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mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano
L’intervento
Rifiuti e “Codice ambientale”: vantaggi e agevolazioni
per Emas e Iso 14001 pag. 2
di Marco Casini
Legislazione
norme nazionali
Edizioni Ambiente
La politica comunitaria in materia di rifiuti e i
sistemi di gestione ambientale
Nell’ultimo decennio la crescente rilevanza delle problematiche
ambientali ed economiche connesse alla gestione dei rifiuti ha ri-
chiamato, a livello mondiale, l’interesse di tutti i soggetti, pubbli-
ci e privati, coinvolti a vario titolo nel ciclo produttivo.
In Italia, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale”, cd. Testo u-
nico ambientale, vi è stata, in recepimento delle direttive comuni-
L’intervento tarie, una profonda innovazione normativa, che sta avviando una
completa revisione del sistema di gestione dei rifiuti e dei ruoli dei
diversi attori in gioco.
per Emas e Iso 14001 In effetti, “l’aspetto della prevenzione è strettamente legato –
come sottolineato nel VI Programma d’azione per l’ambiente
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
zione di supporto, per essere efficace, deve essere accompagnata ne delle garanzie finanziarie da prestare pari al 50% per le impre-
da una diffusione capillare dell’informazione, e da iniziative tese se registrate Emas, e al 40% nel caso di imprese in possesso della
ad assistere le imprese nell’introduzione e nell’attuazione dei si- certificazione ambientale ai sensi della norma Iso 14001 relativa-
stemi di gestione ambientale. Tra queste rientrano l’organizzazio- mente alle spedizioni transfrontaliere dei rifiuti (articolo 194,
ne di campagne di informazione, la costituzione di servizi di for- comma 3, lettera a), all’autorizzazione alla gestione degli im-
mazione e assistenza tecnica, la sensibilizzazione e il supporto pianti (articolo 210, comma 3, lettera h) e all’iscrizione all’Albo
nell’attuazione della legislazione vigente e nella definizione di gestori ambientali (articolo 212, comma 7 e 9).
quella futura, l’armonizzazione legislativa.
Le semplificazioni amministrative
Le Pmi, oltre all’impegno comune a tutte le aziende che adot- Per quanto riguarda le semplificazioni autorizzative e ammini-
tano un sistema di gestione ambientale, devono affrontare ul- strative, di particolare rilevanza è, invece, l’articolo 209 (rinnovo
teriori difficoltà dovute alla loro struttura di management delle autorizzazioni alle imprese in possesso di certificazione am-
flessibile e spesso spontanea, dove l’azione, e non la docu- bientale) che consente alle imprese registrate Emas o certificate
mentazione, è la chiave per la sopravvivenza. Iso 14001 di ricorrere all’autocertificazione per il rinnovo delle
autorizzazioni all’esercizio degli impianti e dell’iscrizione all’Albo
Sulla base di tali considerazioni, la Comunità europea ha più vol- gestori ambientali (comma 1).
te invitato gli Stati membri a promuovere l’adesione delle piccole
e medie imprese ai sistemi di gestione ambientale attraverso l’in- L’autocertificazione, resa alle autorità competenti ai sensi del
dividuazione di apposite misure di sostegno e di incentivazione, Dpr 28 dicembre 2000, n. 445, deve essere accompagnata
anche economiche, e l’elaborazione di appositi programmi a li- da una copia conforme del certificato Iso 14001 rilasciato da
vello regionale o nazionale (regolamento Ce 761/2001, articolo un Ente di certificazione accreditato o del certificato di regi-
11, comma 1). strazione Emas rilasciato dal Comitato Ecolabel Ecoaudit –
L’invito è rivolto anche a tenere conto della certificazione ambien- Sezione Emas Italia, nonché da una denuncia di prosecuzio-
tale, dell’Emas in particolare, “nell’attuazione e nell’esecuzione ne delle attività, attestante la conformità dell’impresa, dei
della legislazione ambientale al fine di evitare inutili duplica- mezzi e degli impianti alle prescrizioni legislative e regola-
zioni di attività, sia da parte delle organizzazioni che delle mentari, con allegata una certificazione dell’esperimento di
autorità competenti in materia di controllo” (regolamento Ce, prove a ciò destinate, ove previste.
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Tabella 1. I vantaggi e le agevolazioni introdotte dal Dlgs 152/2006 per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas
Articolo Disposizioni
Art. 96 L’articolo 96, comma 1-bis, prevede che, in caso di più domande concorrenti relative alla derivazione del-
Modifiche al regio decreto 11 le acque per usi produttivi è altresì preferita quella del richiedente che aderisce al sistema Iso 14001 ov-
dicembre 1933, n. 1775 vero al sistema di cui al regolamento (Ce) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2001, sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit
(Emas).
Art. 180 L’articolo 180, comma 1, lettera a), prevede che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e
Prevenzione della produzione di rifiuti la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, le iniziative portate avanti dalle Pubbliche ammini-
strazioni di cui all’articolo 179 riguardano in particolare: la promozione di strumenti economici, eco-bilan-
ci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sen-
sibilizzazione dei consumatori, l’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecolo-
gico ai fini della corretta valutazione dell’impatto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante l’intero
ciclo di vita del prodotto medesimo.
segue
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L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale
segue Tabella 1. I vantaggi e le agevolazioni introdotte dal Dlgs 152/2006 per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas
Articolo Disposizioni
Art. 194 L’articolo 194, comma 3, lettera a) prevede che con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del
Spedizioni transfrontaliere Territorio, di concerto con i Ministri delle Attività Produttive, della Salute, dell’Economia e delle Finanze,
delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel rispetto delle norme del regolamento (Cee) n. 259 del 1° febbraio
1993 siano disciplinati i criteri per il calcolo degli importi minimi delle garanzie finanziarie da prestare per
le spedizioni dei rifiuti, di cui all’articolo 27 del predetto regolamento; tali garanzie sono ridotte del cin-
quanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regolamento (Ce) 761/2001, del Parlamento euro-
peo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento nel caso di imprese in possesso
della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.
Art. 206 L’articolo 206, comma 2, lettera a), prevede che al fine di perseguire la razionalizzazione e la semplifica-
Accordi, contratti di programma, zione delle procedure, con particolare riferimento alle piccole imprese, il Ministro dell’Ambiente e della
incentivi Tutela del Territorio, di concerto con il Ministro delle Attività Produttive, può altresì stipulare appositi ac-
cordi e contratti di programma con soggetti pubblici e privati o con le associazioni di categoria per pro-
muovere e favorire l’utilizzo dei sistemi di certificazione ambientale di cui al regolamento (Ce) 761/2001
del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001.
Art. 209 L’articolo 209, comma 1, prevede che, nel rispetto delle normative comunitarie, in sede di espletamento
Rinnovo delle autorizzazioni alle delle procedure previste per il rinnovo delle autorizzazioni all’esercizio di un impianto, ovvero per il rinnovo
imprese in possesso di certificazione dell’iscrizione all’Albo di cui all’articolo 212, le imprese che risultino registrate ai sensi del regolamento (Ce)
ambientale 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas) e operino nell’ambito del si-
stema Ecolabel di cui al regolamento 17 luglio 2000, n. 1980, o certificate Uni En Iso 14001 possano so-
stituire tali autorizzazioni o il nuovo certificato di iscrizione al suddetto Albo con autocertificazione resa alle
autorità competenti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.
Art. 210 L’articolo 210, comma 3, lettera h) prevede una riduzione delle garanzie finanziarie necessarie per richie-
Autorizzazioni in ipotesi particolari dere l’autorizzazione alla gestione di un impianto, di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese
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registrate ai sensi del regolamento (Ce) n. 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento nel caso di imprese in possesso della certificazione ambien-
tale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.
Art. 212 L’articolo 212, comma 7, prevede per le imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto dei rifiuti,
Albo nazionale gestori ambientali attività di intermediazione e di commercio dei rifiuti, senza detenzione dei medesimi, e attività di gestione
di impianti mobili di smaltimento e recupero dei rifiuti una riduzione delle richieste garanzie finanziarie a
favore dello Stato di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regola-
mento (Ce) 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta
per cento nel caso di imprese in possesso della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso
14001.
Art. 301 L’articolo 212, comma 9, prevede che per le imprese che effettuano attività di gestione di impianti fissi di
Attuazione del principio di precauzione smaltimento e di recupero di titolarità di terzi, attività di bonifica dei siti e di bonifica dei beni contenenti a-
mianto una riduzione delle richieste garanzie finanziarie a favore della Regione territorialmente competen-
te, di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regolamento (Ce)
761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento
nel caso di imprese in possesso della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.
L’articolo 301, comma 5, stabilisce che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio al fine di ri-
durre i rischi di danno ambientale, tenuto conto delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente,
possa disporre il ricorso a sistemi di certificazione ambientale.
Tabella 2. Ulteriori vantaggi e agevolazioni previste dalla normativa nazionale per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas
Legge 25 gennaio 1994, n. 70 L’articolo 5, comma 5, prevede la possibilità per il Ministero dell’Industria di attivare accordi di program-
Norme per la semplificazione degli ma con le associazioni di categoria industriali per favorire l’adesione ad Emas delle imprese e trovare op-
adempimenti in materia ambientale, portune forme di semplificazione amministrativa in materia ambientale.
sanitaria e di sicurezza pubblica,
nonché per l’attuazione del sistema di
ecogestione e audit ambientale
segue
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L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale
segue Tabella 2. Ulteriori vantaggi e agevolazioni previste dalla normativa nazionale per le imprese certificate Iso
14001 o registrate Emas
Atto normativo Disposizioni
Dlgs 17 agosto 1999, n. 334 L’articolo 6, comma 6, prevede che il gestore degli stabilimenti soggetti al decreto “Seveso bis” può alle-
(“Seveso bis”) gare alla notifica le certificazioni o autorizzazioni previste dalla normativa vigente in materia ambientale e
Attuazione della direttiva 96/82/Ce di sicurezza e quanto altro eventualmente predisposto in base a regolamenti comunitari volontari, come
relativa al controllo dei pericoli di ad esempio il regolamento (Ce) 761/2001 sull’adesione volontaria delle imprese del settore industriale a
incidenti rilevanti connessi con un sistema comunitario di ecogestione e audit, e norme tecniche internazionali.
determinate sostanze pericolose
Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36 L’articolo 8, comma 1, lettera m) riconosce la possibilità di ridurre i costi di gestione (compresi quelli di
Attuazione della direttiva 1999/31/Ce post-chiusura) a seguito della riduzione del rischio ambientale da parte di discariche registrate Emas. Di
relativa alle discariche di rifiuti tale riduzione, l’impresa dovrà dare conto nel piano finanziario da trasmettere alla Regione in sede di ri-
chiesta di autorizzazione.
L’articolo 10, comma 5, stabilisce che “In deroga a quanto previsto dall’articolo 28, comma 3, del decreto
legislativo n. 22 del 1997, nel caso in cui un impianto risulti registrato ai sensi del regolamento (Ce)
761/01, il rinnovo dell’autorizzazione è effettuato ogni 8 anni”.
Dlgs 18 febbraio 2005, n. 59 L’articolo 5, comma 5, stabilisce che “qualora le informazioni e le descrizioni fornite secondo un rapporto
Attuazione della direttiva 96/61/Ce di sicurezza, elaborato conformemente alle norme previste sui rischi di incidente rilevante connessi a de-
relativa alla prevenzione e riduzione terminate attività industriali, o secondo la norma Uni En Iso 14001, ovvero i dati prodotti per i siti registrati
integrate dell’inquinamento ai sensi del regolamento (Ce) 761/2001, nonché altre informazioni fornite secondo qualunque altra nor-
mativa, rispettino uno o più dei requisiti di cui al comma 1 del presente articolo, possono essere utilizzate
ai fini della presentazione della domanda. Tali informazioni possono essere incluse nella domanda o esse-
re ad essa allegate”.
L’articolo 9, commi 2 e 3, prevede un aumento del periodo di validità dell’autorizzazione integrata am-
bientale da 5 ad 8 anni per le organizzazioni registrate Emas e da 5 a 6 anni per le organizzazioni certifi-
cate Iso 14001.
Barricalla Spa Collegno (To) Discarica per rifiuti speciali – Categoria II C 19 giugno 1999
Hera Spa Baricella (Bo) Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 9 aprile 2002
Ecosavona Srl Vado Ligure (Sv) Loc. Boscaccio Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 25 luglio 2002
Sogliano Ambiente Spa Sogliano al Rubiconde (Fc) Discarica per rifiuti speciali – Categoria II A e B 30 ottobre 2002
Belvedere Spa Peccioli (Pi) Loc. Belvedere Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 19 dicembre 2002
BAR.BIS Engineering Srl Acireale (Ct) Loc. Piano d’Api Discarica per rifiuti speciali – Categoria II A 14 ottobre 2003
ASM Brescia Spa Montichiari (Bs) Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilabili – 5 dicembre 2003
Categoria I
Azienda Energetica Municipale Spa Malagnino (Cr) Loc. Cassinetto Discarica per rifiuti non pericolosi 2 marzo 2005
SO.G.AP. Spa 1. Zuclo (Tn) 1. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati – 13 gennaio 2006
Categoria I
2. Taio (Tn) 2. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati –
Categoria I
Cogeme Spa – Servizio Ambiente 1. Rovato (Bs); 1. Discarica per rifiuti assimilabili agli urbani – 6 luglio 2006
Categoria I
2. Castrezzato – Trenzano (Bs); 2. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati –
Categoria I
3. Provaglio d’Iseo, Loc. Fantecolo 3. Discarica per rifiuti assimilabili agli urbani,
(Bs) provenienti da scarti di lavorazione industriale ed
artigianale e rifiuti ingombranti e solidi urbani –
Categoria I 7
Gli oli lubrificanti usati (esausti) sono il risultato dell’impiego di
oli (minerali o sintetici); si stima che i due terzi di questi vengano
consumati nell’utilizzo, mentre il restante costituisce olio usato.
La difficoltà associata alla loro corretta caratterizzazione e classi-
ficazione durante le varie fasi di manipolazione, stoccaggio,
smaltimento o rigenerazione, trasporto su strada ha spesso creato
problemi non indifferenti agli operatori di settore soprattutto per
le incertezze esistenti in merito alla attribuzione o meno delle cor-
rette caratteristiche di pericolo, in particolare la cancerogenicità,
L’intervento l’infiammabilità e la pericolosità ambientale.
Scopo di questo intervento è quello di fornire possibili linee guida
per la definizione in maniera puntuale delle varie classi di perico-
lo da attribuire a detti oli durante le citate fasi del loro ciclo di vita
nel rispetto delle varie normative di settore attualmente vigenti e
alla luce dei dati oggi disponibili in letteratura.
mi per tutti i campioni di volta in volta esaminati, si concretizze- Per quanto attiene agli oli usati alcuni di questi dati sono invece
rebbe la necessità di variare le condizioni di lavoro previste per gli reperibili nel citato data set dell’European Chemicals Bureau del-
operatori dal Dlgs 626/1994 modificato da ultimo dal Dlgs la Commissione europea e in alcune schede di sicurezza.
25/2002, (valutazione del rischio, sorveglianza sanitaria, monito- Tali dati appaiono comunque anch’essi confortanti e affidabili in
raggio ambientale, cartelle sanitarie); cosa non accettabile secon- quanto è precisato nel rapporto della Commissione che i test sono
do l’orientamento della vigente disciplina in materia di sicurezza stati effettuati secondo procedure in linea con i protocolli del-
e igiene del lavoro e di protezione dei lavoratori (direttiva 89/ l’Oecd. Essi possono essere, in breve, riassunti come segue.
