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132 (8-9/06)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
L’intervento
Il deposito temporaneo e il deposito temporaneo
“no problem” pag. 2
di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
Legislazione
norme comunitarie
Prodotti alimentari di origine animale scaduti: la gestione
in deroga voluta dalla Ue
I regolamenti Ce 197/2006 e 208/2006 18
Edizioni Ambiente
Deposito temporaneo e stoccaggi vari
La storia del deposito temporaneo è lunga, significativa, comples-
sa ed è l’icona della storia del sistema di gestione dei rifiuti, legale
e illegale, nel nostro Paese.
Una storia che inizia con pericolose omonimie che ancora oggi
danno luogo a equivoci interpretativi e applicativi tra i titolari di
aziende, ma anche tra gli organi deputati ai controlli.
Tre definizioni normative sono, infatti, apparentemente omonime
in materia di “deposito” e rischiano di essere scambiate per la
L’intervento stessa tipologia di previsione normativa. Troviamo infatti:
• “deposito incontrollato”, è una previsione prevalentemente
sanzionatoria e riguarda l’azione di chi si disfa di un modesto cu-
mulo di rifiuti mediante, appunto, “deposito” in un’area, inte-
grando una fattispecie quantitativamente e qualitativamente su-
periore al semplice atto unico dell’“abbandono” previsto dallo
stesso combinato normativo;
• “deposito preliminare”, è un’operazione di smaltimento,
che si sostanzia in forma di “stoccaggio” di rifiuti avviati a smal-
Il deposito timento;
• “deposito temporaneo”, è riferito ad un’attività preventiva e
temporaneo e il distinta rispetto alla gestione, come un’ipotesi derogatoria ecce-
zionale.
A questi si aggiunge la “messa in riserva” che è un’operazione di
deposito temporaneo recupero, la quale si sostanzia in forma di “stoccaggio” di rifiuti
avviati a recupero.
Una intersezione tra “temporaneo” e “incontrollato” si può avere
“no problem” laddove un falso “deposito temporaneo”, presentato come tale ma
che in realtà tale non è, può integrare la fattispecie sanzionatoria
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
La genesi
Ma perché avviene tutto questo? In realtà, il deposito temporaneo
nella formulazione originaria del Dlgs 22/1997 nasceva come un
(condivisibile) modesto punto di deroga per agevolare soprattutto
le piccole imprese caratterizzate da una piccola produzione di ri-
fiuti e per le quali il ricorso alle operazioni di “gestione” ordina-
ria avrebbe significato un pesante stress operativo ed economico.
Ecco, allora, che si studiò un regime di favore per adeguare la
realtà alla norma e venne elaborata la prima, vera, ipotesi di “de-
posito temporaneo” che doveva consentire alle piccole imprese, in
deroga alla gestione formale, di conservare nella propria area a-
ziendale un quantitativo relativamente modesto di rifiuti, corri-
spondente sostanzialmente al carico di un “viaggio” del traspor-
tatore con proporzione economica conseguente.
Ma su tale originario deposito temporaneo fu innestata poi, a for-
za, una seconda ipotesi alternativa con una crisi di rigetto durata
mesi (ricordiamo tutti la polemica sull’“ovvero” che univa i due
depositi), fino a quando una legge dello Stato fu costretta a chia-
rire che “ovvero” voleva dire “in alternativa” e non “e” come si
ipotizzava.
L’articolo 183, comma 1, lettera m), n. 4, Dlgs 152/2006 stabilisce scarica si intende un’“area adibita a smaltimento dei rifiuti
che il deposito temporaneo (cioè il “raggruppamento” ) dei ri- mediante operazioni di deposito sul suolo o nel suolo, com-
fiuti deve essere effettuato per “categorie omogenee”. Il “Decreto presa la zona interna al luogo di produzione dei rifiuti adibi-
Ronchi”, su analogo tema (articolo 6), invece, si riferiva a “tipi ta allo smaltimento dei medesimi da parte del produttore de-
omogenei”. Che cosa significa esattamente questa differenza ter- gli stessi, nonché qualsiasi area ove i rifiuti sono sottoposti a
minologica? deposito temporaneo per più di un anno. Sono esclusi da tale
Semplicemente, i rifiuti, se non pericolosi, devono essere raggrup- definizione gli impianti in cui i rifiuti sono scaricati al fine di
pati in base alle categorie di cui all’Allegato A alla Parte IV, Dlgs essere preparati per il successivo trasporto in un impianto di
152/2006 e, se pericolosi, in base alle categorie di cui all’Allegato recupero, trattamento o smaltimento, e lo stoccaggio di rifiuti
G della medesima Parte quarta (2). Ragionare diversamente sa- in attesa di recupero o trattamento per un periodo inferiore a
rebbe impossibile, poiché il riferimento normativo alle “catego- tre anni come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti in at-
rie” è reperibile unicamente in tali Allegati A e G. tesa di smaltimento per un periodo inferiore a un anno”.
Dunque sembrerebbe che l’ipotesi “per più di un anno” connes-
Il Dlgs 152/2006 conferma l’alternatività sa al deposito temporaneo possa avvalorare la tesi opposta alla
delle due ipotesi nostra interpretazione.
A nostro avviso, le due ipotesi sono sempre state alternative. E ne Tuttavia va rilevato (per paradosso) che:
abbiamo – in coerenza – dato sistematicamente conto su queste • la strutturazione del deposito temporaneo così come formulata
pagine e altrove, destando peraltro critiche rilevanti. Ma oggi la nella nostra legislazione nazionale è stata anomala e atipica;
rinnovata formulazione del Dlgs 152/2006 conferma (crediamo • la norma europea non conosce nella sua genesi l’ipotesi – solo
ora in modo inequivocabile) la nostra antica (e contestata) tesi. nostra – del quantitativo illimitato fino a due o tre mesi.
Va precisato, infatti, che ci sono stati (e ci sono ancora) orienta- Dunque, ipotizzando solo il concetto base fino ad un anno, la di-
menti di contrario avviso, che inquadrano il deposito temporaneo rettiva non poteva riportare le due alternative; e la connessa nor-
non come composto da due ipotesi diverse e alternative, ma da ma di recepimento risente del vizio originario in questione.
una sola ipotesi che si presenta come una doppia forma sinergica. Siamo ben consci che questa nostra interpretazione è stata mino-
D’altra parte, la dinamica storica della formulazione è stata chia- ritaria e che sono stati proposti orientamenti diversi sia in dottrina
ra. Tra l’una e l’altra ipotesi nel Dlgs 22/1997 originario era inse- sia in giurisprudenza (3).
rito un “ovvero”. A nostro avviso era già chiaro che “ovvero”
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vuol dire “o” e non “e”. Ma il “Decreto Ronchi bis” aggiunse, su- Ma oggi la formulazione rinnovata recata dal Dlgs 152/2006
bito dopo questo “ovvero”, una ulteriore specifica e cioè “in al- appare, sul punto, chiarissima e del tutto conforme alla no-
ternativa”. Dunque nella precedente formulazione le due ipotesi stra antica tesi laddove utilizzando adesso il termine “oppu-
erano separate da un chiaro “ovvero, in alternativa”. Come si re” tra le varie ipotesi si ritiene che abbia definitivamente
poteva ritenere, dunque, che tale espressione volesse dire “e” e u- sancito l’alternatività tra le medesime.
nire i due concetti in una unica soluzione?
Il deposito temporaneo affidato ad un terzo
Le formulazioni hanno un senso letterale e logico. Se nella autorizzato alla gestione dei rifiuti
terminologia comune e giuridica si scrive o si dice “ovvero, Gli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5, Dlgs 152/2006 esten-
in alternativa”, come si può intendere “e” ritenendo che le dono la esclusione dall’autorizzazione per il deposito temporaneo
due ipotesi sono comunque collegate e uniche? Ad esempio: anche nel caso in cui la conduzione materiale di tale deposito
si propone come premio per il concorso a premi un televiso- non sia effettuata dal produttore dei rifiuti, bensì venga “affida-
re a colori ovvero, in alternativa, un cellulare con fotocame- ta” dal medesimo produttore “ad altro soggetto autorizzato alla
ra integrata. Chi vince, prende ambedue i premi o deve sce- gestione dei rifiuti”.
gliere tra uno dei due? Come è evidente, in questo caso il nuovo sistema legislativo non
prevede l’obbligo di autorizzazione né alla realizzazione né all’e-
Ma, a parte tali precisazioni, il senso storico del deposito tempora- sercizio; ciò in quanto l’articolo 208 è dedicato all’autorizzazione
neo nel nostro Paese conferma che le due ipotesi non solo sono unica (realizzazione ed esercizio) per i nuovi impianti di smalti-
alternative ma appartengono per forza di cose a due mondi del mento/recupero, mentre l’articolo 210 è dedicato agli impianti
tutto diversi. che, pur in possesso dell’autorizzazione alla realizzazione, non
Non avrebbe avuto senso unire i due concetti che appartengono a sono ancora abilitati all’esercizio. Il tutto prendendo come para-
mondi aziendali diversi e con esigenze diverse. Argomentare il metro temporale il 29 aprile 2006 (data di entrata in vigore del
contrario significava da un lato superare tale dinamica storica, Dlgs 152/2006) e ricordando che all’autorizzazione alla realizza-
leggere nel nostro dizionario di lingua italiana che “ovvero, in al- zione il “Decreto Ronchi” dedicava l’articolo 27, mentre l’articolo
ternativa” vuol dire “e” e non “o” e, soprattutto, creare rischi di 28 era declinato per l’autorizzazione all’esercizio.
commistione tra i due concetti con rischio di vantaggio indiretto Tale mancanza di autorizzazione è, ovviamente, prevista sia in
per le azioni illegali, dato che in tal caso si può ipotizzare un capo al produttore sia in capo all’affidatario perché il deposito
meccanismo che lasci intatta la base del cumulo illegale nel tem- temporaneo è un’attività fine a se stessa (come “attività”, infatti,
po e, in caso di controllo, induca verso i siti finali solo la quota è definita dagli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5, Dlgs
“in eccesso” momentaneo. 152/2006) e non è una fase di gestione dei rifiuti.
I citati articoli 208, comma 17, e 210, comma 5 inoltre prevedono
– Il deposito temporaneo e la definizione di che:
discarica • il terzo affidatario sia un “soggetto autorizzato alla gestione
La definizione di discarica dettata dall’articolo 2, lettera g) del dei rifiuti”. Si ritiene che tale inciso non possa che essere riferito
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Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36, recante “Attuazione della direttiva alla esistenza della sua iscrizione all’Albo nazionale gestori am-
bientali, non bastando al riguardo una generica capacità e ido- In altre parole il “sito intermedio” non è affatto intermedio,
scuna di esse soggiace alla sanzione per questa disposta. Al fine di spogliarsi della responsabilità non è neanche possibile
sottoscrivere un contratto con la cd. “clausola di manleva” perché
Queste norme costituiscono il fondamento per la punibilità questa regola va letta ed applicata nel rispetto dei principi genera-
di condotte che risultano atipiche rispetto alla fattispecie pu- li del diritto e in particolare delle responsabilità penali (e ammi-
nitiva, ma che tuttavia integrano contributi agevolatori rispet- nistrative) entro la quali è impossibile cedere contrattualmente la
to alla realizzazione collettiva del fatto illecito. propria responsabilità sanzionatoria (in primo luogo penale) a
terzi “acquirenti” in via contrattuale!
In caso di trasporto di rifiuti senza formulario (o con formulario Se così fosse, esisterebbe, non certo solo nel campo dei rifiuti ma
incompleto o inesatto), il produttore, l’affidatario (detentore) e il anche in ogni altro settore della nostra vita sociale e personale, un
destinatario finale non realizzano la condotta tipica del vettore ri- florido “commercio” di cessione/acquisto di responsabilità san-
chiamata dall’articolo 258, comma 4, Dlgs 152/2006; eppure, af- zionatorie (a conferma, si veda come nel campo della normativa
fidando, inviando e ricevendo la partita di rifiuti, apportano un antinfortunistica un concetto del genere è stato sempre ritenuto a-
contributo causalmente agevolatore alla realizzazione collettiva lieno da ogni realismo, dunque non si vede perché il campo della
del fatto illecito e, pertanto, possono rispondere a titolo di concor- gestione dei rifiuti dovrebbe invece andare in consolidata deroga
so nel reato o nell’illecito amministrativo. automatica).
Ad esempio, appare evidente che, se il destinatario finale rifiuta il Laddove la norma – espressamente – vuole prevedere questa pos-
carico di rifiuti in quanto accompagnato da un formulario in- sibilità, lo stabilisce in modo chiaro e ne delimita i confini (si
completo (si pensi al caso della mancata indicazione della quan- pensi al gestore terzo dell’impianto di depurazione di acque re-
tità dei rifiuti trasportati), il viaggio illecito dei rifiuti non può di flue) o può capitare che la giurisprudenza sistematica della Cas-
fatto arrivare a compimento; se invece il destinatario accetta la sazione riconosca in certi casi realistici e concreti una rilevanza
partita di rifiuti con formulario identificativo contenente dati in- alla delega statutaria aziendale interna (ma anche in questo caso
completi e sottoscrive il relativo formulario, apporta un contributo sono stabiliti bene limiti e confini). Tutto questo, naturalmente,
non conforme alla condotta descritta dall’articolo 258, comma 4, fatti salvi i casi di doloso concorso fraudolento e dissimulatorio
ma senza il quale il viaggio illecito dei rifiuti non si sarebbe mai tra soggetti.
perfezionato; di conseguenza il destinatario, una volta sottoscritto Nel caso di specie nulla di tutto ciò, ma solo inesatte prassi appli-
il formulario di identificazione dei rifiuti trasportati, risponde del cative.
relativo reato o illecito amministrativo a titolo di concorso. La norma di settore è del resto chiarissima. Il produttore non si
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Alcuni, invece, ritengono che il produttore dei rifiuti, una volta spoglia della responsabilità dei suoi rifiuti semplicemente conse-
che ha conferito i rifiuti medesimi ad un trasportatore o ad un al- gnandoli al terzo trasportatore, ma conserva un onere (almeno di
tro terzo (ad esempio un acquirente o un intermediario o il nostro vigilanza indiretta) in ordine al buon esito del viaggio verso quel
“affidatario”), possa ritenersi completamente deresponsabilizzato sito finale che, va sottolineato, sia il produttore sia il trasportatore
in ordine alla corretta destinazione finale dei rifiuti medesimi. In devono necessariamente conoscere al momento della partenza. Se
qualche modo si ritiene, infatti, che la vendita o comunque la ces- il produttore originario non riceve la quarta copia controfirmata
sione del rifiuto in senso civilistico produca automaticamente una dal responsabile del sito di destinazione entro i 3 (o 6) mesi previ-
sorta di autoderesponsabilizzazione, anche ai fini sanzionatori sti dalla norma, la responsabilità condivisa ancora attiva impone
penali ed amministrativi, circa la sorte del rifiuto medesimo. al produttore l’obbligo di denuncia alla Provincia.
Tale interpretazione deve ritenersi del tutto errata. Infatti, il pro-
duttore di rifiuti conserva l’onere del corretto avvio allo smalti- Quest’ultimo punto, spesso sottovalutato o considerato mero
mento o recupero fino alla destinazione finale in via esclusiva e adempimento formale, rappresenta invece il punto-cardine
diretta, senza possibilità di “cessione” a terzi, a qualunque titolo, per l’esclusione della responsabilità penale da parte del de-
di tale sua veste di responsabilità. tentore. Una conseguente omissione costituisce certamente
Non è dunque esatto ritenere che il produttore iniziale cessa ogni colpa in senso penale (con il rischio di sconfinamento nel
responsabilità al momento del conferimento del carico di rifiuti al dolo eventuale in caso di palese irregolarità o dolo in senso
terzo trasportatore; anzi, è una condivisione di responsabilità nel stretto nei casi di complicità fraudolenta preliminare).
trasporto suggellata da firme e controfirme che denotano, da un
lato, un dovere di controllo reciproco e, dall’altro, una comunio- Molti titolari di aziende seguono una prassi (illegale) mutuata
ne di posizione soggettiva che verrà meno (in senso positivo o ne- dalle vecchie consuetudini portate avanti dalla previgente discipli-
gativo) solo allo scadere dei tre mesi di tolleranza previsti per la na di cui al Dpr 915/1982 e continuano a conferire i propri rifiuti
ricezione da parte del produttore iniziale della quarta copia del ad un “trasportatore tuttofare” che praticamente afferma di poter-
formulario controfirmata dal titolare dell’impianto di destinazio- si occupare di tutto (raccolta, trasporto, stoccaggio, smaltimento
ne finale (o, se il documento giunge prima, al momento del rela- ecc.); l’onere del produttore sarebbe solo quello di “mettere una
tivo anticipato ricevimento). firma” sul formulario praticamente in bianco (o parzialmente
compilato), così esonerandosi poi da ogni e qualsiasi responsabi-
Questo significa che se anche il Dlgs 152/2006 non prevede lità sull’iter successivo seguito dai rifiuti nel loro viaggio.
espressamente sanzioni per il produttore che partecipa ad In realtà, tale prassi è stata palesemente in contrasto con i princi-
una spedizione di rifiuti o terza destinazione illecita, il fatto pi basilari del Dlgs 22/1997 e oggi è in contrasto con il Dlgs
che egli sia inevitabilmente responsabile fino al buon esito fi- 152/2006. Inoltre, espone il titolare dell’azienda ad una responsa-
nale denota come non vi era alcuna necessità di prevedere bilità penale diretta per smaltimento illegale dei propri rifiuti, in
alcuna sanzione, perché essa è in re ipsa: il primo vero re- concorso con il terzo intervenuto che non è certo un “trasportato-
sponsabile della destinazione illegale di smaltimento o recu- re” regolare e che comunque ben travalica sia le regole del tra-
pero è certamente il produttore, che non si è curato di ga- sporto sia quelle della gestione generale dei rifiuti.
