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mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
L’intervento
Le caratteristiche di rischio dei rifiuti pericolosi:
problematiche di attribuzione e rapporti con altre
normative (seconda parte) pag. 3
di Claudio Rispoli
Edizioni Ambiente
nuova versione 5.2 2006
R
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Premessa
Nella prima parte abbiamo chiarito in modo inequivocabile il
ruolo di riferimento fondamentale svolto dalle norme sull’etichet-
tatura di sostanze e preparati pericolosi. Questa seconda parte, in-
vece, è dedicata all’applicazione di queste norme in modo da
giungere all’obiettivo di attribuire al rifiuto le giuste caratteristi-
che di rischio.
Come vedremo questo processo non è poi così semplice, sia per la
peculiarità di molti rifiuti, sia per le ambiguità normative già de-
L’intervento scritte, sia soprattutto per la frequente scarsità dei dati disponibili
e la loro bassa qualità.
Il percorso logico generale non parte quindi dal codice Cer del ri-
fiuto, ma dalla valutazione della presenza o meno di sostanze pe-
ricolose e delle relative concentrazioni e dalla determinazione di
eventuali caratteristiche chimico-fisiche rilevanti quali, ad esem-
Le caratteristiche pio, il punto di infiammabilità; a tal fine è ovvia la rilevanza che
ha l’analisi del rifiuto.
ve schede di sicurezza, si sa che ne è presente uno che con- chimico-fisiche, tossicologiche ed ecotossicologiche dei compo-
tiene una sostanza pericolosa in concentrazione significativa. nenti il rifiuto, utilizzando poi i criteri di classificazione previsti in
sede comunitaria che, come detto, sono gli stessi previsti per la at-
È proprio questa la sostanza da ricercare, la cui concentrazione de- tribuzione delle sigle H;
terminerà le frasi di rischio applicabili e, di conseguenza, le carat- – per rifiuti costituiti da soluzioni o miscele mono o policompo-
teristiche di rischio. In mancanza di queste informazioni l’analisi nenti ci si può avvalere, per la classificazione di rischio e per la
non potrà che essere generica (a meno che non si intendano soste- successiva attribuzione delle sigle H, anche dei limiti di concen-
nere costi proibitivi) e potrà condurre a conclusioni errate. trazione indicati per molte sostanze nell’ultima colonna dell’alle-
– Il campionamento: il prelievo di un campione rappresenta- gato I alla 67/548/Cee e, laddove questi siano mancanti, del me-
tivo di un materiale qualsiasi, e particolarmente nel caso di un ri- todo di calcolo previsto dalla citata norma relativa alla classifica-
fiuto fortemente disomogeneo, pone delle difficoltà notevoli, ben zione ed etichettatura dei preparati pericolosi (direttiva 1999/45/
note al chimico. I metodi ufficiali di campionamento non possono Ce e successive modifiche).
coprire tutte le casistiche esistenti ed inoltre ci sono tipologie di ri- Individuate quindi le frasi di rischio associate alle diverse sostanze
fiuti effettivamente non campionabili, a meno di disporre di attrez- presenti nel rifiuto (ad esempio R22 – nocivo per ingestione, e
zature complesse di uso assolutamente non comune, il cui impie- R35 – provoca gravi ustioni, note le concentrazioni), supponiamo
go comporterebbe costi e prestazioni sproporzionati allo scopo. 30% la prima e 5% la seconda; applicando i criteri di cui al punto
4 della direttiva ministeriale del 9 aprile 2002 è semplice conclu-
In queste situazioni l’analisi perde senso e può essere prefe- dere che le caratteristiche di rischio di questo rifiuto saranno H5
ribile una classificazione merceologica che, valutando accu- ed H8. Analogamente, potremmo riscontrare la presenza di so-
ratamente il processo produttivo e le sostanze impiegate, stanze etichettate R50-53 (altamente tossico per gli organismi
giunga ad una efficace descrizione delle caratteristiche del acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per
rifiuto. l’ambiente acquatico) in concentrazione, ad esempio, pari al
30%, ciò, in conformità ai criteri generali dettati dalla direttiva
Come già detto nella prima parte, preferiamo il concetto di “ca- 91/689/Cee che, rimandando alle norme per l’etichettatura delle
ratterizzazione di base” del rifiuto, mutuato dalla direttiva 2003/ sostanze e preparati pericolosi, determina l’attribuzione della ca-
33/Ce, ma inteso in senso più ampio e generale. Questa documen- ratteristica di rischio H14.
tazione, redatta dal produttore del rifiuto, “determina le caratte- Ove necessario, la determinazione sperimentale delle proprietà
ristiche dei rifiuti attraverso la raccolta di tutte le informazio- chimico fisiche sul rifiuto stesso mediante i metodi di prova previ-
ni necessarie per lo smaltimento finale in condizioni di sicu- sti dalla stessa direttiva 67/548, consentirà l’attribuzione caratteri-
rezza”, realizza una completa “carta di identità” del rifiuto, in stiche di pericolo H1, H2, H3A, H3B.
cui l’analisi può inserirsi come un’integrazione e/o una conferma
delle informazioni fornite dal produttore del rifiuto. Facciamo a questo punto un altro esempio pratico che illu-
Tale documentazione, i cui contenuti vanno oltre la semplice stra come, in realtà, questo procedimento sia più articolato.
classificazione ai sensi del Dlgs 22/1997, trova già una discreta Supponiamo che il nostro rifiuto sia costituito da una solu-
4
diffusione soprattutto presso alcuni impianti di smaltimento qua- zione di solfato di rame; il primo passo non è quello di tro-
vare il codice Cer giusto, ma sarà quello di verificare la peri- no i massimi rischi potenziali del rifiuto.
sintetizza quanto detto sopra. mente ridondante, al fine di eviden- e delle loro caratteristiche chimico- norme, sottolineando l’importanza
Correlando le caratteristiche di ri- ziare le ambiguità normative citate fisiche nella verifica degli adempi- che ha la corretta caratterizzazione
schio relative ai rifiuti e le frasi di in precedenza; alcune definizioni menti previsti dalle diverse norme del rifiuto e inserendo a pieno titolo
rischio così come definite dalle nor- sono riassunte per motivi di spazio, ivi citate, le “H” sono il frutto di la fase di gestione dello stesso nella
me sull’etichettatura delle sostanze si rimanda alle norme citate per le questo lavoro di valutazione, se non “catena della sicurezza” da cui,
pericolose (allegato I, Dm Salute 14 definizioni complete di ognuna. La c’è questo lavoro non hanno più si- troppo spesso, viene erroneamente
giugno 2002) ribadisce l’equipara- stessa ha un valore puramente e- gnificato gestionale. esclusa.
zione dei rifiuti pericolosi ai prepa- semplificativo; non può sostituire la Pur con le sue limitazioni delinea
* Lo smaltimento degli esplosivi è sog- della tabella del medesimo allegato; i li- chimico-fisiche sono indicati i metodi di quindi anche ove non sia indicata in ta-
getto a norme specifiche, ed è esplicita- miti indicati, riferiti al Dlgs 65/2003 mo- prova di cui agli allegati citati alla diretti- bella una classe non è detto che il rifiuto
mente escluso dall’ambito del Dlgs dificato dal Dlgs 28 luglio 2004, n. 260, va 67/548. con quella caratteristica di rischio non
22/1997 all’articolo 8 comma f. determinano la pericolosità del prepara- *** Come già detto nella prima parte sia soggetto alle norme Adr, occorre in-
** Nota c prefazione allegato 1 al decre- to, cui possono corrispondere frasi di ri- non c’è una costante corrispondenza di- vece fare sempre riferimento specifico
6 to MinSalute 14 giugno 2002, salvo di- schio diverse da quelle relative alle so- retta tra le caratteristiche di rischio rela- alla composizione del rifiuto ed alle sue
versamente indicato nell’ultima colonna stanze; in alternativa, per le proprietà tive ai rifiuti e le classi di trasporto Adr, proprietà chimico-fisiche.
Conseguenze dell’attribuzione delle diverse non sono a conoscenza di questo né dispongono della adeguata
ste: a volte un’occhiata ai depositi ed un’altra al Mud portano ad tivo esistono famiglie di rifiuti note, di composizione costante; po-
interessanti considerazioni. trebbero quindi essere stabilite delle procedure comuni di classifi-
Analogamente, per gli impianti di smaltimento/recupero è fonda- cazione e di gestione che sarebbero chiarificatrici per i produttori
mentale fare queste valutazioni in sede sia di progetto sia in eser- dei rifiuti e per gli operatori dello smaltimento/recupero, evitando
cizio ma, anche in questo caso, vale quanto detto al paragrafo interpretazioni normative e comportamenti non uniformi sul ter-
precedente: in mancanza dell’esatta caratterizzazione del rifiuto ritorio nazionale. Tali iniziative, frequenti all’estero, sono ancora
non è possibile fare le necessarie valutazioni quali-quantitative. carenti in Italia nonostante questa necessità sia fortemente sentita
in ambito artigianale e nelle imprese medio-piccole.
Qualora non siano disponibili le necessarie informazioni, a- L’evoluzione normativa nazionale che si annuncia (il nuovo Testo
dottare un comportamento conservativo assumendo che de- unico sui rifiuti) ad una prima lettura non ci pare che dia contri-
terminati rifiuti siano assoggettati al Dlgs 334/1999, compor- buti innovativi sui temi trattati in questo articolo, delle molte altre
ta non solo significativi aggravi dei costi, ma, tenendo conto innovazioni che introduce riteniamo che la maggior parte delle
degli adempimenti quali il piano di sicurezza esterno o l’in- persone e tutto l’ambiente interessati ne farebbero volentieri a me-
formazione alla popolazione, va a costituire un’immagine di no. Piuttosto occorrerebbe definire dei criteri di tracciabilità dei ri-
pericolosità dell’impianto che non è giustificata. fiuti all’interno degli impianti di smaltimento/recupero, cioè delle
procedure standardizzate di lavorazione e di controllo, condivise o
Conclusioni proposte dall’Ente competente, affini a quelle di produzione indu-
I contenuti dell’articolo 2, Dlgs 22/1997, così come altri richiami striale, che consentano di controllare effettivamente quali opera-
presenti ai successivi articoli 27 e 28 sono in realtà, di per sé, suffi- zioni sono effettuate sui rifiuti, senza l’introduzione di altri regi-
cienti ad imporre la necessità di una visione allargata della ge- stri bollati.
stione dei rifiuti, che tenga conto, cioè, di tutte le diverse intera- Migliore è la situazione a livello comunitario con la bozza della
zioni con l’uomo e l’ambiente e di conseguenza di tutte le ulterio- nuova direttiva sui rifiuti, che porta, tra l’altro, nuove ed utili de-
ri norme che disciplinano queste. In questo intervento sono state finizioni; peccato che i riferimenti alle norme per l’etichettatura
evidenziate alcune di queste interazioni, sottolineando la neces- siano immutati cioè vecchi ed incompleti, c’è però il tempo per ri-
sità di valutare sempre con la dovuta attenzione la composizione mediare.
e le proprietà chimico-fisiche del rifiuto, al fine di adempiere agli Non si può tacere poi del Ghs (Global Harmonized System of Clas-
obblighi imposti dalle norme che regolamentano tali interazioni, sification and Labelling of Chemicals) che rivoluzionerà i criteri
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
in conformità appunto alle finalità del Dlgs 22/1997. di classificazione ed etichettatura uniformandoli (ad esempio si-
In tutte le frequenti situazioni di difficoltà applicativa, sia delle curezza sul lavoro, trasporto, etichettatura avranno criteri comu-
norme inerenti i rifiuti, sia di quelle collaterali, possono svolgere ni). Pure se i rifiuti ne sono per ora esclusi, questo sistema armo-
un ruolo determinante le associazioni di categoria, d’intesa con nizzato condizionerà i futuri criteri di classificazione.
(1) Le schede di sicurezza delle sostan- schede di sicurezza rese disponibili in stanze molto tossiche 500 mg/kg, per proposito un esempio estremo: è etichet-
ze impiegate (che poi costituiscono o rete da molte aziende possono portare quelle tossiche 5.000 mg/kg, per quelle tato R23-33-50/53 cioè tossico per ina-
contaminano i rifiuti) devono essere ad accedere sia a riferimenti attendibili nocive 50.000 mg/kg). Queste soglie so- lazione; pericolo di effetti cumulativi;
sempre disponibili, a prescindere dalle sia a documenti di scarsa qualità o non no molto più basse di quelle attualmente altamente tossico per gli organismi ac-
norme inerenti la gestione dei rifiuti, aggiornati, è quindi necessaria un’at- vigenti per cui può capitare frequente- quatici, può provocare a lungo termine
altrimenti è infatti impossibile effettua- tenta valutazione critica dei contenuti mente il caso di un rifiuto che è non pe- effetti negativi per l’ambiente acquatico;
re la valutazione del rischio così come reperiti. A proposito dell’allegato 1 al de- ricoloso ai sensi del Dlgs 22/1997, ma cui corrispondono quindi H6 ed H14,
prescritto dal Dlgs 626/1994 integrato creto MinSalute 14 giugno 2002, ag- che è tossico/nocivo secondo il Dpr 915/ ma ai fini Adr è classificato nella classe
dal decreto legislativo 2 febbraio 2002, giornato al 28° adeguamento, va ricor- 1982, viceversa rifiuti con le caratteristi- 8 – corrosivi – al numero Onu 2809.
n. 25. Inoltre le schede devono essere dato che questo è liberamente consulta- che di rischio H5 o H6 (le cui soglie di Sussiste anche il caso di rifiuti non peri-
conformi al decreto MinSalute 7 set- bile presso il sito dell’Istituto Superiore concentrazione sono molto più alte) sa- colosi che invece sono soggetti all’Adr. È
tembre 2002 che recepisce la direttiva di Sanità. ranno sempre tossico/nocivi. È quindi inoltre da ricordare che i rischi rilevanti
2001/58/Ce riguardante le modalità (3) A questo punto va ricordato che è un evidente controsenso autorizzare un ai fini del trasporto sono quelli imme-
della informazione su sostanze e prepa- purtroppo ancora rilevante anche la impianto a gestire rifiuti pericolosi “pur- diati o a breve termine, quindi sostanze
rati pericolosi immessi in commercio. classificazione del rifiuto secondo i vec- ché non tossico/nocivi”, ma questo è irritanti, nocive o cancerogene possono
(2) Le fonti devono essere qualificate; e- chi criteri del Dpr 915/1982, in partico- quello che si legge in molti provvedi- non essere soggette, la norma stessa for-
sistono numerosi organismi riconosciu- lare occorre porre l’attenzione alla tabel- menti autorizzativi, occorrerebbe piutto- nisce indicazioni in merito.
ti internazionalmente, come il Niosh, o la 1.2 della delibera C.I. del 27 luglio sto prescrivere dei limiti di concentrazio- (5) Si veda l’articolo “La ‘direttiva
pubblicazioni quali il Merck index, ove 1984. Ivi venivano stabilite le soglie li- ne vietando l’accettazione di rifiuti con Seveso’ si applica anche ai rifiuti peri-
si possono reperire questi dati. L’impie- mite di concentrazione in funzione del- determinate caratteristiche di rischio. colosi” di Baroni e Zoppellari apparso
go di motori di ricerca in Internet o le l’etichettatura (rispettivamente per le so- (4) Il caso del mercurio costituisce in nel numero 125 (1/06) di questa Rivista.
RIFIUTI on line:
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8 www.reteambiente.it
A distanza, ormai, di anni dall’entrata in vigore della discipli-
na sul recupero agevolato dei rifiuti, sia pericolosi sia non
pericolosi (1) ed alla luce della conseguente esperienza pra-
tica maturata dagli operatori e dalla Pubblica amministrazio-
ne, si sente l’esigenza di capire il contributo fornito dalle
norme tecniche di riferimento al panorama delle politiche
pubbliche poste a tutela dell’ambiente e di collocare le stesse
nell’alveo del più generale sistema amministrativo previsto
dal nostro ordinamento giuridico.
