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LE TANGENTI NON SONO ALLARME SOCIALE?

IL PROCURATORE AGUECI:
NON HO PAROLE
Questo il commento del magistrato alla notizia del parere dellAvvocatura e alla conseguente
mancata costituzione di parte civile della Regione al processo contro un proprio dipendente
accusato di corruzione
di Alberto Samon

Non ho parole. Questo il commento del procuratore aggiunto Leonardo Agueci alla notizia della
mancata costituzione di parte civile della Regione siciliana al processo contro un proprio dipendente
infedele accusato di corruzione. Mancata costituzione dovuta a un parere dellAvvocatura
distrettuale dello Stato. Non ho proprio parole ha detto il magistrato proprio
perch lAvvocatura dello Stato di Palermo sempre stata sensibile su questi temi. Ho sperimentato
la sensibilit dimostrata in altre occasioni, ecco perch questa notizia mi ha lasciato di stucco. Devo
leggere le motivazioni.
Eppure, in tal caso la sensibilit non si tradotta in un orientamento conseguente. La vicenda
quella relativa al procedimento penale a carico del funzionario dellassessorato al
Territorio,Gianfranco Cannova, arrestato mesi fa con laccusa di avere intascato tangenti e usufruito
di soggiorni in lussuosi alberghi, per oliare una pratica nel settore dello smaltimento dei rifiuti e
delle discariche.
Il dipendente regionale attualmente alla sbarra davanti al tribunale di Palermo ma, male che gli
vada, potr incassare una condanna penale, mentre non vi sar alcuna provvisionale, alcun
risarcimento in favore della Regione, in quanto questa non si costituita parte civile.
Un dietro-front, dovuto al fatto che lAvvocatura distrettuale dello Stato, investita della questione,
ha spiegato che se il danno provocato allente pubblico non eccessivo, allora non il caso che
questo si costituisca parte civile. Una decisione, motivata con parole che lasciano di stucco,
soprattutto nella parte in cui viene definita inopportuna leventualit della Regione di costituirsi
al processo per far valere il proprio ruolo di parte offesa. La stessa Avvocatura aveva motivato il
proprio orientamento con lesiguit del danno provocato dal singolo caso al patrimonio pubblico
e per il non particolare allarme sociale connesso alle fattispecie concrete contestate.
Tanto bastato per convincere la Regione Siciliana a non costituirsi in giudizio quale parte offesa.
http://www.loraquotidiano.it/2015/02/06/le-tangenti-non-sono-allarme-sociale-il-procuratore-aguecinon-ho-parole_24348/

Le mazzette? Non provocano allarme sociale E la Regione siciliana non si


costituisce parte civile
Le mazzette non sono un fattore di particolare allarme sociale dice lAvvocatura
distrettuale dello Stato in un parere consegnato alla Regione siciliana. E questo bastato
allamministrazione regionale per decidere di non costituirsi parte civile nel processo per
corruzione a un proprio funzionario.
Il processo cominciato lo scorso 19 gennaio nei confronti di Gianfranco Cannova,
dipendente dellassessorato al Territorio, che ha ammesso di aver preso tangenti (denaro
e soggiorni gratis in alberghi di lusso), in cambio di autorizzazioni ad alcuni imprenditori
titolari di discariche. La notizia stata pubblicata da Repubblica. Eppure, dopo larresto di
Cannova, avvenuto lo scorso luglio, il governatore Rosario Crocetta tuon contro la nuova
tangentopoli.
Ma lAvvocatura ha giudicato inopportuna la costituzione di parte civile, attesa la
esiguit del danno e il non particolare allarme sociale connesso alle fattispecie concrete
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contestate. Secondo lAvvocatura, la Regione pu esimersi dal chiedere un risarcimento


perch sufficiente limpulso accusatorio del pubblico ministero, si legge in una nota del
10 novembre scorso, firmata dallavvocato distrettuale Massimo DellAira e dallincaricato
Pierfrancesco La Spina.
Lassessore regionale al Territorio, Maurizio Croce, spiega di aver saputo dai giornali della
mancata costituzione come parte civile: grave la nostra posizione dice e vergognosa
la motivazione fornita dallAvvocatura. E Crocetta aggiunge: Non so cosa sia successo.
Disporr uninchiesta interna.
5 febbraio 2015

http://www.si24.it/2015/02/05/regione-sicilia-processo-gianfranco-cannova-mazzette-allarmesociale/79361/
CANNOVA GIANFRANCO ASCESA E DECLINO DELL'ANTIMAFIA DEGLI
AFFARI "CHE NON SI POSSONO RIFIUTARE"
Giulio Ambrosetti

Un' inchiesta coinvolge la dirigenza di Confindustria Sicilia e indirettamente quei politiici antimafia
che dovevano rappresentare "il nuovo" rispetto ai vecchi "comitati d'affari". Mala gestione dei beni
sequestrati alla mafia, conflitti d'interessi alla Regione, irregolarit sull'utilizzo dei fondi europei,
privatizzazione degli aereoporti... La magistratura ultimo baluardo in difesa della legalit?
Tira unaria pesante in questi giorni lungo lasse Palermo-Caltanissetta-Roma. Agli incroci di mafia
e antimafia c un po di traffico. Un ingorgo da legalit strillata. Storie strane. E uninchiesta su
presunti fatti di mafia che coinvolge il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante,
considerato uno degli uomini di punta dellantimafia e dellantiracket. Si tratta di dichiarazioni di
pentiti di Cosa nostra che lo tirano in ballo. Notizie da prendere con le pinze, ovviamente. Ma il
fatto che siano venute fuori, beh, segno che alcune cose, nellIsola, stanno cambiando. Anche,
anzi soprattutto per chi, dal 2008, di diritto o di rovescio, esercita in Sicilia un potere pieno e,
adesso, un po controllato: il senatore del Megafono-Pd, Giuseppe Lumia.
E lui, ormai da sette lunghi anni, luomo politico pi potente della nuova e della vecchia
Sicilia. E lui il garante di tanti, forse troppi accordi in bilico tra politica, economia e chiss
cosaltro ancora. A lui fa riferimento Antonello Montante, oggi sfiorato dal dubbio che dai tempi
di Crispi e di Giolitti fino ai nostri giorni illumina come unombra sinistra tanti politici siciliani
ascesi al soglio del potere. Dubbi che, nel caso dellex presidente della Regione, Tot Cuffaro, si
sono trasformati in condanna a sette anni per mafia. Dubbi che hanno accompagnato il suo
successore, Raffaele Lombardo, anche lui fulminato da una condanna di primo grado sempre per
mafia (in questi giorni dovrebbe iniziare il processo di secondo grado). Ogni storia giudiziaria, ogni
inchiesta dei magistrati inquirenti, si sa, storia a s. Ma impossibile non vedere in questa vicenda
il contesto politico in cui maturata la svolta giudiziaria che coinvolge Montante. Proviamo a
illustrarla.
In politica sono importanti i segnali. E il primo segnale sinistro arrivato circa una settimana prima
del siluro che ha colpito il presidente di Confindustria Sicilia. Ed stata la scoperta che la Regione
siciliana della quale Rosario Crocetta il presidente - anche lui, neanche a dirlo, personaggio
legato a doppio filo al senatore Lumia - non si costituita parte civile in un procedimento
giudiziario che coinvolge un funzionario regionale finito in manette per tangenti. Questa mancata
costituzione di parte civile da parte della Regione, stando a indiscrezioni, potrebbe essere legata al
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fatto che il funzionario finito sotto processo, Gianfranco Cannova, era il responsabile del
procedimento amministrativo di importanti autorizzazioni ambientali. La firma sui
provvedimenti di autorizzazione non poteva essere la sua, perch si tratta, come gi accennato, di
un funzionario e non di un dirigente.
Viene da chiedersi, a questo punto, perch hanno arrestato lui, se a firmare erano, a norma di
legge, altri dirigenti. E in questo scenario che si inserisce la mancata costituzione di parte civile
da parte del governo regionale di Crocetta. Con molta probabilit, dietro questa storia c un
comitato di affari.
E questo comitato di affari che la Regione sta cercando di proteggere non costituendosi parte
civile?
E Cannova non sa nulla di questa storia?
Le domande sono pi che legittime, perch quello che sta succedendo veramente strano.
In ogni caso, per il presidente Crocetta - un personaggio che, a parole, si proclama sempre
antimafioso e paladino della cultura della legalit - una pessima figura, sia nel caso in cui avesse
semplicemente dimenticato di costituirsi parte civile, sia nel caso in cui si dovesse venire a
scoprire che dietro questa storia c un comitato di affari. La cosa strana che gli ultimi due
dirigenti che stavano sopra il funzionario regionale finito in manette non ci sono pi. Il primo
- Vincenzo Sansone - andato in pensione negli stessi giorni in cui esplodeva il caso
Cannova. Il secondo - Natale Zuccarelo - con parenti importanti nel mondo politico siciliano,
stato trasferito negli uffici del dipartimento regionale dei Rifiuti.
Una settimana dopo lo scivolone di Crocetta (che comunque, come gi accennato, non nuovo a
questo genere di stranezze, se vero che il suo governo, in tanti, forse troppi casi, ha ignorato le
regole sullanticorruzione) arrivata la botta a Montante. Agli osservatori non sfugge che il
presidente di Confindustria Sicilia stato chiamato a far parte dellAgenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Una struttura, inventata dalla politica italiana, della cui presenza in vita i
cittadini del nostro Paese non avvertivano e non avvertono ancora oggi il bisogno.
Su questo punto bene essere chiari. Dei beni sequestrati e confiscati alla mafia si occupa gi la
magistratura. Ci sono state polemiche sul fatto che chi va a gestire questi beni - che di solito sono
avvocati e commercialisti nominati dai magistrati - non avrebbe e competenze imprenditoriali per
gestire aziende confiscate che poi, magari, falliscono. Il problema esiste. Ma non si capisce perch,
a risolverlo, dovrebbero essere soggetti nominati da una politica che spesso collusa con la mafia.
Insomma, senza girarci tanto attorno, il dubbio, tuttaltro che campato in aria, che la politica stia
provando a togliere ai magistrati la gestione dei beni confiscati alla mafia. E siccome sono noti i
rapporti tra mafia e politica, non da escludere che i politici, con questo stratagemma, puntino a
restituire, sottobanco, i beni confiscati ai mafiosi o ai loro eventuali prestanome.
Nessuno, per carit!, vuole offendere i soggetti - Prefetti in testa - chiamati a gestire lAgenzia per i
beni confiscati o sequestrati alla mafia. Le nostre sono semplici considerazioni politiche che non
coinvolgono i Prefetti. Considerazioni legate, piaccia o no, alla storia del nostro Paese. E un
peccato di lesa maest ricordare - lo faceva nei primi del 900 Gaetano Salvemini - che Giolitti, nel
Sud dItalia, esercitava il suo potere proprio con i Prefetti in combutta con i prepotenti e i mafiosi
dellepoca? E ci sono dubbi sul fatto che, in Italia, ancora una volta, lultimo baluardo contro
unillegalit mai doma rappresentato dalla magistratura?
Detto questo, la politica farebbe bene a sbaraccare subito questa inutile Agenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Quanto ai problemi legati alla mancata gestione imprenditoriale delle
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aziende confiscate alla criminalit organizzata, beh, sufficiente affiancare ai commercialisti e agli
avvocati imprenditori o associazioni di imprese. Ma questo deve farlo la magistratura e non i
politici attraverso uninutile Agenzia controllata dalla politica!
Fine delle considerazioni sullaria pesante che oggi si respira nellIsola? Niente affatto. I
cambiamenti in corso sono ancora pi profondi. Qualcuno, in Sicilia, a partire dal 1994, pensava di
essere immune da qualunque controllo di legge. E, in effetti, forse in parte stato cos. Chi scrive
ricorda un sindaco di Corleone di sinistra che in quegli anni affidava e rinnovava appalti a una
societ riconducibile a parenti stretti del boss Bernardo Provenzano. Per non parlare della storia del
miliardo di vecchie lire messo a disposizione dallOnu nel 2000. SOLDI , affidati a soggetti
dellantimafia, di cui non si saputo pi nulla.
Tra i personaggi che hanno sempre navigato in unAntimafia molto discutibile c il gi citato
senatore Lumia. Che oggi non sembra pi il politico irresistibile di un tempo. Qualcuno ha creduto
che lui e i personaggi a lui vicini non sarebbero mai stati chiamati a rispondere del proprio operato.
Forse perch ha pensato, errando di grosso, che la magistratura era assimilabile agli altri poteri dello
Stato italiano, pi o meno addomesticabili. Ebbene, questo qualcuno si sbagliato. Perch sia la
magistratura nel suo complesso (con riferimento, come vedremo, anche al Tar, sigla che sta per
Tribunale amministrativo regionale della Sicilia), sia la Corte dei Conti stanno rispondendo ai
prepotenti, ai furbi e anche ai mafiosi, vecchi e nuovi con un solo linguaggio: quello della
legalit.
La vicenda che oggi coinvolge Montante - vicenda, lo ribadiamo, legata a dichiarazioni di pentiti
ancora tutte da verificare - arriva da lontano e, con molta probabilit, destinata ad andare lontano.
Toccando tutti i gangli del sistema di potere che dal 2008 tiene in pugno la Sicilia. Chi scrive, gi
nei primi mesi dello scorso anno, sul quotidiano on line LinkSicilia, segnalava, ad esempio, lo
strano caso di Patrizia Monterosso, segretario generale della presidenza della Regione (in
pratica, il pi alto burocrate della Regione siciliana che, lo ricordiamo, in virt della propria
Autonomia, potrebbe essere assimilato a uno Stato americano se la stessa Autonomia venisse
applicata correttamente: cosa che non avviene), e di suo marito, lavvocato Claudio Alongi.
Con la prima che si pronunciava su un incarico del marito presso la stessa amministrazione
regionale! E con il secondo che forniva pareri legali alla moglie per fatti che riguardano la stessa
amministrazione regionale!
Entrambi in palese conflitto di interessi.
Quando abbiamo scritto queste cose ci hanno quasi presi per matti. Non ci credevano. Ma oggi
questa vicenda diventata di dominio pubblico. E, con molta probabilit, al vaglio delle autorit
competenti. Superfluo aggiungere che anche la Monterosso fa parte del sistema di potere del
senatore Lumia.
Il senatore Lumia - che il vero presidente ombra della Regione siciliana, in quanto inventore
della candidatura di Crocetta insieme con i geni dellUdc, formazione politica in via di
decomposizione politica - comincia a perdere colpi. Ben prima del siluro che in questi giorni ha
centrato Montante, lo stesso segretario generale della presidenza della Regione, la gi citata Patrizia
Monterosso, stata condannata dalla Corte dei Conti al pagamento di oltre un milione di euro
( 1.279.007,04) per fatti riguardanti il settore della formazione professionale. ( SENT. N.
401/2014 http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/03/blog-post_14.html )
Un altro pezzo importante del sistema di potere di Lumia - la dirigente generale del
dipartimento Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello - stata di recente bastonata dal
Tar Sicilia, che ha dichiarato nullo un atto amministrativo da lei confezionato (si tratta del
decreto di accreditamento degli enti di formazione, atto che avrebbe dovuto essere firmato dal
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presidente della Regione e che, invece, stato firmato dallex assessore regionale, Nelli
Scilabra). Il decreto dichiarato nullo dal Tar Sicilia potrebbe avere effetti dirompenti, perch
sui SOLDI gi spesi sulla base di un decreto nullo la Corte dei Conti dovrebbe avviare unazione
di responsabilit a carico dei protagonisti di questa incredibile storia (parliamo di milioni di euro).
Non solo. Sembra che, adesso, anche lUnione europea si stia svegliando. Fino ad oggi Bruxelles,
sulla formazione professionale, ha fatto finta di non vedere violazioni incredibili. I burocrati legati
allattuale governo regionale hanno bloccato lassegnazione di fondi europei per rivalersi su errori
commessi nellerogazione di fondi pubblici. Solo che i fondi erogati irregolarmente erano regionali,
mentre quelli con i quali la Regione ha provato a rivalersi erano europei. Due tipologie di fondi
pubblici non sovrapponibili.
Morale: la Regione non avrebbe dovuto bloccare lerogazione di fondi europei per recuperare
fondi regionali erogati illegittimamente.
Ma c, nella gestione della formazione professionale siciliana, unirregolarit che sta ancora pi a
monte. Una storia molto pi grave che Bruxelles non ha ancora sanzionato. I fondi europei, per
definizione, sono addizionali: si debbono, cio, sommare ai fondi nazionali e regionali. La
Regione siciliana, invece, dal 2012, utilizza i fondi europei sostituendoli totalmente ai fondi
regionali. E questo non si pu fare. Non a caso in corso una class action da parte del mondo della
formazione professionale siciliana contro la Regione che, ormai da quattro anni, non si dota del
Piano formativo regionale della formazione professionale con fondi regionali, finanziando tutto con
le risorse del Fondo sociale europeo. Cosa, questa, che non si dovrebbe fare perch a vietarlo la
stessa Unione europea che, fino ad oggi, violando leggi e regolamenti che essa stessa si data, fa
finta di non vedere tutto quello che succede in Sicilia in questo settore, rendendosi complice di
unirregolarit ai danni di se stessa.
Tutto questo vale per il passato e per il presente. Ma il siluro che ha colpito Montante e il sistema
di potere del senatore Lumia riguarda anche il futuro. E noto a tutti che, guarda caso in questi
giorni, si aperta la caccia alle tre societ che gestiscono gli aeroporti siciliani. Sono la Sac, che
gestisce gli aeroporti di Catania Fontanarossa e Comiso; la Gesap, che gestisce laeroporto
Falcone-Borsellino di Palermo; e lAirgest, che gestisce laeroporto Vincenzo Florio di Trapani.
Per motivi misteriosi queste tre societ - fino ad oggi controllate da soggetti pubblici - dovrebbero
essere privatizzate. Si tratta di societ che, se gestite con oculatezza, potrebbero dare utili e
ricchezza alla collettivit. Ma siccome siamo in Italia questa ricchezza se la debbono incamerare i
privati. A questo sembra che punti il governo Renzi che, non a caso, su questi e su altri argomenti
perfettamente in linea con Berlusconi, alla faccia della sinistra che lo stesso Pd di Renzi dice di
rappresentare!
Laffare pi grosso rappresentato dallaeroporto di Catania, il pi importante della Sicilia,
destinato a diventare un hub. Non a caso su questo aeroporto si gi gettato come un falco Ivan Lo
Bello, altro esponente di Confindustria Sicilia vicino a Montante. Chi prender il controllo della Sac
- societ per azioni oggi controllata dalle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa,
dallIstituto regionale per le attivit produttive e dalle Province di Catania e Siracusa - assumer
pure la gestione dellaeroporto di Comiso, snodo aeroportuale importante per il flusso turistico
verso il Barocco di Noto, Siracusa e Ragusa e per il trasporto cargo di tutta lortofrutta prodotta
nelle serre che, dal Ragusano, arrivano fino a Gela e Licata.
Un po meno importanti - ma non per questo da tralasciare - gli aeroporti di Palermo e Trapani.
Nella Gesap - societ che, come ricordato, gestisce laeroporto Falcone-Borsellino - troviamo la
Provincia di Palermo come socio di maggioranza, poi il Comune e la Camera di Commercio,
sempre di Palermo. Mentre lAirgest fa capo per il 49 per cento alla Provincia di Trapani, per il 2
per cento alla Camera di Commercio, sempre di Trapani, e per il restante 49 per cento a un gruppo
di privati.
Non sfugge agli osservatori che Montante, oltre che presiedere la Camera di Commercio di
Caltanissetta, presidente dellUnioncamere, cio dellUnione delle Camere di Commercio della
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Sicilia. E le Camere di Commercio, in tutte tre le eventuali privatizzazioni delle societ


aeroportuali, giocheranno un ruolo centrale. Lo stesso discorso vale per le Province siciliane, tutte
commissariate e gestite dalla stessa Regione, cio dallaccoppiata Lumia-Crocetta
Insomma, i conti tornano. O meglio, cominciano a non tornare per Lumia, per Montante e per
Crocetta. Tre personaggi che hanno fatto fortuna utilizzando lantimafia come trampolino di lancio
per la politica (e per gli affari). Ma adesso tutto questo mondo sembra in difficolt.
Una caduta che non sembra risparmiare nemmeno il numero due di Confindustria Sicilia, Giuseppe
Catanzaro, titolare della pi grande discarica della Sicilia in quel di Siculiana, in provincia di
Agrigento. Sotto scacco - non a caso sempre da parte della magistratura - finita tutta la gestione
dei rifiuti in Sicilia imperniata ancora sulle discariche. Una follia tutta siciliana che inquina
lambiente.
Va ricordato che quasi tutte le discariche siciliane non sono a norma di legge. Nelle discariche non
possono essere sotterrati i residui organici, cio il cosiddetto umido che andrebbe lavorato a parte.
Invece in quasi tutte le discariche siciliane i camion pieni di immondizia entrano, scaricano e vanno
via. Ma questo non si pu fare, la legge non lo consente. E invece si fa. Ma adesso la festa sembra
finita.
Non va meglio per la gestione dellacqua. Tutti in Sicilia sanno che, in due anni e oltre di
legislatura, il Parlamento siciliano, di fatto, ha bloccato il disegno di legge diniziativa popolare per
il ritorno alla gestione dellacqua pubblica. La mafia, in Sicilia, sempre stata contro lacqua
pubblica. Era cos ai tempi di Don Calogero Vizzini e Giuseppe Genco Russo. Ed cos anche oggi
che la mafia opera da Bruxelles, imponendo i proventi delle attivit criminali nel calcolo del Pil dei
Paesi dellUnione europea.
La mafia non vuole il ritorno allacqua pubblica. E la politica siciliana si sta adeguando alle
richieste della mafia che, come insegna Il Padrino, in genere, non si possono rifiutare. Questo
spiega perch, proprio mentre scriviamo, mezza Regione siciliana mobilitata a bloccare i tentativi
di alcuni Sindaci dellAgrigentino di gestire lacqua nellinteresse dei cittadini. Un esempio
intollerabile
Insomma, tutto il mondo che gira attorno a Lumia, Montante, Catanzaro, Lo Bello e Crocetta - che
un mondo di politica legata agli affari, dallagenzia dei beni confiscati alla mafia alla gestione della
burocrazia, dalle societ aeroportuali ai rifiuti, fino allacqua - in un modo o nellaltro non sembra
pi in sintonia con una certa idea di antimafia. La Giustizia da una parte e i grandi interessi che si
scontrano, dallaltra parte, stanno disegnando in Sicilia nuovi scenari.

http://www.lavocedinewyork.com/Ascesa-e-declino-dell-Antimafia-degli-affari-che-non-sipossono-rifiutare-/d/9843/
IL GRANDE INGANNO DELL'ANTIMAFIA SICILIANA: COS L'EROE DELLA LEGALIT
METTE LE MANI SULL'EXPO
Montante, indagato assieme all'ex governatore Lombardo, condannato, sono i creatori di
Caltanissetta "zona franca" anti-pizzo. Tra collusioni e fiumi di soldi, tutti i paradossi di
un'impostura politica dietro la dittatura degli affari
dai nostri inviati ATTILIO BOLZONI E EMANUELE LAURIA
CALTANISSETTA - Lo sapevate che esiste una "zona franca della legalit" dove ci sono gli
abitanti pi buoni e pi onesti d'Italia? E lo sapevate che l'hanno fortemente voluta un governatore
condannato per mafia e un imprenditore indagato per mafia? Per capirne di pi bisogna andare a
Caltanissetta, quella che diventata la capitale dell'impostura siciliana.
Nella citt dove iniziata l'irresistibile ascesa del cavaliere Antonio Calogero Montante detto
Antonello, presidente di Confindustria Sicilia, presidente della locale Camera di commercio,
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presidente di tutte le Camere di commercio dell'isola, consigliere per Banca d'Italia, delegato
nazionale di Confindustria (per la legalit, naturalmente) e membro dell'Agenzia nazionale dei beni
confiscati (unica carica dalla quale si al momento autosospeso per un'indagine a suo carico per
concorso esterno), si pu scoprire come in nome di una assai incerta antimafia si instaurata una
sorta di dittatura degli affari. Un califfato che si estende in tutta la Sicilia ma che nato qui, a
Caltanissetta, dove commistioni - e in alcuni casi connivenze - fra imprese e politica, impresa e
stampa, imprese e forze di polizia, imprese e magistratura, hanno ammorbato l'aria e fatto calare
una cappa irrespirabile sulla citt.
UNA FINZIONE SOFFOCANTE
In Sicilia tutto si fonda su due parole magiche: legalit e antimafia. una "legalit" costruita a
tavolino e un'"antimafia padronale" che copre operazioni politiche opache e favorisce gruppi di
interesse. Dopo la felice stagione iniziata con la "rivolta degli imprenditori" del 2007 guidata da
Ivan Lo Bello contro il racket, trasformismo e ingordigia hanno snaturato l'iniziale esperienza e una
consorteria si impadronita di tutto.
La "zona franca" l'ha pretesa la Confindustria siciliana di Montante, l'unico "partito" che nel
governo regionale siede ininterrottamente da sei anni con un proprio rappresentante. Quando
governatore era Raffaele Lombardo - il 2 maggio del 2012 - fu istituita con un atto ufficiale la
Provincia di Caltanissetta fu riconosciuta come "zona franca della legalit". L'obiettivo era quello di
concedere benefici fiscali alle aziende che "si oppongono alle richieste estorsive della criminalit
organizzata". Previsione di spesa: 50 milioni di euro.
Lombardo, che al momento della firma era gi indagato per reati di mafia, due mesi pi tardi si
dimesso e un anno dopo stato condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi. Un (presunto) amico
dei boss che concede agevolazioni a chi si batte contro il racket su richiesta di chi - Montante -
oggi a sua volta chiamato in causa da cinque pentiti per legami con le "famiglie". Trame di potere in
una Sicilia che non ha mai temuto il paradosso.

SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO


La Confindustria di Montante ormai ovunque. Guida l'Irsap, l'istituto che gestisce le aree
industriali siciliane, ha un peso decisivo nel business dei rifiuti e ora ha messo le mani sull'Expo.
Pochi giorni fa, l'assessore alle Attivit produttive Linda Vancheri, il rappresentante di
Confindustria nella giunta di Rosario Crocetta, ha siglato una convenzione che assegna a
Unioncamere un pacchetto di interventi per due milioni di euro. Chi guida Unioncamere in Sicilia?
Antonello Montante. Sar lui, malgrado l'inchiesta per concorso esterno, a decidere quali
"eccellenze" siciliane del settore agro-alimentare dovranno figurare nella vetrina di Milano e in
undici stand fra porti e aeroporti dell'isola. Materia d'indagine per almeno due procure (Palermo e
Caltanissetta) e per Raffaele Cantone, il presidente dell'Authority contro la corruzione che, appena
il 16 gennaio scorso, ha annunciato che su Expo stato avviato "il pi grande controllo antimafia di
tutti i tempi".
MARKETING DI IMMAGINE
Una rete di interessi cos fitta protetta anche da una stampa a volte troppo compiacente con
Montante e i suoi amici. Al punto da proporre (l'ha fatto La Sicilia in un lungo articolo) la notizia di
una laurea honoris causa in Economia e Commercio riconosciuta dall'Universit "La Sapienza"
all'imprenditore. L'ateneo ha smentito il giorno dopo. Era falso.

Nelle sue molteplici vesti istituzionali Montante ha spesso offerto un "sostegno" a mezzi
d'informazione e singoli giornalisti. Da presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta ha
erogato una pioggia di contributi, sotto la voce "azione di marketing territoriale". Ne hanno
beneficiato cronisti-scrittori, ancora prima della pubblicazione dei loro libri e testate web. Una
settimana fa Il Fatto Nisseno, uno dei siti favoriti, ha cancellato un'intervista di Michele Costa (il
figlio del procuratore ucciso a Palermo nel 1980) che manifestava perplessit sull'opportunit che
Montante - sott'inchiesta - mantenesse le sue cariche.

L'intervista sparita nella notte "dopo devastanti pressioni". Un altro clamoroso caso riguarda un
contratto di collaborazione per due anni - 1.300 euro al mese - che Confindustria Centro Sicilia
(sempre Montante presidente) ha firmato con il responsabile delle pagine di Caltanissetta de Il
Giornale di Sicilia. Tutti episodi, quelli citati, che hanno spinto l'Ordine dei giornalisti ad aprire
un'indagine conoscitiva.

UN ALTRO PALADINO
Oltre ad Antonello Montante, c' un altro campione dell'antimafia a Caltanissetta. Si chiama
Massimo Romano, socio e amico del Cavaliere, il proprietario di 34 supermercati sparsi per la
Sicilia e, qualche anno fa, era gi finito nelle pieghe di un'indagine sui "pizzini" di Bernardo
Provenzano molto interessato alla grande distribuzione. Romano da molto tempo siede a tavoli
istituzionali con questori e prefetti, il presidente del Confidi (un consorzio che cede prestiti a
piccole e medie imprese) e il suo nome scivolato in un'operazione antimafia dove il fratello
Vincenzo - secondo il giudizio dei magistrati - l'avrebbe tenuto fuori dalla faccenda delle
estorsioni "per preservarlo da possibili negative conseguenze sia di immagine che di carattere
giudiziario". Il doppio volto di Caltanissetta zona franca per la legalit.
L'IMPASTO
C' promiscuit fra investigatori e magistrati e l'indagato di mafia Montante. A Roma e in Sicilia. A
Caltanissetta - visti i suoi rapporti intensi con Angelino Alfano che poi l'ha designato anche
all'Agenzia dei beni confiscati - Antonello Montante riuscito, il 21 ottobre del 2013, a far
presiedere al ministro dell'Interno il comitato nazionale per l'ordine pubblico e sicurezza. Un
organismo che, solo in casi straordinari, si riunisce lontano da Roma. In Sicilia non accadeva dai
tempi delle stragi di Falcone e Borsellino. Perch la scelta di Caltanissetta? Per farla diventare
quella che non mai stata, cio una roccaforte dell'antimafia.
In Sicilia e a Caltanissetta c' una vicinanza molesta fra imprenditori e rappresentanti dello Stato (si
racconta di questori che si trasformano in tappetini al cospetto di Montante, di prefetti che hanno
ricevuto esagerate regalie), ci sono investigatori che si fanno assumere parenti e amiche dalla
cordata ( il caso di un ufficiale della Dia e di un maggiore della Finanza), ci sono uomini dei
servizi segreti che sguazzano allegramente nell'ambiente "antimafioso", c' una prossimit
imbarazzante con molte toghe. Tanto evidente che ha portato il nuovo presidente dell'Associazione
nazionale magistrati Fernando Asaro a invitare i suoi colleghi "a una ineludibile concreta distanza
da centri di potere economici ". Pi chiaro di cos.
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/23/news/il_grande_inganno_dell_antimafia_siciliana_cos
_l_eroe_della_legalit_mette_le_mani_sull_expo-107966853/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_23-022015

17 FEBBRAIO 2015
La provocazione di Montante: "Burocrazia peggio della mafia, il pizzo si paga con un conto in
nero"
Le immagini si riferiscono all'incontro del 25 febbraio 2014 a Catania tra Confindustria e la giunta
comunale di Enzo Bianco nel corso del quale il presidente dell'associazione siciliana degli
industriali Antonello Montante attualmente indagato per presunti contatti con i boss - parla a
lungo di mafia e burocrazia, asserendo che quest'ultima pi dannosa della mafia. E che il pizzo si
pu pagare con un conto in nero (Immagini di Angelo Capuano)
LEGGI SU PALERMO.REPUBBLICA.IT
Soldi da Montante ai giornalisti, indaga l'Ordine
Montante coinvolto in due inchieste per mafia lascia i Beni confiscati
Montante, il paladino antimafia sotto inchiesta per contatti con i boss
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA PER I
BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende
dall'incarico dopo le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a
Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".
Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale
dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
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In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.
"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_montante_lascia_l_agenzia_per_i_beni
_confiscati-107198186/

MONTANTE, L'INDUSTRIALE PALADINO DELL'ANTIMAFIA SOTTO INCHIESTA IN


SICILIA PER MAFIA
Leader in ascesa, presidente degli imprenditori siciliani, delegato per la legalit di Confindustria
Ora per tre pentiti lo accusano. E dal suo passato spuntano fuori amicizie compromettenti
di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO

C' UN pezzo grosso dell'Antimafia dell'ultima ora che finito sotto inchiesta per mafia. uno dei
volti nuovi dell'Italia che combatte i boss, ha rapporti stretti con pi di un ministro e con tanti
prefetti, il presidente degli industriali siciliani e il delegato per la "legalit" di Confindustria. Ci
sono alcuni pentiti che parlano di lui e delle sue "pericolose frequentazioni". Come si chiuder
questa vicenda - se c' solo fumo o anche molto arrosto - nessuno ancora lo pu dire, di sicuro
per Antonello Montante, uno dei cosiddetti paladini delle battaglie antimafia pi recenti (troppo
recenti, maligna qualcuno) al momento indagato per reati di mafia alla procura della repubblica di
Caltanissetta. All'anagrafe registrato come Antonio Calogero Montante, ha 52 anni, un siciliano
di Serradifalco, provincia di Caltanissetta - dove anche presidente della locale Camera di
Commercio - ed stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2008. a capo di un impero nato negli
anni '20 del secolo scorso con una fabbrica di biciclette, fondatore della "Msa", Mediterr Shock
Absorbers Spa, azienda di progettazione e produzione di ammortizzatori per veicoli industriali
presente in tutto il mondo.
Su di lui c' l'inchiesta di Caltanissetta e poi ce n' un'altra a Catania, su una denuncia presentata nei
mesi scorsi. Indagini blindatissime, sia per il "peso" del personaggio coinvolto sia per gli effetti che
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le stesse indagini potrebbero provocare. Per esempio, dal 20 gennaio 2015, il governo - su
proposta del ministero dell'Interno - ha designato Montante componente dell'Agenzia dei beni
confiscati. Una postazione strategica, l si decide il destino di patrimoni sporchi per miliardi di euro.
L'inchiesta nella prima fase e nessuno nelle condizioni di prevedere dove potrebbe portare, ma
fra le pieghe di questa storia ci sono gi tutte le incoerenze di un'antimafia di fresca nascita - con
patenti rilasciate con assai disinvoltura - e il paradosso tutto italiano di come si possa
tranquillamente navigare da una sponda all'altra senza incertezze e contraccolpi.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/09/news/montante_l_industriale_paladino_dell_antima
fia_sotto_inchiesta_in_sicilia_per_mafia-106867246/
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA
PER I BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende dall'incarico dopo
le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".
Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale
dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.
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"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_mont
ante_lascia_l_agenzia_per_i_beni_confiscati-107198186/
MONTANTE, CONFINDUSTRIA E LA FINE (IN)NATURALE E MORTALE
DELLA LUNGA CORSA ALLA DELEGITTIMAZIONE
17 FEBBRAIO 2015

Ho sempre creduto nel dubbio. Lo considero il principale pregio di un giornalista. Solo il dubbio,
infatti, consente di scavare nelle verit che, a piene mani, vengono scaraventate addosso alla nostra
categoria.
Le verit della magistratura, la verit dei partiti, la verit della politica, la verit dei pentiti, quella
dei pentiti che si pentono di essersi pentiti e poi magari si ripentono, la verit degli imprenditori che
si abbeverano alla mangiatoia pubblica e sono poi i primi a chiedere pi mercato, la verit dei
giornalisti schierati oppure quella della quota parte di classe dirigente marcia che governa questo
Paese.
Non ho mai creduto alle verit come appaiono, quelle che Giuseppe Lombardo, pm della Dda di
Reggio Calabria chiama le mezze verit. Quelle pronte da bere come la Milano dei bei (!) tempi
che furono. Non crediate sia facile non credere alle mezze verit: si pagano prezzi altissimi.
Il legittimo dubbio ha fatto ritenere ad una parte della stampa che il presidente di Confindustria
Sicilia, Antonello Montante sia o possa essere effettivamente quel losco figuro che viene (o
verrebbe) dipinto da alcuni pentiti di Cosa nostra gestiti, non senza colpi di scena in fase di
evoluzione, tra la Procura di Caltanissetta e quella di Catania.
Nulla quaestio. Sar la magistratura a tentare di provare cosa c di vero, cosa c di falso, ma
soprattutto cosa c in quel mondo di sopra che a Roma stanno ancora aspettando di scoprire,
mentre in Sicilia, cos come in Calabria, in piena evoluzione da decenni, come del resto sa chi,
come lattuale procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, quasi 20 anni fa prov a
dimostrare, senza successo, la realt dei sistemi criminali che corrono ben oltre un criminale
mafioso. Toccher, eventualmente, ad un aula di Tribunale giudicare fino a eventuale terzo grado.
Il dubbio, amico di penna (ormai si pu dire di mouse e pc) mi spinge a continuare a scrivere del
caso Montante proprio ora che toccher alla magistratura spegnere il ventilatore che, dopo essersi
acceso mediaticamente, da qualche giorno sembra in pausa. Come? Chiudendo presto le indagini
(a meno che una fila di batteria non moltiplichi i 180 giorni a disposizione di ciascuno per
raccontare la propria verit e allora la graticola girer a lungo con buona pace della Giustizia).
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Sono fatto cos. Quando gli altri parlano taccio. Quando gli altri tacciono, scrivo. Non mi
interessa prendere parte a contese sulla pelle dellantimafia (ho gi scritto e detto che non sta a me
difendere Montante) ma provare a capire fino in fondo esercitando e sublimando larte del dubbio
(si veda anche link a fondo pagina con precedente articolo) .
E cos il dubbio mi porta a scavare in una parola: delegittimazione, che declino in alcune delle
varianti possibili in quel della provincia nissena.
Forse abbiamo perso di vista un fatto apparentemente secondario ma invece di primaria importanza.
Questa vicenda nasce nella culla di Cosa nostra, quel vallone nisseno dal quale nobiluomini
(spero si arguisca lironia) quali Giuseppe Genco Russo e Calogero Vizzini dettavano legge alla
Sicilia intera e apparecchiavano la tavola (rectius: le battigie) agli alleati ammerrecani.
In altre parole, come si direbbe nella mia amata Roma, quando voi eravate ancora sugli alberi, noi
eravamo gi froci, che tradotto vuol dire: a Cosa nostra nissena nessuno pu insegnare nulla.
E nessuno, dunque, pu dimenticare che nel 2007, subito dopo lapprovazione del codice etico, la
sede di Confindustria di Caltanissetta (proprio laddove nacque la rivolta contro i prenditori, in
casa propria, nella classe industriale siciliana) fu rivoltata come un calzino per leggere (e
fotocopiare e duplicare?) atti e documenti anche riservati. Guarda tu la vita, proprio quando, nei
tempi in cui la rivolta suonava, alcuni notabili dellassociazionismo e della vita economica nissena
erano dediti a profondissime e minuziose attivit di dossieraggio ad uso di capi mafia dal colletto
bianco e dallanima nera.
Non ricordavo a memoria per riportarlo alla mente ho dovuto ricomporre le tessere di un puzzle
che ho ricostruito anche grazie a quella potenziale fonte che Internet che in questi anni, ogni
qual volta c stato un passo avanti decisivo della genia industriale e imprenditoriale che si mossa
allunisono (sarebbero dunque tutti potenziale amici di presunti amici dei mafiosi? La domanda a
me pare legittima) dietro a Lo Bello eMontante e al loro grido di rivolta contro lomert mafiosa (il
primo nemico di Cosa nostra la parola, dopo vengono, di conseguenza, gli atti), c stata una
reazione uguale e contraria a quella alla quale pare di assistere in questi giorni. Pare: come vedete
dubito.
Unescalation che non poteva portare (allepoca) a omicidi per un riflesso condizionato e per una
ragione pratica. Il riflesso condizionato risiede nel fatto che ai pupi di Cosa nostra manovrati dalle
menti raffinate sembrava impossibile ricevere un no a richieste che fino a quel momento non
potevano essere rifiutate (pizzo e protezione) e che addirittura sfociava in denunce in sede penale
degli affamatori aguzzini. Che succede? si saranno chiesti pupi e pupari.
La ragione pratica che uccidere chi si opponeva a Cosa nostra tra gli imprenditori era difficile: le
scorte, che talvolta sono messe a protezione degli inutili, questa volta erano messe a disposizione di
qualcuno utile alla causa di civilt sociale ed economica.
Bisognava fare, dunque, troppo rumore. Meglio lanciare la scia lunghissima e distillata della
delegittimazione.
Volete due-esempi-due dellescalation diffamatoria e delegittimante di questi anni? Quando
limprenditore che opera nel settore dellambiente Giuseppe Catanzaro, attuale numero 2 di
Confindustria Sicilia, denunci ad Agrigento i suoi carnefici, part la crociata non contro si badi
bene le sue battaglie ma contro il suo passato e le presunte ombre che lo avvolgevano. Quella scia
non si ancora spenta.
Lo schema mutatis mutandis si ripropose con Ivanhoe Lo Bello, attuale vicepresidente
nazionale di Confindustria, che nel 2010, stufo della cappa di omert e ipocrisia che gravava (e
grava oggi pi di ieri) su Catania, scoperchi anche con unintervista al Corriere della Sera il
maleodorante pentolone delle aree industriali, del movimento terra, dei trasporti e delledilizia. A
Palermo ci furono, in manifestazioni pubbliche, slogan, cori e striscioni contro colui il quale voleva
contribuire a cambiare, con i fatti, le cose. E i fatti (non le chiacchiere) dicono che fu Lo Bello a
mettere nero su bianco una frase sconcertate (non per chi, come me, segue levoluzione delle mafie)
nella nota riservata di Confindustria per il vertice nazionale della sicurezza svolto a Caltanissetta il
21 ottobre 2013 finita nelle mani del ministro dellInterno Angelino Alfano. Con riferimento ad un
settore nel quale oggi sono ancora in piena evoluzione le indagini della magistratura, (non lo cito
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per non dare vantaggi a chi deve sentire invece il fiato sul collo della Giustizia) Lo Bello scrisse
testualmente e Montante controfirm, che il territorio della provincia di Catania ha un ruolo
ancora pi rilevante, in quanto Cosa nostra, ndrangheta e camorra lavorano congiuntamente e
regolano il mercato a livello nazionale. Precedevano e seguivano nomi e cognomi. Quella scia non
si ancora spenta.
Credo che la delegittimazione (lho scritto mille volte su questo umile e umido blog con
riferimento a tante altre vicende inquietanti) sia la culla della morte. Pi della morte fisica la
delegittimazione in grado di uccidere, perch colpisce il luogo di una vita: la purezza
dellanima.
Ma attenzione: quando la delegittimazione fallisce dopo aver usato, nella sua escalation, armi
estreme e radicali, quando non riesce nel proprio intento e quando la corsa non si pu arrestare, non
resta che la morte. Quella fisica. Quella che uccide un uomo per educare un popolo come, in Sicilia
e nel Sud, stato troppo spesso educato.
Non sono solo io a pensarlo. A meno che nella genia dei soggetti pericolosi dellantimafia parolaia
non rientri anche il presidente della Corte di appello di Caltanissetta, fu proprio lui, Salvatore
Cardinale, il 24 gennaio 2015, in apertura di anno giudiziario, ad affermare: in tal senso, da
parte degli investigatori, sono stati interpretati gli attacchi contro i nuovi vertici confindustriali
siciliani e nisseni, spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e del discredito
mediatico, e laccentuata campagna di delegittimazione condotta a tutto campo contro vari
protagonisti dellantimafia operativa, mirati a riprodurre una strategia della tensione che potrebbe
tradursi in azioni eclatanti. Su tale linea strategica sembrano porsi i due avvertimenti, uno dei
quali consumato a Caltanissetta, posti in essere contro il Presidente dellIrsap(Alfonso Cicero,
ndr).
Arrestate Montante, indagate Lo Bello, braccate Cicero, crocifiggete chi si schierato per
tornaconto con loro o fate lesatto contrario, smontate le accuse e riabilitate un corso ma, vi prego,
fatelo presto, e mi rivolgo alla magistratura, perch, senza Giustizia rapida, ci scapper il morto. Il
primo nome gi sulla lista. Per educare un popolo.
r.galullo@ilsole24ore.com
si legga anche http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/13/antonello-montante-battaglie-ignorate-denunce-dimenticate-di-ministri-e-magistrati-e-parole-calate-dei-pentiti/

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/17/montante-confindustria-e-la-fine-innaturale-e-mortale-della-lunga-corsa-alla-delegittimazione/

IL GRANDE INGANNO DELL'ANTIMAFIA SICILIANA: COS L'EROE DELLA LEGALIT


METTE LE MANI SULL'EXPO

Montante, indagato assieme all'ex governatore Lombardo, condannato, sono i creatori di


Caltanissetta "zona franca" anti-pizzo. Tra collusioni e fiumi di soldi, tutti i paradossi di
un'impostura politica dietro la dittatura degli affari
dai nostri inviati ATTILIO BOLZONI E EMANUELE LAURIA
CALTANISSETTA - Lo sapevate che esiste una "zona franca della legalit" dove ci sono gli
abitanti pi buoni e pi onesti d'Italia? E lo sapevate che l'hanno fortemente voluta un governatore
condannato per mafia e un imprenditore indagato per mafia? Per capirne di pi bisogna andare a
Caltanissetta, quella che diventata la capitale dell'impostura siciliana.
Nella citt dove iniziata l'irresistibile ascesa del cavaliere Antonio Calogero Montante detto
Antonello, presidente di Confindustria Sicilia, presidente della locale Camera di commercio,
presidente di tutte le Camere di commercio dell'isola, consigliere per Banca d'Italia, delegato
nazionale di Confindustria (per la legalit, naturalmente) e membro dell'Agenzia nazionale dei beni
confiscati (unica carica dalla quale si al momento autosospeso per un'indagine a suo carico per
concorso esterno), si pu scoprire come in nome di una assai incerta antimafia si instaurata una
sorta di dittatura degli affari. Un califfato che si estende in tutta la Sicilia ma che nato qui, a
Caltanissetta, dove commistioni - e in alcuni casi connivenze - fra imprese e politica, impresa e
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stampa, imprese e forze di polizia, imprese e magistratura, hanno ammorbato l'aria e fatto calare
una cappa irrespirabile sulla citt.
UNA FINZIONE SOFFOCANTE
In Sicilia tutto si fonda su due parole magiche: legalit e antimafia. una "legalit" costruita a
tavolino e un'"antimafia padronale" che copre operazioni politiche opache e favorisce gruppi di
interesse. Dopo la felice stagione iniziata con la "rivolta degli imprenditori" del 2007 guidata da
Ivan Lo Bello contro il racket, trasformismo e ingordigia hanno snaturato l'iniziale esperienza e una
consorteria si impadronita di tutto.
La "zona franca" l'ha pretesa la Confindustria siciliana di Montante, l'unico "partito" che nel
governo regionale siede ininterrottamente da sei anni con un proprio rappresentante. Quando
governatore era Raffaele Lombardo - il 2 maggio del 2012 - fu istituita con un atto ufficiale la
Provincia di Caltanissetta fu riconosciuta come "zona franca della legalit". L'obiettivo era quello di
concedere benefici fiscali alle aziende che "si oppongono alle richieste estorsive della criminalit
organizzata". Previsione di spesa: 50 milioni di euro.
Lombardo, che al momento della firma era gi indagato per reati di mafia, due mesi pi tardi si
dimesso e un anno dopo stato condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi. Un (presunto) amico
dei boss che concede agevolazioni a chi si batte contro il racket su richiesta di chi - Montante -
oggi a sua volta chiamato in causa da cinque pentiti per legami con le "famiglie". Trame di potere in
una Sicilia che non ha mai temuto il paradosso.

SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO


La Confindustria di Montante ormai ovunque. Guida l'Irsap, l'istituto che gestisce le aree
industriali siciliane, ha un peso decisivo nel business dei rifiuti e ora ha messo le mani sull'Expo.
Pochi giorni fa, l'assessore alle Attivit produttive Linda Vancheri, il rappresentante di
Confindustria nella giunta di Rosario Crocetta, ha siglato una convenzione che assegna a
Unioncamere un pacchetto di interventi per due milioni di euro. Chi guida Unioncamere in Sicilia?
Antonello Montante. Sar lui, malgrado l'inchiesta per concorso esterno, a decidere quali
"eccellenze" siciliane del settore agro-alimentare dovranno figurare nella vetrina di Milano e in
undici stand fra porti e aeroporti dell'isola. Materia d'indagine per almeno due procure (Palermo e
Caltanissetta) e per Raffaele Cantone, il presidente dell'Authority contro la corruzione che, appena
il 16 gennaio scorso, ha annunciato che su Expo stato avviato "il pi grande controllo antimafia di
tutti i tempi".
MARKETING DI IMMAGINE
Una rete di interessi cos fitta protetta anche da una stampa a volte troppo compiacente con
Montante e i suoi amici. Al punto da proporre (l'ha fatto La Sicilia in un lungo articolo) la notizia di
una laurea honoris causa in Economia e Commercio riconosciuta dall'Universit "La Sapienza"
all'imprenditore. L'ateneo ha smentito il giorno dopo. Era falso.

Nelle sue molteplici vesti istituzionali Montante ha spesso offerto un "sostegno" a mezzi
d'informazione e singoli giornalisti. Da presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta ha
erogato una pioggia di contributi, sotto la voce "azione di marketing territoriale". Ne hanno
beneficiato cronisti-scrittori, ancora prima della pubblicazione dei loro libri e testate web. Una
settimana fa Il Fatto Nisseno, uno dei siti favoriti, ha cancellato un'intervista di Michele Costa (il
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figlio del procuratore ucciso a Palermo nel 1980) che manifestava perplessit sull'opportunit che
Montante - sott'inchiesta - mantenesse le sue cariche.

L'intervista sparita nella notte "dopo devastanti pressioni". Un altro clamoroso caso riguarda un
contratto di collaborazione per due anni - 1.300 euro al mese - che Confindustria Centro Sicilia
(sempre Montante presidente) ha firmato con il responsabile delle pagine di Caltanissetta de Il
Giornale di Sicilia. Tutti episodi, quelli citati, che hanno spinto l'Ordine dei giornalisti ad aprire
un'indagine conoscitiva.

UN ALTRO PALADINO
Oltre ad Antonello Montante, c' un altro campione dell'antimafia a Caltanissetta. Si chiama
Massimo Romano, socio e amico del Cavaliere, il proprietario di 34 supermercati sparsi per la
Sicilia e, qualche anno fa, era gi finito nelle pieghe di un'indagine sui "pizzini" di Bernardo
Provenzano molto interessato alla grande distribuzione. Romano da molto tempo siede a tavoli
istituzionali con questori e prefetti, il presidente del Confidi (un consorzio che cede prestiti a
piccole e medie imprese) e il suo nome scivolato in un'operazione antimafia dove il fratello
Vincenzo - secondo il giudizio dei magistrati - l'avrebbe tenuto fuori dalla faccenda delle
estorsioni "per preservarlo da possibili negative conseguenze sia di immagine che di carattere
giudiziario". Il doppio volto di Caltanissetta zona franca per la legalit.
L'IMPASTO
C' promiscuit fra investigatori e magistrati e l'indagato di mafia Montante. A Roma e in Sicilia. A
Caltanissetta - visti i suoi rapporti intensi con Angelino Alfano che poi l'ha designato anche
all'Agenzia dei beni confiscati - Antonello Montante riuscito, il 21 ottobre del 2013, a far
presiedere al ministro dell'Interno il comitato nazionale per l'ordine pubblico e sicurezza. Un
organismo che, solo in casi straordinari, si riunisce lontano da Roma. In Sicilia non accadeva dai
tempi delle stragi di Falcone e Borsellino. Perch la scelta di Caltanissetta? Per farla diventare
quella che non mai stata, cio una roccaforte dell'antimafia.
In Sicilia e a Caltanissetta c' una vicinanza molesta fra imprenditori e rappresentanti dello Stato (si
racconta di questori che si trasformano in tappetini al cospetto di Montante, di prefetti che hanno
ricevuto esagerate regalie), ci sono investigatori che si fanno assumere parenti e amiche dalla
cordata ( il caso di un ufficiale della Dia e di un maggiore della Finanza), ci sono uomini dei
servizi segreti che sguazzano allegramente nell'ambiente "antimafioso", c' una prossimit
imbarazzante con molte toghe. Tanto evidente che ha portato il nuovo presidente dell'Associazione
nazionale magistrati Fernando Asaro a invitare i suoi colleghi "a una ineludibile concreta distanza
da centri di potere economici ". Pi chiaro di cos.
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/23/news/il_grande_inganno_dell_antimafia_siciliana_cos
_l_eroe_della_legalit_mette_le_mani_sull_expo-107966853/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_23-022015

17 FEBBRAIO 2015
La provocazione di Montante: "Burocrazia peggio della mafia, il pizzo si paga con un conto in
nero"
Le immagini si riferiscono all'incontro del 25 febbraio 2014 a Catania tra Confindustria e la giunta
comunale di Enzo Bianco nel corso del quale il presidente dell'associazione siciliana degli
industriali Antonello Montante attualmente indagato per presunti contatti con i boss - parla a
16

lungo di mafia e burocrazia, asserendo che quest'ultima pi dannosa della mafia. E che il pizzo si
pu pagare con un conto in nero (Immagini di Angelo Capuano)
LEGGI SU PALERMO.REPUBBLICA.IT
Soldi da Montante ai giornalisti, indaga l'Ordine
Montante coinvolto in due inchieste per mafia lascia i Beni confiscati
Montante, il paladino antimafia sotto inchiesta per contatti con i boss
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA PER I
BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende
dall'incarico dopo le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a
Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".
Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale
dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.

