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gennaio 2007 n.

136 (1/07)
mensile Euro 13,00
Registrazione Tribunale di Milano n. 451 del 22 agosto 1994. Poste italiane spa – Spedizione in abbona-
mento postale – Dl 353/2003 (conv. in legge 46/2004) articolo 1, comma 1, DCB Milano

L’intervento
Rifiuti e “Codice ambientale”: vantaggi e agevolazioni
per Emas e Iso 14001 pag. 2
di Marco Casini

Oli usati: problematiche e considerazioni su gestione,


manipolazione, trasporto e smaltimento (prima parte) 8
di Roberto Montali

Legislazione
norme nazionali

184 è il comma della Finanziaria 2007 il quale stabilisce che i ri-


fiuti continuano ad essere ammessi in discarica in base ai criteri di ammissi-
Rifiuti e criminalità connessa, Commissione bicamerale
di inchiesta al terzo insediamento
Legge 20 ottobre 2006, n. 271 14
Tutti i nomi della Commissione 15
bilità previsti dalla delibera 27 luglio 1984 (una sorta di “evergreen” della
legislazione di settore) o, in alternativa, dal Dm 3 agosto 2005. Al pari delle Il correttivo al “Codice ambientale” non è ancora una riforma 16
precedenti due proroghe, anche questa esclude dal beneficio le discariche IIA Dlgs 8 novembre 2006, n. 284
e quelle per rifiuti inerti cui si conferisce il cemento-amianto. il commento di Simona Faccioli 17
Mentre il “Dl Milleproroghe” di fine anno proroga il conferimento in discari-
ca (dal 1º gennaio 2007 al 31 dicembre 2008) dei rifiuti con potere calorifico
superiore a 13.000 KJ/kg introdotto dal Dlgs 36/2003. Si tratta soprattutto del- Giurisprudenza
la cd. “frazione secca” che residua dalla raccolta differenziata e che, senza la Realizzazione impianti, la variante urbanistica senza conferenza
proroga, avrebbe dovuto essere termovalorizzata in impianti quasi inesistenti. di servizi è abuso d’ufficio
Un’altra proroga, dunque, e i problemi restano tutti sul tappeto, mentre si far- Corte di Cassazione – VI Sezione penale
netica di “addio alla discarica” e di “opzione zero” nella produzione dei ri- Sentenza 19 luglio 2006, n. 25063 20
fiuti. Un manifesto politico piuttosto che un programma.
Il tanto “riformato” (quanto collaudato) “Decreto Ronchi” rispunta tra le Residui da demolizione, sono rifiuti e non Mps se necessitano
pieghe della Finanziaria 2007, dove ancora al comma 184 si legge che: di preliminare cernita e selezione
• il regime di prelievo relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti Corte di Cassazione – III Sezione penale
adottato in ciascun Comune per il 2006 resta invariato anche per il 2007; Sentenza 9 ottobre 2006, n. 33882 22
• per l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani si applica il “Ronchi” Sottoprodotto: è sempre necessario provare il riutilizzo
medesimo. Quindi, in pratica, il riferimento è sempre la famosa delibera 27 Corte di Cassazione – III Sezione penale
luglio 1984. Sentenza 20 ottobre 2006, n. 35219 25
Ancora il “Milleproroghe” sposta dal 31 dicembre 2006 al 30 giugno 2007
l’avvio del sistema Raee. Per quella data i decreti attuativi dovrebbero essere Cdr e concessione edilizia, illegittime le limitazioni comunali
realtà; nel frattempo si applica l’articolo 44 del “Decreto Ronchi” (articolo per gestire l’impianto
227, “Codice ambientale”). Tar Veneto – III Sezione
Nel 2006, sul fronte dei rifiuti, con l’avvento del “Codice ambientale”, è vera- Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464 27
mente successo di tutto; eppure si riesuma la legislazione abrogata. Non ba- il commento di Leonardo Filippucci 29
sta, è stata istituita anche la terza “Commissione ecomafia”. Intanto, tutto il
Uso agronomico dei fanghi: è illegittima l’ordinanza di sospensione
Mezzogiorno agonizza nell’emergenza. I Sindaci chiudono industrie che i che confonde il pericolo con il disagio
Commissari per l’emergenza avevano individuato per l’allocazione “tempora- Tar Emilia Romagna – I Sezione
nea” di rifiuti non stabilizzati. L’un contro l’altro armati. E di mezzo c’è la Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705 31
salute mentale (oltreché fisica ed economica) di un intero Paese che, ancora il commento di Alessandro Castrignano 31
grazie alla Finanziaria 2007 (comma 1111), si affaccia all’emergenza nazio-
nale, visto che se i vari Ato non raggiungeranno percentuali altissime di rac-
colta differenziata, la Regione istituirà un Commissario “ad acta”. Come di- Rubriche
re: il delirio. È questo un sistema che non crea cultura, ma solo disaffezione e Quesiti 34
paura da un lato e poltrone e carriere dall’altro. Un “Far West” senza nessun a cura di Paola Ficco, Luigi Lovecchio, Loredana Musmeci
interlocutore affidabile.
Uno solo c’è stato e si chiamava Edo Ronchi, faceva il Ministro dell’Ambiente, Osservatorio Raee 39
lo faceva onestamente, cosciente delle contraddizioni e delle difficoltà. Oggi lo a cura di Maria Letizia Nepi
rimpiangiamo in molti.
“Focus” giurisprudenza 43
a cura di Maurizio De Paolis
Paola Ficco

Edizioni Ambiente
La politica comunitaria in materia di rifiuti e i
sistemi di gestione ambientale
Nell’ultimo decennio la crescente rilevanza delle problematiche
ambientali ed economiche connesse alla gestione dei rifiuti ha ri-
chiamato, a livello mondiale, l’interesse di tutti i soggetti, pubbli-
ci e privati, coinvolti a vario titolo nel ciclo produttivo.
In Italia, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale”, cd. Testo u-
nico ambientale, vi è stata, in recepimento delle direttive comuni-
L’intervento tarie, una profonda innovazione normativa, che sta avviando una
completa revisione del sistema di gestione dei rifiuti e dei ruoli dei
diversi attori in gioco.

Particolare interesse riveste, nel Dlgs 152/2006, la parte de-


dicata alla prevenzione della produzione dei rifiuti, che indi-
vidua tra le strategie da assumere per ridurre le quantità
prodotte anche quella della “promozione di strumenti eco-
nomici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale,
Rifiuti e “Codice analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informa-
zione e di sensibilizzazione dei consumatori, l’uso di si-
ambientale”: vantaggi stemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di mar-
chio ecologico ai fini della corretta valutazione dell’im-
patto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante
e agevolazioni l’intero ciclo di vita del prodotto medesimo” (articolo
180, comma 1, lettera a).

per Emas e Iso 14001 In effetti, “l’aspetto della prevenzione è strettamente legato –
come sottolineato nel VI Programma d’azione per l’ambiente
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

(2001-2010) – all’aumento dell’efficienza nell’uso delle risor-


se, alla possibilità di influenzare i modelli di consumo ed alla
riduzione della produzione dei rifiuti considerando i prodotti
di Marco Casini nell’arco dell’intero ciclo di vita, dalla produzione all’uso, fi-
Professore di Certificazione ambientale no al momento in cui il prodotto stesso diventa un rifiuto”.
e di Igiene generale ed applicata (1)
Facoltà di Architettura “Valle Giulia” In questo quadro, la Comunità riconosce che, per massimizzare
Università di Roma “La Sapienza” i risultati, occorre stabilire un legame diretto tra la prevenzione
dei rifiuti e la nuova “politica integrata dei prodotti” (Ipp,
Integrated Product Policy) attraverso un rafforzamento della
coerenza tra tutti gli strumenti disponibili.

Tra gli strumenti individuati per contribuire a diffondere


l’approccio Ipp, particolare interesse assumono i sistemi di
gestione e audit ambientale Iso 14001 ed Emas, concepiti
per aiutare le organizzazioni a migliorare le rispettive presta-
zioni ambientali, comprese le prestazioni dei loro prodotti.

L’adesione volontaria delle organizzazioni ai suddetti sistemi, in-


fatti, promuove un comportamento virtuoso di tutti i soggetti
coinvolti, sia pubblici sia privati, e costituisce la base per un conti-
nuo miglioramento delle performance ambientali. Con la parte-
cipazione a Emas o la certificazione Iso 14001, le organizzazioni
si impegnano a introdurre e ad attuare, al loro interno, politiche,
obiettivi, programmi e sistemi di gestione dell’ambiente finalizza-
ti al miglioramento costante dell’efficienza ambientale mediante
l’applicazione, economicamente compatibile, delle migliori tec-
nologie disponibili. Le organizzazioni registrate Emas debbono
anche, attraverso la “dichiarazione ambientale”, fornire al pub-
blico un’informazione trasparente sui dati ambientali, sui provve-
dimenti gestionali, sugli obiettivi, sulle prestazioni e sui risultati
conseguiti attraverso l’adesione allo schema comunitario. (2)
In considerazione dei possibili benefici derivanti dall’introduzione
di detti sistemi, sia nella direttiva 96/61/Ce relativa alla prevenzio-
2
ne e riduzione integrate dell’inquinamento (Ippc), sia in quella
sulle discariche dei rifiuti (direttiva 1999/31/Ce), la Comunità eu- comma 1, lettera m) prevede che il gestore che abbia conseguito

L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale


ropea ha invitato gli Stati membri a introdurre semplificazioni la registrazione Emas dia conto di tale riduzione all’interno del
procedurali per tutte le organizzazioni certificate Iso 14001 o piano finanziario da trasmettere alla autorità procedente in sede
Emas. di richiesta di autorizzazione.
Inoltre, i sistemi di gestione ambientale Iso 14001 ed Emas costi-
In Italia, nei decreti di recepimento di tali direttive (rispetti- tuiscono per le organizzazioni un importante strumento per man-
vamente, Dlgs 59/2005 e Dlgs 36/2003), le semplificazioni tenere il controllo della conformità delle proprie attività alle nor-
introdotte consistono in: un aumento del periodo di validità me e ai regolamenti in materia ambientale.
delle autorizzazioni previste dai suddetti decreti da 5 a 8 anni
per le organizzazioni registrate Emas; un aumento da 5 a 6 Per le imprese che operano nel settore dei rifiuti a questi
anni per le organizzazioni certificate Iso 14001 per l’autoriz- vantaggi se ne aggiungono altri che coinvolgono sia l’aspetto
zazione integrata ambientale di cui al Dlgs 59/2005 (articolo privatistico sia quello pubblico.
9, comma 3) (si veda tabella 2). Inoltre, il Dlgs 59/2005 ha
previsto un’integrazione con i sistemi Iso 14001 ed Emas, In primo luogo, la certificazione ambientale offre alle imprese la
consentendo di utilizzare ai fini della presentazione della do- possibilità di garantire, attraverso l’acquisizione di un marchio di
manda di autorizzazione la documentazione regolata dal si- qualità riconosciuto a livello internazionale, prestazioni ambien-
stema di gestione ambientale (articolo 5, comma 5). tali trasparenti e di impatto controllato, consentendo loro di allar-
Dall’analisi delle disposizioni introdotte dal Dlgs 36/2003 e- gare i confini del potenziale mercato. Va sottolineato, infatti, che
merge, poi, come la loro applicazione comporti, di fatto, l’a- nel settore dei rifiuti una parte importante del mercato è costituito
dozione da parte del gestore della discarica di un vero e pro- da soggetti pubblici e che il regolamento Emas invita espressa-
prio sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti mente i singoli Stati membri a tenere conto della certificazione
previsti dal regolamento Ce 761/2001 (Emas). ambientale nelle politiche di assegnazione degli appalti. A tal fine
la Commissione europea ha adottato nel 2001 la comunicazione
Nel definire strumenti e metodi per una corretta gestione ambien- relativa agli orientamenti per “appalti rispettosi dell’ambiente”,
tale, il Dlgs si è, infatti, fortemente ispirato ai requisiti previsti dal chiarendo come il diritto comunitario possa offrire numerose pos-
regolamento Emas e numerose risultano le corrispondenze tra i sibilità ai committenti pubblici desiderosi di tener conto delle con-
due provvedimenti. Tali corrispondenze trovano fondamento nel- siderazioni ambientali nelle procedure di appalto; ha invitato i-
l’efficacia dimostrata dai sistemi di gestione ambientale in sede noltre a considerare le certificazioni dei sistemi di gestione am-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


applicativa e dall’importanza strategica che tali sistemi rivestono bientale (Emas – Iso 14001) come mezzi di prova per la verifica
nell’ambito delle politiche ambientali comunitarie. delle capacità tecniche dei fornitori per la corretta esecuzione
Non è azzardato affermare, dunque, che il Dlgs 36/2003 ha tra i suoi dell’appalto pubblico. (6)
obiettivi anche la promozione dell’adesione ad Emas da parte delle A tal proposito la direttiva 2004/18/Ce relativa agli appalti pubbli-
organizzazioni che gestiscono impianti di discarica dei rifiuti. (3) ci, recepita in Italia con Dlgs 163/2006, ha introdotto la possibi-
lità per l’operatore economico di fare riferimento alla certificazio-
I vantaggi della certificazione ambientale per le ne ambientale Iso 14001 o Emas per la garanzia delle misure di
imprese del settore dei rifiuti gestione ambientale che dovrà applicare durante l’esecuzione del
Al 30 settembre 2006 risultano registrate Emas in Italia 557 organiz- contratto (si veda tabella 2).
zazioni di cui circa il 17% (94) nel settore dei rifiuti. (4) Alla stessa In secondo luogo, e questo vale principalmente per le attività di
data il numero complessivo di certificazioni Iso 14001 in Italia è pa- smaltimento a maggior impatto sul territorio che possono com-
ri a 5.862 di cui il 3% (175) riguardanti le imprese operanti nel set- portare notevoli problemi di tipo ambientale e di interazione con
tore della gestione dei rifiuti. Per entrambi i sistemi il numero di a- le popolazioni residenti in prossimità dell’impianto, la comunica-
desioni è in aumento rispetto all’anno precedente: per quanto ri- zione con le parti interessate e la pubblicizzazione dei dati garan-
guarda la norma Iso 14001 il numero di certificati è cresciuto del tita dalla dichiarazione ambientale Emas diventano strumento
27%; per quanto concerne Emas il trend è ancora più positivo con fondamentale per la creazione del consenso.
un aumento del numero delle registrazioni di circa il 50%. Da non sottovalutare, infine, è il fatto che la continua formazione
L’ampiezza e la diversificazione dei dati a disposizione hanno e sensibilizzazione del personale aziendale sui programmi am-
consentito, dunque, un primo bilancio in ordine all’efficacia dei bientali prevista dai sistemi di gestione ambientale contribuisce a
sistemi di ecogestione ed audit e, in effetti, i dati dimostrano come facilitare il rapporto con le comunità locali grazie anche a una
l’adesione a tali sistemi comporti per la collettività e per le impre- attiva opera di comunicazione svolta dal personale stesso nell’a-
se non pochi benefici. rea di residenza. In particolare, nel settore dei rifiuti il ruolo
dell’operatore addetto alla raccolta e alle altre funzioni dello
In particolare, i principali vantaggi che derivano alle imprese smaltimento è centrale anche per acquisire una conoscenza pun-
dalla certificazione Iso 14001 o dall’adesione al regolamento tuale dei problemi ed attuare una politica locale di sensibilizza-
Emas possono essere individuati nel miglioramento dell’im- zione e informazione degli utenti.
patto ambientale delle loro attività, nella riduzione dei costi
di produzione e di gestione, nell’ottimizzazione delle risorse, Le novità introdotte dal Dlgs 152/2006
nella miglior organizzazione aziendale, nell’acquisizione di Le imprese, soprattutto le piccole e le medie (Pmi), nell’aderire ai
immagine, nel maggior valore commerciale dell’azienda. (5) sistemi di certificazione ambientale, a Emas in particolare, devo-
no compiere uno sforzo di carattere culturale, finanziario, orga-
Per quanto riguarda gli impianti di discarica dei rifiuti, in parti- nizzativo e tecnico. Tale sforzo deve essere supportato con iniziati-
colare, la possibilità di diminuire i costi di gestione (compresi ve quali l’incentivazione, l’assistenza, la circolazione di informa-
quelli di post-chiusura) a seguito della riduzione del rischio am- zioni su esperienze di successo già realizzate, la formazione e
3
bientale, è riconosciuta anche dal Dlgs 36/2003 che all’articolo 8, l’aggiornamento del personale, l’armonizzazione degli strumenti
di prevenzione e di intervento per la protezione dell’ambiente. L’a- (Albo nazionale gestori ambientali) che stabiliscono una riduzio-
L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale

zione di supporto, per essere efficace, deve essere accompagnata ne delle garanzie finanziarie da prestare pari al 50% per le impre-
da una diffusione capillare dell’informazione, e da iniziative tese se registrate Emas, e al 40% nel caso di imprese in possesso della
ad assistere le imprese nell’introduzione e nell’attuazione dei si- certificazione ambientale ai sensi della norma Iso 14001 relativa-
stemi di gestione ambientale. Tra queste rientrano l’organizzazio- mente alle spedizioni transfrontaliere dei rifiuti (articolo 194,
ne di campagne di informazione, la costituzione di servizi di for- comma 3, lettera a), all’autorizzazione alla gestione degli im-
mazione e assistenza tecnica, la sensibilizzazione e il supporto pianti (articolo 210, comma 3, lettera h) e all’iscrizione all’Albo
nell’attuazione della legislazione vigente e nella definizione di gestori ambientali (articolo 212, comma 7 e 9).
quella futura, l’armonizzazione legislativa.
Le semplificazioni amministrative
Le Pmi, oltre all’impegno comune a tutte le aziende che adot- Per quanto riguarda le semplificazioni autorizzative e ammini-
tano un sistema di gestione ambientale, devono affrontare ul- strative, di particolare rilevanza è, invece, l’articolo 209 (rinnovo
teriori difficoltà dovute alla loro struttura di management delle autorizzazioni alle imprese in possesso di certificazione am-
flessibile e spesso spontanea, dove l’azione, e non la docu- bientale) che consente alle imprese registrate Emas o certificate
mentazione, è la chiave per la sopravvivenza. Iso 14001 di ricorrere all’autocertificazione per il rinnovo delle
autorizzazioni all’esercizio degli impianti e dell’iscrizione all’Albo
Sulla base di tali considerazioni, la Comunità europea ha più vol- gestori ambientali (comma 1).
te invitato gli Stati membri a promuovere l’adesione delle piccole
e medie imprese ai sistemi di gestione ambientale attraverso l’in- L’autocertificazione, resa alle autorità competenti ai sensi del
dividuazione di apposite misure di sostegno e di incentivazione, Dpr 28 dicembre 2000, n. 445, deve essere accompagnata
anche economiche, e l’elaborazione di appositi programmi a li- da una copia conforme del certificato Iso 14001 rilasciato da
vello regionale o nazionale (regolamento Ce 761/2001, articolo un Ente di certificazione accreditato o del certificato di regi-
11, comma 1). strazione Emas rilasciato dal Comitato Ecolabel Ecoaudit –
L’invito è rivolto anche a tenere conto della certificazione ambien- Sezione Emas Italia, nonché da una denuncia di prosecuzio-
tale, dell’Emas in particolare, “nell’attuazione e nell’esecuzione ne delle attività, attestante la conformità dell’impresa, dei
della legislazione ambientale al fine di evitare inutili duplica- mezzi e degli impianti alle prescrizioni legislative e regola-
zioni di attività, sia da parte delle organizzazioni che delle mentari, con allegata una certificazione dell’esperimento di
autorità competenti in materia di controllo” (regolamento Ce, prove a ciò destinate, ove previste.
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articolo 10, comma 2).


L’autocertificazione e i relativi documenti sostituiscono a tutti gli
In linea con gli orientamenti comunitari, il nuovo Dlgs effetti l’autorizzazione alla prosecuzione, ovvero all’esercizio delle
152/2006 ha introdotto per le imprese certificate Iso 14001 o attività, e ad essi si applicano, in quanto compatibili, le disposi-
registrate Emas importanti vantaggi sia sotto l’aspetto degli in- zioni di cui al Dpr 26 aprile 1992, n. 300. Si applicano, altresì, le
centivi economici che sotto quello dello snellimento delle disposizioni sanzionatorie di cui all’articolo 21 della legge 7 ago-
procedure (si veda tabella 1). Tali vantaggi riguardano, in sto 1990, n. 241 che prevedono, in caso di dichiarazioni mendaci
particolar modo le imprese operanti nel settore della gestione o false attestazioni, che il responsabile non possa più conformarsi
dei rifiuti. ai requisiti di legge richiesti senza possibilità di sanatoria.
L’autocertificazione e i relativi documenti mantengono efficacia
A conferma della positività di tali disposizioni, va detto che esse sostitutiva fino a un periodo massimo di centottanta giorni suc-
non sono state messe in dubbio dalle numerose critiche mosse al cessivi alla data di comunicazione all’interessato della decadenza,
Dlgs 152/2006 subito dopo la sua entrata in vigore. (7) A tal pro- a qualsiasi titolo avvenuta, della registrazione Emas o della certi-
posito si guardi, infatti, allo schema di decreto legislativo concer- ficazione Iso 14001.
nente “ulteriori modifiche al Dlgs 152/2006”, approvato il 12 ot- Salva l’applicazione delle sanzioni specifiche e salvo che il fatto
tobre 2006 dal Consiglio dei Ministri al fine di porre rimedio alle costituisca più grave reato, in caso di accertata falsità delle atte-
numerose procedure di infrazione formulate dalla Comunità eu- stazioni contenute nell’autocertificazione e dei relativi documenti,
ropea, che introdurrà rilevanti correzioni all’attuale disciplina si applica l’articolo 483 del Codice penale nei confronti di chiun-
sulle acque (parte terza) e sui rifiuti (parte quarta) senza tuttavia que abbia sottoscritto la suddetta documentazione (reclusione fi-
interessare gli articoli che disciplinano i vantaggi e le agevolazio- no a due anni).
ni per le imprese in possesso di certificazione ambientale. (8) Resta ferma l’applicazione della normativa nazionale di attuazio-
ne della direttiva 96/61/Ce relativa alla prevenzione e riduzione
Le agevolazioni economiche integrate dell’inquinamento, per gli impianti rientranti nel cam-
Dal punto di vista delle agevolazioni economiche, l’articolo po di applicazione della medesima, con particolare riferimento al
206 del Dlgs 152/2006, relativo ad accordi, contratti di decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59.
programma e incentivi, al comma 2, lettera a) prevede che I titoli abilitativi devono essere comunicati, a cura dell’ammini-
il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, di con- strazione che li rilascia, all’Albo di cui all’articolo 212, comma 1,
certo con il Ministro delle Attività Produttive, possa stipulare del Dlgs 152/2006 che cura l’inserimento in un elenco nazionale,
appositi accordi e contratti di programma con soggetti pub- accessibile al pubblico, degli elementi identificativi di cui all’arti-
blici e privati o con le associazioni di categoria per promuo- colo 212, comma 23, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
vere e favorire l’utilizzo dei sistemi di certificazione ambien- pubblica.
tale di cui al regolamento Ce n. 761/2001 – Emas. La possibilità, per le imprese in possesso di certificazione ambien-
tale, di ricorrere all’autocertificazione per il rinnovo di autorizza-
Particolare importanza rivestono poi gli articoli 194 (spedizioni zioni è stata introdotta per la prima volta in Italia dall’articolo 18
4
transfrontaliere), 210 (autorizzazioni in ipotesi particolari) e 212 della legge 23 marzo 2001, n. 93 “Disposizioni in campo ambien-
tale”. Tale articolo consentiva alle sole imprese registrate Emas di comma 7). Per entrambe le autorizzazioni, la domanda di rinno-

L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale


ottenere, mediante autocertificazione, il rinnovo delle autorizza- vo deve essere presentata almeno un anno prima della scadenza e
zioni all’esercizio degli impianti e dell’iscrizione all’Albo gestori l’esercizio dell’impianto può continuare nel rispetto delle prescri-
rifiuti. In particolare, le autorizzazioni riguardavano i seguenti zioni nella precedente autorizzazione fino all’emanazione di un
provvedimenti: Dpr 203/1988 in materia di qualità dell’aria; Dlgs nuovo provvedimento. Per gli scarichi contenenti sostanze perico-
22/1997 in materia di rifiuti; Dlgs 152/1999 sulla tutela delle ac- lose di cui all’articolo 108 del Dlgs 152/2006, il rinnovo deve esse-
que; Dlgs 372/1999 di attuazione della direttiva 96/61/Ce relativa re concesso, invece, in modo espresso entro e non oltre sei mesi
alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. dalla data di scadenza; trascorso inutilmente tale termine, lo sca-
Successivamente, il Dlgs 59/2005 sull’Ippc ha abrogato tale sem- rico dovrà cessare immediatamente (articolo 124, comma 8).
plificazione per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambien- Le ragioni di tali limitazioni e differenziazioni introdotte dai Dlgs
tale, prolungando tuttavia la validità dell’autorizzazione stessa 59/2005 e 152/2006 possono apparire come un passo indietro ri-
per le imprese certificate Iso 14001 o Emas. spetto a quanto previsto dalla precedente legge 93/2001 per quan-
to riguarda le semplificazioni per le imprese in possesso di certifi-
Il nuovo Dlgs 152/2006 fa riferimento all’autocertificazione cazione ambientale, e dell’Emas in particolare.
unicamente per il rinnovo delle autorizzazioni all’esercizio In realtà le motivazioni di tali scelte sembrano risiedere, in primo
degli impianti di gestione dei rifiuti e per l’iscrizione all’Albo luogo, in un irrigidimento del sistema che, con le modifiche ap-
dei gestori ambientali, estendendo tale possibilità anche alle portate nel 2005 alla legge 241/1990, vede ora ridotte le ipotesi di
imprese certificate Iso 14001 o che commercializzano pro- semplificazione e di autocertificazione in settori sensibili, come la
dotti certificati con il marchio ecologico della Comunità eu- protezione del patrimonio culturale e la tutela dell’ambiente. In
ropea Ecolabel. Il nuovo testo unico, pertanto, non consente secondo luogo, a circa sei anni dall’entrata in vigore della legge
il ricorso all’autocertificazione per il rinnovo delle autorizza- 93/2001, si è riconosciuto che l’autocertificazione non costituisce
zioni agli scarichi idrici e alle emissioni in atmosfera. sempre la migliore soluzione dal punto di vista delle agevolazioni
amministrative preferendo, in alcuni casi, il prolungamento della
Per quanto riguarda i primi, salvo quanto previsto dal decreto le- validità delle autorizzazioni stesse; d’altra parte, ciò appare piena-
gislativo 18 febbraio 2005, n. 59, l’autorizzazione è valida per mente giustificato dal fatto che le imprese in possesso di certifica-
quattro anni dal momento del rilascio (articolo 124, comma 8). zione ambientale (in particolare Emas), aderendo a tali sistemi,
Per quanto attiene, invece, le emissioni in atmosfera, fatto salvo sono costantemente impegnate in un miglioramento continuo del-
sempre il Dlgs 59/2005, la durata è di quindici anni (articolo 269, le proprie prestazioni ambientali anche “oltre i limiti di legge”.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


Note tori coinvolti che, oltre all’industria tra- integrare considerazioni di carattere resse.
(1) VI Programma di azione, (COM dizionale, comprende ora in misura ambientale negli appalti pubblici”, (8) Il testo del decreto si compone di
2001 (31) definitivo), pag. 55. sempre maggiore anche i servizi e le COM (2001) 274 def. del 4 luglio 2001. soli due articoli, il primo dei quali co-
(2) Per un approfondimento sul siste- Pubbliche amministrazioni. (7) In data 8 novembre 2006 il stituito da 47 commi recanti importanti
ma Emas e sulla sua applicazione alle (5) In occasione del conferimento de- Presidente della Repubblica ha emana- modifiche all’attuale disciplina. Le mo-
imprese del settore dei rifiuti si veda M. gli Emas Awards 2006, assegnati il 13 to il primo decreto legislativo di modifi- difiche apportate riguarderanno in par-
Casini, P. Ficco, Emas – Sistema co- novembre 2006 ad Atene, il commissa- ca del cd. “Codice ambientale” recante ticolare le definizioni di rifiuto, materia
munitario di ecogestione e audit, Il rio all’ambiente Stravos Dimas, ha di- disposizioni integrative e correttive del prima secondaria e sottoprodotto per
Sole 24 Ore, Milano, 2004. chiarato che “tutte le organizzazioni Dlgs 152/2006, licenziato dal Consiglio quanto riguarda le norme in materia di
(3) Cfr. M. Casini, “Le discariche e il che partecipano al sistema Emas con- dei Ministri lo scorso 31 agosto 2006. Il gestione dei rifiuti, la nozione di scarico
sistema Emas”, in questa Rivista, n. tribuiscono alla lotta contro i cam- Dlgs in parola proroga la vigenza delle e di acque reflue industriali per quanto
121 (8-9/05), pag. 3. biamenti climatici e al miglioramen- Autorità di bacino; sopprime le Autorità concerne la disciplina sulla tutela delle
(4) Al 15 ottobre 2006 in Europa risul- to dell’ambiente”, e che “queste orga- di vigilanza su risorse idriche e rifiuti acque. Il decreto, già approvato il 12 ot-
tano registrate Emas 3.416 organizza- nizzazioni responsabili costituiscono ex Dlgs 152/2006; ricostituisce il Co- tobre 2006 dal Consiglio dei Ministri in
zioni per 5.066 siti industriali. Dal di- un esempio da seguire per le altre, e mitato per la vigilanza sull’uso delle ri- prima lettura, è ora all’esame delle
cembre 2003 il numero di adesioni al per questo sono loro grato”. sorse idriche e l’Osservatorio nazionale competenti Commissioni di Camera e
sistema comunitario è cresciuto con un (6) Comunicazione interpretativa della sui rifiuti; proroga il termine per l’ade- Senato e alla Conferenza Stato-Regioni
tasso medio annuo del 10% e allo stesso Commissione, “Il diritto comunitario guamento del Conai alla regola della per i necessari pareri.
tempo si è ampliato il ventaglio dei set- degli appalti pubblici e le possibilità di libera concorrenza nel settore di inte-

Tabella 1. I vantaggi e le agevolazioni introdotte dal Dlgs 152/2006 per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas

Articolo Disposizioni

Art. 96 L’articolo 96, comma 1-bis, prevede che, in caso di più domande concorrenti relative alla derivazione del-
Modifiche al regio decreto 11 le acque per usi produttivi è altresì preferita quella del richiedente che aderisce al sistema Iso 14001 ov-
dicembre 1933, n. 1775 vero al sistema di cui al regolamento (Ce) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2001, sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit
(Emas).

Art. 180 L’articolo 180, comma 1, lettera a), prevede che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e
Prevenzione della produzione di rifiuti la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, le iniziative portate avanti dalle Pubbliche ammini-
strazioni di cui all’articolo 179 riguardano in particolare: la promozione di strumenti economici, eco-bilan-
ci, sistemi di certificazione ambientale, analisi del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e di sen-
sibilizzazione dei consumatori, l’uso di sistemi di qualità, nonché lo sviluppo del sistema di marchio ecolo-
gico ai fini della corretta valutazione dell’impatto di uno specifico prodotto sull’ambiente durante l’intero
ciclo di vita del prodotto medesimo.
segue
5
L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale

segue Tabella 1. I vantaggi e le agevolazioni introdotte dal Dlgs 152/2006 per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas
Articolo Disposizioni

Art. 194 L’articolo 194, comma 3, lettera a) prevede che con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del
Spedizioni transfrontaliere Territorio, di concerto con i Ministri delle Attività Produttive, della Salute, dell’Economia e delle Finanze,
delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel rispetto delle norme del regolamento (Cee) n. 259 del 1° febbraio
1993 siano disciplinati i criteri per il calcolo degli importi minimi delle garanzie finanziarie da prestare per
le spedizioni dei rifiuti, di cui all’articolo 27 del predetto regolamento; tali garanzie sono ridotte del cin-
quanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regolamento (Ce) 761/2001, del Parlamento euro-
peo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento nel caso di imprese in possesso
della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.

