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DIRITTO DEGLI INTERMEDIARI

FINANZIARI

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LEZIONE 17/02
Durante il corso andremo ad analizzare il mercato bancario ed una parte del mercato finanziario, con
riferimento al modo in cui lo stato e l’Europa intervengono per regolarli, quindi da un punto di vista
giuspubblicista.

La regolamentazione del mercato bancario e di quello finanziario


Tradizionalmente, la regolamentazione pubblica, intesa come insieme delle norme primarie e secondarie che
derivano dal pubblico potere (a livello europeo e nazionale), viene suddiviso per settori
Il 1° settore che analizziamo è il mercato bancario:
quel settore di mercato sul quale il pubblico potere (cioè la normativa europea e nazionale) emana delle
norme per regolarlo. Queste norme sono emanate a livello europeo tramite specifici regolamenti o direttive,
mentre a livello nazionale, principalmente, il corpus normativo di riferimento è il c.d TUB, d.lgs 345/1993.
A fianco della normativa primaria però, a livello nazionale, esiste un’insieme di disposizioni, di carattere
secondario, e cioè attuative del TUB, che si formalizzano in Circolari, regolamenti, istruzioni, provvedimenti
ecc, principalmente emanate da Banca d’Italia, ma anche da parte del Ministro delle Finanze. A tutto questo
si aggiungono le delibere del CICR. Per cui lo schema è:
- UE = regolamenti, direttive, regolamenti BCE
- ITA = Circolari, regolamenti, istruzioni, provvedimenti ecc da parte di B.Italia + delibere del CICR

Queste sono le principali fonti della regolamentazione, ed è bene ricordare che si tratta di una normativa in
continua evoluzione
Al di sopra di queste fonti, esistono delle norme internazionali, che analizzeremo successivamente ma che
non impattano sulla nostra analisi.
I soggetti pubblici che emanano queste regolamentazioni:
1) Regolamenti europei = norme primarie dell’UE vincolanti in tutti i loro elementi, il che significa che lo
stato membro deve recepire il regolamento così come è scritto, entrando direttamente nell’ordinamento
giuridico.
Rappresentano il massimo strumento con il quale in UE si cerca di attuare un diritto uniforme, cioè
identico per tutti gli stati membri → si parla di unificazione del diritto

2) Direttiva europea = è sempre una norma, che però vincola lo stato membro in una sola direzione, cioè
solo nel raggiungimento di un determinato fine.
Il ragionamento sottostante alle direttive europee è che poiché ogni stato membro ha una propria
sensibilità verso il mercato bancario, l’UE cerca di far si che gli stati siano liberi di scegliere i mezzi
attraverso cui raggiungere un fine stabilito in maniera vincolante dalla UE stessa.
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L’organizzazione della regolamentazione:
A fianco della BCE, che è il soggetto di vertice della vigilanza bancaria, sia per le Signficant Banks sia per le
non significant banks, esistono altre organizzazioni che si occupano di disciplinare il mercato bancario.

• Il sistema europeo delle banche centrali (SEBC) è costituito dalla BCE stessa e dalle autorità di vigilanza
nazionali del mercato bancario dei vari stati membri.
A fianco della BCE, che emana regolamenti e provvedimenti, il SEBC emana delle delibere sulle materie
all’ordine del giorno che vanno ad aggiungersi ai provvedimenti precedenti.

• Il sistema europeo di vigilanza degli intermediari finanziari, (SEVIF) è un organismo complesso, cioè
composto da più organi collegiali:
- CERS = comitato europeo per il rischio sistemico → tiene sotto osservazione e valuta i rischi sistemici,
emettendo ove opportuno segnalazioni e raccomandazioni, ed ha come obiettivo il mantenimento della
stabilità del mercato bancario, anche simulando degli scenari avversi, per cui rappresenta un meccanismo
di studio e di raccolta di informazioni
- EBA = autorità bancaria europea
- ESMA = autorità di vigilanza sui mercati finanziari
- EIOPA = autorità di vigilanza sulle persone e sulle assicurazioni
Il SEVIF, attraverso il CERS fornisce delle informazioni al consiglio europeo, mentre l’EBA, dall’ESMA,
dall’EIOPA emanano dei propri regolamenti.

Tutto ciò significa che per il soggetto imprenditore che sta sul mercato bancario, la banca, dovrà rispettare
tutti i provvedimenti normativi (primarie e secondari) di tutti le autorità di regolamentazione bancaria, il che
significa rappresenta un complesso normativo molto articolato.

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Per questo soggetto imprenditoriale, svolgere la funzione di compliance, rappresenta un costo, e questo
perché per svolgerla nel modo corretto sono necessarie delle strutture formate da persone capaci di
a) capire gli obblighi richiesti dalle AV
b) adempiere a questi obblighi
= per fare questo è necessario spendere per formare queste persone, fornire delle strumentazione ed
aggiornare questo articolato sistema.

il motivo per il quale le AV sono interessate ad emanare così tante norme riguarda la stabilità del mercato
(che sussiste quando si mantiene un certo equilibrio) e la tutela del risparmio.
Nel dettaglio, sia a livello nazionale che europeo, il mantenimento della stabilità del mercato rappresenta un
obiettivo primario
= vi è un tale interesse per la risoluzione di un possibile problema bancario poiché si teme che la crisi di 1
banca abbia un effetto a catena su tutti gli altri attori, mettendo di conseguenza in crisi il mercato bancario
nel suo complesso.

Abbiamo quindi descritto gli organi principalmente responsabili della regolazione del mercato bancario.
Può però accadere che all’interno del mercato, che è pur sempre un mercato di diritto privato, dove svolgono
la propria att. imprenditoriale dei soggetti privati, si inneschino delle tematiche relative alla limitazioni della
concorrenza
→ può succedere che il pubblico potere debba intervenire per sanzionare delle operazioni vietate sotto un
profilo antitrust (cioè se dannose per la concorrenza) poste in essere dagli operatori bancari = accordi, abusi
di posizione dominante, concentrazioni ecc = in questo caso, a livello nazionale l’autorità di regolazione è
l’antitrust, cioè la commissione di garanzia per la concorrenza sul mercato (AGCM) , mentre a livello
europeo è l’antitrust europea, cioè una direzione generale e cioè un ufficio posto all’interno della
commissione europea.

Comunque sia, i soggetti che operano all’interno cel mercato bancario sono dei soggetti di diritto privato,
cioè dei liberi imprenditori, i quali offrono sul mercato (attuale e potenziale) dei prodotti (bancari) che
devono essere dotati di una veste giuridica molto particolari, ovvero il c.d contratto bancario: questo perché i
principi cardine sono la stabilità, ma anche la tutela del risparmio.
La tutela del risparmio è così importante poiché la banca è un imprenditore che svolge una funzione assai
particolare = l’ordinamento giuridico affida alla banca il compito di “custodire” i risparmi dei cittadini, ma
impone l’obbligo di restituire il denaro al risparmiatore nel momento in cui questo lo richiede ( → art.10/11
del TUB)
Il meccanismo economico-giuridico del mercato bancario è quindi molto diverso da quello finanziario:
Sul mercato finanziario se l’investimento non è stato azzeccato, l’intermediario non è obbligato a restituire il
denaro.
questo significa che la banca è obbligata ad avere sempre disponibile un tot. di liquidità → da qui si
sviluppa la duplice ramificazione dell’att. bancaria:
1) raccolta del risparmio
2) erogazione del credito
La banca quindi non può non erogare il credito (art. 10 - TUB)
___________________________
La nascita del mercato bancario:
Si risale prima ai babilonesi, poi greci e romani = soggetti di diritto privato che erogano somme di denaro a
fronte della corresponsione di un interesse. Nel medioevo questo fenomeno assume delle sfumature assai
eterogenee, a causa dell’analfabetismo finanziario → solo i grandi mercati si recano dai banchieri, mentre la
maggior parte della popolazione si affida agli usurai = per combattere il fenomeno dell’usura nascono i
monti di credito su pegno, o monte di pietà, da parte dei frati francescani: per sottrarre i meno colti all’usura,
i francescani instaurano il credito su pegno:
A fronte di un oggetto dato in pegno, il monte eroga un importo di denaro, per poi poter essere ripreso a
fronte della restituzione del denaro.
Nasce con una valenza religiosa, per poi assumere carattere educativo proprio per contrastare l’analfabetismo
finanziario, pur non riuscendo ad avvicinare il popolo alle banche

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo introdurre Quintino Sella = istituisce le casse di risparmio
postale
→ riesce a convincere la popolazione a fornire i propri risparmi ad un ente pubblico, attraverso gli uffici
postali e le casse di risparmio ad essi connesse = ciò permette al piccolo risparmiatore di depositare anche
solo una piccola somma, sulla quale viene obbligatoriamente corrisposto un interesse, grazie al libretto

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postale, il che incentiva le persone ad affidarsi a questi istituti. Per far confluire il denaro nelle casse dello
stato, fa confluire il denaro proveniente da tutte le poste d’Italia, nella Cassa depositi e prestiti, tutt’oggi in
funzione ed istituita nel 1850.
Cassa depositi e prestiti = ente pubblico, oggi è una SPA partecipata per circa l’83% dal ministero del
tesoro e per la parte restante da delle fondazioni, il cui compito è quello di ricevere tutto il risparmio postale
derivante da tutta Italia e di convogliarlo per la costruzione di opere pubbliche. Questa ingente massa di
liquidità, permette oggi alla CDP di aumentare il proprio potere economico e quindi acquisire delle
partecipazioni in aziende ritenute strategiche per l’economia del paese.
La grande innovazione di Quintino Sella apre quindi la strada verso un nuovo movimento di interesse da
parte del piccolo risparmiatore = sempre più frequentemente questo si inizia a rivolgere alle banche.

Il Testo Unico Bancario


Questo maggiore interesse, fa si che il legislatore intervenga sul settore bancario emanando 2 specifici testi
unici, il primo testo unico è del 7/9/1926 mentre il secondo è del 1936/38
____________________________________
TUB 1926 = inizio del periodo corporativo:
⩥ art. 2:
Venne stabilito che le banche non potevano iniziare le loro attività, ed aprire delle filiali, se non a seguito di
un’autorizzazione da parte del ministro delle finanza e sentito il parere dell’istituto di emissione (B. Italia)
Con l’autorizzazione il legislatore introduce un provvedimento molto importante = si tratta di un atto
amministrativo (cioè emanato da un ministro) dal contenuto imperativo → (l’atto amm-tivo con contenuto
imperativo è un provvedimento) si tratta di un atto capace di incidere sulle situazioni giuridiche dei
destinatari, quindi sui diritti di questi ultimi
→ incide sul diritto della libera iniziativa economica dell’imprenditore bancario, stabilendo che sia
necessario il superamento di un ostacolo per poter esercitare tale diritto
= l’autorizzazione è un provv. in assenza del quale l’imprenditore non può accedere al mercato bancario.

Prima del 26 il mercato bancario era un mercato libero, successivamente si instaura una situazione in cui un
soggetto pubblico decide chi può stare dentro o fuori al mercato
NB = Il provvedimento autorizzativo viene rilasciato dal ministro ma sentito il parere di B. Italia = data la
tecnicità della materia viene previsto un supporto del ministro da parte dell’istituto di emissione, B. Italia,
che già si poneva come autorità formata da esperti in materia, cioè come autorità tecnica indipendente.
Inoltre il TUB del 26 introduce un altro istituto giuridico:
⩥ art. 5
“sull’osservanza delle norme presenti nel seguente decreto, vigila l’istituto di emissione; esso disporrà di
tempo in tempo delle ispezioni, delegando dei funzionari tecnici.”
nasce dunque il potere di vigilanza di B.Italia, potendo addirittura eseguire sulle banche delle ispezioni
= atti di accertamento circa l’esistenza di determinate situazioni (è un atto di verifica, e non di natura
sanzionatoria) da parte di funzionari di B.Italia.
_______________________________________
TUB 1936 = nel pieno del periodo corporativo:
(Nel periodo corporativo ogni att. economica viene ritenuta att. di impresa corporaria)
Nel 36, l’impianto pubblicistico dell’ispezione viene ampliato = nasce una vera e propria funzionalizzazione
del mercato bancario
→ significa che l’att. bancaria è sottoposta ad un rigido controllo da parte del soggetto pubblico
→ significa che il servizio bancario mantiene la sua natura di servizio privato ma viene svolto nell’interesse
pubblico = la banca è un soggetto privato esercente di un servizio pubblico
Se quindi si introduce un interesse nazionale alle spalle dell’attività bancaria, si da la possibilità al legislatore
di assoggettare la banca alla controllo di B.Italia e alla vigilanza di un comitato interministeriale (dal 1937
comitato interministeriale per il credito ed il risparmio).
→ la concezione pubblicistica del mercato ha lo scopo di ricondurre l’att. bancaria nelle maglie dello stato,
ed è tutt’oggi sottesa nella nostra costituzione economica → art. 39-47 cost., disciplina e regola i rapporti
giuridici ed economici all’interno del nostro stato.

NB = la natura privata dell’imprenditore è sancita all’art. 41 cost.


⩥ art. 41
“L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla salute e all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i
programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e
coordinata a fini sociali e ambientali”
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Le parti in grassetto sono stato introdotte con una modifica l’8/2/2022:


→ La salute e la sostenibilità ambientale diventano un modo attraverso cui valutare l’operato delle banche, il
mercato giudica in che modo la banca può impattare sul sociale e sull’ambiente.
Oltre alle modifiche dell’art. 41, anche l’art. 9 ha subito delle modifiche al c.3
⩥ art. 9 c.3
“La Repubblica […] tutela l’ambiente la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future
generazioni; la legge dello stato disciplina le forme e i modi della tutela degli animali”

⩥ Art. 47 c.1
“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla
l'esercizio del credito.”
= è l’unico art. dedicato al risparmio e al mercato bancario → è una norma di tipo programmatico che
riguarda il mercato bancario, che da un lato offre un grande sostegno alla tutela del risparmio e dall’altro
recepisce i restringimenti pubblici presenti nel TUB del 36 (disciplina, coordina e controlla) e ciò attraverso
B.Italia, ministro delle finanze e comitato interministeriale.
= l’articolo recepisce le disposizione del 36 e mantiene ancorati i poteri pubblici dello stato alla disciplina del
mercato.

LEZIONE 18/02

Riprendiamo il discorso relativo alla velocità secondo la quale l’ordinamento giuridico europeo e nazionale
produce norme primarie e secondarie volte a regolamentare in maniera serrata (e contingente) l’att. degli
operatori bancari.
Piccolo accenno sulla Unione bancaria europea

(1) single supervisiory mechanism = costituisce il primo pilastro su cui si regge l’unione bancaria europea
(2) Single resolution mechanism = secondo pilastro dell’UBE
(3) Sistema di assicurazione dei depositi = terzo pilastro dell’UBE
L’UBE è data da un’insieme di disposizioni regolamentari ed europee volte a costruire un quadro giuridico
unico con lo scopo di:
(1) avere un unico modo con cui vigilare tutte le banche europee, tanto è vero che vero che abbiamo visto
come il regolamento sia uno strumento di unificazione giuridica
(2) avere un unico quadro giuridico volto a far si che le crisi delle banche che risiedono sul territorio UE
siano risolte nello stesso modo e non che i singoli stati membri le risolvano in maniera autonoma
(3) cercare di assicurare tutti i depositi dei risparimiatori di modo che eventuali crisi bancarie tengano al
riparo i risparmi depositati presso la banca in crisi

Per che quindi ci soffermiamo sul TUB del 26 e del 36? Perché presenta un istituto che viene mantenuto
anche nell’attuale TUB e nel SSM, vale a dire l’autorizzazione (nel 26 rilasciata dal ministro // nel 36 passa
sotto il rilascio da parte di Banca d’Italia)
⩥ art 28 TUB ’36
“Le banche non possono svolgere la propria att. […] se non abbiano ottenuto autorizzazione di B.Italia”

→ Già nel 36 quindi si passa dall’organo politico all’organo tecnico (da ministro a B.Italia) →
la logica di questo passaggio da organo politico all’organo tecnico risiede nella tecnicità intrinseca ai
requisiti richiesti, il che richiede una valutazione da parte di un organo tecnico → B.Italia

Un altro elemento richiamato nel TUB del 26 e poi ripreso nel 36 sottolinea l’interessamento dello stato in
materia di vigilanza bancaria:
⩥ Art. 31 TUB 1936
= atto di ispezione → atto attraverso il quale il soggetto pubblico si reca presso la sede della banca:
si tratta di un momento di accertamento di banca di Italia che manda 2 ispettori presso una delle sedi della
banca per verificare se una determinata situazione sia gestita correttamente.

L’ispettore è una persona fisica, membro di Banca d’Italia, nei confronti dei quali la banca privata ha
l’obbligo di collaborazione, a loro volta tenuti a riferire le risultanze del processo ispettivo all’organo di
vigilanza e ai diversi responsabili (direttore e governatore).
→ obbligo di collaborazione = il dipendente della banca ha l’obbligo di corrispondere al funzionario
ispettivo tutta la documentazione richiesta.

NB = l’ispezione oltre a svolgere il ruolo di controllo circa il rispetto di determinati requisiti, contestualizza
la verifica all’interno di atti della banca che sono collegati alla verifica
es. → se la verifica è incentrata sulla modalità di offerta di certi contratti bancari, oltre a controllare
concretamente una copia del contratto, l’ispettore entra in contatto con tutti i membri di una certa divisione,
acquisendo così delle info ufficiali che possono essere molto utili all’organismo di vigilanza
→ si comincia a ragionare nell’ottica che gli organismi di vigilanza sono molto interessati ad acquisire delle
informazioni sul mercato bancario alle quali normalmente non avrebbero accesso
⩥ art. 51 TUB (vigilanza informativa)
“Le banche inviano alla Banca d’Italia […] le segnalazioni periodiche nonché ogni altro dato e documento
richiesto. Esse trasmettono anche i bilanci con le modalità e nei termini stabiliti dalla Banca d’Italia."

QUINDI → l’ispezione è certamente una verifica circa la situazione presente in un certo momento, ma
rappresenta uno strumento grazie al quale gli ispettori possono acquisire info di contesto che possono essere
molto utili all’organismo di vigilanza.

i TUB del 26 e del 36 connotano due istituti giuridici poi ripresi nella stessa maniera dall’attuale TUB
⩥ art. 32 del TUB del 36 → “ le banche, dovranno attenersi alle istruzioni che la banca d’Italia,
conformemente alle deliberazioni del CICR emanerà relativamente a
a) forme tecniche del bilancio
b) limiti dei tassi attivi passivi
c) provvigioni per i diversi servizi bancari
d) proporzioni tra le diverse categorie di investimenti considerati con riferimento ai livelli di liquidità ”

In conclusione quindi abbiamo un sistema limitato mediante tre strumenti


1) autorizzazione
2) Provvedimento ispettivo
3) Istruzioni di vigilanza dell’art. 32

Nel 36 sono introdotti dei provvedimenti amm.tivi con i quali B.Italia detta alle banche il modo in cui
formulare i propri bilanci
→ ciò consente la standardizzazione delle regole, a cui segue una standardizzazione dei comportamenti e di
conseguenza una più semplice possibilità di controllo da parte di B.Italia
Dunque l’istituto della vigilanza è un meccanismo circolare
= B.Italia acquisisce delle info dal mercato bancario, che poi vengono restituite sotto forma di atti di
vigilanza che rispondano ai bisogni delle banche e dei risparmiatori.