Test su mammiferi
• Tossicità orale (ratto), LD50 (mg/kg) > 2.000 (Oecd 401, 1981)
• Tossicità cutanea (coniglio), LD50 (mg/kg) > 4.000 (Oecd 402, 1981)
• Tossicità cutanea (ratto), LD50 (mg/kg) > 2.000 (Oecd 402, 1981)
• Tossicità inalatoria (ratto), LC50 (mg/l/4hr) > 5 (valore stimato sulla scorta di informazioni relative a intermedi di raffineria con analoghi inter-
valli di distillazione e n. di atomi di carbonio)
Rischi da esposizione
Inalazione Esposizione prolungata o ripetuta può provocare irritazione del tratto respiratorio superiore
Contatto con la pelle Generalmente non irritante. Contatti prolungati o ripetuti possono provocare irritazioni e dermatiti
Contatto con gli occhi (Draize test) Generalmente non irritante. Contatti prolungati o ripetuti possono provocare irritazioni temporanee
Sensibilizzazione Non sensibilizzante
Tossicità cronica Test sperimentali effettuati su specie animali hanno messo in evidenza effetti cancerogeni
In base a tali dati agli oli usati non sono attribuibili, in base ai con effetti letali per tutti gli organismi viventi che lo abitano;
criteri dell’Ue, le frasi di rischio R23, R24, R25, R26, R27, R28. • se bruciati indiscriminatamente, contro i dettati delle normative
di legge in materia di tutela dell’aria, 5 litri di olio usato sono in
Dati ecotossicologici e rischi per l’ambiente grado di immettere nell’aria elevate quantità di inquinanti, fonti
L’olio usato, se eliminato in modo scorretto o impiegato in modo di intossicazioni e malattie.
improprio, può notoriamente trasformarsi in un potente inqui-
nante, per esempio: Per quanto attiene alle proprietà ecotossicologiche, dati relativi a-
• se riversato sul terreno può facilmente penetrarvi e nuocere gra- gli oli usati sono anch’essi reperibili nel citato data set dell’Euro-
vemente a piante e animali; pean Chemicals Bureau della Commissione europea, e in alcune
• se disperso in acqua (attraverso le reti fognanti o i corsi d’ac- schede di sicurezza.
qua) provoca danni gravissimi: 5 litri di olio usato (il cambio di Tali dati rivelano in breve:
olio di un auto) ricoprono, di una sottile pellicola, una superficie • valori di LC50 a 96hr su specie ittiche ( tossicità acquatica) va-
10
di 5.000 mq d’acqua, impedendo l’ossigenazione del corpo idrico riabili tra 1 e 100 mg/l;
• valori di Cod variabili tra 700 e 1400 mgO2/g; a) Sostanze e preparati liquidi che contengono idrocarburi a-
Categoria di pericolosità
H7, H14 (se punto di infiammabilità > 55° C)
R37/38 – Irritante per le vie respiratorie e la pelle H7, H14, H3 (se punto di infiammabilità ≤ 55° C)
R51/53 – Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a
lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico Caso B: test al Dmso negativo (% estratto < 3%)
R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola- Codice Cer (a seconda della provenienza):
ture della pelle 13 02 05 * scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrifi-
cazione, non clorurati
2. Posizione non cautelativa (a meno che non sia 13 02 06 * scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrifi-
dimostrato che LC50 > 10 mg/l) cazione
13 02 08 * altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
Categoria di pericolosità
H4, H14 (se punto di infiammabilità > 55° C)
R37/38 – Irritante per le vie respiratorie e la pelle H4, H14, H3 (se punto di infiammabilità ≤ 55° C)
R52/53 – Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a
lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico La caratteristica H14 va, a nostro avviso, comunque attribuita
R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola- sempre in quanto, anche adottando la posizione non cautelativa,
ture della pelle l’olio usato prevede comunque almeno le frasi di rischio R52/53.
Note ad esse possa provocare lo sviluppo di 18 settembre 1981 e “nuove” quelle im- gresso tecnico della direttiva 67/548/
(1) La categoria 2 dei cancerogeni è, tumori. Ciò in base ad adeguati stu- messe sul mercato dopo la sua pubbli- Cee e contenente l’elenco consolidato
secondo i criteri dell’Ue, quella attribui- di a lungo termine eseguiti sugli ani- cazione e soggette a notifica (premar- delle sostanze ufficialmente classificate
ta alle sostanze “da considerarsi can- mali o ad altre informazioni specifi- keting notification). dall’Ue”.
cerogene per l’uomo in quanto esisto- che”. (3) Cfr. da ultimo il Dm 28 aprile 2006 (4) Per i criteri di classificazione relati-
no elementi sufficienti per ritenere (2) Sono considerate “esistenti” le so- “Recepimento della direttiva 2004/73/ vi ai rischi ambientali cfr. anche Dm 14
verosimile che l’esposizione umana stanze presenti nell’Einecs alla data del Ce recante il XXIX adeguamento al pro- giugno 2002, allegato VIII, par. 5.2.
12
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Legge 20 ottobre 2006, n. 271
(Gazzetta ufficiale 3 novembre 2006 n. 256)
Legislazione
norme La Camera dei Deputati ed il Senato della Repub- Articolo 2
nazionali blica hanno approvato;
Il Presidente della Repubblica
Composizione della Commissione
1. La Commissione è composta da venti senatori
Promulga e da venti deputati, nominati rispettivamente dal
la seguente legge: Presidente del Senato della Repubblica e dal
Presidente della Camera dei Deputati, in propor-
Articolo 1 zione al numero dei componenti i gruppi parla-
Istituzione e compiti della Commissione mentari, comunque assicurando la presenza di
1. È istituita, per la durata della XV legislatura, un rappresentante per ciascun gruppo esistente
Rifiuti ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, una in almeno un ramo del Parlamento.
Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo 2. La Commissione, nella prima seduta, elegge il
dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse proprio ufficio di presidenza, costituito dal presi-
e criminalità con il compito di: dente, da due vicepresidenti e da due segretari.
a) svolgere indagini atte a fare luce sul ciclo dei 3. Per l’elezione del presidente è necessaria la
rifiuti, sulle organizzazioni che lo gestiscono, sui maggioranza assoluta dei componenti la Com-
connessa, loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla cri-
minalità organizzata, con specifico riferimento
missione; se nessuno riporta tale maggioranza si
procede al ballottaggio tra i due candidati che
alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis hanno ottenuto il maggiore numero di voti. Nel
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
XV Legislatura
Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, composizione
(Legge 20 ottobre 2006, n. 271)
15
Decreto legislativo 8 novembre 2006, n. 284
(Gazzetta ufficiale 24 novembre 2006 n. 274)
Legislazione
norme Il Presidente della Repubblica rettive e integrative del decreto legislativo 3 aprile
nazionali Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
2006, n. 152, nel rispetto delle norme e dei prin-
cipi dell’ordinamento comunitario e delle deci-
recante norme in materia ambientale; sioni rese dalla Corte di Giustizia dell’Unione eu-
Vista la legge 15 dicembre 2004, n. 308, ed in ropea.
particolare l’articolo 1, comma 6, che prevede la 3. All’articolo 170 del decreto legislativo 3 aprile
possibilità di emanare disposizioni correttive ed 2006, n. 152, dopo il comma 2, è inserito il se-
integrative del citato decreto legislativo 3 aprile guente:
2006, n. 152, entro due anni dalla data di entrata “2-bis. Nelle more della costituzione dei distretti
Il correttivo in vigore; idrografici di cui al Titolo II della parte terza del
Vista la relazione motivata presentata alle presente decreto e della revisione della relativa
Camere dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela disciplina legislativa con un decreto legislativo
al “Codice del Territorio e del Mare, ai sensi del citato arti- correttivo, le autorità di bacino di cui alla legge
colo 1, comma 6, della legge 15 dicembre 2004, 18 maggio 1989, n. 183, sono prorogate fino alla
n. 308; data di entrata in vigore del decreto correttivo
ambientale” non Vista la preliminare deliberazione del Consiglio
dei Ministri, adottata nella riunione del 30 giu-
che, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, della legge
n. 308 del 2004, definisca la relativa disciplina.”.
gno 2006; 4. Fino alla data di entrata in vigore del decreto
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
Articolo 1
Modifiche al decreto legislativo 3 aprile Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
2006, n. 152 sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
1. Con decreto correttivo adottato prioritaria- normativi della Repubblica italiana.
mente, sono indicate le disposizioni della Parte È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e
terza e quarta del decreto legislativo 3 aprile di farlo osservare.
2006, n. 152, e dei relativi decreti attuativi, che
continuano ad applicarsi e quelle abrogate. Dato a Roma, addì 8 novembre 2006.
2. Con successivi decreti, fatto salvo quanto pre-
visto dal comma 6 dell’articolo 1 della legge 15
16
dicembre 2004, n. 308, sono adottate norme cor-
Legislazione norme nazionali Dlgs 284/2006
Il 25 novembre 2006 è entrato in vigore il Dlgs me delle competenti Commissioni parlamenta-
8 novembre 2006, n. 284, prima vera novella ri, nella versione approvata il 12 ottobre in pri-
il commento del cd. “Codice ambientale” (Dlgs 3 aprile ma lettura dal Consiglio dei Ministri.
2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”). Per quanto riguarda, in particolare, l’Osser-
Il nuovo Dlgs è stato emanato nell’ambito dei vatorio nazionale sui rifiuti, è in cantiere una
Le prime novelle poteri della delega di cui all’articolo 1, comma riorganizzazione del campo di attività e delle
6, della legge 15 dicembre 2004, 308 (cd. funzioni a questo attribuite, nonché delle mo-
al Dlgs 152/2006 e il punto “Legge delega”), che consente al Governo di dalità organizzative e di funzionamento, da de-
della situazione correggere e integrare il “Codice ambientale” finirsi con decreto entro 6 mesi dall’entrata in
entro due anni dalla sua entrata in vigore, nel vigore del futuro disposto normativo.
rispetto dei principi e dei criteri stabiliti nella
legge delega stessa. Si è ritenuto quanto mai opportuno (pur preve-
La novella appena varata interessa poche e cir- dendo la soppressione dell’Autorità per la fon-
di Simona Faccioli coscritte disposizioni del Dlgs 152/2006, la cui damentale ragione dell’eccesso di delega in
Esperta in diritto ambientale correzione è stata ritenuta urgente a tal punto quanto non prevista nei criteri direttivi della
da dover essere anticipata rispetto al più mas- legge 308/2004) far “rivivere” i preesistenti or-
siccio e sostanziale intervento di modifica, con- ganismi nel periodo transitorio in attesa della
tenuto nello schema di un ulteriore decreto le- riforma definitiva del “Codice ambientale”, al
gislativo attualmente all’esame delle compe- fine “di garantire la continuità nello svolgi-
tenti Commissioni di Camera e Senato e alla mento delle funzioni di monitoraggio nei
Conferenza Stato-Regioni per acquisire i neces- settori delle acque e dei rifiuti, valorizzando
sari pareri. le esperienze maturate prima dell’entrata in
vigore del medesimo decreto legislativo n.
Nello specifico, il Dlgs 284/2006 modifica il 152” (come si legge nel Parere allo schema di
Dlgs 152/2006 su tre argomenti precisi Dlgs 152/2006 approvato dalla Commissione
(due dei quali afferenti al settore dei rifiuti) VIII alla Camera il 3 agosto 2006).
e in particolare:
• Autorità di vigilanza sulle risorse idriche Adeguamento dello Statuto
e sui rifiuti; del Conai
• Statuto del Conai; Come noto, il Dlgs 152/2006 contiene numero-
nei quali fossero assicurati una effettiva ed effi- per quanto riguarda il settore dei rifiuti, ha 152/2006, va precisato che, rispetto alla versio-
cace integrazione dei piani e dei programmi completamente abrogato e sostituito il Dlgs ne esaminata nel corso del primo passaggio al-
per la gestione degli usi e la tutela della qua- 22/1997, cd. “Decreto Ronchi”. le Commissioni parlamentari, il Dlgs 284/2006
lità delle risorse idriche. Tuttavia queste dispo- In verità, il “Codice ambientale” ha già subito ha eliminato la “calendarizzazione” della re-
sizioni non erano sorrette da disposizioni tran- modifiche e da parte di due puntuali interventi visione del “Codice ambientale” (che nella
sitorie, nell’attesa della costituzione dei nuovi normativi: prima versione vedeva il 31 gennaio 2007 per
distretti idrografici, con conseguente determi- • il decreto legge cd. “milleproroghe” (Dl l’emanazione della riforma e il 30 novembre
nazione di un vuoto legislativo e incertezza per 173/2006, convertito nella legge 12 luglio 2006 per la riforma delle sole parti terza e
gli operatori. Con la modifica intervenuta 2006, n. 228) ha prorogato al 31 gennaio 2007 quarta). La versione vigente prevede, invece,
(Dlgs 284/2006 articolo 1, comma 3) le vec- l’entrata in vigore della parte seconda del Dlgs un decreto correttivo “adottato prioritaria-
chie Autorità di bacino sono prorogate fino 152/2006, riguardante i procedimenti di Via, mente” di modifica e integrazione delle parti
all’entrata in vigore del decreto correttivo al Vas e Ippc; terza e quarta, nonché “successivi decreti” ri-
Dlgs 152/2006 che definisca la relativa disci- • il cd. “Collegato alla Finanziaria 2007” guardanti l’intero corpus normativo.
plina; sono inoltre fatti salvi gli atti delle stesse (legge 286/2006) ha introdotto modifiche in
compiuti dal 30 aprile 2006 fino all’entrata in tema di riscossione della tariffa del servizio i- Per approfondimenti, provvedimenti e com-
vigore del suddetto decreto correttivo. drico, prevedendo che possa essere affidata, menti, sull’evoluzione in corso del Dlgs
tramite gara pubblica, anche ai soggetti iscritti 152/2006, si rimanda allo Speciale della
Le norme del “Codice ambientale” all’Albo previsto dal Dlgs 446/1997. Normativa Ambientale “Dlgs 152/2006
in vigore e le modifiche future Riforma ambientale” su ReteAmbiente,
Il Dlgs 152/2006, cd. “Codice ambientale”, co- Per quanto riguarda, infine, la pianificazione www.reteambiente.it/ra/normativa/speciale_ri
me modificato, è vigente in ogni sua parte e dei futuri provvedimenti correttivi del Dlgs formambiente/dlgs152_06.html.
• L’entrata in vigore delle norme in materia di Via, Vas e Aia è differita al 31 • in vigore dal 13 luglio 2006
gennaio 2007 (Dl 173/2003 convertito in legge 228/2006). art. 1-septies, Dl 173/2006 convertito, con modificazioni, in legge
228/2006
• La riscossione della tariffa del servizio idrico di pubblica fognatura e de- • in vigore dal 3 ottobre 2006
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
purazione può essere affidata, tramite gara pubblica, anche ai soggetti i- art. 2, Dl 262/2006 convertito, con modificazioni, in legge 286/2006 –
scritti all’Albo previsto dal Dlgs 446/1997. Collegato alla Finanziaria – ha modificato l’articolo 156, comma 3, Dlgs
152/2006
• Nelle more della costituzione dei distretti idrografici, le Autorità di bacino • in vigore dal 25 novembre 2006
di cui alla legge 183/1989, sono prorogate sino alla data di entrata in vigo- art. 1, commi 3 e 4, Dlgs 284/2006 che ha aggiunto il comma 2-bis all’ar-
re della revisione della disciplina sulla difesa del suolo. Fino ad allora sono ticolo 170, Dlgs 152/2006
fatti salvi gli atti posti in essere dalle Autorità medesime dal 30 aprile 2006.
• Soppressione dell’Authority per acque e rifiuti e ricostituzione del • in vigore dal 25 novembre 2006
Comitato di vigilanza risorse idriche e dell’Osservatorio nazionale rifiuti. art. 1, comma 5, Dlgs 284/2006 che abroga gli articoli 159, 160 e 207,
Soppressione di tutti i riferimenti all’Authority contenuti nel Dlgs 152/2006. Dlgs 152/2006
• Adeguamento dello statuto del Conai entro il 29 aprile 2007. • in vigore dal 25 novembre 2006
art. 1, comma 6, Dlgs 284/2006 che modifica dell’articolo 224, comma 2,
Dlgs 152/2006
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Corte di Cassazione – VI Sezione penale
Sentenza 19 luglio 2006, n. 25063
La massima
Realizzazione impianto di recupero rifiuti – Dlgs 22/1997
Giurisprudenza – Procedura ai sensi dell’articolo 27 – Difetto – Variante
strumento urbanistico – Manca – Abuso d’ufficio
La realizzazione di un impianto di recupero dei rifiuti richiede, da-
ta la sua natura industriale, la compatibilità con la destinazione
d’uso dell’area in cui insiste ai sensi del vigente strumento urba-
nistico. Solo l’espletamento della procedura prescritta dall’artico-
lo 27 del Dlgs 22/1997, con la nomina del responsabile del pro-
cedimento e la convocazione di una conferenza di servizi, finaliz-
zata all’approvazione del progetto e all’autorizzazione della realiz-
Realizzazione impianti, zazione dell’opera, può costituire variante allo strumento urbani-
stico, se valutata positivamente la ricorrenza delle esigenze di
pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera, determinando
la variante urbanistica la compressione delle scelte effettuate dal Comune in sede di
pianificazione urbanistica.
