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1, comma 1, - DCB Milano - BE-MA EDItrICE Via Teocrito, 47 • 20128 Milano - Supplemento a Acqua&Aria n. 8/2009
UV e Ozono
per la
chimici
Tecnologie
depurazione
senza addiTivi
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UV e Ozono
Tecnologie per depurazione senza additivi chimici
Sommario
www.bema.it/acquaearia
www.ediliziainrete.it
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Publisher/Direttore Responsabile
Gisella Bertini Malgarini
Coordinamento Introduzione 6 utilizzo dell’ozono nel trattamento delle aCque di sCariCo 45
Antonella Fossati
Le possibilità applicative dell’ozono nei processi depurativi delle acque di scarico 47
Autori Il trattamento Wedeco con UV 8 i proCessi di ossidazione ChimiCa avanzata (aop) 49
Giuseppe Faretra giuseppe.faretra@itt.com
Giacomo Scaramuzzi giacomo.scaramuzzi@itt.com CaratteristiChe della radiazione ultravioletta 8 Le combinazione con la tecnologia UV per una disinfezione avanzata 51
Marco Donato Ricci marco.ricci@itt.com il funzionamento del proCesso 9 l’utilizzo in italia 51
Mensile: 9 numeri all’anno.
riattivazione batteriCa 10 utilizzo dell’ozono nei proCessi di minimizzazione dei fanghi biologiCi 53
sensibilità dei miCrorganismi e dosi uv 11 L’azione dell’Ozono 54
Organo Ufficiale di A.I.S.A. Associazione Italiana Scienze tipologia di lampade uv e loro utilizzo 13 L’inserimento nel processo biologico esistente 55
Ambientali Lampade a mercurio a bassa pressione ed alta resa (LPHO) 13 Valutazione della capacità di disintegrazione 56
L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile
Italia € 70,00 - Europa € 100,00 - Numeri arretrati € 8,00 Lampade LPHO ad amalgama 13 impianto ad ozono 57
Ufficio Abbonamenti: infoabbonamenti@bema.it Lampade a media pressione 13
Poste Italiane Spa - Sped.in a.p. - D.L.353/2003 (conv. tipi di reattore e loro appliCazione 15 Considerazioni economiche 59
in L.27/02/2004 n.46) art.1,comma 1, - DCB Milano - Componenti prinCipali 17 Cenni sulla normativa per i sistemi di depurazione delle acque 61
ISSN: 1591-237X Aut. Trib. di Milano n. 80 del 17/03/75 fattori Che influenzano il trattamento Con uv 19 quadro legislativo di riferimento 61
Pubblicità non eccedente del 45%
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratu- la progettazione di un impianto di trattamento Con uv 20 Delibera Interministeriale 4 febbraio 1977 61
ra e diffusione in conformità al Regolamento C.S.S.T. Calcolo del dosaggio con il metodo della sommatoria di punto di origine 27 Legge 18 maggio 1989, n.183 e successive modifiche e integrazioni 61
Legge 5 gennaio 1994, n.36 (c.d. Legge Galli) 62
La tecnologia Wedeco nel trattamento Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n.152 modificato e integrato dal Decreto
Certificato n. 2008-1711 del 26/02/2009
Per il periodo 01/01/2008 - 31/12/2008
delle acque con Ozono 29 Legislativo 18 agosto 2000, n. 258 62
Tiratura media n. 6.034 copie Cos’è l’ozono 29 note sulla normativa italiana 62
Diffusione media n. 5.720 copie prinCipio di formazione dell’ozono 30
Stampa e legatura il proCesso di generazione dell’ozono 32 Gamma UV Wedeco 66
SATE - 24049 Zingonia Verdellino (Bg) l’uso dell’ozono nel trattamento delle aCque 34
utilizzo dell’ozono nel trattamento delle aCque potabili 35 Gamma Ozono Wedeco 67
Produzione tecnica
Maria Pilia Le applicazioni Ozono nel trattamento di potabilizzazione delle acque 36
Il controllo del sapore e dell’odore 36
Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche
I solfuri 37
parziale senza l’autorizzazione dell’Editore I fenoli 37
All rights reserved - No part of this publications may be Le alghe 37
reproduced without permission of the Publisher
Decolorazione con ozono 39
© BE-MA EDITRICE - Milano Ossidazione dei composti inorganici 39
Via Teocrito 47 - 20128 Milano Coagulazione migliorata (micro-flocculazione) 40
Tel. +3902252071 - Fax +390227000692
segreteria@bema.it Ossidazione dei composti organici 40
Sottoprodotti di disinfezione (DBPs) / Trialometani, Acidi Aloacetici 40
Rimozione dei composti Organici con Carbone attivato
biologicamente (BAC) 41
Ozono: l’agente disinfettante 42
In collaborazIone con: L’effetto dell’ozono su alcune specie batteriche, virus e spore 41
ITT Water & Wastewater Italia S.r.l. I bromati nelle acque potabili 44
Viale Europa, 30 - 20090 CUSAGO (MI)
Tel. 0290358.1 - Telefax 029019990 Considerazioni finali 44
www.ittwww.it
e-mail: ittwww.italia@itt.com
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Introduzione se, per ciò che attiene alle quantità di inquinanti ammesse, gli allegati delle leggi permettono di avere
un quadro abbastanza chiaro. Il tutto viene però completato (e a volte complicato) dalle normative a
Il trattamento delle acque è senza dubbio uno degli argomenti di maggiore attualità, non solo per la livello regionale, da cui dipende una parte della legislazione.
sua comune accezione di bene che in futuro diventerà sempre più scarso e prezioso ma anche per il Qui analizzeremo le soluzioni WEDECO (marchio di ITT Water & Wastewater) mediante il trattamento
fatto che la tecnologia mette oggi a disposizione dei tecnici svariate soluzioni. delle acque con raggi UV, per l’abbattimento della carica microbica patogena (batteri, virus e spore) e
Tradizionalmente il trattamento delle acque è stato affrontato mediante l’impiego di sostanze chimiche tramite ozono, molecola triatomica dell’ossigeno ad elevato potere ossidante.
in grado di agire da antagonisti per gli inquinanti, affidando loro il compito di eliminare selettivamente Con il progresso tecnologico conseguito negli ultimi decenni, anche la principale barriera al massiccio
gli elementi nocivi e patogeni. Con tale metodica però, l’uso di additivi chimici spesso comportava un utilizzo di questi nuovi sistemi, rappresentata da fattori economici e gestionali, si è ormai affievolita
differente tipo di inquinamento per cui il loro impiego, risolvendo un problema specifico finivano per al punto che, considerate tutte le variabili in gioco, in molti casi si può parlare di perfetta equivalenza
crearne altri. dei costi.
Basti citare per esempio l’uso del cloro, che esplicando la sua azione disinfettante ed antibatterica, Il trattamento delle acque reflue viene normalmente suddiviso in piu step, che meglio ne individuano
comporta la formazione di sottoprodotti nocivi quali lo ione clorito oppure odori e/o sapori sgradevoli obiettivi e finalità secondo una gerarchia di affinamento qualitativo crescente.
che, in definitiva, risolvendo un problema serio come la contaminazione batterica finiscono per crearne Il trattamento preliminare ha lo scopo di separare dalle acque reflue le sostanze solide estranee in grado
un secondo, magari di minore entità, ma pur sempre segnale di uno scadimento del prodotto finale di creare problemi ai trattamenti successivi (rimozione dei detriti, eliminazione rifiuti solidi di maggiori
del trattamento. dimensioni e di sabbie, abbattimento del contenuto di olii, ecc.). Viene effettuato di solito per via mec-
Due banchi Lo screening di soluzioni ecologicamente sostenibili, è stato quindi uno dei campi di ricerca più attivi canica e fisica, mediante processi di grigliatura e di filtraggio con dissabbiatori e disoleatori.
dei 12 canali degli ultimi anni, che ha permesso la messa a punto di sistemi in grado produrre un trattamento delle Il trattamento primario ha poi lo scopo di eliminare dall’acqua i contenuti solidi in sospensione, preva-
dell’impianto di
disinfezione dell acque senza l’uso di prodotti chimici. Qualsiasi soluzione tecnologica deve fare i conti con la normativa lentemente di natura organica. Viene effettuato con processi fisici e/o chimici con l’obiettivo di ottenere
acque con UV vigente per quanto concerne i parametri di abbattimento degli inquinanti. In Italia, con il recepimento una abbattimento di almeno il 50% dei solidi sospesi e di almeno il 20% del BOD5 (domanda di ossigeno
di Manukau in delle Direttive Europee, la situazione normativa non presenta un quadro semplice e le leggi nazionali biochimico in mg/L di O2, assunto come misura indiretta del carico organico inquinante biodegrada-
Nuova Zelanda:
è il più grande
in vigore sono il risultato di successive modificazioni di norme precedenti, con parziali modifiche ed bile). I trattamenti primari possano avvalersi di sostanze coagulanti e/o flocculanti che aumentano
del mondo. abrogazioni. Come spesso accade con la Legislazione Italiana, orientarsi è spesso difficoltoso, anche l’aggregazione delle sostanze inquinanti solide e ne permettono la rimozione per sedimentazione o
con altri procedimenti fisici.
Il trattamento secondario dei reflui deve poi proseguire con l’abbattimento delle sostanze organiche
biodegradabili e la rimozione dei solidi in forma colloidale, non separabili con procedimenti fisici e quindi
non sedimentabili. In genere, appartengono a questa fase un processo biologico con sedimentazione
secondaria, ovvero con altri processi con cui sia possibile nell’effluente rispettare i requisiti qualitativi
contenuti nella Tabella 1 dell’Allegato 5 della Parte III del D. Lgs. n. 152/2006, che richiede la riduzione
senza nitrificazione dell’80% del BOD5, del 75% del COD (domanda di ossigeno chimico in mg/L di O2
assunta come misura indiretta del carico organico inquinante totale - biodegradabile e non) e dei SST
(Solidi Sospesi Totali) del 90%.
Il Trattamento terziario ha poi lo scopo di perfezionare la depurazione mediante la riduzione del carico
di elementi nutrienti (quali sono principalmente fosforo e azoto), l’ulteriore diminuzione del contenuto
di sostanze poco biodegradabili, non eliminate precedentemente, e la disinfezione, ossia la riduzione
del contenuto di microrganismi dell’effluente a valori di concentrazione ritenuti accettabili dal punto
di vista sanitario e ambientale.
Il D. Lgs. 152/2006 dispone che tutti gli impianti di trattamento delle acque con potenzialità superiore
a 2000 A.E. (Abitante Equivalente: esprime il carico inquinante di una particolare utenza, civile o indu-
striale, in termini confrontabili con le utenze di tipo civile), con esclusione degli impianti che impiegano
tecnologie depurative di tipo naturale (come la fitodepurazione o il lagunaggio), debbano essere dotati
di un impianto di disinfezione atto a garantire il raggiungimento dei requisiti qualitativi necessari per
gli usi del corpo idrico recettore.
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230 e 300 nm, dove invece l’assorbimento maggiore è costituito dai nucleotidi. Al di sopra Sensibilità dei microrganismi e dosi UV
del 210 nm solo gli aminoacidi assorbono una quota significativa della radiazione UV. La sensibilità di ciascuna specie di microrganismo agli UV è, ovviamente, differente. Con op-
In considerazione del fatto che l’acqua assorbe gran parte della radiazione UV con frequenza portune apparecchiature di laboratorio in grado di misurare la effettiva dose di UV che riceve
non inferiore a 230 nm, per la disinfezione delle acque quindi si prendono in considerazione un campione di microrganismo, sono state effettuate numerose prove per definire quali siano
frequenze comprese tra 230 e 280 nm. le dosi specifiche per giungere alla inattivazione delle varie specie di microrganismo.
Il problema a cui i teorici ed i tecnici si sono applicati con particolare meticolosità è stabilire La dose di UV, detta fluenza, viene espressa in mJ cm-2, ovvero come quantità di energia da
quale sia la lunghezza d’onda più profittevole per un impiego degli UV nella inattivazione trasmettere per centimetro quadrato di campione.
batterica. La fotochimica del RNA e soprattutto del DNA, elemento di base per la vita, è stata In generale, i vari tipi di microrganismi che possano essere inattivati dagli UV si comportano
affrontata analizzando il comportamento fotochimico dei “mattoni” che costituiscono la secondo questa scala qualitativa:
doppia elica del DNA. I quattro elementi costituenti sono, come è noto, Adenina, Citosina,
Guanina e Timina. Il grafico riportato nella pagina precedente schematizza qualitativamente batteri – protozoi > virus > spore di batteri > adenovirus > alghe
l’assorbimento di UV da parte del DNA e dei suoi costituenti. (più sensibilità)-------------------------------------------(minore sensibilità)
Come si vede si ha un picco di assorbimento intorno alla frequenza di 254 nm. In particolare,
la inattivazione del DNA avviene specificamente per la capacità degli UV di creare un ponte Si noti che gli adenovirus sono menzionati separatamente in quanto la loro sensibilità agli UV
(dimero) tra due basi di Timina adiacenti. La formazione di dimeri di Timina (e di altri dimeri è decisamente inferiore si quella di altri tipi di virus.
simili) distrugge la struttura del DNA in quanto ne impedisce la replicazione e ciò previene le
infezioni esplicando quindi l’azione disinfettante per effetto degli UV. Le tabelle qui di seguito riportano la dose di UV a 254 nm necessaria per la inattivazione al
99,99% del campione di vari batteri, di alcuni virus e di alcuni protozoi.
