nascosti nei paradisi fiscali
– “500 miliardi stima minima, la massima
Dai costi della politica Nel 2006 si insedia al mini- gli scantinati dei vari palaz-
stero della Giustizia una zi di Giustizia nazionali, ar-
parla di 700” – sui quali i proprietari non ella sua contromanovra, l’Italia dei tando il moltiplicarsi delle poltrone commissione presieduta chiviato come “corpi di rea-
versano al fisco nemmeno un centesimo.
Nelle casse dello Stato affluirebbero di col-
N Valori ha fatto due calcoli. I costi nei cda. E ancora, cancellazione delle
della “casta” si possono ridurre con rappresentanze all’estero delle Regio-
da Greco che arriva alla se- to”: in realtà circa 200.000
guente conclusione: al 31 pezzi, tra gioielli, quadri, e
po 230 miliardi, pari a 10 Finanziarie”. Se- considerevoli risparmi per le casse ni e abolizione – sempre modificando dicembre 2007 le somme altri beni di valore non
condo la Banca d’Italia, tra il 2005 e il 2008 pubbliche, molto superiori a quelli la Costituzione – del Cnel, combinato recuperabili ammontava- quantificati. E poi ancora,
è stato evaso il 30 per cento della base im- (non ancora quantificati) previsti da con la cancellazione (su cui comincia no a 502 milioni di euro per c’erano le migliaia di veico-
ponibile per l’Iva. Nel 2010 l’evasione ac- Tremonti. I tagli dovrebbero essere a crearsi un minimo di consenso) del quanto riguarda pene e san- li sequestrati nei depositi
certata dalla Guardia di finanza ammonta a drastici: dimezzamento del numero vitalizio ai parlamentari. Così, calcola zioni, e a oltre 141 milioni giudiziari, che oltre a non
6 miliardi e 300 milioni. Dice Mario Draghi: dei parlamentari con una legge costi- l’Idv, si ottengono risparmi di 6,3 mi- di euro per spese proces- produrre alcun valore co-
“Se tutta l’Iva fosse pagata regolarmente, il tuzionale, abolizione delle Province, liardi nel 2012, altri 11 nel 2013 e poi suali, mentre presso le po- stano moltissimo in spese
rapporto deficit/Pil del nostro paese sareb- soppressione di enti come l’Istituto risparmi strutturali di 15,2 miliardi dal ste erano depositati, su di custodia: vengono lascia-
be tra i più bassi d’Europa”. del commercio estero (Ice), introdur- 2014. Soldi che servirebbero per alleg- 680.000 libretti giudiziari, ti marcire all’aperto e di-
re l’amministratore unico nelle socie- gerire la mazzata da 20 miliardi l’anno ben un miliardo e 599 mi- ventano rapidamente rotta-
tà per azioni degli enti territoriali, evi- prevista per il 2013 e il 2014. lioni di euro. Intanto, nel mi inutilizzabili.
pagina 6 Giovedì 30 giugno 2011

S
ITALIE

i allarga l’indagine sul giro dei finanziamenti
Perquisito GSE, alla lobby vicina alla Fondazione di
Massimo D’Alema, Italianieuropei. Ieri
sono stati perquisiti gli uffici di due manager molto
l’ente pubblico tirato importanti della società GSE, il Gestore dei Servizi
Energetici controllato al 100 per cento dal Ministero
dell’Economia. L’amministratore delegato Nando
in ballo da Pio Piccini Pasquali e il dirigente dell’ufficio contratti, Mauro
Rossini, non sono indagati ma potrebbero avere
avuto rapporti con gli imprenditori citati negli atti di
indagine. Inoltre sono state perquisite anche due
aziende private di Brescia e Pordenone coinvolte in
un giro di false fatturazioni. Dopo avere arrestato l’ex
responsabile trasporti del Pd, Franco Pronzato, con
l’accusa di avere diviso una mazzetta da 40 mila euro
con Vincenzo Morichini, compagnio di barca e
lobbysta vicino alla Fondazione di Massimo D’Alema,
ora gli investigatori stanno cercando riscontri alle
dichiarazioni degli indagati. Il GSE era stato tirato in
ballo per primo da Pio Piccini, il manager della Omega
arrestato per il crack della sua società telefonica, che
aveva raccontato di essere stato introdotto “nel
mondo GSE per sviluppare attività” da Morichini, che
aveva con la società “ottimi rapporti”.

Tutta colpa
FONDAZIONE
ITALIANIEUROPEI
PRESIDENTE
MASSIMO
D’ALEMA

di Morichini PRES. ADVISORY BOARD

ITALIANIEUROPEI SCARICA
LA RESPONSABILITÀ SULL’EX AMICO
di Chiara Paolin
he sia semplicemente la
GIULIANO
AMATO
SEGRETARIO GENERALE
ANDREA
di insofferenza Daniela Reg- anche la Fondazione era tra i PERUZY
giani, portavoce di Massimo destinatari. Infatti a registro ri-
D’Alema nonché addetta RELAZIONI ISTITUZIONALI

C
sultano due suoi contributi da
declinazione del tafazzi- stampa di Italianieuropei, la 15mila euro l’uno. Idem per i
smo ai tempi della P4, o il fondazione finita nel vortice Paganelli, padre e figlio, inte- MATTEO
pegno di sinistra all’eter- delle mazzette che il mediato- ressati ai benefici lasciapassare
na Italia da marciapiede, il cli- re Vincenzo Morichini avreb- Enac (vedi arresto Pronzato). ORFINI
ma nelle alte sfere dalemiane be ottenuto in cambio di un Quanti altri tra i clienti di Mo-
permane stoico: “Siamo a Bru- lobbyng serrato in area Pd. richini avranno omaggiato Ita- Il presidente della Fondazione, Massimo D’Alema (FOTO MILESTONE)
xelles, parliamo di Europa. lianieuropei di un obolo più o
Per la Fondazione non ci sono L’IMPRENDITORE Pio meno disinteressato? Di certo la rete dell’affarista umbro. cola Zingaretti. E ancora, l’in- separando il fund-rising dalle
novità, vi abbiamo già detto Piccini coi magistrati sta par- alcuni, e non solo Piccini, han- La Reggiani sbuffa: “Per noi è telligentia di taglio internazio- attività dell’istituto per evitare
tutto due mesi fa”. lando chiaro: davo soldi a Mo- no avuto poderosi appalti pub- tutto in regola, ogni donazione nalista: Remo Bodei, Luciano qualsiasi tipo di commistio-
Mostra distacco e pure un filo richini per ottenere appalti, e blici, vivificando in tutta Italia è stata registrata secondo i ter- Canfora, Marc Lazar, David Mi- ne”. Purtroppo il professioni-
mini di legge. E se anche qual- liband, Otto Schily, Margot sta in questione è Morichini,
cuno avesse pagato pensando Wallstrom. Tutta gente che ci un signore che secondo la
di ottenere non so quale van- ha messo la faccia. E, adesso, squadra mobile di Roma aveva
TAV Ferrero: ero contro taggio, la Fondazione non
avrebbe alcuna responsabilità.
pure qualche dubbio: come
funziona davvero la fondazio-
uno stile tutto suo nel trattare
affari. Le intercettazioni rac-
Le carte sono a posto: andate ne? contano di conversazioni con
al governo, lo sono ancora in Camera di Commercio o in
Prefettura a controllare, non L’ORGANIZZAZIONE
una gentile maitresse interes-
sata a produrre una rivista per
ome ho avuto più volte modo di dire, di ministro non ho mai approvato nessun abbiamo nulla da nasconde- Alitalia e disposta anche a qual-
C ho un giudizio politico negativo sulla
partecipazione al governo Prodi e se do-
atto del Consiglio dei ministri favorevole
alla TAV. Anzi, ho organizzato un incontro
re”.
Eppure il nervosismo vibra tra
economica è affidata a un uo-
mo forte dei cda, Andrea Pèru-
zy: Poligrafico dello Stato, Cré-
che sacrificio notturno pur di
ingraziarsi i Morichini boys.
vessi tornare indietro non rifarei quell’e- tra Prodi e i rappresentanti del movimen- i nomi eccellenti che l’istituto dit Agricole, Astrim, Alenia, “Io ho fatto la brava bambina –
sperienza. Questo non vuol dire però che to al fine di consegnare a Prodi una peti- ha radunato in 13 anni di ono- Finmeccanica i board che ha lo stuzzica la donna al cellulare
sulla TAV abbia tenuto comportamenti di- zione con decine di migliaia di firme con- ratissima attività. Basti dire che consigliato e/o presieduto di – mentre Franco e Roberto,
versificati, tant’è che ho continuato a par- trarie all’opera. Continuo ad essere con- ben due capi di Stato, Napoli- recente. Per Italianieuropei con le mie amiche, hanno fatto
tecipare ad assemblee in Val Susa anche tro la TAV oggi. Paolo Ferrero tano e Ciampi, furono tra i fon- Pèruzy ha proposto una for- i cattivi…”. Roberto De Santis,
quando ero ministro. Ero contro la TAV datori. E che dietro l’attuale mula sicura: “Il format anglo- imprenditore, e Franco Maria-
prima del governo Prodi, mi opposi quan- Sono certo che Ferrero sia in buona fede, ma è presidente, Massimo D’Alema, sassone offriva le migliori ga- ni, manager statale, sono pu-
do ero in Consiglio comunale a Torino e proprio questo, che sostenevo nel mio articolo: se è schierato un bel po’ del gotha ranzie – spiega Matteo Orfini, gliesi e legati a D’Alema, dal ve-
ho partecipato alle varie manifestazioni dici alla gente che la Tav è contro la democrazia, di sinistra: Giuliano Amato, Lu- responsabile culturale del Pd e liero Ikarus e non solo. Per
del movimento, comprese le giornate di quando il tuo governo la fa, te ne vai. Pentirsi dopo cia Annunziata, Gianni Cuper- fido dalemiano –. Per la raccol- questo la signora, certa del so-
Venaus dell’inverno 2005. Nella funzione è un gesto lodevole. Ma postumo. (Lutel) lo, Anna Finocchiaro, Miguel ta pubblicitaria e per le spon- stegno in team per la sua buo-
Gotor, Enrico Letta, Ignazio sorizzazioni abbiamo deciso di na causa, così sentenzia alla vi-
Marino, Luciano Violante, Ni- affidarci a un professionista, gilia del contatto tra Mariani e
il responsabile delle pr Alitalia,
Zanichelli: “Ma questi so’ paz-

Un bacio tra Ruby e la Minetti “per compiacere B.”
IL PM FORNO RACCONTA LE CONFESSIONI DELLA MAROCCHINA. “GLI IMPUTATI SAPEVANO CHE ERA MINORENNE”
di Ferruccio Sansa
alazzo di Giustizia di Milano. Lune-
PNicole
dì, udienza a carico di Emilio Fede,
Minetti e Lele Mora. Gli avvo-
cati, il gup Maria Grazia Domanico,
tutti ascoltano con il fiato sospeso le
parole di Pietro Forno. È la prima volta
che le notti del Bunga Bunga vengono
descritte da un pm. Sembra di assiste-
re a un processo di criminalità comu-
ne. Una storiaccia di prostituzione. In-
vece stiamo parlando della residenza
del primo ministro.
L’esperto magistrato, pacato nei toni,
non può risparmiare descrizioni cru-
de. A cominciare dalla ricostruzione
dell’ambiente: nel caso Ruby “abbia-
mo tutti gli elementi di una struttura
organizzativa: l’arruolatore, il fideliz-
zatore e, possiamo dire, l’amministra-
tore del bordello, colui che paga le di-
pendenti, si occupa della location”.
Ecco, testuale, la frase che ha suscita-
to polemiche: “Arcore paragonata a
un bordello”, sono insorti i sostenitori
del Cavaliere. Macché, replica Forno:
“Non ho detto che Arcore era un bor-
dello. C’era un sistema strutturale e
strutturato che spiega le imputazioni
degli indagati… Riteniamo ampia-
mente provato che la minore Karima
El Mahroug è stata coinvolta in atti ses-
suali”. Insomma, secondo il pm, un
linguaggio duro, ma necessario per il
processo. E Forno descrive anche i
ruoli degli imputati: quello della Mi-
netti era “di tipo organizzativo”, Mora
era il “selezionatore” e Fede il “fide-
lizzatore”.
COSÌ COME DURI, al limite della
scabrosità, sono gli episodi che servo-
no per ricostruire le feste Bunga Bun-
ga: Ruby “racconta di essere stata coin-
volta in un bacio saffico con la Minet-
ti… e sappiamo da fonti assolutamente
indipendenti che il fruitore finale ave-
va interesse per questo tipo di condot-
te, quindi non è una invenzione della
ragazza”. Un riferimento a Berlusconi,
come aveva appena spiegato il pm An-
tonio Sangermano parlando di “serate
organizzate presso le residenze del
Presidente del Consiglio quale fruitore
finale in questa ipotesi accusatoria”.
Karima El Mahroug (FOTO ANSA)
Ma i presenti sapevano che Ruby era
minorenne? “Gli imputati erano per-
fettamente consapevoli della minore
età di Ruby e anche consapevoli che
l’introduzione della minore era finaliz-
zata a che la stessa consentisse al com-
pimento di atti sessuali con Berlusco-
ni”.
Forno alterna le descrizioni più dure
con una ritratto umano di Ruby: la ra-
gazza che si è presentata ai pm aveva
l’aspetto “di una persona di età ben su-
periore ai 17 anni”, ma i magistrati si
sono resi conto di trovarsi di fronte
“un’adolescente estremamente soffe-
rente e in difficoltà”.
Ma una persona così fragile può essere
un teste attendibile? “Il racconto di Ru-
by” davanti ai pm “è un atto che si è
fermato a metà”, poi “Karima ha deciso
Scapagnini:
“Berlusconi
potrebbe avere
anche rapporti
sessuali plurimi
durante
la giornata”
di scappare dalla comunità”, di tornare
“nell’ambiente da cui proveniva”. For-
no aggiunge: Ruby “racconta una serie
di fatti che sicuramente non sono la to-
talità di quello che lei ha intenzione di
dire”. Ma senza dubbio rivelano “una
connotazione inequivocabilmente
sessuale del suo coinvolgimento”. Co-
me, appunto, il bacio con la Minetti.
L’ACCUSA, PERÒ, “non si fonda
esclusivamente sulle dichiarazioni pur
fortemente indizianti di Ruby”. Esiste
“un magma indiziario, serio, forte,
concreto”. Ci sono le dichiarazioni
“estremamente pregnanti” di altre ra-
gazze, tra cui le miss piemontesi Chiara
Danese e Ambra Battilana. E pensare
che tutto, conclude Forno, “parte ca-
sualmente, con il pervenimento sulla
scrivania dei pm dell’annotazione di
servizio del 27 maggio (la famosa notte
in questura, ndr)”. Insomma, la carta
che rischia di incastrare Berlusconi
“non l’ha cercata nessuno, è planata
sulla scrivania”.
Un’ultima frase: “Berlusconi, visto che
fisicamente è un sessantenne o anche
meno, potrebbe avere rapporti sessua-
li plurimi durante la giornata, anche 4 o
5 volte, superiori alla media”. No, qui
non siamo più in Tribunale. Parla Um-
berto Scapagnini, deputato Pdl e me-
dico del Cavaliere. Forse con questa
certificazione di virilità pensava di fare
un favore al premier.
zi, ma che stiamo scherzando?
L’Alitalia che dice di no a D’A-
lema! Ma non esiste, non è pos-
sibile…”.
Insomma Morichini è uno che,
a volte, vola basso. Come mai
fu scelto proprio lui per gestire
gli introiti della nobile fonda-
zione europeista? “É sempre
stata una persona seria, affida-
bile – allarga le braccia Orfini
–. Un amico, direi. Pranzi, ce-
ne. Non so cosa salterà fuori
davvero dalle indagini, ma per
me è una sorpresa assoluta. Se
verranno confermate le accu-
se, è chiaro che abbiamo com-
messo uno sbaglio”.
Cenere sul capo anche per
Gianni Cuperlo, responsabile
Pd della comunicazione e so-
stenitore di Italianieuropei:
“Attendiamo l’esito giudizia-
rio, speriamo sia tutto smenti-
to, ma in un Paese come il no-
stro occorre la massima atten-
zione nel selezionare le perso-
ne. A D’Alema non rimprovero
nulla: siamo tutti noi, sono io a
dover garantire più trasparen-
za e serietà a chi crede nella
Fondazione. E nel Pd”.
Ma l’idea lanciata dal Fatto quo-
tidiano di mettere online bilan-
ci (non aggregati, cioè leggibili
nel dettaglio) e l’elenco dei do-
natori? “Diciamo che riflette-
remo sulla vostra proposta”
concede la portavoce Reggia-
ni dopo lunga disamina. Anche
gli dei dell’olimpo dalemiano
possono scendere in terra.
pagina 8 Giovedì 30 giugno 2011

CASTE

MEDIASET&RAI
GIOCO DI SQUADRA
PER AIUTARE B.
Nuove conferme sul ruolo
di Deborah Bergamini in Viale Mazzini L’ex direttore del Tg1, Clemente Mimun (FOTO OLYCOM) e Deborah Bergamini, ex dirigente Rai, ora deputata del Pdl (FOTO ANSA)

di Carlo Tecce te le disastrose elezioni regio- co Comanducci, Carlo Nardel- Le notizie do risulta che c'è Sweet Novem-
nali per il centrodestra, al go- lo, il secondo in odore di pro- secondo Mimun ber stasera, ma com'era? Io de- Bergamini: Dirà Nexus che
e provate a leggere, senza verno come oggi, venivano ag- mozione in viale Mazzini), il vo saperlo con assoluta sicu- non ce la farà a dirli adesso.

S guardare la data, le telefo-

nate tra Deborah Berga-
mini (ex direttore Marke-
ting), Clemente Mimun (ex di-
rettore del Tg1) e berlusconia-
giornate con decine di collo-
qui per la contemporanea ago-
nia e poi scomparsa di papa
Giovanni Paolo II. Le telefona-
te erano un’appendice dell’in-
consigliere Alessio Gorla. A di-
stanza di sei anni dai fatti e
quattro dalla divulgazione dei
brogliacci (i riassunti delle te-
lefonate), Repubblica ha pubbli-
“ Meno danni
possibile: per
rezza, tu sei la persona più au-
torevole.
Bergamini: Io sono una po-
veraccia, solo che ho le orec-
chie. Ero in riunione con il di-
11 aprile 2005 La sconfitta elet-
torale del centrodestra e quindi del
governo crea allarme in Rai. La
Bergamini organizza incontri con
Comanducci (oggi vicedirettore ge-
ni a vario titolo in viale Mazzi- chiesta sul fallimento della so- cato sul suo sito la raccolta au- Berlusconi rettore generale. Poi non so se nerale), Fabrizio Del Noce (ex di-
ni, capirete come sia antica, cietà Hdc di Luigi Crespi, l’ex dio di quelle trame segrete, ora loro facciano... rettore di Rai1, oggi al vertice di Rai
rodata e soprattutto attuale la sondaggista principe del Cava- a disposizione di due giornali- l’informazione C: Io e te siamo amici per altri Fiction) e Mimun per placare con
fuoriserie Rai che si fa male da liere. L’indagine che vedeva in- sti del quotidiano perché que- motivi, non giochiamo su que- una controffensiva mediatica il
sola per far solletico (e non dagati la Bergamini e Flavio relati dalla Bergamini e dun- deve essere sta cosa perché la situazione è “Capo ringhioso”. La Bergamini
concorrenza) a Mediaset e per Cattaneo (ex direttore genera- que autorizzati a conoscere gli delicatissima. parla con Mimun, allora direttore
piegarsi con piacere agli ordi- le Rai) è stata archiviata, ma re- atti. Sono trame che, nella nor- un presidio B: Io ti dico, come siamo usciti del Tg1 e adesso al Tg5.
ni del Capo (lo chiamano co- stano i contatti trasversali tra malità dei suoi protagonisti, dalla riunione, tanto è vero Bergamini: La Rai così non gli
sì), Silvio Berlusconi. Siamo Rai e Mediaset, gli equilibrismi tracciavano i confini amplissi- anti-guai che abbiamo deciso di manda- serve, ok? Meglio non averla.
nell’aprile 2005. Le strategie
dei berlusconiani in Rai duran-
per giocare insieme, le aduna-
te con i dirigenti Rai (Gianfran-
mi del conflitto d’interessi di
Berlusconi. La Rai ha appena
dimenticato l’ex dg Mauro Ma-
si che, come spiegano le carte
di un’altra inchiesta, quella
”
set, le novità nel palinsesto del ser-
vizio pubblico. Obiettivo: distrarre i
telespettatori sul voto del 3 e 4
re anche gli spot di corsa con
San Paolo stasera. ... Abbiamo
fatto un comunicato straordi-
nario, ti dico. Se poi la rete fa
doppiogioco questo non te lo
Mimun: ah, va benissimo an-
che quella.
B: Basta saperlo: averla senza
averla abbiamo visto che non
funziona.
BERLINGUER Campagna con targa P4, prima di agire
contro Michele Santoro e An-
aprile.
Bergamini: Vespa andrà in
so dire.
C: Questa è la mia paura.
M: sì, ma guarda, che io... che
da questa parte lui deve avere
nozero si faceva istruire dall’a- prima serata. B: Abbiamo mandato anche il minor numero di danni pos-
chiede scusa per il dossier mico faccendiere, ora agli ar-
resti domiciliari, Luigi Bisigna-
Crippa: Aspetta un attimo
che raccolgo le idee, sto en-
gli spot.
C: Ma tu mi insegni che non ci
sibile. L'informazione deve es-
sere un presidio anti-guai.
rrivano via mail le scuse di Stefano Campagna (Tg1) ni. Queste telefonate del 2005 trando in riunione con Pier Sil- vuole niente stasera per cam- Qualche giorno prima, il
ABianca’
a Bianca Berlinguer, sul caso del cosiddetto 'Libro
che riportava accuse anonime al direttore e che
sono un tuffo nel passato, con
la Rai che nel 2011 rinuncia vo-
vio (Berlusconi, ndr).
B: Noi abbiamo già tolto tutti
biare la programmazione e far-
ci prendere un bagno di ascol-
giornalista aveva confidato al-
l’ex segretaria del Cavaliere:
fu appunto diffuso ad un gran numero di destinatari. lentieri a Santoro, Roberto Sa- gli spot (elettorali, ndr). Poi to spaventoso. “Bonaiuti (Paolo, portavoce di
“Gentile Direttore, desidero fare alcune precisazioni in viano, Simona Ventura, a pro- stasera probabilmente Vespa B: e lo so. B., ndr) mi ha fatto incazzare
ordine al mio scritto Libro Bianca - scrive il giornalista grammi di informazione e in- farà la prima serata, abbiamo C: Mi chiami se ci sono novità, perché mi ha detto che il Capo
in una lunga mail - si trattava in effetti di un documento trattenimento che – citando già deciso di togliere Music ti prego? era tutto incazzato perché ab-
basato su informazioni di colleghi che chiedevano l’a- Maurizio Crippa (alto gradua- Farm sul 2 e sul 3 metteremo B: Assolutamente. biamo rappresentato il papa
nonimato e per tal motivo da me sottoscritto, non cer- to Mediaset) al telefono con la un film sobrio. Mi permetto di 4 aprile 2005 È il giorno dei ri- come un no-global”.
tamente per dare credito al contenuto, ma a scopo di Bergamini – provocavano un dirti un'altra raccomandazio- sultati elettorali e per il centrode- Nello stesso giorno, la Bergamini
verifica di eventuali violazioni contrattuali; il testo è bagno di ascolti per il Biscio- ne che ci siamo fatti, di non in- stra è una catastrofe. Il direttore organizza con Marinella, la storica
stato diffuso dai mezzi di informazione contrariamente ne. vitare nessun politico, nem- generale Cattaneo spiega alla Ber- segretaria del Cavaliere, una riu-
alla mia intenzione, secondo la quale invece gli unici 1 aprile 2005. Giovanni Paolo II è meno senatori a vita. gamini come interrompere il flusso nione al Palazzo per l’indomani. Il
destinatari avrebbero dovuto essere solo le persone cui in agonia. Deborah Bergamini, di- 2 aprile 2005 Tra la Bergamini e delle notizie. direttore marketing della Rai fa l’e-
era indirizzata la mia email (come esplicitato nel te- rettore marketing della Rai, ex se- Crippa il contatto è costante per Cattaneo: É Nexus (la società lenco dei partecipanti.
sto:documento interno)”. gretaria di Berlusconi e ora depu- bilanciare i programmi Rai e Me- demoscopica che lavora per la B: Del Noce, Mimun, Gorla e
tata con il Pdl, comunica a Mauro diaset. Rai, ndr) che deve dire che non Comanducci, io avrei bisogno
Crippa, direttore generale Media- Crippa: A noi in qualche mo- li ha i dati, non noi eh. o prima o dopo di parlargli.

