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mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
L’intervento
La tutela penale in materia di rifiuti nel Testo unico
ambientale: il quadro complessivo pag. 3
di Pasquale Fimiani
Edizioni Ambiente
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degli oli usati
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La nozione di sottoprodotto: cenni
L’esame degli illeciti in materia di rifiuti nel cd. Testo unico am-
bientale – che al momento di ultimazione del presente scritto non
ha ancora concluso il proprio iter – rende evidente che, come ri-
sulta dalla tabella a pag. 10, le figure di reato e le sanzioni ammi-
nistrative sono sostanzialmente in linea con il sistema precedente.
La vera novità nel sistema sanzionatorio, allora, è rappresentata
dalla disciplina amministrativa di riferimento, nonché dalla por-
tata delle nuove formule definitorie.
L’intervento Il riferimento immediato è al concetto di sottoprodotto ad o-
pera dell’articolo 183, lettera n), aspetto che sarà certamen-
te uno di quelli di cui la giurisprudenza sarà chiamata ad oc-
cuparsi (come avvenuto, del resto, per la nozione di rifiuto e
la norma interpretativa prevista dall’articolo 14, Dl 8 luglio
La tutela penale 2002, n. 138).
genere la sostanza in questione non può più essere considera- verso questi ultimi;
ta un ingombro di cui il detentore cerchi di ‘disfarsi’, bensì – il giudice nazionale, in caso di conflitto tra norma comunitaria
un autentico prodotto (sentenza Palin Granit, cit., punto 37). e norma interna, in forza del principio di prevalenza del diritto
47. Risulta da quanto precede che è ammesso, alla luce degli comunitario, deve disapplicare (rectius non applicare) la norma
obiettivi della direttiva 75/442, qualificare un bene, un ma- interna, ma solo quando la norma comunitaria si sostituisce au-
teriale o una materia prima derivante da un processo di fab- tomaticamente alla norma interna;
bricazione o di estrazione che non è principalmente destinato – quando invece la norma comunitaria non è direttamente effica-
a produrlo non come rifiuto, bensì come sottoprodotto di cui ce ed è condizionata all’emanazione di un provvedimento forma-
il detentore non desidera ‘disfarsi’ ai sensi dell’articolo 1, let- le da parte dello Stato membro e questo Stato abbia emanato una
tera a), primo comma, di tale direttiva, a condizione che il norma configgente con quella comunitaria, il giudice italiano
suo riutilizzo sia certo, senza trasformazione preliminare, e non ha altra strada che quella di sollevare la questione di legitti-
nel corso del processo di produzione (v. sentenza 11 settembre mità costituzionale della norma interna configgente.
2003, causa C-114/01, Avesta Polarit Chrome, Racc. pag. I- In linea con tale impostazione, Corte di Cassazione penale, Se-
8725). zione III, ordinanza 14 dicembre 2005, n. 1414 che ha sollevato
48. Tuttavia, quest’ultima analisi non è valida per quanto ri- la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 14 del Dl 8
guarda i residui di consumo, che non possono essere conside- luglio 2002, n. 138. La Corte Costituzionale, una volta entrato in
rati ‘sottoprodotti’ di un processo di fabbricazione o di estra- vigore il T.u., con ogni probabilità, restituirà gli atti al giudice re-
zione idonei ad essere riutilizzati nel corso del processo pro- mittente perché rivaluti la questione alla luce del nuovo assetto
duttivo. normativo.
49. Un’analisi simile non può essere accolta nemmeno per
quanto riguarda rifiuti del genere che non possono essere Il rapporto con la disciplina sugli scarichi
qualificati come beni d’occasione riutilizzati in maniera cer- Altro punto problematico di applicazione della nuova disciplina,
ta e comparabile, senza previa trasformazione. sarà certamente quello relativo ai confini tra le materia dei rifiuti
Aperture alla possibilità di individuare un sottoprodotto anche e quella degli scarichi.
nel caso di commercializzazione presso terzi, si rinvengono: Secondo l’articolo 185, 1° comma, lettera b) del T.u. non rientra-
1) nell’ordinanza della Sezione III del 15 gennaio 2004, cau- no nel campo di applicazione della parte quarta del decreto (quel-
sa C-235/02, con cui la Corte ha affermato che “il coke da pe- la relativa ai rifiuti) “gli scarichi idrici, esclusi i rifiuti liquidi
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
trolio prodotto volontariamente, o risultante dalla produzione contenuti in acque reflue”. Si vedano, sulla definizione di scari-
simultanea di altre sostanze combustibili petrolifere, in una co:
raffineria di petrolio ed utilizzato con certezza come combu- – l’articolo 74, lettera ff) che definisce come scarico “qualsiasi
stibile per il fabbisogno di energia della raffineria e di altre immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo,
industrie non costituisce un rifiuto”; nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla lo-
2) nelle due sentenze della Sezione III, sentenza 8 settembre ro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo tratta-
2005, causa C-416/02 e causa C-121/03, relative al mancato mento di depurazione”;
recepimento da parte del Regno di Spagna di alcune direttive – l’articolo 183 lettera aa), che definisce come scarichi idrici
comunitarie, in cui si afferma che “non occorre limitare que- “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali,
st’analisi agli effluenti d’allevamento utilizzati come fertiliz- sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente
zanti sui terreni che appartengono allo stesso stabilimento a- dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo
gricolo che li ha prodotti. Infatti, come la Corte ha già giudica- trattamento di depurazione”.
to, una sostanza può non essere considerata un rifiuto ai sensi L’articolo 2, lettera bb) Dlgs 152/1999, definiva, invece, come sca-
della direttiva 75/442 se viene utilizzata con certezza per il rico “qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque
fabbisogno di operatori economici diversi da chi l’ha prodotta”. reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle ac-
que superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria,
Considerato che tali decisioni: indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sot-
– fanno riferimento a materiali e situazioni particolari; toposte a preventivo trattamento di depurazione”.
– non contengono affermazioni di principio di carattere generale;
occorrerà attendere i successivi sviluppi della giurisprudenza co- Nella nuova definizione la modifica è evidente: è scomparsa
munitaria per comprendere, in attesa della revisione della nozio- la locuzione “diretta tramite condotta” dopo il termine im-
ne di rifiuto da parte della direttiva quadro in preparazione, se vi missione e vengono eliminate le parole liquide, semiliquide e
siano spazi operativi per il concetto di sottoprodotto anche nel ca- comunque convogliabili con riferimento alle acque reflue.
so di commercializzazione presso terzi.
La questione riguarderà anche il giudice nazionale, in quanto la Secondo alcuni l’eliminazione del termine “diretta”, riferita al-
giurisprudenza della Cassazione, nella più recente ed accreditata l’immissione, avrebbe implicitamente ridato vita e dignità al con-
soluzione (a partire da Corte di Cassazione penale, Sezione III, cetto di scarico indiretto, che è riferibile ad ogni scarico che non
sentenza 4 marzo 2005, n. 17836), ritiene che: avvenga direttamente dal luogo di produzione al corpo ricettore
– la definizione di rifiuto introdotta dall’articolo 14 del Dl ma altrove come, per esempio, attraverso opere fisse (tubature,
138/2002 (e, quindi, in futuro dal T.u.) benché restrittiva rispetto condotte, canali di scolo ecc.) ovvero tramite mezzi di trasporto
alla nozione comunitaria è vincolante per il giudice, in quanto (autobotti, autospurgo).
introdotto con atto avente pari efficacia legislativa della norma Affermare che ha ripreso vita il concetto di scarico indiretto per ef-
precedente e le norme che l’hanno introdotta non possono essere fetto della eliminazione della parola “diretta” non sembra tutta-
disapplicate dal giudice italiano, giacché le direttive in materia di via condivisibile.
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rifiuti non sono self executing, avendo necessità di essere (fedel- Tale figura era stata ipotizzata nel vigore della “legge Merli”, il
cui articolo 1 faceva espresso riferimento a scarichi diretti ed indi- materia di scarichi di sostanze pericolose: “L’autorità competente
La Cassazione, aveva quindi avallato l’assunto per il quale “la Dalla lettura di tali norme si evince il principio per il quale la
legge 319/1976 tende ad evitare l’inquinamento e non a distinzione tra scarico e rifiuto non riposa tanto sulla com-
gestire i mezzi ed i sistemi di trattamento dei reflui”; ave- posizione della sostanza liquida (ovvero semiliquida o co-
va sussunto nella nozione di scarico di cui alla Merli anche munque convogliabile), quanto sulla natura dell’attività in
lo scarico “indiretto” effettuato dal soggetto titolare dell’inse- concreto esercitata.
diamento non direttamente ma, appunto, tramite autospurgo
od autobotte. Con la decisione delle Sezioni Unite era ormai Basti pensare che le acque reflue possono, anche nell’ambito dello
pacifico che la normativa sui rifiuti trovava applicazione con stesso ciclo industriale, essere oggetto, a seconda dei casi, di atti-
riferimento a tutte le singole operazioni di smaltimento dei vità di gestione dei rifiuti o di scarico in senso proprio (per esem-
rifiuti prodotti da terzi, fossero essi solidi o liquidi, fangosi o pio, trasporto e stoccaggio in un depuratore e successivo scarico
sotto forma di liquami, con esclusione di quelle fasi, concer- nelle acque; ovvero scarichi di sostanze pericolose che possono es-
nenti i rifiuti liquidi (o assimilabili) attinenti allo scarico – sere tenuti separati ed eventualmente trattati come rifiuti).
ivi comprese le fasi di pretrattamento – e riconducibili alla L’eliminazione dell’inciso “diretta tramite condotta”, allora,
disciplina stabilita dalla legge Merli. lungi dall’aver ripristinato il concetto di scarico indiretto, intende
realizzare lo scopo di ascrivere alla disciplina dello scarico la fase
Tale impostazione è stata confermata anche a seguito del Dlgs di immissione nei corpi ricettori indicati (acque superficiali, suo-
152/1999. Per tutte si veda Cassazione, Sezione III, sentenza 17 lo, sottosuolo e rete fognaria), a prescindere dalla presenza di
maggio 2005, n. 18218: condotta e dalle modalità di immissione.
Tale impostazione deve ritenersi confermata anche nel T.u. in cui Nelle immissioni devono ritenersi comprese anche quelle qualifi-
sono confermate le norme del Dlgs 152/1999 circa la netta diffe- cate dal requisito della irregolarità, dell’intermittenza e della sal-
renziazione delle discipline dello scarico e del rifiuto. tuarietà, purché collegate ad un determinato ciclo produttivo in-
Si vedano, in particolare: dustriale (come affermato da Corte di Cassazione penale, Sezione
– l’articolo 107, comma 3 (ex 33, comma 3, Dlgs 152/1999), con- III, sentenza 24 marzo 2004, n. 14425; Sezione III, sentenza 8 a-
cernente il divieto di smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in prile 2004, n. 16717). Deve ritenersi sottoposta al regime dei rifiuti
pubblica fognatura; l’immissione occasionale di rifiuti liquidi, che, oltre ad essere epi-
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– l’articolo 108, comma 5 (ex 34, comma 4, Dlgs 152/1999), in sodica, non sia collegata strutturalmente e funzionalmente con
un determinato ciclo produttivo industriale. tità di trenta chilogrammi al giorno o di trenta litri al giorno
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale
Non sembra assumere particolare rilevanza la scomparsa della effettuati dal produttore degli stessi rifiuti”.
previsione che le acque reflue debbano essere liquide, semiliquide La Corte di Giustizia, Sezione III, sentenza 9 giugno 2005, causa
e comunque convogliabili. C-270/03 (*), Commissione delle Comunità europee, contro
In ordine alla mancata specificazione della natura liquida o se- Repubblica italiana, ha affermato:
miliquida delle acque, è la stessa definizione di acque reflue (do- “La Repubblica italiana, permettendo alle imprese, in forza
mestiche, industriali ed urbane), contenuta nell’articolo 74, a dell’articolo 30, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio
chiarire che il requisito resta confermato (potremmo dire è insito 1997, n. 22, che ha trasposto le direttive 91/156/Cee, relativa
nella definizione), stante la provenienza delle acque stesse, in- ai rifiuti, 91/689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi, e 94/62/Ce,
compatibile con una natura diversa da quella liquida o semiliqui- sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, come modificato
da. Il venir meno del requisito della convogliabilità, poi, è la con- dall’articolo 1, comma 19, della legge 9 dicembre 1998, n.
seguenza dell’eliminazione dell’inciso “diretta tramite condot- 426:
ta”, e rappresenta la conferma dell’estensione del concetto di sca- – di esercitare la raccolta e il trasporto dei propri rifiuti non
rico a qualsiasi immissione. pericolosi come attività ordinaria e regolare senza obbligo di
essere iscritte all’Albo nazionale delle imprese esercenti servizi
Le novità in tema di illeciti di smaltimento rifiuti, e
La disciplina in materia di illeciti e rifiuti è prevista dagli articoli – di trasportare i propri rifiuti pericolosi in quantità che non
255-263 del T.u. eccedano i 30 chilogrammi e i 30 litri al giorno, senza obbli-
Come si evince dalla tabella a pag. 10, le norme ricalcano l’impo- go di essere iscritte al medesimo Albo, è venuta meno agli ob-
stazione degli articoli 50 e segg. Dlgs 22/1997, salvo alcune diffe- blighi ad essa incombenti ai sensi dell’articolo 12 della diretti-
renze (in materia di rifiuti sanitari e di omessa bonifica). Le no- va del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/Cee, relativa ai rifiu-
vità più significative vengono allora dal regime amministrativo ti, come modificata dalla direttiva del Consiglio 18 marzo
cui l’apparato sanzionatorio si riferisce. 1991, 91/156/Cee”.
Conviene pertanto ripercorrere le varie ipotesi di illecito per segna- Per rispondere a tale censura l’articolo 212, comma 8, prevede:
lare le novità della complessiva disciplina, procedimentale e san- “Le imprese che esercitano la raccolta e il trasporto dei propri
zionatoria. rifiuti non pericolosi come attività ordinaria e regolare nonché
le imprese che trasportano i propri rifiuti pericolosi in quantità
a) Abbandono di rifiuti che non eccedano trenta chilogrammi al giorno o trenta litri
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
Gli articoli 255 e 256, comma 2 del T.u. confermano la precedente al giorno non sono sottoposte alle garanzie finanziarie di cui
impostazione sanzionatoria. al comma 7 e sono iscritte all’Albo nazionale gestori ambien-
tali a seguito di semplice richiesta scritta alla sezione dell’Albo
b) Miscelazione dei rifiuti regionale territorialmente competente senza che la richiesta
Gli articoli 255, comma 3, e 256, comma 5 del T.u. confermano la stessa sia soggetta a valutazione relativa alla capacità finan-
precedente impostazione sanzionatoria. ziaria e alla idoneità tecnica e senza che vi sia l’obbligo di no-
mina del responsabile tecnico. Tali imprese sono tenute alla
c) Violazione delle regole sul deposito temporaneo corresponsione di un diritto annuale di iscrizione pari a 50
L’articolo 256, comma 2 del T.u., al pari dell’articolo 51, comma euro rideterminabile ai sensi dell’articolo 21 del decreto del
2, Dlgs 22/1997, continua a prevedere come reato il deposito in- Ministro dell’ambiente 28 aprile 1998, n. 406”.
controllato di rifiuti da parte dei titolari di imprese e responsabili
di enti. Il concetto di attività ordinaria e regolare sembra estrema-
La giurisprudenza aveva detto che l’illecito si riferiva anche alla mente generico e sarà probabilmente fonte di contrasti inter-
violazione delle regole in materia di deposito temporaneo (per pretativi con gli organi di controllo (resta fermo che sarà o-
tutte Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 9057 del 26 feb- nere dell’operatore provare la sussistenza delle condizioni
braio 2003; Sezione III, sentenza n. 37879 del 24 settembre 2004). per l’iscrizione con le predette condizioni di favore).