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"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_montante_lascia_l_agenzia_per_i_beni
_confiscati-107198186/

MONTANTE, L'INDUSTRIALE PALADINO DELL'ANTIMAFIA SOTTO INCHIESTA IN


SICILIA PER MAFIA
Leader in ascesa, presidente degli imprenditori siciliani, delegato per la legalit di Confindustria
Ora per tre pentiti lo accusano. E dal suo passato spuntano fuori amicizie compromettenti
di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO

C' UN pezzo grosso dell'Antimafia dell'ultima ora che finito sotto inchiesta per mafia. uno dei
volti nuovi dell'Italia che combatte i boss, ha rapporti stretti con pi di un ministro e con tanti
prefetti, il presidente degli industriali siciliani e il delegato per la "legalit" di Confindustria. Ci
sono alcuni pentiti che parlano di lui e delle sue "pericolose frequentazioni". Come si chiuder
questa vicenda - se c' solo fumo o anche molto arrosto - nessuno ancora lo pu dire, di sicuro
per Antonello Montante, uno dei cosiddetti paladini delle battaglie antimafia pi recenti (troppo
recenti, maligna qualcuno) al momento indagato per reati di mafia alla procura della repubblica di
Caltanissetta. All'anagrafe registrato come Antonio Calogero Montante, ha 52 anni, un siciliano
di Serradifalco, provincia di Caltanissetta - dove anche presidente della locale Camera di
Commercio - ed stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2008. a capo di un impero nato negli
anni '20 del secolo scorso con una fabbrica di biciclette, fondatore della "Msa", Mediterr Shock
Absorbers Spa, azienda di progettazione e produzione di ammortizzatori per veicoli industriali
presente in tutto il mondo.
Su di lui c' l'inchiesta di Caltanissetta e poi ce n' un'altra a Catania, su una denuncia presentata nei
mesi scorsi. Indagini blindatissime, sia per il "peso" del personaggio coinvolto sia per gli effetti che
le stesse indagini potrebbero provocare. Per esempio, dal 20 gennaio 2015, il governo - su
proposta del ministero dell'Interno - ha designato Montante componente dell'Agenzia dei beni
confiscati. Una postazione strategica, l si decide il destino di patrimoni sporchi per miliardi di euro.
L'inchiesta nella prima fase e nessuno nelle condizioni di prevedere dove potrebbe portare, ma
fra le pieghe di questa storia ci sono gi tutte le incoerenze di un'antimafia di fresca nascita - con
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patenti rilasciate con assai disinvoltura - e il paradosso tutto italiano di come si possa
tranquillamente navigare da una sponda all'altra senza incertezze e contraccolpi.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/09/news/montante_l_industriale_paladino_dell_antima
fia_sotto_inchiesta_in_sicilia_per_mafia-106867246/
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA
PER I BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende dall'incarico dopo
le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".
Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale
dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.
"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
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che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_mont
ante_lascia_l_agenzia_per_i_beni_confiscati-107198186/
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/il-grande-inganno-dellantimafia.html
ANTONELLO
MONTANTE,
BATTAGLIE
(IGNORATE),
DENUNCE
(DIMENTICATE) DI MINISTRI E MAGISTRATI E PAROLE (CALATE) DEI
PENTITI
13 FEBBRAIO 2015

Il presidente di Confindustria Sicilia e delegato di Confindustria nazionale sui temi della


legalit Antonello Montante sarebbe accusato da alcuni pentiti di essere in contatto o vicino a
mafiosi o ad ambienti mafiosi, dai quali avrebbe ricevuto favori ricambiati.
Ora, specificato che la magistratura (di Caltanissetta e Catania che starebbero indagando) far il suo
corso (sul quale non mi permetto di fare appunti), specificato che non mi permetto neppure di
giudicare il lavoro dei giornalisti che hanno scritto della vicenda, specificato che dei pentiti (in
generale) mi fido da sempre quanto un piranha negli slip e quando ne ho trattato me ne sono dovuto
pentire giurando a me stesso che si fottessero tutti, ricordato che nessuno come i siciliani e i
calabresi specializzato in tragediate (altres chiamate carrette), specificato che non compete a
me prendere le difese di Antonello Montante (e infatti non le prendo perch lo fa da solo e/o con i
suoi avvocati), sottolineato che fino a che ci sar democrazia e libert di opinione, stampa, giudizio,
parola e informazione, continuer a ragionare con il mio cervello senza guardare in faccia a
nessuno, vi sottopongo, o cari lettori di questo umile e umido blog, un mero contributo di riflessioni
ad una vicenda nelle mani sacrosante della magistratura.
1) Complimenti vivissimi alle menti raffinatissime che, da alcuni mesi, stanno distillando le fughe
di notizie sulla (o sulle) indagini e/o procedimenti penali aperti nei confronti di Montante. Gli
ambienti investigativi e giudiziari, pronti, senza scrupoli e contravvenendo ai principi costituzionali
e a quelli scritti sulla Carta europea dei diritti dellUomo, a indagare i giornalisti per concussione
(avete letto bene, con pene che arrivano a 7 anni di reclusione) quando danno liberamente conto di
procedimenti o indagini a loro sgradite, sono invece rapidissimi nellallungare la manina (a chi
vogliono) con informazioni a orologeria a qualcuno congeniali. Perch vedete, sia che si tratti di
una bufala accusatoria montata ad arte (dai pentiti suddetti che ovviamente rappresenterebbero il
braccio e non certo la mente), sia che si tratti di un filone propizio per fare luce su presunti legami
impropri tra mafia e antimafia, queste fughe di notizie su indagini definite dai giornali blindatissime
(come? Blindatissime? Pensa te se non lo erano) sono state studiate a tavolino. Sono mesi, infatti,
che si assiste ad un distillato di voci e sussurri su Montante.
2) Un risultato immediato, le menti raffinatissime che hanno cantato, lhanno raggiunto: infliggere
un colpo durissimo allantimafia. Non mi riferisco a quella dei nomi ma a quella dei fatti e dei gesti.
Ebbene, mi domando e vi domando: con quale forza e spirito in Sicilia e al Sud (ma non solo) gli
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imprenditori vessati dalle mafie continueranno a bussare alle porte delle forze dellordine e della
stessa Confindustria per denunciare i propri maledetti carnefici mafiosi? Credetemi anche in questo
caso: proprio questo il momento pi propizio. Denunciate la mafia, perch merda. Non solo
quella fatta da picciotti e capibastone ma, soprattutto, quella fatta di intelligenze al servizio del
male. Chi denuncia sempre libero e ora pi che mai, sono convinto, Forze dellOrdine e
Confindustrie locali sono pronte ad accogliere e seminare legalit.
3) Ricordo che Francesco Cossiga chiamava il sindaco di Palermo Leoluca Orlando,Leoluca
Orlando Cascio. Lo stesso Cossiga, che ovviamente era perennemente coperto da immunit
parlamentare e/o presidenziale, nel corso di una trasmissione televisiva con Giuliano Ferrara, pi di
20 anni or sono, spieg che nella prima relazione di minoranza della Commissione Antimafia degli
anni 70, firmata dalla vittima della mafia, onorevole Pio La Torre, ammazzato nel 1982, il padre
dellallora onorevole Leoluca Orlando (Cascio), celebre notabile Dc, era definito il collegamento tra
la politici ed ambienti salottieri palermitani del dopoguerra dove era facile che bianco e nero si
mischiassero.
Quando, oltre 20 anni fa, conobbi Leoluca, che non ricorreva mai al doppio cognome (Orlando
Cascio), di tutto mi preoccupai tranne che di giudicarlo dalle gesta di suo padre. Ammesso e non
concesso che fossero nebulose. Un uomo politico la stessa cosa, sublimata da poche settimane da
un elezione, si pu dire per la famiglia Mattarella, di cui un membro diventato Presidente della
Repubblica alla luce del sole e dellombra, visti gli attacchi rivolti ai presunti trascorsi paterni lo
giudico dal momento e nel momento in cui fa politica, cio si prende cura di una collettivit
amministrata. Il suo passato mi interessa ma solo se serve per dimostrare nel presente e per il futuro,
coerenza con i principi e i valori nei quali io personalmente sono stato cresciuto e che insegno ai
miei due figli. Se quei valori sono contraddetti (onest, probit, lealt, legalit, incorruttibilit,
rispetto dei diritti e della legge e via di questo passo) me ne fotto di passato, presente e futuro.
Bene. Mutatis mutandis, lo stesso discorso vale per chi si oppone alla mafia tra gli imprenditori che
( il caso di Montante) ricoprono anche fondamentali ruoli associazionistici.
Da quando io lho conosciuto (otto anni or sono inizi la battaglia confindustriale per letica
dimpresa e la rivolta alla mafia prima proprio a Caltanissetta e poi su per li rami in tutta Italia) i
comportamenti e il rigore di Montante mi sono apparsi conseguenziali a valori di dura opposizione
alleconomia criminale e alla mafia sociale, che scorre a fiumi nelle varie stanze dei bottoni di una
classe dirigente sempre pi corrotta. Inutile ricordare le prese di posizione (tutti dobbiamo ricordare
che proprio la parola il primo nemico della mafia, fondata non a caso sullomert) ma gli atti s: le
espulsioni dei mafiosi o dei presunti mafiosi dalle associazioni, i commissariamenti mai osati prima
di alcune Confindustrie locali (do you remember Reggio Calabria?), i protocolli dintesa visti e
rivisti per renderli non chiacchere (di solito lo sono) ma concreti, lazione di rinnovamento nelle
associazioni (comprese quelle camerali, o sono anche quelle frutto di comparaggio?), lobbligo di
white list negli appalti pubblici, le zone franche per attirare INVESTIMENTI nelle province
palermitane e nissene, la legalit al centro dellazione degli industriali, il rating di legalit per le
imprese nei confronti delle banche e degli enti appaltatori, il sostegno a quella magistratura che
finalmente ha deciso di usare il lanciafiamme contro le mafie e i sistemi criminali, le costituzioni di
Confindustria (proprio a Caltanissetta e poi ovunque) come parte civile nei processi per mafia e la
durissima lotta in Sicilia (poi ci torno) contro quei centri di potere massonico deviato/mafioso che
erano le aree di sviluppo industriale.
Figuriamoci se, quando lho saputo, potevo e posso giudicare le azioni di Montante per il fatto che
quando aveva 17 anni un suo testimone di nozze, venti anni dopo il matrimonio o gi di l, da
incensurato passer ad essere noto alla Giustizia, come suo padre che morir poi suicida in carcere
nel 1992. Chi senza peccato, scagli il primo testimone.
4) C chi, in questi giorni, si sta prodigando per srotolare dietrologie a giustificazione delle
presunte dichiarazioni (da riscontrare o pera della magistratura alla quale ci rimettiamo) dei pentiti
(1, 5, 10, 100, boh!) contro Montante. E perch stato nominato dal Governo nella inutile (finora)
Agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie! E perch il movimento antimafia si sempre
spaccato su tutto in Sicilia e dunque il risultato di una guerra intestina (ma intestina a chi?)! E
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perch chi troppo vuole nulla stringe e, tranne la carica di sindaco, a Caltanissetta e a Roma ormai
lui pi di un papa! E perch queste cose entrano in campo mentre si giocava (ma si gioca tuttora)
la partita per occupare la poltrona di capo della Procura di Palermo! E perch amico di potenti
troppo potenti in tutti i campi: dalla politica alla magistratura! E cos o cos, lascio che ciascuno
dica la propria (rispetto tutti a maggior ragione, e lo dico in generale, quando non sono daccordo).
Io aborro la dietrologia e faccio, umilmente, riferimento ad un fatto, che sar senza dubbio una
coincidenza.
Se ho ben capito il capataz degli accusatori sarebbe tal Salvatore Dario Di Francesco, che nellarea
di sviluppo industriale di Caltanissetta prestava lavoro.
Bene. Leggete quel che denunciarono il 5 giugno 2014 anche (e sottolineo anche) in Commissione
parlamentare antimafia Montante e Ivanhoe Lo Bello (vicepresidente nazionale di Confindustria) a
proposito delle Asi siciliane e non solo: ci troviamo, in Sicilia, in una situazione complessa, che
riguarda voglio portarla allattenzione della Commissione antimafia il ruolo dei consorzi di
sviluppo industriale, che hanno dimostrato nel tempo di essere un luogo di presenza capillare e
diffusa di criminalit mafiosa. Oggi la regione ha riportato al centro i consorzi, ma il presidente dei
consorzi Asi, oggi Irsap, oggetto di continue intimidazioni. Peraltro, da tempo ha avuto un
aumento della scorta, il secondo livello, ed costantemente attaccato da tanti soggetti con minacce
significative, su cui voglio richiamare lattenzione della Commissione antimafia. Mi riservo anche
di fare arrivare alla Commissione antimafia della documentazione sui temi dei consorzi di sviluppo
industriale, tema centralissimo anche nelle dinamiche nel rapporto tra cattiva impresa e sistema
mafioso (Lo Bello).
Abbiamo divulgato una cultura di impresa nuova, sostenendo che forse era il caso di cambiare
rotta, considerato che nel 2005 e nel 2007 i presidenti delle Confindustrie siciliane erano stati tutti
indagati o arrestati per lo stesso problema, Palermo, Caltanissetta, Enna. Il problema del consorzio
Asi si conosceva, ma non era emerso.
Ha parlato il mio collega dei consorzi Asi, che andavano oltre ogni immaginazione. Erano luoghi,
come le indagini e le condanne dimostrano, in cui le organizzazioni si riunivano. unanomalia
tutta nostra, tutta siciliana o del Mezzogiorno dItalia. Erano cose pazzesche.
Ricordiamo che e un imprenditore del nord, che doveva realizzare un opificio industriale,
presidente, chiedeva lautorizzazione al comune dappartenenza, chiedendo la concessione Pag.
17edilizia per costruirlo. Parlo della Sicilia, ma possiamo anche parlare della Calabria e di altri
luoghi. In Sicilia non era cos. Bisognava andare prima al comune di appartenenza, chiedere
lautorizzazione alla costruzione dellopificio, parlare con tutta la commissione edilizia, senza
dimenticare nessuno, con lingegnere capo, ma non finiva l.
Serviva il nulla osta del consorzio dellarea sviluppo industriale, un ente appaltante in
contrapposizione al comune dappartenenza. Allinterno del consorzio Asi cerano un presidente, un
direttore generale, un ingegnere capo e una struttura infinita. Non lo ha citato Lo Bello, che ha fatto
grandi cose, ma lascia il ruolo a me e mi fa fare bella figura, quindi racconto io che in una due
diligence sempre a due abbiamo verificato che allinterno dei consorzi ASI cerano insediate anche
30 aziende e il consiglio dammissione dello stesso consorzio era di 70 unit.
In Sicilia, ad esempio, il numero degli amministratori dei consorzi Asi era un totale di 800 persone,
con circa 500 aziende insediate, quindi non questo il problema. Oggi abbiamo copiato modello
nazionale virtuoso. In realt, lo ha fatto chi ha proposto la legge, in parte anche noi, e oggi un
gruppo dirigente non sostituito da un altro gruppo dirigente: si sostituito quel modello e 800
persone sono sostituite da 5. Questo si verificato.
Non vi ho detto cosa fossero i consorzi Asi dentro le Asi stesse, queste aree industriali: dei
condomni. Ho aziende da decenni al nord: ci si apre unazienda in unarea a destinazione
industriale e si chiede lautorizzazione solo al comune. Poi c da versare ogni mese una quota per il
giardinaggio esterno. Questo un condominio, non con 30 aziende, bens con 500 insediate.
I consorziati servivano, quindi, a controllare le aziende e poi diventavano i luoghi parlo di
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inchieste e di condanne che vediamo ogni giorno dove si incontravano i capimafia, non di
nascosto, niente di segretato, bens ufficialmente proprio l nei consorzi. Facevano, quindi, riunioni
con la mafia.
Non affidavano i terreni a veri imprenditori, ma a quelli a cui serviva il terreno, lo regalavano. Sono
attive inchieste anche a Palermo, a Catania, a Caltanissetta, ad Agrigento. Non ne parliamo. Parlo,
naturalmente, sempre della Sicilia.
Lattuale presidente Cicero stato oggetto, e la notizia pubblica, di inquietanti attentati. Gli stessi
procuratori hanno sentito lesigenza di esternarlo in maniera forte ricorrendo allattivit mediatica.
Questo signore o questi signori vivano in uno stato di guerra vera.
Parliamo di ordigni, di commandi interi, sei persone, fortunatamente tutte fotografate, che arrivano
con un mezzo perch volevano caricarlo o ammazzarlo. Fortunatamente, sono stati beccati dalle
telecamere e quindi stato sventato tutto. Non stiamo parlando, quindi, di fantasie, ma di cose serie.
Queste sono le cose pi grosse, poi ce sono si minori.
saltato un sistema. Oggi le aree industriali danno a chi ha un progetto e anche subito. Oggi non ci
sono pi le consulenze, i vitalizi, non c spartizione politica e questo, naturalmente, ha fatto saltare
i nervi. Oggi quellorganizzazione non controlla pi le aziende, e quindi non sa a chi chiedere il
pizzo e a chi non chiederlo. Questo saltato.
Questo ci che fa Confindustria. Ho iniziato a dire che non siamo unassociazione antiracket, ma
che dobbiamo dire al nostro associato che non gli conviene un certo comportamento. Se si in un
sistema malato, prima o poi si finisce come in quella due diligence mia e di Lo Bello, per cui dopo
venti o trentanni si crolla o lo Stato arriva e sequestra lazienda o la sequestra la mafia o ti
ammazzano comunque per strada. Penso che in parte ci siamo riusciti. Il problema culturale,
presidente, non di azioni o di legge, ma un problema per cui bisogna comunque un po ancora
forse aspettare (Montante).
5) Il 24 gennaio 2015 il presidente della Corte di appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, in
apertura di anno giudiziario dir: ci sono ancora boss che impartiscono ordini dal carcere e che
continuano a mantenere e ad esercitare il loro antico potere. Il periodo preso in esame, stato
caratterizzato da intimidazioni, minacce, insinuazioni e delegittimazioni varie rivolte a magistrati,
funzionari pubblici e rappresentanti di organizzazioni private, specie quelli pi esposti sul campo
dellantimafia e della lotta allillegalit.
Si tratta di segnali che sembrano manifestare un parziale cambiamento della strategia fin qui
perseguita del cosiddetto inabissamento a favore della scelta di una maggiore visibilit anche
mediatica dellinsofferenza sempre pi crescente verso lazione di contrasto che tuttora condotta
dallo Stato e che trova ladesione in alcuni protagonisti di unimprenditoria libera e illuminata.
In tal senso, da parte degli investigatori, sono stati interpretati gli attacchi contro i nuovi vertici
confindustriali siciliani e nisseni, spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e
del discredito mediatico, e laccentuata campagna di delegittimazione condotta a tutto campo contro
vari protagonisti dellantimafia operativa, mirati a riprodurre una strategia della tensione che
potrebbe tradursi in azioni eclatanti. Su tale linea strategica sembrano porsi i due avvertimenti,
uno dei quali consumato a Caltanissetta, posti in essere contro il Presidente dellIrsap.
La domanda sorge spontanea: impazzito il procuratore generale che parla di imprenditoria libera
e illuminatadi intimidazioni, minacce, insinuazioni, delegittimazioni, metodi subdoli e discrediti
mediatici in corso nei confronti anche dei vertici confindustriali nisseni e siciliani oppure i pentiti?
Non dico tanto ma se avessi ricevuto io la soffiata sulle presunte indagini su Montante (a quando Lo
Bello?) questa domanda me la sarei fatta e quantomeno avrei tenuto acceso il fal del dubbio.
6) Gi perch, guardate voi come corta la memoria, il 21 ottobre 2013, a Caltanissetta, ci fu una
riunione straordinaria del Comitato nazionale per lordine pubblico per fronteggiare il rischio di
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nuovi attentati di cui nessuno, i questi giorni, si ricordato. Senzaltro le menti raffinatissime hanno
sperato nelloblio.
Mai come in quei mesi, le speranze di cambiamento, descritte sui media di tutto il mondo dopo la
decisione di Confindustria Sicilia prima e Confindustria nazionale poi di mettere allangolo gli
imprenditori che non denunciavano pizzo e mafie, apparivano lontane, sotto assedio e a rischio.
A Caltanissetta scesa in campo la squadra-Stato al massimo livello, dal Procuratore nazionale
antimafia ai vertici delle Forze dellordine, dai prefetti alle Dda, al Governo, disse il ministro
dellInterno Angelino Alfano, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse il rischio che Cosa nostra
alzi il tiro. Non possiamo escludere ha detto che questo sia lintendimento della mafia. Poi il
ministro ribad sostegno e vicinanza agli imprenditori, a cominciare da Montante e Lo Bello che si
sono ribellati al racket.
7) Ma attenzione ora ad unaltra data: il 17 settembre 2013, il Comune di Chianciano Terme
(Siena) mise sul proprio sito istituzionale foto e cronaca di un convegno sulle stragi di mafia del 92
che si era tenuto due giorni prima nella sala Fellini delle Terme e passato sotto drammatico silenzio
a livello nazionale. Anchesso passato nel dimenticatoio della stampa e dalla speranza di oblio delle
menti raffinatissime. in corso una campagna di delegittimazione da parte di centri di poteri
occulti dichiar in quelloccasione il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari che mirano a
screditare chi in Sicilia combatte con i fatti malaffare e mafia. Ci sono centri di potere, collegati
sicuramente con le organizzazioni mafiose, che utilizzando nuovi mezzi di comunicazione come
blog, social network o fantomatici giornali online e gettano sospetti e fango su chi lantimafia la fa
davvero, ovvero con i fatti. Hanno avviato una campagna di delegittimazione, oltre a proseguire con
gli avvertimenti. Continuano ad arrivare buste con proiettili, croci ed altri messaggi inquietanti.
8) Dunque eravamo a settembre 2013 e Lari, vale a dire il capo della Procura che ora con quella di
Catania starebbe indagando su Montante, un anno e mezzo fa parlava di centri di potere che
ordiscono campagne di delegittimazione e discriminazione utilizzando ogni mezzo possibile e
immaginabile. Certo, non cerano nomi e cognomi maLari, un mese dopo quelle frasi, a ottobre,
sar alla riunione del Comitato per lordine pubblico e la sicurezza, con un ministro dellInterno che
invece fece i nomi di coloro che si erano ribellati al racket, a partire (i nomi li ha fatti Alfano, non io
o voi) da Lo Bello eMontante. E poche settimane fa, un procuratore generale, Cardinale, metter in
fila gli avvenimenti senza peli sulla lingua. Due pi due fa ancora quattro?
Di questo incontro a Chianciano Terme, a parte le cronache locali toscane e siciliane, la grande
stampa si disinteress, perch un annuncio di morte non una notizia. Quelle che sgorgano dalle
menti raffinatissime che, ripeto, siano fondate o meno si.
Le mafie hanno memoria lunga e non basta una vita per cancellarla.
Tifo, come sempre, per la Giustizia e spero, nel nome dellItalia onesta nella quale senza se e senza
ma mi riconosco, di sapere prestissimo la verit. I miei principi non cambieranno. Ne usciranno
rafforzati.
r.galullo@ilsole24ore.com

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/13/antonello-montante-battaglie-ignorate-denunce-dimenticate-di-ministri-e-magistrati-e-parole-calate-dei-pentiti/

A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE


http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2015/02/blog-post_17.html
MONTANTE, CONFINDUSTRIA E LA FINE (IN)NATURALE E MORTALE
DELLA LUNGA CORSA ALLA DELEGITTIMAZIONE
17 FEBBRAIO 2015

Ho sempre creduto nel dubbio. Lo considero il principale pregio di un giornalista. Solo il dubbio,
infatti, consente di scavare nelle verit che, a piene mani, vengono scaraventate addosso alla nostra
categoria.

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Le verit della magistratura, la verit dei partiti, la verit della politica, la verit dei pentiti, quella
dei pentiti che si pentono di essersi pentiti e poi magari si ripentono, la verit degli imprenditori che
si abbeverano alla mangiatoia pubblica e sono poi i primi a chiedere pi mercato, la verit dei
giornalisti schierati oppure quella della quota parte di classe dirigente marcia che governa questo
Paese.
Non ho mai creduto alle verit come appaiono, quelle che Giuseppe Lombardo, pm della Dda di
Reggio Calabria chiama le mezze verit. Quelle pronte da bere come la Milano dei bei (!) tempi
che furono. Non crediate sia facile non credere alle mezze verit: si pagano prezzi altissimi.
Il legittimo dubbio ha fatto ritenere ad una parte della stampa che il presidente di Confindustria
Sicilia, Antonello Montante sia o possa essere effettivamente quel losco figuro che viene (o
verrebbe) dipinto da alcuni pentiti di Cosa nostra gestiti, non senza colpi di scena in fase di
evoluzione, tra la Procura di Caltanissetta e quella di Catania.
Nulla quaestio. Sar la magistratura a tentare di provare cosa c di vero, cosa c di falso, ma
soprattutto cosa c in quel mondo di sopra che a Roma stanno ancora aspettando di scoprire,
mentre in Sicilia, cos come in Calabria, in piena evoluzione da decenni, come del resto sa chi,
come lattuale procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, quasi 20 anni fa prov a
dimostrare, senza successo, la realt dei sistemi criminali che corrono ben oltre un criminale
mafioso. Toccher, eventualmente, ad un aula di Tribunale giudicare fino a eventuale terzo grado.
Il dubbio, amico di penna (ormai si pu dire di mouse e pc) mi spinge a continuare a scrivere del
caso Montante proprio ora che toccher alla magistratura spegnere il ventilatore che, dopo essersi
acceso mediaticamente, da qualche giorno sembra in pausa. Come? Chiudendo presto le indagini
(a meno che una fila di batteria non moltiplichi i 180 giorni a disposizione di ciascuno per
raccontare la propria verit e allora la graticola girer a lungo con buona pace della Giustizia).
Sono fatto cos. Quando gli altri parlano taccio. Quando gli altri tacciono, scrivo. Non mi
interessa prendere parte a contese sulla pelle dellantimafia (ho gi scritto e detto che non sta a me
difendere Montante) ma provare a capire fino in fondo esercitando e sublimando larte del dubbio
(si veda anche link a fondo pagina con precedente articolo) .
E cos il dubbio mi porta a scavare in una parola: delegittimazione, che declino in alcune delle
varianti possibili in quel della provincia nissena.
Forse abbiamo perso di vista un fatto apparentemente secondario ma invece di primaria importanza.
Questa vicenda nasce nella culla di Cosa nostra, quel vallone nisseno dal quale nobiluomini
(spero si arguisca lironia) quali Giuseppe Genco Russo e Calogero Vizzini dettavano legge alla
Sicilia intera e apparecchiavano la tavola (rectius: le battigie) agli alleati ammerrecani.
In altre parole, come si direbbe nella mia amata Roma, quando voi eravate ancora sugli alberi, noi
eravamo gi froci, che tradotto vuol dire: a Cosa nostra nissena nessuno pu insegnare nulla.
E nessuno, dunque, pu dimenticare che nel 2007, subito dopo lapprovazione del codice etico, la
sede di Confindustria di Caltanissetta (proprio laddove nacque la rivolta contro i prenditori, in
casa propria, nella classe industriale siciliana) fu rivoltata come un calzino per leggere (e
fotocopiare e duplicare?) atti e documenti anche riservati. Guarda tu la vita, proprio quando, nei
tempi in cui la rivolta suonava, alcuni notabili dellassociazionismo e della vita economica nissena
erano dediti a profondissime e minuziose attivit di dossieraggio ad uso di capi mafia dal colletto
bianco e dallanima nera.
Non ricordavo a memoria per riportarlo alla mente ho dovuto ricomporre le tessere di un puzzle
che ho ricostruito anche grazie a quella potenziale fonte che Internet che in questi anni, ogni
qual volta c stato un passo avanti decisivo della genia industriale e imprenditoriale che si mossa
allunisono (sarebbero dunque tutti potenziale amici di presunti amici dei mafiosi? La domanda a
me pare legittima) dietro a Lo Bello eMontante e al loro grido di rivolta contro lomert mafiosa (il
primo nemico di Cosa nostra la parola, dopo vengono, di conseguenza, gli atti), c stata una
reazione uguale e contraria a quella alla quale pare di assistere in questi giorni. Pare: come vedete
dubito.
Unescalation che non poteva portare (allepoca) a omicidi per un riflesso condizionato e per una
ragione pratica. Il riflesso condizionato risiede nel fatto che ai pupi di Cosa nostra manovrati dalle
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menti raffinate sembrava impossibile ricevere un no a richieste che fino a quel momento non
potevano essere rifiutate (pizzo e protezione) e che addirittura sfociava in denunce in sede penale
degli affamatori aguzzini. Che succede? si saranno chiesti pupi e pupari.
La ragione pratica che uccidere chi si opponeva a Cosa nostra tra gli imprenditori era difficile: le
scorte, che talvolta sono messe a protezione degli inutili, questa volta erano messe a disposizione di
qualcuno utile alla causa di civilt sociale ed economica.
Bisognava fare, dunque, troppo rumore. Meglio lanciare la scia lunghissima e distillata della
delegittimazione.
Volete due-esempi-due dellescalation diffamatoria e delegittimante di questi anni? Quando
limprenditore che opera nel settore dellambiente Giuseppe Catanzaro, attuale numero 2 di
Confindustria Sicilia, denunci ad Agrigento i suoi carnefici, part la crociata non contro si badi
bene le sue battaglie ma contro il suo passato e le presunte ombre che lo avvolgevano. Quella scia
non si ancora spenta.
Lo schema mutatis mutandis si ripropose con Ivanhoe Lo Bello, attuale vicepresidente
nazionale di Confindustria, che nel 2010, stufo della cappa di omert e ipocrisia che gravava (e
grava oggi pi di ieri) su Catania, scoperchi anche con unintervista al Corriere della Sera il
maleodorante pentolone delle aree industriali, del movimento terra, dei trasporti e delledilizia. A
Palermo ci furono, in manifestazioni pubbliche, slogan, cori e striscioni contro colui il quale voleva
contribuire a cambiare, con i fatti, le cose. E i fatti (non le chiacchiere) dicono che fu Lo Bello a
mettere nero su bianco una frase sconcertate (non per chi, come me, segue levoluzione delle mafie)
nella nota riservata di Confindustria per il vertice nazionale della sicurezza svolto a Caltanissetta il
21 ottobre 2013 finita nelle mani del ministro dellInterno Angelino Alfano. Con riferimento ad un
settore nel quale oggi sono ancora in piena evoluzione le indagini della magistratura, (non lo cito
per non dare vantaggi a chi deve sentire invece il fiato sul collo della Giustizia) Lo Bello scrisse
testualmente e Montante controfirm, che il territorio della provincia di Catania ha un ruolo
ancora pi rilevante, in quanto Cosa nostra, ndrangheta e camorra lavorano congiuntamente e
regolano il mercato a livello nazionale. Precedevano e seguivano nomi e cognomi. Quella scia non
si ancora spenta.
Credo che la delegittimazione (lho scritto mille volte su questo umile e umido blog con
riferimento a tante altre vicende inquietanti) sia la culla della morte. Pi della morte fisica la
delegittimazione in grado di uccidere, perch colpisce il luogo di una vita: la purezza
dellanima.
Ma attenzione: quando la delegittimazione fallisce dopo aver usato, nella sua escalation, armi
estreme e radicali, quando non riesce nel proprio intento e quando la corsa non si pu arrestare, non
resta che la morte. Quella fisica. Quella che uccide un uomo per educare un popolo come, in Sicilia
e nel Sud, stato troppo spesso educato.
Non sono solo io a pensarlo. A meno che nella genia dei soggetti pericolosi dellantimafia parolaia
non rientri anche il presidente della Corte di appello di Caltanissetta, fu proprio lui, Salvatore
Cardinale, il 24 gennaio 2015, in apertura di anno giudiziario, ad affermare: in tal senso, da
parte degli investigatori, sono stati interpretati gli attacchi contro i nuovi vertici confindustriali
siciliani e nisseni, spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e del discredito
mediatico, e laccentuata campagna di delegittimazione condotta a tutto campo contro vari
protagonisti dellantimafia operativa, mirati a riprodurre una strategia della tensione che potrebbe
tradursi in azioni eclatanti. Su tale linea strategica sembrano porsi i due avvertimenti, uno dei
quali consumato a Caltanissetta, posti in essere contro il Presidente dellIrsap(Alfonso Cicero,
ndr).
Arrestate Montante, indagate Lo Bello, braccate Cicero, crocifiggete chi si schierato per
tornaconto con loro o fate lesatto contrario, smontate le accuse e riabilitate un corso ma, vi prego,
fatelo presto, e mi rivolgo alla magistratura, perch, senza Giustizia rapida, ci scapper il morto. Il
primo nome gi sulla lista. Per educare un popolo.
r.galullo@ilsole24ore.com
si legga anche http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/13/antonello-montante-battaglie-ignorate-denunce-dimenticate-di-ministri-e-magistrati-e-parole-calate-dei-pentiti/

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/17/montante-confindustria-e-la-fine-innaturale-e-mortale-della-lunga-corsa-alla-delegittimazione/

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IL GRANDE INGANNO DELL'ANTIMAFIA SICILIANA: COS L'EROE DELLA LEGALIT


METTE LE MANI SULL'EXPO

Montante, indagato assieme all'ex governatore Lombardo, condannato, sono i creatori di


Caltanissetta "zona franca" anti-pizzo. Tra collusioni e fiumi di soldi, tutti i paradossi di
un'impostura politica dietro la dittatura degli affari
dai nostri inviati ATTILIO BOLZONI E EMANUELE LAURIA
CALTANISSETTA - Lo sapevate che esiste una "zona franca della legalit" dove ci sono gli
abitanti pi buoni e pi onesti d'Italia? E lo sapevate che l'hanno fortemente voluta un governatore
condannato per mafia e un imprenditore indagato per mafia? Per capirne di pi bisogna andare a
Caltanissetta, quella che diventata la capitale dell'impostura siciliana.
Nella citt dove iniziata l'irresistibile ascesa del cavaliere Antonio Calogero Montante detto
Antonello, presidente di Confindustria Sicilia, presidente della locale Camera di commercio,
presidente di tutte le Camere di commercio dell'isola, consigliere per Banca d'Italia, delegato
nazionale di Confindustria (per la legalit, naturalmente) e membro dell'Agenzia nazionale dei beni
confiscati (unica carica dalla quale si al momento autosospeso per un'indagine a suo carico per
concorso esterno), si pu scoprire come in nome di una assai incerta antimafia si instaurata una
sorta di dittatura degli affari. Un califfato che si estende in tutta la Sicilia ma che nato qui, a
Caltanissetta, dove commistioni - e in alcuni casi connivenze - fra imprese e politica, impresa e
stampa, imprese e forze di polizia, imprese e magistratura, hanno ammorbato l'aria e fatto calare
una cappa irrespirabile sulla citt.
UNA FINZIONE SOFFOCANTE
In Sicilia tutto si fonda su due parole magiche: legalit e antimafia. una "legalit" costruita a
tavolino e un'"antimafia padronale" che copre operazioni politiche opache e favorisce gruppi di
interesse. Dopo la felice stagione iniziata con la "rivolta degli imprenditori" del 2007 guidata da
Ivan Lo Bello contro il racket, trasformismo e ingordigia hanno snaturato l'iniziale esperienza e una
consorteria si impadronita di tutto.
La "zona franca" l'ha pretesa la Confindustria siciliana di Montante, l'unico "partito" che nel
governo regionale siede ininterrottamente da sei anni con un proprio rappresentante. Quando
governatore era Raffaele Lombardo - il 2 maggio del 2012 - fu istituita con un atto ufficiale la
Provincia di Caltanissetta fu riconosciuta come "zona franca della legalit". L'obiettivo era quello di
concedere benefici fiscali alle aziende che "si oppongono alle richieste estorsive della criminalit
organizzata". Previsione di spesa: 50 milioni di euro.
Lombardo, che al momento della firma era gi indagato per reati di mafia, due mesi pi tardi si
dimesso e un anno dopo stato condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi. Un (presunto) amico
dei boss che concede agevolazioni a chi si batte contro il racket su richiesta di chi - Montante -
oggi a sua volta chiamato in causa da cinque pentiti per legami con le "famiglie". Trame di potere in
una Sicilia che non ha mai temuto il paradosso.

SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO


La Confindustria di Montante ormai ovunque. Guida l'Irsap, l'istituto che gestisce le aree
industriali siciliane, ha un peso decisivo nel business dei rifiuti e ora ha messo le mani sull'Expo.
Pochi giorni fa, l'assessore alle Attivit produttive Linda Vancheri, il rappresentante di
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Confindustria nella giunta di Rosario Crocetta, ha siglato una convenzione che assegna a
Unioncamere un pacchetto di interventi per due milioni di euro. Chi guida Unioncamere in Sicilia?
Antonello Montante. Sar lui, malgrado l'inchiesta per concorso esterno, a decidere quali
"eccellenze" siciliane del settore agro-alimentare dovranno figurare nella vetrina di Milano e in
undici stand fra porti e aeroporti dell'isola. Materia d'indagine per almeno due procure (Palermo e
Caltanissetta) e per Raffaele Cantone, il presidente dell'Authority contro la corruzione che, appena
il 16 gennaio scorso, ha annunciato che su Expo stato avviato "il pi grande controllo antimafia di
tutti i tempi".
MARKETING DI IMMAGINE
Una rete di interessi cos fitta protetta anche da una stampa a volte troppo compiacente con
Montante e i suoi amici. Al punto da proporre (l'ha fatto La Sicilia in un lungo articolo) la notizia di
una laurea honoris causa in Economia e Commercio riconosciuta dall'Universit "La Sapienza"
all'imprenditore. L'ateneo ha smentito il giorno dopo. Era falso.

Nelle sue molteplici vesti istituzionali Montante ha spesso offerto un "sostegno" a mezzi
d'informazione e singoli giornalisti. Da presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta ha
erogato una pioggia di contributi, sotto la voce "azione di marketing territoriale". Ne hanno
beneficiato cronisti-scrittori, ancora prima della pubblicazione dei loro libri e testate web. Una
settimana fa Il Fatto Nisseno, uno dei siti favoriti, ha cancellato un'intervista di Michele Costa (il
figlio del procuratore ucciso a Palermo nel 1980) che manifestava perplessit sull'opportunit che
Montante - sott'inchiesta - mantenesse le sue cariche.

L'intervista sparita nella notte "dopo devastanti pressioni". Un altro clamoroso caso riguarda un
contratto di collaborazione per due anni - 1.300 euro al mese - che Confindustria Centro Sicilia
(sempre Montante presidente) ha firmato con il responsabile delle pagine di Caltanissetta de Il
Giornale di Sicilia. Tutti episodi, quelli citati, che hanno spinto l'Ordine dei giornalisti ad aprire
un'indagine conoscitiva.

UN ALTRO PALADINO
Oltre ad Antonello Montante, c' un altro campione dell'antimafia a Caltanissetta. Si chiama
Massimo Romano, socio e amico del Cavaliere, il proprietario di 34 supermercati sparsi per la
Sicilia e, qualche anno fa, era gi finito nelle pieghe di un'indagine sui "pizzini" di Bernardo
Provenzano molto interessato alla grande distribuzione. Romano da molto tempo siede a tavoli
istituzionali con questori e prefetti, il presidente del Confidi (un consorzio che cede prestiti a
piccole e medie imprese) e il suo nome scivolato in un'operazione antimafia dove il fratello
Vincenzo - secondo il giudizio dei magistrati - l'avrebbe tenuto fuori dalla faccenda delle
estorsioni "per preservarlo da possibili negative conseguenze sia di immagine che di carattere
giudiziario". Il doppio volto di Caltanissetta zona franca per la legalit.
L'IMPASTO
C' promiscuit fra investigatori e magistrati e l'indagato di mafia Montante. A Roma e in Sicilia. A
Caltanissetta - visti i suoi rapporti intensi con Angelino Alfano che poi l'ha designato anche
all'Agenzia dei beni confiscati - Antonello Montante riuscito, il 21 ottobre del 2013, a far
presiedere al ministro dell'Interno il comitato nazionale per l'ordine pubblico e sicurezza. Un
organismo che, solo in casi straordinari, si riunisce lontano da Roma. In Sicilia non accadeva dai

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tempi delle stragi di Falcone e Borsellino. Perch la scelta di Caltanissetta? Per farla diventare
quella che non mai stata, cio una roccaforte dell'antimafia.
In Sicilia e a Caltanissetta c' una vicinanza molesta fra imprenditori e rappresentanti dello Stato (si
racconta di questori che si trasformano in tappetini al cospetto di Montante, di prefetti che hanno
ricevuto esagerate regalie), ci sono investigatori che si fanno assumere parenti e amiche dalla
cordata ( il caso di un ufficiale della Dia e di un maggiore della Finanza), ci sono uomini dei
servizi segreti che sguazzano allegramente nell'ambiente "antimafioso", c' una prossimit
imbarazzante con molte toghe. Tanto evidente che ha portato il nuovo presidente dell'Associazione
nazionale magistrati Fernando Asaro a invitare i suoi colleghi "a una ineludibile concreta distanza
da centri di potere economici ". Pi chiaro di cos.
http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/23/news/il_grande_inganno_dell_antimafia_siciliana_cos
_l_eroe_della_legalit_mette_le_mani_sull_expo-107966853/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_23-022015

17 FEBBRAIO 2015
La provocazione di Montante: "Burocrazia peggio della mafia, il pizzo si paga con un conto in
nero"
Le immagini si riferiscono all'incontro del 25 febbraio 2014 a Catania tra Confindustria e la giunta
comunale di Enzo Bianco nel corso del quale il presidente dell'associazione siciliana degli
industriali Antonello Montante attualmente indagato per presunti contatti con i boss - parla a
lungo di mafia e burocrazia, asserendo che quest'ultima pi dannosa della mafia. E che il pizzo si
pu pagare con un conto in nero (Immagini di Angelo Capuano)
LEGGI SU PALERMO.REPUBBLICA.IT
Soldi da Montante ai giornalisti, indaga l'Ordine
Montante coinvolto in due inchieste per mafia lascia i Beni confiscati
Montante, il paladino antimafia sotto inchiesta per contatti con i boss
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA PER I
BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende
dall'incarico dopo le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a
Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
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Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".
Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale
dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.
"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_montante_lascia_l_agenzia_per_i_beni
_confiscati-107198186/

MONTANTE, L'INDUSTRIALE PALADINO DELL'ANTIMAFIA SOTTO INCHIESTA IN


SICILIA PER MAFIA
Leader in ascesa, presidente degli imprenditori siciliani, delegato per la legalit di Confindustria
Ora per tre pentiti lo accusano. E dal suo passato spuntano fuori amicizie compromettenti
di ATTILIO BOLZONI e FRANCESCO VIVIANO

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C' UN pezzo grosso dell'Antimafia dell'ultima ora che finito sotto inchiesta per mafia. uno dei
volti nuovi dell'Italia che combatte i boss, ha rapporti stretti con pi di un ministro e con tanti
prefetti, il presidente degli industriali siciliani e il delegato per la "legalit" di Confindustria. Ci
sono alcuni pentiti che parlano di lui e delle sue "pericolose frequentazioni". Come si chiuder
questa vicenda - se c' solo fumo o anche molto arrosto - nessuno ancora lo pu dire, di sicuro
per Antonello Montante, uno dei cosiddetti paladini delle battaglie antimafia pi recenti (troppo
recenti, maligna qualcuno) al momento indagato per reati di mafia alla procura della repubblica di
Caltanissetta. All'anagrafe registrato come Antonio Calogero Montante, ha 52 anni, un siciliano
di Serradifalco, provincia di Caltanissetta - dove anche presidente della locale Camera di
Commercio - ed stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2008. a capo di un impero nato negli
anni '20 del secolo scorso con una fabbrica di biciclette, fondatore della "Msa", Mediterr Shock
Absorbers Spa, azienda di progettazione e produzione di ammortizzatori per veicoli industriali
presente in tutto il mondo.
Su di lui c' l'inchiesta di Caltanissetta e poi ce n' un'altra a Catania, su una denuncia presentata nei
mesi scorsi. Indagini blindatissime, sia per il "peso" del personaggio coinvolto sia per gli effetti che
le stesse indagini potrebbero provocare. Per esempio, dal 20 gennaio 2015, il governo - su
proposta del ministero dell'Interno - ha designato Montante componente dell'Agenzia dei beni
confiscati. Una postazione strategica, l si decide il destino di patrimoni sporchi per miliardi di euro.
L'inchiesta nella prima fase e nessuno nelle condizioni di prevedere dove potrebbe portare, ma
fra le pieghe di questa storia ci sono gi tutte le incoerenze di un'antimafia di fresca nascita - con
patenti rilasciate con assai disinvoltura - e il paradosso tutto italiano di come si possa
tranquillamente navigare da una sponda all'altra senza incertezze e contraccolpi.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/09/news/montante_l_industriale_paladino_dell_antima
fia_sotto_inchiesta_in_sicilia_per_mafia-106867246/
COINVOLTO IN DUE INCHIESTE PER MAFIA, MONTANTE LASCIA L'AGENZIA
PER I BENI CONFISCATI
Il delegato per la legalit di Confindustria, presidente dell'associazione in Sicilia, si sospende dall'incarico dopo
le notizie pubblicate da Repubblica delle indagini che lo riguardano a Caltanissetta e Catania.
di EMANUELE LAURIA

Antonello Montante lascia la carica di consigliere dell'Agenzia per i beni confiscati ai boss. Una
decisione sofferta. maturata solo nelle ultime ore, dopo un frenetico giro di consultazioni. Il
presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalit dell'associazione di viale
dell'Astronomia, si sospende dai vertici dell'Agenzia dopo le notizie, pubblicate da Repubblica, di
due inchieste per mafia, a Caltanissetta e Catania, che lo vedono coinvolto. A parlare di Montante
sono cinque pentiti, che raccontano di una vicinanza dell'imprenditore di Serradifalco
(Caltanissetta) con esponenti di spicco delle locali "famiglie".
Montante, in una nota, annuncia la sospensione dall'incarico nel direttivo dell'Agenzia presieduta
dal prefetto Umberto Postiglione e di cui fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Franco
Roberti. Negli ultimi giorni anche da ambienti confindustriali era giunta a Montante la
sollecitazione a compiere questo passo: una mossa che dovrebbe servire a placare le polemiche, in
attesa di sviluppi giudiziari.
Scrive il leader confindustriale: " per il profondo rispetto verso tutte le istituzioni, a partire da
magistratura e forze dellordine, che oggi, alla luce delle notizie che ho appreso dalla stampa,
seppure sconsigliato da tanti, ho deciso di autosospendermi dal consiglio direttivo dellAgenzia".

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Montante mantiene gli incarichi all'interno di Confindustria: il comitato di presidenza di viale


dell'Astronomia mercoled aveva ribadito la fiducia all'imprenditore, uno dei protagonisti nell'Isola
della rivolta degli industriali contro il racket: passaggio non scontato, che aveva fatto seguito al
sostegno offerto il giorno prima, a Palermo, dai vertici di Confindustria Sicilia, Ance Sicilia,
Piccola Industria e Giovani industriali dell'Isola.
Ma la questione centrale, ogni giorno di pi, era diventata la permanenza di Montante nel ruolo di
consigliere dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. "Montante si dovrebbe
dimettere? Non lo so, dipende da una sua sensibile valutazione ", aveva detto il prefetto Postiglione,
pur rimanendo prudente: "Nessuno colpevole fino a che non condannato n costretto a
dimettersi per legge".
In un silenzio sostanziale di quasi tutti i principali partiti, Sel, grillini e Rifondazione Comunista
avevano auspicato un passo indietro di Montante. L'autosospensione, in particolare, era stata chiesta
dal vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. Una decisione che Montante ha preso
stamattina.
"Mai avrei pensato scrive Montante di dovermi trovare un giorno in una situazione simile dopo
anni trascorsi in trincea, insieme a tanti altri imprenditori, sempre al fianco delle istituzioni. Anni
durante i quali un gruppo di giovani imprenditori siciliani ha preso coraggio e ha espulso dalla
propria associazione persone che avevano rivestito ruoli apicali negli organi associativi regionali e
che, come hanno sottolineato alti magistrati in occasioni pubbliche, grazie al metodo mafioso e a
protezioni politiche, avevano creato un sistema di potere di portata regionale se non nazionale. Anni
durante i quali abbiamo accompagnato decine di colleghi alla denuncia, sostenendoli anche nelle
aule di tribunale, anni in cui abbiamo sollecitato controlli antimafia preventivi, in alcuni casi mai
fatti prima, e ci siamo costituiti parte civile, insieme con tutte le associazioni aderenti a
Confindustria, in processi contro esponenti di spicco della criminalit organizzata".
Il presidente degli industriali siciliani parla anche dei collaboratori di giustizia che lo chiamano in
causa: "Le persone che vedo citate negli articoli giornalistici pubblicati in questi giorni - afferma
Montante - sono state da noi tutte denunciate e messe alla porta, cos come possibile leggere in
documenti pubblici consegnati in commissione Antimafia, in occasione dei Comitati per l'ordine e
la sicurezza pubblica e, comunque, a tutti gli organi antimafia del Paese. Lo abbiamo fatto subendo
minacce gravissime e mettendo a rischio la nostra vita. Tutto per affermare una rivoluzione
innanzitutto culturale"
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/13/news/coinvolto_in_due_inchieste_per_mafia_mont
ante_lascia_l_agenzia_per_i_beni_confiscati-107198186/

A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/il-grande-inganno-dellantimafia.html
ANTONELLO
MONTANTE,
BATTAGLIE
(IGNORATE),
DENUNCE
(DIMENTICATE) DI MINISTRI E MAGISTRATI E PAROLE (CALATE) DEI
PENTITI
13 FEBBRAIO 2015

Il presidente di Confindustria Sicilia e delegato di Confindustria nazionale sui temi della


legalit Antonello Montante sarebbe accusato da alcuni pentiti di essere in contatto o vicino a
mafiosi o ad ambienti mafiosi, dai quali avrebbe ricevuto favori ricambiati.
Ora, specificato che la magistratura (di Caltanissetta e Catania che starebbero indagando) far il suo
corso (sul quale non mi permetto di fare appunti), specificato che non mi permetto neppure di
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giudicare il lavoro dei giornalisti che hanno scritto della vicenda, specificato che dei pentiti (in
generale) mi fido da sempre quanto un piranha negli slip e quando ne ho trattato me ne sono dovuto
pentire giurando a me stesso che si fottessero tutti, ricordato che nessuno come i siciliani e i
calabresi specializzato in tragediate (altres chiamate carrette), specificato che non compete a
me prendere le difese di Antonello Montante (e infatti non le prendo perch lo fa da solo e/o con i
suoi avvocati), sottolineato che fino a che ci sar democrazia e libert di opinione, stampa, giudizio,
parola e informazione, continuer a ragionare con il mio cervello senza guardare in faccia a
nessuno, vi sottopongo, o cari lettori di questo umile e umido blog, un mero contributo di riflessioni
ad una vicenda nelle mani sacrosante della magistratura.
1) Complimenti vivissimi alle menti raffinatissime che, da alcuni mesi, stanno distillando le fughe
di notizie sulla (o sulle) indagini e/o procedimenti penali aperti nei confronti di Montante. Gli
ambienti investigativi e giudiziari, pronti, senza scrupoli e contravvenendo ai principi costituzionali
e a quelli scritti sulla Carta europea dei diritti dellUomo, a indagare i giornalisti per concussione
(avete letto bene, con pene che arrivano a 7 anni di reclusione) quando danno liberamente conto di
procedimenti o indagini a loro sgradite, sono invece rapidissimi nellallungare la manina (a chi
vogliono) con informazioni a orologeria a qualcuno congeniali. Perch vedete, sia che si tratti di
una bufala accusatoria montata ad arte (dai pentiti suddetti che ovviamente rappresenterebbero il
braccio e non certo la mente), sia che si tratti di un filone propizio per fare luce su presunti legami
impropri tra mafia e antimafia, queste fughe di notizie su indagini definite dai giornali blindatissime
(come? Blindatissime? Pensa te se non lo erano) sono state studiate a tavolino. Sono mesi, infatti,
che si assiste ad un distillato di voci e sussurri su Montante.
2) Un risultato immediato, le menti raffinatissime che hanno cantato, lhanno raggiunto: infliggere
un colpo durissimo allantimafia. Non mi riferisco a quella dei nomi ma a quella dei fatti e dei gesti.
Ebbene, mi domando e vi domando: con quale forza e spirito in Sicilia e al Sud (ma non solo) gli
imprenditori vessati dalle mafie continueranno a bussare alle porte delle forze dellordine e della
stessa Confindustria per denunciare i propri maledetti carnefici mafiosi? Credetemi anche in questo
caso: proprio questo il momento pi propizio. Denunciate la mafia, perch merda. Non solo
quella fatta da picciotti e capibastone ma, soprattutto, quella fatta di intelligenze al servizio del
male. Chi denuncia sempre libero e ora pi che mai, sono convinto, Forze dellOrdine e
Confindustrie locali sono pronte ad accogliere e seminare legalit.
3) Ricordo che Francesco Cossiga chiamava il sindaco di Palermo Leoluca Orlando,Leoluca
Orlando Cascio. Lo stesso Cossiga, che ovviamente era perennemente coperto da immunit
parlamentare e/o presidenziale, nel corso di una trasmissione televisiva con Giuliano Ferrara, pi di
20 anni or sono, spieg che nella prima relazione di minoranza della Commissione Antimafia degli
anni 70, firmata dalla vittima della mafia, onorevole Pio La Torre, ammazzato nel 1982, il padre
dellallora onorevole Leoluca Orlando (Cascio), celebre notabile Dc, era definito il collegamento tra
la politici ed ambienti salottieri palermitani del dopoguerra dove era facile che bianco e nero si
mischiassero.
Quando, oltre 20 anni fa, conobbi Leoluca, che non ricorreva mai al doppio cognome (Orlando
Cascio), di tutto mi preoccupai tranne che di giudicarlo dalle gesta di suo padre. Ammesso e non
concesso che fossero nebulose. Un uomo politico la stessa cosa, sublimata da poche settimane da
un elezione, si pu dire per la famiglia Mattarella, di cui un membro diventato Presidente della
Repubblica alla luce del sole e dellombra, visti gli attacchi rivolti ai presunti trascorsi paterni lo
giudico dal momento e nel momento in cui fa politica, cio si prende cura di una collettivit
amministrata. Il suo passato mi interessa ma solo se serve per dimostrare nel presente e per il futuro,
coerenza con i principi e i valori nei quali io personalmente sono stato cresciuto e che insegno ai
miei due figli. Se quei valori sono contraddetti (onest, probit, lealt, legalit, incorruttibilit,
rispetto dei diritti e della legge e via di questo passo) me ne fotto di passato, presente e futuro.
Bene. Mutatis mutandis, lo stesso discorso vale per chi si oppone alla mafia tra gli imprenditori che
( il caso di Montante) ricoprono anche fondamentali ruoli associazionistici.
Da quando io lho conosciuto (otto anni or sono inizi la battaglia confindustriale per letica
dimpresa e la rivolta alla mafia prima proprio a Caltanissetta e poi su per li rami in tutta Italia) i
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comportamenti e il rigore di Montante mi sono apparsi conseguenziali a valori di dura opposizione


alleconomia criminale e alla mafia sociale, che scorre a fiumi nelle varie stanze dei bottoni di una
classe dirigente sempre pi corrotta. Inutile ricordare le prese di posizione (tutti dobbiamo ricordare
che proprio la parola il primo nemico della mafia, fondata non a caso sullomert) ma gli atti s: le
espulsioni dei mafiosi o dei presunti mafiosi dalle associazioni, i commissariamenti mai osati prima
di alcune Confindustrie locali (do you remember Reggio Calabria?), i protocolli dintesa visti e
rivisti per renderli non chiacchere (di solito lo sono) ma concreti, lazione di rinnovamento nelle
associazioni (comprese quelle camerali, o sono anche quelle frutto di comparaggio?), lobbligo di
white list negli appalti pubblici, le zone franche per attirare INVESTIMENTI nelle province
palermitane e nissene, la legalit al centro dellazione degli industriali, il rating di legalit per le
imprese nei confronti delle banche e degli enti appaltatori, il sostegno a quella magistratura che
finalmente ha deciso di usare il lanciafiamme contro le mafie e i sistemi criminali, le costituzioni di
Confindustria (proprio a Caltanissetta e poi ovunque) come parte civile nei processi per mafia e la
durissima lotta in Sicilia (poi ci torno) contro quei centri di potere massonico deviato/mafioso che
erano le aree di sviluppo industriale.
Figuriamoci se, quando lho saputo, potevo e posso giudicare le azioni di Montante per il fatto che
quando aveva 17 anni un suo testimone di nozze, venti anni dopo il matrimonio o gi di l, da
incensurato passer ad essere noto alla Giustizia, come suo padre che morir poi suicida in carcere
nel 1992. Chi senza peccato, scagli il primo testimone.
4) C chi, in questi giorni, si sta prodigando per srotolare dietrologie a giustificazione delle
presunte dichiarazioni (da riscontrare o pera della magistratura alla quale ci rimettiamo) dei pentiti
(1, 5, 10, 100, boh!) contro Montante. E perch stato nominato dal Governo nella inutile (finora)
Agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie! E perch il movimento antimafia si sempre
spaccato su tutto in Sicilia e dunque il risultato di una guerra intestina (ma intestina a chi?)! E
perch chi troppo vuole nulla stringe e, tranne la carica di sindaco, a Caltanissetta e a Roma ormai
lui pi di un papa! E perch queste cose entrano in campo mentre si giocava (ma si gioca tuttora)
la partita per occupare la poltrona di capo della Procura di Palermo! E perch amico di potenti
troppo potenti in tutti i campi: dalla politica alla magistratura! E cos o cos, lascio che ciascuno
dica la propria (rispetto tutti a maggior ragione, e lo dico in generale, quando non sono daccordo).
Io aborro la dietrologia e faccio, umilmente, riferimento ad un fatto, che sar senza dubbio una
coincidenza.
Se ho ben capito il capataz degli accusatori sarebbe tal Salvatore Dario Di Francesco, che nellarea
di sviluppo industriale di Caltanissetta prestava lavoro.
Bene. Leggete quel che denunciarono il 5 giugno 2014 anche (e sottolineo anche) in Commissione
parlamentare antimafia Montante e Ivanhoe Lo Bello (vicepresidente nazionale di Confindustria) a
proposito delle Asi siciliane e non solo: ci troviamo, in Sicilia, in una situazione complessa, che
riguarda voglio portarla allattenzione della Commissione antimafia il ruolo dei consorzi di
sviluppo industriale, che hanno dimostrato nel tempo di essere un luogo di presenza capillare e
diffusa di criminalit mafiosa. Oggi la regione ha riportato al centro i consorzi, ma il presidente dei
consorzi Asi, oggi Irsap, oggetto di continue intimidazioni. Peraltro, da tempo ha avuto un
aumento della scorta, il secondo livello, ed costantemente attaccato da tanti soggetti con minacce
significative, su cui voglio richiamare lattenzione della Commissione antimafia. Mi riservo anche
di fare arrivare alla Commissione antimafia della documentazione sui temi dei consorzi di sviluppo
industriale, tema centralissimo anche nelle dinamiche nel rapporto tra cattiva impresa e sistema
mafioso (Lo Bello).
Abbiamo divulgato una cultura di impresa nuova, sostenendo che forse era il caso di cambiare
rotta, considerato che nel 2005 e nel 2007 i presidenti delle Confindustrie siciliane erano stati tutti
indagati o arrestati per lo stesso problema, Palermo, Caltanissetta, Enna. Il problema del consorzio
Asi si conosceva, ma non era emerso.
Ha parlato il mio collega dei consorzi Asi, che andavano oltre ogni immaginazione. Erano luoghi,
come le indagini e le condanne dimostrano, in cui le organizzazioni si riunivano. unanomalia
tutta nostra, tutta siciliana o del Mezzogiorno dItalia. Erano cose pazzesche.
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Ricordiamo che e un imprenditore del nord, che doveva realizzare un opificio industriale,
presidente, chiedeva lautorizzazione al comune dappartenenza, chiedendo la concessione Pag.
17edilizia per costruirlo. Parlo della Sicilia, ma possiamo anche parlare della Calabria e di altri
luoghi. In Sicilia non era cos. Bisognava andare prima al comune di appartenenza, chiedere
lautorizzazione alla costruzione dellopificio, parlare con tutta la commissione edilizia, senza
dimenticare nessuno, con lingegnere capo, ma non finiva l.
Serviva il nulla osta del consorzio dellarea sviluppo industriale, un ente appaltante in
contrapposizione al comune dappartenenza. Allinterno del consorzio Asi cerano un presidente, un
direttore generale, un ingegnere capo e una struttura infinita. Non lo ha citato Lo Bello, che ha fatto
grandi cose, ma lascia il ruolo a me e mi fa fare bella figura, quindi racconto io che in una due
diligence sempre a due abbiamo verificato che allinterno dei consorzi ASI cerano insediate anche
30 aziende e il consiglio dammissione dello stesso consorzio era di 70 unit.
In Sicilia, ad esempio, il numero degli amministratori dei consorzi Asi era un totale di 800 persone,
con circa 500 aziende insediate, quindi non questo il problema. Oggi abbiamo copiato modello
nazionale virtuoso. In realt, lo ha fatto chi ha proposto la legge, in parte anche noi, e oggi un
gruppo dirigente non sostituito da un altro gruppo dirigente: si sostituito quel modello e 800
persone sono sostituite da 5. Questo si verificato.
Non vi ho detto cosa fossero i consorzi Asi dentro le Asi stesse, queste aree industriali: dei
condomni. Ho aziende da decenni al nord: ci si apre unazienda in unarea a destinazione
industriale e si chiede lautorizzazione solo al comune. Poi c da versare ogni mese una quota per il
giardinaggio esterno. Questo un condominio, non con 30 aziende, bens con 500 insediate.
I consorziati servivano, quindi, a controllare le aziende e poi diventavano i luoghi parlo di
inchieste e di condanne che vediamo ogni giorno dove si incontravano i capimafia, non di
nascosto, niente di segretato, bens ufficialmente proprio l nei consorzi. Facevano, quindi, riunioni
con la mafia.
Non affidavano i terreni a veri imprenditori, ma a quelli a cui serviva il terreno, lo regalavano. Sono
attive inchieste anche a Palermo, a Catania, a Caltanissetta, ad Agrigento. Non ne parliamo. Parlo,
naturalmente, sempre della Sicilia.
Lattuale presidente Cicero stato oggetto, e la notizia pubblica, di inquietanti attentati. Gli stessi
procuratori hanno sentito lesigenza di esternarlo in maniera forte ricorrendo allattivit mediatica.
Questo signore o questi signori vivano in uno stato di guerra vera.
Parliamo di ordigni, di commandi interi, sei persone, fortunatamente tutte fotografate, che arrivano
con un mezzo perch volevano caricarlo o ammazzarlo. Fortunatamente, sono stati beccati dalle
telecamere e quindi stato sventato tutto. Non stiamo parlando, quindi, di fantasie, ma di cose serie.
Queste sono le cose pi grosse, poi ce sono si minori.
saltato un sistema. Oggi le aree industriali danno a chi ha un progetto e anche subito. Oggi non ci
sono pi le consulenze, i vitalizi, non c spartizione politica e questo, naturalmente, ha fatto saltare
i nervi. Oggi quellorganizzazione non controlla pi le aziende, e quindi non sa a chi chiedere il
pizzo e a chi non chiederlo. Questo saltato.
Questo ci che fa Confindustria. Ho iniziato a dire che non siamo unassociazione antiracket, ma
che dobbiamo dire al nostro associato che non gli conviene un certo comportamento. Se si in un
sistema malato, prima o poi si finisce come in quella due diligence mia e di Lo Bello, per cui dopo
venti o trentanni si crolla o lo Stato arriva e sequestra lazienda o la sequestra la mafia o ti
ammazzano comunque per strada. Penso che in parte ci siamo riusciti. Il problema culturale,

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presidente, non di azioni o di legge, ma un problema per cui bisogna comunque un po ancora
forse aspettare (Montante).
5) Il 24 gennaio 2015 il presidente della Corte di appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, in
apertura di anno giudiziario dir: ci sono ancora boss che impartiscono ordini dal carcere e che
continuano a mantenere e ad esercitare il loro antico potere. Il periodo preso in esame, stato
caratterizzato da intimidazioni, minacce, insinuazioni e delegittimazioni varie rivolte a magistrati,
funzionari pubblici e rappresentanti di organizzazioni private, specie quelli pi esposti sul campo
dellantimafia e della lotta allillegalit.
Si tratta di segnali che sembrano manifestare un parziale cambiamento della strategia fin qui
perseguita del cosiddetto inabissamento a favore della scelta di una maggiore visibilit anche
mediatica dellinsofferenza sempre pi crescente verso lazione di contrasto che tuttora condotta
dallo Stato e che trova ladesione in alcuni protagonisti di unimprenditoria libera e illuminata.
In tal senso, da parte degli investigatori, sono stati interpretati gli attacchi contro i nuovi vertici
confindustriali siciliani e nisseni, spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e
del discredito mediatico, e laccentuata campagna di delegittimazione condotta a tutto campo contro
vari protagonisti dellantimafia operativa, mirati a riprodurre una strategia della tensione che
potrebbe tradursi in azioni eclatanti. Su tale linea strategica sembrano porsi i due avvertimenti,
uno dei quali consumato a Caltanissetta, posti in essere contro il Presidente dellIrsap.
La domanda sorge spontanea: impazzito il procuratore generale che parla di imprenditoria libera
e illuminatadi intimidazioni, minacce, insinuazioni, delegittimazioni, metodi subdoli e discrediti
mediatici in corso nei confronti anche dei vertici confindustriali nisseni e siciliani oppure i pentiti?
Non dico tanto ma se avessi ricevuto io la soffiata sulle presunte indagini su Montante (a quando Lo
Bello?) questa domanda me la sarei fatta e quantomeno avrei tenuto acceso il fal del dubbio.
6) Gi perch, guardate voi come corta la memoria, il 21 ottobre 2013, a Caltanissetta, ci fu una
riunione straordinaria del Comitato nazionale per lordine pubblico per fronteggiare il rischio di
nuovi attentati di cui nessuno, i questi giorni, si ricordato. Senzaltro le menti raffinatissime hanno
sperato nelloblio.
Mai come in quei mesi, le speranze di cambiamento, descritte sui media di tutto il mondo dopo la
decisione di Confindustria Sicilia prima e Confindustria nazionale poi di mettere allangolo gli
imprenditori che non denunciavano pizzo e mafie, apparivano lontane, sotto assedio e a rischio.
A Caltanissetta scesa in campo la squadra-Stato al massimo livello, dal Procuratore nazionale
antimafia ai vertici delle Forze dellordine, dai prefetti alle Dda, al Governo, disse il ministro
dellInterno Angelino Alfano, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse il rischio che Cosa nostra
alzi il tiro. Non possiamo escludere ha detto che questo sia lintendimento della mafia. Poi il
ministro ribad sostegno e vicinanza agli imprenditori, a cominciare da Montante e Lo Bello che si
sono ribellati al racket.
7) Ma attenzione ora ad unaltra data: il 17 settembre 2013, il Comune di Chianciano Terme
(Siena) mise sul proprio sito istituzionale foto e cronaca di un convegno sulle stragi di mafia del 92
che si era tenuto due giorni prima nella sala Fellini delle Terme e passato sotto drammatico silenzio
a livello nazionale. Anchesso passato nel dimenticatoio della stampa e dalla speranza di oblio delle
menti raffinatissime. in corso una campagna di delegittimazione da parte di centri di poteri
occulti dichiar in quelloccasione il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari che mirano a
screditare chi in Sicilia combatte con i fatti malaffare e mafia. Ci sono centri di potere, collegati
sicuramente con le organizzazioni mafiose, che utilizzando nuovi mezzi di comunicazione come
blog, social network o fantomatici giornali online e gettano sospetti e fango su chi lantimafia la fa
davvero, ovvero con i fatti. Hanno avviato una campagna di delegittimazione, oltre a proseguire con
gli avvertimenti. Continuano ad arrivare buste con proiettili, croci ed altri messaggi inquietanti.
8) Dunque eravamo a settembre 2013 e Lari, vale a dire il capo della Procura che ora con quella di
Catania starebbe indagando su Montante, un anno e mezzo fa parlava di centri di potere che
ordiscono campagne di delegittimazione e discriminazione utilizzando ogni mezzo possibile e
immaginabile. Certo, non cerano nomi e cognomi maLari, un mese dopo quelle frasi, a ottobre,
sar alla riunione del Comitato per lordine pubblico e la sicurezza, con un ministro dellInterno che
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invece fece i nomi di coloro che si erano ribellati al racket, a partire (i nomi li ha fatti Alfano, non io
o voi) da Lo Bello eMontante. E poche settimane fa, un procuratore generale, Cardinale, metter in
fila gli avvenimenti senza peli sulla lingua. Due pi due fa ancora quattro?
Di questo incontro a Chianciano Terme, a parte le cronache locali toscane e siciliane, la grande
stampa si disinteress, perch un annuncio di morte non una notizia. Quelle che sgorgano dalle
menti raffinatissime che, ripeto, siano fondate o meno si.
Le mafie hanno memoria lunga e non basta una vita per cancellarla.
Tifo, come sempre, per la Giustizia e spero, nel nome dellItalia onesta nella quale senza se e senza
ma mi riconosco, di sapere prestissimo la verit. I miei principi non cambieranno. Ne usciranno
rafforzati.
r.galullo@ilsole24ore.com

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/02/13/antonello-montante-battaglie-ignorate-denunce-dimenticate-di-ministri-e-magistrati-e-parole-calate-dei-pentiti/

A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE


http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2015/02/blog-post_17.html