Doppi incarichi, Tabacci presenta la legge per vietarli

IL NEO ASSESSORE A MILANO PROPONE UNA NORMA CHE GLI IMPEDIREBBE DI RESTARE DEPUTATO. LA GIUNTA RINVIA SUL CASO FASSINO
di Paola Zanca
a verità è che io dovevo essere fat-
“L ta fuori per tutta una serie di vicen-
de che non avevano niente a che ve-
putati dell'Api, Pino Pisicchio e Bruno
Tabacci, hanno presentato una propo-
sta di legge per disciplinare le incom-
patibilità parlamentari: “Finalmente”,
dice, si metteranno dei punti fermi, e
capitato pensò bene di candidarsi, da
sindaco, al Parlamento europeo. Un oc- LE 18 DOPPIE POLTRONE
chio a Lecce, l'altro a Strasburgo, come
se niente fosse. Paolo Corsini, invece,
in quello stesso anno era diventato sin-
Adriano Paroli:
deputato Pdl e sindaco di Brescia
Maria Teresa Armosino
deputata Pdl e pres. Provincia di Asti

dere con l'incompatibilità. Tanto che
alla fine, il sindaco, l'ho fatto da parla-
mentare europea”. Adriana Poli Bor-
tone, oggi senatrice di Io Sud, quella
primavera del '99 se la ricorda bene. Il
14 aprile il Parlamento annullò la sua
elezione perchè nel frattempo era di-
ventata sindaco di Lecce. Lei fece una
battaglia perché
sentiva che quella
regola valeva solo
per lei “e non per
tutti gli altri”. Ades-
so è “contenta”
perchè ieri due de-
“il percorso della propria vita politica”
non sarà più in balia “degli umori del
Parlamento”. Ora di punti fermi non ce
ne sono. Non ci si può candidare alla
Camera o al Senato se si è già sindaci di
un Comune con più di ventimila abi-
tanti o presidenti di provincia, ma si
può fare il contrario: per un deputato o
un senatore è possibile guida-
re un ente locale, senza obbli-
go di dimissioni.
La Poli Bortone, da quella bat-
taglia, uscì sconfitta. Così,
tanto per sottolineare “l’as-
surdità” di quello che le era
Ma al Senato
una proposta
simile è pronta
dal 2009.
È ferma in
commissione
da più di un anno
daco di Brescia. E “la sera stessa dell'e-
lezione – ricorda ora il deputato Pd – ho
presentato le mie dimissioni”. Prima di
vedersele accolte, ha dovuto aspettare
tre mesi. Perchè non basta la buona vo-
lontà di un parlamentare, è l'Aula che
deve decidere se accettare o meno il
suo “addio”. Se invece il parlamentare
non si decide a scegliere, è la Giunta
per le elezioni che può procedere d'uf-
ficio. Ieri, nel Comitato per le incom-
patibilità di quella giunta, su iniziativa
dell'Api Pisicchio, si è discusso delle ul-
time due new entry tra i deputati con la
doppia poltrona: il Pd Piero Fassino,
sindaco di Torino, e il Pdl Michele Tra-
versa, sindaco di Catanzaro. Cinque
minuti (dalle 14.35 alle 14.40) per de-
cidere di rimandare tutto al prossimo
mercoledì. Di Traversa non si ha noti-
zia, Fassino invece ha annunciato che
lascerà la Camera dopo l'approvazione
delle linee programmatiche della giun-
ta di Torino. Aveva assicurato che sa-
rebbe stato “entro fine mese” (oggi) ma
quel voto è destinato a slittare oltre me-
tà luglio. Però, il presidente della Giun-
ta Maurizio Migliavacca (Pd) ha assicu-
rato che le dimissioni arriveranno,
quindi aspettano che Fassino faccia da
solo.
Daniele Molgora
deputato Lega e pres. Provincia di Brescia
Piero Fassino
deputato Pd e sindaco di Torino
Michele Traversa
deputato Pdl e sindaco di Catanzaro
Antonio Pepe
deputato Pdl e pres. Provincia di Foggia
Ettore Pirovano
deputato Lega e pres. Provincia di Bergamo
Cosimo Sibilia
senatore Pdl e pres. Provincia di Avellino
Vincenzo Nespoli
senatore Pdl e sindaco di Afragola (Na)
Raffaele Stancanelli
senatore Pdl e sindaco di Catania
Ecco i nomi dei 18 parlamentari sindaci di Comuni con più di 20mila abitanti o presidenti di Provincia
Dal 2002 con il cosiddetto “lodo Cam-
marata” dal nome del sindaco di Paler-
mo, la Giunta non ha mai obbligato un
parlamentare a scegliere. C'è chi lo ha
fatto spontaneamente: Gianni Ale-
manno per Roma, Franco Ceccuzzi
per Siena. Ma di norma, i casi sono lie-
vitati. Ci sono 18 deputati e senatori al-
la guida di province, medie e grandi cit-
tà. E un altro centinaio che fanno gli as-
sessori, i consiglieri, i sindaci di piccoli
comuni. Per esempio Bruno Tabacci
che proprio ieri ha proposto la legge
che gli impedirebbe di restare deputa-
Luigi Cesaro
deputato Pdl e pres. Provincia di Napoli
Edmondo Cirielli
deputato Pdl e pres. Provincia di Salerno
Antonello Iannarilli
deputato Pdl e pres. Provincia di Frosinone
Giulio Marini
deputato Pdl e sindaco di Viterbo
Roberto Simonetti
deputato Lega e pres. Provincia di Biella
Domenico Zinzi
deputato Udc e pres. Provincia di Caserta
Antonio Azzollini
senatore Pdl e sindaco di Molfetta
Marco Zacchera
deputato Pdl e sindaco di Verbania
to per l'Api ora che Pisapia lo ha chia-
mato a fare l'assessore al Bilancio a Mi-
lano: “Se il Parlamento approva la mia
proposta, mi dimetterò subito. Va data
una cornice generale alla questione –
sostiene – altrimenti farei solo la mosca
nocchiera...”. Chissà, forse confida nei
tempi biblici dell'iter legislativo. Al Se-
nato, una legge simile è stata presen-
tata a giugno del 2009. Porta la firma
dei Pd Follini e Sanna, di Augello del Pdl
e di D'Alia dell'Udc. Che fine ha fatto? È
ferma in commissione dal 3 marzo
2010.
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 9

POTERE P4

IL VELINO DI FRATTINI
Elisa Grande, dirigente di Palazzo Chigi per l’editoria,
concesse più fondi all’agenzia degli amici di Bisignani
di Marco Lillo bre dovrà ‘firmare la nuova con-

a collana di perle spunta a

L sorpresa alla fine della testi-
monianza della dottoressa
Elisa Grande. Il capo del Di-
partimento Editoria della Presi-
denza del Consiglio che gestisce i
contributi per i giornali e le con-
venzioni con le agenzie di stampa,
una delle donne più potenti d’Ita-
lia, imbarazzata ammette di fronte
a una domanda secca di Henry
John Woodcock di averla ricevuta
dall’editore del Velino, Luca Simo-
ni. Il Velino non è un’agenzia di
stampa qualsiasi. Nel progetto di
Luigi Bisignani - secondo gli inve-
stigatori - il Velino doveva diventare
la grancassa degli amici del lobbi-
sta nel governo, in testa Franco
Frattini. Per rinforzare l’agenzia
amica, l’ex giornalista iscritto alla
P2 aveva sponsorizzato - secondo
gli investigatori - la pretesa di ul-
teriori stanziamenti pubblici per il
Velino andando a pranzo con il mi-
nistro Frattini, premendo sulla
sua amica Elisa Grande. Simoni il 5
giugno 2010 parla al telefono con
Giorgio Stracquadanio, che pro-
mette il suo impegno. Anche Bi-
signani si dà da fare. Le indagini
rilevano: “Numerosi incontri av-
venuti anche in forma privata, tra
il Bisignani, il Simoni, gli onorevo-
li Frattini e Gelmini, nonché il vi-
ceministro Romani e finalizzati ad
assicurare alla società, in parola,
cospicui finanziamenti da parte
della Presidenza del Consiglio dei
ministri”. Simoni il 9 giugno spie-
ga a un suo collaboratore la stra-
tegia: “Intervistare, prima a livello
nazionale e poi regionale, Franco
Frattini (sulla politica interna),
Mario Valducci”.
Un capitolo dell’informativa è
dedicato al pranzo del 12 mag-
gio 2010 con il ministro Frattini.
Bisignani e Simoni sono ospiti
del ministro nel suo apparta-
mento alla Farnesina: “Simoni fa
predisporre egli stesso un ‘passi’
per entrare all'interno del mini-
stero con la propria autovettura
con a bordo Bisignani”. Alla fine i
soldi arrivano: nel 2010 Agi e Ve-
lino percepiscono un milione in
più (due terzi all’Agi) per i loro
Lei ammette al
pm: “Questa
collana di perle
me l’ha donata il
direttore Simoni.
Ma è un regalo
da poco”
servizi esteri.
Di fronte alle intercettazioni im-
barazzanti, i magistrati di Napoli
convocano il 22 febbraio del
2011 a Roma la dottoressa Gran-
de. Dopo avere ricostruito la sto-
ria del primo aumento da 400 mi-
la euro ottenuto nel dicembre
2009 dal Velino, a sorpresa arriva
la domanda velenosa del pm:
“Lei ha mai ricevuto regali dal
dottor Luca Simoni, editore del
Velino?”. In realtà Woodcock co-
nosce già la risposta. Sul suo ta-
volo c’è l’informativa della Guar-
dia di Finanza di Napoli: “in data
21 dicembre 2009”, scrivono le
Fiamme gialle, “Luca Simoni
Sopra, Elisa Grandi con Paolo
Bonaiuti (FOTO LAPRESSE)
chiede alla segretaria di Bisigna-
ni ‘un suggerimento su cosa fa-
re’, in quanto afferma di aver
avuto notizie ‘veramente molto
negative’ verosimilmente - anno-
tano le Fiamme Gialle - relative
all'incontro fissato il giorno suc-
cessivo con Elisa Grande, capo
del Dipartimento Informazione
Editoria presso la Presidenza del
Consiglio dei ministri, per ‘fir-
mare una serie di cose’”. Simoni
punta su Bisignani per ribaltare
la situazione.
“Il giorno seguente, 22 dicembre
2009, sarà la stessa Grande a con-
tattare Rita Monteverde, segreta-
ria di Bisignani, comunicandole
che si trova in compagnia del Si-
moni e che ha bisogno di parlare
urgentemente col Bisignani. L'esi-
to positivo dell'incontro e dell'in-
termediazione di Bisignani”, con-
clude la Finanza, “è stato rilevato
in data 23 dicembre del 2009, al-
lorquando la Grande comunica al
Bisignani che "sono tutti contenti
... ho parlato con Luca (Simoni,
ndr) ... era felice”.
Subito dopo la Guardia di Finanza
registra una telefonata nella qua-
le “Simoni riferisce alla Monte-
verde che tra il 28 e il 30 dicem-
venzione con la Presidenza’”. Le
Fiamme Gialle annotano: “Fuori
campo viene captata una conver-
sazione tra Luca Simoni e una ter-
za persona, verosimilmente un
suo collaboratore, e dal contenu-
to della stessa si rileva che i due
stanno preparando ‘un pacchet-
to’ da inviare alla Grande; in par-
ticolare il Simoni invita il suo in-
terlocutore a porre particolare
attenzione, asserendo testual-
mente che non intendeva rimet-
terci ‘una piotta’”. Quando
Woodcock chiede conto alla dot-
toressa Grande del regalino lei
spiega: “Luca Simoni, è il diretto-
re responsabile del Velino, che
non fa mistero di essere legato a
Gigi Bisignani; Bisignani in un
paio di occasioni mi ha chiesto
cosa succedesse in relazione alla
convenzione con la Presidenza
del Consiglio, del Velino”. Poi
Grande aggiunge: “A dicembre -
quando c'ero io - il Velino ha avuto
un ulteriore aumento dell'am-
montare in ragione dell'aumento
di postazioni di notiziari a dispo-
sizione dei Carabinieri; il Simoni
al riguardo è stato davvero pres-
sante. Vi dico che la collana di
perle che indosso oggi me l'ha re-
galata Simoni. L’ho accettata per-
ché ritengo che fosse di modico
valore analogamente ad altri re-
gali che ho ricevuto da altre agen-
zie di stampa, tutti in occasione
delle festività natalizie”.
Al Fatto, Simoni spiega: “Era una
collana di bigiotteria di Chanel.
L’ho pagata se non ricordo male
450 euro”. Comunque il pranzo
con Frattini ha avuto un riscontro.
Così Elisa Grande spiega al pm l’au-
mento di un milione: “Recente-
mente, il ministro Frattini ha chie-
sto una implementazione della
convenzione riferita ai servizi fo-
miti dal Velino, unitamente all'Agi,
nonché di altra convenzione rife-
rita alla AdnKronos, entrambe alla
firma; nello specifico l'aumento in
favore del Velino/Agi è pari a circa
un milione di euro (due terzi per
l’Agi, ndr) di cui 800-900 mila euro
li metterà il ministero degli Esteri e
85 mila euro li metterà la Presiden-
za del Consiglio dei ministri”.
SIMONI I soldi pubblici
per pagare l’antiquario
Nmoni,elle carte dell’inchiesta P4, Luigi Bisignani si dimostra cor-
tese con tutti. Perde le staffe una sola volta, con Luca Si-
il nuovo editore del Velino. Nel marzo 2010 Bisignani si
lamenta: “Quella cifra che doveva essere... gli è stata anche
decurtata, e a me questo mi fa girare le palle, perché quando
io prendo un accordo e vedo che poi...”. I rapporti tra Bisi-
gnani e Simoni passano soprattutto per l’acquisto dell’agen-
zia stampa il Velino: Simoni lo rileva da una serie di società
riconducibili a Stefano De Andreis, un ex
giornalista, ex piduista, da sempre amico di
Bisignani che all’improvviso si trova in dif-
ficoltà finanziarie. Simoni non ha tutti i soldi
subito, paga a rate mentre le quote di De
Andreis vengono detenute provvisoriamen-
te da altri soggetti. Evidentemente i paga-
menti devono aver subìto qualche ritardo,
Bisignani protesta, pochi giorni dopo la so-
cietà Inca&Int emette la prima fattura del
2010, 120 mila euro a carico di Impronta,
l’editrice del Velino controllata da Simoni. Come mai? Chissà:
dietro la Inca&Int ci sono Stefano De Andreis e il figlio Gior-
gio, ma secondo i pm i versamenti per l’acquisto del Velino
sarebbero cominciati solo nel giugno 2010. Come che sia, nel
giro di pochi mesi Simoni diventa il proprietario praticamen-
te di tutto il Velino, tramite Impronta srl.
Secondo documenti che il Fatto ha potuto visionare, forte del
legame con la Presidenza del Consiglio, che garantisce un
flusso di fondi pubblici costante, l’Impronta di Simoni si
concede qualche lusso. Il 16 aprile l’antiquario Athenas di
via dei Coronari, nel centro di Roma, fattura a Impronta srl
ben due obelischi e una statuetta, per un totale di 4.500 eu-
ro. Altro shopping il 29 giugno: un orologio da 1.000 euro,
un “bronzo” da 1.400, un “busto” da 1.300, un tavolino da
1.300. Arredi per la redazione o per la casa dell’editore, pa-
gati con i fondi pubblici di cui Impronta e il Velino benefi-
ciano? Luca Simoni, contattato al telefono, dagli Stati Uniti
risponde: “Non ricordo, dovrei controllare”. Obiezione: ma
si ricorderà se ha la redazione piena di obelischi? “Mi faccia
controllare con l’amministrazione”. Anche le note spese
che Simoni, editore, amministratore delegato, e da poco di-
rettore editoriale del Velino consegna all’amministrazione so-
no singolari. Si fa rimborsare, per esempio, un volo per Mia-
mi e uno per Buenos Aires (circa 6 mila euro l’uno) entrambi
relativi al 12 aprile. Ubiquità a parte, in Sudamerica Simoni
ha molti interessi, suo genero, l’imprenditore Carlos Sergi,
ora agli arresti per una storia di corruzione. E dal Sudamerica
è partito il bonifico da 5 milioni di euro destinato alla
Tfgcom, società con cui Simoni controlla il Velino, che se-
condo quanto stanno ricostruendo i pm di Roma serviva a
un’azione di lobbying per convincere la Telecom di Franco
Bernabè a svendere la ricca partecipata Telecom Argentina.
Stefano Feltri

IL PREZZO DELLA NOTIZIA

VITA PERICOLOSA DI UN’AGENZIA STAMPA, DA GERONZI ALLE SOCIETÀ OFFSHORE

di Vittorio Malagutti Planmax 2000. Queste ultime, così Velino ha ricevuto da Capitalia 216 Stefano compare anche il figlio del gruppo. L’unico nome che
Milano come Il Velino, facevano riferi- mila euro, saliti l'anno dopo a 241 Giorgio), compongono un puzzle compare è quello di Giorgio De
mento a Stefano De Andreis, il na- mila. I compensi per Planmax han- difficile da ricostruire. Tra il 2004 e Andreis. Ma non è finita qui, per-