I passaggi che abbiamo evidenziato rappresentano un percorso con cui lo stato italiano pone un’impronta
giuspubblicistica al mercato bancario. Tale impronta viene ripresa all’interno della costituzione economica
italiana
⩥ art. 47 = riprende la logica dell’intervento pubblico nel mercato bancario e legittima la vigenza del testo
unico del 36 (fino al 1/1/1994)
→ è una norma programmatica che detta degli obiettivi da raggiungere, ma anche dei principi sui quali poi le
leggi ordinarie si devono attenere

⩥ c.1 = “la repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; la repubblica disciplina,
coordina e controlla il credito”
= il primo obiettivo è quello di incoraggiare i cittadini italiani a risparmiare, e questo perché non tutti
posseggono la sufficiente sensibilità al risparmio. Se poi il cittadino fa la scelta di affidare i propri risparmi
alla banca, quest’ultima ha l’obbligo di erogare il credito alla comunità, secondo la disciplina giuridica
contenuta nel TUB → forte controllo dello stato.
Inoltre la cost. sancisce che lo stato vigili sull’operato delle banche = la vigilanza bancaria è l’esercizio di
una funzione di controllo
= l’art. 47 conferma la mano dello stato sul mercato bancario, assumendo il ruolo di protezione nei confronti
delle autorità di vigilanza
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Inoltre al c.2 l’art. mette in evidenza una leggera spinta dello stato all’investimento
“Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice
e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”

Nel corso del tempo la cost. economica non ha subito grandi modifiche, se non con la riforma del titolo V
avvenuta nel 2001, in cui all’art. 117, quando si parla della ripartizione delle competenze tra stato e regioni,
al c.2 lett.b sancisce che
“ Lo stato ha legislazione esclusiva nel materie di moneta, tutela del risparmio, mercati finanziari, tutela
della concorrenza, sistema valutario, tributario e contabile …”

La riforma c’è stata, ha avuto i suoi effetti positivi, ma non è stata sufficiente = per alcune parti la cost. in
realtà avrebbe dovuto essere profondamente modificata, cosa che non è successa, facendo si che il TUB del
36 fosse mantenuto fino al 1994.
Tuttavia a partire dagli anni 780, il TUB del 36 comincia ad avere problemi, a seguito dell’emanazione della
direttiva 780 del 1977 da parte del legislatore europeo.
⩥ art. 1
“l’ente creditizio è un’impresa la cui attività consiste nel ricevere depositi e concedere crediti”
La parte rilevante è sottolineare il fatto che la banca sia un’impresa, e quindi un soggetto di diritto privato,
motivo per il quale non può più svolgere un servizio di diritto pubblico → gli atti di una banca vengono
considerati come atti di diritto privato e quindi non possono essere considerati pubblici servizi.
→ abbandono della logica secondo cui il servizio bancario è un servizio pubblico
⩥ art. 3 c.2
“le autorità concedono l’autorizzazione quando siano soddisfatte le seguenti condizioni:
(1) esistenza di fondi propri minimi sufficienti alla costituzione di una banca
(2) presenza di almeno 2 persone che determinano l’andamento della banca”

il legislatore europeo, per la prima volta introduce un concetto parzialmente differente da quello utilizzato
dal TUB del 36 in merito al procedimento di autorizzazione = l’autorizzazione diviene un atto dovuto nel
momento in cui il soggetto bancario superi certi requisiti → si riduce drasticamente la discrezionalità di
Banca d’Italia
[tale direttiva venne recepita con la legge 350 del 1985 = tale divario temporale sottolinea come la direttiva
ebbe non poche resistenze, e questo perché riduceva l’autorità di B.Italia]
→ l’Europa comincia ad interpretare in modo ≠ rispetto al passato il ruolo dell’autorità di vigilanza → la
banca d’Italia perde parte del suo potere di vigilanza.

Un altro effetto venne causato dalla direttiva 646 del 1989 recepita con d.lgs 481/1992
= introdusse il principio della licenza unica: una volta che l’autorità nazionale di controllo di uno stato
membro avesse autorizzato, questa avrebbe avuto validità per tutta Europa
Introdusse inoltre il principio della c.d banca universale = per la prima volta il legislatore europeo consente
alle banche di agire sia sul mercato bancario che sul mercato finanziario, e cioè su un mercato che è ≠
rispetto a quello sul quale avevano operato fino a quel momento.
Il mercato finanziario è infatti quel particolare settore di mercato sul quale operano particolari intermediari,
cioè le SIM, SGR e SICAV.
Queste imprese di investimento offrono ad un pubblico indistinto dei servizi di investimento, destinati però
ad una particolare categoria di persone, gli investitori → soggetti che acquistano un servizio per il quale non
vi è alcun diritto alla restituzione del capitale se l’investimento va male.
→ si ampliarono da un lato i confini giuridici dell’operatori delle banche ed al tempo stesso le possibilità di
impiego dei capitali dei risparmiatori → aumentano i clienti delle banche.
= ci si rende conto le regole del TUB del 36 non rispondono più alle esigenze del nuovo scenario nel mondo
bancario.
È per questo che con una commissione presieduta da alcuni funzionari di B.Italia e da Mario Draghi (allora
direttore generale del Tesoro) nel 1993 viene dato avvio ad una nuova riforma del TUB → D.lgs 385 / 1993,
entrato in vigore nel 1994 = si cerca di innescare un processo di adattamento delle disposizioni normative,
che tutt’oggi sussiste, dato che ogni anno si registrano delle modifiche

⩥ Art 1 Il TUB / 1993


contiene le definizioni degli istituiti giuridici che poi verranno richiamati nel testo
= ciò non permette alle banche di utilizzare forme diverse degli istituti stessi, il che limita potenziali
controversie e trasmette info in maniera chiara trasparente






Gli articoli immediatamente successivi si occupano della costruzione giuspubblicistica del settore bancario,
ciò della sua organizzazione ed il motivo per il quale il TUB si concentra sull’apice organizzativo pubblico
risiede nell’individuazione precisa degli organi a cui le banche devono rispondere.

⩥ Art. 2 = CICR → “il CICR ha l’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio”
⩥ Art.3 = Ministro Economia Finanza “
⩥ Art. 4 = B.Italia
____________________________________________
Comitato interministeriale per il Credito e per il Risparmio

Comitato collegiale formato dal ministro dell’economia che lo presiede, dal ministro del commercio, il
ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il ministro dello sviluppo economico, il ministro delle
infrastrutture, il ministro delle politiche comunitarie ed alle cui sedute partecipa il governatore della B.Italia.
→ pluralità di ministri che, in maniera diretta o indiretta hanno comunque a che fare l’economia

Si tratta quindi di un organo amministrativo di tipo collegiale, politico ma al tempo stesso di carattere tecnico
(cioè preparato in materia) = vi deve sempre partecipare anche la figura rappresentativa di un organo tecnico
(B.Italia )
= la motivazione è data dal c.4 dell’art. 2
⩥ Art. 2 c.4
“per l’esercizio delle proprie funzioni, il CICR si avvale della Banca d’Italia”

NB: l’istituto dell’avvalimento consiste nel richiedere l’ausilio tecnico da parte di un organo politico
Il motivo per il quale il CICR deve sempre avvalersi della Banca d’Italia sta nel fatto che, pur essendo
composto da ministri che ne dovrebbero sapere in materia bancaria, il legislatore ritiene di attribuire una
vigilanza tecnica a B.Italia, lasciando al CICR una vigilanza definita “alta”
Forse quindi questo è stato un modo per mantenere un presidio politico e per dare continuità
nell’organizzazione di un organo già presente.
In generale si sottolinea la vicinanza da B.Italia e CICR, e questo è ribadito anche all’art 4
⩥ Art. 4
“La Banca d’Italia, nell’esercizio delle funzioni di vigilanza, formula le proposte per le deliberazioni di
competenza del CICR ”

- Organizzazione interna:
All’interno del CICR, una posizione di primo piano è ovviamente assunta dal Ministro dell’economia, e
questo perché lo presiede = è il presidente di un organo collegiale, e quindi ha delle funzioni amministrative
importanti = ha il compito:
→ di convocare le riunioni
→ di fissare l’ordine del giorno = stabilisce le discussioni sulla base dell’ordine ritenuto più opportuno
→ di dirigere la discussione dentro l’aula, dando e togliendo la parola
Inoltre, all’art. 2 c.2 è stabilito che il ministro può invitare a partecipare alle discussioni anche altri ministri
ed al tempo stessi i presidenti di altre autorità ritenute opportune
Ma in realtà all’art. 3 del TUB si specifica che il ministro dell’economia possiede altre 2 funzioni importanti
⩥ art. 3 c.2
= in caso di urgenza, il Ministro sostituisce il CICR → un organo monocratico sostituisce un organo
collegiale e questo per far si che in un ipotetico momento di criticità un solo soggetto si assuma la
responsabilità di emanare una deliberazione propria in sostituzione del CICR, e questo perché la
convocazione del comitato e la discussione in oggetto può richiedere molto tempo.
Si stabilisce questa possibilità per ragioni di celerità verso la tutela della stabilità del mercato, anche dovendo
sacrificare il dibattito potenziale all’interno del CICR.
Inoltre l’articolo stabilisce che “del provvedimento assunto dal ministro in caso di emergenza, è data solo
notizia al CICR” → significa che non può essere messa in discussione.





LEZIONE 3/3
LE AUTORITÀ AMM.TIVE INDIPENDENTI PER IL MERCATO (BANCARIO E FINANZIARIO)

A livello nazionale, si sono sviluppate soprattutto dagli anni ‘90 e, nel prevedere tali autorità, il legisletaroe
si è ispirato:
- indipendent agencies statunitensi
- «autorités administratives indépendantes» francesi.
Diversamente delle esperienze costituzionali americana e francese, caratterizzate da uno stretto rapporto tra
Governo e PA, nell’ordinamento costituzionale italiano vige il principio dell’imparzialità della PA (art. 97,
co. 1, Cost.).
Possono infatti essere definite come soggetti o enti pubblici istituiti con legge che esercitano in prevalenza
funzioni amministrative in ambiti considerati sensibili o di alto contenuto tecnico (concorrenza, privacy,
comunicazioni ecc.) nei quali la presenza di diritti costituzionalmente garantiti richiede l’intervento di
amministrazioni autonome dalla politica e dotate di particolare qualificazione tecnica

→ l’autonomia e di indipendenza nei confronti del Governo ha lo scopo di garantire una maggiore
imparzialità (cd. neutralità) rispetto agli interessi coinvolti, sebbene siano previsti poteri di indirizzo del
governo in casi particolari e specificamente disciplinati.

Sono definite e disciplinate dalle singole leggi istitutive e le uniche disposizioni generali di riferimento sono
le norme contenute nella l. n. 59/1997 e nella l. n. 205/2000

Inoltre, le autorità indipendenti trovano fondamento in qualche norma dell'ordinamento europeo, in


particolare, il più delle volte rappresentano i terminali di una rete di garanzia già a livello europeo (es.
Commissione garantisce concorrenza nel mercato europeo→Commissione antitrust garantisce concorrenza
nel mercato italiano e operano in stretto raccordo;).

Le autorità amministrative indipendenti, nell'ordinamento giuridico italiano, sono


1. enti di diritto pubblico dotati di personalità giuridica (salvo eccezioni),
2. indipendenti rispetto all'autorità politica sia sul versante dell'attività che su quello dell'organizzazione.

Ciò in quanto determinano la propria organizzazione con il solo vincolo del rispetto della legge e
determinano la propria azione nell'esercizio dei poteri attribuiti dalla legge;
3. Sono caratterizzate da un regime particolare di incompatibilità e da peculiari regole di garanzia.

Ad oggi in Italia abbiamo 12 autorità amministrative indipendenti, tra cui lAGCM, la CONSOB e l’IVASS

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AGCM
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è stata istituita con la legge n. 287 del 10 ottobre 1990,
recante "Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”
è una Autorità amministrativa indipendente che opera in piena autonomia e con indipendenza sia di giudizio
che di valutazione rispetto al potere esecutivo
ha sede unica a Roma ed è finanziata dalle società di capitale con ricavi superiori a 50 milioni di euro
è organo collegiale e le sue decisioni vengono assunte a maggioranza: è composta dal Presidente e quattro
membri nominati dai Presidenti di Camera e Senato e durano in carica 7 anni, non rinnovabili.
I compiti dell’AGCM sono:
a) Garantire la tutela della concorrenza e del mercato
b) Vigilare sui conflitti di interesse in cui possono incorrere i titolari di cariche di governo
c) Contrastare le pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e delle microimprese
d) Tutelare le imprese dalla pubblicità ingannevole e compartiva
e) Vigilare affinché nei rapporti contrattuali B-C non vi siano clausole vessatorie
f) Attribuire alle imprese che ne facciano richiesta il rating di legalità

La tutela della concorrenza e del mercato:

Sotto questo punto di vista abbiamo 3 comportamenti o attività oggetto di sanzione:


a) INTESE RESTRITTIVE DELLA CONCORRENZA: se le imprese, invece di competere tra loro, si
mettono d’accordo e coordinano i loro comportamenti sul mercato restringendo la concorrenza,
danneggiando i consumatori o gli altri concorrenti
Quando le imprese si accordano al fine di coordinare i propri comportamenti sul mercato, violano la
normativa sulla concorrenza. Nello specifico sono vietate le intese tra imprese che abbiano per oggetto o
per effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all'interno
del mercato nazionale o in una sua parte rilevante.

b) ABUSI DI POSIZIONE DOMINANTE: Un’impresa detiene una posizione dominante quando abusando
del proprio potere di mercato può comportarsi in modo significativamente indipendente dai concorrenti,
dai fornitori e dai consumatori.
La legge non vieta la posizione dominante in quanto tale, ma il suo abuso (articolo 3 della legge n.
287/90): quando l’impresa sfrutta il proprio potere a danno dei consumatori ovvero impedisce ai
concorrenti di operare sul mercato, causando, conseguentemente, un danno ai consumatori.
Alcune fattispecie = imposizione diretta o indiretta dei prezzi di acquisto o vendita; impedimento o
limitazione della produzione, degli sbocchi o accessi al mercato, dello sviluppo o del progresso tecnico a
danno dei consumatori;

c) OPERAZIONI DI CONCENTRAZIONE: si realizza quando due o più imprese procedono alla creazione
di un’impresa comune che esercita stabilmente tutte le funzioni di un’entità economica autonoma, ossia:
• quando due o più imprese procedono a fusione;
• quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un'impresa ovvero acquisiscono
direttamente od indirettamente il controllo dell'insieme o di parti di una o più imprese;
• quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione
di un'impresa comune.
Le operazioni di concentrazione devono essere comunicate preventivamente all’Autorità quando il
fatturato totale, realizzato a livello nazionale dall'insieme delle imprese interessate, e il fatturato totale
realizzato individualmente a livello nazionale da almeno due delle imprese interessate, superino
determinate soglie.

Il capo IV della legge 287 del 1990 contiene delle disposizioni speciali applicabili nel caso in cui l'intesa,
l'abuso di posizione dominante o la concentrazione riguardino imprese operanti in settori sottoposti alla
vigilanza di più autorità → istituti di credito, imprese assicurative e dei settori della radiodiffusione e
dell'editoria.
= le operazioni che coinvolgano imprese assicurative soggette ai provvedimenti dell'Autorità sono adottati
sentito il parere dell’IVASS
= le operazioni di acquisizione del controllo di banche richiedono una autorizzazione preventiva della BCE,
su proposta della BI

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La tutela del consumatore


Tra i compiti dell’Autorità Antitrust rientra anche quello di
a) contrastare le pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e delle microimprese
→ qualsiasi azione, omissione, condotta, dichiarazione o comunicazione commerciale ed il marketing,
che un professionista pone in essere in relazione alla promozione, alla vendita o alla fornitura di beni o
servizi ai consumatori e che siano giudicate
- ingannevoli:
idonee a indurre in errore il consumatore medio, falsandone il processo decisionale.
- aggressive:
quando l’impresa agisce con molestie, coercizione o altre forme di indebito condizionamento.

b) tutelare le imprese dalla pubblicità ingannevole e comparativa, diffusa con qualsiasi mezzo: tv, giornali,
volantini, manifesti,
- Ingannevole: quando è in grado di indurre in errore l’impresa alla quale è rivolta o quando è idonea a
ledere un concorrente.
▪ Comparativa: modalità di comunicazione pubblicitaria con la quale un’impresa promuove i propri beni
o servizi mettendoli a confronto con quelli dei concorrenti;
NB = è ammessa solo quando è oggettiva, non ingannevole e non provoca danno al concorrente
c) vigilare affinché nei rapporti contrattuali tra aziende e consumatori non vi siano clausole vessatorie
→ In base al Codice del consumo è vessatoria la clausola che, malgrado la buona fede del professionista,
determina a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal
contratto.
Si ha presunzione di vessatorietà:
1. esclude o limita la responsabilità del professionista;
2. esclude o limita le azioni e i diritti del consumatore;
3. condiziona a favore del professionista l’importo della clausola penale;
4. condiziona il diritto di recesso a favore del professionista;
5. consente la modifica unilaterale a favore del professionista del contratto (in particolare clausole
relative al prezzo, durata, diritti ed obblighi previsti dal contratto).

Il conflitto di interessi
l’Autorità ha anche del potere di vigilare sui conflitti di interesse in cui possono incorrere i titolari di cariche
di Governo. L’obiettivo è evitare gli interessi privati siano in contrasto, diretto od indiretto con gli interessi
pubblici che le cariche istituzionali dovranno sempre portare in primo piano.
Possiamo distringere tra
• conflitto per incompatibilità: titolare di una carica di governo, che si trova già in una situazione di
incompatibilità, adotta un atto o omette un atto dovuto, nell’esercizio della funzione di governo.
• conflitto per incidenza: adozione di atti, attraverso i quali il titolare di una carica di governo favorisca se
stesso, il coniuge o i suoi parenti entro il 2° grado, arrecando al contempo un danno all’interesse pubblico.

il rating di legalità
L’Autorità ha infine il potere di attribuire alle imprese che ne facciano richiesta il rating di legalità, vale a
dire un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese che ne abbiano
fatto richiesta, e che ha degli effetti in sede di concessione di finanziamenti pubblici, nonché in sede di
accesso al credito bancario.

La CONSOB:
Commissione nazionale per la società e la borsa

Venne istituita nel 1974 come autorità amministrativa indipendente e dotata di personalità giuridica nonché
piena autonomia operativa unendo al suo interno le funzioni e le giurisdizioni che fino ad allora avevano
fatto parte del Ministero del Tesoro Italiano.
La struttura ed il ruolo della Consob risultano, oltre che da un complesso di fonti normative primarie, che
non si esauriscono nel TUF, anche da un fonti normative secondarie emanate dalla CONSOB stessa, come:

• il Regolamento Emittenti
• il Regolamento Intermediari
• Il Regolamento Mercati

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Le attività svolte dalla Consob:

- Vigila sulle società di gestione dei mercati regolamentati, sulla trasparenza e sull’ordinato svolgimento
delle negoziazioni
- Regolamenta la prestazione dei servizi e delle attività di investimento
- Autorizza i prospetti relativi alle offerte pubbliche di vendita e i documenti d'offerta concernenti offerte
pubbliche di acquisto
- Controlla dati e notizie fornite al mercato dagli emittenti quotati
- Sanziona le condotte illecite
- Comunica con gli operatori e il pubblico degli investitori per un più efficace svolgimento dei suoi compiti
e per lo sviluppo della cultura finanziaria dei risparmiatori
- Collabora con le altre autorità nazionali e con gli organismi internazionali ↓
Per garantire un efficiente controllo del mercato e degli intermediari nonché per assicurare la tutela del
pubblico risparmio la Consob collabora e coopera con il MEF, BI, gli organismi del mercato, l'Organismo per
la tenuta dell'Albo dei promotori finanziari nonché le associazioni di categoria.
Opera, inoltre, in sinergia con la Guardia di Finanza e l'Autorità giudiziaria.
Partecipa infine all’ESMA, all’IOSCO e prende parte anche ai lavori del FSB

In generale, le funzioni della Consob, estese a tutti gli aspetti rilevanti per l'efficiente tutela del risparmio,
riguardano:
i prodotti oggetto degli investimenti
i relativi emittenti
gli intermediari dei quali i risparmiatori si avvalgono per effettuare tali investimenti
i mercati nei quali essi vengono realizzati

L’istituto assicura la trasparenza sui prodotti finanziari, garantendo che tutti gli operatori abbiano sempre
accesso a tutte le informazioni necessarie per effettuare i loro investimenti in modo consapevole. Li tutela
vigilando sull’attività degli intermediari contro eventuali scorrettezze in cui potrebbero incorrere.

