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No l15312012 R.G.
Biagio
INSACCO
Presidente
2. Dott.
Roberto
MURGIA
Consigliere
3. Dott.
Roberto
BINENTI
Consigliere
con
l'intervento
del
Sostituto Procuratore
Generale Dott.
No l149812007 .N.R.
Proc. Rep. Palermo D.D.A.
1 Art.
Mod.31ASG
SENTENZA
nei confronti di:
..
--v
tiii , -
Foro di Palermo
Foro di Palermo
I Irrevocabile il
Foro di Palermo
Foro di Palermo
3) GALLINA Angelo, nato a Carini il 20.03.1943 ivi elett. dom. Via Nazionale n. 366
(det. dal 25101I2007 scarcerato con obblighi il l3104112)
PRESENTE
DIFENSORI: Avv. Gioacchino Sbacchi
Avv. Giuseppe Giambanco
Foro di Palermo
Foro di Palermo (con studio in Carini)
Foro di Roma
PARTI CIVILI
1) "F.A.I. Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane" in
persona del legale rappr. pro-tempore con sede in Napoli Corso Umberto I n.2, dom.to
presso l'Avv. Salvatore Caradonna
Rappr. e difeso dall' Avv. Salvatore Caradonna del Foro di Palermo
PRESENTE
APPELLANTI
I1 Pubblico Ministero nei confronti di GALLINA Angelo, le Parti Civili: Associazione
Comitato Addio Pizzo e F.A.I. Antiracket nei confronti di GALLINA, BIONDO e DI
NAPOLI nonch tutti gli imputati, avverso la sentenza emessa dal G.U.P. Tribunale di
Palermo del 07/08/2008, con la quale dichiarava: BIONDO Carmelo, DI NAPOLI
Pietro, PULIZZI Gaspare colpevoli di tutti i delitti loro rispettivamente contestati e
GALLINA Angelo colpevole del delitto di associazione di stampo mafioso a lui
contestato al capo l ) , ed esclusa per PULIZZI Gaspare la fattispecie di cui al I1 co.
dell'art. 416 bis cod. pen. e concessa allo stesso l'attenuante di cui all'art. 8 della
legge 203191, valutata equivalente alle aggravanti allo stesso ascritte e unificati per
continuazione i reati allo stesso ascritti. tenuto conto della diminuente per il rito,
condannava:
- BIONDO Canne10 alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione ed Euro 1.400,OO di
multa;
- GALLINA Angelo alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione;
- PULIZZI Gaspare alla pena di anni cinque e mesi due di reclusione;
- DI NAPOLI Pietro alla pena di anni quattro di reclusione ed Euro 800,OO di multa.
Condannava tutti i predetti in solido (anche con il coimputato appellante Cuccia Giorgio,
separatamente giudicato con il proc. n. 3518/09 R. G. C.App., e con i coimputati
appellanti di cui al proc. pen. n. 2.533109 R. G.C.App.: Covello Giulio, D'Alessandro
Francesco, Prano Salvatore, Spuracio Francesco, Gelsomino Giuseppe, Privitera
Suverio e Sapienza Gioacchino non ricorrenti e con i coimputati Bruno Giuseppe, Bruno
Andrea Cardinale Michele, Collesano Rosario, Di Blasi Francesco. Gottuso Salvatore,
Lo Duca Giuseppe, Passalacqua Giuseppe. Peu'ulino Davide, Pipitone Angelo Antonino e
Pipitone Antonino (CI.69) Vitale Fortunato ricorrenti, per i quali non vi stato rinvio da
parte della Corte di Cassazione) al pagamento delle spese processuali, e ciascuno a
quelle di mantenimento in carcere durante la custodia cautelare.
Dichiarava: BIONDO Carmelo, GALLINA Angelo e PULIZZI Gaspare interdetti: in
perpetuo dai PP.UU. e in stato di interdizione legale durante la pena, DI NAPOLI Pietro
interdetto dai PP.UU. per anni cinque.
