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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Giuseppe Travaglini,
sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Velletri.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta
svolgendo con riferimento alla situazione relativa alle attività illecite connesse al ciclo
dei rifiuti nella Regione Lazio. Faccio presente al nostro ospite che nella presente
audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori
della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare
eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Dottor Travaglini, Le siamo molto grati. Come ha sentito, la Commissione sta svolgendo
un'inchiesta riguardante la regione Lazio, in relazione sia alle situazioni locali, sia ad un
discorso di carattere istituzionale generale. A partire dal mese di luglio, l'inchiesta si
sposterà sulla regione Campania e poi sulla regione Sicilia.
Abbiamo già agli atti una serie di interventi, in particolare sulla situazione di Colleferro
e sui relativi aspetti di illecito. Abbiamo così potuto apprendere del Suo interessamento
per i fatti di criminalità connessi al ciclo dei rifiuti.
Quindi, rinnovando il ringraziamento, La pregheremmo di rappresentarci i dati che
possano essere utili alla Commissione, ai fini una ricostruzione complessiva della
sussistenza di comportamenti criminali.
Inoltre, se qualche commissario lo riterrà opportuno, le saranno fatte domande più
specifiche sui dati relativi a comportamenti criminali nella regione Lazio, in relazione ad
inchieste da Lei svolte e di cui ci è pervenuta qualche eco giornalistica di particolare
interesse.
Do la parola al dottor Travaglini, che ringrazio nuovamente per la sua presenza.
CANDIDO DE ANGELIS. Inoltre, Lei ci riferisce di avere svolto un'indagine per truffa. Si
tratta di quei 100 milioni di euro che dovevano servire a GAIA per realizzare i
termovalorizzatori, ma che, a causa di un aumento di fatturazione e di altre situazioni,
sono stati distratti su altri fondi.
La sua accusa di truffa è stata confermata per una parte dal GIP.
CANDIDO DE ANGELIS. In che valenza, rispetto all'accusa che lei aveva avanzato?
CANDIDO DE ANGELIS. Atteso tutto ciò, la risposta alla domanda che Le ho rivolto
all'inizio penso interessi anche i miei colleghi.
DANIELA MAZZUCONI. Vorrei porre una domanda che scaturisce da quanto dichiarato dal
procuratore di Velletri e dalla considerazione di altre questioni che abbiamo già
affrontato. Siamo in presenza di una società che è stata definita pubblica. O meglio, di
una società di diritto privato, che ha soci pubblici.
Le chiedo se sia possibile che nella vicenda narrata ci si possa trovare di fronte solo a
questioni legate all'amministratore delegato e ad alcuni consiglieri (neanche a tutti,
perché alcuni avevano un potere dimidiato, la cui natura non è ben chiara). Esiste un'
assemblea di soci che, normalmente, secondo gli statuti, ha una qualche
responsabilità sia nell'indicare le politiche della società, sia nell'approvare i bilanci e
quant'altro.
Mi chiedo se sia possibile che i soci fossero completamente all'oscuro. Non
conoscendo quella realtà territoriale, immagino che, o siamo di fronte a soci
assolutamente incompetenti e incapaci di cogliere quanto veniva detto, cioè che
sussistevano falsi così palesi per cui i soci stessi avrebbero dovuto costituirsi contro i
propri amministratori, oppure si deve ipotizzare una qualche responsabilità, non solo
di natura politica, in capo almeno a una parte dei soci. Questi ultimi, pur essendo
soggetti pubblici, avevano infatti nominato quel consiglio d'amministrazione e
quell'amministratore delegato.
Questa considerazione, che vale per tutti gli altri aspetti di questa vicenda e non
solo per quello odierno, mi comincia a risuonare in testa e nel cuore troppo spesso.
Sembra infatti di trovarsi di fronte a monadi impazzite: l'amministratore delegato, un
pezzo del consiglio, il direttore tecnico. In tutta questa vicenda, non si capisce bene che
cosa abbiano fatto gli altri consiglieri e i soci, cosa abbiano guardato e chi abbiano
nominato.
Magari non si individuerà una responsabilità penale così precisa, però vorrei capire che
cosa è successo in quel territorio e con quei soggetti.