L’intervento Pertanto, in questa sede, muovendo da una breve riflessione
sulla differenza tra atto di assenso preventivo e standard, si
elabora un contributo di idee in ordine al valore giuridico ed
alla portata di tali standard.
ovviamente, il divieto impartito dalla P.a. di proseguire l’attività che assicurano, a parità di condizioni, parità di trattamento tra le
laddove non siano rispettare le norme tecniche relative (cioè il imprese dello stesso settore, poiché pongono chiaramente la di-
Dm 5 febbraio 1998 e il Dm 161/2002). stinzione tra quanto è lecito e quanto, invece, non lo è.
Pertanto, in tal caso, non si è in presenza di un’autorizzazione,
bensì di una registrazione, cioè di un atto vincolato. Del che è La natura giuridica degli standard
prova il fatto che l’articolo 33, comma 3, Dlgs 22/1997 istituisce Il termine standard, già usato nell’ambito delle discipline econo-
un “apposito registro” dove la Provincia iscrive le imprese che ef- miche e tecniche, ha assunto per la prima volta rilevanza giuridi-
fettuano la comunicazione. ca in materia ambientale con la legge statunitense del 1970
Quindi: con l’autorizzazione la P.a. pone in essere un atto nego- “Occupational safety and health Act” emanata per garantire la
ziale di volontà; con la registrazione, invece, la P.a. si limita ad sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro. Da quel momento,
effettuare un accertamento costitutivo. per standard si indicano le norme che incidono sui modi di eser-
Tra gli atti negoziali di volontà si annoverano: ammissioni, auto- cizio dei vari processi produttivi e si afferma che lo standard non è
rizzazioni, concessioni, dispense, sussidi. Invece, rientrano nell’al- solo un limite di concentrazione di sostanze tossiche, ma ogni ob-
veo degli accertamenti costitutivi: iscrizioni, registrazioni, asse- bligo imposto agli imprenditori per il raggiungimento di accetta-
gnazioni, esenzioni, sovvenzioni. bili livelli di salubrità dei luoghi di lavoro e di quelli esterni e di
Perché questo criterio di affidamento tanto elevato che obbliga tutela dell’ambiente. Di lì, negli Stati Uniti prima ed in Europa
l’autorità pubblica nei confronti delle norme tecniche o standard? dopo, la fissazione degli standard è rimessa di volta in volta alla
Affidiamo la risposta al paragrafo successivo. Pubblica amministrazione (variamente articolata) che deve atte-
nersi a parametri legislativamente prefissati (5).
La comparazione tra interessi pubblici Molti si sono occupati della classificazione degli standard (6),
confliggenti anche verificandone la validità sotto il profilo della tutela am-
La individuazione degli standard (o norme tecniche) rappresenta bientale, ma pochi si sono occupati di individuare il tratto caratte-
un momento di profondo rilievo nel processo di ponderazione rizzante della loro natura giuridica che, invece, è determinante
comparativa degli interessi confliggenti della produzione e della poiché risiede nella idoneità degli standard a costituire limiti alla
tutela dell’ambiente e, quindi, non può essere rimessa a valuta- discrezionalità del pubblico potere al quale è attribuita la compe-
zioni discrezionali, caso per caso effettuate dall’autorità pubblica tenza di autorizzare o meno l’esercizio di un determinato impian-
(sia essa amministrativa o giudiziaria). to produttivo.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Pur volendo riservare all’interesse ambientale una posizione di Questo significa che a fronte dell’esistenza degli standard, dall’o-
particolare riguardo, nel quadro del principio dello sviluppo soste- perato della Pubblica amministrazione viene meno quel potere
nibile vanno comunque garantite, in una certa misura, le esigen- discrezionale posto in essere in funzione di prevenzione che è tipi-
ze produttive che finirebbero irrimediabilmente compromesse da co di ogni atto di assenso preventivo, poiché atto di assenso pre-
una prevenzione generale “perfetta” (2). ventivo non c’è. Quindi, un impianto che opera nel rispetto degli
Quando affermiamo questo, non vogliamo fare nostra l’opinione standard può subire limitazioni alla sua operatività solo a seguito
di G. Merli quando all’indomani dell’approvazione della legge di un provvedimento legislativo o di un atto generale, che sia pre-
319/1976 (3) affermava che per un certo periodo di tempo, in visto da quel provvedimento legislativo, al fine di rispettare il prin-
Italia, come in tutti gli altri Paesi del Mediterraneo interessati dal cipio della riserva di legge relativa.
preoccupante fenomeno del sottosviluppo, non si sarebbe dovuti È solo, dunque, lo strumento legislativo (e non la ordinaria atti-
essere troppo rigidi in tema di politica ambientale. vità della P.a.) che può imporre limitazioni alla produzione indu-
Piuttosto vogliamo riaffermare che la ponderazione di interessi striale (che risponde pur sempre al principio costituzionale della
contrapposti è particolarmente delicata. In termini di analisi eco- libertà di iniziativa economica) e, quindi, stabilire livelli di accet-
nomica si tratta, infatti, sempre di valutare la misura delle diseco- tabilità per quanto riguarda la contaminazione di beni ambienta-
nomie esterne che, attraverso processi di internalizzazione, posso- li, anch’essi tutelati da norma di rango costituzionale.
no gravare sulle imprese senza compromettere l’esistenza e la mi-
sura di quelle che la collettività è costretta a sopportare per garan- La messa in riserva agevolata di rifiuti
tire determinati livelli di produzione. Ciò posto, con riguardo sia alla differenza tra autorizzazioni e ac-
Si tratta, come è evidente, di valutazioni sempre difficili, che di- certamenti costitutivi sia alla portata, al fondamento ed alla natu-
ventano ancora più difficili quando si devono stabilire standard ra giudica degli standard, è opportuno calare tali riflessioni nel-
per gli impianti esistenti, per i quali è necessario prevedere ade- l’ambito della messa in riserva agevolata di rifiuti che, più di ogni
guamenti progressivi nel tempo. altra fattispecie di settore (se si fa salva la definizione di rifiuto),
Comunque, anche laddove si conferisca il massimo grado di pro- risente di letture personalistiche e non di rado fantasiose.
tezione possibile alla tutela dell’ambiente, la fissazione degli stan- È appena il caso di ricordare che la messa in riserva è un’opera-
dard (ma anche la concessione di autorizzazioni) non potrà mai zione di recupero che si sostanzia nello stoccaggio di rifiuti desti-
tendere ad una tutela completa ed ottimale dell’ambiente, perché nati a recupero. Essa è definita come tale (operando di rinvio al-
in fin dei conti, si consente di inquinare, anche se poco. l’allegato C, Dlgs 22/1997) dall’articolo 6, comma 1, lettera l),
Attraverso gli standard, la soluzione ai problemi ambientali sarà Dlgs 22/1997.
sempre in termini di accettabilità. Tale soluzione è definita dalla Come tutte le operazioni di recupero, la messa in riserva può esse-
letteratura statunitense come di second best (4). re condotta in forma ordinaria (cioè con autorizzazione regionale
Tuttavia, pur tenendo presente questa considerazione, è innegabi- ex articoli 27 e 28, Dlgs 22/1997) oppure in forma agevolata (cioè
le che l’indicazione obbligatoria di standard è particolarmente u- inviando apposita comunicazione ex articolo 33, Dlgs 22/1997 al-
tile per il sistema di tutela ambientale anche alla luce del fatto la Provincia e pagando un determinato importo per il diritto di i-
che essi non sono statici, ma possono essere modificati alla luce scrizione nell’apposito registro).
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del progresso scientifico e della esigenza di imporre limiti più re- Certamente, la scelta in ordine al regime da seguire compete
all’impresa interessata. Tuttavia, laddove l’impresa scelga di opta- dello standard, mediante un cd. “atto vincolato”. Vincolato da co-
a) I limiti alla discrezionalità della P.a. b) Cosa devono garantire gli standard
I due citati decreti rappresentano lo strumento attraverso il quale Quanto richiesto dall’articolo 4, direttiva 91/156/Cee (puntualmen-
l’ordinamento giuridico italiano, utilizzando la possibilità con- te ripreso dall’articolo 1, Dm 5 febbraio 1998 e dall’articolo 1, Dm
cessa dalla direttiva 91/156/Cee sui rifiuti, ha comparato due inte- 12 giugno 2002, n. 161), e cioè il recupero agevolato, non deve:
ressi pubblici confliggenti: la tutela dell’ambiente e la produzione – creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora;
industriale. Attraverso tale disciplina dunque è venuta completa- – causare inconvenienti da rumori od odori;
mente meno la funzione di prevenzione delle Province mediante – danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.
l’emanazione di un provvedimento discrezionale contenente un Sono queste le finalità perseguite dalla disciplina di dettaglio de-
altrettanto discrezionale apprezzamento. clinata dagli standard attraverso le regole ivi indicate, senza ne-
Tale funzione di prevenzione, infatti, è assolta dai due decreti sul cessità di aggiunte cautelative ulteriori da parte della Provincia;
recupero agevolato, come si evince dalla lettera dell’articolo 31, diversamente argomentando verrebbero meno:
comma 3, Dlgs 22/1997, il quale stabilisce che questi decreti: “de- 1) la natura giuridica dell’iscrizione nel registro provinciale del
vono garantire che i tipi o le quantità di rifiuti ed i procedi- recupero (accertamento costitutivo);
menti e metodi di smaltimento o di recupero siano tali da 2) la natura giuridica degli standard (idoneità a costituire limiti
non costituire un pericolo per la salute dell’uomo e da non alla discrezionalità del pubblico potere);
recare pregiudizio all’ambiente”. 3) la funzione principe degli standard (ponderazione comparati-
Quindi, la valutazione discrezionale sulla capacità di tutela del- va degli interessi confliggenti della produzione e della tutela del-
l’interesse pubblico da parte dei metodi di recupero è stata effet- l’ambiente sottratta, dunque, a valutazione discrezionali, caso per
tuata a monte dal Legislatore tramite gli standard contenuti nei caso effettuate dall’autorità pubblica).
due Dm sul recupero agevolato, senza possibilità di replicare al-
È appena il caso di sottolineare che la messa in riserva, sia nel ca- tenza Corte di Giustizia europea 25 giugno 1998 (Sezione VI, C-
so dei rottami sia in tutti gli altri casi, è propedeutica ai vari trat- 192/96) la quale ha tra l’altro espresso il seguente (vincolante)
tamenti (a caldo, a freddo ecc.) nel senso che la massa critica dei principio interpretativo: “il riferimento alla messa riserva di
rifiuti prima viene stoccata (messa in riserva) e poi recuperata materiali di cui al punto R13 dell’allegato IIB della direttiva
con i trattamenti descritti negli standard fatti propri dai decreti. del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/Cee, relativa ai rifiuti,
Quindi, stante la propedeuticità (nel senso che non si può dare come modificata dalla direttiva del Consiglio 18 marzo 1991,
luogo a recupero senza stoccaggio) della messa in riserva (com- 91/156/Cee, vale non solamente per i casi in cui il deposito
piutamente disciplinata nell’articolato del Dm 5 febbraio 1998 e viene effettuato presso l’impresa nella quale devono essere ese-
del Dm 161/2002), essa non è mai successiva, ma sempre preven- guite le restanti operazioni menzionate in tale allegato, ma
tiva al trattamento e come tale non può essere inibita (purché anche per quelli in cui il deposito di materiali precede la spe-
conforme al citato articolato) laddove (in ipotesi più che astrat- dizione verso una siffatta impresa, indipendentemente dal
ta), invece, il trattamento venisse vietato nel suo prosieguo. fatto che quest’ultima sia ubicata all’interno o all’esterno del-
la Comunità” (punto 2a del dispositivo).
d) Le legittime facoltà dell’impresa Quindi, la messa in riserva si può configurare sia presso l’impianto
Quanto precede offre lo spunto per ricordare (laddove mai ce ne di trattamento, sia presso un impianto deputato al mero stoccaggio
fosse ancora bisogno) che per gli impianti completi (stoccaggio + e, quindi, sfornito di processo di trattamento (ovviamente, a pre-
trattamento) di recupero di rifiuti non pericolosi, l’ordinamento scindere dal regime autorizzatorio utilizzato, che rimane nella di-
positivo non prevede alcun obbligo di mettere in riserva (stoccare) screzionalità dell’impresa e nel potere di controllo della P.a.).
il rifiuto per poi necessariamente trattarlo in loco. A corollario di Il che, a mente dell’articolo 33, comma 12-bis, Dlgs 22/1997 è o-
tale sistema, in quegli impianti, il rifiuto non “deve” necessaria- perante solo ed esclusivamente per i rifiuti non pericolosi.
mente essere allontanato dall’impianto ricevente nelle medesime Il tutto, a prescindere dalle tecnologie impiegate, ma utilizzando
condizioni alle quali esso è stato ricevuto. quelle tecniche che secondo gli standard consentono all’attività di
Infatti, tale condotta è solo eventuale, nel senso che l’impianto dispiegarsi al meglio per raggiungere la finalità della norma che,
(completo) ricevente: si ripete, non è mai quella di privilegiare o deprimere l’uso di una
– “può” mettere in riserva il rifiuto ed allontanarlo così come è tecnologia rispetto ad un’altra, bensì quella di favorire ed incenti-
stato ricevuto (cioè non effettuare trattamento); vare l’uso di una tecnica (cioè il modo di esercizio di un’attività)
– “può”, però, anche scegliere, in esito allo stoccaggio, di trattare
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
(1) Il recupero agevolato dei rifiuti non (4) Utilizzato in particolare da G. Ca- to, di processo e di emissione), incidenza complementare.
pericolosi è disciplinato dal Dm 5 feb- labresi in La responsabilità civile come sul generale ambiente esterno (standard Tuttavia, per comodità di consultazione
braio 1998; il recupero agevolato dei ri- diritto della società mista, Milano di qualità e guida) o su di un bene am- si ritiene opportuno riportarne il seguen-
fiuti pericolosi è disciplinato dal Dm 12 1988, p. 515. Si veda anche G. Acqua- bientale specificamente individuato te passo: “l’articolo 6 del Dm 5 feb-
giugno 2002, n. 161. Il Dm 17 novembre rone “I principi delle politiche pubbliche (standard di esposizione e biologici). braio 1998 sul recupero dei rifiuti
2005, n. 269 disciplina il recupero age- per la tutela dell’ambiente”, in Studi di- (7) Si pensa alla (famosa tra gli addetti non pericolosi, articolo dedicato alla
volato di alcuni rifiuti pericolosi prove- retti da F.G. Scoca, Torino, 2003, p. 397. ai lavori, ed unica) nota sulla messa in ‘messa in riserva’, condiziona l’appli-
nienti dalle navi. (5) Cfr, L. Violini “Le questioni scienti- riserva dell’Ufficio legislativo, Ministero cazione delle relative procedure age-
(2) Per G. Calabresi la prevenzione ge- fiche controverse nel procedimento dell’industria, del commercio e dell’arti- volate solo ed unicamente alla men-
nerale “perfetta” in materia ambientale amministrativo”, Milano, 1996, p. 43. gianato 20 maggio 1998, prot. 15257 F zione dei rifiuti ed all’osservanza delle
è solo un mito (Il costo degli incidenti (6) Ex plurimis Dente, Knoeffel, Le- 1-2, diretta (ex plurimis) all’Ufficio le- condizioni ivi individuate. Tra queste
e responsabilità civile, Milano, 1997, wansky, Mannozzi, Tozzi, Il controllo gislativo del Ministero dell’ambiente, del non figura la menzione esplicita della
p. 53). dell’inquinamento atmosferico in Ministero della sanità e del Ministero ‘messa in riserva’ nell’ambito delle at-
(3) G. Merli, “L’approccio italiano ai Italia: analisi di una politica regolati- della risorse agricole oltre che al Dagl tività di recupero che anzi, tale artico-
problemi ecologici, con particolare ri- vi, Roma, 1984. Secondo i quali gli stan- della Presidenza del Consiglio dei Mi- lo 6, unitamente all’articolo 7 (quan-
guardo alla legislazione sulle acque”, in dard possono essere relativi a: sorgente nistri. La nota è consultabile in www.re- tità), regolamenta in modo generale
12
Impresa, ambiente e P.a., I, p. 57). dell’inquinamento (standard di prodot- tambiente.it, Rifiuti, Documentazione ed autonomo.