CANNOVA GIANFRANCO ASCESA E DECLINO DELL'ANTIMAFIA DEGLI


AFFARI "CHE NON SI POSSONO RIFIUTARE"
Giulio Ambrosetti

Un' inchiesta coinvolge la dirigenza di Confindustria Sicilia e indirettamente quei politiici antimafia
che dovevano rappresentare "il nuovo" rispetto ai vecchi "comitati d'affari". Mala gestione dei beni
sequestrati alla mafia, conflitti d'interessi alla Regione, irregolarit sull'utilizzo dei fondi europei,
privatizzazione degli aereoporti... La magistratura ultimo baluardo in difesa della legalit?
Tira unaria pesante in questi giorni lungo lasse Palermo-Caltanissetta-Roma. Agli incroci di mafia
e antimafia c un po di traffico. Un ingorgo da legalit strillata. Storie strane. E uninchiesta su
presunti fatti di mafia che coinvolge il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante,
considerato uno degli uomini di punta dellantimafia e dellantiracket. Si tratta di dichiarazioni di
pentiti di Cosa nostra che lo tirano in ballo. Notizie da prendere con le pinze, ovviamente. Ma il
fatto che siano venute fuori, beh, segno che alcune cose, nellIsola, stanno cambiando. Anche,
anzi soprattutto per chi, dal 2008, di diritto o di rovescio, esercita in Sicilia un potere pieno e,
adesso, un po controllato: il senatore del Megafono-Pd, Giuseppe Lumia.
E lui, ormai da sette lunghi anni, luomo politico pi potente della nuova e della vecchia
Sicilia. E lui il garante di tanti, forse troppi accordi in bilico tra politica, economia e chiss
cosaltro ancora. A lui fa riferimento Antonello Montante, oggi sfiorato dal dubbio che dai tempi
di Crispi e di Giolitti fino ai nostri giorni illumina come unombra sinistra tanti politici siciliani
ascesi al soglio del potere. Dubbi che, nel caso dellex presidente della Regione, Tot Cuffaro, si
sono trasformati in condanna a sette anni per mafia. Dubbi che hanno accompagnato il suo
successore, Raffaele Lombardo, anche lui fulminato da una condanna di primo grado sempre per
mafia (in questi giorni dovrebbe iniziare il processo di secondo grado). Ogni storia giudiziaria, ogni
inchiesta dei magistrati inquirenti, si sa, storia a s. Ma impossibile non vedere in questa vicenda
il contesto politico in cui maturata la svolta giudiziaria che coinvolge Montante. Proviamo a
illustrarla.
In politica sono importanti i segnali. E il primo segnale sinistro arrivato circa una settimana prima
del siluro che ha colpito il presidente di Confindustria Sicilia. Ed stata la scoperta che la Regione
siciliana della quale Rosario Crocetta il presidente - anche lui, neanche a dirlo, personaggio
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legato a doppio filo al senatore Lumia - non si costituita parte civile in un procedimento
giudiziario che coinvolge un funzionario regionale finito in manette per tangenti. Questa mancata
costituzione di parte civile da parte della Regione, stando a indiscrezioni, potrebbe essere legata al
fatto che il funzionario finito sotto processo, Gianfranco Cannova, era il responsabile del
procedimento amministrativo di importanti autorizzazioni ambientali. La firma sui
provvedimenti di autorizzazione non poteva essere la sua, perch si tratta, come gi accennato, di
un funzionario e non di un dirigente.
Viene da chiedersi, a questo punto, perch hanno arrestato lui, se a firmare erano, a norma di
legge, altri dirigenti. E in questo scenario che si inserisce la mancata costituzione di parte civile
da parte del governo regionale di Crocetta. Con molta probabilit, dietro questa storia c un
comitato di affari.
E questo comitato di affari che la Regione sta cercando di proteggere non costituendosi parte
civile?
E Cannova non sa nulla di questa storia?
Le domande sono pi che legittime, perch quello che sta succedendo veramente strano.
In ogni caso, per il presidente Crocetta - un personaggio che, a parole, si proclama sempre
antimafioso e paladino della cultura della legalit - una pessima figura, sia nel caso in cui avesse
semplicemente dimenticato di costituirsi parte civile, sia nel caso in cui si dovesse venire a
scoprire che dietro questa storia c un comitato di affari. La cosa strana che gli ultimi due
dirigenti che stavano sopra il funzionario regionale finito in manette non ci sono pi. Il primo
- Vincenzo Sansone - andato in pensione negli stessi giorni in cui esplodeva il caso
Cannova. Il secondo - Natale Zuccarelo - con parenti importanti nel mondo politico siciliano,
stato trasferito negli uffici del dipartimento regionale dei Rifiuti.
Una settimana dopo lo scivolone di Crocetta (che comunque, come gi accennato, non nuovo a
questo genere di stranezze, se vero che il suo governo, in tanti, forse troppi casi, ha ignorato le
regole sullanticorruzione) arrivata la botta a Montante. Agli osservatori non sfugge che il
presidente di Confindustria Sicilia stato chiamato a far parte dellAgenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Una struttura, inventata dalla politica italiana, della cui presenza in vita i
cittadini del nostro Paese non avvertivano e non avvertono ancora oggi il bisogno.
Su questo punto bene essere chiari. Dei beni sequestrati e confiscati alla mafia si occupa gi la
magistratura. Ci sono state polemiche sul fatto che chi va a gestire questi beni - che di solito sono
avvocati e commercialisti nominati dai magistrati - non avrebbe e competenze imprenditoriali per
gestire aziende confiscate che poi, magari, falliscono. Il problema esiste. Ma non si capisce perch,
a risolverlo, dovrebbero essere soggetti nominati da una politica che spesso collusa con la mafia.
Insomma, senza girarci tanto attorno, il dubbio, tuttaltro che campato in aria, che la politica stia
provando a togliere ai magistrati la gestione dei beni confiscati alla mafia. E siccome sono noti i
rapporti tra mafia e politica, non da escludere che i politici, con questo stratagemma, puntino a
restituire, sottobanco, i beni confiscati ai mafiosi o ai loro eventuali prestanome.
Nessuno, per carit!, vuole offendere i soggetti - Prefetti in testa - chiamati a gestire lAgenzia per i
beni confiscati o sequestrati alla mafia. Le nostre sono semplici considerazioni politiche che non
coinvolgono i Prefetti. Considerazioni legate, piaccia o no, alla storia del nostro Paese. E un
peccato di lesa maest ricordare - lo faceva nei primi del 900 Gaetano Salvemini - che Giolitti, nel
Sud dItalia, esercitava il suo potere proprio con i Prefetti in combutta con i prepotenti e i mafiosi

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dellepoca? E ci sono dubbi sul fatto che, in Italia, ancora una volta, lultimo baluardo contro
unillegalit mai doma rappresentato dalla magistratura?
Detto questo, la politica farebbe bene a sbaraccare subito questa inutile Agenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Quanto ai problemi legati alla mancata gestione imprenditoriale delle
aziende confiscate alla criminalit organizzata, beh, sufficiente affiancare ai commercialisti e agli
avvocati imprenditori o associazioni di imprese. Ma questo deve farlo la magistratura e non i
politici attraverso uninutile Agenzia controllata dalla politica!
Fine delle considerazioni sullaria pesante che oggi si respira nellIsola? Niente affatto. I
cambiamenti in corso sono ancora pi profondi. Qualcuno, in Sicilia, a partire dal 1994, pensava di
essere immune da qualunque controllo di legge. E, in effetti, forse in parte stato cos. Chi scrive
ricorda un sindaco di Corleone di sinistra che in quegli anni affidava e rinnovava appalti a una
societ riconducibile a parenti stretti del boss Bernardo Provenzano. Per non parlare della storia del
miliardo di vecchie lire messo a disposizione dallOnu nel 2000. SOLDI , affidati a soggetti
dellantimafia, di cui non si saputo pi nulla.
Tra i personaggi che hanno sempre navigato in unAntimafia molto discutibile c il gi citato
senatore Lumia. Che oggi non sembra pi il politico irresistibile di un tempo. Qualcuno ha creduto
che lui e i personaggi a lui vicini non sarebbero mai stati chiamati a rispondere del proprio operato.
Forse perch ha pensato, errando di grosso, che la magistratura era assimilabile agli altri poteri dello
Stato italiano, pi o meno addomesticabili. Ebbene, questo qualcuno si sbagliato. Perch sia la
magistratura nel suo complesso (con riferimento, come vedremo, anche al Tar, sigla che sta per
Tribunale amministrativo regionale della Sicilia), sia la Corte dei Conti stanno rispondendo ai
prepotenti, ai furbi e anche ai mafiosi, vecchi e nuovi con un solo linguaggio: quello della
legalit.
La vicenda che oggi coinvolge Montante - vicenda, lo ribadiamo, legata a dichiarazioni di pentiti
ancora tutte da verificare - arriva da lontano e, con molta probabilit, destinata ad andare lontano.
Toccando tutti i gangli del sistema di potere che dal 2008 tiene in pugno la Sicilia. Chi scrive, gi
nei primi mesi dello scorso anno, sul quotidiano on line LinkSicilia, segnalava, ad esempio, lo
strano caso di Patrizia Monterosso, segretario generale della presidenza della Regione (in
pratica, il pi alto burocrate della Regione siciliana che, lo ricordiamo, in virt della propria
Autonomia, potrebbe essere assimilato a uno Stato americano se la stessa Autonomia venisse
applicata correttamente: cosa che non avviene), e di suo marito, lavvocato Claudio Alongi.
Con la prima che si pronunciava su un incarico del marito presso la stessa amministrazione
regionale! E con il secondo che forniva pareri legali alla moglie per fatti che riguardano la stessa
amministrazione regionale!
Entrambi in palese conflitto di interessi.
Quando abbiamo scritto queste cose ci hanno quasi presi per matti. Non ci credevano. Ma oggi
questa vicenda diventata di dominio pubblico. E, con molta probabilit, al vaglio delle autorit
competenti. Superfluo aggiungere che anche la Monterosso fa parte del sistema di potere del
senatore Lumia.
Il senatore Lumia - che il vero presidente ombra della Regione siciliana, in quanto inventore
della candidatura di Crocetta insieme con i geni dellUdc, formazione politica in via di
decomposizione politica - comincia a perdere colpi. Ben prima del siluro che in questi giorni ha
centrato Montante, lo stesso segretario generale della presidenza della Regione, la gi citata Patrizia
Monterosso, stata condannata dalla Corte dei Conti al pagamento di oltre un milione di euro
( 1.279.007,04) per fatti riguardanti il settore della formazione professionale. ( SENT. N.
401/2014 http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/03/blog-post_14.html )
39

Un altro pezzo importante del sistema di potere di Lumia - la dirigente generale del
dipartimento Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello - stata di recente bastonata dal
Tar Sicilia, che ha dichiarato nullo un atto amministrativo da lei confezionato (si tratta del
decreto di accreditamento degli enti di formazione, atto che avrebbe dovuto essere firmato dal
presidente della Regione e che, invece, stato firmato dallex assessore regionale, Nelli
Scilabra). Il decreto dichiarato nullo dal Tar Sicilia potrebbe avere effetti dirompenti, perch
sui SOLDI gi spesi sulla base di un decreto nullo la Corte dei Conti dovrebbe avviare unazione
di responsabilit a carico dei protagonisti di questa incredibile storia (parliamo di milioni di euro).
Non solo. Sembra che, adesso, anche lUnione europea si stia svegliando. Fino ad oggi Bruxelles,
sulla formazione professionale, ha fatto finta di non vedere violazioni incredibili. I burocrati legati
allattuale governo regionale hanno bloccato lassegnazione di fondi europei per rivalersi su errori
commessi nellerogazione di fondi pubblici. Solo che i fondi erogati irregolarmente erano regionali,
mentre quelli con i quali la Regione ha provato a rivalersi erano europei. Due tipologie di fondi
pubblici non sovrapponibili.
Morale: la Regione non avrebbe dovuto bloccare lerogazione di fondi europei per recuperare
fondi regionali erogati illegittimamente.
Ma c, nella gestione della formazione professionale siciliana, unirregolarit che sta ancora pi a
monte. Una storia molto pi grave che Bruxelles non ha ancora sanzionato. I fondi europei, per
definizione, sono addizionali: si debbono, cio, sommare ai fondi nazionali e regionali. La
Regione siciliana, invece, dal 2012, utilizza i fondi europei sostituendoli totalmente ai fondi
regionali. E questo non si pu fare. Non a caso in corso una class action da parte del mondo della
formazione professionale siciliana contro la Regione che, ormai da quattro anni, non si dota del
Piano formativo regionale della formazione professionale con fondi regionali, finanziando tutto con
le risorse del Fondo sociale europeo. Cosa, questa, che non si dovrebbe fare perch a vietarlo la
stessa Unione europea che, fino ad oggi, violando leggi e regolamenti che essa stessa si data, fa
finta di non vedere tutto quello che succede in Sicilia in questo settore, rendendosi complice di
unirregolarit ai danni di se stessa.
Tutto questo vale per il passato e per il presente. Ma il siluro che ha colpito Montante e il sistema
di potere del senatore Lumia riguarda anche il futuro. E noto a tutti che, guarda caso in questi
giorni, si aperta la caccia alle tre societ che gestiscono gli aeroporti siciliani. Sono la Sac, che
gestisce gli aeroporti di Catania Fontanarossa e Comiso; la Gesap, che gestisce laeroporto
Falcone-Borsellino di Palermo; e lAirgest, che gestisce laeroporto Vincenzo Florio di Trapani.
Per motivi misteriosi queste tre societ - fino ad oggi controllate da soggetti pubblici - dovrebbero
essere privatizzate. Si tratta di societ che, se gestite con oculatezza, potrebbero dare utili e
ricchezza alla collettivit. Ma siccome siamo in Italia questa ricchezza se la debbono incamerare i
privati. A questo sembra che punti il governo Renzi che, non a caso, su questi e su altri argomenti
perfettamente in linea con Berlusconi, alla faccia della sinistra che lo stesso Pd di Renzi dice di
rappresentare!
Laffare pi grosso rappresentato dallaeroporto di Catania, il pi importante della Sicilia,
destinato a diventare un hub. Non a caso su questo aeroporto si gi gettato come un falco Ivan Lo
Bello, altro esponente di Confindustria Sicilia vicino a Montante. Chi prender il controllo della Sac
- societ per azioni oggi controllata dalle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa,
dallIstituto regionale per le attivit produttive e dalle Province di Catania e Siracusa - assumer
pure la gestione dellaeroporto di Comiso, snodo aeroportuale importante per il flusso turistico
verso il Barocco di Noto, Siracusa e Ragusa e per il trasporto cargo di tutta lortofrutta prodotta
nelle serre che, dal Ragusano, arrivano fino a Gela e Licata.
Un po meno importanti - ma non per questo da tralasciare - gli aeroporti di Palermo e Trapani.
Nella Gesap - societ che, come ricordato, gestisce laeroporto Falcone-Borsellino - troviamo la
Provincia di Palermo come socio di maggioranza, poi il Comune e la Camera di Commercio,
sempre di Palermo. Mentre lAirgest fa capo per il 49 per cento alla Provincia di Trapani, per il 2
40

per cento alla Camera di Commercio, sempre di Trapani, e per il restante 49 per cento a un gruppo
di privati.
Non sfugge agli osservatori che Montante, oltre che presiedere la Camera di Commercio di
Caltanissetta, presidente dellUnioncamere, cio dellUnione delle Camere di Commercio della
Sicilia. E le Camere di Commercio, in tutte tre le eventuali privatizzazioni delle societ
aeroportuali, giocheranno un ruolo centrale. Lo stesso discorso vale per le Province siciliane, tutte
commissariate e gestite dalla stessa Regione, cio dallaccoppiata Lumia-Crocetta
Insomma, i conti tornano. O meglio, cominciano a non tornare per Lumia, per Montante e per
Crocetta. Tre personaggi che hanno fatto fortuna utilizzando lantimafia come trampolino di lancio
per la politica (e per gli affari). Ma adesso tutto questo mondo sembra in difficolt.
Una caduta che non sembra risparmiare nemmeno il numero due di Confindustria Sicilia, Giuseppe
Catanzaro, titolare della pi grande discarica della Sicilia in quel di Siculiana, in provincia di
Agrigento. Sotto scacco - non a caso sempre da parte della magistratura - finita tutta la gestione
dei rifiuti in Sicilia imperniata ancora sulle discariche. Una follia tutta siciliana che inquina
lambiente.
Va ricordato che quasi tutte le discariche siciliane non sono a norma di legge. Nelle discariche non
possono essere sotterrati i residui organici, cio il cosiddetto umido che andrebbe lavorato a parte.
Invece in quasi tutte le discariche siciliane i camion pieni di immondizia entrano, scaricano e vanno
via. Ma questo non si pu fare, la legge non lo consente. E invece si fa. Ma adesso la festa sembra
finita.
Non va meglio per la gestione dellacqua. Tutti in Sicilia sanno che, in due anni e oltre di
legislatura, il Parlamento siciliano, di fatto, ha bloccato il disegno di legge diniziativa popolare per
il ritorno alla gestione dellacqua pubblica. La mafia, in Sicilia, sempre stata contro lacqua
pubblica. Era cos ai tempi di Don Calogero Vizzini e Giuseppe Genco Russo. Ed cos anche oggi
che la mafia opera da Bruxelles, imponendo i proventi delle attivit criminali nel calcolo del Pil dei
Paesi dellUnione europea.
La mafia non vuole il ritorno allacqua pubblica. E la politica siciliana si sta adeguando alle
richieste della mafia che, come insegna Il Padrino, in genere, non si possono rifiutare. Questo
spiega perch, proprio mentre scriviamo, mezza Regione siciliana mobilitata a bloccare i tentativi
di alcuni Sindaci dellAgrigentino di gestire lacqua nellinteresse dei cittadini. Un esempio
intollerabile
Insomma, tutto il mondo che gira attorno a Lumia, Montante, Catanzaro, Lo Bello e Crocetta - che
un mondo di politica legata agli affari, dallagenzia dei beni confiscati alla mafia alla gestione della
burocrazia, dalle societ aeroportuali ai rifiuti, fino allacqua - in un modo o nellaltro non sembra
pi in sintonia con una certa idea di antimafia. La Giustizia da una parte e i grandi interessi che si
scontrano, dallaltra parte, stanno disegnando in Sicilia nuovi scenari.

http://www.lavocedinewyork.com/Ascesa-e-declino-dell-Antimafia-degli-affari-che-non-sipossono-rifiutare-/d/9843/

BATOSTA PER IL GOVERNO CROCETTA DECRETO-ACCREDITAMENTI


ANNULLATO
Venerd 30 Gennaio 2015 - 17:27 di Accursio Sabella

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di decine di enti tra cui l'Anfe e lo Ial. Il decreto
dell'assessore Scilabra che stabiliva i requisiti per ottenere i finanziamenti pubblici illegittimo:
doveva essere deliberato dalla giunta e firmato dal governatore.
PALERMO - Nuova bacchettata del Tar al governo Crocetta. Una bocciatura che rischia di far
esplodere il mondo della Formazione. I giudici amministrativi hanno dato ragione a una quarantina
tra enti e associazioni che avevano presentato un ricorso contro il decreto che disciplina gli
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accreditamenti nel mondo dei corsi professionali. In particolare, nei confronti del passaggio in cui si
prevede la revoca dell'accreditamento in caso di presenza di contenziosi tra l'ente e la pubblica
amministrazione. Un provvedimento che era apparso fin da subito contrario persino alle regole del
buon senso. Ma i giudici amministrativi sono andati oltre. Bocciando, di fatto, l'intero
provvedimento. Quello sulla base del quale sono stati distribuiti e sono stati tolti gli accreditamenti
agli enti. E il motivo quasi grottesco: quel provvedimento, firmato da Nelli Scilabra, doveva
invece stando allo Statuto essere sottoscritto dal presidente della Regione. Uno scivolone
clamoroso.
Gi alla fine del 2013, il Tar aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata da queste
associazioni. Con due distinti ricorsi: uno dell'Anfe Sicilia e di altre associazioni e uno di un nutrito
gruppo di enti. Enti che, come detto, si erano opposti contro le norme contenute nel decreto
assessoriale del 23 luglio 2013. Si tratta, del provvedimento che elenca i nuovi requisiti per
laccreditamento, strumento utile per poter partecipare alla distribuzione dei contributi pubblici per
lo svolgimento dei corsi di Formazione.
In quellatto, firmato come detto dall'allora assessore Nelli Scilabra, fra le altre cose, si inibiva
l'accreditamento a quegli enti che avessero in corso "liti" e contenziosi con l'amministrazione
regionale. Ma un primo e pi grave vizio di quel decreto sta proprio nel firmatario. Quelle
disposizioni, infatti, precisano i giudici hanno la caratteristica della novit, introducendo
condizioni, caratterizzate altres dalla generalit ed astrattezza, ulteriori rispetto a quelle fino a quel
momento esistenti laccreditamento di enti di formazione e per il mantenimento dello medesimo
status: in altri termini quelle di cui si discute si atteggiano quali vere e proprie norme di carattere
secondario rispetto la disciplina primaria. Veri e propri regolamenti, quindi, che, stando allo
Statuto siciliano devono essere deliberati dalla Giunta di Governo ed adottati nella forma del
Decreto Presidenziale, mentre ai singoli assessori spetta esclusivamente il potere di proporre
ladozione di regolamenti nelle materie di rispettiva competenza. Nel caso di specie si legge - il
decreto oggetto di impugnazione non risulta adottato in conformit al quadro normativo appena
richiamato. Conseguentemente lo stesso decreto risulta illegittimo.
I ricorsi accolti sono due: uno stato proposto da Asef e Anfop, associazioni che raccolgono diversi
enti, assistite dal legale Carlo Comand. "L'aspetto importante - sottolineano dallo studio Comand
- che stato annullato l'intero decreto per effetto di una contestazione preliminare fatta da noi: non
doveva essere un decreto assessoriale, ma un decreto del presidente della Regione. Il
provvedimento doveva dunque passare da un ok del Cga". L'altro stato proposto dall'Anfe, dallo
Ial e da un'altra ventina di enti (tra questi l'Interefop, il Cufti, l'Anapia, l'Ecap di Agrigento) difesi
dagli avvocati Sebastiano Papandrea e Fulvio Ingaglio.
Oltre a una causa di illegittimit legata al mancato rispetto delle norme sul soggetto che ha la
potest di emanare regolamenti, poi, ecco che i giudici entrano nel merito di quel passaggio relativo
all'eventuale lite pendente (od anche sopravvenuta) che, spiegano i giudici amministrativi, non di
per s indice della inaffidabilit dellimpresa, potendosi la lite chiudere a favore della stessa (con
riconoscimento delle relative ragioni). Inoltre, - si legge nella sentenza - sintomatico della non
necessaria finalizzazione alla selezione qualitativa dei partecipanti, il fatto che la clausola in esame
individui come fatti ostativi non solo le liti attuali, ma altres quelle passate. Una norma non solo
incomprensibile, spiegano i giudici, ma anche inutile. Non porterebbe, infatti, alcun vantaggio
all'attivit amministrativa: Una simile previsione si legge infatti - non ha alcuna proiezione sul
terreno dellefficacia dellazione amministrativa, ma unicamente una evidente ed univoca finalit di
penalizzazione, dal momento che lesercizio del diritto di difesa (principale interesse antagonista a
quello dellamministrazione), di cui allarticolo 24 della Costituzione, sembra costituire un fatto
ostativo rispetto alla stipula di contratti con lamministrazione intimata, anche in relazione a
vicende ormai definite ed a rapporti esauriti. Agli enti, stando a quel passaggio indicato dal
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governatore, in quei giorni, quasi come un segno della moralizzazione in atto nel mondo della
Formazione, non sarebbe stato garantito il diritto di difendersi dalla Regione, visto che la
conseguenza sarebbe stata quella dell'immediata estromissione dai finanziamenti pubblici. Un
ingiustizia. E due errori in uno. La Regione scivola ancora una volta e clamorosamente. Sul terreno
insidioso della Formazione siciliana.
http://livesicilia.it/2015/01/30/formazione-nuova-batosta-per-il-governo-crocetta-il-tar-annulla-ildecreto-sugli-accreditamenti_592101/

L'INCHIESTA SUL FLOP-DAY, ANNA ROSA CORSELLO: "AI MAGISTRATI HO


CONSEGNATO LE CARTE E SPIEGATO TUTTO"
GIUSEPPE MESSINA 10 OTTOBRE 2014

FORMAZIONE E LAVORO La documentazione fornita dall'ex dirigente generale dei


dipartimenti formazione e lavoro della regione siciliana e' adesso al vaglio della procura della
repubblica di palermo
Ci sono volute cinque ore per fare luce sulla gestione dei tirocini formativi finanziati con le risorse
del Piano Giovani e sul flop day dello scorso 5 agosto.
La dottoressa Anna Rosa Corsello, ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione
professionale ha esaminato, davanti ai magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Palermo, tutti gli aspetti inerenti l'attuazione del Piano Giovani e, in particolare, i tirocini
formativi 'appaltati' senza gara ad Italia Lavoro, la societ del Ministero del lavoro che in Sicilia
sembra aver trovato l' 'America'.
Nel lunghissimo interrogatorio di oggi, i magistrati hanno focalizzato l'attenzione su alcuni aspetti
della vicenda che la dottoressa Corsello ha puntualmente spiegato nei minimi particolari, supportata
dall'ampia documentazione depositata. Dall'affidamento diretto alle ragioni della scelta di Italia
lavoro e delle altre societ esterne alla Regione: Formez, Ett e Sviluppo Italia Sicilia. Atti
amministrativi effettuati dall'Amministrazione regionale sulla base di un'apposita delibera adottata
dalla Giunta regionale di Rosario Crocetta.
Inoltre, l'ex dirigente generale ha chiarito ai magistrati i problemi generati dall'utilizzo del sistema
informatico che, inceppatosi lo scorso 5 agosto, ha estromesso dalla candidatura e dall'incrocio con
le aziende decine di migliaia di giovani.
In particolare, la dottoressa Corsello si soffermata sugli affidamenti diretti inerenti al sistema
informatico Silav creato per gestire le adesioni dei giovani entro i 25 anni al Piano della Garanzia
Giovani Sicilia e che hanno riguardato il collegamento con il sistema dei Centri per l'impiego. A tal
riguardo, la relazione tra i tirocini e i Centri per l'impiego strato oggetto di confronto nel corso del
citato interrogatorio.
Lo strumento del tirocinio formativo, lo ricordiamo, destinato ai giovani tra i 18 ed e 35 anni che
possono usufruire di un periodo di lavoro presso le aziende che ne fanno richiesta, percependo una
somma pari a 500 euro al mese per complessivi 6 mesi. All'azienda riconosciuto un rimborso di
250 euro al mese al quale aggiungere un BONUS finale nel caso di assunzione a tempo
determinato che aumenta se il contratto subordinato.
Sono 2000 i tirocini messi a bando in Sicilia non ancora assegnati per l'insipienza del Governo
regionale. Anche per questo - e non solo per aver lasciato senza stipendio oltre 8 mila lavoratori
della Formazione professionale - l'assessore Scilabra sar oggetto di una mozione di censura da
parte dell'Ars.
Il flop-day dello scorso 5 agosto ha paralizzato l'attivit amministrativa. L'Amministrazione
regionale sta ancora valutando se validare il click-day dello scorso 5 agosto e aprire una nuova
finestra per garantire l'accesso ai giovani.

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Dalle ultime notizie, pare che 'appatteranno le carte' assegnando i mille e 600 tirocini ai 'fortunati'
che sono riusciti a collegarsi al discusso sito, in barba ad altre decine di migliaia di giovani che non
sono riusciti a collegarsi. Cos avrebbero deciso i soliti Azzeccagarbugli.
Tornando all'interrogatorio, in una nota pervenuta in redazione, Salvatore Modica, uno dei legali
della dottoressa Anna Rosa Corsello riferisce che l'interrogatorio, richiesto dall'ex dirigente
generale dei dipartimenti Lavoro Formazione professionale si svolto in un clima di assoluta
serenit e di massima collaborazione, senza che venissero mosse specifiche accuse.
La dottoressa Corsello, prosegue la nota, ha fornito ampie e dettagliate spiegazioni in ordine agli
articolati passaggi tecnici che connotano le vicende oggetto di indagine, inchiesta condotta da
magistrati attenti e rigorosi sui quali l'ex dirigente generale ripone massima stima e fiducia far il
proprio corso.
"Ho avuto ieri pomeriggio alle 15,30 l'incontro da me richiesto e mi sono presentata accompagnata
dai miei legali - racconta al giornale la dottoressa Corsello -. L'incontro si svolto all'insegna della
massima collaborazione e cordialit - aggiunge - ho fornito i chiarimenti per i quali avevo chiesto di
essere sentita ed ho depositato gli atti inerenti la procedura amministrativa".
"Nulla mi stato contestato o addebitato - ci dice l'ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e
Formazione professionale - e non ho mosso accuse nei confronti di alcuno, limitandomi a spiegare
gli atti che producevo".
"Ci sono volute cinque per consentire ai magistrati di verbalizzare i chiarimenti - sottolinea l'ex
dirigente generale dei dipartimenti Formazione e Lavoro - esclusivamente inerenti le procedure
amministrative che hanno riguardato il mio operato".
"Sono serena - conclude la dottoressa Corsello - e mi rimetto alle valutazioni dei magistrati che mi
hanno seguita con molta attenzione".
http://palermo.meridionews.it/articolo/28627/linchiesta-sul-flop-day-anna-rosa-corsello-aimagistrati-ho-consegnato-le-carte-e-spiegato-tutto/

L'AMARO/ LUMIA COME SCHOPENHAUER: IL MONDO COME LO VEDI


BRASIL 24 SETTEMBRE 2013

POLITICA Non che sottovalutiamo i politici siciliani? non che con la fretta di giudicarli quali
ascari, tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? il dubbio irrompe all'improvviso. A
generarlo sono le parole pronunciate da beppe lumia, senatore del pd a roma, promotore de il
megafono in sicilia, nonch regista del governo crocetta insieme con la lobby dei "professionisti
dell'antimafia" di confindustria sicilia, nel corso della direzione regionale del pd, ancora in corso al
san paolo palace di palermo.
Non che sottovalutiamo i politici siciliani? Non che con la fretta di giudicarli quali ascari,
tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? Il dubbio irrompe all'improvviso. A generarlo
sono le parole pronunciate da Beppe Lumia, Senatore del Pd a Roma, promotore de il Megafono in
Sicilia, nonch regista del Governo Crocetta insieme con la lobby dei "professionisti dell'antimafia"
di Confindustria Sicilia, nel corso della direzione regionale del Pd, ancora in corso al San Paolo
Palace di Palermo.
Il Senatore, con la sua capacit oratoria, ha ricordato a tutti un grandissimo filosofo: Arthur
Schopenhauer e la sua opera somma: "Il mondo come volont e rappresentazione". Di che si
tratta? Detto in maniera molto rozza (non abbiamo la saggezza degli esponenti del Megafono), in
questo capolavoro dell'intelletto umano, il filosofo tedesco sostiene che ognuno di noi percepisce la
realt che vuole. E, in effetti, Lumia, nel suo intervento parla di cose che, evidentemente, percepisce
solo lui:
"Questo e' un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un
Presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. I cittadini siciliani, i
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giornali, l'opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta
come una grande risorsa"ha detto dinnanzi ad una platea inferocita che ha votato il documento del
segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che propone l'abbandono della Giunta Crocetta.
Ma che giornali legge Lumia? Di quale opinione pubblica parla? E, soprattutto, dove vive? In
Sicilia, a quanto ci risulta, si parla di un Governo che si era presentato come rivoluzionario, e che
invece si piegato ai diktati di quattro affaristi, peraltro non eletti, e si inchinato dinnanzi a quelli
degli apparati ministeriali romani legati alle oligarchie finanziarie dell'Ue. Altro che popolo
Siciliano...
Forse, il Senatore dal doppio partito, non ha letto la seconda parte dell'opera del filosofo tedesco.
Dove spiega che vero che la realt fenomenica come c' la rappresentiamo ma che tra noi e la
vera realt come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non come essa
veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rif.
Il 21 Settembre scorso, ricorreva l'anniversario della morte del filosofo tedesco, datata 1860. Non
da escludere che il suo spirito stia vagando proprio in questi giorni nell'Universo, e che magari, si
fermato anche al San Paolo Palace hotel. Ma solo per pochi secondi.
www.glialtrionline.it/2012/03/05/il-nuovismo-e-le-sue-lobby-in-sicilia-vince-ilpartito-pro-lombardo/

12 luglio 2013 - 20:29

Nuova puntata sul gruppo di Potere Crocetta-Lumia-Lo Bello-Montante che domina in Sicilia. Nel
silenzio della stampa. E mentre Fontanarossa, in mano a Confindustria, rischia di essere svenduta a
imprenditori amici, la zona industriale di Catania, retta sempre da Confindustria, va in malora. Nella
giunta Bianco, stato Giuseppe Lumia a convincere ling. Luigi Bosco, ad accettare lincarico
assessoriale in giunta. Bosco, si notato subito, ha differenze di vedute con il sindaco su Corso dei
Martiri, una megaoperazione immobiliare al centro di Catania, che potrebbe cambiare il volto
della citt per i prossimi decenni. Senza dimenticare lIrsap che significa zone industriali, uno dei
numerosi obiettivi nel mirino della lobby dei quattro che continua, grazie al decisivo ruolo del
governatore di Sicilia, a tessere le fila di unoccupazione militare di posti e luoghi determinanti per
le sorti dellIsola, di Marco Benanti
PENTITI CONTRO LEADER DI CONFINDUSTRIA: MONTANTE INDAGATO PER
MAFIA
A suo carico, secondo il quotidiano la Repubblica, vi sarebbero uninchiesta della
procura di Caltanissetta e una dellufficio inquirente di Catania. Originario di
Serradifalco, limprenditore e titolare dellomonima fabbrica di biciclette fondata negli
anni 20 del secolo scorso, e presidente della Camera di Commercio nissena e il 20
gennaio scorso stato designato su proposta del ministero dellInterno
componente dellAgenzia nazionale per i beni confiscati
di Giuseppe Pipitone

il delegato per la Legalit di Confindustria, e ha guidato gli imprenditori siciliani nella


rivoluzione contro il racket e contro Costa Nostra. Risulta per coinvolto anche in
unindagine di mafia della procura di Caltanissetta. Un vero e proprio paradosso,
quello di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, che, secondo
ledizione odierna di Repubblica,sarebbe sotto inchiesta per reati di mafia da parte
della Procura nissena. Uninchiesta top secret quella su Montante, indicato pochi
giorni fa dal ministero dellInterno come componente dellAgenzia dei beni confiscati,
che gestisce le propriet immobiliari confiscati ai boss di Cosa Nostra.
A suo carico, sempre secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, ci sarebbero le
dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia. Uno Salvatore Dario Di
Francesco, mafioso di Serradifalco, lo stesso paese di Montante. Arrestato un anno fa

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dalla Squadra Mobile , Di Francesco ha iniziato a raccontare di appalti pilotati nella


zona e in particolare al Consorzio Asi, larea di sviluppo industriale, dal 99 al 2004. Di
Francesco stato definito il collettore tra esponenti di Cosa nostra e i colletti
bianchi della provincia. Il pentito compare del mafioso di Serradifalco Vincenzo
Arnone (il padre di questultimo, Paolino Arnone era un boss di Cosa nostra e si
suicid nel carcere nisseno di Malaspina nellautunno del 92 dopo una retata), che
stato compare di nozze di Montante.
Una notizia gi resa pubblica lo scorso anno dalla rivista I Siciliani Giovani: in rete
venne diffusa una foto di Montante insieme a Vincenzo Arnone nella sede di
Assindustria nissena, scattata negli anni Ottanta, ma anche il certificato di nozze di un
giovanissimo Montante aveva solo 17 anni insieme ai quattro testimoni. Due erano
proprio Paolino e Vincenzo Arnone. Anche queste lontane conoscenze, a quanto
pare, sono confluite nellindagine, rappresentata soprattutto dalle dichiarazioni del
pentito Di Francesco. Il leader di Confindustria ha spiegato che le sue frequentazioni
con Arnone, altro non erano che legami dovuti alla comune origine paesana legata
a Serradifalco.
dalla piccola cittadina in provincia di Caltanissetta che parte la scalata
imprenditoriale dei Montante, attivi gi dagli anni venti con una fabbrica di biciclette.
Un marchio storico rilanciato da Antonello Montante, che anche fondatore della
Msa, Mediterr Shock Absorbers spa, unazienda di ammortizzatori per veicoli
industriali con sedi in tutto il mondo. Poi limprenditore nisseno inizia ad impegnarsi
anche in Confindustria: nel 2008, insieme al suo predecessore Ivan Lo Bello, stato
tra gli artefici del codice etico e della svolta anti racket degli industriali siciliani. Un
nuovo corso che molti hanno definito come la rivoluzione antimafia dellIsola, dato
che parallelamente alle denunce contro il pizzo, gli industriali emarginarono alcuni ex
leader di Confindustria considerati vicini ai clan: primo tra tutti Pietro Di Vincenzo,
condannato in via definitiva a nove anni per estorsione.
No comment, altro non posso aggiungere. E quanto si limitato a dire allAdnkronos
il Procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, interpellato sullinchiesta per mafia a
carico del Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. Lindustriale sotto
indagine considerato vicino a molti magistrati delle procure siciliane che in questi
ultimi anni hanno creduto alla rivolta antimafia dellimprenditoria siciliana, e la sua
cordata ha avuto un ruolo importante nellelezione di Rosario Crocetta a Palazzo
dOrleans. Proprio per questo lindagine a suo carico suscita un notevole scalpore
negli ambienti politici e finanziari dellIsola. Ora che alcuni pentiti parlano delle sue
pericolose frequentazioni, come scrive La Repubblica, i casi sono due: o qualcuno ha
voluto ordire una trama per infangare il simbolo di una Sicilia che vuole cambiare,
oppure arrivato il momento di riflettere sui possibili travestimenti dellAntimafia.
http://www.loraquotidiano.it/2015/02/09/pentiti-contro-leader-di-confindustriamontante-indagato-per-mafia_24680/

NICOL MARINO: LA MIA LOTTA CONTRO LAFFAIRE MONNEZZA


Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto. Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere. E Crocetta? Cambi discorso. Ma perch
lha nominata assessore? Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale
ero in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi
di Luciano Mirone

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11 novembre 2014

Dopo sette mesi dal suo siluramento punta il dito contro il governatore Rosario Crocetta, contro i
vertici di Confindustria Sicilia ovvero il vice presidente Giuseppe Catanzaro e il
presidente Antonello Montante , contro il vice presidente di Confindustria nazionale Ivan Lo
Bello, contro il senatore del Pd Giuseppe Lumia, contro alcuni funzionari regionali che avrebbero
firmato atti palesemente illegittimi. Tante le accuse: dal rilascio delle autorizzazioni alle
manovre messe in atto per evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche per favorire le
discariche private, specie quella di Siculiana (Agrigento), gestita dal vice presidente di
Confindustria Sicilia.
Detto e sottoscritto da Nicol Marino, ex assessore del Governo Crocetta con delega ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia, dal 12 dicembre 2012 al 14 aprile scorso.
Oggi Marino rompe un lungo silenzio e in questa intervista spiega molti retroscena legati allo
scandalo della spazzatura nellisola. Non sappiamo cosa c dentro le nostre discariche e nel nostro
sottosuolo, potrebbero anche esserci rifiuti pericolosi: in questi anni non stato controllato nulla n
dallArpa, n dalle Province. Un affare gigantesco come questo non poteva lasciare indifferente la
criminalit organizzata, che a Mazzarr SantAndrea, per esempio, ha scaricato limmondizia della
Campania.
un fiume in piena lex magistrato. Non voglio che passi il messaggio (come il presidente
Crocetta ha cercato di fare anche in questi giorni) di essermi occupato, durante il mio mandato, solo
della discarica di Siculiana per un pregiudizio nei confronti di Giuseppe Catanzaro, trascurando
quelle di Mazzarr SantAndrea (nei giorni scorsi sottoposta a sequestro preventivo) e di Motta
SantAnastasia (anche questa formalmente chiusa). Unaccusa che Marino respinge al mittente
proprio nei giorni in cui con le inchieste della magistratura e della Commissione nazionale
antimafia i nodi dellaffaire spazzatura stanno venendo al pettine.
La verit dice Marino che mi sono occupato a trecentosessanta gradi del ciclo dei rifiuti,
cercando delle soluzioni finalizzate al risparmio e al bene comune.
A difendere lex assessore scendono in campo i sindaci di Furnari, Mario Foti, e di Misterbianco,
Nino Di Guardo, che da anni lottano per la chiusura degli impianti di Mazzarr e di Motta:
Crocetta dichiarano allunisono ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando
avanti una seria azione di rinnovamento e di trasparenza.
Va ricordato al presidente Crocetta afferma Marino che una delle pi grosse autorizzazioni
rilasciate (3 milioni di metri cubi di volume) stata concessa nel 2009 a favore della discarica del
vice presidente di Confindustria Sicilia.
E poi: Catanzaro il primo imprenditore dellisola a sferrare lattacco pi grave al governo
Crocetta. Quando? Quando ottenemmo il decreto legge dal governo Monti per lemergenza rifiuti.
Al momento della conversione in legge, Catanzaro scrive, in qualit di vice presidente di
Confindustria Sicilia, al presidente della Commissione ambiente del Senato, Marinello, sostenendo
che non bisognava convertire in legge la parte di rifiuti relativa allimpiantistica, cio alle
discariche, in quanto le esperienze del passato avevano dimostrato che lemergenza era stata la
breccia tramite la quale erano entrati gli interessi mafiosi. Il problema che Catanzaro aveva avuto
unautorizzazione illegittima, e si era inserito nella gestione della discarica di Siculiana
approfittando di quellemergenza rifiuti che lui stesso aveva stigmatizzato. In pratica Catanzaro ha
sferrato un attacco al Governo Crocetta, ma stato protetto dallo stesso Crocetta con dichiarazioni
pubbliche anche a mio danno.
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Perch Crocetta difende Catanzaro e attacca Marino?


Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare
europeo e come presidente della Regione siciliana. Il governatore non vive bene la presenza di
personaggi che oscurano la sua immagine. Mantenendo la mia autonomia lho messo in crisi.
Perch, dottor Marino, lei accusa anche il presidente di Confindustria?
Mentre sono ancora assessore mi chiama il senatore del Pd Beppe Lumia, e mi dice:
Quando vieni a Palermo?.
Domani.
Assolutamente no, ci dobbiamo vedere stasera.
Beppe, sono a Catania, non posso.
Allora veniamo noi: io, Antonello Montante e Ivan lo Bello.
Lincontro avviene allhotel Excelsior di Catania. Montante esordisce cos:
Se vuoi fare la guerra a colpi di dossier io sono pronto, la devi smettere di mandare in giro
Ferdinando Buceti (mio capo di Gabinetto ed ex vice Questore della Polizia di Stato, nonch
appartenente alla Dia di Caltanissetta) ad acquisire informazioni sul mio conto.
Gli rispondo: Sei veramente fuori di testa. Non ho bisogno di mandare persone in giro per saperne
di pi su di te, sono sufficientemente informato. Non ti permettere di fare insinuazioni di questo
tipo.
Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto.
Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere.
E Crocetta?
Cambi discorso.
Cosa avvenne a seguito della sua inchiesta?
Il direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, dott. Gaetano Gullo, scrisse che la
situazione di Siculiana e di Motta era regolare. La cosa assurda che questo signore, che ritengo
assolutamente incapace e inadeguato per svolgere le funzioni conferitegli, rimanga ancora al suo
posto nonostante le mie sollecitazioni a Crocetta di sollevarlo dallincarico.
Qual il ruolo del senatore Lumia?
Ha sempre sponsorizzato Catanzaro, anzi, direi che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa.
Perch Crocetta la nomina assessore?
Me lo chiedo anchio. Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale ero
in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi.
Unoperazione di facciata?
Alla luce di questi fatti, direi proprio di s.

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http://www.loraquotidiano.it/2014/11/11/nicolo-marino-la-mia-lotta-contro-l-affairemonnezza_12086/
12 novembre 2014

RIFIUTI, MONTANTE E LO BELLO QUERELANO NICOL MARINO


Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale dellorganizzazione industriale hanno
dato mandato ai loro legali di denunciare il dottor Marino, in relazione alle interviste
apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia
di Luciano Mirone

guerra aperta fra i vertici di Confindustria e lex assessore ai Rifiuti del Governo
Crocetta, Nicol Marino. Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale
dellorganizzazione
industriale,
rispettivamente Ivan
Lo
Bello e Antonello
Montante, hanno dato mandato ai loro legali di denunciare il dott. Marino, in
relazione alle interviste apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia,
rinvenendosi nelle stesse contenuti gravemente diffamatori e minacciosi, oltre che
riferimenti a fatti e circostanze fantasiosamente ricostruite e completamente destituite
di ogni fondamento.
La nota diffusa dallufficio stampa di Confindustria Sicilia fa riferimento a
unintervista apparsa nei due quotidiani, in cui lex assessore regionale ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia accusava soprattutto il vice presidente di Confindustria
Sicilia, Giuseppe Catanzaro di essere stato destinatario, secondo lex magistrato, di
una serie di autorizzazioni illegittime per la discarica di Siculiana (3 milioni di metri
cubi di volume), che lo stesso Catanzaro gestisce.
A parere di Marino, sarebbero state messe in atto delle vere e proprie manovre per
evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche (specie quella prevista a Gela) per
favorire la discarica di Siculiana, che perderebbe buona parte del suo fatturato
attuale. Marino nellintervista tira in ballo il governatore della Sicilia Rosario
Crocetta, protettore di Catanzaro, ma anche il senatore del Pd Beppe Lumia (ha
sempre
sponsorizzato
Catanzaro),
nonch
i vertici
di Confindustria Lo
Bello e Montante, sostenendo che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa. Motivo? Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di
Gela, come parlamentare europeo e come presidente della Regione siciliana.
Unintervista durissima quella rilasciata ieri da Marino, dopo sette mesi di guerra
fredda fra lui e il presidente della Regione, dopo il siluramento subito dallex
magistrato da uno degli assessorati pi delicati di Palazzo dOrleans. A difendere
loperato dellex assessore ai Rifiuti, in questi giorni sono scesi in campo il sindaco di
Misterbianco, Nino Di Guardo, e di Furnari, Mario Foti, che da anni lottano per la
chiusura delle discariche di Motta SantAnastasia e di Mazzarr SantAndrea: Crocetta
ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando avanti una seria azione di
rinnovamento e di trasparenza.
La replica dei vertici di Confindustria Lo Bello e Montante non si fatta attendere.
Silenzio, Sul caso intervenuto anche il senatore Lumia: singolare che lex
assessore allEnergia e ai Rifiuti della Regione Siciliana Nicol Marino dedicava e
continua a dedicare gran parte del suo tempo ad attaccare pubblicamente quegli
imprenditori del settore che hanno denunciato Cosa nostra. Contro la mafia dei rifiuti,
invece, Marino non ha mai detto nulla. Nessuna valutazione, nessun giudizio, ha
dichiarato Lumia. Per quanto mi riguarda aggiunge mi sono sempre schierato
dalla parte di quegli imprenditori che rischiano la vita e che con Confindustria Sicilia
hanno fatto una scelta storica e senza precedenti contro Cosa nostra. Con questa
Confindustria si dialoga e ci si confronta, con la mafia dei rifiuti no, anzi la si

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aggredisce. Col presidente Crocetta spiega non siamo mai entrati nel merito
delle scelte amministrative e di gestione dei rifiuti fatte da Marino, ma non potevamo
stare zitti e fermi di fronte a questo suo modo scellerato di attaccare limpresa sana.
Semmai sono note le nostre opinioni a favore delle discariche pubbliche e contro il
proliferare di quelle private. Quindi conclude Lumia Marino dovr dar conto delle
sue affermazioni, non solo sul piano giudiziario ma anche delletica pubblica.
http://www.loraquotidiano.it/2014/11/12/rifiuti-montante-bello-querelano-nicolomarino_12194/

MONTANTE INDAGATO PER MAFIA. E IVAN LO BELLO RESTA SOLO?


La notizia il Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante indagato per mafia. Sar la
magistratura a stabilire la verit, ma tutto come un deja vu.
Su LOra Quotidiano del 9 Febbraio 2015: Pentiti contro leader di Confindustria: Montante
indagato per mafia.
Una notizia bomba. Antonello Montante, infatti, oltre ad essere il Presidente di Confindustria
Sicilia, :
Delegato nazionale di Confindustria per i problemi della legalit;
Componente dellAgenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia (su designazione del Ministero
dellInterno);
Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta;
Presidente di Unioncamere Sicilia
del novembre 2014 laltra accusa. Quella che il magistrato Nicol Marino mosse ai vertici di
Confindustria siciliana. La questione era legata alla gestione dei rifiuti e il dito era puntato sul vice
presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ma non solo.
Marino ha indicando ci che a suo parere costituisce un sistema di potere e di collusioni formato
da Montante, Lo Bello, Lumia (senatore PD. Poteva mancare il PD?), Catanzaro e lo stesso
Presidente della Regione Siciliana Crocetta.
Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare
europeo e come presidente della Regione siciliana.
Montante e Lo Bello hanno prontamente querelato Nicol Marino che, per, pare non essersi affatto
intimidito. Anzi, ha rincarato la dose.
Questa Amministrazione scrive Marino ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro
Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI
con la FORNI ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (lunica in possesso dei
requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nellinchiesta
TRASH della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa dasta in gare per discariche,
depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nellarresto del suo
direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso,
risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA
Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo1
Per inciso, Siculiana in provincia di Agrigento. Provincia di Giuseppe Catanzaro, ma anche del
Ministro dellInterno Angelino Alfano, lo stesso che ha nominato Montante allAgenzia Nazionale
dei beni confiscati alla mafia.
Montante indagato per mafia. Mah!

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A proposito dellincarico conferito da Angeli Alfano, ci sarebbe pure quel piccolo problema
sul conflitto di interessi:
giusto insomma che uno dei membri del consiglio direttivo dellAgenzia che assegna i beni
confiscati alle mafie sia anche uno dei pi influenti soci di un ente che ha tra le sue finalit la
gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra?
Strano destino, quello di Confindustria Sicilia.
Oggi abbiamo Montante indagato per mafia, ma dei vertici di Confindustria Sicilia ebbe gi ad
interessarsi la Commissione nazionale Antimafia degli anni 70 che, in diverse pagine, menziona
ling. Domenico (Mim) La Cavera, lallora Presidente di Confindustria Sicilia.
I suoi rapporti con lineffabile avvocato Vito Guarrasi di Palermo2 . Strano tipo, Vito
Guarrasi. Imparentato con Enrico Cuccia(Mediobanca).
Definito il vero boss, lavvocato dei misteri.
Per il giudice Calia presenzi perfino alla sottoscrizione del trattato di Cassibile, rappresentando gli
interessi della mafia.
Amici inseparabili, lui e La Cavera. Insieme e con il deputato comunista Emanuele
Macaluso furono i fautori e i sostenitori della stagione del milazzismo in Sicilia3
Silvio Milazzo, dopo le elezioni, il 12 agosto 1959 form un secondo governo, dove per non entr
pi il MSI. Questo secondo governo ebbe allora un sostegno variegato, dalle sinistre, ai monarchici,
ai vertici di Sicindustria, allora guidata da Domenico La Cavera che gi aveva rotto con
Confindustria, fino ad esponenti vicini alla mafia.
La Cavera ebbe relazioni anche con laltro (oltre lo stesso Guarrasi) grande attore del Caso
Mattei, Graziano Verzotto, e con lo stesso Enrico Mattei.
stato uno dei promotori insieme a Vito Guarrasi e Graziano Verzotto della Sofis (ente pubblico
siciliano nato nel 1957) di cui fu nominato direttore. Il suo nome compare nelle relazioni compiute
dalla Commissione parlamentare antimafia negli anni 70.
Ma i suoi affari in contiguit con la mafia andavano oltre:
Fu amministratore delegato della SIRAP, (societ controllata dallESPI), coinvolta nellindagine su
Angelo Siino, il gestore degli affari economici di Cosa Nostra
Antonello Montante e Ivan Lo Bello per Domenico La Cavera erano i ragazzi.
Montante e Lo Bello (e Catanzaro) son sempre andati damore e daccordo. Sicilia ovest al primo e
Sicilia est al secondo.
Presidenza della Camera di Commercio di Caltanissetta al primo, quella di Siracusa al secondo.
Altre grandi Camere di Commercio siciliane (Catania e Messina) ma anche Enna, ad esempio
sono tenute dal Governo Crocetta in condizione di commissariamento di dubbia legittimit.
Antonello Montante indagato per mafia. Si stenta a crederlo!
Dice il deputato regionale siciliano Leanza4
Lo Bello e Montante? Sono i padroni della Sicilia
51

Solo ultimamente, secondo alcune voci, si sarebbero creati dissapori tra loro, ma lingue ancor pi
malevole sostengono che sia tutto teatro. In ballo ci sono gli accorpamenti delle Camere di
Commercio siciliane e con essi la gestione delle (s)vendite degli aeroporti siciliani.
E adesso ci si ritrova Antonello Montante indagato per mafia.
http://ilcappellopensatore.it/2015/02/montante-indagato-per-mafia-e-ivan-lo-bello-resta-solo/

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/blog-post_11.html

CANNOVA GIANFRANCO ASCESA E DECLINO DELL'ANTIMAFIA DEGLI


AFFARI "CHE NON SI POSSONO RIFIUTARE"
Giulio Ambrosetti

Un' inchiesta coinvolge la dirigenza di Confindustria Sicilia e indirettamente quei politiici antimafia
che dovevano rappresentare "il nuovo" rispetto ai vecchi "comitati d'affari". Mala gestione dei beni
sequestrati alla mafia, conflitti d'interessi alla Regione, irregolarit sull'utilizzo dei fondi europei,
privatizzazione degli aereoporti... La magistratura ultimo baluardo in difesa della legalit?
Tira unaria pesante in questi giorni lungo lasse Palermo-Caltanissetta-Roma. Agli incroci di mafia
e antimafia c un po di traffico. Un ingorgo da legalit strillata. Storie strane. E uninchiesta su
presunti fatti di mafia che coinvolge il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante,
considerato uno degli uomini di punta dellantimafia e dellantiracket. Si tratta di dichiarazioni di
pentiti di Cosa nostra che lo tirano in ballo. Notizie da prendere con le pinze, ovviamente. Ma il
fatto che siano venute fuori, beh, segno che alcune cose, nellIsola, stanno cambiando. Anche,
anzi soprattutto per chi, dal 2008, di diritto o di rovescio, esercita in Sicilia un potere pieno e,
adesso, un po controllato: il senatore del Megafono-Pd, Giuseppe Lumia.
E lui, ormai da sette lunghi anni, luomo politico pi potente della nuova e della vecchia
Sicilia. E lui il garante di tanti, forse troppi accordi in bilico tra politica, economia e chiss
cosaltro ancora. A lui fa riferimento Antonello Montante, oggi sfiorato dal dubbio che dai tempi
di Crispi e di Giolitti fino ai nostri giorni illumina come unombra sinistra tanti politici siciliani
ascesi al soglio del potere. Dubbi che, nel caso dellex presidente della Regione, Tot Cuffaro, si
sono trasformati in condanna a sette anni per mafia. Dubbi che hanno accompagnato il suo
successore, Raffaele Lombardo, anche lui fulminato da una condanna di primo grado sempre per
mafia (in questi giorni dovrebbe iniziare il processo di secondo grado). Ogni storia giudiziaria, ogni
inchiesta dei magistrati inquirenti, si sa, storia a s. Ma impossibile non vedere in questa vicenda
il contesto politico in cui maturata la svolta giudiziaria che coinvolge Montante. Proviamo a
illustrarla.
In politica sono importanti i segnali. E il primo segnale sinistro arrivato circa una settimana prima
del siluro che ha colpito il presidente di Confindustria Sicilia. Ed stata la scoperta che la Regione
siciliana della quale Rosario Crocetta il presidente - anche lui, neanche a dirlo, personaggio
legato a doppio filo al senatore Lumia - non si costituita parte civile in un procedimento
giudiziario che coinvolge un funzionario regionale finito in manette per tangenti. Questa mancata
costituzione di parte civile da parte della Regione, stando a indiscrezioni, potrebbe essere legata al
fatto che il funzionario finito sotto processo, Gianfranco Cannova, era il responsabile del
procedimento amministrativo di importanti autorizzazioni ambientali. La firma sui
52

provvedimenti di autorizzazione non poteva essere la sua, perch si tratta, come gi accennato, di
un funzionario e non di un dirigente.
Viene da chiedersi, a questo punto, perch hanno arrestato lui, se a firmare erano, a norma di
legge, altri dirigenti. E in questo scenario che si inserisce la mancata costituzione di parte civile
da parte del governo regionale di Crocetta. Con molta probabilit, dietro questa storia c un
comitato di affari.
E questo comitato di affari che la Regione sta cercando di proteggere non costituendosi parte
civile?
E Cannova non sa nulla di questa storia?
Le domande sono pi che legittime, perch quello che sta succedendo veramente strano.
In ogni caso, per il presidente Crocetta - un personaggio che, a parole, si proclama sempre
antimafioso e paladino della cultura della legalit - una pessima figura, sia nel caso in cui avesse
semplicemente dimenticato di costituirsi parte civile, sia nel caso in cui si dovesse venire a
scoprire che dietro questa storia c un comitato di affari. La cosa strana che gli ultimi due
dirigenti che stavano sopra il funzionario regionale finito in manette non ci sono pi. Il primo
- Vincenzo Sansone - andato in pensione negli stessi giorni in cui esplodeva il caso
Cannova. Il secondo - Natale Zuccarelo - con parenti importanti nel mondo politico siciliano,
stato trasferito negli uffici del dipartimento regionale dei Rifiuti.
Una settimana dopo lo scivolone di Crocetta (che comunque, come gi accennato, non nuovo a
questo genere di stranezze, se vero che il suo governo, in tanti, forse troppi casi, ha ignorato le
regole sullanticorruzione) arrivata la botta a Montante. Agli osservatori non sfugge che il
presidente di Confindustria Sicilia stato chiamato a far parte dellAgenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Una struttura, inventata dalla politica italiana, della cui presenza in vita i
cittadini del nostro Paese non avvertivano e non avvertono ancora oggi il bisogno.
Su questo punto bene essere chiari. Dei beni sequestrati e confiscati alla mafia si occupa gi la
magistratura. Ci sono state polemiche sul fatto che chi va a gestire questi beni - che di solito sono
avvocati e commercialisti nominati dai magistrati - non avrebbe e competenze imprenditoriali per
gestire aziende confiscate che poi, magari, falliscono. Il problema esiste. Ma non si capisce perch,
a risolverlo, dovrebbero essere soggetti nominati da una politica che spesso collusa con la mafia.
Insomma, senza girarci tanto attorno, il dubbio, tuttaltro che campato in aria, che la politica stia
provando a togliere ai magistrati la gestione dei beni confiscati alla mafia. E siccome sono noti i
rapporti tra mafia e politica, non da escludere che i politici, con questo stratagemma, puntino a
restituire, sottobanco, i beni confiscati ai mafiosi o ai loro eventuali prestanome.
Nessuno, per carit!, vuole offendere i soggetti - Prefetti in testa - chiamati a gestire lAgenzia per i
beni confiscati o sequestrati alla mafia. Le nostre sono semplici considerazioni politiche che non
coinvolgono i Prefetti. Considerazioni legate, piaccia o no, alla storia del nostro Paese. E un
peccato di lesa maest ricordare - lo faceva nei primi del 900 Gaetano Salvemini - che Giolitti, nel
Sud dItalia, esercitava il suo potere proprio con i Prefetti in combutta con i prepotenti e i mafiosi
dellepoca? E ci sono dubbi sul fatto che, in Italia, ancora una volta, lultimo baluardo contro
unillegalit mai doma rappresentato dalla magistratura?
Detto questo, la politica farebbe bene a sbaraccare subito questa inutile Agenzia per i beni confiscati
e sequestrati alla mafia. Quanto ai problemi legati alla mancata gestione imprenditoriale delle
aziende confiscate alla criminalit organizzata, beh, sufficiente affiancare ai commercialisti e agli