Penso anche alla vicenda della Cassa depositi e prestiti. Mi pare che molti di noi siano ex
amministratori e che in questa Commissione vi siano almeno quattro ex sindaci. A
nessuno di noi, quando faceva il sindaco, è capitato che venisse a offrirsi la Cassa
depositi e prestiti. Magari! Bisognava pregare e supplicare. Una storia raccontata così -
mi scusi - sulla Cassa depositi e prestiti non me la bevo. Tendo a pensare, piuttosto,
alla presenza di qualche pesante padrino politico e credo anche che si debbano
attribuire responsabilità a chi, nella Cassa, non ha seguito le procedure.
Non stiamo parlando della devoluzione di un mutuo di 20 milioni delle vecchie lire, nel
qual caso non saremmo qui a discutere. Mi pare che le cifre in questione siano più alte e
che non si possa dire che semplicemente si sono dimenticati di seguire le procedure.
Chiunque ha fatto l'amministratore sa che cosa significhi seguire una procedura della
Cassa depositi e prestiti e quante volte si resti con l'amaro in bocca, perché a fronte di
richieste anche legittime degli enti locali, la Cassa, per motivi procedurali, non ritiene
di dare risposta.
Mi chiedo anche se sia possibile che il funzionario della Cassa depositi e prestiti preposto
si sia così distratto. Se non sia possibile individuare l'attività di un padrino politico e che
quindi sussistano responsabilità non sono solo di natura politica. Diversamente, tutto
questo non sarebbe potuto accadere. Non succede che si chiedano soldi per realizzare
una discarica che poi non si fa!
Perché i sindaci di quel territorio, che hanno deciso di chiedere il prestito alla Cassa
e che hanno votato, per poi vedere che la discarica non era stata fatta, non hanno
reagito?
Ogni volta che ci accostiamo a questo argomento è come se delimitassimo il campo. A
me pare che si sia configurata una serie di reati che non possono essere circoscritti solo
ad alcuni, altrimenti, non si capisce che cosa sia successo.
GIANPIERO DE TONI. Riassumendo: nel momento in cui Gaia è un consorzio e i soci sono
tutti pubblici, si fa domanda alla Cassa depositi e prestiti per ottenere un finanziamento
in conto investimento e lo si ottiene, senza le delegazioni degli enti. Mi sembra
stranissimo, perché la delegazione è fondamentale.
GIUSEPPE TRAVAGLINI, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Velletri. Le delegazioni ci sono.
ANTONIO RUGGHIA. Mi sembra di aver capito che il consorzio GAIA abbia potuto
funzionare fino a quando non si è svolta la vicenda che ha portato all'arresto di
Scaglione, cioè della persona in grado di governare tutti questi traffici.
Mi sembrava di aver capito anche che il consorzio GAIA utilizzasse questi mutui di scopo
per giustificare l'enormità delle attività svolte. Esisteva un bilancio reale del consorzio
GAIA ed una situazione economica del consorzio stesso che non permetteva di essere
governata sulla base di tale bilancio. Questi aspetti sono stati affrontati nelle audizioni
precedenti con l'amministratore delegato del Consorzio.
Esistevano più dipendenti di quelli che sarebbero necessari e che le tariffe applicate
erano molto basse. Tra l'altro, il costo del servizio era molto al di sotto dei livelli di
mercato; tant'è che appena l'amministratore del consorzio GAIA ha potuto assumere la
direzione del consorzio, ha rivisto i contratti di gestione con i Comuni.
Peraltro, i Comuni non versavano le tasse sui rifiuti solidi urbani con la puntualità
necessaria al consorzio. Questi mutui di scopo servivano principalmente a portare in
equilibrio la gestione finanziaria del consorzio GAIA.
Lei, dottor Travaglini, però ha poco fa affermato che di 30-40 milioni di euro si è persa
traccia. Questo è il punto che vorrei capire meglio.
Inoltre vorrei conoscere l'entità delle somme relative a questa parte della vicenda.
PRESIDENTE. Vorrei tornare brevemente al meccanismo della corruzione. Non mi è
chiaro se i soldi di cui non esiste traccia siano riconducibili al meccanismo delle
corruzioni, oppure se si tratti di due vicende completamente slegate tra loro.
Le chiedo inoltre di fornirci qualche notizia sulla presenza di discariche di amianto sul
territorio. Un articolo di giornale, in sostanza si riferisce ad amianto proveniente dal
centro e dal sud Italia.
PRESIDENTE. La stampa parla di una discarica di amianto. Si dice anche che veniva
interrato il materiale friabile e pericoloso, mettendo a rischio l'ambiente. Se lo riterrà
opportuno sarà il magistrato stesso a darci notizia anche di questa vicenda.
Non essendovi obiezioni, dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno.