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aprile 2006 n.

128 (4/06)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano

L’intervento
La tutela penale in materia di rifiuti nel Testo unico
ambientale: il quadro complessivo pag. 3
di Pasquale Fimiani

Legislazione norme nazionali


RSAU , è l’acronimo con il quale si individuano i rifiuti speciali
assimilati agli urbani. Oggi, essi sono individuati dal Comune e seguono
Dal 1° aprile sale a 103,92e il costo per la revisione
delle analisi di campioni
Decreto 28 febbraio 2006 17
il regime, non solo gestionale, ma soprattutto giuridico dei rifiuti urbani.
Questo, fondamentalmente, significa che su di essi le imprese pagano la
Tarsu o la Tia. Giurisprudenza
Tra breve dovrebbe entrare in vigore il nuovo Dlgs di riscrittura di nume- La lesione della pubblica incolumità non integra il traffico illecito
rose norme ambientali (che per espressa ammissione del Governo al Corte di Cassazione – III Sezione penale
Presidente della Repubblica non è un Testo unico), ivi comprese quelle Sentenza 16 dicembre 2005, n. 45598 19
sui rifiuti. Il suo articolo 195 prevede che lo Stato individui i criteri di as-
similazione, quali-quantitativi, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. È più favorevole al reo la pena prevista per la condotta depenalizzata
Da domani, dunque, sarà vietato assimilare i rifiuti delle imprese, di qua- Corte di Cassazione – II Sezione civile
lunque tipo, che esercitano la propria attività su superfici maggiori di 150 Sentenza 17 novembre 2005, n. 23304 21
metri quadrati, nei Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti o, Tarsu, il carattere stagionale dell’albergo non consente la riduzione
nei Comuni con popolazione almeno pari a 10.000 abitanti, maggiori di Consiglio di Stato – V Sezione
250 metri quadrati. Inoltre, mai saranno tassabili aree di lavorazione e Sentenza 28 febbraio 2006, n. 858 23
magazzini (in quanto produttivi di rifiuti speciali), a differenza di uffici, il commento di Vincenzo Dragani 25
mense, spacci aziendali, bar e spazi a disposizione dei lavoratori (sale ri-
creative eccetera). Il Commissario non può vietare lo smaltimento dei rifiuti
Siamo dinanzi ad una rivoluzione nel trattamento fiscale delle imprese, Consiglio di Stato – V Sezione
che sono escluse dal campo di applicazione del prelievo, anche in presen- Sentenza 3 febbraio 2006, n. 422 26
za di attività generalmente servite dal gestore del servizio pubblico (bar,
ristoranti eccetera). Una rivoluzione priva, però, di razionalità; infatti, si
Prassi
verificherà un’immediata caduta di gettito per i Comuni e i gestori del
servizio pubblico. Per le imprese, invece, non ci sarà nessuna riduzione Gpp, le regole per gli oli minerali usati
dei costi del servizio, poiché i rifiuti – restando speciali – scontano prezzi Circolare MinAmbiente 31 gennaio 2006, n. 862 28
di mercato più alti degli urbani. Squilibrio e dissapore sociale, dunque, il commento di Vincenzo Dragani 30
saranno le parola d’ordine; tutto, infatti, ricadrà soprattutto sulle famiglie
che, inevitabilmente, dovranno sopportare quel che resterà della Tarsu o Rubriche
della nascente Tia.
È fin troppo facile prevedere, sin da ora, che l’impatto sulle finanze locali Come si fa... l’Aia e i rifiuti 32
sarà devastante. Personalmente, ritengo che l’esclusione delle imprese in- a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
dividuate dalla futura norma sarà immediata; quindi, immediata sarà la
Quesiti 42
destabilizzazione della finanza locale, senza attendere il Dm del Governo. a cura di Paola Ficco
Altra Scuola di pensiero, invece, ritiene che l’esclusione delle superfici su-
periori a quelle individuate dall’articolo 195 del futuro Dlgs entri in vigo- “Focus” giurisprudenza 44
re solo in esito al Dm governativo. La norma non è ancora stata emanata a cura di Maurizio De Paolis
e già si fronteggiano opinioni e pareri. Ma questa è accademia, le fasce
sociali più deboli, invece, pagheranno (e tanto) le cartelle esattoriali in Punto imballaggi 45
sostituzione del mondo produttivo per coprire le voragini dei bilanci co- a cura di Conai
munali che questa nuova previsione determinerà. E qualcuno la chiama
“riforma”, sbaglio o questo è un termine a valenza positiva? Check Ambiente 46
a cura della Redazione Reteambiente
Paola Ficco

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La nozione di sottoprodotto: cenni
L’esame degli illeciti in materia di rifiuti nel cd. Testo unico am-
bientale – che al momento di ultimazione del presente scritto non
ha ancora concluso il proprio iter – rende evidente che, come ri-
sulta dalla tabella a pag. 10, le figure di reato e le sanzioni ammi-
nistrative sono sostanzialmente in linea con il sistema precedente.
La vera novità nel sistema sanzionatorio, allora, è rappresentata
dalla disciplina amministrativa di riferimento, nonché dalla por-
tata delle nuove formule definitorie.
L’intervento Il riferimento immediato è al concetto di sottoprodotto ad o-
pera dell’articolo 183, lettera n), aspetto che sarà certamen-
te uno di quelli di cui la giurisprudenza sarà chiamata ad oc-
cuparsi (come avvenuto, del resto, per la nozione di rifiuto e
la norma interpretativa prevista dall’articolo 14, Dl 8 luglio
La tutela penale 2002, n. 138).

Anche se non è questa la sede per esaminare la nuova definizione,


in materia di rifiuti va ricordato l’orientamento espresso dalla Corte di Giustizia, che
ammette il cd. “riutilizzo tal quale” quale situazione estranea al-
nel Testo unico la nozione di rifiuto, “a condizione che sia certo, senza trasfor-
mazione preliminare, e nel corso del processo di produzione”
(Sezione V, sentenza 15 giugno 2000, causa C-418/97 e C-419/97,
ambientale: Arco; Sezione VI, sentenza 18 aprile 2002, causa C-9/00, Palin
Granit Oy; Sezione VI, sentenza 11 settembre 2003, causa C-
114/01, Avesta Polarit Chrome Oy).
il quadro complessivo La stessa Corte, nella sentenza 11 novembre 2004, Sezione II, cau-
sa C-457/02, Niselli sulla questione pregiudiziale relativa alla nor-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


ma interpretativa della nozione di rifiuto prevista dall’articolo 14,
ha affermato:
di Pasquale Fimiani “44. Può (...) ammettersi un’analisi secondo la quale un be-
Giudice del Tribunale di Pescara, ne, un materiale o una materia prima derivante da un pro-
Professore a contratto in Diritto cesso di fabbricazione o di estrazione che non è principal-
penale dell’impresa presso la Facoltà mente destinato a produrlo può costituire non un residuo,
di Scienze manageriali di Pescara bensì un sottoprodotto, del quale l’impresa non ha intenzione
di ‘disfarsi’, ai sensi dell’articolo 1, lettera a), primo comma,
della direttiva 75/442, ma che essa intende sfruttare o com-
mercializzare a condizioni per lei favorevoli, in un processo
successivo, senza operare trasformazioni preliminari. Un’a-
nalisi del genere non contrasta infatti con le finalità della di-
rettiva 75/442 in quanto non vi è alcuna giustificazione per
assoggettare alle disposizioni di quest’ultima, che sono desti-
nate a prevedere lo smaltimento o il recupero dei rifiuti, beni,
materiali o materie prime che dal punto di vista economico
hanno valore di prodotti, indipendentemente da qualsiasi tra-
sformazione, e che, in quanto tali, sono soggetti alla normati-
va applicabile a tali prodotti (v. sentenza Palin Granit, cit.,
punti 34 e 35).
45. Tuttavia, tenuto conto dell’obbligo di interpretare in ma-
niera estensiva la nozione di rifiuti, per limitare gli inconve-
nienti o i danni inerenti alla loro natura, il ricorso a tale ar-
gomentazione, relativa ai sottoprodotti, dev’essere circoscritto
alle situazioni in cui il riutilizzo di un bene, di un materiale
o di una materia prima non sia solo eventuale, ma certo,
senza previa trasformazione, e avvenga nel corso del processo
di produzione (sentenza Palin Granit, cit., punto 36).
46. Oltre al criterio derivante dalla natura o meno di residuo
di produzione di una sostanza, il grado di probabilità di riu-
tilizzo di tale sostanza, senza operazioni di trasformazione
preliminare, costituisce quindi un secondo criterio utile ai fini
di valutare se essa sia o meno un rifiuto ai sensi della diretti-
va 75/442. Se, oltre alla mera possibilità di riutilizzare la so-
3
stanza, il detentore consegue un vantaggio economico nel
farlo, la probabilità di tale riutilizzo è alta. In un’ipotesi del mente) recepite dagli ordinamenti nazionali per diventare efficaci
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

genere la sostanza in questione non può più essere considera- verso questi ultimi;
ta un ingombro di cui il detentore cerchi di ‘disfarsi’, bensì – il giudice nazionale, in caso di conflitto tra norma comunitaria
un autentico prodotto (sentenza Palin Granit, cit., punto 37). e norma interna, in forza del principio di prevalenza del diritto
47. Risulta da quanto precede che è ammesso, alla luce degli comunitario, deve disapplicare (rectius non applicare) la norma
obiettivi della direttiva 75/442, qualificare un bene, un ma- interna, ma solo quando la norma comunitaria si sostituisce au-
teriale o una materia prima derivante da un processo di fab- tomaticamente alla norma interna;
bricazione o di estrazione che non è principalmente destinato – quando invece la norma comunitaria non è direttamente effica-
a produrlo non come rifiuto, bensì come sottoprodotto di cui ce ed è condizionata all’emanazione di un provvedimento forma-
il detentore non desidera ‘disfarsi’ ai sensi dell’articolo 1, let- le da parte dello Stato membro e questo Stato abbia emanato una
tera a), primo comma, di tale direttiva, a condizione che il norma configgente con quella comunitaria, il giudice italiano
suo riutilizzo sia certo, senza trasformazione preliminare, e non ha altra strada che quella di sollevare la questione di legitti-
nel corso del processo di produzione (v. sentenza 11 settembre mità costituzionale della norma interna configgente.
2003, causa C-114/01, Avesta Polarit Chrome, Racc. pag. I- In linea con tale impostazione, Corte di Cassazione penale, Se-
8725). zione III, ordinanza 14 dicembre 2005, n. 1414 che ha sollevato
48. Tuttavia, quest’ultima analisi non è valida per quanto ri- la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 14 del Dl 8
guarda i residui di consumo, che non possono essere conside- luglio 2002, n. 138. La Corte Costituzionale, una volta entrato in
rati ‘sottoprodotti’ di un processo di fabbricazione o di estra- vigore il T.u., con ogni probabilità, restituirà gli atti al giudice re-
zione idonei ad essere riutilizzati nel corso del processo pro- mittente perché rivaluti la questione alla luce del nuovo assetto
duttivo. normativo.
49. Un’analisi simile non può essere accolta nemmeno per
quanto riguarda rifiuti del genere che non possono essere Il rapporto con la disciplina sugli scarichi
qualificati come beni d’occasione riutilizzati in maniera cer- Altro punto problematico di applicazione della nuova disciplina,
ta e comparabile, senza previa trasformazione. sarà certamente quello relativo ai confini tra le materia dei rifiuti
Aperture alla possibilità di individuare un sottoprodotto anche e quella degli scarichi.
nel caso di commercializzazione presso terzi, si rinvengono: Secondo l’articolo 185, 1° comma, lettera b) del T.u. non rientra-
1) nell’ordinanza della Sezione III del 15 gennaio 2004, cau- no nel campo di applicazione della parte quarta del decreto (quel-
sa C-235/02, con cui la Corte ha affermato che “il coke da pe- la relativa ai rifiuti) “gli scarichi idrici, esclusi i rifiuti liquidi
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

trolio prodotto volontariamente, o risultante dalla produzione contenuti in acque reflue”. Si vedano, sulla definizione di scari-
simultanea di altre sostanze combustibili petrolifere, in una co:
raffineria di petrolio ed utilizzato con certezza come combu- – l’articolo 74, lettera ff) che definisce come scarico “qualsiasi
stibile per il fabbisogno di energia della raffineria e di altre immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo,
industrie non costituisce un rifiuto”; nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla lo-
2) nelle due sentenze della Sezione III, sentenza 8 settembre ro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo tratta-
2005, causa C-416/02 e causa C-121/03, relative al mancato mento di depurazione”;
recepimento da parte del Regno di Spagna di alcune direttive – l’articolo 183 lettera aa), che definisce come scarichi idrici
comunitarie, in cui si afferma che “non occorre limitare que- “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali,
st’analisi agli effluenti d’allevamento utilizzati come fertiliz- sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente
zanti sui terreni che appartengono allo stesso stabilimento a- dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo
gricolo che li ha prodotti. Infatti, come la Corte ha già giudica- trattamento di depurazione”.
to, una sostanza può non essere considerata un rifiuto ai sensi L’articolo 2, lettera bb) Dlgs 152/1999, definiva, invece, come sca-
della direttiva 75/442 se viene utilizzata con certezza per il rico “qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque
fabbisogno di operatori economici diversi da chi l’ha prodotta”. reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle ac-
que superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria,
Considerato che tali decisioni: indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sot-
– fanno riferimento a materiali e situazioni particolari; toposte a preventivo trattamento di depurazione”.
– non contengono affermazioni di principio di carattere generale;
occorrerà attendere i successivi sviluppi della giurisprudenza co- Nella nuova definizione la modifica è evidente: è scomparsa
munitaria per comprendere, in attesa della revisione della nozio- la locuzione “diretta tramite condotta” dopo il termine im-
ne di rifiuto da parte della direttiva quadro in preparazione, se vi missione e vengono eliminate le parole liquide, semiliquide e
siano spazi operativi per il concetto di sottoprodotto anche nel ca- comunque convogliabili con riferimento alle acque reflue.
so di commercializzazione presso terzi.
La questione riguarderà anche il giudice nazionale, in quanto la Secondo alcuni l’eliminazione del termine “diretta”, riferita al-
giurisprudenza della Cassazione, nella più recente ed accreditata l’immissione, avrebbe implicitamente ridato vita e dignità al con-
soluzione (a partire da Corte di Cassazione penale, Sezione III, cetto di scarico indiretto, che è riferibile ad ogni scarico che non
sentenza 4 marzo 2005, n. 17836), ritiene che: avvenga direttamente dal luogo di produzione al corpo ricettore
– la definizione di rifiuto introdotta dall’articolo 14 del Dl ma altrove come, per esempio, attraverso opere fisse (tubature,
138/2002 (e, quindi, in futuro dal T.u.) benché restrittiva rispetto condotte, canali di scolo ecc.) ovvero tramite mezzi di trasporto
alla nozione comunitaria è vincolante per il giudice, in quanto (autobotti, autospurgo).
introdotto con atto avente pari efficacia legislativa della norma Affermare che ha ripreso vita il concetto di scarico indiretto per ef-
precedente e le norme che l’hanno introdotta non possono essere fetto della eliminazione della parola “diretta” non sembra tutta-
disapplicate dal giudice italiano, giacché le direttive in materia di via condivisibile.
4
rifiuti non sono self executing, avendo necessità di essere (fedel- Tale figura era stata ipotizzata nel vigore della “legge Merli”, il
cui articolo 1 faceva espresso riferimento a scarichi diretti ed indi- materia di scarichi di sostanze pericolose: “L’autorità competente

L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale


retti, ma era stata poi smentita dalla stessa giurisprudenza della può richiedere che scarichi parziali contenenti sostanze perico-
Cassazione, Sezione Unite, sentenza 13 dicembre 1995, n. 12310, lose siano tenuti separati dallo scarico generale e disciplinati
(udienza 27 settembre 1995), Forina, che aveva infatti ricondotto come rifiuti” (l’articolo 10, comma 5, Dlgs 133/2005 in materia
al Dpr 915/1982 tutte le singole operazioni di smaltimento (per e- di incenerimento e coincenerimento di rifiuti prevede l’obbligo di
sempio, conferimento, raccolta, trasporto, ammasso, stoccaggio) separazione delle stesse acque dalle acque di raffreddamento e
dei rifiuti con esclusione di quelle fasi, concernenti i rifiuti liquidi dalle acque di prima pioggia);
(o assimilabili), attinenti allo scarico e riconducibili alla discipli- – l’articolo 110 (ex 36, Dlgs 152/1999), relativo all’autorizzazio-
na stabilita dalla legge 319/1976. ne al trattamento di rifiuti costituiti da acque reflue.

La Cassazione, aveva quindi avallato l’assunto per il quale “la Dalla lettura di tali norme si evince il principio per il quale la
legge 319/1976 tende ad evitare l’inquinamento e non a distinzione tra scarico e rifiuto non riposa tanto sulla com-
gestire i mezzi ed i sistemi di trattamento dei reflui”; ave- posizione della sostanza liquida (ovvero semiliquida o co-
va sussunto nella nozione di scarico di cui alla Merli anche munque convogliabile), quanto sulla natura dell’attività in
lo scarico “indiretto” effettuato dal soggetto titolare dell’inse- concreto esercitata.
diamento non direttamente ma, appunto, tramite autospurgo
od autobotte. Con la decisione delle Sezioni Unite era ormai Basti pensare che le acque reflue possono, anche nell’ambito dello
pacifico che la normativa sui rifiuti trovava applicazione con stesso ciclo industriale, essere oggetto, a seconda dei casi, di atti-
riferimento a tutte le singole operazioni di smaltimento dei vità di gestione dei rifiuti o di scarico in senso proprio (per esem-
rifiuti prodotti da terzi, fossero essi solidi o liquidi, fangosi o pio, trasporto e stoccaggio in un depuratore e successivo scarico
sotto forma di liquami, con esclusione di quelle fasi, concer- nelle acque; ovvero scarichi di sostanze pericolose che possono es-
nenti i rifiuti liquidi (o assimilabili) attinenti allo scarico – sere tenuti separati ed eventualmente trattati come rifiuti).
ivi comprese le fasi di pretrattamento – e riconducibili alla L’eliminazione dell’inciso “diretta tramite condotta”, allora,
disciplina stabilita dalla legge Merli. lungi dall’aver ripristinato il concetto di scarico indiretto, intende
realizzare lo scopo di ascrivere alla disciplina dello scarico la fase
Tale impostazione è stata confermata anche a seguito del Dlgs di immissione nei corpi ricettori indicati (acque superficiali, suo-
152/1999. Per tutte si veda Cassazione, Sezione III, sentenza 17 lo, sottosuolo e rete fognaria), a prescindere dalla presenza di
maggio 2005, n. 18218: condotta e dalle modalità di immissione.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


“L’articolo 8, comma 1, lettera e) Dlgs 22/1997 esclude dal-
l’applicazione della normativa stessa le acque di scarico, ad È la fase finale di destinazione del refluo, pertanto, a trovare
eccezione dei rifiuti allo stato liquido, definendo quindi e- piena e completa regolamentazione nella disciplina degli
spressamente il rapporto tra lo stesso Dlgs 22/1997, recante la scarichi, restando le fasi precedenti e distinte ascritte a quel-
disciplina dei rifiuti, e il Dlgs 152/1999 sulla tutela delle ac- la dei rifiuti.
que dall’inquinamento: il primo rappresenta la legge-quadro
e quindi la normativa elettiva in materia di rifiuti, che però, Va ricordato che la Cassazione aveva da un lato affermato che
qualora questi siano costituiti da acque di scarico dirette, sono “l’immissione non autorizzata di acque reflue industriali
assoggettati, in via di eccezione, alla disciplina del Dlgs 152/ senza il tramite di una condotta, o di un sistema di convo-
1999 sull’inquinamento idrico. Quindi da una parte il cd. gliabilità, non è punita ai sensi del decreto legislativo 11
‘scarico indiretto’ non è più considerato scarico, ma viene maggio 1999, n. 152, attesa la nozione di scarico contenuta
classificato come ‘rifiuto liquido costituito da acque reflue’ ed nell’articolo 2, comma secondo, lettera b) del citato decreto,
è sottoposto alla disciplina dei rifiuti; d’altra parte lo scarico dovendosi diversamente configurare l’ipotesi di abbandono
diretto di reflui liquidi contenenti sostanze pericolose è attratto incontrollato di rifiuti (liquidi) sanzionata dall’articolo 51
alla disciplina dell’inquinamento idrico. Ed allora, stante la del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22” (Sezione III, sen-
nozione di ‘scarico’ introdotta dal Dlgs 152/1999, deve rite- tenza 14 marzo 2003, n. 12005) e dall’altro, aveva interpretato in
nersi che i rifiuti allo stato liquido, costituiti da acque reflue di modo estensivo il concetto di condotta, riferita a qualsiasi sistema
cui il detentore si disfaccia senza versamento diretto nei corpi stabile – anche se non esattamente ripetitivo e non necessaria-
recettori, avviandole cioè allo smaltimento, trattamento o de- mente costituito da una tubazione – di rilascio delle acque reflue
purazione a mezzo di trasporto su strada o comunque non (Sezione III, sentenza 14 settembre 1999, n. 2774; Sezione III,
canalizzato, rientrano nella disciplina dei rifiuti dettata dal sentenza 16 febbraio 2000, n. 1774).
Dlgs 22/1997 e il loro smaltimento deve essere autorizzato;
mentre all’opposto lo scarico diretto di acque reflue liquide, Con la nuova definizione ogni incertezza scompare, nel senso
semiliquide e comunque convogliabili, indirizzato in corpi i- che la fase della immissione di acque reflue nelle acque su-
drici recettori, specificamente indicati, rientra nell’ambito del perficiali, suolo, sottosuolo e rete fognaria è soggetta alla di-
citato Dlgs 152/1999 sull’inquinamento idrico”. sciplina sugli scarichi.

Tale impostazione deve ritenersi confermata anche nel T.u. in cui Nelle immissioni devono ritenersi comprese anche quelle qualifi-
sono confermate le norme del Dlgs 152/1999 circa la netta diffe- cate dal requisito della irregolarità, dell’intermittenza e della sal-
renziazione delle discipline dello scarico e del rifiuto. tuarietà, purché collegate ad un determinato ciclo produttivo in-
Si vedano, in particolare: dustriale (come affermato da Corte di Cassazione penale, Sezione
– l’articolo 107, comma 3 (ex 33, comma 3, Dlgs 152/1999), con- III, sentenza 24 marzo 2004, n. 14425; Sezione III, sentenza 8 a-
cernente il divieto di smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in prile 2004, n. 16717). Deve ritenersi sottoposta al regime dei rifiuti
pubblica fognatura; l’immissione occasionale di rifiuti liquidi, che, oltre ad essere epi-
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– l’articolo 108, comma 5 (ex 34, comma 4, Dlgs 152/1999), in sodica, non sia collegata strutturalmente e funzionalmente con
un determinato ciclo produttivo industriale. tità di trenta chilogrammi al giorno o di trenta litri al giorno
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

Non sembra assumere particolare rilevanza la scomparsa della effettuati dal produttore degli stessi rifiuti”.
previsione che le acque reflue debbano essere liquide, semiliquide La Corte di Giustizia, Sezione III, sentenza 9 giugno 2005, causa
e comunque convogliabili. C-270/03 (*), Commissione delle Comunità europee, contro
In ordine alla mancata specificazione della natura liquida o se- Repubblica italiana, ha affermato:
miliquida delle acque, è la stessa definizione di acque reflue (do- “La Repubblica italiana, permettendo alle imprese, in forza
mestiche, industriali ed urbane), contenuta nell’articolo 74, a dell’articolo 30, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio
chiarire che il requisito resta confermato (potremmo dire è insito 1997, n. 22, che ha trasposto le direttive 91/156/Cee, relativa
nella definizione), stante la provenienza delle acque stesse, in- ai rifiuti, 91/689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi, e 94/62/Ce,
compatibile con una natura diversa da quella liquida o semiliqui- sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, come modificato
da. Il venir meno del requisito della convogliabilità, poi, è la con- dall’articolo 1, comma 19, della legge 9 dicembre 1998, n.
seguenza dell’eliminazione dell’inciso “diretta tramite condot- 426:
ta”, e rappresenta la conferma dell’estensione del concetto di sca- – di esercitare la raccolta e il trasporto dei propri rifiuti non
rico a qualsiasi immissione. pericolosi come attività ordinaria e regolare senza obbligo di
essere iscritte all’Albo nazionale delle imprese esercenti servizi
Le novità in tema di illeciti di smaltimento rifiuti, e
La disciplina in materia di illeciti e rifiuti è prevista dagli articoli – di trasportare i propri rifiuti pericolosi in quantità che non
255-263 del T.u. eccedano i 30 chilogrammi e i 30 litri al giorno, senza obbli-
Come si evince dalla tabella a pag. 10, le norme ricalcano l’impo- go di essere iscritte al medesimo Albo, è venuta meno agli ob-
stazione degli articoli 50 e segg. Dlgs 22/1997, salvo alcune diffe- blighi ad essa incombenti ai sensi dell’articolo 12 della diretti-
renze (in materia di rifiuti sanitari e di omessa bonifica). Le no- va del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/Cee, relativa ai rifiu-
vità più significative vengono allora dal regime amministrativo ti, come modificata dalla direttiva del Consiglio 18 marzo
cui l’apparato sanzionatorio si riferisce. 1991, 91/156/Cee”.
Conviene pertanto ripercorrere le varie ipotesi di illecito per segna- Per rispondere a tale censura l’articolo 212, comma 8, prevede:
lare le novità della complessiva disciplina, procedimentale e san- “Le imprese che esercitano la raccolta e il trasporto dei propri
zionatoria. rifiuti non pericolosi come attività ordinaria e regolare nonché
le imprese che trasportano i propri rifiuti pericolosi in quantità
a) Abbandono di rifiuti che non eccedano trenta chilogrammi al giorno o trenta litri
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

Gli articoli 255 e 256, comma 2 del T.u. confermano la precedente al giorno non sono sottoposte alle garanzie finanziarie di cui
impostazione sanzionatoria. al comma 7 e sono iscritte all’Albo nazionale gestori ambien-
tali a seguito di semplice richiesta scritta alla sezione dell’Albo
b) Miscelazione dei rifiuti regionale territorialmente competente senza che la richiesta
Gli articoli 255, comma 3, e 256, comma 5 del T.u. confermano la stessa sia soggetta a valutazione relativa alla capacità finan-
precedente impostazione sanzionatoria. ziaria e alla idoneità tecnica e senza che vi sia l’obbligo di no-
mina del responsabile tecnico. Tali imprese sono tenute alla
c) Violazione delle regole sul deposito temporaneo corresponsione di un diritto annuale di iscrizione pari a 50
L’articolo 256, comma 2 del T.u., al pari dell’articolo 51, comma euro rideterminabile ai sensi dell’articolo 21 del decreto del
2, Dlgs 22/1997, continua a prevedere come reato il deposito in- Ministro dell’ambiente 28 aprile 1998, n. 406”.
controllato di rifiuti da parte dei titolari di imprese e responsabili
di enti. Il concetto di attività ordinaria e regolare sembra estrema-
La giurisprudenza aveva detto che l’illecito si riferiva anche alla mente generico e sarà probabilmente fonte di contrasti inter-
violazione delle regole in materia di deposito temporaneo (per pretativi con gli organi di controllo (resta fermo che sarà o-
tutte Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 9057 del 26 feb- nere dell’operatore provare la sussistenza delle condizioni
braio 2003; Sezione III, sentenza n. 37879 del 24 settembre 2004). per l’iscrizione con le predette condizioni di favore).
Ed aveva interpretato la norma in modo rigoroso (Corte di Cas-
sazione penale, Sezione III, sentenza n. 4957 del 21 aprile 2000; Altra novità rilevante ai fini penali è la disciplina dell’articolo
Sezione III, sentenza n. 41520 del 12 dicembre 2002; Corte di 212, comma 18, dell’iscrizione delle imprese che effettuano atti-
Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 13113 del 24 marzo vità di raccolta e trasporto dei rifiuti sottoposti a procedure sem-
2003; Corte di Cassazione penale, Sezione III, sentenza n. 22063 plificate ai sensi dell’articolo 216, ed effettivamente avviati al rici-
del 20 maggio 2003). claggio ed al recupero, e delle imprese che trasportano i rifiuti in-
Tale interpretazione è superata dalla definizione di deposito tem- dicati nella lista verde di cui al regolamento (Cee) 259/1993 del
poraneo contenuta nell’articolo 183, lettera m), T.u., in cui l’ob- 1° febbraio 1993 che non sono sottoposte alle garanzie finanziarie
bligo di rimuovere i rifiuti periodicamente ed una volta superato di cui al comma 8 e sono iscritte all’Albo “mediante l’invio di
il limite quantitativo, è espressamente previsto come modalità al- comunicazione di inizio di attività alla Sezione regionale o
ternativa, a scelta del produttore. provinciale territorialmente competente”.
Il comma 19 prevede che entro dieci giorni dal ricevimento della
d) Mancanza di iscrizione all’Albo comunicazione di inizio di attività le Sezioni regionali e provin-
La mancata iscrizione all’Albo (disciplinata dall’articolo 212, ciali prendono atto dell’avvenuta iscrizione e inseriscono le im-
T.u.) continua ad essere prevista come reato dall’articolo 256, 1° prese di cui al comma 18 in appositi elenchi dandone comunica-
comma, T.u. zione al Comitato nazionale, alla Provincia territorialmente com-
Le novità vengono dalla disciplina sostanziale. petente ed all’interessato.
Nell’articolo 30, Dlgs 22/1997 era escluso l’obbligo di iscrizione Se queste previsioni confermano quella dell’articolo 30, comma
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per “i trasporti di rifiuti pericolosi che non eccedano la quan- 16, Dlgs 22/1997, innovativa è la previsione del comma 20: “Le
imprese iscritte all’Albo con procedura ordinaria ai sensi del l’Allegato 1 del detto decreto, è venuta meno agli obblighi che