IUnalfonte
Velino? Per Capitalia era una
d’informazioni preziosa.
vera garanzia. Sarà per questo
che la banca romana, ai tempi di
Cesare Geronzi, finanziava alla
grande l'agenzia di stampa legata a
filo doppio a Luigi Bisignani. I soldi
però non andavano solo al Velino.
Centinaia di migliaia di euro sono
finiti anche sui conti di agenzie
pubblicitarie come la Hetman e la
vigato giornalista (classe 1942) già
iscritto alla loggia P2, che compare
più volte nelle carte dell'inchiesta
napoletana su Bisignani, anche lui
piduista.
De Andreis nel frattempo ha pas-
sato la mano. Tra il 2009 e il 2010,
così come viene ricostruito nell’in-
dagine dei pm Francesco Curcio e
John Woodcock, la proprietà del-
l’agenzia è passata nelle mani di
Luca Simoni, uomo d’affari roma-
no che a giudicare dalle intercet-
tazioni passava le sue giornate al
telefono con Bisignani. Uscito di
scena De Andreis, resta la testata
giornalistica, Il Velino, che oggi co-
me allora è ben conosciuta in quel
mondo romano che naviga tra la
politica e gli affari. E la banca di
Geronzi, anche lui da tempo in rap-
porti con Bisignani, negli anni
scorsi si è segnalata come uno dei
principali clienti dell’agenzia d’in-
formazione romana a lungo diretta
da Lino Jannuzzi.
I numeri, innanzitutto. Nel 2005 Il
no invece toccato i 548 mila euro
nel 2005 per poi ridursi a 168 mila
euro nel 2006. In quell'anno la ban-
ca allora presieduta da Geronzi ha
versato 216 mila euro alla Hetman
in cambio di consulenze pubblici-
tarie. A prima vista non sembrano
esattamente grandi cifre per un co-
losso come Capitalia, che nel 2007
è stata assorbita da Unicredit. L’i-
stituto romano disponeva di un
budget faraonico, pari a svariate
decine di milioni di euro, destinato
alle relazioni esterne, alla comuni-
cazione e alla pubblicità. Le stesse
somme, però, rapportate al giro
d’affari del Velino, rappresentano
una quota rilevante del giro d’af-
fari.
Nel 2006, per dire, il fatturato del-
l’agenzia diretta da Jannuzzi supe-
rava di poco 1,6 milioni. Poi ci so-
no Planmax 2000 ed Hetman, pure
loro finanziate da Capitalia. I rap-
porti tra queste società, tutte a va-
rio modo appartenenti alla galassia
della famiglia De Andreis (oltre a
il 2006 gli azionisti del gruppo
cambiano più volte in una giran-
dola di nomi e di indirizzi che por-
tano fino a Londra e addirittura in
Israele.
Vediamo. Nel 2004 Il Velino faceva
capo alla Planmax 2000 a sua volta
controllata da un’omonima società
inglese insieme a Giorgio De An-
dreis. A fine 2005 la Planmax, quel-
la italiana, si fa da parte. Al suo Po-
sto, sempre dall’Inghilterra, arriva
la finanziaria Fieldgoal investmen-
ts. Altro giro altra corsa: nel 2006
anche la Planmax cambia azionisti.
Da Israele spunta la Freedown ven-
tures, che diventa il socio di mag-
gioranza dell’azienda di consulen-
ze pubblicitarie finanziata da Ca-
pitalia. La Hetman invece, da prin-
cipio controllata da Giorgio De An-
dreis, viene trasferita a un’altro vei-
colo societario londinese, la Re-
view trading.
In questo frenetico carosello di si-
gle e compravendite si fa fatica a
capire esattamente chi tira le fila
chè a un certo punto, alla fine del
2006, la società Il Velino viene so-
stituita dalla quasi omonima Il Ve-
lino Multimediale. La prima delle
due arriva presto al capolinea tra-
volta dalle perdite. Nel 2008 viene
dichiarato il fallimento della socie-
tà. Ma anche la seconda non va lon-
tano. Il Velino multimediale, di cui
risultava azionista di maggioranza
la Review trading, è fallita pochi
mesi fa, per la precisione il 6 aprile
scorso. Nel frattempo però ha fatto
in tempo a trasferire la testata Il
Velino alla società Impronta. Pro-
prio quest’ultima è quella che fi-
nisce nelle carte dell’inchiesta giu-
diziaria napoletana, con Simoni
che si dà un gran da fare, con l’aiu-
to di Bisignani, per prendere il con-
trollo dell’agenzia. A uscire di sce-
na, almeno formalmente, sono il
deputato Pdl Daniele Capezzone e
l’avvocato Marco Rago. Che però,
secondo gli investigatori, non era-
no altro che prestanome di Stefano
De Andreis.
pagina 10 Giovedì 30 giugno 2011

LAVORO

Niente referendum Come voleva

Marchionne ora

decidono i sindacati si può derogare

ai contratti
nazionali
L’INTESA CON LA CONFINDUSTRIA in cambio
ESCLUDE IL VOTO DEGLI OPERAI di investimenti
intesa del 28 giugno tra

L’
Confindustria e i tre prin-
cipali sindacati, Cgil, Cisl
e Uil, ha lo scopo di “fa-
vorire il ruolo della contratta-
zione di secondo livello per
una maggiore certezza delle
scelte operate di intesa tra
aziende e rappresentanze sin-
dacali dei lavoratori”.
È il primo paragrafo a regolare
la certificazione degli iscritti
prendendo a riferimento i con-
tributi sindacali dei lavoratori
trattenuti dall’Inps. I dati ven-
gono trasferiti al Cnel, che ope-
ra da ente terzo, e per negozia-
re occorre godere, all’interno
della categoria interessata, al-
meno del 5 per cento dei con-
to dei lavoratori, lo richiedono
si può andare al voto tra i lavo-
ratori che è valido se partecipa
almeno la metà più uno degli
aventi diritto. L’esigibilità del-
l’accordo aziendale è ribadito
con “la tregua sindacale” qualo-
ra venga prevista dalla maggio-
ranza delle Rsu che si applica
sempre ai sindacati firmatari
dell’accordo quadro ma non ai
singoli lavoratori (risultato ri-
vendicato dalla Cgil).
LE DEROGHE. Il punto più
corposo è il settimo, sulle dero-
ghe. Non vengono chiamate co-
sì ma “intese modificative”: “I
contratti collettivi aziendali
possono definire, anche in via
tiva come chiesto da tempo da
Cisl, Uil e dalla stessa Fiat.
L’ottavo punto dell’accordo ri-
conosce che le misure adottate
dal governo in tema di sostegno
alla contrattazione aziendale, e
cioè la sua detassazione e il sup-
porto ai salari di produttività,
“hanno dimostrato reale effica-
cia” e quindi se ne chiede un raf-
forzamento. la Fiom Maurizio
Landini contesta anche questo
punto perché, spiega, in un
paese con l’80 per cento dei la-
voratori impiegati in aziende
con meno di 50 dipendenti, la
redistribuzione della produtti-
vità dovrebbe essere fatta con il
contratto nazionale.
L’accordo ha un’appendice su-
gli accordi sindacali con valen-
za generale e quelli di categoria.
Un testo che servirebbe a rego-
lare eventuali divergenze. Nella
definizione delle piattaforme si
prevedono “momenti di verifi-
ca con gli iscritti” fino alla “con-
sultazione certificata tra tutti i
lavoratori come avvenuto nel
1993 e nel 2007”. Lo stesso non
ci sarà però nel caso degli ac-
cordi di categoria demandati a
specifici regolamenti. Ma la pa-
rola referendum, in tutto il testo
non viene citata mai. Effetto “Fabbrica Italia” Come temevano i più pessimisti, gli accordi aziendali imposti
Sal. Can. dalla Fiat a Pomigliano nell’estate 2010 stanno producendo un effetto a catena (FOTOLAPRESSE)

sensi mixati tra iscritti e voti al-
le Rsu. Si stabilisce poi che il
Contratto nazionale continua a
regolamentare le retribuzioni
e le normative generali mentre
quello aziendale si svolge su
CGIL-FIOM
sperimentale e temporanea, con la Fiom.
specifiche intese modificative E la Cgil ha anche ottenuto
delle regolamentazioni conte- che l’accordo del 28 giugno
nute nei contratti collettivi na- non sia retroattivo.
zionali di lavoro nei limiti e con In Fiat, in effetti, studiano at-
le procedure previste dagli stes- tentamente l’accordo soprat-

materie “delegate dal contrat-
to nazionale”.
AL PUNTO 4 si sancisce
quella che è stata definita “la
norma liberticida”: “I contratti
ALLO SCONTRO
si contratti collettivi nazionali tutto nelle sue conseguenze
di lavoro”. È quindi il contratto operative. Compreso l’impat-
nazionale a definire le procedu- to che potrà avere sul ricorso
re e i limiti, quindi rimane su- giudiziario presentato dalla
periore, come specifica la Cgil. Fiom e la cui udienza si terrà il
Però accetta il principio delle 16 luglio. I legali del Lingotto

aziendali sono “efficaci” [quin-
di vincolanti, ndr] per tutti i sin-
dacati firmatari del presente ac-
cordo, operanti all’interno del-
l’azienda, “se approvati dalla
maggioranza dei componenti
delle Rsu elette secondo le re-
gole interconfederali vigenti”.
Di fronte alla firma della mag-
gioranza delle Rsu – che però,
come fa notare l’Usb, hanno il
33 per cento dei posti garantiti
per legge a Cgil, Cisl e Uil – e
all’entrata in vigore dell’accor-
do firmato ieri, un sindacato co-
me la Fiom non può che ade-
guarsi.
Il voto dei lavoratori, in questo
caso non viene contemplato
mentre è previsto nelle aziende
in cui, invece delle Rsu – intro-
dotte con l’accordo del 1993 –
esistano solo le Rsa – rappre-
sentanze sindacali aziendali,
previste dallo Statuto dei lavo-
ratori del 1970 – che non sono
organi eletti ma nominati dai
sindacati. In questo caso, quan-
do un sindacato firmatario del-
l’accordo di ieri o il 30 per cen-
Addio alla democrazia sugli accordi
deroghe.
Poi, la norma cucita addosso al-
la Fiat: “Ove non previste [le de-
roghe, ndr] e in attesa che i rin-
novi definiscano la materia nel
contratto nazionale, i contratti
aziendali conclusi con le rap-
presentanze sindacali operanti
in azienda d’intesa con le orga-
nizzazioni sindacali territoriali
firmatarie del presente accor-
do, al fine di gestire situazioni di
crisi o in presenza di investi-
menti significativi per favorire
lo sviluppo economico e occu-
pazionale dell’impresa, posso-
no definire intese modificative
con riferimento agli istituti del
contratto collettivo nazionale
che disciplinano la prestazione
lavorativa, gli orari e l’organiz-
zazione del lavoro”. Secondo
Camusso “l’intesa con le orga-
nizzazioni sindacali” impedi-
sce gli accordi separati e co-
munque si tratta di una norma
transitoria in assenza di indica-
zioni chiare inserite nei Con-
tratti nazionali. Che comunque
avranno anche questa preroga-
TOTALE
La Fiat ha avuto tutto quello
che voleva, ma non le basta
di Salvatore Cannavò
o scontro tra Cgil e Fiom
L anche stavolta è serio.
Dopo la firma dell’accor-
do su contratti e rappre-
sentanza che ha visto la Cgil
tornare al tavolo del negoziato
con Confindustria, Cisl e Uil,
nel sindacato dei metalmec-
canici legato alla Cgil si me-
scolano sconforto e rabbia, il
segretario generale, Mauri-
zio Landini è furibondo. La
riunione con cui ieri la segre-
teria nazionale ha illustrato
l’accordo (spiegato qui sopra
nel dettaglio) ai segretari di
categoria è durata a lungo e
Susanna Camusso ha cerca-
to di stoppare le critiche che
vengono dai metalmeccanici,
anche in una conferenza stam-
pa pomeridiana. “Non è vero
che non c’è il voto dei lavo-
ratori e non è vero che la Fiat
può dirsi soddisfatta dell’inte-
sa” ha spiegato il segretario
generale della Cgil. “É la prima
volta nella storia che ottenia-
mo che si possa andare alla
consultazione dei lavoratori
con posizioni sindacali diver-
se” spiega Camusso e siccome
“occorreva ripartire dalle re-
gole” questo obiettivo è pie-
namente raggiunto. La Ca-
musso smentisce così la Fiom
che dice che viene saltato il
rapporto con i lavoratori e de-
finisce la richiesta di dimissio-
ni avanzata da Giorgio Cre-
maschi un atteggiamento
“per nulla democratico” (lui
replica che la minoranza “farà
il possibile” per far saltare l’ac-
cordo). Un risultato, aggiun-
ge, è anche aver ristabilito “la
supremazia gerarchica del
contratto nazionale” in con-
trasto alle richieste della Fiat
sono convinti che il giudice
non potrà trascurare l’accor-
do appena siglato anche se è
difficile fare previsioni. Ma il
punto che più sta a cuore alla
Fiat è l’effettiva “esigibilità”
dei contratti aziendali, la loro
efficacia e validità per tutti. Su
questo si appunterà l’analisi
degli uomini di Sergio Mar-
chionne che a oggi non è con-
vinto di aver acquisito il con-
trollo che la garanzia di ritor-
no dei propri investimenti an-
che se Confindustria parla di
“stagione nuova” e tutto il
mondo politico, a partire dal
Pd, brinda all’intesa.
A giudicare l’accordo un “ar-
retramento netto” è invece
Landini che al Fatto Quotidiano
non nasconde la sua contra-
rietà: “In realtà non c’è il voto
dei lavoratori e si apre alla de-
rogabilità dei contratti. Il pa-
radosso è che un punto deci-
sivo, la certificazione degli
iscritti, viene utilizzato per
mettere le deroghe”. “Inoltre
– aggiunge il segretario della
Fiom – è un errore aver rico-
nosciuto l’equivalenza tra Rsu
e Rsa” posizione questa aval-
lata dalla Cisl che, al contrario,

Un bel Porcellum confederale che, secondo Camusso, non

di Luca Telese Uil. Malgrado molti giornali ne occultino il sen-
so, il compromesso che in queste ore è definito
ottiene nemmeno il via libera
alle deroghe di Pomigliano e
Mirafiori perché, sottolinea,
federali provando a licenziare chi ha scioperato “l’accordo prevede che le
(ha violato la “clausola di tregua”, no?). “adattabilità” del contratto na-
si rallegra proprio per l’evi-
denza ottenuta da questo tipo
di rappresentanza sindacale.
Quanto alla questione della
“esigibilità” dei contratti, Lan-
dini sottolinea la combinazio-

Ènonnato un porcellino confederale, anzi, un sin-

dacal-porcellum. Ed è vero che il porcellum
è solo una legge elettorale, ma un sistema
di pensiero: un cancro che si è impossessato
dell’Italia, una ideologia che seduce le classi di-
rigenti di destra e sinistra nei tempi di crisi, una
scorciatoia per eliminare quel fastidioso proble-
ma chiamato democrazia.
È in arrivo la bufera delle Finanziarie tagliatut-
to? Va deciso se sottoscrivere o meno accordi
infami? Il governo ti punta la pistola alla tem-
pia? La risposta dei dinosauri del sindacalismo
corporativo e para-aziendale è semplice (e a
suo modo persino geniale): inventiamoci un
trucchetto per cui, se siamo d’accordo tra di noi,
la gente non possa più votare contro di noi. Fac-
ciamo un accordicchio per cui, se si mette in-
sieme il 50% dei dirigenti dei sindacati su un
contratto poi si impedisce per legge ai lavoratori
di esprimersi per dire cosa pensino di quell’ac-
cordo. Incredibile ma vero, è questo il meravi-
glioso patto firmato fra Confindustria Cgil-Cisl e
“una rivoluzione” è tutto qui. Anzi, c’è di peggio.
Una volta che i sindacati non più sottoposti a
nessuna verifica hanno firmato un accordo con-
tro il tuo volere, tu - il lavoratore - non puoi più
scioperare. Per definire questo pastrocchio si
sono inventati un bellissimo eufemismo: “Clau-
sola di tregua”. Esempio: la tua impresa pro-
pone un contratto osceno, ti chiedono di lavo-
rare tutti i giorni, anche se sei malato, pena la
decurtazione del salario (non è fantascienza, in
alcuni accordi è già così). Tu sei contrario. il 51%
della burocrazia sindacale invece è favorevole,
e ti spiega: è il miglior contratto possibile. Sanno
che la devi mandare giù perché il sindacal-por-
cellum gli garantisce che non ci saranno con-
sultazioni. Però nella tua azienda la situazione
precipita, aumentano gli infortuni. Immaginate
che gli stessi iscritti dei sindacati che hanno fir-
mato l’accordo, non avendo altri strumenti,
debbano scioperare perché le condizioni di la-
voro si fanno insostenibili. A questo punto l’im-
prenditore risolve il problema dei porcellini con-
Che sindacati ormai tesi al fiancheggiamento
stabile del governo reputino questa soluzione
non solo sostenibile, ma persino auspicabile,
zionale, in attesa dei rinnovi
contrattuali, debbano essere
siglate “d’intesa con le orga-
ne tra il punto 4 dell’accordo
(vedi qui sopra) e quello che
tratta della “tregua sindacale”,
non stupisce. Ma la domanda è: che diavolo ci nizzazioni sindacali firmatarie stabilita dal 50 per cento più
guadagna Susanna Camusso? L’idea che la se- dell’accordo”. Quindi anche uno e “che lede l’agibilità e i
gretaria della Cgil non solo abbia voluto, ma diritti di un’organizzazione
addirittura cercato l’accordo è tanto preoccu- sindacale”.
pante quanto vera. Una ratio però c’è. La Mar- La Fiom non è la sola a con-
cegaglia sogna di offrire questo patto a Mar-
chionne per recuperare lo scisma a destra della
Landini si sente testare l’accordo. Nella riu-
nione di ieri mattina critiche a
Fiat; la segretaria della Cgil per domare lo sci-
sma a sinistra della Fiom. Con un anacronismo
tradito dalla Camusso sembra siano emer-
se anche dalla Filcams, dalla
stupefacente nei giorni in cui la vittoria refe-
rendaria esalta la democrazia diretta come
Camusso che Scuola, dai Pensionati oltre
che dall’Emilia Romagna. Il se-
l’arma in più della sinistra sulla destra. Partita gretario della Cgil ha annun-
con l’idea di tornare protagonista grazie al por- replica: “Ora ciato che chiederà a Cisl e Uil
cellum, con il No della Fiom la Camusso rischia di sottoporre l’intesa al voto
di perdersi per strada due cose: o i suoi iscritti, o non si potrà dei lavoratori e, in caso di ri-
la più forte delle sue organizzazioni. Quella, sposta negativa, agli iscritti
cioè, che proprio sul terreno dei referendum al- più ignorare della Cgil. Ne discuterà il di-
la Fiat ha dimostrato di avere più consensi delle rettivo nazionale già convoca-
sue tessere. chi dissente” to per l’11 e il 12 luglio.
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 11

CRONACHE

N
MUSICISTA MASSACRATO DAL BRANCO TORINO
Guasto in reparto:

LA SICUREZZA SECONDO ALEMANNO

muore un bimbo
U n bambino di
nove anni è morto
nel reparto di
oncologia
L’aggressione è avvenuta in pieno centro a Roma dell’ospedale infantile
Regina Margherita di
Fermati due presunti aggressori: difendevano la zona dagli schiamazzi Torino, a causa di un
guasto alla centrale di
distribuzione
di Silvia D’Onghia Alberto è uscito dal locale assie- no riconosciuti su Facebook – dell’ossigeno che era
me agli amici, si sono fermati a due dei presunti responsabili, sottoposta a lavori di
ino all’età di dieci anni chiacchierare. manutenzione. Il