Art. 206 L’articolo 206, comma 2, lettera a), prevede che al fine di perseguire la razionalizzazione e la semplifica-
Accordi, contratti di programma, zione delle procedure, con particolare riferimento alle piccole imprese, il Ministro dell’Ambiente e della
incentivi Tutela del Territorio, di concerto con il Ministro delle Attività Produttive, può altresì stipulare appositi ac-
cordi e contratti di programma con soggetti pubblici e privati o con le associazioni di categoria per pro-
muovere e favorire l’utilizzo dei sistemi di certificazione ambientale di cui al regolamento (Ce) 761/2001
del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001.

Art. 209 L’articolo 209, comma 1, prevede che, nel rispetto delle normative comunitarie, in sede di espletamento
Rinnovo delle autorizzazioni alle delle procedure previste per il rinnovo delle autorizzazioni all’esercizio di un impianto, ovvero per il rinnovo
imprese in possesso di certificazione dell’iscrizione all’Albo di cui all’articolo 212, le imprese che risultino registrate ai sensi del regolamento (Ce)
ambientale 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas) e operino nell’ambito del si-
stema Ecolabel di cui al regolamento 17 luglio 2000, n. 1980, o certificate Uni En Iso 14001 possano so-
stituire tali autorizzazioni o il nuovo certificato di iscrizione al suddetto Albo con autocertificazione resa alle
autorità competenti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.

Art. 210 L’articolo 210, comma 3, lettera h) prevede una riduzione delle garanzie finanziarie necessarie per richie-
Autorizzazioni in ipotesi particolari dere l’autorizzazione alla gestione di un impianto, di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

registrate ai sensi del regolamento (Ce) n. 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento nel caso di imprese in possesso della certificazione ambien-
tale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.

Art. 212 L’articolo 212, comma 7, prevede per le imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto dei rifiuti,
Albo nazionale gestori ambientali attività di intermediazione e di commercio dei rifiuti, senza detenzione dei medesimi, e attività di gestione
di impianti mobili di smaltimento e recupero dei rifiuti una riduzione delle richieste garanzie finanziarie a
favore dello Stato di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regola-
mento (Ce) 761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta
per cento nel caso di imprese in possesso della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso
14001.

Art. 301 L’articolo 212, comma 9, prevede che per le imprese che effettuano attività di gestione di impianti fissi di
Attuazione del principio di precauzione smaltimento e di recupero di titolarità di terzi, attività di bonifica dei siti e di bonifica dei beni contenenti a-
mianto una riduzione delle richieste garanzie finanziarie a favore della Regione territorialmente competen-
te, di un importo pari al cinquanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regolamento (Ce)
761/2001, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001 (Emas), e del quaranta per cento
nel caso di imprese in possesso della certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.
L’articolo 301, comma 5, stabilisce che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio al fine di ri-
durre i rischi di danno ambientale, tenuto conto delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente,
possa disporre il ricorso a sistemi di certificazione ambientale.

Tabella 2. Ulteriori vantaggi e agevolazioni previste dalla normativa nazionale per le imprese certificate Iso 14001
o registrate Emas

Atto normativo Disposizioni

Legge 25 gennaio 1994, n. 70 L’articolo 5, comma 5, prevede la possibilità per il Ministero dell’Industria di attivare accordi di program-
Norme per la semplificazione degli ma con le associazioni di categoria industriali per favorire l’adesione ad Emas delle imprese e trovare op-
adempimenti in materia ambientale, portune forme di semplificazione amministrativa in materia ambientale.
sanitaria e di sicurezza pubblica,
nonché per l’attuazione del sistema di
ecogestione e audit ambientale

segue

6
L’intervento “Codice ambientale” e sistemi di gestione ambientale
segue Tabella 2. Ulteriori vantaggi e agevolazioni previste dalla normativa nazionale per le imprese certificate Iso
14001 o registrate Emas
Atto normativo Disposizioni

Dlgs 17 agosto 1999, n. 334 L’articolo 6, comma 6, prevede che il gestore degli stabilimenti soggetti al decreto “Seveso bis” può alle-
(“Seveso bis”) gare alla notifica le certificazioni o autorizzazioni previste dalla normativa vigente in materia ambientale e
Attuazione della direttiva 96/82/Ce di sicurezza e quanto altro eventualmente predisposto in base a regolamenti comunitari volontari, come
relativa al controllo dei pericoli di ad esempio il regolamento (Ce) 761/2001 sull’adesione volontaria delle imprese del settore industriale a
incidenti rilevanti connessi con un sistema comunitario di ecogestione e audit, e norme tecniche internazionali.
determinate sostanze pericolose

Dlgs 13 gennaio 2003, n. 36 L’articolo 8, comma 1, lettera m) riconosce la possibilità di ridurre i costi di gestione (compresi quelli di
Attuazione della direttiva 1999/31/Ce post-chiusura) a seguito della riduzione del rischio ambientale da parte di discariche registrate Emas. Di
relativa alle discariche di rifiuti tale riduzione, l’impresa dovrà dare conto nel piano finanziario da trasmettere alla Regione in sede di ri-
chiesta di autorizzazione.
L’articolo 10, comma 5, stabilisce che “In deroga a quanto previsto dall’articolo 28, comma 3, del decreto
legislativo n. 22 del 1997, nel caso in cui un impianto risulti registrato ai sensi del regolamento (Ce)
761/01, il rinnovo dell’autorizzazione è effettuato ogni 8 anni”.

Dlgs 18 febbraio 2005, n. 59 L’articolo 5, comma 5, stabilisce che “qualora le informazioni e le descrizioni fornite secondo un rapporto
Attuazione della direttiva 96/61/Ce di sicurezza, elaborato conformemente alle norme previste sui rischi di incidente rilevante connessi a de-
relativa alla prevenzione e riduzione terminate attività industriali, o secondo la norma Uni En Iso 14001, ovvero i dati prodotti per i siti registrati
integrate dell’inquinamento ai sensi del regolamento (Ce) 761/2001, nonché altre informazioni fornite secondo qualunque altra nor-
mativa, rispettino uno o più dei requisiti di cui al comma 1 del presente articolo, possono essere utilizzate
ai fini della presentazione della domanda. Tali informazioni possono essere incluse nella domanda o esse-
re ad essa allegate”.
L’articolo 9, commi 2 e 3, prevede un aumento del periodo di validità dell’autorizzazione integrata am-
bientale da 5 ad 8 anni per le organizzazioni registrate Emas e da 5 a 6 anni per le organizzazioni certifi-
cate Iso 14001.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


Dlgs 12 aprile 2006, n. 163 L’articolo 44, comma 1, stabilisce che, qualora, per gli appalti di lavori e di servizi, e unicamente nei casi
Codice dei contratti pubblici relativi a appropriati, le stazioni appaltanti chiedano l’indicazione delle misure di gestione ambientale che l’operato-
lavori, servizi e forniture in attuazione re economico potrà applicare durante l’esecuzione del contratto, e allo scopo richiedano la presentazione
delle direttive 2004/17/Ce e di certificati rilasciati da organismi indipendenti per attestare il rispetto da parte dell’operatore economico
2004/18/Ce di determinate norme di gestione ambientale, esse fanno riferimento al sistema comunitario di ecogestio-
ne e audit (Emas) o a norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali
certificate da organismi conformi alla legislazione comunitaria o alle norme europee o internazionali relati-
ve alla certificazione. Le stazioni appaltanti riconoscono i certificati equivalenti in materia rilasciati da or-
ganismi stabiliti in altri Stati membri. Esse accettano parimenti altre prove relative a misure equivalenti in
materia di gestione ambientale, prodotte dagli operatori economici.

Tabella 3. Discariche registrate Emas in Italia al 30 settembre 2006

Organizzazione Località Tipologia di discarica Registrazione

Barricalla Spa Collegno (To) Discarica per rifiuti speciali – Categoria II C 19 giugno 1999
Hera Spa Baricella (Bo) Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 9 aprile 2002
Ecosavona Srl Vado Ligure (Sv) Loc. Boscaccio Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 25 luglio 2002
Sogliano Ambiente Spa Sogliano al Rubiconde (Fc) Discarica per rifiuti speciali – Categoria II A e B 30 ottobre 2002
Belvedere Spa Peccioli (Pi) Loc. Belvedere Discarica per rifiuti solidi urbani – Categoria I 19 dicembre 2002
BAR.BIS Engineering Srl Acireale (Ct) Loc. Piano d’Api Discarica per rifiuti speciali – Categoria II A 14 ottobre 2003
ASM Brescia Spa Montichiari (Bs) Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilabili – 5 dicembre 2003
Categoria I
Azienda Energetica Municipale Spa Malagnino (Cr) Loc. Cassinetto Discarica per rifiuti non pericolosi 2 marzo 2005
SO.G.AP. Spa 1. Zuclo (Tn) 1. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati – 13 gennaio 2006
Categoria I
2. Taio (Tn) 2. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati –
Categoria I
Cogeme Spa – Servizio Ambiente 1. Rovato (Bs); 1. Discarica per rifiuti assimilabili agli urbani – 6 luglio 2006
Categoria I
2. Castrezzato – Trenzano (Bs); 2. Discarica per rifiuti solidi urbani e assimilati –
Categoria I
3. Provaglio d’Iseo, Loc. Fantecolo 3. Discarica per rifiuti assimilabili agli urbani,
(Bs) provenienti da scarti di lavorazione industriale ed
artigianale e rifiuti ingombranti e solidi urbani –
Categoria I 7
Gli oli lubrificanti usati (esausti) sono il risultato dell’impiego di
oli (minerali o sintetici); si stima che i due terzi di questi vengano
consumati nell’utilizzo, mentre il restante costituisce olio usato.
La difficoltà associata alla loro corretta caratterizzazione e classi-
ficazione durante le varie fasi di manipolazione, stoccaggio,
smaltimento o rigenerazione, trasporto su strada ha spesso creato
problemi non indifferenti agli operatori di settore soprattutto per
le incertezze esistenti in merito alla attribuzione o meno delle cor-
rette caratteristiche di pericolo, in particolare la cancerogenicità,
L’intervento l’infiammabilità e la pericolosità ambientale.
Scopo di questo intervento è quello di fornire possibili linee guida
per la definizione in maniera puntuale delle varie classi di perico-
lo da attribuire a detti oli durante le citate fasi del loro ciclo di vita
nel rispetto delle varie normative di settore attualmente vigenti e
alla luce dei dati oggi disponibili in letteratura.

La classificazione nel dettato comunitario


Gli oli lubrificanti usati (esausti) sono identificati da n. Cas
Oli usati: 70514-12-4 cui corrispondono, nell’Inventario europeo delle so-
stanze chimiche esistenti (Einecs – European INventory of
problematiche Existing Commercial Chemical Substances), il n. Ce 274-635-9 e
la denominazione “Oli lubrificanti, usati”.
Tali agenti chimici, a differenza degli oli nuovi, non risultano an-
e considerazioni cora classificati ed etichettati ufficialmente né in ambito comuni-
tario, né in ambito nazionale (direttiva 67/548/Cee e succ. agg. e
mod.; Dlgs 52/1997 e succ. agg. e mod.) e pur tuttavia spesso vie-
su gestione, ne ad essi attribuita, alla stessa stregua degli oli non usati, la clas-
sificazione di cancerogeno di categoria 2 (1) con attribuzione del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

manipolazione, simbolo di pericolo T e la frase di rischio R45 (può provocare il


cancro).
È da sottolineare comunque che, non esistendo attualmente, co-
trasporto e me già detto, una classificazione ufficiale, la attribuzione del sim-
bolo di pericolo T e della frase di rischio R45 agli oli usati viene
effettuata in via provvisoria (come previsto per le sostanze esisten-
smaltimento ti (2) non ancora classificate) sulla base di dati sperimentali o di
letteratura, di informazioni tratte da opere di riferimento e da
pubblicazioni specializzate, di informazioni basate sull’esperien-
(prima parte) za, di pareri di enti consultivi o di esperti; in proposito, secondo
alcuni di questi ultimi, in assenza di dati specifici e di una classi-
fica ufficiale, gli oli esausti dovrebbero essere, per la classificazio-
ne, trattati come gli oli non esausti peraltro espressamente già
di Roberto Montali classificati ed etichettati anche a livello comunitario.
Chimico È a questo punto fondamentale sottolineare che, nell’ambito della
La seconda parte, dedicata alla possibile
loro classificazione, sia per le 14 famiglie di oli lubrificanti elen-
classificazione degli oli usati ai fini del trasporto cate nella lista delle sostanze ufficialmente etichettate dall’Ue (3)
su strada e all’impatto con la legge Seveso, sarà sia per molte altre tipologie di oli (naftenici, residui, di idrocarbu-
pubblicata sul numero 137 (2/07) della Rivista. ri aromatici ecc.) classificate con la frase R45, la norma di settore
ha espressamente previsto la nota (L), rivenibile nella prefazione
all’allegato I alla direttiva 67/548/Cee, che testualmente recita:
“La classificazione di cancerogeno non è necessaria se si può
dimostrare che la sostanza contiene meno del 3% di estratto
al Dmso (DiMetilSolfOssido) misurato secondo la misurazione
IP 346”.

L’attribuzione o meno della classifica di cancerogeno a una


partita di olio usato potrebbe benissimo pertanto, nella prati-
ca comune, venire strettamente legata, anche in virtù di
quanto verrà esposto più avanti, alla esecuzione e all’esito di
tale analisi.

Il rischio cancerogeno e il test al Dmso


Le opinioni sulla validità del test al Dmso per il caso in esame so-
8
no spesso state controverse essendo la validità del test ritenuta da
alcuni incerta laddove applicato agli oli usati, in quanto analisi • Alle stesse conclusioni sembrano pervenire i dati indicati in al-

L’intervento Oli usati: manipolazione, trasporto, smaltimento


effettuate su alcuni campioni “tipo” avrebbero evidenziato: cune schede di sicurezza che evidenziano in particolare l’attribu-
• la presenza dei più significativi marker di cancerogenicità qua- zione in etichetta della frase di rischio R45 (può provocare il can-
li gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa totali), il Benzo(α)pi- cro) e la notazione esplicita della possibilità di sviluppo di tumori
rene e il benzene, in quantità inferiore ai valori limite di concen- in caso di esposizione prolungata o ripetuta. Una tale affermazio-
trazione previsti dall’Ue per la attribuzione della cancerogenicità ne potrebbe, a nostro modesto avviso, essere confutata da un uti-
ad alcune famiglie di sostanze petrolifere; lizzatore o distributore soltanto a valle della produzione di nuovi
• un valore di concentrazione di estratto al Dmso superiore al va- dati di letteratura scientifica e di test di laboratorio in grado di
lore limite previsto dall’Ue per l’attribuzione della cancerogenicità smentire quanto affermato dal responsabile dell’immissione sul
ad altre famiglie di composti petroliferi quali in particolare gli oli mercato.
minerali o gli oli lubrificanti. • Secondo alcuni ricercatori gli oli usati dovrebbero, in mancan-
za di una classificazione ufficiale, essere trattati, e quindi classifi-
Nella volontà di esprimere un giudizio sereno sulla necessità cati, alla stregua degli oli non usati e quindi prevedere, in etichet-
o meno di attribuire la classifica di cancerogenicità ai com- ta e in scheda di sicurezza, la frase di rischio R45 a meno di un
posti in esame rimanendo in linea con il dettato legislativo test al Dmso “favorevole” (contenuto dell’estratto inferiore al
relativo, non solo alla classificazione ed etichettatura delle 3%) e questo perché il test al Dmso appare come il più idoneo a
sostanze pericolose (direttiva 67/548/Ce), ma anche alla tu- costituire, per alcuni tagli petroliferi, la giusta linea di demarca-
tela della sicurezza e della salute dei lavoratori sul posto di zione tra “Cancerogeno” e “Non Cancerogeno” in quanto ritenu-
lavoro, (direttiva 89/391/Cee e succ. agg. e mod. come rece- to, allo stato attuale delle conoscenze tecnico/scientifiche, il più a-
pite in ambito nazionale dal ben noto Dlgs 626/1994 e succ. datto ad identificare tutti i possibili marker di cancerogenicità, al
agg. e mod.), unica strada percorribile sembra quella di te- contrario dello stesso test degli Ipa il quale non consentirebbe l’i-
nere presenti, come peraltro la norma stabilisce in questi ca- dentificazione di tutti i possibili marker potenzialmente presenti
si, i dati reperibili nelle diverse fonti di letteratura, le infor- nell’olio.
mazioni riportate nelle schede di sicurezza e, in particolare, Questo perché, se è vero che nell’estratto al Dmso “entrano”, oltre
il parere di esperti. agli Ipa e ad altri composti quali il benzene o lo stesso Ben-
zo(α)pirene, una serie di altre sostanze e composti, è anche vero
Dispone, infatti, la direttiva 67/548/Cee e succ. agg. e mod.: che di questi ultimi non è esattamente nota la composizione, non
• “I fabbricanti, gli importatori e i distributori, sono obbligati è noto se siano prodotti di decomposizione degli stessi Ipa, ma so-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


ad effettuare ricerche per conoscere i dati pertinenti ed accessi- prattutto non sono ancora esclusi con certezza i loro possibili ef-
bili esistenti per quanto riguarda le loro proprietà di rischio”. fetti cancerogeni.
“In base a tali informazioni tali figure devono classificare ed In aggiunta è da sottolineare che studi di laboratorio hanno evi-
etichettare provvisoriamente gli agenti chimici conformemente denziato che, se da una parte gli oli motore sono sicuramente
alle norme vigenti in materia.” “Classificazione ed etichetta- cancerogeni, per gli stessi oli lubrificanti, pur se più poveri in Ipa,
tura verranno riviste, se necessario, ogni volta che saranno non è ancora possibile dimostrare che non possiedono proprietà
disponibili nuove informazioni.” (articolo 6) cancerogene.
• “I dati necessari per la classificazione e l’etichettatura posso- In sostanza molti pareri scientifici attualmente in essere afferma-
no essere eventualmente ricavati anche da numerose altre no, concordi, che anche nei casi in cui i test di laboratorio abbia-
fonti, quali ad esempio: no messo in evidenza bassi contenuti di Ipa o di benzene o di ben-
– i risultati di precedenti saggi; zo(α)pirene, non è possibile escludere la cancerogenicità del ta-
– le informazioni tratte da opere di riferimento e da pubbli- glio petrolifero; cosa che può invece essere fatta in presenza di un
cazioni specializzate; test al Dmso in quanto questo, anche se in maniera conservativa,
– le informazioni basate sull’esperienza.” risulterebbe molto più rappresentativo della reale situazione e
• “Se di pertinenza, possono essere presi in considerazione molto più affidabile per quanto concerne la identificazione di tutti
anche le relazioni convalidate struttura-attività e i giudizi de- i possibili marker di cancerogenicità.
gli esperti.” (allegato VI) In aggiunta è anche da dire che gli stessi test analitici di costi-
tuenti quali il benzene o gli Ipa ecc. possono in molti casi essere
Un’indagine bibliografica eseguita in tal senso ha evidenziato falsati da errori analitici dovuti alla composizione complessa del
quanto segue. campione; non a caso l’Unione europea ha previsto che essi pos-
sano essere applicati solo ad alcune sostanze elencate nell’allega-
• Un data set (pubblicato nell’anno 2000 dall’European Che- to I alla direttiva 67/548.
micals Bureau della Commissione europea), riguardante diverse
tipologie di oli usati, ha messo in evidenza un significativo incre- Quanto fin qui esposto lascia intendere a nostro modesto av-
mento di tumori negli animali da esperimento portando a consi- viso come il test al Dmso costituisca oggi, per composti quali
derare gli oli lubrificanti usati come cancerogeni (in particolare gli oli usati, l’unico vero elemento di demarcazione tra can-
per la pelle). Lo studio riferisce in particolare che “oli motore u- cerogeno e non cancerogeno. Ciò anche in considerazione
sati contengono significative quantità di Ipa derivanti dalla del fatto che, stante la estrema variabilità della loro composi-
combustione, il che li rende rifiuti pericolosi a tutti gli effetti”. zione, la “posizione” degli oli usati potrebbe essere valutata
• Studi effettuati dallo Iarc (International Agency for Research on per altre vie diverse da quella del test al Dmso, unicamente
Cancer) organizzazione tra le più autorevoli e riconosciute a livel- caso per caso e mediante test specifici di cancerogenesi sicu-
lo mondiale nella valutazione delle proprietà cancerogene dei ramente non facilmente attuabili, in termini sia di tempo sia
chemical, rivelano, per gli oli lubrificanti esausti, “evidenza suf- di costi.
ficiente” di effetti cancerogeni su animali da esperimento anche
9
laddove questi contengano quantità, pur ridotte, di Ipa. La scelta del test al Dmso che, pur se in maniera conservativa, ha
mostrato una stretta correlazione tra i suoi risultati e il potere 391/Cee e successivi aggiornamenti e modifiche).
L’intervento Oli usati: manipolazione, trasporto, smaltimento

cancerogeno del chemical analizzato, sposerebbe peraltro perfet-


tamente quanto da sempre auspicato in ambito comunitario: in Quanto finora detto porta a concludere che l’adozione di una
situazioni di incertezza, deve essere mantenuto il cosiddetto “li- classificazione degli oli usati non comprendente la frase di
vello di precauzione”. rischio R45 adottata senza l’effettuazione del test al Dmso
In aggiunta le stesse, da molti paventate, interferenze al test, e po- comporterebbe, con buona probabilità, una notevole re-
ste come elemento a sua confutazione, non appaiono sufficiente- sponsabilità del produttore o del distributore nei confronti
mente fondate in quanto, per poterle avvalorare, occorrerebbe po- dell’utilizzatore, soprattutto in considerazione delle informa-
ter dimostrare che i “non Ipa” o i loro derivati eterociclici “estrat- zioni disponibili in letteratura, o fornite da esperti.
ti” non possiedono anch’essi potere cancerogeno. In breve, si ritiene che, alla luce della attuale normativa na-
zionale e comunitaria e delle conoscenze scientifiche, la vo-
Si ritiene quindi appropriato sposare la tesi secondo cui, per lontà del produttore o distributore di essere esente da even-
gli oli usati, occorra porsi in “posizione cautelativa” anche tuali responsabilità, sarebbe soddisfatta unicamente indican-
laddove analisi di laboratorio rivelino contenuti di Ipa, o di do chiaramente, nel caso di test al Dmso sfavorevole (estrat-
benzene, o di benzo(α)pirene, al di sotto dei valori di soglia, to ≥ 3%), la classificazione di cancerogeno e la frase di ri-
posizione non necessaria invece in caso di risultati “favore- schio R45, la cui omissione sarebbe al contrario possibile
voli” ottenuti con il test al Dmso. solo in caso di esito favorevole del citato test al Dmso (e-
stratto < 3%).
In accordo al “principio di precauzione”, l’Ue ha infatti da sem-
pre raccomandato, in situazioni di incertezza o di dubbio, l’ado- I dati tossicologici e i rischi per la salute
zione di posizioni cautelative che, nella fattispecie, si estrinsecano I dati tossicologici più rappresentativi (DL50 orale, DL50 cutanea,
nella attribuzione della frase R45 laddove il test al Dmso CL50 inalatoria) rinvenibili in letteratura si riferiscono esclusiva-
(marker) non abbia messo in evidenza un valore di estratto infe- mente agli oli minerali e ai vari tagli petroliferi e si rivelano suffi-
riore al 3%. cientemente confortanti: ciò spiega la non attribuzione, da parte
Rimane da sottolineare, infine, a favore dell’adozione del test al dell’Ue, del rischio di tossicità agli oli “nuovi” e, conseguente-
Dmso, l’estrema praticità di esso in quanto, anche qualora l’ado- mente la non necessità di attribuzione, in etichetta, delle frasi di
zione alternativa di una oculata e puntuale analisi di più lotti di rischio R23, R24, R25, R26, R27, R28 (cfr. allegato I alla direttiva
olio usato dovesse portare a conclusioni “variabili” e non unifor- 67/548/Cee aggiornato da ultimo dalla direttiva 2004/73/Ce).
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

mi per tutti i campioni di volta in volta esaminati, si concretizze- Per quanto attiene agli oli usati alcuni di questi dati sono invece
rebbe la necessità di variare le condizioni di lavoro previste per gli reperibili nel citato data set dell’European Chemicals Bureau del-
operatori dal Dlgs 626/1994 modificato da ultimo dal Dlgs la Commissione europea e in alcune schede di sicurezza.
25/2002, (valutazione del rischio, sorveglianza sanitaria, monito- Tali dati appaiono comunque anch’essi confortanti e affidabili in
raggio ambientale, cartelle sanitarie); cosa non accettabile secon- quanto è precisato nel rapporto della Commissione che i test sono
do l’orientamento della vigente disciplina in materia di sicurezza stati effettuati secondo procedure in linea con i protocolli del-
e igiene del lavoro e di protezione dei lavoratori (direttiva 89/ l’Oecd. Essi possono essere, in breve, riassunti come segue.

Test su mammiferi
• Tossicità orale (ratto), LD50 (mg/kg) > 2.000 (Oecd 401, 1981)
• Tossicità cutanea (coniglio), LD50 (mg/kg) > 4.000 (Oecd 402, 1981)
• Tossicità cutanea (ratto), LD50 (mg/kg) > 2.000 (Oecd 402, 1981)
• Tossicità inalatoria (ratto), LC50 (mg/l/4hr) > 5 (valore stimato sulla scorta di informazioni relative a intermedi di raffineria con analoghi inter-
valli di distillazione e n. di atomi di carbonio)

Rischi da esposizione
Inalazione Esposizione prolungata o ripetuta può provocare irritazione del tratto respiratorio superiore
Contatto con la pelle Generalmente non irritante. Contatti prolungati o ripetuti possono provocare irritazioni e dermatiti
Contatto con gli occhi (Draize test) Generalmente non irritante. Contatti prolungati o ripetuti possono provocare irritazioni temporanee
Sensibilizzazione Non sensibilizzante
Tossicità cronica Test sperimentali effettuati su specie animali hanno messo in evidenza effetti cancerogeni

In base a tali dati agli oli usati non sono attribuibili, in base ai con effetti letali per tutti gli organismi viventi che lo abitano;
criteri dell’Ue, le frasi di rischio R23, R24, R25, R26, R27, R28. • se bruciati indiscriminatamente, contro i dettati delle normative
di legge in materia di tutela dell’aria, 5 litri di olio usato sono in
Dati ecotossicologici e rischi per l’ambiente grado di immettere nell’aria elevate quantità di inquinanti, fonti
L’olio usato, se eliminato in modo scorretto o impiegato in modo di intossicazioni e malattie.
improprio, può notoriamente trasformarsi in un potente inqui-
nante, per esempio: Per quanto attiene alle proprietà ecotossicologiche, dati relativi a-
• se riversato sul terreno può facilmente penetrarvi e nuocere gra- gli oli usati sono anch’essi reperibili nel citato data set dell’Euro-
vemente a piante e animali; pean Chemicals Bureau della Commissione europea, e in alcune
• se disperso in acqua (attraverso le reti fognanti o i corsi d’ac- schede di sicurezza.
qua) provoca danni gravissimi: 5 litri di olio usato (il cambio di Tali dati rivelano in breve:
olio di un auto) ricoprono, di una sottile pellicola, una superficie • valori di LC50 a 96hr su specie ittiche ( tossicità acquatica) va-
10
di 5.000 mq d’acqua, impedendo l’ossigenazione del corpo idrico riabili tra 1 e 100 mg/l;
• valori di Cod variabili tra 700 e 1400 mgO2/g; a) Sostanze e preparati liquidi che contengono idrocarburi a-

L’intervento Oli usati: manipolazione, trasporto, smaltimento


• giudizio, in merito alla biodegradabilità, come composti relati- lifatici, aliciclici e aromatici in concentrazione totale pari o
vamente ma non facilmente biodegradabili e quindi che possono superiore al 10 % e che presentano:
risultare persistenti nell’ambiente, in particolare in condizioni di • un tempo di scorrimento inferiore a 30 secondi in una va-
assenza di ossigeno; schetta Iso di 3 mm, conformemente alla norma Iso 2431 (e-
• valori del coefficiente di ripartizione ottanolo acqua Kow (e- diz. aprile 1996/luglio 1999: Pitture e vernici – Determi-
spressi come Pow) compresi tra 2,7 e 6. nazione del tempo di scorrimento mediante vaschette), oppure
• una viscosità cinematica inferiore a 7 x 10-6 mq/sec a 40°
In base a tali dati e ai criteri di classificazione dell’Ue, agli oli C, misurata in un viscosimetro a capillare calibrato in vetro
usati dovrebbero essere attribuite, in via cautelativa le frasi di conformemente alle norme Iso 3104/3105 (Iso 3104, edizio-
rischio R51/53 (Tossico per gli organismi acquatici, può ne 1994: Prodotti petroliferi – Liquidi trasparenti e opachi -
provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente Determinazione della viscosità cinematica e calcolo della vi-
acquatico) e il simbolo N (Pericoloso per l’ambiente) e, scosità dinamica; Iso 3105, edizione 1994: Viscosimetri cine-
solo laddove il valore di LC50 si riveli superiore a 10 mg/l, le matici a capillare – Specifiche e istruzioni sul funzionamen-
frasi di rischio R52/53 (Nocivo per gli organismi acquati- to), oppure
ci, può provocare a lungo termine effetti negativi per • una viscosità cinematica inferiore a 7 x 10-6 mq/sec a 40°
l’ambiente acquatico). C, dedotta dalla misurazione della viscosità di rotazione
conformemente alla norma Iso 3219 (edizione 1993:
Il rischio di infiammabilità Materiali plastici – Polimeri/resine in stato liquido o di emul-
Una delle proprietà chimico fisiche prese in considerazione (non sione o dispersione – Determinazione della viscosità mediante
solo dall’Ue, ma anche dalle norme che regolamentano lo smalti- viscosimetro a rotazione con gradiente di velocità definito).
mento dei rifiuti e da quelle che regolamentano il trasporto di b) Sostanze e preparati che presentano rischio di aspirazione
merci pericolose) è quella che determina l’attribuzione o meno per l’uomo in base all’esperienza pratica.”
della classe di pericolo “Infiammabile”, ovvero il punto di infiam-
mabilità. In tal senso l’indagine condotta per conoscere i dati di- Anche per tali proprietà è da dire che, anche se soltanto una misu-
sponibili per gli oli usati, ha messo in evidenza quanto di seguito: ra diretta effettuata sui lotti di provenienza dell’olio usato potreb-
• per gli oli lubrificanti usati un punto di infiammabilità > 168° be fornire un loro valore esatto, i dati di viscosità cinematica che
C con un range “tipico” compreso tra 169° C e 323° C; vengono indicati per le tipologie di oli descritte (tra 8.76 x 10-6 e

