DISSERVIZI AEREI CRAC BANCHE CULTURA IDENTITÀ DIGITALE A

Cancellazione del volo? Come L’ex manager bancario Vincenzo In attesa di una legge quadro, Le società che gestiscono
chiedere il rimborso del biglietto Imperatore: solo controlli formali le biblioteche pubbliche lo Spid latitano in tema
e l’indennizzo per il danno. da parte di Bankitalia e Consob. vanno in ordine sparso. di privacy e sicurezza dei dati.

Numero 157 // novembre 2017

Soldi & Diritti www.altroconsumo.it

In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi
Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI

All’estero
Anno XLII - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano

chi può
Dove la vita
costa meno,
la pensione
vale di più.

Indipendenti
Le nostre pubblicazioni non
contengono pubblicità. Non
accettiamo prodotti gratuiti e
non realizziamo test su richiesta
dei produttori. Scegliamo
solo laboratori competenti e
indipendenti da qualunque
interesse. L’indipendenza è totale,
a garanzia di obiettività di giudizi e
consigli.
Efficaci
Il nostro metodo di lavoro si basa
su criteri di rigore scientifico,
efficienza e competenza. A test e
inchieste lavorano tecnici qualificati
e specialisti di settore, che mettono
la loro professionalità al servizio
dell’informazione, della consulenza,
della risoluzione concreta dei
problemi.
Dalla tua parte
La nostra missione è
esclusivamente orientata a
soddisfare le necessità dei
consumatori e a tutelare i loro
diritti. Per questo offriamo servizi di
consulenza individuale e portiamo
la voce e le istanze dei consumatori
presso gli interlocutori istituzionali
e sociali.
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tel. 02 69.61.520
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2 S&D//novembre 2017
EDITORIALE
Rosanna Massarenti
Direttore
Si vola basso
Almeno per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti. Sotto i
riflettori, nelle ultime settimane, c’è stata Ryanair, che ha annullato
migliaia di voli lasciando a terra oltre 400.000 persone. Diritti dei
passeggeri violati, dunque, è parsa la prima preoccupazione, e in
effetti questo problema c’è (e anche noi ne parliamo, a pag. 10), ma con
un paracadute, la legge europea che prevede risarcimenti. Ma basta
scorrere la motivazione principale addotta dalla compagnia, “errata
valutazione dei riposi che spettano ai piloti”, per capire che le vere
vittime, in realtà, sono i lavoratori. E qui, l’Europa unita, invece, non
c’è. Sottopagati e assunti con un contratto irlandese, senza diritto di
ammalarsi o di riposarsi (o fare bambini, chissa?). Piloti e assistenti di
volo italiani che rinunciano ai diritti sanciti nel loro Paese e ne accettano
di peggiori. È questo trattamento che consente alle compagnie low cost
di fare prezzi stracciati. E non solo a loro. Altroconsumo è da sempre
a favore della concorrenza (vedi a pag. 31), che anche nei trasporti ha
permesso di ampliare l’offerta e creato buone occasioni di risparmio.
Ma la competizione ha le sue regole. E i suoi limiti invalicabili, primo fra
tutti quello di non sacrificare la dignità delle persone, come invece sta
avvenendo in tutti i settori: zero tutele, compensi ridicoli, condizioni
che si è costretti ad accettare quando non si hanno alternative. Il tema
è più che noto: i lavoratori delle compagnie aeree l’avevano denunciato
da tempo e le condizioni contrattuali di tutto l’esercito di fattorini,
operatori di call center e così via che fanno ricchi i big della nuova
economia non sono un mistero per nessuno. La corsa al ribasso vale per
tutti i lavoratori, molto o poco qualificati. Secondo il recente rapporto
Ocse, National skills strategy, il 35% dei laureati italiani - unico caso
tra i paesi del G7 - svolge lavori di routine e non attività interessanti e
correlate con i loro studi. Lavoro e diritti (tutti, ius soli compreso) siano
tema centrale delle agende politiche, perché le ricadute dei soprusi e
della povertà, con un sinistro effetto domino, ci saranno per tutti, in
termini di sicurezza, convivenza civile, sviluppo.
www.altroconsumo.it
IN QUESTO NUMERO

DOSSIER 31

ARTICOLI

10 26 36
Se l’aereo non parte Borsa hi tech La cultura
Risarcimenti e indennizzi Non conviene investire non attira soldi
per i voli cancellati. nelle azioni dei colossi Pochi investimenti

12 18
del web. per le biblioteche

Pensionati all’estero
Chi, raggiunta l’età
della pensione, si
trasferisce in alcuni
paesi convenzionati
gode di particolari
vantaggi fiscali.
Il Portogallo, per
esempio, concede
l’esenzione dalle tasse
per dieci anni.
Spid: Sos privacy
Poca chiarezza nei contratti
dei gestori del servizio
di identità digitale unica.
20
Quali controlli
sulle banche?
lntervista a Vincenzo
Imperatore sulla vigilanza
di Bankitalia e Consob.
28
Smartphone in negozio
Pagare con l’app?
Occhio ai costi di ricarica.
31
Concorrenza lenta
Rc auto, telefonia, banche...:
l’occasione mancata
del ddl concorrenza.
34
pubbliche.
39
Assegni familiari
Un piccolo sostegno
per le spese di famiglia.
42
Promozioni su strada
Auto a prezzo stracciato
in cambio della pubblicità
sulle portiere? No, grazie.

23 Donazioni e fisco
Amanti del rischio Recuperare nella
Gli italiani sono restii dichiarazione dei redditi
a stipulare assicurazioni. i versamenti a ong e onlus.

RUBRICHE
4 44 46
Primo piano Sentenze Parla con noi
Notizie, analisi e commenti La voce della legge Lettere ed email
dal mondo economico attraverso le interpretazioni per comunicarci dubbi,
e finanziario. dei tribunali. segnalazioni e denunce.

APPROFONDISCI GLI ARGOMENTI SU www.altroconsumo.it

www.altroconsumo.it novembre 2017//S &D 3

 PRIMO
PIANO
GRUPPO D’ACQUISTO
ABBASSA LA POLIZZA
Dal 2016, dopo un paio di anni di
andamento favorevole per gli automobilisti,
le tariffe rc auto hanno ripreso a salire,
in media dal 3 al 6% su tutto il territorio
nazionale. E hanno continuano a farlo
anche quest’anno. Secondo gli ultimi
dati dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza delle
assicurazioni, gli automobilisti italiani nel
periodo 2011-2015 hanno pagato in media
159 euro in più dei cugini europei. In media
392 euro contro i 165 dei francesi e i 182
degli spagnoli. Per aiutarvi a risparmiare
e dare una scossa al mercato, abbiamo
pensato di applicare anche a questo
settore la filosofia dei gruppi d’acquisto,
che ha già ben funzionato per ottenere
tariffe più vantaggiose per le utenze
domestiche. Abbiamo lanciato “Abbassa
la polizza”, il nuovo gruppo d’acquisto
aperto a tutti. Potete aderire anche se la
4 S&D//novembre 2017
TUTTE LE NEWS E LE RACCOMANDAZIONI DEI NOSTRI ESPERTI a cura di Adelia Piva
Le caratteristiche vostra polizza non è in scadenza. Infatti,
devi essere
per aderire tutti gli automobilisti possono aderire fino
al gruppo d’acquisto persona al 28 febbraio 2018 purché la loro auto
“Abbassa la polizza”
fisica sia già assicurata. A partire da dicembre
di quest’anno gli aderenti inizieranno a
ricevere la comunicazione dell’offerta che
abbiamo ottenuto per loro. Ovviamente,
saranno liberi di decidere se sottoscriverla
auto
o meno. Se la vostra polizza scade
già prima, avete comunque la possibilità
assicurata di risparmiare, i vantaggi a voi riservati
saranno mantenuti fino a un massimo di 12
mesi. Nel frattempo, vi invitiamo a utilizzare
il servizio di Altroconsumo Connect
puoi aderire al gruppo
d’acquisto fino al che mette a confronto i preventivi di 22
28 febbraio compagnie (www.altroconsumo.it/rcauto).
Insieme possiamo ottenere condizioni che
2018 da soli non potremmo conquistare. Per
saperne di più: www.abbassalapolizza.it o
chiamate lo 02/6961565.
www.altroconsumo.it
 +1,5%
La crescita del Pil nel 2017 certificata
nel Documento di economia e finanza del Governo

NUOVE NORME SUI SERVIZI DI PAGAMENTO

Dall’Europa una spinta alla moneta elettronica

Finalmente. Il governo ha dato il via libera al decreto di
recepimento della direttiva europea sui servizi di pagamento
(2015/2366), che ha l’obiettivo di aumentare la trasparenza, la
concorrenza e l’integrazione del mercato europeo delle carte
di pagamento. In primis fissando un limite alle commissioni
interbancarie applicate ai pagamenti con carte, commissioni che
si riversano poi sugli esercenti e sui cittadini disincentivando
l’uso della moneta elettronica. Una direttiva che Altroconsumo
ha sostenuto nelle sedi istituzionali perché per aumentare l’uso
degli strumenti alternativi al contante bisogna eliminare qualsiasi
spesa aggiuntiva quando si usano le carte. Infatti, è positiva la
nuova norma che stabilisce il divieto di applicare commissioni
aggiuntive quando si usa la moneta elettronica per pagare.
E ci sarà l’Antitrust a vigilare, grazie alla nuova legge. Infine,
per aumentare la fiducia nella sicurezza di questi strumenti,
si riduce la responsabilità del titolare nel caso in cui ci sia un
uso illecito della sua carta da parte di terzi: prima del blocco la
sua responsabilità massima scende dai 150 euro attuali a soli
50 euro. Inoltre, per rendere più sicuri gli acquisti online viene
introdotta la “strong authentication”: ci dovrà sempre essere un
codice usa e getta, non catturabile dagli hacker.

LA NOSTRA PREPAGATE
SCELTA

Ri-carica OOM+
3€ Cassa Centrale BBC Nord Est

Circuito: Mastercard

3€ Cart@perta Teen
Gruppo Credito Valtellinese
Circuito: Visa, Pagobancomat

14,25 Studio Postepay

€ Poste Italiane
Circuito: Visa Electron

Lucia è alla ricerca di una carta

prepagata per Anna, sua figlia liceale.
Anna la usa per fare acquisti online
o per prelevare contanti (abbiamo
ipotizzato un prelievo al mese,
nove negli sportelli automatici
dell’emittente e tre altrove). Lucia
ricarica la carta una volta al mese.

IL NOSTRO SERVIZIO ONLINE

www.altroconsumo.it/carte-di-credito

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 5

 PRIMO
PIANO
LA NOSTRA
PRESTITI
SCELTA PERSONALI
6,10% Agos Ducato
taeg Rata mensile: 248 euro
6,14% Crediper
Crediperweb Altroconsumo
taeg Rata mensile: 248 euro
6,62% Findomestic Prestito Personale
taeg Rata mensile: 252 euro
Federico deve arredare la sua casa
nuova e ha bisogno di 15.000 euro.
Pensa a un prestito personale con
una rata accessibile da restituire in
sei anni. Il prestito migliore è quello
proposto da Agos Ducato, con un
Taeg del 6,10%. Rispetto al peggiore,
secondo il nostro servizio online,
risparmia 3.900 euro.
IL NOSTRO SERVIZIO ONLINE
www.altroconsumo.it/prestiti
MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA
Fake news
“Il diritto dei cittadini a essere
correttamente informati è
minacciato dalle fake news”
che “come hanno dimostrato
nella campagna presidenziale
Usa, possono arrivare a
inquinare in profondità il
terreno della democrazia”. Così
Laura Boldrini, la presidente
della Camera. In questo mare
“il giornalismo sopravvive solo
se investe sulla propria serietà,
se rifiuta la logica commerciale
delle notizie “acchiappaclick” e
aumenta lo sforzo della verifica
delle fonti”.
6 S&D//novembre 2017
PRIVACY
Il frigorifero è intelligente,
ma troppo curioso
“Family Hub: cambia la tua idea di
frigorifero”: questo lo slogan con cui
Samsung presenta il frigorifero intelligente
che coniuga tecnologia IoT (Internet of
Things) e utilizzo dei Big data, per fornire
un prodotto più personalizzato possibile.
È connesso alla rete e ha un grande
tablet per vedere foto, ascoltare la radio,
scrivere note su una lavagna multimediale,
fare la spesa.... Ci si può collegare a
distanza, scaricando l’app Family Hub,
da cui per esempio si può vedere cosa
c’è dentro il frigo collegandosi alle tre
telecamere interne, mentre si fa la spesa
al supermercato; si possono ricevere alert
per i prodotti in scadenza o chiedergli di
ricordarci di comprare il latte quando si
è quasi a casa. Per avere questi benefici
dobbiamo però cedere informazioni che
ci riguardano: ne siamo consapevoli?
L’informativa sulla privacy visualizzabile
direttamente dallo schermo del frigorifero
è in lingua inglese; per leggerla in italiano,
bisogna connettersi al sito di Samsung,
dove dobbiamo accontentarci dell’
“Informativa privacy generale Samsung”
applicabile a qualsiasi dispositivo del
colosso coreano. Scopriamo anche che
Samsung può raccogliere dati sull’uso
che facciamo dei servizi attraverso
software installati sul dispositivo quali:
informazioni sul prodotto, di accesso, i siti
visitati... Con questi dati Samsung fornisce
contenuti e servizi personalizzati, ma invia
anche annunci pubblicitari e contenuti
sponsorizzati, fa analisi del mercato. Usa
ampiamente i nostri dati anche per scopi
pubblicitari. Se l’utente non vuole che ciò
avvenga deve attivarsi ed esprimere il suo
dissenso attraverso il menu “impostazioni”
del profilo personale. Una politica sulla
privacy da rivedere.
www.altroconsumo.it
NUOVA LEGGE EVASIONE FISCALE

Più strumenti antimafia 2017: recuperati

Dalla fine di una “trattazione dato a parenti né
23 miliardi
settembre il nuovo prioritaria”. Infatti, a “conviventi e Nel contrasto all’evasione fiscale il nostro paese
codice antimafia è nei tribunali dei commensali abituali” ha fatto importanti passi avanti: quest’anno
legge. La riforma capoluogo sede di del magistrato che lo abbiamo recuperato 23 miliardi di euro contro gli
velocizza le misure corte d’Appello si conferisce. 11 del 2014. Maria Elena Boschi, sottosegretario
di prevenzione istituiranno sezioni o Viene istituito un alla Presidenza del Consiglio, rivendica questo
patrimoniale; rende collegi specializzati fondo a 10 milioni risultato del governo grazie a misure nuove come
più trasparente per trattare in di euro l’anno per gli accordi con Svizzera, Vaticano e Liechtenstein.
la scelta degli via esclusiva i favorire la ripresa Si confronta, in un dibattito a Milano, anche con il
amministratori procedimenti. Il delle aziende nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto
giudiziari; ridisegna nuovo codice sequestrate e la Ruffini, che vede con l’informatizzazione l’inizio
l’Agenzia per i beni introduce l’istituto del salvaguardia dei posti del cambiamento auspicando che “il Fisco diventi
sequestrati; include controllo giudiziario di lavoro. L’Agenzia consulente e non controllore”. Con la dichiarazione
corrotti, stalker e delle aziende in caso nazionale per i beni precompilata si va verso la “scomparsa dell’idea
terroristi tra i possibili di pericolo concreto confiscati viene stessa di dichiarazione dei redditi, perché è Il Fisco
destinatari dei di infiltrazioni dotata di un organico che raccoglie i dati e dice quanto siamo a debito o
provvedimenti. Il mafiose. E l’incarico di 200 persone a credito”. Francesco Greco, procuratore capo della
sequestro preventivo di amministratore e si occuperà Procura della Repubblica di Milano, ha lanciato
sarà reso “più veloce giudiziario di beni dell’amministrazione l’allarme dei patrimoni custoditi nelle cassette di
e tempestivo” confiscati alla mafia dei beni dopo la sicurezza: “Si parla di almeno 200 miliardi custoditi
prevedendo non potrà essere confisca. nelle banche. In quelle dei paesi vicini, le cassette
risultano esaurite e molti sportelli bancari sono stati
chiusi e trasformati in depositi per cassette”. Un
fenomeno da controllare, ha detto Greco. L’altro
grosso nodo da sciogliere è quello della web tax.

LA NOSTRA
RISPARMIA CAMBIANDO MUTUO
SCELTA

Daniela ha fatto un mutuo nel 2014, ha un capitale residuo di 90.000 euro,

per 15 anni di durata, il tasso è fisso al 4,5%. La rata mensile è di 857 euro.
Per risparmiare decide di trasferire il mutuo a un’altra banca e fa la surroga.
L’offerta migliore è quella di Intesa SanPaolo, con cui riduce la durata del
mutuo a 10 anni, la rata mensile di 65 euro, per un risparmio totale di 7.775
euro sull’intero mutuo. Vai su: www.altroconsumo.it/mutui

Banca Taeg (%) Rata mensile in euro

Intesa SanPaolo 1,10 792
Monte dei Paschi di Siena 1,15 796
Banca Carige 1,25 801

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 7

 PRIMO
PIANO
NUOVE REGOLE PER I NEGOZI DI PREZIOSI USATI

I “compro oro” sorvegliati speciali

Adesso sono sorvegliati
speciali. Grazie al decreto
legislativo n. 92/2017, entrato in
vigore nel luglio scorso, i negozi
“Compro oro” che acquistano,
vendono o scambiano oggetti
preziosi usati sono monitorati
con l’obiettivo di “contrastare
le attività criminali e i rischi di
riciclaggio”. Infatti, per aprire
un negozio di “Compro oro”
bastava ottenere una licenza
per il commercio di oggetti
preziosi. Il cittadino che voleva
vendere oggetti preziosi
non doveva certificare la
provenienza di tali oggetti, ma
solo presentare un documento
di identità. La nuova normativa
prevede l’istituzione di un
registro degli operatori, ai
quali dovranno iscriversi i
compro oro professionali e
gli operatori professionali in
oro; l’obbligo di identificare
il cliente e descrivere, anche
attraverso una documentazione
fotografica, l’oggetto prezioso
scambiato. Per garantire
la piena tracciabilità delle
operazioni di acquisto e
vendita dell’oro, i compro oro
saranno obbligati ad avere
un conto corrente dedicato
alle transazioni finanziarie
eseguite per tali operazioni.
Il negoziante dovrà anche
annotare l’eventuale cessione
dell’oggetto a fonderie e
conservare due fotografie del
prezioso acquisito. Il decreto
cambia anche la soglia per
l’uso del contante nella
compravendita dei gioielli usati:
si abbassa da 1.000 a 500 euro,
per cui tutte le operazioni di
importo pari o superiore a 500
euro devono essere eseguite
solo con mezzi di pagamento
diversi dal contante, che
garantiscano la tracciabilità
dell’operazione.