“F
Carmine D’Alise e Christian Pe-
non avevo mai coltiva- rozzi, 21 anni appena, alcuni pre- bambino, di origine
to interessi per nulla, “SI PREGA la gentile clientela cedenti per droga. “Stavo passan- venezuelana, era già in
non amavo il calcio, di rispettare la quiete pubblica”, do di lì, ho dato solo dù pugni e condizioni molto gravi.
non amavo niente, provai a stu- è il cartello affisso sulla vetrina me ne sono andato via. E che sarà Solo grazie all’impegno
diare il clarinetto, ma non ebbi del locale di via Leonina, un car- mai...”, si è giustificato uno di loro del personale
gratificanti risultati. Fino a che tello uguale a quelli che si trova- con gli inquirenti. Ieri mattina fi- dell’ospedale,
venne il giorno in cui mio padre no in quasi tutti i locali notturni. nalmente la municipale decide di l’incidente non ha
mi regalò la musicassetta dei “Ci obbligano ad esporli”, rac- rendere pubblica la notizia, ma coinvolto altri pazienti,
Deep Purple”. Alberto Bonanni è conta la titolare, ma tanto non commette un errore madornale: causando conseguenze
un ragazzo romano di 29 anni, na- servono a nulla. Lo storico rione afferma che Alberto è morto. La ancora più
to ai Castelli ma residente al Tu- Monti non è diverso da Trasteve- voce gira, la Questura conferma, i drammatiche.
scolano, innamorato della musi- re, San Lorenzo, Ponte Milvio, siti aprono con l’aggressione di
ca. Suona la chitarra, frequenta il Campo de’ Fiori, i luoghi in cui i Roma. Piovono i commenti e le
Saint Louis college of music, dopo an- ragazzi si ritrovano, suonano, solidarietà politici: il delegato del
ni da autodidatta, è fidanzato con qualcuno alza un po’ il gomito e la sindaco alla Sicurezza, Giorgio
una batterista. Sabato notte la sua voce. Chi vuole dormire tranquil- Ciardi, chiede “condanne esem-
musica non l’ha difeso, nessuno è lo, nella capitale, sa che deve evi- plari”. Addirittura si parla di
riuscito a difenderlo. Alberto era tare certi quartieri. La chiamano un’autorizzazione all’espianto
andato a sentire alcuni suoi amici movida, per i residenti è un incu- degli organi. Sono i genitori e gli
suonare nel locale “The Saylor’s” bo: anche perché, a differenza amici del ragazzo a fornire la ve-
del rione Monti, centro di Roma, degli annunci e delle ordinanze rità: Alberto non è morto. Ora si
un piccolo bar con un palchetto sbandierate dal sindaco Aleman- cerca uno, forse due altri aggres-
sul quale il fine settimana suona- no, le forze dell’ordine non han- A sinistra, Alberto Bonanni. In alto, il sori.
no i gruppi emergenti. Una serata no il controllo del territorio. locale “The Saylor’s”, in cui il ragazzo Resta però la gravità di quello che ROMA
come tante, fino alle due di notte. Monti è presidiata da una sola pat- era stato prima dell’aggressione è accaduto, nel pieno centro di
Roma, a due passi Nuova proroga
dal Campidoglio. per Malagrotta
tuglia della polizia municipale: Il ragazzo, 29 anni, Alla faccia della si-
OTTO OMICIDI “Sono in due, s’immagini se pos-
sono intervenire in caso di rissa”,
racconta il proprietario di un ri-
chiacchierava
curezza tanto sban-
dierata dal primo
cittadino, che ora
L a govenatrice del
Lazio, Renata
Polverini, ha firmato
in tre mesi storante.
Le chiacchiere di Alberto e dei con alcuni amici fuori promette di costi-
tuirsi parte civile:
l’ennesima proroga per
tenere aperta la
a promessa di una “città sicura” è stata l’argomento prin- suoi amici, sabato notte, hanno solo l’altroieri not- mega-discarica di
LQuesto
cipale che ha portato Gianni Alemanno in Campidoglio.
è l’elenco degli omicidi che si sono verificati in stra-
dato fastidio. Da una finestra al se-
condo piano un anziano pittore
da un locale. È in te alcuni ragazzi so-
no stati rincorsi
Malagrotta, che
smaltisce l’80 per cento
da a Roma solo negli ultimi mesi. non gliele ha mandate a dire: do- gravissime condizioni fuori dal Gay Villa- dei rifiuti di Roma. La
20 giugno Un uomo viene ucciso a colpi di pistola ad Aprilia. po averli presi a maleparole è sce- ge al grido di “Froci nuova data di chiusura è
La stessa notte è trovato anche il cadavere di un pastore di 78 so, qualcuno racconta con una di merda”. I romani fissata tra sei mesi, il 31
anni ucciso a bastonate nei pressi di Via Appia Nuova. mazza in mano. A quel punto il ni. Il giovane musicista, che è af- hanno paura, e lo conferma il cli- dicembre 2011. È stato
15 giugno Un uomo di 47 anni ammazzato a sprangate in gruppetto si è spostato, direzio- fetto anche da un tumore, è rima- ma di omertà che si respira pro- indicato anche il sito in
mezzo alla strada, di fronte al figlio, nel quartiere di San Ba- ne via dei Serpenti. Il racconto di sto a terra e ancora oggi è rico- prio a Monti. Nessuno è disposto cui sorgerà la discarica
silio. quello che ne è seguito, anche se verato in gravissime condizioni a parlare, nessuno ha visto nulla. I che dovrà raccoglierne
14 giugno Un anziano di 74 anni trovato morto nell’androne tuttora al vaglio della polizia, è all’ospedale San Giovanni. Noti- gestori di locali e ristoranti si bar- l’eredità: si tratta di
del suo palazzo, zona Tiburtina, con una profonda ferita da quello di una spedizione puniti- zia incredibile, nella città insicu- ricano dietro un “Chiudo a mez- Pizzo del Prete, sorge in
taglio al petto. va. Un branco, almeno tre o quat- ra di Alemanno, che assume con- zanotte, non c’ero, non ho sen- un terreno a ovest di
29/30 maggio Sparatoria nella notte in un bar di Cecchina, tro persone, sentendosi forse ti- torni altrettanto incredibili. tito le urla”. Forse temono ritor- Roma, nel territorio di
in zona Castelli Romani: due morti e due feriti. tolare della sicurezza del rione, sioni, di certo si sentono abban- Fiumicino. “Non sarà
3 maggio Massimo Ciocolani, di 36 anni, viene massacrato a avrebbe assalito i ragazzi alle spal- L’AGGRESSIONE viene tenu- donati, qualcuno arriva ad appro- una Malagrotta-bis”, ha
colpi di cric e di mazza da baseball da un gruppo di sette le. Alberto è caduto mentre i suoi ta segreta dalla polizia municipa- vare le ronde. La movida è un fe- promesso la Polverini,
persone, in mezzo alla strada, in via di Tor Vergata. Morirà amici riuscivano a scappare. La le, la prima a essere intervenuta. nomeno universale, sacrosanto. “ma una mini-discarica
dopo un mese di coma. ronda si è allora accanita su di lui, Martedì pomeriggio la Questura Ma se a Roma, accanto alle bot- che accoglierà solo
8 aprile A pochi passi dal Caffè Vanni, ritrovo di molti vip forse con un casco, sicuramente riceve dal nosocomio il bolletti- tiglie, ci fossero anche iniziative rifiuti già trattati”.
romani nel quartiere Prati, Roberto Ceccarelli viene ucciso con calci e pugni: gli hanno spac- no medico. Nel giro di poche ore culturali degne di questo nome
da due colpi di pistola alla schiena. (tommaso rodano) cato le mandibole, il setto nasale, un’indagine congiunta permette (come è finita l’“Estate roma- LAMPEDUSA
gli hanno provocato un edema di fermare – anche grazie alle te- na?”), forse alcune strade sareb-
cerebrale e numerose escoriazio- stimonianze di coloro che li han- bero più sicure. Sbarcano oltre
500 migranti

Rifiuti, B. promette il miracolo che non c’è A ltre due

GOVERNO NEL CAOS, IL DECRETO NON È ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL CDM. UNICA POSSIBILITÀ UN “FUORI SACCO”
di Enrico Fierro
è di tutto nell'ordine del giorno
C’ del Consiglio dei ministri di og-
gi, anche le norme per applicare le
direttive Ue in materia di protezione
di suini e vitelli, ma il decreto per
l'emergenza rifiuti che affligge Na-
poli e rischia di coinvolgere l'intera
Campania no. Se arriverà qualcosa
sarà un “fuori sacco”. Questa la no-
tizia ufficiale, rafforzata dalle dichia-
razione di Bossi. “Non passerà tran-
quillamente – dice il leader leghista
– noi siamo contrari”. Berlusconi,
stretto tra i no della Lega e le pres-
sioni dei parlamentari campani del
suo partito, parla di un decreto o di
Bossi detta la linea:
immondizia soltanto
nelle regioni limitrofe
Prestigiacomo annuncia
un provvedimento
un disegno di legge che sarà pre-
sentato in un prossimo Consiglio
dei ministri da tenere a Napoli. Que-
stione rinviata? Forse.
DEL DECRETO non vi è traccia,
per il momento si affaccia una so-
luzione in grado di tenere insieme il
no della Lega e le esigenze di Napoli,
che in molti giudicano un rimedio
peggiore del male. È sempre Bossi a
indicare la linea. “Occorre che Na-
poli tratti con ciascuna Regione. Io
ho in mente una soluzione, un ac-
cordo con le Regioni limitrofe”. Nel-
l'eventuale decreto ci sarà la frase
magica “di concerto o sentite le Re-
gioni”. Tradotto: i rifiuti napoletani
potranno viaggiare, ma solo
con l'ok delle amministrazioni
regionali destinatarie dei flus-
si, una scappatoia per i gover-
natori del Nord che potranno
tranquillamente opporre dei
secchi no. Finora le Regioni
che hanno offerta la loro di-
sponibilità sono Toscana, Emi-
lia, Liguria e Puglia, come si
vede solo quest'ultima si può
considerare “limitrofa” alla
Campania e a Napoli. Se il testo sarà
questo ci troveremo di fronte ad una
soluzione truffa. Ma Bossi e la Lega
hanno aperto anche un altro fronte,
tutto localistico e padano: approva-
zione del decreto rifiuti in cambio di
nuove deroghe per il pagamento del-
le quote latte. Un ricatto. “Domani
(oggi per chi legge, ndr) proporrò un
provvedimento per aiutare la Cam-
pania”, assicura Stefania Prestigisa-
como, ministro per l'Ambiente. I tra-
sferimenti dei rifiuti napoletani sono
consentiti, ma “in via straordinaria e
controllata”. Fin qui le intenzioni del
ministro, che però dovrà fare i conti
con l'opposizione leghista.
Intanto nel capoluogo campano si la-
vora con turni ininterrotti da parte
dell'Asia, la municipalizzata per la
raccolta rifiuti. Ieri per le strade della
città stazionavano solo 1380 tonnel-
late di spazzatura, una quota di gran
lunga inferiore ai quantitativi dei
giorni passati. “In pochissimi giorni,
nonostante le ciucciuettole (le civet-
te, ndr) mi sembra che le cose vadano
bene e andranno molto meglio nel
prossimo futuro”, dice il sindaco Lui-
gi de Magistris. “Si va verso il supe-
imbarcazioni
hanno raggiunto le coste
di Lampedusa ieri
mattina. A bordo c’erano
553 profughi, tra cui
ramento dell'emergenza”. Per la città moltissime donne e
si vedono le isole ecologiche e fioc- bambini. ll secondo
cano anche le prime multe per chi barcone, che ha
mette i sacchetti nei contenitori nel-
le ore sbagliate. Ma soprattutto, ed è
trasportato 328 persone,
aveva lanciato una
questo uno dei segnali più importan- richiesta di soccorso per
ti, si è avviato un radicale rinnova- il concreto rischio di
mento dell'Asia. Azienda simbolo, e affondamento. I militari
spesso non a torto, di inefficienza, della Guardia costiera lo
sprechi e clientelismi. hanno scortato fino
all’attracco.
AD INIZIARE dal Consiglio di
amministrazione, che oggi vede la ARGENTARIO
presenza dell'assessore all'ambiente
Sodano, del responsabile del Bilan- Quattro ettari di
cio Realfonzo (entrambi senza get- verde in fiamme
tone), di Raffaele del Giudice (Le-
gambiente) e dell'ad Daniele Fortini.
L'azienda è stata ricapitalizzata per
43 milioni di euro, con l'obiettivo di
U n incendio ha
bruciato quattro
ettari di bosco ieri
concentrare la maggior parte delle
risorse sull'obiettivo di arrivare al 70
pomeriggio
all’Argentario. I vigili del
per cento di raccolta differenziata
entro l'anno. “Lo abbiamo fatto – di-
fuoco, con l’aiuto di due
Canadair inviati da
ce l'assessore Realfonzo – per far in Roma, sono riusciti a
modo che Asia, per la prima volta domare le fiamme ed
nella sua storia, sia indipendente dai evitare che si
subappalti”. Un altro fronte delica- espandessero fino
tissimo, che scatenerà reazioni e re- all’area naturalistica del
sistenze. Tombolo della Feniglia.
pagina 12 Giovedì 30 giugno 2011

RIVOLUZIONI

MUBARAK O NO
L’EGITTO
È SEMPRE UGUALE
Al Cairo esplode di nuovo la rivolta
La democrazia dei militari non si vede Il Cairo, sembra il 25 gennaio in piazza Tahrir: protesta e repressione della polizia, ma è ieri (FOTO ANSA)

di Francesca Cicardi campo di battaglia, esattamente sone si sono radunate nella notte mo venuti da casa appena abbia- geni che piovono su Tahrir dai va- alcuni perfino scaduti, dicono gli
il Cairo cinque mesi dopo gli scontri più tra martedì e mercoledì, tutti di- mo sentito che c’erano bisogno ri lati della piazza, dove sono ap- attivisti, e venduti all’Egitto già
violenti tra i rivoluzionari e la po- sposti a combattere gli odiatissi- di rinforzi contro la Polizia”, spie- postati gli agenti antisommossa e “democratico”.
i corsa su per la strada Talat lizia egiziana, esattamente come mi agenti della sicurezza dello gano. “Non abbiamo paura, pos- dove i giovani costruiscono le Il governo assicura che la violen-

D Harb, senza poter vedere

nulla, con le lacrime agli
occhi e senza respirare,
mentre il muezzin, dalla mo-
schea, chiama alla preghiera del-
l’alba. È di nuovo guerra a Piazza
Tahrir e dintorni. Di nuovo un
quando c’era Mubarak.
La guerra non è ancora finita e i
giovani ritornano entusiasti con i
foulard palestinesi e i cocktails
molotov davanti al Ministero del-
l’Interno, a poche decine di me-
tri da Tahrir, dove migliaia di per-
Stato, ancora quelli di Mubarak,
visto che non è stata fatta una
“pulizia” della polizia. Due uomi-
ni sulla cinquantina siedono tran-
quillamente in una aiuola della
piazza, quasi si godessero l’ariet-
ta fresca delle 2 del mattino: “Sia-
siamo anche morire, ma siamo
venuti per i nostri figli, perché
possano avere un futuro miglio-
re”.
La generazione della quale parla-
no è in prima linea, munita di ace-
to e cipolle contro i gas lacrimo-
barricate con pezzi di arredo ur-
bano. Dai diversi fronti aperti, il
più sanguinoso quello all’Univer-
sità Americana, arrivano i feriti. I
manifestanti in lacrime mostra-
no rabbiosi i resti delle bombole
di gas fabbricato negli Stati Uniti,
za è stata provocata da elementi
che cercano di destabilizzare il
Paese. Vogliono provocare un
conflitto tra il popolo e le sue for-
ze dell’ordine, sostiene l’Eserci-
to, che governa dalla caduta di
Mubarak e ora parla come Muba-
rak. Così come il 28 gennaio scor-
so, sono i militari quelli che sono

Dalla Tunisia alla Siria è tutto come prima
PERÒ IL TENTATIVO DI “PRIMAVERA ARABA” CONTINUA E IN ARABIA SAUDITA LE DONNE SI METTONO AL VOLANTE
di Roberta Zunini
a ripresa delle proteste a piazza Tahrir,
Ldimostra
a cinque mesi dalla caduta di Mubarak,
la difficoltà di realizzare una ri-
voluzione e soprattutto di portarla a com-
pimento. Nel congedarsi da Cuba, per an-
dare a unirsi ai guerriglieri boliviani, Che
Guevara nel 1965 scrisse una lettera a Fi-
del, in cui sosteneva che “in una rivoluzione
o si vince o si muore, altrimenti non è vera
rivoluzione”. Intendeva dire che per otte-
nere un drastico cambiamento è necessa-
rio annientare l’establishment contro cui ci
si è ribellati. Sennò, prima o poi, cercherà di
riprendere il potere.
Ne consegue che la strada per una rivo-
luzione senza armi è insidiosa. Tutte le ri-
volte scoppiate nel Maghreb e nel Ma-
shrek, alla fine dello scorso anno, sono in-
fatti ancora in atto perché i “ribelli” hanno
tentato, almeno inizialmente, di protestare
pacificamente. Ma i dittatori e i loro sodali
hanno risposto prima in modo violento e
poi, in alcuni casi, passando dalla parte dei
rivoluzionari, come è accaduto in Tunisia
ed Egitto. L’ambiguità che ne è derivata, ha
ingrippato il motore rivoluzionario, fermo
davanti alle promesse di elezioni democra-
tiche che però, guarda caso, continuano a
slittare. I despoti che invece non hanno an-
cora ceduto il potere come Gheddafi in Li-
bia e Bahir Assad in Siria stanno, loro sì,
usando le più estreme forme di violenza
contro i ribelli.
Non è stata però la mancanza di soldati e
armi a spingere i tunisini e i libici a scendere
in strada pacificamente, ma la consape-
volezza che tutti nel mondo oggi possono
aspirare a una quota minima di diritti, tra
cui quello di libertà d’espressione. Ciò che
ha migliorato la loro situazione tuttavia è il
sostegno armato della comunità interna-
zionale. Le sanzioni internazionali contro il
presidente siriano Assad, invece, non han-
no cambiato di una virgola la strategia del
terrore messa in atto da Damasco per
schiacciare i ribelli pacifici. E nessuno ha
interesse ad armare i ribelli perché la Siria
non ha risorse primarie importanti come il
petrolio libico, e il confinante Israele teme
un cambio di regime più integralista.
TUNISIA Il vento rivoluzionario è
partito da qui alla fine dello scorso an-
no. Dopo scontri e morti, la fuga di
Ben Alì e la costituzione di un primo
governo con esponenti della vecchia
guardia, i manifestanti erano tornati in
strada per chiederne la caduta. Con il
nuovo governo le cose sembrano mi-
gliorare ma le elezioni previste per lu-
glio sono slittate a ottobre.
BAHREIN Dopo mesi di proteste,
represse anche con l’ingresso nel Pae-
se-isola delle truppe della vicina Ara-
bia Saudita, le proteste sono diminu-
tite ma nulla è stato risolto e la popo-
lazione a maggioranza sciita continua
a considerare la famiglia reale, di con-
fessione sunnita, dispotica e illegitti-
mamente al potere.
SIRIA Finora è la ribellione–rivolu-
zione che ha scatenato la repressione
più brutale. In tre mesi sono morte più
di 1300 persone, secondo le stime del-
le ong. Nonostante le sanzioni, Assad
non intende abbandonare il potere ma
ormai ha perso la legittimità interna-
zionale. A sostenerlo solo i libanesi di
Hezbollah e l’Iran.
YEMEN L’uscita di scena del presi-
dente contestato Saleh, non ha porta-
to la pace e nonostante un’apparente
ritorno alla calma, nel campus univer-
sitario di Sana’a, gli studenti sono an-
cora in protesta permanente.
ARABIA SAUDITA Nel regno do-
ve il waabismo – la confessione isla-
mico sunnita più intransigente – non
permette alle donne nemmeno di
guidare, è proprio da loro che arriva
una ribellione finora inedita. Il bino-
mio donne e motori, in Occidente
sinonimo di machismo e sciovini-
smo, in Medio Oriente è diventato
invece un paradigma di emancipa-
zione: molte donne negli ultimi gior-
ni sono salite in macchina e hanno
iniziato a guidare tutte in fila, verso
la libertà.
riusciti a ristabilire la calma nel
centro del Cairo, facendo ritirare
la polizia, che non viene perdo-
nata per i suoi crimini commessi
durante la rivoluzione e i prece-
denti 30 anni di dittatura.
Le forze dell’ordine erano il cuo-
re e il braccio del regime di Mu-
barak e lo difesero ciecamente
quando il popolo si ribellò. Alme-
no 850 persone morirono e mi-
gliaia rimasero ferite, soprattutto
ragazzi e ragazze che scesero in
piazza quel 25 gennaio per pro-
testare proprio contro la brutali-
tà e l’impunità della polizia. Le fa-
miglie dei “martiri” chiedono ora
che sia fatta giustizia: per adesso
solo un poliziotto è stato condan-
nato per la violenta repressione e
questa stessa settimana il proces-
so contro l’ex ministro dell’Inter-
no, Habib al Adly – accusato di
ordinare ai poliziotti di sparare
sui manifestanti – è stato riman-
dato a fine luglio, provocando
nuove proteste, come quelle che
sono cominciate martedì pome-
riggio e degenerarate per oltre
12 ore in scontri continuati che
hanno causato più di mille feriti,
secondo il resoconto ufficiale.
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 13

RIVOLUZIONI

Obama: Kabul è più sicura Bengasi: cattureremo Gheddafi

Con un tempismo che rasenta la farsa a poche ore La Francia avrebbe cominciato ad armare i ribelli
dalla strage all’Hotel Intercontinental (almeno 18 berberi, paracadutando equipaggiamenti sui miliziani
persone uccise dai talebani) Barack Obama è certo che combattono contro il regime di Muammar
che “Kabul ora sia molto più sicura di prima”. Il Gheddafi sulle montagne a sud di Tripoli. A rivelarlo
presidente americano ha anche detto che non crede a e' il quotidiano Le Figaro, mentre il governo della
un’escalation sanguinosa in Libia, dove “l’impegno Cirenaica liberata di Bengasi starebbe allestendo un
americano nella missione è limitato”. commando col compito di catturare Gheddafi.

