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ADRIANO BARENGO BERTIL VALLIEN COSTRUTTORI DI BABELE CORRADO FARINA DAVID CARR SANKARA RULLATE DAUTORE DAKOTA STATON

ANTONIN ARTAUD
MUSICA ARTI OZIO
SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SABATO 13 OTTOBRE 2012 ANNO 15 N. 40

VORREI UN GIORNALISMO CHE VA ALLA RICERCA DELLO STRAORDINARIO FRUGANDO NELLORDINARIET, NEL MONDO COMUNE, VICINO, QUOTIDIANO. UN GIORNALISMO CHE RIFUGGE DALLE GENERALIZZAZIONI E CHE AFFRONTA IL PARTICOLARE, LO SPECIFICO, IL CASO UNICO

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ALIAS 13 OTTOBRE 2012

MISTERI DITALIA

UN PROCESSO DI LUNGA DURATA

IL SOGNO DI UNA SOLA MANO


Sottotitolo: Storia di mio padre Mauro Rostagno, di Maddalena Rostagno e Andrea Gentile, prefazione di Michele Serra (Il Saggiatore 2011). Attraverso le stanze di Macondo a Milano, a Puna in India, fino a Trapani dove Rostagno cre un centro per tossicodipendenti e lanciava le sue sfide alla radio, Maddalena che aveva otto anni quando suo padre fu assassinato, dovr lasciar passare anni per poter aprire i cassetti e leggere le carte, ancora di pi perch vengano trovati gli assassini del padre, fino allapertura del processo, nel 2011. La ringraziamo con il Saggiatore per il permesso di pubblicare lo struggente capitolo 10

di CHIARA PAZZAGLIA

C' uno che fa il giornalista che se lo senti parlare 't'arrizzano i canni'. Questo parla di appalti, dice che tutti gli appalti in provincia di Trapani sono truccati . Ti fa accapponare la pelle, cos dice Francesco Messina Denaro, il boss del mandamento di Trapani, ad Angelo Siino, uno dei contabili della mafia, quello che gli appalti li organizzava, quello che faceva da ponte tra imprenditori, famiglie mafiose e politici, quello che pagava il 2% alle famiglie e il 5% ai politici, che sorride anche lui a pensare che i politici gli costavano di pi dei mafiosi, mentre rende la sua deposizione davanti al tribunale. Siino un collaboratore di giustizia, sta riferendo di una riunione in una casa al bivio di Trapani verso l'autostrada. Era accompagnato da Balduccio di Maggio, il boss della famiglia di San Giuseppe Jato e da Biagio Montalbano, il boss di Camporeale, gli stessi che lo lasciarono -in mezzo al guado- come dice lui, a discutere da solo con Denaro sul problema Rostagno. Denaro gli chiese di risolvere la questione Rostagno, era inteso che dovesse parlare con l'editore della televisione Rtc dove Rostagno lavorava, per chiedergli di intervenire. Cos fece e sembra che per un paio di settimane il problema si risolse, del resto Siino a quel tempo, era amico di Puccio Bulgarella, l'editore e datore di lavoro di Rostagno. Avevano anche fatto diversi affari insieme, il contatto era sicuro, avevano gi trattato con Messina Denaro per risolvere un precedente problema in un cantiere edile a Gibellina; era chiaro che avrebbero risolto la questione. Sembra per che poche settimane dopo, Rostagno si scaten in nuove dichiarazioni alla tv, cos ci riferisce Siino, peggio di prima. Parlava ancora di appalti e gli appalti sono soldi. La storia di Rostagno rivive a Trapani, grazie al lavoro della procura. Qui, dove Rostagno stato ucciso nel 1988 e dove, dopo anni di depistaggi e montature, sembrava che l'indagine fosse destinata a concludersi nella totale impunit dei colpevoli. Le indagini erano riprese nel 1996 e finalmente, grazie ad una perizia balistica, si potuta indicare la firma mafiosa dell'omicidio e chiedere il rinvio a giudizio di Vincenzo Virga, boss mafioso del trapanese e Vito Mazzara, uno dei presunti esecutori. Per una curiosa dimenticanza non era ancora mai stata effettuata una perizia. Ora in base alla comparazione con le perizie balistiche di altri delitti a carattere mafioso, avvenuti sia prima che dopo il delitto Rostagno, si potuto iscrivere anche quest'omicidio in una serialit di atti criminosi a matrice mafiosa. Oggi sappiamo che poco tempo prima di morire Rostagno era stato sentito dai