È importante qui notare che i valori tabellati sono il risultati di test di laboratorio in cui tutti
i microrganismi ricevono la medesima dose di UV per il fatto che i campioni sono perfetta-
Lu
mente omogenei. Questo non è il caso reale in cui non ci può essere la garanzia di uniformità
ce
uv
Dose di UV a 254 nm necessaria per la inattivazione al 99,99% del campione di vari batteri
Citosina
Timina
Timina
Adenina Timina
Adenina Timina
Timina
Dimeri
del 99,99% del campione
Batterio Senza fotoriattivazione con fotoriattivazione*
Adenina
Guanina
Guanina
Aeromonas hydrophila 5 ND
Adenina
Guanina
Adenina
Dose di UV a 254 nm necessaria per la inattivazione al 99,99% del campione di vari batteri del materiale che viene attraversato per l’irraggiamento. La dose totale di radiazione UV che
Dose di UV (mj cm-2) per l’inattivazione ciascun microrganismo riceve è il prodotto della intensità che ciascun volume riceve per il
del 99,99% del campione numero di secondi necessario per il passaggio di quel volume all’interno del reattore. Siccome
Batterio Senza fotoriattivazione con fotoriattivazione* ogni percorso è differente la dose di UV ricevuta dai vari microrganismi è differente. Con
Salmonella tiphimirium (da feci umane) 9 ND metodi matematici è possibile calcolare la dose media di irraggiamento che, moltiplicata per
Salmonella marcescens 13 30 il tempo medio di passaggio idraulico attraverso il reattore da la dose massima di UV teorica
Shigella dysenteriae (ATTC 2927) 3 ND a cui è sottoposto il fluido che attraversa il reattore. In realtà però non si può avere garanzia
Shigella sonnei (ATTC 9290) 8,2 ND della perfetta miscelazione del liquido (che comporterebbe una distribuzione omogenea nel
Staphilococcus aureus 10,4 ND volume dei microrganismi) e quindi si deve concludere che la dose reale dell’irraggiamento
Staphilococcus faecalis (ATTC 29212) 11,2 ND
UV è sempre inferiore a quella teorica.
Per tale motivo, nei casi pratici e per il trattamento delle acque si utilizza un valore di 400 J/m2
Vibrio cholerae (ATTC 259872) 2,9 21
per una completa disinfezione in grado di evitare anche la fotoriattivazione. Naturalmente il
Yerisìnia enterocolitica (ATTC 27729) 4,6 ND
discorso diviene più complesso per i reflui per via delle normative vigenti che variano secondo
* campioni esposti alla luce solare dopo l’esposizione ad UV
il Paese, e all’interno di questo, da Regione a Regione, nonché dai differenti obiettivi che ci
ND – Non Disponibile
si prefigge per il trattamento (sversamento delle acque in corsi d’acqua superficiali, riutilizzo
§ valore per giungere a 99,9% di inattivazione
in irrigazione o in industria, ecc.).
Dose di UV a 254 nm necessaria per la inattivazione al 99,99% del campione di vari virus Tipologia di lampade UV e loro utilizzo
Dose di UV (mj cm-2) per l’inattivazione
Il componente più importante per il trattamento con UV è ovviamente la lampada in grado di
del 99,99% del campione generare una radiazione UVC compresa tra 200 e 300 nm, la cui efficienza viene misurata dal
rapporto tra la potenza elettrica per alimentarla e la potenza degli UV emessi nell’intervallo
Batterio Classificazione senza fotoriattivazione con fotoriattivazione*
di lunghezza d’onda con funzione germicida.
Adenovirus Type 40 dsDNA 124§ - Esistono numerosi tipi di lampade che differiscono sia per il principio di funzionamento che
Adenoviurus Type 41 dsDNA 112§ - per il campo di applicazione, come mostra la tabella seguente:
B40-8 phage 28 -
Coxsackievirus B5 ssRNA 36 - Classificazione delle lampade per UV
Hepatitis A (HM175) ssRNA 16 - Tipo di lampada Caratteristiche Campo di emissione Esempio
Hepatitis A ssRNA 21 - Lampada a Filamento caldo (per es.
MS2 Bacteriophage ssRNA 62 - 350-800 nm Bulbo ad incandescenza
incandescenza tungsteno) in gas inerte
Poliovirus Type 1 ssRNA 27 - Lampada a scarica Due elettrodi all’estremità di 150-800 nm lampada a fluorescenza,
PRD-1 phage 30 - un cilindro contenente vapori lampade a bassa, media o
metallici (solitamente alta pressione di vapori di
ΦX174 phage ssDNA 10 -
mercurio) mercurio
Rotavirus SA11 dsRNA 36 - Diodi ad emissione Semiconduttori solidi in gradi 250-600 nm indicatori in strumenti
S.aureus phage A994 38 - luminosa (LED) di emettere luce quando elettronici
* per i virus non si osservano fenomeni di fotoriattivazione attraversati da una corrente
§ USEPA stabilisce un valore si 186 mj cm-2 per inattivazione del 99,99% degli adenovirus, considerando una attendibilità Lampade ad eccimeri Scarica elettrica in un gas Luce relativamente Lampade di tipo sperimentale
dell’80% del dato. inerte (come lo Xeno) o monocromatica in un campo
alogeno tra 170 e 300 nm
Dose di UV a 254 nm necessaria per la inattivazione al 99,99% del campione di vari protozoi
Dose di UV (mj cm-2) per l’inattivazione
del 99,99% del campione Vi sono quattro tipi di lampade a scarica al mercurio: a bassa pressione (LP), a bassa pressione
alta-resa (LPHO), LPHO con amalgama e a media pressione (MP).
senza con
Batterio Lampade al mercurio LP
fotoriattivazione fotoriattivazione*
Operano a temperature comprese tra 20 e 40 °C, con una pressione dei vapori di mercurio
Giardia lamblia <10 - tra 0,1 e 10 Pa. Emettono luce in bande di lunghezza d’onda molto ristrette, al di fuori delle
Giardia lamblia <10 - quali l’emissione è praticamente nulla. Una lampada a bassa pressione a vapori di mercurio
Giardia muris§ <10 - emette l’82% della sua luce alla lunghezza d’onda di 253,7 nm, il 6,6 % a 184,9 nm ed il
resto in percentuali inferiori da altre lunghezze d’onda fino a 600 nm.
Cryptosporidium parvum <10 -
La quantità di UV emessi da una lampada LP dipende molto dalla temperatura; quella
* per i protozoi non si osservano fenomeni di fotoriattivazione ottimale è circa 40 °C. La maggior parte delle lampade UV per il trattamento delle acque
è dotata di una protezione esterna in quarzo (uno dei pochi materiali che non assorbe gli
14 15
UV) che provvede a mantenere separata la lampada vera e propria dall’acqua da trattare.
Grazie a questa “guaina” la temperatura di lavoro della lampada si mantiene intorno a valori
ottimali anche se l’acqua circostante ha una temperatura più bassa.
Con l’acqua circostante a 20-25°C una lampada LP può funzionare correttamente. In im-
pianti a canale aperto installati in regioni dal clima freddo, in cui l’acqua può fluire anche a
solo 0,5°C, il problema della temperatura diventa importante e, con lampade LP si possono
addirittura presentare casi in cui l’accensione delle lampade diventa difficoltosa.
Qui sopra uno schema di un impianto di disinfezione con UV a canale aperto in cui uno o più banchi di lampade, in Fondamentale per l’efficienza della disnfezione con UV è la pulizia costante dei contenitori delle lampade per evitare che
relazione al flusso, irraggiano l’acqua. assorbano una quota significativa della radiazione destinata al liquido.
18 19
Sono detti “sleeves” (tubi) i cilindri in quarzo entro cui vengono poste le lampade. La loro sottoposta a trattamento UV. Testato con reflui provenienti da trattamenti terziari (in condi-
funzione è quella di proteggere e isolare le lampade dal liquido che passa nel reattore, di zioni estremamente severe quindi) la vita di questi anelli è di oltre 30000 passaggi in modo
stabilizzare la temperatura a cui queste lavorano. La loro pulizia periodica, insieme a quella che la loro sostituzione coincida (approssimativamente) con gli interventi di manutenzione
dei sensori UV è essenziale per mantenere in efficienza il reattore. Molti sali minerali disciolti per la sostituzione delle lampade.
nell’acqua (di calcio, magnesio, ferro, ecc.) hanno una solubilità che decresce con l’aumento Componenti ausiliari, ma di fondamentale importanza, sono i sistemi di alimentazione delle
della temperatura. Poichè la superficie del quarzo a contatto con l’acqua è normalmente più lampade e le logiche di controllo del funzionamento del reattore.
calda del liquido che passa nel reattore UV, con il tempo si possono depositare sulla superficie Per l’alimentazione, una piccola scheda elettronica, detta ballast, provvede a regolare l’ali-
del quarzo quantità non trascurabili di sali minerali che assorbono parte della radiazione UV mentazione occupandosi anche del filtraggio delle armoniche e di altre funzioni (riaccensione
destinata ad esplicare la sua funzione germicida nel liquido. in casi di interruzione dell’alimentazione, ecc.) tese a proteggere la lampada aumentandole
La loro pulizia può avvenire per via chimica o per via meccanica. La prima, meno utilizzata, la “vita” utile.
prevede il fermo del funzionamento del reattore e una procedura che comporta l’immissione Tranne che nel caso di piccoli reattori per utilizzo domestico, che hanno questi componenti
di opportune sostanze chimiche in grado di rimuovere i sedimenti depositato sulla superficie integrati nel reattore, si tratta di attrezzature poste a distanza dal reattore stesso, preferibil-
esterna del quarzo. Più comune è invece la pulizia meccanica delle superfici: negli impianti mente in locali separati. I grandi impianti non solo richiedono elevate potenze di alimentazione
domestici e nei piccoli impianti viene solitamente effettuata manualmente con una certa ma richiedono anche un controllo della temperatura ambientale e sovente vengono dotati di
periodicità che dipende dalla qualità specifica dell’acqua trattata, mentre negli impianti di sistemi di smaltimento del calore che si produce negli ambienti in cui sono installate le unità
maggiori dimensioni viene posto un apposito meccanismo in grado di effettuare tale pulizia che forniscono potenza alle lampade.
meccanica senza necessitare del fermo dell’impianto. Per quanto concerne al controllo, il moderno progresso dell’elettronica non solo permette una
Analoghi sistemi meccanici vengono adottati negli impianti a canale aperto, con una gestione gestione ottimale di tutte le fasi ma anche la rilevazione storica dei dati di funzionamento e
da parte dei sistemi elettronici di monitoraggio e controllo dell’impianto. persino la connessione per la trasmissione dei dati in remoto che permette la supervisione e
Wedeco utilizza degli anelli attorno a tubi di quarzo collegati ad un carrello che meccanica- la gestione a distanza di interi impianti costituiti da numerosi reattori.
mente li fa scorrere per tutta la lunghezza delle lampade. La pulizia dei depositi organici ed
inorganici avviene per raschiamento ed interessa tutta la superficie dei quarzi e il sensore UV Fattori che influenzano il trattamento con UV
tramite apposite spazzole solidali al carrello. Gli anelli di pulizia sono in realtà composti da più Tra i parametri che influenzano la progettazione di un impianto di trattamento delle acque
anelli due esterni in teflon ed uno interno in Viton, una tecnologia denominata da Wedeco “Tri- con UV hanno una notevole rilevanza anche alcune delle caratteristiche del liquido che deve
Blade” in grado esplicare la sua migliore efficacia in entrambi i sensi di scorrimento dell’anello. essere sottoposto al trattamento.
Il carrello di guida degli anelli scorre avanti e indietro grazie ad un cilindro pneumatico o una La qualità dell’acqua è il primo di questi fattori. Viene valutata determinando la sua trasmit-
vite senza fine ed il movimento è quindi completamente meccanico. La gestione dei cicli di tanza ovvero la percentuale di UV che viene trasmessa dall’acqua, nel campo di lunghezze
pulizia (come anche la posizione dei pulitori quando sono in stand-by) è affidata ad un PLC d’onda compreso tra 200 e 300 nm.
esterno e può essere programmata in base alle caratteristiche specifiche dell’acqua che viene Negli impianti con lampade LP o LPHO è di particolare rilevanza il valore della trasmittanza
per la lunghezza d’onda di 254 nm.
Wedeco commercializza uno strumento apposito che permette una misurazione manuale
reale e veloce della trasmittanza (rif. TUV.5) ed anche uno strumento per la misurazione in
continuo della trasmittanza in impianti a canale aperto (rif. Hippo).
Anche la trasmittanza dei quarzi in cui sono poste le lampade ha una importanza notevole. Come
accennato sulla superficie di questi elementi si possono depositare residui organici o inorganici
che progressivamente assorbono una parte della radiazione UV destinata alla disinfezione per
effetto della precipitazione di elementi a bassa solubilità nell’acqua (carbonati solfati e fosfati
di Manganese, Ferro, Calcio e Alluminio) che si depositano a causa della maggiore temperatura
degli “slevers” rispetto a quella del flusso d’acqua che li lambisce. I depositi di particelle solide
in sospensione nell’acqua sono i principali responsabili del lento diminuire della trasmittanza
dei quarzi. I cicli di pulizia periodica (manuali o automatici) provvedono a mantenere elevata
la trasmittanza di questi componenti per un corretto funzionamento dell’impianto.
