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LXP87
SHUTTLE
X500V
PC e schermo in un
Diventa protagonista nel mondo Linux PRO unico corpo macchina
con SUSE al timone
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di server? Linux Pro ti aiuta
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Sommario
LXP 87 Gennaio 2010
LINUX PRO
Benvenuti nell’ottantasettesimo numero di Linux Pro, la vostra guida definitiva a Linux e al mondo Open Source
In primo piano
Professione
Ubuntu
Linux Pro
08 vi fa diventare
super-sysadmin
con la sua guida
alla certificazione
Ubuntu Certified
Professional.
Non perdetevela!
Δ Fotoxx 8.7
Una guida alla certificazione
58 Scannerizzare Δ HandBrake 0.9.4
Ubuntu Certified Professional Preparatevi a trasformare in formato Δ QDVDAuthor 2.0.0
digitale tutti i vostri ricordi su foto Δ SportTracker 4.1.0
18 Desktop Δ X File Explorer 1.32.1
Strumenti e suggerimenti
64 Python Δ DISTRIBUZIONI
Grazie a poche righe di codice potete Δ DEFT Linux 5.0
per abbellire il vostro desktop usare Gmail come disco online Δ Knoppix 6.2
Δ Linux Mint 8
Mai più file dispersi nel disco Alla scoperta di pile, alberi
Δ Ubuntu Server 9.10
e code, strutture dati fondamentali
con questo pratico tool Open Source Δ GRAFICA
in diverse occasioni
Δ Inkscape 0.47
Quattro applicazioni libere da provare! Guida al software presente nel DVD a pagina 92
L’eco
dei LUG
Uno spazio
RISPARMIA!
aperto ai
gruppi di utenti ABBONATI
Linux in Italia
per segnalare A LINUX
appuntamenti,
iniziative e PRO
nuovi progetti
D
ecnologie Creative (www.
novembre,
la Free
Software
Foundation Europe
ha lanciato
da fare per il Software Libero,
ma non abbia la possibilità
di sostenere il contributo della
Fellowship può fare domande
per questo sussidio. Per
T tecnologiecreative.it)
ha arricchito la sua offerta
con un nuovo media
player e streamer chiamato
Xtreamer. Si tratta di un dispositivo
un’importante iniziativa richiederlo è sufficiente dotato di tre porte USB (una slave
per premiare i migliori mandare un’e-mail all’indirizzo e due host), una porta Ethernet
attivisti nel Software fellowship.fsfeurope.org, 10/100, un’uscita video HDMI
Libero con dei sussidi nella quale ci si presenta, 1.3a (fino a 1080p) oltre alla
per la Fellowship si spiegano le ragioni per cui si classica uscita RCA e a quelle audio
che copriranno vuole far parte della Fellowship (stereo a 2 canali RCA e ottica
All’indirizzo Web
il contributo della Fellowship e che cosa si è fatto negli ultimi con la S/PDIF). Il connettore interno
http://fellowship.fsfe.org/grant.
it.html potete trovare per un anno. Ogni mese, per un anni per sostenere il Software SATA I/II consente l’inserimento
tutte le informazioni del caso anno, verranno aggiudicati tre Libero (è possibile fare di un disco fisso da 2,5 pollici,
sul sussidio della Fellowship sussidi al mese. Chiunque domanda entro ottobre 2010). mentre chi vuole dotare Xtreamer
di una connessione Wi-Fi deve
acquistare un’antenna USB
Sistema operativo opzionale. Il firmware, Linux based,
consente la riproduzione ad alta
A
MP@HL, H.264 HP@L4.1,
già più volte di AROS, musica e video nei formati più inoltre i possessori di alcune schede VC-1 AP@L3 in TS di almeno 40
un progetto libero popolari e diffusi, sfruttando GeForce possono provare una Mbps) per una risoluzione video
e indipendente portato la leggerezza di un sistema demo preliminare di Gallium3D, in alta definizione fino a 1080p.
avanti da volontari con l’obiettivo operativo che, una volta installato il cui porting su AROS è ancora in Inoltre è supportato il formato FLV
di far rivivere lo storico AmigaOS su disco fisso, si avvia mediamente fase di lavorazione, mentre lo stack in modo da migliorare l’esperienza
su qualunque piattaforma, in 20 secondi. La nuova versione USB Poseidon è una delle soluzioni dell’Internet LIVE streaming
ma in particolare i comuni PC, di Icaros Desktop, la 1.2, oltre più versatili nel suo campo, perché implementata dalle più popolari
in una versione Open Source e a permette ai numerosi nostalgici consente una gestione avanzata TV via Internet. L’uscita HDMI 1.3a
regolata da una licenza d’uso simile della piattaforma Amiga di eseguire delle porte e delle periferiche USB permette, assieme all’uscita ottica
a quella di Mozilla. Icaros Desktop giochi e applicazioni classiche 1.1 e 2.0. Fra le novità di rilevo, S/PDIF, un supporto totale per
(nota in passato con il nome infine, va segnalato l’audio ad alta definizione (HD
“VmwAROS”) ne è la sua più nota e un aspetto grafico in pass-through) per il DTS HD-HR,
completa distribuzione. Comprende gran parte rinnovato, DTS HD-MA, Dolby Digital Plus,
giochi, emulatori e programmi che affonda sempre Dolby TrueHD e DTS Downmix.
di varia utilità che, per quanto le sue radici Ovviamente è possibile riprodurre
non possano ambire a sostituire nella tradizione anche audio e foto e i file possono
Windows o Linux sul computer di di AmigaOS essere letti da dispositivi USB
ogni giorno, possono essere più che ma si presenta con esterni, dall’eventuale disco interno,
sufficienti per l’hobbista o per chi un look molto dalla rete locale o direttamente
si diverte a esplorare il sottobosco più originale. Per da Internet. Grazie ai servizi SMB,
dell’informatica alternativa. Con maggiori informazioni NFS e FTP si può usare il dispositivo
Icaros Desktop si può esplorare e download: anche come disco di rete. Xtreamer
il Web, si può consultare la posta http://vmwaros. è venduto a partire da 139,00
elettronica, si può chattare, si può Icaros Desktop in azione blogspot.com. euro, IVA inclusa (senza disco fisso).
TELEPATHY
Linux Pro scopre come i vari pezzi del desktop possono comunicare tra loro in tempo reale
» Cos’è Telepathy?
Nulla di collegato alla lettura della » Ok, diamo per assodato
che non esista tale metodo,
GNOME usa Telepathy all’interno del client
IM Empathy, ad esempio. Una delle sue
mente: Telepathy è una delle tante ma cosa potrebbe far di buono se ci fosse? applicazioni è la condivisione di cartelle
cose che potrebbero essere in esecuzione L’esempio più semplice è la scrittura e file con i tuoi contatti Empathy
nella tua Linux box ma che non vedrai collaborativa in piena privacy, veloce attraverso il tool di sharing del desktop
mai direttamente e di cui sentiresti e senza doversi affidare a fornitori di terze Vino. In alternativa puoi inviare
la mancanza se smettesse di funzionare. parti, come con Google Docs. Oggi, rapidamente file agli stessi contatti
se tu e un tuo amico volete lavorare da Nautilus, grazie al suo plug-in
di librerie che contengono la stessa Esatto, ma Telepathy ha un meccanismo che gli oggetti canale siano creati e gestiti
interfaccia e forniscono ogni servizio per implementare in maniera arbitraria in modo corretto. Il Mission Control
in un modo standard. il trasferimento di dati e dei messaggi interagisce anche con l’utente per
D-BUS attraverso una rete, chiamato controllare se vuole pubblicare o meno
0 7
Certificatevi
Ubuntu!
Per diventare un professionista di Ubuntu
bisogna studiare, esercitarsi
e, d’ora in poi, seguire Linux Pro tutti i mesi
Incominciamo!
La prima parte del programma d’esame riguarda Data la complessità del progetto, Debian ha sempre
la conoscenza della distribuzione Ubuntu,
di chi ci lavora (Canonical e comunità)
faticato a offrire rilasci regolari e a stare al passo
con le ultime novità in fatto di software.
Tip
e dei mezzi a disposizione per il supporto. Canonical ha realizzato Ubuntu prendendo Mark Shuttleworth,
il meglio di Debian (l’architettura e il sistema in qualità di capo
Ubuntu e derivate di pacchettizzazione) offrendo però rilasci aggiornati di Canonical,
Ubuntu è una famiglia di distribuzioni: alcune e puntuali e un supporto (anche a pagamento). Questo è soprannominato
di queste sono supportate da Canonical, la rende sicuramente una soluzione più appetibile SABDFL
(self appointed
altre dalla comunità. Quelle ufficiali sono: per le aziende rispetto alla “capostipite” Debian. Per
- benevolent dictator
Δ Ubuntu – distribuzione per desktop e notebook rendere il progetto un po’ più snello di Debian, Ubuntu for life), dittatore
basata su GNOME; si è concentrata sulla architettura x86 (a 32 e 64 bit), a vita benevolo
Δ Ubuntu Netbook Remix - distribuzione ottimizzata anche se alcuni vecchi rilasci supportavano PowerPC autonominato.
per netbook; e SPARC. Un’altra differenza, spesso criticata, è stata
Δ Kubuntu - distribuzione per desktop e notebook quella di distribuire, per alcune periferiche, driver
basata su KDE; proprietari (e quindi privi dei sorgenti). Questa scelta
Δ Edubuntu - distribuzione orientata all’utilizzo controversa permette di far girare Ubuntu con
didattico; periferiche (specialmente le schede video) sulle quali
Δ Ubuntu Server Edition - distribuzione per i server. purtroppo non esistono ancora delle alternative
L’esame UCP prende in considerazione solo Ubuntu Open Source altrettanto valide. Parlando di rilasci,
e Ubuntu server. Esiste poi una miriade di distribuzioni ogni versione di Ubuntu esce con cadenza semestrale
derivate: Xubuntu, Mythbuntu, Ubuntu Studio, ecc. ed è supportata (e quindi aggiornata) da Canonical per
Ubuntu stessa è una distribuzione derivata! Essa deriva un anno e mezzo. Un rilascio ogni quattro (quindi ogni
infatti da Debian GNU/Linux. Il sistema operativo due anni) viene chiamato rilascio LTS (Long Term
Debian è il frutto del lavoro dell’omonima fondazione Support) e viene supportato per tre anni sui desktop
che vede coinvolti una vasta comunità di volontari e cinque sui server. Il supporto di Canonical si limita
e di organizzazioni. Debian ha stipulato con ai pacchetti presenti nei repository Main e Restricted.
la comunità un “contratto sociale” in cui si impegna
a mantenere il sistema operativo Debian gratuito Repository
e libero. La distribuzione Debian GNU/Linux è tuttora I programmi della distribuzione si trovano all’interno
famosa per la sua stabilità e per essere portata
su un ampissimo numero di architetture diverse.
di pacchetti che a loro volta sono contenuti all’interno
di repository (archivi) su Internet. Il sistema œ
LXP87 GENNAIO 2010 9
Certificazione Ubuntu
Risorse per
il supporto
Δ Canonical
Canonical è l’azienda
alle spalle di Ubuntu.
È stata fondata nel 2004
da Mark Shuttleworth
(un imprenditore Sudafricano)
per la promozione di progetti
software liberi. Attualmente
dispone di circa 200
dipendenti sparsi intorno
al globo. Tra gli altri progetti
promossi da Canonical ci sono:
- Bazaar: un sistema
di controllo delle versioni
dei sorgenti (tipo SVN,
CVS e GIT);
- Launchpad: una piattaforma
1 VMware Player all’opera con alcune macchine virtuali per lo sviluppo condiviso;
Δ IRC
Per un riscontro immediato
esistono svariati canali
dedicati a Ubuntu su IRC.
Il principale è #ubuntu
su irc.freenode.net.
Δ Forum
Tra le risorse più utili ci sono
sicuramente i forum. Quello
internazionale (in lingua 2 Il menu per la segnalazione dei bug œ
LXP87 GENNAIO 2010 11
Certificazione Ubuntu
Ottenere Ubuntu
Il primo passo per iniziare a lavorare con Ubuntu
è... averne una copia!!!! Ai fini della certificazione CPU a 32 o 64 bit
possiamo considerare solo le seguenti installazioni:
Δ Ubuntu (per desktop e notebook) La quasi totalità dei processori venduti kernel a 32 bit delle versioni desktop supporta
Δ Ubuntu alternate oggigiorno è a 64 bit. Nel dubbio controllate fino a 4 GB di RAM. La versione server
Δ Ubuntu server se il vostro processore supporta le estensioni non ha questo tipo di limite in quanto include
Ognuna delle installazioni è disponibile nella versioni AMD64 (per processori AMD) o EM64T (per l’estensione PAE E (Phisical Address Extension)
a 32 o 64 bit. Il modo più veloce per ottenerne una copia quelli INTEL). La possibilità di utilizzare 64 bit che supporta fino a 64 GB di RAM. A parte
alla volta permette maggiori performance queste considerazioni, tra le due architetture,
è scaricarla dal sito www.ubuntu.com (consigliamo
in applicazioni che utilizzano intensivamente la non ci sono altre differenze quindi, d’ora
vivamente una connessione veloce!). Una volta scaricata CPU (render 3D o codifica/decodifica video). Il in avanti, non faremo più distinzione.
la ISO dovrete masterizzarla oppure, se utilizzate
una macchina virtuale, potete collegare direttamente il file
con estensione ISO al lettore DVD (virtuale). In alternativa di rimuovere il CD. In basso nella schermata sono disponibili
potete utilizzare una copia allegata a Linux Pro: il mese altre opzioni: F1 aiuto apre un help con utili opzioni
scorso abbiamo pubblicato Ubuntu per desktop e questo da utilizzare in caso di esigenze specifiche, F2 Lingua
mese trovate le ISO della versione Server. Canonical e F3 Tastiera servono per impostare appunto la lingua
promuove anche un servizio gratuito chiamato Ship it e il tipo di tastiera. Con F4 si può modificare la modalità
con il quale, a richiesta, spedisce i CD in tutto il mondo. dell’installazione. Attraverso questo menù è possibile:
Una volta installata Ubuntu potete identificare quale - utilizzare una modalità grafica sicura (VESA)
release state utilizzando dal contenuto del file se avete problemi a lanciare l’installer grafico;
/etc/lsb-release. Ad esempio con la versione 9.04 trovate: - inserire un disco di aggiornamento con driver;
DISTRIB_ID=Ubuntu - lanciare la modalità di installazione per i PC OEM. OEM
DISTRIB_RELEASE=9.04 (Original Equipment Manufactorer) sono i prodotti che
DISTRIB_CODENAME=jaunty vengono venduti a supporto di un altro prodotto. Nel nostro
DISTRIB_DESCRIPTION=“Ubuntu 9.04” caso l’installazione OEM serve ai rivenditori (o ai produttori)
Le stesse informazioni si possono visualizzare che vendono i PC con Ubuntu preinstallato.
con il comando lsb_release -a. Ma andiamo L’installazione OEM installa il sistema senza impostazioni
per ordine e parliamo di installazione. relative all’utente. Queste verranno richieste
al primo riavvio della macchina.
Installazione Il motto di Ubuntu “Linux per esseri umani” ha portato
Per partire con l’installazione dovete mettere il disco Canonical a dedicare una grande attenzione alla
di installazione nel lettore CD e modificare il setup localizzazione dei programmi e all’accessibilità.
del BIOS del vostro PC in modo che il CD venga avviato Con l’opzione F5, infatti, avete la possibilità di avviare
prima dell’hard disk in modo da far partire l’installazione. Ubuntu Live con il supporto per utenti diversamente abili:
Per entrare nel setup del BIOS bisogna tenere premuto schermi a contrasto elevato, ingranditori, terminali braille
F12, CANC o ESC (dipende dal modello del BIOS) e lettore di schermo. Infine F6 abilità la possibilità di editare
all’avvio del computer (solitamente il tasto da premere
viene mostrato per breve tempo all’accensione
del computer). Nei prossimi paragrafi descriveremo
le opzioni di avvio del kernel: utile in caso di problemi
con le periferiche. Potete trovare alcune informazioni œ
nel dettaglio i tre tipi di installazione: Ubuntu (per desktop
e notebook), Ubuntu Alternate e Ubuntu Server. La sicurezza
Δ Ubuntu (per desktop e notebook) Il modello di sicurezza di UNIX (da cui deriva piena di dati illeggibili. Sui sistemi operativi
Il CD di Ubuntu (per desktop e notebook) è quello anche Linux) prevede che chi può accedere UNIX ogni cosa è un file e ogni file ha un
fisicamente a un PC, deve essere in grado utente e un gruppo proprietario. Ogni file,
più generico e utilizzato. All’avvio, dopo la scelta della
di poterne fare qualsiasi cosa. Il sistema inoltre, mappa i permessi di lettura, scrittura
lingua, vi verrà mostrata una videata con una serie di permessi, infatti, serve a regolare gli utenti ed esecuzione rispetto al proprietario, al
di opzioni. La prima (Prova Ubuntu senza modificare remoti. I dati sui dischi sono, solitamente, gruppo di cui fa parte il proprietario e a tutti
il computer, Fig.3) consente di far partire Ubuntu scritti in chiaro ed è sempre possibile avviare gli altri. L’unico utente che può fare “tutto” è
in modalità Live. In questa modalità il sistema parte senza il sistema con un disco di boot (ad esempio root (l’amministratore del PC). Gli utenti che
installare nulla sul vostro PC! È molto utile per controllare la nostra Ubuntu live) per leggerne i dati lo usano rischiano di lanciare programmi che
contenuti. Purtroppo in casi sfortunati, come possono compromettere l’intero sistema. Per
se Ubuntu funziona correttamente con il vostro hardware,
quando si verifica il furto di un portatile, questo motivo Ubuntu ha fatto una scelta
per vedere se vi piace, per risolvere piccoli problemi del PC ciò si traduce in una diffusione di dati sensibili radicale: ha disabilitato l’accesso di root!
o semplicemente per utilizzarlo senza dover installare (dati medici, fiscali, codici di carte di credito Per svolgere compiti amministrativi viene
nulla. La voce Installa Ubuntu consente, ovviamente, e così via). Ubuntu offre la possibilità utilizzato il sistema sudo. Si delega, cioè,
di installare il sistema sul PC (utilizzando Ubuntu di criptare il contenuto della propria home a un gruppo di utenti la possibilità di svolgere
in modalità Live è presente il comando Installa Ubuntu (la directory con i dati dell’utente). compiti amministrativi. Per fare questo viene
Ciò avviene in modo trasparente accedendo richiesta la propria password come conferma
che fa partire la stessa installazione, Fig.4). Le altre voci del
alla nostra utenza con la password. In questo della propria identità. Ad esempio con
menu Controlla difetti su disco e Test della memoria modo, accedendo al PC con un’altra utenza $ sudo comando
servono per diagnosticare dei problemi hardware. Infine (anche amministrativa) o con un disco dopo aver inserito la password verrà lanciato
Boot dal primo disco rigido è la voce da scegliere di boot, la cartella home dell’utente risulterà “comando” con privilegi amministrativi.
se non volete installare Ubuntu ma vi siete dimenticati
Δ Ubuntu alternate
Il CD Ubuntu alternate è dotato di un installer in modalità
testo derivato da Debian. È adatto se ci fossero problemi
a far partire il server grafico sul vostro PC. Inoltre
rende possibile impostare le partizioni utilizzando
RAID o LVM (vedi omonimo box). La schermata
principale dell’installazione “Ubuntu alternate”
si avvicina molto a quella dell’installer classico.
Quindi vi sottolineiamo solo le differenze:
- manca la possibilità di lanciare il sistema operativo
in versione Live;
- è presente l’opzione Ripristina un sistema
danneggiato che vi consentirà di effettuare le principali
operazioni di ripristino su un sistema: reinstallazione
di GRUB, aprire una console, ecc;
- tra le modalità di installazione è presente la voce Installa
un sistema a riga di comando. Questo consente
di non installare l’interfaccia grafica (server X e GNOME).
Può essere utile per installare Ubuntu su PC obsoleti
(in seguito si può anche installare un Desktop
Environment più leggero);
- tra le modalità di installazione è presente la voce Installa
un server LTSP. LTSP sta per Linux Terminal Server
Project. Al server LTSP si possono collegare via rete locale
3 La schermata d’avvio di Ubuntu per desktop dei Thin Client (terminali senza disco) che utilizzeranno
Tip
Ubuntu offre la
possibilità di essere
installata all’interno
della partizione di
Windows. Questo è
reso possibile da Wubi
(Windows Ubuntu
Installer), un ottimo
modo per chi vuole
provare Ubuntu ma
non è consigliato
assolutamente per un
utilizzo professionale.
4 Partendo in modalità Live, sul desktop trovate 5 Il primo passo per la creazione di un sistema RAID
l’icona per installare Ubuntu su disco fisso è scegliere l’opzione corrispondente durante il setup
il server dando all’utente l’illusione di disporre di un PC tutto Alla voce Usare come scegliete di creare un volume
per sé. È una soluzione interessante in quanto consente per il RAID (Fig.5). Una volta finito con le unità potete
di contenere i costi legati all’infrastruttura informatica: procedere a creare un volume MD (Multi Device) per
sia quelli hardware che quelli relativi alla gestione dei PC. il RAID. Questa operazione può essere realizzata entrando
Scegliendo Installa Ubuntu parte l’installer testuale. nel menu Configurare il RAID software (Fig.6).