NON RENDETE LE VITTIME IDENTIFICABILI

Violenza sessuale: monito del Garante della privacy

Il diritto all’informazione deve trovare un
limite nel diritto alla privacy, in questo
caso delle donne vittime di violenza
sessuale. Di fronte al ripetersi di atti
di violenza sessuale contro le donne
compiuti nel nostro paese, Antonello
Soro, il Garante per la protezione dei dati
personali, con un comunicato stampa
ha invitato tutti i media ad astenersi dal
riportare informazioni e dettagli che
possano condurre, anche in via indiretta,
alla identificazione delle vittime.
L’episodio che ha indotto il Garante a
intervenire è quello che ha coinvolto
una dottoressa della guardia medica
siciliana. Infatti, il Garante ha sottolineato
come tale attenzione a non rivelare
troppi dettagli sia ancor più necessaria
nei casi in cui la violenza sia avvenuta
in un piccolo centro, circostanza questa
che rende più facile l’identificazione
della vittima. Il Garante ricorda che
anche quando i dati e le informazioni
vengano forniti da fonti ufficiali, i media
sono tenuti a non diffondere elementi
che portino alla individuazione delle
vittime. Insomma, non ci sono scuse. La
pubblicazione di queste informazioni
è contraria al Codice deontologico dei
giornalisti, al Codice della privacy e alla
tutela rafforzata accordata dal Codice
penale alle vittime di reati sessuali.

8 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

Avviso a tutti i soci Altroconsumo. Questa è la vostra ultima opportunità per richiedere l’Agenda del
consumatore 2018. È il primo, esclusivo regalo che Altroconsumo vi fa per l’anno nuovo. Per organizzare in
modo più pratico gli impegni, per avere sott’occhio le scadenze fiscali e burocratiche mese per mese,
per dare più spazio agli appunti e ai progetti.
Non perdetevelo. Ci vorrà un anno prima di riavere un’occasione così.

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S&D//DISSERVIZI AEREI

Tutti giù per terra

C'
era un tempo in cui a
Che diritti ha chi si preoccupare i passeggeri
alla vigilia di un volo era la
vede cancellare un possibilità di uno sciopero.
volo? Il recente caso Poi abbiamo scoperto che altri imprevisti
potevano mettersi tra noi e la meta delle
Ryanair è l'esempio nostre vacanze.
perfetto di tutto ciò che Disastro Ryanair
una compagnia aerea Nel maggio scorso un guasto al sistema
informatico di British Airways paralizza
non dovrebbe fare. tutti i voli della compagnia di bandiera
inglese per tre giorni: centinaia di migliaia
di Marta Buonadonna di passeggeri rimangono a terra, per un
totale di rimborsi dovuti stimato in oltre
80 milioni di euro. A pochi mesi di distanza
è di nuovo caos nei cieli, questa volta per
colpa di Ryanair. A metà settembre la
compagnia low cost irlandese per poter
assicurare le ferie ai propri piloti annuncia
di dover cancellare circa 2.000 voli
nell'arco di sei settimane. Sono 400.000 i
passeggeri coinvolti e si calcolano rimborsi
per 35 milioni di euro. Quando sembra
che la situazione stia per tornare alla
normalità, Michael O’Leary, Ceo della
compagnia, annuncia cambiamenti al
programma dei voli fino a marzo 2018: i
tagli alle rotte, alcune delle quali in Italia,
elimineranno qualcosa come 18.000 voli.
Il titolo crolla in borsa e, forse presi dal
panico, i vertici della compagnia arrivano
a proporre ai clienti viaggi in bus e auto a
noleggio per arrivare a destinazione.

INDENNIZZI IN BASE ALLA DISTANZA DEL VOLO CANCELLATO

600€
oltre i 3.500 km
voli extra EU
400€ voli EU
fino ai 3.500 km

250€
fino a 1.500 km

10 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

 S&D//DISSERVIZI AEREI

LETTERA
IL NOSTRO ESPERTO
Richiesta di indennizzo per cancellazione
del volo Regolamento comunitario n.261/04
Io sottoscritto..., nato a... il..., residente a... in via..., in posssesso
di regolare biglietto per il volo n... del giorno... alle ore... con
destinazione..., in data... ho ricevuto comunicazione da parte
vostra della cancellazione del volo.

Con la presente chiedo pertanto la corresponsione della

somma dovutami a titolo di compensazione pecuniaria in caso Maurizio Amerelli
di cancellazione del volo, come previsto dal Regolamento Diritti del viaggiatore
Comunitario n.261/04, somma pari a... euro (indicare la somma
prevista in base al chilometraggio). «Con le organizzazioni di consumatori
europee Deco Proteste, Ocu e Test-
In difetto di risposta entro 15 giorni dal ricevimento della Achats abbiamo inviato a Ryanair
presente, mi riservo di adire le vie legali senza ulteriore preavviso una lettera di diffida. Chiediamo
per la tutela dei miei diritti. Fatto salvo ogni diritto in ordine al il risarcimento dei consumatori,
risarcimento di ulteriori danni subiti. comprese le somme dovute per i
danni documentati. Abbiamo anche
Distinti saluti scritto alle autorità italiane, incluso
il ministro Delrio, chiedendo che
Firma intervengano nei confronti di Ryanair
e che convochino un tavolo con
Allega: le associazioni di consumatori per
Copia biglietto aereo volo n... del... da... a... tutelare i diritti dei passeggeri».

Trattati male, informati peggio
Ryanair è ora al centro di un procedimento
istruttorio per “presunte pratiche
commerciali scorrette in violazione del
Codice del consumo”. Per l’Antitrust
le numerose cancellazioni dei voli
“potrebbero configurare una violazione
dei doveri di diligenza” perché sarebbero
“in larga misura riconducibili a ragioni
organizzative e gestionali già note" al
vettore. A peggiorare il quadro, Ryanair
non avrebbe correttamente informato i
passeggeri sui rimborsi dovuti. La ricaduta
sui viaggiatori è duplice. Da un lato diversi
scali, anche in Italia, che contavano
molto sui collegamenti della compagnia
L'INDENNIZZO
PER LA CANCELLAZIONE
DEL VOLO SPETTA ANCHE
PER I VIAGGI ORGANIZZATI
irlandese si ritrovano tagliati fuori
dall'Europa, dall'altro c'è il rischio che ad
approfittare dello spazio lasciato libero
siano compagnie che, senza concorrenza,
possano alzare i prezzi a loro piacimento.
Autodifesa del viaggiatore
I viaggiatori sono ancora poco consapevoli
dei propri diritti: secondo i dati di Airhelp,
meno del 2% di chi ne avrebbe diritto ha
chiesto e ottenuto un risarcimento.
Ecco come fare. Per scoprire se il volo
è stato cancellato controllate le email
o consultate il sito della linea aerea.
Potete chiedere il rimborso del biglietto
entro 7 giorni, direttamente sul sito
della compagnia (nel caso di Ryanair si
può andare nel Centro assistenza alla
voce "Disagi" o cercare tra le domande
frequenti la voce "Cancellazioni") o
tramite raccomandata a.r. In alternativa,
potete chiedere un posto su un altro volo.
Potreste aver diritto anche a un ulteriore
indennizzo compreso tra i 250 e i 600
euro, a seconda della lunghezza della
tratta, riducibili del 50% se la riprotezione
su un volo alternativo comporta un
ritardo compreso tra 2 e 4 ore, sempre a
seconda delle distanze. Usate il modello
di lettera che pubblichiamo qui in alto.
Risarcimento senza indennizzo
Non avete diritto all'indennizzo solo se
siete stati informati della cancellazione
almeno due settimane prima della
partenza, o tra le 2 settimane e i 7
giorni prima con la proposta di un volo
alternativo in partenza non più di 2 ore
prima e in arrivo non più di 4 ore dopo
l’orario previsto. Non vi spetta anche
se siete stati informati meno di 7 giorni
prima della partenza ma con l'offerta di
volo alternativo in orario molto vicino a
quello originario (meno di un’ora prima
della partenza e meno di 2 ore dopo
l’arrivo). Chi ha sostenuto ulteriori spese
(notti in albergo pagate e non godute,
o pernottamenti aggiuntivi dovuti alla
mancata partenza) ha diritto a chiederne
il rimborso, mostrando le ricevute.

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 11

DOSSIER//PENSIONI
12 La mappa delle tasse light
14 Quanto costa vivere all’estero
15 L’esperienza dei lettori

IN CONVENZIONE CON L’ITALIA

Le tasse all’estero

PORTOGALLO
QUANTE TASSE
SI PAGANO
esenti per i primi GRECIA
10 anni QUANTE TASSE
TASSAZIONE
FRANCIA SI PAGANO
DEGLI IMMOBILI
In Portogallo per
SPAGNA QUANTE TASSE
SI PAGANO
CROAZIA
QUANTE TASSE
22% - 35%
gli immobili in QUANTE TASSE
SI PAGANO 5,2%* SI PAGANO o 42%
Portogallo;
in entrambi gli stati
9,5%* 12% - 25% TASSAZIONE
per quelli in Italia TASSAZIONE
DEGLI IMMOBILI o 40% DEGLI IMMOBILI
in Grecia per gli
TASSAZIONE In Francia per gli immobili in Grecia;
DEGLI IMMOBILI TASSAZIONE
immobili in Francia; DEGLI IMMOBILI in entrambi gli stati
In Spagna per gli in entrambi gli stati per quelli in Italia
immobili in Spagna; In Croazia per gli
per quelli in Italia immobili in Croazia;
in entrambi gli stati
per quelli in Italia in entrambi gli stati
per quelli in Italia
*su una pensione lorda di circa 20mila euro, salvo modifiche in corso