53

avvocati imprenditori o associazioni di imprese. Ma questo deve farlo la magistratura e non i


politici attraverso uninutile Agenzia controllata dalla politica!
Fine delle considerazioni sullaria pesante che oggi si respira nellIsola? Niente affatto. I
cambiamenti in corso sono ancora pi profondi. Qualcuno, in Sicilia, a partire dal 1994, pensava di
essere immune da qualunque controllo di legge. E, in effetti, forse in parte stato cos. Chi scrive
ricorda un sindaco di Corleone di sinistra che in quegli anni affidava e rinnovava appalti a una
societ riconducibile a parenti stretti del boss Bernardo Provenzano. Per non parlare della storia del
miliardo di vecchie lire messo a disposizione dallOnu nel 2000. SOLDI , affidati a soggetti
dellantimafia, di cui non si saputo pi nulla.
Tra i personaggi che hanno sempre navigato in unAntimafia molto discutibile c il gi citato
senatore Lumia. Che oggi non sembra pi il politico irresistibile di un tempo. Qualcuno ha creduto
che lui e i personaggi a lui vicini non sarebbero mai stati chiamati a rispondere del proprio operato.
Forse perch ha pensato, errando di grosso, che la magistratura era assimilabile agli altri poteri dello
Stato italiano, pi o meno addomesticabili. Ebbene, questo qualcuno si sbagliato. Perch sia la
magistratura nel suo complesso (con riferimento, come vedremo, anche al Tar, sigla che sta per
Tribunale amministrativo regionale della Sicilia), sia la Corte dei Conti stanno rispondendo ai
prepotenti, ai furbi e anche ai mafiosi, vecchi e nuovi con un solo linguaggio: quello della
legalit.
La vicenda che oggi coinvolge Montante - vicenda, lo ribadiamo, legata a dichiarazioni di pentiti
ancora tutte da verificare - arriva da lontano e, con molta probabilit, destinata ad andare lontano.
Toccando tutti i gangli del sistema di potere che dal 2008 tiene in pugno la Sicilia. Chi scrive, gi
nei primi mesi dello scorso anno, sul quotidiano on line LinkSicilia, segnalava, ad esempio, lo
strano caso di Patrizia Monterosso, segretario generale della presidenza della Regione (in
pratica, il pi alto burocrate della Regione siciliana che, lo ricordiamo, in virt della propria
Autonomia, potrebbe essere assimilato a uno Stato americano se la stessa Autonomia venisse
applicata correttamente: cosa che non avviene), e di suo marito, lavvocato Claudio Alongi.
Con la prima che si pronunciava su un incarico del marito presso la stessa amministrazione
regionale! E con il secondo che forniva pareri legali alla moglie per fatti che riguardano la stessa
amministrazione regionale!
Entrambi in palese conflitto di interessi.
Quando abbiamo scritto queste cose ci hanno quasi presi per matti. Non ci credevano. Ma oggi
questa vicenda diventata di dominio pubblico. E, con molta probabilit, al vaglio delle autorit
competenti. Superfluo aggiungere che anche la Monterosso fa parte del sistema di potere del
senatore Lumia.
Il senatore Lumia - che il vero presidente ombra della Regione siciliana, in quanto inventore
della candidatura di Crocetta insieme con i geni dellUdc, formazione politica in via di
decomposizione politica - comincia a perdere colpi. Ben prima del siluro che in questi giorni ha
centrato Montante, lo stesso segretario generale della presidenza della Regione, la gi citata Patrizia
Monterosso, stata condannata dalla Corte dei Conti al pagamento di oltre un milione di euro
( 1.279.007,04) per fatti riguardanti il settore della formazione professionale. ( SENT. N.
401/2014 http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2014/03/blog-post_14.html )
Un altro pezzo importante del sistema di potere di Lumia - la dirigente generale del
dipartimento Lavoro della Regione, Anna Rosa Corsello - stata di recente bastonata dal
Tar Sicilia, che ha dichiarato nullo un atto amministrativo da lei confezionato (si tratta del
decreto di accreditamento degli enti di formazione, atto che avrebbe dovuto essere firmato dal
presidente della Regione e che, invece, stato firmato dallex assessore regionale, Nelli
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Scilabra). Il decreto dichiarato nullo dal Tar Sicilia potrebbe avere effetti dirompenti, perch
sui SOLDI gi spesi sulla base di un decreto nullo la Corte dei Conti dovrebbe avviare unazione
di responsabilit a carico dei protagonisti di questa incredibile storia (parliamo di milioni di euro).
Non solo. Sembra che, adesso, anche lUnione europea si stia svegliando. Fino ad oggi Bruxelles,
sulla formazione professionale, ha fatto finta di non vedere violazioni incredibili. I burocrati legati
allattuale governo regionale hanno bloccato lassegnazione di fondi europei per rivalersi su errori
commessi nellerogazione di fondi pubblici. Solo che i fondi erogati irregolarmente erano regionali,
mentre quelli con i quali la Regione ha provato a rivalersi erano europei. Due tipologie di fondi
pubblici non sovrapponibili.
Morale: la Regione non avrebbe dovuto bloccare lerogazione di fondi europei per recuperare
fondi regionali erogati illegittimamente.
Ma c, nella gestione della formazione professionale siciliana, unirregolarit che sta ancora pi a
monte. Una storia molto pi grave che Bruxelles non ha ancora sanzionato. I fondi europei, per
definizione, sono addizionali: si debbono, cio, sommare ai fondi nazionali e regionali. La
Regione siciliana, invece, dal 2012, utilizza i fondi europei sostituendoli totalmente ai fondi
regionali. E questo non si pu fare. Non a caso in corso una class action da parte del mondo della
formazione professionale siciliana contro la Regione che, ormai da quattro anni, non si dota del
Piano formativo regionale della formazione professionale con fondi regionali, finanziando tutto con
le risorse del Fondo sociale europeo. Cosa, questa, che non si dovrebbe fare perch a vietarlo la
stessa Unione europea che, fino ad oggi, violando leggi e regolamenti che essa stessa si data, fa
finta di non vedere tutto quello che succede in Sicilia in questo settore, rendendosi complice di
unirregolarit ai danni di se stessa.
Tutto questo vale per il passato e per il presente. Ma il siluro che ha colpito Montante e il sistema
di potere del senatore Lumia riguarda anche il futuro. E noto a tutti che, guarda caso in questi
giorni, si aperta la caccia alle tre societ che gestiscono gli aeroporti siciliani. Sono la Sac, che
gestisce gli aeroporti di Catania Fontanarossa e Comiso; la Gesap, che gestisce laeroporto
Falcone-Borsellino di Palermo; e lAirgest, che gestisce laeroporto Vincenzo Florio di Trapani.
Per motivi misteriosi queste tre societ - fino ad oggi controllate da soggetti pubblici - dovrebbero
essere privatizzate. Si tratta di societ che, se gestite con oculatezza, potrebbero dare utili e
ricchezza alla collettivit. Ma siccome siamo in Italia questa ricchezza se la debbono incamerare i
privati. A questo sembra che punti il governo Renzi che, non a caso, su questi e su altri argomenti
perfettamente in linea con Berlusconi, alla faccia della sinistra che lo stesso Pd di Renzi dice di
rappresentare!
Laffare pi grosso rappresentato dallaeroporto di Catania, il pi importante della Sicilia,
destinato a diventare un hub. Non a caso su questo aeroporto si gi gettato come un falco Ivan Lo
Bello, altro esponente di Confindustria Sicilia vicino a Montante. Chi prender il controllo della Sac
- societ per azioni oggi controllata dalle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa,
dallIstituto regionale per le attivit produttive e dalle Province di Catania e Siracusa - assumer
pure la gestione dellaeroporto di Comiso, snodo aeroportuale importante per il flusso turistico
verso il Barocco di Noto, Siracusa e Ragusa e per il trasporto cargo di tutta lortofrutta prodotta
nelle serre che, dal Ragusano, arrivano fino a Gela e Licata.
Un po meno importanti - ma non per questo da tralasciare - gli aeroporti di Palermo e Trapani.
Nella Gesap - societ che, come ricordato, gestisce laeroporto Falcone-Borsellino - troviamo la
Provincia di Palermo come socio di maggioranza, poi il Comune e la Camera di Commercio,
sempre di Palermo. Mentre lAirgest fa capo per il 49 per cento alla Provincia di Trapani, per il 2
per cento alla Camera di Commercio, sempre di Trapani, e per il restante 49 per cento a un gruppo
di privati.
Non sfugge agli osservatori che Montante, oltre che presiedere la Camera di Commercio di
Caltanissetta, presidente dellUnioncamere, cio dellUnione delle Camere di Commercio della
Sicilia. E le Camere di Commercio, in tutte tre le eventuali privatizzazioni delle societ
55

aeroportuali, giocheranno un ruolo centrale. Lo stesso discorso vale per le Province siciliane, tutte
commissariate e gestite dalla stessa Regione, cio dallaccoppiata Lumia-Crocetta
Insomma, i conti tornano. O meglio, cominciano a non tornare per Lumia, per Montante e per
Crocetta. Tre personaggi che hanno fatto fortuna utilizzando lantimafia come trampolino di lancio
per la politica (e per gli affari). Ma adesso tutto questo mondo sembra in difficolt.
Una caduta che non sembra risparmiare nemmeno il numero due di Confindustria Sicilia, Giuseppe
Catanzaro, titolare della pi grande discarica della Sicilia in quel di Siculiana, in provincia di
Agrigento. Sotto scacco - non a caso sempre da parte della magistratura - finita tutta la gestione
dei rifiuti in Sicilia imperniata ancora sulle discariche. Una follia tutta siciliana che inquina
lambiente.
Va ricordato che quasi tutte le discariche siciliane non sono a norma di legge. Nelle discariche non
possono essere sotterrati i residui organici, cio il cosiddetto umido che andrebbe lavorato a parte.
Invece in quasi tutte le discariche siciliane i camion pieni di immondizia entrano, scaricano e vanno
via. Ma questo non si pu fare, la legge non lo consente. E invece si fa. Ma adesso la festa sembra
finita.
Non va meglio per la gestione dellacqua. Tutti in Sicilia sanno che, in due anni e oltre di
legislatura, il Parlamento siciliano, di fatto, ha bloccato il disegno di legge diniziativa popolare per
il ritorno alla gestione dellacqua pubblica. La mafia, in Sicilia, sempre stata contro lacqua
pubblica. Era cos ai tempi di Don Calogero Vizzini e Giuseppe Genco Russo. Ed cos anche oggi
che la mafia opera da Bruxelles, imponendo i proventi delle attivit criminali nel calcolo del Pil dei
Paesi dellUnione europea.
La mafia non vuole il ritorno allacqua pubblica. E la politica siciliana si sta adeguando alle
richieste della mafia che, come insegna Il Padrino, in genere, non si possono rifiutare. Questo
spiega perch, proprio mentre scriviamo, mezza Regione siciliana mobilitata a bloccare i tentativi
di alcuni Sindaci dellAgrigentino di gestire lacqua nellinteresse dei cittadini. Un esempio
intollerabile
Insomma, tutto il mondo che gira attorno a Lumia, Montante, Catanzaro, Lo Bello e Crocetta - che
un mondo di politica legata agli affari, dallagenzia dei beni confiscati alla mafia alla gestione della
burocrazia, dalle societ aeroportuali ai rifiuti, fino allacqua - in un modo o nellaltro non sembra
pi in sintonia con una certa idea di antimafia. La Giustizia da una parte e i grandi interessi che si
scontrano, dallaltra parte, stanno disegnando in Sicilia nuovi scenari.

http://www.lavocedinewyork.com/Ascesa-e-declino-dell-Antimafia-degli-affari-che-non-sipossono-rifiutare-/d/9843/

BATOSTA PER IL GOVERNO CROCETTA DECRETO-ACCREDITAMENTI


ANNULLATO
Venerd 30 Gennaio 2015 - 17:27 di Accursio Sabella

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di decine di enti tra cui l'Anfe e lo Ial. Il decreto
dell'assessore Scilabra che stabiliva i requisiti per ottenere i finanziamenti pubblici illegittimo:
doveva essere deliberato dalla giunta e firmato dal governatore.
PALERMO - Nuova bacchettata del Tar al governo Crocetta. Una bocciatura che rischia di far
esplodere il mondo della Formazione. I giudici amministrativi hanno dato ragione a una quarantina
tra enti e associazioni che avevano presentato un ricorso contro il decreto che disciplina gli
accreditamenti nel mondo dei corsi professionali. In particolare, nei confronti del passaggio in cui si
prevede la revoca dell'accreditamento in caso di presenza di contenziosi tra l'ente e la pubblica
amministrazione. Un provvedimento che era apparso fin da subito contrario persino alle regole del
buon senso. Ma i giudici amministrativi sono andati oltre. Bocciando, di fatto, l'intero
provvedimento. Quello sulla base del quale sono stati distribuiti e sono stati tolti gli accreditamenti
56

agli enti. E il motivo quasi grottesco: quel provvedimento, firmato da Nelli Scilabra, doveva
invece stando allo Statuto essere sottoscritto dal presidente della Regione. Uno scivolone
clamoroso.
Gi alla fine del 2013, il Tar aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata da queste
associazioni. Con due distinti ricorsi: uno dell'Anfe Sicilia e di altre associazioni e uno di un nutrito
gruppo di enti. Enti che, come detto, si erano opposti contro le norme contenute nel decreto
assessoriale del 23 luglio 2013. Si tratta, del provvedimento che elenca i nuovi requisiti per
laccreditamento, strumento utile per poter partecipare alla distribuzione dei contributi pubblici per
lo
svolgimento
dei
corsi
di
Formazione.
In quellatto, firmato come detto dall'allora assessore Nelli Scilabra, fra le altre cose, si inibiva
l'accreditamento a quegli enti che avessero in corso "liti" e contenziosi con l'amministrazione
regionale. Ma un primo e pi grave vizio di quel decreto sta proprio nel firmatario. Quelle
disposizioni, infatti, precisano i giudici hanno la caratteristica della novit, introducendo
condizioni, caratterizzate altres dalla generalit ed astrattezza, ulteriori rispetto a quelle fino a quel
momento esistenti laccreditamento di enti di formazione e per il mantenimento dello medesimo
status: in altri termini quelle di cui si discute si atteggiano quali vere e proprie norme di carattere
secondario rispetto la disciplina primaria. Veri e propri regolamenti, quindi, che, stando allo
Statuto siciliano devono essere deliberati dalla Giunta di Governo ed adottati nella forma del
Decreto Presidenziale, mentre ai singoli assessori spetta esclusivamente il potere di proporre
ladozione di regolamenti nelle materie di rispettiva competenza. Nel caso di specie si legge - il
decreto oggetto di impugnazione non risulta adottato in conformit al quadro normativo appena
richiamato.
Conseguentemente
lo
stesso
decreto
risulta
illegittimo.
I ricorsi accolti sono due: uno stato proposto da Asef e Anfop, associazioni che raccolgono diversi
enti, assistite dal legale Carlo Comand. "L'aspetto importante - sottolineano dallo studio Comand
- che stato annullato l'intero decreto per effetto di una contestazione preliminare fatta da noi: non
doveva essere un decreto assessoriale, ma un decreto del presidente della Regione. Il
provvedimento doveva dunque passare da un ok del Cga". L'altro stato proposto dall'Anfe, dallo
Ial e da un'altra ventina di enti (tra questi l'Interefop, il Cufti, l'Anapia, l'Ecap di Agrigento) difesi
dagli
avvocati
Sebastiano
Papandrea
e
Fulvio
Ingaglio.
Oltre a una causa di illegittimit legata al mancato rispetto delle norme sul soggetto che ha la
potest di emanare regolamenti, poi, ecco che i giudici entrano nel merito di quel passaggio relativo
all'eventuale lite pendente (od anche sopravvenuta) che, spiegano i giudici amministrativi, non di
per s indice della inaffidabilit dellimpresa, potendosi la lite chiudere a favore della stessa (con
riconoscimento delle relative ragioni). Inoltre, - si legge nella sentenza - sintomatico della non
necessaria finalizzazione alla selezione qualitativa dei partecipanti, il fatto che la clausola in esame
individui come fatti ostativi non solo le liti attuali, ma altres quelle passate. Una norma non solo
incomprensibile, spiegano i giudici, ma anche inutile. Non porterebbe, infatti, alcun vantaggio
all'attivit amministrativa: Una simile previsione si legge infatti - non ha alcuna proiezione sul
terreno dellefficacia dellazione amministrativa, ma unicamente una evidente ed univoca finalit di
penalizzazione, dal momento che lesercizio del diritto di difesa (principale interesse antagonista a
quello dellamministrazione), di cui allarticolo 24 della Costituzione, sembra costituire un fatto
ostativo rispetto alla stipula di contratti con lamministrazione intimata, anche in relazione a
vicende ormai definite ed a rapporti esauriti. Agli enti, stando a quel passaggio indicato dal
governatore, in quei giorni, quasi come un segno della moralizzazione in atto nel mondo della
Formazione, non sarebbe stato garantito il diritto di difendersi dalla Regione, visto che la
conseguenza sarebbe stata quella dell'immediata estromissione dai finanziamenti pubblici. Un
ingiustizia. E due errori in uno. La Regione scivola ancora una volta e clamorosamente. Sul terreno
insidioso della Formazione siciliana.
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http://livesicilia.it/2015/01/30/formazione-nuova-batosta-per-il-governo-crocetta-il-tar-annulla-ildecreto-sugli-accreditamenti_592101/

L'INCHIESTA SUL FLOP-DAY, ANNA ROSA CORSELLO: "AI MAGISTRATI HO


CONSEGNATO LE CARTE E SPIEGATO TUTTO"
GIUSEPPE MESSINA 10 OTTOBRE 2014

FORMAZIONE E LAVORO La documentazione fornita dall'ex dirigente generale dei


dipartimenti formazione e lavoro della regione siciliana e' adesso al vaglio della procura della
repubblica di palermo
Ci sono volute cinque ore per fare luce sulla gestione dei tirocini formativi finanziati con le risorse
del Piano Giovani e sul flop day dello scorso 5 agosto.
La dottoressa Anna Rosa Corsello, ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione
professionale ha esaminato, davanti ai magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Palermo, tutti gli aspetti inerenti l'attuazione del Piano Giovani e, in particolare, i tirocini
formativi 'appaltati' senza gara ad Italia Lavoro, la societ del Ministero del lavoro che in Sicilia
sembra aver trovato l' 'America'.
Nel lunghissimo interrogatorio di oggi, i magistrati hanno focalizzato l'attenzione su alcuni aspetti
della vicenda che la dottoressa Corsello ha puntualmente spiegato nei minimi particolari, supportata
dall'ampia documentazione depositata. Dall'affidamento diretto alle ragioni della scelta di Italia
lavoro e delle altre societ esterne alla Regione: Formez, Ett e Sviluppo Italia Sicilia. Atti
amministrativi effettuati dall'Amministrazione regionale sulla base di un'apposita delibera adottata
dalla Giunta regionale di Rosario Crocetta.
Inoltre, l'ex dirigente generale ha chiarito ai magistrati i problemi generati dall'utilizzo del sistema
informatico che, inceppatosi lo scorso 5 agosto, ha estromesso dalla candidatura e dall'incrocio con
le aziende decine di migliaia di giovani.
In particolare, la dottoressa Corsello si soffermata sugli affidamenti diretti inerenti al sistema
informatico Silav creato per gestire le adesioni dei giovani entro i 25 anni al Piano della Garanzia
Giovani Sicilia e che hanno riguardato il collegamento con il sistema dei Centri per l'impiego. A tal
riguardo, la relazione tra i tirocini e i Centri per l'impiego strato oggetto di confronto nel corso del
citato interrogatorio.
Lo strumento del tirocinio formativo, lo ricordiamo, destinato ai giovani tra i 18 ed e 35 anni che
possono usufruire di un periodo di lavoro presso le aziende che ne fanno richiesta, percependo una
somma pari a 500 euro al mese per complessivi 6 mesi. All'azienda riconosciuto un rimborso di
250 euro al mese al quale aggiungere un BONUS finale nel caso di assunzione a tempo
determinato che aumenta se il contratto subordinato.
Sono 2000 i tirocini messi a bando in Sicilia non ancora assegnati per l'insipienza del Governo
regionale. Anche per questo - e non solo per aver lasciato senza stipendio oltre 8 mila lavoratori
della Formazione professionale - l'assessore Scilabra sar oggetto di una mozione di censura da
parte dell'Ars.
Il flop-day dello scorso 5 agosto ha paralizzato l'attivit amministrativa. L'Amministrazione
regionale sta ancora valutando se validare il click-day dello scorso 5 agosto e aprire una nuova
finestra per garantire l'accesso ai giovani.
Dalle ultime notizie, pare che 'appatteranno le carte' assegnando i mille e 600 tirocini ai 'fortunati'
che sono riusciti a collegarsi al discusso sito, in barba ad altre decine di migliaia di giovani che non
sono riusciti a collegarsi. Cos avrebbero deciso i soliti Azzeccagarbugli.
Tornando all'interrogatorio, in una nota pervenuta in redazione, Salvatore Modica, uno dei legali
della dottoressa Anna Rosa Corsello riferisce che l'interrogatorio, richiesto dall'ex dirigente
generale dei dipartimenti Lavoro Formazione professionale si svolto in un clima di assoluta
serenit e di massima collaborazione, senza che venissero mosse specifiche accuse.
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La dottoressa Corsello, prosegue la nota, ha fornito ampie e dettagliate spiegazioni in ordine agli
articolati passaggi tecnici che connotano le vicende oggetto di indagine, inchiesta condotta da
magistrati attenti e rigorosi sui quali l'ex dirigente generale ripone massima stima e fiducia far il
proprio corso.
"Ho avuto ieri pomeriggio alle 15,30 l'incontro da me richiesto e mi sono presentata accompagnata
dai miei legali - racconta al giornale la dottoressa Corsello -. L'incontro si svolto all'insegna della
massima collaborazione e cordialit - aggiunge - ho fornito i chiarimenti per i quali avevo chiesto di
essere sentita ed ho depositato gli atti inerenti la procedura amministrativa".
"Nulla mi stato contestato o addebitato - ci dice l'ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e
Formazione professionale - e non ho mosso accuse nei confronti di alcuno, limitandomi a spiegare
gli atti che producevo".
"Ci sono volute cinque per consentire ai magistrati di verbalizzare i chiarimenti - sottolinea l'ex
dirigente generale dei dipartimenti Formazione e Lavoro - esclusivamente inerenti le procedure
amministrative che hanno riguardato il mio operato".
"Sono serena - conclude la dottoressa Corsello - e mi rimetto alle valutazioni dei magistrati che mi
hanno seguita con molta attenzione".
http://palermo.meridionews.it/articolo/28627/linchiesta-sul-flop-day-anna-rosa-corsello-aimagistrati-ho-consegnato-le-carte-e-spiegato-tutto/

L'AMARO/ LUMIA COME SCHOPENHAUER: IL MONDO COME LO VEDI


BRASIL 24 SETTEMBRE 2013

POLITICA Non che sottovalutiamo i politici siciliani? non che con la fretta di giudicarli quali
ascari, tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? il dubbio irrompe all'improvviso. A
generarlo sono le parole pronunciate da beppe lumia, senatore del pd a roma, promotore de il
megafono in sicilia, nonch regista del governo crocetta insieme con la lobby dei "professionisti
dell'antimafia" di confindustria sicilia, nel corso della direzione regionale del pd, ancora in corso al
san paolo palace di palermo.
Non che sottovalutiamo i politici siciliani? Non che con la fretta di giudicarli quali ascari,
tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? Il dubbio irrompe all'improvviso. A generarlo
sono le parole pronunciate da Beppe Lumia, Senatore del Pd a Roma, promotore de il Megafono in
Sicilia, nonch regista del Governo Crocetta insieme con la lobby dei "professionisti dell'antimafia"
di Confindustria Sicilia, nel corso della direzione regionale del Pd, ancora in corso al San Paolo
Palace di Palermo.
Il Senatore, con la sua capacit oratoria, ha ricordato a tutti un grandissimo filosofo: Arthur
Schopenhauer e la sua opera somma: "Il mondo come volont e rappresentazione". Di che si
tratta? Detto in maniera molto rozza (non abbiamo la saggezza degli esponenti del Megafono), in
questo capolavoro dell'intelletto umano, il filosofo tedesco sostiene che ognuno di noi percepisce la
realt che vuole. E, in effetti, Lumia, nel suo intervento parla di cose che, evidentemente, percepisce
solo lui:
"Questo e' un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un
Presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. I cittadini siciliani, i
giornali, l'opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta
come una grande risorsa"ha detto dinnanzi ad una platea inferocita che ha votato il documento del
segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che propone l'abbandono della Giunta Crocetta.
Ma che giornali legge Lumia? Di quale opinione pubblica parla? E, soprattutto, dove vive? In
Sicilia, a quanto ci risulta, si parla di un Governo che si era presentato come rivoluzionario, e che
invece si piegato ai diktati di quattro affaristi, peraltro non eletti, e si inchinato dinnanzi a quelli
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degli apparati ministeriali romani legati alle oligarchie finanziarie dell'Ue. Altro che popolo
Siciliano...
Forse, il Senatore dal doppio partito, non ha letto la seconda parte dell'opera del filosofo tedesco.
Dove spiega che vero che la realt fenomenica come c' la rappresentiamo ma che tra noi e la
vera realt come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non come essa
veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rif.
Il 21 Settembre scorso, ricorreva l'anniversario della morte del filosofo tedesco, datata 1860. Non
da escludere che il suo spirito stia vagando proprio in questi giorni nell'Universo, e che magari, si
fermato anche al San Paolo Palace hotel. Ma solo per pochi secondi.
www.glialtrionline.it/2012/03/05/il-nuovismo-e-le-sue-lobby-in-sicilia-vince-ilpartito-pro-lombardo/

12 luglio 2013 - 20:29

Nuova puntata sul gruppo di Potere Crocetta-Lumia-Lo Bello-Montante che domina in Sicilia. Nel
silenzio della stampa. E mentre Fontanarossa, in mano a Confindustria, rischia di essere svenduta a
imprenditori amici, la zona industriale di Catania, retta sempre da Confindustria, va in malora. Nella
giunta Bianco, stato Giuseppe Lumia a convincere ling. Luigi Bosco, ad accettare lincarico
assessoriale in giunta. Bosco, si notato subito, ha differenze di vedute con il sindaco su Corso dei
Martiri, una megaoperazione immobiliare al centro di Catania, che potrebbe cambiare il volto
della citt per i prossimi decenni. Senza dimenticare lIrsap che significa zone industriali, uno dei
numerosi obiettivi nel mirino della lobby dei quattro che continua, grazie al decisivo ruolo del
governatore di Sicilia, a tessere le fila di unoccupazione militare di posti e luoghi determinanti per
le sorti dellIsola, di Marco Benanti
PENTITI CONTRO LEADER DI CONFINDUSTRIA: MONTANTE INDAGATO PER
MAFIA
A suo carico, secondo il quotidiano la Repubblica, vi sarebbero uninchiesta della
procura di Caltanissetta e una dellufficio inquirente di Catania. Originario di
Serradifalco, limprenditore e titolare dellomonima fabbrica di biciclette fondata negli
anni 20 del secolo scorso, e presidente della Camera di Commercio nissena e il 20
gennaio scorso stato designato su proposta del ministero dellInterno
componente dellAgenzia nazionale per i beni confiscati
di Giuseppe Pipitone

il delegato per la Legalit di Confindustria, e ha guidato gli imprenditori siciliani nella


rivoluzione contro il racket e contro Costa Nostra. Risulta per coinvolto anche in
unindagine di mafia della procura di Caltanissetta. Un vero e proprio paradosso,
quello di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, che, secondo
ledizione odierna di Repubblica,sarebbe sotto inchiesta per reati di mafia da parte
della Procura nissena. Uninchiesta top secret quella su Montante, indicato pochi
giorni fa dal ministero dellInterno come componente dellAgenzia dei beni confiscati,
che gestisce le propriet immobiliari confiscati ai boss di Cosa Nostra.
A suo carico, sempre secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, ci sarebbero le
dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia. Uno Salvatore Dario Di
Francesco, mafioso di Serradifalco, lo stesso paese di Montante. Arrestato un anno fa
dalla Squadra Mobile , Di Francesco ha iniziato a raccontare di appalti pilotati nella
zona e in particolare al Consorzio Asi, larea di sviluppo industriale, dal 99 al 2004. Di
Francesco stato definito il collettore tra esponenti di Cosa nostra e i colletti
bianchi della provincia. Il pentito compare del mafioso di Serradifalco Vincenzo
Arnone (il padre di questultimo, Paolino Arnone era un boss di Cosa nostra e si

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suicid nel carcere nisseno di Malaspina nellautunno del 92 dopo una retata), che
stato compare di nozze di Montante.
Una notizia gi resa pubblica lo scorso anno dalla rivista I Siciliani Giovani: in rete
venne diffusa una foto di Montante insieme a Vincenzo Arnone nella sede di
Assindustria nissena, scattata negli anni Ottanta, ma anche il certificato di nozze di un
giovanissimo Montante aveva solo 17 anni insieme ai quattro testimoni. Due erano
proprio Paolino e Vincenzo Arnone. Anche queste lontane conoscenze, a quanto
pare, sono confluite nellindagine, rappresentata soprattutto dalle dichiarazioni del
pentito Di Francesco. Il leader di Confindustria ha spiegato che le sue frequentazioni
con Arnone, altro non erano che legami dovuti alla comune origine paesana legata
a Serradifalco.
dalla piccola cittadina in provincia di Caltanissetta che parte la scalata
imprenditoriale dei Montante, attivi gi dagli anni venti con una fabbrica di biciclette.
Un marchio storico rilanciato da Antonello Montante, che anche fondatore della
Msa, Mediterr Shock Absorbers spa, unazienda di ammortizzatori per veicoli
industriali con sedi in tutto il mondo. Poi limprenditore nisseno inizia ad impegnarsi
anche in Confindustria: nel 2008, insieme al suo predecessore Ivan Lo Bello, stato
tra gli artefici del codice etico e della svolta anti racket degli industriali siciliani. Un
nuovo corso che molti hanno definito come la rivoluzione antimafia dellIsola, dato
che parallelamente alle denunce contro il pizzo, gli industriali emarginarono alcuni ex
leader di Confindustria considerati vicini ai clan: primo tra tutti Pietro Di Vincenzo,
condannato in via definitiva a nove anni per estorsione.
No comment, altro non posso aggiungere. E quanto si limitato a dire allAdnkronos
il Procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, interpellato sullinchiesta per mafia a
carico del Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. Lindustriale sotto
indagine considerato vicino a molti magistrati delle procure siciliane che in questi
ultimi anni hanno creduto alla rivolta antimafia dellimprenditoria siciliana, e la sua
cordata ha avuto un ruolo importante nellelezione di Rosario Crocetta a Palazzo
dOrleans. Proprio per questo lindagine a suo carico suscita un notevole scalpore
negli ambienti politici e finanziari dellIsola. Ora che alcuni pentiti parlano delle sue
pericolose frequentazioni, come scrive La Repubblica, i casi sono due: o qualcuno ha
voluto ordire una trama per infangare il simbolo di una Sicilia che vuole cambiare,
oppure arrivato il momento di riflettere sui possibili travestimenti dellAntimafia.
http://www.loraquotidiano.it/2015/02/09/pentiti-contro-leader-di-confindustriamontante-indagato-per-mafia_24680/

NICOL MARINO: LA MIA LOTTA CONTRO LAFFAIRE MONNEZZA


Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto. Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere. E Crocetta? Cambi discorso. Ma perch
lha nominata assessore? Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale
ero in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi
di Luciano Mirone

11 novembre 2014

Dopo sette mesi dal suo siluramento punta il dito contro il governatore Rosario Crocetta, contro i
vertici di Confindustria Sicilia ovvero il vice presidente Giuseppe Catanzaro e il
presidente Antonello Montante , contro il vice presidente di Confindustria nazionale Ivan Lo
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Bello, contro il senatore del Pd Giuseppe Lumia, contro alcuni funzionari regionali che avrebbero
firmato atti palesemente illegittimi. Tante le accuse: dal rilascio delle autorizzazioni alle
manovre messe in atto per evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche per favorire le
discariche private, specie quella di Siculiana (Agrigento), gestita dal vice presidente di
Confindustria Sicilia.
Detto e sottoscritto da Nicol Marino, ex assessore del Governo Crocetta con delega ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia, dal 12 dicembre 2012 al 14 aprile scorso.
Oggi Marino rompe un lungo silenzio e in questa intervista spiega molti retroscena legati allo
scandalo della spazzatura nellisola. Non sappiamo cosa c dentro le nostre discariche e nel nostro
sottosuolo, potrebbero anche esserci rifiuti pericolosi: in questi anni non stato controllato nulla n
dallArpa, n dalle Province. Un affare gigantesco come questo non poteva lasciare indifferente la
criminalit organizzata, che a Mazzarr SantAndrea, per esempio, ha scaricato limmondizia della
Campania.
un fiume in piena lex magistrato. Non voglio che passi il messaggio (come il presidente
Crocetta ha cercato di fare anche in questi giorni) di essermi occupato, durante il mio mandato, solo
della discarica di Siculiana per un pregiudizio nei confronti di Giuseppe Catanzaro, trascurando
quelle di Mazzarr SantAndrea (nei giorni scorsi sottoposta a sequestro preventivo) e di Motta
SantAnastasia (anche questa formalmente chiusa). Unaccusa che Marino respinge al mittente
proprio nei giorni in cui con le inchieste della magistratura e della Commissione nazionale
antimafia i nodi dellaffaire spazzatura stanno venendo al pettine.
La verit dice Marino che mi sono occupato a trecentosessanta gradi del ciclo dei rifiuti,
cercando delle soluzioni finalizzate al risparmio e al bene comune.
A difendere lex assessore scendono in campo i sindaci di Furnari, Mario Foti, e di Misterbianco,
Nino Di Guardo, che da anni lottano per la chiusura degli impianti di Mazzarr e di Motta:
Crocetta dichiarano allunisono ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando
avanti una seria azione di rinnovamento e di trasparenza.
Va ricordato al presidente Crocetta afferma Marino che una delle pi grosse autorizzazioni
rilasciate (3 milioni di metri cubi di volume) stata concessa nel 2009 a favore della discarica del
vice presidente di Confindustria Sicilia.
E poi: Catanzaro il primo imprenditore dellisola a sferrare lattacco pi grave al governo
Crocetta. Quando? Quando ottenemmo il decreto legge dal governo Monti per lemergenza rifiuti.
Al momento della conversione in legge, Catanzaro scrive, in qualit di vice presidente di
Confindustria Sicilia, al presidente della Commissione ambiente del Senato, Marinello, sostenendo
che non bisognava convertire in legge la parte di rifiuti relativa allimpiantistica, cio alle
discariche, in quanto le esperienze del passato avevano dimostrato che lemergenza era stata la
breccia tramite la quale erano entrati gli interessi mafiosi. Il problema che Catanzaro aveva avuto
unautorizzazione illegittima, e si era inserito nella gestione della discarica di Siculiana
approfittando di quellemergenza rifiuti che lui stesso aveva stigmatizzato. In pratica Catanzaro ha
sferrato un attacco al Governo Crocetta, ma stato protetto dallo stesso Crocetta con dichiarazioni
pubbliche anche a mio danno.
Perch Crocetta difende Catanzaro e attacca Marino?
Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare

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europeo e come presidente della Regione siciliana. Il governatore non vive bene la presenza di
personaggi che oscurano la sua immagine. Mantenendo la mia autonomia lho messo in crisi.
Perch, dottor Marino, lei accusa anche il presidente di Confindustria?
Mentre sono ancora assessore mi chiama il senatore del Pd Beppe Lumia, e mi dice:
Quando vieni a Palermo?.
Domani.
Assolutamente no, ci dobbiamo vedere stasera.
Beppe, sono a Catania, non posso.
Allora veniamo noi: io, Antonello Montante e Ivan lo Bello.
Lincontro avviene allhotel Excelsior di Catania. Montante esordisce cos:
Se vuoi fare la guerra a colpi di dossier io sono pronto, la devi smettere di mandare in giro
Ferdinando Buceti (mio capo di Gabinetto ed ex vice Questore della Polizia di Stato, nonch
appartenente alla Dia di Caltanissetta) ad acquisire informazioni sul mio conto.
Gli rispondo: Sei veramente fuori di testa. Non ho bisogno di mandare persone in giro per saperne
di pi su di te, sono sufficientemente informato. Non ti permettere di fare insinuazioni di questo
tipo.
Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto.
Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere.
E Crocetta?
Cambi discorso.
Cosa avvenne a seguito della sua inchiesta?
Il direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, dott. Gaetano Gullo, scrisse che la
situazione di Siculiana e di Motta era regolare. La cosa assurda che questo signore, che ritengo
assolutamente incapace e inadeguato per svolgere le funzioni conferitegli, rimanga ancora al suo
posto nonostante le mie sollecitazioni a Crocetta di sollevarlo dallincarico.
Qual il ruolo del senatore Lumia?
Ha sempre sponsorizzato Catanzaro, anzi, direi che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa.
Perch Crocetta la nomina assessore?
Me lo chiedo anchio. Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale ero
in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi.
Unoperazione di facciata?
Alla luce di questi fatti, direi proprio di s.
http://www.loraquotidiano.it/2014/11/11/nicolo-marino-la-mia-lotta-contro-l-affairemonnezza_12086/
12 novembre 2014

RIFIUTI, MONTANTE E LO BELLO QUERELANO NICOL MARINO


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Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale dellorganizzazione industriale hanno


dato mandato ai loro legali di denunciare il dottor Marino, in relazione alle interviste
apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia
di Luciano Mirone

guerra aperta fra i vertici di Confindustria e lex assessore ai Rifiuti del Governo
Crocetta, Nicol Marino. Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale
dellorganizzazione
industriale,
rispettivamente Ivan
Lo
Bello e Antonello
Montante, hanno dato mandato ai loro legali di denunciare il dott. Marino, in
relazione alle interviste apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia,
rinvenendosi nelle stesse contenuti gravemente diffamatori e minacciosi, oltre che
riferimenti a fatti e circostanze fantasiosamente ricostruite e completamente destituite
di ogni fondamento.
La nota diffusa dallufficio stampa di Confindustria Sicilia fa riferimento a
unintervista apparsa nei due quotidiani, in cui lex assessore regionale ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia accusava soprattutto il vice presidente di Confindustria
Sicilia, Giuseppe Catanzaro di essere stato destinatario, secondo lex magistrato, di
una serie di autorizzazioni illegittime per la discarica di Siculiana (3 milioni di metri
cubi di volume), che lo stesso Catanzaro gestisce.
A parere di Marino, sarebbero state messe in atto delle vere e proprie manovre per
evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche (specie quella prevista a Gela) per
favorire la discarica di Siculiana, che perderebbe buona parte del suo fatturato
attuale. Marino nellintervista tira in ballo il governatore della Sicilia Rosario
Crocetta, protettore di Catanzaro, ma anche il senatore del Pd Beppe Lumia (ha
sempre
sponsorizzato
Catanzaro),
nonch
i vertici
di Confindustria Lo
Bello e Montante, sostenendo che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa. Motivo? Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di
Gela, come parlamentare europeo e come presidente della Regione siciliana.
Unintervista durissima quella rilasciata ieri da Marino, dopo sette mesi di guerra
fredda fra lui e il presidente della Regione, dopo il siluramento subito dallex
magistrato da uno degli assessorati pi delicati di Palazzo dOrleans. A difendere
loperato dellex assessore ai Rifiuti, in questi giorni sono scesi in campo il sindaco di
Misterbianco, Nino Di Guardo, e di Furnari, Mario Foti, che da anni lottano per la
chiusura delle discariche di Motta SantAnastasia e di Mazzarr SantAndrea: Crocetta
ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando avanti una seria azione di
rinnovamento e di trasparenza.
La replica dei vertici di Confindustria Lo Bello e Montante non si fatta attendere.
Silenzio, Sul caso intervenuto anche il senatore Lumia: singolare che lex
assessore allEnergia e ai Rifiuti della Regione Siciliana Nicol Marino dedicava e
continua a dedicare gran parte del suo tempo ad attaccare pubblicamente quegli
imprenditori del settore che hanno denunciato Cosa nostra. Contro la mafia dei rifiuti,
invece, Marino non ha mai detto nulla. Nessuna valutazione, nessun giudizio, ha
dichiarato Lumia. Per quanto mi riguarda aggiunge mi sono sempre schierato
dalla parte di quegli imprenditori che rischiano la vita e che con Confindustria Sicilia
hanno fatto una scelta storica e senza precedenti contro Cosa nostra. Con questa
Confindustria si dialoga e ci si confronta, con la mafia dei rifiuti no, anzi la si
aggredisce. Col presidente Crocetta spiega non siamo mai entrati nel merito
delle scelte amministrative e di gestione dei rifiuti fatte da Marino, ma non potevamo
stare zitti e fermi di fronte a questo suo modo scellerato di attaccare limpresa sana.
Semmai sono note le nostre opinioni a favore delle discariche pubbliche e contro il

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proliferare di quelle private. Quindi conclude Lumia Marino dovr dar conto delle
sue affermazioni, non solo sul piano giudiziario ma anche delletica pubblica.
http://www.loraquotidiano.it/2014/11/12/rifiuti-montante-bello-querelano-nicolomarino_12194/

MONTANTE INDAGATO PER MAFIA. E IVAN LO BELLO RESTA SOLO?


La notizia il Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante indagato per mafia. Sar la
magistratura a stabilire la verit, ma tutto come un deja vu.
Su LOra Quotidiano del 9 Febbraio 2015: Pentiti contro leader di Confindustria: Montante
indagato per mafia.
Una notizia bomba. Antonello Montante, infatti, oltre ad essere il Presidente di Confindustria
Sicilia, :
Delegato nazionale di Confindustria per i problemi della legalit;
Componente dellAgenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia (su designazione del Ministero
dellInterno);
Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta;
Presidente di Unioncamere Sicilia
del novembre 2014 laltra accusa. Quella che il magistrato Nicol Marino mosse ai vertici di
Confindustria siciliana. La questione era legata alla gestione dei rifiuti e il dito era puntato sul vice
presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ma non solo.
Marino ha indicando ci che a suo parere costituisce un sistema di potere e di collusioni formato
da Montante, Lo Bello, Lumia (senatore PD. Poteva mancare il PD?), Catanzaro e lo stesso
Presidente della Regione Siciliana Crocetta.
Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare
europeo e come presidente della Regione siciliana.
Montante e Lo Bello hanno prontamente querelato Nicol Marino che, per, pare non essersi affatto
intimidito. Anzi, ha rincarato la dose.
Questa Amministrazione scrive Marino ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro
Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI
con la FORNI ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (lunica in possesso dei
requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nellinchiesta
TRASH della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa dasta in gare per discariche,
depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nellarresto del suo
direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso,
risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA
Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo1
Per inciso, Siculiana in provincia di Agrigento. Provincia di Giuseppe Catanzaro, ma anche del
Ministro dellInterno Angelino Alfano, lo stesso che ha nominato Montante allAgenzia Nazionale
dei beni confiscati alla mafia.
Montante indagato per mafia. Mah!
A proposito dellincarico conferito da Angeli Alfano, ci sarebbe pure quel piccolo problema
sul conflitto di interessi:

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giusto insomma che uno dei membri del consiglio direttivo dellAgenzia che assegna i beni
confiscati alle mafie sia anche uno dei pi influenti soci di un ente che ha tra le sue finalit la
gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra?
Strano destino, quello di Confindustria Sicilia.
Oggi abbiamo Montante indagato per mafia, ma dei vertici di Confindustria Sicilia ebbe gi ad
interessarsi la Commissione nazionale Antimafia degli anni 70 che, in diverse pagine, menziona
ling. Domenico (Mim) La Cavera, lallora Presidente di Confindustria Sicilia.
I suoi rapporti con lineffabile avvocato Vito Guarrasi di Palermo2 . Strano tipo, Vito
Guarrasi. Imparentato con Enrico Cuccia(Mediobanca).
Definito il vero boss, lavvocato dei misteri.
Per il giudice Calia presenzi perfino alla sottoscrizione del trattato di Cassibile, rappresentando gli
interessi della mafia.
Amici inseparabili, lui e La Cavera. Insieme e con il deputato comunista Emanuele
Macaluso furono i fautori e i sostenitori della stagione del milazzismo in Sicilia3 Silvio Milazzo,
dopo le elezioni, il 12 agosto 1959 form un secondo governo, dove per non entr pi il MSI.
Questo secondo governo ebbe allora un sostegno variegato, dalle sinistre, ai monarchici, ai vertici
di Sicindustria, allora guidata da Domenico La Cavera che gi aveva rotto con Confindustria, fino
ad esponenti vicini alla mafia.
La Cavera ebbe relazioni anche con laltro (oltre lo stesso Guarrasi) grande attore del Caso
Mattei, Graziano Verzotto, e con lo stesso Enrico Mattei.
stato uno dei promotori insieme a Vito Guarrasi e Graziano Verzotto della Sofis (ente pubblico
siciliano nato nel 1957) di cui fu nominato direttore. Il suo nome compare nelle relazioni compiute
dalla Commissione parlamentare antimafia negli anni 70.
Ma i suoi affari in contiguit con la mafia andavano oltre:
Fu amministratore delegato della SIRAP, (societ controllata dallESPI), coinvolta nellindagine su
Angelo Siino, il gestore degli affari economici di Cosa Nostra
Antonello Montante e Ivan Lo Bello per Domenico La Cavera erano i ragazzi.
Montante e Lo Bello (e Catanzaro) son sempre andati damore e daccordo. Sicilia ovest al primo e
Sicilia est al secondo.
Presidenza della Camera di Commercio di Caltanissetta al primo, quella di Siracusa al secondo.
Altre grandi Camere di Commercio siciliane (Catania e Messina) ma anche Enna, ad esempio
sono tenute dal Governo Crocetta in condizione di commissariamento di dubbia legittimit.
Antonello Montante indagato per mafia. Si stenta a crederlo!
Dice il deputato regionale siciliano Leanza4
Lo Bello e Montante? Sono i padroni della Sicilia
Solo ultimamente, secondo alcune voci, si sarebbero creati dissapori tra loro, ma lingue ancor pi
malevole sostengono che sia tutto teatro. In ballo ci sono gli accorpamenti delle Camere di
Commercio siciliane e con essi la gestione delle (s)vendite degli aeroporti siciliani.
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E adesso ci si ritrova Antonello Montante indagato per mafia.


http://ilcappellopensatore.it/2015/02/montante-indagato-per-mafia-e-ivan-lo-bello-resta-solo/
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/blog-post_11.html
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/il-grande-inganno-dellantimafia.html
BATOSTA PER
ANNULLATO

IL

GOVERNO

CROCETTA

DECRETO-ACCREDITAMENTI

Venerd 30 Gennaio 2015 - 17:27 di Accursio Sabella

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di decine di enti tra cui l'Anfe e lo Ial. Il decreto
dell'assessore Scilabra che stabiliva i requisiti per ottenere i finanziamenti pubblici illegittimo:
doveva essere deliberato dalla giunta e firmato dal governatore.
PALERMO - Nuova bacchettata del Tar al governo Crocetta. Una bocciatura che rischia di far
esplodere il mondo della Formazione. I giudici amministrativi hanno dato ragione a una quarantina
tra enti e associazioni che avevano presentato un ricorso contro il decreto che disciplina gli
accreditamenti nel mondo dei corsi professionali. In particolare, nei confronti del passaggio in cui si
prevede la revoca dell'accreditamento in caso di presenza di contenziosi tra l'ente e la pubblica
amministrazione. Un provvedimento che era apparso fin da subito contrario persino alle regole del
buon senso. Ma i giudici amministrativi sono andati oltre. Bocciando, di fatto, l'intero
provvedimento. Quello sulla base del quale sono stati distribuiti e sono stati tolti gli accreditamenti
agli enti. E il motivo quasi grottesco: quel provvedimento, firmato da Nelli Scilabra, doveva
invece stando allo Statuto essere sottoscritto dal presidente della Regione. Uno scivolone
clamoroso.
Gi alla fine del 2013, il Tar aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata da queste
associazioni. Con due distinti ricorsi: uno dell'Anfe Sicilia e di altre associazioni e uno di un nutrito
gruppo di enti. Enti che, come detto, si erano opposti contro le norme contenute nel decreto
assessoriale del 23 luglio 2013. Si tratta, del provvedimento che elenca i nuovi requisiti per
laccreditamento, strumento utile per poter partecipare alla distribuzione dei contributi pubblici per
lo svolgimento dei corsi di Formazione.
In quellatto, firmato come detto dall'allora assessore Nelli Scilabra, fra le altre cose, si inibiva
l'accreditamento a quegli enti che avessero in corso "liti" e contenziosi con l'amministrazione
regionale. Ma un primo e pi grave vizio di quel decreto sta proprio nel firmatario. Quelle
disposizioni, infatti, precisano i giudici hanno la caratteristica della novit, introducendo
condizioni, caratterizzate altres dalla generalit ed astrattezza, ulteriori rispetto a quelle fino a quel
momento esistenti laccreditamento di enti di formazione e per il mantenimento dello medesimo
status: in altri termini quelle di cui si discute si atteggiano quali vere e proprie norme di carattere
secondario rispetto la disciplina primaria. Veri e propri regolamenti, quindi, che, stando allo
Statuto siciliano devono essere deliberati dalla Giunta di Governo ed adottati nella forma del
Decreto Presidenziale, mentre ai singoli assessori spetta esclusivamente il potere di proporre
ladozione di regolamenti nelle materie di rispettiva competenza. Nel caso di specie si legge - il
decreto oggetto di impugnazione non risulta adottato in conformit al quadro normativo appena
richiamato. Conseguentemente lo stesso decreto risulta illegittimo.
I ricorsi accolti sono due: uno stato proposto da Asef e Anfop, associazioni che raccolgono diversi
enti, assistite dal legale Carlo Comand. "L'aspetto importante - sottolineano dallo studio Comand
- che stato annullato l'intero decreto per effetto di una contestazione preliminare fatta da noi: non
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doveva essere un decreto assessoriale, ma un decreto del presidente della Regione. Il


provvedimento doveva dunque passare da un ok del Cga". L'altro stato proposto dall'Anfe, dallo
Ial e da un'altra ventina di enti (tra questi l'Interefop, il Cufti, l'Anapia, l'Ecap di Agrigento) difesi
dagli avvocati Sebastiano Papandrea e Fulvio Ingaglio.
Oltre a una causa di illegittimit legata al mancato rispetto delle norme sul soggetto che ha la
potest di emanare regolamenti, poi, ecco che i giudici entrano nel merito di quel passaggio relativo
all'eventuale lite pendente (od anche sopravvenuta) che, spiegano i giudici amministrativi, non di
per s indice della inaffidabilit dellimpresa, potendosi la lite chiudere a favore della stessa (con
riconoscimento delle relative ragioni). Inoltre, - si legge nella sentenza - sintomatico della non
necessaria finalizzazione alla selezione qualitativa dei partecipanti, il fatto che la clausola in esame
individui come fatti ostativi non solo le liti attuali, ma altres quelle passate. Una norma non solo
incomprensibile, spiegano i giudici, ma anche inutile. Non porterebbe, infatti, alcun vantaggio
all'attivit amministrativa: Una simile previsione si legge infatti - non ha alcuna proiezione sul
terreno dellefficacia dellazione amministrativa, ma unicamente una evidente ed univoca finalit di
penalizzazione, dal momento che lesercizio del diritto di difesa (principale interesse antagonista a
quello dellamministrazione), di cui allarticolo 24 della Costituzione, sembra costituire un fatto
ostativo rispetto alla stipula di contratti con lamministrazione intimata, anche in relazione a
vicende ormai definite ed a rapporti esauriti. Agli enti, stando a quel passaggio indicato dal
governatore, in quei giorni, quasi come un segno della moralizzazione in atto nel mondo della
Formazione, non sarebbe stato garantito il diritto di difendersi dalla Regione, visto che la
conseguenza sarebbe stata quella dell'immediata estromissione dai finanziamenti pubblici. Un
ingiustizia. E due errori in uno. La Regione scivola ancora una volta e clamorosamente. Sul terreno
insidioso della Formazione siciliana.
http://livesicilia.it/2015/01/30/formazione-nuova-batosta-per-il-governo-crocetta-il-tar-annulla-ildecreto-sugli-accreditamenti_592101/

L'INCHIESTA SUL FLOP-DAY, ANNA ROSA CORSELLO: "AI MAGISTRATI HO


CONSEGNATO LE CARTE E SPIEGATO TUTTO"
GIUSEPPE MESSINA 10 OTTOBRE 2014

FORMAZIONE E LAVORO La documentazione fornita dall'ex dirigente generale dei


dipartimenti formazione e lavoro della regione siciliana e' adesso al vaglio della procura della
repubblica di palermo
Ci sono volute cinque ore per fare luce sulla gestione dei tirocini formativi finanziati con le risorse
del Piano Giovani e sul flop day dello scorso 5 agosto.
La dottoressa Anna Rosa Corsello, ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione
professionale ha esaminato, davanti ai magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Palermo, tutti gli aspetti inerenti l'attuazione del Piano Giovani e, in particolare, i tirocini
formativi 'appaltati' senza gara ad Italia Lavoro, la societ del Ministero del lavoro che in Sicilia
sembra aver trovato l' 'America'.
Nel lunghissimo interrogatorio di oggi, i magistrati hanno focalizzato l'attenzione su alcuni aspetti
della vicenda che la dottoressa Corsello ha puntualmente spiegato nei minimi particolari, supportata
dall'ampia documentazione depositata. Dall'affidamento diretto alle ragioni della scelta di Italia
lavoro e delle altre societ esterne alla Regione: Formez, Ett e Sviluppo Italia Sicilia. Atti
amministrativi effettuati dall'Amministrazione regionale sulla base di un'apposita delibera adottata
dalla Giunta regionale di Rosario Crocetta.

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Inoltre, l'ex dirigente generale ha chiarito ai magistrati i problemi generati dall'utilizzo del sistema
informatico che, inceppatosi lo scorso 5 agosto, ha estromesso dalla candidatura e dall'incrocio con
le aziende decine di migliaia di giovani.
In particolare, la dottoressa Corsello si soffermata sugli affidamenti diretti inerenti al sistema
informatico Silav creato per gestire le adesioni dei giovani entro i 25 anni al Piano della Garanzia
Giovani Sicilia e che hanno riguardato il collegamento con il sistema dei Centri per l'impiego. A tal
riguardo, la relazione tra i tirocini e i Centri per l'impiego strato oggetto di confronto nel corso del
citato interrogatorio.
Lo strumento del tirocinio formativo, lo ricordiamo, destinato ai giovani tra i 18 ed e 35 anni che
possono usufruire di un periodo di lavoro presso le aziende che ne fanno richiesta, percependo una
somma pari a 500 euro al mese per complessivi 6 mesi. All'azienda riconosciuto un rimborso di
250 euro al mese al quale aggiungere un BONUS finale nel caso di assunzione a tempo
determinato che aumenta se il contratto subordinato.
Sono 2000 i tirocini messi a bando in Sicilia non ancora assegnati per l'insipienza del Governo
regionale. Anche per questo - e non solo per aver lasciato senza stipendio oltre 8 mila lavoratori
della Formazione professionale - l'assessore Scilabra sar oggetto di una mozione di censura da
parte dell'Ars.
Il flop-day dello scorso 5 agosto ha paralizzato l'attivit amministrativa. L'Amministrazione
regionale sta ancora valutando se validare il click-day dello scorso 5 agosto e aprire una nuova
finestra per garantire l'accesso ai giovani.
Dalle ultime notizie, pare che 'appatteranno le carte' assegnando i mille e 600 tirocini ai 'fortunati'
che sono riusciti a collegarsi al discusso sito, in barba ad altre decine di migliaia di giovani che non
sono riusciti a collegarsi. Cos avrebbero deciso i soliti Azzeccagarbugli.
Tornando all'interrogatorio, in una nota pervenuta in redazione, Salvatore Modica, uno dei legali
della dottoressa Anna Rosa Corsello riferisce che l'interrogatorio, richiesto dall'ex dirigente
generale dei dipartimenti Lavoro Formazione professionale si svolto in un clima di assoluta
serenit e di massima collaborazione, senza che venissero mosse specifiche accuse.
La dottoressa Corsello, prosegue la nota, ha fornito ampie e dettagliate spiegazioni in ordine agli
articolati passaggi tecnici che connotano le vicende oggetto di indagine, inchiesta condotta da
magistrati attenti e rigorosi sui quali l'ex dirigente generale ripone massima stima e fiducia far il
proprio corso.
"Ho avuto ieri pomeriggio alle 15,30 l'incontro da me richiesto e mi sono presentata accompagnata
dai miei legali - racconta al giornale la dottoressa Corsello -. L'incontro si svolto all'insegna della
massima collaborazione e cordialit - aggiunge - ho fornito i chiarimenti per i quali avevo chiesto di
essere sentita ed ho depositato gli atti inerenti la procedura amministrativa".
"Nulla mi stato contestato o addebitato - ci dice l'ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e
Formazione professionale - e non ho mosso accuse nei confronti di alcuno, limitandomi a spiegare
gli atti che producevo".
"Ci sono volute cinque per consentire ai magistrati di verbalizzare i chiarimenti - sottolinea l'ex
dirigente generale dei dipartimenti Formazione e Lavoro - esclusivamente inerenti le procedure
amministrative che hanno riguardato il mio operato".
"Sono serena - conclude la dottoressa Corsello - e mi rimetto alle valutazioni dei magistrati che mi
hanno seguita con molta attenzione".
http://palermo.meridionews.it/articolo/28627/linchiesta-sul-flop-day-anna-rosa-corsello-aimagistrati-ho-consegnato-le-carte-e-spiegato-tutto/

L'AMARO/ LUMIA COME SCHOPENHAUER: IL MONDO COME LO VEDI


BRASIL 24 SETTEMBRE 2013

POLITICA Non che sottovalutiamo i politici siciliani? non che con la fretta di giudicarli quali
ascari, tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? il dubbio irrompe all'improvviso. A
generarlo sono le parole pronunciate da beppe lumia, senatore del pd a roma, promotore de il
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megafono in sicilia, nonch regista del governo crocetta insieme con la lobby dei "professionisti
dell'antimafia" di confindustria sicilia, nel corso della direzione regionale del pd, ancora in corso al
san paolo palace di palermo.
Non che sottovalutiamo i politici siciliani? Non che con la fretta di giudicarli quali ascari,
tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? Il dubbio irrompe all'improvviso. A generarlo
sono le parole pronunciate da Beppe Lumia, Senatore del Pd a Roma, promotore de il Megafono in
Sicilia, nonch regista del Governo Crocetta insieme con la lobby dei "professionisti dell'antimafia"
di Confindustria Sicilia, nel corso della direzione regionale del Pd, ancora in corso al San Paolo
Palace di Palermo.
Il Senatore, con la sua capacit oratoria, ha ricordato a tutti un grandissimo filosofo: Arthur
Schopenhauer e la sua opera somma: "Il mondo come volont e rappresentazione". Di che si
tratta? Detto in maniera molto rozza (non abbiamo la saggezza degli esponenti del Megafono), in
questo capolavoro dell'intelletto umano, il filosofo tedesco sostiene che ognuno di noi percepisce la
realt che vuole. E, in effetti, Lumia, nel suo intervento parla di cose che, evidentemente, percepisce
solo lui:
"Questo e' un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un
Presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. I cittadini siciliani, i
giornali, l'opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta
come una grande risorsa"ha detto dinnanzi ad una platea inferocita che ha votato il documento del
segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che propone l'abbandono della Giunta Crocetta.
Ma che giornali legge Lumia? Di quale opinione pubblica parla? E, soprattutto, dove vive? In
Sicilia, a quanto ci risulta, si parla di un Governo che si era presentato come rivoluzionario, e che
invece si piegato ai diktati di quattro affaristi, peraltro non eletti, e si inchinato dinnanzi a quelli
degli apparati ministeriali romani legati alle oligarchie finanziarie dell'Ue. Altro che popolo
Siciliano...
Forse, il Senatore dal doppio partito, non ha letto la seconda parte dell'opera del filosofo tedesco.
Dove spiega che vero che la realt fenomenica come c' la rappresentiamo ma che tra noi e la
vera realt come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non come essa
veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rif.
Il 21 Settembre scorso, ricorreva l'anniversario della morte del filosofo tedesco, datata 1860. Non
da escludere che il suo spirito stia vagando proprio in questi giorni nell'Universo, e che magari, si
fermato anche al San Paolo Palace hotel. Ma solo per pochi secondi.
www.glialtrionline.it/2012/03/05/il-nuovismo-e-le-sue-lobby-in-sicilia-vince-ilpartito-pro-lombardo/

12 luglio 2013 - 20:29

Nuova puntata sul gruppo di Potere Crocetta-Lumia-Lo Bello-Montante che domina in Sicilia. Nel
silenzio della stampa. E mentre Fontanarossa, in mano a Confindustria, rischia di essere svenduta a
imprenditori amici, la zona industriale di Catania, retta sempre da Confindustria, va in malora. Nella
giunta Bianco, stato Giuseppe Lumia a convincere ling. Luigi Bosco, ad accettare lincarico
assessoriale in giunta. Bosco, si notato subito, ha differenze di vedute con il sindaco su Corso dei
Martiri, una megaoperazione immobiliare al centro di Catania, che potrebbe cambiare il volto
della citt per i prossimi decenni. Senza dimenticare lIrsap che significa zone industriali, uno dei
numerosi obiettivi nel mirino della lobby dei quattro che continua, grazie al decisivo ruolo del
governatore di Sicilia, a tessere le fila di unoccupazione militare di posti e luoghi determinanti per
le sorti dellIsola, di Marco Benanti

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PENTITI CONTRO LEADER DI CONFINDUSTRIA: MONTANTE INDAGATO PER


MAFIA
A suo carico, secondo il quotidiano la Repubblica, vi sarebbero uninchiesta della
procura di Caltanissetta e una dellufficio inquirente di Catania. Originario di
Serradifalco, limprenditore e titolare dellomonima fabbrica di biciclette fondata negli
anni 20 del secolo scorso, e presidente della Camera di Commercio nissena e il 20
gennaio scorso stato designato su proposta del ministero dellInterno
componente dellAgenzia nazionale per i beni confiscati
di Giuseppe Pipitone

il delegato per la Legalit di Confindustria, e ha guidato gli imprenditori siciliani nella


rivoluzione contro il racket e contro Costa Nostra. Risulta per coinvolto anche in
unindagine di mafia della procura di Caltanissetta. Un vero e proprio paradosso,
quello di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, che, secondo
ledizione odierna di Repubblica,sarebbe sotto inchiesta per reati di mafia da parte
della Procura nissena. Uninchiesta top secret quella su Montante, indicato pochi
giorni fa dal ministero dellInterno come componente dellAgenzia dei beni confiscati,
che gestisce le propriet immobiliari confiscati ai boss di Cosa Nostra.
A suo carico, sempre secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, ci sarebbero le
dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia. Uno Salvatore Dario Di
Francesco, mafioso di Serradifalco, lo stesso paese di Montante. Arrestato un anno fa
dalla Squadra Mobile , Di Francesco ha iniziato a raccontare di appalti pilotati nella
zona e in particolare al Consorzio Asi, larea di sviluppo industriale, dal 99 al 2004. Di
Francesco stato definito il collettore tra esponenti di Cosa nostra e i colletti
bianchi della provincia. Il pentito compare del mafioso di Serradifalco Vincenzo
Arnone (il padre di questultimo, Paolino Arnone era un boss di Cosa nostra e si
suicid nel carcere nisseno di Malaspina nellautunno del 92 dopo una retata), che
stato compare di nozze di Montante.
Una notizia gi resa pubblica lo scorso anno dalla rivista I Siciliani Giovani: in rete
venne diffusa una foto di Montante insieme a Vincenzo Arnone nella sede di
Assindustria nissena, scattata negli anni Ottanta, ma anche il certificato di nozze di un
giovanissimo Montante aveva solo 17 anni insieme ai quattro testimoni. Due erano
proprio Paolino e Vincenzo Arnone. Anche queste lontane conoscenze, a quanto
pare, sono confluite nellindagine, rappresentata soprattutto dalle dichiarazioni del
pentito Di Francesco. Il leader di Confindustria ha spiegato che le sue frequentazioni
con Arnone, altro non erano che legami dovuti alla comune origine paesana legata
a Serradifalco.
dalla piccola cittadina in provincia di Caltanissetta che parte la scalata
imprenditoriale dei Montante, attivi gi dagli anni venti con una fabbrica di biciclette.
Un marchio storico rilanciato da Antonello Montante, che anche fondatore della
Msa, Mediterr Shock Absorbers spa, unazienda di ammortizzatori per veicoli
industriali con sedi in tutto il mondo. Poi limprenditore nisseno inizia ad impegnarsi
anche in Confindustria: nel 2008, insieme al suo predecessore Ivan Lo Bello, stato
tra gli artefici del codice etico e della svolta anti racket degli industriali siciliani. Un
nuovo corso che molti hanno definito come la rivoluzione antimafia dellIsola, dato
che parallelamente alle denunce contro il pizzo, gli industriali emarginarono alcuni ex
leader di Confindustria considerati vicini ai clan: primo tra tutti Pietro Di Vincenzo,
condannato in via definitiva a nove anni per estorsione.
No comment, altro non posso aggiungere. E quanto si limitato a dire allAdnkronos
il Procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, interpellato sullinchiesta per mafia a
carico del Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. Lindustriale sotto

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indagine considerato vicino a molti magistrati delle procure siciliane che in questi
ultimi anni hanno creduto alla rivolta antimafia dellimprenditoria siciliana, e la sua
cordata ha avuto un ruolo importante nellelezione di Rosario Crocetta a Palazzo
dOrleans. Proprio per questo lindagine a suo carico suscita un notevole scalpore
negli ambienti politici e finanziari dellIsola. Ora che alcuni pentiti parlano delle sue
pericolose frequentazioni, come scrive La Repubblica, i casi sono due: o qualcuno ha
voluto ordire una trama per infangare il simbolo di una Sicilia che vuole cambiare,
oppure arrivato il momento di riflettere sui possibili travestimenti dellAntimafia.
http://www.loraquotidiano.it/2015/02/09/pentiti-contro-leader-di-confindustriamontante-indagato-per-mafia_24680/

NICOL MARINO: LA MIA LOTTA CONTRO LAFFAIRE MONNEZZA


Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto. Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere. E Crocetta? Cambi discorso. Ma perch
lha nominata assessore? Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale
ero in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi
di Luciano Mirone

11 novembre 2014

Dopo sette mesi dal suo siluramento punta il dito contro il governatore Rosario Crocetta, contro i
vertici di Confindustria Sicilia ovvero il vice presidente Giuseppe Catanzaro e il
presidente Antonello Montante , contro il vice presidente di Confindustria nazionale Ivan Lo
Bello, contro il senatore del Pd Giuseppe Lumia, contro alcuni funzionari regionali che avrebbero
firmato atti palesemente illegittimi. Tante le accuse: dal rilascio delle autorizzazioni alle
manovre messe in atto per evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche per favorire le
discariche private, specie quella di Siculiana (Agrigento), gestita dal vice presidente di
Confindustria Sicilia.
Detto e sottoscritto da Nicol Marino, ex assessore del Governo Crocetta con delega ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia, dal 12 dicembre 2012 al 14 aprile scorso.
Oggi Marino rompe un lungo silenzio e in questa intervista spiega molti retroscena legati allo
scandalo della spazzatura nellisola. Non sappiamo cosa c dentro le nostre discariche e nel nostro
sottosuolo, potrebbero anche esserci rifiuti pericolosi: in questi anni non stato controllato nulla n
dallArpa, n dalle Province. Un affare gigantesco come questo non poteva lasciare indifferente la
criminalit organizzata, che a Mazzarr SantAndrea, per esempio, ha scaricato limmondizia della
Campania.
un fiume in piena lex magistrato. Non voglio che passi il messaggio (come il presidente
Crocetta ha cercato di fare anche in questi giorni) di essermi occupato, durante il mio mandato, solo
della discarica di Siculiana per un pregiudizio nei confronti di Giuseppe Catanzaro, trascurando
quelle di Mazzarr SantAndrea (nei giorni scorsi sottoposta a sequestro preventivo) e di Motta
SantAnastasia (anche questa formalmente chiusa). Unaccusa che Marino respinge al mittente
proprio nei giorni in cui con le inchieste della magistratura e della Commissione nazionale
antimafia i nodi dellaffaire spazzatura stanno venendo al pettine.