A parte le differenze grafiche, quest’ultimo ricalca All’interno di questo potrete aggiungere o rimuovere
lo svolgimento di quello grafico: dei volumi RAID. Procedendo nella creazione vi verrà
- scelta della lingua, tastiera e fuso orario; chiesto il tipo di RAID, il numero di partizioni utilizzate
- partizionamento del disco; e quali. Scegliete RAID1 e selezionate le partizioni create
- immissione utenza e password; precedentemente; potete impostare a zero il numero
- eventuale impostazione del proxy (per l’installazione di partizioni SPARE (Fig.7). Una volta compiute queste
dei pacchetti delle lingue). operazioni potete ritornare al menu principale dove
Una volta immessi questi dati il setup proseguirà vedrete il dispositivo RAID1 evidenziato sull’interfaccia.
con l’installazione del sistema. Durante tutto il processo, Potete trattarlo come una qualsiasi partizione e quindi
l’installer, vi mette a disposizione due console sulle quali scriverci un filesystem (Fig.8). Vediamo ora come
effettuare comandi (raggiungibili con le combinazioni
di tasti ALT+F2 e ALT+F3). Premendo ALT+F4 potrete
visualizzare invece il log in tempo reale dell’installazione.
realizzare una partizione virtuale utilizzando il LVM.
Procedete come per il RAID ma scegliete di creare œ
Questo può essere molto utile per diagnosticare eventuali
errori. Con ALT-F1 si ritorna alla videata principale RAID e LVM
dell’installer. Una delle differenze di questo tipo
di installazione è la fase di partizionamento. Vediamo RAID (Redundant Array of Inexpensive Disks) permette di utilizzare un gruppo di dischi
di seguito come è possibile impostare dei dischi in RAID come se fosse uno solo. Si usa per rendere un filesystem resistente ai guasti.
e degli LVM utilizzando il partizionamento manuale. Esistono svariate configurazioni di RAID. Le più note sono:
Δ RAID 0 (detto striping)
Esempio di RAID e LVM I dati vengono divisi tra più dischi e la banda in lettura/scrittura risulta circa raddoppiata.
In caso di guasto però TUTTI i dati sono perduti.
In questo breve esempio creerete un filesystem in RAID 1
Δ RAID 1 (detto mirroring)
(mirroring). Partite dal disco privo di partizioni e selezionate Gli stessi dati vengono scritti su tutti i dischi. Finché esiste almeno un disco funzionante
lo spazio libero. Create due nuove partizioni da 1 GB. i dati non vengono persi.
Δ RAID 5
Ogni dato con il suo codice di parità viene distribuito sui dischi. Questo RAID deve essere
formato da almeno tre dischi e ha la caratteristica di resistere al guasto di un’unità.
Parlando di RAID si definisce disco SPARE un disco che resta inutilizzato fino a un guasto.
In tal caso questo va a sostituire automaticamente il disco rotto. Il sistema ricostruisce i dati
mancanti in modo automatico. Il concetto di LVM assomiglia un po’ a quello di RAID in quanto
tratta l’aggregazione di più dischi fisici in un solo disco logico. Mentre però il RAID è incentrato
sulla ridondanza per una questione di resistenza ai guasti, LVM nasce per essere un modo
semplice per gestire lo spazio disco aggiungendo o rimuovendo unità/partizioni. Un LVM
è costituito da volumi fisici (PV – Phisical Volume) ognuno dei quali corrisponde a una
partizione. Questi PV sono raggruppati in gruppi (VG – Volume Group). Un VG è diviso in tanti
pezzetti chiamati extent. Ogni volume logico (LV – Logical Volume) è costituito da un gruppo
di extent dello stesso VG. Su un volume logico potete creare un filesystem come se fosse
una normale partizione. La forza di questo sistema è la possibilità di aggiungere/rimuovere
gli elementi che lo costituiscono (PV, VG e LV) e modificare il numero di extent (e quindi
la dimensione) della vostra “partizione virtuale”. Una cosa da tenere sempre in conto
è che ridimensionare un LV non equivale a ridimensionare il filesystem. È sempre necessario
provvedere a smontare il filesystem e a ridimensionarlo con gli strumenti a disposizione.
6 Tra le opzioni di partizionamento di Ubuntu
alternate trovate quella per il RAID
Tip
Tutti i sistemi operativi
hanno bisogno
di un bootloader
per avviarsi. Quello
utilizzato da tutte
le principali
distribuzioni (e anche
da Ubuntu) si chiama
GRUB. Si installa nel
boot record del disco
di avvio (solitamente
il primo hard disk)
e permette
di scegliere e avviare
il sistema operativo 7 La scelta delle partizioni da usare per il RAID 8 Creazione di un filesystem nel disco RAID
prescelto. Per ulteriori
approfondimenti due volumi fisici LVM. Al contrario del RAID non la procedura da utilizzare, ma RAID e LVM hanno senso
studiate i comandi è importante che le partizioni che ne fanno parte siano solo nel caso in cui vengano coinvolti più dischi fisici!
update-grub
della stessa dimensione. Nel nostro esempio abbiamo
e grub-install.
creato una partizione da 1 GB e un’altra da 2 GB. Andando Δ Ubuntu server
nel menu Configurare il Logical Volume Manager Ubuntu server è dotata di un installer testuale (come
sono presenti le opzioni per gestire i LVM. I dischi che la alternate) e installa una diversa combinazione
abbiamo creato finora si definiscono “Volumi fisici” (PV). di pacchetti (quella adatta per un server). Il kernel
La prima operazione da fare e creare dei gruppi di volumi, VG in dotazione è ottimizzato per l’ambito server: monta
(Fig.10). Scegliete il nome del gruppo e i volumi fisici che uno scheduler più efficiente anche se meno reattivo
ne faranno parte. Una volta fatto questo potete creare uno (lo scheduler è quella parte di sistema operativo che
o più volumi logici. I volumi logici hanno il vincolo di essere gestisce il funzionamento dei processi attivi) e le estensioni
composti da una frazione di un gruppo di volumi (Fig.11). PAE. Le fasi dell’installazione sono le stesse della alternate
Nell’interfaccia principale troverete una partizione virtuale ma, alla fine del setup, viene proposta la scelta tra alcune
che potrete utilizzare a vostro piacimento. In seguito sarà combinazioni di pacchetti in base all’utilizzo al quale dovete
possibile distribuire lo spazio tra i volumi logici, aggiungere destinare il server. Ad esempio: cloud computing cluster/
volumi fisici, creare o modificare le dimensioni dei volumi node, DNS server, LAMP server, mail server, file server,
logici e così via. Nota: gli esempi precedenti dimostrano ecc. Dal menu principale è possibile accedere a un paio di
installazioni alternative per saltare la fase di scelta pacchetti
9 Una delle nostre (Installazione minimale) e per installare macchine virtuali
partizioni minimali (Installa una macchina virtuale minimale).
per i volumi LVM È inoltre possibile scegliere Installa Ubuntu Enterprise
Cloud che installa direttamente un cluster o un nodo di una
cloud privata. Ricordiamo che si definisce cloud una rete
di PC remota che espone dei servizi (spazio disco, risorse
di calcolo). Ubuntu Karmic Koala incorpora la propria
soluzione di nome Eucalyptuss che permette di costruire la
propria infrastruttura cloud privata. Tra i vantaggi di questa
c’è la compatibilità con i servizi EC2 offerti da Amazon. Una
volta installato, Ubuntu server, è privo di interfaccia grafica,
quindi l’amministrazione deve essere effettuata da console.
10 Creati i volumi
fisici per LVM,
bisogna generare
i relativi gruppi
b) Restricted
c) Universe 12) Cos’è un disco di SPARE?
d) Multiverse
stallati
ati
7) Canonical è:
PRO
dentro il
ck 2.1.1
Cairo-Do
Desktop
Compiz ed Emerald
Le migliori decorazioni per il desktop
Quando il progetto Compizz prese vita, marcò un vero
punto di svolta per il desktop Linux, anche se ha subito
diversi scossoni e varie transizioni negli anni. Ha vissuto
un fork, la sua comunità si è disunita, lo sviluppo a volte
è proceduto a singhiozzo, ma alla fine è riemerso
come potenziamento standard di GNOME e di molti
altri desktop Linux. Ora è una tecnologia che combina
maturità e alcuni eccellenti miglioramenti per quel
che riguarda la produttività. Se non è installato di default,
lo trovate comunque nei repository delle maggiori
distribuzioni e vi serve solo una scheda video
con capacità 3D anche minime per poterlo sfruttare.
Una delle migliori aggiunte a Compiz è il window manager
Emerald. Esso rimpiazza i bordi delle finestre, e il suo
grande vantaggio rispetto alla situazione di default
è che non è connesso a una singola GUI, come GNOME,
KDE o Xfce. È anche tra i window manager più configurabili Emerald rimpiazza
in circolazione, oltre che essere di bell’aspetto. al file .emerald che si trova nel tarball decompresso per i bordi delle finestre
farlo importare. Alcuni temi sono belli e pronti da usare, impostando
Eseguire Emerald con altri invece c’è un po’ più di lavoro da compiere. un aspetto
Se Compiz è già presente nel vostro sistema, Emerald decisamente
più attraente
è disponibile come pacchetto aggiuntivo. Se state usando Una sistematina ai temi
GNOME con gli effetti extra abilitati, Compiz è già Vale la pena sistemare per bene il tema scelto grazie
in esecuzione e potete lanciare il window manager
Emerald digitando emerald da un terminale. Se state
alle pagine di editing del Theme Manager. Cliccate
su Modifica temi e vedrete i parametri principali di ogni
Tip
usando KDE, oppure Compiz non è installato, digitate tema divisi su cinque pagine. Il parametro più importante Potete usare
prima decorator seguito poi dal comando compiz.real è il motore di rendering (Motore cornice) e può essere la rotellina del
--replace. Dovreste vedere cambiare i bordi delle cambiato grazie a un menu a cascata. Così come mouse per passare
finestre con il tema di default di Emerald; per modificare con ogni parametro di Emerald, ogni modifica aggiorna da un desktop virtuale
questo tema lanciate l’applicazione Emerald Theme la visualizzazione in tempo reale, così potete vedere a un altro.
Manager, che dovreste trovare nei menu del desktop. subito il risultato delle vostre modifiche. Il nostro preferito
Di default, il gestore dei temi conterrà un solo tema, si chiama truglass, ma oxygen o vrunner (attivo di
quello che avete visto apparire lanciando Emerald. default) sono comunque ottime opzioni. Ogni motore ha
Per ottenere il massimo da questo window manager il suo set di parametri: in gran parte si tratta di cambiare
dovete recuperare qualche altro tema. Il modo migliore i colori usati dall’engine per i bordi delle finestre. Usate
per farlo è puntare il browser all’indirizzo www.compiz- il tab Cornice/ombre per sistemare la dimensione dei
themes.org, cercare un tema che vi piace e scaricarlo. bordi e dell’ombra, mentre in Barra del titolo potete
Normalmente i temi sono contenuti in tarball compressi modificare dimensione, colori, posizione e rendering
(tar.gz) ed è sufficiente decomprimerli in una directory.
Poi potete far puntare il gestore dei temi di Emerald
del testo della barra del titolo. Non dimenticatevi
di salvare il vostro tema quando avete terminato. œ
Passo passo Far funzionare Emerald
KDE
Il desktop più configurabile
raggiungibili dal menu Configurazione della finestra
che appare quando fate click destro sulla barra del titolo
di una finestra. Dalla prima schermata potete abilitare
gli effetti compositi e scegliere la transizione principale
per le finestre e il cambio di desktop. È qui che trovate
l’immancabile desktop cubico, ma il nostro effetto
di transizione tra le scrivanie virtuali preferito è chiamato
Scivola. Questo effetto emula la transizione dello Spaces
di Mac OS X, che fa scivolare gentilmente le finestre
da un desktop virtuale all’altro. Non è bello da vedere
come su OS X, ma è più logico e, cosa fondamentale,
più utile. Ci sono molti altri elementi ed effetti che potete
modificare e scegliere se passate al tab Tutti gli effetti
nella pagina Effetti del desktop. Cliccate sull’icona
a forma di chiave inglese alla destra del Cubo Desktop,
ad esempio, e potrete agire sul livello di zoom
I widget di KDE arricchiscono l’esperienza utente e sull’opacità, così come specificare una combinazione
di tasti per attivare l’effetto. Poi ci sono anche
Lo sviluppo di Windows e OS X innalza di continuo le onnipresenti ombre, che KDE ha deciso di colorare
Tip le attese degli utenti su quello che un desktop
moderno dovrebbe offrire, e questo particolare
in blu. Queste possono essere domate riconfigurando
l’effetto ombra, cambiando il suo colore al nero
Se un’icona non non è sfuggito agli sviluppatori di KDE. È l’unico ambiente e i valori di opacità, sfumatura e dimensione attorno
cambia quando desktop standard che include effetti gratuiti e chicche a 10. Altri effetti che vale la pena guardare sono
applicate un effetto, grafiche che possono essere attivate con qualche click Lampada magica, Animazione di minimizzazione
è probabile che stiate del mouse. La filosofia di KDE fa sì, inoltre, ed Esplosione per aggiungere un po’ di impatto quando
usando una bitmap che ci si possa addentrare a fondo nel motore rimpicciolite o chiudete le finestre; noi amiamo anche le
incompatibile. Cliccate
che controlla l’aspetto dell’ambiente. Potete modificare finestre “molleggianti” con l’effetto Finestre tremolanti,
con il tasto destro
sull’icona e scegliete praticamente qualunque aspetto dei vari componenti impostando lo slider Traballamento al valore Di meno.
Proprietà. Nella dell’interfaccia – dal tipo di icone e gli effetti usati Abilitando l’effetto Fogli vedrete apparire e scomparire
finestra che appare su di esse ai bordi delle finestre e al rendering delle barre la finestra di dialogo che si apre quando dovete caricare
cliccate sull’icona di scorrimento. Potete passare dei giorni interi facendo i file in un programma in modo davvero simpatico; noi
stessa e sceglietene esperimenti. Il punto migliore per iniziare sono gli effetti. abilitiamo di solito anche Oscura inattive, che cambia
una tra quelle
di default di KDE
intelligentemente il colore delle finestre inattive.
che appaiono Effetti In genere impostiamo la forza di questo effetto al valore 10
come rimpiazzi. KDE 4.3 include un gran numero di effetti che possono e abilitiamo solo l’opzione Applica l’effetto ai gruppi.
essere usati per migliorare sia l’usabilità che l’aspetto Dopo Effetti, il più grande cambiamento che potete fare
visivo. Per la maggior parte di questi avete bisogno al desktop è modificare le icone. KDE usa un insieme di
di una scheda video con accelerazione 3D. Non deve icone per tutte le applicazioni, il che vuol dire che dovete
essere particolarmente potente, qualunque scheda cambiarle una volta sola per vederne gli effetti su tutte
di Intel, Nvidia e ATI va bene, basta avere dei driver le applicazioni compatibili sul desktop. Le icone per andare
aggiornati. Tutte le opzioni degli effetti di KDE sono avanti o indietro, per il file manager, i browser Web,
Effetti Desktop
Fate click destro sul bordo di una finestra
e scegliete Configurazione della
finestra seguito da Tutti gli effetti.
Vedrete tutti gli effetti presenti in KDE.
Anteprima immagini
KDE ora può visualizzare un’anteprima
di ogni immagine contenuta in un folder.
Potete abilitare questa funzione
selezionando Anteprima nel menu
Visualizza.
le anteprime, i font e le applicazioni cambieranno procedere per tentativi, e qualche volta tutti quei colori
se il nuovo set di icone che scegliete contiene i componenti disponibili sembrano fin troppi, ma il risultato finale vale
relativi. Le nuove icone possono essere scaricate, installate lo sforzo fatto per scegliere quelli giusti. Quando trovate
e attivate dal pannello Icone, che si trova nella sezione una tonalità che volete applicare anche ad altri elementi,
Aspetto del tool Configura il tuo desktop di KDE. cliccate sul pulsante Aggiungi ai colori personali
In alcuni casi, però, non si riesce a ottenere nuove icone e questo renderà l’operazione di scelta del colore
in automatico. In questo caso si naviga nella libreria
di icone presente su www.kde-look.org, si scaricano
quelle che piacciono di più nei file .tar.gzz e li si carica
un semplice punta e clicca piuttosto che dover
reinserire gli stessi parametri un’altra volta. œ
usando la finestra che appare quando si clicca su
Installa file di tema. Questo processo dipende dalla Dettagli dei temi
presenza del file di configurazione del tema di KDE,
se c’è ed è corretto potete vedere le nuove icone Il pannello di configurazione Dettagli del tema desktop fa parte di KDE fin dalla versione
apparire nel pannello Icone. A questo punto basta 4.2 e si potrebbe definire un “miscelatore” di temi. Potete abilitare e disabilitare i vari
selezionarne una e cliccare su Applica per attivarla. componenti che formano un certo tema di KDE. Potete, ad esempio, abilitare il menu
dei programmi in un tema, lo sfondo di un altro e lo stile dei tooltip da un terzo, salvando
Colori il tutto come tema personalizzato. I vari componenti dei temi sono elencati nel menu di sinistra
e alla destra di ogni voce c’è un elenco a cascata dei temi installati. Se volete cambiare il tema
I colori giocano un ruolo importante ed è un peccato
del launch menu, selezionate il tema che volete usare alla destra dell’icona Kickoff presente
che appaiano statici. La maggior parte delle distro, nella lista. Con un paio
e dei desktop, vanno sul sicuro e lasciano all’utente di eccezioni, la maggior parte
l’onere di provare qualcosa di più “colorato” e animato. dei componenti si spiegano
Questo spiega perché KDE è “attaccato” al blu che da soli. Dalla stessa finestra
gli sviluppatori sembrano gradire ormai da diversi anni, potete anche scaricare
e installare altri temi online
e nessuno sembra aver avuto un’idea migliore. Si può
e ruotare tra i vari preset che
trovare la stessa inerzia in un’altra distro marrone molto avete impostato in passato.
nota... Di sicuro la palette usata per colorare le cose Se volete condividere
sul vostro schermo è soggettiva, così come i colori le vostre creazioni, cliccate
delle pareti della vostra camera da letto, però possiamo sul piccolo segno di spunta
comunque fornirvi qualche indicazione. Le varie opzioni Di più in basso a sinistra
e potrete assegnare
di colore si trovano nella già citata pagina Aspetto
un nome al tema, aggiungere
e dovete spostarvi nel tab Colori per ottenere l’elenco i crediti ed esportare il file
dei componenti che condividono un dato colore. Per di configurazione.
individuare le varie parti dell’interfaccia utente dovrete
GNOME
Ottenere il massimo da un desktop che non è mansueto come sembrerebbe
si trova in basso di default. Una distribuzione che ha
fatto un lavoro particolarmente buono con il desktop
GNOME è Linux Mint. Questo desktop ha compiuto
due azioni coraggiose: ha rimosso la barra in alto
e ha cambiato drasticamente la palette di default dei
colori. Per imparare da questa distro potete esaminare
i cambiamenti nella finestra Preferenze D Aspetto.
Questa finestra ingloba tutte le differenti configurazioni
per il desktop, e pacchettizza tutto in un tema. Questi
temi sono elencati nella prima schermata che appare
quando aprite Aspetto e non appena cliccate
su un altro tema potete vedere subito i cambiamenti
nell’ambiente: può cambiare di tutto, dai font usati
alle icone, allo sfondo del desktop e ai colori. Come
in KDE, anche in GNOME ci sono differenti effetti tra
cui scegliere e anche se KDE vince per il loro numero,
GNOME ha il vantaggio di una migliore integrazione
con Compiz. Ma per ottenere i risultati migliori dovete
installare il pacchetto ccsm, che è un’abbreviazione
per Gestore Configurazione CompizConfig semplice.
Cairo-Dock ha probabilmente il pannello di configurazione Con questo installato, avrete delle opzioni extra a
più ricco che abbiamo mai visto disposizione (la voce Personalizzati citata prima).
Nuove icone
Aprite la finestra Aspetto e cliccate
su Installa per aggiungere nuovi
set di icone e anche nuovi temi.
Altri colori
Abbiamo usato una combinazione del
tema Dust con un nostro set di colori.
Sfondo
Ci piace dare un’occhiata all’archivio
Astronomy Picture of the Day
(http://apod.nasa.gov/apod)
per trovare nuove immagini.