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rantire tale esito finale in senso positivo. Il produttore, in pratica, in tal modo spedisce i rifiuti con un for-
mulario totalmente o parzialmente in bianco verso una destina- Quindi, anche il sistema sanzionatorio (amministrativo ma so-
soltanto i soggetti intermedi o finali, appare assurda sotto il profi- accertare anche che il soggetto a cui consegna successivamente i
lo logico prima ancora che giuridico perché, se così fosse, baste- rifiuti sia in possesso della necessaria abilitazione e se non compie
rebbe cedere i rifiuti ad un terzo illegale prescelto in modo fraudo- tale accertamento, è responsabile (quanto meno) a titolo di colpa
lento, magari tra soggetti deresponsabilizzati per carenza di im- per negligenza.
putabilità: si sarebbe raggiunto un efficace sistema per smaltire il-
legalmente i rifiuti semplicemente vendendoli in modo fittizio a Va sottolineato che il Dlgs 152/2006 ha pienamente recepito
terzi non imputabili. nell’articolo 178, comma 3, il principio di corresponsabiliz-
zazione generale, ed anzi lo ha anche maggiormente articola-
Quindi, la filiera del sistema sanzionatorio per il trasporto il- to nell’articolo 188, commi 2 e 3. Va sottolineato che l’am-
legale inizia proprio da colui che spedisce i rifiuti, e proprio piezza del principio di corresponsabilizzazione delineato
per questo il Dlgs152/2006 non prevede certamente nessuna dall’articolo 178, comma 3, impone che il conferente si ac-
sanzione espressa a carico del mittente perché è logico che certi, comunque non solo della legittimazione formale del
egli è il primo responsabile nel caso di destinazione illegale. trasportatore e del primo consegnatario (per esempio un
centro di stoccaggio), ma anche di quella del destinatario fi-
Va peraltro sottolineato che la responsabilità del trasportatore, in nale dei suoi rifiuti.
tale contesto, prescinde dai caratteri sanzionatori specifici a suo
carico in ordine al formulario e all’iscrizione all’Albo. Tali reati Dunque, in caso di conferimento di rifiuti a terzi (diversi dal ser-
sono specificamente indicati per lui, ma il sistema dello smalti- vizio pubblico), il produttore dei rifiuti ha l’obbligo di accertarsi
mento illegale in senso generale, che viene costruito attraverso che chi li riceve sia regolarmente autorizzato (ovviamente per
una serie di passaggi strettamente sinergici, costituisce ulteriore i- quel tipo di rifiuti); altrimenti, in caso di smaltimento o recupero
potesi di reato che va a sommarsi in senso di continuazione ri- senza autorizzazione (o iscrizione), si applicheranno le sanzioni
spetto a tali ipotesi specifiche e non viene certamente da questo dell’articolo 256 non solo all’autore materiale dell’illecito ma an-
assorbito o comunque travalicato (4). che, per concorso, al soggetto che gli abbia consegnato i rifiuti per
Ma anche nelle illegalità “ordinarie” il concorso è riconosciuto lo smaltimento o per il recupero senza alcuna verifica sul possesso
dalla prassi giurisprudenziale. Si veda, ad esempio la sentenza 17 della prescritta autorizzazione (o iscrizione) in capo al destinata-
aprile 2003, n. 16016 della III Sezione penale della Corte di rio.
Cassazione, secondo la quale “Il produttore-detentore di rifiuti
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speciali non pericolosi, qualora non provveda all’autosmalti- A carico di chi sono le scritture ambientali
mento o al conferimento dei rifiuti a soggetti che gestiscono il Tra l’affidante (produttore) e l’affidatario (detentore) è, ovvio, che
pubblico servizio, può, ex articolo 10, Dlgs 22/1997, conse- preliminarmente debba intervenire un rapporto di natura civilisti-
gnarli ad altri soggetti ma, in tal caso, ha l’obbligo di control- ca disciplinato da un contratto, non foss’altro per tutelare il sinal-
lare che si tratti di soggetti autorizzati alle attività di recupero lagma del corrispettivo economico.
o smaltimento; ove, per contro, tale doverosa verifica sia o- Poiché ad una prima lettura della nuova disciplina, può sembrare
messa, il produttore-detentore risponde a titolo di concorso che tale affidatario si sostituisca in tutto e per tutto al produttore
con il soggetto qualificato (nella specie smaltitore), nella com- (quasi un suo alter ego), qualcuno potrebbe essere indotto a rite-
missione del reato di cui all’articolo 51, comma 1, Dlgs 22/ nere che basti l’affidamento ad un terzo autorizzato per rendere e-
1997 (attività di gestione non autorizzata)”. sente il produttore dagli “oneri documentali” rappresentati da
Pertanto, il produttore deve accertarsi della regolarità dell’iscrizio- Mud, registri (laddove ricorrenti) e formulario.
ne all’Albo del trasportatore. Secondo gli elementari principi della Ciò è assolutamente errato, poiché la figura del produttore affi-
prudenza e diligenza che esonerano dalla colpa rilevante ai fini dante del deposito temporaneo non è contemplata tra quelle espli-
sanzionatori e secondo principio generale, desunto dalla normati- citamente escluse dai relativi obblighi né è previsto in alcuna par-
va comunitaria, secondo cui tutti coloro che hanno a che fare con te del Dlgs 152/2006 che, in caso di affidamento del deposito tem-
un rifiuto rispondono solidalmente del suo corretto smaltimento, poraneo ad un terzo autorizzato alla gestione dei rifiuti, il produt-
appare logico che il produttore dei rifiuti è responsabile dello tore sia reso esente dagli obblighi di registri e di Mud. La tassati-
smaltimento degli stessi e pertanto non può consegnarli a chic- vità delle sanzioni contenute nell’articolo 258 del medesimo Dlgs,
chessia senza accertarsi previamente che si tratti di una ditta i- peraltro, funge da riscontro a tale tesi.
scritta all’Albo, poiché solo l’iscrizione fa presumere che la ditta si In ordine al formulario, invece, si osserva che l’articolo 193, com-
attenga a regolari procedure di smaltimento e consente il control- ma 4, Dlgs 152/2006 non è riferito ai “soggetti esclusi” bensì ai
lo della P.a. sulla destinazione dei rifiuti stessi attraverso i registri “trasporti esclusi”. Tra questi trasporti non figura il trasporto di
di carico e scarico e gli altri adempimenti richiesti dalla legge. rifiuti ricevuti in affidamento per attività di deposito temporaneo
Pertanto, se si affidano i rifiuti a terzi per il trasporto e lo smalti- dal produttore. Quindi, il produttore (affidante) deve compilare il
mento, occorre accertarsi della esistenza dei requisiti formali del formulario e scrivere nelle annotazioni che il suo deposito tempo-
soggetto terzo incaricato. Dunque per evitare una “colpa inescu- raneo è curato da un determinato affidatario.
sabile” va sottolineato che il produttore e il detentore dei rifiuti, Fondamentalmente, infatti, il terzo affidatario deve farsi carico di
che consegnino tali materiali ad altri soggetti per il trasporto, de- controllare metri cubi, tempi, divieti di miscelazione ecc. (cioè le
vono esercitare la massima prudenza e diligenza nell’accertare il regole gestionali anche per consentire la massima tracciabilità del
possesso delle abilitazioni necessarie e le qualità professionali del rifiuto).
trasportatore. Quindi, la quarta copia del formulario sarà ricevuta dal produtto-
Ovviamente tale obbligo incombe a chiunque venga comunque in re (affidante) e costui dovrà curarne la conservazione presso il
possesso dei rifiuti e l’obbligo di accertare che lo smaltimento av- proprio luogo di produzione.
venga a norma di legge incombe su tutti i soggetti che, nel corso
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delle varie fasi, acquistano la disponibilità dei rifiuti: produttore, Sia il produttore (affidante) che l’affidatario (terzo) devono
compilare il registro entro 24 ore. Si sottolinea che tale ter- re). Il suo nome e la sua qualifica di terzo affidatario del deposito
Registro Sì Sì
(nei casi previsti) (Inserendo nelle annotazioni i dati relativi (Inserendo gli estremi del formulario fornitigli dal produttore
all’affidamento dei rifiuti a terzo autorizzato) mediante un sistema interno di comunicazione)
Formulario Sì No
(Inserendo nelle annotazioni il fatto che i rifiuti sono
stati conservati in deposito temporaneo da un terzo
affidatario)
Mud Sì No
(nei casi previsti) (per i rifiuti del produttore in deposito temporaneo)
(1) Si veda L. Filippucci, “La nuova de- veda la massima: “La disciplina detta- plessivamente, non venga superato il mo limite viene raggiunto.”. Conf.,
finizione di deposito temporaneo” in ta per il deposito temporaneo dei ri- limite di 20 metri cubi, assumendo sentenza 21 aprile 2000 della III Se-
Autorizzazioni ordinarie e procedure fiuti non pericolosi dall’articolo 6, autonomo rilievo la cadenza almeno zione penale della Corte di Cassazione.
semplificate: le novità, in questa Rivi- comma 1, lettera m), punto 3, Dlgs trimestrale prevista nella prima parte (4) D’altra parte, tutte le grandi recenti
sta n. 129-130, 5-6/06, pag. 24. 5 febbraio 1997 n. 22, va intesa della suddetta disposizione per l’av- inchieste in materia di trasporto/traffi-
(2) Si veda L. Filippucci, ibidem. (privilegiando doverosamente, fra le vio del materiale alle operazioni di co illecito di rifiuti – anche con ordini
(3) Ne diamo atto, e rileviamo ad e- varie interpretazioni possibili, quella recupero o di smaltimento solo di custodia cautelare – hanno ipotizza-
sempio che con la sentenza 12 dicem- che risulta più aderente alla direttiva quando i vari conferimenti siano to non solo il concorso nella filiera pro-
bre 2002, n. 41520 della III Sezione pe- comunitaria di cui il citato decreto tutti inferiori ai venti metri cubi e duttore/trasportatore/gestore del sito fi-
nale della Corte di Cassazione, il Supre- legislativo costituisce attuazione), nel siano avviati alle suddette operazioni nale ma, nei casi più gravi, l’associa-
mo Collegio – dopo aver precisato che senso che il deposito temporaneo po- prima del raggiungimento del sum- zione per delinquere tra tali soggetti.
“la su riferita norma è stata oggetto trà essere mantenuto fino al termine menzionato limite quantitativo men-
di due differenti analisi ermeneuti- di durata di un anno solo se in tutto tre, in ogni caso, l’avviamento de-
che” – ha stabilito concetto diverso. Si il detto arco temporale, e cioè com- v’essere effettuato quando il medesi-
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Le ragioni della proroga
Con la proroga prevista dal Dl 12 maggio 2006, n. 173, come con-
vertito dalla legge 12 luglio 2006, n. 228, (riportato a pag. 22),
slitta il termine per l’avvio del “sistema Raee”, il cui funziona-
mento, nelle sue linee principali, è stato delineato dal Dlgs 25 lu-
glio 2005, n. 151. Quest’ultimo provvedimento, nel recepire la di-
rettiva Raee (1) e quella Rohs (2), aveva previsto un meccani-
smo complesso subordinato all’emanazione di diversi decreti at-
tuativi: i più importanti avrebbero dovuto essere adottati entro il
L’intervento 13 febbraio 2006, ovvero entro sei mesi dall’entrata in vigore del
decreto legislativo. Tale era, ed è, infatti il periodo di tempo mini-
mo stimato dai produttori per dar modo al sistema di organizzarsi
e consentire il “passaggio” della responsabilità dei Raee (in parti-
colare domestici) dagli enti locali ai produttori medesimi, alla
scadenza prevista (inizialmente il 13 agosto 2006).
bre 2006, data a cui peraltro lo stesso Dlgs 151/2005 tra- … ancorché giacenti presso i magazzini del produttore in
guarda gli obiettivi di recupero, reimpiego e riciclaggio che quanto prodotte o importate entro tale data”. In ogni caso tali
dovranno essere raggiunti dai produttori o dai soggetti da apparecchiature devono essere commercializzate entro il 31 otto-
questi delegati. Anche in questo caso, quindi, la proroga non bre 2006. Per godere di questa “proroga implicita” per i beni a
è coordinata con la norma principale e con gli obblighi pre- magazzino del termine del 1° luglio 2006, con riferimento in par-
visti a livello comunitario dalla direttiva Raee. ticolare agli obblighi derivanti dalla direttiva Rohs, i produttori a-
vrebbero dovuto inviare, entro il 1° luglio 2006, al Ministero del-
Eppure, quello dei Raee non è un sistema che “parte da zero”: esi- l’ambiente e della tutela del territorio – Direzione per la qualità
stono già diversi sistemi collettivi di produttori di Aee (si veda e- della vita, un inventario delle predette apparecchiature con l’indi-
lenco in calce), alcuni dei quali, proprio in vista della scadenza cazione delle tipologie di prodotto e del numero dei pezzi per ogni
del 13 agosto, hanno già avviato le procedure di qualificazione dei tipologia di prodotto.
soggetti responsabili del trattamento dei Raee. Anche tra i Comuni
comincia ad affacciarsi l’idea che d’ora in poi la raccolta del Raee 3. Definizione di “apparecchiatura usata”
domestico (che non coincide semplicemente con il rifiuto ingom- Per le osservazioni generali relative a questo argomento, si rinvia
brante) andrà gestita in modo differente. all’intervento citato alla nota 3.
Purtroppo però la mancanza della normativa di attuazione non è
l’unico ostacolo che si frappone all’avvio del sistema. Esistono al- La definizione di apparecchiatura usata, non presente nella
cuni problemi specifici legati all’interpretazione del decreto e del- direttiva, è stata introdotta per evitare che le apparecchiature
la direttiva, così come alla loro applicazione. Di seguito analizze- dismesse consegnate al distributore all’atto dell’acquisto del
remo i principali, per passare subito dopo ad una breve illustra- nuovo dovessero essere gestite come rifiuti dagli stessi distri-
zione dello stato dell’arte del sistema, in particolare per quanto ri- butori, e dunque per agevolare il ritiro delle stesse. Se l’o-
guarda i Consorzi già esistenti, gli enti locali e le questioni gestio- biettivo della semplificazione amministrativa è stato in tal
nali e operative che si trovano già da ora ad affrontare. modo (almeno in parte, come si vedrà oltre) conseguito, si
aprono però una serie di problemi, primo dei quali è la
Aspetti connessi all’attuazione e all’applicazione conformità al diritto comunitario.
della normativa
1. Campo di applicazione Per la direttiva Raee, infatti, il riutilizzo è riferito ai Raee e non
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Primo e fondamentale passo per il corretto funzionamento del si- alle Aee (cfr. articolo 3, lettera d ). La stessa proposta di direttiva
stema è l’individuazione del campo di applicazione. Come è noto, quadro sui rifiuti (5) considera il riutilizzo come una fase della
solo le categorie di Aee individuate nell’allegato 1A al Dlgs 151/ gestione dei rifiuti stessi. Oltre a questo aspetto problematico, non
2005 sono vincolanti, mentre l’elenco dell’allegato 1B (esempi di di poco conto, ve ne sono altri così sintetizzabili:
prodotti all’interno di ciascuna categoria) è puramente indicativo – le apparecchiature usate non suscettibili di reimpiego vengono
e non esaustivo (3). consegnate al centro di raccolta come rifiuti e in particolare, in
L’Orgalime (la federazione europea delle associazioni di produtto- base alla loro provenienza da attività commerciali, come rifiuti
ri di Aee) ha pubblicato una guida sul campo di applicazione del- speciali. Rimane da accertare come una piazzola/piattaforma
la direttiva (che può essere richiesta direttamente ad Anie, www.a- pubblica per la raccolta dei rifiuti urbani possa ricevere rifiuti spe-
nie.it), ma nonostante lo sforzo encomiabile di pervenire ad una ciali fuori dall’ambito dell’assimilazione (con codici Cer diversi
casistica dettagliata ed uniforme, si tratta comunque dell’inter- da quelli propri dei rifiuti urbani 20 01 **);
pretazione, seppure autorevole, di uno dei soggetti coinvolti (pe- – quanto alla gestione fiscale delle Aee usate, queste vanno
raltro quello su cui ricadono le maggiori responsabilità). Si ritie- senz’altro considerate come un cespite, ma al riguardo c’è biso-
ne che l’argomento andrebbe affrontato e definito direttamente gno di un chiarimento sulla relativa contabilizzazione;
dalle istituzioni europee. – per quanto riguarda la responsabilità del rivenditore di apparec-
chiature usate reimpiegabili, non ci sono specifiche norme di si-
2. Mancanza di armonizzazione a livello europeo curezza né per la diagnosi/verifica volta al potenziale reimpiego,
Il campo di applicazione non è l’unico esempio di mancata ar- né per il ricondizionamento e la conseguente reimmissione sul
monizzazione a livello comunitario. In Europa ci sono diversità mercato;
applicative, che creano distorsioni di mercato, su: obbligo di regi- – nonostante il decreto stabilisca che debba essere privilegiato il
strazione, definizione del produttore, punto di immissione sul recupero integro dei Raee per consentirne la messa in sicurezza
mercato ecc. In particolare, il momento di immissione sul merca- (articolo 7, comma 2) e che il reimpiego non deve rappresentare
to non è definito dalla direttiva, ma è determinante al fine della un’elusione degli obblighi di trattamento e recupero (comma 1
fornitura delle garanzie finanziarie, degli obblighi di marcatura e dello stesso articolo), tali disposizioni di principio non sembrano
di informazione, dell’applicazione delle disposizioni in applica- da sole sufficienti per evitare la “cannibalizzazione” dell’Aee usa-
zione della direttiva Rohs, dell’individuazione del produttore; infi- ta, ossia la sottrazione della parte ancora reimpiegabile di mag-
ne, nel caso di vendita a distanza. In base alla Guida blu della gior valore. In queste condizioni, il trattamento della parte resi-
Commissione europea (4) l’immissione sul mercato è l’“atto ini- duale diventa un mero costo che rischia di riversarsi sull’anello
ziale che consente di mettere per la prima volta a disposizione più debole della catena, cioè sul soggetto che si occupa del tratta-
un prodotto sul mercato comunitario per consentirne la di- mento, il quale non riesce più a garantire l’equilibrio economico
stribuzione o l’uso nella Comunità”. Su questo specifico aspet- della propria attività, in quanto il corrispettivo per il servizio è sta-
to, vale la pena ricordare che recentemente il Ministero dell’am- to parametrato a un valore intrinseco del Raee superiore a quello
biente, con circolare del 23 giugno 2006 (in Gu 3 luglio 2006 n. effettivo. L’alternativa è che il centro di raccolta rifiuti il ritiro gra-
152) ha chiarito che si intendono immesse sul mercato le appa- tuito per mancanza delle componenti essenziali del Raee (come
12
recchiature che, alla data del 25 giugno 2006, “sono già nella prevede l’articolo 6, comma 2), con conseguente paralisi operati-
va e relativo contenzioso. A detta dei distributori, però, tale proble- te le relative modalità di finanziamento. La difficoltà di operare
Tra i decreti mancanti c’è quello relativo al “Centro di coordina- rimento. Inoltre, andrebbero quanto meno evitate inutili e negati-
mento” per i sistemi collettivi (domestico e professionale). Questo ve sovrapposizioni tra i vari Consorzi: uno dei tanti esempi è pro-
si dovrebbe porre fondamentalmente due obiettivi: prio quello relativo alla certificazione delle aziende di recupero
1. definire la logistica, ovvero cosa, dove e quando ritirare e chi che, per la medesima tipologia di apparecchiature, per equità di
ritira; condizioni e garanzia di terzietà, dovrebbe essere svolta da un u-
2. stabilire come raggiungere gli obiettivi di recupero, reimpie- nico soggetto esterno certificatore;
go e riciclaggio (sulla base della ripartizione delle quote di mer- b) secondariamente, la logistica del ritiro e del conferimento agli
cato effettuata dal Comitato di vigilanza e nell’ambito dell’attività impianti di trattamento è un elemento determinante per definire
di monitoraggio svolta dall’Apat). le condizioni e i costi operativi funzionali agli obiettivi di recupe-
Il Centro di coordinamento dovrebbe operare “a garanzia di co- ro. In altre parole, le scelte che il sistema, a livello di singoli sotto-
muni, omogenee e uniformi condizioni operative” (cfr. artico- sistemi e nel suo insieme, si appresta a compiere in ordine alla lo-
lo 13, comma 8). Questo significa “No al Raee facile”, ossia: la gistica sono fondamentali anche per interfacciare la componente
garanzia del ritiro dai centri di raccolta deve essere la stessa su del trattamento e del recupero. Alla base di questo problema vi è
tutto il territorio nazionale, a prescindere dalle condizioni logisti- un punto critico, ovvero la mancanza di previsione di criteri omo-
che e dalle quantità raccolte. In vista di tale obiettivo, il Centro di genei per la raccolta, la messa a disposizione e il ritiro dei Raee.
coordinamento dovrà appunto coordinare le iniziative dei sistemi
collettivi partecipanti. Ma prima di passare a questo argomento, sarà utile inquadrare la
situazione dei Raee da rifiuti urbani in Italia.
