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marzo 2006 n.

127 (3/06)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano

L’intervento
Le caratteristiche di rischio dei rifiuti pericolosi:
problematiche di attribuzione e rapporti con altre
normative (seconda parte) pag. 3
di Claudio Rispoli

La messa in riserva agevolata dei rifiuti e la natura


giuridica dello “standard” 9
di Paola Ficco

Legislazione norme nazionali


Comunitaria 2005: no a Mud e registri per i rifiuti pericolosi
dei professionisti
Legge 25 gennaio 2006, n. 29 – Stralcio 14
sintesi a cura della Redazione
il commento di Alessandro Geremei 17
AUTHORITY , cioè una delle tre possibili forme di in-
tervento pubblico nell’economia, insieme a: manovre finanziarie (incentivi
“Milleproroghe”: l’amianto non va in discarica per inerti
Dl 30 dicembre 2005, n. 273 – Stralcio 21
e disincentivi) e gestione diretta di attività economiche. L’Authority è una i-
stituzione della regolazione; regolazione che consiste nel creare le regole Emergenze rifiuti: ulteriori proroghe e disposizioni urgenti
relative al funzionamento di determinati mercati e nel controllo della rela- Tavole sinottiche 22
tiva applicazione. a cura della Redazione Reteambiente
Oggetto della regolazione è un mercato (cioè non un modello teorico, ma
un sistema circoscritto positivamente e caratterizzato da atti di commercio Giurisprudenza
liberi di una certa attività economica individuale).
L’Authority, dunque, è preposta al funzionamento di un mercato. È noto, Messa in riserva, il processo di lavorazione è stabilito dalla legge
ed è agevolata anche se “autonoma”
ormai, che tale attività di gestione del mercato pone problemi sia struttura-
Corte di Cassazione – III Sezione penale
li sia (soprattutto) funzionali. Infatti, non è ancora per nulla chiaro quale Sentenza 29 dicembre 2005, n. 47277 24
sia il rapporto tra i diversi tipi di regole e il loro diverso grado di giuridicità;
parimenti, non è chiaro come tali regole possono interferire con la discipli- È omessa tenuta del registro l’annotazione oltre i tempi previsti
na giuridica di altre figure giuridiche soggettive preposte alla cura di inte- che va punita con la sanzione ordinaria
ressi pubblici in determinati settori. Corte di Cassazione – II Sezione civile
Un esempio chiarisce il senso di questi problemi: il Grtn riconosce i certifi- Sentenza 14 novembre 2005, n. 22913 26
cati verdi non su tutto il Cdr impiegato per produrre energia, ma solo in
Ordinanze, il Sindaco non è un organo del Comune
proporzione alla frazione biodegradabile lì contenuta. Tale limitazione, Tar Veneto – III Sezione
però, non è contenuta nella disciplina recata dal Dlgs 387/2003. Che fare? Sentenza 24 gennaio, n. 130 28
Nessuno lo sa. Per porre fine alla questione, la futura riscrittura della disci- Sentenza 24 gennaio, n. 125 29
plina attinente la gestione dei rifiuti (Dlgs attuativo della cd. “Delega am- il commento di Sonia D’Angiulli 30
bientale”) dà dignità di fonte giuridica al principio del gestore della rete (i-
stituto della regolazione elettrica) e deroga al Dlgs 387/2003. Nel contempo
la “delega” istituisce l’Authority per acque e rifiuti. È segno evidente che il Prassi
sistema smentisce se stesso. Le Entrate precisano le aliquote Iva per i rifiuti
Anche il mercato dei rifiuti, dunque, sta per dotarsi di un’Authority perché Agenzia delle Entrate – Risoluzione 17 gennaio 2006, n. 14 34
sta per essere liberalizzato. Non poteva essere diversamente; infatti, affer- Agenzia delle Entrate – Risoluzione 6 febbraio 2006, n. 25 36
mare la concorrenza significa creare norme che ne consentano la sopravvi-
venza. Quindi, l’Authority è complementare alla concorrenza poiché ne li-
Rubriche
mita il modo di conformarsi; cioè senza Authority la concorrenza si espan-
derebbe al punto tale da generare abusi. Quindi, l’Authority argina l’epifa- Come si fa... il Mud 2006 38
nia dell’abuso, poiché previene i disastri della concorrenza selvaggia. La a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci
costruzione astratta della situazione ne evidenzia il suo essere paradossale.
Quesiti 49
Lo “Stato regolatore” va, dunque, sostituendosi gradualmente allo “Stato a cura di Paola Ficco
gestore” dal quale la nostra esperienza giuridica ed economica proviene.
Peccato che il tipo di Stato nel quale viviamo non è ancora mutato e la “Focus” giurisprudenza 53
giustizia amministrativa ha comunque potere di vita e di morte su tutti gli a cura di Maurizio De Paolis
atti di tutte le Authority, compresa quella (futura) sui rifiuti e sulle acque.
Un viatico, questo, per nulla tranquillizzante sui futuri assetti del settore. Check Ambiente 54
a cura della Redazione Reteambiente
Paola Ficco

Edizioni Ambiente
nuova versione 5.2 2006

Supporti normativi a cura della redazione normativa di Edizioni Ambiente

Edizioni Ambiente presenta la versione completamente


riformulata e aggiornata del proprio servizio Gestione Rifiuti.
Prestazioni principali Il software è dotato di un’interfaccia guidata e di controlli inte-
• Possibilità di gestire un numero illimi- rattivi, sia di gestione che di conformità alle norme vigenti, questi
tato di Utenti, con relativi Registri, ultimi garantiti dalla redazione normativa della casa editrice.
Formulari, MUD e Archivi collegati.
• Tenuta dei Registri di carico e scarico,
emissione e controllo dei Formulari Gestione Rifiuti è concepito come un servizio ad abbona-
per il trasporto, attraverso Operazioni mento annuale che comprende il software base, l’aggiornamen-
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globali. compilazione delle scritture
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tico via rete. lari, MUD) e la gestione auto-
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dati elaborati, con controllo persona- di tutte le Operazioni e gli
lizzato dei formati. Archivi attinenti. Il sistema è
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ta la modulistica relativa.
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Premessa
Nella prima parte abbiamo chiarito in modo inequivocabile il
ruolo di riferimento fondamentale svolto dalle norme sull’etichet-
tatura di sostanze e preparati pericolosi. Questa seconda parte, in-
vece, è dedicata all’applicazione di queste norme in modo da
giungere all’obiettivo di attribuire al rifiuto le giuste caratteristi-
che di rischio.
Come vedremo questo processo non è poi così semplice, sia per la
peculiarità di molti rifiuti, sia per le ambiguità normative già de-
L’intervento scritte, sia soprattutto per la frequente scarsità dei dati disponibili
e la loro bassa qualità.
Il percorso logico generale non parte quindi dal codice Cer del ri-
fiuto, ma dalla valutazione della presenza o meno di sostanze pe-
ricolose e delle relative concentrazioni e dalla determinazione di
eventuali caratteristiche chimico-fisiche rilevanti quali, ad esem-
Le caratteristiche pio, il punto di infiammabilità; a tal fine è ovvia la rilevanza che
ha l’analisi del rifiuto.

di rischio dei rifiuti Le analisi dei rifiuti


In ordine alle analisi, ricordiamo che l’articolo 52, Dlgs 22/1997,
pericolosi: al comma 3, così stabilisce: “Tale ultima pena si applica anche
a chi, nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiu-
ti, fornisce false indicazioni sulla natura, sulla composizione
problematiche e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a chi fa uso di
un certificato falso durante il trasporto”. La norma stessa rico-
nosce, quindi, il ruolo fondamentale svolto dall’analisi, pur non
di attribuzione rendendola obbligatoria, ruolo che va ben oltre il mero supporto
tecnico alla gestione dei rifiuti; prefigurando (giustamente) una

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


grande responsabilità a carico di colui che la svolge e la certifica.
e rapporti con altre Il chimico (stiamo parlando di analisi chimiche, è quindi il chi-
mico il professionista direttamente coinvolto, anche se sono fre-
normative quenti analisi sottoscritte da diverse figure professionali) non può,
quindi, agire con leggerezza o con superficialità, magari dettate
dalla convinzione di trovarsi ad agire nel proprio ambito specifico
(seconda parte) di competenze, facendo così cadere “dall’alto” un certificato ana-
litico isolato dal contesto di produzione del rifiuto, contenente dei
parametri generici e di routine e magari privo delle informazioni
necessarie alla corretta gestione del rifiuto.
di Claudio Rispoli
Chimico, esperto ambientale Al contrario, le premesse per un’efficace prestazione analiti-
ca sono:
Si ringrazia il sig. Giuseppe Palma – disponibilità di informazioni;
per il prezioso contributo – piena comprensione delle esigenze del committente.
Solo così si potrà proporre un servizio di analisi coerente e
La prima parte è stata pubblicata solo così si potranno delimitare gli ambiti di responsabilità a
sul numero 125 (01/06) della Rivista carico del chimico.
L’ordine di esecuzione di un’analisi deve quindi contenere
l’indicazione dello scopo dell’analisi e di quali saranno i giu-
dizi o le attestazioni da rilasciare.

L’analisi infatti consta di due fasi distinte:


– quella di “misura” vera e propria, squisitamente tecnologica
che può essere svolta da altri soggetti idonei ma è sempre supervi-
sionata dal chimico;
– quella “professionale”, cioè di interpretazione dei dati ed emis-
sione di giudizi o attestazioni.
Di seguito sono sintetizzati i principali passi successivi che costi-
tuiscono il processo analitico:
– acquisizione delle informazioni in merito al processo che ha o-
riginato il rifiuto ed alle sostanze impiegate;
– campionamento del rifiuto;
– scelta dei parametri da ricercare;
3
– esame organolettico e descrizione del rifiuto;
– determinazione della presenza e della concentrazione di sostan- lificati che la richiedono al fine di valutare la conformità del ri-
L’intervento Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi

ze pericolose; fiuto alle proprie specifiche tecniche e normative ed i relativi costi.


– determinazione di altre sostanze rilevanti a caratterizzare il ri-
fiuto anche ai fini dello smaltimento; Come attribuire le caratteristiche di rischio
– determinazione di altre caratteristiche peculiari del rifiuto o di Dopo questa digressione, torniamo al nostro scopo originario,
altri parametri tecnologici/normativi (quali ad esempio: Cod, den- quello cioè di individuare le caratteristiche di rischio del rifiuto.
sità, punto di infiammabilità, residuo a 105° e 600°, eluato ecc.); Cominciamo quindi dal caso più semplice, quando sono note le
– interpretazione dei risultati ottenuti, anche in funzione delle sostanze che compongono il rifiuto (il che è possibile o grazie ad
norme sull’etichettatura di sostanze e preparati pericolosi, even- un’analisi mirata, o perché il rifiuto è costituito, ad esempio, da
tuale esecuzione di parametri aggiuntivi; una materia chiaramente identificata).
– redazione del certificato comprensivo del giudizio, assegnazione In questo caso, per ogni sostanza occorrerà:
delle caratteristiche di rischio se riscontrate, assegnazione/propo- – consultare l’allegato I alla direttiva 67/548/Cee (Dm Salute 14
sizione del codice Cer; giugno 2002, contenente il 28° adeguamento della direttiva 67/
– eventuali altre certificazioni quali: classificazione ai fini Dpr 548/Cee, verificando anche le modifiche/integrazioni a questo ap-
915/1982, classificazione Adr; portate dal 29° adeguamento di cui alla direttiva 2004/73/Ce),
– eventuale indicazione delle modalità di smaltimento. trovando così la classificazione e le frasi di rischio attribuite;
È opportuno focalizzare l’attenzione sui primi due di questi passi, – qualora le sostanze non siano presenti nell’allegato I, sarà ne-
senza entrare nel dettaglio tecnico, poiché condizionano tutto il cessario reperire le relative schede di sicurezza, ricercando nel ci-
processo analitico. tato allegato (nella sezione 15, ma anche nelle sezioni 9, 11 e 12)
– La disponibilità dei dati in ingresso: la qualità delle la classificazione e le frasi di rischio attribuite dal fabbricante,
informazioni in merito al processo produttivo ed alle sostanze uti- produttore o importatore. Tali figure sono infatti tenute, ai sensi
lizzate consentono di impostare l’analisi verso la determinazione dell’articolo 6 della direttiva 67/548/Cee, a dare per qualunque
delle sostanze effettivamente presenti, limitando così il numero di sostanza non presente nell’allegato I (pena, in caso contrario, il
parametri da eseguire a quelli significativi, contenendo i costi divieto di immissione sul mercato), una classifica provvisoria ba-
dell’analisi stessa. sata su ricerche e test da esse effettuati, e sui criteri di classifica-
zione standard previsti dall’Ue;
Tipico è il caso di un rifiuto che ha origine dall’impiego di di- – ove non siano disponibili le schede di sicurezza (1), si deve fare
versi preparati, tra questi, grazie alla disponibilità delle relati- riferimento alla letteratura (2) per ricercare i dati sulle proprietà
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

ve schede di sicurezza, si sa che ne è presente uno che con- chimico-fisiche, tossicologiche ed ecotossicologiche dei compo-
tiene una sostanza pericolosa in concentrazione significativa. nenti il rifiuto, utilizzando poi i criteri di classificazione previsti in
sede comunitaria che, come detto, sono gli stessi previsti per la at-
È proprio questa la sostanza da ricercare, la cui concentrazione de- tribuzione delle sigle H;
terminerà le frasi di rischio applicabili e, di conseguenza, le carat- – per rifiuti costituiti da soluzioni o miscele mono o policompo-
teristiche di rischio. In mancanza di queste informazioni l’analisi nenti ci si può avvalere, per la classificazione di rischio e per la
non potrà che essere generica (a meno che non si intendano soste- successiva attribuzione delle sigle H, anche dei limiti di concen-
nere costi proibitivi) e potrà condurre a conclusioni errate. trazione indicati per molte sostanze nell’ultima colonna dell’alle-
– Il campionamento: il prelievo di un campione rappresenta- gato I alla 67/548/Cee e, laddove questi siano mancanti, del me-
tivo di un materiale qualsiasi, e particolarmente nel caso di un ri- todo di calcolo previsto dalla citata norma relativa alla classifica-
fiuto fortemente disomogeneo, pone delle difficoltà notevoli, ben zione ed etichettatura dei preparati pericolosi (direttiva 1999/45/
note al chimico. I metodi ufficiali di campionamento non possono Ce e successive modifiche).
coprire tutte le casistiche esistenti ed inoltre ci sono tipologie di ri- Individuate quindi le frasi di rischio associate alle diverse sostanze
fiuti effettivamente non campionabili, a meno di disporre di attrez- presenti nel rifiuto (ad esempio R22 – nocivo per ingestione, e
zature complesse di uso assolutamente non comune, il cui impie- R35 – provoca gravi ustioni, note le concentrazioni), supponiamo
go comporterebbe costi e prestazioni sproporzionati allo scopo. 30% la prima e 5% la seconda; applicando i criteri di cui al punto
4 della direttiva ministeriale del 9 aprile 2002 è semplice conclu-
In queste situazioni l’analisi perde senso e può essere prefe- dere che le caratteristiche di rischio di questo rifiuto saranno H5
ribile una classificazione merceologica che, valutando accu- ed H8. Analogamente, potremmo riscontrare la presenza di so-
ratamente il processo produttivo e le sostanze impiegate, stanze etichettate R50-53 (altamente tossico per gli organismi
giunga ad una efficace descrizione delle caratteristiche del acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per
rifiuto. l’ambiente acquatico) in concentrazione, ad esempio, pari al
30%, ciò, in conformità ai criteri generali dettati dalla direttiva
Come già detto nella prima parte, preferiamo il concetto di “ca- 91/689/Cee che, rimandando alle norme per l’etichettatura delle
ratterizzazione di base” del rifiuto, mutuato dalla direttiva 2003/ sostanze e preparati pericolosi, determina l’attribuzione della ca-
33/Ce, ma inteso in senso più ampio e generale. Questa documen- ratteristica di rischio H14.
tazione, redatta dal produttore del rifiuto, “determina le caratte- Ove necessario, la determinazione sperimentale delle proprietà
ristiche dei rifiuti attraverso la raccolta di tutte le informazio- chimico fisiche sul rifiuto stesso mediante i metodi di prova previ-
ni necessarie per lo smaltimento finale in condizioni di sicu- sti dalla stessa direttiva 67/548, consentirà l’attribuzione caratteri-
rezza”, realizza una completa “carta di identità” del rifiuto, in stiche di pericolo H1, H2, H3A, H3B.
cui l’analisi può inserirsi come un’integrazione e/o una conferma
delle informazioni fornite dal produttore del rifiuto. Facciamo a questo punto un altro esempio pratico che illu-
Tale documentazione, i cui contenuti vanno oltre la semplice stra come, in realtà, questo procedimento sia più articolato.
classificazione ai sensi del Dlgs 22/1997, trova già una discreta Supponiamo che il nostro rifiuto sia costituito da una solu-
4
diffusione soprattutto presso alcuni impianti di smaltimento qua- zione di solfato di rame; il primo passo non è quello di tro-
vare il codice Cer giusto, ma sarà quello di verificare la peri- no i massimi rischi potenziali del rifiuto.

L’intervento Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi


colosità del rifiuto. È un approccio di facciata, che in parte salva l’aspetto formale
della gestione dei rifiuti, soddisfacendo le aspettative di alcuni
Tale sostanza è classificata, nel fin troppe volte citato allegato 1 al- Enti di controllo (il rifiuto, infatti, non viene mai declassificato,
la direttiva 67/548/Cee, al numero di indice 029-004-00-0, come né viene esclusa alcuna delle potenziali caratteristiche di rischio)
R22 – nocivo per ingestione, R36/38 – irritante per gli occhi e la e consente qualche risparmio sul fronte delle analisi.
pelle, R50/53 – altamente tossico per gli organismi acquatici, può
provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquati- Ci informa su ciò che il rifiuto non è e su ciò che potrebbe
co. Ai sensi della direttiva 91/689/Cee, il rifiuto sarà pericoloso: essere, ma non dicendo nulla su ciò che è effettivamente fa sì
– considerando R22, se la concentrazione sarà ≥ 25% (250.000 che le scelte gestionali seguenti (come ad esempio la classifi-
mg/kg), cui corrisponderà H5; cazione ai fini del trasporto Adr) risulteranno aleatorie per
– considerando R36/38, se la concentrazione sarà ≥ 20% la mancanza di fondamento tecnico, e, spesso, pesantemente
(200.000 mg/kg), cui corrisponderà H4; condizionate dalla conservatività stessa del metodo adottato,
– considerando R50/53, se la concentrazione sarà ≥ 0,25% determinando in questi ambiti dei costi aggiuntivi.
(2.500 mg/kg), cui corrisponderà H14.
Come si vede, adottando i criteri prescritti di classificazione, cioè – Un esempio emblematico: è quello degli imballi vuoti
quelli delle norme sull’etichettatura delle sostanze e dei preparati contaminati da sostanze pericolose; rifiuto comunissimo, origina-
pericolosi, si può giungere a classificare un rifiuto come pericolo- to nei più vari processi di produzione spesso in quantità conside-
so anche al di sotto delle soglie comunemente utilizzate. Nella fat- revoli. È costituito da imballi in metallo, plastica, vetro o altro,
tispecie, qualora al rifiuto si fosse potuto assegnare un codice a che hanno contenuto sostanze e preparati diversi cui corrispondo-
specchio (quale 06 03 13/06 03 14) e quindi si fossero adottati i no diverse frasi di rischio. Il rifiuto può essere quindi merceologi-
soli criteri di cui al punto 4 della direttiva MinAmbiente del 9 a- camente definito, ma la sua composizione non potrà essere co-
prile 2002 (che non stabiliscono soglie di riferimento per la eco- stante; è inoltre chiaramente individuato come univocamente pe-
tossicità), il rifiuto sarebbe risultato non pericoloso già al di sotto ricoloso nel catalogo al codice 15 01 10*, ma come si accertano le
della soglia del 20% (3). sua caratteristiche di rischio?
Qualora la concentrazione di solfato di rame nel rifiuto sia supe- L’approccio analitico non è praticabile per l’impossibilità di ese-
riore al 25% le caratteristiche di rischio da assegnare saranno H5 guire un campionamento rappresentativo, a meno che non si
ed H14; H4 si può escludere in quanto “superata” da H5. Tale fa- tratti del caso molto particolare di imballi dello stesso materiale e

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


coltà è espressamente prevista nella direttiva 67/548/Cee (a meno dello stesso prodotto. L’attribuzione delle caratteristiche di rischio
che non diversamente specificato nell’allegato I alla medesima di tutti i prodotti precedentemente contenuti, secondo l’approccio
direttiva); infatti, laddove una delle caratteristiche di pericolo at- conservativo di cui sopra, fa sì che se può essere presente anche un
tribuibili al rifiuto sia sufficiente a fornire avvertimenti sulle mi- solo contenitore di un prodotto molto pericoloso (ad esempio tos-
sure di sicurezza da prendere anche contro tutti i rischi descritti sico o cancerogeno) la corrispondente caratteristica di rischio va
dalle altre categorie, unicamente questa viene attribuita ad esso. attribuita a tutto l’insieme che costituisce il rifiuto. Ciò può essere
Nel caso di assegnazione di un codice non a specchio, le caratteri- condiviso tenendo presente il principio di precauzione, ma oltre a
stiche di rischio saranno da scegliersi tra le medesime tre in fun- non essere conforme ai criteri della direttiva 91/689/Cee è abba-
zione della concentrazione; al di sotto dello 0,25% ne sarà asse- stanza privo di buon senso.
gnata una per necessità (nel caso di specie consiglieremmo H14) Inoltre, l’utilizzatore ha tutto l’interesse a minimizzare la quantità
priva di senso tecnico, come già detto nella prima parte. di sostanza residua nell’imballo, per evitare sprechi: è ben difficile,
quindi, che nel rifiuto costituito dallo stesso imballo vuoto venga-
Questo procedimento non è ovviamente applicabile qualora, no raggiunte le soglie di concentrazione previste sia dal punto 4
ad esempio per la mancanza di analisi, non siano note le della direttiva MinAmbiente 9 aprile 2002 che dall’articolo 2 diret-
concentrazioni delle sostanze presenti nel rifiuto. tiva 2000/532/Cee se non nel caso di sostanze con soglie molto
basse quali i cancerogeni di categoria 1 e 2 o i molto tossici.
In tal caso le schede di sicurezza dei prodotti impiegati forniranno
le frasi di rischio relative alle sostanze presenti; queste saranno Va detto che le norme per il trasporto di merci pericolose at-
necessariamente trasferite al rifiuto, tenendo conto di quelle più tribuiscono all’imballo vuoto non bonificato gli stessi rischi
restrittive (ad esempio una sostanza classificata come R24 – tossi- della merce pericolosa che ha contenuto, con i conseguenti
co per ingestione prevarrà in questa valutazione su un’altra clas- adempimenti anche documentali (salvo poi tracciare delle
sificata R22 – nocivo per ingestione, conseguentemente, adottan- condizioni per l’esenzione, subordinate al rispetto di alcune
do un criterio conservativo, sarà da assegnare la caratteristica di prescrizioni). Sono quindi in sintonia col criterio conservati-
rischio H6 – tossico rispetto ad H5 – nocivo; ovvero se viene im- vo, ma di certo distinguendo i diversi rischi, richiedono la
piegata una sostanza facilmente infiammabile – R11, in man- costituzione di lotti omogenei per classificazione Adr, non il
canza del dato relativo al punto di infiammabilità del rifiuto, non mescolamento alla rinfusa con l’estensione a tutto il carico
si potrà escludere la caratteristica di rischio H3A). di tutte le diverse classificazioni.
È chiaro che adeguate informazioni sul ciclo produttivo daranno
un supporto decisivo a questo processo decisionale che, in realtà, D’altra parte, le stesse norme relative all’etichettatura delle sostan-
funziona per esclusione, infatti, consente di escludere tutte le carat- ze pericolose prevedono per i contenitori vuoti di queste solo delle
teristiche di rischio non pertinenti alle sostanze presenti nel rifiuto specifiche frasi S, cioè dei consigli di prudenza (S35, S56, S60),
perché non sono attribuibili ai sensi delle norme sull’etichettatura. non delle frasi di rischio (R); sarebbe quindi auspicabile che an-
Questo approccio conservativo non può comunque portare alla che le norme inerenti i rifiuti adottassero un criterio analogo che,
completa caratterizzazione del rifiuto poiché le caratteristiche di senza declassificare il rifiuto, consentisse il superamento di questa
5
rischio assegnate non rappresentano i rischi reali, bensì descrivo- difficoltà di attribuzione di caratteristiche di rischio reali.
Di seguito si riporta una tabella che rati pericolosi. La tabella è voluta- valutazione delle sostanze presenti le relazioni esistenti tra le diverse
L’intervento Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi

sintetizza quanto detto sopra. mente ridondante, al fine di eviden- e delle loro caratteristiche chimico- norme, sottolineando l’importanza
Correlando le caratteristiche di ri- ziare le ambiguità normative citate fisiche nella verifica degli adempi- che ha la corretta caratterizzazione
schio relative ai rifiuti e le frasi di in precedenza; alcune definizioni menti previsti dalle diverse norme del rifiuto e inserendo a pieno titolo
rischio così come definite dalle nor- sono riassunte per motivi di spazio, ivi citate, le “H” sono il frutto di la fase di gestione dello stesso nella
me sull’etichettatura delle sostanze si rimanda alle norme citate per le questo lavoro di valutazione, se non “catena della sicurezza” da cui,
pericolose (allegato I, Dm Salute 14 definizioni complete di ognuna. La c’è questo lavoro non hanno più si- troppo spesso, viene erroneamente
giugno 2002) ribadisce l’equipara- stessa ha un valore puramente e- gnificato gestionale. esclusa.
zione dei rifiuti pericolosi ai prepa- semplificativo; non può sostituire la Pur con le sue limitazioni delinea

Correlazione indici di rischio


Caratteristiche di rischio rifiuti Frasi di rischio Concentrazioni Concentrazioni Soglie limite per Classi di merci Dlgs 334/1999
Allegato I, Dlgs 22/1997 dir. 67/548 limite punto 4 limite art. 2 attribuzione pericolose categorie di
e succ. dir. MinAmb. dir. 2000/532, frasi R norme ai fini del sostanze
9 aprile 2002 (definizione etichettatura** trasporto e preparati,
(relative ai di rifiuto (Adr 2005)*** All. 1 parte 2
“codici a pericoloso)
specchio”)
H1 Esplosivo* R1 R2 R3 metodo di prova 1 4/5
A.14 all. V
H2 Comburente R7 R8 R9 > 5% per i 5.1, 5.2 3
perossidi organici
non esplosivi;
liquidi metodo
di prova A.21 29°
adeguamento,
solidi metodo
di prova A.17 all .V
H3A Liquidi facilmente R11 R12 R12 liquidi ≤ 0°, 3 8/7a
infiammabili R11 liquidi ≤ 21°;
p. inf. < 21° metodo di prova
A.9 all. V
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

H3A Solidi soggetti R17 Metodo di prova 4.2


ad accensione A.16 all. V
spontanea
H3A Solidi infiammabili R11 Metodo di prova 4.1
A.10 all. V
H3A Sviluppa gas R15 Metodo di prova 4.3 10i
infiammabili a A.12 all. V
contatto dell’acqua
H3B Liquidi infiammabili R10 ≤ 55° ≤ 55° 21° ≤ p. inf. 3 6
21° ≤ p. inf. ≤ 55° ≤ 55° p. inf. ≤ 61°
H4 Irritante R41 ≥ 10% ≥ 10% ≥ 5%
H4 Irritante R36 R37 R38 ≥ 20% ≥ 20% ≥ 20%
H5 Nocivo R20 R21 R22 ≥ 25% ≥ 25% ≥ 25%
R65
H6 Tossico R23 R24 R25 ≥ 3% ≥ 3% ≥ 3% 6.1 2
H6 Molto tossico R26 R27 R28 ≥ 0,1% ≥ 0,1% ≥ 0,1% 6.1 1
H7 Cancerogeno R 45 R49 ≥ 0,1% ≥ 0,1% ≥ 0,1%
(cat. 1 e 2)
H7 Cancerogeno (cat. 3) R40 ≥ 1% ≥ 1% ≥ 1%
H8 Corrosivo R35 ≥ 1% ≥ 1% ≥ 1% 8
H8 Corrosivo R34 ≥ 5% ≥ 5% ≥ 5% 8
H9 Infettivo Non prevista 6.2
H10 Teratogeno (cat. 1 e 2) R60 R61 ≥ 0,5% ≥ 0,5% ≥ 0,5%
H10 Teratogeno (cat. 3) R62 R63 ≥ 5% ≥ 5% ≥ 5%
H11 Mutageno (cat. 1 e 2) R46 ≥ 0,1% ≥ 0,1% ≥ 0,1%
H11 Mutageno (cat. 3) R68 ≥ 1% ≥ 1% ≥ 1%
H12 Sviluppa gas tossici R29 R31 R32 Frasi ulteriori, 10ii
punto 3.2.8 all. VIII
H13 Può dare origine ad altre Non prevista Eventualmente
sostanze pericolose 6.1 o 9
H14 Ecotossico R 50 ≥ 0,25% 9 9i
H14 Ecotossico R 51 ≥ 2,5% 9 9ii
H14 Ecotossico R 52 ≥ 25% 9
H14 Ecotossico R 53 ≥ 25% 9 9ii

* Lo smaltimento degli esplosivi è sog- della tabella del medesimo allegato; i li- chimico-fisiche sono indicati i metodi di quindi anche ove non sia indicata in ta-
getto a norme specifiche, ed è esplicita- miti indicati, riferiti al Dlgs 65/2003 mo- prova di cui agli allegati citati alla diretti- bella una classe non è detto che il rifiuto
mente escluso dall’ambito del Dlgs dificato dal Dlgs 28 luglio 2004, n. 260, va 67/548. con quella caratteristica di rischio non
22/1997 all’articolo 8 comma f. determinano la pericolosità del prepara- *** Come già detto nella prima parte sia soggetto alle norme Adr, occorre in-
** Nota c prefazione allegato 1 al decre- to, cui possono corrispondere frasi di ri- non c’è una costante corrispondenza di- vece fare sempre riferimento specifico
6 to MinSalute 14 giugno 2002, salvo di- schio diverse da quelle relative alle so- retta tra le caratteristiche di rischio rela- alla composizione del rifiuto ed alle sue
versamente indicato nell’ultima colonna stanze; in alternativa, per le proprietà tive ai rifiuti e le classi di trasporto Adr, proprietà chimico-fisiche.
Conseguenze dell’attribuzione delle diverse non sono a conoscenza di questo né dispongono della adeguata

L’intervento Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi


caratteristiche di rischio formazione e sono quindi i trasportatori che decidono autonoma-
Passiamo adesso a valutare le ricadute in altri ambiti normativi mente tra la prima o la seconda soluzione, lasciando totalmente
causate dall’attribuzione di determinate “H”, focalizzando la no- intatte le responsabilità a carico dell’ignaro speditore.
stra attenzione su: L’avere adottato una classificazione Adr conservativa può determi-
– trasporto di merci pericolose; nare inoltre la necessità di adottare misure ulteriori quali la ne-
– sicurezza sul lavoro sia presso il produttore che presso lo smal- cessità di impiegare contenitori omologati specifici, oppure l’im-
titore; possibilità di effettuare il trasporto alla rinfusa, i conseguenti ag-
– incidenti rilevanti. gravi dei costi saranno anch’essi scaricati sullo speditore.
A questi temi sono dedicate norme specifiche ben note, i cui a- Sullo speditore può gravare anche l’obbligo di nomina del consu-
dempimenti si aggiungono a quelli inerenti i rifiuti. Dovrebbe, i- lente per il trasporto di merci pericolose (articolo 3, comma 6,
noltre, essere ormai chiaro che l’approccio fin qui adottato è foca- Dlgs 40/2000; Dm 4 luglio 2000 e circolare MinTrasporti A/26),
lizzato sulla caratterizzazione del rifiuto, conseguente alla sua già descritto nella prima parte, anche solo per i rifiuti prodotti a
composizione ed alle sue proprietà chimico-fisiche, da cui deriva- prescindere dall’attività svolta. L’eventualità di tale obbligo può
no le caratteristiche di rischio e, in seguito, tenendo conto del essere valutata solo dopo avere effettuato la corretta classificazio-
flusso produttivo di provenienza, il codice Cer. È questa la premes- ne Adr dei rifiuti e quindi si ritorna alla necessità di caratterizzare
sa indispensabile per l’applicazione delle norme suddette che, a- efficacemente i rifiuti.
vendo ognuna i propri criteri di valutazione dei rischi e quindi di Infine, va detto che le norme Adr costituiscono una norma tecnica
classificazione, non consentono di stabilire semplici equivalenze. estremamente dettagliata che richiede un’attenta consultazione
ma che porta ad una definizione molto precisa delle condizioni di
– Trasporto di merci pericolose: i principi di classifica- trasporto di una merce. Esse sono di non semplice applicazione ai
zione delle merci (e quindi anche dei rifiuti) ai fini del trasporto rifiuti, al punto che alcuni Stati hanno richiesto agli organi com-
sono stabiliti al punto 2.1.2 dell’Adr ove sono espressamente citati petenti apposite deroghe, cioè semplificazioni di applicazione pro-
anche i rifiuti. Per ogni classe sussistono poi dei criteri di classifi- prio per il trasporto di rifiuti (ad esempio anche in merito agli
cazione specifici (nelle sottosezioni 2.2.x.1 ove “x” indica il nu- imballi contaminati); purtroppo l’Italia non ha ancora mai uti-
mero che identifica la classe). lizzato questo strumento previsto dalla stessa norma.
Il rifiuto deve soddisfare i requisiti ivi precisati per essere classifi-
cato merce pericolosa ai fini del trasporto con la conseguente as- – Sicurezza sul lavoro: la lettura dell’articolo 72-ter, Dlgs

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


segnazione del numero Onu e del gruppo di imballaggio indivi- 626/1994 fuga qualsiasi dubbio (eventualmente ancora presente)
duati nella tabella A del capitolo 3.2. Tali criteri sono diversi da sull’applicabilità di tale complesso normativo ai rifiuti, eppure
quelli relativi alla classificazione dei rifiuti e hanno qualche affi- quante valutazioni del rischio si limitano alla fase di impiego del-
nità con quelli dell’etichettatura delle sostanze e preparati perico- le sostanze pericolose.
losi, pertanto un rifiuto potrà anche essere pericoloso ai sensi del
Dlgs 22/1997 ma può non essere classificabile come merce perico- Quando queste sostanze escono dal ciclo produttivo, diven-
losa ai fini del trasporto (in questo caso la norma stessa al punto tando rifiuti, il livello di attenzione scende o si azzera del tutto
5.4.1.5 consente che sia trascritta nel documento di trasporto la eppure i rischi relativi possono sussistere ancora: invariati,
dizione “queste merci non sono sottoposte alle disposizioni del- diminuiti o aumentati, come si fa a saperlo se non si valutano?
la classe”).
Quando il rifiuto viene affidato ad un operatore dello smaltimen-
È chiaro quindi che non saranno le caratteristiche di rischio a to/recupero, l’assegnazione delle caratteristiche di rischio costitui-
determinare direttamente la classificazione Adr ma solo le ca- sce “l’informazione” data a quest’ultimo, sufficiente perché costui
ratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche rilevanti a que- adotti tutte le necessarie misure di prevenzione e protezione specifi-
sto scopo stabilite dalla norma; certamente qualora le “H” che per l’attività da lui svolta? Com’è poi possibile dare “l’informa-
siano assegnate coerentemente ai dettami delle norme sull’e- zione” giusta se le caratteristiche di rischio sono assegnate senza i
tichettatura, ci potrà essere una qualche corrispondenza con criteri previsti dalle norme sull’etichettatura? Quanti smaltitori (na-
la classe Adr, ma ci possono essere vistose eccezioni (4). turalmente autorizzati a ricevere tutti o quasi i rifiuti pericolosi)
non accettano formulari che correttamente riportano H7 – can-
Le cose si complicano quando le caratteristiche di rischio vengono cerogeno, ben conoscono gli oneri che la norma gli imporrebbe!
assegnate col criterio conservativo anzidetto o comunque senza Di nuovo, è evidente la necessità di una corretta e completa carat-
un riferimento agli effettivi rischi presentati dal rifiuto. In tal caso terizzazione del rifiuto per potere adempiere agli obblighi previsti,
è difficile sostenere che il rifiuto non sia soggetto all’Adr e, con- sia nel luogo di produzione del rifiuto, sia presso gli impianti di
temporaneamente, è impossibile classificarlo correttamente per conferimento; sostenuta da una più efficace azione da parte degli
l’indisponibilità dei dati necessari allo scopo. Le prassi frequente- Enti di controllo.
mente riscontrate in questi casi sono due:
– gli “audaci” sul formulario sbarrano la casella “trasporto non – Incidenti rilevanti (Seveso): non si discute l’applicabi-
Adr”; lità ai rifiuti del Dlgs 334/1999 (5), dato certo da tempo e ulte-
– molti effettuano una classificazione Adr anch’essa conservati- riormente ribadito nel Dlgs 238/2005 (intervenuto a sua modifi-
va, priva di senso tecnico, ma che, se non altro, fa sì – dinanzi ad ca). Piuttosto si vuole ricordare che nel computo delle quantità di
un intervento dell’autorità di controllo – che non si possa essere sostanze pericolose detenute vanno considerati anche i rifiuti, ove
accusati di avere fatto un trasporto non Adr. questi abbiano caratteristiche tali da soddisfare i requisiti ora sta-
Peccato che la norma, al punto 1.4.2.1 ponga in capo allo spedi- biliti nell’allegato A al Dlgs 238/2005.
tore (cioè al produttore/detentore del rifiuto) le principali respon- Spesso, ci si dimentica che i rifiuti pericolosi sono pienamente e-
quiparati ai preparati pericolosi e potrebbero essere proprio questi 7
sabilità, a partire dalla corretta classificazione. Spesso i produttori
a dare il contributo decisivo per il superamento delle soglie previ- gli Enti competenti. Ad esempio, nell’ambito di un settore produt-
L’intervento Rifiuti pericolosi e altri ambiti normativi

ste: a volte un’occhiata ai depositi ed un’altra al Mud portano ad tivo esistono famiglie di rifiuti note, di composizione costante; po-
interessanti considerazioni. trebbero quindi essere stabilite delle procedure comuni di classifi-
Analogamente, per gli impianti di smaltimento/recupero è fonda- cazione e di gestione che sarebbero chiarificatrici per i produttori
mentale fare queste valutazioni in sede sia di progetto sia in eser- dei rifiuti e per gli operatori dello smaltimento/recupero, evitando
cizio ma, anche in questo caso, vale quanto detto al paragrafo interpretazioni normative e comportamenti non uniformi sul ter-
precedente: in mancanza dell’esatta caratterizzazione del rifiuto ritorio nazionale. Tali iniziative, frequenti all’estero, sono ancora
non è possibile fare le necessarie valutazioni quali-quantitative. carenti in Italia nonostante questa necessità sia fortemente sentita
in ambito artigianale e nelle imprese medio-piccole.
Qualora non siano disponibili le necessarie informazioni, a- L’evoluzione normativa nazionale che si annuncia (il nuovo Testo
dottare un comportamento conservativo assumendo che de- unico sui rifiuti) ad una prima lettura non ci pare che dia contri-
terminati rifiuti siano assoggettati al Dlgs 334/1999, compor- buti innovativi sui temi trattati in questo articolo, delle molte altre
ta non solo significativi aggravi dei costi, ma, tenendo conto innovazioni che introduce riteniamo che la maggior parte delle
degli adempimenti quali il piano di sicurezza esterno o l’in- persone e tutto l’ambiente interessati ne farebbero volentieri a me-
formazione alla popolazione, va a costituire un’immagine di no. Piuttosto occorrerebbe definire dei criteri di tracciabilità dei ri-
pericolosità dell’impianto che non è giustificata. fiuti all’interno degli impianti di smaltimento/recupero, cioè delle
procedure standardizzate di lavorazione e di controllo, condivise o
Conclusioni proposte dall’Ente competente, affini a quelle di produzione indu-
I contenuti dell’articolo 2, Dlgs 22/1997, così come altri richiami striale, che consentano di controllare effettivamente quali opera-
presenti ai successivi articoli 27 e 28 sono in realtà, di per sé, suffi- zioni sono effettuate sui rifiuti, senza l’introduzione di altri regi-
cienti ad imporre la necessità di una visione allargata della ge- stri bollati.
stione dei rifiuti, che tenga conto, cioè, di tutte le diverse intera- Migliore è la situazione a livello comunitario con la bozza della
zioni con l’uomo e l’ambiente e di conseguenza di tutte le ulterio- nuova direttiva sui rifiuti, che porta, tra l’altro, nuove ed utili de-
ri norme che disciplinano queste. In questo intervento sono state finizioni; peccato che i riferimenti alle norme per l’etichettatura
evidenziate alcune di queste interazioni, sottolineando la neces- siano immutati cioè vecchi ed incompleti, c’è però il tempo per ri-
sità di valutare sempre con la dovuta attenzione la composizione mediare.
e le proprietà chimico-fisiche del rifiuto, al fine di adempiere agli Non si può tacere poi del Ghs (Global Harmonized System of Clas-
obblighi imposti dalle norme che regolamentano tali interazioni, sification and Labelling of Chemicals) che rivoluzionerà i criteri
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

in conformità appunto alle finalità del Dlgs 22/1997. di classificazione ed etichettatura uniformandoli (ad esempio si-
In tutte le frequenti situazioni di difficoltà applicativa, sia delle curezza sul lavoro, trasporto, etichettatura avranno criteri comu-
norme inerenti i rifiuti, sia di quelle collaterali, possono svolgere ni). Pure se i rifiuti ne sono per ora esclusi, questo sistema armo-
un ruolo determinante le associazioni di categoria, d’intesa con nizzato condizionerà i futuri criteri di classificazione.