La torbidità dell’acqua è un altro fattore che deve essere valutato. Essa è dovuta alla pre-
senza di particelle sospese nell’acqua che interferiscono con la trasmissione degli UV.
Alcune particelle hanno la caratteristica di diffrangere la luce incidente (nella lunghezza
d’onda considerata) e ne deviano quindi il percorso ma non ne assorbono l’energia. La
La grande sala con loro influenza sulle prestazioni del reattore è quindi di minima rilevanza. Altre particelle
gli “armadi” per invece assorbono gli UV che ricevono e quindi diminuiscono la trasmittanza dell’acqua. In
l’alimentazione generale, sono le particelle relativamente grandi (diametro tra 1 e 10 µm) che hanno una
delle lampade
dell’impianto di reale influenza sulle prestazioni dell’impianto. La torbidità del liquido è particolarmente
Milano San Rocco. importante negli impianti di trattamento dei reflui.
20 21
Azione germicida
Dose UV
Intensità
Impianto di
Disposizione Potenza Trasmittanza
Trasmittanza Reg. lamiare
trattamento UV lampade lampade
di Chioggia.
Torbidità Reg. turbolento
Fattori di scala
Studi di laboratorio hanno stabilito che una torbidità inferiore a 5 NTU (Nephelometric Turbidity
Colore Miscelazione
Unit) non ha significativi effetti sui trattamenti con UV. Poiché in genere nelle acque potabili Tipo
la torbidità è intorno a 0,1 NTU in tutti i processi di potabilizzazione questo parametro non funzionamento
viene considerato. Nei trattamenti dei reflui con UV invece il problema può essere rilevante
e per tale motivo questi impianti possono prevedere un prefiltraggio del liquido che abbassi il invecchiamento
più possibile il contenuto dei solidi sospesi prima del trattamento con UV, soprattutto quando
l’obiettivo della disinfezione è particolarmente spinto (es. riutilizzo irriguo).
la progeTTazione di un impianTo di TraTTamenTo con uv La correlazione tra la dose di UV e le concentrazioni finali ed iniziali della concentrazione
Gli elementi di cui tenere conto nella progettazione del trattamento con UV delle acque e il batteriologica dell’acqua prima e dopo il trattamento è espressa dalla seguente relazione:
planning del processo di progettazione sono numerosi. dove:
Innanzitutto deve essere stabilito il fine dell’impianto.
Che si tratti della disinfezione delle acque in un acquedotto o del trattamento di reflui per
il loro riutilizzo in agricoltura o per il semplice sversamento in bacini o fiumi, che si debba
provvedere all’abbattimento della carica batterica dell’acqua di un impianto domestico oppure
della medesima funzione in una industria di produzione di bibite, è ovvio che le necessità
progettuali risulteranno differenti.
A questo proposito grande importanza deve essere data alle normative specifiche che regolano
la qualità delle acque in relazione al loro utilizzo dopo il trattamento. Si rimanda l’argomento Parametro Note
al capitolo specifico che chiarisce quali siano i reali target del trattamento per ciascun impiego N = concentrazione batteriologica in uscita
delle acque trattate. N0 = concentrazione batteriologica in entrata
In generale, si deve progettare un impianto che non sia sovradimensionato per l’obiettivo d = coefficiente di dispersione (idraulica) Questo parametro dipende dalla miscelazione nel canale e
dipende dai parametri idraulici del flusso
finale in modo da raggiungerlo con minimi costi di installazione e di gestione.
Come primo parametro va quindi considerato se si tratta di un impianto in condotta o di k = rapporto di inattivazione batterica (m2/J) Questo parametro dipende dalla sensibilità di ciascun
microrganismo agli UV
un impianto in canale a pelo libero. Poi si considera il flusso di acqua da sottoporre a trat-
D = Dose di UV C (J/m2)
tamento, i principali parametri qualitativi dell’acqua ed eventuali vincoli per la realizzazione
SS = concentrazione di solidi sospesi (mg/L) Questi parametri esprimono la densità dei microrganismi
dell’impianto. associati al contenuto di solidi sospesi e sono specifici dei
c = costante (empirica)
Per un dimensionamento dell’impianto si opera per approssimazioni successive. Il parametro reflui
m = costante (empirica)
base che il progettista deve determinare è la cosiddetta Dose UV, definita come il prodotto
La formula utilizzata da Wedeco deriva direttamente dalle normative americane EPA. Tutti i parametri sono strettamente
dell’intensità media dell’irraggiamento del liquido per il tempo di esposizione. correlati al tipo ed alla disposizione del sistema di irraggiamento e pertanto la Dose di UV rimane il principale parametro per
il dimensionamento dell’impianto.
Dose UV C [J/m2] = Intensità media [W/m2] x Tempo medio di esposizione [s]
22 23
Graficamente la formula nella pagina precedente porta ad un grafico di questo tipo: sono stati da molto tempo considerati organismi indicatori d’inquinamento ed hanno assunto
un importante ruolo come marcatori microbiologici per definire la qualità degli ambienti idrici.
Tuttavia, poiché il gruppo dei coliformi contiene numerose specie ampiamente diffuse nell’am-
biente, il sottogruppo dei coliformi fecali ha assunto un significato più specifico di contaminazione
di origine fecale.
Le più recenti normative sulle acque, in ogni caso, fanno riferimento alla specie Escherichia
Coli, un microrganismo che è in rapporto più diretto ed esclusivo con il tratto gastro intestinale
dell’uomo e degli animali a sangue caldo, il quale, insieme agli enterococchi, rappresenta un
parametro più specifico ed accurato di contaminazione da materiale fecale.
Si assume che il valore degli Escherichia Coli è circa l’80% del valore dei Coliformi Fecali.
Una Dose di UV C di 100 J/m2 porta ad un abbattimento del valore dei Coliformi Fecali di 1 log.
Analoga sensibilità agli UV presentano i Coliformi Totali, ma si deve tenere presente che poiché
i Coliformi Fecali sono circa il 20% dei Coliformi Totali, la Dose di UV deve essere proporzional-
mente più elevata se si richiede un analogo livello valore di inattivazione batterica con UV.
Con queste premesse, se ad esempio la concentrazione dei Coliformi Fecali all’ingresso dell’im-
pianto con UV è di 1.000.000 di Coliformi Fecali / 100 ml e si richiede un valore in uscita di
1.000 Coliformi Fecali / 100 ml, il valore di inattivazione è di 106/103 = 3 log. Con un semplice
calcolo, note le condizioni iniziali dell’acqua ed il valore finale si può stabilire un primo valore
che mostra il valore della inattivazione batterica (CFU - Colony-Forming Unit – misura il della dose di UV che l’impianto deve fornire.
numero di batteri o funghi in un campione biologico) con il variare della Dose di UV C. Aiuta in questa definizione della Dose di UV la tabella teorico-empirica, riporatata nella pagina
Nell’esperienza pratica possono riscontrarsi dei discostamenti tra il valore teorico e quello seguente, di prima valutazione che Wedeco suggerisce.
misurato nel caso dei liquami. Ciò è dovuto al fatto che i valori assegnati ai parametri sono Per procedere con il dimensionamento iniziale si deve adesso ipotizzare uno schema di im-
il frutto di un adattamento dei dati alle esperienze pratiche. Si può quindi affermare che in pianto, che poi sarà eventualmente modificato ottimizzando i vari parametri.
generale la formula offre delle predizioni della inattivazione batterica abbastanza affidabili Va detto qui che tale processo è più rilevante nel caso di impianti a canale aperto per il trat-
ma che la sua validità non può essere assunta acriticamente per ogni tipo di microrganismo tamento dei reflui. Infatti, nel caso di un impianto di potabilizzazione in condotta i moduli
ed ogni tipo di liquame. sono certificati e le condizioni dell’acqua in ingresso sono molto più omogenee e semplici da
I parametri per il progetto di una unità di trattamento con UV si dividono in tre principali valutare. Per la progettazione di massima bisogna valutare innanzitutto il volume di acqua da
categorie: trattare in metri cubi per ora.
1. parametri di progetto Si sceglie quindi il numero di canali dell’impianto. In generale, impianti a più canali hanno un
flusso massimo maggiore costo di impianto ma una maggiore flessibilità di gestione che comporta la possibilità
minimo valore della trasmittanza di risparmi economici nel corso del funzionamento in relazione alla variabilità delle portate a
livello di disinfezione richiesto cui un impianto è normalmente soggetto.
conoscenza dei trattamenti a monte
2. Parametri di rischio
massima concentrazione di solidi sospesi
massima concentrazione di microrganismi in ingresso
variazioni di flusso
3. Parametri di dettaglio
conoscenza precisa delle fasi di trattamento a monte
distribuzione della dimensione delle particelle sospese
valori di concentrazione delle altre caratteristiche dell’acqua (COD, BOD, Fe, Mn, ecc.)
Di grande
variazione della qualità dell’acqua importanza
negli impianto a
Il problema che bisogna quindi risolvere per una corretta progettazione è la determinazione canale aperto è la
regolarizzazione del
della Dose di UV necessaria per raggiungere il target dell’impianto. Questa dipende, ovviamente, flusso dell’acqua
dalla qualità dell’acqua in ingresso e dal valore di inattivazione batterica che si vuole ottenere. per avere la
Tale valore è di solito espresso come logaritmo. milgliore uniformità
delle velocità
I parametri che si prendono in considerazione, visto oltretutto che la normativa vi fa esplicito di “transito”
riferimento, sono i Coliformi Fecali, i Coliformi Totali e gli Streptococchi Fecali. nella zona di
I coliformi, essendo presenti nelle feci umane in elevate concentrazioni, dell’ordine di 109/g, irraggiamento.
24 25
Acquedotto
Tabella teorico-empirica suggerita da Wedeco per la determinazione
di Helsinki:
dei principali parametri di progetto di un impianto UV disinfezione
dell’acqua con un
Dose UV (PSS) in
% trasmittanza
Num. Coliformi
100 ml (media
UV in condotta.
geometrica su
Num. banchi
richiesto per
disinfezione
Filtrazione
UV per cm
per canale
SS (Solidi
Livello di
Sospesi)
in mg/L
mJ/cm2
30 gg)
Note
1.000 Coliformi 105 max. 10 - 55 20
Fecali max. 20 - 55 26
max. 30 - 55 30
200 Coliformi Fecali 105 max. 10 - 55 25
max. 20 - 55 30
max. 30 - 55 37
100 Coliformi Fecali 105 max. 5 Filtrazione 65 25 – 30 Min. 2
max. 10 a sabbia 60 30 - 35 banchi
100 Coliformi Totali 105 aver. 5 Filtrazione 65 40 - 50 Min. 2
max. 10 a sabbia banchi
23 Coliformi Fecali 105 Ø 5, max. 10 Filtrazione 65 40 - 50 Min. 2
a sabbia. banchi
10 Coliformi Fecali 105 Ø 2-3, max. 5 Filtrazione 65 45 - 50 Min. 2
Ø 5, max. 10 a sabbia 60 50 - 60 banchi
100 Coliformi Totali 105 Ø 2-3, max. 5 Filtrazione 65 80 -90 Min. 2
a sabbia banchi
2,2 Coliformi Fecali 105 Ø 2, max. 4-5 Filtrazione 65 80 - 90 Min. 2 Torbidità
a sabbia banchi < 2 NTU Wedeco propone tre differenti tipi di moduli, che si differenziano sostanzialmente per la
2,2 Coliformi Totali 105 Ø 2, max. 4-5 Filtrazione 65 160 - 200 Min. 2 Torbidità distanza delle lampade come mostra la tabella qui riportata.
a sabbia banchi < 2 NTU
Questa tabella fornisce indicazioni di massima, soggette a numerose restrizioni: Distanza
• sono valide per reflui sottoposti a un trattamento secondario con una dimensione dei solidi sospesi di 10-30 µm derivanti distanza tra lampade Perdite
Tipo Dosaggio UV tra le Trasmittanza UV
da processi di flocculazione e/o filtrazione a sabbia e parete del canale di carico
lampade
• sono basate sui valori di picco del flusso. Se si considera un flusso costante i valori indicati vanno aumentati
approssimativamente del 20 – 25% L basso 130 mm 60 mm ≥ 55 % basse
• sono valide per solidi sospesi con dimensioni inferiori a 30 µm; particelle più grandi richiedono Dosi più elevate ma
possono anche limitare il livello di inattivazione batteria indipendentemente dalla Dose applicata M medio 120 mm 55 mm da 35 a 55 % o dose medie
• i Coliformi Fecali hanno concentrazioni più elevate degli Escherichia Coli secondo un fattore moltiplicativo di circa 1,2 richiesta più
• il valore dei Coliformi Totali si ottiene moltiplicando il valore dei Coliformi Fecali circa per 4 S alto 100 mm 47,5 mm ≤ 35 % alte
elevata
• si noti che la media aritmetica o percentili maggiori del 50% sono più stringenti della media geometrica e comportano
quindi Dosi più elevate o un migliore livello di pretrattamento
I moduli di lampade hanno influenza sulle perdite di carico idrauliche del canale.