Applicava la misura della libert vigilata per anno uno per GALLINA Angelo e PULIZZI
Gaspare.
Assolveva perch i fatti non sussistono GALLINA Angelo per il reato di cui al capo: 16);
Condannava DI NAPOLI, GALLINA e PULIZZI in solido (anche con i coimputati di cui
al proc. pen. 2533/09) al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita
Comune di Carini, per la cui liquidazione vengono rimesse le parti davanti alla sede
civile competente.
Condannava i predetti imputati in solido al pagamento delle spese processuali in favore
della predetta parte civile, liquidate in complessivi Euro 5.625,00 (di cui Euro 5.000,00
per onorari ed Euro 625.00 per spese forfetarie) oltre IVA e CPA.
Condannava, altres, BIONDO Carmelo. DI NAPOLI Pietro, GALLINA Angelo e
PULIZZI Gaspare in solido (anche con i coimputati di cui alproc. pen. n. 2533109 R.G.
C.App.) al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili Associazione
Comitato Addio Pizzo, Associazione F.A.I., Associazione Antiracket S.O.S. Impresa
Palermo, Confindustria Palermo, Confcommercio Palermo, e Provincia Regionale di
Palermo, per la cui liquidazione vengono rimesse le parti davanti alla sede civile
competente.
Condannava i predetti imputati in solido (anche con i coimputati di cui al proc. pen. n.
2533109 R.G.C.App.) al pagamento delle spese processuali in favore di ciascuna delle
predette parti civili liquidate in complessivi Euro 5.625,00 a ciascuno (di cui Euro
5.000.00 per onorari ed Euro 625.00 per spese forfetarie) oltre IVA e CPA.
Ordinava la confisca:
- dell'immobile di viale della Regione Siciliana specificato al punto 1 del provvedimento
del GIP presso il Tribunale di Palermo del 23/01/2007, intestato a Biondo Maria, e delle
costruzioni ivi esistenti;
- dei beni aziendali dell'esercizio commerciale di via Caduti del Lavoro intestato a
Pedalino Davide, esclusi quelli di propriet di terzi;
- del complesso dei beni aziendali riferibili alla ditta ROMA ELECTRO SERVICE di
Cardinale Michele, con sede a Carini;
- del saldo attivo del c/c 168838 pressi la filiale di Carini della Banca Popolare di Lodi da
VITALE Fortunato;
- del complesso dei beni aziendali riferibili alla ditta individuale di SPARACIO
Francesco (punto 32 del provvedimento del 23/01/2007) e quota rappresentativa del 50%
del capitale sociale della fratelli SPARACIO (decreto del 13/09/2007);
Ordinato il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto:
- dei saldi attivi dei rapporti di c/c intestati a CUCCIA Giorgio. Sapienza Gioacchino,
PEDALINO Davide, PRIVITERA Saverio, CATALDO Giovanni, SPARACIO
Francesco detto Gianfranco, ed a loro familiari conviventi, a CARDINALE Michele e
VITALE Fortunato. con esclusione di quelli intrattenuti presso la filiale di Carini della
Banca Popolare di Lodi;
- complesso dei beni aziendali e capitale sociale riferibili alla ditta AUTOVINO Fabio ed
alla societ il Giardino della Frutta di Gelsomino & C. s.a.s.; alla ditta individuale
PEDALINO Davide, ed alla Trattoria 4 FARI snc (punti 33 e 34 del decreto del
23/01/2007), con esclusione dei beni aziendali dell'esercizio di via Caduti del Lavoro di
cui ai capi 23 e 24;
- intero capitale sociale e beni aziendali descritti ai punti 3, 4, 5, 6, 25, 26, e 27, del
decreto del 23 gennaio 2007 e riferibili a SAPIENZA Gioacchino;
- intero capitale sociale e beni aziendali della societ P.C.N. s.r.1.
con sede in Carini riferibili a PRIVITERA Saverio (punto 23 del decreto del 23 gennaio
2007).