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


• per l’olio combustibile (tutti i tipi), identificato come “miscela 14 x 10-6 mq/sec a ≅100° C), pur se ottenuti con metodologie
complessa di idrocarburi con punto iniziale di distillazione standard e condizioni differenti, sono tutti superiori al valore li-
approssimativo di 160° C, ottenuto mescolando varie frazioni mite indicato dalla norma e pertanto si potrebbe ritenere che, in
petrolifere”, un punto di infiammabilità > 55° C e per partite di linea generale, e a meno di grosse discrepanze nella composizione
oli usati costituite da miscele di oli lubrificanti usati (da autotra- tipica, la frase di rischio R65 non sia necessaria.
zione e industria) e solventi un punto di infiammabilità > 65° C;
• per gli oli usati costituiti da miscela di idrocarburi provenienti Possibile classificazione Ue
da olio lubrificante usato da autotrazione, industria, agricoltura e Supposti pertanto:
marina, valori del punto di infiammabilità > 90° C. • un punto di infiammabilità superiore a 55° C;
• una viscosità cinematica superiore a 7 x 10-6 mq/sec a 40° C,
Pertanto, anche se soltanto una misura diretta sulla partita di misurata in un viscosimetro a capillare calibrato in vetro confor-
olio usato potrà fornire un valore preciso del suo punto di memente alle norme Iso 3104/3105 oppure
infiammabilità in base al quale stabilire se esso è da classifi- • una viscosità cinematica superiore a 7 x 10-6 mq/sec a 40° C,
carsi infiammabile ai sensi delle citate normative in materia dedotta dalla misurazione della viscosità di rotazione conforme-
di etichettatura, smaltimento rifiuti e trasporto merci perico- mente alla norma Iso 3219 oppure
lose, è lecito affermare che generalmente gli oli usati, soprat- • un tempo di scorrimento superiore a 30 secondi in una vaschet-
tutto se di composizione tipica e simile a quella degli oli cita- ta Iso di 3 mm, conformemente alla norma Iso 2431;
ti, possiedono punto di infiammabilità superiore ai valori li- e in base ai dati di tossicità ed ecotossicità e ai criteri dell’Ue (4),
mite fissati dalle citate normative (55° C e 61° C). la classificazione degli oli usati dovrebbe, in base ai criteri comu-
nitari e nazionali vigenti in materia di classificazione ed etichet-
Altre proprietà chimico fisiche fondamentali ai fini della classifi- tatura delle sostanze e dei preparati pericolosi, essere quella di se-
cazione e della etichettatura sono il tempo di scorrimento e la vi- guito indicata.
scosità cinematica, in quanto la normativa vigente in materia di
classificazione ed etichettatura stabilisce in maniera inequivoca- Caso A: test al Dmso positivo (% estratto ≥ 3%)
bile che (allegato VI della direttiva 67/548/Cee e succ. agg. e 1. Posizione cautelativa
mod.):
“Le sostanze e i preparati sono classificati come nocivi e con-
trassegnati con il simbolo ‘Xn’ e l’indicazione di pericolo
‘Nocivo’ conformemente ai criteri riportati qui di seguito; le
frasi indicanti i rischi specifici sono assegnate secondo i se-
guenti criteri: R 45 – Può provocare il cancro
• R65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di inge- R51/53 – Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a
stione lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico
Le sostanze e i preparati liquidi che presentano un rischio di R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola-
11
aspirazione per l’uomo data la loro ridotta viscosità: ture della pelle
2. Posizione non cautelativa (a meno che non sia Possibile classificazione ai fini della gestione dei
L’intervento Oli usati: manipolazione, trasporto, smaltimento

dimostrato che LC50 > 10 mg/l) rifiuti


Per quanto attiene alla caratterizzazione dei rifiuti, l’attribuzione
del codice Cer e delle categorie di pericolosità (sigle H) dipendono
anch’essi dalle possibili situazioni rinvenibili sul lotto di oli usati
ma in ogni caso, in base a quanto previsto dalla normativa vigen-
R 45 – Può provocare il cancro te in materia di gestione dei rifiuti (Dlgs 152/2006, parte IV ).
R52/53 – Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a
lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico Caso A: test al Dmso positivo (% estratto ≥ 3%)
R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola- Codice Cer (a seconda della provenienza):
ture della pelle 13 02 05 * scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrifi-
cazione, non clorurati
Caso B: test al Dmso negativo (% estratto < 3%) 13 02 06 * scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrifi-
1. Posizione cautelativa cazione
13 02 08 * altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
13 07 01* olio combustibile e carburante diesel

Categoria di pericolosità
H7, H14 (se punto di infiammabilità > 55° C)
R37/38 – Irritante per le vie respiratorie e la pelle H7, H14, H3 (se punto di infiammabilità ≤ 55° C)
R51/53 – Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a
lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico Caso B: test al Dmso negativo (% estratto < 3%)
R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola- Codice Cer (a seconda della provenienza):
ture della pelle 13 02 05 * scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrifi-
cazione, non clorurati
2. Posizione non cautelativa (a meno che non sia 13 02 06 * scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrifi-
dimostrato che LC50 > 10 mg/l) cazione
13 02 08 * altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

13 07 01* olio combustibile e carburante diesel

Categoria di pericolosità
H4, H14 (se punto di infiammabilità > 55° C)
R37/38 – Irritante per le vie respiratorie e la pelle H4, H14, H3 (se punto di infiammabilità ≤ 55° C)
R52/53 – Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a
lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico La caratteristica H14 va, a nostro avviso, comunque attribuita
R66 – L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpola- sempre in quanto, anche adottando la posizione non cautelativa,
ture della pelle l’olio usato prevede comunque almeno le frasi di rischio R52/53.

Note ad esse possa provocare lo sviluppo di 18 settembre 1981 e “nuove” quelle im- gresso tecnico della direttiva 67/548/
(1) La categoria 2 dei cancerogeni è, tumori. Ciò in base ad adeguati stu- messe sul mercato dopo la sua pubbli- Cee e contenente l’elenco consolidato
secondo i criteri dell’Ue, quella attribui- di a lungo termine eseguiti sugli ani- cazione e soggette a notifica (premar- delle sostanze ufficialmente classificate
ta alle sostanze “da considerarsi can- mali o ad altre informazioni specifi- keting notification). dall’Ue”.
cerogene per l’uomo in quanto esisto- che”. (3) Cfr. da ultimo il Dm 28 aprile 2006 (4) Per i criteri di classificazione relati-
no elementi sufficienti per ritenere (2) Sono considerate “esistenti” le so- “Recepimento della direttiva 2004/73/ vi ai rischi ambientali cfr. anche Dm 14
verosimile che l’esposizione umana stanze presenti nell’Einecs alla data del Ce recante il XXIX adeguamento al pro- giugno 2002, allegato VIII, par. 5.2.

12
nuova versione 5.3 2007

Supporti normativi a cura della redazione normativa di Edizioni Ambiente

Edizioni Ambiente presenta la versione completamente


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manuali impostate dall’Utente.
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Soggetti, i Registri, con controlli di L’elemento centrale
pertinenza nei collegamenti interni. del servizio è un software
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globali. delle scritture ambientali
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lizzato dei formati. attinenti. Il sistema
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Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N.Battaglia
Nome Cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
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Ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto ottener-
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Città Prov. tel. 2) Consenso al trattamento dei dati.
Letta l’informativa di cui sopra:
[ ] autorizzo
e-mail sito internet [ ] non autorizzo
l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Data Firma Editrice.
Firma ............................................................................
Legge 20 ottobre 2006, n. 271
(Gazzetta ufficiale 3 novembre 2006 n. 256)

Istituzione di una Commissione parlamentare


di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite
ad esso connesse.

Legislazione
norme La Camera dei Deputati ed il Senato della Repub- Articolo 2
nazionali blica hanno approvato;
Il Presidente della Repubblica
Composizione della Commissione
1. La Commissione è composta da venti senatori
Promulga e da venti deputati, nominati rispettivamente dal
la seguente legge: Presidente del Senato della Repubblica e dal
Presidente della Camera dei Deputati, in propor-
Articolo 1 zione al numero dei componenti i gruppi parla-
Istituzione e compiti della Commissione mentari, comunque assicurando la presenza di
1. È istituita, per la durata della XV legislatura, un rappresentante per ciascun gruppo esistente
Rifiuti ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, una in almeno un ramo del Parlamento.
Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo 2. La Commissione, nella prima seduta, elegge il
dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse proprio ufficio di presidenza, costituito dal presi-
e criminalità con il compito di: dente, da due vicepresidenti e da due segretari.
a) svolgere indagini atte a fare luce sul ciclo dei 3. Per l’elezione del presidente è necessaria la
rifiuti, sulle organizzazioni che lo gestiscono, sui maggioranza assoluta dei componenti la Com-
connessa, loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla cri-
minalità organizzata, con specifico riferimento
missione; se nessuno riporta tale maggioranza si
procede al ballottaggio tra i due candidati che
alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis hanno ottenuto il maggiore numero di voti. Nel
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

Commissione del Codice penale;


b) individuare le connessioni tra le attività illeci-
ballottaggio è proclamato eletto colui che ottiene
il maggiore numero di voti; in caso di parità di
te nel settore dei rifiuti e altre attività economi- voti è proclamato eletto il più anziano di età.
bicamerale di che, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti
tra le diverse Regioni del Paese e verso altre na- Articolo 3
zioni; Testimonianze
inchiesta al terzo c) verificare l’attuazione delle normative vigenti
e le eventuali inadempienze da parte dei soggetti
1. Per le testimonianze davanti alla Commissio-
ne si applicano le disposizioni previste dagli arti-
pubblici e privati destinatari delle stesse; coli da 366 a 384-bis del Codice penale.
d) verificare i comportamenti della Pubblica am-
insediamento ministrazione centrale e periferica, al fine di ac- Articolo 4
certare la congruità degli atti e la coerenza con Acquisizione di atti e documenti
la normativa vigente; 1. La Commissione può acquisire copie di atti e
e) verificare le modalità di gestione dei servizi di documenti relativi a procedimenti e inchieste in
smaltimento dei rifiuti da parte degli enti locali e corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi-
i relativi sistemi di affidamento; smi inquirenti, nonché copie di atti e documenti
f) proporre le soluzioni legislative e amministra- relativi a indagini e inchieste parlamentari, an-
tive ritenute necessarie per rendere più coordina- che se coperti dal segreto. In tale ultimo caso la
ta e incisiva l’iniziativa dello Stato, delle Regioni Commissione garantisce il mantenimento del re-
e degli enti locali e per rimuovere le disfunzioni gime di segretezza. Se l’autorità giudiziaria, per
accertate, anche attraverso la sollecitazione al re- ragioni di natura istruttoria, ritiene di non poter
cepimento di normative previste in direttive co- derogare al segreto di cui all’articolo 329 del
munitarie non introdotte nell’ordinamento ita- Codice di procedura penale, emette decreto moti-
liano e in trattati o accordi internazionali non vato di rigetto. Quando tali ragioni vengono me-
ancora ratificati dall’Italia. no, l’autorità giudiziaria provvede senza ritardo
2. La Commissione riferisce al Parlamento an- a trasmettere quanto richiesto.
nualmente con singole relazioni o con relazioni 2. La Commissione stabilisce quali atti e docu-
generali e ogniqualvolta ne ravvisi la necessità e menti non devono essere divulgati, anche in rela-
comunque al termine dei suoi lavori. zione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o
3. La Commissione procede alle indagini e agli inchieste in corso. Devono in ogni caso essere co-
esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni perti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a
dell’autorità giudiziaria. La Commissione non procedimenti giudiziari nella fase delle indagini
può adottare provvedimenti attinenti alla libertà preliminari.
e alla segretezza della corrispondenza e di ogni 3. Il segreto funzionale riguardante atti e docu-
altra forma di comunicazione nonché alla li- menti acquisiti dalla Commissione in riferimen-
bertà personale, fatto salvo l’accompagnamento to ai reati di cui agli articoli 416 e 416-bis del
coattivo di cui all’articolo 133 del Codice di pro- Codice penale non può essere opposto ad altre
14
cedura penale. Commissioni parlamentari di inchiesta.
Articolo 5 sione sono disciplinati da un regolamento inter- a carico del bilancio interno del Senato della

Legislazione norme nazionali Legge 271/2006


Obbligo del segreto no approvato dalla Commissione stessa prima Repubblica e per metà a carico del bilancio inter-
1. I componenti la Commissione, il personale dell’inizio dei lavori. Ciascun componente può no della Camera dei Deputati. I Presidenti del
addetto alla stessa e ogni altra persona che colla- proporre la modifica delle norme regolamentari. Senato della Repubblica e della Camera dei de-
bora con la Commissione o compie o concorre a 2. La Commissione può organizzare i propri la- putati, con determinazione adottata di intesa tra
compiere atti di inchiesta oppure ne viene a co- vori anche attraverso uno o più comitati, costi- loro, possono autorizzare annualmente un incre-
noscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono tuiti secondo il regolamento di cui al comma 1. mento delle spese di cui al precedente periodo,
obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli 3. Tutte le volte che lo ritenga opportuno la comunque in misura non superiore al 30 per
atti e i documenti di cui all’articolo 4, comma 2. Commissione può riunirsi in seduta segreta. cento, a seguito di richiesta formulata dal presi-
2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la 4. La Commissione può avvalersi dell’opera di a- dente della Commissione per motivate esigenze
violazione del segreto di cui al comma 1, nonché genti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le connesse allo svolgimento dell’inchiesta.
la diffusione in tutto o in parte, anche per rias- collaborazioni che ritenga necessarie.
sunto o informazione, di atti o documenti del 5. Per l’espletamento delle sue funzioni la La presente legge, munita del sigillo dello Stato,
procedimento di inchiesta dei quali sia stata vie- Commissione fruisce di personale, locali e stru- sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
tata la divulgazione, sono punite ai sensi dell’ar- menti operativi messi a disposizione dai Presi- normativi della Repubblica italiana. È fatto ob-
ticolo 326 del Codice penale. denti delle Camere, di intesa tra loro. bligo a chiunque spetti di osservarla e di farla os-
6. Le spese per il funzionamento della Commis- servare come legge dello Stato.
Articolo 6 sione sono stabilite nel limite massimo di 75.000
Organizzazione interna euro per l’anno 2006 e di 150.000 euro per cia- Data a Roma, addì 20 ottobre 2006.
1. L’attività e il funzionamento della Commis- scuno degli anni successivi e sono poste per metà

XV Legislatura
Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, composizione
(Legge 20 ottobre 2006, n. 271)

Presidente Senatori Deputati


Sen. Roberto Barbieri (Ulivo-DS) Sen. Salvatore Adduce (Ulivo-DS) On. Romolo Benvenuto (Ulivo-Margherita)
Sen. Franco Asciutti (FI) On. Bruno Cesario (FI)

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


Vicepresidenti Sen. Egidio Banti (Ulivo-Margherita) On. Giacomo De Angelis (Partito dei
On. Camillo Piazza (Federazione dei Verdi) Sen. Mauro Bulgarelli (Insieme con l’Unione) Comunisti Italiani)
On. Pietro Franzoso (FI) Sen. Giuseppe Caforio (It. Valori) On. Francesco De Luca (FI)
Sen. Antonio Franco Girfatti (FI) On. Lello Di Gioia (Rosa Nel Pugno)
Segretari Sen. Mauro Libè (UDC) On. Luigi Fedele (FI)
Sen. Donato Piglionica (Ulivo-DS) Sen. Santo Liotta (Rifond. Comun.) On. Pasqualino Giuditta (Popolari Udeur)
On. Michele Tucci (Unione di Centro) Sen. Altero Matteoli (AN) On. Ugo Maria Gianfranco Grimaldi (FI)
Sen. Vidmer Mercatali (Ulivo-DS) On. Salvatore Iacomino (Rifondazione
Sen. Carmelo Morra (FI) Comunista)
Sen. Magda Negri (Ulivo-DS) On. Tino Iannuzzi (Ulivo-Margherita)
Sen. Lorenzo Piccioni (FI) On. Angelo Maria Rosario Lomaglio (Ulivo-DS)
Sen.Ettore Pietro Pirovano (Lega Nord) On. Marco Martinelli (AN)
Sen.Giancarlo Pittelli (FI) On. Aurelio Salvatore Misiti (Italia dei Valori)
Sen.Giuseppe Scalera (Ulivo-Margherita) On. Giuliano Pedulli (Ulivo-DS)
Sen.Pasquale Viespoli (AN) On. Antonio Rugghia (Ulivo-DS)
Sen.Valerio Zanone (Ulivo-Margherita) On. Paolo Russo (FI)
On. Stefano Saglia (AN)

15
Decreto legislativo 8 novembre 2006, n. 284
(Gazzetta ufficiale 24 novembre 2006 n. 274)

Disposizioni correttive e integrative del decreto


legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in
materia ambientale.

Legislazione
norme Il Presidente della Repubblica rettive e integrative del decreto legislativo 3 aprile
nazionali Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
2006, n. 152, nel rispetto delle norme e dei prin-
cipi dell’ordinamento comunitario e delle deci-
recante norme in materia ambientale; sioni rese dalla Corte di Giustizia dell’Unione eu-
Vista la legge 15 dicembre 2004, n. 308, ed in ropea.
particolare l’articolo 1, comma 6, che prevede la 3. All’articolo 170 del decreto legislativo 3 aprile
possibilità di emanare disposizioni correttive ed 2006, n. 152, dopo il comma 2, è inserito il se-
integrative del citato decreto legislativo 3 aprile guente:
2006, n. 152, entro due anni dalla data di entrata “2-bis. Nelle more della costituzione dei distretti
Il correttivo in vigore; idrografici di cui al Titolo II della parte terza del
Vista la relazione motivata presentata alle presente decreto e della revisione della relativa
Camere dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela disciplina legislativa con un decreto legislativo
al “Codice del Territorio e del Mare, ai sensi del citato arti- correttivo, le autorità di bacino di cui alla legge
colo 1, comma 6, della legge 15 dicembre 2004, 18 maggio 1989, n. 183, sono prorogate fino alla
n. 308; data di entrata in vigore del decreto correttivo
ambientale” non Vista la preliminare deliberazione del Consiglio
dei Ministri, adottata nella riunione del 30 giu-
che, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, della legge
n. 308 del 2004, definisca la relativa disciplina.”.
gno 2006; 4. Fino alla data di entrata in vigore del decreto
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

è ancora Acquisito il parere della Conferenza unificata di


cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto
legislativo correttivo di cui al comma 2-bis
dell’articolo 170 del decreto legislativo 3 aprile
1997, n. 281, reso nella seduta del 19 luglio 2006, n. 152, come inserito dal comma 3, sono
una riforma 2006;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni
fatti salvi gli atti posti in essere dalle autorità di
bacino dal 30 aprile 2006.
della Camera dei Deputati e del Senato della Re- 5. Gli articoli 159, 160 e 207 del decreto legislati-
pubblica in data 26 luglio 2006; vo 3 aprile 2006, n. 152, sono abrogati ed il Co-
Vista la seconda preliminare deliberazione del mitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idri-
Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del che e l’Osservatorio nazionale sui rifiuti sono ri-
28 luglio 2006; costituiti ed esercitano le relative funzioni. Tutti i
Acquisito il secondo parere della commissione riferimenti all’Autorità di vigilanza sulle risorse
VIII della Camera dei Deputati; idriche e sui rifiuti contenuti nel decreto legisla-
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, tivo 3 aprile 2006, n. 152, sono soppressi.
adottata nella riunione del 31 agosto 2006; 6. All’articolo 224, comma 2, del decreto legisla-
Sulla proposta del Ministro dell’Ambiente e della tivo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: “centottanta
Tutela del Territorio e del Mare e del Ministro per giorni” sono sostituite dalle seguenti: “dodici
le Politiche Europee, di concerto con i Ministri mesi”.
per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica 7. Dall’attuazione del presente decreto non pos-
amministrazione, per gli Affari Regionali e le Au- sono derivare nuovi o maggiori oneri per la fi-
tonomie Locali, dell’Interno, della Giustizia, del- nanza pubblica.
la Difesa, dell’Economia e delle Finanze, dello
Sviluppo Economico, della Salute, delle Infra- Articolo 2
strutture e delle Politiche Agricole Alimentari e Entrata in vigore
Forestali; 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno
Emana successivo a quello della sua pubblicazione nella
il seguente decreto legislativo: Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.

Articolo 1
Modifiche al decreto legislativo 3 aprile Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato,
2006, n. 152 sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
1. Con decreto correttivo adottato prioritaria- normativi della Repubblica italiana.
mente, sono indicate le disposizioni della Parte È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e
terza e quarta del decreto legislativo 3 aprile di farlo osservare.
2006, n. 152, e dei relativi decreti attuativi, che
continuano ad applicarsi e quelle abrogate. Dato a Roma, addì 8 novembre 2006.
2. Con successivi decreti, fatto salvo quanto pre-
visto dal comma 6 dell’articolo 1 della legge 15
16
dicembre 2004, n. 308, sono adottate norme cor-
Legislazione norme nazionali Dlgs 284/2006
Il 25 novembre 2006 è entrato in vigore il Dlgs me delle competenti Commissioni parlamenta-
8 novembre 2006, n. 284, prima vera novella ri, nella versione approvata il 12 ottobre in pri-
il commento del cd. “Codice ambientale” (Dlgs 3 aprile ma lettura dal Consiglio dei Ministri.
2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”). Per quanto riguarda, in particolare, l’Osser-
Il nuovo Dlgs è stato emanato nell’ambito dei vatorio nazionale sui rifiuti, è in cantiere una
Le prime novelle poteri della delega di cui all’articolo 1, comma riorganizzazione del campo di attività e delle
6, della legge 15 dicembre 2004, 308 (cd. funzioni a questo attribuite, nonché delle mo-
al Dlgs 152/2006 e il punto “Legge delega”), che consente al Governo di dalità organizzative e di funzionamento, da de-
della situazione correggere e integrare il “Codice ambientale” finirsi con decreto entro 6 mesi dall’entrata in
entro due anni dalla sua entrata in vigore, nel vigore del futuro disposto normativo.
rispetto dei principi e dei criteri stabiliti nella
legge delega stessa. Si è ritenuto quanto mai opportuno (pur preve-
La novella appena varata interessa poche e cir- dendo la soppressione dell’Autorità per la fon-
di Simona Faccioli coscritte disposizioni del Dlgs 152/2006, la cui damentale ragione dell’eccesso di delega in
Esperta in diritto ambientale correzione è stata ritenuta urgente a tal punto quanto non prevista nei criteri direttivi della
da dover essere anticipata rispetto al più mas- legge 308/2004) far “rivivere” i preesistenti or-
siccio e sostanziale intervento di modifica, con- ganismi nel periodo transitorio in attesa della
tenuto nello schema di un ulteriore decreto le- riforma definitiva del “Codice ambientale”, al
gislativo attualmente all’esame delle compe- fine “di garantire la continuità nello svolgi-
tenti Commissioni di Camera e Senato e alla mento delle funzioni di monitoraggio nei
Conferenza Stato-Regioni per acquisire i neces- settori delle acque e dei rifiuti, valorizzando
sari pareri. le esperienze maturate prima dell’entrata in
vigore del medesimo decreto legislativo n.
Nello specifico, il Dlgs 284/2006 modifica il 152” (come si legge nel Parere allo schema di
Dlgs 152/2006 su tre argomenti precisi Dlgs 152/2006 approvato dalla Commissione
(due dei quali afferenti al settore dei rifiuti) VIII alla Camera il 3 agosto 2006).
e in particolare:
• Autorità di vigilanza sulle risorse idriche Adeguamento dello Statuto
e sui rifiuti; del Conai
• Statuto del Conai; Come noto, il Dlgs 152/2006 contiene numero-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


• Autorità di bacino. se disposizioni innovative riguardo al sistema
consortile degli imballaggi, in primo luogo ri-
Soppressione dell’Autorità guardanti l’introduzione dei principi di con-
di vigilanza sulle risorse idriche correnzialità, consistente, in estrema sintesi,
e sui rifiuti nell’abbandono dell’obbligatorietà dell’adesio-
Una significativa innovazione prevista dal ne al Conai da parte dei produttori e utilizzato-
“Codice ambientale” è stata l’istituzione di una ri di imballaggi, e con la possibilità, alternativa
nuova “Autorità di vigilanza sulle risorse idri- all’adesione al Conai, di istituire altri consorzi
che e sui rifiuti”, con il compito di assicurare di filiera, che siano rappresentativi a livello na-
l’osservanza, da parte di qualsiasi soggetto zionale, oppure di costituire sistemi autosuffi-
pubblico e privato, dei principi e delle disposi- cienti di restituzione degli imballaggi.
zioni delle parti terza e quarta del decreto. L’articolo 224, comma 2, Dlgs 152/2006 preve-
L’articolo 1, comma 5, del nuovo decreto legi- deva il termine di 180 giorni dalla sua entrata
slativo 284/2006 di modifica del “Codice am- in vigore entro il quale il Conai avrebbe dovuto
bientale” ne ha disposto ora la soppressione, a- adeguare il proprio statuto ai nuovi principi
brogando gli articoli che la disciplinavano (ar- contenuti nel decreto ed in particolare a quelli
ticoli 159, 160 e 207 del Dlgs 152/2006) non- di trasparenza, efficacia, efficienza ed econo-
ché ogni riferimento contenuto nel testo del de- micità, nonché di libera concorrenza nelle atti-
creto citato. vità di settore.
Ai sensi dell’articolo 1, comma 6, del nuovo
L’articolo in parola ha, inoltre, disposto che Dlgs correttivo (284/2006) il termine per l’ade-
il Comitato per la vigilanza sull’uso delle ri- guamento dello statuto del Conai passa dai
sorse idriche e l’Osservatorio nazionale sui precedenti 180 giorni a 12 mesi dall’entrata in
rifiuti, che confluivano in toto nella nuova vigore del Dlgs 152/2006 (quindi, scadrà il 29
Autorità, siano “ricostituiti” per esercitare aprile 2007).
le “relative funzioni”. Lo Statuto adottato sarà trasmesso entro 15
giorni al MinAmbiente che lo approverà con il
La lettera della disposizione in esame, per concerto del Ministero delle Attività Produttive
quanto insolita, va intesa nel senso della rivivi- (ora Sviluppo Economico), salvo motivate os-
scenza dei due precedenti organismi, visto che servazioni cui il Conai è tenuto ad adeguarsi
l’uso del prefisso “ri” (premesso alla parola nei successivi 60 giorni.
“costituiti”) rivela certamente una volontà
“riesumativa”; intenzione che, tra l’altro, si Proroga delle Autorità di bacino
coordina con la costituzione ex novo sia del Il Dlgs 152/2006 prevedeva la soppressione, dal
Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse 30 aprile 2006, delle Autorità di bacino di cui
idriche, sia dell’Osservatorio nazionale sui ri- alla legge 183/1989 (sulla difesa del suolo) e la
fiuti, prevista nell’attuale formulazione dello loro sostituzione con una nuova delimitazione
schema di ulteriore decreto legislativo all’esa- dei distretti idrografici, quali bacini omogenei, 17
Legislazione norme nazionali Dlgs 284/2006

nei quali fossero assicurati una effettiva ed effi- per quanto riguarda il settore dei rifiuti, ha 152/2006, va precisato che, rispetto alla versio-
cace integrazione dei piani e dei programmi completamente abrogato e sostituito il Dlgs ne esaminata nel corso del primo passaggio al-
per la gestione degli usi e la tutela della qua- 22/1997, cd. “Decreto Ronchi”. le Commissioni parlamentari, il Dlgs 284/2006
lità delle risorse idriche. Tuttavia queste dispo- In verità, il “Codice ambientale” ha già subito ha eliminato la “calendarizzazione” della re-
sizioni non erano sorrette da disposizioni tran- modifiche e da parte di due puntuali interventi visione del “Codice ambientale” (che nella
sitorie, nell’attesa della costituzione dei nuovi normativi: prima versione vedeva il 31 gennaio 2007 per
distretti idrografici, con conseguente determi- • il decreto legge cd. “milleproroghe” (Dl l’emanazione della riforma e il 30 novembre
nazione di un vuoto legislativo e incertezza per 173/2006, convertito nella legge 12 luglio 2006 per la riforma delle sole parti terza e
gli operatori. Con la modifica intervenuta 2006, n. 228) ha prorogato al 31 gennaio 2007 quarta). La versione vigente prevede, invece,
(Dlgs 284/2006 articolo 1, comma 3) le vec- l’entrata in vigore della parte seconda del Dlgs un decreto correttivo “adottato prioritaria-
chie Autorità di bacino sono prorogate fino 152/2006, riguardante i procedimenti di Via, mente” di modifica e integrazione delle parti
all’entrata in vigore del decreto correttivo al Vas e Ippc; terza e quarta, nonché “successivi decreti” ri-
Dlgs 152/2006 che definisca la relativa disci- • il cd. “Collegato alla Finanziaria 2007” guardanti l’intero corpus normativo.
plina; sono inoltre fatti salvi gli atti delle stesse (legge 286/2006) ha introdotto modifiche in
compiuti dal 30 aprile 2006 fino all’entrata in tema di riscossione della tariffa del servizio i- Per approfondimenti, provvedimenti e com-
vigore del suddetto decreto correttivo. drico, prevedendo che possa essere affidata, menti, sull’evoluzione in corso del Dlgs
tramite gara pubblica, anche ai soggetti iscritti 152/2006, si rimanda allo Speciale della
Le norme del “Codice ambientale” all’Albo previsto dal Dlgs 446/1997. Normativa Ambientale “Dlgs 152/2006
in vigore e le modifiche future Riforma ambientale” su ReteAmbiente,
Il Dlgs 152/2006, cd. “Codice ambientale”, co- Per quanto riguarda, infine, la pianificazione www.reteambiente.it/ra/normativa/speciale_ri
me modificato, è vigente in ogni sua parte e dei futuri provvedimenti correttivi del Dlgs formambiente/dlgs152_06.html.

Le modifiche al Dlgs 152/2006 in vigore

• L’entrata in vigore delle norme in materia di Via, Vas e Aia è differita al 31 • in vigore dal 13 luglio 2006
gennaio 2007 (Dl 173/2003 convertito in legge 228/2006). art. 1-septies, Dl 173/2006 convertito, con modificazioni, in legge
228/2006

• La riscossione della tariffa del servizio idrico di pubblica fognatura e de- • in vigore dal 3 ottobre 2006
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

purazione può essere affidata, tramite gara pubblica, anche ai soggetti i- art. 2, Dl 262/2006 convertito, con modificazioni, in legge 286/2006 –
scritti all’Albo previsto dal Dlgs 446/1997. Collegato alla Finanziaria – ha modificato l’articolo 156, comma 3, Dlgs
152/2006

• Nelle more della costituzione dei distretti idrografici, le Autorità di bacino • in vigore dal 25 novembre 2006
di cui alla legge 183/1989, sono prorogate sino alla data di entrata in vigo- art. 1, commi 3 e 4, Dlgs 284/2006 che ha aggiunto il comma 2-bis all’ar-
re della revisione della disciplina sulla difesa del suolo. Fino ad allora sono ticolo 170, Dlgs 152/2006
fatti salvi gli atti posti in essere dalle Autorità medesime dal 30 aprile 2006.