Ed aveva interpretato la norma in modo rigoroso (Corte di Cas-
sazione penale, Sezione III, sentenza n. 4957 del 21 aprile 2000; Altra novità rilevante ai fini penali è la disciplina dell’articolo
Sezione III, sentenza n. 41520 del 12 dicembre 2002; Corte di 212, comma 18, dell’iscrizione delle imprese che effettuano atti-
Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 13113 del 24 marzo vità di raccolta e trasporto dei rifiuti sottoposti a procedure sem-
2003; Corte di Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 22063 plificate ai sensi dell’articolo 216, ed effettivamente avviati al rici-
del 20 maggio 2003). claggio ed al recupero, e delle imprese che trasportano i rifiuti in-
Tale interpretazione è superata dalla definizione di deposito tem- dicati nella lista verde di cui al regolamento (Cee) 259/1993 del
poraneo contenuta nell’articolo 183, lettera m), T.u., in cui l’ob- 1° febbraio 1993 che non sono sottoposte alle garanzie finanziarie
bligo di rimuovere i rifiuti periodicamente ed una volta superato di cui al comma 8 e sono iscritte all’Albo “mediante l’invio di
il limite quantitativo, è espressamente previsto come modalità al- comunicazione di inizio di attività alla Sezione regionale o
ternativa, a scelta del produttore. provinciale territorialmente competente”.
Il comma 19 prevede che entro dieci giorni dal ricevimento della
d) Mancanza di iscrizione all’Albo comunicazione di inizio di attività le Sezioni regionali e provin-
La mancata iscrizione all’Albo (disciplinata dall’articolo 212, ciali prendono atto dell’avvenuta iscrizione e inseriscono le im-
T.u.) continua ad essere prevista come reato dall’articolo 256, 1° prese di cui al comma 18 in appositi elenchi dandone comunica-
comma, T.u. zione al Comitato nazionale, alla Provincia territorialmente com-
Le novità vengono dalla disciplina sostanziale. petente ed all’interessato.
Nell’articolo 30, Dlgs 22/1997 era escluso l’obbligo di iscrizione Se queste previsioni confermano quella dell’articolo 30, comma
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per “i trasporti di rifiuti pericolosi che non eccedano la quan- 16, Dlgs 22/1997, innovativa è la previsione del comma 20: “Le
imprese iscritte all’Albo con procedura ordinaria ai sensi del l’Allegato 1 del detto decreto, è venuta meno agli obblighi che
con mezzi la cui utilizzazione non è stata comunicata all’atto Va piuttosto segnalata la nuova disciplina dell’articolo 193, com-
dell’iscrizione nell’albo, come precisato da Corte di Cassazione pe- ma 11, T.u.:
nale, Sezione III, sentenza 4 luglio 2000, n. 1492). “La microraccolta dei rifiuti, intesa come la raccolta di rifiuti
da parte di un unico raccoglitore o trasportatore presso più
g) Violazioni in materia di rifiuti sanitari produttori o detentori svolta con lo stesso automezzo, dev’esse-
L’articolo 256, comma 6, T.u. prevede: “Chiunque effettua il de- re effettuata nel più breve tempo tecnicamente possibile. Nei
posito temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sa- formulari di identificazione dei rifiuti devono essere indicate,
nitari pericolosi, con violazione delle disposizioni di cui al- nello spazio relativo al percorso, tutte le tappe intermedie pre-
l’articolo 227, comma 1, lettera b), è punito con la pena viste. Nel caso in cui il percorso dovesse subire delle variazio-
dell’arresto da tre mesi ad un anno o con la pena dell’am- ni, nello spazio relativo alle annotazioni dev’essere indicato a
menda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si appli- cura del trasportatore il percorso realmente effettuato”.
ca la sanzione amministrativa pecuniaria da duemilaseicen- La novità normativa supera quanto aveva affermato la Corte di
to euro a quindicimilacinquecento euro per i quantitativi non Cassazione penale, Sezione III, sentenza 29 maggio 2000 n. 1040:
superiori a duecento litri o quantità equivalenti”. “Anche per le cosiddette miniraccolte il trasportatore deve mu-
Viene così esplicitamente previsto come illecito la violazione delle nirsi dei formulari di identificazione prescritti dall’articolo 15
regole relative al deposito temporaneo presso il luogo di produzio- del Dlgs 22/1997, e contenenti tutti i dati richiesti, tra i quali
ne di rifiuti sanitari pericolosi, previste dal Dpr 15 luglio 2003, n. la specificazione del percorso d’istradamento. Se nel formula-
254. In precedenza si registrava un difetto di coordinamento tra il rio manchi lo spazio per indicare tutti i percorsi il trasportato-
comma 6 dell’articolo 51, che continuava a punire il deposito re dovrà utilizzare tanti formulari quanti sono i percorsi dal
temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sanitari perico- produttore-detentore al destinatario. Infatti nessuna norma
losi, con violazione delle prescrizioni di cui all’articolo 45 e la di- autorizza a distinguere, ai fini del controllo pubblicistico del
sciplina sostanziale contenuta nel solo Dpr 15 luglio 2003, n. 254 trasporto di cui all’articolo 52, comma 3, una miniraccolta
che aveva abrogato l’articolo 45. dei rifiuti, per quantitativi inferiori ai 100 kg, da una raccol-
ta ordinaria per quantitativi superiori”. Altro problema che
h) Altri illeciti previsti dall’articolo 256 del T.u. nella pratica si pone è quello relativo alla correttezza dell’indica-
Non pongono particolari problemi interpretativi le sanzioni am- zione del peso dei rifiuti trasportati con la dicitura “a destino”,
ministrative previste dai commi 7-9 dell’articolo 256 del T.u. cioè al momento dell’arrivo presso il luogo di smaltimento o re-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
Articolo 254
Norme speciali
1. Restano ferme le sanzioni previste da norme speciali vigenti in
materia.
provvede alla bonifica secondo il procedimento di cui all’articolo ro a ventiseimila euro, se non provvede alla bonifica in conformità
17. Si applica la pena dell’arresto da un anno a due anni e la pe- al progetto approvato dall’autorità competente nell’ambito del pro-
na dell’ammenda da lire diecimilioni a lire centomilioni se l’in- cedimento di cui agli articoli 242 (13) e seguenti. In caso di man-
quinamento è provocato da rifiuti pericolosi. Con la sentenza di cata effettuazione della comunicazione di cui all’articolo 242, il
condanna per la contravvenzione di cui al presente comma, o con trasgressore è punito con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno
la decisione emessa ai sensi dell’articolo 444 del Codice di proce- o con l’ammenda da mille euro a ventiseimila euro.
dura penale, il beneficio della sospensione condizionale della pe- 2. Si applica la pena dell’arresto da un anno a due anni e la pena
na può essere subordinato alla esecuzione degli interventi di mes- dell’ammenda da cinquemiladuecento euro a cinquantaduemila
sa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. euro se l’inquinamento è provocato da sostanze pericolose.
3. Nella sentenza di condanna per la contravvenzione di cui ai
commi 1 e 2, o nella sentenza emessa ai sensi dell’articolo 444 del
Codice di procedura penale, il beneficio della sospensione condi-
zionale della pena può essere subordinato alla esecuzione degli
interventi di emergenza, bonifica e ripristino ambientale.
4. L’osservanza dei progetti approvati ai sensi degli articoli 242 e
seguenti costituisce condizione di non punibilità per i reati
ambientali contemplati da altre leggi per il medesimo evento e per
la stessa condotta di inquinamento di cui al comma 1.
lioni a lire centottanta milioni, nonché la sanzione amministrati- vo a rifiuti pericolosi si applica la sanzione amministrativa pecu-
va accessoria della sospensione da un mese ad un anno dalla cari- niaria da quindicimilacinquecento euro a novantatremila euro,
ca rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dall’ammi- nonché la sanzione amministrativa accessoria della sospensione
nistratore. Le sanzioni di cui sopra sono ridotte rispettivamente da da un mese a un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsa-
lire duemilioni a lire dodicimilioni per i rifiuti non pericolosi, da bile dell’infrazione e dalla carica di amministratore.
lire quattromilioni a lire ventiquattromilioni per i rifiuti pericolosi, 3. Nel caso di imprese che occupino un numero di unità lavorative
nel caso di imprese che occupano un numero di unità lavorative inferiore a 15 dipendenti, le misure minime e massime di cui al
inferiore a 15 dipendenti calcolate con riferimento al numero di comma 2 sono ridotte rispettivamente da millequaranta euro a sei-
dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre i la- miladuecento euro per i rifiuti non pericolosi e da duemilasettanta
voratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni euro a dodicimilaquattrocento euro per i rifiuti pericolosi. Il nu-
di unità lavorative annue; ai predetti fini l’anno da prendere in mero di unità lavorative è calcolato con riferimento al numero di
considerazione è quello dell’ultimo esercizio contabile approvato. dipendenti occupati mediamente a tempo pieno durante un anno,
3. Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza il prescritto for- mentre i lavoratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresen-
mulario di cui all’articolo 15 ovvero indica nel formulario stesso tano frazioni di unità lavorative annue; ai predetti fini l’anno da
dati incompleti o inesatti è punito con la sanzione amministrativa prendere in considerazione è quello dell’ultimo esercizio contabile
pecuniaria da lire tre milioni a lire diciotto milioni. Si applica la approvato, precedente il momento di accertamento dell’infrazione.
pena di cui all’articolo 483 del Codice penale nel caso di trasporto 4. Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza il formulario di
di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica anche a chi, nella cui all’articolo 193 ovvero indica nel formulario stesso dati in-
predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, fornisce false completi o inesatti è punito con la sanzione amministrativa pecu-
indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristi- niaria da milleseicento euro a novemilatrecento euro. Si applica
che chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certificato falso la pena di cui all’articolo 483 del Codice penale nel caso di tra-
durante il trasporto. sporto di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica anche a
4. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmente in- chi, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, for-
complete o inesatte ma i dati riportati nella comunicazione al ca- nisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle ca-
tasto, nei registri di carico e scarico, nei formulari di identificazio- ratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certifi-
perazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuati- perazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuati-
ve organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comun- ve organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comun-
que gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito que gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito
con la reclusione da uno a sei anni. con la reclusione da uno a sei anni.
2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena del- 2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena del-
la reclusione da tre a otto anni. la reclusione da tre a otto anni.
3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli arti- 3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli artico-
coli 28, 30, 32-bis e 32-ter del Codice penale, con la limitazione di li 28, 30, 32-bis e 32-ter del Codice penale, con la limitazione di
cui all’articolo 33 del medesimo Codice. cui all’articolo 33 del medesimo Codice.
4. Il giudice, con la sentenza o con la decisione emessa ai sensi 4. Il giudice, con la sentenza di condanna o con quella emessa ai
dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, ordina il sensi dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, ordina il ri-
ripristino dello stato dell’ambiente, e può subordinare ove possibile pristino dello stato dell’ambiente e può subordinare la concessio-
la concessione della sospensione condizionale della pena ne della sospensione condizionale della pena all’eliminazione del
all’eliminazione del danno o del pericolo per l’ambiente. danno o del pericolo per l’ambiente.
dempimento degli obblighi di cui all’articolo 38, comma 3, e non 221, comma 3 (17) e non aderiscono ai consorzi di cui all’artico-
aderiscono ai consorzi di cui all’articolo 40 né adottano un pro- lo 223, né adottano un sistema di restituzione dei propri imbal-
prio sistema cauzionale sono puniti con la sanzione amministra- laggi ai sensi dell’articolo 221, comma 3, lettere a) e c) sono pu-
tiva pecuniaria da lire quindici milioni a lire novanta milioni. La niti con la sanzione amministrativa pecuniaria da quindicimila-
stessa pena si applica agli utilizzatori che non adempiono all’ob- cinquecento euro a quarantaseimilacinquecento euro. La stessa
bligo di cui all’articolo 38, comma 4. pena si applica agli utilizzatori che non adempiono all’obbligo di
2. La violazione dei divieti di cui all’articolo 43, commi 1 e 4, è cui all’ all’articolo 221, comma 4.
punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci 3. La violazione dei divieti di cui all’articolo 226, commi 1 e 4
milioni a lire sessanta milioni. La stessa pena si applica a chiun- (18), è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da cin-
que immette nel mercato interno imballaggi privi dei requisiti di quemiladuecento euro a quarantamila euro. La stessa pena si ap-
cui all’articolo 36, comma 5. plica a chiunque immette nel mercato interno imballaggi privi
3. La violazione del divieto di cui all’articolo 43, comma 3, è pu- dei requisiti di cui all’articolo 219, comma 5 (19).
nita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinque 4. La violazione del disposto di cui all’articolo 226, comma 3
milioni a lire trenta milioni. (20), è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da
duemilaseicento euro a quindicimilacinquecento euro.
(1) Articolo 192. Divieto di abbandono vanta giorni dalla consegna del vei- le norme del regolamento di cui al articolo 236 – Consorzi nazionali per la
“1. L’abbandono e il deposito incon- colo o del rimorchio da parte del pro- decreto legislativo 30 aprile 1992, n. gestione, raccolta e trattamento degli
trollati di rifiuti sul suolo e nel suolo prietario, il gestore del centro di rac- 285. oli minerali usati.
sono vietati. colta, il concessionario o il titolare 9. Agli stessi obblighi di cui ai commi (12) Il comma prevede:
2. È altresì vietata l’immissione di ri- della succursale deve comunicare 7 e 8 sono soggetti i responsabili dei “2. Con decreto del Ministro dell’am-
fiuti di qualsiasi genere, allo stato so- l’avvenuta consegna per la demoli- centri di raccolta o altri luoghi di cu- biente e della tutela del territorio, di
lido o liquido, nelle acque superficiali zione del veicolo e consegnare il cer- stodia di veicoli rimossi ai sensi concerto con il Ministro delle attività
e sotterranee”. tificato di proprietà, la carta di circo- dell’articolo 159 del decreto legislati- produttive, da emanarsi entro ses-
(2) Articolo 226. Divieti lazione e le targhe al competente vo 30 aprile 1992, n. 285, nel caso santa giorni dalla data di entrata in
“1. È vietato lo smaltimento in disca- Ufficio del Pra che provvede ai sensi e di demolizione del veicolo ai sensi vigore della parte quarta del presente
rica degli imballaggi e dei contenito- per gli effetti dell’articolo 103, com- dell’articolo 215, comma 4 del pre- decreto, sono individuate le tipologie
ri recuperati, ad eccezione degli scar- ma 1, del decreto legislativo 30 aprile detto decreto legislativo 30 aprile di beni in polietilene di cui al com-
ti derivanti dalle operazioni di sele- 1992, n. 285”. 1992, n. 285”. ma 1”.