(1) Le schede di sicurezza delle sostan- schede di sicurezza rese disponibili in stanze molto tossiche 500 mg/kg, per proposito un esempio estremo: è etichet-
ze impiegate (che poi costituiscono o rete da molte aziende possono portare quelle tossiche 5.000 mg/kg, per quelle tato R23-33-50/53 cioè tossico per ina-
contaminano i rifiuti) devono essere ad accedere sia a riferimenti attendibili nocive 50.000 mg/kg). Queste soglie so- lazione; pericolo di effetti cumulativi;
sempre disponibili, a prescindere dalle sia a documenti di scarsa qualità o non no molto più basse di quelle attualmente altamente tossico per gli organismi ac-
norme inerenti la gestione dei rifiuti, aggiornati, è quindi necessaria un’at- vigenti per cui può capitare frequente- quatici, può provocare a lungo termine
altrimenti è infatti impossibile effettua- tenta valutazione critica dei contenuti mente il caso di un rifiuto che è non pe- effetti negativi per l’ambiente acquatico;
re la valutazione del rischio così come reperiti. A proposito dell’allegato 1 al de- ricoloso ai sensi del Dlgs 22/1997, ma cui corrispondono quindi H6 ed H14,
prescritto dal Dlgs 626/1994 integrato creto MinSalute 14 giugno 2002, ag- che è tossico/nocivo secondo il Dpr 915/ ma ai fini Adr è classificato nella classe
dal decreto legislativo 2 febbraio 2002, giornato al 28° adeguamento, va ricor- 1982, viceversa rifiuti con le caratteristi- 8 – corrosivi – al numero Onu 2809.
n. 25. Inoltre le schede devono essere dato che questo è liberamente consulta- che di rischio H5 o H6 (le cui soglie di Sussiste anche il caso di rifiuti non peri-
conformi al decreto MinSalute 7 set- bile presso il sito dell’Istituto Superiore concentrazione sono molto più alte) sa- colosi che invece sono soggetti all’Adr. È
tembre 2002 che recepisce la direttiva di Sanità. ranno sempre tossico/nocivi. È quindi inoltre da ricordare che i rischi rilevanti
2001/58/Ce riguardante le modalità (3) A questo punto va ricordato che è un evidente controsenso autorizzare un ai fini del trasporto sono quelli imme-
della informazione su sostanze e prepa- purtroppo ancora rilevante anche la impianto a gestire rifiuti pericolosi “pur- diati o a breve termine, quindi sostanze
rati pericolosi immessi in commercio. classificazione del rifiuto secondo i vec- ché non tossico/nocivi”, ma questo è irritanti, nocive o cancerogene possono
(2) Le fonti devono essere qualificate; e- chi criteri del Dpr 915/1982, in partico- quello che si legge in molti provvedi- non essere soggette, la norma stessa for-
sistono numerosi organismi riconosciu- lare occorre porre l’attenzione alla tabel- menti autorizzativi, occorrerebbe piutto- nisce indicazioni in merito.
ti internazionalmente, come il Niosh, o la 1.2 della delibera C.I. del 27 luglio sto prescrivere dei limiti di concentrazio- (5) Si veda l’articolo “La ‘direttiva
pubblicazioni quali il Merck index, ove 1984. Ivi venivano stabilite le soglie li- ne vietando l’accettazione di rifiuti con Seveso’ si applica anche ai rifiuti peri-
si possono reperire questi dati. L’impie- mite di concentrazione in funzione del- determinate caratteristiche di rischio. colosi” di Baroni e Zoppellari apparso
go di motori di ricerca in Internet o le l’etichettatura (rispettivamente per le so- (4) Il caso del mercurio costituisce in nel numero 125 (1/06) di questa Rivista.

RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
8 www.reteambiente.it
A distanza, ormai, di anni dall’entrata in vigore della discipli-
na sul recupero agevolato dei rifiuti, sia pericolosi sia non
pericolosi (1) ed alla luce della conseguente esperienza pra-
tica maturata dagli operatori e dalla Pubblica amministrazio-
ne, si sente l’esigenza di capire il contributo fornito dalle
norme tecniche di riferimento al panorama delle politiche
pubbliche poste a tutela dell’ambiente e di collocare le stesse
nell’alveo del più generale sistema amministrativo previsto
dal nostro ordinamento giuridico.
L’intervento Pertanto, in questa sede, muovendo da una breve riflessione
sulla differenza tra atto di assenso preventivo e standard, si
elabora un contributo di idee in ordine al valore giuridico ed
alla portata di tali standard.

Atti negoziali di volontà e accertamenti costitutivi


L’autorizzazione è il provvedimento con cui la P.a., nell’esercizio
della sua attività di prevenzione, rimuove, in relazione a una fat-
tispecie concreta, il limite all’esercizio di una facoltà inerente ad
La messa in riserva un diritto soggettivo o ad una pubblica potestà.
Questo perché l’ordinamento giuridico, pur riconoscendo a deter-
agevolata dei rifiuti minati soggetti il diritto soggettivo di svolgere una determinata at-
tività (per esempio diritto d’impresa) o di esplicare una pubblica
potestà (per esempio potestà tributaria degli Enti locali), si pre-
e la natura giuridica munisce dal pregiudizio che potrebbe derivare alla collettività dal-
lo svolgimento indiscriminato dell’esercizio di siffatti diritti o po-
testà, subordinando nella fattispecie concreta l’esercizio dei mede-
dello “standard” simi ad un atto di assenso preventivo (o autorizzazione).

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


Quindi, gli elementi della fattispecie autorizzativa sono tre e pre-
di Paola Ficco cisamente:
1. esistenza di un limite legale allo svolgimento di un’attività, ri-
cordando, tuttavia, che ciò che è vietato o illecito non è l’attività,
bensì l’attività che si svolge in mancanza o in contrasto con l’atto
autorizzativo;
2. apprezzamento discrezionale in funzione di prevenzione (cioè
la P.a. nella concessione dell’autorizzazione deve stabilire se dallo
svolgimento di quell’attività possa derivare un pregiudizio per l’in-
teresse pubblico). Quindi, non deve essere tutelato l’interesse del ri-
chiedente né quello di chi esercita la stessa attività, bensì l’interesse
pubblico collettivo e generale. L’autorizzazione, dunque, è un atto
“libero” e non “vincolato” come, invece, è la “registrazione” (si
veda oltre, in ordine alla comunicazione di inizio attività);
3. rimozione del limite legale (effetto specifico dell’autorizzazio-
ne che annulla la compressione al libero esercizio delle facoltà i-
nerenti al diritto soggettivo).
Il provvedimento di autorizzazione di un’attività pone in essere
un rapporto di diritto pubblico (cd. rapporto autorizzatorio) da
cui derivano:
– per il titolare: la facoltà di esercitare l’impresa autorizzata;
– per la P.a.: il potere di vigilanza sull’attività autorizzata.
Rimane sempre salvo il potere della P.a. di procedere a:
– annullamento per motivi di legittimità;
– revoca per motivi di opportunità;
– pronuncia di decadenza per sopravvenuto venir meno dei requi-
siti personali o per il mancato esercizio dell’attività autorizzata.
La comunicazione di inizio di attività (anche quella contemplata
dal Dlgs 22/1997) trae il suo fondamento dall’articolo 19, legge
241/1990 (“Nuove norme in materia di procedimento ammini-
strativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”).
A ben guardare, nel settore dei rifiuti, mediante l’invio della co-
municazione di inizio di attività, di cui agli articoli 31 e 33, Dlgs
22/1997, l’atto permissivo è vincolato al mero accertamento di re-
9
quisiti obiettivi che non consentono alla P.a. alcun apprezzamen-
to discrezionale, per la tutela dell’interesse pubblico. Fatto salvo, strittivi. Il loro principale vantaggio risiede, sicuramente, nel fatto
L’intervento La messa in riserva agevolata

ovviamente, il divieto impartito dalla P.a. di proseguire l’attività che assicurano, a parità di condizioni, parità di trattamento tra le
laddove non siano rispettare le norme tecniche relative (cioè il imprese dello stesso settore, poiché pongono chiaramente la di-
Dm 5 febbraio 1998 e il Dm 161/2002). stinzione tra quanto è lecito e quanto, invece, non lo è.
Pertanto, in tal caso, non si è in presenza di un’autorizzazione,
bensì di una registrazione, cioè di un atto vincolato. Del che è La natura giuridica degli standard
prova il fatto che l’articolo 33, comma 3, Dlgs 22/1997 istituisce Il termine standard, già usato nell’ambito delle discipline econo-
un “apposito registro” dove la Provincia iscrive le imprese che ef- miche e tecniche, ha assunto per la prima volta rilevanza giuridi-
fettuano la comunicazione. ca in materia ambientale con la legge statunitense del 1970
Quindi: con l’autorizzazione la P.a. pone in essere un atto nego- “Occupational safety and health Act” emanata per garantire la
ziale di volontà; con la registrazione, invece, la P.a. si limita ad sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro. Da quel momento,
effettuare un accertamento costitutivo. per standard si indicano le norme che incidono sui modi di eser-
Tra gli atti negoziali di volontà si annoverano: ammissioni, auto- cizio dei vari processi produttivi e si afferma che lo standard non è
rizzazioni, concessioni, dispense, sussidi. Invece, rientrano nell’al- solo un limite di concentrazione di sostanze tossiche, ma ogni ob-
veo degli accertamenti costitutivi: iscrizioni, registrazioni, asse- bligo imposto agli imprenditori per il raggiungimento di accetta-
gnazioni, esenzioni, sovvenzioni. bili livelli di salubrità dei luoghi di lavoro e di quelli esterni e di
Perché questo criterio di affidamento tanto elevato che obbliga tutela dell’ambiente. Di lì, negli Stati Uniti prima ed in Europa
l’autorità pubblica nei confronti delle norme tecniche o standard? dopo, la fissazione degli standard è rimessa di volta in volta alla
Affidiamo la risposta al paragrafo successivo. Pubblica amministrazione (variamente articolata) che deve atte-
nersi a parametri legislativamente prefissati (5).
La comparazione tra interessi pubblici Molti si sono occupati della classificazione degli standard (6),
confliggenti anche verificandone la validità sotto il profilo della tutela am-
La individuazione degli standard (o norme tecniche) rappresenta bientale, ma pochi si sono occupati di individuare il tratto caratte-
un momento di profondo rilievo nel processo di ponderazione rizzante della loro natura giuridica che, invece, è determinante
comparativa degli interessi confliggenti della produzione e della poiché risiede nella idoneità degli standard a costituire limiti alla
tutela dell’ambiente e, quindi, non può essere rimessa a valuta- discrezionalità del pubblico potere al quale è attribuita la compe-
zioni discrezionali, caso per caso effettuate dall’autorità pubblica tenza di autorizzare o meno l’esercizio di un determinato impian-
(sia essa amministrativa o giudiziaria). to produttivo.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Pur volendo riservare all’interesse ambientale una posizione di Questo significa che a fronte dell’esistenza degli standard, dall’o-
particolare riguardo, nel quadro del principio dello sviluppo soste- perato della Pubblica amministrazione viene meno quel potere
nibile vanno comunque garantite, in una certa misura, le esigen- discrezionale posto in essere in funzione di prevenzione che è tipi-
ze produttive che finirebbero irrimediabilmente compromesse da co di ogni atto di assenso preventivo, poiché atto di assenso pre-
una prevenzione generale “perfetta” (2). ventivo non c’è. Quindi, un impianto che opera nel rispetto degli
Quando affermiamo questo, non vogliamo fare nostra l’opinione standard può subire limitazioni alla sua operatività solo a seguito
di G. Merli quando all’indomani dell’approvazione della legge di un provvedimento legislativo o di un atto generale, che sia pre-
319/1976 (3) affermava che per un certo periodo di tempo, in visto da quel provvedimento legislativo, al fine di rispettare il prin-
Italia, come in tutti gli altri Paesi del Mediterraneo interessati dal cipio della riserva di legge relativa.
preoccupante fenomeno del sottosviluppo, non si sarebbe dovuti È solo, dunque, lo strumento legislativo (e non la ordinaria atti-
essere troppo rigidi in tema di politica ambientale. vità della P.a.) che può imporre limitazioni alla produzione indu-
Piuttosto vogliamo riaffermare che la ponderazione di interessi striale (che risponde pur sempre al principio costituzionale della
contrapposti è particolarmente delicata. In termini di analisi eco- libertà di iniziativa economica) e, quindi, stabilire livelli di accet-
nomica si tratta, infatti, sempre di valutare la misura delle diseco- tabilità per quanto riguarda la contaminazione di beni ambienta-
nomie esterne che, attraverso processi di internalizzazione, posso- li, anch’essi tutelati da norma di rango costituzionale.
no gravare sulle imprese senza compromettere l’esistenza e la mi-
sura di quelle che la collettività è costretta a sopportare per garan- La messa in riserva agevolata di rifiuti
tire determinati livelli di produzione. Ciò posto, con riguardo sia alla differenza tra autorizzazioni e ac-
Si tratta, come è evidente, di valutazioni sempre difficili, che di- certamenti costitutivi sia alla portata, al fondamento ed alla natu-
ventano ancora più difficili quando si devono stabilire standard ra giudica degli standard, è opportuno calare tali riflessioni nel-
per gli impianti esistenti, per i quali è necessario prevedere ade- l’ambito della messa in riserva agevolata di rifiuti che, più di ogni
guamenti progressivi nel tempo. altra fattispecie di settore (se si fa salva la definizione di rifiuto),
Comunque, anche laddove si conferisca il massimo grado di pro- risente di letture personalistiche e non di rado fantasiose.
tezione possibile alla tutela dell’ambiente, la fissazione degli stan- È appena il caso di ricordare che la messa in riserva è un’opera-
dard (ma anche la concessione di autorizzazioni) non potrà mai zione di recupero che si sostanzia nello stoccaggio di rifiuti desti-
tendere ad una tutela completa ed ottimale dell’ambiente, perché nati a recupero. Essa è definita come tale (operando di rinvio al-
in fin dei conti, si consente di inquinare, anche se poco. l’allegato C, Dlgs 22/1997) dall’articolo 6, comma 1, lettera l),
Attraverso gli standard, la soluzione ai problemi ambientali sarà Dlgs 22/1997.
sempre in termini di accettabilità. Tale soluzione è definita dalla Come tutte le operazioni di recupero, la messa in riserva può esse-
letteratura statunitense come di second best (4). re condotta in forma ordinaria (cioè con autorizzazione regionale
Tuttavia, pur tenendo presente questa considerazione, è innegabi- ex articoli 27 e 28, Dlgs 22/1997) oppure in forma agevolata (cioè
le che l’indicazione obbligatoria di standard è particolarmente u- inviando apposita comunicazione ex articolo 33, Dlgs 22/1997 al-
tile per il sistema di tutela ambientale anche alla luce del fatto la Provincia e pagando un determinato importo per il diritto di i-
che essi non sono statici, ma possono essere modificati alla luce scrizione nell’apposito registro).
10
del progresso scientifico e della esigenza di imporre limiti più re- Certamente, la scelta in ordine al regime da seguire compete
all’impresa interessata. Tuttavia, laddove l’impresa scelga di opta- dello standard, mediante un cd. “atto vincolato”. Vincolato da co-

L’intervento La messa in riserva agevolata


re per il regime agevolato, essa è obbligata all’osservanza non di sa? Dagli standard, appunto, senza scendere (poiché non facoltiz-
regole tecniche dettate da un’autorizzazione (che non esiste) ben- zata al riguardo) nel loro merito tecnico.
sì da quelle dettate da uno standard. Nel caso di specie, tale stan- Quindi deve accertarsi del rispetto degli standard da parte di una
dard è dato dalle regole dettate dal Dm 5 febbraio 1998 (per il re- determinata impresa senza scendere nel merito se una determina-
cupero agevolato dei rifiuti non pericolosi) e dal Dm 12 giugno ta metodica individuata dagli standard medesimi possa essere o
2002, n. 161 (per il recupero agevolato dei rifiuti pericolosi). meno effettivamente dannosa per l’ambiente.

a) I limiti alla discrezionalità della P.a. b) Cosa devono garantire gli standard
I due citati decreti rappresentano lo strumento attraverso il quale Quanto richiesto dall’articolo 4, direttiva 91/156/Cee (puntualmen-
l’ordinamento giuridico italiano, utilizzando la possibilità con- te ripreso dall’articolo 1, Dm 5 febbraio 1998 e dall’articolo 1, Dm
cessa dalla direttiva 91/156/Cee sui rifiuti, ha comparato due inte- 12 giugno 2002, n. 161), e cioè il recupero agevolato, non deve:
ressi pubblici confliggenti: la tutela dell’ambiente e la produzione – creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora;
industriale. Attraverso tale disciplina dunque è venuta completa- – causare inconvenienti da rumori od odori;
mente meno la funzione di prevenzione delle Province mediante – danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.
l’emanazione di un provvedimento discrezionale contenente un Sono queste le finalità perseguite dalla disciplina di dettaglio de-
altrettanto discrezionale apprezzamento. clinata dagli standard attraverso le regole ivi indicate, senza ne-
Tale funzione di prevenzione, infatti, è assolta dai due decreti sul cessità di aggiunte cautelative ulteriori da parte della Provincia;
recupero agevolato, come si evince dalla lettera dell’articolo 31, diversamente argomentando verrebbero meno:
comma 3, Dlgs 22/1997, il quale stabilisce che questi decreti: “de- 1) la natura giuridica dell’iscrizione nel registro provinciale del
vono garantire che i tipi o le quantità di rifiuti ed i procedi- recupero (accertamento costitutivo);
menti e metodi di smaltimento o di recupero siano tali da 2) la natura giuridica degli standard (idoneità a costituire limiti
non costituire un pericolo per la salute dell’uomo e da non alla discrezionalità del pubblico potere);
recare pregiudizio all’ambiente”. 3) la funzione principe degli standard (ponderazione comparati-
Quindi, la valutazione discrezionale sulla capacità di tutela del- va degli interessi confliggenti della produzione e della tutela del-
l’interesse pubblico da parte dei metodi di recupero è stata effet- l’ambiente sottratta, dunque, a valutazione discrezionali, caso per
tuata a monte dal Legislatore tramite gli standard contenuti nei caso effettuate dall’autorità pubblica).
due Dm sul recupero agevolato, senza possibilità di replicare al-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


trove tale valutazione. c) Rifiuti di metalli ferrosi e non ferrosi,
Tale valutazione discrezionale è stata operata dal Legislatore su: un esempio
– provenienza, tipi, caratteristiche dei rifiuti recuperabili in modo Si prenda il caso, ad esempio, del recupero agevolato dei rifiuti
agevolato (quindi anche messi in riserva); rappresenati da metalli ferrosi e non ferrosi, dove i rispettivi punti
– condizioni specifiche di impiego (articolo 33, comma 2, Dlgs relativi all’attività di recupero del Dm 5 febbraio 1998 (3.1.3 e
22/1997). 3.2.3), dal cui esito derivano le materie prime e/o i prodotti, indi-
Quello che il Legislatore richiede alle autorità pubbliche è una viduano (in entrambi i casi): “trattamento a secco o a umido”
“cooperazione” sulla verifica del rispetto degli standard (articolo per l’eliminazione di una serie di impurezze.
33, comma 1, Dlgs 22/1997: “A condizione che siano rispettate Come è evidente, lo standard (e l’ordinamento positivo che li ha
le norme tecniche e le prescrizioni…” ); tanto che il mancato voluti e legittimamente emanati) richiede a questi trattamenti
rispetto degli standard accertato dalla Provincia comporta il divie- (alternativi tra loro) di eliminare gli oli, i Pcb, i solventi ecc. al fi-
to di inizio o di prosecuzione dell’attività (articolo 33, comma 4, ne di ottenere le materie prime, ma non indica “come” fare il
Dlgs 22/1997); ma solo il mancato rispetto di quanto stabilito nei trattamento. Perché? Perché lo fa a monte, in quanto questi (e
decreti sul recupero agevolato determina tale conseguenza, non tutti gli altri) trattamenti non devono:
altro. Il che accade proprio in virtù di quella valutazione discre- – creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora;
zionale effettuata a monte dal Legislatore fondata, sotto il profilo – causare inconvenienti da rumori od odori;
scientifico, tutta ed unicamente sulla natura giuridica degli stan- – danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.
dard che, si ripete, risiede nella loro capacità di costituire limiti Ogni indicazione tassativa di determinati impianti o tecnologie
alla discrezionalità del pubblico potere. per effettuare il trattamento sarebbe stata fuorviante per il merca-
In virtù dell’esistenza dei citati standard, dunque, le Province non to, poiché avrebbe privilegiato o detratto quanto già esistente ed a-
devono più stabilire se dallo svolgimento di una determinata atti- vrebbe indirizzato il futuro. Gli standard, infatti, non stabiliscono
vità possa derivare un pregiudizio per l’interesse pubblico. Questo le tecnologie bensì le tecniche (cioè attività e suoi metodi di eser-
perché l’interesse pubblico generale e collettivo è già tutelato a cizio), esattamente al pari della disciplina sull’Ippc, dove le Bat
monte da quegli standard. non sono le migliori tecnologie disponibili, bensì le migliori tec-
La Provincia non deve, infatti, eliminare l’ostacolo giuridico al niche disponibili da seguire per ottenere un determinato risultato,
compimento dell’attività da parte di chi (essendo titolare del dirit- prefissato dal Legislatore tramite lo standard.
to soggettivo o del potere) ha la facoltà di porla in essere. L’ostaco- Del resto, non è un caso che al recupero agevolato dei rifiuti la di-
lo è rimosso a monte dagli standard a condizione, ovviamente, sciplina sull’Ippc di cui al Dlgs 59/2005 non sia applicabile. Non
che l’operatività avvenga nel loro pieno rispetto. potrebbe esserlo, a meno di non abrogare la disciplina sul recupe-
La Provincia non deve (proprio perché non può) porre alcun li- ro agevolato di rifiuti.
mite all’esercizio di una facoltà inerente il diritto soggettivo di re- Tale situazione è resa evidente da tutti i capitoli dei due decreti sul
cuperare rifiuti in una determinata forma; di ciò si sono già fatti recupero agevolato per tutti i rifiuti ivi contemplati, dove la fina-
carico gli standard, il cui rispetto fa venir meno la compressione lità ambientale e sanitaria dell’azione di recupero è stabilita
al libero esercizio delle facoltà inerenti a quel diritto soggettivo. dall’articolato (assenza di rischi, inconvenienti e danni). Da ciò
11
Tale Provincia deve solo porre in essere un controllo del rispetto consegue, ovviamente, una finalità economica: recuperare al ci-
clo produttivo o di consumo qualcosa. mento (7)) trova un non inutile e perentorio conforto nella sen-
L’intervento La messa in riserva agevolata

È appena il caso di sottolineare che la messa in riserva, sia nel ca- tenza Corte di Giustizia europea 25 giugno 1998 (Sezione VI, C-
so dei rottami sia in tutti gli altri casi, è propedeutica ai vari trat- 192/96) la quale ha tra l’altro espresso il seguente (vincolante)
tamenti (a caldo, a freddo ecc.) nel senso che la massa critica dei principio interpretativo: “il riferimento alla messa riserva di
rifiuti prima viene stoccata (messa in riserva) e poi recuperata materiali di cui al punto R13 dell’allegato IIB della direttiva
con i trattamenti descritti negli standard fatti propri dai decreti. del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/Cee, relativa ai rifiuti,
Quindi, stante la propedeuticità (nel senso che non si può dare come modificata dalla direttiva del Consiglio 18 marzo 1991,
luogo a recupero senza stoccaggio) della messa in riserva (com- 91/156/Cee, vale non solamente per i casi in cui il deposito
piutamente disciplinata nell’articolato del Dm 5 febbraio 1998 e viene effettuato presso l’impresa nella quale devono essere ese-
del Dm 161/2002), essa non è mai successiva, ma sempre preven- guite le restanti operazioni menzionate in tale allegato, ma
tiva al trattamento e come tale non può essere inibita (purché anche per quelli in cui il deposito di materiali precede la spe-
conforme al citato articolato) laddove (in ipotesi più che astrat- dizione verso una siffatta impresa, indipendentemente dal
ta), invece, il trattamento venisse vietato nel suo prosieguo. fatto che quest’ultima sia ubicata all’interno o all’esterno del-
la Comunità” (punto 2a del dispositivo).
d) Le legittime facoltà dell’impresa Quindi, la messa in riserva si può configurare sia presso l’impianto
Quanto precede offre lo spunto per ricordare (laddove mai ce ne di trattamento, sia presso un impianto deputato al mero stoccaggio
fosse ancora bisogno) che per gli impianti completi (stoccaggio + e, quindi, sfornito di processo di trattamento (ovviamente, a pre-
trattamento) di recupero di rifiuti non pericolosi, l’ordinamento scindere dal regime autorizzatorio utilizzato, che rimane nella di-
positivo non prevede alcun obbligo di mettere in riserva (stoccare) screzionalità dell’impresa e nel potere di controllo della P.a.).
il rifiuto per poi necessariamente trattarlo in loco. A corollario di Il che, a mente dell’articolo 33, comma 12-bis, Dlgs 22/1997 è o-
tale sistema, in quegli impianti, il rifiuto non “deve” necessaria- perante solo ed esclusivamente per i rifiuti non pericolosi.
mente essere allontanato dall’impianto ricevente nelle medesime Il tutto, a prescindere dalle tecnologie impiegate, ma utilizzando
condizioni alle quali esso è stato ricevuto. quelle tecniche che secondo gli standard consentono all’attività di
Infatti, tale condotta è solo eventuale, nel senso che l’impianto dispiegarsi al meglio per raggiungere la finalità della norma che,
(completo) ricevente: si ripete, non è mai quella di privilegiare o deprimere l’uso di una
– “può” mettere in riserva il rifiuto ed allontanarlo così come è tecnologia rispetto ad un’altra, bensì quella di favorire ed incenti-
stato ricevuto (cioè non effettuare trattamento); vare l’uso di una tecnica (cioè il modo di esercizio di un’attività)
– “può”, però, anche scegliere, in esito allo stoccaggio, di trattare
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

capace di tutelare l’ambiente e la salute. In tal modo sottraendo


il rifiuto nei modi e nelle forme consentite dagli standard dettati ad ogni sindacato quanto contemplato dalla regola tecnica conte-
dalla disciplina sul recupero agevolato. nuta nello standard. È qui, infatti, che è contenuto il momento
conclusivo di quel procedimento di comparazione tra interessi
e) L’autonomia della messa in riserva pubblici confliggenti sul quale ci è soffermati più sopra.
Quanto fin qui assunto ci offre lo spunto per ricordare che l’artico-
lo 33, comma 12-ter, Dlgs 22/1997 sui rifiuti sancisce in modo ine- f) Il rimedio giurisdizionale
quivocabile e diretto la “autonomia” della messa in riserva dei ri- Laddove tale momento conclusivo non voglia o non possa essere
fiuti non pericolosi rispetto alle altre operazioni di recupero (nel condiviso dai destinatari della norma o dalla P.a. esiste, tuttavia, il
senso che essa non deve coesistere con il trattamento nel medesimo rimedio giurisdizionale del ricorso al giudice amministrativo nei
impianto), laddove dispone che il Dm 5 febbraio 1998 stabilisce “le tempi e nelle forme stabiliti (si pensi al punto 3, allegato 2, subal-
caratteristiche impiantistiche dei centri di messa in riserva non legato 1, Dm 5 febbraio 1998 sugli scarti di origine biogenica re-
localizzati presso gli impianti dove sono effettuate le operazioni cuperati come combustibile sospeso dal Tar Lazio con ordinanza 8
di riciclaggio e di recupero individuate ai punti da R1 a R9 aprile 1999, n. 1023). Diversamente, per tutti i motivi su esposti,
nonché le modalità di stoccaggio e i termini massimi entro i la Pubblica amministrazione deve “accettare” senza alcun potere
quali i rifiuti devono essere avviati alle predette operazioni”. di sindacato, lo standard. In caso contrario, essa si espone inevita-
Tale lettura relativa all’“autonomia” della messa in riserva rispet- bilmente alle ritorsioni giudiziarie consentite dall’ordinamento
to alle altre operazioni di recupero (a voler tacere di – condivisibi- sostanziale e di rito processuale, proprio in virtù della natura giu-
li – note ministeriali che, però, essendo prive di qualsivoglia ran- ridica dello standard la quale risiede nella sua funzione di “limi-
go normativo ed interpretativo non possono costituire utile riferi- te” alla valutazione discrezionale del pubblico potere.

(1) Il recupero agevolato dei rifiuti non (4) Utilizzato in particolare da G. Ca- to, di processo e di emissione), incidenza complementare.
pericolosi è disciplinato dal Dm 5 feb- labresi in La responsabilità civile come sul generale ambiente esterno (standard Tuttavia, per comodità di consultazione
braio 1998; il recupero agevolato dei ri- diritto della società mista, Milano di qualità e guida) o su di un bene am- si ritiene opportuno riportarne il seguen-
fiuti pericolosi è disciplinato dal Dm 12 1988, p. 515. Si veda anche G. Acqua- bientale specificamente individuato te passo: “l’articolo 6 del Dm 5 feb-
giugno 2002, n. 161. Il Dm 17 novembre rone “I principi delle politiche pubbliche (standard di esposizione e biologici). braio 1998 sul recupero dei rifiuti
2005, n. 269 disciplina il recupero age- per la tutela dell’ambiente”, in Studi di- (7) Si pensa alla (famosa tra gli addetti non pericolosi, articolo dedicato alla
volato di alcuni rifiuti pericolosi prove- retti da F.G. Scoca, Torino, 2003, p. 397. ai lavori, ed unica) nota sulla messa in ‘messa in riserva’, condiziona l’appli-
nienti dalle navi. (5) Cfr, L. Violini “Le questioni scienti- riserva dell’Ufficio legislativo, Ministero cazione delle relative procedure age-
(2) Per G. Calabresi la prevenzione ge- fiche controverse nel procedimento dell’industria, del commercio e dell’arti- volate solo ed unicamente alla men-
nerale “perfetta” in materia ambientale amministrativo”, Milano, 1996, p. 43. gianato 20 maggio 1998, prot. 15257 F zione dei rifiuti ed all’osservanza delle
è solo un mito (Il costo degli incidenti (6) Ex plurimis Dente, Knoeffel, Le- 1-2, diretta (ex plurimis) all’Ufficio le- condizioni ivi individuate. Tra queste
e responsabilità civile, Milano, 1997, wansky, Mannozzi, Tozzi, Il controllo gislativo del Ministero dell’ambiente, del non figura la menzione esplicita della
p. 53). dell’inquinamento atmosferico in Ministero della sanità e del Ministero ‘messa in riserva’ nell’ambito delle at-
(3) G. Merli, “L’approccio italiano ai Italia: analisi di una politica regolati- della risorse agricole oltre che al Dagl tività di recupero che anzi, tale artico-
problemi ecologici, con particolare ri- vi, Roma, 1984. Secondo i quali gli stan- della Presidenza del Consiglio dei Mi- lo 6, unitamente all’articolo 7 (quan-
guardo alla legislazione sulle acque”, in dard possono essere relativi a: sorgente nistri. La nota è consultabile in www.re- tità), regolamenta in modo generale
12
Impresa, ambiente e P.a., I, p. 57). dell’inquinamento (standard di prodot- tambiente.it, Rifiuti, Documentazione ed autonomo.
Quanto precede, dimostra ‘per tabu- nati ad una delle attività comprese modo agevolato anche al di fuori serva’ localizzati all’interno dell’im-

L’intervento La messa in riserva agevolata


las’ che le attività di ‘messa in ri- negli allegati 1 e 2’ al Dm 5 febbraio dell’impianto di recupero, il Legi- pianto dove avvengono le operazioni
serva’, con l’applicazione delle proce- 1998 cit. Resta inteso che dovranno slatore non avrebbe avuto alcun biso- di recupero.
dure agevolate di cui all’articolo 33, essere rispettate le condizioni quali- gno di inserire l’articolo 33, comma Una lettura diversa da quanto sopra,
Dlgs 22/1997 e successive modifiche e quantitative indicate ai medesimi ar- 12 bis. giustificherebbe solo una paralisi del-
integrazioni, possono essere intraprese ticoli 6 e 7. Non solo, ma l’articolo 33, comma l’attività di recupero e farebbe venir
per tutte le tipologie di rifiuti indicate Quanto precede, del resto, è conferma- 12 ter Dlgs 22/1997, dopo aver fatto meno:
negli allegati al Dm 5 febbraio 1998 to ‘a contrario’ dall’articolo 33, com- salvo il disposto del precedente com- – i presupposti di semplificazione che
sul recupero dei rifiuti non pericolosi ma 12 bis, Dlgs 22/1997 e successive ma 12 bis, impone la previsione del- hanno improntato la stesura del Dlgs
a prescindere dalla menzione esplicita modifiche e integrazioni, articolo rife- le prescrizioni alle quali sottoporre i 22/1997 e successive modifiche e inte-
dell’attività nei singoli punti delle va- rito alla ‘messa in riserva’ dei rifiuti centri di ‘messa in riserva’ non loca- grazioni, segnatamente individuati
rie tipologie di rifiuti individuati dal pericolosi individuati, condotta in luo- lizzati presso gli impianti di riciclag- nella legge 52/1996 (cd. ‘legge Bas-
citato Dm 5 febbraio 1998. go diverso da quello in cui è ubicato gio e di recupero, le modalità di stoc- sanini’) nell’ambito delle premesse al
Pertanto, ad avviso della scrivente l’impianto di recupero. Infatti, in que- caggio e i termini massimi entro i citato provvedimento;
amministrazione, in ragione di sto caso, si ritornerà all’autorizzazio- quali avviare i rifiuti a tali operazio- – la logica propedeusi del recupero ri-
quanto precede e soprattutto della sua ne regionale, anche in presenza del- ni: il che è stato adempiuto per i ri- spetto allo smaltimento, così come in-
regolamentazione autonoma recata l’individuazione dei rifiuti ad opera fiuti non pericolosi con gli articoli 6 dividuata negli articolo 4 e 5 del Dlgs
dagli articoli 6 e 7 del Dm 5 febbraio del futuro decreto. Si enuclea così una e 7 Dm 5 febbraio 1998. 22/1997 e successive modifiche e inte-
1998, la ‘messa in riserva’ può essere disciplina speciale rispetto a quella ge- Va anzi rilevato che, proprio al fine di grazioni. In tal modo contraddicendo
condotta con procedura semplificata nerale che impronta tutto il Dlgs evitare abusi, le prescrizioni relative in termini uno dei principi fonda-
anche in modo autonomo e disgiunto 22/1997 e successive modifiche e inte- ai centri di ‘messa in riserva’ conte- mentali non solo delle direttive euro-
solo a condizione che si riferisca ai ‘ri- grazioni; infatti, laddove la ‘messa in nute nei citati articoli 6 e 7 sono state pee di settore ma dello stesso Dlgs
fiuti non pericolosi individuati e desti- riserva’ non si potesse condurre in estese anche ai centri di ‘messa in ri- 22/1997. (…)”.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


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tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
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13
Legge 25 gennaio 2006, n. 29 – Stralcio
(Supplemento ordinario n. 34 alla Gazzetta ufficiale 8 febbraio 2006 n. 32)

Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti


dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee.
Legge Comunitaria 2005.
Legislazione Capo I
norme Disposizioni generali sui procedimenti per l’adempimento degli obblighi
nazionali comunitari

Come attuare le direttive comuni- Articolo 1


tarie Delega al Governo per l’attuazione di di-
rettive comunitarie
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro il ter-
mine di diciotto mesi dalla data di entrata in vi-
Comunitaria 2005: gore della presente legge, i decreti legislativi re-
canti le norme occorrenti per dare attuazione al-
le direttive comprese negli elenchi di cui agli al-
legati A e B.
no a Mud e registri 2. I decreti legislativi sono adottati, nel rispetto
dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n.
400, su proposta del Presidente del Consiglio dei
per i rifiuti Ministri o del Ministro per le politiche comunita-
rie e del Ministro con competenza istituzionale
prevalente per la materia, di concerto con i
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

pericolosi Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell’e-


conomia e delle finanze e con gli altri Ministri
interessati in relazione all’oggetto della direttiva.
dei professionisti 3. Gli schemi dei decreti legislativi recanti attua-
zione delle direttive comprese nell’elenco di cui
all’allegato B, nonché, qualora sia previsto il ri-
corso a sanzioni penali, quelli relativi all’attua-
a cura della Redazione zione delle direttive elencate nell’allegato A, sono
trasmessi, dopo l’acquisizione degli altri pareri
previsti dalla legge, alla Camera dei Deputati e al
Senato della Repubblica perché su di essi sia e-
spresso il parere dei competenti organi parla-
mentari. Decorsi quaranta giorni dalla data di
trasmissione, i decreti sono emanati anche in
mancanza del parere. Qualora il termine per l’e-
spressione del parere parlamentare di cui al pre-
sente comma, ovvero i diversi termini previsti dai
commi 4 e 9, scadano nei trenta giorni che pre-
cedono la scadenza dei termini previsti ai commi
1 o 5 o successivamente, questi ultimi sono pro-
rogati di novanta giorni.
4. Gli schemi dei decreti legislativi recanti attua-
zione delle direttive 2003/123/Ce, 2004/9/Ce,
2004/36/Ce, 2004/49/Ce, 2004/50/Ce, 2004/54/
Ce, 2004/80/Ce, 2004/81/Ce, 2004/83/Ce, 2004/
113/Ce, 2005/19/Ce, 2005/28/Ce, 2005/36/ Ce e
2005/60/Ce sono corredati dalla relazione tecni-
ca di cui all’articolo 11-ter, comma 2, della legge
5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
Su di essi è richiesto anche il parere delle Com-
missioni parlamentari competenti per i profili fi-
nanziari. Il Governo, ove non intenda confor-
marsi alle condizioni formulate con riferimento
all’esigenza di garantire il rispetto dell’articolo
81, quarto comma, della Costituzione, ritrasmet-
te alle Camere i testi, corredati dei necessari ele-
14 segue
Legislazione norme nazionali Legge Comunitaria 2005
segueCome attuare le direttive comu- menti integrativi di informazione, per i pareri de- applicano le disposizioni di cui all’articolo 11,
nitarie finitivi delle Commissioni competenti per i profili comma 8, della medesima legge n. 11 del 2005.
finanziari, che devono essere espressi entro venti 8. Il Ministro per le politiche comunitarie, nel
giorni. caso in cui una o più deleghe di cui al comma 1
5. Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vi- non risulti ancora esercitata trascorsi quattro
gore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al mesi dal termine previsto dalla direttiva per la
comma 1, nel rispetto dei principi e criteri diretti- sua attuazione, trasmette alla Camera dei Depu-
vi fissati dalla presente legge, il Governo può e- tati e al Senato della Repubblica una relazione
manare, con la procedura indicata nei commi 2, che dia conto dei motivi addotti dai Ministri con
3 e 4, disposizioni integrative e correttive dei de- competenza istituzionale prevalente per la mate-
creti legislativi emanati ai sensi del comma 1, ria a giustificazione del ritardo. Il Ministro per le
fatto salvo quanto previsto dal comma 6. politiche comunitarie ogni quattro mesi informa
6. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore altresì la Camera dei Deputati e il Senato della
del decreto legislativo di cui al comma 1 adottato Repubblica sullo stato di attuazione delle diretti-
per l’attuazione della direttiva 2004/109/Ce, di ve da parte delle Regioni e delle Province autono-
cui all’allegato B, il Governo, nel rispetto dei me nelle materie di loro competenza.
principi e criteri direttivi di cui all’articolo 3 e 9. Il Governo, quando non intende conformarsi
con la procedura prevista dal presente articolo, ai pareri parlamentari di cui al comma 3, relativi
può emanare disposizioni integrative e correttive a sanzioni penali contenute negli schemi di de-
al fine di tenere conto delle eventuali disposizioni creti legislativi recanti attuazione delle direttive
di attuazione adottate dalla Commissione euro- comprese negli allegati A e B, ritrasmette con le
pea secondo la procedura di cui all’articolo 27, sue osservazioni e con eventuali modificazioni i
paragrafo 2, della medesima direttiva. testi alla Camera dei Deputati e al Senato della
7. In relazione a quanto disposto dall’articolo 117, Repubblica. Decorsi trenta giorni dalla data di ri-
quinto comma, della Costituzione e dall’articolo trasmissione, i decreti sono emanati anche in
16, comma 3, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, si mancanza di nuovo parere.

