Le parolacce contro un giornalista del Fatto di tal Rositani,
consigliere Rai, sono la peggiore immagine del servizio pubblicoy(7HC0D7*KSTKKQ(
Sabato 23 luglio 2011 – Anno 3 – n° 174
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
VOLANO IN ELICOTTERO A SBAFO
E MINACCIANO PURE
L del generale Niccolò Pollari e di Pio Pompa col
L’arroganza della Polverini che atterra a Rieti per la sagra
del peperoncino: “Se serve lo uso ancora”. E poi c’è il ministro
Romano denunciato per un viaggio elettorale. A nostre spese
Onorevole discredito
di Paolo Flores d’Arcais
dc
e nel nostro paese quattro milioni di persone
S
su cinquanta di cittadini adulti avessero pe-
santi contenziosi con la giustizia (tra condan-
nati, prescritti, rinviati e indagati), potremmo
legittimamente offenderci qualora qualcuno all’e-
stero parlasse dell’Italia come di una nazione di mal-
fattori? Evidentemente no. Resterebbe una schiac-
ciante maggioranza di italiani onesti, beninteso, ma
il tasso di illegalità sarebbe talmente ciclopico da far
apparire la Chicago degli anni trenta un’oasi di per-
fetta legalità, e gli aggettivi anche più duri nei con-
fronti del nostra paese diventerebbe-
ro perciò inoppugnabili.
Le assurde proporzioni che ho appe-
na immaginato (e che farebbero col-
lassare qualsiasi convivenza nel caos
autodistruttivo di “homo homini lu-
pus”) non sono però frutto di fantasia: sono, alla
virgola, quelle esistenti nel parlamento italiano, do-
ve tra i mille onorevoli e senatori ben ottantaquattro
non sono in rapporti proprio idilliaci con la legge. Si
dirà che in qualche caso si tratta di imputazioni “ve-
niali”, e che qualcuno finirà assolto. D’accordo. E’
anche vero, in compenso, che il loro numero cresce
con accelerazione da formula uno: ad avere guai
con la giustizia nel Pdl erano un anno fa in venti-
quattro, ora sono già quarantanove. E se un parla-
mentare non godesse di immunità rispetto a per-
quisizioni e altre forme di indagini, il tasso accertato
di “mariuoli” sarebbe ancora più alto.
Non è vero, perciò, che il parlamento è lo specchio
del paese. Il nostro attuale parlamento, quanto a
disprezzo delle leggi (che ha votato!), è peggiore
dei peggiori quartieri malfamati, e di gran lunga.
Mentre la maggioranza di parlamentari incensurati
finisce per reggere il sacco, visto che contro questo
insopportabile insulto alla decenza non ha preso
misure per farlo cessare (neppure l’opposizione –
ahimé - appare intenzionata a proporre il bisturi ne-
cessario).
E’ apprezzabile che il Colle più alto abbia ieri stig-
matizzato come “inammissibili” gli attacchi corren-
ti contro le toghe, a pronta cor-
rezione degli strali invero incom-
prensibili lanciati ieri l’altro con-
tro i magistrati che si sentirebbe-
ro “investiti di ‘improprie ed
esorbitanti missioni’”. Tuttavia
dal custode della Costituzione ci
saremmo aspettati qualcosa di
più, proprio in nome della verità
storica: a salvare l’onore del Pae-
se, di fronte a una Parlamento che
sempre più ne rappresenta i bas-
sifondi, sono stati e sono proprio
i magistrati (non tutti, purtrop-
po), che trattano il potente come
qualsiasi altro cittadino.
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Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Farina di medium
di Marco Travaglio
a foto dell’on. Renato Farina, già spia del Sismi
nome di battaglia “Betulla”, già patteggiatore di
una condanna a 6 mesi per favoreggiamento in
un sequestro di persona, che si arrampica sull’on.
Papa per schioccargli un bacio sulle guance, a mo’ di
viatico per l’ultimo viaggio a Poggioreale, resterà a
imperitura memoria come reperto di un’epoca. Ma il
bacio della morte è nulla al confronto del libro che
Farina Doppio Zero ha appena dato alle stampe per
Marsilio (gruppo Mondadori,e quale se no?).
S’intitola “Cossiga mi ha detto” e viene pubblicato a
di Carlo Tecce
o sono io, e voi...”. Lei è Renata Polverini.
distanza di sicurezza dalla scomparsa di Cossiga,
“I Lei è il governatore del Lazio. Lei può:
prendere un elicottero della Protezione ci-
onde evitare quei casi di morte apparente in cui il
defunto esce dall’avello e corre a strangolare chi gli
ha fatto dire cose mai dette o confidenze non
vile per un comizio e un rinfresco per la Festa destinate alla pubblicazione. Perché proprio questo è
del peperoncino di Rieti e rifiutarsi per due accaduto, secondo quel che racconta all’Espresso il
biografo e confidente dell’ex Presidente, Pasquale
volte di spiegare. Anzi, rivendica: “Non c'è
Chessa: “Cossiga smise di parlare alcuni mesi prima
stato un uso improprio. Lo userò ancora se
di decidere di smettere di vivere. Ma quando
ne avrò bisogno”. pag. 3 z
interruppe ogni rapporto con Farina era lucido e
stava ancora bene”. Il libro, racconta Chessa, era “già
pronto con Cossiga ancora in vita. Cossiga già nel
ESPLOSIONI E TERRORE IN NORVEGIA 2008, quasi due anni prima dell’aggravarsi della sua
salute, aveva spedito una lettera di rinuncia
Bomba nel centro di Oslo e strage di giovani all'editore, all'epoca Piemme, restituendo i 12.500
euro dell'anticipo e diffidando dal mandare in
stampa alcunché. Chiuse ogni contatto, da un giorno
all'altro, come ferocemente gli capitava”. Dove vuole
arrivare Farina con questa operazione da tavolino a
tre gambe? “Il suo libro serve a un solo scopo:
dimostrare che il suo burattinaio è Cossiga e non Pio
Pompa”. Chessa racconta un incontro fra l’ex capo
dello Stato e l’agente Betulla all'Hotel Senato: “Arrivò
Cossiga e iniziò ad apostrofare Farina da lontano, a
gran voce: ‘Renato diglielo che sei un eroe, che hai
servito la Patria, che sei andato da Milosevic su
mandato di Lamberto Dini!”. Era un modo
tipicamente cossighiano di parare il colpo in
anticipo. Occhio alle date: la guerra in Serbia è del
1999, il ministro degli Esteri era Dini, il premier
D'Alema. Pollari viene nominato capo del Sismi al
tramonto del 2001”. Il fato è che Farina, affetto da
gravi sintomi di mitomania, si credeva davvero in
missione per conto di Dio: quando fu beccato al
soldo del Sismi, spiegò che difendeva “le radici
Alle 15 e 26 una bomba esplode nel centro governativo di Oslo. Poco dopo un uomo in divisa da poliziotto apre il fuoco
ebraico-cristiane d’Europa minacciate dal
nell’isola di Utoya, a una trentina di chilometri dalla capitale. I due attacchi hanno provocato una ventina di morti (FOTO LAPRESSE)
fondamentalismo islamico”. Cosa c’entrasse tutto ciò
Gramaglia e Zunini pag. 12 - 13 z con le finte interviste ai pm, nell’illusione di carpire
informazioni sull’indagine sul sequestro Abu Omar,
non è dato sapere. Vero esperto di spionaggio,
Cossiga rideva all’idea che qualcuno avesse potuto
Processo lunghissimo ingaggiarlo come spia: “Andò a intervistare il pm
Spataro mentre i pm Spataro e Pomarici
intercettavano lui e Pompa, conoscendo in anticipo
ciò che gli avrebbe chiesto. Come in un racconto di
per salvare B. e i boss
Simenon, quando il lettore ne sa di più della spia. E
chi è andato per suonare esce suonato. Con Cossiga
allora mi piaceva immaginare la faccia di Feltri e
Sallusti, scoperto che gli scoop di Farina erano farina
del sacco di Pompa”. Pessimo come barbafinta,
Martedì al Senato Farina si supera in peggio come intervistatore di
Cossiga: “Ci sono nomi inventati, date confuse,
la legge che permette dialetti sardi straziati. A Farina si può perdonare tutto,
agli avvocati ma Saltabranca no! Il nome dello storico direttore
antifascista della Nuova Sardegna nel dopoguerra è
di trascinare Arnaldo Satta Branca…”.Cossiga amava citare
i dibattimenti fino “Un’oscurità trasparente”, libello del grande scrittore
americano William Styron, autore de “La scelta di
alla prescrizione pag. 4 z Sophie”. Farina, dopo una rapida consultazione
sbagliata di Wikipedia, lo confonde con Jostein
ntangenti rosse Gaarder, autore de “Il mondo di Sofia”. Conclude
Penati, altri CATTIVERIE sornione Chessa: “Fossimo stati ai tempi di Zeus,
Cossiga lo avrebbe già fulminato”. E meno male che i
imprenditori Alfonso Papa ha lasciato l’aula
tra gli abbracci dei colleghi. fulmini non si usano più, altrimenti Farina li
accusano Aveva tutta l’aria di un
arrivederci a presto
gabellerebbe per un attentato di Al Qaeda o delle
pag. 6z www.spinoza.it toghe rosse. E ci scriverebbe un altro libro.
pagina 2

L’ORGIA DEL POTERE

IL GENERALE SPECIALE MASTELLA E RUTELLI

Cene, amori L’Atr 42 e le spigole Tutti al Gp di Monza
Da Pratica di Mare a Verona: un ca- Da non perdere . E allora tutti in-
rico di spigole per la cena del 26 ago- sieme appassionatamente al Gran
e Champions League: sto 2005 a Predazzo. Lo organizzò il Premio di F1 a Monza del 2007:
generale della GdF Roberto Specia- Rutelli, Mastella e il figlio dell’allora
le - ora deputato Pdl - per allietare i ministro della Giustizia, rigorosa-
tanto paghiamo noi suoi ospiti. Il generale è accusato di mente su volo di Stato. Il tribunale
peculato e abuso d’ufficio. dei ministri ha archiviato tutto.

D’Alema, Bossi e B.
Illustrazione di
Emanule eFucecchi

La casta fuori di testa

ANNUNCIANO “NASI SANGUINANTI” O STREPITANO
AGGRAPPATI ALLE POLTRONE. MA SONO GIÀ IL PASSATO

di Luca Telese l’evidenza della realtà. C’è un fi- cede brabndelli di carisma co- monumento ad Alberto da Gius-
lo che unisce le minacce della strigendosi a ritrattazioni inve- sano per trarre dai negativi il
he cosa unisce il pugno rosimili di sparate che un tempo

C
battuto sul tavolo dal Cai-
mano e la voce dal sen
fuggita (e subito dopo ri-
mangiata) di Umberto Bossi?
Che cosa unisce al pugno del
berlusconismo decadente e al
rutto del celodurismo crepu-
scolare (“In galera!”) e il gesto
simpatico del lìder-bullo maxi-
mo che si infila gli occhiali nel
taschino e preannuncia emor-
raggie del setto nasale (“Quelli
che erano nella sua posizione,
quando io facevo questo gesto
si ritrovavano sanguinanti a ter-
ra?”) ai suoi intelocutori? Cosa
unisce ai tre grandi crepuscoli
l’agitare scomposto delle pulci
che si credono giganti, come
quei due dirigenti del Pdl che
ieri volevano addobbare il no-
stro cronista solo perché face-
va una domanda (legittima) su
un elicottero pubblico dedica-
to all’interesse privato? Cosa
unisce alla caduta degli dei il
fragore ridicolo dei ministri
che comprano a loro insaputa,
piazzano il parentame e attrez-
zano querele, i deputati ruba-
galline del Pdl che si pagano la
suite da nabbabbi, e l’esponen-
te democratico che patteggia
una condanna lampo?
C’È UN FILO LUNGO che in
queste ore tiene insieme le ma-
ni che prudono contro le do-
mande scomode, lo sfavillante
smottamento di tre grandi cari-
smi e l’avvitamento solipsistico
dei tre leader fuori controllo.
C’è un virus malato che si tra-
smette dai piani alti ai piani bas-
si, un odore cattivo di cancrena,
una voglia di combattere con la
violenza (fisica o avvocatizia)
ministra Brambilla che era arri-
vata a chiedere a questo giorna-
le tre milioni di euro (non li
avrà) e il dispetto per il lavoro di
inchiesta. Dice Silvio Berlusco-
ni de Il Fatto: “Senza di me voi
non esistereste”, e non sa che ci
fa un complimento. Dice Massi-
mo D’Alema che siamo un gior-
nale tecnicamente fascista, e
non sa che siamo stati tecnica-
mente sommersi da parole di
solidarietà.
C’È UN FILO SPESSO come
uno spago che unisce la malin-
conica e perdente stizza di Sil-
vio Berlusconi, la patetica con-
fusione di Umberto Bossi e il
simpatico e archilochèo elo-
quio di Massimo D’Alema, di-
stanti nei tempi e nella qualità
ma uniti come tre avvisi di ga-
ranzia, tre certificazioni di ces-
sata lucidità intellettuale.
Berlusconi, che un tempo fu
mago della manipolazione ico-
nografica e mediatica, compie
l’errore di svelarci platealmente
la sua impotenza. Bossi, che fu
inimitabile prestigiatore e in-
carnazione geniale del ganassa
Tre caudilli
opposti e
diversissimi
Eppure uniti
da una forza
politica
e di scena
avrebbe difeso con orgoglio.
D’Alema esibisce la nuvola del
suo malumore di fronte ai gior-
nali che osano parlare degli ar-
resti e delle inchieste che ri-
guardano il Pd. La gravità e la
qualità di questi moti di umor
nero sono diversi, così come le
cause. Ma comune è il fenome-
no di invecchiamento, l’obsole-
tizzazione di una classe dirigen-
te che per venti anni ha deciso il
bello e il cattivo tempo della po-
litica italiana. Tutto si poteva di-
re di D’Alema, negli anni passati
– amandolo o detestandolo - se
non che non non avesse una li-
nea politica una rotta, una iden-
tità forte. Ma oggi, anche lui,
lancia segnali contraddittori.
Scrive sulla nuova unità una ar-
ticolata analisi per dire che bi-
sogna dialograre con i movi-
menti, ma poi considera ingiu-
ria il solo fatto che su questo
giornale Marco Travaglio gli
ponga delle domande sulle vi-
cende giudiziarie del Pd. C’è in
queste tre grandi maschere del-
la politica italiana – Bossi, D’A-
lema e Berlusconi – lo stesso fa-
scino malinconico dell’androi-
de di Blade Runner, che conserva
intatto il suo senso di onnipo-
tenza superomistico, ma che al-
lo stesso tempo sa che nessuno
potrà alterare quello che è scrit-
to nel suo destino: la data di sca-
denza. In fondo, sia Berlusconi,
Bossi e D’Alema, sono diventati
oggi dei Balde Runner di se stes-
si, dei replicanti di quello che
sono stato nella prima repubbli-
ca. Bossi fondò la Lega venti an-
ni fa, dopo aver cominciato a
battere le valli nel lontano 1985.
Bossi è l’uomo che fotografava il
simbolo fai-da-te del Carroccio
(anche se Gianfranco Miglio di-
ceva perfido, dopo il litigio:
“Macchè, lo ha copiato dalle bi-
ciclette della Legnano!”), Silvio
Berlusconi vendeva gli apparta-
menti della sua prima specula-
zione, nel 1974, chiamando i
parenti a fingersi compratori
per abbindolare i veri com-
pratori (un genio, anche se
ad un tratto una disse:
“Zia, come stai!”, facen-
do mangiare la foglia
agli interessanti),
Massimo D’Alema,
anche può sembrare
incredibile, è quel
giovane che appare in
un reperto televisivo
del 1977, tormentato
in tv da un indiano me-
tropolitano di nome
Gandalf.
QUESTI tre leader
sono antichi, le tensio-
ni che produssero i
grandi banzi non ci so-
no più, i loro partiti so-
no attraversati da pul-
sioni materialissime.
Ma su di loro Adesso che il tempo degli an-
droidi è scaduto, come Rutger
ro e la forza che spezza l’acciaio
nelle mani. Ed è proprio questo
cala Hauer dovrebbero capire che è
ora di passare la mano, e di dis-
che rende il loro crepuscolo
non un finale di drammaturgia,
il crepuscolo solvere le loro storie come lacri-
me nella pioggia.
ma un problema per il paese.
Nei paesi democratici i leader se
Adesso che il loro tempo è fini- ne vanno senza drammi, nelle
di “Blade to, dovrebbero capire che tren- repubbliche delle banane i cau-
t’anni di palcoscenico sono dilli restano in campo finchè
Runner”: sono troppo per qualunque mattato- non li spazza una rivolta di piaz-
re. Invece non passano la mano, za. E finché qualcuno, tecnica-
replicanti non accettano di essere sostitui- mente giornalista, non racconta
ti, continuano a pensare di ave- la loro fine trovando un senso a
di se stessi re il sole in tasca, l’attrezzo in ti- una storia che un senso non ha.

INCONTRI RAVVICINATI Il Presidente del Copasir

Spinte, insulti e tuffi: un Lìder chiamato “Spezzaferro”

di Daniele Martini
“R ex superiorem non reco-
gnoscens, in regno suo est
imperator”. Alla lettera: il re non
riconosce superiori, nel suo re-
gno è lui l’imperatore. Quel bro-
cardo medievale alla base della
moderna sovranità, è come la
stella polare per Massimo D’A-
lema. Nel suo regno lui si con-
sidera sempre il primo, sopra di
lui non può esserci nessuno. E
siccome nella sua testa il suo re-
gno spazia dalla politica alla let-
teratura, dal partito all’alta stra-
tegia, dalla vela alla diplomazia,
dalla cura del corpo ai tuffi, lui si
considera un fenomeno mondia-
le .
Il siparietto in Transatlantico di
giovedì con Luca Telese del “Fat-
to” affrontato da D’Alema che
con gesto ampio e volutamente
plateale si toglie gli occhiali per
riporli in tasca come per prepa-
rarsi a menare, stupisce solo chi
non lo conosce davvero. Per D’A-
lema una sfida così a Monteci-
torio, una specie di “Ok Corral”
tra il politico e il giornalista, equi-
vale a un’ordalia, un giudizio di
dio. E siccome dio sta con chi è
nel giusto, e lui D’Alema si con-
sidera per definizione nel giusto
e oltretutto dice di avere gli ad-
dominali a tartaruga come quelli
dei modelli del mensile monda-
doriano “Men’s Health”, è chia-
ro che se lo scontro ci fosse stato
davvero non avrebbe potuto che
avere un vincitore. Lui, natural-
mente. A riprova che quelli del
“Fatto” che osano non prendere
per oro colato l’adamantina one-
stà sua e di chi gli ronza intorno,
sono addirittura “tecnicamente
fascisti”. E come tali meritevoli di
una punizione esemplare, an-
che a botte, come un tempo che
fu.
IL RAPPORTO di D’Alema
con i giornalisti, considerati in
blocco “iene dattilografe”, non è
mai stato idilliaco e in qualche
caso in passato è stato regolato
sul piano dello scontro fisico. Ste-
fano Salvi, il vice Gabibbo di “Stri-
scia la Notizia” che a metà degli
anni Novanta lo inseguiva cer-
cando di farsi dire qualcosa sulla
casa dell’Inpdap a Trastevere
presa in affitto a prezzi stracciati,
fu spintonato in malo modo da
due agenti della scorta dalemia-
na che alcuni anni più tardi fu-
rono pure rinviati a giudizio.
All’inizio degli anni Settanta del
secolo passato, quando comin-
ciavo questo mestiere facendo il
corrispondente dell’Unità da Pi-
sa, lui era un dirigente di primo
piano della Federazione comuni-
sta cittadina, responsabile della
stampa e propaganda. Tutti gli
pronosticavano un grande avve-
nire e sull’altare della politica gli
perdonavano certi atteggiamenti
che sembravano venati di sup-
ponenza. Con infinite cautele,
una volta ne parlai con il segre-
tario di Federazione, Giuseppe
De Felice, un politico di razza. Mi
disse che D’Alema era un timido
e il comportamento da superuo-
mo che teneva era solo una co-
razza. Presi per buona quell’in-
terpretazione, e per anni ho
guardato D’Alema con l’indulgen-
te simpatia che provo per i ti-
midi.
Quando passai a “Panorama” e
nel 1995 con Giovanni Fasanella
scrissi la biografia di D’Alema, mi
convinsi che gli aspetti spigolosi
del suo carattere si erano parec-
chio accentuati. In quelle 223 pa-
Il faccia a faccia
gine c’erano anche tanti episodi
del D’Alema muscolosamente su-
con “Striscia
per. Come quello della sua ca-
pacità di spezzare con la sola for-
la Notizia”
za delle mani i tappi di ferro delle
bottiglie, un’abilità che in seguito e i supplizi al
gli valse il nomignolo di “Spez-
zaferro”. O quello del tuffo, meno “cane coglione”
noto, ma forse più significativo.
D’Alema che durante una gita in Che alla fine
barca non ci sta ad essere da
meno rispetto ad una giovane lo morse
campionessa e ottima tuffatrice,
e quindi sale e si tuffa da uno
scoglio con un impegno così “cane coglione” perché non ave-
estremo che poi per una setti- va bloccato un ladro e quindi da
mana non riesce più a muovere il punire con il supplizio della sco-
collo. O quello delle interminabili della piena di cibo spostata in
prove davanti allo specchio per continuazione con un piede da-
imparare l’arte della gestualità vanti al suo muso, così che non
da comiziante. O l’episodio del riuscisse a mangiare. Con il ri-
cane, ritenuto da D’Alema un sultato che il cane innervosito alla
 Sabato 23 luglio 2011

L’ORGIA DEL POTERE

BRAMBILLA LA RUSSA CALDEROLI

A carico nostro Presto, c’è l’Inter! Toccata e fuga
Elicottero - di Stato, of course - che “Motivi di sicurezza” ha spiegato La trasferta a Cuneo - dove risiede la
passione! Anche per il ministro La Russa. Per andare a vedere l’In- sua compagna Gianna Gancia, pre-
Brambilla. Che - come raccontato ter in Champions a S. Siro il 5 apri- sidente della Provincia – la mattina
dal “Fatto” nel novembre del 2010 - le all’andata utilizzò un aereo dei del 19 gennaio 2011. Poi - dopo po-
vantava nel 2009 un piccolo record: carabinieri e uno dell'Aeronautica che ore, come ha ricostruito il “Fat-
157.000 euro di spesa viaggi a fronte militare con numero identificativo to” - il ritorno. Costo: circa 20mila
di un budget previsto di 27.000. MM62210 per il ritorno a Roma. euro.

Lo sguardo
Un estratto del videodel video,
pubblicato sul nostro sito
Ilfattoquotidiano.it, in cui il
governatore Renata Polverini
rifiuta le domande del Fatto sul
perché sia andata a rieti con un
elicottero della Protezione
civile per la Fiera del
peperoncino di Rieti. A destra
l’elicottero che sorvola la città
per atterrare poi all’aeroporto
Ciuffelli e l’auto blu che
accompagna la polverini in
centro con il sindaco di Rieti,
Giuseppe Emili.

VOLO DI SCAMBIO
Renata Polverini con l’elicottero della Protezione civile alla sagra
del peperoncino: “Nulla da spiegare”. I 3 milioni di appalto con la Heliwest
di Carlo Tecce cademia reatina del peperon- denza l'anno prossimo. La He- riservati al governatore. La so- può. Rileggiamo: “Non gravo doveva rientrare per una ce-
cino. Il governatore ha rag- liwest dirotta 6 elicotteri nel cietà di Asti, però, aveva of- sul denaro pubblico”. Sarà na con la Coldiretti, ironia di
o sono io, e voi...”. giunto Rieti da Castel Fusano Lazio durante l'estate, la con- ferto a Marrazzo dei trasporti perché l'elicottero è noleg- una terribile ironia, due ve-

“I Lei è Renata Polveri-

ni. Lei è il governa-
tore del Lazio. Lei
può: prendere un elicottero
della Protezione civile per
a bordo di un velivolo AS 350
B3 di Heliwest, assieme a
quattro persone, due assi-
stenti e due piloti. Ai 70 chi-
lometri che separano la sede
venzione è dal 15 giugno al
31 agosto. Il bando di gara de-
finisce con precisione l'ac-
cordo con l'azienda piemon-
tese: “Consiste nel servizio
di cortesia.

un comizio e un rinfresco
per la Festa del peperoncino
di Rieti e rifiutarsi per due
volte di spiegare. Anzi, riven-
dica: “Non c'è stato un uso
improprio. Lo userò ancora
se avrò bisogno di conciliare,
da presidente, la mia presen-
za in più contesti”. Iniziate a
far girare le eliche, la Polve-
rini è pronta per l'imbarco. E
per chi insiste, la risposta è
perentoria: “Non c'è nulla da
chiarire e mi meraviglia la vo-
stra enfasi. Io sono il presi-
dente regionale, se ritengo di
utilizzare un mezzo veloce,
per due situazioni diverse,
posso farlo. Non gravo sul
denaro pubblico”.
IN CODA a un ragionamen-
to tortuoso, ecco che la Pol-
verini, a sua insaputa, svela il
segreto del suo viaggio nella
città di Guglielmo Rositani,
consigliere di amministrazio-
ne Rai e presidente dell'Ac-
fine si vendicò mordendogli l’al-
luce fino all’osso.
regionale di Roma e il palazzo
Papale di Rieti, la Polverini ha
aggiunto i 27 per Castel Fu-
sano. Da cinque anni, ai tem-
pi di Piero Marrazzo, la He-
liwest di Asti rafforza la flotta
dei mezzi antincendio a di-
sposizione della Protezione
civile laziale. Il primo appalto
è del 2006, rinnovato per 3
milioni di euro quasi in au-
tomatico nel 2009 e in sca-
Il velivolo
dovrebbe
spegnere
incendi
e invece
scarrozza la
governatrice
IN TRASFERTA PER LE PROVINCIALI
L'EX GOVERNATORE ha
sempre declinato per oppor-
tunità: può l'autore di una ga-
giato con milioni di euro per
spegnere incendi, non per se-
dare la sete di chi s'ingozza di
'nduja a Rieti. E un attimo fa,
per contrastare la casta, ieri
livoli più piccini combatteva-
no le fiamme sull'autostrada
per Rieti. Tra roghi veri e ro-
ghi culinari, la Heliwest pen-
sava che la Polverini avesse
aereo di spegnimento incen- ra d'appalto ricevere un favo- rifletteva: “Sì ai tagli per le ordinato il mezzo, il più po-
di boschivi sull'intero territo- re da chi partecipa e poi vin- commissioni: sono troppe”. tente, per visionaria l'area.
rio laziale”. Non c'è scritto ce correttamente la commes- Mentre l'AS 350 B3 volava su Semplicemente: voleva evita-
che uno o più elicotteri siano sa milionaria? La Polverini Roma con il governatore che re il traffico creato dai volon-
tari della Protezione civile op-
pure arrivare puntale all'ape-
ritivo di casta con l'amico Ro-
“VAI VIA o sono è un devoto del Cavaliere. Van-
sitani, il ministro Paolo Roma-
ni (Sviluppo economico), i
schiaffi” disse Rositani tamunale un record nel consiglio co-
di Rieti: 32 due anni
consecutivi. E quattro mandati
sottosegretari Roberto Rosso
(Agricoltura) e Alfredo Man-
tica (Esteri). La casta non re-
CSe osì parlò Guglielmo Rositani: “Vada, a Montecitorio, più un trentennio ai
vada, lei è un provocatore cretino. vertici del Movimento Sociale e di Al-
siste: dai voli di Clemente Ma-
stella per un Gran premio a
non se va, la prendo a schiaffi. Sce- leanza Nazionale. Colleziona cariche:
mo, deficiente. Vai via, tu non sei degno sindaco di Varapodio, vincitore con la
Ignazio La Russa per un par-
tita dell’Inter.
di essere un giornalista, sei un cafone
maleducato. Se ne deve andare, non ha
lista “Asso di coppe”; fa parte del Cda
della società Ponte di Messina in quota ATTERRATA all'aeropor-
capito: le do uno schiaffo!”. La scena è
quella di giovedì alla sua sagra del pe-
politica e di amicizia del ministro Al-
tero Matteoli. É presidente dell'accade-
to Ciuffelli di Rieti con il pic-
chetto d'onore del sindaco
peroncino, gli insulti sono le risposte mia del peperoncino di Rieti e cittadi- Giuseppe Emili, l'ex sindaca-
alle nostre domande sulla Polverini. Di no onorario di Diamante, una capitale lista è corsa in centro per un
origini calabresi, a Rieti dal '65 per una del piccante. Non si registrano sue di- paio di tarallini e un vinello
cattedra all'Istituto tecnico, l'ex missi- chiarazioni sulla televisione pubblica leggero in Prefettura. Un po'
no Rositani è consigliere di amministra- dove presta servizio da tre anni. Questa di energia per scandire paro-
zione Rai, entrato in viale Mazzini tre è la sua massima: “Berlusconi arriverà a le solenni: “Rieti è il centro
anni fa con Alleanza Nazionale, adesso 120 anni? Io farò meglio…”. agricolo più grande d'Europa.
Vi abbraccio”. L'Italia dei Va-
lori e il Partito Democratico
hanno presentato tre interro-
gazioni urgenti: “Invece di ti-
rarla tanto per le lunghe e sfo-
derare la solita “arroganzel-