Questo effetto è grandioso se avete difficoltà dock che ha un indicatore di “sobrietà” nella finestra
a leggere del testo sullo schermo, ma anche quando dei temi scaricabili. Con quasi tutte le distribuzioni
volete ingrandire un’immagine o un filmato. Prima potete installare Cairo-Dock tramite il gestore di
di chiudere CCSM, date un’occhiata all’ultima pagina. pacchetti; con Ubuntu, invece, vi conviene aggiungere
Essa contiene un pannello di configurazione che il repository repository.cairo-dock.org, aggiornare
può essere usato per attivare delle funzioni quando l’elenco dei pacchetti e installare Cairo-Dock
il mouse passa in determinate zone dello schermo. e cairo-dock-plug-ins. Cercate la versione 2.1.0
Cliccate semplicemente l’area che vi interessa o 2.1.1, quelle più vecchie non possiedono tutte
e selezionate l’azione da compiere dal menu le funzionalità dell’ultima release. La prima volta che
a cascata. Bordo Expo funziona bene nell’angolo avvierete l’applicazione vi chiederà se volete abilitare
in alto a sinistra: questa azione vi darà un’anteprima OpenGL. Se la vostra macchina fa funzionare Compiz
di tutti i desktop virtuali. Cliccate su uno dei desktop senza problemi rispondete di sì, ma se non è così
per farlo apparire a grandezza naturale così da poterci vi perderete solo qualche transizione e poco altro.
lavorare. Un’altra opzione valida, magari per l’angolo Se avete attivato la modalità doppio-schermo vedrete
in alto a destra, è Mostra scrivania. Simile alla un terribile dock apparire metà da una parte e metà
modalità Exposé di Apple, tutte le finestre aperte dall’altra. Questo problema si risolve facilmente
nel desktop corrente spariranno dalla vista così tenendo premuto il tasto Alt e spostando il dock
che possiate accedere ai file e alle cartelle presenti da una parte o dall’altra. Per cambiare il tema, cliccate
nel desktop. Avvia selettore finestre fa il contrario, con il tasto destro del mouse sul dock e scegliete
mostrandovi una miniatura delle applicazioni aperte la voce Gestione dei temi. La finestra che appare
tra cui scegliere. elenca i temi disponibili nel vostro sistema e ne potete
trovare di altri contenuti in un singolo pacchetto
Rigenerare il dock sul sito www.cairo-dock.org (nel forum) oppure
Diciamocelo chiaramente, il pannello del desktop su www.gnome-look.org. Ce ne sono davvero tanti
GNOME sta perdendo il festival di funzionalità tra cui scegliere, ma il nostro preferito si chiama Brit,
che si è riversato sul pannello di KDE. Infatti, di Benoit2600. Esso usa delle icone monocromatiche
l’equivalente di GNOME non è cambiato molto disposte ad arco e quando ci passate sopra si animano
nel corso degli ultimi anni e la soluzione è rimpiazzarlo piacevolmente. Trovate anche l’equivalente degli stack
con qualcosa di meglio. Ci sono diverse alternative di Mac OS X. Tenendo il mouse sopra una lista, questa
adottabili, ma senza dubbio il miglior rimpiazzo si apre sullo schermo formando una curva di icone.
per il pannello di GNOME è Cairo-Dock. Se a questo aggiungete un set di widget per il desktop
Sono diversi i motivi per cui questo software e un simpatico pesciolino che nuota sul fondo dello
ha attirato la nostra attenzione, ad esempio è l’unico schermo, trovate una combinazione vincente!
Configurare l’indicizzazione
Le impostazioni disponibili non finiscono qui, infatti
potete anche modificare la modalità con cui Recoll
indicizza i file. Uno dei parametri più utili è Nomi
saltati, ad esempio quando si ha a che fare con file
musicali. Immaginate di avere un’ampia collezione
di musica nella directory ~/Musica: avete OGG, RM
e MP3, ma cosa fare se ci sono dei tipi di file
che non vi interessa indicizzare per il momento?
Selezionate Configurazione indicizzazione dal menu
Preferenze e cliccate sulla scheda Parametri locali.
Premete il simbolo + nella sezione Nomi saltati
e digitate *.mp3. Funziona allo stesso modo in cui
si aggiungono le directory da ignorare, quindi cliccate Recoll è uno strumento di ricerca incredibilmente flessibile e leggero
Altri filtri
Nella sezione precedente avete visto come filtrare
i risultati della ricerca con opzioni avanzate, ma avrete
notato che tra i filtri disponibili ci sono anche Questa
frase e Parole in prossimità. Si tratta di due opzioni
molto utili che è il caso di trattare qui a parte. Quando
utilizzate uno di questi due filtri, accanto al campo
di testo è presente un campo dove inserire un numero
che sta a indicare la quantità di parole che possono
frapporsi tra i termini indicati. Ad esempio, inserendo
“Beatles hits” nel campo Questa frase con 0 come
parametro, la ricerca trova il risultato “Beatles hits”,
ma non “Beatles greatest hits”. Per includere
il secondo risultato è sufficiente aumentare il numero La ricerca avanzata include molte opzioni per rendere più accurati i risultati
da 0 a 1. Utilizzando il filtro Parole in prossimità
e inserendo 10 come parametro nel box affianco,
la ricerca “Beatles hits” troverebbe non solo tutte
le combinazioni citate prima, ma anche la frase
“le hit della grande rock band The Beatles”.
Queste sono solo alcune delle potenzialità di Recoll,
che sorprende non solo per la quantità di funzioni,
ma anche per la sua velocità. Si tratta della vostra
migliore opzione per trovare file velocemente,
quindi è altamente consigliato. LXP
Formati particolari
Recoll non è in grado di indicizzare qualunque tipo di formato.
Per l’indicizzazione dei file PDF, MP3, RTF e di Office, è necessario
installare dei pacchetti aggiuntivi. Eccone alcuni: pdftotextt (fa parte
di Xpdf), antiword (per i file Word), catdocc (per Excell e PowerPoint),
libpwd (per i file Wordperfect), id3info o (dal pacchetto id3lib
per gli MP3), ed Exiftool per le immagini. Sfortunatamente non sono
tutti disponibili nei repository delle distribuzioni più popolari. Senza
questi pacchetti verrebbero indicizzati solo i nomi dei file, quindi Recoll
non sarebbe in grado di mostrare l’anteprima di questi file. Nelle preferenze utente è possibile scegliere i propri editor
preferiti con cui aprire i diversi tipi di file
Premiata Amministreria
Dr Chris Brown
Dottor Brown Tecniche esoteriche per i sysadmin direttamente
Il Dottore si occupa di formazione, scrittura
di articoli e consulenze su Linux. dai recessi più impenetrabili della sala server
Trova che il suo PhD in fisica delle particelle
non sia di alcun aiuto in questo tipo di lavoro.
Shell telepatica
Bash L’autocompletamento è una benedizione per quanti di noi hanno difficoltà
di battitura. Impariamo come funziona e come estenderlo
Tra tutte le comode funzionalità della Bash
il completamento dei nomi dei file è uno dei più utili
(se non sapete di cosa sto parlando guardate il box Le basi del completamento
qui sotto). Francamente, senza il completamento
dei nomi dei file, se dovessi cancellare ad esempio un file Il completamento delle parole in Bash è legato al tasto Tab. Se state inserendo un comando
che si chiama sussen_0.90-feisty-1_i386.deb passerei e avete battuto, per esempio, una parte del nome di un file, premendo Tab il nome verrà
tutto il pomeriggio a cercare di scriverlo correttamente. completato per la maggior lunghezza consentita dal contesto attuale. Premendo due volte
di seguito Tab viene stampata una lista di tutti i completamenti possibili. È possibile fare
Di recente però ho scoperto che il completamento
il completamento di nomi di comandi, nomi di file e altri argomenti, a seconda del contesto. È la
non riguarda solo i nomi dei file. È stata una scoperta risposta a riga di comando di Linux a IntelliSense, presente in Microsoft Visual Studio. Più o meno.
accidentale: avevo battuto qualcosa del tipo sudo apt-get
install, seguito da metà del nome del pacchetto
e, senza pensarci, ho premuto Tab, scoprendo che Bash che accetta come argomento il nome di qualcosa
era in grado di completare il comando. Mi sono chiesto: da mangiare, ad esempio mangia mela. Ho definito una
“Come fa Bash a sapere che voglio installare proprio funzione chiamata _completa_mangia per generare la
quel pacchetto?”. Il fatto è che Bash ha un esteso ed lista dei possibili cibi e poi ho usato il comando complete
estendibile meccanismo di completamento. In primo luogo -FF per associare la funzione al comando mangia. Ecco la
Bash ha un comando interno che si chiama compgen definizione della funzione e il relativo comando complete:
che è in grado di generare varie liste di completamento. _completa_mangia()
Alcune sono elencate nel box in alto a destra. Un esempio {
di funzionamento di questo meccanismo si ottiene cur=`_get_cword`
battendo echo $E E e poi Tab. Bash completerà il nome COMPREPLY=( $( compgen g -W ‘mela albicocca arancia
della variabile basandosi sull’elenco prodotto da compgen banana’ -- $cur ))
-v. Se batto kill -H e poi premo Tab, Bash completerà il }
nome del segnale in “HUP”, basandosi sull’elenco prodotto complete -F _completa_mangia mangia
da compgen -A signal. Le regole dell’autocompletamento Come potete vedere ho semplicemente inserito
(dette comspec) sono aggiunte alla shell con il comando nella funzione una breve lista di cose da mangiare.
interno complete. All’avvio Bash legge il file Più realisticamente avrei potuto mettere i nomi dei cibi
/etc/bash_completion per caricare le comspec in un file separato, magari /etc/cibi, e poi modificare
(su alcune distribuzioni il file potrebbe non essere installato la riga centrale dello script come segue:
per default). Ecco un semplice esempio preso dal file: la riga COMPREPLY=( $( compgen g -W ‘$(cat /etc/cibi)’
complete -f -X ‘!*.@(exe|EXE|com|COM|scr|SCR|exe.so)’ -- $cur ))
wine Dove va messo questo codice? Beh, potrei aggiungerlo
definisce una comspec per il comando wine. al file principale /etc/bash_completion. In alternativa
Dice “Genera una lista di nomi di file, poi filtra quelli lo potrei mettere in un file tutto suo nella directory
che non corrispondono a nessuno dei pattern elencati”. /etc/bash_completion.d e Bash lo troverebbe anche
Caricata questa regola Bash sarà in grado di completare lì. Questo consente di separare più chiaramente
il nomi dei file per il comando wine. Questo esempio il materiale fornito con il sistema da quello creato
filtra semplicemente l’output di complete -f. da me smanettando qua e là. L’ho quindi copiato
in un file chiamato /etc/bash_ completion.d/mangia.
Fare di più E ora, udite udite, Bash è in grado di completare gli
Il meccanismo può anche essere esteso facendogli argomenti del comando mangia. Ovviamente ho dovuto
usare programmi esterni scritti dall’utente oppure lanciare una nuova shell, in modo che caricasse la nuova
funzioni di shell che forniscano la lista dei possibili comspec. Adesso che abbiamo rivelato come funziona
completamenti e poi definendoli come comspec questo segreto della shell, tutto sembra un po’ meno
per mezzo del comando complete. Per tornare magico. Ma la magia mi ha sempre messo a disagio.
al comando apt-gett che mi ha sorpreso all’inizio,
il mio file bash_completion contiene questa riga: Per maggiori
Digitando: Si ottiene la lista di:
complete -F _apt_get $filenames apt-get dettagli cercate
Questo dice a Bash di usare la funzione _apt_get compgen -b Comandi interni della shell nella man page
di Bash i comandi
per generare una lista di possibili completamenti per compgen -d Directory interni complete
il comando apt-get. La funzione è definita all’interno dello e compgen
compgen -c Nomi dei comandi
stesso file. Sostanzialmente esegue il comando apt-cache
pkgnames per generare la lista dei possibili candidati. compgen -f Nomi dei file
La funzione è un po’ troppo lunga per propinarvela compgen -s Nomi dei servizi
qui, perciò svilupperemo un semplice esempio tutto compgen -v Nomi delle variabili di shell
nostro. L’idea è quella di aggiungere il completamento
degli argomenti a un ipotetico comando chiamato mangia, compgen -A signal Nomi dei segnali
œ
LXP87 GENNAIO 2010 29
Sysadmin
Shuttle X500V
Linux Pro ha cercato di lasciare mouse e tastiera nel cassetto
ma non sembra ancora il momento per farlo...
l 2009 appena terminato Per il resto si ha a disposizione
Computer Forensics
ma alla spiegazione di quando
e come usarli nei vari casi.
Come il volume precedente,
oltre a una trattazione
La seconda edizione di un libro per chi è a caccia di prove generale, si parla in maniera
particolare dei tre sistemi
empo fa avevamo Andrea Ghirardini e Gabriele di una metodologia qualora operativi più diffusi, Windows,
T recensito la prima
edizione di Computer
Forensics, scritto
da due esperti in materia,
Faggioli, trovandolo un testo
davvero ben fatto. Non
vedevamo quindi l’ora
di leggere la seconda edizione
che, come previsto, non
fosse necessario. Rispetto
all’edizione precedente, sono
stati aggiunti dei capitoli
sull’esame dei telefoni cellulari/
smartphone, sull’uso di uno
Mac OS X e Linux, e vengono
trattati anche iPod, PSP,
dispositivi Archos e lettori MP3
in generale, oltre a spiegare
come esaminare hard disk,
ci ha affatto delusi. strumento commerciale CD, DVD e schede di memoria.
Ma partiamo dall’inizio: il libro e proprietario (X-Ways
tratta dal punto di vista tecnico Forensics, mentre nel resto del
e legislativo la computer,
o digital, forensics, cioè un
libro si usano spesso tool Open
Source), mentre altri sono stati
Giudizio
metodo investigativo applicato rivisti, corretti e ampliati Computer Forensics
al mondo digitale per ricavare in alcuni casi, come la parte Autori: Andrea Ghirardini,
prove da usare durante sui filesystem con l’introduzione Gabriele Faggioli
un processo. La materia di una spiegazione dettagliata Editore: Apogeo
è complessa e relativamente di ZFS. Alcuni capitoli sono più ISBN: 978-88-503-2816-1
nuova, e questo libro è uno teorici, altri puntano sull’aspetto Pagine: 452
Prezzo: € 39,00
dei pochi in lingua italiana pratico illustrando capacità
a trattarla, oltretutto in maniera e funzionamento dei software Un libro approfondito che
approfondita, anche se non per la computer forensics, tratta una materia non facile,
vuole essere certo una “bibbia”. comprese alcune distro Live sia dal punto di vista tecnico che
Piuttosto gli autori cercano come DEFT che abbiamo legale. Ben fatto e interessante.
di trasferire al lettore le proprie presentato lo scorso numero.
Il voto di
conoscenze ed esperienze,
così da consentire lo sviluppo
Non si tratta di una guida passo
passo all’uso degli strumenti, Linux Pro 9
Q le applicazioni Web
impiegano Ajax
in un modo o nell’altro.
Anche se le tecnologie che
combinazione sono nate
parecchio tempo fa,
è solo di recente che la loro
“collaborazione” è diventata
e iniziare così ad apprendere
questo flessibile approccio
alla programmazione Web.
Anche se ha “solo” 485 pagine,
differenti framework esistenti.
Insomma, Head First Ajax
vi farà apprendere tutto
quello che vi serve
estremamente potente, grazie l’autrice ha puntato molto per inoltrarvi nello sviluppo
al fatto di essere stata adottata al sodo; inoltre, oltre al testo delle Web App senza timori,
da tantissimi siti e provider, scritto in modo chiaro, un libro davvero ben fatto.
compresi Google e Yahoo. il volume è ricco delle solite
Quindi è ovvio che se volete immagini chiarificatrici
mpegnarvi seriamente nello che accompagnano tutti i libri Giudizio
sviluppo Web dovete per forza della serie Head First
mparare a sviluppare e che vi aiutano a comprendere Head First Ajax
applicazioni Ajax. In questo i concetti esposti. I primi Autore: Rebecca M. Riordan
caso Head First Ajax vi aiuterà capitoli vi aiutano a prendere Editore: O’Reilly
ISBN: 978-0-596-51578-2
sicuramente, visto che segue confidenza con i componenti
Pagine 485
’usuale formula dei libri di Ajax, oltre che insegnarvi Prezzo: $ 44,99
di O’Reilly che vi consente alcuni principi chiave per
di imparare divertendovi. aiutarvi nello sviluppo. Ci è Un utile libro su cui investire
l primo capitolo vi dà un’idea piaciuta molto la parte relativa i propri soldi se si vuole capire
del motivo per cui le applicazioni allo sviluppo di applicazioni al meglio il mondo dello
sviluppo Web con Ajax.
Ajax sono tanto popolari (tanto cross-browser. Il Document
per invogliarvi ulteriormente Object Model è illustrato
Il voto di
alla lettura), ma già dal capitolo
successivo vi ritrovate immersi
in maniera estesa e c’è anche
un capitolo, decisamente Linux Pro 8
LXP87 GENNAIO 2010 35
ABBONATI VIA WEB
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Distribuzioni KDE
COME ABBIAMO
CONDOTTO I TEST
Normalmente i nostri confronti
mensili trattano un argomento
in una o due pagine, ma non Abbiamo provato per voi le distribuzioni Linux
questa volta. Abbiamo visto
che non c’è una buona
che non trattano KDE come un giocatore di seconda categoria
selezione di distribuzioni basate
su KDE e, inoltre, tutte quelle
testate sono risultate molto
interessanti. Non c’è stata
una distribuzione che meritasse
una pagina, lasciando fuori
distribuzioni meno conosciute.
Questo è il motivo per cui
in questo articolo vedrete
Kubuntu accostata a Chakra
o Sidux, per esempio. Molte
delle distribuzioni che abbiamo
provato sono disponibili come
LiveCD ma, oltre a poter essere
molto utili in questa forma,
abbiamo formulato il nostro
giudizio basandoci sulla
configurazione una volta
installata la distribuzione sul
proprio disco, che è poi quello
che fanno molti utenti KDE.
Slackware 13
Cominciamo proprio dall’inizio
bbiamo iniziato distribuzioni, Slackware include
A con Slackware
per due motivi.
Il primo è che si tratta
di una distribuzione molto
pulita che fa davvero poche
un’icona spesso ignorata, quella
con le bolle blu e viola che
identifica il modulo Nepomuk
Strigi (posta tra l’orologio
e l’allarme). Il programma
concessioni per “migliorare in questione rappresenta
la user experience”, l’interfaccia al vasto motore
e il secondo è che generalmente di ricerca di KDE, e se si clicca
installa la maggior parte sull’icona e poi sul pulsante
dei pacchetti Linux presenti Configura (nella finestra
in altre distribuzioni. Questo che appare), si può chiedere Sarebbe meglio abituarsi al desktop predefinito;
diventa chiaro fin dalla prima di iniziare a creare un indice molte distribuzioni non si preoccupano di cambiarlo
esecuzione di KDE, dopo dei file presenti sul computer.
la procedura di installazione Non siamo tuttavia riusciti a farlo in 3D (Blue Marble) e il gioco poco per rendere l’esperienza
completamente testuale funzionare adeguatamente Life. Slackware ha un problema utente migliore.
di Slackware. Ci accoglie, senza smanettare un po’ nel mostrare correttamente
quindi, lo sfondo predefinito dalla linea di comando, che è i font installati. Noi avevamo
già incontrato questo problema Verdetto
“Slackware installa la maggior precedentemente quando
abbiamo compilato la nostra Slackware 13
parte dei pacchetti Linux presenti versione di KDE da sorgenti, Web: www.slackware.com
in altre distribuzioni” quindi non sorprende L’equivalente dei prodotti sfusi
che Slackware soffra al supermercato: è lo stesso
con le bolle blu, il pannello probabilmente il motivo per cui di un problema simile. È facile cibo, ma senza una bella
standard, le icone e il tema molte distribuzioni nascondono da risolvere dal pannello di confezione.
grafico preimpostato. Questo il programma. Di positivo c’è controllo nelle configurazioni
Il voto di
è KDE nella sua forma base.
A differenza di altre
che Slackware include tutti
i Plasmoidi di KDE, come la terra
di sistema, ma è da far notare
che è stato fatto veramente Linux Pro 6
a suo agio sull’ambiente desktop visibili. L’ambiente desktop
C di Arch Linux
personalizzata
per un uso come Live
con ambiente desktop KDE.
È inoltre la più sperimentale
con l’eccezione delle cartelle
desktop. Queste contengono
dei collegamenti ad alcune
funzionalità del desktop, inclusa
la documentazione, l’installazione
Tribe, completamente scritta
con le librerie Qt. Questo
ovviamente aiuta a prendere
confidenza con il desktop,
e mentre Tribe ha un suo modo
Live di una distribuzione
sia più funzionale di quella
installata, ma sembra proprio ciò
che è successo in questo caso.
di tutte le distribuzioni che e alcune applicazioni KDE. di gestire gli utenti, non abbiamo
abbiamo visto, ma questo
sta a significare che ha anche
Qui è dove Chakra lascia il segno,
perché fornisce delle versioni
invece trovato problemi con
il partizionamento del disco
Verdetto
delle funzionalità avanzate preliminari di K3B 2.0, Kaffeine e con l’installazione permanente Chakra Alpha 3
di Chakra sul nostro computer. Web: http://chakra-project.org
“L’ambiente desktop predefinito di Da notare l’utilizzo
Tonnellate di potenziale
del mappamondo di Marble 3D
Chakra è composto da un’installazione per selezionare la località del
e un buon apporto
di sviluppo rendono Chakra
piuttosto vecchia di KDE” fuso orario. Quando finalmente una distribuzione da tenere
sotto controllo.
siamo entrati nel desktop
degne di nota. La prima cosa 1.0 e Arora. Il browser Arora installato, tuttavia, siamo rimasti
Il voto di
che notiamo è che l’ambiente
desktop Live è molto simile
basato su Webkit, in particolare,
sembra trovarsi particolarmente
delusi dal fatto che i link presenti
nella versione Live non fossero Linux Pro 6.5
LXP87 GENNAIO 2010 39
Test Confronto
Sidux
KDE “appiccicata” al repository di Debian Sid
ebian è una È inoltre basata su SVG, così
D distribuzione
che ha un approccio
estremamente
maturo e stabile per le
applicazioni da includere.
appare sempre nello stesso
modo indipendentemente
dalla risoluzione utilizzata.