L’IVASS:
L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni è un’autorità amministrativa indipendente istituita nel 2012
sopprimendo l’ISVAP
HA l’obiettivo di vigilare sul corretto andamento del mercato assicurativo, a garanzia della stabilità e della
sicurezza degli assicurati
Al suo vertice troviamo il presidente BI ed è assoggettata a norme internazionali, europee e nazionali quali:
x) la normativa europea Solvency II, nata con l’obiettivo di misurare ogni rischio rilevante per una
compagnia allo scopo di determinare la quantità di capitale occorrente a evitare che, se quel rischio si
materializza, l’assicuratore possa fallire
y) Codice delle Assicurazioni Private

Le Funzioni:
- protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative
- Garantire la corretta gestione delle imprese di assicurazione e la stabilità del sistema e dei mercati
finanziari.

Soggetti vigilati:
- imprese di assicurazione e riassicurazione
- gruppi assicurativi
- conglomerati finanziari nei quali sono incluse le imprese
- intermediari assicurativi e riassicurativi.
Tipologia di Vigilanza:
- micro-prudenziale: verificare la sana e prudente gestione delle singole imprese e dei gruppi assicurativi;
- macro-prudenziale: finalizzata ad analizzare l’andamento dei fattori macroeconomici e, in generale, dei
possibili fattori esterni o tematiche specifiche che possono avere un impatto sulle imprese e sul mercato
assicurativo nel suo complesso

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Sulla base di quanto detto, ci possiamo ricollegare a quanto visto in precedenza; sappiamo che la costruzione
giuspubblicistica sia di tipo gerarchico ed amministrativa, il cui vertice a livello nazionale è rappresentato dal
CICR.
Dopo aver analizzato il CICR, abbiamo messo in luce alcuni punti critici all’interno del comitato stesso,
relativi al legame esistente con la BI, ed anche con riferimento ai diversi poteri del presidente.

Soffermiamoci quindi adesso su Banca d’Italia


costituisce ancora oggi uno dei principali organi di regolazione del mercato del credito in Italia
BI nasce come SPA di diritto privato nel 1893, ma nel 26 e poi ne 36, all’interno del periodo corporativo,
viene nazionalizzata, diventando l’istituto di emissione della moneta ed addirittura nel 36 assume un ruolo
centrale per la regolazione del mercato bancario

L’organizzazione:
Ai sensi della 262 del 2005, c.d legge sulla tutela del risparmio art. 19.c2 = BI è un istituto di diritto pubblico
e come tale fa parte della PA italiana
La composizione interna è costituita e rappresentata all’interno del suo statuto, aggiornato 11/04/16
Al suo interno troviamo

A) direttorio = organo collegiale composto da Governatore, Direttore generale e 3 vicedirettori generali, la


cui carica è di 6 anni con la possibilità di 1 solo rinnovo.
In precedenza, la carica di governatore era una carica assunta a vita (il che era contro il principio di
formazione che incoraggiava il ricambio nelle figure di vertice)
= il cambio di rotta si deve alla legge 262 del 2005

→ la nomina del governatore è disposta con decreto del presidente della repubblica su proposta del
CDM, sentito il parere del consiglio superiore di BI, e

Al nuovo governatore e al direttorio che lo accompagna nell’esercizio della sua funzione, spetta la
competenza ad assumere provvedimenti aventi rilevanza esterna a BI nell’esercizio delle sue funzioni,
vale a dire in grado di incidere sui mercati, e quindi sulle banche
In caso di urgenza, è data la possibilità al governatore di emanare dei propri provvedimenti che dovranno
però essere sottoposti a ratifica dal direttorio nella prima seduta utile.
Inoltre al 31/05 di ogni anno viene pronunciata la relazione del governatore di BI, con la quale
fotografa la situazione del mercato bancario ed esprime i propri pareri sugli avvenimenti dell’anno
trascorso

B) consiglio superiore = (art. 19) organo che disciplina il regolare funzionamento interno di BI, a cui sono
attribuiti tutti quei compiti che riguardano l’amministrazione (personale, bilancio ecc)

C) collegio sindacale = (art. 20) composto da 5 membri che svolgono funzioni di controllo
sull’amministrazione rispetto all’osserva da parte di BI delle leggi presenti nello statuto

D) assemblea dei partecipanti = (art. 6 statuto), insieme di coloro che detengono delle quote del capitale
sociale di BI → organo tipico dei soggetti di diritto privato

L. 234 del 2021 → possono partecipare al capitale di BI solo i soggetti definiti nelle seguenti tipologie:
- Banche aventi la sede legale e l’amministrazione Centrale in Italia
- Imprese di assicurazione aventi la sede legale e l’amministrazione Centrale in Italia
- Fondazioni
- Istituti di previdenza
Ciascun partecipante non può possedere in maniera diretta o indiretta una quota superiore al 5%
I soggetti che attualmente partecipano al capitale di BI sono Intesa, Unicredit , INPS, INAIL ecc

Abbiamo quindi una ADV il cui capitale è detenuto in parte dagli stessi soggetti vigilati, il che potrebbe
portare potenzialmente a dei conflitti, anche se fino ad oggi così non è mai stato
Comunque sia la composizione di BI è molto articolata = ha delegazioni all’estero (Londra, New York e
Tokyo) e delle filiali in tutti i capoluoghi di regione e di provincia ed ha una amm.zione costituita da 9
dipartimenti, dei quali ci focalizzeremo sul dipartimento della vigilanza bancaria

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⩥ art. 4 TUB = descrive le competenze che l’ordinamento giuridico nazionale riserva a B.I

→ la banca d’Italia, nell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza:


formula le sue proposte per le delibere del CICR;

Inoltre BI ha il potere di emanare dei propri specifici atti, tra cui si citano espressamente:

i regolamenti = atti amm.ti di carattere generale, rivoti a tutte le banche e attraverso i quali banca d’Italia
detta delle regole alle banche su come stare sul mercato
istruzioni di vigilanza, che dettagliano in modo più specifico i regolamenti di BI
provvedimenti di carattere particolare = atti amm.tivi volti a disciplinare singoli intermediari bancari

Il rilascio dell’autorizzazione:

L’autorizzazione = provvedimento amm.tivo volto alla rimozione di un ostacolo per l’esercizio del diritto di
libera intrapresa economica:
Art 14 del TUB
L’autorizzazione all’attività bancaria è rilasciata solo quando siano soddisfatti alcuni requisiti definiti dal
TUB e specificati dalla circolare 285 del 2013, che disciplina passo per passo il modo in cui le banche
devono avanzare a BI la richiesta per essere autorizzate:

1) lett a = la banca costituenda si deve costituire nella forma di SPA o SPA cooperativa a responsabilità
limitata
lett. a bis = sede legale e direzione generale della banca devono essere situate in Italia
In questo si cerca di evitare arbitraggi normativi che consentano di far beneficiare di una tassazione
agevolata.
lett. b = è richiesto un quantum di capitale da versare non inferiore a quello determinato da BI
→ circolare 285 del 2013 = BI stabilisce in 10mln il requisito per le SPA e 5 mln per le SPA cooperative

Il legislatore non ha indicato nel TUB il requisito minimo per evitare che si formasse un vincolo; di fatti
i tempi di modifica di un testo legislativo sono ben più lunghi rispetto a quelli che può proporre BI
Inoltre la circolare 285 del 2013 stabilisce anche che il capitale deve essere integralmente versato dai
sottoscrittori presso un unico CC bancario indisponibile intestato alla banca costituenda e che può essere
utilizzato solo per le suddette operazioni di credito
Il deposito di questo denaro funge da garanzia di stabilità ed evitare che le iniziative siano giudicate
temerarie = si cerca di far si che il soggetto che entra sul mercato bancario non metta a repentaglio la
stabilità del mercato

Lett. c = è richiesto un programma iniziale di attività della banca unitamente all’atto costitutivo e allo
statuto
Il programma è un documento che designa un contenuto minimo informativo

→ la descrizione delle linee di sviluppo dell’operatività della banca, in cui devono essere indicate la
mission e gli obiettivi aziendali, il rischio di livello tollerato, la propensione al rischio, le caratteristiche
dell’attività bancaria che si intende iniziare, l’area geografica di riferimento ed ancora i canali
distributivi di cui ci si intende avvalere

→ previsioni sui confini tecnici e di adeguatezza patrimoniale = si tratta di previsioni sui volumi di
attività che la banca intende raggiungere, sull’evoluzione quali-quantitiva del portafoglio crediti della
banca, sulla struttura dei costi e di ricavi e sugli investimenti programmati ed al tempo stesso valutare
scenari avversi possibili

→ una relazione sul governo societario e sulla struttura organizzativa

Inoltre, nel programma di attività possono essere presentate soluzioni organizzative che comportino
forme di collaborazione o supporto (c.d tutoring) alla banca costituenda da parte di altri operatori
bancari, purché tali soluzioni siano illustrate in appositi contratti che assicurino un supporto stabile e
continuativo per un periodo inferiore all’orizzonte temporale del programma di attività

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LEZIONE 4/3
Riprendendo il discorso di ieri, abbiamo visto che in realtà il focus della regolazione e della vigilanza sul
mercato domestico è accentrato in capo a BI ma cominciamo a vedere come le funzioni svolte da essa sono
comunque ripartite con la BCE che assume nell’ordinamento giuridico europeo un ruolo di assoluta
preminenza.
Questo non significa che BI abbia delle funzioni di poco rilievo
Abbiamo visto che in base alla 262 del 2005 BI è istituito come ente di diritto pubblico.
Ciononostante al suo interno BI mantiene una struttura organizzativa molto simile a quella privata
→ Ha un presidente che viene chiamato governatore
→ Ha un direttorio (simile ad un CDA)
→ Ha un organo di controllo
→ Ha un’assemblea dei soci

La motivazione circa il mantenimento di questi connotati privatistici risiede nella struttura societaria con cui
venne fondata = SPA
Ora, Banca d’Italia ha un proprio patrimonio, un proprio capitale
Con il capitale a sua disposizione B.I può svolgere alcune tipologie di investimenti
= inv. sostenibili, e cioè che rispettano alcuni criteri fondamentali (al cui proposito BI ha emanato una carta
che ne descrive le caratteristiche:
→ si definisce sostenibile un investimento che valorizza una serie di obiettivi capaci di incidere
positivamente sull’ambiente e sulla società, ovvero gli obiettivi ESG (environment, social, governance)

Obiettivi di environment:
Tali obiettivi hanno lo scopo di indirizzare l’attività della banca (sia nella fase di gestione che in quella di
vendita di prodotti finanziari) verso investimenti che siano al tempo stesso redditizi e rispettosi dell’ambiente

Obiettivi sociali:
Ad oggi le banche ed i suoi clienti mostrano una preferenza all’acquisto di prodotti positivi sulle comunità di
riferimento (come ad esempio quelle territoriali) con i progetti più disparati
= sostegno all’inclusione sociale, alla parità di genere, all’educazione finanziaria

Obiettivi di Governance
Ci si riferisce alla governance delle società che promuovono un investimento al quale le banche guardano
con interesse → si valutano i membri del CDA, dell’organo di controllo, della compagine sociale, così come
i manager e questo perché vi è un interesse crescente da parte del mercato affinché i soggetti che
promuovono un certo investimento siano onorabili (buona reputazione)
Gli atti più importanti che sanciscono questi obiettivi ESG sono:

• global compact dell’ONU → documento contenente affermazioni di principio volte a promuovere il


rispetto di 10 principi cardine relativi
- al rispetto dei diritti umani, al diritto al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione
Si tratta di un accordo rivolto a tutte le aziende e finalizzato a raccogliere il maggior numero di adesioni,
perché così facendo si ha la possibilità di promuovere ad una platea aziendale più ampia il rispetto di questi
principi

• accordo dell’agenda 20-30 → programma stilato dall’Onu con cui si sollecita l’adesione di tutti i governi a
livello planetario al rispetto di 17 obiettivi di finanza sostenibile (financial development goal)

• accordo di Parigi sui cambiamenti climatici → documento con cui l’Europa si impegna ad essere la prima
economia al mondo ad impatto zero entro il 2050

Come si può intuire, l’attenzione alla tutela ambientale è diventata una direttrice di sviluppo di molte aziende
e ad oggi costituisce un elemento molto importante nell’attività aziendale
→ la ragione è data dal fatto che il cambiamento climatico ha degli impatti negativi per il mercato e può
essere assimilato ad un rischio sistematico
Dunque BI è un organo complesso a cui il legislatore europeo ed italiano affidano altrettanti compiti
complessi.
Come abbiamo già accennato, ai sensi dell’art. 4:
→ la banca d’Italia, nell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza:

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A. formula le sue proposte per le delibere del CICR;

Inoltre BI ha il potere di emanare dei propri specifici atti, tra cui si citano espressamente:
B. i regolamenti = atti amm.ti di carattere generale, rivoti a tutte le banche e attraverso i quali banca
d’Italia esercita la funzione di vigilanza regolamentare
→ il regolamento permette di disciplinare in maniera uniforme i comportamenti delle banche

C. istruzioni di vigilanza = atti amm.tivi aventi contenuto imperativo provvedimentale che dettagliano in
modo più specifico i regolamenti di BI

D. provvedimenti di carattere particolare = atti amm.tivi volti a disciplinare singoli intermediari bancari
La motivazione per la quale il legislatore prevede questa possibilità è data dalla volontà di mantenere la
stabilità del mercato ed evitare che la compromettano a causa della loro situazione interna

NB = un provvedimento amm.tivo ha carattere imperativo


Un atto amm.tivo non ha necessariamente contenuto imperativo

Come sappiamo BI è un’amministrazione pubblica, assoggettata alle norme di diritto pubblico, tra cui quelle
relative al procedimento amministrativo (l. 241 / 1990):
→ modalità attraverso la quale l’amministrazione emana i propri atti/provvedimenti
Il procedimento è costituito da alcune fasi 1) iniziativa → 2) istruttoria → 3) deliberativa → 4) finale

La legge 241 si applica anche a BI, ma solo sotto alcuni profili definiti dal TUB
⩥ art. 4 c. 2
BI determina e rende pubblici previamente i principi ed i criteri sui quali eserciterà la sua vigilanza sulle
banche
= significa che BI, prima di esercitare la propria attività di vigilanza, comunica i criteri con cui vigilerà sulle
banche → in questo modo, conoscendoli prima, le banche ottempereranno ai principi di vigilanza

⩥ art. 4 c.3
Inoltre BI stabilisce i termini entro cui emanerà i propri provvedimenti, individua il responsabile del
procedimento ed indica i motivi delle proprie decisioni
(es. l’autorizzazione deve essere emanata entro 180 gg)
→ TUB si sofferma sul termine per il fatto che i termini rappresentano una garanzia per il destinatario di una
certa decisione = prima o poi BI dovrà pronunciarsi.
→ il responsabile è il funzionario di BI che dovrà svolgere una serie di funzioni e che rappresenta per la
banca privata un interlocutore
→ i motivi delle proprie decisioni = si tratta di indicare i presupposti di fatto e le ragioni di diritto in base a
cui viene assunta una decisone e questo per ottemperare al principio di trasparenza, in questo caso amm.tiva.

Il Legame tra Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea:

Sicuramente BI rappresenta il punto di riferimento nazionale della normativa secondaria di regolazione e


vigilanza su questo mercato
Come abbiamo già accennato però, BI deve convivere con la BCE
→ L. 262 / 2005 art 19 c.1
“la BI è parte integrante del SEBC ed agisce seconda gli indirizzi e le istruzioni della banca centrale
europea”

Si tratta quindi di riconoscere a BI l’appartenenza ad un organo collegiale amm.tivo, ovvero il SEBC (BCE +
BCN), diretto e governato da Francoforte → le decisioni prese dalle BCN devono essere prese
coerentemente con le decisioni prese a livello di SEBC
Inoltre il legislatore afferma proprio che la BI agisce secondo gli indirizzi e le istruzioni della BCE.
= i rapporti tra BCN e la BCE avvengono in un’ottica centralizzante verso Francoforte e ciò si desume anche
analizzando gli articoli 6 e 6bis del TUB
⩥ art. 6
“Le autorità creditizie esercitano i poteri loro attribuiti in armonia con le disposizioni dell'UE, applicano i
regolamenti e le decisioni dell'UE e provvedono in merito alle raccomandazioni in materia creditizia e
finanziaria
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[…]
La Banca d'Italia, nell'esercizio delle funzioni di vigilanza, è parte del SEVIF e del MVU e partecipa alle
attività che essi svolgono, tenendo conto della convergenza degli strumenti e delle prassi di vigilanza in
ambito europeo”

→ nella prima parte dell’articolo si afferma che i poteri e le decisioni degli organi creditizi nazionali non
devono entrare in contrasto con quanto deciso a livello di UE = questo per evitare che a livello nazionale si
disconosca quanto riconosciuto a livello europeo
→ nella seconda parte si sottolinea l’appartenenza al Meccanismo Unico di Vigilanza o single supervisory
mechanism, il primo pilastro su cui si regge l’UBE.
L’SSM stabilisce un quadro giuridico unico perché basato sul regolamento dell’UE (ovvero il principale
strumento di unificazione del diritto)
Al suo interno si configura per la differenza tra:
• Banca Significant = banche di dimensioni, impatto e presenza sul territorio così elevata che vengono
direttamente vigilate dalla BCE
• Banche less significant = non presentando i connotati di cui sopra, sono comunque vigilate dalla BCE, che
però delega il suo potere di vigilanza alle BCN → significa che la BCE deve essere sempre comunque
informata dell’operato di queste banche = FORTE RUOLO DI CENTRALITÀ DELLA BCE

⩥ art. 6bis
Il ruolo di BI, in particolare:

1. formula alla BCE proposte per l'adozione dei provvedimenti di autorizzazione e revoca all'esercizio
dell'attività bancaria
2. fornisce alla BCE tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento dei compiti ad essa attribuiti dalle
disposizioni del MVU
3. assiste la BCE nella preparazione e attuazione degli atti relativi ai compiti di vigilanza della BCE
4. informa la BCE dell'attività di vigilanza svolta e dei procedimenti amministrativi avviati
5. esercita i poteri, non attribuiti in via esclusiva alla BCE

Non dobbiamo però ritenere che BI non assuma decisioni rilevanti = infatti svolge un ruolo propedeutico alle
decisioni della BCE, raccogliendo info ed assumendo decisioni in ottemperanza a quanto definito dalla BCE
→ se ad es. la BCE volesse delle info in merito alle banche italiane, dovrà rivolgersi alla BI
È però vero che ad oggi svolge un ruolo ≠ rispetto a quanto sancito prima dell’intro della SSM

Art. 7 / TUB → il segreto d’ufficio di BI


→ Tutte le notizie, le info e i dati in possesso della Banca d'Italia in ragione della sua attività di vigilanza
sono coperti da segreto d'ufficio anche nei confronti delle PA, a eccezione del Ministro dell'economia e delle
finanze, Presidente del CICR.
= i funzionari di BI in quanto pubblici ufficiali, sono tenuti a mantenere un comportamento riservato nei
confronti del pubblico in merito alle info in possesso.
= è escluso da questa disposizione il presidente del CICR, in virtù della sua possibilità di emanare
provvedimenti propri volti a mantenere la stabilità ed in grado di incedere sull’intero mercato

Tuttavia i funzionari di vigilanza, nell’esercizio delle loro funzioni possono trovarsi di fronte ad alcune
irregolarità commesse dalla singola banca = in questo caso hanno l’obbligo di riferirle esclusivamente al
direttorio, anche quando queste assumano veste di reato
Vengono comunicate al direttorio in quanto in primo luogo è necessario accertarsi che effettivamente
l’irregolarità si configuri come tale e se eventualmente dovesse rappresentare un reato
= in quest’ultimo caso il direttorio provvederà ad informare l’autorità giudiziaria
Inoltre sussiste l’obbligo di rivolgersi al direttorio per volontà di prevenire impatti negativi sul mercato
qualora le irregolarità ne siano in grado

Il reclamo al CICR:

I provvedimenti possono essere impugnati dalle singola banche rivolgendosi al TAR in 1° appello e al
consiglio di stato in 2° appello.
Tuttavia il TUB prevede un altro modo con cui è possibile impugnare un atto di BI
= non si tratta di un procedimento giurisdizionale, ma agiurisdizionale, cioè che non prevede la presenza di
un giudice.