12 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

 DOSSIER//LA MAPPA DELLE TASSE LIGHT
Voglia
di andare via
Trasferirsi da pensionati all’estero significa ricevere la pensione lorda
e pagare le tasse del paese di residenza. Che sono molto inferiori a quelle
italiane. Il Portogallo concede perfino 10 anni senza balzelli.
di Manuela Cervilli
U
n ristorantino sul mare, pesce
fresco, un bicchiere di vino,
due chiacchiere, un libro
sfogliato in una giornata tiepida.
Chi non desidererebbe vivere questi
momenti sempre, anziché concederseli
solo ogni tanto? Secondo un indagine
dell’Osservatorio di Reale Mutua, il 64%
degli italiani sogna di trasferirsi all’estero
per non abbassare troppo il proprio
tenore di vita una volta in pensione. E
mentre due italiani su tre lo sognano,
sono 16.420 quelli che lo hanno già fatto:
secondo i dati Inps, è questo il numero
dei pensionati italiani che tra il 2010 e il
2014 hanno varcato il confine per godersi
gli anni della pensione. In più, nel 2014
c’è stata un’impennata finale (più 65%)
che già ai tempi faceva presagire un trend
in crescendo. Dati alla mano, dunque, in
Italia dopo la fuga di cervelli è la volta dei
pensionati. Per capire se il trasferimento
può essere un’alternativa da prendere in
considerazione, nelle prossime pagine
raccogliamo le informazione principali
su questi nuovi paradisi per pensionati
di cui tener conto, i passaggi burocratici
obbligatori e le modalità della tassazione.
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Uno scippo alla nostra economia
Se non fosse che il fenomeno ha riflessi
economici e sociali di non poco conto,
sarebbe da consigliare a tutti. La fuga dei
pensionati all’estero per avere un’entrata
più cospicua (la pensione lorda decurtata
delle tasse locali) rappresenta, infatti, una
perdita economica per il nostro paese:
l’importo che lo stato eroga (appunto
la pensione) non rientra sotto forma di
consumi o di investimenti. Su questo
argomento l’Inps ha più volte sostenuto
che si tratta di una specie di “scippo alla
nostra economia a favore di altri Paesi”.
Questo è l’impatto macroeconomico,
dunque, sull’Italia, Altra cosa è l’impatto
che il trasferimento ha sul portafoglio
dei pensionati. Un ottimo impatto, a
dire il vero: perché in tasca può restare
anche un quarto della pensione in più. La
percentuale di risparmio naturalmente
dipende da dove ci si trasferisce: nella
tabella qui accanto segnaliamo le tasse
in cinque stati. Ma perché qui si paga
di meno? Questi paesi hanno stipulato
una convenzione in materia fiscale con
l’Italia: per evitare che un pensionato
paghi le tasse due volte (sia in Italia
novembre 2017//S&D 13
DOSSIER//QUANTO COSTA VIVERE ALL’ESTERO
Costo della vita in Europa, medie e confronti (100 = media prezzi Ue)
PREZZI IN CIBO
GENERALE E BEVANDE
CROAZIA 66 94
FRANCIA 108 112
GRECIA 86 105
ITALIA 102 112
PORTOGALLO 84 96
SPAGNA 92 85
Fonte Eurostat 2016; 100= media dei prezzi dei Paesi UE (28 paesi). Attenzione: si tratta di medie per Paese, ovviamente il costo della vita a Lisbona sarà più caro rispetto alle zone
rurali portoghesi.
sia all’estero), si è deciso che le
pensioni vengono erogate al lordo
e, per evitare la doppia tassazione,
le ritenute fiscali vengono applicate
solo nel Paesi di residenza. Un’ottima
opportunità, dunque, per ritrovarsi in
tasca una pensione più ricca. Va detto
però che il trasferimento deve essere reale:
impensabile barare su questo punto. Nel
nuovo paese bisogna affittare o comprare
una casa e starci per almeno 183 giorni
(184 per gli anni bisestili). Il fisco italiano
è molto attento a che non lo si stia
truffando risiedendo all’estero per meno
di metà di un anno. In automatico, in
Italia non si potrà più avere né il domicilio
(sede principale di affari e interessi) né
la residenza (la dimora abituale), che
solitamente coincidono. Se non si può
rinunciare per svariati motivi a queste
tre condizioni meglio non considerare
proprio questa opportunità.
Diventare un “non residente”
Che cosa bisogna fare per godere di tutti
questi vantaggi fiscali? Dopo aver scelto
il luogo, trovato casa ed essersi trasferiti,
il primo passo è quello di cancellarsi
dall’anagrafe della popolazione residente
in Italia e iscriversi all’AIRE, l’anagrafe dei
residenti all’estero del comune italiano
d’origine o di ultima residenza prima
dell’espatrio (lo si deve fare entro tre
mesi dall’arrivo nel nuovo paese). Fatto
questo, si deve procedere con la richiesta
di erogare la pensione su un conto corrente
bancario estero o su un conto corrente
postale estero (indicando in entrambi
casi le coordinate) o con l’emissione di un
14 S&D//novembre 2017
ALCOL
VESTITI ENERGIA
E TABACCO
72 99
104 104
91 100
97 104
89 100
86 91
assegno bancario in euro. Per chi decide di
stabilire la propria residenza in uno stato al
di fuori dell’Unione europea, le condizioni
e le modalità di pagamento possono essere
varie: meglio rivolgersi all’ufficio pensioni
estero (pensionatiestero@inpdap.gov.it o
PensioniEstere-GDP@inps.it) e verificare
le possibilità. I pagamenti verranno
eseguiti per la maggior parte con cadenza
mensile, con eccezione delle pensioni di
modico importo, pagate annualmente o
semestralmente. Le pensioni delle gestioni
dello spettacolo e dello sport verranno
invece pagate bimestralmente.
Per molti, ma non per tutti
Spagna, Croazia, Francia, Grecia e
Portogallo sono le principali destinazioni
europee scelte dai pensionati italiani:
nella tabella a pag. 12 vengono indicate
quante tasse si pagano e gli aspetti
principali da considerare prima di
decidere di trasferirsi fiscalmente in
uno di questi paesi. Attenzione, poi
perché questi paradisi non sono la meta
SEI UN PENSIONATO
ALL’ESTERO? L’INPS HA
AVVIATO GLI ACCERTAMENTI
DELL’ESISTENZA IN VITA PER
IL 2017. SE NON RISPONDI,
LA PENSIONE SARÀ SOSPESA
RISTORANTI
TRASPORTI COMUNICAZIONI
E HOTEL
66 74 73 71
99 106 102 117
94 82 139 81
122 69 120 104
122 85 99 75
108 80 109 86
giusta per i pensionati delle pubbliche
amministrazioni (gli ex Inpdap):
qui si subirebbe infatti una doppia
tassazione, tutt’altro che favorevole. Gli
ex dipendenti pubblici devono scegliere
altre destinazioni (come Cile, Australia,
con modalità differenti): la più vicina è la
Tunisia. La convenzione con questo Stato
non fa, infatti, distinzione tra pensionati
pubblici e privati. C’è un altro punto
molto importante di cui tenere conto:
trasferirsi all’estero non conviene se si
gode di prestazioni speciali a carattere
contributivo, come gli assegni sociali e gli
assegni e le indennità per gli invalidi civili;
questi restano sempre a carico del paese
di residente. In poche parole, se si perde la
residenza italiana si perde in automatico
il diritto a queste prestazioni. E, dunque,
qualsiasi vantaggio economico.
E la dichiarazione dei redditi?
Chi va all’estero non creda di tagliare del
tutto i ponti (per lo meno quelli fiscali)
con l’Italia. Se anche si è un non residente,
ma si percepisce un reddito in Italia
(per esempio un affitto), si è obbligati a
dichiararlo al nostro fisco presentando
il modello Redditi PF: a onor del vero
esistono anche molti casi esclusi da
questo obbligo, quindi è sempre meglio
fare una verifica. Inoltre i pensionati
che non risiedono nel territorio italiano
sono obbligati comunque al pagamento
delle addizionali regionali e comunali
all’Irpef se, nell’anno di riferimento,
risulta dovuta l’Irpef (dopo aver tolto
tutte le detrazioni che spettano e i crediti
d’imposta per i redditi prodotti all’estero
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che hanno subito la ritenuta di imposta
a titolo definitivo). Per individuare
la regione o il comune a cui bisogna
effettuare il versamento dell’addizionale,
va considerato il domicilio fiscale del
pensionato alla data del 31 dicembre
dell’anno precedente al trasferimento.
Il Portogallo fa di più
Come una specie di specchietto per
le allodole, con il Codigo fiscal do
investimento il Portogallo si è dotato di un
ottimo strumento per attirare gli stranieri.
Qui il regime fiscale per residenti non
abituali prevede che i pensionati non
paghino le tasse sul reddito da pensione
per ben dieci anni (scaduti i quali si
pagheranno con le aliquote portighesi).
Un bel risparmio. Vi facciamo un esempio:
se oggi in Italia ricevi una pensione di
circa 1.500 euro al mese, a Porto la tua
entrata arriverà circa a 2mila euro. Se poi
si aggiunge il fatto che in Portogallo la vita
costa mediamente quasi il 20% in meno
rispetto all’Italia (i dettagli nella tabella
qui sopra) si capisce perché questa meta
è tanto appetibile. Anche in questo caso
si deve abitare nel paese straniero per
almeno metà dell’anno (oltre 183 giorni) e,
di conseguenza, non avere più la residenza
in Italia ed essere iscritto all’Aire.
Un coraggio consapevole
Dal punto di vista burocratico trasferirsi
fiscalmente non è complicato. Altra cosa è
il coraggio che serve per un cambiamento
del genere: per quello i nostri consigli non
bastano. Forse ciò che serve è quello che
il giornalista Paolo Ziliani (che all’estero
a vivere ci è andato) fa trapelare in un
articolo per Il Fatto quotidiano: «Sono qui
in Portogallo a trascorrere giorni che mai
avrei immaginato di poter vivere, e (...) mi
domando perché l’Italia , che certo non
è meno attraente del Portogallo, non ha
saputo fare altrettanto. Qui esco la mattina
e sento parlare inglese, francese, tedesco,
olandese, russo, italiano. Succede perché
abitare qui è davvero bello, non costoso e
la gente si sente accolta. L’Italia avrebbe
tutto per fare come il Portogallo. Invece,
fa venire voglia di andare via». L’amara
consapevolezza, che - partire o restare -
ogni medaglia ha il suo rovescio.
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DOSSIER//L’ESPERIENZA DEI LETTORI
I paradisi
all’estero
I racconti di Maria Pia e Gigi instillano
fiducia: mostrano come cambiare vita
sia sì una scelta economica, ma anche
una nuova possibilità piena di soddisfazioni.
Con il cane ad Hammamet
«Dopo quattro anni che ero in pensione, a
dicembre del 2014, ho fatto le valigie e mi
sono trasferita ad Hammamet». Comincia
così il racconto di Maria Pia, una nostra
lettrice di Cesano Boscone, ormai tunisina
per adozione. «Ho scelto la Tunisia perché
in pochissimo tempo posso rientrare in
Italia: sono tantissimi i low cost che in
un’ora e 45 minuti mi riportano a casa.
E in più c’è la nave: quando sono partita
mi sono imbarcata a Genova con il mio
cane e le mie cose». L’idea di trasferirsi
in Tunisia nasce quasi per caso: «I miei
figli mi avevano suggerito di trasferirmi
in Liguria o in Sicilia: ma cosa sarebbe
cambiato? Un giorno, guardando su
internet, mi sono imbattuta in una
notizia che parlava di come si può vivere
da pensionati in Tunisia. Io ho sempre
amato viaggiare. Così, a ottobre sono
partita per una vacanza in hotel di due
settimane, semplicemente con lo scopo
di capire se Hammamet poteva piacermi:
HAMMAMET, IN TUNISIA, ho preso il volo di ritorno che avevo già il
HA UN CLIMA MITE E UNA permesso di soggiorno e aperto un conto
COMUNITÀ ITALIANA CHE STA corrente in banca». Sembra tutto molto
facile, all’estero. E in Italia? «Quando
CRESCENDO. L’ATMOSFERA È sono tornata in Italia, ho organizzato il
QUELLA DEGLI ANNI ‘50 E LA mio trasferimento, ho dato la disdetta
VITA COSTA MOLTO MENO dell’affitto di casa e sono partita» .
novembre 2017//S&D 15
DOSSIER//L’ESPERIENZA DEI LETTORI
Senza nostalgia né paura
Un cambio che può spaventare molti. Ma
non Maria Pia. «Qui sto benissimo. Non
ho mai avuto un problema: quando vado
in giro in questa città non ho mai paura,
mi sento accolta, la gente mi conosce».
In queste città, spesso, si creano vere e
proprie comunità di persone provenienti
dallo stesso paese.«Durante il mio primo
soggiorno ho conosciuto italiani che poi si
sono trasferiti qui. Ci aiutiamo a vicenda:
abbiamo anche creato un club, ora siamo
in 70, organizziamo gite e passiamo il
tempo insieme. Quando ero in Italia la
mia vita era semplice: lavoravo tutto il
giorno, portavo fuori il cane, andavo a
bere il caffè con la mia vicina. Ora qui non
sono mai a casa». Un nodo cruciale però
sono gli effetti della famiglia: non tutti
sono disposti a lasciarli. «Io ho tre figli e
uno vive a Londra. Da lì ci sono voli diretti,
arrivare qui è facilissimo».
I servizi sono all’altezza
Alla base dei trasferimenti di tante
persone, come la nostra lettrice, c’è
sempre una scelta economica. «Sono
un’ex impiegata del Comune di Milano.
La pensione degli enti locali non è alta
e in più in Italia abitavo in una casa in
affitto: togliendo dalla pensione luce,
gas, tasse... Praticamente in quattro anni
mi sono mangiata la liquidazione. Qui
ricevo il lordo della mia pensione e mi
sono potuta curare i denti e fare tutte le
visite specialistiche che mi servivano.
Non ho più la preoccupazione di arrivare
a fine mese: la frutta, la verdura, il pesce
costano meno, e la qualità è ottima». E i
servizi sono all’altezza delle aspettative
di chi arriva dall’Italia? «I medici sono
preparati: hanno tutti studiato all’estero, in
Francia, Germania...; gli studi sono dotati
di macchinari per fare direttamente gli
esami: sono molti gli italiani che vengono
ad operarsi qui. I taxi sono tanti, vanno e
vengono e hanno prezzi imparagonabili ai
nostri: qui in città si viaggia così. E se devo
andare a Nabul, vado in autobus e pago
79 centesimi». Nelle parole di Maria Pia si
respira grande entusiasmo. «La Tunisia è
un paese libero e aperto: si vive bene. Lo
testimonia il fatto che in tre anni che vivo
qui sono tornata in Italia solo una volta”.
PORTO È UNA DELLE METE
DEGLI ITALIANI IN PORTOGALLO.
PERCHÈ IL TRASFERIMENTO
ALL’ESTERO SIA PIÙ FACILE
C’È CHI SI AFFIDA AD AGENZIE
SPECIALIZZATE
Per seguire il figlio
In alcuni casi e per alcune persone la
scelta di trasferirsi all’estero non significa
lasciare i propri cari, anzi. Gigi Mazza,
lettore di Milano, ci racconta che il motivo
alla base del suo cambio è stato proprio
quello di seguire una parte della sua
famiglia. «Due anni fa mio figlio è andato
in Portogallo per studiare odontoiatria.
Noi abbiamo avvallato questa sua
scelta, ma ci siamo subito resi conto
che tra l’affitto, la retta universitaria,
il mantenimento, le spese, dovevamo
togliere una fetta considerevole alla
mia pensione. Fino a quel momento il
mio tenore di vita andava benissimo,
ma dopo la decisione di mio figlio di
seguire gli studi in Portogallo abbiamo
dovuto fare due conti. Ipotizzando che
il periodo universitario potesse durare
almeno 5/6 anni, io e mia moglie siamo
arrivati alla conclusione che sarebbe
stata molto dura per noi dal punto di
vista economico». Il signor Mazza però
non demorde, si informa e scopre che
diventando un residente non occasionale
in Portogallo può godere di un trattamento
pensionistico agevolato. «A questo punto,
abbiamo fatto un passo in più: abbiamo
preso una casa vicino all’università di
Porto. Una parte della casa è per me;
nell’altra vive mio figlio con due compagni
universitari che pagano l’affitto. In questo
modo abbiamo molte spese in meno e gli
affitti ci aiutano a pagare il mutuo della
casa». Se sei un pensionato italiano in
Portogallo, non solo ricevi la pensione
lorda, ma non paghi le tasse sul tuo reddito
da pensione per ben 10 anni. «Visto che
mio figlio era già lì, sarebbe stato folle non
approfittarne. La nostra è stata una scelta
ponderata: ne abbiamo parlato in famiglia.
Tutti concordavano che sarebbe stata
un’ottima soluzione».
È stato tutto molto semplice
In alcuni casi il grande passo non viene
fatto subito da tutta la famiglia. «Mia
moglie lavora ancora e, quindi, vive in
Italia: io faccio avanti indietro, ma devo
restare li almeno per sei mesi all’anno
per godere di tutti questi benefici». 183
giorni per l’esattezza; 184 quando l’anno
è bisestile. Non certo pochi: meglio,
dunque, scegliere un posto che piace.
«In realtà per me una città valeva l’altra:
io mi sono trasferito solo per mio figlio.
Poi, però, ho scoperto persone piacevoli
ed educate; il livello di vita è buono:
quando sono a Porto sto bene. Non ho
incontrato italiani, a parte gli studenti
universitari, ma ho socializzato con
tanti portoghesi. Ci sono molti francesi
e inglesi; gli italiani preferiscono il
Sud». Anche il signor Mazza non ha
incontrato alcuna difficoltà nell’affrontare
questo passaggio. «All’inizio ho trovato
anche un’associazione che si offriva di
seguire tutta la parte burocratica del
trasferimento: mi hanno chiesto circa
mille euro. Io però ho deciso di provare a
fare tutto da solo: ed è stato davvero tutto
molto semplice. In Italia, invece, ho avuto
qualche problema con l’Inps e sono dovuto
tornare 3, 4 volte, ma niente che non si
potesse risolvere con la pazienza».
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S&D//IDENTITÀ DIGITALE
Fuga
di responsabilità
Privacy e sicurezza dei dati: le società che gestiscono l'identità pubblica
digitale (Spid) sono vaghe e tentano di lavarsene le mani.
di Stefania Villa
S
ulla sicurezza dei dati dei
cittadini tentano la fuga dalle
loro responsabilità e, su come li
utilizzano per fini commerciali,
sono vaghi e incompleti. È quanto
emerge dall’analisi delle condizioni
generali e del trattamento dei dati
personali delle società a cui lo Stato ha
affidato l’erogazione e la gestione delle
credenziali Spid: Aruba, Tim, Sielte,
Infocert e Poste Italiane. Spid è il Servizio
pubblico di identità digitale, con cui si
vuole permettere di accedere con un
unico nome utente e un’unica password
ai servizi della pubblica amministrazione
online (Inps, comuni, università,
18 S&D//novembre 2017
ospedali, Agenzia delle entrate...): un
passo avanti importante nel processo di
digitalizzazione del paese, che proprio
per questo va affrontato garantendo
tutele. Si parla di milioni di cittadini che
devono fruire di servizi pubblici e in gioco
ci sono le loro informazioni personali e
sensibili, come nome, cognome, dove si
SPID PERMETTE DI ACCEDERE
AI SERVIZI PUBBLICI CON
UNICA USER E PASSWORD
vive, quali sono i propri redditi, le visite
mediche che si fanno... Invece, abbiamo
trovato clausole ambigue, contraddittorie,
lacunose, in alcuni punti contrarie alle
normative. Ecco alcuni esempi.
Cyber attacchi? Garanzie limitate
Negli ultimi tempi si è sentito molto
parlare di cyber attacchi: cioè di intrusioni
nei sistemi informatici allo scopo di
frodi di vario tipo. Quali garanzie per
un cittadino che affida i suoi dati a uno
di questi provider? In caso di violazioni
informatiche, i gestori delle credenziali
sono obbligati ad avvisare l'Agid (Agenzia
per l'Italia digitale) e il Garante della
www.altroconsumo.it
privacy entro 24 ore e ad allertare anche
l’utente, se la violazione ne pregiudica
la sicurezza. Dopodiché? Se a causa
di quell’attacco si subisce un danno,
come una perdita di dati o un furto di
identità, per cui qualcuno ad esempio si
intrufola nel nostro conto corrente? La
legge dice che se l’operatore, per una sua
responsabilità, non offre la prestazione
promessa o non lo fa correttamente deve
risarcire l’utente. Vuol dire che se c’è un
attacco informatico – e se il fornitore
non ha fatto quanto doveva in termini di
controllo, procedure, misure di sicurezza
– è lui che deve risarcire i cittadini. Un
“dettaglio” che sembra sfuggire a tutti gli
operatori (eccetto Tim che, invece, sulla
questione responsabilità tace nel suo
contratto). Nelle condizioni generali che
si accettano quando ci si registra (quelle
scritte in "avvocatese" che nessuno
solitamente legge), Infocert e Aruba lo
specificano proprio: non avranno nessuna
responsabilità in caso di manomissioni
da parte di intrusi nel sistema, a meno
che non ci siano “dolo”, cioè l’intenzione
di Infocert e Aruba di causare un danno
(e ci mancherebbe) o “colpa grave”, cioè
una loro straordinaria imprudenza o
errore. Tutte le altre ipotesi di “colpa
ordinaria”, cioè di una svista poco grave,
sono escluse. Un’eccezione che non
potrebbe essere prevista: il fornitore in un
caso come questo è sempre responsabile
per i danni all’utente che dipendono da
lui, anche se, ad esempio, c’è stata una
sua semplice mancanza di diligenza nei
controlli. Anche perché gli effetti di una
piccola svista possono essere anche gravi
in un caso come questo. Anche Sielte e
Poste si deresponsabilizzano nelle stesse
eventualità, senza specificare nel caso di
terzi, ma lasciando il tutto più generico:
meno si capisce e meglio è.
Se è colpa mia? Sono fatti tuoi
E se il problema dipende da un
malfunzionamento dell’operatore?
Sielte, ad esempio, scrive nel contratto
che “l’utente in ogni caso concorda" di
sollevarla "da qualsiasi responsabilità”
per danni dovuti alla perdita di dati,
“guasti nelle procedure”, “anomalie”,
“errori”. Come dire: sono fatti tuoi se
www.altroconsumo.it
SPID
IN NUMERI
MILIONI
1,3
DI UTENTI
ENTI ATTIVI
3.783
2
SERVIZI AI CITTADINI PER
CUI È OBBLIGATORIO
(BONUS 18ENNI E BONUS
DOCENTI)
Fonte: Agid - www.spid.gov.it
io ho un sistema che non funziona o se
sbaglio qualcosa. Aruba specifica che sta
all’utente conservare e fare una copia dei
dati relativi ai vari servizi pubblici con
cui userà Spid, perché lei non offre "in
ogni caso" “alcuna garanzia” per quanto
riguarda la tutela e la conservazione di
queste informazioni. La responsabilità
delle società, in realtà, andrebbe indagata
caso per caso, non può essere esclusa
a priori nel contratto, così come non si
può limitare l’importo del risarcimento
massimo: lo fanno sia Infocert che
Sielte, che dicono che non risarciranno
più di quanto ha pagato l’utente per la
prestazione di cui non ha usufruito.
Commercio di dati poco chiari
Tutti gli operatori usano i dati che gli
utenti inseriscono per attivare Spid
(nome, cognome, indirizzo...) per i loro
fini di pubblicitari o per quelli di altre
aziende, che le pagano per questo. Vuol
dire che può arrivarvi la pubblicità di
Tim, Aruba&Co. oppure quella di altre
società sulla base dei dati che inserite alla
registrazione. Ed è così, con i dati degli
utenti, che in parte si ripaga l’attività
di queste società: lo Stato, infatti, non
ha stanziato fondi ad hoc per l’identità
digitale (pensate che valore, i dati).
Come dice la legge, tutti gli operatori
chiedono il consenso. Lo fanno con la
classica, lunga e difficile informativa
che, come le condizioni contrattuali,
normalmente tutti accettano senza
leggere; ancora meno lo farà un cittadino
che in quel momento sta pensando di star
semplicemente attivando il suo accesso
alla pubblica amministrazione e non
di aver a che fare con possibili interessi
commerciali sui suoi dati. Nell’ultima
inchiesta di Altroconsumo (AC 314
maggio 2017) risultava oltretutto che
con Tim e Aruba si dovevano accettare
le condizioni di privacy in toto, senza
avere la possibilità, nella registrazione, di
selezionare la classica casellina per dare
l’ok all'uso delle informazioni per scopi
promozionali. Eppure Agid, tra le sue
regole, parla di dati per fini promozionali
che vanno "esplicitamente distinti" e "non
obbligatori". Poi ci sono i dati di traffico,
cioè quelli relativi alla navigazione
internet: Tim e Aruba useranno anche
quelli per fini commerciali loro o di altre
società. Ma di cosa si tratta? Vuol dire
che i dati sui siti che visito e i servizi
pubblici a cui accedo con Spid – ospedali,
Agenzia delle entrate, Inps, università -
verranno usati in qualche modo per fini
commerciali? Una questione non così
banale, visto che l’accesso a quei servizi
può rivelare anche informazioni delicate,
come lo stato di salute o le questioni di
reddito o comunque legate ai servizi
pubblici a cui si accede. Eppure, i due
operatori – non rispettando il Codice della
privacy – non specificano né di quali dati
esattamente si tratta, né per quanto tempo
verranno utilizzati e conservati.
novembre 2017//S&D 19
S&D//BANCHE

INTERVISTA

VINCENZO IMPERATORE

Bilanci falsi
e indici
manipolati

Gli scandali bancari

dimostrano che i controlli
di Bankitalia e Consob
sono solo formali.
I soldi arrivano solo
“agli amici degli amici”
di Adelia Piva

20 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it


«Questa volta ho alzato lo sguardo e ho
indagato nelle segrete stanze dei Consigli di
amministrazione, nelle connivenze con la politica,
nei controlli solo formali di Bankitalia, Consob
e della stessa Banca centrale europea”. Con il
suo tono squillante e l’inconfondibile accento
napoletano, Vincenzo Imperatore mi racconta il
suo nuovo libro in uscita per Chiarelettere: “Il sacco
bancario”. Una vecchia conoscenza per la nostra
associazione che lo ha ospitato a Ferrara durante il
Festival 2015 dove ha presentato il suo primo libro:
“Io so e ho le prove - Come le banche imbrogliano
il correntista”. Racconta il dietro le quinte degli
istituti di credito in cui, per vent’anni, è stato uno
spietato manager che ha venduto “spazzatura
ai clienti” - polizze, diamanti, obbligazioni
subordinate, derivati - perfettamente integrato in
un sistema che non tiene conto del cliente, ma solo
del profitto. Finché con la crisi economica, questa
logica “malata” ha cominciato a scavare un buco
Imperatore chiude con questo
libro la trilogia sul sistema
bancario, dopo “Io so e ho le
prove” e “Io vi accuso”. Stavolta
guarda in alto, nelle stanze dei
Cda, nelle connivenze con la
politica, nella mancata vigilanza
delle Autorità. Sempre edito da
Chiarelettere.
www.altroconsumo.it
S&D//BANCHE
nella sua coscienza. Non ha più voluto far parte
del sistema e ne è uscito denunciandone tutte le
nefandezze. «Ho potuto farlo – ammette - perché
ho raggiunto una certa tranquillità economica.
Mentre quando ero dentro al sistema ero ricattabile
per il mio lauto stipendio e i benefit. Ci sono ancora
tanti “Vincenzi Imperatori” dentro alle banche che
non possono tirarsi indietro».
In questo momento storico molti
risparmiatori devono fare i conti
con il fallimento della loro banca.
«Eppure si può ancora fare banca “sana” e se
si lavora bene si è anche indipendenti e si può
resistere alle pressioni esterne. Nel libro parlo di
due banche che fanno ciò che deve fare un istituto
di credito: raccogliere risparmio e fare prestiti
alle imprese. Sono Banca Popolare Etica e Banca
Popolare delle Province Molisane. Siamo al di fuori
dal sistema-Italia - Intesa Sanpaolo, Unicredit,
IN ITALIA NON SI INVESTE
NELL’EDUCAZIONE
FINANZIARIA.
NELLE SCUOLE
NON SI INSEGNA
COME GESTIRE I SOLDI
Monte dei Paschi di Siena, Ubi, Banco Popolare-
Banca Popolare di Milano e Banca Popolare
dell’Emilia Romagna - istituti di credito che hanno
chiuso il 2016 in perdita di circa 14,5 miliardi. Basti
pensare che la banca molisana ha un indice Core
Tier 1, che misura la solidità patrimoniale, del 18,76
per cento (riferito al 2016). Per capire il valore di
questa cifra, basti sapere che le principali autorità
bancarie europee raccomandano una soglia
minima del 7-9% e che tra le maggiori banche
“sistemiche” d’Italia nessuna ha un coefficiente
così alto. Come hanno fatto? Ho interpellato
Giancarlo Mandato, Risk manager dell’istituto,
che mi ha detto che la prima regola è il rigore nella
concessione del credito, che la presenza sul
novembre 2017//S&D 21
S&D//BANCHE

territorio non può e non deve tramutarsi in
comportamenti o approcci “confidenziali”. Niente
favori, dunque. A nessuno. Per essere indipendenti
si deve restare fuori dalle logiche clientelari: dietro
ai loro sportelli non ci sono “figli di”».
Secondo quanto si racconta nel libro,
invece, i prestiti vanno “agli amici degli
amici”.
Il caso di Banca Promos è emblematico di come nei
bilanci delle banche arrivino i crediti “deteriorati”
(le attività che non riescono più a ripagare capitale
e interessi dovuti ai creditori). Spesso sono quelli
concessi secondo criteri “clientelari”. Questa piccola
banca campana finanzia con un prestito consistente
l’acquisto da parte di K4A Spa di una giovane
azienda che fabbrica elicotteri di nuova generazione,
anche se non offre alcuna garanzia: ha un capitale
sociale di appena 10.000 euro, non ci sono i risultati
imprenditoriali, né competenza ed esperienza
maturata nel settore. Addirittura, al momento della
richiesta del finanziamento (ancora oggi, al 10
settembre), questa società risulta “inattiva” presso
la Camera di commercio di Napoli. Se è inattiva non
produce reddito, come ripaga il prestito? Non solo.
L’ispezione di Bankitalia non ha portato a nulla, non
si sono neanche accorti che la società acquistata
è inattiva. Inoltre, come confermano i documenti
messi a nostra disposizione da un whistleblower,
I CASI MPS, l’alto rischio connesso all’operazione è stato
segnalato, in fase di istruttoria, dai funzionari e
ETRURIA & CO. sottoposto agli organi deliberanti. Ma come mai
DIMOSTRANO nessuno ha raccolto l’allarme? Se si guarda nel Cda
IL FALLIMENTO dell’azienda sono evidenti i rapporti stretti tra Pd,
DELLA enti pubblici e finanza locale».
VIGILANZA Perché Bankitalia non è mai riuscita a
DI BANKITALIA capire in anticipo nessuna delle crisi che
hanno coinvolto le banche poi in default?
«O c’è collusione o c’è impreparazione. Da qui non
si sfugge. Quella tra le banche private e lo Stato è
davvero una relazione pericolosa - soprattutto per
noi correntisti. Con il finanziamento del debito
pubblico, le banche forniscono una “stampella”
allo Stato. Questo aiutino avviene attraverso un
massiccio acquisto di Bot, Btp e Cct, parliamo di
tanti soldi, 635 miliardi (fine 2016). Così facendo,
i governi finanziano il proprio debito e le banche,
acquistando titoli a “rischio zero”, raggiungono
gli obiettivi di solidità patrimoniale richiesti dalla
vigilanza. Come mai le banche sono così generose
con lo Stato? Il mio dubbio è che, lungi dall’essere
paladine di una causa sociale o morale, siano
interessate a tenere una poltrona riservata nel
salotto buono delle lobby. Patti chiari, amicizia
lunga: la banca compra i titoli di Stato e in cambio lo
Stato - cioè anche Bankitalia, Consob & Co. - chiude
un occhio sugli affari “meno nobili” dell’istituto.
D’altro canto basta guardare all’unicreditizzazione
delle banche in difficoltà. I manager che Unicredit
ha mandato via considerandoli non più efficienti,
il governo li ha messi a dirigere Banca Etruria & Co.
quelli che poi possano chinare il capo di fronte alle
indicazioni governative».