zione, riciclo e recupero dei rifiuti di (5) Articolo 193, comma 3: “Fatta sal- (9) I commi prevedono: (13) Trattasi della comunicazione di
imballaggio. va l’applicazione della sanzioni di “12. Decorsi novanta giorni dalla cui al comma 2:
2. Fermo restando quanto previsto cui agli articoli 255 e 256, chiunque data di pubblicazione nella Gazzetta “2. Il responsabile dell’inquinamen-
dall’articolo 221, comma 4, è vietato viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è ufficiale del decreto di approvazione to, attuate le necessarie misure di
immettere nel normale circuito di tenuto a procedere alla rimozione, dello Statuto di cui al comma 2, prevenzione, svolge, nelle zone inte-
“2. Nell’ambito degli obiettivi di cui a- co, i produttori possono alternativa- 150 metri quadri nei Comuni con po- tate dalla Commissione dell’Unione
gli articoli 205 e 220 e del Pro- mente: polazione residente inferiore a diecimi- europea, per facilitare la raccolta, il
gramma di cui all’articolo 225, i pro- a) organizzare autonomamente, an- la abitanti, ovvero a 250 metri quadri riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio
duttori e gli utilizzatori, su richiesta che in forma associata, la gestione dei nei Comuni con popolazione residente degli imballaggi, nonché per dare una
del gestore del servizio e secondo propri rifiuti di imballaggio su tutto il superiore a diecimila abitanti”. corretta informazione ai consumatori
quanto previsto dall’accordo di pro- territorio nazionale; (18) I commi 1 e 4 prevedono: sulle destinazioni finali degli imbal-
gramma di cui all’articolo 224, com- b) aderire ad uno dei consorzi di cui “1. È vietato lo smaltimento in disca- laggi. Il predetto decreto dovrà altresì
ma 5, adempiono all’obbligo del ritiro all’articolo 223; rica degli imballaggi e dei contenitori prescrivere l’obbligo di indicare, ai fini
dei rifiuti di imballaggio primari o co- c) attestare sotto la propria responsabi- recuperati, ad eccezione degli scarti della identificazione e classificazione
munque conferiti al servizio pubblico lità che è stato messo in atto un siste- derivanti dalle operazioni di selezione, dell’imballaggio da parte dell’indu-
della stessa natura e raccolti in modo ma di restituzione dei propri imbal- riciclo e recupero dei rifiuti di imbal- stria interessata, la natura dei mate-
differenziato. A tal fine, per garantire laggi, mediante idonea documenta- laggio”; riali di imballaggio utilizzati, sulla
il necessario raccordo con l’attività di zione che dimostri l’autosufficienza “4. È vietato immettere sul mercato base della decisione 97/129/ Ce della
raccolta differenziata organizzata del sistema, nel rispetto dei criteri e imballaggi o componenti di imballag- Commissione”.
dalle pubbliche amministrazioni e per delle modalità di cui ai commi 5 e 6. gio, ad eccezione degli imballaggi in- (20) Il comma prevede:
le altre finalità indicate nell’articolo 4. Ai fini di cui al comma 3 gli utiliz- teramente costituiti di cristallo, con li- “3. Possono essere commercializzati
224, i produttori e gli utilizzatori par- zatori sono tenuti a consegnare gli im- velli totali di concentrazione di piom- solo imballaggi rispondenti agli stan-
tecipano al Consorzio nazionale im- ballaggi usati secondari e terziari e i bo, mercurio, cadmio e cromo esava- dard europei fissati dal Comitato euro-
ballaggi, salvo il caso in cui venga a- rifiuti di imballaggio secondari e ter- lente superiore a 100 parti per milione peo normalizzazione in conformità ai
dottato uno dei sistemi di cui al com- ziari in un luogo di raccolta organiz- (ppm) in peso. Per gli imballaggi in requisiti essenziali stabiliti dall’articolo
ma 3, lettere a) e c) del presente arti- zato dai produttori e con gli stessi con- vetro si applica la decisione 9 della direttiva 94/62/Ce del Parla-
colo”. cordato. Gli utilizzatori possono tutta- 2001/171/Ce del 19 febbraio 2001 e mento europeo e del Consiglio del 20
(17) I commi 3 e 4 prevedono: via conferire al servizio pubblico i sud- per gli imballaggi in plastica si applica dicembre 1994. Con decreto del
“3. Per adempiere agli obblighi di rici- detti imballaggi e rifiuti di imballag- la decisione 1999/177/Ce del 8 feb- Ministro dell’ambiente e della tutela
claggio e di recupero nonché agli ob- gio nei limiti derivanti dai criteri de- braio 1999”. del territorio, di concerto con il Mini-
blighi della ripresa degli imballaggi u- terminati ai sensi dell’articolo 195, (19) Il comma prevede: stro delle attività produttive sono ag-
sati e della raccolta dei rifiuti di im- comma 2, lettera e). Fino all’adozione “5. Tutti gli imballaggi devono essere giornati i predetti standard, tenuto
ballaggio secondari e terziari su su- dei criteri di cui all’articolo 195, com- opportunamente etichettati secondo le conto della comunicazione della
perfici private, e con riferimento ma 2, lettera e), il conferimento degli modalità stabilite con decreto del Commissione europea 2005/C44/13.
all’obbligo del ritiro, su indicazione imballaggi usati secondari e terziari e Ministro dell’ambiente e della tutela Sino all’emanazione del predetto de-
del Consorzio nazionale imballaggi di dei rifiuti di imballaggio secondari e del territorio di concerto con il creto si applica l’Allegato F alla parte
cui all’articolo 224, dei rifiuti di im- terziari al servizio pubblico è ammes- Ministro delle attività produttive in quarta del presente decreto”.
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Decreto 28 febbraio 2006
(Gazzetta ufficiale 13 marzo 2006 n. 60)
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Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 16 dicembre 2005, n. 45598
(c.c. 26 ottobre 2005)
La massima
Giurisprudenza Rifiuti – Attività organizzate per il traffico illecito – Reato
ex articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 – Requisiti – Pericolo per
la pubblica incolumità – Non rientra
L’individuazione dell’oggettività giuridica dell’articolo 53-bis del
Dlgs 22/1997 si identifica in un’attività continuativa e organizzata
volta alla cessione, al ricevimento, al trasporto, all’esportazione e
all’importazione e, comunque, alla gestione abusiva di ingenti
quantitativi di rifiuti al fine di conseguire un ingiusto profitto; non
risulta pertanto decisivo il profilo della pubblica incolumità del
quale il Legislatore parla indirettamente in relazione all’ordine di
La lesione della pubblica ripristino che riguarda i contenuti accessori della sentenza.
rifiuti quando, tra l’altro, la stessa è mente dall’effettiva e concreta im- blica incolumità. gressione ambientale, contro la
finalizzata all’ingiusto profitto. plicazione dei singoli carichi inqui- Si vuole dire che, purtroppo, l’og- quale il giudice deve, tra l’altro,
Non è, cioè, che solo se si realizza nanti). getto della tutela diretta della nor- supplire con un suo provvedimento.
un certo perturbamento ambienta- In relazione, allora, a questa rap- mativa in esame e nella correttezza Anche il requisito dell’ingiusto pro-
le, con un conseguente rischio per presentazione generale del proble- e nell’inappuntabilità della sola at- fitto va meglio riconsiderato sotto il
la pubblica incolumità, si obietti- ma, una gestione di rifiuti, anche a- tività di gestione di un qualsiasi ti- profilo che costituisce un ingiusto
vizza la ratio della fattispecie di cui strattamente lecita, nell’ottica della po di rifiuti, dal cui indiscriminato profitto, non solo quello esplicita-
all’articolo 53-bis; anzi questo mo- fattispecie di cui all’articolo 53-bis, e incontrollato esercizio il Legisla- mente contra legem, ma anche
do d’intendere la richiamata nor- potrebbe diventare abusiva, e quindi tore ha, pero, presunto, a certe con- quello collegato a mediazioni o
mativa non è esatto: perché l’esau- illecita: quando, indipendentemente dizioni, la causazione di un’altera- traffici illeciti, o ad operazioni volte
stività di una condotta illecita, da dalla violazione di specifiche dispo- zione territoriale e ambientale, da a fraudolente manipolazioni dei
cui una ragionevole presunzione di sizioni normative, si determini em- correggere, in uno con la sentenza, codici tipologici.
pericolo ambientale controllabile piricamente una situazione di fatto con un ordine di ripristino dello L’ordinanza impugnata va, pertan-
con una sanzione accessoria di ri- tale da impedire un qualunque con- status quo. In questo ordine d’idee, to, annullata con rinvio perché il
pristino dello stato ambientale, è trollo sulle relative fasi di lavorazio- come è stato detto, assume, perciò, giudice, alla luce dei principi di di-
nel fatto della gestione abusiva di ne, su quelle di smistamento, di ri- una grande importanza il requisito ritto sopra enucleati, esplichi un
un quantitativo ingente di rifiuti ciclaggio e di stoccaggio, restando dell’ingente quantità di rifiuti – re- nuovo riesame di questa vicenda
per scopi d’ingiusto profitto. Si vede definitivamente precluse le corrette quisito, questo, rilevante in ordine processuale, dalla cui riconsidera-
bene, allora, come sia, per certi a- e doverose procedure cautelative; alla caratterizzazione di quell’atti- zione potrebbero risultare modificate
spetti, essenziale l’estimazione di così da ingenerare rischi di conta- vità organizzata di gestione – nella anche le esigenze cautelari riguar-
un quantitativo ingente di rifiuti minazione e commistione, dalle quale si sostanzia, appunto, l’im- danti l’indagato che, allo stato delle
(locuzione, questa, di contenuti so- quali molto verosimilmente si può plicito riferimento al pericolo am- cose, risultano bene argomentate.
lo di merito, e valutabile nella sua suscitare, in una condizione di dis- bientale in ragione dell’entità dei
chiara locuzione come un cospicuo sesto e di squilibrio territoriale e rifiuti, il cui enorme deposito com- (omissis)
ecoefficiente
potenzialità ambientali,
economiche ed energetiche
L’industria del riciclo non è soltanto un settori dell’acciaio, alluminio, piombo e
elemento funzionale della gestione dei carta, oltre il 50% degli input produttivi
rifiuti. È, piuttosto, una componente si- è costituito da materie seconde, ma la
gnificativa del sistema industriale ed e- domanda è in crescita anche nel setto-
conomico nazionale, un settore cre- re vetrario, nella lavorazione del legno
sciuto a ritmi ben superiori a quelli del- e del mobile, nelle materie plastiche.
l’industria nel suo insieme. In Italia, tra Il riciclo ecoefficiente, integrando le
il 2000 e il 2004, l’indice della produ- principali fonti del settore, dimostra
zione industriale ha subito una contra- che la riduzione di consumi energetici
zione del 3,8%, mentre l’indice del rici- associata al riciclo è stimabile tra i
claggio è cresciuto del 5%. 14,7 e i 18,2 milioni di tep (tonnellate
Le attività di recupero dei rifiuti – urba- equivalenti di petrolio).
ni e produttivi – e le attività industriali Si tratta di un valore di assoluto rilievo
classificate come “riciclaggio” costi- rispetto al consumo interno totale di e-
tuiscono una indispensabile fonte di nergia (circa 190 milioni di tep) e agli
approvvigionamento per una parte si- obiettivi di efficienza nazionali (pari a
208 pagine 20,00 e gnificativa del sistema industriale. Nei 2,9 milioni di tep).
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Corte di Cassazione – II Sezione civile
Sentenza 17 novembre 2005, n. 23304
La massima
Giurisprudenza Rifiuti – Sanzioni amministrative – A seguito di sentenza
di assoluzione – Sussistenza – Violazione del principio di
legalità – Non sussiste
L’applicazione di sanzioni amministrative in materia di rifiuti an-
che a fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore del Dlgs
22/1997 consegue dalla depenalizzazione introdotta dall’articolo
55, Dlgs 22/1997, anche in relazione a fatti per i quali vi è stata
assoluzione in sede penale perché il fatto non è previsto dalla
legge come reato. Tale disciplina transitoria non concreta alcuna
violazione del principio di legalità dell’illecito amministrativo di cui
È più favorevole al reo all’articolo 1, legge 689/1981.
la sua entrata in vigore “l’autorità specie, vi sarebbe stata violazione l’applicazione di questa in luogo di
Motivi della decisione giudiziaria, se non deve pronunzia- del principio di legalità sancito quella penale.
Con i due motivi di ricorso, da esa- re decreto di archiviazione o sen- dall’articolo 1 della legge 689/1981. Chi ha commesso un fatto costi-
minarsi congiuntamente stante la tenza di proscioglimento, dispone Al contrario, dalla disposizione tuente reato depenalizzato dopo l’a-
loro stretta connessione, si denun- la trasmissione degli atti agli enti transitoria citata si evince chiara- zione, è punito dalla norma a lui
zia, in riferimento all’articolo 360, indicati nel comma 1 ai fini del- mente la volontà del Legislatore de- più favorevole, dandosi rilievo alla
numeri 3 e 5 C.p.c., violazione e fal- l’applicazione delle sanzioni am- legato di assoggettare a sanzione fattispecie come violazione ammi-
sa applicazione dell’articolo 55 del ministrative”. Con tale disposizione amministrativa le condotte per le nistrativa, senza violare le norme
Dlgs 22/1997, nonché omessa, in- il Legislatore delegato certamente quali, al momento dell’entrata in costituzionali richiamate, essendo
sufficiente e contraddittoria motiva- non ha inteso rendere lecite condot- vigore del decreto legislativo, erano applicabile la norma che prevede la
zione circa un punto decisivo della te che, nella previgente normativa, pendenti procedimenti penali, con violazione, anche se la sanzione pe-
controversia. Osserva il ricorrente erano sanzionate penalmente. la sola eccezione della insussistenza cuniaria applicabile sia maggiore
che avendo il Pretore di Trani pro- Il riferimento alla pronuncia del de- in fatto della condotta ascritta. La dell’ammenda precedente (si veda
nunciato sentenza di non doversi creto di archiviazione o alla senten- sentenza impugnata, quindi, ha anche Cassazione 3979/2002).
procedere nei confronti del (...) non za di proscioglimento in essa conte- fatto una errata applicazione delle Alla stregua delle svolte considera-
essendo il fatto contestatogli più nuto, infatti, come affermato anche disposizioni di legge, ritenendo non zioni la gravata sentenza va pertan-
previsto dalla legge come reato di- dalla Corte Costituzionale nell’ordi- assoggettabile a sanzione ammini- to cassata con rinvio della causa a
sponendo la trasmissione degli atti nanza 233/1999, deve intendersi co- strativa una condotta, quella del- giudice di pari grado che si designa
all’ente competente ai fini dell’ap- me volto ad “evitare la rimessione l’attuale intimato, per l’innanzi nel Tribunale di Bari, il quale si u-
plicazione della sanzione ammini- all’autorità amministrativa di con- sanzionata a titolo di illecito pena- niformerà al su enunciato principio
strativa in doverosa applicazione testazioni di illeciti depenalizzati le. Né, può aggiungersi, può dubi- di diritto e provvedere altresì in or-
dell’articolo 55 del Dlgs 22/1997, non aventi consistenza in linea di tarsi della legittimità costituziona- dine alle spese del giudizio di Cas-
correttamente essa amministrazione fatto, mentre negli altri casi la nor- le, in riferimento agli articoli 25 e 3 sazione.
ricorrente aveva applicato tale san- ma assolve alla funzione di regolare Cost., dell’articolo 52, comma 1, del
zione a fatto già sanzionato penal- in via transitoria la successione fra Dlgs 22/1997, ove ritenuto applica- P.Q.M.
mente, in stretta applicazione del la norma penale e quella che confi- bile, in forza della disposizione La Corte, accoglie il ricorso, cassa
comma 3 della richiamata norma, gura l’illecito amministrativo, evi- transitoria di cui all’articolo 55, l’impugnata sentenza e rinvia la
diversamente da quanto ritenuto dal tando che condotte, tenute nel vigo- comma 3, del medesimo decreto, causa, anche per le spese del giudi-
giudice del merito che ne aveva dato re della norma incriminatrice, e come sopra interpretato, giacché, zio di legittimità, al Tribunale di
una errata interpretazione. successivamente depenalizzate, ri- come questa Corte ha chiarito (si Bari.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
La doglianza è meritevole di acco- sultino prive di ogni sanzione” (si veda la citata sentenza 19529/ Così deciso in Roma, il 27 ottobre
glimento. Il testé richiamato com- veda anche Cassazione 15785/2003, 2003) la differenza ontologica tra 2005.
ma terzo dell’articolo 55 del Dlgs 19529/2003 e 22116/ 2004). illiceità del reato e illegittimità del- Depositato in Cancelleria il 17 no-
22/1997 dispone che per i procedi- Ha errato, dunque, il giudice del la violazione amministrativa di per vembre 2005.