La scelta del Legislatore di non costituire un unico “super-
consorzio” obbligatorio articolato in più filiere (come il Dlgs Dal Rapporto Fise su “Le Forme di Gestione dei Rifiuti Urbani”
22/1997 aveva concepito il Conai), ma piuttosto un “sistema (7), in base ad un’indagine condotta nel dicembre 2005 su quasi
multiconsortile”, dove sono possibili più forme collettive an- la totalità dei Comuni italiani, il quadro della raccolta differen-
che sulla stessa categoria merceologica, impone che siano ziata urbana dei Raee è il seguente:
comunque definite regole comuni e un unico arbitro dotato Comuni attivi 88,7%
della forza necessaria, che appunto dovrà essere il Centro di Abitanti serviti 40.453.979
coordinamento, con la “supervisione” dell’organismo pub-
blico, rappresentato dal Comitato di vigilanza e di controllo, Per quanto riguarda invece le piattaforme o piazzole di conferi-
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(1) Direttiva 2002/96/Ce del Parla- di determinate sostanze pericolose nelle int/comm/enterprise/newapproach/le- www.dsa.minambiente.it cliccando su
mento europeo e del Consiglio, del 27 apparecchiature elettriche ed elettroni- gislation/guide/index.htm. “banche dati”.
gennaio 2003, sui rifiuti da apparec- che. (5) Com (2005) 667 def., concernente (7) Disponibile sul sito www.fise.org –
chiature elettriche ed elettroniche, mo- (3) Cfr. L. Nepi, I destinatari della la proposta di direttiva del Parlamento Studi e ricerche.
dificata dalla direttiva 2003/108/Ce del nuova normativa Raee e il sistema e del Consiglio relativa ai rifiuti, pre- (8) Assoraee (Associazione recuperatori
Parlamento europeo e del Consiglio. di gestione da essa istituito, a com- sentata dalla Commissione il 21 dicem- apparecchiature elettriche ed elettroni-
(2) Direttiva 2002/95/Ce del Parla- mento del Dlgs 151/2005, in questa Ri- bre 2005. che) si è recentemente costituita in am-
mento europeo e del Consiglio, del 27 vista n. 122 (10/05), p. 23. (6) L’ultima versione è disponibile on bito Fise Unire (Unione imprese recupe-
gennaio 2003, sulla restrizione dell’uso (4) Disponibile su http://europa.eu. line sul sito del Ministero dell’ambiente ro) aderente a Confindustria.
Altri Consorzi: CONSORZIO ecoR’it professionali di tutte le categorie Viale Fulvio Testi 128,
Sistema collettivo promosso da ECO previste dal Dlgs 151/2005, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
QUAL’it (Consorzio nazionale eccettuata la n. 5 (apparecchiature Tel. 02 26255 396 Fax 02 26255 397
qualità, uso, smaltimento di illuminazione) info@ecorit.it
apparecchiature It e materiali di Sede: presso UCIMU – Unione www.ecorit.it
consumo), per la gestione dei Raee Costruttori Italiani Macchine
dei nuclei domestici e degli utenti Utensili
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
Errata corrige
A pag. 52 del n. 131, luglio 2006, di questa Rivista, a causa di un errore di impaginazione, il contenuto della tabella non risulta corretto.
Di seguito riportiamo l’esatta scansione del testo.
– Messa in riserva
Quantità massime e durata (articolo 6 come modificato)
Messa in riserva presso l’impianto di Messa in riserva presso un impianto che Messa in riserva presso un impianto che
produzione dei rifiuti effettua unicamente la messa in riserva effettua anche altre operazioni di recupero
• Il ricorso alle procedure semplificate è am- • Il ricorso alle procedure semplificate è am- • Il ricorso alle procedure semplificate è am-
messo qualora la quantità dei rifiuti non peri- messo qualora la quantità dei rifiuti non peri- messo qualora la quantità dei rifiuti non peri-
colosi sottoposti ad operazioni di messa non colosi sottoposti ad operazioni di messa non colosi sottoposti ad operazioni di messa in ri-
superi quella individuata nell’allegato 4 sotto superi quella individuata nell’allegato 4 sotto serva presso l’impianto di recupero non superi
l’attività “Messa in riserva”. l’attività “Messa in riserva”, fatte salve le la quantità massima recuperabile individuata
• I rifiuti messi in riserva non possono eccede- quantità inferiori indicate nella comunicazione nell’allegato 4 per l’attività di recupero svolta
re in quantità quelli prodotti dal medesimo im- effettuata alla provincia (a partire dal 29 aprile nell’impianto stesso, fatte salve le quantità
pianto nell’arco di un anno. alla Sezione regionale dell’Albo). inferiori indicate nella comunicazione effettua-
ta alla provincia (a partire dal 29 aprile alla Se-
zione regionale dell’Albo).
• In ogni caso, la quantità dei rifiuti “contem-
poraneamente” (= istantaneamente?) messa
in riserva presso ciascun impianto non può ec-
cedere il 70% della quantità di rifiuti individua-
ta all’allegato 4 (il decreto non chiarisce se
sotto la voce “Messa in riserva” o sotto la voce
dell’attività di recupero “principale”, ma si ri-
tiene più logica questa seconda ipotesi). Tale
limite, nel caso di rifiuti combustibili, è ridotto
al 50%, fatta salva la capacità effettiva di trat-
tamento dell’impianto.
In ogni caso:
– i rifiuti devono essere avviati a recupero entro un anno dalla data di produzione (per gli impianti di produzione) o di ricezione.
– qualora l’autorizzazione rilasciata in via semplificata non contempli la capacità autorizzata, la quantità è determinata dalla potenzialità dell’impianto, e
questo limite vale anche nell’ipotesi in cui vengano recuperate più tipologie di rifiuti nello stesso impianto.
– le nuove comunicazioni dovranno indicare le quantità annue avviate al recupero precisando il rispetto delle condizioni previste.
16 – le quantità massime di cui all’allegato 4 possono essere oggetto di aggiornamento annuale (anche per incentivare il recupero).
Commissione delle Comunità europee
Regolamento 3 febbraio 2006, n. 197/2006/Ce
(Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 4 febbraio 2006 n. L32)
(*) Si veda A. Fonda, Per l’alimentare dal regolamento (Ce) n. 416/2005 della (3) Gu L 182 del 16 luglio 1999, pag. (4) Gu L 332 del 28 dicembre 2000,
scaduto o difettoso, la deroga vale fino Commissione (Gu L 66 del 12 marzo 1. Direttiva modificata dal regolamento pag. 91.
al 31 luglio 2007, riportato a pag. 40. 2005, pag. 10). (Ce) n. 1882/2003 del Parlamento eu-
zetta ufficiale dell’Unione europea. decorrere dal 1° gennaio 2007. Per la Commissione
Esso si applica a decorrere dal 1° gennaio 2006. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i Markos Kyprianou
Tuttavia i requisiti di cui all’allegato VI, capitolo suoi elementi e direttamente applicabile in cia- Membro della Commissione
II, parte C, punto 13 bis, e all’allegato VIII, capi- scuno degli Stati membri.
tolo III, parte II, titolo A, punto 5, lettera c), del
(*) Si veda A. Fonda, Per l’alimentare (1) Gu L 273 del 10 ottobre 2002, pag. Commissione (Gu L 66 del 12 marzo
scaduto o difettoso, la deroga vale fino 1. Regolamento modificato da ultimo 2005, pag. 10).
al 31 luglio 2007, riportato a pag. 40. dal regolamento (Ce) n. 416/2005 della
Allegato prodotti di origine animale non trattati. b) temperatura minima di tutto il ma- – una riduzione di almeno il 99,9% (3
Possono tuttavia essere consentiti al- teriale nel reattore: 70 °C; log10) dei parassiti resistenti, quali le
Gli allegati VI e VIII del regolamento tri tipi di sistemi di compostaggio pur- c) durata minima di permanenza nel uova di ascaris sp., in fase vitale;
(Ce) n. 1774/2002 sono modificati ché: reattore a 70 °C (tutto il materiale): e) elaborazione di un programma di
come segue. i) garantiscano adeguate misure di 60 minuti.” controllo completo che preveda pro-
1) Nell’allegato VI, il capitolo II è mo- lotta contro i parassiti; e) Nella parte C, è inserito il seguente cedure di monitoraggio del funziona-
dificato come segue: ii) siano gestiti in modo che tutto il punto 13 bis: mento del processo descritto alla let-
a) I punti 1 e 2 della parte A sono so- materiale all’interno del sistema rag- “13 bis. L’autorità competente può tera c);
stituiti dai seguenti: giunga i parametri di tempo e di tem- comunque autorizzare l’impiego di al- f) misure che garantiscano, durante il
“1. Gli impianti di produzione di bio- peratura previsti, prevedendo, se del tri parametri di trasformazione stan- funzionamento dell’impianto, il con-
gas devono essere muniti di: caso, un loro controllo continuo; dardizzati, purché il richiedente dimo- trollo e la vigilanza continui dei para-
a) un’unità obbligatoria di pastorizza- iii) soddisfino tutte le altre prescrizioni stri che tali parametri assicurano la ri- metri di processo pertinenti stabiliti
zione/igienizzazione che deve essere del presente regolamento. duzione al minimo dei rischi biologici. nel programma di controllo.
dotata di: Se l’impianto di compostaggio è si- Tale dimostrazione prevede una con- I dati relativi ai parametri di processo
i) installazioni per il controllo dell’an- tuato in un’area in cui vengono tenuti valida che deve essere condotta se- pertinenti impiegati in un impianto di
damento della temperatura nel tempo; animali di allevamento e non utilizza condo quanto descritto nei punti da a) produzione di biogas o di compostag-
ii) dispositivi di registrazione continua soltanto stallatico prodotto da tali ani- a f): gio e altri punti critici di controllo de-
dei risultati delle misurazioni di cui al- mali, l’impianto deve essere situato a) individuazione e analisi dei rischi vono essere registrati e conservati in
la lettera i); ad una distanza adeguata dalla zona possibili, compresa l’incidenza del modo da consentire al proprietario, al
iii) un adeguato sistema di sicurezza in cui sono tenuti gli animali e, in ogni materiale utilizzato, sulla base di una gestore o al loro rappresentante e
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che impedisca un riscaldamento in- caso, vi deve essere una totale sepa- definizione completa delle condizioni all’autorità competente di controllare
sufficiente; razione fisica tra l’impianto, da un la- di trasformazione; il funzionamento dell’impianto. I dati
b) attrezzature adeguate per la pulizia to, e gli animali, il mangime e le let- b) una valutazione di rischio, che de- devono essere messi a disposizione
e la disinfezione dei veicoli e conteni- tiere, dall’altro, prevedendo se neces- termini come le specifiche condizioni dell’autorità competente che ne faccia
tori in uscita dall’impianto di produ- sario recinzioni.” di trasformazione di cui alla lettera a) richiesta.
zione di biogas. b) Nella parte B, il punto 11 è sostitui- vengano concretamente raggiunte in Le informazioni relative a un processo
Un’unità di pastorizzazione/igienizza- to dal seguente: situazioni normali e atipiche; autorizzato in base al presente punto
zione non è tuttavia obbligatoria per “11. I residui di digestione e il com- c) convalida del processo previsto devono essere messe a disposizione
gli impianti di produzione di biogas post devono essere manipolati e im- mediante una misurazione della ridu- della Commissione, qualora essa ne
che trasformano unicamente: magazzinati rispettivamente nell’im- zione della vitalità/infettività: faccia richiesta.”
i) sottoprodotti di origine animale che pianto di produzione di biogas o in i) degli organismi indicatori endogeni f) Nella parte C, punto 14, la lettera b)
sono stati sottoposti al metodo di tra- quello di compostaggio in modo da durante il processo, qualora l’indica- è sostituita dalla seguente:
sformazione 1; impedirne la ricontaminazione.” tore: “b) ritiene che i residui o il compost
ii) materiali di categoria 3 che sono c) Nella parte C, il punto 12 è sostitui- – sia stabilmente presente nella ma- siano materiale non trasformato.”
stati sottoposti altrove a pastorizzazio- to dal seguente: teria prima in quantità elevata, g) Nella parte D, il punto 15 è sosti-
ne/igienizzazione; “12. I materiali di categoria 3 utilizzati – non presenti una resistenza termica tuito dal seguente:
iii) sottoprodotti di origine animale che come materie prime in un impianto di alla letalità del trattamento termico in- “15. I campioni rappresentativi dei re-
possono essere utilizzati come mate- produzione di biogas munito di un’u- feriore, ma neppure significativamen- sidui di digestione o del compost,
ria prima senza trasformazione. nità di pastorizzazione/igienizzazione te superiore, rispetto agli agenti pato- prelevati – ai fini del controllo del pro-
Se l’impianto di produzione di biogas devono soddisfare i seguenti requisiti geni per il cui monitoraggio è utilizza- cesso – nel corso o al termine della
è situato in un’area in cui vengono te- minimi: to, trasformazione nell’impianto di produ-
nuti animali di allevamento e non uti- a) dimensione massima delle particel- – sia relativamente facile da quantifi- zione di biogas o di compostaggio,
lizza soltanto stallatico prodotto da tali le al momento dell’ingresso nell’unità: care, da individuare e confermare; devono rispettare le norme seguenti:
animali, l’impianto deve essere situa- 12 mm; oppure Escherichia coli:
to a una distanza adeguata dalla zona b) temperatura minima di tutto il ma- ii) (durante il processo) di un virus o di n = 5, c = 1, m = 1000,
in cui sono tenuti gli animali e, in ogni teriale nell’unità: 70 °C; organismo per il saggio ben caratte- M = 5000 in 1 g;
caso, vi deve essere una totale sepa- c) durata minima di permanenza inin- rizzato introdotto attraverso un sup- oppure
razione fisica tra l’impianto, da un la- terrotta nell’unità: 60 minuti. porto idoneo nel materiale di parten- Enterococcaceae:
to, e gli animali, il mangime e le let- Il latte, il colostro e i prodotti a base di za; n = 5, c = 1, m = 1000,
tiere, dall’altro, prevedendo se neces- latte definiti come materiali di catego- d) convalida del processo di cui alla M = 5000 in 1 g;
sario recinzioni. ria 3 possono essere impiegati come lettera c) deve dimostrare che il pro- e
2. Gli impianti di compostaggio devo- materia prima in un impianto di pro- cesso perviene alla seguente riduzio- i campioni rappresentativi dei residui
no essere dotati: duzione di biogas senza essere sotto- ne complessiva del rischio: di digestione o del compost prelevati
a) obbligatoriamente di un reattore di posti a pastorizzazione/igienizzazione i) nel caso dei processi termochimici nel corso o al termine dell’immagazzi-
compostaggio chiuso munito di: qualora l’autorità competente ritenga mediante: namento presso l’impianto di produ-
i) installazioni per il controllo dell’an- che non comportino rischi di diffusio- – una riduzione di 5 log10 dell’En- zione di biogas o di compostaggio de-
damento della temperatura nel tempo; ne di gravi malattie trasmissibili.” terococcus faecalis o della Salmonella vono rispettare le norme seguenti:
ii) dispositivi per la registrazione, e- d) Nella parte C, il punto 13 è sostitui- Senftenberg (775W, H2S negativa), Salmonella:
ventualmente continua, dei risultati to dal seguente: – una riduzione di almeno 3 log10 del assenza in 25 g: n = 5; c = 0;
delle misurazioni di cui alla lettera i); “13. I materiali di categoria 3 utilizzati titolo infettante dei virus termoresi- m = 0; M = 0
iii) un adeguato sistema di sicurezza come materie prime in un impianto di stenti come il parvovirus, ogniqualvol- dove:
che impedisca un riscaldamento in- compostaggio devono soddisfare i se- ta essi vengano riconosciuti come un n = numero di campioni da esaminare;
sufficiente; guenti requisiti minimi: rischio pertinente; m = valore di soglia per quanto ri-
b) di attrezzature adeguate per la puli- a) dimensione massima delle particel- nonché guarda il numero di batteri; il risultato
20 zia e la disinfezione dei veicoli e con- le prima dell’ingresso nel reattore di ii) nel caso dei processi chimici anche è considerato soddisfacente se tutti i
tenitori adibiti al trasporto dei sotto- compostaggio: 12 mm; mediante: campioni hanno un numero di batteri
inferiore o uguale a m; al minimo dei rischi biologici. Tale di- termoresistenti come il parvovirus M = 1000 in 1 g;
Segnalazione ai Lettori
Si comunica ai gentili Lettori che l’uscita del volume Rifiuti Anno Zero di Paola Ficco, prevista per fine giugno,
è stata rinviata a data da destinarsi in attesa che si definisca il relativo quadro normativo. Sarà nostra cura segnalar-
ne la nuova data di uscita.