I criteri da seguire Articolo 3 tiva competenza del giudice di pace.


Principi e criteri direttivi generali della La sanzione amministrativa del pagamento di

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


delega legislativa una somma non inferiore a 150 euro e non supe-
1. Salvi gli specifici principi e criteri direttivi stabi- riore a 150.000 euro è prevista per le infrazioni
liti dalle disposizioni di cui al Capo II e in aggiun- che ledano o espongano a pericolo interessi di-
ta a quelli contenuti nelle direttive da attuare, i versi da quelli sopra indicati. Nell’ambito dei li-
decreti legislativi di cui all’articolo 1 sono infor- miti minimi e massimi previsti, le sanzioni sopra
mati ai seguenti principi e criteri direttivi generali: indicate sono determinate nella loro entità, te-
a) le amministrazioni direttamente interessate nendo conto della diversa potenzialità lesiva
provvedono all’attuazione dei decreti legislativi dell’interesse protetto che ciascuna infrazione
con le ordinarie strutture amministrative; presenta in astratto, di specifiche qualità perso-
b) ai fini di un migliore coordinamento con le nali del colpevole, comprese quelle che impongo-
discipline vigenti per i singoli settori interessati no particolari doveri di prevenzione, controllo o
dalla normativa da attuare, sono introdotte le oc- vigilanza, nonché del vantaggio patrimoniale
correnti modificazioni alle discipline stesse, fatte che l’infrazione può recare al colpevole o alla
salve le materie oggetto di delegificazione ovvero persona o all’Ente nel cui interesse egli agisce.
i procedimenti oggetto di semplificazione ammi- Entro i limiti di pena sopra indicati sono previste
nistrativa; sanzioni identiche a quelle eventualmente già
c) al di fuori dei casi previsti dalle norme penali comminate dalle leggi vigenti per le violazioni o-
vigenti, ove necessario per assicurare l’osservanza mogenee e di pari offensività rispetto alle infra-
delle disposizioni contenute nei decreti legislativi, zioni alle disposizioni dei decreti legislativi;
sono previste sanzioni amministrative e penali d) eventuali spese non contemplate da leggi vi-
per le infrazioni alle disposizioni dei decreti stes- genti e che non riguardano l’attività ordinaria
si. Le sanzioni penali, nei limiti, rispettivamente, delle amministrazioni statali o regionali possono
dell’ammenda fino a 150.000 euro e dell’arresto essere previste nei decreti legislativi recanti le
fino a tre anni, sono previste, in via alternativa o norme necessarie per dare attuazione alle diretti-
congiunta, solo nei casi in cui le infrazioni leda- ve nei soli limiti occorrenti per l’adempimento
no o espongano a pericolo interessi costituzional- degli obblighi di attuazione delle direttive stesse;
mente protetti. In tali casi sono previste: la pena alla relativa copertura, nonché alla copertura
dell’ammenda alternativa all’arresto per le infra- delle minori entrate eventualmente derivanti
zioni che espongano a pericolo o danneggino dall’attuazione delle direttive, in quanto non sia
l’interesse protetto; la pena dell’arresto congiunta possibile fare fronte con i fondi già assegnati alle
a quella dell’ammenda per le infrazioni che re- competenti amministrazioni, si provvede a carico
chino un danno di particolare gravità. Nelle pre- del fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della
dette ipotesi, in luogo dell’arresto e dell’ammen- legge 16 aprile 1987, n. 183, per un ammontare
da, possono essere previste anche le sanzioni al- complessivo non superiore a 50 milioni di euro;
ternative di cui agli articoli 53 e seguenti del de- e) all’attuazione di direttive che modificano pre-
creto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, e la rela- cedenti direttive già attuate con legge o con de-
segue 15
Legislazione norme nazionali Legge Comunitaria 2005

segue I criteri da seguire creto legislativo si procede, se la modificazione petenze fra amministrazioni diverse o comunque
non comporta ampliamento della materia rego- siano coinvolte le competenze di più ammi-
lata, apportando le corrispondenti modificazioni nistrazioni statali, i decreti legislativi indivi-
alla legge o al decreto legislativo di attuazione duano, attraverso le più opportune forme di coor-
della direttiva modificata; dinamento, rispettando i principi di sussidiarietà,
f) i decreti legislativi assicurano in ogni caso che, differenziazione, adeguatezza e leale colla-
nelle materie oggetto delle direttive da attuare, la borazione e le competenze delle Regioni e degli
disciplina sia pienamente conforme alle prescri- altri Enti territoriali, le procedure per salvaguar-
zioni delle direttive medesime, tenuto anche conto dare l’unitarietà dei processi decisionali, la tra-
delle eventuali modificazioni comunque interve- sparenza, la celerità, l’efficacia e l’economicità
nute fino al momento dell’esercizio della delega; nell’azione amministrativa e la chiara individua-
g) quando si verifichino sovrapposizioni di com- zione dei soggetti responsabili.

Il Governo è delegato ad adottare, Articolo 4 nistro per le politiche comunitarie e del Ministro
entro due anni dalla data di entrata Delega al Governo per la disciplina della giustizia, di concerto con il Ministro delle
in vigore della presente legge, uno o sanzionatoria di violazioni a dispo- politiche agricole e forestali. I decreti legislativi si
più decreti legislativi recanti san- sizioni in materia di politica agricola informano ai seguenti principi e criteri direttivi:
zioni penali o amministrative per le comune e di politica dello sviluppo rurale a) le sanzioni amministrative sono dissuasive,
violazioni accertate a disposizioni 1. Al fine di garantire la parità di trattamento tra nonché proporzionate alle somme indebitamente
dei regolamenti e delle decisioni e- agricoltori ed evitare distorsioni del mercato e della percepite, tenendo conto del vantaggio patrimo-
manati dalla Comunità europea in concorrenza, il Governo, fatte salve le norme pena- niale che l’infrazione può recare al beneficiario
materia di politica agricola comune li vigenti, è delegato ad adottare, entro due anni delle provvidenze;
e di politica dello sviluppo rurale dalla data di entrata in vigore della presente legge, b) le sanzioni reintegratorie o interdittive, deter-
sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra minate anche in funzione della gravità, portata,
lo Stato, le Regioni e le Province autonome di durata e frequenza dell’infrazione commessa,
Trento e di Bolzano e senza nuovi o maggiori one- possono arrivare fino all’esclusione totale da uno
ri a carico della finanza pubblica, uno o più decre- o più regimi di aiuto ed essere irrogate per uno o
ti legislativi recanti sanzioni penali o amministra- più anni civili.
tive, ivi comprese misure reintegratorie e interditti- 3. Per le sanzioni penali i decreti legislativi si u-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

ve, per le violazioni accertate a disposizioni dei re- niformano ai principi e criteri direttivi indicati
golamenti e delle decisioni emanati dalla Co- nell’articolo 3, comma 1, lettera c).
munità europea in materia di politica agricola co- 4. Gli schemi di decreto legislativo di cui al
mune e di politica dello sviluppo rurale. presente articolo sono trasmessi alla Camera dei
2. La delega di cui al comma 1 è esercitata con Deputati e al Senato della Repubblica per l’e-
decreti legislativi adottati ai sensi dell’articolo 14 spressione del parere da parte delle competenti
della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta Commissioni parlamentari con le modalità e nei
del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Mi- termini previsti dai commi 3 e 9 dell’articolo 1.

Obbligo per i liberi professionisti Articolo 11 ne, in ordine cronologico, delle copie del formu-
non inquadrati in un’Ente o impresa Adempimenti in materia di rifiuti pe- lario proprie del detentore, di cui all’articolo 15
e produttori di rifiuti pericolosi non ricolosi del citato decreto legislativo n. 22 del 1997.
urbani – fino ad oggi esclusi dal 1. I produttori di rifiuti pericolosi che non sono 2. I soggetti di cui al comma 1 non sono tenuti
Dlgs 22/1997 – di tenuta dei registri inquadrati in un’organizzazione di Ente o di im- alla comunicazione annuale al Catasto, di cui
di carico e scarico presa adempiono all’obbligo della tenuta del re- all’articolo 11, comma 3, del citato decreto legi-
gistro di carico e scarico di cui all’articolo 12 del slativo n. 22 del 1997, e successive modificazioni.
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e suc- 3. Le disposizioni di cui al presente articolo non
cessive modificazioni, attraverso la conservazio- si applicano ai rifiuti urbani.

È permessa la costruzione o la mes- Articolo 23 ovaiole e la registrazione dei relativi


sa in funzione per la prima volta Modifica al decreto legislativo 29 luglio stabilimenti di allevamento
delle gabbie definite nell’allegato C, 2003, n. 267, recante attuazione della di- 1. Il comma 5 dell’articolo 8 del decreto legisla-
purché commissionate entro il 31 rettiva 1999/74/Ce e della direttiva tivo 29 luglio 2003, n. 267, è abrogato.
dicembre 2002 2002/4/Ce, per la protezione delle galline

16
Direttive in materia ambientale e sulla sicurezza sul lavoro che il Governo dovrà recepire

Legislazione norme nazionali Legge Comunitaria 2005


Numero Argomento
Direttiva 2004/107/Ce Direttiva 2004/107/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004 concernente l’arse-
nico, il cadmio, il mercurio, il nickel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente.
Direttiva 2000/60/Ce (*) Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’a-
zione comunitaria in materia di acque.
Direttiva 2004/40/Ce (*) Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sulle prescrizioni minime di sicurez-
za e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettro-
magnetici) (diciottesima direttiva particolare ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva
89/391/Cee).
Direttiva 2003/103/Ce (**) Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/25/Ce concernente i re-
quisiti minimi di formazione per la gente di mare.
Direttiva 2005/23/Ce (**) Direttiva della Commissione che modifica la direttiva 2001/25/Ce del Parlamento europeo e del
Consiglio concernente i requisiti minimi di formazione per la gente di mare.
(*) È prevista una procedura “aggravata” con la sottoposizione dello schema di Dlgs al parere dei competenti organi parlamentari.
(**) Direttive che il Governo è autorizzato ad attuare con regolamenti autorizzati.

Premessa le informazioni sulle caratteristiche qualita-


All’interno della legge 25 gennaio 2006, n. 29 tive e quantitative dei rifiuti, da utilizzare ai
il commento (Comunitaria 2005) è stato inserito, durante il fini della comunicazione annuale al Catasto.
secondo passaggio al Senato il 14 dicembre Le annotazioni devono essere effettuate:
“Comunitaria 2005”, scorso (Ddl S 3509), l’articolo 11 recante “A- a) per i produttori almeno entro una setti-
dempimenti in materia di rifiuti pericolosi”. mana dalla produzione del rifiuto e dallo
per i pericolosi il formulario scarico del medesimo;
dei professionisti L’intervento del Legislatore, che in realtà non b) per i soggetti che effettuano la raccolta e
apporta alcuna novità di carattere sostanziale il trasporto almeno entro una settimana

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


tiene luogo del registro in relazione ai doveri dei soggetti obbligati, si è dalla effettuazione del trasporto;
reso necessario per adeguare l’ordinamento i- c) per i commercianti e gli intermediari al-
taliano all’ordinanza della Sesta Sezione della meno entro una settimana dalla effettuazio-
Corte di Giustizia Ue 28 settembre 2004 (dispo- ne della transazione relativa;
di Alessandro Geremei sitivo pubblicato sulla Guue 18 dicembre 2004 d) per i soggetti che effettuano le operazio-
Redazione Reteambiente
n. C 314) con la quale il Giudice europeo ha ni di recupero e di smaltimento entro venti-
stabilito che “L’obbligo di tenere un registro quattro ore dalla presa in carico dei rifiuti.
di rifiuti pericolosi ai sensi dell’articolo 4
della direttiva del Consiglio 12 dicembre Va subito evidenziato che per l’individuazione
1991, 91/689/Cee, relativa ai rifiuti perico- dei soggetti obbligati il Legislatore ha operato
losi, riguarda tutti i produttori di questi ri- un rinvio all’articolo 11 (“Catasto dei rifiuti” o
fiuti, tra cui gli studi medico-dentistici, e Mud) dello stesso Dlgs e, in particolare, al suo
non solo i produttori di rifiuti pericolosi che comma 3 nel quale vengono individuati i sog-
esercitano la loro attività sotto forma di getti tenuti alla denuncia annuale Mud; balza
un’impresa o di un Ente”. subito agli occhi, quindi, lo stretto legame esi-
La decisione di imporre l’obbligo di tenuta dei stente tra il registro di carico/scarico ed il Mud,
registri di carico e scarico anche ai produttori legame che il comma 2 dell’articolo 11 tronca
di rifiuti pericolosi non “organizzati” – nello per i produttori di rifiuti pericolosi non inqua-
specifico, si trattava dei rifiuti sanitari di medi- drati in un’organizzazione di Ente o di impresa
ci e odontoiatri liberi professionisti – deriva (come vedremo sotto, l’orientamento prevalen-
quindi da una decisione comunitaria. Le mo- te in Italia fino all’ordinanza della Corte di
dalità con cui il Legislatore ha deciso di adem- Giustizia Ue esentava tali produttori da en-
piere alla sentenza comunitaria necessitano, trambe le tipologie di documentazione).
tuttavia, di qualche riflessione.
Articolo 11
Cosa dice il “Decreto Ronchi” Catasto dei rifiuti
I soggetti obbligati alla tenuta dei registri di ca- (omissis)
rico e scarico sono così individuati dall’articolo 3. Chiunque effettua a titolo professionale
12, comma 1, del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 attività di raccolta e di trasporto di rifiuti,
(“Decreto Ronchi”). compresi i commercianti e gli intermediari
di rifiuti, ovvero svolge le operazioni di re-
Articolo 12 cupero e di smaltimento dei rifiuti, nonché
Registri di carico e scarico le imprese e gli Enti che producono rifiuti
1. I soggetti di cui all’articolo 11, comma pericolosi e le imprese e gli Enti che produ-
3, hanno l’obbligo di tenere un registro di cono rifiuti non pericolosi derivanti da la-
carico e scarico, con fogli numerati e vidi- vorazioni industriali ed artigianali di cui
mati dall’Ufficio del registro, su cui devono all’articolo 7, comma 3, lettere c), d) e g),
annotare, con cadenza almeno settimanale, sono tenuti a comunicare annualmente con 17
le modalità previste dalla legge 25 gennaio cembre 1999 (in realtà, si tratta di una sempli- nizzata (articolo 2238, comma 1, Codice
Legislazione norme nazionali Legge Comunitaria 2005

1994, n. 70, le quantità e le caratteristiche ce nota di nessun rilievo normativo indirizzata civile), come nel caso, ad esempio, del me-
qualitative dei rifiuti oggetto delle predette ai soggetti interessati, tra cui la Federazione i- dico che gestisca una casa di cura o un po-
attività. Sono esonerati da tale obbligo gli taliana medici di famiglia) con la quale veni- liambulatorio, il quale è imprenditore. A
imprenditori agricoli di cui all’articolo va ribadita, ex Dlgs 22/1997, l’esclusione dagli norma dell’articolo 2238, comma 1, l’eser-
2135 del Codice civile con un volume di af- obblighi di tenuta dei registri di carico/scarico cizio di una professione intellettuale può co-
fari annuo non superiore a lire quindicimi- per i rifiuti speciali sanitari prodotti dai medici stituire elemento di un’attività organizzata
lioni e, limitatamente alla produzione di ri- di famiglia non inquadrati in una organizza- in forma d’impresa, e quindi, in considera-
fiuti non pericolosi, i piccoli imprenditori zione d’impresa. zione della destinazione del fattore persona-
artigiani di cui all’articolo 2083 del Codice le e patrimoniale alla realizzazione di un
civile che non hanno più di tre dipendenti. Nota Ministero dell’ambiente 14 di- profitto, essere conseguentemente soggetto
Nel caso in cui i produttori di rifiuti confe- cembre 1999, n. 4204/V alla disciplina dell’impresa e dell’attività
riscano i medesimi al Servizio pubblico di Oggetto: Soggetti tenuti agli adem- professionale”.
raccolta, la comunicazione è effettuata dal pimenti di cui agli articoli 11, com- In definitiva, il Ministro Ronchi confermò l’e-
gestore del servizio limitatamente alla ma 3 e 12, comma 1 del decreto le- lemento di discrimine rappresentato dal far
quantità conferita. gislativo 5 febbraio 1997, n. 22 – parte o meno di un’Ente o di un’attività d’im-
(omissis) Medici presa, come previsto dagli articoli 11 e 12, Dlgs
(omissis) 22/1997.
I due articoli sono chiari; vincolando alla te- In conclusione, l’obbligo della tenuta dei
nuta dei registri e del Mud solo le “imprese e registri e della comunicazione al catasto ri- Ordinanza della Corte di Giustizia
gli Enti che producono rifiuti pericolosi”, e- guarda i rifiuti sanitari pericolosi prodotti: Ue 28 settembre 2004,
sentano da tali obblighi tutti quei produttori di a) da Enti (complessi organizzati di perso- causa C-115/03
rifiuti pericolosi che non risultino inquadrati ne e cose aventi autonoma soggettività di La questione è finita davanti alla Corte di Giu-
in tali organizzazioni. diritto) che erogano prestazioni sanitarie; stizia Ue in seguito al ricorso presentato da
Ricordiamo comunque che gli stessi soggetti b) da attività sanitarie erogate da professio- una società italiana operante nel campo della
sono da sempre obbligati – al fine dell’esen- nisti nell’ambito di una organizzazione d’im- gestione dei rifiuti che, successivamente alla
zione dalla responsabilità per lo smaltimento presa (a mero titolo esemplificativo, non e- nota del Ministro, si era vista annullare nume-
del rifiuto – alla conservazione per cinque an- saustivo, cliniche, poliambulatori ecc.). rosi accordi commerciali precedentemente
ni della prima e della quarta copia del formu- Sono invece esclusi dal predetto obbligo i conclusi con degli studi medico-dentistici e re-
lario di trasporto dei rifiuti, lo strumento fon- rifiuti sanitari pericolosi prodotti nell’eser- lativi in particolare alla tenuta dei registri di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

damentale disciplinato dall’articolo 15 del cizio di professione intellettuale non inqua- carico e scarico.
“Decreto Ronchi” e dal Dm 145/1998 per la drata in una organizzazione d’impresa Tale società inoltrò quindi presso il Tribunale
regolare articolazione ed il controllo delle va- (singoli professionisti, medici generici, di Genova una richiesta di risarcimento danni,
rie fasi del trasporto che, assieme a registri e medici di famiglia, anche se si avvalgono nei confronti del MinAmbiente e della Pre-
Mud, permette un monitoraggio ed un con- della collaborazione di ausiliari). sidenza del Consiglio dei Ministri e basata sul-
trollo integrali della gestione dei rifiuti. Si ritiene opportuno sottolineare che detti la violazione delle direttive 75/442/Cee e 91/
rifiuti dovranno, in ogni caso, essere gestiti 689/Cee da parte del Dlgs 22/1997 e della cir-
Cosa dice la normativa europea in modo separato dagli altri rifiuti e, anche colare (atto, ricordiamo, sfornito di potere nor-
Il “Decreto Ronchi” è stato emanato per attua- qualora siano assimilabili ai rifiuti urbani ai mativo) 14 dicembre 1999.
re – oltre alla direttiva 94/62/Ce sugli imbal- fini dello smaltimento, non possono essere Il Tribunale ligure decise, il 10 marzo 2003, di
laggi e rifiuti di imballaggio – la direttiva 91/ conferiti al servizio di raccolta dei rifiuti ur- proporre una domanda di pronuncia pregiudi-
156/Cee (che sostituisce senza abrogare il prov- bani ma raccolti e avviati allo smaltimento ziale alla Corte di Giustizia Ue per l’interpreta-
vedimento capostipite in Europa per il settore, tramite ditte autorizzate o tramite apposito zione dell’articolo 4 della direttiva 91/689/Cee
la direttiva 75/442/Cee relativa ai rifiuti) e la servizio organizzato dal soggetto che gesti- che chiarisse in particolare “Se gli obblighi pre-
direttiva 91/689/Cee relativa ai rifiuti pericolosi. sce il servizio pubblico, ai sensi dell’artico- visti dall’articolo 4 della direttiva 91/ 689/Cee
Per il confronto tra i due ordinamenti rileva- lo 10 e dell’articolo 45 del decreto legislati- abbiano come destinatari tutti i produttori di
no, in particolare, l’articolo 1, lettera b) e l’ar- vo 5 febbraio 1997, n. 22. Il corretto smal- rifiuti pericolosi (fra cui gli studi medico-den-
ticolo 14 della direttiva 75/442/Cee (integral- timento di tali rifiuti dovrà essere dimostra- tistici ed odontoiatrici) o soltanto i produttori
mente sostituiti dalla direttiva 91/156/Cee) to tramite la conservazione dell’apposita di rifiuti pericolosi la cui attività sia organiz-
(1), a cui fanno espresso riferimento l’articolo copia del formulario di trasporto. zata in forma di impresa o di Ente”.
1, paragrafo 3 e l’articolo 4, paragrafi 2 e 3 Il Giudice europeo, “considerando che la so-
della direttiva 91/689/Cee (2). Per il Ministro, quindi, nel caso del medico luzione della questione sottoposta non dà a-
Dalla lettura dei 4 articoli si evince che ai fini l’obbligatorietà della tenuta dei registri dipen- dito ad alcun dubbio ragionevole”, ha rispo-
della tenuta del registro (“in cui siano indi- de dalla verifica in concreto se l’attività di assi- sto a tale domanda con ordinanza motivata
cati la quantità, la natura, l’origine non- stenza sanitaria sia svolta da Enti o nell’eserci- datata 28 settembre 2004 la quale, analizzando
ché, se opportuno, la destinazione, la fre- zio di attività d’impresa mentre nel caso di la questione unicamente dal punto di vista fis-
quenza della raccolta, il mezzo di trasporto prestazione sanitaria effettuata da un profes- sato dal Tribunale ligure – l’analisi dell’artico-
e il modo di trattamento dei rifiuti”) non e- sionista (o da più professionisti associati, da lo 4 della direttiva 91/689/Ce – ha così statuito:
siste tra i produttori di rifiuti pericolosi alcuna un poliambulatorio o situazioni simili) la
distinzione basata sulla forma giuridica ed, in questione si complica perché pur partendo dal “L’obbligo di tenere un registro di rifiuti
particolare, sul fatto di essere o meno organiz- presupposto che “l’esercizio della professione pericolosi ai sensi dell’articolo 4 della di-
zati in Enti o imprese. intellettuale, quale quella del medico, di per rettiva del Consiglio 12 dicembre 1991,
sé non costituisce mai impresa, per quanto 91/689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi,
Primi dubbi e la circolare dal punto di vista pratico ed economico dia riguarda tutti i produttori di questi ri-
14 dicembre 1999 luogo alla prestazione di servizi (...) la si- fiuti, tra cui gli studi medico-dentistici,
Il possibile conflitto tra disciplina nazionale e tuazione, peraltro, è divisa quando l’eserci- e non solo i produttori di rifiuti perico-
comunitaria spinse l’allora Ministro dell’am- zio della professione intellettuale costituisca losi che esercitano la loro attività sotto
18 biente (Ronchi) a diramare la circolare 14 di- elemento di una più ampia attività orga- forma di un’impresa o di un Ente”.
Per Bruxelles, quindi, la forma giuridica scelta controllo di quanto prodotto e quanto smal- Di fronte ad una pronuncia della Corte di

Legislazione norme nazionali Legge Comunitaria 2005


del produttore di rifiuti pericolosi non ha alcu- tito (o recuperato) nel corso dell’anno sola- Giustizia che ha chiarito che non deve esserci
na rilevanza ai fini della obbligatorietà della re di riferimento” (3). differenza, ai fini della tenuta del registro, tra
tenuta del registro, a differenza del dettato del Sotto l’aspetto pratico, quindi, i medici di fa- le varie categorie di produttori di rifiuti perico-
Dlgs 22/1997 e delle considerazioni della “cir- miglia, gli odontoiatri e tutti i professionisti losi, il Parlamento italiano ha preferito non
colare” 14 dicembre 1999. non inquadrati in un’organizzazione conti- allargare il campo di applicazione della disci-
nueranno a fare come prima, conservando la plina nazionale (che prevede registro + Mud)
Gli effetti della sentenza 1° e 4° copia del formulario; giuridicamente ai produttori “non organizzati” ma bensì ri-
La sentenza della Corte di Giustizia Ue ha così le cose cambiano, perché ciò che prima era modulare la disciplina sui registri di carico e
creato per tutti quei medici ed odontoiatri necessario per liberarsi dalla responsabilità scarico, autorizzando un trattamento speciale
“non organizzati” una situazione di oggettiva sulla destinazione del rifiuto, ora vale anche per quelle categorie di produttori.
incertezza, poiché da un lato essi si vedevano come adempimento dell’obbligo di tenuta dei Così facendo si è andati incontro alle richieste
“esentati” dal Dlgs 22/1997 e dall’interpreta- registri di carico e scarico. delle associazioni di settore (basate sulla con-
zione fornita dall’allora Ministro Ronchi, dal- siderazione che comunque tutti i dati richiesti
l’altro “obbligati” dall’ordinanza della Corte A tal proposito, suggeriamo alcune considera- dal registro ex direttiva 75/442/Cee sono già ri-
di Giustizia Ue. zioni finali. cavabili dai formulari) ma si è, forse, anche
La prima è relativa alla conformità di tale di- dato l’ennesimo cattivo segnale posto che, in
Per porre fine a tale situazione l’articolo 11 sposizione con l’ordinamento comunitario. considerazione della comunque irrisoria
della legge “Comunitaria 2005” stabilisce L’articolo 14 della direttiva 75/442/Cee richie- quantità di rifiuti prodotti singolarmente da
ora tre cose: de la tenuta di un registro in cui siano indicati tali categorie, compilare il (vero) registro una
a) i produttori di rifiuti pericolosi non in- “la quantità, la natura, l’origine nonché, se volta al mese e comunicare il Mud – presumi-
quadrati in un’organizzazione di Ente o di opportuno, la destinazione, la frequenza bilmente molto corto – una volta all’anno fos-
impresa debbono adempiere all’obbligo della raccolta, il mezzo di trasporto e il mo- se il dazio necessario per non creare falle, sotto
della tenuta del registro di carico e scarico do di trattamento dei rifiuti” e, essendo tali l’aspetto prima etico-sociale e poi giuridico,
sancito dall’articolo 12 del Dlgs 22/1997 dati comunque desumibili dai formulari di nel sistema.
(che comunque non viene modificato); trasporto, la soluzione scelta dal Legislatore –
b) tali produttori adempiono tale obbligo sotto questo aspetto – sembra immune da fu- (1) Il testo dell’articolo 1, lettera b) e dell’articolo
attraverso la conservazione, in ordine cro- ture contestazioni comunitarie. 14, direttiva 75/442/Cee, come modificata dalla di-
nologico, delle copie del formulario; Alla stessa immunità appare poter accedere, ad rettiva 91/156/Cee è il seguente:
c) gli stessi produttori non sono invece una prima lettura, anche l’esenzione dal Mud

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


“1.b) “produttore”: la persona la cui attività ha
soggetti alla comunicazione annuale al stabilita dalla Comunitaria per gli stessi sog- prodotto rifiuti (“produttore iniziale”) e/o la perso-
Catasto (Mud). getti, in quanto nella disciplina europea non na che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di
esiste alcun riferimento a tale onere formale. miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la
natura o la composizione di detti rifiuti;
Da ultimo, è opportuno ricordare che l’articolo Più problematico appare invece la futura im-
(omissis);
52, comma 4, Dlgs 22/1997 punisce la manca- permeabilità dell’articolo dall’accusa di possi- 14. Ogni stabilimento o impresa di cui agli articoli
ta conservazione dei formulari con la sanzione bile differenza di trattamento, che comunque 9 e 10 (N.d.R.: gli stabilimenti che effettuano opera-
amministrativa pecuniaria da euro 258,23 a nella sostanza esiste, tra produttori di rifiuti zioni o recupero) deve:
euro 1.549,37 e che i formulari vanno conser- pericolosi organizzati e non organizzati; l’arti- – tenere un registro in cui siano indicati la quan-
vati per 5 anni presso la sede di attività. colo 14 della direttiva 75/442/Cee sembrereb- tità, la natura, l’origine nonché, se opportuno, la
be, comunque, negare tale possibilità. destinazione, la frequenza della raccolta, il mezzo
Conclusioni La seconda e ancor più problematica conside- di trasporto e il modo di trattamento dei rifiuti, per i
Per ben individuare la reale portata normativa razione è quella relativa alla reale conformità rifiuti di cui all’allegato I e per le operazioni previste
nell’allegato II A o II B;
dell’articolo 11 della Comunitaria 2005 sono di tale previsione (produttore obbligato a con- – fornire, dietro richiesta, tali informazioni alle au-
illuminanti le parole di P. Ficco secondo cui “a servare il formulario che funge anche – a dif- torità competenti di cui all’articolo 6.
ben guardare questo obbligo nulla aggiun- ferenza di tutti gli altri produttori organizzati Gli Stati membri possono esigere che anche i produt-
ge alle modalità gestionali dei rifiuti perico- in Enti o imprese – da registro, tutto ciò unito tori adempiano le disposizioni di questo articolo”.
losi da parte dei professionisti. Infatti, l’ob- all’esenzione dal Mud) con l’ordinamento ita- (2) Il testo dell’articolo 1, paragrafo 3 e dell’articolo
bligo di conservazione della prima copia liano e per affrontarla occorre partire dal pre- 4, paragrafi 2 e 3 della direttiva 75/442/Cee, come
del formulario è da sempre un loro preciso supposto che formulario/registro/Mud sono tre modificata dalla direttiva 91/689/Cee, è il seguente:
obbligo. Semplicemente in questo modo, si differenti tipologie di documenti che, seppur “1.3. Le definizioni di “rifiuto” e degli altri termini
utilizzati nella presente direttiva sono quelle della
dispone che il formulario tiene luogo del re- contenenti in gran parte dati comuni, sono direttiva 75/442/Cee”.
gistro. Quindi, non si tratta di un allarga- funzionalmente differenti e, specie al fine del “4.2. L’articolo 14 della direttiva 75/442/Cee è ap-
mento del campo di applicazione della di- controllo del sistema, complementari. plicabile anche ai produttori dei rifiuti pericolosi ed
sciplina sui registri, bensì di una semplice a tutti gli stabilimenti ed imprese che effettuano il
rimodulazione della stessa, che – però – si Il formulario è la prova della tracciabilità trasporto di rifiuti pericolosi.
ritiene non soddisfa appieno le disposizioni del ciclo del viaggio dei rifiuti mentre il re- 4.3. Il registro di cui all’articolo 14 della direttiva
comunitarie, poiché i registri e il formulario gistro è, invece, lo strumento che consente 75/442/Cee deve essere conservato per almeno 3 an-
si integrano e i primi non possono sostituire la tracciabilità, l’identificazione ed il con- ni, tranne nel caso di stabilimenti e imprese che effet-
tuano il trasporto di rifiuti pericolosi i quali devono
il secondo e viceversa. È appena il caso di trollo di tutto il ciclo di vita del rifiuto (che
tenere detto registro per almeno 12 mesi. I documenti
ricordare che – da sempre – tali professioni- inizia prima del trasporto dello stesso) giustificativi relativi all’esecuzione delle operazioni di
sti devono conservare anche la quarta copia nell’alveo del suo produttore/detentore. gestione devono essere forniti su richiesta delle auto-
del formulario. L’articolo 11 in esame, inoltre, tronca quel rità competenti o di un precedente detentore”.
Che l’adeguamento al dettato comunitario legame sinallagmatico tra registro (seppur (3) P. Ficco, “Le novità ambientali della legge
sia stato fatto in modo surrettizio, è confer- costituito in questo caso dalla sola raccolta Comunitaria 2005”, www.reteambiente.it, area
mato dal fatto che i professionisti non devo- cronologica dei formulari) e Mud che, sin Rifiuti, Commenti e Sintesi.
no neanche compilare e spedire il Mud, il dall’emanazione del “Decreto Ronchi”, è
che spezza il nesso funzionale tra registri e stato posto a garanzia del sistema di con-
Mud, unico modo per garantire un effettivo trollo della gestione dei rifiuti. 19
Un gruppo di aziende
al servizio di altre aziende
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degli oli usati

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(aziende concessionarie C.O.O.U.)
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Fax 085 4682102 Fax 0371 72276 Fax 0735 631724 Piave VE
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89068 San Gregorio RC Fax 02 57403280 Fax 0721 25560 Fax 011 3149550 30020 Marcon VE
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Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273 – Stralcio (*)
(Gazzetta ufficiale 30 dicembre 2005 n. 203)

La conversione in legge dell’ultimo “milleproroghe” di questa Legislatura (XIV) si occupa


di due importanti temi connessi alla gestione dei rifiuti: incenerimento e – relativamente
al cemento-amianto – discariche:
– Incenerimento: l’articolo 22 conferma la proroga dal 28 dicembre 2005 al 28 feb-
braio 2006 per l’adeguamento degli impianti di incenerimento e di coincenerimento alla

Legislazione disciplina dettata dal Dlgs 133/2005.


Fino a quella data era possibile utilizzare le disposizioni previste dal Dm 19 novembre
norme 1997, n. 503 per i rifiuti urbani e gli speciali non pericolosi e dal Dm 25 febbraio 2000,

nazionali n. 124 per i rifiuti pericolosi.