L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale


comma 5 sono esentate dall’obbligo della comunicazione di ad essa incombono ai sensi dell’articolo 11, n. 1, della diretti-
cui al comma 18 se lo svolgimento dell’attività di raccolta e va 75/442, come modificata, e dell’articolo 3 della direttiva
trasporto dei rifiuti sottoposti a procedure semplificate ai sensi del Consiglio 12 dicembre 1991, 91/689/Cee, relativa ai rifiu-
dell’articolo 216 ed effettivamente avviati al riciclaggio e al re- ti pericolosi”.
cupero non comporta variazioni della categoria, della classe e
della tipologia di rifiuti per le quali tali imprese sono iscritte”. A tale decisione il T.u. risponde (parzialmente) con la previ-
Tale previsione consente di ritenere superata Corte di Cassazione pe- sione dell’articolo 181, commi 7 e segg. che prevedono ac-
nale, Sezione III, sentenza 4 luglio 2000, n. 1492 sulla necessità di cordi di programma per definire i metodi di recupero dei ri-
doppia iscrizione: “il soggetto regolarmente iscritto in via ordi- fiuti destinati all’ottenimento di materie prime secondarie, di
naria secondo gli articoli 30, comma 4, del Dlgs 22/1997 e 12 combustibili o di prodotti e che devono contenere, per cia-
Dm 28 aprile 1998, n. 406, deve, nell’ipotesi in cui intenda scun tipo di attività, le norme generali che fissano i tipi e le
svolgere attività di raccolta e trasporto dei rifiuti effettivamente quantità di rifiuti e le condizioni alle quali l’attività di recupe-
avviati al riciclaggio e al recupero, procedere anche all’iscrizio- ro dei rifiuti è dispensata dall’autorizzazione.
ne in forma semplificata di cui agli articoli 30, commi 16 e 16
bis, Dlgs 22/1997 e 13 Dm 28 aprile 1998, n. 406”. f) Mancanza di autorizzazione
L’articolo 256, comma 1 e 3, T.u., conferma come reato lo svolgi-
e) Mancanza di comunicazione mento di attività non autorizzate (nonché per le discariche, la
Resta confermata come reato la mancanza di comunicazione per realizzazione senza autorizzazione).
le attività da svolgersi in forma semplificata (articolo 256, comma Le novità sono rappresentate dalla disciplina sostanziale.
1, T.u.) L’articolo 28 del Dlgs 5 febbraio 1997 n. 22 prevedeva che l’auto-
Va piuttosto segnalata la previsione sia in materia di autosmalti- rizzazione dovesse anche contenere la valutazione della idoneità
mento (articolo 215) che di recupero (articolo 216) per cui dette del soggetto richiedente, ossia un requisito soggettivo rimesso alla
attività possono essere intraprese, nel rispetto delle norme tecni- discrezionalità della Pubblica amministrazione. La Corte di Cas-
che, decorsi novanta giorni dalla comunicazione di inizio di atti- sazione penale, Sezione III, sentenza 16 dicembre 1999 n. 14251,
vità alla competente Sezione regionale dell’Albo, di cui all’articolo aveva per questo affermato: “Nel caso di trasformazione di so-
212, che ne dà notizia alla Provincia territorialmente competente, cietà di persone in società di capitali è necessario un nuovo
entro dieci giorni dal ricevimento della comunicazione stessa. In atto autorizzatorio per lo smaltimento dei rifiuti”.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


entrambi i casi la Sezione regionale dell’Albo iscrive in un apposi-
to registro le imprese che effettuano la comunicazione di inizio di La previsione scompare nell’articolo 208 T.u., da cui si evin-
attività ed entro il predetto termine verifica d’ufficio la sussistenza ce la regola della impersonalità dell’autorizzazione.
dei presupposti e dei requisiti richiesti e, qualora accerti il manca-
to rispetto delle norme tecniche e delle condizioni necessarie, pro- Cambia anche il regime di rinnovo delle autorizzazioni alle im-
pone alla Provincia di disporre con provvedimento motivato il di- prese in possesso di certificazione ambientale, poiché l’articolo
vieto di inizio ovvero di prosecuzione dell’attività, salvo che l’inte- 209 T.u. prevede che le imprese certificate possano sostituire tali
ressato non provveda a conformare alla normativa vigente detta autorizzazioni o il nuovo certificato di iscrizione al suddetto Albo
attività ed i suoi effetti entro il termine e secondo le prescrizioni con autocertificazione resa alle autorità competenti. Il comma 5)
stabiliti dall’amministrazione. dell’articolo 209 prevede: “Salva l’applicazione delle sanzioni
Sul regime sanzionatorio influiranno poi: specifiche e salvo che il fatto costituisca più grave reato, in caso
– la possibilità di ricorso ad accordi e i contratti di programma di accertata falsità delle attestazioni contenute nell’autocerti-
per regolamentare particolari categorie (articolo 181); ficazione e dei relativi documenti, si applica l’articolo 483 del
– la previsione dell’articolo 216, commi 9 e 10, sulla possibilità di Codice penale nei confronti di chiunque abbia sottoscritto la
individuare con apposite norme tecniche una lista di rifiuti non documentazione di cui ai commi 1 e 2”.
pericolosi maggiormente utilizzati nei processi dei settori produt-
tivi, sottoposti unicamente alle disposizioni di cui agli articoli f) Violazione di prescrizioni, requisiti e
188, comma 3, 189, 190 e 193 (catasto, registro e formulario) condizioni
nonché alle relative norme sanzionatorie. L’articolo 256, comma 4, sostituisce il comma 4 dell’articolo 51
Va infine ricordata la sentenza della Corte di Giustizia, Sezione I, come segue: “Le pene di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotte del-
sentenza 7 ottobre 2004, causa C-103/02, Commissione delle la metà nelle ipotesi di inosservanza delle prescrizioni conte-
Comunità europee, contro Repubblica italiana, con cui la Corte nute o richiamate nelle autorizzazioni, nonché nelle ipotesi di
affermò: carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti per le iscrizio-
“1) La Repubblica italiana, non avendo stabilito nel decreto 5 ni o comunicazioni”.
febbraio 1998, sull’individuazione dei rifiuti non pericolosi L’articolo 51, comma 4, Dlgs 22/1997 parlava di “inosservanza
sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni
articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, nonché nelle ipotesi di inosservanza dei requisiti e delle condi-
quantità massime di rifiuti, per tipo di rifiuti, che possano esse- zioni richiesti dalle iscrizioni o comunicazioni”.
re oggetto di recupero in regime di dispensa dall’autorizzazio- La modifica deve essere letta nel senso che:
ne, è venuta meno agli obblighi che ad essa incombono in for- – se l’attività posta in essere richiede un’autorizzazione, comuni-
za degli articoli 10 e 11, n. 1, della direttiva del Consiglio 15 cazione od iscrizione, in mancanza di esse sussiste l’illecito di cui
luglio 1975, 75/442/Cee, relativa ai rifiuti, come modificata al primo comma dell’articolo 256;
dalla direttiva del Consiglio 18 marzo 1991, 91/156/Cee. – se al contrario l’attività in concreto posta in essere è sostanzial-
2) La Repubblica italiana, non avendo definito con esattezza mente conforme alle norme tecniche vigenti ma vengono violate
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i tipi di rifiuti relativi alle norme tecniche 5.9 e 7.8 del- norme procedurali od attuative, sussiste la contravvenzione di cui
al comma 4 (ad esempio in caso di trasporto di rifiuti effettuato 260 riproduce esattamente l’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997.
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

con mezzi la cui utilizzazione non è stata comunicata all’atto Va piuttosto segnalata la nuova disciplina dell’articolo 193, com-
dell’iscrizione nell’albo, come precisato da Corte di Cassazione pe- ma 11, T.u.:
nale, Sezione III, sentenza 4 luglio 2000, n. 1492). “La microraccolta dei rifiuti, intesa come la raccolta di rifiuti
da parte di un unico raccoglitore o trasportatore presso più
g) Violazioni in materia di rifiuti sanitari produttori o detentori svolta con lo stesso automezzo, dev’esse-
L’articolo 256, comma 6, T.u. prevede: “Chiunque effettua il de- re effettuata nel più breve tempo tecnicamente possibile. Nei
posito temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sa- formulari di identificazione dei rifiuti devono essere indicate,
nitari pericolosi, con violazione delle disposizioni di cui al- nello spazio relativo al percorso, tutte le tappe intermedie pre-
l’articolo 227, comma 1, lettera b), è punito con la pena viste. Nel caso in cui il percorso dovesse subire delle variazio-
dell’arresto da tre mesi ad un anno o con la pena dell’am- ni, nello spazio relativo alle annotazioni dev’essere indicato a
menda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si appli- cura del trasportatore il percorso realmente effettuato”.
ca la sanzione amministrativa pecuniaria da duemilaseicen- La novità normativa supera quanto aveva affermato la Corte di
to euro a quindicimilacinquecento euro per i quantitativi non Cassazione penale, Sezione III, sentenza 29 maggio 2000 n. 1040:
superiori a duecento litri o quantità equivalenti”. “Anche per le cosiddette miniraccolte il trasportatore deve mu-
Viene così esplicitamente previsto come illecito la violazione delle nirsi dei formulari di identificazione prescritti dall’articolo 15
regole relative al deposito temporaneo presso il luogo di produzio- del Dlgs 22/1997, e contenenti tutti i dati richiesti, tra i quali
ne di rifiuti sanitari pericolosi, previste dal Dpr 15 luglio 2003, n. la specificazione del percorso d’istradamento. Se nel formula-
254. In precedenza si registrava un difetto di coordinamento tra il rio manchi lo spazio per indicare tutti i percorsi il trasportato-
comma 6 dell’articolo 51, che continuava a punire il deposito re dovrà utilizzare tanti formulari quanti sono i percorsi dal
temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sanitari perico- produttore-detentore al destinatario. Infatti nessuna norma
losi, con violazione delle prescrizioni di cui all’articolo 45 e la di- autorizza a distinguere, ai fini del controllo pubblicistico del
sciplina sostanziale contenuta nel solo Dpr 15 luglio 2003, n. 254 trasporto di cui all’articolo 52, comma 3, una miniraccolta
che aveva abrogato l’articolo 45. dei rifiuti, per quantitativi inferiori ai 100 kg, da una raccol-
ta ordinaria per quantitativi superiori”. Altro problema che
h) Altri illeciti previsti dall’articolo 256 del T.u. nella pratica si pone è quello relativo alla correttezza dell’indica-
Non pongono particolari problemi interpretativi le sanzioni am- zione del peso dei rifiuti trasportati con la dicitura “a destino”,
ministrative previste dai commi 7-9 dell’articolo 256 del T.u. cioè al momento dell’arrivo presso il luogo di smaltimento o re-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

cupero. Anche se l’Allegato B) del Dm 145/1998 fa riferimento, al-


i) Violazione degli obblighi di comunicazione, di la casella 6) al peso da verificarsi a destino, sembra preferibile la
tenuta dei registri obbligatori e dei formulari soluzione negativa, atteso che il successivo Allegato C) del decreto,
L’articolo 258 non modifica il regime sanzionatorio già previsto chiarisce che nella casella 6) vanno riportate le quantità di rifiuti
dall’articolo 52, Dlgs 22/1997. trasportati espressa in kg o in litri. Sul punto la circolare 4 agosto
Sotto il profilo sostanziale vanno rilevate le novità in tema di co- 1998, n. Gab/Dec/812/98, al punto t), precisa: “t) alla voce
municazione e di registri (articoli 189-190): “quantità”, casella 6, terza sezione, dell’Allegato B, al decreto
– viene meno la corrispondenza tra soggetti tenuti alla comuni- ministeriale n. 145 del 1998, deve sempre essere indicata la
cazione e soggetti obbligati alla tenuta del registro; quantità di rifiuti trasportati. Inoltre, dovrà essere contrasse-
– in materia di registri l’articolo 190 modifica i termini per le an- gnata la casella “(.)” relativa alla voce “Peso da verificarsi a
notazioni. destino” nel caso in cui per la natura del rifiuto o per l’indi-
sponibilità di un sistema di pesatura si possano, rispettiva-
l) Trasporto e traffico illecito di rifiuti mente, verificare variazioni di peso durante il trasporto o
Gli articoli 259 e 260 del T.u. confermano il regime precedente una non precisa corrispondenza tra la quantità di rifiuti in
(articoli 53 e 53-bis, Dlgs 22/1997). partenza e quella a destinazione”.
La nozione di trasporto illecito si ricava dall’articolo 259, comma
2, per il quale: “Alla sentenza di condanna, o a quella emessa m) Violazione delle regole in materia di
ai sensi dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, per i imballaggi
reati relativi al traffico illecito di cui al comma 1 o al traspor- L’articolo 261 del T.u. conferma il regime precedente (articolo 54,
to illecito di cui agli articoli 256 e 258, comma 4, consegue Dlgs 22/1997).
obbligatoriamente la confisca del mezzo di trasporto”.
Pertanto: n) Competenza e giurisdizione
– la nozione di traffico illecito riguarda la violazione del regola- Gli articoli 262 e 263 del T.u. confermano il regime precedente
mento del Consiglio (Cee) n. 259/93 del 1° febbraio 1993 (artico- (articolo 55, Dlgs 22/1997).
lo 259, comma 1);
– il trasporto illecito si configura come una nozione sintetica che, Il reato di omessa bonifica
in realtà, comprende più fattispecie: Dal raffronto tra l’articolo 51-bis Dlgs 22/1997 e l’articolo 257
a) l’esecuzione di trasporto di rifiuti in assenza di iscrizione ovve- T.u., si evince che, rispetto alla precedente norma sanzionatoria,
ro con carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti dalle iscri- restano confermati:
zioni o comunicazioni (punita, rispettivamente, dall’articolo 256, – l’aggravamento di pena nel caso in cui la contaminazione deri-
commi 1 e 4); vi da sostanze pericolose (in verità il termine sostanze è più ampio
b) l’esecuzione di un trasporto con violazione delle regole per la di quello di rifiuti usato in precedenza, comprendendo qualsiasi
tenuta del formulario di cui all’articolo 193 (punita dall’articolo fonte di contaminazione);
258, commi 4 e 5). – la possibilità di subordinare il beneficio della sospensione con-
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In tema di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, l’articolo dizionale della pena alla esecuzione degli interventi di messa in
sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. ne delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con

L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale


Resta altresì confermata la natura dell’illecito. l’applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica
La giurisprudenza (Corte di Cassazione penale, Sezione III, sen- secondo i principi illustrati nell’Allegato 1 alla parte quarta del
tenza 7 giugno 2000, n. 1783, Pizzuti) aveva configurato la con- presente decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizza-
travvenzione prevista dall’articolo 51-bis del Dlgs 5 febbraio 1997, zione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la boni-
n. 22 come “reato omissivo di pericolo presunto” che si consu- fica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di
ma ove il soggetto non proceda all’adempimento dell’obbligo di accettabilità per il sito.
bonifica secondo le cadenze procedimentalizzate dell’articolo 17. – sito potenzialmente contaminato: un sito nel quale uno o più
In sostanza “l’inquinamento o il pericolo di inquinamento ve- valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati nelle
nivano inquadrati nei presupposti di fatto e non negli ele- matrici ambientali risultino superiori ai valori di concentrazione
menti essenziali del reato (aveva quindi rilevanza anche l’o- soglia di contaminazione (Csc), in attesa di espletare le operazio-
messa bonifica per fatti pregressi di contaminazione)”. La ni di caratterizzazione e di analisi di rischio sanitario e ambienta-
Corte di Cassazione penale, Sezione III, sentenza 16 settembre le sito specifica, che ne permettano di determinare lo stato o meno
2003, n. 35501, pur dando atto delle varie ipotesi interpretative a- di contaminazione sulla base delle concentrazioni soglia di ri-
veva affermato: “quale che sia l’inquadramento dommatico schio (Csr);
corretto, il reato sussiste solo se l’inquinamento del sito ha su- – sito contaminato: un sito nel quale i valori delle concentrazioni
perato i limiti di accettabilità definiti dall’apposito decreto mi- soglia di rischio (Csr), determinati con l’applicazione della proce-
nisteriale previsto dall’articolo 17 decreto legislativo 22/1977 dura di analisi di rischio di cui all’Allegato 1 alla parte quarta del
ovvero se esiste un pericolo concreto e attuale di superamento presente decreto sulla base dei risultati del piano di caratterizza-
di tali limiti, e se la bonifica del sito non è avvenuta secondo zione, risultano superati.
le sequenze procedimentali prescritte dal citato articolo 17”.
Quanto ai presupposti, l’articolo 257 del T.u. fa riferimento all’in- Esiste quindi una evidente distonia tra il presupposto del rea-
quinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o to di omessa bonifica di cui all’articolo 257 del T.u. (aver ca-
delle acque sotterranee con il superamento delle concentrazioni gionato l’inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque
soglia di rischio, con esclusione del pericolo concreto ed attuale di superficiali o delle acque sotterranee con il superamento
inquinamento (invece previsto dall’articolo 51-bis). delle concentrazioni soglia di rischio) e la definizione di sito
L’articolo 51-bis prevedeva quale presupposto per il reato di omes- contaminato, in cui nessun riferimento è fatto alle acque su-
sa bonifica che chiunque avesse cagionato l’inquinamento o un perficiali.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


pericolo concreto ed attuale di inquinamento, previsto dall’artico-
lo 17, comma 2 (la bonifica era dovuta in caso di superamento Distonia di difficile soluzione in quanto l’Allegato 1, alla parte IV,
dei limiti di contaminazione o in caso di pericolo concreto ed at- nulla prevede, a differenza del Dm 471/1999 (Allegato 1, punto
tuale di inquinamento). 2), in ordine ai criteri di valutazione della contaminazione che
permettano di eliminare gli effetti dell’inquinamento del sito sulle
Con la nuova norma il pericolo viene in evidenza nel senso acque superficiali e di prescrivere obiettivi di bonifica che tutelino
che se si “verifica un evento che sia potenzialmente in la qualità delle acque superficiali.
grado di contaminare il sito” il responsabile dell’inquina- Probabilmente il riferimento mira a compensare la mancata ri-
mento (o il soggetto interessato non responsabile così come proposizione dell’articolo 58 Dlgs 152 in tema di acque.
consentito dall’articolo 245 T.u.) mette in opera entro venti-
quattro ore le misure necessarie di prevenzione e ne dà im- La condotta omissiva è specificata e si riferisce:
mediata comunicazione ai sensi e con le modalità di cui – all’omessa comunicazione di cui all’articolo 242, cioè all’obbli-
all’articolo 304, comma 2, ma la sanzione penale è collegata go, in caso di verificarsi di un evento che sia potenzialmente in
all’aver cagionato l’inquinamento del suolo, del sottosuolo, grado di contaminare il sito, per il responsabile dell’inquinamen-
delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il su- to (o il soggetto interessato non responsabile così come consentito
peramento delle concentrazioni soglia di rischio. Ne deriva dall’articolo 245 del T.u.) di dare immediata comunicazione ai
che in caso di omessa comunicazione, il reato non sussiste sensi e con le modalità di cui all’articolo 304, comma 2 del T.u.;
qualora non risultino superate le Csr. – all’omessa bonifica in conformità al progetto approvato dal-
l’autorità competente nell’ambito del procedimento di cui agli ar-
Quanto ai fatti di inquinamento va rilevato: ticoli 242 e seguenti.
– l’articolo 17 faceva riferimento al superamento od al pericolo In passato la norma si riferiva all’omissione della bonifica e si di-
concreto ed attuale di superamento dei limiti di accettabilità dei scuteva se il reato scattasse anche nel caso di violazione dei singo-
suoli, delle acque superficiali e delle acque sotterranee in relazio- li passaggi intermedi del procedimento, pur in presenza del rag-
ne alla specifica destinazione del sito; giungimento del risultato finale. Ed infatti, se, da una parte, non
– l’Allegato 1 del Dm 471/1999 conteneva i valori di concentra- poteva negarsi che il reato si consumava nel momento in cui ri-
zione limite accettabili nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sot- sultava violato uno dei termini previsti dalla procedura di cui
terranee in relazione alla specifica destinazione d’uso dei siti, e all’articolo 17, non poteva però nascondersi che tale procedura
criteri di accettabilità per le acque superficiali . prevedeva tempi oltremodo compressi, specialmente nella fase ini-
L’articolo 240 del T.u. definisce “ai fini dell’applicazione del ziale, per cui sembrava contrario a principi di giustizia sostanzia-
presente titolo”: le ritenere che un soggetto fosse colpevole per il mancato rispetto
– sito: l’area o porzione di territorio, geograficamente definita e di uno dei termini del procedimento quando abbia comunque
determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, sotto- provveduto alla bonifica entro il termine finale previsto.
suolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali struttu- Ulteriore novità è rappresentata dalla causa di non punibilità pre-
re edilizie e impiantistiche presenti; vista dall’ultimo comma dell’articolo 257 del T.u.: “L’osservanza
9
– concentrazioni soglia di rischio (Csr): i livelli di contaminazio- dei progetti approvati ai sensi degli articoli 242 e seguenti co-
stituisce condizione di non punibilità per i reati ambientali volte a realizzare illeciti guadagni in violazione delle norme
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

contemplati da altre leggi per il medesimo evento e per la stes- ambientali”.


sa condotta di inquinamento di cui al comma 1”. Rispetto a tale norma, che aveva lo scopo di favorire l’emersione e la
In verità un’anticipazione in tal senso era stata introdotta dai bonifica delle contaminazioni pregresse, l’articolo 257 del T.u. intro-
commi 7 ed 8 dell’articolo 114 della legge 23 dicembre 2000, n. duce in via ordinaria una causa di non punibilità per i reati com-
388 (legge Finanziaria 2001): “7. Chiunque abbia adottato o a- messi nel momento in cui si verifica l’evento fonte della contamina-
dotti le procedure di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 5 zione. Soluzione questa che risponde alle perplessità espresse dalla
febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, e di cui al dottrina (sia consentito rinviare al nostro Acque, rifiuti e tutela pe-
decreto del Ministro dell’ambiente 25 ottobre 1999, n. 471, o nale, Giuffré, Milano, 2000) in ordine alla rispondenza a parametri
che abbia stipulato o stipuli accordi di programma previsti di costituzionalità di una norma che, imponendo un obbligo di bo-
nell’ambito delle medesime normative, non è punibile per i nifica la cui mancanza era penalmente sanzionata, di fatto costrin-
reati direttamente connessi all’inquinamento del sito posti in geva il responsabile dell’evento di contaminazione ad una sorta di
essere anteriormente alla data di entrata in vigore del citato autodenuncia per gli illeciti eventualmente commessi con la con-
decreto legislativo n. 22 del 1997 che siano accertati a seguito dotta che ha determinato la contaminazione, in contrasto con il
dell’attività svolta, su notifica dell’interessato, ai sensi dell’ar- principio costituzionale della cd. “libertà dalle autoincriminazio-
ticolo 17 del medesimo decreto legislativo n. 22 del 1997, e ni” sancita dall’articolo 24, secondo comma, della Costituzione,
successive modificazioni, qualora la realizzazione e il com- principio per il quale nel diritto di difesa dell’imputato deve ritenersi
pletamento degli interventi ambientali si realizzino in confor- compreso “il diritto del cittadino di non fornire le prove della
mità alle predette procedure o ai predetti accordi di program- propria eventuale colpevolezza e, più in generale, prove suscetti-
ma ed alla normativa vigente in materia. bili di pregiudicare lo svolgimento dei suoi assunti difensivi in
8. La disposizione di cui al comma 7 non è applicabile quan- un già instaurato o eventuale processo”.
do i fatti di inquinamento siano stati commessi a titolo di do- Perplessità desta l’estensione della causa di non punibilità ad ogni
lo o comunque nell’ambito di attività criminali organizzate ipotesi di fatto di inquinamento, anche se frutto di attività dolosa.

(1) In questa Rivista, n. 121 (8-9/05), pag. 33.


RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

Rifiuti e regime sanzionatorio: normative a confronto


Dlgs 22/1997 Testo unico

Articolo 254
Norme speciali
1. Restano ferme le sanzioni previste da norme speciali vigenti in
materia.

Articolo 50 Articolo 255


Abbandono di rifiuti Abbandono di rifiuti
1. Fatto salvo quanto disposto dall’articolo 51, comma 2, chiun- 1. Fatto salvo quanto disposto dall’articolo 256, comma 2, chiun-
que in violazione dei divieti di cui agli articoli 14, commi 1 e 2, que, in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 192, com-
43, comma 2, 44, comma 1 e 46, commi 1 e 2, abbandona o de- mi 1 e 2 (1), 226, comma 2 (2) e 231, commi 1 e 2 (3), abban-
posita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterra- dona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o
nee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire sotterranee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria
duecentomila a lire unmilioneduecentomila. Se l’abbandono di da centocinque euro a seicentoventi euro. Se l’abbandono di rifiu-
rifiuti sul suolo riguarda rifiuti non pericolosi e non ingombranti ti sul suolo riguarda rifiuti non pericolosi e non ingombranti si
si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinquan- applica la sanzione amministrativa pecuniaria da venticinque eu-
tamila a lire trecentomila. ro a centocinquantacinque euro.
1-bis. Il titolare del centro di raccolta, il concessionario o il titola- 2. Il titolare del centro di raccolta, il concessionario o il titolare
re della succursale della casa costruttrice, che viola le disposizioni della succursale della casa costruttrice che viola le disposizioni di
di cui all’articolo 46, comma 5, è punito con la sanzione ammini- cui all’articolo 231, comma 5 (4) è punito con la sanzione am-
strativa pecuniaria da lire cinquecentomila a lire tremilioni. ministrativa pecuniaria da euro duecentosessanta a euro mille-
2. Chiunque non ottempera all’ordinanza del Sindaco, di cui cinquecentocinquanta.
all’articolo 14, comma 3, o non adempie all’obbligo di cui agli 3. Chiunque non ottempera all’ordinanza del Sindaco, di cui
articoli 9, comma 3, è punito con la pena dell’arresto fino ad un all’articolo 192, comma 3 (5), o non adempie all’obbligo di cui
anno. Con la sentenza di condanna per tali contravvenzioni, o con all’articolo 187, comma 3 (6), è punito con la pena dell’arresto
la decisione emessa ai sensi dell’articolo 444 del Codice di fino ad un anno. Nella sentenza di condanna o nella sentenza e-
procedura penale, il beneficio della sospensione condizionale della messa ai sensi dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, il
pena può essere subordinato alla esecuzione di quanto stabilito beneficio della sospensione condizionale della pena può essere su-
nella ordinanza o nell’obbligo non eseguiti. bordinato alla esecuzione di quanto disposto nella ordinanza di
cui all’articolo 192, comma 3, ovvero all’adempimento dell’obbli-
10 go di cui all’articolo 187, comma 3.
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale
Dlgs 22/1997 Testo unico

Articolo 51 Articolo 256


Attività di gestione di rifiuti non autorizzata Attività di gestione di rifiuti non autorizzata
1. Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, 1. Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero,
smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in man- smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancan-
canza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione za della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di
di cui agli articoli 27, 28, 29, 30, 31, 32 e 33 è punito: cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito:
a) con la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o con l’am- a) con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammen-
menda da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni se si tratta da da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di ri-
di rifiuti non pericolosi; fiuti non pericolosi;
b) con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammen- b) con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammen-
da da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni se si tratta di ri- da da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di ri-
fiuti pericolosi. fiuti pericolosi.
2. Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese ed ai 2. Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese ed ai
responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incon- responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incon-
trollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotter- trollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotter-
ranee in violazione del divieto di cui all’articolo 14, commi 1 e 2. ranee in violazione del divieto di cui all’articolo 192, commi 1 e 2.
3. Chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata è 3. Chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata è
punito con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’am- punito con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’am-
menda da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni. Si applica menda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si applica la
la pena dell’arresto da uno a tre anni e dell’ammenda da lire die- pena dell’arresto da uno a tre anni e dell’ammenda da euro cin-
ci milioni a lire cento milioni se la discarica è destinata, anche in quemiladuecento a euro cinquantaduemila se la discarica è desti-
parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi. Alla sentenza di con- nata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi. Alla
danna o alla decisione emessa ai sensi dell’articolo 444 del Codice sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai sensi dell’articolo
di procedura penale consegue la confisca dell’area sulla quale è 444 del Codice di procedura penale, consegue la confisca dell’area
realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell’autore o del sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di ripri- dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di
stino dello stato dei luoghi. bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi.
4. Le pene di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotte della metà nelle i- 4. Le pene di cui ai commi 1, 2 e 3 sono ridotte della metà nelle i-
potesi di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate potesi di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate
nelle autorizzazioni nonché nelle ipotesi di inosservanza dei requi- nelle autorizzazioni, nonché nelle ipotesi di carenza dei requisiti e
siti e delle condizioni richiesti dalle iscrizioni o comunicazioni. delle condizioni richiesti per le iscrizioni o comunicazioni.
5. Chiunque, in violazione del divieto di cui all’articolo 9, effet- 5. Chiunque, in violazione del divieto di cui all’articolo 187, effet-
tua attività non consentite di miscelazione di rifiuti è punito con tua attività non consentite di miscelazione di rifiuti, è punito con
la pena di cui al comma 1, lettera b). la pena di cui al comma 1, lettera b).
6. Chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di 6. Chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di
produzione di rifiuti sanitari pericolosi, con violazione delle pre- produzione di rifiuti sanitari pericolosi, con violazione delle di-
scrizioni di cui all’articolo 45, è punito con la pena dell’arresto da sposizioni di cui all’articolo 227, comma 1, lettera b) (7), è puni-
tre mesi ad un anno o con la pena dell’ammenda da lire cinque to con la pena dell’arresto da tre mesi ad un anno o con la pena
milioni a lire cinquanta milioni. Si applica la sanzione ammini- dell’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si
strativa pecuniaria da lire cinque milioni a lire trenta milioni per applica la sanzione amministrativa pecuniaria da duemilaseicen-
i quantitativi non superiori a duecento litri. to euro a quindicimilacinquecento euro per i quantitativi non su-
6-bis. Chiunque viola gli obblighi di cui agli articoli 46, commi periori a duecento litri o quantità equivalenti.
6-bis, 6-ter e 6-quater, 47, commi 11 e 12 e 48, comma 9, è puni- 7. Chiunque viola gli obblighi di cui agli articoli 231, commi 7, 8
to con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinquecen- e 9 (8), 233, commi 12 e 13 (9) e 234, comma 14 (10), è punito
tomila a lire tremilioni. con la sanzione amministrativa pecuniaria da duecentosessanta
6-ter. I soggetti di cui all’articolo 48, comma 2, che non adem- euro a millecinquecentocinquanta euro.
piono all’obbligo di partecipazione ivi previsto entro novanta 8. I soggetti di cui agli articoli 233, 234, 235 e 236 (11) che non
giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione adempiono agli obblighi di partecipazione ivi previsti sono puniti
sono puniti: con una sanzione amministrativa pecuniaria da ottomila euro a
a) nelle ipotesi di cui alla lettera a) del comma 2 dell’articolo 48, quarantacinquemila euro, fatto comunque salvo l’obbligo di cor-
con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire 50 mila per rispondere i contributi pregressi. Sino all’adozione del decreto di
tonnellata di beni in polietilene importati o prodotti ed immessi cui all’articolo 234, comma 2 (12) le sanzioni di cui al presente
sul mercato interno; comma non sono applicabili ai soggetti di cui al medesimo arti-
b) nelle ipotesi di cui alla lettera b) del comma 2 dell’articolo 48, colo 234.
con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire diecimila per 9. Le sanzioni di cui al comma 8 sono ridotte della metà nel caso
tonnellata di beni in polietilene importati o prodotti ed immessi di adesione effettuata entro il sessantesimo giorno dalla scadenza
sul mercato interno; del termine per adempiere agli obblighi di partecipazione previsti
c) nelle ipotesi di cui alle lettere c) e d) del comma 2 dell’articolo dagli articoli 233, 234, 235 e 236.
48, con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire 100 per ton-
segue 11
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

Dlgs 22/1997 Testo unico

nellata di rifiuti di beni in polietilene.