Ma forse la decisione
più grossa è stata quella
I nuovi pacchetti devono prima di utilizzare il menu di sistema
passare da un repository originale di KDE, invece
sperimentale chiamato Sid di quello nuovo che
(simile al Cooker di Mandriva infastidisce molte persone.
o il Rawhide di Fedora). Il programma di installazione
Ed è da qui che nasce Sidux. proprietario è fantastico,
È una distribuzione basata e consente di creare È una nostra impressione, o c’è qualcosa di sinistro
nel desktop di Sidux?
su KDE che utilizza il repository un’installazione permanente
Sid per i pacchetti, creata sul disco in meno di cinque Grazie all’utilizzo dei repository
da persone che amano
la fusione tra Sid e il rilascio,
minuti, una cosa da record.
Dopotutto il nuovo desktop
Sid, aggiornare da una versione
a un’altra è fattibile con
Verdetto
tre o quattro volte all’anno, è identico a quello vecchio. il comando apt-get dist- Sidux 2009.2
di una versione completa Il browser Web preimpostato upgrade, ma è una scocciatura Web: http://sidux.com
con KDE. Sidux ha preso è Iceweasel, in linea con non poter fare la stessa cosa Con un’ottima ricerca desktop
il coraggioso compito Debian, ma né questo con un programma grafico. e un flusso costante di nuovi
di cambiare l’ambiente né l’installazione di Il risultato è un desktop che pacchetti, Sidux è una buona
desktop di default, e la grafica OpenOffice.org fanno alcuna ha poco senso, il quale può scelta per l’utente.
nera e rossa “plasticosa” concessione per adattarsi attrarre gli utenti esperti di
Il voto di
che il team grafico di Sidux
ha creato funziona molto bene.
allo stile di KDE, soprattutto
le icone e le finestre di dialogo.
KDE, ma essere un po’ troppo
complicato per i principianti. Linux Pro 7
Mandriva One
Una delle più vecchie distribuzioni
che continua a scegliere KDE
algrado il fatto di GNOME 1.5, e un menu
M che adesso
Mandriva One
offra indistintamente
la scelta tra un desktop KDE
o GNOME, Mandriva rimane
di sistema che potrebbe
appartenere a Windows 95.
Una delle funzionalità fin dall’inizio
di KDE 4 è la trasformazione del
Plasmoide cartella in un desktop
una delle officine di KDE, completo. Adesso si possono
in quanto utilizza questo desktop trascinare i file e le cartelle I Google Gadget possono essere trascinati sul desktop
fin dal 1998, dai tempi di KDE sul desktop, e ottenere il reale di Mandriva, ma potrebbero bloccare la vostra macchina
1.0. Ma questo non significa che spostamento nella cartella
si ottenga sempre un’esperienza Desktop, invece di un link, che Google Gadget. È confortante
KDE innovativa. Mandriva ha
sempre percorso la via di rilascio
è poi il funzionamento impostato
in KDE 4. C’è inoltre una buona
sapere che si potrà aggiornare
alla nuova versione KDE quando
Verdetto
più matura e stabile, e questo selezione di Plasmoidi, e Mandriva uscirà, anche se Mandriva Mandriva One
significa che spesso cerca azzarda un po’ includendo preferirà fornire una versione Web: www.mandriva.com
di domare i capricci apportati un Google Gadget funzionante da semi-ufficiale dei pacchetti, invece Mandriva è un’ottima scelta
dalle nuove idee di KDE. Con dove si attivano i Plasmoidi. Dietro di una completa. Ma dopotutto, per coloro che cercano
Mandriva One, questo significa le quinte, si ottengono un ottimo Mandriva è la sola distribuzione la stabilità di GNOME
che si ottiene un banale pannello, strumento di configurazione con un po’ della magia di KDE.
a includere questa frase nella
che potrebbe provenire da KDE grafica, un fantastico gestore di sua documentazione: “Il nostro
Il voto di
3.5, un tema di Mandriva che
sembra simile a una versione
pacchetti e la stabilità di Mandriva;
a patto di rimanere lontani dai
pianeta è bello, per favore fate
tutto il possibile per proteggerlo”. Linux Pro 7
40 LXP87 GENNAIO 2010
Confronto Test
Kubuntu
Spiacenti, ma non possiamo non parlarne
ebbene faccia parte Il fantastico Network Manager
OpenSUSE
Dimenticate il marrone e il blu, il verde è il nuovo colore del vostro desktop
n’altra delle principali OpenSUSE ha anche un’ottima la versione di OpenSUSE lascia nello sviluppo di OpenOffice.org,
U distribuzioni che si
è sempre presa cura
di fornire una versione
di KDE è OpenSUSE. È inoltre
una delle poche distribuzioni
guida per i principianti di KDE,
ma se volete installare dal CD
Live, dovete assicurarvi di avere
almeno 1 GB di RAM perché
l’installazione funzioni. Anche
perdere la funzionalità di “hover”
originale e rimuove la freccia
per tornare indietro in un modo
molto riuscito che aggiunge
un tocco di chiarezza in più.
la suite da ufficio è ben cucita
sul desktop KDE, incluse icone
e finestre di dialogo. È facile
capire perché OpenSUSE
ha scelto KDE come suo
che si prende il pesante compito di questi tempi con la RAM Si deve fare affidamento ambiente desktop predefinito.
di creare la propria grafica super-economica sembra su uno dei tanti pannelli
per l’ambiente desktop KDE, comunque un pochino eccessivo. di controllo di YaST per cambiare
e la versione 11.2 in particolare Diamo la colpa di questo la configurazione, sebbene
sia possibile operare in tal senso
Verdetto
anche quando si cambia
“OpenSUSE ha anche un’ottima la risoluzione dello schermo,
OpenSUSE 11.2
Web: www.opensuse.org
guida per i principianti di KDE” in quanto il tool originario di KDE
è ancora presente. Sul desktop Una distribuzione dove
fa un ampio utilizzo del verde al programma di configurazione è presente la serie predefinita il desktop KDE riceve
di KDE con il nuovo tema Air YaST, che se la canta dei Plasmoidi, sebbene in questa lo stesso amore che Ubuntu
di KDE. È il migliore che abbiamo e se la suona. Dietro la grafica, versione appaia per la prima volta mette in GNOME.
visto, e crediamo il più OpenSUSE ha anche un sacco l’orologio mondiale in aggiunta.
Il voto di
bell’ambiente desktop KDE tra
quelli forniti da una distribuzione.
di migliorie di usabilità. Invece di
usare il nuovo menu, per esempio,
Come ci si può aspettare dalla
società che fa ingenti investimenti Linux Pro 9
LXP87 GENNAIO 2010 41
Test Confronto
S di Ubuntu, molte
distribuzioni offrono una
versione di KDE come
download separato, e Sabayon è
una delle migliori e più conosciute
completamente funzionante
in meno di venti minuti.
Sfortunatamente, il pannello di
configurazione di KDE non si trova
nel menu delle impostazioni, cosa
l’ambiente desktop (l’applicazione
si trova sotto la voce Computer
del menu, in omaggio a Microsoft
Windows). Sabayon inoltre
è dotata del proprio gestore
viene fornito accessoriato con
alcune estensioni, come FastFox,
Google Preview w e Stumble Upon.
Con il file manager non
immediatamente disponibile,
x
in tal senso. L’installazione avviene che ci ha lasciato barcamenare dei pacchetti, chiamato Sulfur. né attraverso il menu né con un
tramite un programma GTK che nella ricerca del programma È un misto tra un gestore link alla cartella home sul desktop,
riesce a guidare nell’installazione per impostare la risoluzione dello di download e un programma i principianti di KDE potrebbero
di configurazione, e permette trovare Sabayon un ambiente
di vedere esattamente quello desktop un pochino intimidatorio,
che si sta cambiando e dove verrà che è poi la nostra ultima
installato un nuovo pacchetto. impressione sulla distribuzione.
È un grande strumento, ma
potrebbe spaventare i principianti,
allontanandoli. È facile capire
l’utenza a cui è indirizzata
Verdetto
la distribuzione, con link veloci Sabayon 5.0
al client IRC, a un’applicazione Web: www.sabayonlinux.org
di download di torrent e a VLC, Una potente e bella
tutti disponibili dal menu distribuzione che si adatta
di sistema, e sicuramente tutti agli utenti esperti di KDE.
gli utenti geek ameranno
Il voto di
Il gestore dei pacchetti e configuratore Sulfur
ha aiutato Sabayon a scalare la classifica
questo desktop nero scintillante.
OpenOffice.org è un misto Linux Pro 7
comprenderne l’attaccamento, di configurazione di Mandriva, che
P
rimasti sorpresi nello scoprire che il desktop di questa distribuzione di installare OpenOffice.org con
piaciuta, anche questa distribuzione KDE-centrica e, inoltre, sul forum del progetto un click, una gran bella idea. Non ci
quando era solo continua ad aggrapparsi a KDE 3.5 ci sono le istruzioni ufficiali su come è piaciuto il fatto di dover reinserire
una pre-distribuzione come un equipaggio si aggrappa aggiornare alla versione 4. continuamente le credenziali
con i suoi pacchetti per Mandriva. a una nave che sta affondando. KDE 4 su PCLOS è un ambiente di amministratore per fare le
Ma quando è stata rilasciata Per quanto possiamo facilmente fantastico. È rimasto il vecchio modifiche, così come aggiungere
menu per lanciare le applicazioni uno dei Google Gadget attraverso
in basso a sinistra, la vista a cartella i plasmoidi ha mandato in crash
prende tutto il desktop e la cartella Plasma (un altro dei problemi
con i programmi di utilità è un di alcune implementazioni di KDE).
piacevole tocco aggiuntivo. Portate
il vostro mouse sulla cartella
e apparirà una finestra che mostra
facilmente il contenuto dei
Verdetto
programmi di utilità. È una cosa PCLinuxOS 2009.2
molto simile a quanto accade Web: www.pclinuxos.com
in OS X, ma quello che rovina tutto Una grande distribuzione
è che basta un click per incasinare che pecca solamente della
lo schermo, ma questo è un difetto mancanza di KDE4
di KDE, ed è uno dei punti nell’installazione standard.
a favore della riluttanza a passare
Il voto di
PCLOS ha vinto la nostra personale classifica per il miglior
sfondo del desktop, anche se è ampiamente ispirato a Windows
completamente a KDE 4.
Si hanno comunque i programmi Linux Pro 6.5
42 LXP87 GENNAIO 2010
Confronto Test
Il verdetto Voto
OpenSUSE 9
ome abbiamo molto. Il suo team fa davvero
C accennato all’inizio
del confronto,
la ragione per cui non
è stata riservata una singola
pagina a una distribuzione
un ottimo lavoro nel costruire
dei pacchetti con una superba
flessibilità e stabilità, e grazie
alle meraviglie dei repository
PPA, Kubuntu è la scelta
è perché tutte le distro trattate migliore per gli utenti KDE Alla fine della giornata, siamo rimasti stupiti dal miglior ambiente
sono molto vicine tra loro. che si preparano a fare i propri desktop possibile, che ha dalla sua anche una buona stabilità
KDE è KDE, indipendentemente aggiustamenti e ad aggiornare
dalla distribuzione scelta, i pacchetti a ogni rilascio. il team di pacchettizzazione panorama desktop, tutto
e comunque molti utenti poi Inoltre viene fornita con tutte ha capito in pieno che cosa ciò diventa una cosa
personalizzano il loro desktop le ottimizzazioni di un’installazione è capace di fare KDE estremamente rara. Il team
nelle prime settimane che standard di Ubuntu. Ma la nostra e di cosa hanno bisogno di sviluppo KDE sembra essere
è installato. Potete installare vincitrice è OpenSUSE. È una gli utenti dal loro ambiente estremamente isolato
una qualsiasi delle distribuzioni distribuzione che ha dalla sua desktop. YaST diventa sempre e separato dal mondo delle
che abbiamo presentato il lustro professionale che solo più ingombrante, ma la sua distribuzioni (per esempio,
ed essere produttivi con Novell poteva apportare, fantastica integrazione con quando verrà rimosso
il tipico set di programmi e cerca sempre di creare il desktop KDE (non è scritto lo scintillio blu che accompagna
in Qt) rende Linux un pochino ogni singola finestra
più simile ai suoi concorrenti dell’ambiente desktop KDE?
“Ha dalla sua il lustro professionale Windows e Mac OS X Perché non usare una semplice
che solo Novell poteva apportare” che ad altre distribuzioni ombreggiatura?), ma la
equipaggiate con KDE. selezione di cui abbiamo
in poco più di un’ora. Quello un’installazione KDE trattato mostra che c’è una
a cui siamo particolarmente completamente funzionante Io sono KDE, gran quantità di persone
interessati è l’impegno che che basta e avanza per i nove senti il mio ruggito disposta a inseguire la
la distribuzione mette in KDE mesi del ciclo di rilascio della Appare chiaramente che perfezione. E tutto ciò significa
e nel tentativo di cercare di distribuzione. La grafica si tratta di una distribuzione che non c’è mai stato
capire cosa vogliono gli utenti personalizzata è veramente che è disposta a puntare un momento migliore
di KDE. Kubuntu ci si avvicina fantastica, e mostra che su KDE, e nell’attuale per essere un utente KDE. LXP
SLACKWARE 4.2.4 2 8 4 6
SIDUX 4.2.4 4 4 8 7
MANDRIVA 4.2.2 1 4 4 7
KUBUNTU 4.3.2 2 4 4 8
SABAYON 4.3.1 2 4 4 7
S
o si aggiornano e selezioniamo
di ringraziare i creatori può essere una noia effettuare Bilbo tenterà di configurare
i più nuovi, i più innovativi
e quelli che possono tornare delle piattaforme per il login sul vostro sito ogni volta le impostazioni automaticamente
più utili per l’uso quotidiano la creazione di blog. che volete aggiornarlo, quindi in base alle risposte ad alcune
di una Linux box. La maggior Con questi software potete perché non usare un client che domande. In caso di necessità,
parte delle applicazioni creare un blog in poco più di vi aiuta a creare nuovi post potete comunque modificare
provate si trovano nel nostro mezz’ora. Certo, la costruzione e gestire quanto già presente manualmente questi setup.
DVD, ma ne forniamo anche del sito è solo metà dell’impresa sul sito? Bilbo è un tool
gli indirizzi Internet così – scrivere contenuti sempre di questo tipo, ed è giunto Uno per tutti
che ogni lettore possa Avviate il programma e noterete
scaricare le versioni future. interessanti e aggiornati è la da poco alla versione 1.0.
chiave per convincere i visitatori Si appoggia su KDE, appare che l’interfaccia è chiara,
Se volete segnalare un vostro
con l’editor principale posizionato
progetto o un programma
Open Source che avete trovato nel centro dello schermo
in Rete e ritenete interessante e i 20 post più recenti elencati
per la maggior parte dei lettori, automaticamente sul lato destro.
inviate una mail all’indirizzo Potete fare doppio click su ogni
lxp.suggerimenti@sprea.it voce per vederne il contenuto,
con la possibilità di modificarlo
QUESTO MESE... o aggiornarlo se necessario.
Non appena aprite un post per
Bilbo 44
la modifica, Bilbo crea un nuovo
Areca 45 tab per ogni post, quindi potete
Final Page 46 tenerne aperti diversi per
facilitare eventuali riferimenti
CloneRX 46
incrociati. Alcune piattaforme
di blogging vi permettono di
includere tag e categorie come
parte dell’input, opzioni utili per
tenere sempre in ordine il vostro
blog. Se tutto ciò non bastasse,
Con Bilbo è semplice tenere aggiornato il proprio blog il supporto a WordPress
vi consente di usare i permalink
così da fornire link memorabili
L’interfaccia di Bilbo ai vostri post. La finestra principale
di editing è piena di funzioni.
Include il supporto per multipli
Testa parlante blog, con un semplice menu
Cliccate qui per creare un a cascata che vi permette
nuovo post e far conoscere di passare velocemente tra i vostri
al mondo i vostri pensieri.
blog. A completare l’incredibile
set di funzioni c’è la possibilità
Salvataggi
Se state lavorando offline, cliccate
di lavorare offline, il che vuol dire
qui per salvare in locale il vostro post. salvare i vostri post localmente
per poi caricarli online quando vi
connettere a Internet, opportunità
Formattazione utilissima se avete problemi di
I soliti sospetti sono tutti qui,
connessione alla Rete. Per usare
assieme alle opzioni per rimuovere
tutte le formattazioni.
Bilbo dovete avere installato
KDE 4.x assieme a libboost.
Contenuti La compilazione procede
Qui è dove potete scrivere
senza grossi intoppi e, sebbene
le vostre perle di saggezza.
il progetto sia abbastanza giovane,
esistono pacchetti per alcune
Elenco dei media Voci nel blog Indelebile delle distro principali. Secondo
Qui ci sono i file multimediali Cliccando qui vedrete i 20 post Creare un link permanente
noi Bilbo potrebbe diventare
caricati assieme ai post. scritti più di recente. per il vostro WordPress.
una killer application per KDE.
Areca
Δ VERSIONE 7.1.5 Δ WEB http://areca-backup.org
O di sistema ha una
storia sui backup
da raccontare.
Di solito riguarda qualcosa
che non ha funzionato come ci
backup per coprire parti
differenti del vostro
filesystem, e quando
create una nuova area
di lavoro potete
si aspettava, con il conseguente decidere di salvare i dati
panico generato dai tentativi di in un repository locale
ripristinare i dati mission-critical (è consentito anche l’uso Areca vi risparmia parecchia fatica nel configurare i backup automatici
perduti. Fortunatamente noi di mount NFS). In
utenti Linux abbiamo diverse alternativa potete decidere di sorgenti multiple ed è in questa senza problemi anche i link
opzioni per il backup: è facile caricare il backup online, su un situazione che l’interfaccia di simbolici. Potete ordinare
prendere snapshot regolari sito FTP: Areca può usare Areca mostra tutto il suo valore: ad Areca di ignorare le directory
dei vostri file e dati usando anche il protocollo Secure FTP, potete trascinare cartelle e file vuote e forzarlo a rispettare
tool da riga di comando che dovrebbe tranquillizzarvi un dal vostro file manager all’interno i permessi dei file.
e job di Cron programmati. po’ quando trasferite i dati della finestra di selezione
Comunque affidarsi a questi attraverso una rete pubblica. per accelerare i tempi. Anche Pianificazione
strumenti potrebbe essere Piuttosto che usare un la compressione è ben gestita, Anche se Areca è programmato
un errore visto che ci sono tradizionale wizard per aiutarvi con l’opzione di usare zip o zip64, in Java, produce script di shell
diverse soluzioni che possono a configurare le vostre assieme all’abilità di memorizzare che potete incorporare in crontab,
risparmiarvi la fatica di destinazioni, Areca fornisce un tutti i file di backup in un unico consentendovi di sfruttare
configurare il backup da riga elenco di intestazioni tra cui file compresso, oppure dividerli un wizard per creare intricate
di comando. Abbiamo trattato scegliere. Non è molto intuitivo, in file differenti. Potete anche pianificazioni di backup con
diversi tool di questo tipo, ma è un difetto da poco. decidere di suddividere i vostri le informazioni inserite. C’è anche
ma non abbiamo mai parlato backup su zip multipli scegliendo un’opzione per impostare particolari
di Areca Backup. È cross- La sorgente una dimensione massima per backup, perfetta se dovete fare
platform, essendo scritto in Potete decidere che il backup i file compressi. È prevista anche un veloce backup differenziale.
Java, il che lo rende ideale se sia una semplice copia della la cifratura, con l’opzione L’interfaccia è spartana e,
dovete lavorare in un ambiente sorgente, oppure di salvare di usare una vostra parola diversamente da altri programmi,
multi-piattaforma. L’interfaccia solo le differenze rispetto chiave (con tanto di misuratore non ci sono decine di pulsanti
iniziale non è particolarmente a una copia precedente, oppure di robustezza di questa chiave) da premere. Infine, dobbiamo
incoraggiante, comunque: potete decidere di salvare i dati oppure una generata in modo dire che, derivando da Java, Areca
dovete creare un nuovo target all’interno di un file immagine, casuale da Areca. Nella stessa è molto facile da installare.
(area di lavoro) allo scopo di che può essere utile se non finestra relativa alla cifratura, Se riuscite a non considerare
partire con i backup. Potete volete aver a che fare con tutti troverete le opzioni di gestione la povertà dell’interfaccia, Areca
definire target multipli come i file sparsi. Potete aggiungere dei file, con Areca che gestisce merita di essere messo all’opera.
Manipolazione di PDF
Final Page
Δ VERSIONE 0.3.0 Δ WEB http://finalpage.sourceforge.net
Gioco di puzzle
CloneRNX
Δ VERSIONE 1.0 Δ WEB www.sauronsoftware.it/projects/clonernx
Chiamami
Si potrebbe paragonare Ubiquity a Gnome Do
(una sorta di sistema di ricerca universale).