Tali vecchie regole, invece, potranno continuare ad essere utilizzate fino al 28 dicembre
2007 dagli impianti che utilizzano i residui animali non destinati al consumo umano di
cui al regolamento (Ce) 1774/2002 come combustibile accessorio per la produzione di
energia elettrica, intesa come loro funzione principale;
– Discariche e cemento-amianto: l’articolo 22-bis stabilisce in modo inequivocabile
che la proroga al 31 dicembre 2006 (disposta, da ultimo, con il Dl 115/2005) per accet-
“Milleproroghe”: tare rifiuti in discarica, con l’osservanza dei criteri di cui alla Delibera 27 luglio 1984 op-
pure di quelli nuovi di cui al Dm 3 agosto 2005 (che varranno, in esclusiva, dunque solo
dal 1° gennaio 2007), non si applica mai alle discariche per inerti, sia che esse siano:
l’amianto non va • vecchie (2A), cioè in corso di adeguamento al Dlgs 36/2003;
• adeguate (ex 2A), cioè già conformi al Dlgs 36/2003;
• nuove (per inerti), cioè successive alla data del 27 marzo 2003, data di entrata in vi-
in discarica gore del Dlgs 36/2003.
La disposizione pone fine in modo inequivocabile a quella scuola di pensiero che voleva

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


per inerti il cemento amianto recapitabile in discarica per inerti (vecchia, adeguata o nuova) fino al
31 dicembre 2006.
L’amianto (si ricorda) deve essere recapitato solo in:
• discariche per rifiuti pericolosi;
• discariche per rifiuti non pericolosi a specifiche condizioni;
e utilizzando sempre i criteri di accettazione di cui al Dm 3 agosto 2005.

(omissis) golamento Ce) n. 1774/2002 del Parlamento eu-


ropeo e del Consiglio, del 3 ottobre 2002, il termi-
Articolo 22 ne di cui ai commi 1 e 9 è fissato al 28 dicembre
Incenerimento dei rifiuti 2007”.
1. All’articolo 21, commi 1 e 9, del decreto legi-
slativo 11 maggio 2005, n. 133, le parole: “28 di- Articolo 22-bis
cembre 2005” sono sostituite dalle seguenti: “28 Conferimento in discarica dei rifiuti
febbraio 2006”. 1. Al comma 9 dell’articolo 11-quaterdecies del
1-bis. All’articolo 21 del decreto legislativo 11 decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, conver-
maggio 2005, n. 133, dopo il comma 10 è ag- tito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre
giunto il seguente: “10-bis. Per gli impianti la 2005, n. 248, dopo le parole: “di tipo A” sono in-
cui funzione principale consiste nella produzione serite le seguenti: “, di tipo ex 2A e alle discariche
di energia elettrica e che utilizzano come com- per inerti”.
bustibile accessorio prodotti trasformati di cate-
goria 1, 2 e 3 ai sensi degli articoli 4, 5 e 6 del re- (omissis)

(*) Convertito in legge con modifiche dall’articolo Supplemento ordinario n. 47 alla Gazzetta ufficiale
1, legge 23 febbraio 2006, n. 51, pubblicata sul 28 febbraio 2006 n. 49.

21
a cura della Redazione Reteambiente

Prosegue da parte della Redazione la segnalazione dei provvedimenti emanati per risol-

Legislazione vere in molte Regioni le situazioni di emergenza nel settore dei rifiuti.
Le precedenti versioni delle tavole sinottiche sono state pubblicate su “Rifiuti – Bollettino
norme di informazione normativa” n. 59 (1/00), pag. 42; n. 66 (8-9/00), pag. 19; n. 98 (7/03),
nazionali pag. 11; n. 107 (5/04), pag. 11, n. 111 (10/04), pag. 14 e n. 117 (4/05), pag. 5.

Emergenze rifiuti:
ulteriori proroghe
e disposizioni
urgenti
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Calabria
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 13 gennaio 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 24 gennaio 2006 n. 19) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- ciali pericolosi, nonché in materia di bonifica e
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- risanamento.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.

Campania
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 29 dicembre 2005, n. 3481 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Autorizzazione all’uso degli impianti anche in
(Gu 13 gennaio 2006 n. 10) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. misura superiore alle potenzialità di progetto
(Ordinanza n. 3481). previste dalle autorizzazioni di cui al presente
comma, assicurando comunque adeguate condi-
zioni di tutela igienico-sanitaria ed ambientale.

Dpcm 14 dicembre 2005, n. 3479 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Il Commissario delegato assume nella propria
(Gu 21 dicembre 2005 n. 296) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. contabilità speciale la gestione delle somme ac-
(Ordinanza n. 3479). cantonate a titolo di contributi e maggiorazioni;
le somme sono acquisite alla Contabilità speciale
3111 intestata al Commissario delegato e possono
essere utilizzate a titolo di anticipazioni. Inoltre il
Commissario delegato determina le situazioni de-
bitorie dei Comuni, dei relativi Consorzi e degli
altri affidatari della Regione Campania, in ordine
al pagamento della tariffa di smaltimento dei ri-
fiuti e provvede al relativo recupero.
22
segue
segue Campania

Legislazione norme nazionali Emergenze rifiuti: tavole sinottiche


Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dl 30 novembre 2005, n. 245 Misure straordinarie per fronteggiare l’emergen- Risoluzione del contratto e affidamento del servi-
(Gu 30 novembre 2005 n. 279 e convertito in za nel settore dei rifiuti nella Regione Campania zio di smaltimento dei rifiuti nella Regione Cam-
legge, con modificazioni, dall’articolo 1, legge 27 ed ulteriori disposizioni in materia di protezione pania; incremento di posti nel ruolo speciale del
gennaio 2006, n. 21) civile. Dipartimento della protezione civile; norme di
accelerazione delle procedure di riscossione; de-
stinazione delle risorse finanziarie e procedure e-
secutorie; Commissione nazionale per la previ-
sione e la prevenzione dei grandi rischi; misure
per la raccolta differenziata, siti di stoccaggio
provvisorio; copertura finanziaria; disposizioni in
materia di procedimenti di competenza del
Dipartimento della protezione civile.

Dpcm 4 marzo 2005, n. 3406 Ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare l’e- Il Commissario delegato può avvalersi, per gli in-
(Gu 12 marzo 2005 n. 59) mergenza nel settore dei rifiuti della Regione terventi di competenza, anche di soggetti esterni
Campania. (Ordinanza n. 3406). alla Pubblica amministrazione e di provata espe-
rienza professionale, il cui compenso è stabilito
dal medesimo Commissario delegato con proprio
provvedimento tenendo conto del livello profes-
sionale dell’interessato e dell’oggettiva gravosità
dell’impegno. Il numero dei consulenti previsto è
elevato di due unità aventi specifica competenza
in materia giuridica.

Comunicato 21 febbraio 2005 Comunicato relativo al testo del Dl 17 febbraio Errata corrige del Dl 14/2005.
(Gu 21 febbraio 2005 n. 42) 2005, n. 14, recante: “Misure urgenti per fronteg-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


giare l’emergenza nel settore dei rifiuti nella Re-
gione Campania”. (Decreto-legge pubblicato
nella Gu – serie generale – n. 40 del 18 febbraio
2005).

Dl 17 febbraio 2005, n. 14 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza nel Accelerazione delle procedure di riscossione; ade-
(Gu 18 febbraio 2005 n. 40 e convertito in leg- settore dei rifiuti nella Regione Campania. guamento degli impianti; supporto all’azione del
ge, con modificazioni, dall’articolo 1, legge 15 a- Commissario delegato; interventi relativi al setto-
prile 2005, n. 53, Gu 19 aprile 2005 n. 90) re delle bonifiche.

Lazio
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato d’emergenza nel territorio Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 7 gennaio 2006 n. 5) della Regione Lazio in ordine alla situazione di genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
crisi socio-economico-ambientale nel settore dei ciali pericolosi.
rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.

Sicilia
Provvedimento Titolo Oggetto e durata

Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 10 gennaio 2006 n. 7) gestione dei rifiuti urbani, speciali, speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi nel territorio della Regione Siciliana. ciali pericolosi.

Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello lo stato di e-
(Gu 10 gennaio 2006 n. 7) bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, mergenza in materia di bonifica e di risanamen-
delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in to ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimen-
materia di tutela delle acque superficiali e sotter- ti inquinati, nonché in materia di tutela delle ac-
ranee e dei cicli di depurazione nella Regione que superficiali e sotterranee e dei cicli di depu-
Siciliana. razione. 23
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 29 dicembre 2005, n. 47277
(c.c. 7 dicembre 2005)

La massima
Rifiuti – Procedure semplificate – Residui di pellame –
Reato – Insussistenza – Fattispecie
Giurisprudenza La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi di cui al Dm 5 feb-
braio 1998 è agevolabile anche se non è indicata nei singoli punti
degli allegati al decreto medesimo. Infatti, è sufficiente il rispetto
dell’articolo 6 di tale Dm. Inoltre, laddove per intima natura della
lavorazione non è previsto un macchinario, né esso è contempla-
to dagli allegati al citato Dm 5 febbraio 1998, non è possibile ne-
gare la procedura semplificata per il recupero.
Pertanto, rientra nell’allegato 1 al Dm 5 febbraio 1998 – che
menziona, tra gli altri, i rifiuti derivati dalla lavorazione del cuoio e
Messa in riserva, del pellame (paragrafo 8) stabilendo le modalità del recupero (pa-
ragrafo 8.5.3) e la tipologia dei prodotti recuperati (paragrafo
8.5.4) – ed è soggetto a procedura semplificata, ai sensi dell’ar-
il processo di lavorazione ticolo 33, Dlgs 22/1997, l’esercizio di carico e scarico di scarti,
cascami, ritagli di pelli finite e cernita manuale del pezzame da
selezionare e imbustare in sacchi di plastica e da spedire alla
è stabilito dalla legge clientela prevalentemente estera.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

ed è agevolata anche (omissis) sultava dal verbale della Guardia di


Finanza che l’attività riscontrata
Sentenza consisteva nella cernita di parti di
se “autonoma” sul ricorso proposto dal Procuratore pellame già lavorato, come scarto di
della Repubblica presso il Tribunale lavorazione, con la sudddivisione in
di Vicenza avverso l’ordinanza pro- diversi contenitori delle parti recupe-
nunciata dal Tribunale di Vicenza in rate secondo le grandezze; che tale
data 3 maggio 2005 che ha revocato attività corrispondeva a quella de-
Pres. Postiglione
il decreto di sequestro di pezzi lavo- nunciata e autorizzata dalla
Est. Teresi rati di pellame emesso dal Pm in da- Provincia di Vicenza.
Imp. Benetti ta 14 aprile 2005 nel procedimento a Proponeva ricorso per cassazione il
carico di (...), indagato per i reati di Pm, il quale, denunciava violazione
cui agli articoli 33, 51, 52, comma di legge in ordine alla ritenuta in-
1, lettera a), Dlgs 22/1997; articolo sussistenza del fumus commissi de-
76, Dpr 445/2000 e articolo 483 licti alla stregua delle disposizioni
Codice penale; del decreto del Ministero dell’am-
Visti gli atti, l’ordinanza denunziata, biente 5 febbraio 1998, che integra il
il ricorso e la memoria difensiva; Dlgs 22/1997, che nell’allegato n. 1
Udita nella Camera di Consiglio la menziona i rifiuti derivati dalla la-
relazione del Consigliere (...); vorazione del cuoio e del pellame
Sentito il Pm nella persona del Pg, (paragrafo 8) stabilendo le modalità
dott. (...), il quale ha chiesto il riget- del recupero (paragrafo 8.5.3) e la
to del ricorso; tipologia dei prodotti recuperati (pa-
Osserva ragrafo 8.5.4).
Con l’ordinanza 3 maggio 2005, il Non avendo rispettato tale normati-
Tribunale di Vicenza revocava il de- va, l’indagato, che non disponeva
creto di sequestro di pezzi lavorati di degli impianti richiesti per il recupe-
pellame emesso dal Pm in data 14 ro dei rifiuti, non poteva usufruire
aprile 2005 nel procedimento a cari- della procedura semplificata.
co di (...) indagato per i reati di cui Chiedeva l’annullamento dell’ordi-
agli articoli 33, 51, 52, comma 1, nanza.
lettera a), Dlgs 22/1997; articolo 76, Con memoria depositata il 24 mag-
Dpr 445/2000 e articolo 483 Codice gio 2005, l’indagato chiedeva che il
penale. ricorso venisse dichiarato inammis-
Osservava che il provvedimento cau- sibile o rigettato.
telare era basato sull’asserita viola- Il ricorso è infondato.
zione della normativa sullo smalti- Premesso che il controllo della Corte
mento dei rifiuti in tema d’adozione deve essere limitato alla congruità e
24
della procedura semplificata; che ri- coerenza delle valutazioni compiute
in sede di merito e che esse non si se fattuale deve essere operata la veri- cernita manuale del pezzame da se- del Pm secondo cui non sarebbero

Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 29 dicembre 2005, n. 47277


sottraggono al sindacato di legitti- fica dell’astratta possibilità di inqua- lezionare e imbustare in sacchi di state rispettate le modalità di recupe-
mità se il processo formativo del drare il fatto attribuito all’indagato plastica e da spedire alla clientela ro (paragrafo 8.5.3) e la tipologia
convincimento del giudice sia stato nelle ipotesi di reato enunciate. prevalentemente estera, sicché cor- dei prodotti recuperati (paragrafo
condizionato da un procedimento Nel caso in esame, la società (...) ri- rettamente è stato ritenuto che tali 8.5.4) risultando, invece, che veniva
induttivo contraddittorio o illogico, sulta iscritta al n. 354 sin dall’11 lu- attività rispettino i parametri stabiliti svolta attività di recupero mediante
ovvero da un esame incompleto o glio 2002, nel registro relativo alle o- dal Dlgs 22/1997, articolo 31, 33 co- “riutilizzo tal quale nell’industria
impreciso, va puntualizzato che, nel perazioni di recupero rifiuti, con me individuati dal decreto ministe- manifatturiera e della pelletteria”
procedimento incidentale di seque- procedura semplificata, tenuto dal- riale 5 febbraio 1998 al n. 8 del- (paragrafo 8.5.3 lettera b) effettuan-
stro, l’imposizione della misura cau- l’amministrazione provinciale di l’allegato 1. do, cioè, la selezione e la cernita
telare reale è subordinata al control- Vicenza. Coincidono, infatti, la tipologia, la manuale non occorrendo alcun
lo del fumus commissi delicti, ossia Il recupero ha ad oggetto “trucioli, provenienza, le attività di recupero e macchinario, come sostenuto in ri-
all’accertamento dell’astratta possi- ritagli e altri rifiuti di cuoio” e “scar- le caratteriste delle materie prime ot- corso del pezzame; la collocazione
bilità di sussumere il fatto attribuito ti conciati al vegetale” e l’attività di tenute previste dal decreto del dei ritagli di uguale dimensione in
all’agente in una determinata ipote- recupero consiste nella “messa in ri- Ministero dell’ambiente e quelle ve- buste e la spedizione del prodotto,
si di reato, non occorrendo l’esisten- serva, selezione e cernita”. rificate dai verbalizzanti. costituito da “pelle di limitate di-
za di gravi indizi di colpevolezza. Le materie prime ottenute consisto- Ne consegue che per la messa in ri- mensioni (paragrafo 8.5. 4), alla
Nello stabilire l’astratta configurabi- no in “trucioli e ritagli selezionati serva, selezione e cernita di residui clientela estera.
lità del reato ipotizzato, il Giudice, per il riutilizzo tali quali nell’indu- di pellame (attività comprese nel- Il ricorso va, quindi, rigettato.
pur dovendosi limitare ad una presa stria manifatturiera della pelletteria l’allegato 1 del Dm ai punti 8.5 e
d’atto della tesi accusatoria, non può, in genere per l’ottenimento di ma- 8.6) effettuate dall’indagato è con- P.Q.M.
però, prescindere dall’individuazione nufatti vari”. sentita la procedura semplificata di La Corte rigetta il ricorso.
di concreti elementi di fatto che, in Dagli accertamenti svolti dalla Guar- cui al Dlgs 22/1997, articolo 33, es- Così deciso in Roma, nella Camera
tema di reati ambientali, attengono dia di Finanza è emerso che la so- sendo state rispettate le condizioni di di Consiglio, il 7 dicembre 2005.
anche alla natura delle sostanze in- cietà effettua carico e scarico di scar- cui all’articolo 6 dello stesso Dm. Depositato in Cancelleria il 29 di-
dicate come rifiuti, sicché su tale ba- ti, cascami, ritagli di pelli finite e Pertanto non è puntuale il ricorso cembre 2005.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


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25
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Corte di Cassazione – II Sezione civile
Sentenza 14 novembre 2005, n. 22913

La massima
Rifiuti – Tenuta del registro di carico e scarico rifiuti –
Termine di sette giorni per annotazione informazioni sulle
Giurisprudenza caratteristiche qualitative e quantitative rifiuti – Supera-
mento – Sussistenza
L’obbligo di annotazione nel registro di cui all’articolo 12, comma
1, lettera a) del Dlgs 22/1997 di informazioni relative alle caratte-
ristiche qualitative e quantitative dei rifiuti prodotti deve essere ri-
gorosamente adempiuto mediante annotazione esclusivamente
nel suddetto registro non oltre il termine di sette giorni dalla pro-
È omessa tenuta duzione dei rifiuti medesimi.

del registro l’annotazione (omissis) 22/1997, articolo 52, per aver tenuto
irregolarmente il registro di carico e
Sentenza scarico dei rifiuti omettendo di an-
oltre i tempi previsti sul ricorso proposto da:
(...) spa in persona del presidente
notare kg 2.800 di residui ferrosi ed
ingiungeva il pagamento della san-
del Consiglio di amministrazione zione amministrativa di lire
che va punita (...), giusta delega in atti;
– ricorrenti –
10.000.000.
Proposta opposizione in data 28 a-
contro prile 2000 da (...) e da (...), que-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Provincia di Ancona, in persona del st’ultimo sia in proprio sia quale


con la sanzione ordinaria presidente in carica e del dirigente rappresentante legale della società,
del 7° settore ecologia e ambiente in il Tribunale di Ancona, sede distac-
carica, elettivamente domiciliato in cata di Osimo, in veste monocratica,
(...), giusta delega in atti; la rigettava compensando le spese
Pres. Calfapietra
– controricorrente – del giudizio. Avverso tale decisione
Rel. Mensitieri avverso la sentenza 31/2002 del hanno proposto ricorso per cassa-
Tribunale di Ancora, Sezione distac- zione, sulla base di tre motivi, illu-
cata di Osimo, depositata il 22 lu- strati da memoria la società, in per-
glio 2002; sona del presidente del Consiglio di
udita la relazione della causa svolta amministrazione (...) e (...) in pro-
nella pubblica udienza del 27 otto- prio. Resiste con controricorso la
bre 2005 dal (...); Provincia di Ancona, che ha anche
udito l’Avvocato (...), difensore dei presentato memoria.
ricorrenti che ha chiesto l’accogli-
mento del ricorso; Motivi della decisone
udito l’Avvocato (...), difensore del Deduce parte ricorrente:
resistente che ha chiesto il rigetto a) la violazione e falsa applicazione
del ricorso; di norme di diritto ai sensi dell’ar-
udito il Pm in persona del sostituto ticolo 360, n. 3, C.p.c. per avere il
procuratore generale dott. Russo Tribunale ritenuto l’inapplicabilità
Rosario Giovanni che ha concluso del Dlgs 22/1997, comma 4, articolo
per il rigetto del ricorso. 52 e che il termine di cui al Dlgs
22/1997, articolo 12, riguarda il
Svolgimento del processo commercio ovvero il trasporto dei ri-
A seguito di accertamenti effettuati fiuti, nonché la violazione della leg-
dal nucleo di Polizia ambientale ge 689/1981, articolo 23, comma 12;
della Guardia di Finanza di Ancona b) la nullità della sentenza o del
veniva accertata a carico della (...) procedimento ai sensi dell’articolo
spa con sede in (...) la presenza di 360, n. 4, C.p.c. per non aver am-
quantitativi di rifiuti contraddistinti messo le prove richieste;
dai codici 12 01 01, 12 01 02, 12 01 c) la violazione dell’articolo 360, n.
03 superiori a quelli annotati nel re- 5, C.p.c. per omessa pronuncia sulle
gistro di carico e scarico e l’assenza istanze istruttorie, omesso esame dei
di codici Cer nelle registrazioni n. documenti di causa, insufficiente e
69 e n. 70, con ordinanza n. 11 del contraddittoria motivazione.
22 marzo 2000 la Provincia di Deducono i ricorrenti che il giudice
Ancona contestava alla società la di merito avrebbe errato a conside-
violazione Dlgs 22/1997, articolo rare omissione la mera irregolarità
26
12, comma 1, sanzionata dal Dlgs nella tenuta dei dati risultanti inte-
gralmente dalle fatture e bolle di con fogli numerati e vidimati dal- messo che con l’opposizione a ordi-

Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 14 novembre 2005, n. 22913


vendita e dalla comunicazione an- l’ufficio del registro”. Su tali fogli nanza-ingiunzione irrogativa di
nuale al catasto dove il contestato devono essere annotate le informa- una sanzione amministrativa pecu-
quantitativo era stato correttamente zioni sulle caratteristiche qualitative niaria, viene introdotto un giudizio
riportato, documenti che avrebbero e quantitative dei rifiuti, nei tempi ordinario sul fondamento della pre-
permesso di ricostruire perfetta- espressamente indicati dalla lettera tesa dell’amministrazione, nel qua-
mente le informazioni dovute per a) dello stesso comma 1, ai sensi del le le vesti sostanziali di attore e con-
legge, cioè l’origine, quantità, ca- Dlgs 22 del 1997, articolo 52, com- venuto vengono assunte, anche ai
ratteristiche, destinazione dei rifiu- ma 2, “chiunque omette di tenere fini dell’onere della prova, rispetti-
ti, la data del carico e dello scarico ovvero tiene in modo incompleto il vamente dall’amministrazione e
dei medesimi ed il mezzo di tra- registro di carico e scarico di cui dall’opponente (Cassazione 1122/
sporto utilizzato. all’articolo 12, comma 1, è punito 1999, Cassazione 5095/1999), è evi-
Trattatasi comunque, di incomple- con la sanzione amministrativa pe- dente che spetta all’autorità che ha
tezza dei dati costituente ipotesi san- cuniaria da lire cinque milioni a li- emesso l’ordinanza-ingiunzione di-
zionabile con il richiamato articolo re trenta milioni”. Altre previsioni mostrare gli elementi costitutivi del-
52, comma 4. Il giudicante aveva sanzionatorie, ancor più severe, ri- la pretesa punitiva, mentre sono a
poi erroneamente stimato che il ter- guardano le medesime condotte ove carico di quest’ultimo i fatti impedi-
mine di una settimana dalla produ- i rifiuti non annotati siano pericolo- tivi (Cassazione 3741/1999, Cas-
zione dei rifiuti, entro il quale deb- si. Dall’esame delle condotte sanzio- sazione 3837/2001).
bono essere effettuate le annotazio- nate dall’articolo 52, comma 2, si Ebbene, ai fini della valutazione del
ni, operi solo per il commercio ed il ricava che le violazioni in discorso rispetto del termine di cui all’artico-
trasporto, mentre il Dlgs 22 del sono di due tipi e riguardano: lo 12, comma 1, lettera a), stabilito
1997, articolo 12, comma 1, lettera a) l’omessa tenuta del registri; in una settimana con riguardo an-
a) indica anch’essa in una settima- b) la tenuta di essi in modo incom- che mai produttori”, posto che dal-
na il termine utile “per i produtto- pleto. l’accertamento eseguito dall’am-
ri”. Premesso poi che in materia di Mentre la prima fattispecie attiene ministrazione il 25 novembre 1999
sanzioni amministrative spetta al- alla totale violazione dell’obbligo risultava, per ammissione degli stes-
l’autorità che ha emesso l’ordinan- documentale, la seconda presuppo- si ricorrenti, che l’ultima registra-
za-ingiunzione dimostrare la sussi- ne la sua istituzione, ma anche la zione dei rifiuti era avvenuta il 5
stenza degli elementi costitutivi del- sostanziale violazione dell’obbligo novembre 1999, era onere dei pre-
la pretesa osservano i ricorrenti che di annotazione. Tale obbligo, infat- detti dimostrare che la produzione

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


l’esistenza di tale lasso di tempo ne ti, non è adempiuto quando – come dei rifiuti stessi era avvenuta entro
rendeva legittimo l’operato fino a nel caso esaminato – il destinatario la settimana precedente il sopral-
prova contraria da fornirsi per l’ap- di esso abbia conservato le fatture e luogo, il che ne rendeva legittimo
punto da parte dell’amministrazio- bolle di vendita e la comunicazione l’operato secondo le giustificazioni
ne medesima, di aver cioè prodotto i annuale al catasto in modo che da dai medesimi addotte.
rifiuti in parola da epoca antece- questi documenti sia consentito ri- Lamentano a tal proposito gli (...)
dente la settimana. costruire tutte le informazioni rela- che il giudice del merito non si sa-
Rilevano che, in ogni caso, l’opposi- tive ai movimenti da annotare. rebbe pronunciato sulla ammissibi-
zione, ai sensi della legge 689/1981, Infatti, l’obbligo della tenuta del re- lità delle prove addotte a sostegno
articolo 23, andava accolta non es- gistro di carico e scarico non può della loro tesi difensiva, ma sul con-
sendovi prove sufficienti della re- essere adempiuto per relationem, tenuto di tali prove, in violazione
sponsabilità dell’opponente. attraverso l’utilizzazione di altra do- del principio dell’“autosufficienza
Il ricorso è infondato per i motivi cumentazione, ma esige rigore for- del ricorso per cassazione”, i ricor-
che qui di seguito vanno ad esporsi. male, come è dimostrato dalla sua renti non hanno esplicitato alcun-
Va innanzi tutto esaminata, con ri- necessaria esecuzione nei tempi pre- ché nell’atto d’impugnazione, ren-
guardo ai rilievi espressi alla lettera fissati dall’articolo 12, comma 1, dendo impossibile al giudice di le-
a), la censura con la quale, nella che per i produttori di rifiuti è di gittimità qualsiasi vaglio in ordine
sostanza, si critica l’interpretazione una settimana dalla produzione e alla loro decisività ai fini della solu-
data dal giudice del merito con ri- dallo scarico del medesimo: lettera zione della vertenza.
guardo alla norma risultante dal a) (e con ciò va rilevato l’errore in Siffatte considerazioni, che rendono
combinato disposto dal Dlgs 22/ cui è incorso il Tribunale nel ritene- superfluo l’esame della eccezione di
1997, articoli 12 e 52, comma 2. re che tale termine riguardi solo il violazione della legge n. 689 del
Secondo i ricorrenti, potendosi rico- commercio ovvero il trasporto dei 1981, articolo 23, che riguarda la na-
struire dalle fatture, bolle di vendita rifiuti, lettere b) e c) dell’articolo 12 tura della decisione che deve assume-
e dalla comunicazione annuale al c.c. citato, comma 1). re il giudice del merito solo nella ipo-
catasto tutte le informazioni riguar- Un tale obbligo, invero, che non è tesi, non ricorrente nel caso di specie,
danti le movimentazioni dei rifiuti, solo formale, ha – come chiarito in cui non vi sono prove della re-
il giudice avrebbe dovuto escludere dalla giurisprudenza penale di que- sponsabilità dell’opponente, condu-
ogni loro responsabilità. sta corte (sentenza 10154/1994) – cono pertanto al rigetto del ricorso.
Tanto, ovviamente, sulla base di la funzione propria dei registri, che Ricorrono giusti motivi per com-
una “lettura restrittiva” dell’illecito è quella di consentire un controllo pensare anche in questa sede le spe-
amministrativo disegnato dalle cita- sulla natura e sulla quantità dei ri- se del giudizio.
te disposizioni cui attraverso l’im- fiuti prodotti, in modo da adottare
pugnazione – si intende far perve- le opportune cautele per la raccolta P.Q.M.
nire questa corte regolatrice. e lo smaltimento legittimo degli La Corte, rigetta il ricorso e com-
Secondo l’articolo 12 C.c. citato, i stessi (si veda anche Cassazione ci- pensa le spese del giudizio.
soggetti indicati nell’articolo 11, vile, sentenza 17115/2004). Così deciso in Roma, il 27 ottobre
comma 3, che producono i rifiuti ivi Ciò posto in ordine alla inapplicabi- 2005.
menzionati, “hanno l’obbligo di te- lità nella fattispecie del Dlgs 22/ Depositato in cancelleria il 14 no-
27
nere un registro di carico e scarico, 1997, comma 4, articolo 52, e pre- vembre 2005.
Tar Veneto – III Sezione
Sentenza 24 gennaio 2006, n. 130

La massima
Rifiuti – Articolo 14, Dlgs 22/1997 – Ordinanza di rimozio-
ne e smaltimento – Competenza – Sindaco – Esclusione
Giurisprudenza Risulta fondata l’eccezione di competenza sollevata dai ricorrenti
nei confronti del Sindaco: se è vero che ai sensi del Dlgs 22/
1997 egli risulta competente ad emettere l’ordinanza de qua, è
altrettanto vero che la norma va coordinata con le posteriori di-
sposizioni, inerenti al riparto di competenze fra organi di indirizzo
politico e organi burocratici, ed in particolare con l’articolo 107
del Dlgs 18 agosto 2000, n. 267, il quale attribuisce ai dirigenti,
tra l’altro, l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi che
impegnano l’amministrazione verso l’esterno, non ricompresi e-
spressamente dalla legge o dallo statuto tra le funzioni di indirizzo
e controllo politico-amministrativo degli organi di governo.

Ordinanze, il Sindaco (omissis) avrebbe potuto essere emessa deci-


sione in forma semplificata, ex arti-
non è un organo Il Tribunale amministrativo regio-
nale per il Veneto, terza sezione,
coli 21, XI comma, e 26, IV e V com-
ma, della legge 6 dicembre 1971, n.
con l’intervento dei signori magi- 1034, e questa non ha espresso rilie-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

del Comune strati: vi o riserve;


che sussistono effettivamente i pre-
(omissis) supposti per pronunciare tale sen-
tenza nei termini seguenti.
ha pronunciato, nella forma sem- Ritenuto in fatto e considerato in di-
Pres. De Zotti plificata di cui agli articoli 21 e 26 ritto:
Rel. Gabbricci della legge 6 dicembre 1971, n. – che il provvedimento impugnato,
1034, la seguente il cui contenuto è compendiato in e-
pigrafe, costituisce, secondo quanto
Sentenza vi è enunciato, espressa applicazio-
sul ricorso 2726/2005, proposto da ne dei poteri attribuiti all’ammini-
(...) srl, in persona del legale rap- strazione comunale dall’articolo 14
presentante pro tempore, rappre- del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22;
sentata e difesa dagli avvocati (...); – che lo stesso atto richiama anche
contro l’articolo 54, II comma, del Dlgs 18
il Comune di Legnago (Verona), in agosto 2000, n. 267; peraltro, nel
persona del sindaco pro tempore, provvedimento non vengono ade-
non costituito in giudizio; guatamente definiti gli ipotetici
per l’annullamento “gravi pericoli che minacciano l’in-
dell’ordinanza 11 ottobre 2005, n. columità dei cittadini”, i quali po-
252, con la quale il sindaco di Le- trebbero giustificare il ricorso al po-
gnago ha ingiunto alla ricorrente tere di ordinanza contingibile ed ur-
(...), ex articolo 14 Dlgs 22/1997, di gente; e, comunque, l’esercizio di
provvedere a redigere un program- un potere ordinatorio atipico si pro-
ma di smaltimento, rimozione, ed spetta per definizione come residua-
avvio al recupero o allo smaltimen- le, sicché, nell’incertezza, il provve-
to di rifiuti, e al ripristino dello stato dimento emesso dall’amministra-
dei luoghi relativi al lotto di terreno zione deve intendersi come espres-
di proprietà della ricorrente. sione di un potere tipico e nomina-
Visto il ricorso, con i relativi allegati; to, come appunto quello di cui al-
visti gli atti tutti di causa; l’articolo 14 cit.;
udito all’udienza camerale del 18 – che lo stesso articolo 14 conferisce
gennaio 2006 (relatore il consigliere bensì al Sindaco – quale capo del-
avv. Angelo Gabbricci), l’avv. (...) l’amministrazione locale e non in
per la parte ricorrente; veste di ufficiale di governo – la
considerato che, competenza ad emettere l’ordinan-
nel corso dell’udienza camerale fis- za de qua. Tuttavia, la norma va
sata nel giudizio in epigrafe, il Pre- coordinata con le posteriori disposi-
sidente del Collegio ha comunicato zioni, inerenti al riparto di compe-
28 alla parte ricorrente come, all’esito, tenze fra organi di indirizzo politico
e organi burocratici, ed in particola- tra cui è incluso il sindaco, l’adozio- n. 792); P.Q.M.

Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenze 24 gennaio 2006, n. 130 e n. 125


re con l’articolo 107 del Dlgs 18 a- ne di atti di gestione e di atti o prov- – che, peraltro, il provvedimento è Il Tribunale amministrativo regio-
gosto 2000, n. 267, il quale attribui- vedimenti amministrativi, “si in- altresì viziato poiché non è stato nale per il Veneto, terza Sezione, de-
sce ai dirigenti, tra l’altro, l’adozio- tendono nel senso che la relativa preceduto da un avviso d’avvio del finitivamente pronunciando sul ri-
ne degli atti e provvedimenti ammi- competenza spetta ai dirigenti”, procedimento, né tale omissione ri- corso in epigrafe, lo accoglie e, per
nistrativi che impegnano l’ammini- salvo quanto previsto dall’articolo sulta in qualche modo motivata; l’effetto, annulla l’ordinanza 11 ot-
strazione verso l’esterno, non ri- 50, comma 3, e dall’articolo 54, che – che, comunque, l’eventuale rin- tobre 2005, n. 252, del sindaco di
compresi espressamente dalla legge qui non trovano applicazione; novato esercizio del potere de quo Legnago.
o dallo statuto tra le funzioni di in- – che, pertanto, è fondata l’assor- nei confronti della (...), proprietaria Condanna il Comune di Legnago
dirizzo e controllo politico-ammini- bente eccezione d’incompetenza dell’area, imporrebbe all’ammini- alla rifusione delle spese di lite in
strativo degli organi di governo del- proposta dalla parte ricorrente strazione, tra l’altro, di esplicitare le favore della ricorrente, liquidandole
l’ente (e tali non sono evidentemen- (conf. Tar Sardegna, II, 24 gennaio ragioni dell’imputabilità alla stessa in euro 2.000,00 di cui euro 400,00
te gli atti emessi ex articolo 14 cit.); 2005, n. 104; Tar Molise, 25 novem- (...) della violazione, per la quale per spese ed il residuo per diritti ed
inoltre, lo stesso articolo 107, al V bre 2004, n. 729; Tar Basilicata, 18 fossero poste a suo carico le opera- onorari, oltre Iva e Cpa.
comma, specifica che “a decorrere settembre 2003, n. 878; Tar Cam- zioni di recupero o smaltimento dei Ordina che la presente sentenza sia e-
dalla data di entrata in vigore del pania Napoli, I, 12 giugno 2003, n. rifiuti; seguita dall’Autorità amministrativa.
presente Testo unico, le disposizio- 7532; Tar Sicilia Palermo, II, 8 – che le spese di giudizio seguono Così deciso in Venezia, nella Ca-
ni che conferiscono agli organi di maggio 2002, n. 1152; Tar Lom- la soccombenza e sono liquidate co- mera di consiglio, addì 18 gennaio
cui al precedente Capo I Titolo III”, bardia Brescia, 25 settembre 2001, me da dispositivo. 2005.