PROPRIO perché è da sem-

pre intimamente convinto di es-
sere “Er Più”, D’Alema non sop-
porta chi non riconosce la sua
grandezza e non si inchina ad
essa. Ma siccome sotto sotto è
anche un insicuro, non può fare a
meno di circondarsi di gente che
lo lusinga e non lo contraddice
mai. I Lothar, i consiglieri che lo
seguivano a palazzo Chigi alla fi-
ne degli anni Novanta quando lui
era capo del governo, gli servi-
vano anche a questo: a confer-
margli il convincimento di essere
il più bravo. Nel culto del capo il
più ortodosso era Claudio Velardi,
da ultimo consulente del Pdl
Gianni Lettieri alle comunali di
Napoli. Una volta ad un’assem-
blea di partito, mentre D’Alema
parlava nel silenzio, inopinata-
mente dalla sala si alzò un “bra-
vo!” stentoreo. “È arrivato Velar-
di” mi sussurrò in un orecchio il
collega che avevo a fianco.
ROMANO VIAGGIA DA MINISTRO PER LA PROPAGANDA PDL
di Ferruccio Sansa
n elicottero del Corpo Forestale per andare a un appuntamento
“U elettorale del centrodestra”. L’accusa è rivolta al ministro del-
l’Agricoltura Saverio Romano. Ed è contenuta in un documento, cor-
redato di fotografie, inviato da Massimo Romano, consigliere regionale
del Molise (“Costruire Democrazia”, centrosinistra), alle Procure di
Campobasso e di Roma. Siamo al 12 maggio scorso, appena un mese
e mezzo dopo la contestata nomina a ministro. Romano vola in Molise.
Ci sono anche impegni istituzionali, ma siamo a tre giorni dalle elezioni
provinciali di Campobasso. “Certo, qualcuno potrebbe storcere comun-
que il naso se un ministro partecipa alla campagna elettorale, ma in
fondo Romano era il terzo membro del Governo venuto a Campo-
basso”, chiosa il consigliere regionale Massimo Romano. Il punto è che
le cronache locali ricordano la fitta agenda del ministro a sostegno del
candidato alla provincia del Pdl, Rosario de Matteis (eletto con il 54,2%
dei voti). Alle 16,30, incontro all’Hotel San Giorgio di Campobasso. Poi
di corsa a Termoli all’Hotel Martur Resort. Romano ha poco tempo,
deve spostarsi velocemente. Ecco che cosa racconta al “Fatto” un te-
stimone dell’arrivo del ministro: “Lo abbiamo aspettato nel piazzale
davanti allo stadio di Termoli. È arrivato con un elicottero della Fo-
restale. Siamo rimasti stupiti perché era diretto a un appuntamento
elettorale”. Un “dettaglio” che non sfugge a Stefano Di Leonardo, cro-
nista del quotidiano online “Primonumero.it”: “Romano ha trovato ad
la”, il presidente dica chiara-
mente – precisa il consigliere
Enzo Foschi del Pd - di chi è
attenderlo gli uomini della Forestale, i Vigili del Fuoco e i Vigili Urbani”.l’elicottero che ha usato per
Ma quali appuntamenti attendevano Romano? L’ufficio del ministro, l’importante appuntamento
interpellato dal “Fatto”, comunica: “Il ministro ha avuto tre incontri istituzionale del peperonci-
istituzionali presso l’Hotel Martour di Termoli. Alle 17 ha incontrato le
associazioni agricole sul territorio. Sempre all’Hotel Martour alle
no. E’ un atto dovuto. Lo
prenderà ancora per fare fe-
17.20 ha incontrato le associazioni di pescatori e alle 17.40 i respon- lici i pendolari che affrontano
sabili dello Zuccherificio del Molise”. Ma all’Hotel Martour quel giorno strade e treni malridotti”. Co-
(per il convegno “Una politica per l’agricoltura e la pesca nella regione m'era? “Io sono io, e voi...”.
Molise”) era presente tutto lo stato maggiore
del Pdl locale: c’era il presidente della Regione, Foto per gentile concessione di “Primonumero.it”
Michele Iorio (Pdl). Quindi Sabrina De Camillis
(deputato Pdl), Pierluigi Lepore (coordinatore
Pdl di Campobasso). Moderatore del dibattito
Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale Pdl.
Ma soprattutto c’era il candidato del centro-
destra, Rosario De Matteis, sostenuto anche
dalla lista Popolari di Italia Domani, cui fa ri-
ferimento il ministro. Insomma, un’iniziativa
anche elettorale a tre giorni dal voto.
Alla fine della giornata i cronisti di “Nuovo Mo-
lise” annotano: “Il ministro è ripartito per Ro-
ma a bordo di un velivolo della Forestale”.
Adesso di quel volo potrebbero occuparsi i ma-
gistrati cui è stato presentato l’esposto.
pagina 4 Sabato 23 luglio 2011

I
INGIUSTIZIA

l Terzo Polo chiede un nuovo governo di
Fini: “Un nuovo governo centrodestra senza Silvio Berlusconi. A
“licenziare” il Cavaliere, Gianfranco Fini:
“Berlusconi si deve dimettere? Se non ora,
di centrodestra, quando?”, ha sottolineato la terza carica dello Stato
facendo appello alle forze politiche di maggioranza e
invitandole ad indicare un nuovo premier, un’agenda
ma senza Berlusconi” scarna, un programma di fine legislatura. Ma è un
appello, è sicuro Fini, che cadrà nel vuoto e anzi,
probabilmente, la risposta sarà “beffarda” se non
addirittura colma di “insulti”. Dallo stesso
auditorium della Conciliazione dove circa un anno fa
puntò il dito contro il premier dicendogli “Che fai, mi
cacci?”, il leader di Fli si è rivolto anche direttamente
a Berlusconi: “Dimostra che ami davvero l’Italia,
dimostra di servirla e non di servirtene facendo un
passo indietro, avendo come interesse l’interesse
generale”. Non lo farà, sostiene anche,
Pierferdinando Casini, ma è comunque venuto il
momento “di dare vita a una terza Repubblica, deve
iniziare una nuova primavera italiana, una stagione di
unità nazionale per preparare il riscatto”. Chiude
Rutelli: “Noi siamo uniti e lo saremo sempre di più;
oggi nasce il Terzo polo e non torniamo indietro”.

ANCHE LA MAFIA SORRIDE: IN SENATO

LA LEGGE “ALLUNGA PROCESSI”
Gli avvocati potranno convocare migliaia di testimoni
Il guardasigilli Angelino Alfano (ANSA)

di Antonella Mascali fatti, che “Il giudice... a pena di

na legge devastante per

U la giustizia sta per essere
approvata in Senato la
settimana prossima.
Con un colpo di mano la mag-
gioranza è riuscita a far mette-
re in calendario per martedì la
votazione in aula del cosiddet-
to “processo lungo”. Una nor-
mativa che salva mafiosi, delin-
quenti abituali e non, colletti
bianchi corrotti. Per le vittime,
invece, sarà azzerato di fatto il
diritto alla verità.
L’emendamento “allunga pro-
cessi”, a firma di Franco Mu-
gnai del Pdl (approvato in com-
missione giustizia del Senato ai
primi di aprile), prevede, infat-
ti, che la difesa possa presen-
tare sterminate liste di testimo-
ni. Di più. Fa carta straccia del-
la “norma Falcone” (articolo
238 bis del codice di procedu-
ra penale) perché vieta in un
dibattimento l’utilizzo come
prova delle testimonianze già
acquisite in altri processi con
sentenza passata in giudicato.
nullità ammette le prove ad ec-
cezione di quelle vietate dalla BORDIN Radio radicale
legge e di quelle manifestamen-
te non pertinenti”. Il trucco per
obbligare il giudice all’ammis-
sione dei testimoni è proprio in
quella frase: “Non manifesta- M
o radio Quirinale?
assimo Bordin è lo storico conduttore di “Stampa & Re-
gime” su Radio Radicale che non finiremo mai di lodare.
mente pertinenti”, significa Una faticaccia quella di estrarre ogni giorno l’essenziale da
che se gli avvocati hanno una decine di quotidiani. Ieri mattina, al consueto, oneroso im-
mezza giustificazione per la lo- pegno Bordin ha aggiunto quello di viceportavoce del Qui-
ro richiesta, sia pure abnorme, rinale. Alla lettura dell’editoriale del Fatto (per cui lo ringra-
la spuntano. Anche se l’intento ziamo) dal titolo: “Domande al Colle”, egli ha declamato le
è chiaramente dilatare il pro- risposte del Colle in una sorta di montaggio alternato. Solo che
i rilievi su quanto da noi scritto non erano di Pasquale Cascella,
portovace del capo dello Stato ma del medesimo Bordin. Per
Sarebbero esempio, abbiamo chiesto come mai Napolitano nello stig-
matizzare “l’intollerabile e sterile scontro tra politica e ma-
messe a rischio gistratura”, abbia rivolto pesanti critiche
quasi esclusivamente alla “condotta” dei
le sentenze magistrati. Puntuale la rampogna di Bor-
din: “Di critiche ce n’erano anche per la
politica, bastava leggere”. Purtroppo di
che interessano questo non se n’è accorto nessuno visto
che tutti i giornali italiani hanno titolato
il premier, sui rimproveri alle toghe. Insomma a furia
di citare i moniti e le strigliate del Colle,
ma anche Bordin si è fatto prendere la mano.
quelle sui boss

OGNI VOLTA, dunque, si
può ripartire da zero e la pre-
scrizione diventerà inevitabile
per decine di migliaia di pro-
cessi. Le nuove regole rappre-
sentano un mix fortunatissimo
per il processo milanese a cari-
co di Silvio Berlusconi per la
corruzione in atti giudiziari del-
l’avvocato David Mills. Al mo-
mento, la sentenza della Cassa-
zione per il testimone corrotto
(e prescritto) è stata acquisita
in dibattimento e rappresenta
una spada di Damocle per il
presidente del Consiglio. An-
che se, rispetto a quando l’e-
mendamento è stato architetta-
to, per scelte anche del colle-
gio, la prescrizione scatterà co-
munque, quasi sicuramente,
prima della sentenza di primo
grado. Ma Berlusconi deve ipo-
tecare gli altri procedimenti:
quello per il caso Ruby, e quelli
per presunti reati fiscali: Media-
set e Mediatrade.
E, come accade per tutte le leg-
gi ad personam, al netto dei “lo-
di” Schifani e Alfano, l’effetto
su tutti gli altri processi è cata-
strofico. Un esempio: se allo
stadio, durante una partita di
calcio con 30 mila spettatori, è
stato commesso un omicidio,
l’accusa chiamerà in dibatti-
mento, verosimilmente, solo
pochi testimoni. Quelli in gra-
do di riferire elementi certi su
quanto avvenuto. Ma con la
nuova legge, la difesa di chi è
imputato può chiedere che
vengano a testimoniare, in
astratto, tutti e 30 mila gli spet-
tatori. Basta che sappia dare
una buona motivazione e il giu-
dice è obbligato ad accogliere
la richiesta. Gli viene quindi tol-
to il potere di determinare la li-
sta testi in base all’attuale con-
cetto di “superf luità”. E se non
accoglie le richieste il processo
può essere annullato. L’emen-
damento Mugnai prevede, in-
cesso e arrivare così alla pre- galo anche ai boss. Con il dirit- zioni criminale) e non è esclu- tela della sicurezza dei cittadi- Camera a febbraio. Poi il blitz in
scrizione. to, a pena di nullità, di far sen- so, riuscirvi. È facile intuire la ni. È l’antitesi dell’efficienza Senato del Pdl, in aprile: l’ap-
Questa legge (che dovrà torna- tire un numero illimitato di te- conseguente paralisi dei pro- della giustizia per cui questo provazione in commissione
re alla Camera) vale non solo sti, anche se manifestamente cessi, compresi quelli per le governo non ha fatto nulla e giustizia dell’emendamento
per i processi di primo grado in superflui e irrilevanti, e la pos- stragi. Questa proposta di legge nulla vuol fare. “allunga processi”. Tra tra mar-
corso (altrimenti non servireb- sibilità di ottenere l’esame di te- – prosegue Della Monica – è per Pensare che il disegno di legge tedì e mercoledì il voto dell’au-
be a Berlusconi) ma persino stimoni e collaboratori le cui di- la giustizia la minaccia di una originario aveva tutt’altro sco- la. La Lega pare proprio che la
per i processi di mafia e per chiarazioni siano state già utiliz- tragedia ancora maggiore, se po: “Inapplicabilità del giudi- legge, ormai stravolta, la voterà
quelli con rito abbreviato, con- zate nelle sentenze definitive, possibile, della prescrizione zio abbreviato ai delitti puniti perché non vuole rompere con
cepito, appunto, per durare po- Cosa nostra, ‘ndranghetisti o breve, che inciderebbe “solo”, con la pena dell’ergastolo”, pri- Berlusconi. Avrà, però, un pro-
co grazie alla concessione dello camorristi potrebbero non so- si fa per dire, sui processi agli ma firmataria la deputata della blema in più con i suoi elettori,
sconto di un terzo della pena. lo dilatare a dismisura la durata incensurati, già favoriti dalla Lega, Carolina Lussana. Dun- già in crisi con i vertici del Car-
Silvia Della Monica, senatrice di un processo, ma anche ten- sciagurata legge ex-Cirielli. Sa- que una legge scritta per impe- roccio. Dovrà spiegare loro co-
del Pd, membro della Commis- tare di mettere in discussione rebbe, inoltre, un diniego di dire benefici a chi è accusato di m’è possibile che inneggia alle
sione giustizia e di quella anti- fatti storici acclarati (perfino giustizia per le parti offese e reati gravissimi. Nella versione manette e poi dice sì a una nor-
mafia, non ha dubbi: “È un re- l’esistenza della stesse associa- una clamorosa rinuncia alla tu- originale è stato approvato alla ma che garantisce impunità.
Consiglio dei ministri senza potere: rinvia tutto
IL SUCCESSORE DI ALFANO E LA RIFORMA COSTITUZIONALE? SI FARANNO CHISSÀ QUANDO. CALDEROLI S’INFURIA
di Sara Nicoli les – ha declamato – si è dimostrato che problemi seri. In effetti, uno importan- cio che è arrivato subito dopo a sotto-
l’Europa è un’entità politica vera e nel te c’è ed è il rapporto con la Lega, uf- lineare che non saranno necessari ulte-
na riforma dell’architettura istitu- 2014 riusciremo ad azzerare i nostri ficialmente senza neppure una crepa: riori passaggi in Consiglio dei ministri.
Udi domenica
zionale dello Stato che viene varata
e fa infuriare il ministro
deficit di bilancio arrivando al pareg-
gio”.
“Ho parlato a lungo con Bossi, nessun
problema vero all’orizzonte”, ha detto
Anche se il testo dovrà passare in Con-
ferenza unificata e quello che sarebbe
Roberto Calderoli. Un debito pubblico ieri dopo una telefonata con il Senatùr definitivo – si riconosce – “sarà modi-
– “colpa dei precedenti governi” – che CHIMERE. Perchè il debito pubblico (ancora convalescente dall’operazione ficato”.
ha lasciato come eredità una burocra- continuerà invece a crescere. Ed è que- alla cataratta). Ma ieri è avvenuto l’en-
zia talmente farraginosa da aver impe- sto un fatto che Berlusconi, suo malgra- nesimo incidente che ha reso il clima NON SOLO un inciampo linguisti-
dito al Cavaliere di mettere una fontana do, ha dovuto ammettere con qualche ancora più incandescente. Motivo del co-legislativo; un nuovo problema po-
nuova nei suoi giardini della Certosa. amarezza, raccontando che proprio a contendere, la riforma costituzionale. litico dopo quello seguito al voto su Pa-
E, infine, un’alleanza con Bossi che è causa di questa elefantiaca macchina Berlusconi l’ha presentata in pompa pa (Calderoli è uscito furibondo dal col-
“sempre più solida”, con una maggio- burocratica, la sua villa sarda della Cer- magna, sottolineando che l’articolato loquio con Berlusconi), anche se il Ca-
ranza che non ha nulla da temere, tanto tosa è restata a lungo orbata di una nuo- aveva avuto il via libera da tutti i ministri valiere sembra aver scelto, per il mo-
che persino i ministri Maroni e Calde- va fontana “dentro un (la formula “salva in- mento, una linea soft con la Lega. Com-
roli sono con lui. Ciliegina sulla panna: terreno di un milione Berlusconi dopo il Cdm (A ) tese”) e che il varo ci
NSA
preso con Roberto Maroni, definito
“La prossima settimana cambio il mi- di metri quadri”, per- sarebbe stato il 4 set- “amico di sempre”. Berlusconi, comun-
nistro della giustizia!”; lo dice da un chè “nonostante noi tembre, per dare a que, deve aver annusato bene l’aria che
mese quasi ogni giorno. (il governo, ndr) aves- tutti l’opportunità di tira al nord, tanto da aver precisato la
Un Berlusconi più solo di sempre, ab- simo già varato il pia- presentare proposte sua intenzione di interluquire “priorita-
bandonato persino dal ministro Calde- no casa e tutte le am- di modifica; giorno riamente con Bossi”, pur conservando
roli nel giorno del varo – da parte del ministrazioni locali previsto una domeni- “un rapporto diretto e sincero anche
Consiglio dei ministri – della riforma fossero di centrode- ca (4 settembre), ma con Calderoli e Maroni”.
più pesante, quella dello Stato, ha aper- stra, il Comune non ci pazienza. Calderoli è A settembre, comunque, i conti andran-
to un immaginifico libro delle favole dava il permesso; e andato su tutte le fu- no rifatti. Intanto, si naviga a vista. Il
secondo il quale, a sentir lui, persino la adesso ho un cantiere rie. Al punto che Pa- nuovo guardasigilli è annunciato anco-
crisi economica, il salvataggio in cor- bloccato per via di lazzo Chigi è stato co- ra per la prossima settimana: “Al capo
ner della Grecia e la fibrillazione con- una variante che non stretto ad aggiustare dello Stato sarà formulata una proposta
tinua dei mercati, non sono più cose viene approvata”; il tiro in corsa, con il che sono certo sarà accettata”. Con
che debbano preoccupare: “A Bruxel- quando si dice avere ministro del Carroc- questa lo ha promesso già tre volte.
Sabato 23 luglio 2011 pagina 5

N
INGIUSTIZIA

apolitano corregge il tiro rispetto alle
Dagli applusi di B. dichiarazioni dell’altro giorno su
politica e magistratura, ma il coro
berlusconiano di elogi non si ferma. Ieri è stato il
all’elogio di Cicchitto turno dell’ex piduista socialista Fabrizio Cicchitto,
oggi capogruppo del Pdl alla Camera: “Il presidente
Napolitano ha fatto una riflessione di alto livello e del
per il capo dello Stato tutto al di fuori degli schemi precostituiti sul difficile
rapporto fra politica e magistratura. Di questo
intervento dobbiamo essergli grati perché
costituisce un serio tentativo di evitare il totale corto
circuito dello stato di diritto nel nostro Paese”.
Un altro falco come Maurizio Gasparri, presidente
dei senatori del Pdl, ne ha approfittato per chiedere
le dimissioni di due magistrati impegnati in politica
con il centrosinistra: “Il presidente della Repubblica
ha detto che ‘vanno evitate condotte che creino
indebita confusione di ruoli’. Ciò accade quando il
magistrato si propone per incarichi politici nella
sede in cui svolge la sua attività. Dopo queste
chiare parole perché non si dimettono il magistrato
Nicastro assessore di Vendola in Puglia e il suo
collega Narducci passato dalla procura di Napoli
alla giunta De Magistris?”.

LE ANSIE DEL PAESE

A CARICO
DEI MAGISTRATI?
I pareri sul ruolo dei togati
dopo il discorso di Napolitano Il presidente della Repubblica Napolitano ieri al Quirinale durante la cerimonia del Ventaglio con i giornalisti parlamentari (FOTO LAPRESSE)

a cura di Caterina Perniconi Furio Giuseppe Bruno Oliviero Massimo

Dopo la cronaca della
settimana, col sì della Camera
all’arresto di Alfonso Papa e il no
del Senato a quello di Alberto
Tedesco, si sono susseguiti anche
due interventi del Capo dello
Stato, Giorgio Napolitano, sul
rapporto tra la magistratura e la
politica. Giovedì, davanti a una
platea di neomagistrati, il
presidente della Repubblica ha
chiesto ai togati “la capacità di
calare le proprie decisioni nella
realtà del paese, facendosi carico
delle ansie quotidiane e delle
aspettative della collettività, per
impedire o almeno attenuare
attriti e polemiche in grado di
lasciare strascichi velenosi e di
appesantire le contrapposizioni
tra politica e giustizia”.
Ieri, dopo le polemiche suscitate
da questa frase, durante la
cerimonia del Ventaglio,
Napolitano ha negato
l’intenzione di ridimensionare il
ruolo dei magistrati. “Ho
richiamato a comportamenti che
non offuschino la credibilità ed il
prestigio dei magistrati e non
indeboliscano l’efficacia dei loro
interventi a tutela della legalità”,
ha precisato. Abbiamo quindi
chiesto ad alcuni commentatori
cosa ne pensano del discorso del
Capo dello Stato e del rapporto
tra magistratura e politica.
Colombo
Deputato Pd
Si può
giudicare la
politica, ovvero
valutare le
azioni degli addetti ai lavori,
come si giudicano gli altri
cittadini? Ovvio che la
risposta è sì perché, in ogni
paese democratico, niente
separa coloro che si fanno
eleggere da coloro che li
hanno eletti. C’è poi il
dovere formale degli eletti di
fare di più degli altri cittadini
inquisiti: dimettersi dal
ruolo o funzione pubblica
per mostrare di non cercare
o volere alcuno scudo
improprio. Doveri della
magistratura? Indagare,
accertare, giudicare, con la
stessa prudenza dedicata a
ogni altro cittadino. Ci sono
state violazioni a danno di
politici? Giusto denunciare.
Gli interessati hanno
robuste batterie di difesa per
questo pericolo. Una
indagine, per quanto
spiacevole, non è scontro
con la politica, al modo in
cui non è scontro con
l’imprenditoria incriminare
personaggi della
Finmeccanica o del San
Raffaele.
Cascini
Segretario Anm
Ritengo
sbagliato
strumentalizzare
le parole del
Capo dello Stato. I richiami
sono condivisibili e
corrispondono a quello che
l’Associazione nazionale
dei magistrati dice da
sempre. Che la custodia
cautelare debba essere
usata come estrema ratio è
scritto nel codice ed è un
principio fondamentale del
nostro ordinamento. Che le
intercettazioni siano uno
strumento da usare solo
quando necessario – e
come si sa sono
indispensabili per indagare
dove altre forme d’indagine
sono più difficili, come nei
reati economici e contro la
pubblica amministrazione
– è scritto nel codice, e il
loro abuso rovina sia lo
strumento che l’indagine.
Le parole di Napolitano ai
giovani magistrati fanno
quindi parte di un richiamo
giusto e condivisibile,
soprattutto quando ricorda
che è il ruolo della
magistratura è quello di
combattere l’illegalità
diffusa, senza scontri.
Tinti
Magistrato
Art. 87 Cost: Il
presidente della
Repubblica è il
Capo dello Stato e
rappresenta l’unità nazionale.
Napolitano sembra averne una
concezione singolare. Già
Esopo aveva capito che il lupo
era l’aggressore e l’agnello
l’aggredito: e mai avrebbe
pensato di invitare l’agnello a
non bere e, se proprio doveva,
di farlo in maniera non
provocatoria, tenendo conto
delle necessità del lupo. Perciò
non è proprio bello che il
Capo dello Stato dica ai giovani
magistrati che iniziano il loro
lavoro: “Dovete calare le
decisioni nella realtà del paese
per evitare contrapposizioni
tra politica e giustizia”.
Preoccupa questo mettere
sullo stesso piano chi adempie
al proprio dovere (vedi art.
101 e art. 112 della
Costituzione) e chi utilizza le
cariche istituzionali per evitare
di finire in prigione dopo aver
commesso gravi reati. É
incomprensibile
raccomandare a un giudice di
tener conto della situazione
del paese. É sconcertante che
il cerchiobottismo arrivi anche
al Quirinale.
Beha
Giornalista
Nei cinque anni
quirinalizi,
abbastanza
spesso mi sono
sentito sollevato dalla
presenza di Napolitano alla
presidenza della Repubblica,
altre volte meno e mi sono
sempre ricordato che tipo di
Parlamento lo abbia eletto:
indagati, pregiudicati,
compagnie di giro, ecc.
Sul rapporto tra magistratura
e politica Napolitano è inter-
venuto di frequente spesso
costretto dalle situazioni. Al
triangolo magistratura-politi-
ca, manca un lato: l’opinione
pubblica, il paese. Questa vol-
ta Napolitano se n’è ricorda-
to. Quello che si dimentica di
ricordare è che non è colpa
della magistratura se questa
politica è così spesso in odo-
re di illegalità. Contempora-
neamente Napolitano ci urla
dal suo soglio di presidente
del Csm che la giustizia in Ita-
lia non funziona e che an-
drebbe riformata: natural-
mente non dal Caimano, per-
ché è come chiedere a Dracu-
la di occuparsi alla raccolta di
sangue. Chiudo con un no-
me: Nicola Gratteri. Perché
Napolitano non gli dà retta?
Donadi
Deputato Idv
Le parole del
Presidente della
Repubblica
indirizzate a
politica e magistratura negli
ultimi due giorni, sono in gran
parte, ma non del tutto,
condivisibili.
Straordinariamente positivo è
stato l’invito rivolto alla
magistratura a perseguire ogni
illecito, anche se riconducibile
alla politica, come anche l’aver
condannato certi intollerabili
toni di aggressione nei
confronti delle toghe.
Ugualmente importante il
richiamo ai magistrati a evitare
protagonismi e ad applicare
rigorosamente le norme della
procedura. Quello che non
abbiamo condiviso è l’insistito
e ricorrente richiamo rivolto ai
giudici ad evitare lo scontro
con la politica. Non c’è uno
scontro tra poteri, semmai un
attacco unilaterale di
Berlusconi e dei suoi al potere
giudiziario e per questo
parlare di scontro rischia di
apparire un avallo all’assurda
posizione del premier, che ha
tutto l’interesse politico a
instillare nell’opinione
pubblica l’idea che politica e
magistratura siano in guerra.