6-quater. Le sanzioni di cui al comma 6-ter sono ridotte della metà
nel caso di adesione effettuata entro il sessantesimo giorno dalla sca-
denza del termine di cui all’alinea del medesimo comma 6-ter.
6-quinquies. I soggetti di cui all’articolo 48, comma 2, sono te-
nuti a versare un contributo annuo superiore a lire centomila. In
caso di omesso versamento di tale contributo essi sono puniti:
a) nelle ipotesi di cui alla lettera a) del comma 2 dell’articolo 48,
con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire 50 mila per
tonnellata di beni in polietilene importati o prodotti ed immessi
sul mercato interno;
b) nelle ipotesi di cui alla lettera b) del comma 2 dell’articolo 48,
con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire 10 mila per
tonnellata di beni in polietilene importati o prodotti ed immessi
sul mercato interno;
c) nelle ipotesi di cui alle lettere c) e d) del comma 2 dell’articolo
48, con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire 100 per
tonnellata di rifiuti di beni in polietilene.

Articolo 51-bis Articolo 257


Bonifica dei siti Bonifica dei siti
1. Chiunque cagiona l’inquinamento o un pericolo concreto ed 1. Chiunque cagiona l’inquinamento del suolo, del sottosuolo, del-
attuale di inquinamento, previsto dall’articolo 17, comma 2, è le acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento
punito con la pena dell’arresto da sei mesi a un anno e con l’am- delle concentrazioni soglia di rischio è punito con la pena dell’arre-
menda da lire cinque milioni a lire cinquanta milioni se non sto da sei mesi a un anno o con l’ammenda da duemilaseicento eu-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

provvede alla bonifica secondo il procedimento di cui all’articolo ro a ventiseimila euro, se non provvede alla bonifica in conformità
17. Si applica la pena dell’arresto da un anno a due anni e la pe- al progetto approvato dall’autorità competente nell’ambito del pro-
na dell’ammenda da lire diecimilioni a lire centomilioni se l’in- cedimento di cui agli articoli 242 (13) e seguenti. In caso di man-
quinamento è provocato da rifiuti pericolosi. Con la sentenza di cata effettuazione della comunicazione di cui all’articolo 242, il
condanna per la contravvenzione di cui al presente comma, o con trasgressore è punito con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno
la decisione emessa ai sensi dell’articolo 444 del Codice di proce- o con l’ammenda da mille euro a ventiseimila euro.
dura penale, il beneficio della sospensione condizionale della pe- 2. Si applica la pena dell’arresto da un anno a due anni e la pena
na può essere subordinato alla esecuzione degli interventi di mes- dell’ammenda da cinquemiladuecento euro a cinquantaduemila
sa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. euro se l’inquinamento è provocato da sostanze pericolose.
3. Nella sentenza di condanna per la contravvenzione di cui ai
commi 1 e 2, o nella sentenza emessa ai sensi dell’articolo 444 del
Codice di procedura penale, il beneficio della sospensione condi-
zionale della pena può essere subordinato alla esecuzione degli
interventi di emergenza, bonifica e ripristino ambientale.
4. L’osservanza dei progetti approvati ai sensi degli articoli 242 e
seguenti costituisce condizione di non punibilità per i reati
ambientali contemplati da altre leggi per il medesimo evento e per
la stessa condotta di inquinamento di cui al comma 1.

Articolo 52 Articolo 258


Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei
dei registri obbligatori e dei formulari registri obbligatori e dei formulari
1. Chiunque non effettua la comunicazione di cui all’articolo 11, 1. I soggetti di cui all’articolo 189, comma 3 (14), che non effet-
comma 3, ovvero la effettua in modo incompleto o inesatto è puni- tuino la comunicazione ivi prescritta ovvero la effettuino in modo
to con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinque milio- incompleto o inesatto sono puniti con la sanzione amministrativa
ni a lire trenta milioni. Se la comunicazione è effettuata entro il pecuniaria da duemilaseicento euro a quindicimilacinquecento
sessantesimo giorno dalla scadenza del termine stabilito ai sensi euro; se la comunicazione è effettuata entro il sessantesimo gior-
della legge 25 gennaio 1994, n. 70, si applica la sanzione ammini- no dalla scadenza del termine stabilito ai sensi della legge 25 gen-
strativa pecuniaria da lire cinquantamila a lire trecentomila. naio 1994, n. 70, si applica la sanzione amministrativa pecunia-
2. Chiunque omette di tenere ovvero tiene in modo incompleto il ria da ventisei euro a centosessanta euro.
registro di carico e scarico di cui all’articolo 12, comma 1, è punito 2. Chiunque omette di tenere ovvero tiene in modo incompleto il
con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinque milioni registro di carico e scarico di cui all’articolo 190, comma 1 (15) è
a lire trenta milioni. Se il registro è relativo a rifiuti pericolosi si punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da duemilasei-
applica la sanzione amministrativa pecuniaria da lire trenta mi- cento euro a quindicimilacinquecento euro. Se il registro è relati-
12 segue segue
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale
Dlgs 22/1997 Testo unico

lioni a lire centottanta milioni, nonché la sanzione amministrati- vo a rifiuti pericolosi si applica la sanzione amministrativa pecu-
va accessoria della sospensione da un mese ad un anno dalla cari- niaria da quindicimilacinquecento euro a novantatremila euro,
ca rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dall’ammi- nonché la sanzione amministrativa accessoria della sospensione
nistratore. Le sanzioni di cui sopra sono ridotte rispettivamente da da un mese a un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsa-
lire duemilioni a lire dodicimilioni per i rifiuti non pericolosi, da bile dell’infrazione e dalla carica di amministratore.
lire quattromilioni a lire ventiquattromilioni per i rifiuti pericolosi, 3. Nel caso di imprese che occupino un numero di unità lavorative
nel caso di imprese che occupano un numero di unità lavorative inferiore a 15 dipendenti, le misure minime e massime di cui al
inferiore a 15 dipendenti calcolate con riferimento al numero di comma 2 sono ridotte rispettivamente da millequaranta euro a sei-
dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre i la- miladuecento euro per i rifiuti non pericolosi e da duemilasettanta
voratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni euro a dodicimilaquattrocento euro per i rifiuti pericolosi. Il nu-
di unità lavorative annue; ai predetti fini l’anno da prendere in mero di unità lavorative è calcolato con riferimento al numero di
considerazione è quello dell’ultimo esercizio contabile approvato. dipendenti occupati mediamente a tempo pieno durante un anno,
3. Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza il prescritto for- mentre i lavoratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresen-
mulario di cui all’articolo 15 ovvero indica nel formulario stesso tano frazioni di unità lavorative annue; ai predetti fini l’anno da
dati incompleti o inesatti è punito con la sanzione amministrativa prendere in considerazione è quello dell’ultimo esercizio contabile
pecuniaria da lire tre milioni a lire diciotto milioni. Si applica la approvato, precedente il momento di accertamento dell’infrazione.
pena di cui all’articolo 483 del Codice penale nel caso di trasporto 4. Chiunque effettua il trasporto di rifiuti senza il formulario di
di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica anche a chi, nella cui all’articolo 193 ovvero indica nel formulario stesso dati in-
predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, fornisce false completi o inesatti è punito con la sanzione amministrativa pecu-
indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristi- niaria da milleseicento euro a novemilatrecento euro. Si applica
che chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certificato falso la pena di cui all’articolo 483 del Codice penale nel caso di tra-
durante il trasporto. sporto di rifiuti pericolosi. Tale ultima pena si applica anche a
4. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmente in- chi, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, for-
complete o inesatte ma i dati riportati nella comunicazione al ca- nisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle ca-
tasto, nei registri di carico e scarico, nei formulari di identificazio- ratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di un certifi-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


ne dei rifiuti trasportati e nelle altre scritture contabili tenute per cato falso durante il trasporto.
legge consentono di ricostruire le informazioni dovute si applica 5. Se le indicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono formalmente in-
la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinquecentomila a complete o inesatte ma i dati riportati nella comunicazione al
lire tremilioni. La stessa pena si applica se le indicazioni di cui al catasto, nei registri di carico e scarico, nei formulari di identifi-
comma 3 sono formalmente incomplete o inesatte ma contengo- cazione dei rifiuti trasportati e nelle altre scritture contabili tenute
no tutti gli elementi per ricostruire le informazioni dovute per leg- per legge consentono di ricostruire le informazioni dovute, si
ge, nonché nei casi di mancato invio alle autorità competenti e di applica la sanzione amministrativa pecuniaria da duecentoses-
mancata conservazione dei registri di cui all’articolo 12, commi 3 santa euro a millecinquecentocinquanta euro. La stessa pena si
e 4, o del formulario di cui all’articolo 15. applica se le indicazioni di cui al comma 43 sono formalmente
incomplete o inesatte ma contengono tutti gli elementi per rico-
struire le informazioni dovute per legge, nonché nei casi di
mancato invio alle autorità competenti e di mancata conserva-
zione dei registri di cui all’articolo 190, comma 1, o del formulario
di cui all’articolo 193.

Articolo 53 Articolo 259


Traffico illecito di rifiuti Traffico illecito di rifiuti
1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico 1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico
illecito ai sensi dell’articolo 26 del regolamento (Cee) n. 259/93 illecito ai sensi dell’articolo 26 del regolamento (Cee) 1° febbraio
del Consiglio, del 1° febbraio 1993, o effettua una spedizione di ri- 1993, n. 259, o effettua una spedizione di rifiuti elencati
fiuti elencati nell’allegato II del citato regolamento in violazione nell’Allegato II del citato regolamento in violazione dell’articolo
dell’articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento 1, comma 3, lettere a), b), c) e d) del regolamento stesso è punito
stesso, è punito con la pena dell’ammenda da 1.549 euro a 25.822 con la pena dell’ammenda da millecinquecentocinquanta euro a
euro e con l’arresto fino a due anni. La pena è aumentata in caso ventiseimila euro e con l’arresto fino a due anni. La pena è au-
di spedizione di rifiuti pericolosi. mentata in caso di spedizione di rifiuti pericolosi.
2. Alla sentenza di condanna, o a quella emessa ai sensi 2. Alla sentenza di condanna, o a quella emessa ai sensi dell’arti-
dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, per i reati relativi colo 444 del Codice di procedura penale, per i reati relativi al traf-
al traffico illecito di cui al comma 1 o al trasporto illecito di cui fico illecito di cui al comma 1 o al trasporto illecito di cui agli ar-
agli articoli 51 e 52, comma 3, consegue obbligatoriamente la ticoli 256 e 258, comma 4, consegue obbligatoriamente la confi-
confisca del mezzo di trasporto. sca del mezzo di trasporto.

Articolo 53-bis Articolo 260


Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti
1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più o- 1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più o-
segue segue 13
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

Dlgs 22/1997 Testo unico

perazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuati- perazioni e attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuati-
ve organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comun- ve organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comun-
que gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito que gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito
con la reclusione da uno a sei anni. con la reclusione da uno a sei anni.
2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena del- 2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena del-
la reclusione da tre a otto anni. la reclusione da tre a otto anni.
3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli arti- 3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli artico-
coli 28, 30, 32-bis e 32-ter del Codice penale, con la limitazione di li 28, 30, 32-bis e 32-ter del Codice penale, con la limitazione di
cui all’articolo 33 del medesimo Codice. cui all’articolo 33 del medesimo Codice.
4. Il giudice, con la sentenza o con la decisione emessa ai sensi 4. Il giudice, con la sentenza di condanna o con quella emessa ai
dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, ordina il sensi dell’articolo 444 del Codice di procedura penale, ordina il ri-
ripristino dello stato dell’ambiente, e può subordinare ove possibile pristino dello stato dell’ambiente e può subordinare la concessio-
la concessione della sospensione condizionale della pena ne della sospensione condizionale della pena all’eliminazione del
all’eliminazione del danno o del pericolo per l’ambiente. danno o del pericolo per l’ambiente.

Articolo 54 Articolo 261


Imballaggi Imballaggi
1. I produttori e gli utilizzatori che non adempiono all’obbligo di 1. I produttori e gli utilizzatori che non adempiano all’obbligo di
cui all’articolo 38, comma 2, entro il 31 dicembre 1998, sono pu- raccolta di cui all’articolo 221, comma 2 (16) o non adottino, in
niti con la sanzione amministrativa pecuniaria pari a sei volte le alternativa, sistemi gestionali ai sensi del medesimo articolo 221,
somme dovute per l’adesione al Conai, fatto comunque salvo l’ob- comma 3, lettere a) e c), sono puniti con la sanzione ammini-
bligo di corrispondere i contributi pregressi. Tale sanzione è ridot- strativa pecuniaria pari a sei volte le somme dovute al Conai, fatto
ta della metà nel caso di adesioni effettuate entro il sessantesimo comunque salvo l’obbligo di corrispondere i contributi pregressi.
giorno dalla scadenza sopra indicata. I produttori di imballaggi 2. I produttori di imballaggi che non provvedono ad organizzare
che non provvedono ad organizzare un proprio sistema per l’a- un sistema per l’adempimento degli obblighi di cui all’articolo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

dempimento degli obblighi di cui all’articolo 38, comma 3, e non 221, comma 3 (17) e non aderiscono ai consorzi di cui all’artico-
aderiscono ai consorzi di cui all’articolo 40 né adottano un pro- lo 223, né adottano un sistema di restituzione dei propri imbal-
prio sistema cauzionale sono puniti con la sanzione amministra- laggi ai sensi dell’articolo 221, comma 3, lettere a) e c) sono pu-
tiva pecuniaria da lire quindici milioni a lire novanta milioni. La niti con la sanzione amministrativa pecuniaria da quindicimila-
stessa pena si applica agli utilizzatori che non adempiono all’ob- cinquecento euro a quarantaseimilacinquecento euro. La stessa
bligo di cui all’articolo 38, comma 4. pena si applica agli utilizzatori che non adempiono all’obbligo di
2. La violazione dei divieti di cui all’articolo 43, commi 1 e 4, è cui all’ all’articolo 221, comma 4.
punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci 3. La violazione dei divieti di cui all’articolo 226, commi 1 e 4
milioni a lire sessanta milioni. La stessa pena si applica a chiun- (18), è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da cin-
que immette nel mercato interno imballaggi privi dei requisiti di quemiladuecento euro a quarantamila euro. La stessa pena si ap-
cui all’articolo 36, comma 5. plica a chiunque immette nel mercato interno imballaggi privi
3. La violazione del divieto di cui all’articolo 43, comma 3, è pu- dei requisiti di cui all’articolo 219, comma 5 (19).
nita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire cinque 4. La violazione del disposto di cui all’articolo 226, comma 3
milioni a lire trenta milioni. (20), è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da
duemilaseicento euro a quindicimilacinquecento euro.

Articolo 55 Articolo 262


Competenza e giurisdizione. Competenza e giurisdizione
1. Fatte salve le altre disposizioni della legge 24 novembre 1981, 1. Fatte salve le altre disposizioni della legge 24 novembre 1981,
n. 689, in materia di accertamento degli illeciti amministrativi, n. 689 in materia di accertamento degli illeciti amministrativi,
all’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste all’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste
dalla presente normativa provvede la Provincia nel cui territorio è dalla parte quarta del presente decreto provvede la Provincia nel
stata commessa la violazione, ad eccezione delle sanzioni previste cui territorio è stata commessa la violazione, ad eccezione delle
dall’articolo 50, comma 1, per le quali è competente il Comune. sanzioni previste dall’articolo 261, comma 3, in relazione al divie-
2. Avverso le ordinanze-ingiunzione relative alle sanzioni ammi- to di cui all’articolo 226, comma 1, per le quali è competente il
nistrative di cui al comma 1 è esperibile il giudizio di opposizione Comune.
di cui all’articolo 23, legge 24 novembre 1981, n. 689. 2. Avverso le ordinanze-ingiunzione relative alle sanzioni ammi-
3. Per i procedimenti penali pendenti alla data di entrata in vigo- nistrative di cui al comma 1 è esperibile il giudizio di opposizione
re del presente decreto l’autorità giudiziaria, se non deve pronun- di cui all’articolo 23 della legge 24 novembre 1981, n. 689.
ziare decreto di archiviazione o sentenza di proscioglimento, di- 3. Per i procedimenti penali pendenti alla data di entrata in vigore
spone la trasmissione degli atti agli enti indicati al comma 1 ai fi- della parte quarta del presente decreto l’autorità giudiziaria, se
ni dell’applicazione delle sanzioni amministrative. non deve pronunziare decreto di archiviazione o sentenza di
proscioglimento, dispone la trasmissione degli atti agli Enti
indicati al comma 1 ai fini dell’applicazione delle sanzioni
14 amministrative.
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale
Dlgs 22/1997 Testo unico

Articolo 55-bis Articolo 263


Proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie Proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie
1. I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le vio- 1. I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le vio-
lazioni del presente decreto sono devoluti alle Province e sono de- lazioni di cui alle disposizioni della parte quarta del presente de-
stinati all’esercizio delle funzioni di controllo in materia ambien- creto sono devoluti alle Province e sono destinati all’esercizio delle
tale, fatti salvi i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie funzioni di controllo in materia ambientale, fatti salvi i proventi
di cui all’articolo 50, comma 1, che sono devoluti ai Comuni. delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 261,
comma 3, in relazione al divieto di cui all’articolo 226, comma 1,
che sono devoluti ai Comuni.

(1) Articolo 192. Divieto di abbandono vanta giorni dalla consegna del vei- le norme del regolamento di cui al articolo 236 – Consorzi nazionali per la
“1. L’abbandono e il deposito incon- colo o del rimorchio da parte del pro- decreto legislativo 30 aprile 1992, n. gestione, raccolta e trattamento degli
trollati di rifiuti sul suolo e nel suolo prietario, il gestore del centro di rac- 285. oli minerali usati.
sono vietati. colta, il concessionario o il titolare 9. Agli stessi obblighi di cui ai commi (12) Il comma prevede:
2. È altresì vietata l’immissione di ri- della succursale deve comunicare 7 e 8 sono soggetti i responsabili dei “2. Con decreto del Ministro dell’am-
fiuti di qualsiasi genere, allo stato so- l’avvenuta consegna per la demoli- centri di raccolta o altri luoghi di cu- biente e della tutela del territorio, di
lido o liquido, nelle acque superficiali zione del veicolo e consegnare il cer- stodia di veicoli rimossi ai sensi concerto con il Ministro delle attività
e sotterranee”. tificato di proprietà, la carta di circo- dell’articolo 159 del decreto legislati- produttive, da emanarsi entro ses-
(2) Articolo 226. Divieti lazione e le targhe al competente vo 30 aprile 1992, n. 285, nel caso santa giorni dalla data di entrata in
“1. È vietato lo smaltimento in disca- Ufficio del Pra che provvede ai sensi e di demolizione del veicolo ai sensi vigore della parte quarta del presente
rica degli imballaggi e dei contenito- per gli effetti dell’articolo 103, com- dell’articolo 215, comma 4 del pre- decreto, sono individuate le tipologie
ri recuperati, ad eccezione degli scar- ma 1, del decreto legislativo 30 aprile detto decreto legislativo 30 aprile di beni in polietilene di cui al com-
ti derivanti dalle operazioni di sele- 1992, n. 285”. 1992, n. 285”. ma 1”.
zione, riciclo e recupero dei rifiuti di (5) Articolo 193, comma 3: “Fatta sal- (9) I commi prevedono: (13) Trattasi della comunicazione di
imballaggio. va l’applicazione della sanzioni di “12. Decorsi novanta giorni dalla cui al comma 2:
2. Fermo restando quanto previsto cui agli articoli 255 e 256, chiunque data di pubblicazione nella Gazzetta “2. Il responsabile dell’inquinamen-
dall’articolo 221, comma 4, è vietato viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è ufficiale del decreto di approvazione to, attuate le necessarie misure di
immettere nel normale circuito di tenuto a procedere alla rimozione, dello Statuto di cui al comma 2, prevenzione, svolge, nelle zone inte-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


raccolta dei rifiuti urbani imballaggi all’avvio a recupero o allo smalti- chiunque, in ragione della propria ressate dalla contaminazione, un’in-
terziari di qualsiasi natura. mento dei rifiuti ed al ripristino dello attività professionale, detiene oli e dagine preliminare sui parametri
Eventuali imballaggi secondari non stato dei luoghi in solido con il pro- grassi vegetali e animali esausti è ob- oggetto dell’inquinamento e, ove ac-
restituiti all’utilizzatore dal commer- prietario e con i titolari di diritti reali bligato a conferirli ai consorzi diret- certi che il livello delle concentrazioni
ciante al dettaglio possono essere con- o personali di godimento sull’area, tamente o mediante consegna a sog- soglia di contaminazione (Csc) non
feriti al servizio pubblico solo in rac- ai quali tale violazione sia imputabi- getti incaricati dai consorzi, fermo sia stato superato, provvede al ripri-
colta differenziata, ove la stessa sia le a titolo di dolo o colpa, in base agli restando quanto previsto al comma stino della zona contaminata, dan-
stata attivata nei limiti previsti dal- accertamenti effettuati, in contrad- 9. L’obbligo di conferimento non e- done notizia, con apposita autocerti-
l’articolo 221, comma 4”. dittorio con i soggetti interessati, dai sclude la facoltà per il detentore di ficazione, al Comune ed alla Pro-
(3) Articolo 231. Veicoli fuori uso non soggetti preposti al controllo. Il cedere oli e grassi vegetali e animali vincia competenti per territorio entro
disciplinati dal decreto legislativo 24 Sindaco dispone con ordinanza le o- esausti ad imprese di altro Stato quarantotto ore dalla comunicazio-
giugno 2003, n. 209 perazioni a tal fine necessarie ed il membro della Comunità europea. ne. L’autocertificazione conclude il
“1. Il proprietario di un veicolo a termine entro cui provvedere, decor- 13. Chiunque, in ragione della pro- procedimento di notifica di cui al
motore o di un rimorchio, con esclu- so il quale procede all’esecuzione in pria attività professionale ed in attesa presente articolo, ferme restando le
sione di quelli disciplinati dal decreto danno dei soggetti obbligati ed al re- del conferimento ai consorzi, deten- attività di verifica e di controllo da
legislativo 24 giugno 2002, n. 209, cupero delle somme anticipate”. ga oli e grassi animali e vegetali e- parte dell’autorità competente da ef-
che intenda procedere alla demoli- (6) Articolo 187, comma 3: “Fatta sal- sausti è obbligato a stoccare gli stessi fettuarsi nei successivi quindici gior-
zione dello stesso deve consegnarlo va l’applicazione delle sanzioni spe- in apposito contenitore conforme alle ni. Nel caso in cui l’inquinamento
ad un centro di raccolta per la messa cifiche ed in particolare di quelle di disposizioni vigenti in materia di non sia riconducibile ad un singolo
in sicurezza, la demolizione, il recu- cui all’articolo 256, comma 5, smaltimento”. evento, i parametri da valutare de-
pero dei materiali e la rottamazione, chiunque viola il divieto di cui al (10) Il comma prevede: vono essere individuati, caso per ca-
autorizzato ai sensi degli articoli comma 1 è tenuto a procedere a pro- “14. Decorsi novanta giorni dalla so, sulla base della storia del sito e
208, 209 e 210. Tali centri di raccol- prie spese alla separazione dei rifiuti pubblicazione nella Gazzetta ufficia- delle attività ivi svolte nel tempo”.
ta possono ricevere anche rifiuti costi- miscelati qualora sia tecnicamente le del decreto di approvazione dello (14) “Chiunque effettua a titolo pro-
tuiti da parti di veicoli a motore. ed economicamente possibile e per statuto di cui al comma 3, chiunque, fessionale attività di raccolta e di tra-
2. Il proprietario di un veicolo a mo- soddisfare le condizioni di cui all’ar- in ragione della propria attività, de- sporto di rifiuti, compresi i commer-
tore o di un rimorchio di cui al com- ticolo 178, comma 2”. tiene rifiuti di beni in polietilene è cianti e gli intermediari di rifiuti
ma 1 destinato alla demolizione può (7) Trattasi del decreto del Presidente obbligato a conferirli a uno dei con- senza detenzione, ovvero svolge le o-
altresì consegnarlo ai concessionari o della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254. sorzi riconosciuti o direttamente o perazioni di recupero e di smalti-
alle succursali delle case costruttrici (8) I commi prevedono: mediante consegna a soggetti incari- mento dei rifiuti, nonché le imprese e
per la consegna successiva ai centri “7. I gestori dei centri di raccolta, i cati dai consorzi stessi, fatto comun- gli enti che producono rifiuti perico-
di cui al comma 1, qualora intenda concessionari e i titolari delle succur- que salvo quanto previsto dal com- losi ed i consorzi istituiti con le fina-
cedere il predetto veicolo o rimorchio sali delle case costruttrici di cui ai ma 7. L’obbligo di conferimento non lità di recuperare particolari tipologie
per acquistarne un altro”. commi 1 e 2 non possono alienare, esclude la facoltà per il detentore di di rifiuto”.
(4) Articolo 231. Veicoli fuori uso non smontare o distruggere i veicoli a mo- cedere i rifiuti di bene in polietilene (15) L’articolo 190, comma 1, prevede:
disciplinati dal decreto legislativo 24 tore e i rimorchi da avviare allo smon- ad imprese di altro Stato membro “I soggetti di cui all’articolo 189,
giugno 2003, n. 209. taggio ed alla successiva riduzione in della Comunità europea”. comma 3 hanno l’obbligo di tenere
“5. La cancellazione dal Pra dei vei- rottami senza aver prima adempiuto (11) Articolo 233 – Consorzi nazionali un registro di carico e scarico su cui
coli e dei rimorchi avviati a demoli- ai compiti di cui al comma 5. di raccolta e trattamento degli oli e dei devono annotare le informazioni
zione avviene esclusivamente a cura 8. Gli estremi della ricevuta dell’av- grassi vegetali ed animali esausti; arti- sulle caratteristiche qualitative e
del titolare del centro di raccolta o venuta denuncia e consegna delle colo 234 – Consorzi nazionali per il ri- quantitative dei rifiuti, da utilizzare
del concessionario o del titolare della targhe e dei documenti agli uffici ciclaggio di rifiuti di beni in polietilene; ai fini della comunicazione annuale
succursale senza oneri di agenzia a competenti devono essere annotati articolo 235 – Consorzi nazionali per la al Catasto. I soggetti che producono 15
carico del proprietario del veicolo o sull’apposito registro di entrata e di raccolta e trattamento delle batterie al rifiuti non pericolosi di cui all’artico-
del rimorchio. A tal fine, entro no- uscita dei veicoli da tenersi secondo piombo esauste e dei rifiuti piombosi; lo 184, comma 3, lettere c), d) e g)”.
(16) Il comma prevede: ballaggio conferiti dal servizio pubbli- so per superfici private non superiori a conformità alle determinazioni adot-
L’intervento Rifiuti e tutela penale nel Testo unico ambientale

“2. Nell’ambito degli obiettivi di cui a- co, i produttori possono alternativa- 150 metri quadri nei Comuni con po- tate dalla Commissione dell’Unione
gli articoli 205 e 220 e del Pro- mente: polazione residente inferiore a diecimi- europea, per facilitare la raccolta, il
gramma di cui all’articolo 225, i pro- a) organizzare autonomamente, an- la abitanti, ovvero a 250 metri quadri riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio
duttori e gli utilizzatori, su richiesta che in forma associata, la gestione dei nei Comuni con popolazione residente degli imballaggi, nonché per dare una
del gestore del servizio e secondo propri rifiuti di imballaggio su tutto il superiore a diecimila abitanti”. corretta informazione ai consumatori
quanto previsto dall’accordo di pro- territorio nazionale; (18) I commi 1 e 4 prevedono: sulle destinazioni finali degli imbal-
gramma di cui all’articolo 224, com- b) aderire ad uno dei consorzi di cui “1. È vietato lo smaltimento in disca- laggi. Il predetto decreto dovrà altresì
ma 5, adempiono all’obbligo del ritiro all’articolo 223; rica degli imballaggi e dei contenitori prescrivere l’obbligo di indicare, ai fini
dei rifiuti di imballaggio primari o co- c) attestare sotto la propria responsabi- recuperati, ad eccezione degli scarti della identificazione e classificazione
munque conferiti al servizio pubblico lità che è stato messo in atto un siste- derivanti dalle operazioni di selezione, dell’imballaggio da parte dell’indu-
della stessa natura e raccolti in modo ma di restituzione dei propri imbal- riciclo e recupero dei rifiuti di imbal- stria interessata, la natura dei mate-
differenziato. A tal fine, per garantire laggi, mediante idonea documenta- laggio”; riali di imballaggio utilizzati, sulla
il necessario raccordo con l’attività di zione che dimostri l’autosufficienza “4. È vietato immettere sul mercato base della decisione 97/129/ Ce della
raccolta differenziata organizzata del sistema, nel rispetto dei criteri e imballaggi o componenti di imballag- Commissione”.
dalle pubbliche amministrazioni e per delle modalità di cui ai commi 5 e 6. gio, ad eccezione degli imballaggi in- (20) Il comma prevede:
le altre finalità indicate nell’articolo 4. Ai fini di cui al comma 3 gli utiliz- teramente costituiti di cristallo, con li- “3. Possono essere commercializzati
224, i produttori e gli utilizzatori par- zatori sono tenuti a consegnare gli im- velli totali di concentrazione di piom- solo imballaggi rispondenti agli stan-
tecipano al Consorzio nazionale im- ballaggi usati secondari e terziari e i bo, mercurio, cadmio e cromo esava- dard europei fissati dal Comitato euro-
ballaggi, salvo il caso in cui venga a- rifiuti di imballaggio secondari e ter- lente superiore a 100 parti per milione peo normalizzazione in conformità ai
dottato uno dei sistemi di cui al com- ziari in un luogo di raccolta organiz- (ppm) in peso. Per gli imballaggi in requisiti essenziali stabiliti dall’articolo
ma 3, lettere a) e c) del presente arti- zato dai produttori e con gli stessi con- vetro si applica la decisione 9 della direttiva 94/62/Ce del Parla-
colo”. cordato. Gli utilizzatori possono tutta- 2001/171/Ce del 19 febbraio 2001 e mento europeo e del Consiglio del 20
(17) I commi 3 e 4 prevedono: via conferire al servizio pubblico i sud- per gli imballaggi in plastica si applica dicembre 1994. Con decreto del
“3. Per adempiere agli obblighi di rici- detti imballaggi e rifiuti di imballag- la decisione 1999/177/Ce del 8 feb- Ministro dell’ambiente e della tutela
claggio e di recupero nonché agli ob- gio nei limiti derivanti dai criteri de- braio 1999”. del territorio, di concerto con il Mini-
blighi della ripresa degli imballaggi u- terminati ai sensi dell’articolo 195, (19) Il comma prevede: stro delle attività produttive sono ag-
sati e della raccolta dei rifiuti di im- comma 2, lettera e). Fino all’adozione “5. Tutti gli imballaggi devono essere giornati i predetti standard, tenuto
ballaggio secondari e terziari su su- dei criteri di cui all’articolo 195, com- opportunamente etichettati secondo le conto della comunicazione della
perfici private, e con riferimento ma 2, lettera e), il conferimento degli modalità stabilite con decreto del Commissione europea 2005/C44/13.
all’obbligo del ritiro, su indicazione imballaggi usati secondari e terziari e Ministro dell’ambiente e della tutela Sino all’emanazione del predetto de-
del Consorzio nazionale imballaggi di dei rifiuti di imballaggio secondari e del territorio di concerto con il creto si applica l’Allegato F alla parte
cui all’articolo 224, dei rifiuti di im- terziari al servizio pubblico è ammes- Ministro delle attività produttive in quarta del presente decreto”.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

te WWF Italia a cura di Gaetano Benedetto


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politica e ambiente:
bilancio della legislatura 2001-2006

L’ambiente del nostro Paese è un L’ambiente, che faticosamente negli


valore costituzionale da proteggere e anni era riuscito ad acquisire un rico-
valorizzare? La legislazione ambien- noscimento come bene primario e va-
tale è stata implementata e migliora- lore trasversale, con la XIV legislatura
ta nel corso della XIV legislatura? della Repubblica – caratterizzata da
Il diritto alla partecipazione dei citta- due governi presieduti dall’on. Silvio
dini e delle associazioni ambientali- Berlusconi – è stato troppo spesso
ste alle scelte politiche e legislative considerato un fastidioso intralcio alla
riguardanti l’ambiente e la salute so- necessità di crescita del Paese, una
no stati garantiti? Il WWF non ha risorsa da valorizzare nel modo sba-
dubbi e sostiene che l’insieme della gliato per cercare di compensare i de-
tutela dei beni ambientali e culturali ficit finanziari, una merce di scambio
dell’Italia esce fortemente indebolito gestita attraverso condoni, sanatorie,
384 pagine 20,00 e alla fine della XIV legislatura. deroghe.