Si ipotizzano la profondità del canale e la sua larghezza (essendo l’area della sezione del ca- Lo step successivo della progettazione prevede il calcolo dell’irraggiamento del refluo da
nale determinata dal flusso di acqua da trattare e dal numero di canali scelto). Per questioni trattare. Per questo vengono effettuati dei calcoli con appositi software che sono in grado
di omogeneità del flusso Wedeco suggerisce che il rapporto tra profondità e larghezza del di fornire i principali parametri dell’impianto in modo da poterli confrontare con i dati
canale debba essere compreso tra 0,5 e 1. empirici della tabella sopra riportata. Wedeco effettua per il cliente la verifica delle ipotesi
La profondità viene scelta in base al numero di elementi di ciascun modulo di lampade. Queste di progetto con un proprio software fornendo, per ogni ipotesi, valori relativi a:
sono disposte a coppie e Wedeco indica un numero variabile tra 2 e 9 coppie di lampade. • la dose di UV in funzione della trasmittanza tenendo conto delle possibili perdite di potenza
In relazione alla larghezza del canale si determinerà quindi il numero di moduli di lampade dovute allo stato dei quarzi ed all’invecchiamento delle lampade;
da affiancare. Wedeco indica un numero variabile tra 1 e 12 per banco. Il numero di banchi • la velocità di flusso, che deve risultare in ogni caso superiore a 0,2 m/s in quanto al di sotto
da porre in serie in ciascun canale è un altro degli elementi che deve stabilire il progettista. In di questa soglia vi è il concreto rischio che il flusso si trasformi da turbolento in laminare,
generale più elevato è il livello della disinfezione e maggiore deve essere il numero dei banchi condizione non prevista per un corretto funzionamento dell’impianto. Inoltre, in condizioni
in serie. Per valori finali di 100 Coliformi Totali / 100 ml o inferiori sono vivamente consigliati di picco del flusso la velocità nel canale deve risultare superiore a 0,4 – 0,5 m/s (tipicamente
almeno due banchi in serie per canale mentre se il valore finale dei Coliformi Totali / 100 ml si ottengono valori di 0,7 – 0,8 m/s). Se i valori ottenuti sono lontani dai valori suggeriti, si
è 5 o inferiore il numero minimo di banchi in serie suggerito da Wedeco è 3. considera l’ipotesi di variare la sezione trasversale del canale oppure di ridurre o aumentare
26 27
I grandi banchi
di lampade il calcolo dei dosaggi
dei canali Wedeco calcola i dosaggi delle proprie unità in base al metodo UVDIS della sommatoria di punto di
dell’impianto origine. Si tratta di un metodo che parte dal presupposto che ogni lampada UV è costituita da una serie
di Manukau in
Nuova Zelanda
di punti radianti di coordinate (xi, yi, zi) dislocati spazialmente sui suoi assi. Ciascuno di questi punti
“sorgente” emette un UV-output, denominato in seguito con P, uniforme in tutte le direzioni. Ad una
distanza R da ciascun punto origine viene quindi irradiata l’intensità I calcolata come:
L’attenuazione della radiazione all’aumentare della distanza R dal punto di origine in funzione della
trasmittanza T, è schematizzata dalla legge di Lambert-Beer:
Nel punto (x, y, z) l’intensità interna nella camera di radiazione, misurata dal punto di origine (xi,
yi, zi) è quindi:
L’intensità nel punto (x, y, z) emessa dalla lampada di lunghezza L nel piano (xi, yi) risulta dalla inte-
grazione della precedente espressione lungo l’asse zi. Ciò corrisponde a considerare la sommatoria
dei punti “sorgente” siti sugli assi xi ed yi della singola lampada.
L’intensità piana totale, sempre calcolata nel generico punto (x, y, z), dovuta al totale di lampade
di cui è composto il sistema, sarà quindi:
il numero dei canali per ottenere in ciascun canale dei flussi che siano all’interno del range
di velocità indicato;
• le perdite di carico per canale (non per banco). Queste non debbono superare i 50 mm, so-
glia oltre la quale la differenza di livello dell’acqua nel canale tra ingresso ed uscita diventa
inaccettabile. Con un flusso costante le perdite di carico possono essere ridotte aumentando
la sezione del canale e incrementando il numero di lampade oppure scegliendo un interasse Mediando il valore ottenuto dalla espressione che precede sul volume V di irradiazione (cioè quello
maggiore tra le lampade, oppure ancora scegliendo una configurazione differente dei ban- disponibile per la disinfezione), si ottiene l’intensità media:
chi con interasse tra le lampade maggiore e una diversa distribuzione dei moduli per ogni
banco di lampade o, infine, ridistribuendo su più canali uno dei banchi in modo da ridurre le
perdite di carico in ogni canale. Per valori elevati della trasmittanza (>65%) possono essere
accettate perdite di carico superiori a 50 mm ma sempre al di sotto della soglia massima di
60 mm per canale.
Il software di calcolo adottato da Wedeco fornisce inoltre anche informazioni sulle dimensioni
di ciascun canale (incluso il volume di irraggiamento), il numero totale delle lampade, il numero
di Reynolds, il diametro idraulico e il tempo di irraggiamento.
Da tutto quanto detto finora risulta quindi che:
28 29
Lo schema di lavoro può quindi essere sintetizzato così: La tecnologia Wedeco nel trattamento
delle acque con Ozono
Parametri iniziali
Cosè l’Ozono
- Flusso massimo L’Ozono è una molecola metastabile prodotta dall’ossigeno elementare, costituita da tre
- Contenuto massimo di solidi nel liquido atomi legati in forma ibrida, secondo una struttura simmetrica diamagnetica, con un angolo
- Livello di disinfezione richiesto di 116,5°, il cui simbolo chimico è O3.
EFFIZON HP è
più efficiente:
I principali valori di generazione Ozono sono: Utilizzo dell’Ozono nel trattamento delle acque potabili
a parità di 18 • La concentrazione Ozono (CO ), indicata in [g/
3
L’aumento della popolazione mondiale porterà negli anni ad una maggiore richiesta di acqua
potenza la m3] NPT o in [wt %] di ossigeno /aria per utilizzo potabile. Ma le risorse di acqua potabile sono limitate e spesso inquinate, per cui
concentrazione
di ozono 16 • La capacità di produzione (PO ) del genera-
3
le tecnologie di trattamento efficaci come l’Ozono sono sempre più richieste.
prodotta tore Ozono, indicata in [kg/h], ed uguale al L’Ozono, con il suo forte potenziale di ossidazione, rappresenta uno step di trattamento molto
è molto
14 Generatore ozono prodotto della concentrazione Ozono [CO ] 3 efficace ed economico nell’ottimizzazione dei processi di trattamento dell’acqua potabile, che
superiore a WEDECO
per la portata gas [Vgas] può essere realizzato in maniera economica ed affidabile.
quella della EFFIZON HP
concentrazione ozono [wt%] consumo
media degli
12
elettrodi sul PO [g/h] = CO [g/Nm3 ] * Vgas [Nm3/h]
3 3
mercato.
Generatore ozono
10
Standard WEDECO • Il consumo specifico di potenza [kW/kg] del
generatore, che indica quanta energia è ri-
8 chiesta per la produzione di 1 kg di Ozono
Generatore ozono
in un’ora.
convenzionali
6
Grazie all’assenza di parti in movimento ed alla
4
qualità dei materiali, questi elettrodi sono virtual-
60 80 100 120 140 160 180 200 mente esenti dalla necessità di manutenzione ed
Consumo relativo di energia[%] offrono una lunghissima vita operativa. Wedeco
alle medesime portate di ossigeno
fornisce una garanzia di 10 anni per i propri
elettrodi Effizon® HP.
La filtrazione non rimuove il sapore ed odori causati da alghe perché questi composti organolettici l’installazione dell’ozonizzazione deve essere calcolata in base alla richiesta normale più la richiesta
sono solubili in acqua. stagionale delle alghe. Generalmente, basse concentrazioni d’Ozono (1 – 3 mg/L ) per 2-5 minuti
Tipici sottoprodotti sono di contatto si produce già una significativa riduzione del sapore e dell’odore.
- La Geosmina (C12H22O);
- il Methylisoborneolo (MIB). Decolorazione con Ozono
Microorganismi, quali lo Streptomyces e la Myxobacteria, che vivono nel terreno generano la Le acque superficiali sono generalmente colorate per la presenza di materiali naturali organici come
Geosmina e conferiscono un odore di terra all’acqua. La soglia di percezione dell’odore è 0,1 ppb gli acidi umici, fulvici e tannici. Questi composti provengono dalla decomposizione di materiali
(parts per billion). Il MIB è prodotto per es. dai cianobatteri. La soglia di percezione dell’odore è vegetali i quali sono prodotti generalmente legati alla condensazione di composti tipo fenolo.
10 ng/L. Tra i principali trattamenti impiegati, con riferimento all’effetto che questi possono avere Tali composti si coniugano tra loro attraverso doppi legami al carbonio. Quando la catena di questi
sulle rimozione dei cianobatteri e delle cianottosine, quello di Ossidazione/Disinfezione: è un doppi legami diventa molto lunga, la capacità d’assorbimento della luce delle molecole cambia
trattamento molto utilizzato nella potabilizzazione delle acque, come stadio di pre-ossidazione, di da ultravioletto a visibile, conferendo così il colore. L’Ozono si caratterizza come forte reagente
ossidazione intermedia o disinfezione finale. L’effetto specifico sulle alghe può essere quello della per la capacità di rompere i doppi legami in maniera rapida e selettiva. La rottura di tali doppi
inattivazione cellulare, a cui spesso si accompagna un aumento dei metaboliti organici prodotti legami porta alla riduzione delle catene molecolari formate e quindi all’eliminazione del colore
dalla lisi cellulare, tra cui vi sono anche le cianotossine. Il vantaggio della inattivazione delle alghe nell’acqua. Il principio risulta valido anche per le acque reflue. I livelli di dosaggio d’Ozono per
è legato alla loro successiva immobilizzazione nei flocculi o all’interno dei filtri. la decolorazione d’acque superficiali sono generalmente nell’ordine di 2 - 4 mg/L.
Inoltre, la pre-ossidazione può essere considerata uno dei principali metodi di miglioramento dei
successivi processi di coagulazione e filtrazione, in quanto in grado di ridurre sia il rivestimento
organico che si forma sulle particelle colloidali sia l’effetto di stabilizzazione che le alghe posso-
no avere sui colloidi e che ne compromette la rimozione. È quindi evidente che la pratica della
pre-ossidazione (o della ossidazione lungo la linea del trattamento) è una scelta che deve essere
valutata attentamente in base al contenuto di cellule algali che può favorire la formazione di
sottoprodotti di ossidazione e il rilascio di cianotossine. Pertanto, l’applicazione dei trattamenti
ossidativi risulta ottimale dopo avere effettuato una separazione fisica delle cellule algali ed è
mirata prevalentemente alla rimozione delle cianotossine. L’ozonizzazione ossida le alghe, di-
struggendo simultaneamente la causa che conferisce un sapore ed un odore sgradevole all’acqua.
Il trattamento ad Ozono può rappresentare un trattamento preliminare in grado di migliorare la Ossidazione dei composti inorganici
resa di rimozione delle alghe dal 75 al 95% con successivi trattamenti di flottazione, filtrazione La capacità di ossidazione dell’Ozono può incrementare lo stato di ossidazione di ioni metallici i
rapida su biolite o filtrazione lenta su sabbia. quali sono meno solubili in acqua nel loro stato d’ossidazione superiore.
Le alghe possono essere trattate in 2 step: Per esempio, il Piombo nel suo stato di +2 è duecento volte più solubile del piombo nel suo
• in pre-ozonazione, prima di una flottazione o filtrazione con il compito di distruggere le stato di +4. Ferro e Manganese sono solubili come ione (+II), nella maggior parte dei casi nelle
alghe; acque sotterranee, in profondità a bassa presenza di ossigeno. A contatto con l’ossigeno, questi
• in inter-ozonazione, con il compito di ridurre le tossine, I sapori e gli odori prodotti dalle convertono in sedimenti insolubili e si depositano sulla tubazione o altre apparecchiature.
alghe. L’Ozono può essere utilizzato per rimuovere certi ioni metallici tramite ossidazione chimica e
Curve di Tale conclusione è stata raggiunta in uno studio condotto sulla potabilizzazione delle acque del successiva rimozione degli ossidi o idrossidi insolubili, che si sono formati nel trattamento.
inattivazione Tamigi, mediante l’analisi degli effetti sulla filtrazione multistrato di pre-ossidazione con Ozono Il Ferro nel suo stato ferroso, Fe+2, è ossidato ad uno stato ferrico, Fe+3, che s’idrolizza formando
dei principali e filtrazione in linea (dosaggio di coagulante in entrata alla filtrazione) con solfato di ferro sin- Fe(OH) . L’idrossido ferrico, che coagula e precipita dall’acqua e conseguentemente può essere
3
composti
organolettici golarmente e combinati: dalla rimozione del 50% senza aggiunte chimiche si passa al 90% con rimosso attraverso una flocculazione o filtrazione.
con Ozono. Ozono e ferro. Siccome la formazione delle alghe nelle acque superficiali è di carattere stagionale,
Fe+2 + 0 + H O → Fe+3 + O + 2OH
3 2 2
Il Manganese, nella forma solubile (+II) viene ossidato alla forma insolubile in acqua Mn (+IV),
che può precipitare come ossido o idrossido di manganese.
Mn+2 + O + H O → Mn+4 + O + OH
3 2 2
MnO + 2O → MnO + 2O
2 3 4 2
40 41
Per prevenire la formazione dello ione permanganato è importante tenere bassa la concentrazione 1) L’Ozono può essere dosato in testa alla filiera di processo dell’impianto, come discusso prima,
Ozono locale ed avere una sufficiente miscelazione tra acqua e gas in acqua. per incrementare la rimozione dei composti organici disciolti incrementando l’efficienza di
L’Ozono deve essere utilizzato come uno dei primi processi nella filiera di trattamento quando coagulazione.