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⩥Art 9
→ “Contro i provvedimenti adottati da BI è ammesso reclamo al CICR da parte di chi vi abbia interesse nel
termine di 30 gg dalla comunicazione/pubblicazione del provvedimento”
Il reclamo = particolare forme di ricorso amm.tivo, e cioè un particolare mezzo di tutela che fa si che contro
un atto di un’autorità amm.tiva ci si possa rivolgere all’autorità amministrativa gerarchicamente superiore
per avere un accertamento circa la legittimità di un determinato atto.
Tuttavia il reclamo al CICR è uno strumento poco utilizzato perché ci sono delle basse aspettative che possa
effettivamente distanziarsi dalle decisioni di BI (ricordiamo che le delibere del CICR avvengono su proposta
di delibere di BI)

⩥ art. 14 del TUB


→ si riferisce all’autorizzazione e rappresenta il punto centrale su cui si basa la configurazione del mercato
bancario = se infatti si concedono tante autorizzazioni, il mercato bancario assumerà dei connotati differenti
Da qui deriva l’importanza dei requisiti richiesti per lo svolgimento dell’attività bancaria:

I. Forma societaria:
È imposta la forma di SPA o SPA cooperativa ltd e questo perché sono le forme societarie che
garantiscono il maggiore livello di trasparenza in materia contabile, organizzativa ed operativa ed al
tempo stesso perché facilitano l’attività di vigilanza, data l’uniformità tra le diverse banche

II. Sede legale e direzione generale:


Devono entrambe risiedere in Italia e questo per delle ragioni di tassazione → se così non fosse, ci
sarebbero delle differenze dal lato dei costi, che sbarrerebbero la concorrenza alle imprese che invece
hanno sede legale in Italia = si vuole evitare gli arbitraggi normativi ed i c.d shopping fiscali

III. Capitale versato: Vedi lezione di ieri

IV. Documenti societari:


Tutte le SPA inoltre devono avere atto costitutivo (= atto in cui i sottoscrittori affermano la propria
volontà di costituire una società) uno statuto (= atto contenente le regole che disciplinano la vita
dell’impresa) e deve essere anche presente un programma concernente l’attività iniziale della banca,
scomposto in 3 parti
1) descrizione dello sviluppo dell’operatività
2) Adeguatezza patrimoniale
3) Relazione sulla Governance

Sulla base di quanto visto precedentemente ieri (mission, tolleranza e appetito al rischio, tipologie di prodotti
che si intende vendere, canali di distribuzione ecc) la redazione di questo documento è molto complessa.
È per questo che BI si propone come interlocutore prima che la domanda venga presentata allo scopo di
chiarire eventuali dubbi.
Una volta presentata la domanda, BCE e BI valutano il programma della banca costituenda in un’ottica di
sana e prudente gestione dell’intermediario e possono richiedere modifiche qualora ritenute necessarie.
Devono valutare:
• la coerenza delle info contenute e l’attendibilità delle previsioni formulate
• …
• L’adeguatezza dell’assetto organizzativo dei controlli interni
• L’adeguatezza del programma ad assicurare condizione di equilibrio patrimoniale, reddituale e finanziario.

Pur valendo l’art. 41 (libera iniziativa economica) la BCE e la BI hanno il dovere di valutare se una banca sia
idonea ad accedere al mercato bancario
Ovviamente la discrezionalità della PA (BCE e BI) deve essere volta ad una verifica seria ed oggettiva, da cui
il diritto di libera intrapresa economica potrebbe essere limitato, a causa del mancato rispetto del principio di
sana e prudente gestione
↳Art. 5 c.1 del TUB
definisce previamente che la vigilanza del soggetto pubblico sulla banca si articolerà su
1) sana e prudente gestione della banca
2) stabilità complessiva del sistema finanziario
3) efficienza del sistema finanziario
4) competitività del sistema finanziario
5) compliance in materia creditizia
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La sana e prudente gestione è il 1° principio → si ritiene che una banca sia gestita in maniera sana e prudente
quando sa gestire efficacemente e consapevolmente i rischi che si assume di modo da essere in grado di farvi
fronte
Ciò ci permette di introdurre la grande tematica della Vigilanza:
Il TUB declina l’art. 5 riferito in generale alla vigilanza bancaria in una tipologia di vigilanze che hanno
natura diversa
1) Informativa (art 51-51ter)
2) Regolamentare
3) Ispettiva

La vigilanza informativa:
Per vigilanza informativa si intende l’esercizio di una funzione pubblica al quale è attribuito il poter di
richiedere alla banche tutte le informazioni che BI ritiene importanti per poter vigilare.
⩥Art. 51
“Le banche inviano alla Banca d’Italia […] le segnalazioni periodiche, ogni altro dato e documento
richiesto ed anche i bilanci con le modalità e nei termini stabiliti dalla Banca d’Italia.”

Le info richieste devono essere obbligatoriamente trasmesse secondo le modalità stabilite


Ciò significa che BI stabilisce dei format all’interno dei quali le banche private dovranno inserire le info
richieste → si persegue l’obiettivo della standardizzazione, il cui scopo annesso è quello di facilitare il
controllo e poter effettuare dei confronti
Inoltre al c.1bis si afferma che BI sia particolarmente interessata
“a ricevere delle info relative alle società di revisione dei conti che operano presso le banche”
Le società di revisione hanno il compito di revisionare i bilanci delle SPA, ed il motivo per cui il legislatore è
interessato ai documenti ad esse connesse risiede nel fatto che nella revisione dei bilanci le SDR entrano in
contatto con numerose info, talvolta cruciali per lo svolgimento dell’att. di vigilanza
⩥Art. 51 c.1 bis
“Le banche comunicano alla Banca d'Italia:
a) la nomina e la mancata nomina del soggetto incaricato della revisione legale dei conti;
b) le dimissioni del soggetto incaricato della revisione legale dei conti;
c) la risoluzione consensuale del mandato;
d) la revoca dell'incarico di revisione legale dei conti, fornendo adeguate spiegazioni in ordine alle ragioni
che l'hanno determinata.”

Si tratta quindi di un processo informativo che non coinvolge solo le banche

→ BI nell’esercizio della vigilanza informativa cerca info non solo alle banche e ciò si sottolinea ancora all’
⩥ art. 52
c.1:
“Il collegio sindacale informa senza indugio la Banca d'Italia di tutti gli atti o i fatti, di cui venga a
conoscenza nell'esercizio dei propri compiti, che possano costituire una irregolarità nella gestione delle
banche o una violazione delle norme disciplinanti l'attività bancaria”
→ l’organo della vigilanza interno della società viene proiettato nell’ottica del supervisore dovendo
necessariamente comunicare irregolarità alla BI → in questo modo BI entra quindi in possesso di info da
organi che lavorano all’interno delle banche stesse
c.2
“Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti comunica senza indugio alla Banca d'Italia gli atti o i
fatti, rilevati nello svolgimento dell'incarico, che possano costituire una grave violazione delle norme
disciplinanti l'attività bancaria ovvero che possano pregiudicare la continuità dell'impresa o comportare un
giudizio negativo, un giudizio con rilievi o una dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio sul
bilancio.”

Come possiamo leggere, BI assoggetta alla vigilanza informativa anche i fatti (oltre agli atti), e questo per
vigilare sui comportamenti, in virtù del fatto che potrebbero arrecare un danno all’intero mercato.
Dato l’interesse dell’autorità di vigilanza circa info provenienti da canali alternativi rispetto alla banche in sé,
il TUB ha introdotto agli articoli 52 bis e 52 ter un sistema che permette alle banche ma anche a BI di
assumere delle info mediante il personale, instaurando dunque un canale diretto

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⩥ art. 52 ter
→ prevede un meccanismo di segnalazione mediante il quale il personale può rivolgersi direttamente a BI
(canale diretto) per segnalazioni che si riferiscono a violazione di norme riguardanti il titolo II e III nonché
atti dell’UE direttamente applicabili nelle stesse materie.
= si parla della c.d attività di whistle blowing e rappresenta un metodo con cui l’autorità di vigilanza assume
info altrimenti inaccessibili dai soggetti che lavorano presso le banche
Tale attività però assume rilievo all’interno della banca stessa, tanto è vero che l’↓

⩥ art. 52 bis
“Le banche adottano procedure specifiche per la segnalazione al proprio interno da parte del personale di
atti o fatti che possano costituire una violazione delle norme disciplinanti l'attività bancaria”

Come è comprensibile, nessuno segnala se non vi è un’adeguata tutela alla riservatezza del soggetto
segnalatore, ma al tempo stesso anche del soggetto segnalato, motivo per il quale l’articolo segue dicendo
che:
“Le procedure di cui al comma 1 sono idonee a:
a) garantire la riservatezza dei dati personali del segnalante e del presunto responsabile della violazione
(→ si vuole garantire anche la riservatezza del segnalato perché comunque sia la violazione dovrà essere
accertata)

b) tutelare adeguatamente il soggetto segnalante contro condotte ritorsive, discriminatorie o comunque sleali
conseguenti la segnalazione”
È per questo che le banche devono assicurare per la segnalazione un canale interno specifico (destinato alla
segnalazione), indipendente e autonomo.
La segnalazione è una pratica che viene utilizzata molto frequentemente all’interno degli ordinamenti di
Common Law.

Vigilanza ispettiva:

⩥ art. 54 → re-introduce il concetto della vigilanza ispettiva:


Ispezione = Atto di accertamento con il quale l’ADV verifica l’esistenza di una determinata situazione
all’interno della banca
Più precisamente l’ispezione è un atto di accertamento a contenuto imperativo, cioè posto in essere anche
contro la volontà del destinatario
Quindi le ispezioni sono pratiche svolte indipendentemente dalla volontà della banca di collaborare con gli
ispettori → funzionari di BI nei confronti dei quali vi è l’obbligo di collaborazione e di esposizione dei
documenti bancari.

Le ispezioni sono oggi poste in essere (sopratutto per le Significant Banks) mediante le nuove disposizioni
emanate dalla BCE:
per regolare l’attività ispettiva, la BCE emana delle linee guida che disciplinano passo per passo
l’espletamento dell’ispezione all’interno del soggetto vigilato
↳ dal momento che ci stiamo riferendo in questo caso alle SB, il processo ispettivo sarà necessariamente più
complicato
= prevede la presenza dei gruppi di vigilanza congiunta, vale a dire dei gruppi di lavoro formati dal personale
della BCE o dal personale di BI.

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LEZIONE 8/3
Come abbiamo visto nella lezione precedente, l’autorizzazione può essere considerata come un architrave su
cui si poggia l’ingresso di una banca sul mercato, è necessario adesso focalizzarci sull’articolo 5, poiché
questo rappresenta il punto di partenza da cui si dipana la normativa nazionale ed europea di vigilanza
Art 5 “finalità e destinatario della vigilanza”

definisce previamente che la vigilanza del soggetto pubblico sulla banca si articolerà su
1) sana e prudente gestione della banca
2) stabilità complessiva del sistema finanziario
3) efficienza del sistema finanziario
4) competitività del sistema finanziario
5) compliance in materia creditizia, e cioè l’osservanza delle norme che regolano il mercato bancario.

1) → principio diretto al soggetto vigilato


Per gestione sana di una SPA, l’interpretazione più diffusa ritiene che questa coincida con bilanci positivi e
con il rispetto della legislazione nazionale ed europea, dunque una gestione corretta sotto un profilo contabile
ed amministrativo
Per gestione prudente invece si intende che la banca non debba assumersi dei rischi più grandi rispetto a
quanto concesso dalla propria struttura
→ il rischio è parte integrante della vita di un’impresa, poiché intrinseco al mercato, ma sopratutto per i
soggetti di vertice nella gestione della banca risulta fondamentale conoscere i tipi di rischio a cui ci si
espone, cosi da riuscire a ponderarle e se valutate coerenti con la propria dimensione assumerli, altrimenti no

Si tratta di una tematica molto importante, sottolineata più volte dall’EBA, ed invitando i gestori di una
banca ad avere una forte cultura del rischio → se la banca possiede questa cultura, è più verosimile che
metta in atto una gestione prudente, riducendo al minimo la possibilità che la stabilità della banca e del
mercato venga pregiudicata.

Ad eccezione del primo e dell’ultimo principio, gli altri sono tutti riferiti al sistema finanziario.
Qual è quindi il ruolo del soggetto vigilato circa la stabilità, l’efficienza e la competitiva del sistema
finanziario nel suo complesso?
In linea generale la singola banca può contribuire alla stabilità del mercato mediante la propria stabilità, può
rendere efficiente un mercato dimostrandosi sana, e può partecipare alla competitività del mercato nel suo
competitivo rispettando la normativa antitrust e non adottando pratiche vietate

All’art. 5 quindi troviamo una sintesi di molti principi che la vigilanza cerca di raggiungere attraverso l’aiuto
delle banche
l’art. 5 nella sua generalità e nella sua difficoltà di composizione è il 1° tentativo di enucleare un fondamento
su cui basare la tripartizione della vigilanza bancaria, che comunque sia nella realtà sono connesse tra di loro
→ la vigilanza si basa sul recepimento di informazioni che, mediante un meccanismo circolare vengono
restituite alle banche, che poi verranno sottoposte ad ispezione con lo scopo di verificare se abbiano eseguito
correttamente la vigilanza informativa e quella regolamentare.

1) La vigilanza informativa prende avvio all’art. 51, trovando poi specificazioni al 52, 52bis e 52ter.
Come abbiamo analizzato, l’art. 51 lascia ampio potere discrezionale circa la possibilità di acquisire
info dalle banche → consente a BI di entrare in possesso di un grandissimo quantitativo di info, sia a
livello di organi interni che esterni.
L’art 51 si focalizza anche sulla metodologia di richiesta delle info (modalità e termini) allo scopo di
standardizzare le info ricevibili, consentendo così di effettuare un raffronto.
Uno degli strumenti con cui BI richiede info è la c.d matrice dei conti:
è un format che periodicamente le banche nazionali devono compilare con riferimento a 4 punti ritenuti
fondamentali
1) dati statistici
2) Bilancio
3) Info relative al patrimonio di vigilanza
4) Centri prudenziali di rischio di credito

Si tratta di uno strumento digitale che richiede personale qualificato per la sua complicazione, in grado
di compilarlo nella maniera opportuna e nei termini stabiliti.

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Un ulteriore strumento digitale mediante cui BI assume info, è la c.d. centrale rischi:
si tratta di un database che registra la storia creditizia dei singoli clienti e che si configura come un
insieme di info relative ad essi
→ nello specifico i clienti sono segnalati dalle banche alla BI per mezzo della centrale rischi quando il
cliente non sia in grado di restituire un finanziamento ricevuto.
La soglia oltre la quale il cliente viene segnalato è 30.000€, mentre per i creditori della banca in grande
difficoltà (creditori in sofferenza) questi sono segnalati appena superano la soglia dei 250€
Nello svolgimento di questa attività informativa, un grande ruolo è svolto dalla banca stessa che,
conoscendo i clienti, dovrà “tarare” le sue valutazioni.

La centrare rischi consente a BI di conoscere i clienti in difficoltà e di conseguenza garantire la stabilità


del mercato restituendo queste informazioni al mercato bancario, così che le banche possano essere
consapevoli delle possibili problematiche dei creditori in sofferenza e dunque valutare il merito
creditizio delle controparti con cui entrano in contatto
La centrale rischi consente inoltre alle banche di effettuare delle valutazioni sui finanziamenti concessi,
e dunque consentire delle modifiche in grado di migliorare l’attività di finanziamento stessa

C’è però da ricordare che il cliente ha il diritto alla massima riservatezza circa i dati trasmessi, ed ha il
diritto di verificare che i dati trasferiti alla centrale rischi siano corretti; hanno inoltre diritto di essere
informato di fronte alla prima segnalazione di credito in sofferenza, così da poter estinguere il prestito al
più presto.

Di fronte alla segnalazione di un cliente alla C.R, questi può attivare un reclamo
→ segnalazione che il cliente può inoltrare all’ufficio reclami della propria banca, ed a cui la banca è
tenuta a rispondere entro 60 gg, al termine dei quali il cliente potrà
1) condividere la risposta della banca
2) non condividere la risposta della banca
3) non ottenere risposta
In questa ultima situazione il cliente può adire la via giudiziaria intentando una causa contro la banca,
oppure presentare un ricorso all’arbitro bancario finanziario = organo collegiale agiurisdizionale che
risponde al cliente attivando una procedura alternativa di risoluzione delle controversie
In casi più rari il cliente può inviare un esposto direttamente a BI, richiedendo una revisione circa
l’inserimento nella centrale rischi.

l’ articolo 52:
Si riferisce all’obbligo, in capo al collegio sindacale ed al soggetto incaricato della revisione legale dei
conti, di informare senza indugio la BI circa atti o fatti che costituiscano irregolarità od una grave
violazione delle norme disciplinanti l’attività bancaria o ancora idonei a comportare un giudizio
negativo circa la situazione contabile
Due organi che operano all’interno della banca assumono così un ruolo ausiliario a BI, permettendo a
quest’ultima di acquisire delle info aggiuntive, e ciò al fine di garantire la sana e prudente gestione della
banca ed il mantenimento della stabilità del mercato.

L’art. 52bis stabilisce che le banche devono adottare dei canali specifici per ricevere e processare le
segnalazioni che il proprio personale ha relativamente ad atti o fatti che possano costituire una
violazione delle norme che disciplinano l’attività bancaria (whistle blowing) → la segnalazione è un
atto molto delicato, poiché potrebbe esporre il segnalatore a delle problematiche.