Quanto precede, dimostra ‘per tabu- nati ad una delle attività comprese modo agevolato anche al di fuori serva’ localizzati all’interno dell’im-
Il volume affronta i temi della verifi- cifico di favorire corrette applica- rantire un corretto equilibrio tra
ca e del controllo sotto il profilo dei zioni dei principi del diritto ambien- controllato e controllore nonché
diritti e dei doveri sia degli operato- tale in sede procedurale, al fine di per fornire un contributo di chiarez-
ri tecnici e di polizia sia dei soggetti non confondere le prassi consoli- za in uno degli ambiti più discussi
e delle aziende destinatarie dei date con le regole formali. del sistema a presidio della tutela
controlli. Il tutto con lo scopo spe- Un volume indispensabile per ga- ambientale.
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13
Legge 25 gennaio 2006, n. 29 – Stralcio
(Supplemento ordinario n. 34 alla Gazzetta ufficiale 8 febbraio 2006 n. 32)
segue I criteri da seguire creto legislativo si procede, se la modificazione petenze fra amministrazioni diverse o comunque
non comporta ampliamento della materia rego- siano coinvolte le competenze di più ammi-
lata, apportando le corrispondenti modificazioni nistrazioni statali, i decreti legislativi indivi-
alla legge o al decreto legislativo di attuazione duano, attraverso le più opportune forme di coor-
della direttiva modificata; dinamento, rispettando i principi di sussidiarietà,
f) i decreti legislativi assicurano in ogni caso che, differenziazione, adeguatezza e leale colla-
nelle materie oggetto delle direttive da attuare, la borazione e le competenze delle Regioni e degli
disciplina sia pienamente conforme alle prescri- altri Enti territoriali, le procedure per salvaguar-
zioni delle direttive medesime, tenuto anche conto dare l’unitarietà dei processi decisionali, la tra-
delle eventuali modificazioni comunque interve- sparenza, la celerità, l’efficacia e l’economicità
nute fino al momento dell’esercizio della delega; nell’azione amministrativa e la chiara individua-
g) quando si verifichino sovrapposizioni di com- zione dei soggetti responsabili.
Il Governo è delegato ad adottare, Articolo 4 nistro per le politiche comunitarie e del Ministro
entro due anni dalla data di entrata Delega al Governo per la disciplina della giustizia, di concerto con il Ministro delle
in vigore della presente legge, uno o sanzionatoria di violazioni a dispo- politiche agricole e forestali. I decreti legislativi si
più decreti legislativi recanti san- sizioni in materia di politica agricola informano ai seguenti principi e criteri direttivi:
zioni penali o amministrative per le comune e di politica dello sviluppo rurale a) le sanzioni amministrative sono dissuasive,
violazioni accertate a disposizioni 1. Al fine di garantire la parità di trattamento tra nonché proporzionate alle somme indebitamente
dei regolamenti e delle decisioni e- agricoltori ed evitare distorsioni del mercato e della percepite, tenendo conto del vantaggio patrimo-
manati dalla Comunità europea in concorrenza, il Governo, fatte salve le norme pena- niale che l’infrazione può recare al beneficiario
materia di politica agricola comune li vigenti, è delegato ad adottare, entro due anni delle provvidenze;
e di politica dello sviluppo rurale dalla data di entrata in vigore della presente legge, b) le sanzioni reintegratorie o interdittive, deter-
sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra minate anche in funzione della gravità, portata,
lo Stato, le Regioni e le Province autonome di durata e frequenza dell’infrazione commessa,
Trento e di Bolzano e senza nuovi o maggiori one- possono arrivare fino all’esclusione totale da uno
ri a carico della finanza pubblica, uno o più decre- o più regimi di aiuto ed essere irrogate per uno o
ti legislativi recanti sanzioni penali o amministra- più anni civili.
tive, ivi comprese misure reintegratorie e interditti- 3. Per le sanzioni penali i decreti legislativi si u-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
ve, per le violazioni accertate a disposizioni dei re- niformano ai principi e criteri direttivi indicati
golamenti e delle decisioni emanati dalla Co- nell’articolo 3, comma 1, lettera c).
munità europea in materia di politica agricola co- 4. Gli schemi di decreto legislativo di cui al
mune e di politica dello sviluppo rurale. presente articolo sono trasmessi alla Camera dei
2. La delega di cui al comma 1 è esercitata con Deputati e al Senato della Repubblica per l’e-
decreti legislativi adottati ai sensi dell’articolo 14 spressione del parere da parte delle competenti
della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta Commissioni parlamentari con le modalità e nei
del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Mi- termini previsti dai commi 3 e 9 dell’articolo 1.
Obbligo per i liberi professionisti Articolo 11 ne, in ordine cronologico, delle copie del formu-
non inquadrati in un’Ente o impresa Adempimenti in materia di rifiuti pe- lario proprie del detentore, di cui all’articolo 15
e produttori di rifiuti pericolosi non ricolosi del citato decreto legislativo n. 22 del 1997.
urbani – fino ad oggi esclusi dal 1. I produttori di rifiuti pericolosi che non sono 2. I soggetti di cui al comma 1 non sono tenuti
Dlgs 22/1997 – di tenuta dei registri inquadrati in un’organizzazione di Ente o di im- alla comunicazione annuale al Catasto, di cui
di carico e scarico presa adempiono all’obbligo della tenuta del re- all’articolo 11, comma 3, del citato decreto legi-
gistro di carico e scarico di cui all’articolo 12 del slativo n. 22 del 1997, e successive modificazioni.
decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e suc- 3. Le disposizioni di cui al presente articolo non
cessive modificazioni, attraverso la conservazio- si applicano ai rifiuti urbani.
16
Direttive in materia ambientale e sulla sicurezza sul lavoro che il Governo dovrà recepire
1994, n. 70, le quantità e le caratteristiche ce nota di nessun rilievo normativo indirizzata civile), come nel caso, ad esempio, del me-
qualitative dei rifiuti oggetto delle predette ai soggetti interessati, tra cui la Federazione i- dico che gestisca una casa di cura o un po-
attività. Sono esonerati da tale obbligo gli taliana medici di famiglia) con la quale veni- liambulatorio, il quale è imprenditore. A
imprenditori agricoli di cui all’articolo va ribadita, ex Dlgs 22/1997, l’esclusione dagli norma dell’articolo 2238, comma 1, l’eser-
2135 del Codice civile con un volume di af- obblighi di tenuta dei registri di carico/scarico cizio di una professione intellettuale può co-
fari annuo non superiore a lire quindicimi- per i rifiuti speciali sanitari prodotti dai medici stituire elemento di un’attività organizzata
lioni e, limitatamente alla produzione di ri- di famiglia non inquadrati in una organizza- in forma d’impresa, e quindi, in considera-
fiuti non pericolosi, i piccoli imprenditori zione d’impresa. zione della destinazione del fattore persona-
artigiani di cui all’articolo 2083 del Codice le e patrimoniale alla realizzazione di un
civile che non hanno più di tre dipendenti. Nota Ministero dell’ambiente 14 di- profitto, essere conseguentemente soggetto
Nel caso in cui i produttori di rifiuti confe- cembre 1999, n. 4204/V alla disciplina dell’impresa e dell’attività
riscano i medesimi al Servizio pubblico di Oggetto: Soggetti tenuti agli adem- professionale”.
raccolta, la comunicazione è effettuata dal pimenti di cui agli articoli 11, com- In definitiva, il Ministro Ronchi confermò l’e-
gestore del servizio limitatamente alla ma 3 e 12, comma 1 del decreto le- lemento di discrimine rappresentato dal far
quantità conferita. gislativo 5 febbraio 1997, n. 22 – parte o meno di un’Ente o di un’attività d’im-
(omissis) Medici presa, come previsto dagli articoli 11 e 12, Dlgs
(omissis) 22/1997.
I due articoli sono chiari; vincolando alla te- In conclusione, l’obbligo della tenuta dei
nuta dei registri e del Mud solo le “imprese e registri e della comunicazione al catasto ri- Ordinanza della Corte di Giustizia
gli Enti che producono rifiuti pericolosi”, e- guarda i rifiuti sanitari pericolosi prodotti: Ue 28 settembre 2004,
sentano da tali obblighi tutti quei produttori di a) da Enti (complessi organizzati di perso- causa C-115/03
rifiuti pericolosi che non risultino inquadrati ne e cose aventi autonoma soggettività di La questione è finita davanti alla Corte di Giu-
in tali organizzazioni. diritto) che erogano prestazioni sanitarie; stizia Ue in seguito al ricorso presentato da
Ricordiamo comunque che gli stessi soggetti b) da attività sanitarie erogate da professio- una società italiana operante nel campo della
sono da sempre obbligati – al fine dell’esen- nisti nell’ambito di una organizzazione d’im- gestione dei rifiuti che, successivamente alla
zione dalla responsabilità per lo smaltimento presa (a mero titolo esemplificativo, non e- nota del Ministro, si era vista annullare nume-
del rifiuto – alla conservazione per cinque an- saustivo, cliniche, poliambulatori ecc.). rosi accordi commerciali precedentemente
ni della prima e della quarta copia del formu- Sono invece esclusi dal predetto obbligo i conclusi con degli studi medico-dentistici e re-
lario di trasporto dei rifiuti, lo strumento fon- rifiuti sanitari pericolosi prodotti nell’eser- lativi in particolare alla tenuta dei registri di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
damentale disciplinato dall’articolo 15 del cizio di professione intellettuale non inqua- carico e scarico.
“Decreto Ronchi” e dal Dm 145/1998 per la drata in una organizzazione d’impresa Tale società inoltrò quindi presso il Tribunale
regolare articolazione ed il controllo delle va- (singoli professionisti, medici generici, di Genova una richiesta di risarcimento danni,
rie fasi del trasporto che, assieme a registri e medici di famiglia, anche se si avvalgono nei confronti del MinAmbiente e della Pre-
Mud, permette un monitoraggio ed un con- della collaborazione di ausiliari). sidenza del Consiglio dei Ministri e basata sul-
trollo integrali della gestione dei rifiuti. Si ritiene opportuno sottolineare che detti la violazione delle direttive 75/442/Cee e 91/
rifiuti dovranno, in ogni caso, essere gestiti 689/Cee da parte del Dlgs 22/1997 e della cir-
Cosa dice la normativa europea in modo separato dagli altri rifiuti e, anche colare (atto, ricordiamo, sfornito di potere nor-
Il “Decreto Ronchi” è stato emanato per attua- qualora siano assimilabili ai rifiuti urbani ai mativo) 14 dicembre 1999.
re – oltre alla direttiva 94/62/Ce sugli imbal- fini dello smaltimento, non possono essere Il Tribunale ligure decise, il 10 marzo 2003, di
laggi e rifiuti di imballaggio – la direttiva 91/ conferiti al servizio di raccolta dei rifiuti ur- proporre una domanda di pronuncia pregiudi-
156/Cee (che sostituisce senza abrogare il prov- bani ma raccolti e avviati allo smaltimento ziale alla Corte di Giustizia Ue per l’interpreta-
vedimento capostipite in Europa per il settore, tramite ditte autorizzate o tramite apposito zione dell’articolo 4 della direttiva 91/689/Cee
la direttiva 75/442/Cee relativa ai rifiuti) e la servizio organizzato dal soggetto che gesti- che chiarisse in particolare “Se gli obblighi pre-
direttiva 91/689/Cee relativa ai rifiuti pericolosi. sce il servizio pubblico, ai sensi dell’artico- visti dall’articolo 4 della direttiva 91/ 689/Cee
Per il confronto tra i due ordinamenti rileva- lo 10 e dell’articolo 45 del decreto legislati- abbiano come destinatari tutti i produttori di
no, in particolare, l’articolo 1, lettera b) e l’ar- vo 5 febbraio 1997, n. 22. Il corretto smal- rifiuti pericolosi (fra cui gli studi medico-den-
ticolo 14 della direttiva 75/442/Cee (integral- timento di tali rifiuti dovrà essere dimostra- tistici ed odontoiatrici) o soltanto i produttori
mente sostituiti dalla direttiva 91/156/Cee) to tramite la conservazione dell’apposita di rifiuti pericolosi la cui attività sia organiz-
(1), a cui fanno espresso riferimento l’articolo copia del formulario di trasporto. zata in forma di impresa o di Ente”.
1, paragrafo 3 e l’articolo 4, paragrafi 2 e 3 Il Giudice europeo, “considerando che la so-
della direttiva 91/689/Cee (2). Per il Ministro, quindi, nel caso del medico luzione della questione sottoposta non dà a-
Dalla lettura dei 4 articoli si evince che ai fini l’obbligatorietà della tenuta dei registri dipen- dito ad alcun dubbio ragionevole”, ha rispo-
della tenuta del registro (“in cui siano indi- de dalla verifica in concreto se l’attività di assi- sto a tale domanda con ordinanza motivata
cati la quantità, la natura, l’origine non- stenza sanitaria sia svolta da Enti o nell’eserci- datata 28 settembre 2004 la quale, analizzando
ché, se opportuno, la destinazione, la fre- zio di attività d’impresa mentre nel caso di la questione unicamente dal punto di vista fis-
quenza della raccolta, il mezzo di trasporto prestazione sanitaria effettuata da un profes- sato dal Tribunale ligure – l’analisi dell’artico-
e il modo di trattamento dei rifiuti”) non e- sionista (o da più professionisti associati, da lo 4 della direttiva 91/689/Ce – ha così statuito:
siste tra i produttori di rifiuti pericolosi alcuna un poliambulatorio o situazioni simili) la
distinzione basata sulla forma giuridica ed, in questione si complica perché pur partendo dal “L’obbligo di tenere un registro di rifiuti
particolare, sul fatto di essere o meno organiz- presupposto che “l’esercizio della professione pericolosi ai sensi dell’articolo 4 della di-
zati in Enti o imprese. intellettuale, quale quella del medico, di per rettiva del Consiglio 12 dicembre 1991,
sé non costituisce mai impresa, per quanto 91/689/Cee, relativa ai rifiuti pericolosi,
Primi dubbi e la circolare dal punto di vista pratico ed economico dia riguarda tutti i produttori di questi ri-
14 dicembre 1999 luogo alla prestazione di servizi (...) la si- fiuti, tra cui gli studi medico-dentistici,
Il possibile conflitto tra disciplina nazionale e tuazione, peraltro, è divisa quando l’eserci- e non solo i produttori di rifiuti perico-
comunitaria spinse l’allora Ministro dell’am- zio della professione intellettuale costituisca losi che esercitano la loro attività sotto
18 biente (Ronchi) a diramare la circolare 14 di- elemento di una più ampia attività orga- forma di un’impresa o di un Ente”.
Per Bruxelles, quindi, la forma giuridica scelta controllo di quanto prodotto e quanto smal- Di fronte ad una pronuncia della Corte di
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Decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273 – Stralcio (*)
(Gazzetta ufficiale 30 dicembre 2005 n. 203)
(*) Convertito in legge con modifiche dall’articolo Supplemento ordinario n. 47 alla Gazzetta ufficiale
1, legge 23 febbraio 2006, n. 51, pubblicata sul 28 febbraio 2006 n. 49.
21
a cura della Redazione Reteambiente
Prosegue da parte della Redazione la segnalazione dei provvedimenti emanati per risol-
Legislazione vere in molte Regioni le situazioni di emergenza nel settore dei rifiuti.
Le precedenti versioni delle tavole sinottiche sono state pubblicate su “Rifiuti – Bollettino
norme di informazione normativa” n. 59 (1/00), pag. 42; n. 66 (8-9/00), pag. 19; n. 98 (7/03),
nazionali pag. 11; n. 107 (5/04), pag. 11, n. 111 (10/04), pag. 14 e n. 117 (4/05), pag. 5.