Con il caso Deiulemar emergono i danni

della mancata vigilanza delle autorità.
«Deiulemar, compagnia di navigazione di Torre
del Greco, è fallita tre anni fa lasciando sul
campo le sue obbligazioni. Liquidato tutto, non è
rimasto abbastanza per ripagare i risparmiatori.
Una “gola profonda”ci ha mostrato una mail del
dirigente di una grande banca italiana che apriva
un finanziamento a questa società una settimana
prima del crac. La Consob stessa ha autorizzato
APPUNTAMENTO A TEATRO - «Ogni volta, mi emoziono e penso “guarda cosa ho combinato”! »
Parla così Imperatore dello spettacolo teatrale “Io so e ho le prove” che racconta la sua storia l’emissione delle obbligazioni nonostante il parere
da scugnizzo ad ambizioso e spietato manager bancario fino alla crisi di coscienza dopo il crac contrario di Bankitalia. Che, a sua volta, pur
di Lehman Brothers. Scritto, diretto e interpretato da Giovanni Meola (qui sopra una foto di scena) notando flussi anomali di denaro e segnalando
con musiche originali di Daniela Esposito. Le prossime tappe dello spettacolo sono:
il 2 dicembre al Teatro Civico 14 di Caserta; il 24, 25, 26 febbraio al Pacta Salone (ex Crt) di Milano,
le irregolarità delle obbligazioni, si è limitata a
il 24 marzo al Teatrodante Carlo Monni a Campi Bisenzio (FI). denunciare i fatti agli inquirenti, senza bloccare
Altre date e informazioni su: www.virusproduzioni.it l’afflusso dei fondi sui conti coinvolti».

22 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it


Amanti del rischio
A parte l'rc auto, che è
obbligatoria, gli italiani
sono restii a stipulare
altre assicurazioni
che potrebbero
essere loro utili.
di Luciana Grosso
È
un amore mai davvero sbocciato
quello tra assicurazioni e italiani.
Dati alla mano, il nostro paese
risulta poco propenso a stipulare
polizze di assicurazione. Al contrario,
appare piuttosto diffidente verso le
compagnie che ne propongono. Una
cautela che però non sembra seguita dalla
volontà di informarsi e comprendere, dal
momento che in genere il mondo delle
assicurazioni, con vantaggi e possibili
insidie, appare poco conosciuto.
Una nostra indagine ha esplorato il modo
in cui gli italiani si avvicinano al mondo
delle assicurazioni. La risposta, avuta
da 1.324 questionari, è stata chiara: con
diffidenza e, paradossalmente, con grande
superficialità.
www.altroconsumo.it
S&D//ASSICURAZIONI
Assicurazione? Se proprio devo
Un dato che emerge chiaro dalla nostra
indagine è che, di media, si evita di
assicurarsi, a meno che, come nel caso
dell’assicurazione auto, non si tratti di
un’assicurazione obbligatoria.
Laddove non c’è un vincolo di legge,
invece, si tende a evitare di stipulare altre
coperture, per quanto utili e consigliabili
siano, come quella sulla casa oppure
quella sulla vita.

I numeri, in tal senso, parlano chiaro:
mentre praticamente tutti coloro che
posseggono un'automobile hanno la
relativa assicurazione, solamente il 39%
ha una polizza sulla casa (che copre il
caso di danni, anche a terzi) e solamente
il 22% ne ha una sulla salute, che
novembre 2017//S&D 23
S&D//ASSICURAZIONI
TUTELE DIVERSE
A ciascuno la sua
I principali tipi di polizze: che cosa coprono
e a chi possono essere utili.
POLIZZE CASA
Sono polizze multirischi che coprono gli eventuali
danni che possono toccare la casa (incendio o
furto) e la responsabilità civile del capofamiglia, che
copre i danni a terzi (sia a persone sia a cose). La rc
capofamiglia è spesso acquistabile da sola: è molto
utile perché copre i danni causati da tutte le persone,
familiari e non, che abitano con l’assicurato.
POLIZZE SALUTE
Coprono le spese di ricovero, degenza, cura,
fisioterapia e riabilitazione; i costi dei medicinali
durante il ricovero e gli esami e le visite specialistiche.
Le consigliamo a chi, potendoselo permettere
economicamente, vuole velocizzare i tempi di esami
e di ricovero rispetto alla normale trafila del servizio
pubblico. Oltre al costo piuttosto elevato, un altro punto
critico è che prevedono alcuni limiti per l’assicurato (per
esempio l'età o le esclusioni), oltre il quale la tutela può
non valere o costare di più e il cosiddetto periodo “di
carenza”, cioè un intervallo di tempo tra la data della
stipula e l'effettivo avvio della copertura.
POLIZZE INFORTUNI
Copre in caso di morte, invalidità permanente o inabilità
temporanea e la cui formula è molto consigliata per i
lavoratori autonomi e i liberi professionisti che, in caso
di infortunio, rischiano di rimanere senza reddito per
un periodo di tempo più o meno lungo. Diverso è il
discorso per quel che riguarda i lavoratori dipendenti:
per i rischi professionali sono sempre coperti dall’Inail,
ma potrebbero valutare di assicurarsi comunque per i
casi di morte e di invalidità permanente, soprattutto in
caso di famiglia monoreddito.
POLIZZE VITA CASO MORTE
Un modo per assicurare ai propri eredi un capitale più
o meno grande (a seconda del premio che si versa)
in caso di morte dell'assicurato. La compagnia, in
cambio del pagamento del premio, versa un capitale
ai beneficiari indicati sul contratto, a condizione che il
decesso avvenga entro un determinato periodo (per
esempio 10, 15, 20 anni). Se, scaduto il tempo stabilito,
l’assicurato è ancora in vita si perde cioè che si è
versato, perché la compagnia non paga nulla.
POLIZZE VITA
La parte assicurativa è ridotta ai minimi termini. Sono
da considerarsi soprattutto prodotti di investimento: a
fronte del versamento di un premio unico o periodico,
l'assicurazione garantisce, dopo un certo periodo di
tempo, un capitale o una rendita periodica.
24 S&D//novembre 2017
copre le spese sanitarie (per esempio le
operazioni o le visite fatte privatamente).
Il fatto che l’Italia sia un paese in cui le
assicurazioni sono poco diffuse, però, non
è una novità: secondo i dati 2015 dell’Ania
(l'Associazione nazionale fra le imprese
assicuratrici) in Italia, il rapporto tra i
danni non relativi alle sole auto e il Pil era
pari al allo 0,9%, ossia meno della metà di
quanto accade in altri paesi europei, come
per esempio la Spagna (dove il rapporto è
del 2%), la Germania (2,5) o i Paesi Bassi
(dove il rapporto è addirittura dell’8%).
Assicurati poco, ma fedeli molto
Quali polizze avete sottoscritto? Se di media il campione risulta piuttosto
Ecco le risposte degli oltre 1.300 restio a sottoscrivere contratti di
italiani che ci hanno risposto. assicurazione, ancor di più lo sembra a
cambiare compagnia.
CASA
39%
La fedeltà è un fenomeno evidente
soprattutto nel caso delle assicurazioni
rc auto: la stragrande maggioranza dei
titolari di polizza è infatti assicurata
da oltre dieci anni con la medesima
compagnia. E maggiore è l'età
VITA CASO MORTE dell'automobilista, maggiore è la
31% propensione a questo tipo di fedeltà.
Solamente il 15% circa degli assicurati
cerca offerte più vantaggiose e cambia
compagnia.
VITA A chi chiedere un consiglio
28%
Un altro dato significativo che è emerso
nell’indagine su come gli italiani si
avvicinano al mondo delle assicurazioni,
riguarda le fonti a cui si attingono
informazioni. E qui, il quadro, è risultato
piuttosto desolante.
SALUTE
22%
In almeno oltre un terzo casi, chi decide
di assicurarsi lo fa senza chiedere
consiglio a un professionista, si tratti di
un consulente o di un broker, ma si basa
sulla sua esperienza pregressa; anche
il consiglio degli amici e dei parenti è
rilevante. Le informazioni reperibili
online, invece, per lo più vengono
snobbate: i comparatori automatici,
benché facilitino il confronto delle offerte
(per l'rc auto vai su www.altroconsumo.
it/auto-e-emoto/rc-auto)vengono usati
poco: solo il 5,5% di chi deve sottoscrivere
una polizza auto per la prima volta o
vuole cambiare cambiare compagnia, si
preoccupa di consultarli.
www.altroconsumo.it
 S&D//ASSICURAZIONI

POLIZZE SALUTE E POLIZZE CASA IL NOSTRO ESPERTO

Perché avete scelto quella compagnia?

Salute Casa

Polizze salute e polizze 40%

casa: l'esperienza
personale rimane di gran
Lorenzo Zucchi
lunga la prima ragione
per cui si preferisce una Indagini statistiche
30%
compagnia assicurativa
rispetto a un'altra. «Da anni scandagliamo il variegato
mondo delle assicurazioni. Le
20% indagini annuali in cui chiediamo
a voi soci di raccontarci la vostra
esperienza con broker, call center,
premi e franchigie ci permettono di
10% misurare alcune tendenze. In cinque
anni, dal 2013 al 2017, le polizze
salute sottoscritte dai soci sono
0% aumentate dal 27% al 33%. Nello
stesso periodo le polizze casa sono
re ale

passate dal 47% al 56%. Entrambi i

nti

vo

er

io

ne
a

ar
ok
ati
eg n

re

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dati restano largamente inferiori a

pr erso

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Br
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ba
sic
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quelli riscontrati dalle associazioni

ici
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ato
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as
Am
nz

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partner in Belgio, Portogallo e

te

ule

mp
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en

ns

Spagna, a riprova del fatto che gli

pe

Co
Ag

Co
Es

italiani sono sottoassicurati».

Scarsa informazione, gestione. Una situazione che denunciamo

troppa fiducia
Qui si arriva a un paradosso, perché se
chi stipula un’assicurazione tende a ‘non
fidarsi di nessuno’, a volersi basare solo
sulla propria esperienza o su quella di
amici e parenti, in sede di stipula e di
firma vera e propria, tutte le diffidenze e
le cautele si sciolgono come neve al sole
e, anzi, si firmano cose che non si sono né
lette né comprese. In tal senso è notevole
il fatto che il 60% degli intervistati abbia
dichiarato di aver letto solo in modo
superficiale il contratto di assicurazione
auto o casa (che, va detto, è spesso scritto
in modo poco chiaro). Oppure il fatto
che chi sottoscrive una polizza vita
non sappia dire di preciso quanto sarà
corrisposto ai suoi eredi o quanto renderà
la polizza sottoscritta come forma di
investimento, soprattutto se, come spesso
accade, l’assicurazione è stata sottoscritta
contestualmente a un mutuo.
IN TROPPI SOTTOSCRIVONO
UN CONTRATTO SENZA
LEGGERNE ATTENTAMENTE
LE CLAUSOLE
Serve educazione finanziaria
Gli atteggiamenti emersi dall’indagine
(una certa inerzialità nelle abitudini
di consumo, una diffidenza verso i
professionisti, accompagnata da una cieca
fiducia nel passaparola e nel parere di
parenti e amici, l’abitudine di non leggere
quel che si firma) sono chiari segnali di
quanto sia scarsa l’educazione finanziaria
in Italia: secondo Standard & Poor solo il
37% degli adulti ha un livello accettabile
di consapevolezza delle cose di finanza e
da tempo e contro la quale si è mosso
persino il Parlamento, approvando una
norma che per la prima volta affronta
in maniera organica la questione
dell'educazione finanziaria.
Bisogna certo lavorare sui giovani, senza
però dimenticare la poca dimestichezza
che anche gli adulti dimostrano sui temi
finanziari e assicurativi.
Noi di Altroconsumo aggiungiamo
anche la necessità di lavorare sul binario
parallelo della formazione dei consulenti,
che devono spiegare bene il prodotto
ai clienti e fornire tutte le informazioni
necessarie perché poi i clienti stessi
facciano scelte consapevoli. Ad esempio,
nel campo assicurativo esiste una zona
d’ombra in cui ben si inserisce una certa
oscurità dei contratti e delle polizze, che
spesso sono scritte in modo difficile,
piene di termini tecnici e di rimandi
incrociati.

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 25

S&D//BORSA

Conviene investire
nei tuoi dati?
Google, Facebook & Co. : le big del web che vivono di informazioni degli utenti
sono le prime società del mondo in Borsa. Meglio non comprare le loro azioni.
di Stefania Villa

Q
ualche soldo in più da
investire? Un po' di curiosità
finanziaria verso il mondo
hi tech? Se sentire tanto
parlare della ricchezza delle grandi
aziende del web può allettare, meglio
riflettere: secondo le valutazioni del
nostro settimanale di informazione
finanziaria indipendente, Altroconsumo
Finanza, comprare le loro azioni non
conviene. Una cosa è innegabile: nell'arco
di dieci anni Apple, Alphabet (nuovo
nome di Google), Microsoft, Facebook e
Amazon sono diventate le prime cinque
società al mondo per il loro valore di
Borsa, tanto che l'andamento del listino
dei titoli tecnologici (Nasdaq) ormai
è praticamente dipendente da questi
cinque titoli: li chiamano FAAMG, dalle
iniziali delle società. E al sesto e ottavo
posto ci sono comunque altre due
società tecnologiche, Alibaba e Tencent,
proprietarie, rispettivamente, di una sorta
di Amazon e WhatsApp cinesi. Tutte
aziende che producono e gestiscono
prodotti e servizi che miliardi di persone
usano ogni giorno - smartphone, pc,
email, social, app, acquisti online - e che
fondano la loro ricchezza anche sulla
loro innovativa capacità di utilizzare
la grande quantità di dati che arriva
dagli utenti sulle loro caratteristiche e
preferenze, i cosiddetti Big Data (vedi
anche AC 319 novembre 2017). La Borsa
sta scommettendo molto su tutto questo:
basta un piccolo "esercizio" per capirlo

26 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

meglio. Nella tabella abbiamo calcolato titoli tech con il valore contabile delle
il "Valore di Borsa per utente" dividendo aziende (quello più concreto di cui
il valore totale delle Big di internet a Wall IL 4-5 NOVEMBRE A MILANO, parlavamo), infatti, risulterebbe che si è
Street - la cosiddetta capitalizzazione, IL NOSTRO FESTIVAL SUI sborsato il doppio rispetto ad altri titoli.
che dice proprio quanto il mercato crede BIG DATA: ALTROCONSUMO.IT/ Qual è allora la strategia migliore per un
in loro - per il numero di utenti stimati: investimento prudente? Innanzitutto
abbiamo ottenuto così il valore che la
FESTIVALFUTURO non destinare tutto il proprio patrimonio
Borsa riconosce a ogni utente, quindi agli investimenti azionari (vedi come
anche ai suoi dati. In "Valore contabile ripartire al meglio su www.altroconsumo.
per utente", invece, abbiamo diviso per il it/finanza/portafogli); tra le azioni
numero di utenti la cifra che resterebbe l'apertura di un sito per far schizzare il consigliate non ci sono in generale azioni
alla società se vendesse tutte le attività e valore delle loro azioni (come è successo americane. Principalmente perché il
pagasse tutti i debiti come scritti nel loro a Tiscali, poi crollata clamorosamente). mercato Usa, in corsa da anni, a breve
bilancio: un indice più "concreto", perché Sembra che le stesse prospettive infinite potrebbe rischiare scivolate. I titoli delle
legato ai bilanci dell'azienda. Risultato? di internet di allora siano quelle attribuite big del web sono ulteriormente saliti
Le cifre calcolate sui valori di Borsa sono ai Big Data: paradossalmente, se ci fosse anche in prospettiva della riforma fiscale
10 volte superiori. Evidentemente il una legge che impedisce di usare i dati, promessa da Trump, che permetterebbe
mercato crede moltissimo nel potenziale tutto potrebbe crollare (paradossalmente, di far rientrare le loro liquidità con tasse
infinito dei dati, indipendentemente dagli ma neanche tanto, visto che da maggio più basse. Ma se non dovesse andare in
utili che producono (Amazon ancora 2018 diventa applicabile un regolamento porto, il retro-front potrebbe influire
nel 2014 era addirittura in perdita). Un Ue sulla privacy che disciplina di più la negativamente sui mercati. Piuttosto è un
potenziale infinito, perché dà alle aziende materia). Si rischia quindi di trovarsi in buon momento per portarsi a casa un po’
tante opzioni: i dati non si esauriscono, mano azioni che potrebbero crollare di guadagno vendendo quello che si ha
possono essere utilizzati più volte, perché strapagate: se si mettesse in sulla Borsa Usa e puntare invece su listini
contemporaneamente, per più progetti. relazione il valore di Borsa di questi più interessanti come la Borsa di Milano
Non solo: più gli utenti usano i servizi, più
i dati si arricchiscono, diventano precisi,
acquisendo sempre più valore. E questo,
unito alla capacità di sfruttare al massimo
la "materia prima", alla fine permette alle
Big del web di dominare il mercato, come LE BIG DI INTERNET IN BORSA
piace alle Borse. Il numero di utenti indica, per Apple, il numero di utenti iPhone; per Alphabet (Google),
gli utenti Android (usato solitamente nelle stime); per Microsoft una stima del numero
Investi in altro di pc su cui è installato Windows; per Facebook gli utenti attivi al mese; per Alibaba la
Tutto questo, però, non incide sulla clientela attiva, mentre per Amazon lo stesso dato è stimato sulla base di indiscrezioni
convenienza delle azioni. Valutare il di stampa; per Tencent si considera il numero di utenti di WeChat e di alcuni videogiochi
valore dei dati - un bene immateriale - è online prodotti dalla società.
complesso e le cose cambiano in base
al metodo che si usa. La valutazione di Prezzo delle azioni e valore dei dati
Altroconsumo Finanza di questi titoli
azionari si basa sull'andamento futuro PREZZO VALORE
VALORE UTENTI VALORE DI BORSA
NOME PER AZIONE CONTABILE
dei conti, messi in relazione con il DI BORSA IN MILIARDI PER UTENTE
AL 13/09/2017 PER UTENTE
prezzo delle azioni (più dettagli su www. Apple 831 mld 159,65 1 830 132
altroconsumo.it/finanza/metodologia).
Alphabet 656 mld 950,44 2 328 74
E da questa valutazione risulta che è
Microsoft 575 mld 75,21 1,2 480 60
meglio non comprare. Anche perché,
visto che la valutazione dei dati degli Facebook 502 mld 173,05 2 251 33
utenti - e quindi di queste aziende - può Amazon 472 mld 990,60 0,5 944 46
diventare stratosferica, c'è sempre il Alibaba 440 mld 178,97 0,5 892 88
rischio di incappare in una "bolla", come Tencent ca 400 mld 334 Hkd* 1 405 33
quella legata a internet del 1999-2000. Il Media 590 66
web si stava diffondendo e le opportunità
Elaborazione Altroconsumo Finanza - Valori espressi in dollari Usa (1 dollaro Usa = 0,8348 euro) *Valore in
che offriva erano considerate sconfinate: dollari di Hong Kong, dove la società è quotata (1 dollaro Hong Kong = 0,1069 euro)
bastava che qualsiasi società annunciasse