Direttore responsabile Hanno collaborato © copyright 1994 – 2006 Abbonamento annuo: Euro 120,00
RIFIUTI Paola Ficco a questo numero Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
bollettino di Maurizio De Paolisonia Numeri speciali: Euro 22,00
informazione Vice Direttore Pasquale FimianiD’Angiulli Tutti i diritti sono riservati:
normativa Maurizio Santoloci Maurizio De Paolis è vietato qualunque uso,
Alessandro Geremei o Rispoli anche parziale, dei testi. Questa rivista è stampata su
Redazione
Vincenzo Dragani, Le opinioni sono espresse
Maurizio Quaranta, a titolo personale, Edizioni l’unica carta riciclata da cartoni
per bevande per prodotti freschi
n. 128 (4/06)
La massima
Rifiuti – Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
berazione del Consiglio comunale dal provvedimento impugnato un gli importi tariffari è avvenuta se- dei beni alimentari e le connesse
19 febbraio 2001 n. 9, con la quale enorme incremento delle tariffe ed condo le indicazioni propositive, conseguenze in termini di indici
era stata fissata la tariffa della tassa una fortissima discriminazione tra “adattate alla realtà locale”, delle parametrali.
per lo smaltimento dei rifiuti solidi alberghi e abitazioni private, era circolari diramate in materia dal L’appello, pertanto, deve essere ac-
urbani per l’anno 2001, essenzial- doveroso per il Comune valutare Ministero delle finanze (specifica- colto e, per l’effetto, in riforma del-
mente sul presupposto della man- tutti gli elementi che potevano inci- mente indicate) “con l’utilizzo dei la sentenza appellata, il ricorso di
cata valutazione del carattere sta- dere in termini favorevoli per i sog- dati statistici rilevati, raccolti ed ag- primo grado va respinto.
gionale e discontinuo dell’attività getti maggiormente penalizzati, giornati dall’Ancitel” e che, sulla Sussistono giusti motivi per dispor-
alberghiera, dovuto all’andamento nella specie gli alberghi, per non base di tali dati risulta confermata re la compensazione tra le parti
saltuario dei flussi turistici, che incorrere – com’è invece avvenuto la capacità di produrre rifiuti delle delle spese di entrambi i gradi di
comporta una minore produzione – nella violazione dei principi di diverse categorie contributive e la giudizio.
di rifiuti. proporzionalità, adeguatezza, ra- maggiore propensione in assoluto
Con il primo motivo d’appello l’as- gionevolezza, eguaglianza e giusti- delle attività legate al commercio P.Q.M.
sunto viene contestato, facendo rile- zia. Tra questi elementi non pote- ed utilizzo dei beni alimentari. Gli Il Consiglio di Stato in sede giuri-
vare come, ai sensi dell’articolo 66 vano non essere ricomprese la sta- stessi dati statistici periodici raccolti sdizionale, Sezione Quinta, accoglie
Dlgs 15 novembre 1993 n. 507, la gionalità e la discontinuità e co- dall’Ancitel sono stati assunti come l’appello in epigrafe e, per l’effetto,
stagionalità non costituisce ele- munque la riduzione dell’attività in base per l’individuazione dell’indi- in riforma della sentenza appellata,
mento motivazionale della tariffa, vari mesi dell’anno. ce di produttività specifica (cosid- respinge il ricorso di primo grado.
ma eccezione proponibile dal sin- A fronte di tale sicuro dovere del detto “ips”) e dell’indice di qualità Compensa tra le parti in causa spe-
golo contribuente con apposita do- Comune, inoltre, non incombeva specifica (cd. “iqs”) al fine di diffe- se e competenze di entrambi i gradi
cumentata istanza e potrebbe essere alcun onere probatorio a carico de- renziare ed articolare la tariffa in di giudizio.
presa in considerazione da parte gli interessati. rapporto alle specifiche ed effettive Ordina che la presente decisione sia
dell’ente impositore soltanto ove ri- Considera il Collegio che, in realtà, produttività delle singole attività eseguita dall’autorità amministra-
sulti dalla licenza di esercizio come con il secondo motivo del ricorso di considerate. tiva.
carattere strutturale e necessario primo grado, ritenuto fondato dal Alla stregua di queste risultanze, si Così deciso in Roma dal Consiglio
dell’attività svolta dal contribuente. Tribunale, gli originari ricorrenti rivelano fondati entrambi i motivi di Stato in sede giurisdizionale, Se-
Nella specie, invece, le licenze di e- hanno dedotto l’illegittimità della di appello sopra riferiti. zione Quinta, nella Camera di Con-
sercizio di cui sono titolari gli ap- differenza tra la tariffa prevista per L’affermato, ma non dimostrato, siglio del giorno 1° luglio 2005 con
pellati sono annuali. Non conta gli esercizi alberghieri e quella sta- andamento stagionale dell’attività l’intervento dei Signori:
neppure il concreto utilizzo del be- bilita per i locali e le aree adibiti alberghiera nel Comune in questio-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
ne e, quindi, la minore produzione all’utenza domestica, nonostante ne, invero, costituisce argomento e- (omissis)
di rifiuti, ma la sua possibilità di u- che si tratti di usi compresi nella videntemente correlato all’effettiva
tilizzo e, comunque, i flussi turistici stessa categoria contributiva di cui produzione in concreto di rifiuti. Depositata in Segreteria il 28 feb-
nell’isola di Ischia sono costanti, all’articolo 68, comma 2, lettera c), Questa, tuttavia, come si è visto, è, braio 2006
anche in relazione all’attività ter- del Dlgs 15 novembre 1993 n. 507 e nella specie, sostanzialmente irrile- (Articolo 55, legge 27 aprile 1982,
male che dura tutto l’anno. che l’attività alberghiera abbia ca- vante nel procedimento di forma- n. 186).
La censura è integrata, poi, nel se- rattere stagionale tale che i relativi zione della tariffa, avendo optato
condo mezzo d’appello, evidenzian- esercizi “per oltre sei mesi all’anno l’amministrazione per il parametro
do che incombeva agli albergatori ... non producono in concreto al- base della produttività o attitudine
ricorrenti dimostrare la sussistenza cun rifiuto a differenza delle desti- a produrre rifiuti.
e l’incidenza delle circostanze rap- nazioni residenziali” (pag. 6 del ri- Inoltre, a fronte della chiara enun-
presentate come fatti impeditivi o corso). Non può ritenersi fondata, ciazione nella motivazione dell’atto
riduttivi della potenzialità produtti- quindi, la riferita eccezione d’i- impugnato degli elementi conside-
va di rifiuti. nammissibilità, essendo il primo rati ai fini della determinazione
Da parte loro, gli appellati eccepi- motivo d’appello rivolto a contesta- della tariffa, corredata altresì dal-
scono preliminarmente l’inammis- re proprio “l’accoglimento della l’indicazione della loro fonte (dati
sibilità dell’appello, sostenendo che censura di sproporzione tariffaria”, statistici periodici raccolti dall’An-
il Comune non ha contestato l’af- attraverso la dimostrazione dell’er- citel, vale a dire dall’Associazione
fermazione, fatta in sentenza, della roneità degli argomenti sui quali nazionale Comuni italiani), in-
sproporzione ed irrazionalità della esso si fonda. combeva ai ricorrenti – che, però,
ripartizione del costo di gestione del Nel merito, occorre premettere che, non vi hanno provveduto – addurre
servizio di nettezza urbana tra le come si rileva dalla lettura del adeguati elementi contrari a com-
categorie incise, che si denunciava provvedimento impugnato, il Co- prova dei fatti portati a sostegno
con il secondo motivo del ricorso o- mune appellante aveva già stabilito della loro pretesa e della bontà del-
riginario accolto dal giudice di pri- con deliberazione Consiglio comu- la loro tesi.
mo grado. nale n. 18 del 29 febbraio 2000 di Le considerazioni che precedono
Per l’ipotesi subordinata che detto determinare i valori per la commi- consentono, non solo di accogliere
motivo debba considerarsi di fatto surazione della tassa in argomento, l’appello principale, ma anche di
assorbito, essi lo ripropongono nel non in base alla quantità e qualità respingere come infondati i motivi
presente giudizio d’appello attraver- dei rifiuti effettivamente prodotti, del ricorso di primo grado rimasti
so la notificazione della memoria bensì, come consente l’articolo 65 assorbiti e riproposti, sia pure tuzio-
di costituzione del 12 gennaio del Dlgs 507/1993, in base alla risticamente, anche sotto forma di
2005; da valere, peraltro, come ri- quantità e qualità medie ordinarie appello incidentale. La motivazione
corso incidentale nel caso in cui la per unità di superficie imponibile del provvedimento impugnato, di
mancata menzione nella sentenza dei rifiuti solidi urbani producibili cui in essi si lamenta il difetto, ap-
possa essere interpretata come ri- nei locali ed aree interessati, a se- pare invero sufficiente a rendere pa-
getto della parte del motivo non e- conda del tipo di uso a cui gli stessi lese il percorso logico seguito dal-
spressamente accolta. sono destinati, ed al costo di smalti- l’amministrazione, anche con par-
Ad ogni modo, secondo gli appella- mento. ticolare riguardo all’attività alber-
24
ti, il primo motivo di gravame è an- Inoltre, nella stessa deliberazione, ghiera, di cui si evidenziano la rela-
Con la sentenza 28 febbraio 2006, n. 858 il fiuti, parametro riconosciuto dall’articolo 65
State of the
World 2006
rapporto sullo stato del pianeta
focus Cina e India
La presa di coscienza che la vendicheranno inevitabilmen- pro capite quanto ne utilizza
Cina, assieme all’India, sta ra- te una quota delle risorse glo- il Giappone oggi, la loro ri-
pidamente diventando una po- bali sempre più equa, arrivan- chiesta supererebbe da sola
tenza planetaria, ha portato do a un volume di consumi l’attuale domanda globale.
quest’anno i ricercatori del mai verificatosi prima a livello E se la loro domanda pro ca-
Worldwatch Institute a centra- mondiale. pite di biosfera dovesse e-
re lo State of the World su al- guagliare quella dell’Europa
cuni paesi anziché su questioni Secondo l‘analisi del World- di oggi, ci vorrebbe un intero
specifiche. watch, se i due paesi doves- pianeta Terra solo per soste-
362 pagine 19,00 e Mano a mano, Cina e India ri- sero utilizzare tanto petrolio nere questi due paesi.
R
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[ ] non autorizzo 25
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Consiglio di Stato – V Sezione
Sentenza 3 febbraio 2006, n. 422
La massima
Rifiuti – Attività di demolizione e rottamazione veicoli,
gennaio 2006, n. 862 reca le istruzioni che le Devono essere realizzati utilizzando rifiuti deri-
il commento P.a. e le società a prevalente capitale pubblico vanti dal post-consumo ed essere ottenuti attra-
devono seguire per soddisfare l’obbligo di legge verso processi di raffinazione che comportano
Oli minerali usati, che impone loro di coprire con almeno il 30% una separazione dei contaminanti contenuti e
di materiali da riciclo il loro fabbisogno annuo ne ristabiliscono le caratteristiche chimico-fisi-
le istruzioni per l’acquisto di oli minerali. che proprie dei prodotti di prima raffinazione.
da parte della P.a. La circolare offre un elenco, di carattere solo e-
L’obbligo per la P.a. di acquistare (nella misura semplificativo, degli oli minerali che rientrano
minima della citata percentuale) prodotti pro- nella categoria dei materiali riciclati ai sensi
venienti da riciclo deriva – lo ricordiamo – dal del Dm 203/2003.
Dm 8 maggio 2003, n. 203, emanato in base
all’articolo 52, comma 56 dalla legge 488/2001 Metodologia per il calcolo del 30%
(“Legge Finanziaria 2002”). I beni e i manu- obbligatorio
fatti acquistabili dalle P.a. al fine di soddisfare Per il raggiungimento della soglia minima im-
di Vincenzo Dragani
Redazione Reteambiente la quota minima del 30% sono esclusivamente posta dall’articolo 3, comma 1, del Dm 8 mag-
quelli iscritti in un particolare registro, denomi- gio 2003, n. 203, le P.a. devono fare riferimento
nato “Repertorio del riciclaggio” e tenuto dal- al quantitativo annuo di prodotti appartenenti
l’Osservatorio nazionale sui rifiuti. L’ammissio- alla medesima categoria, acquistato da ogni
ne dei prodotti al Repertorio avviene su iniziati- singolo soggetto obbligato (come documentato
va delle aziende, tramite una domanda rivolta tramite apposita certificazione dal competente
all’Osservatorio e corredata da documentazione ufficio tecnico di Finanza).
tecnica che ne dimostri il rispetto dei parametri
ambientali stabiliti per legge. Congruità del prezzo e iscrizione al
Repertorio del riciclaggio
Pedissequamente agli analoghi provvedimenti Gli oli provenienti da materiali riciclati potranno
emanati dal MinAmbiente per prodotti tessili, essere iscritti nel già citato “Repertorio del rici-
plastica, carta, legno, ammendanti, edili e claggio” solo se il loro valore non risulta superio-
gomma (per l’elenco completo si veda la tabella re a quello relativo ai corrispondenti prodotti rea-
sotto riportata), anche la circolare sugli oli mi- lizzati con materiale vergine. La documentazione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
nerali presenta la seguente scansione: 1) defini- necessaria per l’iscrizione degli oli minerali usati
zione di materiale riciclato; 2) metodologia per al Repertorio (iscrizione dal cui momento scatta
il computo del 30% obbligatorio; 2) criteri di l’obbligo di acquisto per i soggetti interessati) è
congruità del prezzo; 4) modalità di iscrizione quella elencata nella circolare in parola ed è ana-
nel Repertorio del riciclaggio. Vediamone di se- loga a quella stabilita dalle altre circolari in ma-
guito i caratteri fondamentali. teria in relazione alle diverse categorie di prodotti.
(*) Il testo delle circolari è consultabile, da parte degli utenti abbonati ad Osservatorio di normativa ambienta-
le, su www.reteambiente.it.
30
a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
Come si fa...
Rubriche l’Aia e i rifiuti
Le schede di prossima pubblicazione saranno relative a:
– incenerimento e coincenerimento di rifiuti;
– discariche e Dm 3 agosto 2005;
– rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).
Le schede precedenti:
– scheda S1: Formulario di identificazione per il
trasporto dei rifiuti, Rifiuti n. 125 (1/06);
– scheda S2: Registro di carico e scarico per i rifiuti,
Rifiuti n. 126 (2/06).
– scheda S3: Mud 2006, Rifiuti n. 127 (3/06)
Scheda n. 4 (S4)
Nozioni generali
Che cos’è l’Aia Sotto il profilo formale, Aia è l’acronimo di Autorizzazione integrata ambientale. Essa tro-
va la sua derivazione nella disciplina Ippc (Integrated Prevention Pollution and Control) di
cui alla direttiva 96/61/Ce, la quale prevede una costante e progressiva riduzione delle
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
Quali norme prevedono l’Aia Dlgs 18 febbraio 2005, n. 59, attuativo della direttiva 96/61/Ce.
Che cosa sono le Bat Bat è l’acronimo di Best Availables Techniques. A tale acronimo inglese corrisponde
quello italiano di Mtd (Migliori tecniche disponibili).
L’articolo 2, lettera o), Dlgs 59/2005 le definisce come: “la più efficiente e avanzata fase
di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determi-
nate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione inte-
si ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni
e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso”.
Chi elabora le Bat Sono elaborate sotto l’egida della Commissione Ue.