Lo stop del Quirinale

Guardasigilli: nomi impresentabili di C .Pe.

di Fabrizio d’Esposito
el giorno del Ventaglio, il capo dello Stato
Nmagistratura,
risponde ad Antonio Di Pietro su politica e
smentisce un “governo del pre-
sidente” per supplire alla debolezza di B., si
augura “correzione e alleggerimento” dei co-
sti della politica, infine dà un’altra stoccata al
premier sul tormentone della sostituzione del
guardasigilli Angelino Alfano. Al Quirinale è
mezzogiorno, quando Giorgio Napolitano ri-
ceve il tradizionale omaggio della stampa par-
lamentare. Il discorso del presidente è breve
ma densissimo e mostra meraviglia sull’inter-
pretazione delle sue parole dell’altro giorno,
riassunte come un attacco ai magistrati “trop-
po protagonisti”, che abusano di intercetta-
zioni e manette in una fase storica che ricorda
la fine traumatica della Prima Repubblica.
Il capo dello Stato chiarisce, riferendosi alle
critiche del leader dell’Idv: “Ho parlato pro-
prio ieri della funzione di fondamentale in-
teresse nazionale di cui è portatrice la ma-
gistratura con l’obbligo di intervenire di fronte
a ‘ogni singolo, concreto caso in cui si mani-
festino sindromi di violenza, forme vecchie e
nuove di corruzione, abusi di potere e attività
truffaldine, che oggi dominano la cronaca
quotidiana’. Come si possa cogliere in un di-
scorso che partiva da quella affermazione il
rischio di veder posti ‘sullo stesso piano chi
commette i reati e chi li combatte’, lascio a voi
giudicarlo”. Napolitano fa sue le parole del
presidente dell’Anm sui magistrati che “de-
vono essere inappuntabili nel perseguire i fatti
gravi del Palazzo” e chiosa: “Anche così, si
vanificano attacchi inammissibili alla magi-
stratura e si disinnesca un fuorviante conflitto
tra politica e magistratura”.
Al Colle, parole ancora più forti vengono però
sulla casta e sui costi della politica: “Rispetto
alla spesso indiscriminata agitazione che rac-
coglie ed esaspera comprensibili insofferenze
ma anche pericolosi umori antidemocratici, io
auspico da tempo decisioni di alleggerimento
e semplificazione dell’architettura istituzio-
nale oltre che tangibili correzioni sul piano del
costume politico”. Quanto poi alla manovra
approvata nel segno della “coesione nazio-
nale” invocata dal Quirinale, Napolitano ar-
chivia così il famigerato “governo del presi-
dente” evocato dalla stampa: “Non c’è nulla
di serio in certe interpretazioni dietrologiche o
fantaistituzionali del mio operato”. In ogni ca-
so la “prova di coesione” sulla manovra “non è
risolutiva” e l’invito è a proseguire con un
“confronto serio per azzerare il deficit ed ele-
vare il tasso di crescita della nostra econo-
mia”. Anche se poi il capo dello Stato specifica
che non tocca a lui dare risposte sulla “ef-
fettiva stabilità” del quadro politico, condizio-
ne indispensabile per il “confronto che solle-
cito”.
Ripiegato il discorso, Napolitano coi giornalisti
torna sul tema della successione ad Alfano, il
guardasigilli nominato segretario del Pdl. Le
frecciate al Cavaliere sono due. La prima: “Io
non ho dato nessun avallo al rinvio a settem-
bre, ho detto che sono pronto in qualsiasi mo-
mento, ma mi sembra che non siano pronti
loro e abbiano altri pensieri”. La seconda: “Ho
visto una lista di dodici nomi sulla stampa, l’u-
nica cosa che ho raccomandato è di evitare
l’effetto domino che si creerebbe prendendo
qualcuno dal governo per nominarlo guarda-
sigilli. Sarebbe meglio prendere dal Parlamen-
to”. Nella lista dei dodici, i ministri candidati al
posto di Alfano sono tre: Frattini, Gelmini e
Brunetta. A loro si è riferito il Colle. La risposta
del premier è arrivata subito: “La prossima
settimana provvederemo alla sostituzione e
sono certo che verrà approvata dal capo dello
Stato”. A questo punto, B. dovrebbe scegliere
fra tre nomi: Lupi, Bernini e il previtiano Do-
nato Bruno. Sempre che, come rivelano da
Palazzo Chigi, non si punti su “una figura dal
profilo alto e istituzionale” mai uscita nelle ro-
se circolate. Un “profilo alto” ma sempre
pronto ad abbassarsi, qualora dovesse servi-
re, alle leggi ad personam.
CAMERA Deputati in Aula questa settimana per 21 ore e
35 minuti. Lunedì la Camera si è riunita Alle 16.05 per
discutere mozioni e ratifiche di trattati internazionali. La
seduta, sosspesa tra le 16.10 e le 16.15 è stata chiusa alle
21.30. Martedì i lavori sono cominciati alle 15.05. I
deputati in missione erano 66. Interrotta tra le 15.25 e le
15.40, la seduta è stata chiusa alle ore 20. Mercoledì
deputati in Aula alle 10.05 per la discussione del decreto
rifiuti, che ha creato uno dei litigi più violenti della
settimana nella maggioranza. Lavori sospesi tra le 13.15 e
le 15, ripresi per il question time fino alle 15.45, sospesi di
nuovo fino alle 16 e ripresi fino alle 18.40 per il voto
sull’arresto del deputato Pdl, Alfonso Papa. Ancora 5
minuti di seduta tra le 19 e le 19.05. Giovedì i deputati in
missione erano 71. Per i presenti i lavori sono iniziati alle
10 e sospesi tra le 11.05 e le 11.25 e tra le 12.45 e le
14.30. La seduta è terminata alle 18.15. Nuovo
appuntamento martedì prossimo alle ore 13.
SENATO Senatori in Aula questa settimana per 10 ore e 2
minuti, meno della metà dei deputati. Martedì la seduta è
iniziata alle 16.34 e terminata alle 19.57. Mercoledì lavori
tra le 9.31 e le 11.25 e tra le 16.32 e le 18.51 per il voto
sull’arresto del parlamentare Pd, Alberto Tedesco.
Giovedì mattina senatori a Palazzo Madama tra le 9.35 e le
9.43, poi tra le 10.05 e le 10.06 e ancora tra le 10.28 e le
12.20. Nel pomeriggio la seduta è durata solo 21 minuti,
tra le 16.21 e le 16.23. Aula riconvocata martedì alle
16.30.
pagina 6 Sabato 23 luglio 2011

P
TANGENTOPOLI ROSSA

er il Pd la questione morale è centrale
I democrat: “Se è vero e dunque se Filippo Penati dovesse
essere in qualche modo responsabile
delle vicende su cui sta indagando il tribunale di
deve lasciare”. Gasparri: Monza dovrebbe lasciare. A chiarirlo è stata Rosy
Bindi. “Auspichiamo che parole pronunciate da
Penati siano vere, che possa dimostrare la sua
“Scenari inquietanti” estraneità”, ha detto la presidente del partito al
Tg3. Ma “se dovesse risultare in qualche modo
compromesso non potremmo che chiedere un
passo indietro”. Per Bindi, “chi si candida a guidare il
Paese ha il dovere di porre la questione morale
come centrale”. Mentre dalla maggioranza, c’è
Maurizio Gasparri ad attaccare: “Il partito
Democratico, che sventola la questione morale,
deve dare molte spiegazioni agli italiani. In tutta Italia
si profila infatti una serie di vicende che potrebbero
coinvolgere direttamente la struttura del partito.
Penati potrebbe non aver agito a titolo personale. Il
suo ruolo di prima linea nel Partito Democratico, il
coinvolgimento delle consuete cooperative rosse,
lo svolgimento dei fatti al centro delle indagini in
territori fisicamente dominati e gestiti dal
Pci-Pds-Ds oggi Pd, apre scenari inquietanti”.

PENATI, SONO GUAI SERI

Imprenditori in fila per accusare il dirigente Pd
E il partito di Bersani scarica il suo uomo forte
di Giorgio Meletti bardo e nazionale cominciano a Caterina, amico d’infanzia del- magistrati. Un sistema in cui bi-
sospettare che già a novembre l’ex sindaco, quando è stato sogna essere amici dei politici,
er capire dove sta portan- Penati avesse sentore della va- che non praticano l’estorsione,

P
do l’inchiesta sulle pre-
sunte tangenti rosse di Fi-
lippo Penati a Sesto San
Giovanni conviene partire da
un dato. Un imprenditore si è
preso la briga di fare una stima,
e basandosi sulla sua esperienza
diretta e indiretta ha calcolato
che negli ultimi dieci anni il si-
stema delle imprese della ex Sta-
lingrado d’Italia potrebbe aver
prodotto un flusso di finanzia-
mento parallelo per i partiti di
80 milioni di euro. I costi della
politica sono quelli che sono.
E ADESSO qualcuno comincia
a chiedersi quali siano state le ve-
re ragioni delle dimissioni di Fi-
lippo Penati da capo della segre-
teria politica del Pd, cioè braccio
destro di Pierluigi Bersani, lo
scorso mese di novembre. Una
vicenda singolare, a riguardarla
bene. A metà novembre, quan-
do Giuliano Pisapia vince le pri-
marie per la candidatura a sinda-
co di Milano sconfiggendo cla-
morosamente il candidato del
Pd Stefano Boeri, Penati, uomo
forte del Pd lombardo, prima fa
finta di nulla, mentre i vertici re-
gionali del partito si dimettono
(sia pure per poche ore). Poi, do-
po un paio di giorni e un peren-
torio invito della dalemiana Ve-
lina Rossa, dà l’annuncio: “Cre-
do che sia necessaria una mia as-
sunzione di responsabilità”.
C’è un’apparente stranezza: per
aver toppato le primarie di Mi-
lano Penati si punisce, come Mu-
zio Scevola, rinunciando all’in-
carico nazionale e annunciando
che concentrerà tutti i suoi sfor-
zi su Milano. Avrebbe avuto più
logica promettere di occuparsi,
da quel giorno, solo di politica
estera.
Per questa incongruenza oggi
non pochi esponenti del Pd lom-
langa giudiziaria in arrivo, e per
questo potrebbe aver deciso di
togliere d’imbarazzo il suo ami-
co ed estimatore Pierluigi Bersa-
ni. Il quale adesso sta silenziosa-
mente approvando il trattamen-
to “mela marcia” per l’ex sinda-
co di Sesto San Giovanni: “Il Pd
non ha mai preso finanziamenti
illeciti", ha assicurato ieri in una
nota Antonio Misiani, tesoriere
del partito. Va notato il virtuosi-
smo dialettico. Il Pd dichiara con
nettezza di non aver mai preso
mazzette, e addirittura fa sapere
di aver scatenato i suoi legali
contro “informazioni di stampa
ambigue e fuorvianti”, a difesa
del “buon nome” (testuale) del
partito. Ma quando si parla di Pe-
nati anziché escludere che abbia
preso tangenti, ci si augura che
A Sesto San
Giovanni
si scopre che
la “dazione
ambientale”
non è mai
passata di moda
l’interessato chiarisca e riesca a
dimostrarsi innocente. I casi so-
no due: o il Pd può garantire l’o-
nestà del partito in generale ma
non dei suoi singoli esponenti
anche di primo piano, oppure
Penati è già considerato fuori dal
Pd, di cui tornerà a far parte solo
dimostrando di essere pulito. Se
invece si scoprisse che ha ruba-
to davvero, è ovvio che lo avreb-
be fatto per sè e non per il par-
tito.
L’imbarazzo del Partito demo-
cratico è dovuto al fatto che il ca-
so di Sesto San Giovanni è molto
più grosso di quanto non si cre-
da. Davanti al pm di Monza Wal-
ter Mapelli prende forma l’im-
magine di una riedizione di Tan-
gentopoli vent’anni dopo. Non
tanto per le dimensioni e la gra-
L’ex presidente della provincia di
Milano, Filippo Penati (FOTO EMBLEMA)
in basso il cartelone autostradale
(FOTO MILESTONEMEDIA)
vità dei fatti, ancora tenute gelo-
samente segrete dai magistrati,
quanto per il “modello di funzio-
namento” che decine di testimo-
ni hanno ricostruito davanti a
Mapelli.
Il primo accusatore di Penati,
l’imprenditore sestese Piero Di
chiamato a dare spiegazioni su
alcune fatture sospette (che l’in-
teressato rivendica come perfet-
tamente regolari) ha assunto
una posizione pasoliniana: “So,
ma non ho le prove”. Però ha
parlato a lungo, ha spiegato per-
ché è difficile trovare le prove
della nuova versione da Terzo
millennio della “dazione am-
bientale”, e poi ha dato ai magi-
strati la chiave di lettura più pre-
ziosa: “Non ne possiamo più di
pagare”. Come vent’anni fa: ri-
chieste crescenti, un ceto poli-
tico che da una parte mette in gi-
nocchio le imprese con la sua in-
capacità di decidere e mantene-
re gli impegni, dall’altra le vessa
con pretese sempre più arrogan-
ti.
HA PARLATO al plurale, Di
Caterina, e ha fatto seguire la li-
sta, preziosissima per i pm, di
tutti gli imprenditori che come
lui ne avevano le tasche piene.
Mapelli li ha chiamati tutti, e li ha
trovati divisi in due partiti: quelli
che hanno ancora paura, o po-
sizioni da difendere, e hanno fin-
to di cadere dalle nuvole. E quelli
che hanno confermato le accuse
di Di Caterina, in certi casi rin-
carando la dose. Come nel caso
dell’ottantenne Giuseppe Pasi-
ni, che ha descritto minuziosa-
mente le dazioni di denaro che
sembrano, per ora, incastrare
Penati.
A parte Pasini, pochi dispongo-
no di prove. La nuova Tangento-
poli è fatta così: scompaiono le
buste piene di banconote, com-
paiono le consulenze all’archi-
tetto amico, le fatture incassate
dall’impresa di area, il prestito
chiesto all’imprenditore amico
che se lo fa restituire dal collega
concusso. Un fenomeno perva-
sivo e nello stesso tempo “soffi-
ce”, dicono gli imprenditori ai
ma chiedono il favore (la spon-
sorizzazione al convegno, un
po’ di pubblicità al giornale lo-
cale del partito, l’assunzione di
una figlia, il pagamento di una
fattura a qualche misteriosa so-
cietà straniera). Una mano lava
l’altra, tra amici. E chi decide di
dire basta va incontro a guai seri.
Una pratica edilizia da un mese
può arrivare a sette-otto mesi, e
tu magari perdi l’affare, come è
accaduto a Pasini, che doveva
costruire la nuova sede di Intesa
Sanpaolo e il nuovo centro di
produzione di Sky, e sta accusan-
do la giunta comunale di avergli
fatto perdere i due affari (e posti
di lavoro a Sesto) con lungaggini
burocratiche non casuali.
Adesso l’inchiesta si allarga, e
punta sui collegamenti naziona-
Molti gli
industriali che
con i pm stanno
confermando
le parole
di Di Caterina sul
sistema tangenti
li: il volume degli affari di Sesto
può produrre finanziamenti su-
periori alle esigenze della politi-
ca locale. Ma punta anche sui fat-
ti più recenti, che riguardano
l’attuale sindaco Giorgio Oldri-
ni. Il quale ha dichiarato ieri di
non sapere se è indagato o no,
ma di essere certo di non aver
commesso niente di penalmen-
te rilevante.

ALBERTINI DISSE: “È uno scambio di favori del presidente”

Gavio, l’autostrada e quella plusvalenza

di Gianni Barbacetto
è una storia dimenticata che ora torna
C’ a visitare, come un brutto sogno, Fi-
lippo Penati, l’esponente del Pd indagato
per tangenti dalla procura di Monza. È la
storia dell’autostrada Milano-Serravalle,
oggetto di polemiche velenose nel 2005,
ma poi passata tra le vicende da archiviare.
Penati era allora presidente della Provincia
di Milano, dopo aver battuto, a sorpresa, la
candidata del centrodestra Ombretta Colli.
Nell’estate di quell’anno, segnata dalle im-
prese dei “furbetti del quartierino” e dalle
loro scalate, l’ex sindaco della rossa Sesto
San Giovanni si lancia in un’impresa finan-
ziaria ardita e apparentemente inspiega-
bile: compra dal costruttore Marcellino Ga-
vio il 15 per cento delle azioni della Mila-
no-Serravalle, facendo arrivare la Provincia
al 53 per cento della società.
Operazione con scarsa logica imprendito-
riale, perché il controllo dell’autostrada era
già saldamente in mani pubbliche (Provin-
cia e Comune di Milano). E l’allora sindaco
di Milano, Gabriele Albertini, dopo aver li-
tigato con Ombretta Colli proprio sui rap-
porti con Gavio e sulla questione Serravalle,
aveva già fatto fronte comune con il nuovo
presidente della Provincia. Ma l’operazione
è soprattutto costosa. La Provincia spende
238 milioni di euro, pagando 8,93 euro ad
azione. Solo 18 mesi prima, Gavio le aveva
pagate 2,9: dunque realizza una plusva-
lenza di ben 176 milioni di euro.
Si spezza di colpo il fronte Albertini-Penati.
Il sindaco di Milano è durissimo: afferma
che il diessino presidente della Provincia ha
fatto un inspiegabile regalo cash a Gavio.
Senza contraccambio? Albertini butta lì
una coincidenza: dopo l’operazione Serra-
valle, Gavio si schiera a fianco del “furbetto
rosso”, il presidente dell’Unipol Giovanni
Consorte, e gli dà una mano nella scalata in
corso alla Bnl. Compra infatti lo 0,5 per cen-
to della banca, impegnando 50 milioni di
euro. Albertini denuncia quello che ritiene
un patto segreto, uno scambio di favori. E
sostiene che con quelle operazioni incro-
ciate si è aperta una “questione morale nel
centrosinistra”: “Quelle stesse azioni”, di-
chiara Albertini, “appena diciotto mesi pri-
ma erano state vendute al gruppo Gavio
da, diciamo così, ‘distratte’ amministrazio-
ni pubbliche, prevalentemente di sinistra, a
2,9 euro l’una. Qual è il prezzo congruo, 2,9
oppure 8,93?”.
La polemica sembrava tutta politica, ma in
quei mesi diventano pubbliche alcune in-
tercettazioni telefoniche che arrivano a
gettare una nuova luce sull’operazione. In
una conversazione del 2004, Gavio con-
fessava: “Sto facendo un pensierino sotto-
voce a vendere tutto per 4 euro”. E il suo
braccio destro, Bruno Binasco, lo rassicu-
rava: “Sicuramente portiamo a casa dei bei
soldi”. Dunque Gavio era disposto a ven-
dere a 4 euro: eppure un anno dopo riesce
a portare a casa più del doppio. “Il pro-
blema non è Penati”, dice Binasco a Gavio il
28 giugno 2004, “perché con lui un accor-
do lo si trova. Il vero problema è Albertini”.
Due giorni dopo, il 30 giugno 2004, entra in
scena Pierluigi Bersani, allora dirigente dei
Ds: “Bersani dice a Gavio che ha parlato
con Penati... Dice a Gavio di cercarlo per
incontrarsi in modo riservato: ora fermia-
mo tutto e vedrà che tra una decina di gior-
ni, quando vi vedrete, troverete un modo...”.
Il 5 luglio, è Penati a chiamare Gavio: “Buon
giorno, mi ha dato il suo numero l'onorevole
Bersani...”. Gavio: “Sì, volevo fare due chiac-
chiere con lei quando era possibile...”. Pe-
nati: “Guardi, non so... Beviamo un caffè”.
L’incontro avviene. “In modo riservato”, co- del premio di maggioranza e che il valore
me suggerito da Bersani: non in una sede medio, tra azioni vecchie e nuove nelle ma-
istituzionale, ma in un albergo di Roma. ni della Provincia, è di 2,97 euro l’una; che è
Non sappiamo naturalmente quale sia sta- “una solenne stupidaggine” stabilire con-
to l’oggetto del colloquio a quattr’occhi. nessioni tra vicenda Serravalle e scalata
Sappiamo però che, alla fine, la Provincia di Unipol. Che la Provincia ha perseguito sol-
Milano compra la Serravalle. A caro prez- tanto il bene dei cittadini, “salvaguardando
zo. Penati spiega subito l’operazione appe- l’interesse pubblico in modo innovativo e
na conclusa. Sostiene che aveva cercato di non statalista”.
comprare le azioni dal Comune, che però Non ci voleva proprio, l’indagine di Monza,
non gli aveva neppure risposto; che il prez- per far uscire dagli archivi questa vecchia
zo pagato è ottimo, visto che è comprensivo storia che lega Penati a Bersani.
Sabato 23 luglio 2011
Interviste al premier:
la procura di Roma
pronta ad archiviare
BONAIUTI
MINZOLINI E CERTI
RACCOMANDATI
Proteste, indicazioni, consigli:
il direttore del Tg1 accontenta tutti
di Antonio Massari
inistri che si lamenta-
M
vano se il Tg1 trasmet-
teva le proteste della
gente e persino qual-
che esponente dell'opposi-
zione – del Pd, per la precisio-
ne – che provava a contattare
il “direttorissimo”, attraverso
Paolo Bonaiuti, per avere un
trattamento di riguardo. Lo
scenario che emerge dalle in-
tercettazioni depositate a Tra-
ni, intercettate nel 2009, è
quello di una costante solleci-
tazione, nei riguardi di Augu-
sto Minzolini, per provare a
orientare il Tg1. Telefonate
che, secondo il gip Roberto
Oliveri del Castillo, in alcuni
casi possono rappresentare
dei veri e propri indizi di rea-
to, che possono variare dall'a-
buso d'ufficio alla concussio-
ne, sia per Minzolini, sia per il
sindaco di Roma, Gianni Ale-
VOTI MANCATI
IL PD CONTRO TEDESCO (E A DIFESA DELLA BINDI): “DEVE DIMETTERSI”
di Roberta Zunini
ome sotto a un vento di
Cil senatore
scirocco, che disorienta
Alberto Tedesco,
invece di affievolire le folate,
ieri sera al programma la
Zanzara su Radio 24, ha rin-
carato la dose nei confronti
della presidente del Pd, Ro-
sy Bindi e della eurodeputa-
ta Deborah Serracchaini,
che gli avevano cladamente
suggerito di dimettersi, no-
nostante fosse stato salvato
dagli arresti. Forse si è trat-
tata di una controrisposta di
Tedesco alla difesa della pre-
sidente Rosy Bindi da parte
del partito.
Difesa che si è andata com-
pattando ed è cresciuta nel-
l’arco della giornata di ieri.
Tutti ma soprattutto i Veltro-
niani e le parlamentari , an-
che se questo è scontato,
hanno sostenuto la Bindi
che ieri era stato oggetto di
una prima invettiva a mezzo
stampa (interviste simulta-
Walter Veltroni:
“Quello che dice Rosy
è condivisibile:
sarebbe utile
un suo passo indietro”
S
i va verso la richiesta di archiviazione
dell’indagine che vede indagati per abuso
d’ufficio il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi e i direttori del Tg1, Augusto Minzolini, e
quello pro-tempore del Tg2, Mario De Scalzi. Si tratta
del procedimento aperto dalla Procura di Roma in
relazione alla denuncia presentata dai radicali Emma
Bonino e Marco Cappato e che riguardava le interviste
manno e per il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio
Gianni Letta. Il Fatto Quotidiano,
ieri, ha anticipato l'esistenza
di queste telefonate e del
provvedimento, firmato dal
gip e consegnato alla procura
di Trani, sul qual dovranno
pronunciarsi i pm, decidendo
se aprire un fascicolo d'inda-
gine oppure no.
IERI È STATO il sindaco Ale-
manno a confermare l'esisten-
za di queste telefonate: “È una
notizia vecchia e marginale –
ha commentato – che riguarda
un vecchio colloquio avuto
con Minzolini. C'era stato un
servizio che aveva dato un'im-
magine della città di Roma che
non mi era piaciuto”. Non gra-
dendo, Alemanno ha deciso di
chiamare il direttore del Tg1:
“Non c'è nulla di strano – con-
clude il primo cittadino della
Capitale – è solo la protesta di
nee a Repubblica e Corriere del-
la Sera, ndr), con perentorio
consiglio di dimissioni “si di-
metta lei che ha fatto eleg-
gere il più assenteista del
Parlamento” da parte del se-
natore ex piddino, ora grup-
po misto, Alberto Tedesco.
Appena salvato dagli arresti,
grazie ai voti leghisti a palaz-
zo Madama, Tedesco aveva
accusato la Bindi di becero
moralismo.
Parole ripetute ed enfatizza-
te poi ieri sera al programma
radiofonico. Anna Finoc-
chiaro, capogruppo Pd al Se-
nato ha difeso contrita il pre-
sidente: “Al Senatore Tede-
sco, che da mesi non appar-
tiene più al gruppo del Pd,
suggerirei oggi maggiore so-
brietà e discrezione. Il tema
delle sue dimissioni è que-
stione che riguarda la sua co-
scienza. Ma lo inviterei a
maggior rispetto nei con-
fronti del Pd e dei suoi diri-
genti politici”. Sul fronte ma-
schile del partito oltre a Enri-
pagina 7
POTERI STORTI
al premier andate in onda il 20 maggio scorso. Per i Berlusconi nei tg siano, per temi trattati, scenografia
magistrati di piazzale Clodio non ci sarebbero con tanto di simbolo elettorale alle spalle e montaggio
elementi tali da proseguire nelle indagini effettuando del registrato, dei veri e propri spot elettorali
ulteriori accertamenti. La posizione dei direttori dei assolutamente vietati nei notiziari”. La posizione di
Tg Mediaset – su cui andarono in onda analoghe Berlusconi non è stata trasmessa al Tribunale dei
interviste al premier – è invece per competenza Ministri in quanto, secondo la procura capitolina, in
all’attenzione della procura di Milano. Nella denuncia questo caso il premier ha agito come presidente del
dei radicali si sottolineava come “gli interventi di Pdl e non nella vesti di presidente del Consiglio.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno; in basso il senatore Alberto Tedesco (FOTO ANSA)
un sindaco che si lamenta di un del Pd e componente della di autorevoli esponenti del Pdl zione Rai”. Nelle telefonate –
servizio assolutamente spro- Commissione di vigilanza Rai – come il sindaco Alemanno sul che secondo l'analisi del gip
porzionato”. Più della telefo- aggiungono un particolare ag- direttore del Tg1 per censura- mostrano una costante solleci-
nata di Alemanno, però, è stato ghiacciante alla già scandalosa re servizi scomodi sulla Capi- tazione del Pdl sul direttore del
il successivo comportamento storia recente del Tg1. Emer- tale, saremmo di fronte a qual- Tg1 – è lo stesso Minzolini a di-
di Minzolini che il gip ha sot- ge, con tutta evidenza, che il cosa di davvero grave e ad un re di essere stato contattato da
tolineato nel suo provvedi- sindaco di Roma Alemanno, in- danno nei confronti dei citta- un ministro, a causa dei servizi
mento. Il direttore del Tg1 ha vece di preoccupassi della evi- dini che con il canone finanzia- sulle proteste, e questa telefo-
infatti rintracciato telefonica- dentissima crisi della sua ge- no il servizio pubblico. Se do- nata appartiene al gruppo di in-
mente la cronista – che aveva stione, e dei drammi della città, vessero essere vere le indiscre- tercettazioni di “contesto”, se-
realizzato un'inchiesta sulla faccia pressioni per occultare zioni pubblicate oggi da un gnalate alla procura, non per-
prostituzione a Roma – usando la ‘movida romana’ che, secon- quotidiano nazionale, vuol di- ché rappresentino indizi di rea-
toni molto duri. Questa con- do lui, non può essere raccon- re che sono stati violati i prin- to, ma perché utili a delineare
versazione – ha spiegato il gip tata. Siamo al doppio sbando di cipi di trasparenza, completez- lo scenario in cui s'è mosso il
nel provvedimento – potrebbe un tg e di un sindaco. Sono trat- za e obiettività nell’informa- direttore del Tg1.
avere una rilevanza penale e ti significativi del-
racchiudere indizi di reato. Nei l'abbrutimento E TRA LE TELEFONATE di
discorsi tenuti con Letta, inve-
ce, Minzolini affrontava que-
d'un regime in cri-
si”. Quindi il de-
Il sindaco di Roma contesto – per quanto il Fatto
Quotidiano ha potuto ricostrui-
stioni relative ad alcuni giorna-
listi. Al di là della rilevanza pe-
putato e capo-
gruppo del Pd in
Alemanno: “Si l’ho re – ve n'è una dove il portavo-
ce di Silvio Berlusconi, Paolo
nale, però, c'è chi ravvisa una commissione Te- Bonaiuti, sembra intercedere
pesante distorsione dell'infor- lecomunicazioni chiamato, cosa c’è di nei riguardi d'un parlamentare
mazione pubblica. “Le notizie alla Camera, Mi- del Pd. È forse l'unico esempio
sulle telefonate fatte a Minzo- chele Meta: “Se strano?”. L’opposizione: di “consociativismo”, perché,
lini da Letta e Alemanno – com- fossero confer- per il resto, Minzolini sembra
menta Vincenzo Vita, senatore mate le pressioni “È un fatto gravissimo” in costante filo diretto con il so-
lo Pdl. Tra le telefonate o gli
sms con i parlamentari – in to-
tale sono circa venti – ritenute
ininfluenti, e quindi destinate
alla distruzione, rientrano in-
vece quelle con Clemente Ma-
stella e Alfonso Papa, da ieri
agli arresti, per la vicenda “P4”.
co Letta, Walter Veltroni ha dietro”. Anche l’eurodepu- un clone della Bindi, è la Bin- Nessun commento da parte di
rilasciato dichiarazioni pro tato, da sempre vicino a Vel- di di vent’anni fa, è entrata in Minzolini e del Tg1: nessuna
Rosy : “Sul caso Tedesco, la troni, David Sassoli ha politica per fare il grillo par- smentita sull'esistenza delle te-
posizione della Bindi è con-
divisibile e giusta. La vicen-
espresso la sua opinione, ag-
giungendo una certa quota
lante ma ha una patente po-
litica molto fresca. Il senato-
lefonate con Letta, Alemanno,
Bonaiuti e Maurizio Gasparri,
da che ha riguardato il sena- di preoccupazione: “Le di- re, tornato a Bari, non di- nessuna precisazione per chia-
tore, così come una certa chiarazioni del senatore Te- mentica nemmeno il segre- rirne toni e contenuti. La deci-
opacità del voto dell’Aula desco contro la presidente tario Bersani: “A Bersani ho sione ora spetta alla procura, al
del Senato hanno provocato del Partito democratico Ro- mandato quattro mesi fa una pool guidato da Carlo Maria Ca-
danni al Partito democratico sy Bindi e l’europarlamenta- lettera vergata di mio pu- pristo, che nei prossimi giorni,
e ad una certa idea della po- re Debora Serracchiani so- gno. Gli spiegavo tutto e gli valutato il provvedimento
litica: invece di attaccare chi no, oltre che offensive, dan- allegavo gli atti, ma non ho emesso dal gip, dovrà decidere
pone problemi di trasparen- nose. Tedesco ha avuto nuo- mai avuto risposte. Sarà mol- se aprire un fascicolo per veri-
za e di etica della politica, sa- ve parole di critica anche nei to impegnato, avrà altre co- ficare se, nelle telefonate se-
rebbe utile e necessario che confronti della Serracchia- se da fare anziché ascoltar- gnalate, sussistano degli estre-
decidesse un suo passo in- ni: “Debora Serracchiani è mi…” mi d reato oppure no.
INCHIESTA ENAV: indagato da 6 mesi chi Croft venduto da Marco Milanese a
Massimo De Cesare, presidente dell' Eu-
Guarguaglini, presidente Finmeccanica rotec. Una società che fa capo al gruppo
di Tommaso Di Lernia, l' “ufficiale paga-
nche Piefrancesco Guarguaglini è in- rogativi e mentre intorno a lui cadevano tore” cui dopo quattro mesi di carcere
Al'inchiesta
dagato, da sei mesi, nell'ambito del- consulenti e collaboratori. Perfino la mo-
Enav. L'accusa è di false fattu- glie Marina Grossi, ad di Sèlex, la società
sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Forse ha vuotato il sacco e ciò ha reso
razioni o frode fiscale, un metodo collau- che gestisce la sicurezza dei voli e distri- necessaria una proroga dell'inchiesta
dato per coprire attraverso operazioni buisce appalti milionari, è indagata dal- Enav. E il nome di Guarguaglini è dive-
inesistenti la creazione di fondi neri. An- l'autunno scorso per corruzione insie- nuto pubblico. Le indagini puntano ora
che se, al momento, nei confronti del me a una ventina di funzionari, tra cui lo al terzo livello, quello del finanziamento
presidente di Finmeccanica, c’è solo un Guido Pugliese, il capo di Enav, da sem- illecito ai partiti, il reato contestato a
sospetto che emerge da atti di indagine
che il pm Paolo Ielo ha disseminato di
pre suo braccio destro. Guarguaglini no,
restava illeso al centro del ciclone che ha
Marco Milanese. A mettere nei guai
Guarguaglini è stato l'amico americano,
omissis. Forse per tenere il nome del
number one gelosamente segreto. Cosa
investito piazza Montegrappa, per via di
quello che tre o quattro procure defini-
Lorenzo Cola, in cui il presidente di Fin-
meccanica riponeva la massima fiducia,
che gli ha consentito a marzo di restare a vano “il sistema” Finmeccanica, ovvero tanto da affiancarlo alla moglie come
capo della più importante holding italia- appalti assegnati a un giro di aziende in consigliere nell'assegnazione degli ap-
na nella difesa dell'aerospazio, mentre grado di fronteggiare richieste “non con- palti Sèlex. Che finivano alla Print Sistem
sul suo ruolo si moltiplicavano gli inter- formi” come l'acquisto dello yacht Mo- di Di Lernia. Rita Di Giovacchino
pagina 8 Sabato 23 luglio 2011

LACRIME E SILENZI

QUEL CHE RESTA

differenziata”, è convinto Viale.
Una forza certo minoritaria, ma
massiccia. Su cui i partiti non
possono mettere il cappello.
C’era stata, nel 2006, l’elezione
di Francesco Caruso in Parla-

DELLA GENOVA
mento. Ma oggi, sostiene Viale,
“tutto il dibattito politico, com-
presa la sinistra cosiddetta radi-
cale, è completamente fuori
gioco”.
Certo, come hanno ricordato

DEI NO GLOBAL
Emilio Carnevali e Cinzia Sciuto
su Micromega, la maggior parte
dei ragazzi dell’Onda si ricono-
scono ancora nella sinistra: “Cir-
di Ferruccio Sansa ca la metà ha votato Pd, il 16,8
Genova per cento Sinistra Arcobaleno, il
Vittorio Agnoletto 10,1 Italia dei valori, il 3 Sinistra
apelli bianchi, fisici un
Val Susa, Napoli, acqua pubblica: critica, il 9,5 non ha votato, ma

C
po’ appesantiti nelle ma-
gliette con gli slogan sco-
loriti. Alle manifestazioni
per i dieci anni del G8 trovi vol-
ti noti su cui il tempo ha lascia-
to un segno. Una patina che, a
tratti, avvolge anche i discorsi:
i grandi temi restano, ma la spe-
ranza è stata superata dagli av-
venimenti. L’ineguaglianza,
l’ingiustizia che i giovani di al-
lora denunciavano è esplosa
nella crisi che gli uomini di og-
gi si trovano di fronte. E non ba-
sta la consapevolezza di aver
avuto spesso ragione a mitiga-
re la delusione.
Cosa resta del Genoa Social Fo-
rum che si presentò al G8 spe-
rando di dettare l’agenda ai
grandi del mondo barricati nel-
la zona rossa? Molto pare cam-
biato, dalla composizione, al-
lora davvero trasversale, per
cultura e per età, all’orizzonte
di chi manifesta: una volta era il
mondo, oggi si guarda anche
più vicino. “E, però, molto è so-
pravvissuto di quei giorni. An-
zi, tante cose sono nate pro-
prio qui”, è convinto Vittorio
Agnoletto. Insomma, i giorni
di Genova hanno lanciato semi
arrivati lontano: “Le manifesta-
zioni contro la guerra nel 2003
hanno portato a Roma 3 milio-
ni di persone. Ma anche il mon-
do dei comitati, fino ai No-Tav
affonda le radici a Genova. E
perfino, io credo, movimenti
come quelli di Beppe Grillo”. Il
movimento ha assunto “un an-
damento carsico”, “dai grandi
temi si è concentrato su batta-
glie concrete, che sono soltan-
to apparentemente locali per-
ché contengono questioni glo-
bali. Il contrario dei Nimby. La
Val di Susa è un esempio tipico:
non è in gioco la costruzione di
una ferrovia, ma il modo in cui
decine di miliardi pubblici ven-
gono spesi con i criteri stabiliti
dai signori dell’economia. E
non dalla popolazione”, spiega
Agnoletto.
“Un cambiamento radicale,
cominciato a Genova. Causato
proprio dalle violenze di quei
giorni”, sostiene Agnoletto,
che li ha raccontati nel libro
“L’Eclisse della democrazia”
ecco la lezione dei nuovi ragazzi
Il sociologo Viale:
“Il movimento
non è
scomparso,
ha accentuato
il suo aspetto
molecolare”
appena pubblicato. Come se i
colpi di bastone e di manganel-
lo avessero spezzettato il mo-
vimento, dando vita a migliaia
di schegge. Comitati e associa-
zioni.
“Il movimento ha affrontato
grandi shock. Prima gli scontri
di Genova, che ci costrinsero a
spendere enormi energie per i
processi, per ricostruire la ve-
rità e respingere accuse false”,
racconta Agnoletto. “Due mesi
dopo arrivò l’11 settembre. Da
allora il mondo fu rappresenta-
to come diviso in due: occiden-
te contro estremismo islami-
co. Chi metteva in discussione
il modello economico e socia-
le esistente veniva considerato
simpatizzante dei terroristi.
Così molti hanno deciso di tor-
nare a vestire i vecchi panni, di
impegnarsi nei gruppi dai qua-
li provenivano. Anche i media
si sono allontanati”.
L’impotenza
della repressione
POI ECCO arrivare leggi, co-
me il decreto Pisanu, che stabi-
liscono limiti pesanti all'utilizzo
di Internet. L’obiettivo dichiara-
to è il terrorismo, ma viene col-
pito anche lo strumento di co-
municazione e di informazione
che animò i giorni del G8. Vie-
tate le connessioni anonime, gli
“Dai grandi temi si è concentrato su
battaglie concrete, che sono soltanto l’impegno politico è solo al set-
apparentemente locali perché timo posto dei valori di riferi-
contengono questioni globali” (FOTO LAPRESSE) mento (ai primi tre: famiglia,
amore, amicizia). I personaggi
pubblici cui i ragazzi si sentono
antropologico. Il fiume carsico più vicini sono Roberto Beni-
emerge a Napoli, dove i cittadini gni, Roberto Saviano, Marco
si attivano spontaneamente per Travaglio, Gino Strada, Beppe
la raccolta differenziata. E han- Grillo, Jovanotti e papa Wo-
no avuto un peso decisivo nel- jtyla”. E il rito della piazza? “I
l’elezione del sindaco. Non è un tempi sono cambiati – sostiene
voto di opinione, ma manifesta- Viale –la lezione di Genova è sta-
zione di uno spirito di iniziativa ta imparata. La piazza non basta,
molto concreto”, è convinto anzi, può essere occasione di ri-
Viale. Un ruolo simile, secondo flusso e arretramento”.
Agnoletto, il movimento avreb- Già, le schegge di Genova guar-
be avuto nella vittoria di Giulia- dano sempre al mondo, ma at-
no Pisapia. traverso la lente della loro città,
come a Napoli. Della piccola co-
Politica, munità, come in Val di Susa. Ma
non partiti lo spirito è sempre lo stesso: “La
lotta contro il mercato – conclu-
de Viale – che vuole regolare la
NON antipolitica, quindi, ma tua vita quotidiana. La difesa dei
politica, senza partiti e ideolo- beni comuni, che devono resta-
gie. “La spinta iniziale è un in- re nella disponibilità di tutti”.
tento pratico, c’è da augurarsi Insomma, anche la battaglia per
che poi arrivi una elaborazione l’acqua vinta con il referendum
politica. Dipenderà dalle parti affonda le radici in quei giorni di
più attive del movimento saper Genova. Che non portarono so-
coordinare e orientare. Per lo tragedie, ma dopo dieci anni
adesso vedo una pluralità molto anche frutti inaspettati.
utenti devono essere identifica-
ti dall’indirizzo Ip del computer
e dal numero di telefono. IN CORTEO Presenza
Lo spazio si restringe. “Ma il mo-
vimento non è scomparso, ha
accentuato il suo aspetto mole-
“discreta” della polizia
colare. In iniziative che hanno iecimila persone per ricordare quel che è successo die-
scopi concreti e operativi”, è si-
curo l’economista e sociologo
Dgiornata
ci anni fa. Sfileranno oggi per le vie di Genova, nella
clou delle manifestazioni per l’anniversario del
Guido Viale. Per esempio? “Ci G8. Il corteo prende il via alle 17 da piazza Montano, nella
sono i no-tav e i no-Dal Molin, zona di Sampierdarena, per concludersi in piazza Carica-
contro l’ampliamento della ba- mento dove si terrà un concerto. Quattro le piazze “tema-
se americana di Vicenza. Ma ora tiche” allestite attorno a piazza Montano. Imponente quan-
la spinta sta emergendo ovun- to discreta l’organizzazione della sicurezza coordinata dal-
que: gli studenti dell’Onda han- la questura di Genova: sono attesi nel capoluogo circa 300
no ottenuto risultati importan- uomini di rinforzo tra carabinieri, polizia e guardia di fi-
ti, sul territorio nascono movi- nanza. Sul percorso, circa 4 chilometri, la municipalizzata
menti con una capacità di inizia- Amiu ha provveduto a rimuovere cassonetti, campane e
tiva che va oltre la mobilitazione cestini dei rifiuti. Le misure di sicurezza riguarderanno, ol-
per una manifestazione. I citta- tre ai cosiddetti “obiettivi sensibili”, anche le stazioni fer-
dini vogliono agire in prima per- roviarie di Brignole e Principe e quelle della metropolitana.
sona. Prendete per esempio i Intanto ieri non sono mancate le polemiche: “Carlo Giu-
Gas (Gruppi di acquisto solida- liani non è un esempio nè tantomeno un eroe”, la risposta
le) che crescono in maniera dell’ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, all’at-
esponenziale. Riuniscono per- tuale primo cittadino, Giuliano Pisapia, che aveva definito
sone che non hanno bac- Giuliani “un ragazzo che sognava un futuro migliore”.
kground politico, ma rivelano
un vero e proprio cambiamento

Impunità e perdono

Una ferita infetta che non si rimargina

n Italia il perdono equivale al-
Il’oblio.
l’impunità. La riconciliazione al-
Sono passati dieci anni dal-
la tragedia del G8: una vita per-
duta, centinaia di persone colpite
e umiliate nel corpo e nello spirito,
un Paese messo di fronte alla pro-
pria fragilità.
Oggi, purtroppo, possiamo dire
che l’Italia non ha imparato nulla
dalla lezione del 2001. Ma se è
troppo tardi per salvare o curare
chi è stato colpito in quei giorni, è
nostro dovere provare a sanare
l’ingiustizia profonda di Genova.
Soltanto così le celebrazioni po-
trebbero trovare un senso.
Perché il dramma del G8 esprime
in sé la radice di tanti mali dell’I-
talia: l’incapacità di fare i conti con
le nostre responsabilità, la man-
canza di senso di giustizia, l’ipo-
crisia che arriva al punto di distor-
cere, oltre ai fatti, anche il signi-
L’oblio sarebbe l’ammissione delle colpe, l’attribu-
zione delle responsabilità. La giu-
l’ultimo oltraggio stizia, insomma.
Praticamente nessuno dei respon-
alle vittime sabili delle atroci violenze com-
messe dalle forze dell’ordine (che
rappresentano il nostro Stato,
e al nostro quindi tutti noi) pagherà: omertà,
falsità e adesso anche la prescri-
Paese zione copriranno le colpe. Quindi
nessuna condanna definitiva e
Una grande nemmeno sanzioni disciplinari.
Ma un ulteriore schiaffo alle vitti-
occasione persa me arriva dalle promozioni che
hanno segnato le carriere folgo-
ranti di persone considerate re-
ficato delle parole fondamentali del- sponsabili di violenze e reati gra-
la democrazia. vissimi.
Mesi fa il capo della Polizia, Antonio No, con queste premesse voltare
Manganelli, sulle pagine del Secolo pagina sarebbe impossibile. Non
XIX ha invitato alla riconciliazione si può chiudere una ferita ancora
per chiudere la pagina del G8. Un così evidentemente infetta. Non lo
messaggio tanto atteso e, però, pri- merita Genova. Non lo meritano le
vo delle sue più essenziali premesse: vittime. E nemmeno la Polizia, i
Carabinieri, la Guardia di Finanza
che sono necessari alla conviven-
za civile.
Ma qui, appunto, il discorso diven-
ta ben più complesso: il G8 è sol-
tanto l’ultimo capitolo. Qui si ritro-
vano atteggiamenti che hanno ac-
compagnato i momenti cruciali
della nostra storia: il fascismo e la
guerra, le Tangentopoli passate e
presenti. Pensiamo allora alla Ger-
mania, alle tremende responsabi-
lità del nazismo, ma anche all’e-
same di coscienza che ha coinvol-
to l’intera nazione per decenni. Un
travaglio che aveva, però, come
presupposti la memoria, la com-
prensione e l’ammissione delle re-
sponsabilità, la giustizia. Il perdo-
no, la riconciliazione, se arrivano,
sono il termine di questo lungo e
sofferto percorso.
In Italia no. Le partigianerie e le
complicità prevalgono su quell’a-
nalisi lucida degli eventi che carat-
terizza una democrazia compiu-
ta. I drammi della nostra storia si
chiudono all’insegna del volemose
bene, che è tanto diverso da un
sincero e onesto “vogliamoci be-
ne”.
Infine si fa ricorso, abusivamente,
a uno dei frutti più alti della nostra
morale, non solo cristiana: il per-
dono. Che dovrebbe, però, arriva-
re senza “confessione” e senza
“atto di dolore”.
L’oblio sarebbe l’ultimo oltraggio
alle vittime del G8 e al nostro Pae-
se. Sarebbe soprattutto una gran-
de occasione persa. Ma oggi sia-
mo ancora in tempo per scrivere la
pagina conclusiva degli eventi di
quei giorni. E potrebbe essere l’u-
nica davvero positiva: ricordiamo
le responsabilità dei singoli e del
nostro Stato ancora così fragile.
Senza odio per chi ha sbagliato.
Semplicemente con giustizia, che
è l’opposto dello spirito di vendet-
ta. Che, pur se espressione di co-
dici e procedure, è atto di profonda
umanità e presupposto della ri-
conciliazione. Perfino del processo
intimo e personale del perdono
che allevia il peso dei responsabili
e riavvicina le vittime alla vita.
Ripartire da Genova, quindi. Sen-
za dimenticare. Anzi, recuperan-
do le energie che, ben prima della
crisi dell’economia internazionale,
avevano provato a proporre alter-
native a uno sviluppo senza diritti,
basato sull’ingiustizia, l’inegua-
glianza e la speculazione. Ma quel
movimento, che aveva saputo uni-
re culture diverse, è stato schiac-
ciato dalla violenza. Ecco l’altra
grande colpa di chi, in entrambi gli
schieramenti, fece prevalere ba-
stoni e manganelli sulle idee.
(f. sa.)
Sabato 23 luglio 2011 pagina 9

STRAPOTERE

Web

BRUNO FILETTI, IL PRESIDENTE FACEBOOK

BLOCCA
CHE HA IN MANO BOLOGNA IL FATTO.IT
di Eleonora Bianchini

Sue le nomine chiave per la Fiera e l’Aeroporto VNonuoi postare su Facebook

un articolo del Fatto.it?
è possibile. A causa di
un problema tecnico, infat-
ti, il social media ritiene che
di Emiliano Liuzzi poi decollare all’Ervet, ente regio- tale Rimini-Forlì ed uno fieristico il contenuto sia offensivo o
Bologna nale, e al Marconi. Virginio Merola Rimini-Cesena. Spianata la strada indesiderato. Per tutta la
da parte sua informava che una ri- all’avvocatessa Grandi, sono ces- giornata di ieri il web italia-
n signore dai capelli vaga- no ha discusso di quanto è

U
conferma sarebbe stata “valutata sati anche gli ostacoli per Campa-
mente cotonati, scono- positivamente da Comune, Pro- gnoli. Il quale però ha dovuto dare successo al sito online di
sciuto fuori di Bologna, ha vincia e Regione”. addio al sogno di essere indicato questo giornale che, a causa
sconfitto in un colpo solo per meriti e non come scambio fra di un errore dell'infrastrut-
Romano Prodi, Fabio Roversi Mo- NIENTE DA FARE. Filetti la Filetti e il Pd. Ha sempre detto di tura internet, non ha potuto
naco, le ambizioni del Pd bolo- sua linea l’ha seguita come un bul- volere le mani libere, ora sa che i condividere i suoi contenuti
gnese. Ha posto sotto la sua ala ldozer. Si è candidato lui alla pre- soci-padroni si faranno sentire co- sul social media più diffuso
l’Aeroporto e la Fiera, ha dimo- sidenza dell’Aeroporto, ha cedu- me non succedeva da decenni. d'Italia. Il Fatto.it è stato quin-
strato di essere uno degli uomini to ai previsti veti, ha ottenuto quel Non solo dalle epoche di Luca di il primo quotidiano a su-
davvero potenti di una Bologna che voleva con Giada Grandi. Por- Cordero di Montezemolo e di Ro- bire il blocco delle sue pub-
in cui i poteri si stanno definendo tando a consigli diversi anche il versi Monaco. E tutto questo ha blicazioni. A partire dalla
e redifinendo. Sulla testa dei cit- Pd, dove il governatore Errani, un regista semi sconosciuto, fuori notte di giovedì, agli utenti
tadini e anche di tanti di quelli gran tutore della Romagna, non casa. Bruno Filetti. Ha sfilato la non era consentito postare i
che pensano di governare la città. vedeva di mal occhio una messa in candidatura Campagnoli al suo link degli articoli preferiti
C’è tutto questo dietro la vittoria riga dell’Aeroporto e della Fiera nemico Roversi Monaco, che con- sulla propria bacheca. Un
di Bruno Filetti, signore delle gra- del capoluogo bolognese, mentre tava di mantenere una linea privi- problema che pareva risolto
naglie, presidente della Camera si sta formando un polo aeropor- legiata con la Fiera pur lasciando- nel tardo pomeriggio di ieri
di Commercio dal 2008, gran col- (FOTO OLYCOM) la. Ha costretto-convinto il Pd a un ma che, in realtà, è prosegui-
lezionista di incarichi, da sempre rapporto di scambio generale che to a intermittenza nonostan-
alla ricerca di un posto di leader
cittadino ma senza rischiare, tan-
mune-Provincia-Regione (del Pd
in soldoni) alla segretaria genera-
rimanesse per un altro mandato.
Filetti si è inserito, tuonando che
Il numero uno ricalca i tempi Dc-Pci, coop ros-
se-costruttori privati e che ne ha
te lo staff tecnico di Face-
book si sia adoperato per ri-
to da rifiutare dopo graditi cor-
teggiamenti la candidatura a sin-
le della Camera di Comercio al-
l’Aeroporto. Dei due enti la Ca-
“la Fiera non è un ufficio di col-
locamento” e facendo più volte
della Camera oscurato i discorsi sul rinnova-
mento di metodo. Ha dimostrato
solvere il problema sin dalle
prime ore.
daco del Pdl. I risultati del gioco
di scambio saranno ufficializzati
mera di Commercio è il maggiore
azionista, nel Marconi ha la mag-
volteggiare un veto che avrebbe
bloccato Campagnoli.
di Commercio che a decidere a Bologna su cose
decisive non sono il partito nè l’ex UN CASO senza prece-
nei giorni prossimi, i giochi sono gioranza assoluta. Contemporaneamente sfiduciava rettore e nemmeno Prodi. Ha ri- denti, perché non era mai ac-
fatti. alla presidenza dell’Aeroporto ha sconfitto dicolizzata la scelta di Merola di caduto, né in Italia né all'e-
Stavolta, dopo anni di tentativi, STRATEGIA complicata, gio- Giuseppina Gualtieri, scelta dal candidature attraverso curricu- stero, che quanto pubblicato
Filetti è riuscito a costruire un cata su due piani. Campagnoli era suo precedessore Giancarlo San- Prodi e l’ex lum, con il coinvolgimento di tre online da un quotidiano na-
puzzle unico. Ha mandato alla stato indicato come proprio suc- galli, ora senatore Pd, e a Filetti saggi (due docenti universitari, zionale venisse scambiato
presidenza dell’Aeroporto Mar- cessore dall’attuale presidente, sempre invisa nonostante i buoni rettore Roversi una imprenditrice) che hanno per “spam”, ovvero materia-
coni l’avvocato Giada Grandi, se- Fabio Roversi Monaco, che a Cam- risultati in un luogo dove girano esaminato inutilmente le centi- le indesiderato che intasa gli
gretario generale della Camera di pagnoli aveva negli ultimi mesi da- 120 milioni di possibili appalti e Monaco naia di domande arrivate. spazi virtuali degli utenti
Commercio. Considerata da tut- to una serie di deleghe per risana- altri business immobiliari. A nulla contro la loro volontà. Si trat-
ti, anche da chi ne apprezza i me- re i conti in rosso della Fiera. Il rag- è servito che a favore della Gual- ta infatti di notizie o post dei
riti professionali, una sua creatu- giungimento del risultato è stato tieri scendesse in campo Fabio blogger del sito. In ogni caso,
ra a 360 gradi. Contemporanea-
mente ha legato questa conqui-
annunciato alla presentazione del
bilancio 2010, a maggio. Campa-
Roversi Monaco, rettore per quin-
dici anni, l’uomo delle celebrazio- TARANTO vieta le cozze: parliamo di informazione.
Sotto il titolo di ogni articolo
sta alla nomina alla guida della gnoli aveva dalla sua anche il fatto ni del Nono Centenario, presiden- compare il pulsante “Condi-
Fiera di Duccio Campagnoli, ex
dirigente comunista della Fiom e
di essere stato escluso da Vasco Er-
rani dalla sua ultima giunta regio-
te della Fondazione della Cassa di
Risparmio. Una potenza di legami
allarme sanitario vidi” che permette agli iscrit-
ti al social media di pubbli-
della Cgil bolognese, per quindi-
ci anni assessore regionale, con-
sigliere alla stessa Fiera.
nale e di essersi ritirato dopo mol-
te fiamme dalla corsa a sindaco,
spianando la strada a Maurizio Ce-
e denari, di decenni e decenni. Se
Roversi si è esposto in prima per-
sona (criticando anche Filetti per
Uluogonavelenato.
parte consistente dell’oro nero di Taranto è av-
È quanto ha annunciato l’Asl del capo-
ionico, che ha emesso un’ordinanza di divieto di
carlo sulla propria bacheca.
Ieri, a causa della funzione
che di fatto era stata disabi-
Filetti ha messo il cappello su due venini e poi, dopo la rinuncia di la sua guida di Bologna Congressi, pesca e vendita delle cozze allevate nel primo seno del litata, era impossibile condi-
posti chiavi del potere cittadino. questi, a Virginio Merola. Nono- società della Fiera), Romano Prodi mar Piccolo. Il provvedimento colpisce un terzo della videre i link. “In questo mes-
Con Giada Grandi direttamente, stante le riconoscenze variegate, ha affidato il proprio sostegno alla produzione totale di mitili tarantini, con 24 miticoltori saggio sono presenti dei con-
con Campagnoli innescando un la partita però non era sicura. Si portavoce e all’assessore Amelia su 103 costretti a bloccare un commercio che frutta tenuti bloccati che sono già
rapporto di scambio. Il sì di Filetti sono continuati a cercare possibi- Frascaroli: Giuseppina Gualieri è ogni anno centinaia di migliaia di euro. Ma l’allarme, stati contrassegnati come of-
all’ex assessore Pd in Fiera è stato li candidati, mentre si faceva pres- stata a lungo direttrice di Nomi- prima che lavorativo, è sanitario: secondo i controlli fensivi o spam – si leggeva
contrattato in cambio del sì di Co- sione su Roversi Monaco perché sma, la cattedrale prodiana, per effettuati dall’Azienda sanitaria locale, il 13 giugno nell'avviso del social net-
scorso, i valori medi sommati di pcb (10,5 picogram- work –. Facci sapere se sin
mi) e diossina (nella norma) sarebbero superiori al tratti di un errore”. Mentre
“LasciateCIEntrare”: la protesta limite di 8 picogrammi per grammo stabilito per legge.
(pierluigi g. cardone)
persisteva il blocco, i lettori
del Fatto, su invito della reda-
zione online, hanno inviato
davanti ai centri di identificazione messaggi a Facebook per di-
mostrare e spiegare che non
si trattava di contenuti
di Corrado Giustiniani off limits non soltanto i Cie, dove vengono può essere più ipocriti di così? Intralcio a in cui l'azione è stata anticipata a ieri, “spam”. E sul sito l'ipotesi:
trattenuti gli immigrati irregolari (fino a condotte non ortodosse e abusive, que- quando Sandra Zampa è entrata al Cie di “Probabilmente si tratta di
ieci sit-in in tutta Italia contro cento e 18 mesi secondo il decreto sui rimpatri sto possono creare osservatori qualifica- un ‘attacco’ al Fatto Quotidia-
DParlamentari
passa giorni di bavaglio alla stampa.
di quattro partiti e giorna-
che il Parlamento sta convertendo in leg-
ge), ma anche i Cara, le strutture che
ti della stampa”. Prima di arrivare alla
manifestazione, Fnsi e Ordine dei gior-
Bologna in compagnia dell'esperta in Di-
ritto dell'immigrazione Alessandra Balle-
rini. La Zampa è l'unica giornalista riusci-
no e alla libertà di stampa –
proseguiva il messaggio – da
listi, sindacati, singoli intellettuali e as- ospitano i richiedenti asilo politico. nalisti avevano sollecitato per lettera, il ta finora ad a entrare, ma per il semplice parte di ‘ignoti’ che hanno
sociazioni di volontari manifesteranno “Ci battiamo non solo per ripristinare il 14 giugno scorso, un incontro urgente al fatto che è una deputata del Pd. Ingresso mandato al social network
lunedì mattina da Gradisca d'Isonzo fino diritto di cronaca – spiega Roberto Na- ministro. Nessuna risposta. Allora l'8 lu- negato invece a Vito Totire, medico di fi- una enorme quantità di se-
a Trapani, davanti ai Centri di identifica- tale, presidente della Federazione nazio- glio hanno ribadito la loro richiesta in ducia di un immigrato rinchiuso nel Cie gnalazioni, che descriveva-
zione ed espulsione. Chiederanno il ri- nale della Stampa che assieme all'Ordine una conferenza stampa: ma, dal Vimina- bolognese. L'esperto Sergio Briguglio fa no i nostri contenuti come
tiro della circolare n.1305 diramata il pri- dei giornalisti ha organizzato la protesta le, nemmeno un segnale di fumo. il confronto fra l'oggi e una vecchia di- offensivi o come spam”.
mo aprile dal ministro dell'Interno Ro- – ma anche per la credibilità delle nostre rettiva del 14 aprile 2000 del ministro In generale, le segnalazioni
berto Maroni, che sbarra i cancelli alla istituzioni. Continuando a imporre il ba- FUMO che invece è uscito il 20 luglio dal- Bianco, che prevedeva “su richiesta dello di contenuti offensivi su Fa-
stampa “in considerazione del massic- vaglio, Maroni si assume la responsabi- le finestre del settore femminile del Cie di straniero trattenuto e previa autorizza- cebook sono gestite attraver-
cio afflusso di immigrati provenienti dal lità di far pensare che in quei centri av- Bologna, dove un gruppo di detenute esa- zione da parte del prefetto, l'accesso ai so un sistema automatico
Nord Africa, e al fine di non intralciare le vengano le maggiori nefandezze”. E Mar- sperate ha incendiato lenzuola e materas- Centri da parte di cittadini italiani e stra- che le raccoglie e provvede
attività loro rivolte”. Ingresso libero sol- co Paggi, avvocato di punta dell'Asgi, si. Il fuoco viene appiccato per protesta nieri regolarmente soggiornanti che in- al blocco dei contenuti e non
tanto alle associazioni che hanno accor- l'Associazione giuristi dell'immigrazio- anche il 2 e il 7 maggio a Milano, il 23 mag- tendano fare visita agli stranieri trattenu- prevede quindi, in generale,
di col ministero: dalla Croce rossa all'Al- ne, si domanda: “Dov'è mai l'intralcio, se gio e il 16 giugno al Cie di Roma, il 4 mag- ti”. Il diniego dell'autorizzazione poteva un intervento “umano”.
to commissariato per i rifugiati. Ma sono diverse cooperative possono entrare? Si gio a Trapani, mentre in molti altri centri si essere impugnato. E, fra i diritti del trat- Inoltre, l'errore ha dimostra-
scatenano rivolte e tentativi di fuga, taluni tenuto, la circolare elencava: una com- to che il social media non di-
Il Cie di Ponte Galeria, a Roma (FOTO ANSA) dei quali, come a Bologna, riusciti. pleta informativa all'interessato, la tutela spone di un protocollo in
Un’iniziativa Di qui la decisione del sit-in del 25 luglio,
all'insegna dello slogan “LasciteCIEen-
della salute psico-fisica, la libertà di “col-
loquio riservato”. Laura Boldrini, porta-
grado di tutelare e salvaguar-
dare i contenuti pubblicati
di trare”. Vi prenderanno parte, fra gli altri,
24 parlamentari: da Livia Turco, Furio
voce dell'Alto commissariato Onu per i
rifugiati denuncia come nel Cie di Lam-
dagli organi di informazione.
Quindi, questo episodio se-
parlamentari Colombo e Jean Leonard Touadi del Pd a
Leoluca Orlando e altri dell'Italia dei Va-
pedusa vengano trattenuti assieme agli ir-
regolari decine di richiedenti asilo poli-
gnerebbe un precedente pe-
ricoloso per tutti i quotidiani
lori, a Fabio Granata del Fli , a Savino Pez- tico, e osserva: “Queste strutture erano e le la stampa. Il Fatto.it, che
e giornalisti, zotta dell'Udc e Giuseppe Giulietti del state pensate per soggiorni fino a un mas- punta sulla multimedialità e
Gruppo misto. Si divideranno con gli al- simo di due mesi, portati nel 2009 a sei la partecipazione diretta dei
ai quali Maroni tri manifestanti fra Roma-Ponte Galeria e mesi e ora per decreto addirittura a 18. suoi lettori, è il primo quoti-
Gradisca, Torino e Milano, Modena e Ca- Ma non sono equipaggiate per periodi diano in Italia e in Europa per
ha impedito gliari, Porto S. Empedocle e Bari, Santa così lunghi, e in più, trascorso un certo numero di iscritti sulla pagi-
Maria Capua Vetere e Trapani. tempo, identificare il soggetto è altamen- na del network e ha già su-
l’accesso Con l'aggiunta di un'undicesima località te improbabile”. perato i 570mila “mi piace”.
pagina 10 Sabato 23 luglio 2011