In mancanza di tale procedura, la Corte riconduce il rilascio della
senza conferenza di servizi concessione edilizia alla fattispecie dell’abuso d’ufficio. (S.F.)
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
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Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 9 ottobre 2006, n. 33882
La massima
Nozione di rifiuto – Dlgs 152/2006 – Materiali da demolizio-
ne – Operazioni di cernita e selezione – Necessità – Articolo
181, comma 2 – Articolo 183, comma 1, lettera h) – Sono
Giurisprudenza rifiuti – Natura di materie prime secondarie – Esclusa
La qualificazione di rifiuti, riferita, nel caso all’esame della Corte,
a materiali residuali da demolizioni edili che necessitano di ope-
razioni preliminari di cernita e selezione per poter essere reimpie-
gati in un ciclo produttivo o commercializzati, deriva dal combina-
to disposto dell’articolo 181, comma 2 del Dlgs 152/2006, che
rende applicabile la disciplina in materia di gestione dei rifiuti fino
al completamento delle operazioni di recupero, e dell’articolo
183, comma 1, lettera h) dello stesso decreto, che include e-
Residui da demolizione, spressamente le operazioni di cernita e selezione tra le operazioni
di recupero dei rifiuti.
La Corte esclude pertanto la configurabilità, nel caso in esame,
sono rifiuti e non Mps della natura di materie prime secondarie. (S.F.)
ordinanza del 20 aprile 2005, dispo- parti interessate hanno previsto per
di preliminare cernita neva il sequestro preventivo di due tali beni”, non poteva riconoscersi
aree – una relativa al cantiere di de- la qualificazione di rifiuto”.
molizione presso l’ex sala cinemato- Trattavasi, invero:
e selezione grafica di Prignano sulla Secchia e – nella maggior parte, “di sassi e/o
l’altra in località Volta di Saltino, pietre che vengono, senza alcun
sempre nel Comune di Prignano, ai trattamento preventivo, riutilizza-
margini della strada provinciale Val te per la costruzione di altri im-
Rossenna – evidenziando che, in as- mobili nelle zone di montagna.
senza delle prescritte autorizzazioni, Tali pietre, peraltro, siccome ricer-
Pres. Lupo il materiale ricavato dalla demoli- cate dalle imprese edili in quanto
Est. Fiale zione, considerato rientrante nella di non facile reperimento, hanno
nozione di “rifiuto” posta dal Dlgs un valore di mercato significativo,
n. 22/1997, veniva trasportato nella in quanto conferiscono pregio este-
seconda area ed ivi ammassato in tico alle costruzioni di montagna
cumuli. e per tale motivo, negli accordi tra
La misura di cautela reale veniva a- proprietario dell’immobile ed ap-
dottata in relazione al reato di cui paltatore, era stato previsto l’ac-
all’articolo 51, 1° comma, del Dlgs quisto di tali beni alla cifra forfe-
n. 22/1997 [attività non autorizzata taria di euro 16.000”. Le pietre in
di gestione di rifiuti], ipotizzato nei questione, inoltre, dovevano ritenersi
confronti di (...) (proprietario dell’a- “momentaneamente stoccate, per
rea di conferimento dei materiali de- ragioni logistiche in area apposita-
rivati dalla demolizione), (...) (lega- mente individuata”;
le rappresentante della società ap- – in una parte marginale, di ma-
paltatrice dei lavori di demolizione) teriali ferrosi o di plastica, per i quali
e (...) (legale rappresentante della “la già predisposta attività di
società proprietaria dell’immobile in smaltimento (come da documen-
demolizione). tazione prodotta agli atti) elimina
Il Tribunale di Modena, con ordi- in radice il pericolo di aggrava-
nanza del 24 maggio 2005, acco- mento o protrazione delle conse-
glieva l’istanza di riesame proposta guenze dannose dello stoccaggio”.
nell’interesse degli indagati (...) e Avverso tale ordinanza ha proposto
(...) e revocava il sequestro. ricorso il Procuratore della Repub-
Rilevava il Tribunale che nella fatti- blica presso il Tribunale di Modena,
specie in oggetto – con riferimento il quale – sotto il profilo della viola-
all’articolo 14 del Dl n. 138/2002 zione di legge – ha eccepito che:
convertito nelle legge n. 178/2002 e – il giudice del riesame ha omesso
tenuto conto delle previsioni conte- di valutare che: a) nel cantiere di
22 nute nella legge delega per l’am- demolizione era in atto un’attività di
grossolana separazione dei vari ri- ticolo l della direttiva del Consiglio – o abbia l’obbligo di disfarsene. fronti del Governo italiano, per
bene, un materiale o una mate- te quarta del presente decreto e di commercializzati come materia ne di verificare se essi consentono
ria prima derivante da un proces- cui il detentore si disfi o abbia de- prima secondaria, combustibile o di sussumere l’ipotesi formulata
so di fabbricazione o di estrazione ciso o abbia l’obbligo di disfarsi”. come prodotto da collocare, a con- in quella tipica. Il Tribunale, dun-
che non è principalmente destina- Accanto a tale nozione, però, lo stes- dizione che il detentore non se ne que, non deve instaurare un pro-
to a produrlo può costituire non so decreto legislativo pone anche disfi o non abbia deciso. o non cesso nel processo, ma svolgere
un residuo, bensì un sottoprodot- quelle di “materia prima seconda- abbia l’obbligo, di disfarsene”; l’indispensabile ruolo di garan-
to, del quale l’impresa non ha in- ria” (articolo 183, 1° comma, lette- – tra le operazioni di “recupero”, ex zia, tenendo nel debito conto le
tenzione di disfarsi ai sensi ra q), in relazione all’articolo 181) e articolo 183, lettera h), del Dlgs n. contestazioni difensive sull’esisten-
dell’articolo 1, lettera a) – 1° di “sottoprodotto” (articolo 183, 1° 152/2006, sono espressamente “in- za della fattispecie dedotta ed esa-
comma, della direttiva 75/442, comma, lettera n), escludendo così cluse la cernita o la selezione”. minando sotto ogni aspetto l’inte-
ma che essa intende sfruttare o molti beni e sostanze dal novero dei Né allo stato sembrano sussistere e- gralità dei presupposti che legitti-
commercializzare a condizioni rifiuti. lementi che rendano applicabile, ad mano il sequestro” (Cass., Sez. Un.,
per lei favorevoli, in un processo evidenza, il disposto dell’articolo 6, 29 gennaio 1997, n. 23, ric. Pm in
successivo, senza operare trasfor- 2. La nozione di “rifiuto” comma l, lettera m), del Dlgs n. proc. Bassi e altri).
mazioni preliminari”. ed i materiali insistenti 22/1997 (con le modifiche introdot-
Ne è derivata la affermazione della nelle aree sequestrate te dal Dlgs n. 389/1997) ed attual- 4. Per tutte le considerazioni svolte,
illegittimità comunitaria dell’artico- Ai sensi dell’articolo 7, 3° comma – mente dell’articolo 183, lettera m), deve disporsi l’annullamento del-
lo 14 del Dl n. 138/2002, perché i lettera b), del Dlgs n. 22/1997 e del Dlgs n. 152/2006, al fine di argo- l’ordinanza impugnata ed il rinvio
materiali che non sono riutilizzati dell’articolo 184, 3° comma – lette- mentare che non si verterebbe in te- al Tribunale di Modena per un nuo-
in maniera certa e richiedono una ra b), del Dlgs n. 152/2006 sono ri- ma di “gestione di rifiuti”, bensì sa- vo esame della vicenda alla stregua
previa trasformazione sono semplici fiuti speciali “i rifiuti derivanti rebbe configurabile soltanto una le- dei principi di diritto dianzi enun-
sostanze di cui i detentori si sono vo- dalle attività di demolizione, co- gittima operazione preliminare ciati, dovendosi in particolare tenere
luti disfare, che “devono tuttavia struzione...”. Dei residui delle atti- all’attività di gestione, preparatoria conto che:
conservare la qualifica di rifiuti vità di demolizioni edili e del loro al recupero. Tali norme definiscono – i materiali risultanti dall’attività
finché non siano effettivamente ri- reimpiego si è occupata questa il deposito temporaneo dei rifiuti demolitoria in oggetto e depositati
ciclati [...], finché cioè non costi- Sezione con la sentenza n. 46680 quale “raggruppamento dei rifiuti nelle due aree assoggettate a seque-
tuiscano i prodotti finiti del proces- dell’1 dicembre 2004, che, in rela- effettuato, prima della raccolta, stro costituiscono “rifiuti speciali” ai
so di trasformazione cui sono de- zione agli stessi, ha ritenuto applica- nel luogo in cui gli stessi sono pro- sensi dell’articolo 7, 3° comma –
stinati. Nelle fasi precedenti essi bile l’articolo 14 del Dl n. 138/2002, dotti” nel rispetto di specifiche con- lettera b), del Dlgs n. 22/1997 e
non possono ancora, infatti, essere a condizione che risulti certa: a) dizioni riferite: ai limiti della presen- dell’articolo 184, 3° comma – lettera
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
considerati riciclati, poiché il detto l’individuazione del produttore e/o za di determinate sostanze; alle ca- b), del Dlgs n. 152/2006. Una parte
procedimento di trasformazione detentore dei materiali, b) la prove- denze temporali di raccolta e di av- dei materiali medesimi, nella specie,
non è terminato. Viceversa, fatto nienza degli stessi, c) la sede ove so- viamento alle operazioni di recupero non poteva sicuramente essere riuti-
salvo il caso in cui i prodotti otte- no destinati, d) il loro riutilizzo in o di smaltimento; ai termini massi- lizzata in alcun ciclo produttivo;
nuti siano a loro volta abbando- un ulteriore ciclo produttivo. mi di durata; alle modalità del depo- – quanto alle pietre ed ai mattoni
nati, il momento in cui i materia- Nella fattispecie in esame, però, è sito stesso. Nella specie la verifica riutilizzabili in attività costruttive, va
li in questione perdono la qualifi- l’oggettività del fatto a conferire agli della sussistenza di dette condizioni verificato quale intervento preventi-
ca di rifiuto non può essere fissato specifici materiali derivanti da de- non risulta effettuata. vo di trattamento dovevano even-
ad uno stadio industriale o com- molizione la qualificazione di “ri- tualmente subire detti materiali al
merciale successivo alla loro tra- fiuti”. Ed infatti: 3. I limiti fine della loro effettiva riutilizzazio-
sformazione [...], poiché, a partire – nelle aree assoggettate a sequestro dell’accertamento ne, con connessa valutazione della
da tale momento, essi non posso- erano depositati anche materiali che incidentale demandato possibilità di incidenze pregiudizie-
no più essere distinti da altri pro- non potevano essere riutilizzati in al Tribunale del riesame voli all’ambiente, tenuto conto co-
dotti scaturiti da materie prime alcun ciclo produttivo; Secondo la giurisprudenza delle munque che tra le operazioni di “re-
primarie”. – le pietre ed i mattoni riutilizzabili Sezioni Unite di questa Corte cupero”, ex articolo 183, lettera h),
1.5 La sentenza interpretativa della in attività costruttive dovevano subi- Suprema, nei procedimenti inciden- del Dlgs n. 152/2006, sono espressa-
Corte di Giustizia ha costituito il pre- re una preliminare attività di sepa- tali aventi ad oggetto il riesame di mente “incluse la cernita o la sele-
supposto di una questione di legitti- razione e di cernita anteriormente provvedimenti di sequestro: zione”;
mità costituzionale dell’articolo 14 alla quale essi conservano la qualifi- – la verifica delle condizioni di legit- – deve altresì riscontrarsi la even-
del Dl n. 138/2002 (convertito nella ca di rifiuti. timità della misura da parte del tuale sussistenza delle condizioni
legge n. 178/2002), per violazione La situazione è ancora più chiara al- Tribunale non può tradursi in una che rendano applicabile ad eviden-
degli articoli 11 e 117 Cost., sollevata la stregua della normativa introdotta anticipata decisione della questione za, allo stato, il disposto dell’articolo
da questa Corte Suprema con ordi- dal Dlgs n. 152/2006, in quanto: di merito concernente la responsabi- 6, comma 1, lettera m), del Dlgs n.
nanza n. 1414 del 16 gennaio 2006, – il materiale complessivamente ri- lità dell’indagato in ordine al reato o 22/1997 (con le modifiche introdot-
Rubino (ud. pubbl. del 14 dicembre cavato nella fattispecie non può ai reati oggetto di investigazione, ma te dal Dlgs n. 389/1997) come tra-
2005). qualificarsi – allo stato –“materia deve limitarsi al controllo di compa- sfuso nell’articolo 183, lettera m),
La questione dovrà essere riesamina- prima secondaria”, ai sensi dell’ar- tibilità tra fattispecie concreta e fatti- del Dlgs n. 152/2006.
ta, comunque, alla stregua delle ticolo 181, commi 6 e 13, del Dlgs n. specie legale ipotizzata, mediante
nuove previsioni contenute, al ri- 152/2006, anche in mancanza del una valutazione prioritaria ed atten- P.Q.M.
guardo, nel Dlgs 3 aprile 2006, n. decreto ministeriale di attuazione ta della antigiuridicità penale del La Corte Suprema di Cassazione, vi-
152, pubblicato nella Gu n. 96/L del previsto dal 6° comma; fatto (Cass., Sez. Un., 7 novembre sti gli articoli 127 e 325 C.p.p., an-
14 aprile 2006, attuativo della dele- – a norma dell’articolo 181, comma 1992, ric. Midolini); nulla l’ordinanza impugnata con
ga di cui alla legge n. 308/2004, che 12, del Dlgs n. 152/2006, “la disci- – “l’accertamento della sussisten- rinvio al Tribunale di Modena.
ha abrogato l’articolo 14 del Dl n. plina in materia di gestione dei ri- za del fumus commissi delicti va Così deciso in Roma, nella Camera
138/2002 (articolo 264, 1° comma, fiuti si applica fino al completa- compiuto sotto il profilo della con- di Consiglio del 15 giugno 2006.
lettera l). mento delle operazioni di recupe- gruità degli elementi rappresenta-
1.6 L’articolo 183, l° comma – let- ro, che si realizza quando non so- ti, che non possono essere censura-
tera a), del Dlgs n. 152/2006 defini- no necessari ulteriori trattamenti ti in punto di fatto, per apprezzar-
sce rifiuto “qualsiasi sostanza od perché le sostanze, i materiali e gli ne la coincidenza con le reali ri-
24
oggetto che rientra nelle categorie oggetti ottenuti possono essere usa- sultanze processuali, ma che van-
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 20 ottobre 2006, n. 35219
La massima
Nozione di rifiuto – Dlgs 22/1997 – Legge 178/2002 –
Esclusioni – Materiali destinati a riutilizzo in altri cicli pro-
duttivi – Prova – Documentazione registri carico e scarico
Giurisprudenza – Sufficiente – Prova a mezzo testi – Non sufficiente senza
riscontri oggettivi – Prova documentale di fatture – Non
sufficiente se modeste
1. Va esclusa la natura di “sottoprodotto” di fanghi provenienti
dalla lavorazione di materiali lapidei allorquando manchi la cer-
tezza del requisito del riutilizzo del materiale che non può essere
dimostrata dalle sole dichiarazioni testimoniali di dipendenti della
società se non suffragate da riscontri oggettivi, quali l’annotazio-
ne nei registri di carico e scarico, la documentazione del traspor-
to presso i cantieri ove sarebbe avvenuto il riutilizzo ed in presen-
za di rilievi diretti della Pg che documentino, in relazione all’altez-
za ed al grado di essiccazione dei cumuli una prolungata giacen-
Sottoprodotto: za degli stessi sul luogo di deposito.