Il sigaro Avana di Mauro Rostagno


Il 26 settembre 1988 Mauro Rostagno veniva ucciso con 5 colpi di fucile. Dopo anni di montature e depistaggi, grazie a una perizia balistica, ora chiara la firma politico-mafiosa dell'omicidio

UOMINI LIBE
carabinieri di Trapani, lo avevano interrogato su un suo servizio televisivo in cui denunciava la presenza di Licio Gelli a Trapani. Il verbale era andato perso, o dimenticato per 22 anni, oggi agli atti nel processo. Cos come tra gli atti del processo sono stati acquisiti due faldoni di appunti di Mauro Rostagno, il menab di quella che sarebbe dovuta essere la sua prossima trasmissione televisiva su Rtc, dal titolo 'Avana'. E se andate a cercarla su google vedrete Rostagno con un cappello Panama in testa, vestito di bianco che fuma un sigaro Avana. Forse una satira semiseria dei boss siciliani, un vestito che gli costato la vita. Il movimento del '68 a Trento, la fondazione di Lotta Continua e poi la meditazione in India sono soltanto alcune delle tappe della vita di Rostagno. All'inizio degli anni '80 Mauro Rostagno si sposta in provincia di Trapani, dove fonda 'Saman' una comunit per la riabilitazione dei tossicodipendenti. Qui Rostagno unisce il lavoro nella comunit all'attivit giornalistica presso Rtc, la televisione locale attraverso la quale denuncia gli intrecci tra potere mafioso e potere politico del territorio, in un momento in cui le parole 'trattativa Stato-mafia' dovevano ancora venire, forse perch c'era in quel periodo un totale accordo, non c'era distanza tra Stato e

IL LIBRO MADDALENA ROSTAGNO

di MADDALENA ROSTAGNO

Ricordo che sono passati anni e non abbiamo trovato una verit
in pagina da Mauro Rostagno prove tecniche per un mondo migliore di Blunda, Rizzo, Lo Bocchiaro (edizione Becco Giallo)

era successo. Ricordo che il 27 settembre 1988 sono andata in camera sua, a rovistare, in cerca di qualcosa, una lettera, un messaggio, qualcosa che mi desse una spiegazione. Ho trovato una lettera di Renato Curcio. Da quel momento abbiamo iniziato a scriverci. Ricordo che il 27 settembre 1988, in una cava poco distante da Saman, stata trovata una macchina bruciata,

Ricordo che per diverso tempo, molto tempo, sono stata arrabbiata con lui. Che non mi aveva detto niente del pericolo che stava correndo. Che aveva rinunciato a me, a noi, per il suo lavoro. Che aveva deciso di andare avanti da solo. Ricordo che quellidea, lidea di quello che successe, non mi era mai venuta in mente nemmeno per un millesimo di secondo. Che non avevo nessun sentore di pericolo, che fu davvero come lelaborazione dellinelaborabile. Ricordo che per diverso tempo, molto tempo, non ho mai parlato con nessuno di lui, di quello che gli era successo; di noi, di quello che ci

appartenente al parco macchine della mafia e rubata a Palermo il 30 marzo 1988 ed oggetto di tempestiva denuncia. Ricordo che il 27 settembre 1988 una delle prime persone ad arrivare a Saman stato Paolo Borsellino. Ricordo che il 29 settembre 1988 il procuratore della Repubblica Antonino Coci ha rilasciato unintervista al Giornale di Sicilia. Il giornalista gli ha chiesto: Ma Rostagno stato ucciso dalla mafia?. Lui ha risposto: E come si fa a dirlo? Bisognerebbe prima essere sicuri dellesistenza di gruppi organizzati. Trafficanti di droga? Che io sappia, Trapani non un centro del traffico di eroina []. Posso dire che dal luglio del 1987 al giugno scorso, in Procura non arrivato alcun rapporto di polizia giudiziaria per associazione mafiosa. E allora come si fa a dire che esiste la mafia a Trapani? Ricordo che qualche riga dopo, nella stessa intervista, il procuratore della Repubblica Antonino Coci ha aggiunto: Perch la gente

dovrebbe ribellarsi alla mafia? La mafia qui ha portato soldi, benessere, lavoro e tranquillit. Ricordo che io e Chicca siamo rimaste in Sicilia ancora un anno. Poi ci siamo trasferite a Milano. Siamo scappate anche dalla Trapani che scriveva sui muri mauro vivo. sempre stato Mauro a decidere dove andare a vivere. stato duro, molto duro. Ricordo che le indagini sono state affidate al pubblico ministero Francesco Messina. Ricordo che il 1 maggio 1989 stato ucciso un certo Vincenzo Mastrantonio, lautista pi fidato di Vincenzo Virga. Negli ambienti di Cosa Nostra dicono che sono parrino e figlioccio. Ricordo che proprio il 26 settembre 1988 sulla strada per Saman cera un blackout e che proprio questo Vincenzo Mastrantonio di mestiere faceva il tecnico Enel. Ricordo che per anni non mi sono occupata di queste questioni. Che non ho letto carte, ho chiuso