Fissava in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione e sospendeva durante la
pendenza di tale periodo i termini di durata massima della custodia cautelare, attesa la
gravit dei fatti contestati e la particolare complessit ed avuto riguardo al numero
elevato degli imputati.
La Corte di Appello di Palermo sezione Prima con sentenza del 15/07/2010, su
appello proposto dai difensori degli imputati, dal Pubblico Ministero per GALLINA
Angelo e dalle parti civili Associazione Comitato Addio Pizzo e F.A.I. Antiracket per
GALLINA, BIONDO e DI NAPOLI, in parziale riforma della sentenza di primo grado,
dichiarava unificato per continuazione il reato ascritto a BIONDO Carmelo con quelli per
i quali riport condanna con sentenza della Corte di Appello di Palermo de11'11/10/2003,
irrevocabile 1101/07/2004,e ritenuto pi grave il delitto di estorsione aggravata giudicato
4
con detta sentenza. elevava la pena gi inflitta di anni tre di reclusione ed Euro 600,OO di
multa, rideterminava la pena complessiva in anni dodici, mesi quattro di reclusione ed
Euro 1.800,00 di multa.
Liquidava, in via equitativa, in Euro 50.000,OO in favore di ciascuna delle costituite parti
civili Associazione comitato Addio Pizzo ed Associazione F.A.I. Federazione Antiracket,
i danni morali dalle predette parti civili patiti e condannava BIONDO Carmelo, DI
NAPOLI Pietro e GALLINA Angelo in solido ( anche con i coiinputati di cui al proc.
pen. 2533/09 R. G.C.App.) al relativo risarcimento.
Confermava nel resto l'appellata sentenza.
Condannava GALLINA Angelo, DI NAPOLI Pietro, PULIZZI Gaspare al pagamento
delle ulteriori spese processuali.
Condannava DI NAPOLI Pietro, GALLINA Angelo e PULIZZI Gaspare in solido (anche
con i coimputati di cui al proc. pen. 2533/09 R.G.C.App.) alla rifusione delle ulteriori
spese processuali in favore della parte civile costituita Comune di Carini, liquidata in
complessivi Euro 4.625,00 (di cui Euro 4.000,OO per onorari ed Euro 625,OO per spese
forfettarie), oltre IVA e CPA.
Condannava BIONDO Carmelo, DI NAPOLI Pietro e GALLINA Angelo in solido
(anche con i coimj7utati di cui ul proc. pen. 2533/09 R.G.C.App.) alla rifusione delle
ulteriori spese processuali in favore della parte civile costituita Associazione Comitato
Addio Pizzo, Associazione F.A.I. Federazione Antiracket, Associazione Antiracket
S.O.S. Impresa Palermo, Confindustria Palermo, Confcommercio Palermo e Provincia
Regionale di Palermo liquidata in complessivi Euro 4.625,00 per ciascuna delle suddette
parti (di cui Euro 4.000,OO per onorari ed Euro 625,OO per spese forfettarie), oltre IVA e
CPA.
Condannava PULIZZI Gaspare in solido con i predetti imputati, (anche con i coimputati
di cui al proc. pen. 2533/09 R. G.C.App.) alla refusione delle ulteriori spese processuali
limitatamente alle parti civili costituite Associazione Antiracket S.O.S. Impresa Palermo,
Confindustria Palermo, Confcommercio Palermo e Provincia Regionale di Palermo.
liquidata in complessivi Euro 4.625,00 per ciascuna delle suddette parti (di cui Euro
4.000,OO per onorari ed Euro 625,OO per spese forfettarie), oltre IVA e CPA.
Fissava in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione della sentenza, e
sospendeva, come da separata ordinanza, i termini di custodia cautelare durante il tempo
necessario alla redazione della motivazione per GALLINA, DI NAPOLI e PULIZZI.
La Corte Suprema di Cassazione con sentenza del 25/01/2012, su ricorso proposto dai
difensori degli imputati, annullava l'impugnata sentenza nei confronti di BIONDO
Carmelo, DI NAPOLI Pietro, GALLINA Angelo e PULIZZI Gaspare, per quest'ultimo
limitatamente alla misura della pena, rinviando ad altra sezione della Corte di Appello di
Palermo per il nuovo giudizio.