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1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
Politica e ambiente a 20,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
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Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
16 [ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
Ministero dell’economia e delle finanze
Decreto 28 febbraio 2006
(Gazzetta ufficiale 13 marzo 2006 n. 60)

Aggiornamento dell’importo dovuto per ogni richiesta


di revisione di analisi di campioni.
Legislazione Dal 1° aprile 2006 l’importo da versare, per ogni richiesta di revisione di analisi di cam-
norme pioni, alla competente tesoreria provinciale dello Stato sarà di 103,92 euro.

nazionali Lo ha stabilito il Dm Economia e Finanze 28 febbraio 2006, procedendo così all’annuale


aggiornamento dell’importo, previsto dall’articolo 20 del Dpr 571/1982 (l’attuale importo
dovuto per ogni richiesta di revisione è di 101,88 euro, ex Dm Economia e Finanze 16
marzo 2005).
Si ricorda che (ex articolo 15, comma 2 legge 689/1981), qualora per l’accertamento
della violazione siano compiute analisi di campioni, “l’interessato può chiedere la revisio-
Dal 1° aprile ne dell’analisi con la partecipazione di un proprio consulente tecnico. La richiesta è pre-
sentata con istanza scritta all’organo che ha prelevato i campioni da analizzare, nel ter-
mine di 15 giorni dalla comunicazione dell’esito della prima analisi, che deve essere al-
sale a 103,92E legato all’istanza medesima”.

il costo Il Ministero dell’economia e delle finanze


di concerto con
li, con cui l’importo è stato fissato in euro
101,88;
Il Ministero delle politiche agricole e forestali Considerato che il predetto indice di variazione è

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


per la revisione Vista la legge 24 novembre 1981, n. 689, concer-
nente modifiche al sistema penale;
risultato per l’anno 2004 pari al 2%;
Ritenuto necessario aggiornare della stessa per-
Visto l’articolo 20, primo comma del decreto del centuale l’importo di euro 101,88 suindicato;
delle analisi Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n.
571, secondo cui l’importo dovuto per ogni ri-
Decreta:
A decorrere dal primo giorno del mese successivo
chiesta di revisione di analisi di campioni ai sen- a quello della pubblicazione del presente decreto
di campioni si del secondo comma dell’articolo 15 della pre-
detta legge n. 689/1981, è aggiornato ogni anno
nella Gazzetta ufficiale l’importo da versare, per
ogni richiesta di revisione di analisi di campioni,
in misura pari all’indice di variazione dei prezzi alla competente tesoreria provinciale dello Stato
al consumo per le famiglie di operai ed impiegati ai sensi dell’articolo 15 della legge 24 novembre
verificatosi nell’anno precedente ed accertato 1981, n. 689, viene determinato in euro 103,92.
dall’Istat;
Visto il decreto del Ministero dell’economia e del- Roma, 28 febbraio 2006
le finanze 16 marzo 2005 emanato di concerto
con il Ministero delle politiche agricole e foresta- (omissis)

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il mensile è disponibile
anche nel sito internet
www.reteambiente.it 17
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Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 16 dicembre 2005, n. 45598
(c.c. 26 ottobre 2005)

La massima
Giurisprudenza Rifiuti – Attività organizzate per il traffico illecito – Reato
ex articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 – Requisiti – Pericolo per
la pubblica incolumità – Non rientra
L’individuazione dell’oggettività giuridica dell’articolo 53-bis del
Dlgs 22/1997 si identifica in un’attività continuativa e organizzata
volta alla cessione, al ricevimento, al trasporto, all’esportazione e
all’importazione e, comunque, alla gestione abusiva di ingenti
quantitativi di rifiuti al fine di conseguire un ingiusto profitto; non
risulta pertanto decisivo il profilo della pubblica incolumità del
quale il Legislatore parla indirettamente in relazione all’ordine di
La lesione della pubblica ripristino che riguarda i contenuti accessori della sentenza.

incolumità non integra (omissis) cidendum, l’assunto valutativo del


tribunale del riesame, nel quadro,
Fatto e diritto peraltro, di una decisione inciden-
il traffico illecito L’individuazione dell’oggettività
giuridica della fattispecie di cui
tale che rileva ai fini della misura
custodiale applicata, doveva con-
all’articolo 53-bis, Dlgs 22/1997 s’i- frontarsi con gli elementi costituivi

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


dentifica in un’attività continuativa della fattispecie, come sopra elenca-
e organizzata volta alla cessione, al ti, significando in particolare, l’in-
Pres. De Maio ricevimento, al trasporto, all’espor- tendimento di una gestione abusiva
Est. Tardino tazione e all’importazione e, co- d’ingenti quantitativi di rifiuti, vol-
Ric. Saretto munque, alla gestione abusiva d’in- ta al procacciamento di un ingiusto
genti quantitativi di rifiuti, al fine di profitto, oltre che le esigenze caute-
conseguire un ingiusto profitto. È in lari e l’adeguatezza della misura
questo ambito che bisogna analiz- applicata.
zare i reati contravvenzionali conte- In questo spazio valutativo questo
stati a (...), nella di lui qualità di di- Collegio ravvisa l’assoluta mancan-
rettore tecnico della discarica (...), za di motivazione in ordine ai re-
non risultando decisivo il profilo quisiti dell’abuso di gestione, del-
della pubblica incolumità, del quale l’ingente quantitativo di rifiuti e
il Legislatore parla indirettamente dell’ingiusto profitto. L’abuso di ge-
in relazione all’ordine del ripristino stione non è solo quello che si tra-
dello stato dell’ambiente, che ri- duce in una violazione di legge o di
guarda, pertanto, i contenuti dispo- specifiche prescrizioni regolamen-
sitivi accessori della sentenza o della tari, ma anche quello correlato alla
decisione e non i presupposti del fat- socialità e alla solidarietà dei com-
to, nei suoi elementi oggettivi e sog- portamenti umani (sotto il profilo
gettivi, che non implicano affatto che l’esercizio individuale dei diritti
un immediato vulnus alla sicurez- riposa su un’investitura della co-
za della vita e dell’integrità persona- munità, trovando in queste giustifi-
le di un numero indeterminato di cazioni e limiti), specialmente nel-
persone. l’angolazione di crescita dei rischi
È, pertanto, una forzatura interpre- di una società altamente industria-
tativa, in nulla correlabile alla let- lizzata. In questa disamina è essen-
tera della legge, l’idea che la pre- ziale la rilevanza dei motivi (non si
detta fattispecie si attagli soltanto può sottovalutare come dalla disci-
alle condotte nella quali fosse effet- plina del motivo illecito, della giu-
tivamente ravvisabile la concreta sta causa e del giustificato motivo,
messa in pericolo della sicurezza e oltre che dalla regola di comporta-
integrità fisica di un numero inde- menti secondo correttezza si siano
terminato di persone. L’esegesi cor- tratte indicazioni utili sui modi con
retta della disposizione prescinde, i quali l’ordinamento controlla l’e-
altresì, da una tipologia di rifiuti e sercizio discrezionale dell’autono-
da una loro qualificazione, preve- mia negoziale, articoli 1343, 1345,
dendo solo la condanna alla reclu- 1175 ecc. C.c.): basti pensare al da-
sione per i rifiuti ad alta radioatti- to testuale della normativa in que-
19
vità. Semplificato così il thema de- stione, che connota come illecita
l’attività organizzata di gestione di accumulo di rifiuti indipendente- ambientale un pericolo per la pub- porta, di per sé, una concreta ag-
Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 16 dicembre 2005, n. 45598

rifiuti quando, tra l’altro, la stessa è mente dall’effettiva e concreta im- blica incolumità. gressione ambientale, contro la
finalizzata all’ingiusto profitto. plicazione dei singoli carichi inqui- Si vuole dire che, purtroppo, l’og- quale il giudice deve, tra l’altro,
Non è, cioè, che solo se si realizza nanti). getto della tutela diretta della nor- supplire con un suo provvedimento.
un certo perturbamento ambienta- In relazione, allora, a questa rap- mativa in esame e nella correttezza Anche il requisito dell’ingiusto pro-
le, con un conseguente rischio per presentazione generale del proble- e nell’inappuntabilità della sola at- fitto va meglio riconsiderato sotto il
la pubblica incolumità, si obietti- ma, una gestione di rifiuti, anche a- tività di gestione di un qualsiasi ti- profilo che costituisce un ingiusto
vizza la ratio della fattispecie di cui strattamente lecita, nell’ottica della po di rifiuti, dal cui indiscriminato profitto, non solo quello esplicita-
all’articolo 53-bis; anzi questo mo- fattispecie di cui all’articolo 53-bis, e incontrollato esercizio il Legisla- mente contra legem, ma anche
do d’intendere la richiamata nor- potrebbe diventare abusiva, e quindi tore ha, pero, presunto, a certe con- quello collegato a mediazioni o
mativa non è esatto: perché l’esau- illecita: quando, indipendentemente dizioni, la causazione di un’altera- traffici illeciti, o ad operazioni volte
stività di una condotta illecita, da dalla violazione di specifiche dispo- zione territoriale e ambientale, da a fraudolente manipolazioni dei
cui una ragionevole presunzione di sizioni normative, si determini em- correggere, in uno con la sentenza, codici tipologici.
pericolo ambientale controllabile piricamente una situazione di fatto con un ordine di ripristino dello L’ordinanza impugnata va, pertan-
con una sanzione accessoria di ri- tale da impedire un qualunque con- status quo. In questo ordine d’idee, to, annullata con rinvio perché il
pristino dello stato ambientale, è trollo sulle relative fasi di lavorazio- come è stato detto, assume, perciò, giudice, alla luce dei principi di di-
nel fatto della gestione abusiva di ne, su quelle di smistamento, di ri- una grande importanza il requisito ritto sopra enucleati, esplichi un
un quantitativo ingente di rifiuti ciclaggio e di stoccaggio, restando dell’ingente quantità di rifiuti – re- nuovo riesame di questa vicenda
per scopi d’ingiusto profitto. Si vede definitivamente precluse le corrette quisito, questo, rilevante in ordine processuale, dalla cui riconsidera-
bene, allora, come sia, per certi a- e doverose procedure cautelative; alla caratterizzazione di quell’atti- zione potrebbero risultare modificate
spetti, essenziale l’estimazione di così da ingenerare rischi di conta- vità organizzata di gestione – nella anche le esigenze cautelari riguar-
un quantitativo ingente di rifiuti minazione e commistione, dalle quale si sostanzia, appunto, l’im- danti l’indagato che, allo stato delle
(locuzione, questa, di contenuti so- quali molto verosimilmente si può plicito riferimento al pericolo am- cose, risultano bene argomentate.
lo di merito, e valutabile nella sua suscitare, in una condizione di dis- bientale in ragione dell’entità dei
chiara locuzione come un cospicuo sesto e di squilibrio territoriale e rifiuti, il cui enorme deposito com- (omissis)

a cura di Istituto Ambiente Italia


il riciclo
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

ecoefficiente
potenzialità ambientali,
economiche ed energetiche
L’industria del riciclo non è soltanto un settori dell’acciaio, alluminio, piombo e
elemento funzionale della gestione dei carta, oltre il 50% degli input produttivi
rifiuti. È, piuttosto, una componente si- è costituito da materie seconde, ma la
gnificativa del sistema industriale ed e- domanda è in crescita anche nel setto-
conomico nazionale, un settore cre- re vetrario, nella lavorazione del legno
sciuto a ritmi ben superiori a quelli del- e del mobile, nelle materie plastiche.
l’industria nel suo insieme. In Italia, tra Il riciclo ecoefficiente, integrando le
il 2000 e il 2004, l’indice della produ- principali fonti del settore, dimostra
zione industriale ha subito una contra- che la riduzione di consumi energetici
zione del 3,8%, mentre l’indice del rici- associata al riciclo è stimabile tra i
claggio è cresciuto del 5%. 14,7 e i 18,2 milioni di tep (tonnellate
Le attività di recupero dei rifiuti – urba- equivalenti di petrolio).
ni e produttivi – e le attività industriali Si tratta di un valore di assoluto rilievo
classificate come “riciclaggio” costi- rispetto al consumo interno totale di e-
tuiscono una indispensabile fonte di nergia (circa 190 milioni di tep) e agli
approvvigionamento per una parte si- obiettivi di efficienza nazionali (pari a
208 pagine 20,00 e gnificativa del sistema industriale. Nei 2,9 milioni di tep).

R
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Corte di Cassazione – II Sezione civile
Sentenza 17 novembre 2005, n. 23304

La massima
Giurisprudenza Rifiuti – Sanzioni amministrative – A seguito di sentenza
di assoluzione – Sussistenza – Violazione del principio di
legalità – Non sussiste
L’applicazione di sanzioni amministrative in materia di rifiuti an-
che a fatti commessi anteriormente all’entrata in vigore del Dlgs
22/1997 consegue dalla depenalizzazione introdotta dall’articolo
55, Dlgs 22/1997, anche in relazione a fatti per i quali vi è stata
assoluzione in sede penale perché il fatto non è previsto dalla
legge come reato. Tale disciplina transitoria non concreta alcuna
violazione del principio di legalità dell’illecito amministrativo di cui
È più favorevole al reo all’articolo 1, legge 689/1981.

la pena prevista per (omissis) non poteva essere assoggettata a


sanzione amministrativa una con-
Sentenza dotta posta in essere antecedente-
la condotta depenalizzata sul ricorso proposto da:
Provincia Bari in persona del suo
mente alla entrata in vigore della
citata normativa (che pure aveva
legale rappresentante (...), giusta depenalizzato la fattispecie in pre-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


delega in atti; cedenza prevista dalla legge 475/
– ricorrente – 1988 come reato), stante la man-
contro canza di una disciplina transitoria
(...); per le tardive comunicazioni dei ri-
– intimato – fiuti prodotti commesse in epoca
avverso la sentenza 1240/2002 del anteriore al 1997.
Tribunale di Trani, depositata il 24 Si costituiva la Provincia di Bari, in
settembre 2002; persona del Presidente pro tem-
udita la relazione della causa svolta pore, chiedendo il rigetto dell’op-
nella pubblica udienza del 27 otto- posizione, dal momento che l’ordi-
bre 2005 dal Consigliere Dott. Alfre- nanza impugnata faceva seguito
do Mensitieri; alla sentenza penale irrevocabile n.
udito l’Avvocato (...), difensore del 113 del Pretore circondariale di
ricorrente che ha chiesto l’accogli- Trani in data 3 aprile 1997 con la
mento del ricorso; quale, nel dichiararsi non doversi
udito il Pm in persona del Sostituto procedere nei confronti dell’impu-
procuratore generale (...) che ha tato perché il fatto non era previsto
concluso per l’accoglimento del ri- dalla legge come reato, si ordinava
corso, cassazione sentenza impu- la trasmissione degli atti alla com-
gnata rigetto dell’opposizione pro- petente autorità per l’applicazione
posta dal (...). delle sanzioni amministrative. Con
sentenza del 24 settembre 2002 il
Svolgimento del processo Tribunale di Trani, in composizio-
Con ricorso depositato l’8 febbraio ne monocratica, in accoglimento
2001 (...) proponeva opposizione dell’opposizione, annullava l’ordi-
avverso l’ordinanza ingiunzione e- nanza ingiunzione, con compensa-
messa il 15 dicembre 2000 dalla zione delle spese di lite, sul rilievo
Provincia di Bari con la quale gli che, in assenza di una disciplina
veniva ingiunto il pagamento della transitoria, fatti commessi in epoca
sanzione amministrativa di lire antecedente all’entrata in vigore del
6.000.000 per la violazione prevista Dlgs 22/1997 non possono essere
dall’articolo 11, comma 3, Dlgs sanzionati dall’autorità ammini-
22/1997, avendo nell’esercizio della strativa in quanto ciò costituirebbe
sua attività di elettrauto, comunica- violazione del principio di legalità
to oltre il termine di legge la qua- sancito dall’articolo 1 della legge
lità e quantità dei rifiuti prodotti. 689/1981.
A sostegno dell’opposizione il (...) Avverso tale decisione ha proposto
eccepiva che, per i principi di lega- ricorso per cassazione la Provincia
lità e di irretroattività sanciti dal- di Bari sulla base di due motivi.
21
l’articolo 1 della legge 689/1981, Non ha svolto attività difensiva in
questa sede l’intimato. menti penali pendenti alla data del- merito nel sostenere che, nel caso di sé giustifica, come più favorevole,
Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 17 novembre 2005, n. 23304

la sua entrata in vigore “l’autorità specie, vi sarebbe stata violazione l’applicazione di questa in luogo di
Motivi della decisione giudiziaria, se non deve pronunzia- del principio di legalità sancito quella penale.
Con i due motivi di ricorso, da esa- re decreto di archiviazione o sen- dall’articolo 1 della legge 689/1981. Chi ha commesso un fatto costi-
minarsi congiuntamente stante la tenza di proscioglimento, dispone Al contrario, dalla disposizione tuente reato depenalizzato dopo l’a-
loro stretta connessione, si denun- la trasmissione degli atti agli enti transitoria citata si evince chiara- zione, è punito dalla norma a lui
zia, in riferimento all’articolo 360, indicati nel comma 1 ai fini del- mente la volontà del Legislatore de- più favorevole, dandosi rilievo alla
numeri 3 e 5 C.p.c., violazione e fal- l’applicazione delle sanzioni am- legato di assoggettare a sanzione fattispecie come violazione ammi-
sa applicazione dell’articolo 55 del ministrative”. Con tale disposizione amministrativa le condotte per le nistrativa, senza violare le norme
Dlgs 22/1997, nonché omessa, in- il Legislatore delegato certamente quali, al momento dell’entrata in costituzionali richiamate, essendo
sufficiente e contraddittoria motiva- non ha inteso rendere lecite condot- vigore del decreto legislativo, erano applicabile la norma che prevede la
zione circa un punto decisivo della te che, nella previgente normativa, pendenti procedimenti penali, con violazione, anche se la sanzione pe-
controversia. Osserva il ricorrente erano sanzionate penalmente. la sola eccezione della insussistenza cuniaria applicabile sia maggiore
che avendo il Pretore di Trani pro- Il riferimento alla pronuncia del de- in fatto della condotta ascritta. La dell’ammenda precedente (si veda
nunciato sentenza di non doversi creto di archiviazione o alla senten- sentenza impugnata, quindi, ha anche Cassazione 3979/2002).
procedere nei confronti del (...) non za di proscioglimento in essa conte- fatto una errata applicazione delle Alla stregua delle svolte considera-
essendo il fatto contestatogli più nuto, infatti, come affermato anche disposizioni di legge, ritenendo non zioni la gravata sentenza va pertan-
previsto dalla legge come reato di- dalla Corte Costituzionale nell’ordi- assoggettabile a sanzione ammini- to cassata con rinvio della causa a
sponendo la trasmissione degli atti nanza 233/1999, deve intendersi co- strativa una condotta, quella del- giudice di pari grado che si designa
all’ente competente ai fini dell’ap- me volto ad “evitare la rimessione l’attuale intimato, per l’innanzi nel Tribunale di Bari, il quale si u-
plicazione della sanzione ammini- all’autorità amministrativa di con- sanzionata a titolo di illecito pena- niformerà al su enunciato principio
strativa in doverosa applicazione testazioni di illeciti depenalizzati le. Né, può aggiungersi, può dubi- di diritto e provvedere altresì in or-
dell’articolo 55 del Dlgs 22/1997, non aventi consistenza in linea di tarsi della legittimità costituziona- dine alle spese del giudizio di Cas-
correttamente essa amministrazione fatto, mentre negli altri casi la nor- le, in riferimento agli articoli 25 e 3 sazione.
ricorrente aveva applicato tale san- ma assolve alla funzione di regolare Cost., dell’articolo 52, comma 1, del
zione a fatto già sanzionato penal- in via transitoria la successione fra Dlgs 22/1997, ove ritenuto applica- P.Q.M.
mente, in stretta applicazione del la norma penale e quella che confi- bile, in forza della disposizione La Corte, accoglie il ricorso, cassa
comma 3 della richiamata norma, gura l’illecito amministrativo, evi- transitoria di cui all’articolo 55, l’impugnata sentenza e rinvia la
diversamente da quanto ritenuto dal tando che condotte, tenute nel vigo- comma 3, del medesimo decreto, causa, anche per le spese del giudi-
giudice del merito che ne aveva dato re della norma incriminatrice, e come sopra interpretato, giacché, zio di legittimità, al Tribunale di
una errata interpretazione. successivamente depenalizzate, ri- come questa Corte ha chiarito (si Bari.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

La doglianza è meritevole di acco- sultino prive di ogni sanzione” (si veda la citata sentenza 19529/ Così deciso in Roma, il 27 ottobre
glimento. Il testé richiamato com- veda anche Cassazione 15785/2003, 2003) la differenza ontologica tra 2005.
ma terzo dell’articolo 55 del Dlgs 19529/2003 e 22116/ 2004). illiceità del reato e illegittimità del- Depositato in Cancelleria il 17 no-
22/1997 dispone che per i procedi- Ha errato, dunque, il giudice del la violazione amministrativa di per vembre 2005.

Direttore responsabile Hanno collaborato © copyright 1994 – 2006 Abbonamento annuo: Euro 120,00
RIFIUTI Paola Ficco a questo numero Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
bollettino di Maurizio De Paolisonia Numeri speciali: Euro 22,00
informazione Vice Direttore Pasquale FimianiD’Angiulli Tutti i diritti sono riservati:
normativa Maurizio Santoloci Maurizio De Paolis è vietato qualunque uso,
Alessandro Geremei o Rispoli anche parziale, dei testi. Questa rivista è stampata su
Redazione
Vincenzo Dragani, Le opinioni sono espresse
Maurizio Quaranta, a titolo personale, Edizioni l’unica carta riciclata da cartoni
per bevande per prodotti freschi
n. 128 (4/06)

Monica Rocca impegnano esclusivamente Ambiente


Progetto grafico gli Autori e non sono riferibili via Natale Battaglia 10
e videoimpaginazione né alle Istituzioni o agli Enti 20127 Milano
Laura Petri di appartenenza, né alla Rivista
tel. 02.45487277 Finito di stampare nell’aprile 2006
Ufficio stampa Il presente numero è stato fax 02.45487333 Stampa: Moderna srl
Iride Baldo, Milano chiuso in Redazione www.reteambiente.it via Passo Resia 10,
iride.baldo@reteambiente.it il 27 marzo 2006 box@reteambiente.it 21013 Gallarate (Va)

Comitato Scientifico di Coordinamento delle attività di Edizioni Ambiente in campo normativo


Rifiuti – Bollettino di informazione normativa/Attività di formazione sulla normativa ambientale/Area normativa di Reteambiente
22
Presidente: Paola Ficco (Giurista ambientale, Docente universitario) Vice Presidente: Maurizio Santoloci (Magistrato di Cassazione)
Consiglio di Stato – V Sezione
Sentenza 28 febbraio 2006, n. 858

La massima
Rifiuti – Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani

Giurisprudenza – Determinazione dei Comuni – Riferimento alla quantità


e qualità medie ordinarie – Dlgs 507/1993
È legittima la delibera comunale che fissa la tassa per lo smalti-
mento dei rifiuti soli urbani (Tarsu) a carico degli alberghi senza
tenere conto del carattere stagionale e discontinuo dell’attività ri-
cettiva, dovuto all’andamento saltuario dei flussi turistici, il quale
comporta una minore produzione di rifiuti. Quindi, nessuna ridu-
zione deve essere prevista.
La delibera in oggetto fondava la Tarsu su quantità e qualità me-
die ordinarie per unità di superficie imponibile dei rifiuti urbani
Tarsu, il carattere producibili nei locali a seconda del tipo di uso e sul costo di smal-
timento, senza valutare stagionalità e discontinuità dell’attività al-
berghiera, dovute all’andamento saltuario del turismo, dal che
stagionale dell’albergo deriva una produzione di rifiuti in misura ridotta.

non consente la riduzione (omissis) strativo regionale per la Campania,


sede di Napoli, gli attuali appellati,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


Il Consiglio di Stato in sede giuri- gestori di esercizi alberghieri nel
sdizionale, Sezione Quinta Comune di Ischia, hanno impu-
ha pronunciato la seguente gnato la deliberazione 19 febbraio
2001, n. 9 con la quale il Consiglio
Decisione comunale di Ischia aveva fissato la
sul ricorso in appello n. 10658 del tariffa della tassa per lo smaltimen-
2004 proposto dal Comune di I- to dei rifiuti solidi urbani relativa
schia, in persona del Sindaco pro all’anno 2001.
tempore, rappresentato e difeso dal- Il ricorso è stato accolto con la sen-
l’avv. (...), presso lo studio del qua- tenza 15 settembre 2004, n. 12012
le è elettivamente domiciliato in della Sezione I, che ha annullato il
Roma, (...), provvedimento impugnato nella
contro parte in cui, nell’ambito della stes-
(...), tutti in persona dei propri le- sa categoria C, comprendente resi-
gali rappresentati, rappresentati e denze in senso ampio, aveva diffe-
difesi dall’avv. (...) con il quale e- renziato la tariffa per gli esercizi al-
lettivamente domiciliano in Roma berghieri da quella per le altre sot-
alla via (...); tocategorie, senza considerare il ca-
e (...), non costituite in giudizio; rattere stagionale e discontinuo del-
per la riforma l’attività alberghiera.
della sentenza 15 settembre 2004, Contro la sentenza ora detta ha
n. 12012 pronunciata tra le parti proposto l’appello in esame il Co-
dal Tribunale amministrativo re- mune di Ischia, chiedendone la
gionale per la Campania, sede di riforma.
Napoli, Sezione I; Per resistere, si sono costituiti in
Visto il ricorso con i relativi allegati; giudizio gli appellati, i quali hanno
Visto l’atto di costituzione in giudi- controdedotto, riproponendo altresì
zio degli appellati; i motivi assorbiti in primo grado, e
Viste le memorie prodotte dalle par- concludendo per la reiezione del
ti a sostegno delle rispettive difese; gravame perché inammissibile ed
Visti gli atti tutti della causa; infondato; vinte le spese di giudizio.
Relatore il cons. (...); La causa è stata trattata all’udienza
Uditi alla pubblica udienza del pubblica del giorno 1° luglio 2005,
giorno 1° luglio 2005 l’avv. (...), su nella quale, sentiti i difensori pre-
delega dell’avv. (...), e l’avv. (...); senti, il Collegio si è riservato la de-
Ritenuto e considerato in fatto e in cisione.
diritto quanto segue.
Diritto
Fatto L’appello è fondato.
23
Con ricorso al Tribunale ammini- Il Comune ricorrente si duole che il
Tar ha annullato l’impugnata deli- che infondato, perché, derivando si precisa che la determinazione de- zione al commercio ed all’utilizzo
Giurisprudenza Consiglio di Stato – Sentenza 28 febbraio 2006, n. 858

berazione del Consiglio comunale dal provvedimento impugnato un gli importi tariffari è avvenuta se- dei beni alimentari e le connesse
19 febbraio 2001 n. 9, con la quale enorme incremento delle tariffe ed condo le indicazioni propositive, conseguenze in termini di indici
era stata fissata la tariffa della tassa una fortissima discriminazione tra “adattate alla realtà locale”, delle parametrali.
per lo smaltimento dei rifiuti solidi alberghi e abitazioni private, era circolari diramate in materia dal L’appello, pertanto, deve essere ac-
urbani per l’anno 2001, essenzial- doveroso per il Comune valutare Ministero delle finanze (specifica- colto e, per l’effetto, in riforma del-
mente sul presupposto della man- tutti gli elementi che potevano inci- mente indicate) “con l’utilizzo dei la sentenza appellata, il ricorso di
cata valutazione del carattere sta- dere in termini favorevoli per i sog- dati statistici rilevati, raccolti ed ag- primo grado va respinto.
gionale e discontinuo dell’attività getti maggiormente penalizzati, giornati dall’Ancitel” e che, sulla Sussistono giusti motivi per dispor-
alberghiera, dovuto all’andamento nella specie gli alberghi, per non base di tali dati risulta confermata re la compensazione tra le parti
saltuario dei flussi turistici, che incorrere – com’è invece avvenuto la capacità di produrre rifiuti delle delle spese di entrambi i gradi di
comporta una minore produzione – nella violazione dei principi di diverse categorie contributive e la giudizio.
di rifiuti. proporzionalità, adeguatezza, ra- maggiore propensione in assoluto
Con il primo motivo d’appello l’as- gionevolezza, eguaglianza e giusti- delle attività legate al commercio P.Q.M.
sunto viene contestato, facendo rile- zia. Tra questi elementi non pote- ed utilizzo dei beni alimentari. Gli Il Consiglio di Stato in sede giuri-
vare come, ai sensi dell’articolo 66 vano non essere ricomprese la sta- stessi dati statistici periodici raccolti sdizionale, Sezione Quinta, accoglie
Dlgs 15 novembre 1993 n. 507, la gionalità e la discontinuità e co- dall’Ancitel sono stati assunti come l’appello in epigrafe e, per l’effetto,
stagionalità non costituisce ele- munque la riduzione dell’attività in base per l’individuazione dell’indi- in riforma della sentenza appellata,
mento motivazionale della tariffa, vari mesi dell’anno. ce di produttività specifica (cosid- respinge il ricorso di primo grado.
ma eccezione proponibile dal sin- A fronte di tale sicuro dovere del detto “ips”) e dell’indice di qualità Compensa tra le parti in causa spe-
golo contribuente con apposita do- Comune, inoltre, non incombeva specifica (cd. “iqs”) al fine di diffe- se e competenze di entrambi i gradi
cumentata istanza e potrebbe essere alcun onere probatorio a carico de- renziare ed articolare la tariffa in di giudizio.
presa in considerazione da parte gli interessati. rapporto alle specifiche ed effettive Ordina che la presente decisione sia
dell’ente impositore soltanto ove ri- Considera il Collegio che, in realtà, produttività delle singole attività eseguita dall’autorità amministra-
sulti dalla licenza di esercizio come con il secondo motivo del ricorso di considerate. tiva.
carattere strutturale e necessario primo grado, ritenuto fondato dal Alla stregua di queste risultanze, si Così deciso in Roma dal Consiglio
dell’attività svolta dal contribuente. Tribunale, gli originari ricorrenti rivelano fondati entrambi i motivi di Stato in sede giurisdizionale, Se-
Nella specie, invece, le licenze di e- hanno dedotto l’illegittimità della di appello sopra riferiti. zione Quinta, nella Camera di Con-
sercizio di cui sono titolari gli ap- differenza tra la tariffa prevista per L’affermato, ma non dimostrato, siglio del giorno 1° luglio 2005 con
pellati sono annuali. Non conta gli esercizi alberghieri e quella sta- andamento stagionale dell’attività l’intervento dei Signori:
neppure il concreto utilizzo del be- bilita per i locali e le aree adibiti alberghiera nel Comune in questio-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