72

La verit dice Marino che mi sono occupato a trecentosessanta gradi del ciclo dei rifiuti,
cercando delle soluzioni finalizzate al risparmio e al bene comune.
A difendere lex assessore scendono in campo i sindaci di Furnari, Mario Foti, e di Misterbianco,
Nino Di Guardo, che da anni lottano per la chiusura degli impianti di Mazzarr e di Motta:
Crocetta dichiarano allunisono ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando
avanti una seria azione di rinnovamento e di trasparenza.
Va ricordato al presidente Crocetta afferma Marino che una delle pi grosse autorizzazioni
rilasciate (3 milioni di metri cubi di volume) stata concessa nel 2009 a favore della discarica del
vice presidente di Confindustria Sicilia.
E poi: Catanzaro il primo imprenditore dellisola a sferrare lattacco pi grave al governo
Crocetta. Quando? Quando ottenemmo il decreto legge dal governo Monti per lemergenza rifiuti.
Al momento della conversione in legge, Catanzaro scrive, in qualit di vice presidente di
Confindustria Sicilia, al presidente della Commissione ambiente del Senato, Marinello, sostenendo
che non bisognava convertire in legge la parte di rifiuti relativa allimpiantistica, cio alle
discariche, in quanto le esperienze del passato avevano dimostrato che lemergenza era stata la
breccia tramite la quale erano entrati gli interessi mafiosi. Il problema che Catanzaro aveva avuto
unautorizzazione illegittima, e si era inserito nella gestione della discarica di Siculiana
approfittando di quellemergenza rifiuti che lui stesso aveva stigmatizzato. In pratica Catanzaro ha
sferrato un attacco al Governo Crocetta, ma stato protetto dallo stesso Crocetta con dichiarazioni
pubbliche anche a mio danno.
Perch Crocetta difende Catanzaro e attacca Marino?
Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare
europeo e come presidente della Regione siciliana. Il governatore non vive bene la presenza di
personaggi che oscurano la sua immagine. Mantenendo la mia autonomia lho messo in crisi.
Perch, dottor Marino, lei accusa anche il presidente di Confindustria?
Mentre sono ancora assessore mi chiama il senatore del Pd Beppe Lumia, e mi dice:
Quando vieni a Palermo?.
Domani.
Assolutamente no, ci dobbiamo vedere stasera.
Beppe, sono a Catania, non posso.
Allora veniamo noi: io, Antonello Montante e Ivan lo Bello.
Lincontro avviene allhotel Excelsior di Catania. Montante esordisce cos:
Se vuoi fare la guerra a colpi di dossier io sono pronto, la devi smettere di mandare in giro
Ferdinando Buceti (mio capo di Gabinetto ed ex vice Questore della Polizia di Stato, nonch
appartenente alla Dia di Caltanissetta) ad acquisire informazioni sul mio conto.
Gli rispondo: Sei veramente fuori di testa. Non ho bisogno di mandare persone in giro per saperne
di pi su di te, sono sufficientemente informato. Non ti permettere di fare insinuazioni di questo
tipo.
Praticamente Montante, siccome avevo scritto una nota nei confronti di Catanzaro sullemergenza
rifiuti, prende posizione contro di me per difendere lamico. Lumia cerca di mediare, Lo Bello sta
zitto.
Alla fine si calmano le acque, lindomani mattina mi vedo a Tusa con Crocetta e gli dico:
Rosario, non puoi consentire una cosa del genere.
E Crocetta?

73

Cambi discorso.
Cosa avvenne a seguito della sua inchiesta?
Il direttore generale del dipartimento Territorio e Ambiente, dott. Gaetano Gullo, scrisse che la
situazione di Siculiana e di Motta era regolare. La cosa assurda che questo signore, che ritengo
assolutamente incapace e inadeguato per svolgere le funzioni conferitegli, rimanga ancora al suo
posto nonostante le mie sollecitazioni a Crocetta di sollevarlo dallincarico.
Qual il ruolo del senatore Lumia?
Ha sempre sponsorizzato Catanzaro, anzi, direi che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa.
Perch Crocetta la nomina assessore?
Me lo chiedo anchio. Sono convinto che Crocetta fosse certo che tramite Lumia (con il quale ero
in sintonia quando era vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) potesse
controllarmi.
Unoperazione di facciata?
Alla luce di questi fatti, direi proprio di s.
http://www.loraquotidiano.it/2014/11/11/nicolo-marino-la-mia-lotta-contro-l-affairemonnezza_12086/
12 novembre 2014

RIFIUTI, MONTANTE E LO BELLO QUERELANO NICOL MARINO


Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale dellorganizzazione industriale hanno
dato mandato ai loro legali di denunciare il dottor Marino, in relazione alle interviste
apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia
di Luciano Mirone

guerra aperta fra i vertici di Confindustria e lex assessore ai Rifiuti del Governo
Crocetta, Nicol Marino. Il vicepresidente nazionale e il presidente regionale
dellorganizzazione
industriale,
rispettivamente Ivan
Lo
Bello e Antonello
Montante, hanno dato mandato ai loro legali di denunciare il dott. Marino, in
relazione alle interviste apparse sul nostro giornale e sul quotidiano La Sicilia,
rinvenendosi nelle stesse contenuti gravemente diffamatori e minacciosi, oltre che
riferimenti a fatti e circostanze fantasiosamente ricostruite e completamente destituite
di ogni fondamento.
La nota diffusa dallufficio stampa di Confindustria Sicilia fa riferimento a
unintervista apparsa nei due quotidiani, in cui lex assessore regionale ai Rifiuti,
allAcqua e allEnergia accusava soprattutto il vice presidente di Confindustria
Sicilia, Giuseppe Catanzaro di essere stato destinatario, secondo lex magistrato, di
una serie di autorizzazioni illegittime per la discarica di Siculiana (3 milioni di metri
cubi di volume), che lo stesso Catanzaro gestisce.
A parere di Marino, sarebbero state messe in atto delle vere e proprie manovre per
evitare la realizzazione delle piattaforme pubbliche (specie quella prevista a Gela) per

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favorire la discarica di Siculiana, che perderebbe buona parte del suo fatturato
attuale. Marino nellintervista tira in ballo il governatore della Sicilia Rosario
Crocetta, protettore di Catanzaro, ma anche il senatore del Pd Beppe Lumia (ha
sempre
sponsorizzato
Catanzaro),
nonch
i vertici
di Confindustria Lo
Bello e Montante, sostenendo che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa
cosa. Motivo? Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di
Gela, come parlamentare europeo e come presidente della Regione siciliana.
Unintervista durissima quella rilasciata ieri da Marino, dopo sette mesi di guerra
fredda fra lui e il presidente della Regione, dopo il siluramento subito dallex
magistrato da uno degli assessorati pi delicati di Palazzo dOrleans. A difendere
loperato dellex assessore ai Rifiuti, in questi giorni sono scesi in campo il sindaco di
Misterbianco, Nino Di Guardo, e di Furnari, Mario Foti, che da anni lottano per la
chiusura delle discariche di Motta SantAnastasia e di Mazzarr SantAndrea: Crocetta
ha buttato fuori lex assessore Marino che stava portando avanti una seria azione di
rinnovamento e di trasparenza.
La replica dei vertici di Confindustria Lo Bello e Montante non si fatta attendere.
Silenzio, Sul caso intervenuto anche il senatore Lumia: singolare che lex
assessore allEnergia e ai Rifiuti della Regione Siciliana Nicol Marino dedicava e
continua a dedicare gran parte del suo tempo ad attaccare pubblicamente quegli
imprenditori del settore che hanno denunciato Cosa nostra. Contro la mafia dei rifiuti,
invece, Marino non ha mai detto nulla. Nessuna valutazione, nessun giudizio, ha
dichiarato Lumia. Per quanto mi riguarda aggiunge mi sono sempre schierato
dalla parte di quegli imprenditori che rischiano la vita e che con Confindustria Sicilia
hanno fatto una scelta storica e senza precedenti contro Cosa nostra. Con questa
Confindustria si dialoga e ci si confronta, con la mafia dei rifiuti no, anzi la si
aggredisce. Col presidente Crocetta spiega non siamo mai entrati nel merito
delle scelte amministrative e di gestione dei rifiuti fatte da Marino, ma non potevamo
stare zitti e fermi di fronte a questo suo modo scellerato di attaccare limpresa sana.
Semmai sono note le nostre opinioni a favore delle discariche pubbliche e contro il
proliferare di quelle private. Quindi conclude Lumia Marino dovr dar conto delle
sue affermazioni, non solo sul piano giudiziario ma anche delletica pubblica.
http://www.loraquotidiano.it/2014/11/12/rifiuti-montante-bello-querelano-nicolomarino_12194/

MONTANTE INDAGATO PER MAFIA. E IVAN LO BELLO RESTA SOLO?


La notizia il Presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante indagato per mafia. Sar la
magistratura a stabilire la verit, ma tutto come un deja vu.
Su LOra Quotidiano del 9 Febbraio 2015: Pentiti contro leader di Confindustria: Montante
indagato per mafia.
Una notizia bomba. Antonello Montante, infatti, oltre ad essere il Presidente di Confindustria
Sicilia, :
Delegato nazionale di Confindustria per i problemi della legalit;
Componente dellAgenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia (su designazione del Ministero
dellInterno);
Presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta;
Presidente di Unioncamere Sicilia
del novembre 2014 laltra accusa. Quella che il magistrato Nicol Marino mosse ai vertici di
Confindustria siciliana. La questione era legata alla gestione dei rifiuti e il dito era puntato sul vice
presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ma non solo.

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Marino ha indicando ci che a suo parere costituisce un sistema di potere e di collusioni formato
da Montante, Lo Bello, Lumia (senatore PD. Poteva mancare il PD?), Catanzaro e lo stesso
Presidente della Regione Siciliana Crocetta.
Crocetta ha goduto degli appoggi di Confindustria come sindaco di Gela, come parlamentare
europeo e come presidente della Regione siciliana.
Montante e Lo Bello hanno prontamente querelato Nicol Marino che, per, pare non essersi affatto
intimidito. Anzi, ha rincarato la dose.
Questa Amministrazione scrive Marino ben a conoscenza che nel lontano 1995 la Catanzaro
Costruzioni s.r.l. ebbe ad aggiudicarsi il servizio per la gestione della discarica di Siculiana in ATI
con la FORNI ed Impianti industriali Ing. De Bartolomeis S.p.a. di Milano (lunica in possesso dei
requisiti per la partecipazione alla gara), questa ultima coinvolta successivamente nellinchiesta
TRASH della DDA di Palermo, per vicende connesse alla turbativa dasta in gare per discariche,
depuratori ed altri impianti di smaltimento, inchiesta culminata finanche nellarresto del suo
direttore generale, Massimo Tronci, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso,
risultato in rapporti di affari con RIINA Salvatore, BUSCEMI Antonio, LIPARI Giuseppe, VIRGA
Vincenzo, NANIA Filippo, BRUSCA Giovanni e SIINO Angelo1
Per inciso, Siculiana in provincia di Agrigento. Provincia di Giuseppe Catanzaro, ma anche del
Ministro dellInterno Angelino Alfano, lo stesso che ha nominato Montante allAgenzia Nazionale
dei beni confiscati alla mafia.
Montante indagato per mafia. Mah!
A proposito dellincarico conferito da Angeli Alfano, ci sarebbe pure quel piccolo problema
sul conflitto di interessi:
giusto insomma che uno dei membri del consiglio direttivo dellAgenzia che assegna i beni
confiscati alle mafie sia anche uno dei pi influenti soci di un ente che ha tra le sue finalit la
gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra?
Strano destino, quello di Confindustria Sicilia.
Oggi abbiamo Montante indagato per mafia, ma dei vertici di Confindustria Sicilia ebbe gi ad
interessarsi la Commissione nazionale Antimafia degli anni 70 che, in diverse pagine, menziona
ling. Domenico (Mim) La Cavera, lallora Presidente di Confindustria Sicilia.
I suoi rapporti con lineffabile avvocato Vito Guarrasi di Palermo2 . Strano tipo, Vito
Guarrasi. Imparentato con Enrico Cuccia(Mediobanca).
Definito il vero boss, lavvocato dei misteri.
Per il giudice Calia presenzi perfino alla sottoscrizione del trattato di Cassibile, rappresentando gli
interessi della mafia.
Amici inseparabili, lui e La Cavera. Insieme e con il deputato comunista Emanuele
Macaluso furono i fautori e i sostenitori della stagione del milazzismo in Sicilia3
Silvio Milazzo, dopo le elezioni, il 12 agosto 1959 form un secondo governo, dove per non entr
pi il MSI. Questo secondo governo ebbe allora un sostegno variegato, dalle sinistre, ai monarchici,
ai vertici di Sicindustria, allora guidata da Domenico La Cavera che gi aveva rotto con
Confindustria, fino ad esponenti vicini alla mafia.

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La Cavera ebbe relazioni anche con laltro (oltre lo stesso Guarrasi) grande attore del Caso
Mattei, Graziano Verzotto, e con lo stesso Enrico Mattei.
stato uno dei promotori insieme a Vito Guarrasi e Graziano Verzotto della Sofis (ente pubblico
siciliano nato nel 1957) di cui fu nominato direttore. Il suo nome compare nelle relazioni compiute
dalla Commissione parlamentare antimafia negli anni 70.
Ma i suoi affari in contiguit con la mafia andavano oltre:
Fu amministratore delegato della SIRAP, (societ controllata dallESPI), coinvolta nellindagine su
Angelo Siino, il gestore degli affari economici di Cosa Nostra
Antonello Montante e Ivan Lo Bello per Domenico La Cavera erano i ragazzi.
Montante e Lo Bello (e Catanzaro) son sempre andati damore e daccordo. Sicilia ovest al primo e
Sicilia est al secondo.
Presidenza della Camera di Commercio di Caltanissetta al primo, quella di Siracusa al secondo.
Altre grandi Camere di Commercio siciliane (Catania e Messina) ma anche Enna, ad esempio
sono tenute dal Governo Crocetta in condizione di commissariamento di dubbia legittimit.
Antonello Montante indagato per mafia. Si stenta a crederlo!
Dice il deputato regionale siciliano Leanza4
Lo Bello e Montante? Sono i padroni della Sicilia
Solo ultimamente, secondo alcune voci, si sarebbero creati dissapori tra loro, ma lingue ancor pi
malevole sostengono che sia tutto teatro. In ballo ci sono gli accorpamenti delle Camere di
Commercio siciliane e con essi la gestione delle (s)vendite degli aeroporti siciliani.
E adesso ci si ritrova Antonello Montante indagato per mafia.
http://ilcappellopensatore.it/2015/02/montante-indagato-per-mafia-e-ivan-lo-bello-resta-solo/
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/blog-post_11.html

LO SCANDALO DEI POTERI INVISIBILI


STATO
Gioved 05 Febbraio 2015 - 17:01 di Salvo Toscano

ZOOM SULL'AVVOCATURA DELLO

Con un imbarazzante parere, l'Avvocatura suggerisce al governo di non costituirsi parte civile al
processo contro un funzionario per corruzione, perch non desta "allarme sociale". Ma gi altri
pronunciamenti dell'ufficio avevano messo nei guai la giunta. Che, fragile e maldestra, delega
all'oracolo anche le decisioni pi politiche
PALERMO La decisione non era passata inosservata. Ed era stata raccontata da Riccardo Lo
Verso su Livesicilia il 19 gennaio scorso. La decisione era quella del governo regionale di non
costituirsi parte civile, tramite l'Avvocatura dello Stato, al processo che vede imputati Gianfranco
Cannova, funzionario dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, e quattro imprenditori, tutti
accusati di corruzione. Oggi un tassello in pi della clamorosa vicenda lo aggiunge Repubblica, che
d notizia delle motivazioni addotte dall'Avvocatura dello Stato a supporto della scelta di non
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costituirsi parte civile. Secondo l'Avvocatura, riporta il giornale, la corruzione "non costituisce
allarme sociale", e il danno all'erario esiguo. E dire che proprio su questo caso Rosario Crocetta
aveva tuonato pubblicamente. Nel corso di una conferenza stampa pochi giorni dopo il blitz il
governatore comment: "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. Stiamo vagliando l'ipotesi
della confisca o dell'esproprio per pubblica utilit delle discariche private". L'inchiesta
riguardava un presunto giro di mazzette (ammesse dallo stesso funzionario) nell'ambito dello
smaltimento dei rifiuti.
Insomma, malgrado i ripetuti allarmi lanciati a pi riprese dai massimi vertici istituzionali sul tema,
la corruzione secondo l'Avvocatura dello Stato, almeno nella fattispecie, non desta allarme sociale.
Una posizione che sta suscitando scandalo e scatenando polemiche, e che stata stigmatizzata dallo
stesso Crocetta, che secondo Repubblica caduto dalle nuvole apprendendo della vicenda, in
merito alla quale ha annunciato INDAGINI interne. Pi che la scelta in s, infatti, a colpire sono da
un lato le motivazioni addotte e dall'altro la reazione spaesata del governo. S, perch laddove la
politica debole e distratta, altri poteri incrementano il proprio peso specifico. L'Avvocatura dello
Stato, con i suoi pareri, non fa eccezione. Anzi, i pareri dell'ufficio sono diventati pane quotidiano e
bussola per una politica fragile e insicura, in tempi carichi di insidie. Anche nell'ambito di decisioni
in cui l'ultima parola dovrebbe spettare alla politica. Ne nato quasi un tutt'uno, una sorta di
governicchio parallelo le cui mosse sono state in pi d'una occasione smontate da altri poteri
discreti, come quello della Corte dei conti.
In effetti, nel recente passato l'Avvocatura ha manifestato parametri di giudizio a volte
controversi. La morbidezza sulla vicenda Cannova, ad esempio, stride con l'intransigenza
mostrata su un altro caso ovviamente ben diverso dal punto di vista giuridico che invece stato
al centro dell'attenzione dei media, quello sul vitalizio di Tot Cuffaro. Nel maggio scorso l'Ars
chiese un parere sulla vicenda all'Avvocatura. La norma infatti, scriveva Palazzo dei Normanni,
prevedeva la sospensione del vitalizio dei parlamentari solo per reati contro la pubblica
amministrazione. L'Avvocatura distrettuale di Palermo scrisse che la sospensione del vitalizio era
invece giustificata dalle norme del codice penale (in particolare gli articoli 28 e 29), specificando
che il vitalizio non assimilabile a una pensione. Un responso che arriv anche sull'onda delle
proteste di una parte di opinione pubblica e nel clima scottante causato dalla vasta eco mediatica
scatenata dal caso. Per aver man forte sulla propria interpretazione, l'Avvocatura di Palermo chiese
conforto all'Avvocatura generale dello Stato, che conferm quella interpretazione. Curioso per che
malgrado il riferimento a norme nazionali, il vitalizio non sia ancora stato sospeso - o almeno non
se ne ha notizia - ai parlamentari nazionali condannati e che al momento il codice penale
sembrerebbe applicarsi al solo Cuffaro.
D'altronde, il parere sul caso Cannova non il primo a inguaiare il governo regionale. Gi in un
paio di vicende eclatanti i buoni consigli dell'Avvocatura hanno messo in difficolt la giunta
regionale. Emblematico il caso delle assunzioni a Sicilia e-Servizi, che avevano avuto il parere
favorevole dell'Avvocatura e che sono state invece contestate dalla Corte dei conti (che ha accusato
di danno erariale lo stesso avvocato dello Stato Dell'Aira). L'altra insidia arriv dalla Sanit e dalle
nomine dei direttori generali delle aziende catanesi Paolo Cantaro e Angelo Pellican. Nomine
giunte il giorno prima dell'entrata in vigore del decreto Renzi che stoppava gli incarichi manageriali
per le persone in quiescenza. Quanto basta per spingere il governo regionale a chiedere appunto un
parere all'Avvocatura. Secondo l'avvocato dello Stato, quelle nomine andavano stoppate perch il
rapporto di lavoro si sarebbe formalizzato all'atto della sottoscrizione del contratto, che sarebbe
giunto, quindi, dopo l'entrata in vigore del decreto "stoppa-pensionati". Cos, partita la revoca di
quelle nomine, che ha anche innescato forti polemiche e l'apertura di un fascicolo da parte della
Procura di Catania. Qualche settimana dopo lo stesso ministro Madia a fornire, attraverso una
circolare esplicativa, la corretta interpretazione della norma. Una interpretazione che smentisce il

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parere dell'avvocatura: le nomine sono arrivate prima dell'entrata in vigore del decreto. E quindi non
sono sottoposte ai limiti previsti dalla norma.

Uno schema analogo: la politica cerca riparo nel parere dell'oracolo, i magistrati contabili o il
governo nazionale smontano tutto. E adesso arriva lo scandalo Cannova. Che irrita, tardivamente, lo
stesso governo regionale offrendone un'immagine maldestra. Governo che proprio in questi giorni
chiamato a decidere su un'altra eventuale costituzione di parte civile. Quella nel procedimento
davanti al Tribunale di Palermo che coinvolge undici persone, tra cui l'ex assessore regionale Pippo
Gianni - l'udienza preliminare stata fissata per il 25 febbraio - per una vicenda di presunta
corruzione nell'ambito delle energie alternative.
http://livesicilia.it/2015/02/05/lo-scandalo-dei-poteri-invisibili-rapporto-sullavvocatura-dellostato_594167/
CORRUZIONE, LA REGIONE NON SI COSTITUISCE PARTE CIVILE M5S:
VERGOGNOSO E PARTONO INTERROGAZIONI ALLARS E ALLA CAMERA
PUBBLICATO IL 5 FEBBRAIO 2015

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Inviata a Crocetta anche una lettera a firma di tutti i deputati siciliani del Movimento
allArs, alla Camera, al Senato e a Bruxelles La missiva sottoscritta pure dai sindaci
Cinquestelle
Due interrogazioni allArs e alla Camera e una lettera al presidente della Regione. Il movimento 5
Stelle reagisce con forza in Sicilia, a Roma e a Bruxelles alla allucinante decisione della Regione
di non costituirsi parte civile nel procedimento contro un funzionario che ha ammesso di aver
ricevuto denaro in cambio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. I deputati condannano
anche lancor pi assurdo parere dellAvvocatura dello Stato, che non ha ravvisato nel
comportamento del funzionario nessun allarme sociale
Crocetta afferma il deputato allArs Giancarlo Cancelleri lesto a issare il vessillo
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dellantimafia in qualsiasi occasione, ma quando c da far parlare i fatti rimane spesso indietro. E
corruzione e mafia vanno spesso a braccetto. Ci spieghi i motivi di questa assurda decisione che
nessun sconclusionato parere dellAvvocatura dello Stato potr mai giustificare.
Allamarezza sulla mancata presenza della Regione a questo processo afferma la deputata a sala
dErcole Angela Foti - si aggiunge la beffa delle motivazioni espresse dallavvocatura. Cadono le
braccia. Con questo governo abbiamo gettato la spugna della speranza. Troppe le azioni scellerate,
come la cacciata di Marino allindomani del dossier sulle discariche private in Sicilia, depositato e
secretato presso la commissione antimafia Ars e alla Procura. Evidentemente l affaire rifiuti in
Sicilia non deve essere smosso, se non con le chiacchiere. C comunque un altro processo, Terra
mia, in cui la Regione pu costituirsi parte civile. Crocetta non si lasci sfuggire quantomeno questa
occasione
Dalla mia posizione sul banco della presidenza afferma la deputata alla Camera Claudia
Mannino lho visto con i miei occhi, Crocetta, il grande elettore siciliano, spellarsi le mani per
applaudire il presidente della Repubblica durante discorso dinsediamento. Mattarella ha parlato di
livelli inaccettabili della corruzione che favorisce le consorterie e penalizza gli onesti. Un vero
attore. Prima si commuove poi rientra a Palermo e fa spallucce
La Mannino e gli altri deputati alla Camera M5S proporranno ai deputati siciliani degli altri partiti
di firmare linterrogazione rivolta sullargomento al Presidente del Consiglio. Intanto tutti i
parlamentari M5S di Camera, Senato ed Ars hanno indirizzato una lettera a Crocetta, sottoscritta
anche dalleurodeputato Corraro e dai sindaci di Bagheria e Ragusa, Cinque e Piccitto.
Nella lettera si legge tra laltro la corruzione corruzione e la costituzione di parte civile, aldil del
parere dellAvvocatura dello Stato a dir poco irrituale, sarebbe stata unautentica occasione per dire
no Il suo comportamento , a nostro parere ingiustificabile. Proprio Lei che da parlamentare
europeo ha ricoperto lincarico di Vice Presidente della Commissione speciale sulla criminalit
organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. Perch?
Sconcerta tanta disattenzione soprattutto se si pensa che, proprio Lei, era deputato europeo quando
la Commissione con la nota 19-1-2011 ha presentato al Parlamento europeo, la STRATEGIA
TEMATICA SULLA PREVENZIONE E IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI

http://www.sicilia5stelle.it/2015/02/corruzione-la-regione-non-si-costituisce-parte-civile-m5svergognoso-e-partono-interrogazioni-allars-e-alla-camera/
Signor Presidente,
alcune settimane fa, qui a Palermo, il presidente dell'Autorit anticorruzione, Raffaele
Cantone ha dichiarato che per tenere legati le istituzioni e l'apparato burocratico, le
organizzazioni mafiose ricorrono alla corruzione pi che agli atti intimidatori, sottolineando
che l'autorit da lui presieduta, in Sicilia sta indagando sui rifiuti.
Il messaggio del magistrato era chiaro, bisogna punire i colpevoli e premiare chi rispetta le
regole.
Presidente Crocetta, avevamo confidato nelle sue parole e ci saremmo aspettati
che le stesse potessero produrre fatti concreti, invece, apprendiamo, con stupore, dalla
stampa che la Regione Sicilia malgrado tutto non si espone, non prende il toro della
corruzione per le corna, neppure di fronte allevidenza di un funzionario infedele e reo
confesso.
Signor Presidente, la corruzione corruzione e la costituzione di parte civile, aldil
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del parere dellAvvocatura dello Stato a dir poco irrituale, sarebbe stata unautentica
occasione per dire no, io non ci sto, i siciliani non ci stanno. Il suo comportamento , a
nostro parere ingiustificabile. Proprio Lei che da parlamentare europeo ha ricoperto
lincarico di Vice Presidente della Commissione speciale sulla criminalit organizzata, la
corruzione e il riciclaggio di denaro. Perch?
Sconcerta tanta disattenzione soprattutto se si pensa che, proprio Lei, era deputato
europeo quando la Commissione con la nota 19-1-2011 ha presentato al Parlamento
europeo, la STRATEGIA TEMATICA SULLA PREVENZIONE E IL RICICLAGGIO DEI
RIFIUTI.
A tale proposito, ci preme informarLa che, insieme ai colleghi senatori del M5S, abbiamo
presentato una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale conseguente alla seconda
condanna della Corte di Giustizia Europea sulle discariche abusive. Giacch diversi di
questi invasi insistono sul nostro territorio, abbiamo segnalato anche il suo nome alla
Magistratura contabile. Sarebbe profondamente iniquo, infatti, che le multe inflitte dalla
Corte al nostro Paese le debbano pagare, gli incolpevoli cittadini siciliani.
Ci dica almeno a che punto il procedimento disciplinare nei confronti del funzionario reo
confesso.
Cordialmente,
Dep. Claudia Mannino Dep. Villarosa Alessio Dep. Cancelleri Azzurra Dep. Francesco
DUva Dep. Chiara Di Benedetto Dep. Di Vita Giulia Dep. Grillo Giulia Dep. Lorefice
Marialucia Dep. Lupo Loredana Dep. M arzana Maria Dep. Nuti Riccardo Dep. Rizzo
Gianluca Sen. Mario Michele Giarrusso Sen. Nunzia Catalfo Sen. Ornella Bertorotta Sen.
Vincenzo Santangelo Euro Dep. Ignazio Corrao Sindaco Federico Piccitto Sindaco
Patrizio Cinque Dep. Cancelleri Giovanni Carlo Dep. Cappello Francesco Dep. Ciaccio
Giorgio Dep. Ciancio Gianina Dep. Ferreri Vanessa Dep. Foti Angela Dep. La Rocca
Claudia Dep. Mangiacavallo Matteo Dep, Palmeri Valentina Dep. Siragusa Salvatore Dep.
Tancredi Sergio Dep. Trizzino Giampiero Dep. Zafarana Valentina Dep. Zito Stefano
https://drive.google.com/file/d/0B7CXjOhUiR9eakRkV2RBUndkRDhSMEp1NW9xMTlQMnNKd
0NV/view

TANGENTI E RIFIUTI, IL PROCESSO LA REGIONE GRANDE ASSENTE


LUNED 19 GENNAIO 2015 - 18:03 DI RICCARDO LO VERSO

La Regione Siciliana e il governatore Crocetta non sono costituti parte civile al processo che vede
imputati Gianfranco Cannova (nella foto), funzionario dell'assessorato al Territorio e ambiente, e 4
imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.
PALERMO - C' un tempo per le conferenze stampa e gli annunci. E c' un tempo in cui alle parole
possono seguire i fatti. Oggi la Regione e il suo governo hanno perso l'occasione per un gesto
concreto. Non si sono costituti parte civile, tramite l'Avvocatura dello Stato, al processo che vede
imputati Gianfranco Cannova, funzionario dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, e quattro
imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.

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Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo
smaltimento dei rifiuti. Oltre al presunto dipendente infedele sotto accusa ci sono Giuseppe
Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarr Sant'Andrea, nel Messinese,
Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicol Sodano, proprietari della
Soambiente di Agrigento.

Oggi il processo ha preso il via. Si costituito parte civile il Comune di Motta Sant'Anastasia.
Respinta, invece, la richiesta del Comune di Misterbianco e di due associazione onlus: Centro per i
diritti del cittadino e Codici Sicilia. La grande assente era la Regione che, in soldoni, non potr
chiedere i danni qualora gli imputati venissero condannati al termine del dibattimento.
Il funzionario palermitano, nel corso di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti per
facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e le
possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti - diecimila
euro o forse pi - televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto che oggi
il Tribunale ha respinto la richiesta di Cannova che avrebbe voluto patteggiare quattro anni di
carcere.
Fatti gravi come sottoline lo stesso governatore Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza
stampa pochi giorni dopo il blitz: "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. Stiamo vagliando
l'ipotesi della confisca o dell'esproprio per pubblica utilit delle discariche private". Ed ancora: "Da
quando c' questa amministrazione, per, non ci sono pi coperchi. Forse, quando siamo intervenuti
con le rotazioni, dovevamo essere pi incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno
pensare: altro che tangentopoli... . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanit...".
Sono tutti temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in
Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica amministrazione regionale. Un via
vai negli uffici giudiziari, quello del governatore. Per raggiungere le stanze dei procuratori Crocetta
transitato a pochi metri dala stessa aula dove oggi la Regione e il suo governo erano i grandi
assenti.
Assenza reiterata, per la verit. La Regione avrebbe potuto costituirsi parte civile gi quattro mesi in
sede di udienza preliminare quando Cannova e gli altri furono rinviati a giudizio sulla base della
richiesta della Procura. Una richiesta che indicava la Regione siciliana come parte offesa del
processo. La stessa Regione, grande assente del processo.
http://livesicilia.it/2015/01/19/rifiuti-tangenti-processo-regione-siciliana-palermo-rosariocrocetta_588019/
TANGENTI, CROCETTA ALL'ATTACCO: "CANNOVA? SOLO L'INIZIO"
Gioved 24 Luglio 2014

Il governatore: "Questa una nuova tangentopoli. Stiamo pensando alla


confisca delle discariche private. Pippo Gianni? Non ho letto le carte...".
PALERMO - "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. La vicenda che riguarda Pippo
Gianni? Non ho ancora visto le carte...". Il presidente della Regione da un lato attacco, dall'altro
"smorza". I filoni coinvolti dalle ultime inchieste della magistratura, infatti, sono due. Da un lato il
rovente settore delle discariche. Dall'altro le mazzette per il fotovoltaico. La Regione, comunque,
investita dagli scandali. E il governatore, che giunge in conferenza stampa insieme all'assessore
Calleri, annuncia interventi drastici. Estremi.
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"Chideremo un parere all'Avvocatura dello Stato e all'ufficio legale. Stiamo vagliando l'ipotesi della
confisca o dell'esproprio per pubblica utilit delle discariche private". Le discariche gestite da
alcune aziende finite al centro appunto delle INDAGINI giudiziarie. "Abbiamo revocato - ha detto
Crocetta - l'autorizzazione a Oikos e anche a Soambiente, nei confronti della quale c' anche una
informativa antimafia 'interdittiva'. Ma non solo. Abbiamo riscontrato delle anomalie anche in
un'altra discarica che ancora non entrata in funzione, quella di Sant'Agata di Militello. Abbiamo
raccolto le denunce del sindaco: quella discarica stava sorgendo su una fiumare. Andr a controllare
con i miei occhi".
Ma al di l dei singoli fatti, il tema, pi generale quello di una corruzione dentro la Regione che
appare pi ampia del previsto: "Da quando c' questa amministrazione, per, - ha precisato Crocetta
- non ci sono pi coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere pi
incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli... Dopo la
Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanit...". E in vista, cos, ecco i provvedimenti anche nei
confronti dei funzionari coinvolti: "Certamente li sospenderemo. Poi - ha annunciato Crocetta verificheremo la possibilit, nel caso in cui le accuse si faccessero pi concrete, di procedere col
licenziamento. Non abbiamo bisogno di questi collaboratori dentro la Regione".
E i prossimi passi potrebbero essere rappresentati da ispezioni a tappeto in tutti gli assessorati, ma
soprattutto in quello dell'Energia: "Intanto - ha detto il governatore - verificheremo le pratiche
curate da Cannova negli ultimi cinque anni. Servono controlli pi intensi sia nelle fasi autorizzative
che in quelle di gestione". Ma attorno a Cannova ecco il giallo: il funzionario, inizialmente oggetto
di una rotazione, sarebbe rientrato dopo poco pi di un anno nello stesso ruolo: "Ho saputo solo
adesso - spiega Crocetta - che quel dipendente rientrato nella vecchia mansione a causa delle
pressioni operate da un sindacato autonomo".
Ma oltre ai rifiuti, come detto, ecco esplodere il "caso" delle mazzette per l'insediamento di un mega
impianto fotovoltaico a Monreale. Una vicenda che, stando alla ricostruzione dei pm,
coinvolgerebbe, oltre a funzionari della Regione, anche l'ex assessore all'Industria Pippo Gianni. "Il
funzionario, - ha precisato l'assessore Calleri - cio la dottoressa Marcen, verr subito sospesa".
"Pippo Gianni? Ancora - ha detto invece Crocetta - so troppo poco di questa inchiesta. Vedremo. In
una convention dei Drs chiesi a Savona di uscire dalla sala? I fatti sono molto diversi...".
"Il settore dell'Energia e dei Rifiuti, - ha detto Calleri - da monitorare secondo noi con
grandissima attenzione. ora di dire basta a una situazione del genere. Lo dico da assessore e da
persona che combatte da una vita contro il malaffare e la mafia. Anche per questo, tutti gli atti di cui
siamo venuti a conoscenza sono stati gi inviati alla Procura".
La conferenza stampa finita.
17.32 Crocetta: "Sar necessario pure un lavoro retroattivo, e capire con quali dirigenti e quali
funzionari abbiamo a che fare".
17.26 Crocetta: "Gianni? Non abbiamo ancora elementi. Savona? Erano questioni
diverse...aspettiamo di sapere, di conoscere gli atti. Magari ci sono intercettazioni non rese note.
Faremo correttamente le nostre valutazioni. L'Eolico? La giunta sta approvando un progetto di
legge che render molto difficile i nuovi INVESTIMENTI ".
17.19 Crocetta: "Il coinvolgimento di Pippo Gianni? Io voglio guardare le carte. Cannova era
tornato al suo posto? Sono curioso di verificarlo. Avevo dato disposizione che quelli trasferiti non
dovevano tornare al dipartimento di provenienza".

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17.15 Crocetta: "Servono controlli pi intensi sia nelle fasi autorizzative che in quelle di gestione.
Chi ci assicura che nelle discariche non arrivino rifiuti tossici?".
17.09 Crocetta: " mai possibile che, tra eolico e energia si debba sempre passare dalla mafia o
dalla corruzione?".
17.05 Crocetta: "Dobbiamo pensare a un nuovo modo di vedere il mondo dei rifiuti. Non possono
essere pi gestite da societ con questi requisiti. Chi ci tutela, ad esempio, sullo smaltimento dei
rifiuti pericolosi?"
17.02 Crocetta: "Di fronte a certe cose, stiamo pensando se possibile operare anche attraverso
l'acquisizione o la confisca delle discariche. Coinvolgeremo l'Ufficio legislativo e l'Avvocatura per
verificare se dal punto di vista legislativo si pu intervenire. A volte non riesco a far comprendere
anche alla politica che lo Statuto ci deve aiutare a fare meglio".
17.00 Crocetta: "Dove sar possibile, da parte nostra, agiremo attraverso i licenziamenti, dopo la
sospensione immediata dall'incarico. Non abbiamo bisogno di questi collaboratori dentro la
Regione".
16.58 Crocetta: "Abbiamo riferito alla Procura. E stiamo anche raccogliendo le autorizzazioni
rilasciate da Cannova negli ultimi cinque anni. E saranno analizzati gli atti compiuti da funzionari e
dirigenti all'Energia che hanno riguardato alcune autorizzazioni".
16.55 Crocetta: "Il funzionario Cannova? Non pu essere un fatto isolato. Peccato quella "n" in pi,
avremmo avuto il privilegio di avere un Canova alla Regione".
16.54 Crocetta: "La frequenza di queste inchieste ci fanno dire: altro che tangentopoli... Dopo l
Formazione, il Ciapi, i Beni cultural, la sanit...".

16.52 arrivato il presidente Crocetta: "Da quando c' questa amministrazione, non ci sono pi
coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere pi incisivi ancora".
16.49 Calleri: "Sul settore dell'Eolico e dell'energia l'attenzione, in tutta Italia, altissima. Si tratta
di una sorta di Tangentopoli".
16.45 Calleri: "Sulle ultime vicende riguardanti il fotovoltaico, stiamo valutando come intervenire
nei confronti dell'unico funzionario coinvolto, la dottoressa Marcen".
16.41 Calleri: "Ho inviato tutto ci di cui sono venuto a conoscenza alla Procura della Repubblica.
Anche su alcune criticit su una discarica a Sant'Agata di Militello".
16.38 Calleri: "Abbiamo disposti la calendarizzazione cronologica delle pratiche sull'Energia.
Riguardo alle discariche, abbiamo ordinato la chiusura dell'Oikos. Abbiamo anche revocato
l'autorizzazione alla Soambiente, in seguito a una informazione prefettizia negativa. Siamo
intervenuti allo stesso modo con Tirreno Ambiente".
16.37 Calleri: "Non sottovalutiamo il settore dell'Energia e dei Rifiuti, da monitorare secondo noi
con grandissima attenzione. ora di dire basta a una situazione del genere. Lo dico da assessore e
da persona che combatte da una vita contro il malaffare e la mafia".

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16.35 arrivato a Palazzo d'Orleans l'assessore all'Energia Salvatore Calleri: "Il presidente Crocetta
sta arrivando".
16.29. La conferenza stampa sta per iniziare.
Alle 16 il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l'assessore all'Energia, Salvatore
Calleri terranno una conferenza stampa "sul tema delle tangenti all'Ambiente e all'Energia", presso
la sala Alessi di Palazzo d'Orleans, a Palermo.
LiveSicilia seguir l'evento in diretta.
http://livesicilia.it/2014/07/24/tangenti-conferenza-stampa-di-crocetta-livesicilia-seguira-ladiretta_520264/
RIFIUTI E MAZZETTE IN ASSESSORATO ARRESTATI UN FUNZIONARIO
REGIONALE E 4 IMPRENDITORI
VENERD 18 LUGLIO 2014 - 20:05 DI RICCARDO LO VERSO

di RICCARDO LO VERSO Gli imprenditori sono un catanese, due agrigentini e un novarese con
interessi a Messina. Un impiegato dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente avrebbe
intascato tangenti per rilasciare certificazioni favorevoli e ammorbidire i controlli sulle discariche e
sullo smaltimento dei rifiuti.(Leggi i nomi degli arrestati e delle discariche coinvolte). Video: gli
arresti e i sequestri di gioielli e tv
PALERMO- Con le mazzette filava tutto liscio come l'olio. Un funzionario dell'assessorato
regionale al Territorio e ambiente di Palermo e quattro imprenditori del settore dei rifiuti sono stati
arrestati dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile di Palermo.
Gli imprenditori sono un catanese, due agrigentini e un novarese con interessi a Messina.
Gli agenti hanno monitorato i loro intrecci illeciti fin dal 2011, scavando nel complicato iter
amministrativo che accompagna la gestione delle discariche e lo smaltimento dei rifiuti. La
corruzione si sarebbe annidata fra i tanti passaggi burocratici. Soprattutto quelli sulle valutazioni di
impatto ambientale. Che diventavano favorevoli dietro il pagamento di tangenti. Non solo soldi ma
anche regali vari. In barba soprattutto alle normative contro l'inquinamento.
Il funzionario nei mesi scorsi stato trasferito d'ufficio per evitare che continuasse a gestire quello
che gli investigatori definiscono "un grosso giro di affari". Le misure cautelari sono state chieste e
ottenute dal pool della Procura che si occupa di pubblica amministrazione, coordinato dall'aggiunto
Leonardo Agueci.
I poliziotti parlano di "stratificazione normativa e complesso apparato burocratico che hanno
permesso al funzionario infedele do giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei
provvedimenti, agevolando gli imprenditori e preservandoli dallordinaria attivit di controllo e
monitoraggio della pubblica amministrazione sulla modalit di gestione delle discariche e dello
smaltimento dei rifiuti, consentendo loro in questo modo di bypassare indenni tutti i controlli".
*Aggiornamento ore 11.22
Il funzionario dell'assessorato arrestato Gianfranco Cannova. Questi, invece, i
nomi degli imprenditori finiti in manette: gli agrigentini Calogero e Nicol
Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli. Le

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discariche coinvolte nell'inchiesta sono tre: Mazzarr


"Soambiente" di Agrigento e "Oikos" di Motta Sant'Anastasia.

Sant'Andrea,

PALERMO - E' Gianfranco Cannova, 56enne, il funzionario dell'assessorato


regionale al Territorio e ambiente arrestato nell'ambito dell'inchiesta che a
Palermo ha svelato un giro di mazzette legate allo smaltimento dei rifiuti e ai
controlli nelle discariche siciliane. Questi, invece, i nomi degli imprenditori finiti
in manette: i fratelli agrigentini Calogero e Nicol Sodano, di 54 e 53 anni,
titolari della discarica "Soambiente" di Agrigento, il catanese Domenico Proto,
48 anni, titolare della discarica "Oikos" di Motta Sant'Anastasia (Ct) e il
novarese Giuseppe Antonioli, 53 anni, amministratore delegato della discarica
di Mazzarr Sant'Andrea (Me).
http://livesicilia.it/2014/07/18/rifiuti-e-mazzette-in-assessorato-i-nomi-degliarrestati_517722/
a cura del Comitato Cittadino Isola Pulita Isola delle Femmine
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/02/le-tangenti-non-sonoallarme-sociale-il.html
TANGENTI E RIFIUTI, IL PROCESSO LA REGIONE GRANDE ASSENTE
Gennaio 2015 - 18:03 di Riccardo Lo Verso

La Regione Siciliana e il governatore Crocetta non sono costituti parte civile al


processo che vede imputati Gianfranco Cannova (nella foto), funzionario
dell'assessorato al Territorio e ambiente, e 4 imprenditori. Sono tutti accusati di
corruzione.

PALERMO - C' un tempo per le conferenze STAMPA e gli annunci. E c' un tempo in cui alle
parole possono seguire i fatti. Oggi la Regione e il suo governo hanno perso l'occasione per un
gesto concreto. Non si sono costituti parte civile, tramite l'Avvocatura dello Stato, al processo che
vede imputati Gianfranco Cannova, funzionario dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, e
quattro imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.

Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo
smaltimento dei rifiuti. Oltre al presunto dipendente infedele sotto accusa ci sono Giuseppe
Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarr Sant'Andrea, nel Messinese,
Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicol Sodano, proprietari della
Soambiente di Agrigento.

Oggi il processo ha preso il via. Si costituito parte civile il Comune di Motta Sant'Anastasia.
Respinta, invece, la RICHIESTA del Comune di Misterbianco e di due associazione onlus:
Centro per i diritti del CITTADINO e Codici Sicilia. La grande assente era la Regione che, in
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soldoni, non potr chiedere i danni qualora gli imputati venissero condannati al termine del
dibattimento.
Il funzionario palermitano, nel CORSO di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti
per facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e
le possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti diecimila euro o forse pi - televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto
che oggi il Tribunale ha respinto la RICHIESTA di Cannova che avrebbe voluto patteggiare
quattro anni di carcere.
Fatti gravi COME sottoline lo stesso governatore Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza
stampa pochi giorni dopo il blitz: "Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l'inizio. Stiamo vagliando
l'ipotesi della confisca o dell'esproprio per pubblica utilit delle discariche private". Ed ancora: "Da
quando c' questa AMMINISTRAZIONE , per, non ci sono pi coperchi. Forse, quando siamo
intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere pi incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste
mi fanno pensare: altro che tangentopoli... . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la
sanit...".
Sono TUTTI temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in
Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica AMMINISTRAZIONE regionale.
Un via vai negli uffici giudiziari, quello del governatore. Per raggiungere le stanze dei procuratori
Crocetta transitato a pochi metri dala stessa aula dove oggi la Regione e il suo governo erano i
grandi assenti.

Assenza reiterata, per la verit. La REGIONE avrebbe potuto costituirsi parte civile gi quattro
mesi in sede di udienza preliminare quando Cannova e gli altri furono rinviati a giudizio sulla base
della richiesta della Procura. Una richiesta che indicava la Regione siciliana come parte offesa del
processo. La stessa Regione, grande assente del processo.

magnafranco 19-01-2015 - 18:15:53


la REGIONE avrebbe dovuto dare mandato per costituirsi parte civile e chiedere i danni che sono
derivati dal comportamento infedele ed a delinquere del cannavo, ma evidentemente la magistratura
deve ancora scavare a fondo, perch non si costituisce parte civile e il solo funzionario avrebbe
potuto ordire a tutto quanto accaduto. chi st coprendo cannavo', sicuramente gli avranno promesso
indulgenza e quindi occorre fargli dire quello che sa' e come si svolgevano i fatti realmente.
RISPONDI
rabbit 19-01-2015 - 19:38:47
Concordo, certamente da solo il funzionario non poteva gestire i rilasci di queste delicate e
complesse autorizzazioni e il non costituirsi parte civile da parte della REGIONE uno scandalo
nello scandalo. ECCO perch il cannova non ha mai fatto nomi ma si limitato solamente a
riconoscere le proprie responsabilit, forse ha avuto fatta qualche promessa. Che buffoni!!!
Cico (l'originale) 19-01-2015 - 18:33:29
La Regione avrebbe dovuto costituirsi parte civile per un danno di qualche decina di migliaia di
euro nei confronti di un suo dipendente infedele? Ma se non lo ha mai fatto contro suoi ex deputati,
ex assessori ed ex presidenti per danni praticamente incalcolabili?
lux 19-01-2015 - 18:58:34
COME siete malpensanti su scurdaru !!!!!!
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dani 19-01-2015 - 19:31:44


Solo una PAROLA ripetuta tre volte: vergogna vergogna vergogna
marco68 19-01-2015 - 20:48:00
Trovata la spiegazione: in tema di balli sud-americani Cannova non balla la samba di Pappagone,
ma solo il tango col casqu, quindi forse per questo che Pappagone non si costituito. A parte gli
scherzi, ma l'assessore-avvocato Caleca, che ha licenziato un funzionario che intascava tangenti,
che ci dice di QUESTA disparit di trattamento, ovvero di questa vergogna pappagoniana e della
giunta di cui componente?
dipende 19-01-2015 - 20:49:29
Cari siciliani, dovete capire che costituirsi parte civile non fa odiens, quindi perche
perderci TEMPO . Ormai siamo all'isola dei famosi, quindi se non tira al presidente ed ai suoi
cuccioli (dirigenti generali ed assessori) non conta. Che schifo... ma ormai visto che fanno schifo
sempre neanche li tocca un aggettivo del genere.
Pippo BIANCO 19-01-2015 - 20:53:55
Hanno paura che racconti TUTTO il magna magna dei burattinai del governo crocetta...e se lo
provocano pu far saltare il governo.
Argo 19-01-2015 - 21:59:21
Concordo appieno.
antimafia a gogo' 19-01-2015 - 23:22:38
Caro Lo Verso, indaga indaga che andrai lontano....... tanto da qualcun ALTRO che avrebbe
l'obbligo di indagare......
non ci possiamo aspettare nulla........
GIUSEPPE Maritati 20-01-2015 - 11:58:37
Si va facendo sempre pi tormentato e incomprensibile il cammino del governo regionale che non
riesce a compiere un solo passo partendo dalle sue eccellenti risorse naturali e umane. Il presidente
Crocetta prima concede una proroga ai termini di SCADENZA degli ATO confermandoli fino a
giugno. Poi non si costituisce parte vivile nel processo dove imputato di corruzione il funzionario
pubblico che distribuiva permessi a suo piacimento personale. Mi sembrano due decisioni, prese in
questo difficile momento, che lungi dal contrastare poteri e interessi criminali, li alimenta e li
ravviva.
scettico 20-01-2015 - 12:03:50
Il nostro caro Presidente non manca di stupirci, lui che si vanta di essere un paladino della legalit e
poi al MOMENTO di dimostrarlo si nasconde.
Vergogna anzich ANDARE in procura vattene a casa per il bene di chi lo ha votato.
hiro 20-01-2015 - 16:07:00
Inquietante il comportamento del governo.
O

http://livesicilia.it/2015/01/19/rifiuti-tangenti-processo-regione-siciliana-palermo-rosario-crocetta_588019/

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Mazzette e rifiuti alla Regione Territorio, funzionario a giudizio


08 Ottobre 2014

Gianfranco Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni
per lo smaltimento dei rifiuti. Il processo al via il 15 gennaio. Con lui a giudizio anche 4 imprenditori.

PALERMO - Il gup di Palermo ha rinviato a giudizio un funzionario dell'assessorato


regionale Territorio Ambiente, Gianfranco Cannova, e quattro imprenditori. Sono tutti
accusati di corruzione. Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di
autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Oltre a Cannova, andranno a giudizio, il 15 gennaio
davanti alla terza sezione del Tribunale, Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica
di Mazzarr Sant'Andrea (Me), Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicol
Sodano, proprietari della discarica Soambiente di Agrigento.
Secondo l'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Alessandro Picchi, il funzionario
avrebbe agevolato gli imprenditori preservandoli dall'ordinaria attivit di controllo e monitoraggio
imposte a chi gestisce le discariche e previste per lo smaltimento dei rifiuti e avrebbe consentito
loro di bypassare indenni tutti i controlli. Tutti i personaggi coinvolti vennero arrestati a luglio.
(ANSA).

"Mazzette dagli imprenditori" Chiesto il giudizio per Cannova


18 Settembre 2014

L'indagine sulle autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Chiesto il processo, oltre che per il
funzionario della Regione, anche per Giuseppe Antonioli, Domenico Proto e i fratelli Calogero e Nicol
Sodano.

PALERMO - La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di un funzionario


dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, Gianfranco Cannova, e di quattro
imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione. Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di
agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. L'indagine, iniziata nel 2011
e durata due anni, e' stata condotta dalla polizia di Palermo e Agrigento avendo coinvolta anche due
imprenditori agrigentini. Oltre a Cannova, il processo stato chiesto per Giuseppe Antonioli,
amministratore delegato della discarica di Mazzarra' Sant'Andrea (Me), Domenico Proto, titolare
della discarica, i fratelli Calogero e Nicolo' Sodano, proprietari della discarica Soambiente di
Agrigento.
Anche muovendosi nel complicato groviglio delle procedure amministrative, il funzionario avrebbe
agevolato gli imprenditori preservandoli dall'ordinaria attivit di controllo e monitoraggio imposte a
chi gestisce le discariche e previste per lo smaltimento dei rifiuti e avrebbe consentito loro di
bypassare indenni tutti i controlli. Tutti i personaggi coinvolti vennero arrestati a luglio. Secondo le
indagini i titolari di grossi impianti di smaltimento avrebbero pagato svariate migliaia di euro per
ottenere i favori di Cannova. Ma non solo. Al funzionario infedele sarebbero state messe a
disposizioni escort, viaggi e impianti televisivi da oltre 17 mila euro.

http://m.livesicilia.it/2014/09/18/mazzette-dagli-imprenditori-dei-rifiuti-chiesto-il-giudizio-per-cannova_540186/

MAZZETTE E DISCARICHE, APERTA UN'INDAGINE INTERNA ALL'ASSESSORATO


AMBIENTE: "SI CERCANO COMPLICIT"
Nelle carte dell'inchiesta i dubbi degli inquirenti sul sistema dei controlli. Una commissione al
dipartimento "Accertamenti affidati a esterni". Nel mirino i contatti del funzionario regionale
arrestato con altri burocrati e politici. I rapporti con i big del settore rifiuti
di ANTONIO FRASCHILLA

Davvero un semplice funzionario poteva influenzare e a volte prendere decisioni su


discariche, rifiuti e autorizzazioni milionarie? Davvero Gianfranco Cannova, arrestato
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perch secondo gli inquirenti avrebbe intascato mazzette dai titolari delle principali
discariche private siciliane, ha fatto tutto da solo? A queste domande prover a dare una
risposta una commissione che sar nominata dal dirigente del dipartimento Territorio e
ambiente Gaetano Gullo, che sulla vicenda delle discariche dell'Oikos e della Tirreno
ambiente vuole vederci chiaro. Specie dopo che lui stesso luned scorso ha firmato un
verbale che alle contestazioni mosse dall'ex assessore Nicol Marino e dal dirigente Rifiuti
Marco Lupo sull'Oikos risponde che tutto a posto e la discarica pu continuare a
lavorare: "Convocher subito i dirigenti del mio dipartimento per capire perch hanno dato
parere favorevole e mi hanno fatto firmare questo atto su una discarica nell'occhio del
ciclone", dice. Il funzionario del servizio autorizzazioni Via-vas deve rispondere al dirigente
dell'Unit operativa, al dirigente del servizio, al dirigente generale del dipartimento e, a
volte, anche all'assessore al ramo. Come faceva Cannova a garantire il risultato agli
imprenditori in piena solitudine? Insomma, sull'assessorato Territorio e ambiente, ma
anche sui dirigenti che hanno lavorato all'assessorato Energia, ancora ci sono zone
d'ombra sulle quali fare luce. Da qui la decisione del neo dirigente generale Gullo di
nominare una commissione d'inchiesta esterna: "Voglio nominare professionisti che non
hanno alcun rapporto con dipendenti dell'amministrazione ", dice Gullo.
Una cosa certa: dalle carte dell'indagine che ha portato all'arresto del funzionario e di
quattro imprenditori (tra i quali i re delle discariche siciliane, il catanese Domenico Proto e
Giuseppe Antonioli) emergono dubbi degli inquirenti sul coinvolgimento di altri dirigenti,
quanto meno superficiali in alcuni atteggiamenti e decisioni. A esempio nelle carte
dell'indagine si cita un pranzo avvenuto tra Proto, Cannova e un altro alto dirigente del
settore Rifiuti in un noto ristorante di Palermo. Gli inquirenti sottolineano "l'atipicit" di
questo incontro in ambienti non istituzionali tra i funzionari pubblici e "un soggetto
privato" interessato in un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari.
Ma c' di pi. Dalle intercettazioni emerge anche che il Cannova avrebbe proposto a Proto
di pagare anche questo alto dirigente del Rifiuti che, a suo dire, era vicino al Partito
democratico.
In un'altra intercettazione, invece, Cannova tranquillizzava gli imprenditori sull'esito di una
conferenza di servizio grazie ai "suoi canali e amicizie" all'interno della macchina
burocratica. Non solo, dalle carte emerge poi come Cannova entrava in contrasto con
alcuni dirigenti dei dipartimenti Territorio e Rifiuti, questi magari erano mossi da altri
motivi politici perch parenti di deputati catanesi che sponsorizzavano altre iniziative a
scapito della Oikos.
E, ancora, Cannova dimostra di avere rapporti diretti anche con ispettori dell'Arpa, che
invitava a pranzo per discutere di iniziative su alcune discariche. Ad altri dirigenti del
dipartimento, invece, Cannova chiedeva "informazioni" riservate: come ad esempio sulla
situazione burocratica riguardante la societ Osmon, riconducibile all'imprenditore
Antonioli, ottenendo "dettagliate informazioni nonch l'apparente disponibilit dello stesso
dirigente contattato ad aiutare l'Antonioli e la sua societ". Il dirigente in questione
provava poi a convincere della bont dell'iniziativa presentata dalla Osmon l'allora
responsabile del dipartimento Energia Gianluca Galati.
Insomma, le complicit, pi o meno volontarie, ci sono state, eccome. E proprio su queste
si baser adesso l'indagine interna al dipartimento Ambiente: "Ci saranno trasferimenti,
qui dobbiamo cambiare proprio aria", assicura l'attuale dirigente generale Gullo, che
denuncia come il caso Cannova riguardi anche il sindacato. "Avevamo trasferito il
dipendente ben prima degli arresti di ieri, proprio perch ci era sembrato che qualcosa non
quadrava - dice Gullo - a esempio vedevamo troppi politici venire in dipartimento a
92

parlare direttamente con lui. Ma la Uil ci ha fatto opposizione perch in quanto


rappresentante sindacale Cannova non poteva essere trasferito. Cos tornato nello stesso
ufficio della Via-Vas e delle autorizzazioni. Anche questo un paradosso sul quale andrebbe
fatta chiarezza". Intanto i grillini chiedono di revocare l'autorizzazione alla discarica di
Motta Sant'Anastasia dell'Oikos, nonostante proprio luned scorso Gullo abbia firmato il
verbale che invece sostiene che nel sito tutto in regola. Una bella matassa che sar
difficile da districare.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/07/20/news/mazzette_e_discariche_aperta_un_indagine
_interna_all_assessorato_ambiente_si_cercano_complicit-92003770/

CHI SONO I DIRIGENTI E FUNZIONARI DELL'ASSESSORATO TERRITORIO E


AMBIENTE DELLA REGIONE SICILIA ANCHE DIVERSI DA QUELLO ARRESTATO?
Fermo restando il quadro accusatorio nei confronti del funzionario
dell'assessorato
territorio
e
ambiente,
arch.Cannova, & relativi soci
attualmente individuati. quello che viene riportato dalla stampa e,
stranamente, anche dal virgolettato degli inquirenti non pu non apparire poco
verisimile ed incongruo.
A quanto dato conoscere :
Cannova un funzionario e come tale, ovviamente, non era nei suoi poteri
rilasciare, come invece erroneamente riportato, alcuna autorizzazione.
Cannova stato, al pi, il responsabile dei procedimenti amministrativi a lui
affidati dal dirigente dell'unit operativa o dal dirigente del Servizio VIA-VAS, e
tra l'altro stato per anni fino a poco tempo fa il segretario di conferenze dei
servizi, spesso per il rilascio delle AIA, ma la sua funzione non poteva andare
oltre.
Cannova, in quanto funzionario, non poteva che svolgere le sue funzioni o
incardinato in una Unit Operativa retta da un dirigente o alle dirette
dipendenze funzionali del dirigente responsabile del Servizio VIA-VAS deputato
al rilascio anche delle AIA; ci risulta che era il segretario delle conferenze dei
servizi indette dal Servizio VIA-VAS e colui che andava a seconda dei casi a
rendere i pareri nelle conferenze dei servizi per il rilascio di autorizzazioni di
competenza di altri dipartimenti, pareri tuttavia predisposti non da lui ma dai
responsabili gerarchici a lui superiori.
Quindi, Cannova poteva s fornire "consigli" o qualcos'altro agli imprenditori
"amici", ma poteva "condizionare" il rilascio delle autorizazioni solo ed
esclusivamente se chi stava gerarchicamente sopra di lui
in prima battuta il dirigente dell'Unit Operativa doveva condividere il
procedimento e trasmetterlo al responsabile del servizio,
in seconda il responsabile del servizio se condivideva la proposta
dell'U.O. rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua competenza,

93

in terza il dirigente generale del dipartimento se condivideva la


proposta del servizio rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua competenza
ed in quarta se l'assessore condivideva la proposta del dipartimento,
vagliata dal suo gabinetto, rilasciava l'autorizzazione nel caso di sua
competenza,
non si accorgeva di nessuna eventuale irregolarit o faceva parte della rete del
"condizionamento".
Quindi, ai vari livelli,
o Cannova, dal basso superava tutte le varie maglie e faceva fessi dirigenti di
unit operativa e responsabile del servizio, dirigente generale, segreteria
tecnica dell'assessore e l'assessore,
o nessuno controllava gli atti e le autorizzazioni erano firmate senza neppure
leggere i decreti che si firmavano
o...Cannova era soltanto il primo anello della catena.
Ecco perch la versione cos come riportata dalla stampa fa acqua da tutte le
parti, le autorizzazioni rilasciate da Cannova sono inesistenti e se Cannova
condizionava, chi erano i condizionati lungo i vari passaggi amministrativi che
portavano al rilascio delle autorizzazioni o alla fornitura dei pareri del servizio
VIA-VAS nelle conferenze dei servizi presso altri dipartimenti?
Pu darsi, anzi speriamo, che lo dir Cannova meditando nelle patrie galere.
Un'ultima perla.
Ricordiamo tutti quando "scoppia" al dipartimento ambiente la bomba
Crocetta-Lo Bello delle 3500 pratiche inevase al servizio VIA-VAS.
Stante il numero esorbitante logico pensare che si siano accumulate
quantomeno nel corso degli ultimi anni.
Chi sono stati i dirigenti responsabili di questo Servizio negli ultimi anni, i
dirigenti generali del dipartimento ambiente, i dirigenti responsabili del
controllo di gestione ed i dirigenti responsabili della valutazione delle attivit
dirigenziali?
I nomi sono tutti arcinoti e si trovano nel sito dell'ARTA, ma ci limitiamo solo a
rilevare, perch sono dati pubblicati sempre nel sito dell'ARTA, che i
responsabili del Servizio di quel periodo, hanno avuto attestato di avere
raggiunto negli stessi anni dell'accumulo tutti gli obiettivi previsti (???) ed
hanno di conseguenza intascato le relative indennit (circa 9300 euro/anno per
gli obiettivi e oltre 23340 euro/anno in quanto a indennit d'incarico).
Quindi, per attestazione della stessa amministrazione, il Servizio VIA-VAS ha
funzionato al meglio, nonostante che, a detta della stessa amministrazione,
avesse accumulato 3500 pratiche inevase.