In questa fase delicata, Edizioni Ambiente propone una serie di prodotti e servizi per accompagnare gli operatori
nella transizione dal vecchio al nuovo, fornendo nel modo più tempestivo e concreto le informazioni necessarie e
gli elementi di contesto. In particolare, vi segnaliamo il servizio on line Osservatorio di normativa ambien-
tale che offre quotidianamente tutti i provvedimenti in materia, aggiornati alle ultime modifiche e sistematicamen-
te commentati. 21
Decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173 (*)
(Gazzetta ufficiale 13 maggio 2006 n. 110)
2001/77/Ce, stabilite dalle Regioni a statuto spe- che utilizzano per il recupero energetico i rifiuti l’efficienza negli usi finali, di cui all’articolo 16
ciale e dalle Province autonome di Trento e di cui all’allegato 1, suballegato B, abbiano dirit- del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387,
Bolzano. to ai certificati verdi nella misura stabilita dalle la mancata trasmissione dei dati sopra citati, al
direttive di cui all’articolo 11 del decreto legislati- fine di consentire ai Ministeri medesimi l’assun-
Articolo 2 vo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modifiche e zione di opportune determinazioni per perseguire
Individuazione dei rifiuti ammessi al aggiornamenti, con particolare riguardo al dispo- comunque le finalità della promozione e dello
regime giuridico riservato alle fonti sto del decreto di cui all’articolo 20, comma 8, del sviluppo delle fonti rinnovabili.
rinnovabili decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. 7. Entro sei mesi dalle scadenze individuate al
1. In aggiunta ai rifiuti di cui all’articolo 17, 3. Non si applica il disposto di cui al comma 2 comma 6, l’Agenzia per la protezione dell’am-
comma 1, del decreto legislativo 29 dicembre ma la disciplina di cui al comma 1: biente e per i servizi tecnici, in collaborazione con
2003, n. 387, sono ammessi a beneficiare del regi- a) quando i rifiuti siano utilizzati per recupero di l’Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui ri-
me giuridico riservato alle fonti rinnovabili i ri- energia nello stesso sistema produttivo locale o di- fiuti di cui all’articolo 207 del decreto legislativo 3
fiuti e combustibili derivati dai rifiuti elencati stretto industriale, di cui alla legge 5 ottobre 1991, aprile 2006, n. 152, e l’Osservatorio nazionale
nell’allegato 1, nel rispetto delle disposizioni del n. 317, e successive modificazioni e integrazioni, sulle fonti rinnovabili e l’efficienza negli usi fina-
presente decreto. nel quale i rifiuti sono stati prodotti; li dell’energia, di cui all’articolo 16 del decreto le-
2. I soggetti che eserciscono impianti per la pro- b) qualora per recupero di energia siano utilizzati gislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sentito il
duzione di energia elettrica utilizzanti, in tutto o gli scarti ed i sovvalli provenienti dal trattamento Consorzio nazionale imballaggi, trasmette al Mi-
in parte, rifiuti ammessi al regime giuridico riser- dei rifiuti finalizzato al recupero di materia tra- nistero dell’ambiente e della tutela del territorio e
vato alle fonti rinnovabili, e che intendono otte- mite le operazioni di recupero comprese dal pun- al Ministero delle attività produttive un’apposita
nere i certificati verdi di cui all’articolo 2, comma to R2 al punto R9 dell’allegato C alla Parte quar- relazione, contenente dati aggregati della medesi-
1, lettera o), del decreto legislativo 29 dicembre ta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. ma tipologia dei dati di cui al comma 6.
2003, n. 387, presentano richiesta al Gestore della 4. La produzione di elettricità da impianti che 8. Sulla base della relazione di cui al comma 7, e
rete di trasmissione nazionale, con le modalità impiegano rifiuti che, in base all’accordo di cui al tenuto conto della relazione predisposta in attua-
stabilite dalle direttive di cui all’articolo 11, com- comma 2 e alle relative condizioni, sono destinati zione dell’articolo 5 del decreto legislativo 29 di-
ma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. prioritariamente al riutilizzo e al riciclo, non ha cembre 2003, n. 387, il Ministro delle attività pro-
79, e successive modificazioni e aggiornamenti, diritto alla elevazione del periodo di rilascio dei duttive e il Ministro dell’ambiente e della tutela
con particolare riguardo al disposto del decreto di certificati verdi, di cui alle direttive ai sensi del- del territorio, con proprio decreto:
cui all’articolo 20, comma 8, del decreto legislati- l’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo a) nella ipotesi di mancata stipula dell’accordo
vo 29 dicembre 2003, n. 387. 1999, n. 79, e successive modificazioni e aggior- di programma di cui al comma 2 ovvero di man-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
Allegato 1 vabili, come definite all’articolo 2, zionale provvede a includere la relativa lettino di cui alle direttive emanate ai
I rifiuti etichettati con la lettera B sono comma 1, lettera a), del decreto legi- produzione di energia elettrica tra le sensi dell’articolo 11 del decreto legi-
classificati come rifiuti a base di bio- slativo 29 dicembre 2003, n. 387. Il produzioni di energia elettrica da fonti slativo 16 marzo 1999, n. 79, e suc-
massa, o comunque come fonti rinno- Gestore della rete di trasmissione na- rinnovabili, anche nell’ambito del bol- cessive modificazioni e aggiornamenti.
Allegato 1 – suballegato A
Il presente suballegato A include i rifiuti per i quali la gerarchia comunitaria di trattamento è rispettata mediante la valorizzazione energetica.
02 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PRE-
PARAZIONE DI ALIMENTI
02 01 rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca
02 01 04 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi)
02 01 07 rifiuti della silvicoltura B
02 03 rifiuti della preparazione e del trattamento di frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione
di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa
02 03 02 rifiuti legati all’impiego di conservanti
menti
07 07 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 07 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 07 08 * altri fondi e residui di reazione
07 07 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
08 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADE-
SIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA)
08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di pitture e vernici
08 01 12 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 08 01 11
08 01 13 * fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 14 fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 13
08 01 15 * fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 16 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 15
08 01 17 * fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 18 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 17
08 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchiostri per stampa
08 03 07 fanghi acquosi contenenti inchiostro
08 03 12 * scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 13 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 12
08 03 14 * fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 15 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 14
08 03 16 * residui di soluzioni chimiche per incisione
08 03 17 * toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose
08 03 18 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17
08 03 19 * oli dispersi
08 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di adesivi e sigillanti (inclusi i prodotti impermeabilizzanti)
08 04 09 * adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 10 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 09
08 04 11 * fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 12 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 11
08 04 13 * fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 14 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 13
08 04 17 * olio di resina
09 RIFIUTI DELL’INDUSTRIA FOTOGRAFICA
09 01 rifiuti dell’industria fotografica
09 01 07 carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell’argento
09 01 08 carte e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell’argento
09 01 11 * macchine fotografiche monouso contenenti batteria incluse nelle voci 16 06 01, 16 06 02 o 16 06 03
10 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI
10 02 rifiuti dell’industria del ferro e dell’acciaio
10 02 11 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli
10 03 rifiuti della metallurgia termica dell’alluminio
26 10 03 17 * rifiuti contenenti catrame della produzione degli anodi
10 03 27 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli
28
Allegato 1 – suballegato B
01 RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MI-
NERALI
01 05 fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione
01 05 05 * fanghi e rifiuti di perforazione contenenti oli
02 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PRE-
PARAZIONE DI ALIMENTI
02 01 rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca
02 01 01 fanghi di operazioni di lavaggio e pulizia
02 01 02 scarti di tessuti animali B
02 01 03 scarti di tessuti vegetali B
02 01 06 feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito B
02 02 rifiuti della preparazione e del trattamento di carne, pesce ed altri alimenti di origine animale
02 02 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
02 02 02 scarti di tessuti animali B
02 02 03 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 02 04 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
02 03 rifiuti della preparazione e del trattamento di frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione
di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa
02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti
02 03 03 rifiuti prodotti dall’estrazione tramite solvente
02 03 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 03 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
02 04 rifiuti prodotti dalla raffinazione dello zucchero
02 04 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti B
02 05 rifiuti dell’industria lattiero-casearia
02 05 01 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 05 02 fanghi provenienti dal trattamento in loco degli effluenti
02 06 rifiuti dell’industria dolciaria e della panificazione
07 02 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 11
07 02 13 rifiuti plastici
07 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11)
07 03 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati
07 03 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 03 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 03 11
07 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fitosanitari (tranne 02 01 08 e 02 01 09), agenti conservativi
del legno (tranne 03 02) ed altri biocidi organici
07 04 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati
07 04 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 04 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 04 11
07 05 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici
07 05 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 05 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 06 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettati e cosmetici
07 06 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 06 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 06 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 06 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 06 11
07 07 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altri-
menti
07 07 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
07 07 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 07 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 07 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 07 11
08 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADE-
SIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA
08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di pitture e vernici
08 01 11 * pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 21 * residui di vernici o sverniciatori
09 RIFIUTI DELL’INDUSTRIA FOTOGRAFICA
09 01 rifiuti dell’industria fotografica
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
vede il recupero energetico. con le quali assicurare il rispetto della gerar- da inviare a valorizzazione energetica. Esso
chia comunitaria di trattamento dei rifiuti, in dovrà essere concluso entro 90 giorni dall’en-
Cade, in questo modo, l’argomento solleva- particolare per i rifiuti a base di biomassa; trata in vigore del Dm in esame (28 agosto
to da qualcuno in dottrina, secondo il qua- b) l’articolo 2 del Dm 5 maggio 2006, in esa- 2006). La stipula dell’accordo diventa condi-
le l’ammissione al regime ex lege dei rifiuti me, al suo comma 1, recita testualmente “in zione necessaria e propedeutica per l’erogazio-
individuati dal Dm 5 febbraio 1998 e dal aggiunta ai rifiuti di cui all’articolo 17, ne dei certificati verdi ai soggetti che utilizzano
Dm 161/2002 nella sostanza vanifichereb- comma 1 del decreto legislativo 29 dicem- i rifiuti del suballegato B per il recupero ener-
be l’attuazione del principio di gerarchia bre 2003 n. 387 sono ammessi a beneficia- getico (articolo 3, comma 2). In caso di man-
per la rilevante quantità dei rifiuti già am- re del regime giuridico riservato alle fonti cata stipula saranno i Ministeri ad individuare
messi dal Dlgs 387/2003 cit. rinnovabili i rifiuti e combustibili elencati i rifiuti ammessi al regime dei certificati verdi.
nell’Allegato I, nel rispetto delle disposizioni
Il decreto in esame avrebbe dovuto essere adot- del presente decreto”; La struttura degli accordi prevista dalle
tato entro 120 giorni dalla data di entrata in c) quindi, l’articolo 5, comma 1, trova la sua norme merita qualche ulteriore approfon-
vigore del Dlgs 387/2003 (15 febbraio 2004); ratio alla luce delle disposizioni citate sub a) e dimento. Dovranno essere coinvolte le as-
invece, è stato adottato dopo circa due anni e b), nell’esigenza di chiarire che la disciplina sociazioni maggiormente rappresentative
mezzo; esso risponde alle seguenti finalità: recata dal Dm 5 maggio 2006, in esame, si ap- dei soggetti che:
a) individuare gli ulteriori rifiuti e combusti- plica ai rifiuti con caratteristiche difformi (di- • effettuano raccolta differenziata e seletti-
bili derivati dai rifiuti ammessi a beneficiare, verse) da quelle del Dm 5 febbraio 1998; o me- va dei rifiuti di cui al suballegato B;
anche tramite il ricorso a misure promoziona- glio per i rifiuti individuati dal Dm 5 febbraio • effettuano il riutilizzo e il riciclo dei me-
li, al regime giuridico riservato alle fonti rin- 1998 (non solo con il codice Cer ma anche, ad desimi;
novabili; esempio, con livelli di contaminanti e umi- • eserciscono impianti di valorizzazione e-
b) stabilire le modalità con le quali viene assi- dità) esiste la disciplina ex lege, mentre per nergetica dei medesimi rifiuti.
curato il rispetto della gerarchia comunitaria quelli individuati dall’Allegato 1 l’individua-
di trattamento dei rifiuti, di cui al Dlgs 5 feb- zione del Dm 5 maggio 2006 è condizione es- L’accordo è finalizzato all’individuazione di
braio 1997, n. 22, in particolare per i rifiuti a senziale per essere ammessi al regime. specifiche tipologie di rifiuti per i quali sono
base di biomassa; definiti termini, condizioni e modalità per la
c) stabilire i valori di emissione consentiti alle Ad esempio, lo scarto di pulper (Cer 03 03 destinazione dei medesimi rifiuti alle attività
diverse tipologie di impianto utilizzanti i pre- 07) nel Dm 5 febbraio 1998 veniva disci- di riutilizzo, riciclo e valorizzazione energetica
detti rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti. plinato prescrivendo anche un livello di u- nel rispetto della gerarchia comunitaria di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
33
a cura della Redazione Reteambiente
Prosegue da parte della Redazione la segnalazione dei provvedimenti emanati per risol-
vere le situazioni di emergenza nel settore dei rifiuti in Campania, Calabria, Lazio e Re-
gione Sicilia. Le precedenti versioni delle tavole sinottiche sono state pubblicate su
“Rifiuti – Bollettino di informazione normativa”:
Emergenze rifiuti:
ulteriori proroghe
e disposizioni
urgenti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
Calabria
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- ciali pericolosi, nonché in materia di bonifica e
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- risanamento.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.
Dpcm 2 marzo 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 14 marzo 2006, n. 61) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza anche alla stregua delle motivazioni e de-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- gli ambiti derogatori indicati nella premessa del
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- Dpcm.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.
Campania
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza nel settore dello Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) smaltimento dei rifiuti, nonché in materia di bo- genza nel settore dei rifiuti, nonché in materia di
nifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inqui- bonifica e risanamento.
nati, e di tutela delle acque superficiali della Re-
gione Campania.
Dpcm 11 febbraio 2006, n. 3493 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Il Commissario delegato è tenuto ad individuare
(Gu 22 febbraio 2006, n. 44) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. entro il 14 febbraio 2006 le discariche di servizio
(Ordinanza n. 3493). per il conferimento di rifiuti urbani e speciali
34 non pericolosi.
Lazio
Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato d’emergenza nel territorio Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) della Regione Lazio, in ordine alla situazione di genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
crisi socio-economico-ambientale nel settore dei ciali pericolosi.
rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.
Sicilia
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 9 giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato di emer-
(Gu 14 giugno 2006, n. 136) bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, genza in materia di bonifica e di risanamento
delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti
materia di tutela delle acque superficiali e sotter- inquinati, nonché in materia di tutela delle ac-
ranee e dei cicli di depurazione nella Regione si- que superficiali e sotterranee e dei cicli di depu-
ciliana. razione.
Dpcm 6 aprile 2006 Estensione degli ambiti derogatori relativi agli Estende gli ambiti derogatori alla disciplina atti-
(Gu 18 aprile 2006, n. 90) stati di emergenza in materia di gestione dei ri- nente il quadro delle competenze in ordine al ri-
fiuti urbani, speciali, speciali pericolosi, di boni- lascio delle autorizzazioni amministrative relati-
fica e di risanamento ambientale dei suoli, delle ve agli impianti per la gestione dei rifiuti e per la
falde e dei sedimenti inquinati, nonché in mate- depurazione e il riutilizzo delle acque.
ria di tutela delle acque superficiali e sotterranee
e dei cicli di depurazione in atto nel territorio
della Regione siciliana.
La massima
Rifiuti – Articolo 53 bis, Dlgs 22/1997
Il delitto di cui all’articolo 53 bis Dlgs 22/1997 si configura anche
nel caso in cui l’attività oggetto di valutazione da parte del giudice
Giurisprudenza penale sia svolta in presenza di autorizzazione.
Con la sentenza in commento, la Corte di Cas- ingiusto profitto, fanno della gestione illecita
sazione affronta il tema attinente, estrema- di rifiuti la loro redditizia anche se non e-
il commento mente interessante, della qualificazione degli sclusiva attività professionale. Per il perfezio-
elementi costitutivi del reato di traffico illecito namento del reato, necessita il compimento
di rifiuti, previsto dall’articolo 53-bis del Dlgs di più operazioni illecite e la predisposizione
Il traffico è illecito 22/1997 (reato introdotto specificamente dal- di un’organizzazione sia pure rudimentale
anche quando la gestione l’articolo 22, legge 93/2001). (…). Le condotte sanzionate dall’articolo
dei rifiuti non è riconducibile L’occasione è data alla Suprema Corte dall’im- 53-bis si riferiscono a qualsiasi gestione di
pugnazione da parte della Procura della Repub- rifiuti e non sono limitate a quelle svolte al
all’autorizzazione blica di un provvedimento di diniego di misura di fuori delle prescrizioni dell’autorizzazio-
cautelare richiesto nei confronti del capo settore ne; pertanto la fattispecie di reato in esame
fattispecie dell’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 contenuto nell’articolo 53-bis, lungi dall’a- il profitto che la norma richiede, non deve ne-
(organizzazione di traffico illecito di rifiuti) vere valore “residuale” e, quindi, alternati- cessariamente assumere il carattere del ricavo
è radicalmente diversa da quella del prece- vo rispetto alla disposizione dell’articolo 51, patrimoniale, ben potendo essere lo stesso inte-
dente articolo 51 (attività di gestione di ri- ne costituisce un esplicito richiamo in quan- grato dal mero risparmio di costi o dal perse-
fiuti non autorizzata) e fra le due norme to si riferisce alla mancanza di autorizza- guimento di vantaggi di altra natura (si veda
non è configurabile un rapporto di specia- zione, che determina l’illiceità della gestione anche Cassazione penale, Sezione III, sentenza
lità, né le stesse sono alternative, sicché l’ap- organizzata e costituisce l’essenza del traffi- 40827/2005), con ciò uniformandosi nella so-
plicazione dell’una escluda necessariamen- co illecito di rifiuti” (si veda Cassazione pena- stanza a quanto previsto per tutti i reati per la
te l’applicazione in concreto dell’altra, ma le, Sezione VI, sentenza 18 marzo 2004, n. sussistenza dei quali è richiesto un profitto, in-
nella fattispecie concreta possono ricorrere 30373). tendendosi in realtà in una accezione estrema-
sia gli elementi sostanziali indicati dell’una Per quanto concerne l’ingente quantità, la mente ampia, ogni possibile utilità e non cer-
(l’allestimento di mezzi e di attività conti- Cassazione conferma correttamente che il ter- tamente solo un mero vantaggio monetario.
nuative organizzate) che quelli formali pre- mine “ingenti” che qualifica i rifiuti, deve rife- Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha
visti dall’altra (mancanza di autorizzazio- rirsi al quantitativo di materiale complessiva- annullato l’ordinanza di rigetto impugnata
ne), dando luogo al concorso di entrambi i mente gestito, nonostante le singole operazioni con rinvio al Tribunale.
reati ai sensi dell’articolo 81 C.p. possano essere di modesta rilevanza.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
l’isolamento
ecoefficiente
guida all’uso dei materiali naturali
L’attenzione alle problematiche obiettivo.
ambientali permea ormai tutti i Ma isolare come? In questo
campi del vivere, e il progettare campo emerge infatti la profonda
secondo i criteri della bioedilizia è mancanza di informazioni in grado
uno dei nodi decisivi dell’abitare in di sostenere scelte e orientamenti
modo sano. L’adozione della corretti. I materiali isolanti
direttiva europea 2002/91 impone alternativi, caratterizzati da un
anche all’Italia di adeguare, a minore impatto sull’ambiente e
partire dal 2006, il proprio sulla salute, fanno oggi fatica a
patrimonio edilizio a criteri di trovare un posto sul mercato e ad
risparmio energetico. acquisire visibilità a causa della
di Alessandro Fassi Isolare meglio è il primo e il più mancanza di informazioni e di una
e Laura Maina
semplice intervento che si può documentazione validata da
illustrato, 250 pagine 40,00 e fare per raggiungere questo certificati e prove di laboratorio.