ne e, quindi, la minore produzione all’utenza domestica, nonostante ne, invero, costituisce argomento e- (omissis)
di rifiuti, ma la sua possibilità di u- che si tratti di usi compresi nella videntemente correlato all’effettiva
tilizzo e, comunque, i flussi turistici stessa categoria contributiva di cui produzione in concreto di rifiuti. Depositata in Segreteria il 28 feb-
nell’isola di Ischia sono costanti, all’articolo 68, comma 2, lettera c), Questa, tuttavia, come si è visto, è, braio 2006
anche in relazione all’attività ter- del Dlgs 15 novembre 1993 n. 507 e nella specie, sostanzialmente irrile- (Articolo 55, legge 27 aprile 1982,
male che dura tutto l’anno. che l’attività alberghiera abbia ca- vante nel procedimento di forma- n. 186).
La censura è integrata, poi, nel se- rattere stagionale tale che i relativi zione della tariffa, avendo optato
condo mezzo d’appello, evidenzian- esercizi “per oltre sei mesi all’anno l’amministrazione per il parametro
do che incombeva agli albergatori ... non producono in concreto al- base della produttività o attitudine
ricorrenti dimostrare la sussistenza cun rifiuto a differenza delle desti- a produrre rifiuti.
e l’incidenza delle circostanze rap- nazioni residenziali” (pag. 6 del ri- Inoltre, a fronte della chiara enun-
presentate come fatti impeditivi o corso). Non può ritenersi fondata, ciazione nella motivazione dell’atto
riduttivi della potenzialità produtti- quindi, la riferita eccezione d’i- impugnato degli elementi conside-
va di rifiuti. nammissibilità, essendo il primo rati ai fini della determinazione
Da parte loro, gli appellati eccepi- motivo d’appello rivolto a contesta- della tariffa, corredata altresì dal-
scono preliminarmente l’inammis- re proprio “l’accoglimento della l’indicazione della loro fonte (dati
sibilità dell’appello, sostenendo che censura di sproporzione tariffaria”, statistici periodici raccolti dall’An-
il Comune non ha contestato l’af- attraverso la dimostrazione dell’er- citel, vale a dire dall’Associazione
fermazione, fatta in sentenza, della roneità degli argomenti sui quali nazionale Comuni italiani), in-
sproporzione ed irrazionalità della esso si fonda. combeva ai ricorrenti – che, però,
ripartizione del costo di gestione del Nel merito, occorre premettere che, non vi hanno provveduto – addurre
servizio di nettezza urbana tra le come si rileva dalla lettura del adeguati elementi contrari a com-
categorie incise, che si denunciava provvedimento impugnato, il Co- prova dei fatti portati a sostegno
con il secondo motivo del ricorso o- mune appellante aveva già stabilito della loro pretesa e della bontà del-
riginario accolto dal giudice di pri- con deliberazione Consiglio comu- la loro tesi.
mo grado. nale n. 18 del 29 febbraio 2000 di Le considerazioni che precedono
Per l’ipotesi subordinata che detto determinare i valori per la commi- consentono, non solo di accogliere
motivo debba considerarsi di fatto surazione della tassa in argomento, l’appello principale, ma anche di
assorbito, essi lo ripropongono nel non in base alla quantità e qualità respingere come infondati i motivi
presente giudizio d’appello attraver- dei rifiuti effettivamente prodotti, del ricorso di primo grado rimasti
so la notificazione della memoria bensì, come consente l’articolo 65 assorbiti e riproposti, sia pure tuzio-
di costituzione del 12 gennaio del Dlgs 507/1993, in base alla risticamente, anche sotto forma di
2005; da valere, peraltro, come ri- quantità e qualità medie ordinarie appello incidentale. La motivazione
corso incidentale nel caso in cui la per unità di superficie imponibile del provvedimento impugnato, di
mancata menzione nella sentenza dei rifiuti solidi urbani producibili cui in essi si lamenta il difetto, ap-
possa essere interpretata come ri- nei locali ed aree interessati, a se- pare invero sufficiente a rendere pa-
getto della parte del motivo non e- conda del tipo di uso a cui gli stessi lese il percorso logico seguito dal-
spressamente accolta. sono destinati, ed al costo di smalti- l’amministrazione, anche con par-
Ad ogni modo, secondo gli appella- mento. ticolare riguardo all’attività alber-
24
ti, il primo motivo di gravame è an- Inoltre, nella stessa deliberazione, ghiera, di cui si evidenziano la rela-
Con la sentenza 28 febbraio 2006, n. 858 il fiuti, parametro riconosciuto dall’articolo 65

Giurisprudenza Consiglio di Stato – Sentenza 28 febbraio 2006, n. 858


Consiglio di Stato ha sottolineato due impor- del Dlgs 507/1993 (norma madre in materia di
il commento tanti principi in materia di determinazione del- Tarsu) che consente di commisurare l’imposta
la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi ur- secondo “la quantità e qualità medie ordi-
Tarsu per attività stagionali, bani (“Tarsu”). narie per unità di superficie imponibile dei
In primo luogo, il giudice amministrativo ha rifiuti solidi urbani producibili nei locali ed
la determinazione della tassa infatti ricordato la legittimità della determina- aree interessati, a seconda del tipo di uso a
e le eccezioni opponibili zione della tassa su basi “presuntive”, ritenen- cui gli stessi sono destinati, ed al costo di
do corretta la delibera comunale che fissa la smaltimento”.
dai soggetti incisi tassa a carico degli albergatori senza tener con-
to del carattere stagionale e discontinuo dell’at- Onere della prova
tività ricettiva (dunque senza valutare – a sulla sproporzione
monte – l’effettiva produzione reale dei rifiuti, Pur stabilendo la liceità della determinazione
di Vincenzo Dragani ma basandosi su quella “presunta”). comunale, con la sentenza in parola il Consiglio
Redazione Reteambiente
In secondo luogo, lo stesso giudice ha invece ri- di Stato ha tuttavia riconosciuto la possibilità
badito il diritto alla prova contraria, sancendo per il soggetto inciso di eccepire, al fine di otte-
che è onere del soggetto passivo inciso dimo- nere una riduzione della tassa, la sproporzione
strare all’Ente impositore l’effettiva sproporzio- tra l’importo Tarsu basato sulla potenziale pro-
ne tra l’importo dell’imposta, determinato sulla duttività e l’effettiva (minore) produzione dovu-
base della potenziale produzione di rifiuti, e ta alla stagionalità dell’attività alberghiera. L’ec-
l’effettiva quantità dei rifiuti invece prodotta. cezione di “stagionalità” opposta dal contri-
buente al Comune, ha però sottolineato il giudi-
Criterio per la determinazione ce in sentenza, vincola (in merito al suo acco-
della Tarsu glimento) l’Ente impositore solo (come stabili-
Con la sentenza in parola, il giudice di appello sce l’articolo 66 del Dlgs 15 novembre 1993 n.
ha annullato la sentenza del Tar Campania la 507) “ove risulti dalla licenza di esercizio co-
quale aveva ritenuto illegittima la delibera di me carattere strutturale e necessario dell’atti-
determinazione della Tassa emanata dal Con- vità svolta dal contribuente”. Ma nella fatti-
siglio comunale di Ischia nel febbraio 2006, specie in questione, ha concluso il Consiglio di
delibera che fissava la Tarsu in base alla poten- Stato, tale prova non è stata integrata dagli ap-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


ziale produzione di rifiuti da parte delle attività pellanti, sia in considerazione del fatto che le li-
imprenditoriali in questione. Per il Consiglio di cenze di esercizio avevano solo durata annuale,
Stato, la delibera in parola è invece lecita, per sia per il fatto che “i flussi turistici sull’isola
aver il Comune legittimamente utilizzato il pa- d’Ischia sono costanti, anche in relazione
rametro basato sulla “attitudine” a produrre ri- all’attività termale che dura tutto l’anno”.

a cura di Gianfranco Bologna

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World 2006
rapporto sullo stato del pianeta
focus Cina e India
La presa di coscienza che la vendicheranno inevitabilmen- pro capite quanto ne utilizza
Cina, assieme all’India, sta ra- te una quota delle risorse glo- il Giappone oggi, la loro ri-
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tenza planetaria, ha portato do a un volume di consumi l’attuale domanda globale.
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Consiglio di Stato – V Sezione
Sentenza 3 febbraio 2006, n. 422

La massima
Rifiuti – Attività di demolizione e rottamazione veicoli,

Giurisprudenza autorizzata dalla Provincia ex articolo 27 e 28, Dlgs


22/1997 – Sospensione dell’attività – Commissario di
Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle
acque nella Regione Campania – Poteri – Non rientra
Le misure contestate – la sospensione dell’attività di recupero e-
sercitata – non rientrano tra i poteri conferiti in via straordinaria al
Commissario di Governo in quanto, oggettivamente, non idonee a
fronteggiare e a porre, sia pure transitoriamente, rimedio alla e-
mergenza rifiuti, ma appaiono piuttosto ispirati ad un generalizza-
to intento punitivo che illegittimamente colpisce, in maniera indif-
Il Commissario ferenziata operatori trasgressori e non. Senza contare che i prov-
vedimenti commissariali hanno spogliato la Provincia delle attri-
buzioni di controllo sulla provenienza dei rifiuti, senza che peraltro
non può vietare il Commissario si sia fatto carico di esercitarle a sua volta.

lo smaltimento dei rifiuti (omissis) aprile 2003, n. 3249 del Dirigente


dell’Area tutela ambientale – Dire-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

Il Consiglio di Stato in sede giuri- zione amministrativa della Provin-


sdizionale, Quinta Sezione cia di Napoli – Città metropolitana,
ha pronunciato la seguente iscritta al prot. reg. det. sub. n. 155;
della nota prot. n. 38290 del 17 a-
Decisione prile 2003 prot. SA n. 6212 del 16 a-
sul ricorso in appello 3409/2005, prile 2003 di comunicazione del
proposto dal (...) in proprio e nella provvedimento di cui sopra; delle
qualità di legale rappresentante ordinanze del Commissario di Go-
della srl (...) rappresentato e difeso verno per l’emergenza rifiuti, boni-
dall’avvocato (...); fiche e tutela delle acque nella Re-
Contro gione Campania n. 92 del 26 marzo
– la Regione Campania, in persona 2003, n. 92 e del 27 marzo 2003, n.
del Presidente pro tempore della 93; della comunicazione di chiari-
Giunta regionale; menti del Commissario di Governo
– l’amministrazione della Provin- per l’emergenza rifiuti, bonifiche e
cia di Napoli in persona del presi- tutela delle acque nella Regione
dente pro tempore della Giunta Campania prot. n. 7302 CD del 31
provinciale rappresentato e difeso marzo 2003; della nota prot. n.
dagli avvocati (...); 2003.0071246 del 4 aprile 2003 del-
e nei confronti la Giunta regionale della Campa-
– del Commissariato del Governo nia assunta al prot. n. SA sub n.
per l’emergenza rifiuti-bonifiche e 5764 del 10 aprile 2003; dell’Opcm
tutela acque, in persona del legale 18 marzo 1996; delle Om 31 ottobre
rappresentante pro tempore, non 1996, n. 2470 e 2 maggio 1997, n.
costituito in giudizio; del Ministero 2560; del Dpcm 15 dicembre 2000;
dell’interno in persona del Ministro dell’Om 31 marzo 1998, n. 2774;
pro tempore; della Presidenza del dell’Om 25 febbraio 1999, n. 2948;
Consiglio dei Ministri in persona della Om 21 ottobre 1999, n. 3011;
del presidente pro tempore del dell’Om 21 dicembre 1999, n. 3031;
Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Om 21 dicembre 1999, n. 3032;
dell’ambiente e della tutela del ter- dell’Om 22 dicembre 2000, n. 3100;
ritorio, in persona del Ministro pro del Dpcm 20 dicembre 2002;
tempore tutti rappresentati e difesi Visto l’atto di appello con i relativi
dall’Avvocatura dello Stato e domi- allegati;
ciliati ope legis nei suoi Uffici in Visto l’atto di costituzione in giudi-
Roma, (...); zio della Provincia di Napoli e del
per la riforma della sentenza del 17 Commissariato del Governo per l’e-
dicembre 2004, n. 19402 del Tar mergenza rifiuti-bonifiche e tutela
Campania, che ha respinto il ricor- acque;
26
so avverso la determinazione del 16 Viste le memorie difensive;
Visti gli atti tutti della causa; Diritto trattare nel medesimo impianto, ri- con ciò anche evidenziando lo svia-

Giurisprudenza Consiglio di Stato – Sentenza 3 febbraio 2006, n. 422


Alla pubblica udienza del 29 no- L’appellante denuncia, sotto vari fiuti delle differenti tipologie. La mento di potere, anch’esso oggetto
vembre 2005, relatore il Consigliere profili, l’erroneità e l’illegittimità Sezione ha altresì evidenziato il vi- di puntuale censura.
(...) e uditi, altresì l’avv. (...) e della sentenza impugnata, che ha zio logico giuridico della sentenza Sulla base delle predette considera-
l’avv. (...); respinto il ricorso nei confronti del- allora in esame, nella parte in cui zioni, l’appello deve essere accolto
la determinazione del Dirigente aveva omesso di prendere in esame nei limiti di cui in motivazione e,
Fatto dell’Area tutela ambientale della specifiche censure dedotte, al ri- per l’effetto, devono essere annullati
La ricorrente è iscritta all’albo pro- Provincia di Napoli, che, con ri- guardo, con il ricorso di primo gra- i provvedimenti commissariali im-
vinciale di Napoli per l’attività di chiamo alle ordinanze del Com- do, che, al contrario, apparivano pugnati nella parte in cui dispon-
recupero dei rifiuti non pericolosi missario di Governo per l’emergen- meritevoli di accoglimento, in ma- gono la sospensione – senza fissa-
che esercita presso l’impianto sito za rifiuti, bonifiche e tutela delle niera assorbente, laddove denun- zione del termine finale – dell’atti-
in Torre del Greco al viale (...) ed è acque nella Regione Campania e n. ciavano il provvedimenti commis- vità e della iscrizione nel registro
autorizzata dalla Regione Campa- 92/2003 e n. 93/2003 e agli altri at- sariali per l’immotivata disapplica- delle imprese, e conseguentemente,
nia ex articoli 27 e 28, Dlgs 22/ ti in materia di poteri straordinari zione, nei confronti della generalità per gli effetti riflessi, il provvedi-
1997 all’esercizio dell’attività di de- in materia di emergenza nella si- degli operatori del settore, nella mento provinciale anch’esso ogget-
molizione e di rottamazione degli tuazione dei rifiuti, ha sospeso l’at- Provincia di Napoli, di disposizioni to dell’impugnazione in esame. Le
autoveicoli presso il medesimo im- tività di recupero dei rifiuti e la re- regionali (ordinanza 13 aprile spese dei due gradi del giudizio se-
pianto. Ha impugnato in primo lativa iscrizione per il proprio im- 2000, n. 103 citata) che consentono guono la soccombenza e vanno li-
grado la determinazione del pianto solo perché coincide con il conferimento agli impianti di ti- quidate come in dispositivo.
Dirigente dell’Area tutela ambienta- quello autorizzato con i decreti re- pologie differenti di rifiuti (anche
le della Provincia di Napoli, che, gionali 166/Dec del 13 aprile 2000 da fuori Regione) sia pure circon- P.Q.M.
sulla scorta delle ordinanze del e rinnovati sino al 13 aprile 2005. dandoli di particolare cautele. E Il Consiglio di Stato in sede giuri-
Commissario di Governo per l’e- Nel presente giudizio si sono costi- ciò, sebbene sia dato atto, nei me- sdizionale (Sezione Quinta), defini-
mergenza rifiuti, bonifiche e tutela tuite le amministrazioni statali de- desimi provvedimenti, che soltanto tivamente pronunciando, accoglie
delle acque nella Regione Campa- positando i documenti e la relazio- “alcune aziende” (non specifica- l’appello in epigrafe e, per l’effetto,
nia del 26 marzo 2003, n. 92 e del ne del Commissario per l’emergen- mente individuate) hanno utilizza- accoglie il ricorso di primo grado
27 marzo 2003, n. 93 e degli altri za rifiuti e la Provincia di Napoli. to la iscrizione al registro provin- ed annulla i provvedimenti com-
atti indicati in epigrafe ha sospeso In conformità degli specifici prece- ciale per ricevere rifiuti da fuori re- missariali impugnati.
l’attività di recupero dei rifiuti e la denti della Sezione, l’appello merita gione (evidentemente in assenza Condanna in solido la Presidenza
relativa iscrizione inerente all’im- accoglimento, nella parte in cui è della convenzione espressamente del Consiglio dei Ministri, il Mini-
pianto sito in viale (...) poiché lo volto a denunciare sia l’illegittimità prevista dalla citata ordinanza del stero dell’interno, il Ministero del-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


stesso coincide con quello autoriz- dell’intervento straordinario nel suo Presidente della Regione Cam- l’ambiente e della tutela del territo-
zato con i decreti regionali 166/Dec insieme che l’imposizione genera- pania), senza disporre che la Pro- rio e la Provincia di Napoli alle spe-
del 13 aprile 2000 e rinnovati sino lizzata ed in assenza di apposita i- vincia effettuasse una previa istrut- se dei due gradi del giudizio, che li-
al 13 aprile 2005. Con una serie di struttoria, della misura soprassesso- toria sulla regolare gestione degli quida nella misura complessiva di
censure articolate è stata contestata ria non contemplata in alcuna par- impianti da parte del singolo opera- euro 3.000,00 (tremila) oltre Iva e
l’omessa comunicazione dell’avvio te dei testi normativi che disciplina- tore e senza nulla disporre per i ri- Cap.
del procedimento e dedotta la viola- no la materia, se non in funzione fiuti giacenti in sito, con ciò pena- Ordina che la presente decisione sia
zione del Dlgs 22/1997, in quanto sanzionatoria dell’operatore econo- lizzando, senza addebito di alcuno eseguita dall’autorità amministra-
erroneamente l’amministrazione a- mico di settore. specifico comportamento illegitti- tiva.
vrebbe ritenuto alternative tra loro Questa stessa Sezione, con le deci- mo, operatori estranei all’illegitti- Così deciso in Roma nella Camera
le diverse autorizzazioni (quelle di sioni 6809/2002 e 6280/2002 ha mo conferimento sulla cui base è di Consiglio del 29 novembre 2005
cui agli articoli 32 e 33 e di cui agli annullato con efficacia erga om- stata giustificata l’adozione della con l’intervento dei Sigg.ri:
articoli 27 e 28) mentre le attività nes i provvedimenti del Ministro misura. Siffatto modo di procedere
di smaltimento recupero ex articolo dell’interno delegato per il coordi- non è stato ritenuto giustificato dai (omissis)
27 sono sicuramente compatibili namento della protezione civile, poteri conferiti in via straordinaria
con l’attività di recupero dei rifiuti nella parte in cui attribuiscono in al Commissario di Governo e ciò
non pericolosi presso lo stesso im- via generale al Commissario per anche per la considerazione che le
pianto. In primo grado si sono co- l’emergenza rifiuti nella Regione misure in contestazione, proprio in
stituite le amministrazioni intimate Campania l’esercizio delle funzioni forza della generalizzata incidenza
e la Provincia di Napoli. amministrative relative alla gestio- su tutti gli operatori della Provin-
Con la sentenza impugnata il Tar ne dei rifiuti, per la ragione che la cia, non sono, oggettivamente, ido-
della Campania ha respinto il ricor- sovrapposizione di un sistema am- nee a fronteggiare e a porre, sia pu-
so con richiamo all’ordinanza n. ministrativo e di gestione alternati- re transitoriamente, rimedio alla e-
92 del Commissario straordinario vo a quello ordinario, con l’attribu- mergenza rifiuti, ma appaiono
emanata a seguito dello stato di e- zione di competenze sempre più piuttosto ispirati ad un generalizza-
mergenza ed alla oggettiva diffi- ampie al Commissario ha estro- to intento punitivo che illegittima-
coltà di controllare la provenienza messo le amministrazioni delle co- mente colpisce, in maniera indiffe-
dei rifiuti e la destinazione finale munità locali dalla gestione di un renziata operatori trasgressori e
degli stessi, in presenza di numerosi così significativo aspetto della vita non. Senza contare che i provvedi-
impianti che hanno usufruito delle delle comunità medesime. Alla stre- menti commissariali hanno spo-
procedure semplificate, nonché del- gua di quest’ultima affermazione, gliato la Provincia delle attribuzio-
le autorizzazioni di cui agli articoli debbono ritenersi insussistenti i po- ni di controllo sulla provenienza ri-
27 e 28 del Dlgs 22/1997. Avverso la teri dell’intervento straordinario, in fiuti, senza che peraltro il Com-
sentenza ha proposto appello la dit- base ai quali è stato emesso il prov- missario si sia fatto carico di eserci-
ta (...). Si sono costituite in giudi- vedimento impugnato. tarle a sua volta, come pure sarebbe
zio le amministrazioni intimate. Con le decisioni 2868/2005 e stato possibile sulla base dei poteri
Con memoria depositata il 18 no- 2869/2005 la Sezione ha poi osser- conferitigli, ma anzi, ponendo e-
vembre 2005, l’appellante richiama vato che sia il decreto legislativo spressamente alla base della grave
gli specifici precedenti della Sezione e 22/1997 che il decreto 5 febbraio misura adottata le difficoltà di eser-
27
del 3 ottobre 2005, n. 2868 e n. 2869. 1998 non vietano di conferire e citare un controllo caso per caso,
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
Circolare 31 gennaio 2006, n. 862
(Gazzetta ufficiale 10 febbraio 2006 n. 34)

Indicazioni relative all’operatività nel settore degli oli


minerali usati, ai sensi del decreto ministeriale
Prassi 8 maggio 2003, n. 203.

1. Materiale riciclato ria sono altresì indicati a titolo di esempio e in


1.1. Definizione di materiale riciclato. maniera non esaustiva i beni e manufatti ottenu-
Materiale realizzato utilizzando rifiuti derivanti ti da materiali riciclati iscrivibili nel repertorio
dal post-consumo, nei limiti in peso imposti dal- del riciclaggio:
le tecnologie impiegate per la produzione del • oli lubrificanti per autotrazione:
materiale medesimo. – oli lubrificanti per motori a benzina e diesel
Sono ascrivibili all’interno del repertorio del rici- per autovetture unigradi e multigradi;
Gpp, le regole claggio, a titolo di esempio non esaustivo: – oli lubrificanti di primo riempimento per auto-
– le basi lubrificanti ottenute da oli minerali u- vetture e autocarri;
sati aventi caratteristiche chimico-fisiche confor- – oli lubrificanti motore per veicoli commerciali;
per gli oli mi alle tabelle 3 del decreto ministeriale n. 392 – oli diesel multiuso;
del 16 maggio 1996; – oli per motori a due tempi (marini e non);
– i bitumi ottenuti da oli minerali usati aventi – altri oli motore;
minerali usati caratteristiche chimico-fisiche conformi alle ta- – fluidi per trasmissioni automatiche (ATF);
• oli lubrificanti industriali:
belle 3 del decreto ministeriale n. 392 del 16
maggio 1996; – oli ingranaggi auto (per cambi differenziali);
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

– i combustibili ottenuti da oli minerali usati a- – oli ingranaggi industria;


venti caratteristiche chimico-fisiche conformi al- – oli per sistemi idraulici (HL, HM, HV, HG);
le tabelle 4 e 5 del decreto ministeriale n. 392 del – oli per sospensioni;
16 maggio 1996; – grassi auto;
I materiali riciclati sono ottenuti attraverso pro- – grassi industria;
cessi di raffinazione che comportano una separa- – oli da tempra;
zione dei contaminanti contenuti in tali oli e ne – olio da taglio interi;
ristabiliscono le caratteristiche chimico-fisiche – oli emulsionabili solubili;
proprie dei prodotti di prima raffinazione. – protettivi antiruggine;
1.1.1. Limiti in peso di rifiuti presenti nel mate- – oli per turbine;
riale riciclato. – oli per trasformatori;
La tecnologia impiegata per la produzione del – oli per lubrificazione generale;
materiale riciclato in questo settore comporta la – oli diatermici;
lavorazione di un materiale costituito al 100% di – oli distaccanti;
rifiuto (olio usato), il quale è utilizzato per la – oli da processo;
produzione del materiale riciclato. – oli bianchi tecnici (industria della gomma);
L’impiego del 100% di oli usati dovrà essere di- – oli base senza specificazione (multiuso);
chiarata nell’ambito dell’allegato A. • combustibili:
1.1.2. Limiti in peso imposti dalle tecnologie. – gasolio a specifica di legge;
La tecnologia non impone alcun limite. – altri combustibili a specifica di legge;
• prodotti bituminosi:
2. Manufatti o beni ottenuti – guaine bituminose;
con prodotto riciclato – conglomerati bituminosi;
2.1. Definizione di manufatto o bene ottenuto – bitumi per rivestimento;
con prodotto riciclato. – vernici bituminose.
Prodotto che presenti una prevalenza in peso di
materiale riciclato. 3. Metodologia di calcolo
La prevalenza in peso di materiale riciclato è ri- Il termine quantitativo per la definizione dell’ob-
ferita al prodotto stesso in funzione dei limiti in bligo di cui all’articolo 3 comma 1, del decreto
peso consentiti dalle tecnologie impiegate e non ministeriale 8 maggio 2003, n. 203, per ciascuna
alle quantità di rifiuto in esso contenute. categoria, fa riferimento al quantitativo annuo di
2.2. Categorie di prodotti ottenuti con materiale prodotti appartenenti alla medesima, acquistato
riciclato ammissibili alla iscrizione nel repertorio da ogni singolo soggetto obbligato, e documenta-
del riciclaggio. to con idonea certificazione del competente uffi-
Sono di seguito elencate – in maniera non esau- cio tecnico di finanza per tutto il quantitativo ri-
stiva – le categorie di prodotti per il settore degli chiesto dal bando di gara riservato alle ditte qua-
oli minerali usati che potranno essere integrate lificate.
28
successivamente. Nell’ambito di ciascuna catego-
4. Obbligo alle possibili applicazioni ed altri dati tecnici. – l’indicazione della potenziale offerta del singo-

Prassi Circolare 31 gennaio 2006, n. 862


L’obbligo di copertura del 30% del fabbisogno 3) Perizia giurata: la perizia giurata deve docu- lo prodotto;
annuale di oli lubrificanti finiti, combustibili e mentare la percentuale di oli usati derivanti dal – le norme nazionali e comunitarie, anche in te-
prodotti bituminosi appartenenti alle categorie di post-consumo utilizzati per la produzione del ma di sicurezza, salute, qualità, cui è soggetto il
prodotti di cui al punto 2.2, si genera se i prodotti materiale riciclato, sulla base di analisi di pro- prodotto e certificazione del rispetto delle medesi-
realizzati con materiale riciclato sono idonei cesso, tramite dichiarazione di un soggetto certi- me (scheda di sicurezza);
all’uso a cui sono destinati, ancorché con carat- ficatore professionalmente abilitato. Può essere – dichiarazione del rispetto del parametro di
teristiche, ciclo produttivo o additivazione diffe- presentata un’unica perizia comprendente anche congruità del prezzo, di cui al punto 5 della pre-
rente, e forniscano prestazioni conformi a quelle più materiali riciclati da iscriversi al repertorio sente.
degli analoghi prodotti realizzati con prodotti del riciclaggio, a condizione che contenga le spe- 3) Perizia giurata: la perizia giurata deve docu-
nuovi. cifiche di ciascuno in termini di contenuto di oli mentare la percentuale di oli usati derivanti dal
La reale copertura del 30% del fabbisogno da par- usati. post-consumo utilizzati per la produzione di ma-
te dell’ente sarà accertata dal riscontro dei certifi- 4) Altre informazioni utili. teriale riciclato utilizzato nel prodotto, sulla base
cati ufficio tecnico di finanza del punto prece- I soggetti interessati possono a loro discrezione di analisi di processo, tramite dichiarazione di
dente. corredare la richiesta di iscrizione con ulteriori un soggetto certificatore professionalmente abili-
informazioni utili a qualificare il materiale rici- tato. Può essere presentata un’unica perizia com-
5. Congruità del prezzo clato che intendono inserire nel Repertorio del ri- prendente anche più prodotti da iscriversi al
La congruità del prezzo dei prodotti realizzati ciclaggio. Repertorio del riciclaggio, a condizione che con-
impiegando materiali riciclati iscrivibili al reper- Documentazione da inviare per tenga le specifiche di ciascuno in termini di con-
torio del riciclaggio, si ritiene rispettata se tale l’iscrizione di manufatti e beni tenuto di oli usati.
valore non risulta superiore a quello relativo ai realizzati con materiale riciclato 4) Altre informazioni utili: i soggetti interessati
corrispondenti prodotti realizzati con materiale 1) Allegato B, debitamente compilato in base al- possono a loro discrezione corredare la richiesta
vergine. lo schema riservato ai manufatti e beni realizzati di iscrizione con ulteriori informazioni utili a
con materiali riciclati e accluso alla presente cir- qualificare il materiale riciclato che intendono
6. Iscrizione dei prodotti riciclati colare. inserire nel Repertorio del riciclaggio.
nel repertorio del riciclaggio 2) Relazione tecnica di progetto contenente: Invio della domanda: la domanda in originale e
Documentazione da produrre per – codice del Repertorio del riciclaggio del mate- copia fotostatica conforme, corredata di tutta la
l’iscrizione dei materiali riciclati riale riciclato contenuto nel prodotto; documentazione prevista ai punti precedenti, de-
1) Allegato A, debitamente compilato in base allo – una descrizione del manufatto; ve essere trasmessa con raccomandata a.r. al
schema riservato ai materiali realizzati con i pro- – l’evidenziazione della percentuale di materiale Gabinetto del Ministro dell’ambiente e tutela del

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


dotti riciclati e accluso alla presente circolare. riciclato; territorio – Commissione tecnica decreto mini-
2) Scheda tecnica del materiale riciclato. – il peso complessivo del bene o manufatto; steriale 9 ottobre 2003 – via Cristoforo Colombo,
La domanda deve essere corredata anche da una – una dichiarazione del peso di materiale rici- 44 – 00147 Roma.
scheda tecnica tesa a fornire informazioni relati- clato utilizzato per la realizzazione del manufat-
ve al materiale di cui sia richiesta l’iscrizione, to o del bene; Roma, 31 gennaio 2006
con particolare riferimento alla composizione, – le caratteristiche prestazionali;

Allegato A 4. Capacità produttiva annua in t/an- fabbisogno medesimo, la società/ditta progetto.