• Soppressione dell’Authority per acque e rifiuti e ricostituzione del • in vigore dal 25 novembre 2006
Comitato di vigilanza risorse idriche e dell’Osservatorio nazionale rifiuti. art. 1, comma 5, Dlgs 284/2006 che abroga gli articoli 159, 160 e 207,
Soppressione di tutti i riferimenti all’Authority contenuti nel Dlgs 152/2006. Dlgs 152/2006

• Adeguamento dello statuto del Conai entro il 29 aprile 2007. • in vigore dal 25 novembre 2006
art. 1, comma 6, Dlgs 284/2006 che modifica dell’articolo 224, comma 2,
Dlgs 152/2006

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o la cancellazione e opporsi al loro trattamento ai sensi dell'articolo 7 del citato Dlgs 196/2003. Firma ............................................................
Corte di Cassazione – VI Sezione penale
Sentenza 19 luglio 2006, n. 25063

La massima
Realizzazione impianto di recupero rifiuti – Dlgs 22/1997
Giurisprudenza – Procedura ai sensi dell’articolo 27 – Difetto – Variante
strumento urbanistico – Manca – Abuso d’ufficio
La realizzazione di un impianto di recupero dei rifiuti richiede, da-
ta la sua natura industriale, la compatibilità con la destinazione
d’uso dell’area in cui insiste ai sensi del vigente strumento urba-
nistico. Solo l’espletamento della procedura prescritta dall’artico-
lo 27 del Dlgs 22/1997, con la nomina del responsabile del pro-
cedimento e la convocazione di una conferenza di servizi, finaliz-
zata all’approvazione del progetto e all’autorizzazione della realiz-
Realizzazione impianti, zazione dell’opera, può costituire variante allo strumento urbani-
stico, se valutata positivamente la ricorrenza delle esigenze di
pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera, determinando
la variante urbanistica la compressione delle scelte effettuate dal Comune in sede di
pianificazione urbanistica.
In mancanza di tale procedura, la Corte riconduce il rilascio della
senza conferenza di servizi concessione edilizia alla fattispecie dell’abuso d’ufficio. (S.F.)
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

è abuso d’ufficio (omissis) relativa autorizzazione alla realiz-


zazione dell’impianto era stata le-
Fatto e diritto gittimamente rilasciata, senza al-
Il Tribunale di Avellino, nell’ambi- cuna violazione dello strumento
to del procedimento penale a carico urbanistico, il quale consentiva,
Pres. Di Virginio di (...), (...), (...), (...) e (...), inda- anche in zona agricola, costruzioni
Est. Felice gati in ordine ai reati di cui agli ar- per industrie funzionali allo sfrut-
ticoli 323 C.p., 44 Dpr n. 380/2001 e tamento in loco delle risorse del
51 Dlgs n. 22/1997, con ordinanza suolo, e che anche l’esecuzione del
11 novembre 2005, decidendo in se- muro di contenimento, come atte-
de di riesame ex articolo 324 C.p.p., stato dall’Utc, era regolarmente
annullava il decreto di sequestro prevista nel progetto approvato.
preventivo emesso il precedente 22 Ha proposto ricorso per cassazione
ottobre dal Gip dello stesso Tri- il Procuratore della Repubblica
bunale (con contestuale convalida presso il Tribunale di Avellino e ha
del sequestro operato dal Corpo fo- denunciato la violazione e l’erro-
restale 1’11 ottobre 2005) ed avente nea applicazione della legge pena-
ad oggetto l’area di circa mq 9.000, le, nonché il vizio di motivazione,
sita in agro di Prata P.D., e il relati- sotto vari profili: il Tribunale, sulla
vo impianto di compostaggio in base della documentazione prodot-
corso di realizzazione su di essa, di- ta dalla parte interessata, si era av-
sponendone la restituzione agli a- venturato nell’analisi di merito
venti diritto. dell’ipotizzato capo d’accusa, piut-
Riteneva il Tribunale di non ravvi- tosto che limitarsi a verificare l’a-
sare, nella specie, gli estremi degli stratta possibilità di sussumere i fat-
ipotizzati reati: non violata la nor- ti oggetto di causa nelle corrispon-
mativa sulla richiesta autorizzazio- denti fattispecie legali; aveva omes-
ne regionale per la realizzazione so una qualunque attività interpre-
dell’impianto di compostaggio, es- tativa della normativa del cd. decre-
sendo – nella specie – consentito to “Ronchi” e non aveva affrontato
l’accesso alla procedura semplifica- la questione di diritto sulla possibi-
ta di cui agli articoli 31 e 33 del lità di accesso alla procedura sem-
Dlgs n. 22/1997, come attestato dal- plificata anche per la costruzione di
la nota in data 19 ottobre 2005 impianti destinati alla gestione dei
(prot. 0857021) dell’Area generale rifiuti, oltre che per le operazio-
di Coordinamento ecologia della ni/attività di recupero o autosmalti-
Giunta regionale della Campania; mento; il piano regionale della
non configurabili l’abuso di ufficio Campania non prevedeva alcuna
20
e il reato edilizio, considerato che la possibilità di realizzare l’impianto
di compostaggio sull’area oggetto senza rinvio, con l’effetto che deve del giudice, in tema di misure cau- provvedimento ex articolo 27 “sia

Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 19 luglio 2006, n. 25063


di sequestro e ricadente nel territo- rivivere il sequestro preventivo a suo telari reali, non può spingersi sino adeguatamente motivato in rela-
rio del Comune di Prata; i manu- tempo disposto dal Gip. ad analizzare in concreto la fonda- zione alla pubblica utilità dell’o-
fatti edilizi realizzati contrastavano Preliminarmente osserva la Corte tezza dell’accusa, ma deve “limi- pera, per cui l’amministrazione,
con la normativa di attuazione del che deve ritenersi regolarmente in- tarsi all’astratta possibilità di sus- pur nell’esercizio di un potere di-
Pdf e, costituendo un ampliamento staurato il contraddittorio per l’o- sumere il fatto attribuito ad un screzionale, deve effettuare una
di pregresse costruzioni abusive dierna udienza. Ed invero, (...) e soggetto in una determinata ipo- approfondita valutazione dell’in-
mai sanate, dovevano ritenersi non (...), in quanto assistiti da difensore tesi di reato”, rimanendo preclusa teresse pubblico alla realizzazio-
legittimamente assentiti; si era af- di fiducia, l’avv. Guido Materazzo al Tribunale investito del riesame ne dell’impianto in variante allo
fermata la legittimità del muro di al quale risulta essere stato regolar- della misura la valutazione sulla strumento urbanistico sotto il
contenimento sulla base dell’atte- mente notificato l’avviso per l’o- sussistenza e gravità degli indizi di profilo della pubblica utilità, ur-
stato di conformità proveniente dal dierna udienza, non avevano diritto colpevolezza (cfr. C. Costo 17 feb- genza ed indifferibilità dell’opera
sindaco Petrozziello, principale in- anch’essi alla notifica personale braio 1994 n. 48; Cass. S.U. 25 mar- e solo la ricorrenza di tali esigen-
dagato. dello stesso avviso, la quale compe- zo 1993. Gifuni). ze può legittimare la compressio-
Le parti offese, tramite il loro difen- te, ai sensi dell’articolo 613 C.p.p., Ciò posto, non v’è dubbio che, al- ne delle scelte effettuate dai
sore, hanno prodotto, in data 29 al solo imputato che non sia assisti- meno allo stato, l’impianto di com- Comuni in sede di pianificazione
maggio 2006, memoria con la qua- to da difensore di fiducia. Quanto a postaggio in contestazione non urbanistica”. Di fronte a tale real-
le hanno sottolineato l’assoluta il- (...), rileva la Corte che il medesi- sembra essere stato realizzato nel tà, i manufatti realizzati, al di là
legittimità dell’attività posta in es- mo non è parte nella presente pro- rispetto della normativa dettata dal delle difformità rilevate rispetto a
sere dagli indagati, così come leal- cedura incidentale, che venne atti- cd. decreto “Ronchi” e dello stru- quanto assentito, non sembrano
mente riconosciuto, nel corso del vata dai soli indagati (...) e (...). mento urbanistico vigente nel co- conformi allo strumento urbanisti-
giudizio instauratosi dinanzi al Tar Passando alla sollecitata verifica mune di Prata P.U. Detto impianto, co e appaiono piuttosto riconduci-
Campania, dall’Amministrazione del provvedimento impugnato, cor- avente – almeno in apparenza – bili ad una attività di abuso d’uffi-
provinciale di Avellino, ente prepo- rettamente il Pm ricorrente stigma- natura industriale, risulta essere cio che avrebbe caratterizzato il ri-
sto al controllo sulle attività di ge- tizza l’errore di prospettiva in cui è stato assentito in zona agricola, lascio della relativa concessione e-
stione dei rifiuti, e hanno richia- incorso il giudice del riesame, il senza previa modifica dello stru- dilizia, al fine di privilegiare inte-
mato, a conforto del loro assunto, quale, senza approfondire gli esatti mento urbanistico, appare ricadere ressi di parte rispetto a quello pub-
un recente predente in materia di termini della vicenda e l’interpreta- nella disciplina di cui all’articolo blico.
questa Suprema Corte (Cass. Sez. zione della normativa di riferimen- 27 del citato decreto “Ronchi”, che Poiché, per effetto della presente de-
III 11 maggio 2005. Delle Foglie). to, si sofferma nell’analizzare il pone come passaggi obbligati la cisione, deve porsi nuovamente in
Con istanza datata 5 giugno 2006, quadro di gravità indiziaria a cari- nomina da parte della Regione di esecuzione il decreto di sequestro

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


gli indagati (...) e (...) hanno la- co degli indagati, per escluderne un responsabile del procedimento, preventivo a suo tempo adottato, la
mentato di non avere ricevuto l’av- semplicisticamente la sussistenza, la convocazione di una conferenza cancelleria provvederà agli adempi-
viso di fissazione dell’odierna u- nonostante tutto ciò non sia funzio- di servizi “cui partecipano i re- menti di cui all’articolo 28 norme
dienza; anche l’indagato (...), a sua nale all’adozione della misura cau- sponsabili degli uffici regionali reg. C.p.p.
volta, ha lamentato di non essere telare reale. competenti e i rappresentanti de-
stato mai avvertito della presente Perché questa sia legittimamente gli enti locali interessati” e pre- P.Q.M.
procedura, pur essendo stato an- disposta, è necessario che sia stato scrive una rigida procedura per Annulla senza rinvio l’ordinanza
ch’egli destinatario del provvedi- commesso un fatto riconducibile, l’approvazione del progetto e l’au- impugnata.
mento di sequestro. in astratto, ad una determinata fat- torizzazione dell’opera da parte del- Manda alla cancelleria per gli a-
Il ricorso è fondato e, conseguente- tispecie criminosa, sicché il control- la Giunta regionale. L’approvazio- dempimenti di cui all’articolo 28
mente, l’ordinanza di riesame, sul- lo giurisdizionale dovrà vertere sul- ne del progetto e l’autorizzazione norme reg. C.p.p.
la base di quanto emerge dalla me- la sussumibilità, pur sommaria, del alla realizzazione dell’impianto Così deciso in Roma il 13 giugno
desima e dal provvedimento geneti- fatto nella fattispecie penale oggetto possono costituire variante allo 2006.
co della misura reale, va annullata di contestazione; il vaglio da parte strumento urbanistico soltanto se il

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Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 9 ottobre 2006, n. 33882

La massima
Nozione di rifiuto – Dlgs 152/2006 – Materiali da demolizio-
ne – Operazioni di cernita e selezione – Necessità – Articolo
181, comma 2 – Articolo 183, comma 1, lettera h) – Sono
Giurisprudenza rifiuti – Natura di materie prime secondarie – Esclusa
La qualificazione di rifiuti, riferita, nel caso all’esame della Corte,
a materiali residuali da demolizioni edili che necessitano di ope-
razioni preliminari di cernita e selezione per poter essere reimpie-
gati in un ciclo produttivo o commercializzati, deriva dal combina-
to disposto dell’articolo 181, comma 2 del Dlgs 152/2006, che
rende applicabile la disciplina in materia di gestione dei rifiuti fino
al completamento delle operazioni di recupero, e dell’articolo
183, comma 1, lettera h) dello stesso decreto, che include e-
Residui da demolizione, spressamente le operazioni di cernita e selezione tra le operazioni
di recupero dei rifiuti.
La Corte esclude pertanto la configurabilità, nel caso in esame,
sono rifiuti e non Mps della natura di materie prime secondarie. (S.F.)

se necessitano (omissis) biente n. 308/2004 – ai materiali de-


rivanti dalla demolizione, “in consi-
Il Gip del Tribunale di Modena, con derazione della destinazione che le
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

ordinanza del 20 aprile 2005, dispo- parti interessate hanno previsto per
di preliminare cernita neva il sequestro preventivo di due tali beni”, non poteva riconoscersi
aree – una relativa al cantiere di de- la qualificazione di rifiuto”.
molizione presso l’ex sala cinemato- Trattavasi, invero:
e selezione grafica di Prignano sulla Secchia e – nella maggior parte, “di sassi e/o
l’altra in località Volta di Saltino, pietre che vengono, senza alcun
sempre nel Comune di Prignano, ai trattamento preventivo, riutilizza-
margini della strada provinciale Val te per la costruzione di altri im-
Rossenna – evidenziando che, in as- mobili nelle zone di montagna.
senza delle prescritte autorizzazioni, Tali pietre, peraltro, siccome ricer-
Pres. Lupo il materiale ricavato dalla demoli- cate dalle imprese edili in quanto
Est. Fiale zione, considerato rientrante nella di non facile reperimento, hanno
nozione di “rifiuto” posta dal Dlgs un valore di mercato significativo,
n. 22/1997, veniva trasportato nella in quanto conferiscono pregio este-
seconda area ed ivi ammassato in tico alle costruzioni di montagna
cumuli. e per tale motivo, negli accordi tra
La misura di cautela reale veniva a- proprietario dell’immobile ed ap-
dottata in relazione al reato di cui paltatore, era stato previsto l’ac-
all’articolo 51, 1° comma, del Dlgs quisto di tali beni alla cifra forfe-
n. 22/1997 [attività non autorizzata taria di euro 16.000”. Le pietre in
di gestione di rifiuti], ipotizzato nei questione, inoltre, dovevano ritenersi
confronti di (...) (proprietario dell’a- “momentaneamente stoccate, per
rea di conferimento dei materiali de- ragioni logistiche in area apposita-
rivati dalla demolizione), (...) (lega- mente individuata”;
le rappresentante della società ap- – in una parte marginale, di ma-
paltatrice dei lavori di demolizione) teriali ferrosi o di plastica, per i quali
e (...) (legale rappresentante della “la già predisposta attività di
società proprietaria dell’immobile in smaltimento (come da documen-
demolizione). tazione prodotta agli atti) elimina
Il Tribunale di Modena, con ordi- in radice il pericolo di aggrava-
nanza del 24 maggio 2005, acco- mento o protrazione delle conse-
glieva l’istanza di riesame proposta guenze dannose dello stoccaggio”.
nell’interesse degli indagati (...) e Avverso tale ordinanza ha proposto
(...) e revocava il sequestro. ricorso il Procuratore della Repub-
Rilevava il Tribunale che nella fatti- blica presso il Tribunale di Modena,
specie in oggetto – con riferimento il quale – sotto il profilo della viola-
all’articolo 14 del Dl n. 138/2002 zione di legge – ha eccepito che:
convertito nelle legge n. 178/2002 e – il giudice del riesame ha omesso
tenuto conto delle previsioni conte- di valutare che: a) nel cantiere di
22 nute nella legge delega per l’am- demolizione era in atto un’attività di
grossolana separazione dei vari ri- ticolo l della direttiva del Consiglio – o abbia l’obbligo di disfarsene. fronti del Governo italiano, per

Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 9 ottobre 2006, n. 33882


fiuti, distinti per categorie (pietre, 20 marzo 1978, n. 78/319/Cee (sui 1.3 Le tre diverse previsioni del con- mancato rispetto della direttiva n.
plastica, materiali ferrosi ecc.); b) rifiuti tossici e pericolosi), modifica- cetto di “disfarsi” avevano trovato 75/442/Cee come modificata dalla
trattasi di “rifiuti speciali” che veni- ta dalla direttiva 12 dicembre 1991, “interpretazione autentica” nell’ar- direttiva n. 91/156/Cee, conclusa si
vano altresì trasportati dal luogo di n. 91/689/Cee. ticolo 14 del Dl 8 luglio 2002, n. con un invito di conformazione ri-
produzione a quello di stoccaggio; Secondo tali direttive “per rifiuto si 138, pubblicato in pari data nella volto al nostro Paese, essendo stata
c) nessuna autorizzazione a tali o- intende qualsiasi sostanza od og- Gazzetta ufficiale e convertito nella ravvisata “un’indebita limitazione
perazioni di recupero, trasporto e de- getto [che attualmente rientri nelle legge 8 agosto 2002, n. 178. del campo di applicazione della
posito era in possesso degli indagati; categorie riportate nell’Allegato I al- Secondo quella interpretazione: nozione di rifiuto”, nozione che
– ai rifiuti di demolizione di un edi- la direttiva n. 2006/12/Ce] di cui il a) “si disfi” doveva intendersi: qual- “non può essere commisurata allo
ficio non è applicabile l’articolo 14 detentore si disfi o abbia l’inten- siasi comportamento attraverso il specifico tipo di operazione di re-
del Dl n. 138/2002, trattandosi di zione o l’obbligo di disfarsi”. quale in modo diretto o indiretto cupero o smaltimento che viene ef-
una congerie di materiali di varia La nozione medesima è stata altresì una sostanza, un materiale o un be- fettuata”.
natura (pietre, macerie, plastica, ac- recepita dall’articolo 2, lettera a), ne sono avviati o sottoposti ad atti- 1.4 La Corte europea di Giustizia –
ciaio, isolanti, ferro ecc.) che neces- del regolamento del Consiglio Cee l° vità di smaltimento o di recupero, con la sentenza 11 novembre 2004,
sitano, per ricavare materiali da riu- febbraio 1993, n. 259/93, relativo ai secondo gli allegati B) e C) del Dlgs Niselli – ha affermato che:
tilizzare, di un preventivo trattamen- trasporti transfrontalieri di rifiuti n. 22/1997; a) “La direttiva 75/442 non sug-
to con connesso rischio per l’am- (immediatamente e direttamente b) “abbia deciso di disfarsi” dove- gerisce alcun criterio determinan-
biente (cernita, separazione, rimo- applicabile in Italia secondo Corte va intendersi: la volontà di destinare te per individuare la volontà del
zione di sostanze contaminanti, rici- Cost. n. 170/1984). sostanze, materiali o beni ad opera- detentore di disfarsi di una deter-
clo/recupero di metalli e composti 1.2 Nel nostro Paese le caratteristi- zioni di smaltimento e di recupero, minata sostanza o di un determi-
metallici, riciclo/recupero di altre che che, in ambito comunitario, in- secondo gli allegati B) e C) del Dlgs nato materiale. In mancanza di
sostanze inorganiche, smaltimento dividuano la nozione di “rifiuto”, so- n. 22/1997; disposizioni comunitarie, gli Stati
ecc.). La previsione di un prezzo di no state riprodotte nell’articolo 6, c) “abbia l’obbligo di disfarsi” do- membri sono liberi di scegliere le
vendita per i materiali riutilizzabili comma 1 – lettera a), del Dlgs n. veva intendersi: l’obbligo di avviare modalità di prova dei diversi ele-
non fa venire meno la natura dei ri- 22/1997 [ed attualmente nell’artico- un materiale, una sostanza o un be- menti definiti nelle direttive da es-
fiuti da demolizioni oggetto di smal- lo 183, lettera a), del Dlgs 3 aprile ne ad operazioni di recupero o di si trasposte, purché ciò non pregiu-
timento/recupero/trasporto; 2006, n. 152, pubblicato nella Gu n. smaltimento, stabilito da una dispo- dichi l’efficacia del diritto comuni-
– il (...) aveva presentato (in data 27 96/L del 14 aprile 2006] secondo cui sizione di legge o da un provvedi- tario ... Dal fatto che su una so-
aprile 2005 e 23 maggio 2005) un “è rifiuto qualsiasi sostanza od og- mento delle pubbliche autorità o stanza venga eseguita un’opera-
“piano di recupero dei rifiuti” pre- getto che rientra nelle categorie ri- imposto dalla natura stessa del ma- zione menzionata negli allegati II

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


senti nell’area di accumulo, nel portate nell’Allegato A (attualmente teriale, della sostanza e del bene o a o II B della direttiva 75/442 non
quale veniva previsto che: alla parte IV del Dlgs n. 152/2006) e dal fatto che i medesimi siano com- discende necessariamente che l’o-
• per taluni rifiuti (ferro e acciaio, di cui il detentore si disfi o abbia presi nell’elenco dei rifiuti pericolosi perazione consista nel disfarsene e
plastica e materiali isolanti) il tra- deciso o abbia l’obbligo di di- di cui all’Allegato D) del Dlgs n. che, quindi, tale sostanza vada
sporto e lo smaltimento sarebbero sfarsi”. 22/1997 (che riproduce la lista di ri- considerata rifiuto”. Ne consegue
stati effettuati da apposita società; Tale normativa – attraverso il rinvio fiuti che, a norma della direttiva n. che “la definizione di rifiuto con-
• le macerie presenti sul terreno sa- all’Allegato A), che riproduce l’Al- 91/689/Cee, sono classificati come tenuta nell’articolo 1, lettera a) –
rebbero state sottoposte a vagliatura legato I della direttiva n. 75/442/Cee pericolosi). 1° comma, della direttiva 75/
manuale per il recupero dei sassi e e della direttiva n. 2006/12/Ce – ri- Le fattispecie di cui alle lettere b) e 442, non può essere interpretata
dei mattoni vecchi da riutilizzare in porta l’elenco delle 16 categorie di c) [cioè le ipotesi in cui il detentore nel senso che essa ricomprende-
opere edilizie; rifiuti individuate in sede comunita- della sostanza o del materiale “ab- rebbe tassativamente le sostanze o
• le macerie restanti sarebbero state ria. bia deciso” ovvero “abbia l’obbligo i materiali destinati o soggetti alle
utilizzate presso altri cantieri di pro- Il primo elemento essenziale della di disfarsi” e non anche l’ipotesi in operazioni di smaltimento o di re-
prietà della società rappresentata nozione di “rifiuto”, nel nostro ordi- cui esso “si disfi”] non ricorrevano cupero menzionate negli allegati
dallo stesso (...). namento, è costituito, pertanto, dal- – per beni o sostanze e materiali re- II a e II B di detta direttiva, oppure
Tutto ciò confermava la circostanza l’appartenenza ad una delle catego- siduali di produzione o di consumo in elenchi equivalenti, o il cui de-
che i materiali pietrosi riutilizzabili rie di materiali e sostanze individua- – ove sussistesse una delle seguenti tentore abbia l’intenzione o l’ob-
costituivano il prodotto di un’attività te nel citato Allegato A), ma l’elenco condizioni: bligo di destinarli a siffatte opera-
di smaltimento e recupero di cui a- delle 16 categorie di rifiuti in esso 1) gli stessi potessero essere e fossero zioni”. La qual cosa equivale ad e-
gli allegati B) e C) del Dlgs n. contenuto non è esaustivo ed ha un effettivamente e oggettivamente riu- scludere che la nozione di rifiuto
22/1997; valore puramente indicativo, poiché tilizzati nel medesimo o in analogo possa dipendere, in definitiva, da
(omissis) lo stesso Allegato A) comprende due o diverso ciclo produttivo o di consu- un’elencazione chiusa di comporta-
Il ricorso del Pm è fondato e merita voci residuali capaci di includere mo, senza subire alcun intervento menti e sostanze.
di essere accolto. qualsiasi sostanza od oggetto, da preventivo di trattamento e senza re- b) “La definizione di rifiuto, con-
qualunque attività prodotti: care pregiudizio all’ambiente; tenuta nell’articolo 1, lettera a) –
1. Determinazione – la voce Q1, che riguarda “i residui 2) gli stessi potessero essere e fossero 1° comma, della direttiva 75/
ed evoluzione di produzione o di consumo in ap- effettivamente e oggettivamente riu- 442, non deve essere interpretata
della nozione di “rifiuto” presso non specificati”; tilizzati nel medesimo o in analogo nel senso che essa escluderebbe
1.1 Le caratteristiche principali del- – la voce Q16, che riguarda “qua- o diverso ciclo produttivo o di consu- l’insieme dei residui di produzio-
la nozione di “rifiuto”, in ambito lunque sostanza, materia o prodotto mo, dopo aver subito un trattamento ne o di consumo che possono esse-
europeo, sono individuate dall’arti- che non rientri nelle categorie sopra preventivo, senza che si renda neces- re o sono riutilizzati in un ciclo di
colo 1 della direttiva del Consiglio 15 elencate”. saria alcuna operazione di recupero produzione o di consumo, vuoi in
luglio 1975, n. 75/442/Cee (sui ri- È necessario tenere essenzialmente tra quelle individuate nell’Allegato assenza di trattamento preventivo
fiuti in generale), modificata dalla conto, pertanto, delle ulteriori con- C) del Dlgs n. 22/ 1997. e senza arrecare danni all’am-
direttiva 18 marzo 1991, n. 91/156/ dizioni imposte dalla legge, e verifi- Era stata così introdotta una doppia biente, vuoi previo trattamento
Cee [sostituita, nelle more della re- care cioè, anche e soprattutto, che il deroga alla nozione generale di “ri- ma senza che occorra tuttavia
dazione della presente sentenza, dal- detentore della sostanza o del mate- fiuto”, in relazione alla quale la un’operazione di recupero ai sensi
la direttiva del Parlamento e del riale: Commissione europea ha aperto dell’ allegato II B di tale direttiva”.
Consiglio dell’Unione europea 5 a- – se ne disfi; una procedura di infrazione (ex ar- È ammissibile e non contrasta con
23
prile 2006, n. 2006/12/Ce] e dall’ar- – o abbia deciso di disfarsene; ticolo 169/226 del Trattato) nei con- le finalità della direttiva 75/442
“un’analisi secondo la quale un riportate nell’ allegato A della par- ti in un processo industriale o no valutati così come esposti, al fi-
Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 9 ottobre 2006, n. 33882

bene, un materiale o una mate- te quarta del presente decreto e di commercializzati come materia ne di verificare se essi consentono
ria prima derivante da un proces- cui il detentore si disfi o abbia de- prima secondaria, combustibile o di sussumere l’ipotesi formulata
so di fabbricazione o di estrazione ciso o abbia l’obbligo di disfarsi”. come prodotto da collocare, a con- in quella tipica. Il Tribunale, dun-
che non è principalmente destina- Accanto a tale nozione, però, lo stes- dizione che il detentore non se ne que, non deve instaurare un pro-
to a produrlo può costituire non so decreto legislativo pone anche disfi o non abbia deciso. o non cesso nel processo, ma svolgere
un residuo, bensì un sottoprodot- quelle di “materia prima seconda- abbia l’obbligo, di disfarsene”; l’indispensabile ruolo di garan-
to, del quale l’impresa non ha in- ria” (articolo 183, 1° comma, lette- – tra le operazioni di “recupero”, ex zia, tenendo nel debito conto le
tenzione di disfarsi ai sensi ra q), in relazione all’articolo 181) e articolo 183, lettera h), del Dlgs n. contestazioni difensive sull’esisten-
dell’articolo 1, lettera a) – 1° di “sottoprodotto” (articolo 183, 1° 152/2006, sono espressamente “in- za della fattispecie dedotta ed esa-
comma, della direttiva 75/442, comma, lettera n), escludendo così cluse la cernita o la selezione”. minando sotto ogni aspetto l’inte-
ma che essa intende sfruttare o molti beni e sostanze dal novero dei Né allo stato sembrano sussistere e- gralità dei presupposti che legitti-
commercializzare a condizioni rifiuti. lementi che rendano applicabile, ad mano il sequestro” (Cass., Sez. Un.,
per lei favorevoli, in un processo evidenza, il disposto dell’articolo 6, 29 gennaio 1997, n. 23, ric. Pm in
successivo, senza operare trasfor- 2. La nozione di “rifiuto” comma l, lettera m), del Dlgs n. proc. Bassi e altri).
mazioni preliminari”. ed i materiali insistenti 22/1997 (con le modifiche introdot-
Ne è derivata la affermazione della nelle aree sequestrate te dal Dlgs n. 389/1997) ed attual- 4. Per tutte le considerazioni svolte,
illegittimità comunitaria dell’artico- Ai sensi dell’articolo 7, 3° comma – mente dell’articolo 183, lettera m), deve disporsi l’annullamento del-
lo 14 del Dl n. 138/2002, perché i lettera b), del Dlgs n. 22/1997 e del Dlgs n. 152/2006, al fine di argo- l’ordinanza impugnata ed il rinvio
materiali che non sono riutilizzati dell’articolo 184, 3° comma – lette- mentare che non si verterebbe in te- al Tribunale di Modena per un nuo-
in maniera certa e richiedono una ra b), del Dlgs n. 152/2006 sono ri- ma di “gestione di rifiuti”, bensì sa- vo esame della vicenda alla stregua
previa trasformazione sono semplici fiuti speciali “i rifiuti derivanti rebbe configurabile soltanto una le- dei principi di diritto dianzi enun-
sostanze di cui i detentori si sono vo- dalle attività di demolizione, co- gittima operazione preliminare ciati, dovendosi in particolare tenere
luti disfare, che “devono tuttavia struzione...”. Dei residui delle atti- all’attività di gestione, preparatoria conto che:
conservare la qualifica di rifiuti vità di demolizioni edili e del loro al recupero. Tali norme definiscono – i materiali risultanti dall’attività
finché non siano effettivamente ri- reimpiego si è occupata questa il deposito temporaneo dei rifiuti demolitoria in oggetto e depositati
ciclati [...], finché cioè non costi- Sezione con la sentenza n. 46680 quale “raggruppamento dei rifiuti nelle due aree assoggettate a seque-
tuiscano i prodotti finiti del proces- dell’1 dicembre 2004, che, in rela- effettuato, prima della raccolta, stro costituiscono “rifiuti speciali” ai
so di trasformazione cui sono de- zione agli stessi, ha ritenuto applica- nel luogo in cui gli stessi sono pro- sensi dell’articolo 7, 3° comma –
stinati. Nelle fasi precedenti essi bile l’articolo 14 del Dl n. 138/2002, dotti” nel rispetto di specifiche con- lettera b), del Dlgs n. 22/1997 e
non possono ancora, infatti, essere a condizione che risulti certa: a) dizioni riferite: ai limiti della presen- dell’articolo 184, 3° comma – lettera
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

considerati riciclati, poiché il detto l’individuazione del produttore e/o za di determinate sostanze; alle ca- b), del Dlgs n. 152/2006. Una parte
procedimento di trasformazione detentore dei materiali, b) la prove- denze temporali di raccolta e di av- dei materiali medesimi, nella specie,
non è terminato. Viceversa, fatto nienza degli stessi, c) la sede ove so- viamento alle operazioni di recupero non poteva sicuramente essere riuti-
salvo il caso in cui i prodotti otte- no destinati, d) il loro riutilizzo in o di smaltimento; ai termini massi- lizzata in alcun ciclo produttivo;
nuti siano a loro volta abbando- un ulteriore ciclo produttivo. mi di durata; alle modalità del depo- – quanto alle pietre ed ai mattoni
nati, il momento in cui i materia- Nella fattispecie in esame, però, è sito stesso. Nella specie la verifica riutilizzabili in attività costruttive, va
li in questione perdono la qualifi- l’oggettività del fatto a conferire agli della sussistenza di dette condizioni verificato quale intervento preventi-
ca di rifiuto non può essere fissato specifici materiali derivanti da de- non risulta effettuata. vo di trattamento dovevano even-
ad uno stadio industriale o com- molizione la qualificazione di “ri- tualmente subire detti materiali al
merciale successivo alla loro tra- fiuti”. Ed infatti: 3. I limiti fine della loro effettiva riutilizzazio-
sformazione [...], poiché, a partire – nelle aree assoggettate a sequestro dell’accertamento ne, con connessa valutazione della
da tale momento, essi non posso- erano depositati anche materiali che incidentale demandato possibilità di incidenze pregiudizie-
no più essere distinti da altri pro- non potevano essere riutilizzati in al Tribunale del riesame voli all’ambiente, tenuto conto co-
dotti scaturiti da materie prime alcun ciclo produttivo; Secondo la giurisprudenza delle munque che tra le operazioni di “re-
primarie”. – le pietre ed i mattoni riutilizzabili Sezioni Unite di questa Corte cupero”, ex articolo 183, lettera h),
1.5 La sentenza interpretativa della in attività costruttive dovevano subi- Suprema, nei procedimenti inciden- del Dlgs n. 152/2006, sono espressa-
Corte di Giustizia ha costituito il pre- re una preliminare attività di sepa- tali aventi ad oggetto il riesame di mente “incluse la cernita o la sele-
supposto di una questione di legitti- razione e di cernita anteriormente provvedimenti di sequestro: zione”;
mità costituzionale dell’articolo 14 alla quale essi conservano la qualifi- – la verifica delle condizioni di legit- – deve altresì riscontrarsi la even-
del Dl n. 138/2002 (convertito nella ca di rifiuti. timità della misura da parte del tuale sussistenza delle condizioni
legge n. 178/2002), per violazione La situazione è ancora più chiara al- Tribunale non può tradursi in una che rendano applicabile ad eviden-
degli articoli 11 e 117 Cost., sollevata la stregua della normativa introdotta anticipata decisione della questione za, allo stato, il disposto dell’articolo
da questa Corte Suprema con ordi- dal Dlgs n. 152/2006, in quanto: di merito concernente la responsabi- 6, comma 1, lettera m), del Dlgs n.
nanza n. 1414 del 16 gennaio 2006, – il materiale complessivamente ri- lità dell’indagato in ordine al reato o 22/1997 (con le modifiche introdot-
Rubino (ud. pubbl. del 14 dicembre cavato nella fattispecie non può ai reati oggetto di investigazione, ma te dal Dlgs n. 389/1997) come tra-
2005). qualificarsi – allo stato –“materia deve limitarsi al controllo di compa- sfuso nell’articolo 183, lettera m),
La questione dovrà essere riesamina- prima secondaria”, ai sensi dell’ar- tibilità tra fattispecie concreta e fatti- del Dlgs n. 152/2006.
ta, comunque, alla stregua delle ticolo 181, commi 6 e 13, del Dlgs n. specie legale ipotizzata, mediante
nuove previsioni contenute, al ri- 152/2006, anche in mancanza del una valutazione prioritaria ed atten- P.Q.M.
guardo, nel Dlgs 3 aprile 2006, n. decreto ministeriale di attuazione ta della antigiuridicità penale del La Corte Suprema di Cassazione, vi-
152, pubblicato nella Gu n. 96/L del previsto dal 6° comma; fatto (Cass., Sez. Un., 7 novembre sti gli articoli 127 e 325 C.p.p., an-
14 aprile 2006, attuativo della dele- – a norma dell’articolo 181, comma 1992, ric. Midolini); nulla l’ordinanza impugnata con
ga di cui alla legge n. 308/2004, che 12, del Dlgs n. 152/2006, “la disci- – “l’accertamento della sussisten- rinvio al Tribunale di Modena.
ha abrogato l’articolo 14 del Dl n. plina in materia di gestione dei ri- za del fumus commissi delicti va Così deciso in Roma, nella Camera
138/2002 (articolo 264, 1° comma, fiuti si applica fino al completa- compiuto sotto il profilo della con- di Consiglio del 15 giugno 2006.
lettera l). mento delle operazioni di recupe- gruità degli elementi rappresenta-
1.6 L’articolo 183, l° comma – let- ro, che si realizza quando non so- ti, che non possono essere censura-
tera a), del Dlgs n. 152/2006 defini- no necessari ulteriori trattamenti ti in punto di fatto, per apprezzar-
sce rifiuto “qualsiasi sostanza od perché le sostanze, i materiali e gli ne la coincidenza con le reali ri-
24
oggetto che rientra nelle categorie oggetti ottenuti possono essere usa- sultanze processuali, ma che van-
Corte di Cassazione – III Sezione penale
Sentenza 20 ottobre 2006, n. 35219