2. La produzione di fatture in numero modesto e rappresentante
una movimentazione ridotta del materiale accumulato non assu-
è sempre necessario me rilevanza probatoria circa la effettiva utilizzazione del materia-
le medesimo.
nerti come rifiuti speciali, ai sensi depositati a partire da nove anni pri- parte quarta del medesimo decreto, di persone ascoltate dalla polizia
dell’articolo 7 del Dlgs 5 febbraio ma, venivano periodicamente riuti- era stata sospettata di contrastare giudiziaria avevano riferito che la
1997 n. 22. lizzati in altri cicli produttivi della con la disciplina comunitaria di cui società effettuava 7-8 viaggi giorna-
Nelle more della definizione del pro- società. alla direttiva del Consiglio del 15 lu- lieri di trasporto di fanghi nell’area
cedimento in parola, il (...) in data glio 1975 n. 75/442/Cee, come mo- in sequestro. Considerata la docu-
14 febbraio 2006 ha avanzato al Pm Motivi della decisione dificata dalla direttiva 18 marzo mentata capienza dei camion della
nuova richiesta di revoca del secon- La Corte non ravvisa alcuna delle 1991 n. 91/ 156/Cee nonché dalla Ices, un semplice calcolo matemati-
do sequestro preventivo disposto dal ragioni di incompatibilità previste decisione della Commissione 24 co avrebbe dimostrato, secondo il ri-
Gip il 16 gennaio 2006, richiesta re- dall’articolo 34 C.p.p. o di altra ipo- maggio 1996 n. 96/350/Ce, dal corrente, che l’accumulo nelle
spinta con rimessione degli atti al tizzabile desunta dal sistema giuri- Tribunale di Terni, che ne aveva fat- quantità rilevate si era realizzato in
Gip che su conforme parere del Pm dico vigente nel fatto che la persona to uno degli oggetti di una domanda non più di un anno-un anno e mez-
ha rigettato la richiesta di revoca il del relatore del presente giudizio è lo pregiudiziale alla Corte di Giustizia zo. Poiché l’area in questione sareb-
20 febbraio 2006, avverso il quale ri- stesso che ha svolto identica funzio- Ce. be nella disponibilità della società
getto, il (...) ha proposto appello a- ne nel giudizio di cassazione che in Con sentenza n. 457 dell’11 novem- da 7-9 anni, la datazione massima
vanti al Tribunale di Lucca, che con data 25 maggio 2006 ha concluso il bre 2004, la Corte di Giustizia ha al dell’accumulo proverebbe l’assunto
ordinanza del 27 marzo 2006 l’ha precedente procedimento menziona- riguardo precisato che “è ammesso, dell’indagato relativo alla riutilizza-
respinto. Al riguardo, rilevato che l’i- to nella parte narrativa e avviato con alla luce degli obiettivi della diret- zione dei fanghi.
stanza di revoca presentata il 14 feb- l’istanza del 19 gennaio 2006 di re- tiva 75/442, qualificare un bene, A tale rilievo, il Tribunale aveva ri-
braio 2006 e l’atto di appello pro- voca del sequestro. un materiale o una materia pri- sposto, con motivazione che in nes-
pongono le medesime censure già I due procedimenti sono infatti au- ma derivante da un processo di sun caso può ritenersi apparente,
prospettate in sede del precedente tonomi e distinti, ancorché la loro o- fabbricazione o di estrazione” che mancherebbe viceversa il requi-
appello, il Tribunale ha richiamato, rigine “remota” risalga ad un unico (ma non i residui di consumo, come sito della certezza del riutilizzo del
mutuandole, le argomentazioni in sequestro e possano avere analogo poi specificato dalla medesima deci- materiale accumulato nell’area, in
precedenza svolte per respingere il (ma non perfettamente eguale) con- sione) “che non è principalmente quanto le affermazioni dei testimoni
primo appello del ricorrente, riba- tenuto. Ne consegue che l’ipotesi di destinato a produrlo non come ri- dipendenti della società non sareb-
dendo la qualificazione dei fanghi un unico giudice per ambedue tali fiuto, bensì come sottoprodotto di bero suffragate da alcun riscontro
provenienti da impianto di lavaggio procedimenti non è ricompresa nei cui il detentore non desidera di- oggettivo, posto che dei fanghi non
di materiali inerti come rifiuti spe- divieti di cui alla norma del codice sfarsi ai sensi dell’articolo 1, lette- vi è traccia alcuna nei registri di ca-
ciali, ai sensi dell’articolo 7 del Dlgs di rito citata o nelle previsioni di cui ra a) primo comma di tale diretti- rico e scarico della società né vi è al-
5 febbraio 1997 n. 22 e aggiungendo all’articolo 36 C.p.p. (omissis) va, a condizione che il suo riuti- cuna documentazione attestante il
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
che anche a voler seguire la tesi del- Nel merito del ricorso, la difesa del lizzo sia certo, senza trasforma- trasporto di essi presso i cantieri in-
la difesa che nega tale qualificazio- ricorrente sostiene che i fanghi pro- zione preliminare e nel corso del dicati dai testimoni medesimi.
ne alla stregua della lettura da que- venienti da un impianto di lavaggio processo di produzione”. Inoltre tali affermazioni dei testimo-
sta proposta della legge interpretati- di inerti della società e accumulati Ciò precisato sul piano del quadro ni erano state ritenute efficacemente
va n. 178 del 2002, mancherebbe nel nell’area sequestrata non sarebbero normativo di riferimento, la censura contrastate dai rilievi diretti della
caso di specie, anche alla luce di qualificabili come rifiuti alla stregua di carenza assoluta di motivazione o polizia provinciale relativamente
quanto stabilito nella sentenza della della legislazione vigente, in partico- di motivazione meramente apparen- all’altezza e al grado di essiccazione
Corte di Giustizia Ce dell’11 novem- lare, l’articolo 6, comma 10, lettera te dell’ordinanza impugnata, come dei cumuli di fanghi, ritenuti indi-
bre 2004, citata dal ricorrente, il pre- a) del Dlgs 5 febbraio 1997 n. 22, tale concretante, secondo la giuri- cativi di una prolungata giacenza di
supposto richiesto dal 2° comma come interpretato dall’14 [art. 14, sprudenza di questa Corte (cfr., per tale materiale nell’indicato luogo di
dell’articolo 14 di tale legge, essendo ndr] del Dl 8 luglio 2002 n. 138, tutte, Cass. S.U. 13 febbraio 2004 n. deposito.
dagli atti contrastata l’affermazione convertito con modificazioni nella 5876) un vizio di violazione di leg- Infine l’ordinanza impugnata, che
secondo la quale i fanghi in parola legge 8 agosto 2002 n. 178, in quan- ge, denunciabile, ex articolo 325, 1° per il resto ripete le considerazioni
vengono utilizzati dalla società in to destinati ad essere riutilizzati comma C.p.p. e a differenza del vizio svolte dal Tribunale di appello sul ri-
altri cicli produttivi. dall’impresa medesima in diversi la- di illogicità della motivazione, col getto della prima istanza di revoca
Avverso tale ordinanza propone ora vori edili oggetto dell’attività della ricorso per cassazione avverso le or- della misura cautelare reale, motiva
ricorso per cassazione l’indagato, a stessa. dinanze di riesame e di appello in anche con riferimento all’elemento
mezzo del proprio difensore, riba- La norma interpretativa da ultimo materia di provvedimenti cautelari nuovo versato nel presente procedi-
dendo la propria interpretazione del- indicata esclude infatti che ricorra reali, appare in parte inammissibile mento, rilevando come le fatture
le norme di legge in materia di rifiu- 1’ipotesi di “sostanza... di cui il de- ed in parte infondata. prodotte nel presente procedimento
ti e di quelle contenute nella legge tentore... abbia deciso o abbia È infatti inammissibile ove riprodu- dalla difesa non siano sufficienti a
interpretativa del 2002, anche alla l’obbligo di disfarsi”, secondo la ce censure fondate sul medesimo dimostrare l’effettiva utilizzazione
luce della sentenza della Corte di nozione mutuata dalla disciplina quadro processuale di riferimento del materiale fangoso prodotto dalla
Giustizia n. 457 dell’11 novembre comunitaria della materia, per “i delle deduzioni e delle censure già Ices, sostanzialmente con l’argo-
2004 e lamentando in tale quadro di beni o sostanze materiali residuali mosse in sede di prima richiesta di mento che il numero di esse è tal-
riferimento normativo la carenza di produzione o di consumo ove revoca e nell’ambito del relativo pro- mente modesto e rappresenta una
assoluta di motivazione della ordi- sussista una delle seguenti condi- cedimento conclusosi con la senten- movimentazione talmente ridotta
nanza in ordine al primo motivo di zioni: a) se gli stessi possono essere za di questa Corte del 25 maggio del materiale fangoso accumulato
appello avanti al Tribunale, ove e sono effettivamente riutilizzati scorso (cfr. Cass. 2 luglio 2004 n. da non assumere il significato volu-
l’appellante avrebbe documentato nel medesimo o in analogo o di- 28930 o 14 novembre 2003 n. to dall’indagato. Alla luce delle con-
che gli accumuli di fanghi prove- verso ciclo produttivo o di consu- 43647) mentre è infondata quanto siderazioni esposte, il ricorso va re-
nienti da un impianto di lavaggio di mo senza subire alcun intervento alle considerazioni aggiuntive pro- spinto, con la condanna del ricor-
materiali inerti non erano depositati preventivo di trattamento e senza poste nel presente procedimento. rente al pagamento delle spese pro-
in loco da moltissimo tempo ma ve- recare pregiudizio all’ambiente; È stato già rilevato da questa Corte cessuali.
nivano depositati con un ritmo ed b) omissis ...” Quest’ultima esclu- nella diversa sede indicata che, con-
una quantità tale che quelli presenti sione, ripresa dall’articolo 183, lette- trariamente a quanto denunciato P.Q.M.
non datavano da più di un anno-un ra n) del recente Dlgs 3 aprile 2006 dalla difesa del ricorrente, il Tribu- La Corte rigetta il ricorso e condan-
anno e mezzo mentre l’area era nel- n. 152, sia pure in termini parzial- nale aveva infatti specificatamente na il ricorrente al pagamento delle
la disponibilità della società da nove mente diversi, di individuazione del- preso in esame il primo motivo di spese processuali. Così deciso in
26
anni. Da ciò deriverebbe la conclu- la nozione di “sottoprodotto” non appello, laddove l’appellante rileva- Roma, il 6 luglio 2006.
Tar Veneto – III Sezione
Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464
La massima
Rilascio di titolo edilizio – Impianto di cogenerazione da
Giurisprudenza Cdr – Apposizione di clausole limitative – Coerenza con il
potere comunale in materia edilizia – Necessità –
Mancanza – Annullamento clausole limitative
Il rilascio del titolo edilizio da parte del Comune ha come unico
presupposto la conformità di quanto l’interessato chiede di realiz-
zare con lo strumento urbanistico vigente; eventuali clausole limi-
tative apposte al titolo stesso possono unicamente concernere e-
lementi coerenti con il potere in materia edilizia e urbanistica che
il Comune con tale atto esercita. Il Tar ritiene le clausole limitati-
ve, apposte alla concessione edilizia, in ordine al funzionamento
e alla gestione dell’impianto di cogenerazione di energia elettrica
Cdr e concessione edilizia, e vapore da Cdr, esorbitanti i poteri comunali in tema di rilascio di
titoli edilizi, e ne dispone l’annullamento. (S.F.)
illegittime le limitazioni
(omissis) Fatto e diritto
1. La ricorrente Società “Ecoidea
comunali per gestire Sentenza Srl” (di seguito: Ecoidea) rappre-
del combustibile. funzionare privo dello stabilimen- denza”, ma avrebbe dovuto collo- quinamento del suolo, dell’abitato
La variante è stata concessa con l’at- to “Agroidea” di Cologna Veneta, e carsi in zona industriale. e dell’atmosfera”), con ciò ammet-
to presentemente opposto (conces- prima che in tale sito siano stati e- 3. Il ricorso è fondato. tendone la realizzabilità. Le clauso-
sione edilizia in variante n. 237/ seguiti i potenziamenti previsti e Merita ricordare che oggetto della le limitative (o “prescrizioni” come
2001), che contiene peraltro ulterio- relazionati nella relazione tecnica controversia è il titolo edilizio (in recita l’atto in questione), inoltre,
ri prescrizioni, tra cui quella qui im- allegata alla pratica edilizia. L’e- variante) per la realizzazione di un non riguardano propriamente il ca-
pugnata che prescrive che “il ca- nergia prodotta dovrà in maniera capannone destinato a contenere il pannone all’esame, bensì l’impianto
pannone è in funzione e in colle- prevalente servire il vicino stabili- combustibile da rifiuto utilizzato di cogenerazione di energia elettrica
gamento con l’impianto di coge- mento per il funzionamento dello dalla ricorrente per il funzionamen- e vapore, il suo rapporto con lo sta-
nerazione, che, a sua volta, non stesso, senza ricorrere all’uso di e- to di un impianto di cogenerazione bilimento “Agroidea” e l’utilizzo
può funzionare privo dello stabili- nergia elettrica Enel”. Secondo il di vapore ed energia elettrica; im- dell’energia prodotta da tale im-
mento ‘Agroidea’ di Cologna vene- Comune, l’energia prodotta dovrà pianto già in precedenza autorizzato pianto.
ta, e prima che in tale sito siano servire in modo prevalente il vicino ed assistito da regolare titolo edilizio. Questioni – entrambe – eccentriche
stati eseguiti i potenziamenti pre- stabilimento, senza tener conto del Anzi, era proprio tale concessione e- rispetto al provvedimento ed esorbi-
visti e relazionati nella relazione fatto che lo stesso utilizzerà la forza dilizia a imporre espressamente lo tanti i poteri comunali in tema di ri-
tecnica allegata alla pratica edili- del vapore e che l’energia elettrica “stoccaggio del materiale in area lascio di titoli edilizi. A tacer del fatto
zia. L’energia prodotta dovrà in eccedente i bisogni dello stabilimen- non scoperta”. Di qui la richiesta di che la correlazione del cogeneratore
maniera prevalente servire il vici- to stesso essendo prodotta a mezzo di concessione in variante, ed il conse- con lo stabilimento “Agroidea” era
no stabilimento per il funziona- fonti rinnovabili, a tenore dell’arti- guente rilascio del permesso di co- già stata favorevolmente apprezzata
mento dello stesso, senza ricorrere colo 22, comma 3, della legge 0.1.91 struire, che reca la contestata “pre- in precedenza, così come l’utilizzo
all’uso di energia elettrica Enel”. n. 9 [legge 9 gennaio 1991, n. 9, scrizione”, con la quale il Comune dell’energia prodotta, il cui eventua-
Contro questo provvedimento la ri- ndr], deve essere ceduta all’Enel. “precisa” che “il capannone è in le surplus non è nella disponibilità
corrente deduce: Da ultimo, la ricorrente chiede il ri- funzione e in collegamento con del produttore, ma deve essere, per
1) violazione di legge; difetto di pre- storo del danno ingiusto patito in l’impianto di cogenerazione, che, legge, ceduto all’Enel (cfr. articolo
supposti e di motivazione. conseguenza dell’illegittimità della a sua volta, non può funzionare 22 , comma 3, della legge 9 gennaio
Il Comune ha inserito nel provvedi- clausola contestata. privo dello stabilimento ‘Agroidea’ 1991 n. 9).
mento di concessione per la realiz- 2. Il Comune, costituito, puntual- di Cologna Veneta, e prima che in In definitiva, il ricorso va accolto,
zazione di un capannone destinato a mente controdeduce nel merito del tale sito siano stati eseguiti i poten- con conseguente annullamento del-
deposito di Cdr, avente valore squisi- ricorso, concludendo per la sua reie- ziamenti previsti e relazionati nel- le “prescrizioni” impugnate.
tamente urbanistico/edilizio, pre- zione. la relazione tecnica allegata alla 4. Deve invece essere respinta la ri-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
scrizioni in ordine al funzionamen- In particolare, fa presente che la pratica edilizia. L’energia prodotta chiesta di risarcimento del danno,
to dell’impianto di cogenerazione, clausola contestata costituisce sem- dovrà in maniera prevalente ser- in quanto del tutto generica e
che risultano inconferenti, irrilevan- plicemente la ripetizione di quella vire il vicino stabilimento per il sprovvista di qualsivoglia supporto
ti e fondate su erronei presupposti. già apposta alla concessione edilizia funzionamento dello stesso, senza probatorio.
L’impianto di cogenerazione, infatti, n. 55/2000, che aveva autorizzato la ricorrere all’uso di energia elettri- 5. Le spese seguono la soccomben-
è cosa del tutto diversa ed è stato già costruzione dell’impianto di cogene- ca Enel”. za; pertanto il Comune di Cologna
autorizzato, anche dal Comune di razione, non opposta. Anzi, a ben ve- 3.1. Orbene, non vi è dubbio che il Veneta viene condannato a rifondere
Cologna Veneta, per quanto di sua dere, si tratta non di obblighi impo- rilascio di un titolo edilizio ha come alla ricorrente la totale somma di
competenza. sti dalla P.a., ma della ripetizione di unico presupposto la conformità di euro 10.000,00 (diecimila/00) – al
2) Difetto di presupposti e di moti- condizioni che la stessa Ecoidea si quanto l’interessato chiede di realiz- netto di Iva e c.p.a. – a titolo di spese
vazione. Violazione dell’articolo 4 era autoimposta in sede di istanza di zare con lo strumento urbanistico e onorari di giudizio.
della legge 10/1977. rilascio della prima concessione edi- vigente nel Comune e che eventuali
lizia, la cui sola presenza aveva fatto clausole apposte al titolo stesso pos- P.Q.M.