Emergenze rifiuti:
ulteriori proroghe
e disposizioni
urgenti
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Calabria
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 13 gennaio 2006 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 24 gennaio 2006 n. 19) gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi, nonché in materia di bonifica e risana- ciali pericolosi, nonché in materia di bonifica e
mento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedi- risanamento.
menti inquinati, di tutela delle acque superficiali
e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territo-
rio della Regione Calabria.
Campania
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 29 dicembre 2005, n. 3481 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Autorizzazione all’uso degli impianti anche in
(Gu 13 gennaio 2006 n. 10) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. misura superiore alle potenzialità di progetto
(Ordinanza n. 3481). previste dalle autorizzazioni di cui al presente
comma, assicurando comunque adeguate condi-
zioni di tutela igienico-sanitaria ed ambientale.
Dpcm 14 dicembre 2005, n. 3479 Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergen- Il Commissario delegato assume nella propria
(Gu 21 dicembre 2005 n. 296) za nel settore dei rifiuti della Regione Campania. contabilità speciale la gestione delle somme ac-
(Ordinanza n. 3479). cantonate a titolo di contributi e maggiorazioni;
le somme sono acquisite alla Contabilità speciale
3111 intestata al Commissario delegato e possono
essere utilizzate a titolo di anticipazioni. Inoltre il
Commissario delegato determina le situazioni de-
bitorie dei Comuni, dei relativi Consorzi e degli
altri affidatari della Regione Campania, in ordine
al pagamento della tariffa di smaltimento dei ri-
fiuti e provvede al relativo recupero.
22
segue
segue Campania
Dl 30 novembre 2005, n. 245 Misure straordinarie per fronteggiare l’emergen- Risoluzione del contratto e affidamento del servi-
(Gu 30 novembre 2005 n. 279 e convertito in za nel settore dei rifiuti nella Regione Campania zio di smaltimento dei rifiuti nella Regione Cam-
legge, con modificazioni, dall’articolo 1, legge 27 ed ulteriori disposizioni in materia di protezione pania; incremento di posti nel ruolo speciale del
gennaio 2006, n. 21) civile. Dipartimento della protezione civile; norme di
accelerazione delle procedure di riscossione; de-
stinazione delle risorse finanziarie e procedure e-
secutorie; Commissione nazionale per la previ-
sione e la prevenzione dei grandi rischi; misure
per la raccolta differenziata, siti di stoccaggio
provvisorio; copertura finanziaria; disposizioni in
materia di procedimenti di competenza del
Dipartimento della protezione civile.
Dpcm 4 marzo 2005, n. 3406 Ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare l’e- Il Commissario delegato può avvalersi, per gli in-
(Gu 12 marzo 2005 n. 59) mergenza nel settore dei rifiuti della Regione terventi di competenza, anche di soggetti esterni
Campania. (Ordinanza n. 3406). alla Pubblica amministrazione e di provata espe-
rienza professionale, il cui compenso è stabilito
dal medesimo Commissario delegato con proprio
provvedimento tenendo conto del livello profes-
sionale dell’interessato e dell’oggettiva gravosità
dell’impegno. Il numero dei consulenti previsto è
elevato di due unità aventi specifica competenza
in materia giuridica.
Comunicato 21 febbraio 2005 Comunicato relativo al testo del Dl 17 febbraio Errata corrige del Dl 14/2005.
(Gu 21 febbraio 2005 n. 42) 2005, n. 14, recante: “Misure urgenti per fronteg-
Dl 17 febbraio 2005, n. 14 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza nel Accelerazione delle procedure di riscossione; ade-
(Gu 18 febbraio 2005 n. 40 e convertito in leg- settore dei rifiuti nella Regione Campania. guamento degli impianti; supporto all’azione del
ge, con modificazioni, dall’articolo 1, legge 15 a- Commissario delegato; interventi relativi al setto-
prile 2005, n. 53, Gu 19 aprile 2005 n. 90) re delle bonifiche.
Lazio
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato d’emergenza nel territorio Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 7 gennaio 2006 n. 5) della Regione Lazio in ordine alla situazione di genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
crisi socio-economico-ambientale nel settore dei ciali pericolosi.
rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.
Sicilia
Provvedimento Titolo Oggetto e durata
Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello stato d’emer-
(Gu 10 gennaio 2006 n. 7) gestione dei rifiuti urbani, speciali, speciali peri- genza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e spe-
colosi nel territorio della Regione Siciliana. ciali pericolosi.
Dpcm 29 dicembre 2005 Proroga dello stato di emergenza in materia di Proroga al 31 maggio 2006 dello lo stato di e-
(Gu 10 gennaio 2006 n. 7) bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, mergenza in materia di bonifica e di risanamen-
delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in to ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimen-
materia di tutela delle acque superficiali e sotter- ti inquinati, nonché in materia di tutela delle ac-
ranee e dei cicli di depurazione nella Regione que superficiali e sotterranee e dei cicli di depu-
Siciliana. razione. 23
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 29 dicembre 2005, n. 47277
(c.c. 7 dicembre 2005)
La massima
Rifiuti – Procedure semplificate – Residui di pellame –
Reato – Insussistenza – Fattispecie
Giurisprudenza La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi di cui al Dm 5 feb-
braio 1998 è agevolabile anche se non è indicata nei singoli punti
degli allegati al decreto medesimo. Infatti, è sufficiente il rispetto
dell’articolo 6 di tale Dm. Inoltre, laddove per intima natura della
lavorazione non è previsto un macchinario, né esso è contempla-
to dagli allegati al citato Dm 5 febbraio 1998, non è possibile ne-
gare la procedura semplificata per il recupero.
Pertanto, rientra nell’allegato 1 al Dm 5 febbraio 1998 – che
menziona, tra gli altri, i rifiuti derivati dalla lavorazione del cuoio e
Messa in riserva, del pellame (paragrafo 8) stabilendo le modalità del recupero (pa-
ragrafo 8.5.3) e la tipologia dei prodotti recuperati (paragrafo
8.5.4) – ed è soggetto a procedura semplificata, ai sensi dell’ar-
il processo di lavorazione ticolo 33, Dlgs 22/1997, l’esercizio di carico e scarico di scarti,
cascami, ritagli di pelli finite e cernita manuale del pezzame da
selezionare e imbustare in sacchi di plastica e da spedire alla
è stabilito dalla legge clientela prevalentemente estera.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
R
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Letta l’informativa di cui sopra:
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25
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Corte di Cassazione – II Sezione civile
Sentenza 14 novembre 2005, n. 22913
La massima
Rifiuti – Tenuta del registro di carico e scarico rifiuti –
Termine di sette giorni per annotazione informazioni sulle
Giurisprudenza caratteristiche qualitative e quantitative rifiuti – Supera-
mento – Sussistenza
L’obbligo di annotazione nel registro di cui all’articolo 12, comma
1, lettera a) del Dlgs 22/1997 di informazioni relative alle caratte-
ristiche qualitative e quantitative dei rifiuti prodotti deve essere ri-
gorosamente adempiuto mediante annotazione esclusivamente
nel suddetto registro non oltre il termine di sette giorni dalla pro-
È omessa tenuta duzione dei rifiuti medesimi.
del registro l’annotazione (omissis) 22/1997, articolo 52, per aver tenuto
irregolarmente il registro di carico e
Sentenza scarico dei rifiuti omettendo di an-
oltre i tempi previsti sul ricorso proposto da:
(...) spa in persona del presidente
notare kg 2.800 di residui ferrosi ed
ingiungeva il pagamento della san-
del Consiglio di amministrazione zione amministrativa di lire
che va punita (...), giusta delega in atti;
– ricorrenti –
10.000.000.
Proposta opposizione in data 28 a-
contro prile 2000 da (...) e da (...), que-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
La massima
Rifiuti – Articolo 14, Dlgs 22/1997 – Ordinanza di rimozio-
ne e smaltimento – Competenza – Sindaco – Esclusione
Giurisprudenza Risulta fondata l’eccezione di competenza sollevata dai ricorrenti
nei confronti del Sindaco: se è vero che ai sensi del Dlgs 22/
1997 egli risulta competente ad emettere l’ordinanza de qua, è
altrettanto vero che la norma va coordinata con le posteriori di-
sposizioni, inerenti al riparto di competenze fra organi di indirizzo
politico e organi burocratici, ed in particolare con l’articolo 107
del Dlgs 18 agosto 2000, n. 267, il quale attribuisce ai dirigenti,
tra l’altro, l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi che
impegnano l’amministrazione verso l’esterno, non ricompresi e-
spressamente dalla legge o dallo statuto tra le funzioni di indirizzo
e controllo politico-amministrativo degli organi di governo.
Con le sentenze n. 125 e 130 del 2006 (1), la potere tipico e nominato, come appunto
il commento terza sezione del Tar Veneto ha censurato la quello di cui all’articolo 14 cit.”.
condotta del Sindaco del Comune di Legnago Occorre, a questo punto, chiarire quali siano i
L’ordinanza ex articolo 14 (in provincia di Verona) che, con autonome or- presupposti dei poteri di ordinanza previsti
dinanze ha ingiunto (ai sensi dell’articolo 14 dall’articolo 14, comma 3, del Dlgs 22/1997 e
deve essere adottata del Dlgs 22/1997) a due distinte società, di dall’articolo 54, comma 2, del Dlgs 267/2000.
dal dirigente e non può valere provvedere a redigere un programma di smalti- L’ordinanza di cui all’articolo 14 cit. è espres-
mento, rimozione ed avvio al recupero o allo sione di un potere cd. tipico, in quanto, a fronte
contestualmente come del realizzarsi di un evento illecito, descritto
smaltimento di rifiuti, e al ripristino dello stato
ordinanza contingibile dei luoghi relativi al lotto di terreno di pro- dalla norma (nel caso specifico: deposito o ab-
ed urgente prietà delle rispettive società. Il Collegio, infatti, bandono incontrollato di rifiuti), quest’ultima
seguendo l’ormai consolidato orientamento individua lo strumento per porvi rimedio coat-
giurisprudenziale, ha accolto l’eccezione di in- tivamente (l’ordinanza del Sindaco), attraverso
di Sonia D’Angiulli
competenza sollevata dalle società ricorrenti, il quale il responsabile (o altro soggetto obbli-
Avvocato in Roma quale vizio assorbente rispetto le altre censure, gato) dovranno realizzare la rimozione, avvio
dichiarando la competenza del dirigente ad a- a recupero o smaltimento dei rifiuti ed il ripri-
dottare l’ordinanza, ex articolo 14 cit., ai sensi stino dello stato dei luoghi (4). I presupposti
dell’articolo 107 del Tu degli Enti locali; e, allo per la sua adozione sono, dunque, definiti dal-
stesso tempo, ha escluso la possibilità che si la stessa norma.
possa esercitare “contestualmente” il potere ti- Mentre, le ordinanze contingibili ed urgenti
pico di cui all’articolo 14 cit. con quello extra appartengono alla categorie dei provvedimenti
ordinem, previsto dall’articolo 54, comma 2, cd. atipici o extra ordinem, la cui adozione è
del Dlgs 267/2000 (2). giustificata e legittimata dal verificarsi di una
situazione sopravvenuta, che presenti il caratte-
Ordinanze ex articolo 14 re dell’eccezionalità, per cui si impone la ne-
Dlgs 22/1997 e articolo 54, cessità di provvedere con l’urgenza, incompa-
comma 2 Dlgs 267/2000 tibile con i tempi connaturati alla rigorosa os-
Prima di individuare a chi spettasse la compe- servanza della normativa in materia (5). E,
tenza ad adottare l’ordinanza impugnata, il pertanto, il loro contenuto verrà determinato,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
sponsabilità dolosa o colposa a carico del proprieta- 1999; in materia di inquinamento acustico, l’arti- di cui all’articolo 14 del Dlgs 22/1997 (Consiglio
rio stesso, esplicitandone compiutamente le ragioni colo 9 della legge 447/1995. di Stato, II Sezione, sentenza 2 aprile 2001, n.
(tra le ultime: Consiglio di Stato, V Sezione, senten- (9) Ai sensi dell’articolo 14 Tu degli Enti locali il 1904; Consiglio di Stato, IV Sezione, sentenza
za 8 marzo 2005, n. 935; Tar Sicilia, Palermo, II Sindaco, quale “ufficiale di Governo”, gestisce i 2144/2004; sentenza 7 novembre 2005; Tar
Sezione, sentenza 22 giugno 2005, n. 1041; Tar servizi elettorali, di stato civile, di anagrafe, di leva Campania, Napoli, V Sezione, sentenza 16 gen-
Umbria, sentenza 5 maggio 2005, n. 217). militare e statistica; e ai sensi dell’articolo 54 del naio 2006, n. 679, con richiami).
(4) Come “tipico” è il potere di ordinanza di cui Tu può esercitare poteri in materia di ordine e (14) Articolo 36 Tu: Consiglio, Giunta, Sindaco per
all’articolo 17, comma 3 Dlgs 22/1997, in mate- pubblica sicurezza, di polizia giudiziaria, coordi- il Comune; Consiglio, Giunta, Presidente per la
ria di bonifica dei siti contaminati. Si veda nota 2. nandosi anche con il Prefetto, verso il quale ha do- Provincia.
(5) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 9 otto- veri di informativa. (15) S. Cassase, “Il nuovo regime dei dirigenti
bre 2002, n. 5423; Consiglio di Stato, sentenza 23 (10) In particolare, in casi di emergenza, connessi pubblici italiani: una modificazione costituziona-
gennaio 1991, n. 63; Consiglio di Stato, sentenza con il traffico e/o con l’inquinamento atmosferico le”, in Giornale di Diritto Amministrativo, 12,
11 aprile 1990, n. 369; Consiglio di Stato, senten- o acustico, ovvero quando a causa di circostanze 2002.
za 21 dicembre 1984 n. 960. straordinarie si verifichino particolari necessità (16) Articoli 36-54, Organi di governo del Comu-
(6) Effetto derogatorio che dovrà necessariamente dell’utenza, il Sindaco può modificare gli orari de- ne e della Provincia.
essere “individuato” (quanto alle norme derogate) gli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei (17) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 8 ago-
e “limitato” quanto ai tempi strettamente necessari servizi pubblici, nonché d’intesa con i responsabili sto 2003, n. 4596; Consiglio di Stato, V Sezione,
per fronteggiare la situazione di emergenza (Corte territorialmente competenti delle amministrazioni sentenza 14 maggio 2004, n. 3143; Tar Puglia
cost. 14 aprile 1995 n. 127). Le ordinanze che interessate, gli orari di apertura al pubblico degli Lecce, I Sezione, sentenza 28 settembre 2005, n.
consentono la deroga ad interi corpi normativi de- uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i 4489; Tar Sardegna, II Sezione, sentenza 24 gen-
vono ritenersi illegittime (Consiglio di Stato 3 feb- provvedimenti di cui al comma 2 (articolo 54, naio 2005, n. 194; Tar Molise, sentenza 25 no-
braio 1998 n. 197). comma 3, Tu Enti locali). vembre 2004, n. 729; Tar Basilicata, sentenza 18
(7) Consiglio di Stato, VI Sezione, sentenza 16 a- (11) Corte di Cassazione, sentenza 16 aprile settembre 2003, n. 7523; Tar Campania Napoli, I
prile 2003, n. 1990; Consiglio di Stato, V Sezione, 2004, n. 7244, in www.cortedicassazione.it. Sezione, sentenza 12 giugno 2003, n. 7532; Tar
sentenza 2 aprile 2003, n. 1678; Consiglio di (12) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 28 Sicilia Palermo, II Sezione, sentenza 8 maggio
Stato, V Sezione, sentenza 2 dicembre 2002, n. giugno 2004, n. 4767, in www.lexitalia.it. 2002, n. 1152; Tar Lombardia Brescia, sentenza
6624; Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 2 a- (13) La giurisprudenza di legittimità, tuttavia, 25 settembre 2001, n. 792.
prile 2001, n. 1904; Consiglio di Stato, V Sezione, non esclude che, in presenza di particolari rischi di (18) Consiglio di Stato, V Sezione, sentenza 14
sentenza 2 aprile 2001, n. 1904. igiene e salute pubblica, l’urgenza dell’intervento, maggio 2004, n. 3143, ove il Collegio ha ricono-
(8) In materia ambientale, diverse normative di legittimi l’adozione di un provvedimento contingi- sciuto la competenza del dirigente e non del Sin-
settore, attribuiscono uno specifico potere extra or- bile ed urgente anche nei confronti di un proprie- daco, ad adottare un provvedimento di chiusura
dinem a diverse autorità pubbliche. Per esempio in tario incolpevole, salva la possibilità di quest’ulti- per dieci giorni di un esercizio commerciale di
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
materia di rifiuti, l’articolo 13 del Dlgs 22/ 1997; mo di rivalersi nei confronti del responsabile, e ciò macelleria.