La massima
Nozione di rifiuto – Dlgs 22/1997 – Legge 178/2002 –
Esclusioni – Materiali destinati a riutilizzo in altri cicli pro-
duttivi – Prova – Documentazione registri carico e scarico
Giurisprudenza – Sufficiente – Prova a mezzo testi – Non sufficiente senza
riscontri oggettivi – Prova documentale di fatture – Non
sufficiente se modeste
1. Va esclusa la natura di “sottoprodotto” di fanghi provenienti
dalla lavorazione di materiali lapidei allorquando manchi la cer-
tezza del requisito del riutilizzo del materiale che non può essere
dimostrata dalle sole dichiarazioni testimoniali di dipendenti della
società se non suffragate da riscontri oggettivi, quali l’annotazio-
ne nei registri di carico e scarico, la documentazione del traspor-
to presso i cantieri ove sarebbe avvenuto il riutilizzo ed in presen-
za di rilievi diretti della Pg che documentino, in relazione all’altez-
za ed al grado di essiccazione dei cumuli una prolungata giacen-
Sottoprodotto: za degli stessi sul luogo di deposito.
2. La produzione di fatture in numero modesto e rappresentante
una movimentazione ridotta del materiale accumulato non assu-
è sempre necessario me rilevanza probatoria circa la effettiva utilizzazione del materia-
le medesimo.

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


provare il riutilizzo
(omissis) ricevute dalla Pg e motivando,
quanto al periculum derivante dal-
La Corte osserva la disponibilità dell’area, con la va-
(...), rappresentante legale della im- lutazione che la stessa avrebbe sicu-
Pres. Vitalone presa di costruzioni Ices Spa è inda- ramente comportato la prosecuzione
Est. Iannello gato in ordine al reato di cui agli ar- dell’utilizzo del luogo come discari-
ticoli 81 e 110 cpv. C.p., 51, commi 1 ca di rifiuti speciali non pericolosi.
e 3 Dlgs n. 22/ 1997, per avere effet- Con successivo decreto del 16 gen-
tuato, in assenza della prescritta i- naio 2006, il medesimo Gip di Lucca
scrizione, una gestione di rifiuti spe- aveva esteso il sequestro ad un’ulte-
ciali non pericolosi, costituiti dai riore area di mq 15.540 contigua al-
fanghi provenienti dall’attività di la precedente, avendo avuto la se-
frantumazione e lavaggio degli iner- gnalazione dalla Pg del fatto che
ti esercitata. In relazione a tale ipo- anche in tale luogo era stato effet-
tesi investigativa, in data 15 novem- tuato altro deposito di fanghi deri-
bre 2005 la Pg aveva sequestrato vanti dalla lavorazione di materiali
un’area di circa 6000 mq, sita in lapidei da parte della Ices Spa. La Pg
Massarosa, via del Pioppogatto, sulla con successiva missiva del 23 gen-
quale insisterebbe un rilievo realiz- naio 2006, ribadendo quanto già ri-
zato con accumuli di fanghi da la- ferito nella precedente comunicazio-
vaggio inerti di circa 35.000 mc, ne, aveva altresì fatto presente che
provenienti dall’impianto della so- alcuni testi avevano riferito di aver
cietà in Pietrasanta. La polizia giu- visto cumuli di fanghi depositati sul
diziaria, nella relativa relazione al terreno di Massarosa da sette anni ed
Pm aveva rilevato che l’accumulo altri testi da cinque anni.
doveva ritenersi vero stoccaggio di Su istanza in data 19 gennaio 2006
rifiuti, dei quali dai registri non era di revoca del provvedimento di se-
ricavabile la presa in carico e quindi questro, avanzata dai difensori
la provenienza. Inoltre, dai medesi- dell’indagato, il Gip, col parere con-
mi registri non risultavano effettua- trario del Pm, aveva in data 25 gen-
ti, secondo la Pg, trasporti altrove naio 2006 rigettato l’istanza. Con
per l’avvio dei fanghi a smaltimento successivo appello presentato il 13
o recupero autorizzati. febbraio 2006 l’indagato aveva ri-
Su richiesta del Pm, il Gip presso il chiesto l’annullamento del provvedi-
Tribunale di Lucca aveva con decre- mento del Gip, ma il Tribunale di
to del 17 novembre 2005 convalidato Lucca ha rigettato la richiesta con
il sequestro preventivo ritenendo sus- ordinanza del 27 febbraio 2006,
25
sistente il fumus in base alle notizie qualificando i fanghi provenienti da
impianto di lavaggio di materiali i- sione che i materiali in questione, soggetto alle disposizioni di cui alla va che alcune testimonianze anche
Giurisprudenza Corte di Cassazione – Sentenza 20 ottobre 2006, n. 35219

nerti come rifiuti speciali, ai sensi depositati a partire da nove anni pri- parte quarta del medesimo decreto, di persone ascoltate dalla polizia
dell’articolo 7 del Dlgs 5 febbraio ma, venivano periodicamente riuti- era stata sospettata di contrastare giudiziaria avevano riferito che la
1997 n. 22. lizzati in altri cicli produttivi della con la disciplina comunitaria di cui società effettuava 7-8 viaggi giorna-
Nelle more della definizione del pro- società. alla direttiva del Consiglio del 15 lu- lieri di trasporto di fanghi nell’area
cedimento in parola, il (...) in data glio 1975 n. 75/442/Cee, come mo- in sequestro. Considerata la docu-
14 febbraio 2006 ha avanzato al Pm Motivi della decisione dificata dalla direttiva 18 marzo mentata capienza dei camion della
nuova richiesta di revoca del secon- La Corte non ravvisa alcuna delle 1991 n. 91/ 156/Cee nonché dalla Ices, un semplice calcolo matemati-
do sequestro preventivo disposto dal ragioni di incompatibilità previste decisione della Commissione 24 co avrebbe dimostrato, secondo il ri-
Gip il 16 gennaio 2006, richiesta re- dall’articolo 34 C.p.p. o di altra ipo- maggio 1996 n. 96/350/Ce, dal corrente, che l’accumulo nelle
spinta con rimessione degli atti al tizzabile desunta dal sistema giuri- Tribunale di Terni, che ne aveva fat- quantità rilevate si era realizzato in
Gip che su conforme parere del Pm dico vigente nel fatto che la persona to uno degli oggetti di una domanda non più di un anno-un anno e mez-
ha rigettato la richiesta di revoca il del relatore del presente giudizio è lo pregiudiziale alla Corte di Giustizia zo. Poiché l’area in questione sareb-
20 febbraio 2006, avverso il quale ri- stesso che ha svolto identica funzio- Ce. be nella disponibilità della società
getto, il (...) ha proposto appello a- ne nel giudizio di cassazione che in Con sentenza n. 457 dell’11 novem- da 7-9 anni, la datazione massima
vanti al Tribunale di Lucca, che con data 25 maggio 2006 ha concluso il bre 2004, la Corte di Giustizia ha al dell’accumulo proverebbe l’assunto
ordinanza del 27 marzo 2006 l’ha precedente procedimento menziona- riguardo precisato che “è ammesso, dell’indagato relativo alla riutilizza-
respinto. Al riguardo, rilevato che l’i- to nella parte narrativa e avviato con alla luce degli obiettivi della diret- zione dei fanghi.
stanza di revoca presentata il 14 feb- l’istanza del 19 gennaio 2006 di re- tiva 75/442, qualificare un bene, A tale rilievo, il Tribunale aveva ri-
braio 2006 e l’atto di appello pro- voca del sequestro. un materiale o una materia pri- sposto, con motivazione che in nes-
pongono le medesime censure già I due procedimenti sono infatti au- ma derivante da un processo di sun caso può ritenersi apparente,
prospettate in sede del precedente tonomi e distinti, ancorché la loro o- fabbricazione o di estrazione” che mancherebbe viceversa il requi-
appello, il Tribunale ha richiamato, rigine “remota” risalga ad un unico (ma non i residui di consumo, come sito della certezza del riutilizzo del
mutuandole, le argomentazioni in sequestro e possano avere analogo poi specificato dalla medesima deci- materiale accumulato nell’area, in
precedenza svolte per respingere il (ma non perfettamente eguale) con- sione) “che non è principalmente quanto le affermazioni dei testimoni
primo appello del ricorrente, riba- tenuto. Ne consegue che l’ipotesi di destinato a produrlo non come ri- dipendenti della società non sareb-
dendo la qualificazione dei fanghi un unico giudice per ambedue tali fiuto, bensì come sottoprodotto di bero suffragate da alcun riscontro
provenienti da impianto di lavaggio procedimenti non è ricompresa nei cui il detentore non desidera di- oggettivo, posto che dei fanghi non
di materiali inerti come rifiuti spe- divieti di cui alla norma del codice sfarsi ai sensi dell’articolo 1, lette- vi è traccia alcuna nei registri di ca-
ciali, ai sensi dell’articolo 7 del Dlgs di rito citata o nelle previsioni di cui ra a) primo comma di tale diretti- rico e scarico della società né vi è al-
5 febbraio 1997 n. 22 e aggiungendo all’articolo 36 C.p.p. (omissis) va, a condizione che il suo riuti- cuna documentazione attestante il
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

che anche a voler seguire la tesi del- Nel merito del ricorso, la difesa del lizzo sia certo, senza trasforma- trasporto di essi presso i cantieri in-
la difesa che nega tale qualificazio- ricorrente sostiene che i fanghi pro- zione preliminare e nel corso del dicati dai testimoni medesimi.
ne alla stregua della lettura da que- venienti da un impianto di lavaggio processo di produzione”. Inoltre tali affermazioni dei testimo-
sta proposta della legge interpretati- di inerti della società e accumulati Ciò precisato sul piano del quadro ni erano state ritenute efficacemente
va n. 178 del 2002, mancherebbe nel nell’area sequestrata non sarebbero normativo di riferimento, la censura contrastate dai rilievi diretti della
caso di specie, anche alla luce di qualificabili come rifiuti alla stregua di carenza assoluta di motivazione o polizia provinciale relativamente
quanto stabilito nella sentenza della della legislazione vigente, in partico- di motivazione meramente apparen- all’altezza e al grado di essiccazione
Corte di Giustizia Ce dell’11 novem- lare, l’articolo 6, comma 10, lettera te dell’ordinanza impugnata, come dei cumuli di fanghi, ritenuti indi-
bre 2004, citata dal ricorrente, il pre- a) del Dlgs 5 febbraio 1997 n. 22, tale concretante, secondo la giuri- cativi di una prolungata giacenza di
supposto richiesto dal 2° comma come interpretato dall’14 [art. 14, sprudenza di questa Corte (cfr., per tale materiale nell’indicato luogo di
dell’articolo 14 di tale legge, essendo ndr] del Dl 8 luglio 2002 n. 138, tutte, Cass. S.U. 13 febbraio 2004 n. deposito.
dagli atti contrastata l’affermazione convertito con modificazioni nella 5876) un vizio di violazione di leg- Infine l’ordinanza impugnata, che
secondo la quale i fanghi in parola legge 8 agosto 2002 n. 178, in quan- ge, denunciabile, ex articolo 325, 1° per il resto ripete le considerazioni
vengono utilizzati dalla società in to destinati ad essere riutilizzati comma C.p.p. e a differenza del vizio svolte dal Tribunale di appello sul ri-
altri cicli produttivi. dall’impresa medesima in diversi la- di illogicità della motivazione, col getto della prima istanza di revoca
Avverso tale ordinanza propone ora vori edili oggetto dell’attività della ricorso per cassazione avverso le or- della misura cautelare reale, motiva
ricorso per cassazione l’indagato, a stessa. dinanze di riesame e di appello in anche con riferimento all’elemento
mezzo del proprio difensore, riba- La norma interpretativa da ultimo materia di provvedimenti cautelari nuovo versato nel presente procedi-
dendo la propria interpretazione del- indicata esclude infatti che ricorra reali, appare in parte inammissibile mento, rilevando come le fatture
le norme di legge in materia di rifiu- 1’ipotesi di “sostanza... di cui il de- ed in parte infondata. prodotte nel presente procedimento
ti e di quelle contenute nella legge tentore... abbia deciso o abbia È infatti inammissibile ove riprodu- dalla difesa non siano sufficienti a
interpretativa del 2002, anche alla l’obbligo di disfarsi”, secondo la ce censure fondate sul medesimo dimostrare l’effettiva utilizzazione
luce della sentenza della Corte di nozione mutuata dalla disciplina quadro processuale di riferimento del materiale fangoso prodotto dalla
Giustizia n. 457 dell’11 novembre comunitaria della materia, per “i delle deduzioni e delle censure già Ices, sostanzialmente con l’argo-
2004 e lamentando in tale quadro di beni o sostanze materiali residuali mosse in sede di prima richiesta di mento che il numero di esse è tal-
riferimento normativo la carenza di produzione o di consumo ove revoca e nell’ambito del relativo pro- mente modesto e rappresenta una
assoluta di motivazione della ordi- sussista una delle seguenti condi- cedimento conclusosi con la senten- movimentazione talmente ridotta
nanza in ordine al primo motivo di zioni: a) se gli stessi possono essere za di questa Corte del 25 maggio del materiale fangoso accumulato
appello avanti al Tribunale, ove e sono effettivamente riutilizzati scorso (cfr. Cass. 2 luglio 2004 n. da non assumere il significato volu-
l’appellante avrebbe documentato nel medesimo o in analogo o di- 28930 o 14 novembre 2003 n. to dall’indagato. Alla luce delle con-
che gli accumuli di fanghi prove- verso ciclo produttivo o di consu- 43647) mentre è infondata quanto siderazioni esposte, il ricorso va re-
nienti da un impianto di lavaggio di mo senza subire alcun intervento alle considerazioni aggiuntive pro- spinto, con la condanna del ricor-
materiali inerti non erano depositati preventivo di trattamento e senza poste nel presente procedimento. rente al pagamento delle spese pro-
in loco da moltissimo tempo ma ve- recare pregiudizio all’ambiente; È stato già rilevato da questa Corte cessuali.
nivano depositati con un ritmo ed b) omissis ...” Quest’ultima esclu- nella diversa sede indicata che, con-
una quantità tale che quelli presenti sione, ripresa dall’articolo 183, lette- trariamente a quanto denunciato P.Q.M.
non datavano da più di un anno-un ra n) del recente Dlgs 3 aprile 2006 dalla difesa del ricorrente, il Tribu- La Corte rigetta il ricorso e condan-
anno e mezzo mentre l’area era nel- n. 152, sia pure in termini parzial- nale aveva infatti specificatamente na il ricorrente al pagamento delle
la disponibilità della società da nove mente diversi, di individuazione del- preso in esame il primo motivo di spese processuali. Così deciso in
26
anni. Da ciò deriverebbe la conclu- la nozione di “sottoprodotto” non appello, laddove l’appellante rileva- Roma, il 6 luglio 2006.
Tar Veneto – III Sezione
Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464

La massima
Rilascio di titolo edilizio – Impianto di cogenerazione da
Giurisprudenza Cdr – Apposizione di clausole limitative – Coerenza con il
potere comunale in materia edilizia – Necessità –
Mancanza – Annullamento clausole limitative
Il rilascio del titolo edilizio da parte del Comune ha come unico
presupposto la conformità di quanto l’interessato chiede di realiz-
zare con lo strumento urbanistico vigente; eventuali clausole limi-
tative apposte al titolo stesso possono unicamente concernere e-
lementi coerenti con il potere in materia edilizia e urbanistica che
il Comune con tale atto esercita. Il Tar ritiene le clausole limitati-
ve, apposte alla concessione edilizia, in ordine al funzionamento
e alla gestione dell’impianto di cogenerazione di energia elettrica
Cdr e concessione edilizia, e vapore da Cdr, esorbitanti i poteri comunali in tema di rilascio di
titoli edilizi, e ne dispone l’annullamento. (S.F.)
illegittime le limitazioni
(omissis) Fatto e diritto
1. La ricorrente Società “Ecoidea
comunali per gestire Sentenza Srl” (di seguito: Ecoidea) rappre-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


Sul ricorso n. 1061/2001, proposto senta di occuparsi della produzione
da Ecoidea Srl, in persona del legale di energia elettrica e termica me-
l’impianto rappresentante pro tempore, rap-
presentata e difesa dagli avv. Sergio
diante l’utilizzazione di fonti rinno-
vabili ed assimilate, in conformità
Camerino, Giuseppe Mercanti e alla vigente normativa comunitaria,
Francesco Simone Crimaldi, con nazionale e regionale, e di aver rea-
Pres. De Piero domicilio eletto presso lo studio del lizzato, in censuario di Cologna
Est. De Piero primo, in Venezia, San Bartolomeo Veneta, nelle immediate vicinanze
n. 5278; dello stabilimento Agroidea, un im-
contro pianto di cogenerazione di energia
il Comune di Cologna Veneta ed il elettrica e vapore da fonti rinnova-
Dirigente Responsabile dell’Ufficio bili (ed assimilate). La fonte di e-
Tecnico del Comune stesso, il primo nergia è costituita dal cd. Cdr (com-
costituito in giudizio col patrocinio bustibile da rifiuto) di cui al punto
degli avv. Luigi Righetti e Giorgio 14 dell’allegato 1, suballegato 1, del
Pinello, presso cui ha domicilio e- Dm 5 febbraio 1998.
letto in Venezia, San Polo n. 3080/L; Il vapore prodotto verrà totalmente
per l’annullamento utilizzato dallo stabilimento Agro-
in parte qua, della concessione edi- idea e l’energia elettrica verrà cedu-
lizia n. 237 del 3.4.2001, per la rea- ta ed immessa nella rete Enel (alla
lizzazione di un capannone ad uso stregua della convenzione con la
agroindustriale, limitatamente alla stessa all’uopo stipulata), come pre-
prescrizione n 2; nonché della nota visto dalle norme in vigore.
8 febbraio 2001 n. 2214, nella parte Il progetto dell’impianto ha ottenu-
in cui ribadisce le medesime pre- to tutte le necessarie autorizzazioni
scrizioni; e pareri favorevoli.
Visto il ricorso, notificato il 20 aprile In data 29 marzo 2000, il Comune
2001 e depositato il 17 maggio 2001 ha rilasciato la concessione edilizia
con i relativi allegati; n. 55 per la realizzazione del capan-
visto l’atto di costituzione in giudi- none industriale destinato a conte-
zio del resistente Comune; nere l’impianto di cogenerazione,
viste le memorie prodotte dalle par- che reca la prescrizione n. 2, ove
ti; viene previsto che il materiale utiliz-
visti gli atti tutti di causa; zato come combustibile sia obbliga-
uditi, nella pubblica udienza dell’8 toriamente carta, cartone, pallets in
giugno 2002 – relatore il consiglie- legno, e che tale materiale sia stoc-
re Rita De Piero – l’avv. Mercanti, cato in area non scoperta. Ciò ha
per la ricorrente e l’avv. Scappini, in indotto la ricorrente a richiedere un
sostituzione di Righetti, per il Co- ulteriore titolo (in variante della
27
mune; concessione n. 55) per realizzare un
secondo capannone per il deposito razione, che, a sua volta, non può mente affermato dalla giurispru- tate le norme che regolano gli in-
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464

del combustibile. funzionare privo dello stabilimen- denza”, ma avrebbe dovuto collo- quinamento del suolo, dell’abitato
La variante è stata concessa con l’at- to “Agroidea” di Cologna Veneta, e carsi in zona industriale. e dell’atmosfera”), con ciò ammet-
to presentemente opposto (conces- prima che in tale sito siano stati e- 3. Il ricorso è fondato. tendone la realizzabilità. Le clauso-
sione edilizia in variante n. 237/ seguiti i potenziamenti previsti e Merita ricordare che oggetto della le limitative (o “prescrizioni” come
2001), che contiene peraltro ulterio- relazionati nella relazione tecnica controversia è il titolo edilizio (in recita l’atto in questione), inoltre,
ri prescrizioni, tra cui quella qui im- allegata alla pratica edilizia. L’e- variante) per la realizzazione di un non riguardano propriamente il ca-
pugnata che prescrive che “il ca- nergia prodotta dovrà in maniera capannone destinato a contenere il pannone all’esame, bensì l’impianto
pannone è in funzione e in colle- prevalente servire il vicino stabili- combustibile da rifiuto utilizzato di cogenerazione di energia elettrica
gamento con l’impianto di coge- mento per il funzionamento dello dalla ricorrente per il funzionamen- e vapore, il suo rapporto con lo sta-
nerazione, che, a sua volta, non stesso, senza ricorrere all’uso di e- to di un impianto di cogenerazione bilimento “Agroidea” e l’utilizzo
può funzionare privo dello stabili- nergia elettrica Enel”. Secondo il di vapore ed energia elettrica; im- dell’energia prodotta da tale im-
mento ‘Agroidea’ di Cologna vene- Comune, l’energia prodotta dovrà pianto già in precedenza autorizzato pianto.
ta, e prima che in tale sito siano servire in modo prevalente il vicino ed assistito da regolare titolo edilizio. Questioni – entrambe – eccentriche
stati eseguiti i potenziamenti pre- stabilimento, senza tener conto del Anzi, era proprio tale concessione e- rispetto al provvedimento ed esorbi-
visti e relazionati nella relazione fatto che lo stesso utilizzerà la forza dilizia a imporre espressamente lo tanti i poteri comunali in tema di ri-
tecnica allegata alla pratica edili- del vapore e che l’energia elettrica “stoccaggio del materiale in area lascio di titoli edilizi. A tacer del fatto
zia. L’energia prodotta dovrà in eccedente i bisogni dello stabilimen- non scoperta”. Di qui la richiesta di che la correlazione del cogeneratore
maniera prevalente servire il vici- to stesso essendo prodotta a mezzo di concessione in variante, ed il conse- con lo stabilimento “Agroidea” era
no stabilimento per il funziona- fonti rinnovabili, a tenore dell’arti- guente rilascio del permesso di co- già stata favorevolmente apprezzata
mento dello stesso, senza ricorrere colo 22, comma 3, della legge 0.1.91 struire, che reca la contestata “pre- in precedenza, così come l’utilizzo
all’uso di energia elettrica Enel”. n. 9 [legge 9 gennaio 1991, n. 9, scrizione”, con la quale il Comune dell’energia prodotta, il cui eventua-
Contro questo provvedimento la ri- ndr], deve essere ceduta all’Enel. “precisa” che “il capannone è in le surplus non è nella disponibilità
corrente deduce: Da ultimo, la ricorrente chiede il ri- funzione e in collegamento con del produttore, ma deve essere, per
1) violazione di legge; difetto di pre- storo del danno ingiusto patito in l’impianto di cogenerazione, che, legge, ceduto all’Enel (cfr. articolo
supposti e di motivazione. conseguenza dell’illegittimità della a sua volta, non può funzionare 22 , comma 3, della legge 9 gennaio
Il Comune ha inserito nel provvedi- clausola contestata. privo dello stabilimento ‘Agroidea’ 1991 n. 9).
mento di concessione per la realiz- 2. Il Comune, costituito, puntual- di Cologna Veneta, e prima che in In definitiva, il ricorso va accolto,
zazione di un capannone destinato a mente controdeduce nel merito del tale sito siano stati eseguiti i poten- con conseguente annullamento del-
deposito di Cdr, avente valore squisi- ricorso, concludendo per la sua reie- ziamenti previsti e relazionati nel- le “prescrizioni” impugnate.
tamente urbanistico/edilizio, pre- zione. la relazione tecnica allegata alla 4. Deve invece essere respinta la ri-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

scrizioni in ordine al funzionamen- In particolare, fa presente che la pratica edilizia. L’energia prodotta chiesta di risarcimento del danno,
to dell’impianto di cogenerazione, clausola contestata costituisce sem- dovrà in maniera prevalente ser- in quanto del tutto generica e
che risultano inconferenti, irrilevan- plicemente la ripetizione di quella vire il vicino stabilimento per il sprovvista di qualsivoglia supporto
ti e fondate su erronei presupposti. già apposta alla concessione edilizia funzionamento dello stesso, senza probatorio.
L’impianto di cogenerazione, infatti, n. 55/2000, che aveva autorizzato la ricorrere all’uso di energia elettri- 5. Le spese seguono la soccomben-
è cosa del tutto diversa ed è stato già costruzione dell’impianto di cogene- ca Enel”. za; pertanto il Comune di Cologna
autorizzato, anche dal Comune di razione, non opposta. Anzi, a ben ve- 3.1. Orbene, non vi è dubbio che il Veneta viene condannato a rifondere
Cologna Veneta, per quanto di sua dere, si tratta non di obblighi impo- rilascio di un titolo edilizio ha come alla ricorrente la totale somma di
competenza. sti dalla P.a., ma della ripetizione di unico presupposto la conformità di euro 10.000,00 (diecimila/00) – al
2) Difetto di presupposti e di moti- condizioni che la stessa Ecoidea si quanto l’interessato chiede di realiz- netto di Iva e c.p.a. – a titolo di spese
vazione. Violazione dell’articolo 4 era autoimposta in sede di istanza di zare con lo strumento urbanistico e onorari di giudizio.
della legge 10/1977. rilascio della prima concessione edi- vigente nel Comune e che eventuali
lizia, la cui sola presenza aveva fatto clausole apposte al titolo stesso pos- P.Q.M.
Sviamento. sì che l’impianto potesse essere con- sono riguardare unicamente ele- Il Tribunale amministrativo regio-
La concessione edilizia viene rila- siderato rispettoso della disciplina menti coerenti col potere nale per il Veneto, terza Sezione, de-
sciata previa valutazione della urbanistico edilizia vigente. In pro- (edilizio/urbanistico) che il Comune finitivamente pronunciando sul ri-
conformità del manufatto con la di- posito, l’Ente osserva che le strutture con tale atto esercita. corso in epigrafe, lo accoglie e, per
sciplina urbanistica vigente, che, insistono in area D4 – agricola di Nel caso di specie (anche a prescin- l’effetto, annulla le contestate “pre-
nella specie, sussiste. Qualsiasi altra completamento, ove è bensì consen- dere dalla circostanza che si tratta di scrizioni”, apposte al permesso di
valutazione è estranea alle compe- tita, ma con limiti, la realizzazione mero titolo in variante) il Comune costruire in variante n. 237/2000.
tenze del Comune, in tema di rila- di industrie, depositi, centri servizi, non evidenzia – nell’atto – alcuna Condanna il soccombente Comune
scio di titoli edilizi. magazzini ed attività connesse all’a- ragione di contrasto con la strumen- di Cologna Veneta a rifondere alla
3) Violazione dell’articolo 22, com- gricoltura. Tuttavia una struttura tazione urbanistica vigente (lo fa ricorrente, a titolo di spese e onorari
ma 3, della legge 9/1991 e dell’arti- come quella realizzata dalla ricor- nelle proprie difese, ma infondata- di giudizio, la totale somma di euro
colo 3, comma 12, del Dlgs 79/ rente, ancorchè connessa con un’at- mente, dato che per sua stessa am- 10.000,00 (diecimila/00), al netto di
1999. Difetto di presupposti, di i- tività agricola, non avrebbe potuto missione nella zona D4 – agroindu- Iva e c.p.a..
struttoria e di motivazione. ottenere il permesso di costruire “in stria di completamento – ove l’im- Ordina che la presente sentenza sia
Sviamento. quanto non conciliabile con il ca- pianto ed il capannone destinato a eseguita dall’Autorità amministra-
La clausola stabilisce che “il capan- rattere di polmone verde e di riser- contenere il Cdr sono siti, è pacifica- tiva.
none è in funzione e in collega- va priva di inquinamento (della mente ammessa la realizzazione di Così deciso in Venezia, nella Camera
mento con l’impianto di cogene- zona agricola) oramai pacifica- tali manufatti “purché siano rispet- di Consiglio l’8 giugno 2006.

