Scaricabarile sul Frodo Mondadori.

Tremonti: chiedete a
Letta. Letta tace. Calderoli non sa. Un governo a sua insaputay(7HC0D7*KSTKKQ( +#!"!_!z!/
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Giovedì 7 luglio 2011 – Anno 3 – n° 160 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

BERLINGUER, CHI ERA COSTUI? Cinque Dalemmi

di Marco Travaglio

QUESTIONE MORALE ADDIO O

30 anni fa, in pieno scandalo P2, il segretario del Pci denunciò
n. pres. Massimo D’Alema, sarà un caso, ma è
dai tempi di Mani Pulite che, ogni volta che
scoppia uno scandalo, salta fuori il Suo nome
o quello di un Suo amico. La prima è nel ‘93,
con la tangente Fiat al Suo luogotenente veneto De
Piccoli. Nel ‘94 tocca a Lei per il finanziamento
illecito di 20 milioni (anni ‘80) dall’imprenditore
la corruzione nelle alte sfere della politica. Un leader archiviato malavitoso Cavallari. Nel 2004 Calisto Tanzi racconta
ai pm di aver finanziato anche Lei e la Sua fondazione
troppo presto. Intanto le tangenti assediano la sinistra Italianieuropei, tramite gli elemosinieri Parmalat,
Romano Bernardoni e Sergio Piccini: “Bernardoni s’è
occupato della sponsorizzazione della fondazione
La diversità perduta Italianieuropei che non ho seguito direttamente.
D’Alema attraverso Minniti è stato invece finanziato
da Piccini”. Lei nega i finanziamenti, ma ammette la
di Paolo Flores d’Arcais sponsorizzazione, il cui interesse per Parmalat sfugge
dc ai più: “La Solaris Srl, editrice del bimestrale
rent’anni fa, nel luglio del 1981, il segretario Italianieuropei, ha stipulato contratti annuali di

T del Partito comunista italiano, Enrico Ber-

linguer, lanciava la “questione morale” co-
me decisiva questione politica e ne faceva
l’architrave della “diversità” rispetto alla partito-
crazia imperante. Il Pci non lo seguì, tre anni dopo
di Luca Telese
OTO LM(F D )
acquisto di pagine pubblicitarie sulla rivista col
gruppo Parmalat. Contratti da lire 50 milioni per il
2002, euro 25.822 per il 2003 e euro 26 mila per il
2004. La società ha percepito solo l’importo relativo
al 2002”. Però, curiosamente, non ha querelato Tanzi
per calunnia. Nel 2006 escono le Sue esultanti
oma, 28 luglio 1981. L’inter-
Berlinguer morì drammaticamente e nel 2002, al-
lo scoppio di Mani Pulite, l’ormai ex Pci si mosse R vista rilasciata da Enrico Ber-
telefonate a Consorte, poi arrestato per la scalata
illegale a Bnl e Lei si trincera dietro l’immunità
in direzione opposta a quella indicata dal suo ul- linguer a Eugenio Scalfari contie- europea. Nel 2009-2010 i Suoi fedelissimi in Puglia,
timo vero leader: anziché dare profondità politica ne una scudisciata che farà sob- Frisullo e Tedesco, finirono l’uno in carcere e l’altro
alla “rivoluzione della legalità” che l’azione giu- balzare metà classe politica ita- in Senato giusto in tempo per sfuggire alla galera.
diziaria contro Tangentopoli scoperchiava come liana: “I partiti di oggi sono so- Negli ultimi 15 giorni, un arresto via l’altro: Vincenzo
improcrastinabile, alcuni personaggi ai vertici del prattutto macchine di potere e Morichini, ex amministratore Ina-Assitalia, Suo socio
partito, tra una “gioiosa macchina da guerra” e un di clientela”. pag. 2 z di barca e responsabile della raccolta fondi di
inciucio bicamerale, pensarono bene di inalbera- Italianieuropei, arrestato per una tangente di 40 mila
euro da Riccardo Paganelli per favorire la sua
re il vessillo del “primato della politica”, guardan-
Rotkopf Aviation ad aggiudicarsi i collegamenti aerei
do con malcelata ostilità alla doverosa azione dei per l’Elba; Franco Pronzato, ex consigliere di Bersani,
magistrati, e finirono per intralciarla sempre più
apertamente, votando infinite leggi bipartisan
CATTIVERIE cda Enac e responsabile Trasporti Pd (plateale
conflitto d’interessi), arrestato per aver ricevuto da
contro la giustizia, in amorosi sensi col berlusco- Frattini: “Non ci sarà il Paganelli metà della tangente (20 mila euro) per
taglio delle tasse, ma una
nismo. rimodulazione della fame” agevolare Rotkopf; Paganelli arrestato per mazzette
Nessuno stupore, perciò, se la questione morale è www.spinoza.it in cambio di favori da Enac, dice di aver finanziato
diventata per il Pd un problema, a causa della cor- con 30mila euro Italianeuropei e di averle prestato il
ruzione che investe le seconde e terze file delle suo aereo per cinque voli del valore di 6 mila euro
sue gerarchie. Una questione morale grande co- l’uno; Pio Piccini, fratello dell’elemosiniere di Tanzi e
me una casa che la nomenklatura di partito nega, GOVERNO x B. aveva detto: “Non metterò le mani nelle tasche degli italiani” amministratore di Omega, arrestato per bancarotta
ma anche la base “rimuove”. Casa che non scom- fraudolenta, confessa di aver pagato Morichini
pare e non diventa meno ingombrante accanto ai
duecento piani del grattacielo di corruzione e
grassazione messo in opera dal regime di Arcore e
Ma che bella sorpresa: una manovra perché gli facesse ottenere da Finmeccanica
l’appalto delle intercettazioni e di aver finanziato
pure lui Italianieuropei con30 mila euro. Un mese fa
il Fatto ha chiesto alla Sua fondazione l’elenco dei
dai suoi Mackie Messer. Resta anch’essa un abuso
grave poiché identici sono i meccanismi che di-
struggono gli anticorpi della moralità politica, che
in democrazia è un dovere e una necessità, non un
con 17 miliardi di nuove tasse finanziatori. Nessuna risposta. Ora, con l’aggravarsi
del caso, ci permettiamo d’insistere e La invitiamo in
redazione per un’intervista che soddisfi alcune
nostre curiosità, condivise – ne siamo certi – da molti
optional. E con una differenza semplicemente La riforma fiscale Suoi elettori.
quantitativa rispetto ai miasmi del berlusconismo servirà a fare n intervista 1) Come ha potuto la Sua fondazione accettare
contributi da un personaggio chiacchierato come
non si diventa certo alternativa credibile.
Possibile che nel Pd non possa diventare riflesso
cassa per risanare Camusso a Landini: Piccini, poi arrestato per bancarotta dopo aver
condizionato il semplicissimo “non rubare”? E au- i conti. Intanto il “Il sindacato gettato sul lastrico 6 mila lavoratori di Omega?
2) Piccini e Paganelli dicono di aver finanziato
tomatismo il rompere ogni rapporto con chi, governo azzoppa non è populismo” Italianieuropei per essere favoriti in gare e appalti:
avendo un tenore di vita incompatibile con la di-
chiarazione dei redditi, non ne sa fornire spiega-
le tv locali pag. 4 - 5 z Feltri pag. 10z
(F
OTOD )LM
non crede di dover restituire i contributi prima che
L'accusino di far politica con soldi sporchi?
zione? Possibile che dirigenti na- 3) Francesco Cossiga, dopo aver volato gratis con
vigati e sempre pronti a invoca- Parmatour, restituì a Parmalat l’importo dei viaggi:
re il “realismo politico” conti- CORSI
IN 17 CITTÀ
U di Massimo Fini U di Pier Paolo Pasolini
non dovrebbe farlo anche Lei con i 30 mila euro dei
nuino per anni a praticare pro- E LIBRI passaggi aerei da Paganelli e Morichini?
miscuità con figuri della P2 e di PER OGNI SIA LODATO CONTRO 4) Lo sa che, mentre Lei vola sul bimotore di
FACOLTÀ
Tangentopoli? (Per non parlare IL FESSO CHE IL PREMIO Paganelli, gli elbani continuano a viaggiare in
traghetto perché i maneggi sull’appalto Enac hanno
dell’abrogazione delle provin-
HA PAGATO STREGA
TEST DI AMMISSIONE
ce, promessa agli elettori ma bloccato la linea aerea Firenze-Pisa-Elba?
contraddetta due giorni fa, per- 5) Posto che i parlamentari devono dichiarare le loro
l 19 febbraio del 1998 il a prima reazione di un osser-
ché alle greppie opulente non si
vuole rinunciare). La questione
ALL’UNIVERSITÀ I Tribunale di Monza mi ri- L vatore oggettivo e un po’ in-
conobbe colpevole di diffa- differente, nel venire a sapere
fonti di finanziamento; che Lei svolge la Sua attività
politica tramite la fondazione Italianieuropei; che le
Preparati seriamente con indagini ne hanno svelato tre finanziatori – Tanzi,
morale, trent’anni dopo, è più I
mazione nei confronti del che un partecipante al Premio Piccini e Paganelli – tutti finiti in galera; non è il caso
N N
che mai il banco di prova di una A deputato Teodoro Buontem- Strega, poco prima della secon-
25 di rendere pubblica la lista completa, nella speranza
politica democratica. L’unica po per via di un articolo pub- da votazione, ritira il suo libro, che comprenda anche qualche incensurato?
scelta vincente. Non capirlo è blicato sull’Indipendente il 6 è che si tratti di una azione scor- In attesa di un Suo cortese riscontro, porgiamo
stupidità, come minimo. www.alphatest.it n. verde 800 017 326 febbraio 1996. pag. 18 z retta. Ebbene, lo è. pag. 14 z distinti saluti.
pagina 2

L’
IL TRADIMENTO

intervista sulla questione morale
L’intervista rilasciata da Berlinguer a Scalfari non
piacque al presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, che nell’agosto
che non piacque del 1981, in occasione dell’anniversario della morte
di Togliatti, scrive un articolo sull’Unità dove critica
le posizioni di Berlinguer, mettendolo in guardia dal
a Napolitano pericolo dell’isolamento e del settarismo. In
seguito Napolitano fu messo sotto accusa in una
riunione di Direzione, e poche settimane dopo
lascerà l’organizzazione per assumere l’incarico di
presidente dei deputati comunisti. Napolitano è
stato l’unico esponente dei Democratici di sinistra
a firmare con l’allora minoranza di Salvi e Mussi un
ordine del giorno sulla questione morale nel 2005.
Alla vigilia dello scandalo Unipol.

di Luca Telese

oma, 28 luglio 1981. L’in-

R tervista rilasciata da Enri-

co Berlinguer a Eugenio
Scalfari contiene una scu-
disciata che il giorno dopo farà
sobbalzare i lettori di La Repubbli-
ca e metà della classe politica ita-
liana: “I partiti di oggi sono so-
prattutto macchine di potere e di
clientela”. Nessun leader, nel
tempo della prima repubblica,
con l’esclusione dell’antisistema
Marco Pannella - aveva mai osato
tanto. Sono passati trent’anni da
quel giorno. Trent’anni di que-
stione morale. Trent’anni di rab-
bia e di oblio. È stato esattamente
trent’anni fa, che in una estate
calda come questa Enrico Berlin-
guer ha coniato – in una intervi-
sta che sarebbe entrata in tutti gli
archivi – una locuzione destinata
a raccontare l’Italia di allora,
quella di Mani pulite (che sareb-
be arrivata undici anni più tardi)
e – purtroppo – anche quella che
stiamo vivendo, nel tempo dei

LA FINE DELL’INNOCENZA
pizzini, degli appalti facili, delle
p3 e della P4, dei contributi
spontanei alle fondazioni “ami-
che”. Intervista “profetica”, si
disse. Ma in realtà nata con un
processo di elaborazione che in
Berlinguer fu tutt’altro che rapi-
do. Oggi Scalfari ricorda quel
giorno con una nitidezza cristal-
lina: “Parlammo ore. Segnai po-
chi appunti e poi ricostruii di get-
Trent ’anni fa Berlinguer denunciava la “questione morale”
to tutta l’architettura del discor-
so. Berlinguer era uno dei pochi
politici che mi considerava e di
Oggi siamo sommersi da cricche e corrotti. Anche a sinistra
cui mi consideravo amico. Pote-
va capitare che cenassimo insie-
me, a casa mia o a casa sua. An- idee, ideali, programmi pochi o gliatti per criticare Berlinguer su MA IL GIUDIZIO più duro era la Rai, alcuni grandi giornali”. Pa- C’è da averne paura?”. Berlinguer
cora più frequentemente a casa vaghi, sentimenti e passione civi- tre punti: il giudizio sul degrado quello sulla società italiana e sul role che sarebbero passate alla ovviamente negava: “Qualcuno,
di Tonino Tatò. Ma quando poi le, zero. Gestiscono interessi, i dei partiti, la denuncia inappella- suo degrado: “I partiti – diceva il storia come il manifesto della “Di- sì, ha ragione di temerne, e lei ca-
l’intervista era scritta, con lo più disparati, i più contraddittori, bile che Berlinguer faceva sulla segretario del Pci - hanno occu- versità”. “Io - diceva il segretario - pisce subito chi intendo. Per una
stesso Tatò iniziava un lavoro mi- talvolta anche loschi – sosteneva - questione morale, la chiusura pato lo Stato e tutte le sue istitu- credo di sapere a che cosa lei pen- risposta chiara alla sua domanda,
nuzioso di limatura. Di quell’in- comunque senza alcun rapporto netta che il segretario del Pci op- zioni, a partire dal governo. Han- sa: poiché noi dichiariamo di es- elencherò per punti molto sem-
tervista – aggiunge il fondatore di con le esigenze e i bisogni umani poneva a Craxi, il rifiuto della via no occupato gli enti locali, gli en- sere un partito “diverso” dagli al- plici in che consiste il nostro es-
La Repubblica - toccammo poco emergenti, oppure distorcendo- socialdemocratica in nome della ti di previdenza, le banche, le tri, lei pensa che gli italiani abbia- sere diversi, così spero non ci sa-
o nulla. E mi accorsi subito che la li, senza perseguire il bene comu- cosiddetta “terza via” fra sociali- aziende pubbliche, gli istituti cul- no timore di questa diversità”. E rà più margine all’equivoco. Ma
sua portata avrebbe trasceso ne”. In quei giorni, secondo la mi- smo reale e capitalismo. turali, gli ospedali, le università, Scalfari: “Sì, è così, penso proprio noi vogliamo che i partiti cessino
quella della cronaca politica”. gliore tradizione del gruppo diri- a questa vostra con- di occupare lo Stato”.
gente comunista, le ragioni della clamata diversità. A Per Napolitano era troppo. Rac-
ERA L’ITALIA che esce fatico- politica contingente vennero dis- La versione di Bersani volte ne parlate come conterà di aver telefonato a Ge-

samente dagli anni di piombo. L’I-
talia del terremoto, di Vermicino,
delle lacrime di Sandro Pertini.
Ed è il Pci che sta abbandonando
la Solidarietà Nazionale e l’accor-
do con la Dc per passare all’op-
posizione. Ma lo strappo che que-
sta svolta produce nel partito non
è, e non può essere, indolore. Lo
scontro che è già nell’aria prende
corpo quasi improvvisamente,
anche perché, il grande critico
della svolta ha il nome del diri-
gente più pesante nel gruppo di-
rigente di quel Pci: Giorgio Napo-
litano. Sono curiosi i paradossi
della storia, quando passano
trent’anni. Oggi forse Napolita-
no, che fu il fiero oppositore di
quella svolta, limerebbe molte
delle sue critiche del 1981 a Ber-
linguer, e condividerebbe molte
delle sue affermazioni. E proba-
bilmente Massimo D’Alema, che
allora era un sostenitore del se-
gretario, oggi lo criticherebbe. Si
disse che quel dialogo del segre-
tario del Pci con Scalfari era stato
l’atto fondativo dell’antipolitica:
oggi, dopo tutto quello che la po-
litica ci ha regalato, possiamo for-
se dire che quella critica drastica
era (ed è) l’unica possibilità di sal-
vezza della politica pulita. “I par-
titi – diceva Berlinguer - sono so-
prattutto macchine di potere e di
clientela: scarsa o mistificata co-
noscenza della vita e dei proble-
mi della società e della gente,
simulate dietro la disputa di dot-
trina. Napolitano aveva scelto di
attaccare Berlinguer, partendo
da lontano. Ovvero dall’editoria-
le che doveva scrivere per com-
memorare l’anniversario della
morte di Togliatti, ma usando To-
FRATELLI DI CRICCA Le intercettazioni dell’inchiesta P4
Il fedelissimo di D’Alema al telefono con “Bisi”
Ibelzurro
lobbista rosso e quello az-
erano amici, verreb-
da dire quasi fratelli, e in-
ciuciavano al telefono. Il da-
lemiano Vincenzo Morichini
chiamava il presunto capo
della P4, vicino alla destra fel-
pata di Gianni Letta, Luigi Bi-
signani, per chiedergli una
mano in un momento topico
della sua carriera di assicu-
ratore. Oltre alle telefonate
intercettate dalla Guardia di
Finanza di Napoli nell’inda-
gine P4 c'è però un secondo
elemento, scoperto dal Fatto
che affratella Morichini e Bi-
signani: la passata apparte-
nenza alla massoneria. Il no-
me di Bisignani risultava nel-
l'elenco sequestrato nell’am-
bito dell’inchiesta P2 al nu-
mero 203 come “attivo”.
Il nome di Morichini invece
“
Sono rimasto sorpresissimo
dalle accuse. Ma i giudici sanno
che non gridiamo al complotto
figura negli elenchi della
massoneria finiti agli atti del-
le indagini sulle logge del
Grande Oriente avviate negli
anni Novanta dall’allora Pro-
curatore di Palmi Agostino
Cordova. Nell'elenco visio-
nato dal Fatto, dopo un tal
Morichini
risulta negli
elenchi della
massoneria
sequestrati dal
pm Cordova
negli anni ‘90
”
Moriani e un tal Morici ecco
apparire l’assicuratore ami-
co di Massimo D’Alema: “Mo-
richini Vincenzo, 20 febbraio
1945, Roma, assicuratore”.
Morichini è nato a Foligno, in
una zona dove i compassi
vantano un radicamento an-
tico. Al Fatto che gli chiede se
appartenga alla massoneria
replica: “Non parlo con i
giornalisti. Contattate il mio
avvocato Grazia Volo”, che
ovviamente non può rispon-
dere a una simile domanda.
UNA COSA è certa, tra i
due lobbisti ci sono tre tele-
fonate intercettate agli atti
dell'inchiesta P4. Il compa-
gno di regate di Massimo D'a-
lema che raccoglieva fondi
per la sua Fondazione Italia-
niEuropei contatta Bisignani
se foste dei marziani,
oppure dei missiona-
ri in terra d’infedeli: e
la gente diffida. Vuole
spiegarmi con chia-
rezza in che consiste
la vostra diversità?
e il lobbista caro a Gianni Let-
ta lo incontra due giorni dopo
per parlargli lontano dalle ci-
mici di Woodcock a voce.
D’Alema ha accompagnato il
capo dei servizi segreti Aise,
Adriano Santini dal presiden-
te del Copasir. Nella prima,
l’ex agente generale dell'Ina
Assitalia di Roma, indagato
dal pm Paolo Ielo per corru-
zione, chiama l’ufficio di Bi-
signani. È il 13 gennaio del
2011 alle 15 e 10 Morichini
chiede alla segretaria di Bisi-
gnani se – come gli aveva ap-
pena detto l’amico Roberto
Mazzei, presidente del Poli-
grafico dello Stato – Bisignani
sarebbe rientrato da Londra
alle 10. La segretaria si tiene
sul vago e promette di richia-
mare. La seconda volta il pri-
mo febbraio del 2011 Mori-
rardo Chiaromonte: “Eravamo
entrambi sbigottiti: in quella cla-
morosa esternazione coglieva-
mo un’esasperazione pericolosa
come non mai, una sorta di rinun-
cia a fare politica, visto che non
riconoscevamo più nessun inter-
chini parla direttamente con
Bisignani e gli chiede un ap-
puntamento. Il tono è ami-
chevole: “Oh quando ci ve-
diamo? Ho assolutamente bi-
sogno dopo quello che ti...
oggi”. Bisignani risponde: “Sì,
ci vediamo tra domani e do-
podomani”. Morichini ha
avuto un incontro con alcuni
amici di Bisignani e il tema
per lui è di fondamentale im-
portanza. Si parla di un inca-
rico che dovrebbe assumere
e che è tanto importante da
imporre a Morichini le dimis-
sioni dal suo lavoro attuale di
agente assicurativo a Fiumici-
no. Bisignani, che ha già par-
lato con gli interlocutori di
Morichini, chiede un suo ri-
scontro sulla riunione: “È an-
data bene no?”. Morichini
conferma: “No, è andata be-
 Giovedì 7 luglio 2011

I
IL TRADIMENTO

l giorno in cui il Pci tocca il suo massimo
Il sardo dell’austerity storico e supera il 34 per cento dei consensi
(siamo nel 1976), segretario del partito è
Enrico Berlinguer. Da quattro anni il sassarese è al
che scaldava vertice del partito a cui si è iscritto a vent'anni. È
l'uomo che lavora al compromesso storico con la Dc di
Aldo Moro, che solleva il j’accuse contro i partiti
il cuore dei comunisti diventati “macchine di potere e di clientela”, fervente
sostenitore dell’austerità che serviva al risanamento
economico (e morale) del Paese. Giuseppe Bertolucci
gli dedica il film Berlinguer ti voglio bene e chiama
Roberto Benigni ad interpretarlo. Muore l’11 giugno
del 1984 a causa di un ictus che lo ha colpito sul palco di
piazza della Frutta, a Padova. L’ultimo addio è in piazza
San Giovanni, a Roma. Ancora oggi, nell’anniversario,
c’è chi lascia dei fiori a Botteghe Oscure.

locutore valido, e negavamo che
gli altri partiti, ridotti a macchine
di potere e di clientela esprimes-
sero posizioni e programmi con
cui confrontarci”. Insomma, lo
spettro della cosiddetta “antipo-
litica”, e l‘esaltazione del primato
dei partiti, il dilemma su cui an-
cora oggi si dibatte a sinistra, (a
partire dal celebre discorso di
D’Alema a Gargonza che preco-
nizzò la fine dell’Ulivo nel 1996).
Il primo segnale premonitore
della Questione morale a sinistra,
era arrivato da Torino, con lo
scandalo Zampini. Un imprendi-
tore era andato dal sindaco comu-
nista Diego Novelli dicendo di
aver pagato una tangente. Novel-
li (berlingueriano di ferro) anzi-
ché insabbiare disse: “Lei deve
andare dal magistrato”.
la mappa
Sanitopoli
ì
Appalti, aerei e rifiuti:
mazzetta rossa la trionferà
Soldi ed escort
pugliesi
L o scandalo scoppia
nel 2009. Per i pm Ta-
rantini procurava denaro
ed escort per il vicepresi-
dente della giunta Frisul-
IN PRINCIPIO FU LA SCALATA UNIPOL
lo. Poi tocca a Tedesco, in-
dagato per associazione a POI LA PUGLIA E L’ENAC: LE INCHIESTE E IL PD
delinquere e corruzione.
di Ferruccio Sansa poli (sugli appalti per le mense
Mensopoli e Vincenzo Iurillo scolastiche) che fa tremare la
giunta di Marta Vincenzi: in ma-
In Liguria iente celebrazioni. A se- nette finiscono Stefano France-

NEL 1992-93, nel ciclone di

trema la giunta

Tangentopoli, emersero le con-
fessioni di un segretario di fede-
razione milanese, Cappellini,
che ammetteva di aver preso tan-
genti e di “averle buttate nel cal-
derone dei bilanci delle feste del-
l’Unità”. Parole che sconvolsero i
militanti di base, insieme alle ri-
velazioni successive che riguar-
davano pagamenti per la metro-
politana di Milano, e poi l’epo-
pea del compagno “G”, alias pri-
mo Greganti, e quella della tan-
gente “scomparsa” alle soglie di
Botteghe Oscure su cui indagò
(senza trovare prove definitive) il
pm Di Pietro. Achille Occhetto
arrivò a proclamare, contro la
corruzione, “una seconda Bolo-
gnina”. Poi i piccoli smottamenti
di costume come l’entusiastico
grido di Piero Fassino al telefono
con Giovanni Consorte: “Abbia-
mo una banca?”. Proprio Fassi-
no, nel suo Per passione, aveva ri-
costruito l’ultima parte della vita
di Berlinguer come un partita a
scacchi bergmaniana con Craxi,
dove il segretario muore un atti-
mo prima che l’altro gli faccia
scacco matto. Parole di pessimo
gusto, in ogni caso. Soprattutto
alla luce degli scandali “sinistri”
di questi giorni. Ha detto Pierlui-
gi Bersani al Messaggero: “Nel no-
stro partito non c’è nessuna que-
stione morale”. Ma la questione
morale – sia per Berlinguer sia
per Napolitano - prima che un
problema giuridico, era uno stile
di vita.
Amici degli amici
Luigi Bisignani – agli arresti domiciliari
per l’inchiesta P4 – e le sue
innumerevoli telefonate. Rigorosamente
“di sistema”. Bipartisan
N el 2008 trema la
giunta di Marta Vin-
cenzi: in manette Stefa-
no Francesca, portavoce
del sindaco, e due ex
consiglieri comunali Ds,
Casagrande e Fedrazzo-
ni. Patteggeranno con-
danne a diciotto mesi.
L’ultimo scandalo
Pronzato
e il 5%
L o scandalo coinvolge
due amici strettissimi
di D’Alema, Morichini e
Pronzato che avrebbero
ammesso di aver preso
una mazzetta da Piccini
che dice: “Se avessimo
avuto l’appalto il 5% alla
fondazione di D’Alema”.
Caso eolico
In Calabria
una maxi tangente
C oinvolto Nicola Ada-
mo, ex rais del Pd re-
gionale, indagato per as-
sociazione a delinquere,
truffa, abuso d’ufficio e
corruzione. L’inchiesta
ruota intorno a una maxi
tangente per la realizza-
zione del parco eolico di
Isola Capo Rizzuto.
N gnare i trent’anni dal fa-
moso richiamo di Enrico
Berlinguer sono le inchie-
ste. La nuova era degli scandali
targati centrosinistra comincia
nel 2005. E’ la stagione delle
grandi scalate, di Antonveneta e
di Unipol, degli yacht in Costa
Smeralda che si sostituiscono al-
le terrazze romane: “Abbiamo
una banca?”, domanda Piero
Fassino, entusiasta come un
bambino con il gelato. Finisce
intercettato, le sue parole però
non hanno rilievo penale. Ma i
vertici degli allora Ds tremano
quando l’inchiesta travolge Gio-
vanni Consorte, numero uno di
Unipol, considerato vicino a
D’Alema. Il banchiere rosso e il
Lider Massimo vengono inter-
cettati durante un colloquio sul
cellulare del parlamentare Ni-
cola Latorre (Pd). Consorte con-
fida a D’Alema la speranza di at-
tirare Vito Bonsignore (Udc)
dalla sua parte. D’Alema rispon-
de: “Ho parlato con Bonsigno-
re… Evidentemente è interessa-
to a latere in un tavolo politico”.
Consorte: “Chiaro, nessuno fa
niente per niente”. Che cosa in-
tendevano dire D’Alema e Con-
sorte? Mistero. D’Alema, Lator-
re non sono mai stati indagati. Il
Parlamento europeo ha conces-
so l’immunità al leader Pd impe-
dendo di utilizzare le sue inter-
cettazioni. Latorre fu “graziato”
dal Parlamento italiano. L’estate
delle banche per il centrosini-
stra ha rappresentato la perdita
dell’innocenza. Così ecco che
gli scandali hanno cominciato a
susseguirsi. Nel 2008 tocca a
Genova. È lo scandalo Menso-
PROCESSO DEL TURCO
Bustarelle
sca, portavoce e braccio destro
del sindaco, e due ex consiglieri
comunali Ds, Massimo Casa-
grande e Claudio Fedrazzoni.
Patteggeranno condanne a 18
mesi.
NEL 2009 il quadro si fa più
frizzante: si passa a donnine fa-
cili, mazzette sanitarie e vita spe-
ricolata in quel di Bari. Sono le
accuse rivolte al vicepresidente
della giunta pugliese Sandro Fri-
sullo, cui Giampaolo Tarantini,
secondo i pm, procurava dena-
ro, escort e buoni benzina. Una
brutta tegola per la giunta Ven-
dola. Non c’è il tempo per archi-
viare la storia che scoppia la ro-
gna Alberto Tedesco, assessore
alla Sanità pugliese indagato per
associazione a delinquere e cor-
ruzione, diventato – nonostante
ciò – senatore Pd. Ma le inchie-
Nell’ultima
ste non risparmiano nemmeno
Antonio Bassolino, quel che fu il
indagine
sindaco del Rinascimento Parte-
nopeo. Bassolino è finito più
anche
volte nelle grinfie della Procura
di Agostino Cordova. Ma si trat- i passaggi in
tava di quisquilie dalle quali è
volo dati all’ex
stato prosciolto. È da Governa-
tore che Bassolino ha collezio-
ministro
nato le inchieste per le quali è
finito alla sbarra. A cominciare
da quella sul disastro rifiuti, che degli Esteri
lo vede imputato insieme ai ver-
tici di Impregilo in un maxi-pro-
cesso che scivola verso la pre- cenzo De Luca, sindaco di Saler- sidente della Provincia di Croto-
scrizione. Da una costola di no. È imputato in due processi, ne, Carmine Talarico. Mimmo
quelle indagini è nato un secon- entrambi destinati, quasi certa- Crea, ex consigliere regionale
do procedimento a suo carico mente, alla prescrizione. Il pri- della Margherita è stato condan-
per le presunte “consulenze mo riguarda la fallita riconver- nato a 11 anni di carcere per
d’oro” nel periodo in cui è stato sione dell’Ideal Standard in un concorso esterno in associazio-
commissario per l’emergenza ri- Parco Marino. Il secondo è rela- ne mafiosa. Di nuovo in Liguria:
fiuti. Grattacapi anche per Vin- tivo all’operazione della deloca- alla vigilia delle elezioni viene
lizzazione dell’azienda cotonie- arrestato Roberto Drocchi pa-
ra di Gianni Lettieri. Recente pabile capogruppo Pd a Savona.
l’accusa per peculato, per inca- È accusato di corruzione. Se-
richi rilasciati nel periodo in cui condo l’accusa, le fatture irrego-
è stato commissario al termova- lari sarebbero state nascoste su
lorizzatore, e per abuso d’uffi-
cio per il processo Crescent.
un dirigibile. Infine eccoci allo
scandalo che coinvolge Vincen-

Morichini e lo convoca bru-

scamente: “Scendi giù, tre mi-
coi fiocchi IN CALABRIA le inchieste
hanno toccato Nicola Adamo,
zo Morichini e Franco Pronzato
(Enac-Pd) che avrebbero am-
messo mazzette. Sì, lo stesso
nuti e sto lì da te”.