CAPI DI IMPUTAZIONE
PULIZZI Gaspare, GALLINA Angelo e ( Conigliaro Angelo (CI.83)'. Pipitone Angelo
Antonino, Pipitone Antonino (cl. 69) Passalacqua Giuseppe, Lo Duca Giuseppe, Covello
Giulio, Sparacio Francesco, Prano Salvatore, separatamente giudicati) e in concorso con
Angelo Conigliaro - CI.35 - per il quale si procede separatamente:
1) per il delitto partecipazione mafiosa aggravato (art. 416 bis bis, aggravato dai commi
IV e VI cod. pen., per avere fatto parte dell'associazione mafiosa denominata Cosa
Nostra, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento. ed omert che ne deriva, per commettere reati contro
la vita, l'incolumit individuale, contro la libert personale e contro il patrimonio, tra i
quali quelli di cui ai capi che seguono, noncheper acquisire il controllo di attivit
economiche e appalti pubblici, e comunque per realizzare profitti o vantaggi ingiusti;
in particolare:
PULIZZI e (Pipitone Antonino (cl. 69) separatamente giudicato) come da
contestazione articolata all'ud. dell' 8 maggio 2008):
per aver svolto il ruolo di co-reggenti della famiglia mafiosa di Carini (art. 416 bis
conima I1 cod. pen.), a partire dalla loro rituale afiiliazione, occupandosi in
particolare, il primo, dei rapporti con gli esponenti mafiosi latitanti LO PICCOLO
Salvatore e LO PICCOLO Sandro, con i quali trascorrer tutta la durata della sua
latitanza, ed il secondo, della gestione delle attivit estorsive (sino alla data odierna);
con l'aggravante di cui all'art. 416 bis comma IV cod. peno trattandosi di associazione
armata; con l'aggravante di cui all'art. 416 bis comma IV cod. pen. trattandosi di
attivit economiche finanziate, in tutto o in parte, con il prezzo, il prodotto, il profitto
di delitti.
Esclusa per PULIZZI Gaspare la fattispecie di cui al II co. Dell'art. 416 bis C.P.;
[COSI' O UALIFICA TO)
In Palermo (Carini) sino alla data del 25.1.2007 ;
2) Omissis
PULIZZI Gaspare, e (Lo Duca Giuseppe, Covello Giulio separatamente giudicati (in
concorso con Di Maggio Antonino, per cui si procede separatamente)
a rivolgersi ad altri associati mafiosi della famiglia di Carini per quantificare il prezzo
dell' estorsione ai suoi danni, e ci al fine di procurare un ingiusto profitto a se stessi
ed all'organizzazione denominata Cosa Nostra.
A Carini nel mese di luglio 2003
6) per il delitto di detenzione e porto d'armi aggravati in concorso (p. e p. dagli artt. 110
cod. pen., 2 , 4 e 7 legge 8965167 e succo mod., 61 n. 2 cod. peno e 7 legge 203191) per
avere. in concorso tra loro, ed al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente
e di agevolare l'attivit dell'associazione a delinquere di stampo mafioso denominata
Cosa Nostra, illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni da sparo
e le munizioni a queste relative.
A Carini nel mese di luglio 2003
7) per il delitto di danneggiamento aggravato in concorso (p. e p. dagli artt. 110,635 cod.
pen. e art.7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152 conv. nella legge 12 luglio 1991 n. 203) per
avere in concorso tra loro, effettuato il danneggiamento, mediante esplosione di tre
colpi di arma da fuoco, di un cassonetto per la raccolta di rifiuti solidi urbani di
propriet del comune di Carini, al fine di verificare il corretto funzionamento
dell'arma nella disponibilit dell'associazione per delinquere di stampo mafioso di cui
ai capi precedenti.