ATENE, IL PALAZZO CHIEDE AUSTERITÀ

di Piero Benettazzo
Atene
lla fine George Papan-
IN PIAZZA RABBIA E VIOLENZA
La Casta greca colpisce ancora: più tasse e meno stipendi
collaborazione tra opposizio-
ne e governo su cui contava
l’Unione europea: sui malu-
mori dei deputati socialisti –

A dreou ce l’ha fatta: il

nuovo pacchetto di au-
sterità è passato in Par-
lamento in una città paralizza-
ta dallo sciopero generale e in
un accendersi di continui
scontri tra poliziotti e dimo-
stranti: altri tagli a salari e pen-
sioni, nuove tasse che colpi-
scono anche i redditi mensili
di 600 euro, aumenti del ga-
solio e vasta privatizzazione di
compagnie e proprietà stata-
li.
È stato un dibattito teso senza
nessuna concessione a quella
Davanti
al Parlamento
parte
molti nei giorni scorsi minac-
ciavano il voto contrario – è
prevalso il senso della discipli-
na di partito, mentre l’oppo-
sizione di destra ha chiesto
compatta di rinegoziare l’inte-
ro pacchetto. Un Papandreou
accorato si è appellato alla
gente affinché non si chiuda
nella “Grecia del passato” fat-
ta di deficit, corruzione ed
economia sommersa. Ma
guardi al futuro, alla “Grecia
della produzione e della tra-
sparenza”.
FUORI dal Parlamento si sen- La protesta davanti al Parlamento di Atene, non è mancata la violenza (FOTO FABIO BUCCIARELLI) . Sotto la nave “Chiarini” ancora a Corfù (FOTO GIOVANNI ESPOSITO)
tivano, però, in continuazione
le esplosioni delle granate dei
lacrimogeni, e lo scandire di
de cartello esprimeva il di-
sprezzo collettivo per delle éli-
turo e oggi erano davvero una
multitudine a premere sul Par-
stata davvero una giornata dif-
ficile, un cordone di migliaia di
dobbiamo smettere di prende-
re soldi da un’Europa che non
slogan rabbiosi, indignati di
una piazza che, dopo un anno
te politiche che sembrano aver
perso il consenso dei propri
lamento, a cercare risposte
che non sono venute.
poliziotti ha circondato il Par-
lamento, bloccato le strade
esiste: continuiamo solo a
chiudere i nostri negozi e a
e mezzo di dura austerità che
ha portato una disoccupazio-
elettori: “Avete venduto le no-
stre isole, avete venduto i no- C’ERANO i soliti professio-
adiacenti: al minimo accenno
di una contestazione un po’
perdere posti di lavoro”.

ne record e una nuova povertà,
la guerriglia non capisce come si possa
uscire dal tunnel.
urbana al grido “Ladri... ladri”, “traditori”,
scandiva il coro delle decine di
di “ladri, ladri, migliaia di persone che da due
giorni assediano in massa il
ladri...” Parlamento ed un nuovo gran-
SCIOPERO GENERALE Tocca all’Inghilterra
stri porti, adesso vendete le vo-
stre madri ed andatevene”. È
stata la giornata più lunga per
della gente che ha capito come
niente sarà più come prima,
ma ha deciso – scendendo in
piazza – di cercare di non per-
dere il controllo del proprio fu-
nisti delle protesta e della guer-
riglia urbana ma c’erano so-
prattutto le “persone di tutti i
giorni”: giovani, vecchi, don-
ne, pensionati e studenti, i pro-
tagonisti di quella classe media
che sta sparendo sotto il ma-
glio della crisi. Hanno ormai
una lunga militanza di piazza
(protestano da quasi un mese)
che ha sviluppato solidarietà e
organizzazione: ieri si distri-
più aggressiva partivano in
massa i manganelli ed i lacri-
mogeni, una grande nube bian-
ca e molto acre che si stendeva
continuamente su tutta la zo-
na. E gli scontri sono continua-
ti a lungo, fino a tarda sera, con
un bilancio di un centinaio di
feriti. L’appello accorato di Pa-
pandreou non ha trovato mol-
ta comprensione tra la gente :
ne hanno già tradotto il nome,
CALLIOPE Iris ha appena
perso il suo negozio di moda:
“Guardi che cosa è successo in
un anno e mezzo di false pro-
messe: migliaia di attività han-
no chiuso, ci sono centinaia di
migliaia di disoccupati ed il de-
bito invece di diminuire sale in
continuazione”. Colliope non
era mai scesa in piazza, ora è
stordita dai gas lacrimogeni,
ma tra la gente ha recuperato

Oggi Londra ritorna buivano mascherine di coto-

ne, occhialini da piscina e so-
prattutto Malox liquido (la me-
lo chiamano “Jeffrey”, all’ame-
ricana a sottolineare la sua
estraneità con il Paese. “Con
una sua sicurezza: “Le nuove
misure non saranno mai appli-
cate, siamo in grado di oppor-

ai tempi della Thatcher dicina per la gastrite) a difesa

contro i gas lacrimogeni . Ed è
lui non abbiamo alcun futuro –
sostiene Sotiris, fotografo –
ci, noi solleveremo un’ondata
di disobbedienza civile”.

di Caterina Soffici
Londra
no sciopero di tali dimensioni
Usignora
non si ricorda dai tempi della
Margaret Thatcher. La
protesta dei dipendenti pubblici
contro i tagli del governo Cameron
metterà in ginocchio scuole, tribu-
nali, trasporti e servizi. Ma questa
volta la sensazione è che non sarà
l’inizio di un nuovo braccio di ferro
tra i conservatori e la nazione. An-
zi, questo sciopero contro l’auste-
rity sembra una sorta di Ufo,
estraneo al sentimento generale.
Una delle preoccupazioni, oltre al-
la chiusura delle scuole che por-
terà alla perdita di tante giornate
di lavoro per i genitori che dovran-
no stare a casa, è la cattiva im-
magine internazionale per i disagi
che porterà ai turisti di Londra e al
business.
Sarà interessante vedere le per-
centuali di adesione, ma intanto il
capo dell’opposizione Ed Mili-
band (tra l’altro eletto a capo del
Labour con i voti decisivi dei sin-
dacati) si è unito al capo del go-
verno David Cameron nel condan-
nare la protesta di massa. La cosa
può sembrare incredibile a chi è
abituato a vedere la politica solo
come una lotta di fazioni o di di-
fesa di piccoli interessi. Qui l’im-
pressione è che l’interesse sia
quello supremo nazionale e che
quindi tutta la nazione dovrà tira-
re la propria parte di carretta, sen-
za scaricare il barile addosso a
qualcun altro. Tanto meno se è un
dipendente statale. In verità lo
sciopero di oggi avrebbe dei buoni
motivi: è contro l’innalzamento
dell’età pensionabile da 60 a 65
anni e l’aumento dell’aliquota a
carico del lavoratore per i fondi
pensione. Ma agli occhi dell’opi-
nione pubblica i dipendenti statali
sono già dei privilegiati, perché l’a-
liquota nel privato è più alta.
Quindi non c’è molta simpatia ver-
so gli scioperanti e l’uomo della
strada sta più con Cameron che
con i contestatori. Sarà per questo
che il governo che ha promesso la-
crime e sangue, ha imposto sacri-
fici e tagli ovunque, aumenta di
popolarità nei sondaggi. Forse il
governo Cameron è stato solo
molto abile nella comunicazione,
Anche
la sinistra
di Miliband, che
fu sostenuto
dai sindacati,
è contro
lo sciopero
nel convincere cioè la popolazione
che i tagli non sono servizi in meno
ma piuttosto riduzione degli spre-
chi (per esempio i sussidi e le sov-
venzioni pubbliche sono stati ven-
duti come prebende a imbroglioni
e fannulloni). Forse l’etica pubbli-
ca Oltremanica è più vicina all’au-
sterità vittoriana di quanto noi
possiamo percepire. Di fatto la
maggioranza degli inglesi è con-
vinta che i tagli siano necessari,
che l’austerity sia inevitabile, in
quanto diretta conseguenza degli
sperperi degli anni passati.
Gli inglesi hanno la percezione di
aver vissuto sopra le proprie pos-
sibilità e ora sanno che non lo pos-
sono più fare. Lo accettano perché
pensano che non ci sono sacche di
privilegio e caste intoccabili. Sarà
quindi questa la formula magica?
L’equità sbandierata dal governo
Cameron è reale? Lo vedremo, ma
intanto il governo non ha diminui-
to le tasse per i ricchi come tutti si
aspettavano e anzi ha mantenuto
al 50 per cento l’aliquota per i red-
diti più alti introdotta dai laburisti.
A imporre questi tagli, inoltre, non
è una casta di politici che predi-
cano bene e razzolano male, che
chiedono sacrifici ai cittadini dal-
l’alto dei loro vitalizi milionari, dai
loro voli di Stato e dalle loro auto
blu. Qui i parlamentari vanno in
metropolitana e pagano il mutuo
come tutti gli altri. E di certo que-
sto fa la differenza.
FREEDOM FLOTTILA 2
SULLA NAVE PER GAZA, ANCORATA A CORFÙ
ouvia (Corfù) - “Ci è costata
G 390mila euro, che con
equipaggiamento e autorizzazioni fa
quasi 500mila”, spiega sul molo Anoun,
palestinese-genovese, uno degli
organizzatori della spedizione italiana
di Freedom flotilla2. Finito il corso di
resistenza passiva, la ciurma che
aspetta di imbarcarsi osserva la nave
che li dovrebbe portare di fronte a
Gaza. La “Stefano Chiarini”, il battello
passeggeri ha aggiunto taniche di
carburante e un impianto Internet sul
ponte di panche. Riconvertita alla
causa dell’aiuto umanitario per la
Striscia, imbarcazione di una trentina
di metri degli anni ’50,
dovrebbe ospitare una
sessantina di persone.
Gallette, insalata e
tanta acqua la dieta
prevista. Il secondo
giorno di sciopero
nazionale greco
rallenta l’arrivo dei
documenti definitivi; la
notizia di un altro
sabotaggio, dopo
di Stefano Citati
quella della nave ellenica “Giuliano”,
all’imbarcazione irlandese “Saoirse”
(Libertà) in Turchia, rafforza le
convinzioni sulle manovre israeliane
per scoraggiare il drappello di attivisti:
circa 350 in tutto, divisi per 12
imbarcazioni. Tra quelli pronti a
salpare un gruppo di malesi, tra cui un
deputato del partito di governo, che ha
finanziato, assieme ad alcune ong –
anche islamiche – parte della missione.
Tra gli italiani Tano D’Amico, storico
fotografo e convinto sostenitore della
causa palestinese: “Ho deciso di unirmi
per partecipare ai movimenti che
vogliono cambiare il mondo”. Gli
attivisti sembrano, per
la maggior parte,
sessantottini (diversi
gli ottuagenari tra gli
americani). Si teme
che il governo greco
consideri la presenza
della Flotilla una
questione di sicurezza
nazionale, scelta che
complicherebbe la
riuscita della missione.
pagina 14 Giovedì 30 giugno 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

DUE DATE ITALIANE

Un Auditorium Saramago
Letture da
Fausto Brizzi
Dirigerà la
Wimbledon
Tsonga
Mel Gibson
Trovato

per Ringo, un’intervista

inedita,
sabato a
Caracalla
prima
commedia
all’italiana
in 3D
fa fuori
Federer, in
semifinale
con Djokovic
l’accordo
per il
divorzio
dalla moglie

la rockstar più
fortunata al mondo
di Andrea Scanzi Moore, l’introverso Pete Best, teressato, ma al produttore
il professionista Andy White. David Fishof. I nove dischi del-

L’
uomo più fortunato del mon-
do, o quantomeno dei Sessan-
ta, torna in Italia. Non acca-
deva dal 1992 e ne sono pas-
sati addirittura 46 dalla sua
prima venuta a Roma: l’età
dell’oro di Ringo Starr, l’uomo
che visse di luce riflessa al-
l’ombra di tre geni. Lui, no:
normale, bruttino, voce im-
proponibile. Lo chiamavano
“l’orsacchiotto”, “il pagliac-
cio”, “il naso”. Il quarto sca-
rafaggio, l’unico pleonastico.
I compagni si fidarono così
poco del suo talento da aver-
gli fatto scrivere la miseria di
due canzoni (“Don't Pass Me
By” e “Octopus's Garden”).
Venne scelto soltanto al quar-
to tentativo come batterista
dei Beatles: il turnista Tommy
Lo strano caso di Alborosie
Poi, lui. Starr fu il ripiego del
ripiego del ripiego. Una deci-
sione dettata da simpatia uma-
na, più che da qualità tecni-
che. All’inizio non lo voleva-
no né i fans, né i roadies. Neil
Aspinall, storico road mana-
ger dei Beatles, si rifiutava di
scaricare e caricare la sua bat-
teria. Un esordio sintomatico.
Oggi Ringo Starr ha 71 anni e,
non senza paradosso, è il de-
positario più credibile del re-
pertorio beatlesiano.
JOHN LENNON e George
Harrison sono morti e Paul Mc-
Cartney pare ancora meno vi-
vo di loro. Se non altro, di re-
cente Sir Paul ha suggerito alla
Regina d’Inghilterra come an-
che Ringo meriti il titolo di Ca-
valiere: ovviamente, sinora,
nessuno si è mai sognato di
conferirgli tale onorificenza.
Ringo suonerà il 3 luglio all’A-
rena Civica di Milano e il gior-
no dopo all’Auditorium Parco
della Musica di Roma. Con lui,
l’undicesima formazione della
All Starr Band, un supergrup-
po da persone già note che per
due mesi decidono di suonare
insieme. Il gioco di parole –
“All Starr” – è così notevole da
non essere venuto al diretto in-
la band, nata 21 anni fa, sono
usciti per sette etichette diver-
se: segno che, commercial-
mente, non hanno trascinato
le masse. Dischi piacevoli,
senza infamia e senza lode, co-
me tutta la carriera di Ringo.
Nel repertorio, dal vivo, molte
canzoni dei Beatles. Non ne-
cessariamente le migliori:
“Yellow Submarine”, “With a
little help from my friends”.
C’è pure il repertorio autogra-
fo, decoroso quando va bene,
con i pochi singoli di reale suc-
cesso (“It don't come easy” e
“Photograph”) e una canzone,
“Never Without You”, dedica-
ta ad Harrison. È un “survival Ringo Starr durante il concerto tenuto lo scorso anno alla Radio City Music Hall di New York (FOTO LAPRESSE)
tour”: una tournée della so-
pravvivenza, a metà strada tra del tempo e con una tecnica George Martin volle così. Ci ri- al giorno. L’alcol lo rende vio-
il revival malinconico e l’eser- “semplice” che lo ha reso uno masi male, quella sconfitta mi lento, lui che si dichiara “to-
cizio di stile. Nessuno dirà di dei turnisti più richiesti. In è pesata”. Quando i Beatles si talmente tranquillo”. Picchia
avere assistito a una serata in- ogni suo disco c’è una ridda di sciolgono, capisce che la favo- la moglie, Barbara Bach, spo-
dimenticabile, nessuno chie- ospiti illustri, da Eric Clapton la è finita e non ci sarebbe sta- sata trent’anni fa, “fino a cre-
derà indietro i soldi del bigliet- ad Alanis Morissette, da David to ritorno. Entra in crisi. “Pas- dere che fosse morta”. Così
to (non bassi: da 40 a 70 per Gilmour a Van Dyke Parks, da savamo ogni momento insie- per anni e anni. La riabilitazio-
Milano, da 40 a 130 per Ro- Steven Tyler a Ozzy Osbour- me. Poi è arrivata la rottura. ne è lunga. Quando ne esce,
ma). Un genio, Ringo, ma solo ne. Tutti gli vogliono bene, co- All'improvviso ti trovi nel nul- nei Novanta, parla con toni
nella capacità di approdare co- me fosse – appunto – un “or- la". Nei Settanta comincia la messianici e molto loveandpea-
stantemente alla medietà arti- sacchiotto”. Dalla vita assai carriera solita. Album onesti ce: “Sono veramente grato di
stica. Il luogo comune lo vuole contrastata, però. Il primo ma confusi, che mettono te- essere su questa terra. La mat-
batterista poco più che scarso. trauma è quando gli preferi- nerezza e riverberano il luogo tina mi sveglio e mi rendo con-
Gli esperti, ultimamente, ten- scono Andy White, per la pri- comune del Ringo “medio- to di essere innamorato di tut-
dono a rivalutarlo: virtuoso ma versione ufficiale di Love cre”. Comincia a bere, moltis- to: di mia moglie, della gente
no, ma dall’impeccabile senso Me Do alla EMI. “Il produttore simo, fino a 16 bottiglie di vino che mi circonda, delle cose
che vedo”. Ringo Starr è un re-
duce di se stesso più in forma
di altri. Un gregario che cerca
di fare il leader, con risultati

Il raggae made in Reggio (Calabria) commoventi.

NON AVENDO mai avuto

di Valerio Venturi
n “Goodbye Malinconia”, Capa-
Ivanno
rezza canta che ''da qui se ne
tutti''. Subito il pensiero va
ai cervelli in fuga, ai giovani che
mollano l'Italia per cercare spazio
altrove: Uk, Svezia, Usa, Germa-
nia... La storia di Alberto D'Ascola
from Marsala, però, è singolare.
Perché questo 34enne dal sangue
siculo-calabro-pugliese ha trovato
la sua consacrazione in Giamaica.
In Africa.
Ricercatore pure lui? In un certo
senso, si. Conosciuto con l'aka di
Alborosie, ha sbancato a Kingston
facendo raggae, il genere praticato
dal mitico Bob Marley. Un po' co-
me se un finlandese si trasferisse a
Napoli e diventasse famoso per la
pizza. Incredibile, eppure è suc-
cesso.
Alberto ha iniziato a fare musica
nel Nord Italia, dove si è spostato a
vivere in tenera età. Attivo dai pri-
mi anni '90 con i Raggae National
Tickets – gruppo bergamasco da
200 mile copie di dischi vendute
in sette anni di attività – nel 2001
decide di lasciare band, agenzia,
casa discografica. Fa tabula rasa e
va a vivere in Giamaica.
Dopo qualche tempo, Alberto-di-
ventato-Alborosie si inserisce nel
tessuto musicale di Kingston co-
me corpo non estraneo: fonda una
etichetta indipendente, collabora
con produttori e artisti maestri del
genere ed inizia a pubblicare gli
album della sua seconda vita ar-
tistica: ''Soul Pirate'', ''Escape from
Babylon'', ''Escape From Babylon
To The Kingdom of Zion'', ''Dub
Clash'' e l'ultimo ''2 Times Revo-
lution''. Una cinquina di cd solisti
che lo consacrano come uno dei
grandi nomi del reggae internazio-
nale attuale. La sua ricetta? Can-
zoni moderne ma dai suoni vinta-
ge, testi impegnati cantati in pa-
tois e in “singjay style”.
...e così va a finire che l'italiano di
Giamaica inizia a girare il mondo
per portare il suo raggae nei fe-
stival e nei club di Stati Uniti ed
Europa. Dall'Italia lo chiamano Fa-
bri Fibra e Caparezza per un con-
tributo nelle song ''Un'altra chan-
ce'' e ''Legalize the premier''; il rap-
per Vacca lo imita e nel 2009 va a
Kingston pure lui; i critici ''pop'' si
accorgono del rasta da esportazio-
ne.
Stasera, Alborosie è all'Idroscalo di
Milano (al Magnolia, alle 23, 15 eu-
ro); poi tornerà in Italia in luglio, a
Piazzola sul Brenta (10), Catanzaro
(12), Rimini (13), Roma (14), Al-
ghero (15) e Iglesias (16). L'occa-
sione è ghiotta per ascoltare un
musicante pieno di dreads e di
Alberto D’Ascola, in arte Alborosie
idee che ha avuto successo ol-
tre-confine, bypassando il Belpae-
se e certi suoi discografici: alle pre-
se con la crisi del settore, è vero,
ma anche con una miopia estero-
fila che spesso non permette ai ta-
lenti di emergere bene.
un talento accecante, nessuno
può rinfacciargli di avere
smarrito il tocco: non l’ha mai
avuto. E’ un mediano a cui è
toccata in sorte una parabola
molto più grande di lui. Ha
sbandato, sofferto, infierito su
se stesso e chi lo circondava.
Ora, di fatto, è l’unico Beatle
che ha qualcosa da dire: poco,
ma ce l’ha. Ammette che la
musica l’ha sempre sentita più
“funky” che “pop”, lasciando
ulteriormente intendere che i
vestiti bealtesiani non li ha mai
avvertiti veramente suoi. Suo-
na quel che suona, senza pro-
mettere chissà che. E sul pal-
co, sembra davvero felice solo
quando chiede agli altri di can-
tare al suo posto. Quando ce-
de la ribalta agli amici della su-
perband. Quando si ritaglia,
una volta di più, la retrovia: l’u-
nico habitat che conosce.
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

WEEKEND di Biondi, Colasanti, Feltri, Pasetti Pontiggia

manuale di sopravvivenza

METROPOLIS è 1.OUTSIDE
David Bowie
1995 – Bmg

FUTURISTA
rito. In 6 anni il Re Lucertola modificò stili
e coscienze: in 54 mesi di vita The Doors
vendettero 80 milioni di dischi, ma quel
milione che annualmente continuano a
vendere marca il Segno. A 40 anni precisi
dalla scomparsa di Jim Morrison
(3/7/1971) esce anche in Italia l’atteso
When You’re Strange, rigoroso doc di
Tom DiCillo prodotto nel 2009, applau-
dito al Sundance e decide di festival. Il ge-
nio dello sciamano rock è intatto nel suo
scomporsi musicale, fotografico, audio-vi-
sivo e narrativo grazie al voice over di un
riverente Johnny Depp. Morrison oltre
La scatenata robotica della Hasbro torna a impazzare in “Transformers 3” Morrison: DiCillo osserva il mistero e ne
fa contesto, in un inferno/paradiso della
Rassegnatevi, Ziggy non ha
nessuna intenzione di
tornare sulle scene,
almeno per ora. La novità
consiste nella nuova
versione di “Golden
Years” in una App con le
tracce da remixare e in un
ga, e scopre di non essere troppo diverso Ep con alcune nuove
dalla preda, mentre l’hostess Linda (Ema- versioni realizzate dai Dj
nuelle Segnier, moglie di Polanski) è sgo- della radio americana
menta per la sorte della sorella modella Kcrw. L’ultimo grande
Celine (Elsa Pataky). E’ il nuovo (si fa per album risale al 1995 con la
dire: progetto martoriato, è già uscito in produzione di Brian Eno:
dvd a novembre) thriller di Dario Argento, doveva essere il primo di
ma non è una buona notizia: sceneggiatura alcuni capitoli narranti la
a tirar via, regia dimentica dell’Argen- storia del detective
to-touch e suspense in libera uscita, con Nathan Adler e di un
attori altisonanti quanto involuti. Si salva omicidio legato a doppio
qualche scorcio della “sua” città, qualche filo al mondo dell’arte. Tra
nota della colonna sonora di Marco Wer- atmosfere gotiche e ritmi
ba, ma sono scogli in un mare magnum di industrial Bowie indossa
involontario nonsense, con derive stra- per l’ultima volta una
cult: “Sei brutto!”, grida la vittima all’as- maschera proponendo