TV E DISASTRI

COM’È BALLERINA LA RAIMilly Carlucci: il servizio pubblico

non tutela i suoi successi. E Canale5 ne approfitta
di Chiara Paolin dience bollenti. Infatti Milly programma di 50 minuti dove
Carlucci, seduta davanti all’av- le coppie gareggiavano e vin-
ndiamo per le scale? vocato Giorgio Assumma, cevano una coppa. Noi l’abbia-

“A L’ascensore è clau-
strofobico, e poi un
po’ di moto fa bene”.
La Milly nazionale è così. Un’a-
tleta, una soldatessa, una rigo-
rosa interprete della tradizione
Rai nella sua declinazione più
vistosa e radicale: lo show del
sabato sera. Che, da otto anni a
questa parte, su Rai1 si chiama
Ballando con le stelle, gara di mos-
se e sentimenti, lacrime e ca-
schè, contratti milionari e au-
FRIULI Dalla morosa
in auto blu: condannato
snocciola subito i numeri per
spiegare come mai una signora
tanto elegante e sorridente ab-
bia deciso di presentare al Tri-
bunale di Roma un ricorso con-
tro la concorrenza.
Canale5 da settembre vor-
rebbe mandare in onda Baila,
format danzerino. E lei s’è
offesa?
Sono in Rai da 34 anni e se vedo
aggredito il mio lavoro lo difen-
do. In origine Ballando era un
mo trasformato in un reality di
tre ore, un campione d’incassi
per l’intera azienda con il 27
per cento di share medio.
Ecco perché ve lo copiano.
O meglio: comprano un for-
mat simile al vostro.
Ma non si può vivere della crea-
tività altrui: quello funziona, e
quello si copia. Troppo como-
do così.
Veramente Rai e Mediaset
fanno a gara nel fotocopiarsi
i programmi, il gioco è reci-
proco.
E deve finire. La Rai ha tutte le
professionalità per vivere di in-
gegno proprio. Basta farlo. Se-
condo il Rapporto Medioban-
ca 2010, siamo al 37° posto nel-
la classifica delle grandi azien-

Ldalla'ex presidente del Consiglio regionale del Friuli Ve-

nezia Giulia, Edouard Ballaman, è stato condannato
Corte dei Conti a risarcire la cifra di 22.877 euro
de italiane. Alitalia è al 35° e tut-
ti s’indignano se qualcuno la
tocca economicamente: per- ché non si può sempre reagire
La conduttrice e autrice di “Ballando con le stelle”, Milly Carlucci (FOTO LAPRESSE)

Ventura se n’è andata. Lei Contro Mediaset o contro la

per l’abuso delle “auto blu”. ché per noi non accade?
I giudici contabili hanno calcolato il danno erariale Forse perché la gestione di
causato all’amministrazione regionale dai viaggi non vertice è soggetta alla politi-
giustifIcati da esigenze servizio. ca: interessa più il consenso
La vicenda era stata sollevata dalla pubblicazione di un dei ricavi.
dossier su un quotidiano locale, il Messaggero Veneto. In Ma se qualcuno tentasse di ru-
seguito alle polemiche, e all’avvio delle indagini della bare all’Eni il suo prodotto di
magistratura, Ballaman si era autosospeso dalla Lega
Nord decidendo in seguito di dimettersi dalla presi-
punta, quelli reagirebbero ec-
come.
denza dell’assemblea regionale.
All'ex esponente del Carroccio, ora consigliere del
Infatti anche l’ufficio legale
Rai ha dovuto venirle dietro
gruppo Misto, la Guardia di Finanza contestava 55 viag-
gi effettuati con l’auto di servizio senza effettivi im-
presentando un secondo ri-
corso per concorrenza slea-
pegni istituzionali dal maggio 2008 al marzo 2010. Tra le. Lo firma il vice e non il ti-
di essi, viaggi identificati con annotazioni quali “ri- tolare della Direzione Affari
prendere fidanzata”, “cena dai suoceri”. Ballaman si Legali, ma è comunque un
sarebbe servito dell’auto blu anche per recarsi in ae- risultato
roporto in partenza e di ritorno dalle vacanze. Il pro- Mi fa piacere, speriamo di ave-
cesso inizierà il 5 ottobre prossimo. re entrambi fortuna in tribuna-
le. Io ci ho messo la faccia per
prima, con la mia squadra, per-
con un’alzata di spalle. Anzi. Bi-
sogna fare il proprio dovere,
finchè si è in tempo. Con tutta
l’umiltà del caso, difendo il
prodotto Rai che ha fatto re-
cord d’ascolti nella scorsa sta-
gione dopo mostri sacri come
Sanremo e Miss Italia. Se Media-
set fa 2,7 miliardi di fatturato al-
l’anno e la Rai 2,2 vuol dire che
sono in ballo gli stipendi di tan-
ta gente, oltre a un simbolo im-
portante della cultura italiana.
Santoro era una macchina
da soldi, eppure è stato al-
lontanato.
Evidentemente ci sono state
scelte di altra natura.
Pure Gabanelli e Saviano,
preziosi brand Rai, sono sta-
ti maltrattati. E Simona
che fa? Rai di oggi?
Non mollo proprio adesso. Alla Contro tutti quelli che non la-
Rai devo davvero tutto, ci ho vorano per il bene del servizio
passato la vita dentro. Ma se re- pubblico. L’ipotesi della priva-
sto, combatto fino in fondo. tizzazione potrebbe essere va-
lida, anche se la soluzione vera
è un’altra: gestire con senso di
“Difendo responsabilità quel che c’è e
che ancora resiste. Nonostante
il mio lavoro tutto.
Ne ha parlato con sua sorel-
e l’economia la Gabriella, ex collega tivù
e parlamentare Pdl, nonché
sindaco di un paesino nel
che produce Foggiano?
Certo, e mi sostiene. Ma lei ha
Torniamo sempre tanto da fare.
L’avvocato Assumma intervie-
a investire ne: “La vedo sempre che corre
al parco col cagnolino, magris-
sulla qualità” sima”. Beata politica.

Michelangelo rovina la festa globale alla Brambilla

UNA SOCIETÀ VICINA A SCAJOLA AVEVA OTTENUTO 7 MILIONI PER UNA MOSTRA VANTANDO L’ESCLUSIVA SULLE OPERE DELL’ARTISTA: BUGIA
di Daniele Martini
rano partiti mirando in alto: una
Echelangelo
mostra di opere originali di Mi-
per promuovere il tu-
rismo italiano in Brasile, Russia, In-
dia e Cina. L’avevano battezzato
«progetto Bric», dall’acronimo di
quei quattro paesi, e per lanciarlo
il Dipartimento del turismo di Mi-
chela Vittoria Brambilla aveva stan-
ziato 7 milioni e mezzo di euro. Ad
organizzare la mostra doveva es-
sere la Meet Comunicazione, so-
cietà considerata negli ambienti
del Dipartimento turistico una
creatura vicina all’ex ministro del-
lo Sviluppo Economico, Claudio
Scajola. All’ultimo istante, però, la
mostra è saltata perché si è sco-
perto che non era fondato il pre-
supposto dell’operazione, e cioè la
disponibilità in esclusiva delle
opere di Michelangelo da parte
della Meet. Presupposto che tra
l’altro aveva consentito alla stessa
Meet di entrare nell’affare senza
gara.
tito dal Fatto, ammette Paolo Rubi-
ni, direttore generale dell’Enit, un
manager voluto dalla Brambilla:
«Più imprese dichiaravano di avere
l’esclusiva delle opere di Michelan-
gelo». Alcuni mesi prima lo stesso
Rubini, con una lettera del 22 ot-
tobre 2010 indirizzata al capo del
Dipartimento del turismo,
Caterina Cittadino, si era
speso per far vincere la
Meet giudicando il suo
progetto «pienamente
confacente agli obietti-
vi fissati», in quanto
«prevede la possibilità di
utilizzo in esclusiva di
opere originali di Miche-
langelo».
Tutto inizia un anno fa,
proprio per iniziativa
di Rubini. Di fronte al
progressivo impove-
rimento delle fonti
turistiche tradizio-
nali, tedesche, olan-
desi e francesi ver-
so l’Italia, il diretto-
spenderli in turismo e viaggi per il quella Meet e per questo il direttore
mondo, a cominciare dall’Europa e Enit la promuove a pieni voti con la
dal paese che in Europa più di tutti lettera citata al capo Dipartimento
dovrebbe essere la calamita dei
nuovi flussi: l’Italia, appunto.
del turismo, la signora Cittadino.
Alla quale non dispiace affatto la
Rubini si rivolge per Internet ai sog- segnalazione, perché sa bene ciò
getti eventualmente interessati al che si dice della Meet, e cioè che sta
progetto sollecitando loro molto a cuore a Scajola e sa bene
l’invio di «idee». Si fanno che Scajola era ministro quando de-
avanti 10 società e l’E- cisero di assumere suo figlio all’a-
nit ne seleziona 5, tra genzia pubblica di promozione tu-
cui la Meet Comuni- ristica PromuovItalia.
cazione Srl di Ales-
sandro Casali. Secon- PER LA MEET sembra fatta. L’ar-
do Rubini, la mi- ticolo 57 del codice dei contratti
gliore propo- pubblici consente di affidarle il pro-
sta è proprio getto Bric senza gara in quanto por-
tatrice di «diritti esclusivi», cioè le
opere di Michelangelo che dice di
aver avuto dall’associazione Meta-
morfosi, presieduta dall’ex deputa-
to Pci, Pietro Folena, che, a sua vol-
ta, l’aveva ottenute dalla Fondazio-
Il David di ne Casa Buonarroti. Ma a sorpresa
Michelangelo nell’ingranaggio si infila il classico
(F A
OTO ) granello di sabbia: una delle 5 so-
NSA
cietà ritenute merite-
voli di selezione da
opere di Michelangelo. E’ una gra-
na. Cade tutta l’impalcatura che
rendeva favorita la Meet, mentre la
Demax 10 giorni dopo si rifà sotto
con un’altra lettera in cui chiede
all’Enit indicazioni per pianificare
la mostra. A quel punto il progetto
Enit-Bric-Michelangelo-Meet salta e
salta del tutto anche l’idea della mo-
stra di Michelangelo. In fretta e fu-
ria l’Enit deve affidarsi ad un piano
B. Indice tre gare per Russia, Cina e
Brasile rinviando quella per l’India
a tempi migliori. Alla gara per il Bra-
sile non si presenta nessuno, a quel-
la per la Cina si fanno avanti due
società cinesi giudicate però asso-
lutamente inattendibili. Per la Rus-
sia vince Interexpo, una società
russa di proprietà di un italiano, a
cui l’Enit a quel punto decide di
affidare tutto il banco, Cina e Bra-
sile compresi.
E LA MEET? Sfumato l’affarone
della promozione dell’Italia turisti-
ca in mezzo mondo, deve accon-
tentarsi. L’Enit le affida la sponso-

ORA L’ENIT, l’ente del turismo,

re dell’Enit decide
di puntare su Bra-
La Meet si era parte di Enit, la De-
max, il 24 maggio
rizzazione delle Mille Miglia, una
manifestazione che con la promo-
è costretto a raffazzonare in tutta
fretta un progetto alternativo del-
sile, Russia, India e
Cina. L’idea non è
aggiudicata scrive una lettera al
direttore dell’ente tu-
zione del turismo nei paesi Bric per
la verità c’entra assai poco. Sembra
l’ultim’ora, un piano molto meno
attraente e ambizioso del primo. Il
affatto peregrina
perché quei paesi
senza gara ristico ricordandogli
di avere «un’opzione
un contentino. Il presidente del co-
mitato della corsa definita dagli or-
rischio è che i soldi pubblici stan- stanno crescen- sui disegni di Miche- ganizzatori «la più bella del mondo»
ziati finiscano in un pulviscolo di do in fretta e nel- l’appalto per langelo per un’even- è lo stesso presidente di Meet e
iniziative minori che lasciano il le città ormai si è tuale mostra». Meet è anche partner operativo del-
tempo che trovano. Se il turismo formato un ceto la promozione All’Enit cala il gelo: la manifestazione insieme all’Auto-
italiano in crisi nera sperava, insom- numeroso di due aziende dichiara- mobil club di Brescia. La cifra per la
ma, di respirare una boccata d’os- nuovi ricchi, gen- dell’Italia no contemporanea- sponsorizzazione non è una gran
sigeno con i Bric, la faccenda ha te con i soldi in ta- mente di avere l’e- cifra: poco meno di 250 mila euro.
preso subito una brutta piega. Sen- sca desiderosa di all’estero sclusiva delle stesse Sempre meglio di niente, però.
Sabato 23 luglio 2011 pagina 11

ECONOMIA

IN MEDIOBANCA
SI PREPARA
LA RESA DEI CONTI
Nuove regole per le nomine
Ora i francesi sono meno forti
di Giovanna Lantini Provera). La maggioranza del una società quotata anche se
Milano comitato andrà quindi ai mana- nei fatti nell'attuale consiglio di
ger della banca, che saranno Mediobanca l’unico che non
on un colpetto ai soci tre.

C
francesi e un rafforza-
mento dei manager, Me-
diobanca è ormai pronta
per la battaglia d'autunno. Si è
chiusa con una piccola rivolu-
zione su tutti i fronti la mara-
tona di ieri nel salotto buono
della finanza italiana, preludio
estivo all'atteso scontro per il
rinnovo del patto di sindacato
che controlla Piazzetta Cuccia
cui seguirà a breve distanza la
nomina del cda. In vista del
quale i “giovani” manager Al-
bert Nagel e Renato Pagliaro,
che la scorsa primavera aveva-
no giocato un ruolo di primo
piano nella cacciata di Cesare
Geronzi dalle Generali, si sono
rafforzato le loro posizioni di
forza. Innanzitutto hanno in-
cassato il via libera dei grandi
soci alla modifica della compo-
sizione dello strategico comi-
tato nomine dell'istituto, che
vedrà una riduzione dei suoi
componenti da sei a cinque,
due dei quali saranno consi-
glieri indipendenti e non più
rappresentanti dei pattisti (at-
tualmente il presidente di Uni-
credit Dieter Rampl, il rappre-
sentante dei soci stranieri Vin-
cent Bollorè e quello dei soci
industriali Marco Tronchetti
UNA QUESTIONE non da
poco dal momento che è pro-
prio in seno a questo comitato
che vengono prese le decisioni
sui rappresentanti di Medio-
banca nelle partecipate strate-
giche Generali, Telecom (via
Telco) ed Rcs, l'editrice del Cor-
riere della Sera. Più autonomia
per i manager anche a livello di
cda, dove il numero minimo de-
gli indipendenti salirà da due a
quattro, mentre è per ora di por-
tata solo simbolica l'introduzio-
ne di limiti di età per consiglieri
(75 anni), presidente (70 anni),
ad e direttore generale (65).
Una prima assoluta in Italia per
Bollorè perde
potere
Tra le novità
il limite
di 65 anni
per gli
amministratori
rientra nei limiti è l'ultra ottua-
genario ex-presidente di Gene-
rali, il francese Antoine Ber-
nheim, mentre il numero uno di
Mediolanum Ennio Doris e il
presidente del patto Angelo Ca-
sò hanno “solo” 71 anni.
PUNTI importanti anche per
il lato italiano dell'azionariato,
Unicredit in testa, che ha gua-
dagnato un po' di margine ri-
spetto ai temuti francesi capita-
nati da Bollorè che in Generali
aveva da principio dato una ma-
no a Geronzi. Il finanziare bre-
tone ha infatti dovuto fare buon
viso a cattivo gioco accettando
apparentemente di buon grado
la cancellazione della norma
che gli avrebbe permesso di far
subentrare nel patto soci amici
senza l’assenso degli altri mem-
bri dell'accordo, cui fa capo il
44% di Mediobanca. Anche
questa non è una questione di
poco conto dal momento che
Unicredit, primo socio di Piaz-
zetta Cuccia, sicuramente non
gradisce un azionista straniero
troppo ingombrante. E l'esube-
rante finanziere Bollorè non fa
mistero di voler crescere anco-
ra. Al momento ha già in mano il
5,18% di Mediobanca con
un’opzione a salire fino al 6%,
Piazzetta Cuccia, sede di Mediobanca. Sotto Sarkozy, Legarde (Fmi) e Merkel al vertice Ue di giovedì (FOTO ANSA)
sia pure all’interno del gruppo
di soci stranieri del patto cui fa
capo complessivamente l’11%
della banca milanese. Tanto più
che per il 30 settembre, la sca-
denza del termine, sono attese
le disdette di almeno un paio di
soci esteri, tra i quali il Santan-
der della famiglia Botìn cui fa ca-
po l'1,84 per cento. In questo
caso, però, l'accordo trovato ie-
ri potrebbe rafforzare Bollorè,
dato che se gli spagnoli lasce-
ranno è stato previsto che la lo-
ro quota nel patto venga rim-
piazzata con i titoli non vinco-
lati di Groupama, il gruppo as-
sicurativo francese legato a
doppio filo con Bollorè che lo
scorso inverno aveva tentato la
sortita nella FonSai dei Ligresti.
In ogni caso le incognite sulla
futura composizione e peso del
patto sono ancora molte e l'u-
nica certezza è che l'accordo sa-
rà rinnovato per soli due anni,
per il resto bisognerà aspettare
la fine dell'estate. Sarà forse per
questo che Tarak Ben Ammar,
l’imprenditore franco tunisino
in affari con Silvio Berlusconi,
per una volta ha mantenuto il
più stretto riserbo.
IL SAN RAFFAELE
si affida a Bondi
DSanuesiglio
superconsulenti per il San Raffaele. Il con-
di amministrazione della Fondazione
Raffaele del Monte Tabor, riunitosi ieri per
oltre 7 ore, ha nominato come consulenti Enri-
co Bondi, l’ex amministratore delegato di Par-
malat, e Renato Botti, ex direttore generale del-
l’ospedale. Il cda ha definito il programma delle
attività per rispettare l’impegno preso coni ma-
gistrati da Giovanni Maria Flick, nominato al San
Raffaele in quota Vaticano, per la presentazione
di un piano di salvataggio entro settembre pros-
simo. La fondazione ha spiegato in una nota che
per “accelerare la definizione di un quadro con-
tabile", Bondi si è riunito con i legali dello studio
Gianni e Origoni e altri consulenti "per l’avvio
delle operazioni necessarie". Nel frattempo il
consiglio di amministrazione ha proseguito i la-
vori, esaminando i diversi scenari che potreb-
bero risultare dall’attività di ricognizione con-
tabile. In sostanza di dovrà decidere se andare al
concordato oppure tentare direttamente il sal-
vataggio senza il paracadute di questa proce-
dura. Al consiglio non ha partecipato don Verzè,
assente giustificato per il funerale di Mario Cal,
l’ex braccio destro suicidatosi lunedì scorso.

IL PIANO SALVA-GRECIA I bluff della politica

Un’Europa debole in ostaggio delle banche

di Superbonus
opo la sbornia propagandistica
D“pianodell’Europa che reagisce e del
Marshall”, gli operatori
hanno iniziato ad analizzare nel
dettaglio l’accordo di Bruxelles di
giovedì sera. E hanno scoperto che
è pieno di buone intenzioni, ma che
non ha nessuna conseguenza ope-
LIGRESTI FAMILY
Jonella “fuori”
ma strapagata
rativa immediata.
Un fondo che non ha fondi (al mo-
mento) presterà 109 miliardi ad
una nazione, la Grecia, che non può
pagare un tasso d’interesse inferio-
re a quello che pagheranno due na-
zioni (Italia e Spagna), azioniste del
fondo per finanziare le loro quote di
partecipazione. Inoltre le banche
che incautamente si sono fidate
della Grecia “volontariamente” al-
lungheranno la scadenza dei propri
crediti, a tassi inferiori a quelli a cui
avevano erogato il prestito.
Una cosa è certa: le banche che
avevano comprato i titoli di stato
greci 18 mesi fa credendo nelle pro-
messe di salvataggio, si troveranno
nella condizione di non poter rice-
vere indietro il proprio denaro se
non fra trent’anni. Se questo è il
precedente che l’Unione Europea
crea con le decisioni prese nel sum-
mit di Bruxelles, con quale voglia gli
investitori aderiranno alle prossime
aste di titoli di Stato di Paesi con
economie asfittiche e con un rap-
porto deficit/pil superiore al 100
per cento? Certamente con l’animo
di chi sta correndo un grosso rischio
gnandosi rapidamente o chieden-
do un contributo ancora maggiore
al settore privato. I leader europei
ancora una volta stanno bluffando
di fronte al mercato, stanno tentan-
do di convincere tutti che il fondo di
per la stabilità dell’euro (Efsf) è una
garanzia comune sui debiti di tutti e
quindi una fideiussione in bianco ri-
lasciata dalla Germania agli altri
paesi. Ma così non è, se la Grecia e
successivamente l’Irlanda ed il Por-
togallo dovessero non ripagare i
propri debiti il fondo si accartocce-
rebbe su se stesso, lasciando in ma-
no ai creditori (del fondo) solo carta
straccia non collocabile sul mercato
a nessun prezzo.
Il meccanismo che si è costruito è
simile a quello che ha portato al fal-
tervenire direttamente la Federal
Reserve a garantire il debito, ma nel
caso di fallimento del Fondo Euro-
peo chi interverrebbe ? Non la Ban-
ca Centrale Europea che anzi ha
voluto essa stessa essere garantita
dagli Stati della Ue in caso di fal-
limento della Grecia, attraverso
una clausola inserita nel “piano
Marshall”. Vi siete persi? Non vi
preoccupate è normale è successo
anche alle centinaia di analisti che
in queste ore stanno tentando di ca-
pire la solidità, la fattibilità e la cre-
dibilità delle roboanti dichiarazioni
rilasciate alla fine del vertice di gio-
vedì. Gli investitori chiedono solo e
semplicemente di capire una cosa:
alla fine chi paga? Chi pagherà il
conto se l’Italia si aggiungesse alla
role del nostro Presidente del Con-
siglio al termine de vertice “c’è il
chiaro impegno dell’Eurogruppo a
non far fallire nessuno Stato”, con-
tengono un aggettivo di troppo
(“chiaro”) ed una limitazione tem-
porale in meno (“per ora”). A leg-
gerlo in controluce questo accordo
contiene le stesse debolezze di
un’Europa che non esiste, che ten-
ta di sopravvivere con soldi che non
ha e con una politica monetaria le-
gata a dogmi che nessuno ricono-
sce più. Con questa debolezza chi
comanda è il mercato che si inca-
richerà presto di verificare se i buo-
ni propositi ed i tanti sorrisi si tra-
durranno in azioni più chiare e più
concrete per salvaguardare i conti
ed i cittadini degli stati più deboli. Il

E così, dopo aver rinunciato ai suoi po-

teri di gestione al vertice di Fondia-
ria-Sai, Jonella Ligresti ci fa sapere dalle colon-
e con il dubbio che se dovessero
peggiorare le cose per Spagna ed
Italia, non ci sarebbero abbastanza
limento di Aig negli Usa. Il colosso
assicurativo americano garantiva
per i debiti fondi e istituzioni finan-
lista dei paesi da salvare? Se la ri-
sposta non contiene il nome Ger-
mania o Bce o la parola “stampare
mercato e con esso le grandi ban-
che sono al comando in questo mo-
mento. L’inedita presenza dell’am-
ne del Corriere della Sera che in passato il suo soldi per tirarle fuori dai guai. Fran- ziarie, ma quando queste sono fal- denaro” (quantitative easing), i Btp ministratore delegato di Deutche
ruolo è sempre stato di semplice “supporto al cia, Germania, Olanda e Finlandia lite hanno trascinato con se la stes- non saranno al riparo dalle vendite Bank, Josef Ackermann, al vertice
management”. Nell'intervista pubblicata ieri salverebbero se stesse disimpe- sa Aig. A quel punto è dovuta in- e dalla speculazione. Le incaute pa- dei capi di Stato europei è la pla-
dal quotidiano, la figlia del patron Salvatore di- stica dimostrazione che sono loro a
ce di aver esercitato le sue deleghe di presidente governare, sono loro a decidere co-
“solo quando ho dovuto farlo”. Insomma Jonel-
la avrebbe avuto una carica di semplice rappre-
Il Fondo me, quando e chi salvare e chi in-
vece condannare. I Capi di Stato so-
sentanza, o poco più. A questo punto però sorge
spontanea una domanda. Se davvero la pre-
di stabilità, no ormai solo marionette che si
muovono su copioni scritti dagli in-
sidente della compagnia aveva un potere del
tutto formale come si giustifica il suo stipen-
tanto vestitori che vorranno sempre più
garanzie di riportare a casa i propri
dio milionario? Nel 2010 Jonella Ligresti ha soldi. Ma l’Italia in tutto questo può
guadagnato 2,5 milioni, altrettanto nel 2009 sbandierato, vantare un grande merito, quello di
e nel 2008. Mica male per un presidente che aver proposto di tenere il prossimo
lascia la gestione ai manager. Siamo sicuri non è una Eurogruppo ad Atene dove Berlu-
Jonella spiegherà tutto nella prossima in- sconi potrà comprare una nuova
tervista al Corriere. O no? garanzia casa e promettere un altro campo
da golf.
per tutti (www.superbonus.name)
pagina 12

ALTRI MONDI

La pista islamica Le fatwe del mullah Krekar Le vittime XX morti e decine di vittime
Siti d’informazione hanno tirato in ballo la figura del L’autobomba esplosa a Regjeringskvartale, centro
mullah iracheno Krekar, controverso fondatore del governativo di Oslo avrebbe provocato almeno 7 morti e
gruppo curdo-islamista Ansar al-Islam, da anni decine di feriti, di cui diversi gravi, ricoverati negli
residente in Norvegia: 10 giorni fa un procuratore ospedali della capitale. Nella sparatoria di Utoya, isola a
l’aveva incriminato per terrorismo per aver minacciato una trentina di chilometri a ovest di Oslo, sul lago di
di morte politici norvegesi nel caso in cui fosse stato Tyrifiorden, vi sarebbero almeno 10 morti. Ogni anno
espulso. Poi la rivendicazione del finora sconosciuto l’isoletta ospita il campus estivo dei giovani attivisti del
gruppo “Sostenitori della Jihad globale”. partito laburista: quest’anno oltre 650 le persone presenti.