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RIFIUTI Paola Ficco a questo numero Edizioni Ambiente srl, Milano Arretrati: Euro 13,00
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Redazione
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per bevande per prodotti freschi
n. 127 (3/06)
Con l’istanza di interpello specificato in oggetto, Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22, (...) di rifiuti speciali Relativamente all’applicabilità al caso di specie
concernente l’esatta applicazione dell’articolo 16 di cui all’articolo 7, comma 3, lettera g), del me- del regime fiscale di cui al n. 127-sexiesdecies
del Dpr 633/1972 è stato esposto il seguente desimo decreto (...)”. della Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/
1972 è stato chiesto un parere al Ministero del-
Quesito Parere dell’Agenzia delle Entrate l’ambiente e della tutela del territorio il quale con
La Z srl (di seguito, in breve, la società) gestisce Si rileva preliminarmente che il n. 127-sexiesde- nota prot. n. (...) del (...) 2005 ha chiarito che “il
in concessione un impianto di demolizione e rot- cies della Tabella A, parte III, allegata al Dpr nuovo Elenco europeo dei rifiuti (Regolamento
tamazione di autoveicoli e rappresenta che nel- 633/1972 prevede l’applicazione dell’aliquota Iva comunitario n. 2557/2001) riferisce il capitolo 19
l’ambito della propria attività ha prodotto scorie del 10% alle prestazioni di “gestione, stoccaggio e – corrispondente alle prime due cifre del codice i-
classificate dal Dipartimento Tecnico dell’(...) deposito temporaneo, previste dall’articolo 6, dentificativo del rifiuto e volto ad individuare la
come rifiuti speciali pericolosi ai sensi del Dlgs 5 comma 1, lettere d), l), e m) del Dlgs 5 febbraio fonte che genera il rifiuto stesso – ai rifiuti pro-
febbraio 1997, n. 22, codice Cer 19 10 03* – 1997, n. 22 – (cd. “Decreto Ronchi”) – di rifiuti dotti da impianti di trattamento dei rifiuti”.
fluff-frazione leggera e polveri contenenti sostan- urbani di cui all’articolo 7, comma 2, e di rifiuti Al medesimo capitolo appartengono i rifiuti in e-
ze pericolose. speciali di cui all’articolo 7, comma 3, lettera g), same trattandosi di scorie derivanti dall’attività
L’istante chiede, pertanto, di conoscere quale sia del medesimo decreto (...)”. di rottamazione e demolizione di autoveicoli.
il corretto trattamento fiscale, ai fini Iva, delle L’articolo 7, comma 3, lettera g) del richiamato Per quanto esposto, la scrivente ritiene di poter
prestazioni concernenti lo smaltimento e il tra- decreto fa riferimento, tra l’altro, ai “rifiuti deri- condividere la soluzione prospettata dall’istante
sporto in discarica dei rifiuti in oggetto. vanti dall’attivita’ di recupero e smaltimento dei in ordine all’applicabilità dell’Iva nella misura
rifiuti”. del 10% ai sensi della disposizione contenuta nel
Soluzione interpretativa prospettata Secondo le previsioni contenute nell’allegato B n. 127-sexiesdecies, della Tabella A, parte III, al-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Nel caso di specie, la società ritiene applicabile la del “Decreto Ronchi” anche il trattamento biolo- legata al Dpr 633/1972, alle prestazioni di smal-
disposizione contenuta nel n. 127-sexiesdecies gico e/o fisico chimico che dia origine a compo- timento e avvio in discarica delle scorie prodotte.
della Tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/ sti o a miscugli eliminati secondo differenti tec- La risposta di cui alla presente nota, sollecitata
1972, che prevede, tra l’altro, l’applicazione del- niche (quali, ad esempio, il deposito sul o nel con istanza d’interpello presentata alla Direzione
l’aliquota Iva del 10% alle “prestazioni di gestio- suolo, l’incenerimento a terra o in mare, la mes- regionale (...), è resa dalla scrivente ai sensi
ne, stoccaggio e deposito temporaneo, previste sa in discarica) rientra nella definizione di smal- dell’articolo 4, comma 1, ultimo periodo del Dm
dall’articolo 6, comma 1, lettere d), l) e m) del timento dei rifiuti. 26 aprile 2001, n. 209.
RIFIUTI on line:
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occorre vivere più semplicemente
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Coordinamento Agende 21 locali italiane, FISAC CGIL Toscana, Rete di Lilliput, Rete Nuovo Municipio, WWF, Wuppertal Institut,
Coordinamento Nazionale Enti locali per la Pace e i Diritti Umani, FIBA-CISL, FederBio - Federazione Italiana Agricoltura Biologica
e Biodinamica, INBAR - Istituto Nazionale di Bioarchitettura, AzzeroCO2, AGICES - Assemblea Generale Italiana del Commercio
Equo e Solidale, AIAB - Associazione Italiana per Agricoltura Biologica, Fairtrade TransFair Italia.
Come si fa...
Rubriche il Mud 2006
Le schede di prossima pubblicazione saranno relative a:
– autorizzazione ambientale integrata (Aia) e rifiuti;
– incenerimento e coincenerimento di rifiuti;
– discariche e Dm 3 agosto 2005;
– rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(Raee).
Le schede precedenti:
– scheda S1: Formulario di identificazione, Rifiuti
n. 125 (1/06);
– scheda S2: Registro di carico e scarico, Rifiuti n.
126 (2/06).
Scheda n. 3 (S3)
Una nota di sistema
In attesa del “Testo unico” Mentre scriviamo è in corso di pubblicazione il lungo iter formativo del Dlgs recante “Norme
ambientale in materia ambientale”, attuativo della legge 308/2004 (cd. “Delega ambientale”); la parte
IV di tale provvedimento è dedicata ai rifiuti e ne riformula integralmente la disciplina.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Nel momento di prima applicazione della nuova disciplina declinata dal provvedimento, i-
nevitabilmente, si deve ragionare con logiche nuove usando regole vecchie.
Il testo, ovviamente, contiene:
– disposizioni di carattere sostanziale e procedurale, che sono di immediata applica-
zione, a decorrere dalla sua data di entrata in vigore, e pertanto vigenti ed efficaci;
– disposizioni di carattere organizzativo (o norme di organizzazione o di struttura) che,
invece, per essere trasfuse nell’ordinamento giuridico, necessitano di appositi provvedi-
menti attuativi. Pertanto, esse sono vigenti ma non ancora efficaci.
A questa seconda tipologia di norme si applica il regime transitorio, per il passaggio dal
sistema pregresso a quello attuale, il quale è contenuto nell’articolo 265 (Disposizioni
transitorie) del nuovo testo che, nella prima parte del suo comma 1, stabilisce “Le vigenti
norme regolamentari e tecniche che disciplinano la raccolta, il trasporto e lo smaltimento
dei rifiuti restano in vigore sino all’adozione delle corrispondenti specifiche norme adottate
in attuazione della parte quarta del presente decreto”. Pertanto, tutto ciò che nel pregres-
so è stato disciplinato dalle regole sostanziali e procedurali del Dlgs 22/1997 (nel caso di
specie: chi deve soddisfare l’obbligo di Mud) trova ora disciplina nelle corrispondenti nor-
me del Dlgs di cui alla citata “Delega ambientale” (art. 189, c. 3); mentre le relative rego-
lamentazioni applicative sono quelle di cui alla normativa di attuazione finora intervenuta,
fino alla emanazione di quella futura, rimessa all’attività del Governo.
Come abbiamo strutturato Questa breve premessa è necessaria per capire chi, entro il 30 aprile 2006, deve soddi-
questa scheda sfare l’obbligo di Mud, poiché all’atto della lavorazione del presente numero della Rivista
non sappiamo se per quella data il Dlgs sarà o meno entrato in vigore.
Si ricorda che il Dlgs entrerà in vigore decorsi 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta
ufficiale: nel computo dei termini, il primo dei citati 15 giorni (termine iniziale) non deve
essere considerato, mentre l’ultimo di tali 15 giorni va contato (es. pubblicazione: Gaz-
zetta ufficiale del 3 aprile 2006; entrata in vigore: 18 aprile 2006).
Pertanto, nelle pagine che seguono si riportano le due ipotesi in dipendenza del fatto che
il 30 aprile 2006 il nuovo testo sia o meno entrato in vigore:
• ipotesi A: caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo non sia ancora en-
trato in vigore;
• ipotesi B: caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo sia già entrato in vigore.
In ogni caso, fino alla emanazione del nuovo decreto, il modello da usare sarà quello di
cui al Dpcm 24 dicembre 2002, come rettificato dal Dpcm 24 febbraio 2003 e Dpcm 22
38 dicembre 2004 (per i veicoli fuori uso).
Rubriche Come si fa...
Registri In base al nuovo Dlgs, inoltre, è il caso di sottolineare che viene meno la corrispondenza
tra soggetti obbligati a tenere i registri e soggetti obbligati a compilare e spedire il Mud;
infatti, i produttori di rifiuti non pericolosi non hanno più l’obbligo di inviare il Mud (a pre-
scindere dalla categoria di appartenenza) ma conservano quello di tenere i registri di ca-
rico e scarico.
Sono obbligato Per i soggetti obbligati si vedano gli schemi riportati alle pagine 42-46.
a presentare il Mud? I soggetti che non hanno effettuato alcuna delle attività per le quali è previsto il Mud non
devono presentare il Mud, neanche in bianco.
Per i rifiuti non pericolosi di origine industriale o artigianale assimilati ai rifiuti urbani in
base al regolamento comunale, il Mud deve essere compilato dal Comune, dal Consorzio
di Comuni, dalla Comunità montana, dall’azienda speciale che gestisce il servizio pubbli-
co, insieme ai rifiuti urbani (nulla cambia fino all’inizio dell’attività del soggetto aggiudi-
catario della gara pubblica indetta dall’Autorità d’ambito ex art. 220 nuovo Dlgs).
Quali codici uso? Si usano i codici europei (Cer) – allegati alla decisione 2000/532/Ce e in allegato 1 al
Dpcm 24 dicembre 2002. Il codice del rifiuto è quello in cui le tre coppie di cifre sono di-
verse dal doppio zero (00).
Per i rifiuti pericolosi non deve essere riportato il segno grafico dell’asterisco (*).
Come compilo e presento il Mud su Per supporto informatico o magnetico si intende: nastro magnetico a cartuccia, dischetto
supporto informatico o magnetico? magnetico, compact disk, oppure nastri magnetici a bobina.
(si veda l’apposito software Gestione Chi esegue attività di gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento) de-
rifiuti, realizzato da Edizioni Ambiente, ve presentare il Mud esclusivamente su supporto informatico o magnetico. Oppure può
conforme ai tracciati multirecord previsti scegliere di inviarlo per via telematica (si veda punto 5). Quindi i gestori di rifiuti non
dal Dpcm 24 dicembre 2002, come possono presentare il Mud su carta.
rettificato dal Dpcm 24 febbraio 2003, I supporti informatici o magnetici possono recare le dichiarazioni relative a più unità lo-
in www.reteambiente.it, servizi on line) cali, appartenenti sia ad un unico soggetto dichiarante sia a più soggetti dichiaranti (di-
chiarazione multipla).
Il soggetto che compila il supporto magnetico deve apporre un’etichetta recante i se-
guenti dati:
– identificativi del dichiarante o del centro di servizi che ha compilato il supporto magne-
tico (nome o ragione sociale, indirizzo, telefono);
– oggetto: Mud 2006;
– codifica: EBCIC o ASCII (solo per i nastri magnetici);
– densità di registrazione: 1.600 o 6.250 (solo per i nastri magnetici a bobina);
– sistema operativo (versione e release); usato per produrre i file (MVS, MS/DOS, VMS,
UNIX ecc.);
– numero progressivo del supporto;
– numero complessivo dei supporti;
– data di compilazione del supporto.
Il supporto magnetico deve essere accompagnato da:
– stampa delle Sezioni anagrafiche (Schede SA1 e SA2) relative a tutte le unità locali fir-
mate per esteso dai rispettivi dichiaranti (legale rappresentante o suo delegato). Per ogni
dichiarazione presente nel supporto va prodotta una stampa della sezione anagrafica;
– attestazione del versamento dei diritti di segreteria (uno per ogni plico presentato);
– “modulo riepilogativo per la presentazione su supporto informatico” di cui all’allegato 7
(già contenuto nel software).
Il tutto va confezionato con la massima cura in un plico (ogni plico può contenere più
supporti informatici o magnetici) e consegnato o spedito con raccomandata senza rice-
vuta di ritorno alla Cciaa dove è ubicata l’unità locale cui si riferisce la dichiarazione.
Sul plico devono essere riportati dati identificativi della dichiarazione come da schema ri-
portato nell’allegato 3 al Dpcm (già contenuto nel software) e ogni plico deve contenere
l’attestazione del versamento dei diritti di segreteria. 39
Rubriche Come si fa...
Come compilo e presento il Mud I gestori di rifiuti possono optare per l’invio telematico del Mud indirizzandolo alla Cciaa
per via telematica? con le modalità specificate nei seguenti siti internet:
– www.minindustria.it;
– www.minambiente.it;
– www.anpa.it;
– www.unioncamere.it;
– www.infocamere.it;
– www.ecocerved.it.
A tal fine è necessario che le imprese siano in possesso della “smart card” in distribu-
zione presso le Cciaa (*).
Le associazioni di categoria e gli studi di consulenza potranno inviare telematicamente il
Mud per conto dei propri associati e clienti, apponendo cumulativamente ad ogni invio la
propria firma elettronica sulla base di espressa delega scritta dei propri associati e clienti
(che restano comunque responsabili della veridicità dei dati dichiarati) che dovrà essere
mantenuta presso la sede delle medesime associazioni e studi.
(*) Si tratta del sistema di cui al Dlgs 39/1993 per spettare i necessari tempi tecnici per il rilascio.
la trasmissione via internet dei documenti ammini- Si ricorda che il 9 dicembre 2002 è entrato in vi-
strativi che usa la criptazione con doppia chiave a- gore l’articolo 31 della legge 340/2000 il quale,
simmetrica. I soggetti dichiaranti non in possesso per le domande di iscrizione e di modifica al
della firma digitale sono invitati a contattare per Registro delle Imprese, prescrive la presentazio-
tempo la Camera di Commercio competente, e ne per via telematica o su supporto informatico,
non in concomitanza della scadenza dovendosi ri- cioè mediante un documento informatico.
Come compilo e presento il Mud Chi esegue attività di gestione dei rifiuti (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento)
su carta? non può presentare il Mud su carta ma esclusivamente su supporto informatico o ma-
gnetico oppure per via telematica. Quindi, la scelta tra supporto informatico o magneti-
co, via telematica e carta può essere effettuata solo dai produttori di rifiuti.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Si può utilizzare la modulistica allegata al Dpcm 24 dicembre 2002 (come rettificato dal
Dpcm 24 febbraio 2003), fotocopiandola dalla Gazzetta ufficiale (Supplemento ordinario
n. 1 alla Gu 4 gennaio 2003, n. 3 e Gu 27 febbraio 2003 n. 48), avendo cura di riporta-
re la dimensione della modulistica al formato A4 o scaricandola da www.reteambien-
te.it/ra/normativa/rifiuti/3986_Dpcm24Dic_02_vige.htm.
Per la compilazione:
– usare inchiostro nero (a macchina o a mano con caratteri in stampatello);
– non cancellare, non effettuare abrasioni o scritte aggiuntive rispetto a quanto riportato
dalla modulistica;
– rimanere all’interno degli appositi spazi, separando le parole e partendo da sinistra.
Il plico va spedito o consegnato in busta chiusa. Sulla busta vanno riportati i dati identifi-
cativi della dichiarazione come riportati nell’allegato 3 al Dpcm (già contenuto nel
software).
Ogni busta deve contenere il Mud relativo ad una sola unità locale e la relativa attesta-
zione del versamento dei diritti di segreteria (v. punti 9, 10 e 11).
Che cos’è Si tratta della semplificazione introdotta a vantaggio dei soli produttori di rifiuti. Essa può
la “scheda semplificata”? essere compilata esclusivamente su carta e dai soggetti produttori di rifiuti per i quali
ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni:
– sono produttori di non più di tre tipologie di rifiuti;
– i rifiuti sono prodotti nella unità locale cui si riferisce la dichiarazione;
– per ogni rifiuto prodotto non si utilizzano più di tre trasportatori e più di tre destinatari.
La compilazione della “Scheda semplificata” rappresenta una opzione per i produttori di
rifiuti, nel senso che essi possono anche scegliere l’invio su supporto informatico o ma-
gnetico oppure quello telematico. Nel qual caso il Mud va inviato non usando la “scheda
semplificata”.
I soggetti tenuti alla presentazione della Sezione imballaggi non esauriscono il loro compito
con la “Scheda semplificata”; pertanto, devono compilare anche la “Sezione imballaggi”.
La “Scheda semplificata” si compone di due fogli SCS1 (se si produce una sola tipologia
di rifiuti) e SCS2 (se si producono da due a tre tipologie di rifiuti).
Come indico le quantità numeriche? Devono essere espresse nelle unità di misura indicate nella modulistica. Se necessario,
approssimare alla seconda o terza cifra decimale arrotondando all’unità superiore se la
terza o la quarta cifra decimale è superiore a 5 (es. 22,516 diventa 22,52. Invece,
22,451 diventa 22,45).
Quanti Mud presento? Uno per ogni unità locale del soggetto obbligato.
40
Rubriche Come si fa...
Quanto pago per i diritti – Supporto magnetico: euro 10,00 per ogni Scheda anagrafica contenuta nelle denun-
di segreteria previsti ce presentate;
dalla legge 70/1994? – invio telematico: il costo della “smart card”;
– carta: euro 15,00 (non è consentita la presentazione di denunce multiple).
Come pago i diritti di segreteria In ogni caso, il diritto di segreteria è versato alla Cciaa mediante c/c postale.
previsti dalla legge 70/1994? Nella causale di versamento si dovrà riportare:
– il codice fiscale del dichiarante;
– la dizione “DIRITTI DI SEGRETERIA Mud – (legge 70/94)”
La parte del bollettino di c/c recante la dizione: “ATTESTAZIONE di un versamento” andrà
presentata alla Camera di commercio unitamente al Mud.
Come verso i diritti di segreteria In caso di dichiarazioni multiple (ovviamente) su supporto magnetico o informatico, il
per le dichiarazioni multiple? soggetto che presenta la dichiarazione, per conto dei dichiaranti (cioè il “compilatore”),
effettua il versamento dei diritti di segreteria relativo all’insieme di tutti i Mud presentati
– per ciascun plico inviato – in un’unica soluzione. Cioè, utilizzerà un solo bollettino di
pagamento su c/c postale di importo pari alla somma dell’importo dei diritti dovuti per o-
gni singolo Mud contenuto nella dichiarazione multipla.
Le associazioni di categoria e gli studi di consulenza potranno inviare telematicamente il
Mud per conto dei propri associati e clienti apponendo cumulativamente ad ogni invio la
propria firma elettronica sulla base di espressa delega scritta dei propri associati e clienti
(che restano comunque responsabili della veridicità dei dati dichiarati) che dovrà essere
mantenuta presso la sede delle medesime associazioni e studi.
A chi presento il Mud? Alla Camera di commercio della Provincia nel cui territorio ha sede l’unità locale cui si ri-
ferisce il singolo Mud.
La presentazione alla Cciaa può avvenire mediante:
– raccomandata senza avviso di ricevimento;
– consegna diretta alla sede della stessa Cciaa;
Dopo averlo presentato, Modifiche o integrazioni vanno apportate presentando un nuovo Mud completo anche dei
posso correggere il Mud? dati già dichiarati. Sulla busta che lo contiene va scritto “ANNULLA E SOSTITUISCE LA
PRECEDENTE DEL (indicare data)”.
È necessario pagare nuovamente il diritto di segreteria.
Il tutto va effettuato entro la data di scadenza per la presentazione (2 maggio 2006).
Dopo tale data, si applicano le sanzioni previste. (anche quella stabilita per il ritardo che
risiede nel 29 giugno 2006).
Quali sanzioni subisco – Omissione: sanzione amministrativa pecuniaria da 2.582,28 a 15.493,71 euro;
se non presento il Mud, se – presentazione incompleta o inesatta: idem;
lo sbaglio o lo presento in ritardo? – presentazione in ritardo (60 giorni dalla data di scadenza, 29 giugno 2005): sanzio-
ne amministrativa pecuniaria da 25,82 a 154,94 euro;
(per indicazioni incomplete o inesatte che, però, consentono di ricostruire le informazioni
dovute: sanzione amministrativa pecuniaria da 258,23 a 1.549,37 euro).
Articolo 52, commi 1 e 4, Dlgs 22/1997.
segue Come mi comporto mette sul mercato nazionale, essendo esclusi tutti gli operatori successivi all’importatore
per gli imballaggi? (ad esempio, i commercianti al dettaglio che non importano direttamente merci imballate).
L’omessa, inesatta o incompleta dichiarazione del Mud imballaggi non è soggetta a
sanzione poiché gli imballaggi sono “beni” e non “rifiuti”. Un “imballaggio” riutilizzato
(quindi, un bene) diventa “rifiuto di imballaggio quando cessa di essere reimpiegato” (ar-
ticolo 35, comma 1, lettera h), Dlgs 22/1997). Solo quando interviene questa “trasfor-
mazione” si applica il “Decreto Ronchi”. I dati richiesti, infatti, sono relativi alla produzio-
ne dei “beni imballaggi” e non alla gestione dei “rifiuti imballaggi”.
Quando gli imballaggi sono diventati rifiuti il soggetto che li gestisce (raccoglie, traspor-
ta, smaltisce o recupera) dovrà compilare ed inviare il Mud nei modi ordinari.
Altrettanto ordinariamente saranno sanzionati i suoi errori, ritardi e omissioni.
Infatti, in questa sezione si parla solo di “beni imballaggi” e non di “rifiuti imballaggi” e la
dichiarazione viene resa per assolvere l’obbligo di cui all’articolo 37, comma 2, Dlgs
22/1997.
Le sanzioni previste dall’articolo 52 del “Decreto Ronchi” per omessa, incompleta o ritar-
data presentazione dei dati relativi ai “rifiuti” sono riferite (per espresso richiamo di tale
articolo 52) alla “comunicazione di cui all’articolo 11, comma 3” senza citazione di alcun
altro articolo. Il nostro ordinamento non consente l’applicazione analogica delle sanzioni
(né penali, né amministrative). L’impostazione legislativa è corretta, poiché il Legislatore
ha concepito le sanzioni solo per la dichiarazione relativa ai rifiuti e non anche per quella
relativa ai prodotti. Pertanto, non è possibile applicare le sanzioni di cui all’articolo 52 a
fattispecie e soggetti diversi da quelli di cui all’articolo 11, comma 3.
Per i “rifiuti imballaggi”, invece, si userà la specifica sezione rifiuti e in tale situazione ri-
tornano applicabili tutte le sanzioni del caso.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Ipotesi A:
caso in cui entro il 30 aprile 2006 il nuovo testo NON SIA ANCORA entrato in vigore
– Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale – Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale
(comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti (comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti ed
ed intermediari con detenzione) intermediari con detenzione)
– soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen- – soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen-
to dei rifiuti to dei rifiuti
(comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti (comprese le società miste e, in quanto gestori, i commercianti ed
ed intermediari con detenzione) intermediari con detenzione)
– commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione – commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione
(*) Per lavorazione industriale o arti- commerciale o di servizio, purché (**) Il numero di dipendenti si cal- lavoratori a tempo parziale ed a
gianale si intende qualsiasi attività tale lavorazione sia identificabile in cola con riferimento al numero di quelli stagionali che rappresentano
di produzione di beni, anche con- modo autonomo e non finalizzato dipendenti occupati a tempo pieno frazioni in dodicesimi di unità lavo-
42 dotta all’interno di un’unità locale allo svolgimento dell’attività com- durante il 2004, aumentando delle rative annue.
avente carattere prevalentemente merciale frazioni di unità lavorative dovute ai
Mud, Cobat e batterie al piombo esauste
Mud e Raee
L’articolo 9, comma 4, Dlgs 151/2005 (in materia di Raee) stabili- Poiché tutti gli obblighi relativi ai Raee (a parte quelli relativi all’a-
sce che “i responsabili degli impianti che effettuano le operazioni di deguamento degli impianti di trattamento, esitati il 13 novembre
trattamento e di recupero dei Raee comunicano annualmente i dati 2005) decorrono dal 13 agosto 2006, e poiché il nuovo modello
relativi ai Raee trattati ed ai materiali derivanti da essi ed avviati al non è stato ancora elaborato, si ritiene che i suindicati soggetti
recupero, avvalendosi del modello di dichiarazione ambientale, di contemplati dal citato articolo 9, comma 4, Dlgs 151/2005 (re-
cui alla legge 25 gennaio 1994, n. 70, che, a tale fine, è modifica- sponsabili degli impianti che effettuano le operazioni di tratta-
to con le modalità previste dalla stessa legge n. 70 del 1994. Sono mento e di recupero dei Raee ed esportatori di Raee) debbano u-
tenuti ala predetta comunicazione anche gli esportatori di Raee, sare il consueto Mud per i rifiuti prodotti, nel rispetto delle ipotesi
specificando la categoria di appartenenza secondo l’allegato 1 A, il A e B (in questa sede riportate) con riguardo ai soggetti sia obbli-
peso o, se non rilevabile, il numero di pezzi degli stessi Raee”. gati sia esclusi.
(*) Per trattamento si intende l’atti- zioni eseguite ai fini del recupero o lettera f), Dlgs 209/2003). la direttiva 2002/24/Ce (esclusi i tri-
vità di messa in sicurezza, demoli- dello smaltimento del veicolo fuori (**) Per veicoli fuori uso si intendono i cicli a motore) che rientrino nella de-
zione, pressatura, tranciatura, fran- uso e dei suoi componenti effettua- veicoli a motore appartenenti alle ca- finizione di “rifiuto” di cui al Dlgs 22/
tumazione, recupero o preparazione te, dopo la consegna del veicolo tegorie M1 e N1 di cui all’allegato II, 1997 (in pratica: che siano stati ra-
per lo smaltimento dei materiali fran- stesso presso un impianto di fran- parte A, direttiva 79/156/Cee e veicoli diati dal Pra, articolo 3, comma 1,
tumati, nonché tutte le altre opera- tumazione (articolo 3, comma 1, a motore a tre ruote come definiti dal- lettere a) e b), Dlgs 209/2003).
Nel primo caso: è necessario compilare le schede RIF + allegati Nel terzo caso:
relativi con le stesse modalità previste per i produttori e i gestori – in parte con detenzione, è necessario compilare le schede RIF
di rifiuti, senza evidenziare l’attività di intermediazione e commer- + con le stesse modalità previste per i produttori e i gestori di ri-
cializzazione di rifiuti con detenzione dei medesimi. fiuti, senza evidenziare l’attività di intermediazione e commercia-
È, inoltre, necessario tenere il registro di cui all’allegato A, Dm lizzazione di rifiuti con detenzione dei medesimi, nonché tenere il
148/1998. registro di cui all’allegato A, Dm 148/1998
Nel secondo caso: è necessario compilare le schede INT + alle- – in parte senza detenzione, è necessario compilare le schede
gati relativi evidenziando per ciascun rifiuto intermediato senza INT + allegati relativi evidenziando per ciascun rifiuto intermedia-
detenzione le unità locali di origine e le unità locali di destinazione. to senza detenzione le unità locali di origine e le unità locali di
È, inoltre, necessario tenere il registro di cui all’allegato B, Dm destinazione, nonché tenere il registro di cui all’allegato B, Dm
148/1998. 148/1998.
I Comuni, i Consorzi di Comuni, le Comunità montane e le aziende – le notizie attualmente richieste dall’articolo 11, comma 4, Dlgs
speciali con finalità di smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, 22/1997 sono le stesse di quelle previste dal nuovo Dlgs (il qua-
contemplati dal Dlgs 22/1997 come destinatari degli obblighi di le, tuttavia, aggiunge: quantità di rifiuti speciali raccolti nel pro-
cui all’articolo 11, comma 4, non sono più previsti dal nuovo Dlgs, prio territorio a seguito di apposita convenzione con soggetti pub-
nel senso che il loro posto sarà preso dal soggetto aggiudicatario blici o privati; quantità raccolte, suddivise per materiali, in attua-
della gara pubblica indetta dall’autorità d’ambito ai sensi dell’arti- zione degli accordi con i Consorzi finalizzati al recupero dei rifiuti);
colo 202. Tuttavia gli attuali soggetti, mantengono la privativa per i – il nuovo modello di Mud non è ancora disponibile;
rifiuti urbani e gli speciali assimilati avviati a smaltimento fino all’i- si ritiene che i soggetti attualmente previsti dall’articolo 11, com-
nizio dell’attività del citato soggetto aggiudicatario della gara. ma 4, Dlgs 22/1997 debbano, per quest’anno, compilare le parti
Pertanto, in ragione di quanto precede ed in considerazione del del Mud di loro competenza anche dopo la soppressione del Dlgs
fatto che: 22/1997 e l’entrata in vigore del nuovo Dlgs.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Nota: quando il servizio è gestito da società mista (cioè da un Ente che ope- di rifiuti gestiti da ciascuno. L’omesso invio del Mud ex articolo 11, comma
ra professionalmente e in modo imprenditoriale esercita l’attività di gestio- 4 (“qualificato”) da parte di tali soggetti non è sanzionato dal Dlgs 22/1997.
ne), si ritiene che l’obbligo di Mud “qualificato” resta, comunque, in capo a La società mista, invece, non è citata nell’articolo 11, comma 4, pertanto
Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità montane, poiché l’articolo 11, rientrando nella previsione del comma 3 è obbligata alla tenuta dei registri e
comma 4, lettera b), impone ad essi l’obbligo di indicare i soggetti che han- alla comunicazione Mud “ordinaria” e si applicano le sanzioni previste
no gestito i rifiuti, specificando le operazioni svolte, le tipologie e le quantità dall’articolo 52, commi 1 e 4.
1. Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 Codice civile, pro- in concessione, la compilazione del Mud (ex articolo 11, comma
duttori di: 3) è effettuata dal soggetto concessionario. Ciò vale anche in ca-
– rifiuti non pericolosi, sempre; so di rifiuti speciali “non assimilati/non assimilabili” agli urbani,
– rifiuti pericolosi: solo se hanno un volume d’affari annuo infe- ma gestiti in regime di convenzione dal gestore pubblico. La nor-
riore a 7.746,85 euro. ma, infatti, si riferisce a “rifiuti” generalmente intesi e senza di-
2. Imprese ed enti (appartenenti a qualsiasi categoria) produttori stinzione, per cui è ragionevole ricomprenderli tutti. Il gestore do-
di rifiuti non pericolosi. vrà sempre usare la “scheda RIF”.
3. I produttori di rifiuti pericolosi (appartenenti a qualsiasi catego- 4. Soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svol-
ria) e non pericolosi, che li conferiscono al Servizio pubblico di gimento delle attività medesime in forma ambulante, limitata-
raccolta. mente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio.