Schema per prodotti no .... con sede legale in .... c.a.p. .... Si dichiara di essere a conoscenza del
ottenuti con materiali 5. All’atto dell’analisi della presente prov. ...., via/piazza .... codice fiscale disposto dell’articolo 8, comma 3, del
riciclati richiesta potrà essere consultato in o partita Iva .... decreto recante norme affinché gli uf-
Settore degli oli minerali qualità di tecnico il sig. .... Iscritta al registro delle ditte esercenti fici pubblici e le società a prevalente
6. Tel. .... e-mail .... @....; indichiamo attività di riciclo della prov. di .... n. capitale pubblico coprano il fabbiso-
usati quale associazione di categoria di ri- .... (eventuale), gno annuale di manufatti e beni con
ferimento ...., nella persona del sig. richiede l’iscrizione al Repertorio del una quota di prodotti ottenuti da ma-
Al Gabinetto del Ministro dell’ambien-
...., tel. .... e-mail .... @.... riciclaggio del MANUFATTO O BENE teriale riciclato nella misura non infe-
te e tutela del territorio Commissione
OTTENUTO CON MATERIALE RICI- riore al 30% del fabbisogno medesi-
tecnica decreto ministeriale 9 ottobre
Il tecnico .... CLATO mo.
2003 – via Cristoforo Colombo, 44 –
Il legale rappresentante .... 1. Nome commerciale del manufatto
00147 Roma
Data .... o bene prodotto (eventuale). Il legale rappresentante...
2. Codice Repertorio del riciclaggio Il tecnico ....
Ai sensi dell’articolo 6 del decreto re-
dei materiali riciclati utilizzati e relati- Data ....
cante norme affinché gli uffici pubblici
e le società a prevalente capitale pub- Allegato B va percentuale in peso contenuta nel
Schema per prodotti bene o manufatto, riferita al peso to-
blico coprano il fabbisogno annuale di
ottenuti con materiali tale del bene o manufatto.
manufatti e beni con una quota di
riciclati Codice del Repertorio del riciclaggio
prodotti ottenuti da materiale riciclato
Settore degli oli minerali %
nella misura non inferiore al 30% del ....
fabbisogno medesimo, la società/ditta usati ....
.... con sede legale in .... c.a.p. .... ....
prov. .... via/piazza .... codice fiscale Al Gabinetto del Ministro dell’ambien- 3. Capacità produttiva annua .... kg
o partita Iva .... Iscritta al registro del- te e tutela del territorio – Commis- .... /mt .... /n. pezzi ....
le ditte esercenti attività di riciclo della sione tecnica decreto ministeriale 9 4. All’atto dell’analisi della presente
prov. di .... n. .... (eventuale), ottobre 2003 – via Cristoforo Colom- richiesta potrà essere consultato in
Richiede l’iscrizione al Repertorio del bo, 44 – 00147 Roma qualità di tecnico il sig. .... tel. ...., e-
riciclaggio del MATERIALE RICICLATO mail ....@.... indichiamo quale asso-
1. Nome commerciale del materiale Ai sensi dell’articolo 6 del decreto re- ciazione di categoria di riferimento ....
(eventuale) cante norme affinché gli uffici pubblici nella persona del sig. .... tel. .... e-
2. Natura del materiale e le società a prevalente capitale pub- mail ....@....
3. Codice europeo rifiuto con cui è blico coprano il fabbisogno annuale di
realizzato il prodotto e relativa percen- manufatti e beni con una quota di Il tecnico ....
tuale contenuta espressa in peso % prodotti ottenuti da materiale riciclato Il legale rappresentante .... 29
.... nella misura non inferiore al 30% del Si allega alla presente la relazione di
La circolare del Ministero dell’ambiente 31 Oli minerali riciclati
Prassi Circolare 31 gennaio 2006, n. 862

gennaio 2006, n. 862 reca le istruzioni che le Devono essere realizzati utilizzando rifiuti deri-
il commento P.a. e le società a prevalente capitale pubblico vanti dal post-consumo ed essere ottenuti attra-
devono seguire per soddisfare l’obbligo di legge verso processi di raffinazione che comportano
Oli minerali usati, che impone loro di coprire con almeno il 30% una separazione dei contaminanti contenuti e
di materiali da riciclo il loro fabbisogno annuo ne ristabiliscono le caratteristiche chimico-fisi-
le istruzioni per l’acquisto di oli minerali. che proprie dei prodotti di prima raffinazione.
da parte della P.a. La circolare offre un elenco, di carattere solo e-
L’obbligo per la P.a. di acquistare (nella misura semplificativo, degli oli minerali che rientrano
minima della citata percentuale) prodotti pro- nella categoria dei materiali riciclati ai sensi
venienti da riciclo deriva – lo ricordiamo – dal del Dm 203/2003.
Dm 8 maggio 2003, n. 203, emanato in base
all’articolo 52, comma 56 dalla legge 488/2001 Metodologia per il calcolo del 30%
(“Legge Finanziaria 2002”). I beni e i manu- obbligatorio
fatti acquistabili dalle P.a. al fine di soddisfare Per il raggiungimento della soglia minima im-
di Vincenzo Dragani
Redazione Reteambiente la quota minima del 30% sono esclusivamente posta dall’articolo 3, comma 1, del Dm 8 mag-
quelli iscritti in un particolare registro, denomi- gio 2003, n. 203, le P.a. devono fare riferimento
nato “Repertorio del riciclaggio” e tenuto dal- al quantitativo annuo di prodotti appartenenti
l’Osservatorio nazionale sui rifiuti. L’ammissio- alla medesima categoria, acquistato da ogni
ne dei prodotti al Repertorio avviene su iniziati- singolo soggetto obbligato (come documentato
va delle aziende, tramite una domanda rivolta tramite apposita certificazione dal competente
all’Osservatorio e corredata da documentazione ufficio tecnico di Finanza).
tecnica che ne dimostri il rispetto dei parametri
ambientali stabiliti per legge. Congruità del prezzo e iscrizione al
Repertorio del riciclaggio
Pedissequamente agli analoghi provvedimenti Gli oli provenienti da materiali riciclati potranno
emanati dal MinAmbiente per prodotti tessili, essere iscritti nel già citato “Repertorio del rici-
plastica, carta, legno, ammendanti, edili e claggio” solo se il loro valore non risulta superio-
gomma (per l’elenco completo si veda la tabella re a quello relativo ai corrispondenti prodotti rea-
sotto riportata), anche la circolare sugli oli mi- lizzati con materiale vergine. La documentazione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

nerali presenta la seguente scansione: 1) defini- necessaria per l’iscrizione degli oli minerali usati
zione di materiale riciclato; 2) metodologia per al Repertorio (iscrizione dal cui momento scatta
il computo del 30% obbligatorio; 2) criteri di l’obbligo di acquisto per i soggetti interessati) è
congruità del prezzo; 4) modalità di iscrizione quella elencata nella circolare in parola ed è ana-
nel Repertorio del riciclaggio. Vediamone di se- loga a quella stabilita dalle altre circolari in ma-
guito i caratteri fondamentali. teria in relazione alle diverse categorie di prodotti.

Circolari MinAmbiente sugli acquisti verdi ex Dm 2003/2003


Settore merceologico Estremi provvedimento e pubblicazione (*)
tessile circolare MinAmbiente 8 giugno 2004
(Gu 23 giugno 2004 n. 145)
plastica circolare MinAmbiente 4 agosto 2004
(Gu 16 agosto 2004 n. 191)
carta circolare MinAmbiente 3 dicembre 2004
(Gu 15 dicembre 2004 n. 293)
legno e arredo circolare MinAmbiente 3 dicembre 2004
(Gu 16 dicembre 2004 n. 294)
ammendanti circolare MinAmbiente 22 marzo 2005
(Gu 8 aprile 2005 n. 81)
edile, stradale e ambientale circolare MinAmbiente 15 luglio 2005, n. 5205
(Gu 25 luglio 2005 n. 171)
gomma circolare MinAmbiente 19 luglio 2005
(Gu 27 luglio 2005 n. 171)
oli minerali usati circolare MinAmbiente 31 gennaio 2006, n. 862
(Gu 10 febbraio 2006 n. 34)

(*) Il testo delle circolari è consultabile, da parte degli utenti abbonati ad Osservatorio di normativa ambienta-
le, su www.reteambiente.it.

30
a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci

Come si fa...
Rubriche l’Aia e i rifiuti
Le schede di prossima pubblicazione saranno relative a:
– incenerimento e coincenerimento di rifiuti;
– discariche e Dm 3 agosto 2005;
– rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).
Le schede precedenti:
– scheda S1: Formulario di identificazione per il
trasporto dei rifiuti, Rifiuti n. 125 (1/06);
– scheda S2: Registro di carico e scarico per i rifiuti,
Rifiuti n. 126 (2/06).
– scheda S3: Mud 2006, Rifiuti n. 127 (3/06)

Scheda n. 4 (S4)
Nozioni generali
Che cos’è l’Aia Sotto il profilo formale, Aia è l’acronimo di Autorizzazione integrata ambientale. Essa tro-
va la sua derivazione nella disciplina Ippc (Integrated Prevention Pollution and Control) di
cui alla direttiva 96/61/Ce, la quale prevede una costante e progressiva riduzione delle
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

emissioni inquinanti grazie all’applicazione delle Bat (Best Availables Techniques).


Sotto il profilo sostanziale, l’Aia è l’autorizzazione all’esercizio di un impianto industriale.
Sotto il profilo legislativo, l’Aia è definita dall’articolo 2, lettera l), Dlgs 59/2005 come “il
provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o parte di esso a determinate
condizioni che devono garantire che l’impianto sia conforme ai requisiti del presente de-
creto. Un’autorizzazione integrata ambientale può valere per uno o più impianti o parti di
essi, che siano localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo gestore”.
L’Aia è integralmente basata sulle Bat, tenendo conto delle caratteristiche tecniche
dell’impianto, della sua collocazione geografica e delle condizioni ambientali locali.

Quali norme prevedono l’Aia Dlgs 18 febbraio 2005, n. 59, attuativo della direttiva 96/61/Ce.

Che cosa sono le Bat Bat è l’acronimo di Best Availables Techniques. A tale acronimo inglese corrisponde
quello italiano di Mtd (Migliori tecniche disponibili).
L’articolo 2, lettera o), Dlgs 59/2005 le definisce come: “la più efficiente e avanzata fase
di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determi-
nate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione inte-
si ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni
e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso”.

Chi elabora le Bat Sono elaborate sotto l’egida della Commissione Ue.
Per svolgere questo compito, la Commissione ha stabilito che per ogni settore industriale
interessato si istituisca un gruppo di lavoro tecnico (Technical Working Group, Twg) for-
mato da esperti degli Stati membri e delle attività industriali coinvolte I Twg si riuniscono a
Siviglia presso l’European Ippc Bureau (EIppcB), creato dalla Commissione appositamente
per redigere i documenti Bref (Bat Reference Document) contenenti tutte le informazioni
disponibili relative alle Bat per ogni settore. Il processo di stesura in ambito Twg richiede
circa 2-3 anni di lavoro, e, una volta terminato, il Bref viene sottoposto all’approvazione
dell’Information Exchange Forum (Ief), organismo di decisione formato da rappresentanti
degli Stati membri e dalla Commissione Ue. Il Twg si riunisce 2 volte, all’inizio e verso la
fine dei lavori, ma esiste un continuo scambio di informazioni ed opinioni all’interno dei
Twg, attraverso uno spazio riservato sul sito dell’EippcB (http://eippcb.jrc.es). I Bref ven-
gono rivisti ogni 5 anni e non sono giuridicamente vincolanti. In Italia, l’articolo 4, Dlgs
59/2005 stabilisce che con successivo Dm dovrà essere istituita, per fornire il necessario
supporto tecnico alla definizione delle linee guida, una commissione composta da esperti
della materia. Fino alla costituzione della Commissione continua ad operare quella istitui-
32 ta, ai sensi dell’articolo 3 del Dlgs 372/1999 (integramento abrogato dal Dlgs 59/2005).
Rubriche Come si fa...
Quali sono le Bat per i rifiuti Ad oggi non sono state ancora emanate, tuttavia sono state elaborate sulla base di una
serie di documenti europei e nazionali (si veda box successivo).
Allo stato attuale, pertanto, l’Autorità competente deve concedere l’Aia tenendo conto
dei criteri elencati nell’Allegato IV, Dlgs 59/2005 (articolo 7, comma 5).

Quali sono i documenti Nell’elaborazione delle Bat per i rifiuti (non ancora emanate, ma predisposte), la Com-
di riferimento per le Bat sui rifiuti missione competente ex articolo 3 del Dlgs 372/1999 ha fatto riferimento ai seguenti
documenti:
• livello europeo (Bref elaborati dall’EIppcB, European Ippc Bureau):
– “Common waste water and waste gas treatment and management system in the che-
mical sector” (febbraio 2003);
– “Reference Document on Best Available Techniques for Waste Incineration” (luglio
2005);
– “Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments
Industry” (agosto 2005);
• livello nazionale:
– linee guida Citec per la progettazione, realizzazione e gestione degli impianti a tecnolo-
gia complessa per lo smaltimento dei rifiuti urbani;
– pubblicazioni Apat;
– pubblicazioni scientifiche di settore;
– manuali universitari.

Quali sono le Bat emanate Fino ad oggi è stato emanato il Dm 31 gennaio 2005. Esso non è relativo ai rifiuti e con-
fino ad oggi sta di 6 Allegati che riguardano rispettivamente:
Allegato I – Linee guida generali;
Allegato II – Sistemi di monitoraggio;
Allegato III – Linee guida per cokerie, produzione di ghisa ed acciaio, trasformazione di
metalli ferrosi, fonderie di metalli ferrosi;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


Allegato IV – Linee guida per impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metal-
lici, trasformazione metalli grezzi non ferrosi da minerali o materie prime secondarie;
Allegato V – Linee guida per impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi;
Allegato VI – Linee guida per impianti di produzione della carta.

A che cosa serve l’Aia L’Aia è lo strumento con il quale si implementa la finalità della prevenzione e del control-
lo integrato dell’inquinamento di cui alla direttiva 96/61/Ce, la cui finalità risiede nel pre-
venire e ridurre, con approccio integrato, l’inquinamento industriale, attuando la prote-
zione dell’ambiente nel suo complesso.
Per questo motivo si parla di autorizzazione “integrata” e non di autorizzazione “unica”.
Infatti, l’Aia non deve solo garantire che ogni aspetto di interazione dell’impianto con
l’ambiente sia stato considerato e risulti accettabile, ma anche che tutti gli aspetti di in-
terazione con l’ambiente siano stati valutati congiuntamente e confrontati tra loro, e che
in base a tale analisi siano state individuate le modalità per ottimizzare l’esercizio
dell’impianto dal punto di vista delle prestazioni ambientali, nel rispetto dei vincoli tecnici
e tenuto conto della fattibilità economica di settore.

Che cosa significa L’Aia si colloca nel più ampio quadro della razionalizzazione amministrativa e supera
esattamente Autorizzazione l’approccio normativo settoriale.
integrata ambientale Infatti, essa si concreta attraverso un unico procedimento amministrativo ed un unico at-
to amministrativo che comprendono i procedimenti e gli atti relativi ai vari comparti am-
bientali riconducibili ad un singolo impianto.

Ambito di applicazione e profili soggettivi


Quali sono gli impianti Non sono solo gli impianti che gestiscono rifiuti, ma anche gli impianti industriali propria-
soggetti ad Aia mente detti.
Tali impianti sono elencati nell’Allegato I al Dlgs 59/2005 (si veda in calce), siano essi e-
sistenti o nuovi e le loro modifiche sostanziali.

Quali sono gli impianti Anche questi impianti (siano essi esistenti o nuovi e le loro modifiche sostanziali) sono ri-
di gestione rifiuti soggetti ad Aia compresi nell’Allegato I, punto 5, Dlgs 59/2005, nello specifico si tratta di:
• impianti per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi definiti negli Allegati IIA e IIB
(operazioni R1, R5, R6, R8 e R9) direttiva 75/442/Cee, con capacità di oltre 10 tonnella-
te/giorno;
• impianti di incenerimento dei rifiuti urbani con capacità superiore a 3 tonnellate/ora;
• impianti per l’eliminazione dei rifiuti non pericolosi, quali definiti nell’Allegato IIA, diret-
segue 33
Rubriche Come si fa...

segue Quali sono gli impianti tiva 75/442/Cee ai punti D8 e D9 con capacità superiore a 50 tonnellate/giorno;
di gestione rifiuti soggetti ad Aia • discariche che ricevono più di 10 tonnellate/giorno o con una capacità totale di oltre
25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.

Come si rapportano le procedure Sono esclusi dal campo di applicazione dell’Aia le attività di gestione di rifiuti che frui-
agevolate per il recupero dei rifiuti scono delle procedure semplificate di cui agli articoli 31 e 33, Dlgs 22/1997.
con la disciplina Aia Per gli impianti che non ricadono nell’ambito dell’Allegato I, punto 5, Dlgs 59/2005:
• che svolgono attività di recupero di rifiuti in procedura agevolata (articoli 31 e 33, Dlgs
22/1997) l’Aia sostituisce tale procedura agevolata;
• è fatta salva la possibilità di utilizzare le procedure previste dagli articoli 31 e 33, Dlgs
22/1997 dopo l’ottenimento dell’Aia, cioè senza dover richiedere una nuova Aia. Il che
può accadere quando il gestore di un impianto produttivo (che quindi non è nato per ge-
stire rifiuti) decida di modificare o integrare l’utilizzo di un certo rifiuto soggetto a proce-
dure semplificate.

Che cos’è la “capacità” Non esistono riferimenti legislativi, né chiarimenti ufficiali; si ritiene che per “capacità” si
dell’impianto, in ordine ai rifiuti intenda il volume o le tonnellate/anno o giorno od ora relative ai rifiuti che potranno es-
sere gestiti nell’impianto e individuati nel provvedimento di autorizzazione.
La circolare MinAmbiente 13 luglio 2004 si occupa del concetto di “capacità” ma solo
con riferimento alla capacità d’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, mediante un
espresso rinvio ai decreti di riferimento per la specifica attività; però, non chiarisce il
concetto per l’intero comparto per la gestione dei rifiuti. Per i relativi impianti, infatti, non
si può parlare di una “capacità produttiva”, piuttosto di una “capacità di trattamento”.

Qual è l’impianto “esistente” Un impianto che, alla data del 10 novembre 1999, aveva ottenuto tutte le autorizzazioni
ambientali necessarie all’esercizio, o il provvedimento positivo di compatibilità ambienta-
le, o per il quale a tale data erano state presentate richieste complete per tutte le auto-
rizzazioni ambientali necessarie per il suo esercizio, a condizione che esso sia entrato in
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

funzione entro il 10 novembre 2000 (articolo 2, comma 1, lettera d) Dlgs 59/2005).

Qual è l’impianto “nuovo” Un impianto che non ricade nella definizione di “impianto esistente” (articolo 2, comma
1, lettera d) Dlgs 59/2005) – si veda box precedente.

Che cos’è la “modifica sostanziale” Una modifica dell’impianto che, secondo un parere motivato dell’Autorità competente,
potrebbe avere effetti negativi e significativi per gli esseri umani o per l’ambiente. In par-
ticolare, per ciascuna attività per la quale l’Allegato I indica valori di soglia, è sostanziale
una modifica che dia luogo ad un incremento del valore di una delle grandezze, oggetto
della soglia, pari o superiore al valore della soglia stessa (articolo 2, comma 1, lettera n).

Che cos’è la “modifica” Una modifica delle sue caratteristiche o del suo funzionamento ovvero un potenziamento
dell’impianto che possa produrre conseguenze sull’ambiente (articolo 2, comma 1, lettera m ).

Il percorso per l’ottenimento dell’Aia


Chi concede l’Aia Esiste una “doppia via” per la concessione dell’Aia:
• una statale, per gli impianti elencati nell’Allegato V al Dlgs 59/2005.
Viene concessa dal Ministero dell’ambiente; l’istruttoria viene condotta dalla Com-
missione istruttoria Ippc (composta da 27 membri) e costituita ex articolo 5, comma 9,
Dlgs 59/2005;
• una regionale, per tutte le altre categorie di impianti indicate nell’Allegato I al Dlgs
59/2005. Viene concessa dai competenti uffici, individuati dalla Regione.
Tra queste categorie di cui all’Allegato I al Dlgs 59/2005 figurano gli impianti di gestione
rifiuti soggetti ad Aia.
Pertanto, per gli impianti di gestione rifiuti, la competenza per la concessione dell’Aia è
regionale. La relativa istanza, dunque, deve essere presentata alla Autorità individuata
dalla Regione o Provincia autonoma competente per territorio.
Con le nuove previsioni di cui al Dlgs 59/2005 non si applica, pertanto, più il paralleli-
smo, in precedenza stabilito dall’articolo 2, Dlgs 372/1999, fra Autorità deputata al rila-
scio dell’Aia e quella competente in materia di Via.
Infatti, nell’ambito della gestione rifiuti, si ricorda che agli impianti di eliminazione di ri-
fiuti tossici e nocivi mediante incenerimento, trattamento chimico o stoccaggio a terra
(pur essendo soggetti a Via statale), l’Aia viene concessa dalla Regione.

Quali sono le principali fasi Ai sensi dell’articolo 5, Dlgs 59/2005 le principali fasi procedurali per l’Aia regionale
procedurali previste (che è quella relativa alla gestione dei rifiuti) sono le seguenti:
34 per l’ottenimento dell’Aia segue
Rubriche Come si fa...
segue Quali sono le principali fasi • l’Autorità competente (Regione o Autorità da essa individuata) stabilisce il calendario
procedurali previste delle scadenze per la presentazione delle domande di Aia;
per l’ottenimento dell’Aia • nel rispetto della tempistica prevista dal suddetto calendario, l’interessato deve trasmettere
la propria domanda di autorizzazione che deve contenere quanto riportato nel box successivo;
• l’Autorità competente individua gli uffici per la consultazione del pubblico e comunica
al gestore dell’impianto la data di avvio del procedimento;
• entro i 15 giorni successivi il gestore ottempera con le modalità previste dal comma 7
dell’articolo 5 alle misure di pubblicità previste (pubblicazione su un quotidiano a diffu-
sione regionale o provinciale di un annuncio “contenente l’indicazione della localizzazio-
ne dell’impianto e del nominativo del gestore” nonché gli uffici presso i quali sono depo-
sitati i documenti e gli atti inerenti il procedimento);
• entro i 30 giorni successivi i soggetti interessati possono presentare osservazioni in
forma scritta (comma 7);
• per il rilascio dell’Aia, l’Autorità competente convoca apposita Conferenza dei servizi alla
quale invita le amministrazioni competenti in materia di autorizzazioni ambientali (comma 10);
• entro 150 giorni dalla presentazione della domanda l’Autorità competente rilascia l’auto-
rizzazione che garantisce la conformità dell’impianto alle prescrizioni contenute nel decreto
e sostituisce ogni altra autorizzazione, visto, parere, nulla osta in materia ambientale e, in
ogni caso, sostituisce le autorizzazioni di cui all’Allegato II del decreto. In caso di impianti
soggetti a Via, il termine è sospeso fino alla conclusione di tale procedura (comma 12);
• le prescrizioni contenute nell’autorizzazione devono essere, comunque, attuate entro il
30 ottobre 2007 (comma 18).

Quali sono i contenuti È necessario:


della domanda di Aia • riportare una descrizione generale dell’installazione o impianto per la quale si richiede
l’Aia (tipo di portata e attività);
• definire la capacità produttiva;
• specificare attività Ippc incluse ed elencare le attività tecnicamente connesse (articolo
5, comma 1, lettera a), Dlgs 59/2005);

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• specificare i criteri con cui le attività sono suddivise in fasi;
• riportare la caratterizzazione (storica) della produzione e l’età degli impianti (Allegato 4,
punto 7, Dlgs 59/2005);
• individuare e caratterizzare le principali linee di impatto (articolo 5, comma 1, lettera
e), Dlgs 59/2005);
• definire il raggio di influenza ambientale e individuare i vincoli territoriali;
• descrivere lo stato del sito e definire le unità ambientali sensibili interessate dall’atti-
vità entro il raggio di influenza (articolo 5, comma 1, lettera d), Dlgs 59/2005);
• definire il quadro normativo ambientale applicabile all’attività;
• riportare tabelle degli inquinanti e dei valori di emissione (tecnologia utilizzata per pre-
venire e/o ridurre le emissioni dell’impianto, articolo 7, Dlgs 59/2005);
• definire l’assetto impiantistico per il quale si chiede autorizzazione (può o meno coinci-
dere con l’esistente);
• indicare le informazioni che non devono essere diffuse per ragioni di riservatezza indu-
striale (in tal caso spetta al richiedente presentare due domande di cui: una contenente
le informazioni riservate e l’altra no per essere messa a disposizione del pubblico);
• misure previste per il recupero dei rifiuti prodotti dall’impianto.

Quali sono i contenuti L’autorizzazione contiene:


del provvedimento di Aia • misure per la protezione globale dell’ambiente (articolo 7, comma 1, Dlgs 59/2005);
• disposizioni per la protezione del terreno e delle acque sotterranee (articolo 7, comma
2, Dlgs 59/2005);
• disposizioni per la gestione dei rifiuti (articolo 7, comma 2, Dlgs 59/2005);
• disposizioni per la riduzione dell’inquinamento acustico (articolo 7, comma 2, Dlgs
59/2005);
• requisiti di controllo delle emissioni (articolo 7, comma 5, Dlgs 59/2005);
• misure per il funzionamento in condizioni diverse da quelle d’esercizio (articolo 7, Dlgs
59/2005);
• prescrizioni per la prevenzione di incidenti (articolo 7, Dlgs 59/2005);
• ulteriori condizioni specifiche (articolo 7, Dlgs 59/2005);
• data (comunque non successiva al 30 ottobre 2007) entro la quale le prescrizioni
dell’Aia devono essere attuate (articolo 5, comma 18, Dlgs 59/2005);
• indicazione delle autorizzazioni sostituite (articolo 5, comma 14 e Allegato II, Dlgs
59/2005).
L’Aia dovrà espressamente indicare le autorizzazioni sostituite che potranno essere an-
che diverse da quelle indicate nell’Allegato II che rappresenta un elenco minimo e non
esaustivo. 35
Rubriche Come si fa...

Che cosa non può prescrivere l’Aia L’Aia non può prescrivere l’applicazione di una specifica tecnologia o di una tecnica spe-
cifica (articolo 7, comma 3). Questo significa che l’Autorità competente potrà richiedere
prestazioni ambientali ma non l’adozione di specifiche tecniche. L’individuazione delle
migliori tecniche disponibili, dunque, può essere effettuata solo dal gestore.

Che cosa sostituisce l’Aia L’Aia sostituisce le autorizzazioni ambientali riportate nell’Allegato II al Dlgs 59/2005, e
precisamente:
1. autorizzazione alle emissioni in atmosfera, fermi restando i profili concernenti aspetti
sanitari (Dpr 203/1988);
2. autorizzazione allo scarico (Dlgs 152/1999);
3. autorizzazione alla realizzazione e modifica di impianti di smaltimento o recupero dei
rifiuti (Dlgs 22/1997, articolo 27);
4. autorizzazione all’esercizio delle operazioni di smaltimento o recupero dei rifiuti (Dlgs
22/1997, articolo 28);
5. autorizzazione allo smaltimento degli apparecchi contenenti Pcb-Pct (Dlgs 209/1999,
articolo 7);
6. autorizzazione alla raccolta ed eliminazione degli oli usati (Dlgs 95/1992, articolo 5);
7. autorizzazione all’utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltu-
ra (Dlgs 99/1992, articolo 9) (*);
8. Comunicazione ex articolo 33, Dlgs 22/1997 per gli impianti non ricadenti nella cate-
goria 5 dell’Allegato I, ferma restando la possibilità di utilizzare successivamente le proce-
dure previste dagli articoli 31 e 33, Dlgs 22/1997 e dalle rispettive norme di attuazione.

(*) Si noti che l’attività non è di per sé soggetta al presente decreto, ma può essere oggetto di Autoriz-
zazione integrata ambientale nei casi sia tecnicamente connessa ad una attività di cui all’Allegato I.

In che cosa consiste L’Aia può sostituire altre autorizzazioni ambientali non riportate espressamente nel citato
la sostituzione delle autorizzazioni Allegato II, Dlgs 59/2005; infatti, ex articolo 5, comma 14, tale elenco non è esaustivo.
Viceversa l’Aia può non sostituire alcune autorizzazioni di cui al citato Allegato II. Ciò ac-
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cade quando le attività oggetto dell’Aia non lo richiedano.

Quanto tempo dura l’Aia • 5 anni (articolo 9, comma 1);


• 6 anni per gli impianti certificati Iso 14001 (articolo 9, comma 3);
• 8 anni per gli impianti registrati Emas (articolo 9, comma 2).

Da quando decorrono i termini • Impianti esistenti: dalla data prescritta per l’adeguamento alle condizioni dell’Aia (non
per la durata delle autorizzazioni oltre il 30 ottobre 2007);
• impianti nuovi e modifiche sostanziali: dalla data della concessione dell’Aia.

Il riesame della P.a. L’articolo 9, comma 4, riconosce all’Autorità competente il potere di riesame dell’Aia. I
costi delle attività istruttorie sono posti a carico del gestore (dunque, si auspica un uso
consapevole di tale strumento).

La variazione del gestore L’articolo 10, comma 4, stabilisce che “nel caso in cui intervengano variazioni nella tito-
larità della gestione dell’impianto, il vecchio ed il nuovo gestore ne danno comunicazione
entro trenta giorni all’Autorità competente, anche nelle forme dell’autocertificazione”.
(NdA: l’istituto dell’autocertificazione è stato disciplinato da ultimo con Dpr 445/2000.)

La sospensione dell’Aia In questo ambito occorre ricordare l’articolo 21-quater, comma 2, legge 15/2005, che
disciplinando il procedimento di sospensione distingue:
• sospensione dell’efficacia (cioè degli effetti giuridici del procedimento);
• sospensione dell’esecuzione (cioè dell’attività esecutiva materiale).
La sospensione può essere disposta per gravi ragioni, e per il tempo strettamente ne-
cessario; occorre indicare un termine nel provvedimento di sospensione, il quale può es-
sere prorogato o differito per una sola volta oppure può essere ridotto per sopravvenute
esigenze.
La competenza per il provvedimento di sospensione è in capo alla medesima autorità
che ha emanato il provvedimento oggetto della sospensione (salvo che la legge non di-
sponga diversamente).
Il provvedimento di sospensione è discrezionale; pertanto, deve essere espressamente
motivato. Ovviamente può essere impugnato dinanzi al Tar e da questo Tribunale sospeso.
La sospensione sine die di un provvedimento amministrativo non è consentita.