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Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464
L’annotato pronunciamento del Tar Veneto se, fonti rinnovabili, deve essere ceduta all’Enel a
da un lato, ribadisce un consolidato e condivi- norma dell’articolo 22, comma 3 della legge
il commento sibile principio di diritto, dall’altro rappresenta 9/1991.
l’occasione per una breve riflessione sulla tipo- Per contro, il Comune convenuto, nel costituir-
logia dei provvedimenti autorizzatori che legit- si in giudizio, deduceva che la clausola impu-
Procedura semplificata timano la realizzazione di un impianto per lo gnata:
e “concessione edilizia” smaltimento o il recupero dei rifiuti. a) era già contenuta nella concessione n.
55/2000, con cui era stata autorizzata la co-
Il caso struzione dell’impianto di cogenerazione;
Dalla lettura della sentenza in commento si b) non costituiva, in realtà una prescrizione,
apprende che la società ricorrente aveva chiesto bensì la ripetizione di una condizione che la
di Leonardo Filippucci e ottenuto dal Comune resistente una prima stessa società ricorrente si era autoimposta nel-
Avvocato in Macerata concessione edilizia (la n. 55 del 2000) per la la richiesta della prima concessione;
realizzazione di un capannone industriale de- c) in assenza di tale “autolimitazione” il Co-
stinato a contenere un impianto di cogenera- mune non avrebbe potuto rilasciare la conces-
zione di energia elettrica e vapore da fonti rin- sione n. 55/2000, in quanto l’impianto di coge-
novabili e assimilate. nerazione, ancorché connesso con un’attività
In particolare, la fonte di energia era costituita agricola, era incompatibile con la destinazione
dal combustibile da rifiuto (Cdr) e, in base al urbanistica dell’area sulla quale doveva sorgere
progetto, il vapore prodotto doveva essere total- (area D4 agricola di completamento).
mente utilizzato in altro stabilimento sito nelle Il Tribunale amministrativo accoglie il ricorso,
immediate vicinanze, mentre l’energia elettrica osservando, da un lato, che “oggetto della
doveva essere ceduta all’Enel per essere immes- controversia è il titolo edilizio (in variante)
sa nella rete. per la realizzazione di un capannone desti-
Peraltro, poiché nella citata concessione edili- nato a contenere il combustibile da rifiuto
zia veniva prescritto che il materiale utilizzato utilizzato dalla ricorrente per il funziona-
come combustibile fosse stoccato in area non mento di un impianto di cogenerazione (...)
scoperta, la società ricorrente provvedeva a ri- già in precedenza autorizzato ed assistito da
chiedere, in variante, un ulteriore titolo per la regolare titolo edilizio”, e, dall’altro, che
realizzazione di un secondo capannone desti- “non v’è dubbio che il rilascio di un titolo e-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


nato appunto al deposito del Cdr. dilizio ha come unico presupposto la confor-
Accadeva, tuttavia, che il Comune, nel rilascia- mità di quanto l’interessato chiede di realiz-
re la concessione edilizia in variante (la n. 237 zare con lo strumento urbanistico vigente
del 2001) impartisse la seguente prescrizione: nel Comune e che eventuali clausole apposte
“il capannone è in funzione e in collega- al titolo stesso possono riguardare unica-
mento con l’impianto di cogenerazione, che, mente elementi coerenti col potere (edili-
a sua volta, non può funzionare privo dello zio/urbanistico) che il Comune con tale atto
stabilimento ‘Agroidea’ di Cologna Veneta, e esercita”.
prima che in tale sito siano stati eseguiti i
potenziamenti previsti e relazionati nella re- Alcune considerazioni
lazione tecnica allegata alla pratica edilizia. Premesso che il principio di diritto ribadito
L’energia prodotta dovrà in maniera preva- dal Tar Veneto è certamente condivisibile
lente servire il vicino stabilimento per il fun- (1), non sembra superfluo ricordare come
zionamento dello stesso, senza ricorrere la costruzione di un impianto per lo smalti-
all’uso di energia elettrica Enel”. mento o il recupero di rifiuti presupponga
La società destinataria della concessione in va- l’esercizio di poteri autorizzatori sensibil-
riante agiva dinanzi al Tribunale amministra- mente diversi a seconda che l’attività venga
tivo territorialmente competente affinché fosse svolta “in procedura semplificata” ovvero
dichiarata l’illegittimità della citata prescrizio- “in procedura ordinaria”.
ne, sostenendo che:
1. la concessione in variante aveva ad oggetto Nel primo caso, infatti, l’iscrizione prevista
il capannone per il deposito del Cdr, mentre la dall’articolo 216, comma 3, del Dlgs 152/2006
prescrizione, riguardando il funzionamento è un provvedimento con il quale l’amministra-
dell’impianto di cogenerazione, risultava essere zione si limita a prendere atto della dichiara-
inconferente, irrilevante e fondata su erronei zione del soggetto interessato di voler intra-
presupposti; prendere l’attività di recupero nel rispetto degli
2. la concessione edilizia viene rilasciata previa standard strutturali e gestionali previsti nelle
valutazione della conformità del manufatto norme tecniche statali d’attuazione.
con la disciplina urbanistica vigente, mentre Il provvedimento di iscrizione, dunque, non
qualsiasi altra valutazione è estranea alle com- può imporre prescrizioni limitative ulteriori ri-
petenze del Comune in tema di rilascio di titoli spetto a quelle previste dai decreti ministeriali
edilizi; (2) e, a maggior ragione, non può interferire
3. l’energia prodotta nell’impianto di cogene- con l’esercizio del potere amministrativo in
razione non poteva servire in modo prevalente campo urbanistico, che resta ovviamente auto-
il vicino stabilimento, poiché in realtà questo nomo.
doveva utilizzare la forza del vapore, mentre Ciò era chiarito, oltre ogni possibile dubbio,
l’energia elettrica eccedente i bisogni dello sta- dall’articolo 31, comma 6, del Dlgs 22/1997, il
bilimento stesso, essendo prodotta a mezzo di quale prevedeva che “la costruzione di im- 29
Giurisprudenza Tar Veneto – Sentenza 17 ottobre 2006, n. 3464

pianti che recuperano rifiuti nel rispetto del- zazione cd. “ordinaria” prevista dagli arti- di attività costruttive sul territorio comunale, di talché
le condizioni, delle prescrizioni e delle nor- coli 208 e ss. del Dlgs 152/2006. rientra nella considerazione delle norme sulle conces-
me tecniche di cui ai commi 2 e 3 è discipli- sioni edilizie e nell’estensione del correlativo potere
nata dal Dpr 24 maggio 1988 n. 203, e Come noto, infatti, l’autorizzazione unica alla sindacale tutto ciò che attiene ad un ordinato sviluppo
della residenzialità e della distribuzione sul territorio,
dalle altre disposizioni che regolano la co- realizzazione e gestione di impianti di smalti- dei benefici e dei carichi urbanistici, ma non anche la
struzione di impianti industriali” (ivi inclu- mento o recupero di rifiuti “sostituisce ad o- tutela di interessi diversi da quelli propriamente edilizi
se in primis le disposizioni di cui al Dpr gni effetto visti, pareri, autorizzazioni e (ad esempio quelli relativi alle bellezze ambientali o
380/2001, cd. Testo unico dell’edilizia). concessioni di organi regionali, provinciali monumentali, alla pubblica sicurezza, all’igiene pub-
Attualmente, l’articolo 214, comma 8, del Dlgs e comunali, costituisce, ove occorra, va- blica ecc.).
152/2006, con dicitura solo parzialmente ana- riante allo strumento urbanistico e compor- (2) Sulla possibilità di dettare prescrizioni anche
loga a quella dell’articolo 31, comma 6, del ta la dichiarazione di pubblica utilità, ur- nell’ambito delle procedure semplificate, si veda
Dlgs 22/1997, stabilisce che “la costruzione di genza ed indifferibilità dei lavori”. Cassazione penale, Sez. III, sentenza 11 febbraio 2003,
impianti che recuperano rifiuti nel rispetto Con tale autorizzazione unica, dunque, i vari n. 13105, laddove, sia pure incidentalmente, la
Suprema Corte afferma: “Certamente l’ente locale
delle condizioni, delle prescrizioni e delle interessi pubblici coinvolti emergono e trovano può introdurre prescrizioni tecniche – nei limiti
norme tecniche di cui ai commi 2 e 3 è di- un’unitaria valutazione e comparazione, dap- della legge – ove siano ritenute necessarie per pre-
sciplinata dalla normativa nazionale e co- prima, in sede istruttoria (nel parere della con- venire danni alla salute ed all’ambiente, ma sem-
munitaria in materia di qualità dell’aria e ferenza di servizi) e, successivamente, in sede pre allo scopo di favorire il ‘riutilizzo’, dovendosi
di inquinamento atmosferico da impianti decisoria (nel provvedimento finale adottato considerare un sicuro maggior danno lo smalti-
industriali”. dall’organo competente). mento in discarica e lo stesso incenerimento sotto
Peraltro, il mancato riferimento alle “altre di- Ne discende che eventuali prescrizioni anche un profilo economico, sociale ed ambientale”.
sposizioni che regolano la costruzione di di natura non prettamente ambientale non sa- (3) Un collegamento tra il titolo edilizio e le norme
tecniche ambientali dettate per le procedure semplifi-
impianti industriali” non esonera certamente rebbero eccentriche rispetto alla natura del
cate è stato recentemente introdotto dal Dm 5 aprile
dal rispetto delle medesime disposizioni; sem- provvedimento e non costituirebbero pertanto 2006 n. 186, il quale, nell’apportare modifiche al Dm
mai, al contrario, la volontà del Legislatore di sviamento del relativo potere amministrativo. 5 febbraio 1998, ha previsto, da un lato, che “la
sottolineare la necessarietà delle altre autoriz- Vale la pena osservare, infine, come la proce- quantità di rifiuti non pericolosi sottoposti ad ope-
zazioni ambientali, conferma a fortiori l’im- dura autorizzatoria prevista “in ipotesi parti- razioni di messa in riserva in impianti che effet-
prescindibilità dei titoli abilitativi che non colari” dall’articolo 210 del Dlgs 152/2006 si tuano, unicamente, tale operazione di recupero,
hanno una valenza strettamente ambientale applichi anche “a chi intende avviare una non deve in ogni caso eccedere la capacità di stoc-
quali quelli urbanistico-territoriali. (3) attività di recupero o di smaltimento di ri- caggio autorizzata ai sensi dell’articolo 31, com-
fiuti in un impianto già esistente, preceden- ma 6 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

e successive modificazioni” (articolo 6, comma 5,


Da quanto detto emerge che, in caso di temente utilizzato o adibito ad altre atti-
del Dm 5 febbraio 1998) e dall’altro che “la quantità
procedura semplificata (4), la costruzione vità”. di rifiuti che può essere sottoposta ad attività di re-
dell’impianto deputato all’attività di recu- In siffatta ipotesi, l’autorizzazione sembrereb- cupero in procedura semplificata non deve in ogni
pero presuppone il rilascio del permesso a be avere ad oggetto esclusivamente gli aspetti caso eccedere la capacità dell’impianto autorizza-
costruire e di tutti gli altri eventuali atti di gestionali e non anche quelli impiantistici, per ta ai sensi dell’articolo 31, comma 6, del decreto
assenso necessari ai fini della realizzazione cui eventuali prescrizioni di natura edilizia legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, ovvero, qualora
dell’intervento edilizio (autorizzazione pae- rappresenterebbero l’illegittima espressione di l’autorizzazione rilasciata in base alla normativa
saggistica, autorizzazione sismica, nulla o- un interesse pubblico diverso da quello sotteso vigente non contempli la capacità autorizzata, la
sta aree protette ecc.). Ciascuno di tali allo specifico potere amministrativo. quantità impiegabile è determinata dalla poten-
zialità dell’impianto” (articolo 7, comma 2 del Dm
provvedimenti, poi, sarà rilasciato all’esito
5 febbraio 1998).
di un’autonoma valutazione, da compiere (1) Cfr. ex multis Consiglio di Stato, Sez. V, sentenza (4) La sentenza in commento sembrerebbe avere ri-
avendo riguardo allo specifico fine pubbli- 22 giugno 1989, n. 382, secondo la quale il potere del guardo ad un impianto operante in procedura sempli-
co al cui perseguimento il singolo potere è Sindaco di rilasciare le concessioni edilizie è contrad- ficata, come si desume dal riferimento al “punto 14
preordinato. distinto dalla finalità di regolare, in conformità alle dell’allegato 1, suballegato 1, del Dm 5 febbraio
Discorso diverso, invece, vale per l’autoriz- previsioni urbanistiche e regolamentari, l’esecuzione 1998”.

30
Tar Emilia Romagna – I Sezione
Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705

La massima
Spandimento fanghi di origine agroalimentari in agricol-
tura – Dlgs 99/1992 – Ordinanza contingibile e urgente di
sospensione – Dlgs 267/2000, articolo 54 – Annullata se
Giurisprudenza sussiste grave danno
Quando un’attività opera nel pieno rispetto della normativa vigen-
te, prima di essere assoggetta a provvedimenti restrittivi e grave-
mente lesivi, si deve concretamente valutare se detta attività crei
pericolo per la salute pubblica distinguendo quello che è un reale
pericolo da quello che può essere un legittimo disagio. Il tutto,
però, rimane subordinato al rispetto di tutte le condizioni che la
Ausl riterrà di apporre a tutela della salute della cittadinanza.

Uso agronomico dei fanghi: (omissis) senti come risulta dal verbale d’u-
dienza;
Ordinanza Visti gli articoli 19 e 21, u.c., della
è illegittima l’ordinanza nella Camera di Consiglio del (...) legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e
ottobre 2006 l’articolo 36 del Rd 17 agosto 1907,
Visto il ricorso (...)/2006 proposto n. 642;
di sospensione da: Ritenuta la sussistenza del danno
(…) grave e irreparabile anche in rela-
contro zione alla limitatezza del periodo

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


che confonde il pericolo Comune di (…)
per l’annullamento, previa sospen-
che residua per lo spandimento (31
ottobre), ferme peraltro tutte le
sione dell’esecuzione, del provvedi- condizioni che la Asl competente ri-
con il disagio mento del Comune (…) – Ufficio
Ambiente, n. (...)/2006;
terrà di apporre a tutela della salute
della cittadinanza (oltre a quelle
del provvedimento della Provincia già contenute nell’ordinanza n.
di (…) – Settore Ambiente Servizio 69/2006), di cui dovrà essere ga-
Tutela e Risanamento Ambientale rantito il rispetto con opportuni
– Ufficio Tutele e Valorizzazione controlli.
Pres. Piscitello Risorse Idriche ed Energetiche,
Est. Brini Fasc. (...)/2006; P.Q.M.
Visti gli atti e i documenti depositati Accoglie nei limiti di cui in motiva-
con il ricorso; zione la suindicata domanda inci-
Vista la domanda di sospensione dentale di sospensione.
della esecuzione del provvedimento La presente ordinanza sarà eseguita
impugnato, presentata in via inci- dalla Amministrazione ed è deposi-
dentale dal ricorrente; tata presso la Segreteria del Tribu-
Visto l’atto di costituzione in giudi- nale che provvederà a darne comu-
zio di: nicazione alle parti.
Comune (…) Bologna, (...) ottobre 2006.
Uditi, alla Camera di Consiglio del Depositata in Segreteria in data 9
(...) ottobre 2006, gli Avvocati pre- ottobre 2006.

Premessa Avverso tale provvedimento la (...), proponeva


Con provvedimento del Comune (...) – Ufficio ricorso giurisdizionale al Tar Emilia Romagna,
il commento Ambiente, n. 71/2006, notificato alla società ri- con istanza cautelare di sospensione del prov-
corrente il (...) 2006, avente ad oggetto: “In- vedimento impugnato.
conveniente igienico sanitario derivante Alla Camera di Consiglio del (...) ottobre 2006,
Se un’attività è svolta dallo spandimento di fanghi di depurazione il Collegio accoglieva la domanda incidentale
nel rispetto della norma, per l’utilizzo agronomico in agricoltura di sospensione. Nella parte motivata dell’ordi-
il pericolo per la salute (Dlgs 99/1992). Divieto di spandimento sul nanza il Tar Emilia Romagna espone: “Rite-
territorio comunale”, si ordinava alla società nuta la sussistenza del danno grave e irre-
pubblica deve essere (...), “in virtù della grave situazione igieni- parabile anche in relazione alla limitatezza
valutato concretamente co-sanitaria creatasi, il divieto con decor- del periodo che residua per lo spandimento
renza immediata delle operazioni di accu- (31 ottobre), ferme peraltro tutte le condi-
mulo e spandimento dei fanghi di depura- zioni che la Ausl competente riterrà di ap-
di Alessandro Castrignano zione provenienti dal proprio stabilimento porre a tutela della salute della cittadinan-
Avvocato su tutto il territorio comunale”. za (oltre a quelle già contenute nell’ordi- 31
Giurisprudenza Tar Emilia Romagna – Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705

nanza n. 69/2006), di cui dovrà essere ga- tilizzazione dei fanghi di depurazione in agri- pervenuto in data (...)/2006 Prot. n. (...)
rantito il rispetto con opportuni controlli coltura”); la Regione Emilia Romagna, a sua che hanno evidenziato la presenza di in-
(...) accoglie nei limiti di cui in motivazio- volta, si è dotata di un apposito strumento, ap- convenienti igienico-sanitari derivanti dalle
ne la suindicata domanda incidentale di provato con Dgr 30 dicembre 2004, n. 2773 operazioni di spandimento (...)”.
sospensione”. (Primi indirizzi alla Province per la gestione e In sede di discussione in Camera di Consiglio,
l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depura- è stata sollevata la questione della legittimità
Fatto zione in agricoltura), successivamente modifi- dell’ordinanza contingibile e urgente di so-
Nel caso in esame, la società (...), dotata di un cata con Dgr 14 febbraio 2005 n. 285, e Dgr 7 spensione di un’attività svolta sulla base di
proprio impianto di depurazione dai processi novembre 2005 n. 1801 (Integrazione delle di- un’autorizzazione rilasciata dalla competente
di preparazione e trattamento agroalimentari, sposizioni in materia di gestione dei fanghi di autorità, a seguito di apposita istruttoria tecni-
effettua operazioni di recupero dei fanghi, de- depurazione in agricoltura). ca secondo la quale “risultano soddisfatti e
rivanti dai processi di depurazione, in agricol- Sulla base di detta normativa, la Provincia di rispettati i criteri tecnici, delle prescrizioni o-
tura, in alternativa ad altre forme di smalti- (...) con provvedimento Pg (...) 2006 ha auto- perative e dei divieti operanti e contenuti
mento degli stessi. rizzato per anni tre la ricorrente all’utilizzo a- nel Dlgs 99/1992, nelle Dgr dell’Emilia
gronomico dei fanghi di depurazione delle ac- Romagna n. 2773/04 e n. 1801/05 e loro
La scelta di recuperare i fanghi di depura- que reflue industriali di origine agroalimenta- successive modifiche e integrazioni”.
zione anziché utilizzare altre forme di re provenienti dalla stessa.
smaltimento, si presenta come pratica a- L’autorizzazione è stata rilasciata solo a segui- Occorre precisare che affinché il Sindaco, in
gronomica frequente, ampiamente incorag- to dell’esito di apposita istruttoria tecnica svol- qualità di Ufficiale del Governo, possa adottare
giata nell’ultimo decennio dalle Regioni e ta dall’U.O. Gestione (...) dell’Amministrazio- legittimamente i provvedimenti previsti dal-
dagli Enti locali, che ne hanno spesso so- ne (...), secondo la quale “risultano soddi- l’articolo 54 del Dlgs 267/2000 e perché questi
stenuto la grande utilità per l’agricoltura, sfatti e rispettati i criteri tecnici, le prescri- siano adeguatamente motivati è necessario che
nel rispetto delle disposizioni normative vi- zioni operative e i divieti operanti e conte- siano presenti i seguenti presupposti minimi:
genti e in presenza di un sistema di con- nuti nel Dlgs 99/1992, nelle Dgr del- 1. che vi sia l’urgenza e quindi la necessità di
trolli puntuali e rigorosi. l’Emilia Romagna n. 2773/04 e n. 1801/- provvedere con immediatezza in ordine a si-
05 e loro successive modifiche e integrazio- tuazioni di effettivo e concreto pericolo di na-
Infatti, gli elevati livelli di specializzazione a- ni”. tura eccezionale e imprevedibile (nel caso de
gricola di vaste aree del nostro Paese hanno Il rilascio dell’autorizzazione da parte della quo presunto pericolo causato da una nume-
portato ad un’estrema semplificazione degli Provincia di (...) ha presupposto l’osservanza rosa presenza di mosche nell’abitazione della
ambienti rurali (monoculture, monosucces- delle prescrizioni di cui all’articolo 9, comma persona che ha segnalato l’inconveniente);
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

sioni ecc.) e alla netta separazione tra attività 3 del Dlgs 99/1992, con identificazione, sui 2. che non sia possibile far fronte a tali situa-
di allevamento e di coltivazione, determinando mappali catastali, della superficie dei terreni zioni con gli ordinari strumenti di ammini-
gravi fenomeni di abbassamento dei tenori di sui quali si intende applicare i fanghi, nonché strazione attiva;
sostanza organica dei suoli. la notifica dei dati analitici dei terreni, per i 3. che il tutto sia debitamente motivato all’in-
I dati sulla dotazione organica dei terreni di parametri indicati all’allegato II A. terno del provvedimento, nel quale non solo
pianura dell’Emilia Romagna evidenziano la Nonostante ciò, il Comune (...), con provvedi- dovrà essere adeguatamente ed esauriente-
presenza di ampie zone con tenori che si collo- mento n. (...)/2006, ordinava alla stessa: “1) mente esposta la puntuale indicazione della si-
cano spesso al di sotto dell’intervallo di nor- di sospendere immediatamente, in virtù tuazione di natura eccezionale e imprevedibi-
malità, pregiudicandone la fertilità. della grave situazione igienico-sanitaria le, ma anche quella di una situazione di peri-
Sulla base dei dati dell’archivio regionale del creatasi in località (...), lo spandimento in colo, quale ragionevole probabilità che accada
Servizio sviluppo sistema agroalimentare del- questa zona; 2) di effettuare nelle altre zo- un evento dannoso, nel caso in cui l’ammini-
l’Assessorato regionale all’Agricoltura, raccolti ne autorizzate lo spandimento di cui al- strazione non intervenga prontamente.
tra il 1980 e il 1994 (oltre 44.000 campioni), l’autorizzazione sopracitata alle seguenti Nel caso de quo, l’amministrazione non aveva
risulta che il 34% dei terreni ha una dotazione condizioni: a) effettuare del fanghi di terre- mai indicato una reale situazione di pericolo e
in sostanza organica bassa e il 31% normale. no [dei fanghi nel terreno, nda] interessato una ragionevole probabilità che accadesse un
Per mantenere nel tempo la fertilità dei suoli, in un’unica soluzione e nel minor tempo evento dannoso.
sono ritenute utili dalle Amministrazioni ripe- possibile utilizzando all’occorrenza più mo-
tute applicazioni di sostanza organica al terre- trici; b) provvedere allo spandimento nel Detto ciò, ai sensi dell’articolo 54 del Dlgs
no, al fine di migliorarne la qualità. In partico- più breve tempo possibile e comunque entro 267/2000, il collegamento con le esigenze
lare la sostanza organica influenza i fenomeni le 10 ore dall’inizio dell’accumulo e al suc- di protezione dell’igiene e salute pubblica
di infiltrazione, porosità, capacità di scambio cessivo immediato rovescio del materiale costituisce presupposto necessario per giu-
cationico, densità e stabilità degli aggregati, mediante aratura immediata affinché la stificare il ricorso al potere ordinatorio,
contribuisce a ridurre i rischi di erosione e au- copertura totale del materiale distribuito ma non sufficiente, ove non sussistano, co-
menta la capacità dei suoli di trattenere e me- avvenga nelle successive quattro ore; c) ido- me pareva nel caso in esame, gli ulteriori
tabolizzare numerose sostanze che diversamen- neo trattamento moschicida”. particolari requisiti di urgenza, e, quindi,
te andrebbero ad inquinare le acque. di pericolo per la pubblica incolumità.
La pratica dello spandimento dei fanghi in a- Diritto
gricoltura ha un duplice vantaggio: evita, da L’ordinanza del Comune di sospensione del- Il provvedimento deve necessariamente indica-
un lato, lo smaltimento degli stessi tramite in- l’attività di spandimento erano state adottate re i presupposti di azione dell’ordinanza con-
cenerimento o conferimento in discarica e, ai sensi dell’articolo 54, Dlgs 267/2000; si trat- tingibile ed urgente (2). Al riguardo la giuri-
dall’altro, la produzione di fertilizzanti di sin- tava quindi di ordinanze contingibili e urgenti. sprudenza dei tribunali amministrativi è asso-
tesi (1). L’ordinanza così riportava: “Considerato che lutamente consolidata, e infatti, il potere eser-
L’attività di smaltimento dei fanghi biologici sono pervenute a questo Comune numerose citabile dal Sindaco ai sensi dell’articolo 54
in agricoltura è rigidamente regolamentata segnalazioni di disagio da parte dei cittadi- Dlgs 267/2000 presuppone una situazione di
dal Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99 (su S.o. alla ni durante le operazioni di utilizzo agrono- pericolo effettivo, da esternare con congrua
Gu 15 febbraio 1992, n. 38, “Attuazione della mico per la presenza di cattivi odori e mo- motivazione (3).
direttiva 86/278/Cee concernente la protezione sche in particolare nella zona di (...). Visto Nel caso in esame nessuna concreta situazione
32 dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’u- il rapporto di sopralluogo redatto dall’Usl e di pericolo veniva esternata con congrua moti-
Giurisprudenza Tar Emilia Romagna – Ordinanza 9 ottobre 2006, n. 705
vazione da parte del Comune. parte motiva dell’ordinanza, dove accoglie il della salute della cittadinanza.
Il Tar adito, in sede di discussione ha eviden- ricorso, ma lo subordina al rispetto di tutte le
ziato che quando un’attività opera nel pieno condizioni che la Ausl riterrà di apporre a tute-
rispetto della normativa vigente, prima di esse- la della salute della cittadinanza.
re assoggetta a provvedimenti restrittivi e gra- In buona sostanza, da un lato si riconosce la (1) Su questi argomenti si veda Francesco Vitali,
Davide Angeli, Fanghi biologici, in Arpa Rivista n. 2
vemente lesivi, si deve concretamente valutare legittimità dell’attività svolta dalla ricorrente (marzo-aprile 2006).
se detta attività crei pericolo per la salute pub- nel pieno rispetto della normativa vigente, (2) In tal senso si veda Tar Emilia Romagna, Parma,
blica distinguendo quello che è un reale peri- dall’altro si ritiene comunque di subordinarla, 10 gennaio 2003, n. 1, in Dir. e Giust. 2003, 1442.
colo da quello che può essere un legittimo di- nel caso concreto alle ulteriori eventuali pre- (3) In tal senso si veda Tar Liguria, I Sezione, 28 a-
sagio. Tale ragionamento viene recepito nella scrizione che la Ausl vorrà prescrivere a tutela prile 2005, n. 532, in Foro amm. Tar, 2005, 4, 1015.

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RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


ecologiche
L’immagine della casa ecologica Uniti), in Asia (Cina, India), in
varia in modo radicale a seconda Australia e in Europa (Germania,
del luogo, del clima, delle risorse Austria, Spagna, Finlandia,
naturali disponibili, del contesto Francia, Italia, Regno Unito,
economico, della cultura e delle Svizzera).
tradizioni locali. Pionieri delle La filosofia progettuale è sempre
costruzioni bioclimatiche, diversa: chi punta soprattutto
appassionati di high-tech o all’inserimento armonioso nel
seguaci di un’architettura luogo, chi all’adozione di
ragionata che ricerca l’equilibrio strategie passive che
tra tradizione e modernità, gli permettono di avvalersi
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1) Informativa ex Dlgs 196/2003. La compilazione del presente coupon è facolta-
tiva, ma è necessaria per fornire il servizio da Lei richiesto e, dietro suo consenso,
Case ecologiche a 45,00 e stabilite dal Dlgs 185/1999.
per inviarLe inoltre informazioni su iniziative commerciali e non della Casa Editrice.
Responsabile del trattamento dei suoi dati è Edizioni Ambiente Srl, via N. Battaglia
nome e cognome 10, 20127, Milano. Nel rispetto del Dlgs 196/2003, i dati da Lei rilasciati saranno
trattati, anche con l’ausilio di mezzi automatizzati, dagli incaricati della gestione dei
ragione sociale servizi in oggetto, del marketing, dell’amministrazione e della gestione clienti. Non
saranno comunicati a terzi se non per adempiere ad obblighi di legge, per ordini di
pubbliche autorità o per esercitare un diritto in sede giudiziaria. È Suo diritto otte-
via n. nerne gratuitamente il controllo, l’aggiornamento, la modifica o la cancellazione e
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Letta l’informativa di cui sopra:
tel. fax [ ] autorizzo
[ ] non autorizzo
sito internet e-mail l’utilizzo dei miei dati per l’invio di informazioni commerciali ed iniziative della Casa
Editrice.
data firma Firma ............................................................................
33
a cura di Paola Ficco
Luigi Lovecchio Dottore commercialista
Loredana Musmeci Direttore Reparto Suolo e Rifiuti dell’Istituto superiore di sanità

Le opinioni presenti nelle risposte ai quesiti, al pari di tutte le altre presenti


nella Rivista, sono espresse a titolo personale. Esse impegnano esclusivamente gli Autori
e non sono riferibili né alle istituzioni, né agli enti di appartenenza, né alla Rivista.