L’art. 53ter riguarda invece la possibilità per la BI di ricevere delle segnalazione da parte dei dipendenti
in merito violazioni da parte della banca stessa
= il personale della banca baipassa la propria banca e si rivolge direttamente a BI, sempre mediante dei
canali riservati che permettono al segnalatore di essere tutelato
NB = le segnalazioni sottolineano l’importanza delle informazioni per la BCE e per BI:
più informazioni hanno gli organi di vigilanza maggiore è la possibilità di monitorare in tempo reale le
banche

22



































Ora, il controllo è l’esercizio di una funzione pubblica di verifica di una determinata situazione in un
certo momento storico
La vigilanza è invece l’esercizio di una funzione pubblica condotta costantemente che si attua nel
controllo quotidiano della vita delle banche → motivo per il quale le info devono essere inviate “senza
indugio”
Sotto questo profilo la vigilanza informativa è un serbatoio di dati per le ADV: una parte di essi
vengono rielaborati dalla BI e dalla BCE e prendono la forma di regolamento di vigilanza (art. 53 TUB)
→ le info raccolte tornano al mercato bancario sotto forma di regolamenti = circolarità del processo di
vigilanza

2) Passando alla vigilanza ispettiva, questa viene esercita su tutte le banche poiché periodicamente le ADV
mandano dei propri ispettori.
Tuttavia possiamo distinguere tra ispezioni ordinarie (periodiche) oppure straordinarie
Inoltre, per le significant banks, c’è da ricordare che le ispezioni sono realizzate a seguito di una
decisione della BCE ed il cui procedimento è disciplinato dalle linee guida del settembre 2018 emanate
dalla BCE
A tal riguardo l’attività ispettiva si realizza in 2 modalità
• ispezioni offsite = a distanza

• ispezioni onsite = in loco


= partono da una decisione del supervisory board della BCE (il consiglio di sorveglianza) che dispone
che la Signficant Bank sia ispezionata da un organismo → il gruppo di vigilanza congiunto (JST),
ovvero un insieme di persone che provengono dalla BCE e dalle BNC e che vengono presieduta da un
coordinatore
In questo caso le ispezioni avvengono nei locali della banca sono assoggettate ad uno specifico
procedimento che si articola in alcuni step
a) notifica della BCE circa l’ispezione nei confronti della banca
b) fase di indagine = incontro tra la banca ed il JST incaricato dell’ispezione

Le tecniche di indagine:
Può richiedere l’accesso a tutte le info ritenute opportune secondo modalità adeguate, per valutare se le
info in possesso della BCE sia fondate
Può indire dei colloqui mirati, interpellando specifici dipendenti, ad collegati all’oggetto dell’ispezione
Può osservare come lavora una certa area di business all’interno della banca
Può fare delle verifiche a campione su contratti od operazioni poste in essere
Può eseguire dei test sulla performance della banca e sui modelli aziendali posti in essere all’intento della
banca

Mediante queste tecniche la BCE ottiene un grande quantatitvo di info, che vengono poi concretizzate nel
C.D rapporto ispettivo → documento contenente tutte le informazioni relative all’ispezione
Al termine dell’ispezione avremo un esito da parte della BCE che può concretizzarsi nelle c.d
raccomandazioni rivolte alla banca
= è una indicazione volte a rimediare ad alcune irregolarità od errori riscontrati. A seguito delle
raccomandazioni, la BCE ha poi la possibilità di richiedere un riscontro con cui valutare come la banca
abbia modificato laddove fosse stato indicato

Le ispezioni poi, ai sensi della circolare 269 del 2008, possono riguardare
- Tutta l’att. svolta dalla banca = ispezioni a spettro esteso
- Alcuni comparti o aree di rischio = ispezioni mirate
- Alcuni aspetti specifici volti ad incidere sulla stabilità del sistema creditizio = ispezioni tematiche

23



























3) La 3ª forma di vigilanza restituisce al sistema creditizio tutte le info raccolte da vigilanza ispettiva ed
informativa mediante lo strumento giuridico del regolamento di BI
= atto amm.tivo a carattere imperativo con cui si impone alle banche di adempiere alle disposizioni in
esse contenute.
A tal riguardo citiamo l’art. 53 c., in base al quale la BI emana disposizioni di carattere generale aventi
ad oggetto

A. l’adeguatezza patrimoniale = richiama l’art. 14 (capitale sufficiente ed interamente versato),


ragionando però su banche che già fanno parte del mercato;

Considerare l’adeguatezza patrimoniale implica un procedimento di valutazione discrezionale da parte di


BI relativamente al fatto se il quantum che la Banca possiede in un certo momento storico sia adeguato,
ovvero funzionale al mantenimento della stabilità della banca ed alla tutela dei risparmiatori.
= mediante il regolamento BI valuta se vi sia coerenza tra attività svolta e patrimonio sottostante
→ es. se la banca decide di aprire 10 nuove filiali, sarà necessario avere a disposizione il patrimonio
necessario ad affrontare i rischi connessi a questa decisione
Tuttavia nel TUB non è presente una definizione puntuale di adeguatezza, lasciando ampio margine a BI

B. Le modalità di contenimento delle diverse tipologie di rischio che le banche si possono assumere:

• Rischio di credito = un soggetto pubblico dice ad un soggetto privato come contenere ed affrontare il
rischio di credito, e cioè quel rischio che si materializza quando il creditore è inadempiente
• Rischio di mercato = i regolamenti disciplinato il modo in cui le banche devono affrontare eventuali
perdite di operatività su determinati prodotti

• Rischio operativo = i regolamenti disciplinano anche la percentuale di rischi che le banche si possono
assumere in relazione a cause interne (es. sistemi informativi, modelli di business obsoleti)

→ i rischi che assume un imprenditore bancario sono sottoposti a valutazione.

C. Le partecipazioni detenibili
la disciplina secondaria contenuta nel regolamento stabilisce la percentuale ed i settori in cui la banca
può assumere partecipazioni → lo stato ha quindi il potere di limitare l’autonomia bancaria anche in
questo ambito, e nel dettaglio sono viste con favore le partecipazioni in altre banche o intermediari;
Più cautela è invece riposta verso le partecipazioni in imprese industriali
→ il motivo risiede nella volontà di evitare che, mediante la partecipazione, la banca sia esposta al
rischio di fallimento dell’impresa industriale

D. Governo societario, organizzazione amministrativa e contabile della banca, controlli interni, sistemi di
remunerazione ed incentivazione, informativa che le banche rendono al pubblico di questi elementi

Per governo societario si intende l’insieme degli organi interni alla banca che conducono la vita della
banca nel suo operato (CDA, organi di controllo, collegio sindacale ecc)
i controlli interni = meccanismi posti a controllo quotidiano dell’andamento della banca
Inoltre sia EBA e BCE intervengono per disciplinare la regole di incentivazione del personale
→ le banche, come tutte le imprese, hanno interesse a trattenere le migliori figure professionali presenti
sul mercato, ed uno degli strumenti più utilizzati è proprio quello della remunerazione.
A tal riguardo, la banca ha una propria autonomia, ma le regole generali in questo ambito sono definite
dalle norme primarie e secondarie
= il pubblico potere disciplina con regolamenti a carattere generale l’organizzazione interna ed il
funzionamento delle singole banche

Si capisce quindi che la regolazione normativa sul mercato bancario e finanziario è molto pervasiva
dell’attività economica privata, motivo per il quale molti giuristi hanno sollecitato il legislatore relativamente
al pericolo di over-regulation = regolamentazione che sia così pesante da risultare a tratti troppo invasiva
per una società che sta sul mercato, che in più occasioni hanno la necessità di muoversi sul mercato

24
































Lezione 10/3

Abbiamo descritto la vigilanza informativa, ispettiva, e ci siamo soffermati sull’art. 53 c.1 che introduce un
sistema di regolamentazione molto penetrante sotto 2 ordini di profilo
- giuridico = la vig. reg. è esercitata per mezzo di un regolamento, cioè un atto amm.tivo secondario volto a
dare attuazione alla normativa primaria
- Contenutistico = stabilisce quali siano gli ambiti di intervento del regolamento amm.tivo di BI.
l’art. 53 unito ai 51-52-53 definisce una ragnatela regolatori volta a disciplinare nei minimi dettagli
l’operatività bancaria.
A conferma di quanto appena detto, al 53bis abbiamo inoltre enunciati i poteri di intervento di BI
→ la BI […] può in aggiunta a queste 3 forme di vigilanza esercitare altro potere di intervento
1. La Banca d'Italia può convocare gli amministratori, i sindaci e il personale delle banche
il potere di convocazione è il potere di audire presso la propria sede i soggetti che partecipano
attivamente alla vita di una banca

I poteri di intervento:
Si tratta di poteri che BI può esercitare in tutte le situazioni che ritiene opportune

Lett. a
nonostante quanto previsto dagli articoli precedenti, BI può attivare il c.d potere di convocazione:
si tratta di un potere pubblico esercitato da un organo dello stato nei confronti di un soggetto privato ed ha il
fine di chiamare davanti a se personalmente un determinato soggetto con lo scopo di verificare una certa
situazione o acquisire delle info.
I soggetti che possono essere convocati sono
- singoli amministratori delle banche = membri di un organo amm.tivo
- i sindaci del collegio sindacale = membri dell’organo di controllo
- il personale

Lett. b
Qualora BI avesse tutte le info a propria disposizione e non ritenga necessaria l’audizione, può sostituirsi alle
decisioni di una banca privata stessa ed ordinare la convocazione degli organi collegiali delle banche,
fissandone l’ordine del giorno e l’assunzione di determinate deliberazioni
→ l’organo pubblico agisce al posto della banca ad esempio in situazioni nella quali siano già state
commesse delle contravvenzioni alle disposizioni normative

Lett. c
Qualora la banca decida di non ottemperare all’obbligo di BI, opponendo resistenza o cercando di dilatare
nel tempo la convocazione dell’organo collegiale, in questo caso la BI procede direttamente alla
convocazione degli organi collegiali.
BI ove la situazione lo richieda, (secondo la discrezionalità di BI stessa), può emanare provvedimenti
specifici nei confronti di una o più banche o riguardanti l’interno sistema bancario, nell’ambito della
restrizione dell’attività e della struttura territoriale della banca oppure il divieto di distribuire utili.

= es. BI può decidere la chiusura di tutte le filiali in una città → si tratta di un provvedimento in grado di
incidere sull’attività ma anche sulla reputazione della banca
= es. non distribuire utili = è una misura molto grave per gli azionisti della banca e che anche in questo caso
rappresenta una misura molto penetrante.

Infine al 53bis c.2 è stabilito che BI può, qualora, la loro permanenza in carica sia di pregiudizio per la sana e
prudente gestione della banca, disporre la rimozione di uno o più esponenti aziendali, vale a dire soggetti
che partecipano attivamente alla pianificazione strategica ed alla gestione concreta della banca
→ si tratta anche in questo caso di un segnale molto forte nei confronti del mercato

Tutto quello che abbiamo detto finora va ricollegato all’art. 14


= autorizzazione, cioè il provvedimento volto a rimuovere un ostacolo all’esercizio di un diritto
il diritto è quello dell’art. 41, e gli ostacoli sono i requisiti:
Forma societaria, coincidenza in Italia di sede legale ed amministrazione centrale, quantum di capitale e
programma iniziale di attività

25




















Ora, questi requisiti così come definiti, sono requisiti sicuramente importanti per garantire una sana e
prudente gestione della banca, ma non vengono ritenuti sufficienti → il TUB ne aggiunge altri

lett. d
= i titolari delle quote azionarie della banca che superano il 10% devono possedere alcuni requisiti
fondamentali
→ si tratta dei partecipanti rilevanti al capitale = con la partecipazione ed il voto ad essa collegato sono in
grado di influenzare/dirigere l’azione della banca; per questo motivo, il TUB, mediante il decreto
ministeriale 144 / 1998 impone al partecipante rilevante il possesso di alcuni requisiti, con lo scopo di
fotografare non solo chi possiede sopra il 10%, ma anche quelli sopra il 5%
Tutti questi soggetti devono:
1) non essere stati sottoposti a misure di prevenzione disposte dall’autorità giudiziari per motivi mafiosi,
2) Il soggetto non deve essere stato condannato a pena detentiva di durata superiore a 6 mesi per i reati
inerenti attività bancaria, attività finanziaria, attività mobiliare, attività assicurativa nonché con
riferimento a mercati e strumenti mobiliari
3) non deve essere stato condannato alla reclusione per fallimento, un delitto contro la PA, la fede
pubblica, il patrimonio, l’economia pubblica e l’ordine pubblico
4) non deve essere stato condannato alla reclusione per qualsiasi altro reato non colposo

Si tratta di requisiti di onorabilità = requisiti che riguardano la sfera personale e professionale della
persona, e che si concretizzano nell’assenza nella propria fedina penale di reati che possono essere ricondotti
ad una di queste fattispecie.
I partecipanti al capitale sono disciplinati anche all’art. 25 del TUB → stabilisce che i titolari di
partecipazioni rilevanti devono presentare dei requisiti di onorabilità, ma il MEF oltre ad essi richiede che
tali soggetti seguano criteri di competenza e correttezza

→ Con riferimento all’onorabilità, il motivo per cui vi è un tale interesse a vigilare sui partecipanti al
capitale è dato dal fatto che la Banca è un veicolo che potrebbe essere utilizzato in modo illecito per
effettuare delle operazioni di riciclaggio = per questo si sottolinea la necessità di una fedina penale pulita

→ i requisiti di competenza si riferiscono alla conoscenza del settore, e sono funzionali ad evitare
che l’azionista, con le sue decisioni in assemblea, arrechi danno alla banca od al settore.

→ i requisiti di correttezza si riferiscono alle relazioni d’affari del titolare della partecipazione, alle
condotte che ha tenuto nei confronti delle ADV ed alle sanzioni eventualmente erogate, e al fatto che non sia
stato oggetto di provvedimenti restrittivi in relazione alla propria attività professionale, nonché ogni altro
elemento capace di incidere sulla correttezza del partecipante.
La correttezza è quindi un terzo elemento che che rafforza il criterio dell’onorabilità, perché prende in
considerazione come il partecipante si è posto nelle sue relazioni professionali e nei confronti delle ADV.

Questi requisiti aggiuntivi hanno lo scopo di fornire maggiore fiducia alle ADV circa le attività di una banca

lett. e:
→ l’autorizzazione è rilasciata quando i soggetti che svolgono attività di amm.zione, direzione e controllo
della banca siano idonei ai sensi dell’art. 26 → ci si riferisce all’idoneità per lo svolgimento dell’incarico,
che si concretizza nel rispetto di alcuni principi stabiliti dalla BCE, dalla BI e dal MEF.
A tal riguardo, l’art. 26 stabilisce che gli esponenti devono possedere requisiti di professionalità, onorabilità
e indipendenza, soddisfare criteri di competenza e correttezza, dedicare il tempo necessario all'efficace
espletamento dell'incarico, in modo da garantire la sana e prudente gestione della banca.

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con un decreto del 2020, adottato sentito il parere della Banca
d'Italia, ha riformulato i requisiti che gli esponenti aziendali devono possedere, stabilendo che non possano
accedere a tali posizioni coloro che:

a) si trovano in stato di interdizione legale


b) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva a pena detentiva per reati in materia societaria,
fallimentare, bancaria ed assicurativa
c) siano stati condannati per delitti contro la PA
d) siano stati condannati ai sensi della normativa antimafia
Anche per gli esponenti bancari, quello che rileva per il legislatore è la fedina penale pulita

26





in aggiunta, gli esponenti aziendali soddisfano criteri di correttezza nelle condotte professionali (anche
pregresse) ed in particolare
“non devono essere stati sottoposti a sanzioni amm.tive per violazione della normativa in materia societaria,
finanziaria, assicurativa o antiriciclaggio oppure essere stati sottoposti a provvedimenti che ne hanno
determinato la decadenza.”

L’onorabilità è un requisito che deve essere mantenuto nel corso del tempo, ed oltre a questo, per gli
esponenti bancari, sono richiesti 2 requisiti:

• professionalità = insieme alla competenza, rappresenta il requisito di experience → per gli esponenti
bancari il principio della professionalità viene declinato sotto il profilo delle pregresse esperienze
lavorative: è un requisito che si deve dimostrare di aver acquisito sul campo

per questo l’art. 7 del decreto ministeriale, prevede che gli amministratori del CDA devono aver esercitato
per almeno 3 anni attività di amministrazione e controllo in imprese del settore creditizio oppure in società
quotata
Gli amministratori indipendenti, a cui non vengono attribuiti poteri esecutivi, ricavano la loro
professionalità dal fatto di aver svolto almeno per 3 anni att. professionali in materie collegate al settore
creditizio, o abbiano svolto il ruolo di professore universitario in materie economico-giuridiche o abbiano
ricoperto funzione di vertice in enti pubblici o PA.
Per il presidente del CDA è richiesto che l’esperienza sia almeno di 5 anni

• Indipendenza
La BCE, nel documento guida di verifica di idoneità degli esponenti aziendali, dispone che i componenti
del CDA posseggano anche un requisito di indipendenza, richiamato all’art. 13 del decreto ministeriale
→ per la BCE, si considera indipendente l’amministratore quando non ricorra alcuna delle seguenti
situazioni:
- non è collegato in maniera personale o familiare al presidente, ai responsabili di funzioni aziendali, non è
un partecipante della banca e non abbia ricoperto presso un partecipante della banca degli incarichi
- se non è titolare di cariche politiche a livello europeo, nazionale o regionale

Tutti i consiglieri di amministrazione (con potere amministrativo o meno) devono possedere inoltre
indipendenza di giudizio (definite anche competenze comportamentali), di modo da esprimere con
coraggio, convinzione e forza le proprie idee, contestare le decisioni degli altri e partecipare al dibattito.
= Il regolatore europeo, così come quello italiano, valuta il meccanismo di formazione della decisione
all’interno del CDA, con lo scopo di evitare che si manifesti il c.d pensiero unico
→ es. si vuole evitare che una proposta del manager sia approvata senza dibattito, e questo perché il
dibattito favorisce lo scambio di opinioni e l’ottenimento di una decisione frutto di più punti di vista.

Il legislatore inoltre vuole inoltre che sia garantito il time commitment → ciascun esponente deve dedicare
tempo adeguato allo svolgimento dell’incarico, ed all’atto della nomina ha l’obbligo di riferire gli incarichi
che ricopre presso altre imprese
La BCE si preoccupa che l’organo di amministrazione possa dedicare il tempo sufficiente all’esercizio
delle sue funzioni all’interno dell’organo = è per questo che il time committment si articola nella
disponibilità di tempo e nel limite degli incarichi che i consiglieri di amministrazione possono assumere.

Inoltre ai requisiti in capo ai singoli membri del CDA, la BCE si occupa anche dell’organo nel suo
complesso = principio dell’idoneità complessiva dell’organo di amministrazione
→ il CDA, nel suo insieme, deve possedere tutte le competenze e le esperienze adeguate per comprendere
l’attività bancaria e conoscerne i principali rischi, tra cui rientrano quelli climatici ed ambientali (→ questo
perché tale rischio viene ritenuto uno dei principali rischi sistematici ai quali il mercato bancario può
essere esposto)

Accanto al controllo esterno alla banca, gli organi di amministrazione e controllo valutano inoltre
l’idoneità e l’adeguatezza complessiva dell’organo = la banca stessa controlla in continuità se i requisiti
siano mantenuti
È per questo che ogni banca ha elaborato al suo interno il c.d piano di successione, uno strumento che, nel
caso in cui i requisiti di uno dei partecipanti dovessero venir meno, prevede la sostituzione dello stesso con
un soggetto più opportuno → si vuole trasmettere al mercato un’immagine di stabilità

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I CDA possono disporre al loro interno dei comitati, cioè dei gruppi di lavoro che affrontano determinate
tematiche, pur dovendo sottostare al parere del CDA medesimo.