A Carini nel mese di luglio 2003
8) Omissis
9) Omissis
10) Omissis
11) Omissis
11) Omissis
13) Omissis
DI NAPOLI Pietro, in concorso con Conigliaro Angelo cl. 35, Lo Piccolo Salvatore, Di
Maggio Antonino, Pipitone Vincenzo, Pipitone G. Battista e Vallelunga Vincenzo, per i
quali si procede separatamente:
14) per il delitto di tentata estorsione aggravata e continuata in concorso (p. e p. dagli artt.
110, 56, 629 comma I1 cod. pen. in relazione all'art. 628 comma I1 n. 3, C.P. e art. 7
D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella legge 12 luglio 1991, n. 203) per avere, in
concorso fra loro, posto in essere atti idonei, consistiti nel manifestare la propria
appartenenza all'organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra, e nella
utilizzazione della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo relativo
alla predetta organizzazione, diretti in modo non equivoco a costringere
l'imprenditore BILLECI Giovanni, in qualit di amministratore unico della
FALCONARA S.r.l., a consegnare loro quantomeno 500 milioni di lire, al fine di
procurare a s stessi ed all'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra un ingiusto
profitto, e ci in relazione alla realizzazione di un complesso residenziale da sorgere
nella c.da Piraineto, localit Marina Longa di Carini.
A Carini nel mese di settembre 2003;
15) Omissis
GALLINA Angelo, in concorso con Altadonna Lorenzo, Conigliaro Angelo (CI. 35),
Pipitone Vincenzo, Vallelunga Vincenzo, Pipitone G. Battista e Palazzo10 Vito Roberto
per i quali si procede separatamente.
- Avv.
i reati
allo
stesso ascritti,
2)
3)
4)
ciascuno
il
pizzo
dall'imprenditore
commerciale
summenzionato
osservavano
che
l'individuazione
dell'imputato
come
il
"Carmila~zu'~,
che aveva fornito u n contributo essenziale al recapito
finale dei pagamenti alla famiglia mafiosa di San Lorenzo, discendeva da
molteplici elementi.
In primo luogo l'imputato risultava essere stato gi condannato, con
sentenza definitiva, per il delitto di cui all'art. 416 bis C.P., come
soggetto appartenente alla famiglia di San Lorenzo, addetto proprio al
settore delle estorsioni, risultando essere stato indicato con il
soprannome summenzionato anche in altre intercettazioni, effettuate ed
acquisite in altro procedimento.
In secondo luogo, nel corso di una conversazione intercettata fra il
Gottuso ed il Maltese il primo, nel medesimo contesto discorsivo
riguardante la rievocazione delle modalit di smistamento del pizzo
versato dal Caruso chiedeva al secondo "quando stato arrestato
penitenziari
effettivamente
avesse
dell'imputato
subito,
emergeva
partire
dal
che
luglio
lo
stesso
1998, vari
pur
non
riconoscendo
in
foto
l'imputato,
ne
aveva
l'intervento
del
predetto
anziano
uomo
d'onore,
- i Gallina
ed i Pipitone, ed aveva
nonostante
lo
stesso
giudicante
fosse
giunto
alla
complessa
operazione
di
speculazione
immobiliare
ed
dubbio se il Gallina fosse stato uno dei soggetti che aveva messo a
disposizione di Altadonna denaro di illecita provenienza per prowedere
all'investimento d e quo oppure, tenuto conto anche delle dichiarazioni
del Pulizzi che aveva descritto il Gallina come mezzadro sui terreni
inglobati nel progetto Altadonna, dovesse ritenersi che le cifre indicate
nei colloqui intercettati corrispondevano al valore di diritti reali vantati
dall'odierno appellante, sin da epoca antecedente al varo dell'operazione
speculativa, sui terreni poi ricompresi dal progetto. Anche accedendo a
tale ultima ipotesi non poteva peraltro dubitarsi, secondo il giudice di
prime cure, che, essendo stato in grado il Gallina di difendere
energicamente interessi e prerogative individuali nell'ambito di u n a
vicenda speculativa di primaria importanza per il sodalizio carinese, lo
stesso era stato chiamato ad agire nello stesso contesto, ed a trattare,
da pari a pari, con altri uomini d'onore di Carini, sulla base di regole
comuni,
nel
rispetto
di
principi
gerarchici,
fruendo
di
una
in
seno
alla
consorteria,
evidentemente
non
piu
processo:
di accusatore,
anni 5 e mesi
sentenza del
25 gennaio
2012,
la
Corte di Cassazione,
della
medesima
appariva
contraddetta
dal
mancato
il
collaborante, oltre
non
riconoscere
fotograficamente
che il
reggente del
da Di Napoli Pietro,
commerciale
ubicato
nella
sua
zona
di
competenza,
della
Noce,
immediatamente
dopo
chiedendo
al
suo
questione
potesse
identificarsi
in
Militano
Carmelo, apparendo
peraltro
realt
attribuirsi
l'arresto
del
fanno
residuare
forti
elementi
di
sospetto
carico
dell'imputato, deve per convenirsi che gli stessi non possano assurgere
a prova certa della penale responsabilit dello stesso.