Rubriche Quesiti
sendo un aeroporto un’area privata, il formu- zienda per trasportare i rifiuti non perico-
La Rubrica si propone di offrire un supporto opera- lario per le movimentazioni interne non è ri- losi derivanti dalla propria attività di co-
tivo alla soluzione dei numerosi problemi interpre-
tativi ed applicativi che sorgono nella produzione, chiesto (come, peraltro, sotto la vigenza del struzione e demolizione presso il proprio
nella gestione e nel controllo dei rifiuti. “Decreto Ronchi”). impianto?
La Rubrica non esercita attività di consulenza, di- In ordine al registro si ritiene che i rifiuti di 2) Essendo la ditta proprietaria e gestore
retta o indiretta, e non fornisce supporto a privati cui è quesito, sotto il profilo fenomenologico, dell’impianto di recupero di rifiuti citato, è
per motivi personali.
I Curatori risponderanno solo a quesiti ritenuti, a sono dei rifiuti urbani in quanto rifiuti speciali sufficiente l’iscrizione per attività di tra-
loro insindacabile giudizio, di valenza generale. assimilabili/assimilati agli urbani, pur non se- sporto in conto proprio o bisogna essere in
Ciò al fine di operare una collaborazione culturale guendone il regime giuridico (conferimento a possesso dell’iscrizione in cat. 2 o cat. 4?
e conoscitiva con il Pubblico direttamente coinvolto gestore pubblico e pagamento della tassa/ta-
con le tematiche specifiche.
riffa comunale). Infatti, si tratta di rifiuti non Fino all’entrata in vigore dell’articolo 212,
Il servizio fornito dalla Rubrica è gratuito ed è ri- pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti comma 8, Dlgs 152/2006 (29 aprile 2006)
servato agli abbonati alla Rivista (sia cartacea che ad uso diverso da quello di civile abitazione per le imprese che trasportavano i rifiuti non
on line) e agli abbonati di “Osservatorio di norma-
tiva ambientale” di ReteAmbiente; pertanto si pre- (articolo 184, comma 2, lettera b), Dlgs pericolosi da loro stesse prodotti, non vi era
ga di evidenziare nel quesito il nome del soggetto 152/2006). alcun obbligo di iscrizione all’Albo. Infatti, a
intestatario dell’abbonamento. Pertanto, per essi, il registro non è richiesto. mente dell’abrogato articolo 30, comma 4,
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

I quesiti (la cui formulazione non deve superare le In ordine allo stoccaggio del soggetto che ef- Dlgs 22/1997 erano obbligate ad iscriversi
10 righe) possono essere inviati al seguente indiriz-
zo quesiti@reteambiente.it e troveranno risposta,
fettua il servizio, invece, si osserva che tale all’Albo gestori (tra le altre) “Le imprese che
ogni mese, su queste pagine. stoccaggio deve essere autorizzato secondo svolgono attività di raccolta e trasporto di ri-
le regole ordinarie o agevolate in dipendenza fiuti non pericolosi prodotti da terzi”. Quindi,
della tipologia di rifiuti e della logistica suc- dirimente era il criterio della “terzietà” del tra-
Risponde Paola Ficco cessiva organizzata da tale soggetto (deposi- sportatore rispetto al rifiuto, cioè laddove il ri-
to preliminare o messa in riserva). I vari Cer, fiuto (non pericoloso) non fosse stato prodotto
1. Aerei e “logistica” dei rifiuti si ritiene siano reperibili nel capitolo 20 01 dal trasportatore, costui doveva iscriversi al-
Una ditta effettua in appalto la pulizia de- dell’Elenco europeo dei rifiuti. l’Albo. Invece, laddove il rifiuto (non pericolo-
gli aerei in una zona dell’aeroporto di so) fosse stato prodotto da tale trasportatore
proprietà della stessa ditta oppure di pro- 2. Albo gestori: il trasporto in pro- costui non doveva iscriversi all’Albo.
prietà di altra ditta (o della struttura aero- prio dei rifiuti non pericolosi da se Con l’entrata in vigore del citato Dlgs 152/
portuale); i rifiuti prelevati all’interno so- stessi prodotti è soggetto solo al- 2006 (a seguito della sentenza di condanna
no per esempio riviste usate, sacchetti u- la procedura “light” della Corte di Giustizia Ue contro l’Italia 9 giu-
tilizzati per il mal d’aria ecc. La pulizia e- Un’impresa edile è proprietaria e gestisce gno 2005) questa esenzione è venuta meno.
sterna prevede la raccolta del liquido (ac- un impianto di macinazione e triturazione Pertanto, si ritiene che un’azienda che tra-
qua e detergenti) in vasche di raccolta per il recupero di rifiuti inerti (allegato 1, sporta (anche presso il proprio impianto) ri-
stese sotto l’aereo: servono registro e Dm 5 febbraio 1998, punto 7.1). Per l’atti- fiuti non pericolosi derivanti dalla propria atti-
formulario per ogni aereo? Serve autoriz- vità di raccolta e trasporto è iscritta nella vità (nel caso di specie costruzione e demoli-
zazione allo stoccaggio? È configurabile categoria 2 Albo gestori (raccolta e tra- zione) deve essere iscritta all’Albo secondo la
come manutenzione e che Cer utilizzare? sporto di rifiuti speciali non pericolosi re- procedura di cui all’articolo 212, comma 8,
cuperabili). Dlgs 152/2006. Di contro, l’iscrizione nelle
Con il termine manutenzione si intendono Tale Albo ha comunicato che essendo categorie 2 o 4 non sono affatto richieste.
tutte quelle attività atte a mantenere in effi- l’impianto autorizzato in regime ordinario,
cienza un sistema, un impianto, un elemento, la categoria d’iscrizione è la 4 (raccolta e 3. Deposito preliminare, non può
una costruzione. Quindi, il lavoro di pulizia trasporto di rifiuti speciali non pericolosi mai recapitare nella messa in ri-
non può essere inteso come manutenzione. prodotti da terzi) e non la 2 (raccolta e serva (e viceversa)
Infatti, anche se sporco, un aereo è comun- trasporto di rifiuti speciali non pericolosi Un impianto di stoccaggio rifiuti pericolo-
que in condizioni di volare. recuperabili) poiché il conferimento è ef- si e non, autorizzato ex articolo 208 Dlgs
Il formulario non si ritiene sia necessario per- fettuato, appunto, presso un impianto au- 152/2006 al deposito preliminare (D15) e
ché, a mente dell’articolo 193, comma 9, torizzato in regime ordinario e non iscritto alla messa in riserva (R13) per le stesse
Dlgs 152/2006, “la movimentazione dei rifiu- in regime semplificato. tipologie, riceve tutti i rifiuti in impianto
ti esclusivamente all’interno di aree private A seguito dell’introduzione dell’articolo caricandoli in ingresso sul relativo regi-
non è considerata trasporto ai fini della parte 212, comma 8, Dlgs 152/2006 si chiede: stro di c/s, sui formulari e nel successivo
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quarta del presente decreto”. Pertanto, es- 1) Quale tipo di iscrizione deve avere l’a- Mud quale operazione di deposito preli-
minare (D15). Alla successiva uscita talu- L’impianto mobile censito dall’articolo 208, Ferma la problematicità della questione, a

Rubriche Quesiti
ni di questi rifiuti vengono inviati ad altro comma 15, Dlgs 152/2006 è quello che ef- meno di una riscrittura non si vede altra let-
impianto con la causale R13 al riquadro 5 fettua recupero o smaltimento. Se con l’e- tura possibile.”.
del formulario. Possono sussistere san- scavatore si agisce su manufatti nuovi è
zioni a carico del primo impianto (che pe- chiaro che non si sta effettuando né recupero 5. Formulario: il trasbordo parzia-
raltro era autorizzato anche all’R13) per il né smaltimento. Se invece l’escavatore opera le è ammesso solo in casi ecce-
mutamento di causale tra l’ingresso e la su strutture in cemento armato derivanti da zionali; quindi, praticamente, non
successiva uscita? una demolizione, il discorso è diverso e a ri- esiste
gore deve seguire la procedura di cui al cita- La ditta Alfa utilizza propri mezzi per il
Il punto D15, allegato B, parte IV, Dlgs 152/ to comma 15. prelievo del percolato di discarica, ed ef-
2006 (al pari dell’abrogato Dlgs 22/1997) in- Il motivo per il quale per tali impianti, a diffe- fettua il trasbordo, di ogni singolo carico
dividua tra le operazioni smaltimento il renza del “Decreto Ronchi”, non è prevista prelevato (per ogni intervento 4-5 cari-
“Deposito preliminare prima di una delle ope- alcuna esenzione dalla procedura autorizza- chi), su autotreno di altro trasportatore
razioni di cui ai punti da D1 a D14...”. Si trat- toria declinata nel citato comma 15 è stato (ditta Gamma) per trasportare il rifiuto
ta, dunque, dello stoccaggio dei rifiuti avviati già oggetto della risposta al quesito n. 64, in presso il destinatario (ditta Beta).
ad altre operazioni di smaltimento. questa Rivista, n. 132 (8-9/2006); tuttavia Tale operazione viene effettuata per esi-
Il punto R13, allegato C, parte IV, Dlgs 152/ stante l’importanza del tema è opportuno ri- genze operative per ottimizzare tempi e
2006 (al pari dell’abrogato Dlgs 22/1997) in- proporre tale motivo: risorse economiche, al fine di effettuare
dividua tra le operazioni recupero la “Messa in “L’articolo 208, comma 15, Dlgs 152/2006 un unico trasporto di quantità più elevata
riserva di rifiuti per sottoporli ad una delle ope- stabilisce che ‘Gli impianti mobili di smalti- presso il destinatario.
razioni individuate nei punti da R1 a R12...”. Si mento o di recupero, esclusi gli impianti mo- Il trasbordo avviene nel rispetto della cir-
tratta, dunque, dello stoccaggio dei rifiuti av- bili che effettuano la disidratazione dei fanghi colare Ambiente/Industria 4 agosto 1998,
viati ad altre operazioni di recupero. generati da impianti di depurazione e reim- n. 1, punto v), comma 1, che consente di
Come è evidente, tra le due operazioni di mettono l’acqua in testa al processo depura- annotare tutte le circostanze del trasbor-
stoccaggio esiste un rapporto di “verticalità” tivo presso il quale operano, ad esclusione do nel formulario.
e non di “orizzontalità”, nel senso che quanto della sola riduzione volumetrica e separazio- Il destinatario è stato sottoposto a con-
posto in deposito preliminare non può andare ne delle frazioni estranee, sono autorizzati, in trollo e gli viene indicato di non accettare
a messa in riserva ma solo ad altre operazio- via definitiva, dalla regione ove l’interessato formulari con annotazioni cosi lunghe ed

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


ni di smaltimento (e viceversa). ha la sede legale o la società straniera pro- articolate, e di procedere invece sempre
L’effettuazione di un tale trasferimento si ri- prietaria dell’impianto ha la sede di rappre- ai sensi della predetta circolare punto v),
tiene possa integrare gli estremi di una ge- sentanza’. ma comma 4 (e non 1). Quale parte del n.
stione non autorizzata di rifiuti; infatti, anche Come è evidente la formulazione è assoluta- 1, punto v), della circolare va seguita? Il
laddove un’autorizzazione lo consentisse es- mente ‘particolare’. Da una prima lettura del comma 1 o il comma 4?
sa sarebbe stata concessa dall’autorità am- dato letterale sembra proprio di capire che gli
ministrativa in violazione di legge e l’atto am- impianti mobili di ‘sola riduzione volumetrica Come le due fattispecie si possano confon-
ministrativo sarebbe invalido in quanto illegit- e separazione delle frazioni estranee’ siano dere è, francamente, incomprensibile; infatti,
timo. Come tale il giudice penale ha potere di esclusi dall’autorizzazione di cui all’articolo è assolutamente evidente che si tratta di due
disapplicarlo, poiché la legge 2248/1865, al 208; quindi non sembra previsto alcun altro situazioni completamente diverse; la stessa
suo articolo 5, garantisce all’autorità giudi- tipo di autorizzazione da concedere loro e circolare 4 agosto 1998 nell’incipit dei singoli
ziaria (intesa come potere separato e indi- questi impianti (a una prima lettura) non do- commi si esprime usando le locuzioni “nel
pendente dalla P.a.) la facoltà di applicare vrebbero essere autorizzati. caso” e “in caso”:
“… gli atti amministrativi ed i regolamenti Dal dato letterale si ricava, inoltre, che sono 1. il comma 1, n. 1, lettera v), circolare Am-
generali in quanto … conformi alle leggi”. stati aggiunti i fanghi a quella che era la pre- biente/Industria 4 agosto 1998 contempla il
Questo significa che il giudice può utilizzare cedente esclusione del “Ronchi” prevista solo caso del trasbordo “totale” (il viaggio di tutto
nella decisione di una controversia sottoposta per gli impianti di riduzione volumetrica e se- il carico prosegue con mezzi diversi da quelli
alla sua cognizione solo gli atti legittimi della parazione delle frazioni estranee. che hanno effettuato il prelievo/raccolta ma
P.a. e deve, invece, disapplicare gli atti ille- Però, come noto, due negazioni affermano; sempre dello stesso trasportatore oppure con
gittimi. E un’autorizzazione che contemplasse quindi, la riduzione volumetrica è esclusa dal mezzi di trasportatori diversi). È consentito
il passaggio da D15 ad R13 (o viceversa) è beneficio della non autorizzazione. In altri ter- “per concrete esigenze operative o imprevisti
un atto illegittimo. mini: tecnici…”. Non c’è dubbio che, nel caso di
• sono esclusi dall’autorizzazione gli impianti cui è quesito, ci si trovi dinanzi alle classiche
4. Escavatore: non sempre è un mobili di disidratazione dei fanghi; “concrete esigenze operative” (ottimizzazione
impianto mobile di riduzione volu- • non sono esclusi dall’autorizzazione gli im- dei carichi e diminuzione dei viaggi, con in-
metrica pianti mobili di riduzione volumetrica. dubbi benefici per la qualità dell’aria).
Un escavatore munito di pinza frantuma- Infatti: la costruzione lessicale è: Ovviamente, nelle annotazioni dovranno es-
tore-cesoia è da considerarsi impianto 1) l’autorizzazione è prevista per tutti; sere riportati tutti gli estremi indicati dalla ci-
mobile di riduzione volumetrica e di se- 2) sono però esclusi gli impianti mobili di di- tata circolare 4 agosto 1998: “gli estremi i-
parazione? sidratazione; dentificativi dei diversi trasportatori (nominati-
Deve essere autorizzato ai sensi dell’arti- 3) tuttavia, da questa esclusione sono esclusi vo, c. fiscale, n. aut. Albo), dei diversi mezzi
colo 208, comma 15 se viene utilizzato (quindi devono essere autorizzati) gli impianti utilizzati (es. targa automezzo), il nominativo
per demolizione e frantumazione di strut- mobili di riduzione volumetrica che vanno au- del conducente e la firma di assunzione di re-
ture in cemento armato? (quali pali, tubi, torizzati, sicuramente con la procedura del- sponsabilità potranno essere riportati sulle tre
35
cordoli ecc.) l’articolo 208. copie che accompagnano il trasporto medesi-
mo nell’apposito spazio riservato alle annota- sembra che si versi nella ipotesi di trasbordo vo/nulla osta, purché previsto dalla disciplina
Rubriche Quesiti

zioni”. Certamente, l’annotazione è lunga, ma parziale, ma totale, si ritiene che l’ipotesi da regionale.
la disciplina positiva non ne prevede l’entità seguire sia quella sub 1), nel rispetto di
materiale (lunga o corta). In questo caso, è i- quanto declinato dalla circolare Ambien- 7. Iva al 10% per i fanghi da trat-
noltre previsto dalla circolare che, a conclu- te/Industria del 4 agosto 1998. La circolare tamento acque di cartiera
sione del trasporto, gli originali del formulario non è fonte di diritto, ma solo un atto ammi- Con risoluzione 17 gennaio 2006 n. 14
dovranno restare: due al produttore/deten- nistrativo; tuttavia, nella sua qualità di atto (1), l’Agenzia delle Entrate ha ricordato
tore; uno al trasportatore che consegna i rifiu- amministrativo contribuisce a disciplinare il che il n. 127-sexiesdecies della Tab. A
ti al destinatario finale e uno al destinatario fi- sistema delle scritture ambientali e garanti- parte III, allegata al Dpr 26 ottobre 72, n.
nale. Per gli altri soggetti, la circolare ammet- sce la perfetta rintracciabilità dei rifiuti. 633, prevede l’applicazione dell’Iva al
te l’uso di fotocopie del formulario (comma 3). Questo deve essere il dato saliente per il 10% per le “prestazioni di gestione, stoc-
Tra gli imprevisti tecnici, invece, rientra la rot- controllore. Tuttavia, resta fermo che nessu- caggio e deposito temporaneo, previste
tura o la “panne” del mezzo. no può confondere le due ipotesi rese evi- dall’articolo 6, comma 1, lettere d), l) e
2. Il comma 4, n. 1, lettera v) della medesi- denti dalla circolare citata scegliendo quella m) del “Decreto Ronchi”, di rifiuti urbani
ma circolare Ambiente/Industria 4 agosto che più gli aggrada. Le fattispecie sono di- di cui all’articolo 7, comma 2, e di rifiuti
1998 contempla il caso del trasbordo “par- verse e individuate, in modo estremamente speciali di cui articolo 7, comma 3, lette-
ziale” (il viaggio di parte del carico prosegue chiaro. ra g), del medesimo decreto”. Con la pre-
con mezzi diversi da quelli che hanno effet- sente si chiede se alle attività di gestione
tuato il prelievo/raccolta ma sempre dello 6. Impianti di depurazione, il pa- dei rifiuti costituiti da fanghi derivanti dal
stesso trasportatore oppure con mezzi di tra- rere preventivo della Provincia trattamento acque dell’industria cartaria
sportatori diversi). È consentito “per motivi non è previsto classificati con i codici Cer 030309 e Cer
eccezionali”. L’eccezionalità dell’evento è Per la realizzazione di un impianto di de- 030310 deve essere applicata l’aliquota
sempre riconducibile, sotto il profilo fenome- purazione, con un sistema di sub irriga- Iva agevolata del 10%.
nologico, alla sua non prevedibilità; quindi, il zione è necessario un parere preventi-
motivo è eccezionale, solo se e in quanto non vo/nulla osta allo scarico da parte del- L’articolo 127-sexiesdecies, Tabella A, parte
è prevedibile (alla stregua di un terremoto, o l’Amministrazione provinciale settore am- III, allegata al Dpr 633 del 1972, riconosce
di un’alluvione). In sostanza, con questa se- biente, oppure tale Amministrazione ha l’aliquota agevolata unicamente alle “presta-
conda previsione, la circolare si limita a cen- competenze solo ed esclusivamente al ri- zioni di gestione, stoccaggio e deposito tem-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

sire il trasbordo parziale, e lo tollera, ma lo lascio dell’autorizzazione allo scarico, ai poraneo” dei rifiuti urbani e speciali espres-
relega ad una situazione talmente residuale sensi dell’articolo 124, Dlgs 152/2006? samente individuati. Tra questi rifiuti speciali
da connotarla con il criterio della ecceziona- lì tipizzati vi sono anche quelli di cui articolo
lità (si ripete, non prevedibilità). Il che ha un Nel testo del Dlgs 152/2006 non si rinviene 7, comma 3, lettera g), Dlgs 22/1997 che in-
senso, tutto quanto potrebbe avvenire e che la necessità e/o la opportunità di un parere dividuava “I rifiuti derivanti dall’attività di re-
giustifica il trasbordo “totale” ricade tra le “e- preventivo/nulla osta della Provincia rispetto cupero o smaltimento di rifiuti, i fanghi pro-
sigenze operative e gli imprevisti tecnici” (di alla realizzazione di un impianto di depurazio- dotti dalla potabilizzazione e da altri tratta-
cui al comma 1). Tuttavia, i Ministeri compe- ne. Salvo diversa disciplina regionale, alla menti delle acque e dalla depurazione delle
tenti, all’epoca, lasciarono una “finestra a- Provincia (o alla futura Autorità d’Ambito) acque reflue e da abbattimento di fumi”.
perta” perché (stanti le particolarità dei vari compete la potestà (diritto/dovere) di autoriz- Ora questo decreto è stato abrogato ad opera
trasporti) poteva esserci qualcosa di diverso zazione lo scarico, ex articolo 124, comma 7, del Dlgs 152/2006, che, sul punto, però ne
che potesse giustificare il trasbordo di una Dlgs 152/2006 medesimo. ripropone gli stessi contenuti. Il riferimento è
sola parte del carico. L’importante era (ed è) La domanda di autorizzazione agli scarichi di ora reperibile nell’articolo 184, comma 3,
la tracciabilità dei rifiuti. In questi casi, infatti, acque reflue industriali, a mente dell’articolo lettera g), Dlgs 152/2006 che individua esat-
il comma 4 suggerisce che “il trasportatore 125, Dlgs 152/2006 citato, deve essere cor- tamente gli stessi identici rifiuti.
dovrà emettere un nuovo formulario relativo redata dall’indicazione delle caratteristiche Pertanto, si ritiene che l’aliquota Iva del 10%
al quantitativo di rifiuti conferito al secondo quantitative e qualitative dello scarico e del sia applicabile alla gestione di rifiuti costituiti
mezzo di trasporto. Nel nuovo formulario, il volume annuo di acqua da scaricare, dalla ti- da fanghi derivanti dal trattamento acque
trasportatore dovrà indicare, nello spazio ri- pologia del ricettore, dalla individuazione del dell’industria cartaria poiché il riferimento nor-
servato al produttore/detentore, la propria ra- punto previsto per effettuare i prelievi di con- mativo di cui al citato articolo 184, comma 3,
gione sociale e, nello spazio per le annotazio- trollo, dalla descrizione del sistema comples- lettera g) (analogamente a quello di cui all’a-
ni, il motivo del trasbordo, il codice alfanu- sivo dello scarico ivi comprese le operazioni brogato articolo 7, comma 3, lettera g), “De-
merico del primo formulario e il nominativo ad esso funzionalmente connesse, dall’even- creto Ronchi”) è fatto (tra gli altri) ad “altri trat-
del produttore di origine. Sul primo formulario tuale sistema di misurazione del flusso degli tamenti delle acque”, dove – letteralmente, in
di identificazione, nello spazio per le annota- scarichi, ove richiesto, e dalla indicazione assenza di ulteriori specifiche – ben possono
zioni, dovrà essere apposto il codice alfanu- delle apparecchiature impiegate nel processo rientrare anche i fanghi di cui è quesito.
merico del nuovo formulario emesso e gli e- produttivo e nei sistemi di scarico nonché dei
stremi identificativi del trasportatore che sistemi di depurazione utilizzati per consegui- (1) In questa Rivista n. 127 (3/06).
prende in carico i rifiuti. re il rispetto dei valori limite di emissione.
Al produttore dovrà comunque essere resti- Mentre per gli scarichi di acque reflue urba- 8. Microraccolta, la mancata ma-
tuita la quarta copia del primo e del secondo ne, ai sensi dell’articolo 126, Dlgs 152/ nipolazione non incide sul tempo
formulario emesso”. In sostanza dunque, il 2006, le Regioni disciplinano le modalità di di giacenza sul camion
trasbordo parziale del carico non è ammesso, approvazione dei progetti degli impianti di Se i rifiuti non vengono toccati nel furgo-
se non – si ripete – per motivi eccezionali. trattamento. Quindi, solo per questo caso, si ne, il trasportatore può provvedere ad ef-
36
Quindi, poiché nel caso di cui è quesito, non ritiene che possa esistere un parere preventi- fettuare altri ritiri? Nel momento in cui ha
finito il giro va a smaltirli. Per poter fron- riore disamina delle tematiche connesse alla gue) per tali operazioni.

Rubriche Quesiti
teggiare tali esigenze il trasportatore ha sosta sui camion si vedano risposte ai quesiti La quarta colonna del registro deve sempre
bisogno di almeno 4 giorni. È possibile? nn. 90 e 91, in questa Rivista, n. 133, 10/ essere compilata, perché non sono previste
06, pag. 32). eccezioni di sorta.
Il concetto di microraccolta è reso più esplici- Si ricorda che ad ogni “presa” e ad ogni tipo- Non essendo (a parere di chi scrive) le acque
to dall’articolo 193, comma 11, Dlgs 152/ logia di rifiuti corrisponde un unico e solo for- reflue da lavaggio cassonetti rifiuti da manu-
2006, nei seguenti termini: “La microraccolta mulario. Inoltre, a mente del punto 2, lettera tenzione, il deposito temporaneo non può es-
dei rifiuti, intesa come la raccolta di rifiuti da m), circolare Ambiente/Industria 4 agosto sere effettuato presso l’impianto di chi effet-
parte di un unico raccoglitore o trasportatore 1998 sui formulari e i registri “in caso di rac- tua il lavaggio, perché il luogo di produzione
presso più produttori o detentori svolta con lo colta di rifiuti speciali della stessa tipologia del rifiuto non è ubicato in quel sito (né, fino a
stesso automezzo, dev’essere effettuata nel ed individuati con lo stesso codice (Cer) da diversa – quanto improbabile – disposizione
più breve tempo tecnicamente possibile. Nei parte di un unico raccoglitore/trasportatore legislativa, può intendersi come tale il territo-
formulari di identificazione dei rifiuti devono presso più produttori/detentori, il raccoglito- rio comunale), quindi, il serbatoio aziendale è
essere indicate, nello spazio relativo al per- re/trasportatore provvede ad effettuare un’u- un sito dove avviene il deposito preliminare
corso, tutte le tappe intermedie previste. Nel nica annotazione sul proprio registro di carico che, come tale, va regolarmente autorizzato.
caso in cui il percorso dovesse subire delle e scarico. La registrazione unica, però, dovrà
variazioni, nello spazio relativo alle annotazio- riguardare le utenze servite nell’arco della 10. Registro: dopo la chiusura del
ni dev’essere indicato a cura del trasportato- stessa giornata e dovrà contenere gli estremi cantiere è ragionevole conservar-
re il percorso realmente effettuato”. dei formulari emessi nell’arco della medesi- lo presso la sede del bonificatore
Il riferimento al fatto che essa debba “essere ma giornata”. L’azienda che effettua bonifica di mate-
effettuata nel più breve tempo tecnicamente riale in amianto, iscritta alla categoria 10
possibile” rende evidente che la tolleranza 9. Reflui di lavaggio cassonetti: dell’Albo, poiché produttore del rifiuto, è
del Legislatore è concepita “verso il basso”. non sono rifiuti da manutenzione obbligata a tenere un registro di carico
Tale disposizione, si ritiene che possa e deb- È possibile considerare le acque di lavag- scarico rifiuti per ogni cantiere, tenendo
ba essere raccordata con il successivo com- gio cassonetti alla stregua dei rifiuti da at- presente che la maggior parte dei cantieri
ma 12 del medesimo articolo 193, a mente tività di manutenzione intravisti all’articolo durano all’incirca da uno a quattro giorni?
del quale: “La sosta durante il trasporto dei 266, comma 4 del Dlgs 152/2006 e, quin-
rifiuti caricati per la spedizione all’interno dei di, operare c/o l’Azienda in regime di de- La bonifica non va confusa con la manuten-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


porti e degli scali ferroviari, delle stazioni di posito temporaneo, ottemperando in modo zione. La disciplina normativa, sul punto dei
partenza, di smistamento e di arrivo, gli sta- corrette alla disposizioni previste in mate- cantieri di bonifica è silente. Pertanto, occor-
zionamenti dei veicoli in configurazione di ria di redazione del Registro di carico/sca- re ragionare richiamando i principi di caratte-
trasporto, nonché le soste tecniche per le o- rico, Fir e Mud? È obbligatorio compilare la re generale, precisamente: il singolo cantiere
perazioni di trasbordo non rientrano nelle at- quarta colonna del Registro indicando il (ex articolo 190, comma 3, Dlgs 152/2006)
tività di stoccaggio di cui all’articolo 183, luogo di produzione (territorio del Comune è “l’impianto di produzione, di stoccaggio …
comma 1, lettera l), purché le stesse siano di Ancona) e l’attività di provenienza dei ri- di rifiuti”; quindi, è questo il luogo dove tene-
dettate da esigenze di trasporto e non superi- fiuti, di cui al Dm 1° aprile 1998, n. 148, re (ai sensi della normativa vigente) il registro
no le quarantotto ore, escludendo dal com- Allegato C, punto III, lettera d)? di carico e scarico. Si ritiene che per ogni
puto i giorni interdetti alla circolazione”. È necessario considerare che il trasporto cantiere debba essere tenuto un apposito re-
Il combinato disposto di tali commi rende evi- presso l’Azienda avviene prima del depo- gistro che dovrà essere chiuso alla chiusura
dente che: sito temporaneo e quindi compilare l’ap- del cantiere medesimo.
• la microraccolta ha un confine nel “più bre- posito Fir di ingresso in Azienda con ob- La difficoltà non risiede tanto nella tenuta,
ve tempo tecnicamente possibile” che non bligo di adire all’autorizzazione provincia- quanto nella conservazione; poiché dopo la
deve essere confuso con il riempimento del le D15 per il deposito preliminare del ser- fine dei lavori il cantiere viene chiuso e per-
mezzo; batoio aziendale? tanto, non è possibile conservare in quel luo-
• il raccoglitore/trasportatore deve essere lo go i registri. Nel silenzio della disciplina (che
stesso; Come già chiarito nella risposta al quesito nulla dispone in ordine a tale fattispecie) è
• i rifiuti (anche se non vengono “toccati”) sub 1, con il termine manutenzione si inten- ragionevole ritenere che, dopo la chiusura
non possono sostare sul mezzo per oltre 48 dono tutte quelle attività atte a mantenere in del cantiere, i registri possano essere con-
ore (esclusi i giorni festivi) e comunque solo efficienza un sistema, un impianto, un ele- servati presso la sede della impresa che ha
per “esigenze di trasporto” (per esempio, mento, una costruzione. Quindi, è ragionevo- eseguito la bonifica.
chiusura del destinatario che riaprirà solo il le non poter ascrivere a tale categoria le ac-
mattino successivo). Del che, comunque, va que reflue di lavaggio dei cassonetti; infatti,
sempre fornita prova certa. questi possono continuare ad essere utilizzati Risponde Luigi Lovecchio
In ragione di tutto quanto precede, non si ri- per l’uso previsto (quindi efficienti, in termini
tiene possibile far giacere i carichi per 4 gior- di capienza e ricevibilità dei rifiuti) anche se 11. Tarsu/Tia: la superficie opera-
ni sui mezzi (a meno che le 48 ore di cui al sporchi. L’igienizzazione non può essere con- tiva non è pertinenza
citato comma 12, articolo 193, non si ponga- siderata una condizione necessaria per la lo- Poiché a norma dell’articolo 1, Dl 26 gen-
no prima di una pausa festiva pari ad altret- ro funzionalità meccanica; risponde a logiche naio 1999, n. 8, convertito, con modifica-
tante 48 ore) e questo a prescindere dalla di natura sanitaria e di decoro ma non incide zioni, nella legge 25 marzo 1999, n. 75, il
manipolazione dei rifiuti medesimi. Inoltre, sulla funzionalità. Pertanto, i reflui da attività disposto dell’articolo 6 (Dl 328/1997), an-
nel caso di cui è quesito, non si ravvisano le di lavaggio non possono ritenersi ascritti sot- cora oggi applicabile, prevede “… l’im-
comprovabili “esigenze di trasporto” ma solo to la previsione dell’articolo 266, comma 4, ponibilità delle superfici scoperte operati-
37
l’attesa che il mezzo si riempia (per un’ulte- Dlgs 152/2006 (con tutto quel che ne conse- ve e l’esclusione dal tributo delle aree
scoperte pertinenziali od accessorie a lo- da cucine e mense ad eccezione di quelli stinguere tra i rifiuti, ma come viene afferma-
Rubriche Quesiti

cali tassabili...”, come ci si comporta provenienti da reparti per infettivi? Per to alle premesse dell’elenco dei rifiuti, la
quando una superficie scoperta operativa tali codici vige la privativa comunale? “provenienza” e il criterio guida per l’asse-
è anche pertinenziale o accessoria ad un gnazione dei codici Cer.
locale tassabile? Riguardo all’assegnazione dei codici Cer del b) Per quanto riguarda le lampade fluore-
capitolo 20 alle tipologie di rifiuti prodotti del- scenti purtroppo nel Catalogo europeo dei ri-
Se si tratta di superficie operativa, vuol dire le strutture sanitarie, riportate nel quesito in fiuti sono riportate solo nel Capitolo 20 e
che vi si svolge una fase dell’attività dell’ope- esame, è d’uopo osservare quanto segue: stante la loro caratteristica di pericolosità per
ratore economico. a) il Dpr 253/2003 stabilisce l’elenco dei ri- presenza di Hg, si può ritenere corretto asse-
Questo esclude la natura meramente perti- fiuti sanitari “assimilati” ai rifiuti urbani in ba- gnare il Cer 200121. Tale tipologia di rifiuti
nenziale dell’area, che non è compatibile con se alle caratteristiche qualitative; in sintesi, non viene assimilata ai rifiuti urbani nel citato
una destinazione d’uso autonoma della stes- tali rifiuti, di cui all’articolo 2, lettera g), sono: Dpr 254/2003 e quindi esse potranno essere
sa. Si pensi agli esempi classici delle aree • rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti conferita al soggetto che effettua il servizio di
destinate a parcheggio gratuito per i clienti e dall’attività di ristorazione (esclusi quelli raccolta e smaltimento delle altre tipologie di
(aree pertinenziali ed accessorie), da un lato, classificabili “infetti”); rifiuti sanitari con il Cer 200121 citato, come
e alle aree adibite a deposito (aree operative) • vetro, carta, cartone, plastica metalli, im- rifiuti speciali di origine sanitaria;
dall’altro. Ne consegue l’imponibilità piena ballaggi in genere; c) Per quanto concerne le batterie e accumu-
delle superfici in oggetto. • materiali ingombranti; latori sarebbe più opportuno assegnargli i co-
• spazzatura; dici Cer del capitolo 1606, al fine di conside-
• indumenti e lenzuola monouso; rare la loro provenienza, che non è quella in-
Risponde Loredana Musmeci • rifiuti di giardinaggio; dividuata nel Capitolo 20. Infatti i codici Cer
• gessi ortopedici, bende, assorbenti igienici, 160601*, 160602*, 160603*, 160604 e
12. Cer e rifiuti sanitari pannolini pediatrici, pannoloni, contenitori e 160605 meglio individuano la tipologia del ri-
È corretta l’attribuzione dei codici Cer del sacche per le urine, purché non classificabili fiuto e permettono di mantenere per il rifiuto
capitolo 20 ai rifiuti prodotti dalle struttu- a rischio infettivo. la caratteristica di rifiuto speciale;
re sanitarie (che le stesse intendono ap- Per tali rifiuti, ove vengano conferiti al servi- d) Anche per i rifiuti elettrici ed elettronici
paltare nello stesso bando di gara unita- zio di raccolta dei rifiuti urbani, si potranno, valgono le considerazioni espresse al punto
mente alle tipologie di rifiuti a rischio in- anzi si dovranno utilizzare, i codici Cer del c). Pertanto è opportuno assegnargli i Cer del
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

fettivo o chimico) quali ad esempio carta capitolo 20. capitolo 1602.