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dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
L’isolamento ecoefficiente a 40,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
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opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
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[ ] non autorizzo
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38
Ministero della salute
Circolare 29 marzo 2006, prot. n. 12964/P
lizzare come materie prime i prodotti di cui al golamento 197/2006: integralmente le disposizioni relative alla raccol-
punto 1 ed inviare i materiali risultanti come fer- a) La raccolta ed il trasporto dei prodotti alimen- ta e trasporto contenute nell’Accordo 1° luglio
tilizzanti organici o ammendanti (deroga all’ar- tari avviati in una discarica autorizzata devono 2004 recante le linee guida per l’applicazione del
ticolo 6, paragrafo 2 lettera f) del regolamento avvenire in conformità alla normativa ambienta- regolamento 1774/2002.
1774/2002) fino al 1° gennaio 2007 e comunque le. In tal caso resta fermo l’obbligo della tenuta
fino alla verifica da parte dell’autorità regionale del registro delle partite di cui all’articolo 9 del Pregasi le SS.LL. di voler trasmettere, per il segui-
che i parametri di trasformazione assicurino la regolamento 1774/2002 (compilazione e conser- to di competenza, la presente nota ai Servizi vete-
riduzione al minimo dei rischi biologici. vazione per almeno due anni) solo da parte di rinari degli Assessorati regionali alla sanità ed ai
L’utilizzo di sistemi alternativi di trattamento è chi consegna i prodotti alimentari di cui al punto servizi regionali ambientali.
autorizzato dalle Regioni, a seguito di istanza 1 della presente nota. Per quanto riguarda il tra-
presentata al Ministero della salute e previo pare- sportatore si applica la normativa ambientale. Il Capo Dipartimento
re favorevole del gruppo interregionale “regola- b) Nel caso in cui i prodotti alimentari di cui al
mento 1774/2002”. punto 1 vengano avviati ad impianti riconosciuti
di Aurelia Fonda lati con altri sottoprodotti di categoria 1 e 2 (si Invece il 3 febbraio 2006 è uscito il regolamen-
Dirigente Medico Igienista in comando veda Sottoprodotti di origine animale non to (Ce) 197/2006 della Commissione recante
presso il Ministero dell’ambiente destinati al consumo umano: cosa cambia misure transitorie a norma del regolamento
e della tutela del territorio per la gestione dei rifiuti, in questa Rivista, n. (Ce) 1774/2002 relative alla raccolta, al tra-
101, novembre 2003). sporto, al trattamento, all’utilizzo e all’elimi-
Ricordiamo in sintesi che le deroghe riguarda- nazione di prodotti alimentari non più destina-
vano: ti al consumo umano (Guce del 4 febbraio L
– l’accesso agli impianti di biogas e compo- 32), in vigore dal giorno 8 febbraio 2006, in
staggio conformi alle preesistenti norme am- applicazione dal 1° gennaio 2006 fino al 31 lu-
bientali, e quindi non riconosciuti ai sensi glio 2007.
dell’articolo 15 del regolamento 1774/2002;
– il trasporto in deroga ai requisiti previsti Questo nuovo regolamento consente agli
dall’articolo 7 del regolamento 1774/2002 e Stati membri di prolungare la deroga di cui
quindi, se avviati allo smaltimento o al recupe- al regolamento 813/2003, applicando le
ro come rifiuti, il trasporto ai sensi del Dlgs norme nazionali in tema di raccolta, traspor-
22/1997; to ed eliminazione dei prodotti alimentari di
– lo smaltimento in discarica senza la prelimi- origine animale non più destinati al consu-
nare trasformazione, di cui all’Allegato V del mo umano, preesistenti al regolamento
regolamento 1774/2002, che abbina un tratta- 1774/2002, al fine di evitare di perturbare
mento di riduzione dei sottoprodotti in dimen- gli scambi commerciali (considerando 2).
sioni variabili da 20 a 150 millimetri a un trat-
tamento termico con alta temperatura. Rispetto al precedente regolamento 813/2003 il
nuovo regolamento ha chiarito alcuni passaggi
Risultava, d’altra parte, ridicolo pensare di scritti in maniera incompleta, dettagliando
dover sottoporre a tale trasformazione pre- maggiormente alcune evenienze; tuttavia ha
liminare per l’avvio in discarica, anche se contemporaneamente sollevato dei dubbi che
con difetti di imballaggio o scaduti, i vasetti prontamente il Ministero della salute, Di-
di yogurt, gli omogeneizzati di carne o le al- partimento per la sanità pubblica veterinaria,
tre confezioni di carne in scatola, di insac- la nutrizione e la sicurezza degli alimenti, con
cati, o formaggi. apposita circolare rivolta alle Regioni e alle as-
sociazioni di categoria, ha chiarito.
Quindi dal 1° gennaio 2006 il destino finale di
tali prodotti alimentari non più destinati al I chiarimenti
consumo umano, sembrava potesse essere solo È stato chiarito che la deroga è relativa all’inte-
quello previsto dall’articolo 6, paragrafo 2 del ro paragrafo 2 dell’articolo 6, cioè riguarda, tra
regolamento 1774/2002 cioè: l’altro, anche l’eliminazione in discarica (sen-
– l’incenerimento in impianti autorizzati ai za trasformazione preliminare) e non la sola
40 sensi della normativa ambientale, con o senza lettera f) – trasformazione in impianti di bio-
gas e compostaggio riconosciuti ai sensi del re- porlo a carico della persona che li consegna o sumo umano, di cui articolo 6 paragrafo 1
41
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
(Gazzetta ufficiale 26 giugno 2006 n. 146)
L’Ambiente
dichiara
l’inefficacia
dei decreti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
Si avvisa che i decreti ministeriali ed intermini- comma, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, non
attuativi steriali di seguito elencati nell’unito allegato, sono stati registrati dal predetto organo e, pertan-
non essendo stati a suo tempo inviati per essere to, non possono considerarsi giuridicamente pro-
sottoposti al preventivo e necessario controllo del- duttivi di effetti:
della Delega la Corte dei Conti ai sensi dell’articolo 3, primo
Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui ri- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
fiuti, ai sensi dell’art. 159 comma 1 del Dlgs 3 a- – 2 maggio 2006
prile 2006 n. 152
Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
ai sensi dell’art. 99, comma 1 del Dlgs 3 aprile – 2 maggio 2006
2006 n. 152
Modalità per l’aggiudicazione da parte dell’Au- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
torità d’ambito del servizio di gestione integrata – 2 maggio 2006
dei rifiuti urbani, ai sensi dell’art. 202 comma 1
del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Disciplina delle modalità e dei termini di aggiudi- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 113 del 17 maggio 2006
cazione della gestione del servizio idrico integra- – 2 maggio 2006
to, ai sensi dell’art. 150, comma 2 del Dlgs 3 a-
prile 2006 n. 152
Definizione dei limiti esterni dell’estuario, area di Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
transizione tra le acque dolci e le acque costiere – 2 maggio 2006
alla foce di un fiume, ai sensi dell’art. 74, com-
ma 1, lettera e) del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Approvazione dei modelli di registro di carico e Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
scarico dei rifiuti ai sensi dell’art. 195 commi 2 – 2 maggio 2006
lettera n) e 4 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Criteri, procedure e modalità per il campiona- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
mento e l’analisi delle terre e rocce da scavo, ai – 2 maggio 2006
sensi dell’art. 186, comma 3 del Dlgs 3 aprile
42 2006 n. 152
Prassi Comunicato MinAmbiente 26 giugno 2006 – Inefficacia decreti attuativi
Disciplina per l’esecuzione del monitoraggio della Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
spesa ed altre iniziative informative e conoscitive – 2 maggio 2006
in campo ambientale, ai sensi dell’art. 55, com-
ma 5 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Registro delle imprese autorizzate alla gestione Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
dei rifiuti, ai sensi dell’art. 212 comma 23 del – 2 maggio 2006
Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Riorganizzazione del catasto dei rifiuti, ai sensi Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile – 2 maggio 2006
2006 n. 152
Individuazione delle tipologie di beni in polietilene D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 108 dell’11 maggio 2006
rientranti nel campo di applicazione dell’articolo att. produttive – 2 maggio 2006
234 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152
Aggiornamento degli studi europei fissati dal D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 108 dell’11 maggio 2006
Comitato europeo di normazione (Cen), in confor- att. produttive – 2 maggio 2006
mità ai requisiti essenziali stabiliti all’articolo 9
della direttiva 94/62/Ce sugli imballaggi e rifiuti
di imballaggio
Requisiti relativi al centro di raccolta e all’impian- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 112 del 16 maggio 2006
to di trattamento dei veicoli fuori uso non discipli- att. produttive/Ministro infrastrutture e trasporti –
nati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 2 maggio 2006
209 e successive modificazioni, ai sensi dell’arti-
colo 231 del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152
Semplificazione delle procedure amministrative D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 112 del 16 maggio 2006
relative alle rocce e terre da scavo provenienti da infrastrutture e trasporti/Ministro att. produttive/
cantieri di piccole dimensioni la cui produzione Ministro salute – 2 maggio 2006
non superi i seimila metri cubi di materiale, ai
Gestione delle entrate derivante dall’Albo dei ge- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 113 del 17 maggio 2006
stori di rifiuti, ai sensi dell’articolo 212, comma economia e finanze – 2 maggio 2006
16, del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152
Istituzione dell’elenco dei rifiuti, in conformità al- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 114 del 18 maggio 2006 – S.o. n. 123
l’articolo 1, comma 1, lettera A), della direttiva att. produttive – 2 maggio 2006
75/442/Ce ed all’articolo 1, paragrafo 4 della di-
rettiva 91/689/Ce, di cui alla decisione della
Commissione 2000/532/Ce del 3 maggio 2000
Approvazione dello schema-tipo di statuto dei D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 119 del 24 maggio 2006
consorzi per ciascun materiale di imballaggio o- att. produttive – 2 maggio 2006
peranti su tutto il territorio nazionale, ai sensi
dell’articolo 223, comma 2, del decreto legislati-
vo 3 aprile 2006, n. 152
Il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il Dlgs del Dlgs 152/2006, per inosservanza della legge
152/2006, il provvedimento di riformulazione 20/1994 in materia di giurisdizione e controllo
il commento ambientale che ha riscritto la normativa relati- della Corte dei Conti (omesso preventivo invio
va a valutazione di impatto ambientale, difesa dei decreti alla Corte dei Conti per il necessario
del suolo e tutela delle acque, gestione dei ri- controllo e conseguente non registrazione dei
Acque e rifiuti, il quadro fiuti, riduzione dell’inquinamento atmosferico medesimi dal predetto organo).
delle norme tecniche e risarcimento dei danni ambientali, abrogan-
regolamentari di riferimento do la maggior parte dei previgenti provvedi- I provvedimenti dichiarati come inefficaci dal
menti del settore. Comunicato 26 giugno 2006 del MinAmbiente
tra entrata in vigore Tra il 10 e il 24 maggio 2006 sono stati emana- (tutti rubricati come Dm 2 maggio 2006 e rela-
del Dlgs 152/2006 ti dai competenti Ministeri diciotto decreti at- tivi, in particolare, alla tutela delle acque e alla
e intervento ablatorio tuativi del citato Dlgs 152/2006 relativi, in par- gestione dei rifiuti) sono i seguenti:
ticolare, alla tutela delle acque e alla gestione 1) in relazione alla tutela delle acque –
del MinAmbiente dei rifiuti. Parte terza del Dlgs 152/2006:
Il successivo 26 giugno 2006, il Ministero del- • Dm 2 maggio 2006 – Monitoraggio spesa
l’ambiente ha dichiarato (con proprio comuni- ambientale;
di Vincenzo Dragani cato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del me- • Dm 2 maggio 2006 – Limiti esterni estuario,
Avvocato, Redazione Reteambiente desimo giorno, n. 146) l’inefficacia di dicias- transizione acque dolci e costiere;
sette dei diciotto decreti emanati in attuazione • Dm 2 maggio 2006 – Norme tecniche per il 43
riutilizzo delle acque reflue; • Dm 2 maggio 2006 – Trattamento veicoli rie stabilite dallo stesso Dlgs 152/2006
Prassi Comunicato MinAmbiente 26 giugno 2006 – Inefficacia decreti attuativi
• Dm 2 maggio 2006 – Aggiudicazione servi- fuori uso rientranti nel Dlgs 152/2006; (dunque di carattere sostanziale), che fan-
zio idrico integrato; • Dm 2 maggio 2006 – Beni in polietilene no espressamente salvi molti dei decreti at-
• Dm 2 maggio 2006 – Autorità di vigilanza rientranti nel Dlgs 152/2006. tuativi emanati in base agli abrogati e citati
risorse idriche e rifiuti; Dlgs 152/1999 e Dlgs 22/1997 fino all’e-
2) in relazione alla gestione dei rifiuti – Qual è, alla luce dell’intervento ablatorio del manazione dei corrispondenti e nuovi de-
Parte quarta del Dlgs 152/2006: Ministero dell’ambiente, il quadro normativo creti attuativi del nuovo decreto legislativo.
• Dm 2 maggio 2006 – Istituzione elenco dei vigente disegnato dal Dlgs 152/2006? Per dise-
rifiuti; gnarlo, occorre effettuare una distinzione tra le È il caso delle norme regolamentari relative al
• Dm 2 maggio 2006 – Gestione terre e rocce norme di carattere “sostanziale” contenute nel riutilizzo delle acque reflue (si veda l’articolo
da scavo; Dlgs 152/2006 e le norme di carattere “attuati- 170, comma 3, lettera b) del Dlgs 152/2006,
• Dm 2 maggio 2006 – Gestione semplificata vo” contenute nei decreti ministeriali. che dispone l’applicazione del Dm 185/2003
di terre e rocce da scavo; Le norme di carattere sostanziale recate dal fino all’emanazione di nuovo e corrispondente
• Dm 2 maggio 2006 – Riorganizzazione Dlgs 152/2006, non essendo state toccate da provvedimento attuativo), alla gestione delle
Catasto rifiuti; successivi provvedimenti di pari rango, sono terre e rocce da scavo (articolo 186, medesimo
• Dm 2 maggio 2006 – Modelli di registro cari- pienamente in vigore dal 29 aprile 2006 nella Dlgs 152/2006, che fa salvo per il periodo tran-
co e scarico; loro formulazione originaria. sitorio il Dm 471/1999), dei registri di carico e
• Dm 2 maggio 2006 – Modalità aggiudicazio- Lo stesso non può dirsi per le norme di caratte- scarico (articolo 190, che dispone l’applicazio-
ne Autorità d’ambito servizio gestione integrata re “attuativo” emanate successivamente a tale ne del Dm 148/1998 fino alle nuove regole at-
rifiuti urbani; data in base al Dlgs 152/2006 ed espressamen- tuative del Dlgs 152/2006).
• Dm 2 maggio 2006 – Albo gestori rifiuti, Re- te dichiarate inefficaci dal Ministero dell’am-
gistro imprese autorizzate alla gestione dei ri- biente a partire dal 26 giugno 2006. Alla luce delle considerazioni sopra svolte, si
fiuti; ritene utile fornire una tabella riassuntiva che
• Dm 2 maggio 2006 – Albo gestori rifiuti, ge- La dichiarazione di inefficacia del Min- evidenzi, su base temporale, l’avvicendarsi del-
stione delle entrate; Ambiente ha reso nuovamente operanti i le norme tecniche regolamentari in relazione
• Dm 2 maggio 2006 – Schema-tipo di Statuto corrispondenti decreti ministeriali emanati alle tre citate materie di diretto interesse per le
Consorzi imballaggi; in attuazione delle previgenti norme di rife- imprese, ossia: gestione delle acque reflue, ter-
• Dm 2 maggio 2006 – Codici “Cen” (Comita- rimento, come il Dlgs 152/1999 e il Dlgs re e rocce da scavo, registri di carico e scarico.
to europeo normazione) di imballaggi e rifiuti 22/1997.
di imballaggio; Ciò è evincibile anche dalle norme transito-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
Acque e rifiuti, il quadro delle norme tecniche regolamentari di riferimento tra entrata in vigore del Dlgs 152/2006 ed
intervento ablatorio del MinAmbiente
Materia Norme tecniche regolamentari di riferimento
1) Dopo l’entrata in vigore del Dlgs 2) Dopo l’emanazione dei nuovi 3) Dopo il Comunicato MinAmbiente
152/2006 ma prima dell’emanazione decreti attuativi del Dlgs 152/2006 ma 26 giugno 2006
dei relativi nuovi decreti attuativi prima del Comunicato MinAmbiente (dal 26 giugno 2006)
26 giugno 2006
Riutilizzo delle acque Fino al 25 maggio 2006: Dal 26 maggio 2006 al 25 giugno 2006: • Dm 12 giugno 2003, n. 185 (emanato
reflue • Dm 12 giugno 2003, n. 185 (emanato • Dm 2 maggio 2006 – Norme tecniche in attuazione del Dlgs 152/1999)
in attuazione del Dlgs 152/1999) per il riutilizzo delle acque reflue
(emanato in attuazione del Dlgs
152/2006 – Gu 11 maggio 2006, n.
108)
Terre e rocce da scavo Fino al 24 maggio 2006: Dal 25 maggio 2006 al 25 giugno 2006: Dal 26 giugno 2006:
• Dm 25 ottobre 1999, n. 471, Allegato • Dm 2 maggio 2006 – Gestione terre e • Dm 25 ottobre 1999, n. 471, Allegato
1, tabella 1, colonna B (emanato in rocce da scavo (emanato in attuazione 1, tabella 1, colonna B (emanato in
attuazione del Dlgs 22/1997) del Dlgs 152/2006 – Gu 10 maggio attuazione del Dlgs 22/1997)
2006, n. 107)
Registri carico e Fino al 24 maggio 2006: Dal 25 maggio 2006 al 25 giugno 2006: Dal 26 giugno 2006:
scarico • Dm 148/1998 (emanato in attuazione • Dm 2 maggio 2006 – Modelli di • Dm 148/1998 (emanato in attuazione
del Dlgs 22/1997) registro carico e scarico (emanato in del Dlgs 22/1997)
attuazione del Dlgs 152/2006 – Gu 10
maggio 2006, n. 107)
44
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Circolare 23 giugno 2006 (*)
(Gazzetta ufficiale 3 luglio 2006, n. 152)
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a cura di Paola Ficco
Maria Letizia Nepi Fise Unire – Confindustria
Claudio Rispoli Chimico – Esperto ambientale
Rubriche Quesiti
non viene da un processo produttivo, né una registro e/o Mud? Per tutti i rifiuti perico-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- Mps, poiché non viene da un ciclo di recupe- losi e non?
