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agosto-settembre 2006 n.

132 (8-9/06)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano

L’intervento
Il deposito temporaneo e il deposito temporaneo
“no problem” pag. 2
di Paola Ficco e Maurizio Santoloci

Raee, è proroga al 31 dicembre 2006.


Ma il sistema a che punto è? 11
di Maria Letizia Nepi

Legislazione
norme comunitarie
Prodotti alimentari di origine animale scaduti: la gestione
in deroga voluta dalla Ue
I regolamenti Ce 197/2006 e 208/2006 18

DIMENTICARE è inventare che qualcosa non è


accaduto. Ricordare, invece, è inventare che qualcosa è accaduto.
norme nazionali
Raee e Via, la prima proroga ambientale del Governo Prodi
Dl 12 maggio 2006, n. 173 22
È questa la stretta porta tra verità e menzogna che viene individuata da E. de
Heriz nella sua bella e recente fatica dal titolo “Bugia”. Dal romanzo alla Partenze differite per i rifiuti ammessi a godere dei certificati verdi
realtà, “bugia” potrebbe essere il titolo (tecnicamente: rubrica) del Dlgs 152/ Dm Attività produttive 5 maggio 2006 23
2006 che, declinandosi su molti versanti della tutela ambientale e usando molti il commento di Massimo Medugno 31
“io narranti”, inventa che qualcosa non è mai accaduto e così recepisce nuova-
mente direttive Ue, dimenticando che moltissime erano già state trasposte da Emergenze rifiuti: ulteriori proroghe e disposizioni urgenti
altre disposizioni. Le direttive sui rifiuti o sulle acque o sull’aria ambiente ne Tavole sinottiche 34
sono un esempio sublime.
Il Dlgs 152/2006 è un crinale scivoloso tra invenzione e realtà, che ci racconta
una storia per spiegare quanto di esso si sentisse l’esigenza. Tuttavia, spesso, si Giurisprudenza
ha bisogno di “bugie” perché si perde la strada, si vuole qualcosa di nuovo, si è
fragili. E allora il falso appare una invenzione quasi benefica. Forse, all’inizio Traffico illecito: anche il risparmio di costi o altri vantaggi sono profitto
del 2006, si aveva bisogno del falso (presunte semplificazioni e altrettanto pre- Corte di Cassazione – III Sezione penale
sunti recepimenti europei, ipotetiche definizioni a prova di interpretazione, Sentenza 7 aprile 2006, n. 12433 36
ecc.), perché per lunghi anni c’era stato un silenzio raggelante. Il cd. “Testo u- il commento di Gabriele Taddia 37
nico” era diventato il contenitore per rifondare e riformulare tutto quanto (ed
era tanto) non andava. Il “buco nero” dove far convergere ogni cosa: istanze
opposte, correzioni, nuovi sistemi, nuove autorità.
Prassi
Spiegare e raccontare spesso sono sinonimi, perché nel momento in cui qual- Prodotti alimentari di origine animale scaduti: il MinSalute
cuno dice qualcosa questa si trasforma in un racconto. Così quando, a qualsia- chiarisce molti dubbi
si titolo, si spiega il Dlgs 152/2006 (quindi, se ne racconta il contenuto) si ri- Circolare MinSalute 29 marzo 2006 39
mane esterrefatti di come riesca a creare nuovi problemi ed a perpetuarne di il commento di Aurelia Fonda 40
antichi; infatti (ex plurimis):
• ha aperto i varchi a numerosi altri adempimenti per categorie in precedenza L’Ambiente dichiara l’inefficacia dei decreti attuativi della Delega
escluse; Comunicato MinAmbiente 26 giugno 2006 42
• ha riconfermato tacitamente (quindi, ricordandolo) il principio del contribu- il commento di Vincenzo Dragani 43
to causalmente agevolatore, vera fonte di ogni responsabilità per ogni impresa,
sul fronte sia penale sia amministrativo punitivo; Raee, quali sono le apparecchiature immesse sul mercato
• è andato in perfetta rotta di collisione con l’Europa sulla definizione di rifiu- secondo il MinAmbiente
to, in una specie di gioco delle tre carte fra rifiuto, sottoprodotto ed Mps, ren- Circolare MinAmbiente 23 giugno 2006 45
dendo tutto più labile e incerto sul piano applicativo a totale detrimento delle
imprese che chiedono certezze ed uniformità di giudizi;
• ha ricopiato, e male, la precedente tutela delle acque ed ha annullato il divie- Rubriche
to di spandimento dei fanghi pericolosi sui terreni (che fa il paio con la sop- Quesiti 47
pressione dell’obbligo di formulario per il trasporto di fanghi). a cura di Paola Ficco, Maria Letizia Nepi e Claudio Rispoli
Era di questo che le imprese avevano bisogno? Non credo. Ora avrebbero, inve-
ce, bisogno di un testo vero che faccia tesoro dell’esperienza maturata con l’ap- Tribuna Albo gestori 55
plicazione delle precedenti legislazioni. Tuttavia, il Dlgs 152/2006 esiste, allora a cura di Eugenio Onori
per le imprese è obbligatorio applicarlo per come è (con l’invito sempre alla
massima prudenza); per la P.A è obbligatorio farlo rispettare (con l’invito a “Focus” giurisprudenza 58
non compiere fughe in avanti); per il Governo è obbligatorio ridisegnarlo (con a cura di Maurizio De Paolis
l’invito a fare presto con provvedimenti densi di contenuti e privi di calendari
della propria azione riformatrice). Punto imballaggi 59
a cura di Conai
Paola Ficco

Edizioni Ambiente
Deposito temporaneo e stoccaggi vari
La storia del deposito temporaneo è lunga, significativa, comples-
sa ed è l’icona della storia del sistema di gestione dei rifiuti, legale
e illegale, nel nostro Paese.
Una storia che inizia con pericolose omonimie che ancora oggi
danno luogo a equivoci interpretativi e applicativi tra i titolari di
aziende, ma anche tra gli organi deputati ai controlli.
Tre definizioni normative sono, infatti, apparentemente omonime
in materia di “deposito” e rischiano di essere scambiate per la
L’intervento stessa tipologia di previsione normativa. Troviamo infatti:
• “deposito incontrollato”, è una previsione prevalentemente
sanzionatoria e riguarda l’azione di chi si disfa di un modesto cu-
mulo di rifiuti mediante, appunto, “deposito” in un’area, inte-
grando una fattispecie quantitativamente e qualitativamente su-
periore al semplice atto unico dell’“abbandono” previsto dallo
stesso combinato normativo;
• “deposito preliminare”, è un’operazione di smaltimento,
che si sostanzia in forma di “stoccaggio” di rifiuti avviati a smal-
Il deposito timento;
• “deposito temporaneo”, è riferito ad un’attività preventiva e
temporaneo e il distinta rispetto alla gestione, come un’ipotesi derogatoria ecce-
zionale.
A questi si aggiunge la “messa in riserva” che è un’operazione di
deposito temporaneo recupero, la quale si sostanzia in forma di “stoccaggio” di rifiuti
avviati a recupero.
Una intersezione tra “temporaneo” e “incontrollato” si può avere
“no problem” laddove un falso “deposito temporaneo”, presentato come tale ma
che in realtà tale non è, può integrare la fattispecie sanzionatoria
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prevista per il “deposito incontrollato” se, in realtà, si tratta di un


modesto quantitativo di rifiuti accatastato all’interno dell’azienda
di Paola Ficco e Maurizio Santoloci (se i quantitativi sono invece superiori, verrà integrato lo stoccag-
gio o la discarica abusiva).

La genesi
Ma perché avviene tutto questo? In realtà, il deposito temporaneo
nella formulazione originaria del Dlgs 22/1997 nasceva come un
(condivisibile) modesto punto di deroga per agevolare soprattutto
le piccole imprese caratterizzate da una piccola produzione di ri-
fiuti e per le quali il ricorso alle operazioni di “gestione” ordina-
ria avrebbe significato un pesante stress operativo ed economico.
Ecco, allora, che si studiò un regime di favore per adeguare la
realtà alla norma e venne elaborata la prima, vera, ipotesi di “de-
posito temporaneo” che doveva consentire alle piccole imprese, in
deroga alla gestione formale, di conservare nella propria area a-
ziendale un quantitativo relativamente modesto di rifiuti, corri-
spondente sostanzialmente al carico di un “viaggio” del traspor-
tatore con proporzione economica conseguente.
Ma su tale originario deposito temporaneo fu innestata poi, a for-
za, una seconda ipotesi alternativa con una crisi di rigetto durata
mesi (ricordiamo tutti la polemica sull’“ovvero” che univa i due
depositi), fino a quando una legge dello Stato fu costretta a chia-
rire che “ovvero” voleva dire “in alternativa” e non “e” come si
ipotizzava.

Premessa di inquadramento nel nuovo


Dlgs 152/2006
L’articolo 183, comma 1, lettera m), Dlgs 152/2006 specifica le re-
gole che devono contraddistinguere la conduzione del deposito
temporaneo.
Il nuovo Dlgs 152/2006 cit. conferma che è tale “Il raggruppa-
mento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in
cui sono prodotti, alle seguenti condizioni…”.
2
Quindi, al pari di quanto previsto nell’ambito della disciplina det-
tata dal previgente “Decreto Ronchi”, il deposito temporaneo può rifiuti pericolosi; massimo 3 mesi, se rifiuti non pericolosi);

L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”


e deve essere realizzato solo ed esclusivamente presso il luogo di 2) se mantenere in deposito quantità limitate di rifiuti (massimo
produzione dei rifiuti; quindi, solo presso il loro produttore. 10 o 20 metri cubi a seconda che si tratti di rifiuti pericolosi o non
Questo significa che si tratta di quella particolarissima forma di pericolosi) per un lasso di tempo maggiore, comunque non supe-
“stoccaggio” che precede ogni e qualsiasi fase della gestione (rac- riore ad un anno.
colta, trasporto, smaltimento o recupero); pertanto, non rientra
nel concetto di gestione. Quindi, in modo non più equivocabile, il produttore del rifiuto
Configurato in tal modo, infatti, il deposito temporaneo si pone sceglie come condursi in base a regole chiare e in ragione della
come un “prolungamento” dell’attività dalla quale si originano i sua personale convenienza. Si badi bene come la prima opzione
rifiuti, ma non è ancora in condizione di entrare nella gestione rende il cumulo rilevante esteriormente e di fatto del tutto simile
dei rifiuti (sempreché rispetti le condizioni di cui alla lettera m), ad un enorme stoccaggio a monte o – secondo i parametri tempo-
del citato articolo 183, comma 1, Dlgs 152/2006). In pratica, si rali – ad una discarica aziendale; a livello estetico/fotografico i
colloca in un limbo, in un interregno tra attività produttiva e ge- cumuli possono essere pressoché identici: li differenzia solo un sa-
stione di quello che (in termini di rifiuti) da quell’attività produt- piente e complesso differente regime formale-giuridico.
tiva decade.
Non è, dunque, un caso che gli articoli 208, comma 17, e 210, È evidente, dunque, che il deposito temporaneo, qualora non
comma 5, Dlgs 152/2006, in presenza del rispetto di determinate superi quei quantitativi, può durare più di 2 o 3 mesi (in di-
condizioni, rendano il deposito temporaneo esente dal regime au- pendenza del fatto che si tratti di rifiuti pericolosi o non peri-
torizzatorio. Come già detto, tale rispetto deve riguardare le condi- colosi), purché non ecceda l’anno (1).
zioni previste dalla lettera m), articolo 183, comma 1, Dlgs
152/2006 medesimo. Alle suindicate due scelte di conduzione in ragione del tempo e/o
della quantità se ne aggiunge un’altra che, però, a ben guardare,
Questi due articoli, inoltre, qualificano espressamente il de- non è una scelta, bensì una vera e propria prescrizione nel caso in
posito temporaneo come un’“attività” proprio perché non si cui il deposito temporaneo avvenga in luoghi particolari; infatti,
tratta di una fase delle operazioni di gestione. laddove lo stabilimento sia ubicato in un’isola minore (cioè diver-
sa da Sicilia e Sardegna), per l’effettuazione del deposito tempora-
L’apposizione di tali condizioni è significativa; infatti, il loro neo dei rifiuti (pericolosi e non) il parametro quantitativo non si
mancato rispetto determina automaticamente la trasformazione pone mai, esso è sempre e solo temporale. Infatti, “indipendente-

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del deposito temporaneo in un’operazione di gestione che, in mente dalle quantità in deposito” il produttore deve far in modo
quanto tale, deve essere sempre autorizzata. Mentre – in alternati- che i rifiuti siano raccolti e avviati a recupero e smaltimento entro
va – diventa illegale entro gli schemi ordinari del sistema sanzio- un anno dalla loro produzione.
natorio nella scala logica e realistica dello stoccaggio abusivo e
della discarica abusiva (secondo i dati quantitativi/temporali) e, A parte, dunque, questa terza ipotesi, le situazioni all’interno
solo in modestissimi casi minori, del deposito incontrollato. delle quali il produttore dei rifiuti può legittimamente muo-
versi, sono sostanzialmente due:
Gli obblighi inerenti il deposito temporaneo a) il produttore può scegliere (in base alle proprie esigenze)
Gli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5, Dlgs 152/2006 stabi- di raggruppare in deposito temporaneo all’interno del pro-
liscono l’esclusione del produttore del rifiuto dal regime autoriz- prio luogo di produzione un quantitativo illimitato di rifiuti
zatorio, ma conservano in capo ad esso l’obbligo di tenuta dei re- pericolosi provvedendo alla raccolta e all’avvio alle operazio-
gistri di carico e scarico (e del Mud se il produttore rientra tra i ni di recupero o di smaltimento entro il termine massimo di
soggetti tenuti all’adempimento dell’obbligo) e il divieto di misce- due mesi oppure di tre mesi se trattasi di rifiuti non perico-
lazione. Oltre alla osservanza di questi obblighi, nel luogo di pro- losi;
duzione il produttore deve (articolo 183, comma 1, lettera m) fare b) il produttore può scegliere (in base alle proprie esigenze)
in modo che il proprio “raggruppamento” sia condotto nel ri- di raggruppare in deposito temporaneo all’interno della pro-
spetto delle seguenti condizioni: pria area un quantitativo massimo di 10 metri cubi di rifiuti
• i rifiuti depositati non devono contenere policlorodibenzodiossi- pericolosi o 20 metri cubi di rifiuti non pericolosi esoneran-
ne, policlorodibenzofurani, policlorodibenzofenoli in quantità su- dosi così dal termine massimo di due mesi o di tre mesi; in
periore a 2,5 parti per milione (ppm), né policlorobifenili e poli- tal caso provvederà alla raccolta e all’avvio alle operazioni di
clorotrifenili in quantità superiore a 25 parti per milione (ppm); recupero o di smaltimento quando avrà raggiunto tale quan-
• il deposito temporaneo deve essere effettuato per categorie omo- titativo massimo (anche superando il limite dei due o tre me-
genee e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i ri- si, a seconda dei casi); tuttavia, anche se non si è raggiunto il
fiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposi- quantitativo massimo di 10 o 20 metri cubi, il termine di gia-
to delle sostanze pericolose in essi contenute; cenza non può superare mai un anno.
• devono essere rispettate le norme che disciplinano l’imballaggio
e l’etichettatura dei rifiuti pericolosi. A livello pratico e logico, appare evidente che il primo caso inte-
Ma ancora non basta; come noto, esiste anche l’obbligo di rispet- ressa le grandi aziende (o grandi produttori di rifiuti) e il secondo
tare alcune soglie di quantità e/o di tempo; infatti, il produttore le piccole attività produttive (o piccoli produttori di rifiuti); giac-
dei rifiuti può scegliere, in base alle proprie esigenze aziendali, tra ché (ad esempio) un grande stabilimento produce in poche ore
due specifiche opzioni (che, di fatto, creano due depositi tempora- dieci metri cubi di rifiuti pericolosi.
nei tra loro ben differenti): Ecco, dunque, che viene confermata la realtà di due diverse ipote-
1) se accumulare ingenti quantitativi di rifiuti (“indipendente- si di deposito temporaneo, solo casualmente unite nello stesso
mente dalle quantità in deposito”) da conferire a recupero o a punto di previsione normativa ma (di fatto) connesse a presuppo-
3
smaltimento con una determinata frequenza (massimo 2 mesi, se sti e caratteristiche aziendali e logistiche del tutto dissimili.
– Come effettuare il “raggruppamento” 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti”, stabilisce che per di-
L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”

L’articolo 183, comma 1, lettera m), n. 4, Dlgs 152/2006 stabilisce scarica si intende un’“area adibita a smaltimento dei rifiuti
che il deposito temporaneo (cioè il “raggruppamento” ) dei ri- mediante operazioni di deposito sul suolo o nel suolo, com-
fiuti deve essere effettuato per “categorie omogenee”. Il “Decreto presa la zona interna al luogo di produzione dei rifiuti adibi-
Ronchi”, su analogo tema (articolo 6), invece, si riferiva a “tipi ta allo smaltimento dei medesimi da parte del produttore de-
omogenei”. Che cosa significa esattamente questa differenza ter- gli stessi, nonché qualsiasi area ove i rifiuti sono sottoposti a
minologica? deposito temporaneo per più di un anno. Sono esclusi da tale
Semplicemente, i rifiuti, se non pericolosi, devono essere raggrup- definizione gli impianti in cui i rifiuti sono scaricati al fine di
pati in base alle categorie di cui all’Allegato A alla Parte IV, Dlgs essere preparati per il successivo trasporto in un impianto di
152/2006 e, se pericolosi, in base alle categorie di cui all’Allegato recupero, trattamento o smaltimento, e lo stoccaggio di rifiuti
G della medesima Parte quarta (2). Ragionare diversamente sa- in attesa di recupero o trattamento per un periodo inferiore a
rebbe impossibile, poiché il riferimento normativo alle “catego- tre anni come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti in at-
rie” è reperibile unicamente in tali Allegati A e G. tesa di smaltimento per un periodo inferiore a un anno”.
Dunque sembrerebbe che l’ipotesi “per più di un anno” connes-
Il Dlgs 152/2006 conferma l’alternatività sa al deposito temporaneo possa avvalorare la tesi opposta alla
delle due ipotesi nostra interpretazione.
A nostro avviso, le due ipotesi sono sempre state alternative. E ne Tuttavia va rilevato (per paradosso) che:
abbiamo – in coerenza – dato sistematicamente conto su queste • la strutturazione del deposito temporaneo così come formulata
pagine e altrove, destando peraltro critiche rilevanti. Ma oggi la nella nostra legislazione nazionale è stata anomala e atipica;
rinnovata formulazione del Dlgs 152/2006 conferma (crediamo • la norma europea non conosce nella sua genesi l’ipotesi – solo
ora in modo inequivocabile) la nostra antica (e contestata) tesi. nostra – del quantitativo illimitato fino a due o tre mesi.
Va precisato, infatti, che ci sono stati (e ci sono ancora) orienta- Dunque, ipotizzando solo il concetto base fino ad un anno, la di-
menti di contrario avviso, che inquadrano il deposito temporaneo rettiva non poteva riportare le due alternative; e la connessa nor-
non come composto da due ipotesi diverse e alternative, ma da ma di recepimento risente del vizio originario in questione.
una sola ipotesi che si presenta come una doppia forma sinergica. Siamo ben consci che questa nostra interpretazione è stata mino-
D’altra parte, la dinamica storica della formulazione è stata chia- ritaria e che sono stati proposti orientamenti diversi sia in dottrina
ra. Tra l’una e l’altra ipotesi nel Dlgs 22/1997 originario era inse- sia in giurisprudenza (3).
rito un “ovvero”. A nostro avviso era già chiaro che “ovvero”
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vuol dire “o” e non “e”. Ma il “Decreto Ronchi bis” aggiunse, su- Ma oggi la formulazione rinnovata recata dal Dlgs 152/2006
bito dopo questo “ovvero”, una ulteriore specifica e cioè “in al- appare, sul punto, chiarissima e del tutto conforme alla no-
ternativa”. Dunque nella precedente formulazione le due ipotesi stra antica tesi laddove utilizzando adesso il termine “oppu-
erano separate da un chiaro “ovvero, in alternativa”. Come si re” tra le varie ipotesi si ritiene che abbia definitivamente
poteva ritenere, dunque, che tale espressione volesse dire “e” e u- sancito l’alternatività tra le medesime.
nire i due concetti in una unica soluzione?
Il deposito temporaneo affidato ad un terzo
Le formulazioni hanno un senso letterale e logico. Se nella autorizzato alla gestione dei rifiuti
terminologia comune e giuridica si scrive o si dice “ovvero, Gli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5, Dlgs 152/2006 esten-
in alternativa”, come si può intendere “e” ritenendo che le dono la esclusione dall’autorizzazione per il deposito temporaneo
due ipotesi sono comunque collegate e uniche? Ad esempio: anche nel caso in cui la conduzione materiale di tale deposito
si propone come premio per il concorso a premi un televiso- non sia effettuata dal produttore dei rifiuti, bensì venga “affida-
re a colori ovvero, in alternativa, un cellulare con fotocame- ta” dal medesimo produttore “ad altro soggetto autorizzato alla
ra integrata. Chi vince, prende ambedue i premi o deve sce- gestione dei rifiuti”.
gliere tra uno dei due? Come è evidente, in questo caso il nuovo sistema legislativo non
prevede l’obbligo di autorizzazione né alla realizzazione né all’e-
Ma, a parte tali precisazioni, il senso storico del deposito tempora- sercizio; ciò in quanto l’articolo 208 è dedicato all’autorizzazione
neo nel nostro Paese conferma che le due ipotesi non solo sono unica (realizzazione ed esercizio) per i nuovi impianti di smalti-
alternative ma appartengono per forza di cose a due mondi del mento/recupero, mentre l’articolo 210 è dedicato agli impianti
tutto diversi. che, pur in possesso dell’autorizzazione alla realizzazione, non
Non avrebbe avuto senso unire i due concetti che appartengono a sono ancora abilitati all’esercizio. Il tutto prendendo come para-
mondi aziendali diversi e con esigenze diverse. Argomentare il metro temporale il 29 aprile 2006 (data di entrata in vigore del
contrario significava da un lato superare tale dinamica storica, Dlgs 152/2006) e ricordando che all’autorizzazione alla realizza-
leggere nel nostro dizionario di lingua italiana che “ovvero, in al- zione il “Decreto Ronchi” dedicava l’articolo 27, mentre l’articolo
ternativa” vuol dire “e” e non “o” e, soprattutto, creare rischi di 28 era declinato per l’autorizzazione all’esercizio.
commistione tra i due concetti con rischio di vantaggio indiretto Tale mancanza di autorizzazione è, ovviamente, prevista sia in
per le azioni illegali, dato che in tal caso si può ipotizzare un capo al produttore sia in capo all’affidatario perché il deposito
meccanismo che lasci intatta la base del cumulo illegale nel tem- temporaneo è un’attività fine a se stessa (come “attività”, infatti,
po e, in caso di controllo, induca verso i siti finali solo la quota è definita dagli articoli 208, comma 17, e 210, comma 5, Dlgs
“in eccesso” momentaneo. 152/2006) e non è una fase di gestione dei rifiuti.
I citati articoli 208, comma 17, e 210, comma 5 inoltre prevedono
– Il deposito temporaneo e la definizione di che:
discarica • il terzo affidatario sia un “soggetto autorizzato alla gestione
La definizione di discarica dettata dall’articolo 2, lettera g) del dei rifiuti”. Si ritiene che tale inciso non possa che essere riferito
4
Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36, recante “Attuazione della direttiva alla esistenza della sua iscrizione all’Albo nazionale gestori am-
bientali, non bastando al riguardo una generica capacità e ido- In altre parole il “sito intermedio” non è affatto intermedio,

L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”


neità tecnica; ma è un primo impianto di destinazione di quello che for-
• sia il produttore dei rifiuti sia il terzo affidatario provvedano ad malmente e di fatto è un trasporto di rifiuti fuori dal ciclo a-
annotare i registri di carico e scarico dei rifiuti entro 24 ore. ziendale.
Ad una prima lettura sembra che i due citati articoli 208 e 210 del
Dlgs 152/2006 non dettino altre prescrizioni; ma non è così. Dunque l’ipotesi così come fraudolentemente prospettata deve es-
Infatti, non si può dimenticare che si parla di “deposito tempora- sere considerata illegale, giacché il titolare del “sito intermedio” è
neo”, cioè di quel particolare “raggruppamento” effettuato presso in realtà un primo ricettore dei rifiuti come indirizzo terminale
il loro luogo di produzione dei rifiuti, prima della raccolta. del viaggio originario, il quale cessa in tale area e lì si realizza la
firma e controfirma dei tre moduli del formulario in mano al tra-
Questo significa che il deposito temporaneo (ancorché affi- sportatore con trasmissione della quarta copia al produttore ini-
dato ad un terzo soggetto autorizzato) deve avvenire sempre ziale.
e solo all’interno del luogo di produzione dei rifiuti che ven- A sua volta il titolare di tale sito, se vuole nuovamente spostare i
gono posti in deposito temporaneo e non può assolutamente rifiuti, assume egli la nuova qualifica di detentore originario e do-
(al fine di rendersi esente dal regime autorizzatorio) essere vrà, in tale veste formale (ma anche sostanziale), disporre il tra-
realizzato dal terzo affidatario in un luogo diverso da quello sporto verso un altro sito secondo le regole del trasporto stesso che
in cui i rifiuti oggetto del deposito medesimo sono prodotti. nuovamente iniziano a essere attive.

I “depositi temporanei” intermedi durante il Affidamento al terzo autorizzato ed esclusione


trasporto: ipotesi illegali della responsabilità del produttore
Spesso si argomenta che il “trasportatore” esegue, dopo aver pre- In presenza di tutte le condizioni richieste, sia l’articolo 208, com-
levato i rifiuti da un’azienda, un “deposito temporaneo extrazien- ma 17, sia l’articolo 210, comma 5, stabiliscono che “il conferi-
dale” o altre attività similari, tutte comunque caratterizzate da mento dei rifiuti da parte del produttore all’affidatario del de-
una sorta di siti intermedi di scarico e ricarico. posito temporaneo costituisce adempimento agli obblighi di
Va rilevato che se il soggetto è solo e realmente un “trasportatore” cui all’articolo 188, comma 3”.
e cioè un “vettore” tali ipotesi sono illegali. Tale articolo 188, comma 3, stabilisce i casi in cui la responsabi-
In tali casi non si tratta più di un “trasporto” ma di una vera atti- lità del produttore è “esclusa” per lo scorretto smaltimento o re-
vità di più vasta “gestione” dei rifiuti in senso lato. Se il “traspor- cupero dei rifiuti. L’affidamento della propria attività di deposito

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


tatore” è solo realmente tale, non può esercitare attività di “stoc- temporaneo ad un terzo, si aggiunge, dunque, ai casi ivi previsti.
caggio” (perché altrimenti è qualcosa in più: è un “gestore poli-
valente”). Del resto, le attività di stoccaggio delineate dalla nuova Quindi, è in facoltà del produttore di rifiuti affidare la cura
norma riguardano due sole specifiche ipotesi (il deposito prelimi- dei propri rifiuti ad un soggetto terzo, appositamente qualifi-
nare prima dello smaltimento e la messa in riserva prima del re- cato, al fine di “porre un limite” alla propria responsabilità.
cupero). Tra gli operatori, tale tipologia di deposito è già nota come
Spesso si argomenta, allora, che si tratta di un accumulo di rifiuti “deposito temporaneo no problem”.
prospettato come deposito temporaneo o “extraziendale” compiu-
to durante il viaggio (in itinere). Ma, a ben guardare, l’affidarsi ad un terzo autorizzato non è suffi-
Si argomenta a sostegno di ciò che tale deposito temporaneo viene ciente a “deresponsabilizzare” il produttore come si ricava dalla
effettuato ancora nel ciclo aziendale ma topograficamente e fisi- disciplina sanzionatoria dettata per il formulario (che è la “chia-
camente fuori dal recinto aziendale per esigenze tecniche, cosic- ve di volta” per tutto il sistema dei controlli); infatti:
ché il tragitto tra l’ubicazione muraria dell’azienda e il terreno • nell’articolo 258, comma 3, Dlgs 152/2006 dedicato alle sanzio-
del presunto deposito temporaneo dovrebbe essere interpretato co- ni per il formulario (in analogia con quanto in precedenza previ-
me una sorta di “spostamento interno al ciclo aziendale” e non sto dal “Decreto Ronchi”) si nota che l’illecito penale o ammini-
come un “trasporto in senso stretto” perché l’operazione restereb- strativo è previsto soltanto a carico del trasportatore dei rifiuti, con
be sempre chiusa dentro la nicchia della gestione di produzione esclusione dei soggetti che non rivestono la figura di vettore, cioè
aziendale. il mittente (il produttore) e il destinatario dei rifiuti (il titolare del
In altre parole, il deposito temporaneo verrebbe semplicemente u- sito finale di destinazione della partita dei rifiuti).
bicato in via differita a livello topografico per esigenze tecniche Questa ricostruzione, però, è del tutto errata. Il sistema, preveden-
connesse, magari, a mancanza di spazio nell’area aziendale e/o do le quattro copie dei formulari di trasporto e le relative sottoscri-
altre esigenze di fatto o tecniche. zioni, realizza un meccanismo di assunzione delle responsabilità
In realtà, il deposito temporaneo deve essere effettuato dentro il (penali o amministrative) per le eventuali condotte illecite ine-
luogo di produzione e i rifiuti non devono uscire fuori dalle mura renti al viaggio dei rifiuti. Infatti, non bisogna dimenticare che,
strette dell’azienda, giacché ogni altra ipotesi fa cessare automati- sebbene formalmente la condotta descritta dall’articolo 258, com-
camente i presupposti del deposito temporaneo e la fuoriuscita dei ma 4, Dlgs 152/2006 sia il “trasporto” dei rifiuti senza formulario
rifiuti dal cancello del luogo di produzione è già attività di gestio- o con formulario recante dati incompleti o inesatti, sia il sistema
ne degli stessi e deve essere considerata a tutti gli effetti di legge penale sia quello amministrativo punitivo prevedono il concorso
trasporto in senso stretto e soggetta ai regimi di rito, tra cui il for- di persone nell’illecito;
mulario. • nel caso del trasporto dei rifiuti pericolosi trova applicazione
Quello che viene indicato dunque come sito intermedio è già de- l’articolo 110 C.p., in base al quale quando più persone concorro-
stinazione finale primaria di tale trasporto e deve essere assistita no nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per
da tutti gli adempimenti di rito, tra cui l’autorizzazione, ancora il questo stabilita; per il trasporto dei rifiuti non pericolosi il fonda-
formulario e i registri (in tal modo il far scomparire i rifiuti è atti- mento della punibilità del concorso di persone è rappresentato
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vità molto meno agevole). dall’articolo 5, legge 689/1981, in base al quale, nell’ipotesi in cui
più persone concorrano in una violazione amministrativa, cia- – La cosiddetta “clausola di manleva”
L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”

scuna di esse soggiace alla sanzione per questa disposta. Al fine di spogliarsi della responsabilità non è neanche possibile
sottoscrivere un contratto con la cd. “clausola di manleva” perché
Queste norme costituiscono il fondamento per la punibilità questa regola va letta ed applicata nel rispetto dei principi genera-
di condotte che risultano atipiche rispetto alla fattispecie pu- li del diritto e in particolare delle responsabilità penali (e ammi-
nitiva, ma che tuttavia integrano contributi agevolatori rispet- nistrative) entro la quali è impossibile cedere contrattualmente la
to alla realizzazione collettiva del fatto illecito. propria responsabilità sanzionatoria (in primo luogo penale) a
terzi “acquirenti” in via contrattuale!
In caso di trasporto di rifiuti senza formulario (o con formulario Se così fosse, esisterebbe, non certo solo nel campo dei rifiuti ma
incompleto o inesatto), il produttore, l’affidatario (detentore) e il anche in ogni altro settore della nostra vita sociale e personale, un
destinatario finale non realizzano la condotta tipica del vettore ri- florido “commercio” di cessione/acquisto di responsabilità san-
chiamata dall’articolo 258, comma 4, Dlgs 152/2006; eppure, af- zionatorie (a conferma, si veda come nel campo della normativa
fidando, inviando e ricevendo la partita di rifiuti, apportano un antinfortunistica un concetto del genere è stato sempre ritenuto a-
contributo causalmente agevolatore alla realizzazione collettiva lieno da ogni realismo, dunque non si vede perché il campo della
del fatto illecito e, pertanto, possono rispondere a titolo di concor- gestione dei rifiuti dovrebbe invece andare in consolidata deroga
so nel reato o nell’illecito amministrativo. automatica).
Ad esempio, appare evidente che, se il destinatario finale rifiuta il Laddove la norma – espressamente – vuole prevedere questa pos-
carico di rifiuti in quanto accompagnato da un formulario in- sibilità, lo stabilisce in modo chiaro e ne delimita i confini (si
completo (si pensi al caso della mancata indicazione della quan- pensi al gestore terzo dell’impianto di depurazione di acque re-
tità dei rifiuti trasportati), il viaggio illecito dei rifiuti non può di flue) o può capitare che la giurisprudenza sistematica della Cas-
fatto arrivare a compimento; se invece il destinatario accetta la sazione riconosca in certi casi realistici e concreti una rilevanza
partita di rifiuti con formulario identificativo contenente dati in- alla delega statutaria aziendale interna (ma anche in questo caso
completi e sottoscrive il relativo formulario, apporta un contributo sono stabiliti bene limiti e confini). Tutto questo, naturalmente,
non conforme alla condotta descritta dall’articolo 258, comma 4, fatti salvi i casi di doloso concorso fraudolento e dissimulatorio
ma senza il quale il viaggio illecito dei rifiuti non si sarebbe mai tra soggetti.
perfezionato; di conseguenza il destinatario, una volta sottoscritto Nel caso di specie nulla di tutto ciò, ma solo inesatte prassi appli-
il formulario di identificazione dei rifiuti trasportati, risponde del cative.
relativo reato o illecito amministrativo a titolo di concorso. La norma di settore è del resto chiarissima. Il produttore non si
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Alcuni, invece, ritengono che il produttore dei rifiuti, una volta spoglia della responsabilità dei suoi rifiuti semplicemente conse-
che ha conferito i rifiuti medesimi ad un trasportatore o ad un al- gnandoli al terzo trasportatore, ma conserva un onere (almeno di
tro terzo (ad esempio un acquirente o un intermediario o il nostro vigilanza indiretta) in ordine al buon esito del viaggio verso quel
“affidatario”), possa ritenersi completamente deresponsabilizzato sito finale che, va sottolineato, sia il produttore sia il trasportatore
in ordine alla corretta destinazione finale dei rifiuti medesimi. In devono necessariamente conoscere al momento della partenza. Se
qualche modo si ritiene, infatti, che la vendita o comunque la ces- il produttore originario non riceve la quarta copia controfirmata
sione del rifiuto in senso civilistico produca automaticamente una dal responsabile del sito di destinazione entro i 3 (o 6) mesi previ-
sorta di autoderesponsabilizzazione, anche ai fini sanzionatori sti dalla norma, la responsabilità condivisa ancora attiva impone
penali ed amministrativi, circa la sorte del rifiuto medesimo. al produttore l’obbligo di denuncia alla Provincia.
Tale interpretazione deve ritenersi del tutto errata. Infatti, il pro-
duttore di rifiuti conserva l’onere del corretto avvio allo smalti- Quest’ultimo punto, spesso sottovalutato o considerato mero
mento o recupero fino alla destinazione finale in via esclusiva e adempimento formale, rappresenta invece il punto-cardine
diretta, senza possibilità di “cessione” a terzi, a qualunque titolo, per l’esclusione della responsabilità penale da parte del de-
di tale sua veste di responsabilità. tentore. Una conseguente omissione costituisce certamente
Non è dunque esatto ritenere che il produttore iniziale cessa ogni colpa in senso penale (con il rischio di sconfinamento nel
responsabilità al momento del conferimento del carico di rifiuti al dolo eventuale in caso di palese irregolarità o dolo in senso
terzo trasportatore; anzi, è una condivisione di responsabilità nel stretto nei casi di complicità fraudolenta preliminare).
trasporto suggellata da firme e controfirme che denotano, da un
lato, un dovere di controllo reciproco e, dall’altro, una comunio- Molti titolari di aziende seguono una prassi (illegale) mutuata
ne di posizione soggettiva che verrà meno (in senso positivo o ne- dalle vecchie consuetudini portate avanti dalla previgente discipli-
gativo) solo allo scadere dei tre mesi di tolleranza previsti per la na di cui al Dpr 915/1982 e continuano a conferire i propri rifiuti
ricezione da parte del produttore iniziale della quarta copia del ad un “trasportatore tuttofare” che praticamente afferma di poter-
formulario controfirmata dal titolare dell’impianto di destinazio- si occupare di tutto (raccolta, trasporto, stoccaggio, smaltimento
ne finale (o, se il documento giunge prima, al momento del rela- ecc.); l’onere del produttore sarebbe solo quello di “mettere una
tivo anticipato ricevimento). firma” sul formulario praticamente in bianco (o parzialmente
compilato), così esonerandosi poi da ogni e qualsiasi responsabi-
Questo significa che se anche il Dlgs 152/2006 non prevede lità sull’iter successivo seguito dai rifiuti nel loro viaggio.
espressamente sanzioni per il produttore che partecipa ad In realtà, tale prassi è stata palesemente in contrasto con i princi-
una spedizione di rifiuti o terza destinazione illecita, il fatto pi basilari del Dlgs 22/1997 e oggi è in contrasto con il Dlgs
che egli sia inevitabilmente responsabile fino al buon esito fi- 152/2006. Inoltre, espone il titolare dell’azienda ad una responsa-
nale denota come non vi era alcuna necessità di prevedere bilità penale diretta per smaltimento illegale dei propri rifiuti, in
alcuna sanzione, perché essa è in re ipsa: il primo vero re- concorso con il terzo intervenuto che non è certo un “trasportato-
sponsabile della destinazione illegale di smaltimento o recu- re” regolare e che comunque ben travalica sia le regole del tra-
pero è certamente il produttore, che non si è curato di ga- sporto sia quelle della gestione generale dei rifiuti.
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rantire tale esito finale in senso positivo. Il produttore, in pratica, in tal modo spedisce i rifiuti con un for-
mulario totalmente o parzialmente in bianco verso una destina- Quindi, anche il sistema sanzionatorio (amministrativo ma so-

L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”


zione ignota e/o con un peso non indicato. prattutto penale) ricade sempre in primo luogo direttamente an-
Ci si trova, infatti, di fronte ad un gestore illegale di rifiuti che o- che sul produttore dei rifiuti che ha spedito i medesimi presso una
pera in modo chiaramente antitetico alle regole disciplinatorie destinazione attraverso canali – eventualmente – irregolari in
della normativa vigente. senso doloso o colposo.
Ciò significa, come già detto, che se anche il Dlgs 152/2006 non
– La responsabilità del titolare dell’azienda prevede espressamente sanzioni per il produttore che partecipa ad
In ordine alla responsabilità del titolare dell’azienda, in coerenza una spedizione di rifiuti o terza destinazione illecita, il fatto che e-
con quanto sopra espresso, va svolta qualche ulteriore riflessione. gli sia inevitabilmente responsabile fino al buon esito finale deno-
Infatti, alcuni ritengono che il produttore dei rifiuti, una volta che ta come non vi era alcuna necessità di prevedere alcuna sanzione,
ha conferito i rifiuti medesimi ad un trasportatore o ad un altro perché essa è in re ipsa: il primo vero responsabile della destina-
terzo (ad esempio un acquirente o un intermediario), possa rite- zione illegale di smaltimento o recupero è certamente il produtto-
nersi completamente deresponsabilizzato in ordine alla corretta re, che non si è curato di garantire tale esito finale in senso positi-
destinazione finale dei rifiuti medesimi. In qualche modo si ritie- vo. Seguono poi, nella filiera delle illegalità, i corresponsabili che
ne, dunque, che la vendita o comunque la cessione del rifiuto in andranno identificati eventualmente nel trasportatore, nell’inter-
senso civilistico produca automaticamente una sorta di autodere- mediario se esiste, nello stoccatore, nel titolare del sito finale ecc.
sponsabilizzazione, anche ai fini sanzionatori penali e ammini- Consegue dunque che, in coerenza con quanto sopra espresso, è
strativi, circa la sorte del rifiuto medesimo. onere del produttore dei rifiuti contattare preventivamente il tito-
Tale interpretazione deve ritenersi del tutto errata. Infatti, secondo lare del sito finale di smaltimento o recupero verso il quale indi-
i principi europei in materia di rifiuti, ma anche secondo l’ordi- rizzare i rifiuti. Ogni destinazione di tale genere, che gli verrà for-
namento nazionale, va sottolineato che il produttore di rifiuti nita eventualmente da terzi, soggiace alle normali regole in ordi-
conserva l’onere del corretto avvio allo smaltimento o recupero fi- ne alla responsabilità colposa. Quindi, se il titolare dell’azienda
no alla destinazione finale in via esclusiva e diretta, senza possibi- non si cura di verificare con la naturale prudenza connaturale al-
lità di “cessione” a terzi, a qualunque titolo, di tale sua veste di la fattispecie in esame che la destinazione eventualmente indicata
responsabilità. da un terzo (eventualmente trasportatore o intermediario) non
Va sottolineato, al riguardo, che l’eventuale destinazione illegale sia effettivamente legale e rappresentativa del sito finale dedicato,
di rifiuti (smaltimento o recupero illecito) è sanzionata penal- egli andrà incontro a responsabilità colposa per aver imprudente-
mente ed è del tutto assurdo ipotizzare che nel nostro ordinamen- mente e negligentemente indirizzato i rifiuti verso un sito finale