e cartone 200101, vetro 200102, 200138 Mentre, ove tali rifiuti non vengano assimilati e) Per quel che concerne i fanghi delle fosse
legno, 200139 plastica, 200140 metallo, e quindi conferiti al servizio pubblico di rac- settiche, è d’uopo evidenziare che nel caso di
200307 rifiuti ingombranti, 200121 lam- colta dei rifiuti urbani, si dovrà utilizzare un strutture sanitarie, questi ultimi potrebbero e-
pade fluorescenti, 200134 batterie e ac- codice Cer del capitolo 18, al fine di qualifi- sibire delle caratteristiche di pericolosità, o
cumulatori, 200304 fanghi delle fosse carne la provenienza e la loro caratteristica di per rischio infettivo o per rischio chimico (so-
settiche 200135/200136 apparecchiature “rifiuti speciali di origine sanitaria, non a ri- stanze antiblastiche); pertanto, è opportuno
elettriche o elettroniche, 200110 abbi- schio infettivo”, pertanto si dovrà utilizzare il assegnargli i codici del capitolo 1801 e man-
gliamento, 200111 prodotti tessili, Cer 180104. tenere loro lo status giuridico di rifiuti speciali.
200108 rifiuti biodegradabili provenienti Tale codice, ovviamente, non permette di di-

Errata corrige
Sul n. 135 (12/06) di questa Rivista, nella rubrica Osservatorio Raee, a pag. 37, al paragrafo “Il dibattito in corso”, secondo punto, si legga:

• Semplificazioni per la gestione dei divergenze di opinione: una parte del mon- È appena il caso di ricordare che attual-
Raee presso il punto vendita e presso le do della distribuzione è a favore dell’esclu- mente la definizione di “apparecchiatura u-
piazzole comunali: in generale, tutti av- sione assoluta dalla disciplina sui rifiuti, sata” è pienamente vigente, per cui è chia-
vertono la necessità di semplificare le pro- sulla base della definizione di “apparecchia- ro che, qualora la norma secondaria indivi-
cedure amministrative, in particolare per la tura usata” introdotta dal Dlgs 151/2005; dui come Raee le apparecchiature dismes-
fase precedente alla consegna al centro di un’altra parte, in considerazione della dub- se al momento dell’acquisto del nuovo, oc-
raccolta (ritiro, messa in riserva, trasporto), bia conformità al diritto comunitario, di tale correrà modificare coerentemente il Dlgs
in modo da non trasformare i distributori e i definizione (e quindi di tale esclusione), vor- 151/2005 per evitare confusione nell’appli-
commercianti in operatori professionali del- rebbe limitare gli adempimenti a poche, cazione della normativa e possibili elusioni
la gestione dei rifiuti. Tuttavia, sugli stru- semplici, formalità di facile gestione e ad o- degli obblighi di gestione.
38 menti per conseguire tale risultato esistono neri contenuti.
a cura di Maria Letizia Nepi Fise Unire – Confindustria

Rubriche Osservatorio Raee

Uno sguardo all’Europa: i irrealizzabile, in quanto, una volta che si è dominante) nazionale responsabile per la
sistemi nazionali di gestione messa in piedi una rete di raccolta funzio- raccolta/recupero/finanziamento di tutti i
dei Raee (*) nante e si è dato un minimo di informazione Raee all’interno dei confini nazionali: la natu-
alla cittadinanza, si raggiungono normalmen- ra giuridica differisce da stato a stato, e nor-
Mentre in Italia, a distanza di circa 15 mesi te quantitativi ben più elevati di quelli previsti. malmente si tratta di organizzazioni non go-
dall’adozione del Dlgs 151/2005, si discute Ugualmente si può dire per il raggiungimento vernative, senza fini di lucro, che sono state
su come dare concreta attuazione alla diretti- degli obiettivi di recupero: i sistemi preesi- costituite da una o più associazioni dei pro-
va Raee (in particolare per quanto riguarda le stenti alla direttiva mostrano tassi particolar- duttori e/o distributori. Generalmente sono
modalità di iscrizione al Registro nazionale da mente alti (circa l’80-90%, compreso il recu- organizzate in filiere merceologiche in rela-
parte dei “produttori” di Aee, i compiti e il pero energetico). zione alle categorie di apparecchiature. A
funzionamento degli organismi deputati al volte nei paesi a sistema collettivo è consen-
“governo” del sistema – Comitato di vigilanza Molto diversa e più complessa è invece la tito a retailer e produttori che hanno messo
e controllo, Comitato di indirizzo e Centro di situazione in quei paesi, come l’Italia, che in piedi un’organizzazione autonoma e paral-
coordinamento) altri paesi europei sono già non avevano già una “cultura Raee”, e lela di rimanere fuori dal sistema collettivo
che quindi hanno dovuto, o dovranno, svi- stesso: tuttavia, la possibilità di aderire a tali

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


avanti con l’implementazione di un sistema di
gestione delle apparecchiature a fine vita. luppare una struttura sia giuridica che or- sistemi alternativi viene scoraggiata tramite
Nel frattempo, la Commissione Ue sta già valu- ganizzativa in modo da dar vita ad un l’adozione di criteri restrittivi per il riconosci-
tando cosa va cambiato nella direttiva attuale. proprio sistema, scegliendo tra un ap- mento degli stessi (legati per esempio alla
proccio più orientato al mercato, dove copertura geografica, alla quota di mercato,
Una premessa è utile per inquadrare il convivono diverse organizzazioni per la alle categorie di Raee da gestire, a un nume-
contesto di riferimento: i paesi che già a- gestione del “take back”, talvolta in so- ro minimo di partecipanti, alla prestazione di
vevano in piedi un sistema di gestione dei vrapposizione e in concorrenza tra loro, e adeguate garanzie ecc.). Questo approccio è
Raee (si veda oltre tabella 1) hanno ov- un approccio più monopolistico, che pre- utilizzato da paesi con un sistema più “matu-
viamente giocato una parte fondamentale vede l’adesione obbligatoria a un sistema ro” e collaudato dei Raee (Olanda, Belgio e
nel dar forma alla direttiva; pertanto, in collettivo. Svezia) dove ha dimostrato di essere funzio-
tali sistemi nazionali il recepimento è sta- nante, in particolare per la gestione dei Raee
to normalmente più agevole e i cambia- Alcuni Stati membri sono in ritardo con l’im- “storici”, in quanto semplice ed efficace; ma
menti richiesti sono stati generalmente di plementazione della direttiva; altri hanno tra- esso richiede una certa omogeneità, o ridotta
natura complementare, riguardando que- sposto le disposizioni di quest’ultima tramite estensione, geografica. In questi paesi i volu-
stioni come la responsabilità del produt- un’operazione di semplice “traduzione” nella mi di Raee circolanti non giustificano la crea-
tore, l’etichettatura uniforme dei prodotti, lingua del diritto nazionale, trovandosi così a zione di un mercato gestito da sistemi multi-
le garanzie finanziarie richieste per l’im- dover via via specificare, attraverso ulteriori pli: pertanto il sistema collettivo appare in fi-
missione al consumo delle Aee e l’adatta- atti derivati, come l’applicazione debba avve- nale come l’unico possibile.
mento degli obiettivi di raccolta, reimpie- nire nella pratica. È questo, se vogliamo, il
go e recupero (ove esistenti). caso dell’Italia, che sta tuttora lavorando ai Il modello “clearing house” è invece un mo-
decreti attuativi. Considerata la forte globaliz- dello dove, all’interno di una cornice legale e
Ancor prima che la direttiva fosse emanata, zazione del mercato delle Aee, questo gruppo amministrativa assicurata dalle autorità (che
in Olanda operavano due organizzazioni, ICT di paesi si trova ulteriormente svantaggiato prevede l’iscrizione ad un registro, la defini-
Milieu e NVMP, mentre in altri paesi era stato dal dover subire regole e condizioni in qual- zione di meccanismi di allocazione, il monito-
costituito un solo sistema nazionale (Recupel che modo imposte da chi si è mosso per pri- raggio e l’attività di reporting dei flussi ecc.) i
in Belgio, El Kretsen in Svezia, El Retur in mo, e quindi avverte più forte la necessità di diversi operatori (ovvero produttori, riciclatori,
Norvegia, SWICO in Svezia). Particolare è il un coordinamento a livello transnazionale. operatori della logistica) possono organizzarsi
caso della Danimarca, dove il sistema era per fornire servizi per il post uso. L’organi-
tradizionalmente organizzato sulla base delle In generale, i diversi sistemi nazionali si smo di coordinamento centrale determina,
municipalità locali. Un elemento interessante, distinguono in due categorie: un sistema attraverso il registro, la quota di responsabi-
che vale la pena senz’altro sottolineare, è nazionale collettivo (monopolio) e un si- lità di ciascun produttore, imputandola al re-
che l’obiettivo di raccolta del Raee domestico stema competitivo basato su una “clea- lativo “compliance scheme” (ovvero al siste-
pari a 4 kg/ab/anno stabilito dalla direttiva, ring house”. ma collettivo o individuale adottato dagli
nei paesi che hanno già qualche anno di e- stessi produttori per assolvere agli obblighi
39
sperienza alle spalle, non appare una realtà Il primo si sostanzia in un sistema unico (o previsti dalla direttiva); stabilisce inoltre dei
meccanismi di allocazione tra sistemi con- In tale contesto, giova da ultimo citare anche Gli aspetti critici che sono stati messi in
Rubriche Osservatorio Raee

correnti in modo che sia assicurata la coper- i “compliance scheme” a carattere paneuro- luce dagli operatori economici, riguardo i
tura equa di tutti i punti di raccolta sul territo- peo, posti in essere da produttori che opera- Registri, riguardano soprattutto:
rio. È la forma di organizzazione preferita dai no su scala internazionale con l’intento di a) la difficoltà a raccogliere informazioni
paesi più grandi, che vogliono evitare situa- produrre sia guadagni in efficienza (da river- aggiornate sulle normative presenti nei
zioni monopolistiche e cercare di ridurre i co- sare anche sul costo finale del prodotto e venticinque Stati membri, relativamente a:
sti attraverso il ricorso al mercato. I sosteni- quindi sui consumatori), sia un positivo im- • soggetto da contattare e procedura di
tori di questo modello ritengono, infatti, che patto sull’ambiente attraverso adeguati inve- registrazione;
un sistema monopolistico non incoraggi una stimenti in ricerca tecnologica, grazie alle e- • soggetti tenuti alla registrazione e re-
vera riduzione dei costi; tuttavia al momento conomie di scala e all’ottimizzazione dei tra- lativi requisiti;
analisi e confronti approfonditi sui costi delle sporti. Il sistema paneuropeo attualmente più • tipologia di dati da trasmettere;
due forme di organizzazione non sono dispo- imponente è la Piattaforma europea per il ri- • scadenze da rispettare;
nibili, per la difficoltà a reperire dati omoge- ciclaggio (European Recycling Platform – b) la necessità di individuare un rappre-
nei e quindi confrontabili. Erp), che opera in dieci paesi diversi. sentante autorizzato o una propria rap-
presentanza negli Stati dove non è per-
La scelta tra i due sistemi, all’interno di I Registri nazionali dei produttori messa la registrazione diretta;
ciascuno Stato membro, non è stata faci- di Aee c) l’applicazione di tasse di iscrizione e di
le: sicuramente, laddove un paese gode Ma qual è la situazione paese per paese? sanzioni differenziate da paese a paese,
di una forte struttura delle Camere di Qual è lo stato di attuazione della direttiva e, sganciate da criteri comuni;
commercio o delle organizzazioni dei pro- soprattutto, quali sono gli stati che hanno già d) la mancanza di una clausola di reci-
duttori, fondata su una tradizione centra- reso operativo il famoso “Registro dei produt- procità e quindi l’obbligo di effettuare più
lizzata e collaborativa di “decision ma- tori” cui si devono iscrivere fabbricanti, im- registrazioni, secondo differenti requisiti
king”, i produttori stessi hanno risolto al- portatori di Aee, in linea generale chiunque e procedure. Spesso le informazioni fina-
l’interno le contrapposizioni e si sono immetta per la prima volta, o con un proprio lizzate alla registrazione sono disponibili
presentati con una posizione unitaria e marchio, un’Aee nel mercato nazionale? solo nel linguaggio nazionale, ed analo-
negoziata nei confronti del governo; lad- La tabella sotto riportata fornisce la fotografia gamente le informazioni e la documenta-
dove invece tale tradizione è meno forte, i dei Registri nazionali, nonché dei termini pre- zione deve essere inviata nella lingua na-
governi hanno dovuto scegliere al posto visti (sulla base delle informazioni rese dispo- zionale. Questo rende la registrazione dif-
RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)

dell’industria. nibili dalle fonti citate) per la registrazioni da ficile, complessa e costosa, in particola-
parte dei soggetti obbligati. È indicata altresì re per le piccole e medie imprese.
In ogni caso, la chiave per costruire un siste- la situazione della Svizzera, nonostante essa
ma di successo è individuabile in primo luogo non sia membro Ue: questa nazione ha adot- Inoltre, i diversi governi e parlamenti naziona-
nel cercare di andare incontro alle specificità tato un sistema particolare, su base non ob- li dovrebbero intendersi sul significato di al-
locali, culturali e geografiche, tenendo pre- bligatoria. Dall’esame delle informazioni ri- cuni termini e fattispecie, ai quali essi danno
sente il tessuto imprenditoriale esistente, portate, a quattro anni dall’emanazione della interpretazioni differenti, quali la definizione
nonché le pratiche di raccolta e recupero in direttiva risulta che, nell’Europa dei venticin- di produttore, le tipologie di apparecchiature
atto. La soluzione va individuata attraverso la que, ben diciassette Stati membri hanno co- che rientrano nel campo di applicazione della
ricerca di un giusto equilibrio tra performan- stituito un Registro nazionale dei produttori di direttiva, la differenza tra Aee domestiche e
ce ambientali e costi economici complessivi, Raee, la maggior parte dei quali lo ha affidato professionali, la definizione del peso dell’Aee
in modo da porsi obiettivi ambiziosi ma reali- a enti pubblici (Ministero dell’Ambiente, A- ecc.
stici in termini di volumi, costi e standard. genzie nazionali o locali per l’ambiente o or- In tale contesto assume rilevanza fondamen-
Altri fattori di successo determinanti sono ganismi creati ad hoc). Cinque paesi (Dani- tale il processo di revisione della direttiva
senz’altro la chiarezza e la semplicità del- marca, Germania, Irlanda, Olanda e Porto- Raee (direttiva 2002/96/Ce), che dovrebbe
l’informazione al consumatore e ai distributo- gallo) hanno invece scelto la strada di affida- rendere il sistema europeo più integrato ed
ri sulle modalità di consegna dei Raee, e il re ad uno o più enti o società private, costi- efficiente. In previsione delle probabili diffi-
coinvolgimento delle amministrazioni locali, tuite dai soggetti obbligati o dalle loro orga- coltà interpretative e applicative, nonché del-
soprattutto per quanto riguarda l’organizza- nizzazioni, la tenuta e la gestione del Registro le ovvie disomogeneità che si sarebbero ve-
zione dei punti di raccolta. Prima di porsi o- dei produttori. nute a determinare in relazione all’attuazione
biettivi in termini di risultati, è comunque Come si vede, il panorama è molto diversifi- in Europa della direttiva, la stessa ha infatti
consigliabile che il sistema parta, in quanto cato, e lo è ancor più qualora si prendano in previsto una procedura di revisione, stabilen-
solo attraverso l’esperienza se ne può testare considerazione anche, per esempio, le san- do anzitutto che la Commissione inoltri al
l’efficacia. zioni per la mancata iscrizione al Registro, le Parlamento e al Consiglio un Rapporto sul-
La maggior parte degli stati hanno concen- procedure e i requisiti per l’iscrizione, nonché l’applicazione della direttiva e, in secondo
trato la propria attenzione soprattutto sul i mezzi scelti per il finanziamento dei Raee, le luogo, che tale relazione sia accompagnata
B2C, ovvero su come i Raee domestici deb- informazioni che periodicamente i produttori (se opportuno) da una proposta di revisione
bano tornare ai produttori, che costituisce il devono comunicare sulle apparecchiature degli articoli più rilevanti, in particolare quelli
nodo centrale del problema della gestione dei immesse sul mercato e gestite attraverso i relativi agli obiettivi di raccolta e recupero.
Raee; il B2B (ovvero il professionale) secondo vari canali ecc. L’argomento sarà oggetto di uno specifico
l’opinione più diffusa non richiede la creazio- Tale disomogeneità determina senz’altro un approfondimento in un prossimo numero di
ne di sistemi obbligatori, anche in ragione del onere amministrativo, economico e legale per questa Rivista, all’interno di questa stessa
modello “closed loop” della maggioranza dei le aziende che intendono operare nel merca- rubrica.
contratti, i quali prevedono il ritiro del vecchio to della Comunità, soprattutto nel caso di im-
40
alla consegna del nuovo. prese di non grandi dimensioni.
Tabella 1. Registri Raee negli altri Paesi europei

Rubriche Osservatorio Raee


Paese Messa in atto Gestione pubblica Organismo che cura Termini per la registrazio-
di un Registro o privata la tenuta del registro ne
Austria Sì pubblica UBA (agenzia ambientale) Entro il 30 settembre 2005 (obbligo di parteci-
pazione al sistema: entro il 13 agosto 2005),
ovvero un mese dopo l’inizio dell’attività.
Belgio Sì pubblica Fiandre: OVAM (agenzia pubblica per i Fiandre: marzo/aprile 2005 la prima volta.
rifiuti delle Fiandre) Vallonia: entro il 31 marzo 2005 la prima volta
Vallonia: DGRNE (agenzia pubblica per i e successivamente entro il 31 marzo di cia-
rifiuti della regione vallona) scun anno.
Bruxelles capitale: IBGE (agenzia pub- Bruxelles capitale: entro il 31 marzo 2005 la
blica per i rifiuti di Bruxelles capitale) prima volta e successivamente entro il 31
marzo di ciascun anno.
Cipro No pubblica Servizio ambientale del Ministero del- Registrazione (di importatori e rivenditori) entro
l’Agricoltura, delle Risorse Naturali e il 31 ottobre 2005
dell’Ambiente
Danimarca Sì privata WEEE-System Registro operativo dal 1° novembre 2005; re-
gistrazione entro il 1° gennaio 2006 o almeno
14 giorni prima di immettere le Aee sul mer-
cato; informativa annuale (quantitativi di Aee
immesse sul mercato, quantitativi di Raee rac-
colti e trattati) entro il 31 marzo, secondo mo-
dalità stabilite dall’agenzia ambientale danese.
Estonia Sì pubblica Centro di informazione ambientale (al- Entro il 20 febbraio 2006
l’interno del Ministero dell’Ambiente)
Finlandia Sì pubblica Centro ambientale regionale di Pir- Registrazione entro il 15 maggio 2005; infor-
kanmaa; per la Provincia autonoma di mativa annuale entro il 30 aprile.
Aland è previsto un registro specifico
Francia Sì pubblica ADEME (agenzia ambientale) Registrazione dal 1° settembre 2006 entro i
tre mesi successivi (30 novembre 2006); per i
nuovi produttori prima dell’immissione sul
mercato delle Aee. Informativa relativa ai

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


quantitativi di Aee immessi sul mercato, quan-
titativi dei rifiuti raccolti e trattati da inviare tra
il 1° gennaio 2007 e il 1° marzo 2007 per
l’anno 2006. (1)
Germania Sì privata Stiftung Elektro-Altgeräte Register (2) Entro il 24 novembre 2005
Gran Bretagna No pubblica Agenzie dell’Ambiente di Inghilterra, Non ancora definito (3)
Galles, Scozia e Irlanda del Nord
Grecia Sì pubblica Ministero dell’Ambiente, Programma- Entro il 31 dicembre 2005
zione e Lavori Pubblici
Irlanda Sì privata Comitato di gestione indipendente: Inizialmente entro il 20 giugno 2005, poi pro-
WEEE Register Society (4) rogato al 31 gennaio 2006, oppure (per i nuo-
vi) entro la data di inizio attività.
Entro gennaio di ciascun anno, in conformità
al calendario stabilito, va chiesto il rinnovo del-
la registrazione, fatta eccezione per il caso in
cui il primo rinnovo cade nei 6 mesi successivi
alla registrazione.
Lettonia No Non ancora definita Non ancora definito Non ancora definito
Lituania No pubblica Ministero dell’Ambiente o Agenzia am- Non operativo
bientale
Lussemburgo Sì pubblica Ministero dell’Ambiente Per il 13 agosto 2005
Malta No pubblica MEPA (Autorità ambientale e di pianifi- Non ancora definito
cazione)
Olanda Sì privata NVMP Entro il 13 agosto 2005
ICT Milieu
Polonia No pubblica, ma con alcune fun- Ispettorato centrale per la protezione Entro il 30 settembre 2006 (1° luglio 2006 per
zioni delegabili ad un organi- ambientale. La tenuta del registro cen- i produttori attivi dopo il 21 ottobre 2005)
smo che rappresenta i pro- trale statale può essere delegata ad un
duttori maggiormente pre- organismo che rappresenta i produttori
senti sul mercato con la maggiore quota di mercato di
Aee immesse al consumo (minimo
75%), eccetto che per le seguenti fun-
zioni: attribuzione del numero di regi-
strazione, determinazione garanzie fi-
nanziarie a carico dei singoli, attività di
attuazione e azione legale.
Portogallo Sì privata ANREE: Associazione nazionale per la Entro il 16 agosto 2005
registrazione delle Aee (creata da 6 as-
sociazioni)
Repubblica Ceca Sì pubblica Ministero dell’Ambiente, Direzione ge- Entro il 13 ottobre 2005 o al momento in cui il
stione rifiuti produttore immette le Aee sul mercato; infor-
mativa annuale.
41
segue
Tabella 1. Registri Raee negli altri Paesi europei
Rubriche Osservatorio Raee

Paese Messa in atto Gestione pubblica Organismo che cura Termini per la registrazione
di un Registro o privata la tenuta del registro
Slovacchia Sì pubblica Ministero dell’Ambiente – Direzione ge- Entro il 30 giugno 2005
stione dei rifiuti
Slovenia Sì pubblica Ministero dell’ambiente. Entro il 30 giugno 2005
Il Registro nazionale sarà gestito da
una “clearing house” che curerà alcune
funzioni riguardanti la registrazione, la
raccolta dei dati sui Raee, ecc.
Spagna Sì pubblica Registro nazionale degli Stabilimenti in- Operativo dal gennaio 2006
dustriali
Svezia No pubblica Agenzia per l’ambiente Maggio 2006
Ungheria Sì pubblica Ispettorato ambientale nazionale Dal 1° gennaio 2005
Svizzera Sì indipendente S.EN.S. - Stiftung Entsogung Schweiz Registrazione non obbligatoria
(5)

Fonte: “Directive 2002/96/EE (WEEE) Overview on National Registers in Member States” – aggiornamento al maggio 2006 – Orgalime.

(*) Fonti delle informazioni riportate nell’articolo e nelle (2) La fondazione EAR è stata incaricata dall’Agenzia (4) L’organismo di registrazione ha il compito di deter-
note: “Implementation of the waste electric and electro- per l’ambiente di tenere il Registro; è stata costituita minare le quote di mercato e le garanzie finanziarie.
nic equipment directive in the EU” – European Com- nel febbraio 2004 da 27 produttori di Aee e 3 associa- (5) La S.EN.S. è una fondazione indipendente, neutrale,
mission Directorate-general – Joint Research Centre zioni per funzionare come “clearing house”. senza scopo di lucro, che ha realizzato a livello nazio-
2006; siti web degli enti che curano la tenuta dei regi- (3) A partire dal 1° gennaio 2007 e per tutto il mese di nale sistemi di gestione per gli elettrodomestici piccoli
stri nazionali. gennaio i consorzi e le strutture di raccolta e trattamen- e grandi, per gli utensili per il fai da te, il giardinaggio e
(1) Per gli anni successivi l’informativa va mandata due to dovranno registrarsi presso le Agenzie dell’Ambiente il tempo libero, i giocattoli e i dispositivi d’illuminazione
volte l’anno secondo il calendario stabilito. locali. e le lampade.
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Laura Petri Le opinioni sono espresse a titolo Finito di stampare nel gennaio 2007 20127 Milano
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- Attività di formazione sulla normativa ambientale
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(Giurista ambientale, (Avvocato in Roma) (Avvocato in Roma) (Regione Abruzzo – Servizio (Direttore Reparto Suolo e Rifiuti –
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del Senato nella XIII Legislatura)
Tommaso Campanile Maurizio De Paolis Alessandro Radrizzani
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e Sicurezza CNA) Ruolo Generale del Consiglio (Direttore Generale CONAI)
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(Segretario FISE – Assoambiente, Maurizio Musco (Avvocato in Ferrara)
Confindustria) Vincenzo Dragani (Sostituto procuratore della
(Redazione Reteambiente) Repubblica presso il Tribunale
Sebastiano Cipriano
(Colonnello, Guardia di Finanza – Leonardo Filippucci di Siracusa)
Nucleo Repressione Frodi, Milano) (Avvocato in Macerata)
42
a cura di Maurizio De Paolis
Direttore Servizio Massimario e Ruolo Generale del Consiglio di Stato

Rubriche “Focus” giurisprudenza

Riferimenti Massima
Corte di Cassazione, Reati contro la fede pubblica Ricorre il reato di falso ideologico in un atto pubblico nell’ipotesi di atto a contenuto di-
III Sez. penale, – Falsità in atti – Falsità ideo- spositivo nel quale la parte descrittiva nel documentare una certa realtà come necessa-
5 maggio 2003, logica – Atto dispositivo – rio presupposto delle relative determinazioni, attesta l’esistenza di una situazione di fatto
n. 20073 Presupposto legale o di fatto o di diritto contraria al vero. In tal modo, si produce da essa l’affidamento dei terzi in
dell’atto dispositivo – Falsità quanto si tratta di attestazione fidefacente proveniente da un pubblico ufficiale. Nella
riguardante tale parte – Con- fattispecie, la Corte Suprema di Cassazione ha confermato le statuizioni penali di con-
figurabilità del reato – Fatti- danna a carico di taluni membri di una giunta comunale che avevano disposto la proro-
specie in tema di proroga del ga del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sul presupposto giustificativo che
servizio di smaltimento dei ri- la relativa discarica avesse raggiunto un soddisfacente grado di efficienza, benché le
fiuti solidi urbani da parte di condizioni di grave precarietà della stessa fossero state riscontrate sia in sede ammini-

RIFIUTI bollettino di informazione normativa n. 136 (1/07)


un Comune strativa che giudiziaria.

Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Reato In tema di abbandono di rifiuti, il reato contemplato dall’articolo 51, Dlgs 5 febbraio
III Sez. penale, di abbandono di rifiuti ex arti- 1997, n. 22, può verificarsi anche in coincidenza del trasporto dei rifiuti, sempre che
20 maggio 2003, colo 51, Dlgs 22/1997 – Tra- l’evento sia imputabile a titolo di dolo o di colpa. Applicando tale principio la Corte
n. 22053 sporto di rifiuti – Configurabi- Suprema di Cassazione ha ritenuto configurabile il reato nei confronti dei responsabili
lità del reato – Condizioni – del settore trasporti e del settore sicurezza e qualità di un’impresa iscritta all’Albo nazio-
Fattispecie in tema di rifiuti nale degli esercenti l’attività di smaltimento di rifiuti per aver cooperato, insieme all’auti-
pericolosi liquidi sta, ad un trasporto di rifiuti pericolosi liquidi senza l’adozione delle necessarie misure di
sicurezza, quali la verifica dell’idoneità del mezzo di trasporto, dell’ancoraggio del carico
e la predisposizione di idonee misure di prevenzione in caso di incidente, tanto da deter-
minare un incidente dell’autocarro a cui conseguiva lo spargimento delle sostanze tra-
sportate nelle pubbliche vie di un centro abitato.

Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Fan- In tema di fanghi derivanti dai processi di depurazione le attività di raccolta, trasporto,
III Sez. penale, ghi da depurazione – Disci- stoccaggio e condizionamento (consistente nella modifica delle caratteristiche fisico –
3 luglio 2003, plina applicabile chimiche – biologiche dei fanghi per facilitarne l’uso agricolo) sono sottoposte oltre che
n. 28484 alle disposizioni del Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99, utilizzazione dei fanghi di depurazione
in agricoltura, alla disciplina del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 sui rifiuti, stante l’espressa
clausola di salvezza contenuta negli articoli 8 e 16 del citato Dlgs 99/1992, sia pure con
riferimento al previgente Dpr 915/1982.

Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – Nor- In tema di gestione dei rifiuti è ipotizzabile anche per l’ente locale comunale un danno
III Sez. penale, mativa di settore – Violazione sostanziale che lo renda portatore dell’interesse a costituirsi parte civile, considerato
11 luglio 2003, – Procedimenti penali – Am- che il danno ai terreni privati si deve tenere necessariamente distinto dal danno al terri-
n. 29214 ministrazioni comunali – Co- torio e all’ambiente di cui all’articolo 2043 C.c. e all’articolo 18, legge 8 luglio 1986, n.
stituzione di parte civile – 349.
Legittimità – Ratio

Corte di Cassazione, Rifiuti – Scarti da macellazio- La materia dei rifiuti di origine animale trova una propria particolare disciplina di settore
III Sez. penale, ne – Normativa generale sui nel Dlgs 14 dicembre 1992, n. 508 (attuativo della direttiva 90/667/Cee), così che le
11 luglio 2003, rifiuti di cui al Dlgs 22/1977 – attività di smaltimento e trasporto dei così detto scarti da macellazione sono sottratte al-
n. 29236 Applicazione – Esclusione – la disciplina generale di cui al Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 in virtù del principio di spe-
Dlgs 508/1992 – Applicabilità cialità rispetto alla disciplina generale in tema di rifiuti.

Corte di Cassazione, Rifiuti – Smaltimento – No- Dopo l’entrata in vigore del Dl 8 luglio 2002, n. 138, convertito con legge 8 agosto
III Sez. penale, zione di rifiuto – legge 178/ 2002, n. 178, non rientrano nella nozione di rifiuto i beni il cui riutilizzo sia non solo e-
31 luglio 2003, 2002 ventuale ma certo, a nulla rilevando se abbiano subito un trattamento preliminare.
n. 32235 43
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