QUALCHE MESE prima, in-

ne, ma adesso c'è tutto il resto
che se non me lo prendi è un
inferno”. Secondo Panorama in
edicola, l'oggetto della con-
versazione sarebbe la nomina
di Morichini a presidente di
Ina-Assitalia, per la quale Bisi-
gnani dovrebbe impegnarsi
ma che poi non va in porto.
C'è poi una seconda chiamata,
due giorni dopo, il 3 febbraio
2011. Bisignani è sotto casa di
vece, era stato Roberto De
Santis, un altro dei soci dell’I-
karus la prima barca di Mas-
simo D'Alema cointestata a
Vincenzo Morichini, a parlare
al telefono con Bisignani. Il 5
agosto De Santis informa Bisi-
gnani dell’esito di un misterio-
so appuntamento: “Tutto a po-
sto, mi sono visto con France-
sco”. E Bisignani replica: “Sì,
so tutto, so tutto. Appena tor-
ni chiama tanto io sto sempre
qua”. De Santis ribatte: “Va be-
ne, tanto poi parli con Vincen-
zo”. E non c’è bisogno di dire
che Vincenzo è il solito Mo-
richini.
M. L.
B uste da lettera o fogli A4 sigillati con na-
stro adesivo. Venivano preparate così
le mazzette “perfette” dalla segretaria di Vincen-
ex rais del Pd regionale, già vice
presidente e assessore alle Atti-
vità produttive e al Turismo nel-
zo Maria Angelini, ex patron di Villa Pini, coin- la passata giunta di "centro-sini-
volto nella “sanitopoli” abruzzese, che vede tra i stra" guidata da Agazio Loiero.
principali imputati, l’ex presidente della Regio- Adamo è indagato insieme al
ne Abruzzo, Ottaviano Del Turco. suo uomo più fidato, l'impren-
Il racconto emerge dalla testimonianza di Katia ditore Giancarlo D'Agni, e deve
Pace, che ha raccontato di non sapere a chi con- rispondere di associazione a de-
segnava le banconote, anche se a volte gli capi- linquere, truffa, abuso d'ufficio
tava di dire che andava a Collelongo (L’Aquila) – e corruzione. L'inchiesta ruota
residenza abruzzese di Del Turco – ma an- intorno a una maxi tangente da 2
che a Roma. La segretaria ha anche ammes- milioni e 400 mila euro per la
so di avere preparato una volta, e precisa- realizzazione del parco eolico di
mente nell’estate 2007, un pacchetto conte- Isola Capo Rizzuto. Vincenzo
nente oltre 750 mila euro, poi infilato in una Sculco, ex consigliere regionale
scatola di cartone. “Per deduzione – ha spie- della Margherita è stato condan-
gato – posso dire che il denaro veniva con- nato in appello a 4 anni per ir-
segnato poiché quando tornavo in ufficio regolarità commesse quando
non c’era più”. era vicepresidente della Provin-
cia di Crotone. Condannato a 4
anni e sei mesi anche l'ex pre-
Morichini, socio di barca di D’A-
lema e procacciatore di finanzia-
menti per la sua fondazione. Sì,
lo stesso Pronzato amico di
Claudio Burlando, Pierluigi Ber-
sani e D’Alema. Pronzato inter-
cede per la compagnia aerea
Rotkopf, la stessa che diede pas-
saggi sopra le nubi all’ex mini-
stro degli Esteri. L’imprenditore
Pio Piccini parla di un appalto da
Finmeccanica di 8 milioni l’an-
no. Per ottenerlo (senza gara) ri-
corre a Morichini. Pio spiega ai
pm: “Se avessimo ottenuto l’ap-
palto, avremmo versato il 5% a
Morichini e alla fondazione di
D’Alema”. Italianieuropei
smentisce. Ma non fornisce l’e-
lenco dei finanziatori.
(ha collaborato Lucio Musolino)
pagina 4 Giovedì 7 luglio 2011

D
REGIME

imission impossible. L’aula del bipartisan. L'economista di formazione liberale,

Dimissioni? Impossibili Senato ha respinto con 159 no e 94
sì per la seconda volta la richiesta
di dimissioni reiterate dal senatore Nicola Rossi.
Lo strano caso del Rossi, che è stato consigliere economico di
D’Alema quando era a Palazzo Chigi, ha lasciato
il gruppo del Pd e ora è iscritto al Gruppo misto.
senatore Nicola Rossi La votazione è stata segreta e - assicurano -
che da tempo si dice “deluso” dall’attuale clima
politico è costretto, per ora, a rimanere al suo
posto. Rossi non era presente “per motivi di
correttezza” come ha spiegato in una lettera Nicola Rossi, economista,
inviata al presidente del Senato che, comunque, ha lasciato il gruppo del Pd
ha parlato dell’“unanime stima di tutti i senatori” e lavora con Italia Futura
verso l’economista. di Montezemolo (FOTO ANSA)

Il Colle:

COLPO DI TASSE
La riforma fiscale del governo serve in realtà
“Ridefinire
le missioni”
Ma arriva
lo stop
a fare la manovra e a recuperare 17 miliardi alla Lega
di Stefano Feltri all’economia, qui si parla di lude Tremonti quando dice: di Marco Palombi
2,2 miliardi dalle tasse nel “Naturalmente c'è sempre
l ministro del Tesoro Giu- 2013 e ben 14,7 nel 2014. Co- a missione in Libia con-

I
lio Tremonti è criptico.
Normale, visto che tra le
pieghe di un gergo volu-
tamente oscuro si nasconde
una notizia esplosiva: la rifor-
ma fiscale che doveva attuare
la rivoluzione liberale berlu-
sconiana, quella delle tre ali-
quote dell’Irpef, serve in real-
tà a fare cassa per risanare i
conti: 17 miliardi di euro in
due anni. Dice il ministro nel-
la conferenza stampa di pre-
sentazione della manovra:
“Per il 2013 il decreto legge
prevede una correzione per
18 miliardi ai quali si aggiun-
gono 2 che devono arrivare
dalla delega assistenziale. Per
il 2014 la correzione è di 25
miliardi dal decreto legge più
15 dalla delega assistenziale”.
Che significa?
BISOGNA decodificare. La
manovra è diventata all’im-
provviso di 68 miliardi? No. Le
cose stanno diversamente, lo
conferma la tabella pubblicata
sul sito del ministero dell’Eco-
nomia che conferma come il
valore della manovra per il
2013 resti di 20 miliardi e per
il 2014 di altri 20 (quindi nel-
l’ultimo anno di effetto della
manovra il risparmio struttu-
rale sarà di 40). Come si spie-
ga questo rebus contabile? La
soluzione è una sola: la ma-
novra di risanamento contabi-
le, nella sua fase più pesante,
si farà alzando le tasse (o me-
glio, aumentando il gettito).
Altro che riduzione del peso
dello Stato e impulso fiscale
LA MANCATA ABOLIZIONE Ben 40 sono a presidenza democratica
me? Con la delega per la ri-
forma fiscale e assistenziale. Il
ministro Tremonti deve aver
fatto i conti: se il Parlamento
approva la legge delega che
recepisce la bozza del gover-
no, il fisco cambierà parec-
chio: tre aliquote Irpef al po-
sto delle cinque attuali, au-
mento dell’Iva di un punto sui
beni di consumo tassati oggi
al 10 o al 20 per cento, revi-
sione delle accise (le imposte
calcolate in valore assoluto e
non in percentuale) eccetera.
Se tutto questo passerà, alla
fino lo Stato si troverà in cassa
17 miliardi in più in due an-
ni.
Il governo ha già pronto un
piano B, lo spiega sempre Tre-
monti: “Se non c’è la delega
scatta il taglio del 15 per cento
di tutti i regimi di favore fi-
scale e assistenziale”. Il ragio-
namento è questo: secondo il
Tesoro ci sono 470 sconti fi-
scali – tra detrazioni, deduzio-
ni e bonus di varia natura –
che valgono nel complesso
150 miliardi di euro. Se il Par-
lamento non vuole approvare
il fisco come piace al governo,
si procederà con l’accetta, ri-
ducendole tutte del 15 per
cento. Una misura drastica,
che si tradurrà in un inevita-
bile aumento delle tasse per
moltissimi italiani, ma che as-
sicurerà allo Stato fino a 22 mi-
liardi di gettito in più.
Ci sono due implicazioni po-
litiche in questa rivelazione a
sorpresa dei veri scopi della
delega alla riforma fiscale e as-
La sorpresa del ministro del Tesoro Giulio Tremonti (FOTO DLM)
Se il Parlamento non approva
la riforma delle aliquote, scatta un
taglio del 15 per cento a tutti i bonus
sistenziale. La prima: il gover-
no prova a ricattare il Parla-
mento, o si approva la legge
delega e tutti i provvedimenti
che ne derivano, oppure le
tasse saliranno. E il governo
potrà dire che non è colpa
sua, ma della rissosità di de-
putati e senatori incapaci di
approvare la riforma del fisco.
Seconda implicazione: Tre-
monti e tutto l’esecutivo non
stanno davvero mettendo in
sicurezza i conti pubblici, per-
ché praticamente metà del ri-
sanamento richiesto dall’Eu-
ropa dipende da una riforma
che – visti i rapporti dentro la
maggioranza – difficilmente si
concretizzerà mai, oppure di-
pende da un aumento delle
tasse così mascherato da es-
sere quasi irriconoscibile. È
anche a questo, forse, che al-
sempre la possibilità di fare at-
ti alla Masaniello o di cambia-
re tutto perchè tutto non cam-
bi. Ma un governo deve fare le
leggi: se vuoi fare una riforma
devi fare la riforma per leg-
ge”.
LA DELEGA fiscale, ha spie-
gato Tremonti, verrà blindata
dentro la manovra, quando a
settembre il decreto legge fir-
mato ieri dal Quirinale dovrà
diventare legge e poi legge di
stabilità (la vecchia Finanzia-
ria, insomma). Così che il go-
verno incasserà la fiducia al-
meno sull’inizio del processo.
Resta un dubbio: c il decreto
legge che predispone una ma-
novra da quasi 50 miliardi
(che porteranno a risparmi di
40) dovrebbe avere già al suo
interno la copertura per tutti
gli interventi previsti. Mentre
la delega è successiva.
Si capirà meglio nei prossimi
giorni, quando il testo defini-
tivo del decreto verrà svisce-
rato e quando ci sarà una re-
lazione tecnica completa sui
soldi che sposta. Per ora resta
un’unica certezza, se non fi-
nanziaria almeno politica: per
risanare il bilancio, o almeno
per poter dimostrare all’Euro-
pa che ci sta provando, il go-
verno Berlusconi si affida più
alle tasse che ai tagli. 17 mi-
liardi dalla delega fiscale e for-
se 10 miliardi dalla patrimo-
niale mascherata sui conti di
deposito titoli. Oltre a 9 mi-
liardi di tagli agli enti locali,
ma quelli ormai sono una con-
suetudine.
Lconflitto
tinua fino alla fine del
e l’Italia rispette-
rà gli impegni presi con la
comunità internazionale a
Tripoli e in altri paesi: la
Lega se ne faccia una ragio-
ne. Dal Quirinale, al termi-
ne del Consiglio supremo
di difesa (organismo a cui
partecipa mezzo governo
sotto la presidenza di Gior-
gio Napolitano), spiegava-
no così il senso della nota
ufficiale emessa alla fine
dell’incontro: “Con riferi-
mento alla crisi libica è sta-
to fatto un punto sull’an-
damento delle operazioni
e sulle loro prospettive. Al
riguardo, è stata sottoli-
neata l’opportunità di va-
lutare, insieme agli alleati,
le possibili azioni da intra-
prendere nella situazione
post-conflittuale che ten-
de a delinearsi a conclusio-
ne della missione in cor-
so”. Il capo dello Stato - or-
mai il vero garante della
politica estera italiana
nonché lo sponsor princi-
pale dell’intervento a Tri-
poli - ha sostanzialmente
schiaffeggiato le intempe-
ranze “pacifiste” di un Bos-
si in cerca di visibilità: l’u-
nica concessione fatta - al-
la situazione economica,
più che alle tempeste po-
litiche nella maggioranza -
è il riconoscimento che il
peso economico delle mis-
sioni dovrà gradualmente
abbassarsi. Il Consiglio di
difesa ha quindi deciso di
“procedere, di concerto
con le istituzioni interna-
zionali e tenuto conto de-
gli sviluppi sul terreno, ad

Conflitto d’interessi in Provincia Pd ogni possibile ridefinizio-

ne dei nostri contingenti”.
Tradotto: se ne parla dal-
l’anno prossimo e secon-
di Wanda Marra sto vuol dire che se i 192 deputati del Pd avessero do tabelle che in larga par-
SALVA-FININVEST votato con le opposizioni i sì sarebbero stati 275 e le te – soprattutto per quan-
ignor Presidente, è dall’inizio della trattazione province (che costano 14 miliardi di euro annui) to riguarda Afghanistan,
Libero e il Giornale “S di questo provvedimento che il gruppo del Par-
tito democratico mantiene e cerca di mantenere
sarebbero state abolite. Ma forse in questo voto ha
giocato anche il fatto che sono 40 le Presidenze di
Libano e Balcani – sono già
state decise da tempo. Il
ci ripensano una posizione coerente con quello che è stato scrit-
to nel suo programma elettorale”. In realtà, l’incoe-
renza del Partito democratico sul tema è tutta nel-
provincia dei Democratici, che ne hanno anche più
del Pdl (36), a fronte delle 13 della Lega, 5 dell’Udc e
di nessuna dell’Idv. Situazione che (come ha sotto-
decreto di rifinanziamen-
to delle missioni che oggi
dovrebbe arrivare in Cdm,

D opo il titolo di prima pagina “Silvio

fa fesso De Benedetti, scherzetto
nella manovra” pubblicato da Libero mar-
tedì, in riferimento alla norma “salva-Finin-
vest” che era stata inserita nella Finanziaria,
il giornale di Belpietro è costretto a un mesto
dietrofront: “Che figuracce” scriveva ieri il
quotidiano, “forse la norma era giusta, ma
tempi e modi proprio no” perché “a pochi
giorni dalla decisione sul lodo Mondadori è
un errore grave che indebolisce il governo”.
Il direttore, in un articolo vergato di suo pu-
gno, spiega che del provvedimento che il
giorno prima aveva festeggiato, “non si sen-
tiva la mancanza e ci saremmo francamente
risparmiati”. Anche per il Giornale toni
smorzati, la notizia non merita il titolo in
prima pagina e all’interno la difesa di Ber-
lusconi con le sue parole: “Basta polemiche,
ritiro il testo” e “mi vogliono rovinare”.
l’imbarazzo con cui Dario Franceschini interviene
in aula martedì pomeriggio per annunciare l’asten-
sione del suo partito sulla proposta dell’Italia dei
lineato ieri sul Corriere l’ex sindaco di Torino, Sergio
Chiamparino) rende più difficile votare per l’abo-
lizione.
quindi, non riserverà gros-
se sorprese: previsioni
confermate e un costo
Valori di abolire le 110 province. Tema sul quale complessivo di poco infe-
Walter Veltroni aveva fatto anche campagna elet- IERI, intanto, la polemica è andata avanti, con gli riore a 900 milioni nel se-
torale. Franceschini nel suo intervento fa riferimen- attacchi di Di Pietro (“Non è accettabile l'ipocri- mestre. La Libia (il cui stan-
to a una proposta di legge dei Democratici nella qua- sia di chi dice una cosa e nei fatti pensa a man- ziamento è solo trimestra-
le si dice che “le province vanno soppresse imme- tenere le poltrone”) e le lacrime di coccodrillo dei le proprio per tranquilliz-
diatamente dove ci sono aree metropolitane che Democratici, da quelle di Veltroni (“per me si do- zare la Lega) costerà circa
vanno costituite obbligatoriamente per legge e so- veva votare l’abolizione”) a quelle della Finoc- 150 milioni: Gheddafi è fi-
prattutto che va data alle regioni la possibilità di di- chiaro (“un errore”), oltre alle critiche di Renzi nito, dice la Nato, ma se ci
scutere in modo organico il tema dell’accorpamen- (“il Pd ha perso un’ottima occasione”). Sulla scel- volesse più tempo – è il
to o del superamento delle province”. Peccato che ta dell’astensione del Pd ha pesato la volontà di senso delle parole che il
l’unica proposta di abolizione in campo fosse quella non arrivare alla conta interna, ma un’altra spac- Quirinale ha imposto al go-
che la sofferta e determinante astensione del Pd ha catura è ormai conclamata, tra chi sostiene il re- verno – l’Italia farà la sua
affossato. Almeno per questa legislatura. Sì, perché ferendum proporzionale di Stefano Passigli, già parte ben oltre settembre.
nonostante 4 ore di discussione e posizioni diverse depositato in Cassazione, e i promotori del ritor- Messaggio ricevuto nel-
nel partito, alla fine i Democratici (tolti i 6 deputati no al Mattarellum (da Veltroni, alla Bindi, a Parisi). l’Alleanza atlantica: “Sono
in missione e gli 8 assenti) si sono astenuti in blocco, Tanto che Bersani si è sentito in dovere di ricor- fiducioso sulla tenuta degli
ovvero in 192. E così, alla fine, le astensioni sono dare che la proposta del Pd è “univoca” e che non alleati”, ha detto il segre-
state 240, i sì 83 e i no 225. Da notare che nel Pdl ad sono i partiti che devono promuovere i referen- tario Rasmussen. Resta da
astenersi sono stati in 44, mentre gli assenti 11. Que- dum che spettano invece alla società civile. vedere che ne dirà Bossi.
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 5

“N
REGIME

essuna esitazione all'attività
Influenza P4 di accertamento di eventuali
comportamenti scorretti
rimessa alla competente Struttura aziendale
e Bergamini, il dg Lei: dell’Internal Auditing, nell’assoluto rispetto delle
indagini svolte dall’Autorità giudiziaria per evitare
inopportune sovrapposizioni”. Lo ha detto il dg
“Serve chiarezza” Lorenza Lei in Vigilanza in merito alle inchieste
sulla P4 e sulla cosiddetta struttura Delta. “Sia ben
chiaro – ha proseguito –, che non mi presterò e
non consentirò che l’Azienda, che mi onoro di
rappresentare, e i suoi dipendenti possa vedere
pregiudicata la propria immagine, sulla base di
processi sommari, prima ancora che siano
accertate eventuali responsabilità sulla base di fatti
puntualmente dimostrati”.

Per azzoppare le tv locali

il governo elimina il Tar
IL MINISTRO ROMANI DIFENDE LE FREQUENZE MEDIASET
E METTE A RISCHIO 2,4 MILIARDI DI EURO Il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani con Silvio
Berlusconi ieri alla Camera ( FOTO DLM)

di GiorgioMeletti che Romani ha bisogno di un un atto illegittimo il piccolo a Mediaset-Rai e i peggiori ver- del settore. Il governo ha già degli impianti avvalendosi de-
e Carlo Tecce codicillo che lo metta al sicu- editore televisivo non potrà ranno contesi tra Telecom Ita- impegnato i 2,4 miliardi pre- gli organi della polizia postale
ro dai prevedibili ricorsi al Tri- riavere la frequenza scippata, lia Media (La7), forse Sky e chi visti, per ora virtuali, nella leg- e delle comunicazioni”. Sulle
el partito degli onesti bunale amministrativo (Tar) ma solo ottenere un risarci-

N
vale una sola regola:
uno scudo a me e uno a
te. Anche il berlusco-
niano Paolo Romani, emulan-
do il Capo, s'è fatto inserire
una norma ad personam nella
manovra di risanamento.
L’inventore di Colpo grosso, ora
ministro per lo Sviluppo eco-
nomico, è molto ligio al do-
vere: deve sbrigare la compli-
cata partita del digitale terre-
stre, nuove frequenze per i so-
liti noti (Rai e Mediaset) e me-
no alle tv locali per darle alle
compagnie telefoniche e so-
stenere Internet mobile incas-
sando 2,4 miliardi di euro at-
traverso un’asta. L’obiettivo è
talmente spregiudicato, e già
per questo criticato dai com-
missari dell'Unione europea,
di editori provinciali e regio-
nali, sottoposti a un espro-
prio “coatto” (è scritto così
nel testo).
Non potendo bloccare un di-
ritto di decine e decine di im-
prenditori locali, il governo
cancella il Tar con un paio di
righe altamente incostituzio-
nali: “In ragione del premi-
nente interesse nazionale alla
sollecita liberazione e asse-
gnazione delle frequenze,
l’annullamento di atti e prov-
vedimenti adottati nell’ambi-
to delle procedure non com-
porta la reintegrazione in for-
ma specifica e l’eventuale ri-
sarcimento del danno even-
tualmente dovuto avviene so-
lo per equivalente”. Traduzio-
ne dal burocratese: di fronte a
mento in denaro. E chi paga? I
cittadini. E quanto? Milioni di
euro, per adesso incalcolabi-
li.
IL PASTICCIO di Romani è
inevitabile per un governo
che, anziché aprire il mercato
come richiesto da Bruxelles,
deve tutelare il conflitto d'in-
teressi di Silvio Berlusconi. Il
passaggio dall’analogico al di-
gitale ha liberato cinque mul-
tiplex, cioè i pacchetti di fre-
quenze utilizzabili per la tra-
smissione televisiva. I multi-
plex sono spezzettati in tre
gruppi e, attraverso un con-
corso a punti gestito da una
commissione nominata dal
medesimo Romani, i migliori
saranno letteralmente regalati
vorrà partecipare. Per giusti-
ficare la dilapidazione di un
patrimonio statale, nonostan-
te il progetto di banda larga
per Internet, le frequenze per
le telecomunicazioni saranno
recuperate con 240 milioni di
euro piluccando un po' di qua
e un po' di là tra le televisioni
locali e poi verranno vendute
a Telecom e alle altre aziende
Se i soldi previsti
nella Finanziaria 2011
non entreranno,
Tremonti farà altri tagli
alle risorse dei ministeri
ge Finanziaria 2011. Romani
ha una doppia missione: incas-
sare quei soldi promessi al mi-
nistro Tremonti e blindare il
piano per il digitale terrestre.
E allora, ecco, arriva la secon-
da norma, stavolta ad azien-
dam: “l’Amministrazione com-
petente procede senza ulte-
riore preavviso alla disattiva-
zione coattiva
televisioni locali si abbatterà
un tornado, stando alle prote-
ste dei loro esponenti: i canali
cambieranno posto sul teleco-
mando, le frequenze verranno
sostituite e le reti regionali do-
vranno rincorrere i telespetta-
tori spaesati. Tremonti si fida
così poco di Romani che, per
tamponare l’eventuale perdita
di 2,4 miliardi in Finanziaria,
affila le forbici per un ta-
glio alle risorse dei mi-
nisteri. Un bel pastroc-
chio che danneggia lo
Stato e i cittadini, ma
protegge Romani e Me-
diaset. Evviva.
L’articolo 25
La parte del testo della manovra
che riguarda le frequenze

Contratti e programmi, il lungo giorno della Rai

DI PIETRO SCRIVE A VENDOLA E BERSANI: “FACCIAMO GLI STATI GENERALI SULL’INFORMAZIONE”. IL PD LA PRENDE MALE
Milena
Idi lniquestioni:
Consiglio di amministrazione Rai, convocato stama-
per le 11, dovrà affrontare una serie lunga e delicata
la transazione tra Michele Santoro e il di-
Gabanelli
Repor t
rettore generale Lei; il contratto di Fabio Fazio con una L’associazione
deroga per quattro serate su La7, la tutela legale per Articolo 21 ha
Milena Gabanelli; i primi passi per il rinnovo dell’ac- raccolto 15
cordo con la Fandango di Parla con me di Serena Dandini mila firme, i
e la nomina di Giancarlo Leone, attuale vicedirettore partiti di opposizione,
generale, alla nuova struttura intrattenimento. Ieri, per per una volta, si sono
aiutare i consiglieri a riflettere, Antonio Di Pietro (pre- espressi con una voce
sidente di Idv) ha inviato una lettera a Nichi Vendola sola e il direttore generale
(Sel) e Pier Luigi Bersani (Pd) – il secondo risponde con Lei, nonostante la prima
freddezza – per chiedere di aprire all’interno dell’op- bozza che escludeva la
posizione gli “Stati generali dell’informazione”. E Di Pie- manleva, riflette
tro suggerisce anche di rivedere il ruolo dell’Agcom. sull’importanza di Repor t
Carlo Tecce per il servizio pubblico.
Oggi nel Consiglio di
amministrazione, mai
così fitto di punti
SIGILLI all’Ordine del giorno,
dovrà decidere sulla
Polvere bianca copertura legale a Milena
Gabanelli e la sua
per Gasparri redazione. Gli avvocati di
Viale Mazzini avevano
quantificato in 12 milioni
Michele
Santoro
Annozero
Una domanda
che Michele
Santoro ha
ripetuto
spesso, oggi avrà una
risposta definitiva: “Volete
o non volete Annozero in
Rai?”. Il Consiglio di
amministrazione non
potrà sottrarsi al quesito:
dovrà votare. Ci sono due
ipotesi. La prima. Il Cda
dovrà valutare l’incentivo
all’esodo che faceva parte
del divorzio consensuale
tra il giornalista e il
direttore generale Lei,
mentre il duello
giudiziario si è concluso
con la Rai che ha
rinunciato al ricorso in
Cassazione contro il
reintegro del giornalista,
Serena
Dandini
Parla con me
Forse il
programma di
Serena
Dandini,
stavolta, rischia davvero
di non andare in onda. La
mezzora di satira, musica
e interviste, che va in
onda dal 2004 su Rai3,
viene prodotta da sempre
dalla società esterna
Fandango, anche se la Rai
sostiene che sia un format
di Viale Mazzini. E
dunque il direttore
generale Lei vorrebbe
eliminare la presenza di
Fandango e garantire
Parla con me. Ma sembra
un pretesto per
costringere la Dandini a
rinunciare: perché la
conduttrice dovrebbe
Fabio
Fazio
Che tempo che fa
Dicono in Rai
che
l’incontro
decisivo, per
scongiurare un addio di
Fabio Fazio, sia stato il
lungo faccia a faccia tra
il giornalista e il
direttore generale Lei
durante la presentazione
dei palinsesti a Milano.
Il contratto triennale di
Fazio dovrà ricevere il
voto del Consiglio di
amministrazione e una
clausola, la deroga per 4
puntate su La7 soltanto
per il 2012, non piaceva
a molti consiglieri.
Dopo aver ignorato per
mesi l’evento di Vieni via
con me, Lorenza Lei ha
capito di non poter

“Q uesta ed altre polveri come questa

fermeranno te e Berlusconi”. Che
cos'è? Cocaina? Antrace? Un antidoto contro le
di euro il rischio legale
per Repor t, dimenticando,
però, che il programma
formiche infestanti? Non è dato saperlo. Fatto non è costato mai un
sta che ieri mattina è bastato quel grammo di euro all’azienda per
polvere bianca per far isolare l’ufficio del ca- multe dell’Agcom o per
pogruppo Pdl Maurizio Gasparri al Senato. La risarcimenti. Anzi, il
sua segretaria l’ha trovato all’interno di una settimanale d’inchiesta
busta, allegato al biglietto dove era scritta quel- lascia nelle casse della Rai
la frase minatoria. Decine e decine i messaggi quasi 4 milioni di euro
di solidarietà, dei colleghi di partito ma anche l’anno. Pungolata dalle
dei leghisti e della capogruppo Pd Anna Fi- domande dei
nocchiaro, tutti rivolti al senatore. Solo parlamentari in
uno, quello inviato dal presidente della Re- commissione di
gione Campania Stefano Caldoro, aggiunge Vigilanza, la Lei ha
il presidente del Consiglio alla lista di quelli precisato che la tutela
che “non si faranno intimidire”. Nemmeno legale sarà per tutti o per
una parola per la malcapitata segretaria, nessuno. Nelle prossime
unica a finire all’ospedale Spallanzani per ore capiremo se avrà
controlli. scelto tutti o nessuno e
quindi anche la
Gabanelli.
una storia che si trascina
dall’editto bulgaro del
2002. Se il Cda dovesse
opporsi all’uscita del
dipendente, Annozero
tornerebbe a settembre.
Seconda ipotesi.
L’ideatore di Samarcanda e
Sciuscià viene
accompagnato alla porta,
ma un attimo dopo,
iniziando una trattativa, il
Cda gli offre una
collaborazione esterna. Le
due opzioni sono legate
all’ordine di scuderia tra i
consiglieri berlusconiani,
un loro voto è
determinante per
riaccendere Annozero e
rivedere Santoro nel
servizio pubblico.
mollare la Fandango,
dopo otto anni di felice e
ininterrotta
chiedere di fare il
programma soltanto
dopo aver intuito che
collaborazione? Per La7 fosse disposto a
Lorenza Lei i costi esterni ospitarlo. Per questo
vanno tagliati e, per caso motivo, confermando
o forse no, vuole Che tempo che fa, il
cominciare con Rai3 e sabato e la domenica
con la Fandango. A sera, l’accordo con
differenza dei primi Fazio dovrebbe passare
scontri con Fabio Fazio, il senza incidenti l’esame
direttore generale Lei del Cda di Viale Mazzini.
sarà irremovibile con la A ottobre Roberto
Dandini e potrà avvalersi Saviano dovrebbe
dei voti dei consiglieri di iniziare la sua
destra nel Cda. Qualcosa collaborazione con La7
dovranno pur fare. Tutti e poi, il prossimo
sanno che il Cda è in maggio, rifare una
scadenza e i trasmissione simile (ma
berlusconiani vogliono con un altro titolo) a
congedarsi senza far Vieni via con me con
incavolare il Capo. Fazio.
pagina 6 Giovedì 7 luglio 2011

A
VERGOGNE

51 giorni dalla elezione a sindaco di
Doppi incarichi Torino, ieri, Piero Fassino si è
dimesso da deputato. In una lettera
consegnata al presidente della Camera
Fassino si dimette Gianfranco Fini, ha spiegato che era sua
intenzione farlo “fin dal primo momento della
mia candidatura”, perché si era impegnato a
da deputato dedicare “ogni mia energia a quell'impegnativo
incarico”. Due settimane fa, in una lettera al
Fatto, che aveva sollevato il problema, Fassino
aveva promesso che avrebbe presentato le sue
dimissioni non appena fossero “completati tutti i
passaggi istituzionali per l’avvio della
Consiliatura”. Così è stato, ora, perché le
dimissioni siano effettive, la Camera dovrà
votare la richiesta.