è necessario rimuovere Ferro e Manganese. Gli idrossidi del metallo sono rimossi con filtrazione • Miglioramento della flocculazione per eliminare i composti organici.
su sabbia o multistrato. Quando sono desiderabili basse concentrazioni (< 1 mg/L) di ioni idrati 2) L’Ozono può essere anche aggiunto come uno degli ultimi step di trattamento per l’ossidazione
o quando i metalli sono presenti in forma complessa con composti organici (es. materiali umici), diretta dell’acido umico precursore dei THM.
come tipico nelle acque superficiali, non è necessario ossidare. Nel caso di rischio di formazione di • L’ossidazione dei composti organici per distruggere immediatamente i pre-cursori prima
bromati, è richiesta un’ottimizzazione del processo di ozonizzazione che minimizzi la formazione. della clorazione.
Il Cloro non ha un potenziale di ossidazione tale da distruggere i complessi organici, ed ha il rischi • L’ossidazione dei composti organici per renderli più facilmente rimovibili da un trattamento
di formazione di sottoprodotti di clorazione. Altri metalli controllabili con l’ossidazione d’Ozono successivo (filtri GAC / BAC).
sono: Piombo, Zinco, Radio e Nichel. Nessuna riduzione di solubilità è proponibile per il Bario o • L’Ozono ha la capacità di prevenire la formazione dei DBP riducendo i precursori.
Calcio perché hanno solo uno stato d’ossidazione (+ 2). Alcuni ioni inorganici come il Cianuro,
Tiocianato, Nitrito, Sulfito, Bromuro, Ioduro e Solfuro sono anche ossidati dall’Ozono. Rimozione dei Composti Organici con Carbone attivato biologicamente (BAC)
L’effetto netto della combinazione Ozono - GAC è quello di raggiungere, in maniera efficiente,
Coagulazione migliorata (mirco-flocculazione) basse concentrazioni di materiale organico, che possano minimizzare la formazione di DBP.
La coagulazione con il Ferro comporta elevati costi d’investimento e di esercizio. Quando l’Ozo- • L’ossidazione dei composti organici per renderli più facilmente ossidabili da processi di tratta-
no viene utilizzato prima della coagulazione (con l’Alluminio), l’esperienza ha dimostrato che la mento successivi (GAC / BAC filtri).
dimensione e la stabilità del flocculo aumenta. Il dosaggio di allumina può essere abbassato e • L’Ozono rompe i legami delle molecole più larghe creando molecole più piccole e più
la dimensione della vasca di chiarificazione anche diminuita. Ciò comporta minori costi operativi biodegradabili.
e d’investimento. L’ossidazione dei materiali organici disciolti in acqua con Ozono, polarizza e • Il biofilm all’interno dei filtri a carbone attivo rimuove i composti organici rotti.
carica le molecole. Perciò, l’efficienza di rimozione del materiale organico con l’alluminio aumenta • Il biofilm è fissato all’interno delle particelle di carbone → nessuna rimozione dopo il
quando i materiali organici sono ossidati con Ozono per specie polarizzate o caricate. La migliore controlavaggio.
capacità stabilizzante può essere attribuita in parte al fatto che l’Ozono destabilizza i colloidi e L’economicità dei processi è molto attrattiva, perché il Carbone attivo granulare viene continua-
perciò, li rende più adattabili al trattamento di flocculazione. Inoltre, è stato osservato che la mente rigenerato dai batteri. Pertanto, il Carbone attivo non richiede una sostituzione o una
pre-ozonizzazione non solo incrementa la misura delle particelle nell’acqua, ma diminuisce il rigenerazione per via termica.
numero totale di esse. Acidi umici sospesi in acque superficiali come il caolino e cloruro di Calcio L’uso d’Ozono in combinazione con il GAC ha un effetto sinergico perché permette la rimozione
si possono destabilizzare con l’Ozono. In alcuni casi, si forma un secondo coagulante, idrossido di una quota maggiore di composti organici disciolti o di precursori dei THM, rispetto all’utilizzo
di Ferro, dovuto all’ossidazione con Ozono del Ferro divalente. del solo Ozono o del solo carbone attivo granulare.
Ne consegue il grande vantaggio dato dal costo di esercizio minore rispetto al solo GAC perché
Ossidazione dei composti organici in tal modo non si richiede una rigenerazione frequente. I livelli di dosaggio Ozono richiesti nel
Il numero di composti organici che si trovano nelle acque è elevato. L’USEPA ha identificato più processo BAC sono nel range 1,5 - 4 mg/L. Dosaggi più elevati non migliorano sostanzialmente
di 700 composti organici individuali. Il meccanismo predominante con il quale l’Ozono opera l’efficienza del processo. Il processo biologico a Carbone attivo biologico è una combinazione di
per rimuovere prodotti organici è la produzione di molecole polarizzate le quali vengono rimosse processi fisico, chimico e biologico.
prontamente con processi di trattamento susseguenti come la coagulazione e la sedimentazione. • È un processo fisico perché il gas vettore per l’Ozono, che sia aria od Ossigeno, aumenta
I composti organici rilevanti, che reagiscono rapidamente con l’Ozono sono fenoli, detergenti, l’Ossigeno disciolto contenuto nell’acqua. L’Ossigeno disciolto è richiesto da un processo bio-
pesticidi, acidi umici o tracce di composti farmaceutici. La maggior parte di tali composti organici logico successivo dove materiali organici disciolti ed Ammoniaca sono ossidati aerobicamente
reagiscono in maniera più o meno immediata con l’Ozono, ma non tutti i composti vengono o metabolizzati da batteri nella colonna d’assorbimento.
ossidati con la stessa velocità. • è anche considerato un processo fisico perché i composti organici disciolti vengono assorbiti
e concentrati sui Carboni attivati.
Sottoprodotti di disinfezione (DBPs) / Trialometani, Acidi Aloacetici • I batteri che sono anche attaccati sui Carboni, possono degradare i composti organici disciolti
Tracce di materiale organico disciolto nelle acque reagiscono con il Cloro per produrre Trialometani perché diventano sorgente di cibo concentrato.
(THMs) ed Acidi Aloacetici (HAAs). • È un processo chimico perché le molecole refrattarie di materiale umico vengono rotte dall’Ozono
in molecole più piccole, le quali a turno vengono assorbite sulla superficie del carbone.
Cloro + materiali organici disciolti → Trialometani + Acidi Aloacetici + Cloruro • Si realizza un ulteriore processo chimico allorché l’Ozono introduce gruppi funzionali ossigenati
nei materiali organici disciolti. Questi gruppi funzionali ossigenati rendono i materiali organici
Questi composti sono stati dichiarati cancerogeni dall’Istituto Nazionale del Cancro. I THM sono più biodegradabili.
generalmente dei derivati del metano, contenenti 3 atomi alogenati (Cloro o Bromo) La soluzione BAC richiede un tempo di contatto di 10 – 15 minuti, con una velocità < 20m/h,
I materiali organici precursori dei THM sono la successione naturale di acidi umici, tannici e fulvici. con perdita di carica batterica del 5% dal controlavaggio.
Con valori più elevati di pH e Cloro si aumenta la formazione di THM. • Riduzione del BOD di circa il 50 %.
La rimozione dei precursori alla formazione dei THM può essere ottenuta in 3 modi differenti, • Riduzione della concentrazione dei THM a < 10 µg/L.
applicando l’Ozono. • Diminuzione della domanda di Cloro di oltre il 50 %.
42 43
cellula ospite in proprie proteine. L’Ozono distrugge i virus diffondendosi attraverso il rivestimento senza pigmento della melanina)
della proteina nel nucleo dell’acido nucleico, danneggiando così l’RNA virale. A concentrazioni Mucor piriformis 3,8 mg/L per 2 min.
più alte, l’Ozono distrugge l’intera capsula, o il guscio esterno della proteina, per cui le strutture Mycobacterium avium distr. del 99,9% con un valore di CT di 0.17 in acqua
del DNA (acido desossiribonucleico) o dell’RNA (acido ribonucleico) del microrganismo sono Mycobacterium foruitum distr. del 90% con 0,25 mg/L per1.6 min.
danneggiate irrimediabilmente. Nella pagina successiva, si riportano i dosaggi richiesti per le più Penicillium Bacteria Sensibile all’ozono
importanti specie patogene. A livello mondiale, c’è una tendenza ad utilizzare la tecnologia Ozono
Phytophthora parasitica 3,8 mg/L per 2 min.
negli impianti di trattamento delle acque. Nessun altro disinfettante può competere con l’Ozono
Poliomyelitis Virus distr. del 99,99% con 0,3 - 0,4 mg/L in 3-4 min.
in termini di completezza ed economicità d’azione. Ne è evidenza il fatto che un residuo di Ozono
Poliovirus type 1 distr. del 99,5% con 0.25 mg/L per1,6 min.in acqua
venga accettato come segno di completa disinfezione nel trattamento dell’acqua. Resta inteso
che nel caso in cui il proposito di trattamento sia solo la disinfezione, la prima scelta è quella con Proteus Bacteria molto sensibile all’ozono
I raggi UV. I dosaggi Ozono applicati per il controllo della carica batterica sono generalmente di Pseudomonas Bacteria molto sensibile all’ozono
Segue tabella
1,5 mg/L, mentre per il controllo dei virus è di 3 mg/L, con un tempo di ritenzione di 5 - 15 min, Rhabdovirus virus distrutto totalmente in 30 sec. con 0,1 - 0,8 mg/L. alla pag. seguente
sebbene alcune acque superficiali abbiano richieste di dosaggi anche di 11 mg/L. Salmonella Bacteria molto sensibile all’ozono ‹‹‹‹
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ELEMENTO PATOGENO DOSE OZONO Utilizzo dell’Ozono nel trattamento delle acque di scarico
Salmonella typhimurium distr del 99,99% con 0,25 mg/L per 1,67 min. in acqua Nella maggior parte della popolazione mondiale, le condizioni di vita ed il livello di civilizzazione
Schistosoma Bacteria molto sensibile all’ozono raggiunti prevedono, per molteplici ragioni, che le acque di scarico vengano trattate al fine di
Staph epidermidis distruzione del 90% con 0,1-ppm per 1,7 min raggiungere determinati standard qualitativi, che prevedono la degradazione, se non la rimo-
Staphylococci distrutto con 1,5 - 2,0 mg/L zione o il cambiamento di costituzione di alcuni contaminanti. Le tecnologie di trattamento dei
Stomatitis Virus distrutto totalmente in 30 sec. con 0,1 - 0,8 mg/L. contaminanti possono essere classificate in 3 grandi gruppi:
Streptococcus Bacteria distrutto con 0,2 mg/L per 30 sec. a) Degradazione tramite trattamento biologico.
b) Separazione tramite flocculazione, assorbimento o filtrazione su membrana.
Verticillium dahliae distrutto con 99,99 % con 1,1 mg/L per 20 min.
c) Degradazione tramite ossidazione chimica.
Vesicular Virus distrutto totalmente in 30 sec. con 0,1 - 0,8 mg/L.
Tra i processi di trattamento che utilizzano l’ossidazione chimica, il trattamento ad Ozono si
Vicia Faba progeny L’ozono provoca modificazioni cromosomiche simili a quelle dei raggi X
distingue per le molteplici possibilità applicative e la capacità di rispondere ai più elevati livelli
Virbrio Cholera Bacteria molto sensibile all’ozono qualitativi ambientali con un costo di esercizio economico
ed un funzionamento affidabile.
Sebbene l’Ozono possa essere considerata come una
I Bromati nelle acque potabili tecnologia centenaria nel trattamento delle acque, è
I Bromati si formano quando l’Ozono utilizzato per la disinfezione nelle acque potabili, reagisce possibile affermare che solo negli ultimi decenni, la sua
con i Bromuri, presenti naturalmente in alcune sorgenti di acque. La formazione dei Bromati nelle applicazione nella depurazione delle acque reflue, siano
acque potabili disinfettante è influenzata da fattori quali: esse di origine civile, industriale o di natura mista, ha tro-
- la concentrazione dello ione bromuro presente; vato un concreto utilizzo. Del resto, solo negli ultimi anni,
- il pH; la disciplina europea ha modificato in modo sensibile il
- la quantità di Ozono ed il tempo di contatto utilizzato nella disinfezione. quadro di riferimento relativo al trattamento delle acque
Il Bromato è cancerogeno. I valori limite di concentrazione accettabili per questo parametro, di scarico, attraverso la Direttiva Quadro sulle Acque, nota
negli USA ed in Europa sono inferiori a 10 µg/l. come Water Framework Directive (WFD), che prescrive un
progressivo miglioramento della qualità delle acque super-
Considerazioni finali ficiali mediante l’adozione delle migliori tecniche disponi-
Perché utilizzare l’Ozono nel trattamento di potabilizzazione dell’acqua? bili (BAT = Best Available Technologies), onde ridurre le
Perché la direttiva Europea 98/83/CE stabilisce una serie di parametri indicatori di controllo. Tra emissioni delle sostanze prioritarie pericolose. La disciplina stabilisce diversi livelli di priorità secondo
questi, sono menzionati 24 parametri chimici, di cui ben 13 sono migliorati in maniera diretta cui deve uniformarsi la gestione dei rifiuti:
o indiretta dall’utilizzo dell’Ozono, mentre uno solo di questi, il Bromato, viene controllato nel • la riduzione della loro produzione e pericolosità;
caso di utilizzo dell’Ozono nella filiera di trattamento. • il loro recupero mediante riciclo, reimpiego e riutilizzo;
• l’uso dei rifiuti come fonte di energia.