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, ro. Quindi, esso rimane un rifiuto. Può essere Il piccolo artigiano che produce solo rifiu-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. recuperato per un argine, conformemente a ti speciali non pericolosi che tipo di regi-
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- quanto previsto al citato punto 12.2, Dm 5 stro di carico e scarico usa se ancora il
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati febbraio 1998 purché previamente comuni- registro non è uscito? E per i rifiuti spe-
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a cato all’Albo gestori rifiuti secondo le nuove ciali pericolosi?
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. procedure per il recupero agevolato di cui a- Ha l’obbligo del registro di carico e scari-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale gli articoli 214 e 216, Dlgs 152/2006. Se si co per gli uni e gli altri? Registri e Mud
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto vuole fruire di tale procedura agevolata, però, hanno ancora la stessa relazione che a-
con le tematiche specifiche.
la miscelazione con la terra non è prevista vevano per il Dlgs 22/1997?
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- dal citato punto 12.2. Questo significa che il
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che suo recupero per la creazione di un argine, L’unica esclusione dal formulario, oltre al tra-
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- usando la miscelazione con la terra, deve es- sporto di rifiuti urbani effettuato dal soggetto
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto sere autorizzato dalla Regione/Provincia dele- che gestisce il servizio pubblico, è prevista
intestatario dell’abbonamento. gata (articolo 208, Dlgs 152/2006). dall’articolo 193, comma 4, per il trasporto di
Il piccolo artigiano di cui all’articolo 2083 manazione di un modello di domanda “ad ni del recupero. Questo significa che per i ri-
C.c. deve tenere il registro di carico e scarico hoc” concepito. Essa pertanto è vigente ed fiuti avviati a recupero viene riconfermata la
dei rifiuti di cui al Dm 148/1998 (che resta in efficace dal 29 aprile 2006 (data di entrata in disciplina di cui al citato articolo 21, comma
vigore fino a quando non sarà emanato il vigore del Dlgs 152/2006). Del resto, se si 7, Dlgs 22/1997, cioè assenza di privativa
nuovo Dm sostitutivo) sia per i rifiuti non peri- pone mente all’inizio del regime del recupero comunale e conferimento al gestore pubblico
colosi che pericolosi. Nessuna esclusione è agevolato, quando la procedura era in capo in convenzione o ad un soggetto privato. Si
prevista al riguardo. L’esclusione era dispo- alla Provincia, il difetto di modulistica non ha tratta di disciplina sostanziale operante già
sta dal “Decreto Ronchi” per i rifiuti non peri- mai impedito alle imprese di esercitare il di- dal 29 aprile 2006. Il decreto relativo all’assi-
colosi, ma essa non è stata riprodotta dal ritto in capo ad esse creato dagli articoli 31 e milazione riguarderà solo le aree inferiori a
Dlgs 152/2006. 33, Dlgs 22/1997 (ovviamente in esito alla e- quelle indicate.
Fra registri e Mud, in termini di obbligati non manazione del Dm 5 febbraio 1998 e poi del Tuttavia, nell’ambito di quei limiti indicati nel
c’è più la stessa equivalenza che si registra- Dm 161/2002). Del resto, non avrebbe potu- citato articolo 195, comma 2, lettera e) po-
va con il Dlgs 22/1997; infatti, i produttori di to farlo proprio in ragione della declinata ca- tranno essere assimilati solo i rifiuti che si
rifiuti non pericolosi non devono inviare il tegoria giuridica di appartenenza. Pertanto, formano “negli uffici, nelle mense, negli
Mud, tuttavia, alcuni di essi (quelli che pro- alla comunicazione di inizio attività dovrà es- spacci, nei bar e nei locali di servizio del la-
ducono i rifiuti di cui all’articolo 184, comma sere allegata la relazione prevista dall’articolo voratori o comunque aperti al pubblico”.
3, lettera c), d) e g)), devono tenere il registro 216, comma 3, riportante i dati ivi richiesti. Il Mud per i produttori di rifiuti non pericolosi
di carico e scarico. È il caso di ricordare che i Le norme di riferimento sono il Dm 5 febbraio non è previsto. Il registro (per i rifiuti non pe-
produttori di rifiuti derivanti da attività di re- 1998 e il Dm 161/2002, la cui efficacia è ricolosi) deve essere tenuto solo nel caso in
cupero e smaltimento sono soggetti anche al confermata (fino all’emanazione dei Dm so- cui il produttore dei rifiuti appartenga alle ca-
Mud. Infatti, l’esclusione per i produttori di ri- stitutivi) dall’articolo 214, comma 5, Dlgs tegorie di cui all’articolo 184, comma 3, let-
fiuti non pericolosi è implicita (nel senso che 152/2006. tera c), d) e g), Dlgs 152/2006. Ai sensi
essi non figurano tra i soggetti obbligati); tut- dell’articolo 189, comma 4, il produttore di
tavia, ex articolo 189, comma 3, Dlgs 152/ 53. I rifiuti speciali assimilati agli rifiuti pericolosi che li conferisce al servizio
2006, “Chiunque (…) svolge operazioni di urbani e avviati al recupero sfug- pubblico di raccolta, previa convenzione, non
recupero e smaltimento dei rifiuti” è obbliga- gono alla privativa comunale dal è tenuto all’obbligo di Mud e, quindi, di regi-
to all’invio del Mud (e alla tenuta del regi- 1° gennaio 2003 stro. Laddove i rifiuti speciali siano assimilati
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
stro), senza esclusione specifica, per i rifiuti Alla luce del Dlgs 152/2006, è corretto da agli urbani e li prelevi il gestore pubblico, il
prodotti. parte di un’impresa affidare al gestore formulario non è previsto.
pubblico, per il recupero, la carta raccolta Con riguardo alla intermediazione senza de-
52. La domanda per il recupero a- nei propri uffici (trattasi di soli edifici uffi- tenzione nulla cambia rispetto al “Decreto
gevolato all’Albo produce imme- cio), senza per questi tipi di rifiuti produr- Ronchi”; l’intermediario senza detenzione
diatamente i suoi effetti re formulario/registro/Mud? non è un gestore di rifiuti. Le imprese che
L’articolo 216, Dlgs 152/2006, al comma Partendo dal presupposto che la carta hanno fatto richiesta di iscrizione all’Albo ora
1 prevede che per iniziare le attività di re- non supera i limiti quali-quantitativi fissa- (come prima) non possono essere iscritte
cupero di rifiuti si debba dare comunica- ti dal Comune perché sia considerata as- nella relativa categoria 8, poiché è ancora
zione all’Albo gestori. Interpellata telefo- similata ai rifiuti urbani. carente il Dm recante l’importo delle fideius-
nicamente la sezione regionale, ha consi- Circa l’intermediazione senza detenzione: sioni; quindi, il relativo obbligo non può esse-
gliato di attendere la pubblicazione della che cosa cambia rispetto al “Decreto re adempiuto. Si tratta di una norma non so-
modulistica apposita, poiché una comuni- Ronchi”? Le imprese che hanno già fatto stanziale, né procedurale, bensì di organizza-
cazione presentata senza modulistica richiesta di iscrizione all’apposito Albo zione che come tale pur essendo vigente è i-
non potrebbe produrre alcun effetto, cosa devono fare per poter svolgere l’atti- nefficace in difetto della relativa attuazione (si
neanche l’inizio della decorrenza del ter- vità in regola con la nuova normativa? pensi, ad esempio, al certificato di avvenuto
mine di gg. 90. Si chiede quale comporta- smaltimento che non può essere richiesto o
mento tenere al fine di poter comunque Al gestore pubblico è sempre possibile affi- esibito fino a quando non sarà emanato l’ap-
intraprendere tale attività. dare i propri rifiuti speciali assimilati agli ur- posito decreto attuativo).
bani da avviare al recupero, ma non in regi-
Certamente al recupero agevolato non è ap- me di privativa, bensì in regime di mercato, 54. Il trasporto in conto proprio di
plicabile la modulistica declinata dall’Albo in cioè mediante convenzione. Già con il Dlgs rifiuti pericolosi è soggetto alla
esecuzione del Dm 406/1998, poiché la pro- 22/1997 (articolo 21, comma 7) i rifiuti urba- “iscrizione light” all’Albo gestori
cedura, all’epoca, non era in capo all’Albo. ni e assimilati avviati al recupero sfuggivano e alle scritture ambientali
Tuttavia, la norma di cui all’articolo 216, alla privativa comunale, dal 1° gennaio La nostra azienda ha diversi impianti
comma 1, è una norma procedurale che, co- 2003; quindi sin da quella data il gestore presso i quali si recano periodicamente
me tale, è immediatamente applicabile (a dif- pubblico era posto alla stregua di un impren- od occasionalmente squadre manutenti-
ferenza delle norme di organizzazione; in pro- ditore privato in ordine ai rifiuti speciali assi- ve. Ne deriva eventualmente la produzio-
posito, si pensi al certificato di avvenuto milati agli urbani e avviati al recupero che ne di stracci imbevuti di olio o di solventi
smaltimento). Pertanto, la domanda produce riusciva a captare. Ora, alla luce dell’articolo localmente prodotti. La quantità di tali
immediatamente i suoi effetti e dalla sua da- 195, comma 2, lettera e), Dlgs 152/2006 stracci è sicuramente non superiore ad 1
ta decorrono i 90 giorni previsti dalla norma. (relativo ai criteri per l’assimilazione), l’assi- kg per singola attività eseguita giornal-
La categoria giuridica (procedurale) della nor- milazione dei rifiuti speciali agli urbani potrà mente. Al termine delle attività gli opera-
ma è dimostrata dal fatto che non esiste al- essere effettuata solo entro le (ristrette) so- tori, facendo rientro alla sede principale,
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cuna disposizione nell’ambito del Dlgs 152/ glie quantitative ivi indicate, ma ancora ai fini vi trasportano i suddetti stracci, che ven-
gono quindi inseriti in apposito cassonet- regolerà di conseguenza. ria medesime. Del che vi è traccia anche al
Rubriche Quesiti
to e destinati al conferimento a ditte spe- n. 2, lettera f), circolare 4 agosto 1998 (pie-
cializzate per lo smaltimento. Si chiede 56. Come si distingue l’interme- namente operante a seguito della dichiara-
se tale prassi sia corretta o se invece si diario con detenzione da quello zione di inefficacia dei decreti attuativi del
debbano prevedere le seguenti due alter- senza detenzione Dlgs 152/2006 del Ministero dell’ambiente e
native: Se un trasportatore commissiona ad un pubblicata sulla Gu del 26 giugno 2006, tra i
1) installazione di cassonetti per tutti gli altro trasportatore il ritiro di rifiuti (per e- quali figurava anche il Dm 2 maggio 2006,
impianti, per evitare il trasporto degli sempio accumulatori al piombo) presso relativo ai registri).
stracci e conferimento sul posto di produ- un suo cliente e ovviamente i dati del pri- Quindi, uno studio di consulenza o una so-
zione alla ditta specializzata; mo trasportatore compaiono sul formula- cietà che opera nel settore dello smaltimento
2) iscrizione all’Albo e compilazione dei rio nelle annotazioni come intermediario, dei rifiuti non può offrire tale servizio di tenu-
formulari per ogni trasporto degli stracci. si è dinanzi ad una intermediazione con o ta dei registri ai piccoli produttori di rifiuti di
senza detenzione? cui all’articolo 190, comma 4, Dlgs 152/
Gli stracci sono rifiuti prodotti dal manutento- 2006.
re degli impianti. L’articolo 266, comma 4, La detenzione rappresenta la situazione pos- Questo significa che il produttore del rifiuto
Dlgs 152/2006 (al pari del “Decreto Ronchi”) sessoria base; essa integra gli estremi di una deve necessariamente tenere (rectius: con-
stabilisce che “i rifiuti provenienti da attività “signoria di fatto” sulla cosa che, come tale, servare) il registro nei luoghi previsti dall’arti-
di manutenzione o assistenza sanitaria si è indipendente dal titolo giuridico sottostante. colo 190, comma 3, Dlgs 152/2006 cit. e
considerano prodotti presso la sede o il do- Quindi, a prescindere dal fatto che qualcosa non altrove. La conservazione del registro in
micilio del soggetto che svolge tali attività”. sia stato prodotto, acquistato, usucapito, ru- un luogo diverso da quelli ivi indicati integra
Questo significa che i rifiuti ben possono es- bato ecc. il solo fatto che tra il soggetto e la gli estremi della violazione di omessa tenuta
sere trasportati dalla sede della manutenzio- cosa esista un rapporto di fatto integra gli e- del registro a carico del soggetto obbligato.
ne presso la sede del manutentore e lì fatti stremi della detenzione. Nel caso di specie, Certamente, la sanzione non è prevista a ca-
giacere secondo le regole del deposito tem- laddove il primo trasportatore non si ponga rico della società di consulenza; tuttavia, lad-
poraneo. Diversamente, laddove tali rifiuti mai in rapporto materiale con il rifiuto (cioè dove essa abbia indotto il produttore del rifiu-
fossero lasciati presso il committente della non lo tocchi), costui è un intermediario sen- to ad affidarle la conservazione dei registri,
manutenzione (che non è il loro produttore) za detenzione. ben potrebbe essere fatta segno di azione di
costui dovrebbe avere uno stoccaggio auto- risarcimento danni da parte del destinatario
di cui al decreto del Ministro dell’ambiente mente nella terra da scavo in quanto interrato quanto richiesto dalla disciplina, censurabile
1° aprile 1998, n. 148, come modificato dal da qualcuno o qualcosa non conoscibili. a titolo di concorso o di cooperazione colposa
comma 9, e di cui alla circolare del Ministro Caratteristica questa non rinvenibile nell’a- ai sensi dell’articolo 110, C.p. (per i rifiuti pe-
dell’ambiente del 4 agosto 1998”. sfalto, a meno che qualche pezzo di asfalto ricolosi) e dell’articolo 5, legge 689/1981
Infatti, nel Dm 148/1998 è prevista la nume- non sia trovato nella terra e roccia ma sem- (per i rifiuti non pericolosi).
razione e la vidimazione del registro da parte pre in esito ad un’attività di scavo.
“dell’ufficio del Registro”. Tale norma ripro- L’articolo 186, Dlgs 152/2006, individua tali 62. I termini per adeguarsi al nuo-
duce quanto contenuto nell’articolo 12, com- terre e rocce come provenienti da attività di vo Dm 5 febbraio 1998 decorrono
ma 1, Dlgs 22/1997 ora abrogato. Pertanto, scavo, anche di gallerie. dal 3 giugno 2006
sul punto il Dm 148/1998 (attuativo di tale Quindi, poiché l’asfalto non può derivare da In merito alla riformulazione del Dm 5
Dlgs 22/1997) ha perso ogni e qualsiasi effi- un’attività di scavo (ma, semmai, di “raschia- febbraio 1998 vorrei sapere se le scaden-
cacia. tura” del manto stradale) non si ritiene che ze per gli adeguamenti vanno calcolate a
Il citato comma 6, articolo 190, Dlgs 152/ esso sia ascrivibile nella categoria delle rocce partire dal 3 giugno 2006 o dal giorno
2006 sussume sotto la disciplina dell’Iva non e terre da scavo. successivo a quello di pubblicazione sulla
solo la numerazione e la vidimazione dei re- Gazzetta ufficiale (come sembrerebbe
gistri, ma anche la loro “gestione”. Come no- 61. Il formulario non può essere dall’ultima frase del Dm 186/2006).
to, i registri Iva vanno stampati in occasione corretto
della cd. “dichiarazione dei redditi”; quindi, Molte volte i clienti dopo alcuni giorni dal Gli obblighi previsti dal Dm 5 febbraio 1998
una volta l’anno. Del pari, ora, i registri per i conferimento chiamano per effettuare (come novellato dal Dm 186/2006) vanno a-
rifiuti devono stamparsi in occasione dell’uni- delle correzioni ai formulari (es. cambio dempiuti a decorrere dal 3 giugno 2006, da-
ca dichiarazione per i rifiuti (il Mud). La nor- dati del produttore, dati incompleti da ag- ta di entrata in vigore del Dm 186/2006.
ma sostanziale (articolo 190, Dlgs 152/2006) giungere sfuggiti al momento dell’accet- Infatti, esso è un regolamento che, come ta-
confligge con quanto disposto dall’articolo 1, tazione ecc.). Ci inviano per fax un fac-si- le, entra in vigore (ex legge 400/1988), de-
comma 3, Dm 148/1998, risultando – ovvia- mile della correzione. Come ci dobbiamo corsi 15 giorni dalla data di pubblicazione
mente – prevalente, in quanto norma di ran- comportare? Ipotesi: sulla Gazzetta ufficiale. Poiché il Dm è stato
go superiore e per giunta successiva. Del re- – correggiamo la nostra copia (destinata- pubblicato sulla Gu 19 maggio 2006, n. 115,
sto, sulla stampa dei registri, il Dm 2 maggio rio), allegare il fax con il formulario e i è evidente che la sua data di entrata in vigore
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
2006 (dichiarato inefficace dal Ministero clienti correggono le altre 3 copie restanti? è il 3 giugno 2006. È appena il caso di sotto-
dell’ambiente con avviso pubblicato sulla – alleghiamo solamente il fax dietro il for- lineare che il criterio del computo dei termini
Gazzetta ufficiale del 26 giugno 2006), sul mulario senza correggere il formulario? esclude il giorno di pubblicazione (dies a
punto della stampa taceva. E taceva corretta- – costringiamo il cliente a portare le altre quo). Il tutto a mente non solo della citata
mente, perché la relativa disciplina era già 3 copie del formulario e le correggiamo legge 400/ 1988, ma anche e soprattutto
declinata sotto il profilo sostanziale e proce- tutte insieme? dell’articolo 10, comma 1, Rd 16 marzo
durale dal citato articolo 190, Dlgs 152/2006 – non effettuiamo alcuna correzione? 1942, n. 262 (“Disposizioni sulla legge in ge-
che, come tale, era in vigore dal 29 aprile nerale”, cd. “Preleggi”) e dell’articolo 73,
2006. Il formulario non può e non deve essere cor- comma 3, della Costituzione. L’ultima frase
Il disposto del citato comma 7, quindi, vuole retto. Né vale allegare il fax ricevuto alla co- del Dm in esame nulla prevede di diverso in
solamente affermare che fino alla emanazio- pia che rimane. Tali condotte alterano il sen- ordine alla ordinaria entrata in vigore.
ne dei nuovi modelli continuavano (e, dopo la so del formulario. Esso è, infatti, concepito
cennata dichiarazione di inefficacia, conti- per seguire il trasporto del rifiuto consenten- 63. Le procedure agevolate e
nuano) ad essere vigenti i modelli di cui al done la tracciabilità. È evidente che nel mo- quelle ordinarie non sono sovrap-
Dm 148/1998. mento in cui si cambia il nome del produttore ponibili
Perché il riferimento, ivi contenuto, al Dm si perde uno dei dati fondamentali di tale Un’azienda che opera in procedura sem-
148/1998 ha mera natura gestionale, ma né tracciabilità. Il formulario deve necessaria- plificata (tipologia 13.20 – Dm 5 febbraio
sostanziale né procedurale. mente contenere tutti i dati da esso richiesti 1998), che raccoglie e trasporta rifiuti
all’atto della partenza del rifiuto (tranne, ov- non pericolosi in categoria 2, classe F e li
60. L’asfalto non è una “terra e viamente, i dati relativi all’accettazione del mette in riserva (R 13) presso il proprio
roccia da scavo” carico). I dati incompleti o inesatti integrano impianto, può successivamente conferirli
L’asfalto è ascrivibile tra le terre e rocce inevitabilmente gli estremi della violazione di ad un trasportatore (iscritto alla cat. 4)
di scavo? cui all’articolo 258, comma 4, Dlgs 152/ che, a sua volta, li conferisce ad un im-
2006 (e in precedenza quelli di cui all’articolo pianto di recupero autorizzato in proce-
Al punto 7.31-bis, Allegato 1, suballegato1, 52, comma 3, Dlgs 22/1997). dura ordinaria?