IL TALLONE MAROCCHINO DI B.
UNA RAGAZZA LO DENUNCIA PER STUPRO
Ruby, la Consulta dà il via al conflitto d’attribuzione
Nicole Minetti (FOTO DLM)

di Antonella Mascali
e Sara Nicoli
mento questa prerogativa. A
marzo si è anche pronunciata la
La maggioranza Lele Mora. Perché si ritiene, sem-
pre in ambienti vicini al Pdl, che

a Corte costituzionale dovrà

Cassazione: “Il potere di qualifi-
cazione del reato, anche con ri-
studia una sia necessario, in via prioritaria,
sottrarre Berlusconi dalla “gogna

L pronunciarsi sul caso Ruby.

Come da previsione, la Con-
sulta ha dichiarato ammissi-
bile il conflitto di attribuzione fra
poteri, sollevato dalla Camera
contro la procura e il gup di Mi-
lano che, rispettivamente, hanno
indagato su Silvio Berlusconi e di-
sposto il suo giudizio immediato
con le accuse di concussione e
prostituzione minorile. Una deci-
sione, quella di ieri, solo prelimi-
nare. Nel merito la sentenza non
ci sarà prima dell’inverno. E nello
stesso giorno il Tg de La7 ha mo-
strato il sito di un giornale maroc-
chino che riferisce di essere stata
violentata nel 2008 dal presidente
del Consiglio.
La Camera sostiene che i magi-
strati non potevano procedere:
avrebbero dovuto investire i de-
putati della decisione sulla natu-
ra del reato: ministeriale o comu-
ne. Finora, però, non esiste alcu-
na legge che attribuisca al Parla-
ferimento alla sua natura mini-
steriale o meno, spetta sempre
all’autorità giudiziaria”. La sen-
tenza si riferisce al ricorso del-
l’ex ministro e senatore Clemen-
te Mastella, sotto processo a Na-
poli per concussione e tentata
estorsione. Anche su questo ca-
so è stata investita la Consulta.
La maggioranza alla Camera ha
deciso di procedere sul Ruby ga-
te, pur sapendo che con ogni
probabilità la Corte boccerà il ri-
corso, così come per Mastella.
Ma il conflitto è strumentale alla
difesa Berlusconi. I giudici mila-
nesi, alla prossima udienza del
18 luglio, dopo l’ammissibilità
stabilita dalla Corte, potranno
decidere o di andare avanti con il
processo o di sospenderlo. Pri-
ma, però, emetteranno un’ordi-
nanza molto importante: quella
che deve rispondere alle 16 ec-
cezioni presentate dagli avvoca-
ti Niccolò Ghedini e Piero Lon-
leggina che
sospenda il
processo fino al
pronunciamento
della Corte
Karima El Mahroug
detta Ruby (FOTO ANSA)
go, secondo i quali bisogna azze-
rare tutto. Fra i motivi, appunto,
la presunta competenza del tri-
bunale dei ministri.
DUNQUE la sorte del futuro
prossimo del processo è appesa
all’esito della prossima udienza.
Fonti pidielline svelano, infatti,
che se in quell’occasione i giudici
avranno respinto la possibilità del
rinvio degli atti al tribunale dei mi-
nistri, o al tribunale di Monza, per
incompetenza territoriale, allora
si tornerà a parlare del famoso
“emendamento blocca Ruby”. Po-
trebbe essere inserito all’interno
della prescrizione breve. Il ddl, in-
fatti, è in commissione Giustizia
del Senato e la discussione sugli
emendamenti terminerà entro la
fine di luglio. Se verrà presentata,
la norma ad personam reciterà co-
sì: “Nel caso di conflitto di attri-
buzione tra i poteri dello Stato, il
processo nei confronti di compo-
nenti del governo dovrà fermarsi
in attesa della definitiva delibera-
zione da parte della Corte costitu-
zionale”. Così si blocca automati-
camente il processo a Berlusconi.
Non quello parallelo che coinvol-
ge Emilio Fede, Nicole Minetti e
mediatica” del processo Ruby e
non tanto i suoi sodali. “Si potrà
sempre dire – sostiene una fonte
vicina al premier – che lui era al-
l’oscuro di quanto facevano i suoi
‘presunti’ amici”. Ma la Lega ha già
fatto filtrare che non voterà più
una legge ad personam. La “bloc-
ca Ruby”, dunque, potrebbe spac-
care definitivamente la maggio-
ranza anche al Senato.
E ieri sera il tg della 7, di Enrico
Mentana, ha ripreso una notizia,
tutta da verificare, riportata da
due siti online marocchini, se-
condo i quali una ventunenne at-
trice porno, Mouna Rajli, cono-
sciuta come Aurora Barzatta,
avrebbe denunciato Berlusconi
perché il premier avrebbe abusa-
to di lei nel 2008, quando era mi-
norenne. Se denuncia c’è stata,
non è arrivata in Italia. Il procu-
ratore di Milano, Edmondo Bruti
Liberati ha precisato: “Non abbia-
mo ricevuto nessuna denuncia”.

BIOTESTAMENTO
Una legge che vale Papa, la lunga (e utile) attesa
se il paziente è già morto IL TEMPO A DISPOSIZIONE DELLA GIUNTA SCADE IL 15 LUGLIO, IL PDL SPERA NEI RITARDI
di Caterina Perniconi di Paola Zanca go campano. Denuncia dossier, na? Il presidente Pierluigi Casta- putato Pd – dobbiamo votare il
pedinamenti, “gravi anomalie” gnetti, del Pd, dice che quella testamento biologico, comun-
aolo, anche se il 90 per cento di quelli seduti qui dentro er la grande occasione, ha e una serie di interrogatori a norma è “tassativa”, che tutto fi-
“P sono a favore di quest’aborto di legge, il 90 per cento di
quelli che stanno fuori è contrario. E tu i sondaggi li hai visti...”.
PDifficile
scelto una cravatta verde.
liquidarla come la pri-
“congiunti”, “conviventi”,
“amici e conoscenti” alla affan-
nirà entro i termini, e che se si va
oltre il presidente Fini può inter-
que c'è tutta la settimana pros-
sima”. Al Senato, dove bisogne-
rebbe autorizzare l'arresto del
Il dialogo, al centro del Transatlantico di Montecitorio, è tra ma che ha trovato nell'armadio: nosa ricerca di “particolari per- venire. Ma è proprio da Casta- senatore Pd Alberto Tedesco, la
Benedetto Della Vedova e Paolo Bonaiuti, poco prima dell’ora asserragliato nel fortino di sonali, privati e intimi”. gnetti che molto può dipendere: richiesta è arrivata a febbraio e la
di pranzo. Ieri infatti la Camera ha discusso e votato i primi Montecitorio dal giorno in cui il il Pdl sta tentando di allungare i risposta non è ancora arrivata.
articoli del biotestamento. Una legge che dovrebbe stabilire gip di Napoli ha chiesto di ar- “MA SE È ANDATA così, tempi il più possibile, in modo Oggi i probiviri dell'Associazio-
come possiamo morire, approdata alla Camera dei deputati restarlo per concussione ed perché non li ha denunciati?” si da far slittare tutto a dopo l'esta- ne nazionale magistrati decido-
776 giorni fa e chiusa in cassetto per più di due anni. estorsione, Alfonso Papa, deve domanda il radicale Maurizio te, quando della P4 non si ricor- no se espellerlo. Sarebbe la pri-
Il lavoro del Senato aveva permesso di allargare, rispetto alla convincere i suoi colleghi di Turco dopo averlo ascoltato in derà (quasi) più nessuno. Non ma volta, e forse non succederà
proposta iniziale, la possibilità del ricorso al al testamento maggioranza, i leghisti, a non Giunta per le autorizzazioni. resta che convocare la Giunta in nemmeno per Papa. La pratica è
biologico (Dat) anche ai pazienti considerati terminali. Ma mandarlo in galera. Ai compa- Turco, insieme ad altri 20 depu- ogni momento libero. Oggi per iniziata il 25 giugno, dodici gior-
alla Camera rischia di venire vanificato. Perché un emenda- gni di partito, quelli che pochi tati, è chiamato a valutare se nel- esempio: “Difficile – dice il de- ni fa.
mento che sarà votato oggi, proposto dal pidiellino Dome- giorni fa hanno applaudito la
nico Di Virgilio, relatore di maggioranza del disegno di legge, svolta degli “onesti” del neo se-
prevede che la dichiarazione anticipata di trattamento assuma gretario Alfano, ha già fornito
rilievo “nel momento in cui il soggetto si trovi nell’incapacità “due alibi perfetti”, come li di Pino Corrias
permanente di comprendere le informazioni circa il tratta- chiama l'Idv Federico Palomba.
mento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di
attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”. Sostan-
Si è dimesso dalle commissioni
di cui era membro (Giustizia e
La prima
zialmente già morto. “Con il nuovo emendamento la maggio-
ranza ha trovato un trucco per paralizzare la libertà di medici
Antimafia) e ha scritto nove pa-
gine di memoria difensiva per
settimana degli Onesti
e pazienti – ha dichiarato il senatore del Partito democratico, illustrare una tesi che più fami-
Ignazio Marino – la norma proposta non solo è praticamente liare non si può: il complotto. I POTEVA ANDARE peggio la prima settimana di vita (e di
inapplicabile nell’assistenza clinica e nella ordinaria pratica giudici, il suo nome di magistra- avventure) del partito degli onesti? No, non poteva. Intanto
medica ospedaliera e domiciliare, ma rende il lavoro dei me- to, non lo hanno trovato nelle perché il primo iscritto, Alfonso Papa, sceso dalla
dici impossibile. Se invece hanno tentato di riferirsi malde- intercettazioni, tra i documen- Mercedes nera del secondo iscritto, Nick Cosentino, si è
stramente all’assenza di attività elettrica cerebrale (il cosid- ti, negli affari. Lo hanno cercato presentato al summit con una dozzina di Rolex nudi a
detto elettroencefalogramma piatto) allora il messaggio è un ossessivamente fino a che non prezzi scontatissimi e nella ressa degli onesti sono volati
altro: si arriva a dire che a una persona morta possono essere hanno potuto iscriverlo nel re- Alfonso Papa (FOTO ANSA) insulti. Poi perché l’innesco della tanica di benzina che
sospese le terapie. Bella scoperta”. Duro anche il segretario gistro degli indagati. Papa, par- doveva mandare a fuoco il risarcimento ideato dai giudici
del Pd: “Vedo che piano piano Cicchitto sta decidendo come lando di sé a braccio (ma in ter- la richiesta di arresto del gip di infami per umiliare il Capo ha fatto cilecca. Dal
devo morire io” ha dichiarato Pier Luigi Bersani, uscendo ir- za persona), lo ha sostenuto Napoli c'è del fumus persecutionis pianerottolo legislativo dove si è consumata l’effrazione è
ritato dall’aula dove si stava discutendo la legge. per un'ora di fila ieri mattina, e o no. L'ago della bilancia in Giun- stato il fuggi fuggi generale. Chi ha cantato? La
Previsto per martedì il voto finale, poi il provvedimento tor- per un'altra ieri sera. Nel mez- ta sono i 2 leghisti. Ma più che sui Commissione sta vagliando gli alibi: Alfano non sapeva,
nerà al Senato per l’approvazione definitiva. Durante i lavori zo, ha passeggiato per la Came- numeri, la questione sembra de- Ghedini dormiva, Frattini era alle Maldive. Ma sembra che
c’è stato il tempo anche per un siparietto tra il democratico ra con stampata in faccia l'ansia stinata a risolversi sui tempi. Ieri Dell’Utri abbia intravisto Giulio Tremonti, travestito da
Roberto Giachetti e l’ex collega, ora Udc, Paola Binetti: “Lo di chi è sotto esame. Ha scelto la mattina maggioranza e opposi- turista di Sondrio, dentro a una cabina telefonica, con un
dico sempre all’onorevole Binetti che presa dall’orgia di vo- miglior difesa, l'attacco: da De zione si sono scontrate sul termi- cronista del Sole 24 Ore e i due parlavano a voce per non
tare contro tutto...” ha dichiarato, vittima di un lapsus, l’ex Magistris a Woodcock fino a ne del 15 luglio: “Perentorio o farsi intercettare. In quegli stessi minuti, sbirri senza
radicale. Alla parola “orgia” la Binetti ha cominciato ad urlare Curcio, la Procura di Napoli ordinatorio?”. Tradotto, il Rego- creanza irrompevano e sequestravano l’Antico Caffè Chigi,
furiosa. Dopo una risata e le scuse, Giachetti si fa serio: “Io non ha perdonato, sostiene, lamento dice che la Giunta deve dove alcuni dirigenti del partito, nativi della Locride,
sono uno che si farebbe rianimare fino all’ultimo respiro. Ma “l'impegno associativo di Papa” decidere entro 30 giorni dalla venivano a fotografare le finestre del Capo, per poi
rispetto chi non la pensa come me e vorrei un paese che rende (era segretario di Unicost, ndr) e data in cui la richiesta di autoriz- mandarle via sms alle famiglie, con i saluti degli onesti, bye
liberi i cittadini. Qui invece non si può nemmeno più discu- “la sua difesa di Cordova” quan- zazione a procedere è arrivata: è bye.
tere, manca proprio chi ascolta”. do era procuratore nel capoluo- un obbligo o si può fare all'italia-
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 7

U
BANDE

n agguato da professionisti che rivela il
L’omicidio di Prati volto della “Nuova Magliana”, dice il
Procuratore nazionale Piero Grasso.
Ma nell’epopea criminale di questa organizzazione
e l’arresto dell’anziano difficilmente ci si libera del passato. Lo rivelano
anche i primi passi dell’indagine sull’omicidio di
Flavio Simmi. Il giorno prima di essere ucciso il
boss Nicoletti gioielliere, ancora claudicante per il ferimento dello
scorso febbraio, si sarebbe recato all’ospedale di
Tor Vergata per far visita ad Enrico Nicoletti, lì
ricoverato da un paio di mesi. Forse aveva chiesto
protezione all'anziano boss? L'ex cassiere della
banda è ancora in grado di mediare i conflitti
all'interno dell'organizzazione. Oppure voleva
sapere da lui qualcosa su chi ancora lo minacciava
dopo avergli sparato? Fatto è che proprio ieri
mattina, a 24 ore dall’omicidio, per Nicoletti, 74
anni, sono scattate le manette. La mobile parla di
una vecchia accusa di associazione a delinquere per
truffa, usura, riciclaggio e ricettazione, ultimo atto
dell’operazione “Il gioco è fatto”, per la quale la
divisione Anticrimine nei giorni scorsi aveva
eseguito un sequestro preventivo di beni da due
miliardi e mezzo. Ma la coincidenza è sospetta.

UN MARITO UCCISO
di Fabrizio d’Esposito chaela Biancofiore e come al so- bracciata su un divanetto alla sua
e Rita Di Giovacchino lito esorcizzò tutto con una bat- amica Cinzia. “Abbiamo rico-
tuta: “Il mio sogno è fondare For- struito fatti utili alle indagini.
a velina con l’aspirazione za Gnocca”. “Facciamo come la Tutto il resto non ci riguarda”, si

D della politica a mamma

“sistemata” e tranquilla.
Tutto un anno fa. Prima di
assistere all’omicidio del com-
pagno Flavio Simmi, martedì
mattina nel quartiere Prati a Ro-
ma, Paola Petti aveva dato una
precisa curvatura alla sua para-
bola di ambiziosa giovane classe
1984: diventare madre di due
gemelli e “accontentarsi” di col-
laborare al famigerato “mattina-
le” berlusconiano, la rassegna
stampa confezionata quotidia-
namente a Palazzo Grazioli.
Eppure un anno fa, la sua vita
poteva incrociare un destino di-
verso. “Petti? È un’amica del
Presidente”. Questa era la rispo-
sta tipo a quanti nel Pdl romano
chiedevano chi fosse questa ra-
gazza dai capelli color rame in
corsa per un posto nel listino
della futura governatrice Rena-
ta Polverini. A suo modo, la Petti
si era preparata con scrupolo
partecipando un anno prima,
nel 2009, ai corsi di formazione
politica del Pdl per le elezioni
europee. Tutto giocava a suo fa-
vore, compresa una notevolissi-
ma somiglianza con Veronica
Lario. Poi la delusione, invece.
Alla Petti fu preferita Veronica
Cappellaro, compagna dell’ex
leader dei giovani forzisti, Fran-
E UN AMICO PREMIER
La compagna dell’uomo assassinato a Roma lavora
a Palazzo Chigi ed era nell’elenco delle Papi girl
cesco Pasquali. Ma alla bella
Paola era comunque stata fatta
una promessa: “Se non entri in
lista, vai a lavorare all’ufficio
stampa del Presidente”. Detto
fatto. Non a caso, l’altro giorno,
la voce che lei lavorasse tra Pa-
lazzo Chigi e la residenza priva-
ta del premier è stata sparsa dai
suoi colleghi.
LEI E FLAVIO Simmi stavano
insieme da tempo. Si erano co-
nosciuti nel mondo della movida
romana e lui aveva già avuto fre-
quentazioni con persone vicine
al centrodestra. In ogni caso, a
Simmi, figlio di Roberto, uno dei
protagonisti dello storico pro-
cesso alla Banda della Magliana
(fu prosciolto dall’accusa di usu-
ra), non piacevano le ambizioni
politiche della compagna. Di ori-
gini pescaresi, definita più attri-
Paola Petti fotografata sul luogo del delitto (FOTO ANSA)
ce che velina, alla Petti l’etichet- migliore amica di Nicole Minetti,
ta di “amica del Presidente” non che al telefono pronunciò una
è stata messa solo dagli ambienti frase poi diventata famosa tra le
romani del Pdl. Il suo nome, in- Papi girl con il pallino della po-
fatti, compare nella rubrica tele- litica: “Facciamo come la Carfa-
fonica di Barbara Faggioli, agli at- gna”. Quando uscì l’intercetta-
ti del processo Ruby sul bunga zione, la sera stessa B. partecipò
bunga di Arcore. La Faggioli è la alla festa di compleanno di Mi-
Carfagna”: alla Minetti è andata
bene, con un seggio alla Regione
Lombardia; alla Faggioli, che
aspirava al comune di Milano, e
alla Petti no. Anche se, per que-
st’ultima, l’ufficio stampa di Pa-
lazzo Chigi resta comunque una
meta onorevole, visto che è tran-
sitata lì anche Graziana Capone,
la cosiddetta Angelina Jolie di Ba-
ri uscita fuori dal filone pugliese
delle amicizie femminili del Ca-
valiere.
NELL’AGENDA elettronica
della Faggioli, la Petti è una delle
ventisette donne inserite nella
“Rubrica amiche”. C’è Alina, in
realtà Alessandra Sorcinelli, c’è
Cristina Ravot, e c’è Paola, prima
di Cinzia Molena del Grande Fra-
tello: una ragazza somigliante a
lei e di nome Cinzia ha accom-
pagnato ieri la Petti alla procura
di Roma. Amica della Faggioli e
del Presidente, la Petti che si è
presentata al procuratore Capal-
do è sembrata una ragazzina ter-
rorizzata. Pantaloni blu e cami-
cetta bianca, i capelli raccolti da
un fermaglio, la faccia gonfia di
pianto. Per gli investigatori Paola
Petti è soltanto la testimone chia-
ve di un delitto che sta riscriven-
do la storia criminale della città.
Ha aspettato circa mezz’ora, ab-
è affrettato a precisare due ore
dopo il capo della Mobile Vitto-
rio Rizzi.
La Petti ha ricostruito la dinami-
ca del delitto. “Flavio” che cerca
di mettere in moto la vettura, ma
qualcosa non va e lei scende dal-
l’auto per controllare le ruote:
quella a sinistra a terra squarciata
da un coltello. Un agguato stu-
diato. Poi arriva la moto e quel-
l’uomo che spara a raffica: “A
ogni colpo Flavio si contorceva
come se fosse scosso dalla cor-
rente elettrica, intanto diventa-
va bianco, ha cercato di uscire
dall’auto, è caduto. Io gridavo,
non ricordo niente”. Per lei suo
marito era soltanto un gioiellie-
re. Giovani e felici con una bella
casa in Prati, presa in affitto da
Luca Calvani, vincitore nel 2005
dell’Isola dei famosi. Nel 2005:
proprio l’anno in cui Flavio ave-
va stretto una relazione con la
moglie di un tossico che in quel
periodo si trovava in carcere.
Che ora il padre indica come l’as-
sassino. Una vendetta per una
storia di corna. Un movente mi-
nimo, ma non regge. Racconta
ancora Paola: “Dopo che gli ave-
vano sparato a febbraio, sono ar-
rivate a casa lettere di minaccia,
ma lui minimizzava”. Molte cose
non quadrano in questa storia.
pagina 8 Giovedì 7 luglio 2011

MALITALIA

“C’ERA UN PROGETTO POLITICO:

LASCIARCI MASSACRARE”
La denuncia di un poliziotto dopo gli scontri in Val di Susa: “Cercavamo l’incidente
per conquistare l’opinione pubblica, i violenti si potevano isolare”
di Silvia D’Onghia FOTOGRAFO RACCONTA
bbiamo avuto la sen-

“A sazione che ci fosse la

volontà politica di
usare noi poliziotti
come merce di scambio. Cre-
do che qualcuno – molto più
in alto dei nostri funzionari –
abbia voluto farci massacrare,
per poter avere dalla sua l’opi-
nione pubblica”. Marco (il no-
me naturalmente è di fantasia)
è uno dei duemila uomini
schierati domenica scorsa dal
ministro Maroni a tutela del
cantiere dell’Alta velocità in
Val di Susa. Accetta di parlare
perché la delusione per quan-
to accaduto è troppo grande.
“Eravamo arrivati nella valle
da qualche giorno – racconta
Marco –. Il pericolo si fiutava
nell’aria, ma le disposizioni
erano già molto chiare: aspet-
tare, presidiare la zona, non
partire per primi e avere in
ogni caso reazioni non aggres-
sive”.
L’ordine pubblico, dopo il G8
di Genova dieci anni fa e l’isti-
tuzione della scuola di Nettu-
no (voluta dal capo della Poli-
zia, Antonio Manganelli), do-
vrebbe essere sempre come lo
descrive Marco. Eppure qual-
che schema, domenica, sem-
bra essere saltato: “La prima
cosa da presidiare sono le vie
d’accesso – prosegue il poli-
ziotto –. Se se ne lascia una li-
bera e favorevole a chi deve at-
taccare, è chiaro che l’attacco
arriverà proprio da lì. E così è
stato. Noi abbiamo atteso per
ore, poi ci hanno fatti uscire al-
lo scoperto su un unico spiaz-
zo: ci siamo trovati di fronte ai
manifestanti scesi dalla mon-
tagna che ci tiravano di tutto”.
Una strategia che è costata alle
forze dell’ordine, e quindi allo
Stato, oltre duecento feriti.
“Sarebbe bastato andare indie-
tro e tenere il fronte coperto:
non sarebbero entrati, oppure
li avremmo presi tutti. Invece
ci hanno esposto e i motivi so-
no chiari da comprendere. La
polizia fa quello che le si chie-
de di fare, le direttive vengono
da molto più in alto”.
Marco non è certo nuovo alle
manifestazioni e sa bene quali
rischi si corrono: “I manife-
stanti sono lì e ce l’hanno con
Alcuni momenti degli scontri tra i boschi in Val di Susa.
Sotto, i manifestanti intorno al poliziotto rimasto solo (FOTO BUCCIARELLI)
La commissione italo-francese: ok
a due fasi per la tratta. Per la Susa-
Torino tutto rinviato a dopo il 2023
noi, a prescindere dal colore
politico che rappresentano. Ti
aspetti anche la violenza, loro
fanno la loro parte e noi la no-
stra. Quello che non ti aspetti
è che ci sia la volontà politica
di usare noi come merce di
scambio: facciamo massacra-
re i poliziotti così l’opinione
pubblica è dalla nostra parte”.
Secondo questa logica poteva
andare addirittura peggio: “È
andata bene infatti – racconta
ancora Marco –, ma ora è tem-
po di interrogarsi: se ci sono
duecento feriti vuol dire che
qualcosa non ha funzionato. O
qualcuno ha sbagliato dal pun-
to di vista operativo, oppure
ha voluto tutto questo. Franca-
mente è difficile pensare alla
prima ipotesi: volendo,
avremmo potuto isolare tutti i
violenti”.
Già, i violenti: si è parlato di
black bloc, ma il popolo No
Tav ne ha smentito la presen-
za. “C’erano frange non italia-
ne, ma la maggior parte erano
facce conosciute. Il bacino
sono i centri sociali, perso-
naggi abbastanza noti. Poiché
sono stati impiegati reparti e
tecnologie specifiche, erano
tutti perfettamente al corren-
te di quello che sarebbe suc-
cesso. Lo sapevamo persino
noi che non avremmo dovuto
saperlo”. Marco non è preoc-
cupato, la sua famiglia lo è:
“Spero che non sia stata la
prova generale per quello che
potrebbe succedere tra pochi
giorni a Genova, in occasione
del decennale del G8. Del re-
sto, proprio dopo la Val di Su-
sa, avendo il favore dell’opi-
nione pubblica, l’atteggia-
mento e le direttive saranno
diverse”.
Intanto ieri si è riunita la com-
missione italo-francese che
avrebbe dovuto ridiscutere la
quota dei finanziamenti. L’uni-
co parere favorevole, invece,
è arrivato per la realizzazione
della tratta in due fasi. Ciò si-
gnifica che, per la parte da Su-
sa a Torino, è tutto rinviato a
dopo il 2023.
“L’AGENTE SEQUESTRATO E LA PISTOLA
USATA COME MERCE DI SCAMBIO”
di Fabio Bucciarelli
Ain llelamano,
15:30 di domenica, con
mia macchina fotografica
mi addentro con
qualche manifestante nei bo-
schi di Giaglione, in prossimi-
tà di Ramat, fino a raggiungere
la zona presidiata della polizia,
dove stanno avvenendo gli
scontri più duri della manife-
stazione No Tav. Come spesso
accade, i fotografi hanno biso-
gno di spingersi avanti per do-
cumentare “la prima linea”:
decido così di mettermi dietro
un albero fra il cordone della
polizia ed i manifestanti per
poter scattare qualche imma-
gine simbolica degli scontri.
Passa un minuto, forse due,
prima che un manifestante mi
strattoni con la rabbia di un
guerrigliero (ma armato solo
di pietre) intimandomi di non
continuare il mio lavoro e di
togliermi di mezzo se non vo-
glio finire nei guai. Come se
non bastasse, altri “guerriglie-
ri” prendono a calci la mia at-
trezzatura pensando che io sia
un infiltrato della Digos o il cat-
“Ero lì con la mia macchina
fotografica: sono stato
allontanato per non assistere”
tivo rappresentante di un
qualche giornale fascista
pronto a pubblicare i loro volti
(la maggior parte coperti). No-
nostante l’avvertimento, fac-
cio una foto a un manifestante
ferito.
Cresce la tensione. Fortunata-
mente altri dimostranti si met-
tono in mezzo, difendendomi.
Passano pochi minuti quando
la polizia decide di attaccare,
tralasciando il fatto che carica-
re dei manifestanti armati di
pietre e bastoni in un bosco
possa non essere la migliore
soluzione offensiva. A causa
della conformazione del terre-
no e della pesantezza delle ar-
mature antisommossa, la poli-
zia non può fare un fronte co-
mune, le maglie si aprono e le
forze dell’ordine vengono co-
strette a ripiegare. Tutti tranne
uno, che malauguratamente
inciampa in una pietra e si ri-
trova con il viso fra i piedi dei
dimostranti. Il poliziotto vie-
ne circondato da decine di
persone, spogliato di scudo e
pistola e appartato dall’ira del-
la massa. Provo nuovamente
ad avvicinarmi per fotografare
l’accaduto, ma ancora vengo
allontanato malamente e il po-
liziotto cancellato dalla mia vi-
sta. Decido così di allontanar-
mi di qualche metro e scattare
un’ultima foto della massa pri-
ma di nascondere l’attrezzatu-
ra e riavvicinarmi, per poter al-
meno vedere quello che sta
succedendo. Fra urla e bombe
carta, si parla della sorte del
poliziotto, su cosa fare e come
sfruttare al meglio l’occasio-
ne: “Ora vede, aveva solo da
non attaccare!”, “Nudo! Nu-
do!”, “Devono riconsegnarci i
nostri arrestati se lo vogliono
rivedere intero!”. Fortunata-
mente, dopo un quarto d’ora il
poliziotto viene riconsegnato
con qualche acciaccatura, ma
la pistola rimane ancora in cir-
colazione. Nascono dei taffe-
rugli. Vedo la pistola allonta-
narsi. Qualche manifestante
se ne va, altri si allontanano,
tutti intimoriti da cosa può
succedere. In questo momen-
to le urla e il nervosismo si pla-
cano e incomincia la trattati-
va.
Le forze dell’ordine rivogliono
la pistola ed i manifestanti non
la vogliono riconsegnare. Pas-
sano 20 minuti, ma nulla cam-
bia. All’improvviso scoppia
nuovamente il boato: è stato
raggiunto l’accordo. La pisto-
la, in cambio di un manifestan-
te arrestato. Il tutto viene fatto
lontano da occhi indiscreti
(compresi i miei) ma viene ri-
portato da tutti i dimostranti.
Un rappresentante dei manife-
stanti, tornando dal meeting
con le forze dell’ordine, com-
menta (forse solo per calmare
gli animi dei più agguerriti o
forse perché è stato veramen-
te minacciato) che riconse-
gnare l’arma fosse l’unica so-
luzione possibile, differente-
mente i poliziotti avrebbero
reagito in modo molto più vio-
lento. Sono le 16:40 e gli scon-
tri, per oggi, sono finiti.