Tra i comitati più importanti abbiamo il comitato rischi (il cui compito è la definizione del c.d RAF = risk
appetite framwork), il comitato nomine (propone al CDA le nomine all’interno della banca) il comitato
remunerazioni ed il comitato parti correlate (studia le interrelazioni tra la banca e le società collegate)

l’art. 14 dispone un ultimo requisito


= l’autorizzazione è rilasciata quando non sussistano tra la banca ed il gruppo a cui la banca appartiene i c.d
close links → stretti legami che ostacolino l’effettivo esercizio delle funzioni di vigilanza da parte delle ADV

per l’ADV deve essere chiara la struttura partecipativa a cui appartiene una banca, e questo per assicurare
una maggiore trasparenza e per vigilare più facilmente sulla capogruppo
c.2
si stabilisce che una volta superati i requisiti l’autorizzazione sia rilasciata dalla BCE su proposta di BI.
È negata dalla BCE quando dalla verifica delle condizioni indicate non risulti garantita la sana e prudente
gestione = il TUB ed il SSM concede la possibilità di non rilasciare l’autorizzazione anche quando siano
soddisfatti tutti i requisiti.
Si tratta quindi di porre in capo ad un organo di vigilanza un potere discrezionale enorme, e ciò suggerisce il
timore degli organi pubblici che non sia garantita la stabilità, concretizzato dalla volontà di ostacolare
l’accesso al mercato di iniziative imprenditoriali “temerarie”

28




LEZIONE 7 – 16/03
La disciplina europea è inglobata nella normativa del TUB.
Per esempio, alcuni requisiti fondamentali per il rilascio dell’autorizzazione sono di derivazione europea:
- Impianto generale articolo 14
- Requisiti richiesti agli esponenti e ai partecipanti della banca

A tal riguardo ci soffermiamo sul comma 3.bis dell’art. 14, che disciplina la revoca dell’attività bancaria:
→ la revoca è un provvedimento con cui si ritira un atto dall’ordinamento giuridico.
⩥ 3-bis.
La revoca dell’autorizzazione è disposta dalla BCE, sentita la Banca d’Italia o su proposta di questa,
quando sussiste una o più delle seguenti condizioni:
a) sono venute meno i requisiti necessari all’autorizzazione;
b) l’autorizzazione è stata ottenuta presentando false dichiarazioni;
c) è accertata l’interruzione dell’attività bancaria per un periodo continuativo superiore a sei mesi (→ la
banca pur essendo stata autorizzata non ha mai iniziato a operare o, durante gli anni, ha avuto un buco
operativo di sei mesi.)

La revoca è un provvedimento molto grave → la banca è già operativa, ha i suoi clienti, dipendenti, azionisti,
investitori e filiali, motivo per il quale la ragione sottostante all’assunzione di questa decisione risiede nella
volontà di garantire la stabilità del sistema ed al tempo stesso il singolo correntista

Non è detto che tutte le banche che operino sul mercato siano effettivamente autorizzate dalla BCE: si tratta
delle “banche di fatto” → un imprenditore apre una sede e da una ragione sociale ingannevole per i
depositanti e, dopo un certo numero di anni, dietro sollecitazione, reclami o esposti a BI scatta il
provvedimento di vigilanza e si viene a scoprire la mancanza dell’autorizzazione
Il problema non risiede molto nell’iniziativa fraudolenta, quanto nella difficoltà della restituzione, che incide:
- nel piccolo risparmiatore, che non vedrà più restituirsi i propri risparmi
- sulla stabilità del sistema bancario.

Per questo l’art. 13 del TUB impone che tutte le banche autorizzate (italiane o succursali di banche extra UE
ed UE) siano iscritte in un apposito albo tenuto dalla BI:
L’albo è un pubblico registro che svolge funzione conoscitiva nei confronti del pubblico e l’iscrizione è un
atto dovuto al momento dell’autorizzazione della Bce.
Funge anche da garanzia per il risparmiatore, che potrà verificare se il numero di autorizzazione relativo alla
propria banca corrisponde a una autorizzazione effettivamente rilasciata da BCE.

La tematica della clientela delle banche poggia sull’articolo 10 del TUB che riassume che cosa è l’attività
bancaria:1.
1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono l’attività bancaria. Essa ha
carattere d’impresa.
→ l’esercizio congiunto impone un vincolo funzionale, per cui è presente una logica intrinseca, per la
quale tutto il risparmio assunto sotto forma di depositi deve essere restituito mediante l’erogazione di
crediti. La banca è obbligata alla restituzione dei fondi acquisiti nel momento in cui il depositante li
richiede.

2. L’esercizio dell’attività bancaria è riservato alle banche → riserva di attività

3. Le banche esercitano, oltre all’attività bancaria, ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina
propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali. Sono salve le riserve di attività previste dalla
legge → (comma introdotto dalla seconda direttiva europea)

È consentito, inoltre lo svolgimento di ogni attività:


Connessa → servizi in più che banca offre e che permettono di creare una relazione con la clientela,
secondo la logica imprenditoriale della fidelizzazione (es. cassette di sicurezza)
Strumentale → attività poste in essere perché le servono nello svolgimento della propria attività, esempio
è il sistema informatico, cyber security etc.

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Contratto bancario
Il cliente è quella persona fisica o giuridica che acquista un prodotto bancario, formalizzato all’interno di un
contratto.
Il contratto è un negozio giuridico tra due o più parti per costruire, regolare o distinguere una situazione
giuridica patrimoniale.
Requisiti del contratto:
- accordo: manifestazione di una volontà tra la banca ed il cliente;
- causa: scopo del contratto (contratto di mutuo, contratto di c/c)
- oggetto: prestazioni che il contratto deve enucleare;
- forma: scritta, poiché permette alla controparte più debole di poter dimostrare le proprie ragioni.
L’asimmetria informativa a favore della banca è sempre presente. È per questo che l’ordinamento
giuridico prevede alcune forme di tutela in capo a quest’ultimo. La forma scritta è richiesta ab sustantiam,
pena la nullità.

I contratti bancari si configurano per essere contratti di adesione, standardizzati e di durata


→ la banca propone uno schema contrattuale già quasi del tutto formulato, non lasciando grande spazio di
modifica al cliente. Questo, presa visione del contenuto contrattuale, può decidere di sottoscriverlo o meno.
Inoltre, il rapporto si articola in un orizzonte temporale di medio/lungo periodo. Per tali caratteristiche, il
cliente risulta la controparte più debole.

Il TUB introduce diversi istituti per fare in modo che il cliente sia informato rispetto al contratto che sta
firmando:
⩥ art. 115 introduce il principio della trasparenza delle condizioni contrattuali, intesa come rappresentazione
corretta, completa e veritiera degli elementi rilevanti.
L’articolo rimanda all’articolo 127, relativamente alla vigilanza da parte delle autorità sul rispetto della
trasparenza e della correttezza nei rapporti della clientela. Tali disposizioni sono derogabili solo nel senso più
favorevole al cliente.

Il TUB detta delle disposizioni relative anche al momento precontrattuale, il cui scopo è quello di garantire al
cliente la corretta comprensione delle condizioni economiche del contratto
⩥ Art.116 – pubblicità
Si stabilisce che le banche rendono noto, relativamente al contratto, in modo chiaro:
- I tassi di interesse
- I prezzi
- Condizioni economiche
In questo modo il cliente può capire se è in grado o meno di pagare quel contratto.
L’uso fa riferimento alla consuetudine, cioè un comportamento ripetuto nel tempo, dagli intermediari di
applicare un sovraprezzo a determinati tipi di operazioni.
Per aiutare il cliente nella comprensione del contratto è intervenuto sia il CICR sia BI.
→ circolare del 4 marzo 2003, n. 196 CICR stabilisce che le informazioni devono esser rese alla clientela in
modo chiaro ed esauriente, avendo riguardo alla caratteristica dei rapporti e dei destinatari e ciò mediante:

- foglio informativo = le banche mettono a disposizione fogli informativi connettenti informazioni


sull’intermediario, sui tassi, sulle spese, sugli oneri e sulle altre condizioni contrattuali, nonché sui
principali rischi tipici dell’operazione o servizio proposto o richiesto.
Ciò permette al cliente di effettuare un confronto con i fogli informativi di altre banche. Tali fogli devono
essere correlati alle guide pratiche.

- Le guide pratiche dettagliano i contenuti dei fogli, specialmente per conto corrente e servizi associati,
mutui e metodi di risoluzione stragiudiziale delle controversie

- Annuncio pubblicitario → strumento informativo tipico del messaggio promozionale, in cui si esaltano
gli aspetti più gradevoli e si nascondono gli altri. È per questo presente l’obbligo di rinvio al foglio
informativo.

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Ulteriori disposizioni:
⩥ art.117 – contratti.

1) I contratti sono redatti per iscritto e un esemplare è consegnato ai clienti.


2) Il CICR può prevedere che, per motivate ragioni tecniche, particolari contratti possano essere stipulati
in altra forma.
3) Nel caso di inosservanza della forma prescritta il contratto è nullo.
4) I contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti
di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora.

L’obbligo della copia è sorto in seguito alla pratica diffusa delle banche di non rilasciarla e alla pratica
illecita del riempimento successivo del contratto (la banca completava il contratto con ulteriori clausole,
dopo la sottoscrizione).
Il quarto comma ribadisce come il cliente deve essere in grado di comprendere il contenuto contrattuale:
capire, ad esempio, il costo di un conto corrente, tramite un indicatore sintetico di costo posto dalla banca.

⩥ Nonostante la tutela del cliente, l’articolo 118 esprime una tutela anche per le banche → la modifica
unilaterale delle condizioni contrattuali, il cd ius variandi: diritto riconosciuto alla banca di variare le
condizioni contrattuali già previste nel momento in cui sorga un giustificato motivo.
Con clausola approvata specificamente dal cliente, la banca può quindi modificare unilateralmente i tassi, i
prezzi e le altre condizioni del contratto se presente giustificato motivo che deve essere comunque motivato.
Qualunque modifica unilaterale dovrà essere comunicata immediatamente al cliente → la comunicazione
deve avere chiara la dicitura: “proposta di modifica unilaterale del contratto”.
Entro due mesi il cliente può comunicare alla banca se accettare la modifica o meno = in caso di mancata
risposta, vige il principio di silenzio-assenso

⩥ Art.119 - comunicazioni periodiche alla clientela


1. Nei contratti di durata le banche forniscono al cliente, almeno una volta all’anno, una comunicazione
chiara in merito allo svolgimento del rapporto (estratto conto).
4. Esistono inoltre dei casi in cui alla banca può essere richiesto una copia della documentazione relativa
alle singole operazioni poste in essere da un singolo cliente per un lasso temporale di dieci anni, ciò avviene
quando:
- cliente non è più in grado di interfacciarsi con la banca
- cliente muore e eredi devono risolvere situazioni

Si introducono quindi:

A) conti dormienti = disciplinati dal decreto del Presidente della repubblica 116 del 2007 e dall’articolo 1
della legge 266/2005.
Si intendono tutti i depositi di somme di denaro e strumenti finanziari depositati o custoditi dalle banche
che non sono stati movimentati per più di 10 anni.
La banca deve inviare al titolare del rapporto, con raccomandata, l’invito ad impartire delle disposizioni
entro il termine di 180 giorni relativamente alle somme non movimentate. Decorso il termine, i fondi
vengono devoluti ad uno specifico fondo, istituito presso il MEF, volto ad indennizzare i risparmiatori
vittime di frodi finanziarie.

B) È un conto corrente riservato (art 126 e seguenti) ad alcune tipologie di clienti, in particolare:
- a clienti che appartengono a fasce sociali svantaggiate (ISEE inferiore a 18000)
- chi ha trattamenti pensionistici minimi
È un conto-corrente per il quale, a fronte di un numero massimo di operazioni, si paga un canone ridotto.
Il conto è usabile per piccole operazioni e ha come scopo quello di recuperare alcune persone che sono
uscite dai canali bancari tradizionali → è quindi uno strumento di inclusione finanziaria → si rimettono
dentro il circuito bancario le persone (un-banked) che ne sono uscite.
È soggetto a regole molto coincise ma stringenti per l’accesso allo stesso.
Tra gli un-banked ci sono anche coloro che per volontà non vogliono entrare nel mondo bancario in
assoluto o anche coloro che potrebbero entrare ma non hanno la cultura per entrare nel mondo bancario
(non c’è il concetto culturale del risparmio).

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LEZIONE 8 – 17/03
Soluzioni stragiudiziali
Nel momento in cui il cliente ritiene di non essere stato adeguatamente trattato dalla propria banca può
avviare una richiesta di chiarimento o una contestazione relativamente al comportamento della banca.
L’ordinamento giuridico prevede una serie di rimedi.
Il primo passo per avviare un procedimento stragiudiziale è il reclamo, un atto unilaterale con cui si
muovono precise contestazioni alla banca, avanzando una precisa richiesta → si tratta quindi di un canale
alternativo al procedimento giurisdizionale. (stragiudiziale)
La disciplina relativa al reclamo (e quella dell’arbitro bancario finanziario) è contenuta nella delibera del
CICR n.127 del 2020 e nelle disposizioni di BI.

Ogni banca deve avere presso di sé un ufficio reclami ed è previsto un termine temporale entro il quale
rispondere (adeguata risposta entro 180gg).
Al termine dei 180gg la La risposta della banca può essere:
- Soddisfacente. Il cliente ha ragione; la banca mette perciò in atto meccanismi correttivi del proprio
operato ristabilendo la fiducia tra le controparti.
- Non soddisfacente. La banca sostiene i propri comportamenti per cui non ritiene che vi sia la necessità di
alcuna misura correttiva.
- Assente
In caso di risposta insoddisfacente, il TUF prevede che il cliente possa intraprendere una via stragiudiziale.
Poiché la fiducia tra banca e cliente è un bene economico da preservare, il TUF all’art. 128-bis impone alle
banche di aderire a sistemi stragiudiziali, in modo da non far ricorrere il cliente di fronte ad un giudice
⩥ Art.128-bis: risoluzione delle controversie
2. Con deliberazione del CICR, su proposta della Banca d’Italia, sono determinati i criteri di svolgimento
delle procedure di risoluzione delle controversie e di composizione dell’organo decidente, in modo che
risulti assicurata l’imparzialità dello stesso e la rappresentatività dei soggetti interessati. Le procedure
devono in ogni caso assicurare la rapidità, l’economicità della soluzione delle controversie e l’effettività
della tutela.

Il cliente si rivolgerà all’arbitro bancario e finanziario -> organismo disciplinato dal provvedimento di BI.
È un organo costituito da un insieme di altri organi che si configura come neutrale e indipendente per la
risoluzione delle controversie.
È composto da 7 collegi, ognuno dei quali formato da 5 membri. Il presidente e i due membri dell’ABF sono
scelti da Banca d’Italia; il quarto membro è designato dall’associazione degli intermediari e l’ultimo
dall’associazione rappresentativa dei clienti.
L’ABF si può riunire in sede di collegio di coordinamento, composto dai membri dei 7 collegi che si
riuniscono per dare una indicazione univoca per la risoluzione di determinate controversie.

Oggi l’ABF si pone come interlocutore per approfondire tematiche innovative per il settore bancario: è un
organo sia di coordinamento ma anche di confronto (alla banca può essere utile per, ascoltando le soluzioni
proposte, mettere in atto rimedi a questioni che non ancora poste).

Procedimento
Il procedimento ha inizio nel momento in cui il ricorso del cliente non ha avuto esito. Questo può agire
singolarmente o per il tramite di un’associazione di tutela dei consumatori. Il ricorso avanzato all’ABF viene
comunicato da questo alla banca, la quale entro 30 giorni ha la possibilità di presentare le proprie
controdeduzioni.
La decisione sul ricorso è assunta sulla base della documentazione presentata e non con ulteriori ricerche
dell’arbitro.
L’ABF decide e accerta gli obblighi e diritti sulla base della documentazione presentata (non può fare
ricerche autonome) e nel caso in cui accolga il ricorso del cliente la banca è tenuta ad adempiere entro 30gg.
L’ABF emana decisione motivata.
Se la banca non adempie (o è stata scarsamente collaborativa) al dispositivo indicato dalla ABF allora questo
né da notizia sul suo sito per un periodo di 5 anni.
Nel caso in cui venga rigettato il ricorso, il cliente ha comunque la possibilità di ricorrere al tribunale o di
rivolgersi a Banca d’Italia.

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La BI quando riceve esposto da parte della clientela indica all’esponente la possibilità di adire i sistemi
previsti
L’esposto alla BI è infatti un ulteriore strumenti a disposizione della clientela per trovare soddisfazione a una
eventuale richiesta
l’esposto dovrà comunque comunicare
- i motivi dello stesso
- l’intermediario coinvolto

BI formalmente non decide sull’esposto (risponde solo comunicando canali di risoluzione) ma almeno ha la
possibilità di ricevere ulteriori info su una banca → si va ad alimentare la vigilanza informativa e
regolamentare, consentendo un controllo più efficiente da parte della BCE

Tuttavia, l’articolo 127-bis della legge n.62 del 2012 ha concesso al cliente la possibilità di segnalare, in
forma riservata, al prefetto specifiche problematiche relative a operazioni bancarie
Il prefetto si configura come interlocutore del cliente, richiedendo alla banca una risposta sulla meritevolezza
del credito del soggetto. Tutte le informazioni vengono poi inviate all’ABF, la quale si pronuncia entro 30
giorni.
Nell’intermezzo temporale il prefetto invita la banca a fornire una risposta argomentata alla contestazione del
cliente ma chiede una risposta sulla meritevolezza del credito.
Il legislatore prevede la possibilità di rivolgersi al prefetto in virtù della tutela dell’interesse pubblico.

Parallelamente all’ABF, l’ordinamento giuridico ha istituito un altro organo che ha a che vedere con le
controversie tra investitori e intermediari: l’arbitro per le controversie finanziarie.
→ è stato istituito dalla CONSOB con delibera del 2016 e si compone per essere la via a-giurisdizionale per
le problematiche a livello finanziario, ha competenza di redimere controversie su: diligenza, correttezza,
informazione e trasparenza nei confronti degli investitori.
Il ricorso deve essere proposto esclusivamente dall’investitore singolo o attraverso un’associazione di
categoria, previo ricorso insoddisfacente all’intermediario finanziario.
L’ACF pronuncia la propria decisione nel termine di 90 con una motivazione trasmessa all’intermediario e al
cliente.

Organizzazione della vigilanza a livello europeo


Normativa volta a regolare mercato europeo bancario e finanziario.
Si abbandona percorso lineare del TUB e ci si addentra ora in un regime molto più complesso di richiami a
una molteplicità di normative primarie e regolamentazioni secondarie che sono in continuo divenire.

Art 6 TUB → rapporti con il diritto UE e integrazione nel SEVIF e SSM.


Le autorità creditizie nazionali esercitano i poteri a loro attribuiti in armonia con le disposizioni dell’unione
europea.
Le autorità creditizie nazionali adempiono agli obblighi di informazione presso tutte le autorità europee
(SEVIF e BCE principalmente).

SEVIF
SEVIF è stato introdotto dal regolamento 1092, 1093, 1094, 1095 del 2010 da parte dell’Unione Europea. È
un organismo complesso formato da più organi collegiali:

- Comitato europeo per il rischio sistemico (reg. 1092) - CERS


- Autorità di vigilanza bancaria europea (reg. 1093) - EBA
- Autorità europea dei mercati dei valori mobiliari (reg. 1095) - EIOPA
- Autorità europea per le assicurazioni (reg. 1094) - ESMA

IL SEVIF svolge la funzione di coordinamento tra queste autorità.