L’esperienza maturata su più differenti tipi di applicazione, porta ad affermare che l’utilizzo
dell’Ozono, sia esso applicato nei processi di produzione, che nel trattamento degli effluenti, con-
sente di poter rispondere con successo a ciascuno dei tre obiettivi proposti.
Si pensi, a titolo esemplificativo, ai processi di produzione dell’industria cartaria. L’utilizzo dell’Ozono
nel processo di sbianca della cellulosa, al confronto con il Cloro o con il biossido di Cloro, consente
sia una riduzione della quantità d’acqua utilizzata, che una migliore qualità di scarico, evitando la
produzione di composto organo alogenati (AOX). In linea generale, per reflue sono intese quelle
acque che, dopo essere state utilizzate nei diversi processi o attività di varia natura, hanno perduto
le caratteristiche qualitative originarie, divenendo inadatte per un uso diretto o per un diretto sver-
samento in un corpo idrico. Il Testo unico sulle acque del 2006 (art. 74 DLgs. 152/2006) stabilisce
una definizione di liquami urbani o acque reflue urbane, intese come “acque reflue domestiche
o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilava-
mento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato”, prevedendo in
un’unica matrice, tutte le problematiche potenziali d’inquinamento possibile.
Con tale nuova concezione, i reflui urbani devono le loro caratteristiche non più solo ai contributi
dell’attività metabolica umana (che ne rappresenta comunque la frazione più rilevante), ma anche
al fatto che nella pratica domestica aumenta la presenza di prodotti chimici, farmaceutici o co-
smetici dovuti al maggior utilizzo di detersivi, solventi, oli, medicinali, fragranze e acidi, che esiste
un contributo fornito dalle acque di drenaggio delle aree urbane ed un altro possibile dato dalla
presenza nei centri urbani di attività terziarie come lavanderie, stazioni di servizio, laboratori
46 47
Categoria Sostanze comprese Effetti sull’ambiente Le possibilità applicative dell’Ozono nei processi depurativi delle acque di scarico
Solidi sospesi Sostanze in sospensione di natura organica e Alterano il normale equilibrio dell’ecosistema La tecnologia ad Ozono è utilizzata per un’ampia varietà di applicazioni nel settore di tratta-
inorganica che possono depositarsi come fanghi nei in conseguenza dell’aumento della torbidità
corpi idrici recettori (limitazione della quantità di luce che mento delle acque di scarico. La sua qualità di potente ossidante lo rende adatto per le situazioni
penetra nell’acqua con effetti dannosi sugli in cui si devono eliminare in maniera efficiente tutti gli agenti inquinanti o sostanze tossiche.
organismi foto-autotrofi; riduzione e morte La sua azione si esplica mediante ossidazione chimica, capace di determinare una variazioni
degli organismi bentonici sessili per eccessivo
deposito di sedimenti nella struttura e nelle proprietà delle molecole organiche: in particolare, le molecole complesse
Sostanze organiche Comprende tutte quelle sostanze che possono L’incremento dei normali processi di vengono frammentate e si formano molecole contenenti atomi di ossigeno, quali alcoli o acidi
biodegradabili essere degradate biologicamente dagli organismi decomposizione biologica aerobica può carbossilici, rendendo così i prodotti dell’ossidazione molto più biodegradabili rispetto alle so-
decompositori presenti in ambiente acquatico: determinare condizione di anossia stanze di partenza. L’applicazione dell’Ozono non può mai essere circoscritta ad un singolo
proteine (40-60%), carboidrati (25-50%), grassi
(circa 10%). La totalità delle sostanze organiche specifico obiettivo, perché i benefici dovranno essere misurati sotto molteplici punti di vista, in
biodegradabili presenti nei liquami urbani viene relazione ai numerosi effetti:
comunemente espressa in termini di BOD5
(domanda biologica di O2) o di COD (domanda • disinfezione generale / abbattimento carica batterica;
chimica di O2) • miglioramento della flocculazione / filtrazione;
Nutrienti Elementi indispensabili per l’accrescimento della vita Provocano fenomeni di eutrofizzazione
• ossidazione del ferro e manganese;
acquatica come il Fosforo e l’Azoto (eccezionale sviluppo di fitoplacton in • decolorazione;
superficie stimolato dall’eccesso di nutrienti, • eliminazione degli odori;
con conseguente anossia dovuta al materiale
biodegradabile derivante dalle alghe morte ) • migliore riduzione biologica dei contaminanti organici (ottimizza il rapporto BOD/COD);
• eliminazione delle sostanze tossiche nelle acque reflue, rimozione dei processi di
Microrganismi Comprendono tutti quegli organismi che sono causa Possibile trasmissione di infezioni,
patogeni di malattie infettive a trasmissione oro-fecale soprattutto se i corpi idrici ricettori dei nitrificazione;
liquami trattati possono essere utilizzati • decomposizione di agenti complessi (EDTA ecc.);
come fonti di approvvigionamento idrico,
come acque adibite alla balneazione o per • ossidazione di cianuri, pesticidi, idrocarburi, diossine, ecc.;
l’allevamento di molluschi • processi di affinamento/trattamento;
Sostanze prioritarie Elenco di 33 classi di sostanze prioritarie e prioritarie Sostanze di cui si sospetta o si conosce l’alta • aumento delle caratteristiche di lucentezza e trasparenza;
pericolose adottato dalla Comunità Europea, per le tossicità, la cancerogenità, la mutagenicità e In un impianto di trattamento dei reflui il primo possibile punto di applicazione dell’Ozono ri-
quali deve essere bandito o limitato l’uso la capacità di alterare il normale
funzionamento del sistema endocrino guarda il pre-trattamento del liquame. Le forti capacità ossidative dell’Ozono vengono impiegate
(modificatori endocrini) in questo stadio per:
Sostanze organiche Sostanze che non vengono degradate con i naturali - ossidare le sostanze tossiche ed inibenti (fenoli o suoi derivati e composti poliaromatici) favo-
refrattarie processi biologici (fenoli, coloranti, pesticidi, diserbanti) rendo così i successivi trattamenti biologici;
Metalli pesanti Elementi chimici metallici che hanno una densità - migliorare la biodegradabilità del refluo agendo sul parametro BOD/COD;
relativamente alta e sono tossici in basse - aumentare la capacità di coagulazione dei trattamenti primari.
concentrazioni (Mercurio, Piombo, Cromo, Arsenico, L’azione è la distruzione dei microrganismi responsabili dell’inibizione del processo di nitri-
Cadmio, Zinco)
ficazione. Il pre-trattamento con Ozono è particolarmente indicato quando nell’affluente
Solidi inorganici Composti inorganici disciolti la cui concentrazione
disciolti aumenta durante il ciclo di utilizzo dell’acqua stessa all’impianto di depurazione convergono liquami civili e scarichi di processi industriali che
possono avere una maggiore concentrazione di contaminanti specifici che una robusta ossi-
dazione preventiva riporta a condizioni più vicine a quelle tipiche dei reflui civili.Il concetto
artigianali e garage che scaricano nelle fognature reflui di carattere industriale. Di conseguenza, di pre-trattamento si applica anche nei casi di depuratori interni a complessi industriali, che
cambia anche il modello di schematizzazione dei potenziali fattori d’inquinamento nella acque necessitano di un trattamento preliminare prima dello scarico nell’impianto centralizzato,
di scarico, individuandosi otto macrogruppi di sostanze potenzialmente presenti nelle acque di
scarico urbane [Metcalf and Eddy (1991)] mostrata in questa pagina. Da questa classificazione
si deduce una fortissima capacità dell’Ozono di influenzare il processo depurativo, dovuto alla
sua capacità di agire in maniera diretta su almeno 4 delle categorie indicate:
• sostanze organiche biodegradabili;
• microrganismi patogeni;
• sostanze prioritarie;
• sostanze organiche refrattarie.
Esiste poi la capacità di incidere, seppur in maniera indiretta, su un ulteriore ed importante
argomento della depurazione dei reflui: i fanghi biologici. Sappiamo che nella loro azione sui Esempi di rottura
composti inquinanti, gli impianti di depurazione producono una certa quantità di fango, che parziale (Cracking)
ed ossidazione
varia a seconda della natura e quantità (espressa in termini di COD) dell’inquinante e delle tec- completa di alcuni
nologie di depurazione biologica utilizzata. Lo smaltimento di tali fanghi biologici, rappresenta composti ad opera
di conseguenza, una delle principali voci di spesa nell’ambito della gestione delle acque reflue. dell’Ozono.
48 49
idoneo ad ossidare composti tossici specifici. Un’altra possibile schematizzazione circa l’uti-
lizzo dell’Ozono in una linea convenzionale di depurazione delle acque di scarico, vede il suo
inserimento in relazione al comparto biologico esistente, ed alla sua capacità depurativa,
definendosi tre soluzioni possibili:
O3
O3
O3
O3 I numerosi punti
di un impianto di
trattamento dei
reflui in cui può
essere utilizzato
l’Ozono.
O e di O / H O
3 3 2 2 160 g H O /kg Ozono). In questo modo, si otteneva un’ulteriore riduzione del COD, o a parità di
2 2
prestazione, si poteva trattare una portata maggiore effluente secondario (COD 150 – 200 mg/L).
Altro punto di applicazione dell’ossidazione con Ozono è nella fase di trattamento terziario, sfruttando
le sue eccellenti caratteristiche per la disinfezione, per la rimozione dei componenti persistenti (es.
EDC’s), per l’abbattimento del COD residuo e dei tensioattivi e per la decolorazione delle acque.
Secondo la destinazione di utilizzo dell’effluente dell’impianto, le modalità ed i dosaggi del tratta-
mento con Ozono possono essere scelti per massimizzare il suo effetto.
Range tipici di
– dosaggio Ozono
utilizzati nei
campi specifici di
Eliminazione COD-AOX trattamento.q
Deodorizzazione
Ozono Ozono/H2O2
dose Ozono [g/m³] 50 - 200 100 - 250 Decolorazione
dose H2O2 [g/m³] - 10 - 100
Disinfezione
riduzione del COD refrattario riduzione avanzata del COD
Effetti
“reazione diretta”dell’ozono refrattario ”ossidazione avanzata”
COD in uscita al trattamento [mg/L] 70 - 100 30 - 80
0 1 1 2.5 5 10 25 50 100 200
Costo di trattamento ** [Euro / m³] 0,10 – 0,30 0,15 – 0,50
** Calcolato per 1,200m³/h (impianto di Kalundborg), inclusi i costi di esercizio ed ammortamento dell’impianto
dose ozono (g O3 / m )
[H O ] ha delle ottime prospettive di miglioramento dei risultati, specialmente sotto gli aspetti eco-
2 2
nomici di impianti su larga scala. Nel diagramma precedente sono riportati i risultati di un effluente La combinazione con la tecnologia UV per una disinfezione avanzata
secondario di un impianto industriale, trattato con Ozono e poi con l’AOP. Il COD in ingresso è di Anche le acque reflue con bassa trasmittanza possono essere disinfettate con successo tramite
170/mg/L. Con il solo trattamento ad Ozono, il valore si riduce a 90mg/L, anche con un aumento un’applicazione Ozono/UV. La combinazione di questi trattamenti è un processo garantito capace
del dosaggio non si migliora il risultato finale. Con il trattamento combinato Ozono/H O , il calore di 2 2
di trattare sostanze tossiche e persistenti come gli AOX (composti organici alogenati assorbibili),
COD veniva ridotto facilmente a 40mg/L, per cui il processo è migliorato significativamente, fino al PAH (idrocarburi policromatici), diossine, pesticidi ecc., tramite l’incremento di formazione dei
raggiungimento di valori notevolmente restrittivi. radicali idrossido OH altamente reattivi. Il processo combinato Ozono/UV abilita, migliora ed
L’impianto di depurazione di Kalundborg, in Danimarca, tratta e depura un refluo composto nelle aumenta i risultati di purificazione ottenuta con riferimento alla disinfezione ed alla distruzione
percentuali del 20% municipale ed 80% industriale. La frazione industriale viene in gran parte da dei composti tossici. Questa combinazione sarà capace di rispondere anche agli standard futuri
scarichi di un gruppo industriale fermaceutico, attualmente tra i più grandi produttori di insulina al (per es. sui residui farmaceutici) per il riutilizzo delle acque reflue.
mondo. L’impianto Ozono installato, con capacità di produzione di 180 kg/h, era in grado di degradare
l’uTilizzo in iTalia
L’utilizzo dell’Ozono nella depurazione in Italia prevede, nella maggior parte dei casi, il suo inseri-
mento in coda al processo biologico (end-of-pipe-treatment), spesso abbinato ad una filtrazione
per realizzare una sezione di affinamento terziario. La scelta dell’Ozono, quale tecnologia di
finissaggio, è spesso dettata dall’esigenza di cautelarsi, con un unico trattamento, da molteplici
rischi potenziali, quali:
- disinfezione (soprattutto in presenza di virus o specie patogene particolari);
- decolorazione;
- rimozione di odori sgradevoli;
Impianto ozono - riduzione di schiume (dovute a tensioattivi);
da 12kg/h, fornito - riduzione del COD a valori entro i limiti;
assemblato in
container, per - presenza di composti macromolecolari.