Un emendamento per favorire la società di Ciancimino

TANGENTI PER LA VENDITA DI “GAS SPA”: DEPOSITATE LE INTERCETTAZIONI TRA IL MINISTRO ROMANO E IL TRIBUTARISTA LAPIS
Il ministro Saverio Romano (FOTO DLM)
di Giuseppe Lo Bianco
Palermo
l ministro dell'Agricoltura Save-
Ibutarista
rio Romano e Gianni Lapis, tri-
socio di Massimo Cianci-
mino, parlano a telefono di un
emendamento da inserire in una fi-
nanziaria del 2002 (o 2003) per al-
largare anche alle società private i
benefici fiscali e tributari previsti
per le società pubbliche di energia.
Un escamotage che avrebbe con-
sentito alla società “Gas spa” di
Ciancimino di essere supervaluta-
ta nella procedura di vendita agli
spagnoli dell’Endesa. È questo, se-
condo indiscrezioni, il contenuto
di una delle decine di intercetta-
zioni le cui trascrizioni sono state
depositate nei giorni scorsi per gli
avvocati difensori del ministro del-
l’Agricoltura Saverio Romano e del
senatore Carlo Vizzini, indagati per
corruzione aggravata nell’ambito
un’inchiesta sulla cessione della
società del gas agli spagnoli. Un de-
posito previsto dalla legge in vista
dell’udienza davanti al gip che do-
vrà decidere, considerando le con-
versazioni “rilevanti”, se trasmette-
re ai due rami del Parlamento la ri-
chiesta di utilizzo da parte della
Procura come prevede la legge.
L’EMENDAMENTO sarebbe
stato effettivamente presentato e
adesso è acquisito agli atti dell’in-
chiesta condotta dal procuratore
aggiunto di Palermo Antonio In-
groia e dai pm Nino Di Matteo, Ser-
gio De Montis e Paolo Guido. Il con-
tenuto delle telefonate tra Lapis, Ro-
mano e Vizzini proverebbe, secon-
do l’accusa, i passaggi di denaro tra
il tributarista e i politici, conferma-
te, sempre secondo i pm, da altre
conversazioni intercettate tra Lapis
e Cianciminio, Lapis e Brancato,
uno dei soci della Gas, e tra Lapis e il
defunto deputato regionale Salvato-
re Cintola, anch’egli coinvolto, co-
me l’ex presidente della regione Sal-
vatore Cuffaro, nell’inchiesta.
Lo scorso 12 maggio, inoltre, infor-
mato dei possibili sviluppi dell’in-
chiesta, il senatore Vizzini si è re-
cato in Procura accompagnato dal
suo legale, Francesco Cresciman-
no, per “depositare – ha detto ieri in
una nota – la documentazione che
dimostra l'intero percorso del rap-
porto con il professor Lapis, mio
consulente fiscale e collega di uni-
versità. Nel 1994 gli consegnai dei
miei risparmi che egli investì a suo
nome in titoli obbligazionari. Nel
1997 i titoli furono venduti senza
che io ne fossi informato”. “Nella
primavera del 2002, in un incontro
nel quale ero assistito da un avvo-
cato civilista, Lapis, dopo avermi
mostrato la data in cui i titoli erano
stati venduti mi fece – ha aggiunto
Vizzini – di suo pugno il calcolo de-
gli interessi sino al maggio del 2002,
anche se la restituzione delle som-
me avvenne solo un anno e mezzo
dopo”. “Tutta la documentazione è
nelle mani della Procura della Re-
pubblica. Per rispetto dell'indagine
in corso – ha concluso – non l'ho
resa pubblica, ma sono pronto a far-
lo quando questo sarà possibile. È
evidente che nel corso di questo
lungo rapporto, come già in passato
ho affermato, ho rivolto decine di
sollecitazioni di presenza e telefo-
nicamente per recuperare il mio in-
vestimento. Non mi sono mai oc-
cupato né di appalti, né di affari del-
la società Gas, né ho mai conosciu-
to nessun membro della famiglia
Ciancimino”. Nessun commento,
invece, dal ministro dell’Agricoltu-
ra Saverio Romano.
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 9

MALITALIA

“MONNEZZA CITY”
TRA VELENI
E AFFARI DEL NORD
Viaggio a Giugliano, dove la terra
accoglie i rifiuti settentrionali
di Enrico Fierro torni in “Monnezza City”. Una dini, a poche centinaia di me-
inviato a Giugliano (Napoli) discarica di veleni clandestini tri dalla strada asfaltata dove (e
e ufficiali a cielo aperto. Terre siamo in pieno giorno) si fer-
uarda ‘sti sacchi: è stuprate, uomini, donne e mano a vendere il loro corpo

“G
Una montagna di rifiuti (poi data alle fiamme) davanti alla stazione di Giugliano, nel giugno scorso
amianto”. Salvatore bambini avvelenati. Ieri come giovani prostitute balcaniche.
Napolano, attivista
di Legambiente, ci
oggi. Così è da almeno vent’an-
ni.
Forse i parlamentari della
Commissione d’inchiesta sul
I guadagni della va sversato nei fossi scavati alla
meno peggio e senza alcun si-
I liquidi sversati:
accompagna nel giro all’infer-
no. Siamo a Giugliano, terza
Salvatore si mette le mani nei
capelli, scende dalla macchina
ciclo dei rifiuti, in questi giorni
in visita in Campania, farebbe-
camorra: “200 stema di impermeabilizzazio-
ne, gli spazzini della camorra,
“Quella roba
città della Campania. Qui una
volta le terre erano fertilissime
e ci trascina a vedere da vicino
quei sacchi gonfi di morte. “At-
ro bene a lasciare le comode e
rinfrescate stanze della Prefet-
mila tonnellate anche loro, rimanevano a boc-
ca aperta. “Perché quella roba
friggeva, era così
e il paesaggio agrario di vigne, tenzione pericolo”, c’è scritto, tura di Napoli per recarsi qui. friggeva, era così potente che
pescheti, frutteti e campi pie- “contiene amianto”. Quat- Capirebbero molte cose del- di sostanze squagliava anche le bottiglie di potente
ni di verdure, era un pezzo di tro-cinque sacchi lacerati dalle l’eterna emergenza monnezza plastica che c’erano nel terre-
quel paradiso che non c’è più e “zoccole” e dai cani randagi, in Campania, capirebbero do- tossiche no”. che squagliava
che chiamavano Campania Fe- buttati a terra nella strada ster- ve abitano le responsabilità ve-
lix. Camorra, politici da rapi- rata e stretta di via Carrafiello, re del più grande disastro am- ci furono pagate GIUGLIANO, 40 discariche anche le bottiglie
na, industriali del Nord hanno a ridosso di frutteti dove lavo- bientale d’Europa, si rende- tra abusive e ufficiali, 15 con-
ridotto Giugliano e i suoi din- rano ignari o rassegnati conta- rebbero conto che i no della a 10 lire al chilo” centrate in soli 5 km quadri, il di plastica”
Lega, gli egoismi dei governa- più grande impianto Stir (trito-
tori delle regioni del Nord, vagliatura della monnezza, ndr)
non sono solo propaganda di coloranti di Savona, racconta dei sette presenti in Campania. Montagne di schifo imballato
STUPRO Nove anni basso livello e folklore seces-
sionista, ma qualcosa di ben
Vassallo, “li portammo nella
mia discarica per circa 6 mila
Terra di veleni. E di morte.
Qualche anno fa una quindici-
che sono servite alla Fibe-Im-
pregilo per chiedere crediti al-
più grave e pericoloso. quintali”. Anche i veleni vomi- na di esperti (ricercatori Enea, le banche, spacciate come
a padre Bisceglia COMPLICITÀ, possiamo
tati dall’Acna di Cengio, i resi-
dui della lavorazione dell’indu-
Istituto superiore sanità, Cnr
Pisa, Arpa Campania, Universi-
combustibile da incenerire nel
termovalorizzatori, in parte se-
ove anni e tre mesi di reclusione. Una pena non certo stria della concia toscana, quel- questrate dalla magistratura, in
N mite quella inflitta a padre Fedele Bisceglia, 74 anni,
colpevole - secondo i giudici del Tribunale di Cosenza - di
chiamarla, complicità ideologi-
ca col sistema industriale e pro-
duttivo dell’Italia che tira con la
li delle industrie casearie della
Campania, tutto è stato interra-
tà di Napoli e Legambiente),
hanno attentamente studiato
l’area e le conseguenze provo-
parte messe lì, in attesa di non
si sa cosa. Per tutto questo, per
violenza sessuale su una suora. Una condanna più dura peggiore camorra. Al Nord pro- to qui, in queste terre. cate sulla popolazione di Giu- questa trasformazione della cit-
rispetto a quella chiesta dallo stesso pubblico ministero. ducevano, qui sversavano i lo- La camorra guadagnava oro: gliano, Villaricca e Qualiano tà in enorme deposito di mon-
Con lui è stato condannato, a sei anni e tre mesi, il suo ro veleni. Sentite cosa ha detto “Duecentomila tonnellate di (150 mila abitanti), dalla pre- nezza, Giugliano doveva essere
segretario, Antonio Gaudio, di 44 anni, che a quelle vio- ai magistrati Gaetano Vassallo, sostanze tossiche – fa mettere a senza di discariche. “La morta- risarcita. Cinquanta milioni di
lenze, secondo il tribunale, ha preso parte. L’ormai ex grande imprenditore dei rifiuti verbale l’imprenditore della lità per tumore è risultata signi- euro per la bonifica del territo-
frate francescano fu arrestato nel giugno 2006. La sua in nome e per conto del clan monnezza – ci furono pagate a ficativamente accresciuta con rio e delle discariche della ca-
vicenda fece scalpore: padre Bisceglia era impegnato nel- dei casalesi. “Una volta colmate 10 lire al chilo”. riferimento ai tumori maligni morra, più una serie di misure
l’aiuto ai poveri e diseredati, in Italia come in Africa, dove le discariche i rifiuti venivano I sacchi di amianto sono a po- di polmone, pleura, laringe, ve- compensative per la presenza
faceva il missionario; era ultras del interrati ovunque. Ci veniva chi passi da noi, intorno la terra scica, fegato e encefalo”. Que- di discariche ufficiali e di im-
Cosenza calcio e fautore di iniziative chiesto di concedere l’uso dei ha un colore grigiastro, anche sta è la drammatica sintesi fina- pianti. Promesse al vento. Men-
contro la violenza negli stadi; assiste- nostri timbri (le autorizzazioni l’aria e il sole sembrano malati. le. Ma i rifiuti sono denaro an- tre percorriamo la strada del ri-
va le prostitute per strada. “È la pa- legali concesse ai gestori di di- E il ricordo va a una delle con- che per le grandi imprese. Ta- torno, a Giugliano ci sono a ter-
gina più dolorosa che abbia potuto scariche, ndr) in modo da copri- fessioni più inquietanti del verna del Re, nome che evoca ra 1500 tonnellate di monnez-
scrivere la magistratura di Cosenza. re e giustificare lo smaltimento pentito Vassallo, che davanti ai passati gloriosi, spettacolo allu- za, anche qui è emergenza. Le
Ne renderanno conto a Dio – ha com- di produttori di rifiuti del Nord magistrati dell’antimafia napo- cinante. Qui ci sono le Piramidi strade che portano a Varcaturo,
mentato alla lettura della sentenza –. Italia”. Erano veleni, vernici letana tratteggia uno scenario della monnezza, 4 milioni di Licola e Lago Patria, sono una
“La pagina più sanguinante l’ha scrit- speciali il cui smaltimento lega- da incubo. “I rifiuti della Mb “ecoballe” accatastate in questi enorme discarica. Perché qui la
ta la Chiesa di Cosenza. Io sono in- le e non dannoso sarebbe costa- (una fabbrica del Nord, ndr), ar- depositi all’aperto. Sono il mo- camorra della monnezza non la
nocente”. to cifre enormi. Con la camor- rivavano qui in speciali cister- numento al fallimento della po- ferma nessuno. Continua a stu-
ra, invece, prezzi da realizzo. I ne di acciaio inox anticorrosi- litica dei Commissariati straor- prare queste terre una volta
rifiuti speciali di una azienda di vo”. Ma quando il liquido veni- dinari dal 1998 ad oggi. bellissime.

Denise, crisalide antimafia orfana di madre

INIZIATO IL PROCESSO PER L’OMICIDIO DI LEA GAROFALO, SCIOLTA NELL’ACIDO ALLE PORTE DI MILANO
di Nando Dalla Chiesa stizia per quella storia da accap- braccia aggrappate o addirittura Arsizio una ragazza dei clan, sen- l’altro, gli interessi concretamen-
Milano ponar la pelle. Se ne stava rin- conserte intorno alle sbarre, tendo l’annuncio della corte che te colpiti? Sono scelte, dicevano,
chiusa in qualche bozzolo lonta- qualcuno seduto in retrovia; ta- si ritirava a deliberare, ha escla- che hanno solo una natura media-

Dpuòalide.
oggi l’antimafia è una crisa-
Che non vola, che non
volare. Si chiama Denise. È
lei il nuovo simbolo. Glielo aves-
sero chiesto qualche anno fa
avrebbe detto “no, grazie”.
Chiunque avrebbe urlato di no,
di fronte alla storia devastante
che le sarebbe arrivata addosso
da adolescente. La madre in fuga
dal proprio destino di famiglia
mafiosa e insanguinata. Che cer-
ca il grembo comprensivo dello
Stato e si vede mettere alla porta
perché quel che sa e può raccon-
tare non è poi così decisivo per le
indagini. Questa stessa madre, in-
fine, sequestrata, torturata, ucci-
sa e sciolta nell’acido per vendet-
ta. Colpevoli, secondo l’accusa, il
marito e i suoi fratelli della fami-
glia dei Cosco. Originaria di Pe-
tilia Policastro ma trapiantata a
Milano, dove il delitto infame si è
compiuto.
Non c’era Denise, ieri mattina, al
processo che cerca di darle giu-
no e sconosciuto, nella speranza
un giorno di potere spiccare il
volo senza rischi. C’era suo pa-
dre, invece. C’erano i suoi zii.
C’era quello che lei riteneva il
suo fidanzato e che invece le era
stato messo alle costole dal padre
per tenerla sotto controllo. Tutti
e quattro nella gabbia con altri
due compari. Capelli rasati, jeans
e magliette, qualcuno con le
Lea e Denise in un ultimo scatto (FOTO ANSA)
lora assorti, talora increduli o ri-
danciani.
DA UNA PARTE i parenti e gli
amici, molte bottigliette d’acqua,
qualche zeppa femminile e qual-
che fisico palestrato, gli anziani
molto più bassi dei giovani, una
solidarietà affettuosa e compia-
ciuta. Sorrisi e baci e gesti ammic-
canti verso le gabbie, strette di
mano in corridoio agli imputati
benché con le manette. Sarà stato
il ritrovarsi tutti insieme, sarà sta-
ta quell’aria mista di rimpatriata e
matrimonio, ma davvero non
sembrava che sul mondo dei pre-
senti incombesse quell’accusa
terribile, la giovane donna sciolta
nell’acido dai messaggeri della Ca-
labria più oscena. Scorrendo i vol-
ti giocosi sembrava piuttosto che
si dovesse celebrare un videogio-
co. La realtà come finzione e la
finzione come realtà, se è vero
che l’altro giorno all’ultima udien-
za del processo Bad Boys di Busto
mato “sembra di essere a Forum”.
Solo che Lea che non c’è più non
è affatto una finzione.
Per questo la sua vicenda è diven-
tata per molti uno spartiacque ci-
vile, una frontiera morale. Per
questo ieri erano in aula le inse-
gnanti dei licei più attivi nella lot-
ta alla mafia, il Virgilio, il Volta, il
Porta, il Besta. O gli studenti di
Scienze politiche di “Stampo an-
timafioso”. C’è una Milano che ha
deciso che la crisalide non debba
essere abbandonata a se stessa per
la seconda volta. E ha voluto stare
accanto alle due avvocatesse di
Denise, Enza Rando e Ilaria Ramo-
ni, e all’avvocato fiorentino Ro-
berto D’Ippolito che rappresenta
la sorella e la madre di Lea. Nel
frattempo gli avvocati dei Cosco
combattevano la costituzione di
parte civile della Regione Cala-
bria, della Provincia di Crotone e
del Comune di Milano. Dove sa-
rebbero mai, chiedevano asso-
ciandosi ognuno alle parole del-
tica, uno scopo politico. Il solito
copione degli ultimi decenni. Ma
a Milano era la prima volta. E alla
fine il Comune guidato dal sinda-
co Pisapia è stato ammesso. Per la
città una grande vittoria di prin-
cipio. Poi gli scenari di rito. Le
difese che proponevano le solite
eccezioni rivolgendosi insistente-
mente, chissà perché, ai giurati
popolari, quasi li ritenessero più
malleabili alle proprie ragioni. E
loro, i giurati, che ascoltavano
compunti, chi con la fascia trico-
lore chi senza. La crisalide avrà
saputo dopo come è andata. Ma
c’è un messaggio che giunge da
Milano: la frontiera morale del-
l’antimafia oggi è lei. Meglio, è il
caso di una ragazza di diciotto an-
ni che chiede aiuto e sostegno al-
l’Italia civile. Sullo sfondo, una Mi-
lano che si ribella ai clan mentre la
‘ndrangheta pretende di farle di-
gerire le sue regole, acido com-
preso. A volte i simboli nascono
per caso.
pagina 10 Giovedì 7 luglio 2011

ECONOMIA

“IL SINDACATO
NON PUÒ DIVENTARE
UN MOVIMENTO”
La Camusso difende l’accordo
con Confindustria, Cisl e Uil Susanna Camusso, 55 anni,
è il segretario generale della Cgil
di Stefano Feltri Uil il 28 giugno sui contratti e la scioperi, che si fanno secondo le dal 3 novembre 2010, al posto quella del coinvolgimento e del sto accordo al contrario, come
rappresentanza. I punti critici, regole concordate (oppure a ti- di Guglielmo Epifani (FOTO ANSA) voto, crediamo in una responsa- se fosse una risposta alla Fiat. In-
a quale stagione dei contestati dai metalmeccanici tolo individuale). Secondo la bilità dei rappresentanti. Il sin- vece si è fatta un’operazione

“M referendum, abbia-
mo alle spalle un re-
ferendum nella Cgil
sull’accordo separato del 2009
che non ha prodotto risultati e
della Fiom di Maurizio Landini,
sono soprattutto due: a livello
aziendale gli accordi saranno va-
lidi e vincolanti se approvati dal-
la Rsu, cioè dai rappresentanti
Fiom questo significa limitare il
diritto di sciopero.
Segretario Camusso, c’è una
riduzione della democrazia
ora che il potere passa ai rap-
rali, non è obbligatorio che a li-
vello nazionale si decidano per
esempio tutti i dettagli dei turni.
Servono principi forti sul con-
dacato non è un movimento.
Che sembra un po’ l’idea del-
la Fiom.
Se è questo, negano la loro tra-
dizione, perché sono il primo
completamente diversa, tentare
di salvaguardare il sistema di
fronte a una Fiat che voleva sfa-
sciarlo. Quando l’ad del Lingotto
Sergio Marchionne ha scritto a
quelli della Fiat sono stati impo- sindacali eletti dai dipendenti, e presentanti sindacali in azien- tratto collettivo nazionale di la- sindacato fondatore della Cgil, Confindustria per dire che l’ac-
sti in modo autoritario e popu- non da un referendum tra i lavo- da? voro che poi si adattano alla real- con 110 anni di storia. Che è cordo non andava bene, Landini
lista dall’azienda”. Il segretario ratori. Secondo punto: gli iscritti La democrazia di un sindacato tà dell’azienda. quella di una grande organizza- ha fatto una battuta infelice:
generale della Cgil Susanna Ca- ai sindacati parte della Rsu sono non è riconducibile ai referen- Nel concreto cosa significa? zione, non di un movimento. “L’accordo è durato un solo gior-
musso difende l’accordo rag- vincolati alle intese approvate, dum. La forza fondamentale è da- Che ad esempio un’azienda in- Poi c’è il problema della clau- no”.
giunto con Confindustria, Cisl e anche per quanto riguarda gli ta dagli iscritti e dai voti ottenuti formatica può voler investire sola di tregua che limita gli L’ipotesi d’intesa vincola solo
scioperi. le imprese iscritte a Confin-
La clausola di tregua, è prevista dustria. Come se si desse per
Niente referendum dall’accordo del 1993, c’è in ac- scontato che la Fiat ormai fa
CREMASCHI “Pronti
“
cordi aziendali di alcune fabbri- storia a sé.
che anche metalmeccaniche co- È così. Il problema però non era
La Fiom pensa che l’intesa sui me l’Ilva. Significa semplice- solo Sergio Marchionne, ma che
alla disobbedienza” contratti sia una reazione alla Fiat, ma mente che prima di iniziare uno
sciopero o un conflitto si discu-
la Fiat portasse fuori dal sistema
tutte le grandi imprese. Non di-
isobbedienza”. E' questo lo slogan che l'oppo- te con l’azienda. Qualora si de- mentichiamo che dentro Con-
“D sizione interna alla Cgil più dura decide di im- è un modo per salvare il sistema finiscano le clausole, che non so- findustria si iniziava a parlare di
pugnare dopo il voto del Direttivo nazionale. Giorgio
Cremaschi, uno dei leader della minoranza “La Cgil
che vogliamo” infatti ci va pesante: “Che questo sia
un accordo autoritario – spiega al Fatto quotidiano -
che cancella il diritto al voto dei lavoratori lo di-
dai rappresentanti dei lavorato-
ri. Chiedendo il voto si determi-
na una rappresentanza demo-
”
più sui profili ingegneristici o di
ricerca e meno su contabili e am-
ministrativi. Noi vogliamo che
no obbligatorie, comunque non
hanno effetto sul singolo lavora-
tore. Mentre la Fiat voleva una
clausola di responsabilità indivi-
duale.
alternativa tra contratto nazio-
nale e aziendale, significa che il
contratto nazionale non c’è più.
Quindi con Confindustria vi
siete salvati a vicenda.
mostra la consultazione della sola Cgil: se è vero che cratica. invece di farlo con la contratta- Ma è difficile che un lavorato- Abbiamo provato a salvare un si-
hanno ripristinato il voto dei lavoratori com'è che su Ma nelle Rsu un terzo dei po- zione individuale e con contratti re da solo si metta a sciopera- stema che era in discussione, an-
un accordo come questo non fanno una consulta- sti sono garantiti ai tre grandi atipici si faccia a livello azienda- re se il sindacato non lo fa... che per colpa della stessa Con-
zione insieme a Cisl e Uil e non fanno votare i la- sindacati. le. Senza ledere i principi gene- Ma non c’è il divieto di sciopero! findustria che ha fatto errori co-
voratori?”. Cremaschi attacca a fronte bassa anche la Non è una quota garantita, lo sta- rali. Il sindacato può comunque scio- me l’accordo separato sui con-
sua organizzazione: “La consultazione della Cgil è tuto dei lavoratori affida il pote- Perché la Fiom è così critica, perare. tratti nel 2009. Comunque non
inaccettabile nelle procedure e nello spirito: non ci re contrattuale solo alle organiz- allora, su questo accordo? Facciamo un esempio. tutti, dentro Confindustria, vo-
sono regole, i controllati sono i controllori. É una zazioni sindacali. Con l’accordo La Fiom ha sempre sostenuto il Diciamo che i rappresentanti gliono cancellare il contratto na-
consultazione che qualsiasi agenzia democratica de- del 1993 si è trovata questa for- referendum a prescindere. La sindacali hanno chiuso un ac- zionale, altrimenti la guerra del
finirebbe impresentabile. E inoltre c'è il divieto di mula per assicurare che ci sia Cgil no: in interi settori è impos- cordo sui turni che prevede, tra lavoro diventerebbe totale con
presentare le posizioni del “no”. Con queste pre- una relazione tra chi firma il con- sibile, non sempre si possono l’altro, che prima di proclamare effetti devastanti non solo sui la-
messe la sfida è quella di non rispettare un'intesa che tratto nazionale e chi contratta raggiungere i lavoratori. Basta lo sciopero si debba discutere voratori ma anche sulle aziende.
“muta la natura della Cgil” e che va fatta saltare. in azienda. Con il nuovo accordo immaginare un referendum tra i tre giorni con l’azienda. Se l’a- Per la Fiat è diverso, perché è
All'obiezione che così si potrebbe andare alla rottura anche quella quota è proporzio- marittimi, o tra i lavoratori di un zienda cambia all’improvviso i protetta dal fatto di essere l’uni-
la risposta è che “lo statuto della Cgil garantisce il nata ai voti ricevuti. cantiere dell’alta velocità. La de- turni, si discute per tre giorni e co costruttore di auto nel nostro
diritto al dissenso” e a un accordo che, come ha detto Dopo questo accordo bisogna mocrazia non è fatta solo dal vo- poi se non si trova una mediazio- Paese.
ieri il sociologo Luciano Gallino, “limita diritti fon- capire bene cosa faranno le to finale, io sono preoccupata da ne si sciopera. Se questo accordo va bene a
damentali dei lavoratori”, occorre fare opposizione Rsu: visto che l’intesa con un’idea populista che crede solo La Fiom sembra un po’ meno tutti, perché la Cgil non vuole
prima, durante e dopo la consultazione interna della Confindustria prevede nel rapporto diretto tra la segre- serena sul punto. che diventi una legge?
Cgil. La minoranza della Cgil, a partire dalla Fiom che l’“adattabilità” dei contratti teria nazionale e i lavoratori. Quello che cerco di spiegare lo- In questo contesto parlamenta-
costituisce il punto nevralgico dell'opposizione a Ca- nazionali a livello aziendale. Si può dire che la Fiom ha ro è che, a differenza che in Fiat, re sarebbe comunque comples-
musso, si vedrà in un''assemblea nazionale il pros- Qual è la differenza con le de- un’idea di democrazia diretta dove c’è una lesione del diritto so, diciamo. Ma la Cgil non ha
simo 13 luglio, “Dovremo passare – conclude Cre- roghe a cui vi siete sempre e la Cgil di democrazia rap- di sciopero, qui si interviene so- mai voluto una legge che rego-
maschi - da minoranza a opposizione organizzata in opposti? presentativa? lo sul modo in cui si discute tra le lasse la contrattazione, che è il
tutta la Cgil”. Con le deroghe si cancellano Per noi ci sono varie forme di de- parti. libero effetto del contratto tra le
Sal. Can. pezzi del contratto, la Fiat lo can- mocrazia. Preferiamo una com- E con il segretario Landini ne parti. Volevamo una legge sulla
cella addirittura tutto. Ora il con- posizione tra gli elementi della avete parlato? rappresentanza, cioè la misura-
tratto sarà fatto da principi gene- democrazia rappresentativa e Maurizio ha affrontato tutto que- zione di chi rappresenta chi.