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


to giuridico possa essere “venduta” la responsabilità penale sulla del quale non ha appurato in via diretta e doverosa l’esatta collo-
base di un semplice contratto civilistico. Se a ciò si aggiunge il cazione e strutturazione legale ai fini del Dlgs 152/2006. Questa
fatto che tale contrattualità va inserita nel contesto della discipli- prassi fa parte del suo onere primario di garantire il corretto smal-
na europea dei rifiuti che tende comunque a responsabilizzare in timento o recupero finale dei rifiuti.
primo luogo il produttore, fino alle fasi finali, si conferma la asso- Va dunque ribadito e sottolineato ancora una volta che il produt-
luta inesattezza di tale ipotesi interpretativa. tore è, nella filiera del trasporto dei rifiuti, il punto essenziale, ini-
Avalla, se ce ne fosse bisogno, la nostra posizione il fatto che il si- ziale e primario. È tale soggetto che spedisce i rifiuti, e l’onere del-
stema delineato dal Dlgs 152/2006 (al pari del pregresso Dlgs lo smaltimento o recupero finale ricade in primissimo luogo in
22/1997) pretende che, una volta esaurita la fase del viaggio del capo alla sua persona. Dunque sarà il produttore a doversi fare
rifiuto, la quarta copia del formulario torni esattamente al pro- carico di garantire al sistema giuridico la destinazione finale, le-
duttore (mittente), onde confermare l’esattezza della destinazio- gale e corretta del viaggio dei rifiuti. Deve essere a sua cura la
ne. Tale sistema fa ricadere in capo a costui l’onere di denuncia scelta del sito finale, del vettore che trasporterà il rifiuto e dei siste-
alla Provincia in caso di mancata ricezione della quarta copia del mi che dovrà adottare in corso di viaggio. E questo è confermato
formulario nei termini di legge, onde attivare le indagini conse- dalla struttura del formulario, che vuole sia l’impianto di destina-
quenziali del caso. zione che il nome del destinatario come preventivamente cono-
Conferma ulteriormente tale assunto il fatto che il formulario, al sciuti e quindi trascritti dal mittente sul formulario. Il che signifi-
momento iniziale della partenza già dal primo produttore, preten- ca e conferma che non è ipotizzabile una spedizione di rifiuti ver-
de che venga indicata sia la destinazione sia il nominativo so destinazione ignota, o comunque senza che il mittente non ab-
dell’impianto finale dedicato. bia preventivamente concordato, con il regime normale della pru-
denza e diligenza, l’esito finale. In caso contrario, in ipotesi mini-
Il che significa che il produttore non può cedere i rifiuti ad ma, si ravvisa la colpa; mentre nelle ipotesi più gravi apparirà evi-
un terzo (a qualsiasi titolo civilistico) e lasciarli verso una dente il dolo.
destinazione a lui ignota, disinteressandosi così dell’esito fi- A questo punto, la filiera del viaggio inizia a svilupparsi, ma il
nale semplicemente per aver affidato i rifiuti ad un corriere punto iniziale ricade sempre in capo al produttore (mittente), al
(leggi: il trasportatore iscritto all’Albo) o ad un terzo di altro quale dovrà essere poi restituita la quarta copia del formulario, a
genere (acquirente, intermediario ecc.). conferma che il sistema delineato dal Dlgs 152/2006 lo responsa-
bilizza fino al termine del viaggio medesimo. Nessuna delega di
È logico che se un privato cittadino conserva in capo a sé l’onere di responsabilità, soprattutto sanzionatoria penale, è possibile da
indirizzare il proprio piccolo rifiuto domestico verso il sistema di parte del produttore verso terzi anche eventualmente acquirenti
smaltimento urbano (fino al deposito presso il cassonetto a propria della massa dei rifiuti. Il che significa che nel reato di smaltimen-
cura), a maggior ragione il sistema giuridico di settore pretende to o recupero abusivo, trasporto, traffico illecito di rifiuti, il capofi-
che il titolare dell’azienda si faccia carico e controlli tutto il siste- la in ordine al sistema sanzionatorio finale è certamente in primo
ma di smaltimento o recupero finale del proprio rifiuto, garanten- luogo colui che spedisce i rifiuti. Seguono poi, in ordine logico e
do all’ordinamento giuridico la corretta destinazione finale del ri- dinamico, il trasportatore, l’eventuale soggetto intermedio, il tito-
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fiuto medesimo senza possibilità di anomale deleghe a terzi. lare del sito illegale finale.
Costruzione giuridica opposta, che vorrebbe come responsabili raccoglitore, detentore e trasportatore. Ciascuno di costoro deve
L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”

soltanto i soggetti intermedi o finali, appare assurda sotto il profi- accertare anche che il soggetto a cui consegna successivamente i
lo logico prima ancora che giuridico perché, se così fosse, baste- rifiuti sia in possesso della necessaria abilitazione e se non compie
rebbe cedere i rifiuti ad un terzo illegale prescelto in modo fraudo- tale accertamento, è responsabile (quanto meno) a titolo di colpa
lento, magari tra soggetti deresponsabilizzati per carenza di im- per negligenza.
putabilità: si sarebbe raggiunto un efficace sistema per smaltire il-
legalmente i rifiuti semplicemente vendendoli in modo fittizio a Va sottolineato che il Dlgs 152/2006 ha pienamente recepito
terzi non imputabili. nell’articolo 178, comma 3, il principio di corresponsabiliz-
zazione generale, ed anzi lo ha anche maggiormente articola-
Quindi, la filiera del sistema sanzionatorio per il trasporto il- to nell’articolo 188, commi 2 e 3. Va sottolineato che l’am-
legale inizia proprio da colui che spedisce i rifiuti, e proprio piezza del principio di corresponsabilizzazione delineato
per questo il Dlgs152/2006 non prevede certamente nessuna dall’articolo 178, comma 3, impone che il conferente si ac-
sanzione espressa a carico del mittente perché è logico che certi, comunque non solo della legittimazione formale del
egli è il primo responsabile nel caso di destinazione illegale. trasportatore e del primo consegnatario (per esempio un
centro di stoccaggio), ma anche di quella del destinatario fi-
Va peraltro sottolineato che la responsabilità del trasportatore, in nale dei suoi rifiuti.
tale contesto, prescinde dai caratteri sanzionatori specifici a suo
carico in ordine al formulario e all’iscrizione all’Albo. Tali reati Dunque, in caso di conferimento di rifiuti a terzi (diversi dal ser-
sono specificamente indicati per lui, ma il sistema dello smalti- vizio pubblico), il produttore dei rifiuti ha l’obbligo di accertarsi
mento illegale in senso generale, che viene costruito attraverso che chi li riceve sia regolarmente autorizzato (ovviamente per
una serie di passaggi strettamente sinergici, costituisce ulteriore i- quel tipo di rifiuti); altrimenti, in caso di smaltimento o recupero
potesi di reato che va a sommarsi in senso di continuazione ri- senza autorizzazione (o iscrizione), si applicheranno le sanzioni
spetto a tali ipotesi specifiche e non viene certamente da questo dell’articolo 256 non solo all’autore materiale dell’illecito ma an-
assorbito o comunque travalicato (4). che, per concorso, al soggetto che gli abbia consegnato i rifiuti per
Ma anche nelle illegalità “ordinarie” il concorso è riconosciuto lo smaltimento o per il recupero senza alcuna verifica sul possesso
dalla prassi giurisprudenziale. Si veda, ad esempio la sentenza 17 della prescritta autorizzazione (o iscrizione) in capo al destinata-
aprile 2003, n. 16016 della III Sezione penale della Corte di rio.
Cassazione, secondo la quale “Il produttore-detentore di rifiuti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

speciali non pericolosi, qualora non provveda all’autosmalti- A carico di chi sono le scritture ambientali
mento o al conferimento dei rifiuti a soggetti che gestiscono il Tra l’affidante (produttore) e l’affidatario (detentore) è, ovvio, che
pubblico servizio, può, ex articolo 10, Dlgs 22/1997, conse- preliminarmente debba intervenire un rapporto di natura civilisti-
gnarli ad altri soggetti ma, in tal caso, ha l’obbligo di control- ca disciplinato da un contratto, non foss’altro per tutelare il sinal-
lare che si tratti di soggetti autorizzati alle attività di recupero lagma del corrispettivo economico.
o smaltimento; ove, per contro, tale doverosa verifica sia o- Poiché ad una prima lettura della nuova disciplina, può sembrare
messa, il produttore-detentore risponde a titolo di concorso che tale affidatario si sostituisca in tutto e per tutto al produttore
con il soggetto qualificato (nella specie smaltitore), nella com- (quasi un suo alter ego), qualcuno potrebbe essere indotto a rite-
missione del reato di cui all’articolo 51, comma 1, Dlgs 22/ nere che basti l’affidamento ad un terzo autorizzato per rendere e-
1997 (attività di gestione non autorizzata)”. sente il produttore dagli “oneri documentali” rappresentati da
Pertanto, il produttore deve accertarsi della regolarità dell’iscrizio- Mud, registri (laddove ricorrenti) e formulario.
ne all’Albo del trasportatore. Secondo gli elementari principi della Ciò è assolutamente errato, poiché la figura del produttore affi-
prudenza e diligenza che esonerano dalla colpa rilevante ai fini dante del deposito temporaneo non è contemplata tra quelle espli-
sanzionatori e secondo principio generale, desunto dalla normati- citamente escluse dai relativi obblighi né è previsto in alcuna par-
va comunitaria, secondo cui tutti coloro che hanno a che fare con te del Dlgs 152/2006 che, in caso di affidamento del deposito tem-
un rifiuto rispondono solidalmente del suo corretto smaltimento, poraneo ad un terzo autorizzato alla gestione dei rifiuti, il produt-
appare logico che il produttore dei rifiuti è responsabile dello tore sia reso esente dagli obblighi di registri e di Mud. La tassati-
smaltimento degli stessi e pertanto non può consegnarli a chic- vità delle sanzioni contenute nell’articolo 258 del medesimo Dlgs,
chessia senza accertarsi previamente che si tratti di una ditta i- peraltro, funge da riscontro a tale tesi.
scritta all’Albo, poiché solo l’iscrizione fa presumere che la ditta si In ordine al formulario, invece, si osserva che l’articolo 193, com-
attenga a regolari procedure di smaltimento e consente il control- ma 4, Dlgs 152/2006 non è riferito ai “soggetti esclusi” bensì ai
lo della P.a. sulla destinazione dei rifiuti stessi attraverso i registri “trasporti esclusi”. Tra questi trasporti non figura il trasporto di
di carico e scarico e gli altri adempimenti richiesti dalla legge. rifiuti ricevuti in affidamento per attività di deposito temporaneo
Pertanto, se si affidano i rifiuti a terzi per il trasporto e lo smalti- dal produttore. Quindi, il produttore (affidante) deve compilare il
mento, occorre accertarsi della esistenza dei requisiti formali del formulario e scrivere nelle annotazioni che il suo deposito tempo-
soggetto terzo incaricato. Dunque per evitare una “colpa inescu- raneo è curato da un determinato affidatario.
sabile” va sottolineato che il produttore e il detentore dei rifiuti, Fondamentalmente, infatti, il terzo affidatario deve farsi carico di
che consegnino tali materiali ad altri soggetti per il trasporto, de- controllare metri cubi, tempi, divieti di miscelazione ecc. (cioè le
vono esercitare la massima prudenza e diligenza nell’accertare il regole gestionali anche per consentire la massima tracciabilità del
possesso delle abilitazioni necessarie e le qualità professionali del rifiuto).
trasportatore. Quindi, la quarta copia del formulario sarà ricevuta dal produtto-
Ovviamente tale obbligo incombe a chiunque venga comunque in re (affidante) e costui dovrà curarne la conservazione presso il
possesso dei rifiuti e l’obbligo di accertare che lo smaltimento av- proprio luogo di produzione.
venga a norma di legge incombe su tutti i soggetti che, nel corso
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delle varie fasi, acquistano la disponibilità dei rifiuti: produttore, Sia il produttore (affidante) che l’affidatario (terzo) devono
compilare il registro entro 24 ore. Si sottolinea che tale ter- re). Il suo nome e la sua qualifica di terzo affidatario del deposito

L’intervento Deposito temporaneo e deposito temporaneo “no problem”


mine di 24 ore non è previsto (né dall’articolo 208, comma temporaneo, tuttavia, è opportuno che siano inseriti dal produttore
17, né dall’articolo 210, comma 5) con riferimento alla pro- nella parte riservata alle annotazioni. Diversamente, non si consen-
duzione del rifiuto. te l’efficacia del controllo che rappresenta, invece, uno degli ele-
menti teleologici della norma (articolo 178, comma 1).
Tale silenzio è oltremodo significativo ed erode una parte delle Di conseguenza, si ritiene che il produttore (affidante) tra le an-
semplificazioni introdotte per il produttore dei rifiuti dal nuovo te- notazioni del registro inserisca i dati relativi all’affidamento dei
sto; infatti, laddove il produttore dei rifiuti realizzi e conduca il rifiuti a terzo autorizzato e che costui dovrà apporre gli estremi re-
proprio deposito temporaneo da solo (cioè senza affidarlo ad un lativi al formulario. Tali estremi devono essere riportati anche sul
terzo), costui dovrebbe annotare il registro di carico e scarico entro registro del terzo affidatario, mediante un sistema di comunica-
10 giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto (carico) ed entro zione interno tra produttore (affidante) e terzo (affidatario).
10 giorni lavorativi dal conferimento a terzi autorizzati (scarico). Ora, è realistico ipotizzare che il terzo affidatario in ipotesi illegali
Invece, affidando l’attività di deposito temporaneo ad un terzo au- fraudolente possa essere una ditta con responsabile legale di fac-
torizzato, sia tale terzo sia il produttore (affidante) devono compi- ciata non punibile o difficilmente punibile (secondo le regole
lare i registri entro 24 ore. Molto semplicemente questo significa classiche delle “teste di paglia” tanto note nei regimi societari). In
che il produttore che conferisce i rifiuti al terzo affidatario dell’at- questo caso è logico che la dimostrazione del dolo comune (tra
tività di deposito temporaneo deve compilare il proprio registro produttore e terzo affidatario) renda vano l’accordo a fini sanzio-
entro 24 ore dalla produzione (carico) ed entro 24 ore dal conferi- natori e torni perfettamente in capo (soprattutto) al produttore
mento a tale soggetto affidatario. Tradotto in termini reali, questo tutta la sua responsabilità, peraltro non più solo colposa ma – ap-
significa che il produttore (affidante) deve fare una contestuale o- punto – dolosa ed aggravata dal fatto di aver tentato una dissimu-
perazione di carico e scarico in ordine a quel determinato quanti- lazione fraudolenta del proprio agire illegale mediante il ricorso a
tativo e tipologia di rifiuti prodotta e conferita al terzo affidatario. una terza “testa di paglia”.
Dal canto suo, il terzo affidatario deve fare una registrazione in Anche questo non è previsto da Dlgs 152/2006 (né potrebbe esser-
carico entro 24 ore dal ricevimento del rifiuto da parte del suo lo); tuttavia, si trae dai principi generali del diritto entro il cui
“dante causa” (il produttore). Poi, trascorsi i due mesi, i tre mesi contesto questa norma speciale e tutte le altre norme speciali van-
o l’anno (in dipendenza della scelta effettuata dal produttore di no lette ed applicate; senza manualizzazioni asettiche e limitate
conduzione dell’attività di deposito temporaneo), deve effettuare solo alla settaria applicazione di regimi specifici che non possono
una registrazione in scarico della singola partita ricevuta dal pro- vivere avulsi da contesti generali. Ed è questo il punto nel quale

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


duttore medesimo entro le 24 dal momento in cui tale scarico (in molti lettori ed interpreti di estrazione “tecnico-scientifica” crea-
sostanza l’uscita dei rifiuti dal luogo di produzione) è stato effet- no prassi poi del tutto estranee alle regole generali del diritto. Ed il
tuato. deposito temporaneo è stato fino ad oggi caso classico di tale mec-
In ordine al formulario, si ritiene che il terzo (affidatario) non deb- canismo applicativo.
ba occuparsi del formulario (competendo questo solo al produtto-

Scrittura ambientale Produttore (affidante) Affidatario (detentore)

Registro Sì Sì
(nei casi previsti) (Inserendo nelle annotazioni i dati relativi (Inserendo gli estremi del formulario fornitigli dal produttore
all’affidamento dei rifiuti a terzo autorizzato) mediante un sistema interno di comunicazione)

Formulario Sì No
(Inserendo nelle annotazioni il fatto che i rifiuti sono
stati conservati in deposito temporaneo da un terzo
affidatario)

Mud Sì No
(nei casi previsti) (per i rifiuti del produttore in deposito temporaneo)

(1) Si veda L. Filippucci, “La nuova de- veda la massima: “La disciplina detta- plessivamente, non venga superato il mo limite viene raggiunto.”. Conf.,
finizione di deposito temporaneo” in ta per il deposito temporaneo dei ri- limite di 20 metri cubi, assumendo sentenza 21 aprile 2000 della III Se-
Autorizzazioni ordinarie e procedure fiuti non pericolosi dall’articolo 6, autonomo rilievo la cadenza almeno zione penale della Corte di Cassazione.
semplificate: le novità, in questa Rivi- comma 1, lettera m), punto 3, Dlgs trimestrale prevista nella prima parte (4) D’altra parte, tutte le grandi recenti
sta n. 129-130, 5-6/06, pag. 24. 5 febbraio 1997 n. 22, va intesa della suddetta disposizione per l’av- inchieste in materia di trasporto/traffi-
(2) Si veda L. Filippucci, ibidem. (privilegiando doverosamente, fra le vio del materiale alle operazioni di co illecito di rifiuti – anche con ordini
(3) Ne diamo atto, e rileviamo ad e- varie interpretazioni possibili, quella recupero o di smaltimento solo di custodia cautelare – hanno ipotizza-
sempio che con la sentenza 12 dicem- che risulta più aderente alla direttiva quando i vari conferimenti siano to non solo il concorso nella filiera pro-
bre 2002, n. 41520 della III Sezione pe- comunitaria di cui il citato decreto tutti inferiori ai venti metri cubi e duttore/trasportatore/gestore del sito fi-
nale della Corte di Cassazione, il Supre- legislativo costituisce attuazione), nel siano avviati alle suddette operazioni nale ma, nei casi più gravi, l’associa-
mo Collegio – dopo aver precisato che senso che il deposito temporaneo po- prima del raggiungimento del sum- zione per delinquere tra tali soggetti.
“la su riferita norma è stata oggetto trà essere mantenuto fino al termine menzionato limite quantitativo men-
di due differenti analisi ermeneuti- di durata di un anno solo se in tutto tre, in ogni caso, l’avviamento de-
che” – ha stabilito concetto diverso. Si il detto arco temporale, e cioè com- v’essere effettuato quando il medesi-

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Le ragioni della proroga
Con la proroga prevista dal Dl 12 maggio 2006, n. 173, come con-
vertito dalla legge 12 luglio 2006, n. 228, (riportato a pag. 22),
slitta il termine per l’avvio del “sistema Raee”, il cui funziona-
mento, nelle sue linee principali, è stato delineato dal Dlgs 25 lu-
glio 2005, n. 151. Quest’ultimo provvedimento, nel recepire la di-
rettiva Raee (1) e quella Rohs (2), aveva previsto un meccani-
smo complesso subordinato all’emanazione di diversi decreti at-
tuativi: i più importanti avrebbero dovuto essere adottati entro il
L’intervento 13 febbraio 2006, ovvero entro sei mesi dall’entrata in vigore del
decreto legislativo. Tale era, ed è, infatti il periodo di tempo mini-
mo stimato dai produttori per dar modo al sistema di organizzarsi
e consentire il “passaggio” della responsabilità dei Raee (in parti-
colare domestici) dagli enti locali ai produttori medesimi, alla
scadenza prevista (inizialmente il 13 agosto 2006).

Questo termine (ora posticipato), individuato dall’articolo


20, comma 5, Dlgs 151/2005 cit., in realtà già rappresentava
Raee, è proroga una proroga rispetto al termine imposto dalla direttiva Raee,
la quale prevedeva che la responsabilità finanziaria indivi-
al 31 dicembre 2006. duale del produttore per i Raee scattasse già dal 13 agosto
2005 (ma in realtà non sono molti i Paesi europei a posse-
dere un sistema già funzionante).
Ma il sistema In Italia, le ragioni del ritardo sono da ricercarsi soprattutto, co-
me si è detto, nella mancanza dei decreti attuativi; pertanto, la
a che punto è? proroga (cfr. articolo 1-quinquies cit. Dl 173/2006) è stata “ag-
ganciata” all’emanazione dei provvedimenti che sono alla base

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


del funzionamento del sistema. Questi sono:
a) il decreto di cui all’articolo 13, comma 8, del Dlgs 151/2005:
tale decreto dovrà definire le modalità di funzionamento del
Registro nazionale dei soggetti obbligati al trattamento dei
Raee, di iscrizione allo stesso, di comunicazione al Registro, sem-
di Maria Letizia Nepi pre da parte degli stessi soggetti, delle informazioni relative alle
Fise Unire – Confindustria Aee immesse sul mercato e ai Raee gestiti nell’anno, nonché le in-
dicazioni relative alla garanzia finanziaria che essi obbligatoria-
mente devono prestare nei casi previsti dal decreto.
Al riguardo, è appena il caso di sottolineare che il Registro non
potrà comunque essere immediatamente operativo fin dall’ema-
nazione del decreto, in quanto i produttori che erano esistenti al
13 agosto 2005 avranno altri 90 giorni di tempo, dalla sua entrata
in vigore, per iscriversi presso la competente Camera di Com-
mercio (cfr. articolo 20, comma 3), indicando il sistema di finan-
ziamento dei Raee; le Camere, a seguito dell’iscrizione, comuni-
cheranno l’elenco delle imprese produttrici di Aee al Comitato di
vigilanza e controllo, al fine della formazione del Registro e quin-
di al fine della ripartizione della responsabilità finanziaria in me-
rito alla gestione dei Raee. È evidente che il Legislatore nel conce-
dere la proroga non ha considerato i tempi di questo meccanismo,
dando luogo a un mancato coordinamento che determinerà un
“vuoto di responsabilità” in un periodo iniziale (corrispondente
al tempo necessario a rendere operativo il Registro), durante il
quale sarà già effettivo, per effetto della proroga, il passaggio della
responsabilità della gestione dei Raee domestici dai Comuni ai
produttori, ma questi ultimi non saranno ancora individuabili at-
traverso il Registro.
Con lo stesso decreto si provvederà alla costituzione e al funziona-
mento del Centro di coordinamento, finanziato e gestito dai pro-
duttori, per l’ottimizzazione delle attività di competenza dei siste-
mi collettivi;
b) il decreto di cui all’articolo 15, comma 1, che prevede l’istitu-
zione presso il Ministero dell’ambiente del Comitato di vigilanza e
11
controllo sulla gestione dei Raee.
In ogni caso, la proroga non potrà andare oltre il 31 dicem- forma di prodotto finito pronto per la commercializzazione
L’intervento Proroghe e consorzi: il punto sui Raee

bre 2006, data a cui peraltro lo stesso Dlgs 151/2005 tra- … ancorché giacenti presso i magazzini del produttore in
guarda gli obiettivi di recupero, reimpiego e riciclaggio che quanto prodotte o importate entro tale data”. In ogni caso tali
dovranno essere raggiunti dai produttori o dai soggetti da apparecchiature devono essere commercializzate entro il 31 otto-
questi delegati. Anche in questo caso, quindi, la proroga non bre 2006. Per godere di questa “proroga implicita” per i beni a
è coordinata con la norma principale e con gli obblighi pre- magazzino del termine del 1° luglio 2006, con riferimento in par-
visti a livello comunitario dalla direttiva Raee. ticolare agli obblighi derivanti dalla direttiva Rohs, i produttori a-
vrebbero dovuto inviare, entro il 1° luglio 2006, al Ministero del-
Eppure, quello dei Raee non è un sistema che “parte da zero”: esi- l’ambiente e della tutela del territorio – Direzione per la qualità
stono già diversi sistemi collettivi di produttori di Aee (si veda e- della vita, un inventario delle predette apparecchiature con l’indi-
lenco in calce), alcuni dei quali, proprio in vista della scadenza cazione delle tipologie di prodotto e del numero dei pezzi per ogni
del 13 agosto, hanno già avviato le procedure di qualificazione dei tipologia di prodotto.
soggetti responsabili del trattamento dei Raee. Anche tra i Comuni
comincia ad affacciarsi l’idea che d’ora in poi la raccolta del Raee 3. Definizione di “apparecchiatura usata”
domestico (che non coincide semplicemente con il rifiuto ingom- Per le osservazioni generali relative a questo argomento, si rinvia
brante) andrà gestita in modo differente. all’intervento citato alla nota 3.
Purtroppo però la mancanza della normativa di attuazione non è
l’unico ostacolo che si frappone all’avvio del sistema. Esistono al- La definizione di apparecchiatura usata, non presente nella
cuni problemi specifici legati all’interpretazione del decreto e del- direttiva, è stata introdotta per evitare che le apparecchiature
la direttiva, così come alla loro applicazione. Di seguito analizze- dismesse consegnate al distributore all’atto dell’acquisto del
remo i principali, per passare subito dopo ad una breve illustra- nuovo dovessero essere gestite come rifiuti dagli stessi distri-
zione dello stato dell’arte del sistema, in particolare per quanto ri- butori, e dunque per agevolare il ritiro delle stesse. Se l’o-
guarda i Consorzi già esistenti, gli enti locali e le questioni gestio- biettivo della semplificazione amministrativa è stato in tal
nali e operative che si trovano già da ora ad affrontare. modo (almeno in parte, come si vedrà oltre) conseguito, si
aprono però una serie di problemi, primo dei quali è la
Aspetti connessi all’attuazione e all’applicazione conformità al diritto comunitario.
della normativa
1. Campo di applicazione Per la direttiva Raee, infatti, il riutilizzo è riferito ai Raee e non
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Primo e fondamentale passo per il corretto funzionamento del si- alle Aee (cfr. articolo 3, lettera d ). La stessa proposta di direttiva
stema è l’individuazione del campo di applicazione. Come è noto, quadro sui rifiuti (5) considera il riutilizzo come una fase della
solo le categorie di Aee individuate nell’allegato 1A al Dlgs 151/ gestione dei rifiuti stessi. Oltre a questo aspetto problematico, non
2005 sono vincolanti, mentre l’elenco dell’allegato 1B (esempi di di poco conto, ve ne sono altri così sintetizzabili:
prodotti all’interno di ciascuna categoria) è puramente indicativo – le apparecchiature usate non suscettibili di reimpiego vengono
e non esaustivo (3). consegnate al centro di raccolta come rifiuti e in particolare, in
L’Orgalime (la federazione europea delle associazioni di produtto- base alla loro provenienza da attività commerciali, come rifiuti
ri di Aee) ha pubblicato una guida sul campo di applicazione del- speciali. Rimane da accertare come una piazzola/piattaforma
la direttiva (che può essere richiesta direttamente ad Anie, www.a- pubblica per la raccolta dei rifiuti urbani possa ricevere rifiuti spe-
nie.it), ma nonostante lo sforzo encomiabile di pervenire ad una ciali fuori dall’ambito dell’assimilazione (con codici Cer diversi
casistica dettagliata ed uniforme, si tratta comunque dell’inter- da quelli propri dei rifiuti urbani 20 01 **);
pretazione, seppure autorevole, di uno dei soggetti coinvolti (pe- – quanto alla gestione fiscale delle Aee usate, queste vanno
raltro quello su cui ricadono le maggiori responsabilità). Si ritie- senz’altro considerate come un cespite, ma al riguardo c’è biso-
ne che l’argomento andrebbe affrontato e definito direttamente gno di un chiarimento sulla relativa contabilizzazione;
dalle istituzioni europee. – per quanto riguarda la responsabilità del rivenditore di apparec-
chiature usate reimpiegabili, non ci sono specifiche norme di si-
2. Mancanza di armonizzazione a livello europeo curezza né per la diagnosi/verifica volta al potenziale reimpiego,
Il campo di applicazione non è l’unico esempio di mancata ar- né per il ricondizionamento e la conseguente reimmissione sul
monizzazione a livello comunitario. In Europa ci sono diversità mercato;
applicative, che creano distorsioni di mercato, su: obbligo di regi- – nonostante il decreto stabilisca che debba essere privilegiato il
strazione, definizione del produttore, punto di immissione sul recupero integro dei Raee per consentirne la messa in sicurezza
mercato ecc. In particolare, il momento di immissione sul merca- (articolo 7, comma 2) e che il reimpiego non deve rappresentare
to non è definito dalla direttiva, ma è determinante al fine della un’elusione degli obblighi di trattamento e recupero (comma 1
fornitura delle garanzie finanziarie, degli obblighi di marcatura e dello stesso articolo), tali disposizioni di principio non sembrano
di informazione, dell’applicazione delle disposizioni in applica- da sole sufficienti per evitare la “cannibalizzazione” dell’Aee usa-
zione della direttiva Rohs, dell’individuazione del produttore; infi- ta, ossia la sottrazione della parte ancora reimpiegabile di mag-
ne, nel caso di vendita a distanza. In base alla Guida blu della gior valore. In queste condizioni, il trattamento della parte resi-
Commissione europea (4) l’immissione sul mercato è l’“atto ini- duale diventa un mero costo che rischia di riversarsi sull’anello
ziale che consente di mettere per la prima volta a disposizione più debole della catena, cioè sul soggetto che si occupa del tratta-
un prodotto sul mercato comunitario per consentirne la di- mento, il quale non riesce più a garantire l’equilibrio economico
stribuzione o l’uso nella Comunità”. Su questo specifico aspet- della propria attività, in quanto il corrispettivo per il servizio è sta-
to, vale la pena ricordare che recentemente il Ministero dell’am- to parametrato a un valore intrinseco del Raee superiore a quello
biente, con circolare del 23 giugno 2006 (in Gu 3 luglio 2006 n. effettivo. L’alternativa è che il centro di raccolta rifiuti il ritiro gra-
152) ha chiarito che si intendono immesse sul mercato le appa- tuito per mancanza delle componenti essenziali del Raee (come
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recchiature che, alla data del 25 giugno 2006, “sono già nella prevede l’articolo 6, comma 2), con conseguente paralisi operati-
va e relativo contenzioso. A detta dei distributori, però, tale proble- te le relative modalità di finanziamento. La difficoltà di operare

L’intervento Proroghe e consorzi: il punto sui Raee


ma non sarebbe di sostanza, in quanto oggi la manutenzione e la una chiara distinzione tra Raee “domestico” e “professionale”
riparazione non sono generalmente svolte direttamente dal riven- amplifica le criticità collegate alla gestione del Raee domestico,
ditore (che non ha interesse a trasformarsi in un “robivecchi”), che verranno analizzate nel seguito.
ma sono affidate a centri assistenza specializzati. Rimane il pro-
blema relativo a chi, come, e in base a quali regole, si occuperà 5. Mancanza dei decreti attuativi
della verifica del potenziale reimpiego per la successiva reimmis- Tornando brevemente sull’argomento citato in apertura, la man-
sione sul mercato; cata emanazione delle disposizioni di attuazione rappresenta
– in tutto ciò, fa gioco l’impossibilità di effettuare controlli, e irro- senz’altro il cuore delle difficoltà di avvio di tutto il sistema. Tra i
gare sanzioni, in base al regime sui rifiuti, cosicché le apparec- fondamentali decreti:
chiature dismesse, libere di circolare come merci, possono facil- – identificazione del produttore (articolo 13, comma 4);
mente venire esportate in Paesi con normative più accomodanti e – funzionamento e iscrizione al Registro dei produttori; costitu-
con una fame cronica di “materie prime”. zione e funzionamento del Centro di coordinamento per i sistemi
collettivi (articolo 13, comma 8);
Problema collegato è la logistica del ritiro delle Aee usate – garanzie finanziarie dei produttori (articolo 11, comma 2);
domestiche: la direttiva non opera distinzioni sulla base delle – vendita a distanza (articolo 10, comma 3);
dimensioni dell’apparecchiatura. Ma nella pratica, come è – Comitato di vigilanza e controllo sulla gestione dei Raee (arti-
facile immaginare, le Aee “grandi” e le “piccole” seguono colo 15, comma 1);
due strade diverse: mentre, ad esempio, il frigorifero usato – Comitato di indirizzo sulla gestione dei Raee (articolo 15, com-
prelevato a domicilio alla consegna del nuovo viene conse- ma 4);
gnato direttamente dal trasportatore al centro che ne dovreb- – sottocategoria Albo per gli operatori del trattamento Raee (arti-
be valutare il possibile reimpiego, oppure alla piazzola o colo 8, comma 12).
piattaforma (pubblica o privata), il telefonino, il tostapane,
la lampadina normalmente verranno consegnati dal consu- La registrazione dei produttori, con la comunicazione annuale
matore (se ha “coscienza ecologica”) direttamente presso il delle quantità e delle categorie di Aee immesse sul mercato, è un
negoziante, e non è detto che tale riconsegna avvenga al mo- elemento essenziale per il calcolo delle quote di mercato (calcolo
mento dell’acquisto del nuovo. che deve essere effettuato dal Comitato di vigilanza e controllo),
in particolare quelle relative al domestico “storico”, e per la con-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


Per quest’ultima tipologia di articoli, parlare di riutilizzo è prati- seguente ripartizione delle responsabilità finanziarie tra i produt-
camente impossibile o perché non esiste un mercato o perché la tori.
verifica non si giustifica da un punto di vista economico: quindi il I costi per il finanziamento del Raee domestico “storico” devono
dismesso rimane tale e va trattato come un rifiuto. Un sistema lo- essere quelli “effettivamente sostenuti” per il trattamento, il re-
gistico concepito “ad hoc” per queste apparecchiature vedrebbe cupero e lo smaltimento e, come è noto, potranno essere coperti in
pertanto gli stessi distributori come centri di raccolta, dove i pro- due modi: o attraverso il cd. visibile fee (ribattezzato “eco-contri-
duttori (o i sistemi collettivi) potrebbero prelevare direttamente il buto Raee”) applicato sul prezzo del nuovo, visibile in fattura per
Raee tramite appositi contenitori o isole attrezzate, organizzati per tutta la catena commerciale, che andrà riversato ai sistemi collet-
tipologia, marca e quant’altro. Per mettere in piedi un simile si- tivi per finanziare il sistema; ovvero attraverso l’internalizzazione
stema, è necessaria una valutazione preliminare dei costi e, in se- nel prezzo di acquisto del nuovo. Si prevede che la stragrande
condo luogo, va evitato, per agevolare la consegna da parte dei maggioranza delle categorie ricorreranno al primo sistema; tutta-
consumatori, che questi punti di raccolta siano assoggettati agli via non sarà così facile individuare le componenti specifiche per il
stessi adempimenti previsti per lo stoccaggio dei rifiuti. Una solu- calcolo del visibile fee, in quanto occorrerà tenere presenti, oltre
zione potrebbe essere individuata nell’ambito di uno specifico ac- alle suddette quote di mercato (calcolate in base al numero di
cordo di programma sotto l’egida ministeriale, analogo a quello pezzi o al peso), anche le spese per la gestione dei Raee dal centro
previsto dal comma 3 dell’articolo 44, Dlgs 22/1997, norma peral- di raccolta in poi. Analogo problema di commisurazione si pone
tro introdotta anche sulla base delle richieste di agevolazioni am- per le garanzie finanziarie, con le quali il produttore dovrà garan-
ministrative da parte dei distributori. tire il finanziamento del sistema di gestione dei Raee nuovi (sia
domestici che professionali).
4. Distinzione tra “Raee domestico”
e “Raee professionale” E qui si aggiunge un altro “pezzo” del mosaico, cioè, in ge-
Ai fini della corretta attribuzione delle responsabilità, anche fi- nerale, a cosa parametrare i costi del trattamento, recupero
nanziarie, connesse alla gestione dei Raee, è fondamentale la di- e smaltimento.
stinzione tra Raee domestico e professionale. La definizione di
Raee proveniente dai nuclei domestici (articolo 3, comma 1, lette- Il decreto stabilisce che gli impianti di trattamento devono essere
ra o) introduce un principio di “assimilazione”, non ben chiarito, conformi alle disposizioni vigenti, devono rispettare i requisiti tec-
che riconduce alla categoria dei Raee “domestici” anche i Raee di nici e le modalità di gestione di cui agli allegati 2 e 3, infine devo-
origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo “a- no utilizzare le migliori tecniche disponibili. Questo, fermo re-
naloghi” per natura e quantità, a quelli domestici. Non è prevista stando ovviamente il periodo transitorio di adeguamento per gli
alcuna specifica modalità attuativa di tale disposizione; nessun impianti già autorizzati. Le Bat (migliori tecniche disponibili) co-
decreto o linea guida per impedire interpretazioni soggettive e non stituiscono a tutt’oggi il tassello mancante (6), anche se alcune
uniformi. In alcuni Paesi il problema è stato superato prevedendo autorità competenti le stanno già applicando in sede di rilascio
dettagliate modalità di consegna dei Raee da parte di chi li detie- delle nuove autorizzazioni, ma a breve, quando verranno definiti-
ne nell’ambito del sistema istituito. Ciò presuppone che un qual- vamente pubblicate, dovranno diventare uno dei criteri di riferi-
13
siasi sistema sia comunque già partito e siano state già individua- mento per l’individuazione degli impianti che fanno parte del si-
stema, nonché per la parametrazione dei costi. guate al futuro contesto, ove le Bat costituiranno un punto di rife-
L’intervento Proroghe e consorzi: il punto sui Raee

Tra i decreti mancanti c’è quello relativo al “Centro di coordina- rimento. Inoltre, andrebbero quanto meno evitate inutili e negati-
mento” per i sistemi collettivi (domestico e professionale). Questo ve sovrapposizioni tra i vari Consorzi: uno dei tanti esempi è pro-
si dovrebbe porre fondamentalmente due obiettivi: prio quello relativo alla certificazione delle aziende di recupero
1. definire la logistica, ovvero cosa, dove e quando ritirare e chi che, per la medesima tipologia di apparecchiature, per equità di
ritira; condizioni e garanzia di terzietà, dovrebbe essere svolta da un u-
2. stabilire come raggiungere gli obiettivi di recupero, reimpie- nico soggetto esterno certificatore;
go e riciclaggio (sulla base della ripartizione delle quote di mer- b) secondariamente, la logistica del ritiro e del conferimento agli
cato effettuata dal Comitato di vigilanza e nell’ambito dell’attività impianti di trattamento è un elemento determinante per definire
di monitoraggio svolta dall’Apat). le condizioni e i costi operativi funzionali agli obiettivi di recupe-
Il Centro di coordinamento dovrebbe operare “a garanzia di co- ro. In altre parole, le scelte che il sistema, a livello di singoli sotto-
muni, omogenee e uniformi condizioni operative” (cfr. artico- sistemi e nel suo insieme, si appresta a compiere in ordine alla lo-
lo 13, comma 8). Questo significa “No al Raee facile”, ossia: la gistica sono fondamentali anche per interfacciare la componente
garanzia del ritiro dai centri di raccolta deve essere la stessa su del trattamento e del recupero. Alla base di questo problema vi è
tutto il territorio nazionale, a prescindere dalle condizioni logisti- un punto critico, ovvero la mancanza di previsione di criteri omo-
che e dalle quantità raccolte. In vista di tale obiettivo, il Centro di genei per la raccolta, la messa a disposizione e il ritiro dei Raee.
coordinamento dovrà appunto coordinare le iniziative dei sistemi
collettivi partecipanti. Ma prima di passare a questo argomento, sarà utile inquadrare la
situazione dei Raee da rifiuti urbani in Italia.
La scelta del Legislatore di non costituire un unico “super-
consorzio” obbligatorio articolato in più filiere (come il Dlgs Dal Rapporto Fise su “Le Forme di Gestione dei Rifiuti Urbani”
22/1997 aveva concepito il Conai), ma piuttosto un “sistema (7), in base ad un’indagine condotta nel dicembre 2005 su quasi
multiconsortile”, dove sono possibili più forme collettive an- la totalità dei Comuni italiani, il quadro della raccolta differen-
che sulla stessa categoria merceologica, impone che siano ziata urbana dei Raee è il seguente:
comunque definite regole comuni e un unico arbitro dotato Comuni attivi 88,7%
della forza necessaria, che appunto dovrà essere il Centro di Abitanti serviti 40.453.979
coordinamento, con la “supervisione” dell’organismo pub-
blico, rappresentato dal Comitato di vigilanza e di controllo, Per quanto riguarda invece le piattaforme o piazzole di conferi-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

il quale a sua volta sarà coadiuvato dal Comitato di indirizzo. mento:


Comuni dotati 47%
Circa quest’ultimo organismo, che riveste un ruolo squisitamente Abitanti serviti 18.727.811
tecnico, è appena il caso di sottolineare l’opportunità di una rap-
presentanza bilanciata delle componenti di tutta la filiera, perché Tale situazione appare complessivamente soddisfacente; in realtà
possa svolgere più efficacemente i compiti che gli saranno affidati. la raccolta differenziata dei Raee spesso viene intesa semplice-
mente come raccolta di rifiuti ingombranti, per cui il sistema at-
La situazione ad oggi tuale sembra insufficiente ai fini del recupero di tutte le tipologie
Tutto quanto sopra premesso, va detto che, pure in carenza di di- di Raee domestici, come imposto dalla direttiva.
sposizioni attuative, molti Consorzi si sono costituiti e si stanno La raccolta separata (per la quale l’articolo 6 del decreto impone
attivando, considerata la vicinanza della data per l’avvio del siste- un obiettivo minimo di 4 kg/ab./anno per il solo Raee domestico,
ma, inizialmente fissata al 13 agosto e al momento slittata (al più da raggiungere entro il 2008) è definita dal decreto come “confe-
tardi) al 31 dicembre 2006. Alcuni Consorzi hanno già proceduto rimento e raggruppamento in frazioni merceologicamente o-
a delle pre-qualifiche e sono in corso i bandi per l’individuazione mogenee”. A seguito della proroga, l’obbligo per i Comuni di ga-
degli operatori del trattamento dei Raee sulla scorta di un capito- rantire sistemi di raccolta separata funzionali, accessibili e ade-
lato tecnico. In merito, forte preoccupazione è espressa dagli ope- guati scatta, al più tardi, dal 31 dicembre 2006, insieme alla re-
ratori del recupero che, pur condividendo la necessità di indivi- sponsabilità finanziaria dei produttori.
duare con gara i soggetti che saranno gli affidatari dei servizi, ri-
tengono che l’attuale contenuto dei bandi non sia adeguatamente Pertanto, a partire da quella data, gli amministratori pubblici
correlato alle future condizioni dei servizi stessi. Al riguardo, si non potranno più destinare risorse pubbliche al trattamento
pongono almeno due tipi di problemi: e smaltimento dei Raee, perché tali attività dovranno essere
a) anzitutto c’è un problema di qualifica degli operatori. Come si finanziate dai produttori. Tuttavia, non è chiaro a quali con-
è visto, i centri di trattamento sono o saranno tenuti ad utilizzare dizioni i centri di raccolta debbano mettere i Raee a disposi-
le migliori tecniche disponibili (articolo 8, comma 1), oltre a ri- zione dei produttori, o dei soggetti da questi incaricati. In al-
spettare le altre prescrizioni tecniche del decreto. L’iscrizione tre parole, che significa “frazioni merceologicamente omo-
all’Albo gestori, obbligatoria per gli impianti di trattamento dei genee”? Qual è il grado di separazione che va garantito pres-
Raee (una volta uscito il decreto che disciplinerà la specifica sot- so il centro di raccolta?
tocategoria), non è uno strumento atto a svolgere funzione di
qualificazione, in quanto opera una semplice verifica ammini- La risposta è tutt’altro che scontata, in quanto, come si accennava
strativa, “duplicato” dell’autorizzazione. In questa situazione, il sopra, mancano criteri omogenei sulla raccolta separata dei Raee
timore è che – in un settore continuamente preso d’assalto da o- e sulle modalità e condizioni della messa a disposizione dei pro-
peratori che si improvvisano tali e che praticano un vero e proprio duttori/Consorzi.
dumping commerciale nei confronti delle aziende più qualificate In ogni caso, è assolutamente necessario che per la raccolta dei
– la qualificazione stessa non venga presa in eguale considerazio- Raee domestici vengano stabilite delle regole uniformi e attuabili
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ne e i Consorzi possano privilegiare condizioni di ribasso non ade- nella pratica, che non gravino i Comuni di oneri di gestione insop-
portabili (i quali verrebbero comunque scaricati sulla Tariffa Ru). e controlli, valutazione dei parametri per i costi di gestione;

L’intervento Proroghe e consorzi: il punto sui Raee


Il problema non riguarda esclusivamente la separazione presso il – sistema di contabilizzazione dei Raee.
centro di raccolta: anche le modalità di conferimento presso que- Quest’ultimo è un aspetto particolarmente delicato, in quanto il
st’ultimo, così come quelle di trasporto e conferimento all’im- decreto tra l’altro fa obbligo ai produttori (articolo 13, comma 6)
pianto di trattamento, incidono pesantemente sulle possibilità di di comunicare annualmente al Registro la quantità e le categorie
corretto recupero e quindi di raggiungimento degli obiettivi, oltre di Aee immesse sul mercato, raccolte, reimpiegate, riciclate e re-
che sulla sicurezza della gestione. Molti di questi apparecchi, in- cuperate (secondo le modalità da stabilire con il futuro decreto
fatti, oltre che essere estremamente fragili, contengono sostanze sul Centro di coordinamento).
pericolose, fluidi, metalli pesanti che non devono assolutamente
essere liberati o mescolati o gestiti in maniera inappropriata. È necessario quindi implementare un sistema centralizzato di
In generale, è questo uno dei punti di frizione di tutto il sistema, registrazione, raccolta, elaborazione e messa a disposizione
in quanto c’è il rischio di un non completo allineamento tra siste- di dati, che abbia come terminali per le informazioni di com-
ma della raccolta differenziata, sistema del ritiro e sistema a valle petenza produttori, distributori, centri di raccolta, nonché
(trattamento/recupero). impianti di trattamento e recupero.
Per tentare di dare una risposta a queste esigenze, Assoraee (8) ha
proposto la definizione di un Accordo di programma nazionale tra A tale riguardo, tuttavia, va osservato che gli attuali codici Cer
le seguenti rappresentanze: non sono adeguati a identificare con precisione le categorie di
– produttori di Aee/loro Consorzi; Raee, in quanto essi si riferiscono, a parte alcuni casi specifici, ad
– Comitato di coordinamento; apparecchiature generiche. Anche sotto questo profilo andranno
– distributori; pertanto formulate proposte specifiche, per consentire la rilevazio-
– Comuni (Anci); ne di dati utili al monitoraggio degli obiettivi del decreto (artico-
– gestori dei servizi ambientali. lati per categorie di apparecchiature) nell’ambito delle indicazio-
Per quanto riguarda invece le problematiche inerenti la fase a ni che verranno fornite in materia dall’Apat.
valle del sistema, è stata ravvisata l’opportunità, da parte del- Da ultimo, in relazione a quanto sopra accennato con riferimento
l’Associazione nazionale dei produttori di Aee (Anie), dei Consorzi al reimpiego delle Aee, anche in ordine all’individuazione delle
operanti nel suo ambito e da parte di Assoraee, di attivare un tavo- responsabilità di chi opera la reimmissione sul mercato, occorre
lo di confronto su alcuni temi specifici: definire le modalità relative alla diagnostica, alla verifica e al ri-
– sistemi logistici; condizionamento delle Aee usate per la loro reimmissione al con-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


– standard minimi per gli impianti di trattamento, certificazione sumo.

(1) Direttiva 2002/96/Ce del Parla- di determinate sostanze pericolose nelle int/comm/enterprise/newapproach/le- www.dsa.minambiente.it cliccando su
mento europeo e del Consiglio, del 27 apparecchiature elettriche ed elettroni- gislation/guide/index.htm. “banche dati”.
gennaio 2003, sui rifiuti da apparec- che. (5) Com (2005) 667 def., concernente (7) Disponibile sul sito www.fise.org –
chiature elettriche ed elettroniche, mo- (3) Cfr. L. Nepi, I destinatari della la proposta di direttiva del Parlamento Studi e ricerche.
dificata dalla direttiva 2003/108/Ce del nuova normativa Raee e il sistema e del Consiglio relativa ai rifiuti, pre- (8) Assoraee (Associazione recuperatori
Parlamento europeo e del Consiglio. di gestione da essa istituito, a com- sentata dalla Commissione il 21 dicem- apparecchiature elettriche ed elettroni-
(2) Direttiva 2002/95/Ce del Parla- mento del Dlgs 151/2005, in questa Ri- bre 2005. che) si è recentemente costituita in am-
mento europeo e del Consiglio, del 27 vista n. 122 (10/05), p. 23. (6) L’ultima versione è disponibile on bito Fise Unire (Unione imprese recupe-
gennaio 2003, sulla restrizione dell’uso (4) Disponibile su http://europa.eu. line sul sito del Ministero dell’ambiente ro) aderente a Confindustria.

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RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Errata corrige
A pag. 52 del n. 131, luglio 2006, di questa Rivista, a causa di un errore di impaginazione, il contenuto della tabella non risulta corretto.
Di seguito riportiamo l’esatta scansione del testo.
– Messa in riserva
Quantità massime e durata (articolo 6 come modificato)
Messa in riserva presso l’impianto di Messa in riserva presso un impianto che Messa in riserva presso un impianto che
produzione dei rifiuti effettua unicamente la messa in riserva effettua anche altre operazioni di recupero

• Il ricorso alle procedure semplificate è am- • Il ricorso alle procedure semplificate è am- • Il ricorso alle procedure semplificate è am-
messo qualora la quantità dei rifiuti non peri- messo qualora la quantità dei rifiuti non peri- messo qualora la quantità dei rifiuti non peri-
colosi sottoposti ad operazioni di messa non colosi sottoposti ad operazioni di messa non colosi sottoposti ad operazioni di messa in ri-
superi quella individuata nell’allegato 4 sotto superi quella individuata nell’allegato 4 sotto serva presso l’impianto di recupero non superi
l’attività “Messa in riserva”. l’attività “Messa in riserva”, fatte salve le la quantità massima recuperabile individuata
• I rifiuti messi in riserva non possono eccede- quantità inferiori indicate nella comunicazione nell’allegato 4 per l’attività di recupero svolta
re in quantità quelli prodotti dal medesimo im- effettuata alla provincia (a partire dal 29 aprile nell’impianto stesso, fatte salve le quantità
pianto nell’arco di un anno. alla Sezione regionale dell’Albo). inferiori indicate nella comunicazione effettua-
ta alla provincia (a partire dal 29 aprile alla Se-
zione regionale dell’Albo).
• In ogni caso, la quantità dei rifiuti “contem-
poraneamente” (= istantaneamente?) messa
in riserva presso ciascun impianto non può ec-
cedere il 70% della quantità di rifiuti individua-
ta all’allegato 4 (il decreto non chiarisce se
sotto la voce “Messa in riserva” o sotto la voce
dell’attività di recupero “principale”, ma si ri-
tiene più logica questa seconda ipotesi). Tale
limite, nel caso di rifiuti combustibili, è ridotto
al 50%, fatta salva la capacità effettiva di trat-
tamento dell’impianto.
In ogni caso:
– i rifiuti devono essere avviati a recupero entro un anno dalla data di produzione (per gli impianti di produzione) o di ricezione.
– qualora l’autorizzazione rilasciata in via semplificata non contempli la capacità autorizzata, la quantità è determinata dalla potenzialità dell’impianto, e
questo limite vale anche nell’ipotesi in cui vengano recuperate più tipologie di rifiuti nello stesso impianto.
– le nuove comunicazioni dovranno indicare le quantità annue avviate al recupero precisando il rispetto delle condizioni previste.
16 – le quantità massime di cui all’allegato 4 possono essere oggetto di aggiornamento annuale (anche per incentivare il recupero).
Commissione delle Comunità europee
Regolamento 3 febbraio 2006, n. 197/2006/Ce
(Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 4 febbraio 2006 n. L32)

Regolamento (Ce) n. 197/2006 della Commissione del


3 febbraio 2006 recante misure transitorie a norma del
regolamento (Ce) n. 1774/2002 relative alla raccolta, al
Legislazione trasporto, al trattamento, all’utilizzo e all’eliminazione
norme di prodotti alimentari non più destinati al consumo
umano (*)
comunitarie
(Testo rilevante ai fini del See) gli animali, sempre che non siano entrati in con-
tatto con materie prime di origine animale quali
La Commissione delle Comunità europee, carne cruda, prodotti della pesca crudi, uova cru-
visto il trattato che istituisce la Comunità euro- de e latte crudo. In casi simili è opportuno con-
pea, sentire all’autorità competente di autorizzare
Prodotti alimentari visto il regolamento (Ce) n. 1774/2002 del Parla- l’impiego dei prodotti alimentari non più desti-
mento europeo e del Consiglio, del 3 ottobre nati al consumo umano come materie prime per
2002, recante norme sanitarie relative ai sotto- mangimi, sempre che detta autorità abbia accer-
di origine animale prodotti di origine animale non destinati al con- tato che tale pratica non costituisca un rischio
sumo umano (1), in particolare l’articolo 32, per la salute pubblica o degli animali. All’auto-
paragrafo 1, considerando quanto segue: rità competente va altresì consentito di autoriz-
scaduti: (1) Il regolamento (Ce) n. 1774/2002 dispone
una revisione completa della normativa comuni-
zarne l’impiego per altri scopi (p. es. come mate-
riale da concime) oppure il loro trattamento o
taria in tema di sottoprodotti di origine animale smaltimento in altro modo, per esempio in im-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

la gestione non destinati al consumo umano, compresa l’in-


troduzione di una serie di severe prescrizioni.
pianti di produzione di biogas o di compostaggio
non riconosciuti a norma dell’articolo 15 del re-
Esso dispone altresì l’adozione di opportune mi- golamento (Ce) n. 1774/2002.
in deroga voluta sure transitorie.
(2) Considerando il carattere rigoroso di tali pre-
(5) La Commissione è invitata a chiedere il pare-
re dell’Autorità europea per la sicurezza alimen-
scrizioni, il regolamento (Ce) n. 813/2003 della tare sui possibili rischi insiti nel trasformare l’at-
dalla Ue Commissione, del 12 maggio 2003, recante mi-
sure transitorie a norma del regolamento (Ce) n.
tuale deroga prorogata in provvedimenti di ese-
cuzione a norma dell’articolo 6, paragrafo 2, let-
1774/2002 del Parlamento europeo e del Con- tera i), del regolamento (Ce) n. 1774/2002.
siglio relative alla raccolta, al trasporto e all’eli- (6) Per prevenire rischi per la salute pubblica e
minazione di prodotti alimentari non più desti- degli animali, occorre mantenere adeguati siste-
nati al consumo umano (2), ha concesso una mi di controllo negli Stati membri durante il pe-
deroga agli Stati membri per consentire loro di riodo di applicazione delle misure transitorie.
autorizzare gli operatori ad applicare fino al 31 (7) Le misure previste dal presente regolamento
dicembre 2005 le norme nazionali in tema di sono conformi al parere del comitato permanen-
raccolta, trasporto ed eliminazione di prodotti a- te per la catena alimentare e la salute degli ani-
limentari di origine animale non più destinati al mali,
consumo umano. Gli Stati membri hanno chie- ha adottato il presente regolamento:
sto di prolungare ulteriormente la deroga in mo-
do da evitare di perturbare gli scambi commer- Articolo 1
ciali. Risulta quindi opportuno prolungare la de- Deroga in materia di raccolta, trasporto,
roga. trattamento, utilizzo ed eliminazione
(3) La direttiva 1999/31/Ce del Consiglio, del 26 dei prodotti alimentari non più destinati
aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti (3), al consumo umano
definisce le condizioni per ottenere i permessi per 1. In deroga all’articolo 6, paragrafo 2, e all’arti-
le discariche e per ammettere i rifiuti nelle varie colo 7 nonché ai capitoli da I a III e ai capitoli
categorie di discariche. da V a VIII dell’allegato II del regolamento (Ce)
È di conseguenza opportuno applicare le misure n. 1774/2002, gli Stati membri possono autoriz-
di cui alla direttiva summenzionata qualora zare la raccolta, il trasporto, il trattamento, l’uti-
l’autorità competente ritenga che i prodotti ali- lizzo e l’eliminazione dei prodotti alimentari non
mentari non più destinati al consumo umano più destinati al consumo umano di cui all’arti-
non costituiscono un rischio per la salute pubbli- colo 6, paragrafo 1, lettera f), di detto regola-
ca e degli animali una volta smaltiti in una di- mento (“prodotti alimentari non più destinati al
scarica. consumo umano”), a norma degli articoli 2 e 3
(4) Alcuni prodotti alimentari non più destinati del presente regolamento, a condizione che:
al consumo umano quali il pane, la pasta, i pro- a) non siano entrati in contatto con nessun sot-
dotti di pasticceria e simili non costituiscono un toprodotto di origine animale di cui agli articoli
18
rischio vero e proprio per la salute pubblica o de- 4 e 5 e alle lettere da a) ad e) e da g) a k) dell’ar-
ticolo 6, paragrafo 1, del regolamento (Ce) n. Articolo 3 mo umano non siano entrati in contatto con

Legislazione norme comunitarie Regolamenti Ce 197/2006 e 208/2006


1774/2002 o con altre materie prime di origine Trattamento, utilizzo ed eliminazione materie prime di origine animale e l’autorità
animale; Gli Stati membri possono autorizzare che i pro- competente ritenga che detto impiego non costi-
b) ciò non costituisca un rischio per la salute dotti alimentari non più destinati al consumo u- tuisca un rischio per la salute pubblica o degli a-
pubblica o degli animali. mano: nimali.
2. La deroga di cui al primo paragrafo non si a) vengano eliminati come rifiuti mediante sot-
applica alle materie prime di origine animale. terramento in una discarica ammessa a norma Articolo 4
della direttiva 1999/31/Ce; Misure di controllo
Articolo 2 b) vengano trattati in sistemi alternativi autoriz- L’autorità competente adotta i provvedimenti ne-
Raccolta e trasporto zati a condizioni tali da minimizzare il rischio cessari per controllare che gli operatori osservino
Gli Stati membri possono autorizzare la raccolta per la salute pubblica e degli animali, purché il presente regolamento.
e il trasporto di prodotti alimentari non più desti- siano rispettate le seguenti condizioni:
nati al consumo umano a condizione che la per- i) i materiali risultanti vanno avviati allo smalti- Articolo 5
sona che li consegna o li trasporta: mento in un impianto di incenerimento o di Entrata in vigore
a) garantisca che i prodotti alimentari non più coincenerimento a norma della direttiva 2000/ Il presente regolamento entra in vigore il terzo
destinati al consumo umano vengano consegnati 76/Ce (4) oppure in una discarica a norma della giorno successivo alla pubblicazione nella Gaz-
e trasportati in un impianto o in un altro sito au- direttiva 1999/31/Ce; e zetta ufficiale dell’Unione europea.
torizzato di cui all’articolo 6, paragrafo 2, del re- ii) i materiali risultanti non vanno utilizzati co- Esso si applica dal 1° gennaio 2006 al 31 luglio
golamento (Ce) n. 1774/2002 oppure in un im- me materie prime per mangimi o come fertiliz- 2007.
pianto, in un altro sito o in una discarica di cui zanti organici o ammendanti; Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i
all’articolo 3 del presente regolamento; e oppure suoi elementi e direttamente applicabile in cia-
b) tenga un registro delle partite per almeno due c) vengano utilizzati nei mangimi senza subire scuno degli Stati membri.
anni dalla data della consegna o del trasporto in ulteriori trattamenti o impiegati per altri scopi
modo da poterli dimostrare e, su richiesta, lo senza subire ulteriori trattamenti sempre che det- Fatto a Bruxelles, il 3 febbraio 2006.
metta a disposizione dell’autorità competente. ti prodotti alimentari non più destinati al consu-

(*) Si veda A. Fonda, Per l’alimentare dal regolamento (Ce) n. 416/2005 della (3) Gu L 182 del 16 luglio 1999, pag. (4) Gu L 332 del 28 dicembre 2000,
scaduto o difettoso, la deroga vale fino Commissione (Gu L 66 del 12 marzo 1. Direttiva modificata dal regolamento pag. 91.
al 31 luglio 2007, riportato a pag. 40. 2005, pag. 10). (Ce) n. 1882/2003 del Parlamento eu-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


(1) Gu L 273 del 10 ottobre 2002, pag. (2) Gu L 117 del 13 maggio 2003, pag. ropeo e del Consiglio (Gu L 284 del 31
1. Regolamento modificato da ultimo 22. ottobre 2003, pag. 1).

Commissione delle Comunità europee


Regolamento 7 febbraio 2006, n. 208/2006/Ce
(Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 8 febbraio 2006 n. L36)

Regolamento (Ce) n. 208/2006 della Commissione,


del 7 febbraio 2006, che modifica gli allegati VI e VIII
del regolamento (Ce) n. 1774/2002 del Parlamento
europeo e del Consiglio per quanto concerne le norme
di trasformazione relative agli impianti di produzione
di biogas e di compostaggio e i requisiti applicabili
allo stallatico (*)
(Testo rilevante ai fini del See) lizzano sottoprodotti di origine animale. 2005 sulla sicurezza biologica del trattamento
(3) È opportuno, in seguito al parere dell’au- termico dello stallatico e per tenerne conto, è op-
La Commissione delle Comunità europee, torità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) portuno modificare i requisiti pertinenti dell’alle-
visto il trattato che istituisce la Comunità europea, del 7 settembre 2005 sulla sicurezza in relazione gato VIII, capitolo III.
visto il regolamento (Ce) n. 1774/2002 del Par- ai rischi biologici posti dalle norme di trattamen- (6) Occorre pertanto modificare il regolamento
lamento europeo e del Consiglio, del 3 ottobre to dei sottoprodotti animali per la produzione di (Ce) n. 1774/2002.
2002, recante norme sanitarie relative ai sotto- biogas e il compostaggio, modificare l’allegato (7) Le misure previste dal presente regolamento
prodotti di origine animale non destinati al con- VI, capitolo II, del regolamento (Ce) n. 1774/ sono conformi al parere del comitato permanen-
sumo umano (1), in particolare l’articolo 32, 2002, autorizzando altri parametri di trasforma- te per la catena alimentare e la salute degli ani-
paragrafo 1, considerando quanto segue: zione. mali,
(1) Il regolamento (Ce) n. 1774/2002 stabilisce (4) L’allegato VIII, capitolo III, del regolamento ha adottato il presente regolamento:
misure volte a garantire che lo stallatico e i pro- (Ce) n. 1774/2002 stabilisce requisiti applicabili
dotti da esso derivati vengano utilizzati o elimi- allo stallatico, allo stallatico trasformato e ai pro- Articolo 1
nati in modo da non comportare alcun rischio dotti trasformati a base di stallatico e definisce i Gli allegati VI e VIII del regolamento (Ce) n.
per la salute pubblica o degli animali. parametri di trasformazione e di controllo da ap- 1774/2002 sono modificati conformemente
(2) L’allegato VI, capitolo II, del regolamento plicare allo stallatico in modo che siano soddi- all’allegato del presente regolamento.
(Ce) n. 1774/2002 fissa requisiti specifici per il sfatti i requisiti previsti per lo stallatico trasfor-
riconoscimento degli impianti di produzione di mato e i prodotti trasformati a base di stallatico. Articolo 2
19
biogas e degli impianti di compostaggio che uti- (5) In seguito al parere dell’Efsa del 7 settembre Il presente regolamento entra in vigore il terzo
giorno successivo alla pubblicazione nella Gaz- regolamento (Ce) n. 1774/2002 si applicano a Fatto a Bruxelles, il 7 febbraio 2006.
Legislazione norme comunitarie Regolamenti Ce 197/2006 e 208/2006

zetta ufficiale dell’Unione europea. decorrere dal 1° gennaio 2007. Per la Commissione
Esso si applica a decorrere dal 1° gennaio 2006. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i Markos Kyprianou
Tuttavia i requisiti di cui all’allegato VI, capitolo suoi elementi e direttamente applicabile in cia- Membro della Commissione
II, parte C, punto 13 bis, e all’allegato VIII, capi- scuno degli Stati membri.
tolo III, parte II, titolo A, punto 5, lettera c), del

(*) Si veda A. Fonda, Per l’alimentare (1) Gu L 273 del 10 ottobre 2002, pag. Commissione (Gu L 66 del 12 marzo
scaduto o difettoso, la deroga vale fino 1. Regolamento modificato da ultimo 2005, pag. 10).
al 31 luglio 2007, riportato a pag. 40. dal regolamento (Ce) n. 416/2005 della

Allegato prodotti di origine animale non trattati. b) temperatura minima di tutto il ma- – una riduzione di almeno il 99,9% (3
Possono tuttavia essere consentiti al- teriale nel reattore: 70 °C; log10) dei parassiti resistenti, quali le
Gli allegati VI e VIII del regolamento tri tipi di sistemi di compostaggio pur- c) durata minima di permanenza nel uova di ascaris sp., in fase vitale;
(Ce) n. 1774/2002 sono modificati ché: reattore a 70 °C (tutto il materiale): e) elaborazione di un programma di
come segue. i) garantiscano adeguate misure di 60 minuti.” controllo completo che preveda pro-
1) Nell’allegato VI, il capitolo II è mo- lotta contro i parassiti; e) Nella parte C, è inserito il seguente cedure di monitoraggio del funziona-
dificato come segue: ii) siano gestiti in modo che tutto il punto 13 bis: mento del processo descritto alla let-
a) I punti 1 e 2 della parte A sono so- materiale all’interno del sistema rag- “13 bis. L’autorità competente può tera c);
stituiti dai seguenti: giunga i parametri di tempo e di tem- comunque autorizzare l’impiego di al- f) misure che garantiscano, durante il
“1. Gli impianti di produzione di bio- peratura previsti, prevedendo, se del tri parametri di trasformazione stan- funzionamento dell’impianto, il con-
gas devono essere muniti di: caso, un loro controllo continuo; dardizzati, purché il richiedente dimo- trollo e la vigilanza continui dei para-
a) un’unità obbligatoria di pastorizza- iii) soddisfino tutte le altre prescrizioni stri che tali parametri assicurano la ri- metri di processo pertinenti stabiliti
zione/igienizzazione che deve essere del presente regolamento. duzione al minimo dei rischi biologici. nel programma di controllo.
dotata di: Se l’impianto di compostaggio è si- Tale dimostrazione prevede una con- I dati relativi ai parametri di processo
i) installazioni per il controllo dell’an- tuato in un’area in cui vengono tenuti valida che deve essere condotta se- pertinenti impiegati in un impianto di
damento della temperatura nel tempo; animali di allevamento e non utilizza condo quanto descritto nei punti da a) produzione di biogas o di compostag-
ii) dispositivi di registrazione continua soltanto stallatico prodotto da tali ani- a f): gio e altri punti critici di controllo de-
dei risultati delle misurazioni di cui al- mali, l’impianto deve essere situato a) individuazione e analisi dei rischi vono essere registrati e conservati in
la lettera i); ad una distanza adeguata dalla zona possibili, compresa l’incidenza del modo da consentire al proprietario, al
iii) un adeguato sistema di sicurezza in cui sono tenuti gli animali e, in ogni materiale utilizzato, sulla base di una gestore o al loro rappresentante e
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

che impedisca un riscaldamento in- caso, vi deve essere una totale sepa- definizione completa delle condizioni all’autorità competente di controllare
sufficiente; razione fisica tra l’impianto, da un la- di trasformazione; il funzionamento dell’impianto. I dati
b) attrezzature adeguate per la pulizia to, e gli animali, il mangime e le let- b) una valutazione di rischio, che de- devono essere messi a disposizione
e la disinfezione dei veicoli e conteni- tiere, dall’altro, prevedendo se neces- termini come le specifiche condizioni dell’autorità competente che ne faccia
tori in uscita dall’impianto di produ- sario recinzioni.” di trasformazione di cui alla lettera a) richiesta.
zione di biogas. b) Nella parte B, il punto 11 è sostitui- vengano concretamente raggiunte in Le informazioni relative a un processo
Un’unità di pastorizzazione/igienizza- to dal seguente: situazioni normali e atipiche; autorizzato in base al presente punto
zione non è tuttavia obbligatoria per “11. I residui di digestione e il com- c) convalida del processo previsto devono essere messe a disposizione
gli impianti di produzione di biogas post devono essere manipolati e im- mediante una misurazione della ridu- della Commissione, qualora essa ne
che trasformano unicamente: magazzinati rispettivamente nell’im- zione della vitalità/infettività: faccia richiesta.”
i) sottoprodotti di origine animale che pianto di produzione di biogas o in i) degli organismi indicatori endogeni f) Nella parte C, punto 14, la lettera b)
sono stati sottoposti al metodo di tra- quello di compostaggio in modo da durante il processo, qualora l’indica- è sostituita dalla seguente:
sformazione 1; impedirne la ricontaminazione.” tore: “b) ritiene che i residui o il compost
ii) materiali di categoria 3 che sono c) Nella parte C, il punto 12 è sostitui- – sia stabilmente presente nella ma- siano materiale non trasformato.”
stati sottoposti altrove a pastorizzazio- to dal seguente: teria prima in quantità elevata, g) Nella parte D, il punto 15 è sosti-
ne/igienizzazione; “12. I materiali di categoria 3 utilizzati – non presenti una resistenza termica tuito dal seguente:
iii) sottoprodotti di origine animale che come materie prime in un impianto di alla letalità del trattamento termico in- “15. I campioni rappresentativi dei re-
possono essere utilizzati come mate- produzione di biogas munito di un’u- feriore, ma neppure significativamen- sidui di digestione o del compost,
ria prima senza trasformazione. nità di pastorizzazione/igienizzazione te superiore, rispetto agli agenti pato- prelevati – ai fini del controllo del pro-
Se l’impianto di produzione di biogas devono soddisfare i seguenti requisiti geni per il cui monitoraggio è utilizza- cesso – nel corso o al termine della
è situato in un’area in cui vengono te- minimi: to, trasformazione nell’impianto di produ-
nuti animali di allevamento e non uti- a) dimensione massima delle particel- – sia relativamente facile da quantifi- zione di biogas o di compostaggio,
lizza soltanto stallatico prodotto da tali le al momento dell’ingresso nell’unità: care, da individuare e confermare; devono rispettare le norme seguenti:
animali, l’impianto deve essere situa- 12 mm; oppure Escherichia coli:
to a una distanza adeguata dalla zona b) temperatura minima di tutto il ma- ii) (durante il processo) di un virus o di n = 5, c = 1, m = 1000,
in cui sono tenuti gli animali e, in ogni teriale nell’unità: 70 °C; organismo per il saggio ben caratte- M = 5000 in 1 g;
caso, vi deve essere una totale sepa- c) durata minima di permanenza inin- rizzato introdotto attraverso un sup- oppure
razione fisica tra l’impianto, da un la- terrotta nell’unità: 60 minuti. porto idoneo nel materiale di parten- Enterococcaceae:
to, e gli animali, il mangime e le let- Il latte, il colostro e i prodotti a base di za; n = 5, c = 1, m = 1000,
tiere, dall’altro, prevedendo se neces- latte definiti come materiali di catego- d) convalida del processo di cui alla M = 5000 in 1 g;
sario recinzioni. ria 3 possono essere impiegati come lettera c) deve dimostrare che il pro- e
2. Gli impianti di compostaggio devo- materia prima in un impianto di pro- cesso perviene alla seguente riduzio- i campioni rappresentativi dei residui
no essere dotati: duzione di biogas senza essere sotto- ne complessiva del rischio: di digestione o del compost prelevati
a) obbligatoriamente di un reattore di posti a pastorizzazione/igienizzazione i) nel caso dei processi termochimici nel corso o al termine dell’immagazzi-
compostaggio chiuso munito di: qualora l’autorità competente ritenga mediante: namento presso l’impianto di produ-
i) installazioni per il controllo dell’an- che non comportino rischi di diffusio- – una riduzione di 5 log10 dell’En- zione di biogas o di compostaggio de-
damento della temperatura nel tempo; ne di gravi malattie trasmissibili.” terococcus faecalis o della Salmonella vono rispettare le norme seguenti:
ii) dispositivi per la registrazione, e- d) Nella parte C, il punto 13 è sostitui- Senftenberg (775W, H2S negativa), Salmonella:
ventualmente continua, dei risultati to dal seguente: – una riduzione di almeno 3 log10 del assenza in 25 g: n = 5; c = 0;
delle misurazioni di cui alla lettera i); “13. I materiali di categoria 3 utilizzati titolo infettante dei virus termoresi- m = 0; M = 0
iii) un adeguato sistema di sicurezza come materie prime in un impianto di stenti come il parvovirus, ogniqualvol- dove:
che impedisca un riscaldamento in- compostaggio devono soddisfare i se- ta essi vengano riconosciuti come un n = numero di campioni da esaminare;
sufficiente; guenti requisiti minimi: rischio pertinente; m = valore di soglia per quanto ri-
b) di attrezzature adeguate per la puli- a) dimensione massima delle particel- nonché guarda il numero di batteri; il risultato
20 zia e la disinfezione dei veicoli e con- le prima dell’ingresso nel reattore di ii) nel caso dei processi chimici anche è considerato soddisfacente se tutti i
tenitori adibiti al trasporto dei sotto- compostaggio: 12 mm; mediante: campioni hanno un numero di batteri
inferiore o uguale a m; al minimo dei rischi biologici. Tale di- termoresistenti come il parvovirus M = 1000 in 1 g;

Legislazione norme comunitarie Regolamenti Ce 197/2006 e 208/2006


M = valore massimo per quanto ri- mostrazione prevede una convalida qualora essi vengano riconosciuti co- e
guarda il numero di batteri; il risultato che deve essere condotta secondo me un rischio pertinente, i campioni rappresentativi dello stalla-
è considerato insoddisfacente se uno quanto segue: – nel caso del processi chimici anche tico prelevati nel corso o al termine
o più campioni hanno un numero di i) individuazione e analisi dei rischi mediante una riduzione di almeno il dell’immagazzinamento presso l’im-
batteri uguale o superiore a M; possibili, compresa l’incidenza del 99,9% (3 log10) dei parassiti resi- pianto tecnico, di produzione di bio-
c = numero di campioni la cui carica materiale utilizzato, sulla base di una stenti, quali le uova di ascaris sp., in gas o di compostaggio devono rispet-
batterica può essere compresa fra m definizione completa delle condizioni fase vitale; tare le norme seguenti:
e M; il campione è ancora considera- di trasformazione, nonché una valuta- iv) elaborazione di un programma di Salmonella:
to accettabile se la carica batterica zione di rischio, che determini come controllo completo che preveda pro- assenza in 25 g: n = 5; c = 0;
degli altri campioni è uguale o inferio- le specifiche condizioni di trasforma- cedure di monitoraggio del processo; m = 0; M = 0
re a m. zione vengano concretamente rag- v) misure che garantiscano, durante il dove:
I residui di digestione o il compost giunte in situazioni normali e atipiche; funzionamento dell’impianto, il con- n = numero di campioni da esaminare;
non conformi ai requisiti del presente ii) convalida del processo previsto trollo e la vigilanza continui dei para- m = valore di soglia per quanto ri-
capitolo devono essere sottoposti a ii-1) mediante una misurazione della metri di processo pertinenti stabiliti guarda il numero di batteri; il risultato
nuova trasformazione; nel caso di riduzione della vitalità/infettività degli nel programma di controllo. è considerato soddisfacente se tutti i
presenza della Salmonella, devono organismi indicatori endogeni durante I dati relativi ai parametri di processo campioni hanno un numero di batteri
essere manipolati o eliminati secondo il processo, qualora l’indicatore: pertinenti impiegati in un impianto e inferiore o uguale a m;
le istruzioni dell’autorità competente.” – sia stabilmente presente nella ma- altri punti critici di controllo devono M = valore massimo per quanto ri-
2) Nell’allegato VIII, capitolo III, parte teria prima in quantità elevata, essere registrati e conservati in modo guarda il numero di batteri; il risultato
II, titolo A, il punto 5 è sostituito dal – non presenti una resistenza termica da consentire al proprietario, al gesto- è considerato insoddisfacente se uno
seguente: alla letalità del trattamento termico in- re o al loro rappresentante e all’auto- o più campioni hanno un numero di
“5. Lo stallatico trasformato e i pro- feriore, ma neppure significativamente rità competente di controllare il fun- batteri uguale o superiore a M;
dotti trasformati a base di stallatico superiore, rispetto agli agenti patogeni zionamento dell’impianto. I dati devo- c = numero di campioni la cui carica
sono immessi sul mercato alle condi- per il cui monitoraggio è utilizzato, no essere messi a disposizione del- batterica può essere compresa fra m
zioni enunciate alle lettere da a) a e): – sia relativamente facile da quantifi- l’autorità competente che ne faccia ri- e M; il campione è ancora considera-
a) devono provenire da un impianto care, da individuare e confermare; chiesta. to accettabile se la carica batterica
tecnico, da un impianto di produzione oppure Le informazioni relative a un processo degli altri campioni è uguale o inferio-
di biogas o da un impianto di compo- ii-2) mediante una misurazione della autorizzato in base al presente punto re a m.
staggio riconosciuto dall’autorità riduzione della vitalità/infettività – du- devono essere messe a disposizione Lo stallatico trasformato e i prodotti
competente in conformità al presente rante il processo – di un virus o di un della Commissione, qualora essa ne trasformati a base di stallatico non
regolamento; organismo per il saggio ben caratteriz- faccia richiesta; conformi ai requisiti di cui sopra de-
b) devono essere stati sottoposti a zato introdotto attraverso un supporto d) i campioni rappresentativi dello vono essere considerati come non
trattamento termico ad almeno 70 °C idoneo nel materiale di partenza; stallatico, prelevati ai fini del controllo trasformati;
per almeno 60 minuti e a un tratta- iii) la convalida del processo di cui al del processo nel corso o al termine e) devono essere conservati in modo

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


mento di riduzione della sporulazione punto ii) deve dimostrare che il pro- della trasformazione nell’impianto, tale da ridurre al minimo la contami-
e della tossinogenesi; cesso perviene alla seguente riduzio- devono rispettare le norme seguenti: nazione o l’infezione secondaria e l’u-
c) l’autorità competente può comun- ne complessiva del rischio: Escherichia coli: midificazione dopo la trasformazione.
que autorizzare l’impiego di altri para- – nel caso dei processi termochimici n = 5, c = 5, m = 0, Devono pertanto essere immagazzi-
metri di trasformazione standardizzati mediante una riduzione di almeno 5 M = 1000 in 1 g; nati:
diversi da quelli descritti alla lettera log10 dell’Enterococcus faecalis e oppure i) in silos ben chiusi e isolati;
b), purché il richiedente dimostri che mediante una riduzione di almeno 3 Enterococcaceae: ii) in imballaggi ben chiusi (sacchi di
tale parametri assicurano la riduzione log10 del titolo infettante dei virus n = 5, c = 5, m = 0, plastica o sacchi “big bag”).”