non
costituiscono
elementi
di
per
sintomatici
essendosi
il
giudice
di
prime
cure,
come
quello
chiarito
se
l'intervento
conciliativo
sia
stato
sollecitato
dal
giudice
di
merito
individuati
specifici
elementi
Osserva la Corte come alla stregua dei parametri valutativi stabiliti dalla
Suprema Corte, che questo giudice del rinvio ritiene
peraltro
abbiano
E' noto del resto come la condotta dell'agente per integrare gli elementi
costitutivi
un
della
avrebbe
tenuto
in
alcuna
annoverato l'imputato fra i vecchi rivali dei suoi congiunti, ed aveva poi
richiesto addirittura l'intervento del reggente Enzo Pipitone, evidenzia che
Angelo Gallina doveva avere un suo personale spessore in quel territorio:
e ci al punto da essere in grado di sostenere il confronto con i figli di
del
Conigliaro,
la
prova
di
una
appartenenza
allo
lungi
dall'asseverare,
sia
pure
in
modo
indiziario,
la
quel
preciso
momento
storico,
non
esistesse
una
vera
Corte che con la nota sentenza n. 10713 del 2010 stato fissato il
principio
che
l'attenuante
ad
effetto
speciale
della
cosiddetta
*
Osserva la Corte che il principio di diritto fissato dalla nota sentenza
S.U. n. 10713 del 25 febbraio 2010 richiamata nella sentenza di rinvio e
di
legittimit come
un
importo
poi
non
corrisposto
per
soprawenuti
abbia chiesto ausilio all'ipotizzato concorrente nel reato, o che gli abbia
dato u n mandato di cui il mandatario abbia abusato, o almeno ne sia
stato dissuaso dal sottrarsi alla minaccia" (cfr. S.U. Sormani, 22.1 1.O0 e
Cass. 30080/2009). Nel caso di specie i giudici di merito non avevano
offerto prova evidente in u n senso o nell'altro. Difatti il giudizio di
responsabilit era stato fondato per u n verso sulle affermazioni dello
stesso Di Napoli, che in una conversazione registrata si era offerto come
garante del Billeci, in una posizione probatoriamente neutra, in quanto
compatibile con entrambe le posizioni o di vessatore o di amico
dell'imprenditore, mentre in altra animata discussione avuta con altro
esponente mafioso aveva ribadito che il Billeci doveva pagare, non
comprendendosi peraltro se si sia trattato di impegno o di espediente
dialettico. Entrambe le conversazioni lasciavano aperto il tema della
effettiva consapevolezza o meno del Billeci e quindi dell'apporto
cosciente e volontario del Di Napoli. Sul punto la motivazione della
sentenza impugnata, pur descrivendo analiticamente il contenuto delle
prefate conversazioni, non si era soffermata sulla evidenziata amicizia
fra la vittima
ed il presunto
estorsore, pure
risultante
dalla
difensivi
di
natura
processuale
(inutilizzabilit
delle
chiesto ausilio all'ipotizzato concorrente nel reato, o che gli abbia dato u n
mandato di cui il mandatario abbia abusato, o almeno ne sia stato
dissuaso dal sottrarsi alla minaccia" ed in ogni caso se l'imputato abbia
agito, come amico della vittima ed in aiuto della stessa, oppure per
tornaconto personale.