trattamento acque È evidente, che la scelta diventa quasi obbligata nel caso di acque reflue pesantemente inquinate a
reflue industriali, causa di un’alta percentuale di scarichi industriali. Per tali condizioni, l’utilizzo dell’Ozono consente di
prima dello scarico
al corpo idrico raggiungere un livello qualitativo più elevato dell’effluente in uscita. Una tipica applicazione Ozono
recettore. nel trattamento di acqua di scarico è stata realizzata nel 2005 su un impianto nel Nord Italia, che
52 53
Curve di
raccoglie le acque reflue delle fognature di una serie di Comuni, attraverso un collettore principale abbattimento dei
che si estende per 20 Km circa, per un totale di circa 75.000 Abitanti residenti. Agli scarichi delle tensioattivi con
abitazioni si aggiungono numerosi ed importanti insediamenti industriali del settore tessile, cartario, Ozono.
meccanico ed alimentare che utilizzano l’acqua nel ciclo produttivo e che scaricano fino a 3.000.000
m3/anno di acque reflue di processo, per cui complessivamente l’impianto può dirsi caratterizzato da
una portata media oraria di 2.000 m3/h e da 250.000 E.A. (Abitanti Equivalenti). L’impianto consi-
steva originariamente di una fase preliminare di trattamento meccanico di grigliatura, dissabbiatura
e disoleatura, di un trattamento ossidativo biologico ad ossigeno puro, di una sedimentazione e
disinfezione finale con Cloro. Lo scarico nel fiume era però ancora caratterizzato dalla presenza di
colore, intenso in alcuni periodi dell’anno, schiume e carica batterica non conforme ai nuovi standard
di riferimento.Era pertanto necessario realizzare una fase di trattamento “terziario” consistente in
una filtrazione e successiva ozonizzazione idonea alla rimozione dei tensioattivi totali, della carica
batterica e soprattutto del colore, in modo da rendere possibili:
• un notevole innalzamento dello standard qualitativo delle acque effluenti dal depuratore;
• il pieno rispetto dei limiti per i parametri chimico-fisici e microbiologici, sulla base di un corretto
esercizio del comparto biologico;
• un minore impatto nel ricettore finale a seguito della decolorazione e della consistente ridu-
zione delle schiume; L’utilizzo dell ’O zono nei processi di minimizzazione
• la prospettiva del riutilizzo delle acque depurate e sterilizzate per gli usi civili e/o industriali o distruzione dei fanghi biologici
compatibili. La problematica dello smaltimento dei fanghi prodotti dai processi di depurazione
La sperimentazione effettuata in campo al fine di definire la taglia necessaria dell’impianto mo- delle acque sta assumendo una sempre maggiore rilevanza sia a livello nazionale che
strava un refluo caratterizzato dai seguenti valori: internazionale.
In maniera molto schematica, è possibile rappresentare il contesto in cui si opera con la
COD = 50 – 115mg/l Tensioattivi totali = 0,6 – 3,6 mg/L
seguente tabella.
BOD5 = 20 – 40 mg/L Colore = rosa pallido - viola In Italia i fanghi di depurazione sono considerati come un rifiuto generalmente destinato
Solidi sospesi = 20 – 60 mg/L E. Coli = 104 – 105 UFC/100ml alle piattaforme di compostaggio, al riutilizzo in agricoltura o, in ultima analisi, al confe-
rimento in discarica controllata oppure in un inceneritore. Queste soluzioni hanno come
In particolare, si notava la variabilità del carico di COD e di tensioattivi del refluo da trattare, in
comune denominatore i crescenti costi dovuti all’irrigidimento delle normative che pongono
aumento con il progredire dei giorni lavorativi settimanali, identificando così tre classi di
nuovi e più stringenti limiti. Ne deriva la necessità di riesaminare attentamente le filiere di
qualità del refluo, in base alle quali diversificare i dosaggi di Ozono:
trattamento dei fanghi, con l’obiettivo di minimizzarne i costi di smaltimento, che oggi
classe di effluente ingresso COD in Dose O3 risultati qualitativi di possono raggiungere anche il 40% dei costi totali di gestione. Negli ultimi anni ci sono stati
tensioattivi totali richiesta decolorazione alcuni studi di tecnologie di trattamento o strategie alternative, tese alla riduzione della
bassa concentrazione 0,5 – 1,5 mg/L 40 – 80 mg/L 10 mg/L decolorazione completa quantità di fanghi di supero in un processo di trattamento, che risultassero più efficienti
media concentrazione 1,5 – 2,5 mg/L 80 – 115 mg/L 15 mg/L decolorazione completa e meno costose. Tali strategie possono essere raggruppate in due classi principali: quelle
alta concentrazione 2,5 – 3,3 mg/L 80 – 115 mg/L 20 mg/L decolorazione completa che operano per la disintegrazione del fango prodotto e quelle finalizzate alla diminuzio-
ne del rendimento di crescita batterico e consentono di ridurre in maniera sostanziale la
Sui parametri microbiologici presi in considerazione, il trattamento con Ozono (10 mgO3/l) ha produzione dei fanghi di supero sfruttando le forti capacità ossidanti dell’Ozono.
evidenziato la riduzione di E.coli a valori inferiori a 1 x 103 UFC/100ml. Il tempo di ritenzione
idraulica nelle colonne di reazione non sembra aver influito significativamente sui risultati finali:
i tempi testati, variati tra 10 e 30 minuti, hanno determinato, a parità di Ozono dosato, risulta- Gli orientamenti delle Direttive europee
ti confrontabili. La direttiva 91/271/EEC sul trattamento delle acque reflue urbane richiede Generazione di più fango
Effetto del
che la maggior parte della popolazione Europea sia servita da stazioni di
trattamento dei reflui. + di supero
trattamento La direttiva sui fanghi di depurazione (Sewage Sludge Directive 86/278/EEC) I costi associati allo
con Ozono per pone restrizioni sulle applicazioni in agricoltura dei fanghi derivanti dai smaltimento dei fanghi
l’eliminazione
processi di depurazione delle acque reflue. sono in aumento!
del colore.
Acque di scarico La direttiva sulle discariche (Landfill directive 1999/31/EC) pone limiti effettivi
+
in uscita senza sugli scarichi dei fanghi si supero.
trattamento
(a sinistra) e con Valori medi dei costi di smaltimento: Costo di smaltimento
trattamento O3 utilizzo in agricoltura 50/85 e/t fanghi 350 - 750 €/tDS
(a destra.) discarica 85/130 e €/t
incenerimento 120/180 e€/t
+
54 55
Ozone molecules
Cenni sui meccanismi di produzione fanghi nei trattamenti biologici Membrane First breaks
di depurazione.
In un trattamento biologico di depurazione, le sostanze organiche presenti + O3
nel liquame costituiscono il substrato di crescita di diverse popolazioni
batteriche, che le utilizzano come fonte di energia per riprodursi. Più in
dettaglio, nel processo biologico, le sostanze organiche vengono utilizzate per:
- la sintesi di nuovo materiale cellulare;
- la produzione di energia per la sintesi ed il mantenimento delle cellule.
Dalla degradazione delle sostanze organiche si ottengono:
- composti semplici quali l’anidride carbonica, l’acqua, l’azoto ed il metano, che rientrano Biomass Ozonated Cell membrane rupture
nel ciclo naturale; O3 attach membrane COD N/P release
membrane weak which recirculates
- nuovi organismi, che insieme ai detriti cellulari e ai materiali inerti, costituiscono i fanghi di into biomass
COD release
risulta del trattamento. reduced sludge
L’azione dell’Ozono
Il principio si basa sulla rottura (lisi) o danneggiamento parziale delle membrane cellulari delle L’inserimento nel processo biologico esistente
particelle costituenti i fanghi di supero, che costituiscono una barriera solida di protezione Il fango di supero, può essere ridotto con percentuali fino all’70-80%, direttamente all’interno del
dei composti cellulari contenuti all’interno dalla biodegradazione. L’effetto comporta che i ciclo, semplificandone oltre allo smaltimento, anche tutti i trattamenti cui questo è sottoposto.
batteri più deboli, o parzialmente indeboliti, vanno a formare il substrato organico (cibo) per Ulteriore vantaggio derivante dall’utilizzo dell’Ozono in questa specifica applicazione è la facilità
gli organismi più forti o di classe superiore. Proprio i batteri danneggiati hanno la necessità di d’inserimento nel processo biologico esistente. Esso può essere aggiunto in diverse sezioni del
rigenerare le proprie strutture cellulari funzionali (come RNA o DNA). L’energia necessaria per processo a fanghi attivi, come mostrato nello schema della pagina precedente:
tale ricostruzione è attinta dalla sintesi delle materie organiche con conseguente diminuzione • inserendo la sezione di trattamento con Ozono nel punto (A), ossia sulla linea di ricircolo fanghi,
di quella disponibile per la duplicazione. L’azione di stress chimico si esplica più intensamente osserveremmo il risultato sotto l’aspetto della minore produzione del fango di supero, data dalla
nei riguardi di alcune popolazioni batteriche a struttura maggiormente ramificata (filamentosi). combinazione dell’Ozono con il trattamento a fanghi attivi esistente;
Questo genera una conseguente riduzione dei fenomeni di bulking e un miglioramento generale • è possibile inserire il trattamento Ozono nel punto (B) per disintegrare direttamente il fango di
della qualità dei fanghi residui. Inoltre, tale selezione di colonie batteriche, rimanendo quelle a supero e per aumentarne la sedimentabilità, prima dell’invio al comparto di digestione;
struttura più compatta (fiocco), produce un miglioramento dello SVI (Sludge Volume Index), • è possibile trattare direttamente con Ozono il fango surnatante, soprattutto se si hanno proble-
quindi la sedimentabilità e la disidratabilità dei fanghi residui prodotti. Tecnicamente, il mecca- matiche legate alla carica batterica filamentosa, inserendo il trattamento Ozono nel punto (C);
nismo di azione consiste nel sottoporre una parte della portata dei fanghi di supero o di ricircolo • infine, una riduzione del fango da smaltire ed un aumento della resa in metano si può ottenere
(in concentrazione tale da essere ancora considerato come fango umido) ad un contatto rapido con una disintegrazione del fango digerito, inserendo il trattamento Ozono nel punto (D).
e ad alta intensità con l’Ozono. Successivamente al contatto con l’Ozono, nel caso d’impianto con digestione anaerobica, il fango
L’iniezione avviene attraverso un sistema di contatto in pressione, per mezzo di iniettore Venturi trattato viene inviato al digestore, con il beneficio di un incremento della resa in metano ed una
progettato per tale tipo di applicazione. L’azione ad elevato potenziale ossidativo è molto rapida drastica riduzione del tempo di trattamento necessario per l’idrolisi.
ed intensa, provocando la rottura del materiale cellulare in un tempo breve, ed innescando nel Quando invece è presenta una linea di digestione aerobica, l’effluente in uscita dal trattamento
tempo, il suo metabolismo da parte dalla biomassa più forte. Ozono può essere re-immesso nella vasca di aerazione ed essere usato come carbon source per la
denitrificazione (ristabilisce il rapporto di equilibrio C-N).
Nel complesso, l’attività depurativa biologica non viene inficiata da questo processo, poiché esso
rimuove la frazione più debole dei fanghi biologici, rendendo quindi più efficiente la frazione
realmente attiva nella rimozione degli inquinanti. Ciononostante, dato che il materiale cellulare
proveniente dalla lisi dei batteri ossidati viene reso disponibile come substrato organico, si osserva
un leggero aumento del carico organico in ingresso alla fase biologica, normalmente compensato
dalle migliori performance dell’impianto. Ciò porta a misurare la prestazione conseguita di riduzione
specifica dei fanghi prodotti in relazione alla capacità di depurazione dell’impianto, espressa come
BOD o COD eliminato, attraverso il parametro kgSST / kgCOD . ridotto
Eccesso fanghi prima e dopo il trattamento ozono Generatore Ozono SMO 800. Distruttore Ozono residuo.
residuo
O3
Considerazioni economiche
Malgrado il trattamento con UV e con Ozono abbiano ormai una storia lunga quasi un se-
aria / O2 colo, per molti anni il principale ostacolo all’adozione di queste tecnologie è stato il fattore
economico. Oggi tale barriera viene a cedere non solo perché le tecnologie si sono evolute in
modo da rendere concorrenziali questi due sistemi di trattamento ma anche per l’accresciuta
attenzione ai temi ambientali di oggi rende ancora più importante il fatto che l’uso degli
UV e dell’Ozono sono realmente tecnologie pulite, che non solo non richiedono l’impiego
Gas di generatore ozono Sezione di contatto di additivi chimici ma che non solo non comportano alcun sottoprodotto contaminante
alimentazione 5,5 kV negli effluenti trattati, ma addirittura permettono dosaggi minori per quegli additivi che
debbono essere utilizzati (come il Cloro) a valle del trattamento.