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 27

S&D//MONETA ELETTRONICA

Pago
con
l'app
Siamo andati a fare shopping
pagando con lo smartphone:
ancora non è facile e le commissioni
delle banche ci mettono lo zampino.
di Adelia Piva

P
er pagare cappuccino e brioche
al bar tiri fuori lo smartphone,
ma anche per fare la spesa al
supermercato o per un sano
shopping compulsivo. Non è più un
futuro prossimo, ma una realtà che sta
prendendo piede rapidamente grazie
alle nuove app di pagamento sbarcate
sul mercato. Con ottime prospettive,
se si considera che lo smartphone
è praticamente una protesi per gli
italiani, che non se ne separano mai, e
i nuovi sistemi di pagamento puntano
a farlo dialogare direttamente con lo
smartphone o la cassa del negoziante
senza o con poche commissioni. Questa
la teoria: ma cosa succede realmente
se scarichiamo la app e la usiamo per
fare acquisti? Abbiamo ingaggiato 32
persone a cui abbiamo chiesto di attivare
sul loro cellulare Satispay, Tinaba e
Hype, i sistemi di pagamento via app
più diffusi, e di usarli per fare acquisti
di basso importo, al di sotto dei 25 euro
nei negozi convenzionati virtuali e non
(vedi la pagina accanto). Satispay è

28 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

 LA NOSTRA INCHIESTA
Nei negozi con lo smartphone
Satispay è la app che è piaciuta di più alle 32 persone a cui abbiamo chiesto di utilizzarla nei
negozi per pagare con lo smartphone. Tinaba e Hype, le altre due app testate, non hanno avuto
lo stesso gradimento, perché sono pochi i negozi convenzionati e il pagamento non è facile.
COME FUNZIONA
Si scarica la app sul cellulare e si sottoscrive un conto
di moneta elettronica che si alimenta col denaro che
carichiamo dal nostro conto corrente. Bisogna
stabilire un budget di ricarica settimanale, che non
può andare oltre i 200 euro. La ricarica avviene in
automatico con addebito diretto sul conto corrente.
NEGOZI CONVENZIONATI
20.000 quelli fisici, 48 quelli online.
REQUISITI PER L'ATTIVAZIONE
Maggiore età e conto corrente o prepagata con Iban.
COSTI PER IL NEGOZIANTE
Zero commissioni fino a 10 euro, oltre questa cifra la
commissione è di 20 centesimi.
PRO
Nessun costo per chi paga e riduzione di quelli
per i negozianti (zero per le piccole spese). Le
stesse garanzie di sicurezza previste per le carte
di pagamento. Il "cashback" che permette di avere
sconti: per ogni pagamento con la app nei negozi
aderenti viene riconosciuto un ritorno al cliente (dal
10 al 25% di quanto pagato con la app), che potrà
essere usato per pagare in qualsiasi altro negozio
aderente. L'accordo con Esselunga e Coop per
pagare alla cassa con la app.
CONTRO
Bisogna essere titolari di un conto corrente per
usarla. Il meccanismo di ricarica è rigido perché
costringe a mantenere il budget prestabilito. Il limite
di spesa settimanale a 200 euro impedisce di usare la
app per spese più consistenti. Costi di ricarica
eccessivi se si è titolari di alcuni conti correnti: si
arriva anche a 52 euro annui facendo una ricarica a
settimana (vedi tabella a pag. 30).
INCHIESTA NEI NEGOZI - IL GIUDIZIO DI CHI LE HA USATE
su 100
Giudizio globale 83
Tempi di attivazione 50
Esperienza di pagamento 92
Acquisto in negozio 92
www.altroconsumo.it
COME FUNZIONA
Dietro alla app c'è un conto di moneta elettronica che
è necessario alimentare con un bonifico dal proprio
conto corrente. Dopo l’iscrizione viene inviata a casa
una carta prepagata Mastercard che si ricarica dalla
app.
NEGOZI CONVENZIONATI
50 quelli fisici.
REQUISITI PER L'ATTIVAZIONE
Ci sono due livelli di utilizzo della app:
- il livello iniziale (B) può essere aperto anche da un
minorenne purché di almeno 12 anni ma con limiti di
disponibilità sul conto virtuale;
- il livello A richiede la maggiore età perché bisogna
aprire un conto corrente con Banca Profilo, a costo
zero con una disponibilità massima di 12.500 euro.
COSTI PER IL NEGOZIANTE
Zero commissioni.
PRO
Costi zero per chi paga e per i negozianti. Il servizio
di cassa comune: consente di raccogliere facilmente
le quote di partecipazione di altri utenti della app per
fare un regalo, pagare una cena, affittare il campo di
calcetto.
CONTRO
Per usare la app a un livello completo bisogna aprire
un conto corrente con una banca. I negozi
convenzionati sono pochissimi (50 quasi tutti nel
centro di Milano). Nella nostra inchiesta, agli utenti
non è piaciuto l'invio a casa di una carta prepagata
abbinata alla app senza che sia stata richiesta. È
considerato un "ritorno al passato" anche perché se
scarico la app voglio pagare con il cellulare, non con
la solita carta.
su 100
Giudizio globale 60
Tempi di attivazione 100
Esperienza di pagamento 72
Acquisto in negozio 85
COME FUNZIONA
Dietro alla app c'è un conto di moneta elettronica a
cui è collegata una carta prepagata virtuale
Mastercard emessa da Banca Sella. Si può anche
chiedere gratis una carta prepagata fisica Mastercard
con Iban. Che è gratuita per pagare online, nei negozi
e per prelevare da qualsiasi Atm in Italia e all’estero.
NEGOZI CONVENZIONATI
641 quelli fisici.
REQUISITI PER L'ATTIVAZIONE
Ci sono due versioni:
- Hype Start può essere attivata anche per un minore
di almeno 12 anni;
- Hype Plus richiede invece la maggiore età perché i
limiti di utilizzo sono più alti.
COSTI PER IL NEGOZIANTE
Paga lo 0,25% dell'importo della transazione.
PRO
La possibilità di mettere in pausa, cioè rendere
inutilizzabile la carta fisica Mastercard collegata alla
app impedendo che venga usata da malintenzionati.
CONTRO
Dalla nostra inchiesta nei negozi è emerso che molti
di quelli indicati dalla app come convenzionati in
realtà non lo sono. È difficile fare pagamenti peer to
peer, cioè attraverso lo scambio diretto tra
commerciante e cliente. Più che una app per pagare
è una carta prepagata virtualizzata. In generale, c'è
molta confusione tra la carta prepagata Mastercard
abbinata alla app e il pagamento via app vero e
proprio.
su 100
Giudizio globale 50
Tempi di attivazione 70
Esperienza di pagamento 40
Acquisto in negozio 37
novembre 2017//S&D 29
S&D//MONETA ELETTRONICA

IL NOSTRO ESPERTO COSTI DI RICARICA DELLE APP (Settembre 2017)

Banca - Conto Corrente Satispay Tinaba e Hype

una ricarica a settimana

diretto per ogni ricarica
Commissioni addebito

Commissioni per ogni

Costo annuo bonifico

online per 2 ricariche
ricarica con bonifico
Costo annuo (euro)
addebito diretto,

al mese (in euro)

online (in euro)
(in euro)

(in euro)
Anna Vizzari
Banche e credito
Banca Carige Carige solo tuo 0,75 39 1,50 36
«Con la nostra inchiesta abbiamo Banca Popolare di Sondrio Conto corrente 0,60 31,20 1,50 36
voluto dare voce a chi usa lo Banca Sella Conto Sella 0,20 10,40 1,20 28,80
smartphone per pagare nei negozi
attraverso una app. Un dato Banco BPM You banking 0 0 0 0
interessante è che l'84% di chi Bnl Bnp Paribas Conto Pratico New 0,50 26 1 24
l'ha usata nella nostra inchiesta è BPER Conto Bperweb 0 0 0 0
soddisfatto e continuerà a usarla.
Che Banca! Conto corrente 0 0 0 0
Ovviamente stiamo parlando di una
app che funziona. Infatti, abbiamo Crédit Agricole Conto Adesso 1 52 0 0
visto che quando ci sono problemi Creval Contoincreval 0,50 26 0 0
tecnici nell'attivazione e nell'uso
Hello bank! Hello Money 0,50 26 0 0
o legati alla rete internet, l'utente
non la usa. Un aspetto su cui Ing Direct Conto corrente Arancio 0 0 0 0
lavorare. Anche il sistema bancario Intesa Sanpaolo Conto Xme 0,80 41,60 1 24
erge barriere. Basti pensare che Monte dei Paschi di Siena Conto Italiano online 1 52 1 24
per attivare un addebito diretto,
Poste Italiane Conto Bancoposta 0,40 20,80 1 24
necessario per usare l'app, ci
vogliono fino a 14 giorni. Com'è Unicredit Conto My genius 0 0 0 0
possibile che si debba pagare fino Webank Conto Webank 0 0 0 0
a un euro per attivare un addebito
sul conto, un'operazione dal costo
ridicolo per la banca?»

risultata la più apprezzata dai nostri
collaboratori per la facilità d'uso e per
la possibilità di usarla per i pagamenti
senza troppi problemi. Apprezzati anche
i vantaggi del "cashback", cioè il fatto che
pagando con la app ti viene riconosciuto
un ritorno che puoi usare in qualsiasi altro
negozio aderente al sistema. Con Hype e
Tinaba l'esperienza non è stata altrettanto
serena. Con Hype per il fatto che sono
segnalati nella app negozi che non
accettano il pagamento con smartphone.
Per entrambe il pagamento non sempre
ha funzionato e c'è il grosso limite dei
pochi negozi convenzionati e del fatto
che online non ce ne sono (Tinaba) o
il pagamento è problematico (Hype).
Insomma, visti i risultati dell'uso sul
campo possiamo dire che c'è ancora tanta
strada da percorrere, anche se ci sono
segnali positivi come l'accordo di Satispay
con due grosse insegne della grande
distribuzione come Esselunga e Coop che,
per ora solo in alcune regioni, renderanno
possibile pagare alla cassa con la app e
godere anche del cashback.
Occhio al conto corrente
Un altro aspetto critico di questi sistemi
può derivare dalle modalità di ricarica.
Dietro a queste app c'è un conto di
moneta elettronica che si alimenta dal
proprio conto corrente, come avviene
per ricaricare le carte prepagate. In
pratica, lo scambio di denaro tra cliente e
negoziante avviene senza intermediari,
direttamente (peer to peer). Satispay
si ricarica in automatico una volta alla
settimana prelevando la cifra necessaria
per ripristinare il budget stabilito
all'iscrizione direttamente con addebito
sul conto. Mentre i conti di Hype e Tinaba
si possono ricaricare in qualsiasi momento
via bonifico o con carta. Queste ricariche
possono avere costi di cui bisogna tenere
conto e che possono rendere oneroso
l'uso dell'app. Nella tabella trovate le
commissioni che le banche applicano ai
bonifici online e agli addebiti sul conto.
Nel caso di Satispay questo comporta, se
si usa l'app, il pagamento ogni settimana
di una commissione per la ricarica
automatica con addebito diretto sul
conto corrente. Il rischio è di pagare per
le ricariche fino a 52 euro all’anno. Lo
stesso vale per il bonifico online, con cui
si ricaricano Tinaba e Hype, se si fanno
più ricariche in un mese di importo basso.
Ipotizzandone due al mese, il conto può
arrivare a 36 euro annui.

30 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it


Partenza lenta
Ecco le novità
del ddl concorrenza
su assicurazioni,
banche, telefonia
e molto altro:
serviva più coraggio.
di Marta Buonadonna
L'
Italia è al 43° posto del Global
Competitiveness Index su 137
paesi considerati. Il World
Economic Forum, che ha stilato
la classifica, individua tra i principali
problemi del nostro paese l’incapacità
di trasformare l’innovazione in aumenti
della produttività. Questo giudizio severo
non stupisce. L’innovazione viaggia
veloce, ma la legge, almeno nel nostro
paese, non riesce a starle dietro. Sono
serviti quasi tre anni per licenziare quella
sulla concorrenza, che nasce già vecchia,
annacquata da lobby che sfruttano i tempi
lunghi della burocrazia per prolungare
www.altroconsumo.it
posizioni di privilegio. Perfino secondo il
presidente della commissione Industria
del Senato, Massimo Mucchetti (Pd), che
pur facendo parte della maggioranza di
Governo non ha partecipato al voto di
fiducia, all’interno della legge ci sono
norme che “ne hanno fatto uno strumento
per favorire o salvaguardare alcune grandi
aziende come Enel, Generali, Unipol,
Walgreens Boots Alliance e Big Pharma”.
Si poteva fare di più
Per il ministro dello Sviluppo
Economico Carlo Calenda “la legge
introduce significative novità in tema
S&D//CONCORRENZA
di assicurazioni, professioni, energia,
comunicazioni, ambiente, trasporti,
turismo, poste, banche e farmacie, con
l'obiettivo di stimolare la crescita e la
produttività e consentire ai consumatori
di avere accesso a beni e servizi a minor
costo”. In realtà, il ddl approvato a inizio
agosto, snaturato da troppe modifiche,
non rimuove gli ostacoli regolatori
all’apertura dei mercati né promuove
in pieno lo sviluppo della concorrenza.
Anche l’Antitrust, in un comunicato, pur
apprezzando lo sforzo compiuto, fa capire
che si poteva fare di più e meglio e auspica
il ricorso “a interventi più rapidi e
novembre 2017//S&D 31
S&D//CONCORRENZA

incisivi: ad esempio non leggi omnibus,
ma adozione di misure settoriali, volte
a creare in ogni mercato un sistema di
regole chiaro e trasparente, presupposto
indispensabile per gli investimenti e
la crescita economica”. La tartaruga
legislativa, insomma, continua a non
raggiungere la lepre dell’innovazione,
a discapito dei veri interessi dei
consumatori.
Sconti sull'rc auto
Molte delle novità previste nel decreto
riguardano il settore assicurativo, a
cominciare dall’rc auto. Sono previsti
sconti obbligatori se si fa ispezionare
il veicolo prima di assicurarlo, se si
installano la scatola nera o dispositivi
elettronici che impediscono l’avvio del
motore quando il guidatore ha un tasso
alcolemico superiore al limite di legge. Gli
sconti in presenza di scatola nera e in caso
L'ANTITRUST: "PASSI INDIETRO
NELLA VERSIONE APPROVATA
RISPETTO AL TESTO
ORIGINARIO"
di ispezione del veicolo erano già previsti
dalle liberalizzazioni volute dal governo
Monti nel 2012: la nuova legge li estende
al caso in cui si installino dispositivi che
impediscono l’avvio del motore se si è
bevuto troppo. Per la scatola nera che, lo
ricordiamo, non va sostituita nel caso si
cambi compagnia assicurativa, gli sconti
sono previsti anche se è già installata o se
ci sono dispositivi “equivalenti”.
Ulteriori sconti sono garantiti agli
automobilisti “virtuosi” (nessun incidente
provocato negli ultimi quattro anni), con
scatola nera istallata, che abitano nelle
province in cui avvengono più incidenti
e si pagano perciò premi più elevati,
spesso al Sud. I costi di installazione,
disinstallazione, funzionamento,
sostituzione e portabilità della scatola
nera sono a carico delle compagnie. Lo
stesso vale per i meccanismi di controllo
del tasso alcolemico.
Le scatole nere hanno valore probatorio:
ciò che registrano, a meno che non si
sia in grado di dimostrare il mancato
funzionamento o la manomissione del
dispositivo, è per la compagnia ciò che
è successo, il che dovrebbe eliminare le
frodi. Chi però accetta di averne una a
bordo sarà meno penalizzato come classe
di merito in caso di incidente.
Nella legge si parla di una “progressiva
estensione dell’utilizzo dei dispositivi
elettronici”, con lo scopo, sembra di
capire, di arrivare in futuro a dotare
di scatola nera la totalità dei veicoli
circolanti.