Tar Veneto – III Sezione


Sentenza 24 gennaio 2006, n. 125
(omissis) nicato alla parte ricorrente come, tenze fra organi di indirizzo politico sulta in qualche modo motivata;
all’esito, avrebbe potuto essere e- e organi burocratici, ed in partico- – che, comunque, l’eventuale rin-
Il Tribunale amministrativo re- messa decisione in forma semplifi- lare con l’articolo 107 del Dlgs 18 novato esercizio del potere de quo
gionale per il Veneto, terza sezione, cata, ex articoli 21, XI comma, e agosto 2000, n. 267, il quale attri- nei confronti della (...), proprieta-
con l’intervento dei signori magi- 26, IV e V comma, della legge 6 di- buisce ai dirigenti, tra l’altro, l’ado- ria dell’area, imporrebbe all’am-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


strati: cembre 1971, n. 1034, e questa non zione degli atti e provvedimenti ministrazione, tra l’altro, di esplici-
ha espresso rilievi o riserve; amministrativi che impegnano tare le ragioni dell’imputabilità al-
(omissis) – che sussistono effettivamente i l’amministrazione verso l’esterno, la stessa (...) della violazione, per la
presupposti per pronunciare tale non ricompresi espressamente dalla quale fossero poste a suo carico le
ha pronunciato, nella forma sem- sentenza nei termini seguenti. legge o dallo statuto tra le funzioni operazioni di recupero o smalti-
plificata di cui agli articoli 21 e 26 Ritenuto in fatto e considerato in di indirizzo e controllo politico-am- mento dei rifiuti;
della legge 6 dicembre 1971, n. diritto: ministrativo degli organi di gover- – che le spese di giudizio seguono
1034, la seguente – che il provvedimento impugnato, no dell’Ente (e tali non sono evi- la soccombenza e sono liquidate
il cui contenuto è compendiato in dentemente gli atti emessi ex arti- come da dispositivo.
Sentenza epigrafe, costituisce, secondo quan- colo 14 cit.); inoltre, lo stesso arti-
sul ricorso 2820/2005, proposto da to vi è enunciato, espressa applica- colo 107, al V comma, specifica che P.Q.M.
(...), in qualità di titolare della ditta zione dei poteri attribuiti all’ammi- “a decorrere dalla data di entrata in Il Tribunale amministrativo regio-
(...), rappresentata e difesa dagli nistrazione comunale dall’articolo vigore del presente Testo unico, le nale per il Veneto, terza Sezione,
avvocati (...); 14 del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22; disposizioni che conferiscono agli definitivamente pronunciando sul
contro – che lo stesso atto richiama anche organi di cui al precedente Capo I ricorso in epigrafe, lo accoglie e,
il Comune di Legnago (Verona), in l’articolo 54, comma 2, Dlgs 18 a- Titolo III”, tra cui è incluso il sin- per l’effetto, annulla l’ordinanza 11
persona del sindaco pro tempore, gosto 2000, n. 267; peraltro, nel daco, l’adozione di atti di gestione e ottobre 2005, n. 251, del sindaco di
non costituito in giudizio; provvedimento non vengono ade- di atti o provvedimenti amministra- Legnago.
per l’annullamento guatamente definiti gli ipotetici tivi, “si intendono nel senso che la Condanna il Comune di Legnano
dell’ordinanza 11 ottobre 2005, n. “gravi pericoli che minacciano relativa competenza spetta ai diri- alla rifusione delle spese di lite in
251, con la quale il sindaco di Le- l’incolumità dei cittadini”, i quali genti”, salvo quanto previsto dal- favore della ricorrente, liquidandole
gnago ha ingiunto alla ricorrente potrebbero giustificare il ricorso al l’articolo 50, comma 3, e dall’arti- in euro 2.000,00 di cui euro 400,00
(...) di (...), ex articolo 14 Dlgs potere di ordinanza contingibile ed colo 54, che qui non trovano appli- per spese ed il residuo per diritti ed
22/1997, di provvedere a redigere urgente; e, comunque, l’esercizio di cazione; onorari, oltre Iva e Cpa.
un programma di smaltimento, ri- un potere ordinatorio atipico si pro- – che, pertanto, è fondata l’assor- Ordina che la presente sentenza sia e-
mozione, ed avvio a recupero o allo spetta per definizione come resi- bente eccezione d’incompetenza seguita dall’autorità amministrativa.
smaltimento di rifiuti, e al ripristi- duale, sicché, nell’incertezza, il proposta dalla parte ricorrente Così deciso in Venezia, nella Came-
no dello stato dei luoghi relativi al provvedimento emesso dall’ammi- (conf. Tar Sardegna, II, 24 gennaio ra di consiglio, addì 20 gennaio
lotto di terreno di proprietà della ri- nistrazione deve intendersi come e- 2005, n. 104; Tar Molise, 25 no- 2005.
corrente. spressione di un potere tipico e no- vembre 2004, n. 729; Tar Basilicata,
Visto il ricorso, con i relativi allegati; minato, come appunto quello di 18 settembre 2003, n. 878; Tar
visti gli atti tutti di causa; cui all’ articolo 14 cit.; Campania Napoli, I, 12 giugno
udito all’udienza camerale del 20 – che lo stesso articolo 14 conferi- 2003, n. 7532; Tar Sicilia Palermo,
gennaio 2006 (relatore il consiglie- sce bensì al Sindaco – quale capo II, 8 maggio 2002, n. 1152; Tar
re avv. Angelo Gabbricci), l’avv. dell’amministrazione locale e non Lombardia Brescia, 25 settembre
(...) per la parte ricorrente; in veste di ufficiale di governo – la 2001, n. 792);
considerato competenza ad emettere l’ordinan- – che, peraltro, il provvedimento è
– che, nel corso dell’udienza came- za de qua. Tuttavia, la norma va altresì viziato poiché non è stato
rale fissata nel giudizio in epigrafe, coordinata con le posteriori disposi- preceduto da un avviso d’avvio del
29
il Presidente del Collegio ha comu- zioni, inerenti al riparto di compe- procedimento, né tale omissione ri-
Premessa ne deve intendersi come espressione di un
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenze 24 gennaio 2006, n. 130 e n. 125

Con le sentenze n. 125 e 130 del 2006 (1), la potere tipico e nominato, come appunto
il commento terza sezione del Tar Veneto ha censurato la quello di cui all’articolo 14 cit.”.
condotta del Sindaco del Comune di Legnago Occorre, a questo punto, chiarire quali siano i
L’ordinanza ex articolo 14 (in provincia di Verona) che, con autonome or- presupposti dei poteri di ordinanza previsti
dinanze ha ingiunto (ai sensi dell’articolo 14 dall’articolo 14, comma 3, del Dlgs 22/1997 e
deve essere adottata del Dlgs 22/1997) a due distinte società, di dall’articolo 54, comma 2, del Dlgs 267/2000.
dal dirigente e non può valere provvedere a redigere un programma di smalti- L’ordinanza di cui all’articolo 14 cit. è espres-
mento, rimozione ed avvio al recupero o allo sione di un potere cd. tipico, in quanto, a fronte
contestualmente come del realizzarsi di un evento illecito, descritto
smaltimento di rifiuti, e al ripristino dello stato
ordinanza contingibile dei luoghi relativi al lotto di terreno di pro- dalla norma (nel caso specifico: deposito o ab-
ed urgente prietà delle rispettive società. Il Collegio, infatti, bandono incontrollato di rifiuti), quest’ultima
seguendo l’ormai consolidato orientamento individua lo strumento per porvi rimedio coat-
giurisprudenziale, ha accolto l’eccezione di in- tivamente (l’ordinanza del Sindaco), attraverso
di Sonia D’Angiulli
competenza sollevata dalle società ricorrenti, il quale il responsabile (o altro soggetto obbli-
Avvocato in Roma quale vizio assorbente rispetto le altre censure, gato) dovranno realizzare la rimozione, avvio
dichiarando la competenza del dirigente ad a- a recupero o smaltimento dei rifiuti ed il ripri-
dottare l’ordinanza, ex articolo 14 cit., ai sensi stino dello stato dei luoghi (4). I presupposti
dell’articolo 107 del Tu degli Enti locali; e, allo per la sua adozione sono, dunque, definiti dal-
stesso tempo, ha escluso la possibilità che si la stessa norma.
possa esercitare “contestualmente” il potere ti- Mentre, le ordinanze contingibili ed urgenti
pico di cui all’articolo 14 cit. con quello extra appartengono alla categorie dei provvedimenti
ordinem, previsto dall’articolo 54, comma 2, cd. atipici o extra ordinem, la cui adozione è
del Dlgs 267/2000 (2). giustificata e legittimata dal verificarsi di una
situazione sopravvenuta, che presenti il caratte-
Ordinanze ex articolo 14 re dell’eccezionalità, per cui si impone la ne-
Dlgs 22/1997 e articolo 54, cessità di provvedere con l’urgenza, incompa-
comma 2 Dlgs 267/2000 tibile con i tempi connaturati alla rigorosa os-
Prima di individuare a chi spettasse la compe- servanza della normativa in materia (5). E,
tenza ad adottare l’ordinanza impugnata, il pertanto, il loro contenuto verrà determinato,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Tar ha dovuto chiarire, preliminarmente, la di volta in volta, dall’autorità chiamata ad a-


natura del provvedimento impugnato. dottarle, che, se necessario, potrà anche dero-
Come già esposto, con le citate ordinanze, il gare a norme esistenti (6).
Sindaco del Comune di Legnago invocando, in È necessario, altresì, che la situazione di peri-
prima battuta, l’articolo 14 del Dlgs 22/1997, a- colo che giustifica l’emanazione di provvedi-
veva ingiunto alle ditte ricorrenti di procedere menti contingibili ed urgenti debba essere at-
alla rimozione, avvio al recupero o smaltimento tuale e concreta e risultare da inequivoci accer-
dei rifiuti giacenti sui terreni di rispettiva pro- tamenti tecnici. Il rimedio adottato, infine, de-
prietà e al ripristino dello stato dei luoghi. Nelle ve essere proporzionato al fine perseguito, e
stesse ordinanze viene, tuttavia, citato anche non deve imporre al privato un sacrificio ecces-
l’articolo 54, comma 2, del Dlgs 267/2000. sivo, qualora l’interesse pubblico possa essere
salvaguardato con misure alternative (7).
Il Collegio ha evidenziato, innanzi tutto,
che, in base al “contenuto”, il provvedi- Specifici poteri di adottare ordinanze contin-
mento (quanto agli adempimenti ingiunti), gibili ed urgenti sono attribuiti al Sindaco
si qualifica come espressione del potere dagli articoli 50 e 54 del Dlgs 267/2000 (8).
conferito al Sindaco dall’articolo 14, com- In particolare, l’articolo 50, comma 5, pre-
ma 3, del Dlgs 22/1997, a tenore del quale, vede tale strumento per fronteggiare “emer-
in caso di abbandono o deposito incontrol- genze sanitarie o di igiene pubblica” a ca-
lato dei rifiuti, il Sindaco adotta una ordi- rattere esclusivamente locale. In questo caso
nanza, nei confronti del responsabile in so- il Sindaco agisce in veste di autorità locale,
lido con il proprietario, al quale la violazio- quale “rappresentante della collettività”.
ne sia imputabile a titolo di dolo o colpa, Invece, l’articolo 54, comma 2, attribuisce
con la quale gli ingiunge di provvedere alla al Sindaco, nella qualità di “ufficiale del
rimozione dei rifiuti (3). Governo” (9), il potere di adottare, con at-
to motivato e nel rispetto dei principi gene-
Mentre, prosegue il Tar, il semplice “richiamo” rali dell’ordinamento giuridico, provvedi-
all’articolo 54, comma 2, del Dlgs 267/2000 e il menti contingibili ed urgenti al fine di preve-
riferimento a “gravi pericoli che minacciano nire ed eliminare “gravi pericoli che mi-
l’incolumità dei cittadini”, senza che questi nacciano l’incolumità dei cittadini” (10).
ultimi siano adeguatamente definiti, non può Quale “ufficiale del Governo” il Sindaco
attribuire all’ordinanza adottata la natura di non è un organo del Comune ma organo di-
provvedimento contingibile ed urgente, quale retto dello Stato.
inteso dall’articolo 54 cit. Ma, in ogni caso,
conclude il Collegio: “l’esercizio di un potere Ne consegue che, a livello processuale, il Co-
ordinatorio atipico si prospetta per definizio- mune non può essere considerato parte interes-
ne come residuale, sicché, nell’incertezza, il sata ad un contenzioso in cui il Sindaco è parte
30 provvedimento emesso dall’amministrazio- in quanto ufficiale di Governo e non quale rap-
presentante della collettività locale (11). dotta del Sindaco del Comune di Legnago che, zioni che conferiscono agli organi di cui al

Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenze 24 gennaio 2006, n. 130 e n. 125


Nel caso esaminato dal Tar Veneto, dagli ele- esercitando “contestualmente” il potere ordi- Capo I, Titolo III (16) l’adozione di atti di ge-
menti che emergono in sentenza (deposito in- nario di cui all’articolo 14 del Dlgs 22/1997 ed stione e di atti o provvedimenti amministrativi,
controllato di rifiuti su un terreno di proprietà il potere extra ordinem, di cui all’articolo 54, si intendono nel senso che la relativa com-
privata), sembrerebbe ipotizzabile più una si- Dlgs 167/2000, ha dimostrato non solo di aver petenza spetta ai dirigenti.
tuazione di “emergenza sanitaria o di igiene disatteso quel dovere di accertamento del qua-
pubblica” a “carattere locale”, anziché un dro giuridico di riferimento, sia pur in presen- Conformemente ai principi di riforma su e-
“grave pericolo per l’incolumità dei cittadi- za di una situazione, in ipotesi, urgente da sposti, il Tar Veneto ha inquadrato l’ordi-
ni”; di tal che, ricorrendone i presupposti, cor- fronteggiare (urgenza di fatto non dimostra- nanza ex articolo 14 del Dlgs 22/1997 tra
retto, evidentemente, sarebbe stato l’esercizio ta), ma anche di avere “indiscriminatamente” gli atti e i provvedimenti amministrativi che
del potere di ordinanza di cui all’articolo 50, agito, in un unico contesto, sia come rappre- impegnano l’amministrazione verso l’ester-
comma 5 del Tu e non quello ex articolo 54, sentante della collettività locale (ex articolo no, e, pertanto, la competenza attribuita al
comma 2, che vede il Sindaco intervenire qua- 14, Dlgs 22/1997) sia quale ufficiale di Go- Sindaco dallo stesso articolo 14 deve inten-
le ufficiale di Governo. Ed, infatti, lo strumen- verno (ex articolo 54, Tu degli Enti locali). dersi, dopo la riforma del Tu, riferita al di-
to ordinario tipico per fronteggiare l’abbando- Il che denota, ad avviso di chi scrive, una rigente. Da ciò la dichiarazione di illegitti-
no incontrollato dei rifiuti è l’ordinanza di cui “sciatteria” amministrativa ed una frettolosa mità delle ordinanze ex articolo 14, del Co-
all’articolo 14 del Dlgs 22/1997 ove il Sindaco, istruttoria. mune di Legnago in quanto adottata dal
comunque, agisce quale “rappresentante della Ed ancora più severo è stato il Tar Veneto, lad- Sindaco anziché dal dirigente.
collettività locale” (come confermato dallo dove ha voluto dar risalto ad altri vizi di ille-
stesso Collegio). gittimità del provvedimento, quali il mancato Ed, in tal senso, è unanime la giurisprudenza
Ma tuttavia, il fatto che l’ordinamento metta a avviso dell’avvio del procedimento (ex articolo di legittimità (17), in parte richiamata dal
disposizione del Sindaco (o di altre autorità) 7, legge 241/1990), e, infine, per l’assenza di Collegio, la quale, peraltro, ha precisato (18)
strumenti ordinari ed extra ordinem non lo e- qualunque indicazione dei motivi per cui le che l’elenco dei provvedimenti specificamente
sonera dal valutare opportunamente lo stru- società ricorrenti, proprietarie dei terreni do- indicati dallo stesso articolo 107 al comma 3,
mento da utilizzare nel caso specifico, ossia dal- vevano considerarsi “obbligati” ai sensi del- lettera a-i) del Tu Enti locali, ha natura “e-
la ponderazione degli interessi in gioco, onde e- l’articolo 14 alla rimozione e smaltimento o semplificativa”, come emerge chiaramente dal
vitare un uso “indiscriminato” dei poteri a sua recupero dei rifiuti (13). testo della medesima disposizione, che espres-
disposizione. Infatti – come affermato dalla samente dichiara di segnalare solo alcuni atti
giurisprudenza di legittimità (12) – nel caso La competenza dei dirigenti “in particolare”. Pertanto, di volta in volta, oc-
delle ordinanze contingibili ed urgenti, è vero alla luce dell’articolo 107 del Tu correrà verificare la natura dell’atto adottato

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


che l’urgenza di provvedere esonera, di norma, degli Enti locali (di “governo” o di “gestione”), al fine di indi-
l’autorità procedente dallo svolgere accerta- Chiarita, pertanto, la natura ordinaria del viduare l’organo competente ad emanarlo, al-
menti complessi e laboriosi, considerato che provvedimento ordinatorio, il Collegio ne ha lorché non risulti espressamente elencato
l’effettuazione di una tale indagine sarebbe in- ravvisato l’illegittimità, in quanto adottato da nell’articolo 107, comma 3, citato.
compatibile con l’esigenza di pronta adozione un organo incompetente, il Sindaco. Infatti,
dei provvedimenti in questione; tuttavia, la con l’entrata in vigore del Dlgs 267/2000 (cd.
sommarietà degli accertamenti non può riguar- Tu degli Enti locali) si è operato il riparto di (1) Le sentenze in esame sono state adottate, su
dare il quadro giuridico di riferimento, che, in- competenze tra gli organi di indirizzo politico- proposta del Presidente del Collegio, ai sensi degli
articoli 21, comma 9, e 26, commi 4 e 5, della leg-
vece, deve essere sempre approfonditamente co- amministrativo e organi burocratici. Il princi-
ge 6 dicembre 1971, n. 1034, secondo il procedi-
nosciuto dall’amministrazione anche nei casi pio della separazione tra i compiti di “gover- mento in forma semplificata, che ricorre laddove il
che richiedano un immediato intervento, dato no” (14) e quelli di “gestione”, rappresenta Tribunale ravvisi la manifesta fondatezza ovvero
che i tempi brevi imposti dall’esigenza di prov- attuazione del principio costituzionale di im- la manifesta irricevibilità, inammissibilità impro-
vedere non esonerano l’amministrazione dal- parzialità, di cui all’articolo 97 Cost. cedibilità o infondatezza del ricorso. In tal caso il
l’attenta considerazione di tutte le circostanze In specie, l’articolo 107 del cit. Tu, nel discipli- Tar o il Consiglio di Stato possono decidere con sen-
comunque apprese nel corso dell’istruttoria e- nare le funzioni e le responsabilità della diri- tenza succintamente motivata. La motivazione del-
spletata, seppur rapidamente condotta. genza (15), ha stabilito che spetta ai dirigenti la sentenza può consistere in un sintetico riferi-
la direzione degli uffici e dei servizi secondo i mento al punto di fatto o di diritto ritenuto risoluti-
vo, ovvero, se del caso, ad un precedente conforme.
La possibilità di adottare, per le situazioni criteri e le norme dettati dagli statuti e dai rego- (2) Già con la sentenza n. 2174 del 25 maggio
connotate dalla straordinarietà e dall’ur- lamenti. Spettano ai dirigenti tutti i compiti, 2005, la terza Sezione del Tar Veneto si era espressa
genza, provvedimenti diversi dai normali compresa l’adozione degli atti e provvedimenti sulla diversa qualificazione dell’ordinanza di bo-
rimedi previsti dall’ordinamento non è sen- amministrativi che impegnano l’amministra- nifica ex articolo 17 del Dlgs 22/1997 (potere tipico
za limiti, posto che la contingibilità, carat- zione verso l’esterno, non ricompresi espressa- e nominato) da quella contingibile ed urgente di
teristica fondamentale del suddetto potere mente dalla legge o dallo statuto tra le funzioni cui all’articolo 50 del Dlgs 267/2000 (potere extra
innominato, deve comunque coniugarsi di indirizzo e controllo politico-amministrativo ordinem), riconoscendo la competenza del dirigen-
con la proporzionalità, di guisa che all’au- degli organi di governo dell’Ente o non rien- te e non del Sindaco all’adozione della prima.
(3) È costante la giurisprudenza nel ritenere che,
torità amministrativa procedente è sicura- tranti tra le funzioni del segretario o del diretto- ai sensi dell’articolo 14 del Dlgs 22/1997, l’ordine
mente preclusa la facoltà di discostarsi dal- re generale, di cui rispettivamente agli articoli di smaltimento dei rifiuti illecitamente abbando-
le regole che altrimenti presidierebbero il 97 e 108 del medesimo Tu. nati o depositati sul suolo non può essere indiscri-
suo doveroso modus operandi in tutti i ca- Sono attribuiti ai dirigenti tutti i compiti di at- minatamente rivolto al proprietario – o, comun-
si in cui ciò risulti ragionevolmente neces- tuazione degli obiettivi e dei programmi defi- que, al soggetto che abbia la disponibilità dell’area
sario in relazione alla natura dei provvedi- niti con gli atti di indirizzo adottati dai mede- interessata – poiché la responsabilità del proprieta-
menti da adottare, né giustificato alla stre- simi organi, tra i quali, tra gli altri, i provvedi- rio insorge solo a fronte di comportamenti, dolosi o
gua di tutte le contingenze della vicenda menti di autorizzazione, concessione o analo- colposi, di (anche omissiva) corresponsabilità con
l’autore dell’illecito abbandono di rifiuti. Ne deri-
concreta. ghi, il cui rilascio presupponga accertamenti e
va che, per pervenire all’ordine di rimozione dei
valutazioni, anche di natura discrezionale rifiuti in capo al proprietario dell’area ove tali ri-
Ed è, evidentemente, alla luce di questi princi- (lettera f). Lo stesso articolo 107, al comma 5, fiuti siano stati rinvenuti, l’amministrazione deve
pi che il Tar Veneto, nelle sentenze in esame, stabilisce che, a decorrere dalla data di entrata farsi carico di svolgere gli opportuni e congrui ac-
ha giustamente ritenuto di censurare la con- in vigore del presente Testo unico, le disposi- certamenti del caso, intesi a verificare la sussisten- 31
za di fatti suscettivi di integrare le fattispecie di re- in materia di acque, l’articolo 10 del Dlgs 152/ anche in presenza di un potere tipico, quale quello
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenze 24 gennaio 2006, n. 130 e n. 125

sponsabilità dolosa o colposa a carico del proprieta- 1999; in materia di inquinamento acustico, l’arti- di cui all’articolo 14 del Dlgs 22/1997 (Consiglio
rio stesso, esplicitandone compiutamente le ragioni colo 9 della legge 447/1995. di Stato, II Sezione, sentenza 2 aprile 2001, n.
(tra le ultime: Consiglio di Stato, V Sezione, senten- (9) Ai sensi dell’articolo 14 Tu degli Enti locali il 1904; Consiglio di Stato, IV Sezione, sentenza
za 8 marzo 2005, n. 935; Tar Sicilia, Palermo, II Sindaco, quale “ufficiale di Governo”, gestisce i 2144/2004; sentenza 7 novembre 2005; Tar
Sezione, sentenza 22 giugno 2005, n. 1041; Tar servizi elettorali, di stato civile, di anagrafe, di leva Campania, Napoli, V Sezione, sentenza 16 gen-
Umbria, sentenza 5 maggio 2005, n. 217). militare e statistica; e ai sensi dell’articolo 54 del naio 2006, n. 679, con richiami).
(4) Come “tipico” è il potere di ordinanza di cui Tu può esercitare poteri in materia di ordine e (14) Articolo 36 Tu: Consiglio, Giunta, Sindaco per
all’articolo 17, comma 3 Dlgs 22/1997, in mate- pubblica sicurezza, di polizia giudiziaria, coordi- il Comune; Consiglio, Giunta, Presidente per la
ria di bonifica dei siti contaminati. Si veda nota 2. nandosi anche con il Prefetto, verso il quale ha do- Provincia.
(5) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 9 otto- veri di informativa. (15) S. Cassase, “Il nuovo regime dei dirigenti
bre 2002, n. 5423; Consiglio di Stato, sentenza 23 (10) In particolare, in casi di emergenza, connessi pubblici italiani: una modificazione costituziona-
gennaio 1991, n. 63; Consiglio di Stato, sentenza con il traffico e/o con l’inquinamento atmosferico le”, in Giornale di Diritto Amministrativo, 12,
11 aprile 1990, n. 369; Consiglio di Stato, senten- o acustico, ovvero quando a causa di circostanze 2002.
za 21 dicembre 1984 n. 960. straordinarie si verifichino particolari necessità (16) Articoli 36-54, Organi di governo del Comu-
(6) Effetto derogatorio che dovrà necessariamente dell’utenza, il Sindaco può modificare gli orari de- ne e della Provincia.
essere “individuato” (quanto alle norme derogate) gli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei (17) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 8 ago-
e “limitato” quanto ai tempi strettamente necessari servizi pubblici, nonché d’intesa con i responsabili sto 2003, n. 4596; Consiglio di Stato, V Sezione,
per fronteggiare la situazione di emergenza (Corte territorialmente competenti delle amministrazioni sentenza 14 maggio 2004, n. 3143; Tar Puglia
cost. 14 aprile 1995 n. 127). Le ordinanze che interessate, gli orari di apertura al pubblico degli Lecce, I Sezione, sentenza 28 settembre 2005, n.
consentono la deroga ad interi corpi normativi de- uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i 4489; Tar Sardegna, II Sezione, sentenza 24 gen-
vono ritenersi illegittime (Consiglio di Stato 3 feb- provvedimenti di cui al comma 2 (articolo 54, naio 2005, n. 194; Tar Molise, sentenza 25 no-
braio 1998 n. 197). comma 3, Tu Enti locali). vembre 2004, n. 729; Tar Basilicata, sentenza 18
(7) Consiglio di Stato, VI Sezione, sentenza 16 a- (11) Corte di Cassazione, sentenza 16 aprile settembre 2003, n. 7523; Tar Campania Napoli, I
prile 2003, n. 1990; Consiglio di Stato, V Sezione, 2004, n. 7244, in www.cortedicassazione.it. Sezione, sentenza 12 giugno 2003, n. 7532; Tar
sentenza 2 aprile 2003, n. 1678; Consiglio di (12) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 28 Sicilia Palermo, II Sezione, sentenza 8 maggio
Stato, V Sezione, sentenza 2 dicembre 2002, n. giugno 2004, n. 4767, in www.lexitalia.it. 2002, n. 1152; Tar Lombardia Brescia, sentenza
6624; Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 2 a- (13) La giurisprudenza di legittimità, tuttavia, 25 settembre 2001, n. 792.
prile 2001, n. 1904; Consiglio di Stato, V Sezione, non esclude che, in presenza di particolari rischi di (18) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 14
sentenza 2 aprile 2001, n. 1904. igiene e salute pubblica, l’urgenza dell’intervento, maggio 2004, n. 3143, ove il Collegio ha ricono-
(8) In materia ambientale, diverse normative di legittimi l’adozione di un provvedimento contingi- sciuto la competenza del dirigente e non del Sin-
settore, attribuiscono uno specifico potere extra or- bile ed urgente anche nei confronti di un proprie- daco, ad adottare un provvedimento di chiusura
dinem a diverse autorità pubbliche. Per esempio in tario incolpevole, salva la possibilità di quest’ulti- per dieci giorni di un esercizio commerciale di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

materia di rifiuti, l’articolo 13 del Dlgs 22/ 1997; mo di rivalersi nei confronti del responsabile, e ciò macelleria.

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RIFIUTI Paola Ficco a questo numero Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
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n. 127 (3/06)

Monica Rocca impegnano esclusivamente Ambiente


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e videoimpaginazione né alle Istituzioni o agli Enti 20127 Milano
Laura Petri di appartenenza, né alla Rivista
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Iride Baldo, Milano chiuso in Redazione www.reteambiente.it via Passo Resia 10,
iride.baldo@reteambiente.it il 3 marzo 2006 box@reteambiente.it 21013 Gallarate (Va)

Comitato Scientifico di Coordinamento delle attività di Edizioni Ambiente in campo normativo


Rifiuti – Bollettino di informazione normativa/Attività di formazione sulla normativa ambientale/Area normativa di Reteambiente
32
Presidente: Paola Ficco (Giurista ambientale, Docente universitario) Vice Presidente: Maurizio Santoloci (Magistrato di Cassazione)
Agenzia delle Entrate, Direzione Centrale
Normativa e Contenzioso
Risoluzione 17 gennaio 2006, n. 14
Oggetto: Istanza di Interpello – Dpr 26 ottobre 1972,
n. 633 – Tabella A parte III n. 127 sexdecies,
quinquies, sexies e septies – Attività di gestione rifiuti
e realizzazione degli impianti – XY soc. consortile
Prassi per azioni

Quesito la gestione dei vari sottosistemi deputati all’esple-


La società istante, in data 17 giugno 2003, ha sti- tamento di specifiche funzioni nel ciclo di tratta-
pulato con il Presidente della Regione (...) – Com- mento/smaltimento dei rifiuti sia applicabile l’ali-
missario delegato per l’emergenza rifiuti una quota Iva agevolata del 10 per cento di cui al n.
“convenzione per il trattamento/gestione dei Ru 127-sexiesdecies della Tabella A, parte III, allegata
rinvenienti dal comprensorio nord-occidentale al Dpr 633/1972.
della Regione (...), tramite un Sistema di gestione In secondo luogo, con riguardo agli interventi edi-
Le Entrate integrata dei rifiuti”. Tale sistema interessa parte lizi necessari per la realizzazione degli impianti e
della Provincia di (...) e quasi per intero la Provin- dei vari sottosistemi destinati al trattamento e
cia di (...). smaltimento rifiuti, se sia applicabile l’aliquota
precisano Il Sistema integrato di gestione dei rifiuti si artico- Iva agevolata del 10 per cento prevista dai nn. 127-
la in più fasi: stoccaggio dei rifiuti nelle stazioni di quinquies (opere di urbanizzazione primaria e se-
trasferenza (alle quali arrivano i rifiuti a valle del- condaria), 127-sexies (beni, escluso materie pri-
le aliquote Iva la raccolta differenziata direttamente dai Co- me, forniti per la costruzione delle opere di cui al
muni); successivo trasferimento dei rifiuti agli im- n. 127-quinquies) e 127-septies (appalto per la
pianti di selezione e biostabilizzazione (impianti realizzazione delle opere di cui al n. 127-quin-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

per i rifiuti di trattamento), dove i rifiuti vengono separati:


frazione secca, frazione umida e recupero di mate-
quies) della Tabella A, parte III, allegata al mede-
simo Dpr 633/1972.
riali metallici. Infine, se anche la successiva manutenzione (ordi-
In tale fase, la frazione umida del rifiuto viene naria e straordinaria) degli impianti possa godere
“stabilizzata” in Fos (frazione organica stabilizza- della stessa aliquota agevolata. Soluzione prospet-
ta); la frazione secca, invece, viene destinata al- tata. Con riguardo al primo quesito (aliquota Iva
l’impianto di termovalorizzazione con produzione applicabile per la gestione ed il trattamento dei ri-
di energia elettrica. In particolare, quest’ultimo è fiuti), la società esprime l’avviso che sia applicabi-
destinato alla combustione della componente sec- le l’aliquota agevolata del 10 per cento per tutte le
ca della frazione residuale dei rifiuti solidi urbani attività di gestione e trattamento dei rifiuti ed in
e al recupero energetico “attraverso la produzione particolare per le seguenti attività: “l’attività svolte
di vapore e quindi di energia elettrica nella turbina nelle stazioni di trasferenza a cui arrivano i rifiuti
a vapore” che “porterà l’impianto a produrre una a valle della raccolta differenziata direttamente dai
potenza elettrica lorda di circa 35Mwel, che, al net- Comuni; il trasferimento degli stessi agli impianti
to degli ausiliari dell’impianto di termovalorizza- di separazione e trattamento; l’invio della parte
zione e preselezione, verrà ceduta alla rete elettrica secca del rifiuto all’impianto di smaltimento me-
nazionale”. diante termovalorizzazione; la stabilizzazione del-
Con riferimento al predetto impianto di termova- la parte umida”.
lorizzazione, la società istante argomenta, poi, Ciò in quanto le prestazioni di servizi poste in esse-
che “il Decreto Ronchi prevede che non si possa- re per la gestione dei vari sottosistemi deputati al-
no smaltire i rifiuti attraverso l’incenerimento l’espletamento di specifiche funzioni nel ciclo trat-
senza recupero energetico; per tali ragioni, tali tamento/smaltimento dei rifiuti, prese nella loro
impianti non possono considerarsi impianti di interezza, rappresentano l’attività di smaltimento
produzione di energia elettrica ma impianti di rifiuti, mentre prese singolarmente sono specifiche
trattamento rifiuti”. fasi dell’attività di smaltimento rifiuti stessa.
Infine, lo smaltimento finale dei rifiuti avverrà Con riguardo agli altri quesiti (aliquote Iva appli-
presso apposita discarica per rifiuti non pericolosi. cabili per gli interventi edilizi necessari per la rea-
Per l’attuazione del sistema integrato di gestione lizzazione degli impianti di gestione e manuten-
rifiuti di cui sopra è prevista la realizzazione dei zione degli stessi), la società esprime l’avviso che
seguenti impianti: tre stazioni di trasferenza; due sia applicabile l’aliquota Iva agevolata del 10 per
impianti di selezione e biostabilizzazione; un im- cento di cui ai summenzionati nn. 127-quinquies,
pianto di termovalorizzazione nonché l’utilizzo di 127-sexies, 127-septies.
tre discariche. Ciò nella considerazione che, ai sensi dell’articolo
Ciò posto, la società istante formula i seguenti 4 della legge 847/1964, rientrano tra le opere di
quesiti. urbanizzazione secondaria le attrezzature sanitarie
In primo luogo, con riguardo al trattamento Iva e che, ai sensi dell’articolo 58, comma 1, del Dlgs
della gestione dei rifiuti, si chiede di conoscere se 22/1997, fra le attrezzature sanitarie sono da ri-
34
per tutte le prestazioni di servizi poste in essere per comprendersi le opere, le costruzioni e gli impianti
destinati allo smaltimento, al riciclaggio o alla di- estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti la disciplina dettati dal “Decreto Ronchi” al fine di

Prassi Aliquote Iva per i rifiuti


struzione dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, so- da attività cimiteriale diversi da quelli di cui so- riconoscere alla predetta opera la natura di im-
lidi e liquidi. pra); ovvero pianto di smaltimento rifiuti e non quella di mero
Per quanto concerne gli interventi di manutenzio- b) rifiuti speciali, ai sensi del comma 3 lettera g) stabilimento industriale (la cui costruzione sareb-
ne ordinaria e straordinaria, la società istante ritie- del medesimo articolo 7 (rifiuti derivanti dall’atti- be soggetta ad Iva ordinaria del 20 per cento) atte-
ne applicabile la risoluzione 24 dicembre 1999, n. vità di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi so che nella nozione normativa di “gestione” dei
168/E, che, considerata la genericità del termine prodotti dalla potabilizzazione e da altri tratta- rifiuti, ai sensi della lettera h) del comma 1 del-
“gestione”, usato dal Legislatore, ha ritenuto che menti delle acque e dalla depurazione delle acque l’articolo 6 del citato “Decreto Ronchi”, rientrano
l’individuazione concreta delle componenti della reflue e da abbattimento di fumi). le operazioni di recupero dei rifiuti – tra l’altro –
prestazione complessiva cui applicare l’aliquota Ora, l’attività descritta nell’istanza appare intera- “come combustibile” e che “gli impianti di ince-
Iva del 10 per cento sia riconducibile alle pattui- mente riconducibile tra le operazioni soggette nerimento sono contemplati solo in quanto capaci
zioni intercorse tra le parti. all’aliquota Iva agevolata in esame, purché i “ri- di consentire, almeno in parte, un recupero ener-
Alla luce delle clausole adottate, pertanto, possono fiuti” trattati rientrino nel novero dei “rifiuti ur- getico”.
concorrere alla gestione contrattualmente dedotta bani” o tra i “rifiuti speciali agevolati” sopra ri- In ordine all’ultimo quesito relativo all’aliquota
sia le prestazioni di manutenzione ordinaria sia chiamati. Iva applicabile per gli interventi di manutenzione
quelle di manutenzione straordinaria, per le quali In particolare, l’utilizzo della componente secca ordinaria e straordinaria sugli impianti sopra de-
si applicherebbe l’aliquota agevolata. della frazione residuale dei rifiuti solidi urbani co- scritti, si osserva quanto segue.
me combustibile nell’impianto di termovalorizza- Come sopra già chiarito, l’articolo 127-sexiesde-
Parere dell’Agenzia delle Entrate zione appare coerente con la nozione di “gestione” cies Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/1972,
Il primo quesito riguarda l’applicabilità dell’ali- dei rifiuti di cui alla lettera d) dell’articolo 7 citato riconosce l’aliquota agevolata unicamente alle
quota Iva agevolata del 10 per cento per tutte le fa- mediante “recupero” dei medesimi, tramite utiliz- “prestazioni di gestione, stoccaggio e deposito tem-
si di gestione dei rifiuti. zazione degli stessi come “combustibile”, come e- poraneo” dei rifiuti urbani e speciali espressamen-
Il n. 127-sexiesdecies della Tabella A parte III, alle- spressamente previsto dalla lettera R1 (Utilizza- te individuati.
gata al Dpr 26 ottobre 1972 n. 633, prevede l’appli- zione principale come combustibile o come altro La risoluzione 24 dicembre 1999, n. 168/E, invo-
cazione dell’aliquota Iva al 10 per cento per le mezzo per produrre energia) dell’allegato C del cata nell’istanza si riferiva, invece, alla fattispecie
“prestazioni di gestione, stoccaggio e deposito tem- “Decreto Ronchi”, che contiene un elenco delle o- disciplinata dall’ultima parte dello stesso articolo
poraneo, previste dall’articolo 6, comma 1 lettere perazioni di recupero. 127 sexiesdecies, che agevola espressamente le pre-
d), l) e m) del Dlgs 5 febbraio 1997 n. 22 (cd. Anche per quanto concerne il recupero dei materia- stazioni di “gestione degli impianti di fognatura e
“Decreto Ronchi”), di rifiuti urbani di cui all’arti- li metallici, si ritiene che lo stesso rientri nella nor- depurazione” e, pertanto, non risulta applicabile
colo 7, comma 2, e di rifiuti speciali di cui all’arti- ma agevolativa, in quanto “rifiuti derivanti dall’at- al caso in esame.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


colo 7, comma 3, lettera g), del medesimo decreto, tività di recupero e smaltimento di rifiuti” di cui al Tuttavia – come si legge nella Convenzione –
nonché prestazioni di gestione di impianti di fo- comma 3, lettera g) del medesimo articolo 7. rientra tra gli obblighi della società istante quello
gnatura e depurazione”. Il secondo quesito riguarda l’applicabilità dell’ali- di “eseguire a propria cura e spese gli interventi di
L’articolo 6, comma 1, del Dlgs 22/97, alle lettere quota Iva agevolata alle operazioni di realizzazio- manutenzione ordinaria e straordinaria degli im-
d), l) e m) dà le definizioni di gestione, stoccaggio ne degli impianti, in quanto opere di urbanizza- pianti”, lavori che, come ulteriormente precisato
e deposito temporaneo. zione. in sede di integrazione della documentazione, sa-
In particolare, si intende per: Al riguardo si osserva che ai sensi dell’articolo 58, ranno svolti esclusivamente dai consorziati.
– gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e comma 1, del Dlgs 22/1997, “le opere, le costru- Inoltre, ai sensi del n. 127-quaterdecies della Ta-
lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo zioni e gli impianti destinati allo smaltimento, al bella A, parte III, l’aliquota Iva agevolata del 10
di queste operazioni nonché il controllo delle di- riciclaggio o alla distruzione dei rifiuti urbani, per cento è applicabile per gli interventi di recupe-
scariche e degli impianti di smaltimento dopo la speciali, pericolosi, solidi e liquidi, alla bonifica di ro di cui all’articolo 31 della legge 457/1978, ma
chiusura; aree inquinate” sono ricomprese nel novero delle con espressa esclusione della lettera a) (manuten-
– stoccaggio: le attività di smaltimento consistenti “attrezzature sanitarie” (opere di urbanizzazione zione ordinaria) e della lettera b) (manutenzione
nelle operazioni di deposito preliminare di rifiuti secondaria) di cui all’articolo 4, comma 2, lettera straordinaria) del primo comma del predetto arti-
prima di una delle operazioni di smaltimento, g) della legge 847/1964 (al riguardo si segnala la colo 31, che, pertanto, saranno assoggettate all’Iva
nonché le attività di recupero consistenti nelle ope- risoluzione ministeriale 23 aprile 1997, n. 78/E, di con l’aliquota ordinaria.
razioni di messa in riserva di materiali per sotto- interpretazione dell’articolo (allora vigente) 9-un- Al riguardo, limitatamente all’attività di manuten-
porli a un’operazione di recupero; decies, comma 2 del Dl 397/1998, convertito nella zione ordinaria, si ritiene che questa potrà essere
– deposito temporaneo: il raggruppamento dei ri- legge 475/1988 – poi espressamente abrogata dal- assoggettata all’aliquota ridotta solo se ed in
fiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in l’articolo 56, comma 1, lettera c) del “Decreto quanto possa essere applicato il principio di cui
cui sono prodotti. Ronchi” – il cui contenuto è oggi riprodotto nel- all’articolo 12 del Dpr 26 ottobre 1972, n. 633, in
Condizione per la fruizione dell’aliquota ridotta l’articolo 58, comma 1, del decreto stesso). quanto prestazione accessoria e funzionale all’atti-
sull’attività di gestione dei rifiuti è che questi ulti- Ne consegue che la cessione degli impianti o le vità di gestione dei rifiuti.
mi possano essere qualificati, dunque, come: prestazioni di servizi dipendenti da contratti d’ap- Infatti, come chiarito in numerosi documenti di
a) rifiuti urbani, secondo la definizione data dal palto relativi alla realizzazione degli impianti de- prassi, si ricorda che affinché si abbia accessorietà
comma 2 dell’articolo 7 del Dlgs 22/1997 (i rifiuti stinati allo smaltimento dei rifiuti sono soggette ai sensi dell’articolo 12 e la prestazione subordina-
domestici, anche ingombranti, provenienti da lo- all’aliquota Iva del 10 per cento ai sensi dei nn. ta segua lo stesso trattamento Iva dell’operazione
cali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; i ri- 127-quinquies e 127-septies della Tabella A, parte principale, è necessario che la prestazione accesso-
fiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi III allegata al Dpr 633/1972 così come, ai sensi del ria avvenga tra gli stessi soggetti dell’operazione
adibiti ad usi diversi (...) assimilati ai rifiuti urba- n. 127-sexies della medesima Tabella, sono sog- principale e che sia effettuata direttamente dal ce-
ni (...); i rifiuti provenienti dallo spazzamento del- getti alla medesima aliquota Iva agevolata del 10 dente o prestatore dell’operazione principale.
le strade; i rifiuti di qualunque natura o prove- per cento le cessioni di beni, escluse le materie pri- La risposta di cui alla presente nota, sollecitata
nienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o me, forniti per la costruzione delle predette opere. con istanza presentata alla Direzione regionale
sulle strade ed aree private comunque soggette ad Tale aliquota appare applicabile anche per la rea- (...), viene resa dalla scrivente, ai sensi dell’arti-
uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e lizzazione dell’impianto di termovalorizzazione, colo 4, comma 1, ultimo periodo del Dm 26 apri-
sulle rive dei corsi d’acqua; i rifiuti vegetali prove- in quanto la duplice funzione di “combustione dei le 2001, n. 209.
nienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree rifiuti” (smaltimento rifiuti) e di “produzione di
35
cimiteriali; i rifiuti provenienti da esumazioni ed energia elettrica” appare coerente con i principi e
Prassi Aliquote Iva per i rifiuti