Elettrodi Certo, la variabile del costo dell’energia, che la storia recente ha visto fluttuare molto rapi-
EFFIZON HP damente con una escursione tra prezzi minimi e massimi davvero importante, può rendere
WEDECO difficoltoso fissare dei parametri generali. Va detto tuttavia che il prezzo del petrolio, che
principalmente influenza il prezzo dell’energia, in realtà finisce con l’influenzare indiretta-
Alimentazione
elettrica (400V)
mente anche il prezzo delle materie prime e, di conseguenza, il prezzo dei prodotti chimici da
utilizzare nel trattamento delle acque. Se pure con rapporti di proporzionalità leggermente
Le particolari differenti è quindi corretto riportare le comparazioni che sono state elaborate negli anni
caratteristiche
dell’ozono scorsi. Che ci risulti non esiste al momento un studio esaustivo che permette di mettere a
richiedono del gas nel liquido. I diffusori sono realizzati in modo da generare bolle fini per aumentare confronto direttamente differenti tipologie tecnologiche per il trattamento delle acque.
materiali la superficie di contatto tra gas e liquido e sono disposti secondo geometrie che consentano In realtà, a ben vedere, la velocità di fluttuazione dei prezzi, rende impossibile al momento
speciali per i
dischi porosi la migliore uniformità di trattamento del liquido che transita nella vasca. attuale delle analisi predittive sui costi di gestione degli impianti. Ciò non solo per le notevoli
attraverso I diffusori sono costituiti da dischi porosi in materiale ceramico con elevate caratteristiche differenze che si possono rilevare sul prezzo dei materiali e dell’energia ma, addirittura, sui
cui vengono di resistenza all’ossidazione che le normali membrane sintetiche dei dischi per aerazione dei costi finanziari di cui si deve tenere conto nel valutare correttamente gli ammortamenti
generate le
bolle fini di gas.
liquami non posseggono. In alternativa appositi iniettori con ugelli specifici, che operano degli impianti.
In alternativa per Effetto Venturi, miscelano il gas e i liquido in regime altamente turbolento in modo Come raffronto economico per la disinfezione delle acque ci si può riferire al grafico in
si possono da consentire al gas di venire in contatto il più a lungo possibile con l’acqua immessa nel questa pagina.
utilizzare
reattore. Quest’ultimo sistema è particolarmente adottato nel trattamento dei fanghi, per Per avere una idea di quanto il progresso tecnologico abbia influito nel tempo sul fattore
iniettori che
operano per i quali il regime di elevata turbolenza favorisce la ozonolisi e la conseguente riduzione economico riportiamo anche un grafico sull’anda-
effetto Venturi. della sua massa. Gli impianti di trattamento dei reflui prevedono la possibilità di impiego mento dei costi di produzione dell’Ozono.
dell’Ozono in differenti fasi della dove si vede che il consumo energetico per la pro-
depurazione. In considerazione duzione di un kg di Ozono si è dimezzato negli
del fatto che i costi di produzio- ultimi vent’anni e che il progresso tecnologico ha
ne dell’Ozono diminuiscono con il permesso, a parità di gas trattato un raddoppio
crescere della dimensione dell’im- della produzione di Ozono.
pianto, contrariamente al passato, In questo caso l’economia di scala riveste un ruolo
oggi si tende a considerare la pro- importantissimo come mostra il grafico seguente:
gettazione di una vera e propria Come si vede nel grafico di pagina seguente per
stazione indipendente di produ- la produzione di un kg ora si valuta un costo di
zione del gas con più utenze di circa 3,3 € se si considerano anche i costi di am-
applicazione del gas nei vari punti mortamento dell’impianto e di circa 2,3 € se si
dell’impianto di trattamento in cui considerano i costi puri. Se si passa alla produzione
è prevista il loro impiego. Questo di 10 kg/ora di O3 il costo scende a circa 2,1 € per
criterio di considerare una vera e kg tenendo conto degli investimenti e a 1,8 € per
60 61
• Delibera Interministeriale 4 febbraio 1977 “Criteri, Legge 18 maggio 1989, n.183 e successive
40 10 probabilmente datato per quello che riguar- metodologie e norme tecniche generali di cui all’art.2, modifiche e integrazioni
30 da le variabili tecnologiche ed economiche, lettere b), d) ed e), della Legge 10 maggio 1976, La Legge definisce finalità, soggetti, strumenti e modalità
20 5 è interessante per la metodologia applica- n.319, recante norme per la tutela delle acque dell’azione della Pubblica Amministrazione in materia di
10 ta, per i valori relativi che emergono nella dall’inquinamento”; difesa del suolo.
0 0 • Legge 18 maggio 1989, n. 183 “Norme per il riassetto Suoi obiettivi sono quelli di “assicurare la difesa del suolo,
analisi economica e per le considerazioni organizzativo e funzionale della difesa del suolo” e il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione
1980 1990 2000
pratico applicative che ne derivano anche se, successive modifiche e integrazioni; del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo
anno alla data attuale, probabilmente i risultati • Legge 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali
Consumo energetico Concentrazione sarebbero leggermente differenti. di risorse idriche” (c.d. Legge Galli); ad essi connessi”.
relativo [%] di ozono [WT %]
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Parametri chimico-fisici
• il risparmio idrico va conseguito mediante il progres- Manganese mg/L 0,2
negli edifici a uso civile, ad eccezione degli impianti
sivo risanamento delle reti di collettamento esistenti
di scarico nei servizi igienici; Mercurio mg/L 0,001
che evidenzino consistenti perdite, l’installazione di
• uso industriale: come acqua antincendio, di processo,
reti duali nei nuovi insediamenti di rilevanti dimensioni, Nichel mg/L 0,2
di lavaggio e per i cicli termici dei processi industriali,
l’installazione di contatori nelle singole unità abitative Piombo mg/L 0,1
con l’esclusione degli usi che comportano un contatto
e di contatori differenziati per le attività produttive e
tra le acque reflue recuperate e gli alimenti o i prodotti Rame mg/L 1
del terziario esercitate nel contesto urbano, la diffu-
farmaceutici e cosmetici.
sione di metodi e apparecchiature per il risparmio Selenio mg/L 0,01
Non è, quindi, consentito il riuso per fini potabili. Inoltre,
idrico. Stagno mg/L 3
il decreto non disciplina il riutilizzo delle acque reflue
all’interno dello stesso stabilimento o consorzio indu- Tallio mg/L 0,001
Decreto Legislativo 11 maggio 1999,
striale che le ha prodotte.
n.152 modificato e integrato dal Decreto Vanadio mg/L 0,1
Il riutilizzo delle acque reflue recuperate deve avvenire
Legislativo 18 agosto 2000, n. 258 Zinco mg/L 0,5
con le modalità di seguito schematicamente riportate:
Il Decreto Legislativo attua una razionalizzazione uni-
• nel caso di riutilizzo irriguo, esso deve essere realizzato Cianuri totali (come CN) mg/L 0,05
ficante dei diversi testi normativi che finora avevano
con modalità che assicurino il risparmio idrico, non
disciplinato, in modo settoriale e non coordinato, i diversi Solfuri mgH2S/L 0,5
può superare il fabbisogno delle colture ed è comun-
aspetti della tutela e degli usi della risorsa idrica. I principi Solfiti mgSO3/L 0,5
que subordinato al rispetto del codice di buona pratica
generali sui quali esso si basa sono i seguenti:
agricola, ovvero gli apporti d’azoto derivanti dal riu- Solfati mgSO4/L 500
• la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento e l’at-
tilizzo d’acque reflue concorrono al raggiungimento
tuazione del risanamento dei corpi idrici inquinati; Cloro attivo mg/L 0,2
dei carichi massimi ammissibili e alla determinazione
• il miglioramento dello stato delle acque e l’adeguata Cloruri mgCl/L 250
dell’equilibrio tra il fabbisogno d’azoto delle colture
protezione di quelle destinate a particolari usi, con
e l’apporto d’azoto proveniente dal terreno e dalla Fluoruri mgF/L 1,5
priorità di quelle destinate al consumo umano;
fertilizzazione;
• il perseguimento di obiettivi di qualità dei corpi idrici Grassi e olii animali/vegetali mg/L 10
• nel caso di riutilizzi multipli (ovvero usi diversi da quelli
che garantiscano il mantenimento della capacità natu- Olii minerali [Nota 1] mg/L 0,05
irrigui, civili e industriali) il titolare della distribuzione
rale di autodepurazione e la capacità di sostenere co-
delle acque reflue recuperate deve curare la corretta Fenoli totali mg/L 0,1
munità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
informazione degli utenti sulle modalità d’impiego,
• la definizione di criteri per una corretta gestione del- Pentaclorofenolo mg/L 0,003
sui vincoli da rispettare e sui rischi connessi a riutilizzi
la risorsa idrica nell’ottica dell’uso sostenibile e del Aldeidi totali mg/L 0,5
impropri.
risparmio idrico;
I valori limite per le acque reflue recuperate all’uscita
• la definizione di criteri, vincoli e parametri per il collet-
dell’impianto di depurazione previsti dall’allegato al Tetracloroetilene, tricloroetilene (somma delle
tamento ed il trattamento delle acque reflue urbane, mg/L 0,01
decreto 185/03 (ripresi dal Decreto del 2 maggio 2006) concentrazioni dei parametri specifici)
nonché delle modalità per il loro riutilizzo.
sono riportati nella Tabella. Rispetto alle normative di
Il Decreto recepisce le Direttive comunitarie 91/271 e
altri paesi, la normativa italiana per quanto concerne il Solventi clorurati totali mg/L 0,04
91/676.
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Parametro Unità di misura Valore limite Numero Parametri Unità di Scarico in acque superficiali Scarico in rete
parametro misura fognaria (*)
Trialometani (somma delle concentrazioni) mg/L 0,03
20 Piombo mg/L ≤ 0,2 ≤ 0,3
Solventi organici aromatici totali mg/L 0,01 21 Rame mg/L ≤ 0,1 ≤ 0,4
Benzene mg/L 0,001
Parametri chimico-fisici
Numero Parametri Unità di Scarico in acque superficiali Scarico in rete 49 Solventi clorurati (5) mg/L ≤1 ≤2
parametro misura fognaria (*) 50 Escherichi a coli (4) UFC/100mL nota
1 pH 5,5-9,5 5,5-9,5 51 Saggio di tossicità acuta (5) il campione non è accettabile il campione non è accettabile
2 Temperatura °C (1) (1) quando dopo 24 ore il numero quando dopo 24 ore il numero
degli organismi immobili è uguale degli organismi immobili è uguale
3 colore non percettibile con diluizione non percettibile con diluizione o maggiore del 50% del totale o maggiore del 80% del totale
1:20 1:40
(*) I limiti per lo scarico in rete fognaria sono obbligatori in assenza di limiti stabiliti dall’autorità competente o in mancanza di un impianto finale
4 odore non deve essere causa di non deve essere causa di molestie di trattamento in grado di rispettare i limiti di emissione dello scarico finale. Limiti diversi devono essere resi conformi a quanto indicato alla nota
molestie 2 della tabella 5 relativa a sostanze pericolose.
(2) Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue urbane valgono i limiti indicati in tabella 1 e, per le zone sensibili anche quelli di tabella 2. Per
5 materiali grossolani assenti assenti quanto riguarda gli scarichi di acque reflue industriali recapitanti in zone sensibili la concentrazione di fosforo totale e di azoto totale deve essere
6 Solidi speciali totali (2) mg/L ≤ 80 ≤ 200 rispettivamente di 1 e 10 mg/L.
(3) Tali limiti non valgono per lo scarico in mare, in tal senso le zone di foce sono equiparate alle acque marine costiere, purché almeno sulla
7 BOD5 (come O2) (2) mg/L ≤ 40 ≤ 250 metà di una qualsiasi sezione a valle dello scarico non vengono disturbate le naturali variazioni della concentrazione di solfati o di cloruri.
(4) In sede di autorizzazione allo scarico dell’impianto per il trattamento di acque reflue urbane, da parte dell’autorità competente andrà fissato
8 COD (come O2) (2) mg/L ≤ 160 ≤ 500 il limite più opportuno in relazione alla situazione ambientale e igienico sanitaria del corpo idrico recettore e agli usi esistenti. Si consiglia un
9 Alluminio mg/L ≤1 ≤ 2,0 limite non superiore ai 5000 UFC/100 mL.
(5) Il saggio di tossicità è obbligatorio. Oltre al saggio su Daphnia magna, possono essere eseguiti saggi di tossicità acuta su Ceriodaphnia dubia,
10 Arsenico mg/L ≤ 0,5 ≤ 0,5 Selenastru, capricornutum, batteri bioluminescenti o organismi quali Artemia salina, per scarichi di acqua salata o altri organismi tra quelli che
saranno indicati ai sensi del punto 4 del presente allegato. In caso di esecuzione di più test di tossicità si consideri il risultato peggiore. Il risultato
11 Bario mg/L ≤ 20 - positivo della prova di tossicità non determina l’applicazione diretta delle sanzioni di cui al titolo V, determina altresì l’obbligo di
12 Boro mg/L ≤2 ≤4 approfondimento delle indagini analitiche, la ricerca delle cause di tossicità e la loro rimozione.
13 Cadmio mg/L ≤ 0,02 ≤ 0,02
14 Cromo totale mg/L ≤2 ≤4
15 Cromo VI mg/L ≤ 0,20 ≤ 0,20
16 Ferro mg/L ≤2 ≤4
17 Manganese mg/L ≤2 ≤4
18 Mercurio mg/L ≤ 0,005 ≤ 0,005
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Gamma UV WEDECO Gamma Ozono WEDECO 67
In collaborazione con:
ITT Water & Wastewater Italia S.r.l.
Viale Europa, 30 - 20090 CUSAGO (MI)
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