¸Cinema sto è il definitivo upgrade, meccanicamen-

Da vedere
èèè
Azione / USA
Transformers 3
di Michael Bay, con Shia La Beouf
La star c’è (Shia La Beouf, bravo), la nuova
star pure (Rosie Huntington-Whiteley,
bella e molto statuina), ma potremmo far-
ne a meno: Transformers 3 è puro cinema
futurista, sinfonia meccanica e rapsodia vi-
suale, una Metropolis 2.0, dove tutto è
macchina, clangore e furore. Le fortunate
creature della Hasbro la fanno da padrone,
ma le ambizioni di Michael Bay vanno oltre,
fino a portare sullo schermo un Boccioni
3D, un Carrà anima e cinghia, perché l’e-
voluzione della specie è l’estinzione del-
l’attore in carne e ossa. Se il supergenere
hollywoodiano del kolossal a effetti spe-
ciali non ha mai puntato sugli attori, que-
FUMETTO
te bello ma umanamente funesto: Tran-
sformers 3 decreta l’annichilimento di Shia
Storia dove 27 anni eran già troppi. “Dopo
Hendrix e Joplin, aspettano il terzo”, pro-
fetizzava il poeta. Il cofanetto di Feltrinelli
sassino. Giallo ottone. (Fed. Pont.) un’altra delle facce della
sua istrionica personalità.
“The Heart’s Filthy
& Co. e la riduzione della storia stessa a Real Cinema (14,90 euro) si completa del
è
Azione / Italia Lesson” è uno dei
mero piano cartesiano con l’ascissa Au- volume I giorni del caso di John Delmo- 5 (Cinque) capolavori degli Anni
torobot e l’ordinata Decepticon. Tra ci- nico. (AM Pasetti) di Francesco Maria Dominedò, con Matteo novanta, tagliente e
tazioni (Inception, The Dark Knight, Du- Branciamore claustrofobico al punto
ne, etc.) e eccitazione, un Rap futuristico, Da non vedere Roma, Quarticciolo: Manolo e quattro giusto: è l’ingresso nel
per dirla con Fabri Fibra, dove la figura amici di vecchia data (riformatorio) stu- mondo di manichini,
chiave è il robot vortice, il manifesto sem- è diano da Banda della Magliana, ma non cadaveri sezionati, aghi
pre lo stesso del 1909: “Non v'è più bel- Thriller / Italia-Usa hanno né carisma né intelligenza crimina- ipodermici e altre amenità
lezza, se non nella lotta”. L’ha vinta Bay, Giallo – Argento le. Lo sa pure il regista, l’esordiente Fran- horror.
l’hanno persa gli attori. Anzi, gli umani. di di Dario Argento, con Adrien Brody cesco Maria Dominedò, che lancia il sasso
(Fed. Pont.). Torino, il serial killer si chiama Giallo e e nasconde la mano: non Romanzo cri-
èèè
Documentario / Usa
prende il taxi, l’ispettore Enzo Avolfi
(Adrien Brody, a rischio caricatura) inda-
minale, piuttosto i cari, vecchi poliziotte-
schi per ispirazione, con regia videoclip-
para e stereotipi a far da tra-
CD in uscita ³
When You’re Strange ma. Il patto è di sangue, la ra- è BETTER MISTAKES
i Tom DiCillo Uno degli pina facile facile, il nightclub Marti (Fog)
“C’è qualcosa di più. C’è sempre qualcosa assorti non manca e la narice è fu- Dov’è finito David Bowie?
di più”. Scriveva Don DeLillo tracciando adolescenti mante: low budget, gggiovane L’epigono Andrea Bruschi
perle sul teorema dei miti. Che nessuna ritratti da e innocuo, Cinque agonizza ha lavorato con i registi
casa abitavano in corpo, qualunque in spi- Evan Baden tra il realismo di periferia e Guido Chiesa, Peter
l’iperrealismo fumettaro, Greenway, Catherine
mancando il primo e ridico- Hardwicke e Giuseppe
lizzando il secondo. Che ri- Ferrara e percepisce il
mane? Un risibile filmetto, al mondo solo attraverso

TUTTE LE DONNE DI TEX servizio di un cast televisivo

(fiction e reality): su tutti,
“brilla” Matteo Branciamore,
immagini
cinematografiche. Si
respira un’aria

WILLER, MISOGINO MA NON TROPPO il bravo ragazzo dei Cesaroni

traslocato nel maledettismo
pret-à-porter di Manolo. Cri-
mitteleuropea (nella
migliore tradizione di
Garbo); la voce di Bruschi
minale, senza Romanzo. (Fed. è un clone del duca
Pont.) bianco nella sua accezione
positiva, come nel brano
“In Flagrante Delicto” e
nella chitarra di “Better
ARTE di Claudia Colasanti Mistakes” ispirata dal
brano “1984” e dal
WEBCAM DELLE MIE BRAME periodo di Diamond Dogs
e Young Americans.

VOGLIO UN’IDENTITÀ DIGITALE L’unico momento del

èèè
Tex Speciale N. 25
Verso l’Oregon
di Gianfranco Manfredi e Carlos
Gomez, 240 pag., 5,8 euro,
Sergio Bonelli Editore
Lo speciale annuale di Tex , il co-
siddetto “Texone”, è sempre at-
teso perché è l’unica occasione
per sperimentare un po’, per ve-
dere il più immutabile degli eroi
Bonelli reinterpretato dai più
grandi disegnatori (indimentica-
bili le versioni di Magnus e Joe Ku-
bert). Nello speciale 2011, l’a-
spetto di interesse non sono solo
i cupi e voluminosi disegni di Car-
los Gomez (un argentino di talen-
to noto in Italia per il personaggio
L’EX CANTAUTORE GIANFRANCO MANFREDI
E IL GRANDE TABÙ DEL RANGER: IL GENTIL SESSO
di Dago) che creano un Tex spor-
co e durissimo. Ci sono anche i
testi di Gianfranco Manfredi che,
dopo essere stato un cantatuto-
re simbolo degli anni Settanta, si è
reinventato sceneggiatore di suc-
cesso. E qui affronta un tema tabù
nelle storie di Tex: le donne. Il
ranger, accompagnato dal solito
Kit Carson, è sulle tracce di un
serial killer, ma è costretto a ral-
lentare dovendo scortare una ca-
rovana di “spose postali” che si
sono promesse via lettera a mi-
natori dell’Oregon. Se Carson ha
sempre subito il fascino femmini-
le (senza passare mai ai fatti, se
non nello spazio lasciato alla fan-
tasia del lettore tra una vignetta e
l’altra), Tex è rimasto alla morte
della compagna indiana Lilith,
storie di 40 anni fa. A memoria di
lettore texano, è la prima volta
che Tex ha a che fare con così tan-
te donne e così a lungo. Misogi-
no? Un po’ maschilista, sicura-
mente. Ma in questa lunga storia
si concede quegli sprazzi di pro-
gressismo – mai politically cor-
rect – che lo hanno reso celebre e
un po’ di sinistra, nonostante
l’approccio law&order. Memora-
bile una battuta di Kit Carson:
“Ci sembra normale che un bian-
co paghi per fare i sui comodi con
una donna, e scandaloso che un
indiano paghi per sposarsela”.
Ste. Fel.
cambio del timbro di voce
si avverte in “The Price
un rumore di fondo che diventa insopportabile, una
Èpersone
torre di Babele visiva e sonora composta centinaia di
che guardano nella webcam affermando “Hallo
We Pay”, con
rimembranze del miglior
Elvis Costello. Lo aiutano
world!”. L’opera, dello statunitense Christopher Baker, è nell’impresa Simone Maggi
un grande puzzle di video prelevati da YouTube, in cui e Claudia Natilli.
singoli individui lanciano videomessaggi al pubblico Chapeau.
anonimo e globale della rete. Possiamo anche non per-
cepirlo, ma il fenomeno della ‘network culture’ ha as- è PLAGIARISM
sunto proporzioni inimmaginabili, benché silenti, spin- Ex Wave (Sony)
gendo gran parte delle ‘persone connesse’, soprattutto Un altro gruppo italiano di
di giovane età, verso una modificazione dei caratteri cui essere orgogliosi.
della propria personalità. Nella mostra “Identità virtuali” Lorenzo Materazzo e Luca
sono gli artisti ad illustrare il fenomeno meglio di qual- D’Alberto sono di
siasi specialista in materia: dieci artisti internazionali con formazione accademica ma
opere che affrontano caratteristiche e contraddizioni hanno già collaborato con
della nuova relazione dei singoli con il mondo virtuale. l’elettronica dei Recoil, di
Evan Baden si occupa di adolescenti, cogliendoli con i Alan Wilder (Depeche
volti assorti, quasi assenti, nella comunicazione digitale. Mode) e di Mike Garson
Lo stesso spaesamento d’identità nell’opera di Natalie (pianista e arrangiatore
Bookchin, in cui le persone ‘ballano da sole’ davanti storico di David Bowie).
all'occhio della loro webcam. C’è qualcuno che va oltre Tra Pop art, classica,
l’esibizionismo ed entra nella sfera politica, come nel- ambient ed elettronica,
l’opera dell’iraniana Diana Djeddi, una ricostruzione del Plagiarism è un lavoro
caso di Neda Agha-Soltan, la studentessa uccisa a Tehe- complesso e ambizioso. Ci
ran durante le manifestazioni del 2009. E gli italiani Les sono le cover di Lady Gaga
Liens Invisibles, con un progetto online che riflette le e Arcade Fire: in questi
distorsioni e i paradossi nel rapporto con i social net- due estremi si trovano le
work. tracce migliori, l’onirica
Identità virtuali. CCCS. Centro Strozzina. Palazzo Strozzi, “Nice Dream” e
Firenze. Orario: mart-dom 10-20, giov 10-23. Info: “Madonna Loves Teramo
0552776461. Fino al 17 luglio 2011. But Not The Pop”. (Guido
Biondi)
pagina 16 Giovedì 30 giugno 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ le auto blu. Lo sappiamo: tutto
verrà tagliato, ma le auto no, di Nanni Delbecchi
Lillo si dà
al poker
anche nel poker ci sono i ri- avere portato in Italia lo spi-

Punizioni quelle mai. Maria Antoniet-

ta Spadorcia accetta a scato-
la chiusa che il “bagno” parla-
mentare dei berluscones sia
un incidente “tecnico” di scar-
Ccoloheco,ocos’è il poker? Un gio-
uno sport, uno spetta-
un modo sicuro del mi-
nistero delle Finanze per dre-
gori, i lisci, i pali e i gol.
Non per nulla i fratelli Caressa
vi si sono buttati a pesce; e
Maurizio Caressa ha addirit-
tura varato il canale Poker Ita-
rito texano e che non si stanca
di ripetere “Questo è un gioco
di testa”. Dà lezioni private al-
la signora Vittoria, una auten-
tica pensionata romana che le

esemplari sa rilevanza.

di Paolo Ojetti
g1
T Conduceva in studio Ma-
ria Soave. Maria sembra una
bambina appena uscita dal li-
ceo. Anche la voce è infantile.
Per Maria si avverte un senso
paterno di protezione. Provia-
mo a proteggerla. Ieri aveva
accanto a sé Maurizio Sacco-
ni, il ministro del Welfare, che
si può discutere come gover-
nante, ma non come tennista:
è bravissimo. Maria lancia ol-
tre la rete una palla avvelenata:
“Ministro, ce lo chiede l’Euro-
pa, questa manovra riuscirà a
coniugare rigore e sviluppo?”.
Che botta, che passante, uno
smash imprendibile, un pallo-
netto liftato come non se ve-
devano dai tempi di Borg. Sac-
coni era in evidente difficoltà:
come faremo a coniugare rigo-
re e sviluppo? Annaspando, si
è ricordato che la formula “ri-
gore e sviluppo” è una frase
fatta, inventata da Tremonti e
ripetuta dal Tg1 un giorno sì e
l’altro pure. Allora, Sacconi ha
sferrato il suo rovescio e ha eli-
minato Maria la Provocatrice.
Ah, la notizia che Bossi voterà
per l’arresto di Papa era rigo-
rosamente non sviluppata.
g2
T Berlusconi ha studiato la
furbata del secolo, scaricando
sui futuri governi la Grande
Manovra Schiacciaitaliani? E
allora, ecco Napolitano che lo
“tana” e, da Oxford, chiarisce:
chi decide oggi si prende le re-
sponsabilità anche per doma-
ni. Insomma, se Bersani (è so-
lo un’ipotesi di scuola) va a Pa-
lazzo Chigi e fa strame dei red-
diti, potrà dire: non sono stato
io, andate al Mausoleo di Arco-
re e meditate. Franco Fatone
cura la schedina sulla “mano-
vra”: ci sono i tagli al pubblico
impiego, alla scuole, i ticket,
l’indennità dei ministri che
scompare. Ma, attenzione, so-
no scomparsi anche i tagli del-
T g3
Ed è oggi – il Tg3 ci spende
molti minuti – che si vedrà se
la “manovra” riuscirà ad arri-
vare almeno fino a sera o,
emendamento dopo emenda-
mento, esploderà come una
bomba e, con lei, la famosa
“maggioranza coesa”. Intan-
to, la maggioranza, due volte,
va sotto a Montecitorio: man-
cavano 55 deputati Pdl. Più
che assenze casuali (nono-
stante Galan in studio, affan-
nato a spiegare gli incidenti
“tecnici”) è sembrata una con-
giura contro Cicchitto che era
letteralmente impazzito. Ma
lo schifo sta in fondo al Tg3.
Siamo nel 2005, i sondaggi
danno il centrosinistra 15
punti sopra Berlusconi. De-
borah Bergamini chiama
l’allora direttore generale Rai,
Flavio Cattaneo, per blocca-
re la notizia e suggerisce: “Do-
po le 22,30 datela pure al Tg3,
tanto…”. Adesso la Bergamini
è eurodeputata. Commenta il
Tg3: una “punizione esempla-
re”. Cattaneo è Ad di Terna. Al-
tra punizione esemplare.
nare denaro (sei miliardi di eu-
ro giocati online dal settem-
bre 2008)? Dal punto di vista
televisivo non ci sono dubbi;
la versione texana che in tutto
il mondo ha soppiantato quel-
la classica è un eccellente
show, al punto da avere colo-
nizzato i palinsesti notturni in
quasi tutto il mondo –c'è una
vecchia alleanza tra ore picco-
le e tavolo verde – e gli ha con-
sentito di battere perfino il fa-
scino ipnotico dei tornei di bi-
liardo. Mentre il vecchio po-
ker a carte coperte di Cincin-
nati Kid, nato nei saloon, pe-
rennemente avvolto in una
nube di polvere pirica, fumo e
doppio malto, era decisamen-
te cinematografico, il cosid-
detto Hold'em sembra nato
per la tv; le “facce da poker”
non sono più ghigne da forca
ma ragazzoni atletici e multi-
vitaminici, mentre le cinque
carte scoperte scodellate dal
croupier sul tavolo più le due
che ogni giocatore deve tene-
re coperte (ma rivelate al te-
lespettatore dalle microscopi-
che telecamere-rossetto) con-
sentono una telecronaca in
stile paracalcistico, perché
lia 24 con palinsesti comple-
tamente dedicati agli appas-
sionati (pare incredibile, ma
c'è gente che ha voglia di gio-
care a poker anche alle 10 del
mattino). Soltanto a loro? Non
proprio, come dimostra “Lillo
no limit”, in onda il martedì
poco dopo la mezzanotte, che
il comico romano conduce
tutto da solo. L’idea è quella di
raccontare tecniche, gergo ed
eroi del poker (spesso giova-
nissimi che si sono inventati
dal nulla una professione) at-
traverso l’ironia e la parodia.
Una scommessa decisamente
azzardata, ma che proprio per
questo Lillo, da bravo pokeri-
sta in proprio qual è, non po-
teva lasciar cadere. Chioma
fluente alla Drupi e prossemi-
ca degna del Mago Forrest, Lil-
lo procede per la strada che
gli conosciamo bene, quella
di una surreale satira di costu-
me. Gli basta mettersi in testa
un cappellone rigido per tra-
sformarsi nel maestro ameri-
cano Steve Lill, che si vanta di
Lillo, in questo caso senza Greg,
conduce “Lillo no limit” sulla rete
Poker Italia 24 (digitale e Sky)
sta provando tutte per arriva-
re alla fine del mese. E con un
auricolare molto simile a quel-
lo che Gianni Boncompagni
usava per Ambra, detta le
mosse giuste ai suoi allievi mi-
gliori, che però perdono re-
golarmente il piatto perché il
poker è un gioco di testa, ma
-spiega Steve Lill- anche un’al-
tra parte del corpo svolge la
sua funzione.
Consapevole dell’assenza di
Greg, Lillo prova a sostituirlo
con altri ospiti e alterne for-
tune. Davanti alle telecamere
i professionisti non sempre
hanno lo stesso sangue freddo
che hanno al tavolo, le facce
da poker non sempre bucano
il video, allora bisogna battere
altre strade, chiamare amici
giocatori, e le cose migliora-
no. Nel duetto con Pupo, ve-
nuto a raccontare le mani più
memorabili della sua vita, Lil-
lo continuava a soffrire la
mancanza di Greg, ma in com-
penso Pupo aveva trovato una
valida alternativa a Emanue-
le Filiberto. D’altra parte nel
poker funziona così; perché
qualcuno vinca qualcun altro
deve perdere.

LA TV DI OGGI
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 NOTIZIARIO TG1
Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 FILM La nave dei
sogni - Rio de Janeiro
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 TELEFILM Le sorelle
McLeod
17.55 TELEFILM Il Commis-
sario Rex
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 DOCUMENTARIO
Superquark
23.25 EVENTO Nastri d'ar-
gento 2011 - La notte del-
le Stelle del cinema italia-
no (65ma edizione)
0.30 NOTIZIARIO TG1
Notte
14.00 TELEFILM Ghost
Whisperer
14.50 TELEFILM Army
Wives
15.35 TELEFILM Squadra
Speciale Colonia
16.20 TELEFILM Las Vegas
17.05 TELEFILM One Tree
Hill
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S.
17.50 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
18.15 NOTIZIARIO TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.30 TELEFILM Senza
traccia
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 EVENTO XXI Edizio-
ne Derby dei Campioni del
Cuore
22.55 NOTIZIARIO TG2
23.10 DOCUMENTI Fratelli
d'Italia
0.00 RUBRICA Crazy
Parade
15.00 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.05 TELEFILM Wind at
my Back
15.45 DOCUMENTARIO
Kilimangiaro Album
16.00 ATTUALITÀ Interro-
gazioni a risposta imme-
diata
17.40 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 TELEFILM Sulle trac-
ce del crimine
23.05 NOTIZIARIO TG
Regione
23.10 ATTUALITÀ TG3
Linea notte estate
23.45 TALK SHOW Sei
miliardi di altri
0.35 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
19.30 NOTIZIARIO TG3
(REPLICA)
20.00 RUBRICA Il caffé -
Noi e loro (REPLICA)
20.30 RUBRICA Consumi e
consumi
20.57 NOTIZIARIO Agrime-
teo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Tempi
dispari
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Il punto
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 NOTIZIARIO News
brevi
23.33 ATTUALITÀ Inchiesta
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Rosamunde
Pilcher: Cuori nel vento
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.10 REAL TV La notte
degli chef
0.00 FILM Per incanto o
per delizia
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
2.00 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint (REPLICA)
2.40 TELEFILM Huff
3.50 TELEVENDITA
Mediashopping
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.40 CARTONI ANIMATI
Detective Conan
14.10 CARTONI ANIMATI
I Simpson
15.00 TELEFILM E alla fine
arriva mamma!
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
18.00 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Miami
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 TELEFILM C.S.I.
23.00 TELEFILM The Closer
1.05 RUBRICA SPORTIVA
Poker1mania
1.55 NOTIZIARIO Studio
Aperto - La Giornata
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TELEFILM Più forte
ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Finalmente
arriva Kalle
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.35 FILM Il pianeta delle
scimmie
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 FICTION L'ombra
del diavolo
23.15 RUBRICA Cinema
d'estate
23.20 FILM Cape Fear - Il
promontorio della paura
1.50 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM MacGyver
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM I nostri mariti
16.10 DOCUMENTARIO
Atlantide (REPLICA)
17.55 TELEFILM Chiamata
d'emergenza
18.25 REAL TV Cuochi e
fiamme
19.30 VARIETÀ G' Day
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo
21.10 FILM Il giorno della
civetta
23.30 RUBRICA La valigia
dei sogni
0.00 NOTIZIARIO TG La7
0.15 FILM La quarta
guerra
2.05 ATTUALITÀ Otto e
mezzo (REPLICA)
2.45 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)
3.15 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Il giorno della civetta
Il capitano dei Carabinieri Bellodi
indaga sull’omicidio di Salvatore Cola-
sberna. L’omicidio è avvenuto nelle vici-
nanze dell’abitazione dove vivono Rosa
Nicolosi, il marito e la loro figlioletta.
Nella stessa mattina scompare anche il
marito di Rosa. Bellodi riesce a strap-
pare alla donna un nome fattole dal
marito prima di sparire: Zecchinetta. Il
capitano arresta il sicario, gettando lo
scompiglio tra i mafiosi del paese...
La7 21,10
/ Cape Fear
Sam Bowden, difensore d’ufficio in un
processo per stupro, nasconde alcune
informazioni che potrebbero aiutare il
suo assistito. Questi, quattordici anni
dopo, esce di galera e, acquisite le prove
del danno subito, si mette in cerca di
Bowden con l’intenzione di vendicarsi.
Per l’avvocato e la sua famiglia è l’ini-
zio di un incubo. Remake del thriller
girato nel 1963 da Jack Lee Thompson
con Robert Mitchum e Gregory Peck.
Rete 4 23,20
 Superquark  Nastri d’argento 2011
“Giungle”è il titolo del documentario Un inedito Kim Rossi Stuart, protago-
della spettacolare serie BBC Human nista dell’anno per “Vallanzasca, gli
Planet che “Superquark”, proporrà nel- angeli del male”che danza imitando
la puntata di questa sera. Le foreste una vera etoile, Nanni Moretti che non
tropicali coprono solo il 2% del piane- riesce a contenere tra le mani tutti i
ta, ma vi abitano metà delle specie premi di “Habemus Papam”, Alessan-
viventi. Sopravvivere in questo ambien- dro Siani tra i protagonisti di “Benve-
te richiede una profonda comprensione nuti al Sud”che dedica il premio al
/ Per incanto o per delizia  Fratelli d’Italia
dell’ecologia della giungla. Per esempio, momento difficile di Napoli. Sono que-
La bella Isabella Oliviera grazie alla Ospite del secondo appuntamento è
la maggior parte del commestibile sta a sti alcuni dei protagonisti della 65ma
devozione alla sua divinità marina, Giovanni Allevi a confronto con Giaco-
più di 30 metri di altezza. edizione dei “Nastri d’argento”.
manifesta una incredibile capacità culi- mo Puccini; quest’ultimo tra i musicisti
naria. Quando decide di rompere il
Rai 1 21,10 più noti e amati nel mondo, avvicinato
Rai 1 23,25
matrimonio con l’infedele neo-marito ad uno dei musicisti contemporanei,
proprietario del ristorante in cui lavo- forse, tra i più incompresi e attaccati
ra,si trasferisce a San Francisco a casa dalla critica e dai colleghi, ma amatissi-
di Monica una cara “amica”d’infanzia. mo dal grande pubblico, Giovanni Alle-
Dopo le prime difficoltà per Isabella vi, che nell’intervista con Annalisa Bru-
inizia una brillante carriera culinaria, chi racconta, con autoironia, dei suoi
ma dimenticare il passato non è facile. esordi e del primo concerto importante.
Canale 5 0,00 Rai 2 23,10
Giovedì 30 giugno 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedbac$
k
MONDO
LA CORTE USA: ANCHE SE VIOLENTO
WEB
di Federico Mello
è IL PRIMO PAPA DELLA STORIA SU TWITTER
BENEDICE GLI UTENTI (MA NON “FOLLOWA” NESSUNO)
“Cari amici, ho appena lanciato http://www.news.va/.
Sia lodato Nostro Signore Signore Gesù Cristo. Con
le mie preghiere e benedizioni. Benedetto XVI”. È
lui, il Papa in persona, che ha voluto comunicare su
Twitter – con il primo tweet in assoluto di un
Pontefice – il lancio del nuovo portale della Santa
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Manovra, Pdl e Lega
infilano il processo
breve nella bozza di
Tremonti”
Sede “news.va”. Il Papa, spiega l’Osser vatore