POLIZZE SUI RISCHI ACCESSORI Danni alle cose

Stop al tacito rinnovo
Una novità positiva contenuta nella nuova legge sulla
concorrenza è quella che riguarda la fine del tacito rinnovo
per le polizze accessorie alla rc auto.
Fino a oggi chi stipulava
contestualmente all’rc auto,
ma in un contratto separato,
una polizza accessoria, per
esempio sugli infortuni al
conducente, se la vedeva
rinnovare automaticamente
al momento del rinnovo
dell’rc auto, e se cambiava
compagnia doveva dare
la disdetta. Ora la legge
prevede la risoluzione
automatica di queste
polizze una volta arrivate a
scadenza.
Ricordiamo che la legge
è entrata in vigore il 29
agosto 2017, quindi, in caso
di polizze stipulate prima di
tale data, valgono ancora le
vecchie regole.
La legge pone l’obbligo, in caso di
sinistro con soli danni a cose, di indicare
i testimoni alla denuncia dell’incidente,
pena la non ammissibilità della prova
testimoniale. Se non vengono indicati
testimoni, la compagnia assicurativa è
tenuta a richiederli all’assicurato con
Un’eccezione potrebbe
raccomandata a.r. entro 60 giorni dalla
riguardare quei pochissimi
denuncia dell'incidente e l’assicurato
casi di polizze di garanzie
accessorie per cui non si è ha a sua volta 60 giorni di tempo per
inviata la disdetta in caso si comunicarli. La compagnia ha 60 giorni
sia già cambiata compagnia per aggiungere eventuali testimoni. La
per l’rc auto: in questo caso, norma, che non è ottimale perché sarebbe
a nostro avviso i contratti meglio non ci fossero vincoli, è comunque
sono ormai separati e quindi stata mitigata, restringendola agli
è un onere dell’assicurato incidenti dove a essere danneggiate sono
inviare la disdetta.
solo le cose, rispetto alla prima versione
Occhio alle polizze
che riguardava i sinistri in genere.
accessorie stipulate dopo
il 15 agosto 2009. Se sono Lesioni fisiche
poliennali, avete usufruito La legge introduce una tabella per le
di uno sconto: sarà quindi lesioni cosiddette macropermanenti,
previsto l’obbligo di sopra il 9% di invalidità permanente.
mantenerle per almeno 5 Per valutarne l’impatto sui risarcimenti
anni. Verificate le condizioni
bisognerà però attendere l’apposito
della polizza e quanto
decreto del Presidente della Repubblica,
stabilito dal contratto.
che dovrebbe essere emanato entro

32 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it


894 giorni
Tempo di approvazione
GLI ALTRI AMBITI
Buone notizie e occasioni perse
del Ddl concorrenza
50 euro
Limite per pagare
mostre, concerti e
partite con il credito
della sim
Natale. Per le lesioni di lieve entità, sotto
i 9 punti percentuali, si avrà diritto al
risarcimento solo se sono riscontrabili da
accertamento clinico oppure visivamente,
come per esempio le cicatrici.
Altre novità
Spesso il confronto delle tariffe non è
facile, perché tra una polizza e l’altra
molte voci sono diverse. Chi fa da
intermediario deve informare sui
premi offerti da tutte le compagnie
di cui è mandatario relativamente al
contratto base, per rendere le proposte
maggiormente confrontabili. La misura
era già prevista nelle liberalizzazioni del
Governo Monti, ma non era stata attuata.
Sarà importante valutare le coperture e
le clausole di esclusione e rivalsa previste
nel contratto base.
Autovelox e tutor non controlleranno
solo a che velocità andate, ma anche se
siete regolarmente assicurati, sempre
nell’ottica di reprimere le frodi.
Sono previsti sconti per chi contrae
più polizze per diversi veicoli tutte con
clausola di guida esclusiva.
Infine, le compagnie non possono
più differenziare la progressione
e l'assegnazione della classe di
merito in funzione della durata del
rapporto contrattuale con l’assicurato,
scoraggiando così la mobilità. Chi stipula
un nuovo contratto deve perciò avere
condizioni di premio uguali a chi presenta
identiche caratteristiche di rischio.
www.altroconsumo.it
S&D//CONCORRENZA
TELEFONIA
Nonostante migliorino la trasparenza e la semplicità delle
procedure di recesso, restiamo critici riguardo al fatto che
rimangano esplicitamente a carico del consumatore le
“spese relative al recesso o al trasferimento dell’utenza
ad altro operatore”, per quanto “commisurate al valore del
contratto e ai costi reali sopportati dall’azienda”. Finalmente
non potranno più essere attivati servizi premium senza il
consenso espresso e documentato del cliente.
BANCHE
Se la banca o la finanziaria che erogano un mutuo o un
prestito richiedono al cliente una polizza a copertura del
credito, sono obbligate ad accettare la polizza che il cliente
compra altrove e non possono obbligarlo a comprarne una
presso di loro. Se avete già sottoscritto una polizza venduta
dalla banca o dalla finanziaria, potete recedere entro 60
giorni e il finanziamento resta valido.
ALBERGHI
Sono liberi di praticare prezzi, termini e ogni altra condizione
migliorativa rispetto a quelle praticate da terzi (siti internet
come Booking o Trivago e agenzie di viaggi). Quindi, un
albergo può applicare direttamente sul proprio sito un prezzo
più basso per una camera rispetto a quello applicato su un
sito di prenotazioni.
TRASPORTI
Ancora nessuna vera decisione è stata presa in merito
ai servizi pubblici non di linea (taxi, Ncc, Uber). La legge
rimanda a un decreto che il Governo dovrà emanare entro
un anno (agosto 2018), fissando per ora solo i criteri di
base: garanzia del diritto alla mobilità di tutti i cittadini,
integrazione tra servizi di linea e non di linea, promozione
della concorrenza e della qualità del servizio, tutela nella
scelta e nella fase di rimborso, contrasto degli abusivismi. La
questione resta quindi sospesa.
FARMACIE
Potranno esserne titolari anche le società di capitale, ma con
un tetto del 20% su base regionale. Nessuna novità invece
per quanto riguarda la liberalizzazione della distribuzione
dei farmaci di fascia C. Noi di Altroconsumo monitoriamo i
prezzi di 70 farmaci senza obbligo di ricetta e da banco: dalla
liberalizzazione della loro vendita, nel 2006, sono scesi del
4%. Cosa si aspetta a fare lo stesso con i farmaci con obbligo
di ricetta a carico del cittadino?
ENERGIA
La fine del mercato di maggior tutela, quindi il definitivo
passaggio al mercato libero per tutti, slitta dal 1° gennaio al
1° luglio 2019. Anche se il termine è stato spostato in avanti,
apprezziamo il fatto che vi sia finalmente una data certa. Chi
riceve bollette maxi, a causa di disguidi o ritardi imputabili ai
fornitori, potrà rateizzare il pagamento.
novembre 2017//S&D 33
S&D//DONAZIONI E FISCO

Dona e ricevi
Se fai una buona azione, ne ricevi una in cambio.
Una donazione a ong, onlus, popolazioni in difficoltà
può essere recuperata nel 730, abbassando le tasse da pagare.
di Sonia Sartori

POPOLAZIONI COLPITE DA CALAMITÀ

QUANTO SI RECUPERA
Si detrae, recuperando il 19% della somma donata. Si può
detrarre un versamento massimo di 2.065 euro.

A CHI VERSARE
Onlus, organizzazioni internazionali di cui l’Italia è membro.
Fondazioni, associazioni, comitati ed enti registrati e
che tra le proprie finalità prevedano interventi umanitari
in favore delle popolazioni colpite da tali calamità,
amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali.

CONDIZIONI PER LA DETRAZIONE

Va conservata la ricevuta del versamento in cui risulti
la modalità di pagamento (solo pagamenti tracciabili, il
contante non va bene). Dal 2017 la natura della donazione
deve risultare dalla ricevuta del versamento o indicata su
quella rilasciata dal beneficiario.

ISTITUTI SCOLASTICI
QUANTO SI RECUPERA
Una detrazione del 19% della somma versata.

A CHI VERSARE
Istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari
senza scopo di lucro, istituzioni ad alta formazione artistica,
musicale e coreutica, e università.

CONDIZIONI PER LA DETRAZIONE

Per detrarre la somma donata va conservata la ricevuta
del versamento in cui risulti la modalità di pagamento (solo
pagamenti tracciabili, il contante non va bene). Dal 2017
è necessario che la natura della donazione risulti dalla
ricevuta del versamento o indicata sulla ricevuta rilasciata
dal beneficiario.

34 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

 S&D//DONAZIONI E FISCO

ONG ASSOCIAZIONI SPORTIVE

QUANTO SI RECUPERA
Si può dedurre la donazione fino a un massimo del 2% del proprio
reddito imponibile.
A CHI VERSARE
I versamenti devono essere effettuati a favore di ong che operano
in paesi in via di sviluppo. L’elenco aggiornato è consultabile
online sul sito www.esteri.it.
CONDIZIONI PER LA DETRAZIONE
L’erogazione deve essere effettuata tramite versamento
bancario o postale, bancomat, carte di credito, carte prepagate,
assegni bancari e circolari. È necessario conservare la ricevuta
del versamento in cui risulti la modalità di pagamento utilizzata
(solo per i versamenti con carta di credito basta l’estratto conto
della stessa). Si deve richiedere il rendiconto dei versamenti
direttamente alla società che li ha ricevuti. Dal 2017 è necessario
che la natura di donazione risulti dalla ricevuta del versamento o
sia indicata sulla ricevuta rilasciata dal beneficiario.
DILETTANTISTICHE
QUANTO SI RECUPERA
Si detrae, recuperando il 19% della somma donata. Si può detrarre
un versamento massimo di 1.500 euro.
A CHI VERSARE
Società o associazioni sportive con scritto nella denominazione
sociale la finalità dilettantistica. Ad esempio il Coni, le federazioni
sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva e qualunque
altro soggetto, comunque denominato, che persegua finalità
sportive dilettantistiche riconosciuto da uno degli organismi citati.
CONDIZIONI PER LA DETRAZIONE
L’erogazione deve essere effettuata tramite versamento bancario
o postale, bancomat, carte di credito, carte prepagate, assegni
bancari e circolari. Va conservata la ricevuta del versamento in cui
risulti la modalità di pagamento utilizzata (solo per i versamenti
con carta di credito basta l’estratto conto della stessa). Dal 2017
è necessario che la natura di donazione risulti dalla ricevuta del
versamento o sia indicata sulla ricevuta rilasciata dal beneficiario.

ONLUS LA NOSTRA ESPERTA

QUANTO SI RECUPERA
Con una detrazione d’imposta del 26% su quanto versato, per
un versamento massimo di 30.000 euro. In alternativa alla
detrazione, c’è la possibilità di dedurre (nel limite del 10% del
reddito complessivo e comunque entro 70.000 euro annui) i
versamenti dal reddito complessivo.

A CHI VERSARE Tatiana Oneta

Onlus, iniziative umanitarie, laiche o religiose, gestite da Fisco
associazioni, fondazioni, comitati ed enti individuati con Decreto
del presidente del Consiglio dei ministri (il cosiddetto D.P.C.M), nei «Per le donazioni alle Onlus, potete
paesi non appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e scegliere tra una detrazione e una
lo sviluppo economico (Ocse). deduzione. Un esempio vi aiuta
a capire: poniamo il caso di una
CONDIZIONI PER LA DETRAZIONE donazione di 500 euro. Se nel 730 si
La detrazione è ammessa anche nel caso in cui il datore di portano in detrazione dall’imposta,
lavoro, con il consenso del dipendente, promuove un’iniziativa di il recupero è di 130 euro; se si
raccolta fondi da destinare a una onlus. In questo caso il sostituto deducono dal reddito imponibile,
d’imposta si assume l’onere di trattenere direttamente dallo maggiore è il reddito, più alte le
stipendio le somme destinate dal dipendente all’erogazione. La aliquote Irpef e di conseguenza il
donazione va fatta tramite versamenti tracciabili e non in contanti. rimborso. Per un reddito di 30.000
La ricevuta del versamento va conservata perché risulta la euro, il recupero con la deduzione
modalità di pagamento utilizzata (solo per i versamenti con carta è di 190 euro contro i 130 della
di credito basta l’estratto conto della stessa). Si deve richiedere il detrazione. Per questo motivo, se la
rendiconto dei versamenti alla società che li ha ricevuti, tenere da donazione viene fatta da un nucleo
parte la documentazione che prova la forma societaria dell’ente a familiare, è sempre meglio intestare
cui si è donato. Dal 2017 è necessario che la natura di donazione la fattura a chi in famiglia ha il reddito
risulti dalla ricevuta del versamento o sia indicata sulla ricevuta più alto, così da recuperare di più con
rilasciata dal beneficiario. la dichiarazione dei redditi».

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 35

S&D//CULTURA

Non solo libri

Negli Usa e nei Paesi scandinavi le biblioteche pubbliche
non prestano solo libri, ma sono al centro della vita
sociale. In Italia non si investe abbastanza.
di Adelia Piva

L
LE BIBLIOTECHE NEL BELPAESE a biblioteca è il luogo dove si
(Anagrafe Iccu al 31/12/2016) raccolgono milioni di vite e migliaia
di anni: è lo spazio in cui, fra pochi
o molti scaffali, l’umanità tenta
di salvarsi e migliorare, di sognare e
comprendere, di non smettere di avere
402
58 398 visioni, come diceva Italo Calvino. La
biblioteca è il luogo in cui i destini si
moltiplicano e bambini e adulti vivono più
2.200 980 vite, un numero infinito di esistenze.
È per questo che abbiamo bisogno di
biblioteche, per non temere la notte, per
1.142
1.098 ingannare la morte, per essere cittadini e
persone migliori. Per essere felici di quella
felicità che non si compra e non costa,
401 che è gratis per tutti. Queste parole di
352 Antonella Cilento, scrittrice, testimonial
981 299
del Bibliopride, la Giornata nazionale
delle biblioteche che si è tenuta a Pistoia
nel settembre scorso, riassumono il ruolo
253 sociale e democratico di questi luoghi.
115 Che ruolo hanno nell’èra di internet?
«Le biblioteche sono anche luoghi di
incontro reale tra le persone più diverse.
1.290 E questo internet non potrà mai offrirlo».
1.000 129 640 Lo sostiene con convinzione Frederick
Wiseman, regista di “Ex Libris” film
608 in concorso alla Mostra del cinema di
Venezia che per tre ore e mezza ci porta
dentro alla New York Public Library, la più
grande biblioteca americana pubblica.
429 Che non è solo una raccolta di libri con
< = 100
una sala di lettura, spettacolare nel caso
tra 101 e 500 specifico, ma un vero e proprio polo
tra 501 e 1.000 culturale di integrazione, democrazia e
tra 1.001 e 2.000
918 cultura. «Un simbolo della democrazia
> = 2.001 americana, del diritto di tutti di accedere

36 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it

 S&D//CULTURA

alla cultura. L’ingresso è libero, così ogni
anno arrivano qui milioni di persone non
solo per consultare libri e archivi, ma
per frequentare i corsi gratuiti di lingue,
informatica, storia, filosofia, teatro,
cinema…».
In Italia? Ci sono più di 13mila biblioteche,
di cui quasi seimila pubbliche (dati
2016 dell’Anagrafe dell’Istituto centrale
per il Catalogo unico delle biblioteche
italiane, vedi la cartina). Il nostro
servizio bibliotecario pubblico si
avvicina al modello della Grande Mela?
Lo abbiamo chiesto a Rosa Maiello,
presidente nazionale dell’Associazione
italiana biblioteche (Aib) e direttore
della Biblioteca dell’Università di
Napoli “Parthenope”: «La New York
Public Library è quello che il servizio
bibliotecario deve essere e cioè capace di
promuovere l’apprendimento, lo sviluppo
del piacere della lettura fin dalle prime
fasce d'età, ma anche l’information
CON LA REGINA, NELLA GRANDE MELA, A SCAMPIA
Dove nessuno è escluso
1 ILPUBLIC
FILM - "EX LIBRIS - THE NEW YORK
LIBRARY"
"Milioni di libri, miliardi di parole, contro la
banalizzazione dei 140 caratteri dei tweet con cui
il Presidente è solito esprimersi". E ancora: "Ciò
che rappresenta è qualcosa che lui non capisce: è
aperta a tutti, aiuta la gente, permette che si crei una
cultura…" Frederick Wiseman, regista di "Ex libris",
il film che ci porta dentro alla biblioteca pubblica di
New York, in concorso all'ultima Mostra del cinema di
Venezia, risponde così ai giornalisti che lo sollecitano
su Trump. Del resto, il film mostra un mondo dove
democrazia significa integrazione, nel senso di
realizzare il diritto di tutti ad accedere alla cultura.
2 L'INIZIATIVA
Far nascere una
biblioteca a Scampia,
3 LACONSULTARE
MAPPA DA

Ci sono biblioteche
literacy, cioè corsi che insegnino l’uso nell'edificio che i nella zona in cui abiti?
delle tecnologie e come muoversi nel camorristi usavano come Cosa propongono?
deposito di armi. Il Quali servizi offrono?
mare magnum dell’informazione. In Italia
progetto è stato lanciato Per scoprirlo basta
il servizio è molto eterogeno e dipende
in occasione della consultare il sito
molto dalle politiche dei singoli Comuni e Giornata nazionale delle dell'Anagrafe delle
dalle dotazioni finanziarie destinate». Biblioteche, che si è biblioteche italiane,
tenuta a Pistoia nel realizzata e gestita
Paese che vai biblioteca che... settembre scorso. La dall’Istituto centrale per
Visto che l'amministrazione locale fa biblioteca come punto di il catalogo unico delle
quello che vuole e non essendoci uno incontro e di biblioteche italiane
standard comune, nel nostro Paese integrazione. (ICCU): http://anagrafe.
iccu.sbn.it/opencms/
troviamo biblioteche superattrezzate
opencms/
con sale dedicate ai più piccoli, corsi, Ci sono informazioni

4 ILLETTRICE”,
postazioni con wifi per navigare in LIBRO DI ALAN BENNETT “LA SOVRANA dettagliate relative alle
internet, orari di apertura adeguati alle ADELPHI EDITORE biblioteche statali,
esigenze dei cittadini e altre, meno dotate A quei milioni di italiani (oltre la metà della comunali, universitarie,
di risorse, che restano aperte poche ore al popolazione) che non leggono neanche un libro in ma anche scolastiche,
giorno per mancanza di personale e che un anno, Alan Bennett, di enti ecclesiastici, di
sono poco più di una sala di lettura. scrittore dall'umorismo accademie e
squisitamente britannico, fondazioni. Da
«Infatti - continua Maiello - manca
dà una speranza. Si consultare anche il sito
una legge sulle biblioteche, una può scoprire il piacere dei bibliotecari:
cornice normativa di riferimento in della lettura in tarda età www.aib.it
cui si stabiliscono standard minimi di e grazie ai libri di una
servizio, la destinazione d’uso, le finalità. biblioteca circolante.
Giace in Parlamento una proposta di Quella di Westminster,
legge (Disposizioni per la diffusione dove la regina Elisabetta
del libro su qualsiasi supporto e per la scopre che "I libri non
promozione della lettura, testo unificato sono un passatempo.
Parlano di altre vite. Di
C. 1504 e C. 2267) che ha avuto l’unanime
altri mondi."
parere favorevole della Commissione
Cultura della Camera e poi è passata