Per svolgere questo compito, la Commissione ha stabilito che per ogni settore industriale
interessato si istituisca un gruppo di lavoro tecnico (Technical Working Group, Twg) for-
mato da esperti degli Stati membri e delle attività industriali coinvolte I Twg si riuniscono a
Siviglia presso l’European Ippc Bureau (EIppcB), creato dalla Commissione appositamente
per redigere i documenti Bref (Bat Reference Document) contenenti tutte le informazioni
disponibili relative alle Bat per ogni settore. Il processo di stesura in ambito Twg richiede
circa 2-3 anni di lavoro, e, una volta terminato, il Bref viene sottoposto all’approvazione
dell’Information Exchange Forum (Ief), organismo di decisione formato da rappresentanti
degli Stati membri e dalla Commissione Ue. Il Twg si riunisce 2 volte, all’inizio e verso la
fine dei lavori, ma esiste un continuo scambio di informazioni ed opinioni all’interno dei
Twg, attraverso uno spazio riservato sul sito dell’EippcB (http://eippcb.jrc.es). I Bref ven-
gono rivisti ogni 5 anni e non sono giuridicamente vincolanti. In Italia, l’articolo 4, Dlgs
59/2005 stabilisce che con successivo Dm dovrà essere istituita, per fornire il necessario
supporto tecnico alla definizione delle linee guida, una commissione composta da esperti
della materia. Fino alla costituzione della Commissione continua ad operare quella istitui-
32 ta, ai sensi dell’articolo 3 del Dlgs 372/1999 (integramento abrogato dal Dlgs 59/2005).
Rubriche Come si fa...
Quali sono le Bat per i rifiuti Ad oggi non sono state ancora emanate, tuttavia sono state elaborate sulla base di una
serie di documenti europei e nazionali (si veda box successivo).
Allo stato attuale, pertanto, l’Autorità competente deve concedere l’Aia tenendo conto
dei criteri elencati nell’Allegato IV, Dlgs 59/2005 (articolo 7, comma 5).
Quali sono i documenti Nell’elaborazione delle Bat per i rifiuti (non ancora emanate, ma predisposte), la Com-
di riferimento per le Bat sui rifiuti missione competente ex articolo 3 del Dlgs 372/1999 ha fatto riferimento ai seguenti
documenti:
• livello europeo (Bref elaborati dall’EIppcB, European Ippc Bureau):
– “Common waste water and waste gas treatment and management system in the che-
mical sector” (febbraio 2003);
– “Reference Document on Best Available Techniques for Waste Incineration” (luglio
2005);
– “Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments
Industry” (agosto 2005);
• livello nazionale:
– linee guida Citec per la progettazione, realizzazione e gestione degli impianti a tecnolo-
gia complessa per lo smaltimento dei rifiuti urbani;
– pubblicazioni Apat;
– pubblicazioni scientifiche di settore;
– manuali universitari.
Quali sono le Bat emanate Fino ad oggi è stato emanato il Dm 31 gennaio 2005. Esso non è relativo ai rifiuti e con-
fino ad oggi sta di 6 Allegati che riguardano rispettivamente:
Allegato I – Linee guida generali;
Allegato II – Sistemi di monitoraggio;
Allegato III – Linee guida per cokerie, produzione di ghisa ed acciaio, trasformazione di
metalli ferrosi, fonderie di metalli ferrosi;
A che cosa serve l’Aia L’Aia è lo strumento con il quale si implementa la finalità della prevenzione e del control-
lo integrato dell’inquinamento di cui alla direttiva 96/61/Ce, la cui finalità risiede nel pre-
venire e ridurre, con approccio integrato, l’inquinamento industriale, attuando la prote-
zione dell’ambiente nel suo complesso.
Per questo motivo si parla di autorizzazione “integrata” e non di autorizzazione “unica”.
Infatti, l’Aia non deve solo garantire che ogni aspetto di interazione dell’impianto con
l’ambiente sia stato considerato e risulti accettabile, ma anche che tutti gli aspetti di in-
terazione con l’ambiente siano stati valutati congiuntamente e confrontati tra loro, e che
in base a tale analisi siano state individuate le modalità per ottimizzare l’esercizio
dell’impianto dal punto di vista delle prestazioni ambientali, nel rispetto dei vincoli tecnici
e tenuto conto della fattibilità economica di settore.
Che cosa significa L’Aia si colloca nel più ampio quadro della razionalizzazione amministrativa e supera
esattamente Autorizzazione l’approccio normativo settoriale.
integrata ambientale Infatti, essa si concreta attraverso un unico procedimento amministrativo ed un unico at-
to amministrativo che comprendono i procedimenti e gli atti relativi ai vari comparti am-
bientali riconducibili ad un singolo impianto.
Quali sono gli impianti Anche questi impianti (siano essi esistenti o nuovi e le loro modifiche sostanziali) sono ri-
di gestione rifiuti soggetti ad Aia compresi nell’Allegato I, punto 5, Dlgs 59/2005, nello specifico si tratta di:
• impianti per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi definiti negli Allegati IIA e IIB
(operazioni R1, R5, R6, R8 e R9) direttiva 75/442/Cee, con capacità di oltre 10 tonnella-
te/giorno;
• impianti di incenerimento dei rifiuti urbani con capacità superiore a 3 tonnellate/ora;
• impianti per l’eliminazione dei rifiuti non pericolosi, quali definiti nell’Allegato IIA, diret-
segue 33
Rubriche Come si fa...
segue Quali sono gli impianti tiva 75/442/Cee ai punti D8 e D9 con capacità superiore a 50 tonnellate/giorno;
di gestione rifiuti soggetti ad Aia • discariche che ricevono più di 10 tonnellate/giorno o con una capacità totale di oltre
25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.
Come si rapportano le procedure Sono esclusi dal campo di applicazione dell’Aia le attività di gestione di rifiuti che frui-
agevolate per il recupero dei rifiuti scono delle procedure semplificate di cui agli articoli 31 e 33, Dlgs 22/1997.
con la disciplina Aia Per gli impianti che non ricadono nell’ambito dell’Allegato I, punto 5, Dlgs 59/2005:
• che svolgono attività di recupero di rifiuti in procedura agevolata (articoli 31 e 33, Dlgs
22/1997) l’Aia sostituisce tale procedura agevolata;
• è fatta salva la possibilità di utilizzare le procedure previste dagli articoli 31 e 33, Dlgs
22/1997 dopo l’ottenimento dell’Aia, cioè senza dover richiedere una nuova Aia. Il che
può accadere quando il gestore di un impianto produttivo (che quindi non è nato per ge-
stire rifiuti) decida di modificare o integrare l’utilizzo di un certo rifiuto soggetto a proce-
dure semplificate.
Che cos’è la “capacità” Non esistono riferimenti legislativi, né chiarimenti ufficiali; si ritiene che per “capacità” si
dell’impianto, in ordine ai rifiuti intenda il volume o le tonnellate/anno o giorno od ora relative ai rifiuti che potranno es-
sere gestiti nell’impianto e individuati nel provvedimento di autorizzazione.
La circolare MinAmbiente 13 luglio 2004 si occupa del concetto di “capacità” ma solo
con riferimento alla capacità d’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, mediante un
espresso rinvio ai decreti di riferimento per la specifica attività; però, non chiarisce il
concetto per l’intero comparto per la gestione dei rifiuti. Per i relativi impianti, infatti, non
si può parlare di una “capacità produttiva”, piuttosto di una “capacità di trattamento”.
Qual è l’impianto “esistente” Un impianto che, alla data del 10 novembre 1999, aveva ottenuto tutte le autorizzazioni
ambientali necessarie all’esercizio, o il provvedimento positivo di compatibilità ambienta-
le, o per il quale a tale data erano state presentate richieste complete per tutte le auto-
rizzazioni ambientali necessarie per il suo esercizio, a condizione che esso sia entrato in
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
Qual è l’impianto “nuovo” Un impianto che non ricade nella definizione di “impianto esistente” (articolo 2, comma
1, lettera d) Dlgs 59/2005) – si veda box precedente.
Che cos’è la “modifica sostanziale” Una modifica dell’impianto che, secondo un parere motivato dell’Autorità competente,
potrebbe avere effetti negativi e significativi per gli esseri umani o per l’ambiente. In par-
ticolare, per ciascuna attività per la quale l’Allegato I indica valori di soglia, è sostanziale
una modifica che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto
della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa (articolo 2, comma 1, lettera n).
Che cos’è la “modifica” Una modifica delle sue caratteristiche o del suo funzionamento ovvero un potenziamento
dell’impianto che possa produrre conseguenze sull’ambiente (articolo 2, comma 1, lettera m ).
Quali sono le principali fasi Ai sensi dell’articolo 5, Dlgs 59/2005 le principali fasi procedurali per l’Aia regionale
procedurali previste (che è quella relativa alla gestione dei rifiuti) sono le seguenti:
34 per l’ottenimento dell’Aia segue
Rubriche Come si fa...
segue Quali sono le principali fasi • l’Autorità competente (Regione o Autorità da essa individuata) stabilisce il calendario
procedurali previste delle scadenze per la presentazione delle domande di Aia;
per l’ottenimento dell’Aia • nel rispetto della tempistica prevista dal suddetto calendario, l’interessato deve trasmettere
la propria domanda di autorizzazione che deve contenere quanto riportato nel box successivo;
• l’Autorità competente individua gli uffici per la consultazione del pubblico e comunica
al gestore dell’impianto la data di avvio del procedimento;
• entro i 15 giorni successivi il gestore ottempera con le modalità previste dal comma 7
dell’articolo 5 alle misure di pubblicità previste (pubblicazione su un quotidiano a diffu-
sione regionale o provinciale di un annuncio “contenente l’indicazione della localizzazio-
ne dell’impianto e del nominativo del gestore” nonché gli uffici presso i quali sono depo-
sitati i documenti e gli atti inerenti il procedimento);
• entro i 30 giorni successivi i soggetti interessati possono presentare osservazioni in
forma scritta (comma 7);
• per il rilascio dell’Aia, l’Autorità competente convoca apposita Conferenza dei servizi alla
quale invita le amministrazioni competenti in materia di autorizzazioni ambientali (comma 10);
• entro 150 giorni dalla presentazione della domanda l’Autorità competente rilascia l’auto-
rizzazione che garantisce la conformità dell’impianto alle prescrizioni contenute nel decreto
e sostituisce ogni altra autorizzazione, visto, parere, nulla osta in materia ambientale e, in
ogni caso, sostituisce le autorizzazioni di cui all’Allegato II del decreto. In caso di impianti
soggetti a Via, il termine è sospeso fino alla conclusione di tale procedura (comma 12);
• le prescrizioni contenute nell’autorizzazione devono essere, comunque, attuate entro il
30 ottobre 2007 (comma 18).
Che cosa non può prescrivere l’Aia L’Aia non può prescrivere l’applicazione di una specifica tecnologia o di una tecnica spe-
cifica (articolo 7, comma 3). Questo significa che l’Autorità competente potrà richiedere
prestazioni ambientali ma non l’adozione di specifiche tecniche. L’individuazione delle
migliori tecniche disponibili, dunque, può essere effettuata solo dal gestore.
Che cosa sostituisce l’Aia L’Aia sostituisce le autorizzazioni ambientali riportate nell’Allegato II al Dlgs 59/2005, e
precisamente:
1. autorizzazione alle emissioni in atmosfera, fermi restando i profili concernenti aspetti
sanitari (Dpr 203/1988);
2. autorizzazione allo scarico (Dlgs 152/1999);
3. autorizzazione alla realizzazione e modifica di impianti di smaltimento o recupero dei
rifiuti (Dlgs 22/1997, articolo 27);
4. autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento o recupero dei rifiuti (Dlgs
22/1997, articolo 28);
5. autorizzazione allo smaltimento degli apparecchi contenenti Pcb-Pct (Dlgs 209/1999,
articolo 7);
6. autorizzazione alla raccolta ed eliminazione degli oli usati (Dlgs 95/1992, articolo 5);
7. autorizzazione all’utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltu-
ra (Dlgs 99/1992, articolo 9) (*);
8. Comunicazione ex articolo 33, Dlgs 22/1997 per gli impianti non ricadenti nella cate-
goria 5 dell’Allegato I, ferma restando la possibilità di utilizzare successivamente le proce-
dure previste dagli articoli 31 e 33, Dlgs 22/1997 e dalle rispettive norme di attuazione.
(*) Si noti che l’attività non è di per sé soggetta al presente decreto, ma può essere oggetto di Autoriz-
zazione integrata ambientale nei casi sia tecnicamente connessa ad una attività di cui all’Allegato I.
In che cosa consiste L’Aia può sostituire altre autorizzazioni ambientali non riportate espressamente nel citato
la sostituzione delle autorizzazioni Allegato II, Dlgs 59/2005; infatti, ex articolo 5, comma 14, tale elenco non è esaustivo.
Viceversa l’Aia può non sostituire alcune autorizzazioni di cui al citato Allegato II. Ciò ac-
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Da quando decorrono i termini • Impianti esistenti: dalla data prescritta per l’adeguamento alle condizioni dell’Aia (non
per la durata delle autorizzazioni oltre il 30 ottobre 2007);
• impianti nuovi e modifiche sostanziali: dalla data della concessione dell’Aia.
Il riesame della P.a. L’articolo 9, comma 4, riconosce all’Autorità competente il potere di riesame dell’Aia. I
costi delle attività istruttorie sono posti a carico del gestore (dunque, si auspica un uso
consapevole di tale strumento).
La variazione del gestore L’articolo 10, comma 4, stabilisce che “nel caso in cui intervengano variazioni nella tito-
larità della gestione dell’impianto, il vecchio ed il nuovo gestore ne danno comunicazione
entro trenta giorni all’Autorità competente, anche nelle forme dell’autocertificazione”.
(NdA: l’istituto dell’autocertificazione è stato disciplinato da ultimo con Dpr 445/2000.)
La sospensione dell’Aia In questo ambito occorre ricordare l’articolo 21-quater, comma 2, legge 15/2005, che
disciplinando il procedimento di sospensione distingue:
• sospensione dell’efficacia (cioè degli effetti giuridici del procedimento);
• sospensione dell’esecuzione (cioè dell’attività esecutiva materiale).
La sospensione può essere disposta per gravi ragioni, e per il tempo strettamente ne-
cessario; occorre indicare un termine nel provvedimento di sospensione, il quale può es-
sere prorogato o differito per una sola volta oppure può essere ridotto per sopravvenute
esigenze.
La competenza per il provvedimento di sospensione è in capo alla medesima autorità
che ha emanato il provvedimento oggetto della sospensione (salvo che la legge non di-
sponga diversamente).
Il provvedimento di sospensione è discrezionale; pertanto, deve essere espressamente
motivato. Ovviamente può essere impugnato dinanzi al Tar e da questo Tribunale sospeso.
La sospensione sine die di un provvedimento amministrativo non è consentita.
La revoca dell’Aia Anche in questo caso, occorre fare riferimento alla legge 15/2005 e segnatamente al-
l’articolo 21-quinquies che contiene la disciplina generale dell’istituto della revoca dei
36 segue
Rubriche Come si fa...
segue La revoca dell’Aia provvedimenti amministrativi. Il potere di revoca è previsto in via generale, come quello
di sospensione, cioè esso non necessita di espressa previsione legislativa.
I provvedimenti (durevoli) possono essere revocati, da parte della stessa Autorità ema-
nante (salva espressa attribuzione legislativa del potere ad altra Autorità).
I presupposti della revoca possono essere molti, poiché la legge 15/2005 accoglie la
configurazione della revoca nel suo contenuto più ampio; quindi, consente che tale revo-
ca possa essere adottata sia per sopravvenuti cambiamenti nella situazione di fatto (o
nell’assetto di interessi), sia nel caso in cui si prospetti all’amministrazione una “nuova
valutazione dell’interesse pubblico originario”.
Ovviamente, in questo secondo caso, il potere di revoca comporta una discrezionalità
molto estesa che va attentamente controllata, caso per caso, nel suo corretto esercizio.
Il problema della revoca viene in considerazione in sede di rinnovo o riesame dell’Aia.
La revoca è efficace ex nunc e non ex tunc, poiché consiste nella non idoneità del prov-
vedimento revocato a produrre effetti ulteriori.