Il videogame è GELMINI RICORDA I SUOI ESAMI

MA SULLA TRACCIA INCIAMPA NELL’ERRORE
Martedì il ministro dell’Istruzione Mariastella
Romano, ha anche accolto la proposta di
rivolgere la sua benedizione al popolo
della rete. Il tweet del Papa ha avuto
un’eco enorme su Internet, anche nella
blogosfera internazionale. Il Telegraph ha
è SPERIAMO che
l’opposizione si svegli. Pd
esci dal letargo. Mi auguro
non si affidino ancora alle
“strategie” fallimentari di

è un diritto Gelmini ha scritto una lettera al “Giorno” in

cui ricorda la sua maturità. “È un ricordo
molto vivo, ho scelto un tema su Fogazzaro,
Palazzeschi e Crepuscolari” scrive Gelmini.
La lettera non è sfuggita ai blogger: “Mi sono
pubblicato una lista di “cinque consigli”
per migliorare la sua presenza online, ma
molti utenti fanno notare che Benedetto
XVI ha quasi 50 mila follower ma non
“followa” nessuno. “Non è molto da
D’Alema.

è MA PUÒ una
finanziaria contenere
DDLV

una sconfitta di tutti gli “apo-
Èsuprema
calittici” nel mondo. La Corte
degli Stati Uniti ha boc-
ciato una legge della California
che vietava la vendita o il noleg-
gio di videogame violenti ai mi-
norenni, giudicandola lesiva del
diritto alla libertà di espressione
sancito dalla Costituzione (la
Corte si è espressa con sette voti
favorevoli e due contrari). La leg-
ge sui videogiochi, approvata
dalla California nel 2005 e forte-
mente voluta dall’allora gover-
natore Arnold Schwarzenegger,
era stata subito impugnata da
editori, distributori e venditori
(protagonisti di un mercato da
10,5 miliardi di dollari). Nella
legge si definiva “violento” qua-
lunque videogioco che mettesse
in scena “uccisioni, mutilazioni,
smembramenti o aggressioni
sessuali contro un’immagine
dalle sembianze umane”, e pre-
vedeva multe per venditori e no-
leggiatori. Nella sentenza, la
Corte è andata anche oltre il di-
vieto e ha accolto la tesi secondo
cui anche i videogame sono vei-
coli di messaggi e idee sociali,
I FILM
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
18.55 Oscure presenze a Cold
Creek SCM
19.15 Shaolin Basket SCC
19.15 Nata ieri SCP
19.15 Tre uomini e una gamba SC1
19.20 S. Darko SCH
19.20 Una bionda in carriera SCF
21.00 Quattro matrimoni e un
funerale SCC
21.00 28 Giorni SCP
21.00 Fuori controllo SCM
21.00 La banda dei coccodril-
li, tutti per uno SCF
21.10 Il nome del mio assassi-
no SCH
21.10 Prima tv The Experi-
ment SC1
22.30 Un Indiano in città SCF
22.50 Viaggio nella vertigine SCP
22.55 Dragon Trainer SC1
23.00 Eurotrip SCC
23.00 Nameless SCM
23.05 Basta che funzioni SCH
0.05 Una notte con Beth
Cooper SCF
0.40 La Passione di Cristo SC1
0.45 Donne di piacere SCP
RADIO
che ricadono quindi sotto la tu-
tela del Primo emendamento. “Il
governo non ha il potere di limi-
tare le idee alle quali i minori
possono essere esposti” ha di-
chiarato il giudice Antonin Sca-
lia. Rappresenta bene le posizio-
ni oscurantiste, invece, il senato-
re californiano Leland Yee, auto-
re della legge: “L’industria dei vi-
degame continuerà a fare miliar-
di di dollari a spese della salute
mentale dei nostri ragazzi e della
sicurezza della comunità”. Il se-
natore forse, non ha mai letto
Tutto quello che fa male ti fa bene di
Johnson Steven, testo fonda-
mentale della cultura contempo-
ranea che spiega come i video-
game sviluppino capacità di ana-
lisi, di indagini per supposizione
(non è questo il metodo scienti-
fico?), e di telescoping: puntare
a un obiettivo organizzando le
priorità. E sicuramente, il sena-
tore, come molti soloni che in
Italia non mancano, non ha mai
provato sul campo quanto possa
essere divertente giocare a Grand
Theft Auto.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
14.00 Tennis, Grande Slam
2011 Wimbledon: prima semifi-
nale femminile (Diretta) SP3
14.30 Golf, PGA European Tour
2011 Alstom Open de France:
1a giornata (Diretta) SP2
17.00 Tennis, Grande Slam
2011 Wimbledon: seconda
semifinale femminile
(Diretta) SP3
18.30 Calcio, Incontro
amichevole Uruguay - Estonia
(Replica) SP1
19.00 Wrestling, WWE Expe-
rience Episodio 52 SP2
20.00 Golf, Feudo d'Asti Golf
Open 2011 SP2
21.00 Tennis, Grande Slam
2011 Wimbledon: semifinali
femminili (Replica) SP3
21.00 Golf, PGA European Tour
2011 Alstom Open de France:
1a giornata (Replica) SP2
23.30 Golf, Feudo d'Asti Golf
Open 2011 SP2
0.00 Poker, Gran Finale SNAI
Poker Cup Episodio 6 SP2
chiesto: cosa c’entrano Fogazzaro con Papa...” commentano alcuni utenti.
Palazzeschi e i Crepuscolari?”
si chiede il blog ‘Sempre un
norme che non attengono
alle entrate ed alle uscite
dello Stato? Il processo
po’ a disagio’. “Niente – breve c’entra come i cavoli
aggiunge – perché la traccia a merenda nella manovra.
non parlava di Fogazzaro, ma Per il tuo prossimo
di Sergio Corazzini, poeta compleanno, caro
crepuscolare a tutti gli Presidente Napolitano,
effetti”. Non è che la Gelmini faccelo tu sto regalo:
ha preso anche la maturità a rimanda al mittente la legge
Reggio Calabria? con la raccomandazione di
stralciare la furbata del
processo breve
mimetizzato ad arte in una
legge che siamo obbligati
ad approvare per tema di
finire come la vicina
Grecia. Auguri Presidente!
Occhiopin
è HANNO derubato i
cittadini di denaro ed etica,
hanno derubato l’economia
approfittando di tutto, si
cominciano a derubare tra
loro. Una pericolosa e
delinquenziale cleptocrazia.
valmar tin
Niko Bellic, protagonista di Grand Theft Auto è BAFFINO non
IV; il Papa su Twitter; alla presentazione mancherà di appoggiarlo
del portale, il pontefice ha anche provato mandando qualcuno dei
l’iPad; il blog “Sempre un po’ a disagio” suoi a prendersi il caffè.
Hychno
è IL NUOVO Di Pietro
SAPREMO COME BLOCCARE TUTTO aveva detto che non
L’IRAN SU “INTERNET IN UNA VALIGIA” avrebbe perdonato una
Per sconfiggere la censura e aggirare i manovra che scaricava il
filtri imposti dai regimi, Barack Obama, ha grosso ai governi seguenti,
deciso due settimane fa di fornire ai dissidenti dal vediamo cosa s’inventa per
Maghreb alla Cina un kit completo. Il progetto si essere all’altezza del nuovo
chiama “Internet in a suitcase” ed è stato approvato ruolo.
dal presidente in persona che ha stanziato 50 milioni wood
di dollari. Nella valigetta i cyberattivisti possono
utilizzare pc e cellulari in grado di comunicare tra loro è IL PRESIDENTE
attraverso una rete wireless indipendente da quella Giorgio Napolitano farà
dei governi che, come è accaduto anche in Egitto bene a non firmare questa
durante la rivolta, può essere interrotta in qualsiasi manovra decisamente
momento. Ma se gli Usa credevano di avere trovato la vergognosa. Le
modalità per bypassare i controlli e i divieti imposti conseguenze sarebbero
dalle dittature, ieri Heidar Moslehi, ministro disastrose, varrebbe ad
dell’Intelligence iraniana, ha dichiarato che il governo assolvere i reati commessi
di Ahmadinejad ha già adottato misure da questi governanti.
idonee per contrastare il progetto americano. ciamott
Il timore è che il vento delle rivoluzioni Nord
Africa arrivi fino a Teheran e metta in crisi il è L’OPPOSIZIONE tace
governo, già indebolito dai moti arabi. Gli Usa perchè non esiste e perchè
hanno messo a punto il kit di spionaggio per anche loro non vogliono i
consentire alla Cia contatti frequenti e stabili coi tagli, non vogliono
dissidenti, ma Moslehi è convinto che il piano di rinunciare alla pensione
Obama sia quello di avviare una cyberwar solo che si avvicina e mollare
contro l’Iran. La “valigetta”, che mira a creare tutti i loro privilegi. Penso
anche un filo diretto con i servizi segreti e che davvero siano della
Washington, si basa su tecnologie fornite stessa pasta, perchè
dall’intelligence e da alcuni hacker del “Liberation altrimenti avrebbero fatto
technology qualcosa invece fan pena.
movement”. I è ARRIVA GOOGLE PLUS Son morti e ancora non lo
primi paesi che SOCIAL NETWORK PER PICCOLI GRUPPI sanno.
vedranno lo sviluppo Google contro Facebook: il colosso di
delle reti wireless
invisibili ai governi
Mountain View ha oggi annunciato il suo
nuovo social network, Google+ (plus), che è SEMPLICEMENTE
nadia

è DI PIETRO: NO DELIBERA
A “Radio3 Scienza” AGCOME E IL BLOCCO DEI SITI
sono Iran, Siria e
Libia.
entrerà in concorrenza diretta con il leader
del settore, creato da Marck Zuckerberg. Al
non è una manovra. Di
fatto non prevede nessun
Mentre continua online la
il richiamo della foresta mobilitazione contro la delibera che
(di Eleonora momento il servizio Google+ è riservato a taglio strutturale in ambito
Bianchini) un numero limitato di utenti, che presto sprechi e non prevede
Sono i polmoni verdi del pianeta. Ospitano due terzi verrà approvata dall’Agcom il
saranno abilitati a invitare altre persone per nessun reindirizzamento di
delle specie viventi e più di un miliardo di persone. prossimo sei luglio, anche il leader Idv
condividere informazioni, fotografie e link. fondi in settori idonei a
denuncia il rischio censura: “Non c’è
Alcune sono in pericolo, altre godono di buona salute.A Una delle differenze tra Google+ e Facebook garantire un rilancio
dubbio che il diritto d’autore debba essere tutelato, ma
Radio3Scienza facciamo il punto sulle foreste del mon- è la dimensione dei gruppi. Il servizio di dell’economia. Insomma,
non per questo si può permettere che venga bloccata la
do, a metà del 2011, dichiarato dalle Nazioni Unite Mountain View mira alla condivisione di per dirla chiaramente, 47
libera circolazione delle idee in Rete. La delibera 668/2010
informazioni tra piccole entità, offrendo miliardi per tappare i buchi
Anno internazionale delle Foreste. Intervengono Gian- dell’Agcom, invece, è la premessa per una censura del web
messaggi e videochat, ma senza coinvolgere di bilancio e zero miliardi
luca Piovesan, ecologo forestale dell'università della che non ha paragoni con quello che accade negli altri paesi
tutto il web, come il social network di Palo per far crescere il Pil.
Tuscia, Francesco Martone del Forest Peoples Program- occidentali”. Lo scrive Antonio Di Pietro, in un post sul
Alto. “Nella vita reale abbiamo muri e Oltre a ciò stiamo
me e collaboratore dell'Osservatorio sulle foreste pri- sito dell’Italia dei Valori. “Ritengo altamente pericoloso e
finestre, e posso parlare con te sapendo chi è assistendo al solito
ingiustificato l’oscuramento dei siti senza passare
marie del pianeta www.salvaleforeste.it, e Nevio Agosti- presente nella stanza – spiega uno dei mercanteggiare fra Lega e
attraverso l'autorità giudiziaria. Agli utenti deve essere
ni, naturalista del Parco Nazionale delle Foreste Casen- responsabili dei social network Google –. Pdl che evidenziano i soliti
garantito il diritto costituzionale per l’accesso libero alla
tinesi.Al microfono Paolo Conte. Nel mondo online, ricevi una scatola e poi interessi alieni alle
rete senza obblighi, senza orpelli e senza limiti” conclude.
La musica di oggi è Burlesque n. 3 per pf di Bela Bar- condividi con tutto il mondo”. Secondo il necessità e alle aspettative
NYT, la mossa di Google potrebbe essere degli Italiani. È iniziata una
tok, eseguita da Gyulia Kiss.
tardiva, visti i precedenti (come Buzz) non lunga agonia.
Radiotre 11,00 andati molto bene. redfish
pagina 18 Giovedì 30 giugno 2011

SECONDO TEMPO

Nordisti
PIAZZA GRANDE É di Gianni Barbacetto

L’economia riparte dalle città
di Marco Aime
ualche tempo fa sull’in-
L’edilizia è il case costruite negli anni di
maggior edificazione, sono
moltiplicatore esteticamente inclassificabili,
do dei valori di prestazione
energetica fissati per legge (esi-
stono già per le case di nuova
POZZI-BUNGA
L’INELEGGIBILE
G iorgio Pozzi da Mariano Comense è un nordista “matto”:
“Matto come un cavallo. Però fa ridere, è simpatico”.
Parola di Nicole Minetti, che racconta al telefono a Silvio
Berlusconi di essere stata a Villa d’Este proprio con Pozzi e una
sua amica romena. (“Presentabile?”, chiede Silvio. “Fighissima”,
risponde Nicole). Pozzi, ex assessore regionale ai Trasporti molto

Q
serto di Repubblica “Affari
& Finanza”, è apparso un
articolo a cura di Roberto
Mania, dove viene enunciata
(illustrata non si può dire, per-
ché non si va oltre la dichiara-
zione d’intenti) da parte del-
l’Ing. Paolo Buzzetti, presiden-
te ANCE, categoria che rappre-
senta gli industriali edili, la pro-
posta, non peregrina, di “rifare
le città”. Essendo io un impre-
sario edile e poiché l’argomen-
to è un mio vecchio pallino,
vorrei dare il mio contributo.
Perché il recupero del patri-
monio immobiliare, “rifare le
città”, assume una valenza stra-
tegica non solo per la ripresa
economica, tanto da risultarne
essenziale (problema non da
poco visti i tempi che corro-
no), ma anche ai fini della sicu-
rezza, del risparmio energeti-
co, della diminuzione dell’in-
quinamento, e, non ultimo, del
recupero estetico? Prima di
trattare i vari punti mi corre
l’obbligo di fare un’importante
premessa. Il settore dell’edili-
zia abitativa, strategico per
ogni comunità sociale, lo è an-
cor di più per l’Italia, sia per
quello che rappresenta per gli
italiani, bene d’investimento
affettivo ed economico prima-
rio (oltre l’80% degli italiani è
proprietario di prima casa), sia
perché esso è vetusto, poiché
costituito nella sua gran parte
da abitazione edificate prima
del 1970.
L’ASPETTO economico. Il
settore dell’edilizia è strategico
per l’economia, in quanto per
ragioni intrinseche alla sua na-
tura e struttura produttiva, sul-
le quali, per ovvie ragioni di
spazio e di luogo, non mi sof-
fermo, è ritenuto, nella scienza
e nella pratica economica, il
moltiplicatore economico per
eccellenza (le politiche econo-
miche keynesiane e del New
Deal roosweltiano insegnano
economico per
eccellenza. Inoltre
recuperare un
patrimonio
immobiliare
vetusto come il
nostro porterebbe
vantaggi energetici
e ambientali
delle scale, i vetri non anticadu-
ta di ringhiere dei balconi, di
serramenti scale, etc, etc.
Il risparmio energetico. Come
detto la maggioranza dei nostri
edifici sono ante 1970 e, gran
parte di questi è stata edificata
nel periodo della ricostruzione
bellica e del boom economico.
CIÒ FA SÌ che i consumi di ol-
tre il 50% delle nostre abitazioni
siano a volte superiori ai 200
kw/mq anno, rispetto a una me-
dia di 70 kw delle costruzioni
attuali con, quindi, un immagi-
nabile spreco di risorse energe-
tiche e con una conseguente
produzione di inquinamento
ambientale, che ci porta, nei
periodi invernali a sforare, nei
grandi centri urbani le soglie di
ammissibilità di inquinanti am-
bientali.
Il problema estetico. Quante
ripugnanti alla vista e depri-
menti per coloro che ci vivono
e che ci passano, definite “il lu-
gubre urbano” da Fruttero e Lu-
centini. Intervenire sugli edifi-
ci, rendendoli efficienti dal
punto di vista energetico signi-
fica agire sull’involucro (le fac-
ciate) e, pertanto, significa ave-
re l’opportunità di rivederli
esteticamente rendendoli me-
no lugubri, più vedibili e, quin-
di, anche più vivibili.
Il come fare, nonostante l’han-
dicap di cui della peculiarità
tutta italiana di una notevole
atomizzazione della proprietà,
non è difficile. Basta volerlo fa-
re. Si dovrebbe intervenire con
apposite ordinanze comunali,
che a seguito di una legge na-
zionale sul risparmio energeti-
co, obblighino i proprietari dei
condomini, incentivati da un
premio di cubatura, a mettere
in pristino gli edifici rispettan-
Giorgio Pozzi (in fondo a sinistra) all’inaugurazione del Malpensa Express (FOTO OLYCOM)
edificazione).
Recuperare il patrimonio im-
mobiliare, rifare le città, cre-
sciute male e troppo in fretta,
porterebbe grandi vantaggi sia
per la comunità: la tanto auspi-
cata ripresa economica, il ri-
sparmio energetico, il minor
impatto ambientale ed esteti-
co, il minor consumo di territo-
rio dovuto all’espansione oriz-
zontale della edificazione; sia
per i proprietari: il premio di
cubatura – che può essere ce-
duto od offerto in cambio lavo-
ro dai possessori degli immobi-
li alle imprese del settore –, la
minor spesa per il riscaldamen-
to/raffrescamento, il maggior
valore dell’immobile, la sicu-
rezza, la maggior vivibilità.
Il recupero del patrimonio im-
mobiliare è cosa fattibile e da fa-
re. Darebbe un’infinità di van-
taggi a tutti. Farebbe riprende-
re l’economia.
vicino al presidente della Lombardia Roberto Formigoni, oggi è
consigliere regionale, eletto nelle liste del Pdl. Ineleggibile,
secondo le regole. Ma nessuno lo schioda dalla sua poltrona. In
passato il suo nome era più volte entrato – ma senza
conseguenze – nelle cronache giudiziarie. Faceva parte della
compagnia di assessori o ex assessori regionali impegnati in affari
immobiliari con Massimo Ponzoni, poi fallito. Prima ancora, un
appunto con su scritto “Pozzi” e accanto alcune cifre (“200
milioni”) era finito nelle carte di un’inchiesta sulle discariche di
Paolo Berlusconi. Era anche stato indagato per la trasformazione
di terreni agricoli nei pressi di Lacchiarella, a sud di Milano, in
preziose aree dove impiantare l’Interporto. Pozzi è uscito da ogni
vicenda candido come un giglio e ha mantenuto, anzi
aumentato, il suo buonumore. Tanto da fare campagna
elettorale in compagnia di Lele Mora e delle sue ragazze, Sara
Tommasi, Francesca Cipriani... Adesso però una sua compagna di
partito, Paola Camillo, il buonumore glielo sta facendo perdere.
Lo ha trascinato in tribunale, davanti al giudice civile, per
obbligarlo a lasciare a lei (prima dei non eletti pdl) la sua
poltrona di consigliere regionale. Perché Pozzi è ineleggibile: in
quanto presidente della società Nord Energia spa, controllata
dalla Regione Lombardia. Adesso è sceso in campo anche quel
gran guardiano delle regole elettorali che risponde al nome di
Marco Cappato, leader radicale milanese: Pozzi se ne deve
andare. È vero che ha presentato una lettera di dimissioni dalla
Nord Energia, ma questa è datata 15 marzo 2010: troppo tardi,
secondo le regole. Andavano presentate entro il 27
febbraio, giorno del deposito delle liste elettorali. Ma
niente paura: quel “matto” di Giorgio a questo punto
tira fuori un’altra lettera di dimissioni, datata 22
febbraio. Tutto a posto? No, perché Paola Camillo
sospetta che la seconda lettera sia stata “costruita” a
tavolino, fuori tempo massimo, con una data fasulla.
Ma no, assicura Pozzi: è stata protocollata.
Effettivamente il timbro del protocollo c’è, ma
attenzione: è del 1 marzo. Troppo tardi. Paola Camillo
a questo punto già pregustava il morbido della
poltrona di consigliere regionale, quando è avvenuto
un nuovo colpo di scena: Pozzi porta in tribunale un
testimone, il direttore generale di Nord Energia Pietro
Merli. Questi giura: la (seconda) lettera Pozzi me l’ha
consegnata a mano il 23 febbraio. Il giudice civile in
primo grado sentenzia: come faccio a dire che Merli
abbia detto il falso? E dà ragione a Pozzi, che torna a
sprofondarsi sulla sua poltrona. Paola Camillo ricorre
in appello: la parola del direttore generale non vale,
perché non ha alcuna competenza in materia di
dimissioni. Marco Cappato conclude: ancora una
volta in Regione Lombardia le regole vengono fatte e
disfatte su misura dei clan del potere.