Essenzialmente fanno la stessa cosa: aprite
una finestra di ricerca, iniziate a digitare qualcosa
e un range di opzioni compaiono a schermo.
La differenza è che Ubiquity è contenuto nel browser
e può mostrarvi i risultati all’interno di altri servizi Web.
Sembra una cosa semplice, ma il risultato può essere
magico. In pratica quello che siete in grado di fare
è creare un mashup senza alcun tipo di conoscenza
di programmazione. Di default la scorciatoia
da tastiera per richiamare Ubiquity è Alt+Spazio,
e funziona solo quando il browser è attivo.
Poi potete iniziare a digitare. Se volete chiudere
Esplorare le estensioni di Firefox è un ottimo modo di passare le serate la finestra di Ubiquity vi basta premere Esc. LXP
7 Mascherare l’immagine
di base
Cliccate sul livello dell’immagine di base
per rendere attivo il livello. Aggiungete un canale
alfa e una maschera di livello bianca, poi riaprite
l’immagine originale. Prendete lo strumento
di Selezione fuzzy, impostate la Soglia a 70
e cliccate premendo il tasto Shift per selezionare
le aree azzurre. Incollate questa selezione
nella maschera di livello dell’immagine
di base. Usate la finestra Livelli per impostare
il punto nero a 254.
œ
LXP87 GENNAIO 2010 51
Tutorial GIMP
11 Mettere la cravatta
Incollate la selezione nell’immagine di base, specchiatela
in orizzontale, poi desaturate il livello e scegliete un nuovo colore rosso. Attivate il Blocco
trasparenza nella finestra Livelli. Selezionate lo strumento Riempimento di colore, impostate la
10 Aggiungere un tocco di colore Modalità Fusione grana e l’Area coinvolta a Riempi intera selezione. Cliccate nel livello Cravatta
Aprite l’immagine del gangster con una cravatta rossa. Selezionate rossa per ricolorare l’immagine.
lo strumento di Selezione fuzzy e impostate la Soglia a 95.
Cliccate in un punto qualsiasi sulla cravatta rossa. Se ci sono punti
di cravatta non selezionati all’interno della selezione, aumentate
la selezione di un pixel per prenderli. L’immagine nel riquadro
mostra la selezione con la Maschera veloce attivata e il colore
di mascheratura impostato sul verde. Copiate la selezione.
12 Rinnovare l’edificio
Aprite la finestra Scala livello (Livello D Scala livello). Fate click
sull’icona della catena per romperla al fine di cambiare la proporzione
del livello. Scalate il livello Edificio del 165% in larghezza e del 140%
in altezza. Usate lo strumento Sposta per trascinare il livello a sinistra
finché l’entrata davanti si trova a sinistra della pistola. Reimpostate
la dimensione del livello per adattarlo alla dimensione dell’immagine
(Livello D Livello a dimensione immagine).
Esportare
Iniziate con una semplice esportazione per YouTube
o siti simili, selezionando Progetto D Esporta dalla
barra dei menu (o schiacciando Ctrl+Invio) per vedere
le opzioni disponibili. Si tratta di una finestra abbastanza
complessa, quindi è necessario analizzarla un attimo.
La prima scelta da fare è il formato del video, con tutte Kdenlive non ha nulla da invidiare
le opzioni elencate nella colonna a sinistra (per un filmato ai prodotti commerciali grazie all’ampia
INTERMEDIO per il Web scegliete H.264). Sulla destra vedete apparire scelta di opzioni di codifica presenti
Masterizzare
L’utilizzo di un sito o delle e-mail per mostrare i propri
video può andar bene in alcune circostanze, ma non
c’è niente di meglio di avere un nuovo disco fiammante
tra le proprie mani. In questa sezione scoprirete come
creare un DVD in due modi: prima utilizzando solo Kdenlive,
il quale vi darà un risultato senza fronzoli; successivamente
con DVDStyler, che dà molto più controllo sull’aspetto
del progetto. Prima di iniziare a preparare il DVD, conviene
chiudere gli altri progetti aperti in Kdenlive, poiché si tratta
di un lavoro che fa uso intensivo del processore.
Assicuratevi di avere tutto il necessario prima di iniziare:
i video, le immagini di sfondo per il menu, e un DVD vuoto. La procedura
Quando siete pronti aprite Kdenlive di nuovo e selezionate è possibile personalizzare il pulsante e lo sfondo. Potete guidata DVD
vi segue per tutto
File D Procedura guidata DVD. Si tratta di un processo cambiare il testo del pulsante e modificare diversi aspetti:
il processo
guidato, ma vengono fornite anche alcune opzioni l’azione associata al pulsante; il tipo di carattere di creazione
di personalizzazione. Nella finestra che si apre potete e la dimensione; i colori quando il pulsante è inattivo, del DVD
impostare il formato del DVD e aggiungere i video da selezionato e schiacciato. Cambiate questi ultimi tre
riprodurre. Utilizzate il menu a tendina in alto per scegliere parametri utilizzando i tre widget colorati sopra l’editor.
il formato (in Europa viene usato lo standard PAL, mentre Sulla sinistra sono presenti le icone per aggiungere
negli Stati Uniti NTSC). Subito sotto la scelta del formato altri pulsanti, per eliminarli e per cambiare il livello dello
c’è un’opzione per aggiungere un filmato di introduzione: zoom. Quando avete finito di personalizzare i pulsanti,
abilitandola potete scegliere un video da riprodurre cliccate sulla scheda Sfondo. In questa parte sono
appena il DVD viene inserito nel lettore. In caso contrario, presenti tre opzioni: Colore, Immagine e Video.
lo spettatore si ritrova direttamente davanti alla schermata Per aprire il selettore di colori è sufficiente cliccare sul
del menu. Se avete un solo video potete fermarvi qui widget della sezione Colore. Se invece volete aggiungere
e passare alla parte relativa alla masterizzazione. Nel caso un’immagine, potete farlo utilizzando il file browser
abbiate più filmati, ecco cosa fare: utilizzate il pulsante che si apre nella scheda Immagine, ma ricordate che se
Aggiungi un filmato per selezionare i video da includere. state facendo un video SD, quindi l’immagine deve essere
Quando ci sono tutti, usate le icone Su e Giù per riordinare di dimensioni 720x576 e non deve oscurare il pulsante.
la lista, oppure Elimina il file per cancellare un video. L’ultima opzione prevede l’aggiunta di un video al menu:
Man mano che inserite filmati, la barra in basso vi mostra in questo caso è importante scegliere filmati brevi,
quanto spazio è stato occupato sul disco. Una volta finito al massimo di 20-30 secondi. Per proseguire cliccate
di aggiungere e riordinare, potete cliccare sul pulsante di nuovo su Next, date un nome al progetto, scegliete
Nextt per proseguire. La seconda fase consiste nel definire una directory temporanea - /tmp va bene di solito,
i capitoli per ognuno dei propri video, per permettere ma bisogna tener presente che i file temporanei di un
allo spettatore di navigare agilmente nel DVD. Nella parte DVD possono occupare molto spazio - quindi premete
alta della finestra viene visualizzata la clip insieme il pulsante Crea immagine ISO DVD. Kdenlive inizia così
ai controlli di riproduzione. Per scegliere dove posizionare a preparare l’immagine pronta per essere masterizzata
il capitolo riproducete la clip, fermatevi nella posizione con Brasero o altri programmi analoghi. Ricordate che
desiderata, quindi cliccate su Aggiungi capitolo. non è necessario fare tutti questi passaggi in una volta
I riferimenti vengono memorizzati nella lista in basso
e sono identificati dal tempo di riproduzione. Per cancellarne
uno, è sufficiente selezionarlo e premere il pulsante Elimina
il capitolo. Potete ripetere questa azione per tutte le clip
che avete aggiunto, scegliendole dal menu a tendina File
filmato, quindi cliccate su Next. Il prossimo passaggio
prevede la creazione del menu. Per DVD molto semplici,
viene preimpostata una schermata nera con una scritta
bianca Riproduci al centro ed è sufficiente cliccare
su Next. Per qualcosa di più elaborato, invece, selezionate
la casella Crea un menu semplice in alto.
Realizzare il menu
Come accennato, l’aspetto predefinito prevede
un pulsante chiamato Riproduci. Selezionatelo Inserite e ordinate i video con gli strumenti
con il mouse e trascinatelo per decidere dove
posizionarlo sullo schermo. Nella parte alta della finestra
a disposizione. La barra in basso indica
lo spazio occupato dai filmati œ
LXP87 GENNAIO 2010 55
Tutorial Montaggio video
Nel menu potete inserire dei pulsanti che puntino Quando scegliete lo sfondo per il progetto, ricordate che
a singoli filmati o a capitoli all’interno dei video non potete ridimensionare l’immagine in questa finestra
Tip
Durante i test con
Kdenlive i video MP4
non venivano
visualizzati nel file
browser della
Procedura guidata
DVD, ma è sufficiente
recarsi nella directory
dove sono memorizzati
e digitare il nome
per inserirli lo stesso.
DVDStyler contiene una serie di sfondi da utilizzare In DVDStyler potete modificare il testo, cambiare il suo
per i menu, ma potete facilmente aggiungere i vostri colore, ridimensionarlo e decidere dove posizionarlo
e impostando il valore in millisecondi. Definite l’opacità la sua immagine o video di sfondo e la sua struttura
dell’immagine inserendo un numero tra 0 (trasparente) di navigazione per il telecomando del lettore DVD.
e 1 (opaco), quindi cambiate i valori nei campi Quando siete soddisfatti del risultato, inserite
Dx e Dy per modificare gli angoli del pulsante un DVD vuoto nel masterizzatore, e selezionate
(per pulsanti quadrati inserite 0). L’opzione Larghezza File D Burn DVD. Nella finestra che si apre
bordo definisce la dimensione del bordo del frame sono disponibili diverse diverse voci: nella parte
e le due opzioni in basso servono a scegliere i colori. alta scegliete se creare un’immagine ISO
o masterizzare direttamente (con l’opzione
Andare oltre con la creatività per cancellare un DVD-RW prima di iniziare).
Il lato positivo di DVDStyler è l’opportunità Fate click su Inizia per creare il DVD. DVDStyler,
di creare sia produzioni semplici che complesse. come altre applicazioni coinvolte in un processo
Per creare una pagina di selezione della scena, basta creativo, richiede tempo e impegno per ottenere
realizzare un nuovo menu (click con il tasto destro i risultati migliori. Gli sforzi profusi, però, ripagano
D Aggiungi D Menu nella parte bianca in basso) appieno una volta che il lavoro è finito: non c’è niente
e impostare i pulsanti per collegarli ai vari capitoli. di meglio di rivivere visivamente i propri ricordi. LXP
Aggiungete un pulsante, definite l’azione
Salta a e scegliete il capitolo desiderato. Quando Utilizzate
si utilizzano più menu è necessario inserire un pulsante la finestra Proprietà
per tornare a quello principale. Inserite un pulsante per costruire
la struttura
nell’area di lavoro, fate doppio click su di esso del menu del DVD
e utilizzate il menu a tendina nella sezione Azione,
quindi selezionate Menu 1. Come è intuibile,
quando lo spettatore preme questo pulsante,
viene riportato al primo menu. Grazie a questo metodo
si ha la possibilità di creare una struttura sofisticata
per gestire progetti complessi. Ogni menu può avere
La finestra
Burn DVD permette
di generare
un’immagine ISO
da masterizzare
in seguito,
o di creare
immediatamente
il DVD
Digitalizzate
g
i vostri ricordi FACILE
Avete scatole piene di fotografie che aspettano di essere messe nel vostro computer?
Linux Pro vi mostra come farlo e riappropriarvi dello spazio nell’armadio
Punti e linee
La risoluzione, per quello che ci interessa, è il numero
di punti nei quali un’immagine è divisa prima che
sia acquisita o stampata. Una risoluzione di 600 punti
Questo semplice modulo online vi aiuta a capire per pollice (dpi: dots per inch) significa che ogni pollice
quale risoluzione dovreste usare per l’acquisizione (lineare) dell’immagine è diviso in 600 parti, ciascuna
25 scanimage g -d ‘gt68xx:libusb:004:002’
g
$SCANNER_OPTIONS > 4_pictures_scan.tiff Suggerimenti generali a bassa tecnologia
26 convert 4_pictures_scan.tiff
_ _ -crop 4843x7063
+repage temp_picture_%d.tiff Parecchi trucchi per ottenere il massimo dalle vostre attività di digitalizzazione sono
27 for QUADRANT_NUM in 0 1 2 3 terribilmente a-tecnologici, ma troppo efficaci da ignorare. Il più importante di questi è pulire
28 do le foto e la lastra dello scanner prima di iniziare: perché conservare i pelucchi digitali?
29 let “PICNUM = PICNUM + 1” Prima ancora di accendere il computer dovreste decidere che cosa non acquisire: avete
30 echo Savingg temp_picture_$QUADRANT_NUM.tiff
_ _ _ veramente bisogno di 10 copie quasi identiche di vostro figlio al primo giorno di scuola?
E cosa dire di tutti quegli scatti la cui qualità è così bassa che ridereste se non fossero
to $MASTER_PIC_DIR/${PIC_PREFIX}_$PICNUM.tiff
le vostre? Sarà la fine della civiltà se le buttate o ignorate semplicemente queste stampe?
31 mv temp_picture_$QUADRANT_NUM.tiff
_ _ _ Probabilmente non accadrà niente di male, e meno acquisite, prima avrete finito.
$MASTER_PIC_DIR/${PIC_PREFIX}_$PICNUM.tiff Ricordate: conservate sempre integro il file originale delle vostre foto acquisite.
32 convert $MASTER_PIC_DIR/${PIC_PREFIX}_
_ _ _ _ Non elaboratelo: potreste volerlo rielaborare con uno strumento diverso l’anno prossimo!
$PICNUM.tiff -quality 50% $GALLERY_DIR/$PICNUM.jpg
33
34 echo “${PIC_PREFIX}_$PICNUM.tiff: ” >> $TAGFILE master_picture__1141.tiff:
_ __ cratere del Vesuvio
35 done 06092004 35
36 zenity --question --text “Acquisire altre 4 foto, master_picture__1142.tiff:
_ __ Parco Regionale
g Monti
\niniziando dal numero $PICNUM?” Simbruini 25072006 52
37 STOP_NOW=$? master_picture__1143.tiff: Carinzia 30082003 18
38 done Questo significa che se modificate geotagger.sh potrà
39 echo $PICNUM > $HOME/.scanning_picture_num leggere e scrivere tutti questi dati come commenti Exif
40 exit dentro il file grafico. Dopodiché, ogni applicazione
compatibile con Exif sarà in grado di indicizzare o ricercare
Etichettare tutto le vostre foto automaticamente. Il solo limite di questo
Lo script di scansione del Listato 1 è tutto quello di cui approccio è che, nel momento della scrittura, l’utility
avete bisogno per salvare le vostre foto, ma non fa niente exiftool usata in geotagger.sh non supporta l’aggiunta
per etichettarle. Potete farlo da un programma a interfaccia di campi ai file TIFF. In alternativa, se conservate l’indice
grafica come Digikam, naturalmente, o potete usare lo script testuale con tutti i commenti, sarete in grado di etichettare
geotagger.sh descritto nella guida Geotagging all’indirizzo i TIFF originali non appena exiftool acquisirà questa capacità,
www.tuxradar.com/content/geotagging-linux. Gli indici perciò vale la pena riempire questo indice con informazioni
di testo generati con scanscript.sh assomigliano a questo: rilevanti anche se non ne vedete un uso immediato. LXP
[utente@ubuntu linuxpro_scan]$
_ more
picture_tags_200906171103.txt
master_picture__1140.tiff:
master_picture__1141.tiff:
master_picture__1142.tiff:
master_picture__1143.tiff:
perciò occorre molto poco tempo per aggiungere
commenti, luoghi, date e ogni altro metadato
dopo il nome di ogni file:
more picture_tags_200906171103_edited.txt
master_picture__1140.tiff:
_ __ Scogliera
g sarda Voilà! La scansione originale composita è divisa automaticamente
11082007 20 nelle fotografie che la compongono
DIGITALE
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IN INTERNET IL REGISTRO DI SISTEMA (Codice
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pleta ex art. 13 d.lgs. 196/03, nonché consenso espresso al trattamento ex art. 23 d.lgs. 196/03 in favore dell’Azienda.
Python
Usate Google Docs come fosse un disco fisso locale
Google diventa
un disco fisso
Conversione di documenti a richiesta con un mix di Google Docs, Python e Fuse
INTERMEDIO
return buffer
Questa implementazione (non funzionante, è solo
d’esempio) vi mostra la struttura base dell’applicazione
che vogliamo costruire. Bisogna puntualizzare alcuni
dettagli: ogni directory si aspetta di avere al suo interno
le cartelle standard di UNIX “.” e “..”, quindi dovete sempre
crearle. Il metodo open può restituire un oggetto,
normalmente un descrittore di file, ma sta a voi stabilire
a cosa punta e come potete usarlo. Se fornito, questo
oggetto verrà passato al metodo read il che è anche
comodo perché dovete essere in grado di leggere blocchi
di dati da qualche cosa per le operazioni di read.
Ciò che abbiamo trascurato per il momento è la gestione
dei messaggi d’errore. Questi sono più importanti di quanto
potreste pensare perché qualunque filesystem montato
in una distro moderna viene “usato” da molti servizi
standard del sistema operativo, per controllare se c’è un
file autorun, per indicizzare i documenti o per cancellare Pensate che non sia molto comodo montare
il cestino, ad esempio. Nel codice finale dovrete essere Google Documenti come filesystem locale?
in grado di restitutire l’errore di file non trovato per
tenere la situazione sotto controllo. Ora siete pronti con i documenti memorizzati in Google Docs, dovete
a creare un filesystem per leggere Google Docs. Lo scopo
è di montare un filesystem che mostra i vostri documenti
sapere quali sono e come sono archiviati. L’oggetto list.
entryclientt ha un metodo per elencare i documenti,
Tip
e vi consente di leggerli come se fossero in locale. restituendo un oggetto feed che contiene un elenco Potete smontare un
di voci. Ogni voce ha un certo numero di proprietà, filesystem Fuse con il
I documenti incluso un nome, un tipo e un ID numerico univoco. comando fusermount
Google ha delle API per il suo servizio Documenti ed >>> list=client.GetDocumentListFeed() -u <punto di mount>
>>> list ma dovete prima
esistono diversi moduli ufficiali per vari linguaggi, incluso
chiudere tutti
Python. Questo pacchetto è disponibile per la maggior <gdata.docs.DocumentListFeed object at 0xa066f2c>
i file aperti.
parte delle distro maggiori, si chiama python-gdata >>> for entry in list.entry:
e potete installarlo con il gestore di pacchetti. Il pacchetto ... print (entry.title.text,
y entry.GetDocumentType,
y y
gdata disponde delle API di praticamente tutti i servizi entry.resourceId.text)
di Google ed è stato aggiornato di recente, quindi ...(“fun things g we’ve done”, ‘document’,‘document:
vi raccomandiamo di aggiornarlo se lo avete già installato dgg88xxxxxxxfs’)
in passato. Il modulo gdata è un blocco omogeneo, (‘letters raw text’, ‘document’, ‘document:
ma il namespace è diviso, per comodità, in diverse df4m88888888f9’)
parti associate ai differenti servizi, quindi potete usare (‘cover’, ‘document’, ‘document:df4mf7888888888fk’)
solo la parte di libreria che vi serve. Provate qualche (“Pamela’s Cover Letter - June 2009”,
funzione direttamente dalla shell interattiva di Python: ‘document’,‘document:df4m88888888888gs’)
>>> import gdata.docs.service (‘Untitled Presentation’, ‘presentation’,‘presentation:
>>> user = ‘<nomeutente>@gmail.com’ dd26888888888d9’)
>>> password = ‘<passwd>’ (‘sharingg and workflow’, ‘document’, ‘document:
>>> client=gdata.docs.service.DocsService() df4mf7c7_18888888888g6’)
>>> r = client.ClientLogin(user,password,
g Ora potete integrare tutto ciò con Fuse in modo
source=”evilscript”) da ottenere un elenco di documenti validi. Potreste
>>> gdata.docs.service.SUPPORTED_FILETYPES volerli caricare in diversi formati tra quelli supportati
{‘XLSX’: ‘application/vnd.openxmlf... da Google (DOC, ODT, PDF e così via) quindi potete
... creare delle directory e inserire i file nel posto corretto:
...’XLS’: ‘application/vnd.ms-excel’, ‘PNG’: ‘image/png’} def readdir(self, path, offset):
Come potete vedere, abbiamo solo importato un paio dirents =[‘.’, ‘..’]