Segnalazione ai Lettori
Si comunica ai gentili Lettori che l’uscita del volume Rifiuti Anno Zero di Paola Ficco, prevista per fine giugno,
è stata rinviata a data da destinarsi in attesa che si definisca il relativo quadro normativo. Sarà nostra cura segnalar-
ne la nuova data di uscita.
In questa fase delicata, Edizioni Ambiente propone una serie di prodotti e servizi per accompagnare gli operatori
nella transizione dal vecchio al nuovo, fornendo nel modo più tempestivo e concreto le informazioni necessarie e
gli elementi di contesto. In particolare, vi segnaliamo il servizio on line Osservatorio di normativa ambien-
tale che offre quotidianamente tutti i provvedimenti in materia, aggiornati alle ultime modifiche e sistematicamen-
te commentati. 21
Decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173 (*)
(Gazzetta ufficiale 13 maggio 2006 n. 110)

Proroga di termini per l’emanazione di atti di natura


regolamentare

Il Presidente della Repubblica entrata in vigore, nonché, in caso di contratti


Legislazione Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di
senza pubblicazione di bandi o avvisi, alle pro-
cedure e ai contratti in cui, alla data di entrata
norme prorogare i termini per l’emanazione di atti di na- in vigore del presente Codice non siano anco-
nazionali tura regolamentare, al fine di consentire la com-
piuta definizione degli adempimenti istruttori in
ra stati inviati gli inviti a presentare le offerte”;
c) all’articolo 253, dopo il comma 1 sono in-
corso, rivelatisi particolarmente complessi; seriti i seguenti:
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, a- “1-bis. Per i contratti relativi a lavori, servizi e
dottata nella riunione del 12 maggio 2006; forniture nei settori ordinari e speciali, le se-
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei guenti disposizioni si applicano alle procedure
Ministri; i cui bandi o avvisi siano pubblicati successiva-
Emana il seguente decreto-legge: mente al 1° febbraio 2007:
Raee e Via a) articolo 33, commi 1 e 2, nonché comma
Articolo 1 3, secondo periodo, limitatamente alle sole
1. I termini per l’emanazione di regolamenti in centrali di committenza;
la prima proroga scadenza entro il 20 maggio 2006 sono prorogati b) articolo 49, comma 10;
al 31 luglio 2006. c) articolo 58;
d) articolo 59, limitatamente ai settori ordi-
ambientale del (omissis) nari.
1-ter. Per gli appalti di lavori pubblici di qual-
Articolo 1-quinquies siasi importo, nei settori ordinari, le disposi-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Governo Prodi Proroga del termine di cui all’articolo 20


del decreto legislativo 25 luglio 2005,
zioni degli articoli 3, comma 7, e 53, commi 2
e 3 e 56 si applicano alle procedure i cui ban-
n. 151 di siano pubblicati successivamente al 1° feb-
1. Il termine di cui all’articolo 20, comma 5, braio 2007. Le disposizioni dell’articolo 57 si
del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, applicano alle procedure per le quali l’invito a
è prorogato fino all’emanazione dei provvedi- presentare l’offerta sia inviato successivamente
menti attuativi di cui agli articoli 13, comma 8, al 1° febbraio 2007”;
e 15, comma 1, del medesimo decreto legisla- d) all’articolo 257, dopo il comma 2 è inserito
tivo e comunque non oltre il 31 dicembre il seguente:
2006. “2-bis. Le disposizioni di cui all’articolo 8,
comma 6, hanno efficacia a decorrere dal 1°
(omissis) febbraio 2007”.
2. Le procedure di cui al comma 1, lettera c),
Articolo 1-septies del presente articolo i cui bandi o avvisi siano
Modifica al decreto legislativo 3 aprile stati pubblicati tra il 1° luglio 2006 e la data di
2006, n. 152 entrata in vigore della legge di conversione del
1. All’articolo 52, comma 1, del decreto legi- presente decreto, nonché, in caso di contratti
slativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole da: senza pubblicazione di bandi o avvisi, quelle i
“centoventi giorni” fino alla fine del comma cui inviti a presentare le offerte siano stati in-
sono sostituite dalle seguenti: “il 31 gennaio viati nello stesso termine, restano disciplinate
2007”. dalle disposizioni alle stesse applicabili alla
data di pubblicazione dei relativi bandi o avvisi
Articolo 1-octies ovvero a quella di invio degli inviti. A tal fine,
Modifiche al decreto legislativo 12 aprile le disposizioni di cui all’articolo 256, comma
2006, n. 163 1, del citato Codice di cui al decreto legislativo
1. Al Codice dei contratti pubblici relativi a la- 12 aprile 2006, n. 163, riferite alle fattispecie
vori, servizi e forniture di cui al decreto legi- di cui al comma 1, lettera c), del presente arti-
slativo 12 aprile 2006, n. 163, sono apportate colo, continuano ad applicarsi per il periodo
le seguenti modificazioni: transitorio compreso tra la data di entrata in
a) all’articolo 177, comma 4, la lettera f) è a- vigore della legge di conversione del presente
(*) Il testo è aggiornato con tutte le modifiche interve- brogata; decreto e il 31 gennaio 2007”.
nute sino ad oggi. Tali modifiche sono state apportate b) all’articolo 253, il comma 1 è sostituito dal
dalla legge di conversione 12 luglio 2006, n. 228 (tutte seguente: Articolo 2
le modifiche di carattere aggiuntivo apportate dal prov- “1. Fermo quanto stabilito ai commi 1-bis e 1- Entrata in vigore
vedimento in questione sono evidenziate in neretto.
Entrata in vigore delle modifiche: 13 luglio 2006). ter, le disposizioni di cui al presente Codice si 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stes-
Per la disamina esaustiva della proroga relativa ai applicano alle procedure e ai contratti i cui so della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale
Raee, si veda Raee, è proroga al 31 dicembre 2006. bandi o avvisi con cui si indice una gara siano della Repubblica italiana e sarà presentato alle
22
Ma il sistema a che punto è?, di M. L. Nepi a pag. 11. pubblicati successivamente alla data della sua Camere per la conversione in legge.
Ministero delle attività produttive
Decreto 5 maggio 2006
(Gazzetta ufficiale 31 maggio 2006 n. 125)

Individuazione dei rifiuti e dei combustibili derivati dai


rifiuti ammessi a beneficiare del regime giuridico
riservato alle fonti rinnovabili
Legislazione
norme Il Ministro delle attività produttive renziata e selettiva dei rifiuti ha la finalità di pro-
nazionali di concerto con
Il Ministro dell’ambiente e della tutela del terri-
muovere, nell’ordine, il riutilizzo, il riciclo e la
valorizzazione energetica dei rifiuti, e che, per-
torio tanto, il passaggio dei rifiuti, in particolare dei ri-
Premesso che l’articolo 17, comma 3, del decreto fiuti a base di biomassa, per tale sistema rappre-
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, dispone che senti un mezzo idoneo a promuovere il rispetto
il Ministro delle attività produttive, di concerto della gerarchia comunitaria di trattamento di ta-
con il Ministro dell’ambiente e della tutela del li rifiuti;
territorio, sentite le competenti Commissioni par- Ritenuto che la gerarchia comunitaria di tratta-
Partenze differite lamentari e d’intesa con la Conferenza unificata, mento dei rifiuti debba essere interpretata nel sen-
adotta un decreto con il quale sono individuati gli so di favorire la riduzione dei rifiuti destinati allo
ulteriori rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti smaltimento, e che, allo stato delle tecniche di
per i rifiuti ammessi a beneficiare, anche tramite il ricorso a riutilizzo e riciclo, per talune tipologie di rifiuti,
misure promozionali, del regime giuridico riser- la valorizzazione energetica sia preferibile allo
vato alle fonti rinnovabili e, inoltre, sono stabiliti smaltimento, e rappresenti un adeguamento alla
ammessi a godere i valori di emissione consentiti alle diverse tipolo-
gie di impianto utilizzanti i predetti rifiuti e com-
gerarchia comunitaria di trattamento dei rifiuti;
Ritenuto che la promozione della valorizzazione
bustibili derivati dai rifiuti, unitamente alle mo- energetica dei combustibili derivati dai rifiuti in-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


dei certificati verdi dalità con le quali viene assicurato il rispetto della
gerarchia comunitaria di trattamento dei rifiuti,
dividuati dalle norme tecniche Uni 9903-1 negli
impianti che utilizzano biomasse e rifiuti a base
di cui al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, di biomassa costituisca misura promozionale vol-
in particolare per i rifiuti a base di biomassa; ta a favorire lo smaltimento del combustibile de-
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, rivato dai rifiuti prodotto e non impiegato, e costi-
contenente norme in materia ambientale, con il tuisca anche uno strumento per incrementare la
quale, tra l’altro, è stato abrogato il decreto legi- quantità di prodotti combustibili impiegabili nel-
slativo 5 febbraio 1997, n. 22, pur mantenendo vi- le predette tipologie di impianto, in modo da fa-
genti i relativi provvedimenti attuativi sino all’en- vorire la destinazione dei rifiuti a base di biomas-
trata in vigore dei corrispondenti provvedimenti sa al riutilizzo e al riciclo;
attuativi previsti dalla parte quarta del medesimo decreta:
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
Visto il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, Articolo 1
recante l’attuazione della direttiva n. 96/92/Ce re- Finalità
cante norme comuni per il mercato interno 1. Ai sensi dell’articolo 17, comma 3, del decreto
dell’energia elettrica e successive modificazioni e legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, il presente
aggiornamenti; decreto:
Visto il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. a) individua i rifiuti e combustibili derivati dai ri-
387, di attuazione della direttiva n. 2001/77/Ce fiuti che, in aggiunta a quelli indicati nell’artico-
relativa alla promozione dell’energia elettrica lo 17, comma 1, del medesimo decreto legislativo,
prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mer- sono ammessi a beneficiare, anche tramite il ri-
cato interno dell’elettricità; corso a misure promozionali, del regime giuridi-
Visto il decreto legislativo 11 maggio 2005, n. 133, co riservato alle fonti rinnovabili;
di attuazione della direttiva n. 2000/76/Ce del b) stabilisce i valori di emissione consentiti alle
Parlamento europeo e del Consiglio del 4 dicem- diverse tipologie di impianto utilizzanti i predetti
bre 2000 in materia di incenerimento dei rifiuti; rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti;
Vista la deliberazione del Comitato interministe- c) stabilisce le modalità con le quali viene assicu-
riale dei prezzi 29 aprile 1992, n. 6; rato il rispetto della gerarchia comunitaria di
Compiuto il procedimento finalizzato alla resa trattamento dei rifiuti, di cui al decreto legislativo
del parere delle competenti Commissioni della 3 aprile 2006, n. 152, in particolare per i rifiuti a
Camera dei deputati e del Senato della Repub- base di biomassa.
blica; 2. Restano ferme le esclusioni di cui al comma 2
Vista l’intesa della Conferenza unificata, di cui dell’articolo 17 del decreto legislativo 29 dicembre
all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 2003, n. 387.
1997, n. 281, resa nella seduta del 1° marzo 3. Agli impianti di produzione di energia elettrica
2006; alimentati dai rifiuti di cui al presente decreto si
Considerato che, in base al decreto legislativo 3 applica l’articolo 12 del decreto legislativo 29 di-
23
aprile 2006, n. 152, il sistema della raccolta diffe- cembre 2003, n. 387, fatte salve le disposizioni
normative di recepimento della direttiva n. zione necessaria e propedeutica perché i soggetti all’Osservatorio nazionale sulle fonti rinnovabili e
Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi

2001/77/Ce, stabilite dalle Regioni a statuto spe- che utilizzano per il recupero energetico i rifiuti l’efficienza negli usi finali, di cui all’articolo 16
ciale e dalle Province autonome di Trento e di cui all’allegato 1, suballegato B, abbiano dirit- del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387,
Bolzano. to ai certificati verdi nella misura stabilita dalle la mancata trasmissione dei dati sopra citati, al
direttive di cui all’articolo 11 del decreto legislati- fine di consentire ai Ministeri medesimi l’assun-
Articolo 2 vo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modifiche e zione di opportune determinazioni per perseguire
Individuazione dei rifiuti ammessi al aggiornamenti, con particolare riguardo al dispo- comunque le finalità della promozione e dello
regime giuridico riservato alle fonti sto del decreto di cui all’articolo 20, comma 8, del sviluppo delle fonti rinnovabili.
rinnovabili decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. 7. Entro sei mesi dalle scadenze individuate al
1. In aggiunta ai rifiuti di cui all’articolo 17, 3. Non si applica il disposto di cui al comma 2 comma 6, l’Agenzia per la protezione dell’am-
comma 1, del decreto legislativo 29 dicembre ma la disciplina di cui al comma 1: biente e per i servizi tecnici, in collaborazione con
2003, n. 387, sono ammessi a beneficiare del regi- a) quando i rifiuti siano utilizzati per recupero di l’Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui ri-
me giuridico riservato alle fonti rinnovabili i ri- energia nello stesso sistema produttivo locale o di- fiuti di cui all’articolo 207 del decreto legislativo 3
fiuti e combustibili derivati dai rifiuti elencati stretto industriale, di cui alla legge 5 ottobre 1991, aprile 2006, n. 152, e l’Osservatorio nazionale
nell’allegato 1, nel rispetto delle disposizioni del n. 317, e successive modificazioni e integrazioni, sulle fonti rinnovabili e l’efficienza negli usi fina-
presente decreto. nel quale i rifiuti sono stati prodotti; li dell’energia, di cui all’articolo 16 del decreto le-
2. I soggetti che eserciscono impianti per la pro- b) qualora per recupero di energia siano utilizzati gislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sentito il
duzione di energia elettrica utilizzanti, in tutto o gli scarti ed i sovvalli provenienti dal trattamento Consorzio nazionale imballaggi, trasmette al Mi-
in parte, rifiuti ammessi al regime giuridico riser- dei rifiuti finalizzato al recupero di materia tra- nistero dell’ambiente e della tutela del territorio e
vato alle fonti rinnovabili, e che intendono otte- mite le operazioni di recupero comprese dal pun- al Ministero delle attività produttive un’apposita
nere i certificati verdi di cui all’articolo 2, comma to R2 al punto R9 dell’allegato C alla Parte quar- relazione, contenente dati aggregati della medesi-
1, lettera o), del decreto legislativo 29 dicembre ta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. ma tipologia dei dati di cui al comma 6.
2003, n. 387, presentano richiesta al Gestore della 4. La produzione di elettricità da impianti che 8. Sulla base della relazione di cui al comma 7, e
rete di trasmissione nazionale, con le modalità impiegano rifiuti che, in base all’accordo di cui al tenuto conto della relazione predisposta in attua-
stabilite dalle direttive di cui all’articolo 11, com- comma 2 e alle relative condizioni, sono destinati zione dell’articolo 5 del decreto legislativo 29 di-
ma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. prioritariamente al riutilizzo e al riciclo, non ha cembre 2003, n. 387, il Ministro delle attività pro-
79, e successive modificazioni e aggiornamenti, diritto alla elevazione del periodo di rilascio dei duttive e il Ministro dell’ambiente e della tutela
con particolare riguardo al disposto del decreto di certificati verdi, di cui alle direttive ai sensi del- del territorio, con proprio decreto:
cui all’articolo 20, comma 8, del decreto legislati- l’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo a) nella ipotesi di mancata stipula dell’accordo
vo 29 dicembre 2003, n. 387. 1999, n. 79, e successive modificazioni e aggior- di programma di cui al comma 2 ovvero di man-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

namenti. cata protrazione del medesimo ed al fine di assu-


Articolo 3 5. La cessazione del diritto alla elevazione del pe- mere le opportune determinazioni per perseguire
Modalità per il rispetto della gerarchia riodo di rilascio dei certificati verdi, di cui al pre- le finalità della promozione e dello sviluppo delle
comunitaria di trattamento dei rifiuti cedente comma 4, si applica solo alla produzione fonti rinnovabili, individuano i rifiuti per i quali
1. Il rispetto della gerarchia comunitaria di trat- di energia elettrica da impianti che, alla data di viene limitato il diritto alla elevazione del perio-
tamento dei rifiuti di cui all’allegato 1, sub-alle- stipula dell’accordo di cui al comma 2, non ab- do di rilascio dei certificati verdi, di cui alle diret-
gato A, è assicurato mediante la valorizzazione e- biano ancora ottenuto la qualifica di cui alle di- tive ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo
nergetica. La produzione energetica degli impian- rettive previste dall’articolo 11 del decreto legisla- 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni
ti che utilizzano i predetti rifiuti ha diritto ai cer- tivo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modifica- e aggiornamenti, per la produzione di energia e-
tificati verdi nella misura stabilita nelle direttive zioni e aggiornamenti. lettrica da impianti che utilizzano i medesimi ri-
di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 16 6. Entro un anno dalla data di pubblicazione del fiuti;
marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni e presente decreto, e successivamente entro il 30 b) stabiliscono le modalità e le condizioni per
aggiornamenti, con particolare riguardo al dispo- giugno di ciascun anno, i soggetti che effettuano l’applicazione della limitazione di cui alla lettera
sto del decreto di cui all’articolo 20, comma 8, del operazioni di recupero di energia e di materia dai a);
decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. rifiuti di cui all’allegato 1, sub-allegato B, tra- c) adottano, nella ipotesi di mancato rispetto de-
2. Entro novanta giorni dalla data di entrata in smettono all’Agenzia per la protezione dell’am- gli obblighi assunti nell’ambito degli accordi di
vigore del presente decreto, il Ministro delle atti- biente e per i servizi tecnici e alle regioni, anche programma di cui al comma 2 da parte dei sog-
vità produttive e il Ministro dell’ambiente e della attraverso le rispettive associazioni di categoria, i getti stipulanti i medesimi, con effetto immediato
tutela del territorio concludono uno o più accordi dati, relativi all’anno precedente, inerenti le le più idonee iniziative volte comunque al perse-
di programma con le associazioni maggiormente quantità e le tipologie prodotti e/o utilizzati in guimento delle finalità della promozione e dello
rappresentative dei soggetti che effettuano raccol- una delle operazioni di recupero di cui ai punti sviluppo delle fonti rinnovabili.
ta differenziata e selettiva di rifiuti, di cui all’alle- da R2 a R9 dell’allegato C alla parte quarta del 9. La limitazione di cui al precedente comma 8 si
gato 1, suballegato B, dei soggetti che effettuano decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dei rifiuti applica solo alla produzione di energia elettrica
il riutilizzo e il riciclo dei medesimi rifiuti, e dei individuati in allegato 1, sub-allegato B, disag- da impianti che, alla data di entrata in vigore del
soggetti che eserciscono impianti di valorizzazio- gregati su base regionale. Entro i medesimi ter- decreto di cui allo stesso comma 8, non abbiano
ne energetica dei medesimi rifiuti. L’accordo è fi- mini, i soggetti che effettuano attività di importa- ancora ottenuto la qualifica di cui alle direttive
nalizzato alla individuazione di specifiche tipolo- zione e/o di esportazione di rifiuti ai sensi del re- previste dall’articolo 11 del decreto legislativo 16
gie di rifiuti, di cui all’allegato 1, suballegato B, golamento (Cee) n. 259/93 trasmettono all’Agen- marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni.
per i quali sono definiti termini, condizioni e mo- zia per la protezione dell’ambiente e per i servizi 10. I soggetti che effettuano operazioni di recu-
dalità per la destinazione dei medesimi rifiuti alle tecnici e alle regioni, anche attraverso le rispettive pero di energia e di materia dai rifiuti di cui
attività di riutilizzo, riciclo e valorizzazione ener- associazioni di categoria, i dati, relativi all’anno all’allegato 1, suballegato A, provvedono, per tali
getica, nel rispetto della gerarchia comunitaria di precedente, inerenti le quantità e le tipologie di ri- rifiuti, alle medesime incombenze di cui al com-
trattamento degli stessi. Al termine del periodo di fiuti importati e/o esportati, ricadenti nell’allega- ma 6, con le stesse modalità di cui al medesimo
vigenza dell’accordo, le parti possono protrarne la to 1, suballegato B, disaggregati su base regiona- comma 6.
validità, anche modificandone i termini. La stipu- le. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per
la dell’accordo di programma di cui al presente i servizi tecnici provvede tempestivamente a se- Articolo 4
comma, la cui efficacia è subordinata all’intesa gnalare ai Ministri delle attività produttive e del- Valori di emissione consentiti
24
con la Conferenza unificata, è comunque condi- l’ambiente e della tutela del territorio nonchè 1. In materia di valori di emissione consentiti si
applicano, per tutte le tipologie di impianti che u- legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, i rifiuti di Ministro delle attività produttive, di concerto con

Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi


sano i rifiuti di cui al presente decreto, le disposi- cui all’allegato 1 al presente decreto, qualora pre- Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio,
zioni di cui al decreto legislativo 11 maggio 2005, senti e individuati mediante il medesimo codice d’intesa con la Conferenza unificata provvede alla
n. 133, di attuazione della direttiva n. 2000/76/Ce Cer nel decreto del Ministro dell’ambiente 5 feb- revisione periodica degli allegati del presente de-
del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 di- braio 1998, sono sottoposti alla disciplina del pre- creto.
cembre 2000 in materia di incenerimento dei ri- sente decreto solo nel caso in cui presentino ca-
fiuti. ratteristiche (tipologia, provenienza, caratteristi- Roma, 5 maggio 2006
che del rifiuto) difformi da quelle individuate, per
Articolo 5 ciascuna tipologia di rifiuto, nel predetto decreto
Norma finale del Ministro dell’ambiente 5 febbraio 1998.
1. Ai sensi dell’articolo 17, comma 1, del decreto 2. Con decreto di natura non regolamentare il

Allegato 1 vabili, come definite all’articolo 2, zionale provvede a includere la relativa lettino di cui alle direttive emanate ai
I rifiuti etichettati con la lettera B sono comma 1, lettera a), del decreto legi- produzione di energia elettrica tra le sensi dell’articolo 11 del decreto legi-
classificati come rifiuti a base di bio- slativo 29 dicembre 2003, n. 387. Il produzioni di energia elettrica da fonti slativo 16 marzo 1999, n. 79, e suc-
massa, o comunque come fonti rinno- Gestore della rete di trasmissione na- rinnovabili, anche nell’ambito del bol- cessive modificazioni e aggiornamenti.

Allegato 1 – suballegato A
Il presente suballegato A include i rifiuti per i quali la gerarchia comunitaria di trattamento è rispettata mediante la valorizzazione energetica.

CODICE CER * DENOMINAZIONE CER

02 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PRE-
PARAZIONE DI ALIMENTI
02 01 rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca
02 01 04 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi)
02 01 07 rifiuti della silvicoltura B
02 03 rifiuti della preparazione e del trattamento di frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione
di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa
02 03 02 rifiuti legati all’impiego di conservanti

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


02 06 rifiuti dell’industria dolciaria e della panificazione
02 06 01 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 06 02 rifiuti legati all’impiego di conservanti
02 07 rifiuti della produzione di bevande alcoliche ed analcoliche (tranne caffè, tè e cacao)
02 07 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
03 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E DELLA PRODUZIONE DI PANNELLI, MOBILI, POLPA, CARTA E CARTONE
03 01 rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli e mobili
03 01 04 * segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose B
03 02 rifiuti dei trattamenti conservativi del legno
03 02 01 * prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organici non alogenati
03 02 02 * prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organici clorurati
03 02 03 * prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organometallici
03 02 04 * prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti inorganici
03 02 05 * altri prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti sostanze pericolose
03 03 rifiuti della produzione e della lavorazione di polpa, carta e cartone
03 03 07 scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone B
03 03 08 scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati B
04 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DI PELLI E PELLICCE, NONCHÉ DELL’INDUSTRIA TESSILE
04 01 rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce
04 01 02 rifiuti di calcinazione
04 01 03 * bagni di sgrassatura esauriti contenenti solventi senza fase liquida
04 02 rifiuti dell’industria tessile
04 02 14 * rifiuti provenienti da operazioni di finitura, contenenti solventi organici B
04 02 15 rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14
04 02 16 * tinture e pigmenti, contenenti sostanze pericolose
04 02 17 tinture e pigmenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 16
06 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI INORGANICI
06 06 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici contenenti zolfo, dei processi chimici dello zolfo e dei
processi di desolforazione
06 06 99 rifiuti non specificati altrimenti
06 13 rifiuti di processi chimici inorganici non specificati altrimenti
06 13 03 nerofumo
06 13 05 * fuliggine
07 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI
07 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici organici di base
07 01 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 01 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 01 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
07 01 08 * altri fondi e residui di reazione ivi compresi i residui provenienti dalla produzione di bitumi di petrolio
07 01 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 02 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) di plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali
07 02 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 02 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri 25
07 02 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi

07 02 08 * altri fondi e residui di reazione


07 02 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 02 14 * rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose
07 02 15 rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 14
07 02 16 * rifiuti contenenti silicone pericoloso
07 02 17 rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce 07 02 16
07 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11)
07 03 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 03 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 03 07 * fondi e residui di reazione alogenati
07 03 08 * altri fondi e residui di reazione
07 03 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fitosanitari (tranne 02 01 08 e 02 01 09), agenti conservativi
del legno (tranne 03 02) ed altri biocidi organici
07 04 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 04 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 04 07 * fondi e residui di reazione alogenati
07 04 08 * altri fondi e residui di reazione
07 04 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 05 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici
07 05 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 05 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 05 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
07 05 08 * altri fondi e residui di reazione
07 05 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 05 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 05 11
07 06 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura e uso di grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettanti e cosmetici
07 06 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 06 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
07 06 08 * altri fondi e residui di reazione
07 06 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
07 07 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altri-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

menti
07 07 03 * solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 07 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 07 08 * altri fondi e residui di reazione
07 07 11 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
08 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADE-
SIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA)
08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di pitture e vernici
08 01 12 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 08 01 11
08 01 13 * fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 14 fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 13
08 01 15 * fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 16 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 15
08 01 17 * fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 18 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 17
08 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchiostri per stampa
08 03 07 fanghi acquosi contenenti inchiostro
08 03 12 * scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 13 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 12
08 03 14 * fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose
08 03 15 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 14
08 03 16 * residui di soluzioni chimiche per incisione
08 03 17 * toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose
08 03 18 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17
08 03 19 * oli dispersi
08 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di adesivi e sigillanti (inclusi i prodotti impermeabilizzanti)
08 04 09 * adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 10 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 09
08 04 11 * fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 12 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 11
08 04 13 * fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 04 14 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 13
08 04 17 * olio di resina
09 RIFIUTI DELL’INDUSTRIA FOTOGRAFICA
09 01 rifiuti dell’industria fotografica
09 01 07 carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell’argento
09 01 08 carte e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell’argento
09 01 11 * macchine fotografiche monouso contenenti batteria incluse nelle voci 16 06 01, 16 06 02 o 16 06 03
10 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI
10 02 rifiuti dell’industria del ferro e dell’acciaio
10 02 11 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli
10 03 rifiuti della metallurgia termica dell’alluminio
26 10 03 17 * rifiuti contenenti catrame della produzione degli anodi
10 03 27 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi


10 07 rifiuti della metallurgia termica di argento, oro e platino
10 07 07 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli
10 08 rifiuti della metallurgia termica di altri minerali non ferrosi
10 08 12 * rifiuti contenenti catrame derivante dalla produzione degli anodi
10 08 13 rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce 10 08 12
10 08 19 * rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli
10 12 rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione
10 12 11 * rifiuti delle operazioni di smaltatura, contenenti metalli pesanti
10 12 12 rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce 10 12 11
12 RIFIUTI PRODOTTI DALLA LAVORAZIONE E DAL TRATTAMENTO FISICO E MECCANICO SUPERFICIALE DI METALLI E PLASTICA
12 01 rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastiche
12 01 06 * oli minerali per macchinari, contenenti alogeni (eccetto emulsioni e soluzioni)
12 01 07 * oli minerali per macchinari, non contenenti alogeni (eccetto emulsioni e soluzioni)
12 01 08 * emulsioni e soluzioni per macchinari, contenenti alogeni
12 01 09 * emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti alogeni
12 01 10 * oli sintetici per macchinari
12 01 12 * cere e grassi esauriti
12 01 19 * oli per macchinari, facilmente biodegradabili
13 OLI ESAURITI E RESIDUI DI COMBUSTIBILI LIQUIDI (tranne oli commestibili ed oli di cui ai capitoli 05, 12 e 19)
13 01 scarti di oli per circuiti idraulici
13 01 01 * oli per circuiti idraulici contenenti PCB
13 01 04 * emulsioni clorurate
13 01 05 * emulsioni non clorurate
13 01 09 * oli minerali per circuiti idraulici, clorurati
13 01 10 * oli minerali per circuiti idraulici, non clorurati
13 01 11 * oli sintetici per circuiti idraulici
13 01 12 * oli per circuiti idraulici, facilmente biodegradabili
13 01 13 * altri oli per circuiti idraulici
13 03 oli isolanti e termoconduttori di scarto
13 03 01 * oli isolanti e termoconduttori, contenenti PCB
13 03 06 * oli minerali isolanti e termoconduttori clorurati, diversi da quelli di cui alla voce 13 03 01
13 03 07 * oli minerali isolanti e termoconduttori non clorurati

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


13 03 08 * oli sintetici isolanti e termoconduttori
13 03 09 * oli isolanti e termoconduttori, facilmente biodegradabili
13 03 10 * altri oli isolanti e termoconduttori
13 04 oli di sentina
13 04 01 * oli di sentina della navigazione interna
13 04 02 * oli di sentina delle fognature dei moli
13 05 prodotti di separazione olio/acqua
13 05 01 * rifiuti solidi delle camere a sabbia e di prodotti di separazione olio/acqua
13 05 02 * fanghi di prodotti di separazione olio/acqua
13 05 03 * fanghi da collettori
13 05 06 * oli prodotti dalla separazione olio/acqua
13 05 08 * miscugli di rifiuti delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione olio/acqua
13 08 rifiuti di oli non specificati altrimenti
13 08 01 * fanghi ed emulsioni prodotti da processi di dissalazione
13 08 02 * altre emulsioni
14 SOLVENTI ORGANICI, REFRIGERANTI E PROPELLENTI DI SCARTO (tranne 07 e 08)
14 06 solventi organici, refrigeranti e propellenti di schiuma/aerosol di scarto
14 06 01 * clorofluorocarburi, HCFC, HFC1
14 06 04 * fanghi o rifiuti solidi, contenenti solventi alogenati
14 06 05 * fanghi o rifiuti solidi, contenenti altri solventi
15 RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, ASSORBENTI, STRACCI, MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI (NON SPECIFICATI ALTRIMENTI)
15 01 imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata)
15 01 09 imballaggi in materia tessile B
15 01 10 * imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
15 02 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi
15 02 02 * assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose
16 RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL’ELENCO
16 01 veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo
smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, 16 06 e 16 08)
16 01 03 pneumatici fuori uso
16 01 07 * filtri dell’olio
16 03 prodotti fuori specifica e prodotti inutilizzati
16 03 05 * rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose B
16 05 gas in contenitori a pressione e prodotti chimici di scarto
16 05 08 * sostanze chimiche organiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose
16 07 rifiuti della pulizia di serbatoi per trasporto e stoccaggio e di fusti (tranne 05 e 13)
16 07 08 * rifiuti contenenti olio
17 RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)
17 02 legno, vetro e plastica
17 02 04 * vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati B (solo legno)
17 03 miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame
17 03 01 * miscele bituminose contenenti catrame di carbone
17 03 03 * catrame di carbone e prodotti contenenti catrame 27
17 04 metalli (incluse le loro leghe)
Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi

17 04 10 * cavi, impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose


18 RIFIUTI PRODOTTI DAL SETTORE SANITARIO E VETERINARIO O DA ATTIVITÀ DI RICERCA COLLEGATE (tranne i rifiuti di cucina e di
ristorazione non direttamente provenienti da trattamento terapeutico)
18 01 rifiuti dei reparti di maternità e rifiuti legati a diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri umani
18 01 02 parti anatomiche ed organi incluse le sacche per il plasma e le riserve di sangue (tranne 18 01 03)
18 01 03 * rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni
18 01 04 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni (es. bende, gessature, lenzuola, in-
dumenti monouso, assorbenti igienici)
18 01 08 * medicinali citotossici e citostatici
18 01 09 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 18 01 08
18 02 rifiuti legati alle attività di ricerca e diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie negli animali
18 02 02 * rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni
18 02 03 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolare per evitare infezioni
18 02 07 * medicinali citotossici e citostatici
18 02 08 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 18 02 07
19 RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO,
NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL’ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE
19 01 rifiuti da incenerimento o pirolisi di rifiuti
19 01 17 * rifiuti della pirolisi, contenenti sostanze pericolose (incluso l’olio pirolitico)
19 01 99 rifiuti non specificati altrimenti (limitatamente ai gas prodotti a partire dai rifiuti)
19 02 rifiuti prodotti da specifici trattamenti chimico-fisici di rifiuti industriali (comprese decromatazione, decianizzazione, neutraliz-
zazione)
19 02 07 * oli e concentrati prodotti da processi di separazione
19 02 08 * rifiuti combustibili liquidi, contenenti sostanze pericolose
19 02 09 * rifiuti combustibili solidi, contenenti sostanze pericolose
19 02 10 rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci 19 02 08 e 19 02 09
19 05 rifiuti prodotti dal trattamento aerobico di rifiuti solidi
19 05 01 parte di rifiuti urbani e simili non compostata
19 05 02 parte di rifiuti animali e vegetali non compostata
19 05 03 compost fuori specifica B
19 05 99 rifiuti non specificati altrimenti (limitatamente ai gas prodotti a partire dai rifiuti)
19 06 rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

19 06 06 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale e vegetale B


19 06 99 rifiuti non specificati altrimenti (limitatamente a biogas e gas prodotti da partire dai rifiuti) B
19 08 09 miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua contenenti oli e grassi commestibili B
19 08 10 * miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua, diverse da quelle di cui alla voce 19 08 09
19 08 11 * fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, contenenti sostanze pericolose B
19 08 13 * fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali
19 09 rifiuti prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua o dalla sua preparazione per uso industriale
19 09 04 carbone attivo esaurito
19 10 rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti metallo
19 10 03 * fluff – frazione leggera e polveri, contenenti sostanze pericolose
19 10 04 fluff – frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10 03
19 10 05 * altre frazioni, contenenti sostanze pericolose
19 10 06 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05
19 11 rifiuti prodotti dalla rigenerazione dell’olio
19 11 02 * catrami acidi
19 12 rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (ad esempio selezione, triturazione, compattazione, riduzione in pellet (*))
non specificati altrimenti
19 12 01 carta e cartone B
19 12 04 plastica e gomma
19 12 06 * legno contenente sostanze pericolose B
19 12 07 legno diverso da quello di cui alla voce 19 12 06 B
19 12 08 prodotti tessili B
19 12 10 rifiuti combustibili (Cdr: combustibile derivato da rifiuti) B (parte biodegrad.)
19 12 11 * altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico di rifiuti, contenenti sostanze pericolose
19 12 12 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico di rifiuti, diversi di quelli di cui alla voce 19 12 11
(*) Ivi inclusa la pressoestrusione
20 RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA ATTIVITÀ COMMERCIALE E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTI-
TUZIONI) INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
20 01 frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01)
20 01 13 * solventi
20 01 26 * oli e grassi diversi da quelli di cui alla voce 20 01 25
20 01 27 * vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose
20 01 28 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 20 01 27
20 01 31 * medicinali citotossici e citostatici
20 01 32 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 20 01 31
20 01 37 * legno, contenente sostanze pericolose B

28
Allegato 1 – suballegato B

Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi


Il presente suballegato B include i rifiuti per i quali la gerarchia comunitaria di trattamento è rispettata applicando i criteri individuati all’articolo 3 del presente decreto.

CODICE CER * DENOMINAZIONE CER

01 RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MI-
NERALI
01 05 fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione
01 05 05 * fanghi e rifiuti di perforazione contenenti oli
02 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PRE-
PARAZIONE DI ALIMENTI
02 01 rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca
02 01 01 fanghi di operazioni di lavaggio e pulizia
02 01 02 scarti di tessuti animali B
02 01 03 scarti di tessuti vegetali B
02 01 06 feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito B
02 02 rifiuti della preparazione e del trattamento di carne, pesce ed altri alimenti di origine animale
02 02 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
02 02 02 scarti di tessuti animali B
02 02 03 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 02 04 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
02 03 rifiuti della preparazione e del trattamento di frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione
di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa
02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti
02 03 03 rifiuti prodotti dall’estrazione tramite solvente
02 03 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 03 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
02 04 rifiuti prodotti dalla raffinazione dello zucchero
02 04 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti B
02 05 rifiuti dell’industria lattiero-casearia
02 05 01 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione B
02 05 02 fanghi provenienti dal trattamento in loco degli effluenti
02 06 rifiuti dell’industria dolciaria e della panificazione

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


02 06 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti B
02 07 rifiuti della produzione di bevande alcoliche ed analcoliche (tranne caffè, tè e cacao)
02 07 01 rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima B
02 07 02 rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche B
02 07 03 rifiuti prodotti dai trattamenti chimici
02 07 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti B
03 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E DELLA PRODUZIONE DI PANNELLI, MOBILI, POLPA, CARTA E CARTONE
03 01 rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli e mobili
03 01 01 scarti di corteccia e sughero B
03 01 05 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04 B
03 03 rifiuti della produzione del legno e della lavorazione di polpa, carta e cartone
03 03 01 scarti di corteccia e legno B
03 03 02 fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor) B
03 03 05 fanghi prodotti dai processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta
03 03 09 fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio
03 03 10 scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica B
03 03 11 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 03 03 10
04 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DI PELLI E PELLICCE, NONCHÉ DELL’INDUSTRIA TESSILE
04 01 rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce
04 01 01 carniccio e frammenti di calce B
04 01 06 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti cromo
04 01 07 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, non contenenti cromo
04 01 08 cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo
04 01 09 rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura B
04 02 rifiuti dell’industria tessile
04 02 09 rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) B
04 02 10 materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera) B
04 02 19 * fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose
04 02 20 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 19
04 02 21 rifiuti da fibre tessili grezze B
04 02 22 rifiuti da fibre tessili lavorate B
06 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI INORGANICI
06 07 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti alogeni e dei processi chimici degli alogeni
06 07 02 * carbone attivato dalla produzione di cloro
06 13 rifiuti di processi chimici inorganici non specificati altrimenti
06 13 02 * carbone attivato esaurito (tranne 06 07 02)
07 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI
07 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici organici di base
07 01 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 01 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 01 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 01 11
07 02 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) di plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali
07 02 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati 29
07 02 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi

07 02 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 11
07 02 13 rifiuti plastici
07 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11)
07 03 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati
07 03 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 03 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 03 11
07 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fitosanitari (tranne 02 01 08 e 02 01 09), agenti conservativi
del legno (tranne 03 02) ed altri biocidi organici
07 04 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati
07 04 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 04 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 04 11
07 05 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici
07 05 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 05 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 06 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettati e cosmetici
07 06 04 * altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri
07 06 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 06 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 06 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 06 11
07 07 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altri-
menti
07 07 07 * fondi e residui di reazione, alogenati
07 07 09 * residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati
07 07 10 * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti
07 07 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 07 11
08 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADE-
SIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA
08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di pitture e vernici
08 01 11 * pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose
08 01 21 * residui di vernici o sverniciatori
09 RIFIUTI DELL’INDUSTRIA FOTOGRAFICA
09 01 rifiuti dell’industria fotografica
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

09 01 10 macchine fotografiche monouso senza batterie


09 01 12 macchine fotografiche monouso diverse da quelle di cui alla voce 09 01 11
10 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI
10 03 rifiuti della metallurgia termica dell’alluminio
10 03 18 rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce 10 03 17
12 RIFIUTI PRODOTTI DALLA LAVORAZIONE E DAL TRATTAMENTO FISICO E MECCANICO SUPERFICIALE DI METALLI E PLASTICA
12 01 rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastiche
12 01 05 limatura e trucioli di materiali plastici
13 OLI ESAURITI E RESIDUI DI COMBUSTIBILI LIQUIDI (tranne oli commestibili e oli di cui ai capitoli 05, 12 e 19)
13 02 scarti di olio motore, olio per ingranaggi e oli lubrificanti
13 02 04 * scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati
13 02 05 * scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati
13 02 06 * scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione
13 02 07 * olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile
13 02 08 * altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
13 04 oli di sentina
13 04 03 * altri oli di sentina della navigazione
14 SOLVENTI ORGANICI, REFRIGERANTI E PROPELLENTI DI SCARTO (tranne 07 e 08)
14 06 solventi organici, refrigeranti e propellenti di schiuma/aerosol di scarto
14 06 02 * altri solventi e miscele di solventi, alogenati
14 06 03 * altri solventi e miscele di solventi
15 RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, ASSORBENTI, STRACCI, MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI (NON SPECIFICATI ALTRIMENTI)
15 01 imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata)
15 01 01 imballaggi in carta e cartone B
15 01 02 imballaggi in plastica
15 01 03 imballaggi in legno B
15 01 05 imballaggi in materiali compositi
15 01 06 imballaggi in materiali misti B (parte biodegrad.)
15 02 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi
15 02 03 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02
16 RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL’ELENCO
16 01 veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo
smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, 16 06 e 16 08)
16 01 19 plastica
17 RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)
17 02 legno, vetro e plastica
17 02 01 legno B
17 02 03 plastica
17 03 miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame
17 03 02 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01
17 04 metalli (incluse le loro leghe)
17 04 11 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10
30 19 RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO,
NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL’ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE

Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi


19 01 rifiuti da incenerimento o pirolisi di rifiuti
19 01 10 * carbone attivo esaurito, impiegato per il trattamento dei fumi
19 01 18 rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 19 01 17
19 08 rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti
19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane
19 08 12 fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 11 B
19 08 14 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 13
20 RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA ATTIVITÀ COMMERCIALI E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTI-
TUZIONI) INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
20 01 frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01)
20 01 01 carta e cartone B
20 01 08 rifiuti biodegradabili di cucine e mense B
20 01 10 abbigliamento B
20 01 11 prodotti tessili B
20 01 25 oli e grassi commestibili B
20 01 38 legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 B
20 01 39 plastica
20 02 rifiuti prodotti da giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri)
20 02 01 rifiuti biodegradabili B
20 03 altri rifiuti urbani
20 03 01 rifiuti urbani non differenziati B (parte biodegrad.)
02 03 02 rifiuti dei mercati B