Sviamento. sì che l’impianto potesse essere con- sono riguardare unicamente ele- Il Tribunale amministrativo regio-
La concessione edilizia viene rila- siderato rispettoso della disciplina menti coerenti col potere nale per il Veneto, terza Sezione, de-
sciata previa valutazione della urbanistico edilizia vigente. In pro- (edilizio/urbanistico) che il Comune finitivamente pronunciando sul ri-
conformità del manufatto con la di- posito, l’Ente osserva che le strutture con tale atto esercita. corso in epigrafe, lo accoglie e, per
sciplina urbanistica vigente, che, insistono in area D4 – agricola di Nel caso di specie (anche a prescin- l’effetto, annulla le contestate “pre-
nella specie, sussiste. Qualsiasi altra completamento, ove è bensì consen- dere dalla circostanza che si tratta di scrizioni”, apposte al permesso di
valutazione è estranea alle compe- tita, ma con limiti, la realizzazione mero titolo in variante) il Comune costruire in variante n. 237/2000.
tenze del Comune, in tema di rila- di industrie, depositi, centri servizi, non evidenzia – nell’atto – alcuna Condanna il soccombente Comune
scio di titoli edilizi. magazzini ed attività connesse all’a- ragione di contrasto con la strumen- di Cologna Veneta a rifondere alla
3) Violazione dell’articolo 22, com- gricoltura. Tuttavia una struttura tazione urbanistica vigente (lo fa ricorrente, a titolo di spese e onorari
ma 3, della legge 9/1991 e dell’arti- come quella realizzata dalla ricor- nelle proprie difese, ma infondata- di giudizio, la totale somma di euro
colo 3, comma 12, del Dlgs 79/ rente, ancorchè connessa con un’at- mente, dato che per sua stessa am- 10.000,00 (diecimila/00), al netto di
1999. Difetto di presupposti, di i- tività agricola, non avrebbe potuto missione nella zona D4 – agroindu- Iva e c.p.a..
struttoria e di motivazione. ottenere il permesso di costruire “in stria di completamento – ove l’im- Ordina che la presente sentenza sia
Sviamento. quanto non conciliabile con il ca- pianto ed il capannone destinato a eseguita dall’Autorità amministra-
La clausola stabilisce che “il capan- rattere di polmone verde e di riser- contenere il Cdr sono siti, è pacifica- tiva.
none è in funzione e in collega- va priva di inquinamento (della mente ammessa la realizzazione di Così deciso in Venezia, nella Camera
mento con l’impianto di cogene- zona agricola) oramai pacifica- tali manufatti “purché siano rispet- di Consiglio l’8 giugno 2006.
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Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464
L’annotato pronunciamento del Tar Veneto se, fonti rinnovabili, deve essere ceduta all’Enel a
da un lato, ribadisce un consolidato e condivi- norma dell’articolo 22, comma 3 della legge
il commento sibile principio di diritto, dall’altro rappresenta 9/1991.
l’occasione per una breve riflessione sulla tipo- Per contro, il Comune convenuto, nel costituir-
logia dei provvedimenti autorizzatori che legit- si in giudizio, deduceva che la clausola impu-
Procedura semplificata timano la realizzazione di un impianto per lo gnata:
e “concessione edilizia” smaltimento o il recupero dei rifiuti. a) era già contenuta nella concessione n.
55/2000, con cui era stata autorizzata la co-
Il caso struzione dell’impianto di cogenerazione;
Dalla lettura della sentenza in commento si b) non costituiva, in realtà una prescrizione,
apprende che la società ricorrente aveva chiesto bensì la ripetizione di una condizione che la
di Leonardo Filippucci e ottenuto dal Comune resistente una prima stessa società ricorrente si era autoimposta nel-
Avvocato in Macerata concessione edilizia (la n. 55 del 2000) per la la richiesta della prima concessione;
realizzazione di un capannone industriale de- c) in assenza di tale “autolimitazione” il Co-
stinato a contenere un impianto di cogenera- mune non avrebbe potuto rilasciare la conces-
zione di energia elettrica e vapore da fonti rin- sione n. 55/2000, in quanto l’impianto di coge-
novabili e assimilate. nerazione, ancorché connesso con un’attività
In particolare, la fonte di energia era costituita agricola, era incompatibile con la destinazione
dal combustibile da rifiuto (Cdr) e, in base al urbanistica dell’area sulla quale doveva sorgere
progetto, il vapore prodotto doveva essere total- (area D4 agricola di completamento).
mente utilizzato in altro stabilimento sito nelle Il Tribunale amministrativo accoglie il ricorso,
immediate vicinanze, mentre l’energia elettrica osservando, da un lato, che “oggetto della
doveva essere ceduta all’Enel per essere immes- controversia è il titolo edilizio (in variante)
sa nella rete. per la realizzazione di un capannone desti-
Peraltro, poiché nella citata concessione edili- nato a contenere il combustibile da rifiuto
zia veniva prescritto che il materiale utilizzato utilizzato dalla ricorrente per il funziona-
come combustibile fosse stoccato in area non mento di un impianto di cogenerazione (...)
scoperta, la società ricorrente provvedeva a ri- già in precedenza autorizzato ed assistito da
chiedere, in variante, un ulteriore titolo per la regolare titolo edilizio”, e, dall’altro, che
realizzazione di un secondo capannone desti- “non v’è dubbio che il rilascio di un titolo e-
pianti che recuperano rifiuti nel rispetto del- zazione cd. “ordinaria” prevista dagli arti- di attività costruttive sul territorio comunale, di talché
le condizioni, delle prescrizioni e delle nor- coli 208 e ss. del Dlgs 152/2006. rientra nella considerazione delle norme sulle conces-
me tecniche di cui ai commi 2 e 3 è discipli- sioni edilizie e nell’estensione del correlativo potere
nata dal Dpr 24 maggio 1988 n. 203, e Come noto, infatti, l’autorizzazione unica alla sindacale tutto ciò che attiene ad un ordinato sviluppo
della residenzialità e della distribuzione sul territorio,
dalle altre disposizioni che regolano la co- realizzazione e gestione di impianti di smalti- dei benefici e dei carichi urbanistici, ma non anche la
struzione di impianti industriali” (ivi inclu- mento o recupero di rifiuti “sostituisce ad o- tutela di interessi diversi da quelli propriamente edilizi
se in primis le disposizioni di cui al Dpr gni effetto visti, pareri, autorizzazioni e (ad esempio quelli relativi alle bellezze ambientali o
380/2001, cd. Testo unico dell’edilizia). concessioni di organi regionali, provinciali monumentali, alla pubblica sicurezza, all’igiene pub-
Attualmente, l’articolo 214, comma 8, del Dlgs e comunali, costituisce, ove occorra, va- blica ecc.).
152/2006, con dicitura solo parzialmente ana- riante allo strumento urbanistico e compor- (2) Sulla possibilità di dettare prescrizioni anche
loga a quella dell’articolo 31, comma 6, del ta la dichiarazione di pubblica utilità, ur- nell’ambito delle procedure semplificate, si veda
Dlgs 22/1997, stabilisce che “la costruzione di genza ed indifferibilità dei lavori”. Cassazione penale, Sez. III, sentenza 11 febbraio 2003,
impianti che recuperano rifiuti nel rispetto Con tale autorizzazione unica, dunque, i vari n. 13105, laddove, sia pure incidentalmente, la
Suprema Corte afferma: “Certamente l’ente locale
delle condizioni, delle prescrizioni e delle interessi pubblici coinvolti emergono e trovano può introdurre prescrizioni tecniche – nei limiti
norme tecniche di cui ai commi 2 e 3 è di- un’unitaria valutazione e comparazione, dap- della legge – ove siano ritenute necessarie per pre-
sciplinata dalla normativa nazionale e co- prima, in sede istruttoria (nel parere della con- venire danni alla salute ed all’ambiente, ma sem-
munitaria in materia di qualità dell’aria e ferenza di servizi) e, successivamente, in sede pre allo scopo di favorire il ‘riutilizzo’, dovendosi
di inquinamento atmosferico da impianti decisoria (nel provvedimento finale adottato considerare un sicuro maggior danno lo smalti-
industriali”. dall’organo competente). mento in discarica e lo stesso incenerimento sotto
Peraltro, il mancato riferimento alle “altre di- Ne discende che eventuali prescrizioni anche un profilo economico, sociale ed ambientale”.
sposizioni che regolano la costruzione di di natura non prettamente ambientale non sa- (3) Un collegamento tra il titolo edilizio e le norme
tecniche ambientali dettate per le procedure semplifi-
impianti industriali” non esonera certamente rebbero eccentriche rispetto alla natura del
cate è stato recentemente introdotto dal Dm 5 aprile
dal rispetto delle medesime disposizioni; sem- provvedimento e non costituirebbero pertanto 2006 n. 186, il quale, nell’apportare modifiche al Dm
mai, al contrario, la volontà del Legislatore di sviamento del relativo potere amministrativo. 5 febbraio 1998, ha previsto, da un lato, che “la
sottolineare la necessarietà delle altre autoriz- Vale la pena osservare, infine, come la proce- quantità di rifiuti non pericolosi sottoposti ad ope-
zazioni ambientali, conferma a fortiori l’im- dura autorizzatoria prevista “in ipotesi parti- razioni di messa in riserva in impianti che effet-
prescindibilità dei titoli abilitativi che non colari” dall’articolo 210 del Dlgs 152/2006 si tuano, unicamente, tale operazione di recupero,
hanno una valenza strettamente ambientale applichi anche “a chi intende avviare una non deve in ogni caso eccedere la capacità di stoc-
quali quelli urbanistico-territoriali. (3) attività di recupero o di smaltimento di ri- caggio autorizzata ai sensi dell’articolo 31, com-
fiuti in un impianto già esistente, preceden- ma 6 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
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Tar Emilia Romagna – I Sezione
Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705
La massima
Spandimento fanghi di origine agroalimentari in agricol-
tura – Dlgs 99/1992 – Ordinanza contingibile e urgente di
sospensione – Dlgs 267/2000, articolo 54 – Annullata se
Giurisprudenza sussiste grave danno
Quando un’attività opera nel pieno rispetto della normativa vigen-
te, prima di essere assoggetta a provvedimenti restrittivi e grave-
mente lesivi, si deve concretamente valutare se detta attività crei
pericolo per la salute pubblica distinguendo quello che è un reale
pericolo da quello che può essere un legittimo disagio. Il tutto,
però, rimane subordinato al rispetto di tutte le condizioni che la
Ausl riterrà di apporre a tutela della salute della cittadinanza.
Uso agronomico dei fanghi: (omissis) senti come risulta dal verbale d’u-
dienza;
Ordinanza Visti gli articoli 19 e 21, u.c., della
è illegittima l’ordinanza nella Camera di Consiglio del (...) legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e
ottobre 2006 l’articolo 36 del Rd 17 agosto 1907,
Visto il ricorso (...)/2006 proposto n. 642;
di sospensione da: Ritenuta la sussistenza del danno
(…) grave e irreparabile anche in rela-
contro zione alla limitatezza del periodo
nanza n. 69/2006), di cui dovrà essere ga- tilizzazione dei fanghi di depurazione in agri- pervenuto in data (...)/2006 Prot. n. (...)
rantito il rispetto con opportuni controlli coltura”); la Regione Emilia Romagna, a sua che hanno evidenziato la presenza di in-
(...) accoglie nei limiti di cui in motivazio- volta, si è dotata di un apposito strumento, ap- convenienti igienico-sanitari derivanti dalle
ne la suindicata domanda incidentale di provato con Dgr 30 dicembre 2004, n. 2773 operazioni di spandimento (...)”.
sospensione”. (Primi indirizzi alla Province per la gestione e In sede di discussione in Camera di Consiglio,
l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depura- è stata sollevata la questione della legittimità
Fatto zione in agricoltura), successivamente modifi- dell’ordinanza contingibile e urgente di so-
Nel caso in esame, la società (...), dotata di un cata con Dgr 14 febbraio 2005 n. 285, e Dgr 7 spensione di un’attività svolta sulla base di
proprio impianto di depurazione dai processi novembre 2005 n. 1801 (Integrazione delle di- un’autorizzazione rilasciata dalla competente
di preparazione e trattamento agroalimentari, sposizioni in materia di gestione dei fanghi di autorità, a seguito di apposita istruttoria tecni-
effettua operazioni di recupero dei fanghi, de- depurazione in agricoltura). ca secondo la quale “risultano soddisfatti e
rivanti dai processi di depurazione, in agricol- Sulla base di detta normativa, la Provincia di rispettati i criteri tecnici, delle prescrizioni o-
tura, in alternativa ad altre forme di smalti- (...) con provvedimento Pg (...) 2006 ha auto- perative e dei divieti operanti e contenuti
mento degli stessi. rizzato per anni tre la ricorrente all’utilizzo a- nel Dlgs 99/1992, nelle Dgr dell’Emilia
gronomico dei fanghi di depurazione delle ac- Romagna n. 2773/04 e n. 1801/05 e loro
La scelta di recuperare i fanghi di depura- que reflue industriali di origine agroalimenta- successive modifiche e integrazioni”.
zione anziché utilizzare altre forme di re provenienti dalla stessa.
smaltimento, si presenta come pratica a- L’autorizzazione è stata rilasciata solo a segui- Occorre precisare che affinché il Sindaco, in
gronomica frequente, ampiamente incorag- to dell’esito di apposita istruttoria tecnica svol- qualità di Ufficiale del Governo, possa adottare
giata nell’ultimo decennio dalle Regioni e ta dall’U.O. Gestione (...) dell’Amministrazio- legittimamente i provvedimenti previsti dal-
dagli Enti locali, che ne hanno spesso so- ne (...), secondo la quale “risultano soddi- l’articolo 54 del Dlgs 267/2000 e perché questi
stenuto la grande utilità per l’agricoltura, sfatti e rispettati i criteri tecnici, le prescri- siano adeguatamente motivati è necessario che
nel rispetto delle disposizioni normative vi- zioni operative e i divieti operanti e conte- siano presenti i seguenti presupposti minimi:
genti e in presenza di un sistema di con- nuti nel Dlgs 99/1992, nelle Dgr del- 1. che vi sia l’urgenza e quindi la necessità di
trolli puntuali e rigorosi. l’Emilia Romagna n. 2773/04 e n. 1801/- provvedere con immediatezza in ordine a si-
05 e loro successive modifiche e integrazio- tuazioni di effettivo e concreto pericolo di na-
Infatti, gli elevati livelli di specializzazione a- ni”. tura eccezionale e imprevedibile (nel caso de
gricola di vaste aree del nostro Paese hanno Il rilascio dell’autorizzazione da parte della quo presunto pericolo causato da una nume-
portato ad un’estrema semplificazione degli Provincia di (...) ha presupposto l’osservanza rosa presenza di mosche nell’abitazione della
ambienti rurali (monoculture, monosucces- delle prescrizioni di cui all’articolo 9, comma persona che ha segnalato l’inconveniente);
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
sioni ecc.) e alla netta separazione tra attività 3 del Dlgs 99/1992, con identificazione, sui 2. che non sia possibile far fronte a tali situa-
di allevamento e di coltivazione, determinando mappali catastali, della superficie dei terreni zioni con gli ordinari strumenti di ammini-
gravi fenomeni di abbassamento dei tenori di sui quali si intende applicare i fanghi, nonché strazione attiva;
sostanza organica dei suoli. la notifica dei dati analitici dei terreni, per i 3. che il tutto sia debitamente motivato all’in-
I dati sulla dotazione organica dei terreni di parametri indicati all’allegato II A. terno del provvedimento, nel quale non solo
pianura dell’Emilia Romagna evidenziano la Nonostante ciò, il Comune (...), con provvedi- dovrà essere adeguatamente ed esauriente-
presenza di ampie zone con tenori che si collo- mento n. (...)/2006, ordinava alla stessa: “1) mente esposta la puntuale indicazione della si-
cano spesso al di sotto dell’intervallo di nor- di sospendere immediatamente, in virtù tuazione di natura eccezionale e imprevedibi-
malità, pregiudicandone la fertilità. della grave situazione igienico-sanitaria le, ma anche quella di una situazione di peri-
Sulla base dei dati dell’archivio regionale del creatasi in località (...), lo spandimento in colo, quale ragionevole probabilità che accada
Servizio sviluppo sistema agroalimentare del- questa zona; 2) di effettuare nelle altre zo- un evento dannoso, nel caso in cui l’ammini-
l’Assessorato regionale all’Agricoltura, raccolti ne autorizzate lo spandimento di cui al- strazione non intervenga prontamente.
tra il 1980 e il 1994 (oltre 44.000 campioni), l’autorizzazione sopracitata alle seguenti Nel caso de quo, l’amministrazione non aveva
risulta che il 34% dei terreni ha una dotazione condizioni: a) effettuare del fanghi di terre- mai indicato una reale situazione di pericolo e
in sostanza organica bassa e il 31% normale. no [dei fanghi nel terreno, nda] interessato una ragionevole probabilità che accadesse un
Per mantenere nel tempo la fertilità dei suoli, in un’unica soluzione e nel minor tempo evento dannoso.
sono ritenute utili dalle Amministrazioni ripe- possibile utilizzando all’occorrenza più mo-
tute applicazioni di sostanza organica al terre- trici; b) provvedere allo spandimento nel Detto ciò, ai sensi dell’articolo 54 del Dlgs
no, al fine di migliorarne la qualità. In partico- più breve tempo possibile e comunque entro 267/2000, il collegamento con le esigenze
lare la sostanza organica influenza i fenomeni le 10 ore dall’inizio dell’accumulo e al suc- di protezione dell’igiene e salute pubblica
di infiltrazione, porosità, capacità di scambio cessivo immediato rovescio del materiale costituisce presupposto necessario per giu-
cationico, densità e stabilità degli aggregati, mediante aratura immediata affinché la stificare il ricorso al potere ordinatorio,
contribuisce a ridurre i rischi di erosione e au- copertura totale del materiale distribuito ma non sufficiente, ove non sussistano, co-
menta la capacità dei suoli di trattenere e me- avvenga nelle successive quattro ore; c) ido- me pareva nel caso in esame, gli ulteriori
tabolizzare numerose sostanze che diversamen- neo trattamento moschicida”. particolari requisiti di urgenza, e, quindi,
te andrebbero ad inquinare le acque. di pericolo per la pubblica incolumità.