La revoca dell’Aia Anche in questo caso, occorre fare riferimento alla legge 15/2005 e segnatamente al-
l’articolo 21-quinquies che contiene la disciplina generale dell’istituto della revoca dei
36 segue
Rubriche Come si fa...
segue La revoca dell’Aia provvedimenti amministrativi. Il potere di revoca è previsto in via generale, come quello
di sospensione, cioè esso non necessita di espressa previsione legislativa.
I provvedimenti (durevoli) possono essere revocati, da parte della stessa Autorità ema-
nante (salva espressa attribuzione legislativa del potere ad altra Autorità).
I presupposti della revoca possono essere molti, poiché la legge 15/2005 accoglie la
configurazione della revoca nel suo contenuto più ampio; quindi, consente che tale revo-
ca possa essere adottata sia per sopravvenuti cambiamenti nella situazione di fatto (o
nell’assetto di interessi), sia nel caso in cui si prospetti all’amministrazione una “nuova
valutazione dell’interesse pubblico originario”.
Ovviamente, in questo secondo caso, il potere di revoca comporta una discrezionalità
molto estesa che va attentamente controllata, caso per caso, nel suo corretto esercizio.
Il problema della revoca viene in considerazione in sede di rinnovo o riesame dell’Aia.
La revoca è efficace ex nunc e non ex tunc, poiché consiste nella non idoneità del prov-
vedimento revocato a produrre effetti ulteriori.
La legge 15/2005 prevede l’obbligo generale di indennizzo del pregiudizio arrecato
all’interessato in esito alla revoca. Si ritiene che l’indennizzo prescinda dalle ragioni di
interesse pubblico che hanno condotto la P.a. a procedere alla revoca, tranne nel caso in
cui si tratti di ragioni imputabili al comportamento del soggetto che abbia omesso di ri-
spettare le prescrizioni autorizzatorie.
Il pregiudizio in danno deve essersi verificato nel concreto e va dimostrato caso per caso.

Quali sono gli obblighi fondamentali Il rispetto dei principi generali e cioè:
di un gestore – applicare le Bat per prevenire l’inquinamento;
– evitare inquinamenti significativi;
– ridurre l’impatto dei rifiuti;
– usare efficacemente l’energia;
– prevenire gli incidenti;
– prevedere il ripristino ambientale (articolo 3, comma 1, Dlgs 59/2005).

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Nel determinare le Bat il gestore tiene conto dell’analisi dei costi e dei benefici risultanti
dall’applicazione delle Bat scelte e del principio di precauzione e di prevenzione (Allegato
4, Dlgs 59/2005).
Inoltre, il gestore dovrà garantire la partecipazione del pubblico al processo decisionale;
quindi, dovrà provvedere, a sua cura e spese, alla pubblicazione di un annuncio conte-
nente l’indicazione della localizzazione dell’impianto, del nominativo del gestore e, del
luogo individuato per consultare gli atti inerenti il procedimento autorizzativo e per tra-
smettere le eventuali osservazioni. La pubblicazione dovrà avvenire su un quotidiano a
diffusione nazionale nel caso di progetti che ricadono nell’ambito della competenza dello
Stato e a diffusione provinciale o regionale negli altri casi.

Come si coordina l’Aia • Seveso: ex articolo 5, comma 14, Dlgs 59/2005, nell’Aia non sono accorpati i relativi
con le altre discipline provvedimenti concessi dalle Autorità competenti. Tuttavia, l’articolo 7, comma 8, stabili-
sce che le prescrizioni “Seveso” devono essere riportate nell’Aia;
• gas serra: l’articolo 7, comma 1, stabilisce che l’Aia non contiene, per le attività disci-
plinate dalla direttiva 2003/87/Ce, i valori limite per le emissioni dirette di gas serra, a
meno che non risulti indispensabile per evitare un rilevante inquinamento locale;
• Via: l’articolo 5 stabilisce che in caso di impianti soggetti a Via, il termine per la con-
cessione dell’Aia è sospeso fino alla conclusione di tale procedura. Quindi, non può es-
sere concessa prima della conclusione del procedimento di Via;
• industrie insalubri: l’articolo 5, comma 11, prescrive che nell’ambito della Confe-
renza di servizi siano acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli articoli 216 e 217
Rd 1265/1934. Resta salva, comunque, per il sindaco la possibilità di chiedere all’Au-
torità competente di verificare la necessità di riesaminare l’autorizzazione rilasciata (a
causa di circostante intervenute successivamente alla concessione dell’Aia e, qualora lo
ritenga necessario, nell’interesse della salute pubblica);
• Emas ed Iso 14001: l’articolo 9, commi 2 e 3, prevedono il periodo di validità dell’Aia
pari a 8 anni per gli impianti registrati Emas e pari a 6 anni per gli impianti certificati Iso
14001. Se la registrazione o la certificazione vengono acquisite successivamente all’ot-
tenimento dell’Aia, il suo rinnovo è effettuato con le stesse cadenze temporali a partire
dal primo successivo rinnovo. L’articolo 5, comma 5, stabilisce inoltre che qualora le
informazioni e le descrizioni fornite secondo la norma Iso 14001, o i dati prodotti nel-
l’ambito della procedura Emas, soddisfano i requisiti richiesti dalla procedura Aia, gli
stessi possono essere utilizzati per la presentazione della domanda di Aia;
• discariche: si considerano soddisfatti i requisiti tecnici dell’Aia se sono soddisfatti
quelli di cui al Dlgs 36/2003.
37
Rubriche Come si fa...

Che cosa prevede il Dlgs di riforma L’articolo 34 del futuro Dlgs (inserito nella parte II del testo) prevede l’integrazione fra la
della legislazione ambientale procedura di Via e quella di Aia, su richiesta del proponente (quindi non opera automati-
(cd. “Codice ambientale” camente). L’Autorità competente a dare luogo a procedimento integrato è quella prevista
o “T.u. ambientale”) in ordine per l’Aia (per i rifiuti, dunque, l’autorità individuata dalla Regione). Le Regioni dovranno
alla integrazione fra Aia e Via dotarsi di apposita legislazione.
Le norme del futuro Dlgs relative alla integrazione tra Via ed Aia entreranno in vigore
120 giorni dopo la pubblicazione del futuro Dlgs in Gazzetta ufficiale. Quindi, il regime di
integrazione non sarà immediatamente operativo (articolo 52, futuro Dlgs).
Per i procedimenti di Aia avviati in pendenza della procedura di Via, il futuro Dlgs preve-
de che la procedura di Aia è sospesa. In questo caso, conclusa la Via, il relativo giudizio
è comunicato anche all’autorità competente alla concessione dell’Aia che riprende il re-
lativo procedimento (Regione per i rifiuti) per l’espressione del parere di competenza;
poiché le fasi precedenti sono assorbite nella già esperita procedura di Via, la Con-
ferenza di servizi per l’Aia, si deve tenere nei successivi 30 giorni (articolo 34, comma 2,
futuro Dlgs).

Profili sanzionatori
Quali sono i reati 1) Esercizio di una delle attività previste dall’Allegato I senza Aia o con Aia sospesa o re-
e le sanzioni previsti vocata (Articolo 16, comma 1).
Arresto fino a 1 anno o ammenda da 2.500 a 26.000 euro.
2) Violazione delle prescrizioni dell’Aia (Articolo 16, comma 2).
Ammenda da 5.000 a 26.000 euro.
3) Esercizio di una delle attività di cui all’Allegato I dopo l’ordine di chiusura dell’impianto (i
casi di chiusura sono indicati dall’articolo 11, comma 9, lettera c) (Articolo 16, comma 3).
Arresto da 6 mesi a 2 anni o ammenda da 5.000 a 52.000 euro.

Qual è il regime relativo È disciplinato dall’articolo 162-bis C.p. nei seguenti termini:
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all’oblazione • nelle contravvenzioni per le quali la legge stabilisce la pena alternativa dell’arresto o
dell’ammenda il contravventore può essere ammesso a pagare, prima dell’apertura del
dibattimento, ovvero prima del decreto di condanna, una somma corrispondente alla
metà del massimo dell’ammenda stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa,
oltre le spese del procedimento;
• nelle contravvenzioni, per le quali la legge stabilisce la sola pena dell’ammenda, il con-
travventore è ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento, ovvero prima del
decreto di condanna, una somma corrispondente alla terza parte del massimo della pena
stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.

Quali sono gli illeciti amministrativi 1) Omessa trasmissione da parte del gestore all’Autorità competente della comunicazio-
e le sanzioni previsti ne prevista dall’articolo 11, comma 1 (Articolo 11, comma 4).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 52.000 euro.
2) Omessa trasmissione da parte del gestore all’Autorità competente e ai Comuni inte-
ressati dei dati relativi alla misurazione delle emissioni di cui all’articolo 11, comma 2
(Articolo 11, comma 5).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 a 11.000 euro.
3) Omessa presentazione da parte del gestore all’Autorità competente ed entro il termi-
ne da questa stabilito, senza giustificato e documentato motivo, della documentazione
integrativa di cui all’articolo 5, comma 13 (Articolo 11, comma 6).
Sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 26.000 euro.
Non si applica il pagamento in misura ridotta di cui all’articolo 16, legge 689/1981.

Chi irroga le sanzioni • Aia nazionale: Prefetto;


amministrative • Aia regionale: Autorità competente per la concessione dell’Aia a livello regionale.
Le somme sono versate all’entrata dei bilanci delle Autorità competenti.

Il giudizio complessivo Il Dlgs 59/2005 presenta profili di illegittimità costituzionale poiché nella delega conces-
è di maggiore tenuità della sanzioni sa dal Parlamento al Governo per l’emanazione del Dlgs 59/2005 (legge 306/2003),
in confronto con quelle omologhe l’Esecutivo non era autorizzato dal Parlamento a prevedere sanzioni più lievi (eccesso di
previste dalle singole normative delega).
di settore. Quali sono le possibili
conseguenze

Quando si concreta il reato Questo reato si concreta immediatamente per le attività già soggette ad Aia ex Dlgs
di cui all’articolo 16, comma 1 372/1999 (impianti esistenti e purché sia scaduto il termine fissato dai precedenti ca-
(esercizio di una delle attività previste dall’Allegato lendari regionali o nazionali).
38 I senza Aia o con Aia sospesa o revocata) segue
Rubriche Come si fa...
segue Quando si concreta il reato Invece, per gli impianti nuovi, le modifiche sostanziali e quelli per i quali i calendari devo-
di cui all’articolo 16, comma 1 no essere ancora stabiliti, l’operatività della norma è condizionata al passaggio dalle
vecchie autorizzazioni all’Aia.

Come si dividono gli illeciti Si dividono nei seguenti due gruppi:


collegati all’Aia 1) Illeciti che presuppongono la concessione di Aia e violano il sistema di gestione ivi
previsto. Si tratta di:
• articolo 16, comma 2 (reato);
• articolo 11, comma 4 (violazione amministrativa);
• articolo 11, comma 5 (violazione amministrativa).
2) Illeciti che presuppongono la mancanza di Aia (compresa sospensione o revoca o
chiusura impianto). Si tratta di:
• articolo 16, comma 1 (reato);
• articolo 16, comma 3 (reato).

Perché è necessaria Essa è necessaria alla luce del disposto di cui all’articolo 16, comma 10, Dlgs 59/2005,
tale suddivisione secondo il quale “Per gli impianti rientranti nel campo di applicazione del presente de-
creto, dalla data di rilascio dell’Aia, non si applicano le sanzioni, previste da normative di
settore, relative a fattispecie oggetto del presente articolo”.

Perché, pur esistendo l’articolo 16, Con riguardo alla mancanza di Aia (o con Aia sospesa o revocata) ci si deve chiedere, a
comma 10, Dlgs 59/2005, questo punto (articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005), se:
le discipline sanzionatorie • sia applicabile soltanto la sanzione prevista dall’articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005;
previgenti “convivono” con quella • siano anche applicabili le sanzioni previste dalle norme di settore.
relativa all’Aia in ordine alla sua Apparentemente, si potrebbe rispondere che la nuova fattispecie incriminatrice abbia inte-
carenza (o sospensione o revoca) so (tacitamente) abrogare quelle omologhe previste dalle singole norme di settore; infatti:
– articolo 16, comma 1, Dlgs 59/2005 • l’Aia ha natura sostitutiva rispetto alle altre autorizzazioni di settore;
• l’intera disciplina è assai più ampia; pertanto assorbe e sostituisce quella precedente.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


Una tale risposta, però, è irragionevole; infatti:
• per le attività diverse da quelle di cui all’Allegato I, svolte in difetto di autorizzazione,
resterebbero in essere le normative previste dalla normativa di settore, con evidente di-
sparità di trattamento;
• per i fatti avvenuti prima dell’entrata in vigore del Dlgs 59/2005 (7 maggio 2005), ma
relativi ad attività rientranti nel suo ambito d’applicazione, si dovrebbe, comunque, appli-
care la nuova sanzione quale norma più favorevole al reo, ex articolo 2, comma 3, C.p.
Dunque, si deve ragionare in modo diverso e ritenere che il nuovo reato di esercizio di
una delle attività di cui all’Allegato I senza Aia (o con Aia sospesa o revocata) si aggiunge
e rafforza le norme sanzionatorie di settore.
Così ragionando, infatti, si fornisce un’interpretazione costituzionalmente orientata poiché fi-
nalizzata ad evitare disparità di trattamento (in violazione dell’articolo 3 Cost.); infatti:
• una cosa è l’effetto sostitutivo dell’Aia (che rileva sotto il profilo amministrativo);
• altra cosa è il profilo sanzionatorio.
Inoltre, i beni giuridici considerati sono diversi, poiché la finalità del Dlgs 59/2005 risiede
nella realizzazione di una tutela soprattutto procedimentale e preventiva, mentre le disci-
pline di settore sono poste a tutela delle singole matrici ambientali che, pur essendo tra
loro connesse in funzione di uno scopo unitario di protezione dall’inquinamento, sono
però sempre destinatarie di una tutela autonoma e differenziata, in relazione alle specifi-
che esigenze di settore.

Perché il concorso di previsioni Le stesse considerazioni non possono farsi per gli altri illeciti, i quali si consumano in un
sanzionatorie non agisce in ordine momento successivo alla concessione dell’Aia e per i quali la regola sostitutiva introdotta
agli altri illeciti previsti per l’Aia dall’articolo 16, comma 10 (fermi restando i dubbi relativi all’eccesso di delega), non
conduce a ravvisare il concorso delle discipline sanzionatorie.

39
Rubriche Come si fa...

Allegato I, Dlgs 59/2005 al giorno oppure di calce viva in forni rota- e) metalloidi, ossidi metallici o altri compo-
(articolo 1, comma 1) tivi la cui capacità di produzione supera 50 sti inorganici, quali carburo di calcio, sili-
tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni a- cio, carburo di silicio.
Categorie di attività industriali di cui venti una capacità di produzione di oltre 4.3. Impianti chimici per la fabbricazione
all’articolo 1 50 tonnellate al giorno. di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o po-
1. Gli impianti o le parti di impianti utiliz- 3.2. Impianti destinati alla produzione di a- tassio (fertilizzanti semplici o composti).
zati per la ricerca, lo sviluppo e la speri- mianto e alla fabbricazione di prodotti del- 4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di
mentazione di nuovi prodotti e processi l’amianto. prodotti di base fitosanitari e di biocidi.
non rientrano nel presente decreto. 3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro 4.5 Impianti che utilizzano un procedimen-
2. I valori limite riportati di seguito si riferi- compresi quelli destinati alla produzione di to chimico o biologico per la fabbricazione
scono in genere alle capacità di produzio- fibre di vetro, con capacità di fusione di ol- di prodotti farmaceutici di base.
ne o alla resa. Qualora uno stesso gestore tre 20 tonnellate al giorno. 4.6. Impianti chimici per la fabbricazione
ponga in essere varie attività elencate alla 3.4. Impianti per la fusione di sostanze mi- di esplosivi.
medesima voce in uno stesso impianto o nerali compresi quelli destinati alla produ- 5. Gestione dei rifiuti.
in una stessa località, si sommano le ca- zione di fibre minerali, con una capacità di Salvi l’articolo 11 della direttiva n. 75/
pacità di tali attività. fusione di oltre 20 tonnellate al giorno. 442/Cee e l’articolo 3 della direttiva n.
1. Attività energetiche. 3.5. Impianti per la fabbricazione di pro- 91/689/Cee del Consiglio, del 12 dicem-
1.1 Impianti di combustione con potenza dotti ceramici mediante cottura, in partico- bre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi.
termica di combustione di oltre 50 MW. lare tegole, mattoni, mattoni refrattari, pia- 5.1. Impianti per l’eliminazione o il ricupe-
1.2. Raffinerie di petrolio e di gas. strelle, gres, porcellane, con una capacità ro di rifiuti pericolosi, della lista di cui al-
1.3. Cokerie. di produzione di oltre 75 tonnellate al gior- l’articolo 1, paragrafo 4, della direttiva
1.4. Impianti di gassificazione e liquefazio- no e/o con una capacità di forno superiore 91/689/Cee quali definiti negli Allegati IIA
ne del carbone. a 4 m3 e con una densità di colata per for- e IIB (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9)
2. Produzione e trasformazione dei no superiore a 300 kg/m3. della direttiva 75/442/Cee e nella direttiva
metalli. 4. Industria chimica. 75/439/Cee del Consiglio, del 16 giugno
2.1 Impianti di arrostimento o sinterizza- Nell’ambito delle categorie di attività della 1975, concernente l’eliminazione degli oli
zione di minerali metallici compresi i mine- sezione 4 si intende per produzione la usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al
rali solforati. produzione su scala industriale mediante giorno.
2.2. Impianti di produzione di ghisa o ac- trasformazione chimica delle sostanze o 5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti ur-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

ciaio (fusione primaria o secondaria), com- dei gruppi di sostanze di cui ai punti da bani quali definiti nella direttiva 89/369/
presa la relativa colata continua di capa- 4.1 a 4.6. Cee del Consiglio, dell’8 giugno 1989,
cità superiore a 2,5 tonnellate all’ora. 4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di concernente la prevenzione dell’inquina-
2.3. Impianti destinati alla trasformazione prodotti chimici organici di base come: mento atmosferico provocato dai nuovi im-
di metalli ferrosi mediante: a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, pianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e
a) laminazione a caldo con una capacità saturi o insaturi, alifatici o aromatici); nella direttiva 89/429/Cee del Consiglio,
superiore a 20 tonnellate di acciaio grezzo b) idrocarburi ossigenati, segnatamente del 21 giugno 1989, concernente la ridu-
all’ora; alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, zione dell’inquinamento atmosferico pro-
b) forgiatura con magli la cui energia di esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, e- vocato dagli impianti di incenerimento dei
impatto supera 50 kJ per maglio e allorché possidi; rifiuti urbani, con una capacità superiore a
la potenza calorifica è superiore a 20 MW; c) idrocarburi solforati; 3 tonnellate all’ora.
c) applicazione di strati protettivi di metallo d) idrocarburi azotati, segnatamente am- 5.3. Impianti per l’eliminazione dei rifiuti
fuso con una capacità di trattamento su- mine, amidi, composti nitrosi, nitrati o ni- non pericolosi quali definiti nell’Allegato IIA
periore a 2 tonnellate di acciaio grezzo al- trici, nitrili, cianati, isocianati; della direttiva 75/442/Cee ai punti D 8, D
l’ora. e) idrocarburi fosforosi; 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al
2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una ca- f) idrocarburi alogenati; giorno.
pacità di produzione superiore a 20 ton- g) composti organometallici; 5.4. Discariche che ricevono più di 10 ton-
nellate al giorno. h) materie plastiche di base (polimeri, fibre nellate al giorno o con una capacità totale
2.5. Impianti: sintetiche, fibre a base di cellulosa); di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione
a) destinati a ricavare metalli grezzi non i) gomme sintetiche; delle discariche per i rifiuti inerti.
ferrosi da minerali, nonché concentrati o j) sostanze coloranti e pigmenti; 6. Altre attività.
materie prime secondarie attraverso proce- k) tensioattivi e agenti di superficie. 6.1. Impianti industriali destinati alla fab-
dimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; 4.2. Impianti chimici per la fabbricazione bricazione:
b) di fusione e lega di metalli non ferrosi, di prodotti chimici inorganici di base, quali: a) di pasta per carta a partire dal legno o
compresi i prodotti di recupero (affinazio- a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di da altre materie fibrose;
ne, formatura in fonderia), con una capa- idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno, os- b) di carta e cartoni con capacità di produ-
cità di fusione superiore a 4 tonnellate al sidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di zione superiore a 20 tonnellate al giorno;
giorno per il piombo e il cadmio o a 20 azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro 6.2. Impianti per il pretrattamento (opera-
tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli. di carbonile; zioni di lavaggio, imbianchimento, merce-
2.6. Impianti per il trattamento di superfi- b) acidi, quali acido cromico, acido fluori- rizzazione) o la tintura di fibre o di tessili la
cie di metalli e materie plastiche mediante drico, acido fosforico, acido nitrico, acido cui capacità di trattamento supera le 10
processi elettrolitici o chimici qualora le cloridrico, acido solforico, oleum e acidi tonnellate al giorno.
vasche destinate al trattamento utilizzate solforati; 6.3. Impianti per la concia delle pelli qua-
abbiano un volume superiore a 30 m3. c) basi, quali idrossido d’ammonio, idrossi- lora la capacità di trattamento superi le 12
3. Industria dei prodotti minerali. do di potassio, idrossido di sodio; tonnellate al giorno di prodotto finito.
3.1. Impianti destinati alla produzione di d) sali, quali cloruro d’ammonio, clorato di 6.4:
clinker (cemento) in forni rotativi la cui ca- potassio, carbonato di potassio, carbonato a) Macelli aventi una capacità di produzio-
40 pacità di produzione supera 500 tonnellate di sodio, perborato, nitrato d’argento; ne di carcasse di oltre 50 tonnellate al
Rubriche Come si fa...
giorno; 200 tonnellate al giorno (valore medio su 6.7. Impianti per il trattamento di superfi-
b) Trattamento e trasformazione destinati base annua). cie di materie, oggetti o prodotti utilizzando
alla fabbricazione di prodotti alimentari a 6.5. Impianti per l’eliminazione o il recupe- solventi organici, in particolare per appret-
partire da: materie prime animali (diverse ro di carcasse e di residui di animali con tare, stampare, spalmare, sgrassare, im-
dal latte) con una capacità di produzione di una capacità di trattamento di oltre 10 permeabilizzare, incollare, verniciare, puli-
prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno tonnellate al giorno. re o impregnare, con una capacità di con-
ovvero materie prime vegetali con una ca- 6.6. Impianti per l’allevamento intensivo di sumo di solvente superiore a 150 kg al-
pacità di produzione di prodotti finiti di ol- pollame o di suini con più di: l’ora o a 200 tonnellate all’anno.
tre 300 tonnellate al giorno (valore medio a) 40.000 posti pollame; 6.8. Impianti per la fabbricazione di carbo-
su base trimestrale); b) 2.000 posti suini da produzione (di oltre nio (carbone duro) o grafite per uso elettri-
c) Trattamento e trasformazione del latte, 30 kg), o co mediante combustione o grafitizzazione.
con un quantitativo di latte ricevuto di oltre c) 750 posti scrofe.

Letture consigliate Di seguito si evidenziano le “letture consigliate”, cioè gli interventi (ad oggi non sono giunti
quesiti, né sono state emesse sentenze di legittimità) che, in ordine all’argomento, sono già
stati pubblicati da questa Rivista: tra parentesi è indicato il riferimento di pubblicazione.
Interventi
M. Bordet “Le novità del Dlgs 59/2005 e l’Aia per le centrale termoelettriche”; n. 120 (7/05).
D. Carissimi “Aia e variazioni della titolarità dell’impianto: l’annullamento dei poteri inibitori della P.a. può facili-
tare gli illeciti ambientali”; n. 120 (7/05).
P. Fimiani “La disciplina sanzionatoria declinata dal Dlgs 59/2005 e la compatibilità con le disciplime di set-
tore”; n. 120 (7/05).
M.L. D’Anna “Ippc: campo di applicazione, procedure e prime esperienze regionali”; n. 120 (7/05).
R. Laraia “L’Aia e le linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili”; n.
120 (7/05).
C. Leboffe “L’Aia e i rifiuti, con particolare riguardo alle competenze regionali”; n. 120 (7/05).
M. Medugno “Le specificità dell’industria cartaria”; n. 120 (7/05).
A.D. Milillo L’Autorizzazione integrata ambientale: contenuti, rinnovo, riesame, modifiche e aggiornamenti”; n.
120 (7/05).

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

208 pagine 19,00 e

Il volume affronta i temi della verifi- cifico di favorire corrette applica- rantire un corretto equilibrio tra
ca e del controllo sotto il profilo dei zioni dei principi del diritto ambien- controllato e controllore nonché
diritti e dei doveri sia degli operato- tale in sede procedurale, al fine di per fornire un contributo di chiarez-
ri tecnici e di polizia sia dei soggetti non confondere le prassi consoli- za in uno degli ambiti più discussi
e delle aziende destinatarie dei date con le regole formali. del sistema a presidio della tutela
controlli. Il tutto con lo scopo spe- Un volume indispensabile per ga- ambientale.

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tagliando d’ordine da inviare a Edizioni Ambiente fax 02 45487333 www.edizioniambiente.it e-mail mario.pasquali@reteambiente.it
■ Sì, desidero acquistare contrassegno il volume Il cliente ha il diritto di recedere
dal contratto in oggetto secondo le modalità
1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
DIRITTO all’ambiente a 19,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
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opporsi al loro trattamento ai sensi dell’articolo 7 del citato Dlgs 196/2003.
città prov. cap 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo 41
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
a cura di Paola Ficco

Rubriche Quesiti
quesito è un prodotto e non un rifiuto. Nel caso di specie, sembra che tale autoriz-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- Ciò posto, gli scarti che residuano dall’attività zazione (ordinaria o agevolata) non esista.
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, di lubrificazione dei macchinari, riassumono, Quindi, le Mps non possono essere conside-
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. a loro volta, la connotazione di rifiuti che, rate tali, ma devono essere considerate solo
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- però non possono essere gestiti in procedura ed esclusivamente rifiuti. Pertanto, tali rifiuti
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati agevolata ex Dm 5 febbraio 1998 cit. poiché (e non Mps) devono essere rimossi previo ca-
per motivi personali.
l’attività di provenienza (lubrificazione dei rico e relativo scarico sul registro per i rifiuti
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. macchinari industriali) non è contemplata nel (articolo 12, Dlgs 22/1997, laddove l’impre-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale citato punto 11.11 medesimo Dm. sa rientri tra quelle soggette a tale obbligo) e
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto Essi possono essere stoccati secondo le co- accompagnati dal formulario per il trasporto
con le tematiche specifiche. muni regole per il deposito temporaneo di cui di cui all’articolo 15, Dlgs 22/1997 cit.
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- all’articolo 6, Dlgs 22/1997 (il deposito, pur- Nelle annotazioni di entrambe le scritture,
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che ché conforme a quanto ivi previsto è condot- dovrà essere esplicitamente indicata la situa-
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- to senza autorizzazione). Sarà, inoltre, neces- zione di non conformità del gestore. Sarà i-
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto sario tenere i registri di carico e scarico e noltre necessario inviare il Mud (laddove l’im-
intestatario dell’abbonamento. predisporre entro il 30 aprile di ogni anno il presa rientri tra quelle obbligate a mente
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

I quesiti (la cui formulazione non deve superare le Mud (articoli 11 e 12, Dlgs 22/1997, laddove dell’articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997).
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz- l’attività dell’impresa rientri tra quelle ivi con- Tuttavia, poiché si ritiene che l’impresa pro-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ogni mese, su queste pagine. siderate), predisporre e firmare il formulario duttrice di tali rifiuti agisca come loro gestore
per il trasporto (articolo 15, Dlgs 22/1997), (recuperatore) abusivo – diversamente il se-
Inoltre, sarà necessario rispettare le regole questro non avrebbe avuto luogo – per legit-
Risponde Paola Ficco sul divieto di miscelazione e sull’etichettatura timare ogni attività da parte del trasportatore
richiamate nel citato articolo 6, Dlgs 22/ che preleva i rifiuti (al fine di non coinvolgerlo
29. Sono rifiuti a tutti gli effetti gli 1997. nell’illecito, poiché prende rifiuti da un ciclo
scarti di olii vegetali esausti reim- Le transazioni commerciali sui rifiuti sono ri- non autorizzato) è consigliabile che i docu-
piegati sui macchinari industriali messe alla volontà delle parti non essendo menti in questa sede evidenziati siano citati
Un centro raccolta autorizzato mi porta oli imposto dalla legislazione di settore alcun nell’ordinanza e che della transazione sia
vegetali esausti che uso su macchinari obbligo al riguardo, poiché essa riguarda solo informata, almeno, la Provincia.
industriali ma dopo averli filtrati lasciano la corretta gestione dei rifiuti. Per ulteriori
scarti. Come li rendo a norma e dove li informazioni è possibile contattare il Conoe 31. Recupero plastica, quando la
porto? Quanto devo pagare e quale è la (Consorzio obbligatorio per gli oli e i grassi separazione avviene “a domicilio”
legge di riferimento? Devo pagare anche vegetali esausti) allo 02 7750342. La nostra attività consiste nel recupero di
per ricevere gli oli sporchi/fritti oltreché rifiuti plastici del settore biomedicale per
eventualmente sui loro scarti di post fil- 30. La documentazione per i rifiuti la quale siamo in possesso di autorizza-
trazione? necessaria per il ripristino dello zione provinciale sia ai sensi dell’articolo
stato dei luoghi 28 sia dell’articolo 33, Dlgs 22/1997. Si
Si ritiene che (leggendo il quesito) l’olio vege- Ad una ditta che effettua l’attività di recu- tratta di componenti in plastica per flebo
tale esausto preso per essere usato sui mac- pero di rifiuti da demolizione e costruzio- quali tubi, collettori, pipette ecc. non uti-
chinari industriali possa far individuare tale o- ne senza iscrizione al registro imprese lizzati (quindi nuovi), che noi dividiamo
lio come un “lubrificante nelle forme usual- viene sequestrato l’impianto e le Mps per tipologie omogenee di plastica e
mente commercializzate”, cioè un “prodotto” prodotte. In presenza di ordinanza di ri- quindi maciniamo per poi inviare il maci-
ottenuto dall’attività di recupero dei “rifiuti” pristino dello stato dei luoghi quale docu- nato a diverse aziende di recupero.
olii vegetali provenienti da attività di fabbrica- mentazione deve utilizzare la ditta per ri- La prima operazione di divisione in tipolo-
zione di oli vegetali, attività di ristorazione, muovere le Mps? gie omogenee la facciamo fare ad alcune
rosticcerie, pasticcerie, industrie alimentari. “lavoranti a domicilio”, ovvero signore da
Si deve trattare di un rifiuto oleoso contenen- Le Mps, allo stato attuale della legislazione, noi regolarmente stipendiate che eseguo-
te particolato di sostanze di natura vegetale sono solo quelle derivanti da un processo di no presso la loro abitazione la separazio-
(cfr. punto 11.11, allegato 1, suballegato 1, recupero di rifiuti, debitamente autorizzato in ne dei diversi componenti. Quindi noi tra-
Dm 5 febbraio 1998, relativo al recupero a- procedura ordinaria (articoli 27 e 28, Dlgs sportiamo il materiale dal nostro stabili-
gevolato dei rifiuti non pericolosi). Solo laddo- 22/1997) o agevolata (articoli 31 e 33, Dlgs mento alla loro abitazione all’interno di
42 22/1997). un contenitore e ritiriamo diversi conteni-
ve sussistano tali condizioni, l’olio di cui è
tori con i materiali divisi per tipologia di guito in area diversa dal luogo di produzione gestione degli stessi e deve essere conside-