Dm 5 febbraio 1998 (recupero agevolato di L’unica “correzione” consentita è quella rela-
rifiuti non pericolosi) le rocce e le terre di tiva al “peso da verificarsi a destino”, la cui Le disposizioni del Dlgs 152/2006 (come già
scavo sono individuate come provenienti solo casella va sempre barrata unitamente a quel- quelle precedenti del Dlgs 22/1997) vanno
ed esclusivamente da “attività di scavo”. Lo la del peso presunto (indicandolo). Laddove il lette sempre in base ad una serie di principi;
stesso Dm 5 febbraio 1998, al citato punto carico giunga con un formulario incompleto o tra questi, emerge quello di “non sovrapponi-
7.31-bis, n. 2, le individua come “materiale inesatto (o peggio, senza formulario) il carico bilità” in omaggio al quale (nel caso di spe-
inerte vario costituito da terra con presenza va senza indugio respinto per intero e di ciò è cie) la disciplina dettata per il recupero age-
di ciottoli, sabbia, ghiaia, trovanti, anche di bene informare le autorità di controllo. In di- volato deve applicarsi a tutte le fasi della ge-
origine antropica”. Il riferimento ai “trovanti” fetto, si integrano a carico del ricevente gli e- stione del rifiuto. La disciplina per il recupero
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non può certo essere ascritto all’asfalto, in stremi di un contributo casualmente agevola- non agevolato (o per lo smaltimento, che in
termini autorizzatori gli equivale) deve appli- sentanza”. Quindi, non è possibile trasfigurare il D15 in
Rubriche Quesiti
carsi a tutte le fasi di gestione del rifiuto. Come è evidente la formulazione è assoluta- un deposito temporaneo che, come tale, non
Infatti, si ritiene che il procedimento “ordina- mente “particolare”. Da una prima lettura del è soggetto ad autorizzazione, Tuttavia, la
rio” e quello “agevolato” (sia per l’iscrizione dato letterale sembra proprio di capire che gli chiatta cisterna galleggiante è un impianto
all’Albo, sia per l’autorizzazione) non siano impianti mobili di “sola riduzione volumetrica mobile di raccolta e stoccaggio di rifiuti al
perfettamente sovrapponibili tra loro in ordine e separazione delle frazioni estranee” siano quale non trova applicazione la disciplina au-
ai presupposti e agli elementi di valutazione esclusi dall’autorizzazione di cui all’articolo torizzatoria prevista prima dal Dlgs 22/1997
da portare alla cognizione della P.a. Le due 208; quindi non sembra previsto alcun altro (articoli 27 e 28) e ora dal Dlgs 152/2006
procedure, dunque, sono nettamente distinte tipo di autorizzazione da concedere loro e (articolo 208).
in relazione a tutta una serie di fattori (notizie questi impianti (ad una prima lettura) non do- Ciò a mente dell’articolo 4, comma 4, Dlgs
da fornire, fideiussioni ecc.). Il concetto di vrebbero essere autorizzati. 183/2003 che riferisce l’obbligo autorizzato-
“non sovrapponibilità” tra le procedure è stato Dal dato letterale si ricava, inoltre, che sono rio solo agli impianti fissi.
espresso da Corte di Cassazione, III Sezione stati aggiunti i fanghi a quella che era la pre- La disciplina dettata dal Dlgs 183/2003 è
penale, sentenza 4 luglio 2000, n. 1492 (in cedente esclusione del “Ronchi” prevista solo stata integralmente confermata dall’articolo
questa Rivista n. 69, 12/00) in ordine all’Albo per gli impianti di riduzione volumetrica e se- 208, comma 14, Dlgs 152/2006.
gestori, ma si ritiene che esso possa essere parazione delle frazioni estranee.
applicato anche alla disciplina autorizzatoria Però, come noto, due negazioni affermano; 66. Per la gestione in economia
che non recapita nella competenza di tale quindi, la riduzione volumetrica è esclusa dal non è più necessaria l’iscrizione
Albo gestori. La categoria concettuale del- beneficio della non autorizzazione. In altri ter- all’Albo gestori ambientali
l’“ampiezza” dell’atto di assenso non è confa- mini: Un piccolo Comune produce e trasporta
cente (“il più comprende il meno”). – sono esclusi dall’autorizzazione gli impianti periodicamente rifiuti di imballaggio in
Pertanto, si ritiene che un trasporto di rifiuti mobili di disidratazione dei fanghi; plastica (Cer 150102) ad un recuperatore
recuperabili di cui al Dm 5 febbraio 1998 (o – non sono esclusi dall’autorizzazione gli im- autorizzato. Pur avendo richiesto iscrizio-
al Dm 161/2002) effettuato da un’azienda i- pianti mobili di riduzione volumetrica. ne alla sezione regionale dell’Albo gestori
scritta all’Albo gestori in procedura agevolata Infatti: la costruzione lessicale è: rifiuti per il trasporto conto proprio ex ar-
(articolo 212, comma 18, Dlgs 152/2006; ex 1) l’autorizzazione è prevista per tutti; ticolo 212, comma 8, Dlgs 152/2006,
articolo 30, comma 16 e 16-bis, Dlgs 22/ 2) sono però esclusi gli impianti mobili di di- quest’ultima ha rigettato la domanda at-
1997) possa recapitare solo ed esclusiva- sidratazione; teso che la previsione normativa riguarda
nico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali). miscelazione – cd. “produttore secondario”). vo rifiuto (si veda risposta a quesito prece-
I servizi pubblici locali sono ora regolati dagli arti- Tutta la giurisprudenza di legittimità al riguar- dente) e come tale sarà il primo responsabile
coli 112 e 113 di tale decreto. do intervenuta, si è sempre e solo espressa della corretta gestione di tale miscela.
con riferimento ai rifiuti da costruzione e de- Ovviamente, la miscelazione autorizzata ex
67. Mud, il peso del produttore molizione, ciò nulla toglie alla sua valenza in- lege è possibile solo se non sono presenti
Sul Mud del produttore occorre indicare il terpretativa: Corte di Cassazione, III Sezione Pcb/Pct poiché, in questo caso, la categoria
peso del produttore o quello verificato penale, sentenza 21 aprile 2000, n. 4957 di appartenenza sarebbe la 10. In tal caso,
dall’impianto? (Rigotti e altri) il cui assunto è stato, succes- dunque, sarebbe necessaria l’apposita auto-
sivamente, riformato da: rizzazione.
Occorre, ovviamente, indicare il peso verifi- – Corte di Cassazione, III Sezione penale, In assenza delle risultanze analitiche o del
cato dall’impianto che deriverà dalla indica- sentenza 1° aprile 2003, n. 15165 (Ca- certificato merceologico è impossibile, in
zione apposta sul formulario e dalle annota- pecchi); questa sede, attribuire il Cer corretto.
zioni al registro. Un peso diverso da quello – Corte di Cassazione, III Sezione penale,
verificato non rispecchierebbe la realtà di sentenza 19 ottobre 2004, n. 40618 (Lilli e 70. I piccoli artigiani sono sogget-
quanto effettivamente prodotto e smaltito/re- altri); (1) ti al registro di carico e scarico
cuperato. – Corte di Cassazione, III Sezione penale, dal 29 aprile 2006
sentenza 12 ottobre 2005, n. 36963 (Re- Perché non è applicabile il Dm 2 maggio
68. Chi è il produttore dei rifiuti becchi). (2) 2006 in merito all’esenzione del piccolo
da manutenzione Tali sentenze si concentrano sulla sussisten- produttore artigiano dal registro di carico
Chi è il produttore di rifiuti di manutenzio- za o meno della posizione di garanzia del e scarico per i rifiuti non pericolosi?
ne? committente di lavori edili nei confronti del-
l’esecutore (sulla non sussistenza di tale po- Il Dm 2 maggio 2006 è stato colpito dalla di-
La definizione legislativa di “produttore” di ri- sizione militano, comunque, le due sentenze chiarazione di inefficacia del Ministero del-
fiuti è rinvenibile nell’articolo 183, comma 1, del 2003 e del 2004). Tutte e quattro le sen- l’ambiente (si veda pag. 42); pertanto esso
lettera b), Dlgs 152/2006 (in precedenza e di tenze sono conformi nel ritenere produttore dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta uf-
simile tenore articolo 6, comma 1, lettera b), del rifiuto colui che pone in essere un’attività ficiale di tale avviso (26 giugno 2006) non è
Dlgs 22/1997) laddove esso è individuato materiale. In tal modo, anche la giurispru- più applicabile. Tale Dm prevedeva che per
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
come “la persona la cui attività ha prodotto denza di legittimità fa sua (ovviamente) la de- piccoli artigiani produttori di rifiuti non perico-
rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona finizione legislativa di produttore di rifiuto rav- losi sarebbe stato emanato un apposito Dm
che ha effettuato operazioni di pretrattamen- visabile in chi “ha prodotto rifiuti” (ex art. 6, recante un modello “semplificato”. Il che a-
to o di miscuglio o altre operazioni che hanno comma 1, lettera b), Dlgs 22/1997), con rife- veva indotto qualcuno a ritenere che tali pic-
mutato la natura o la composizione dei ri- rimento al dato meramente materiale della coli produttori artigiani non fossero soggetti
fiuti”. condotta. al relativo obbligo, almeno fino a nuovo Dm.
La lettura di tale disposizione non lascia spa- Il principio giurisprudenziale, dunque, è ormai Tale assunto è destituito di ogni fondamento.
zio a dubbi interpretativi, poiché è assoluta- consolidato: per produttore di rifiuto si deve Infatti, la disciplina sostanziale del registro è
mente evidente che la nozione di produttore intendere solo colui la cui attività ha prodotto quella reperibile nell’articolo 190, Dlgs 152/
di rifiuto è riferita alle seguenti categorie di i rifiuti. Quindi, il produttore dei rifiuti da ma- 2006 dove nessuna agevolazione è prevista
soggetti: nutenzione è colui il quale materialmente e- per i piccoli artigiani con riguardo ai rifiuti
– colui il quale esercita una qualsivoglia atti- segue la manutenzione. non pericolosi. Anzi, essi rientrano a pieno ti-
vità che dia origine al rifiuto. Per sua intima Si veda anche risposta a quesito n. 1 “Chi è il tolo tra gli obbligati essendo censiti in tale ar-
natura tale attività genera un qualsivoglia ri- produttore del rifiuto” in questa Rivista n. ticolo 190 come soggetti che producono ri-
fiuto, poiché non esiste attività antropica che 125 (1/06), pag. 38. fiuti non pericolosi da lavorazioni artigiane di
non generi rifiuti. Tale rifiuto, dunque, è pro- cui all’articolo 184, comma 3, lettera d).
dotto da colui il quale ha esercitato quella at- (1) In questa Rivista n. 113 (12/04). In pratica, il Legislatore del Dlgs 152/2006
tività; il rifiuto non si sarebbe generato da tale (2) In “www.reteambiente.it”, sezione “Rifiuti”, ha omesso di riprodurre l’esenzione in prece-
soggetto se costui non avesse intrapreso spazio “Documentazione complementare”. denza reperibile nell’articolo 11, comma 3,
quella determinata attività (produttore iniziale); Dlgs 22/1997 riferita a tali piccoli produttori.
– colui il quale ha effettuato operazioni di Premesso e ricordato che il Dm 2 maggio
pretrattamento o di miscuglio o una qualsivo- 69. Miscelazione e categorie per 2006 relativo ai registri non è più applicabile
glia altra operazione che, agendo sui rifiuti l’olio minerale usato in quanto dichiarato inefficace, la previsione
prodotti da terzi, ha mutato la natura o la In riferimento all’articolo 187 “miscela- del regime di favore ivi contenuto per i piccoli
composizione dei rifiuti. zione”, Dlgs 152/2006 può un autoripara- produttori artigiani (cioè aspettare un futuro
Come è evidente, dunque, si è in presenza di tore miscelare “olio da impianto frenan- Dm recante il modello semplificato) non a-
un duplice concetto di “produttore” che risiede: te” con “olio motore” e se sì, quale codi- vrebbe potuto essere assolutamente applica-
– sia nella figura di colui il quale ha consenti- ce Cer dovrà essere utilizzato? ta proprio perché tale previsione non è con-
to con la propria attività che il rifiuto venisse tenuta nell’articolo 190, Dlgs 152/2006 (an-
ad esistenza (cd. “produttore iniziale”); L’olio da impianto frenante e l’olio motore cora pienamente vigente, al contrario del Dm
– sia nella figura di colui il quale, agendo su appartengono alla categoria 8 dell’Allegato G 2 maggio 2006) il quale reca le regole so-
rifiuti prodotti da terzi, ha consentito che quei al Dlgs 152/2006; quindi, ben possono esse- stanziali e procedurali relative al registro (chi
rifiuti prodotti da un altro soggetto venissero re miscelati tra loro senza autorizzazione, co- deve tenerlo e come si deve gestire).
reinseriti nel ciclo di gestione (es. ponendo in me consentito dall’articolo 187, Dlgs 152/ Il Dm 2 maggio 2006, relativo ai registri (ora
52 essere su di essi una riduzione volumetrica o 2006 (ex articolo 9, Dlgs 22/1997). L’autori- inefficace) era stato emanato sulla base
dell’articolo 17, comma 3, legge 400/1988 dell’automezzo va annotata o no? Italia apparecchiature al fine di commercializ-
Rubriche Quesiti
(richiamato espressamente nel preambolo di zarle.
tale decreto con riferimento all’articolo 195, A seguito della dichiarazione di inefficacia del Non è invece considerato produttore chi ven-
comma 4, Dlgs 152/2006) il quale dispone Dm 2 maggio 2006 relativo ai registri (si ve- de apparecchiature prodotte da altri fornitori
che “I regolamenti ministeriali ed intermini- da risposta a quesito n. 58 e n. 59) il model- su cui compare il marchio del produttore.
steriali non possono dettare norme contrarie lo da utilizzare per la tenuta del registro è Tuttavia, le apparecchiature elettriche ed e-
a quelle dei regolamenti emanati dal Go- quello di cui al Dm 148/1998. In questo mo- lettroniche si riferiscono al “prodotto finito” e
verno”. Per questo motivo, sul punto, il Dm 2 dello non è richiesta l’apposizione della targa non ai componenti, subcomponenti ecc.
maggio 2006 relativo ai registri si poneva co- dell’automezzo; pertanto, essa non va appo- Pertanto, se un soggetto importa o acquista
me inesistente (“tanquam non esset”) poiché sta. La targa va invece indicata sul formula- dette componenti (a prescindere che siano o
la fonte di grado secondario (Dm) contraddi- rio; poiché tra registro e formulario esiste un meno marchiate da qualcun altro) e le as-
ceva quella di rango primario (Dlgs). Pertanto rapporto di integrazione è facile risalire alla i- sembla per farne un prodotto finito che im-
i piccoli produttori artigiani di rifiuti non peri- dentificazione del mezzo di trasporto utilizza- mette per primo sul mercato italiano, dovrà
colosi devono compilare il registro di carico e to per quel determinato carico di rifiuti. essere qualificato come produttore.
scarico (quello di cui al Dm 148/1998) dal Diverso è il caso di componenti di “seconda
29 aprile 2006 (data di entrata in vigore del mano”, cioè recuperate da una precedente
Dlgs 152/2006). Risponde Maria Letizia Nepi apparecchiatura: in questo caso vi è già un
produttore, a monte, che ha immesso per
71. Il deposito temporaneo dei pe- 73. Raee, chi è il produttore primo l’apparecchiatura sul mercato e quindi
ricolosi può superare i due mesi Nel caso in cui un soggetto produca è responsabile dei costi di gestione del fine
di giacenza ma non l’anno un’apparecchiatura elettrica (tipo un Pc), vita della stessa.