La pratica dello spandimento dei fanghi in a- Diritto
gricoltura ha un duplice vantaggio: evita, da L’ordinanza del Comune di sospensione del- Il provvedimento deve necessariamente indica-
un lato, lo smaltimento degli stessi tramite in- l’attività di spandimento erano state adottate re i presupposti di azione dell’ordinanza con-
cenerimento o conferimento in discarica e, ai sensi dell’articolo 54, Dlgs 267/2000; si trat- tingibile ed urgente (2). Al riguardo la giuri-
dall’altro, la produzione di fertilizzanti di sin- tava quindi di ordinanze contingibili e urgenti. sprudenza dei tribunali amministrativi è asso-
tesi (1). L’ordinanza così riportava: “Considerato che lutamente consolidata, e infatti, il potere eser-
L’attività di smaltimento dei fanghi biologici sono pervenute a questo Comune numerose citabile dal Sindaco ai sensi dell’articolo 54
in agricoltura è rigidamente regolamentata segnalazioni di disagio da parte dei cittadi- Dlgs 267/2000 presuppone una situazione di
dal Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99 (su S.o. alla ni durante le operazioni di utilizzo agrono- pericolo effettivo, da esternare con congrua
Gu 15 febbraio 1992, n. 38, “Attuazione della mico per la presenza di cattivi odori e mo- motivazione (3).
direttiva 86/278/Cee concernente la protezione sche in particolare nella zona di (...). Visto Nel caso in esame nessuna concreta situazione
32 dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’u- il rapporto di sopralluogo redatto dall’Usl e di pericolo veniva esternata con congrua moti-
Giurisprudenza Tar Emilia Romagna – Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705
vazione da parte del Comune. parte motiva dell’ordinanza, dove accoglie il della salute della cittadinanza.
Il Tar adito, in sede di discussione ha eviden- ricorso, ma lo subordina al rispetto di tutte le
ziato che quando un’attività opera nel pieno condizioni che la Ausl riterrà di apporre a tute-
rispetto della normativa vigente, prima di esse- la della salute della cittadinanza.
re assoggetta a provvedimenti restrittivi e gra- In buona sostanza, da un lato si riconosce la (1) Su questi argomenti si veda Francesco Vitali,
Davide Angeli, Fanghi biologici, in Arpa Rivista n. 2
vemente lesivi, si deve concretamente valutare legittimità dell’attività svolta dalla ricorrente (marzo-aprile 2006).
se detta attività crei pericolo per la salute pub- nel pieno rispetto della normativa vigente, (2) In tal senso si veda Tar Emilia Romagna, Parma,
blica distinguendo quello che è un reale peri- dall’altro si ritiene comunque di subordinarla, 10 gennaio 2003, n. 1, in Dir. e Giust. 2003, 1442.
colo da quello che può essere un legittimo di- nel caso concreto alle ulteriori eventuali pre- (3) In tal senso si veda Tar Liguria, I Sezione, 28 a-
sagio. Tale ragionamento viene recepito nella scrizione che la Ausl vorrà prescrivere a tutela prile 2005, n. 532, in Foro amm. Tar, 2005, 4, 1015.
Rubriche Quesiti
sendo un aeroporto un’area privata, il formu- zienda per trasportare i rifiuti non perico-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- lario per le movimentazioni interne non è ri- losi derivanti dalla propria attività di co-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, chiesto (come, peraltro, sotto la vigenza del struzione e demolizione presso il proprio
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. “Decreto Ronchi”). impianto?
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- In ordine al registro si ritiene che i rifiuti di 2) Essendo la ditta proprietaria e gestore
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati cui è quesito, sotto il profilo fenomenologico, dell’impianto di recupero di rifiuti citato, è
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a sono dei rifiuti urbani in quanto rifiuti speciali sufficiente l’iscrizione per attività di tra-
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. assimilabili/assimilati agli urbani, pur non se- sporto in conto proprio o bisogna essere in
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale guendone il regime giuridico (conferimento a possesso dell’iscrizione in cat. 2 o cat. 4?
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto gestore pubblico e pagamento della tassa/ta-
con le tematiche specifiche.
riffa comunale). Infatti, si tratta di rifiuti non Fino all’entrata in vigore dell’articolo 212,
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti comma 8, Dlgs 152/2006 (29 aprile 2006)
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che ad uso diverso da quello di civile abitazione per le imprese che trasportavano i rifiuti non
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- (articolo 184, comma 2, lettera b), Dlgs pericolosi da loro stesse prodotti, non vi era
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto 152/2006). alcun obbligo di iscrizione all’Albo. Infatti, a
intestatario dell’abbonamento. Pertanto, per essi, il registro non è richiesto. mente dell’abrogato articolo 30, comma 4,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
I quesiti (la cui formulazione non deve superare le In ordine allo stoccaggio del soggetto che ef- Dlgs 22/1997 erano obbligate ad iscriversi
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
fettua il servizio, invece, si osserva che tale all’Albo gestori (tra le altre) “Le imprese che
ogni mese, su queste pagine. stoccaggio deve essere autorizzato secondo svolgono attività di raccolta e trasporto di ri-
le regole ordinarie o agevolate in dipendenza fiuti non pericolosi prodotti da terzi”. Quindi,
della tipologia di rifiuti e della logistica suc- dirimente era il criterio della “terzietà” del tra-
Risponde Paola Ficco cessiva organizzata da tale soggetto (deposi- sportatore rispetto al rifiuto, cioè laddove il ri-
to preliminare o messa in riserva). I vari Cer, fiuto (non pericoloso) non fosse stato prodotto
1. Aerei e “logistica” dei rifiuti si ritiene siano reperibili nel capitolo 20 01 dal trasportatore, costui doveva iscriversi al-
Una ditta effettua in appalto la pulizia de- dell’Elenco europeo dei rifiuti. l’Albo. Invece, laddove il rifiuto (non pericolo-
gli aerei in una zona dell’aeroporto di so) fosse stato prodotto da tale trasportatore
proprietà della stessa ditta oppure di pro- 2. Albo gestori: il trasporto in pro- costui non doveva iscriversi all’Albo.
prietà di altra ditta (o della struttura aero- prio dei rifiuti non pericolosi da se Con l’entrata in vigore del citato Dlgs 152/
portuale); i rifiuti prelevati all’interno so- stessi prodotti è soggetto solo al- 2006 (a seguito della sentenza di condanna
no per esempio riviste usate, sacchetti u- la procedura “light” della Corte di Giustizia Ue contro l’Italia 9 giu-
tilizzati per il mal d’aria ecc. La pulizia e- Un’impresa edile è proprietaria e gestisce gno 2005) questa esenzione è venuta meno.
sterna prevede la raccolta del liquido (ac- un impianto di macinazione e triturazione Pertanto, si ritiene che un’azienda che tra-
qua e detergenti) in vasche di raccolta per il recupero di rifiuti inerti (allegato 1, sporta (anche presso il proprio impianto) ri-
stese sotto l’aereo: servono registro e Dm 5 febbraio 1998, punto 7.1). Per l’atti- fiuti non pericolosi derivanti dalla propria atti-
formulario per ogni aereo? Serve autoriz- vità di raccolta e trasporto è iscritta nella vità (nel caso di specie costruzione e demoli-
zazione allo stoccaggio? È configurabile categoria 2 Albo gestori (raccolta e tra- zione) deve essere iscritta all’Albo secondo la
come manutenzione e che Cer utilizzare? sporto di rifiuti speciali non pericolosi re- procedura di cui all’articolo 212, comma 8,
cuperabili). Dlgs 152/2006. Di contro, l’iscrizione nelle
Con il termine manutenzione si intendono Tale Albo ha comunicato che essendo categorie 2 o 4 non sono affatto richieste.
tutte quelle attività atte a mantenere in effi- l’impianto autorizzato in regime ordinario,
cienza un sistema, un impianto, un elemento, la categoria d’iscrizione è la 4 (raccolta e 3. Deposito preliminare, non può
una costruzione. Quindi, il lavoro di pulizia trasporto di rifiuti speciali non pericolosi mai recapitare nella messa in ri-
non può essere inteso come manutenzione. prodotti da terzi) e non la 2 (raccolta e serva (e viceversa)
Infatti, anche se sporco, un aereo è comun- trasporto di rifiuti speciali non pericolosi Un impianto di stoccaggio rifiuti pericolo-
que in condizioni di volare. recuperabili) poiché il conferimento è ef- si e non, autorizzato ex articolo 208 Dlgs
Il formulario non si ritiene sia necessario per- fettuato, appunto, presso un impianto au- 152/2006 al deposito preliminare (D15) e
ché, a mente dell’articolo 193, comma 9, torizzato in regime ordinario e non iscritto alla messa in riserva (R13) per le stesse
Dlgs 152/2006, “la movimentazione dei rifiu- in regime semplificato. tipologie, riceve tutti i rifiuti in impianto
ti esclusivamente all’interno di aree private A seguito dell’introduzione dell’articolo caricandoli in ingresso sul relativo regi-
non è considerata trasporto ai fini della parte 212, comma 8, Dlgs 152/2006 si chiede: stro di c/s, sui formulari e nel successivo
34
quarta del presente decreto”. Pertanto, es- 1) Quale tipo di iscrizione deve avere l’a- Mud quale operazione di deposito preli-
minare (D15). Alla successiva uscita talu- L’impianto mobile censito dall’articolo 208, Ferma la problematicità della questione, a
Rubriche Quesiti
ni di questi rifiuti vengono inviati ad altro comma 15, Dlgs 152/2006 è quello che ef- meno di una riscrittura non si vede altra let-
impianto con la causale R13 al riquadro 5 fettua recupero o smaltimento. Se con l’e- tura possibile.”.
del formulario. Possono sussistere san- scavatore si agisce su manufatti nuovi è
zioni a carico del primo impianto (che pe- chiaro che non si sta effettuando né recupero 5. Formulario: il trasbordo parzia-
raltro era autorizzato anche all’R13) per il né smaltimento. Se invece l’escavatore opera le è ammesso solo in casi ecce-
mutamento di causale tra l’ingresso e la su strutture in cemento armato derivanti da zionali; quindi, praticamente, non
successiva uscita? una demolizione, il discorso è diverso e a ri- esiste
gore deve seguire la procedura di cui al cita- La ditta Alfa utilizza propri mezzi per il
Il punto D15, allegato B, parte IV, Dlgs 152/ to comma 15. prelievo del percolato di discarica, ed ef-
2006 (al pari dell’abrogato Dlgs 22/1997) in- Il motivo per il quale per tali impianti, a diffe- fettua il trasbordo, di ogni singolo carico
dividua tra le operazioni smaltimento il renza del “Decreto Ronchi”, non è prevista prelevato (per ogni intervento 4-5 cari-
“Deposito preliminare prima di una delle ope- alcuna esenzione dalla procedura autorizza- chi), su autotreno di altro trasportatore
razioni di cui ai punti da D1 a D14...”. Si trat- toria declinata nel citato comma 15 è stato (ditta Gamma) per trasportare il rifiuto
ta, dunque, dello stoccaggio dei rifiuti avviati già oggetto della risposta al quesito n. 64, in presso il destinatario (ditta Beta).
ad altre operazioni di smaltimento. questa Rivista, n. 132 (8-9/2006); tuttavia Tale operazione viene effettuata per esi-
Il punto R13, allegato C, parte IV, Dlgs 152/ stante l’importanza del tema è opportuno ri- genze operative per ottimizzare tempi e
2006 (al pari dell’abrogato Dlgs 22/1997) in- proporre tale motivo: risorse economiche, al fine di effettuare
dividua tra le operazioni recupero la “Messa in “L’articolo 208, comma 15, Dlgs 152/2006 un unico trasporto di quantità più elevata
riserva di rifiuti per sottoporli ad una delle ope- stabilisce che ‘Gli impianti mobili di smalti- presso il destinatario.
razioni individuate nei punti da R1 a R12...”. Si mento o di recupero, esclusi gli impianti mo- Il trasbordo avviene nel rispetto della cir-
tratta, dunque, dello stoccaggio dei rifiuti av- bili che effettuano la disidratazione dei fanghi colare Ambiente/Industria 4 agosto 1998,
viati ad altre operazioni di recupero. generati da impianti di depurazione e reim- n. 1, punto v), comma 1, che consente di
Come è evidente, tra le due operazioni di mettono l’acqua in testa al processo depura- annotare tutte le circostanze del trasbor-
stoccaggio esiste un rapporto di “verticalità” tivo presso il quale operano, ad esclusione do nel formulario.
e non di “orizzontalità”, nel senso che quanto della sola riduzione volumetrica e separazio- Il destinatario è stato sottoposto a con-
posto in deposito preliminare non può andare ne delle frazioni estranee, sono autorizzati, in trollo e gli viene indicato di non accettare
a messa in riserva ma solo ad altre operazio- via definitiva, dalla regione ove l’interessato formulari con annotazioni cosi lunghe ed
zioni”. Certamente, l’annotazione è lunga, ma parziale, ma totale, si ritiene che l’ipotesi da regionale.
la disciplina positiva non ne prevede l’entità seguire sia quella sub 1), nel rispetto di
materiale (lunga o corta). In questo caso, è i- quanto declinato dalla circolare Ambien- 7. Iva al 10% per i fanghi da trat-
noltre previsto dalla circolare che, a conclu- te/Industria del 4 agosto 1998. La circolare tamento acque di cartiera
sione del trasporto, gli originali del formulario non è fonte di diritto, ma solo un atto ammi- Con risoluzione 17 gennaio 2006 n. 14
dovranno restare: due al produttore/deten- nistrativo; tuttavia, nella sua qualità di atto (1), l’Agenzia delle Entrate ha ricordato
tore; uno al trasportatore che consegna i rifiu- amministrativo contribuisce a disciplinare il che il n. 127-sexiesdecies della Tab. A
ti al destinatario finale e uno al destinatario fi- sistema delle scritture ambientali e garanti- parte III, allegata al Dpr 26 ottobre 72, n.