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 37

 S&D//CULTURA
INTERVISTA
Vita da bibliotecario
Ventiquattro anni in biblioteca ad
accogliere e indirizzare sulle fonti giuste,
Paolo Benanti è la faccia sorridente che
accoglie i tanti cittadini che ogni giorno
affollano "IlPertini", moderna biblioteca
pubblica dell'hinterland milanese, "un
caso unico in Italia" dice. Cinquemila
metri quadrati, aperta 63 ore e mezza a
settimana, il sabato dalle 10 alle 22 e la
domenica pomeriggio. «Svolgiamo un
ruolo sociale, siamo una specie di piazza
dove le persone si incontrano, dove
navigano grazie al wifi, dove frequentano i
nostri laboratori o semplicemente giocano
a scacchi, a monopoli... Proprio oggi
ho aiutato uno straniero a iscriversi in
biblioteca, risolvendo problemi linguistici e
burocratici, e ottenendo alla fine un sorriso
pieno di gratitudine».
Quali iniziative ci sono?
«C'è un progetto per l’alfabetizzazione
informatica delle persone "agée", in cui
abbiamo coinvolto i ragazzi delle superiori
nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro.
In pratica, è un corso tenuto dai ragazzi
che insegnano agli anziani come usare
il pc, la posta elettronica… Un'iniziativa
riuscita: i ragazzi imparano a rapportarsi
con le persone adulte e a razionalizzare
quello che sanno fare perché devono
spiegarlo. Dal canto loro, gli anziani
sono molto pragmatici e chiedono cose
molto pratiche, come l’accesso ai siti che
riguardano le utenze domestiche e altri
servizi. Si è creato, poi, un bel gruppetto di
giovani e meno giovani che il giovedì sera
si incontra qui per sperimentare con la
stampante 3D».
Dal suo banco passa tanta umanità,
quali sono le richieste più sorprendenti?
«Dalla mia postazione mi accorgo che
soprattutto i giovani non sanno fare una
ricerca, non sanno usare gli strumenti
potentissimi che hanno a disposizione,
non sanno valutare le fonti. Mi è capitato
il ragazzo delle medie che mi chiede un
libro su Manzoni perché deve trovare la
data di nascita. Perché non sai collegarti
a un sito attendibile per trovare questa
informazione? In quel caso il professore
38 S&D//novembre 2017
Paolo Benanti
Responsabile Banco Prestiti - Centro Culturale
"IlPertini" di Cinisello Balsamo (Milano) -
www.ilpertini.it
gli ha detto di fare la ricerca senza usare
Wikipedia. Invece di proibirne l’uso,
gli insegnanti dovrebbero creare con i
ragazzi le voci dell’enciclopedia. Così si
impara a trovare e valutare le fonti».
Cosa si trova in biblioteca
che non c'è nel web?
«Il sociale, il fatto di interagire con
le persone. Infatti, le biblioteche
dovrebbero fare un Bilancio Sociale di
Comunità che non tenga solo conto di
spese e incassi, ma anche dei benefici
complessivi. Dall'altro c'è l'impossibilità
di fare una programmazione perché
i bilanci preventivi comunali, che una
volta erano chiusi al 31 ottobre dell'anno
precedente, ora si chiudono a un terzo
dell'anno, e spesso sono "ritoccati" con
tagli nel corso dell'anno: capita spesso
che spese previste (e ordini già fatti!) siano
stati cancellati perché i fondi erano stati
stornati su altri capitoli di spesa.
Troppo spesso quello che interessa alle
nostre amministrazioni è che la biblioteca
faccia cose visibili e non crei grane». A.P.
in Commissione bilancio, dove si
è fermata. Abbiamo fatto un appello
come Aib, insieme ad altre associazioni,
perché prosegua l’iter e non decada con
la fine della legislatura. Nella proposta
si declinano quelli che sono i servizi
minimi che la biblioteca pubblica deve
poter fornire, si prescrive l’obbligo delle
amministrazioni locali di inserirle nei loro
bilanci con un apposito capitolo di spesa.
Mentre oggi nella pianificazione
delle attività fondamentali di un ente
locale inserire il servizio bibliotecario
appartiene alle “varie ed eventuali”.
Il problema è che in questi anni ci
sono stati tagli al personale delle
biblioteche nell’ambito del più ampio
ridimensionamento della pubblica
amministrazione e questo è avvenuto
soprattutto nei luoghi dove si ha meno
sensibilità rispetto all’importanza del
servizio e di quello che può consentire
in termini di welfare. Visto che queste
strutture non sono percepite come
necessarie: appena sono necessari
tagli alla spesa pubblica sono le vittime
predestinate».
Perché usare le tasse per una biblioteca
in questi tempi economicamente difficili
quando i lettori possono avere quasi tutto
da internet? Spiega Maiello: «Dipende
da cosa cerco. Se voglio la descrizione
sommaria di qualcosa posso trovarla su
Wikipedia o nella Treccani, ma se cerco
un libro o un articolo, la maggior parte
delle volte queste cose sono “protette”
nel cosiddetto “deep web” e riuscire
ad acquisirle significa disporre di una
capacità di spesa notevole. C’è poi il
discorso delle fake news, che ora è di
grande attualità, ma i bibliotecari hanno
sempre fatto questo lavoro di selezione
qualitativa. Umberto Eco diceva “una
buona biblioteca è quella che ti consente
di fare delle scoperte, cioè di trovare
qualcosa che nemmeno sapevi che
esistesse e scopri essere fondamentale per
la tua vita". Questo può avvenire solo con
una concezione della biblioteca dinamica,
che dà la possibilità di accedere a fonti che
non sarebbero alla portata del singolo e di
fare quelle scoperte di cui parla Eco».
In biblioteca c’è il bibliotecario e l'aiuto
per individuare le fonti affidabili.
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Piccoli aiuti
alla famiglia
L'assegno familiare
non cambia la vita,
ma può essere un sostegno.
È un diritto anche
per gli extracomunitari,
ma nascosto e negato.
di Sonia Sartori
L'
articolo 31 della Costituzione
italiana non lascia dubbi in
proposito: " La Repubblica
agevola con misure economiche
e altre provvidenze la formazione della
famiglia e l'adempimento dei compiti
relativi, con particolare riguardo alle
famiglie numerose. Protegge la maternità
e l'infanzia e la gioventù, favorendo
gli istituti necessari a tale scopo";
l'articolo 36, sempre della Costituzione,
ribadisce che "Il lavoratore ha diritto
ad una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro e in
www.altroconsumo.it
ogni caso sufficiente ad assicurare a
sé e alla famiglia un'esistenza libera e
dignitosa". Da molto tempo, quindi, il
sistema previdenziale prevede gli assegni
familiari come strumento per sostenere
le esigenze economiche di quelle famiglie
svantaggiate dal punto di vista del reddito.
L'Inps è l'istituto designato a versare
l'assegno alle famiglie italiane e,
grazie a due direttive europee, è
obbligato a versarlo anche ai lavoratori
extracomunitari con permesso di
soggiorno che ne fanno richiesta perché
mantengono moglie e figli nel paese di
S&D//ASSEGNI FAMILIARI
origine. Ma è un diritto negato dall'Inps
e che i lavoratori extracomunitari
ottengono solo a suon di cause con tanto
di avvocati. Abbiamo intervistato Alberto
Guariso, avvocato del lavoro, che ha vinto
diverse cause contro l'Inps a favore dei
lavoratori stranieri (si veda riquadro nella
pagina seguente).
Nucleo familiare e stato di famiglia
Si chiama A.N.F. dal 1988, momento in
cui anche l'Istituto degli assegni familiari,
ha subìto una riforma. La grande novità è
che il punto di partenza per ottenere il
novembre 2017//S&D 39
 S&D//ASSEGNI FAMILIARI
INTERVISTA
Un diritto negato
«Con la legge 153 del 1988, l’Inps ha
stabilito che per ricevere l’assegno per
il nucelo familiare non è necessario
convivere sotto lo stesso tetto, e possono
quindi essere inclusi nel nucleo anche i
familiari residenti all'estero. Questa regola
non vale però per gli extracomunitari
che, salvo specifiche convenzioni, non
possono conteggiare nel nucleo mogli e
figli residenti nei paesi di origine anche se
di fatto provvedono al loro sostentamento.
Due direttive europee (109/2003 e 98/2011)
equiparano gli italiani agli stranieri con un
permesso di lungo soggiorno e quelli con
un permesso che consente di lavorare
agli italiani, in materia di prestazioni
sociali e quindi anche di assegni familiari.
Di conseguenza l’Inps avrebbe dovuto
adeguarsi, perché la norma europea vince
su quella locale: ma non lo fa. Esemplare
il caso di sei lavoratori stranieri dell’Iveco
di Brescia, gruppo Fiat, cui l’Inps aveva
versato gli assegni familiari e di cui poi ha
chiesto la restituzione perché i familiari
erano tornati nel paese di origine per un
periodo di tempo determinato».
Questo diritto negato è l'inizio della storia
che ci racconta Alberto Guariso, l’avvocato
che ha difeso i sei lavoratori stranieri,
vincendo le cause nel 2015 e 2016.
Cosa era successo?
«I sei lavoratori stranieri i cui familiari
erano rientrati in patria si erano visti
chiedere indietro una somma importante
di assegni familiari, con la giustificazione
che i figli non frequentavano la scuola
italiana. Addirittura, uno di loro doveva
restituire 17 mila euro che l’Iveco, su ordine
dell’Inps, tratteneva periodicamente a rate
dallo stipendio. Sono intervenuto come
avvocato su segnalazione della Giom Cgil
di Brescia e abbiamo vinto la causa sia in
primo grado sia in appello».
In coda ci sono un italiano e un
extracomunitario ed entrambi
presentano domanda per gli assegni
familiari: all’italiano viene detto sì, allo
straniero no. È una barzelletta?
«Non lo è, va proprio così. E questo è un
problema molto sentito tra gli stranieri,
perché in molti lasciano i familiari nel
40 S&D//novembre 2017
Alberto Guariso
Avvocato esperto in diritto
del lavoro e antidiscriminatorio
paese d’origine, non essendo ancora in
grado di mantenerli in Italia oppure è una
questione di ricongiungimento familiare
che va per le lunghe. Pensiamo, ad
esempio, alle badanti che in Italia lavorano
e versano i contributi e hanno la famiglia
in Ucraina o in Sudamerica: perché non
trattarli come gli italiani?».
Un diritto negato un atto
discriminatorio?
«Lo afferma senza mezzi termini la
sentenza di Brescia che riguarda i
sei lavoratori dell'Iveco che hanno
vinto la causa e nella quale il giudice
ordina all'Inps di cessare la condotta
discriminatoria».
Per quale ragione l’Inps non applica
la direttiva?
«Penso perché non gli conviene.
In pochissimi sanno di avere questo
diritto, tanto è vero che in Italia le cause in
materia saranno state una ventina, quasi
tutte tra Milano e Brescia. In questo modo
l’Inps risparmia sugli assegni familiari
che dovrebbe versare agli stranieri, ma
la pubblica amministrazione dovrebbe
agire sulla base della legalità e non della
convenienza». S. S.
sostegno non è più lo stato di famiglia,
ma il nucleo familiare.
La definizione di nucleo familiare, così
come la intende l'Inps, è un concetto
più ampio dello stato di famiglia, per la
semplice ragione che non sempre coincide
con la famiglia anagrafica, formata da
coloro che abitano sotto lo stesso tetto.
Per fare un esempio: un nucleo familiare
può essere formato da genitori che vivono
a Milano, una figlia che risiede a Pavia per
frequentare l'università e che dipende
dai genitori da un punto di vista fiscale.
Quindi, il nucleo familiare è formato dalla
famiglia anagrafica e da tutte le persone
fiscalmente a carico di chi richiede
l'assegno, anche se non conviventi.
Gli assegni familiari possono essere
richiesti anche dalle famiglie unite
secondo il rito dell’unione civile in base
alla legge Cirinnà.
Chi ha diritto all'aiuto? In tanti
L'elenco è lungo, riportiamo le categorie
principali con una premessa: anche se
l'importo non cambia la vita, vale la
pena chiederlo, perché soprattutto per
le famiglie numerose può aiutare ad
affrontare piccole spese.
• I lavoratori dipendenti (privati e pubblici)
in attività (sia a tempo pieno che parziale),
compresi i lavoratori a domicilio, gli
apprendisti , i lavoratori di nazionalità
straniera, i lavoratori domestici e, infine, i
detenuti e gli internati occupati in attività
lavorativa.
• I lavoratori in malattia, in maternità,
in cassa integrazione, in mobilità, in
aspettativa per cariche elettive o sindacali,
assistiti per tubercolosi.
• I pensionati che hanno lavorato come
dipendenti nel settore privato e in quello
pubblico.
• I soci di cooperative, che prestano
attività per conto della società stessa, in
presenza di particolari condizioni.
• I lavoratori parasubordinati, iscritti
alla Gestione separata dei lavoratori
autonomi.
Non hanno, invece, diritto all’assegno per
il nucleo familiare i lavoratori autonomi
(artigiani, commercianti, coltivatori
diretti) e i pensionati delle relative gestioni
pensionistiche.
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Per conoscere l'importo cercate le
tabelle
L'importo dell'assegno mensile cambia
a seconda del numero dei componenti e
del reddito del nucleo familiare. Si deve
fare riferimento alle tabelle pubblicate
dall’Inps sul suo sito (www.inps.it), che
ogni anno vengono aggiornate in base ai
dati dell'inflazione. Per il 2017 e fino al 30
giugno 2018 rimane invariato l’importo
a cui si ha diritto, per via del leggero
calo dell’indice prezzi al consumo Istat
per l’anno in corso. Ad esempio, per un
nucleo familiare con un solo genitore
e almeno un figlio minore e in cui non
siano presenti persone inabili e con un
reddito annuo fino a 14.383,37 euro lordi,
l'assegno mensile sarà di 137,50 euro.
Un altro esempio: il nucleo familiare
è composto da marito, moglie e figlio
minore, con un reddito complessivo di 22
mila euro lordi nel 2016: di conseguenza,
in base alle tabelle dell'Inps, l'importo
dell'assegno è di 85,58 euro mensili.
Se in questo nucleo familiare fosse
presente un soggetto inabile, l'assegno
sarebbe di 168,33 euro. Se, poi, i
componenti della famiglia fossero cinque,
l’importo sarebbe di 310,79 euro.
Ovviamente, più aumenta il reddito,
minore sarà l'importo dell'assegno.
A chi la domanda:
Inps o datore di lavoro?
La domanda per richiedere l'assegno
familiare va presentata al proprio datore
di lavoro, nel caso in cui si svolga attività
lavorativa dipendente (non agricola).
In tutti gli altri casi, in cui il pagamento
è effettuato in modo diretto dall'Inps,
la domanda va presentata all'Istituto
scaricando dal sito Inps il modulo
apposito e inviandolo online. Ad esempio,
dovranno seguire questa procedura i
lavoratori disoccupati, gli operai agricoli,
colf e badanti, pensionati.
Ci sono casi in cui il datore di lavoro, prima
di anticipare l'importo del contributo,
deve aspettare l'autorizzazione da
parte dell'Inps: è il caso, ad esempio, di
assegni familiari che riguardano i figli di
genitori legalmente separati o divorziati,
i figli naturali riconosciuti da entrambi i
genitori, i fratelli, sorelle e nipoti, e tutti i
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familiari inabili per i quali non sia già stata
documentata l'invalidità al 100% e, infine,
i familiari residenti all'estero.
Separati da un assegno
Nel caso di separazione consensuale, che
succede per gli assegni familiari?
Dipende dal caso. Se la persona che ha
diritto all'assegno familiare non è la
stessa che ha in affido i figli, spesso stava
nella disponibilità del coniuge avente
diritto all'assegno, di trasferirlo al coniuge
affidatario dopo averlo percepito. E in
passato questo passaggio non era così
semplice. Ora questo problema non c'è
più, perché la legge conferisce anche al
genitore affidatario senza lavoro o, nel
caso svolga un lavoro che non rientra nei
casi previsti per il ricevimento dell'assegno
familiare, la possibilità di farne domanda.
Il reddito cui fare riferimento sarà quello
2.827.859
i lavoratori dipendenti
che nel 2015 hanno
ricevuto l'assegno
familiare (settore privato,
esclusi operai agricoli
e domestici)
3 persone
formano il nucleo
familiare che ne ha
usufruito di più,
le famiglie di 5 sono
la percentuale minore
1.092 euro
l'assegno medio annuo
S&D//ASSEGNI FAMILIARI
risultante dalla separazione, escludendo
il reddito dell'altro coniuge che non fa più
parte del nucleo familiare.
Per gli extracomunitari
Come per tutte le altre prestazioni
previdenziali, anche i lavoratori
extracomunitari che lavorano in Italia
e che versano regolarmente i contributi
all’Inps hanno diritto all’assegno per il
nucleo familiare. Fin qui tutto bene, ma
c'è una postilla che rende le cose più
difficili. Il lavoratore extracomunitario non
ha diritto alla prestazione se il resto del
nucleo familiare vive nel paese di origine
e quindi non ha la residenza italiana. Si fa
un'eccezione se i familiari vivono in alcuni
paesi: tra gli altri, Argentina, Australia,
Capo Verde, ex-Jugoslavia, Monaco, San
Marino, Svizzera, Tunisia e Uruguay, che
versano gli assegni familiari ai cittadini
italiani che lavorano lì.
Situazioni particolari
Ci sono casi in cui la prestazione
lavorativa viene sospesa oppure si
interrompe (malattia, preavviso...).
In questi casi, l'assegno per il nucleo
familiare spetta ai lavoratori dipendenti
secondo alcuni criteri. Per i due
casi seguenti, tra i più frequenti, la
precondizione per continuare a ricevere
gli assegni familiari è che ci sia stato un
rapporto di lavoro subordinato, anche se
presso più datori di lavoro, di almeno una
settimana (sei giorni lavorativi), entro
i trenta giorni precedenti il verificarsi
dell’infortunio o dell'evento.
• Infortunio sul lavoro o malattia
professionale: l'assegno per il nucleo
familiare va corrisposto durante il periodo
di inabilità per un massimo di tre mesi.
• Gravidanza e puerperio, adozione e
malattia del bambino: l'assegno spetta
per tutti i periodi di astensione dal lavoro,
obbligatoria, facoltativa o per malattia del
bambino fino a tre anni.
• Nel caso di preavviso, l'assegno per
il nucleo familiare spetta anche per i
periodi di non lavoro. Per i primi tre mesi
l'assegno per il nucleo familiare deve
essere corrisposto dal datore di lavoro; per
il restante periodo la richiesta deve essere
inoltrata direttamente all'Inps.
novembre 2017//S&D 41
S&D//PUBBLICITÀ
Un’auto
no gratis
Comprare la macchina a prezzo stracciato, a patto
di girare con la pubblicità sulle fiancate? Non conviene.
di Luciana Grosso
S
e qualcuno si offrisse di rifondervi
del tutto o in buona parte il costo
di un’auto nuova, in cambio della
vostra disponibilità a mettere
sulla fiancata della macchina alcune
pubblicità, cosa fareste? Accettereste?
Probabilmente sì. Eppure la cosa potrebbe
rivelarsi molto meno conveniente del
previsto.
Un’offerta allettante
Sul mercato ci sono operatori specializzati
che vendono alle aziende gli spazi delle
fiancate delle auto. Per averne si offrono
di rifondere del tutto o in parte il prezzo
di un auto nuova a chi voglia, in questo
modo, diventare loro agente. Così, in
teoria, ci dovrebbero guadagnare tutti:
l’agenzia che vende gli spazi pubblicitari,
le aziende che si fanno pubblicità e
l’automobilista, che paga meno (o non
paga del tutto) l’auto che compra.
Abbiamo però voluto leggere la copia
di un contratto di questo tipo e ci siamo
accorti che le insidie non mancano.
42 S&D//novembre 2017
Davvero “no cost”?
Il contratto di cui abbiamo preso visione
è quello dell’operatore Vantage Group
(www.no-cost.info). Leggendolo, abbiamo
capito un po’ meglio come funziona la
faccenda, anche se molti aspetti restano
oscuri: non si può comprare l’auto che
si vuole, ma solo alcuni modelli e solo in
concessionari convenzionati. Poi, molto
importante, il prezzo dell’auto non viene
rimborsato del tutto, ma solo fino a un
massimo di 9.500 euro, che comunque
vengono restituiti a rate, per cinque
ADDIO ALLA PRIVACY:
FIRMANDO IL CONTRATTO,
L’AUTOMOBILISTA PERMETTE
CHE I SUOI DATI
VENGANO UTILIZZATI
A FINI DI MARKETING
anni: peraltro i rimborsi possono essere
sospesi se il cliente viene meno a uno
dei numerosi obblighi contrattuali che
poi vedremo meglio. La cifra potrebbe
comunque risultare interessante,
considerando il fatto che l’operatore si
preoccupa di versare un rimborso mensile
(fino a 100 euro) per l’assicurazione rc
auto e 50 euro ogni mese per il carburante.
A fronte di questi apparenti vantaggi,
però, il proprietario ha obblighi, anche
economici, il cui peso e costo potrebbero
vanificare il beneficio del rimborso.
L’impegno più pesante è quello del
“wrapping”, ossia della ‘vestizione’ della
macchina: ogni mese, l’automobilista
si impegna a portare l’auto da un
carrozziere convenzionato per far apporre
le pubblicità. Il costo è tutto a carico
dell’automobilista, che si ritrova così a
spendere 92,50 euro al mese per 60 mesi,
ossia 5 mila 500 euro in cinque anni.
A questa spesa fissa si aggiungono
altri costi obbligatori, come quello per
il “pacchetto Easy” (per esempio, per
www.altroconsumo.it
 S&D//PUBBLICITÀ

QUELLO CHE SCRIVONO SUL SITO E QUELLO CHE C’È NEL CONTRATTO
Sul sito di Vantage Group dedicato
all’auto no-cost vengono evidenziati
alcuni presunti vantaggi dell’offerta
che possono trarre in inganno i potenziali
clienti. Scorrendo il contratto, si scopre
che in realtà i costi e gli obblighi
per il cliente sono molto più pesanti,
mentre i rimborsi non sono così
convenienti come sembra.