Agenzia delle Entrate, Direzione Centrale


Normativa e Contenzioso
Risoluzione 6 febbraio 2006, n. 25
Oggetto: Istanza di Interpello – Articolo 16,
Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 – Z srl

Con l’istanza di interpello specificato in oggetto, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, (...) di rifiuti speciali Relativamente all’applicabilità al caso di specie
concernente l’esatta applicazione dell’articolo 16 di cui all’articolo 7, comma 3, lettera g), del me- del regime fiscale di cui al n. 127-sexiesdecies
del Dpr 633/1972 è stato esposto il seguente desimo decreto (...)”. della Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/
1972 è stato chiesto un parere al Ministero del-
Quesito Parere dell’Agenzia delle Entrate l’ambiente e della tutela del territorio il quale con
La Z srl (di seguito, in breve, la società) gestisce Si rileva preliminarmente che il n. 127-sexiesde- nota prot. n. (...) del (...) 2005 ha chiarito che “il
in concessione un impianto di demolizione e rot- cies della Tabella A, parte III, allegata al Dpr nuovo Elenco europeo dei rifiuti (Regolamento
tamazione di autoveicoli e rappresenta che nel- 633/1972 prevede l’applicazione dell’aliquota Iva comunitario n. 2557/2001) riferisce il capitolo 19
l’ambito della propria attività ha prodotto scorie del 10% alle prestazioni di “gestione, stoccaggio e – corrispondente alle prime due cifre del codice i-
classificate dal Dipartimento Tecnico dell’(...) deposito temporaneo, previste dall’articolo 6, dentificativo del rifiuto e volto ad individuare la
come rifiuti speciali pericolosi ai sensi del Dlgs 5 comma 1, lettere d), l), e m) del Dlgs 5 febbraio fonte che genera il rifiuto stesso – ai rifiuti pro-
febbraio 1997, n. 22, codice Cer 19 10 03* – 1997, n. 22 – (cd. “Decreto Ronchi”) – di rifiuti dotti da impianti di trattamento dei rifiuti”.
fluff-frazione leggera e polveri contenenti sostan- urbani di cui all’articolo 7, comma 2, e di rifiuti Al medesimo capitolo appartengono i rifiuti in e-
ze pericolose. speciali di cui all’articolo 7, comma 3, lettera g), same trattandosi di scorie derivanti dall’attività
L’istante chiede, pertanto, di conoscere quale sia del medesimo decreto (...)”. di rottamazione e demolizione di autoveicoli.
il corretto trattamento fiscale, ai fini Iva, delle L’articolo 7, comma 3, lettera g) del richiamato Per quanto esposto, la scrivente ritiene di poter
prestazioni concernenti lo smaltimento e il tra- decreto fa riferimento, tra l’altro, ai “rifiuti deri- condividere la soluzione prospettata dall’istante
sporto in discarica dei rifiuti in oggetto. vanti dall’attivita’ di recupero e smaltimento dei in ordine all’applicabilità dell’Iva nella misura
rifiuti”. del 10% ai sensi della disposizione contenuta nel
Soluzione interpretativa prospettata Secondo le previsioni contenute nell’allegato B n. 127-sexiesdecies, della Tabella A, parte III, al-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Nel caso di specie, la società ritiene applicabile la del “Decreto Ronchi” anche il trattamento biolo- legata al Dpr 633/1972, alle prestazioni di smal-
disposizione contenuta nel n. 127-sexiesdecies gico e/o fisico chimico che dia origine a compo- timento e avvio in discarica delle scorie prodotte.
della Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/ sti o a miscugli eliminati secondo differenti tec- La risposta di cui alla presente nota, sollecitata
1972, che prevede, tra l’altro, l’applicazione del- niche (quali, ad esempio, il deposito sul o nel con istanza d’interpello presentata alla Direzione
l’aliquota Iva del 10% alle “prestazioni di gestio- suolo, l’incenerimento a terra o in mare, la mes- regionale (...), è resa dalla scrivente ai sensi
ne, stoccaggio e deposito temporaneo, previste sa in discarica) rientra nella definizione di smal- dell’articolo 4, comma 1, ultimo periodo del Dm
dall’articolo 6, comma 1, lettere d), l) e m) del timento dei rifiuti. 26 aprile 2001, n. 209.

RIFIUTI on line:
il mensile è disponibile
anche nel sito internet
36 www.reteambiente.it
“il nostro compito è guardare
il mondo e vederlo intero.
occorre vivere più semplicemente
per permettere agli altri
semplicemente di vivere”
[ E.F. Schumacher ]

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Terra Futura 2006 è promossa e organizzata dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca
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È realizzata in partnership con Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente.

In collaborazione con Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Firenze Fiera SpA, Centro SIeCI-Mani Tese,
Coordinamento Agende 21 locali italiane, FISAC CGIL Toscana, Rete di Lilliput, Rete Nuovo Municipio, WWF, Wuppertal Institut,
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e Biodinamica, INBAR - Istituto Nazionale di Bioarchitettura, AzzeroCO2, AGICES - Assemblea Generale Italiana del Commercio
Equo e Solidale, AIAB - Associazione Italiana per Agricoltura Biologica, Fairtrade TransFair Italia.

Relazioni istituzionali e Programmazione culturale Organizzazione evento

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agenzia stampa quotidiana nazionale
a cura di Paola Ficco e Maurizio Santoloci

Come si fa...
Rubriche il Mud 2006
Le schede di prossima pubblicazione saranno relative a:
– autorizzazione ambientale integrata (Aia) e rifiuti;
– incenerimento e coincenerimento di rifiuti;
– discariche e Dm 3 agosto 2005;
– rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).
Le schede precedenti:
– scheda S1: Formulario di identificazione, Rifiuti
n. 125 (1/06);
– scheda S2: Registro di carico e scarico, Rifiuti n.
126 (2/06).

Scheda n. 3 (S3)
Una nota di sistema
In attesa del “Testo unico” Mentre scriviamo è in corso di pubblicazione il lungo iter formativo del Dlgs recante “Norme
ambientale in materia ambientale”, attuativo della legge 308/2004 (cd. “Delega ambientale”); la parte
IV di tale provvedimento è dedicata ai rifiuti e ne riformula integralmente la disciplina.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Nel momento di prima applicazione della nuova disciplina declinata dal provvedimento, i-
nevitabilmente, si deve ragionare con logiche nuove usando regole vecchie.
Il testo, ovviamente, contiene:
– disposizioni di carattere sostanziale e procedurale, che sono di immediata applica-
zione, a decorrere dalla sua data di entrata in vigore, e pertanto vigenti ed efficaci;
– disposizioni di carattere organizzativo (o norme di organizzazione o di struttura) che,
invece, per essere trasfuse nell’ordinamento giuridico, necessitano di appositi provvedi-
menti attuativi. Pertanto, esse sono vigenti ma non ancora efficaci.
A questa seconda tipologia di norme si applica il regime transitorio, per il passaggio dal
sistema pregresso a quello attuale, il quale è contenuto nell’articolo 265 (Disposizioni
transitorie) del nuovo testo che, nella prima parte del suo comma 1, stabilisce “Le vigenti
norme regolamentari e tecniche che disciplinano la raccolta, il trasporto e lo smaltimento
dei rifiuti restano in vigore sino all’adozione delle corrispondenti specifiche norme adottate
in attuazione della parte quarta del presente decreto”. Pertanto, tutto ciò che nel pregres-
so è stato disciplinato dalle regole sostanziali e procedurali del Dlgs 22/1997 (nel caso di
specie: chi deve soddisfare l’obbligo di Mud) trova ora disciplina nelle corrispondenti nor-
me del Dlgs di cui alla citata “Delega ambientale” (art. 189, c. 3); mentre le relative rego-
lamentazioni applicative sono quelle di cui alla normativa di attuazione finora intervenuta,
fino alla emanazione di quella futura, rimessa all’attività del Governo.

Come abbiamo strutturato Questa breve premessa è necessaria per capire chi, entro il 30 aprile 2006, deve soddi-
questa scheda sfare l’obbligo di Mud, poiché all’atto della lavorazione del presente numero della Rivista
non sappiamo se per quella data il Dlgs sarà o meno entrato in vigore.
Si ricorda che il Dlgs entrerà in vigore decorsi 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta
ufficiale: nel computo dei termini, il primo dei citati 15 giorni (termine iniziale) non deve
essere considerato, mentre l’ultimo di tali 15 giorni va contato (es. pubblicazione: Gaz-
zetta ufficiale del 3 aprile 2006; entrata in vigore: 18 aprile 2006).
Pertanto, nelle pagine che seguono si riportano le due ipotesi in dipendenza del fatto che
il 30 aprile 2006 il nuovo testo sia o meno entrato in vigore:
• ipotesi A: caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo non sia ancora en-
trato in vigore;
• ipotesi B: caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo sia già entrato in vigore.
In ogni caso, fino alla emanazione del nuovo decreto, il modello da usare sarà quello di
cui al Dpcm 24 dicembre 2002, come rettificato dal Dpcm 24 febbraio 2003 e Dpcm 22
38 dicembre 2004 (per i veicoli fuori uso).
Rubriche Come si fa...
Registri In base al nuovo Dlgs, inoltre, è il caso di sottolineare che viene meno la corrispondenza
tra soggetti obbligati a tenere i registri e soggetti obbligati a compilare e spedire il Mud;
infatti, i produttori di rifiuti non pericolosi non hanno più l’obbligo di inviare il Mud (a pre-
scindere dalla categoria di appartenenza) ma conservano quello di tenere i registri di ca-
rico e scarico.

Note di metodo fondamentali per la compilazione

Sono obbligato Per i soggetti obbligati si vedano gli schemi riportati alle pagine 42-46.
a presentare il Mud? I soggetti che non hanno effettuato alcuna delle attività per le quali è previsto il Mud non
devono presentare il Mud, neanche in bianco.
Per i rifiuti non pericolosi di origine industriale o artigianale assimilati ai rifiuti urbani in
base al regolamento comunale, il Mud deve essere compilato dal Comune, dal Consorzio
di Comuni, dalla Comunità montana, dall’azienda speciale che gestisce il servizio pubbli-
co, insieme ai rifiuti urbani (nulla cambia fino all’inizio dell’attività del soggetto aggiudi-
catario della gara pubblica indetta dall’Autorità d’ambito ex art. 220 nuovo Dlgs).

Quali codici uso? Si usano i codici europei (Cer) – allegati alla decisione 2000/532/Ce e in allegato 1 al
Dpcm 24 dicembre 2002. Il codice del rifiuto è quello in cui le tre coppie di cifre sono di-
verse dal doppio zero (00).
Per i rifiuti pericolosi non deve essere riportato il segno grafico dell’asterisco (*).

Qual è la normativa – Legge 70/1994;


di riferimento? – Dlgs 22/1997 e successive modifiche e integrazioni (artt. 11, c. 3; 19, c. 4-bis; 38, c.
2; 44, c. 3; 52, c. 1, 2 e 4);
– Dpcm 24 dicembre 2002, come rettificato dal Dpcm 24 febbraio 2003;
– Dpcm 22 dicembre 2004 (autodemolitori);

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


– nuovo Dlgs in attuazione della “Delega ambientale”, art. 189, c. 3.

Come compilo e presento il Mud su Per supporto informatico o magnetico si intende: nastro magnetico a cartuccia, dischetto
supporto informatico o magnetico? magnetico, compact disk, oppure nastri magnetici a bobina.
(si veda l’apposito software Gestione Chi esegue attività di gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento) de-
rifiuti, realizzato da Edizioni Ambiente, ve presentare il Mud esclusivamente su supporto informatico o magnetico. Oppure può
conforme ai tracciati multirecord previsti scegliere di inviarlo per via telematica (si veda punto 5). Quindi i gestori di rifiuti non
dal Dpcm 24 dicembre 2002, come possono presentare il Mud su carta.
rettificato dal Dpcm 24 febbraio 2003, I supporti informatici o magnetici possono recare le dichiarazioni relative a più unità lo-
in www.reteambiente.it, servizi on line) cali, appartenenti sia ad un unico soggetto dichiarante sia a più soggetti dichiaranti (di-
chiarazione multipla).
Il soggetto che compila il supporto magnetico deve apporre un’etichetta recante i se-
guenti dati:
– identificativi del dichiarante o del centro di servizi che ha compilato il supporto magne-
tico (nome o ragione sociale, indirizzo, telefono);
– oggetto: Mud 2006;
– codifica: EBCIC o ASCII (solo per i nastri magnetici);
– densità di registrazione: 1.600 o 6.250 (solo per i nastri magnetici a bobina);
– sistema operativo (versione e release); usato per produrre i file (MVS, MS/DOS, VMS,
UNIX ecc.);
– numero progressivo del supporto;
– numero complessivo dei supporti;
– data di compilazione del supporto.
Il supporto magnetico deve essere accompagnato da:
– stampa delle Sezioni anagrafiche (Schede SA1 e SA2) relative a tutte le unità locali fir-
mate per esteso dai rispettivi dichiaranti (legale rappresentante o suo delegato). Per ogni
dichiarazione presente nel supporto va prodotta una stampa della sezione anagrafica;
– attestazione del versamento dei diritti di segreteria (uno per ogni plico presentato);
– “modulo riepilogativo per la presentazione su supporto informatico” di cui all’allegato 7
(già contenuto nel software).
Il tutto va confezionato con la massima cura in un plico (ogni plico può contenere più
supporti informatici o magnetici) e consegnato o spedito con raccomandata senza rice-
vuta di ritorno alla Cciaa dove è ubicata l’unità locale cui si riferisce la dichiarazione.
Sul plico devono essere riportati dati identificativi della dichiarazione come da schema ri-
portato nell’allegato 3 al Dpcm (già contenuto nel software) e ogni plico deve contenere
l’attestazione del versamento dei diritti di segreteria. 39
Rubriche Come si fa...

Come compilo e presento il Mud I gestori di rifiuti possono optare per l’invio telematico del Mud indirizzandolo alla Cciaa
per via telematica? con le modalità specificate nei seguenti siti internet:
– www.minindustria.it;
– www.minambiente.it;
– www.anpa.it;
– www.unioncamere.it;
– www.infocamere.it;
– www.ecocerved.it.
A tal fine è necessario che le imprese siano in possesso della “smart card” in distribu-
zione presso le Cciaa (*).
Le associazioni di categoria e gli studi di consulenza potranno inviare telematicamente il
Mud per conto dei propri associati e clienti, apponendo cumulativamente ad ogni invio la
propria firma elettronica sulla base di espressa delega scritta dei propri associati e clienti
(che restano comunque responsabili della veridicità dei dati dichiarati) che dovrà essere
mantenuta presso la sede delle medesime associazioni e studi.

(*) Si tratta del sistema di cui al Dlgs 39/1993 per spettare i necessari tempi tecnici per il rilascio.
la trasmissione via internet dei documenti ammini- Si ricorda che il 9 dicembre 2002 è entrato in vi-
strativi che usa la criptazione con doppia chiave a- gore l’articolo 31 della legge 340/2000 il quale,
simmetrica. I soggetti dichiaranti non in possesso per le domande di iscrizione e di modifica al
della firma digitale sono invitati a contattare per Registro delle Imprese, prescrive la presentazio-
tempo la Camera di Commercio competente, e ne per via telematica o su supporto informatico,
non in concomitanza della scadenza dovendosi ri- cioè mediante un documento informatico.

Come compilo e presento il Mud Chi esegue attività di gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento)
su carta? non può presentare il Mud su carta ma esclusivamente su supporto informatico o ma-
gnetico oppure per via telematica. Quindi, la scelta tra supporto informatico o magneti-
co, via telematica e carta può essere effettuata solo dai produttori di rifiuti.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Si può utilizzare la modulistica allegata al Dpcm 24 dicembre 2002 (come rettificato dal
Dpcm 24 febbraio 2003), fotocopiandola dalla Gazzetta ufficiale (Supplemento ordinario
n. 1 alla Gu 4 gennaio 2003, n. 3 e Gu 27 febbraio 2003 n. 48), avendo cura di riporta-
re la dimensione della modulistica al formato A4 o scaricandola da www.reteambien-
te.it/ra/normativa/rifiuti/3986_Dpcm24Dic_02_vige.htm.
Per la compilazione:
– usare inchiostro nero (a macchina o a mano con caratteri in stampatello);
– non cancellare, non effettuare abrasioni o scritte aggiuntive rispetto a quanto riportato
dalla modulistica;
– rimanere all’interno degli appositi spazi, separando le parole e partendo da sinistra.
Il plico va spedito o consegnato in busta chiusa. Sulla busta vanno riportati i dati identifi-
cativi della dichiarazione come riportati nell’allegato 3 al Dpcm (già contenuto nel
software).
Ogni busta deve contenere il Mud relativo ad una sola unità locale e la relativa attesta-
zione del versamento dei diritti di segreteria (v. punti 9, 10 e 11).

Che cos’è Si tratta della semplificazione introdotta a vantaggio dei soli produttori di rifiuti. Essa può
la “scheda semplificata”? essere compilata esclusivamente su carta e dai soggetti produttori di rifiuti per i quali
ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni:
– sono produttori di non più di tre tipologie di rifiuti;
– i rifiuti sono prodotti nella unità locale cui si riferisce la dichiarazione;
– per ogni rifiuto prodotto non si utilizzano più di tre trasportatori e più di tre destinatari.
La compilazione della “Scheda semplificata” rappresenta una opzione per i produttori di
rifiuti, nel senso che essi possono anche scegliere l’invio su supporto informatico o ma-
gnetico oppure quello telematico. Nel qual caso il Mud va inviato non usando la “scheda
semplificata”.
I soggetti tenuti alla presentazione della Sezione imballaggi non esauriscono il loro compito
con la “Scheda semplificata”; pertanto, devono compilare anche la “Sezione imballaggi”.
La “Scheda semplificata” si compone di due fogli SCS1 (se si produce una sola tipologia
di rifiuti) e SCS2 (se si producono da due a tre tipologie di rifiuti).

Come indico le quantità numeriche? Devono essere espresse nelle unità di misura indicate nella modulistica. Se necessario,
approssimare alla seconda o terza cifra decimale arrotondando all’unità superiore se la
terza o la quarta cifra decimale è superiore a 5 (es. 22,516 diventa 22,52. Invece,
22,451 diventa 22,45).

Quanti Mud presento? Uno per ogni unità locale del soggetto obbligato.
40
Rubriche Come si fa...
Quanto pago per i diritti – Supporto magnetico: euro 10,00 per ogni Scheda anagrafica contenuta nelle denun-
di segreteria previsti ce presentate;
dalla legge 70/1994? – invio telematico: il costo della “smart card”;
– carta: euro 15,00 (non è consentita la presentazione di denunce multiple).

Come pago i diritti di segreteria In ogni caso, il diritto di segreteria è versato alla Cciaa mediante c/c postale.
previsti dalla legge 70/1994? Nella causale di versamento si dovrà riportare:
– il codice fiscale del dichiarante;
– la dizione “DIRITTI DI SEGRETERIA Mud – (legge 70/94)”
La parte del bollettino di c/c recante la dizione: “ATTESTAZIONE di un versamento” andrà
presentata alla Camera di commercio unitamente al Mud.

Come verso i diritti di segreteria In caso di dichiarazioni multiple (ovviamente) su supporto magnetico o informatico, il
per le dichiarazioni multiple? soggetto che presenta la dichiarazione, per conto dei dichiaranti (cioè il “compilatore”),
effettua il versamento dei diritti di segreteria relativo all’insieme di tutti i Mud presentati
– per ciascun plico inviato – in un’unica soluzione. Cioè, utilizzerà un solo bollettino di
pagamento su c/c postale di importo pari alla somma dell’importo dei diritti dovuti per o-
gni singolo Mud contenuto nella dichiarazione multipla.
Le associazioni di categoria e gli studi di consulenza potranno inviare telematicamente il
Mud per conto dei propri associati e clienti apponendo cumulativamente ad ogni invio la
propria firma elettronica sulla base di espressa delega scritta dei propri associati e clienti
(che restano comunque responsabili della veridicità dei dati dichiarati) che dovrà essere
mantenuta presso la sede delle medesime associazioni e studi.

A chi presento il Mud? Alla Camera di commercio della Provincia nel cui territorio ha sede l’unità locale cui si ri-
ferisce il singolo Mud.
La presentazione alla Cciaa può avvenire mediante:
– raccomandata senza avviso di ricevimento;
– consegna diretta alla sede della stessa Cciaa;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


– per via telematica.

Dopo averlo presentato, Modifiche o integrazioni vanno apportate presentando un nuovo Mud completo anche dei
posso correggere il Mud? dati già dichiarati. Sulla busta che lo contiene va scritto “ANNULLA E SOSTITUISCE LA
PRECEDENTE DEL (indicare data)”.
È necessario pagare nuovamente il diritto di segreteria.
Il tutto va effettuato entro la data di scadenza per la presentazione (2 maggio 2006).
Dopo tale data, si applicano le sanzioni previste. (anche quella stabilita per il ritardo che
risiede nel 29 giugno 2006).

Quali sanzioni subisco – Omissione: sanzione amministrativa pecuniaria da 2.582,28 a 15.493,71 euro;
se non presento il Mud, se – presentazione incompleta o inesatta: idem;
lo sbaglio o lo presento in ritardo? – presentazione in ritardo (60 giorni dalla data di scadenza, 29 giugno 2005): sanzio-
ne amministrativa pecuniaria da 25,82 a 154,94 euro;
(per indicazioni incomplete o inesatte che, però, consentono di ricostruire le informazioni
dovute: sanzione amministrativa pecuniaria da 258,23 a 1.549,37 euro).
Articolo 52, commi 1 e 4, Dlgs 22/1997.

Come mi comporto Sono tenuti all’obbligo:


per gli imballaggi? – produttori di imballaggi vuoti che effettuano, nel territorio nazionale, la prima cessione
ad un utilizzatore sul mercato interno;
– autoproduttori come definiti dal Conai: i soggetti che acquistano materie prime e ma-
N.B. il Dlgs 22/1997 prescrive la denuncia Mud, teriali di imballaggio al fine di fabbricare gli imballaggi per confezionare i propri prodotti
mediante apposita sezione solo per i “prodotti im-
(diversi dagli imballaggi);
ballaggi” diversi dai “rifiuti imballaggi”; in questo
– importatori di imballaggi vuoti e pieni;
ultimo caso, infatti, deve essere utilizzata l’ordina-
ria sezione per i rifiuti. Con il nuovo Dlgs, invece,
– esportatori di imballaggi vuoti e pieni;
sarà compito del Conai o delle filiere comunicare
– riutilizzatori di imballaggi.
anche i “rifiuti imballaggi”. Per imballaggio ai fini della denuncia Mud si intende il prodotto adibito a contenere e
In considerazione del fatto che non è prevista alcu- proteggere determinate merci destinate al mercato. Ad esempio, nel caso di bottiglie di
na norma transitoria o modifica del modello Mud, vetro contenenti una bevanda, l’imballaggio da dichiarare, come materiale e peso, ai fini
si ritiene che, se il nuovo Dlgs, attuativo della Mud, è unicamente la bottiglia. Cioè, non devono essere comunicati i dati relativi a eti-
“Delega ambientale” entra in vigore prima del chetta, tappo e/o altri accessori (la bottiglia è un imballaggio primario, ma l’esempio vale
30 aprile 2006, il Conai o le filiere dovranno a- anche per i secondari e i terziari). Ancora più precisamente, dovrà essere indicato il ma-
dempiere l’obbligo anche con riferimento ai rifiuti teriale e il peso dell’imballaggio secondario e/o terziario esclusi: etichette, reggette ed
di imballaggio riciclati e recuperati provenienti dal altri accessori.
mercato nazionale. Per importatore si intende colui che acquista imballaggi pieni o vuoti all’estero e li im-
segue 41
Rubriche Come si fa...

segue Come mi comporto mette sul mercato nazionale, essendo esclusi tutti gli operatori successivi all’importatore
per gli imballaggi? (ad esempio, i commercianti al dettaglio che non importano direttamente merci imballate).
L’omessa, inesatta o incompleta dichiarazione del Mud imballaggi non è soggetta a
sanzione poiché gli imballaggi sono “beni” e non “rifiuti”. Un “imballaggio” riutilizzato
(quindi, un bene) diventa “rifiuto di imballaggio quando cessa di essere reimpiegato” (ar-
ticolo 35, comma 1, lettera h), Dlgs 22/1997). Solo quando interviene questa “trasfor-
mazione” si applica il “Decreto Ronchi”. I dati richiesti, infatti, sono relativi alla produzio-
ne dei “beni imballaggi” e non alla gestione dei “rifiuti imballaggi”.
Quando gli imballaggi sono diventati rifiuti il soggetto che li gestisce (raccoglie, traspor-
ta, smaltisce o recupera) dovrà compilare ed inviare il Mud nei modi ordinari.
Altrettanto ordinariamente saranno sanzionati i suoi errori, ritardi e omissioni.
Infatti, in questa sezione si parla solo di “beni imballaggi” e non di “rifiuti imballaggi” e la
dichiarazione viene resa per assolvere l’obbligo di cui all’articolo 37, comma 2, Dlgs
22/1997.
Le sanzioni previste dall’articolo 52 del “Decreto Ronchi” per omessa, incompleta o ritar-
data presentazione dei dati relativi ai “rifiuti” sono riferite (per espresso richiamo di tale
articolo 52) alla “comunicazione di cui all’articolo 11, comma 3” senza citazione di alcun
altro articolo. Il nostro ordinamento non consente l’applicazione analogica delle sanzioni
(né penali, né amministrative). L’impostazione legislativa è corretta, poiché il Legislatore
ha concepito le sanzioni solo per la dichiarazione relativa ai rifiuti e non anche per quella
relativa ai prodotti. Pertanto, non è possibile applicare le sanzioni di cui all’articolo 52 a
fattispecie e soggetti diversi da quelli di cui all’articolo 11, comma 3.
Per i “rifiuti imballaggi”, invece, si userà la specifica sezione rifiuti e in tale situazione ri-
tornano applicabili tutte le sanzioni del caso.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Ipotesi A:
caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo NON SIA ANCORA entrato in vigore

Mud: soggetti obbligati


(articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997)

Rifiuti speciali NON pericolosi Rifiuti speciali pericolosi

– Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale – Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale
(comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti (comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti ed
ed intermediari con detenzione) intermediari con detenzione)

– soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen- – soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen-
to dei rifiuti to dei rifiuti
(comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti (comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti ed
ed intermediari con detenzione) intermediari con detenzione)

– commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione – commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione

– imprese ed Enti produttori di: – imprese ed enti produttori di rifiuti pericolosi


• rifiuti derivanti da lavorazioni industriali ed artigianali (*)
(art. 7, c. 3. lett. c e d )
(NO: imprese artigiane con un numero di dipendenti inferiore o u-
guale a 3) (**);
• rifiuti derivanti da attività di recupero e smaltimento di rifiuti
(art. 7, c. 3, lett. g );
• fanghi da potabilizzazione; altri trattamenti di acque; depurazio-
ne acque reflue; abbattimento fumi (art. 7, c. 3, lett. g )

– imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 C.c. con un volume


di affari annuo superiore a euro 7.746,85

(*) Per lavorazione industriale o arti- commerciale o di servizio, purché (**) Il numero di dipendenti si cal- lavoratori a tempo parziale ed a
gianale si intende qualsiasi attività tale lavorazione sia identificabile in cola con riferimento al numero di quelli stagionali che rappresentano
di produzione di beni, anche con- modo autonomo e non finalizzato dipendenti occupati a tempo pieno frazioni in dodicesimi di unità lavo-
42 dotta all’interno di un’unità locale allo svolgimento dell’attività com- durante il 2004, aumentando delle rative annue.
avente carattere prevalentemente merciale frazioni di unità lavorative dovute ai
Mud, Cobat e batterie al piombo esauste

Rubriche Come si fa...


Ai sensi dell’articolo 15, legge 1° marzo 2002, n. 39 (Comunita- fettuano l’attività di raccolta di batterie esauste o di rifiuti piombosi,
ria 2000), che ha aggiunto il comma 6-bis all’articolo 9,-quin- hanno un ulteriore obbligo relativamente alla presentazione del Mud.
quies, legge 475/1988 (istitutiva del Consorzio Cobat), i soggetti La violazione dell’obbligo di trasmissione della copia del Mud al
non incaricati dal Cobat che effettuano l’attività di raccolta di bat- Cobat viene punita con le stesse sanzioni previste per la omessa,
terie al piombo esauste o di rifiuti piombosi devono inviare copia incompleta, inesatta (sanzione ordinaria) o tardiva (sanzione ridot-
del Mud anche al Consorzio medesimo. ta) presentazione del Mud ai sensi dell’articolo 52, comma 1,
Quindi, in ordine al Mud, tali soggetti non incaricati dal Cobat che ef- Dlgs 22/1997.

Mud e Raee
L’articolo 9, comma 4, Dlgs 151/2005 (in materia di Raee) stabili- Poiché tutti gli obblighi relativi ai Raee (a parte quelli relativi all’a-
sce che “i responsabili degli impianti che effettuano le operazioni di deguamento degli impianti di trattamento, esitati il 13 novembre
trattamento e di recupero dei Raee comunicano annualmente i dati 2005) decorrono dal 13 agosto 2006, e poiché il nuovo modello
relativi ai Raee trattati ed ai materiali derivanti da essi ed avviati al non è stato ancora elaborato, si ritiene che i suindicati soggetti
recupero, avvalendosi del modello di dichiarazione ambientale, di contemplati dal citato articolo 9, comma 4, Dlgs 151/2005 (re-
cui alla legge 25 gennaio 1994, n. 70, che, a tale fine, è modifica- sponsabili degli impianti che effettuano le operazioni di tratta-
to con le modalità previste dalla stessa legge n. 70 del 1994. Sono mento e di recupero dei Raee ed esportatori di Raee) debbano u-
tenuti ala predetta comunicazione anche gli esportatori di Raee, sare il consueto Mud per i rifiuti prodotti, nel rispetto delle ipotesi
specificando la categoria di appartenenza secondo l’allegato 1 A, il A e B (in questa sede riportate) con riguardo ai soggetti sia obbli-
peso o, se non rilevabile, il numero di pezzi degli stessi Raee”. gati sia esclusi.

Mud e veicoli fuori uso


In attuazione dell’articolo 11, comma 3, Dlgs 209/2003, il Dpcm cui all’articolo 3, comma 1, lettera a) e b), Dlgs 209/2003.
2 dicembre 2004 ha integrato il Mud con un’apposita sezione, La nuova sezione può essere presentata alla Camera di com-
dedicata a “veicoli a fine vita o fuori uso”. mercio sia su carta che mediante dischetto o invio telematico;

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


Tale sezione deve essere compilata da soggetti (quindi, persone però, per i veicoli fuori uso (**) deve essere utilizzato solo il sup-
fisiche e giuridiche) che effettuano attività di: porto informatico.
– raccolta; Per tutto il resto (tranne ovviamente il software) vale quanto detto
– trasporto; per il “Mud ordinario” al quale sono tenuti:
– trattamento (*) di veicoli fuori uso (**) e dei relativi componenti – concessionari per vendita di autoveicoli che risultano produttori
e materiali. di un rifiuto pericoloso e dovranno, quindi, rispettare gli obblighi
Le operazioni di “trattamento” rappresentano molteplici attività; di presentazione del Mud in ordine alla produzione di tale rifiuto;
per questo le schede Mud sono relative a: autodemolitori (AUT), – trasportatori conto terzi o i commercianti (con o senza deten-
rottamatori (ROT), frantumatori (FRA). zione) di rifiuti costituiti da autoveicoli;
Devono essere comunicati i dati relativi a: – soggetti che gestiscono veicoli o altri rottami o altri rifiuti non
– veicoli fuori uso (**); rientranti nel campo di applicazione del Dlgs 209/2003.
– componenti e materiali sottoposti a trattamento; Laddove, invece, si sia tenuti a presentare sia il “Mud ordinario”
– materiali, prodotti e componenti ottenuti dal trattamento ed av- sia il “Mud speciale”, è necessario compilare 2 distinte sezioni a-
viati al reimpiego, al riciclaggio ed al recupero. nagrafiche:
È importante ricordare che non esiste promiscuità tra Mud “or- – Schede SA 1+ SA 2 per i rifiuti;
dinario” (Dlgs 22/1997) e Mud “speciale” (Dlgs 209/2003) poi- – Schede SA 1 VEIC + SA 2 VEIC per i veicoli fuori uso.
ché se il dichiarante produce o gestisce qualsivoglia rifiuto non rien- Pertanto, sono esclusi dal “Mud speciale” i soggetti che:
trante nella disciplina sui veicoli fuori uso (dai rottami ai veicoli non – non effettuano sul veicolo fuori uso attività di:
previsti dal Dlgs 209/2003), costui per questi rifiuti dovrà compilare • autodemolizione:
il capitolo RIFIUTI del Mud “ordinario” e non il Mud “speciale”. • rottamazione;
Quindi, per capire se si è tenuti a compilare questa specifica se- • frantumazione;
zione del Mud, è necessario capire se il rifiuto oggetto della di- – pur effettuando tali attività le effettuano su veicoli fuori uso o
chiarazione rientra nel campo di applicazione del Dlgs 209/2003, altri rifiuti da questi derivati non rientranti nel campo di applica-
cioè – sostanzialmente – nella definizione di veicolo fuori uso di zione del Dlgs 209/2003.

(*) Per trattamento si intende l’atti- zioni eseguite ai fini del recupero o lettera f), Dlgs 209/2003). la direttiva 2002/24/Ce (esclusi i tri-
vità di messa in sicurezza, demoli- dello smaltimento del veicolo fuori (**) Per veicoli fuori uso si intendono i cicli a motore) che rientrino nella de-
zione, pressatura, tranciatura, fran- uso e dei suoi componenti effettua- veicoli a motore appartenenti alle ca- finizione di “rifiuto” di cui al Dlgs 22/
tumazione, recupero o preparazione te, dopo la consegna del veicolo tegorie M1 e N1 di cui all’allegato II, 1997 (in pratica: che siano stati ra-
per lo smaltimento dei materiali fran- stesso presso un impianto di fran- parte A, direttiva 79/156/Cee e veicoli diati dal Pra, articolo 3, comma 1,
tumati, nonché tutte le altre opera- tumazione (articolo 3, comma 1, a motore a tre ruote come definiti dal- lettere a) e b), Dlgs 209/2003).

Mud per commercianti e intermediari


Si possono avere solo le tre seguenti ipotesi: 3) Intermediazione e commercio di rifiuti:
1) Intermediazione e commercio di rifiuti con detenzione – in parte con detenzione;
2) Intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione – in parte senza detenzione. segue 43
segue Mud per commercianti e intermediari
Rubriche Come si fa...

Nel primo caso: è necessario compilare le schede RIF + allegati Nel terzo caso:
relativi con le stesse modalità previste per i produttori e i gestori – in parte con detenzione, è necessario compilare le schede RIF
di rifiuti, senza evidenziare l’attività di intermediazione e commer- + con le stesse modalità previste per i produttori e i gestori di ri-
cializzazione di rifiuti con detenzione dei medesimi. fiuti, senza evidenziare l’attività di intermediazione e commercia-
È, inoltre, necessario tenere il registro di cui all’allegato A, Dm lizzazione di rifiuti con detenzione dei medesimi, nonché tenere il
148/1998. registro di cui all’allegato A, Dm 148/1998
Nel secondo caso: è necessario compilare le schede INT + alle- – in parte senza detenzione, è necessario compilare le schede
gati relativi evidenziando per ciascun rifiuto intermediato senza INT + allegati relativi evidenziando per ciascun rifiuto intermedia-
detenzione le unità locali di origine e le unità locali di destinazione. to senza detenzione le unità locali di origine e le unità locali di
È, inoltre, necessario tenere il registro di cui all’allegato B, Dm destinazione, nonché tenere il registro di cui all’allegato B, Dm
148/1998. 148/1998.