Grandi classici

Epifani e Bertinotti, la teleguerra degli ex

di Stefano Caselli
buffa, borbotta, sbatte le
Salmeno
mani sulla scrivania, ripete
dieci volte “Non è co-
sì”, scandendo nettamente le
sillabe. Alla fine si butta all’in-
dietro e con le mani sul viso
esclama: “Mamma miaaa!”.
Era un Guglielmo Epifani de-
cisamente indispettito quello
di martedì sera su Rai3 a Linea
Notte condotto da Bianca Ber-
linguer. Ce l’aveva con il suo
interlocutore. Marchionne?
Marcegaglia? Tremonti? Nean-
che per sogno. A far saltare l’a-
plomb dell’ex segretario della
Cgil era Fausto Bertinotti, ex
un sacco di cose tra cui, an-
che, una trentennale militan-
za nella Cgil. E per un attimo è
sembrato di assistere a uno di
quei blob che ritrasmettono
dibattiti vecchi di dieci anni.
Ma l’oggetto della disputa era
attuale, il patto siglato il 28 giu-
gno tra Cgil, Cisl e Uil e Confin-
dustria su contrattazione e rap-
presentanza. Un testo di 9 pun-
ti, che, tra le altre cose, stabili-
sce l’efficacia dei contratti
aziendali per tutti i lavoratori se
approvati dalla maggioranza
delle Rsu (Rappresentanze sin-
dacali unitarie) senza possibili-
tà di ricorrere al referendum
(previsto, invece, in caso di Rsa
nominate e non elette).
“È un accordo drammatica-
mente sbagliato – attacca Ber-
tinotti – i sindacati possono an-
che essere maggioritari tra gli
iscritti e anche tra coloro che
votano per le Rsu, ma non è det-
to che gli iscritti approvino
quell’accordo. Ora gli si toglie il
diritto al referendum, è un pe-
ricoloso vulnus nella democra- un tripudio di sindacalese fat- essere rifiutato. Se la linea del- fosse migliorativo rispetto a
zia. Epifani non ci sta: “L’ac- to di “adattabilità”, “deroga”, la Fiom fosse passata a Mirafio- quello nazionale. Ora è la con-
cordo è giusto e rappresenta “esigibilità” e via dicendo – si
solo un primo passo per la ri- arriva alle ferite aperte: la Fiat
costruzione delle regole della e il rapporto con la Fiom: “Sia-
ri e Pomigliano l’accordo non
sarebbe entrato in vigore. Da
oggi chiunque potrà fare co-
troparte a farlo. Questo do-
vrebbe far riflettere”. L’ex se-
gretario della Cgil, che fino a
contrattazione e delle demo- mo in una condizione – com- me la Fiat.”. Epifani sbotta: “Se quel momento aveva difeso
crazia, che è necessaria. La de- menta l’ex presidente della fossimo andati nella direzione nel merito i contenuti del pat-
mocrazia del sindacato è fatta Camera – in cui i lavoratori voluta da Marchionne, lo to, taglia corto: “L’accordo è
dal ruolo e dalla responsabili- possono essere sottoposti a un avrebbe apprezzato. E invece stato approvato dall’85% del
tà del sindacato, dalla demo- ricatto, che fino a ieri poteva ha detto chiaramente che l’ac- comitato direttivo della Cgil.
crazia delegata e dal cordo non gli risolve i proble- Ora la parola andrà agli iscritti.
voto dei lavoratori”. Duello Epifani e Bertnotti su Rai3 mi”. E sia chiaro, se gli iscritti ap-
“Una volta erano i lavoratori – proveranno, tutte le strutture
“MA IL VOTO dei insiste Bertinotti – a chiedere dovranno adeguarsi. Questa è
lavoratori non c’è!” ri- l’esigibilità del contratto azien- la logica della democrazia”. La
batte Bertinotti, “Non dale, perché si supponeva che Fiom è avvisata.
è vero, dai una raffigu-
razione falsa dell’ac-
cordo. La democrazia
c’è, è negli accordi tra
Su Rai3 si consuma uno scontro
le organizzazioni sin-
dacali”, la risposta.
tra reduci sul patto
I due sembrano parla-
re lingue diverse e – in tra sindacati e industriali
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 11

ECONOMIA

SPAZZATURA PORTOGHESE Dopo il taglio del rating al debito di Lisbona

affonda anche la Borsa italiana, banche in affanno
di Vittorio Malagutti PROFONDO DEBITO
Milano
vantato di avere un programma
a Borsa di Milano ieri ha
SINDROME GRECA ANCHE
L
“più ambizioso” di quello im-
ballato al ritmo triste del postogli a cambio della conces-
fado, la musica tradizio- sione del mega-prestito. Un
nale portoghese. Risul-
tato: indici in pesante ribas-
so, meno 2,44 per cento quel-
NELLA PENISOLA IBERICA piano che dovrebbe consenti-
re di portare il deficit dal 9,1

LA SPAGNA TEME IL PEGGIO

per cento del Pil del 2010 al 5,9
lo generale, e banche al tap- quest’anno, fino a raggiungere
peto, con tutti i principali isti- l’obiettivo del 3 per cento nel
tuti nazionali che hanno fatto 2013. Il vero guaio di Lisbona è
segnare cali superiori al 4 per di Alessandro Oppes der della Ue, mentre il portavo- che, già dal primo trimestre di
cento. I timori sulla tenuta dei Madrid ce del commissario all’Econo- quest’anno, il Paese è entrato
conti pubblici portoghesi, ri- mia Olli Rehn ricordava che so- in recessione (-0,7 per cento) e
lanciati martedì sera dai pe- illusione di Pedro Passos
santi giudizi espressi dall’a-
genzia di rating Moody’s, han-
L’spazio
Coelho non è durata che lo
di un mese. Convinto di
lo a fine agosto Bruxelles emet-
terà una “prima valutazione”
sul compimento degli impegni
tutte le previsioni indicano che
per recuperare il segno positi-
vo occorreranno almeno tre
no offerto un’occasione d’o- poter affrontare meglio del assunti da Lisbona. anni. Con un tasso di disoccu-
ro alla speculazione interna- suo predecessore José Socra- pazione che supera già il 10 per
zionale per accanirsi sul listi- tes l’immane compito di risol- MA È BASTATO che Moo- cento, resta da capire quando,
no milanese. Un attacco mira- levare il Portogallo dalla più dy’s – con quella che a livello e in che modo, sarà possibile
to, visto che mentre Piazza Af- grave crisi finanziaria degli ul- comunitario viene liquidata tornare a creare posti di lavoro,
fari affondava le altre grandi timi 30 anni, il neo-premier di come “presunta chiaroveggen- rilanciare la domanda interna,
Borse del continente limita- centrodestra si è subito ritro- za” – emettesse il suo catastro- far ripartire lo sviluppo. Per il
vano le perdite sotto il punto Per ora l’Italia non è ancora al livello del Portogallo, ma la speculazione colpisce (FOTO LAPRESSE) vato di fronte a un nemico in- fico verdetto, per far ripiomba- momento, in prospettiva, si ve-
percentuale. Solo Lisbona, sidioso e sfuggente: le agenzie re i mercati nel caos e tornare dono solo tagli, e la rinuncia ad
ma questo pare ovvio, ha fat- credito e quindi i profitti ne ri- un nuovo allargamento dello di rating che emettono senten- ad alimentare dubbi sulla soli- alcune grandi opere già pro-
to peggio di Milano con un ri- sentiranno. Brutte notizie, in- spread, cioè del differenziale ze senza appello e rischiano di dità di altre economie dell’Eu- grammate, come il nuovo aero-
basso del 2,79 per cento. somma, e allora inizia a piove- di rendimento, tra i bond pub- mandare tutto all’aria. rozona, a cominciare da quella porto della capitale e la linea ad
re, anzi, a grandinare, sui titoli blici decennali italiani e quelli spagnola, costantemente sotto alta velocità Lisbona-Madrid. Il
COM’ERA prevedibile le bancari. Va detto però che no- tedeschi. Il divario è tornato a PER QUESTO, dopo il cla- pressione. È però proprio a Li- nuovo governo ha anche abo-
vendite si sono concentrate nostante i pesanti ribassi di ie- toccare i 220 punti base, a po- moroso pronunciamento di sbona che l’ultima mazzata del- lito la golden share che lo Stato
sugli istituti di credito, deboli ri le quotazioni si trovano co- co distanza dai 223 punti del Moody’s, che ha fatto scivolare l’agenzia di rating (preceduta manteneva su alcune grandi
fin dalla seduta di lunedì. La lo- munque a un livello superiore 27 giugno scorso, massimo di colpo di quattro gradini la nelle scorse settimane da altri aziende privatizzate, senza pe-
gica che guida le mosse dei a quello a cui erano piombate storico dall’introduzione del- qualificazione del debito di Li- interventi, meno drastici, di rò precisare se l’esecutivo ha
grandi operatori internaziona- venerdì 24 giugno, data del- l’euro. In netta crescita anche sbona riducendolo a livello di Fitch e Standard&Poor’s) ha intenzione di vendere le quote
li è sempre la stessa. Le banche l’ultima pesante tempesta sul- il rendimento dei Btp. L’emis- “spazzatura”, è sceso in campo provocato enorme sconcerto. azionarie di cui è ancora in pos-
nostrane hanno i bilanci stra- la Borsa di Milano. Ieri comun- sione a dieci anni è arrivata a il più autorevole compatriota “Immorale, indecente, insul- sesso.
pieni di titoli di stato, in primo que l’effetto Lisbona non si è toccare quota 5,123 per cen- (e compagno di partito) di Pas- tante, criminale, irrazionale”
luogo italiani, e quindi saran- fatto sentire soltanto sul listi- to, di poco inferiore al massi- sos, il presidente della Com- sono gli aggettivi ricorrenti AL DI LÀ delle smentite uffi-
no le prime a subire le conse- no azionario. Vendite massic- mo storico di 5,143 che risale missione Europea José Manuel nelle reazioni degli analisti fi- ciali, le turbolenze che agitano
guenze di nuovi cali nelle quo- ce hanno colpito anche i titoli al 2008, per poi ripiegare a Durao Barroso: “Con tutto il ri- nanziari, soprattutto perché il Portogallo continuano a farsi
tazioni dei bond pubblici. A fi- di stato, quelli italiani e quelli 5,105 per cento a fine giorna- spetto per queste agenzie, le Moody’s arriva ad adombrare il sentire anche oltre il confine
ne giornata quindi il bolletti- spagnoli, Paesi cosiddetti pe- ta. nostre istituzioni conoscono il rischio default e sostiene che spagnolo. E non solo in termini
no è pesante: Unicredit perde riferici dell’area Euro. Portogallo un po’ meglio, la no- non sarà sufficiente il piano di borsistici. L’ultima emissione
poco più del sette per cento. In un contesto simile il mini- TUTTI QUESTI segnali in- stra analisi è più raffinata”, ha salvataggio da 78 miliardi di eu- di bond destinati ad aiutare il
Monte Paschi, Ubi e Popolare mo che ci poteva aspettare era dicano che la tensione sui fatto notare da Strasburgo il lea- ro appena concesso, prima an- sistema bancario spagnolo si è
Milano arretrano di oltre il sei mercati internazionali dei ca- risolta in un mezzo fiasco: ap-
per cento, Intesa chiude in ne- pitali è tornata altissima e ad pena un miliardo e 750 milioni
gativo del 4,4 per cento. Se il innescarla, per l’ennesima Il presidente della Commissione Ue di euro, contro un obiettivo fis-
contesto globale gioca a sfavo-
re degli istituti italiani, non ha
certo dato una mano anche la
-2,44% volta, è stato l’intervento di
un’agenzia di rating. In questo
caso è toccato a Moody’s che
Barroso se la prende con Moody’s
sato fra i 2 e i 3 miliardi. Eppure,
di fronte alle profezie sventu-
rate della destra di Mariano Ra-
notizia che la manovra finan- LA BORSA DI MILANO martedì ha ribassato in un sol
ma il problema è l’economia joy, che ha una tremenda fretta
ziaria appena varata dal gover- colpo di ben quattro gradini la di conquistare la Moncloa, il vi-
no di Roma prevede un forte
incremento dell’Irap a carico
SOLO LISBONA sua valutazione sul debito del
Portogallo. Ce n’è abbastanza
ce-premier e futuro candidato
socialista alla successione di
delle banche. In altre parole
aumenta il carico fiscale sul
HA FATTO PEGGIO per riportare sotto il fuoco
delle critiche il ruolo delle
cora che venga messo in prati-
ca.
Zapatero, Alfredo Pérez Rubal-
caba, giura che per la Spagna il
agenzie di rating, da più parti Passos Coelho, che per forma- peggio è ormai passato. Tanto
criticate per i loro interventi re una stabile maggioranza di che, per recuperare il terreno
spesso estemporanei e, se- governo si è dovuto alleare con perduto alle ultime ammini-
TELECOM Svalutata condo molti analisti, non sem-
pre sufficientemente motiva-
l’estrema destra del Partito Po-
polare di Paulo Portas, prende-
strative, e per cercare la com-
plicità degli “indignados” si
ti. E’ di ieri il monito del com- rà alla lettera il suggerimento di spinge persino a mettere sul
di 1,2 miliardi missario europeo al Mercato
Interno, Michel Barnier, che
Durao Barroso, che lo sprona a
proseguire sulla via delle rifor-
banco degli imputati – non era
mai accaduto in Spagna – il si-
elecom presenta un conto da 1,2 miliardi di euro a ha invitato le agenzie di rating, me concordate con la Ue, la stema bancario, giudicato tra i
Tnerali.
Telefonica, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e alle Ge-
Ieri i soci della scatola Telco che controlla il
“a fare estrema attenzione alle
norme Ue e a rispettarle”.
Bce e l’Fmi. Anzi, al momento
dell’investitura il premier so-
responsabili della crisi per aver
aver concesso per anni mutui
22,45 per cento del gruppo di telecomunicazioni han- La polemica monta proprio cialdemocratico si era persino ad altissimo rischio.
no capitolato e proceduto all'attesa svalutazione della nel pieno delle trattative per il
partecipazione che era iscritta a bilancio a 2,2 euro per salvataggio della Grecia. E an-
azione. Valore abbassato a 1,8 euro, in linea con la va- che alla vigilia di un’importan-
lutazione dei consulenti della banca d'affari Lazard. Ma te intervento della Banca cen- CHI TIFA PER LA STRETTA SULLA PREVIDENZA di Vit. Mal.
che è comunque piuttosto ottimista, visto che in Borsa trale europea che oggi alzerà
il titolo tra alti e bassi vale quasi la metà da almeno un
anno. Scontata o meno, la svalutazione, che ha appun-
to un controvalore complessivo di 1,2 miliardi, di poco
di un quarto di punto all’ 1,5
per cento il tasso di riferimen-
to. Una manovra chiaramente
FELTRI, BABY-PENSIONATO BEN PAGATO
er rimettere in sesto i conti “mentre noi ci ostiniamo ad andarci a
inferiore a quella da 1,39 miliardi del 2009, per Telco
ha comportato la chiusura dell'ultimo bilancio con una
perdita di 1,15 miliardi, a ridosso della soglia che im-
in chiave antinflazionistica.
Ieri a Parigi si sono riuniti i rap-
presentanti delle grandi ban-
P pubblici bisogna innanzitutto
intervenire sulle pensioni innalzando
58,59, 60”. Tutto vero, come no. Anzi, a
volte capita perfino che qualcuno
porrebbe per legge una ricapitalizzazione. E non sarà che internazionali per mette- l’età in cui si smette di lavorare. La riesca a raggiungere l’agognata
priva di conseguenze per i soci della holding. Lo stesso re a punto i particolari di un ricetta, in verità non nuovissima, arriva pensione anche prima, molto prima.
consigliere delegato di Intesa, Corrado Passera, nei nuovo piano di aiuti al Paese da Vittorio Feltri che martedì sera Feltri per esempio ce l’ha fatta a soli 53
giorni scorsi aveva prefigurato un adeguamento dei bi- ellenico. La discussione si è durante la trasmissione “In Onda” anni, nel 1997. Una pensione d’oro:
lanci degli azionisti in linea con la decisione del cda. però conclusa con un nulla di
Che secondo i calcoli degli analisti comporterebbe fatto, mentre per venerdì a condotta su La7 da Luisella ben 347 milioni di lire all’anno, circa
una perdita potenziale superiore al miliardo per gli spa- New York è prevista un verti- Costamagna e Luca Telese, ha detto la circa 179 mila euro, a carico dell’Inpgi,
gnoli di Telefonica, mentre il conto per Mediobanca e ce del Fondo monetario inter- sua sulla manovra appena varata dal l’Istituto previdenziale dei giornalisti.
Intesa oscillerebbe tra 120 e 130 milioni. Caso a sé Ge- nazionale chiamato a discute- governo. “Bisogna fare come la Da allora Feltri ha continuato a
nerali, la cui perdita vicina a 370 milioni è destinata a re della prossima tranche del Germania”, ha detto sicuro scrivere e a dirigere giornali, ricevendo
ridursi notevolmente per via del fatto che a Trieste l'80 prestito ad Atene. Molti incon- l’editorialista de Il Giornale. “Tutti ricchi e meritati compensi e spiegando
per cento della quota Telco pesa sul portafoglio degli tri ma fin qui pochi fatti con- sanno che in Germania si va in al mondo intero che è meglio per tutti
assicurati. Giovanna Lantini creti. Come dire che la tensio-
pensione a 67 anni”, ha spiegato Feltri, se si va in pensione a 67 anni.
ne sui mercati è destinata a du-
rare.
pagina 12 Giovedì 7 luglio 2011

ALTRI MONDI

Usa Rivoluzione Obama (su Internet e militari) Usa Assolta Casey: non ammazzò la figlia di 2 anni
Una conversazione di un’ora, che si è tenuta ieri sera, Le inchieste tv alla Csi, parlando di un nuovo caso O.J.
scandita dai 140 caratteri che un messaggio Twitter può al Simpson, l’hanno condannata senza appello,
massimo contenere. Il presidente Barack Obama ha avuto e lo stesso hanno fatto le celebrità su Twitter e tv, mentre
anche il suo primo incontro tutto Twitter con i cittadini il caso continua a suscitare negli Stati Uniti passioni
americani. Sempre ieri Obama, riformando una prassi analoghe a quelle vissute in Italia per il dramma di Cogne.
militare in corso da decenni, ha deciso che d’ora in poi Ma la bella Casey Anthony, 25 anni, non ha ucciso la figlia
invierà lettere di condoglianze anche alle famiglie dei di due anni in circostanze sordide come sosteneva l’accusa,
soldati suicidi, e non solo a quelli morti in battaglia. ha stabilito la giuria di un tribunale di Orlando, in Florida.

PRIMA SPIONE PER MURDOCH

POI ASSUNTO DA CAMERON
Lo scandalo “News of the World” coinvolge il governo
Tra i braccati i genitori di una bimba rapita e uccisa Il primo ministro David Cameron ieri alla Camera dei comuni (FOTO LAPRESSE)

di Giampiero Gramaglia sta storia, ma è in imbarazzo quan-

e famiglie di bimbe vittime
do deve spiegare di essersi scelto
to l’uomo stampa del premier con-
servatore. Coulson, da direttore
sta la voce che il tycoon australia-
no stia interessandosi a Telecom
In Parlamento tacchi, Murdoch c’è abituato. Ma
lo scandalo mette in forse l’acqui-
come portavoce proprio il gior- Italia Media per farne volare i tito- il leader sizione dell’emittente commer-

L
di pedofili e maniaci e i ge-
nitori di una ragazzina, Milly
Dowler, rapita e uccisa e
persino genitori, congiunti, figli
di vittime degli attentati nella me-
tropolitana di Londra il 7 luglio
2005, sei anni fa oggi giusti giusti:
nessuno, proprio nessuno, era al
riparo dalla curiosità più voyeuri-
stica che giornalistica dei detec-
tive e dei reporter di News of the
World, tabloid d’assalto del Grup-
po Murdoch. Gli inglesi, che mica
si lasciano smuovere facilmente,
sono sotto choc per lo scandalo
delle intercettazioni (e non solo)
compiute, violando privacy e le-
galità, dall’aggressivo giornale. La
vicenda coinvolge il premier Da-
vid Cameron. Lui dice che biso-
gna “imparare la lezione” da que-
nalista che, da direttore, mandava
i cronisti a cacciare il naso nelle
case e nelle cose di tanti ignari e
incolpevoli Mr Smith: vittime due
volte, della violenza prima, delle
intromissioni poi.
PURE I GENITORI di Maddie,
la bimba scomparsa in Portogallo
nel 2007 e mai più ritrovata, pro-
tagonista di una stagione dell’in-
formazione mondiale, furono
braccati. “È stato un errore di giu-
dizio catastrofico prenderselo co-
me portavoce”, dice il capo del-
l’opposizione laburista Ed Milli-
band, intervenendo ai Comuni al
question time. Sotto tiro è Andy
Coulson, successore di Rebekah
Brooks alla guida del popolare do-
menicale e che fino a gennaio è sta-
del tabloid, autorizzò pagamenti
alla polizia in cambio di notizie
(Scotland Yard indaga, come nei li-
bri di Conan Doyle). Ma non è cer-
to che Murdoch e la sua squadra ne
escano bene. “Voglio parlargli,
metterlo di fronte alle responsabi-
lità sue e del potere che ha”, dice
Graham Foulkes, padre di un ra-
gazzo morto negli attentati del 7
luglio. E l’editore di un impero me-
diatico multimediale e mondiale
non si tira indietro: “Pronto a far-
lo”, fa dire al suo portavoce, men-
tre va al contrattacco e definisce
“deplorevoli e inaccettabili” le ac-
cuse mosse al suo giornale. Impor-
tanti inserzionisti – Ford, Virgin
Holidays, i Lloyds, Mitsubishi,Vau-
xhall – ritirano la pubblicità dal ta-
bloid. A Wall Street, News Corp
apre in forte calo, ma a Milano ba-
li.
I COMUNI tengono un dibatti-
to d’emergenza – solo il quarto
dal 1990 – e Cameron non esclu-
de un’inchiesta sugli standard eti-
ci dei giornali britannici, che se la
prendono tutti con l’editore con-
corrente (temuto molto più che
amato), ma che spesso, a caccia
di gossip, sono andati vicini alla
frontiera della violazione gratuita
dell’altrui privacy e non si parla di
uomini pubblici. Com’è vero
che, spesso, hanno mostrato
grinta e fantasia: nel 2003, Ryan
Parry, del Daily Mirror, tabloid pu-
re quello, riuscì a farsi assumere
come cameriere a Buckingham
Palace, dando false referenze, e a
lavorarci per due mesi, per la vi-
conservatore
annuncia
un’inchiesta
sull’etica
dei giornali
sita del presidente Usa George W.
Bush. Parry fotografò la camera
da letto della regina e la colazione
di Elisabetta, prima di essere sco-
perto e buttato fuori.
Il Mirror fu citato in giudizio per
lesione della privacy, dovette
consegnare il materiale e pagare
una multa. Agli scandali e agli at-
ciale BSkyB: il governo britannico
deve pronunciarsi a giorni e Mil-
liband vuole una pausa di rifles-
sione. Nella bufera c’è la Ceo di
News International, Rebekah “la
rossa” Brooks, pupilla e confi-
dente di Murdoch stesso, direttri-
ce di News of the World nel 2002.
“Abbiamo permesso a Murdoch
di avere troppo potere”, dice ai
Comuni Chris Bryant, un altro la-
burista: “Lui non vive qui, non pa-
ga le tasse qui, eppure possiede
già quattro giornali. Almeno Ber-
lusconi vive in Italia”. La Brooks,
43 anni, “nauseata”: era in vacan-
za in Italia nell’estate 2002. E chi
era il suo vice, in quel momento?
Toh, Coulson, proprio lui, quello
poi divenuto direttore e quindi
portavoce di Cameron.
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 13

ALTRI MONDI

Bin Laden L’eroe John e la foto ritoccata Al Qaeda Kamikaze con bombe dentro il corpo
La cravatta scura con disegni chiari e il gomito sulla destra Bombe impiantate chirurgicamente nel corpo di kamikaze per
dell’immagine, dietro all’ex segretario della Difesa Gates e di beffare i controlli di sicurezza negli aeroporti e compiere
Hillary Clinton. A capire che in quella foto c’era qualcosa che clamorosi attentati sui voli verso gli Stati Uniti. Sarebbe
non andava è stato un blogger che è riuscito a scovare le questa, secondo gli 007 americani, la nuova strategia studiata
tracce dell’agente della Cia tenuto nascosto. La “Associated dai responsabili del ramo yemenita di al Qaeda.
Press” ha dedicato all’uomo, John, un lungo articolo sulla Fonti ufficiali dei servizi di sicurezza Usa hanno escluso
sua esperienza sulle tracce di Bin Laden e evidenzia come lui minacce imminenti, ma le compagnie aeree
sia stato l’artefice dell’azione di Abbottabad. e le intelligence dei Paesi alleati sono stati informati.

“ERA SOTTO CHOC:

Dominique Strauss-Kahn, continua
la polemica tra innocentisti
e colpevolisti, opinione pubblica
divisa in Usa e Francia (FOTO ANSA)

strava di non sapere chi fosse

QUELLA VIOLENZA
l’uomo che l’aveva aggredita”.
“Non ho mai messo in dubbio la
sua testimonianza – continua
Susan – e la nostra equipe è co-
stituita da personale professio-
nale con grande esperienza

C’È STATA”
nell’ascolto delle vittime di vio-
lenza. I verdetti dei processi
corrispondono generalmente
alle nostre diagnosi”.