In questo caso il Mud è compilato dal soggetto che gestisce tale 5. Raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti (pericolosi
servizio, ovviamente solo nei limiti delle quantità conferite (artico- e non) da loro stessi prodotti.
44 lo 11, comma 3, Dlgs 22/1997). Se un Comune affida il servizio 6. Produttori di rifiuti (pericolosi e non) diversi da Enti e imprese.
Ipotesi B:
– Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale – Raccoglitori e trasportatori di rifiuti a titolo professionale
(comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con (comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con
detenzione) detenzione)
– soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen- – soggetti che svolgono le operazioni di recupero e di smaltimen-
to dei rifiuti to dei rifiuti
(comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con (comprese le società miste e i commercianti ed intermediari con
detenzione) detenzione)
– commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione – commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione
– consorzi istituiti con le finalità di recuperare particolari tipologie – consorzi istituiti con le finalità di recuperare particolari tipologie
di rifiuto di rifiuto
1. Imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 Codice civile per 4. Raccoglitori e trasportatori in conto proprio di rifiuti (pericolosi
produzione rifiuti non pericolosi e pericolosi, solo se hanno un vo- e non) da loro stessi prodotti.
lume d’affari annuo non superiore a 8.000,00 euro. 5. Produttori di rifiuti (pericolosi e non) diversi da enti e imprese.
2. Il produttore di rifiuti pericolosi (industriale, artigiano, commer- 6. Produttori di rifiuti costituiti dal materiale proveniente dalla ma-
ciante, agricoltore, esercenti servizi) e non pericolosi, che li conferi- nutenzione ordinaria di sistemi di trattamento di acque reflue do-
sce al Servizio pubblico di raccolta. In questo caso il Mud è compi- mestiche previsti ai sensi dell’articolo 100, comma 3 (cfr. art.
lato dal soggetto che gestisce tale servizio, ovviamente solo nei li- 110, comma 7).
miti delle quantità conferite. 7. Il gestore del servizio idrico integrato che tratta rifiuti ai sensi
3. Soggetti che raccolgono e trasportano rifiuti e abilitati allo svol- dell’articolo 110, commi 3 e 5, è soggetto solo all’obbligo di regi-
gimento delle attività medesime in forma ambulante, limitata- stro e non a quello di Mud (cfr. art. 110, comma 7).
mente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio (articolo 8. Produttori di rifiuti non pericolosi (industria, commercio, arti-
226, comma 5). gianato, servizi).
Letture consigliate Di seguito si evidenziano le “letture consigliate”, cioè i quesiti risolti che, in ordine all’argomento, sono già
stati pubblicati da questa Rivista; tra parentesi è indicato il riferimento di pubblicazione.
Risposte a quesiti
P. Ficco “Diventa omessa presentazione l’invio ritardato del Mud oltre i 60 giorni dalla scadenza”,
n. 122 (10/05).
P. Ficco “Come si legge l’esenzione dal Mud e dal registro per gli artigiani”, n. 123 (11/05).
P. Ficco “No al Mud per i rifiuti speciali conferiti al gestore del servizio pubblico”, in questo numero. 45
Gli indirizzi delle Camere di Commercio (*)
Rubriche Come si fa...
Rubriche Quesiti
20. Commercio ambulante “libe- quali è stato abilitato, l’esenzione in parola
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
ro” fino ad apposita disciplina re- non sarebbe operante e per la mancata iscri-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, gionale in un incastro di leggi a- zione all’Albo gestori per le attività di raccolta
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. brogate e trasporto sarebbe applicabile il disposto
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- In riferimento all’articolo 58 comma 7- sanzionatorio di cui all’articolo 51, comma 1,
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati quater, Dlgs 22/1997 su trasporto di rifiu- Dlgs 22/1997.
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a ti in forma ambulante ed in considerazio- Per converso, si deduce che per non incorre-
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. ne del fatto che l’articolo 121 del Tulps re nella sanzione penale prevista non dal si-
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale (Testo unico delle leggi di pubblica sicu- stema punitivo generale, bensì da quello di
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto rezza), Rd 773/1931, sull’iscrizione nel settore di cui al “Decreto Ronchi”, è neces-
con le tematiche specifiche. sario che il soggetto ambulante sia “abilitato”
registro dei mestieri ambulanti è stato a-
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- brogato e quindi i Comuni non rilasciano allo svolgimento delle attività di raccolta e
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che più alcuna autorizzazione a riguardo, trasporto di materiali (considerati rifiuti) in
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- quale è l’attuale disciplina del settore? forma ambulante.
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto Stanti le deroghe previste dal suddetto A ben guardare, sotto il profilo della discipli-
intestatario dell’abbonamento. na di settore, con riguardo al caso di specie,
– quindi, poteva continuare ad applicarsi l’ar- tamente applicata (quindi operante, o resa e- compostati secondo modalità stabilite confor-
ticolo 121 Tulps, ma tale articolo è stato a- secutiva) necessita della effettiva creazione memente alla procedura di cui all’articolo 33,
brogato dall’articolo 6, comma 1, lettera a), del sistema che consenta il suo funziona- paragrafo 2, o, in attesa dell’adozione di tali
Dpr 311/2001 e già in precedenza risultava mento. Questo perché per “attuazione” (o modalità, conformemente alla legislazione
abrogato dalla (a sua volta abrogata dalla “applicazione”) della norma giuridica si inten- nazionale;
legge 112/1991) legge 398/1976 cit. per la de la concreta realizzazione, nella vita della g) se si tratta di materiali di origine ittica, so-
parte relativa all’obbligo della iscrizione in collettività, di quanto è ordinato dalle regole no insilati o compostati secondo modalità
apposito registro presso le autorità di pubbli- che compongono il diritto dello Stato. stabilite conformemente alla procedura di cui
ca sicurezza per l’esercizio del commercio La norma di cui all’articolo 58, comma 7- all’articolo 33, paragrafo 2, regolamento (Ce)
ambulante; quater, dunque, non costituisce sempre un 1774/2002;
– neanche era applicabile l’articolo 2, legge precetto (dipende, infatti, dall’attuazione re- h) sono eliminati con altri metodi o utilizzati in
112/1991 che, per l’ambulante, prescriveva gionale) dal quale possano da subito farsi di- altri modi, secondo modalità stabilite confor-
il rilascio di un’autorizzazione comunale su- scendere conseguenze in danno del tra- memente alla procedura di cui all’articolo 33,
bordinato all’iscrizione nell’apposito registro sgressore (sanzioni). Essa diventerà norma di paragrafo 2, sentito il comitato scientifico com-
istituito presso le Cciaa ai sensi della legge condotta positiva solo quando la singola petente. Tali metodi o modi possono integrare
426/1971, perché tale legge 112/1991 è Regione definirà la disciplina regionale di set- o sostituire quelli di cui alle lettere da a) a g).
stata abrogata dallo stesso Dlgs 114/1998 tore, in attuazione del disposto di cui all’arti- Diversamente, gli altri prodotti alimentari non
(articolo 28, comma 6). colo 28, comma 4, Dlgs 114/1998 cit. più destinati al consumo umano (pane, pa-
Sul punto, si registra la sentenza della III sta, dolci, formaggi latte pastorizzato ecc.,
Sezione penale della Corte di Cassazione 13 21. Dai prodotti alimentari scaduti categoria 3, regolamento (Ce) 1774/2002)
settembre 2005, n. 33310 secondo la quale (tal quali) si può avere magime purché vi sia una previa valutazione di assen-
l’articolo 30, comma 4, Dlgs 22/1997 impo- I supermercati o altre attività del settore za di rischio per la salute pubblica e gli ani-
ne l’iscrizione all’Albo gestori di tutte le im- alimentare come possono disfarsi dei mali effettuata dall’autorità competente e
prese che svolgono attività di raccolta e di prodotti alimentari scaduti? Sono rifiuti o purché non siano entrati in contatto con le
trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti da possono essere riutilizzati per la produ- sopraindicate “materie prime di origine ani-
terzi indipendentemente dalla circostanza zione di mangime? male” possono:
che detta attività sia finalizzata o non al recu- – andare in discarica senza preventiva tra-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
pero o allo smaltimento dei rifiuti stessi. La Le “materie prime di origine animale” (cioè sformazione;
raccolta di rifiuti ferrosi abbandonati da parte carne cruda, latte crudo, uova crude, prodotti – essere trasportati seguendo le regole ordi-
dell’ambulante rientra però nella previsione ittici crudi o quei prodotti che li contengono, narie sui rifiuti e non quelle sanitarie e più
di cui all’articolo 58, comma 7-quater, Dlgs si tratta, dunque – ad esempio – dei prodotti stringenti di cui al regolamento (Ce) 1774/
22/1997 in ordine al quale deve ritenersi, in confezionati scaduti nei supermercati) a 2002;
mancanza di espressa previsione, che la mente del regolamento (Ce) 197/2006 del 3 – essere trattati purché, quanto deriva dal
stessa si riferisca a titoli abilitativi previsti da febbraio 2006 devono andare in discarica trattamento sia incenerito o coincenerito o
altre disposizioni statali, con la conseguenza solo previa trasformazione e non “tal quali”. avviato a discarica e non sia utilizzato come
che il possesso di tali titoli esonera il sogget- A queste materie prime di origine animale si materia prima per mangimi o come fertiliz-
to dagli obblighi di iscrizione, comunicazione applica l’articolo 6, par. 2, regolamento (Ce) zante organico o ammendante;
e tenuta dei formulari. 1774/2002 che prevede destinazioni diverse – essere utilizzati nei mangimi senza subire
Sotto il profilo ermeneutico il ragionamento oltre alla discarica, e precisamente: ulteriori trattamenti o impiegati per altri scopi
della Cassazione è corretto ma, da un punto a) incenerimento o coincenerimento come ri- senza subire ulteriori trattamenti.
di vista concreto, non si può non concludere fiuti in un impianto riconosciuto ai sensi Il regolamento è entrato in vigore il 7 febbraio
ritenendo che poiché tali titoli abilitativi sono dell’articolo 12, regolamento (Ce) 1774/ 2006, ma è applicabile dal 1° gennaio 2006
quelli previsti da altre disposizioni statali (cioè 2002; e fino al 31 dicembre 2007. Esso ripropone
articolo 28, comma 4, Dlgs 114/1998 cit.), b) trasformazione in un impianto di trasfor- molte delle disposizioni di cui al regolamento
essi sono quelli concessi dal Comune i quali mazione riconosciuto ai sensi dell’articolo 13, (Ce) 813/2003, il quale ha avuto validità fino
esistono solo se ed in quanto esista un’appo- regolamento (Ce) 1774/2002 per poi essere al 31 dicembre 2005.
sita disciplina regionale. Infatti, poiché fino eliminati come rifiuti mediante incenerimento
all’emanazione della disciplina regionale non o coincenerimento come sub a) o in una di- 22. Oli minerali usati, al Coou non
è possibile applicare altre leggi statali previ- scarica; partecipano i produttori di rifiuti
genti (in quanto tutte abrogate in progresso c) trasformazione in un impianto di trasfor- In ordine alla produzione di “scarti di olio
di tempo, come più sopra evidenziato) è ne- mazione riconosciuto ai sensi dell’articolo 17, minerale per motori, ingranaggi e lubrifica-
cessario fare riferimento solo alla disciplina regolamento (Ce) 1774/2002; zione, non clorurati” codice Cer 13 02 05*:
regionale. d) impiego come materie prime in un impian- – Il produttore è tenuto ad aderire al “Con-
Laddove questa facesse difetto, si ritiene che to di produzione di alimenti per animali da sorzio olii usati” e secondo quali modalità?
il soggetto ambulante possa comunque svol- compagnia riconosciuto ai sensi dell’articolo – In quali ipotesi sussiste l’obbligo di te-
gere la propria attività senza soggiacere alle 18, regolamento (Ce) 1774/2002; nere un ulteriore registro olii usati in ag-
previsioni sanzionatorie del Dlgs 22/1997 e) trasformazione in un impianto di produzio- giunta al registro carico/scarico?
anche in assenso di titolo abilitativo comuna- ne di biogas o un impianto di compostaggio
le, poiché la disposizione di cui all’articolo riconosciuti ai sensi dell’articolo 15, regola- La disciplina relativa al Coou (Consorzio ob-
58, comma 7-quater integra (in tal caso) gli mento (Ce) 1774/2002; bligatorio oli minerali usati) è reperibile nel-
estremi tecnici di una norma “di organizza- f) se si tratta di rifiuti di cucina e ristorazione l’articolo 11, Dlgs 95/1992. In base a tale di-
50
zione” o “di struttura”, cioè di una norma di di cui al paragrafo 1, lettera l), sono trasfor- sposizione, al Consorzio partecipano “tutte le
imprese che immettono al consumo oli lubri- no, industriale, commerciale ecc.) di rifiuti anche continuare la numerazione dell’an-
Rubriche Quesiti
ficanti di base e finiti”. Come è evidente al (pericolosi o non pericolosi) stipula una con- no precedente, anche su registri diversi
Consorzio partecipano solo i produttori di olio venzione con il gestore del servizio pubblico, vidimati di volta in volta?
minerale nuovo e non di olio minerale inteso tale produttore non è obbligato alla compila-
come rifiuto. zione del Mud. La convenzione è necessaria, Ogni operazione ha un numero progressivo e
Non è previsto alcun obbligo di tenere un re- poiché in difetto il gestore del servizio pubbli- una data. Le operazioni si susseguono in lo-
gistro per gli oli minerali usati, diverso da co non può ritirare i rifiuti speciali, in quanto gica consequenziale e cronologica fino all’e-
quello di cui al Dm 148/1998, che ha intro- il regime di privativa si ha solo per gli urbani saurimento del registro e senza ricominciare
dotto il modello unico valevole per tutte le ti- e gli assimilati avviati a smaltimento (articolo dal n. 1 all’inizio di ogni anno.
pologie di rifiuti. 21, commi 1 e 7, Dlgs 22/1997). Infatti, sul frontespizio del registro il numero
Infatti, l’articolo 8, Dlgs 95/1992 citato, il qua- Inoltre, in considerazione del nesso eziologico e la data delle registrazioni prescindono dal-
le prevede l’introduzione di un modulo ad hoc, tra l’articolo 12, comma 1 (relativo ai registri) l’anno (di inizio e fine) e vanno indicate con
non è mai stato attuato. Tale articolo 8 sosti- e l’articolo 11, comma 3 (relativo al Mud), riferimento alla “capienza” del registro me-
tuisce, abrogandolo tacitamente, il precedente Dlgs 22/1997, all’assenza dell’obbligo di desimo.
articolo 8, Dpr 691/1982 (il quale aveva disci- Mud, corrisponde l’assenza dell’obbligo di
plinato per la prima volta la materia). registro; infatti, a mente del citato articolo 26. Le aliquote Iva applicabili ai
12, comma 1, il registro deve essere utilizza- rifiuti
23. Il registro di carico e scarico to “ai fini della comunicazione al catasto”. Sul n. 65 (7/2000) della Rivista è stato in-
deve essere a modulo continuo Venendo meno l’obbligo della comunicazione dicato che tutte le operazioni di gestione,
È possibile vidimare un registro di carico al catasto (Mud), cade inevitabilmente l’obbli- stoccaggio e deposito temporaneo dei ri-
scarico rifiuti speciali su fogli singoli non go di registro; diversamente, la norma sareb- fiuti speciali (fanghi biologici) sono as-
su modulo continuo? be irragionevole. soggettati all’Iva 10% (per gestione ab-
Nel caso in cui si tratti di rifiuti speciali assimi- biamo inteso tutte le operazioni inerenti il
No, non è possibile; infatti, l’articolo 1, com- lati agli urbani, questi subiscono il regime giu- servizio globale quindi analisi del rifiuto,
ma 3, Dm 148/1998 stabilisce che “I registri ridico degli urbani; quindi, privativa comunale. trasporto, recupero); fino ad ora ci siamo
di carico e scarico tenuti mediante strumenti Laddove, però, l’assimilazione non esista attenuti a tale indicazione.