94

Qualcuno dei dirigenti del Servizio VIA-VAS ha ricevuto dall'amministrazione


denunciante, in primis Crocetta, Lo Bello e Arnone (dirigente generale) qualche
contestazione, qualche provvedimento di responsabilit dirigenziale? Manco a
parlarne.
Anzi, come "botto" della bomba, i dirigenti responsabili del Servizio VIA-VAS
non solo non sono stati chiamati a rispondere delle responsabilit dell'enorme
accumulo, ma anzi, uno dei dirigenti stato trasferito ad altro dipartimento
sempre come capo servizio, l'altro stato addirittura promosso da Crocetta a
dirigente generale, prima nello stesso dipartimento ambiente e dopo in un
altro (il dipartimento regionale tecnico).
E' notizia di qualche giorno che quest'ultimo si appena messo in pensione
con almeno 7000 euro al mese ed una buonauscita che assommerebbe di
diverse centinaia di migliaia di euro.
Come si dice in siciliano, chi ddici?
Vabb, tanto c'...Cannova !!!
Comitato Cittadino isola Pulita
di Isola delle Femmine sede dello Stabilimento Italcementi a cui stato
concessa Autorizzazione Integrata Ambientale decreto 693 18 luglio 2008 a
firma dell'ing. Vincenzo Sansone, responsabile del Servizio VIA-VAS, con
segretario della relativa conferenza dei servizi arch. Gianfranco Cannova.
LA BELLA VITA DEL FUNZIONARIO REGIONALE CANNOVA FATTA DI "MONEZZA"
MARKEZ
Gianfranco Cannova, funzionario regionale allassessoratoTerritorio Ambiente,
faceva da consulente agli imprenditori dello smaltimento dei rifiuti. Dava le
dritte su quanto avvenivano le ispezioni a sorpresa, consigliava gli
adeguamenti della tariffa di smaltimento dei rifiuti dando anche le motivazioni
delle richieste....e vacanze, viaggi, bella vita.
MimmoMimmouna cosa una cosa sola. diceva Cannova a Domenico
Proto titolare della discarica di Motta SantAnastasia La tariffa di 5 anni fa.
ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni f?. Per questi servigi veniva
ripagato e bene. Sono stati almeno 20 i soggiorni per il funzionario e tutta la
sua famiglia al prestigioso Baja Verde di Acicastello. Viaggi anche a Rimini
tutto pagato dallazienda di Proto.
Sempre Cannova nel corso di unintercettazione spiegava al figlio il suo
rapporto di collaborazione con Domenico Proto, titolare del mega impianto
nel catanese. Quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese.
E il figlio gli chiede perch non gli d un po soldi. Se io lavoro mi da mi da
soldi pe non regala nessuno niente. Se tu li meriti perch sei bravo e lavori,
te li danno. Il figlio a questo punto chiede se il padre collabora con Domenico
Proto. Certo! Non lo vedi che abbiamo lav abbiamo parlato di lavoro? E

95

quanto ti d chiede il figlio. Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi


da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000.
Un dialogo (alla cui lettura si rinvia) i cui termini e i cui contenuti davvero non
meritano altri commenti dal momento che il Cannova si esprimeva come se
fosse stato lui limprenditore interessato alla pratica amministrava e non il
funzionario pubblico dellufficio regionale.
Cerano alcuni problemi nella gestione della discarica di Motta SantAnastasia e
Gianfranco Cannova organizz un pranzo al ristorante Papoff di via Isidoro La
Lumia. Al tavolo si sedettero il 6 marzo 2012 Domenico Proto, Gianfranco
Cannova, Domenico Michelon e Roberto Li Causi, questi ultimi funzionari del
Dipartimento Acque Rifiuti.
Un consesso atipico sottolineano gli investigatori in ambienti non istituzionali
tra i funzionari
pubblici e
un soggetto
privato interessato in
un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari. Michelon
svolgeva il ruolo di sub-commissario delegato allemergenza rifiuti ed il
Dipartimento Acque e Rifiuti era soggetto istituzionale coinvolto nelle
Conferenze dei Servizi.
Prima dellincontro Cannova, spiera prima dellarrivo del Proto, aveva
incontrato brevemente nella sua autovettura Michelon e Li Causi
preparandoli, per cos dire, sulle tematiche di interesse di Mimmo (cio di
Domenico Proto) in specie mostrandosi contrariato per la procedura
di annullamento in autotutela del precedente decreto di autorizzazione a favore
della societ Oikos, che lingegnere Natale Zuccarello, avrebbe messo alla
firma del Dirigente Arnone Giovanni, allinsaputa del Cannova stesso

http://www.qtsicilia.it/2013-08-25-07-23-18/39-la-regione-siciliana/1603-la-bella-vitadel-funzionario-regionale-cannova-fatta-di-qmonezzaq.html

Rifiuti e corruzione, arrestato Mimmo Proto In manette 4 imprenditori e un funzionario


Di Carmen Valisano | 18 luglio 2014

Loperazione, denominata Terra mia, ha portato allindividuazione di un complesso sistema


di procedure ambientali non seguite e controlli evitati grazie al presunto pagamento di
tangenti. Coinvolti quattro titolari di discariche, tra i quali il proprietario dellimpianto di
contrada Tirit, a Motta SantAnastasia. Il dipendente regionale rilasciava le autorizzazioni
Aia e gestiva lufficio come suo feudo. Con gli imprenditori amici era prodigo di consigli
anche per fregare lamministrazione pubblica.
Un funzionario della Regione e quattro imprenditori legati alla gestione dei
rifiuti sono stati arrestati stamattina dagli uomini della squadra mobile
di Palermo. Tra loro spicca il nome di Domenico Proto, titolare della Oikos spa,
la ditta proprietaria del mega-impianto di contrada Tirit-Valanghe dinverno.
Secondo le accuse, Gianfranco Cannova (dipendente dellassessorato regionale
Territorio e ambiente) avrebbe avuto un ruolo nella gestione delle procedure
pi importanti, quelle legate al rilascio delle autorizzazioni allattivit delle
discariche. In cambio di regali e viaggi, avrebbe agevolato gli iter d evitato agli
96

impianti amici controlli e monitoraggi ai quali avrebbero dovuto invece


sottostare. Un quadro di corruzione definito dagli inquirenti molto grave nel
quale
sono
coinvolti,
oltre
a
Proto,
gli imprenditori Giuseppe
Antonioli (amministratore della discarica di Mazzarr SantAndrea, in provincia
di Messina) e i fratelli Calogero (ex senatore della Casa delle libert) e Nicol
Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
Loperazione, denominata Terra mia, ha avuto inizio nel 2011 ed durata oltre
due anni. I titolati delle indagini hanno messo in rilievo come questo settore
amministrativo caratterizzato da unastratificazione normativa e da
un complesso e macchinoso apparato burocratico. Elementi che hanno
facilitato lazione contestata al presunto funzionario infedele. La corruzione e i
corrotti sono un rifiuto speciale e pericolosi - dichiara il procuratore aggiungo di
Palermo Dino Petralia - Limprenditore del Catanese (Domenico Proto, ndr)
aveva bisogno di ampliare la discarica a tre milioni di metri cubi. Aveva
bisogno dellAutorizzazione integrata ambientale.Sembra che lazione per
ottenerla in modo illegale sia la regola. A lui fa eco il collega Leonardo Agueci:
Il funzionario regionale rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva lufficio come
suo feudo. Con gli imprenditori amici era prodigo di consigli anche
per fregare lamministrazione pubblica. Nessuna remora di controlli. Poteva
svolgere una attivit illecita con la massima disinvoltura.
Sia il sito di contrada Tirit-Valanghe dinverno che limpianto messinese
di Mazzarr SantAndrea sono sotto inchiesta da parte della dirigenza regionale
allAmbiente per presunte violazioni compiute nella gestione dei rispettivi
impianti. Uninchiesta avviata qualche mese fa dallex assessore
regionale Nicol
Marino.
Soambiente
gestisce
i
siti
agrigentini
di Siculiana e contrada Monserrato e a Noto (in provincia di Siracusa) quello
di contrada Stallaini.
A poche ore dallarresto di Proto, intanto, Confindustria Catania ha sospeso la
ditta Oikos, interrompendo il suo rapporto con lassociazione. Il
provvedimento stato adottato durgenza, in ottemperanza del codice etico di
Confindustria, spiegano.
http://ctzen.it/2014/07/18/rifiuti-e-corruzione-arrestato-mimmo-proto-in-manette-4imprenditori-e-un-funzionario/

MAFIA, RIFIUTI E MAZZETTE: I FRATELLI SODANO TRADITI DALLE


INTERCETTAZIONI
Gli inquirenti hanno disegnato il quadro accusatorio grazie alle discussioni, tra le altre, dei fratelli
Sodano, inizialmente sottoposti ad intercettazione per confermare un sospetto rapporto con la
criminalit organizzata. LE INTERCETTAZION
Mafia, rifiuti e mazzette: i fratelli Sodano traditi dalle intercettazioni
LE intercettazioni telefoniche nei confronti dei fratelli Nicol e Calogero Sodano, arrestati stanotte
nell'ambito dell'indagine sulle mazzette alla Regione Sicilia, partirono inizialmente per acquisire
elementi di prova che confermassero presunti rapporti tra i Sodano con ambienti della criminalit
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organizzata. Ma durante l'ascolto dei loro telefoni e delle microspie piazzate tra auto e uffici, i
poliziotti hanno sentito tutt'altro.
Sin dalle fasi iniziali dell'indagine, infatti, venivano intercettati assidui contatti telefonici con il
funzionario regionale Gianfranco Cannova, in qualit di responsabile del procedimento
funzionale al rilascio del provvedimento di autorizzazione. Cos gli inquirenti avrebbero appurato
come lo stesso Cannova si sarebbe ripetutamente attivato ogniqualvolta gli imprenditori Sodano ne
caldeggiavano un intervento. Ma non solo: talvolta stato proprio lui stesso a sollecitare i due
fratelli agrigentini, nel corso delle diverse fasi dei procedimenti amministrativi, ad assumere pi
iniziative; sollecitazioni che si sarebbero concretizzate in incontri anche a stretto giro, per i quali
Cannova avrebbe pi volte dato la disponibilit di raggiungere i due imprenditori ad Agrigento.

Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori finito, in particolare, un incontro avvenuto il 2


maggio del 2011, quando i Sodano incontrarono Cannova nei suoi uffici a Palermo. Poco prima che
i fratelli giungessero nel capoluogo di regione, per, i poliziotti intercettarono una telefonata in
cui Calogero Sodano chiede ad un proprio collaboratore di quantificare la disponibilit di soldi
contanti in azienda; una richiesta alla quale il dipendente ha riferito l'ammontare di 3mila e 585
euro che Calogero Sodano - pur lamentato la scarsit della liquidit - avrebbe chiesto di avere il
prima possibile, in quanto doveva recarsi urgentemente a Palermo. Una richiesta che per gli
inquirenti trova spiegazione nella consolidata pratica di portare, di volta in volta, delle "mazzette" al
funzionario regionale.
Ma per gli investigatori la dimostrazione forse pi eloquente del rapporto delittuoso viene fornita
una discussione tra i due fratelli Sodano, intercettata nel settembre del 2011 grazie ad una microspia
piazzata sulla loro auto, nella quale Nicol e Calogero commentano tra loro il "costo esagerato" del
funzionario regionale, ricordando il fatto che lo stesso aveva gi ricevuto circa cinquantamila euro.

C = a CANNOVA lo faccio chiamare tramite l'avvocato ora...


G = si!
C = inc
G = perch non ha ancora convocato la conferenza dei servizi
C = Ah?
G = gli devi dire, avvocato, ...inc..., avvocato...e noi non lo chiamiamo pi ! Cio, deve capire che
siamo offesi noi con lui...
C = perci, se noi gli facciamo capire che siamo offesi con lui, a questo il culo sai come gli diventa
? Dice non credo che mi denunciano... non credo che... minchia!
G = qualche trenta.. qualche trentamila euro (30.000) gli abbiamo dato...
C = ma che fa! ma che dici!
G = qualche cinquantamila euro (50.000) gli abbiamo dato.. L (diminutivo di Calogero)
C = ma che minchia dici ! E poi quando all'ultimo ci ha chiesto tutti quei soldi... hai visto che ci ha
detto "accontentatevi con questa discarica"
G = si! bello chiaro...
C = bello chiaro... per ora questo... prendetevi questo per ora...
G = eh,infatti...
C = da lui dipende... tutte cose lui manovra...
G = si, tutte cose lui...
C = per ha di sopra la politica, capito?
G = la mafia politica...
C = no ! Lui ... lui ...
G = per dargli un incarico di questo... Li (diminutivo di Calogero)
C = lui ...
G = inc. per dargli un incarico di questo... inc. deve fare quello che dicono gli altri...

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C = se c' la politica ...inc... vanno secondo legge, secondo... qua la legge...inc.


G = ...inc... non solo i grana (soldi, n.d.r.), ma diventato anche di prestigio, pure.
http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/intercettazioni-fratelli-sodano-villaseta-agrigento.html

Tutto parte dall'esposto di Gullo


"Sospensione per Cannova"
Venerd 18 Luglio 2014 - 11:46 di Claudio Reale
La vicenda che ha portato agli arresti di stamattina quella finita al centro dello scontro fra Nicol
Marino e Mariella Lo Bello. Il dirigente del Territorio: "Da luned il funzionario non sar pi in
servizio"
PALERMO Mentre in corso la conferenza stampa sugli arresti, Gaetano Gullo aspetta notizie.
Ma chi , Cannova?. S, Gianfranco Cannova il funzionario arrestato stamattina dalla polizia
nell'ambito dell'inchiesta su rifiuti e mazzette. Non indica un nome a caso, Gullo: era stato proprio il
dirigente dell'assessorato al Territorio a segnalare alla Procura una strana vicenda che aveva appreso
alla fine del 2013, una storia di presunte mazzette legate alle autorizzazioni per le discariche.
Adesso, per Cannova scatta la sospensione, un provvedimento immediato: Da luned spiega
Gullo il funzionario arrestato non sar in servizio per tutta la durata delle esigenze cautelari.
La vicenda che ha portato al blitz di stamattina era esplosa a marzo. E si era trasformata in uno
scontro politico fra l'allora assessore all'Energia Nicol Marino e la titolare del Territorio Mariella
Lo Bello: oggetto del contendere, l'autorizzazione per una discarica pubblica bloccata da una lettera
che lo stesso Gullo aveva firmato senza leggerla fino in fondo, come spieg il dirigente a
LiveSicilia. Quella lettera dice Gullo era stata materialmente predisposta da Cannova. cos
che si accesero i riflettori sul funzionario: Cannova fu trasferito al servizio Parchi, e intanto Gullo e
Lo Bello raccontarono ai magistrati la storia appresa pochi giorni dopo la lettera. Il funzionario
arrestato oggi ha gestito le autorizzazioni ambientali per la discarica di Mazzarr Sant'Andrea e secondo la tesi, tutta da dimostrare, raccontata da Gullo ai magistrati - poi avrebbe acquistato
un'auto in Lombardia da un'azienda riconducibile a un altro degli indagati.
Sospensione immediata, dunque. Ma non solo. In questi casi prosegue Gullo si avvia un
procedimento disciplinare che potrebbe portare al licenziamento. Quando ci sono profili di carattere
penale la conclusione del procedimento per successiva all'eventuale condanna. Insomma: prima
si deve concludere l'eventuale processo e poi la commissione di disciplina prender una decisione.
http://livesicilia.it/2014/07/18/tutto-parte-da-un-esposto-di-gullo-ora-sospensione-percannova_517755/

Tutto parte dall'esposto di Gullo 'Sospensione per Cannova' - Live Sicilia


ASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE SICILIA ARRESTI... di isolapulita
VACANZE EXTRALUSSO E SOLDI IN CONTANTI SMS E INTERCETTAZIONI
SVELANO LE MAZZETTE
Venerd 18 Luglio 2014 - 16:03 di Riccardo Lo Verso

Secondo gli inquirenti, tra il funzionario regionale Gianfranco Cannova e


I'imprenditore catanese Domenico Proto c'era un consolidato, stratificato e

99

articolato rapporto criminoso". Le intercettazioni che


indagati.Una foto degli arresti del blitz tratta dal video.

inchioderebbero

gli

PALERMO - Soggiorni in hotel di lusso - pi di venti vacanze - e mazzette in contanti. C' tutto
questo alla base di quello che i magistrati definiscono il consolidato, stratificato ed articolato
rapporto criminoso instaurato dal funzionario pubblico Gianfranco Cannova con l'imprenditore
catanese Domenico Proto, detto Mimmo.
Proto presidente della Oikos, la societ che gestiva lo smaltimento di rifiuti nella discarica di
contrada Tirit, a Motta Sant'Anastasia. Cannova aveva presentato all'assessorato regionale al
Territorio e ambiente la richiesta per ampliare la discarica nella vicina contrada Valanghe d'Inverno.
La Oikos un colosso del settore. Nel 2011 ha fatturato 30 milioni di euro, saliti a 45 nel 2012. Il
previsto ampliamento aveva scatenato la reazione di alcuni comitati No discarica, preoccupati per
la salute pubblica.
Un affare milionario che Proto non poteva rischiare di mandare all'aria e si sarebbe servito della
collaborazione di Cannova. E cos quando, il 12 settembre 2011, Proto gli chiedeva informazioni
(Sai se domani stato organizzato una visita in discarica da Palermo), il funzionario lo metteva in
guardia: ... domani l'ing Michelon (Domenico Michelon dell'Arpa ndr) domani alle ore 09:00
vengono a fare un controllo con ing Polizzi (Alberto Polizzi, dipendente del Dipartimento ndr) e un
consulente dell'Assessore per le problematiche del comitato no discarica. Cannova non sembrava
preoccupato, ostentava sicurezza: Per quanto riguarda domani, domani c' questa riunione e tra
l'altro Michelon e Pulizzi... che non gliene fotte niente di questa cosa. la stanno facendo soltanto
perch gli lo ha ordinato l'assessore... non sono interlocutori che vengono per fare casino o per fare
danno anche perch io gli l'ho detto a Michelon acquisisci i verbali dell'Arpa... prendendoti i verbali
dell'Arpa non hai bisogno di fare niente... perch sta facendo queste cose. Perch l'assessore
praticamente ha letto i giornali e sulla scorta dei giornali che hanno scritto che non sono state
risposte...
non
sono
state
date
risposte
all'interrogazione
di
Burtone.
Onde evitare di farsi trovare impreparati, per, Cannova decide di acquisire lo stesso delle
informazioni. Tre giorni dopo contattava dopo Federico Vagliasindi (allora consulente
dell'assessore regionale all'Energia Giosu Marino) che era stato designato per partecipare
all'ispezione: Le ripeto la questione non urgentissima volevo concordarla con lei per studiare
una linea comune tutto qua per vedere se lei concordava con il mio pensiero.
In ballo c'era un affare enorme, visto che la Oikos si era portata avanti con i lavori,spendendo 28 dei
31 milioni di euro necessari per l'ampliamento della discarica. E cos il 10 ottobre Cannova passava
a Proto una nuova notizia riservata: Il fascicolo in mano a Mimmo e stasera mi dice se va bene.
Alle 20 e 36 dello stesso giorno scriveva. I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da
veronica la firma digitale e presento il tutto. Veronica era una collaboratrice di Proto. Cannova,
dunque, scrivono i pm, si interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa
addirittura
concordando
con
il
Proto
le
fasi
successive.
Pi che un funzionario pubblico, dunque sarebbe stato al soldo di Proto. In cambio di
cosa?Innanzitutto di viaggi e soggiorni. Tutti extra lusso. Nel novembre 2011 l'imprenditore
catanese ha pagato al dipendente la trasferta a Rimini in occasione della fiera Ecomondo sul riciclo
di rifiuti. Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perch se no dovevi... - diceva proto a Cannova . Fai una cosa, parla con Veronica.... dagli l'input qual la disponibilit e ti faccio cambiare tutte
cose. E Cannova ricambiava con informazioni preziose: Senti, vedi che arrivato l'altro
documento che praticamente parla di nuovo di e... annullamento del decreto AIA nei confronti di
Oikos... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, quella del
direttore,
pensavo
fosse
finita
e
invece
continua"
100

Proto temeva il ritiro dell'autorizzazione: Da parte di chi arriva questo documento?. Risposta: Da
parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perch ha
avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del
presidente... della... della Regione... Scrive Arnone perch vuole risposta la Monterosso, Patrizia
Monterosso, ch' il capo di gabinetto di Lombardo... te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera
vattelo a prendere in ufficio. Cannova partito per Rimini, portandosi dietro il documento in
originale e ha alloggiato al Grand Hotel. Cinque stelle lusso. Il conto - 717 euro - stato pagato
con
carta
di
credito
di
Proto.
E
non

l'unico
soggiorno.
Dal 3 al 7 gennaio 2012 Cannova, con tutti i suoi familiari, ha dormito all'Hotel Baja Verde di
Acicastello. Sempre a spese della Oikos. stato lo spunto investigativo per andare a ritroso nel
tempo e scoprire che tra il 2008 ed il 2012 i Cannova hanno soggiornato venti volte nello stesso
albergo. Le fatture erano tutte intestate, tranne una, alla Oikos per un totale di 31.152. D'altra parte,
secondo i poliziotti della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Suadra mobile di
Palermo, i servigi di Cannova sarebbero stati decisivi per gli affari dell'imprenditore.Era, ad
esempio, lo stesso Cannova a suggerire al Proto di chiedere laumento della tariffa per il
conferimento dei rifiuti in discarica: Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA
(Tariffa Igiene Ambientale ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente... Mimmo...
Mimmo... una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa, ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni
f?... ti do un'altra chiave di lettura, un'altra soluzione. E...io sto mettendo avanti l'aggiornamento...
ora a febbraio programmo la prima conferenza... in occasione dell'approvazione dell'AIA
dell'aggiornamento... e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perch non si pu tenere quella
tariffa. Infatti la questione va rivista, per la camuffiamo, come AIA. Capisci?.
Viaggi, ma anche soldi in contanti. Come emergeva da una conversazione fra Cannova e il figlio
che, sostengono gli aggiunti Agueci e Petralia e il sostituto Picchi, si commenta da sola: Se io
lavoro mi da mi da soldi pe non regala nessuno niente; Se tu li meriti perch sei bravo e
lavori, te li danno; Ma tu con Mimmo ci collabori?, Certo; E quindi te li da i soldi?; Certo;
Quanti soldi ti ha dato?, Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se
guadagno 5.000 mi da 5.000.

BUSTARELLE, VIAGGI E SESSO ARRESTATO FUNZIONARIO REGIONALE


In cambio di denaro, viaggi, regali costosi un funzionario regionale dellAssessorato Ambiente della
Regione siciliana, Gianfranco Cannova, avrebbe rilasciato autorizzazioni richieste per lo
smaltimento dei rifiuti nellIsola. Ma il dipendente infedele stato scoperto e arrestato. Con il
funzionario regionale sono finiti in carcere quattro imprenditori, tre siciliani e uno del Nord. Si
tratta di Domenico Proto 48 anni di Catania, Giuseppe Antonioli, novarese di 53 anni e gli
agrigentini Calogero e Niccol Sodano rispettivamente di 54 e 53 anni.
Loperazione stata condotta dalla Polizia di Stato che allalba di oggi ha dato esecuzione ad
unordinanza cautelare nei confronti dei cinque arrestati, accusati, a vario titolo di corruzione
nellambito dei procedimenti amministrativi volti al rilascio/rinnovo delle autorizzazioni richieste
per lo smaltimento dei rifiuti.
Il provvedimento stato emesso dal locale ufficio gip, su richiesta della Procura della Repubblica
di Palermo. Lindagine, iniziata nel 2011 e protrattasi per due anni, stata condotta dagli agenti di
polizia di Palermo, con lausilio dei colleghi di Agrigento, in considerazione del coinvolgimento
nellindagine di due imprenditori nativi e operanti nellAgrigentino e di altra attivit investigativa,
insistente in quel territorio, dalla quale si tratto spunto.
101

Nel corso delle indagini, la Polizia di Stato ha acclamato che questo settore amministrativo
caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso apparato
burocratico. Tali peculiarit hanno permesso al funzionario infedele, nelle diverse fasi della
procedura amministrativa, di giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei
provvedimenti, agevolando gli imprenditori e preservandoli dallordinaria attivit di controllo e
monitoraggio della PA circa le modalit di gestione delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti,
consentendo loro in questo modo di bypassare indenni tutti i controlli.
Il quadro di corruttela venuto alla luce , per gli inquirenti senza ombra di dubbio caratterizzato da
estremi di rilevante gravit, in quanto strettamente connessi alla salute pubblica e alla
preservazione del territorio da gravi danni ambientali.
Le indagini hanno fatto emergere lillecita attivit del funzionario regionale che forniva i propri
servizi a pagamento anteponendo agli interessi pubblici mere logiche di guadagno e
arricchimento personale. Era lui il destinatario di sistematiche regalie ed ingenti somme di denaro
da parte degli imprenditori che necessitavano della connessione di indispensabili autorizzazioni
amministrative rilasciate dalluffcio a cui era preposto Cannova.
Secondo gli inquirenti il funzionario finito in carcere sarebbe stato a disposizione degli
imprenditori rilasciando o rinnovando i provvedimenti autorizzativi, o comunque garantiva una
corsia prefenziale al procedimento, nellattivit di consulenza tecnica degli aspetti amministrativi.
In sostanza il funzionario avrebbe rilasciato delle autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti in
cambio di mazzette. Alcune delle tangenti sono state carpite in diretta dagli investigatori.
Ricostruiti invariati benefit e regalie di cui beneficiava: dai soggiorni gratis in prestigiose strutture
alberghiere per s e la sua famiglia e il pagamento e luso di una autovettura a nolo, ma anche
prestazioni sessuali a pagamento.
Cannova faceva della corruzione un lavoro, una regola di vita, ha spiegato Silvia Como,
dirigente della sezione per i reati contro la pubblica amministrazione alla Squadra mobile di
Palermo. C una intercettazione spiega Como in cui Cannova si trova in auto e spiega al
figlio: se io lavoro mi danno i soldi, riferendosi agli imprenditori, insomma un padre d
uneducazione al figlio alquanto inquietante, sul suo modo di affrontare una funzione pubblica.
Tra le tangenti intascate ci sono anche soggiorni in alberghi lussuosi, nel Catanese per un valore di
30 mila euro almeno, dice Como. Oltre a un impianto tv e stereo ad altissimo livello.
Le norme oscure e complicate sono il sogno di ogni corrotto, ha detto il procuratore capo di
Palermo, Francesco Messineo, commentando gli arresti di oggi non basta lazione repressiva per
combattere la corruzione. pi importante semplificare le norme ed eliminare le facolt
discrezionali, ma anche tempi e scadenze certi.
http://www.siciliainformazioni.com/106497/viaggi-regali-smaltimento-rifiuti-terremotoallassessorato-ambiente
SMALTIMENTO RIFIUTI IN SICILIA, ARRESTATO FUNZIONARIO DELLA REGIONE E 4
IMPRENDITORI PER CORRUZIONE
PALERMO. Un funzionario pubblico e quattro imprenditori, accusati a vario titolo di corruzione
nell'ambito dei procedimenti amministrativi volti al rilascio e rinnovo delle autorizzazioni per lo
smaltimento dei rifiuti, sono stati arrestati questa mattina nel corso dell'operazione Terra Mia
condotta dalla Polizia di Stato. Il provvedimento stato emesso dal Gip, su richiesta della Procura
della Repubblica di Palermo. L'indagine, iniziata nel 2011 e protrattasi per due anni, stata
condotta dagli agenti di polizia di Palermo, con l'ausilio dei colleghi di Agrigento, in considerazione
del coinvolgimento nell'indagine di due imprenditori agrigentini. Nel corso delle indagini, la Polizia
di Stato ha constatato che "questo settore amministrativo caratterizzato da una stratificazione
normativa e da un complesso e macchinoso apparato burocratico". Un complesso di norme che ha
consentito al funzionario infedele - dicono gli investigatori - nelle diverse fasi della procedura
amministrativa, di "giostrare" nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti,
agevolando gli imprenditori e preservandoli dall'ordinaria attivit di controllo e monitoraggio della
102

pubblica amministrazione circa le modalit di gestione delle discariche e dello smaltimento dei
rifiuti, consentendo loro in questo modo di bypassare indenni tutti i controlli. Il quadro di
corruzione emerso molto grave, secondo gli investigatori, in quanto ha messo a repentaglio la
salute pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali. I dettagli
dell'operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terr alle 11 nella sala
stampa della Procura a Palermo.
Gli arrestati sono Giuseppe Antonioli 53 anni, amministratore delegato della discarica di Mazzarr
Sant'Andrea (Me), Gianfranco Cannova, 56 anni, funzionario regionale dell'assessorato territorio e
ambiente, Domenico Proto, 48 anni, titolare discarica di Motta Sant'Anastasia (Ct), i fratelli
Calogero e Nicol Sodano, 54 anni e 53 anni, titolari della discarica Soambiente ad Agrigento.
http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/360979/
NEL MARZO DELL'ANNO IN CORSO............
Carmelo Catania

MAZZETTE AD UN FUNZIONARIO REGIONALE: ECCO COME AVREBBE OTTENUTO


LAIA LECOMOSTRO, MENTRE AL PROCESSO VIVAIO REGGE LIMPIANTO
ACCUSATORIO. LA DISCARICA ERA COSA LORO
Lassessorato siciliano allAmbiente dopo unindagine interna avviata a seguito della
segnalazione di strani ritardi nelliter autorizzativo della nuova (sic) discarica di Gela ha
scoperchiato un giro di mazzette che coinvolgerebbe funzionari del dipartimento, con conseguente
denuncia alla procura, firmata dallassessore Mariella Lo Bello.
Nel mirino finito un funzionario, non solo per il caso della discarica di Gela, ma anche per altre
procedure autorizzative rilasciate in passato. In particolare per la convocazione, nel settembre 2008,
di una conferenza dei servizi, dallo stesso presieduta, che ha rilasciato lAutorizzazione integrata
ambientale per lampliamento di una discarica nella Sicilia orientale, omettendo la vicinanza a un
centro abitato. Il Tar ha poi annullato questa autorizzazione ma, guarda caso, nellottobre del 2008
il funzionario ha acquistato unAudi A6 in Lombardia, in una concessionaria che faceva riferimento
a un amministratore della discarica in questione.
Cos stato nel caso di un funzionario del Dipartimento ambiente riferisce lassessore Lo Bello
che subito dopo aver presieduto una conferenza di servizi che procedeva al rilascio
dellautorizzazione, diventato proprietario di unautomobile acquistata presso una concessionaria
del novarese, il cui amministratore delegato risulta essere anche lamministratore delegato della
societ alla quale era stata rilasciata lautorizzazione, autorizzazione che poi il Tar, con due diverse
sentenze nel 2012, ha annullato. Abbiamo cos trasferito il funzionario e presentato una denuncia
sospettando un giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in un
assessorato noto per le sue lentezze e le improvvise accelerazioni, dice Mariella Lo Bello.
Vi dice niente? A quale discarica si riferisce lindagine dellassessore Lo Bello? Chi presiedette
quella conferenza dei servizi?
Per chi avesse avuto modo di leggere il mio La collina della munnizza (2012) ricorder che nel
riportare la cronaca relativa al secondo ampliamento della discarica di Mazzarr scrivevo (pag. 61):
La seconda conferenza dei servizi si tenne il 12 settembre del 2008 [] dal verbale della riunione
risulta che nelloccasione fu chiesto alla Tirrenoambiente dai rappresentanti dellArpa di spiegare
lincongruenza di informazioni circa la quantit di abbancamento dei rifiuti rilasciato sulla
precedente Aia nei confronti della ditta stessa. Il punto doveva essere di una certa rilevanza visto
che, come risulta sempre dal verbale, sullargomento ci fu unampia discussione sul quale si erano
bloccati i lavori della conferenza. Lintervento del presidente Cannova [che evidentemente aveva

103

fretta di concludere i lavori, N.d.A.] con la dichiarazione che sullargomento in questione avrebbe
preparato una memoria, pose fine al dibattito.
Presunte mazzette o meno, sta di fatto che la decisione dimperio del presidente diede il via
definitivo allAia.
In questi stessi giorni stata inoltre emessa lattesa sentenza al processo dappello scaturito
dalloperazione Vivaio del 2008. Al centro dellindagine gli illeciti interessi del clan di Mazzarr
dal 2003 in poi: il business rifiuti, con lo smaltimento e le assunzioni alle societ che gestivano le
discariche di Mazzarr e Tripi, Tirrenoambiente e lAto comprensoriale, lo smaltimento illecito del
pastazzo, le estorsioni alle imprese edili titolari di importati commesse pubbliche: le gallerie
autostradali e ferroviarie, ad esempio, passando per la guerra interna al gruppo tra la famiglia di
Bisognano, negli anni in cui il boss era in carcere, e il reggente Tindaro Calabrese, ansioso di
prenderne il posto, forte dellalleanza col reggente dei barcellonesi, Carmelo DAmico, e i contatti
con i Lo Piccolo, culminata nellomicidio di Nin Rottino. Agli atti dellinchiesta anche
linterferenza nelle elezioni amministrative di Furnari, comune poi sciolto dal Presidente della
Repubblica nel 2009 per infiltrazioni mafiose.
Limpianto accusatorio dei pm Verzera e Massara regge anche in secondo grado. Nel 2012 la prima
sentenza aveva stabilito 16 condanne per quasi 130 anni di carcere e un ergastolo, e subito dopo
erano scattati gli arresti per due colletti sporchi ritenuti collusi ai clan. Quella confermata dalla
Corte dappello di Messina pu essere ritenuta a ragione la prima grossa condanna ad un maxi
processo per ecomafia in Sicilia.
Il verdetto dappello ha confermato lergastolo per Aldo Nicola Munaf, braccio destro del boss
Tindaro Calabrese al quale sono stati inflitti 16 anni accusato di essere lesecutore dellomicidio
Rottino, il camionista eliminato nellestate nel 2006 nella guerra tra Calabrese e il boss, oggi
collaboratore di giustizia, Melo Bisognano. Sconto di pena per questultimo, 7 anni e mezzo. Sconto
di pena anche per il professore Nello Giamb, ex presidente di Tirrenoambiente ed ex sindaco di
Mazzarr S. Andrea. La condanna per lui scende da 14 a 8 anni. Otto anni anche per limprenditore
Michele Rotella inteso u baruni che, insieme a Bisognano e Giamb costituirono la triade a cui
si deve la nascita della discarica.
http://www.isiciliani.it/mazzette-ad-un-funzionario-regionale-ecco-come-avrebbero-ottenuto-laialecomostro-mentre-al-processo-vivaio-regge-limpianto-accusatorio-la-discarica-era-cosaloro/#.U8j5xpR_sV8

Cannova arch gianfranco 30 aprile 2012 organigramma dta.pdforganigramma


dta from Isola Pulita
CANNOVA NOVEMBRE 2013 Organigramma Dra Novembre 2013 by Pino Ciampolillo

Cannova 2008 Arch Gianfranco Rup 2008 Salvatore Anza' Autorizzazione-IntegrataAmbientale2 by Pino Ciampolillo

Cannova arch gianfranco rup aia italcementi aia scaduta-18-luglio-2010-denunciain-autotutela2from Isola Pulita
Cannova Gianfranco Arnone Giovanni 13 Aprile 2011 Aia-d-d-g-232-Del-13!04!2011 by Pino
Ciampolillo
Cannova Gianfranco Dic 2008 Drs996 by Pino Ciampolillo
Cannova Gianfranco 31 Ottobre 2012 Cipro Gest by Pino Ciampolillo
CANNOVA GIANFRANCO 2008 Autorizzazione-Integrata-Ambientale2 by Pino Ciampolillo

104

ITALCEMENTI DIFFIDA a AIA ITALCEMENTI TAVOLO TECNICO D'ANGELO GIORGIO.pdf by Pino


Ciampolillo
Tolomeo Sansone Firmatario Del Decreto Aia Italcementi by Pino Ciampolillo
Italcementi Conferenze Dei Servizi Per Concessione a.i.a., Dec 693 18 Luglio 2013 Conf. Serv.
Italcementi by Pino Ciampolillo
Italcementi Autorizzazione Integrata Ambientale Decreto 693 18 Luglio 2013 Diffida Ritiro Decreto e
Denunci... by Pino Ciampolillo

Smaltimento rifiuti in Sicilia, arrestato funzionario della Regione e 4 imprenditori per corruzione
Bustarelle, viaggi e sesso Arrestato funzionario regionale

Smaltimento rifiuti in Sicilia, arrestato funzionario della Regione e 4 imprenditori per


corruzione,ITALCEMENTI,CANNOVA,TOLOMEO,ZUCCARELLO,SANSONE
MAZZETTE E DISCARICHE, APERTA UN'INDAGINE INTERNA ALL'ASSESSORATO
AMBIENTE: "SI CERCANO COMPLICIT"
Nelle carte dell'inchiesta i dubbi degli inquirenti sul sistema dei controlli. Una commissione al
dipartimento "Accertamenti affidati a esterni". Nel mirino i contatti del funzionario regionale
arrestato con altri burocrati e politici. I rapporti con i big del settore rifiuti
di ANTONIO FRASCHILLA

Davvero un semplice funzionario poteva influenzare e a volte prendere decisioni su


discariche, rifiuti e autorizzazioni milionarie? Davvero Gianfranco Cannova, arrestato
perch secondo gli inquirenti avrebbe intascato mazzette dai titolari delle principali
discariche private siciliane, ha fatto tutto da solo? A queste domande prover a dare una
risposta una commissione che sar nominata dal dirigente del dipartimento Territorio e
ambiente Gaetano Gullo, che sulla vicenda delle discariche dell'Oikos e della Tirreno
ambiente vuole vederci chiaro. Specie dopo che lui stesso luned scorso ha firmato un
verbale che alle contestazioni mosse dall'ex assessore Nicol Marino e dal dirigente Rifiuti
Marco Lupo sull'Oikos risponde che tutto a posto e la discarica pu continuare a
lavorare: "Convocher subito i dirigenti del mio dipartimento per capire perch hanno dato
parere favorevole e mi hanno fatto firmare questo atto su una discarica nell'occhio del
ciclone", dice. Il funzionario
del servizio autorizzazioni Via-vas deve rispondere al dirigente dell'Unit operativa, al
dirigente del servizio, al dirigente generale del dipartimento e, a volte, anche all'assessore
al ramo. Come faceva Cannova a garantire il risultato agli imprenditori in piena solitudine?
Insomma, sull'assessorato Territorio e ambiente, ma anche sui dirigenti che hanno
lavorato all'assessorato Energia, ancora ci sono zone d'ombra sulle quali fare luce. Da qui
la decisione del neo dirigente generale Gullo di nominare una commissione d'inchiesta
esterna: "Voglio nominare professionisti che non hanno alcun rapporto con dipendenti
dell'amministrazione ", dice Gullo.
Una cosa certa: dalle carte dell'indagine che ha portato all'arresto del funzionario e di
quattro imprenditori (tra i quali i re delle discariche siciliane, il catanese Domenico Proto e
105

Giuseppe Antonioli) emergono dubbi degli inquirenti sul coinvolgimento di altri dirigenti,
quanto meno superficiali in alcuni atteggiamenti e decisioni. A esempio nelle carte
dell'indagine si cita un pranzo avvenuto tra Proto, Cannova e un altro alto dirigente del
settore Rifiuti in un noto ristorante di Palermo. Gli inquirenti sottolineano "l'atipicit" di
questo incontro in ambienti non istituzionali tra i funzionari pubblici e "un soggetto
privato" interessato in un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari.
Ma c' di pi. Dalle intercettazioni emerge anche che il Cannova avrebbe proposto a Proto
di pagare anche questo alto dirigente del Rifiuti che, a suo dire, era vicino al Partito
democratico.
In un'altra intercettazione, invece, Cannova tranquillizzava gli imprenditori sull'esito di una
conferenza di servizio grazie ai "suoi canali e amicizie" all'interno della macchina
burocratica. Non solo, dalle carte
emerge poi come Cannova entrava in contrasto con alcuni dirigenti dei dipartimenti
Territorio e Rifiuti, questi magari erano mossi da altri motivi politici perch parenti di
deputati catanesi che sponsorizzavano altre iniziative a scapito della Oikos.
E, ancora, Cannova dimostra di avere rapporti diretti anche con ispettori dell'Arpa, che
invitava a pranzo per discutere di iniziative su alcune discariche. Ad altri dirigenti del
dipartimento, invece, Cannova chiedeva "informazioni" riservate: come ad esempio sulla
situazione burocratica riguardante la societ Osmon, riconducibile all'imprenditore
Antonioli, ottenendo "dettagliate informazioni nonch l'apparente disponibilit dello stesso
dirigente contattato ad aiutare l'Antonioli e la sua societ". Il dirigente in questione
provava poi a convincere della bont dell'iniziativa presentata dalla Osmon l'allora
responsabile del dipartimento Energia Gianluca Galati.
Insomma, le complicit, pi o meno volontarie, ci sono state, eccome. E proprio su queste
si baser adesso l'indagine interna al dipartimento Ambiente: "Ci saranno trasferimenti,
qui dobbiamo cambiare proprio aria", assicura l'attuale dirigente generale Gullo, che
denuncia come il caso Cannova riguardi anche il sindacato. "Avevamo trasferito il
dipendente ben prima degli arresti di ieri, proprio perch ci era sembrato che qualcosa non
quadrava - dice Gullo - a esempio vedevamo troppi politici venire in dipartimento a
parlare direttamente con lui. Ma la Uil ci ha fatto opposizione perch in quanto
rappresentante sindacale Cannova non poteva essere trasferito. Cos tornato nello stesso
ufficio della Via-Vas e delle autorizzazioni. Anche questo un paradosso sul quale andrebbe
fatta chiarezza". Intanto i grillini chiedono di revocare l'autorizzazione alla discarica di
Motta Sant'Anastasia dell'Oikos, nonostante proprio luned scorso Gullo abbia firmato il
verbale che invece sostiene che nel sito tutto in regola. Una bella matassa che sar
difficile da districare.

"Oikos e Mazzarr? Bloccate da me Crocetta dice sciocchezze"


di Claudio Reale
L'ex assessore: "La vicenda Cannova non c'entra niente con lo scontro di marzo.
Crocetta lo sa. A bloccare il rinnovo delle autorizzazioni per le discariche del
Catanese e del Messinese sono stato io".

106

PALERMO - Oggi mi hanno chiamato in causa diverse persone. Quasi tutte a


sproposito. Da stamattina il telefono di Nicol Marino non ha smesso di squillare. Dopo
l'operazione che ha portato all'arresto di un funzionario dell'assessorato al Territorio e di
quattro imprenditori per le presunte mazzette nel settore dei rifiuti, l'ex titolare della
delega all'Energia nel governo Crocetta tornato al centro del dibattito. Chiamato in causa
per lo scontro con l'allora assessore al Territorio Mariella Lo Bello nei giorni in cui stato
presentato l'esposto su Gianfranco Cannova, ma anche per le sue posizioni sulla questione
rifiuti: Temo ha detto il presidente della Regione dell'ex assessore - che su tutta la
questione-rifiuti lui abbia commesso alcuni errori di valutazione.
Ha sbagliato? Aveva ragione Mariella Lo Bello?
Quelli che dicono questo dimenticano che questa vicenda riguarda le autorizzazioni per le
discariche dell'Oikos e di Mazzarr. E che sono stato io a costituire la commissione per
quegli impianti.
Si era arrivati a uno stop alle autorizzazioni, se non ricordo male.
Pi precisamente sono stati avviati i procedimenti per il diniego del rinnovo delle
autorizzazioni.
Quando?
Per Oikos all'inizio dell'anno, per Mazzarr dopo la fine del mio incarico. Ma il risultato
ottenuto dalla commissione che ho fatto nascere io.
In quei giorni, per, si scontrava con la Lo Bello. Che ha presentato l'esposto su
Cannova.
La vicenda Cannova non ha niente a che vedere con il dissidio di marzo. E soprattutto
non c'entra con la commissione. Anche perch fino a luned Gullo, che ha denunciato la
vicenda, ha continuato a ribadire che per Oikos tutto in regola. Tutta questa attivit
dell'assessore al Territorio e Ambiente io non la vedo.
In quei giorni si parlava di due modelli diversi. Qual era il suo?
Togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli sui prezzi di conferimento
in discarica. Su quest'ultimo elemento spero che il mio successore vada avanti. Da quando
me ne sono andato io tutto rimasto fermo, e inoltre si anche vanificata l'azione di
razionalizzazione.
Ok, riformulo la domanda. Qual il punto sul quale si consumato lo scontro
con Crocetta?
Secondo me la pubblica amministrazione deve essere terza e la politica deve avere un
ruolo moralizzatore. Deve prescindere da quello che fa l'autorit giudiziaria.
Come? Proprio lei che un magistrato dice cos?
La politica ha un ruolo diverso. Io ho trasmesso tutti gli atti alla magistratura, ma limitarsi
ad aspettarne l'azione un errore. Il governo Crocetta si muoveva in una logica diversa.
107

Una volta, su un'altra vicenda, il presidente me lo disse esplicitamente: 'Aspettiamo i


magistrati'. Questo andava contro la mia logica.
Detto oggi suona male. Oggi aspettare la magistratura ha portato i suoi effetti.
Le ripeto: Cannova non c'entrava niente con la lettera. E tutte le cose che sto dicendo a
lei sono state dette al presidente. Crocetta non solo non ha fatto niente: insieme
all'assessore pro-tempore ha solo creato ostacoli. Era stato informato, mi creda. Ma lui fa
cos, l'ha capito?.
Cos? Come?
Cavalca l'onda delle inchieste. Lui invece deve amministrare. Si circondato di persone
non idonee, e io gliel'ho detto molte volte. Lui non solo non si adeguato, ma si ritiene un
tuttologo. Crocetta e l'assessore Lo Bello sanno bene che cosa abbiamo contestato io e il
dottore Lupo. Ma le dico di pi.
Dica.
Crocetta farebbe bene a dimenticare il mio nome. Dice sciocchezze, come quelle che ha
detto in Aula sulla vicenda Catanzaro o come quelle che racconta sull'inchiesta di oggi. Lui
lo sa che non vero, e lo sa che questa inchiesta non c'entra nulla con quello scontro di
marzo. Ma Crocetta fa cos.
http://livesicilia.it/2014/07/18/oikos-e-mazzarra-bloccate-da-me-crocetta-dice-solosciocchezze_517969/

IL BUSINESS DEI RIFIUTI IN MANO AI PRIVATI, ECCO I BIG E I LORO


SPONSOR
di ANTONIO FRASCHILLA

La Sicilia in mano ai padroni dei rifiuti e rischia di ritrovarsi in un'emergenza sanitaria


senza precedenti se chiuderanno soltanto alcuni dei siti amministrati dagli imprenditori finiti
agli arresti. Una situazione paradossale, frutto di scelte politiche e di un monopolio difeso
con le unghie e con i denti dai proprietari dei principali impianti dell'Isola, spesso con
l'aiuto dello sponsor politico giusto. A pagare, i cittadini di una regione che non ha
praticamente livelli di differenziata accettabili, meno del 10 per cento, e si trova oggi con
appena cinque grandi discariche in funzione e autocompattatori che viaggiano da una
parte
all'altra
dell'Isola.
Ma chi sono i proprietari delle discariche? Quali i loro sponsor politici negli anni? E perch
si arrivati a questo stato dell'arte? Accantonata la vicenda termovalorizzatori dopo lo
stop della Corte di giustizia europea e il sospetto di accordi a tavolino, il governo
Lombardo nel 2009 punta tutto sulle discariche. Soprattutto su quelle private, che da sole
si vedono in alcuni casi triplicare i volumi di abbancamento di rifiuti concessi per un giro
108

d'affari da 700 milioni di euro. Una fetta grossa va proprio alla Oikos della famiglia di
Domenico Proto che, come scrivono i pm nell'ordinanza di arresto, ottiene dal governo
Lombardo autorizzazioni ad ampliamenti nelle discariche di Motta Sant'Anastasia per 2,5
milioni
di
mc.
Ma chi Domenico Proto? Sicuramente un imprenditore conosciuto da diversi fronti della
politica catanese, con rapporti e amicizie trasversali, dall'ex governatore Raffaele
Lombardo all'ex senatore Domenico Sodano. Nelle ultime elezioni amministrative a Motta
Sant'Anastasia il nome di Proto stato spesso evocato dai vari candidati. Una campagna
elettorale, quella nel Comune etneo, che si giocata proprio sulla discarica della Oikos,
contestata da alcuni, sostenuta da altri. Proto considerato amico dell'ex senatore
Sudano: la nipote, Valeria, una deputata di Articolo 4 e insieme a Luca Sammartino,
capogruppo all'Ars, ha sostenuto il sindaco vincente Anastasio Carr, accusato dai rivali di
avere
una
posizione
morbida
sul
futuro
della
discarica.
Ma anche altri candidati sindaco hanno avuto un ruolo negli ampliamenti della discarica
dei Proto, come l'ex sindaco Mpa Angelo Giuffrida, e proprio con il capo del partito,
Lombardo, Proto vanta di avere rapporti diretti. In ogni caso, la Oikos insieme alla ditta
romana Ipi entrata anche nella raccolta dei rifiuti a Catania sotto l'amministrazione
Stancanelli. Trovandosi oggi ad essere sia gestore della raccolta sia della discarica dove i
rifiuti vanno a finire. Stancanelli per assicura di non avere tra i suoi amici i Proto: "Ho
ricevuto nella scorsa campagna elettorale un finanziamento di 50 mila euro dalla Ipi, i
Proto non mi hanno appoggiato nella sfida contro Enzo Bianco", dice.
Tra i principali avversari di Proto e della discarica dell'Oikos c' il sindaco di Misterbianco
Nino Di Guardo del Pd, che ha appena pubblicato un bando per la realizzazione di un
grande impianto di compostaggio vinto dalla Sicula Trasporti. E qui compaiono gli altri
grandi padroni dei rifiuti in Sicilia, la famiglia Leonardi che, nel 2009, si vista autorizzare
dalla Regione abbancamenti per 1,9 milioni di mc nella discarica di Grotte San Giorgio.
Altra mega discarica quella di Mazzar Sant'Andrea, gestita dalla Tirreno Ambiente, il cui
amministratore Giuseppe Antonioli finito agli arresti: nel 2009 sotto il governo Lombardo
ha avuto autorizzati abbancamenti per un fatturato apri a 155 milioni.
C' poi una quarta grande discarica in funzione gestita da privati: quella di Siculiana di
propriet di Giuseppe Catanzaro, numero due di Confindustria Sicilia, l'associazione che
dal 2009 esprime un assessore, sia nel governo Lombardo con Marco Venturi alle Attivit
produttive, sia in quello Crocetta con Linda Vancheri. Catanzaro ha avuto autorizzazioni
nel 2009 per 2,9 milioni di metri cubi. Da qualche mese all'assessorato Energia sono stati
avviati i procedimenti di revoca sia alla Oikos sia alla Tirreno Ambiente, ai quali si oppone
l'assessorato Territorio e ambiente, ma una cosa fuor di dubbio: un'eventuale chiusura
dei siti farebbe scattare l'emergenza.
L'Isola com' finita nelle mani dei privati? Il consulente nominato dall'ex assessore Marino,
il docente Aurelio Angelini, non ha dubbi: "Per una scelta precisa del governo Lombardo,
che negli stessi anni negava ai Comuni l'apertura di piccole discariche lasciando il
monopolio ai privati".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/il_business_dei_rifiuti_in_mano_ai_privati_e
cco_i_big_e_i_loro_sponsor-92245931/

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SCANDALO MAZZETTE, LA REGIONE CHIUDE LA DISCARICA DI MOTTA


SANT'ANASTASIA
Dopo l'arresto di un funzionario regionale e di quattro imprenditori del settore dei rifiuti,
l'assessorato all'Energia non rinnova l'autorizzazione alla discarica catanese. A rischio il
conferimento dei rifiuti per 90 comuni siciliani
di ANTONIO FRASCHILLA

L'assessorato regionale all'Energia non ha rinnovato l'autorizzazione per la discarica di


contrada Valanghe d'Inverno, a Motta Sant'Anastasia, in provincia di Catania, bloccando il
rinnovo del decreto del 2009 che la autorizzava. La decisione arriva dopo l'arresto di un
funzionario regionale e di quattro imprenditori dei rifiuti nell'ambito dell'operazione
"Terra mia".
In particolare lo stop arriva anche per "la mancanza dell'obbligo di trattamento dei rifiuti
con l'effetto che la discarica non dotata di un impianto a monte idoneo". Il provvedimento
firmato dal dirigente Marco Lupo d 60 giorni di tempo alla Oikos, la societ che gestisce
la discarica, per presentare il piano di chiusura, in quanto la nuova discarica realizzata a
fianco di quelle gi esistenti e piene stata aperta da meno di un anno e adesso deve
essere bonificata. La societ pu fare ricorso al Tar, ma per la Regione a settembre la
discarica deve essere chiusa

Soddisfazione per il no della Regione Siciliana alla discarica stata espressa dai deputati
M5s all'Ars. "Lo scorso anno - commentano i Cinquestelle - avevamo sottoscritto la
mozione all'Ars, in cui impegnavamo il governo alla revoca del medesimo decreto. Veniva
chiesto, altres, di provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente
distante dai centri abitati".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/scandalo_mazzette_la_regione_chiude_la_dis
carica_di_motta_sant_anastasia-92245709/
IL FUNZIONARIO CONFESSA E COLLABORA RIFIUTI, L'INDAGINE PARALLELA
Marted 22 Luglio 2014 - 06:11 di Riccardo Lo Verso

Il funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente risponde al Gip e si dice


pronto a farlo anche con i pubblici ministeri di Palermo. Che oggi gli chiederanno notizie
non solo sull'inchiesta sfociata negli arresti di venerd, ma pure su quella ancora top
secret. Possibile il coinvolgimento di altri imprenditori.
PALERMO - Confessa e collabora. Gianfranco Cannova risponde al Giudice per le
indagini preliminari e si dice pronto a fare la stessa cosa con i pubblici
ministeri. Che gli chiederanno notizie non solo sull'inchiesta per cui venerd stato
arrestato, ma pure su quella ancora top secret.
Esiste, infatti, un'indagine parallela a quella sulle mazzette intascate dal
funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente, sfociata nel blitz
di venerd scorso. E sempre di tangenti si tratterebbe, ma nel mirino ci sarebbero altri
110

imprenditori. Non solo i quattro finiti ai domiciliari. E non escluso il coinvolgimento anche
di altri pubblici funzionari.
I pubblici ministeri di Palermo scandagliano quella che stata definita la
capacit di Cannova di sfruttare le sue doti di abile tessitore di rapporti
professionali, di amicizie e di contatti gestendo il proprio incarico di servizio come un
fatto privato; peraltro emerso che gli interventi facenti parte dei patti criminosi hanno
riguardato anche atti non di stretta competenza dell'ufficio dove operava direttamente il
funzionario, ma comunque venuti a conoscenza di quest'ultimo in ragione del suo ruolo
istituzionale o sfruttando le sue conoscenze e amicizie con soggetti operanti in altri uffici
pubblici, anch'essi impegnati nel settore delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti.
La due giorni in Procura di Cannova iniziata ieri e proseguir oggi. Innanzitutto ha
scelto di non avvalersi della facolt di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di
garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari Vittorio Anania. Tre ore di risposte,
fra mattina e pomeriggio, in presenza dei suoi legali, gli avvocati Massimo Motisi e
Giuseppe Torre, per ammettere alcuni episodi di corruzione e per smentirne altri. La
vicenda della macchina e del televisore pagati dagli imprenditori per i suoi favori non
sarebbero andate, secondo il suo racconto, per come li hanno ricostruiti i poliziotti della
sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile.
Era impossibile, per, negare l'evidenza delle intercettazioni da cui emergevano le
mazzette in contanti. Gli imprenditori finiti ai domiciliari sono gli agrigentini Calogero e
Nicol Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli. C', per,
l'inchiesta parallela per cui Cannova nei mesi scorsi ha ricevuto la proroga delle indagini.
Ed un'indagine successiva ancora in divenire per la quale stato necessario un
supplemento investigativo.
http://livesicilia.it/2014/07/22/fianfranco-cannova-confessione-mazzette-corruzione-rifiutitangenti-palermo_519232/?stampa=1

Motta, i motivi della chiusura della discarica La Regione: stop e bonifica entro ottobre
Di Carmen Valisano | 23 luglio 2014
Se il programma stilato dal dirigente regionale Marco Lupo verr rispettato, entro
lautunno limpianto di contrada Valanghe dinverno dovr terminare ogni attivit. Nel
frattempo lazienda proprietaria la Oikos spa, coinvolta nellinchiesta della magistratura
palermitana Terra mia dovr garantire il servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti. Ma
rimane lincertezza su quali saranno le nuove destinazioni dei compattatori di 90 Comuni
Uninchiesta effettuata da un pool di tecnici, diverse conferenze dei servizi,
unindagine della magistratura il cui eco ancora si fa sentire tra le pareti di numerosi uffici
regionali e non solo. Tanto stato necessario per permettere al dipartimento regionale
dellEnergia di non rinnovare lAutorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata
alla Oikos spa per lattivit della discarica di contrada Valanghe dinverno, a Motta
SantAnastasia. La notizia giunta oggi, ma la decisione stata presa il giorno prima dal
dirigente incaricato, Marco Lupo.