LE DICHIARAZIONI della
direttrice del centro, poi, non
La direttrice del Centro Antistupri sono le uniche a dare in queste
ore supporto alla versione del-
la cameriera del Sofitel. Dopo
che accolse Ophelia parla a Le Monde giorni di silenzio, infatti, Peter
Ward, presidente del sindacato
cameriere, ha diffuso un comu-
di Angela Vitaliano cameriera che accusa Dsk han- de ha pubblicato una lunga in- è insensato”. Nel 1974, un gior- dice Susan – nemmeno io lo fe- nicato stampa in cui rivela che
New York no prepotentemente scosso e tervista con Susanne Xenarios, no prima del giorno del ringra- ci. Restai per un po’ nelle scale la donna era stata raccomanda-
messo in discussione tutto l’ap- la donna che per prima, la sera ziamento, Susan era al lavoro e poi andai ad una riunione che ta al Sofitel da un centro per i
olo la sentenza di non col- del 14 maggio, incontrò la ca- rifugiati di altissimo profilo co-

S
pevolezza, arrivata nel
pomeriggio di martedì,
che ha prosciolto Casey
Anthony, la giovane donna ac-
cusata dell’omicidio della sua
bambina, ha distolto per qual-
che ora l’attenzione dal caso di
Dominique Strauss-Kahn che
continua, solidamente, a tene-
re banco creando ampi dibat-
titi e aprendo sempre più spazi
alle congetture più disparate.
Nemmeno l’incontro avvenu-
to ieri, fra i difensori di Dsk e i
collaboratori del procuratore
distrettuale ha portato, a quan-
to sembra, a conclusioni defi-
nitive.
LE VOCI che si rincorrono,
non confermate dalle parti che
hanno deciso di mantenere
stretto riserbo sui contenuti
dell’incontro, prediligono l’i-
potesi della volontà da parte
dell’ufficio del procuratore di
far cadere le accuse a fronte di
una dichiarazione di colpevo-
lezza da parte dell’ex direttore
del Fmi anche relativa a reati
minori. Per alcuni, infatti, ciò
che serve ora al procuratore
Cyrus Vance è un appiglio per
salvare la faccia dopo che le ri-
velazioni sulla credibilità della
parato accusatorio.
Resta, intanto, il fatto che il pro-
curatore non ha fatto cadere le
accuse e, al momento, Domini-
que Strauss-Kahn è indagato
per stupro, con indagini anco-
ra in corso. Sebbene la dismis-
sione del caso appaia sempre
più plausibile, dallo scorso gio-
vedì, quando le rivelazioni del
Il sindacato delle cameriere:
lei ha mentito su casa e redditi?
Lo fanno milioni di americani
New York Times anticiparono la
virata degli eventi a favore di
Dsk, la situazione ha comincia-
to a subire continue oscillazio-
ni che hanno, in qualche modo,
“ridimensionato” la gravità del-
le bugie raccontate dalla donna
su fatti peraltro non attinenti al-
lo stupro. Proprio ieri, ad esem-
pio, dopo che il New York Times
aveva reso noto il rapporto del
St-Luke’s Roosvelt Hospital, in
cui i medici che visitarono la
donna subito dopo il presunto
stupro confermarono i segni di
violenza, il quotidiano Le Mon-
meriera del Sofitel accompa-
gnata da lei da poliziotti del
Nypd. Susan, infatti, è la diret-
trice del Crime Victims Treatmen-
ts Center e esordisce dicendo al-
la giornalista de Le Monde che
l’affaire Dsk la “fa diventar mat-
ta”. Tanto di aver scelto di an-
dare in vacanza molto lontano
da New York. Per una combina-
zione beffarda, poi, Susan ri-
sponde alle domande del quo-
tidiano francese, non facendo
certo un favore a Dsk, proprio
dalla Grecia, il Paese che il so-
cialista di lungo corso doveva
apprestarsi a salvare prima di
trovarsi coinvolto in una situa-
zione in cui quello da essere sal-
vato è proprio lui. “Faccio que-
sto mestiere da più di 40 anni –
dice Susan – e non ho mai visto
una storia come questa: la fre-
nesia dei media, la fuga di no-
tizie, la stessa inchiesta… tutto
come assistente sociale. Aveva era programmata e solo lì, nel
28 anni e nell’edifico c’erano bel mezzo di tutto, scoppiai a me l’International Rescue Commit-
poche persone e fu facile per- piangere”. Il centro che Susan tee: “I giornali riportano che
ciò per “quell’uomo” bloccarla dirige si occupa di vittime di questa donna ha mentito a pro-
con un coltello, mentre era nel- violenza sessuale da decenni. posito della sua storia, nella do-
le scale e violentarla dopo aver- “La signora Diallo – dice la Xe- manda per la casa e nella dichia-
la costretta a seguirlo sul tetto. narios, usando il cognome or- razione dei redditi; se è vero fa
“Non trovo anormale che la mai pubblico della presunta di lei uno di milioni di persone
donna non abbia denunciato vittima – è arrivata da noi in sta- che hanno fatto la stessa cosa in
immediatamente la violenza – to di choc e chiaramente mo- questo Paese”.
di Giampiero Gramaglia
La Bastiglia di Gheddafi
Sarkò la vuole il 14 luglio
SARKOZY SOGNA che il 14 Luglio diventi pure cui si distrae dalle faccende del Lodo
festa nazionale libica, che la caduta della Mondadori e s’occupa di vicende
Bastiglia coincida con la caduta di Tripoli. È il internazionali. La Nato continua a colpire; la
disegno che la stampa gli attribuisce, mentre Francia rinuncia a paracadutare armi ai
gli insorti lanciano un’offensiva e prendono ribelli; i mediatori sono una folla. Gli insorti
un villaggio non lontano dalla capitale. È “la annunciano l’attacco su Tripoli “nel giro di 48
fine della partita”, come sostiene, per ore” e paiono pronti a eseguire l’arresto del
l’ennesima volta, il capo dell’Alleanza Colonnello, ma dicono pure che, se lascia il
Rasmussen? O è un “fare ammoina” mentre potere, Gheddafi potrebbe restare in Libia
si negozia (e Roma sarebbe una delle capitali “sotto supervisione internazionale”. E
della trattativa)? Tutti – mica solo la Lega – l’Italia? Il Consiglio Supremo della Difesa
hanno una voglia matta che ‘sta storia finisca, afferma, con toni alla Badoglio del 25 Luglio,
in un modo o nell’altro. “Spetta ai libici che “la missione in Libia continua fino alla
guidare i negoziati”, dice lapalissianamente il fine del conflitto” al fianco degli alleati.
ministro degli Esteri Frattini, nell’attimo in Sperando che i sogni di Sarkozy s’avverino.

C’è un giallo in Cina: l’erede di Mao è vivo o morto?

PRIMA LE TV DI HONG KONG DANNO LA NOTIZIA, CHE POI SI RINCORRE SUL WEB (SUBITO CENSURATO DA PECHINO)
di Simone Pieranni
Pechino
a mancata partecipazione alle ce-
Lcomunista
lebrazioni dei 90 anni del Partito
cinese aveva fatto nascere
i primi sospetti, subito colti dalla rete
locale. Movimenti inusuali all’ospe-
dale militare dove sarebbe ricovera-
to, avevano confermato le voci. In-
fine ieri due televisioni di Hong Kong
e l’agenzia di stampa giapponese
sembravano confermare le voci del
web: Jiang Zemin sarebbe morto.
Dalla Cina nessuna conferma, voci
vicino al Partito bollano la questione
come “confidenziale” e sul web im-
pazzano le supposizioni. Il governo
le controlla e immediatamente cen-
sura il nome di Jiang Zemin e tutto
quanto è collegato: ad esempio la pa-
rola fiume, che si scrive con il carat-
Celebre quel brindisi
con Clinton nel ’97 e le aperture
all’Occidente (solo per affari)
tere jiang e le parole “morte” e “ospe-
dale 301”, quello militare dove sareb-
be l’ex presidente agonizzante, o
chissà già morto.
NESSUNA speculazione su un
grande della Nuovissima Cina, non
certo però tra i favoriti dell’attuale no-
menklatura al potere. Stretto riserbo,
anche se non sono mancate le incon-
gruenze: cancellato dai twitter locali
nelle ricerche, il nome di Jiang Zemin
era però presente tra i “trend topic”
dei microblog cinesi.
Jiang Zemin dopo l’esperienza come
Correva l’anno
1997: Jiang
brinda con Clinton
a Washington
(FOTO LAPRESSE)
sindaco di Shanghai ha guidato la Cina
con incarichi ufficiali dal 1987, poi
dal 1989 come segretario di Partito e
presidente della commissione milita-
re del Partito, dal 1990 come presi-
dente della commissione militare del-
la Repubblica e dal 1993 come pre-
sidente della Cina Popolare. Visse il
1989 in una posizione defilata appa-
rentemente, che finì per convincere
Deng Xiaoping a metterlo a capo del
Partito proprio in quel tragico anno e
a lasciargli infine il passo alla Presi-
denza della Repubblica nel 1993.
Jiang Zemin finì per consacrare il pen-
siero del suo prede-
cessore tra quelli
fondamentali della
Repubblica Popo-
lare e si ritagliò un
suo spazio tra i
grandi con le sua
teoria delle tre rap-
presentatività (san
ge daibiao), secon-
do la quale la forza
del Partito derive-
rebbe dalla capaci-
tà di rappresentare
le forze produttive
più avanzate del Paese, le sue più
avanzate culture, per garantire gli in-
teressi della popolazione. Una formu-
la che venne inserita nello statuto del
Partito proprio nel 2002, dopo varie
formulazioni con il chiaro intento di
lasciare una traccia teorica nella sto-
ria della Cina.
Una bella rivincita per Jiang conside-
rato sempre un ottimo esecutore (fu
promotore di campagne anti corru-
zione molto incisive, fece il primo di-
scorso su Hong Kong divenuta cinese
nel 1997 allo stadio dei Lavoratori
usando parole che incendiarono gli
animi nazionalisti cinesi) ma poco
brillante riguardo ad idee e carisma,
seppure concentrato e non poco a co-
struire un personale culto di se stes-
so.
DA STUDENTE aveva partecipato
alle proteste anti giapponesi, poi era
entrato nel Partito comunista senza
occupare posizioni di rilievo. Aveva
imparato il russo a Mosca alla fabbrica
automobilistica “Stalin” (più in là avrà
modo di soggiornare anche in Roma-
nia), era tornato in Cina e aveva con-
tinuato ad operare nel campo dei mo-
tori, salvandosi dalle costanti epura-
zioni compiute nel periodo della ri-
voluzione culturale. Nel 1983 venne
nominato ministro dell’industria elet-
tronica e nel 1987 membro del Comi-
tato permanente del Partito. Nel 1984
era stato eletto sindaco di Shanghai,
dopo anni di attività di gestione del
nuovo polmone economico cinese,
le Zone Economiche Speciali che
Jiang Zemin governò con tatto e de-
terminazione, costruendo da lì un im-
pero di contatti e gruppi di potere che
si estende ancora oggi.
Se, infatti, la transizione dei poteri al-
l’attuale presidente Hu Jintao avven-
ne in modo indolore, seppure attra-
verso scontri interni molto forti, an-
che il prossimo leader della Cina, Xi
Jinping pronto a succedere a Hu Jin-
tao nel 2012, viene fatto ricadere nel-
la casella del gruppo shanghaiese che
fa riferimento a Jiang Zemin. Noto per
visita a Bill Clinton negli Usa (‘97), di-
venne celebre per l’ammissione di
“qualche errore” nelle gestione delle
proteste del 1989. Ora si attende solo
l’ufficialità della sua morte e un elogio
funebre di Hu Jintao, suo avversario
politico per molto tempo.
pagina 14 Giovedì 7 luglio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

PIER PAOLO PASOLINI

“In nome della Tour

Cavendish
Moratti
“La Gazzetta
Zalone
Commedia
Bollani
In diretta su

cultura mi ritiro
in volata, mi attacca? sull’attualità Radio3 da
una caduta Vuol dire ma senza B: Rosignano
anche per che non la “Lui fa tutto “Il Dottor
Contador leggerò più” da solo” Djembè”

dallo Strega” Così nel 1968 abbandonava la cinquina:

un prodotto di puro consumo: non ha bisogno di buoni scrittori”
Con un articolo apparso sul
“Giorno” il 24 giugno 1968 Pier
Paolo Pasolini, in lizza al Premio
Strega con il romanzo
“Teorema”, annunciava il proprio
ritiro dalla competizione. Le
motivazioni non hanno perso di
attualità, anzi. Per cui, nel giorno
della votazione finale del 65°
Premio Strega, abbiamo deciso di
ripubblicare il testo (presente
anche nel volume dei Meridiani
Mondadori, “Saggi su società e
politica”, a cura di Walter Siti).
di Pier Paolo Pasolini
“L’industria tende a fare del libro
a tombola coi vicini di casa (...)
Oggi invece il Premio Strega è
venuto a fare parte integrante di
quella che si chiama «industria
culturale» e si inquadra in una
Italia borghese di tipo nuovo,
contro cui non incombe più la
minaccia romantica e antiquata
di una rivoluzione operaia, che
non è poi avvenuta. Il «malcostu-
me» dunque non è più un feno-
meno parziale, all’interno di un
particolarismo sociale (la vita
letteraria), ma è un fenomeno in-
tegrale, riguardante la società
italiana nel suo insieme. (...)
perché la figlia di un altro scrit-
tore (buono) doveva sposarsi, e
quindi il milioncino del premio
occorreva a lei! Ora l’industria
del libro tende a fare del libro un
prodotto come un altro, di puro
consumo: non ha bisogno dun-
que di buoni scrittori: cosa a cui
fa perfetto riscontro la richiesta
della nuova borghesia, che par-
rebbe completamente padrona
della situazione, di opere di sva-
go, di evasione e di falsa intelli-
genza.
Ripeto: non voglio rendermi
complice in alcun modo di que-
sto stato di cose. Ma come odio to riformato, garantendo un mi-
la complicità, odio anche il com- glior livello delle opere presen-
promesso. tate eccetera.
No. Non mi sono sentito di ve-
AVREI POTUTO continuare, nire a un tale patteggiamento.
formalmente, a fingermi un con- Credo che soltanto una protesta,
corrente democratico e, d’ac- completa, rigorosa e senza com-
cordo con Maria Bellonci, aval- promessi, possa essere utile a far
lare, sia con una vittoria, sia con sì che il premio, se deve ricosti-
una sconfitta di misura, per l’ul- tuirsi, si ricostituisca da zero, ri-
tima volta, il Premio Strega così mettendosi integralmente in di-
com’è: cioè un campo d’opera- scussione. Sono convinto che
zioni del più brutale consumi- solo così si potrà avere un «altro»
smo. Infatti, la signora Bellonci Premio Strega: che garantisca
mi ha promesso che, per il pros- davvero di essere tutto dalla par-
simo anno, il premio sarebbe sta- te degli interessi culturali «con-
tro» gli interessi industriali. Se es-

L
a prima reazione di un osserva-
tore oggettivo e un po’ indiffe-
rente, nel venire a sapere che un
partecipante al Premio Strega,
poco prima della seconda vota-
zione, ritira il suo libro, è che si
tratti di una azione scorretta.
Ebbene, lo è. Si tratta di una
scorrettezza formale: e si sa che
la correttezza formale è una del-
le basi della convivenza demo-
cratica. Benché questo non mi
sia costato molta fatica, ho do-
vuto dunque usare una certa
violenza contro me stesso, in
questa decisione di ritirarmi dal
premio (...)
PERCHÉ ho usato questa vio-
lenza contro il mio legalitarismo
e il mio rispetto per le formalità
democratiche? Perché ero posto
di fronte a un dilemma: o andar-
mene, scorrettamente – e que-
sto era male – o restare – corret-
tamente – e questo era un male
ancora peggiore. (...)
È vero che già altre volte avevo
partecipato al premio: con Ra-
gazzi di vita, nel ’55 o ’56, e con
Una vita violenta nel ’59: e l’elet-
torato ha decretato una mia di-
mostrativa sconfitta: ma quelli
erano altri tempi, erano gli anni
Cinquanta, con l’Italia ancora
paleocapitalistica, col suo Sud, i
suoi sottogoverni ecc. ecc. Ora
tutto è cambiato: mentre allora il
Premio Strega era, come dire,
una cosa in famiglia, pareva, par-
tecipandovi, di andare a giocare
INSOMMA, sono venuto a co-
noscenza di fatti (di cui purtrop-
po non posso né, credo, potrò
mai produrre prove) che mi han-
no convinto che il Premio Strega
è completamente e irreparabil-
mente nelle mani dell’arbitrio
neocapitalistico. Devo render-
mene complice? Un editore cer-
tamente ha il diritto di fare le
pressioni che vuole: i suoi inte-
ressi sono di tipo industriale: e di
fronte alla concorrenza, lo sap-
piamo, i «padroni», sia pure ad-
dolciti dal nuovo corso, sono ca-
paci di tutto. I miei interessi, in-
vece, sono di tipo culturale: il
mio esser capace di tutto può
consistere dunque in una sola
cosa: protestare. Così mi ritiro
scorrettamente dalla seconda
votazione del premio per prote-
sta: protesta contro l’ingerenza
dell’editore industriale in un
campo che io considero ancora,
arcaicamente, non industriale:
cosa che si concretizza nella
creazione di valori falsi e nella
soppressione di quelli veri. Sop-
pressione, dico. Perché il neoca-
pitalismo non ha scrupoli: l’A-
merica reazionaria lo insegna.
Circolano parole d’ordine e ve-
line. Di questo libro si può par-
lare, di quest’altro si taccia; que-
sto libro vinca un premio, que-
st’altro no. Guai a te, Direttore di
rivista, se fai recensire favorevol-
mente questo libro. E se tu, Scrit-
tore, non fai una recensione
buona di quest’altro libro, me la
pagherai: infatti nessuno dei
miei rotocalchi parlerà più di te.
Ah, tu, Letterato, sei amico di
quest’altro letterato? Ebbene,
tradiscilo, altrimenti non ti rin-
novo il contratto con la mia casa.
Sei il votante di un premio? Be-
ne, dammi la scheda, o entri nel-
la lista di proscrizione. Bè, pren-
di questi soldi, dammi la scheda.
Ah, vecchi tempi, in cui una de-
legazione di votanti dello Strega
andava da uno scrittore (buono)
a pregarlo di ritirarsi dal premio
VILLA GIULIA Stasera il premio 2011
IL NINFEO
“DEGLI ONESTI”
di Silvia Truzzi
olti giurano di non aver ricevuto il consueto
M “squillino”, la telefonata più o meno ele-
gante il cui scopo è comunque la raccolta volti.
Stasera al Ninfeo di Villa Giulia si proclama il
vincitore dello Strega 2011, ma gli editori sono
(sembrano) più defilati del solito. Sarà lo Strega
degli onesti? Qualcuno sussurra che, siccome
per anni i giornali hanno condannato e irriso il
mercato delle vacche, stavolta si sia scelta la via
della sobrietà. Sarà... Intanto oggi è il gran gior-
no, tra sete, belletti, scialli scivolati sulle spalle,
sorrisi e laudi varie. E un po’ di letteratura, o
quel che ne è rimasto. Si sono conquistati la
cinquina: Edoardo Nesi (“Storia della mia gen-
te”, Bompiani con 60 voti); Mario Desiati (“Ter-
nitti”, Mondadori , 49 voti) ; Bruno Arpaia (“L’e-
nergia del vuoto”, Guanda, 49 voti) Mariapia
Veladiano (“La vita accanto”, Einaudi, 49 voti);
Luciana Castellina (“La scoperta del mondo”,
Nottetempo, 45 voti). La vittoria di Nesi è quasi
scontata (con profezia di 100 voti): il libro è
buono, dicono i rumors Rizzoli, quindi frugalità
e morigeratezza, niente cene e cin cin (a dif-
ferenza dell’anno scorso, quando lanciarono la
metallica Avallone). Ci credono, anche perché
contano sul fatto che Mondadori ha fatto in-
so vuole arrivare a questo attra-
verso patteggiamenti, compro-
messi, silenzi, vuol dire che non
ha una reale buona volontà.
PER FINIRE, vorrei dire che
so che, a questo punto, qualcu-
no mi potrebbe domandare per-
ché sono solo, o con pochi amici
– gli altri concorrenti al premio,
per esempio – a combattere que-
sta battaglia, e se per caso non
esista un «sindacato scrittori»
che intervenga, con forza e au-
torità (doppia: sindacale e lette-
raria) a difendere i suoi iscritti
dalla vera e propria «servitù» a
cui li sta cominciando a ridurre
l’industria culturale. Ebbene, è
questa una domanda che mi fac-
cio anch’io senza saper rispon-
dere, ma a cui si dovrà, prima o
poi, dare una risposta.
“Esordiente?” Un Gassman
chiaramente ispirato a Maria
Bellonci nell’episodio La Musa dei
“Mostri” di Dino Risi (FOTO OLYCOM)
Sotto, Edoardo Nesi (FOTO LAPRESSE)
cetta del dolce premio fino al-
l’indegestione: in dieci anni ne
ha portati a casa ben sette. An-
che quelli di Segrate si sono
mossi con circospezione. Non
sono gran giorni, il weekend si
profila incandescente (sabato si
Loda). Potrebbe persino capita-
re loro di ritrovarsi con un pa-
drone che preferiscono. E poi,
mentre all’inizio “Ternitti” era stato ampia-
mente sostenuto, nelle ultime settimane l’altra
concorrente del gruppo, Veladiano, ha preso
quota (nel senso delle copie vendute). Ma la
sorpresa potrebbe essere Arpaia, oggetto di
elogi & endorsement, in un articolo sul Dome-
nicale del Sole firmato dal nuovo responsabile
Armando Massarenti che sembra aver convin-
to più di un giurato: dovrebbe arrivare secondo.
Poi saranno fascette stampate e copie conqui-
state. C’è di più: gli uffici stampa fanno sapere
che ben due titoli (“Ternitti” e “La vita accan-
to”) sono già futuri film, ancor prima della de-
signazione: il mercato è stregato.
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

WEEKEND di Biondi, Colasanti, Pasetti, Pontiggia ARTE di Claudia Colasanti

manuale di sopravvivenza OBIETTIVO STROMBOLI

VISIONI IN BIANCO E NERO
KAZAN, FRONTE “A ppare, l’isola, e già manca”, scriveva nel ’90 Silvia Bre
all’inizio di una lunga poesia dedicata a Stromboli. Man-
ca, anche a noi e anche oggi, l’isola di Stromboli, per la dif-
ficoltà di leggerne sia i contorni che l’intero, evitando i luoghi
comuni che si accontentano di uno sguardo superficiale.
è KO DE MONDO
C.s.i.
1994 – Black out

DEI CINEFILI
Complicato fissare in una sola immagine le forme della sua Registrato in Bretagna a
imponenza pericolosa e lunatica, definire il senso di una na- Finistère ovvero “dove
tura così magica e nervosa in un unico racconto. Ma nume- finisce il mondo” secondo
rosi e buoni sono gli esempi del desiderio di svelarla, come il Ferretti, Ko de mondo è
recente libro di Lidia Ravera “A Stromboli”, e la volontà di l’essenza stessa del
costruire sull’isola una rete culturale in progress, con nuove Consorzio suonatori
occasioni come la Festa e il Teatro del Fuoco, e Vulcano Extra- indipendenti. L’intesa è
vaganza, che si svolgono in agosto. Di questi giorni è la mo- perfetta tra l’ex Litfiba
stra fotografica del piemontese Enrico Minasso, allestita in Maroccolo e il duo ex
una affascinante casa strombolana, che conserva elementi Cccp Zamboni-Ferretti,
del patrimonio architettonico rurale in via d’estinzione, in- insieme a Ginevra Di
goiato dalle nuove esigenze turistiche. Tutte fotografie in Marco, Magnelli e Canali
bianco e nero, quelle di Minasso, scattate utilizzando una (con la collaborazione di
tecnologia antica (Pinhole Camera Zero Multiformat), che Gulli, Gerbi e Parente). I
impregna di luce viva e ambrata quelle sfumature così difficili testi sono poetici e
da arginare. Finalmente gli occhi portano fino al cuore gli profondi: riflessioni sulla
scogli neri, le fenditure aspre del- vita che scorre (“Del
le spiagge, la montagna rabbiosa, mondo”, “Intimisto”), sul
le scale e i vicoli bianchi. “Non è misticismo (“In viaggio”) e
facile guardare Stromboli”, scri- sulle proprie esperienze
ve Lidia Ravera nella presentazio- (“A tratti”, “Fuochi nella
ne del catalogo “ti aggredisce notte”). È un capolavoro
con la sua unicità, con la bellezza della musica rock italiana,
burrascosa, con la quiete im- l’incontro tra artisti che
provvisa”. hanno saputo creare
Stromboli. Enrico Minasso. Alcion un’alchimia mai più
Edizioni, 2011. www.enricominasso.it ritrovata (vedi l’epilogo
P.g.r.). Ferretti, bel lontano
dalla sua crisi esistenziale,
A sinistra, il regista Elia Kazan narra in uno stato di grazia:
nel documentario di Scorsese. “Del mondo” e “In
A fianco, una veduta di Stromboli viaggio” sono due
di Enrico Minasso monumenti della
discografia italiana, anche
se più che di canzoni si
dovrebbe parlare di

¸Cinema dità. In cofanetto targato Cine-

teca di Bologna, con le inter-
viste a Pacino, De Niro e Fatih
ra, viceversa, privilegia il ballet-
to antropologico tra opportu-
nismo e ipocrisia, distende il
mentre il nativo Salvia deve ri-
nominarsi Savoia di Lucania.
Esordio di Sergio Colabona,
cini molesti. L’ingenuo dottori-
no milanese Bruno (Roja, il
Dandi di Romanzo criminale in
mantra.

Da vedere
èèèè
Documentario / USA
A Letter to Elia
di Martin Scorsese e Kent Jones
state, siccità in sala: quale mi-
glior occasione per un dvd? Im-
perdibile è A Letter to Elia, do-
cumentario a quattr’occhi di
Martin Scorsese e del critico
Kent Jones. Per dirla con il pri-
mo, “un atto d’amore” per una
controversa leggenda del cine-
ma e del teatro americano: il
fondatore dell’Actors Studio, lo
scopritore di Marlon Brando, il
regista di “Fronte del porto” e
“Un tram che si chiama desi-
derio”, l’ex comunista che con-
segnò Hollywood alla caccia alle
streghe maccartista e mai fu
perdonato, in breve, Elia Kazan.
Una lunga intervista e immagini
di repertorio, sequenze clou e
segreti (in)confessabili, per una
lezione di grande cinema, e non
solo: parlando di Kazan, il ci-
nefilo Scorsese mette a nudo se
stesso, confessando senza nar-
cisismi onori e oneri dell’ere-
& FUMETTI
Akin negli extra e il libro Ap-
punti di regia di Kazan: per chi
ama la settima arte, un must ha-
ve; per gli scettici, l’occasione
per ricredersi. (Fed. Pont.)
èè
Commedia / Italia-Albania
Ballkan Bazar
di Edmond Budina, Catherine
Wilkening, Veronica Gentili
Cherchez la bara: per sbaglio,
quella di un veterano francese
dall’Italia non torna in patria, ma
finisce in Albania. Sulle sue trac-
ce, la figlia Julie (Catherine Wil-
kening) e la nipote (Veronica
Gentili) che, aiutate da un re-
porter locale (Visar Vishka),
scopriranno un incredibile traf-
fico di riesumazioni, resti in
vendita e cimiteri contesi tra al-
banesi e greci. Prima coprodu-
zione italo-albanese, Ballkan
Bazar è diretto dal regista-ope-
raio Edmond Budina, che vive di
caldaie a gas a Bassano del
Grappa e qui si ritaglia il ruolo
del controverso prete ortodos-
so del villaggio: dietro la came-
TRISTI FUMETTI SOTTO
sorriso per stemperare l’anno-
so conflitto greco-albanese e
abbraccia l’onirismo per eleva-
re la posta in gioco dalle solite
radici. Un Bazar artigianale, a
tratti confuso e comunque te-
nero: si briga, si intriga e si ama
(?), soprattutto, si cerca di non
annoiare lo spettatore. D’al-
tronde, nemmeno i morti pos-
sono stare tranquilli. (Fed.
Pont.)
èè
Drammatico / Italia
Passannante
di Sergio Colabona, con
Ulderico Pesce, Fabio Troiano
1878, un giovane lucano, Gio-
vanni Passannante (Fabio Troia-
no) attenta alla vita di Umberto
I, Re d’Italia: viene rinchiuso per
anni nel carcere di Portoferraio
sull’Elba e poi tradotto nel ma-
nicomio di Montelupo Fioren-
tino, dove muore nel 1910.
Cranio e cervello vengono
esposti al Museo del Crimine di
Roma, con l’etichetta lombro-
siana di “criminale abituale”,
che sulla strada di Passannante
ha trovato l’attore Ulderico Pe-
sce, già impegnato con il can-
tante Andrea Satta e il giorna-
lista Alessandro De Feo (Mar-
chitelli nella finzione) nella bat-
taglia contro la damnatio me-
moriae e per la sepoltura del-
l’anarchico. Tra attualità – cult:
l’alter ego del ministro Mastella
che si sbafa la bufala – e rie-
vocazione storica, il teatro di
Pesce e il ritorno dei Savoia, un
piccolo, imperfetto film, che ha
il merito di rileggere una pagina
dimenticata della storia patria:
allora, le dimensioni non con-
tano, le sbavature non si vedo-
no, Passannante finalmente ri-
posa in pace. E lotta con noi.
(Fed. Pont.)
Da non vedere
è l’opera prima va sempre per-
Thriller / Italia
L’erede
di Michael Zampino, con
Alessandro Roja, Guia Jelo
Gran brutto affare avere dei vi-
tv) ne pagherà il fio, ereditando
dal padre testé defunto una ca-
sa degli orrori. Con tanto di
campagna sinistra e legname
tristemente votato al rogo che
sarà. La faccenda, chiara dopo 5
minuti in cui si simula il kubri-
kiano arrivo della famigliola al-
l’Overlook hotel, riguarda il
passato del rampollo che dal pa-
pà di obliqua rettitudine si in-
tasca una parentela monster fi-
no ad allora ignota. E non del
tutto compiacente. L’horror dà
spazio al thriller psicologico e il
deb italo-francese Zampino –
che ha scritto la sceneggiatura
con Ugo Chiti, forse dormiente
– si sente debitore dei grandi,
da Stanley a Lynch, da Hit-
chcock a Polanski, pasticciando
qua e là su una storia intrigante
seppur non inedita. Meglio sba-
gliare da soli, diceva il saggio. Ma
donata. (AM Pasetti)
CD in uscita ³
è ROJO
Giorgio canali &
Rossofuoco
(Psicolabel)
Bisognerebbe fare un
monumento a quest’uomo,
fosse soltanto per aver
fatto germogliare Vasco
Brondi come autore.
Canali, fin dai tempi dei
C.s.i., è sempre stato
l’anima rockettara, con
pochi compromessi.
Questo è un disco contro
la resa: “deliri verbali” per
rialzare la testa in tempi
non facili. La parola chiave
è rivoluzione anzi rivolta
popolare come lo stesso
Giorgio precisa nella sua
personale presentazione di
Rojo, un disco nato e
pensato a Madrid. “La
solita tempesta” è una
ballata appassionata con
Angela Baraldi (complice il
loro amore per i Joy
Division), “Orfani dei cieli”
e “Treno di mezzanotte”
sono dirette e senza peli
sulla lingua.