Il Dm 5 maggio 2006 colo 17 prevede che “nel rispetto della gerar-


Nella Gazzetta ufficiale serie ordinaria del 31 chia di trattamento dei rifiuti di cui al de-
il commento maggio u.s. è stato pubblicato il Dm 5 maggio creto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, sono
2006 concernente “Individuazione dei rifiuti e ammessi a beneficiare del regime riservato
dei combustibili derivati dai rifiuti ammessi a alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi
Dm 5 maggio 2006: beneficiare del regime giuridico riservato alle compresa, anche tramite il ricorso a misure
gli altri rifiuti ammessi fonti rinnovabili”. promozionali, la frazione non biodegrada-
Con tale decreto sono stati individuati gli ulte- bile ed i combustibili derivati dai rifiuti, di

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


al regime delle fonti
riori rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti cui ai decreti previsti dagli articoli 31 e 33
rinnovabili ammessi a beneficiare, anche tramite il ricorso del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 92
a misure promozionali, del regime giuridico ri- e alle norme tecniche Uni 9903-1. Pertanto,
servato alle fonti rinnovabili e, inoltre, sono agli impianti, ivi incluse le centrali ibride,
stabiliti i valori di emissione consentiti alle di- alimentati dai suddetti rifiuti e combustibili,
di Massimo Medugno verse tipologie di impianto utilizzanti i predetti si applicano le disposizioni del presente de-
Vice Direttore generale Assocarta – rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti, unita- creto, fatta eccezione, limitatamente alla
Confindustria mente alle modalità con le quali viene assicu- frazione non biodegradabile, di quanto pre-
rato il rispetto della gerarchia comunitaria di visto all’articolo 11. Sono fatti salvi i diritti
trattamento dei rifiuti, in particolare per i rifiu- acquisiti a seguito dell’applicazione delle di-
ti a base di biomassa. sposizioni di cui al decreto legislativo 16
Infatti, il Dlgs 387/2003 (“Attuazione della di- marzo 1999, n. 79, e successivi provvedi-
rettiva 2001/77/Ce relativa alla promozione menti attuativi”.
dell’energia elettrica prodotta da fonti energeti-
che rinnovabili nel mercato interno dell’elettri- Ci sono, quindi, dei rifiuti e dei combustibi-
cità” (1) pubblicato sul S.o. n. 17 alla Gaz- li derivati dai rifiuti che ex lege erano già
zetta ufficiale 31 gennaio 2004 n. 25), introdu- stati ammessi, dall’entrata in vigore del Dlgs
ce un importante elemento di completamento 387/2003, a beneficiare del regime riserva-
del quadro complessivo relativo all’incentiva- to alle fonti rinnovabili.
zione delle fonti rinnovabili di energia inseren-
do, tra le fonti ammesse ai regimi agevolati, Tali rifiuti sono quelli indicati nel Dm 5 feb-
anche la frazione non-biodegradabile dei rifiu- braio 1998 (recupero in procedura semplificata
ti. Ciò è ribadito dall’articolo 17, comma 3, del dei rifiuti non pericolosi), come recentemente
citato Dlgs 387/2003, il quale prevede l’adozio- modificato dal Dm 5 aprile 2006, n. 186) (2)
ne di un decreto per individuare gli ulteriori ri- adottato in attuazione degli articoli 31 e 33,
fiuti e combustibili derivati dai rifiuti (oltre al Dlgs 22/1997 e conformi alle norme tecniche
Cdr di qualità) ammessi a beneficiare del regi- 9903-1, che individuano il Cdr.
me di incentivazione e stabilire le modalità con Sebbene ciò non sia espressamente indicato nel
le quali assicurare il rispetto della gerarchia citato articolo 17, comma 1, i rifiuti ammessi al
comunitaria di trattamento dei rifiuti, in parti- regime sono quelli individuati ai fini del recu-
colare per i rifiuti a base di biomassa. pero energetico e, ovviamente, i combustibili.
Infatti, l’articolo 5, Dm 5 maggio 2006, in esa-
È importante sottolineare che è proprio tale ar- me, dedica la sua attenzione solo a disciplinare
ticolo 17, comma 3, la base giuridica per l’ado- i rapporti tra la disciplina dei rifiuti contenuti
zione di un decreto per individuare gli “ulterio- nel Dm 5 febbraio 1998 e presenti anche (in
ri” rifiuti ammessi a beneficiare al previsto re- quanto a Cer) nel nuovo Dm 5 maggio 2006.
gime di incentivazione. Nessun coordinamento è fatto, invece, dall’arti-
Infatti, il precedente comma 1 dello stesso arti- colo 5 cit. con riguardo al Dm 161/2002 in 31
quanto quest’ultimo provvedimento non pre- regime di incentivazione e stabilire le modalità pologie di rifiuti da destinare a riciclo e quelle
Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi

vede il recupero energetico. con le quali assicurare il rispetto della gerar- da inviare a valorizzazione energetica. Esso
chia comunitaria di trattamento dei rifiuti, in dovrà essere concluso entro 90 giorni dall’en-
Cade, in questo modo, l’argomento solleva- particolare per i rifiuti a base di biomassa; trata in vigore del Dm in esame (28 agosto
to da qualcuno in dottrina, secondo il qua- b) l’articolo 2 del Dm 5 maggio 2006, in esa- 2006). La stipula dell’accordo diventa condi-
le l’ammissione al regime ex lege dei rifiuti me, al suo comma 1, recita testualmente “in zione necessaria e propedeutica per l’erogazio-
individuati dal Dm 5 febbraio 1998 e dal aggiunta ai rifiuti di cui all’articolo 17, ne dei certificati verdi ai soggetti che utilizzano
Dm 161/2002 nella sostanza vanifichereb- comma 1 del decreto legislativo 29 dicem- i rifiuti del suballegato B per il recupero ener-
be l’attuazione del principio di gerarchia bre 2003 n. 387 sono ammessi a beneficia- getico (articolo 3, comma 2). In caso di man-
per la rilevante quantità dei rifiuti già am- re del regime giuridico riservato alle fonti cata stipula saranno i Ministeri ad individuare
messi dal Dlgs 387/2003 cit. rinnovabili i rifiuti e combustibili elencati i rifiuti ammessi al regime dei certificati verdi.
nell’Allegato I, nel rispetto delle disposizioni
Il decreto in esame avrebbe dovuto essere adot- del presente decreto”; La struttura degli accordi prevista dalle
tato entro 120 giorni dalla data di entrata in c) quindi, l’articolo 5, comma 1, trova la sua norme merita qualche ulteriore approfon-
vigore del Dlgs 387/2003 (15 febbraio 2004); ratio alla luce delle disposizioni citate sub a) e dimento. Dovranno essere coinvolte le as-
invece, è stato adottato dopo circa due anni e b), nell’esigenza di chiarire che la disciplina sociazioni maggiormente rappresentative
mezzo; esso risponde alle seguenti finalità: recata dal Dm 5 maggio 2006, in esame, si ap- dei soggetti che:
a) individuare gli ulteriori rifiuti e combusti- plica ai rifiuti con caratteristiche difformi (di- • effettuano raccolta differenziata e seletti-
bili derivati dai rifiuti ammessi a beneficiare, verse) da quelle del Dm 5 febbraio 1998; o me- va dei rifiuti di cui al suballegato B;
anche tramite il ricorso a misure promoziona- glio per i rifiuti individuati dal Dm 5 febbraio • effettuano il riutilizzo e il riciclo dei me-
li, al regime giuridico riservato alle fonti rin- 1998 (non solo con il codice Cer ma anche, ad desimi;
novabili; esempio, con livelli di contaminanti e umi- • eserciscono impianti di valorizzazione e-
b) stabilire le modalità con le quali viene assi- dità) esiste la disciplina ex lege, mentre per nergetica dei medesimi rifiuti.
curato il rispetto della gerarchia comunitaria quelli individuati dall’Allegato 1 l’individua-
di trattamento dei rifiuti, di cui al Dlgs 5 feb- zione del Dm 5 maggio 2006 è condizione es- L’accordo è finalizzato all’individuazione di
braio 1997, n. 22, in particolare per i rifiuti a senziale per essere ammessi al regime. specifiche tipologie di rifiuti per i quali sono
base di biomassa; definiti termini, condizioni e modalità per la
c) stabilire i valori di emissione consentiti alle Ad esempio, lo scarto di pulper (Cer 03 03 destinazione dei medesimi rifiuti alle attività
diverse tipologie di impianto utilizzanti i pre- 07) nel Dm 5 febbraio 1998 veniva disci- di riutilizzo, riciclo e valorizzazione energetica
detti rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti. plinato prescrivendo anche un livello di u- nel rispetto della gerarchia comunitaria di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

midità (30% diventato 40% con la novella trattamento degli stessi.


I rifiuti ammessi al regime di cui al Dm 186/2006); nell’Allegato 1 lo Il comma 2 dell’articolo 3 non indica un ter-
delle fonti rinnovabili scarto di pulper viene individuato solo con mine per la validità dell’accordo, prevedendo
Per quanto riguarda il regime dei rifiuti am- il codice Cer e, quindi, dall’entrata in vigo- soltanto che al termine del periodo di vigenza
messi al regime delle fonti rinnovabili occorre re del nuovo decreto è ammesso al regime dell’accordo, le parti possano protrarne la vali-
chiarire un primo aspetto. delle fonti rinnovabili anche il pulper con dità, anche modificandone i termini.
I rifiuti (e i combustibili) individuati dal Dm 5 un’umidità superiore al 40%. Il successivo comma 3 dell’articolo 3 indivi-
maggio 2006, qui in esame, sono gli unici ad dua, quindi, i casi in cui quanto previsto al
essere ammessi al regime delle fonti rinnova- La gerarchia comunitaria comma 2 (accordi di programma concernenti
bili o vi erano altri rifiuti (e combustibili) già Dopo aver chiarito il regime dei rifiuti ammes- il suballegato B) non si applica, applicandosi,
ammessi a beneficiare dello stesso regime? si al regime delle fonti rinnovabili, l’aspetto es- invece, il comma 1 del medesimo articolo.
L’interrogativo, e il conseguente approfondi- senziale da affrontare è quello relativo al ri- Tali casi sono:
mento, si rende necessario in quanto, molto spetto della gerarchia comunitaria di tratta- a) quando i rifiuti sono utilizzati per recupero
spesso, alcuni commentatori sostengono che mento dei rifiuti (riutilizzo, riciclo e recupero di energia nello stesso distretto industriale o si-
solo dall’entrata in vigore del Dm 5 maggio energetico). stema produttivo locale nel quale i rifiuti sono
2006 vi sarebbero dei rifiuti ammessi al regime Il rispetto del criterio di gerarchia viene disci- stati prodotti;
delle fonti rinnovabili. plinato dall’articolo 3 (“Modalità per il ri- b) qualora per recupero di energia siano uti-
Nel sostenere questa interpretazione si cita spetto della gerarchia comunitaria nel trat- lizzati scarti e sovvalli provenienti dal tratta-
l’articolo 5 (“Norma finale”) che prevede co- tamento dei rifiuti”) del Dm 5 maggio 2006, mento dei rifiuti finalizzati al recupero di ma-
me la nuova disciplina (quella del Dm in esa- in esame, e dal suo Allegato 1, costituito dai teria.
me) trovi applicazione per i soli rifiuti ivi elen- suballegati A e B. Come già per i rifiuti individuati nel suballe-
cati che presentino caratteristiche difformi da Infatti, il Dm 5 maggio 2006 prevede due alle- gato A, anche in questi casi, il rispetto della ge-
quelle individuate, per i medesimi rifiuti, dal gati: rarchia comunitaria è assicurato mediante la
Dm 5 febbraio 1998. Secondo questo orienta- 1) nel suballegato A sono inseriti i rifiuti per valorizzazione energetica.
mento la ratio di tale articolo 5 sarebbe quella i quali il rispetto della gerarchia è assicurato – Al fine di garantire il rispetto della gerarchia
di stabilire in maniera inequivocabile che la da subito – mediante la valorizzazione energe- comunitaria in materia di rifiuti si evidenzia
nuova disciplina si applica per i rifiuti indivi- tica. Gli impianti che utilizzano tali rifiuti anche quanto previsto dall’articolo 11 bis,
duati dal Dm 5 maggio 2006 e difformi dal hanno diritto ai certificati verdi nella misura comma 1, aggiunto dalla novella al Dm 5 feb-
Dm 5 febbraio 1998. prevista dalle norme in vigore (articolo 3, braio 1998 ad opera del citato Dm 186/2006
Questo orientamento non è condivisibile per comma 1); sul recupero agevolato dei rifiuti non pericolo-
tre ordini di motivi: 2) nel suballegato B sono indicati, invece, i si il quale prevede che siano “adottati i prov-
a) l’articolo 17, comma 1, ammette ex lege al- rifiuti per i quali il rispetto della gerarchia nel vedimenti necessari, ivi compresi accordi e
cuni rifiuti e combustibili al regime delle fonti trattamento dei rifiuti viene attuato mediante contratti di programma con gli operatori e-
rinnovabili; il successivo comma 3, del citato uno o più accordi di programma tra i Ministeri conomici interessati”.
Dlgs 387/2003 prevede espressamente l’adozio- delle attività produttive e dell’ambiente con i Come detto, i rifiuti contenuti nel suballegato
ne di un decreto per individuare gli “ulteriori” soggetti che raccolgono, selezionano, riciclano 1 B al Dm 5 maggio 2006 in esame, sono quei
rifiuti e combustibili derivati dai rifiuti (oltre e termovalorizzano tali rifiuti (articolo 3, com- rifiuti che possono essere riutilizzati come fon-
32 al Cdr di qualità) ammessi a beneficiare del ma 2). L’accordo è finalizzato a stabilire le ti- ti rinnovabili a condizione che essi siano og-
getto di accordi di programma (a parte i casi Gli eventuali dubbi (pure da qualcuno sol- sulla disponibilità di legname nel lungo termi-

Legislazione norme nazionali Dm 5 maggio 2006 – Rifiuti e certificati verdi


appena evidenziati sub a) e b). levati) con riferimento alla disciplina da ne per l’industria cartaria europea. Lo studio e-
In molti casi, accanto alla loro individazione applicare alla valorizzazione energetica dei videnziava che nel 2030 potrebbe verificarsi
(Cer + descrizione) si reperisce la lettera “B”, rifiuti elencati dal decreto sul recupero a- una scarsità di materia prima legnosa quantifi-
tale lettera è l’iniziale del termine “biomassa”. gevolato (Dm 5 febbraio 1998) vanno ri- cabile in ben 80 milioni di metri cubi, soprat-
Questo significa che ai rifiuti così individuati solti tenendo conto di quanto previsto dal- tutto in relazione allo sviluppo dell’utilizzo a
verranno concessi i certificati verdi in propor- l’articolo 11, comma 4, come introdotto finalità energetica delle biomasse legnose. Per
zione alla quantità di biomassa ivi contenuta. dalla novella di cui al Dm 186/2006. fronteggiare per tempo questa situazione, lo
studio indicava la necessità di azioni tempestive
Il monitoraggio Tale comma 4 prevede un termine di adegua- e concertate tra tutti gli operatori interessati
Entro il 31 maggio 2007 (un anno dalla data mento di 6 mesi dall’entrata in vigore dello (proprietari forestali, autorità pubbliche, am-
di pubblicazione del decreto), e successiva- stesso Dm 186/2006 (quindi, il termine esita il bientalisti, settori industriali) per incrementare
mente entro il 30 giugno di ogni anno, i sog- 3 dicembre 2006) per l’adeguamento alle nuo- la disponibilità di risorse forestali.
getti che effettuano operazioni di recupero di ve condizioni tecniche, fatto salvo quanto pre- Gli obiettivi molto ambiziosi posti dal Legi-
energia e di recupero di materia dei rifiuti in- visto dall’articolo 21, Dlgs 133/2005. Quest’ul- slatore europeo per il raddoppio dell’energia
dicati nei suballegati A e B trasmettono al- timo disciplina, tra l’altro, anche i casi di rinnovabile prodotta in Europa entro il 2010
l’Apat, anche attraverso le rispettive associazio- coincenerimento e di incenerimento dei rifiuti (dal 6 al 12% del totale dell’energia elettrica)
ni di categoria, i dati riferiti all’anno prece- in procedura semplificata e l’adeguamento de- pongono il tema dei possibili rischi di distor-
dente dei rifiuti prodotti e/o utilizzati disaggre- gli stessi alle norme di tale decreto legislativo. sione sul mercato, sia in termini di disponibi-
gati su base regionale. lità dei materiali legnosi sia di aumento dei
Lo stesso adempimento ricade sui soggetti che Conclusioni prezzi di tali materiali.
fanno import ed export dei medesimi rifiuti. Il decreto appare coerentemente con l’obiettivo Ciò si sta già verificando in alcune realtà na-
In caso di mancata trasmissione dei dati l’Apat di promuovere la produzione di energia a par- zionali, come ad esempio in Austria, dove i
segnala “tempestivamente” il dato ai Ministeri tire da fonti rinnovabili e, in particolare, dai sussidi corrisposti per l’utilizzo energetico han-
delle attività produttive e dell’ambiente nonché rifiuti. D’altro canto le normative in materia di no permesso ai produttori di energia di pagare
all’Osservatorio sulle fonti rinnovabili affinché discarica disincentivano sempre di più lo per i chips di legno prezzi fino al 30% superiori
si assumano le opportune misure per il rispetto smaltimento tout court. a quelli del mercato.
delle finalità di promozione e sviluppo delle La disciplina del principio di gerarchia nel Quanto il tema sia importante lo dimostra la
fonti rinnovabili (articolo 3, comma 6). trattamento dei rifiuti appare essere una scelta Comunicazione della Commissione europea
Entro sei mesi dalle scadenze sopraindicate equilibrata tra valorizzazione energetica e re- riguardante un piano di azione sulle biomasse

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


l’Apat, in collaborazione con l’Autorità di vi- cupero di materia delle stesse biomasse. (Biomass Action Plan), datata 7 dicembre
gilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti e La scelta di prevedere degli accordi di pro- 2005.
l’Osservatorio sulle fonti rinnovabili, sentito il gramma per accedere al meccanismo dei certi- Questo documento, insieme con la Comunica-
Conai, trasmette ai Ministeri sopraindicati ficati verdi è coerente con l’obiettivo di incenti- zione sulla Strategia Ue in materia di biocom-
un’apposita relazione che contiene i dati ag- vare solo quei flussi sui quali è necessario in- bustibili (biofuels) dell’8 febbraio 2006 è all’e-
gregati per tipologia di rifiuti (articolo 3, com- tervenire per il risvolto ambientale e sociale same del Parlamento europeo.
ma 7). (manutenzione bosco, colture dedicate, rifiuti,
La Relazione Apat è il presupposto fondamen- Cdr). Ciò darebbe certezza di flussi agli utiliz- In particolare il Biomass Action Plan eviden-
tale affinché i Ministeri competenti possano zatori di materie prime e a coloro che valoriz- zia che l’energia è la chiave per aiutare l’Eu-
assumere le opportune determinazioni qualora zano energeticamente le biomasse, senza in- ropa nei sui obiettivi di crescita, lavoro e soste-
l’accordo di programma non venga stipulato o trodurre vantaggi artificiosi. In questo modo si nibilità e, in questo ambito, un ruolo impor-
non venga rinnovato o per introdurre delle li- attuerebbe, in concreto, la gerarchia nel tratta- tante può essere svolto dalla produzione di e-
mitazioni nel diritto al rilascio dei certificati mento dei rifiuti. Questa situazione non sareb- nergia a partire dalle biomasse (pagina 4).
verdi. be cristallizzata, ma dinamica e da rivedere ai Tra le fonti di biomasse vengono indicati i ri-
sensi dei rilievi che l’Osservatorio potrebbe evi- fiuti, evidenziando come essi siano ancora sot-
Valori di emissione consentiti denziare (ad esempio che la capacità di riciclo to utilizzati come risorsa energetica.
In materia di valori di emissione consentiti si è diminuita o in certe aree territoriali è impos-
applicano per tutte le tipologie di impianti che sibile). (1) In questa Rivista, numero 108 (6/04).
usano i rifiuti individuati dal Dm 5 maggio A questo proposito, già nel 2002, la Cepi (Con- (2) In questa Rivista, numero 131 (7/06).
2006 le disposizioni di cui al Dlgs 133/2005 di federazione dell’industria cartaria europea) (3) In questa Rivista numero 121 (8-9/05).
attuazione della direttiva 2000/76/Ce in mate- completava uno studio, condotto con i più ac-
ria di incenerimento dei rifiuti (3). creditati consulenti a livello internazionale,

33
a cura della Redazione Reteambiente

Prosegue da parte della Redazione la segnalazione dei provvedimenti emanati per risol-
vere le situazioni di emergenza nel settore dei rifiuti in Campania, Calabria, Lazio e Re-
gione Sicilia. Le precedenti versioni delle tavole sinottiche sono state pubblicate su
“Rifiuti – Bollettino di informazione normativa”:

Legislazione • n. 59 (1/00), pag. 42;


• n. 66 (8-9/00), pag. 19;
• n. 111 (10/04), pag. 14;
• n. 117 (4/05), pag. 5;
norme • n. 98 (7/03), pag. 11; • n. 127 (3/06), pag. 22.
nazionali • n. 107 (5/04), pag. 11;

Emergenze rifiuti:
ulteriori proroghe
e disposizioni
urgenti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Calabria
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- ciali pericolosi, nonché in materia di bonifica e
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- risanamento.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.

Dpcm 2 marzo 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 14 marzo 2006, n. 61) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza anche alla stregua delle motivazioni e de-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- gli ambiti derogatori indicati nella premessa del
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- Dpcm.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.

Campania
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza nel settore dello Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) smaltimento dei rifiuti, nonché in materia di bo- genza nel settore dei rifiuti, nonché in materia di
nifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inqui- bonifica e risanamento.
nati, e di tutela delle acque superficiali della Re-
gione Campania.

Dpcm 11 febbraio 2006, n. 3493 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Il Commissario delegato è tenuto ad individuare
(Gu 22 febbraio 2006, n. 44) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. entro il 14 febbraio 2006 le discariche di servizio
(Ordinanza n. 3493). per il conferimento di rifiuti urbani e speciali
34 non pericolosi.
Lazio

Legislazione norme nazionali Emergenze rifiuti: tavole sinottiche


Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 1° giugno 2006 Proroga dello stato d’emergenza nel territorio Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato d’emer-
(Gu 6 giugno 2006, n. 129) della Regione Lazio, in ordine alla situazione di genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
crisi socio-economico-ambientale nel settore dei ciali pericolosi.
rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.

Sicilia
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 9 giugno 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 gennaio 2007 dello stato di emer-
(Gu 14 giugno 2006, n. 136) bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, genza in materia di bonifica e di risanamento
delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti
materia di tutela delle acque superficiali e sotter- inquinati, nonché in materia di tutela delle ac-
ranee e dei cicli di depurazione nella Regione si- que superficiali e sotterranee e dei cicli di depu-
ciliana. razione.

Dpcm 6 aprile 2006 Estensione degli ambiti derogatori relativi agli Estende gli ambiti derogatori alla disciplina atti-
(Gu 18 aprile 2006, n. 90) stati di emergenza in materia di gestione dei ri- nente il quadro delle competenze in ordine al ri-
fiuti urbani, speciali, speciali pericolosi, di boni- lascio delle autorizzazioni amministrative relati-
fica e di risanamento ambientale dei suoli, delle ve agli impianti per la gestione dei rifiuti e per la
falde e dei sedimenti inquinati, nonché in mate- depurazione e il riutilizzo delle acque.
ria di tutela delle acque superficiali e sotterranee
e dei cicli di depurazione in atto nel territorio
della Regione siciliana.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


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bollettino di Vincenzo Dragani
informazione Redazione Aurelia Fonda Tutti i diritti sono riservati:
normativa Vincenzo Dragani Massimo Medugno è vietato qualunque uso, Il presente numero è stato chiuso
Maurizio Quaranta Maria Letizia Nepi anche parziale, dei testi. in Redazione il 28 agosto 2006
Monica Rocca Eugenio Onori
n. 132 (8-9/06)

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Comitato Scientifico di Coordinamento


delle attività di Edizioni Ambiente in campo normativo
- Rivista “Rifiuti – Bollettino di informazione normativa”
- Attività di formazione sulla normativa ambientale
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(Colonnello, Guardia di Finanza – (Regione Abruzzo – Servizio (Direttore Reparto Suolo e Rifiuti –
Paola Ficco Mannino Bordet Nucleo Repressione Frodi, Milano) gestione rifiuti) Istituto Superiore di Sanità)
(Giurista ambientale, (Esperto presso la Segreteria tecnica
Docente universitario) della Direzione Generale Energia Ernesto Dello Vicario Fausto Giovanelli Alessandro Muzi
del MinAttività Produttive) (Responsabile Servizio Tutela Acque (Avvocato, già Presidente della (Direttore smaltimento finale AMA
e Gestione Rifiuti – Provincia Commissione Ambiente e Territorio Roma)
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e Sicurezza CNA) Maurizio De Paolis Giancarlo Longhi (Responsabile sanzioni e contenzioso
(Direttore Servizio Massimario e (Direttore Generale CONAI) ambientale Provincia di Venezia –
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(Vice Direttore generale Assocarta, Alessandro Radrizzani
Marco Casini Pasquale De Stefanis Confindustria) (Redazione Reteambiente)
(Ingegnere, Docente universitario) (Enea – Divisione Tecnologie
Ingegneria e Servizi ambientali) Maurizio Musco Andrea Sillani
Paolo Cesco (Sostituto procuratore della (Università degli Studi di Roma
(Segretario FISE – Assoambiente, Vincenzo Dragani Repubblica presso il Tribunale La Sapienza)
Confindustria) (Redazione Reteambiente) di Siracusa) 35
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 7 aprile 2006, n. 12433

La massima
Rifiuti – Articolo 53 bis, Dlgs 22/1997
Il delitto di cui all’articolo 53 bis Dlgs 22/1997 si configura anche
nel caso in cui l’attività oggetto di valutazione da parte del giudice
Giurisprudenza penale sia svolta in presenza di autorizzazione.

(omissis) prenditoriale dedita alla attività di


traffico illecito di rifiuti; l’ingente
Motivi della decisione quantità dei materiali gestiti abusi-
Con ordinanza 12 aprile 2005, il vamente; il conseguimento di un
Giudice per le indagini preliminari ingiusto profitto costituito dai pre-
del Tribunale di Palermo ha respin- mi di produzione.
to la richiesta del pubblico ministe-
Traffico illecito: anche ro di applicazione della misura Il delitto previsto dall’articolo 53-
cautelare della interdizione dai bis, Dlgs 22/1997 (introdotto con
pubblici uffici nei confronti di (...) l’articolo 22, legge 93/2001) inten-
il risparmio di costi o altri indagato per il reato previsto dal-
l’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 (per
de sanzionare comportamenti non
occasionali di soggetti che, al fine
attività di gestione di rifiuti speciali di conseguire un ingiusto profitto,
vantaggi sono profitto ingombranti della Azienda munici-
palizzata Amia di cui l’indagato era
fanno della gestione illecita dei ri-
fiuti la loro redditizia, anche se non
il capo settore); l’ordinanza è stata esclusiva, attività professionale.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

confermata in sede di appello dal Per il perfezionamento del reato,


Tribunale di Palermo con provvedi- necessita il compimento di più ope-
Pres. Vitalone mento del 11 maggio 2005. razioni illecite e la predisposizione
Est. Squassoni A sostegno della loro conclusione, i di una organizzazione, sia pure ru-
giudici di merito hanno rilevato: dimentale, con allestimento di
– che il trattamento del percolato mezzi ed impiego di capitali, fina-
della discarica non era conforme lizzata al traffico illecito di ingenti
alle prescrizioni indicate nel prov- quantitativi di rifiuti.
vedimento autorizzatorio; Le condotte sanzionate dall’articolo
– che la condotta illecita rientrava 53-bis si riferiscono a qualsiasi ge-
nell’ambito applicativo dell’articolo stione di rifiuti e non sono limitate
51, comma 4, Dlgs 22/1997 perché a quelle svolte al di fuori delle pre-
l’attività di gestione di rifiuti era scrizioni della autorizzazione; per-
autorizzata; tanto, la fattispecie di reato in esa-
– che non sussisteva il requisito me comprende, oltre alla attività
della ingente qualità di rifiuti in clandestina o avente ad oggetto una
quanto, in rapporto alla mole del tipologia di rifiuti non rientranti
materiale globalmente trattata, la nel titolo abilitativo, anche tutte
complessa organizzazione, di cui quelle attività che, per le concrete
faceva parte l’indagato, non poteva modalità in cui si esplicano, risulti-
ritenersi finalizzata alla attività a- no totalmente difformi dal conte-
busiva; nuto della autorizzazione sì da non
– che non sussisteva il dolo specifi- potere essere giuridicamente ricon-
co dal momento che il profitto era ducibili alla stessa (Corte di Cas-
costituito dalla percezione di un sazione, III Sezione penale, senten-
premio di produzione, che era su- za 40828/2005 e 40827/2005).
bordinato ad una serie di variabili, Consegue che, sul punto, il princi-
e non si esauriva nel risparmio di pio di diritto enucleato dal Tribu-
spesa conseguito dallo indagato nale, per il quale il delitto di cui
con la sua illecita condotta. all’articolo 53-bis è connotato dalla
Per l’annullamento della ordinan- mancanza di autorizzazione, non è
za, ricorre in Cassazione il Procura- condivisibile.
tore della Repubblica deducendo I giudici avrebbero dovuto analiz-
violazione di legge. zate, pur in presenza di un titolo a-
Rileva che sussistono gli elementi bilitativo (il cui contenuto, peral-
oggettivi e soggettivi costitutivi del- tro, non è specificato), quali fossero
la fattispecie di reato di cui all’arti- le difformità, in termini qualitativi
colo 53-bis, Dlgs 22/1997, di cui fa o quantitativi, della gestione dei ri-
una analitica ricognizione, e preci- fiuti rispetto alle prescrizioni della
36
samente: una organizzazione im- autorizzazione e verificare se la
condotta dell’indagato fosse ontolo- golarmente considerate, potrebbero co la motivazione della ordinanza stesso concorresse a determinare

Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Sentenza 7 aprile 2006, n. 12433


gicamente diversa da quella auto- essere di modesta entità; il requisito non appare congrua e corretta. Il l’erogazione di incentivi anche eco-
rizzata. in oggetto non può essere desunto profitto, che la norma richiede, non nomici con conseguente profitto
Solo all’esito di questa analisi, il automaticamente dalla stessa orga- deve assumere necessariamente na- patrimoniale e personale da parte
Tribunale avrebbe potuto conclude- nizzazione e continuità della abusi- tura di ricavo patrimoniale, ben po- dell’indagato.
re che la fattispecie concreta fosse va gestione di rifiuti (Corte di Cas- tendo lo stesso essere integrato dal Per i rilevati vizi motivazionali,
sussumibile nella ipotesi di reato di sazione, III Sezione penale, senten- mero risparmio dei costi o dal per- l’ordinanza impugnata deve essere
cui articolo 51, comma 4, Dlgs 22/ za 30373/2004). seguimento di vantaggi di altra na- annullata con rinvio al Tribunale
1997 e non in quella contestata dal Tuttavia, la motivazione della ordi- tura (Corte di Cassazione, III Se- di Palermo.
pubblico ministero. nanza impugnata, sul punto, è ge- zione penale, sentenza 40827/
Per quanto riguarda il tema degli nerica ed apparente; il Tribunale 2005). P.Q.M.
ingenti quantitativi di rifiuti, è esat- non ha indicato in base a quali pa- Ora, nel caso concreto, la riduzione La Corte annulla la ordinanza im-
to quanto precisato dal Tribunale rametri obiettivi ed elementi speci- di esborsi da parte dell’azienda è pugnata con rinvio al Tribunale di
perché il termine “ingenti”, che fici ha concluso, in relazione al stata evidenziata dai giudici e la Palermo.
qualifica i rifiuti, deve riferirsi al globale contesto della attività adde- circostanza che tale risparmio fosse
quantitativo di materiale comples- bitata all’indagato, che il quantita- solo uno dei parametri da valutare Roma, 7 febbraio 2006
sivamente gestito attraverso una tivo di rifiuti non fosse ingente. ai fini del conferimento dei premi
pluralità di operazioni che, se sin- Anche relativamente al dolo specifi- di produzione non esclude che lo

Con la sentenza in commento, la Corte di Cas- ingiusto profitto, fanno della gestione illecita
sazione affronta il tema attinente, estrema- di rifiuti la loro redditizia anche se non e-
il commento mente interessante, della qualificazione degli sclusiva attività professionale. Per il perfezio-
elementi costitutivi del reato di traffico illecito namento del reato, necessita il compimento
di rifiuti, previsto dall’articolo 53-bis del Dlgs di più operazioni illecite e la predisposizione
Il traffico è illecito 22/1997 (reato introdotto specificamente dal- di un’organizzazione sia pure rudimentale
anche quando la gestione l’articolo 22, legge 93/2001). (…). Le condotte sanzionate dall’articolo
dei rifiuti non è riconducibile L’occasione è data alla Suprema Corte dall’im- 53-bis si riferiscono a qualsiasi gestione di
pugnazione da parte della Procura della Repub- rifiuti e non sono limitate a quelle svolte al
all’autorizzazione blica di un provvedimento di diniego di misura di fuori delle prescrizioni dell’autorizzazio-
cautelare richiesto nei confronti del capo settore ne; pertanto la fattispecie di reato in esame

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


di una Azienda municipalizzata, indagato ap- comprende oltre alla attività clandestina o
punto per il reato di traffico illecito di rifiuti. avente ad oggetto una tipologia di rifiuti
di Gabriele Taddia Sia il Gip che il Tribunale hanno rigettato la ri- non rientranti nel titolo abilitativo, anche
Avvocato in Ferrara chiesta, in particolare i giudici di merito rile- tutte le attività che, per le concrete modalità
vando che, pur non essendo il trattamento del in cui si esplicano, risultino totalmente
percolato della discarica conforme alle prescri- difformi dal contenuto delle autorizzazioni
zioni del provvedimento autorizzativo, la con- sì da non potere essere giuridicamente ri-
dotta eventualmente illecita doveva ritenersi conducibili alla stessa (Cassazione penale,
rientrante nell’ambito dell’articolo 51, comma Sezione III, sentenze 40828/2005 e 40827/
4, Dlgs 22/1997 e che soprattutto doveva rite- 2005). Consegue che, sul punto, il principio
nersi non sussistente il requisito della ingente di diritto enucleato dal Tribunale per il qua-
quantità di rifiuti, in quanto, rispetto alla mole le il delitto di cui all’articolo 53-bis è conno-
di materiale globalmente trattata, la complessa tato dalla mancanza di autorizzazione,
organizzazione di cui faceva parte l’indagato non è condivisibile”.
non poteva ritenersi finalizzata alla attività a- Pertanto, osserva la Cassazione, il Tribunale a-
busiva. vrebbe dovuto analizzare ed esplicare quali fos-
Infine, mancava l’elemento del dolo specifico, sero le difformità fra l’attività di gestione con-
dal momento che il profitto era costituito dalla cretamente esercitata e quella, invece, autoriz-
percezione di una serie di variabili e non si e- zata, e verificare se la condotta rientra fra quel-
sauriva nel semplice risparmio di spesa conse- le contestate all’articolo 51 oppure se deve rite-
guito perpetrando la condotta illecita. nersi sussistente un’attività completamente di-
Ricorre per Cassazione il Procuratore della versa e tale da non poter invocare la sussistenza
Repubblica, denunciando violazione di legge e del provvedimento autorizzativo.
rilevando la sussistenza di una organizzazione
imprenditoriale dedita alla attività di traffico il- Questa parte della sentenza afferma un princi-
lecito di rifiuti, dell’ingente quantità di mate- pio in sé non errato, ma estremamente difficile
riali gestiti abusivamente e il conseguimento da esplicare in concreto: sovente, è infatti ar-
del profitto ingiusto, costituito dai premi di duo stabilire quando l’attività di gestione del
produzione, configurandosi così pienamente rifiuto esorbiti in modo così rilevante da quan-
integrata la previsione normativa di cui all’ar- to previsto nell’autorizzazione, da ritenersi al
ticolo 53-bis, Dlgs 22/1997 contestato. di fuori della stessa. Certamente è agevole
La Cassazione nell’accogliere il ricorso compie quando vi siano elementi oggettivi, come ad e-
una disamina piuttosto interessante, fissando sempio la diversità del rifiuto trattato rispetto a
con chiarezza i confini dell’illecito contestato, quanto previsto in autorizzazione, ma in altri
in particolare venendo a chiarire che “Il delitto casi la distinzione è assolutamente meno netta.
previsto dall’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997, Inoltre, la fattispecie della sussistenza o meno
intende sanzionare comportamenti non oc- dell’autorizzazione, appare avere un rilievo de-
casionali di soggetti che, al fine di trarre un cisivo. 37
Altra giurisprudenza ha infatti chiarito che “la In questo senso il termine “abusivamente”, Correttamente, infine, la Cassazione rileva che
Giurisprudenza Corte di Cassazione penale – Sentenza 7 aprile 2006, n. 12433

fattispecie dell’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 contenuto nell’articolo 53-bis, lungi dall’a- il profitto che la norma richiede, non deve ne-
(organizzazione di traffico illecito di rifiuti) vere valore “residuale” e, quindi, alternati- cessariamente assumere il carattere del ricavo
è radicalmente diversa da quella del prece- vo rispetto alla disposizione dell’articolo 51, patrimoniale, ben potendo essere lo stesso inte-
dente articolo 51 (attività di gestione di ri- ne costituisce un esplicito richiamo in quan- grato dal mero risparmio di costi o dal perse-
fiuti non autorizzata) e fra le due norme to si riferisce alla mancanza di autorizza- guimento di vantaggi di altra natura (si veda
non è configurabile un rapporto di specia- zione, che determina l’illiceità della gestione anche Cassazione penale, Sezione III, sentenza
lità, né le stesse sono alternative, sicché l’ap- organizzata e costituisce l’essenza del traffi- 40827/2005), con ciò uniformandosi nella so-
plicazione dell’una escluda necessariamen- co illecito di rifiuti” (si veda Cassazione pena- stanza a quanto previsto per tutti i reati per la
te l’applicazione in concreto dell’altra, ma le, Sezione VI, sentenza 18 marzo 2004, n. sussistenza dei quali è richiesto un profitto, in-
nella fattispecie concreta possono ricorrere 30373). tendendosi in realtà in una accezione estrema-
sia gli elementi sostanziali indicati dell’una Per quanto concerne l’ingente quantità, la mente ampia, ogni possibile utilità e non cer-
(l’allestimento di mezzi e di attività conti- Cassazione conferma correttamente che il ter- tamente solo un mero vantaggio monetario.
nuative organizzate) che quelli formali pre- mine “ingenti” che qualifica i rifiuti, deve rife- Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha
visti dall’altra (mancanza di autorizzazio- rirsi al quantitativo di materiale complessiva- annullato l’ordinanza di rigetto impugnata
ne), dando luogo al concorso di entrambi i mente gestito, nonostante le singole operazioni con rinvio al Tribunale.
reati ai sensi dell’articolo 81 C.p. possano essere di modesta rilevanza.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

l’isolamento
ecoefficiente
guida all’uso dei materiali naturali
L’attenzione alle problematiche obiettivo.
ambientali permea ormai tutti i Ma isolare come? In questo
campi del vivere, e il progettare campo emerge infatti la profonda
secondo i criteri della bioedilizia è mancanza di informazioni in grado
uno dei nodi decisivi dell’abitare in di sostenere scelte e orientamenti
modo sano. L’adozione della corretti. I materiali isolanti
direttiva europea 2002/91 impone alternativi, caratterizzati da un
anche all’Italia di adeguare, a minore impatto sull’ambiente e
partire dal 2006, il proprio sulla salute, fanno oggi fatica a
patrimonio edilizio a criteri di trovare un posto sul mercato e ad
risparmio energetico. acquisire visibilità a causa della
di Alessandro Fassi Isolare meglio è il primo e il più mancanza di informazioni e di una
e Laura Maina
semplice intervento che si può documentazione validata da
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38
Ministero della salute
Circolare 29 marzo 2006, prot. n. 12964/P

Il Ministero della salute Dalla corretta applicazione del regolamento


Prassi Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria
La nutrizione e la sicurezza degli alimenti
Ce/197/2006 deriva che:

1. Rientrano nel campo di applicazione i


prodotti alimentari non più destinati al
Ai Presidenti delle Regioni e delle consumo umano di cui all’articolo 6, para-
Province autonome di Trento e di Bolzano grafo 1, lettera f) del regolamento 1774/
Loro Sedi 2002, diversi dalle materie prime di origine ani-
E.p.c. Associazioni di categoria male elencate al punto seguente.
Loro Sedi Tali prodotti potranno essere smaltiti in discarica
senza la trasformazione prevista dal regolamento
1774/2002 ed a condizione che non siano venuti
Prodotti alimentari Oggetto: chiarimenti concernenti alcuni in contatto con materie prime di origine animale.
aspetti applicativi del regolamento (Ce)
197/2006 – misure transitorie a norma 2. Sono escluse dal campo di applicazione
di origine animale del regolamento 1774/2002. le materie prime di origine animale quali:
carne cruda, prodotti della pesca crudi, uova cru-
Si rende noto alle SS.LL. che dal 1° gennaio 2006 de e latte crudo, da intendersi ai sensi dell’artico-
scaduti: è entrato in applicazione il regolamento della
Commissione 197/2006 del 3 febbraio 2006 che
lo 2, comma 1, lettera n) del regolamento (Ce)
852/2005 come prodotti non trasformati cioè
riprende e proroga la deroga concessa agli Stati non sottoposti a trattamento (qualsiasi azione

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


il MinSalute membri dal regolamento 813/2003, recante mi-
sure transitorie a norma del regolamento 1774/
che comporti la modifica sostanziale del pro-
dotto iniziale, quali trattamento termico, af-
2002/Ce relativa alla raccolta, al trasporto, al fumicatura, salagione, stagionatura, essicca-
chiarisce molti trattamento, all’utilizzo e all’eliminazione di
prodotti alimentari non più destinati al consumo
zione, marinatura, estrazione, o una combi-
nazione di tali procedimenti), compresi pro-
umano. dotti che siano divisi, separati, sezionati, affet-
dubbi Al fine di garantire una corretta ed uniforme ap-
plicazione sull’intero territorio nazionale delle
tati, disossati, tritati, frantumati, tagliati, pu-
liti, rifilati, macinati, refrigerati, congelati,
disposizioni contenute nel regolamento 197/2006 surgelati, scongelati.
si è ritenuto opportuno elaborare la presente nota Le suddette materie prime di origine animale
condivisa, nel corso della riunione tecnica che si non possono, pertanto, essere avviate allo smalti-
è tenuta presso il Ministero della salute il 23 feb- mento tal quali in discarica, ma solo previa tra-
braio 2006, dallo scrivente, dal Ministero del- sformazione in impianti riconosciuti e confor-
l’ambiente e tutela del territorio e dal gruppo di memente all’articolo 6, paragrafo 2 del regola-
lavoro interregionale “regolamento 1774/ 2002” mento 1774/2002.
istituito presso il Dipartimento per la sanità pub-
blica veterinaria, la nutrizione e sicurezza degli 3. Non rientrano nel campo di applicazio-
alimenti del Ministero della salute. ne del regolamento 197/2006 in quanto già
In particolare, il regolamento 197/2006 si appli- escluse dal campo di applicazione del rego-
ca ai prodotti alimentari non più destinati al lamento 1774/2002 i prodotti di panetteria
consumo umano, elencati all’articolo 6, para- e pasticceria che:
grafo 1, lettera f) del regolamento 1774/2002, possono contenere ingredienti quali il caglio o
“ex generi alimentari” di origine animale diversi grasso fuso, latte, prodotti a base di latte, uova,
dai rifiuti di ristorazione, che non sono più desti- miele o gelatina che siano stati incorporati in tali
nati al consumo umano per ragioni commerciali prodotti ma che non costituiscono il principale
o per problemi di fabbricazione o per difetti di ingrediente e non contengano materie prime di
confezionamento o per altri difetti che non com- origine animale di cui al punto 2 di qualunque
portino rischi per la salute umana o animale. specie.