Mentre il CERS ha funzione di vigilanza macro-prudenziale, le altre autorità svolgono funzioni micro-
prudenziali, volte a verificare la stabilità all’interno dei loro mercati di riferimento
Il SEVIF nasce successivamente al SEBC, organo composto a sua volta dalla BCE e dalle banche centrali
nazionali.

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CERS

Svolge funzioni attinenti ad una vigilanza macro-prudenziale, a riguardo di tutto il sistema bancario,
ponendo l’attenzione e segnalando relativamente all’esposizione a rischi comuni a cui può incorrere tutto il
sistema bancario per proteggere l’economia europea nel suo complesso.
Il CERS è costituito presso la Bce, in modo da dare una continuità tra le informazioni che raccoglie da
destinare alla Bce.

Definisce, accoglie, analizza e classifica i rischi sistemici in base ad un ordine di priorità ed emette
segnalazioni (warming) qualora questi siano considerati significativi.
Nel momento in cui ritiene che vi sia la possibilità di un rischio, il CERS emana una segnalazione
confidenziale al Consiglio Europeo.

Il CERS effettua simulazioni per verificare la stabilità del mercato bancario, potendo anche ipotizzare rimedi
ex- ante a situazioni potenziali di rischio sistemico: ne sono un esempio gli stress test dell’EBA e della Bce.
Il CERS è composto a sua volta da:
- Consiglio generale, presieduto dal vice presidente della Bce e dai presidenti degli altri organi del SEVIF,
al fine di un maggior coordinamento
- Comitato direttivo
- Segretariato
Tutti i componenti hanno un dovere di imparzialità, non potendo accettare istruzione dagli stati membri,
svolgendo i propri compiti nell’esclusivo interesse dell’UE. All’interno è previsto anche un comitato
scientifico e uno tecnico consultivo che conferiscono pareri al CERS relativi alla propria azione.

EBA
Si configura come autorità di regolamentazione, finalizzata a dettare regole che le banche devono seguire
nella loro attività a livello europeo.
Compiti dell’EBA:

a) Contribuire all’elaborazione di norme e prassi comuni di regolamentazione e vigilanza sul sistema


bancario, che formalizza attraverso la redazione del singol rule book, cioè un manuale di vigilanza
unico.
b) Ruolo guida nella promozione della trasparenza, semplicità ed equità nel mercato per i prodotti
finanziari. A tal fine raccoglie e si informa sulle tendenze dei consumatori, sviluppa indicatori di rischio,
favorisce un accesso equo ai servizi bancari, esegue il monitoraggio di attività finanziarie nuove (con la
fondazione del comitato di innovazione finanziaria).
Essa, infatti, presiede all’innovazione finanziaria per evitare che questa possa danneggiare i consumatori,
piuttosto che agevolarli. Infatti, l’EBA può sospendere o vietare la vendita e la commercializzazione di
strumenti finanziari in grado di procurare danni ai clienti e mettere a repentaglio la stabilità del mercato
bancario.
c) Presidio nei fenomeni di antiriciclaggio e finanziamento al terrorismo: è previsto che operi in contatto
con le financial intelligence unit.

Si evince come l’EBA sia un organo da attivare in situazioni di emergenza. In caso di sviluppi negativi che
possono compromettere il funzionamento, l’integrità e la stabilità del sistema finanziario europeo, l’EBA può
facilitare e coordinare le misure adottate pertinenti alle autorità di vigilanza. L’EBA è sempre pienamente
informata ed abilitata a partecipare in qualità di osservatore alle riunioni delle autorità di vigilanza.

Segnalazioni dell’EBA
L’autorità predispone di appositi canali di segnalazione per gestire le informazioni, comunicate dalle società,
che segnalano casi di violazione, effettiva o potenziale, di abuso del diritto o mancata applicazione del diritto
dell’Unione. L’EBA garantisce che tutte le informazioni vengano trattate in modo sicuro per il segnalante e
provvede a che, contro questo, non siano poste in essere condotte ritorsive.
È previsto che l’EBA provveda a valutare i rischi sistemici che possono sconvolgere il mercato:
l’EBA deve sempre affrontare e valutare i potenziali rischi di perturbazione che possono giungere sul
mercato finanziario e che possano deteriorarlo, ovvero produrre effetti negativi sul mercato e sull’economia
reale.
A tal fine, almeno una volta l’anno,
l’EBA esamina l’opportunità di condurre a livello europeo delle valutazioni di resilienza delle banche.
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Gli stress test sono simulazioni di possibili scenari avversi, utili alle autorità di vigilanza e di
regolamentazione per restituire informazioni sulla solidità del sistema.
L’EBA ha sede a Parigi e si compone di: Presidente, autorità di regolazione e vigilanza dei singoli stati
membri, Rappresentati Commissione Europea, Rappresentante della Bce e degli altri organi del SEVIF

L’EBA lavora strettamente a contatto con la Bce, pur configurandosi l’una come autorità di regolamento e
l’altra di vigilanza. EBA e Bce emanano norme rivolte ad un vasto pubblico di operatori bancari sia di grande
rilevanza che meno importanti. La distinzione, operata per la prima volta all’interno del SSM introdotto dal
reg. eu. 1024 del 2013, è tra banche significative e meno significative.

Banca significativa, ai sensi dell’art.39 del reg. della Bce n.468 del 2014, è identificata da determinati
parametri:
• Dimensioni tali da superare i 30 miliardi di euro sotto il profilo delle attività svolte;
• Particolare importanza per l’economia dell’unione o di uno stato partecipante;
• Valore totale delle sue attività supera i 5 miliardi di euro ed il rapporto tra attività e passività
transfrontaliere è superiore al 20%;
• Aiuti ricevuti da parte dell’ESM, direttamente provenienti dall’Unione Europea.

ESMA

EIOPA

Le tre E svolgono funzioni microprudenziali → dirette al verificare la stabilità all’interno dei loro mercati di
riferimento
Il SEVIF opera quindi come coordinatore di queste autorità amministrative.

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LEZIONE 9:
La disciplina relativa ai finanziamenti alle PMI a cura del Professor Riccardo De Caria

Si tratta di una disciplina poco approfondita a livello europeo e nazionale, e che solo recentemente ha trovato
alcune specificazioni; solo di recente infatti le tematiche delle PMI HANNo assunto rilievo
→ dal 2008, con lo small business act, poi rivisto nel 2011, il legislatore europeo ha constatato la necessità di
disciplinare le PMI in maniera diversa, questo perché la PMI presenta delle debolezze (ma anche delle
potenzialità) differenti rispetto alla grande industria
È anche per questo che nel 2015 il legislatore europeo ha introdotto il digital single market act, un
documento che definisce una strategia europea volta a diffondere forme di finanziamento innovative per le
PMI; in modo che quest’ultime possano uscire dal canale finanziario tradizionale
Tutto ciò si basa sullo studio di nuovi strumenti digitale che il piccolo imprenditore può utilizzare in maniera
più semplice rispetto ai finanziamenti tradizionali.

Le nuove opportunità di finanziamento:

Il tema è effettivamente vastissimo perché innanzitutto dovremmo definire le PMI, gli strumenti tradizionali
di finanziamento e poi introdurre i nuovi strumenti: proviamo quindi a fornire un quadro generale relativo a
questo ambito.
Per parlare di strumenti innovativi dobbiamo innanzi tutto ricordare cosa siano gli strumenti tradizionali,
sopratutto per capire quanta innovazione ci sia, ma anche per capire come il diritto debba regolamentare
questi nuovi strumenti.

Gli strumenti tradizionali possono essere di diversa tipologia


1) bootstrapping = finanziamento dall’interno
2) Friends family and fools
3) Incubatori
4) …
5) Banche
6) Venture capitalist

Si tratta di un insieme di soggetti diversi tra di loro, chi più innovativo chi meno; tuttavia, dal punto di vista
giuridico, è necessario ricordare la dicotomia tradizionale tra debito ed equity
Questo per ricordare che gli strumenti possono appartenere ad entrambe le categorie.
Il modo fondamentale con cui si finanziano le imprese è la modalità del prestito all’impresa o quella della
partecipazione al capitale, in un’ottica di ritorno economico attraverso l’investimento.
Tale differenza può essere ritrovata nel codice civile nella disciplina delle SPA (che si applica in parte per le
SRL) relative alle azioni ed agli strumenti partecipativi e poi quella relativa alle obbligazioni.

Ora, c’è da ricordare che esistono ad oggi degli strumenti solo apparentemente innovativi per le PMI → se
andiamo ad approfondire uno dei tanti portali accessibili, ci accorgiamo che gli strumenti considerati siano
• prestiti bancari
• Copertura garanzie
• Interventi di venture

Si tratta di strumenti di finanziamento non troppo innovativi, ma erogati da parte di soggetti nuovi, come
fondi europei per le PMI.

Ci sono però alcuni strumenti tradizionalissimi che stanno conoscendo un’applicazione innovativa
→ art. 2346 cc disciplina gli strumenti finanziari partecipativi = strumenti che consentono di investire in
una società senza attribuire il diritto di voto
→ si tratta quindi di uno strumento molto allettante per i partecipanti al capitale già presenti, che hanno in
questo modo la possibilità di mantenere il controllo, ma al tempo stesso per l’investitore che può cogliere
un’opportunità di investimento senza dover necessariamente partecipare alle decisioni della società.
Il carattere innovativo di questi strumenti sta nell’aver previsto (ad esempio nel decreto crescita) per le start
up innovative una disciplina specifica in deroga alla diritto societario tradizionale, con la quale si consente a
questa categoria di emettere questi strumenti.

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Sempre proseguendo sugli strumenti tradizionalissimi ma di applicazione innovativa, introduciamo i


minibond:
Si tratta di strumenti disciplinati dal decreto sviluppo del 2012, e rappresentano una modalità di raccolta
specificatamente pensata per le PMI a caccia di liquidità, più facili da emettere, meno complicate e meno
costose:
Rappresentano quindi una nuova fonte di finanziamento (debt) con meno vincoli normativi rispetto
all’emissione tradizionale di strumenti di finanziamento; si tratta sicuramente di una disciplina innovativa
che rappresenta un’opportunità che si aggiunge a quelle precedenti, ma che concettualmente richiama
qualcosa di già noto, ovvero il debito.

Alcuni strumenti concettualmente innovativi (e cioè che rientrano meno negli schemi tradizionali) ma ormai
già datati
→ le obbligazioni convertibili = strumento ibrido tra D ed E
→ i patrimoni destinati, anche se hanno ottenuto minor successo = si tratta di una modalità per realizzare
una separazione patrimoniale all’interno di una separazione patrimoniale: come sappiamo nelle società di
capitali, l’esposizione patrimoniale dei soci è limitata al capitale investito, e dunque dei debiti risponde solo
il patrimonio della società
il patrimonio destinato è nato come strumento per realizzare un investimento in uno specifico affare, senza
costituire una specifica società di capitale, consentendo agli investitori di non esporre il proprio patrimonio,
ma limitandolo al capitale dedicato.

La rivoluzione tecnologica:
Con riferimento alla stessa, è necessario domandarci se le nuove tecnologie comportino la necessità di
formulare un nuovo paradigma giuridico capace di rispecchiare le nuove necessità.
Un primo elemento di innovazione tecnologica nelle opportunità di investimento sta nel crowdfunding, e
nello specifico nell’equity crowdfunding
Disciplinato dal decreto crescita bis del 2012 e dal regolamento della consob, consiste in un meccanismo di
finanziamento al capitale di rischio da parte di una platea di investitori indistinta mediante l’utilizzo di
piattaforme online
→ con questo strumento si frammentano le quote societarie, dando così la possibilità a tanti di investire
anche piccole somme
Basandosi sull’utilizzo di internet, troviamo degli attriti con le discipline tradizionali illustrate nel codice →
motivo per il quale di recente è stato approvato un nuovo regolamento europeo, che tuttavia presenta alcune
imprecisioni:
Nella descrizione fatta ad esempio da borsa italiana in merito al peer-to-peer landing, si comprende anche il
crowdfunding, anche se nella sostanza economico giuridica, presentano delle importanti differenze

Le blockchain:
Stiamo parlando di tecnologie a registro distribuito che possono essere definite come dei database dove
vengono inserite delle informazioni relative a transazioni o relazioni contrattuali;
vengono per esempio inserite info relative al passaggio di proprietà di un certo token a fronte di uno scambio
di cryptovalute o monete FIAT.
Rispetto ai database tradizionali, la tecnologia blockchain è decentralizzata = i dati vengono inseriti tramite
una rete di computer che collaborano mediante un meccanismo tecnologico/matematico e che arrivano
all’inserimento di dati solo quanto la moltitudine di nodi (rappresentata dai computer stessi) accorda tale
iscrizione = una volta che il protocollo informatico alla base è corretto, siamo sicuri che le info verranno
inserite solo quando siano giuste
→ sarà quindi molto improbabile che i nodi si mettano d’accordo per sovvertire il codice iniziale, e questo
perché per divenire un nodo è necessario un investimento (in energia) per finanziare la potenza di calcolo dei
computer, a fronte dei quali vi è una retribuzione sotto forma di token o criptovaluta propria della blockchain
= se un nodo dovesse compromettere la blockchain il suo investimento andrebbe in fumo.
Si tratta di uno strumento molto promettente sotto diversi punti di vista ed in numerosi settori, come ad
esempio il commercio internazionale

L’utilizzo delle blockchain avviene attraverso i cd. “smart contract” = prevedono la custodia del denaro utile
per lo scambio, con un pagamento che verrà finalizzato in maniera automatica attraverso dei Devices
informatici nel momento in cui la merce od il servizio è stato effettuato
Si parla del sistema if - then
Consentono quindi l’automatizzazione dei pagamento, l’annullamento del rischio di insolvenza (perché i
soldi sono già stati messi da parte)

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Ora, quello che viene caricato nella blockchain (cioè nella sequenza di informazioni che si susseguono l’una
con l’altra) ha una dimensione enorme, ma è bene specificare che dal punto di vista tecnico ciò che viene
caricato sulla BC è una rappresentazione dell’operazione (e non tutto il codice), la c.d impronta hash.

Quelle descritte sono BC pubbliche, ma è bene ricordare che ne esistono anche di private:
Si tratta di database a cui si accede con il permesso di un gestore centralizzato → hanno delle applicazioni
per le PMI ma sono meno innovative rispetto alle pubbliche, poiché legate ad un retaggio tradizionale.

Con la BC comunque non ci fidiamo più di un intermediario singolo, ma del sistema nel suo complesso, cioè
del protocollo informatico:
dal punto di vista giuridico, ciò mette in discussione alcuni componenti fondamentali della sovranità, come
per esempio il monopolio pubblico sul denaro = es. bitcoin è una moneta privata, che si può ritenere le cripto
un sostituto della moneta FIAT.
Al tempo stesso mettono in discussione l’intermediazione giuridica (notai) e creditizia (banche)

Venendo quindi alle PMI, rappresentano delle nuove opportunità di finanziamento:


→ il fatto che le grandi imprese adottino strumenti di questo tipo ha delle implicazioni sulle PMI
= se Carrefour decide di utilizzare la blockchain per garantire la tracciabilità delle info relative ai prodotti
alimentari, il piccolo produttore agricolo sarà anche lui portato ad adottare tale tecnologia

Per analizzare le nuove opportunità di finanziamento, dobbiamo prima però capire cosa siano gli smart
contracts, proprio perché i finanziamenti avvengono attraverso il loro utilizzo:
Si tratta di pezzi di codici informatici scritti nel linguaggio del IF e THEN = se succede questo allora succede
quest’altro. Consentono di automatizzare una serie di info ed al tempo stesso tenerne traccia nel tempo.
Tuttavia non sono spesso ne smart ne contracts = non sono smart perché presentano delle criticità o errori di
programmazione (soprattutto perché non si possono modificare una volta inseriti nella blockchain, se non
attraverso complesse procedure), e tantomeno contratti, proprio in virtù della loro forma = il codice
informatico riflette il contratto a monte, che quindi è concettualmente distinto

Il legislatore nazionale ha comunque disciplinato gli smart contrats nel 2019, rinviando successivamente la
loro specificazione, anche se poi questa non è mai arrivata.

Tutto questo discorso per introdurre le ICOs e le STOs


Initial coin offering = si tratta di modalità di finanziamento innovativissime basate sugli smart contratto, e
cioè sulla gestione automatizzata delle prestazioni
ICOs è un nome coniato per richiamare le IPO (e cioè la quotazione in borsa) = tuttavia si tratta di una
denominazione impropria poiché le ICOs non assomigliano alle IPOs

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→ si tratta comunque dell’offerta di utility token, vale a dire strumenti che danno il diritto ad un servizio da
parte dell’impresa che le emette.
= si fornisce denaro all’impresa (FIAT o CRYPTO) ed in cambio ottengo un token, che da il diritto ad un
servizio → in questo modo si ha la possibilità di finanziare lo sviluppo di una certa iniziativa ed in cambio
chi la sottoscrive otterrà l’accesso ad un bene/servizi

Le STOs, le security token offers = in questo caso abbiamo l’offerta di security token, vale a dire titoli di
credito regolamentati, cioè assoggettati ad una disciplina specifica in base a cui è richiesto una serie di regole
normative → proprio perché le STOs sono effettuate nella logica dell’investimento, ci si domanda se
debbano essere assoggettati alla disciplina degli strumenti di investimento tradizionale
L’indirizzo prevalente è che si, dovrebbero rientrare nella categoria tradizionale, ma ad oggi il diritto è
ancora in difficoltà nel disciplinare la tematica.
È quindi necessario ancora oggi un quadro regolatorio chiaro, con una definizione puntuale della tassonomia
dei diversi strumenti e dei diversi obblighi che dovrebbero essere imposti.

Riprendiamo quindi l’analisi relativa alla legislazione europea:


Prendiamo in considerazione alcune disposizioni normative contenute nei trattati europei, ed in particolare
alcune disposizioni che ci servono per comprendere l’intervento del legislatore europeo sul mercato
bancario.
La prima è disposizione che analizziamo è quello del trattato sull’UE all’art 3, che si pone come la cornice
generale entro la quale si definiscono i contorni pubblici della regolamentazione del mercato europeo, sia
esso fisico, che digitale
Si capisce infatti che le c.d big tech intervengono a livello globale, non sempre incontrando delle discipline
giuridiche ben precise
= tanto è vero che il legislatore europeo ha emanato due act (digital single market act, digital service act) con
cui cerca di regolamentare tutti i servizi offerti dalle big tech una volta entrare nel mercato europeo, allo
scopo di evitare che queste danneggino le società tech europee ed i consumatori mediante delle azioni
distorsive della concorrenza

La cornice giuridica della definizione del mercato la troviamo all’art. 3, dove si delinea un concetto
fondamentale:
c.1 e 3 = sancisce che il mercato europeo si configura come una economica sociale di mercato
Inoltre si definisce un mercato interno, in cui l’UE si adopera per uno sviluppo sostenibile dell’europea
basato su una crescita economica equilibrata, la stabilità dei prezzi e sull’economia sociale del mercato che
mira alla piena occupazione ed al progresso
Il mercato disegnato dal legislatore europeo presenta quindi dei connotati ben precisi, e dunque non
completamente libero = tutte le informazioni volte al sociale costituiscono la cornice che l’impresa che vuole
entrare nel mercato deve rispettare

Inoltre l’articolo 5 pone l’accento sulle relazioni interne tra gli stati membri e l’UE introducendo alcuni
principi:
- principio di attribuzione → in virtù del principio di attribuzione l’UE agisce esclusivamente nei limiti
delle competenze che le sono state affidate dai trattati; qualsiasi competenza giuridica non attribuita
esplicitamente all’UE, rimane in capo agli stati membri

- principio di sussidiarietà = introdotto dal trattato di Maastricht ed in virtù del quale nei settori di
competenza esclusiva degli stati membri, l’UE può intervenire solo nella misura in cui gli stati membri
non riescano a raggiungere gli obiettivi prefissati
→ l’UE non può intervenire nelle competenze degli stati membri, ma qualora lo stato membro non sia in
grado di perseguire le finalità (per diversi motivi) l’UE interviene solo per portare a compimento le
competenze attribuite dai trattati.
- Il principio di proporzionalità = art. 3 c.4 il contenuto e la forma dell’azione dell’UE si limita a quanto
necessario per il conseguimento degli obiettivi del trattato.
si tratta di un principio in relazione al quale l’UE non può imporre degli obblighi (normativi o
regolamentari) che vadano a danno del destinatario della regolamentazione = l’UE deve calibrare gli oneri
amministrativi e regolamentari a seconda del destinatario
es. le multinazionali devono essere disciplinate in maniera diversa rispetto alle PMI = ci dovrà essere una
graduazione del vincolo normativo.