La legge 15/2005 prevede l’obbligo generale di indennizzo del pregiudizio arrecato
all’interessato in esito alla revoca. Si ritiene che l’indennizzo prescinda dalle ragioni di
interesse pubblico che hanno condotto la P.a. a procedere alla revoca, tranne nel caso in
cui si tratti di ragioni imputabili al comportamento del soggetto che abbia omesso di ri-
spettare le prescrizioni autorizzatorie.
Il pregiudizio in danno deve essersi verificato nel concreto e va dimostrato caso per caso.
Quali sono gli obblighi fondamentali Il rispetto dei principi generali e cioè:
di un gestore – applicare le Bat per prevenire l’inquinamento;
– evitare inquinamenti significativi;
– ridurre l’impatto dei rifiuti;
– usare efficacemente l’energia;
– prevenire gli incidenti;
– prevedere il ripristino ambientale (articolo 3, comma 1, Dlgs 59/2005).
Come si coordina l’Aia • Seveso: ex articolo 5, comma 14, Dlgs 59/2005, nell’Aia non sono accorpati i relativi
con le altre discipline provvedimenti concessi dalle Autorità competenti. Tuttavia, l’articolo 7, comma 8, stabili-
sce che le prescrizioni “Seveso” devono essere riportate nell’Aia;
• gas serra: l’articolo 7, comma 1, stabilisce che l’Aia non contiene, per le attività disci-
plinate dalla direttiva 2003/87/Ce, i valori limite per le emissioni dirette di gas serra, a
meno che non risulti indispensabile per evitare un rilevante inquinamento locale;
• Via: l’articolo 5 stabilisce che in caso di impianti soggetti a Via, il termine per la con-
cessione dell’Aia è sospeso fino alla conclusione di tale procedura. Quindi, non può es-
sere concessa prima della conclusione del procedimento di Via;
• industrie insalubri: l’articolo 5, comma 11, prescrive che nell’ambito della Confe-
renza di servizi siano acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli articoli 216 e 217
Rd 1265/1934. Resta salva, comunque, per il sindaco la possibilità di chiedere all’Au-
torità competente di verificare la necessità di riesaminare l’autorizzazione rilasciata (a
causa di circostante intervenute successivamente alla concessione dell’Aia e, qualora lo
ritenga necessario, nell’interesse della salute pubblica);
• Emas ed Iso 14001: l’articolo 9, commi 2 e 3, prevedono il periodo di validità dell’Aia
pari a 8 anni per gli impianti registrati Emas e pari a 6 anni per gli impianti certificati Iso
14001. Se la registrazione o la certificazione vengono acquisite successivamente all’ot-
tenimento dell’Aia, il suo rinnovo è effettuato con le stesse cadenze temporali a partire
dal primo successivo rinnovo. L’articolo 5, comma 5, stabilisce inoltre che qualora le
informazioni e le descrizioni fornite secondo la norma Iso 14001, o i dati prodotti nel-
l’ambito della procedura Emas, soddisfano i requisiti richiesti dalla procedura Aia, gli
stessi possono essere utilizzati per la presentazione della domanda di Aia;
• discariche: si considerano soddisfatti i requisiti tecnici dell’Aia se sono soddisfatti
quelli di cui al Dlgs 36/2003.
37
Rubriche Come si fa...
Che cosa prevede il Dlgs di riforma L’articolo 34 del futuro Dlgs (inserito nella parte II del testo) prevede l’integrazione fra la
della legislazione ambientale procedura di Via e quella di Aia, su richiesta del proponente (quindi non opera automati-
(cd. “Codice ambientale” camente). L’Autorità competente a dare luogo a procedimento integrato è quella prevista
o “T.u. ambientale”) in ordine per l’Aia (per i rifiuti, dunque, l’autorità individuata dalla Regione). Le Regioni dovranno
alla integrazione fra Aia e Via dotarsi di apposita legislazione.
Le norme del futuro Dlgs relative alla integrazione tra Via ed Aia entreranno in vigore
120 giorni dopo la pubblicazione del futuro Dlgs in Gazzetta ufficiale. Quindi, il regime di
integrazione non sarà immediatamente operativo (articolo 52, futuro Dlgs).
Per i procedimenti di Aia avviati in pendenza della procedura di Via, il futuro Dlgs preve-
de che la procedura di Aia è sospesa. In questo caso, conclusa la Via, il relativo giudizio
è comunicato anche all’autorità competente alla concessione dell’Aia che riprende il re-
lativo procedimento (Regione per i rifiuti) per l’espressione del parere di competenza;
poiché le fasi precedenti sono assorbite nella già esperita procedura di Via, la Con-
ferenza di servizi per l’Aia, si deve tenere nei successivi 30 giorni (articolo 34, comma 2,
futuro Dlgs).
Profili sanzionatori
Quali sono i reati 1) Esercizio di una delle attività previste dall’Allegato I senza Aia o con Aia sospesa o re-
e le sanzioni previsti vocata (Articolo 16, comma 1).
Arresto fino a 1 anno o ammenda da 2.500 a 26.000 euro.
2) Violazione delle prescrizioni dell’Aia (Articolo 16, comma 2).
Ammenda da 5.000 a 26.000 euro.
3) Esercizio di una delle attività di cui all’Allegato I dopo l’ordine di chiusura dell’impianto (i
casi di chiusura sono indicati dall’articolo 11, comma 9, lettera c) (Articolo 16, comma 3).
Arresto da 6 mesi a 2 anni o ammenda da 5.000 a 52.000 euro.
Qual è il regime relativo È disciplinato dall’articolo 162-bis C.p. nei seguenti termini:
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all’oblazione • nelle contravvenzioni per le quali la legge stabilisce la pena alternativa dell’arresto o
dell’ammenda il contravventore può essere ammesso a pagare, prima dell’apertura del
dibattimento, ovvero prima del decreto di condanna, una somma corrispondente alla
metà del massimo dell’ammenda stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa,
oltre le spese del procedimento;
• nelle contravvenzioni, per le quali la legge stabilisce la sola pena dell’ammenda, il con-
travventore è ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento, ovvero prima del
decreto di condanna, una somma corrispondente alla terza parte del massimo della pena
stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.
Quali sono gli illeciti amministrativi 1) Omessa trasmissione da parte del gestore all’Autorità competente della comunicazio-
e le sanzioni previsti ne prevista dall’articolo 11, comma 1 (Articolo 11, comma 4).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 52.000 euro.
2) Omessa trasmissione da parte del gestore all’Autorità competente e ai Comuni inte-
ressati dei dati relativi alla misurazione delle emissioni di cui all’articolo 11, comma 2
(Articolo 11, comma 5).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 a 11.000 euro.
3) Omessa presentazione da parte del gestore all’Autorità competente ed entro il termi-
ne da questa stabilito, senza giustificato e documentato motivo, della documentazione
integrativa di cui all’articolo 5, comma 13 (Articolo 11, comma 6).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 26.000 euro.
Non si applica il pagamento in misura ridotta di cui all’articolo 16, legge 689/1981.
Il giudizio complessivo Il Dlgs 59/2005 presenta profili di illegittimità costituzionale poiché nella delega conces-
è di maggiore tenuità della sanzioni sa dal Parlamento al Governo per l’emanazione del Dlgs 59/2005 (legge 306/2003),
in confronto con quelle omologhe l’Esecutivo non era autorizzato dal Parlamento a prevedere sanzioni più lievi (eccesso di
previste dalle singole normative delega).
di settore. Quali sono le possibili
conseguenze
Quando si concreta il reato Questo reato si concreta immediatamente per le attività già soggette ad Aia ex Dlgs
di cui all’articolo 16, comma 1 372/1999 (impianti esistenti e purché sia scaduto il termine fissato dai precedenti ca-
(esercizio di una delle attività previste dall’Allegato lendari regionali o nazionali).
38 I senza Aia o con Aia sospesa o revocata) segue
Rubriche Come si fa...
segue Quando si concreta il reato Invece, per gli impianti nuovi, le modifiche sostanziali e quelli per i quali i calendari devo-
di cui all’articolo 16, comma 1 no essere ancora stabiliti, l’operatività della norma è condizionata al passaggio dalle
vecchie autorizzazioni all’Aia.
Perché è necessaria Essa è necessaria alla luce del disposto di cui all’articolo 16, comma 10, Dlgs 59/2005,
tale suddivisione secondo il quale “Per gli impianti rientranti nel campo di applicazione del presente de-
creto, dalla data di rilascio dell’Aia, non si applicano le sanzioni, previste da normative di
settore, relative a fattispecie oggetto del presente articolo”.
Perché, pur esistendo l’articolo 16, Con riguardo alla mancanza di Aia (o con Aia sospesa o revocata) ci si deve chiedere, a
comma 10, Dlgs 59/2005, questo punto (articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005), se:
le discipline sanzionatorie • sia applicabile soltanto la sanzione prevista dall’articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005;
previgenti “convivono” con quella • siano anche applicabili le sanzioni previste dalle norme di settore.
relativa all’Aia in ordine alla sua Apparentemente, si potrebbe rispondere che la nuova fattispecie incriminatrice abbia inte-
carenza (o sospensione o revoca) so (tacitamente) abrogare quelle omologhe previste dalle singole norme di settore; infatti:
– articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005 • l’Aia ha natura sostitutiva rispetto alle altre autorizzazioni di settore;
• l’intera disciplina è assai più ampia; pertanto assorbe e sostituisce quella precedente.
Perché il concorso di previsioni Le stesse considerazioni non possono farsi per gli altri illeciti, i quali si consumano in un
sanzionatorie non agisce in ordine momento successivo alla concessione dell’Aia e per i quali la regola sostitutiva introdotta
agli altri illeciti previsti per l’Aia dall’articolo 16, comma 10 (fermi restando i dubbi relativi all’eccesso di delega), non
conduce a ravvisare il concorso delle discipline sanzionatorie.
39
Rubriche Come si fa...
Allegato I, Dlgs 59/2005 al giorno oppure di calce viva in forni rota- e) metalloidi, ossidi metallici o altri compo-
(articolo 1, comma 1) tivi la cui capacità di produzione supera 50 sti inorganici, quali carburo di calcio, sili-
tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni a- cio, carburo di silicio.
Categorie di attività industriali di cui venti una capacità di produzione di oltre 4.3. Impianti chimici per la fabbricazione
all’articolo 1 50 tonnellate al giorno. di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o po-
1. Gli impianti o le parti di impianti utiliz- 3.2. Impianti destinati alla produzione di a- tassio (fertilizzanti semplici o composti).
zati per la ricerca, lo sviluppo e la speri- mianto e alla fabbricazione di prodotti del- 4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di
mentazione di nuovi prodotti e processi l’amianto. prodotti di base fitosanitari e di biocidi.
non rientrano nel presente decreto. 3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro 4.5 Impianti che utilizzano un procedimen-
2. I valori limite riportati di seguito si riferi- compresi quelli destinati alla produzione di to chimico o biologico per la fabbricazione
scono in genere alle capacità di produzio- fibre di vetro, con capacità di fusione di ol- di prodotti farmaceutici di base.
ne o alla resa. Qualora uno stesso gestore tre 20 tonnellate al giorno. 4.6. Impianti chimici per la fabbricazione
ponga in essere varie attività elencate alla 3.4. Impianti per la fusione di sostanze mi- di esplosivi.
medesima voce in uno stesso impianto o nerali compresi quelli destinati alla produ- 5. Gestione dei rifiuti.
in una stessa località, si sommano le ca- zione di fibre minerali, con una capacità di Salvi l’articolo 11 della direttiva n. 75/
pacità di tali attività. fusione di oltre 20 tonnellate al giorno. 442/Cee e l’articolo 3 della direttiva n.
1. Attività energetiche. 3.5. Impianti per la fabbricazione di pro- 91/689/Cee del Consiglio, del 12 dicem-
1.1 Impianti di combustione con potenza dotti ceramici mediante cottura, in partico- bre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi.
termica di combustione di oltre 50 MW. lare tegole, mattoni, mattoni refrattari, pia- 5.1. Impianti per l’eliminazione o il ricupe-
1.2. Raffinerie di petrolio e di gas. strelle, gres, porcellane, con una capacità ro di rifiuti pericolosi, della lista di cui al-
1.3. Cokerie. di produzione di oltre 75 tonnellate al gior- l’articolo 1, paragrafo 4, della direttiva
1.4. Impianti di gassificazione e liquefazio- no e/o con una capacità di forno superiore 91/689/Cee quali definiti negli Allegati IIA
ne del carbone. a 4 m3 e con una densità di colata per for- e IIB (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9)
2. Produzione e trasformazione dei no superiore a 300 kg/m3. della direttiva 75/442/Cee e nella direttiva
metalli. 4. Industria chimica. 75/439/Cee del Consiglio, del 16 giugno
2.1 Impianti di arrostimento o sinterizza- Nell’ambito delle categorie di attività della 1975, concernente l’eliminazione degli oli
zione di minerali metallici compresi i mine- sezione 4 si intende per produzione la usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al
rali solforati. produzione su scala industriale mediante giorno.
2.2. Impianti di produzione di ghisa o ac- trasformazione chimica delle sostanze o 5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti ur-
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ciaio (fusione primaria o secondaria), com- dei gruppi di sostanze di cui ai punti da bani quali definiti nella direttiva 89/369/
presa la relativa colata continua di capa- 4.1 a 4.6. Cee del Consiglio, dell’8 giugno 1989,
cità superiore a 2,5 tonnellate all’ora. 4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di concernente la prevenzione dell’inquina-
2.3. Impianti destinati alla trasformazione prodotti chimici organici di base come: mento atmosferico provocato dai nuovi im-
di metalli ferrosi mediante: a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, pianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e
a) laminazione a caldo con una capacità saturi o insaturi, alifatici o aromatici); nella direttiva 89/429/Cee del Consiglio,
superiore a 20 tonnellate di acciaio grezzo b) idrocarburi ossigenati, segnatamente del 21 giugno 1989, concernente la ridu-
all’ora; alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, zione dell’inquinamento atmosferico pro-
b) forgiatura con magli la cui energia di esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, e- vocato dagli impianti di incenerimento dei
impatto supera 50 kJ per maglio e allorché possidi; rifiuti urbani, con una capacità superiore a
la potenza calorifica è superiore a 20 MW; c) idrocarburi solforati; 3 tonnellate all’ora.
c) applicazione di strati protettivi di metallo d) idrocarburi azotati, segnatamente am- 5.3. Impianti per l’eliminazione dei rifiuti
fuso con una capacità di trattamento su- mine, amidi, composti nitrosi, nitrati o ni- non pericolosi quali definiti nell’Allegato IIA
periore a 2 tonnellate di acciaio grezzo al- trici, nitrili, cianati, isocianati; della direttiva 75/442/Cee ai punti D 8, D
l’ora. e) idrocarburi fosforosi; 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al
2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una ca- f) idrocarburi alogenati; giorno.
pacità di produzione superiore a 20 ton- g) composti organometallici; 5.4. Discariche che ricevono più di 10 ton-
nellate al giorno. h) materie plastiche di base (polimeri, fibre nellate al giorno o con una capacità totale
2.5. Impianti: sintetiche, fibre a base di cellulosa); di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione
a) destinati a ricavare metalli grezzi non i) gomme sintetiche; delle discariche per i rifiuti inerti.
ferrosi da minerali, nonché concentrati o j) sostanze coloranti e pigmenti; 6. Altre attività.