èèè
L’inverno del
disegnatore
di Paco Roca, 128 pag., 16,90
euro, Tunué
Il problema è delicato, anche
in un medium che ancora si
confronta poco con i proble-
mi del web e dei download il-
legali: di chi è un fumetto? Del
suo autore o della casa editri-
ce? Gli originali devono rima-
nere a chi li ha prodotti o sono
dell’editore che li ha pagati?
Lo spagnolo Paco Roca, 41
anni, celebre per un premia-
tissimo fumetto sull’Alzhei-
mer (“Rughe”), affronta il te-
ma in un graphic novel appena
pubblicato da Tunuè: “L’inver-
no del disegnatore”. La storia
è quella degli autori della casa
editrice Bruguera, nella Spa-
gna di Francisco Franco, alla
IL PUGNO DEL CAUDILLO
fine degli anni Cinquanta. I più
brillanti lasciano un editore
avido e spregiudicato, che
non restituisce gli originali e
ristampa più volte le stesse
storie senza pagare nuovi di-
ritti, e si inventano Tio Vivo, la
prima rivista dove gli autori
sono anche padroni. É un fal-
limento. Negli anni Novanta
andrà molto meglio a un grup-
po di fumettisti americani,
che faranno lo stesso esperi-
mento con la Image Comics
(il personaggio più famoso sa-
rà Spawn, di Todd MacFarla-
ne). Ma negli anni Cinquanta è
ancora troppo presto. Roca
racconta una storia di scon-
fitta, fatta di frammenti di
è CHIARO
Luca Aquino
(Myfavorite)
Folgorato da Miles Davis
e da Chet Baker, il
quotidianità grigia e oppri- trombettista di Benevento
mente, un po’ per la dittatura laureato in Economia,
del Caudillo che soffoca tutto pubblica un album
un po’ perché – ed è questo il raffinato registrato
messaggio del libro – quando interamente in Norvegia.
l’autore viene privato della “Allievo” di Paolo Fresu,
presa (anche economica) sul- ha vinto il premio “Musica
la propria opera diventa solo jazz” quale miglior talento
un impiegato della creatività nel 2009; ha inciso
che lavora a cottimo. I fumet- quattro colonne sonore
tisti raccontati da Roca sono muovendosi con
autori comici, eppure non ri- disinvoltura tra pop, metal
dono mai, le loro tavole si in- e hip hop. In Chiaro
travedono appena, in un fu- emerge il suo grande
metto sui fumetti questi non istinto, omaggiando i Led
ci sono. Come dire che se a Zeppelin (“John Bonham
guadagnarci è solo il commit- Strike”) e dipingendo
tente, l’arte diventa una mer- note degne dei romanzi di
ce come le altre. Paul Bowles (“Ninna
Stefano Feltri nanna per E.T.”). Nuovi
talenti crescono. (Guido
Biondi)
pagina 16 Giovedì 7 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI

“Papa
TELE COMANDO + lusconi telefonò alla questura
di Milano dicendo: sono il
“premier”, liberate Ruby Ru-
bacuori e datela alla Minetti,
è la nipotina minorenne di
Mubarak, ne va delle nostre
di Nanni Delbecchi

’estate porta con sé i tormentoni musicali

relazioni con l’Egitto, la pa-
LInsegno
in discoteca, il libri gialli in spiaggia e Pino
in tv. L’estate scorsa Insegno fu addi-
rittura al centro di un thriller televisivo che lo
Insegno
a catena
che invita a pescare la carta vincente o a tro-
vare la parola giusta su tutte le reti, dal satellite
al digitale.
Invece, ancora una volta l’uomo ci ha presi in
riguardava in prima persona, e anche in secon- contropiede; è tornato sì su Rai1, alle 18.50 in

è innocente” tria ve lo chiede. Ergo, la Pro-

di Paolo Ojetti
g1
T All’ordine di Susanna Pe-
truni, scatta Barbara Cap-
poni e illustra al popolo tutto
la “manovra”. Allora, si tratta
di “interventi per 2, 6, 18 mi-
liardi di euro” e di “provve-
dimenti per lo sviluppo delle
imprese per i giovani, crediti
d’imposta, rimozione degli
ostacoli che impediscono lo
sviluppo delle infrastrutture,
rivalutazione delle pensioni”.
Fischia, ma è roba buona, una
cornucopia, ce n’è per tutti,
ma perché quei tonti delle
opposizioni e degli enti locali
ce l’hanno con il governo vi-
sto che c’è – assicura subito
dopo Angelo Polimeno – un
“dibattito aperto”? E poi, udi-
te udite, c’è l’intervista con
Tremonti: qui si va in trionfo
verso il pareggio del bilancio.
È pronta anche Laura Chi-
menti che interpreta alla
grande uno spot del governo:
attenti amici, guardatevi at-
torno, ci sono migliaia di po-
sti di lavoro che vi aspettano,
operai, camerieri, infermieri.
Ingegneri e architetti? Un po’
meno, solo 720. Lì ci sarà un
po’ di fila, affrettatevi, muniti
di numeretto. C’è uno che ri-
schia il posto, è l’ onorevole
Papa. Ma è innocente, lo dice
a Grazia Graziadei e tanto
basta.
g2
T La decisione della Corte
Costituzionale di “ammette-
re” l’ ipotesi che fra Parla-
mento e Procura di Milano
(diciamo più in sintesi la “ma-
gistratura”) possa esserci un
“conflitto di attribuzione”
viene raccolta dal Tg2, che
però non spiega niente. In-
vece, è l’inizio della fine del
processo Ruby. Tutto partì
dalla mente dell’onorevole
avvocato Paniz, l’eroe di Bol-
zano. Fece votare dalla Came-
ra, fra l’esultanza dei berlu-
scones e i loro alleati, la sin-
golare idea che davvero Ber-
cura di Milano doveva rimet-
tere gli atti al Parlamento.
Quest’uomo non si farà mai
processare per i bunga bun-
ga. Rassegniamoci.
g3
T Niente, la fine del caso
Ruby non appassiona nean-
che il Tg3, che la mette a me-
tà notiziario. Si preferisce il
“paginone” politico dove –
oltre i calcoli della manovra e
la rivolta degli enti locali –
svetta la solitudine del nume-
ro primo, il “premier”, che è
in affanno, che non riesce
neanche a far passare una leg-
gina “salvafininvest”, che
persino la stampa di casa col-
pisce con fuoco non tanto
amico. Berlusconi non è an-
cora su una panchina a sfa-
mare i piccioni, ma senza
sforzo si avverte che il timone
del governo sta già passando
nelle mani di Tremonti. Un
po’ di spazio sulla “struttura
Delta” (chissà come si chia-
ma adesso). Lorenza Lei
promette un’inchiesta inter-
na “ma senza processi som-
mari”. Traduzione: non muo-
verà nemmeno una foglia.
da; il presentatore (ma i presentatori sosten-
gono che è soprattutto un comico), nonché
comico (ma i comici sostengono che è soprat-
tutto un presentatore), compariva in contem-
poranea con due quiz a premi, entrambi in re-
plica, entrambi collocati nella fascia oraria co-
siddetta preserale (dalle 19 in poi), fascia par-
ticolarmente strategica perché fa da traino al
telegiornale della sera. Come nell’apologo di
Re Salomone, pur di non rinunciare a Pino
Insegno, Rai1 (“Reazione a catena”) e Italia 1
(“Il mercante in fiera”) erano disposte a divi-
derselo equamente. Assistemmo così a uno
sdoppiamento più radicale di quello narrato
in Lo strano caso del dottor Jeckyll e mister Hyde,
perché il dottor Insegno e mister Pino non ave-
vano affatto due personalità bipolari; al con-
trario, erano assolutamente identici nello stile
di conduzione –insonnolito, ridanciano, ro-
manesco, oratoriale.
Forse l’unico stile in
Pino Insegno conduce tutti natura che non fa rim-
i giorni su Rai1 il piangere Carlo Con-
quiz “Reazione a catena” ti.
Dopo un simile scac-
co matto alle teorie
del doppio, dell’io di-
viso e della latenza la-
caniana, si temeva
concretamente che,
tornata l’estate, po-
tesse verificarsi una
riproduzione incon-
trollata di Pino Inse-
gno in camicia bianca
punto, sette giorni su sette; ma soltanto lì, e
soltanto con il filo di parole e le altre prove
enigmistiche di “Reazione a catena” che fanno
ridere solo lui. Chissà, forse il servizio pubbli-
co è riuscito ad assicurarselo in esclusiva con
un patto segreto, in cambio della cessione di
Santoro. Sta di fatto che Insegno fornisce
l’ennesima prova di forza, risultando, pur tut-
to intero, identico al proprio doppio. Non nes-
suno, e non centomila. Semplicemente uno,
sempre quello, insieme a due squadre di con-
correnti da lui stesso requisiti, lui e loro per
più di un’ora in studio, senza nemmeno il con-
forto di una valletta. Un ingegnogenesi, un “In-
segno a catena”, capace di far contrarre l’idro-
fobia al cane di Pavlov. Una soporifera epo-
pea in replica che è tuttavia ottima sintesi della
deriva della televisione generalista, capace so-
lo di riprodurre se stessa all’infinito, fino alla
notte dell’audience, ideale per introdurre il
TgUno delle 20, quella Flatlandia dell’informa-
zione abitata da Augusto Minzolini, dove tra
le notizie, i mezzibusti e i servizi è stata sop-
pressa la terza dimensione. Sarebbe riduttivo
riduttivo liquidare “Reazione a catena” come
il traino del Tg1; è il Tg1, casomai, che traina
Pino Insegno, e questo spiega perché a viale
Mazzini lo abbiano voluto tutto per sé.
Gli psicanalisti si interrogano: quanti Pino In-
segno ci porterà l’estate prossima, con relativi
telequiz? Lo vedremo presentare in replica
contemporanea il Teletris, il Gioco dei difetti,
la Battaglia navale, oppure ci sorprenderà an-
cora? Uno, nessuno o centomila? Lo scopri-
remo solo dormendo.

LA TV DI OGGI
13.30 NOTIZIARIO TG1-
TG1 Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 PRIMA TV RAI FILM La
nave dei sogni - Viaggio di
nozze in Nuova Zelanda
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
16.55 PREVISIONI DEL TEM-
PO Che tempo fa
17.00 NOTIZIARIO TG1
17.15 TELEFILM Le sorelle
McLeod
17.55 TELEFILM Il Commis-
sario Rex
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 DOCUMENTARIO
Superquark
23.25 DAL NINFEO DI VILLA
GIULIA IN ROMA EVENTO
Premio Strega 2011
0.20 NOTIZIARIO TG1
Notte
13.00 NOTIZIARIO TG2
Giorno
13.30 RUBRICATG2 E... sta-
te con costume-Sì, Viaggiare
14.00 TELEFILM Ghost
Whisperer
14.50 TELEFILM Army Wives
15.35 PRIMA TV TELEFILM
Squadra Speciale Colonia
16.20 TELEFILM Las Vegas
17.05 TELEFILM One Tree
Hill
17.50 NOTIZIARIO Rai TG
Sport - TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.30 TELEFILM Senza
traccia
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2
21.05 VARIETÀ 101 modi di
perdere un gameshow
22.45 FINALE DI STAGIONE
TELEFILM Three Rivers
23.30 NOTIZIARIO TG2
23.45 DOCUMENTI Rai
150 anni Fratelli d’Italia
0.45 RUBRICA Crazy
Parade
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - Regione Meteo
14.20 NOTIZIARIO TG3 -
Meteo 3
14.45 RUBRICA FIGU
15.00 SPORT Ciclismo,
Tour de France 2011 6a
tappa: Dinan - Lisieux,
226,5 Km (DIRETTA)
17.30 RUBRICA SPORTIVA
Tour Replay
18.05 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
19.00 NOTIZIARIO TG3-TG
Regione - Regione Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 PRIMA TV TELEFILM
Sulle tracce del crimine
23.05 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 Linea notte
estate
23.45 ULTIMA PUNTATA
TALK SHOW Sei miliardi di
altri
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 PRIMA TV FILM Rosa-
munde Pilcher: Le due
verità di David - NOTIZIA-
RIO TGCom - Meteo 5
(ALL’INTERNO)
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque - NOTIZIA-
RIO TG5 Minuti (ALL’IN-
TERNO)
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.20 TELEFILM Angeli e
Diamanti
23.30 TALK SHOW Il senso
della vita - Story
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.40 CARTONI Detective
Conan - I Simpson
15.00 PRIMA TV TELEFILM
How I Met Your Mother
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
18.05 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.25 TELEFILM C.S.I. Mia-
mi
20.20 TELEFILM The Men-
talist
21.10 PRIMA TV TELEFILM
C.S.I.
23.00 TELEFILM The Closer
0.45 RUBRICA SPORTIVA
Poker1mania
1.35 NOTIZIARIO Studio
Aperto - La Giornata
11.20 TALK SHOW Benes-
sere
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Più forte
ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 2
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum - Anteprima
14.05 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Finalmente
arriva Kalle
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.50 FILM L’altra faccia
del pianeta delle scimmie
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d’amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 FILM Assassins
23.45 FILM 9 settimane e
1/2 - La conclusione
1.50 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM Due South
- Due poliziotti a Chicago
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM Il Corsaro Nero
16.05 DOCUMENTARIO
Atlantide - Storie di uomi-
ni e di mondi (REPLICA)
17.50 TELEFILM Chiamata
d’emergenza
18.25 REAL TV Cuochi e
fiamme
19.35 VARIETÀ G’ Day
(REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.10 LA VALIGIA DEI
SOGNI PRESENTA: FILM
Acqua e sapone
23.20 RUBRICA La valigia
dei sogni
23.50 NOTIZIARIO TG La7
0.05 FILM Rko 281 - La
vera storia di “Quarto
potere”
2.00 ATTUALITÀ In Onda
(REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Il caso Thomas Crawford
Thomas Crawford, magnate dell'aero-
nautica, scopre che la moglie Jennifer
ha da tempo una relazione con Rob
Nunally, un detective della polizia. Con
cinica lucidità, Crawford spara alla
donna e, beffardamente, confessa il cri-
mine proprio a Nunally. Per poi, una
volta alla stazione di polizia, ritrattare
tutto. Il caso viene affidato al giovane e
ambizioso procuratore distrettuale, Wil-
liam Beachum. Ottimo thriller.
Sky Max 21,00
/ Assassins
Il consumato killer Robert Rath (Syl-
vester Stallone) vorrebbe ritirarsi. Ma
prima accetta l’ultimo incarico da un
committente misterioso. Preceduto da
Miguel Bain (Antonio Banderas) giova-
ne e cinico assassino emergente che
vorrebbe soppiantarlo, Rath si confron-
ta con Bain. Il film è l’ennesima un
variazione cupa sul tema dei duellanti
con inseguimenti, esplosioni e parecchi
morti.
Rete4 21,10
 Superquark  6 miliardi di altri
Questa sera: gli oceani supportano la Ultima puntata stagionale per il pro-
maggior parte delle specie della Terra. gramma condotto da Sveva Sagramola.
Più di un terzo della popolazione vive La felicità è universale o personale? A
sulle coste dell’oceano e alcune popola- volte è una condizione perduta e poi
zioni sono profondamente dipendenti ritrovata, come racconterà Luca Pan-
da esso per la propria sussistenza. Esi- calli, atleta divenuto disabile in seguito
ste una specie di grande cassaforte: è il ad una caduta e ora presidente del
luogo dove sono custoditi ed elaborati i Comitato Paralimpico e vicepresidente
/ RKO 281 - La vera storia...  Premio Strega 2011
dati che permettono allo Stato di tro- del Coni. Si può raggiungere la felicità
Coproduzione HBO e BBC, il film tv ha Gerardo Greco e Benedetta Rinaldi
vare i soldi per mandare avanti il Pae- anche a tavola? Ce lo dirà lo scrittore e
ricevuto ben 3 Emmy. La storia segue i presenteranno la 65ma edizione del
se. E’ il bunker elettronico del fisco. gastronomo Allan Bay.
primi passi a Hollywood di Orson Wel- Premio Strega. Il vincitore verrà pre-
les che giunge con una certa fama per
Rai 1 21,10 scelto fra una rosa di 5 candidati: La
Rai 3 23,45
le sue imprese radiofoniche. Durante scoperta del mondo (nottetempo) di
una cena alla tenuta di William Hearst, Luciana Castellina; Ternitti (Mondado-
il magnate dell'editoria, Welles ha un ri) di Mario Desiati; La vita accanto
acceso diverbio con il padrone di casa. (Einaudi) di Mariapia Veladiano; Storia
Ne trae spunto per realizzare un film, della mia gente (Bompiani) di Edoardo
"Quarto potere". Hearst inizia la sua Nesi; L’energia del vuoto (Guanda) di
guerra personale contro Welles... Bruno Arpaia.
La 7 0,05 Rai 1 23,25
Giovedì 7 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
IER IL VOTO SULLA DELIBERA
WEB
di Federico Mello
è ONLINE DATI DI STUDENTI E PROF.
LULZSTORM “VENDICA” ANONYMOUS
Attacco hacker alle università italiane: nella notte sono
stati rubati username e password di professori e studenti
presenti nei database di 18 atenei: Bologna (Antoniano e
Unibo), Cagliari, Milano (Politecnico, Bocconi e Bicocca),
Bari, Foggia, Lecce, Messina, Modena, Napoli, Pavia,
Roma, Salerno, Siena, Torino e Urbino. I dati sono stati
Commenti al post su
ilFattpQuotidiano.it:
“La manovra va, ma il
Lodo resta un tabù.
Tremonti: Per
Mondadori chiedete a
pubblicati online: a rivendicare l’azione, su Twitter, il B.”

Agcom è FB: SKYPE E CHAT DI GRUPPO

ZUCKERBERG RISPONDE A GOOGLE+
Mentre Google ha sospeso la funzione
gruppo che si firma “Lulzstorm”, protagonista
di alcuni attacchi più “politici” negli ultimi
giorni assieme al gruppo degli Anonymous.
Gli hacker spiegano che l’attacco è un atto di
solidarietà ai 15 hacker di Anonymous
è IL FEDERALISMO
fiscale sarà la nuova mannaia,
mentre i comuni si illudono
che sia morto. Il delirio di