Rubriche Quesiti
plastica. Trattandosi comunque di “rifiu- dei rifiuti. Contrariamente alla prassi comune rata a tutti gli effetti di legge trasporto in sen-
ti” ci siamo posti le seguenti domande: e a quanto si ritiene in genere, il deposito so stretto e soggetta ai regimi di rito, tra cui il
1) L’attività svolta dalle “lavoranti” è atti- temporaneo non può essere effettuato dopo il formulario. Dunque è logico ritenere che
vità di trattamento/recupero rifiuti? trasporto. quando un rifiuto viaggia, e dunque viene
2) Se sì, come deve essere inquadrata? (è Si tratta di un’attività che deve interpretarsi in formalmente trasportato da una sede perife-
impossibile “autorizzare” una dipendente modo restrittivo e dunque non può essere e- rica aziendale alla sede centrale, si realizza in
presso la sua abitazione?) steso più di tanto rispetto agli stretti confini partenza un deposito temporaneo nella sede
3) L’attività di trasporto deve essere ac- generici che lo caratterizzano nelle sue fina- locale, un trasporto successivo con formula-
compagnata da formulario oppure pos- lità di fondo. Pertanto, le prime restrizioni che rio e, nella sede centrale, uno stoccaggio in-
siamo fare una bolla di consegna “conto vanno ribadite e sottolineate risiedono nel termedio.
lavorazione”? fatto che solo ed esclusivamente il produttore Tutto questo significa che i depositi tempora-
del rifiuto può effettuare tale deposito in ordi- nei extraziendali dopo un trasporto non sono
La situazione è abbastanza particolare. L’atti- ne ai rifiuti da se stesso prodotti; inoltre, il consentiti. Va altresì ribadito che non essen-
vità di cernita effettuata “extra sito” (cioè a luogo di ubicazione topografica deve essere do attività soggetta ad alcun regime autoriz-
domicilio presso delle “lavoranti”) è sicura- lo stretto perimetro aziendale non inteso in zatorio, è contestualmente inipotizzabile che
mente un’attività di recupero ed essa, se è senso lato, ma limitato formalmente e so- una qualsiasi P.a. deroghi ai principi generali
vero che l’impianto è autorizzato (la natura stanzialmente al luogo di produzione in sen- nazionali ed internazionali e decreti un’ano-
dell’attività non cambia in ragione del luogo so, appunto, restrittivo (dunque, un trasporto mala ed irrituale attività autorizzatoria sul de-
ove essa è posta in essere; le attività sono che valichi tali stretti confini, magari usando posito temporaneo che cesserebbe così di
censite dagli allegati B e C al Dlgs 22/1997 l’artificio della sede legale distaccata e/o al- essere quella eccezione assolutamente parti-
“così come avvengono nella pratica”), deve tro similare, sarebbe antitetico con il principio colare che già sopra abbiamo visto ed esami-
necessariamente essere censita nell’autoriz- in parola). nato come assolutamente derogatoria rispet-
zazione e/o nella comunicazione alla Provin- Si deve trattare di un’attività strettamente to al sistema dello stoccaggio e della discari-
cia. Quindi, in quegli atti deve, altrettanto ne- chiusa, anche a livello strutturale/topografico, ca (*).
cessariamente, essere disciplinata. all’interno del ciclo aziendale. Si evidenzi, i-
A rigore, ed in astratto, il domicilio delle “la- noltre, che non può considerarsi “interno” il (*) Cfr. P. Ficco, M. Santoloci, “Diritto all’ambien-
te – Controllori e controllati. I principali quesiti su
voranti” è un impianto dove si effettua recu- viaggio su strada soggetto alle regole del Co-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


procedure penali e amministrative”, Edizioni Am-
pero dei rifiuti (messa in riserva e cernita) dice della strada, effettuato per raggiungere biente, Milano, 2006, pp. 123-124.
che dovrebbe essere autorizzato. Ci si rende da una sede periferica la sede centrale del-
conto della particolarità di quest’affermazio- l’azienda. 33. Mancata ricezione della quar-
ne, ma è difficile conciliare una disciplina Si argomenta spesso, a sostegno dell’ipotesi ta copia del formulario
(Dlgs 22/1997) che concepisce il recupero di sito di deposito temporaneo di fatto extra- Come devo comunicare alla Provincia la
dei rifiuti come un’attività meramente indu- ziendale, che tale deposito temporaneo viene mancata ricezione della quarta copia del
striale con un’attività “domestica”. Tuttavia, effettuato ancora nel ciclo stesso ma topo- formulario?
la regola legale dispone che “L’esercizio del- graficamente e fisicamente fuori del recinto
le operazioni di recupero deve essere autoriz- aziendale per esigenze tecniche, cosicché il Al riguardo, non è previsto alcun rigore for-
zato” (articolo 28, comma 1 e articoli 33, tragitto tra l’ubicazione muraria dell’azienda male; tuttavia, stante la valenza di “prova a
comma 1, Dlgs 22/1997). Parimenti si ritiene e il terreno del presunto deposito temporaneo discarico” della comunicazione per il produt-
che i vari carichi debbano essere accompa- dovrebbe essere interpretato come una sorta tore/detentore del rifiuto, si consiglia di effet-
gnati dal formulario. Tuttavia, stante la parti- di “spostamento interno al ciclo aziendale” e tuare l’invio della comunicazione alla Provin-
colarità della situazione, è consigliabile un non come un “trasporto in senso stretto” per- cia mediante lettera raccomandata a/r.
confronto con l’amministrazione provinciale. ché l’operazione resterebbe sempre chiusa
dentro la nicchia della gestione di produzione
32. Il deposito temporaneo “ex- aziendale. Oppure si accede ad interpretazio-
traziendale” non è legale ni estensive che misurano il “luogo di produ-
Può un cantiere stradale, realizzato per zione” in aree vaste purché “riservate” da ti-
depositare materiali edili provenienti da tolo unico di proprietà o gestione, fino ai
scavi come terre, asfalti, cementi, tuba- tracciati autostradali.
zioni ed altro, costituire un “deposito In altre parole, il deposito temporaneo ver-
temporaneo” quando questo viene realiz- rebbe semplicemente ubicato in via differita a
zato non dove i materiali-rifiuti sono sca- livello topografico per esigenze tecniche con-
vati, bensì, per ragioni di spazio, in un nesse, magari, a mancanza di spazio nell’a-
luogo diverso dall’effettivo sito di produ- rea aziendale e/o altre esigenze di fatto o
zione, distante anche alcuni chilometri, tecniche.
sulla base di un’autorizzazione comunale In realtà, il deposito temporaneo deve essere
per l’utilizzo di un’area pubblica su cui effettuato dentro il luogo di produzione ed i
scaricare il materiale in attesa di un suo rifiuti non devono uscire fuori dalle mura
recupero o smaltimento, considerandolo strette dell’azienda o dai confini stretti del
a tutti gli effetti il cantiere dove i rifiuti cantiere, giacché ogni altra ipotesi fa cessare
sono prodotti? automaticamente i presupposti del deposito
temporaneo e la fuoriuscita dei rifiuti dal can-
43
Il deposito temporaneo non può essere ese- cello del luogo di produzione è già attività di
a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza


Riferimenti Massima
Tar Emilia Romagna, Pres. Cicciò Rifiuti – Piano regionale di ge- Ai sensi dell’articolo 22, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, il termine entro il
Parma, 15 giugno Rel. Cicciò stione – Approvazione e ade- quale la Regione deve pervenire all’approvazione o all’adeguamento del
2000, n. 325 Ric . Provincia di guamento – Termine ex artico- piano regionale di gestione dei rifiuti ha natura ordinatoria; pertanto, la
Piacenza lo 22, decreto legislativo 22/ sua scadenza non implica alcun effetto decadenziale bensì determina la
Res. Comune di 1997 – Natura ordinatoria – proroga dell’efficacia del piano regionale vigente al momento.
Castel San Giovanni Configurabilità – Conseguenze

Trga Trentino Alto Pres. Behmann Rifiuti – Smaltimento – Pro- Nella Provincia di Bolzano, la rimozione dei rifiuti abbandonati rientra nella
Adige, Bolzano, Rel. Widmair vincia di Bolzano – Rifiuti ab- competenza del Comune ed è da porsi a carico dei soggetti privati che
12 maggio 2000, Ric. Ministero lavori bandonati – Rimozione – Com- abbiano trasgredito al divieto di scarico e di deposito, ai quali la stessa
n. 132 pubblici petenza amministrativa – È del amministrazione comunale deve intimare la rimozione, dalla quale rimane
Res. Comune di Comune – Soggetti privati ob- immune il proprietario del terreno sul quale è avvenuto lo scarico o il de-
Bolzano bligati alla rimozione – Indivi- posito a condizione che risulti oggettivamente e soggettivamente incolpe-
duazione vole (articoli 3 e 9, legge Provincia di Bolzano 6 settembre 1973, n. 61).

Tar Lombardia, Pres. Ingrassia 1. Ricorso giurisdizionale – R- I cittadini residenti in zone contigue a quella della localizzazione di una
Brescia, 19 settem- Rel. Conti ifiuti – Rifiuti speciali, non tos- discarica per lo smaltimento di rifiuti speciali, non tossici e nocivi, sono
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

bre 2000, n. 696 Ric. Provincia di sici e nocivi – Discarica – Lo- titolari di una posizione giuridica qualificata rispetto a quella della gene-
Mantova ed altri calizzazione della Regione – ralità, che sotto il profilo processuale li legittima a impugnare mediante
Res. Regione Impugnazione davanti al giudi- ricorso giurisdizionale davanti al giudice amministrativo l’atto di localiz-
Lombardia ce amministrativo – Cittadini zazione operata dalla Regione degli impianti relativa alla discarica in
residenti in aree contigue – questione.
Hanno interesse

2. Ricorso giurisdizionale – Le- Gli articoli 13 e 18, legge 8 luglio 1986, n. 349, prevedono una duplice
gittimazione a ricorrere – Asso- modalità per accertare il grado di rappresentatività delle associazioni
ciazioni ambientalistiche – So- ambientalistiche: una connessa alla potestà del Ministero dell’ambiente
no legittimate – Articoli 13 e e l’altra concorrente attribuita al giudice che può accertare caso per ca-
18, legge 349/1986 so la sussistenza o meno della legittimazione processuale della specifi-
ca associazione che ha proposto l’azione processuale.

3. Ricorso giurisdizionale – Le- Il Comune, in quanto ente esponenziale degli interessi delle popolazioni
gittimazione a ricorrere – Co- locali è legittimato ad agire giudizialmente per la tutela dei loro interessi.
mune – È legittimato

4. Rifiuti – Discarica – Loca- In sede di individuazione delle aree su cui costruire impianti di discari-
lizzazione – Conferenza di ser- che, soggetti legittimati a partecipare alla Conferenza di servizi di cui
vizi – Articolo 3-bis, Dl 361/ all’articolo 3-bis, Dl 31 agosto 1987, n. 361, convertito dalla legge 29
1987, convertito dalla legge ottobre 1987, n. 441, sono tutti gli enti pubblici locali i cui interessi sia-
441/1987 – Soggetti parteci- no coinvolti e quindi non solo quelli nel cui territorio debba avvenire la
panti – Individuazione localizzazione, ma anche quelli le cui popolazioni potrebbero subire
danni alla salute dalla concreta realizzazione della discarica.

5. Rifiuti – Discarica – Localiz- Il Comune che non abbia partecipato alla Conferenza di servizi di cui
zazione – Conferenza di servizi all’articolo 3-bis, Dl 31 agosto 1987, n. 361, convertito dalla legge 29
– Articolo 3-bis, Dl 361/1987, ottobre 1987, n. 441, è legittimato a impugnare il provvedimento regio-
convertito dalla legge 441/ nale di localizzazione degli impianti.
1987 – Comune non parteci-
pante alla Conferenza – Ha in-
teresse a ricorrere

Tar Calabria, Reggio Pres. Caruso Rifiuti – Discarica – Funziona- Dopo che siano state rilasciate le autorizzazioni per la costruzione e la
Calabria, 9 maggio Rel. Caruso mento anomalo – Contestazioni gestione di una discarica, qualora siano riscontrate eventuali anomalie
2000, n. 611 Ric. C.G. al costruttore e gestore – Arti- nel funzionamento degli impianti, ai sensi dell’articolo 28, decreto legi-
Res. Regione colo 28, decreto legislativo slativo 5 febbraio 1997, n. 22, le contestazioni devono rivolgersi al sog-
Calabria 22/1997 – Applicabilità – Con- getto costruttore e gestore, consentendogli in tal modo, durante l’anno
seguenze di sospensione dell’autorizzazione, di dedurre in contraddittorio le pro-
prie argomentazioni difensive e di porre in essere eventuali rimedi per
ovviare alle anomalie funzionali. La predetta sospensione non determina
44 la perdita della titolarità dell’autorizzazione.
a cura di Conai – Consorzio nazionale imballaggi

Rubriche Punto imballaggi

La raccolta straordinaria sultati in un particolare contesto. Infatti il zione dei rifiuti, per cui diventa sempre più
dei rifiuti di imballaggio Villaggio Olimpico Torino 2006 si è compor- necessario organizzare luoghi di raccolta al di
delle Olimpiadi 2006: l’accordo tato come un Comune italiano particolarmen- fuori degli spazi domestici, luoghi dove ormai
e i risultati te virtuoso: ospiti, sportivi, addetti ai lavori e si svolge una buona parte della vita sociale.
pubblico, sono stati coinvolti nella consegna
In occasione delle Olimpiadi Conai e Toroc – dei rifiuti esattamente come a casa propria al
il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi fine di contribuire alla salvaguardia dell’am-
Olimpici Invernali Torino 2006 – hanno sotto- biente.
scritto un accordo per l’organizzazione all’in- Le attività si sono orientate anche a momenti
terno dei villaggi olimpici della raccolta diffe- di informazione e sensibilizzazione. A questo
renziata straordinaria di imballaggi e rifiuti di scopo, nel centro di Torino, all’interno del
imballaggi. L’accordo ha avuto l’obiettivo di “Villaggio dei valori olimpici e della solida-
rietà”, Conai ha collocato un totem con i dati

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


ridurre l’impatto ambientale delle Olimpiadi e
di promuovere i valori del riciclo e del recu- relativi alla raccolta di carta, plastica e legno.
pero dei materiali presso il pubblico dei par- Per ogni materiale sono state indicate le
tecipanti. quantità raccolte e il corrispondente volume.
Sono stati posizionati appositi contenitori al- Il totem è stato aggiornato periodicamente
l’interno dei villaggi olimpici e in tutti i luoghi con i dati della raccolta relativi a tutto il pe-
di svolgimento delle gare sportive, affinché si riodo delle Olimpiadi, raccolta che è prose-
potessero conferire separatamente i rifiuti di guita anche per tutta la durata delle Para-
legno, plastica e carta, poi raccolti dalle so- olimpiadi.
cietà di gestione dei rifiuti – Amiat, Acea, Le tipologie di materiali, stabiliti da Toroc e
Acsel – per essere, infine, avviati al riciclo Conai, da raccogliere nei siti erano costituite
dal sistema Conai. Un cerchio che si chiude. da carta (scatole di carta e cartoncino, fogli
Questo intervento di tipo straordinario si inse- vari, giornali, riviste, leaflet, contenitori in po-
risce all’interno della linea che il Consorzio – liaccopiato per liquidi), plastica (barattoli, fla-
al di là dell’accordo sottoscritto con Anci per coni, bottiglie, confezioni rigide per alimenti,
il ritiro dei rifiuti di imballaggio presso i Co- buste, contenitori per dolci, confezioni per
muni convenzionati – intende promuovere e yogurt, polistirolo, coperchi) e legno (bancali,
perseguire: l’incremento dei quantitativi di cassette e casse).
raccolta differenziata provenienti da quelle Questi i primi risultati: dal 10 febbraio a metà
che possono essere definite “zone ad alta marzo sono state raccolte 103,4 tonnellate di
densità di rifiuti”, cioè da quei contesti, non carta, equivalenti a 290mila scatoloni, 28,1
ancora coperti dal servizio, dove si concentra tonnellate di plastica, equivalenti a un milione
una grande quantità di rifiuti prodotti in breve e 79mila bottiglie, 19,5 tonnellate di legno,
tempo. Per questa tipologia di aree, Conai a- equivalenti a 20mila cassette per la frutta.
veva già attivato a suo tempo una proposta di Dalle prime indagini risulta che gli atleti e gli
collaborazione per i porti e gli aeroporti. operatori abbiano risposto molto bene all’ini-
ziativa, il pubblico in generale molto meno.
In questo caso si è potuto pianificare preven- Segno che c’è ancora molto da lavorare sulla
tivamente la gestione dell’attività: è stato sensibilizzazione dei cittadini.
possibile decidere “a monte”, in maniera L’accordo tra Conai e Toroc si configura co-
preventiva, che tipo di consumi e quindi che me un aspetto di straordinarietà nella gestio-
tipo di imballaggi andassero usati, per motivi ne dei rifiuti, che andrebbe considerato sem-
di sicurezza. Ovviamente, non succede sem- pre più “ordinario”. È evidente, infatti, come
pre così e generalmente l’acquisto di prodotti gli stili di vita siano cambiati: sia i consumi,
è libero; ma è un esempio di buona applica- sia il modo di consumare, così la crescente
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zione, di una strategia pensata per avere ri- mobilità delle persone, influenzano la produ-
a cura della Redazione Reteambiente

Rubriche Check Ambiente


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Acqua Adesione dell’Italia al Protocollo del 1996 alla ticolo 24 e


Convenzione del 1972 sulla prevenzione dell’in- 2. almeno 15 Parti della Convenzione saranno
Milano, 17 marzo 2006 quinamento dei mari causato dall’immersione di comprese nel numero di Stati indicati al para-
Incenerimento in mare dei rifiuti, rifiuti, fatto a Londra il 7 novembre 1996. grafo 1.1 dell’articolo 25).
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)

si avvicina lo stop L’ha disposta la legge 13 febbraio 2006, n. 87, Il Protocollo, destinato a sostituire la Convenzione
secondo cui piena ed intera esecuzione sarà data di Londra (ratificata dall’Italia con la legge
al Protocollo a decorrere dalla sua entrata in vi- 305/1983), detta numerose novità: introduce il
gore (cioè, ex articolo 25, dal trentesimo giorno principio “chi inquina paga”, vieta l’incenerimen-
successivo alla data in cui: to in mare di rifiuti o altre scorie, e sancisce il di-
1. almeno 26 Stati avranno manifestato il loro vieto di immersione per tutti i rifiuti, salvo se e-
consenso ad essere vincolati dal Protocollo ex ar- spressamente ammessi ed autorizzati.

Milano, 14 marzo 2006 È entrata in vigore il 25 marzo scorso la direttiva Le novità sono però solo formali poiché l’unico
Inquinamento dell’ambiente idrico, 2006/11/Ce sull’inquinamento provocato da cer- scopo della Commissione è quello di riunire in un
Bruxelles codifica te sostanze pericolose scaricate nell’ambiente i- unico provvedimento la normativa Ue in materia
drico che riunisce, senza innovare nella sostanza, (opera di “codificazione”, finalizzata ad una mi-
la disciplina attualmente vigente. gliore e più semplice comprensione della norma-
La nuova direttiva 2006/11/Ce abroga e sostitui- tiva comunitaria da parte dei cittadini Ue).
sce la direttiva 76/464/Cee, recepita in Italia con Rimane quindi immutata la distinzione base tra le
il Dlgs 133/1992 (successivamente dal Dlgs sostanze il cui inquinamento deve essere vietato
152/1999) e già abrogata – ma solo a partire dal (valori limite stabiliti nella direttiva 2000/60/Ce) e
2013 – dalla direttiva 2000/60/Ce. quelle il cui inquinamento deve essere ridotto.

Agricoltura e alimentazione Con una risoluzione dello scorso 16 marzo il negativa.


Parlamento europeo ha ufficialmente esternato Tra le priorità, lo sviluppo di indicatori ad hoc per
Milano, 21 marzo 2006 alle altre Istituzioni Ue la propria preoccupazione il completo monitoraggio del fenomeno, il blocco
Parlamento Ue: biodiversità per la continua perdita di biodiversità all’interno totale delle “tecnologie terminator” (quelle che
in serio rischio del territorio comunitario. permettono di ottenere sementi geneticamente
Con il provvedimento adottato a larga maggioran- modificate sterili per riservarne la riproduzione al-
za (419 voti favorevoli, 1 contrario e 15 astensio- le sole aziende titolate), il divieto di coltivazioni a
ni) l’Assemblea chiede alla Commissione l’ado- cielo aperto in caso di mancata e preventiva co-
zione di nuove misure per arginare la tendenza noscenza delle conseguenze sull’ecosistema.

Elettrosmog Le Regioni possono prevedere che il Comune, nel n. 36 – legge quadro sulla protezione dalle espo-
Prg, definisca i siti tecnologici dove saranno loca- sizioni a campi elettrici, magnetici ed elettroma-
Milano, 20 marzo 2006 lizzate o delocalizzate le antenne per la telefonia gnetici) che ricomprende la determinazione dei
Criteri di localizzazione mobile rispondendo a criteri di funzionalità delle criteri localizzativi e degli standard urbanistici af-
delle stazioni radio-base reti e dei servizi. ferenti all’uso del proprio territorio, purché siano
Lo ha affermato la Corte Costituzionale (sentenza rispettate le esigenze della pianificazione nazio-
17 marzo 2006 n. 103), sull’assunto che – nel nale degli impianti e purché i criteri in questione
dettare una norma di tal fatta – la Regione ha non siano, nel merito, “tali da impedire od osta-
semplicemente esercitato la propria competenza colare ingiustificatamente l’insediamento degli
legislativa (ex articolo 8, legge 22 febbraio 2001, stessi impianti”.
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Rubriche Check Ambiente
Imballaggi La Commissione Ue autorizza l’utilizzo del logo la differente finalità tra certificazione ambientale
comunitario di ecogestione e audit (integrato da Emas (relativa all’organizzazione) ed Ecolabel (re-
Milano, 09 marzo 2006 un riferimento scritto alla “organizzazione” per e- lativo al prodotto).
Il logo Emas è utilizzabile vitare confusioni con il sistema Ecolabel) sugli La Commissione ha deciso di permettere l’utilizzo
sugli imballaggi per il trasporto imballaggi terziari. del logo anche sugli imballaggi per il trasporto o
Con la decisione 193/2006/Ce viene stabilita terziari (imballaggi concepiti, ex direttiva
un’eccezione all’articolo 8 del regolamento (Ce) 94/62/Ce, per facilitare la manipolazione e il tra-
n. 761/2001 che, nel vietare l’utilizzo del logo sporto di un certo numero di unità di vendita o di
Emas sui prodotti e loro imballaggi (mentre in ge- imballaggi multipli, esclusi i container per il tra-
nerale è utilizzabile nelle dichiarazioni, nei docu- sporto) in virtù del loro non essere “direttamente
menti e nella pubblicità dell’impresa), sottolinea correlati ai prodotti”.

Istituzioni Approvata il 22 marzo scorso dalla Commissione europea per la responsabilità sociale delle impre-
Ue una nuova cornice politica per la promozione se”) si pone come uno strumento politico che mi-
Milano, 23 marzo 2006 del meccanismo di integrazione volontaria delle ra a far nascere partenariati tra le imprese inte-
Responsabilità sociale imprese, problematiche sociali ed ecologiche nell’attività ressate a migliorare, oltre gli standard minimi di
piattaforma Ue d’impresa. legge, delle condizioni dei lavoratori e prestazioni
Il progetto sostenuto dall’Esecutivo Ue (“Alleanza ambientali delle strutture produttive.

Qualità Sono cresciute di oltre il 220% dal 2001 al 2005 di PadovaFiere) ha sottolineato come l’Italia sia ai
le certificazioni Ecolabel ed Emas chieste ed otte- primi posti in Europa nella registrazione Emas.
Milano, 15 marzo 2006 nute dalle aziende italiane. Buoni, secondo il MinAmbiente, anche gli investi-
MinAmbiente: boom ecocertificazioni A dare la notizia del boom delle certificazioni am- menti nelle tecnologie nuove legate all’ambiente,
negli ultimi tre anni bientali è il Ministero dell’Ambiente Altero con i quasi due miliardi di euro di investimenti nel
Matteoli, che nel suo intervento avvenuto oggi al 2005 per la realizzazione degli impianti eolici,
“SEP” (il Salone internazionale delle Ecotecnologie contro circa i settecento milioni del 2001.

Rifiuti Risale allo scorso 13 dicembre 2005 il secondo La prima fase della procedura era già stata avvia-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 128 (4/06)


atto della procedura d’infrazione avviata da ta con la lettera di messa in mora, inviata dalla
Milano, 16 marzo 2006 Bruxelles contro l’Italia in ordine alla cd. “delega Commissione al Governo italiano in data 13 luglio
L’Ue di nuovo contro la Legge delega ambientale” (legge 308/2004), e venuto alla luce 2005; la difesa nazionale giunta a Bruxelles il 17
solo in questi giorni. novembre 2005 (prot. n. 13142) non sembra
Infatti, in quella data la Commissione ha indiriz- proprio aver convinto la Commissione a desiste-
zato alla Repubblica italiana il parere motivato ai re; tant’è che siamo al secondo atto della proce-
sensi dell’articolo 226 del Trattato Ue per “non dura d’infrazione. Sembra che in questi giorni il
conformità all’articolo 1” direttiva 91/156/Cee sui Governo italiano abbia risposto anche al parere
rifiuti della citata “delega ambientale”. motivato, ma non ne conosciamo il merito.

Sicurezza Arrivano con il Dm 22 febbraio 2006 del Mini- nati ad uffici che nell’adattamento o la ristruttu-
stero dell’Interno le nuove norme tecniche per la razione degli immobili esistenti.
Milano, 3 marzo 2006 realizzazione delle strutture lavorative destinate Esclusi gli uffici di controllo e gestione diretta an-
Prevenzione incendi, nuove regole ad ospitare più di 25 persone. nessi o inseriti in reparti di lavorazione e deposito
per costruzione uffici Le regole messe a punto dal Dicastero (Gu del 2 di attività industriali o artigianali.
marzo scorso, n. 51) si applicheranno a partire Possibilità di chiedere deroghe alle Autorità per i
dal 3 aprile 2006 (data di entrata in vigore del locali con fino a 500 addetti che presentano ca-
provvedimento in parola) e dovranno essere os- ratteristiche di oggettiva difficoltà di adeguamen-
servate sia nella costruzione di nuovi locali desti- to ai nuovi standard.

Milano, 28 febbraio 2006 Non solo dati quantitativi, ma informazioni sui fat- membri dovranno utilizzare nel rilevare i dati sugli
Infortuni sul lavoro, l’Ue chiede più dati tori causali degli infortuni. È quanto chiede la infortuni sul lavoro occorsi nel proprio territorio.
Commissione Ue agli Stati membri con un rego- L’upgrade delle informazioni sugli infortuni pro-
lamento (il numero 341/2006) dello scorso 24 mette di incidere sulla formazione della fonte pri-
febbraio. maria dei dati, ossia quelli comunicati dai datori
Con il provvedimento in parola (pubblicato sulla di lavoro in base alla direttiva 89/391/Cee (tra-
Guue del 25 febbraio 2006, n. L55) l’Esecutivo sposta sul piano nazionale con il Dlgs 626/1994)
europeo ha aggiornato le check list che gli Stati e per il tramite del noto “registro infortuni”.

Territorio A ricordare la non condonabilità degli immobili castero ha sottolineato l’esclusione dalla sanato-
costruiti sui siti percorsi da incendi boschivi sui ria delle opere realizzate su “aree boscate o ...
Milano, 14 marzo 2006 quali vige il divieto di costruzione è la circolare pascolo, i cui soprassuoli siano stati percorsi dal
Escluse dal condono edilizio le opere 2699/2006 del MinInfrastrutture. fuoco nell’ultimo decennio”, così rinviando alla
su aree boschive incendiate In particolare, con la circolare emanata in mate- disciplina madre in materia di incendi boschivi
ria di repressione dell’abusivismo edilizio il Di- contenuta nella legge 353/2000.

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I temi di maggiore interesse trattati nei numeri precedenti
[numero 124 (12/05): Rifiuti ed emission trading • Di- pericolosi e altri ambiti normativi (prima parte) • Discariche, si fa... il registro di carico-scarico • Check Ambiente.
scariche, le non conformità comunitarie del Dm 3 agosto 2005 accettazione fino al dicembre 2006 • Quesiti • Come si fa... il [numero 127 (3/06): La messa in riserva agevolata dei ri-
• Bonifiche, la sospensione condizionale della pena è subordi- formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti • fiuti e la natura giuridica dello “standard” • Comunitaria
nata all’eliminazione totale dell’inquinamento (sentenza Check Ambiente. 2005: no a Mud e registri per i rifiuti pericolosi dei professioni-
Cassazione 12343/2005) • Chiunque, anche se non professio- [numero 126 (2/06): La Tarsu verso la tariffa • Depositi, sti • “Milleproroghe”: l’amianto non va in discarica per inerti
nista del settore, può gestire abusivamente i rifiuti (sentenza stoccaggi ed ecopiazzole (seconda parte) • Veicoli fuori uso: il • Emergenze rifiuti: ulteriori proroghe e disposizioni urgenti
Cassazione 3322/2005) • Le discariche vecchie, ma adeguate, percorso della giurisprudenza di legittimità • Finanziaria • Ordinanze, il Sindaco non è un organo del Comune (Tar
equivalgono alle nuove (Tar Veneto, 27 giugno 2005, n. 2671) 2006: tutte le disposizioni ambientali • Incenerimento: proro- Veneto, Sentenze 125/2006 e 130/2006) • Le Entrate precisa-
• Gomme e pneumatici: gli acquisti verdi della P.a. (Circolare ga al 28 febbraio 2006 per l’adeguamento • Dm 269/2005 sul no le aliquote Iva per i rifiuti (Agenzia delle entrate, Riso-
MinAmbiente 19 luglio 2005) • Indici annuali. recupero dei rifiuti portuali • L’appalto per lo smaltimento ri- luzioni 14/2006 e 25/2006) • Come si fa... il Mud 2006 •
[numero 125 (1/06): “Direttiva Seveso” e rifiuti pericolosi fiuti non rientra nella competenza esclusiva del giudice am- Quesiti.
• Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole (prima parte) • Rifiuti ministrativo (Sentenza Consiglio di Stato 6409/2005) • Come

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