111

Le obiezioni presentate ai vertici della Oikos (il cui rappresentante, Domenico Proto,
agli arresti domiciliari perch coinvolto nelloperazione Terra mia) non sono state
superate. Nella loro relazione i tecnici avevano evidenziato, sotto diversi
profili, linsussistenza delle condizioni giuridiche e fattuali necessarie per il
richiesto rinnovo del drs 221 del 29 marzo 2009, si legge nel decreto firmato
ieri. Criticit non da poco, che assumono particolare rilevanza, ai fini del diniego del
rinnovo dellautorizzazione. Lelenco denso: si va dalla dichiarazione di illegittimit
dal punto di vista urbanistico, al procedimento di Via (Valutazione di impatto
ambientale, ndr) viziato perch redatto e depositato oltre i termini. E poi la violazioni di
alcune normative anche comunitarie per il pretrattaggio dei rifiuti e la
biostabilizzazione della frazione organica e la mancanza di delimitazione dellarea di
pertinenza dellimpianto Oikos
Nellordinanza viene citata linchiesta dalla Procura di Palermo, un elemento,
confermano vertici del dipartimento regionale, che ha avuto un indubbio peso sulla
decisione finale del dirigente Lupo. Viene dunque ritenuto necessario e conseguente
allemissione del provvedimento di diniego di rinnovo dellAia 221/2009,
la predisposizione di un progetto di chiusura definitiva e inoltre autorizzare e
programmare le modalit di realizzazione del ripristino ambientale e le attivit di
postgestione della discarica. Chiusura e bonifica.
Ma il problema che numerosi cittadini di Motta e della vicinaMisterbianco, subito dopo
leuforia per la notizia della chiusura, hanno sollevato attraverso i social network riguarda
la nuova destinazione dei rifiuti. Un interrogativo al quale i dirigenti regionali non
danno risposta. Ad oggi presso la discarica vengono conferiti i rifiuti prodotti nei territori
di circa 90 Comuni appartenenti a diversi ambiti ottimali (Ato). Sono quattro catanesi,
uno di Enna e di Ragusa, tre di Messina. Allazienda intimato di assicurare la
continuit del servizio pubblico di raccolta degli rsu destinati allo smaltimento, per un
periodo breve ma idoneo a consentire al dipartimento di riorganizzare il flusso dei rifiuti e
riprogrammare un piano dei conferimenti che ad oggi vengono effettuati nella discarica di
contrada Valanghe dinverno, mediante lindividuazione di siti alternativi per lo
smaltimento. Quali saranno le nuove rotte difficile prevederlo. Laltro sito emergenziale
della Sicilia orientale quello messinese di Mazzarr SantAndrea, anche questo sotto
inchiesta, che gi ospita camion da oltre cento cittadine siciliane. Laltra struttura papabile
dunque quella di Siculiana, in provincia di Agrigento.
Per il sito mottese disposto che il progetto definitivo di chiusura e ripristino ambientale
dovr essere trasmesso al dipartimento regionale dellAcqua e dei rifiuti entro il 31
agosto. Il documento sar verificato dagli enti competenti e dovr essere attuato entro
60 giorni dallapprovazione. Se il probabile ricorso presentato da Proto non dovesse essere
accettato, entro ottobre i cancelli dellimpianto di contrada Valanghe dinverno
dovrebbero chiudersi.
http://ctzen.it/2014/07/23/motta-i-motivi-della-chiusura-della-discarica-la-regione-stop-ebonifica-entro-ottobre/
RIFIUTI: ATO 2 FALLITO, EMERGENZA NEL PALERMITANO DIPENDENTI A
RISCHIO, 1 MILIARDO DI DEBITI VERSO LE DISCARICHE
GIULIO AMBROSETTI 13 GENNAIO 2015

112

CRONACA La gestione commissariale dell'Ato Belice Palermo 2 scadr il 15 gennaio. Dal


giorno dopo chi raccoglier la spazzatura nei 17 Comuni interessati? Anche di questo si parlato
ieri in due riunioni convocate alla Regione. Nel frattempo la discarica di Bellolampo accoglie i
rifiuti di decine di Comuni anche dell'Agrigentino
Tanto per cambiare, in buona parte dei paesi della provincia di Palermo esplosalemergenza
rifiuti. Il 23 dicembre scorso fallito lAto rifiuti alto Belce Palermo 2, societ dambito che vede
insieme i Comuni di Monreale, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Camporeale, Bisacquino, Chiusa
Sclafani, Giuliana, fino a Contessa Entellina. Sono 17 Comuni per un totale di circa 120mila
abitanti. Fino al 15 gennaio lAto andr avanti con il commissario regionale, Maurizio Norrito (tutti
gli Ato rifiuti della Sicilia sono commissariati), e con la curatela fallimentare. E dopo?
Il tema stato affrontato ieri nel corso di due riunioni convocate a Palermo. La prima - di mattina presso la sede dellassessorato ai Rifiuti. La seconda, nel pomeriggio, presso la Prefettura del
capoluogo dellIsola. Va detto che questo scenario di crisi stato ereditato dal nuovo assessore
regionale ai Rifiuti, Vania Contraffatto, che sta provando ad affrontare una situazione difficilissima.
Perch non facile capire come affrontare il problema rifiuti in questi 17 Comuni dal 16 gennaio in
poi.
Non pu essere esclusa una soluzione legislativa, ovvero una legge da parte del Parlamento
siciliano. Ma, ovviamente, non si tratterebbe di una soluzione a brevissimo periodo. Intanto c da
affrontare lemergenza, perch con il fallimento dellAto Palermo 2 non si capisce chi dovr
raccogliere limmondizia in questi 17 paesi. E non si capisce che fine faranno i 277 dipendenti di
questo Ato.
La situazione grave anche nei Comuni del Palermitano dellAto Palermo 1(Carini, Capaci,
Villagrazia di Carini, Terrasini, Cinisi, Isola delle Femmine, fino a Partinico). Da queste parti, in
realt, lemergenza dura ormai da qualche anno: nel senso che limmondizia rimane non raccolta
per settimane e settimane. Lo spettacolo fa una certa impressione, perch nelle strade che collegano
questi centri, spesso, le montagne di rifiuti si susseguono per chilometri.
LAto Palermo 1 non fallito, ma la gestione sempre stata sofferta. A Carini, dove in media
vengono prodotte 100 tonnellate di spazzatura al giorno - si legge in un lancio dellAnsa - c' una
distesa di spazzatura lunga due chilometri. Per arginare l'emergenza il Comune ha deciso di
impegnare 20mila euro per potenziare le operazioni di raccolta. Sulla vicenda intervenuto il
sindaco di Carini che, sempre allAnsa, ha detto: Stentiamo a raccogliere la spazzatura che si
accumulata durante le festivit. Oggi per strada ci sono 700 quintali di rifiuti non raccolti. Ho
disposto un intervento straordinario perch i mezzi dell'Ato Palermo non bastano. Entro venerd la
situazione dovrebbe rientrare.
Il problema rifiuti, in Sicilia, ha mille sfaccettature. C la crisi degli Ato. Quello dellalto Belce
Ambiente Palermo 2, come gi accennato, fallito. Ma ce ne sono altri che non sono messi meglio.
Al 31 dicembre 2012 lindebitamento di tutti gli Ato rifiuti della Sicilia verso il sistema delle
discariche (e quindi verso le discariche pubbliche e private) ammontava a circa un miliardo e 400
milioni di euro. Oggi non si sa se lindebitamento diminuito o cresciuto.
Si sa, invece, che, negli ultimi due anni, la Regione ha anticipato ai Comuni una parte dei fondi per
pagare il sistema delle discariche. Ma adesso lassessorato regionale ai Rifiuti avrebbe fornito i dati
allassessorato allEconomia perchiedere ai Comuni la restituzione delle somme anticipate. Un bel
problema per gli stessi Comuni coinvolti, che saranno costretti ad aumentare le tariffe. Insomma, a

113

pagare per la disastrosa gestione dei rifiuti della Sicilia - imperniata ancora oggi sulle discariche saranno i cittadini.
Un altro problema riguarda le stesse discariche. Alcune sono state chiuse dalla magistratura in
seguito a indagini (Motta SantAnastasia e Mazzarr SantAndrea). Durante le vacanze di Natale un
contestatissimo provvedimento amministrativo del dirigente generale del dipartimento regionale dei
Rifiuti,Domenico Armenio, invitava i cittadini di un bel gruppo di Comuni della provincia di
Palermo e Agrigento a tenersi in casa limmondizia per mancanza di discariche.
Scelta, questa, che stata contestata dal presidente dellAnci Sicilia, Leoluca Orlando, che anche
sindaco di Palermo, che ha parlato di una Regione che favorirebbe i privati. In effetti, lo stesso
Orlando qualche giorno prima, ha messo a disposizione dei Comuni del Palermitano la discarica di
Bellolampo, che pubblica. Cos la Regione ha fatto precipitosamente marcia indietro, ritirando il
provvedimento amministrativo che avrebbe obbligato i cittadini di tanti Comuni del Palermitano e
dellAgrigentino a teneri i rifiuti in casa.
Il vero problema di tutta questa incredibile storia che in Sicilia la raccolta differenziata dei rifiuti,
oggi, sotto il 5-6 per cento. Era cresciuta dal 2001 al 2008, soprattutto in provincia di Agrigento.
Poi arrivato il governo Lombardo-Pd. E sono tornate le discariche, in buona parte private.
http://meridionews.it/articolo/30831/rifiuti-ato-2-fallito-emergenza-nel-palermitano-dipendenti-arischio-1-miliardo-di-debiti-verso-le-discariche/
http://isoladellefemminerifiutiamoirifiuti.blogspot.it/2015/01/rifiuti-ato-2-fallito-emergenzanel.html

Operazione Terra mia, Motta parte civile


Per tutelare interessi e immagine del Comune
CARMEN VALISANO

CRONACA Tra pochi giorni, il 15 gennaio, partir il processo che mette sotto accusa
un dipendente regionale dell'assessorato Territorio e ambiente e i dirigenti di tre
discariche in tutta la Sicilia. Tra queste anche quella di propriet della Oikos spa, nel
territorio mottese. La giunta guidata dal primo cittadino Carr nominer con
provvedimento urgente un legale per tutelare la cittadina
Motta Sant'Anastasia si costituir parte civile nel procedimento scaturito
dall'operazione Terra mia. L'inchiesta della procura della Repubblica di Palermo, resa
nota lo scorso luglio, ha messo in luce un sistema di presunte corruzioni nella gestione
delle discariche private in tutta la Sicilia. Nell'indagine coinvolta la Oikos spa,
azienda proprietaria della contestata discarica nel territorio mottese, da qui la decisione
presa dalla giunta guidata dal primo cittadino Anastasio Carr che mira a tutelare gli
interessi e l'immagine del Comune di Motta Sant'Anastasia. Come si legge
nella delibera firmata lo scorso 2 gennaio, dal lavoro della procura emergono, tra l'altro,
inquietanti scenari in merito alle attivit di gestione dei rifiuti nella discarica sita in
territorio comunale e di cui titolare la suddetta societ.
Secondo gli inquirenti palermitani, fulcro del meccanismo sarebbe stato Gianfranco
Cannova (dipendente dell'assessorato regionale Territorio e ambiente) che avrebbe
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rilasciato autorizzazioni alle attivit di diversi impianti senza i relativi


controlli, accettando denaro, regali e viaggi, agevolando gli iter per gli
impianti amici. Un eventuale quadro di corruzione preoccupante nel quale
sarebbero coinvolti il proprietario della Oikos spa Domenico Proto, gli
imprenditori Giuseppe Antonioli (amministratore della discarica di Mazzarr
Sant'Andrea, in provincia di Messina) e i fratelli Calogero(ex senatore della Casa delle
libert) e Nicol Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
Tutti gli indagati sono stati rinviati a giudizio e gioved 15 gennaio compariranno
davanti ai giudici del tribunale di Palermo. Cos, quasi sei mesi dopo l'apertura del
fascicolo e gli arresti domiciliari per Proto, i rappresentanti del Comune mottese
propongono di costituirsi parte civile nel procedimento penale scaturito
dall'operazione, e - con provvedimento esecutivo, data l'urgenza - dare mandato al
sindaco di provvedere con propria determina a nominare il professionista di fiducia.
Una mozione uguale, condivisa da tutta l'opposizione, era stata gi approvata dal
consiglio comunale a ridosso dello scandalo. Anche il sindaco del vicino Comune
di Misterbianco, Nino Di Guardo, negli infuocati giorni successivi, aveva annunciato
la stessa misura.
http://catania.meridionews.it/articolo/30679/operazione-terra-mia-motta-parte-civile-per-tutelare-interessi-eimmagine-del-comune/
RIFIUTI E CORRUZIONE, ARRESTATO MIMMO PROTO IN MANETTE 4 IMPRENDITORI E UN FUNZIONARIO

CARMEN VALISANO 18 LUGLIO 2014

CRONACA L'operazione, denominata Terra mia, ha portato all'individuazione di un


complesso sistema di procedure ambientali non seguite e controlli evitati grazie al
presunto pagamento di tangenti. Coinvolti quattro titolari di discariche, tra i quali il
proprietario dell'impianto di contrada Tirit, a Motta Sant'Anastasia. Il dipendente
regionale rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva lufficio come suo feudo. Con gli
imprenditori amici era prodigo di consigli anche per fregare lamministrazione
pubblica.
Un funzionario della Regione e quattro imprenditori legati alla gestione dei rifiuti sono
stati arrestati stamattina dagli uomini della squadra mobile di Palermo. Tra loro spicca il
nome di Domenico Proto, titolare della Oikos spa, la ditta proprietaria del mega-impianto
di contrada
Tirit-Valanghe
d'inverno.
Secondo
le
accuse, Gianfranco
Cannova (dipendente dell'assessorato regionale Territorio e ambiente) avrebbe avuto un
ruolo nella gestione delle procedure pi importanti, quelle legate al rilascio delle
autorizzazioni all'attivit delle discariche. In cambio di regali e viaggi, avrebbe
agevolato gli iter d evitato agli impianti amici controlli e monitoraggi ai quali avrebbero
dovuto invece sottostare. Un quadro di corruzione definito dagli inquirenti molto
grave nel
quale
sono
coinvolti,
oltre
a
Proto,
gli imprenditori Giuseppe
Antonioli (amministratore della discarica di Mazzarr Sant'Andrea, in provincia di
Messina) e i fratelli Calogero (ex senatore della Casa delle libert) e Nicol
Sodano, responsabili della Soambiente di Agrigento.
L'operazione, denominata Terra mia, ha avuto inizio nel 2011 ed durata oltre due anni. I
titolati delle indagini hanno messo in rilievo come questo settore amministrativo
caratterizzato da una stratificazione normativa e da uncomplesso e macchinoso
apparato burocratico. Elementi che hanno facilitato l'azione contestata al presunto
funzionario infedele. La corruzione e i corrotti sono un rifiuto speciale e pericolosi dichiara il procuratore aggiungo di Palermo Dino Petralia - L'imprenditore del Catanese
(Domenico Proto, ndr) aveva bisogno di ampliare la discarica a tre milioni di metri cubi.
115

Aveva bisogno dell'Autorizzazione integrata ambientale. Sembra che l'azione per


ottenerla in modo illegale sia la regola. A lui fa eco il collega Leonardo Agueci: Il
funzionario regionale rilasciava le autorizzazioni Aia e gestiva l'ufficio come suo feudo.
Con gli imprenditori amici era prodigo di consigli anche per fregare l'amministrazione
pubblica. Nessuna remora di controlli. Poteva svolgere una attivit illecita con la
massima disinvoltura.
Sia il sito di contrada Tirit-Valanghe d'inverno che l'impianto messinese di Mazzarr
Sant'Andrea sono sotto inchiesta da parte della dirigenza regionale all'Ambiente per
presunte violazioni compiute nella gestione dei rispettivi impianti. Un'inchiesta avviata
qualche mese fa dall'ex assessore regionale Nicol Marino. Soambiente gestisce i siti
agrigentini di Siculiana econtrada Monserrato e a Noto (in provincia di Siracusa) quello
di contrada Stallaini.
A poche ore dall'arresto di Proto, intanto, Confindustria Catania ha sospeso la ditta
Oikos, interrompendo il suo rapporto con l'associazione. Il provvedimento stato
adottato d'urgenza, in ottemperanza del codice etico di Confindustria, spiegano.
http://catania.meridionews.it/articolo/11522/rifiuti-e-corruzione-arrestato-mimmoproto-in-manette-4-imprenditori-e-un-funzionario/
TIRIT, TRA CAMBI DI POLTRONE E CONFIDUSTRIA UNA SVOLTA SULLA
DISCARICA DEI VELENI?
CARMEN VALISANO 9 APRILE 2014

CRONACA Il pool di esperti inviato dall'ex assessore Nicol Marino a verificare le


condizioni degli impianti regionali ha sollevato pesanti dubbi sul sito di propriet della
Oikos. Irregolarit riscontrate sia nella struttura attiva da circa un anno che in quella
ormai dichiarata esaurita. Ma i passi successivi alla relazione sono messi in dubbio
dall'avvicendamento con Salvatore Calleri, considerato vicino agli ambienti
dell'associazione di imprenditori che in Sicilia ha come vicepresidente Giuseppe Catanzaro.
Proprietario della discarica pi grande dell'isola
Un cambio di poltrone alla Regione, gli interessi di Confindustria su un settore
strategico, un Comune alle prese con la campagna elettorale. E una discarica
da 2,5 milioni di metri cubi a ridosso di due centri abitati che non smette di
turbare i sonni di cittadini e politici. Siamo finalmente a una svolta nella
questione dell'impianto della Oikos spa? La struttura di gestione dei rifiuti
sorge nel Catanese, tra Motta Sant'Anastasia e Misterbianco. notizia di
ieri che Nicol Marino, assessore regionale all'Ecologia, sar sostituito alla
guida dell'ente da Salvatore Calleri: renziano, presidente della fondazione
dedicata ad Antonino Caponnetto (era uno dei suoi collaboratori)
e considerato vicino agli ambienti di Confindustria. L'associazione - per
bocca di uno dei suoi rappresentanti pi influenti, Giuseppe Catanzaro - negli
ultimi mesi ha avuto uno scontro durissimo con Marino. Terreno di battaglia,
proprio i rifiuti. Il gruppo Catanzaro, infatti, gestisce la discarica di Siculiana,
in provincia di Agrigento, e l'ex assessore ha lanciato pesanti accuse sui
presunti intrecci con Cosa nostra scatenando una reazione fatta di querele
e richieste di risarcimento milionarie.
Le irregolarit individuate dalla Regione nel sito catanese riguardano la tutela
dell'ambiente e della salute e danno ragione ai cittadini che da tempo
lamentano una serie di violazioni dal punto di vista ambientale. Paure che
emergono sotto forma di un incessante e venefico odore che avvolge i due
Comuni e che sembrano avere finalmente un riscontro ufficiale. Tutto comincia
con la revisione, da parte dell'assessorato guidato ancora da Marino, delle
116

autorizzazioni concesse agli operatori proprietari degli impianti nella


regione. La Oikos gestore di un sito oramai chiuso (in contrada Tirit) e di
uno entrato in funzione l'anno scorso nella contigua contrada Valanghe
d'inverno per il quale stato proposto l'avvio del procedimento di diniego
dell'istanza di rinnovo. Nella comunicazione inviata anche all'azienda della
famiglia Proto, il dirigente regionale ricorda che il 17 gennaio 2014
stata costituita una commissione ispettiva per la verifica degli atti relativi
alle discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio
siciliano. Pool che ha inviato, tre mesi dopo, una relazione conclusiva. Il
documento mette in rilievo alcuni punti: l'assenza delle prescrizioni del
sindaco, la mancata applicazione del principio di unica Aia (Autorizzazione
integrata ambientale, ndr) per uno o pi impianti localizzati sullo stesso sito e
gestiti dal medesimo gestore. E poi le difformit. Quella nel rispetto del
programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili, la presenza di rifiuti non
ammessi (come liquidi e pneumatici), la mancanza di piani di gestione
operativa e post operativa, sorveglianza e controllo e ripristino ambientale. E
ancora violazioni volumetriche, il mancato rispetto delle migliori tecnologie
disponibili, la mancanza di coerenza con il piano regionale di gestione dei
rifiuti. Inoltre, il decreto Aia rilasciato non possiede le caratteristiche di
conformit legislativa pi volte richiamata n conseguenzialmente permette
l'effettuazione di controlli efficaci sulle attivit di gestione rifiuti autorizzate.
Secondo le accuse della Regione, le attivit di gestione dei rifiuti sono
state svolte in difformit ad alcune condizioni imposte nel decreto e
nel propedeutico giudizio di compatibilit ambientale (Via), nonch in
difformit al decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05, che
normano
rispettivamente
la gestione
delle
discariche e
la riduzione
dell'inquinamento.
L'altra bomba ecologica rappresentata dall'impianto ormai saturo e chiuso di
contrada Tirit. Secondo la relazione, la discarica rimasta in attivit in una
situazione di "non conformit legislativa" per tutto il periodo esaminato
dal 1999 al 2006. La Prefettura di Catania ha di fatto utilizzato una discarica
che non era in possesso dei requisti di legge (tecnici e autorizzativi) per lo
smaltimento dei rifiuti urbani. Anche qui la commissione segnala diverse
violazioni, compresa la mancata inclusione dei valori limite per le emissioni
fissati per le sostanze inquinanti. Assente anche il giudizio di compatibilit
ambientale. E, come sottolineano i dirigenti dell'assessorato, l'impianto
sarebbe rimasto operativo anche in data successiva alla scadenza
dell'autorizzazione in assenza di valida autorizzazione, e lo tutt'oggi in fase di
gestione post operativa delle vasche esaurite. Anche per queste ragioni la
Oikos chiamata a effettuare l'analisi di suolo e acque sotterranee per
escludere l'esistenza di fenomeni di degrado ambientale e di potenziale
contaminazione delle matrici acque, suolo e aria. All'azienda viene chiesto un
piano di indagini che analizzi arealmente e tridimensionalmente
l'estensione delle aree della discarica di contrada Tirit oggetto di
abbancamento rifiuti a far data dal primo utilizzo storico (1983). Il piano
dovr essere redatto sotto la vigilanza dell'Arpa e della Provincia e a
curare il coordinamento saranno il dipartimento regionale e la Prefettura
catanese.
Per domani convocata una conferenza dei servizi presieduta da Marco
Lupo, dirigente generale del dipartimento dell'Acqua e dei rifiuti, area di
117

competenza dell'ormai ex assessore Marino. un momento importante,


perch la Regione riconosce le ragioni dei comitati, spiega Massimo La
Piana, coordinatore di uno dei due movimenti cittadini che nei Comuni
interessati da tempo portano avanti la battaglia contro la discarica, quello di
Misterbianco. L'appuntamento di domani, nel quale la Oikos avr la possibilit
di difendersi, importante anche per l'altro paese, Motta, alle prese con la
campagna elettorale che porter al voto tra circa un mese. Il sindaco uscente e
candidato, Angelo Giuffrida, a lungo stato criticato per non aver affiancato i
cittadini
nelle
numerose
proteste
e
adesso,
finalmente,
prende
posizione. Domani dovrebbe dare parere negativo, anticipa La Piana.
Una previsione confermata anche sul sito internet del primo cittadino. I due
sindaci hanno anche manifestato pubblicamente il proprio sostegno a Nicol
Marino, esortando il governatore Rosario Crocetta a mantenere il magistrato al
comando del settore. Eppure l'ex assessore non ha sempre goduto delle
simpatie dei comitati, cos come il sindaco mottese. Personalmente, il cambio
di direzione pu starmi anche bene pur di raggiungere il risultato, osserva
pragmaticamente Massimo La Piana. Quello di domani un punto
fondamentale: se non dovessero rinnovare l'autorizzazione alla Oikos, si
bloccherebbe la discarica. Ovviamente l'azienda potr ricorrere al Tribunale
amministrativo regionale, ma intanto sarebbe un riconoscimento per la
nostra battaglia, spiega il coordinatore del movimento.
Il nodo successivo da sciogliere quello relativo alla figura del nuovo
assessore. La nomina di Salvatore Calleri, in questo momento, complica la
questione, riconosce con una certa preoccupazione La Piana. Bisogna vedere
quanto ci metter a rivedere il caso, se bloccher l'iter o - come sperano i
cittadini - agir in continuit amministrativa. I timori degli abitanti
risiedono tutti nel legame tra il leader toscano del Megafono e Confindustria.
Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo Catanzaro, dato che
Giuseppe Catanzaro ne il vicepresidente, oltre a guidare quella che oggi la
discarica pi grande della Sicilia. Laicamente cercheremo un contatto e
chiederemo urgentemente un incontro, promette La Piana.
http://catania.meridionews.it/articolo/10656/tiriti-tra-cambi-di-poltrone-e-confidustria-una-svolta-sulla-discarica-deiveleni/
Carmelo Catania - 11/07/2014

E GIUNTA LA PAROLA FINE PER LA DISCARICA DI MAZZARR SANTANDREA?


Marco Lupo, dirigente generale del Dipartimento Energia e rifiuti della Regione, ha avviato il
procedimento di diniego allistanza di rinnovo delle Autorizzazioni integrate ambientali concesse
a Tirrenoambiente nel 2009, e scadute lo scorso 21 maggio senza che lattivit di smaltimento
venisse interrotta, con le quali si consentiva alla societ partecipata del comune di Mazzarr
SantAndrea di ampliare, per la terza volta nellarco di un decennio, la discarica di contrada Zupp
e realizzare un impianto di selezione e biostabilizzazione e al cui interno opera, dal 2008, anche un
impianto di produzione di energia elettrica dalla combustione del biogas da discarica, impianto,
ricordiamo, sequestrato per ben due volte dalla procura di Barcellona e sanato solo lo scorso anno
da un provvedimento regionale.
Ricordiamo anche che i due provvedimenti per i quali oggi la Regione nega il rinnovo erano stati
annullati da due sentenze del Tar di Catania per evidenti violazioni nelliter autorizzativo. Era stato
cancellato dalle carte geografiche un intero paese che, complice la miopia delle istituzioni, da
troppo tempo costretto a subire linquinamento derivante da una discarica che non sarebbe mai
dovuta nascere.
118

Oggi, nonostante il ribaltamento di quelle due sentenze da parte del Cga, che non aveva
riconosciuto la legittimazione ad agire dei ricorrenti cittadini di Furnari, a seguito dellistruttoria
svolta dalla Commissione ispettiva nominata dallex assessore Marino sono state accertate criticit
tecniche nei provvedimenti autorizzatorie e molteplici violazioni della normativa di riferimento .
Gli ispettori della regione hanno evidenziato come la discarica stata gestita in fase operativa in
assenza delle garanzie finanziarie obbligatorie e lo tuttoggi in assenza di autorizzazione
allesercizio a far data dalla scadenza del decreto AIA. Inoltre viene contestata alla
Tirrenoambiente la mancata inclusione dei valori limite per le emissioni fissate per le sostanze
inquinanti, la mancata indicazione degli opportuni requisiti di controllo delle emissioni, nonch
lobbligo di comunicare alle autorit competenti ed ai comuni interessati i dati relativi ai controlli
delle emissioni.
E infine, la mancanza dei pareri degli enti preposti secondo il regime vincolistico, poich larea
ricade nel Piano stralcio di bacino per lassetto idrogeologico del torrente Mazzarr.
Una discarica, sottolinea la Commissione ispettiva realizzata in difformit al decreto legislativo
36/2003, nella zona di rispetto dove insistono i pozzi ad uso idropotabile (lo andiamo ripetendo,
inascoltati, dal 1999) di approvvigionamento del comune di Furnari e le cui modalit di
impermeabilizzazione non sono conformi a quanto previsto dal decreto 36/2003,
Un quadro, quello rilevato dal Dipartimento, che avendo forti ripercussioni di carattere ambientale
nellambito della effettiva protezione messe in atto ed esistente nelle matrici, suolo, sottosuolo ed
acque, in aggiunta allavvio delle procedure di infrazione per non aver ottemperato agli obblighi
previsti da alcuni articoli delle direttive 75/442/CEE, 91/689/CEE e 1999/31/CE concernenti i
rifiuti, quelli pericolosi e la gestione delle discariche, dovrebbe portare alla definitiva chiusura del
sito.
Tirrenoambiente ha a disposizione solo dieci giorni di tempo per produrre le proprie controdeduzioni. Poi la Regione esaminer la documentazione prodotta e nella conferenza di servizi del 2
settembre presso gli uffici del Dipartimento Acque e Rifiuti.
http://www.isiciliani.it/e-giunta-la-parola-fine-per-la-discarica-di-mazzarrasantandrea/#.VKxvAdKG_wh
REGIONE, CROCETTA NOMINA I NUOVI ASSESSORI I CATANESI FIUMEFREDDO E
TORRISI IN GIUNTA
REDAZIONE 8 APRILE 2014
POLITICA Il presidente della Regione Sicilia ha reso noti i nomi dei nuovi assessori regionali ieri
sera in tarda serata. Un squadra che cambia per met, con sei nuove nomine. Entrano nel gioverno
regionale anche tre catanesi: sono Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonio
Caponnetto; Antonio Fiumefreddo, noto penalista e politico etneo; e Nico Torrisi, imprenditore e
gi presidente della Sac, la societ di gestione dell'aeroporto di Fontanarossa
E' arrivato ieri in tarda serata l'annuncio della nuova squadra di governo del presidente della
Regione Sicilia Rosario Crocetta. Un rimpasto deciso dopo lunghe settimane di confronti, anche
aspri, all'interno dei partiti di maggioranza, e che vede cambiare sei assessori su dodici.
Rinconfermate Lucia Borsellino (Salute), Nelli Scilabra (Formazione), Mariarita Sgarlata (Beni
culturali), Patrizia Valenti (Funzione pubblica e personale), Michela Stancheris(Servici sociali e
Famiglia) e Linda Vancheri (Attivit produttive). I nuovi assessori la maggior parte ancora in
attesa di delega sono:
Roberto Agnello, avvocato palermitano, esperto di bilancio, ha lavorato presso il Ministero della
Salute, in quota Pd.
Giuseppe Bruno, avvocato palermitano, anche lui in quota Pd.
Salvatore Calleri, nato a Catania e residente a Firenze da molti anni, presidente nazionale della
Fondazione Caponnetto. Uomo di fiducia del governatore, avr la delega all'Energia.
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Antonio Fiumefreddo, noto penalista etneo, gi legale di Raffaele Lombardoe notissimo alle
cronache politiche catanesi: candidato a sindaco di Catania nel 2001, stato
successivamente assessore alla Cultura nella giunta di Umberto Scapagnini, suo avversario nella
tornata elettorale. Nel 2008 l'allora presidente della regione Raffaele Lombardo lo nomina
commissario straordinario del teatro Massimo Bellini, ruolo per il quale stato molto
contestato. Nel 2010 fonda il giornale Sudpress, attraverso il quale si consuma un violento scontro
proprio con Lombardo. Oggi anche professore della Link University di Roma. In quota Drs
(Democratici riformisti per la Sicilia).
Paolo Ezechia Reale, avvocato di Siracusa, in quota Articolo 4.
Nico Torrisi, dottore commercialista, imprenditore del settore turistico di Catania come
amministratore dell'hotel Baia Verde. Per poco tempo, nel 2012 stato presidente della Sac, la
societ che gestisce l'aeroporto catanese di Fontanarossa. in quota Udc.
Dallo staff del governatore Crocetta, informano che non c' ancora una data stabilita per quanto
riguarda l'assegnazione delle deleghe specifiche dei nuovi assessori, che potrebbe avvenire entro il
fine settimana.
http://catania.meridionews.it/articolo/10650/regione-crocetta-nomina-i-nuovi-assessori-i-catanesifiumefreddo-e-torrisi-in-giunta/
MAZZARR, DISCARICA INQUINANTE: DUE BUROCRATI REGIONALI INDAGATI PER
FALSO IDEOLOGICO

Nel mirino della procura di Barcellona Pozzo di Gotto Gianfranco Cannova, gi in cella per
l'indagine su rifiuti e tangenti, e Vincenzo Sansone. Nel 2009 rilasciarono un'autorizzazione alla
societ TirrenoAmbiente che gestiva il sito. Sotto inchiesta anche Armando Cappadonia,
funzionario dell'Arpa

di MANUELA MODICA

Cinque avvisi di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. Si estende l'inchiesta della
procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarr Sant'Andrea. Altre cinque persone
risultano adesso indagate: tra loro, due funzionari dell'assessorato regionale al Territorio e un
funzionario dell'Arpa, agenzia regionale per l'ambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso
ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Si tratta di Gianfranco Cannova, gi detenuto al Pagliarelli di Palermo perch accusato di aver


incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel settore delle discariche, e Vincenzo Sansone,
dirigente generale del dipartimento regionale tecnico. A entrambi viene contestata un'autorizzazione
rilasciata alla societ che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa, nel febbraio del 2009.
Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa, invece indagato per un'autorizzazione rilasciata nel
2006.
Dopo la richiesta di sequestro, firmata lo scorso 3 novembre e nella quale risultavano indagati gli ex
amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli, Giuseppe Antonioli (gi con divieto di
dimora in Sicilia a seguito di un'indagine per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti,
il prossimo 16 dicembre la procura avvier una verifica, non ripetibile in dibattimento, per accertare
la presenza di eventuale inquinamento nel sito della discarica.
Le indagini si estendono anche a Sebastiano Giamb, ex sindaco di Mazzarr Sant'Andrea, gi
presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari dopo la condanna in primo
grado nell'ambito dell'operazione Vivavio della Dda di Messina, per concorso esterno in
120

associazione mafiosa, e Francesco Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa societ.
Per loro la procura ipotizza il reato ambientale.
Si attende adesso la verifica disposta dalla procura per il prossimo 16 dicembre: a eseguirla sar
l'ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel rapporto del 17 settembre aveva rilevato: "Le
acque sotterranee della discarica presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della
discarica esistono situazioni di criticit correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare locali
profonde incisioni... e le condizioni precarie di equilibrio del corpo della discarica... potrebbero
portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante pericolo per l'ambiente e per l'incolumit delle
persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione
soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/mazzarr_discarica_inquinante_due_burocrati
_regionali_indagati_per_falso_ideologico-102508090/
LA DISCARICA DI SICULIANA NELL'OCCHIO DEL CICLONE DOMANI
CATANZARO DAVANTI AL GIP DI AGRIGENTO

ANTONELLA SFERRAZZA

CRONACA A comparire davanti al giudice sar il fratello del vice presidente di


Confindustria Sicilia, insieme con l'ex Presidente della Provincia e due funzionari
regionali. I Carabinieri parlano di autorizzazioni illegittime rilasciate con la
complicit di funzionari pubblici. Mentre le denunce dell'ex assessore Marino
vengono segnalate alla Commissione Nazionale Antimafia
Riesplode in Sicilia, con un boato che arrivato pure a Roma, l'affaire della gestione
delle discariche private nell'Isola. A fare detonare la bomba le dichiarazioni che l'ex
assessore regionale all'Energia e ai Rifiuti, Nicol Marino, aveva rilasciato nel corso di
una una intervista a Meridionews e che ha ribadito ieri su altri organi di stampa.
Dichiarazioni in cui, in buona sostanza, Marino, che tornato a fare il magistrato, attacca
a muso duro Confindustria Sicilia e le sue ingerenze sul governatore
Crocetta per garantirsi delle situazioni di vantaggio con il mero biglietto da visita
dell'antimafia, privo di sostanza.
Ritengo - ha detto chiaramente al nostro giornale - che la mia posizione molto dura
contro l'ingerenza, anche nei settori dei rifiuti, di alcuni uomini di Confindustria che
facevano riferimento a Ivan Lo bello, Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro ha
determinato una grande conflittualit per la quale sono stato allontanato.
Come gi aveva fatto da assessore (e per questo, secondo una opinione diffusa stato
'defenestrato'), ha quindi
puntato il dito contro la discarica di Siculiana,
nell'agrigentino, di cui comproprietario il numero due dell'associazione degli
industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro: Catanzaro, approfittando dell'emergenza, ha
gestito per tanti anni una discarica che prima apparteneva al comune di Siculiana ha
detto Marino a Meridionews. E ieri, ha rincarato la dose: Il problema che Catanzaro
aveva avuto unautorizzazione illegittima.

121

Nel bel mezzo di queste polemiche e scontri all'arma bianca (querele incluse),
spunta anche una inchiesta giudiziaria sulla discarica di Siculianache va avanti da
anni e che domani finir sul tavolo del Giudice per le Indagini preliminari di Agrigento.
Davanti al quale sono chiamati a comparire Lorenzo Catanzaro, fratello del numero
degli industriali siciliani e rappresentante legale dell'impianto, l'ex presidente della
Provincia regionale di Agrigento, nonch attuale deputato regionale in quota
Ncd, Vincenzo Fontana, e due funzionari della Regione, Vincenzo Sansone e
Gianfranco Cannova (gi rinviato a giudizio nell'inchiesta Terra Mia sulla discarica di
Mazzar).
Il giudice dovr decidere se archiviare il caso, come gli ha chiesto la Procura, o se andare
avanti, come vorrebbe il Comune di Siculiana che nel procedimento parte offesa.
122

L'inchiesta parte nel 2007 quando il Nucleo operativo Ecologico dei Carabinieri,
durante un controllo nella discarica dei Catanzaro, contesta alcune irregolarit
sul suo ampliamento. E ipotizza per i sopra citati protagonisti di questa storia, il reato di
abuso d'ufficio, falsit materiale ed ideologica in atti pubblici e illecita gestione di
una discarica per rifiuti solidi urbani.
I Catanzaro, in buona sostanza, secondo i Carabinieri, hanno ottenuto le autorizzazioni
necessarie a gestire ed ampliare la loro discarica, attraverso falsa documentazione e
con la complicit di funzionari pubblici. Ricordiamo che la storia di questo impianto
controversa sin dall'origine. Parliamo di una discarica che era pubblica, e che come in un
racconto di Pirandello, un bel giorno si risveglia privata (qui vi abbiamo raccontato la sua
storia nel dettaglio).
Come finir questa storia sul piano giudiziario difficile da prevedere.
Quello che certo che il vaso di Pandora del business rifiuti ormai stato scoperchiato,
e come abbiamo detto all'inizio, del suo contenuto si parler anche a Roma. Sempre ieri,
infatti, Erasmo Palazzotto, deputato palermitano alla Camera, ha inviato una
lettera alla Commissione Nazionale Antimafia,invitandola ad indagare sulle denunce
di Marino sul ruolo di Confindustria e del Senatore Beppe Lumia.
http://meridionews.it/articolo/29408/la-discarica-di-siculiana-nellocchio-del-ciclone-domani-catanzaro-davanti-al-gip-di-agrigento/

AUTORIZZAZIONI PER LA DISCARICA DI SICULIANA, QUATTRO INDAGATI IN


TRIBUNALE
Tutto part da una denuncia dei carabinieri del Noe, i quali denunciarono i due funzionari
dell'Assessorato regionale "Tutela ed Ambiente", il rappresentante legale della "Catanzaro" e
l'allora presidente della Provincia di Agrigento, ritenendoli responsabili, a vario titolo, di abuso
d'ufficio, falsit materiale ed ideologica
Sono comparsi oggi dinnanzi al Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, la
"Catanzaro costruzioni", lex presidente della Provincia Enzo Fontana e i
dirigenti regionali Vincenzo Sansone e Gianfranco Cannova, coinvolti in
un presunto abuso d'ufficio nelle procedure di allargamento della discarica
di contrada Materano, a Siculiana. SI attende la decisione del giudice
rispetto alleventuale accoglimento della richiesta di archiviazione avanzata dal
pubblico ministero.
Tutto part nel 2007 da una denuncia dei carabinieri del Noe, i quali denunciarono i due funzionari
dellAssessorato regionale Tutela ed Ambiente, il rappresentante legale della Catanzaro e
lallora presidente della Provincia di Agrigento, ritenendoli responsabili, a vario titolo, di abuso
dufficio, falsit materiale ed ideologica commessa in atti pubblici, nonch per illecita gestione di
una discarica per rifiuti solidi urbani.
Autorizzazioni per la discarica di Siculiana, quattro indagati in Tribunale
Ci sottoponiamo con serenit al giudizio, stato il commento della ditta che gestisce limpianto.
http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/discarica-siculiana-abuso-ufficio-udienza-quattro-indagatiagrigento.html
CANNOVA SANSONE SETTEMBRE 2008 DRS 996 30 SETT E DRS 1457 16 DIC 2008 CISMA AMBIENTE CONTRADA
BAGALLI MELILLI
CANNOVA SANSONE SETTEMBRE 2008 DRS 996 30 SETT E DRS 1457 16 DIC 2008 CISMA AMBIENTE CONTRADA BAGALLI
MELI... by Pino Ciampolillo

CANNOVA SANSONE ZUCCARELLO TIRRENO AMBIENTE OIKOS SICULIANA


RELAZIONE COMMISSIONE DISCARICA OIKOS 2014
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CANNOVA SANSONE ZUCCARELLO TIRRENO AMBIENTE OIKOS SICULIANA relazione_commissione_discarica_oikos-2014.pd... by Pino Ciampolillo
MAZZARR: ALTRI CINQUE INDAGATI PER LA DISCARICA SOTTO SEQUESTRO
Si allarga linchiesta della procura di Barcellona. Ora linchiesta coinvolge altre cinque persone: tra
questi, due funzionari dellassessorato regionale al Territorio e un funzionario dellArpa. Le
ipotesi: reato ambientale e falso ideologico di Redazione
Cinque avvisi di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. Linchiesta della procura di
Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarr SantAndre si allarga e coinvolge altre cinque
persone: due funzionari dellassessorato regionale al Territorio e un funzionario dellArpa, agenzia
regionale per lambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso ideologico commesso da
pubblico ufficiale. I nuovi indagati sono Gianfranco Cannova, gi detenuto nel carcere di Pagliarelli
di Palermo perch accusato di aver incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel settore
delle discariche, e Vincenzo Sansone, dirigente generale del dipartimento regionale tecnico. Sono
accusati entrambi di aver rilasciato nel febbraio del 2009 unautorizzazione alla societ che gestisce
la discarica, la TirrenoAmbiente Spa. Il terzo indagato Armando Cappadonia, funzionario
dellArpa, per unautorizzazione rilasciata nel 2006. Gli ultimi due coinvolti nellindagine
sono Sebastiano Giamb, ex sindaco di Mazzarr SantAndrea, gi presidente del Cda
di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari dopo la condanna in primo grado nellambito
delloperazione Vivavio della Dda di Messina, per concorso esterno in associazione mafiosa,
e Francesco Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa societ. Per loro la procura
ipotizza il reato ambientale.
I cinque si aggiungono ai primi tre nomi iscritti nel registro degli indagati subito dopo la richiesta di
sequestro della discarica, firmata lo scorso 3 novembre: gli ex amministratori diTirrenoAmbiente
Antonio Crisafulli, Giuseppe Antonioli (gi con divieto di dimora in Sicilia a seguito di unindagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti.
Si attende adesso la verifica dei livelli di inquinamento disposta dalla procura di Barcellona per il
prossimo 16 dicembre: lesperto incaricato per i rilievi lingegnere Francesco Melidoro, lo stesso
che nel rapporto del 17 settembre aveva rilevato: Le acque sotterranee della discarica presentano
notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono situazioni di criticit correlate
con fuoriuscita di percolato tali da generare locali profonde incisioni e le condizioni precarie di
equilibrio del corpo della discarica potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante
pericolo per lambiente e per lincolumit delle persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve
medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche.
http://www.loraquotidiano.it/2014/12/10/mazzarra-altri-cinque-indagati-per-la-discarica-sottosequestro_16383/
MAZZAR SANTANDREA, SEQUESTRATA LA DISCARICA PER RIFIUTI GESTITA
DALLA TIRRENO AMBIENTE S.P.A.
E avvenuto alle 11,30 di questa mattina a Mazzarr SantAndrea. I Carabinieri della Compagnia di
Barcellona P. G. al Nucleo Operativo Ecologico di Catania hanno dato esecuzione al decreto di
sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona P. G., su richiesta della locale Procura della
Repubblica, della discarica per rifiuti non pericolosi gestita dalla Tirrenoambiente S.P.A. situata
in contrada Zuppa.
Il provvedimento stato adottato nellambito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica
diBarcellona P. G. a seguito della relazione elaborata dalla Commissione ispettiva per la verifica
degli atti relativi alle discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio
siciliano istituita con D.A. n. 54 del 17/01/2014. Lo sviluppo delle indagini delegate ai Carabinieri,
124

con lausilio di tecnici del settore, hanno permesso di accertare la realizzazione di lavori di
sbancamento propedeutici ad un ulteriore ampliamento della discarica in totale assenza di
autorizzazioni edilizie.
E stato anche accertato che labbancamento di rifiuti in discarica violava le prescrizioni contenute e
richiamate nei provvedimenti autorizzativi, condotta che integra il reato previsto dallart. 256 c. 3-4
del decreto legislativo n. 152 del 2006. Nello specifico, sono stati conferiti in discarica oltre 1
milione di mc. di rifiuti ulteriori rispetto ai rifiuti abbancabili. La illegittima coltivazione avvenuta
in sopraelevazione, comportando concreto rischio di fenomeni franosi con rilevante pericolo per
lambiente e per la incolumit delle persone. Sulle pareti della discarica sono state rilevate
situazioni di criticit, con fuoriuscita di percolato. E stato anche accertato che le acque sotterranee
della discarica presentano notevoli indici di inquinamento. Per i reati ravvisati rispetto ai fatti di cui
sopra, sono stati notificati ai tre indagati, C. A. di anni 53, A. G. di anni 53 e I. G. di anni 61,
altrettanti avvisi di garanzia.
La discarica di Mazzarr SantAndrea (ME) da diverso tempo al centro delle cronache anche a
seguito della condanna ad 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa dellex
Presidente del Consiglio di Amministrazione, Sebastiano Giamb, per fatti attinenti la carica
ricoperta.
Di recente la discarica stata oggetto dei lavori della Commissione Parlamentare Antimafia
nellultima visita effettuata a Messina e Barcellona P. G
http://www.24live.it/87045-mazzara-santandrea-sequestrata-la-discarica-per-rifiuti-gestita-dallatirreno-ambiente-s-p-a
Carmelo Catania - settembre 2014
Una svolta sulla discarica dei veleni?
La commissione istituita dallex assessore Marino per verificare le condizioni degli impianti privati
ha sollevato pesanti dubbi sul sito di propriet della Tirrenoambiente. Diverse le irregolarit
riscontrate.
Quella della discarica di contrada Zupp, una delle tre pi grandi discariche private siciliane, una
storia lunga pi di dieci anni e pi volte al centro di inchieste tra commistioni politico-affaristicomafiose. Unenorme collina dargilla e spazzatura posta a cavallo tra i comuni di Mazzarr
SantAndrea e Furnari, in cui ogni giorno arrivano oltre 700 tonnellate di rifiuti prodotti da Messina
e altre provincie.
Raccolte, triturate, trasportate e interrate dagli operai della Tirrenoambiente Spa, lazienda guidata
da Giuseppe Antonioli che incamera circa 70.000 euro al giorno (in media ogni tonnellata viene
pagata 100 euro), una miniera doro per i gestori.
Nonostante la Regione abbia approvato da tempo un deliberato che impone una distanza minima di
5 chilometri tra le discariche e i centri abitati, linvaso sorge ad appena 400 metri dal centro abitato
di Furnari, abitato da oltre 3 mila persone, appestando laria con miasmi e un fetore insopportabile,
tanto da non poter aprire le finestre nemmeno destate.
Potrebbe finalmente prospettarsi una svolta nella questione dellimpianto della Tirrenoambiente.
La commissione ispettiva
Tutto comincia con la revisione, da parte dellassessorato regionale allEnergia, guidato ancora da
Nicol Marino, delle autorizzazioni concesse agli operatori proprietari degli impianti privati nella
regione.
Per limpianto di contrada Zupp, entrato in funzione nel 2003, stato proposto lavvio del
procedimento di diniego dellistanza di rinnovo. Nella comunicazione inviata anche allazienda
partecipata dal comune di Mazzarr SantAndrea, il dirigente regionale Marco Lupo ricorda che il
17 gennaio 2014 stata costituita una commissione ispettiva per la verifica degli atti relativi alle
discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano.
125

Commissione che ha sollevato pesanti dubbi sul sito di Mazzarr.


Le irregolarit individuate dal pool investigativo, raccolte in una relazione conclusiva di 170 pagine
depositata lo scorso giugno, nel sito messinese riguardano la tutela dellambiente e della salute e
danno ragione ai cittadini di Furnari che da tempo lamentano una serie di violazioni dal punto di
vista ambientale.
Paure che sembrano avere finalmente un riscontro ufficiale.
Carenze e violazioni
Il documento mette in rilievo alcuni punti: lassenza delle prescrizioni del sindaco, la mancata
applicazione del principio di unica Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per uno o pi impianti
localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo gestore. E poi le difformit. Quella nel
rispetto del programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili, la presenza di rifiuti non ammessi
(come liquidi e pneumatici), la mancanza dellobbligo di trattamento dei rifiuti, dei piani di gestione
operativa e post operativa, sorveglianza e controllo e ripristino ambientale. E ancora violazioni
volumetriche, la mancanza di coerenza con il piano regionale di gestione dei rifiuti.
Inoltre, il decreto Aia rilasciato non possiede le caratteristiche di conformit legislativa pi volte
richiamata n conseguenzialmente permette leffettuazione di controlli efficaci sulle attivit di
gestione rifiuti autorizzate. Secondo le accuse della Regione, le attivit di gestione dei rifiuti sono
state svolte in difformit ad alcune condizioni imposte nel decreto Aia, nonch in difformit al
decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05, che normano rispettivamente la gestione delle
discariche e la riduzione dellinquinamento.
E ancora la legittimit dellatto palesemente inficiata dallassenza agli atti del preventivo
giudizio di compatibilit ambientale positivo (Via), non sono conformi limpermeabilizzazione, e
manca lindicazione della capacit totale dellimpianto. Non solo, il progetto della barriera di
confinamento realizzata al di sotto del corpo rifiuti non stato trasmesso: ci non rende possibile
attestare se la base dellampliamento non si attesti su aree gi coltivate.
Gli ispettori inoltre fanno notare come alcune aree intermedie fra la nuova e la vecchia discarica
storica siano oggetto di coltivazione ed abbancamento. Le immagini tratte da Google Earth
sembrerebbero confermare lavvenuto sbancamento in tempi non definiti.
Infine, non risulta che il piano finanziario sia stato mai trasmesso ed approvato, cos come le
garanzie finanziarie. Alla commissione, inoltre, non chiaro se la polizza assicurativa sia
scaduta a maggio del 2012 e soprattutto se sia stata adeguata dopo lampliamento.
Decisione rinviata a settembre
Tirrenoambiente, che ha annunciato la chiusura del sito per il prossimo 31 agosto per esaurimento
della capienza, avrebbe stilato un documento con le contro deduzioni.
Il prossimo 2 settembre a Palermo stata convocata una conferenza dei servizi alla quale stato
invitato anche il comune di Furnari, che ottiene finalmente il riconoscimento delle proprie ragioni.
Un appuntamento che potrebbe essere fondamentale: se le criticit riscontrate non dovessero essere
risolte, la Regione esprimer parere negativo al rinnovo delle autorizzazioni.
Ma i passi successivi sono messi in dubbio dallavvicendamento di Marino con Salvatore Calleri,
considerato vicino agli ambienti di Confindustria.
Il modello Marino prevedeva di togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli
sui prezzi di conferimento in discarica.
Ed proprio sui rifiuti che nei mesi scorsi lex assessore si scontrato con Giuseppe Catanzaro, che
di Confindustria vicepresidente, lanciando pesanti accuse sui presunti intrecci con Cosa nostra
scatenando una reazione fatta di querele e richieste di risarcimento milionarie.
I timori degli abitanti di Furnari risiedono tutti in questo legame tra il leader toscano del Megafono
e Confindustria. Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo Catanzaro.
Come agir la Regione, alla luce di quanto evidenziato dalla commissione ispettiva?
126

Calleri bloccher liter o come sperano i cittadini agir in continuit amministrativa?


Mazzette alla Regione
Negli stessi giorni in cui allassessorato si avviava liter del procedimento di diniego delle
autorizzazioni, la procura di Palermo portava a termine loperazione Terra Mia, ordinando
larresto proprio dellamministratore delegato di Tirrenoambiente, Giuseppe Antonioli, insieme ad
altri tre imprenditori della munnizza (Domenico Proto della Oikos di Misterbianco, Calogero e
Nicol Sodano, titolari della discarica Soambiente di Agrigento e del funzionario dellassessorato
regionale al Territorio e ambiente, Gianfranco Cannova, figura chiave di un sistema di corruzione
messo in atto per raggirare il sistema di autorizzazioni allo smaltimento dei rifiuti.
Gravi i danni ambientali
Secondo gli investigatori il quadro di corruzione emerso molto grave, in quanto ha messo a
repentaglio la salute pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali.
Nel corso delle indagini, polizia e Noe dei carabinieri, hanno constatato che questo settore
amministrativo caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso
apparato burocratico che ha consentito al funzionario infedele, pur non rivestendo un ruolo apicale,
di giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli
imprenditori e preservandoli dallordinaria attivit di controllo e monitoraggio della pubblica
amministrazione consentendo loro in questo modo di superare indenni tutti i controlli.
Cannova, secondo laccusa, gestiva il suo ufficio come un feudo, ricevendo regalie e ingenti somme
di denaro dai diversi imprenditori che attendevano dal suo ufficio le autorizzazioni amministrative
per lesercizio delle discariche e che si vedevano garantire una corsia preferenziale per le loro
pratiche. Il funzionario, inoltre, avvertiva in anticipo le imprese dei controlli o le informava del
risultato di riunioni in assessorato.
QuellAudi sospetta
Nei confronti del dipendente regionale lex assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello
aveva presentato lo scorso marzo un esposto. Il funzionario: aveva predisposto un atto che bloccava
lautorizzazione a una discarica di Gela. A quel punto lassessore Lo Bello, insospettita dallo
strano comportamento, avvia una serie di verifiche e salta fuori la storia di una conferenza dei
servizi convocata nel settembre 2008 e presieduta dallo stesso Cannova che aveva rilasciato
lAutorizzazione integrata ambientale per lampliamento della discarica di Mazzarr SantAndrea,
omettendo la vicinanza al centro abitato di Furnari.
Nellottobre del 2008 il funzionario acquista unAudi A6 in Lombardia, in una concessionaria che
faceva riferimento allamministratore delegato della societ alla quale era stata rilasciata
lautorizzazione. Abbiamo cos trasferito il funzionario e presentato una denuncia sospettando un
giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le
sue lentezze e le improvvise accelerazioni, commentava la Lo Bello.
Inoltre, il decreto Aia rilasciato non possiede le caratteristiche di conformit legislativa pi volte
richiamata n conseguenzialmente permette leffettuazione di controlli efficaci sulle attivit di
gestione rifiuti autorizzate. Secondo le accuse della Regione, le attivit di gestione dei rifiuti sono
state svolte in difformit ad alcune condizioni imposte nel decreto Aia, nonch in difformit al
decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05, che normano rispettivamente la gestione delle
discariche e la riduzione dellinquinamento.
E ancora la legittimit dellatto palesemente inficiata dallassenza agli atti del preventivo
giudizio di compatibilit ambientale positivo (Via), non sono conformi limpermeabilizzazione, e
manca lindicazione della capacit totale dellimpianto. Non solo, il progetto della barriera di

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confinamento realizzata al di sotto del corpo rifiuti non stato trasmesso: ci non rende possibile
attestare se la base dellampliamento non si attesti su aree gi coltivate.
Gli ispettori inoltre fanno notare come alcune aree intermedie fra la nuova e la vecchia discarica
storica siano oggetto di coltivazione ed abbancamento. Le immagini tratte da Google Earth
sembrerebbero confermare lavvenuto sbancamento in tempi non definiti.
Infine, non risulta che il piano finanziario sia stato mai trasmesso ed approvato, cos come le
garanzie finanziarie. Alla commissione, inoltre, non chiaro se la polizza assicurativa sia
scaduta a maggio del 2012 e soprattutto se sia stata adeguata dopo lampliamento.
Decisione rinviata a settembre
Tirrenoambiente, che ha annunciato la chiusura del sito per il prossimo 31 agosto per esaurimento
della capienza, avrebbe stilato un documento con le contro deduzioni.
Il prossimo 2 settembre a Palermo stata convocata una conferenza dei servizi alla quale stato
invitato anche il comune di Furnari, che ottiene finalmente il riconoscimento delle proprie ragioni.
Un appuntamento che potrebbe essere fondamentale: se le criticit riscontrate non dovessero essere
risolte, la Regione esprimer parere negativo al rinnovo delle autorizzazioni.
Ma i passi successivi sono messi in dubbio dallavvicendamento di Marino con Salvatore Calleri,
considerato vicino agli ambienti di Confindustria.
Il modello Marino prevedeva di togliere il monopolio delle discariche ai privati e fare i controlli
sui prezzi di conferimento in discarica.
Ed proprio sui rifiuti che nei mesi scorsi lex assessore si scontrato con Giuseppe Catanzaro, che
di Confindustria vicepresidente, lanciando pesanti accuse sui presunti intrecci con Cosa nostra
scatenando una reazione fatta di querele e richieste di risarcimento milionarie.
I timori degli abitanti di Furnari risiedono tutti in questo legame tra il leader toscano del Megafono
e Confindustria. Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo Catanzaro.
Come agir la Regione, alla luce di quanto evidenziato dalla commissione ispettiva?
Calleri bloccher liter o come sperano i cittadini agir in continuit amministrativa?
Mazzette alla Regione
Negli stessi giorni in cui allassessorato si avviava liter del procedimento di diniego delle
autorizzazioni, la procura di Palermo portava a termine loperazione Terra Mia, ordinando
larresto proprio dellamministratore delegato di Tirrenoambiente, Giuseppe Antonioli, insieme ad
altri tre imprenditori della munnizza (Domenico Proto della Oikos di Misterbianco, Calogero e
Nicol Sodano, titolari della discarica Soambiente di Agrigento e del funzionario dellassessorato
regionale al Territorio e ambiente, Gianfranco Cannova, figura chiave di un sistema di corruzione
messo in atto per raggirare il sistema di autorizzazioni allo smaltimento dei rifiuti.
Gravi i danni ambientali
Secondo gli investigatori il quadro di corruzione emerso molto grave, in quanto ha messo a
repentaglio la salute pubblica e alla preservazione del territorio da gravi danni ambientali.
Nel corso delle indagini, polizia e Noe dei carabinieri, hanno constatato che questo settore
amministrativo caratterizzato da una stratificazione normativa e da un complesso e macchinoso
apparato burocratico che ha consentito al funzionario infedele, pur non rivestendo un ruolo apicale,
di giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli
imprenditori e preservandoli dallordinaria attivit di controllo e monitoraggio della pubblica
amministrazione consentendo loro in questo modo di superare indenni tutti i controlli.
Cannova, secondo laccusa, gestiva il suo ufficio come un feudo, ricevendo regalie e ingenti somme
di denaro dai diversi imprenditori che attendevano dal suo ufficio le autorizzazioni amministrative
per lesercizio delle discariche e che si vedevano garantire una corsia preferenziale per le loro
pratiche. Il funzionario, inoltre, avvertiva in anticipo le imprese dei controlli o le informava del
risultato di riunioni in assessorato.
QuellAudi sospetta
Nei confronti del dipendente regionale lex assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello
aveva presentato lo scorso marzo un esposto. Il funzionario: aveva predisposto un atto che bloccava
lautorizzazione a una discarica di Gela. A quel punto lassessore Lo Bello, insospettita dallo
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strano comportamento, avvia una serie di verifiche e salta fuori la storia di una conferenza dei
servizi convocata nel settembre 2008 e presieduta dallo stesso Cannova che aveva rilasciato
lAutorizzazione integrata ambientale per lampliamento della discarica di Mazzarr SantAndrea,
omettendo la vicinanza al centro abitato di Furnari.
Nellottobre del 2008 il funzionario acquista unAudi A6 in Lombardia, in una concessionaria che
faceva riferimento allamministratore delegato della societ alla quale era stata rilasciata
lautorizzazione. Abbiamo cos trasferito il funzionario e presentato una denuncia sospettando un
giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le
sue lentezze e le improvvise accelerazioni, commentava la Lo Bello.
http://www.isiciliani.it/una-svolta-sulla-discarica-dei-veleni/#.VIhpstKG_wg
CANNOVA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE CANNOVA ARCHITETTO
GIANFRANCO 7485 11 10308 11 ORDINANZA-CANNOVA-PROTO-F.LLI-SODANO

CANNOVA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE CANNOVA


ARCHITETTO GIANFRANCO 7485 11 10308 11 ORDINANZA-CANNOVAPR... by Pino Ciampolillo
REGIONE, BANCOMAT DELLA CORRUZIONE: IN UN ANNO CENTO MILIONI DI
TANGENTI
Dalla pubblicit all'energia: ecco perch nell'Isola dilaga il malaffare
di ANTONIO FRASCHILLA
TANGENTI e malaffare per oltre 100 milioni di euro in poco pi di un anno nell'isola del tesoro.
Nel mirino la Regione, che si sta rivelando sempre di pi il cuore di un sistema che garantisce truffe
da capogiro tra mazzette e scarsi controlli. Seguono a ruota Comuni e altri enti locali:
complessivamente, negli ultimi sedici mesi soltanto la Guardia di finanza ha segnalato frodi per 520
milioni e danni erariali per 826 milioni. Rifiuti, energia, formazione, sanit, finanziamenti Ue sono i
settori pi aggrediti perch bancomat perfetti per affari milionari. "Una nuova tangentopoli, il regno
della manciugghia", ha detto il governatore Rosario Crocetta. Un malaffare che continua per a
espandersi, in particolare proprio nei corridoi dell'amministrazione regionale, con funzionari
coinvolti in indagini e vicende poco chiare tutti rimasti spesso al loro posto nonostante annunci
mediatici di rotazioni e trasferimenti, e con politici, pi che chiacchierati, che siedono in
maggioranza.
Una cosa comunque certa: i numeri forniti dal comando regionale della Guardia di finanza guidato
dal generale Ignazio Gibilaro sono impressionanti e lanciano l'allarme sulla corruzione in Sicilia,
che vede la Regione cuore pulsante di questo mondo nero. Basta leggere le cronache delle indagini
principali in corso delle Procure dell'isola sui fondi del Ciapi utilizzati per pagare i politici, le
tangenti versate da imprenditori a deputati regionali per oliare le pratiche in materia di energia, le
mazzette garantite dai re dei rifiuti per avere le autorizzazioni ambientali, gli enti di formazione in
mano agli onorevoli e, nel mezzo, funzionari e dipendenti pubblici corrotti, nella peggiore della
ipotesi, distratti nella migliore. Mentre la politica sembra confusa e annuncia riforme su riforme
senza andare al dunque: lo scenario migliore per chi vuole continuare a fare affari illeciti all'ombra
di Palazzo d'Orleans e dei Comuni dell'Isola. Cio dei siciliani.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/07/27/news/regione_bancomat_dell
a_corruzione_in_un_anno_cento_milioni_di_tangenti-92497279/
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AFFARI, TANGENTI E LOBBY IL SISTEMA RIFIUTI NELL'ISOLA COSTA UN MILIARDO