Pertanto, si confermano fino al 31 lu- 4. I sistemi alternativi di cui all’articolo 3, let-


glio 2007 le disposizioni in merito con- tera b) del regolamento 197/2006, si riferiscono
tenute nell’articolo 11, comma 3, del- ad altri sistemi di trattamento che l’autorità
l’Accordo Stato Regioni del 1° luglio competente potrà autorizzare, secondo le previ-
2004, contenente linee guida per l’ap- sioni introdotte con il punto 13-bis, a modifica
plicazione del regolamento 1774/2002, dell’Allegato VI parte C del regolamento Ce n.
provvedendo affinché siano rispettati 1774/2002, ai sensi del regolamento Ce n. 208/
anche gli ulteriori obblighi previsti dal 2006. I sistemi di compostaggio attualmente ed
39
regolamento 197/2006. ufficialmente già autorizzati ai sensi della nor-
mativa ambientale potranno continuare ad uti- 5. Raccolta e trasporto – Articolo 3 del re- ai sensi del regolamento Ce/1774, si applicano
Prassi Circolare MinSalute 29 marzo 2006 – Chiarimenti sul regolamento 197/2006

lizzare come materie prime i prodotti di cui al golamento 197/2006: integralmente le disposizioni relative alla raccol-
punto 1 ed inviare i materiali risultanti come fer- a) La raccolta ed il trasporto dei prodotti alimen- ta e trasporto contenute nell’Accordo 1° luglio
tilizzanti organici o ammendanti (deroga all’ar- tari avviati in una discarica autorizzata devono 2004 recante le linee guida per l’applicazione del
ticolo 6, paragrafo 2 lettera f) del regolamento avvenire in conformità alla normativa ambienta- regolamento 1774/2002.
1774/2002) fino al 1° gennaio 2007 e comunque le. In tal caso resta fermo l’obbligo della tenuta
fino alla verifica da parte dell’autorità regionale del registro delle partite di cui all’articolo 9 del Pregasi le SS.LL. di voler trasmettere, per il segui-
che i parametri di trasformazione assicurino la regolamento 1774/2002 (compilazione e conser- to di competenza, la presente nota ai Servizi vete-
riduzione al minimo dei rischi biologici. vazione per almeno due anni) solo da parte di rinari degli Assessorati regionali alla sanità ed ai
L’utilizzo di sistemi alternativi di trattamento è chi consegna i prodotti alimentari di cui al punto servizi regionali ambientali.
autorizzato dalle Regioni, a seguito di istanza 1 della presente nota. Per quanto riguarda il tra-
presentata al Ministero della salute e previo pare- sportatore si applica la normativa ambientale. Il Capo Dipartimento
re favorevole del gruppo interregionale “regola- b) Nel caso in cui i prodotti alimentari di cui al
mento 1774/2002”. punto 1 vengano avviati ad impianti riconosciuti

Il 31 dicembre 2005 è scaduto il regolamento trasformazione preliminare;


813/2003 della Commissione del 12 maggio – la trasformazione obbligatoria in impianti
il commento 2003 che prevedeva specifiche deroghe ai trat- riconosciuti ai sensi del regolamento 1774/
tamenti e alle destinazioni previste dal regola- 2002 e successivo smaltimento in discarica au-
mento 1774/2002, per i prodotti alimentari di torizzata ai sensi della normativa ambientale;
Per l’alimentare scaduto origine animale diversi dai rifiuti di ristorazio- – la trasformazione sempre in impianti ricono-
o difettoso, la deroga vale ne, di cui alla lettera f), articolo 6, paragrafo 1 sciuti ai sensi del predetto regolamento (in im-
fino al 31 luglio 2007 dello stesso regolamento, non più destinati al pianti di categoria 3, in impianti tecnici, in im-
consumo umano per motivi commerciali (ad pianti di produzione di biogas e compostaggio
esempio i prodotti da banco scaduti dei super- secondo le regole del regolamento 1774/2002);
mercati) o per problemi di lavorazione e im- – oppure l’impiego come materie prime (quin-
ballaggio, tali però da garantire comunque la di non rifiuti) in impianti di produzione di ali-
salute umana ed animale, purché non mesco- menti per animali da compagnia.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

di Aurelia Fonda lati con altri sottoprodotti di categoria 1 e 2 (si Invece il 3 febbraio 2006 è uscito il regolamen-
Dirigente Medico Igienista in comando veda Sottoprodotti di origine animale non to (Ce) 197/2006 della Commissione recante
presso il Ministero dell’ambiente destinati al consumo umano: cosa cambia misure transitorie a norma del regolamento
e della tutela del territorio per la gestione dei rifiuti, in questa Rivista, n. (Ce) 1774/2002 relative alla raccolta, al tra-
101, novembre 2003). sporto, al trattamento, all’utilizzo e all’elimi-
Ricordiamo in sintesi che le deroghe riguarda- nazione di prodotti alimentari non più destina-
vano: ti al consumo umano (Guce del 4 febbraio L
– l’accesso agli impianti di biogas e compo- 32), in vigore dal giorno 8 febbraio 2006, in
staggio conformi alle preesistenti norme am- applicazione dal 1° gennaio 2006 fino al 31 lu-
bientali, e quindi non riconosciuti ai sensi glio 2007.
dell’articolo 15 del regolamento 1774/2002;
– il trasporto in deroga ai requisiti previsti Questo nuovo regolamento consente agli
dall’articolo 7 del regolamento 1774/2002 e Stati membri di prolungare la deroga di cui
quindi, se avviati allo smaltimento o al recupe- al regolamento 813/2003, applicando le
ro come rifiuti, il trasporto ai sensi del Dlgs norme nazionali in tema di raccolta, traspor-
22/1997; to ed eliminazione dei prodotti alimentari di
– lo smaltimento in discarica senza la prelimi- origine animale non più destinati al consu-
nare trasformazione, di cui all’Allegato V del mo umano, preesistenti al regolamento
regolamento 1774/2002, che abbina un tratta- 1774/2002, al fine di evitare di perturbare
mento di riduzione dei sottoprodotti in dimen- gli scambi commerciali (considerando 2).
sioni variabili da 20 a 150 millimetri a un trat-
tamento termico con alta temperatura. Rispetto al precedente regolamento 813/2003 il
nuovo regolamento ha chiarito alcuni passaggi
Risultava, d’altra parte, ridicolo pensare di scritti in maniera incompleta, dettagliando
dover sottoporre a tale trasformazione pre- maggiormente alcune evenienze; tuttavia ha
liminare per l’avvio in discarica, anche se contemporaneamente sollevato dei dubbi che
con difetti di imballaggio o scaduti, i vasetti prontamente il Ministero della salute, Di-
di yogurt, gli omogeneizzati di carne o le al- partimento per la sanità pubblica veterinaria,
tre confezioni di carne in scatola, di insac- la nutrizione e la sicurezza degli alimenti, con
cati, o formaggi. apposita circolare rivolta alle Regioni e alle as-
sociazioni di categoria, ha chiarito.
Quindi dal 1° gennaio 2006 il destino finale di
tali prodotti alimentari non più destinati al I chiarimenti
consumo umano, sembrava potesse essere solo È stato chiarito che la deroga è relativa all’inte-
quello previsto dall’articolo 6, paragrafo 2 del ro paragrafo 2 dell’articolo 6, cioè riguarda, tra
regolamento 1774/2002 cioè: l’altro, anche l’eliminazione in discarica (sen-
– l’incenerimento in impianti autorizzati ai za trasformazione preliminare) e non la sola
40 sensi della normativa ambientale, con o senza lettera f) – trasformazione in impianti di bio-
gas e compostaggio riconosciuti ai sensi del re- porlo a carico della persona che li consegna o sumo umano, di cui articolo 6 paragrafo 1

Prassi Circolare MinSalute 29 marzo 2006 – Chiarimenti sul regolamento 197/2006


golamento 1774/2002 – come invece era ripor- a carico di chi li trasporta. lettera f) regolamento 1774/2002, diversi
tato nel regolamento 813/2003 all’articolo 1. Nella circolare del Ministero della salute, con- dalle materie prime di origine animale
Lo stesso titolo dell’articolo 1 del nuovo regola- divisa dal Ministero dell’ambiente e tutela del “crude”, ed inviare i materiali risultanti,
mento 197/2006 è stato ampliato: si legge, in- territorio, nel caso tali prodotti siano avviati a come fertilizzanti organici o ammendanti
fatti, “deroga” in materia non solo di raccolta, discarica autorizzata, è previsto che il registro (deroga all’articolo 6, paragrafo 2, lettera f)
trasporto ed eliminazione, ma anche “di trat- delle partite sia compilato e conservato solo da del regolamento 1774/2002) fino al 1° gen-
tamento e di utilizzo”. parte di chi li consegna, ad esempio il gestore naio 2007 e comunque fino alla verifica da
Il regolamento 197/2006 ha chiarito – e ciò del supermercato. parte dell’autorità regionale che i parametri
non era immediatamente desumibile dal rego- La ragione dell’esclusione dell’obbligo del re- di trasformazione assicurino la riduzione al
lamento 813/2003 – che carne cruda, prodotti gistro delle partite per i trasportatori sta nel minimo dei rischi biologici”.
della pesca crudi, uova crude e latte crudo so- fatto che, applicandosi la normativa ambien-
no da considerarsi materie prime di origine a- tale, una registrazione di questa fase è già pre- Il nuovo regolamento Ce 208/2006
nimale e non prodotti di origine animale di sente ai sensi del Dlgs 22/1997, e questa viene (Guce 8 febbraio 2006 L 36)
cui all’articolo 6, paragrafo 1, lettera f), quindi ritenuta sufficiente. Con questo regolamento si modificano l’Alle-
ad essi non si applicano le suddette deroghe, gato VI, capitolo II e l’Allegato VIII, capitolo
ma vale quanto stabilito dall’articolo 6, para- I dubbi III del regolamento 1774/2002, relativi rispet-
grafo 2, regolamento 1774/2002. Alquanto criptico nell’interpretazione è il com- tivamente ai requisiti specifici per il riconosci-
Ad esempio i prodotti degli esercizi commer- ma b) dell’articolo 3 che qui si riporta: mento degli impianti di biogas e compostaggio
ciali quali le fettine di carne cruda nei relativi “Gli Stati membri possono autorizzare che i e ai requisiti per stallatico, stallatico trasfor-
imballaggi, i surgelati di pesce crudo, le uova, prodotti alimentari non più destinati al mato e prodotti da esso derivati.
che non siano più destinati al consumo uma- consumo umano:
no, dovranno essere trasportati da soggetti au- a) (omissis) Vi è una importante novità, sia per quanto
torizzati e registrati dai servizi veterinari delle b) vengano trattati in sistemi alternativi riguarda i requisiti degli impianti suddetti
aziende sanitarie competenti (articolo 5 autorizzati a condizioni tali da minimiz- (capitolo II, Allegato VI) che per lo stallati-
dell’Accordo 1° luglio 2004 “Linee guida per zare il rischio per la salute pubblica e degli co trasformato (capitolo III, Allegato VIII):
l’applicazione del regolamento 1774/2002 animali, purché siano rispettate le seguenti viene aggiunto che l’autorità competente
(…)” Gazzetta ufficiale 24 luglio 2004) e, i- condizioni: può comunque autorizzare l’impiego di al-
noltre, non potranno andare in discarica senza i) i materiali risultanti vanno avviati allo tri parametri di trasformazione standardiz-
la preliminare trasformazione in impianti au- smaltimento in un impianto di inceneri- zati, purché il richiedente dimostri che tali

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


torizzati dalla Regione o Provincia autonoma, mento o di coincenerimento a norma della parametri assicurino la riduzione al mini-
secondo le regole del regolamento 1774/2002, direttiva 2000/76/Ce oppure in una discari- mo dei rischi biologici. Viene inoltre de-
ca a norma della direttiva 1999/31/Ce; e scritta la metodica con la quale tale dimo-
La circolare del Ministero della salute ha ii) i materiali risultanti non vanno utiliz- strazione deve essere condotta.
chiarito che per crudo si deve intendere il zati come materie prime per mangimi o co-
prodotto non sottoposto a trattamento ed me fertilizzanti organici o ammendanti”. Questa precisazione integra concettualmente il
ha indicato tra i trattamenti: l’affumicatura, Quali siano questi sistemi di trattamento alter- paragrafo 14 dello stesso Allegato VI relativo a-
la salagione, la stagionatura, l’essiccazione, nativi non è chiaro a nessuno. gli impianti che accettano rifiuti di cucina e
la marinatura e l’estrazione. Comunque tali sistemi, si desume, sono rite- ristorazione eventualmente mescolati a stalla-
nuti di efficacia assai scarsa, visto che i mate- tico, perché la stessa metodica di convalida po-
Il tramezzino con salmone affumicato, quan- riali risultanti: trebbe essere adattata per la verifica dell’effetto
do non più idoneo al consumo umano, può 1) devono essere smaltiti, come se il tratta- equivalente per quanto attiene alla riduzione
quindi avvalersi della deroga e seguire la nor- mento non fosse stato neppure eseguito; degli agenti patogeni.
mativa ambientale. 2) non possono essere utilizzati né come mate- Quindi dalla lettura combinata dei due regola-
Viene inoltre specificato che i prodotti di panet- rie prime per mangimi, né come fertilizzanti o menti e come esplicitato dalla circolare inviata
teria e pasticceria che possono contenere in- ammendanti. alle associazioni di categoria, oltre che ai com-
gredienti quali il caglio o grasso fuso, latte, petenti assessorati alla sanità e all’ambiente,
prodotti a base di latte, uova, miele o gelatina Fortunatamente, al fine di evitare il blocco del- nei prossimi anni le autorità regionali saranno
che siano stati incorporati in tali prodotti, ma le attività esistenti, è intervenuta la circolare impegnate a verificare che i parametri di tra-
che non costituiscono il principale ingrediente del Ministero della salute che ha chiarito che i sformazione adottati dagli impianti – che vo-
e che non contengono materie prime di origi- sistemi alternativi del predetto articolo 3, lette- gliono accettare i prodotti alimentari non più
ne animale, non rientrano nel campo di appli- ra b) del regolamento 197/2006, si riferiscono destinati al consumo umano (di cui articolo 6,
cazione del regolamento 1774/2002, quindi ad altri sistemi di trattamento che l’autorità paragrafo 1, lettera f) del regolamento 1774/
quando vi sia la decisione di disfarsene seguo- competente potrà autorizzare, ai sensi del re- 2002) e che sono autorizzati ai sensi della nor-
no la normativa sui rifiuti. cente regolamento Ce 208/2006 del 7 febbraio mativa ambientale – assicurino la riduzione
Per quanto riguarda l’obbligo della tenuta del 2006. al minimo dei rischi biologici, secondo la me-
registro delle partite di cui all’articolo 9 del re- todica di convalida descritta nel regolamento
golamento 1774/2002 (compilazione e conser- Recita infatti la circolare suddetta: “I sistemi di 208/2006.
vazione per almeno due anni) relativo ai pro- compostaggio attualmente ed ufficialmente È importante la precisazione che detti impianti
dotti alimentari non più destinati al consumo già autorizzati ai sensi della normativa am- in attesa di questa verifica, possano continuare
umano, il regolamento 197/2006 (articolo 2) bientale potranno continuare ad utilizzare i ad operare, utilizzando tali prodotti.
dà mandato allo Stato membro di decidere se prodotti alimentari non più destinati al con-

41
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
(Gazzetta ufficiale 26 giugno 2006 n. 146)

Avviso relativo alla segnalazione di inefficacia di


diciassette decreti ministeriali ed interministeriali,
attuativi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
riguardante: “Norme in materia ambientale”, pubblicati
nella Gazzetta ufficiale in data 10, 11, 16, 17, 18 e 24
Prassi maggio 2006.

L’Ambiente
dichiara
l’inefficacia
dei decreti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Si avvisa che i decreti ministeriali ed intermini- comma, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, non
attuativi steriali di seguito elencati nell’unito allegato, sono stati registrati dal predetto organo e, pertan-
non essendo stati a suo tempo inviati per essere to, non possono considerarsi giuridicamente pro-
sottoposti al preventivo e necessario controllo del- duttivi di effetti:
della Delega la Corte dei Conti ai sensi dell’articolo 3, primo

Oggetto decreto Tipologia decreto No. Gazzetta ufficiale

Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui ri- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
fiuti, ai sensi dell’art. 159 comma 1 del Dlgs 3 a- – 2 maggio 2006
prile 2006 n. 152

Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
ai sensi dell’art. 99, comma 1 del Dlgs 3 aprile – 2 maggio 2006
2006 n. 152

Modalità per l’aggiudicazione da parte dell’Au- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
torità d’ambito del servizio di gestione integrata – 2 maggio 2006
dei rifiuti urbani, ai sensi dell’art. 202 comma 1
del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Disciplina delle modalità e dei termini di aggiudi- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 113 del 17 maggio 2006
cazione della gestione del servizio idrico integra- – 2 maggio 2006
to, ai sensi dell’art. 150, comma 2 del Dlgs 3 a-
prile 2006 n. 152

Definizione dei limiti esterni dell’estuario, area di Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
transizione tra le acque dolci e le acque costiere – 2 maggio 2006
alla foce di un fiume, ai sensi dell’art. 74, com-
ma 1, lettera e) del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Approvazione dei modelli di registro di carico e Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
scarico dei rifiuti ai sensi dell’art. 195 commi 2 – 2 maggio 2006
lettera n) e 4 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Criteri, procedure e modalità per il campiona- Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
mento e l’analisi delle terre e rocce da scavo, ai – 2 maggio 2006
sensi dell’art. 186, comma 3 del Dlgs 3 aprile
42 2006 n. 152
Prassi Comunicato MinAmbiente 26 giugno 2006 – Inefficacia decreti attuativi
Disciplina per l’esecuzione del monitoraggio della Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 107 del 10 maggio 2006
spesa ed altre iniziative informative e conoscitive – 2 maggio 2006
in campo ambientale, ai sensi dell’art. 55, com-
ma 5 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Registro delle imprese autorizzate alla gestione Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
dei rifiuti, ai sensi dell’art. 212 comma 23 del – 2 maggio 2006
Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Riorganizzazione del catasto dei rifiuti, ai sensi Dm Ministro ambiente e tutela territorio n. 108 dell’11 maggio 2006
dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile – 2 maggio 2006
2006 n. 152

Individuazione delle tipologie di beni in polietilene D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 108 dell’11 maggio 2006
rientranti nel campo di applicazione dell’articolo att. produttive – 2 maggio 2006
234 del Dlgs 3 aprile 2006 n. 152

Aggiornamento degli studi europei fissati dal D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 108 dell’11 maggio 2006
Comitato europeo di normazione (Cen), in confor- att. produttive – 2 maggio 2006
mità ai requisiti essenziali stabiliti all’articolo 9
della direttiva 94/62/Ce sugli imballaggi e rifiuti
di imballaggio

Requisiti relativi al centro di raccolta e all’impian- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 112 del 16 maggio 2006
to di trattamento dei veicoli fuori uso non discipli- att. produttive/Ministro infrastrutture e trasporti –
nati dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 2 maggio 2006
209 e successive modificazioni, ai sensi dell’arti-
colo 231 del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152

Semplificazione delle procedure amministrative D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 112 del 16 maggio 2006
relative alle rocce e terre da scavo provenienti da infrastrutture e trasporti/Ministro att. produttive/
cantieri di piccole dimensioni la cui produzione Ministro salute – 2 maggio 2006
non superi i seimila metri cubi di materiale, ai

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


sensi dell’articolo 266, comma 7, del Dlgs 3 a-
prile 2006, n. 152

Gestione delle entrate derivante dall’Albo dei ge- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 113 del 17 maggio 2006
stori di rifiuti, ai sensi dell’articolo 212, comma economia e finanze – 2 maggio 2006
16, del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152

Istituzione dell’elenco dei rifiuti, in conformità al- D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 114 del 18 maggio 2006 – S.o. n. 123
l’articolo 1, comma 1, lettera A), della direttiva att. produttive – 2 maggio 2006
75/442/Ce ed all’articolo 1, paragrafo 4 della di-
rettiva 91/689/Ce, di cui alla decisione della
Commissione 2000/532/Ce del 3 maggio 2000

Approvazione dello schema-tipo di statuto dei D.I. Ministro ambiente e tutela territorio/Ministro n. 119 del 24 maggio 2006
consorzi per ciascun materiale di imballaggio o- att. produttive – 2 maggio 2006
peranti su tutto il territorio nazionale, ai sensi
dell’articolo 223, comma 2, del decreto legislati-
vo 3 aprile 2006, n. 152

Il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il Dlgs del Dlgs 152/2006, per inosservanza della legge
152/2006, il provvedimento di riformulazione 20/1994 in materia di giurisdizione e controllo
il commento ambientale che ha riscritto la normativa relati- della Corte dei Conti (omesso preventivo invio
va a valutazione di impatto ambientale, difesa dei decreti alla Corte dei Conti per il necessario
del suolo e tutela delle acque, gestione dei ri- controllo e conseguente non registrazione dei
Acque e rifiuti, il quadro fiuti, riduzione dell’inquinamento atmosferico medesimi dal predetto organo).
delle norme tecniche e risarcimento dei danni ambientali, abrogan-
regolamentari di riferimento do la maggior parte dei previgenti provvedi- I provvedimenti dichiarati come inefficaci dal
menti del settore. Comunicato 26 giugno 2006 del MinAmbiente
tra entrata in vigore Tra il 10 e il 24 maggio 2006 sono stati emana- (tutti rubricati come Dm 2 maggio 2006 e rela-
del Dlgs 152/2006 ti dai competenti Ministeri diciotto decreti at- tivi, in particolare, alla tutela delle acque e alla
e intervento ablatorio tuativi del citato Dlgs 152/2006 relativi, in par- gestione dei rifiuti) sono i seguenti:
ticolare, alla tutela delle acque e alla gestione 1) in relazione alla tutela delle acque –
del MinAmbiente dei rifiuti. Parte terza del Dlgs 152/2006:
Il successivo 26 giugno 2006, il Ministero del- • Dm 2 maggio 2006 – Monitoraggio spesa
l’ambiente ha dichiarato (con proprio comuni- ambientale;
di Vincenzo Dragani cato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del me- • Dm 2 maggio 2006 – Limiti esterni estuario,
Avvocato, Redazione Reteambiente desimo giorno, n. 146) l’inefficacia di dicias- transizione acque dolci e costiere;
sette dei diciotto decreti emanati in attuazione • Dm 2 maggio 2006 – Norme tecniche per il 43
riutilizzo delle acque reflue; • Dm 2 maggio 2006 – Trattamento veicoli rie stabilite dallo stesso Dlgs 152/2006
Prassi Comunicato MinAmbiente 26 giugno 2006 – Inefficacia decreti attuativi

• Dm 2 maggio 2006 – Aggiudicazione servi- fuori uso rientranti nel Dlgs 152/2006; (dunque di carattere sostanziale), che fan-
zio idrico integrato; • Dm 2 maggio 2006 – Beni in polietilene no espressamente salvi molti dei decreti at-
• Dm 2 maggio 2006 – Autorità di vigilanza rientranti nel Dlgs 152/2006. tuativi emanati in base agli abrogati e citati
risorse idriche e rifiuti; Dlgs 152/1999 e Dlgs 22/1997 fino all’e-
2) in relazione alla gestione dei rifiuti – Qual è, alla luce dell’intervento ablatorio del manazione dei corrispondenti e nuovi de-
Parte quarta del Dlgs 152/2006: Ministero dell’ambiente, il quadro normativo creti attuativi del nuovo decreto legislativo.
• Dm 2 maggio 2006 – Istituzione elenco dei vigente disegnato dal Dlgs 152/2006? Per dise-
rifiuti; gnarlo, occorre effettuare una distinzione tra le È il caso delle norme regolamentari relative al
• Dm 2 maggio 2006 – Gestione terre e rocce norme di carattere “sostanziale” contenute nel riutilizzo delle acque reflue (si veda l’articolo
da scavo; Dlgs 152/2006 e le norme di carattere “attuati- 170, comma 3, lettera b) del Dlgs 152/2006,
• Dm 2 maggio 2006 – Gestione semplificata vo” contenute nei decreti ministeriali. che dispone l’applicazione del Dm 185/2003
di terre e rocce da scavo; Le norme di carattere sostanziale recate dal fino all’emanazione di nuovo e corrispondente
• Dm 2 maggio 2006 – Riorganizzazione Dlgs 152/2006, non essendo state toccate da provvedimento attuativo), alla gestione delle
Catasto rifiuti; successivi provvedimenti di pari rango, sono terre e rocce da scavo (articolo 186, medesimo
• Dm 2 maggio 2006 – Modelli di registro cari- pienamente in vigore dal 29 aprile 2006 nella Dlgs 152/2006, che fa salvo per il periodo tran-
co e scarico; loro formulazione originaria. sitorio il Dm 471/1999), dei registri di carico e
• Dm 2 maggio 2006 – Modalità aggiudicazio- Lo stesso non può dirsi per le norme di caratte- scarico (articolo 190, che dispone l’applicazio-
ne Autorità d’ambito servizio gestione integrata re “attuativo” emanate successivamente a tale ne del Dm 148/1998 fino alle nuove regole at-
rifiuti urbani; data in base al Dlgs 152/2006 ed espressamen- tuative del Dlgs 152/2006).
• Dm 2 maggio 2006 – Albo gestori rifiuti, Re- te dichiarate inefficaci dal Ministero dell’am-
gistro imprese autorizzate alla gestione dei ri- biente a partire dal 26 giugno 2006. Alla luce delle considerazioni sopra svolte, si
fiuti; ritene utile fornire una tabella riassuntiva che
• Dm 2 maggio 2006 – Albo gestori rifiuti, ge- La dichiarazione di inefficacia del Min- evidenzi, su base temporale, l’avvicendarsi del-
stione delle entrate; Ambiente ha reso nuovamente operanti i le norme tecniche regolamentari in relazione
• Dm 2 maggio 2006 – Schema-tipo di Statuto corrispondenti decreti ministeriali emanati alle tre citate materie di diretto interesse per le
Consorzi imballaggi; in attuazione delle previgenti norme di rife- imprese, ossia: gestione delle acque reflue, ter-
• Dm 2 maggio 2006 – Codici “Cen” (Comita- rimento, come il Dlgs 152/1999 e il Dlgs re e rocce da scavo, registri di carico e scarico.
to europeo normazione) di imballaggi e rifiuti 22/1997.
di imballaggio; Ciò è evincibile anche dalle norme transito-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Acque e rifiuti, il quadro delle norme tecniche regolamentari di riferimento tra entrata in vigore del Dlgs 152/2006 ed
intervento ablatorio del MinAmbiente
Materia Norme tecniche regolamentari di riferimento
1) Dopo l’entrata in vigore del Dlgs 2) Dopo l’emanazione dei nuovi 3) Dopo il Comunicato MinAmbiente
152/2006 ma prima dell’emanazione decreti attuativi del Dlgs 152/2006 ma 26 giugno 2006
dei relativi nuovi decreti attuativi prima del Comunicato MinAmbiente (dal 26 giugno 2006)
26 giugno 2006

Riutilizzo delle acque Fino al 25 maggio 2006: Dal 26 maggio 2006 al 25 giugno 2006: • Dm 12 giugno 2003, n. 185 (emanato
reflue • Dm 12 giugno 2003, n. 185 (emanato • Dm 2 maggio 2006 – Norme tecniche in attuazione del Dlgs 152/1999)
in attuazione del Dlgs 152/1999) per il riutilizzo delle acque reflue
(emanato in attuazione del Dlgs
152/2006 – Gu 11 maggio 2006, n.
108)

Terre e rocce da scavo Fino al 24 maggio 2006: Dal 25 maggio 2006 al 25 giugno 2006: Dal 26 giugno 2006:
• Dm 25 ottobre 1999, n. 471, Allegato • Dm 2 maggio 2006 – Gestione terre e • Dm 25 ottobre 1999, n. 471, Allegato
1, tabella 1, colonna B (emanato in rocce da scavo (emanato in attuazione 1, tabella 1, colonna B (emanato in
attuazione del Dlgs 22/1997) del Dlgs 152/2006 – Gu 10 maggio attuazione del Dlgs 22/1997)
2006, n. 107)

Dal 31 maggio 2006 al 25 giugno 2006:


• Dm 2 maggio 2006 – Gestione
semplificata di terre e rocce da scavo
(emanato in attuazione del Dlgs
152/2006 – Gu 16 maggio 2006, n.
112)

Registri carico e Fino al 24 maggio 2006: Dal 25 maggio 2006 al 25 giugno 2006: Dal 26 giugno 2006:
scarico • Dm 148/1998 (emanato in attuazione • Dm 2 maggio 2006 – Modelli di • Dm 148/1998 (emanato in attuazione
del Dlgs 22/1997) registro carico e scarico (emanato in del Dlgs 22/1997)
attuazione del Dlgs 152/2006 – Gu 10
maggio 2006, n. 107)

44
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Circolare 23 giugno 2006 (*)
(Gazzetta ufficiale 3 luglio 2006, n. 152)

Immissione sul mercato di apparecchiature elettriche


ed elettroniche di cui all’articolo 5 del decreto
Prassi legislativo 25 luglio 2005, n. 151

Raee, quali sono Ai fini dell’articolo 5 del decreto legislativo 25 lu-


glio 2005, n. 151, recante attuazione delle diretti-
Al fine dell’identificazione delle stesse i produttori
inviano, entro il 1° luglio 2006, al Ministero
ve 2002/95/Ce, 2002/96/Ce e 2003/108/Ce relati- dell’ambiente e della tutela del territorio – Di-
le apparecchiature ve alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose
nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche,
rezione per la qualità della vita, un inventario
delle predette apparecchiature contenente l’indi-
nonché allo smaltimento dei rifiuti, si intendono cazione delle tipologie di prodotto e del numero
immesse sul mercato le apparecchiature che, alla dei pezzi per ogni tipologia di prodotto.
immesse sul data del 25 giugno 2006, sono già nella forma di Le apparecchiature individuate dai predetti in-
prodotto finito pronto per la commercializzazio- ventari devono essere oggetto di transazione
ne ed hanno conseguentemente ultimato il loro commerciale entro il 31 ottobre 2006.
mercato secondo processo produttivo, ancorché giacenti presso i
magazzini del produttore in quanto prodotte o Roma, 23 giugno 2006

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


importate entro tale data.
il MinAmbiente
(*) Per la disamina esaustiva della proroga relativa ai Ma il sistema a che punto è?, di M. L. Nepi a pag. 11.
Raee, si veda Raee, è proroga al 31 dicembre 2006.

RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
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1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facoltativa, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richie- 2) Consenso al trattamento dei dati. Letta l'informativa di cui sopra
sto e dietro suo consenso, per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice. Responsabile del tratta-
mento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via Natale Battaglia 10 20127 - Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rila- autorizzo non autorizzo
sciati saranno trattati, anche con l'ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei servizi in oggetto, del marketing, del- l'utilizzo dei miei dati per l'invio di informazioni commerciali ed
l'amministrazione e della gestione clienti. Non saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di pubbli- iniziative della Casa Editrice
che autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto ottenerne gratuitamente il controllo, l'aggiornamento, la modifica
o la cancellazione e opporsi al loro trattamento ai sensi dell'articolo 7 del citato Dlgs 196/2003. Firma ............................................................
a cura di Paola Ficco
Maria Letizia Nepi Fise Unire – Confindustria
Claudio Rispoli Chimico – Esperto ambientale

Rubriche Quesiti
non viene da un processo produttivo, né una registro e/o Mud? Per tutti i rifiuti perico-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- Mps, poiché non viene da un ciclo di recupe- losi e non?
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, ro. Quindi, esso rimane un rifiuto. Può essere Il piccolo artigiano che produce solo rifiu-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. recuperato per un argine, conformemente a ti speciali non pericolosi che tipo di regi-
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- quanto previsto al citato punto 12.2, Dm 5 stro di carico e scarico usa se ancora il
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati febbraio 1998 purché previamente comuni- registro non è uscito? E per i rifiuti spe-
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a cato all’Albo gestori rifiuti secondo le nuove ciali pericolosi?
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. procedure per il recupero agevolato di cui a- Ha l’obbligo del registro di carico e scari-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale gli articoli 214 e 216, Dlgs 152/2006. Se si co per gli uni e gli altri? Registri e Mud
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto vuole fruire di tale procedura agevolata, però, hanno ancora la stessa relazione che a-
con le tematiche specifiche.
la miscelazione con la terra non è prevista vevano per il Dlgs 22/1997?
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- dal citato punto 12.2. Questo significa che il
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che suo recupero per la creazione di un argine, L’unica esclusione dal formulario, oltre al tra-
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- usando la miscelazione con la terra, deve es- sporto di rifiuti urbani effettuato dal soggetto
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto sere autorizzato dalla Regione/Provincia dele- che gestisce il servizio pubblico, è prevista
intestatario dell’abbonamento. gata (articolo 208, Dlgs 152/2006). dall’articolo 193, comma 4, per il trasporto di

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


I quesiti (la cui formulazione non deve superare le Ovviamente, poiché la detenzione è la signo- rifiuti non pericolosi effettuato dal produttore
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ria di fatto sul materiale (che, come tale, pre- dei rifiuti stessi, in modo occasionale e sal-
ogni mese, su queste pagine. scinde dal titolo giuridico sottostante), il sog- tuario, che non ecceda la quantità di 30 chili
getto che produce il fango ne è il detentore, o 30 litri (a prescindere dal riferimento al gior-
con tutto quel che ne consegue. Il fango, al no). Come noto, il parametro della occasiona-
Risponde Paola Ficco contrario della terra, è il risultato di una mi- lità risiede nella non prevedibilità della con-
scelazione naturale tra terra e acqua. Inoltre, dotta; quindi, non è mai riferibile a cadenze
50. I fanghi di dragaggio sono ri- il fango deriva da un’attività di dragaggio o di temporali precise (es. una volta al mese).
fiuti scavo della matrice acqua e la terra da un’at- Ciò ricordato, tra i soggetti esclusi dal regi-
Attività di escavo su una rete di canali ir- tività di scavo in senso proprio della matrice stro e dal Mud, tale figura non esiste. Anzi, vi
rigui a cielo aperto che derivano da un terreno (nulla vieta che una terra di scavo sia sono ricompresi anche i soggetti che effet-
corso d’acqua naturale, stoccati provvi- bagnata, perché l’acqua nella terra è in re- tuano trasporto come attività ordinaria e re-
soriamente in un deposito sotto tettoia rum natura). Le due tipologie, infatti, sono golare. Infatti, tale locuzione è stata letta dal-
perché perdano l’acqua. Il materiale stoc- trattate in modo diverso anche dal citato Dm la sentenza della Corte di Giustizia Ue, 9 giu-
cato ha caratteristiche rientranti nell’Al- 5 febbraio 1998 che alle terre e rocce dedica gno 2005 (contro l’Italia), con riferimento al
legato 1, suballegato 1, Dm 5 febbraio il suo punto 7.31 (superato dall’articolo 186, “trasporto a titolo professionale”, laddove la
1998 (rifiuto non pericoloso “fanghi”). Si Dlgs 152/2006) e al fango di dragaggio il Corte sostiene che sono trasportatori a titolo
chiede: suo punto 12.2 di cui è quesito. professionale sia coloro i quali trasportano ri-
1) È da considerare rifiuto? L’attività di essiccazione è un’operazione fiuti nell’esercizio della loro attività professio-
2) Ai sensi del Dlgs 152/2006 è possibile preliminare al recupero, opportunamente de- nale di trasportatori, sia coloro i quali, pur
miscelarlo con terra per formare un argi- clinata nel citato punto 12.2. non esercitando la professione di trasportato-
ne? Da ultimo si sottolinea che l’articolo 185, ri, “nondimeno trasportino nell’ambito della
3) Se è necessario “disfarsene”, si opera comma 1, lettera l), esclude espressamente loro attività professionale rifiuti da essi stessi
come detentore rifiuti? dal campo di applicazione della disciplina sui prodotti”. Come è evidente, dunque, il tra-
4) Che differenza c’è tra fango e terra? rifiuti il “materiale litoide estratto da corsi sporto a titolo professionale coincide con il
5) Tale attività di essiccazione è una tra- d’acqua, bacini idrici ed alvei”, ma solo a se- trasporto inteso come attività ordinaria e re-
sformazione? guito di “manutenzione disposta dalle auto- golare. E questo a prescindere dal fatto che
rità competenti”. Ma il materiale litoide è no- si tratti di rifiuti pericolosi o non pericolosi.
Il fatto che il fango in questione (fango di dra- toriamente cosa diversa dal fango. Nessuna esclusione apposita dai registri e
gaggio) sia qualificato come rifiuto non peri- dal Mud è stata prevista per costoro. Quindi,
coloso recuperabile in procedura agevolata 51. Qualunque tipo di trasportato- l’unica esclusione dalle scritture ambientali
dal Dm 5 febbraio 1998 (punto 12.2) non si- re deve tenere il registro e inviare (come detto) è stata prevista per il trasporto
gnificherebbe nulla ai fini della sua qualifica- il Mud di “rifiuti non pericolosi” effettuato dal pro-
zione come rifiuto. Poiché nodale è il disfarsi. Chi è iscritto al conto proprio e fa i formu- duttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale
47
Certamente, non è un sottoprodotto poiché lari per i rifiuti trasportati deve fare anche e saltuario, che non ecceda la quantità di 30
chili o 30 litri, per il formulario. 2006 che sottopone la sua esecutività all’e- della raccolta e dello smaltimento e non ai fi-
Rubriche Quesiti