Orbene, ritiene la Corte che quel che nella sentenza annullata non
stato messo sufficientemente a fuoco probabilmente la natura del
rapporto fra il Di Napoli ed il Billeci, che non affatto amicale, ed il
contesto in cui si e svolta la vicenda in esame.
Al riguardo v a premesso come le risultanze del presente procedimento,
fondato prevalentemente s u una serie di intercettazioni ambientali
eseguite nell'ambito di diversi procedimenti, abbiano ancora u n a volta
fornito uno "spaccato" dawero desolante di una significativa parte
dell'imprenditoria
della tangente da
S O ~ O con
vicende
processuali
ma
anche,
owiamente,
con
condannato
per
associazione
mafiosa
per
burocratiche nel rilascio delle concessioni edilizie e dei fidi bancari sia
per la resistenza del17imprenditore ad accettare di pagare ne117entit
richiesta la tangente;
rango con altri mafiosi suoi omologhi, non era certo ispirato da
sentimenti di amicizia nei confronti del Billeci o, ed e quel che pi
rileva, dall'intento di indurre quest'ultimo a non sottostare alla
coazione, essendo piuttosto vero il contrario, (significativa, al riguardo,
la conversazione nel corso della quale il boss della Noce, discorrendo
con il suo omologo di Carini, lo rassicura sul fatto di avere
adeguatamente "sollecitato" il suo protetto a pagare la tangente dovuta
a Cosa Nostra ("lui, lui..lui mi deve dare a me quello che gli vado a dire,
a me se ce li h a o se non ce li ha, si va ad impegnare le corna se ce le
ha, e mi deve dare i soldi...io voglio sapere una sola cosa, pi presto ci
liberiamo di questi discorsi.. .pi presto";
- che dello specifico e tutt7altro che disinteressato impegno del Di
l'ipotesi
consumata
del
reato
di
estorsione)
dimostrano
fine pena.
spese processuali
nonch
alla
refusione
delle
spese
La Corte visti gli artt. 605, 627, 599, 592, 530 comma 2" C.P.P.;
decidendo s u rinvio della Corte di Cassazione, in parziale riforma della
sentenza del G.U.P. del Tribunale di Palermo in data 7 agosto 2008,
appellata d a BIONDO Carmelo, DI NAPOLI Pietro, GALLINA Angelo,
PULIZZI Gaspare, assolve BIONDO Carmelo dal reato ascrittogli al capo
27, per non aver commesso il fatto, e GALLINA Angelo dal reato
ascrittogli al capo l ) ,perch il fatto non sussiste.
Ritenuta la prevalenza della diminuente di cui all'art. 8 D.L. 13 maggio
1991 n. 152 sulle contestate aggravanti, riduce la pena inflitta a PULIZZI
Gaspare ad anni 2 e mesi 7 di reclusione.
Conferma nel resto l'impugnata sentenza e per l'effetto condanna DI
NAPOLI Pietro al pagamento delle ulteriori spese processuali nonch alla
refusione delle spese processuali in favore delle parti civili Associazione
"Addio Pizzo", Associazione F.A.I. Federazione Antiracket S.O.S. Impresa
Palermo, Ccnfcornrnerci~Palermo, Provincia. Regionale di Palermo che
liquida, per ciascuna, in euro 2.000,00, oltre spese generali, IVA e CPA,
con distrazione in favore dei difensori delle parti civili che si sono
dichiarati antistatali.
Visto l'art. 304, 4" comma, C.P.P.dichiara cessata l'efficacia della misura
della custodia cautelare applicata al DI NAPOLI in questo processo.
Indica in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione.
Palermo 20 giugno 20 12