L'ANNO
ANTONIO FRASCHILLA

ECCO il risultato di anni di mala gestio in un comparto chiave per la salute dei
cittadini e il rispetto dell'ambiente: un sistema di smaltimento poco compatibile
e un costo che pari a 200 euro a siciliano, neonati compresi, contro i 190 del
Lazio e i 111 euro della Lombardia. Il tutto mentre non ci sono abbastanza
impianti per la differenziata, che non a caso vede l'Isola ultima nel Paese con
meno del 10 per cento, con conseguente rischio di condanne dell'Unione
europea.
Al di l delle indagini giudiziarie, che stanno alzando il velo su tangenti, legami
pericolosi con la politica e pressioni sull'amministrazione, e hanno portato agli
arresti di due amministratori di discariche, dell'Oikos e della Tirreno ambiente,
il sistema dei rifiuti in Sicilia dopo quasi quindici anni di cattiva gestione
adesso quasi al collasso e non pi economicamente sostenibile. Al momento i
rifiuti siciliani per il 90 per cento finiscono in quattro discariche: oltre a quelle
citate, vanno nei siti della Sicula Trasporti e della Catanzaro. La Sicilia
attraversata da compattatori stracolmi di rifiuti. A esempio, da Termini
Imerese i mezzi partono alla volta di Mazzar Sant'Andrea (dove per conferire
la tariffa di 90 euro a tonnellata) oppure a Motta San'Anastasia (102 euro a
tonnellata), compiendo pi di 300 chilometri tra andata e ritorno. A Bagheria
da qualche giorno gli autocompattatori carichi di rifiuti vanno a scaricare a
Siculiana nel sito gestito dalla ditta Catanzaro Costruzioni. Il servizio reso a
Siculiana ha un costo di 78 euro per tonnellata di rifiuto contro il costo
sostenuto per andare a scaricare a Catania di 140 euro per tonnellata, ha
detto il sindaco grillino Patrizio Cinque. In media comun- que il costo per
conferire i rifiuti nelle quattro discariche siciliane private costa 100 euro a
tonnellata.
Considerando i rifiuti prodotti ogni hanno dai siciliani, pari a 2,5 milioni di
tonnellate, e che di questi ben il 90 per cento finisce sotto terra, il costo
complessivo di 250 milioni di euro all'anno. A questa cifra occorre aggiungere
la spesa per i 13 mila addetti al servizio, in gran parte assunti negli anni d'oro
degli Ato che, chiaramente, hanno accumulato un miliardo di euro di debiti.
Nell'Isola c' un operatore ogni 398 abitanti, contro l'uno ogni mille di Treviso e
una media nazionale di un addetto per 680 abitanti.
Dal 2003 scattata una corsa folle ad assumere personale, spesso a ridosso di
tornate elettorali, e i nodi sono venuti al pettine negli ultimi anni. Oggi questi
stipendi costano circa 520 milioni di euro all'anno.
Ma le spese del sistema rifiuti siciliano non finisco qui. A queste cifre occorre
aggiungere anche il 30 per cento di spese che va per oneri di gestione,
manutenzione e acquisti di attrezzature: altri 200 milioni di euro all'anno. Il
totale fa 970 milioni di euro all'anno, circa un miliardo. A fronte di questa mole
di costi, i tributi riscossi dagli enti locali per lo smaltimento dei rifiuti Tarsu o
Tia, ammontano a 650 milioni di euro. Quindi ogni anno il sistema accumula
debiti per oltre 300 milioni di euro: oggi tra Ato e Comuni, il debito nei
confronti delle imprese pubbliche e private che lavorano nel comparto salito
130

cos a 1,5 miliardi di euro, nonostante i 600 milioni di euro di fondi regionali
bruciati negli ultimi anni attraverso il cosiddetto fondo di rotazione istituito
proprio per aiutare i Comuni.
Insomma, costi elevati e una macchina mangiasoldi perfetta. Ecco il sistema
della spazzatura in Sicilia, mentre la magistratura indaga sulle tangenti e il
ruolo della politica. Nel frattempo il piano rifiuti rimane in gran parte
incompiuto: i Comuni non hanno i soldi per avviare la differenziata e dopo la
fine dell'emergenza, con annesso commissariamento affidato alla Regione,
dovrebbero essere le nuove Srr ad investire negli impianti. S, ma con quali
fondi? Fino a quando i rifiuti andranno a finire solo nelle discariche? Il governo
Crocetta ha dichiarato guerra ai privati coinvolti nelle indagini e minaccia di
requisire le discariche. Ma quali sono i programmi del governo per cambiare
questo sistema?
Dopo gli ultimi arresti il governo Crocetta ha dichiarato guerra ai privati Ogni
dodici mesi si accumulano debiti per trecento milioni di euro
GLI OPERATORI
In Sicilia c' un operatore ogni 398 abitanti Da sinistra, una discarica e Palazzo
d'Orleans
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/07/26/affari-tangenti-e-lobby-ilsistema-rifiuti-nellisola-costa-un-miliardo-lannoPalermo05.html?ref=search
APPALTI E INCHIESTE, IL RITARDO DELLA POLITICA
Salvo Toscano

Con le indagini su discariche e fotovoltaico, gli inquirenti arrivano prima della


politica, malgrado i tanti campanelli d'allarme suonati in questi anni. Serve un
intervento deciso sulla burocrazia. Ma anche le imprese hanno qualcosa su cui
riflettere, a partire dalla "convenienza" della legalit

PALERMO L'ultimo annuncio in ordine di tempo risale a oggi, quando il presidente Rosario
Crocetta ha detto che sar creata una banca dati on line, il cui accesso sar riservato alle forze
dell'ordine e alla magistratura, con tutte le informazioni relative agli appalti pubblici della Regione".
Ma la settimana horribilis per la Regione, con due inchieste che hanno fatto tremare il Palazzo,
quella sulle discariche e quella sul fotovoltaico, promette strascichi. Le indagini hanno svelato
presunti incroci pericolosi tra burocrazia e affari, storie di tangenti e promiscuit tutte, sia chiaro,
ancora da dimostrare in sede giudiziaria che gettano pi di un'ombra sulla burocrazia regionale.
Storie che affondano le proprie radici in quella matassa ingarbugliata di norme e codicilli, in quel
labirinto nel quale non perdersi, per cittadini e imprese, pratica non semplice, in quel pantano in
cui le poche certezze fanno il gioco di disonesti e avidi a scapito del diritto.
Colpisce, nelle cronache di questi giorni, la corsa dei politici per piazzarsi primi nel gioco del
l'avevo detto io. Tanti si sono iscritti, eppure resta il fatto che fino all'intervento della
magistratura, lo status quo, per esempio sulla vicenda delle discariche, era rimasto quasi intatto. La
Procura arrivata a conclusioni che la politica non ha saputo trarre: ha fatto prima delle istituzioni
politiche, ha sintetizzato in un'intervista a Livesicilia il deputato del Pd Anthony Barbagallo.
Eppure, i campanelli d'allarme erano suonati abbondanti, dentro e fuori dal Palazzo. Sul fronte delle
energie alternative, ad esempio, una relazione dell'assessorato all'Energia aveva sollevato gi forti
perplessit sulle procedure per l'autorizzazione per la realizzazione degli impianti alimentati da
fonti rinnovabili, dipingendo un quadro a dir poco caotico degli uffici. Quanto alla vicenda rifiuti,
131

basta sfogliare le collezioni dei giornali. Solo pochi mesi fa, a marzo, era stata la Fit Cisl a chiedere
maggiore trasparenza nel settore, invitando la commissione Antimafia a rendere pubblico subito
l'esito dei controlli antimafia sulle imprese che gestiscono le discariche in Sicilia, a partire da quelle
pubbliche guidate da politici che pertanto devono dare per primi l'esempio. Prima ancora c'erano
state le esternazioni con tanto di polemiche interne alla giunta degli assessori Nicol Marino e
Mariella Lo Bello. Gi a dicembre del 2010, sul Sole 24 Ore la Confindustria siciliana denunciava
come nell'Isola si rilasciassero autorizzazioni in materia di protezione ambientale senza accertarsi
che le aziende richiedenti avessero le carte in regola per averle. Passava un anno, e nel settembre
del 2011 lo stesso vicepresidente degli industriali Giuseppe Catanzaro, imprenditore del settore,
tornava alla carica, parlando al Giornale di Sicilia di resistenze di pezzi malati di burocrazia e della
politica che impediscono il cambiamento, denunciando ritardi nell'informatizzare le procedure e a
lasciare traccia di ci che si fatto. Nella stessa intervista Catanzaro lamentava: Si spendono i
fondi europei per comperare un sistema informatico di gestione delle pratiche, il Sivvi, di cui ad
oggi non c alcuna applicazione, aggiungeva l'imprenditore.
Il Sivvi un sistema informativo di valutazione di impatto ambientalerealizzato da Sicilia e-Servizi
e Sicilia e-innovazione con i fondi europei, presentato in pompa magna nel giugno 2009 con una
conferenza stampa a cui presero parte tra gli altri l'allora assessore Pippo Sorbello e la dirigente
Rossana Interlandi. Doveva assicurare trasparenza nelle procedure. Lo si cominciato usare solo
nel 2011, ma in assessorato non pare sia troppo apprezzato, malgrado spiega il dirigente generale
del dipartimento Ambiente Gaetano Gullo all'epoca vi furono spesi 900 mila euro. La
digitalizzazione, spiega lo stesso Gullo, comunque c', sia attraverso Sivvi, sia per mezzo di un
software realizzato da risorse interne che permette consultando quest'indirizzo di seguire l'iter delle
pratiche su pagine excel.
Software o non software, il quadro emerso dalle ultime inchieste richiede alla politica una
tempestivit e una decisione nell'intervenire che fin qui non si vista a sufficienza. E questo al di l
dei proclami e dei data base da mettere a servizio degli investigatori. Servono piuttosto misure che
davvero semplifichino gli iter burocratici garantendo trasparenza e criteri oggettivi e certi, interventi
volti a evitare che si creino regni troppo lunghi negli uffici pubblici per mezzo di rotazioni mirate
(che non degenerino nel caos), ogni sforzo possibile volto a evitare occasioni di contatti diretti tra
uffici e ditte, e in ultimo sanzioni severe per i dipendenti infedeli, premiando invece i meritevoli e
preservando questi ultimi da generalizzazioni. Insomma, occorre che la politica ristabilisca il suo
primato sulla burocrazia, che da tempo ormai s' ridotto invece alla sola attivit di spartizione delle
poltrone pi pesanti secondo criteri di appartenenza.
Ma d'altra parte, anche per le imprese (e non solo per la politica) le inchieste di questa settimana
offrono senz'altro spunti di riflessione. Un passaggio interessante dell'ordinanza la conversazione
tra due imprenditori coinvolti nell'indagine, Calogero e Giovanni Sodano. Parlando di presunte
richieste di denaro da Gianfranco Cannova, il funzionario al centro dell'inchiesta, i due
commentavano: Ora il dottore (Cannova, ndr) ci racconta le solite minchiate... che vuole soldi...
non dobbiamo dare pi niente noi... non ci credo che Catanzaro molla una lira per... per... per avere
queste discariche... neanche una lira.... S.... E il primo che si permette a dirgli dammi mille lire
quello lo denuncia... noi troppo esagerati siamo stati.... Un passaggio che fa riferimento al gi
citato vicepresidente degli industriali siciliani e che sembra dar forza alla scuola di pensiero, forse
ancora minoritaria, della "legalit conveniente", per la quale - proprio come accade nei confronti
degli estorsori di Cosa nostra - la denuncia alle autorit la migliore e pi efficace difesa per tenere
alla larga eventuali corrotti e concussori.
http://livesicilia.it/2014/07/25/appalti-e-inchieste-il-ritardo-della-politica_520950/

Appalti e inchieste, il ritardo della politica - Live Sicilia


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RIFIUTI ED ENERGIA, TANGENTOPOLI DI SICILIA


di Rosario Battiato
Gli ultimi due capitoli: l'operazione Terra Mia e le presunti tangenti per la costruzione del
parco fotovoltaico di Monreale. Nei due settori gli interessi di criminalit organizzata,
malaffare e corruzione. Un sistema denunciato da anni e mai colpito
PALERMO In Sicilia, i rifiuti e l'energia sono due panieri ricchi di risorse e braccati da interessi
milionari non sempre trasparenti. Nessuno stupore, pertanto, se proprio in questi settori si sono
annidati gli scandali della nuova tangentopoli siciliana. La storia dell'Isola ricca di esempi, ma i
fatti pi recenti hanno riguardato l'inchiesta Terra Mia e l'affare del parco fotovoltaico di Monreale.
Come tanti altri avevano fatto prima di lui, anche l'assessore regionale all'Energia, Salvatore Calleri,
ha tuonato contro la corruzione nella Pubblica amministrazione e ha ribadito l'impegno dei suoi
uffici nel solco tracciato dal suo predecessore, Nicol Marino, che in maniera incisiva aveva agito
per rimodulare il potere delle discariche private nella direzione della legalit e della trasparenza e
per normare un settore strategico per l'energia verde come l'eolico.
Prima di lui anche Giosu Marino e Pier Carmelo Russo, entrambi assessori all'Energia durante il
governo Lombardo, avevano espresso diverse e, in alcuni casi, ben documentate perplessit. Lo
stesso governatore aveva sottolineato nel febbraio del 2010 in audizione alla Commissione
parlamentare sui rifiuti, e poi in aprile all'Ars, che c'era un forte appetito della mafia intorno alla
gestione dei rifiuti. E le operazioni che si sono susseguite in questi anni hanno confermato un lato
oscuro sin troppo conosciuto: dall'affare dei termovalorizzatori alle discariche abusive nelle miniere
abbandonate di Sicilia, dall'operazione "Trash" di Bronte del 2008 fino alla Nuova Ionia del 2013.
Solo qualche esempio pescato nel mare del malaffare che ruota attorno ai rifiuti e che nei giorni
scorsi ha portato alla luce l'ennesimo scandalo che arriverebbe fino alla Regione con l'operazione
Terra Mia, un certosino lavoro di intercettazioni che fa risalire alcune delle registrazioni pi
importanti al 2012.
Salvatore Calleri, che viene proprio da una roccaforte di legalit come la Fondazione Caponnetto,
non ha voluto essere da meno dei suoi predecessori e nei giorni scorsi ha rilanciato. Per quanto
riguarda la discariche il mio assessorato - ha spiegato - ho disposto la chiusura della Oikos Spa di
Motta Sant'Anastasia. Entro pochi mesi abbiamo le gare d'appalto per le discariche pubbliche.
Abbiamo, inoltre, revocato l'autorizzazione alla ditta So Ambiente srl di Agrigento, dove avevamo
avuto un'informazione prefettizia negativa. Per quanto riguarda Tirreno Ambiente, che si trova
vicino Barcellona, siamo intervenuti. Altri interventi hanno riguardato la discarica di Sant'Agata di
Militello per situazioni di cui sono venuto a conoscenza che potrebbero avere rilievi penali e dei
quali sarebbe stato interessato il procuratore Leonardo Agueci.

Azioni lodevoli, ma c' evidentemente un problema di funzionamento della macchina burocratica.


Lo ha ammesso implicitamente lo stesso Rosario Crocetta rispondendo risposto ai cronisti che
chiedevano le motivazioni del rientro al posto originario in circa un mese e mezzo del funzionario
dell'assessorato al Territorio, Gianfranco Cannova, da venerd ai domiciliari in quanto coinvolto
nell'inchiesta, che era stato trasferito ad altro ufficio cos come disposto dal governo regionale lo
scorso anno con il provvedimento di rotazione dei dirigenti. Netta la riposta: Avevo dato
disposizione che i dirigenti trasferiti non dovevano tornare nei settori dai quali erano stati
provenivano. Perch chi doveva eseguire questo ordine non l'ha fatto?

133

Capitolo energia. Anche qui la Sicilia non si mai fatta mancare nulla: dall'operazione Broken
wings che ha messo nel mirino il re dell'eolico Nicastri ritenuto vicino al superlatitante Matteo
Messina Denaro al primo scandalo fotovoltaico, il processo in corso, che ha coinvolto i deputati
Vitrano e Bonomo. Il fotovoltaico si concesso un bis nei giorni scorsi dopo che la Guardia di
Finanza di Napoli, nell'ambito di un'indagine sulla maxi evasione fiscale di due imprenditori
toscani, aveva intercettato un giro di mazzette che riguardava la realizzazione del parco fotovoltaico
di Monreale. Coinvolti l'ex assessore, oggi deputato coi democratici riformisti, Pippo Gianni, e il
dirigente Martino Russo, indagati per corruzione, e Francesco Marcen, dirigente regionale
indagata per abuso d'ufficio. Per i funzionari previsto un provvedimento di sospensione.
http://www.qds.it/16839-rifiuti-ed-energia-tangentopoli-di-sicilia.htm
Cannova Ordinanza Di Custodia Cautelare Cannova Architetto Gianfranco 7485 11 10308 11 Ordinanza-cannova-pr... by Pino Ciampolillo

Cannova Architetto Gianfranco Intercettazioni Ambientali Paduano Valeriaordinanza Custodia Cautelare Cannov... by Pino Ciampolillo

ASSESSORI CONTRO DURO SCONTRO TRA M marino-e-lo-bello-14-marzo-2014


ASSESSORI CONTRO DURO SCONTRO TRA MARINO E LO... di isolapulita

CUFFARO ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE


RIFIUTI... di isolapulita Cuffaro Genchi Pellerito e i 4 Termovalorizzatori
Cuffaro Genchi Pellerito e i 4 Termovalorizzatori di isolapulita Comm.Parlamentare
RIfiuti Cuffaro Genchi

LUGLIO 2007 Comm.Parlamentare RIfiuti Cuffaro Genchi Luglio... di isolapulita


Cannova conversando telefonicamente con sua moglie Valeria Paduano le confidava che aveva la
disponibilit di unautovettura Della ditta, una locuzione riferita alla ditta del Proto esternata in
modo cos confidenziale da ingenerare qualche confusione persino nella stessa moglie dellindagato
bench fosse anche lei a conoscenza della familiarit dei rapporti del marito con limprenditore
catanese:
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C' una macchina che mi aspetta.
V: Di chi? G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !
V: Quale Ditta ? G: Sei scema?
V: Che Ditta non lo so.
G: Quella di Mimmo.!.
Cannova di sfruttare la sua compromettente amicizia con il Proto anche per sistemare, almeno
in un prossimo futuro, il figlio Paolo:
G: Infatti probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare l.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare l...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa
niente... la crisi tu gi pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunit..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, a due ore di strada..

134

GRAND HOTEL RIMINI allegata in atti, che attesta che la societ OIKOS s.p.a. ha sborsato per il
soggiorno del Cannova la somma complessiva di euro 717,00 carta credito Master Card n. 5529
7500 7810 4933 intestata a Domenico Proto.
P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha
dati? ..DIECI? Meno male che c lui!!perche con questoQuanto ti costano questi,
omissis., ricevendo dal marito la seguente emblematica riposta di assenso:
G: Se ne fotte lui dei soldi..
Hotel Baja Verde, di cui sopra si detto:
P: Io mi spavento.. io ti ho sempre detto stai attento con Mimmo perch io sono sicura che lui ha
troppe attivit, troppe cose, io..eee.. quando una prende soldi facili, prima o poi le paghi
G: Ma che vuoi dire?
P: A me dispiace per lui ma prescindere perch con noi si sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non ho capito..
P: Che mi spaventa larresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi pure tu, cominciano a fare.. ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde,
andiamo qua.. andiamo l.. anche ste cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe piaciuto andare a
Taormina, ora anche ora, a Capo Taormina, per ci dobbiamo un po limitare, tu sei troppo leggero
nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado solo
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
La preoccupazione della moglie del Cannova di giustificare il loro tenore di vita va anche posto in
relazione al fatto che dallaccertamento bancario esperito sui conti correnti del Cannova e di
Paduano Valeria tra laltro risulta che nel
conto Unicredit, n. 300508486,
intestato alla Paduano,
il saldo finale a giugno 2012 ammontava ad euro 200.732,10,
mentre negli anni precedenti risultavano i seguenti saldi:
anno 2011 euro 459.335,25;
anno 2010 euro 35.918,18;
anno 2009 euro 8.301,80;
anno 2008 euro 56.960,04;
anno 2007 euro 11.637,98
Lo scellerato patto criminale viene, come da trascrizioni telefoniche che seguono, consumato, nella
specie, con la rivelazione di segreti dufficio da parte del CANNOVA al PROTO e, di converso,
con la dazione, da parte dellimprenditore, di denaro contante, regalie di vario tipo al funzionario
infedele per le sue indebite prestazioni finalizzate ad agevolarlo negli atti amministrativi che
riguardano la sua societ. Si specifica che gli atti oggetto del mercimonio sono di competenza
dellufficio regionale del CANNOVA, il quale sperava nella futura assunzione del figlio adottivo
Paolo nelle societ del PROTO al compimento della maggiore et, come poi lo stesso CANNOVA
riveler a sua moglie Paduano Valeria.
In particolare, CANNOVA, una volta venuto a conoscenza dellintenzione di revocare lA.I.A. alla
societ del PROTO, immediatamente rivelava la notizia al diretto interessato affinch questi potesse
correre ai ripari, muovendo eventualmente proprie conoscenze e amicizie, tra cui quella con lallora
Governatore della Regione, Raffaele Lombardo (in quel periodo Commissario Straordinario

135

allemergenza rifiuti per la Sicilia), il quale lo ricever privatamente, come poi racconter il
PROTO stesso in un intercettazione pi avanti riportata.
Ovviamente PROTO, come stato documentalmente accertato (vedi infra) ha pagato gran parte
delle spese di viaggio sostenute a Rimini da CANNOVA, a mezzo di carta di credito a lui stesso
intestata (Mastercard nr.5529 75007810 4933 con scadenza del 05.2013).
Nella specie, Domenico PROTO si fatto carico delle spese sostenute da CANNOVA durante la
permanenza a Rimini (dal 09/11/2011 all11/11/2011), ed particolare:
lautonoleggio di unautovettura marca Passat 2000 TDI SW, targata EH 746 YG, costata nel
periodo di riferimento al Proto 229,45, di cui 149,46 a mezzo voucher pagato dal PROTO e
79,99 dal CANNOVA con carta di credito, autovettura direttamente data in consegna al
CANNOVA, il quale nella bolla di consegna figura quale dipendente della Oikos Spa
i costi alberghieri sostenuti, pagati da PROTO con la carta di credito sopra riportata, spendendo
stavolta complessivamente per il solo CANNOVA 717, dichiarazione a firma del direttore
dellAlbergo Grand Hotel di Rimini);
le spese del biglietto aereo del CANNOVA da Palermo a Bologna A/R compagnia Alitalia, del
costo complessivo di 486,46, pagato con carta di credito di PROTO

In una conversazione Cannova ha avvisato PROTO della prossima emissione del decreto di
annullamento dellAIA per la sua societ; CANNOVA, poi, violando qualsiasi dovere di segretezza
dufficio, si preoccupava di inviare allimprenditore catanese il documento a mezzo fax, cosa che
poi di fatto non avveniva poich, in conversazione telefonica successiva, CANNOVA diceva a
PROTO che il documento lo avrebbe portato con s e glielo avrebbe fatto leggere in occasione del
viaggio a Rimini.
P: PROTO Domenico
S: SUDANO Domenico
S: Pronto?
P: Senatore!
S: Pronto? Ehi, Mimmuzzo!
P: Come stai, senatore, come stai?
S: Come stai tu? Mi fanno battagliare... mi fanno battagliare, Mimmo, per va' bene v..!
P: Come, come, come ti fanno...
S: Come stai tu?
P: Chi costui, che lo uccido! chi costui, che lo uccido!
S: Eh eh eh.. no, abbiamo predisposto gi la risposta e marted la firma Berlusconi, quindi, da
marted in poi, nel giro di dieci giorni, otto giorni, dovremmo chiudere sta partita, dai, se Dio
vuole...
P: Ah ah ah ah....! Avanti, dai! Ci facciamo il SANTO NATALE, eh eh eh..
S: Avanti, va' bene, ve bene. Tutto bene tu?
P: Tutto bene, si si, tutto bene, volevo sentire la tua voce e la volevo sentire bella, carica, come la
sto sentendo ora!
S: Si si si,.. (incompr.).. io sono lottatore, Mimmo, dai!
P: Nel giusto! Noi, nel giusto sempre!
S: Nel giusto! Sempre nel giusto...
P: Nel giusto!
S: Sempre nel giusto Sempre nel giusto. Va' bene Mimmuzzo (incompr.)
P: Un bacio grosso,un bacio grosso, allora, ok?
S: Grazie, ci vediamo, ciao gioia, ciao, un bacio ciao.
136

C:CANNOVA GIANFRANCO (CHIAMANTE)


P:PROTO DOMENICO (CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehil! Mimmuzzo!
P: Allora, ti hanno mandato il messaggino?
C: No!
P: Non ti apparso...
C: No!
P: Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perch se no dovevi...
C: incomprensibile
P: Ho messo partenza da Catania se no dovevi partire all'una, mi sembra, alle dodici e trenta...
C: Si... eh... asp un minuto Mimmo per... io posso partire mercoled!
P: Ah!
C: Perch tu mi avevi detto che partivamo mercoled e invece ora Veronica mi ha detto che partite
merco... marted!
P: Noi si mercoled...
C: incomprensibile
P: ... noi, vabb e ti par... parti un altro giorno allora, scusa.
C: E questo infatti volevo post...
P: Fai una cosa, parla con Veronica, eh.... dagli... dagli l'input qual' la disponibilit e ti faccio
cambiare tutte cose.
C: Oh! Un'altra cosa e... a questo punto rientriamo gioved tutti assieme oppure noi ci tratteniamo
fino a venerd? Tu come sei messo?
P: No, io venerd mattina c'ho, alla Sicilia a Catania, appuntamento con.... giornale, dobbiamo fare
delle dichiarazioni.
C: Ho capito!
P: Se no incomprensibile ...
C: Mimmo?
P: Si, ti sento!
C: Senti, vedi che arrivato l'altro documento che praticamente parla di nuovo di e.... annullamento
del decreto AIA nei confronti di OIKOS... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi
questa cosa continua, quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua. Hai capito?...
Pronto?... Pronto?...
(VOL. II aff. 131 ss)
C: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
P: PROTO Domenico (CHIAMATO)
P: Gianfranco?
C: Ehi, Mimmo, ti stavo dicendo, ti devo trasmett...
P: In ufficio, dico? Sei in ufficio?
C: No, per ora no, sono... ora devo rientr... ora rientro, comunque, perch devo andare a fare questi
fax.eve arrivare..
P: Mmh... Da parte di chi arriva questo documento?
C: Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perch
ha avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del
presidente..ehm... della.. della regione.
P: Ma il direttore che scrive?
C: Si!
P: Cio, ZUCCARELLO Scrive?
C: No! ZUCCARELLO non direttore, non cominciamo!
P: Allora chi , scusa?
137

C: Scrive ARNONE! Perch vuole risposta la MONTEROSSO, Patrizia MONTEROSSO6, ch' il


capo di gabinetto di LOMBARDO.
P: Ho capito! Va' beh, questo... questo...
C: Te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio.
P: Va' bene.
C: Va' bene?
P: Va' bene Gianfranco.
Quindi, di seguito la telefonata e lsms che il segretario particolare di Domenico PROTO, Giuseppe
Arcidiacono, fa a CANNOVA per confermargli gli orari di partenza per Rimini. In questa
conversazione telefonica il Cannova chiedeva che gli venisse messa a disposizione unautovettura.
A: Giuseppe ARCIDIACONO (CHIAMANTE)
C: Gianfranco CANNOVA (CHIAMATO)
C: Giuseppe!
A: Si, architetto, buongiorno!
C: Buongiorno.
A: Ha ricevuto il messaggio? Io ho chiuso perche le stavo scrivendo il messaggio, in pratica.
C: No, Gius, non arrivato ancora.
A: Comunque, gliel'ho inviato ora. In pratica confermata quella partenza che mi diceva lei, noveundici, va' bene?
C: Eh! Nove-undici... L'orario?
A: Parte il nove e rientra l'undici, l'orario quello che diceva lei. Va' bene?
C: Ah, va' bene. Va' bene, ok.
A: Ok? c' messo numero di prenotazione e tutto....
C: La macchina, Giuseppe? Per la macchina?
A: Per la macchina poi... poi si senta col presidente
C: Eh e quando, lui...
A: O la vuole prenotata? Non lo so, per me come dice lei.
C: Lui che ha detto?
A: Non lo so, io a lui non... Ora, ora ... ora ne parlo col presidente e glielo faccio sapere, va' bene?
C: Eh, me lo faccia sapere, perch se no sono a piedi, poi...
A: Va' bene, ok, va' bene...
C: E' l il presidente?
A: No, il presidente non c'. Dovrebbe venire, non lo so...
C: E deve venire, perche probabilmente deve prendere a cosa...a Veronica
A: Va' bene?
C: Ok, aspetto a lei, allora, Giuseppe
A: Ok, grazie. Arrivederci.
C: Arrivederci
A seguire una conversazione tra CANNOVA e sua moglie Paduano Valeria, in cui il primo confida
nella possibilit che un giorno il figlio Paolo possa lavorare per il Proto:
(VOL. II aff. 141 ss)
Progressivo n: 6064 Data : 09/11/2011 Ora : 16:05:38 Durata : 0:02:52
G: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria (CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
V: Ma sei partito, dove sei?
G: In piscina... non devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in aereoporto.
V: E a che ora parti?
138

G: Alle sette meno dieci.


V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cio arrivi l alle dieci... il tempo che arrivi..Arrivi a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C' una macchina che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta ?
G: Sei scema?
V: Che Ditta non lo so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta, perch lui si portato la ditta appresso, cio la macchina appresso..
G: Si c'ha delle macchine affittate l..
V: E dopodich andate l, e poi c' la cena e tu stasera.. allora tu mi vuoi fare credere che tu non
andrai in questi locali? Insieme a mimmo?
G: Nooo, stasera (inc.)
V: Vabb quelli chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi fare credere che sei l e tu e Mimmo da solo tu non andrai mai in questi locali?
G: Si da solo, siamo docidi persone.. da solo.c' suo figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua figlia? E come mai?
G: Perch se li porta, per queste cose di lavoro, se li porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose fuori.. che gli dice che gli servono per imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabb ci devo credere. no io non ci credo. Io glielo chieder..
G: Chiama a Mimmo e glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di partire, ora ci sentiamo. Io devo andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare l.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare l...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa
niente... la crisi tu gi pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunit..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, a due ore di strada..
V: E lo so.. per...
G: Va l a dormire, e poi..
V: Io ho, ho obiettivi molto migliori per lui se se ne andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in Svizzera..
V: Si.
G: A fare il cameriere..
V: Vabb, fammi posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra un p ci sentiamo..
G: Ciao.
La conversazione telefonica che segue iniziava con unesclamazione dialettale di CANNOVA:
Agghiurno?!, cui seguiva la conferma dellinterlocutore, quindi CANNOVA raccomandava
PROTO per un prossimo incontro con il Direttore Generale dellAssessorato, Giovanni Arnone, in
quanto dal tenore della telefonata sembrerebbe che lArnone non aveva gradito la visita fatta presso
gli uffici dellAssessorato da PROTO [dobbiamo muoverci diversamente con ..con il direttore].
139

CANNOVA consigliava di farsi preannunciare la sua visita presso gli uffici dellARTA da una
telefonata preventiva, poi i due alludevano ad alcuni viaggi gi fatti e da farsi a Roma dal PROTO,
e quindi al probabile intervento di un non meglio identificato politico.
C: Cannova Gianfranco= Chiamato
P: Proto Domenico = Chiamante
C: Mimmo "agghiurn" finalmente?
P: "agghiurn agghiurn"!
C: "agghiurn" meno male!
Dalle ore 07:55:46 alle ore alle ore 08:01:12 omississ
C: Ah senti a proposito. La prossima volta, e.....
P: ..si..!
C: ..dobbiamo muoverci diversamente con ..con il direttore. Perch ieri che eravamo assieme, mi
fece una battuta. Mi fa, si mette accanto a me e mi fa dice: "Ma quello di ieri che mi ha salutato chi
era? Io non lo conosco!" .
P: Cosa...cosa cosa?..Non ho capito!
C: Ieri....
P: ..si!...
C: ...ero assieme ad Emanuele,....
P: ..si!...
C: ...si mette accanto a me e mi fa: "Cannova ma quello di ieri che mi ha salutato chi era? Che io
non lo conosco a quello! Eh no Il presidente dell'Oikos, si ricorda che aveva il problema... si, si
lo so ma io a questo non lo conosco e mi ha baciato pure! quindi la prossima volta, siccome tutte
questi..questi personaggi sono tutti spaventati, una telefonata preventiva.
P: Ah! Certo, ho capito, ho capito|!
C: Hai capito?
P: (incompr.)
C: per evitare che continua a fare il cretino.
P: Ah! Ha detto che non mi conosce.
C: Si!..."ma chi ? Io a questo non lo conosco! Mi ha salutato pure." .. lo so (incompr.)! ma io non
lo conosco, dissi, gli stavo dicendo, ma come? Ci sei andato a mangiare insieme e non lo conosci?
P: Tu digli......digli ..ricordargli di ..Roma!
C: No, Mimmo!...una telefonata preventiva...
P: se le scorda le cose?
C: Si, se li scorda le cose. Una telefonata preventiva cosi la prossima volta....
P: ....la settimana prossima mi faccio prendere l'appuntamento.
C: No! Ma infatti, il fatto di scendere una volta a settimana, vedi che non sbagliato.
P: Eh, no, lo s, lo s. Poi mi faccio ...(incompr.)...da me.
C: Poi ho parlato nuovamente per la questione che aveva sollevato lui ed in pratica...
P: ...si...
C: ...........il risultato dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane qu.
P: Ah!
C: Capito?
P: Ho capito, dai!
C: E' questa cosa dovrebbe essere un provvedimento che poi va in giunta di governo..
P: ...ho capito.
C: Va be Mimmuzzu!
P: ottimo, ottimo, ottimo...
CANNOVA ben sapeva che la carica ricoperta dal suo Dirigente Generale, Giovanni Arnone, fosse
espressione della volont politica dellallora Governatore della Regione Lombardo a cui PROTO,
come si vedr nel seguito, faceva riferimento per tentare di risolvere le sue traversie amministrative:

140

ci spiega perch entrambi si auguravano che il provvedimento di loro interesse andasse poi in
giunta di governo.
Sibillina, e di dubbia interpretazione rimane la frase che il CANNOVA pronunciava [il risultato
dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane qua]: cosa intenda dire CANNOVA
quando asserisce Lui si piglia la tariffa non dato saperlo; non emerso, infatti, dalle indagini
nulla a carico del Direttore Generale dellAssessorato al Territorio. Laffermazione, comunque,
risulta sintomatica del modo di pensare e di intendere lesercizio della propria funzione da parte di
CANNOVA.
Di seguito, altra conversazione telefonica tra CANNOVA e PROTO che ribadisce il loro continuo
rapporto basato esclusivamente sugli interessi economici dellimprenditore catanese, che
CANNOVA, in spregio a qualsiasi senso di correttezza e probit che dovrebbe essere proprio di un
pubblico funzionario, cerca sempre di favorire.
In particolare, CANNOVA si preoccupava di dare le opportune istruzioni a PROTO per la
trattazione delle pratiche amministrative gestite presso lAssessorato ove lavorava e nelle quali era
personalmente coinvolto. Infatti, PROTO faceva riferimento al fatto che era CANNOVA a
convocare le persone, alludendo con chiarezza alla convocazione della Conferenza dei servizi che
rientrava tra le mansioni di CANNOVA quale funzionario istruttore:
P: PROTO Domenico
C: CANNOVA Gianfranco
P: Gianfranco!
C: Ehil, Mimmuzzo!!
P: Senti, rimandiamo, oggi, beddu!
C: Non ho capito, dimmi.
P: Rimandiamo oggi. Rimandiamo oggi il pranzo.
C: Va' bene, ok.
P: Spostiamolo a domani.
C: Va' bene, come vuoi.
P: Io domani ti porto un po' di documenti, e analizziamo a fondo quella documentazione.
C: L'hai letto il messaggio che ti ho mandato, poi, ieri?
P: Si, si, si, l'ho letto e stamattina l'ho discusso, gli ho detto di preparare la pratica, cos come dico
io e di non mandarla, n di l e n di l, poi sei tu che chiami....
C: Ma infatti, infatti. Minchia, uh... appena facciamo una cosa del genere, nell'arco di cinque minuti
lo saprebbe tutta Catania!
P: Certo. Sei tu che chiami RACITI, chiami Tizio, chiami Caio e li convochi!
C: E infatti! Va' bene....
P: Ok?
C: Ok Mimmuzzo!
Ora, da tale conversazione deve necessariamente essere messo in evidenza quel facciamo
pronunciato da CANNOVA, che manifesta come il medesimo perseguisse pienamente gli stessi
interessi di PROTO, ed ancora la menzione ad una convocazione e a Raciti non lasciano dubbi sul
fatto che largomento attenga allattivit amministrativa afferente le prerogative del funzionario
infedele.
Si ricorda che CANNOVA (cfr. sit di Zuccarello, vedi VOL. III aff. 6) colui che rappresenta
lAmministrazione Regionale nelle conferenze dei servizi, per lappunto convocate, e che
il Raciti si identifica in Salvatore Raciti dirigente dellAssessorato Provinciale allAmbiente di
Catania.
141

Dalla telefonata che segue, non pu non rilevarsi la spregiudicatezza di CANNOVA nellordinare
al segretario di PROTO, Giuseppe Arcidiacono, di prenotargli lalbergo Baia Verde, categoria 5
stelle, di Aci Castello, ove poi soggiorner con la moglie: le spese alberghiere saranno poi
ovviamente sostenute da PROTO.
(VOL. II aff. 188 ss)
Progressivo n: 9407 Data : 28/12/2011 Ora : 19:32:09 Durata : 0:01:51
C: CANNOVA GIANFRANCO
A: ARCIDIACONO GIUSEPPE
A: Pronto?
C: Giuseppe, buonasera, Cannova.
A: Buonasera architetto, come va?
C: Bene, grazie Giuseppe tutto a posto l?
A: Si, si tutto a posto.
C: Gius notizie del principale ne ha?
A: Principale... oggi pomeriggio l'ho visto.
C: Non le ha detto niente?
A: No.
C: Non le ha detto niente. Senta Giuseppe, una cortesia mi deve prenotare... domani, dal tre al sette
con partenza l'otto.
A: Si.
C: va bene? Glielo dica...
A: D'accordo.
C: Che ne abbiamo parlato.
A: Ah?
C: Glielo dica che ne avevo parlato con lui.
A: Quindi tre...
C: Dal tre, tra notte al sette notte con partenza l'otto.
A: Ho capito, ma dove?
C: Al Baia Verde.
A: Va bene.
C: Mi da la conferma poi, Giuseppe?
A: Certo, ora le do la conferma, certo.
C: Va bene, grazie e... Giuseppe per una matrimoniale e una doppia.
A: Una matrimoniale?
C: ... e una doppia.
A: Va bene, ok.
C: Ci sentiamo dopo Giuseppe, grazie.
A: Niente, buonasera.
C: Arrivederci.
Il pagamento delle spese alberghiere a carico di CANNOVA deve seguire una contabilit separata e
nascosta, in quanto il funzionario pubblico non pu apparire nei bilanci della societ. Come si vedr
dal contenuto della telefonata di seguito, erroneamente il suddetto pagamento stava per essere
contabilizzate a carico della societ OIKOS, ma unimpiegata accorta della societ, Grazia
Marletta7, avvedutasi per tempo dellerrore, immediatamente chiamava PROTO per riparare al
problema:
G: CANNOVA Gianfranco (CHIAMANTE)
V: PADUANO Valeria (CHIAMATA)
V: Pronto.
G: Vale..
142

V: Ma sei partito, dove sei?


G: In piscina... non devo collocare tutti e due prima..
V: Ma parti alle cinque?Sei in ritardo.
G: No alle cinque in aereoporto.
V: E a che ora parti?
G: Alle sette meno dieci.
V: Come?
G: Sette meno dieci.
V: Sette meno dieci?
G: Si.
V: Cio arrivi l alle dieci... il tempo che arrivi..Arrivi a Bologna?.. Palermo, Bologna?
G: Si si.
V: E poi a Rimini come ci vai?
G: C' una macchina che mi aspetta.
V: Di chi?
G: Della Ditta.
V: Quale Ditta?
G: Di tua sorella... minchia.. !!!!!!!!!!
V: Quale Ditta ?
G: Sei scema?
V: Che Ditta non lo so.
G: Quella di Mimmo.! [Domenico PROTO]
V: Che ti aspetta, perch lui si portato la ditta appresso, cio la macchina appresso..
G: Si c'ha delle macchine affittate l..
V: E dopodich andate l, e poi c' la cena e tu stasera.. allora tu mi vuoi fare credere che tu non
andrai in questi locali? Insieme a mimmo?
G: Nooo, stasera (inc.)
V: Vabb quelli chiudono alle sei di mattina..
G: Facciamo pure la cena, infatti facciamo pure la cena..
V: E tu mi vuoi fare credere che sei l e tu e Mimmo da solo tu non andrai mai in questi locali?
G: Si da solo, siamo docidi persone.. da solo.c' suo figlio, sua figlia..
V: Suo figlio, sua figlia? E come mai?
G: Perch se li porta, per queste cose di lavoro, se li porta.
V: Se li porta.
G: Per queste cose fuori.. che gli dice che gli servono per imparare il mestiere.
V: Ho capito. Vabb ci devo credere. no io non ci credo. Io glielo chieder..
G: Chiama a Mimmo e glielo chiedi.
V: Gianfranco prima di partire, ora ci sentiamo. Io devo andare ora dal notaio. Va bene.
G: Infatti probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare l.
V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare l...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa
niente... la crisi tu gi pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare.
G: Sarebbe una buona oppurtunit..
V: Per ora fagli prende sto diploma...che ancora all'inizio, ho paura che..
G: Poi a casa, anche quando va a Catania, a due ore di strada..
V: E lo so.. per...
G: Va l a dormire, e poi..
V: Io ho, ho obiettivi molto migliori per lui se se ne andasse in Svizzera sarebbe la cosa..
G: Andare in Svizzera..
V: Si.
G: A fare il cameriere..
V: Vabb, fammi posteggiare..sto andando dal notaio..ora tra un p ci sentiamo..
143

G: Ciao.
Formidabile riscontro di quanto sopra detto rappresentato dall attestazione delle spese fatte dal
Cannova Gianfranco redatta dal Direttore della struttura alberghiera Grand Hotel di Rimini:
Evidenti motivi di segretezza delle indagini hanno impedito di effettuare pi mirati accertamenti,
che dovranno comunque disporsi, quale lindividuazione del televisore e degli accessori, compendio
della corruzione.
La conferma dellintervento del PROTO nellacquisto dellimpianto si ricava, senza nessuna ombra
di dubbio, da un passo del colloquio in auto avvenuto qualche giorno dopo tra CANNOVA e la
moglie Paduano Valeria, la quale, evidentemente a conoscenza della corruttela del marito, esclama:
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera G
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera P
omissis dall inizio a ore 20:21:11
P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha
dati? ..DIECI? Meno male che c lui!!perche con questoQuanto ti costano questi, omissis.
G: Se ne fotte lui dei soldi.
omissis da ore 20:21:35 sino alla fine
La cosa che ha fatto il marito stata lacquisto del televisore, e PROTO ha dato (qualcosa te la esce
per questa cosa che hai fatto?) 10.000 (Quanto? ..Te li ha dati? ..DIECI?), a pieno riscontro di
quanto, nel corso dellambientale con CANNOVA prima riportata, lo stesso PROTO
diceva Eravamo rimasti a chisti ciamma a fare avire autri 10000 euro in pi tu gli devi pagare la
tua tv: quindi il televisore lo ha pagato CANNOVA, limpianto stereo PROTO.
Si segnala la preoccupazione della Paduano per il costo del loro tenore di vita, infatti i due stavano
proprio parlando dei costi da dover affrontare e la donna ringraziava il fatto di poter sempre contare
sullamico catanese Meno male che c lui.
Lindagine ha permesso, inoltre, di dimostrare come la corruzione del pubblico ufficiale abbia
concretamente giovato al privato, permettendogli di assicurare alla sua societ un ingente introito di
denaro.
In particolare, la Squadra Mobile aveva modo di sentire, la prima e lultima settimana di aprile
2012, alcune conversazioni tra PROTO o la sua collaboratrice Puglisi Veronica (responsabile del
piano sorveglianza e controllo della discarica della OIKOS10) e CANNOVA particolarmente
interessanti, relative ad un guasto dellimpianto.
Nella prima settimana si rilevava la necessit di contattare CANNOVA in quanto lARPA,
intervenuta sul posto per un controllo di routine, aveva constatato il fermo impianto e chiedeva che
la societ facesse una comunicazione formale agli organi di controllo, ovvero la Regione lufficio
del CANNOVA -, lARPA e la Provincia di Catania; nellultima settimana si verificava
nuovamente il guasto e al solito CANNOVA interveniva per risolvere i problemi burocratici.
Poich le sole intercettazioni non erano in grado di far comprendere pienamente i fatti e
necessitando, di conseguenza, specifiche cognizioni tecnico-normative sulla materia ambientale, si
ottenuta la disponibilit dei Carabinieri del N.O.E., che, a seguito dellanalisi puntuale delle
intercettazioni e della documentazione acquisita direttamente dalla OIKOS Spa (riguardante sia le
autorizzazioni agli impianti che il flusso dei rifiuti ricevuti/prodotti e/o smaltiti/recuperati dalla
societ), ha relazionato sullintera vicenda, come di seguito viene rappresentato.

144

Lattivit di gestione dei rifiuti da parte della societ OIKOS consiste nella ricezione, per lo
smaltimento definitivo, di ingenti quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati, aventi codice CER12
200301, con una media giornaliera di 700 tonnellate, prodotti dai Comuni della Sicilia orientale ed
ivi conferiti dagli A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale)13 e/o da societ incaricate.
Gli stessi rifiuti, prima del loro smaltimento definitivo in discarica, devono essere sottoposti ad
unoperazione di selezione/trattamento, conformemente al D.lgs. n36/200314.
La societ OIKOS Spa11, con sede in Motta S.Anastasia (CT), gestisce gli impianti, complementari
tra loro:
- di pretrattamento/selezione, denominato (IPPC)
- di discarica per rifiuti non pericolosi entrambi siti in contrada Tirit del Comune di Motta
S.Anastasia.
Unulteriore esigua quantit di altre tipologie di rifiuti (rifiuti proventi dalla pulizia delle strade)
viene invece conferita, sempre dagli A.T.O. e/o societ incaricate, per essere smaltita direttamente
nella stessa discarica, senza alcun obbligo di preventivo trattamento.
Per lo smaltimento di tutti i rifiuti ricevuti, la societ OIKOS applica, nei confronti dei conferitori
(A.T.O. e societ di privati) e a seconda della destinazione dei rifiuti (verso limpianto di
trattamento o direttamente in discarica), due distinte tariffe: quella relativa al trattamento
preventivo, pari a 72,57 a tonnellata, e quella relativa allo smaltimento definitivo in discarica, pari
a 9,25 a tonnellata.
Nel corso del primo sopralluogo del 24 maggio 2012 (VOL. III aff. 592 ss) veniva accertata, in una
porzione darea della discarica, la presenza di rifiuti la cui tipologia non era consentito conferire ai
sensi dellart. 7 d.lgs. 36/03, o meglio:
- alcuni rifiuti che necessitavano in forza della loro tipologia, di essere sottoposti a pretrattamento,
che non avevano, invece, sostenuto;
- altri rifiuti (per esempio traversine in cemento armato, materiale in legno, plastica e ferro, vedi
foto da 21 a 25, VOL. III aff. 600-601) non potevano invece proprio essere smaltiti in quella
discarica, perch per tale tipologia necessario uno specifico pretrattamento con un impianto
particolare, di cui la societ OIKOS non dispone, per il successivo conferimento in discarica per i
rifiuti inerti.
Le deduzioni fondate erano: 1) che non tutti i rifiuti transitassero dallimpianto di trattamento
preliminare; 2) che non si attuassero idonee misure di sorveglianza e verifica dei flussi di rifiuti in
ingresso; 3) che consapevolmente si smaltissero in discarica tipologie di rifiuti non consentite.
Veniva acquisita quindi la documentazione ambientale ed in particolare i registri di carico e scarico
e le bindelle di pesa.
Nella stessa giornata CANNOVA conversava allinterno della propria autovettura con la moglie,
Paduano Valeria, riferendole che la Polizia in mattina era stata nel suo ufficio, acquisendo
documenti inerenti la societ del Proto. La Paduano si mostrava molto preoccupata di un probabile
arresto del PROTO e consigliava il marito di limitare i loro soggiorni presso lHotel Baja Verde,
temendo che possibili intercettazioni potevano svelare che tali soggiorni fossero sempre interamente
spesati dal PROTO (come poi effettivamente gi stato accertato); la Paduano rimproverava,
infatti, il CANNOVA di essere sin troppo leggero, raccomandandogli maggiore cautela:
(VOL. II aff. 25 ss)
145

numero progressivo n2674, nel brogliaccio di ascolto delle relative operazioni tecniche, registrata
alle ore 16.00 del 29/05/2012, durata 60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera G
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera P
omissis dall inizio a ore 16.55.59
P: Io mi spavento.. io ti ho sempre detto stai attento con Mimmo (ndr Proto Domenico) perch io
sono sicura che lui ha troppe attivit, troppe cose, io..eee.. quando una prende soldi facili, prima o
poi le paghi
G: Ma che vuoi dire?
P: A me dispiace per lui ma prescindere perch con noi si sempre comportato bene.
G: Che vuoi dire non ho capito..
P: Che mi spaventa larresto..
G: Spaventati!
P: Che hai i cazzi pure tu, cominciano a fare.. ci sono intercettazioni che andiamo al Baia Verde,
andiamo qua.. andiamo l.. anche ste cose, io proprio oggi pensavo mi sarebbe piaciuto andare a
Taormina, ora anche ora, a Capo Taormina, per ci dobbiamo un po limitare, tu sei troppo leggero
nelle tue cose.
G: Limitati, ci vado solo!
P: Dove?
G: A Capo Taormina.
omissis da ore 16:56:50 sino alla fine
CANNOVA, nella conversazione immediatamente successiva, spiegava alla moglie
lescamotage utilizzato dal PROTO per i pagamenti delle spese da loro sostenuti presso i vari Hotel.
Secondo lui, per mascherare siffatti pagamenti presso le strutture alberghiere, PROTO userebbe la
carta di credito di una sua impiegata, Grazia Marletta, ma si sbaglia, come gi accertato prima: i
pagamenti alle strutture ricettive o per i viaggi del CANNOVA sono sempre stati eseguiti tramite
bonifico bancario dalla Oikos S.p.a. o direttamente con carta di credito del PROTO:
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera G
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera P
omissis dall inizio a ore 23.02.23
P: Ma il mio problema coi costumi sai qual , che ne ho due milioni per andare quando a mare.
G: Vuoi andare da Giglio?
P: Si. Li uso solo quando vado Baia Verde, quando vado a Taormina, questanno ce lo facciamo
almeno un fine settimana a Taormina, allAtlantis al coso, chi vuole venire viene. Non me ne fotte
niente. A spese di Mimmo [!!!!!!!!!!!!!!!!]. Con te parlo.
G: Vale anche se le cose diventano sempre pi difficili, perch dice che ora ti controllano pure..
P: .. Cosa?
G: Le vacanze. Dove le fai.
P: Va b un, ma noi ce li abbiamo le nostre entrate siamo sempre l, che fa non le abbiamo io ho
tutto dichiarato, tu magari ma tu hai a me, hai la villa che gi dichiarata, abbiamo la nostra
professione..
G: Valeria intanto ti controllano e poi ti giustifichi..
P: Ma infatti io, se vuoi risparmiare qualcosa, ma tu infatti, Mimmo che se paga non deve dire,
figurare perche senn tinchiummano! [!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Mimmo non paga mai.. con carte Oikos o cose varie..
P: .. e con le sue personali non peggio? [!!!!!!!!!!!!!!!!]
G: Gliela d , gliela d a quella come si chiama..
146

P: Con quella sua personale non peggio?


G: No ma quale personale.. gliela d a quella, la sua impiegata quella..
P: Si ma la sua impiegata..
G: Come si chiama Nancy..
P: .. Non lo so chi ..
G: Quella di l.. lhai vista..
P: Si ma, cio gli d la carta di credito dellimpiegata?
G: Gli fa pagare con la sua carta di credito e poi Mimmo gli restituisce i soldi.
P: Si ma non ha senso, un impiegata come se lo permette di pagare una vacanza do 6000 euro per
una settimana? Perch tanto noi consumiamo.. [!!!!!!!!!!!!!!!! Seimila euro a settimana]
G: Lo pu fare.
P: Un impiegata lo pu fare? Perch quanto guadagna?
G: Lo pu fare nel senso che la Ditta che le offre il premio del soggiorno.
P: Mi sembra una stronzata. E se questa un giorno se la canta come quella di Bossi? Lui non deve
dare..lui non deve dare..
G: Questa.. ma stai scherzando..
P: Ma chi quella incinta, che era incinta.. ?
G: No quella grossa Nancy, Grace, Grace.. ecco!
P: Ma io questa non lho mai conosciuta?
G: Si lhai conosciuta..
P: Va b ma anche quando, tu, scusami, tu non puoi far figurare che gli hai fatto lavori.. che tu..
cio per forza deve essere come..
G: La Finanza comincia a controllare pure le vacanze dove si fanno, un cinque stelle..
P: E le scuole. E le scuole..
omissis da ore 23:04:54 sino alla fine
A proseguire, nella medesima conversazione, innocentemente la Paduano affermava che il marito
era completamente stipendiato dal PROTO e aveva paura che il loro alto tenore di vita, a seguito di
un possibile arresto del PROTO, potesse subirne gravi conseguenze.
Singolare che la donna non si pone alcun problema relativamente alla condotta del marito e alle
possibili conseguenze penali.
Anche CANNOVA ammetteva alla moglie di essere assolutamente dipendente, dal punto di vista
economico, dal PROTO; poi, per tranquillizzarla, sosteneva che qualora fosse venuto a mancare
lapporto economico fornito dal PROTO, avrebbero alienato unit immobiliari della moglie.
Si intuisce che i due hanno un forte bisogno di denaro poich stanno progettando lacquisto di una
casa il cui valore economico supera il milione di euro.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera G
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera P
omissis dall inizio a ore 17.08.54
P: Chi che ti ha chiamato, Gianfranco?
G: Lingegnere Zuccarello..
P: E che ti ha detto?
G: Che c la Procura ancora l..
P: E ti ha detto di andarci?
G: Si. Dice ma le avevo detto di venire dopo avere preso i ragazzi da scuola..
P: Ma questo ancora non se ne andato?
G: Ma veramente no..
P: Ma che sei ai suoi ordini? Ma questo ancora non se n andato?
G: E il responsabile sono io.. anzi..
P: Io vorrei capire una cosa, allora noi dove stiamo andando adesso?
147

G: In Agenzia..
P: Si dov? Dov?
G: Via Autonomia Siciliana..
P: Qui.. a due passi..bene allora io dico questo, a maggiore ragione che c pure questa cosa di
Mimmo, come facciamo fronte ad una spesa del genere?
G: Qual il nesso fra Mimmo e questa..
P: Che Mimmo ti dava soldi!! E con questo ti aiutava a pagare..
G: E perch non me li d pi?
P: Gianfranco se Mimmo cha un indagine, una cosa, lo arrestano..
G: Ma che arrestano!!! Ma che dici!!
P: Ma tu sei sicuro che Mimmo pulito?
G: Per Favore.
P: Ma tu sei sicuro che Mimmo pulito?
G: Sar sicuramente uno strascico di quello che successo certo che pulito perch cho le
indagini.. le cose antimafia a casa, le le in ufficio le informazioni antimafia.
P: Va b quanti ce ne sono che channo le informazioni antimafia e tutto insieme leggi nel giornale
che lhanno arrestato?
G: Noi abbiamo informazioni atipiche se ci sono procedimenti in corso noi lo sapp.. siamo i primi a
saperlo.
P: Io ti dico sempre Gianfranco, di essere prudente, un campo brutto, non solo bisogna..
G: E po ti sto dicendo che sto lavorando per essere indipendente da Mimmo.
P: Si ma stai lavorando perch tu sei dipendente da Mimmo, scusa?
G: Per ora si!
P: Perch?
G: Per se Mimmo si ferma, minchia,
P: Attento
G: Tutti i fondi vengono messi in crisi.
P: Si ma comunque Mimmo o non Mimmo il discorso uno, stai lavorando o non stai lavorando
non sono cose che arrivano da un momento allaltro.
G: Ma anche anche quando, ammesso e non concesso noi, ti ho detto, abbiamo i rimedi di come
fare.
P: E quali sono?
G: Via Ausonia e Mondello.
P: No. Cio che ci andiamo a vendere quattro case?
G: Possiamo valutare tutto.
P: incomp dopo che io ho faticato per avere quello che ho non solo mi devo vendere via
Cadorna e e via casa. Via Monti Iblei, mi vendo pure Mondello.
G: Ma prendiamo
P: Ma stiamo scherzando?
G: Ma se siamo in crisi ti tieni tutte cose e rimaniamo in crisi?
P: Cera scritto LI VORSI?
G: Vendiamo Mondello
P: Lhai letto LI VORSI?
G: Si.
P: Ma Mondello ti sembra cos facile vendere ora?
G: Lanno scorso
P: Perch una vuole vendere piglia e vende?
G: Questa tipologia di casa si.
P: Va bene.
G: Lanno scorso hanno avuto una perdita di 4 milioni di euro LI VORSI.
P: Lo so.
G: Hanno deciso, ci mangiamo i soldi che abbiamo.
148

Linteresse poi per lacquisto di una casa emerge anche dalla trascrizione della conversazione
ambientale, tra CANNOVA e la moglie, che segue, ove la Paduano chiedeva al CANNOVA se
avesse altri 50.000 euro da dare in nero al costruttore: denaro che la moglie suggeriva, in caso di
verifica fiscale, di far emergere dallaffitto della villa di Mondello, in quel momento locata al
giocatore di calcio del Palermo, Barreto Edgar:
(VOL. II aff. 23 ss)
numero progressivo n2611, nel brogliaccio di ascolto delle relative operazioni tecniche, registrata
alle ore 01.00 del 27/05/2012, durata 60 minuti.
CANNOVA GIANFRANCO successivamente indicato con la lettera G
PADUANO VALERIA successivamente indicato con la lettera P
omissis dall inizio a ore 01.40.54
P: Tu devi farti un conto corrente, dove metti i soldi del.. un conto corrente una cosa a parte, dove
metti i soldi della villa un domani ti troveraidi Barreto, un domani ti troverai un gruzzolo e
tocchi gli altri, le altre cose, non puoi mettere fondo sempre a questi 3 mila euro.. perch tu ci devi
pagare il mutuo e laltra met te li metti da parte, mi senti quello quando parlo? Eh che ho detto?
G: Che parte del mutuo poi rivediamo la questione
P: Perch ancora non partito il mutuo della villa?
G: Abbiamo fatto mutuo per la villa?
P: A maggior ragione mettendoteli da parte
G: Per fare il mutuo devi fare latto..
P: Ma gi in un anno non hai 50.000 euro in pi da dargli a questo? Eh.. ce li hai? Te li sei messi da
parte?
G: Certo, li sto mettendo
P: sicuro? E quando glieli dai?
G: A questo chi?
P: A questo del costruttore.. a questo che gli devi pagare la casa.. che gli hai dati soldi in nero.. non
glieli puoi dare altri 50? Che sono quelli di Barreto che ti ha dato in un anno, una anno ormai..
G: No Vale
P: Ma perch.
G: Perch la casa dobbiamo dichiararla per forza 300.. perch al di sotto, non diventa pi credibile.
P: Quindi in nero non gli puoi dare pi niente?
G: Non diventa pi credibile.
I suddetti elementi di prova forniscono, per lattendibilit delle dichiarazioni, definitivo riscontro
alla piena integrazione del reato contestato e prova dellallarmante danno sociale provocato dal
patto scellerato tra CANNOVA e PROTO
In occasione dellinvito fatto alling. Zuccarello Natale dalla Polizia per il giorno 01 giugno 2012,
al fine di essere sentito a sit, questi, prontamente chiamava CANNOVA per chiedere informazioni.
Emerge che lo Zuccarello, sovraordinato rispetto al CANNOVA, non ha assolutamente alcuna idea
sulla situazione della discarica di C/a Tirit dellOIKOS, e che CANNOVA ha buon gioco nel
confondergli le idee.
G: Cannova Gianfranco
V: Paduano Valeria
Omississ dalle ore 20:34:20 alle ore 20:35:35
Poi:
V: Con Paolo ora parliamo....
G: Salutalo a Mimmo ora se ne va...
V: Come?
G: Salutalo..salutalo...
V: C Mimmo? a casa?
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G: Si!
V: Ah! Tu eri a casa con Mimmo?
G: Si!
V: Eh...perch non ci mangiamo una cosa fuori?
G: Perch c' un altro appuntamento e quindi non sa a che ora si
sbriga.
V: Lui, ha un altro appuntamento. Ho capito. Senti una cosa. Digli che aspetta che sto
arrivando......Ehi! lo voglio salutare. Mi senti Gianfranco?
G: Si!...mi stava dicendo che potrebbe pure rimanere...
V: Potrebbe pure rimanere?
G: Uhm!
V: Se lui rimane possiamo andarci a prendere un boccone. ma una cosa cos niente di informale.
G: No anche perch non pu fare tardi.
V: A loro gli prendiamo due cose al Mc Donald e noi ci andiamo a
mangiare una cosa fuori
G: Va bene!
V: Ma anche un'insalata.....ah?
G: Va bene!....va bene ora mi organizzo in questo modo. dai!
Omississ dalle ore 20:36:41 alle ore 20:38:24
a cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2015/01/angenti-e-rifiuti-il-processo-la.html

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