FOLLIA SCANDINAVA
BOMBE, SPARI E MORTI IN NORVEGIA
di Giampiero Gramaglia alle 15 e 26, l’esplosione di una polizia ha parlato “di una o due la presenza di altri esplosivi e rac-
Bruxelles o due bombe di forte potenza bombe”, senza indicare il nume- cogliere indizi.
nel centro della capitale, presso ro delle vittime, limitandosi a La Norvegia è un paese che non
ombra d’un attacco terro- una sede del governo; poi, di lì a confermare che vi sono “dei ha mai voluto entrare nell’Ue –

L’ ristico concertato s’allun-

ga su Oslo dopo una gior-
nata di sangue e di paura:
la capitale della Norvegia offre
immagini di distruzione e deva-
stazione, che ricordano le scene
di New York 2001, Madrid
2004, Londra 2006. Diverse de-
cine le vittime: le informazioni
sono frammentarie, le fonti uf-
ficiali caute e ‘abbottonate’.
Su internet, compare la rivendi-
cazione di un gruppo jihadista
finora sconosciuto: “È solo l’ini-
zio, vi aspetta ben di peggio”.
Gli attacchi, una ritorsione per
la presenza della Norvegia in Af-
ghanistan, miravano a colpire al
cuore una grande democrazia
scandinava rimasta finora prati-
camente indenne dai germi del
terrorismo, che, a varie riprese,
hanno invece contagiato la Sve-
zia, a partire dal mai del tutto
chiarito omicidio del premier
Olof Palme, negli Anni 80, e la
Danimarca: Ma, specie dopo la
rivendicazione, l’allarme s’è
esteso a tutti i Paesi della forza
Isaf, fra cui l’Italia.
Due e distinti gli episodi ieri a
Oslo, ma, secondo la polizia,
collegati l’uno all’altro. Prima,
Raduni e ricordi dei nostalgici
poco, una sparatoria su un’isola
nei pressi di Oslo, a una riunio-
ne di giovani socialisti. La defla-
grazione ha devastato un palaz-
zo di 17 piani, sede del Verdend
Gang, maggiore tabloid norve-
gese, e di agenzie governative, e
ha danneggiato l’ufficio del pre-
mier, che era assente. Calcinac-
ci, vetri infranti, incendi spora-
dici, urla e paura: il centro di
Oslo appariva, nel pomeriggio,
una zona di guerra, polvere, fu-
mo, devastazione.
Sulla base delle testimonianze, e
mentre sono in corso accerta-
menti balistici e scientifici, la
Un’esplosione
devasta il centro
governativo
della capitale.
L’esercito
evacua la
popolazione
morti” e “di una decina di feriti”.
Un’auto sarebbe stata vista pas-
sare a tutta velocità poco prima
della deflagrazione.
POCO PIÙ TARDI, un uomo
vestito da poliziotto ha aperto il
fuoco in una riunione dei giova-
ni laburisti, sull’isola di Utoeya,
alla periferia della capitale (il
premier doveva intervenire al
meeting). Anche in questo caso,
la polizia conferma l’episodio,
senza fornire particolari. I media
parlano di alcune vittime, forse 7
(anche se testimoni avrebbero
visto una ventina di corpi visti
sulla spiaggia dell’isola). L’auto-
re della sparatoria è stato arresta-
to, ma la sua identità non rivelata
subito: secondo alcune fonti
avrebbe un aspetto nordico.
Un portavoce della polizia ha in-
vitato gli abitanti di Oslo a resta-
re in casa ed “evitare di radunarsi
in massa”, per non offrire bersa-
gli a nuovi attacchi. Decine di
persone si sono presentate negli
ospedali perché colpite nel crol-
lo delle macerie o dai vetri. Il
quartiere delle esplosioni è stato
chiuso, mentre agenti e cani po-
liziotto cercavano d’individuare
per due volte, l’adesione è stata
bocciata da un referendum - ma
che fa parte della Nato: è impe-
gnata in Afghanistan, con circa
500 uomini nel Nord, e parteci-
pa in Libia alla missione Unified
Protector.
Il governo di Oslo potrebbe in-
vocare l’attivazione dell’articolo
5 della carta atlantica, quello già
attivato dopo gli attentati terro-
ristici dell’11 Settembre 2001
contro gli Usa, che scatta quan-
do un paese dell’Alleanza è sotto
attacco e che prevede che tutti
gli altri contribuiscano alla sua
difesa.
Nello stesso
momento
carneficina nel
campus estivo
del partito di
governo su
un’isoletta

I luoghi dove la memoria

nazista non muore
di Marco Dolcetta
lle cinque di ogni pomeriggio fe-
Adinetto
riale, puntuale appare nel giar-
del condominio, fra i bam-
bini che giocano, Rochus Misch: un
attempato signore, ancora in piena
forma, che fa fare un giro turistico a
gruppi di giovani e meno giovani,
per lo più nord americani. Il tema è
ricordare il bunker di Hitler, Misch
era il telegrafista di Hitler e anche
l’ultimo che lo vide in vita. Ci vuole
molta immaginazione per visualiz-
zare questi luoghi cult, in quanto
non resta più nulla perché tutto è
stato distrutto, cancellato.
RIMANE comunque solo un ico-
na, a poche decine di metri, nel giar-
dinetto condominiale, ex bunker, si
tratta di un quadro conservato al
Museo d’Arte Moderna di Berlino:
l’Isola dei Morti di Arnold Bücklin, la
quarta versione, quella che appar-
teneva ad Hitler e che in una foto
campeggia alle spalle del Fürer
mentre osserva Molotov e Von Rib-
bentrop siglare il patto russo-tede-
sco. Il quadro fu trafugato dal bun-
ker da un generale russo, che lo ri-
vendette al console tedesco a Mo-
sca nei primi anni 90 e che fece così
ritorno a Berlino.
“Siamo passati con la leggerezza di
un pettegolezzo” questa è l’iscrizio-
ne che si trova sul tumulo funerario
di Dietrich Eckart, il mentore del
giovane Hitler che fu un poeta di ta-
lento e che tradusse il Peer Gynt
poema danese lungo quanto la di-
vina commedia, in tedesco. Razzi-
sta della prima ora scrisse con il gio-
vane Hitler un dialogo su Mosè e
Marx. Quando Hitler incominciò la
sua carriera politica disse ai soste-
nitori ammirati: “Lui ballerà ma la
musica l’ho scritta io…”. Hitler lo
considerava come un padre, lo sep-
pellì nella sua casa di montagna nel
giardino vicino all’entrata. Quando
gli alleati distrussero tutto, la tomba
venne trasferita nel piccolo cimitero
della cittadina di Berchtesgaden. I
nostalgici e i giovani neonazisti che
vanno lì in pellegrinaggio, alloggiano
rigorosamente alla pensione delle
“Ciliegie” che a partire dal 1920 è
sempre stata alloggio obbligato dei
nazisti della prima ora e continua ad
esserlo oggi.
Altro scenario: Ulrichsberg in Au-
stria. Ai tempi di Heider si raduna-
vano gli ex combattenti delle SS la
prima domenica di Ottobre inqua-
drati dalla figlia nostalgica di Eric
Himmler in occasione del com-
pleanno del padre. Per una settima-
na si rincontravano i vecchi came-
rati con ospiti eterogenei, ricordo
l’allora sindaco di Monfalcone… In
cima a una montagna si trova an-
cora una piccola chiesa con le statue
di Arno Breker che ricordano i caduti
delle SS. Il collegamento fra gli al-
berghi sul lago e la montagna veniva
assicurato dalle jeep dell’esercito
austriaco.
Oltreoceano, in Argentina ci sono al-
tri luoghi cult, a Bariloche, asilo ac-
cogliente del dopo guerra dei nazi-
sti, c’è la chiesa intestata a Monsi-
Ancora oggi
a Berlino l’ex
telegrafista
di Hitler porta
i turisti dove
sorge il bunker
del Fuhrer
gnor Stepinac, voluta negli anni 50
da Ante pavelic e i suoi amici, che li si
erano rifugiati. A villa Angostura, a
poche decine di chilometri c’è il san-
tuario più inquietante per i vecchi
nazisti: è una casa costruita a fine
anni 40 da un magnate dell’indu-
stria argentina di origine tedesca, è
l’esatta riproduzione della casa di
montagna di Hitler in Baviera e li, si
dice, abbiano vissuto i coniugi Hitler
dopo la presunta fuga da Berlino. Si
narra che ancora adesso pur essen-
do disabitata, risuoni l’ululato di un
pastore tedesco al nome Blondie,
ma che nessuno a mai visto.
Ma il santa sanctorum per i neona-
zisti si trova nella foresta di Teoto-
burgo nel nord ovest della Germa-
nia, non lontano dalla città di Pader-
born. In mezzo alla foresta sembra
che ai tempi dei Mibelunghi ci sia
stata una caduta di meteoriti di di-
mensioni gigantesche, questo am-
masso di rocce totalmente estranee
alla geologia del posto si chiamano
extersteine. Durante il nazionalso-
cialismo Himmler decise che quello
era il luogo dove le SS dovevano ce-
lebrare i riti pagani dei solstizi e degli
equinozi. Così avvenne e avviene
anche oggi anche se intorno ai falò
rituali, oltre alle divise dei nostalgici,
ci sono abbigliamenti più alla moda
ma anche hippy e cultori del new
age. In cima alle rocce che sono sca-
vate a gradini c’è una stanza, rica-
vata dalla roccia, completamente
spoglia con solo un altare scolpito
anch’esso nella roccia, questo altare
viene illuminato da una finestra che
lascia filtrare la luce diretta del sole
che illumina così l’altare, solo in oc-
casione dei solstizi e degli equinozi.
Esiste una foto molto rara di Martin
Bormann che fotografa il fenomeno
con la sua Leica. L’ultimo segretario
di Hitler era così affezionato a que-
sto posto che si dice che le sue ce-
neri, per sua volontà, siano state di-
sperse in una tomba rituale, scava-
ta nella preistoria, nelle fondamen-
Dopo la guerra
gli Alleati hanno
provato a
distruggere molti
di quei simboli,
come oggi la
tomba di Hess
ta di queste rocce e tuttora intatta,
dove usano sdraiarsi e meditare i più
fanatici.
A 15 chilometri,altri due luoghi sa-
cri: la statua gigantestca di Armino
l’eroe dei germani che sconfissero le
legioni romane e poi l’inquietante
castello di Wewelsburg. A forma di
freccia fu scelto da Himmler come
punto di riunione dei circoli più
esclusivi ed esoterici del suo ordine
nero. C’è ancora un enorme sala con
pavimento in marmo con un sole ne-
ro dalle molteplici svastiche. Ogni
svastica ha un buco che collega di-
rettamente a una sala sotterranea
con accesso segreto dove, davanti a
12 piedistalli, venivano bruciati ri-
tualmente degli stendardi. Dodici
sono anche le stanze riservate e
personalizzate per ogni membro
del circolo più segreto degli intimi di
Himmler. Il castello oggi è quasi tut-
to restaurato e accessibile. C’è an-
che un piccolo museo che ricorda le
atrocità commesse dai nazisti.
Sui fianchi del fiume Reno, il fiume
sacro della Germania come lo de-
finiva Heidegger c’è il santuario de-
gli eroi morti della Germania il co-
sidetto Wahlalla. Un tempio di mar-
mo bianco che era più di moda ai
tempi dei nazisti che oggi…
L’isola di Heligoland è poco distante
da Amburgo è stata al centro delle
saghe dei riti nordici più antichi. Wa-
gner la considerava l’ultima Thule,
altri fanno risalire a questo sasso nel
mare il posto dove ancor oggi va ri-
cercato il graal. È sempre stato un
luogo mitico per i germani. Gli inglesi
a guerra finita hanno cercato di farlo
scomparire con tonnellate di dina-
mite, ma l’isola è rimasta intatta.
 Sabato 23 luglio 2011

ALTRI MONDI

Le reazioni “La lotta al terrorismo non si ferma” Le motivazioni Le vignette su Maometto

Gli eventi di Oslo ricordano l’importanza della lotta al Anche alcuni quotidiani norvegesi, dopo la
terrorismo; lo ha affermato il presidente degli Usa Barack Danimarca, hanno negli anni scorsi e in due riprese
Obama, presentando le propri condoglianze alle vittime pubblicato le vignette che avevano fatto esplodore la
degli attentanti. “Il terrorismo non riuscira'mai a rabbia del mondo islamico: prima il cristiano
cambiare i nostri valori”, ha detto il presidente del Magazinet all’inizio del 2006 e poi l'Aftenposten nel
Parlamento europeo, il polacco Jerzy Buzek. Il presidente 2010. Nel 2006, dopo la pubblicazione delle vignette,
della Repubblica Giorgio Napolitano ha condannato il “vile tra le varie ambasciate attaccate vi fu quella norvegese
atto terroristico”. a Damasco, presa d’assalto insieme a quella danese.

N
Il destino
Jens Stoltenberg, 52
anni, premier
norvegese dal 2005. LIBIA
Sotto, gli effetti
dell’esplosione nel Figlio di Gheddafi
centro di Oslo. In nel mirino Nato
basso, Hitler e dietro

del Kennedy di Oslo I

di lui il quadro l’Isola
dei Morti di Arnold
Bücklin (FOTO LAPRESSE)
IL PREMIER STOLTEMBERG
TRA CRISI ECONOMICA E ISLAMISTI
di Roberta Zunini
on l’aplomb rassicuran-
Tony Blair: come lui è diventa-
to leader dei laburisti quando
era giovane e, come Blair, ha
Norvegia fuori dalla crisi eco-
nomica attraverso un miglior
sfruttamento delle risorse na-
eri c'è stato un segnale
molto forte a Tripoli. C'è
stato un attacco contro un
centro operativo del
regime in cui c'erano Saif
al-Islam Gheddafi (il figlio
del colonnello libico, ndr),
il premier Baghdadi
al-Mahmudi, il capo dei
servizi segreti Abdullah
Senoussi e Mansour Dhu
al-Qabasi”, responsabile
della sicurezza del regime
di Gheddafi. Lo ha
confermato il vice
presidente del Consiglio

C te di chi non si fa mai

prendere dal panico, il
primo ministro norvege-
se, Jens Stoltenberg, nel com-
mentare l’esplosione davanti
al palazzo dove ha sede il suo
ufficio, ha detto che la situa-
zione è molto seria. Non ha
puntato l’indice contro nessu-
no, “perché è prematuro fare
qualsiasi ipotesi”. Il premier
labourista, ha fiducia ovvia-
mente nella polizia e non ac-
cusa l’intelligence di essere
stata poco efficiente. Il suo sti-
le “amichevole” non gli per-
mette di lasciarsi andare a
piazzate. Non ha dato l’im-
pressione di temere che il suo
governo potrà perdere popo-
larità per non aver saputo in-
tuire il pericolo jiadista e in-
vestigare.
ottenuto velocemente una du-
plice premiership. Eletto una
prima volta nel 2000, è tornato
in carica nell’ottobre del 2005.
Come il presidente americano
Kennedy è molto amato dai
media, anche per il suo ascen-
dente sull’elettorato femmini-
le, che incrementa l’audience,
mentre al contrario di Blair è
amato per aver bloccato la se-
rie di privatizzazioni messe in
campo dal governo preceden-
te. Ha cercato di portare la
Il Belgio prova a fermare
il senzagoverno record
turali del paese, soprattutto il
petrolio. Rimarrà molto proba-
bilmente al sicuro in un posto
sconosciuto per qualche gior-
no, ma c’è da giurare che tor-
nazionale di transizione di
Bengasi, Ali al-Isawi,
precisando che al-Qabasi è
rimasto “gravemente
ferito” nell’attacco.
nerà presto nella capitale per-
ché il suo stile lo obbliga a es-
sere davvero primus inter pa-
res. Che da quelle parti signi-
fica rifiutare qualsiasi privile-
gio e benefits. I politici devono
dare l’esempio e Stoltemberg
è un maestro nel mostrarsi
umile ma autorevole.
SIRIA
19° venerdì di
sangue e proteste

MA COME È nel suo stile, il

Kennedy della politica norve-
gese - come è stato più volte
definito per il suo stile misura-
to ma accattivante - ha scandi-
to che la violenza non “ci deve
terrorizzare”. Ma a poi aggiun-
to che “i terroristi ci vogliono
A WESTMINSTER spaventare”. Ha dunque am-
messo che la pista del terrori-
DOPO LA CRISI POLITICA più lunga, un vero e proprio record
mondiale, il Belgio intravvede un accordo per la formazione di un
governo: 8 partiti fiamminghi e francofoni hanno raggiunto un'intesa
È di almeno 9 morti e
decine di feriti il
bilancio della repressione
per negoziare incarichi e programmi. Entro l’estate sarà cosa fatta. Dal in molte città della Siria
patto sono fuori i nazionalisti fiamminghi, vincitori delle elezioni po- nel 19° venerdì di proteste
litiche del 2010. L’intesa lascia sperare nel superamento di una crisi contro il regime di Bashr
che mette a prova l'unità del Paese, compromessa dalla contrappo- al-Assad dedicato alla città
sizione fra i fiamminghi al Nord, due terzi della popolazione, cattolici ribelle di Homs. Lo ha
e tendenzialmente conservatori, e i valloni al Sud, francofoni, laici e reso noto l'Osservatorio
socialisti. I fiamminghi, più ricchi, puntano all'autonomia, se non al- siriano per i diritti umani.
l'indipendenza; i valloni restano favorevoli a uno stato centrale forte. Le forze di sicurezza
L'appello lanciato dal re Alberto II giovedì, in occasione della festa avrebbero sparato contro

LA MENZOGNA smo è giusta e gli investigatori

adesso dovranno perseguirla.
Ha poi aggiunto che le forze di
nazionale, ha trovato un’eco positiva in una notte. Uscendo dal
riserbo che la Costituzione gli impone, il sovrano aveva avvertito
che la mancanza d’un accordo comprometteva non solo l’unità
i civili per disperdere le
centinaia di migliaia di
siriani, oltre il milione

DEL GIOVANE MURDOCH sicurezza sono preparate per

affrontare una situazione
drammatica. Stoltenberg inve-
del Paese, ma anche l’integrazione dell’Europa. E ciò proprio nel
giorno in cui, al Vertice dell'eurozona, il Belgio confermava la sua
vocazione europea: sì all'accordo salva Grecia e salva euro e, inol-
secondo alcuni attivisti,
tornati in piazza a
Damasco, Hama, Homs,
ce di mostrarsi preoccupato tre, la proposta di un ministro delle finanze europeo unico e un sì Idleb, Deraa e Diar al-Azor.
di Andrea Valdambrini per la propria sorte, visto che agli eurobond. A Homs ci sono stati
avrebbe dovuto recarsi nel L’assenza di un governo post-voto non è stata, però, sentita in mo- violenti scontri tra reparti
gli anglosassoni le bugie non piacciono. Delinquere in generale è do drammatico dalla popolazione: l'esecutivo di Yves Leterme, in dell'esercito siriano
Aancora
grave, gravissimo per tutti, politici in testa. Ma mentire lo è forse
di più. È il timore di essere sbugiardi ad agitare i sonni dei
campo estivo dei laburisti, do-
ve c’è stata la sparatoria.
Il premier, classe ‘59, è stato
carica per gli affari correnti, ha gestito bene una situazione dif-
ficile e ha pure garantito, nel secondo semestre 2010, un buon
regolare e alcuni militari
che si sono schierati dalla
protagonisti dello scandalo intercettazioni. Da Rebekah Brooks, ex anche paragonato più volte a turno di presidenza del Consiglio Ue. (G.G.) parte dei rivoltosi.
direttore del gruppo News International, a Rupert Murdoch, fino al
premier, tutti si scusano, più o meno profondamente, dei danni SVIZZERA
provocati alle vittime spiate, ma proclamano in coro: non sapevo
nulla fino a pochi giorni fa. Forse qualcuno di loro dice bugie? Effetti speciali Condannati
Strana ingenuità, almeno quella di James Murdoch. Così deve aver ecoterroristi
pensato il parlamentare laburista Tom Watson (che con il collabo- Star Wars sul Trasimeno:
ratore del letterario Sherlock Holmes forse ha in comune non solo il
nome, ma anche qualche interesse investigativo). Martedì il figlio
del magnate aveva negato di fronte alla commissione parlamentare
Lucas restaura un convento U n tribunale svizzero
ha inflitto pesanti
condanne contro i tre
di essere al corrente di pratiche illegali da parte dei suoi giornali - a “eco-terroristi”- due
parte casi singoli e circoscritti già noti alla magistratura e al Paese. SCENE DA STAR WARS a Passignano sul documentario sul restauro del italiani e un ticinese -
Non è così, però, secondo l'ex direttore di News of the World Colin Trasimeno, provincia di Perugia, Umbria: complesso. accusati di un tentativo di
Myler e Tom Crone, ex dirigente del gruppo Murdoch in Gran Bre- George Lucas, regista dei primi (e La storia piace assai alla stampa britannica: attentato contro un centro
tagna, i quali hanno rivelato di avere le prove che James sapesse. migliori) film della popolare serie, ha il Daily Mail racconta che l’acquisto della di ricerca dell’Ibm nel
Corpo del reato, una mail dell’aprile 2008. Scrivendo all’allora ca- comprato e “amorevolmente restaurato”, proprietà, avvenuto nel 2009, era rimasto 2010 nei pressi di Zurigo.
po-reporter di News of the World, James Murdoch in persona auto- spendendo circa 6 milioni di euro per finora segreto con la complicità degli Considerandoli “un trio
rizzava il pagamento di un accordo privato da oltre 600.000 sterline l’acquisto e una decina per i lavori, un abitanti del luogo, che restano “riluttanti” socialmente pericoloso”,
di risarcimento a Gordon Taylor, pezzo grosso dell’Associazione cal- convento di cappuccini risalente al 16° a parlare del nuovo ‘compaesano’: Lucas il Tribunale penale
ciatori, evidentemente danneggiato da qualche spiata. “La dichia- secolo e occupato dai monaci fino al raramente si fa vedere fuori dalla sua federale di Bellinzona, ha
razione di Myler e Crone - ragiona il laburista Watson - dimostra 1966. proprietà, se non per una passeggiata sulle condannato i tre, membri
come James Murodoch fosse al corrente delle intercettazioni già dal Il mago degli effetti speciali cambia tutto, rive del lago. Ma capita che il regista e sua di un gruppo anarchico
2008, e come abbia fallito sia nel disciplinare la condotta della re- tranne una chiesa del XIII Secolo che moglie ordinino “enormi quantità” di italiano, a pene di
dazione che nell’iniziare un’inchiesta interna. Il che contrasta con la resta tale e quale, e installa una piscina, un gelato per i loro ‘parties’. prigione rispettivamente
dichiarazione di Rupert Murdoch secondo cui l’azienda ha adottato centro benessere, una sala per il biliardo Al Sunday Times, Claudio Bellaveglia, di 3 anni e 8 mesi, 3 anni e
una politica di tolleranza zero”. e, ovviamente, un cinema, dove avrebbe sindaco del paese, che è stato ospite al mezzo e 3 anni e 4 mesi di
Elementare, Watson, gli fa eco David Cameron. Per scrollarsi di dos- già invitato, settimane fa, gli amici suoi di convento - era la prima volta che ci carcere. I tre - gli italiani
so la contiguità con i Murdoch, il premier chiede a James di tornare Hollywood Francis Ford Coppola e entrava, in vita sua -, dice: “Abbiamo Costantino Ragusa e Silvia
in commissione a chiarire. Delle illegalità non sapevo, ha assicurato Steven Spielberg, Robert DeNiro e Ron rispettato la sua volontà. Se ci fossimo Guerini e il ticinese Luca
a sua volta Cameron in Parlamento, riferendosi ai 4 anni in cui il Howard: per loro, avrebbe proiettato il comportati in modo diverso, saremmo Bernasconi - erano stati
murdochiano Andy Coulson ha lavorato per lui. Dopo James (e Ru- suo ultimo film, che non farà di certo gli stati dei provinciali”. arrestati il 15 aprile 2010
pert) Murdoch nuove evidenze investigative potrebbero toccare incassi de ‘la forza sia con te’: un G. G. nei pressi di Langnau am
anche lui. Aprendo scenari inediti. Albis (Zurigo).
pagina 14
R OCKSTAR /IN CLINICA
POVERO VASCO:
COSTOLA
SPAPPOLATA
di Guido Biondi
S
i è scatenato il panico quando i
fan hanno scoperto in rete che
Vasco Rossi è stato ricoverato
da martedì scorso alla clinica
privata bolognese Villalba. Sul
profilo di Facebook sono stati
oltre 400 i messaggi di soste-
gno al rocker di Zocca. Come
spesso succede, quando acca-
dono fatti come questi, le illa-
zioni si sprecano: qualcuno
parlava addirittura di coma far-
macologico. Laconico e strin-
gato il commento sul suo sito
web: “Ecco spiegato il dolore
che durante il tour ha afflitto
Vasco. Soltanto a fine tour ha
potuto sottoporsi a una serie di
esami radiologici che hanno
dato l’esito finale di frattura a
una costola”. Alcuni quotidiani
locali hanno riportato la noti-
zia che solo la compagna Laura
Schmidt può accedere alla
stanza di Rossi. Venire a capo di
quanto realmente accaduto al
rocker è pressoché impossibi-
le, le uniche testimonianze so-
no affidate alla portavoce uffi-
ciale Tania Sachs.
RAGGIUNTA al telefono dal
Fatto quotidiano per capire
quali siano le condizioni di sa-
lute, risponde così: “Si tratta di
una frattura di costole. Vasco ha
avuto un elevato senso del do-
vere e di sopportazione del do-
lore e ha portato a termine i con-
certi a Milano. Già prima delle
serate a San Siro accusava un do-
lore alla spalla ma in queste oc-
casioni pensi solo a rimetterti in
piedi e a presentarti al pubbli-
co. Una sera è iniziata partico-
larmente in ritardo perché an-
che i massaggi non possono le-
nire il dolore se è insopportabi-
le; lo spettacolo ha la preceden-
za su tutto. Una volta terminate
le serate si è sentito finalmente
libero di andare a fare dei con-
trolli. Quindi non parlerei di ri-
covero come qualcuno ha scrit-
to: è stata una libera scelta di Va-
sco. Una volta saputo di cosa si
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out
Woody Allen
Nel nuovo
film “Bop
Decameron”
cita Alberto
Sordi
Paura dei fan per il ricovero del rocker.
La portavoce: “Ha cantato nonostante
il dolore, ma nessun coma farmacologico”. Fase acuta alle spalle
tratta ha deciso di rimanere in Pronta la replica al vetriolo di
clinica per fare tutti i controlli Vasco, con un breve scritto sul
che a casa, ovviamente, non suo sito web: “Morgan degli U2
puoi fare. Ieri mi ha telefonato mi sta molto simpatico. Lo trovo
l’Agenzia Ansa dicendomi che un ragazzo molto intelligente,
qualcuno parlava di coma far- brillante e decisamente fuori
macologico: non posso fare al- dal comune. È un grande artista
tro che smentire. In ogni caso con capacità e talenti notevoli.
Vasco la fase acuta l’ha passata”. Forse molti non lo capiscono
Non c’è dunque pace per la roc- ma sta lavorando al suo piú gran-
kstar: prima le polemiche con de capolavoro: fare di se stesso
Ligabue e ancora per la sua vo- un’opera d’arte. E ci sta riuscen-
lontà di “dimettersi da rockstar” do”. Infine la polemica con Li-
ed infine il botta e risposta con gabue, iniziata con un post su
Morgan. Ecco cosa ha commen- Facebook dove Vasco invitava
tato Marco Castoldi in arte Mor- Luciano “a mangiare ancora po-
gan ai microfoni di Un giorno da lenta”.
pecora: “Ha detto che io me ne
intendo di stadi. È permaloso, IN OCCASIONE della confe-
lui preferisce il ‘rombo’ di San renza stampa del concerto di
Siro, ma io ho fatto concerti in Campovolo il Liga ha cercato di
teatri come il Petruzzelli, la Fe- chiarire il suo pensiero: “Io e Va-
nice e La Scala, non so se lui li ha sco siamo due persone diverse,
fatti. Vasco è un grandissimo con due vite diverse, pubblici,
chansonnier, spero che ora che caratteri, intenzioni, carriere;
ha rinunciato a fare la rockstar lui, su questo fronte, ha 15 anni
possa scrivere delle chanson, di vantaggio su di me. Non sono
cosa che lui è in grado di fare”. un ingenuo: lui sarà sempre il
numero uno per
tanta gente, io per
Sul profilo tanta altra. Sono
convinto che su Fa-
Facebook sono stati cebook il messag-
gio riservato a me
l’abbia scritto pro-
oltre 400 i messaggi prio lui e non l’im-
probabile hacker
di sostegno al descritto dal suo
staff. Penso che
musicista di Zocca non ci sia mai stato
PATENTINO LIBERO
MISTER A 72 ANNI PER “LA GENTE DEL QUARTIERE”
di Luca Cardinalini te, giocando un milione e duecen-
tomila partite con le maglie della
opo Guardiola e Villas Boas, new Nestor Marsciano “e del Fratta To-
Demergenti,
entry nella lista degli allenatori
ecco mister Mario Fio-
dina” (che sta dieci curve più in là),
poi dieci anni di pausa e infine una
rini, fresco di patentino debutto trentina da allenatore di tutte le ca-
previsto a settembre sulla panchina tegorie giovanili (pulcini, giovanis-
dell’Ammeto (seconda categoria simi, allievi, juniores). Di più non
umbra). Età: 72 anni, però ben por- poteva, visto che le regole federali
tati. glielo impedivano: per ottenere il
Mario ha fatto per una vita l’operaio patentino di “terza categoria”, infat-
e il giocatore, dilettante ovviamen- ti, c’era un limite di età e Mario era
sempre fuori di… un anno. Il tetto
era a 45 anni? Lui ne aveva 46. Spo-
Mario Fiorini, operaio stato a 50 o a 55? Lui era a 51 o 56, e
così via. Una rincorsa infinita.
per una vita, Dopodiché, i sogni qualche volta si
avverano. E quando ormai aveva ab-
bandonato ogni speranza di poter
a settembre debutterà allenare una “prima squadra”, ecco
a giugno la “liberalizzazione”: via i
sulla panchina limiti di età, tutti dentro, basta aver
superato un corso di un mese.
dell’Ammeto Superato il corso, Mario sul mercato
Venezia
Vittoria
Scudetto2006
Moratti: “A
Puccini Della Valle,
madrina non devo
della mostra spiegare
del cinema nulla”
ci resta non più di qualche minuto:
“Abito ad Ammeto, un quartiere di
Marsciano, e il presidente, Alvaro
Pescatori, mi ha chiesto subito se
volevo prendere le redini della squa-
dra, che l’anno scorso ha evitato la
retrocessione in terza categoria ai
play out”.
Quanto costi, Mario? “Con il paten-
tino si dovrebbe fare un piccolo
contratto, ma ci siamo messi d’ac-
cordo, anche se le cifre non mi va di
farle”. Prova… “300”. Trecento co-
sa? “Trecento euro al mese”. Obbiet-
tivo stagionale? “Riportare la gente
del quartiere a vedere le partite”.
Soddisfatto del mercato? “Purtrop-
po non siamo riusciti a tenere Fio-
rini, attratto dalle sirene del Fratta
Todina”. È tuo nipote? “Sì”. E poi?
“Abbiamo qualche difficoltà a tro-
vare i fuori quota, quest’anno de-
vono giocare tre ragazzi del 1992,
credo molto in Edoardo Gennari”.
Sabato 23 luglio 2011
Muppet
Kermit
la Rana e gli
altri tornano
nel 2013
con un film
Vasco Rossi
in concerto
duello tra me e lui”. Polemiche e
bollettini medici, dichiarazioni
e smentite, ma alla fine la cosa
più importante, il concerto di
Vasco a San Siro, com’è stato?
Questo è il giudizio di una sue
tante fan un po’ disincantata,
presente la sera del 21 a San Si-
ro, il suo nome è Emanuela Baz-
zoni: “musicalmente è sempre
emozionante, ma quando Va-
sco ha iniziato a parlare mi ve-
niva da ridere perché ho pensa-
to che fa sempre il personaggio
che ‘biascica’; in seguito mi so-
no resa conto che non capivo
una singola parola: sembrava
quasi fosse ubriaco. Ad un certo
punto doveva fare un medley
con la chitarra classica e non
riusciva ad attaccare un cavo…
Evidente situazione di imbaraz-
zo: ho smesso di sorridere. Re-
sta un poeta, per carità, le can-
zoni dell’ultimo album sono ve-
ramente belle. Ma non pagherò
più oltre 50 euro per andare a
vedere uno ridotto così. Quan-
do ho letto ‘mi dimetto da roc-
kstar’ nel senso che non farà più
concerti allo stadio, ho pensa-
to: bene, l’ha capito anche lui”.
Forse, dopo aver letto quanto
capitato alla sua rockstar prefe-
rita, Emanuela sarà più indul-
gente.
Tu eri già in pensione, quando que-
sti nascevano. “Possono essere i
miei pronipoti”. Modulo di gioco
preferito: “Sulla carta prediligo un
4-3-3, ma chi c’è e chi arriva prima,
gioca”. Il motto? “Il Barcellona in-
segna: puntare sui giovani”.
Detto da Mario, è un virtuosismo.
Ps. Ah, dimenticavamo. L’Ammeto è
recidivo perso. Due anni fa, con il
portiere titolare squalificato per le
prime tre giornate per via di una
scazzottata di fine stagione, arruolò
il dottor Lamberto Boranga (nella fo-
to), 67 anni. A suo modo, anche lui
un fuori quota.
Sabato 23 luglio 2011
UMANITÀ SENZA VELI
Scomparso a 88 anni, tra i massimi artisti
di ogni tempo, era nipote di Sigmund”
di Rob Hastings
ucian Freud, da molti
L
considerato il più gran-
de pittore britannico vi-
vente, l’altro ieri, all’e-
ta’ di 88 anni, ha rinunciato
al titolo chiudendo gli occhi
per sempre. Ma con ogni
probabilità continuerà ad es-
sere annoverato tra i massi-
mi artisti di ogni tempo.
Nipote dello psicoanalista
Sigmund Freud e fratello del-
lo scomparso Sir Clement,
scrittore, comico, chef e
personaggio televisivo e ra-
diofonico, è morto nella sua
casa londinese dopo una
Nei suoi ritratti
non vi erano
concessioni
all’estetismo
nè alcun
desiderio di
compiacere
breve malattia. L’inf luenza
dei suoi ritratti di carni flac-
cide e di corpi sfatti, è stata
talmente profonda e ha sca-
tenato tali e tante polemiche
da garantire all’arte del ri-
tratto un posto di tutto ri-
spetto al riparo dall’accusa
di essere obsoleta, conserva-
trice o morente.
Il realismo della sua pittura è
stato giudicato da alcuni ec-
cessivo e quindi fastidioso,
per non dire inquietante. Ma
i suoi dipinti possono essere
riconosciuti da chiunque,
anche da chi raramente met-
te piede in una galleria d’ar-
te.
“Benefits Supervisor Slee-
ping”, nudo di una impiega-
ta distesa su un divano, è il
dipinto che più di ogni altro
sintetizza la cifra del suo sti-
le. Nel 2008 il ritratto è stato
Strade di Francia: il mito dell’Alpe-d’Huez
Tutto il Tour in una salita
di Giampiero Calapà
Asalirenovanta chilometri dal tra-
guardo la strada comincia a
e d’improvviso Contador
non è quello del giorno prima. Le
strade sono sempre quelle del Ga-
libier, questa volta si passa anche
dal punto in cui nel 1998 si alzò
sui pedali un certo Marco Pantani
(inaugurato là un monumento a
quello scatto), scrivendo la pagina
più grande della sua leggenda su
strada. La pioggia, Ullrich che ar-
ranca e il trionfo di quello che per
tutti era il “pirata”. Poi il doping, la
squalifica, la droga, le brutte ami-
cizie e la morte. La prova di forza
di Contador, dopo la giornata di
sofferenza mentre Andy Schleck
trionfava da “uomo solo al co-
mando”, è l’immagine stessa di
uno sport magico, dove anche un
Voeckler qualunque può ritrovar-
ADDIO A LUCIEN FREUD
messo all’asta da Christie’s a
Londra e ha stabilito il re-
cord come opera di un ar-
tista vivente acquistata al
prezzo più alto. Se la aggiu-
dicò Roman Abramovich, il
miliardario russo proprieta-
rio del Chelsea Football
Club.
IL RITRATTO è più noto
con il nome di “Big Sue” in
segno di omaggio alla model-
la di Freud, Sue Tilley, sem-
pre pronta a correggere tutti
coloro che sbagliando – in
buona o cattiva fede – lo chia-
mavano “Fat Sue”. Non “Fat”
– replicava sorridendo Sue –
ma “Big”. “Freud ci mise no-
ve mesi a completare il dipin-
to, ma io posavo solo due o
tre volte la settimana”, ha det-
to Sue Tilley alla BBC poco
prima che il quadro venisse
si con indosso la maglia rosa per
difenderla poi coi denti, restando
alla ruota dei migliori fino a tro-
vare la realtà dietro una curva.
Ma è anche l’immagine di uno
sport pieno di incognite, dove die-
tro alla stessa curva è sempre
possibile trovare lo spettro di una
Contador
scatta, semina,
poi si pianta.
Voeckler passa
il giallo a
Schleck, Evans
permettendo
messo in vendita. “Quando
ho cominciato prendevo 20
sterline al giorno. Non mi im-
portava. Ne valeva la pena
perché Freud mi portava
sempre a mangiare in posti
stupendi. Per lo più durante
il weekend andavamo a pran-
zo al River Cafè. Solo per que-
sto avrei posato gratis”.
Nei suoi ritratti non vi era al-
cuna concessione all’esteti-
smo nè alcun desiderio di
compiacere la vista. Era di
uno spietato realismo che
non nascondeva nè le rughe
nè le pieghe di grasso anche
quando dipingeva i suoi au-
toritratti. Esattamente il con-
trario di quello che nei secoli
passati avevano fatto la mag-
gior parte dei suoi predeces-
sori. “Voglio che il dipinto sia
come la carne viva; io ritrag-
go la gente, non qualcosa che
guardia dell’antidoping con un ri-
sultato positivo.
Guardando la meravigliosa azio-
ne di Contador come può non ve-
nire in mente che a settembre
una sentenza potrebbe portare
via allo spagnolo per doping la
maglia gialla esibita a Parigi lo
scorso anno, assegnandola fra
l’altro a Andy Schleck. Il lussem-
burghese intanto, con questa due
giorni alpina, si è preso quella di
quest’anno.
ANCHE se oggi la cronometro,
decisiva, sarà una prova durissi-
ma, con un Cadel Evans (terzo a
57’’) in grande condizione anche
in montagna, che nella lotta contro
il tempo parte da favorito. Al se-
condo posto provvisorio c’è Frank
Schleck: il fratello maggiore segue
a 53’’ e in questi giorni è stato un
allenatore su strada per Andy, un
SECONDO TEMPO
somiglia alla gente”, disse
una volta. “Per quanto mi
concerne il dipinto è la per-
sona. E i colori sono la sua
carne”.
QUANDO nel 2001 finì di
dipingere il “Ritratto della Re-
gina Elisabetta”, la reazione
della critica, più divisa che
mai, gli garantì definitiva-
mente un posto di rilievo nel
Pantheon degli artisti. L’allo-
ra direttore della National
In alto l’immagine di “Big Sue” di
Lucian Freud. Nel 2008 il ritratto è
stato messo all’asta da Christie’s a
Londra e ha stabilito il record come
opera di un artista vivente acquistata
al prezzo più alto. (FOTO MILESTONE)
A fianco, i grandi rivali del Tour:
Contador e Andy Schleck (FOTO LAPRESSE)
motivatore, qualcosa di più di un
gregario. Ma ritorniamo allo scat-
to di Contador: Voeckler, buon cor-
ridore ma non un campionissimo,
spinto dalla forza della maglia
gialla, ha provato a reagire quando
anche gli Schleck e lo stesso Evans
non ci pensavano minimamente. Il
rischio di bruciarsi rispondendo a
un attacco del genere è troppo ele-
vato. Ma Voeckler si è spinto fino a
27 secondi da Contador. A 65 chi-
lometri dal traguardo la maglia
gialla sembrava poter dire ancora
la sua, contro ogni aspettativa. In
dieci secondi e qualche pedalata il
cronometro è diventato impietoso,
il sogno si è spento e il gruppo si è
rimangiato Voeckler. Comunque
eroe di questo Tour de France si è
arreso definitivamente sull’ultima
salita, l’Alpe-D’Huez.
Un’altra montagna di Pantani, suo
il record assoluto: solo 37 minuti
Portrait Gallery, Charles Sau-
marez Smith, lo defini’ “pro-
vocatorio e psicologicamen-
te penetrante”. Altri suggeri-
rono di far rinchiudere Freud
nella Torre di Londra per alto
tradimento. Tra le sue model-
le si ricordano Kate Moss e
Jerry Hall, che posò nuda per
Freud all’ottavo mese di gra-
vidanza.
Sir Nicholas Serota, direttore
delle gallerie Tate, ha detto:
“la vitalità dei suoi nudi, l’in-
per scollinare, un motorino più che
un ciclista. Tredici chilometri paz-
zeschi, una parete. Contador, nel-
la lunga discesa seguita al Galibier,
è ripreso dal gruppo. Si riparte tut-
ti da zero. Ma lo spagnolo si alza di
nuovo sui pedali, fa di nuovo il vuo-
to. Contador è rinato. A cinque chi-
lometri dalla fine succede di tutto.
Rolland, giovane francese scudie-
ro di Voeckler, prova a regalare
una gioia alla nazione, ma poi vie-
ne ripreso da Sanchez e tutto sem-
bra finito. Invece, gli si mette a ruo-
pagina 15
tensità delle sue nature mor-
te e i ritratti di familiari ed
amici garantiscono a Lucian
Freud un posto di primo pia-
no nel Pantheon degli artisti
del tardo ventesimo secolo. I
suoi primi dipinti hanno ri-
definito l’arte britannica
mentre le opere della matu-
rità reggono il confronto con
quelle dei massimi pittori fi-
gurativi di tutti i tempi”.
Freud era nato in Germania
nel 1922, ma si era trasferito
in Inghilterra nel 1933 con la
famiglia a causa della perse-
cuzione nazista. Durante la
seconda guerra mondiale fu
imbarcato su un mercantile,
ma fu congedato quasi subito
a causa di una grave tonsil-
lite. Dopo la guerra si fece
conoscere da critica e pub-
blico grazie a tre dipinti della
sua prima moglie Kitty Gar-
man. Sembra comunque che
il successivo divorzio non
fosse da imputare al realismo
spietato con cui Lucian aveva
ritratto, anche negli aspetti
meno attraenti, la sua consor-
te.
The Independent
Traduzione di Carlo Antonio
Biscotto
I ritratti
di carni
flaccide
e corpi sfatti
di Freud
scatenarono
polemiche
ta e tiene duro. Nel frattempo suc-
cede l’impensabile. Si pianta Con-
tador. L’invincibile è di nuovo nor-
male, come il giorno prima. Dietro
scatti e contro scatti, si vede anche
Damiano Cunego (Ivan Basso è
crollato già da chilometri), che ri-
valeggia con gli Schleck e Evans.
Alla fine Rolland vince la tappa e
anche la Francia esulta. Andy
Schleck si prende la maglia, Evans
i favori del pronostico per i Campi
Elisi e Contador esce di scena pri-
ma della fine (e della sentenza).
pagina 16 Sabato 23 luglio 2011