nale. Per gli altri soggetti, la circolare ammet- sce la perfetta rintracciabilità dei rifiuti. 633, prevede l’applicazione dell’Iva al
te l’uso di fotocopie del formulario (comma 3). Questo deve essere il dato saliente per il 10% per le “prestazioni di gestione, stoc-
Tra gli imprevisti tecnici, invece, rientra la rot- controllore. Tuttavia, resta fermo che nessu- caggio e deposito temporaneo, previste
tura o la “panne” del mezzo. no può confondere le due ipotesi rese evi- dall’articolo 6, comma 1, lettere d), l) e
2. Il comma 4, n. 1, lettera v) della medesi- denti dalla circolare citata scegliendo quella m) del “Decreto Ronchi”, di rifiuti urbani
ma circolare Ambiente/Industria 4 agosto che più gli aggrada. Le fattispecie sono di- di cui all’articolo 7, comma 2, e di rifiuti
1998 contempla il caso del trasbordo “par- verse e individuate, in modo estremamente speciali di cui articolo 7, comma 3, lette-
ziale” (il viaggio di parte del carico prosegue chiaro. ra g), del medesimo decreto”. Con la pre-
con mezzi diversi da quelli che hanno effet- sente si chiede se alle attività di gestione
tuato il prelievo/raccolta ma sempre dello 6. Impianti di depurazione, il pa- dei rifiuti costituiti da fanghi derivanti dal
stesso trasportatore oppure con mezzi di tra- rere preventivo della Provincia trattamento acque dell’industria cartaria
sportatori diversi). È consentito “per motivi non è previsto classificati con i codici Cer 030309 e Cer
eccezionali”. L’eccezionalità dell’evento è Per la realizzazione di un impianto di de- 030310 deve essere applicata l’aliquota
sempre riconducibile, sotto il profilo fenome- purazione, con un sistema di sub irriga- Iva agevolata del 10%.
nologico, alla sua non prevedibilità; quindi, il zione è necessario un parere preventi-
motivo è eccezionale, solo se e in quanto non vo/nulla osta allo scarico da parte del- L’articolo 127-sexiesdecies, Tabella A, parte
è prevedibile (alla stregua di un terremoto, o l’Amministrazione provinciale settore am- III, allegata al Dpr 633 del 1972, riconosce
di un’alluvione). In sostanza, con questa se- biente, oppure tale Amministrazione ha l’aliquota agevolata unicamente alle “presta-
conda previsione, la circolare si limita a cen- competenze solo ed esclusivamente al ri- zioni di gestione, stoccaggio e deposito tem-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
sire il trasbordo parziale, e lo tollera, ma lo lascio dell’autorizzazione allo scarico, ai poraneo” dei rifiuti urbani e speciali espres-
relega ad una situazione talmente residuale sensi dell’articolo 124, Dlgs 152/2006? samente individuati. Tra questi rifiuti speciali
da connotarla con il criterio della ecceziona- lì tipizzati vi sono anche quelli di cui articolo
lità (si ripete, non prevedibilità). Il che ha un Nel testo del Dlgs 152/2006 non si rinviene 7, comma 3, lettera g), Dlgs 22/1997 che in-
senso, tutto quanto potrebbe avvenire e che la necessità e/o la opportunità di un parere dividuava “I rifiuti derivanti dall’attività di re-
giustifica il trasbordo “totale” ricade tra le “e- preventivo/nulla osta della Provincia rispetto cupero o smaltimento di rifiuti, i fanghi pro-
sigenze operative e gli imprevisti tecnici” (di alla realizzazione di un impianto di depurazio- dotti dalla potabilizzazione e da altri tratta-
cui al comma 1). Tuttavia, i Ministeri compe- ne. Salvo diversa disciplina regionale, alla menti delle acque e dalla depurazione delle
tenti, all’epoca, lasciarono una “finestra a- Provincia (o alla futura Autorità d’Ambito) acque reflue e da abbattimento di fumi”.
perta” perché (stanti le particolarità dei vari compete la potestà (diritto/dovere) di autoriz- Ora questo decreto è stato abrogato ad opera
trasporti) poteva esserci qualcosa di diverso zazione lo scarico, ex articolo 124, comma 7, del Dlgs 152/2006, che, sul punto, però ne
che potesse giustificare il trasbordo di una Dlgs 152/2006 medesimo. ripropone gli stessi contenuti. Il riferimento è
sola parte del carico. L’importante era (ed è) La domanda di autorizzazione agli scarichi di ora reperibile nell’articolo 184, comma 3,
la tracciabilità dei rifiuti. In questi casi, infatti, acque reflue industriali, a mente dell’articolo lettera g), Dlgs 152/2006 che individua esat-
il comma 4 suggerisce che “il trasportatore 125, Dlgs 152/2006 citato, deve essere cor- tamente gli stessi identici rifiuti.
dovrà emettere un nuovo formulario relativo redata dall’indicazione delle caratteristiche Pertanto, si ritiene che l’aliquota Iva del 10%
al quantitativo di rifiuti conferito al secondo quantitative e qualitative dello scarico e del sia applicabile alla gestione di rifiuti costituiti
mezzo di trasporto. Nel nuovo formulario, il volume annuo di acqua da scaricare, dalla ti- da fanghi derivanti dal trattamento acque
trasportatore dovrà indicare, nello spazio ri- pologia del ricettore, dalla individuazione del dell’industria cartaria poiché il riferimento nor-
servato al produttore/detentore, la propria ra- punto previsto per effettuare i prelievi di con- mativo di cui al citato articolo 184, comma 3,
gione sociale e, nello spazio per le annotazio- trollo, dalla descrizione del sistema comples- lettera g) (analogamente a quello di cui all’a-
ni, il motivo del trasbordo, il codice alfanu- sivo dello scarico ivi comprese le operazioni brogato articolo 7, comma 3, lettera g), “De-
merico del primo formulario e il nominativo ad esso funzionalmente connesse, dall’even- creto Ronchi”) è fatto (tra gli altri) ad “altri trat-
del produttore di origine. Sul primo formulario tuale sistema di misurazione del flusso degli tamenti delle acque”, dove – letteralmente, in
di identificazione, nello spazio per le annota- scarichi, ove richiesto, e dalla indicazione assenza di ulteriori specifiche – ben possono
zioni, dovrà essere apposto il codice alfanu- delle apparecchiature impiegate nel processo rientrare anche i fanghi di cui è quesito.
merico del nuovo formulario emesso e gli e- produttivo e nei sistemi di scarico nonché dei
stremi identificativi del trasportatore che sistemi di depurazione utilizzati per consegui- (1) In questa Rivista n. 127 (3/06).
prende in carico i rifiuti. re il rispetto dei valori limite di emissione.
Al produttore dovrà comunque essere resti- Mentre per gli scarichi di acque reflue urba- 8. Microraccolta, la mancata ma-
tuita la quarta copia del primo e del secondo ne, ai sensi dell’articolo 126, Dlgs 152/ nipolazione non incide sul tempo
formulario emesso”. In sostanza dunque, il 2006, le Regioni disciplinano le modalità di di giacenza sul camion
trasbordo parziale del carico non è ammesso, approvazione dei progetti degli impianti di Se i rifiuti non vengono toccati nel furgo-
se non – si ripete – per motivi eccezionali. trattamento. Quindi, solo per questo caso, si ne, il trasportatore può provvedere ad ef-
36
Quindi, poiché nel caso di cui è quesito, non ritiene che possa esistere un parere preventi- fettuare altri ritiri? Nel momento in cui ha
finito il giro va a smaltirli. Per poter fron- riore disamina delle tematiche connesse alla gue) per tali operazioni.
Rubriche Quesiti
teggiare tali esigenze il trasportatore ha sosta sui camion si vedano risposte ai quesiti La quarta colonna del registro deve sempre
bisogno di almeno 4 giorni. È possibile? nn. 90 e 91, in questa Rivista, n. 133, 10/ essere compilata, perché non sono previste
06, pag. 32). eccezioni di sorta.
Il concetto di microraccolta è reso più esplici- Si ricorda che ad ogni “presa” e ad ogni tipo- Non essendo (a parere di chi scrive) le acque
to dall’articolo 193, comma 11, Dlgs 152/ logia di rifiuti corrisponde un unico e solo for- reflue da lavaggio cassonetti rifiuti da manu-
2006, nei seguenti termini: “La microraccolta mulario. Inoltre, a mente del punto 2, lettera tenzione, il deposito temporaneo non può es-
dei rifiuti, intesa come la raccolta di rifiuti da m), circolare Ambiente/Industria 4 agosto sere effettuato presso l’impianto di chi effet-
parte di un unico raccoglitore o trasportatore 1998 sui formulari e i registri “in caso di rac- tua il lavaggio, perché il luogo di produzione
presso più produttori o detentori svolta con lo colta di rifiuti speciali della stessa tipologia del rifiuto non è ubicato in quel sito (né, fino a
stesso automezzo, dev’essere effettuata nel ed individuati con lo stesso codice (Cer) da diversa – quanto improbabile – disposizione
più breve tempo tecnicamente possibile. Nei parte di un unico raccoglitore/trasportatore legislativa, può intendersi come tale il territo-
formulari di identificazione dei rifiuti devono presso più produttori/detentori, il raccoglito- rio comunale), quindi, il serbatoio aziendale è
essere indicate, nello spazio relativo al per- re/trasportatore provvede ad effettuare un’u- un sito dove avviene il deposito preliminare
corso, tutte le tappe intermedie previste. Nel nica annotazione sul proprio registro di carico che, come tale, va regolarmente autorizzato.
caso in cui il percorso dovesse subire delle e scarico. La registrazione unica, però, dovrà
variazioni, nello spazio relativo alle annotazio- riguardare le utenze servite nell’arco della 10. Registro: dopo la chiusura del
ni dev’essere indicato a cura del trasportato- stessa giornata e dovrà contenere gli estremi cantiere è ragionevole conservar-
re il percorso realmente effettuato”. dei formulari emessi nell’arco della medesi- lo presso la sede del bonificatore
Il riferimento al fatto che essa debba “essere ma giornata”. L’azienda che effettua bonifica di mate-
effettuata nel più breve tempo tecnicamente riale in amianto, iscritta alla categoria 10
possibile” rende evidente che la tolleranza 9. Reflui di lavaggio cassonetti: dell’Albo, poiché produttore del rifiuto, è
del Legislatore è concepita “verso il basso”. non sono rifiuti da manutenzione obbligata a tenere un registro di carico
Tale disposizione, si ritiene che possa e deb- È possibile considerare le acque di lavag- scarico rifiuti per ogni cantiere, tenendo
ba essere raccordata con il successivo com- gio cassonetti alla stregua dei rifiuti da at- presente che la maggior parte dei cantieri
ma 12 del medesimo articolo 193, a mente tività di manutenzione intravisti all’articolo durano all’incirca da uno a quattro giorni?
del quale: “La sosta durante il trasporto dei 266, comma 4 del Dlgs 152/2006 e, quin-
rifiuti caricati per la spedizione all’interno dei di, operare c/o l’Azienda in regime di de- La bonifica non va confusa con la manuten-
cali tassabili...”, come ci si comporta provenienti da reparti per infettivi? Per to alle premesse dell’elenco dei rifiuti, la
quando una superficie scoperta operativa tali codici vige la privativa comunale? “provenienza” e il criterio guida per l’asse-
è anche pertinenziale o accessoria ad un gnazione dei codici Cer.
locale tassabile? Riguardo all’assegnazione dei codici Cer del b) Per quanto riguarda le lampade fluore-
capitolo 20 alle tipologie di rifiuti prodotti del- scenti purtroppo nel Catalogo europeo dei ri-
Se si tratta di superficie operativa, vuol dire le strutture sanitarie, riportate nel quesito in fiuti sono riportate solo nel Capitolo 20 e
che vi si svolge una fase dell’attività dell’ope- esame, è d’uopo osservare quanto segue: stante la loro caratteristica di pericolosità per
ratore economico. a) il Dpr 253/2003 stabilisce l’elenco dei ri- presenza di Hg, si può ritenere corretto asse-
Questo esclude la natura meramente perti- fiuti sanitari “assimilati” ai rifiuti urbani in ba- gnare il Cer 200121. Tale tipologia di rifiuti
nenziale dell’area, che non è compatibile con se alle caratteristiche qualitative; in sintesi, non viene assimilata ai rifiuti urbani nel citato
una destinazione d’uso autonoma della stes- tali rifiuti, di cui all’articolo 2, lettera g), sono: Dpr 254/2003 e quindi esse potranno essere
sa. Si pensi agli esempi classici delle aree • rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti conferita al soggetto che effettua il servizio di
destinate a parcheggio gratuito per i clienti e dall’attività di ristorazione (esclusi quelli raccolta e smaltimento delle altre tipologie di
(aree pertinenziali ed accessorie), da un lato, classificabili “infetti”); rifiuti sanitari con il Cer 200121 citato, come
e alle aree adibite a deposito (aree operative) • vetro, carta, cartone, plastica metalli, im- rifiuti speciali di origine sanitaria;
dall’altro. Ne consegue l’imponibilità piena ballaggi in genere; c) Per quanto concerne le batterie e accumu-
delle superfici in oggetto. • materiali ingombranti; latori sarebbe più opportuno assegnargli i co-
• spazzatura; dici Cer del capitolo 1606, al fine di conside-
• indumenti e lenzuola monouso; rare la loro provenienza, che non è quella in-
Risponde Loredana Musmeci • rifiuti di giardinaggio; dividuata nel Capitolo 20. Infatti i codici Cer
• gessi ortopedici, bende, assorbenti igienici, 160601*, 160602*, 160603*, 160604 e
12. Cer e rifiuti sanitari pannolini pediatrici, pannoloni, contenitori e 160605 meglio individuano la tipologia del ri-
È corretta l’attribuzione dei codici Cer del sacche per le urine, purché non classificabili fiuto e permettono di mantenere per il rifiuto
capitolo 20 ai rifiuti prodotti dalle struttu- a rischio infettivo. la caratteristica di rifiuto speciale;
re sanitarie (che le stesse intendono ap- Per tali rifiuti, ove vengano conferiti al servi- d) Anche per i rifiuti elettrici ed elettronici
paltare nello stesso bando di gara unita- zio di raccolta dei rifiuti urbani, si potranno, valgono le considerazioni espresse al punto
mente alle tipologie di rifiuti a rischio in- anzi si dovranno utilizzare, i codici Cer del c). Pertanto è opportuno assegnargli i Cer del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)
Errata corrige
Sul n. 135 (12/06) di questa Rivista, nella rubrica Osservatorio Raee, a pag. 37, al paragrafo “Il dibattito in corso”, secondo punto, si legga:
• Semplificazioni per la gestione dei divergenze di opinione: una parte del mon- È appena il caso di ricordare che attual-
Raee presso il punto vendita e presso le do della distribuzione è a favore dell’esclu- mente la definizione di “apparecchiatura u-
piazzole comunali: in generale, tutti av- sione assoluta dalla disciplina sui rifiuti, sata” è pienamente vigente, per cui è chia-
vertono la necessità di semplificare le pro- sulla base della definizione di “apparecchia- ro che, qualora la norma secondaria indivi-
cedure amministrative, in particolare per la tura usata” introdotta dal Dlgs 151/2005; dui come Raee le apparecchiature dismes-
fase precedente alla consegna al centro di un’altra parte, in considerazione della dub- se al momento dell’acquisto del nuovo, oc-
raccolta (ritiro, messa in riserva, trasporto), bia conformità al diritto comunitario, di tale correrà modificare coerentemente il Dlgs
in modo da non trasformare i distributori e i definizione (e quindi di tale esclusione), vor- 151/2005 per evitare confusione nell’appli-
commercianti in operatori professionali del- rebbe limitare gli adempimenti a poche, cazione della normativa e possibili elusioni
la gestione dei rifiuti. Tuttavia, sugli stru- semplici, formalità di facile gestione e ad o- degli obblighi di gestione.