La cifra è ingannevole perché dipende dal modello e dal prezzo dell’auto.

Oltrettutto, gli interessi sono elevati: per un auto che costa 10.300 euro (vedi
immagine a sinistra) e rate di 316,50 euro per 5 anni, il tasso annuo nominale
tocca il 27,32%, al di sopra del tasso soglia oltre cui scatta l’usura.

Oltre a questo costo,

bisogna considerare
anche le spese di istruttoria,
quelle della polizza
cosiddetta fideiussoria,
quelle per i servizi “easy”
e un canone legato
all’attività promozionale.
Quindi, complessivamente,
In realtà al cliente non vengono rimborsati il costo per il cliente sale
340 euro per 60 mesi, perché la soglia massima a 7.300 euro. Nell’esempio
totale del rimborso si ferma a 9.500 euro: in questione, l’offerta costa
quindi, di fatto il rimborso mensile si ridurrebbe il 72% in più rispetto
a soli 158 euro per 60 mesi. al prezzo d’acquisto dell’auto.

“beneficiare” della prenotazione di
interventi di manutenzione sull’auto), le
spese di istruttoria per il finanziamento,
quelle per la polizza fideiussoria che
dovrebbe rimborsare il cliente in caso di
insolvenza di Vantage Group (attenzione:
vale solo dopo il mancato rimborso di sei
rate). Facendo un rapido calcolo, tutte
queste spese a carico del cliente arrivano
a circa 7.000 euro, ai quali si devono
aggiungere 35 euro a semestre di canone
per l’incarico di venditore (si firma una
lettera d’incarico di vendita a domicilio).
Un vero secondo lavoro
Ma il problema non riguarda solamente
le spese relative al possesso di un’auto no
cost. Occorre considerare anche il tempo
e l’impegno richiesti all’automobilista,
perché una volta fatto e pagato il
“wrapping”, queste pubblicità vanno
portate in giro per la città.
Da contratto la vettura deve circolare
ed essere visibile per almeno 25
giorni nell’arco del mese e deve essere
parcheggiata in aree visibili; due volte a
settimana dovrete diffondere sui social
network quattro fotografie chiare dell’auto
(pena la sospensione del rimborso) e,
benché l’auto sia vostra e siate voi a
portarla in giro, non avrete alcuna voce
in capitolo rispetto al tipo di insegna che
vi viene apposta sulla fiancata (potrebbe
toccarvi, per ipotesi, la pubblicità di un
servizio di pompe funebri o di un sex
shop). Infine, potrete dire addio alla
vostra privacy, perché i vostri spostamenti
saranno controllati di continuo e i vostri
dati venduti a chi li raccoglie per offerte
promozionali e simili.

www.altroconsumo.it novembre 2017//S&D 43

 SENTENZE la parola ai giudici

AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

Se l’anziano invalido sposa la badante

Il papà anziano si risposa con la giovane
badante, contro il volere dei figli? Il
matrimonio è comunque valido anche se
l’uomo viene poi sottoposto alla cosiddetta
“amministrazione di sostegno” perché non
è più in grado di intendere e di volere.
Questa la vicenda: l’ultraottantenne P.G.,
invalido al 100%, sposa la sua badante, di
quarant’anni più giovane, senza avvisare
i figli. Nel frattempo, date le condizioni di
assoluta mancanza di lucidità e autonomia
dell’anziano, un giudice nomina un
amministratore di sostegno per P.G., in
modo che vengano gestite a suo favore le
sue attività e il suo patrimonio.
Saputo del fatto che il padre si è risposato
con la giovane badante, i figli ricorrono al
tribunale per chiedere l’annullamento del
matrimonio che, secondo loro, altro non
serve che a dilapidare il patrimonio del
padre.
Il tribunale respinge la richiesta dei figli,
che viene però accolta in secondo grado
dalla Corte d’appello. Il motivo? In base alla
documentazione sanitaria e alle perizie
mediche, P.G. risultava già incapace di
intendere e di volere al momento del
matrimonio.
Durante questa travagliata controversia
P.G. muore, ma la lite tra i figli e la nuova Illustrazione di Federico Maggioni

moglie prosegue in Cassazione. I

giudici della suprema corte ribaltano la
decisone dell’appello: dichiarano infatti
che il matrimonio è valido, chiarendo che
l’amministrazione di sostegno che tutela
i non autosufficienti è altra cosa rispetto
alle misure più rigide come l’interdizione e
l’inabilitazione della persona incapace di
intendere e di volere.
L’amministratore di sostegno può vietare
al suo assistito di sposarsi, ma può
decidere di farlo solamente nell’interesse
di quella stessa persona, non certo per
salvaguardare il trasferimento del suo
patrimonio agli eredi. In assenza di un
tale divieto, il matrimonio non può essere
annullato. Va specificato che l’incapace può
anche sposarsi nonostante il divieto del suo
amministratore di sostegno: questa unione
può però essere annullata, purché sempre
e solo nell’interesse del soggetto debole.
●●Corte di Cassazione,
sentenza n. 11.536, 11/05/2017
IL NOSTRO PARERE
Da quando è stata introdotta nel 2004,
l’amministrazione di sostegno è stata
via via preferita alle precedenti misure di
assistenza più rigide, come l’interdizione
e l’inabilitazione, proprio perché il giudice
può graduarla in base allo specifico
grado di infermità del soggetto debole,
stabilendo quando quest’ultimo può agire
da solo e quando invece a sua tutela deve
intervenire l’amministratore di sostegno.
Questa flessibilità permette di valorizzare
le residue capacità del soggetto debole,
superando così la vecchia impostazione
che considerava la persona incapace
di intendere e di volere come un
individuo che doveva essere sottoposto
esclusivamente ai ferrei divieti stabiliti da
chi aveva il compito di assisterlo.

44 S&D//novembre 2017 www.altroconsumo.it


È RESPONSABILE IL VENDITORE
La casa è inagibile?
Contratto annullato
Se dopo aver comprato la casa, scoprite
che non ha il requisito dell’abitabilità,
dovete chiedere il risarcimento a chi ve
l’ha venduta. Sotto questo aspetto, invece,
non ha responsabilità il notaio che ha fatto i
controlli prima della compravendita.
Questa la vicenda: durante i lavori di
ristrutturazione dell’abitazione appena
comprata, R.N. scopre che la casa non
è considerata abitabile dal Comune. Si
rivolge allora al tribunale per chiedere
l’annullamento del contratto d’acquisto e il
risarcimento di quanto pagato, oltre ai danni
subìti, sia al venditore sia al notaio coinvolto
nella compravendita. Il tribunale prima, la
Corte d’appello poi e, infine, la Cassazione,
annullano il contratto per inadempimento
del venditore, che viene condannato a
restituire il prezzo della casa, maggiorato
degli interessi, e a risarcire i danni. Viene
invece respinta la richiesta di risarcimento
danni nei confronti del notaio.
●●Cassazione Civile,
sentenza n. 14.618, 13/06/2017
IL NOSTRO PARERE
Concentriamo l’attenzione sull’operato
del notaio: nel caso in questione, la
casa risultava abitabile in base alla
documentazione rilasciata da sindaco
e Asl; solo in un momento successivo,
l’Ufficio tecnico del Comune aveva
dichiarato il sottotetto dell’abitazione
“inagibile”. Secondo i giudici, il notaio
è responsabile della correttezza della
compravendita: deve fare tutti i necessari
controlli catastali per verificare che il bene
sia liberamente disponibile (per esempio,
che non sia gravato da ipoteche), mentre
non ha obblighi riguardo alle condizioni
che non incidono sulla validità della
vendita, come per esempio, l’abitabilità
(un immobile non agibile si può vendere: il
contratto è valido se il compratore conosce
e accetta la situazione).
www.altroconsumo.it
FURTO IN BANCA
Risarcire la cassetta svaligiata
Il cliente che paga alla banca fior fior
di quattrini per blindare i propri beni
preziosi in una cassetta di sicurezza,
deve essere risarcito in caso di furto.
Questa la vicenda: dopo una visita
dei ladri in banca, un cliente scopre
che i malviventi hanno svuotato la
sua cassetta di sicurezza. Ricorre così
al giudice per essere rimborsato dei
beni perduti. Il tribunale gli dà torto,
sostenendo che la banca non può
essere responsabile della vicenda
perché dotata di un sistema di
sicurezza a protezione delle cassette.
In appello, però, la decisione viene
ribaltata: la banca è responsabile. Il
giudizio, infatti, non si deve basare
sull’ipotetica idoneità delle misure
di sicurezza, ma sulla loro effettiva
capacità di difesa (evidentemente
insufficiente, visto che i ladri sono
entrati e hanno ripulito le cassette).
Anche la Cassazione è di questo
avviso: Il furto non può certo essere
considerato un evento imprevedibile
per una banca, che deve quindi
ritenersi responsabile per i danni
conseguenti all’azione dei ladri.
L’istituto di credito contesta che il
cliente richieda un rimborso superiore
alla cifra massima consentita dal
a cura di Marzio Tosi
contratto per la cassetta di sicurezza.
Ma la suprema corte ritiene che una
clausola contrattuale del genere
limiterebbe la responsabilità della
banca: l’istituto di credito, clausola
o non clausola, deve quindi risarcire
l’intero valore dei beni contenuti nella
cassetta, il cui importo viene stabilito
in base a testimonianze e presunzioni,
visto che il contenuto è segreto.
●●Corte di cassazione
sentenza n. 18.637, 27/07/2017
IL NOSTRO PARERE
Il furto non può certo essere
considerato un evento eccezionale
e quindi non imputabile alla banca:
tra i compiti principali degli istituti di
credito c’è proprio quello di garantire
i clienti contro furti e rapine. In
particolare, le cassette di sicurezza
devono essere collocate in appositi
locali dotati di chiusure ermetiche
e adeguati dispositivi di allarme.
Oltretutto, per questo servizio il
cliente spende cifre tutt’altro che
basse: oltre al canone, che può
variare tra i 100 e i 500 euro l’anno,
spesso ci sono costi aggiuntivi legati a
particolari servizi (duplicazione chiavi,
cointestazione della cassetta...).
Illustrazione di Federico Maggioni
novembre 2017//S&D 45
 PARLA
CON NOI
CARTA DI CREDITO
Pagamenti online in
valuta estera: occhio
alla commissione
Un socio ci racconta che il 30 luglio scorso
ha prenotato via web un appartamento in
Croazia, pagando tramite carta di credito
Arancio di Ing Direct al prezzo reclamizzato
di 799 euro. L’addebito su carta di credito
è stato poi registrato il 1° agosto: in valuta
croata, la kuna (hrk), risultavano 5.920,20
hrk, convertite in 819,62 euro. Il socio ritiene
che l’importo in euro sia scorretto perché il
cambio euro/kuna in quel periodo era molto
costante, tra 7,39 e 7,40 €/hrk. Il cambio
applicato da Ing risulta invece essere di
7,2231 €/hrk, con una differenza del 2,5%
a sfavore del nostro socio, che ci chiede
se può quindi chiedere il rimborso della
differenza a lui ingiustamente addebitata,
cioè 20,62 euro.
S&D RISPONDE
Non ci sono gli estremi per chiedere il
rimborso: quando si paga con una carta
all’estero in valuta diversa dall’euro,
le spese vengono convertite in euro e
quindi addebitate sul conto con il tasso di
cambio individuato dal circuito nel giorno
della contabilizzazione dell’operazione,
aumentato di una percentuale, chiamata
“commissione aggiuntiva sul cambio”.
Nel caso della carta Ing Direct, la
commissione è pari al 2% ed è proprio
questa spesa ad aver fatto la differenza
per il socio. Il tasso di cambio applicato
alla sua operazione, definito dal circuito
Visa e contabilizzato il 1° agosto, è stato
di 1 euro / 7,37 kuna, a cui però si è
aggiunta la commissione aggiuntiva sul
cambio. Quindi il tasso effettivamente
pagato è aumentato a 1 euro / 7,2231
kuna. Di conseguenza, il prezzo reale ed
effettivamente addebitato sulla carta di
credito del nostro socio è stato 819,62 euro
e non i 799 euro inizialmente reclamizzati.
46 S&D//novembre 2017
storie, domande e testimonianze dei nostri lettori
TRASFERIMENTO DEL CONTO
La banca fa pasticci? Il reclamo
va fatto sempre per iscritto
Il nostro socio Bruno Giannelli, di Corsico, Bruno Giannelli,
in provincia di Milano, ha il proprio conto di Corsico (MI)
corrente in un’agenzia di Genova di
Banca Intesa. Alla fine del 2016 decide
di trasferirlo, sempre rimanendo nella
stessa banca, in un’agenzia del luogo
di residenza. Il trasferimento del conto,
anche se effettuato all’interno del
medesimo istituto di credito, comporta
comunque il cambiamento del codice
Iban. Il passaggio delle consegne tra
le due agenzie fila liscio sia per quanto
riguarda gli addebiti diretti di conto sia per
i bonifici; nessun problema anche per gli
addebiti delle utenze e quelli del Telepass.
Si verifica invece un intoppo rispetto al
trasferimento dell’addebito diretto relativo
all’estratto conto della carta di credito
aziendale American Express: e infatti a
dicembre la carta di credito del nostro
socio viene bloccata a causa del mancato
pagamento dell’estratto conto del mese somma che aveva dovuto ingiustamente
precedente (la carta viene poi sbloccata sborsare ad American Express. Per
dopo il conseguente bonifico del nostro l’ennesima volta, anche questa vicenda
socio). A gennaio, proprio per il ritardo nel ci insegna che i reclami vanno sempre
pagamento dell’estratto conto relativo fatti per iscritto: nel caso della banca,
alla carta di credito, American Express quest’ultima deve rispondere al cliente
addebita 29,17 euro a Bruno Giannelli. entro 30 giorni dalla ricezione della
Dato che, però, all’origine del ritardo c’è comunicazione. Se la risposta non arriva
proprio l’errore della banca, il nostro socio o non è soddisfacente, si può fare ricorso
chiede informalmente a Banca Intesa all’Arbitro bancario e finanziario (Abf),
che gli rimborsi la somma ingiustamente tramite il modulo che si trova all’indirizzo
addebitatagli da American Express. Ma la web www.arbitrobancariofinanziario.it.
sua richiesta cade nel nulla. Tenete presente che se il trasferimento
del conto corrente da un istituto di credito
S&D RISPONDE a un altro viene effettuato ricorrendo
Al nostro socio abbiamo suggerito di fare al cosiddetto modulo di trasferimento
alla propria banca un reclamo formale. E veloce, per legge la chiusura del vecchio
infatti, fedele al principio “verba volant, conto deve avvenire al massimo entro
scripta manent”, dopo una ventina di dodici giorni lavorativi. In caso di ritardi,
giorni dall’invio del reclamo, Banca Intesa per rivalersi del disservizio, si può
ha riaccreditato a Bruno Giannelli la chiedere un rimborso alla vecchia banca.
www.altroconsumo.it

SMARTPHONE
Come faccio a evitare
che mi attivino servizi
non richiesti al telefono?
il nostro socio I.D. di Valeggio sul Mincio, in
provincia di Verona, come tanti pendolari
usa lo smartphone per navigare mentre
è in treno. Un giorno gli arriva un sms
che lo avvisa dell’attivazione del servizio
“Mobbyfun”, che dà la possibilità di
scaricare contenuti multimediali sul proprio
telefono. Il servizio, in abbonamento,
costa ben 5,08 euro a settimana. Lui, però,
questo servizio non lo ha mai richiesto. Ci
chiede quindi come fare per disattivarlo e
soprattutto come evitare che in futuro si
ripresenti lo stesso problema.
S&D RISPONDE
Mentre si naviga con lo smartphone, a
volte basta sfiorare accidentalmente
un banner pubblicitario o chiudere una
finestra di pop-up perché, senza nemmeno
rendersene conto, ci si ritrova abbonati
a un servizio di giochi o suonerie oppure
si sottoscrivono i servizi più disparati a
tariffazione particolare.
Il nostro socio deve contattare il proprio
operatore telefonico e chiedere almeno
un rimborso parziale di quanto ottenuto
(a seconda dell’operatore, a volte si riesce
a ottenere il rimborso almeno degli ultimi
addebiti, mentre qualcun altro rimborsa
solamente nel caso sia la prima volta che
capita).
C’è una soluzione definitiva per evitare
l’attivazione di questi servizi: bisogna
richiedere al proprio operatore l’attivazione
del cosiddetto “barring sms”, un servizio
che blocca i tutti i servizi a pagamento e a
tariffazione particolare (giochi, oroscopo,
chat, ricette....). Attenzione, però: con
questo sistema vengono bloccati anche i
servizi a pagamento utili, come quelli legati
alle comunicazioni della banca e all’utilizzo
della carta di credito.
www.altroconsumo.it
a cura di Marzio Tosi
DEBITI CON IL FISCO
La cartella
esattoriale
passa agli eredi
Il nostro socio V.F. ci scrive
un’email perché ha un dubbio:
lo scorso luglio è mancato suo
nonno, che ha lasciato in eredità ai
figli anche una cartella esattoriale
per la quale aveva scelto di pagare
rateizzando la spesa. Il nostro
socio ci chiede chi deve pagare le
rate residue.
S&D RISPONDE
Il debito con il Fisco non si
estingue con il decesso del
debitore, ma segue le normali
strade della successione e passa
quindi agli eredi che accettano
l’eredità (in caso di debiti che
superano l’attivo ereditario
questi ultimi possono valutare se
rifiutare l’eredità e liberarsi così
dell’incombenza). Gli eredi sono
obbligati insieme (“in solido”)
al pagamento anche quando il
debito è rateizzato. La buona
notizia è che il Fisco agli eredi
non chiede le sanzioni, ma si
“accontenta” delle imposte non
pagate e dei relativi interessi. Le
sanzioni hanno infatti carattere
personale e non possono essere
trasmesse agli eredi. Quindi,
una volta che l’amministrazione
fiscale è venuta a conoscenza del
decesso del debitore, predispone
e comunica agli interessati
l’ammontare dei nuovi importi e
delle rate dovute, al netto delle
sanzioni che gravavano sul
defunto. Gli eredi possono anche
decidere di saldare il debito
residuo tutto in una volta, senza
rispettare i tempi della rateazione.
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novembre
mese 2017//S&D 47
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