SECONDO TEMPO

SALISCENDI

TELE COMANDO
TG PAPI
+ pronto il ministro della Giusti-
zia, con la Lega siamo pappa e di Carlo Tecce
Sveglia
RaiNews
SkyTg24 può attingere ai dovrebbe ribellarsi.

Peperoncino ciccia. Ah, c’era anche la festa

del peperoncino di Rieti: una
gigantesca marchetta. La Pol-
verini in elicottero non è per-
venuta.
informazione misura la
L’zia.salute di una democra-
L'Italia non sta benissi-
mo: se la quantità sono le
cinque milioni di abbonati,
Rainews ha una platea teo-
rica ben più consistente.
Per anni viale Mazzini ha
cambiato posizione sul te-
Mineo e Minzolini hanno
poco in comune, il primo è
un giornalista, il secondo...
Rainews è frenata da una
spaventosa indifferenza di

senza elicottero T
di Paolo Ojetti
g1
T La vera notizia è un’assen-
za. L’assenza di Berlusconi nei
titoli del Tg1. Il resto, al di là
delle immagini, non si disco-
stava dal solito rituale che il
Tg1 mette in campo in queste
occasioni: il segretario del-
l’ambasciata, la Farnesina e il
“gruppo di contatto”, il nume-
ro verde, i consigli per i nostri
connazionali, Valentina Di
Virgilio davanti alla scultura
di Arnaldo Pomodoro, Gior-
gino in studio molto preoccu-
pato e aggrottato. Poi, già che
c’erano, bombe dei “ribelli”
sui gheddafiani e Frattini infor-
matissimo: “Sono stati colpiti
alti dignitari del regime e un fi-
glio di Gheddafi”. Si arriva an-
che a Napolitano, e Giorgino
precisa che i magistrati debbo-
no sì essere rispettati, “ma le
toghe siano inappuntabili”.
Meno male che Montanari ri-
mette le cose a posto. Si finisce
con Sonia Sarno: al governo
sono forti, coesi e vincenti. In-
tervista assolutoria alla moglie
di Papa. Servizio micidiale su
Penati: tutti corrotti, nessun
corrotto.
g2
T Dove ce lo facciamo un
viaggetto questa estate? Sai
che c’è? Andiamo nei paesi
scandinavi, fresco, tranquilli-
tà, i fiordi, che bello. Ed ecco le
immagini, commentate da
Marco Varvello, del centro
direzionale di Oslo: ricordava-
no Coventry dopo un sorvolo
della Luftwaffe, ground zero.
Movente? Forse una “punizio-
ne” per la presenza norvegese
in Afghanistan e Libia. Al volo
su Napolitano. Se l’altro gior-
no aveva dato un colpo al cer-
chio, ieri l’ha dato anche alla
botte: giù le mani dai magistra-
ti. Allo stesso tempo continua
il sogno di Berlusconi, raccol-
to da Fabrizio Frullani: pron-
ta la riforma costituzionale,
g3
“Lo possiamo dire – esor-
disce Bianca Berlinguer – pur-
troppo è tornato il terrori-
smo”. Le immagini sono dure,
a Baghdad eravamo abituati, a
Oslo si resta di sale. Come da
scaletta tradizionale, ecco Na-
politano che chiede una “cor-
rezione dei costumi” della
classe politica. Appelli dove-
rosi, ma davanti a una platea di
giornalisti che sono cresciuti a
pane e scetticismo. Berlusco-
ni è nelle mani di Alessandra
Carli, che annota: è cauto, sui
rapporti con la Lega svicola e
tranquillizza. Ma non si smen-
tisce e, per dimostrare che la
burocrazia è tremenda, ricor-
da le carte bollate per avere
una fontana nella sua villa sar-
da. E precisa: “Nonostante le
amministrazioni di centrode-
stra”. Ecco, questo è vero sen-
so dello Stato. Danilo Scarro-
ne ha seguito la nascita del Ter-
zo Polo. Gli interventi però
avevano cadenze, argomenta-
zioni e linguaggi che echeggia-
vano le voci di qualcosa che
non c’è più: la Democrazia Cri-
stiana.
quattro puntate settimanali
di Porta a Porta e la qualità
l’editoriale di Giuliano Fer-
rara. Due citazioni che de-
finiscono il palinsesto Rai
per l’anno prossimo senza
Annozero e (forse) senza
Report. Ma se l’informazio-
ne va pesata per il tempo di
offerta, la coppia satelli-
te-digitale, SkyTg24 e Rai-
news, possono aiutare a co-
noscere la forma di una de-
mocrazia. La prima impres-
sione, osservando i dati Au-
ditel, è che i due telegior-
nali siano una nicchia che si
raduna a velocità costante.
Anche se, va subito preci-
sato, Rainews di Corradi-
no Mineo ha superato
SkyTg24 di Sarah Varetto
(due settimane fa subentra-
ta a Emilio Carelli): 0,5 per
cento di share e una media
di 64 mila spettatori contro
0,32% e 41 mila.
Tenete conto che l’indice di
share ha un margine di er-
rore di due punti: dunque i
due telegiornali possono
valere sia il due o tre per
cento o, addirittura, essere
praticamente inesistenti.
lecomando, frequenze di
trasmissione e addirittura il
nome al canale tematico di
Mineo, fin quando – ormai
saranno mesi e mesi – l’a-
zienda voleva cambiare pro-
prio lui, il direttore che la
politica di destra considera
di sinistra.
Se il servizio pubblico deve
avere una connotazione in-
colore, la diretta di un’inter-
vista a Pier Luigi Bersani al
medesimo Mineo, in colle-
gamento con la festa dell’U-
nità del Partito democratico
a Roma, non è propriamen-
te un’opera di servizio pub-
blico. Magari è un modo per
rafforzare l’identità di un te-
legiornale, che allestisce
una vetrina per una mani-
festazione di partito dove è
il partito che si celebra, ma
può giustificare il Tg1 di
Augusto Minzolini che dà
voce soltanto al presidente
del Consiglio e ai suoi mi-
nistri. Il sistema sarà pure
perverso: qualcuno, però,
Corradino Mineo, direttore
di RaiNews, ha intervista Bersani
in diretta dalla festa dell’Unità
viale Mazzini. Non è facile
lavorare bene con l’editore
che ti sfianca e il pubblico
che fatica a trovarti sul te-
lecomando, forse è più fa-
cile chiedere uno sforzo
maggiore agli oltre 100
giornalisti di Rainews. Un
esempio può rendere me-
glio l’idea: la sera di primi
bombardamenti in Libia,
dalle 22 alle 23:30, il tele-
giornale h24 di Mineo man-
dava in onda una replica di
una rubrica del pomerig-
gio. Mentre SkyTg24 ag-
giornava i suoi collegamen-
ti quasi ogni mezz’ora. Di-
ranno: i mezzi a disposizio-
ne sono diversi, e gli uomi-
ni? A volte bastano le agen-
zie di stampa per informare
i cittadini. Certo, va segna-
lata la crescita lenta e ine-
sorabile di Rainews che, sol-
tanto tre anni fa, raggiunge-
va 6 mila e 800 persone.
Adesso siamo a 64 mila: il
passaggio è da un paesino a
una cittadina. Prossima tap-
pa: una metropoli, fate pre-
sto però.
Elaborazione Studio Frasi su da-
ti Auditel Nielsen Tam

LA TV DI OGGI
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teo 7
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Meteo
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TG3 Sabato notte
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PO Meteo
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21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
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22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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PO Meteo
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PO Meteo
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0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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United States of Tara
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Meteo 5 Notte
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ma Sprint (REPLICA)
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True Jackson, VP
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Bugs Bunny
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(DIRETTA)
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re Informati
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ta mare
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
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21.30 PRIMA TV TELEFILM
Law & Order
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sa. Con Johnny Dorelli,
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Cinzia Malvini
1.25 FILM Il ratto delle
Sabine - Il professor
Trombone. Con Clelia
Matania, Carlo Campani-
ni.
3.00 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Le quattro giornate di Napoli
La pellicola di Nanni Loy, che rivisita
gli episodi che portarono alla solleva-
zione della città e alla sua liberazione
in soli quattro giorni e prima dell'arrivo
delle truppe alleate, venne dedicata al
dodicenne Gennaro Capuozzo, medaglia
d'oro al valor militare e fu candidata
all'Oscar nel 1962 come miglior film
straniero e per la sceneggiatura. Fra gli
attori Gian Maria Volontè, (nella
foto),Luigi De Filippo, Lea Massari.
Rai 3 21,00
/ Puerto Escondido
Dopo il successo e l’Oscar di “Mediter-
raneo”, Gabriele Salvatores si cimenta
in una nuova opera filmica, che s’ inse-
risce nel filone aperto da “Tourné”.
Voglia di libertà e un sottofondo di
malinconia fanno da filo conduttore.
Ottima la prova di Abatantuono nei
panni di Mario, un’impiegato di banca
milanese, che vive una vita normale,
fino al giorno in cui si ritrova testimone
di un delitto...
Sky Cinema Comedy 21,00
/ Sissi, la giovane imperatrice
Sissi ed il Kaiser sono finalmente
sposi. Ma l'amore dell’Imperatore
non sembra basti ad irreggimentare
l’inquieta consorte. Donna dalla
mente libera, che non intende sotto-
stare ciecamente al bon-ton che
l’etichetta le impone. Cominciano i
conflitti. S’ inaspriscono le incom-
prensioni.E Sissi si scontra anche
con la suocera, l'arciduchessa Sofia,
e se ne torna dai genitori in Baviera.
Rai 1 21,10
 Linea Blu
Dall’arcipelago delle Eolie, alle Tremiti,
dalla meravigliosa Tavolara alle isole
greche, fino ai mari più lontani. Le isole
minori saranno al centro di "Lineablu",
il programma condotto da Donatella
Bianchi. Durante la puntata verranno
mostrati ai telespettatori i luoghi più
spettacolari che la conduttrice ha visi-
tato nel corso di questi ultimi anni.
Insieme a Fabrizio Gatta, invece, prose-
guiranno i racconti legati al mare.
Rai 1 14,00
M.O.D.A
“Speciale Altaroma 2011”è il titolo della
puntata di questa sera, interamente
dedicata alle collezioni di alta moda ita-
liana presentate nell'ultima edizione di
AltaRoma AltaModa 2011. Grandi stili-
sti, ma anche nomi nuovi della couture
capitolina, i concorsi per giovani desi-
gners come Who's on next, i final works
Un giorno in Pretura
delle scuole di moda, il dietro le quinte
Ultima puntata stagionale del program-
delle passerelle e tutti gli eventi che han-
ma condotto da Roberta Petrelluzzi
no animato la città.
(nella foto). Dieci anni fa si teneva a
Genova un vertice G8 destinato a rima- La 7 00,40
nere nella storia non tanto per la crona-
ca politica, quanto per i violenti scontri e
per i fatti di sangue che lo hanno carat-
terizzato. "Un Giorno in Pretura" riper-
corre la storia di quegli eventi traumati-
ci, facendo il punto sulle numerose vicen-
de giudiziarie che ne sono scaturite.
Rai 3 23,30
Sabato 23 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
IL QUOTIDIANO SOLO PER IPAD
WEB
di Federico Mello
è PLUS A 20 MILIONI DI UTENTI
IN ITALIA 370MILA, E CRESCE COME NESSUN ALTRO
Facebook deve davvero cominciare a preoccuparsi per al
concorrenza di Google Plus. In Italia – l’iscrizione, per
ora, è possibile ancora soltanto su invito – Google+
avrebbe per ora circa 370mila utenti (le proiezioni sono
di webnews.it su dati ComScore), ma a livello mondiale
sarebbero già 20 milioni gli iscritti. Inoltre, come indicato
Commenti al post su
“Gli articoli del Fatto
bloccati su Facebook.
Ecco come fare per
aiutarci a ripristinarli”

da un’infografica che circola in queste ore, il social è A ME non dava la

Daily prova è BOOM PER MAC OSX LION

IN VENDITA SOLO SU “APP STORE”
In un solo giorno più di un milione di utenti ha
network di Big G ha battuto ogni record nella
diffusione durante i primi giorni “di vita”.
Altre novità inoltre stanno per arrivare:
giochi; profili per le aziende; account
“verificati” per le star e anche “gruppi” grazie
possibilità di condividere,
quindi ho proceduto come da
voi indicato.
antenore

il rilancio acquistato e scaricato Mac OS X Lion, l’ottava

iornalismo e Internet, carta e
Gl’informazione
pagine web: nel marasma del-
che viaggia in bit,
numerosi sono gli esperimenti
della testate del mondo per adat-
tarsi alla nuova realtà. In questo
scenario, però, molto alta è la
probabilità di un tonfo e stretta la
strada dei profitti. Se lo storico
quotidiano anglosassone Guar-
dian ha recentemente annuncia-
to di voler concentrare più risor-
se sulla redazione web piuttosto
che su quella cartacea, The New
York Times ha fatto sapere ieri di
aver chiuso il secondo trimestre
dell’anno con una perdita di
119,7 milioni di dollari. Ma se la
pubblicità sulla versione stampa-
ta del Nyt è scesa del 6,4 per cen-
to, quella su Internet è aumentata
del 2,6; l’esperimento di un sito
con un numero limitato di articoli
gratuiti e gli altri a pagamento,
inoltre, ha funzionato: sono arri-
vati a quota 281.000 gli abbona-
menti online per Nyt.com.
Altra strada ancora, quella scelta
dal magnate – in questo periodo
già disastrato – Rupert Murdoch
che il 2 febbraio scorso aveva lan-
I FILM
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family
SCH=Cinema Hits SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
19.15 Il maestro e la pietra
magica SCF
19.20 Amore 14 SCH
19.20 Double Identity SCM
19.20 Professione
inventore SCP
19.25 Waterboy SCC
19.25 Housebroken SC1
21.00 Prima TV Boog & Elliot
3 SCF
21.00 Robocop SCM
21.00 Puerto Escondido SCC
21.00 Vanilla Sky SCP
21.10 Pelham 123: Ostaggi in
metropolitana SCH
21.10 The Twilight Saga:
Eclipse SC1
22.20 La mia vita è un disa-
stro SCF
22.55 Wild Target SCC
23.00 G-Force: Superspie in
missione SCH
23.05 Voyeur SCM
23.20 Oltre le regole SC1
23.20 Seconda parte I Budden-
brook SCP
0.05 L'illusionista SCF
ciato il suo The Daily, quotidiano
solo per iPad pensato con Apple.
Le attese erano enormi: con 100
giornalisti a lavoro a tempo pieno,
l’obiettivo fissato era di raggiun-
gere “quindici milioni di lettori”.
La pubblicità allo “ storico lancio”
non era mancata – anche grazie ai
canali Sky e Fox –, ma poi non si è
più saputo nulla delle copie ven-
dute del quotidiano digitale (ad
aprile alcune stime fissavano le
vendite intorno alle 750mila uni-
tà). Ieri è arrivata la notizia di un
tentativo di rilancio per il Daily:
una nuova versione delll’App
“più veloce e con più contenuti” è
con funzione che permette di ac-
cedere alla piattaforma di musica
online Spotify – da poco negli Usa
e pronta ad una collaborazione
con Facebook. “Speriamo la nuo-
va versione del Daily vi piaccia”
dicono dalla staff. Eppure, ancora
una volta, nessun dato sulle ven-
dite. Come mai? Molto probabil-
mente, il giornalismo su iPad, fun-
ziona poco. La ricetta giusta per il
giornalismo del terzo millennio, è
ancora da trovare.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
11.55 Rugby, Tri Nations 2011
Australia - Sud Africa (Dir.) SP2
12.30 Golf, PGA European Tour
2011 Nordea Scandinavian
Masters: 3a giornata (Dir.) SP3
16.55 Calcio, Incontro amiche-
vole Roma - Südtirol (Dir.) SP1
19.25 Calcio, Copa America
2011 Seconda semifinale Para-
guay - Venezuela (Sintesi) SP1
20.25 Calcio, German Super
Cup 2011 Schalke 04 - Borussia
Dortmund (Diretta) SP3
20.50 Calcio, Copa America
2011 Finale 3°/4° posto Perú -
Venezuela (Diretta) SP1
21.00 Beach volley, Campionato
italiano 2011 Benevento: quali-
ficazioni (Diretta) SP2
22.00 Rugby, Tri Nations 2011
Australia - Sud Africa (Rep.) SP2
22.30 Golf, PGA European Tour
2011 Nordea Scandinavian
Masters: 3a giornata (Rep.) SP3
23.30 Calcio, German Super
Cup 2011 Schalke 04 - Borussia
Dortmund (Replica) SP1
versione del sistema operativo Apple rilasciata
2 giorni fa. “É partito alla grande,
i commenti degli utenti e la
reazione dell’intero settore
all’integrazione con il social network frid.ge
appena acquistato da Mountain View.
è HO APPENA provato a
condividere questo articolo e
risulta bloccato. Ho allora
segnalato l’articolo a fb.
Peccato che la procedura sia
sono fantastici”, ha commentato
Philip Schiller, Senior Vice
President di Apple. Lion è
in inglese. Comunque l’ho
fatto.
fferrante
disponibile sul Mac App Store a
23.99 euro, introduce oltre 250 è FATTO SUBITO. Gli ho
nuove funzioni per il Mac, tra cui anche scritto: “censura?” Se
nuovi gesti multi-touch, già così fosse sono pronto a ogni
sperimentati per l’universo forma di protesta contro il
mobile. Il Mac App Store, social network. Anche
disponibile in 123 paesi, è disattivare l’account!
integrato direttamente in Lion. giuseppe simone
è SE MI DATE una mail vi
faccio l’invito a google plus! :)
mgl32
è LA COSA puzza forte: ci
mettono giorni per togliere
pagine piene di scempi e/o
delinquenti e
improvvisamente e in un solo
giorno tutti i vostri articoli
invece sono bloccati... se non
puzza questa allora davvero
ora possono fare tutto quello
che gli pare...
lagattarossa
è LA CENSURA è orribile
in se stessa: ma un conto è
togliere parole di spregio e
offesa verso una persona, un
conto è eliminare un intero
contenuto.
Il sito di The Daily; Elisai
l’home di Google+;
l’Apple Store cinese; è LA COSA più
la crescita di Plus preoccupante è che ora il mio
account è bloccato come
quello di altri due miei amici
che hanno condiviso il video
sulla Polverini. Coincidenza ???
Marco_73
è INVECE potrebbe essere
un occasione per
disintossicarsi da Facebook...
uscitene che vi conviene.
pietro03
è HO PROVATO ora, e in
effetti blocca l’inserimento di
articoli del Fatto. Che
vergogna, ho eseguito
comunque la segnalazione
cliccando su “fateci sapere”.
Marco
è MANDATA la
Ryanair prende in giro B. segnalazione per la
Ryanair torna ad usare l’ironia sull’attualità per farsi “polverina” in elicottero...
pubblicità. Sull’home page dell’azienda – che già aveva ironizzato Raf57
sul bisogno di una “scappatella” per B. viste le tensioni con la
Lega – ieri ha trovato spazio una battuta sul lodo Mondadori è SE NON ripristinano
adieu facebook e bonjour
google+1.
è RIVOLTA CONTRO NEGOZIO FALSO merkaat
L’APPLE STORE CINESE. MA I PRODOTTI SONO VERI
La notizia è uscita in rete qualche giorno fa: è HO AVUTO lo stesso