Mud per Comuni & C. – chi sono gli obbligati


(articoli 11, commi 3 e 4; 12, comma 1, Dlgs 22/1997 e 189, comma 5, nuovo Dlgs attuativo della “Delega ambientale”)

I Comuni, i Consorzi di Comuni, le Comunità montane e le aziende – le notizie attualmente richieste dall’articolo 11, comma 4, Dlgs
speciali con finalità di smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, 22/1997 sono le stesse di quelle previste dal nuovo Dlgs (il qua-
contemplati dal Dlgs 22/1997 come destinatari degli obblighi di le, tuttavia, aggiunge: quantità di rifiuti speciali raccolti nel pro-
cui all’articolo 11, comma 4, non sono più previsti dal nuovo Dlgs, prio territorio a seguito di apposita convenzione con soggetti pub-
nel senso che il loro posto sarà preso dal soggetto aggiudicatario blici o privati; quantità raccolte, suddivise per materiali, in attua-
della gara pubblica indetta dall’autorità d’ambito ai sensi dell’arti- zione degli accordi con i Consorzi finalizzati al recupero dei rifiuti);
colo 202. Tuttavia gli attuali soggetti, mantengono la privativa per i – il nuovo modello di Mud non è ancora disponibile;
rifiuti urbani e gli speciali assimilati avviati a smaltimento fino all’i- si ritiene che i soggetti attualmente previsti dall’articolo 11, com-
nizio dell’attività del citato soggetto aggiudicatario della gara. ma 4, Dlgs 22/1997 debbano, per quest’anno, compilare le parti
Pertanto, in ragione di quanto precede ed in considerazione del del Mud di loro competenza anche dopo la soppressione del Dlgs
fatto che: 22/1997 e l’entrata in vigore del nuovo Dlgs.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Gestore servizio pubblico Mud ex art. 11, c. 4, Dlgs 22/1997 (1)


– Comuni (2) SÌ
– Consorzi di Comuni (2) SÌ
– Comunità montane (2) SÌ
– Aziende speciali con finalità di smaltimento dei rifiuti urbani SÌ ex articolo 11, commi 3 e 4, Dlgs 22/1997
e assimilati
– Gestori del servizio pubblico in ordine ai rifiuti speciali NON SÌ ex articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997
assimilati conferiti ad essi in base a convenzione
(1) Sezione Anagrafica + scheda: RU e ricavi servizio rifiuti urbani (scheda (2) Se gestiscono il servizio in econo- alla compilazione e invio del Mud ex
+ moduli: RST o DRU; Sezione Costi CG + modulo MDCR). mia sono obbligati anche al registro e articolo 11, comma 3, Dlgs 22/1997.

Nota: quando il servizio è gestito da società mista (cioè da un Ente che ope- di rifiuti gestiti da ciascuno. L’omesso invio del Mud ex articolo 11, comma
ra professionalmente e in modo imprenditoriale esercita l’attività di gestio- 4 (“qualificato”) da parte di tali soggetti non è sanzionato dal Dlgs 22/1997.
ne), si ritiene che l’obbligo di Mud “qualificato” resta, comunque, in capo a La società mista, invece, non è citata nell’articolo 11, comma 4, pertanto
Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità montane, poiché l’articolo 11, rientrando nella previsione del comma 3 è obbligata alla tenuta dei registri e
comma 4, lettera b), impone ad essi l’obbligo di indicare i soggetti che han- alla comunicazione Mud “ordinaria” e si applicano le sanzioni previste
no gestito i rifiuti, specificando le operazioni svolte, le tipologie e le quantità dall’articolo 52, commi 1 e 4.

Mud: soggetti esclusi


(articoli 11, comma 3; 58, comma 7-quater, Dlgs 22/1997 e articolo 11, legge 29/2006 – Comunitaria 2005)

1. Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 Codice civile, pro- in concessione, la compilazione del Mud (ex articolo 11, comma
duttori di: 3) è effettuata dal soggetto concessionario. Ciò vale anche in ca-
– rifiuti non pericolosi, sempre; so di rifiuti speciali “non assimilati/non assimilabili” agli urbani,
– rifiuti pericolosi: solo se hanno un volume d’affari annuo infe- ma gestiti in regime di convenzione dal gestore pubblico. La nor-
riore a 7.746,85 euro. ma, infatti, si riferisce a “rifiuti” generalmente intesi e senza di-
2. Imprese ed enti (appartenenti a qualsiasi categoria) produttori stinzione, per cui è ragionevole ricomprenderli tutti. Il gestore do-
di rifiuti non pericolosi. vrà sempre usare la “scheda RIF”.
3. I produttori di rifiuti pericolosi (appartenenti a qualsiasi catego- 4. Soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svol-
ria) e non pericolosi, che li conferiscono al Servizio pubblico di gimento delle attività medesime in forma ambulante, limitata-
raccolta. mente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio.
In questo caso il Mud è compilato dal soggetto che gestisce tale 5. Raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti (pericolosi
servizio, ovviamente solo nei limiti delle quantità conferite (artico- e non) da loro stessi prodotti.
44 lo 11, comma 3, Dlgs 22/1997). Se un Comune affida il servizio 6. Produttori di rifiuti (pericolosi e non) diversi da Enti e imprese.
Ipotesi B:

Rubriche Come si fa...


caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo SIA GIÀ entrato in vigore

Mud, soggetti obbligati


(articolo 189, comma 3, Dlgs attuativo legge 308/2004 (cd. “Delega ambientale”)
Rifiuti speciali NON pericolosi Rifiuti speciali pericolosi

– Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale – Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale
(comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con (comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con
detenzione) detenzione)

– soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen- – soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen-
to dei rifiuti to dei rifiuti
(comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con (comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con
detenzione) detenzione)

– commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione – commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione

– imprese ed enti produttori di rifiuti pericolosi


(NO, se i rifiuti sono conferiti al servizio pubblico di raccolta, in
base a convenzione e limitatamente alla quantità conferita)

– consorzi istituiti con le finalità di recuperare particolari tipologie – consorzi istituiti con le finalità di recuperare particolari tipologie
di rifiuto di rifiuto

Mud: soggetti esclusi

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


(articoli 110, comma 7; 189, commi 3 e 4; 266, comma 5, Dlgs attuativo legge 308/2004 – cd. “Delega ambientale”)

1. Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 Codice civile per 4. Raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti (pericolosi
produzione rifiuti non pericolosi e pericolosi, solo se hanno un vo- e non) da loro stessi prodotti.
lume d’affari annuo non superiore a 8.000,00 euro. 5. Produttori di rifiuti (pericolosi e non) diversi da enti e imprese.
2. Il produttore di rifiuti pericolosi (industriale, artigiano, commer- 6. Produttori di rifiuti costituiti dal materiale proveniente dalla ma-
ciante, agricoltore, esercenti servizi) e non pericolosi, che li conferi- nutenzione ordinaria di sistemi di trattamento di acque reflue do-
sce al Servizio pubblico di raccolta. In questo caso il Mud è compi- mestiche previsti ai sensi dell’articolo 100, comma 3 (cfr. art.
lato dal soggetto che gestisce tale servizio, ovviamente solo nei li- 110, comma 7).
miti delle quantità conferite. 7. Il gestore del servizio idrico integrato che tratta rifiuti ai sensi
3. Soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svol- dell’articolo 110, commi 3 e 5, è soggetto solo all’obbligo di regi-
gimento delle attività medesime in forma ambulante, limitata- stro e non a quello di Mud (cfr. art. 110, comma 7).
mente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio (articolo 8. Produttori di rifiuti non pericolosi (industria, commercio, arti-
226, comma 5). gianato, servizi).

Letture consigliate Di seguito si evidenziano le “letture consigliate”, cioè i quesiti risolti che, in ordine all’argomento, sono già
stati pubblicati da questa Rivista; tra parentesi è indicato il riferimento di pubblicazione.
Risposte a quesiti
P. Ficco “Diventa omessa presentazione l’invio ritardato del Mud oltre i 60 giorni dalla scadenza”,
n. 122 (10/05).
P. Ficco “Come si legge l’esenzione dal Mud e dal registro per gli artigiani”, n. 123 (11/05).
P. Ficco “No al Mud per i rifiuti speciali conferiti al gestore del servizio pubblico”, in questo numero. 45
Gli indirizzi delle Camere di Commercio (*)
Rubriche Come si fa...

VAL D’AOSTA LOMBARDIA leoncelli@so.camcom.it Corso Porta Nuova, 96 – 37122


• Assessorato Aosta • CCIAA Bergamo • CCIAA Varese C/C postale n. 212373
C/C Postale: 11019114 C/C postale n. 15777246 C/C postale n. 19485218 Causale del versamento: Diritti di
Referente: Monica Mezzadri Causale del versamento: Referente: Paola Aletti segreteria Mud 2006
monica.mezzadri@ao.camcom.it Referente: Silvia Ghezzi ambiente@va.camcom.it Referente: Paola Biondani
ghezzi@bg.camcom.it urp@vr.camcom.it
• CCIAA Brescia • CCIAA Vicenza
PIEMONTE Ufficio Certificati e Atti (D/IV-CA) TRENTINO ALTO ADICE Corso Fogazzaro, 37 – 36100
• CCIAA Alessandria Via Orzinuovi, 3 – 25100 • CCIAA Bolzano C/C postale n. 13929369
Via S. Lorenzo, 21 – 15100 C/C postale n. 330258 Ufficio Industria Tutela Ambiente Causale del versamento: Diritti di
C/C Postale: 00251157 Causale del versamento: Diritti di Tecnologia segreteria Mud 2006
Causale del versamento: Diritti di segreteria Mud 2006 Via Perathoner, 8-10 – 39100 Referente: Stefano Tescaro
segreteria Mud 2006 Referente: Giacomina Francesconi C/C postale n. 251397 stefano.tescaro@vi.camcom.it
Referente: Corrado Lovisolo anagrafe.dati@bs.camcom.it Causale del versamento: Diritti di
corrado.lovisolo@al.camcom.it • CCIAA Como segreteria Mud 2006
• CCIAA Asti Via Parini, 16 – 22100 Referente: Alexander Risser FRIULI VENEZIA GIULIA
Piazza Medici, 8 – 14100 C/C postale n. 11121225 risser@hk-cciaa.bz.it • CCIAA Gorizia
C/C Postale: 00123141 Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Trento Servizio Tesoreria
Causale del versamento: Diritti di segreteria Mud 2006 Via Calepina, 13 – 38100 Via Crispi, 10 – 34170
segreteria Mud 2006 Referente: Vittorio Bruno C/C postale n. 282384 C/C postale n. 11531498
Referente: Vittorino Pia ambiente@co.camcom.it Causale del versamento: Diritti di Causale del versamento: Diritti di
vittorino.pia@at.camcom.it • CCIAA Cremona segreteria Mud 2006 segreteria Mud 2006
• CCIAA Verbania Piazza Cavour, 5 – 26100 Referente: Giovanni Clementel Referente: Manuela Varin
S.S. Sempione 4 – 28042 C/C postale n. 11821261 giovanni.clementel@tn.camcom.it manuela.varin@go.camcom.it
Baveno (VB) Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Pordenone
C/C Postale: 11254281 segreteria Mud 2006 Albo Imprese Artigiane
Causale del versamento: Diritti di Referente: Lorella Casaburi VENETO Corso Vittorio Emanuele, 47
segreteria Mud 2006 • CCIAA Lecco • CCIAA Belluno – 33170
Referente: Mara Scaletti Via Amendola, 4 – 23900 Ufficio Formazione e Attività C/C postale n. 12712592
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mara.scaletti@vb.camcom.it C/C postale n. 11175221 Settoriali Causale del versamento: Diritti di


• CCIAA Biella Causale del versamento: Diritti di Piazza S.Stefano, 15-17 – 32100 segreteria Mud 2006
Ufficio Ambiente segreteria Mud 2006 C/C postale n. 11337326 Referente: Luciana Bolognin
Casella Postale 144 – 13900 Referente: Carlo Guidotti Causale del versamento: Diritti di luciana.bolognin@pn.camcom.it
C/C postale n. 12511135 guidotti@lc.camcom.it segreteria Mud 2006 • CCIAA Trieste
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Lodi Referente: Elena Zambelli Ufficio Ambiente
segreteria Mud 2006 Via Haussmann, 11/15 – 26900 elena.zambelli@bl.camcom.it Piazza Borsa, 4 – 34121
Referente: Caterina Janutolo C/C postale n. 36284206 • CCIAA Padova C/C postale n. 13453345
artigianato@bi.camcom.it Causale del versamento: Diritti di Servizio Economato Causale del versamento: Diritti di
• CCIAA Cuneo segreteria Mud (L. 70/1994)+ Via E. Filiberto, 34 – 35122 segreteria Mud 2006
Via E. Filiberto, 3 – 12100 Codice Fiscale C/C postale n. 114355 Referente: Itala Ginanneschi
C/C postale n. 108126 Referente: Alessandro Draffa Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Udine
Causale del versamento: Diritti di draffa@lo.camcom.it segreteria Mud 2006 Ufficio Mud
segreteria Mud 2006 • CCIAA Mantova Referente: Liliana Frascati C.P. 132 – 33100
Referente: Angelo De Cerce Via P.F. Calvi, 28 – 46100 liliana.frascati@pd.camcom.it C/C postale n. 16322331
angelo.decerce@cn.camcom.it C/C postale n. 274464 • CCIAA Rovigo Causale del versamento: Diritti di
• CCIAA Novara Causale del versamento: Diritti di Azienda Speciale Polesine segreteria Mud 2006
Via degli Avogadro, 4 – 28100 segreteria Mud 2006 (L. 70/1994) Innovazione Referente: Marco Righini
C/C postale n. 263285 Referente: Eleonora Fanin Piazza Garibaldi, 6 – 45100 righini@azservizicciaa-ud.xnet.it
Causale del versamento: Diritti di fanin@promoimpresaonline.it C/C postale n. 11138450
segreteria Mud 2006 • CCIAA Milano Causale del versamento: Diritti di
Referente: Cristina D’Ercole Servizio Ambiente segreteria Mud 2006 LIGURIA
cristina.dercole@no.camcom.it Casella Postale 789 – 20101 Referente: Michele Raisi • CCIAA Genova
• CCIAA Torino C/C postale n. 54950209 • CCIAA Treviso C/C postale n. 26104166
Ufficio Ambiente Causale del versamento: Diritti di Servizio Economato Causale del versamento:
Via S. Francesco da Paola, 24 – segreteria Mud 2006 Piazza Borsa – 31100 Referente: Daniele Bagon
10123 Referente: Paolo Pipere C/C postale n. 175315 daniele.bagon@ge.camcom.it
C/C postale n. 35359108 pipere@mi.camcom.it Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Imperia
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Pavia segreteria Mud 2006 C/C postale n.212183
segreteria Mud 2006 Via Mentana, 27 – 27100 Referente: Giampietro Comarella Causale del versamento:
Referente: Rosalba Del Vecchio C/C postale n. 10618270 giampietro.comarella@tv.camcom.it Referente: Chiara Garzo
assistenza.rifiuti@to.camcom.it Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Venezia chiara.garzo@im.camcom.it
• CCIAA Vercelli segreteria Mud 2006 Ufficio Industria • CCIAA La Spezia
Ufficio Albi e Ruoli – Mud Referente: Sig.ra Gandolfi Casella Postale 3317 – 30124 Piazza Europa, 16 – 19124
Piazza Risorgimento, 12 – 13100 ambiente@pv.camcom.it C/C postale n. 16152308 C/C postale n. 12527198
C/C postale n. 8284 • CCIAA Sondrio Causale del versamento: Diritti di Causale del versamento: Mud
Causale del versamento: Diritti di Via Piazzi, 23 – 23100 segreteria Mud 2006 Referente: Fabrizio Batti
segreteria Mud 2006 + Codice C/C postale n. 12343232 Referente: Nicola Maran fabrizio.batti@sp.camcom.it
Fiscale Causale del versamento: Diritti di nicola.maran@ve.camcom.it • CCIAA Savona
Referente: Erasmo Bellani segreteria Mud 2006 • CCIAA Verona Via Quarda Inferiore, 16 – 17100
46 Sportello Ambiente C/C postale n. 211177
erasmo.bellani@vc.camcom.it Referente: Sig. Leoncelli
Causale del versamento: Diritti di Ufficio Ambiente UMBRIA Referente: Anna Bianca Pierucci

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segreteria Mud L. 70/94 Viale Giotto, 4 – 52100 • CCIAA Perugia annabianca.pierucci@ap.camcom.it
Referente: Vania Fornari C/C postale n. 12149522 Servizio Regionale Albo Nazionale • CCIAA Macerata
e-mail:vania.fornari@sv.camcom.it Causale del versamento: Diritti di Smaltitori REC, Albi e Ruoli
segreteria Mud 2006 Via Cacciatori delle Alpi, 42 – Via Lauri, 7 – 62100
Referente: Gabriella Verdelli 06100 C/C postale n. 162628
EMILIA ROMAGNA gabriella.verdelli@ar.camcom.it C/C postale n. 10797066 Causale del versamento: Diritti di
• CCIAA Bologna • CCIAA Firenze Causale del versamento: Diritti di segreteria Mud 2006
Piazza della Mercanzia, 4 – 40100 Piazza dei Giudici, 3 – 50122 segreteria Mud 2006 • CCIAA Pesaro e Urbino
C/C postale n. 750406 C/C postale n. 351502 Referente: Agnese Lucchetti Corso XI Settembre, 116 – 61100
Causale del versamento: Diritti di Causale del versamento: Diritti di ecologia@pg.camcom.it C/C postale n. 11165610
segreteria Mud L. 70/94 segreteria Mud 2006 • CCIAA Terni Causale del versamento: Mud
Referente: Giuseppe Cannella Referente: Paolo Ulivelli Largo Don Minzoni, 6 – 05100 Referente: Paolo Luzi
giuseppe.cannella@bo.camcom.it paolo.ulivelli@fi.camcom.it C/C postale n. 10213056 paolo.luzi@ps.camcom.it
• CCIAA Ferrara • CCIAA Grosseto Causale del versamento: Diritti di
Largo Castello, 10 – 44100 Ambiente segreteria Mud 2006
C/C postale n. 14926448 Via Cairoli, 10 – 58100 Referente: Paola Argenti ABRUZZO
Causale del versamento: Diritti di C/C postale n. 11165586 paola.argenti@tr.camcom.it • CCIAA Chieti
segreteria Mud 2006 Causale del versamento: Diritti di Affari Generali
Referente: Gigliola Bosi segreteria Mud 2006 Piazza G.B. Vico, 3 – 66100
gigliola.bosi@fe.camcom.it Referente: Roberto Saletti LAZIO C/C postale n. 17998667
• CCIAA Forlì – Cesena roberto.saletti@gr.camcom.it • CCIAA Frosinone Causale del versamento: Diritti di
Ufficio Promozione Economica • CCIAA Livorno Via A. De Gasperi, 2 – 03100 segreteria Mud 2006
Corso della Repubblica, 5 – 47100 Sportello Ambiente C/C postale n. 12900031 Referente: Virginia Lalli
C/C postale n. 16559478 Piazza del Municipio, 48 – 57123 Causale del versamento: Diritti di virginia.lalli@ch.camcom.it
Causale del versamento: Proventi C/C postale n. 217570 segreteria Mud 2006 • CCIAA L’Aquila
diversi Causale del versamento: Diritti di Referente: Dario Fiore Ufficio Ambiente
Referente: Maria Cristina De Gianni segreteria Mud 2006 dario.fiore@fr.camcom.it Corso Vittorio Emanuele, 86
mariacristina.degianni@fo.camcom.it Referente: Roberto Rodoero • CCIAA Latina – 67100
• CCIAA Modena roberto.rodoero@li.camcom.it Via Umbero I, 84 – 04100 C/C postale n. 13826672
Via Ganaceto, 134 – 41100 • CCIAA Lucca C/C postale n. 12036042 Causale del versamento: Diritti di
C/C postale n. 14287411 Servizio Tesoreria Causale del versamento: Diritti di segreteria Mud 2006

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Causale del versamento: Diritti di Corte Campana, 10 – 55100 segreteria Mud 2006 Referente: Rossana Lepidi
segreteria Mud 2006 C/C postale n. 12814554 Referente: Rossano Natalini rossana.lepidi@aq.camcom.it
Referente: Ermi Bagni Causale del versamento: Diritti di rossano.natalini@lt.camcom.it • CCIAA Pescara
ermi.bagni@mo.camcom.it segreteria Mud 2006 • CCIAA Rieti Via Conte di Ruvo, 2 – 65100
• CCIAA Parma Referente: Paola Petroni Servizi Vari C/C postale n. 19050657
Servizio Tesoreria paola.petroni@lu.camcom.it Via delle Palme – 02100 Causale del versamento: Diritti di
Indirizzo: Via Verdi, 2 – 43100 • CCIAA Massa Carrara C/C postale n. 14022024 segreteria Mud 2006
C/C postale n. 361436 C/C postale n. 10496545 Causale del versamento: Diritti di Referente: Maria Paola Ruggieri
Causale del versamento: Diritti Mud Causale del versamento: segreteria Mud 2006 mariapaola.ruggieri@pe.camcom.it
ambientale Referente: Franco Diamanti • CCIAA Roma • CCIAA Teramo
Referente: Elda Manici franco.diamanti@ms.camcom.it Ufficio Ambiente Servizio Studi Statistica
• CCIAA Piacenza • CCIAA Pisa Via Capitan Bavastro – 00154 Via Savini, 48/50 – 64100
C/C postale n. 104299 Ufficio Studi C/C postale n. 68148006 C/C postale n. 202648
Causale del versamento: Piazza V. Emanuele II, 5 – 56125 Causale del versamento: Diritti di Causale del versamento: Diritti di
Referente: Roberto Bottazzi C/C postale n. 23167166 segreteria Mud 2006 segreteria Mud (L. 70/94)
roberto.bottazzi@pc.camcom.it Causale del versamento: Diritti di Referente: Tommaso Moretti Referente: Lorenzo Pingiotti
• CCIAA Ravenna segreteria Mud 2006 tommaso.moretti@rm.camcom.it lorenzo.pingiotii@te.camcom.it
Viale Farini, 4a – 48100 Referente: Silvana Donati • CCIAA Viterbo
C/C postale n. 15570484 silvana.donati@pi.camcom.it Via Fratelli Rosselli, 4 – 01100
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Pistoia C/C postale n. 12292017 MOLISE
segreteria Mud 2006 Corso S. Fedi, 36 – 51100 Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Campobasso
Referente: Cinzia Godoli C/C postale n. 10195519 segreteria Mud 2006 Affari Economici
cinzia.godoli@ra.camcom.it Causale del versamento: Mud Referente: Marco Micheli C.P. n. 50 – 86100
• CCIAA Reggio Emilia Ambiente marco.micheli@vt.camcom.it C/C postale n. 13575865
Piazza Vittoria, 1 – 42100 Referente: Elisabetta Santini Causale del versamento: Diritti di
C/C postale n. 395426 elisabetta.santini@pt.camcom.it segreteria Mud 2006
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Prato MARCHE Referente: Assunta Vergato
segreteria Mud 2006 Ufficio Promozione • CCIAA Ancona carmela.fusco@cb.camcom.it
Referente: Claudia Bartoli Via Valentini, 14 – 59100 Ufficio Mud – Servizio 4° • CCIAA Isernia
claudia.bartoli@re.camcom.it C/C postale n. 17069501 Piazza XXIV Maggio, 1 – 60100 Sportello Ambiente
• CCIAA Rimini Causale del versamento: Diritti di C/C postale n. 15681604 Corso Risorgimento, 302 – 86170
Viale Vespucci, 58 - 47900 segreteria Mud 2006 Causale del versamento: Diritti di C/C postale n. 12762860
C/C postale n. 404475 Referente: David Talamucci segreteria Mud 2006 Causale del versamento: Diritti di
Causale del versamento: Proventi david.talamucci@po.camcom.it Referente: Roberto Ronchitelli segreteria Mud 2006
diversi • CCIAA Siena albo.rifiuti@an.camcom.it Referente: Marco Calabrese
Referente: Debora Sartini Piazza Matteotti, 30 – 53100 • CCIAA Ascoli Piceno marco.calabrese@is.camcom.it
debora.sartini@rn.camcom.it C/C postale n. 10170538 Dichiarazioni Ambientali
Causale del versamento: Diritti di Via L. Mercantini, 23/26 – 63100
segreteria Mud 2006 C/C postale n. 12114633 CAMPANIA
TOSCANA Referente: Annalisa Mignozzi Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Avellino
47
• CCIAA Arezzo annalisa.mignozzi@si.camcom.it segreteria Mud 2006 Servizio II
Piazza Duomo, 5 – 83100 claudio.chieffo@fg.camcom.it C/C postale n. 19655901
Rubriche Come si fa...

C/C postale n. 14502835 • CCIAA Lecce Causale del versamento: Diritti di


Causale del versamento: Diritti di Ufficio Ambiente e Ecologia segreteria Mud 2006
segreteria Mud 2006 Viale Gallipoli, 59 –73100 Referente: Francesco Romano
Referente: Rocco Morese C/C postale n. 222737 francesco.romano@pa.camcom.it
• CCIAA Benevento Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Ragusa
Unità Operativa n. 4 segreteria Mud 2006 C/C postale n. 205971
Piazza IV Novembre – 82100 Referente: Salvatore Manni • CCIAA Siracusa
C/C postale n. 159822 salvatore.manni@le.camcom.it Ufficio Ambiente
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Taranto Via Duca degli Abruzzi, 4 – 96100
segreteria Mud 2006 C/C postale n. 242743 C/C postale n. 10525962
Referente: Rocco Spagnuolo Causale del versamento: Diritti di
rocco.spagnuolo@bn.camcom.it segreteria Mud 2006
• CCIAA Caserta CALABRIA Referente: Osvaldo Adragna
C/C postale n. 13088810 • CCIAA Catanzaro osvaldo.adragna@sr.camcom.it
Referente: Gaetano Giordani Via Ippolito Minnito, 16 – 88100 • CCIAA Trapani
gaetano.giordani@ce.camcom.it C/C postale n. 848887 Ufficio Artigianato
• CCIAA Napoli Causale del versamento: Diritti di Corso Italia, 26 – 91100
Via S. Aspreno, 2 – 80133 segreteria Mud 2006 C/C postale n. 387910
C/C postale n. 13088802 Referente: Aldo Semeraro Causale del versamento: Esazione
Causale del versamento: Diritti di aldo.semeraro@cz.camcom.it diritti Mud
segreteria Mud 2006 • CCIAA Cosenza Referente: Vincenzo Pastiglia
Referente: Dott.ssa De Benedetto Via Calabria, 33 – 87100 vincenzo.pastiglia@tp.camcom.it
ufficio.brevetti@na.camcom.it C/C postale n. 227876
• CCIAA Salerno Causale del versamento: Diritti di
Ufficio Mud segreteria Mud 2006 SARDEGNA
Via Salvatore Allende, 19 – 84131 Referente: Concetta Romano • CCIAA Cagliari
C/C postale n. 11570843 concetta.romano@cs.camcom.it Largo Carlo Felice, 72 – 09214
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Crotone C/C postale n. 22034094
segreteria Mud 2006 Servizio Tesoreria Causale del versamento: Mud
Referente: Antonio Miranda Piazza Castello, 20 – 88900 ambientale
C/C postale n. 16359887 Referente: sig.ra Greco
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Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Nuoro


BASILICATA segreteria Mud 2006 Ufficio Statistica
• CCIAA Matera Referente: Donatella Branca Via Papandrea, 8 – 08100
Ufficio Mud donatella.branca@kr.camcom.it C/C postale n. 10671089
Via Lucana, 82 – 75100 • CCIAA Reggio Calabria Causale del versamento: Diritti di
C/C postale n. 212753 C/C postale n. 338897 segreteria Mud 2006
Causale del versamento: Diritti di • CCIAA Vibo Valentia Referente: Carmelo Ticca
segreteria Mud 2006 Viale Matteotti, 1 – 88018 statistica@nu.camcom.it
• CCIAA Potenza C/C postale n. 16292880 • CCIAA Oristano
Ufficio Mud Causale del versamento: Diritti di Registro delle Imprese
Corso 18 Agosto, 34 – 85100 segreteria Mud 2006 Via Carducci, 2 – 09170
C/C postale n. 12433850 Referente: Francesco La Torre C/C postale n. 19228097
Causale del versamento: riportare il francesco.latorre@vv.camcom.it Causale del versamento: Diritti di
Codice fiscale del dichiarante e la segreteria Mud 2006
dicitura: Diritti di Segreteria Mud Referente: Mansueto Siuni
(Legge 70/94). SICILIA mansueto.siuni@or.camcom.it
Referente: Cira Casillo • CCIAA Agrigento • CCIAA Sassari
cira.casillo@pz.camcom.it Via Atenea, 319 – 92100 C/C postale n. 220079
C/C postale n. 12435921 Referente: Francesco Fringuello
Causale del versamento: Diritti di francesco.fringuello@ss.camcom.it
PUGLIA segreteria Mud 2006
• CCIAA Bari • CCIAA Caltanissetta
Ufficio Mud C/C postale n. 243931 (*) Fonte: UnionCamere, aprile
Corso Cavour, 2 – 70121 • CCIAA Catania 2005, www.unioncamere.it
C/C postale n. 778704 Registro Imprese (sezione Ambiente)
Causale del versamento: Diritti di Via Cappuccini, 2 – 95124
segreteria Mud 2006 C/C postale n. 12320958
Referente: Antonio Stragapede Causale del versamento: Diritti di
antonio.stragapede@ba.camcom.it segreteria Mud 2006
• CCIAA Brindisi Referente: Alfio Pagliaro
Attività connesse al Registro alfio.pagliaro@ct.camcom.it
Imprese • CCIAA Enna
Via Bastioni Carlo V, 4-6 – 72100 C/C postale n. 13204953
C/C postale n. 00239723 • CCIAA Messina
Causale del versamento: Diritti di Piazza Cavallotti, 3 – 98100
segreteria Mud 2006 C/C postale n. 111989
Referente: Francesco Panzuti Causale del versamento: Diritti di
registro.imprese@br.camcom.it segreteria Mud 2006
• CCIAA Foggia • CCIAA Palermo
C/C postale n. 400713 S.M.A.L.
48
Referente: Claudio Chieffo Via Emerico Amari, 11 – 90139
a cura di Paola Ficco
Stefania Pallotta Responsabile sanzioni e contenzioso ambientale Provincia di Venezia – Settore Ambiente

Rubriche Quesiti
20. Commercio ambulante “libe- quali è stato abilitato, l’esenzione in parola
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
ro” fino ad apposita disciplina re- non sarebbe operante e per la mancata iscri-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, gionale in un incastro di leggi a- zione all’Albo gestori per le attività di raccolta
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. brogate e trasporto sarebbe applicabile il disposto
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- In riferimento all’articolo 58 comma 7- sanzionatorio di cui all’articolo 51, comma 1,
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati quater, Dlgs 22/1997 su trasporto di rifiu- Dlgs 22/1997.
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a ti in forma ambulante ed in considerazio- Per converso, si deduce che per non incorre-
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. ne del fatto che l’articolo 121 del Tulps re nella sanzione penale prevista non dal si-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale (Testo unico delle leggi di pubblica sicu- stema punitivo generale, bensì da quello di
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto rezza), Rd 773/1931, sull’iscrizione nel settore di cui al “Decreto Ronchi”, è neces-
con le tematiche specifiche. sario che il soggetto ambulante sia “abilitato”
registro dei mestieri ambulanti è stato a-
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- brogato e quindi i Comuni non rilasciano allo svolgimento delle attività di raccolta e
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che più alcuna autorizzazione a riguardo, trasporto di materiali (considerati rifiuti) in
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- quale è l’attuale disciplina del settore? forma ambulante.
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto Stanti le deroghe previste dal suddetto A ben guardare, sotto il profilo della discipli-
intestatario dell’abbonamento. na di settore, con riguardo al caso di specie,

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


articolo 58 comma 7-quater, gli ambulan-
I quesiti (la cui formulazione non deve superare le ti possono trasportare qualsiasi quantità ci si trova dinanzi ad una classica norma pe-
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz-
di rifiuti pericolosi e non pericolosi con nale in bianco, cioè ad una norma che preve-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
ogni mese, su queste pagine. qualsiasi automezzo? de la possibilità di punire una condotta che
non è esattamente definita, quindi in violazio-
L’articolo 669 Codice penale prevedeva la ne del principio di tassatività della legge pe-
Risponde Paola Ficco contravvenzione di esercizio abusivo dei me- nale come stabilito dall’articolo 25 della Co-
stieri girovaghi, successivamente depenaliz- stituzione, dall’articolo 2 C.p e dall’articolo
19. Le rimanenze dei giornali in- zata ad opera della legge 689/1981. Una e- 11 delle “Disposizioni sulla legge in genera-
vendute e non ritirate sono rifiuti lencazione, esemplificativa e non tassativa, le” (Rd 16 marzo 1942, n. 262). Analogo
Mi è giunta notizia che le edicole conferi- dei mestieri girovaghi era contenuta nell’arti- principio di legalità vale per le sanzioni am-
scono le rimanenze di giornali e riviste colo 121 Tulps, la cui violazione, peraltro, in ministrative ed è stabilito dall’articolo 1, leg-
non ritirate dalle case editrici a smaltitori virtù della citata legge 689/1981, era an- ge 689/1981.
autorizzati considerandoli rifiuti ed emet- ch’essa depenalizzata. Successivamente, Infatti, la condotta relativa alla “abilitazione”
tendo il formulario che poi servirà anche l’articolo 14, legge 19 maggio 1976, n. 398 non è affatto definita, perché è possibile (a
a fini fiscali. Esiste un qualche accordo (anch’essa abrogata), che disciplinava ex no- seconda del territorio di incidenza) che non
tra le parti o legge in merito? vo il commercio ambulante, aveva espressa- esistano titoli abilitativi.
mente abrogato (tra gli altri) anche il citato Nel dettaglio:
La notizia non è più recente; infatti, già dal 2 articolo 121 Tulps nella parte relativa all’ob- – in attuazione della cd. “Riforma Bassanini”,
marzo 1997 (data di entrata in vigore del bligo della iscrizione in apposito registro il settore del commercio è stato integralmen-
Dlgs 22/1997 sui rifiuti) le rimanenze di gior- presso le autorità di pubblica sicurezza per te ridisciplinato dal Dlgs 31 marzo 1998, n.
nali e riviste invendute e non ritirate dagli e- l’esercizio del commercio ambulante; pertan- 114 (“Riforma della disciplina relativa al set-
ditori sono rifiuti che, come tali, devono es- to, tale fatto non è più previsto come reato tore del commercio, a norma dell’articolo 4,
sere conferiti a soggetti appositamente auto- (Corte di Cassazione, Sezione VI penale, sen- comma 4, della legge 15 marzo 1997, n.
rizzati alla gestione dei rifiuti. tenze 13301/1978 e 777/1979). 59”);
Tali rifiuti vengono poi recuperati in impianti L’articolo 58, comma 7-quater, Dlgs 22/ – l’articolo 28, comma 4, Dlgs 114/1998 ci-
dedicati ed autorizzati o ai sensi degli articoli 1997 prevede l’esenzione dagli obblighi di tato stabilisce che “L’autorizzazione all’eser-
27 e 28, Dlgs 22/1997 o ai sensi degli arti- registro, Mud, formulari e iscrizione all’Albo cizio dell’attività di vendita sulle aree pubbli-
coli 31 e 33, Dlgs 22/1997, purché, in que- gestori per le attività di raccolta e trasporto di che esclusivamente in forma itinerante è rila-
sta ultima ipotesi, gli impianti di recupero ri- rifiuti effettuate dai soggetti “abilitati” allo sciata, in base alla normativa emanata dalla
spettino pedissequamente la disciplina previ- svolgimento di tali attività di raccolta e tra- Regione, dal Comune nel quale il richiedente
sta dal Dm 5 febbraio 1998 dedicato al recu- sporto in forma ambulante, ma limitatamente ha la residenza, se persona fisica, o la sede
pero agevolato dei rifiuti non pericolosi. La ai rifiuti che formano oggetto del loro com- legale”;
consegna avviene al trasportatore mediante mercio. – l’articolo 30, comma 2, Dlgs 114/1998 cit.
formulario che, però, non ha alcuna attinenza Dunque, laddove un soggetto ambulante rac- stabilisce che fino all’emanazione delle nor-
me regionali “continuano ad applicarsi le 49
con la disciplina fiscale. colga e trasporti rifiuti diversi da quelli per i
norme previgenti”; diritto pubblico che per poter essere comple- mati in un impianto di produzione di biogas o
Rubriche Quesiti