Il piccolo artigiano di cui all’articolo 2083 manazione di un modello di domanda “ad ni del recupero. Questo significa che per i ri-
C.c. deve tenere il registro di carico e scarico hoc” concepito. Essa pertanto è vigente ed fiuti avviati a recupero viene riconfermata la
dei rifiuti di cui al Dm 148/1998 (che resta in efficace dal 29 aprile 2006 (data di entrata in disciplina di cui al citato articolo 21, comma
vigore fino a quando non sarà emanato il vigore del Dlgs 152/2006). Del resto, se si 7, Dlgs 22/1997, cioè assenza di privativa
nuovo Dm sostitutivo) sia per i rifiuti non peri- pone mente all’inizio del regime del recupero comunale e conferimento al gestore pubblico
colosi che pericolosi. Nessuna esclusione è agevolato, quando la procedura era in capo in convenzione o ad un soggetto privato. Si
prevista al riguardo. L’esclusione era dispo- alla Provincia, il difetto di modulistica non ha tratta di disciplina sostanziale operante già
sta dal “Decreto Ronchi” per i rifiuti non peri- mai impedito alle imprese di esercitare il di- dal 29 aprile 2006. Il decreto relativo all’assi-
colosi, ma essa non è stata riprodotta dal ritto in capo ad esse creato dagli articoli 31 e milazione riguarderà solo le aree inferiori a
Dlgs 152/2006. 33, Dlgs 22/1997 (ovviamente in esito alla e- quelle indicate.
Fra registri e Mud, in termini di obbligati non manazione del Dm 5 febbraio 1998 e poi del Tuttavia, nell’ambito di quei limiti indicati nel
c’è più la stessa equivalenza che si registra- Dm 161/2002). Del resto, non avrebbe potu- citato articolo 195, comma 2, lettera e) po-
va con il Dlgs 22/1997; infatti, i produttori di to farlo proprio in ragione della declinata ca- tranno essere assimilati solo i rifiuti che si
rifiuti non pericolosi non devono inviare il tegoria giuridica di appartenenza. Pertanto, formano “negli uffici, nelle mense, negli
Mud, tuttavia, alcuni di essi (quelli che pro- alla comunicazione di inizio attività dovrà es- spacci, nei bar e nei locali di servizio del la-
ducono i rifiuti di cui all’articolo 184, comma sere allegata la relazione prevista dall’articolo voratori o comunque aperti al pubblico”.
3, lettera c), d) e g)), devono tenere il registro 216, comma 3, riportante i dati ivi richiesti. Il Mud per i produttori di rifiuti non pericolosi
di carico e scarico. È il caso di ricordare che i Le norme di riferimento sono il Dm 5 febbraio non è previsto. Il registro (per i rifiuti non pe-
produttori di rifiuti derivanti da attività di re- 1998 e il Dm 161/2002, la cui efficacia è ricolosi) deve essere tenuto solo nel caso in
cupero e smaltimento sono soggetti anche al confermata (fino all’emanazione dei Dm so- cui il produttore dei rifiuti appartenga alle ca-
Mud. Infatti, l’esclusione per i produttori di ri- stitutivi) dall’articolo 214, comma 5, Dlgs tegorie di cui all’articolo 184, comma 3, let-
fiuti non pericolosi è implicita (nel senso che 152/2006. tera c), d) e g), Dlgs 152/2006. Ai sensi
essi non figurano tra i soggetti obbligati); tut- dell’articolo 189, comma 4, il produttore di
tavia, ex articolo 189, comma 3, Dlgs 152/ 53. I rifiuti speciali assimilati agli rifiuti pericolosi che li conferisce al servizio
2006, “Chiunque (…) svolge operazioni di urbani e avviati al recupero sfug- pubblico di raccolta, previa convenzione, non
recupero e smaltimento dei rifiuti” è obbliga- gono alla privativa comunale dal è tenuto all’obbligo di Mud e, quindi, di regi-
to all’invio del Mud (e alla tenuta del regi- 1° gennaio 2003 stro. Laddove i rifiuti speciali siano assimilati
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

stro), senza esclusione specifica, per i rifiuti Alla luce del Dlgs 152/2006, è corretto da agli urbani e li prelevi il gestore pubblico, il
prodotti. parte di un’impresa affidare al gestore formulario non è previsto.
pubblico, per il recupero, la carta raccolta Con riguardo alla intermediazione senza de-
52. La domanda per il recupero a- nei propri uffici (trattasi di soli edifici uffi- tenzione nulla cambia rispetto al “Decreto
gevolato all’Albo produce imme- cio), senza per questi tipi di rifiuti produr- Ronchi”; l’intermediario senza detenzione
diatamente i suoi effetti re formulario/registro/Mud? non è un gestore di rifiuti. Le imprese che
L’articolo 216, Dlgs 152/2006, al comma Partendo dal presupposto che la carta hanno fatto richiesta di iscrizione all’Albo ora
1 prevede che per iniziare le attività di re- non supera i limiti quali-quantitativi fissa- (come prima) non possono essere iscritte
cupero di rifiuti si debba dare comunica- ti dal Comune perché sia considerata as- nella relativa categoria 8, poiché è ancora
zione all’Albo gestori. Interpellata telefo- similata ai rifiuti urbani. carente il Dm recante l’importo delle fideius-
nicamente la sezione regionale, ha consi- Circa l’intermediazione senza detenzione: sioni; quindi, il relativo obbligo non può esse-
gliato di attendere la pubblicazione della che cosa cambia rispetto al “Decreto re adempiuto. Si tratta di una norma non so-
modulistica apposita, poiché una comuni- Ronchi”? Le imprese che hanno già fatto stanziale, né procedurale, bensì di organizza-
cazione presentata senza modulistica richiesta di iscrizione all’apposito Albo zione che come tale pur essendo vigente è i-
non potrebbe produrre alcun effetto, cosa devono fare per poter svolgere l’atti- nefficace in difetto della relativa attuazione (si
neanche l’inizio della decorrenza del ter- vità in regola con la nuova normativa? pensi, ad esempio, al certificato di avvenuto
mine di gg. 90. Si chiede quale comporta- smaltimento che non può essere richiesto o
mento tenere al fine di poter comunque Al gestore pubblico è sempre possibile affi- esibito fino a quando non sarà emanato l’ap-
intraprendere tale attività. dare i propri rifiuti speciali assimilati agli ur- posito decreto attuativo).
bani da avviare al recupero, ma non in regi-
Certamente al recupero agevolato non è ap- me di privativa, bensì in regime di mercato, 54. Il trasporto in conto proprio di
plicabile la modulistica declinata dall’Albo in cioè mediante convenzione. Già con il Dlgs rifiuti pericolosi è soggetto alla
esecuzione del Dm 406/1998, poiché la pro- 22/1997 (articolo 21, comma 7) i rifiuti urba- “iscrizione light” all’Albo gestori
cedura, all’epoca, non era in capo all’Albo. ni e assimilati avviati al recupero sfuggivano e alle scritture ambientali
Tuttavia, la norma di cui all’articolo 216, alla privativa comunale, dal 1° gennaio La nostra azienda ha diversi impianti
comma 1, è una norma procedurale che, co- 2003; quindi sin da quella data il gestore presso i quali si recano periodicamente
me tale, è immediatamente applicabile (a dif- pubblico era posto alla stregua di un impren- od occasionalmente squadre manutenti-
ferenza delle norme di organizzazione; in pro- ditore privato in ordine ai rifiuti speciali assi- ve. Ne deriva eventualmente la produzio-
posito, si pensi al certificato di avvenuto milati agli urbani e avviati al recupero che ne di stracci imbevuti di olio o di solventi
smaltimento). Pertanto, la domanda produce riusciva a captare. Ora, alla luce dell’articolo localmente prodotti. La quantità di tali
immediatamente i suoi effetti e dalla sua da- 195, comma 2, lettera e), Dlgs 152/2006 stracci è sicuramente non superiore ad 1
ta decorrono i 90 giorni previsti dalla norma. (relativo ai criteri per l’assimilazione), l’assi- kg per singola attività eseguita giornal-
La categoria giuridica (procedurale) della nor- milazione dei rifiuti speciali agli urbani potrà mente. Al termine delle attività gli opera-
ma è dimostrata dal fatto che non esiste al- essere effettuata solo entro le (ristrette) so- tori, facendo rientro alla sede principale,
48
cuna disposizione nell’ambito del Dlgs 152/ glie quantitative ivi indicate, ma ancora ai fini vi trasportano i suddetti stracci, che ven-
gono quindi inseriti in apposito cassonet- regolerà di conseguenza. ria medesime. Del che vi è traccia anche al

Rubriche Quesiti
to e destinati al conferimento a ditte spe- n. 2, lettera f), circolare 4 agosto 1998 (pie-
cializzate per lo smaltimento. Si chiede 56. Come si distingue l’interme- namente operante a seguito della dichiara-
se tale prassi sia corretta o se invece si diario con detenzione da quello zione di inefficacia dei decreti attuativi del
debbano prevedere le seguenti due alter- senza detenzione Dlgs 152/2006 del Ministero dell’ambiente e
native: Se un trasportatore commissiona ad un pubblicata sulla Gu del 26 giugno 2006, tra i
1) installazione di cassonetti per tutti gli altro trasportatore il ritiro di rifiuti (per e- quali figurava anche il Dm 2 maggio 2006,
impianti, per evitare il trasporto degli sempio accumulatori al piombo) presso relativo ai registri).
stracci e conferimento sul posto di produ- un suo cliente e ovviamente i dati del pri- Quindi, uno studio di consulenza o una so-
zione alla ditta specializzata; mo trasportatore compaiono sul formula- cietà che opera nel settore dello smaltimento
2) iscrizione all’Albo e compilazione dei rio nelle annotazioni come intermediario, dei rifiuti non può offrire tale servizio di tenu-
formulari per ogni trasporto degli stracci. si è dinanzi ad una intermediazione con o ta dei registri ai piccoli produttori di rifiuti di
senza detenzione? cui all’articolo 190, comma 4, Dlgs 152/
Gli stracci sono rifiuti prodotti dal manutento- 2006.
re degli impianti. L’articolo 266, comma 4, La detenzione rappresenta la situazione pos- Questo significa che il produttore del rifiuto
Dlgs 152/2006 (al pari del “Decreto Ronchi”) sessoria base; essa integra gli estremi di una deve necessariamente tenere (rectius: con-
stabilisce che “i rifiuti provenienti da attività “signoria di fatto” sulla cosa che, come tale, servare) il registro nei luoghi previsti dall’arti-
di manutenzione o assistenza sanitaria si è indipendente dal titolo giuridico sottostante. colo 190, comma 3, Dlgs 152/2006 cit. e
considerano prodotti presso la sede o il do- Quindi, a prescindere dal fatto che qualcosa non altrove. La conservazione del registro in
micilio del soggetto che svolge tali attività”. sia stato prodotto, acquistato, usucapito, ru- un luogo diverso da quelli ivi indicati integra
Questo significa che i rifiuti ben possono es- bato ecc. il solo fatto che tra il soggetto e la gli estremi della violazione di omessa tenuta
sere trasportati dalla sede della manutenzio- cosa esista un rapporto di fatto integra gli e- del registro a carico del soggetto obbligato.
ne presso la sede del manutentore e lì fatti stremi della detenzione. Nel caso di specie, Certamente, la sanzione non è prevista a ca-
giacere secondo le regole del deposito tem- laddove il primo trasportatore non si ponga rico della società di consulenza; tuttavia, lad-
poraneo. Diversamente, laddove tali rifiuti mai in rapporto materiale con il rifiuto (cioè dove essa abbia indotto il produttore del rifiu-
fossero lasciati presso il committente della non lo tocchi), costui è un intermediario sen- to ad affidarle la conservazione dei registri,
manutenzione (che non è il loro produttore) za detenzione. ben potrebbe essere fatta segno di azione di
costui dovrebbe avere uno stoccaggio auto- risarcimento danni da parte del destinatario

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


rizzato per rifiuti prodotti da terzi. 57. Esenzione dal registro per la della sanzione amministrativa pecuniaria pre-
Fermo restando, dunque, che il trasporto de- produzione di rifiuti non pericolo- vista per l’omessa tenuta del registro di cari-
gli stracci è possibile presso la sede del ma- si, ma a certe condizioni co e scarico (il produttore del rifiuto).
nutentore da parte del manutentore medesi- Una società di esercizio e manutenzione
mo e che costui presso la propria sede li po- di impianti può essere ritenuta esclusa 59. Il registro non deve essere più
ne in giacenza nel rispetto delle regole sul dalla tenuta dei registri di carico e scari- vidimato dal 29 aprile 2006
deposito temporaneo, è tuttavia necessario co per rifiuti non pericolosi (ad es. imbal- Il produttore deve dare comunicazione
che tale manutentore sia iscritto all’Albo, se- li, legname ecc.)? dell’avvio dell’utilizzo del registro di cari-
condo la procedura di cui all’articolo 212, co e scarico alla Provincia (o Regione)?
comma 8, Dlgs 152/2006 (cd. “procedura li- Come già detto sub risposta a quesito n. 54, Perché il registro non deve essere più
ght”). Nel caso di specie, si tratta di rifiuti pe- il manutentore è il produttore del rifiuto. Se si sottoposto alla vidimazione?
ricolosi; quindi, l’obbligo scatta per i quanti- tratta di rifiuti non pericolosi, l’articolo 190,
tativi inferiori a 30 chili/30 litri al giorno. Il comma 1, non prevede l’obbligo di registro, La comunicazione dell’avvio del registro non
superamento di tale limite quantitativo, inve- purché da tale attività di manutenzione non è prevista dalla disciplina sostanziale di riferi-
ce, fa scattare la procedura ordinaria di cui al derivino rifiuti non pericolosi di cui all’articolo mento relativa al registro (articolo 190, Dlgs
comma 7 del medesimo articolo 212. 184, comma 3, lettera c), d) e g), Dlgs 152/2006).
Nessuna esenzione è prevista per i registri, 152/2006. Tale articolo 190, al suo comma 6, stabilisce
né per il Mud, né per il formulario. che i registri “sono numerati, vidimati e ge-
58. Registro: tenuta per i “piccoli” stiti” con le modalità fissate dalla normativa
55. Impresa agricola nuova, nel- solo alle società di servizi delle sui registri Iva. Tale normativa risiede in quel-
l’incertezza del volume d’affari è organizzazioni di categoria la contenuta nella legge 383/2001, articolo
consigliabile tenere il registro L’articolo 190, comma 4, Dlgs 152/2006 8, la quale non prevede più la vidimazione e
Sulla base degli articoli 189-190 un’im- prevede per alcuni soggetti la possibilità la registrazione per i registri Iva. Pertanto, ai
presa agricola che ha appena iniziato della tenuta del registro di carico e scari- registri per i rifiuti si applica tale esclusione.
l’attività e non conosce il volume d’affari co anche tramite le organizzazioni di ca- Tale articolo 190, comma 6, è una norma
annuo come si deve comportare con ri- tegoria interessate o loro società di ser- sostanziale che introduce una disciplina di
guardo al registro e al Mud? vizi. carattere procedurale che come tale è entra-
Uno studio di consulenza o una società ta in vigore dal 29 aprile 2006.
L’impresa agricola nuova, non sapendo se si che opera nel settore dello smaltimento Il discorso non muta anche se si considera la
porrà al di sopra o al di sotto del volume di dei rifiuti può offrire tale servizio di tenu- disposizione di cui all’articolo 190, comma 7,
affari di 8.000,00 euro/anno previsto dall’ar- ta dei registri? Dlgs 152/2006, il quale stabilisce che “La
ticolo 189, comma 3, Dlgs 152/2006, per In caso negativo quale può essere la san- disciplina di carattere nazionale relativa al
cautela, è bene che si doti del registro di ca- zione eventualmente irrogata? presente articolo è definita con decreto del
rico e scarico. Per il Mud, poiché viene fatto La disposizione è riferita unicamente alle so- Ministro dell’ambiente e della tutela del terri-
49
l’anno successivo per l’anno precedente, si cietà di servizi delle organizzazioni di catego- torio ... Sino all’emanazione del predetto de-
creto continuano ad applicarsi le disposizioni quanto trattasi di quanto si trova accidental- tore ad una condotta di trasporto difforme da
Rubriche Quesiti

di cui al decreto del Ministro dell’ambiente mente nella terra da scavo in quanto interrato quanto richiesto dalla disciplina, censurabile
1° aprile 1998, n. 148, come modificato dal da qualcuno o qualcosa non conoscibili. a titolo di concorso o di cooperazione colposa
comma 9, e di cui alla circolare del Ministro Caratteristica questa non rinvenibile nell’a- ai sensi dell’articolo 110, C.p. (per i rifiuti pe-
dell’ambiente del 4 agosto 1998”. sfalto, a meno che qualche pezzo di asfalto ricolosi) e dell’articolo 5, legge 689/1981
Infatti, nel Dm 148/1998 è prevista la nume- non sia trovato nella terra e roccia ma sem- (per i rifiuti non pericolosi).
razione e la vidimazione del registro da parte pre in esito ad un’attività di scavo.
“dell’ufficio del Registro”. Tale norma ripro- L’articolo 186, Dlgs 152/2006, individua tali 62. I termini per adeguarsi al nuo-
duce quanto contenuto nell’articolo 12, com- terre e rocce come provenienti da attività di vo Dm 5 febbraio 1998 decorrono
ma 1, Dlgs 22/1997 ora abrogato. Pertanto, scavo, anche di gallerie. dal 3 giugno 2006
sul punto il Dm 148/1998 (attuativo di tale Quindi, poiché l’asfalto non può derivare da In merito alla riformulazione del Dm 5
Dlgs 22/1997) ha perso ogni e qualsiasi effi- un’attività di scavo (ma, semmai, di “raschia- febbraio 1998 vorrei sapere se le scaden-
cacia. tura” del manto stradale) non si ritiene che ze per gli adeguamenti vanno calcolate a
Il citato comma 6, articolo 190, Dlgs 152/ esso sia ascrivibile nella categoria delle rocce partire dal 3 giugno 2006 o dal giorno
2006 sussume sotto la disciplina dell’Iva non e terre da scavo. successivo a quello di pubblicazione sulla
solo la numerazione e la vidimazione dei re- Gazzetta ufficiale (come sembrerebbe
gistri, ma anche la loro “gestione”. Come no- 61. Il formulario non può essere dall’ultima frase del Dm 186/2006).
to, i registri Iva vanno stampati in occasione corretto
della cd. “dichiarazione dei redditi”; quindi, Molte volte i clienti dopo alcuni giorni dal Gli obblighi previsti dal Dm 5 febbraio 1998
una volta l’anno. Del pari, ora, i registri per i conferimento chiamano per effettuare (come novellato dal Dm 186/2006) vanno a-
rifiuti devono stamparsi in occasione dell’uni- delle correzioni ai formulari (es. cambio dempiuti a decorrere dal 3 giugno 2006, da-
ca dichiarazione per i rifiuti (il Mud). La nor- dati del produttore, dati incompleti da ag- ta di entrata in vigore del Dm 186/2006.
ma sostanziale (articolo 190, Dlgs 152/2006) giungere sfuggiti al momento dell’accet- Infatti, esso è un regolamento che, come ta-
confligge con quanto disposto dall’articolo 1, tazione ecc.). Ci inviano per fax un fac-si- le, entra in vigore (ex legge 400/1988), de-
comma 3, Dm 148/1998, risultando – ovvia- mile della correzione. Come ci dobbiamo corsi 15 giorni dalla data di pubblicazione
mente – prevalente, in quanto norma di ran- comportare? Ipotesi: sulla Gazzetta ufficiale. Poiché il Dm è stato
go superiore e per giunta successiva. Del re- – correggiamo la nostra copia (destinata- pubblicato sulla Gu 19 maggio 2006, n. 115,
sto, sulla stampa dei registri, il Dm 2 maggio rio), allegare il fax con il formulario e i è evidente che la sua data di entrata in vigore
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

2006 (dichiarato inefficace dal Ministero clienti correggono le altre 3 copie restanti? è il 3 giugno 2006. È appena il caso di sotto-
dell’ambiente con avviso pubblicato sulla – alleghiamo solamente il fax dietro il for- lineare che il criterio del computo dei termini
Gazzetta ufficiale del 26 giugno 2006), sul mulario senza correggere il formulario? esclude il giorno di pubblicazione (dies a
punto della stampa taceva. E taceva corretta- – costringiamo il cliente a portare le altre quo). Il tutto a mente non solo della citata
mente, perché la relativa disciplina era già 3 copie del formulario e le correggiamo legge 400/ 1988, ma anche e soprattutto
declinata sotto il profilo sostanziale e proce- tutte insieme? dell’articolo 10, comma 1, Rd 16 marzo
durale dal citato articolo 190, Dlgs 152/2006 – non effettuiamo alcuna correzione? 1942, n. 262 (“Disposizioni sulla legge in ge-
che, come tale, era in vigore dal 29 aprile nerale”, cd. “Preleggi”) e dell’articolo 73,
2006. Il formulario non può e non deve essere cor- comma 3, della Costituzione. L’ultima frase
Il disposto del citato comma 7, quindi, vuole retto. Né vale allegare il fax ricevuto alla co- del Dm in esame nulla prevede di diverso in
solamente affermare che fino alla emanazio- pia che rimane. Tali condotte alterano il sen- ordine alla ordinaria entrata in vigore.
ne dei nuovi modelli continuavano (e, dopo la so del formulario. Esso è, infatti, concepito
cennata dichiarazione di inefficacia, conti- per seguire il trasporto del rifiuto consenten- 63. Le procedure agevolate e
nuano) ad essere vigenti i modelli di cui al done la tracciabilità. È evidente che nel mo- quelle ordinarie non sono sovrap-
Dm 148/1998. mento in cui si cambia il nome del produttore ponibili
Perché il riferimento, ivi contenuto, al Dm si perde uno dei dati fondamentali di tale Un’azienda che opera in procedura sem-
148/1998 ha mera natura gestionale, ma né tracciabilità. Il formulario deve necessaria- plificata (tipologia 13.20 – Dm 5 febbraio
sostanziale né procedurale. mente contenere tutti i dati da esso richiesti 1998), che raccoglie e trasporta rifiuti
all’atto della partenza del rifiuto (tranne, ov- non pericolosi in categoria 2, classe F e li
60. L’asfalto non è una “terra e viamente, i dati relativi all’accettazione del mette in riserva (R 13) presso il proprio
roccia da scavo” carico). I dati incompleti o inesatti integrano impianto, può successivamente conferirli
L’asfalto è ascrivibile tra le terre e rocce inevitabilmente gli estremi della violazione di ad un trasportatore (iscritto alla cat. 4)
di scavo? cui all’articolo 258, comma 4, Dlgs 152/ che, a sua volta, li conferisce ad un im-
2006 (e in precedenza quelli di cui all’articolo pianto di recupero autorizzato in proce-
Al punto 7.31-bis, Allegato 1, suballegato1, 52, comma 3, Dlgs 22/1997). dura ordinaria?
Dm 5 febbraio 1998 (recupero agevolato di L’unica “correzione” consentita è quella rela-
rifiuti non pericolosi) le rocce e le terre di tiva al “peso da verificarsi a destino”, la cui Le disposizioni del Dlgs 152/2006 (come già
scavo sono individuate come provenienti solo casella va sempre barrata unitamente a quel- quelle precedenti del Dlgs 22/1997) vanno
ed esclusivamente da “attività di scavo”. Lo la del peso presunto (indicandolo). Laddove il lette sempre in base ad una serie di principi;
stesso Dm 5 febbraio 1998, al citato punto carico giunga con un formulario incompleto o tra questi, emerge quello di “non sovrapponi-
7.31-bis, n. 2, le individua come “materiale inesatto (o peggio, senza formulario) il carico bilità” in omaggio al quale (nel caso di spe-
inerte vario costituito da terra con presenza va senza indugio respinto per intero e di ciò è cie) la disciplina dettata per il recupero age-
di ciottoli, sabbia, ghiaia, trovanti, anche di bene informare le autorità di controllo. In di- volato deve applicarsi a tutte le fasi della ge-
origine antropica”. Il riferimento ai “trovanti” fetto, si integrano a carico del ricevente gli e- stione del rifiuto. La disciplina per il recupero
50
non può certo essere ascritto all’asfalto, in stremi di un contributo casualmente agevola- non agevolato (o per lo smaltimento, che in
termini autorizzatori gli equivale) deve appli- sentanza”. Quindi, non è possibile trasfigurare il D15 in

Rubriche Quesiti
carsi a tutte le fasi di gestione del rifiuto. Come è evidente la formulazione è assoluta- un deposito temporaneo che, come tale, non
Infatti, si ritiene che il procedimento “ordina- mente “particolare”. Da una prima lettura del è soggetto ad autorizzazione, Tuttavia, la
rio” e quello “agevolato” (sia per l’iscrizione dato letterale sembra proprio di capire che gli chiatta cisterna galleggiante è un impianto
all’Albo, sia per l’autorizzazione) non siano impianti mobili di “sola riduzione volumetrica mobile di raccolta e stoccaggio di rifiuti al
perfettamente sovrapponibili tra loro in ordine e separazione delle frazioni estranee” siano quale non trova applicazione la disciplina au-
ai presupposti e agli elementi di valutazione esclusi dall’autorizzazione di cui all’articolo torizzatoria prevista prima dal Dlgs 22/1997
da portare alla cognizione della P.a. Le due 208; quindi non sembra previsto alcun altro (articoli 27 e 28) e ora dal Dlgs 152/2006
procedure, dunque, sono nettamente distinte tipo di autorizzazione da concedere loro e (articolo 208).
in relazione a tutta una serie di fattori (notizie questi impianti (ad una prima lettura) non do- Ciò a mente dell’articolo 4, comma 4, Dlgs
da fornire, fideiussioni ecc.). Il concetto di vrebbero essere autorizzati. 183/2003 che riferisce l’obbligo autorizzato-
“non sovrapponibilità” tra le procedure è stato Dal dato letterale si ricava, inoltre, che sono rio solo agli impianti fissi.
espresso da Corte di Cassazione, III Sezione stati aggiunti i fanghi a quella che era la pre- La disciplina dettata dal Dlgs 183/2003 è
penale, sentenza 4 luglio 2000, n. 1492 (in cedente esclusione del “Ronchi” prevista solo stata integralmente confermata dall’articolo
questa Rivista n. 69, 12/00) in ordine all’Albo per gli impianti di riduzione volumetrica e se- 208, comma 14, Dlgs 152/2006.
gestori, ma si ritiene che esso possa essere parazione delle frazioni estranee.
applicato anche alla disciplina autorizzatoria Però, come noto, due negazioni affermano; 66. Per la gestione in economia
che non recapita nella competenza di tale quindi, la riduzione volumetrica è esclusa dal non è più necessaria l’iscrizione
Albo gestori. La categoria concettuale del- beneficio della non autorizzazione. In altri ter- all’Albo gestori ambientali
l’“ampiezza” dell’atto di assenso non è confa- mini: Un piccolo Comune produce e trasporta
cente (“il più comprende il meno”). – sono esclusi dall’autorizzazione gli impianti periodicamente rifiuti di imballaggio in
Pertanto, si ritiene che un trasporto di rifiuti mobili di disidratazione dei fanghi; plastica (Cer 150102) ad un recuperatore
recuperabili di cui al Dm 5 febbraio 1998 (o – non sono esclusi dall’autorizzazione gli im- autorizzato. Pur avendo richiesto iscrizio-
al Dm 161/2002) effettuato da un’azienda i- pianti mobili di riduzione volumetrica. ne alla sezione regionale dell’Albo gestori
scritta all’Albo gestori in procedura agevolata Infatti: la costruzione lessicale è: rifiuti per il trasporto conto proprio ex ar-
(articolo 212, comma 18, Dlgs 152/2006; ex 1) l’autorizzazione è prevista per tutti; ticolo 212, comma 8, Dlgs 152/2006,
articolo 30, comma 16 e 16-bis, Dlgs 22/ 2) sono però esclusi gli impianti mobili di di- quest’ultima ha rigettato la domanda at-
1997) possa recapitare solo ed esclusiva- sidratazione; teso che la previsione normativa riguarda

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


mente in un impianto (anche di messa in ri- 3) tuttavia, da questa esclusione sono esclusi solo le imprese e non gli enti. Si chiede di
serva) operante in base alle procedure sem- (quindi devono essere autorizzati) gli impianti sapere pertanto se il trasporto svolto
plificate di cui agli articoli 214 e 216, Dlgs mobili di riduzione volumetrica che vanno au- dall’ente Comune, con propri mezzi e di
152/2006 (ex articoli 31 e 33, Dlgs 22/ torizzati, sicuramente, con la procedura ordi- rifiuti dallo stesso prodotti, conferiti con
1997). Per converso, quindi, si ritiene che un naria dell’articolo 208. formulario possa pertanto avvenire in e-
trasporto di rifiuti (anche se recuperabili) ef- Ferma la problematicità della questione, a senzione di iscrizione all’Albo gestori ri-
fettuato da un’azienda iscritta all’Albo gestori meno di una riscrittura non si vede altra let- fiuti.
in procedura ordinaria possa recapitare solo tura possibile.
ed esclusivamente in un impianto (anche di Nell’articolo 212, Dlgs 152/2006 non si rin-
messa in riserva) operante in base alle pro- 65. Le chiatte sono impianti mobi- viene la norma in precedenza rappresentata
cedure ordinarie. li di gestione rifiuti e non devono dall’articolo 30, comma 10, Dlgs 22/1997, la
essere autorizzate quale prevedeva una procedura specifica (e
64. Impianti mobili di riduzione Un galleggiante (chiatta cisterna) regolar- semplificata) per l’iscrizione all’Albo delle a-
volumetrica e regime autorizzato- mente inserito nel piano di raccolta dei ri- ziende speciali, dei Consorzi e delle società
rio, un’agevolazione dissimula un fiuti portuali ex Dlgs 182/2003 con l’indi- di cui all’articolo 22, legge 142/1990 (1) che
nuovo peso cazione di tutti i codici Cer che può rac- esercitano i servizi di gestione dei rifiuti.
Un impianto mobile di riduzione volume- cogliere e munito di licenza di concessio- L’articolo 212 cit. contempla l’obbligo di i-
trica (es. presso estrusione, tritovagliatu- ne all’esercizio del servizio di raccolta di scrizione ordinaria ai suoi commi 5 e 7 e l’i-
ra) di Rsu, essendo escluso dalla proce- rifiuti rilasciata dalla competente autorità scrizione per la raccolta e il trasporto dei ri-
dura autorizzativa degli impianti mobili, marittima, sempre con l’indicazione dei fiuti soggetti a procedure semplificate (Dm 5
deve essere autorizzato ex articolo 208, relativi codici Cer, deve essere anche au- febbraio 1998 e Dm 161/2002) al suo com-
comma 15, del Dlgs 152/2006? torizzato ex articoli 27 e 28 del Dlgs 22/ ma 18.
1997 (ora ex articolo 208, Dlgs 152/ Oggi, gli obblighi sono riferiti sempre e solo
L’articolo 208, comma 15, Dlgs 152/2006 2006), considerando che si potrebbe con- alle “imprese” e il Comune non è tale in
stabilisce che “Gli impianti mobili di smalti- figurare come attività D15, visto che rice- quanto è un “Ente”. Pertanto, non si può che
mento o di recupero, esclusi gli impianti mo- ve rifiuti prodotti dalle navi con formula- concludere che tutto quello che, in ambito lo-
bili che effettuano la disidratazione dei fanghi rio e avvia i rifiuti a smaltimento (a terra) cale, agisce per la gestione dei rifiuti e sia di-
generati da impianti di depurazione e reim- diventandone il produttore? verso da una “impresa”, non deve essere i-
mettono l’acqua in testa al processo depura- scritto all’Albo gestori. Viceversa, quanto agi-
tivo presso il quale operano, ad esclusione Premesso che il produttore del rifiuto non è sce in ambito locale ed è una “impresa” deve
della sola riduzione volumetrica e separazio- la chiatta galleggiante, ma resta tale sempre essere iscritto all’Albo gestori usando le pro-
ne delle frazioni estranee, sono autorizzati, in la nave che le conferisce i rifiuti, sicuramente cedure ordinaria o semplificata a seconda
via definitiva, dalla Regione ove l’interessato su tale chiatta si realizza l’operazione di delle attività poste in essere.
ha la sede legale o la società straniera pro- smaltimento del deposito preliminare (D15,
51
prietaria dell’impianto ha la sede di rappre- stoccaggio di rifiuti avviati a smaltimento). (1) La legge 142/1990 è stata abrogata dall’arti-
colo 274, Dlgs 18 agosto 2002, n. 267 (Testo u- un trattamento chimico/fisico/biologico o una paratore sarà, dunque, il produttore del nuo-
Rubriche Quesiti

nico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali). miscelazione – cd. “produttore secondario”). vo rifiuto (si veda risposta a quesito prece-
I servizi pubblici locali sono ora regolati dagli arti- Tutta la giurisprudenza di legittimità al riguar- dente) e come tale sarà il primo responsabile
coli 112 e 113 di tale decreto. do intervenuta, si è sempre e solo espressa della corretta gestione di tale miscela.
con riferimento ai rifiuti da costruzione e de- Ovviamente, la miscelazione autorizzata ex
67. Mud, il peso del produttore molizione, ciò nulla toglie alla sua valenza in- lege è possibile solo se non sono presenti
Sul Mud del produttore occorre indicare il terpretativa: Corte di Cassazione, III Sezione Pcb/Pct poiché, in questo caso, la categoria
peso del produttore o quello verificato penale, sentenza 21 aprile 2000, n. 4957 di appartenenza sarebbe la 10. In tal caso,
dall’impianto? (Rigotti e altri) il cui assunto è stato, succes- dunque, sarebbe necessaria l’apposita auto-
sivamente, riformato da: rizzazione.
Occorre, ovviamente, indicare il peso verifi- – Corte di Cassazione, III Sezione penale, In assenza delle risultanze analitiche o del
cato dall’impianto che deriverà dalla indica- sentenza 1° aprile 2003, n. 15165 (Ca- certificato merceologico è impossibile, in
zione apposta sul formulario e dalle annota- pecchi); questa sede, attribuire il Cer corretto.
zioni al registro. Un peso diverso da quello – Corte di Cassazione, III Sezione penale,
verificato non rispecchierebbe la realtà di sentenza 19 ottobre 2004, n. 40618 (Lilli e 70. I piccoli artigiani sono sogget-
quanto effettivamente prodotto e smaltito/re- altri); (1) ti al registro di carico e scarico
cuperato. – Corte di Cassazione, III Sezione penale, dal 29 aprile 2006
sentenza 12 ottobre 2005, n. 36963 (Re- Perché non è applicabile il Dm 2 maggio
68. Chi è il produttore dei rifiuti becchi). (2) 2006 in merito all’esenzione del piccolo
da manutenzione Tali sentenze si concentrano sulla sussisten- produttore artigiano dal registro di carico
Chi è il produttore di rifiuti di manutenzio- za o meno della posizione di garanzia del e scarico per i rifiuti non pericolosi?
ne? committente di lavori edili nei confronti del-
l’esecutore (sulla non sussistenza di tale po- Il Dm 2 maggio 2006 è stato colpito dalla di-
La definizione legislativa di “produttore” di ri- sizione militano, comunque, le due sentenze chiarazione di inefficacia del Ministero del-
fiuti è rinvenibile nell’articolo 183, comma 1, del 2003 e del 2004). Tutte e quattro le sen- l’ambiente (si veda pag. 42); pertanto esso
lettera b), Dlgs 152/2006 (in precedenza e di tenze sono conformi nel ritenere produttore dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta uf-
simile tenore articolo 6, comma 1, lettera b), del rifiuto colui che pone in essere un’attività ficiale di tale avviso (26 giugno 2006) non è
Dlgs 22/1997) laddove esso è individuato materiale. In tal modo, anche la giurispru- più applicabile. Tale Dm prevedeva che per
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

come “la persona la cui attività ha prodotto denza di legittimità fa sua (ovviamente) la de- piccoli artigiani produttori di rifiuti non perico-
rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona finizione legislativa di produttore di rifiuto rav- losi sarebbe stato emanato un apposito Dm
che ha effettuato operazioni di pretrattamen- visabile in chi “ha prodotto rifiuti” (ex art. 6, recante un modello “semplificato”. Il che a-
to o di miscuglio o altre operazioni che hanno comma 1, lettera b), Dlgs 22/1997), con rife- veva indotto qualcuno a ritenere che tali pic-
mutato la natura o la composizione dei ri- rimento al dato meramente materiale della coli produttori artigiani non fossero soggetti
fiuti”. condotta. al relativo obbligo, almeno fino a nuovo Dm.
La lettura di tale disposizione non lascia spa- Il principio giurisprudenziale, dunque, è ormai Tale assunto è destituito di ogni fondamento.
zio a dubbi interpretativi, poiché è assoluta- consolidato: per produttore di rifiuto si deve Infatti, la disciplina sostanziale del registro è
mente evidente che la nozione di produttore intendere solo colui la cui attività ha prodotto quella reperibile nell’articolo 190, Dlgs 152/
di rifiuto è riferita alle seguenti categorie di i rifiuti. Quindi, il produttore dei rifiuti da ma- 2006 dove nessuna agevolazione è prevista
soggetti: nutenzione è colui il quale materialmente e- per i piccoli artigiani con riguardo ai rifiuti
– colui il quale esercita una qualsivoglia atti- segue la manutenzione. non pericolosi. Anzi, essi rientrano a pieno ti-
vità che dia origine al rifiuto. Per sua intima Si veda anche risposta a quesito n. 1 “Chi è il tolo tra gli obbligati essendo censiti in tale ar-
natura tale attività genera un qualsivoglia ri- produttore del rifiuto” in questa Rivista n. ticolo 190 come soggetti che producono ri-
fiuto, poiché non esiste attività antropica che 125 (1/06), pag. 38. fiuti non pericolosi da lavorazioni artigiane di
non generi rifiuti. Tale rifiuto, dunque, è pro- cui all’articolo 184, comma 3, lettera d).
dotto da colui il quale ha esercitato quella at- (1) In questa Rivista n. 113 (12/04). In pratica, il Legislatore del Dlgs 152/2006
tività; il rifiuto non si sarebbe generato da tale (2) In “www.reteambiente.it”, sezione “Rifiuti”, ha omesso di riprodurre l’esenzione in prece-
soggetto se costui non avesse intrapreso spazio “Documentazione complementare”. denza reperibile nell’articolo 11, comma 3,
quella determinata attività (produttore iniziale); Dlgs 22/1997 riferita a tali piccoli produttori.
– colui il quale ha effettuato operazioni di Premesso e ricordato che il Dm 2 maggio
pretrattamento o di miscuglio o una qualsivo- 69. Miscelazione e categorie per 2006 relativo ai registri non è più applicabile
glia altra operazione che, agendo sui rifiuti l’olio minerale usato in quanto dichiarato inefficace, la previsione
prodotti da terzi, ha mutato la natura o la In riferimento all’articolo 187 “miscela- del regime di favore ivi contenuto per i piccoli
composizione dei rifiuti. zione”, Dlgs 152/2006 può un autoripara- produttori artigiani (cioè aspettare un futuro
Come è evidente, dunque, si è in presenza di tore miscelare “olio da impianto frenan- Dm recante il modello semplificato) non a-
un duplice concetto di “produttore” che risiede: te” con “olio motore” e se sì, quale codi- vrebbe potuto essere assolutamente applica-
– sia nella figura di colui il quale ha consenti- ce Cer dovrà essere utilizzato? ta proprio perché tale previsione non è con-
to con la propria attività che il rifiuto venisse tenuta nell’articolo 190, Dlgs 152/2006 (an-
ad esistenza (cd. “produttore iniziale”); L’olio da impianto frenante e l’olio motore cora pienamente vigente, al contrario del Dm
– sia nella figura di colui il quale, agendo su appartengono alla categoria 8 dell’Allegato G 2 maggio 2006) il quale reca le regole so-
rifiuti prodotti da terzi, ha consentito che quei al Dlgs 152/2006; quindi, ben possono esse- stanziali e procedurali relative al registro (chi
rifiuti prodotti da un altro soggetto venissero re miscelati tra loro senza autorizzazione, co- deve tenerlo e come si deve gestire).
reinseriti nel ciclo di gestione (es. ponendo in me consentito dall’articolo 187, Dlgs 152/ Il Dm 2 maggio 2006, relativo ai registri (ora
52 essere su di essi una riduzione volumetrica o 2006 (ex articolo 9, Dlgs 22/1997). L’autori- inefficace) era stato emanato sulla base
dell’articolo 17, comma 3, legge 400/1988 dell’automezzo va annotata o no? Italia apparecchiature al fine di commercializ-