di elementi del modulo. Per effettuare il login presso if path == ‘/’:
il servizio basta creare un oggetto client e chiamare dirents.extend([‘odt’,’doc’,’pdf’])
il metodo ClientLogin. Questo specifica il nome utente, if path == ‘/odt’:
la password e una stringa sorgente che facilità a Google # get docs from gmail
il track delle operazioni del client. Google Docs supporta client=gdata.docs.service.DocsService()
solo alcuni formati di documento, il che ha un senso client.ClientLogin(user,password, source=”evilscript”)
– non è un deposito di file e i server di Google devono list=client.GetDocumentListFeed()
essere in grado di comprendere i file caricati. Potete for entry in list.entry:
leggere l’elenco dei formati supportati visualizzando if entry.GetDocumentType() == ‘document’ :
la variabile included del modulo (nell’esempio dirents.append(entry.title.text+’.odt’)
non abbiamo riportato per intero la lista), # insert code for other dirs
che è organizzata come una coppia chiave/valore
con tutte le estensioni e i tipi MIME. Allo scopo di lavorare
for e in dirents:
yield fuse.Direntry(e) œ
LXP87 GENNAIO 2010 65
Tutorial Python
Trucchetto
Per prima cosa dovete sapere che quando il sistema
legge un file, ad esempio durante un’operazione
di copia, esegue sempre le chiamate open, getattr
e read, in questo ordine. Tutto quello che dovete fare
è scaricare il file quando si ha una chiamata open() e poi
metterlo in cache. La chiamata getattr può essere fatta
per controllare se il file è già nella cache e ottenerne
la dimensione corretta. Quando il file è controllato prima
GNOME riconoscerà il drive virtuale come dispositivo che qualcosa venga letta, vi verrà restituita la dimensione
e vi fornirà una scorciatoia quando sarà montato corretta e l’applicazione chiamante non saprà mai che
l’avete ingannata. Inoltre, impostando una cache è facile
Qui avete inserito il codice nella classe del nostro se importate il modulo standard di Python tempfile.
filesystem. Ora avete la directory radice del filesystem Nonostante le sue tante opzioni, è un metodo per creare
– tutto è relativo al punto di mount – e volete elencare una directory temporanea, che di solito va in /tmp, ma
le vostre directory dei documenti. Per la prima di esse, questa locazione può variare in base all’impostazione del
la directory odt, vi connettete a Google e scaricate vostro sistema. Il metodo seguente restituisce un path, e
l’elenco dei documenti disponibili, filtrando tutto potete fornire un prefisso e un suffisso ad esso se volete:
ciò che non è un file ODF. Poi avete usato un metodo fuse cachedir=tempfile.mkdtemp(prefix=’fuse-’)
per ottenere il percorso del file. Tutto ciò è abbastanza os.mkdir(os.path.join(cachedir, ‘odt’))
ragionevole, ma non appena il sistema operativo elenca os.mkdir(os.path.join(cachedir, ‘pdf’))
le cartelle, inizia anche a verificare gli attributi di ogni Abbiamo anche creato alcune directory
voce, quindi vi serve del codice per gestire questa cosa. per memorizzare i file e notate che si vuole ricreare
Per le directory, presumeremo che i tempi di creazione la nostra struttura in modo che gli oggetti nella cache
e modifica non siano importanti. Sarebbe stato possibile vengano trovati rapidamente. Con le directory
creare una variabile globale e scrivere un timestamp per la cache impostate, dovete riempirle quando
alla creazione del filesystem, ma non ne vale la pena. richiesto. Scaricare tutto ogni volta che si visualizza
Nella shell, se visualizzate una cartella essa avrà di norma il contenuto di una directory è eccessivo, ma vogliamo
la dimensione 4096, quindi potete usare questo valore. scaricare l’ultima versione di un file ogni volta
Come per i permessi, userete le variabili statt create che viene aperto. Quindi, quando si richiama
nel setup di base visto in precedenza per impostare la funzione open, scaricherete il file da Google
una directory standard e fornirle i permessi. Il file e lo metterete nella cache. Poi dovete aprire il file e
è un po’ più problematico. Potete usare qualunque restituire il suo descrittore di file alla funzione chiamante:
valore per i permessi, l’ora e così via, ma che fare def open(self, path, flags):
per la dimensione? Non c’è un modo per scoprire path_element = path.split(‘/’)
la dimensione del file fino a quando non lo scaricate, fname=path_element[-1]
ma visto che esso non esiste, è impossibile. Fortunatamente #get the file from google
è sempre possibile indicare una dimensione fittizia, che non client=gdata.docs.service.DocsService()
client.ClientLogin(user,password, source=”evil script”)
q = gdata.docs.service.DocumentQuery()
Ridirezionare stderr q[‘title’] = fname[:-4]
q[‘title-exact’] = ‘true’
Quando eseguite un software come questo filesystem Fuse,
list = client.Query(q.ToUri())
noterete che esso si avvia in un proprio thread. Questo tfile=os.path.join(cachedir, path[1:])
è positivo, ma comporta che non otterrete da Python client.Export(list.entry[0], tfile)
i messaggi d’errore sullo standard error, e questo potrebbe filehandle=open(tfile,”r”)
essere un problema per il debug. Visto che di default le return filehandle
eccezioni sono gestite dal codice di Fuse, potrebbero verificarsi In questo codice abbiamo usato un metodo per scaricare
50 errori al secondo e voi non li vedreste. Beh, a parte il fatto
che notereste che il vostro filesystem non funziona...
i file da Google. Si invia una richiesta con il nome del file,
Potete creare un file di log per catturare questi dati con perché è l’informazione di cui si dispone. Poi si può
f k
fsock=open(‘/home/ninjak/error.log’,“a”)
(‘/h / i j k/ l ’ “ ”) creare una query e sottometterla a Google per ottenere
f k i li (“**S
fsock.writelines(“**Started**”)
d**”) l’elenco dei file esattamente con quel nome. La query
sys.stderr
d = ffsockk è inviata e si prende il primo oggetto della lista, che
causa problemi se avete due documenti con lo stesso
Il metodo Export
Il metodo Exportt del modulo Google è interessante.
Accetta in input un oggetto feed – lo ottenete dalla
query – e il nome del file. Comunque, i documenti
seguono una sorta di principio di indeterminazione
quando non sapete il loro formato fino a quando non
glielo chiedete. Il modo in cui le API gestiscono questo
dettaglio è strano – invece di specificare il tipo di file
che volete, questo viene dedotto dal nome del file che
passate al metodo client. Ora che la cache è operativa,
potete infine completare l’assegnamento degli attributi.
Userete alcune istruzioni condizionali così da visualizzare
sia gli attributi delle voci nella cartella radice e i file
nelle cartelle dei documenti. Abbiamo fatto un blocco Con il filesystem montato, i documenti appariranno nelle diverse
condizionale per le voci che appaiono in /odt, cartelle in base al loro formato. Notate che lo stesso documento
che volendo potete cambiare se la struttura delle vostre può trovarsi in più di una directory
cartelle è differente. Il codice restituisce anche
il corretto codice d’errore per elementi non esistenti. per leggere i file direttamente da Google Documenti,
def getattr(self, path): ma è facile estenderlo per coprire altri tipi di file.
st = MyStat() Per l’upload dei file è meglio creare delle nuove directory
st.st_atime = int(time.time()) con permessi in scrittura, e poi dovrete usare i metodi
st.st_mtime = st.st_atime mkdir(), mknod() e write() per creare le entità.
st.st_ctime = st.st_atime Per montare il drive virtuale dovete creare una cartella
path_element= path.split(‘/’) vuota che agisca come punto di mount, poi chiamare
if path == ‘/’: l’applicazione con questa directory come argomento:
st.st_mode = stat.S_IFDIR | 0755 python simplefuse.py punto_di_mount
st.st_nlink = 2 Ora potete accedere al filesystem con i comandi
st.st_size=4096 o gli strumenti normali. In un ambiente desktop moderno
elif path_element[1] == ‘odt’: il filesystem montato dovrebbe apparire come dispositivo,
if len(path_element) == 2 : oppure potete navigare al suo interno con il file manager.
#it’s a directory Ci sarebbe molto di più da fare: se vi divertite
st.st_mode = stat.S_IFDIR | 0755 ed espandete il nostro piccolo script, inviate
st.st_nlink = 2 le vostre creazioni all’indirizzo linuxpro@sprea.it! LXP
else :
#it’s a file
#is it in cache?
tpath =os.path.join(cachedir, path[1:])
if os.path.exists(tpath):
real=os.stat(tpath)
st.st_size=real.st_size
else:
st.st_size= 2048
st.st_mode = stat.S_IFREG | 0444
st.st_nlink = 1
else:
return -errno.ENOENT
return st
Il metodo finale deve leggere il file. Dato per assodato
che stiamo passando il filehandle (parametro
filehandle), questo metodo è semplice:
def read(self, path, size, offset=0, filehandle=None):
filehandle.seek(offset)
buffer= filehandle.read(size)
return buffer
Alcuni metodi read chiederanno dati specifici, per cui
si usa il valore offsett per leggere i dati corretti.
Ora avete un filesystem funzionante che potete montare Potete caricare i file direttamente in un viewer o in un’applicazione, come OOo
Linguaggio C
Parte 11 In questa puntata imparerete a utilizzare le pile, gli alberi e le code INTERMEDIO
push(&r1);
printf(“push(1)\n”);
tmp2.id = 2;
strcpy(tmp2.descrizione, “BBBBB 2”);
push(&r2);
printf(“push(2)\n”);
return (totale_foglie(sinistro(radice))
_ g
return radice->sx; + totale_foglie(destro(radice)));
} }
}
albero destro(albero radice)
{ Le code
// Restituisce il sottoalbero destro Le code sono sostanzialmente delle liste, pertanto,
if(empty(radice)) anche qui, viene applicata la politica FIFO,
return NULL; in cui l’inserimento avviene sempre a una determinata
return radice->dx; estremità, chiamata anche coda, mentre la
} cancellazione e il prelievo di dati avvengono dall’altra
estremità, chiamata testa (Fig.3). Tutti gli elementi
BOOL empty(albero radice) infine vengono prelevati nello stesso ordine in cui sono
{ stati inseriti. Sulle code sono possibili
// ritorna TRUE se il nodo passato è vuoto, le seguenti operazioni:
FALSE altrimenti. void crea(coda *c); // creazione di una coda vuota.
return radice==NULL; int inserisci(coda *c,int a); // viene aggiunto
gg un nuovo
} intero in fondo alla coda.
int preleva(coda *c,int *a); // viene prelevato il primo
// ritorna TRUE se nell’albero passato esiste intero dalla testa della coda e viene cancellato.
un nodo con etichetta id. int vuota(coda *c); // viene controllata
BOOL ricerca(albero radice,int id) se la coda è vuota.
{ Con le code dovete seguire sostanzialmente
if(empty(radice)) queste regole:
return FALSE; Δ nel momento in cui la coda viene creata,
else il primo inserimento avviene nella prima posizione;
{ Δ gli inserimenti successivi dovranno essere
if(id==getid(radice)) effettuati verso destra;
return TRUE; Δ le cancellazioni avverranno a partire
else dalla prima posizione e via via si sposteranno
// Ricerca nel sottoalbero sinistro e destro anch’esse verso destra;
return (ricerca(sinistro(radice),id) || Δ quando la coda raggiunge l’ultima posizione
ricerca(destro(radice),id)); dell’array, è necessario gestire l’array come se si
} trattasse di una struttura circolare: ossia la posizione
} successiva all’ultimo elemento sarà di nuovo il primo
La funzione di ricerca esegue una visita dell’albero elemento dell’array stesso.
ricorsivamente fino a trovare il nodo con etichetta Questo vi obbligherà pertanto a mantenere
id. Rimangono infine da descrivere un paio in memoria una coppia di puntatori:
di funzioni di utilità: Δ uno al primo elemento da estrarre;
// calcolo del numero totale dei nodi Δ uno al punto di inserimento.
int totale_nodi(albero radice) Inoltre, poiché quando la posizione del primo
{ elemento coincide con la posizione di inserimento
if(empty(radice)) non si sa se la coda è piena o vuota, occorre
return 0; che inseriate nel vostro codice un’informazione
else supplementare per gestire il caso di coda vuota.
// Per ogni
g nodo visitato si somma 1 alle chiamate Vediamo subito un semplice esempio:
ricorsive #define CODAPIENA 2
return (1 + totale_nodi(sinistro(radice))
_ #define CODAVUOTA 1
+ totale_nodi(destro(radice))); #define CODAOK 0
} #define MAXDIMENSION 32
c->vuoto=1;
}
return statocoda;
}
LINUX PRO 73 - DICEMBRE 2008 LINUX PRO 74 - GENNAIO 2009 LINUX PRO 75 - FEBBRAIO 2009 LINUX PRO 76 - MARZO 2009 L
LINUX PRO 77 - APRILE 2009 LINUX PRO 78 - MAGGIO 2009 LINUX PRO 79 - GIUGNO 2009 LINUX PRO 80 - LUGLIO 2009
Linux Pro 074 - Gennaio 2009 € 5,90 Linux Pro 081 - Agosto 2009 € 5,90
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Linux Pro 077 - Aprile 2009 € 5,90 Linux Pro 084 - Novembre 2009 € 5,90
Linux Pro 078 - Maggio 2009 € 5,90 Linux Pro 085 - Dicembre 2009 € 5,90
Linux Pro 079 - Giugno 2009 € 5,90 Linux Pro 086 - Natale 2009 € 5,90
I Totale quantità Totale
e
TOTALE COMPLESSIVO €
NOME
COGNOME
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CITTÀ
T
LINUX PRO 85 - DICEMBRE 2009 TEL.
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d di tre cifre che appare sul retro della carta di credito)
Informativa e Consenso in materia di trattamento dei dati personali - (Codice Privacy d.lgs. 196/03) Sprea Editori S.p.A. Socio Unico Medi & Son S.r.l. con sede in Cernusco sul Naviglio (MI), via Torino,
51, è il Titolare del trattamento dei dati personali che vengono raccolti, trattati e conservati ex d.lgs. 196/03. Gli stessi potranno essere comunicati e/o trattati da Società esterne Incaricate. Ai sensi degli
LINUX PRO 86 - NATALE 2009 artt. 7 e ss. si potrà richiedere la modifica, la correzione e/o la cancellazione dei dati, ovvero l’esercizio di tutti i diritti previsti per Legge. La sottoscrizione del presente modulo deve intendersi quale presa
visione, nel colophon della rivista, dell’Informativa completa ex art. 13 d.lgs. 196/03, nonché consenso espresso al trattamento ex art. 23 d.lgs. 196/03 in favore dell’Azienda.
Arduino
L’elettronica Open Source per voi
Premere il pulsante
Il passo seguente consiste nel collegare i pulsanti.
Colleghiamo i 5V provenienti da Arduino a uno delle
colonne contraddistinte dal simbolo + e da una riga rossa
che si trovano sui bordi della breadboard. Si tratta di un
bus, dato che un qualsiasi foro è collegato a tutti gli altri
all’interno della colonna, ed è di solito usato per portare
l’alimentazione e il collegamento a massa ai componenti
inseriti nella parte centrale della breadboard (le colonne
contraddistinte dalle lettere da A a J). Colleghiamo
poi uno dei due reofori di una resistenza al bus
di alimentazione e inseriamo l’altro sulla stessa riga
orizzontale della breadboard su cui è inserito uno
dei terminali del pulsante. La presenza della resistenza
tra l’alimentazione e il pulsante serve a evitare che,
quando viene premuto, venga prelevata troppa corrente scelto il 10, l’11 e il 12. Prima di partire con
dall’alimentazione, con il rischio di danneggiare l’illustrazione del codice facciamo un riassunto
seriamente il controller USB del computer. Sulla stessa delle connessioni che abbiamo usato su Arduino:
riga orizzontale della breadboard va infatti collegato un Δ primo pulsante input 7, LED su output 12;
ingresso digitale, uno per ciascun pulsante, della scheda. Δ secondo pulsante input 6, LED su output 11;
Noi abbiamo scelto gli ingressi 5, 6 e 7. Per evitare Δ terzo pulsante input 5, LED su output 10;
di ingombrare l’area attorno ai pulsanti abbiamo usato Δ alimentazione 5V al bus per i tre pulsanti;
dei ponticelli che ci permettono di inserire le resistenze Δ massa al bus per i tre pulsanti e i LED.
e i fili di collegamento lontano da essi, in modo da non
intralciare la mano del giocatore. Il secondo terminale di Il programma
ciascun pulsante va invece collegato a massa, sfruttando Ora che tutto è collegato a dovere dobbiamo
il secondo bus di alimentazione della breadboard, occuparci della scrittura del programma
contraddistinto dal simbolo - e da una riga blu. In questo che ci consentirà di giocare. Nella puntata
modo, quando viene premuto il pulsante, l’ingresso precedente abbiamo descritto in dettaglio come
digitale della Arduino a cui è collegato passa da una installare l’ambiente di sviluppo e come risolvere
tensione positiva, garantita dal collegamento attraverso gli eventuali problemi che si potrebbero presentare
la resistenza da 1000 Ohm ai 5V di alimentazione, a una durante l’installazione, vi rimandiamo quindi
tensione nulla, perché il piedino viene collegato a massa. a quell’articolo nel caso non abbiate ancora installato
È un esempio di collegamento con resistenza di pull-up, l’IDE di Arduino. Creiamo un nuovo sketch
una tipica configurazione usata per fare assumere a un e inseriamo, all’inizio del file, le seguenti istruzioni:
ingresso digitale due valori ben distinti, uno alto e l’altro const int maxSequenza = 20;
basso. Nel caso che la vostra breadboard non disponga
dei due bus di alimentazione vi sarà necessario qualche const int piedinoLed1 = 12;
connessione in più verso Arduino. const int piedinoLed2 = 11;
const int piedinoLed3 = 10;
Colleghiamo i LED
Il cablaggio dei tre LED è del tutto simile a quello dei const int piedinoIngresso1 = 7;
pulsanti. Li dobbiamo inserire dall’altro lato della divisione const int piedinoIngresso2 = 6;
centrale della breadboard, scegliendo una posizione const int piedinoIngresso3 = 5;
abbastanza vicina a ciascun pulsante, in modo che
sia chiara la corrispondenza tra di essi, lasciando però const int ritardo = 200;
sufficiente spazio per inserire una resistenza e il cavo
di collegamento a un piedino digitale di Arduino. Anche int arrayCasuale[maxSequenza];
in questo caso abbiamo usato il bus di alimentazione, int punteggio = 1;
quello sull’altro lato della breadboard rispetto a quello Le prime righe definiscono tutte le costanti
usato per i pulsanti, e abbiamo inserito il terminale che ci serviranno all’interno del programma:
negativo di ciascun LED, quello più corto posto dalla la lunghezza massima della sequenza di accensione
parte smussata del bulbo, direttamente nel bus negativo dei LED, i piedini a cui sono connessi i LED e i pulsanti,
(a causa della mancanza di componenti LED orientati la durata (in millisecondi) di accensione dei LED.
nella giusta direzione, nello schema di montaggio Seguono due variabili globali: un array in cui
abbiamo realizzato con un ponticello la connessione conserveremo la sequenza di gioco, generata
tra il catodo dei LED e il bus di massa). L’altro terminale casualmente, e il punteggio, che parte da un valore
di ciascun LED è stato collegato a una resistenza posta iniziale di 1. A questo punto dobbiamo aggiungere
sulla breadboard e questa, tramite un cavo, a un piedino
digitale di Arduino, uno per ciascun LED. Noi abbiamo
la funzione setup, che esegue la configurazione
iniziale della Arduino. Eccola: œ
LXP87 GENNAIO 2010 77
Tutorial Arduino
Produrre suoni
Anticipiamo qui uno degli argomenti della prossima puntata: del piedino che useremo per collegare l’altoparlante, che viene
la produzione di suono con la Arduino. Il problema può essere risolto impostato come uscita nella funzione setup. Aggiungiamo
in molti modi, ciascuno dotato di un grado di complessità differente. ora il codice per la generazione del suono:
Noi useremo il più semplice in assoluto, noto tra gli addetti ai lavori voidid suonaNota(int
N (i nota)) {
come bit banging. Ci consentirà di generare note di differenti altezze, l
long tempoTrascorso
T = 0;
0
ma poco altro di più: solo un crudo bip di una certa durata che suonerà while
hil ((tempoTrascorso
T < lunghezzaNota)
l h N ){
familiare a quelli che sono cresciuti negli anni ‘80. Il suono di i lW i ( i di Al
digitalWrite(piedinoAltoparlante,HIGH);
l HIGH)
che otterremo sarà infatti del tutto simile a quello del gioco d l Mi
delayMicroseconds(nota
d( / 2)
2);
Simon originale e di molti altri apparecchi elettronici dell’epoca, di i lW i ( i di Al
digitalWrite(piedinoAltoparlante,
l LOW)
LOW);
oltre che al bip di saluto emesso dal vostro PC all’accensione. d l Mi
delayMicroseconds(nota
d( / 2)
2);
La ragione di questa somiglianza risiede probabilmente nella facilità tempoTrascorso
T += (nota);
( )
e nel basso costo richiesti per produrre il suono: non è infatti necessario }
disporre di alcun hardware specificamente dedicato, è sufficiente }
un altoparlante. Se siete interessati alla generazione del suono Nel ciclo while l’impulso digitale è inviato all’altoparlante usando
e volete provare qualcosa di più ambizioso potete prendere le due chiamate alla funzione digitalWrite, con HIGH come secondo
in considerazione altri sistemi, basati per esempio sulla conversione argomento per iniziare l’impulso e con LOW W per terminarlo. Tra le due
da digitale ad analogico di campioni audio. Ci sono vari progetti basati chiamate viene introdotto un ritardo di metà del valore della variabile
su Arduino che cercano di ricreare i vari componenti discreti che fanno nota, chiamando la funzione delayMicroseconds. Come il nome lascia
parte di un sintetizzatore, tra cui oscillatori, filtri e generatori di inviluppo, intuire, questa funzione interrompe l’esecuzione del programma
e anche di interfacciare il tutto con il MIDI. Per maggiori informazioni per un numero di microsecondi pari all’argomento passatole. Nel nostro
visitate il sito di Arduino http://arduino.cc. caso abbiamo chiamato nota questo valore perché è proprio da esso
che dipende l’altezza della nota prodotta. Minore è il ritardo, più veloce
Bip bip... sarà l’impulso inviato all’altoparlante e di conseguenza maggiore sarà
Noi ci accontenteremo invece di un semplice bip. Per mostrarvi quanto l’altezza della nota che udiremo. La somma dei due ritardi viene poi
è semplice vi proponiamo il seguente esperimento: collegate aggiunta alla variabile tempoTrascorso, che quindi contiene il numero
il terminale positivo di un altoparlante (di solito vicino ai due terminali di microsecondi trascorsi dall’inizio della funzione. Quando questo valore
sull’altoparlante è indicata la polarità con dei piccoli simboli + e -) supera il valore della costante lunghezzaNota, il programma esce
al pin digitale 9 (si trova vicino ai piedini cui sono collegati LED e pulsanti dal ciclo while. Per sentire qualcosa ci serve ora la funzione loop.