– quindi, poteva continuare ad applicarsi l’ar- tamente applicata (quindi operante, o resa e- compostati secondo modalità stabilite confor-
ticolo 121 Tulps, ma tale articolo è stato a- secutiva) necessita della effettiva creazione memente alla procedura di cui all’articolo 33,
brogato dall’articolo 6, comma 1, lettera a), del sistema che consenta il suo funziona- paragrafo 2, o, in attesa dell’adozione di tali
Dpr 311/2001 e già in precedenza risultava mento. Questo perché per “attuazione” (o modalità, conformemente alla legislazione
abrogato dalla (a sua volta abrogata dalla “applicazione”) della norma giuridica si inten- nazionale;
legge 112/1991) legge 398/1976 cit. per la de la concreta realizzazione, nella vita della g) se si tratta di materiali di origine ittica, so-
parte relativa all’obbligo della iscrizione in collettività, di quanto è ordinato dalle regole no insilati o compostati secondo modalità
apposito registro presso le autorità di pubbli- che compongono il diritto dello Stato. stabilite conformemente alla procedura di cui
ca sicurezza per l’esercizio del commercio La norma di cui all’articolo 58, comma 7- all’articolo 33, paragrafo 2, regolamento (Ce)
ambulante; quater, dunque, non costituisce sempre un 1774/2002;
– neanche era applicabile l’articolo 2, legge precetto (dipende, infatti, dall’attuazione re- h) sono eliminati con altri metodi o utilizzati in
112/1991 che, per l’ambulante, prescriveva gionale) dal quale possano da subito farsi di- altri modi, secondo modalità stabilite confor-
il rilascio di un’autorizzazione comunale su- scendere conseguenze in danno del tra- memente alla procedura di cui all’articolo 33,
bordinato all’iscrizione nell’apposito registro sgressore (sanzioni). Essa diventerà norma di paragrafo 2, sentito il comitato scientifico com-
istituito presso le Cciaa ai sensi della legge condotta positiva solo quando la singola petente. Tali metodi o modi possono integrare
426/1971, perché tale legge 112/1991 è Regione definirà la disciplina regionale di set- o sostituire quelli di cui alle lettere da a) a g).
stata abrogata dallo stesso Dlgs 114/1998 tore, in attuazione del disposto di cui all’arti- Diversamente, gli altri prodotti alimentari non
(articolo 28, comma 6). colo 28, comma 4, Dlgs 114/1998 cit. più destinati al consumo umano (pane, pa-
Sul punto, si registra la sentenza della III sta, dolci, formaggi latte pastorizzato ecc.,
Sezione penale della Corte di Cassazione 13 21. Dai prodotti alimentari scaduti categoria 3, regolamento (Ce) 1774/2002)
settembre 2005, n. 33310 secondo la quale (tal quali) si può avere magime purché vi sia una previa valutazione di assen-
l’articolo 30, comma 4, Dlgs 22/1997 impo- I supermercati o altre attività del settore za di rischio per la salute pubblica e gli ani-
ne l’iscrizione all’Albo gestori di tutte le im- alimentare come possono disfarsi dei mali effettuata dall’autorità competente e
prese che svolgono attività di raccolta e di prodotti alimentari scaduti? Sono rifiuti o purché non siano entrati in contatto con le
trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti da possono essere riutilizzati per la produ- sopraindicate “materie prime di origine ani-
terzi indipendentemente dalla circostanza zione di mangime? male” possono:
che detta attività sia finalizzata o non al recu- – andare in discarica senza preventiva tra-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

pero o allo smaltimento dei rifiuti stessi. La Le “materie prime di origine animale” (cioè sformazione;
raccolta di rifiuti ferrosi abbandonati da parte carne cruda, latte crudo, uova crude, prodotti – essere trasportati seguendo le regole ordi-
dell’ambulante rientra però nella previsione ittici crudi o quei prodotti che li contengono, narie sui rifiuti e non quelle sanitarie e più
di cui all’articolo 58, comma 7-quater, Dlgs si tratta, dunque – ad esempio – dei prodotti stringenti di cui al regolamento (Ce) 1774/
22/1997 in ordine al quale deve ritenersi, in confezionati scaduti nei supermercati) a 2002;
mancanza di espressa previsione, che la mente del regolamento (Ce) 197/2006 del 3 – essere trattati purché, quanto deriva dal
stessa si riferisca a titoli abilitativi previsti da febbraio 2006 devono andare in discarica trattamento sia incenerito o coincenerito o
altre disposizioni statali, con la conseguenza solo previa trasformazione e non “tal quali”. avviato a discarica e non sia utilizzato come
che il possesso di tali titoli esonera il sogget- A queste materie prime di origine animale si materia prima per mangimi o come fertiliz-
to dagli obblighi di iscrizione, comunicazione applica l’articolo 6, par. 2, regolamento (Ce) zante organico o ammendante;
e tenuta dei formulari. 1774/2002 che prevede destinazioni diverse – essere utilizzati nei mangimi senza subire
Sotto il profilo ermeneutico il ragionamento oltre alla discarica, e precisamente: ulteriori trattamenti o impiegati per altri scopi
della Cassazione è corretto ma, da un punto a) incenerimento o coincenerimento come ri- senza subire ulteriori trattamenti.
di vista concreto, non si può non concludere fiuti in un impianto riconosciuto ai sensi Il regolamento è entrato in vigore il 7 febbraio
ritenendo che poiché tali titoli abilitativi sono dell’articolo 12, regolamento (Ce) 1774/ 2006, ma è applicabile dal 1° gennaio 2006
quelli previsti da altre disposizioni statali (cioè 2002; e fino al 31 dicembre 2007. Esso ripropone
articolo 28, comma 4, Dlgs 114/1998 cit.), b) trasformazione in un impianto di trasfor- molte delle disposizioni di cui al regolamento
essi sono quelli concessi dal Comune i quali mazione riconosciuto ai sensi dell’articolo 13, (Ce) 813/2003, il quale ha avuto validità fino
esistono solo se ed in quanto esista un’appo- regolamento (Ce) 1774/2002 per poi essere al 31 dicembre 2005.
sita disciplina regionale. Infatti, poiché fino eliminati come rifiuti mediante incenerimento
all’emanazione della disciplina regionale non o coincenerimento come sub a) o in una di- 22. Oli minerali usati, al Coou non
è possibile applicare altre leggi statali previ- scarica; partecipano i produttori di rifiuti
genti (in quanto tutte abrogate in progresso c) trasformazione in un impianto di trasfor- In ordine alla produzione di “scarti di olio
di tempo, come più sopra evidenziato) è ne- mazione riconosciuto ai sensi dell’articolo 17, minerale per motori, ingranaggi e lubrifica-
cessario fare riferimento solo alla disciplina regolamento (Ce) 1774/2002; zione, non clorurati” codice Cer 13 02 05*:
regionale. d) impiego come materie prime in un impian- – Il produttore è tenuto ad aderire al “Con-
Laddove questa facesse difetto, si ritiene che to di produzione di alimenti per animali da sorzio olii usati” e secondo quali modalità?
il soggetto ambulante possa comunque svol- compagnia riconosciuto ai sensi dell’articolo – In quali ipotesi sussiste l’obbligo di te-
gere la propria attività senza soggiacere alle 18, regolamento (Ce) 1774/2002; nere un ulteriore registro olii usati in ag-
previsioni sanzionatorie del Dlgs 22/1997 e) trasformazione in un impianto di produzio- giunta al registro carico/scarico?
anche in assenso di titolo abilitativo comuna- ne di biogas o un impianto di compostaggio
le, poiché la disposizione di cui all’articolo riconosciuti ai sensi dell’articolo 15, regola- La disciplina relativa al Coou (Consorzio ob-
58, comma 7-quater integra (in tal caso) gli mento (Ce) 1774/2002; bligatorio oli minerali usati) è reperibile nel-
estremi tecnici di una norma “di organizza- f) se si tratta di rifiuti di cucina e ristorazione l’articolo 11, Dlgs 95/1992. In base a tale di-
50
zione” o “di struttura”, cioè di una norma di di cui al paragrafo 1, lettera l), sono trasfor- sposizione, al Consorzio partecipano “tutte le
imprese che immettono al consumo oli lubri- no, industriale, commerciale ecc.) di rifiuti anche continuare la numerazione dell’an-

Rubriche Quesiti
ficanti di base e finiti”. Come è evidente al (pericolosi o non pericolosi) stipula una con- no precedente, anche su registri diversi
Consorzio partecipano solo i produttori di olio venzione con il gestore del servizio pubblico, vidimati di volta in volta?
minerale nuovo e non di olio minerale inteso tale produttore non è obbligato alla compila-
come rifiuto. zione del Mud. La convenzione è necessaria, Ogni operazione ha un numero progressivo e
Non è previsto alcun obbligo di tenere un re- poiché in difetto il gestore del servizio pubbli- una data. Le operazioni si susseguono in lo-
gistro per gli oli minerali usati, diverso da co non può ritirare i rifiuti speciali, in quanto gica consequenziale e cronologica fino all’e-
quello di cui al Dm 148/1998, che ha intro- il regime di privativa si ha solo per gli urbani saurimento del registro e senza ricominciare
dotto il modello unico valevole per tutte le ti- e gli assimilati avviati a smaltimento (articolo dal n. 1 all’inizio di ogni anno.
pologie di rifiuti. 21, commi 1 e 7, Dlgs 22/1997). Infatti, sul frontespizio del registro il numero
Infatti, l’articolo 8, Dlgs 95/1992 citato, il qua- Inoltre, in considerazione del nesso eziologico e la data delle registrazioni prescindono dal-
le prevede l’introduzione di un modulo ad hoc, tra l’articolo 12, comma 1 (relativo ai registri) l’anno (di inizio e fine) e vanno indicate con
non è mai stato attuato. Tale articolo 8 sosti- e l’articolo 11, comma 3 (relativo al Mud), riferimento alla “capienza” del registro me-
tuisce, abrogandolo tacitamente, il precedente Dlgs 22/1997, all’assenza dell’obbligo di desimo.
articolo 8, Dpr 691/1982 (il quale aveva disci- Mud, corrisponde l’assenza dell’obbligo di
plinato per la prima volta la materia). registro; infatti, a mente del citato articolo 26. Le aliquote Iva applicabili ai
12, comma 1, il registro deve essere utilizza- rifiuti
23. Il registro di carico e scarico to “ai fini della comunicazione al catasto”. Sul n. 65 (7/2000) della Rivista è stato in-
deve essere a modulo continuo Venendo meno l’obbligo della comunicazione dicato che tutte le operazioni di gestione,
È possibile vidimare un registro di carico al catasto (Mud), cade inevitabilmente l’obbli- stoccaggio e deposito temporaneo dei ri-
scarico rifiuti speciali su fogli singoli non go di registro; diversamente, la norma sareb- fiuti speciali (fanghi biologici) sono as-
su modulo continuo? be irragionevole. soggettati all’Iva 10% (per gestione ab-
Nel caso in cui si tratti di rifiuti speciali assimi- biamo inteso tutte le operazioni inerenti il
No, non è possibile; infatti, l’articolo 1, com- lati agli urbani, questi subiscono il regime giu- servizio globale quindi analisi del rifiuto,
ma 3, Dm 148/1998 stabilisce che “I registri ridico degli urbani; quindi, privativa comunale. trasporto, recupero); fino ad ora ci siamo
di carico e scarico tenuti mediante strumenti Laddove, però, l’assimilazione non esista attenuti a tale indicazione.
informatici devono utilizzare carta a modulo (quindi, si abbiano rifiuti speciali a tutti gli ef- Attualmente siamo fornitori per il traspor-
continuo. La stampa di tali registri deve es- fetti) e la raccolta non venga fatta dal gestore to e il recupero agricolo di fanghi biologi-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


sere effettuata con la cadenza prevista per le del servizio pubblico, il quale funge solo da ci di un consorzio di depurazione (Cer di-
diverse categorie di operatori di cui all’artico- stoccatore, poiché il conferimento avviene di- chiarato 19 08 05) che ci ha comunicato
lo 12, comma 1, Dlgs 22/1997, e comunque rettamente dal produttore in piattaforma co- che si ritiene soggetto all’Iva 20% in
in sede di verifica da parte degli organi di munale, occorre considerare la definizione di quanto non riesce a definire la percen-
controllo”. raccolta (di cui all’articolo 6, comma 1, lette- tuale di produzione del rifiuto tra civile e
ra e), Dlgs 22/1997, secondo la quale è tale industriale.
24. No al Mud per i rifiuti speciali “l’operazione di prelievo, di cernita e di rag- In sintesi vorremmo sapere se l’aliquota
conferiti al gestore del servizio gruppamento dei rifiuti per il loro trasporto”, Iva è collegata al codice Cer e, in questo
pubblico non si ritiene che – nel caso di specie – la caso, quali codici Cer sono assoggettati
I produttori di rifiuti speciali (non perico- raccolta venga effettuata dal gestore del ser- all’Iva 10% e quali al 20 % e se esiste un
losi), provenienti da attività artigianale vizio pubblico; infatti, tale gestore non si reca tabella di riferimento.
con più di tre dipendenti, devono compi- presso l’impresa.
lare il registro rifiuti e quindi la denuncia Pertanto, si ritiene che laddove i rifiuti non Con la recente risoluzione n. 14 del 17 gen-
Mud anche se conferiscono il rifiuto su siano assimilati agli urbani e non esista la naio 2006 (riportata a pag. 34), l’Agenzia
piattaforma ad un Consorzio che gestisce convenzione con il gestore del servizio pub- delle Entrate ha chiarito che alle prestazioni
la raccolta rifiuti per conto dell’ammini- blico per i rifiuti speciali (pericolosi o meno) di gestione, stoccaggio e deposito tempora-
strazione comunale? e, quindi, gli stessi vengano recapitati diret- neo di rifiuti urbani e di rifiuti speciali, di ge-
Tali rifiuti (imballaggi in plastica, carta tamente dal produttore presso la piattaforma stione di impianti di fognatura e depurazione
cartone ecc.) sono stati ritirati dalle piat- comunale di stoccaggio (erroneamente chia- si applica l’aliquota Iva agevolata del 10%.
taforme comunali fino a tutto il 2005 come mata di raccolta), tale produttore sia obbliga- La risoluzione, infatti, spiega che l’articolo 6,
rifiuti assimilati agli urbani e dal 2006 solo to sia in ordine al registro sia in ordine al comma 1, Dlgs 22/1997, alle lettere d), l) e
se accompagnati dal formulario a seguito Mud (nel caso degli artigiani, ovviamente, so- m) fornisce le definizioni di gestione, stoc-
dell’approvazione del Programma regiona- lo nel caso in cui si tratti di rifiuti pericolosi o, caggio e deposito temporaneo, in base alle
le di gestione dei rifiuti del giugno 2005. in caso di non pericolosi, vi sia un numero di quali le attività descritte dal proponente del-
Inoltre se i rifiuti vengono ritirati come ri- dipendenti superiore a 3). l’istanza dell’interpello sono riconducibili alle
fiuti speciali è corretto codificare il rifiuto Il Capitolo 20 del Cer è dedicato ai rifiuti ur- operazioni soggette all’aliquota Iva agevolata
usando il capitolo Cer “20” ? bani ed assimilabili. Quindi se l’assimilazione purché i “rifiuti” trattati rientrino nel novero
esiste, il Cer è corretto, diversamente no. dei “rifiuti urbani” o tra i “rifiuti speciali age-
L’articolo 11, comma 3, ultima parte, Dlgs volati”.
22/1997 stabilisce che “Nel caso in cui i pro- 25. Il numero progressivo di mo- Anche l’utilizzo della componente secca della
duttori di rifiuti conferiscano i medesimi al vimentazione sul registro di cari- frazione residuale dei rifiuti solidi urbani co-
servizio pubblico di raccolta, la comunicazio- co e scarico me combustibile nell’impianto di termovalo-
ne (NdA: il Mud) è effettuata dal gestore del Il numero di movimentazione progressivo rizzazione appare coerente con la nozione di
servizio limitatamente alla quantità conferita”. del registro di carico e scarico dei rifiuti, “gestione” dei rifiuti; lo stesso vale per il re-
51
Questo significa che se il produttore (artigia- reinizia dal n. 1 ad ogni inizio anno o può cupero dei materiali metallici.
Nella seconda parte del parere, l’Agenzia no stati assimilati agli urbani e purché, inol- spressamente che la sua efficacia decorre
Rubriche Quesiti

chiarisce che si applica l’aliquota Iva agevo- tre, la raccolta sia omogenea. Infatti, l’artico- dalla data di entrata in vigore del suindicato
lata del 10% anche alle operazioni di realiz- lo 6, comma 1, lettera f), Dlgs 22/1997 defi- decreto ministeriale. Quindi, ad oggi, essa è
zazione degli impianti, in quanto opere di ur- nisce la “raccolta differenziata” come “la rac- inoperante e le sezioni regionali dell’Albo non
banizzazione. colta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in hanno alcuna possibilità, né legittimazione,
Infatti il “Decreto Ronchi” stabilisce che “le o- frazioni merceologiche omogenee” (a pre- per iscrivere un soggetto alla, più volte ri-
pere, le costruzioni e gli impianti destinati allo scindere, come è evidente, dal fatto che chi chiamata, categoria 8, Dm 406/1998.
smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione la ponga in essere sia un privato o un gesto-
dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e li- re del servizio pubblico). Laddove tali rifiuti
quidi, alla bonifica di aree inquinate” sono ri- siano stati assimilati agli urbani, ne seguono (*) In “www.reteambiente.it”, area “Rifiuti”, se-
comprese nel novero delle “attrezzature sani- il regime giuridico. zione “Documentazione complementare”, anno
2000.
tarie” (opere di urbanizzazione secondaria). In caso contrario, l’unico Cer ascrivibile è il
L’aliquota del 10% – continua l’Agenzia – ap- 16 03 06 (rifiuti organici) o 16 03 05 (rifiuti
pare applicabile anche per la realizzazione organici pericolosi).
dell’impianto di termovalorizzazione, in quanto Tra il produttore e il trasportatore interviene,
la duplice funzione di “combustione dei rifiuti” prima di ogni altra cosa, un contratto di tipo
(smaltimento rifiuti) e di “produzione di ener- civilistico, la cui causa è reperibile nel confe-
gia elettrica” appare coerente con i principi e rire un determinato rifiuto per la successiva
la disciplina dettati dal “Decreto Ronchi”. gestione pagando un determinato prezzo. È
L’Iva è invece del 20% per le manutenzioni bene che le parti convergano sul Cer da attri-
ordinarie e straordinarie degli impianti. buire al rifiuto conferito e trasportato.
È appena il caso di sottolineare che nella de- Diversamente, stante la responsabilità condi-
finizione di gestione di cui al citato articolo 6, visa che informa il regime della gestione dei
Dlgs 22/1997, non rientra l’attività di analisi rifiuti, in caso di contestazione, il trasportato-
condotta sui rifiuti. re ben potrebbe essere chiamato a risponde-
Come è evidente, l’aliquota Iva non è colle- re di eventuali difformità, anche perché, a-
gata al Cer bensì all’attività; quindi, una ta- vendo siglato il relativo contratto, ha accetta-
bella di riferimento non esiste. to quel determinato Cer. Pertanto, è bene,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

all’inizio di ogni rapporto contrattuale, che i


27. Il Cer degli sfridi di carta e la relativi soggetti siano concordi sulla indivi-
responsabilità del trasportatore duazione tassonomica fornita dal Cer, anche,
per l’errata individuazione del co- e soprattutto, mediante l’utilizzo di analisi.
dice da parte del produttore
Un nostro cliente ritira normalmente da 28. Ancora impossibile l’iscrizio-
un’azienda appartenente al settore grafi- ne degli intermediari all’Albo ge-
co, sfridi di carta e cartone in alcun modo stori
riconducibili a rifiuti da imballaggio, uti- Un’azienda che vuole effettuare interme-
lizzando il codice 20 01 01 carta e carto- diazione di rifiuti è vero che non si deve i-
ne. Questo codice può essere utilizzato scrivere alla sezione 8 dell’Albo delle im-
per il rifiuto sopradescritto? Qual è il co- prese che effettuano la gestione dei rifiu-
dice che deve essere utilizzato per que- ti? È anche vero che non esiste un prov-
sta tipologia di rifiuto recuperabile? In ca- vedimento che fissa l’ammontare delle
so di controllo e di contestazione del co- garanzie finanziarie? L’articolo 1, delibera
dice da parte delle autorità competenti, 4 aprile 2000 n. 3 emanata dal Ministero
posto che la responsabilità dell’individua- dell’ambiente, non ha valore come prov-
zione del codice da attribuire spetta al vedimento per fissare tale ammontare?
produttore del rifiuto, può essere estesa
al trasportatore la responsabilità della er- Attualmente, la categoria 8, prevista dall’arti-
rata individuazione dello stesso? colo h), Dm 406/1998 per l’iscrizione all’Albo
nazionale gestori rifiuti dei commercianti e
La categoria 20 dell’Elenco europeo dei rifiuti intermediari di rifiuti non è ancora operante.
di cui alla decisione 2000/532/Ce è riferita Infatti, deve essere ancora emanato il decre-
esclusivamente ai rifiuti urbani e assimilabili. to recante le modalità e gli importi delle ga-
Il Cer 20 01 01 è riferito a carta e cartone ranzie finanziarie che devono essere prestate
proveniente da raccolta differenziata. È ragio- a favore dello Stato di cui all’articolo 30,
nevole ritenere, tuttavia, che i rifiuti di cui è comma 6, Dgs 22/1997, ai sensi e per gli
quesito siano stati assimilati agli urbani dal effetti dell’articolo 30, comma 8, del medesi-
Comune competente. In tal caso, poiché la mo decreto.
privativa comunale sui rifiuti assimilati agli La deliberazione Albo gestori 4 aprile 2000,
urbani avviati al recupero è venuta meno ad n. 3 (*) non ha fissato tali modalità e importi.
opera del riformulato articolo 21, comma 7, Essa si limita a stabilire i criteri tecnici per l’i-
Dlgs 22/1997, tale Cer 20 01 01 potrebbe scrizione alla cennata categoria 8 dell’Albo.
52
essere corretto, purché (si ripete) i rifiuti sia- L’articolo 3 di tale deliberazione stabilisce e-
a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza


Riferimenti Massima
Corte Suprema di Pres. Malinconico Rifiuti – Titolare di rivendita di Al fine della configurabilità del reato di gestione di discarica abusiva
Cassazione, Sez. III, Rel. Novarese materiali edili – Abbandono di contemplato dall’articolo 51, comma 1, Dlgs 22/1997, commesso dal
6 maggio 2002, Imp. Li Petri rifiuti – Condotta ripetuta e abi- titolare di un esercizio commerciale di vendita di materiali edili che, ri-
n. 16383 tuale – Reato di gestione di di- petutamente e con carattere di definitività, abbandoni i rifiuti provenienti
scarica abusiva – Configura- dalla propria attività, non assumendo rilevanza le modifiche apportate
bilità – Articolo 1, comma 17, dall’articolo 1, comma 17, legge 21 dicembre 2001, n. 443 (“Delega al
legge 443/2001 – Interpre- Governo in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi”), il quale
tazione autentica relativa ai ri- ha escluso, fornendo un’interpretazione autentica degli articoli 7, com-
fiuti costituiti da terra e rocce ma 3, lettera b) e 8, comma 1, lettera f-bis), Dlgs 22/1997, che le terre
da scavo – Irrilevanza e rocce da scavo, anche di gallerie, costituiscono rifiuti, in quanto la
legge anzidetta deve essere estesa indiscriminatamente alle normali at-
tività di demolizione e di costruzione. La Suprema Corte di Cassazione
ha altresì precisato che la deroga alla disciplina dettata dal Dlgs
22/1997 si giustifica per il rilievo pubblico degli interventi previsti nella
legge 443/2001.
Corte Suprema di Pres. Avitabile Rifiuti – Gestione – Rifiuti pro- In tema di gestione dei rifiuti, anche dopo l’entrata in vigore della legge
Cassazione, Sez. III, Rel. Onorato venienti da attività di demolizio- 21 dicembre 2001, n. 443 (delega al Governo in materia di infrastruttu-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


26 febbraio 2002, Imp. Dessena ne e costruzione di manufatti re ed insediamenti produttivi, così detta legge obiettivo), continuano a
n. 7430 edilizi – Rifiuti speciali – Sono costituire rifiuti speciali, ex articolo 7, comma 3, lettera b), Dlgs
tali – Entrata in vigore della 22/1997, quelli derivanti da attività di demolizione e costruzione relative
legge 443/2001 – Irrilevanza a manufatti edilizi, sono strutturalmente diverse dall’attività di scavo,
che invece incide su terreni e per i cui prodotti soltanto l’articolo 1,
comma 17, della menzionata legge 443/2001 prevede l’esclusione
dell’ambito di applicazione del Dlgs 22/1997, che li considerava rifiuti
speciali o pericolosi.
(cfr. Maurizio De Paolis e Michele Pallottino, Commentario al Testo uni-
co dell’edilizia, Maggioli, Rimini, 2004)
Tar Toscana, Sez. I, Pres. Virgilio Rifiuti – Gestione – Deposito su Gli articoli 20, Lr Toscana 18 maggio 1998, n. 25 e Lr Toscana 12
2 ottobre 2000, Rel. Romano area privata – Bonifica – Ob- maggio 1993, n. 29, i quali prevedono che la bonifica dei siti contami-
n. 2048 Ric. T.F. bligo solidale del proprietario e nati competa anche al proprietario dell’area inquinata solidalmente con
Res. Regione del soggetto autore del deposi- il soggetto o i soggetti che hanno cagionato l’inquinamento e che, qua-
Toscana to – Regione Toscana – Ar- lora il soggetto obbligato non provveda, il Comune provveda ex officio
ticolo 17, comma 10 e 11, con addebito delle spese sostenute a carico dei soggetti inadempienti e
Dlgs 22/1997, articolo 6, Lr con la contestuale applicazione di quanto previsto dall’articolo 17, com-
Toscana 29/1993, articolo 20, mi 10 e 11, Dlgs 22/1997, non si pongono in contrasto con l’articolo
Lr Toscana 25/1998 – Que- 117 Cost. e pertanto risultano costituzionali.
stione di legittimità costituzio-
nale in riferimento all’articolo
117 Cost. – Manifesta infonda-
tezza
Tar Veneto, Sez. I, Pres. Trotta Rifiuti – Gestione – Rifiuti solidi Il fatto che il Comune abbia determinato la tariffa per lo smaltimento dei
31 agosto 2000, Rel. Depiero urbani – Tariffa – Determina- rifiuti solidi urbani applicando il metodo normalizzato previsto dal Dpr 27
n. 1503 Rel. S.P. ed altri zione – Metodo normalizzato ex aprile 1999, n. 158 prima della sua effettiva entrata in vigore, ma
Res. Comune di Dpr 158 /1999 – Applicazione quando lo stesso non sia stato ancora approvato nella sua versione de-
Venezia ed altri ante entrata in vigore – Legit- finitiva da parte del Consiglio dei Ministri, in assenza di uno specifico
timità obbligo di adeguarvisi e con la facoltà di darsi in ogni caso delle regole
autonome, così come previsto dall’articolo 33, comma 7, legge 23 di-
cembre 1998, n. 448, non costituisce illegittimità del provvedimento
amministrativo adottato dall’amministrazione comunale.
(cfr. Maurizio De Paolis, L’atto amministrativo. Vizi di legittimità e nuove
anomalie, Maggioli, Rimini, 2005 per un maggiore approfondimento
delle illegittimità delle norme regolamentari.)
Tar Lazio, Roma, Pres. Elefante Rifiuti – Gestione – Rifiuti su a- Lo status di semplice proprietario di un’area da parte di un soggetto pri-
Sez. II, 20 giugno Rel. Mazzuca rea privata – Sgombero e ripri- vato non lo obbliga a procedere alla rimozione dei rifiuti abbandonati
2000, n. 5086 Ric. Soc. F. stino da parte del proprietario – sull’area in questione e al ripristino dei terreni, dovendo farlo soltanto
Res. Comune di Obbligo – Condizioni e presup- qualora tale violazione sia imputabile alla sua persona a titolo di dolo o
Roma posti – Requisito soggettivo del di colpa (articolo 14, Dlgs 22/1997).
dolo o della colpa – Necessità 53
a cura della Redazione Reteambiente

Rubriche Check Ambiente


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Aria Divieto di commercializzazione per pitture ed altri 1° febbraio all’esame del Parlamento per il ne-
prodotti di settore ad elevata concentrazione di cessario parere.
Milano, 13 febbraio 2006 composti organici volatili (meglio noti come “Cov”), Il testo del provvedimento prevede lo sbarramen-
Vernici e prodotti per carrozzeria, responsabili dell’aumento dell’ozono troposferico. to del mercato a partire dal 2007 per i prodotti
in arrivo limiti agli inquinanti È quanto prevede lo schema di decreto legislativo più inquinanti ed un nuovo obbligo di etichettatu-
messo a punto dal Governo in recepimento della ra per quelli invece commerciabili. Deroghe per i
direttiva 2004/42/Ce sulla limitazione delle emis- prodotti destinati alla manutenzione di edifici e
sioni di composti organici volatili e dallo scorso macchine d’epoca.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)

Imballaggi Dal 1° marzo 2006 una lunga serie di alimenti, ce una nuova disciplina igienica degli imballaggi
naturalmente protetti da una spessa barriera, po- destinati a venire a contatto con le sostanze ali-
Roma, 17 febbraio 2006 tranno essere contenuti in cassette realizzate in mentari. Il Dm è un regolamento e come tale en-
Conip: sì del Ministro della salute plastica riciclata. tra in vigore il 1° marzo 2006.
al contatto tra imballaggi in plastica È stato pubblicato sulla Gu n. 37 dello scorso 14
riciclata e alimenti febbraio il Dm Salute 22 dicembre 2005, n. 299
con “buccia-barriera” che, modificando il Dm 21 marzo 1973, introdu-

Istituzioni La delega di funzioni deve essere espressa e for- reato di scarico di acque reflue industriali supe-
male, e non desunta dai fatti. Lo ha affermato la ranti i limiti di accettabilità, escludendo la rilevan-
Milano, 15 febbraio 2006 Corte di Cassazione con la sentenza 11 gennaio za dell’affidamento della conduzione dell’impian-
Delega di funzioni, la Cassazione 2006, n. 560. to di depurazione della società ad altro soggetto
ribadisce quando è valida ed efficace La Suprema Corte ha perciò ritenuto il rappre- senza una formale, liberatoria delega di funzioni.
sentante legale di una società responsabile del

Rifiuti Dal MinAmbiente le indicazioni per l’acquisto ob- stero ha diramato le istruzioni per adempiere agli
bligatorio degli oli a basso impatto ambientale. Le obblighi ex DmAmbiente 203/2003 (emanato in
Milano, 14 febbraio 2006 istruzioni seguono quelle per i settori: tessile, pla- attuazione della legge 488/2001 – legge Finan-
Green public procurement, è l’ora degli stica, carta, legno e arredo, ammendanti, edile e ziaria 2002), che impongono agli Enti pubblici di
oli minerali usati gomma. acquistare almeno il 30% dei beni di cui necessi-
Con circolare 31 gennaio 2006 n. 862 il Dica- tano tra prodotti provenienti dal riciclo.

Rischio di incidente rilevante Comunicazioni delle informazioni relative alla si- tanza del rispetto dei termini introdotti dal Dlgs
curezza entro il 6 marzo 2006 e check up tem- 238/2005 (in vigore dal 6 dicembre 2005) ed
Milano, 22 febbraio 2006 pestivo del corretto inquadramento della propria entro i quali le nuove strutture interessate (il cui
“Seveso ter”, le istruzioni struttura nella nuova disciplina delineata dal Dlgs novero è stato ampliato) dovranno procedere a
della Regione Lombardia alle imprese 238/2005. comunicare alle istituzioni competenti i dati relati-
Con una circolare 10 febbraio 2006, n. 5 la Re- vi alle proprie condizioni di sicurezza.
gione Lombardia ha diramato le prime indicazioni Da tenere sott’occhio, per la Regione, anche le
operative per l’adeguamento delle imprese al variazioni di categorie di assoggettabilità interve-
nuovo regime normativo sui rischi di incidenti rile- nute in seguito alla modifica del Dlgs 334/1999
vanti che deriva dal riformulato Dlgs 334/ 1999. ad opera del Dlgs 235/2005.
Le istruzioni della Regione sottolineano l’impor-

Rumore Dopo le norme tecniche sui materiali costruttivi, in attuazione della direttiva 2001/16/Ce (direttiva
arrivano dall’Ue le regole per contenere le emis- trasposta sul piano nazionale per il tramite del Dlgs
Milano, 9 febbraio 2006 sioni rumorose nel sistema ferroviario transeuro- 30 settembre 2004, n. 268) e mirano, attraverso la
Treni verdi, le regole Ue sul rumore peo di trasporto merci. definizione di precisi parametri tecnici, all’abbatti-
Le nuove norme, emanate con decisione 2006/ mento del rumore emesso dal materiale rotabile in
54 66/Ce (Guue dell’8 febbraio 2006, n. L37), arrivano fase di avviamento, transito e stazionamento.
Rubriche Check Ambiente
Sicurezza Ufficializzate, con la pubblicazione sulla Gu del 626/1994, determina le caratteristiche di sog-
23 febbraio 2006 n. 45, le norme sul contenuto getti formatori, durata, indirizzi e requisiti minimi
Milano, 24 febbraio 2006 minimo della formazione dei addetti ai lavori in di validità dei corsi di formazione.
Formazione dei lavoratori in quota, quota definiti dalla Conferenza Stato-Regioni del- La specifica tutela dei lavoratori impegnati sui
pubblicate le nuove regole lo scorso 26 gennaio. ponteggi, lo ricordiamo, è stata introdotta nel
Le regole, messe a punto dall’Organo di raccordo Dlgs 626/1994 ad opera del Dlgs 235/2003, di
tra Stato ed Enti locali in attuazione del Dlgs attuazione della direttiva 2001/45/Ce.

Milano, 21 febbraio 2006 Licenziato dal Parlamento europeo lo scorso 17 po di applicazione dell’approvanda direttiva.
Radiazioni ottiche, sì del Parlamento Ue febbraio 2006 lo schema di direttiva che introdu- Il testo accettato dal Parlamento Ue limita infatti i
alla tutela ce misure di prevenzione e protezione per i lavo- particolari obblighi di sicurezza del datore di lavo-
ratori esposti a radiazioni ottiche durante le loro ro ai soli rischi legati alle radiazioni ottiche artifi-
attività professionale. ciali, laddove la prima versione del provvedimen-
Il placet del Parlamento europeo arriva sul testo to messo a punto dall’Esecutivo Ue le estendeva
messo a punto dal Comitato di conciliazione in anche a quelle di origine naturale, come i raggi
seguito al disaccordo tra le Istituzioni Ue sul cam- solari ed il fuoco.

Milano, 17 febbraio 2006 Stabiliti dalla Commissione europea con una nuo- forza della direttiva 98/24/Ce sulla tutela dei la-
Agenti chimici, upgrade per i limiti va direttiva (la 2006/15/Ce) i valori massimi di e- voratori e pubblicato sulla Guue 9 febbraio 2006,
di esposizione professionale sposizione professionale dei lavoratori ad oltre 30 n. 38) sostituiscono i valori dettati per le medesi-
agenti chimici. me sostanze dalle direttive 91/322/Cee e 2000/
Le nuove soglie stabilite dall’Esecutivo europeo 39/Ce. L’adeguamento degli Stati membri ai
con il provvedimento in questione (emanato in nuovi valori dovrà avvenire entro l’agosto 2007.

Milano, 15 febbraio 2006 Approda sulla Gazzetta ufficiale il documento sul mulazione del Servizio di prevenzione e protezio-
Formazione Servizio di protezione, contenuto dei corsi di formazione dei responsabili ne dai rischi) in base al quale addetti e responsa-
in Gu le regole della sicurezza sul lavoro previsti dal Dlgs 626/ bili del Servizio in questione devono (oltre a pos-
1994 approvato dalla Conferenza permanente sedere peculiari titoli di studio) frequentare speci-
Stato-Regioni lo scorso 26 gennaio. fici corsi di formazione, i cui contenuti sono defi-
L’accordo (pubblicato sulla Gu del 14 febbraio niti dalla Conferenza permanente per i rapporti

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)


2006) reca attuazione dell’articolo 8-bis del Dlgs tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di
626/1994 (introdotto dal Dlgs 195/2003, di rifor- Trento e di Bolzano.

Tutela animali In base al nuovo schema di provvedimento mes- cazione delle norme emanate in attuazione della
so a punto dal Governo ed ora all’esame del direttiva 1999/22/Ce strutture di detenzione e
Milano, 21 febbraio 2006 Parlamento, gli animali detenuti nelle piccole fiere permanenti
Zoo, non tutti gli animali sono uguali strutture non godranno più della tutela prevista Il provvedimento segue il regolamento già appro-
davanti alla legge dal Dlgs 73/2005. vato dal Ministero dell’ambiente pochi giorni ad-
Con lo schema di decreto legislativo trasmesso al dietro (Dm 18 gennaio 2006) con il quale è stata
Senato lo scorso 7 febbraio 2006, il Consiglio dei soppressa la scadenza del 17 novembre 2006
Ministri mira a riformulare il citato Dlgs 73/2005 fissata dallo stesso Dlgs 73/2005 per la presen-
in materia di custodia degli animali selvatici nei tazione delle domande di licenza da parte dei tito-
giardini zoologici, escludendo dal campo di appli- lari delle strutture esistenti dal 17 maggio 2005.

Via L’impatto del progettato intervento sul territorio, la necessità di salvaguardare preminenti valori
anche se dannoso ed invasivo, non può essere, ambientali, dall’altro, dell’interesse pubblico
Milano, 9 febbraio 2006 per ciò solo, ritenuto preclusivo alla realizzazione all’esecuzione dell’opera (tra cui, senza dubbio,
La tutela dell’ambiente cede agli inte- di un’opera pubblica. Lo ha affermato il Consiglio lo sviluppo economico di una data zona).
ressi economici di Stato. La sentenza 18 gennaio 2006, n. 129 Quindi ha affermato il Consiglio di Stato, posto
ha infatti ricordato che il procedimento di Via mi- che il procedimento di Via costituisce mero “stru-
ra a stabilire se le alterazioni al territorio conse- mento di supporto tecnico alla decisione finale”,
guenti alla realizzazione di un dato progetto pos- un provvedimento di “alta amministrazione” che
sano ritenersi accettabili alla stregua di un giudi- superi la Via, se non affetto ictu oculi da eccesso
zio comparativo che tenga conto, da un lato, del- di potere, è incensurabile.

55
I temi di maggiore interesse trattati nei numeri precedenti
[numero 123 (11/05): Incenerimento e coincenerimento 2005 • Bonifiche, la sospensione condizionale della pena è su- formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti •
alla luce del Dlgs 133/2005 • Le carogne di animali, morti in bordinata all’eliminazione totale dell’inquinamento (senten- Check Ambiente.
azienda, sono rifiuti disciplinati dal regolamento 1774/2002 e za Cassazione 12343/2005) • Chiunque, anche se non profes- [numero 126 (2/06): La Tarsu verso la tariffa • Depositi,
non dalla direttiva 75/442 (Corte di Giustizia Ue, 8 settembre sionista del settore, può gestire abusivamente i rifiuti (senten- stoccaggi ed ecopiazzole (seconda parte) • Veicoli fuori uso: il
2005, C-416/02) • Ecopiazzole, è attività di stoccaggio sogget- za Cassazione 3322/2005) • Le discariche vecchie, ma ade- percorso della giurisprudenza di legittimità • Finanziaria
ta ad autorizzazione regionale (Cass. pen., 18 luglio 2005, n. guate, equivalgono alle nuove (Tar Veneto, 27 giugno 2005, 2006: tutte le disposizioni ambientali • Incenerimento: proro-
26379) • Campionamento dei reflui, il punto di prelievo è a n. 2671) • Gomme e pneumatici: gli acquisti verdi della P.a. ga al 28 febbraio 2006 per l’adeguamento • Dm 269/2005 sul
valle (Consiglio di Stato, 9 settembre 2005, n. 4648) • Rifiuti (Circolare MinAmbiente 19 luglio 2005) • Indici annuali. recupero dei rifiuti portuali • L’appalto per lo smaltimento ri-
farmaceutici, l'accordo 25 maggio 2005 rispetta le regole fon- [numero 125 (1/06): “Direttiva Seveso” e rifiuti pericolosi fiuti non rientra nella competenza esclusiva del giudice am-
damentali della gestione. • Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole (prima parte) • Rifiuti pe- ministrativo (Sentenza Consiglio di Stato 6409/2005) • Come
[numero 124 (12/05): Rifiuti ed emission trading • Di- ricolosi e altri ambiti normativi (prima parte) • Discariche, si fa... il registro di carico-scarico • Check Ambiente.
scariche, le non conformità comunitarie del Dm 3 agosto accettazione fino al dicembre 2006 • Quesiti • Come si fa... il

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