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Lo stesso si applica alle Significant e less significant banks = le grandi imprese bancarie sono strettamente
regolate e vigilate con degli obblighi che possono sopportare perché proporzionali alla loro dimensione; lo
stesso carico normativa non potrebbe essere sostenuto dalle less significant

Ora, la grande costruzione dell’UBE nasce dall’articolo 127 del trattato sul funzionamento dell’UE,
allorquando dopo aver definito gli obiettivi del SEBC, il legislatore europeo apre anche ad una funzione in
precedenza sconosciuta alla BCE (che fino allora era l’autorità di regolazione centrale titolare della politica
monetaria europea) → la BCE diviene titolare di una funzione di vigilanza
= il consiglio europeo può affidare alla BCE compiti specifici in merito alle politiche che riguardano la
vigilanza prudenziale degli enti creditizi e delle istituzioni finanziarie.
La BCE diviene titolare di una funzione profondamente diversa rispetto alla precedente = l’assunzione della
titolarità di vigilanza permette alla BCE (autorità di politica monetaria), in un’ottica di unificazione del
diritto, di divenire il cuore dell’UBE, e cioè l’autorità di riferimento per ogni politica di vigilanza sulle
banche, mettendo in secondo piano le BCN
L’UBE si basa sulla BCE come soggetto pubblico deputato alla vigilanza sul mercato bancario e quindi
anche alla sua regolazione

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LEZIONE 10:

Abbiamo definito la cornice entro la quale si inserisce la regolazione giuridica del mercato europeo,
caratterizzato dall’esistenza e dalla convivenza di principi di competitività (tipici del libero mercato) ma al
tempo stesso principi volti al rispetto di valori sociali fondamentali. La regolazione del mercato bancario si
innesta in questo framework.
Data l’importanza del mercato bancario per l’economia Europea, il legislatore europeo ha cercato di
accentrare tutte le funzioni di vigilanza in capo ad unica autorità, sottraendo tale funzione alle autorità
nazionali di vigilanza.
Tuttavia, fino all’entrata in vigore del c. 6 dell’articolo 127, in realtà la BCE si configurava solo come
un’autorità di regolazione del mercato monetario
Inserendo tale comma, si da la possibilità al consiglio europeo di affidare alla BCE specifici compiti in
merito alla vigilanza prudenziale degli enti creditizi → prende il via il processo di accentramento:
Risulta però necessaria una specificazione di tali compiti “specifici” in capo alla BCE, ed è anche per questo
che il legislatore europeo avvia un processo di ridimensionamento dell’insieme di norme regolanti il mercato
bancario.
Il 127 c.6 costituisce quindi la pietra miliare da cui prende vita l’UBE:
L’unione bancaria europea può essere definita come un meccanismo di regolamentazione bancaria basato su
3 pillar (pilastri) ancora oggi in evoluzione:

1) single supervisory mechanism


2) Single resolution mechanism
3) Sistema di assicurazione dei depositi

L’obiettivo dell’UBE è quello di giungere all’unificazione del diritto e lo strumento utilizzato per giungere a
tale scopo è il regolamento che, come già noto, consente di dettare la stessa disciplina in tutti gli stati membri
senza lasciare alcun tipo di discrezionalità ai suoi destinatari.

single supervisory mechanism


All’interno delle norme disciplinanti il primo pilastro , un ruolo di primo piano viene giocato dalla BCE

La BCE è regolata dagli articoli 282 e seguenti del trattato sul funzionamento dell’UE, seppur in modo molto
scarno, in cui si stabilisce che:
⩥ art 282
La BCE e le BCN costituiscono il SEBC

⩥ c.3
La BCE è una autorità monetaria cui compete il diritto esclusivo di emissione dell’euro

⩥ art 283
Si prevede che da un punto di vista organizzativo, la BCE sia costituita da 3 organi centrali

1. Il consiglio direttivo è un organo collegiale disciplinato dal 283 c.1, a cui è attribuito il potere
decisionale della BCE → stabilisce la politica monetaria dell’eurozona e la politica di vigilanza sulle
banche; è composto da tutti i membri del comitato esecutivo, dal presidente della BCE, che è anche il
presidente del comitato esecutivo e dai governatori delle autorità nazionali di vigilanza

2. Il comitato esecutivo è un organo collegiale attrattivo delle politiche definite dal consiglio direttivo, ed è
composto da un presidente, un vicepresidente e da altri 4 membri che vengono nominati dal consiglio
europeo.

3. consiglio di vigilanza è un organo collegiale introdotto dal regolamento 1024 del 2014 all’art. 26 (che
regola l’SSM) ed è composto da un presidente, da 4 rappresentati della BCE ed un rappresentante delle
autorità centrali nazionali

Il mandato dei componenti degli organi della BCE è di 8 anni, non rinnovabile

l’SSM è un sistema di vigilanza in cui la BCE diventa responsabile del corretto funzionamento dell’esercizio
della vigilanza posto in essere da lei stessa all’interno dell’Eurozona.
L’esercizio di questa vigilanza presenta notevoli differenze tra banche significative e meno significative
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Il regolamento 1024 stabilisce infatti che, ai fini di una ripartizione sufficientemente precisa delle
competenze della BCE, gli enti significativi siano vigilati direttamente da Francoforte, mentre per le less
significant l’esercizio della vigilanza è attribuito alle BCN mediante delega da parte della BCE
Il motivo per il quale la BCE si occupa della vigilanza delle S.B. risiede nella volontà di garantire uno
scambio di informazioni quotidiano, in virtù del fatto che le azioni assunte da una S.B. sono potenzialmente
in grado di avere degli effetti macroeconomici

Ora, la significatività è data una serie di criteri:


- dimensionale = il valore totale delle sue attività supera i 30 miliardi di euro
- l’importanza economica = è significativo l’ente che riveste un’importanza significativa rispetto al paese
membro in cui è insediata;
- Operatività transfrontaliera = il rapporto tra le sue attività ed il PIL dello stato membro in cui è insediata
supera il 20%

Nonostante il SSM sia basato sulla stretta collaborazione tra BCE e BCN, è altrettanto vero che l’SSM
attribuisce una posizione di assoluta preminenza alla BCE
Più nel dettaglio, analizziamo il regolamento 1024 art. 4 che definisce i compiti della BCE
= la BCE ha la competenza esclusiva nell’assolvimento dei seguenti compiti ai fini della vigilanza
prudenziale:
1) Rilascio o revoca dell’autorizzazione agli enti bancari → richiama l’art. 14 dell’SSM in cui viene
meglio dettagliato il processo di rilascio dell’autorizzazione
= la domanda viene inoltrata alla BCN dello stato membro, la quale formula un progetto di decisone,
vale a dire una relazione in cui si propone alla BCE di autorizzare o meno una certa banca, indicando
quali sono i punti a favore e quelli contrari.
Il progetto di decisione (in Italia) si ritiene adottato qualora la BCE non sollevi obiezioni entro 10 gg
lavorativi (meccanismo di silenzio assenso)
Tuttavia la BCE (c.5) può revocare l’autorizzazione in qualsiasi momento, previa consultazione con la
BCN = nonostante la collaborazione che precede la decisione, l’ultima indicazione la deve dare la BCE

2) Valutazione delle notifiche di acquisizione o cessione di partecipazioni qualificate negli enti creditizi →
L’acquisto della partecipazione sarà sicuramente basato su un ragionamento imprenditoriale, e dunque
tendenzialmente sensato, ma da un punto di vista giuridico tale ragionamento deve essere valutato dalla
BCE = la BCE entra nella vita della banca in maniera continuativa

3) Imposizione agli enti significativi di requisiti prudenziali in materia di fondi proprio, limiti ai rischi
assumibili, liquidità, info al pubblico ecc
= valuta quindi se i requisiti sui quali la banca è stata autorizzata, siano mantenuti nel corso del tempo
→ Francoforte incide direttamente sulla vita di tutte le SB, valutando la posizione aziendale delle stesse

4) Verifica circa il mantenimento di solidi dispositivi di governo societario → la BCE effettua una
valutazione continuativa per verificare se gli esponenti che possedevano determinati requisiti nel
momento in cui sono stati nominati siano ancora in essere (professionalità ed onorabilità)

Ma che il primo pilastro sia incentrato sulla vigilanza della BCE e sulla preoccupazione nel rendere effettiva
e concreta la sua vigilanza sul mercato bancario noi lo vediamo anche dagli art. 10 ed 11 del regolamento
1024.

Art 10 = la BCE può esige dalla persone fisiche o giuridiche delle banche le comunicazione di tutte le info di
cui necessita per assolvere ai compiti stabili dal seguente regolamento, comprese le comunicazioni
periodiche
→ vigilanza informativa ad ampio spettro che permette di richiedere a BCE qualsiasi info voglio

Art 11 = prevede che la BCE possa svolgere tutte le indagini riguardo i soggetti significativi, potendo:
chiedere la presentazione e l’esamina dei documenti e dei registri contabili, ottenere spiegazioni scritte o
orali dalle banche, organizzare delle audizioni con il personale delle banche
tutte le banche sono tenute a sottoporsi alle indagini, che si configurano come uno strumento giuridico ibrido
tra informativo ed ispettivo
Qualora un soggetto ostacoli l’indagine, l’ADV dello stato membro di cui fa parte la banca si coordina con la
BCE facilitandone l’ingresso nei locali commerciali della banca, affinché il diritto di indagine sia soddisfatto

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Ricordiamo inoltre che la BCE può effettuare le c.d ispezioni in loco, recandosi presso i locali delle banche
anche senza preavviso e svolgere un’ispezione nelle aree di interesse mediante il JST

A rafforzare i poteri della BCE, analizziamo il c.2 dell’arte 16 del regolamento 1024, dedicato ai poteri di
vigilanza:
La BCE dispone dei poteri che le consentono di imporre a qualsiasi ente creditizio le misure necessarie per
affrontare alcuni problemi:
1) Se la banca non soddisfa più i requisiti per l’autorizzazione, ad esempio il capitale a disposizione, la
BCE può imporre alle banche di detenere dei fondi propri in misura superiore rispetto a quelli stabiliti in
sede di rilascio dell’autorizzazione, con lo scopro di garantire la stabilità macro e micro (della singola
banca)
2) Può richiedere che le Banche restringano o limitino l’attività o la rete commerciale, o addirittura
richiedere la cessione di attività o strumenti che rappresentano dei rischi per la stabilità della banca
3) Può addirittura rimuovere in qualsiasi momento i membri dell’organo di amministrazione della banca
che non soddisfano più i requisiti di onorabilità e professionalità

Il primo pilastro si completa con il regolamento 468 della BCE, che si configura come un regolamento
interno e che analizziamo solo per quanto riguarda il JST:
Il gruppo di vigilanza congiunto è composto da funzionari della BCE e dalla BCN che ha lo scopo di
mantenere il dialogo delle politiche di vigilanza con le S.B. e che si occupa di effettuare un particolare tipo di
controllo chiamato supervisory review and evaluation process (SREP)
→ si tratta di una valutazione da parte del JST volta a definire il quadro generale dei rischi che la banca
assume sul mercato in relazione alla sua attività, focalizzandosi su:
a) l’adeguatezza del business model posto in essere dalle banche significative
b) l’adeguatezza della governance della banca, con particolare riferimento alla presenza di una forte cultura
del rischio e grazie alla quel il board della banca riesce ad assumere consapevolmente un rischio
c) i rischi di capitale = si valuta se il capitale della banca sia in ogni momento adeguato a coprire i rischi
che la banca si assume nel suo business model → tale valutazione dovrà essere formalizzata in un
documento che ogni anno le banche dovranno redigere e condividere con il JST
d) i rischi di liquidità = la banca in questo caso deve dimostrare al JST di assolvere ai propri obblighi di
pagamento anche nel caso in cui si verifichino condizioni di mercato avverso.

Con lo SREP il legislatore europeo, ma anche quello nazionale, hanno previsto una vigilanza continuativa su
tutti i parametri della banca allo scopo di garantire un presidio quotidiano contro il deterioramenti degli stessi

Dunque, il primo pilastro ha costruito un framework legislativo chiaro nella definizione delle competenze
della BCE, delle BCN e delle banche, sancendo l’indubbia supremazia della BCE nei confronti di qualsiasi
altra autorità bancaria → realizza quanto disposto dal c.6 dell’art 127

Single resolution mechanism:


Si tratta di un pilastro dedicato alla risoluzione delle crisi bancarie, ed il cui scopo risiede nell’individuazione
di regole giuridiche comuni ed uniformi che permettano di risolvere le crisi bancarie allo stesso modo
all’interno di tutti gli stati membri.
Si basa in particolare su due direttive ed un regolamento
- direttiva 59 del 2104 = DRRD 1
- Direttiva 879 del 2019 = DRRD 2
- Regolamento 806 del 2014 (anche in questo caso troviamo uno strumento di unificazione del diritto)
Per raggiungere lo scopo del pilastro, il legislatore introduce il principio in base a cui i primi soggetti che
devono rispondere dell’eventuale crisi di una banca sono gli azionisti, poiché a conoscenza della situazione
della stessa ed incapaci di porvi rimedio

Il SRM è presieduto dal SR board o comitato unico di risoluzione, un organo amministrativo che ha il
compito di presiedere il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie e verificare gli elementi di allarme o
criticità di una banca.
Il comitato ha sede a Bruxelles, è composto da un presidente, 4 membri nominati dal consiglio europeo e da
un membro nominato dai singoli stati membri;
Costituiscono elementi di allarme ad esempio la violazione dei requisiti richiesti per l’autorizzazione,
passività > attività, l’incapacità della banca di onorare i propri debiti ecc

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In questi casi il SRB elabora un programma di risoluzione → un documento nel quale riporta le valutazioni
della BCE che fanno presagire che il potenziale dissesto della banca possa produrre una grave perturbazione
del mercato o dell’economia dello stato membro.
La risoluzione consiste quindi nella ristrutturazione della banca nel momento in cui la situazione mostra le
prime criticità, al fine di recuperarla
→ gli obiettivi della risoluzione:
- garantire la continuità delle funzioni essenziali della banca
- Evitare effetti negativi sulla stabilità finanziaria anche mediante la prevenzione del contagop
- Tutelare i depositanti
- Tutelare i fondi ed i clienti
Per attuare la risoluzione, il comitato elabora i c.d piani di risoluzione: si tratta di documento contenente
l’insieme di azioni che devono essere poste in essere per recuperare la banca dal mercato = es. sintesi dei
cambiamenti sostanziali che devono essere messi in atto, la stima dei tempi necessari per avviare la
risoluzione, le possibilità concrete che la risoluzione abbia successo, un’analisi in merito all’impatto che la
risoluzione ha sui dipendenti della banca nonché le procedure da attivare per comunicare la situazione della
banca al pubblico ed ai media
Gli strumenti per avviare una risoluzione sono:
1) vendita dell’attività d’impresa = si trova un altro soggetto bancario interessato a rimettere in sesto la
banca
2) Si trasferiscono temporaneamente tutte le att. e le passività di una banca ad un ente pubblico in attesa
che qualcuno lo compri = strumento dell’ente ponte
3) Strumento del bail-in = strumento di salvataggio interno che prevede che tutte le perdite subite dalla
banca debbano essere sopportate in primo luogo dagli azionisti, dai creditori della banca, ma anche
coloro che hanno condotto la banca in quelle condizioni e cioè l’organo di amministrazione e l’alta
amministrazione della banca, che verranno immediatamente sostituiti anche se è imposto ai sostituiti di
collaborare con i vecchi per risanare le dinamiche che hanno portato al dissesto, ed infine ai depositanti
che hanno dei depositi superiori ai 100.000€
4) Lo strumento di separazione delle attività = BAD Bank → tutte le passività della banca in crisi e tutte le
attività deteriorate vengono trasferite ad una società denominata banca ma priva di autorizzazione il cui
compito è quello di recuperare per quanto possibile il risanamento di alcune di queste poste

Tuttavia la DRRD1 introduce nell’ordinamento la possibilità di adottare alcune misure da parte delle autorità
pubbliche che si collocano nel momento iniziale della crisi (misure di intervento precoce) → qualora una
banca violi o a causa di un rapido deterioramento della situazione finanziaria causi una situazione di
sofferenza della banca, le autorità competenti possono richiedere all’organo di amministrazione di attuare
uno o più dispositivi previsti nei recovery plan
I recovery plan sono delle simulazioni che le banche attuano per immaginare le modalità per far fronte ad
eventuali crisi future = nel caso di rapido deterioramento delle attività della banca le ADV possono
1) valutare se nel recovery plan della banca quello specifico scenario sia previsto
2) prima che si dichiari il dissesto, convocare l’assemblea degli azionisti, anche direttamente qualora
l’organo di amministrazione non intenda ottemperare, ed addirittura rimuovere o sostituire i membri del
CDA, fino a poter nominare un amministratore temporaneo, cioè una figura professionale che
sostituisce temporaneamente il Board allo scopo di valutare se la situazione di rapido deterioramento sia
recuperabile o meno = se non lo fosse si passa alla risoluzione con il procedimento che abbiamo visto

Sistema di assicurazione dei depositi:


Il terzo pilastro è costituito da una proposta di regolamento europeo che istituisce un sistema europeo di
assicurazione dei depositi = fino ad oggi, gli stati membri dell’UE hanno istituito dei sistemi di garanzia dei
depositi che vengono finanziati dai contributi delle banche e che hanno il compito di rimborsare i depositanti
nel caso di crisi della banca → più precisamente l’art. 26 del TUB ha stabilito che tutte le banche italiane
debbano aderire a dei sistemi di garanzie = in Italia abbiamo il fondo interbancario di garanzia, ovvero un
consorzio costituito dalle banche (ad eccezione di quelle di stampo cooperativo)
Il fondo ha la funzione di intervenire nel momento in cui si ha una crisi bancaria, andando ad indennizzare i
depositanti; ma svolge anche un ruolo di supporto preventivo = può supportare con i propri fondi il
meccanismo di risoluzione, cercando così di evitare di dover indennizzare tutti i depositanti
= si tratta di un sistema che non è stato ancora approvato ma che si propone (tramite uno specifico fondo) di
costituire un meccanismo di protezione di tutti i depositanti delle’UE

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