“Scrivere di ciò che bisogna tacere”

in questo campo). Moltiplicato-
re economico, nel senso che un
euro investito nell’edilizia si tra-
sforma in svariati euro, investiti
e spesi, in tutti gli altri settori.
La sicurezza. Come si sa in Ame-
rica, per differente approccio
culturale, la casa è vissuta come
bene di consumo e, pertanto, il
suo ricambio, inteso come de-
molizione e rifacimento, è alto.
In Europa, ma soprattutto in Ita-
a dire ciò di cui bisogna tacere, quello di cui non si
Ieri Lidia Ravera ha partecipato all’incontro “Sesso e
parla, quel nucleo di “indicibile” che, nella teoria
bugie” nell’ambito della Milanesiana ideata da Elisabetta
freudiana dei sogni, viene definito “il figlio della
Sgarbi. Riproponiamo ampi stralci del suo intervento
notte”, qualcosa che la comunità dei potenziali let-
di Lidia Ravera tori non ha mai ascoltato, o voluto ascoltare, visto, o
voluto vedere, qualcosa che non sa ancora, o che
udù La Capria, in un saggio intitolato Lette- non sa di sapere. Il passaggio di un sogno che non
in ansia. Attenta fino alla spasmo ad ogni minuscola
attività percettiva. La ricerca della verità. Non che io
abbia qualcosa di personale contro la menzogna. Me
ne nutro, come chiunque. La ammanisco a chi mi
ascolta, sotto le forme obbligate della comunicazio-
ne orale. Me ne servo per difendermi. Dal vuoto. Dal-

lia, essa, invece, è vista come in-
vestimento duraturo, da lascia-
re in eredità ai figli, e pertanto il
suo rinnovamento è lasciato a
rari, ed in gran parte obbligati,
interventi di ripristino dovuti al
fisiologico deperimento degli
immobili od ai rarissimi inter-
venti legislativi (ultimo quello
dell’ inserimento di valvole ter-
mostatiche e di contabilizzatori
sugli impianti di riscaldamen-
to). Molte case non sono a nor-
ma e in sicurezza, non solo, co-
me dice il presidente dell’AN-
CE, per quanto riguarda il ri-
spetto delle norme antisismi-
che (ma sotto questo aspetto,
caro presidente, ritengo che in-
tervenire sia più un sogno che
una realtà), ma soprattutto per
quanto riguarda il rispetto delle
norme più banali e terra-terra,
quali la normativa sulla sicurez-
za, sia nelle parti private che
condominiali degli edifici, qua-
li: gli impianti elettrici, antin-
cendio, l’altezza e la tenuta alla
spinta di ringhiere dei balconi e
D
l’insensato. La coltivo, per necessità. Per sopravvi-
ratura e salti mortali paragona un buon roman- riesce a decifrare. Freud (foto): “L’unico pensiero venza. Per alzarmi dal letto al mattino. Per imporre
zo a uno splendido tuffo. Dice che, come per rinnegato o, più esattamente, quell’unico impulso, una struttura, una spina dorsale, alle mie giornate.
chi si lancia in acqua da un trampolino, per è figlio della notte, appartiene all’inconscio del so- (...)
chi scrive un romanzo il problema è la perfezione. gnatore e viene da lui rinnegato e respinto” E inevitabile. È menzogna innamorarsi, e odiarsi lo è
Un romanzo si giudica dalla sua perfezione, come, È quella, la verità? La verità coincide con “Il rinne- altrettanto. Per innamorarsi tocca abbellire, per
alle Olimpiadi, un tuffo. La perfezione ha le sue re- gato e respinto”?L’insopportabile? L’indicibile? Una odiarsi non capire. Sono menzogne l’ambizione, l’
gole, ogni singola parte deve corrispondere al tutto. specie di vergogna ontologica radicata nel buio del- ideologia, ogni tifoseria e appartenenza. La voracità
Le regole vanno rispettate con rigore e infrante con l’inconscio? Certo, è questo che chiedo alla lette- quanto l’ascetismo.
altrettanto rigore. ratura. Quando Menzogne opportuniste, come certi animaletti che
Un romanzo deve trova- scrivo, quando fanno il nido, più o meno a loro agio, fra i nostri pen-
re, cioè, una sua perfe- ‘Mentono i leggo. Verità, la sieri, sono la maggior parte delle nostre opinioni. Le
zione, ma anche conte- mia quota. La mia convinzioni, che inevitabilmente, si inorgogliscono
nere un’incrinatura, corrotti che si porzione. Quanta di una forza fittizia. Sono menzogne le bandiere, i
un’incongruenza, qual- ne voglio soppor- progetti, i proponimenti. Le eziologie, le spiegazio-
cosa che non gli con- fidano dei propri tare, quanta ne ni. Tutto il corredo che consente alle nostre nudità
senta di ritirarsi nel pa- appetiti e si posso desiderare. terrestri di attingere a qualche grazie inventata, a
radiso dei romanzi, là Scriveva Maria qualche transitoria eleganza. Mentono i santi che si
dove l’umana fallibilità esercitano nella Zambrano: la veri- adeguano in terra ai non-luoghi proposti dalla reli-
non ha accesso e tutto si tà non si è soliti dir- gione. Paradisi, purgatori. Mentono i corrotti che si
svolge nella perfetta prevaricazione. la parlando. La ve- fidano dei propri appetiti e si esercitano nella pre-
geometria delle forme. rità di ciò che accade nel seno nascosto del varicazione, inutilmente. Mentono i bambini per an-
Un romanzo, come un Mentono i bambini tempo è il silenzio della voce. Ci sono cose dare avanti e diventare grandi. Mentono i vecchi per
tuffo, è tanto più bello per andare avanti e che non si possono dire, ma è proprio di ciò andare indietro e scansare l’appuntamento col de-
quanto più alto è il suo che non si può dire che bisogna scrivere. stino. La verità, l’unica perseguibile, è nella perfe-
rischio di fallimento. diventare grandi. zione superflua del salto mortale. Quella tensione
Ma quand’è che uno A QUESTO SERVE la letteratura. A scopri- assoluta verso il superamento della gravità che si in-
scrittore, una scrittrice, Mentono i vecchi re segrete verità, a comunicarle. (...) carna nella paura di sbagliare.
corre davvero il rischio È la speranza che il miracolo accada, quella (E comunque ha ragione F. Bacon: “What is Truth? said
di fallire? Quando prova per andare indietro’ che ti inchioda alla tua sedia. Tesa, in ascolto, jesting Pilate, and would not stay for an answer”)
Giovedì 30 giugno 2011
MAIL
La crisi di Piombino
e il futuro degli operai
Vi scrivo dal sottosuolo. Da
quella boscaglia odorosa e pri-
va di luce che è il mondo ope-
raio moderno. Precario ed in-
stabile. Le gloriose acciaierie
di Piombino sono attaccate al-
la macchina artificiale e la spina
è in mano alle banche. Dio
l’abbia in gloria! Pochissimi
hanno una vero interesse a
questa vertenza, al massimo
qualche grido sbadigliato di al-
larme.
Certo, ora mancano i soldi ed
i lavoratori in scadenza di con-
tratto verrano mandati a casa.
Ma in fondo chissenefrega.
Magari si libera qualche posto
in parlamento e si ficcano li.
Oppure se ne staranno con le
mani in mano a mordersi il ba-
vero della camicia con gli occhi
spettrali di chi non ha futuro.
Anche i sordi ed i matti sanno
che senza fabbrica si fischietta
poco allegramente. Si rischia il
disatro sociale, circa trentami-
la persone dipendono dal no-
stro caro altoforno, aimè giun-
to quasi al termine del suo
viaggio. Sia chiaro a tutti: qui
non esistono alternative.
Cristiano
La lenta agonia
dell’economia greca
Sono un giornalista che segue il
mondiale rally, e abitualmente
mi occupo di macchine e piloti.
Seguendo le varie prove del
campionato, ho avuto l’oppor-
tunità di visitare tre mesi fa il
Portogallo e la scorsa settima-
na la Grecia. Essendo i rally una
specialità che porta a girare
per le località spesso più di-
sparate dei vari paesi, ho avuto
modo di notare che mentre in
Portogallo, dove Socrates si
era appena dimesso in diretta
tv, la gente ha fiducia e vuole
superare la crisi, in Grecia non
è così. La dimostrazione si è
vista anche nel Rally di Grecia,
con poco pubblico venerdì
scorso sulle prove speciali. Alla
partenza cerimoniale svoltasi
giovedì sera ad Atene l’abituale
bagno di folla sotto l’Acropolis
c’è invece stato, ma è stato
messo in forse sino all’ultimo, a
causa dei violenti disordini
scoppiati il giorno prima du-
rante lo sciopero generale a
Piazza Sintagma. L’economia
del paese sta lentamente ago-
nizzando verso la bancarotta.
La gente ha perso la fiducia nel-
le istituzioni e tutti cercano di
evadere le tasse il più possibile.
Così al ristorante e ai distri-
butori di benzina non vengono
accettate le carte di credito,
molti bancomat sono vuoti per
paura di essere assaltati, e tanti
negozi ed hotel chiusi. Indica-
tivo poi anche l’alto prezzo dei
carburanti (1,8 euro al litro), e
delle sigarette (un pacchetto di
Marlboro costa 4 euro) in una
nazione in cui il salario medio
pro capite è di soli 700 euro al
mese. Insomma una situazione
molto seria: la Grecia rischia di
esplodere travolgendo l’euro e
tutti i sogni dell’economia eu-
ropea.
Marco Giordo
Abbonamenti
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alla settimana (da martedì alla domenica).
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postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
BOX
LA VIGNETTA
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO
C’È UN ALTRO
DI PIETRO?
aro Furio Colombo, vorrei del suo senso di libertà che è molto forte, al
C farle una domanda semplice.
Che cos’è successo l’altro giorno in
punto di avere il bisogno di esibirla di tanto
in tanto, rischiando di irritare. Ma non è
Parlamento a Di Pietro? Perché tipico di Di Pietro assumersi il problema
questo atteggiamento ambiguo nei degli altri. Se quello che fa in un dato
confronti di Berlusconi, proprio momento piace o non piace, non è così
ora che il Caimano è in grosse importante per lui. L’importante è
difficoltà? Non possiamo più fidarci interpretare se stesso secondo un tracciato
neppure dell’ex pm di Mani Pulite? che è solo suo.
Trovo l’episodio veramente Come si vede ne sto parlando con stima, un
inquietante. giudizio che si estende a un lungo periodo
Antonio di tempo di conoscenza prima e durante la
vita parlamentare. Poi c’è la vicenda in
PROPONGO di seguire questo discussione, il colloquio pubblico con
percorso: primo, che cosa penso di Berlusconi. Ne sono stato sorpreso, non lo schetti è stato in occasione te smentita: “I servizi delle
Di Pietro. Secondo, che impressione ho capisco, trovo che il piccolo evento storico della cena del mio 50° com- due brave giornaliste, quali
avuto dell’evento che lei ricorda e che sia avvenuto nel momento sbagliato o nel pleanno, alla quale erano pre- corrispondenti del TG 2, non
certo ha provocato un notevole effetto modo sbagliato. Però tutto ciò non cambia il senti altri cinquanta invitati, a sono assolutamente teatrini
teatrale . mio giudizio. Non credo di scorgere alcuna differenza della famosa cena imbarazzanti, pastoncini mol-
Di Pietro merita fiducia. Tutta la sua attività incrinatura in una immagine che mi pare citata dalla signora più volte in licosi; inoltre, non è vero che
è coerente. Non è inconsueto, nella sua intatta. cui il Gen. Adinolfi non era i servizi stessi registrano
vita, che vi siano brevi tratti di strada in cui presente. In quell’occasione complici le infelici battute di
hai l’impressione che sfugga alla sua Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano (nel settembre 2010), a parte questi spiritosissimi uomini,
immagine, o meglio che si faccia perdere di 00193 Roma, via Valadier n. 42 l’assenza del Gen. Adinolfi, forse convinte che la loro
vista per un attimo. Diciamo che fa parte lettere@ilfattoquotidiano.it (circostanza sicuramente non professionalità sia comunque
irrilevante) non si è parlato salva…”. L’intero contesto
dell’inchiesta, che a quella data dell’articolo risulta offensivo,
era assolutamente sconosciu- in quanto descrive le mie pa-
ta per me e suppongo per gli trocinate come giornaliste
IL FATTO di ieri30 giugno 1934 perché presentatomi da amici
comuni. Successivamente, l’ho
altri.
Escludo in maniera categorica
non obiettive, faziose e poco
professionali; infatti, secondo
Alle due del mattino del 30 giugno 1934, mentre Hitler frequentato sporadicamente che in una circostanza di tal l’articolista, le predette -a l
con Goebbels partiva dall’aeroporto di Hangelar, vicino anche perché era nato un rap- genere si possa aver parlato di servizio di Berlusconi (illumi-
Bonn, il capitano Röhm e i suoi luogotenenti delle SA porto di cordialità tra la mia un militare in forza alla GdF nante è l‘incipit “TG PAPI”) e
dormivano pacifici nei loro letti dell’albergo Hanslbauer, famiglia e la sua. Nelle più re- presso la Procura di Napoli della Lega Nord - nei loro ser-
sulle rive del lago Tegernsee. Il Fuhrer, che col decisivo centi occasioni di incontro, il che avrebbe dovuto essere as- vizi non rispettano il Codice
sostegno delle Camicie Brune, aveva preso il potere nel Gallo mi ha rappresentato di sunto in Terna. Io non cono- Deontologico del perfetto
’33, era pronto a sbarazzarsene. Gli oltranzisti delle SA essere stato sentito più volte sco né ho mai conosciuto tale giornalista, in quanto “non
di Röhm, forti di 2 milioni e mezzo di uomini e decisi con nell’ambito delle indagini P4 “Migliaccio, Migliacco o Mara- parlano delle meschinerie di
ogni mezzo a portare avanti la “seconda rivoluzione” quale persona offesa. Ho pre- sco” indicato dalla Bravi quale una maggioranza morente”,
nazionalsocialista, sono visti come fumo negli occhi so atto delle sue confidenze e persona a me vicina e né tan- limitandosi soltanto a regi-
dall’esercito e dalla destra conservatrice dei poteri gli ho manifestato la mia so- tomeno ho mai parlato dell’in- strare “complici le infelici bat-
forti, finanza e junker, in testa. Per l’ascesa al potere lidarietà. Non ho più visto il dagine né di persona né tele- tute di questi spiritosissimi
supremo, Hitler deve liquidare quella che, da molti viene Gallo da tale data. fonicamente (in quanto a me uomini…”.
ormai definita “una cricca di malversatori, ubriaconi e Quanto al Matacena, appresi assolutamente estranea e per Avv. Giampaolo Cicconi
omosessuali” e sospettata di cospirazione contro il dai giornali che lo stesso era il mio ruolo attuale e per quel-
Fuhrer. Tutto è pronto per il blitz della Nacht der langen stato oggetto di una perqui- lo passato), pur conoscendo la Non vorrei offendere la
Messer, la Notte dei lunghi coltelli. Colti nel sonno gli sizione perché parte lesa nel gran parte degli Ufficiali della sensibilità delle “brave
uomini delle SA verranno arrestati e poi fucilati dalla processo denominato P4. GdF, avendoci come già le ho giornaliste, corrispondenti”. Se
polizia speciale di Goering. Tra le oltre 100 vittime, Dopo circa due mesi, venuto detto pocanzi militato per cir- non piace, ometto il “mollicosi”.
anche Röhm, che prima di essere finito con un colpo di in Terna per motivi di lavoro, ca 28 anni. Ma “pastoncini” restano. I
pistola, si rivolgerà all’antico camerata dicendo “se ha chiesto di salutarmi ed in Giuseppe Lasco “teatrini imbarazzanti” non
devo essere ucciso, che sia Adolf a farlo”. quel contesto gli ho chiesto sono prodotti delle “brave
Giovanna Gabrielli cosa fosse successo. Ho rivi- I servizi del Tg2 giornaliste, corrispondenti”: è
sto Matacena in un’altra cir- del tutto evidente.
costanza ai primi di aprile e lo e i teatrini dei politici (p.o.)
Diritto di Replica Mazzei. Quest’ultimo, come stesso mi rappresentò lo sta- In relazione all’articolo a fir-
riportato dal contenuto di un to di grave disagio che stava ma del giornalista Paolo Ojet-
Giuseppe Lasco verbale, mi attribuisce “la vi- attraversando con le banche e ti, pubblicato dal vostro quo-
cinanza” di un non meglio con i fornitori per effetto del- tidiano in data 17 giugno
e l’inchiesta “P4” identificato ufficiale della GdF l’indagine. Gli ho ribadito la 2011, dal titolo “TG PAPI - IL FATTO QUOTIDIANO
Lavoro in Terna S.p.A. da circa di Napoli che avrei dovuto fare mia solidarietà: è evidente che Ascoltare attentamente”, vi via Valadier n. 42 - 00193 Roma
sei anni quale responsabile assumere o addirittura assun- chiunque al mio posto avreb- invito a pubblicare la seguen- lettere@ilfattoquotidiano.it
della Direzione Sicurezza to in Terna. be adottato nei confronti del
Aziendale della società. Nei Il sig.Mazzei non so chi sia, non Matacena il medesimo atteg-
precedenti 28 anni ho militato so che ruolo riveste nell’emi- giamento tranquillizzante Direttore responsabile
nella GdF. Nel corso della mia sfero pubblico italiano, salvo dettato solamente dal buon
carriera ho avuto modo e l’o- quanto appreso dalle recenti senso. Antonio Padellaro
nore di conoscere Ufficiali, cronache e nessuno dei miei Per quanto attiene alla Bravi, Vicedirettore Marco Travaglio
Magistrati e Funzionari dello conoscenti e/o delle persone a infine, l’ho conosciuta in quan-
Stato che, nel corso del tem- me vicine mi ha mai fatto il suo to compagna dell’onorevole Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
po, sono assurti a cariche di nome. Tornando alla cronaca Marco Milanese, anche lui ex Progetto grafico Paolo Residori
alto livello (è il caso del di questi giorni, per eliminare ufficiale della GdF. Ho avuto Redazione
Gen.Gallitelli attuale Coman- ogni equivoco e dubbio nei ri- modo di incontrarla 4 o 5 vol- 00193 Roma , Via Valadier n°42
dante Generale dei Carabinie- guardi della mia persona, Le te in occasione della cena del tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
ri, come del Generale Adinolfi, rappresento quanto segue. mio compleanno e in occasio- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
con il quale ho anche lavorato Le persone che mi citano in ne del compleanno del suo
nella stessa struttura, così co- questa indagine sono il sig. compagno. Le occasioni non Editoriale il Fatto S.p.A.
me per il generale Zafarana). Gallo, il sig. Matacena e la sig.ra erano adatte a colloqui indi- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
Invece, non conosco affatto né Bravi. viduali. L’unica volta in cui que- Presidente e Amministratore delegato
ho mai conosciuto né diretta- Per quanto attiene al Gallo, sta persona ha avuto il piacere Giorgio Poidomani
mente nè indirettamente il sig. l’ho conosciuto ad Ischia uni- di incontrare me unitamente Consiglio di Amministrazione
Bisignani, il sig. Papa, il sig. tamente al Matacena nel 2008 al Gen. Adinolfi e all’avv. Fi- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
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