RADIO in Cina sono riusciti perfino a clonare...

l’Apple Store, il negozio della Mela
“studiato” nei minimi particolari da Steve
problema con il mio blog e
sono rimasto bloccato per 18
giorni... non vorrei
è GENOVA PARLA SUL WEB
A “Radio1” In Europa è SITO CON LE LETTERE DEI CITTADINI
Jobs in persona. Saputo del falso, decine di
clienti inferociti si sono recati ieri allo Store
demoralizzarvi ma pare
proprio che il sistema sia
protagonista Modigliani Mentre cresce il numero di comuni italiani che
trasmette in rete la diretta del Consiglio, il Comune di
di Kunming, una città nel sudovest della automatico e gli operatori FB
Protagonista della puntata di “In Europa”, in onda Cina, chiedendo – in alcuni casi non possano intervenire.
Genova decide di raccontarsi ai cittadini
questa mattina alle 9.34, sarà il pittore Amedeo Modi- aggressivamente – agli impiegati di soloparolesparse
trasformando il suo sito in un organo dinamico, con
gliani, celebre per i suoi ritratti di donne dal collo lun- dimostrare che i prodotti venduti
uno spazio in cui il sindaco risponde personalmente
ghissimo. Umberto Broccoli aprirà con la lettera inviata provenissero veramente dall’azienda di è CONDIVISIONE non Il
alle lettere che gli vengono inviate. “È un tentativo –
dall’artista italiano all’amico Oscar Ghiglia.A seguire, Cupertino e non fossero imitazioni. problema è che FB quando
spiega il sindaco Marta Vincenzi – di fare conoscere e
uno scritto del 1932 di Paul Guillaume, noto critico e L’esistenza del falso Store era stata arrivano molte segnalazioni di
rendere trasparente l’attività del Comune”. Il
mercante d'arte parigino, a Giovanni Scheiwiller sui denunciata su Internet da una blogger Usa: materiale inadatto eccetera
mestiere del sindaco, aggiunge “non è un blog,
suoi rapporti con Modigliani. Poi, un ricordo di Jean- BirdAbroad che vive a Kunming, e la notizia prima “spara” poi fa domande.
avevamo anche qualche perplessità sull’apertura di un
nette Hébuterne, compagna del pittore scomparso. Per è stata poi confermata dalla Apple, che ha È la loro policy e quando ci
blog istituzionale. Questo è un tentativo di
i viaggi europei, Tiziana De Simone andrà alla scoperta spiegato di non avere aperto alcun negozio van di mezzo contenuti invece
interloquire con i cittadini: trasformeremo una parte
di Venezia, città in cui Modigliani frequentò l’Istituto nella città. Gli impiegati dello “store” si normali avvengono sti
per le Belle Arti, con Claudia Vassallo, responsabile della
delle lettere che gli vengono mandate in occasioni di
sono difesi affermando che i prodotti – problemi. Comunque ho
Redazione Geo Mondadori. Per la rubrica “l’Europa di spiegare meglio cosa c’è dietro una scelta o una
iMac, iPhone, iPad – che hanno venduto inviato anch’io una
ieri” uno stralcio del cinegiornale dell’Istituto Luce, nel mancata realizzazione”. Può senz’altro essere un
sono originali. “Nessuna legge impedisce di segnalazione e dovrebbe
quale Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana inizio.
decorare il negozio come si vuole”, hanno arrivare una mail dal
che entrerà in vigore il 1 gennaio 1948. In chiusura, i aggiunto. Un giovane cliente gli ha dato supporto, vedremo, speriamo
versi di Juan Ramón Jiménez “Sto vivendo”. ragione, affermando: “Se i loro prodotti si risolva in fretta.
Radiouno 09,34 sono veramente Apple, allora tutto ok”. Massimo C
pagina 18
PIAZZA GRANDE
San Raffaele, cassa vaticana
di Marco Politi
l cardinale Bertone ha
I
messo il dito nell’in-
granaggio del San Raf-
faele e ora rischia di
vedersi stritolare il brac-
cio e forse più. Perché se
persino il prudente Cor-
riere della Sera sente odo-
re di fondi neri, tangenti,
corruzione e bustarelle a
non meglio individuati
uomini politici, vuol dire
che la conquista dell’im-
pero di don Verzè, iniziata
dalla Segreteria di Stato va-
ticana con piglio decisio-
nista e addirittura con
l’ambizione di fondare un
“polo cattolico” della sa-
nità italiana (ma dove è
scritto che questo faccia
parte della missione della
Santa Sede?), rischia di tra-
mutarsi nella carica di ca-
valleria di Balaklava.
FORSE Oltretevere non
se ne rendono conto. Ma
dal 15 luglio 2011 gli affari
oscuri del San Raffele non
sono più questioni che ri-
guardano il privato cittadi-
no Luigi Verzè. Ora ricado-
no sotto la responsabilità
diretta del Vaticano, che
ha voluto nominare la
maggioranza del cda della
fondazione Tabor e ha im-
posto allo stesso Verzè di
conferire al nuovo consi-
glio “tutti i poteri di ordi-
naria e straordinaria ammi-
nistrazione” e più precisa-
mente di affidarli al protet-
to del cardinale Bertone, il
professore Giuseppe Pro-
fiti presidente dell’ospeda-
le Bambin Gesù di proprie-
tà vaticana e neo-vicepre-
sidente del San Raffaele.
Ieri, durante i funerali di
Mario Cal, braccio destro
di Verzè, il consiglio d’am-
ministrazione è rimasto
riunito per sette ore nel
tentativo di acquisire una
panoramica d’insieme del-
l’aggrovigliata situazione
economica del colosso raf-
faeliano e del suo reale sta-
to patrimoniale. Tenuto
All’origine
della Casta
di Pierfranco Pellizzetti
espressione “casta” è
L’
diventata termine cor-
rente per designare un
ceto politico indiffe-
renziato, che si estranea dai
compiti di servizio pubblico
per coltivare personali inte-
ressi “acquisitivi”.
Visto che rimanda a realtà
lontane (l’India braminica, il
medioevo feudale) e presup-
pone appartenenze per na-
scita, forse sarebbe meglio
parlare di “corporazione tra-
sversale del Potere” a cui si
accede per cooptazione. Co-
munque il concetto è chiaro;
altrettanto lo sono gli effetti
devastanti di questa avvenu-
ta separazione dei rappre-
sentanti del popolo dai pro-
pri rappresentati. Il passag-
conto che al nuovo mana-
gement sono stati concessi
appena cinquantacinque
giorni prima della dichia-
razione ufficiale di banca-
rotta.
Non si può dire che don
Verzè, all’indomani del sui-
cidio di Cal, si sia mostrato
all’altezza del momento.
Ieri è venuto a rendergli
omaggio nella camera ar-
dente, ma nel necrologio
dettato per il “carissimo
Mario” ha pensato bene di
scrivere che Cal si “gode”
dal cielo i miracoli realiz-
zati dal San Raffaele, men-
tre “io poveretto (Verzè)
lacrimando non posso dir-
ti che grazie”.
E’ piuttosto poco. Cal si è
ucciso disperato, perché
in adorazione di don Verzè
ha realizzato e coperto tut-
te le operazioni finanziarie
più opache che hanno por-
tato al crack di un miliar-
do. Come d’altronde a
maggior gloria dell’impre-
Dal 15 luglio 2011
gli affari oscuri
dell’istituto non
sono più questioni
che riguardano il
privato cittadino
Luigi Verzè. Ora
ricadono sotto la
responsabilità
diretta del
Vaticano
gio dal mandato democrati-
co all’autoreferenzialità (fi-
no all’apoteosi del Porcel-
lum: la mutazione degli eletti
in delegati dei boss di par-
tito).
MENO ESPLORATO delle
patologie è – semmai – il co-
me siamo arrivati a tutto ciò
(la fenomenologia della “ca-
stalizzazione”). Anche se le
manifestazioni iniziali del fe-
nomeno erano state scorte
per tempo dal sociologo Ro-
berto Michels (1876-1936)
come “legge ferrea delle oli-
garchie” nell’organizzazione
della politica di massa. D’al-
tro canto, tendenze oligarchi-
che nel reggimento democra-
tico sono rilevabili sempre e
ovunque.
Ma una situazione quale quel-
SECONDO TEMPO
sa di Verzè era già stato ar-
restato nel 1994 con l’ac-
cusa di avere versato una
tangente di trenta milioni
di lire ai funzionari dell’Uf-
ficio imposte. La sua ulti-
ma lettera alla moglie è
chiarissima: “Cara Tina…
non ce la faccio più. An-
cora una volta ho pagato
errori di altri. Tu sai che
non ho colpa”.
PAROLE pesantissime
per le quali Verzè non può
credere che bastino lacri-
me. Serve una sua piena as-
sunzione di responsabilità
e soprattutto una piena
collaborazione sia con gli
inquirenti sia con le socie-
tà che si occupano dell’a-
nalisi dei bilanci.
Non è la prima volta che
preti-manager, anche ge-
niali nel costruire opere, si
sentono a tal punto inve-
stiti da Dio da ritenere che
il fine giustifichi i mezzi. Il
corpo di Mario Cal sta li a
ricordare che le sbrasate ti-
piche di Verzè “Quando mi
impediscono di fare una
cosa che Dio mi chiede,
non c’è santo che tenga…”
sono arrivate al capolinea.
Bussa alla porta il rendi-
conto. E la parola “cristia-
no” in questi casi diventa
bestemmia se non è ac-
compagnata dalla verità.
Tuttavia l’onere delle scel-
te strategiche è adesso in
mano agli uomini voluti dal
Vaticano e sul Vaticano si
appunta ormai l’attenzio-
ne.
LA SITUAZIONE che si
sta delineando è – nono-
stante tutto – piuttosto evi-
dente. Da un lato stanno lo
standard di eccellenza nel-
la sanità e nella ricerca del
San Raffaele, da tutti rico-
nosciuto, e la piena libertà
scientifica e di dibattito ga-
rantita nella sua università.
Personalità come Cacciari,
Boncinelli, Severino, Man-
cuso, De Monticelli, Gio-
rello sono pronti a testimo-
niarlo.
In fondo c’è un filo
che lega Amintore
Fanfani, Bettino
Craxi e Massimo
D’Alema:
l’idea della politica
come pura
tecnologia del
potere cui tutto
deve
commisurarsi
la italiana non trova riscontro
in nessun altro Paese presun-
to civile, minaccia la stessa te-
nuta dell’ordine democratico
e pone le condizioni per la
definitiva bancarotta finan-
ziaria dello Stato.
Insomma, esplorare le moda-
lità di crescita del fenomeno
può essere utile per meglio
combatterlo.
Andando a ritroso si riscon-
trano avvisaglie patologiche
Dall’altro c’è tutto il reparto
estero della fondazione San
Raffaele – non si sa fino a
che punto ancora controlla-
to da Verzè – le cui opera-
zioni non sono state soltan-
to azzardate e rovinose, ma
che nello spreco di soldi e
nella documentazione opa-
ca lasciano intravvedere for-
se la costituzione di fondi ri-
servati che il prete-manager
gestiva senza alcun control-
lo. E’ sintomatico che la so-
cietà di certificazione di bi-
lanci Bdo si sia fermata da-
vanti al muro di una conta-
bilità poco trasparente e che
la società di consulting De-
loitte abbia riscontrato una
grave carenza di documen-
tazione.
Siamo insomma – a quel che
si capisce – in presenza di
bilanci volutamente confusi
e comincia a diventare asso-
lutamente riduttivo parlare
di “megalomania” di Verzè,
già nel passaggio dalla Prima
Generazione repubblicana
(quella dei Padri Costituenti,
intrisa dei valori della Resi-
stenza) alla Seconda, adatta-
tasi con estrema facilità a
quanto Italo Calvino chiamò
“la Grande Bonaccia del mar
delle Antille”: il vantaggioso
presidio attraverso pratiche
negoziali di un quadro poli-
tico bloccato dal contesto in-
ternazionale della Guerra
Fredda; quando a Roma pas-
sava uno dei confini invalica-
bili tra i due Blocchi (l’altro
attraversava Belgrado).
È legge di natura che l’acqua
stagnante tenda a marcire. Di-
fatti iniziò a putrefarsi l’ethos
democratico/repubblicano,
contagiato dalle pratiche del
presidio a tutela degli equi-
Son Kul Lake, capre e cavalli
Immagine di una gara equestre in cui il
cavaliere si batte per una carcassa di capra.
Accade sulle rive del lago Son Kul a 3 mila
metri di altitudine a circa 350 chilometri (217
miglia) da Bishkek, Kyrgyzstan uno Stato
indipendente dell'Asia centrale. Confina con
Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan.
quando invece si profila una
pericolosa spregiudicatez-
za. Ciò che sta emergendo è
che molti introiti non veni-
vano dalle prestazioni offer-
te dall’ospedale, ma dalla ca-
pacità di trovare finanzia-
menti anche pubblici sul filo
del rasoio di prospettive e
garanzie, rivelatesi senza
fondamento.
LA REAZIONE piccata
del governatore lombardo
Formigoni all’accusa di non
avere controllato a sufficien-
za (“il nostro rapporto ri-
guarda solo gli acquisti di
prestazioni sanitarie da par-
te dei cittadini, non abbia-
mo poteri di controllo”) mo-
stra che sul piano dei finan-
ziamenti pubblici, anche da
parte del ministero della Sa-
lute ed eventualmente da al-
tre fonti, c’è molto da veri-
ficare.
E’ significativo che l’Unione
libri politici, gabellate per
realpolitik; che marchiarono
ancora più nel profondo la
Terza Generazione, diffon-
dendosi a rivoli nelle perife-
rie del Paese. In fondo c’è un
filo che lega Amintore Fanfa-
ni (seconda coorte generazio-
nale), Bettino Craxi (terza) e
Massimo D’Alema (attuale):
l’idea della politica come pu-
ra tecnologia del potere, cui
tutto deve commisurarsi
(compresa la concussione,
intesa come “costo dovu-
to”).
SI POTREBBE dire che
questo è avvenuto perché i
meccanismi di controllo e ri-
cambio non hanno mai fun-
zionato o sono stati delibera-
tamente dissestati. Ma c’è un
di più. La cultura della real-
politik e i modelli di successo
nella (mala) politica erano or-
mai diventati dominanti pro-
prio nell’incubatore dei nuo-
vi ceti di partito: le scuole e i
movimenti giovanili; dove –
sulla falsariga dei senior –
scalpitava l’infornata dei co-
siddetti “leaderini”. Copie ca-
ricaturali dei rispettivi capi-
Sabato 23 luglio 2011
(FOTO LAPRESSE)
europea, a quanto si dice,
non ritenesse più possibile
finanziare il San Raffaele per
mancanza di trasparenza.
Il nuovo cda ha promesso ie-
ri “massima trasparenza e
collaborazione con l’autori-
tà giudiziaria”.
E’ esattamente ciò che si at-
tende dagli uomini del Va-
ticano. L’Udc lombarda ha
già chiesto una commissio-
ne d’inchiesta.
“Deus ex machina” della
conquista o del salvataggio
del San Raffaele, il cardinale
Bertone è dinanzi a un bivio.
Può salvare le eccellenze di
clinica, ricerca e università
solo a patto di fare massima
pulizia e di portare risoluta-
mente alla luce ogni even-
tuale irregolarità e illegalità.
Regalare al pontificato rat-
zingeriano un altro inciden-
te, per di più legato ad affari
sporchi, sarebbe veramente
troppo.
cordata, di cui clonavano le
attitudini più deteriori, rico-
noscendosi identici tra di lo-
ro al di là delle appartenenze
formali e degli schieramenti.
Il problema diventava la car-
riera, non importa come; ed
era lo stesso per un Davide
Giacalone (segretario dei gio-
vani repubblicani, poi assi-
stente di Oscar Mammì nella
prima legge televisiva da re-
gime) come per un Pino Pizza
(capo dei DC under 25) o la
nidiata piccista che adesso
considerava Enrico Berlin-
guer un fastidioso impoliti-
co.
Qui ora siamo.
Certamente il ripristino degli
strumenti di controllo e ri-
cambio può svolgere una fun-
zione importante nel blocca-
re le dinamiche riproduttive
di castalizzazione. Ma non ba-
sterà, se non si sconfigge la
cultura retrostante e che la
berlusconizzazione di questi
anni ha reso quasi inestirpa-
bile.
Il compito della libera infor-
mazione e della scuola. En-
trambe tenute costante-
mente sotto minaccia.
Sabato 23 luglio 2011
Ormai la speranza è di
MAIL
aver capito male
Gentile Direttore,
ho appena finito di ascoltare la
conferenza stampa del Presi-
dente del Consiglio e spero
proprio di aver mal interpre-
tato un passaggio:quando sul
finale il premier ha inveito
contro la burocrazia italiana,
anche in Regioni e in realtà lo-
cali governate dal centro de-
stra, per fare un esempio fa-
cilmente comprensibile e per-
fettamente calato nella quo-
tidianità degli Italiani, ci ha in-
formato che non ha potuto
realizzare in Sardegna una fon-
tana in una sua proprietà.
Inoltre mi sembra abbia anche
rincarato la dose quando ha
aggiunto che, nonostante sia-
no passati mesi, il Comune
non avrebbe ancora approva-
to la specifica variante, con-
cludendo che certe cose ac-
cadrebbero solo in Italia.
Spero proprio di aver capito
male, ma si riferiva alla man-
cata approvazione di una va-
riante di piano urbanistico,
non per il bene della collet-
tività, ma solo per consentire
ad un uomo di potere di co-
struirsi una fontana in giardino
non posso far altro che con-
statare tristemente che certe
cose accadono solo in Italia.
Paolo Luzzana
Garantismo è efficienza
non protezione dei politici
Da diversi anni, ormai, in Italia
alcuni politici che s’improvvi-
sano giuristi spacciano per
“garantismo” un concetto che
tutto è fuorché garantista. Se-
condo questi pensatori, difat-
ti, sarebbe garantista il siste-
ma che protegge i politici dal-
l’azione del sistema penale,
poiché l’unico giudizio al quale
essi andrebbero sottoposti
sarebbe quello dell’elettora-
to. Sarebbero, dunque, da in-
dividuare due giustizie: una
per i non politici, sottoposti al
sistema giudiziario ordinario,
e una per i politici, sottratti a
tale sistema e giudicabili solo
dagli elettori in base alla “buo-
na fama”, come avveniva nella
Purgatio Canonica di diritto
comune. Dei molti principii
che costellano il concetto di
garantismo, ne viene preso in
considerazione solo uno,
quello della presunzione di in-
nocenza fino a prova contraria
(che viene trasformato in
“presunzione di innocenza fi-
no a sentenza definitiva”, e co-
munque fermo restando che
“il giudizio finale resta al po-
polo”), come se tale principio
potesse avere valenza autono-
ma, senza tutto il resto del-
l’apparato garantista a sorreg-
gerlo. Così il sistema giudizia-
rio garantista viene presenta-
to come sistema debole, ar-
bitrario (dal quale è necessa-
rio proteggersi fino all’ultimo)
e, in ultima analisi, inefficiente.
È vero esattamente il contra-
rio. Il garantismo giudiziario è
collegato direttamente all’i-
dea di efficienza della giustizia,
poiché ne rappresenta la più
significativa espressione. Per
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pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri23 Luglio 1888
BOX Snob per definizione e molto british per vocazione,
Raymond Chandler, il creatore di Philip Marlowe, privat eye
romantico, colto e brutale, al bisogno, si considerava
senza nazionalità. Nato a Chicago, il 23 luglio 1888,
educato in Inghilterra, affermatosi in America e rifugiatosi
di nuovo a Londra. Un intellettuale prestato al giallo,
entrato tra i grandi del pulp solo a 50 anni, debuttante
tardivo col suo “The Big Sleep”, Il grande sonno,
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO fulminante esordio di Marlowe, investigatore leale e
compito nella giungla di una Los Angeles violenta e
MINZOLINI corrotta. Detective senza macchia, malinconico e
disincantato, a suo agio con Eliot e Flaubert,ma abile nel
maneggiare la sua Smith e Wesson, “gran fumatore e
SUPERSTAR bevitore di liquori non dolci e di caffè nero, bell’aspetto,
ordinato, ben raso, schizzinoso con le donne”. Modesto nel
aro Furio Colombo,di fronte ai distanziata da quel poco di televisione raccontarsi “…vendo ciò che devo, per guadagnarmi da
C risultati disastrosi noti a tutti,
che cosa aspetta il direttore del TG1
indipendente che esiste ancora o è tornata a
esistere nel Paese ) di notizie strettamente di
campare, e cioè quel po’ di fegato che il Signore mi ha
dato”. Un mite con humour, costretto a incarnarsi nel duro,
a dimettersi? Basterebbe un poco di corte, una gazzetta del re con notizie finte, raccontato in stile narrativo hard boiled da un Chandler
dignità per farsi da parte per il bene buchi clamorosi e una quasi metà di “notizie che del rapporto col suo alter ego dirà “…suppongo che
dell'Italia oltre che della liete”, in modo che la informazione normale Marlowe sia una specie di me stesso segreto… siamo tutti
informazione, quella vera, non passi in alcun modo. Ora, che cosa e due soli, sentimentali, cinici, incorruttibili”.
naturalmente. poteva volere di più padron Berlusconi, nel Giovanni Gabrielli
Menin momento peggiore del suo offuscato
tramonto? Lui stesso si sarà detto che
Mi rendo conto che la storia è bizzarra, ma nessuno, nel cerchio vasto dei suoi “yes men” su personale e servizi, con sti- Oggi gli Italiani, come ripeto
devo dissentire dal lettore: decidere se la gli aveva offerto un servizio così pendi del personale assai in- da molto tempo, hanno biso-
gestione di una impresa sia disastrosa o di scrupolosamente deviato e fantasioso, in feriori a quelli dei colleghi gno di un governo fatto da
successo, non dipende dai numeri, in questo modo da depistare continuamente la francesi tedeschi o inglesi, persone per bene, pulite, che
caso gli indici di ascolto e la distruzione del audience superstite e portarla sempre mentre loro viaggiano su livelli non abbiano mai avuto a che
maggior quotidiano italiano, che ha perso del altrove, lontana dai processi, fuori dalla principeschi. Il taglio dei loro fare con la giustizia. In caso
tutto reputazione, indipendentemente dalla politica, estranea alle festose notti di Arcore e privilegi che sarebbe giusto contrario, lo stesso Fini cadrà
buona qualità personale e professionale di chi allo sdegno del mondo verso Il modo di per un semplice principio di dalle ceneri alla brace. Con
vi lavora. Successo o insuccesso dipendono governare italiano. Non possiamo, dico al equità nei sacrifici lo diventa tutti gli Italiani. Oggi, caro Fini,
dal progetto aziendale che era stato dato al lettore, invitare alle dimissioni Minzolini. Lui è principalmente perchè non li sinistra e destra non esistono
numero uno che ha guidato e guida un buon soldato che combatte un'altra meritano. più, esiste solo l’onestà di chi
l'impresa. Nel nostro caso la missione era battaglia. La sua battaglia non ha a che fare Cesare Ferrero vuol attivarsi seriamente per
chiara fin dall'inizio: togliere ogni rilevanza e con l'informazione italiana e con il servizio cambiare il Paese, ormai di-
credibilità e parvenza di serio contenitore pubblico della RAi- TV. È la battaglia Fini non fa ventato una tragedia naziona-
professionale di notizie al TG 1, la più personale e patrimoniale di Silvio Berlusconi. le. Ed una barzelletta del mon-
importante fonte di notizie e di orientamento Minzolini, da buon soldato, non diserta, il giusto ragionamento do.
quotidiano per gli italiani. Dopo il lungo benché persino lui, forse, sa quale sarà la Ho ascoltato in parte il di- Arnaldo De Porti
accampamento di Minzolini nelle stanze del conclusione. Alla fine, dal re in esilio, avrà le scorso di Gianfranco Fini du-
TG 1 i suoi committenti non posso che dire sue medaglie. Non pensate a uno spettacolo rante la convention del terzo Diritto di Replica
“missione compiuta”. Il TG 1 ha sempre patetico da viale del Tramonto. Nel mondo di polo. Indubbiamente il suo di-
avuto i suoi problemi a causa di un rapporto Berlusconi solo le notizie sono finte. scorso è stato irreprensibile, Con riferimento all'articolo
troppo stretto con i partiti di governo, nei condivisibile in toto, ma del “Pd, il giorno dei sospetti” a
decenni della democrazia italiana. Adesso Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano tutto privo di costrutto po- firma Luca Telese, tengo a pre-
però il Tg 1 non esiste più. È una fonte 00193 Roma, via Valadier n. 42 litico. Il terzo polo, da solo, cisare che non c'è stato alcun
secondaria ( secondaria a Mediaset, e lettere@ilfattoquotidiano.it non va da nessuna parte se accordo tra me e il senatore
non ci saranno delle alleanze Latorre per anticipare il voto
trasversali anche con il Pd. In sulla richiesta di arresto del
caso contrario, l’Italia sarà ri- senatore Tedesco. In confe-
messa nelle mani di Berlusco- renza dei capigruppo, di fron-
richiamare la chiara espres- ni. Oggi si deve fare il seguente te a numerosi testimoni e sen-
sione del Ferrajoli, il sistema LA VIGNETTA ragionamento: è necessario za che io come altri fossimo a
garantista è quello che assicu- costituire un nuovo partito conoscenza di tale iniziativa,
ra “il massimo grado di razio- delle persone oneste, a pre- Latorre ha chiesto a nome del
nalità e attendibilità del giudi- scindere dalla loro apparte- gruppo del Pd che la votazione
zio”. La convinzione garanti- nenza politica, ergo con la par- fosse anticipata a martedì po-
sta è che tale “massima razio- tecipazione anche dei mode- meriggio. Tutti i capigruppo,
nalità e attendibilità” – in una rati di centro-sinistra. O vice- compreso il sottoscritto che
parola, “massima efficienza” – versa, se il discorso parte da era presente in rappresentan-
sia conseguibile unicamente li- Bersani. za del Pdl, hanno accolto al-
mitando “la potestà punitiva e Fa malissimo Fini quando dice l’unanimità la richiesta come
di tutela della persona contro che il terzo polo parla a tutti atto di rispetto, essendo il Pd
l’arbitrio”. In altri termini, il coloro che fanno parte anche il gruppo nel quale aveva a lun-
sistema garantista è proprio di questo governo perché, il go militato il senatore Tede-
quello che vorrebbe vedere processo del trasformismo, si sco.
puniti tutti i “robusti scelle- attiverà attraverso coloro Cordiali saluti,
rati”, senza correre il rischio che, fino ad ora, lo hanno of- sen.Gaetano Quagliariello
di infierire su “deboli innocen- feso, boicottato: alludo ai vari
ti”, Gasparri, Cicchito, Berlusco-
Giuliano Serges ni stesso, e tanti altri che og-
gettivamente mi danno fasti-
Sanità, medici dio anche solo guardandoli in IL FATTO QUOTIDIANO
TV. E come si comporterà Fini via Valadier n. 42 - 00193 Roma
senza potere con i fuggiaschi dal Fli ? lettere@ilfattoquotidiano.it
Ho letto con sgomento ed in-
credulità la dichiarazione del
senatore Baldassarri che ar- Direttore responsabile
gomentava sull' esplosione
delle spese del servizio sani- Antonio Padellaro
tario e sul sospetto che dietro Vicedirettore Marco Travaglio
tale aumento vi siano “possi- ta amministrazione del bene rere alle decisioni delle dire-
bili intrecci tra politica ed af- pubblico a loro affidato. Che la zioni sanitarie. Pertanto sa- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
fari”. Questi sarebbero per- spesa sanitaria sia fuori con- rebbe bene che cominciasse- Progetto grafico Paolo Residori
tanto i veri costi da tagliare trollo è sotto gli occhi di tutti, ro a rispondere del loro ope- Redazione
piuttosto che quelli della po- ma le colpe dovrebbero esse- rato in solido a coloro che li 00193 Roma , Via Valadier n°42
litica. Premetto di essere un re individuate e risolte pro- hanno scelti e nominati pro- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
medico ospedaliero con oltre prio da loro. Oltretutto la ri- prio perché tali spese sono e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
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venti anni di servizio e per- forma Bindi di fatto pone il si- sotto il loro esclusivo control-
tanto persona informata sui stema completamente sotto il lo e pertanto nella migliore Editoriale il Fatto S.p.A.
fatti. Ricordo al senatore che i potere dei Direttori Generali, delle ipotesi sono colpevoli di Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
tanto contestati benefits ed onnipotenti monocrati eletti incapacità, o altrimenti.... Presidente e Amministratore delegato
emolumenti destinati ai nostri dai politici stessi, escludendo Da ultimo ricordo che le uni- Giorgio Poidomani
politici sarebbero la giusta ri- di fatto ogni significativa pos- che soluzioni prospettate da Consiglio di Amministrazione
compensa per una loro atten- sibilità dei medici di concor- sempre sono quelle dei tagli Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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 Salvatore Cannavò

ALTRE SANGUISUGHE
L’ITALIA DERUBATA

Un libro dalla parte di tutte le “signore Maria”

che non riescono ad arrivare a fine mese.

Non ci sono solo gli sprechi della politica, o i suoi privilegi ostentati
a destare indignazione e rabbia. Ci sono le grandi disuguaglianze
che rendono la vita reale di milioni di persone insultata da chi parla
e straparla di rigore e moralità.

A vent’anni da Tangentopoli il Paese, da Nord a Sud, annega negli

scandali. Questo libro ve li racconta.
Questa volta senza sconti per nessuno.

«Inchiesta ben documentata e – finalmente – a tutto campo».

Libero
«Perché è giusto indignarsi contro la Casta».
MicroMega

UN’ESTATE TUTTA DA LEGGERE

dal
28 luglio
in libreria