informatici devono utilizzare carta a modulo (quindi, si abbiano rifiuti speciali a tutti gli ef- Attualmente siamo fornitori per il traspor-
continuo. La stampa di tali registri deve es- fetti) e la raccolta non venga fatta dal gestore to e il recupero agricolo di fanghi biologi-
chiarisce che si applica l’aliquota Iva agevo- tre, la raccolta sia omogenea. Infatti, l’artico- dalla data di entrata in vigore del suindicato
lata del 10% anche alle operazioni di realiz- lo 6, comma 1, lettera f), Dlgs 22/1997 defi- decreto ministeriale. Quindi, ad oggi, essa è
zazione degli impianti, in quanto opere di ur- nisce la “raccolta differenziata” come “la rac- inoperante e le sezioni regionali dell’Albo non
banizzazione. colta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in hanno alcuna possibilità, né legittimazione,
Infatti il “Decreto Ronchi” stabilisce che “le o- frazioni merceologiche omogenee” (a pre- per iscrivere un soggetto alla, più volte ri-
pere, le costruzioni e gli impianti destinati allo scindere, come è evidente, dal fatto che chi chiamata, categoria 8, Dm 406/1998.
smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione la ponga in essere sia un privato o un gesto-
dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e li- re del servizio pubblico). Laddove tali rifiuti
quidi, alla bonifica di aree inquinate” sono ri- siano stati assimilati agli urbani, ne seguono (*) In “www.reteambiente.it”, area “Rifiuti”, se-
comprese nel novero delle “attrezzature sani- il regime giuridico. zione “Documentazione complementare”, anno
2000.
tarie” (opere di urbanizzazione secondaria). In caso contrario, l’unico Cer ascrivibile è il
L’aliquota del 10% – continua l’Agenzia – ap- 16 03 06 (rifiuti organici) o 16 03 05 (rifiuti
pare applicabile anche per la realizzazione organici pericolosi).
dell’impianto di termovalorizzazione, in quanto Tra il produttore e il trasportatore interviene,
la duplice funzione di “combustione dei rifiuti” prima di ogni altra cosa, un contratto di tipo
(smaltimento rifiuti) e di “produzione di ener- civilistico, la cui causa è reperibile nel confe-
gia elettrica” appare coerente con i principi e rire un determinato rifiuto per la successiva
la disciplina dettati dal “Decreto Ronchi”. gestione pagando un determinato prezzo. È
L’Iva è invece del 20% per le manutenzioni bene che le parti convergano sul Cer da attri-
ordinarie e straordinarie degli impianti. buire al rifiuto conferito e trasportato.
È appena il caso di sottolineare che nella de- Diversamente, stante la responsabilità condi-
finizione di gestione di cui al citato articolo 6, visa che informa il regime della gestione dei
Dlgs 22/1997, non rientra l’attività di analisi rifiuti, in caso di contestazione, il trasportato-
condotta sui rifiuti. re ben potrebbe essere chiamato a risponde-
Come è evidente, l’aliquota Iva non è colle- re di eventuali difformità, anche perché, a-
gata al Cer bensì all’attività; quindi, una ta- vendo siglato il relativo contratto, ha accetta-
bella di riferimento non esiste. to quel determinato Cer. Pertanto, è bene,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Aria Divieto di commercializzazione per pitture ed altri 1° febbraio all’esame del Parlamento per il ne-
prodotti di settore ad elevata concentrazione di cessario parere.
Milano, 13 febbraio 2006 composti organici volatili (meglio noti come “Cov”), Il testo del provvedimento prevede lo sbarramen-
Vernici e prodotti per carrozzeria, responsabili dell’aumento dell’ozono troposferico. to del mercato a partire dal 2007 per i prodotti
in arrivo limiti agli inquinanti È quanto prevede lo schema di decreto legislativo più inquinanti ed un nuovo obbligo di etichettatu-
messo a punto dal Governo in recepimento della ra per quelli invece commerciabili. Deroghe per i
direttiva 2004/42/Ce sulla limitazione delle emis- prodotti destinati alla manutenzione di edifici e
sioni di composti organici volatili e dallo scorso macchine d’epoca.
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 127 (3/06)
Imballaggi Dal 1° marzo 2006 una lunga serie di alimenti, ce una nuova disciplina igienica degli imballaggi
naturalmente protetti da una spessa barriera, po- destinati a venire a contatto con le sostanze ali-
Roma, 17 febbraio 2006 tranno essere contenuti in cassette realizzate in mentari. Il Dm è un regolamento e come tale en-
Conip: sì del Ministro della salute plastica riciclata. tra in vigore il 1° marzo 2006.
al contatto tra imballaggi in plastica È stato pubblicato sulla Gu n. 37 dello scorso 14
riciclata e alimenti febbraio il Dm Salute 22 dicembre 2005, n. 299
con “buccia-barriera” che, modificando il Dm 21 marzo 1973, introdu-
Istituzioni La delega di funzioni deve essere espressa e for- reato di scarico di acque reflue industriali supe-
male, e non desunta dai fatti. Lo ha affermato la ranti i limiti di accettabilità, escludendo la rilevan-
Milano, 15 febbraio 2006 Corte di Cassazione con la sentenza 11 gennaio za dell’affidamento della conduzione dell’impian-
Delega di funzioni, la Cassazione 2006, n. 560. to di depurazione della società ad altro soggetto
ribadisce quando è valida ed efficace La Suprema Corte ha perciò ritenuto il rappre- senza una formale, liberatoria delega di funzioni.
sentante legale di una società responsabile del
Rifiuti Dal MinAmbiente le indicazioni per l’acquisto ob- stero ha diramato le istruzioni per adempiere agli
bligatorio degli oli a basso impatto ambientale. Le obblighi ex DmAmbiente 203/2003 (emanato in
Milano, 14 febbraio 2006 istruzioni seguono quelle per i settori: tessile, pla- attuazione della legge 488/2001 – legge Finan-
Green public procurement, è l’ora degli stica, carta, legno e arredo, ammendanti, edile e ziaria 2002), che impongono agli Enti pubblici di
oli minerali usati gomma. acquistare almeno il 30% dei beni di cui necessi-
Con circolare 31 gennaio 2006 n. 862 il Dica- tano tra prodotti provenienti dal riciclo.
Rischio di incidente rilevante Comunicazioni delle informazioni relative alla si- tanza del rispetto dei termini introdotti dal Dlgs
curezza entro il 6 marzo 2006 e check up tem- 238/2005 (in vigore dal 6 dicembre 2005) ed
Milano, 22 febbraio 2006 pestivo del corretto inquadramento della propria entro i quali le nuove strutture interessate (il cui
“Seveso ter”, le istruzioni struttura nella nuova disciplina delineata dal Dlgs novero è stato ampliato) dovranno procedere a
della Regione Lombardia alle imprese 238/2005. comunicare alle istituzioni competenti i dati relati-
Con una circolare 10 febbraio 2006, n. 5 la Re- vi alle proprie condizioni di sicurezza.
gione Lombardia ha diramato le prime indicazioni Da tenere sott’occhio, per la Regione, anche le
operative per l’adeguamento delle imprese al variazioni di categorie di assoggettabilità interve-
nuovo regime normativo sui rischi di incidenti rile- nute in seguito alla modifica del Dlgs 334/1999
vanti che deriva dal riformulato Dlgs 334/ 1999. ad opera del Dlgs 235/2005.
Le istruzioni della Regione sottolineano l’impor-
Rumore Dopo le norme tecniche sui materiali costruttivi, in attuazione della direttiva 2001/16/Ce (direttiva
arrivano dall’Ue le regole per contenere le emis- trasposta sul piano nazionale per il tramite del Dlgs
Milano, 9 febbraio 2006 sioni rumorose nel sistema ferroviario transeuro- 30 settembre 2004, n. 268) e mirano, attraverso la
Treni verdi, le regole Ue sul rumore peo di trasporto merci. definizione di precisi parametri tecnici, all’abbatti-
Le nuove norme, emanate con decisione 2006/ mento del rumore emesso dal materiale rotabile in
54 66/Ce (Guue dell’8 febbraio 2006, n. L37), arrivano fase di avviamento, transito e stazionamento.
Rubriche Check Ambiente
Sicurezza Ufficializzate, con la pubblicazione sulla Gu del 626/1994, determina le caratteristiche di sog-
23 febbraio 2006 n. 45, le norme sul contenuto getti formatori, durata, indirizzi e requisiti minimi
Milano, 24 febbraio 2006 minimo della formazione dei addetti ai lavori in di validità dei corsi di formazione.
Formazione dei lavoratori in quota, quota definiti dalla Conferenza Stato-Regioni del- La specifica tutela dei lavoratori impegnati sui
pubblicate le nuove regole lo scorso 26 gennaio. ponteggi, lo ricordiamo, è stata introdotta nel
Le regole, messe a punto dall’Organo di raccordo Dlgs 626/1994 ad opera del Dlgs 235/2003, di
tra Stato ed Enti locali in attuazione del Dlgs attuazione della direttiva 2001/45/Ce.
Milano, 21 febbraio 2006 Licenziato dal Parlamento europeo lo scorso 17 po di applicazione dell’approvanda direttiva.
Radiazioni ottiche, sì del Parlamento Ue febbraio 2006 lo schema di direttiva che introdu- Il testo accettato dal Parlamento Ue limita infatti i
alla tutela ce misure di prevenzione e protezione per i lavo- particolari obblighi di sicurezza del datore di lavo-
ratori esposti a radiazioni ottiche durante le loro ro ai soli rischi legati alle radiazioni ottiche artifi-
attività professionale. ciali, laddove la prima versione del provvedimen-
Il placet del Parlamento europeo arriva sul testo to messo a punto dall’Esecutivo Ue le estendeva
messo a punto dal Comitato di conciliazione in anche a quelle di origine naturale, come i raggi
seguito al disaccordo tra le Istituzioni Ue sul cam- solari ed il fuoco.
Milano, 17 febbraio 2006 Stabiliti dalla Commissione europea con una nuo- forza della direttiva 98/24/Ce sulla tutela dei la-
Agenti chimici, upgrade per i limiti va direttiva (la 2006/15/Ce) i valori massimi di e- voratori e pubblicato sulla Guue 9 febbraio 2006,
di esposizione professionale sposizione professionale dei lavoratori ad oltre 30 n. 38) sostituiscono i valori dettati per le medesi-
agenti chimici. me sostanze dalle direttive 91/322/Cee e 2000/
Le nuove soglie stabilite dall’Esecutivo europeo 39/Ce. L’adeguamento degli Stati membri ai
con il provvedimento in questione (emanato in nuovi valori dovrà avvenire entro l’agosto 2007.
Milano, 15 febbraio 2006 Approda sulla Gazzetta ufficiale il documento sul mulazione del Servizio di prevenzione e protezio-
Formazione Servizio di protezione, contenuto dei corsi di formazione dei responsabili ne dai rischi) in base al quale addetti e responsa-
in Gu le regole della sicurezza sul lavoro previsti dal Dlgs 626/ bili del Servizio in questione devono (oltre a pos-
1994 approvato dalla Conferenza permanente sedere peculiari titoli di studio) frequentare speci-
Stato-Regioni lo scorso 26 gennaio. fici corsi di formazione, i cui contenuti sono defi-
L’accordo (pubblicato sulla Gu del 14 febbraio niti dalla Conferenza permanente per i rapporti
Tutela animali In base al nuovo schema di provvedimento mes- cazione delle norme emanate in attuazione della
so a punto dal Governo ed ora all’esame del direttiva 1999/22/Ce strutture di detenzione e
Milano, 21 febbraio 2006 Parlamento, gli animali detenuti nelle piccole fiere permanenti
Zoo, non tutti gli animali sono uguali strutture non godranno più della tutela prevista Il provvedimento segue il regolamento già appro-
davanti alla legge dal Dlgs 73/2005. vato dal Ministero dell’ambiente pochi giorni ad-
Con lo schema di decreto legislativo trasmesso al dietro (Dm 18 gennaio 2006) con il quale è stata
Senato lo scorso 7 febbraio 2006, il Consiglio dei soppressa la scadenza del 17 novembre 2006
Ministri mira a riformulare il citato Dlgs 73/2005 fissata dallo stesso Dlgs 73/2005 per la presen-
in materia di custodia degli animali selvatici nei tazione delle domande di licenza da parte dei tito-
giardini zoologici, escludendo dal campo di appli- lari delle strutture esistenti dal 17 maggio 2005.
Via L’impatto del progettato intervento sul territorio, la necessità di salvaguardare preminenti valori
anche se dannoso ed invasivo, non può essere, ambientali, dall’altro, dell’interesse pubblico
Milano, 9 febbraio 2006 per ciò solo, ritenuto preclusivo alla realizzazione all’esecuzione dell’opera (tra cui, senza dubbio,
La tutela dell’ambiente cede agli inte- di un’opera pubblica. Lo ha affermato il Consiglio lo sviluppo economico di una data zona).
ressi economici di Stato. La sentenza 18 gennaio 2006, n. 129 Quindi ha affermato il Consiglio di Stato, posto
ha infatti ricordato che il procedimento di Via mi- che il procedimento di Via costituisce mero “stru-
ra a stabilire se le alterazioni al territorio conse- mento di supporto tecnico alla decisione finale”,
guenti alla realizzazione di un dato progetto pos- un provvedimento di “alta amministrazione” che
sano ritenersi accettabili alla stregua di un giudi- superi la Via, se non affetto ictu oculi da eccesso
zio comparativo che tenga conto, da un lato, del- di potere, è incensurabile.
55
I temi di maggiore interesse trattati nei numeri precedenti
[numero 123 (11/05): Incenerimento e coincenerimento 2005 • Bonifiche, la sospensione condizionale della pena è su- formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti •
alla luce del Dlgs 133/2005 • Le carogne di animali, morti in bordinata all’eliminazione totale dell’inquinamento (senten- Check Ambiente.
azienda, sono rifiuti disciplinati dal regolamento 1774/2002 e za Cassazione 12343/2005) • Chiunque, anche se non profes- [numero 126 (2/06): La Tarsu verso la tariffa • Depositi,
non dalla direttiva 75/442 (Corte di Giustizia Ue, 8 settembre sionista del settore, può gestire abusivamente i rifiuti (senten- stoccaggi ed ecopiazzole (seconda parte) • Veicoli fuori uso: il
2005, C-416/02) • Ecopiazzole, è attività di stoccaggio sogget- za Cassazione 3322/2005) • Le discariche vecchie, ma ade- percorso della giurisprudenza di legittimità • Finanziaria
ta ad autorizzazione regionale (Cass. pen., 18 luglio 2005, n. guate, equivalgono alle nuove (Tar Veneto, 27 giugno 2005, 2006: tutte le disposizioni ambientali • Incenerimento: proro-
26379) • Campionamento dei reflui, il punto di prelievo è a n. 2671) • Gomme e pneumatici: gli acquisti verdi della P.a. ga al 28 febbraio 2006 per l’adeguamento • Dm 269/2005 sul
valle (Consiglio di Stato, 9 settembre 2005, n. 4648) • Rifiuti (Circolare MinAmbiente 19 luglio 2005) • Indici annuali. recupero dei rifiuti portuali • L’appalto per lo smaltimento ri-
farmaceutici, l'accordo 25 maggio 2005 rispetta le regole fon- [numero 125 (1/06): “Direttiva Seveso” e rifiuti pericolosi fiuti non rientra nella competenza esclusiva del giudice am-
damentali della gestione. • Depositi, stoccaggi ed ecopiazzole (prima parte) • Rifiuti pe- ministrativo (Sentenza Consiglio di Stato 6409/2005) • Come
[numero 124 (12/05): Rifiuti ed emission trading • Di- ricolosi e altri ambiti normativi (prima parte) • Discariche, si fa... il registro di carico-scarico • Check Ambiente.
scariche, le non conformità comunitarie del Dm 3 agosto accettazione fino al dicembre 2006 • Quesiti • Come si fa... il
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