Rubriche Quesiti
(richiamato espressamente nel preambolo di zarle.
tale decreto con riferimento all’articolo 195, A seguito della dichiarazione di inefficacia del Non è invece considerato produttore chi ven-
comma 4, Dlgs 152/2006) il quale dispone Dm 2 maggio 2006 relativo ai registri (si ve- de apparecchiature prodotte da altri fornitori
che “I regolamenti ministeriali ed intermini- da risposta a quesito n. 58 e n. 59) il model- su cui compare il marchio del produttore.
steriali non possono dettare norme contrarie lo da utilizzare per la tenuta del registro è Tuttavia, le apparecchiature elettriche ed e-
a quelle dei regolamenti emanati dal Go- quello di cui al Dm 148/1998. In questo mo- lettroniche si riferiscono al “prodotto finito” e
verno”. Per questo motivo, sul punto, il Dm 2 dello non è richiesta l’apposizione della targa non ai componenti, subcomponenti ecc.
maggio 2006 relativo ai registri si poneva co- dell’automezzo; pertanto, essa non va appo- Pertanto, se un soggetto importa o acquista
me inesistente (“tanquam non esset”) poiché sta. La targa va invece indicata sul formula- dette componenti (a prescindere che siano o
la fonte di grado secondario (Dm) contraddi- rio; poiché tra registro e formulario esiste un meno marchiate da qualcun altro) e le as-
ceva quella di rango primario (Dlgs). Pertanto rapporto di integrazione è facile risalire alla i- sembla per farne un prodotto finito che im-
i piccoli produttori artigiani di rifiuti non peri- dentificazione del mezzo di trasporto utilizza- mette per primo sul mercato italiano, dovrà
colosi devono compilare il registro di carico e to per quel determinato carico di rifiuti. essere qualificato come produttore.
scarico (quello di cui al Dm 148/1998) dal Diverso è il caso di componenti di “seconda
29 aprile 2006 (data di entrata in vigore del mano”, cioè recuperate da una precedente
Dlgs 152/2006). Risponde Maria Letizia Nepi apparecchiatura: in questo caso vi è già un
produttore, a monte, che ha immesso per
71. Il deposito temporaneo dei pe- 73. Raee, chi è il produttore primo l’apparecchiatura sul mercato e quindi
ricolosi può superare i due mesi Nel caso in cui un soggetto produca è responsabile dei costi di gestione del fine
di giacenza ma non l’anno un’apparecchiatura elettrica (tipo un Pc), vita della stessa.
Se l’azienda ha prodotto un quantitativo assemblando dei pezzi già marchiati e
di rifiuti pericolosi in deposito che supera non utilizza un suo marchio, ma rilascia 74. Il Cer delle cartucce toner
i 10 m3 di volume e vuole mantenerlo per regolare fattura per la vendita, è soggetto In riferimento alla tipologia 13.20, Dm 5
un periodo superiore a due mesi prima all’obbligo di iscrizione, cioè risulta esse- febbraio 1998 (sostituzione dei Cer
dell’avvio allo smaltimento, cosa deve fa- re il produttore di quella apparecchiatura? 150102 – 150104 – 150106 con i Cer
re? Le serve chiedere un’autorizzazione? 080318 – 160216) si chiede: secondo
Eventualmente a chi esattamente deve L’articolo 3, comma 1, lettera m), Dlgs 151/ quali parametri viene utilizzato l’uno o

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


essere richiesta (Provincia, Regione, 2005 definisce il produttore come: “chiun- l’altro codice? Possono essere utilizzati
ecc.)? È prevista la pubblicazione prossi- que, a prescindere dalla tecnica di vendita u- entrambi indifferentemente? Vige il prin-
ma di nuovi codici Cer? tilizzata, compresi i mezzi di comunicazione a cipio della preponderanza in merito alle
distanza di cui al decreto legislativo 22 mag- caratteristiche chimico-fisiche? (Mi riferi-
A mente dell’articolo 183, comma 1, Dlgs gio 1999, n. 185, e successive modificazioni: sco ad un’azienda che trasporta e recu-
152/2006 (analogamente a quanto previsto 1) fabbrica e vende apparecchiature elettri- pera presso il proprio impianto, in proce-
dall’ex articolo 6, comma 1, Dlgs 22/1997) che ed elettroniche recanti il suo marchio; dura semplificata).
sono consentite al produttore di rifiuti perico- 2) rivende con il proprio marchio apparec-
losi due opzioni per poterli mantenere in de- chiature prodotte da altri fornitori; il rivendito- Il codice 080318 nella precedente codifica
posito temporaneo solo ed esclusivamente in re non è considerato “produttore” se l’appa- Cer corrispondeva al codice 080309 (che
dipendenza della sua personalissima scelta recchiatura reca il marchio del produttore a comprendeva anche le cartucce di toner e-
(“secondo le seguenti modalità alternative, a norma del punto 1; sauste). Nella descrizione del nuovo codice le
scelta del produttore”) e precisamente: 3) importa o immette per primo, nel territorio cartucce non sono menzionate; questo porta
a) con cadenza almeno bimestrale, indipen- nazionale, apparecchiature elettriche ed elet- a ritenere che il codice 080318 vada utilizza-
dentemente dalle quantità in deposito; troniche nell’ambito di un’attività professio- to in particolare per gli scarti della produzio-
oppure nale e ne opera la commercializzazione, an- ne di toner, ad esempio le polveri di toner
b) quando il quantitativo di rifiuti pericolosi in che mediante vendita a distanza; (anche se nella descrizione del gruppo Cer di
deposito raggiunga i 10 metri cubi. In ogni 4) chi produce apparecchiature elettriche ed appartenenza viene citato, accanto alla pro-
caso, allorché il quantitativo di rifiuti non su- elettroniche destinate esclusivamente all’e- duzione, formulazione e fornitura, anche l’“u-
peri i 10 metri cubi l’anno, il deposito tempo- sportazione è produttore solo ai fini degli arti- so” di inchiostri per stampa).
raneo non può avere durata superiore ad un coli 4, 13 e 14. Ai fini del presente decreto Il codice 160216 sembra, invece, più appro-
anno; oppure non è considerato produttore chi fornisce fi- priato per le componenti fuori uso rimosse
c) limitatamente al deposito temporaneo ef- nanziamenti esclusivamente sulla base o a dalle apparecchiature dopo il consumo, com-
fettuato in stabilimenti localizzati nelle isole norma di un accordo finanziario, a meno che prese le cartucce esauste.
minori, entro il termine di durata massima di non agisca in qualità di produttore ai sensi
un anno, indipendentemente dalle quantità. dei punti 1), 2) e 3)”.
Pertanto, si ritiene che, nel caso di specie, Risponde Claudio Rispoli
vada richiesta l’autorizzazione per lo stoccag- Tale definizione identifica, quindi, come pro-
gio alla Regione o alla Provincia delegata. duttore: 75. Cer: in alcuni casi il certificato
Ad oggi non è prevista la pubblicazione di – chiunque fabbrichi apparecchiature in Italia merceologico può sostituire le a-
nuovi Cer. e le rivenda in Italia sotto il proprio marchio; nalisi
– chi venda apparecchiature sotto il proprio Il produttore di un rifiuto che non riesce
72. Il registro non vuole la targa marchio anche se sono state prodotte da altri ad identificare un rifiuto, può utilizzare un
dell’automezzo fornitori; certificato merceologico così come previ-
sto dalla decisione 2001/118/Ce del 16 53
Nel registro di carico e scarico la targa – infine chi importi o immetta per primo in
gennaio 2001, per la mera identificazione – il Cer è una sorta di “targa” che si applica 76. Cer e certificato merceologico,
Rubriche Quesiti

del Cer? al rifiuto per poterlo gestire; infatti, in fre- a ciascuno le proprie responsabi-
Il codice Cer identificato tramite certifica- quentissimi casi, la denominazione del codi- lità
to merceologico è valido per ogni analoga ce non descrive efficacemente il rifiuto, ma è Un certificato merceologico relativo alla
tipologia di rifiuto originato da una mede- necessaria una descrizione aggiuntiva, inoltre classificazione del rifiuto, esclusivamente
sima attività (es. scarti di industrie lattie- lo stesso rifiuto può avere Cer differenti. A ai fini dell’identificazione del codice Cer e
ro casearie)? parità di flusso produttivo, sostanze impiega- della sua pericolosità o meno, può essere
Qual è la differenza tra certificato di ana- te, tipo di manufatto ecc. il Cer potrà essere rilasciato senza esibizione di campione
lisi e certificato merceologico e loro rife- lo stesso ma, si ritiene, che ogni produttore considerato che, ad esempio, data l’atti-
rimenti normativi? dovrà avere la sua certificazione merceologi- vità produttiva (esempio caseificio), il
ca per quel rifiuto, a meno che questo tema tecnico in base alla decisione 2001/118/
Si ritiene che il quesito sia un po’ confuso non venga affrontato dalle associazioni di ca- Ce identifica i rifiuti originati dall’attività e
nella sua formulazione, tuttavia, sembra di tegoria al fine di “standardizzare” alcuni rifiuti il relativo codice, stabilendo la pericolo-
capire che il problema risieda nella difficoltà dei propri comparti, dettando così modalità sità o meno sulla scorta delle tavole alle-
di attribuzione del codice Cer ad un rifiuto comuni di classificazione e gestione, condivi- gate alla norma vigente?
che non viene descritto. Ora, una cosa è l’i- se dagli enti di controllo;
dentificazione del rifiuto, altra cosa è il Cer – il certificato di analisi giunge alla formula- Premesso che nessuna norma prescrive co-
da attribuirgli e, in generale, l’assegnazione zione di un giudizio (se richiesto) attraverso la me vada redatto il certificato merceologico e i
del codice è successiva alla identificazione determinazione di alcuni parametri chimico- relativi contenuti, e che quindi non si posso-
(quest’ultima da effettuarsi con analisi, infor- fisici del campione, volti a fornire informazio- no stabilire delle modalità generali valide in
mazioni sul processo, sulle sostanze impie- ni necessarie sia ai fini dell’individuazione del tutti i diversi casi, si ritiene che sia di impor-
gate ecc.). In altre parole, l’attribuzione del regime normativo cui è sottoposto il rifiuto tanza fondamentale che i soggetti coinvolti si
codice Cer solo in alcuni casi identifica il ri- nelle diverse fasi della gestione, sia dal punto assumano, ciascuno, le responsabilità che gli
fiuto (ad esempio 160601: batterie al piom- di vista tecnico. competono: il produttore deve fornire tutte le
bo). Ciò premesso, si ritiene che: È quasi sempre necessario, pur essendo ob- informazioni necessarie affinché il tecnico
– il certificato di “classificazione merceologi- bligatorio per legge solo in alcuni casi. La possa adempiere al proprio incarico.
ca” può essere utilizzato ed è di uso abba- classificazione merceologica giunge anch’es- Se il tecnico ritiene che non sia necessario
stanza diffuso in tutti quei casi in cui l’analisi sa ad un giudizio ma è piuttosto una prassi,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

disporre del campione del rifiuto ai fini del-


non può essere effettuata (costi eccessivi, non è dettata da alcuna norma e non prevede l’attribuzione del codice (sotto la sua respon-
difficoltà o impossibilità di campionamento alcun procedimento analitico, bensì trova il sabilità) può essere anche giusto, ma è, ap-
ecc.). Occorre sempre verificare che sia ac- suo fondamento su conoscenze diversamente punto, una sua scelta che potrà essere valida
cettato dall’impianto cui viene conferito il ri- acquisite quali fonti di letteratura, schede per un rifiuto ma non per un altro: dovrà lui
fiuto (alcuni impianti, infatti, hanno tra le pre- prodotto, oppure trovate accanto alle infor- essere in condizione di motivare la validità
scrizioni autorizzative l’obbligo di analisi per mazioni fornite dal produttore a sua cura e dei suoi criteri di valutazione di fronte ad e-
ogni rifiuto in ingresso). Per la sua redazione responsabilità (senza dimenticare le verifiche ventuali contestazioni da parte degli enti di
sono comunque necessari dati, ad esempio, e i sopralluoghi a cura del professionista). controllo. Va ricordato, infine, che i criteri di
sulle sostanze impiegate, sul processo pro- I riferimenti normativi relativi alle analisi sono attribuzione del codice Cer e di (alcune) ca-
duttivo, sulla presenza/assenza di sostanze piuttosto scarsi e generici, fatta eccezione ratteristiche di pericolosità sono ben definiti
pericolose o altro in funzione del tipo di rifiu- naturalmente per i decreti specifici sulle di- nella norma, ma prima occorre identificare il
to. Si ritiene che questo certificato non sia scariche; merita di essere ricordato l’articolo rifiuto in base alle proprie caratteristiche chi-
costituito dalla semplice assegnazione del 258 comma 4, Dlgs 152/2006 inerente le mico-fisiche e merceologiche, poi gli viene
Cer, ma da una sintetica relazione che rias- sanzioni. Piuttosto sono eventuali norme o attribuito il Cer usando i criteri suddetti;
sume le caratteristiche del rifiuto e del pro- regolamenti locali o prassi amministrative de- spesso, purtroppo, si fa il contrario: si “forza”
cesso che lo ha originato. Il produttore del ri- gli enti competenti che affermano la differen- un rifiuto dentro un codice trascurandone le
fiuto che richiede tale certificazione deve te valenza delle due certificazioni. proprietà o assegnando caratteristiche di pe-
specificare esplicitamente se l’assegnazione Nella decisione 2001/118/Ce non è reperibi- ricolo non rappresentative – per eccesso o
del Cer è a carico del professionista, ciò al fi- le il riferimento al certificato merceologico, ci per difetto – dei rischi effettivamente asso-
ne di delimitare precisamente le rispettive re- sono solo i noti criteri di individuazione del ciati.
sponsabilità; Cer.

54
a cura di Eugenio Onori
Segretario Albo nazionale gestori ambientali

Rubriche Tribuna Albo gestori

Due circolari per chiarire Con il decreto legislativo 152/2006 la steriali;


le nuove disposizioni competenza a ricevere le comunicazioni • il possesso dei requisiti soggettivi richiesti
sul recupero dei rifiuti di inizio di attività, a valutare i presuppo- per la gestione dei rifiuti;
in procedura semplificata sti e i requisiti richiesti per lo svolgimento • le attività di recupero che si intendono
delle operazioni di recupero in procedura svolgere;
Con due circolari, la n. 800 del 3 luglio 2006 semplificata e, conseguentemente, a i- • lo stabilimento, la capacità di recupero e il
e la n. 876 del 26 luglio 2006, il Comitato scrivere le imprese interessate, è passata ciclo di trattamento o di combustione nel
nazionale ha emesso le prime direttive di dalle Province alle Sezioni regionali del- quale i rifiuti stessi sono destinati ad essere
propria competenza in ordine all’applicazione l’Albo. Le Province mantengono le funzio- recuperati, nonché l’utilizzo di eventuali im-
delle disposizioni contenute agli articoli 214 e ni di controllo. pianti mobili;
216 del Dlgs 152/2006, relative alle opera- • le caratteristiche merceologiche dei pro-
zioni di recupero dei rifiuti in procedura sem- Le comunicazioni già effettuate alla data di dotti derivanti dai cicli di recupero.
plificata. entrata in vigore del Dlgs 152/2006, ai sensi Ai sensi dell’articolo 196 del Dlgs 152/2006,
dell’articolo 33, comma 1, del Dlgs 22/1997, spetta alle Regioni, nel rispetto di linee guida
Le direttive hanno lo scopo di contribuire

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


e le conseguenti iscrizioni nei registri tenuti elaborate ai sensi dell’articolo 195 dai com-
a chiarire i dubbi sollevati dalle Sezioni dalle Province, restano valide ed efficaci fino petenti Ministeri, la specificazione dei conte-
regionali dell’Albo e dalle Province in or- alla scadenza di cui al comma 5 del medesi- nuti della relazione da allegare alla comuni-
dine all’esercizio delle funzioni che ad mo articolo 33. cazione. Analoga disposizione era contenuta
esse vengono affidate dalle nuove dispo- In particolare, l’esercizio delle operazioni di all’articolo 19 del Dlgs 22/1997, il quale,
sizioni legislative e di orientare gli opera- recupero dei rifiuti effettuato nel rispetto delle però, non prevedeva le linee guida a livello
tori nelle procedure previste. previste norme tecniche e prescrizioni può statale.
essere intrapreso decorsi 90 giorni dalla co- Per completare il nuovo quadro normativo re-
Esse fanno parte di un complesso di iniziative municazione di inizio di attività alla compe- lativo alle procedure semplificate per il recu-
poste in essere dal Comitato nazionale per tente Sezione regionale dell’Albo con la se- pero dei rifiuti, si deve ricordare che, ai sensi
fronteggiare le difficoltà connesse all’applica- guente procedura. (1) dell’articolo 197 del Dlgs 152/2006 le Pro-
zione delle norme in questione, sicuramente a) Entro 10 giorni dalla comunicazione di ini- vince sottopongono ad adeguati controlli pe-
tra le più problematiche della parte quarta zio di attività la Sezione regionale dell’Albo ne riodici gli stabilimenti e le imprese che smal-
del Dlgs 152/2006. Tra queste iniziative si dà notizia alla Provincia territorialmente com- tiscono o recuperano rifiuti, curando, in parti-
segnala l’attività di coordinamento con petente. colare, che vengano effettuati adeguati con-
l’Unione delle Province italiane e con le varie b) Entro 90 giorni dalla comunicazione di inizio trolli periodici sulle attività sottoposte alle
Province sul territorio per gestire il difficile di attività la sezione regionale dell’Albo iscrive procedure semplificate di cui agli articoli 214
avvio dello svolgimento delle nuove compe- in un apposito registro l’impresa e, entro lo e 216. Ciò anche indipendentemente dalle
tenze. stesso termine, verifica d’ufficio la sussistenza segnalazioni delle Sezioni regionali dell’Albo.
Come è noto, ai sensi degli articoli 31 e 33 dei presupposti e dei requisiti richiesti.
del Dlgs 22/1997, l’esercizio delle operazioni c) Qualora la Sezione regionale dell’Albo ac- Come si vede, il nuovo regime agevolato è
di recupero dei rifiuti effettuato nel rispetto certi il mancato rispetto delle norme tecniche disciplinato nel dettaglio per quanto riguarda
delle norme tecniche e delle prescrizioni fis- e delle condizioni previste propone alla Pro- talune fasi della procedura, ma è sensibil-
sate con decreti del Ministro dell’ambiente vincia di disporre, con provvedimento motiva- mente carente di disposizioni atte a garantire
(Dm 5 febbraio 1998, modificato con Dm 5 to, il divieto di inizio ovvero di prosecuzione un adeguato coordinamento tra Sezioni re-
aprile 2006, n. 186, sul recupero dei rifiuti dell’attività, salvo che l’interessato non prov- gionali dell’Albo e Province.
non pericolosi e Dm 12 giugno 2002, n. 161, veda a conformare alla normativa vigente Problemi più generali derivano, inoltre, dalla
sul recupero dei rifiuti pericolosi) poteva es- l’attività e i suoi effetti entro il termine e se- nuova impostazione, la quale, modificando il
sere intrapreso decorsi 90 giorni dalla comu- condo le prescrizioni stabiliti dall’amministra- soggetto istituzionale destinatario della co-
nicazione di inizio di attività alla Provincia ter- zione (dalla Provincia). municazione, fa venire meno il supporto di
ritorialmente competente. La Provincia iscri- specifiche professionalità sperimentate nel
veva le imprese in appositi elenchi ed effet- Alla comunicazione di inizio di attività deve corso di anni di applicazione della normativa
tuava gli accertamenti e i controlli volti a veri- essere allegata una relazione dalla quale ri- sul recupero dei rifiuti nella fase valutativa
ficare la conformità delle operazioni alle nor- sulti: della comunicazione di inizio di attività. Lo
me tecniche e alle prescrizioni stabilite dai • il rispetto delle norme tecniche e delle con- stesso problema può essere favorito dalla
55
suddetti decreti. dizioni specifiche contenute nei decreti mini- previsione dell’accentramento a livello regio-
nale delle pratiche in esame. Con la circolare prot. n. 800 del 3 luglio 152/2006 e dalla documentazione richiesta
Rubriche Tribuna Albo gestori

Infine, non può non segnalarsi, a fronte di di- 2006, invece, sono state chiarite le seguenti ai sensi dei decreti ministeriali sul recupero
sposizioni legislative di immediata applicazio- questioni: (Dm 5 febbraio 1998, modificato con Dm 5
ne, come risulti evidente l’assenza di ade- 1. La competenza delle Sezioni regionali ri- aprile 2006, n. 186, e Dm 12 giugno 2002,
guate disposizioni volte ad un puntuale raf- guarda esclusivamente le comunicazioni di i- n. 161).
forzamento delle strutture. nizio di attività, o i rinnovi delle stesse, effet- 3. Spetta alle Province adottare i provvedi-
In sintesi, il problema, almeno in questa fase, tuate a partire dalla data di entrata in vigore menti previsti dal comma 4 dell’articolo 216
potrebbe essere quello dell’adeguatezza degli del Dlgs 152/2006 (29 aprile 2006). del Dlgs 152/2006 (termini e prescrizioni as-
strumenti volti ad assicurare l’applicazione Come abbiamo visto, infatti, ai sensi dell’arti- segnati all’impresa per conformare l’attività
del principio in base al quale le operazioni di colo 216, comma 15, del Dlgs 152/2006, le alla normativa vigente, provvedimento di di-
recupero dei rifiuti in procedura semplificata comunicazioni già effettuate ai sensi dell’arti- vieto di prosecuzione dell’attività ecc.). È ra-
devono garantire in ogni caso un elevato li- colo 33, comma 1, del Dlgs 22/1997, e le gionevole che la Provincia dia notizia di tali
vello di protezione ambientale e controlli effi- conseguenti iscrizioni nei registri tenuti dalle provvedimenti alla Sezione regionale del-
caci. Province, restano valide ed efficaci fino alla l’Albo al fine di consentire alla stessa il cor-
scadenza quinquennale o anticipata nel caso retto espletamento delle attività previste dal
Ma veniamo ai contenuti delle circolari del in cui occorre presentare una nuova comuni- comma 3 dello stesso articolo 216 (verifica
Comitato nazionale. cazione per modifiche sostanziali delle opera- della sussistenza dei presupposti e dei requi-
Con la circolare prot. n. 876 del 19 luglio zioni di recupero. Ciò significa che spetta alle siti richiesti per operare, iscrizione). Per gli
2006, il Comitato nazionale ha ritenuto di Province adottare tutti i provvedimenti di va- stessi fini, la Sezione regionale deve venire a
chiarire che la “competente Sezione regiona- riazione inerenti queste comunicazioni. conoscenza degli eventuali provvedimenti as-
le dell’Albo” presso la quale deve essere pre- Anche questo chiarimento è risultato essere sunti dalla Provincia a seguito delle attività di
sentata la comunicazione di inizio di attività è estremamente utile, considerate le differenti controllo svolta ai sensi dell’articolo 197 del
la Sezione regionale nel cui territorio di com- interpretazioni, e le conseguenti condotte, Dlgs 152/2006.
petenza è ubicata l’unità locale dove si inten- delle diverse amministrazioni coinvolte. Ovviamente dette comunicazioni delle Provin-
dono effettuare le operazioni di recupero dei 2. Il Comitato nazionale ha ritenuto di provve- ce alle Sezioni regionali dell’Albo riguardano
rifiuti in procedura semplificata. La stessa dere all’adozione di un modello uniforme di le comunicazioni di inizio di attività, e i rinno-
Sezione regionale provvede alla complessiva comunicazione d’inizio attività, in corso di e- vi, effettuate a partire dal 29 aprile 2006 e,
gestione delle comunicazioni che devono es- laborazione nel momento in cui scriviamo. cioè, da quando è subentrata la competenza
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

sere effettuate per ogni singolo impianto. Tale modello potrà contenere solo alcuni ele- dell’Albo sulla materia in esame.
Il chiarimento si è reso necessario a causa menti comuni per tutto il territorio nazionale
dell’insufficiente specificazione della disposi- considerata, come abbiamo visto, la compe- (1) Nelle ipotesi di rifiuti elettrici ed elettronici, di
zione legislativa che aveva indotto molte im- tenza regionale in materia di contenuti della veicoli fuori uso e di impianti di coincenerimento,
prese a presentare la comunicazione di inizio relazione da allegare alla comunicazione. l’avvio delle attività è subordinato all’effettuazione
di una visita preventiva, da parte della Provincia
di attività, in base al regolamento dell’Albo Nell’attesa del modello uniforme, le comuni- competente per territorio, da effettuarsi entro 60
(Dm 406/1998), alle Sezioni regionali nel cui cazioni d’inizio di attività possono essere pre- giorni dalla presentazione della comunicazione di
territorio è stabilita la sede legale. sentate utilizzando la modulistica già adottata inizio di attività.
Il chiarimento, dunque, risulta di estrema uti- dalle diverse Regioni o Province e devono es-
lità ed è in linea con l’obiettivo di garantire sere corredate dalla relazione tecnica previ-
efficienza e adeguati controlli. sta dal comma 3 dell’articolo 216 del Dlgs

Ministero dell’ambiente e della tutela mi 1, 2 e 3, dello stesso decreto legislati- segnalazioni riguardanti differenti mo- comunicazioni già effettuate alle mede-
del territorio vo e ne danno notizia alla Provincia dalità di applicazione delle medesime sime ai sensi del Dlgs 22/1997.
territorialmente competente entro dieci disposizioni da parte delle diverse am- 2. Nell’attesa dell’adozione del modello
Albo nazionale delle imprese giorni dal ricevimento della comunica- ministrazioni coinvolte. uniforme di comunicazione d’inizio at-
che effettuano la gestione dei rifiuti zione stessa; tività, in corso di elaborazione, potran-
Comitato nazionale – iscrivono le imprese che effettuano la Al riguardo il Comitato nazionale, per no essere accettate le comunicazioni
comunicazione di inizio di attività in quanto di sua competenza, ha ritenuto d’inizio attività di cui all’articolo 216,
Prot. n. 800/ALBO/PRES apposito registro e, entro novanta gior- di fornire le seguenti indicazioni opera- comma 1, del Dlgs 152/2006, corredate
3 luglio 2006 ni dalla ricezione della comunicazione, tive. dalla documentazione prevista dal
verificano d’ufficio la sussistenza dei 1. Ai sensi dell’articolo 216, comma 15, comma 3 dello stesso articolo 216, non-
Alle sezioni regionali e provinciali presupposti e dei requisiti richiesti; del Dlgs 152/2006, le comunicazioni ché dal Dm 5 febbraio 1998, modificato
All’Unione Province d’Italia – qualora accertino il mancato rispetto già effettuate ai sensi dell’articolo 33, con Dm 5 aprile 2006, n. 186, o dal Dm
Alle associazioni di categoria delle norme tecniche e delle condizioni comma 1, del Dlgs 22/1997, e le conse- 12 giugno 2002, n. 162 [NdR si legga n.
Loro sedi previste propongono alla Provincia ter- guenti iscrizioni nei registri tenuti dalle 161]. A tali fini, potrà essere utilizzata
ritorialmente competente di disporre, Province, restano valide ed efficaci fino la modulistica già adottata dalle diverse
Oggetto: Applicazione con provvedimento motivato, il divieto alla scadenza di cui al comma 5 del Regioni o Province.
articolo 216, Dlgs 152/2006 di prosecuzione dell’attività salvo che medesimo articolo 33. 3. Ai sensi dell’articolo 216, comma 1,
l’interessato non conformi l’attività e i Si ritiene, pertanto, che le Sezioni re- del Dlgs 152/2006, la Sezione regionale
Ai sensi dell’articolo 216 del Dlgs 152/ suoi effetti alla normativa vigente entro gionali dell’Albo possano gestire esclu- deve dare notizia alla Provincia della
2006, le Sezioni regionali dell’Albo: il termine e secondo le prescrizioni sta- sivamente le comunicazioni di inizio di comunicazione di inizio di attività en-
– ricevono la comunicazione di inizio biliti dall’amministrazione. attività, o i rinnovi delle stesse, effettua- tro dieci giorni dalla ricezione della
di attività per l’esercizio delle operazio- A seguito dell’entrata in vigore delle te a partire dalla data di entrata in vi- stessa. Si ritiene che a tale comunica-
ni di recupero effettuate nel rispetto del- suddette disposizioni legislative, sono gore del Dlgs 152/2006, mentre rimane zione debba essere allegata copia di tut-
le norme tecniche e delle prescrizioni pervenute richieste di chiarimento da di competenza delle Province l’adozio- ta la documentazione presentata dal-
56
specifiche di cui all’articolo 214, com- parte delle Sezioni regionali, nonché ne di tutti i provvedimenti inerenti le l’impresa.
4. Fermo restando quanto chiarito al vincia ai sensi del comma 4 del medesi- ni, dovrebbe essere data notizia alla Il Presidente

Rubriche Tribuna Albo gestori


punto 1., si ritiene che, ai fini di quanto mo articolo 216 (termini e prescrizioni Sezione regionale degli eventuali prov- Dott.ssa Rosanna Laraia
disposto dall’articolo 216, comma 3, del assegnati all’impresa per la conforma- vedimenti assunti dalla Provincia a se-
Dlgs 152/2006, dovrebbe essere trasmes- zione dell’attività alla normativa vigen- guito delle attività di controllo di cui Il Segretario
sa alla Sezione regionale dell’Albo noti- te, provvedimento di divieto di prosecu- all’art. 197, commi 1 e 5, del Dlgs 152/ Dott. Eugenio Onori
zia dei provvedimenti assunti dalla Pro- zione dell’attività, ecc.). Per gli stessi fi- 2006.

Ministero dell’ambiente e della tutela Oggetto: Applicazione zionale ha ritenuto, anche alla luce del presentate alle Sezioni regionali nel cui
del territorio articolo 216, Dlgs 152/2006 principio stabilito all’articolo 214, com- territorio è stabilita la sede legale
ma 1, del Dlgs 152/2006, che la suddet- dell’impresa devono essere tempestiva-
Albo nazionale delle imprese L’articolo 216, comma 1, del Dlgs 152/ ta comunicazione di inizio di attività mente inviate, a cura della segreterie
che effettuano la gestione dei rifiuti 2006, ha previsto che la comunicazione debba essere presentata alla Sezione re- della stesse, alla Sezioni regionali com-
Comitato nazionale di inizio di attività per l’esercizio delle gionale nel cui territorio è ubicata l’u- petenti sulla base del criterio sopra in-
operazioni di recupero effettuate nel ri- nità locale dove si intendono effettuare dicato.
Prot. n. 876/ALBO/PRES spetto delle norme tecniche e delle pre- le operazioni di recupero dei rifiuti in
19 luglio 2006 scrizioni specifiche di cui all’articolo procedura semplificata. La stessa Il Presidente
214, commi 1, 2 e 3, dello stesso decreto Sezione regionale provvede ad espletare Dott.ssa Rosanna Laraia
Alle sezioni regionali e provinciali legislativo, deve essere presentata alla le attività previste dal citato articolo 216
All’Unione Province d’Italia competente Sezione regionale dell’Albo. e dall’articolo 212, commi 25 e 26, del Il Segretario
Alle associazioni di categoria A seguito delle numerose richieste di Dlgs 152/2006. Dott. Eugenio Onori
Loro sedi chiarimento pervenute, il Comitato na- Le comunicazioni di inizio di attività

manuale

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


della
sostenibilità
idee, concetti, nuove discipline
capaci di futuro
La sostenibilità è un approccio reciproche che caratterizza il
radicalmente diverso da quello che “sistema chiuso” del nostro pianeta.
ha guidato la scienza e la politica L’autore ricostruisce il significato
fino a pochi anni fa. È un modello di che il termine “sostenibilità” ha
pensiero che cerca di integrare la assunto negli anni più recenti,
civiltà contemporanea con la partendo dalle idee e dai concetti
complessità della natura e propone che ne hanno tracciato la storia per
un’idea credibile di “sviluppo”, in arrivare alle nuove discipline
opposizione al mito della “crescita” scientifiche che ne disegnano la
a tutti i costi. Per affrontare questa prospettiva. Il percorso si sviluppa
di Gianfranco Bologna sfida e indicare soluzioni concrete, attraverso argomenti disciplinari
336 pagine 20,00 e studiosi di tutto il mondo analizzano i diversi, citazioni, esempi, in un
processi naturali insieme a quelli mosaico ampio e documentato che
sociali, economici e produttivi, alla restituisce tutta la ricchezza del
luce della complessa rete di relazioni dibattito in corso.

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tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
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via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
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tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
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a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza

Riferimenti Massima
Corte Suprema di Pres. Avitabile 1. Rifiuti – Discarica abusiva In tema di gestione dei rifiuti, il provvedimento di confisca dell’area
Cassazione, Sez. III, Rel. Onorato – Realizzazione o gestione – sulla quale sia stata realizzata o gestita una discarica non autorizza-
26 febbraio 2002, Imp. Dessena Sentenza penale di condanna ta e in quanto tale abusiva, non può essere disposto dal giudice at-
n. 7430 – Confisca dell’area in com- traverso la sentenza di condanna emessa ex articolo 51, comma 3,
proprietà – Condizioni e pre- Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, qualora sussista una comproprietà
supposti dell’area in questione e i comproprietari non siano responsabili,
quanto meno a titolo di concorso, del reato di discarica abusiva, non
avendo l’area un’intrinseca criminalità in senso assoluto e potendo
venire bonificata dai residui inquinanti.

2. Rifiuti – Smaltimento – È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale


RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)

Attività di demolizione e co- degli articoli 7 e 51, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, in relazione all’ar-
struzione di manufatti edilizi ticolo 3 Cost., ove definisce rifiuti e sottopone alla conseguente di-
– Articoli 7 e 51, Dlgs 5 feb- sciplina i materiali derivanti dalle attività di demolizione e costruzio-
braio 1997, n. 22 – Tratta- ne di edifici per la presunta disparità di trattamento per le terre e le
mento diversificato per le ter- rocce da scavo, anche qualora risultassero contaminate, escluse
re e rocce da scavo di cui al- dall’articolo 1, comma 17, legge 21 dicembre 2001, n. 443 (delega
la legge n. 443 del 2001 – al governo in materia di infrastrutture ed insediamenti strategici)
Questione di legittimità costi- dall’ambito dei rifiuti, nonostante la maggiore pericolosità ambienta-
tuzionale in riferimento all’ar- le di queste ultime, considerato che si tratta di attività e di materiali
ticolo 3 Cost. – Manifesta in- diversi, la cui diversità legittima la differente disciplina adottata dal
fondatezza legislatore nazionale nell’ambito della propria potestà discrezionale.

Tar Piemonte, Pres. Montini Rifiuti – Rifiuti speciali – Ab- Il proprietario di un’area sulla quale siano stati depositati da soggetti
Sez. II, 28 luglio Rel. Massari bandono su area privata – terzi rifiuti speciali, in quanto incolpevole, non è obbligato a pro-
2000, n. 913 Ric. Soc. C.W. Proprietario incolpevole – muovere a proprie spese, al loro smaltimento e alla successiva bo-
Res. Comune di Obbligo di smaltimento e di nifica delle aree contaminate.
Alessandria bonifica – Inconfigurabilità

Tar Lombardia, Pres. Mariuzzo Rifiuti – Pericolo di danno Ai sensi dell’articolo 17, comma 9, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22,
Milano, Sez. III, Rel. Mariuzzo ambientale – Messa in sicu- qualora i responsabili dell’inquinamento da rifiuti non provvedano o
ord. 22 agosto Ric. Soc. M. rezza, bonifica e ripristino non siano individuabili, gli interventi di messa in sicurezza, bonifica
2000, n. 2724 Res. Comune di ambientale – Intervento del e ripristino ambientale possono essere realizzati direttamente dal
Rho ed altri Comune – Recupero degli o- Comune competente e, ove quest’ultimo non provveda, dalla Regio-
neri – Condizioni ne che può avvalersi anche di altri enti pubblici, fermo il recupero
dei relativi oneri nei confronti degli eventuali soggetti responsabili.

Tar Toscana, Pres. Lazzeri Rifiuti – Rifiuti tossici e nocivi È illegittima l’ordinanza del sindaco che ingiunge al proprietario di
Sez. II, 12 Rel. Del Guzzo – Smaltimento – Rifiuti ab- un terreno, sul quale siano stati abbandonati e rinvenuti rifiuti tossici
settembre 2000, Ric. Soc. N.I.T. bandonati e rinvenuti su di e nocivi, di provvedere al loro smaltimento e allo scorticamento del
n. 1917 Res. Comune di una determinata area – Pro- suolo ovvero di adottare i mezzi idonei per evitare che in futuro pos-
Firenze prietario incolpevole dell’ab- sano verificarsi ulteriori abbandoni.
bandono – Ordinanza sinda-
cale di smaltimento dei rifiuti
e di scorticamento del terre-
58 no – Illegittimità
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi

Rubriche Punto imballaggi

Nel 2007 nuove iniziative per so, la riutilizzabilità e/o la recuperabilità • facilitazione dell’attività di riciclo.
Conai nel campo degli (riciclo, recupero energetico, compostaggio)
imballaggi eco-compatibili degli imballaggi. Il concorso Oscar dell’Imballaggio
2007
Conai, oltre a garantire le attività di recupero In tale contesto le imprese svolgono un ruolo A partire dall’edizione 2004 Conai collabora
e riciclo dei rifiuti di imballaggio, opera tra le centrale nella fase di progettazione e utilizzo con l’Istituto Italiano Imballaggio per riservare
oltre 1.400.000 imprese consorziate per fa- di un packaging a minore impatto ambientale un premio agli imballaggi a ridotto impatto
vorire la promozione di una cultura della so- e questo impegno rappresenta un punto di ambientale all’interno del concorso. Nel
stenibilità e della prevenzione ambientale: è forza per le stesse, in un momento in cui i 2007 l’Istituto Italiano Imballaggio e Conai
fondamentale, infatti, agire a monte del pro- consumatori/cittadini sono sempre più attenti realizzeranno una nuova edizione dell’Oscar
cesso di produzione dei rifiuti, partendo pro- ai comportamenti delle aziende nei confronti dedicato all’ambiente con l’obiettivo di valo-
prio dalle imprese, responsabili della produ- dell’ambiente. rizzare le politiche di prevenzione dell’impatto
zione e dell’immissione al consumo degli im- Per incentivare i produttori e gli utilizzatori di ambientale degli imballaggi, premiando le
imballaggi ad aderire a questa visione, Conai migliori proposte di packaging eco-compati-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 132 (8-9/06)


ballaggi.
La stessa normativa europea e nazionale del ha varato nel 2003 il progetto Pensare bili. L’appuntamento del prossimo anno è
settore imballaggi è fondata sul concetto di Futuro, con una serie di attività che mirano: particolarmente significativo perché cade in
prevenzione: una prevenzione a tutto tondo, • a diffondere tra le imprese azioni volontarie occasione di due anniversari, il 50° anniver-
a favore di uno sviluppo economico e am- legate alla prevenzione; sario dell’Oscar dell’Imballaggio e il 10° anno
bientale che preveda il contenimento dello • a premiare quelle che si preoccupano della di attività di Conai.
sfruttamento delle materie prime, l’adozione vita del packaging nella fase post-consumo;
di processi e tecnologie non inquinanti per gli • ad esplorare prospettive diverse, legate al Le aziende che faranno parte del Dossier ver-
imballaggi, la riduzione della produzione di ri- miglioramento della qualità e della razionaliz- ranno valutate dalla giuria dell’Oscar per la
fiuti. zazione dei processi produttivi. partecipazione al concorso, così come gli im-
Ne sono un esempio le recenti disposizioni Il progetto Pensare Futuro nel 2007 prevede ballaggi finalisti dell’Oscar per l’ambiente po-
sui requisiti essenziali stabilite a livello euro- la realizzazione di due nuove importanti ini- tranno essere inseriti nella pubblicazione di
peo, riprese anche nel Dlgs 152/2006. ziative congiunte: una nuova edizione del Conai.
Secondo la normativa “Possono essere com- Dossier Prevenzione e il concorso Oscar del-
mercializzati solo imballaggi rispondenti agli l’Imballaggio 2007. Per maggiori informazioni: tel. 02 54044274;
standard europei fissati dal Comitato europeo prevenzione@conai.org.
di normalizzazione in conformità ai requisiti Dossier Prevenzione
essenziali stabiliti dall’articolo 9 della direttiva È la pubblicazione che Conai dedica all’eco-
94/62/Ce del Parlamento europeo e del Con- packaging. È uscito il primo volume nel 2001
siglio del 20 dicembre 1994. Con decreto del ed il secondo nel 2004. Il Dossier, che rap-
Ministro dell’ambiente e della tutela del terri- presenta ad oggi la più aggiornata rassegna
torio, di concerto con il Ministro delle attività di eco-imballaggi a livello nazionale, racco-
produttive sono aggiornati i predetti standard, glie una rassegna di soluzioni di packaging
tenuto conto della Commissione europea realizzati da aziende che si sono distinte nel
2005/C44/13. Sino all’emanazione del pre- progettare, produrre, utilizzare imballaggi a
detto decreto si applica l’allegato F alla parte ridotto impatto ambientale. La terza edizione
quarta del presente decreto”. del Dossier Prevenzione sarà pubblicata nel
Questo significa che, comunque, anche in 2007.
assenza di un decreto che introduca l’uso La pubblicazione prevede un inventario di so-
degli standard Cen, tutti gli imballaggi devo- luzioni di imballaggio che contemplino inter-
no essere conformi ai requisiti essenziali ri- venti come:
portati nell’allegato F. In sintesi questi preve- • risparmio di materia prima (a parità di per-
dono: la riduzione alla fonte dei volumi e formance);
dei materiali impiegati nella produzione e la • utilizzo di materiale riciclato;
trasformazione di un imballaggio nonché del- • circuiti di riutilizzo dell’imballaggio;
59
le sostanze contaminanti il materiale stes- • ottimizzazione della logistica;
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