del gioco). L’altro terminale dell’altoparlante va invece collegato È quella funzione che Arduino chiama indefinitamente. La usiamo
a massa, a uno dei piedini indicati con GND su Arduino, e il cablaggio per inserire la chiamata alla nostra funzione suonaNota:
è terminato. Adesso dobbiamo scrivere il codice che genera il suono. voidid lloop()
() {
Il principio su cui si basa è molto simile a quello usato per accendere suonaNota
N (3830)
(3830); In questo diagramma
e spegnere i LED, almeno dal punto di vista della programmazione, } potete vedere
per questo è chiamato bit banging. Per prima cosa impostiamo in uscita Questa semplice tecnica può anche essere usata per suonare brevi i vari componenti
il piedino a cui è collegato l’altoparlante, poi mettiamo in stato HIGH melodie, come illustrato dall’esempio Melodyy distribuito con l’IDE. del nostro circuito
e subito dopo in stato LOW W l’uscita digitale: queste operazioni invieranno Per caricarlo selezionate Examples D Digital D Melody rappresentati
un breve impulso elettrico all’altoparlante, che produrrà un debole dal menu File. Nella prossima puntata vedremo invece come graficamente,
click,
k causato dal veloce spostamento della bobina in risposta all’impulso applicarla alla generazione di suoni per il nostro gioco. collegamenti
elettrico ricevuto. Se provassimo a disegnare su un foglio di carta compresi
il diagramma temporale del movimento eseguito da un punto posto
sul cono dell’altoparlante scopriremmo che si tratta di un ciclo
di onda quadra: una ripidissima salita, un brevissimo picco e una discesa
veloce come la salita. Se riusciamo a inviare molti di questi brevi segnali
all’altoparlante, producendo un gran numero di cicli di onda quadra, 1k 1k 1k
l’effetto complessivo di questi movimenti avanti e indietro del cono
dell’altoparlante sarà quello di generare un suono la cui frequenza Gnd
+9v +5v
(la sua altezza) dipenderà dal numero di cicli che siamo
in grado di produrre in un secondo.
5
Passiamo alla pratica 6
Ora basta con la teoria: facciamo invece un po’ di rumore. +
Aprite un nuovo progetto all’interno dell’IDE di Arduino 7
(o del vostro editor preferito) e inserite queste righe all’inizio del file:
const int
i llunghezzaNota
h N = 20000
20000;
const int
i piedinoAltoparlante
i di Al l =9 9; Ar duino
9
void
id setup()
() { boar d Gnd
pinMode(piedinoAltoparlante,
i M d ( i di Al l OUTPUT)
OUTPUT);
10
}
Queste righe di codice definiscono due costanti: la durata della nota 11
emessa (vedremo più sotto il significato di questo valore) e il numero 12
Gnd
Legenda
1k 1k 1k
+ 1k
5
1 8
9 2
Li trovi
in Edicola!
Un server Web
ultraveloce
Lighttpd è pensato per servire siti Web ad alto traffico. Ed è anche facile da configurare
Le prime due direttive all’interno del gruppo leggere ogni sorta di file via HTTP, guardare video,
Directory sono standard; la terza, come è facile
immaginare, abilita DAV per questa locazione.
scaricare software, e così via. Una directory WebDAV
può costituire la base di un utile storage di file remoto,
Tip
Le tre direttive Auth servono a impostare i limiti e in effetti alcuni servizi di storage off-site commerciali
Usando un notebook
su chi può accedere a questa locazione: in questo caso utilizzano proprio WebDAV in questo modo. Gli utenti con una chiavetta
abbiamo messo Require all’interno di una clausola con accesso in scrittura potranno usare qualsiasi mobile 3G potete
LimitExcept. Questo fa in modo che il Require file manager che supporti WebDAV per caricare file, verificare l’accesso
si applichi per tutte le richieste tranne che per le GET mentre altri potranno connettersi usando un normale alle vostre risorse
e le OPTIONS, perciò la directory può essere letta browser HTTP per accedervi. I client WebDAV dalle reti esterne,
senza bisogno di
liberamente, ma richiede di autenticarsi per effettuare non sono limitati al mondo Linux, ci sono infatti
spostarvi fisicamente.
qualunque forma di modifica. C’è anche un’opzione diversi software a disposizione su tutte le piattaforme
Limit, che ha l’effetto opposto (quello di richiedere (tra gli altri, sia Windows Explorer che Microsoft
l’autenticazione solo per le operazioni specificate Office supportano WebDAV). Nel momento
esplicitamente), ma il metodo “tutto... tranne” in cui decidete di consentire qualche forma di accesso
è quello che funziona meglio in questo caso. Quando in lettura/scrittura via Internet dovrete prendere
effettuerete modifiche nella directory specificata, diverse precauzioni, la prima delle quali è “farlo solo
sarà il server Web che effettuerà il lavoro di scrittura se vi serve davvero”. Se si deve trattare di un utilizzo
vero e proprio; perciò è indispensabile che la directory circoscritto a una intranet, assicuratevi che l’accesso
prescelta sia scrivibile dall’utente attraverso il quale dall’esterno sia bloccato. Viceversa, verificate
viene eseguito Apache. Tipicamente l’utente si chiama che i controlli di autenticazione funzionino tutti
“apache”, ma accertatevene cercando la direttiva a dovere prima di aprire i vostri server verso Internet,
User nel file httpd.conf (un’alternativa frequente quindi verificate ancora dall’esterno che tutto vada
per il nome utente usato da Apache è “httpd”). come vi aspettate. Un portatile con un modem con
Riavviate il server Web per applicare le vostre una connessione di rete broadband è probabilmente
modifiche, ma prima di farlo verificate la sintassi il modo migliore di fare i test, perché potrete verificare
della vostra nuova configurazione eseguendo: il comportamento del vostro server da una rete
apache2 -t esterna senza nemmeno alzarvi dalla scrivania. Se la
Se non mostra errori, potete proseguire: inserite vostra installazione di Apache sta già offrendo pagine
un po’ di contenuti nella vostra directory htdocs a Internet e non volete interrompere il servizio, potete
(un file index.html essenziale andrà benissimo eseguire una seconda istanza di Apache su una porta
per adesso) e siete pronti per i primi test. differente, oppure avviare il vostro sistema di test
in una macchina virtuale (con VirtualBox o Xen).
Ora vedrete... La virtualizzazione è ideale per questo tipo
Konqueror è un ottimo candidato per effettuare di lavoro, perché offre un modo facile per isolare
i test, perché è sia un browser che un file manager con un sistema virtuale dal resto della rete.
supporto WebDAV. Aprite http://ilvostrohostname:
vedrete la vostra pagina HTML, come previsto. Tenere tutto al sicuro
Ora modificate il protocollo: nell’URL cambiate Abbiamo già accennato che le directory che utilizzate
http: in WebDAV:; e Apache invece di mostrarvi devono essere accessibili in scrittura da parte
automaticamente il contenuto del file index.html dell’utente con cui esegue il server Apache. Tutti
che avete preparato poco fa, vi mostrerà un elenco i nuovi file saranno automaticamente di proprietà
di file. Cliccate con il pulsante destro su index.html di questo utente, e non dell’utente (autenticato)
e apritelo con un editor, quindi modificate il contenuto che li ha caricati. Per ridurre il rischio di cadere vittima di
a vostro piacimento e salvatelo. Tornate all’URL qualche vulnerabilità di sicurezza che potrebbe venire
http: troverete la vostra pagina modificata. rilevata dovreste limitare le potenzialità di questo
Non è obbligatorio usare Konqueror, ci sono diversi utente, per esempio la sua shell di login dovrebbe
altri programmi che funzionano con WebDAV, anche essere impostata a /bin/false. Il repository WebDAV
se i kio slave di KDE rendono la cosa relativamente deve essere considerato riservato ad Apache,
semplice. Se siete un utente GNOME, avviate Nautilus, e modificare quei file da una sorgente esterna al
scegliete File D Connetti al server e inserite server Web, accedendo direttamente al filesystem per
il vostro indirizzo WebDAV; quindi aprite il file esempio, non dovrebbe essere consentito. In maniera
con l’editor che preferite. Potete intuire come analoga, se avete in esecuzione un server FTP
WebDAV renda semplice la modifica di siti Web; non dovreste concedergli i permessi di scrittura sulle
tutto quello che dovrete fare nel ruolo di custode directory WebDAV. Se fornite accesso a file privati via
del sito sarà aggiungere alla lista degli utenti abilitati Internet il controllo degli accessi potrebbe non essere
tutti coloro che potranno modificare i contenuti sufficiente. Se i contenuti sono riservati, dovrete
del sito. Siccome WebDAV è un’estensione di HTTP, assicurarvi che non siano in nessun modo intelligibili
utilizza gli stessi metodi di autenticazione: perciò mentre attraversano la rete, vale a dire che vi serve
potrete impostare permessi diversi per directory una connessione cifrata con SSL (Secure Socket
differenti. Potete anche creare gruppi di utenti Layer). Siccome state sfruttando HTTP, e questo
e configurare l’accesso per i gruppi, piuttosto che per protocollo ha una “versione sicura” (il protocollo
gli utenti singoli. Nell’esempio presentato avete visto HTTPS attraverso il quale vi connettete tra gli altri al
come usare WebDAV per l’editing di contenuti HTML,
ma WebDAV ha un potenziale molto maggiore. Potete
sito della vostra banca) potete usare WebDAV cifrato
attraverso HTTPS. Potreste aver bisogno di abilitare œ
LXP87 GENNAIO 2010 85
Tutorial Networking
SSLCertificateFile /etc/apache2/ssl/server.crt
I certificati SSL SSLCertificateKeyFile /etc/apache2/ssl/server.key
Il resto della configurazione va qui
Se volete fornire accesso sicuro al vostro Web usando HTTPS, dovrete installare sul server </VirtualHost>
un certificato e la relativa chiave privata. Molte distribuzioni includono un pacchetto Il modo più facile per farlo è creare una copia
con un certificato auto-firmato, oppure potreste creare il vostro: è sufficiente per la fase di test, del file del virtual host SSL predefinito (default-ssl)
ma inadeguato per l’uso in un contesto di produzione. HTTPS fornisce due tipi di sicurezza:
e modificare i nomi e i percorsi secondo il vostro
prima di tutto cifra i dati, in modo tale per cui quando inviate i dettagli della vostra carta di credito
al vostro negozio online preferito nessuno che si intrometta nella comunicazione di rete possa
caso specifico. Come di consueto, dovrete riavviare
leggerli. Tuttavia, deve anche verificare che la risorsa a cui vi state collegando sia effettivamente il server per applicare queste modifiche, cosa
quella che voi pensiate, infatti un intruso nella vostra connessione potrebbe fornire al vostro che può essere fatta dal programma di gestione
browser il proprio certificato, quindi voi finireste con il cifrare i dati per l’intruso, invece dei servizi della vostra distribuzione, o eseguendo:
che per il sito a cui siete diretti. Un certificato auto-firmato si prende cura solo della crittografia apache2ctl restart
vera e propria, ma non fa nessuna verifica sul fatto che vi stiate connettendo direttamente
al vostro server! Perciò, se volete tenere i vostri dati davvero al sicuro da occhi indiscreti
dovrete comprare un certificato firmato da una CA riconosciuta da tutti i browser,
La via del wiki
o, se siete gli unici a usare il server HTTPS, imparare a memoria la fingerprint del vostro Quando si parla di “documenti online sviluppati
certificato auto-firmato e verificarla ogni volta che vi connettete da un nuovo browser. collaborativamente” molti pensano istintivamente
ai wiki, e alla Wikipedia in modo particolare.
L’idea di disporre di un sito Web dove i contenuti
il caricamento dei moduli SSL all’avvio di Apache. possono essere aggiunti, modificati e anche rimossi
Per esempio in Ubuntu dovrete impartire i comandi da chiunque sulle prime sembrerebbe destinata
dalla directory di configurazione di Apache: alla confusione; invece può funzionare estremamente
sudo ln -s ../mods-available/ssl.load bene. Naturalmente questo non significa che se avete
/etc/apache2/mods-enabled bisogno di sviluppare documentazione in modo
sudo ln -s ../mods-available/ssl.conf collaborativo attraverso la Rete, siete obbligati
/etc/apache2/mods-enabled ad aprirla al mondo: molti software wiki vi permettono
Dovrete anche creare un virtual host separato di gestire il controllo degli accessi in modo da consentire
per gestire le connessioni SSL, la vostra distribuzione ad alcuni utenti ristretti di modificare i contenuti,
quasi certamente ne fornisce già una predefinita, o di non consentire alcun diritto al di fuori di quello
ma potrebbe essere necessario attivarla. di leggere le pagine. I wiki sono spesso scritti in PHP
Gli utenti Ubuntu possono farlo con: o in qualche simile linguaggio lato server, usano
sudo ln -s ../sites-available/default-ssl una base dati SQL per memorizzare i contenuti,
/etc/apache2/sites-enabled/000-default-ssl e si appoggiano ad Apache per fornire i contenuti online:
Potete sua usare il virtual host predefinito dalla sono esempi classici di soluzioni LAMP. Dal momento
distribuzione o creare il vostro nel solito modo. che Wikipedia è il wiki di gran lunga più conosciuto
Le differenze principali con i virtual host “standard” e utilizzato del mondo, la scelta di adottare MediaWiki,
stanno nel fatto che dovrete rimpiazzare la porta il software usato come motore dell’enciclopedia online,
di ascolto dalla 80 alla 443 nella direttiva è un punto di partenza rassicurante. MediaWiki
VirtualHost, e includere le direttive per abilitare SSL ha diverse dipendenze, perciò il modo più conveniente
e specificare la locazione dei certificati, come segue: di installarlo è quello di utilizzare il package manager
<VirtualHost your.host.name:443> della distribuzione. Dopo averlo installato dovrete
SSLEngine on configurarne il database, attività che potrete effettuare
attraverso l’interfaccia Web.
Dal momento che
inizialmente non è impostato
nessun controllo degli accessi
fate attenzione a non esporre
né la directory di MediaWiki
né il relativo virtual host,
finché non avrete
completato la configurazione.
Il processo è simile per molte
distribuzioni, anche se alcuni
dettagli possono variare.
Su Ubuntu dovrete
modificare /etc/apache2/
conf.d/mediawiki.conf
e decommentare la terza
linea (quella che imposta un
alias). Questo va fatto perché
Ubuntu non raccomanda
di usare un virtual host per
La configurazione di MediaWiki avviene attraverso un form Web. MediaWiki, quanto piuttosto
Assicuratevi che l’accesso al vostro sito sia bloccato dall’esterno di usare un alias; anche
finché non avete completato la configurazione se altre distribuzioni fanno
girare MediaWiki di default su un virtual host senza dopo aver fornito un indirizzo di posta elettronica
nessun problema. Se desiderate che il vostro URL sia
diverso da http://ilvostrohost/mediawiki, modificate
valido e abbia risposto a una richiesta di conferma
inviata a quel messaggio, cosa che riesce ad arginare
Tip
il primo path nel commento alias, per esempio: diversi spammer, anche se in realtà non è in grado
Se MediaWiki
Alias /miowiki /var/lib/mediawiki di fermare qualcuno che avesse veramente intenzione vi sembra piuttosto
Ora puntate il vostro browser su http://localhost/ di rovinarvi il sito. Il file LocalSettings.php è abbastanza ingombrante e volete
miowiki e cliccate sul link Setup. Se ricevete breve perché i valori di default sono impostati lavorare solo su pochi
un messaggio che segnala “Can’t write config file, in includes/DefaultSettings.php. Tuttavia, documenti in una
aborting”, dovrete modificare i permessi della non dovete modificare quest’ultimo, perché sarebbe LAN, DokuWiki
(http://splitbrain.
cartella config in modo che l’utente di Apache sovrascritto da un aggiornamento, annientando
org/wiki:dokuwiki)
possa scrivere al suo interno: tutte le vostre impostazioni. Invece, copiate è un’alternativa
chmod a+w /percorso/di/mediawiki/config le variabili che volete modificare in LocalSettings.php molto più semplice,
Questo è necessario solo fintanto che state e fate la modifica in quest’ultimo. senza molte
eseguendo la configurazione iniziale, quando avrete delle funzionalità
finito è importante che restringiate i permessi con Affinare la sicurezza e della complessità
di MediaWiki.
chmod goa-w /percorso/di/mediawiki/config Potete effettuare controlli più dettagliati con
Lo script di configurazione vi chiederà di impostare $wgGroupPermissions. Si tratta di un array
un utente amministrativo, e vorrà la password bidimensionale, perciò potrebbe apparire
di un utente in grado di scrivere nel database abbastanza ostico, ma le impostazioni individuali
(ovvero, root). L’installer creerà le tabelle necessarie; sono relativamente semplici da capire. Per esempio,
ricordatevi che l’utente root in questione è l’utente questa linea in DefaultSettings.php permette
root di MySQL, e non l’utente root del sistema agli utenti registrati di modificare le pagine:
operativo; una distinzione di importanza fondamentale $wgGroupPermissions[‘user’][‘edit’] =true;
sia per la sicurezza che per la messa in opera Copiate la linea in LocalSettings.php e modificate
del sistema. Se il vostro package manager ha installato true in false per rimuovere quel permesso.
MySQL come dipendenza di MediaWiki, durante Questa linea fa riferimento al gruppo chiamato user,
l’installazione vi sarà stato chiesto di scegliere che contiene tutti gli utenti registrati (e, se richiesto,
la password per root. Viceversa, dovete averla confermati). Ci sono altri gruppi, come sysop
già impostata in precedenza. Le varie opzioni sono e bureaucrat, che hanno poteri superiori. Potete
documentate nella pagina di configurazione, leggetela modificare i permessi per ciascuno di questi gruppi
finché non arrivate al pulsante Install. Se l’installer e potete controllare quali utenti appartengono a quale
non ha rilevato nessun errore nelle vostre impostazioni gruppo. Potete anche creare gruppi personalizzati
di sistema, vi dirà di spostare il file LocalSettings.php a cui associare gli utenti che desiderate, per esempio
e di impostare i relativi permessi in modo che solo i membri di un progetto particolare. Tutto questo
l’utente con cui esegue il server Web lo possa leggere: è documentato nel vostro stesso wiki; andate
chown apache: LocalSettings.php su http://ilvostrohost/miowiki/Manual:Configuration_
chmod 600 LocalSettings.php settings per una lista completa delle opzioni. Ora che
Quindi ripristinate i permessi della cartella config avete un server DAV, un wiki, o magari entrambi,
come visto poco fa. Cliccate sul link nella pagina non avete scuse per non mettere la documentazione
con il messaggio di conferma dell’avvenuta installazione della vostra azienda nella sua forma migliore (facendo
per iniziare a usare il vostro wiki. Potreste iniziare subito fare agli altri il grosso del lavoro, ovviamente). LXP
a cliccare su Edit e iniziare a digitare, ma è meglio
avere qualche idea della struttura che volete dare
ai dati prima di cominciare ad aggiungere i contenuti.
Registrare programmi TV
È facile, con Perl, automatizzare le registrazioni di programmi TV:
ecco come creare un registratore multicanale in modo facile
adapter0/
demux0 dvr0 frontend0
adapter1/
demux0 dvr0 frontend0
demux1 dvr1 frontend1
I dispositivi sono memorizzati nella directory adapter
e controllano vari aspetti: frontend viene utilizzata
per selezionare la banda di frequenza corretta;
il demux x controlla la selezione del canale; mentre
dvr fornisce il flusso grezzo di trasmissione (il video)
che userete per registrare i programmi. Così come
la numerazione degli adapter, se ci sono molteplici
ricevitori verranno rappresentati con i rispettivi
set seguiti da un numero. Il modulo Perl fornisce
l’interfaccia per tali componenti. Se ne esiste
più d’uno dovrete specificare il numero dell’adapter
e del componente che volete usare. Il modulo
Perl usa il campo frontend_num per specificare
il numero del set del componente.