materie prime secondarie attraverso proce- k) tensioattivi e agenti di superficie. 6.1. Impianti industriali destinati alla fab-
dimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; 4.2. Impianti chimici per la fabbricazione bricazione:
b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, di prodotti chimici inorganici di base, quali: a) di pasta per carta a partire dal legno o
compresi i prodotti di recupero (affinazio- a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di da altre materie fibrose;
ne, formatura in fonderia), con una capa- idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, os- b) di carta e cartoni con capacità di produ-
cità di fusione superiore a 4 tonnellate al sidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di zione superiore a 20 tonnellate al giorno;
giorno per il piombo e il cadmio o a 20 azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro 6.2. Impianti per il pretrattamento (opera-
tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli. di carbonile; zioni di lavaggio, imbianchimento, merce-
2.6. Impianti per il trattamento di superfi- b) acidi, quali acido cromico, acido fluori- rizzazione) o la tintura di fibre o di tessili la
cie di metalli e materie plastiche mediante drico, acido fosforico, acido nitrico, acido cui capacità di trattamento supera le 10
processi elettrolitici o chimici qualora le cloridrico, acido solforico, oleum e acidi tonnellate al giorno.
vasche destinate al trattamento utilizzate solforati; 6.3. Impianti per la concia delle pelli qua-
abbiano un volume superiore a 30 m3. c) basi, quali idrossido d’ammonio, idrossi- lora la capacità di trattamento superi le 12
3. Industria dei prodotti minerali. do di potassio, idrossido di sodio; tonnellate al giorno di prodotto finito.
3.1. Impianti destinati alla produzione di d) sali, quali cloruro d’ammonio, clorato di 6.4:
clinker (cemento) in forni rotativi la cui ca- potassio, carbonato di potassio, carbonato a) Macelli aventi una capacità di produzio-
40 pacità di produzione supera 500 tonnellate di sodio, perborato, nitrato d’argento; ne di carcasse di oltre 50 tonnellate al
Rubriche Come si fa...
giorno; 200 tonnellate al giorno (valore medio su 6.7. Impianti per il trattamento di superfi-
b) Trattamento e trasformazione destinati base annua). cie di materie, oggetti o prodotti utilizzando
alla fabbricazione di prodotti alimentari a 6.5. Impianti per l’eliminazione o il recupe- solventi organici, in particolare per appret-
partire da: materie prime animali (diverse ro di carcasse e di residui di animali con tare, stampare, spalmare, sgrassare, im-
dal latte) con una capacità di produzione di una capacità di trattamento di oltre 10 permeabilizzare, incollare, verniciare, puli-
prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno tonnellate al giorno. re o impregnare, con una capacità di con-
ovvero materie prime vegetali con una ca- 6.6. Impianti per l’allevamento intensivo di sumo di solvente superiore a 150 kg al-
pacità di produzione di prodotti finiti di ol- pollame o di suini con più di: l’ora o a 200 tonnellate all’anno.
tre 300 tonnellate al giorno (valore medio a) 40.000 posti pollame; 6.8. Impianti per la fabbricazione di carbo-
su base trimestrale); b) 2.000 posti suini da produzione (di oltre nio (carbone duro) o grafite per uso elettri-
c) Trattamento e trasformazione del latte, 30 kg), o co mediante combustione o grafitizzazione.
con un quantitativo di latte ricevuto di oltre c) 750 posti scrofe.
Letture consigliate Di seguito si evidenziano le “letture consigliate”, cioè gli interventi (ad oggi non sono giunti
quesiti, né sono state emesse sentenze di legittimità) che, in ordine all’argomento, sono già
stati pubblicati da questa Rivista: tra parentesi è indicato il riferimento di pubblicazione.
Interventi
M. Bordet “Le novità del Dlgs 59/2005 e l’Aia per le centrale termoelettriche”; n. 120 (7/05).
D. Carissimi “Aia e variazioni della titolarità dell’impianto: l’annullamento dei poteri inibitori della P.a. può facili-
tare gli illeciti ambientali”; n. 120 (7/05).
P. Fimiani “La disciplina sanzionatoria declinata dal Dlgs 59/2005 e la compatibilità con le disciplime di set-
tore”; n. 120 (7/05).
M.L. D’Anna “Ippc: campo di applicazione, procedure e prime esperienze regionali”; n. 120 (7/05).
R. Laraia “L’Aia e le linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili”; n.
120 (7/05).
C. Leboffe “L’Aia e i rifiuti, con particolare riguardo alle competenze regionali”; n. 120 (7/05).
M. Medugno “Le specificità dell’industria cartaria”; n. 120 (7/05).
A.D. Milillo L’Autorizzazione integrata ambientale: contenuti, rinnovo, riesame, modifiche e aggiornamenti”; n.
120 (7/05).
Il volume affronta i temi della verifi- cifico di favorire corrette applica- rantire un corretto equilibrio tra
ca e del controllo sotto il profilo dei zioni dei principi del diritto ambien- controllato e controllore nonché
diritti e dei doveri sia degli operato- tale in sede procedurale, al fine di per fornire un contributo di chiarez-
ri tecnici e di polizia sia dei soggetti non confondere le prassi consoli- za in uno degli ambiti più discussi
e delle aziende destinatarie dei date con le regole formali. del sistema a presidio della tutela
controlli. Il tutto con lo scopo spe- Un volume indispensabile per ga- ambientale.
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tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02 45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
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tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
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a cura di Paola Ficco
Rubriche Quesiti
quesito è un prodotto e non un rifiuto. Nel caso di specie, sembra che tale autoriz-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- Ciò posto, gli scarti che residuano dall’attività zazione (ordinaria o agevolata) non esista.
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, di lubrificazione dei macchinari, riassumono, Quindi, le Mps non possono essere conside-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. a loro volta, la connotazione di rifiuti che, rate tali, ma devono essere considerate solo
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- però non possono essere gestiti in procedura ed esclusivamente rifiuti. Pertanto, tali rifiuti
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati agevolata ex Dm 5 febbraio 1998 cit. poiché (e non Mps) devono essere rimossi previo ca-
per motivi personali.
l’attività di provenienza (lubrificazione dei rico e relativo scarico sul registro per i rifiuti
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. macchinari industriali) non è contemplata nel (articolo 12, Dlgs 22/1997, laddove l’impre-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale citato punto 11.11 medesimo Dm. sa rientri tra quelle soggette a tale obbligo) e
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto Essi possono essere stoccati secondo le co- accompagnati dal formulario per il trasporto
con le tematiche specifiche. muni regole per il deposito temporaneo di cui di cui all’articolo 15, Dlgs 22/1997 cit.
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- all’articolo 6, Dlgs 22/1997 (il deposito, pur- Nelle annotazioni di entrambe le scritture,
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che ché conforme a quanto ivi previsto è condot- dovrà essere esplicitamente indicata la situa-
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- to senza autorizzazione). Sarà, inoltre, neces- zione di non conformità del gestore. Sarà i-
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto sario tenere i registri di carico e scarico e noltre necessario inviare il Mud (laddove l’im-
intestatario dell’abbonamento. predisporre entro il 30 aprile di ogni anno il presa rientri tra quelle obbligate a mente
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
I quesiti (la cui formulazione non deve superare le Mud (articoli 11 e 12, Dlgs 22/1997, laddove dell’articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997).
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz- l’attività dell’impresa rientri tra quelle ivi con- Tuttavia, poiché si ritiene che l’impresa pro-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ogni mese, su queste pagine. siderate), predisporre e firmare il formulario duttrice di tali rifiuti agisca come loro gestore
per il trasporto (articolo 15, Dlgs 22/1997), (recuperatore) abusivo – diversamente il se-
Inoltre, sarà necessario rispettare le regole questro non avrebbe avuto luogo – per legit-
Risponde Paola Ficco sul divieto di miscelazione e sull’etichettatura timare ogni attività da parte del trasportatore
richiamate nel citato articolo 6, Dlgs 22/ che preleva i rifiuti (al fine di non coinvolgerlo
29. Sono rifiuti a tutti gli effetti gli 1997. nell’illecito, poiché prende rifiuti da un ciclo
scarti di olii vegetali esausti reim- Le transazioni commerciali sui rifiuti sono ri- non autorizzato) è consigliabile che i docu-
piegati sui macchinari industriali messe alla volontà delle parti non essendo menti in questa sede evidenziati siano citati
Un centro raccolta autorizzato mi porta oli imposto dalla legislazione di settore alcun nell’ordinanza e che della transazione sia
vegetali esausti che uso su macchinari obbligo al riguardo, poiché essa riguarda solo informata, almeno, la Provincia.
industriali ma dopo averli filtrati lasciano la corretta gestione dei rifiuti. Per ulteriori
scarti. Come li rendo a norma e dove li informazioni è possibile contattare il Conoe 31. Recupero plastica, quando la
porto? Quanto devo pagare e quale è la (Consorzio obbligatorio per gli oli e i grassi separazione avviene “a domicilio”
legge di riferimento? Devo pagare anche vegetali esausti) allo 02 7750342. La nostra attività consiste nel recupero di
per ricevere gli oli sporchi/fritti oltreché rifiuti plastici del settore biomedicale per
eventualmente sui loro scarti di post fil- 30. La documentazione per i rifiuti la quale siamo in possesso di autorizza-
trazione? necessaria per il ripristino dello zione provinciale sia ai sensi dell’articolo
stato dei luoghi 28 sia dell’articolo 33, Dlgs 22/1997. Si
Si ritiene che (leggendo il quesito) l’olio vege- Ad una ditta che effettua l’attività di recu- tratta di componenti in plastica per flebo
tale esausto preso per essere usato sui mac- pero di rifiuti da demolizione e costruzio- quali tubi, collettori, pipette ecc. non uti-
chinari industriali possa far individuare tale o- ne senza iscrizione al registro imprese lizzati (quindi nuovi), che noi dividiamo
lio come un “lubrificante nelle forme usual- viene sequestrato l’impianto e le Mps per tipologie omogenee di plastica e
mente commercializzate”, cioè un “prodotto” prodotte. In presenza di ordinanza di ri- quindi maciniamo per poi inviare il maci-
ottenuto dall’attività di recupero dei “rifiuti” pristino dello stato dei luoghi quale docu- nato a diverse aziende di recupero.
olii vegetali provenienti da attività di fabbrica- mentazione deve utilizzare la ditta per ri- La prima operazione di divisione in tipolo-
zione di oli vegetali, attività di ristorazione, muovere le Mps? gie omogenee la facciamo fare ad alcune
rosticcerie, pasticcerie, industrie alimentari. “lavoranti a domicilio”, ovvero signore da
Si deve trattare di un rifiuto oleoso contenen- Le Mps, allo stato attuale della legislazione, noi regolarmente stipendiate che eseguo-
te particolato di sostanze di natura vegetale sono solo quelle derivanti da un processo di no presso la loro abitazione la separazio-
(cfr. punto 11.11, allegato 1, suballegato 1, recupero di rifiuti, debitamente autorizzato in ne dei diversi componenti. Quindi noi tra-
Dm 5 febbraio 1998, relativo al recupero a- procedura ordinaria (articoli 27 e 28, Dlgs sportiamo il materiale dal nostro stabili-
gevolato dei rifiuti non pericolosi). Solo laddo- 22/1997) o agevolata (articoli 31 e 33, Dlgs mento alla loro abitazione all’interno di
42 22/1997). un contenitore e ritiriamo diversi conteni-
ve sussistano tali condizioni, l’olio di cui è
tori con i materiali divisi per tipologia di guito in area diversa dal luogo di produzione gestione degli stessi e deve essere conside-
Rubriche Quesiti
plastica. Trattandosi comunque di “rifiu- dei rifiuti. Contrariamente alla prassi comune rata a tutti gli effetti di legge trasporto in sen-
ti” ci siamo posti le seguenti domande: e a quanto si ritiene in genere, il deposito so stretto e soggetta ai regimi di rito, tra cui il
1) L’attività svolta dalle “lavoranti” è atti- temporaneo non può essere effettuato dopo il formulario. Dunque è logico ritenere che
vità di trattamento/recupero rifiuti? trasporto. quando un rifiuto viaggia, e dunque viene
2) Se sì, come deve essere inquadrata? (è Si tratta di un’attività che deve interpretarsi in formalmente trasportato da una sede perife-
impossibile “autorizzare” una dipendente modo restrittivo e dunque non può essere e- rica aziendale alla sede centrale, si realizza in
presso la sua abitazione?) steso più di tanto rispetto agli stretti confini partenza un deposito temporaneo nella sede
3) L’attività di trasporto deve essere ac- generici che lo caratterizzano nelle sue fina- locale, un trasporto successivo con formula-
compagnata da formulario oppure pos- lità di fondo. Pertanto, le prime restrizioni che rio e, nella sede centrale, uno stoccaggio in-
siamo fare una bolla di consegna “conto vanno ribadite e sottolineate risiedono nel termedio.
lavorazione”? fatto che solo ed esclusivamente il produttore Tutto questo significa che i depositi tempora-
del rifiuto può effettuare tale deposito in ordi- nei extraziendali dopo un trasporto non sono
La situazione è abbastanza particolare. L’atti- ne ai rifiuti da se stesso prodotti; inoltre, il consentiti. Va altresì ribadito che non essen-
vità di cernita effettuata “extra sito” (cioè a luogo di ubicazione topografica deve essere do attività soggetta ad alcun regime autoriz-
domicilio presso delle “lavoranti”) è sicura- lo stretto perimetro aziendale non inteso in zatorio, è contestualmente inipotizzabile che
mente un’attività di recupero ed essa, se è senso lato, ma limitato formalmente e so- una qualsiasi P.a. deroghi ai principi generali
vero che l’impianto è autorizzato (la natura stanzialmente al luogo di produzione in sen- nazionali ed internazionali e decreti un’ano-
dell’attività non cambia in ragione del luogo so, appunto, restrittivo (dunque, un trasporto mala ed irrituale attività autorizzatoria sul de-
ove essa è posta in essere; le attività sono che valichi tali stretti confini, magari usando posito temporaneo che cesserebbe così di
censite dagli allegati B e C al Dlgs 22/1997 l’artificio della sede legale distaccata e/o al- essere quella eccezione assolutamente parti-
“così come avvengono nella pratica”), deve tro similare, sarebbe antitetico con il principio colare che già sopra abbiamo visto ed esami-
necessariamente essere censita nell’autoriz- in parola). nato come assolutamente derogatoria rispet-
zazione e/o nella comunicazione alla Provin- Si deve trattare di un’attività strettamente to al sistema dello stoccaggio e della discari-
cia. Quindi, in quegli atti deve, altrettanto ne- chiusa, anche a livello strutturale/topografico, ca (*).
cessariamente, essere disciplinata. all’interno del ciclo aziendale. Si evidenzi, i-
A rigore, ed in astratto, il domicilio delle “la- noltre, che non può considerarsi “interno” il (*) Cfr. P. Ficco, M. Santoloci, “Diritto all’ambien-
te – Controllori e controllati. I principali quesiti su
voranti” è un impianto dove si effettua recu- viaggio su strada soggetto alle regole del Co-
Trga Trentino Alto Pres. Behmann Rifiuti – Smaltimento – Pro- Nella Provincia di Bolzano, la rimozione dei rifiuti abbandonati rientra nella
Adige, Bolzano, Rel. Widmair vincia di Bolzano – Rifiuti ab- competenza del Comune ed è da porsi a carico dei soggetti privati che
12 maggio 2000, Ric. Ministero lavori bandonati – Rimozione – Com- abbiano trasgredito al divieto di scarico e di deposito, ai quali la stessa
n. 132 pubblici petenza amministrativa – È del amministrazione comunale deve intimare la rimozione, dalla quale rimane
Res. Comune di Comune – Soggetti privati ob- immune il proprietario del terreno sul quale è avvenuto lo scarico o il de-
Bolzano bligati alla rimozione – Indivi- posito a condizione che risulti oggettivamente e soggettivamente incolpe-
duazione vole (articoli 3 e 9, legge Provincia di Bolzano 6 settembre 1973, n. 61).