Se l’azienda ha prodotto un quantitativo assemblando dei pezzi già marchiati e
di rifiuti pericolosi in deposito che supera non utilizza un suo marchio, ma rilascia 74. Il Cer delle cartucce toner
i 10 m3 di volume e vuole mantenerlo per regolare fattura per la vendita, è soggetto In riferimento alla tipologia 13.20, Dm 5
un periodo superiore a due mesi prima all’obbligo di iscrizione, cioè risulta esse- febbraio 1998 (sostituzione dei Cer
dell’avvio allo smaltimento, cosa deve fa- re il produttore di quella apparecchiatura? 150102 – 150104 – 150106 con i Cer
re? Le serve chiedere un’autorizzazione? 080318 – 160216) si chiede: secondo
Eventualmente a chi esattamente deve L’articolo 3, comma 1, lettera m), Dlgs 151/ quali parametri viene utilizzato l’uno o
del Cer? al rifiuto per poterlo gestire; infatti, in fre- a ciascuno le proprie responsabi-
Il codice Cer identificato tramite certifica- quentissimi casi, la denominazione del codi- lità
to merceologico è valido per ogni analoga ce non descrive efficacemente il rifiuto, ma è Un certificato merceologico relativo alla
tipologia di rifiuto originato da una mede- necessaria una descrizione aggiuntiva, inoltre classificazione del rifiuto, esclusivamente
sima attività (es. scarti di industrie lattie- lo stesso rifiuto può avere Cer differenti. A ai fini dell’identificazione del codice Cer e
ro casearie)? parità di flusso produttivo, sostanze impiega- della sua pericolosità o meno, può essere
Qual è la differenza tra certificato di ana- te, tipo di manufatto ecc. il Cer potrà essere rilasciato senza esibizione di campione
lisi e certificato merceologico e loro rife- lo stesso ma, si ritiene, che ogni produttore considerato che, ad esempio, data l’atti-
rimenti normativi? dovrà avere la sua certificazione merceologi- vità produttiva (esempio caseificio), il
ca per quel rifiuto, a meno che questo tema tecnico in base alla decisione 2001/118/
Si ritiene che il quesito sia un po’ confuso non venga affrontato dalle associazioni di ca- Ce identifica i rifiuti originati dall’attività e
nella sua formulazione, tuttavia, sembra di tegoria al fine di “standardizzare” alcuni rifiuti il relativo codice, stabilendo la pericolo-
capire che il problema risieda nella difficoltà dei propri comparti, dettando così modalità sità o meno sulla scorta delle tavole alle-
di attribuzione del codice Cer ad un rifiuto comuni di classificazione e gestione, condivi- gate alla norma vigente?
che non viene descritto. Ora, una cosa è l’i- se dagli enti di controllo;
dentificazione del rifiuto, altra cosa è il Cer – il certificato di analisi giunge alla formula- Premesso che nessuna norma prescrive co-
da attribuirgli e, in generale, l’assegnazione zione di un giudizio (se richiesto) attraverso la me vada redatto il certificato merceologico e i
del codice è successiva alla identificazione determinazione di alcuni parametri chimico- relativi contenuti, e che quindi non si posso-
(quest’ultima da effettuarsi con analisi, infor- fisici del campione, volti a fornire informazio- no stabilire delle modalità generali valide in
mazioni sul processo, sulle sostanze impie- ni necessarie sia ai fini dell’individuazione del tutti i diversi casi, si ritiene che sia di impor-
gate ecc.). In altre parole, l’attribuzione del regime normativo cui è sottoposto il rifiuto tanza fondamentale che i soggetti coinvolti si
codice Cer solo in alcuni casi identifica il ri- nelle diverse fasi della gestione, sia dal punto assumano, ciascuno, le responsabilità che gli
fiuto (ad esempio 160601: batterie al piom- di vista tecnico. competono: il produttore deve fornire tutte le
bo). Ciò premesso, si ritiene che: È quasi sempre necessario, pur essendo ob- informazioni necessarie affinché il tecnico
– il certificato di “classificazione merceologi- bligatorio per legge solo in alcuni casi. La possa adempiere al proprio incarico.
ca” può essere utilizzato ed è di uso abba- classificazione merceologica giunge anch’es- Se il tecnico ritiene che non sia necessario
stanza diffuso in tutti quei casi in cui l’analisi sa ad un giudizio ma è piuttosto una prassi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
54
a cura di Eugenio Onori
Segretario Albo nazionale gestori ambientali
Infine, non può non segnalarsi, a fronte di di- 2006, invece, sono state chiarite le seguenti ai sensi dei decreti ministeriali sul recupero
sposizioni legislative di immediata applicazio- questioni: (Dm 5 febbraio 1998, modificato con Dm 5
ne, come risulti evidente l’assenza di ade- 1. La competenza delle Sezioni regionali ri- aprile 2006, n. 186, e Dm 12 giugno 2002,
guate disposizioni volte ad un puntuale raf- guarda esclusivamente le comunicazioni di i- n. 161).
forzamento delle strutture. nizio di attività, o i rinnovi delle stesse, effet- 3. Spetta alle Province adottare i provvedi-
In sintesi, il problema, almeno in questa fase, tuate a partire dalla data di entrata in vigore menti previsti dal comma 4 dell’articolo 216
potrebbe essere quello dell’adeguatezza degli del Dlgs 152/2006 (29 aprile 2006). del Dlgs 152/2006 (termini e prescrizioni as-
strumenti volti ad assicurare l’applicazione Come abbiamo visto, infatti, ai sensi dell’arti- segnati all’impresa per conformare l’attività
del principio in base al quale le operazioni di colo 216, comma 15, del Dlgs 152/2006, le alla normativa vigente, provvedimento di di-
recupero dei rifiuti in procedura semplificata comunicazioni già effettuate ai sensi dell’arti- vieto di prosecuzione dell’attività ecc.). È ra-
devono garantire in ogni caso un elevato li- colo 33, comma 1, del Dlgs 22/1997, e le gionevole che la Provincia dia notizia di tali
vello di protezione ambientale e controlli effi- conseguenti iscrizioni nei registri tenuti dalle provvedimenti alla Sezione regionale del-
caci. Province, restano valide ed efficaci fino alla l’Albo al fine di consentire alla stessa il cor-
scadenza quinquennale o anticipata nel caso retto espletamento delle attività previste dal
Ma veniamo ai contenuti delle circolari del in cui occorre presentare una nuova comuni- comma 3 dello stesso articolo 216 (verifica
Comitato nazionale. cazione per modifiche sostanziali delle opera- della sussistenza dei presupposti e dei requi-
Con la circolare prot. n. 876 del 19 luglio zioni di recupero. Ciò significa che spetta alle siti richiesti per operare, iscrizione). Per gli
2006, il Comitato nazionale ha ritenuto di Province adottare tutti i provvedimenti di va- stessi fini, la Sezione regionale deve venire a
chiarire che la “competente Sezione regiona- riazione inerenti queste comunicazioni. conoscenza degli eventuali provvedimenti as-
le dell’Albo” presso la quale deve essere pre- Anche questo chiarimento è risultato essere sunti dalla Provincia a seguito delle attività di
sentata la comunicazione di inizio di attività è estremamente utile, considerate le differenti controllo svolta ai sensi dell’articolo 197 del
la Sezione regionale nel cui territorio di com- interpretazioni, e le conseguenti condotte, Dlgs 152/2006.
petenza è ubicata l’unità locale dove si inten- delle diverse amministrazioni coinvolte. Ovviamente dette comunicazioni delle Provin-
dono effettuare le operazioni di recupero dei 2. Il Comitato nazionale ha ritenuto di provve- ce alle Sezioni regionali dell’Albo riguardano
rifiuti in procedura semplificata. La stessa dere all’adozione di un modello uniforme di le comunicazioni di inizio di attività, e i rinno-
Sezione regionale provvede alla complessiva comunicazione d’inizio attività, in corso di e- vi, effettuate a partire dal 29 aprile 2006 e,
gestione delle comunicazioni che devono es- laborazione nel momento in cui scriviamo. cioè, da quando è subentrata la competenza
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)
sere effettuate per ogni singolo impianto. Tale modello potrà contenere solo alcuni ele- dell’Albo sulla materia in esame.
Il chiarimento si è reso necessario a causa menti comuni per tutto il territorio nazionale
dell’insufficiente specificazione della disposi- considerata, come abbiamo visto, la compe- (1) Nelle ipotesi di rifiuti elettrici ed elettronici, di
zione legislativa che aveva indotto molte im- tenza regionale in materia di contenuti della veicoli fuori uso e di impianti di coincenerimento,
prese a presentare la comunicazione di inizio relazione da allegare alla comunicazione. l’avvio delle attività è subordinato all’effettuazione
di una visita preventiva, da parte della Provincia
di attività, in base al regolamento dell’Albo Nell’attesa del modello uniforme, le comuni- competente per territorio, da effettuarsi entro 60
(Dm 406/1998), alle Sezioni regionali nel cui cazioni d’inizio di attività possono essere pre- giorni dalla presentazione della comunicazione di
territorio è stabilita la sede legale. sentate utilizzando la modulistica già adottata inizio di attività.
Il chiarimento, dunque, risulta di estrema uti- dalle diverse Regioni o Province e devono es-
lità ed è in linea con l’obiettivo di garantire sere corredate dalla relazione tecnica previ-
efficienza e adeguati controlli. sta dal comma 3 dell’articolo 216 del Dlgs
Ministero dell’ambiente e della tutela mi 1, 2 e 3, dello stesso decreto legislati- segnalazioni riguardanti differenti mo- comunicazioni già effettuate alle mede-
del territorio vo e ne danno notizia alla Provincia dalità di applicazione delle medesime sime ai sensi del Dlgs 22/1997.
territorialmente competente entro dieci disposizioni da parte delle diverse am- 2. Nell’attesa dell’adozione del modello
Albo nazionale delle imprese giorni dal ricevimento della comunica- ministrazioni coinvolte. uniforme di comunicazione d’inizio at-
che effettuano la gestione dei rifiuti zione stessa; tività, in corso di elaborazione, potran-
Comitato nazionale – iscrivono le imprese che effettuano la Al riguardo il Comitato nazionale, per no essere accettate le comunicazioni
comunicazione di inizio di attività in quanto di sua competenza, ha ritenuto d’inizio attività di cui all’articolo 216,
Prot. n. 800/ALBO/PRES apposito registro e, entro novanta gior- di fornire le seguenti indicazioni opera- comma 1, del Dlgs 152/2006, corredate
3 luglio 2006 ni dalla ricezione della comunicazione, tive. dalla documentazione prevista dal
verificano d’ufficio la sussistenza dei 1. Ai sensi dell’articolo 216, comma 15, comma 3 dello stesso articolo 216, non-
Alle sezioni regionali e provinciali presupposti e dei requisiti richiesti; del Dlgs 152/2006, le comunicazioni ché dal Dm 5 febbraio 1998, modificato
All’Unione Province d’Italia – qualora accertino il mancato rispetto già effettuate ai sensi dell’articolo 33, con Dm 5 aprile 2006, n. 186, o dal Dm
Alle associazioni di categoria delle norme tecniche e delle condizioni comma 1, del Dlgs 22/1997, e le conse- 12 giugno 2002, n. 162 [NdR si legga n.
Loro sedi previste propongono alla Provincia ter- guenti iscrizioni nei registri tenuti dalle 161]. A tali fini, potrà essere utilizzata
ritorialmente competente di disporre, Province, restano valide ed efficaci fino la modulistica già adottata dalle diverse
Oggetto: Applicazione con provvedimento motivato, il divieto alla scadenza di cui al comma 5 del Regioni o Province.
articolo 216, Dlgs 152/2006 di prosecuzione dell’attività salvo che medesimo articolo 33. 3. Ai sensi dell’articolo 216, comma 1,
l’interessato non conformi l’attività e i Si ritiene, pertanto, che le Sezioni re- del Dlgs 152/2006, la Sezione regionale
Ai sensi dell’articolo 216 del Dlgs 152/ suoi effetti alla normativa vigente entro gionali dell’Albo possano gestire esclu- deve dare notizia alla Provincia della
2006, le Sezioni regionali dell’Albo: il termine e secondo le prescrizioni sta- sivamente le comunicazioni di inizio di comunicazione di inizio di attività en-
– ricevono la comunicazione di inizio biliti dall’amministrazione. attività, o i rinnovi delle stesse, effettua- tro dieci giorni dalla ricezione della
di attività per l’esercizio delle operazio- A seguito dell’entrata in vigore delle te a partire dalla data di entrata in vi- stessa. Si ritiene che a tale comunica-
ni di recupero effettuate nel rispetto del- suddette disposizioni legislative, sono gore del Dlgs 152/2006, mentre rimane zione debba essere allegata copia di tut-
le norme tecniche e delle prescrizioni pervenute richieste di chiarimento da di competenza delle Province l’adozio- ta la documentazione presentata dal-
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specifiche di cui all’articolo 214, com- parte delle Sezioni regionali, nonché ne di tutti i provvedimenti inerenti le l’impresa.
4. Fermo restando quanto chiarito al vincia ai sensi del comma 4 del medesi- ni, dovrebbe essere data notizia alla Il Presidente
Ministero dell’ambiente e della tutela Oggetto: Applicazione zionale ha ritenuto, anche alla luce del presentate alle Sezioni regionali nel cui
del territorio articolo 216, Dlgs 152/2006 principio stabilito all’articolo 214, com- territorio è stabilita la sede legale
ma 1, del Dlgs 152/2006, che la suddet- dell’impresa devono essere tempestiva-
Albo nazionale delle imprese L’articolo 216, comma 1, del Dlgs 152/ ta comunicazione di inizio di attività mente inviate, a cura della segreterie
che effettuano la gestione dei rifiuti 2006, ha previsto che la comunicazione debba essere presentata alla Sezione re- della stesse, alla Sezioni regionali com-
Comitato nazionale di inizio di attività per l’esercizio delle gionale nel cui territorio è ubicata l’u- petenti sulla base del criterio sopra in-
operazioni di recupero effettuate nel ri- nità locale dove si intendono effettuare dicato.
Prot. n. 876/ALBO/PRES spetto delle norme tecniche e delle pre- le operazioni di recupero dei rifiuti in
19 luglio 2006 scrizioni specifiche di cui all’articolo procedura semplificata. La stessa Il Presidente
214, commi 1, 2 e 3, dello stesso decreto Sezione regionale provvede ad espletare Dott.ssa Rosanna Laraia
Alle sezioni regionali e provinciali legislativo, deve essere presentata alla le attività previste dal citato articolo 216
All’Unione Province d’Italia competente Sezione regionale dell’Albo. e dall’articolo 212, commi 25 e 26, del Il Segretario
Alle associazioni di categoria A seguito delle numerose richieste di Dlgs 152/2006. Dott. Eugenio Onori
Loro sedi chiarimento pervenute, il Comitato na- Le comunicazioni di inizio di attività
manuale
R
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a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato
Riferimenti Massima
Corte Suprema di Pres. Avitabile 1. Rifiuti – Discarica abusiva In tema di gestione dei rifiuti, il provvedimento di confisca dell’area
Cassazione, Sez. III, Rel. Onorato – Realizzazione o gestione – sulla quale sia stata realizzata o gestita una discarica non autorizza-
26 febbraio 2002, Imp. Dessena Sentenza penale di condanna ta e in quanto tale abusiva, non può essere disposto dal giudice at-
n. 7430 – Confisca dell’area in com- traverso la sentenza di condanna emessa ex articolo 51, comma 3,
proprietà – Condizioni e pre- Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, qualora sussista una comproprietà
supposti dell’area in questione e i comproprietari non siano responsabili,
quanto meno a titolo di concorso, del reato di discarica abusiva, non
avendo l’area un’intrinseca criminalità in senso assoluto e potendo
venire bonificata dai residui inquinanti.
Attività di demolizione e co- degli articoli 7 e 51, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, in relazione all’ar-
struzione di manufatti edilizi ticolo 3 Cost., ove definisce rifiuti e sottopone alla conseguente di-
– Articoli 7 e 51, Dlgs 5 feb- sciplina i materiali derivanti dalle attività di demolizione e costruzio-
braio 1997, n. 22 – Tratta- ne di edifici per la presunta disparità di trattamento per le terre e le
mento diversificato per le ter- rocce da scavo, anche qualora risultassero contaminate, escluse
re e rocce da scavo di cui al- dall’articolo 1, comma 17, legge 21 dicembre 2001, n. 443 (delega
la legge n. 443 del 2001 – al governo in materia di infrastrutture ed insediamenti strategici)
Questione di legittimità costi- dall’ambito dei rifiuti, nonostante la maggiore pericolosità ambienta-
tuzionale in riferimento all’ar- le di queste ultime, considerato che si tratta di attività e di materiali
ticolo 3 Cost. – Manifesta in- diversi, la cui diversità legittima la differente disciplina adottata dal
fondatezza legislatore nazionale nell’ambito della propria potestà discrezionale.
Tar Piemonte, Pres. Montini Rifiuti – Rifiuti speciali – Ab- Il proprietario di un’area sulla quale siano stati depositati da soggetti
Sez. II, 28 luglio Rel. Massari bandono su area privata – terzi rifiuti speciali, in quanto incolpevole, non è obbligato a pro-
2000, n. 913 Ric. Soc. C.W. Proprietario incolpevole – muovere a proprie spese, al loro smaltimento e alla successiva bo-
Res. Comune di Obbligo di smaltimento e di nifica delle aree contaminate.
Alessandria bonifica – Inconfigurabilità
Tar Lombardia, Pres. Mariuzzo Rifiuti – Pericolo di danno Ai sensi dell’articolo 17, comma 9, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
Milano, Sez. III, Rel. Mariuzzo ambientale – Messa in sicu- qualora i responsabili dell’inquinamento da rifiuti non provvedano o
ord. 22 agosto Ric. Soc. M. rezza, bonifica e ripristino non siano individuabili, gli interventi di messa in sicurezza, bonifica
2000, n. 2724 Res. Comune di ambientale – Intervento del e ripristino ambientale possono essere realizzati direttamente dal
Rho ed altri Comune – Recupero degli o- Comune competente e, ove quest’ultimo non provveda, dalla Regio-
neri – Condizioni ne che può avvalersi anche di altri enti pubblici, fermo il recupero
dei relativi oneri nei confronti degli eventuali soggetti responsabili.
Tar Toscana, Pres. Lazzeri Rifiuti – Rifiuti tossici e nocivi È illegittima l’ordinanza del sindaco che ingiunge al proprietario di
Sez. II, 12 Rel. Del Guzzo – Smaltimento – Rifiuti ab- un terreno, sul quale siano stati abbandonati e rinvenuti rifiuti tossici
settembre 2000, Ric. Soc. N.I.T. bandonati e rinvenuti su di e nocivi, di provvedere al loro smaltimento e allo scorticamento del
n. 1917 Res. Comune di una determinata area – Pro- suolo ovvero di adottare i mezzi idonei per evitare che in futuro pos-
Firenze prietario incolpevole dell’ab- sano verificarsi ulteriori abbandoni.
bandono – Ordinanza sinda-
cale di smaltimento dei rifiuti
e di scorticamento del terre-
58 no – Illegittimità
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi
Nel 2007 nuove iniziative per so, la riutilizzabilità e/o la recuperabilità • facilitazione dell’attività di riciclo.
Conai nel campo degli (riciclo, recupero energetico, compostaggio)
imballaggi eco-compatibili degli imballaggi. Il concorso Oscar dell’Imballaggio
2007
Conai, oltre a garantire le attività di recupero In tale contesto le imprese svolgono un ruolo A partire dall’edizione 2004 Conai collabora
e riciclo dei rifiuti di imballaggio, opera tra le centrale nella fase di progettazione e utilizzo con l’Istituto Italiano Imballaggio per riservare
oltre 1.400.000 imprese consorziate per fa- di un packaging a minore impatto ambientale un premio agli imballaggi a ridotto impatto
vorire la promozione di una cultura della so- e questo impegno rappresenta un punto di ambientale all’interno del concorso. Nel
stenibilità e della prevenzione ambientale: è forza per le stesse, in un momento in cui i 2007 l’Istituto Italiano Imballaggio e Conai
fondamentale, infatti, agire a monte del pro- consumatori/cittadini sono sempre più attenti realizzeranno una nuova edizione dell’Oscar
cesso di produzione dei rifiuti, partendo pro- ai comportamenti delle aziende nei confronti dedicato all’ambiente con l’obiettivo di valo-
prio dalle imprese, responsabili della produ- dell’ambiente. rizzare le politiche di prevenzione dell’impatto
zione e dell’immissione al consumo degli im- Per incentivare i produttori e gli utilizzatori di ambientale degli imballaggi, premiando le
imballaggi ad aderire a questa visione, Conai migliori proposte di packaging eco-compati-
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