Non fatevi prendere
Impostazioni $_->{name},
_ $_->{adapter_num},
_ _ dal panico! Cercate
Ora che avete fatto funzionare l’hardware, $_->{frontend_num} ; semplicemente
passate a installare il software. La via più semplice } il file del firmware
che serve al kernel
è lanciare (come root) lo script cpan installato con Perl: Verranno stampati i numeri adapter e frontend
e copiatelo nella
sudo cpan Linux::DVB::DVBT per ogni sintonizzatore, assieme al nome del produttore. directory attuale
Questo comando installa il modulo Linux::DVB::DVBT, Tali numeri sono quelli che vi servono se volete registrare
comprese tutte le dipendenze richieste. Notate da più di un dispositivo, quindi prendetene nota
che se è la prima volta che lanciate un’installazione per dopo. Se avete inserito il vostro sintonizzatore
via CPAN, vi verranno fatte una serie di domande ma non ottenete nessun risultato, qualcosa è andato
per impostare il programma. Normalmente storto. Tornate indietro e cercate messaggi d’errore
i suggerimenti per le risposte sono sufficienti sul file di log (potreste aver dimenticato di ricaricare
per ottenere un’installazione corretta. Alternativamente, il firmware nel kernel). In caso contrario, avete
potete scaricare il modulo da CPAN e lanciare una un sintonizzatore televisivo utilizzabile ed è tempo
compilazione manuale, ma in questo caso dovrete di passare a qualcosa di più interessante. Finora
risolvere tutte le dipendenze altresì manualmente: avete installato l’hardware e il software, e manca una
perl Makefile.PL sola cosa: sintonizzare l’hardware sui canali trasmessi.
make test
sudo make install Sintonizzazione
Questo non installerà solamente Linux::DVB::DVBT, La parte più difficile di questo passo è recuperare
ma dovreste ottenere anche qualche script d’esempio il file delle frequenze che contiene le informazioni
(dvbt-scan, dvbt-recordd e dvbt-epg). Questi script di sintonizzazione per le vostre trasmissioni locali.
sono esempi completamente funzionanti delle funzioni Detto questo, avete un paio di alternative: se avete
che vedrete più avanti nel tutorial, quindi potete usarli il pacchetto dvb installato, dovreste trovare i file
come base se non volete scrivere i vostri script
da zero. Installato il modulo potete provarlo
recuperando le informazioni del vostro sintonizzatore.
Linux::DVB::DVBT fornisce un’interfaccia orientata
agli oggetti: solitamente create un’istanza di un oggetto
e quindi usate i metodi di quell’istanza. Il metodo
device_list() che state per vedere sfrutta il modulo
stesso come istanza (non vi preoccupate se non siete
familiari con la programmazione a oggetti, i pezzetti
di codice di esempio dovrebbero chiarirvi le idee).
Il metodo device_list() ritorna un array di hash, e ogni hash
contiene informazioni riguardo i sintonizzatori installati.
Per elencare tali informazioni usate il seguente codice:
#!/usr/bin/perl -w
use Linux::DVB::DVBT;
# recupera la lista degli adapter
my @devices = Linux::DVB::DVBT->device_list() ;
foreach (@devices)
{
printf “%s : numero adapter: %d, numero
frontend: %d\n”,
Registrazioni multicanale con chiavi USB. Ecco
finalmente il perché di tutte quelle porte USB! œ
LXP87 GENNAIO 2010 89
Tutorial Hardcore Linux
Parte 2 Registrazione
Ora che avete impostato il tutto potete passare scrivere il vostro script personale, potete
Tip al piatto forte: la registrazione. Il modulo Perl
offre due metodi che dovete usare per registrare:
usare dvbt-record, che accetta gli stessi
parametri (e formati) di cui sopra:
uno per la selezione del canale, select_channel(), dvbt-record ‘MTV Italia’ ./test.ts 00:30
Fate riferimento
agli scorsi numeri e uno per registrare su file, record(). Selezionare Aspettate 30 minuti e avrete registrato il vostro
di Linux Pro per un canale è semplice quanto specificarne il nome: primo programma televisivo. Ovviamente potete
informazioni su come $dvb->select_channel(‘MTV Italia’); farlo manualmente quando vorrete registrare
impostare il media Una simpatica caratteristica di select_channel() un programma, ma se volete che la vostra
server. MediaTomb, è di usare un approccio piuttosto generalistico Linux box faccia il lavoro sporco al posto
Fuppes, Ushare
nello specificare il nome del canale. Potete usare vostro, dovete affidarvi ai servizi di Cron:
o Twonkyvision sono
tutte valide scelte. un qualsiasi numero di spazi bianchi, con un qualsiasi crontab -e
numero di maiuscole, con numeri o parole. Il formato dei file Cron assomiglia a questo:
Ora chiamate il metodo record() con il nome MINUTO ORA GiornoDelMese MESE
del file video e la durata della registrazione: GiornoDellaSettimana AZIONE
$dvb->record(‘./test.ts’,’00:30’); Per quanto riguarda la registrazione, solitamente
Notate che è consigliabile, anche se non imposterete MINUTO/ORA all’ora di inizio
indispensabile, usare l’estensione .ts, dal momento del programma (o un poco prima), GiornoDelMese/
che le informazioni video sono memorizzate MESE alla data e GiornoDellaSettimana
in formato MPEG 2 Transport Stream. La durata a *. ACTION dovrebbe essere impostata per
della registrazione può essere specificata come chiamare lo script di registrazione Perl (oppure
singolo numero di secondi, in ORE:MINUTI:SECONDI, dvbt-record). Potete anche specificare un singolo
o, come sopra, in ORE:MINUTI. Come alternativa allo job di Cron che faccia registrazioni settimanali
specificando
GiornoDellaSettimana.
Ecco qualche esempio
per chiarirvi le idee:
una registrazione singola
il 2 luglio di un programma
di 30 minuti su MTV che
comincia alle 21 sarà così:
00 21 02 07 * dvbt-record
“mtv italia” ~/musica.ts
00:30
Una registrazione singola
il 3 luglio di un programma
di un’ora su RaiUno
che comincia alle 20,
ma con 2 minuti per
sicurezza prima e dopo:
58 19 03 07 * dvbt-record
“RAI UNO” ~/telegiornale.ts
g
01:04
Un programma settimanale
Nessuno urla “eureka” quanto una lista di frequenze di trasmissione! su Italia 1 che inizia alle 22
per 30 minuti ogni giovedì (0=Domenica, al momento perdere le date (impiegate se dovete
1=Lunedì, 2=martedì e così via).
00 22 * * 4 dvbt-record “italia 1” ~/big_bang.ts
g_ g
inserire la guida in un database) e concentratevi sui
programmi. Fate riferimento alla documentazione di
Tip
00:30 Linux::DVB::DVBT per ulteriori dettagli sulla struttura
Usate vi per leggere
Come ricorderete il numero dell’adapter hash completa per programmi e date. Ogni il file dei messaggi,
sceglie la scheda o la penna USB; il numero programma è memorizzato in una gerarchia di hash sfruttando così
di frontend seleziona il ricevitore sull’adapter indicizzate dal nome del canale e dal programma la colorazione della
(solitamente 0). Finora avete lasciato al modulo (unico). Per esaminare la guida basta ciclare sintassi e ottenendo
Perl la selezione automatica di questi numeri su tutti i canali e tutti i programmi relativi: un file molto più
facile da leggere.
basandosi sul fatto che abbiate un solo sintonizzatore ## Recupera le informazioni EPG info sintonizzando
installato. Se volete buttare la cautela al vento automaticamente il frontend
e comprarvi un altro sintonizzatore, vorrete sapere my ($epg_href, $dates_href) = $dvb->epg();
come poterlo usare dal modulo Perl. Tutto quello # Ordina i nomi dei canali
che dovete fare è specificare il vostro adapter foreach $channel (sort keys %$epg_href)
e frontend quando create un nuovo oggetto {
DVB, creandone uno per ogni sintonizzatore # esamina ogni programma
che volete usare. Ad esempio, per creare foreach my $pid (keys
un nuovo oggetto DVB che controlli il secondo %{$epg_href->{$channel}})
sintonizzatore, dovrete scrivere: {
## Crea un oggetto dvb (usa l’adapter 1) print “$channel :
my $dvb2 = Linux::DVB::DVBT->new( $epg_href->{$channel}{$pid}{date} “.
‘adapter_num’ => 1, “$epg_href->{$channel}{$pid}{start} :: “.
‘frontend_num’ => 0, “$epg_href->{$channel}{$pid}{title}\n”;
); }
e chiamare gli stessi metodi di cui sopra, cambiando }
$dvb in $dvb2. Sì, è proprio così semplice! Alternativamente, usando lo script della distribuzione:
dvbt-epg
Riproduzione Potete memorizzare i dati dell’EPG in un database
Ora avete dei job di Cron funzionanti e un disco MySQL e visualizzare la guida stessa in
pieno di file TS. Ed ora? La risposta breve è che un’applicazione Web che vi permetta di cercare
potete, se volete, riprodurre direttamente i file. i programmi e programmarne la registrazione.
I programmi di riproduzione (come MPlayer) riescono Dovrete aggiornare regolarmente i dati EPG,
tranquillamente a riprodurre i file MPEG 2 Transport dal momento che alle emittenti piace ogni tanto
Stream, ma se volete qualcosa di meglio? Un’opzione sconvolgere il palinsesto. Aggiornare i dati ogni
potrebbe essere di fare stream delle registrazioni mattino sembra essere sufficiente per mantenere
nella rete casalinga: in questo caso dovete assicurarvi sincronizzate le registrazioni. Un’altra idea
di avere formati leggibili e trasmissibili da un media che potreste voler esplorare è creare uno script
server. Alcuni media server (e client) hanno problemi che legga una lista di titoli di programmi
con i transport stream e dovrete quindi convertirli da un file. Lo script potrebbe quindi usare
prima di poterli riprodurre. Per i file che volete le informazioni EPG più recenti per programmare
vedere una volta e quindi cancellare (oppure se la registrazione automaticamente per le trasmissioni
non avete problemi di spazio sul disco), che coincidono. Come avete visto, registrare
la conversione più rapida è tramite FFMpeg, programmi è semplicemente questione
riorganizzando il file come MPEG 2 standard: di poche righe. Potete anche vedere com’è facile
ffmpegg -i input.ts -async
y 1 -vcodec copyy -acodec espandere il vostro sistema con più sintonizzatori
copy -y output.mpeg semplicemente aggiungendo dispositivi USB.
Tuttavia, per tutti i video che intendete conservare, Mettetelo insieme, ed eccovi un registratore
dovrete comprimerli il più possibile senza troppo multicanale a un decimo del costo di un PVR
degrado per la qualità dell’immagine. I comandi commerciale; e tutte le funzionalità di un tale
di FFMpeg li trovate sul DVD, ma scoprirete registratore sono limitate unicamente dalla
che non è un processo veloce: ricomprimere vostra immaginazione (e magari dalla
un’ora di video può occupare anche sei ore reali. vostra abilità come programmatori Perl!). LXP
Guida ai programmi
Per finire, ecco un’altra comodità offerta dal modulo Filename unici
Perl: la guida elettronica ai programmi. Lanciando
il metodo epg() otterrete le informazioni della guida Con registrazioni ripetute di un programma è facile
ai programmi per le successive due settimane, su sovrascrivere accidentalmente file precedenti. Per evitarlo,
tutti i canali. Non c’è sufficiente spazio per presentare usate il comando date quando specificate il nome del file
nel job di Cron per rendere ogni nome unico. L’approccio
uno script completo per la guida ai programmi,
più semplice è usare date con l’opzione formatt per aggiungere
ma potete almeno cominciare con le basi. Quando anno, mese, giorno, ora e minuti come un numero a 12 cifre:
chiamate il metodo epg() vi verranno restituiti due dvt-record five ~/big_bang-`date +”%Y%m%d%H%M”`
pezzi di informazioni, ognuna nella propria hash: .ts 00:30
la guida stessa e le date dei programmi. Lasciate
Software
Ogni mese Linux Pro vi offre i programmi e le distribuzioni più recenti su DVD
Guida software
PRO
dentro il
Ogni volta
OpenSUSE 11.2
I
che troverete
l lato A del DVD di questo mese ospita OpenSUSE bellezza e funzionalità. Si può usare il DVD anche come
questo simbolo 11.2 per piattaforme a 32 bit, la distro sistema di rescue, anche se in questo caso bisogna
in un articolo, sponsorizzata da Novell. Non ci dilunghiamo saper usare la riga di comando. Come capita alla
vorrà dire nella sua presentazione, in quanto è una delle maggior parte delle altre distro, anche OpenSUSE
che i file citati
si trovano distro più famose e usate, ma passiamo subito alle non include alcuni software/driver/firmware proprietari;
nel DVD allegato novità. Per incominciare, il programma d’installazione gli sviluppatori di SUSE hanno però cercato di
alla rivista. è notevolmente migliorato, guadagnando in facilità d’uso, semplificare al massimo il loro setup post installazione
della distro, come nel caso dei driver delle schede
video Nvidia. A dirla tutta, però, l’installazione diventa
facile se si segue con attenzione quanto scritto nelle
istruzioni online sul sito di supporto della distro. Per lo
stesso motivo vi suggeriamo di fare un aggiornamento
non appena terminata l’installazione perché alcune
componenti non presenti nel DVD, come i font
MS per il Web, vengono scaricati automaticamente.
Il desktop
OpenSUSE supporta sia KDE (il DM di default) sia
GNOME, e di entrambi i software presenta le release
più recenti. Per quel che riguarda l’integrazione con
KDE, vi rimandiamo al Confronto di questo numero,
dal quale OpenSUSE esce come la miglior distro
con questo DM. Anche GNOME è stato comunque
ben integrato (molto di più rispetto a OpenSUSE
11.1). In entrambi gli ambienti il browser standard
è Firefox 3.5.4, ma in generale SUSE si appoggia sui
software di default di entrambi gli ambienti desktop.
KDE 4.3.3 in tutta la sua gloria: il tema è sempre sul verde, ma non ci sono Eccezione fatta per Slab, il lanciatore software di
altre modifiche. Se non vi trovate bene con KDE 4, c’è sempre GNOME 2.28 OpenSUSE, che sta guadagnando fan. YaST è perfino
troppo integrato nell’ambiente, tanto che sembra
simile al centro di controllo di GNOME. A sottolineare
In evidenza l’importanza del microblogging trovate poi Choqok
installato di default – una combinazione di software
per accedere a Twitter e Identi.ca con qualche
caratteristica interessante, mentre per la messaggistica
istantanea il client di default è ancora Pidgin.
Software principale
Δ Kernel 2.6.31.5
Δ KDE 4.3.3
Δ GNOME 2.28
YAST SUPPORTO GNOME
Il software di configurazione della distro GNOME non è il DM di default, ma è lo stesso
Δ OpenOffice.org 3.1.1
è più che completo. Se ci fossero più supportato da SUSE, con alcuni cambiamenti Δ Firefox 3.5.4
funzioni servirebbe uno schermo più grande. come Slab, il menu di SUSE. Δ GCC 4.4
Distribuzione forense
Info varie
D
EFT (acronimo di Digital Evidence & Forensics
Toolkit) è una distribuzione Linux in formato delle operazioni eseguite. Xplico è un Network Forensic di supporto
LiveCD atta a usi di Computer Forensics; Analisys Tool (NFAT), ovvero un software che ricostruisce (italiano
nata nel 2005 per esigenze didattiche legate i contenuti dalle acquisizioni eseguite con packet sniffer e inglese):
al corso di Informatica Forense della facoltà (ad esempio Wireshark o Tcpdump). Diversamente dagli http://forum.
di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Bologna, analizzatori di protocollo, la cui principale caratteristica deftlinux.net
nel 2006 ha avuto una mutazione nel breve termine non è la ricostruzione dei dati trasportati dai protocolli, Δ Lista completa
che ha portato un cambiamento negli obiettivi finali Xplico nasce espressamente con lo scopo di ricostruire dei software
del progetto, trasformandola in un sistema che risponde i dati applicativi dai protocolli che li trasportano ed è in presenti: www.
a pieno alle esigenze dei professionisti del settore grazie grado di riconoscere i protocolli indipendentemente dalla deftlinux.net/
anche alla forte collaborazione con IISFA italian chapter porta che utilizzano, questo per mezzo di tecniche di Port about/packets-
e i suoi soci. Dal 2008 DEFT è diventata parte integrante Independent Protocol Identification (PIPI). Fra i protocolli list/
delle tecnologie al servizio delle forze dell’ordine; che Xplico individua e di cui ricostruisce i dati applicativi
a oggi i seguenti enti (nazionali e internazionali) vi sono HTTP, SIP, IMAP, POP, SMTP e FTP, per una lista
ci risultano usare la suite durante le attività investigative: completa e aggiornata si rimanda al sito ufficiale
Δ DIA (Direzione Investigativa Antimafia) www.xplico.org. DEFT Extra è una Forensic GUI
Δ Polizia Postale di Milano che permette l’utilizzo di una collezione di software
Δ Polizia Postale di Bologna per sistemi Microsoft Windows che permettono
Δ Polizia Postale di Bolzano di eseguire analisi preventive approfondite. Composto
Δ Polizia Postale di Catania da un’interfaccia grafica intuitiva con le descrizione
Δ Polizei Hamburg (Deutschland) di tutti i software presenti (sia in italiano che in inglese),
Δ Maryland State Police (USA) DEFT Extra permette di eseguire operazioni quali:
Δ Korean National Police Agency (Korea) Δ navigazione del file system in modo non invasivo
DEFT non è il frutto del lavoro di una singola persona Δ rilevazione delle caratteristiche del sistema
ma bensì di un team di professionisti composto da nove e di tutti i processi in esecuzione
persone (quattro sviluppatori, due tester, due investigatori Δ acquisizione della memoria di massa
e un esperto in lingua inglese e cinese) che hanno deciso e della memoria RAM
di condividere le loro esperienze lavorative a beneficio Δ analisi del registro di Windows
della comunità Informatico Forense internazionale; Δ password recovery
il 90% di queste persone lavora a tempo pieno Δ analisi della navigazione Internet dei browser più noti
nella Computer Forensics. Progettata per essere eseguita Δ analisi dei log di Skype
nella memoria RAM di qualsiasi sistema appartenente Δ time line di accensione e spegnimento del sistema
alla famiglia delle architetture x86 (avente almeno Δ carving
40 Megabyte), DEFT Linux non si propone come Δ scansione rapida del sistema alla ricerca
soluzione sostitutiva alle attuali suite commerciali di qualsiasi tipo di file desiderato
(come Encase, FTK o Xway-Forensic) ma bensì Disponibile non solo su CD-ROM ma anche su chiavetta
si propone come un sistema operativo non invasivo USB e memoria SD per Asus EeePC, l’ultima versione
ottimizzato nell’eseguire determinate operazioni quali: stabile rilasciata del sistema è la 5 (ed è quella
Δ acquisizione di memorie di massa che trovate nel DVD di questo mese). Il rilascio
Δ calcolo di hash di una nuova versione di DEFT è a cadenza annuale;
Δ disk forensic – analisi preventiva sono previste release secondarie solo in caso di
Δ network forensic correzione di bug critici o di importanti patch del kernel
Δ data recovery che migliorerebbero le prestazioni del sistema stesso.
Al suo interno è presente un’accurata selezione
Ecco il desktop
di software freeware che dalla release 3 è stata affiancata
di Deft Linux 5,
da tool sviluppati direttamente dal DEFT development con il menu
team, software come Dhash, Xplico e DEFT Extra. dei programmi
Dhash è un software (utilizzabile da riga di comando per l’analisi
o mediante interfaccia grafica) che permette l’acquisizione forense
fisica di memorie di massa e il rapido calcolo di hash md5
e sha1, anche simultaneo. A differenza dei classici
md5sum, sha1sum e delle equivalenti funzioni di tutti
i software attualmente esistenti, Dhash riesce a calcolare
l’hash di un file o di un device risultando il 15% più veloce
ottenendo così un netto risparmio di tempo soprattutto
nei calcoli di file o device molto grandi. Durante il calcolo
vengono fornite informazioni sullo stato dell’elaborazione
con stime temporali veritiere del termine delle operazioni.
PUGLIA
http://lugbs.linux.it http://luccalug.it
www.brilug.it
www.lugcr.it non disponibile
LUG
UGM
M M www.capitanlug.it
www.lugman.org
www.prato.linux.it
www.latlug.org
www.lugob.org
www.lugargano.it www.ptlug.org
www.milug.org
www.lugbari.org www.siena.linux.it
www.openlabs.it
http://salug.it TRENTINO ALTO ADIGE
www.poul.org
www.talug.it nondisponibile
www.semlug.net
SARDEGNA
http://linuxtrent.it
http://pavia.linux.it
non disponibile
www.lugbz.org
MARCHE www.gnuraghe.org
UMBRIA
http://marche.linux.it/ascoli/ www.gulch.crs4.it
www.orvietolug.org
www.camelug.it non disponibile
www.perugiagnulug.org
www.cmlug.org www.plugs.it
www.ternignulug.org
www.egloo.org SICILIA
www.torino.linux.it NAZIONALI
www.livorno.linux.it
http://nolug.w3tech.it www.gechi.it
http://gulp.perlmonk.org
7 PROGETTI
DA SBALLO!
E inoltre:
ª Musica e matematica