Tar Lombardia, Pres. Ingrassia 1. Ricorso giurisdizionale – R- I cittadini residenti in zone contigue a quella della localizzazione di una
Brescia, 19 settem- Rel. Conti ifiuti – Rifiuti speciali, non tos- discarica per lo smaltimento di rifiuti speciali, non tossici e nocivi, sono
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)
bre 2000, n. 696 Ric. Provincia di sici e nocivi – Discarica – Lo- titolari di una posizione giuridica qualificata rispetto a quella della gene-
Mantova ed altri calizzazione della Regione – ralità, che sotto il profilo processuale li legittima a impugnare mediante
Res. Regione Impugnazione davanti al giudi- ricorso giurisdizionale davanti al giudice amministrativo l’atto di localiz-
Lombardia ce amministrativo – Cittadini zazione operata dalla Regione degli impianti relativa alla discarica in
residenti in aree contigue – questione.
Hanno interesse
2. Ricorso giurisdizionale – Le- Gli articoli 13 e 18, legge 8 luglio 1986, n. 349, prevedono una duplice
gittimazione a ricorrere – Asso- modalità per accertare il grado di rappresentatività delle associazioni
ciazioni ambientalistiche – So- ambientalistiche: una connessa alla potestà del Ministero dell’ambiente
no legittimate – Articoli 13 e e l’altra concorrente attribuita al giudice che può accertare caso per ca-
18, legge 349/1986 so la sussistenza o meno della legittimazione processuale della specifi-
ca associazione che ha proposto l’azione processuale.
3. Ricorso giurisdizionale – Le- Il Comune, in quanto ente esponenziale degli interessi delle popolazioni
gittimazione a ricorrere – Co- locali è legittimato ad agire giudizialmente per la tutela dei loro interessi.
mune – È legittimato
4. Rifiuti – Discarica – Loca- In sede di individuazione delle aree su cui costruire impianti di discari-
lizzazione – Conferenza di ser- che, soggetti legittimati a partecipare alla Conferenza di servizi di cui
vizi – Articolo 3-bis, Dl 361/ all’articolo 3-bis, Dl 31 agosto 1987, n. 361, convertito dalla legge 29
1987, convertito dalla legge ottobre 1987, n. 441, sono tutti gli enti pubblici locali i cui interessi sia-
441/1987 – Soggetti parteci- no coinvolti e quindi non solo quelli nel cui territorio debba avvenire la
panti – Individuazione localizzazione, ma anche quelli le cui popolazioni potrebbero subire
danni alla salute dalla concreta realizzazione della discarica.
5. Rifiuti – Discarica – Localiz- Il Comune che non abbia partecipato alla Conferenza di servizi di cui
zazione – Conferenza di servizi all’articolo 3-bis, Dl 31 agosto 1987, n. 361, convertito dalla legge 29
– Articolo 3-bis, Dl 361/1987, ottobre 1987, n. 441, è legittimato a impugnare il provvedimento regio-
convertito dalla legge 441/ nale di localizzazione degli impianti.
1987 – Comune non parteci-
pante alla Conferenza – Ha in-
teresse a ricorrere
Tar Calabria, Reggio Pres. Caruso Rifiuti – Discarica – Funziona- Dopo che siano state rilasciate le autorizzazioni per la costruzione e la
Calabria, 9 maggio Rel. Caruso mento anomalo – Contestazioni gestione di una discarica, qualora siano riscontrate eventuali anomalie
2000, n. 611 Ric. C.G. al costruttore e gestore – Arti- nel funzionamento degli impianti, ai sensi dell’articolo 28, decreto legi-
Res. Regione colo 28, decreto legislativo slativo 5 febbraio 1997, n. 22, le contestazioni devono rivolgersi al sog-
Calabria 22/1997 – Applicabilità – Con- getto costruttore e gestore, consentendogli in tal modo, durante l’anno
seguenze di sospensione dell’autorizzazione, di dedurre in contraddittorio le pro-
prie argomentazioni difensive e di porre in essere eventuali rimedi per
ovviare alle anomalie funzionali. La predetta sospensione non determina
44 la perdita della titolarità dell’autorizzazione.
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi
La raccolta straordinaria sultati in un particolare contesto. Infatti il zione dei rifiuti, per cui diventa sempre più
dei rifiuti di imballaggio Villaggio Olimpico Torino 2006 si è compor- necessario organizzare luoghi di raccolta al di
delle Olimpiadi 2006: l’accordo tato come un Comune italiano particolarmen- fuori degli spazi domestici, luoghi dove ormai
e i risultati te virtuoso: ospiti, sportivi, addetti ai lavori e si svolge una buona parte della vita sociale.
pubblico, sono stati coinvolti nella consegna
In occasione delle Olimpiadi Conai e Toroc – dei rifiuti esattamente come a casa propria al
il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi fine di contribuire alla salvaguardia dell’am-
Olimpici Invernali Torino 2006 – hanno sotto- biente.
scritto un accordo per l’organizzazione all’in- Le attività si sono orientate anche a momenti
terno dei villaggi olimpici della raccolta diffe- di informazione e sensibilizzazione. A questo
renziata straordinaria di imballaggi e rifiuti di scopo, nel centro di Torino, all’interno del
imballaggi. L’accordo ha avuto l’obiettivo di “Villaggio dei valori olimpici e della solida-
rietà”, Conai ha collocato un totem con i dati
si avvicina lo stop L’ha disposta la legge 13 febbraio 2006, n. 87, Il Protocollo, destinato a sostituire la Convenzione
secondo cui piena ed intera esecuzione sarà data di Londra (ratificata dall’Italia con la legge
al Protocollo a decorrere dalla sua entrata in vi- 305/1983), detta numerose novità: introduce il
gore (cioè, ex articolo 25, dal trentesimo giorno principio “chi inquina paga”, vieta l’incenerimen-
successivo alla data in cui: to in mare di rifiuti o altre scorie, e sancisce il di-
1. almeno 26 Stati avranno manifestato il loro vieto di immersione per tutti i rifiuti, salvo se e-
consenso ad essere vincolati dal Protocollo ex ar- spressamente ammessi ed autorizzati.
Milano, 14 marzo 2006 È entrata in vigore il 25 marzo scorso la direttiva Le novità sono però solo formali poiché l’unico
Inquinamento dell’ambiente idrico, 2006/11/Ce sull’inquinamento provocato da cer- scopo della Commissione è quello di riunire in un
Bruxelles codifica te sostanze pericolose scaricate nell’ambiente i- unico provvedimento la normativa Ue in materia
drico che riunisce, senza innovare nella sostanza, (opera di “codificazione”, finalizzata ad una mi-
la disciplina attualmente vigente. gliore e più semplice comprensione della norma-
La nuova direttiva 2006/11/Ce abroga e sostitui- tiva comunitaria da parte dei cittadini Ue).
sce la direttiva 76/464/Cee, recepita in Italia con Rimane quindi immutata la distinzione base tra le
il Dlgs 133/1992 (successivamente dal Dlgs sostanze il cui inquinamento deve essere vietato
152/1999) e già abrogata – ma solo a partire dal (valori limite stabiliti nella direttiva 2000/60/Ce) e
2013 – dalla direttiva 2000/60/Ce. quelle il cui inquinamento deve essere ridotto.
Elettrosmog Le Regioni possono prevedere che il Comune, nel n. 36 – legge quadro sulla protezione dalle espo-
Prg, definisca i siti tecnologici dove saranno loca- sizioni a campi elettrici, magnetici ed elettroma-
Milano, 20 marzo 2006 lizzate o delocalizzate le antenne per la telefonia gnetici) che ricomprende la determinazione dei
Criteri di localizzazione mobile rispondendo a criteri di funzionalità delle criteri localizzativi e degli standard urbanistici af-
delle stazioni radio-base reti e dei servizi. ferenti all’uso del proprio territorio, purché siano
Lo ha affermato la Corte Costituzionale (sentenza rispettate le esigenze della pianificazione nazio-
17 marzo 2006 n. 103), sull’assunto che – nel nale degli impianti e purché i criteri in questione
dettare una norma di tal fatta – la Regione ha non siano, nel merito, “tali da impedire od osta-
semplicemente esercitato la propria competenza colare ingiustificatamente l’insediamento degli
legislativa (ex articolo 8, legge 22 febbraio 2001, stessi impianti”.
46
Rubriche Check Ambiente
Imballaggi La Commissione Ue autorizza l’utilizzo del logo la differente finalità tra certificazione ambientale
comunitario di ecogestione e audit (integrato da Emas (relativa all’organizzazione) ed Ecolabel (re-
Milano, 09 marzo 2006 un riferimento scritto alla “organizzazione” per e- lativo al prodotto).
Il logo Emas è utilizzabile vitare confusioni con il sistema Ecolabel) sugli La Commissione ha deciso di permettere l’utilizzo
sugli imballaggi per il trasporto imballaggi terziari. del logo anche sugli imballaggi per il trasporto o
Con la decisione 193/2006/Ce viene stabilita terziari (imballaggi concepiti, ex direttiva
un’eccezione all’articolo 8 del regolamento (Ce) 94/62/Ce, per facilitare la manipolazione e il tra-
n. 761/2001 che, nel vietare l’utilizzo del logo sporto di un certo numero di unità di vendita o di
Emas sui prodotti e loro imballaggi (mentre in ge- imballaggi multipli, esclusi i container per il tra-
nerale è utilizzabile nelle dichiarazioni, nei docu- sporto) in virtù del loro non essere “direttamente
menti e nella pubblicità dell’impresa), sottolinea correlati ai prodotti”.
Istituzioni Approvata il 22 marzo scorso dalla Commissione europea per la responsabilità sociale delle impre-
Ue una nuova cornice politica per la promozione se”) si pone come uno strumento politico che mi-
Milano, 23 marzo 2006 del meccanismo di integrazione volontaria delle ra a far nascere partenariati tra le imprese inte-
Responsabilità sociale imprese, problematiche sociali ed ecologiche nell’attività ressate a migliorare, oltre gli standard minimi di
piattaforma Ue d’impresa. legge, delle condizioni dei lavoratori e prestazioni
Il progetto sostenuto dall’Esecutivo Ue (“Alleanza ambientali delle strutture produttive.
Qualità Sono cresciute di oltre il 220% dal 2001 al 2005 di PadovaFiere) ha sottolineato come l’Italia sia ai
le certificazioni Ecolabel ed Emas chieste ed otte- primi posti in Europa nella registrazione Emas.
Milano, 15 marzo 2006 nute dalle aziende italiane. Buoni, secondo il MinAmbiente, anche gli investi-
MinAmbiente: boom ecocertificazioni A dare la notizia del boom delle certificazioni am- menti nelle tecnologie nuove legate all’ambiente,
negli ultimi tre anni bientali è il Ministero dell’Ambiente Altero con i quasi due miliardi di euro di investimenti nel
Matteoli, che nel suo intervento avvenuto oggi al 2005 per la realizzazione degli impianti eolici,
“SEP” (il Salone internazionale delle Ecotecnologie contro circa i settecento milioni del 2001.
Rifiuti Risale allo scorso 13 dicembre 2005 il secondo La prima fase della procedura era già stata avvia-
Sicurezza Arrivano con il Dm 22 febbraio 2006 del Mini- nati ad uffici che nell’adattamento o la ristruttu-
stero dell’Interno le nuove norme tecniche per la razione degli immobili esistenti.
Milano, 3 marzo 2006 realizzazione delle strutture lavorative destinate Esclusi gli uffici di controllo e gestione diretta an-
Prevenzione incendi, nuove regole ad ospitare più di 25 persone. nessi o inseriti in reparti di lavorazione e deposito
per costruzione uffici Le regole messe a punto dal Dicastero (Gu del 2 di attività industriali o artigianali.
marzo scorso, n. 51) si applicheranno a partire Possibilità di chiedere deroghe alle Autorità per i
dal 3 aprile 2006 (data di entrata in vigore del locali con fino a 500 addetti che presentano ca-
provvedimento in parola) e dovranno essere os- ratteristiche di oggettiva difficoltà di adeguamen-
servate sia nella costruzione di nuovi locali desti- to ai nuovi standard.
Milano, 28 febbraio 2006 Non solo dati quantitativi, ma informazioni sui fat- membri dovranno utilizzare nel rilevare i dati sugli
Infortuni sul lavoro, l’Ue chiede più dati tori causali degli infortuni. È quanto chiede la infortuni sul lavoro occorsi nel proprio territorio.
Commissione Ue agli Stati membri con un rego- L’upgrade delle informazioni sugli infortuni pro-
lamento (il numero 341/2006) dello scorso 24 mette di incidere sulla formazione della fonte pri-
febbraio. maria dei dati, ossia quelli comunicati dai datori
Con il provvedimento in parola (pubblicato sulla di lavoro in base alla direttiva 89/391/Cee (tra-
Guue del 25 febbraio 2006, n. L55) l’Esecutivo sposta sul piano nazionale con il Dlgs 626/1994)
europeo ha aggiornato le check list che gli Stati e per il tramite del noto “registro infortuni”.
Territorio A ricordare la non condonabilità degli immobili castero ha sottolineato l’esclusione dalla sanato-
costruiti sui siti percorsi da incendi boschivi sui ria delle opere realizzate su “aree boscate o ...
Milano, 14 marzo 2006 quali vige il divieto di costruzione è la circolare pascolo, i cui soprassuoli siano stati percorsi dal
Escluse dal condono edilizio le opere 2699/2006 del MinInfrastrutture. fuoco nell’ultimo decennio”, così rinviando alla
su aree boschive incendiate In particolare, con la circolare emanata in mate- disciplina madre in materia di incendi boschivi
ria di repressione dell’abusivismo edilizio il Di- contenuta nella legge 353/2000.
47
I temi di maggiore interesse trattati nei numeri precedenti
[numero 124 (12/05): Rifiuti ed emission trading • Di- pericolosi e altri ambiti normativi (prima parte) • Discariche, si fa... il registro di carico-scarico • Check Ambiente.
scariche, le non conformità comunitarie del Dm 3 agosto 2005 accettazione fino al dicembre 2006 • Quesiti • Come si fa... il [numero 127 (3/06): La messa in riserva agevolata dei ri-
• Bonifiche, la sospensione condizionale della pena è subordi- formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti • fiuti e la natura giuridica dello “standard” • Comunitaria
nata all’eliminazione totale dell’inquinamento (sentenza Check Ambiente. 2005: no a Mud e registri per i rifiuti pericolosi dei professioni-
Cassazione 12343/2005) • Chiunque, anche se non professio- [numero 126 (2/06): La Tarsu verso la tariffa • Depositi, sti • “Milleproroghe”: l’amianto non va in discarica per inerti
nista del settore, può gestire abusivamente i rifiuti (sentenza stoccaggi ed ecopiazzole (seconda parte) • Veicoli fuori uso: il • Emergenze rifiuti: ulteriori proroghe e disposizioni urgenti
Cassazione 3322/2005) • Le discariche vecchie, ma adeguate, percorso della giurisprudenza di legittimità • Finanziaria • Ordinanze, il Sindaco non è un organo del Comune (Tar
equivalgono alle nuove (Tar Veneto, 27 giugno 2005, n. 2671) 2006: tutte le disposizioni ambientali • Incenerimento: proro- Veneto, Sentenze 125/2006 e 130/2006) • Le Entrate precisa-
• Gomme e pneumatici: gli acquisti verdi della P.a. (Circolare ga al 28 febbraio 2006 per l’adeguamento • Dm 269/2005 sul no le aliquote Iva per i rifiuti (Agenzia delle entrate, Riso-
MinAmbiente 19 luglio 2005) • Indici annuali. recupero dei rifiuti portuali • L’appalto per lo smaltimento ri- luzioni 14/2006 e 25/2006) • Come si fa... il Mud 2006 •
[numero 125 (1/06): “Direttiva Seveso” e rifiuti pericolosi fiuti non rientra nella competenza esclusiva del giudice am- Quesiti.
• Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole (prima parte) • Rifiuti ministrativo (Sentenza Consiglio di Stato 6409/2005) • Come
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