non convince “tempo reale” che consentiva di pescare

LRete”aculminata
mobilitazione dei blogger
con “La notte della
è sicuramente servita a far
to di segnalazione sono effetti-
vamente riconducibili al segna-
lante, il gestore del sito può ri-
rivedere alcune sue posizioni al- muoverlo lui stesso entro 4 gior-
l’Agcom nello schema di delibe- ni, accogliendo la richiesta ri-
ra approvato ieri. Ma rimango- voltagli. Se questo non avviene,
no delle criticità nel testo che le parti si potranno rivolgere al-
vengono denunciate dagli uten- l’Autorità, che, dopo un con-
ti su Internet, da opposizioni e traddittorio di 10 giorni, potrà
governo. Due gli elementi chia- impartire nei successivi 20 gior-
ve del provvedimento: ci sarà la ni (prorogabili di altri 15) un or-
consultazione pubblica e nessu- dine di rimozione dei contenuti
na inibizione dell’accesso ai siti o , rispettivamente, del loro ri-
web, come invece da più parti pristino. La procedura si blocca
era stato temuto alla vigilia della in caso di ricorso al giudice di
riunione. L’Agcom ha deciso una delle parti. “A me sembra
inoltre misure per la promozio- un’operazione di maquillage:
ne legale e a costi ridotti dei con- non cambia la sostanza delle co-
tenuti digitali, e sarà possibile il se” dice Antonio Di Pietro; per
ricorso al giudice in ogni fase Vincenzo Vita del Pd “rimango-
della procedura. Quanto ai siti no comunque enormi perples-
esteri, prima ci sarà il richiamo, sità”. Il ministro Giorgia Meloni
poi la segnalazione alla magi- sottolinea: “ci sono aspetti mol-
stratura. La seconda parte dello to positivi, ma merita un appro-
schema di regolamento si arti- fondimento il complesso mec-
cola in due fasi: una relativa al canismo individuato per indur-
procedimento dinanzi al gesto- re la rimozione dei contenuti
re del sito, la seconda al proce- coperti da copyright”. E anche
dimento dinanzi all’Autorità. gli utenti si dicono online in
Nella prima fase, se riconosce gran parte insoddisfatti.
che i diritti del contenuto ogget- f.mello@ilfattoquotidiano.it
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
18.50 What women want SC1 15.30 Golf, PGA European Tour
19.00 Partner(S) - Romantiche 2011 Barclays Scottish Open:
Bugie SCP 1a giornata (Diretta) SP2
19.05 L’arbitro SCC 16.30 Beach volley, Campionato
19.15 Nightwatch SCM italiano 2011 Catania: finale
19.25 A Golden Christmas SCF 3°/4° posto femminile (R) SP3
19.35 Doppia ipotesi per un 17.30 Beach volley, Camp. it.
delitto SCH 2011 Cosenza: finale f. (R) SP3
21.00 In mezzo 18.30 Calcio, UEFA Champions
scorre il fiume SCP League 2010/2011 Ottavi di fina-
21.00 Il caso Thomas Craw- le, gara di ritorno Barcellona -
ford SCM Arsenal (Replica) SP3
21.00 Prima tv Cool Dog SCF 19.00 Calcio, Copa America
21.00 Casa mia casa mia SCC 2011 Argentina - Colombia
21.10 Ricatto d’amore SCH (Replica) SP1
21.10 Prima tv Un microfono 20.00 Poker, PartyPoker.net
per due SC1 European Open. Ep. 1 SP2
22.35 Genitori in ostaggio SCF 2011 Barclays Scottish Open:
22.35 Miss Marzo SCC 1a giornata (Replica) SP3
22.40 Whip It! SC1 21.45 Beach soccer, Serie A
23.00 Saw VI SCM 2011 Corigliano Calabro: Tappa
23.05 Dogma SCH Girone Sud - prima parte SP1
23.10 Sleepers SCP 22.00 Campionato DTM 2011
0.30 Top Secret! SCC Norisring (Germania) (R) SP2
0.35 La battaglia 23.15 Beach volley, Campionato
dei tre regni SCM italiano 2011 Cosenza: finale
0.40 Black Hawk Down SC1 femminile (Replica) SP2
RADIO
Radiotre: Il Dottor Djembè
Speciale Live da Castiglioncello
ll varietà di Radio3 “Il Dottor Djembè”, condotto da
Stefano Bollani e David Riondino col sassofonista Mir-
ko Guerrini, giovedì 7 luglio alle 21.00 uscirà dallo stori-
co Studio C della sede Rai di Firenze per approdare al
Festival “Inequilibrio” in corso a Castiglioncello fino al
10 luglio. Una puntata speciale dal vivo, trasmessa in
diretta dal Teatro Solvay di Rosignano, con ospiti a sor-
presa, una surreale hit parade in cui si potrà “incontra-
re” un Ray Charles coinvolto, suo malgrado, in un raro
progetto tra il blues e il Caffè della Peppina, e ancora
versioni dei più grandi successi anglosassoni di musica
leggera tradotti in toscano da Duccio Vernacoli, senza
dimenticare l’angolo ottuso del radiodramma, in cui
verranno messi in scena i grandi classici della letteratu-
ra e del cinema in versione radiofonica.
Radiotre 21,00
aggiornamenti di stato dai social network per
la scadenza di un contratto con
Twitter (saranno sostituiti
probabilmente da quelli di
denunciati, e promettono: “Le università
sono solo l’antipasto”.
questa repubblica sta
diventando noioso e scontato
come gli episodi di “Dallas”:
sembra che cambi qualcosa
ma se li vedi dopo diverso
Google+) Zuckerberg ha svelato le
sue carte per rispondere a Big G:
integrazione tra Facebook e Skype
tempo si è sempre allo stesso
punto.
Elisai
(leader nel Voip, recentemente
acquistato dal colosso Microsoft); è BRUNETTA ha
chat di gruppo, una nuova dichiarato che i dipendenti
interfaccia e la videochat. Maggiori pubblici saranno in mobilità
informazioni sulle novità e le loro obbligatoria. Cioè se ti
implementazioni arriveranno nei dicono: tu che stai oggi a
prossimi giorni. Trento da domani vai a
lavorare ad Enna... e viceversa.
Sembra che nessuno ne parli.
Sergio65
è SONO schifato. Possiamo
aspettare solo che muoiano di
vecchiaia e lascino ad una
nuova generazione che
intanto avranno tirato su a
loro immagine e somiglianza.
È la fine della speranza.
xbencar
è LA SPERANZA è
l’ultima a morire... Ma anche
la speranza nell’ultimo
baluardo di democrazia e
ratio del ns. presidente di
vedere qualcosa cambiare è
La campagna di Avaaz.org contro morta e sepolta e con essa
la delibera; Brunetta con la futura questo povero paese...
moglie; Zuckerberg presenta requiem per l’Italia e per gli
le novità; LulzStorm su Twitter italiani.
sunflower60
è LEVATEGLI la penna!!!
“ASSEDIAMO IL MATRIMONIO” aigor1
APPELLO SU FB CONTRO BRUNETTA
In questi anni il ministro Renato è TUTTA questa gentaglia
Brunetta non si è fatto che sta in Parlamento bisogna
mancare affermazioni mandarla a pulire i rifiuti della
sprezzanti e veri propri insulti Campania. Stanno bene
nei confronti di diverse categorie di solamente in mezzo ai rifiuti!!!
cittadini. L’ultima, è l’arcinota definizione di “Italia jimidany
Peggiore” definizione rivolta ad un pubblico di precari.
Proprio un gruppo di precari su Facebook ha lanciato è ORMAI, quello che tutti
una mobilitazione per domenica: “L’Italia peggiore farà comunemente chiamano
festa a Brunetta”. presidente della repubblica, è
Il ministro si sposerà domenica, a Ravello, con la sua talmente abituato a firmare
fidanzata Titti Giovannoni: non si conosce la lista degli che sembra quasi che vada a
invitati ma probabilmente saranno presenti vari dormire con la penna in mano
esponenti del governo e della maggioranza. Dopo lodo Alfano, leg
I precari avvertono: “Non siamo stati invitati alla festa, impedimento, decreto
eppure ‘l’Italia peggiore’ ha voglia di incontrare la salvaliste, scudo fiscale, ha
‘peggiore Italia’ che calpesterà il suolo di Ravello firmato pure questo.
domenica 10 luglio. Un’accozzaglia di ministracci, Wind Of Change
faccendieri, portaborse, forse anche lo stesso
presidente del consiglio, accompagnerà il ministro è MA PERCHÈ, qualcuno
Brunetta all’altare”. “Non ci stiamo – continuano –, ci aveva dei dubbi? Chi mai
indigniamo di fronte a un ministro come Brunetta che saranno, nelle file della
definisce i precari ‘l’Italia peggiore’ ed i dipendenti cosiddetta “sinistra”, i
pubblici ‘cialtroni’ nascondendo la sua storia di migliori amici di B.? Quelli che
parassita e fannullone. Invitiamo tutti e tutte gli/le non lo abbandoneranno mai,
indignati/e a partecipare al presidio che si terrà quelli che sono sempre pronti
domenica 10 luglio ore 17,00 P.zza Vescovado, Ravello”. ad intervenire, dall’alto del
La giornata si preannuncia calda: “Assediamo con i loro carisma istituzionale. Mi
nostri corpi e la fanno un po’ compassione
nostra voce le loro è L’HUFFINGTON SBARCA IN UK tutte quelle persone, che so
feste: diventiamo PRIMO PASSO PER LO SBARCO IN EUROPA essere pulite e ed oneste, che
il loro
incubo”.
Si contano già
L’Huffington Post sbarca in Europa e
lancia la versione britannica del sito. È la
prima tappa di un piano di espansione
inneggiano al suo passaggio e
lo acclamano. Povera Italia e
poveri i nostri martiri della
è FINTO TREMONTI SU FB
RISCHIANO UN ANNO 2 TRENTENNI
numerose le
adesioni
che dal Nord America porterà il noto
super-blog di informazione in altri Paesi
Resistenza, non meritavano
questo scempio!
Avevano fatto propria in rete,
l’identità del ministro
arrivate del mondo: dopo la versione canadese moltodeluso
online. lanciata a maggio, infatti, dalla società
dell'Economia, Giulio Tremonti,
avevano fatto sapere di puntare alla è 2014 PAREGGIO DI
aprendo un profilo Facebook che,
Francia e alla Russia, sebbene non sia BILANCIO, OVVERO
in poco tempo, aveva raggiunto
stati ancora resi noti i particolari. GRECIA!!
circa cinquemila amici. Due giovani, un romano e un
Cuore dell’Huffington Post Uk sarà un Uno nessuno
fiorentino, sono stati denunciati a seguito delle
piccolo gruppo di giornalisti, al quale si
indagini condotte dalla Procura di Roma e che hanno
affiancheranno personaggi famosi del è UN PO’ di aritmetica base:
visto impegnati gli uomini della Guardia di Finanza del
calibro dell’ex premier laburista Tony 13 mld spesi da un ministro
Nucleo Speciale Frodi Telematiche (Nucleo di Polizia
Blair e l’attore Ricky Gervais. Arianna della difesa per l’acquisto di
Tributaria) di Roma e della Tenenza di Pontassieve
Huffington, la fondatrice del sito 110 caccia bombardieri (con
(Firenze). I due sono trentenni risultano
d'informazione che a febbraio è stato chi siamo in guerra?) 20 mld
particolarmente competenti dal punto di vista delle
ceduto alla compagnia Aol per 315 per l’inutile Tav, inutile
conoscenze informatiche e, per questa piccola burla,
milioni di dollari (quasi 220 milioni di calcolare il costo delle
ora rischiano una condanna che può arrivare fino a un
euro), ha postato sul sito un messaggio missioni all’estero e questi mi
anno di reclusione.
dicendosi “entusiasta di essere a vengono a parlare di rigore...
Londra per il primo lancio con i soldi dei poveri
dell’Huffington Post al di fuori dei pensionati.
confini nordamericani”. nightaxxxidriver
pagina 18
PIAZZA GRANDE
Sia lodato il fesso che ha pagato
di Massimo Fini
l 19 febbraio del 1998 il Tri-
I
bunale di Monza mi rico-
nobbe colpevole di diffa-
mazione nei confronti del
deputato Teodoro Buontempo
perché in un articolo pubblica-
to per l'Indipendente il 6 febbraio
1996, mentre si preparava un
'governo ammucchiata' a guida
di Maccanico (tentativo poi
abortito), avevo scritto che mi
sembrava "un pateracchio dove
lo stupratore Buontempo sta
con la femminista chic Sandra
Bonsanti". 'Stupratore' non lo
intendevo in senso letterale, ma
ironico evidenziato dalla con-
trapposizione con la 'femmini-
sta chic'. Peraltro lo stesso
Buontempo in un'intervista
concessa a Francesco Merlo
proprio quel 14 febbraio 1994,
e ripresa poi da vari giornali,
aveva dichiarato: “Uno di questi
giorni prendiamo Casini qui in
aula e lo stupriamo. E quando
dico stuprare non lo intendo in
senso metaforico ma lettera-
le”.
MA LA GIUDICHESSA di
Monza, che alla parola 'stupro'
aveva rizzato le sue orecchie
femministe, non riconobbe vali-
de le mie ragioni e mi condannò.
Nel civile, a differenza del pena-
le, le sentenze sono, in linea di
massima, immediatamente ese-
cutive. Prima paghi, poi, se del
caso, ti appelli. Così fui condan-
nato a pagare seduta stante, sia
pur con la formula della provvi-
sionale, circa venti milioni all'o-
norevole Buontempo per i dan-
ni morali che gli avevo arrecato.
Venti milioni, dirà il lettore, non
sono poi gran cosa. Dipende.
Per un'impresa, certo, sono qua-
si niente, per un cittadino nor-
male pesano parecchio. Nel mio
caso (siamo nel 1998) corri-
spondevano a quattro mesi di
stipendio. Cioè, per quattro me-
si io avevo lavorato a vuoto, a fa-
vore di 'er pecora'. Pagai. Col fe-
gato in mano, ma pagai. Com'era
doveroso. Poi feci Appello. Con
sentenza del 6 febbraio 2004 la
Corte d'appello di Milano mi as-
solse “Perché il fatto non costi-
tuisce reato”. Chiesi quindi a
Buontempo la restituzione dei
miei soldi. Ma l'onorevole, poi-
ché in Italia non c'è mai nulla di
definitivo, mise in campo mille
gabole pur di non restituirmi de-
nari per cui non aveva più titolo,
cavilli fantasiosi e improponibili
il cui senso era: “Chi ha avuto ha
avuto, chi ha dato ha dato e sem-
pre sia lodato quel fesso che ha
pagato”. Furioso, scrissi sul Gaz-
zettino una 'lettera aperta' al pre-
sidente della Camera, che in
quel momento era proprio Pier
Ferdinando Casini, dicendo che
un comportamento del genere
era indegno di un parlamentare
della Repubblica (santa ingenui-
tà). E alla fine, poiché le leggi alle
volte esistono, sempre che qual-
cuno non le cambi in corso d'o-
pera, 'er pecora' fu costretto a re-
stituire il maltolto. Quando il 3
ottobre 2009 il giudice Raimon-
do Mesiano (quello tallonato
dalle Tv berlusconiane che gli at-
tribuivano evidenti segni di
squilibrio mentale perché in-
dossava calzini turchesi e fuma-
va una sigaretta, da solo, sulla
panchina di un giardino) con-
dannò la Fininvest a risarcire
con 750 milioni di euro la Cir di
De Benedetti per il Lodo Monda-
dori, truccato a favore del Cava-
liere dal giudice Metta, rimasi
sorpreso nell'apprendere che la
quasi automaticità dell'esecuti-
vità del giudizio di primo grado
valeva solo per i poveri cristi,
mentre al di là di certe somme
valeva un'automaticità di segno
opposto, prima si fa appello poi,
forse, si paga.
Il codicillo inserito all'ultimo
momento, e di nascosto, dal go-
verno Berlusconi nella Finanzia-
ria spostava l'esecutività delle
sentenze civili, sempre quando
sono in ballo certe somme, dal-
l'Appello alla Cassazione riman-
dando così ulteriormente il ri-
sarcimento alla Cir (sono passati
21 anni dal Lodo Mondadori).
Non è la prima volta che un co-
dicillo che fa l'interesse privato
di qualcuno è inserito all'inter-
no di una legge di valore gene-
rale senza che con questa abbia
nulla a che fare.
MI RICORDO che quando fa-
cevo l'impiegato alla Pirelli un
collega dell'Ufficio legale mi fe-
ce vedere il lungo testo di una
legge fortemente voluta dal mi-
nistro del Tesoro Bruno Visenti-
ni che era anche presidente ono-
rario dell'Olivetti. Il collega mi
disse: "Lascia perdere tutto il re-
sto, è messo lì solo per parata,
per confondere, leggi solo le
quattro righe che ho sottolinea-
to con l'evidenziatore. Leggile
con attenzione. Sono le sole che
contano". Quelle quattro righe
davano miliardi all'Olivetti. Era-
vamo nei primissimi anni Settan-
Internet: viva
la condivisione
di Richard Stallman*
on è difficile capire che
N
l’approvazione da parte
dello Stato italiano di una
normativa che consenta
di oscurare i siti web sarebbe in-
giusta. In primo luogo si tratte-
rebbe di un provvedimento di
censura nei confronti di Inter-
net. Alcuni anni fa, i Paesi che si
dichiaravano liberi non avrebbe-
ro mai osato fare una cosa del ge-
nere, ma l’Italia già filtra l’acces-
so a siti stranieri (come thepira-
tebay.org) e ora sta progettando
una forma di censura per i siti ita-
liani. Ma c’è di più e di peggio:
siamo in presenza di una forma
di censura in assenza di un giu-
dizio della magistratura. E in
questa maniera si aggira un prin-
cipio fondamentale della giusti-
zia. Ed è per questa ragione che
questo provvedimento è ingiu-
sto. Ma per quale motivo lo Stato
italiano sembra disposto a sfida-
re apertamente i principi fonda-
mentali della giustizia in questo
delicato settore? Il regime di
Obama si dice favorevole alla
nuova normativa. Per quale mo-
tivo gli Stati Uniti auspicano la
censura in Italia? Obama ha stret-
SECONDO TEMPO
ta. Come si vede il conflitto di
interessi, con le relative truffe le-
galizzate, non nasce oggi. Ma è la
prima volta che si è osato inse-
rire un codicillo 'ad personam'
in una Finanziaria, la legge più
importante per un Paese. Met-
tendo il presidente della Repub-
blica in una 'fourchette': se fir-
mava avallava una mostruosità
giuridica, se non lo faceva ritar-
dava di giorni provvedimenti
Buontempo mi fece
una causa civile
per diffamazione:
nel ‘98 sborsai 20
milioni sull’unghia
È il doppio diritto:
uno (implacabile)
per i cittadini
comuni, l’altro (di
manica larghissima)
per “lorsignori”
che, soprattutto in un momento
di crisi come questo, sono quan-
to mai urgenti. Se si aggiunge
che il codicillo è stato inserito a
pochissimi giorni dalla sentenza
di Appello che deve decidere sul
risarcimento alla Cir il quadro è
completo. La manovra è stata co-
sì smaccata e maldestra, nasco-
sta agli stessi ministri, che que-
sta volta persino Berlusconi ha
dovuto fare un passo indietro e
ritirare la leggina 'ad personam'.
Ma si può star sicuri che ci ripro-
verà. Nel frattempo, come
Buontempo, troverà tutti i pos-
sibili cavilli per non pagare. Poi,
passata la buriana, varerà una
ti legami con le case discografi-
che e cinematografiche ed è fa-
vorevole alla censura di Internet
negli Stati Uniti. Evidentemente
queste aziende hanno un’in-
fluenza sul governo americano
e, apparentemente, anche sul
governo italiano. La nuova nor-
mativa è opera loro. Perché pro-
pongono uno strumento così pa-
lesemente ingiusto? La condivi-
sione è positiva, è utile e Internet
la rende semplice.
DI CONSEGUENZA gli uten-
ti di Internet si scambiano mate-
riali e solo misure draconiane po-
trebbero impedirglielo. Queste
aziende non potranno mai conse-
guire i loro obiettivi nel rispetto
dei principi della giustizia. Se
questo attacco non riuscirà a
bloccare la condivisione, ci pro-
veranno con mezzi ancora peg-
giori. Hanno già provato a fare in
modo che il vostro software si ri-
volti contro di voi inserendo fun-
zioni malevole che limitano l’uti-
lizzo dei dati del vostro compu-
ter. (Possono imporre restrizioni
attraverso il vostro software se il
software non è libero; vedi
gnu.org.) Poi hanno approvato
una direttiva dell’Unione euro-
legge consimile, con validità re-
troattiva, magari con qualche ri-
tocco di facciata come ha fatto
mille volte sotto il naso dello
svampito Napolitano. Infatti
non ha rinunciato ad affermare,
pur nel pieno della tempesta,
che "la legge è giusta, sacrosan-
ta, va nella direzione giusta". E,
in un certo senso, ha ragione. La
legge va in una direzione presa
da tempo nel nostro Paese: quel-
la di un doppio diritto. Uno, im-
placabile, per i cittadini comuni,
e un altro, di manica larghissima,
per 'lorsignori'. Tanto nel civile
che nel penale dove per i Vip vi-
ge il più peloso 'ipergarantismo'
e la presunzione d'innocenza è
sacra fino a quando siamo tutti
morti, mentre per i reati da stra-
da, quelli commessi dai poverac-
ci, vale il principio, espresso so-
prattutto da un centrodestra alla
Santanchè ma anche da molte
suorine di sinistra: “In galera su-
bito e buttare via le chiavi”. È la
vecchia, cara, schifosa, giustizia
di classe. Per questo la legge che
tutela i debitori ricchi mentre
penalizza quelli poveri, che non
possono opporsi a Equitalia, pri-
ma o poi si farà.
Chiamare
“pirati” gli utenti
che utilizzano
lo sharing in rete
è come dire
che aiutare
gli altri
equivale
moralmente
ad attaccare
una nave
pea per impedire ai cittadini di
rompere queste “manette digita-
li”. Ma gli utenti lo fanno lo stes-
so. Le aziende liquidano le obie-
zioni ponendo una domanda: “La
pirateria è un grosso problema e
se non la fermiamo così, come ci
suggerite di fermarla?”. La rispo-
sta è: “Mandate le navi da guerra
nell’Oceano Indiano”. Chiamare
“pirati” gli utenti che utilizzano
lo sharing in rete è come dire che
aiutare gli altri equivale moral-
mente ad attaccare una nave. Sia-
mo su un altro pianeta: attaccare
una nave è una pessima cosa, la
condivisione è un’ottima cosa.
Per gli utenti di Internet il vero
problema è rappresentato da
queste aziende e dai loro inces-
santi attacchi agli utenti che con-
dividono in rete. Come fanno
queste aziende ad ottenere l’ap-
Giovedì 7 luglio 2011
nordisti
É di Gianni Barbacetto
PAVIA, VINCITRICE
ANNUNCIATA
S toria minore dagli ospedali di Lombardia, fiori agli
occhielli (o sulle camicie?) del presidente della
Regione Roberto Formigoni. Storia minore, ma
significativa di come vanno le cose (della sanità e non
solo) quaggiù al Nord.
Concorso all’Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia,
ex regno del Faraone Giancarlo Abelli, ora parlamentare
del Pdl, e regno attuale del direttore generale Pietro
Caltagirone (già inquisito in passato e condannato per
abuso d’ufficio e falso ideologico, ma questa è un’altra
storia).
A Pavia era in palio (è proprio il caso di dirlo) un incarico
triennale di dirigente medico per le malattie infettive,
con competenze specifiche nelle terapie innovative per
l’Aids. Si tiene il concorso, in data 21 ottobre 2010.
Presidente della commissione il dottor Lorenzo Minoli,
direttore del reparto Malattie infettive del Policlinico
San Matteo. Vince Alessia Uglietti, molto sostenuta dal
dottor Renato Maserati, specialista in malattie infettive,
e dai suoi colleghi. Vittoria prevista e benvista nei canali
politici (di sinistra e di destra) che innervano questo
ospedale, come tutte le strutture sanitarie.
Fine della storia? No, perché un’altra concorrente, Elena
Seminari, guarda i punteggi e si convince di aver subito
un torto. I nove punti di Alessia Uglietti per gli studi citati
dalle pubblicazioni scientifiche internazionali, per
esempio, le sembrano troppi e immeritati. Che fa Elena
Seminari? Assistita dall’avvocato Francesco Maurici,
presenta un ricorso straordinario al presidente della
Repubblica, chiedendo l’annullamento della gara che
ritiene truccata. Il ricorso al capo dello Stato è una
procedura alternativa alla giustizia amministrativa,
meno praticata, ma anche meno costosa.
Che cosa fa a questo punto il manager del San Matteo,
Pietro Caltagirone? Invece di
ricalcolare e correggere i
Giorgio Napolitano (FOTO LAPRESSE)
punteggi e prendere atto che
la vincitrice è Elena
Seminari, annulla il concorso
e fa ripetere la prova orale
(mentre la contestazione
determinante era
l’attribuzione di punteggi sui
titoli). Nuovo concorso (ieri,
6 luglio), nuova commissione,
nuovo presidente: questa
volta il dottor Gaetano
Filice. Chi sarà la
trionfatrice? Domani, salvo
sorprese, si sapranno i
risultati e si conoscerà l’esito
di questa piccola storia
italiana.
poggio dei governi per attaccare
la libertà degli internauti? Con il
denaro e in più con un pretesto. Il
denaro convince in diversi modi,
mo calcolare la quota di ogni ar-
tista in base alla radice cuba della
sua popolarità. Ad esempio, se la
superstar A è 1000 volte più po-
ma i politici non possono addur-
re come motivazione il denaro.
Hanno bisogno di un pretesto. Il
pretesto fornito dalle aziende ti-
tolari dei diritti d’autore è che lo-
polare dell’artista B, ad A deve an-
dare una somma di denaro dieci
volte superiore rispetto a B.
CON QUESTO sistema una su-
perstar guadagnerebbe pur sem-
pre più degli altri, ma la maggior
parte del denaro servirebbe a ga-
rantire un giusto reddito a nume-
rosi artisti non di primissimo pia-
no, ma popolari. Con questo siste-
ma gli artisti se la passerebbero
meglio e si risparmierebbe. L’altro
modo consiste nel dotare ogni si-
stema di riproduzione del suono
di un pulsante col simbolo dell’eu-
ro. Premendolo si invia anonima-
ro sostengono gli artisti. Questa mente 1 euro agli artisti che hanno
affermazione contiene una mo- suonato e cantato l’ultimo pezzo.
desta dose di verità, la qual cosa Chi è povero non preme mai il pul-
non ci consente di definirla una sante. Chi non è povero può pre-
grossolana bugia. Il denaro per merlo una volta la settimana o una
sgocciolamento dalle aziende ti- volta al giorno. Non è una grossa
tolari dei diritti d’autore finisce somma e quindi perché non rega-
anche agli artisti. Pochissimi divi larla all’artista che ci piace? Sono
diventano ricchi, ma la maggior possibili anche altri metodi. Il pro-
parte degli artisti anche popolari blema appare difficile solo perché
non riescono nemmeno a sbarca- cerchiamo di risolvere il problema
re il lunario. Se sono veramente sbagliato: “Come possiamo con-
gli artisti che ci stanno a cuore do- sentire alle aziende titolari dei di-
vremmo trovare un altro modo ritti d’autore di conservare la loro
per sostenerli. Io ne ho proposti posizione di privilegio?”. Se af-
due. Un primo modo consiste frontiamo il problema giusto –
nell’imporre una tassa sulle con- “come possiamo sostenere gli ar-
nessioni Internet e distribuire il tisti incoraggiando la condivisio-
gettito direttamente agli artisti ne?” – allora ci accorgiamo che
(non alle aziende) sulla base della non è di difficile soluzione.
loro popolarità misurata median- *L’autore è il fondatore
te sondaggi. Per utilizzare il dena- della Free Software Foundation
ro in maniera efficiente dovrem- Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
Giovedì 7 luglio 2011
MAIL
Comma
e Stato vegetativo
Tra le diverse leggi ad per-
sonam, l’inversamente pro-
porzionale mania di grandez-
za e – soprattutto – un’im-
punità sempre più a rischio
hanno portato alla creazione
anche di appropriate leggi ad
aziendam.
Difeso da scudi fiscali e cir-
condato da valletti a tribu-
tare lodi, il Cavaliere è par-
tito con una nuova lancia in
“testa”, quella di far passare
una norma salva-Fininvest.
L’ennesimo “colpo di mano-
vra”, mentre la corte cade
dalle nuvole. La privazione
delle funzioni degli emici-
cli/emisferi parlamentari ha
portato a uno Stato patolo-
gico, con perdita di coscien-
za. A ciò è susseguito il com-
ma. Per fortuna la democra-
zia è rimasta sveglia, la parte
dell’Italia che s’è desta vigila
anche sui disturbi di coscien-
za e così siamo usciti anche
da questo comma, vi è stata
una risposta agli stimoli
esterni: il lodolaio non ce
l’ha fatta, non ha catturato le
sue allodole, lo specchietto
lo userà per sistemarsi il
trucco in ritirata, quella della
norma.
La ricerca sui metodi di ri-
sveglio della coscienza ha an-
cora un lungo cammino da-
vanti a sé, per evitare il pe-
ricolo che il prossimo com-
ma possa evolvere verso uno
Stato vegetativo irreversibile
o direttamente alla morte
della democrazia.
Non abbassiamo la guardia, ci
sono già troppe cose basse in
questo Paese.
Roberta Corradini
Quando mai
la Rai è stata unita?
Cari amici de Il Fatto Quo-
tidiano, giorni fa Bruno Vespa,
ha detto che, è auspicabile
una nuova unità della Rai. Ma a
me risulta essa, non esserci
mai stata, neanche negli anni
Settanta, quando ci si scanna-
va tra il Programma Naziona-
le (progenitore di Raiuno) e il
Secondo Canale, il primo
bianco, l'altro rosso; erano
scintille anche allora anzi, la
tensione era maggiore.
Mauro Mai
Nel cilindro
di Silvan
Ci ha provato ancora! Nes-
suno può mettere in dubbio
che finora è riuscito a stupire
ed ingannare il pubblico pa-
gante con trucchi e giochini
di mestiere. È un artista
quando con la mano sinistra
cattura l’attenzione – a me
gli occhi! – e con la destra ti
sfila il portafoglio dalla sac-
coccia; o quando taglia a me-
tà una donna (o una tassa…)
e poi la fa ricomparire tutta
intera (la tassa, invece, mag-
giorata) da un’altra parte. È,
o è stato, un illusionista di
rango, quando ha menato
per il naso ingenui e furbetti
di tutti i ceti sociali. Solo che
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
previste per il Fatto Quotidiano.
Il giornale sarà in edicola 6 numeri
alla settimana (da martedì alla domenica).
• Abbonamento postale annuale (Italia)
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Prezzo 290,00 € • 6 giorni
E' possibile pagare l'abbonamento annuale
postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
BOX
LA VIGNETTA
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO
PENSIONATI
MALAGENTE
aro Colombo, leggo, ascolto, altro governo affronti il peso di una simile
C seguo i dibattiti degli esperti
sulla “manovra Tremonti” e mi
eredità. È vero che, rispetto alla ricchezza
nazionale, alla enormità del debito e alle
persuado di due cose. La prima è richieste di rigore della Unione europea, i
che i pensionati sono più o meno pensionati appaiono come attori
la causa di tutto, dall’origine della protagonisti del dramma in modo
crisi finanziaria ai giorni nostri. assolutamente sproporzionato. Tanto più
La seconda è che tocca ai che si comincia con storie da non credere,
pensionati pagare e restituire il pensioni che farebbero comodo persino a
maltolto. So benissimo che ci Marchionne, e poi si scopre che la
sono dei privilegiati. Ma lo erano “manovra” si occupa di sforbiciare intorno
già quando avanzavano nelle loro al livello dei 1.400 euro mensili. Tutto ciò,
professioni che hanno portato a però, non si deve alla follia di un Tremonti
quelle “pensioni d’oro”. tipo dottor Stranamore. È una regia ben
Gradatamente però noto che il calcolata. Se sei capace di mobilitare un
filo si perde e ognuno vede come numero adeguato di bravi giornalisti che ti
pensione d’oro quella più alta danno retta e sei capace di far mettere in tro il legittimo impedimento casta ha vinto! Abbiamo sen-
della sua. A quel punto escono di pagina ogni giorno una storia di pensioni, e i Comitati per l’acqua si so- tito alcuni dirigenti del Pd be-
scena i veri privilegiati titolari di non solo scopri solo all’ultimo momento (e no mossi contro il Decreto lare giustificazioni in politi-
somme altissime, e si parla della troppo tardi) che il vero obiettivo è colpire le Ronchi (Andrea, non Edo), il chese, che neanche il miglior
massa, perché solo la massa può numerosissime pensioni medio-basse, ma Pd ha fatto la solita signora (peggior) democristiano po-
garantire, se tassata, il rientro anche che sei in grado di scatenare una snob e sdegnosa (della serie teva. Appena si risale la china,
desiderato. Non ti sembra un po’ guerra fra poveri che fa perdere di vista del “noi non ci mischiamo con a fatica, opportunamente
ingiusto? tutto il problema del come e quanto tassare certe cose e con certa gen- qualcuno rende la salita sci-
Vincenzo le rendite e le grandi ricchezze, che invece, te”) salvo poi accodarsi al- volosa. Mi sembra incredibile!
nella distrazione generale, se ne vanno via l’ultimo. Di Pietro non mi ha Ora il popolo italiano può ben
CI SONO questioni che solo governi intatte. Esattamente come desiderato dai mai convinto e a maggior ra- dire che il Pd, con Pdl e Lega,
autorevoli, credibili e di assoluto ed più abbienti. gione ora non capisco che vuole le province. Fare ora dei
equilibrato rigore possono affrontare e gioco stia facendo; però so distinguo su accorpamenti di
risolvere. Non è il caso della “manovra” Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano riconoscere alle persone comuni, città metropolitane,
Tremonti, che è un insieme di espedienti 00193 Roma, via Valadier n. 42 l’impegno concreto su temi balle varie (ora), serve, anco-
per far passare il tempo, in attesa che un lettere@ilfattoquotidiano.it importanti. Il centrosinistra ra una volta, a dare ragione a
tra il 2006 ed il 2008 non ha Di Pietro. Ma si può?!?!?! Un
neanche provato a cambiare abbraccio
la legge elettorale e io da cit- Aldo Bianchini
tadino, elettore ed iscritto al
IL FATTO di ieri7 luglio 1647 doveroso contributo all’e- Pd, non lo dimentico. La con- Truffa
mancipazione femminile, dizione di chi vota Pd e cen-
magari con effetto retroat- trosinistra è sempre più fru- salva-Fininvest
Chi fu realmente Masaniello? Carismatico
tivo. Che poi la cosa vada a strante. Resisto al qualunqui- Silvio Berlusconi ha detto che
rivendicatore di giustizia per poveri e deboli, paladino
sancire che una certa nipote smo e alla rassegnazione da cancellerà dalla Finanziaria la
di un sogno di riscatto sociale, o patetico, velleitario di Mubarak (e forse discen- anni; non vorrei astenermi norma “salva Fininvest”, an-
capopopolo, portavoce di una causa storica confusa e dente di Cleopatra, chissà) alle prossime elezioni politi- che se era una norma giusta,
malintesa? La storia si interroga ancora sul “mito all’epoca dei fatti era inequi- che, ma queste persone perché non vuole dare adito a
Masaniello” e sui dieci giorni della rivolta napoletana vocabilmente maggiorenne, stanno facendo di tutto per polemiche. Ma se non c’era
contro le inique gabelle degli spagnoli, iniziata il 7 luglio ecco, tutto ciò è del tutto perdere altri voti. Anche il niente di male, perché di tale
1647, al grido di “Viva il re di Spagna, mora il marginale. mio, che non ho padrini, in- norma non ne ha parlato il mi-
malgoverno!”. Rivolta antifiscale, ma anche Vittorio Capuzzo teressi da tutelare, favori da nistro Giulio Tremonti quan-
antifeudale, di popolo contro nobiltà, dai rozzi ricambiare, gruzzoli da met- do ha presentato la Finanzia-
contenuti politici, eppure con interessanti risvolti Paradossi tragici tere in salvo. Sono soltanto ria?
un cittadino onesto ed in- Forse il “super ministro del-
indipendentisti. Ma soprattutto rivolta dell’oscurissimo e meschini censurato. Stanco e molto l’Economia” non si era accor-
pescatore amalfitano, padrone per pochi giorni della Dopo una importante e fe- incazzato. to della norma salva Fininvest,
seconda città d’Europa, astro effimero di una lice tornata amministrativa e Andrea Di Meo prima che gliela facessero no-
rivoluzione incompiuta, caricato, nei secoli, di una referendaria, il centrosini- tare i giornali?
notorietà leggendaria e dannata. Il ribelle, sotto i stra e in particolare il Pd, Ha vinto Roberto Colombo
riflettori della storia per l’eccezionalità della sua ignorando indicazioni e mes-
avventura politica e umana, capace di infiammare la saggi dell’elettorato, rico- ancora la casta
plebe oppressa contro i palazzi del potere. Forse i dieci mincia con i soliti vizi: cor- Cari amici, ieri potevamo da-
renti, sottocorrenti, gruppi, re un’altra botta al governo,
giorni di Masaniello non sconvolsero il mondo, ma “uomini di” o “vicini a”. Tra- votando per l'abolizione delle IL FATTO QUOTIDIANO
certo scossero l’Europa. Per lui, accusato alla fine di
pazzia e tradimento, una morte feroce. Freddato a colpi
lascio per pietà i casi di cor- province, invece ci siamo via Valadier n. 42 - 00193 Roma
ruzione, tangenti, cricche, astenuti. Ancora una volta la lettere@ilfattoquotidiano.it
di archibugio, decapitato e gettato tra i rifiuti. furbi e furbetti amici di que-
Giovanna Gabrielli sto o di quello (ma non tran-
sigo, sia chiaro). Adesso al- Direttore responsabile
cuni deputati del Pd lanciano
adesso la sua carriera sta riproverà, è certo. Dal suo la proposta di un Referen- Antonio Padellaro
volgendo al termine, il tem- prodigioso cappello a cilin- dum abrogativo della legge Vicedirettore Marco Travaglio
po è scaduto, le mani comin- dro tirerà fuori qualcos’altro elettorale vigente, la porcata
ciano a tremare, i riflessi non di spettacolare che ci stupirà di Calderoli, così cara a Ber- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
sono più pronti, il trucco c’è ancora; e forse con un po’ di lusconi ma così ben utilizzata Progetto grafico Paolo Residori
e si vede. Potrebbe ritirarsi fantasia possiamo anche pre- anche dagli altri partiti, nes- Redazione
tranquillamente dalla scena vedere che cosa sarà. Dalle suno escluso. Altri democra- 00193 Roma , Via Valadier n°42
in qualche casa di riposo per nostre esperienze giovanili tici dicono invece che certe tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
maghi: Villa Cagliostro fareb- ci siamo resi conto che le ra- cose spettano alla politica e e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
be al caso suo. E invece no! gazze sono sempre state più non ai cittadini (grazie per la
Lo spirito indomito non de- precoci dei maschietti. considerazione e la stima. Editoriale il Fatto S.p.A.
morde. I suoi fan (non più Quindi niente di strano se Chissà chi cavolo vi mantiene Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
paganti, ma pagati) lo incita- nel testo di una legge qual- come nababbi da una vita!). Presidente e Amministratore delegato
no a rimanere, a calcare an- siasi comparisse una norma Quando Di Pietro con l’Idv Giorgio Poidomani
cora il palcoscenico del truc- che porta da 18 a 16 anni la ha iniziato la raccolta delle Consiglio di Amministrazione
co e dell’illusione. Quindi ci maggiore età delle donne: un firme per il Referendum con- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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 VI ABBIAMO ALLUNGATO
LA VITA.

TASSO DI MORTALITÀ AUTOSTRADE PER L’ITALIA

E LE SUE CONTROLLATE
( numero morti per miliardo di Km percorsi )

11,4

3,3

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

LA SICUREZZA. PER VOI UN DIRITTO, PER NOI UNA MISSIONE. E la ricerchiamo ogni giorno con il lavoro, gli investimenti,
e una continua spinta verso l’innovazione. Per ottenerla abbiamo ideato il Tutor, il primo sistema di controllo della velocità media a larga
scala al mondo, oggi installato in oltre 2500 chilometri di rete, e sempre più diffuso in Europa. Il suo contributo è stato fondamentale per
ridurre di oltre il 70% la mortalità sulla nostra rete, ben più degli obiettivi fissati dalla Comunità Europea.

Ma siamo andati oltre: abbiamo sostituito oltre 2600 chilometri di barriere spartitraffico e promosso campagne di educazione contro
i rischi della velocità, dell’alcool e del colpo di sonno, arrivando a distribuire due milioni di caffè gratis nelle ore notturne. E la nostra
rete ha anche, rispetto ai confronti europei, la più alta percentuale di asfalto drenante. Questi possono sembrare freddi dati, ma si
traducono nel calore di oltre 300 vite salvate ogni anno.

Sentiamo la responsabilità di fare tutto ciò che è possibile per farvi viaggiare in sicurezza, ma contiamo anche su di voi. Per questo vi
chiediamo di continuare a guidare con responsabilità e prudenza. Sempre.

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