38 menti per conseguire tale risultato esistono neri contenuti.
a cura di Maria Letizia Nepi Fise Unire – Confindustria
Uno sguardo all’Europa: i irrealizzabile, in quanto, una volta che si è dominante) nazionale responsabile per la
sistemi nazionali di gestione messa in piedi una rete di raccolta funzio- raccolta/recupero/finanziamento di tutti i
dei Raee (*) nante e si è dato un minimo di informazione Raee all’interno dei confini nazionali: la natu-
alla cittadinanza, si raggiungono normalmen- ra giuridica differisce da stato a stato, e nor-
Mentre in Italia, a distanza di circa 15 mesi te quantitativi ben più elevati di quelli previsti. malmente si tratta di organizzazioni non go-
dall’adozione del Dlgs 151/2005, si discute Ugualmente si può dire per il raggiungimento vernative, senza fini di lucro, che sono state
su come dare concreta attuazione alla diretti- degli obiettivi di recupero: i sistemi preesi- costituite da una o più associazioni dei pro-
va Raee (in particolare per quanto riguarda le stenti alla direttiva mostrano tassi particolar- duttori e/o distributori. Generalmente sono
modalità di iscrizione al Registro nazionale da mente alti (circa l’80-90%, compreso il recu- organizzate in filiere merceologiche in rela-
parte dei “produttori” di Aee, i compiti e il pero energetico). zione alle categorie di apparecchiature. A
funzionamento degli organismi deputati al volte nei paesi a sistema collettivo è consen-
“governo” del sistema – Comitato di vigilanza Molto diversa e più complessa è invece la tito a retailer e produttori che hanno messo
e controllo, Comitato di indirizzo e Centro di situazione in quei paesi, come l’Italia, che in piedi un’organizzazione autonoma e paral-
coordinamento) altri paesi europei sono già non avevano già una “cultura Raee”, e lela di rimanere fuori dal sistema collettivo
che quindi hanno dovuto, o dovranno, svi- stesso: tuttavia, la possibilità di aderire a tali
correnti in modo che sia assicurata la coper- i “compliance scheme” a carattere paneuro- luce dagli operatori economici, riguardo i
tura equa di tutti i punti di raccolta sul territo- peo, posti in essere da produttori che opera- Registri, riguardano soprattutto:
rio. È la forma di organizzazione preferita dai no su scala internazionale con l’intento di a) la difficoltà a raccogliere informazioni
paesi più grandi, che vogliono evitare situa- produrre sia guadagni in efficienza (da river- aggiornate sulle normative presenti nei
zioni monopolistiche e cercare di ridurre i co- sare anche sul costo finale del prodotto e venticinque Stati membri, relativamente a:
sti attraverso il ricorso al mercato. I sosteni- quindi sui consumatori), sia un positivo im- • soggetto da contattare e procedura di
tori di questo modello ritengono, infatti, che patto sull’ambiente attraverso adeguati inve- registrazione;
un sistema monopolistico non incoraggi una stimenti in ricerca tecnologica, grazie alle e- • soggetti tenuti alla registrazione e re-
vera riduzione dei costi; tuttavia al momento conomie di scala e all’ottimizzazione dei tra- lativi requisiti;
analisi e confronti approfonditi sui costi delle sporti. Il sistema paneuropeo attualmente più • tipologia di dati da trasmettere;
due forme di organizzazione non sono dispo- imponente è la Piattaforma europea per il ri- • scadenze da rispettare;
nibili, per la difficoltà a reperire dati omoge- ciclaggio (European Recycling Platform – b) la necessità di individuare un rappre-
nei e quindi confrontabili. Erp), che opera in dieci paesi diversi. sentante autorizzato o una propria rap-
presentanza negli Stati dove non è per-
La scelta tra i due sistemi, all’interno di I Registri nazionali dei produttori messa la registrazione diretta;
ciascuno Stato membro, non è stata faci- di Aee c) l’applicazione di tasse di iscrizione e di
le: sicuramente, laddove un paese gode Ma qual è la situazione paese per paese? sanzioni differenziate da paese a paese,
di una forte struttura delle Camere di Qual è lo stato di attuazione della direttiva e, sganciate da criteri comuni;
commercio o delle organizzazioni dei pro- soprattutto, quali sono gli stati che hanno già d) la mancanza di una clausola di reci-
duttori, fondata su una tradizione centra- reso operativo il famoso “Registro dei produt- procità e quindi l’obbligo di effettuare più
lizzata e collaborativa di “decision ma- tori” cui si devono iscrivere fabbricanti, im- registrazioni, secondo differenti requisiti
king”, i produttori stessi hanno risolto al- portatori di Aee, in linea generale chiunque e procedure. Spesso le informazioni fina-
l’interno le contrapposizioni e si sono immetta per la prima volta, o con un proprio lizzate alla registrazione sono disponibili
presentati con una posizione unitaria e marchio, un’Aee nel mercato nazionale? solo nel linguaggio nazionale, ed analo-
negoziata nei confronti del governo; lad- La tabella sotto riportata fornisce la fotografia gamente le informazioni e la documenta-
dove invece tale tradizione è meno forte, i dei Registri nazionali, nonché dei termini pre- zione deve essere inviata nella lingua na-
governi hanno dovuto scegliere al posto visti (sulla base delle informazioni rese dispo- zionale. Questo rende la registrazione dif-
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dell’industria. nibili dalle fonti citate) per la registrazioni da ficile, complessa e costosa, in particola-
parte dei soggetti obbligati. È indicata altresì re per le piccole e medie imprese.
In ogni caso, la chiave per costruire un siste- la situazione della Svizzera, nonostante essa
ma di successo è individuabile in primo luogo non sia membro Ue: questa nazione ha adot- Inoltre, i diversi governi e parlamenti naziona-
nel cercare di andare incontro alle specificità tato un sistema particolare, su base non ob- li dovrebbero intendersi sul significato di al-
locali, culturali e geografiche, tenendo pre- bligatoria. Dall’esame delle informazioni ri- cuni termini e fattispecie, ai quali essi danno
sente il tessuto imprenditoriale esistente, portate, a quattro anni dall’emanazione della interpretazioni differenti, quali la definizione
nonché le pratiche di raccolta e recupero in direttiva risulta che, nell’Europa dei venticin- di produttore, le tipologie di apparecchiature
atto. La soluzione va individuata attraverso la que, ben diciassette Stati membri hanno co- che rientrano nel campo di applicazione della
ricerca di un giusto equilibrio tra performan- stituito un Registro nazionale dei produttori di direttiva, la differenza tra Aee domestiche e
ce ambientali e costi economici complessivi, Raee, la maggior parte dei quali lo ha affidato professionali, la definizione del peso dell’Aee
in modo da porsi obiettivi ambiziosi ma reali- a enti pubblici (Ministero dell’Ambiente, A- ecc.
stici in termini di volumi, costi e standard. genzie nazionali o locali per l’ambiente o or- In tale contesto assume rilevanza fondamen-
Altri fattori di successo determinanti sono ganismi creati ad hoc). Cinque paesi (Dani- tale il processo di revisione della direttiva
senz’altro la chiarezza e la semplicità del- marca, Germania, Irlanda, Olanda e Porto- Raee (direttiva 2002/96/Ce), che dovrebbe
l’informazione al consumatore e ai distributo- gallo) hanno invece scelto la strada di affida- rendere il sistema europeo più integrato ed
ri sulle modalità di consegna dei Raee, e il re ad uno o più enti o società private, costi- efficiente. In previsione delle probabili diffi-
coinvolgimento delle amministrazioni locali, tuite dai soggetti obbligati o dalle loro orga- coltà interpretative e applicative, nonché del-
soprattutto per quanto riguarda l’organizza- nizzazioni, la tenuta e la gestione del Registro le ovvie disomogeneità che si sarebbero ve-
zione dei punti di raccolta. Prima di porsi o- dei produttori. nute a determinare in relazione all’attuazione
biettivi in termini di risultati, è comunque Come si vede, il panorama è molto diversifi- in Europa della direttiva, la stessa ha infatti
consigliabile che il sistema parta, in quanto cato, e lo è ancor più qualora si prendano in previsto una procedura di revisione, stabilen-
solo attraverso l’esperienza se ne può testare considerazione anche, per esempio, le san- do anzitutto che la Commissione inoltri al
l’efficacia. zioni per la mancata iscrizione al Registro, le Parlamento e al Consiglio un Rapporto sul-
La maggior parte degli stati hanno concen- procedure e i requisiti per l’iscrizione, nonché l’applicazione della direttiva e, in secondo
trato la propria attenzione soprattutto sul i mezzi scelti per il finanziamento dei Raee, le luogo, che tale relazione sia accompagnata
B2C, ovvero su come i Raee domestici deb- informazioni che periodicamente i produttori (se opportuno) da una proposta di revisione
bano tornare ai produttori, che costituisce il devono comunicare sulle apparecchiature degli articoli più rilevanti, in particolare quelli
nodo centrale del problema della gestione dei immesse sul mercato e gestite attraverso i relativi agli obiettivi di raccolta e recupero.
Raee; il B2B (ovvero il professionale) secondo vari canali ecc. L’argomento sarà oggetto di uno specifico
l’opinione più diffusa non richiede la creazio- Tale disomogeneità determina senz’altro un approfondimento in un prossimo numero di
ne di sistemi obbligatori, anche in ragione del onere amministrativo, economico e legale per questa Rivista, all’interno di questa stessa
modello “closed loop” della maggioranza dei le aziende che intendono operare nel merca- rubrica.
contratti, i quali prevedono il ritiro del vecchio to della Comunità, soprattutto nel caso di im-
40
alla consegna del nuovo. prese di non grandi dimensioni.
Tabella 1. Registri Raee negli altri Paesi europei
Paese Messa in atto Gestione pubblica Organismo che cura Termini per la registrazione
di un Registro o privata la tenuta del registro
Slovacchia Sì pubblica Ministero dell’Ambiente – Direzione ge- Entro il 30 giugno 2005
stione dei rifiuti
Slovenia Sì pubblica Ministero dell’ambiente. Entro il 30 giugno 2005
Il Registro nazionale sarà gestito da
una “clearing house” che curerà alcune
funzioni riguardanti la registrazione, la
raccolta dei dati sui Raee, ecc.
Spagna Sì pubblica Registro nazionale degli Stabilimenti in- Operativo dal gennaio 2006
dustriali
Svezia No pubblica Agenzia per l’ambiente Maggio 2006
Ungheria Sì pubblica Ispettorato ambientale nazionale Dal 1° gennaio 2005
Svizzera Sì indipendente S.EN.S. - Stiftung Entsogung Schweiz Registrazione non obbligatoria
(5)
Fonte: “Directive 2002/96/EE (WEEE) Overview on National Registers in Member States” – aggiornamento al maggio 2006 – Orgalime.
(*) Fonti delle informazioni riportate nell’articolo e nelle (2) La fondazione EAR è stata incaricata dall’Agenzia (4) L’organismo di registrazione ha il compito di deter-
note: “Implementation of the waste electric and electro- per l’ambiente di tenere il Registro; è stata costituita minare le quote di mercato e le garanzie finanziarie.
nic equipment directive in the EU” – European Com- nel febbraio 2004 da 27 produttori di Aee e 3 associa- (5) La S.EN.S. è una fondazione indipendente, neutrale,
mission Directorate-general – Joint Research Centre zioni per funzionare come “clearing house”. senza scopo di lucro, che ha realizzato a livello nazio-
2006; siti web degli enti che curano la tenuta dei regi- (3) A partire dal 1° gennaio 2007 e per tutto il mese di nale sistemi di gestione per gli elettrodomestici piccoli
stri nazionali. gennaio i consorzi e le strutture di raccolta e trattamen- e grandi, per gli utensili per il fai da te, il giardinaggio e
(1) Per gli anni successivi l’informativa va mandata due to dovranno registrarsi presso le Agenzie dell’Ambiente il tempo libero, i giocattoli e i dispositivi d’illuminazione
volte l’anno secondo il calendario stabilito. locali. e le lampade.
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normativa Vincenzo Dragani Leonardo Filippucci qualunque uso, anche parziale, dei testi.
Simona Faccioli Luigi Lovecchio Il presente numero
Monica Rocca Roberto Montali è stato chiuso in Redazione Edizioni
Loredana Musmeci il 22 dicembre 2006 Ambiente
n. 136 (1/07)
Riferimenti Massima
Corte di Cassazione, Reati contro la fede pubblica Ricorre il reato di falso ideologico in un atto pubblico nell’ipotesi di atto a contenuto di-
III Sez. penale, – Falsità in atti – Falsità ideo- spositivo nel quale la parte descrittiva nel documentare una certa realtà come necessa-
5 maggio 2003, logica – Atto dispositivo – rio presupposto delle relative determinazioni, attesta l’esistenza di una situazione di fatto
n. 20073 Presupposto legale o di fatto o di diritto contraria al vero. In tal modo, si produce da essa l’affidamento dei terzi in
dell’atto dispositivo – Falsità quanto si tratta di attestazione fidefacente proveniente da un pubblico ufficiale. Nella
riguardante tale parte – Con- fattispecie, la Corte Suprema di Cassazione ha confermato le statuizioni penali di con-
figurabilità del reato – Fatti- danna a carico di taluni membri di una giunta comunale che avevano disposto la proro-
specie in tema di proroga del ga del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sul presupposto giustificativo che
servizio di smaltimento dei ri- la relativa discarica avesse raggiunto un soddisfacente grado di efficienza, benché le
fiuti solidi urbani da parte di condizioni di grave precarietà della stessa fossero state riscontrate sia in sede ammini-
Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Reato In tema di abbandono di rifiuti, il reato contemplato dall’articolo 51, Dlgs 5 febbraio
III Sez. penale, di abbandono di rifiuti ex arti- 1997, n. 22, può verificarsi anche in coincidenza del trasporto dei rifiuti, sempre che
20 maggio 2003, colo 51, Dlgs 22/1997 – Tra- l’evento sia imputabile a titolo di dolo o di colpa. Applicando tale principio la Corte
n. 22053 sporto di rifiuti – Configurabi- Suprema di Cassazione ha ritenuto configurabile il reato nei confronti dei responsabili
lità del reato – Condizioni – del settore trasporti e del settore sicurezza e qualità di un’impresa iscritta all’Albo nazio-
Fattispecie in tema di rifiuti nale degli esercenti l’attività di smaltimento di rifiuti per aver cooperato, insieme all’auti-
pericolosi liquidi sta, ad un trasporto di rifiuti pericolosi liquidi senza l’adozione delle necessarie misure di
sicurezza, quali la verifica dell’idoneità del mezzo di trasporto, dell’ancoraggio del carico
e la predisposizione di idonee misure di prevenzione in caso di incidente, tanto da deter-
minare un incidente dell’autocarro a cui conseguiva lo spargimento delle sostanze tra-
sportate nelle pubbliche vie di un centro abitato.
Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Fan- In tema di fanghi derivanti dai processi di depurazione le attività di raccolta, trasporto,
III Sez. penale, ghi da depurazione – Disci- stoccaggio e condizionamento (consistente nella modifica delle caratteristiche fisico –
3 luglio 2003, plina applicabile chimiche – biologiche dei fanghi per facilitarne l’uso agricolo) sono sottoposte oltre che
n. 28484 alle disposizioni del Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99, utilizzazione dei fanghi di depurazione
in agricoltura, alla disciplina del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 sui rifiuti, stante l’espressa
clausola di salvezza contenuta negli articoli 8 e 16 del citato Dlgs 99/1992, sia pure con
riferimento al previgente Dpr 915/1982.
Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Nor- In tema di gestione dei rifiuti è ipotizzabile anche per l’ente locale comunale un danno
III Sez. penale, mativa di settore – Violazione sostanziale che lo renda portatore dell’interesse a costituirsi parte civile, considerato
11 luglio 2003, – Procedimenti penali – Am- che il danno ai terreni privati si deve tenere necessariamente distinto dal danno al terri-
n. 29214 ministrazioni comunali – Co- torio e all’ambiente di cui all’articolo 2043 C.c. e all’articolo 18, legge 8 luglio 1986, n.
stituzione di parte civile – 349.
Legittimità – Ratio
Corte di Cassazione, Rifiuti – Scarti da macellazio- La materia dei rifiuti di origine animale trova una propria particolare disciplina di settore
III Sez. penale, ne – Normativa generale sui nel Dlgs 14 dicembre 1992, n. 508 (attuativo della direttiva 90/667/Cee), così che le
11 luglio 2003, rifiuti di cui al Dlgs 22/1977 – attività di smaltimento e trasporto dei così detto scarti da macellazione sono sottratte al-
n. 29236 Applicazione – Esclusione – la disciplina generale di cui al Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 in virtù del principio di spe-
Dlgs 508/1992 – Applicabilità cialità rispetto alla disciplina generale in tema di rifiuti.
Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – No- Dopo l’entrata in vigore del Dl 8 luglio 2002, n. 138, convertito con legge 8 agosto
III Sez. penale, zione di rifiuto – legge 178/ 2002, n. 178, non rientrano nella nozione di rifiuto i beni il cui riutilizzo sia non solo e-
31 luglio 2003, 2002 ventuale ma certo, a nulla rilevando se abbiano subito un trattamento preliminare.
n. 32235 43
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