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UN UOMO VESTITO DI BIANCO


Ricordo di aver visto anni dopo, molti anni dopo, uno spettacolo teatrale su Mauro Un uomo vestito di bianco frutto del lavoro e dellamore di Adriana Castellucci, uninsegnante siciliana trasferitasi a Torino, e frutto del lavoro e dellamore dei suoi studenti torinesi. Cos Maddalena ricorda il testo teatrale nel capitolo 10 del suo libro Il sogno di una sola mano. Il lavoro teatrale stato presentato anche come iniziativa dellA.C.T.A.S Teatro in appoggio alla proposta di Libera di intitolare a Mauro Rostagno un ponte a Torino, dove nacque nel 1942 (oltre mille firme sono state raccolte, ma ancora la richiesta non stata accolta).

UNA VOCE NEL VENTO


Regia di Alberto Castiglioni (2005) il documentario inchiesta dedicato a Mauro Rostagno, finalista del premio Ilaria Alpi e vincitore del premio del pubblico del Biografilm festival. Il film si concentra sull'ultima fase della vita di Rostagno, il lavoro per la televisione locale RTC, i suoi servizi ironici in cui sbeffeggiava e denunciava chiamandoli per nome e cognome, assassini e mafiosi. Preziose le immagini di repertorio e il ricordo dei compagni e dei familiari. Alberto Castiglioni, regista palermitano impegnato nella lotta alla mafia ha realizzato tra cui Verso un mondo nuovo sulla marcia della pace del 1967 guidata da Danilo Dolci, Nel cuore dello stato sul sequestro Moro. unarma da Matteo Messina Denaro e pu ancora raccontarlo. Ricordo che il 27 settembre 1988 Chicca sent un carabiniere dire ai giornalisti che nella sua borsa che era nellauto avevano trovato dollari e siringhe; che Chicca and subito dal pm Francesco Messina per chiedergli di smentire, e lui sment. Ricordo di aver letto molti anni dopo che la prima delle voci che gir subito dopo la morte del magistrato Antonino Scopelliti, ucciso dalla ndrangheta in Calabria il 9 agosto 1991, fu: Umazzaru pe fmmani. Ricordo che il 13 ottobre 1988 Renato Curcio mi ha riportato in una lettera ci che gli aveva scritto Mauro poco tempo prima: Ventanni fa non ci siamo incontrati per caso a Milano, in una mansarda. Non c il per caso. Anche la testuggine oceanica che viene in superficie solo una volta ogni duecento anni e passa la testa dentro il buco rotondo in una tavolaccia che galleggia non per caso. Ricordo che una sera, negli ultimi mesi del 1989, ero nella mia stanza di Milano con Alessandra, una delle bimbe di corso Vercelli. Che ho iniziato a parlarle della mia storia, che le ho descritto le mie sensazioni. Ricordo che a un certo punto mi ha abbracciata forte e mi ha detto ci che fino a quel momento non mi aveva detto nessuno: Non devi sentirti in colpa, puoi permetterti di essere arrabbiata con lui, anche con lui. Ricordo che Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Mario Francese, Pippo Fava, Beppe Alfano. E mio padre Mauro Rostagno. (...) Ricordo Veronica, una ragazza che soffriva di una forma di autismo, che Mauro amava. Se la portava sotto braccio a fare lunghe passeggiate; con lui inizi a esprimersi canticchiando e perse venti chili di sovrappeso, dovuti allassunzione di psicofarmaci. Lui le insegn Il chitarrista di Ivan Graziani. Ricordo che nel novembre 1988 Isabella La Torre, la vedova di Giangiacomo Ciaccio Montalto, ha lasciato il processo per gli assassini di suo marito, dopo aver scritto una lettera che era un vero e proprio atto daccusa verso la giustizia. Ricordo che lho saputo molti anni dopo. Lho saputo molti anni dopo che nella lettera di Isabella La Torre cera scritto che luccisione di suo marito e di Mauro Rostagno aveva consentito la conservazione ad alto livello di quel circuito dinteressi mafiosi e paramafiosi sui quali poggiano equilibri economici e sociali che si tramandano di padre in figlio. Ricordo che ha continuato scrivendo che non sar un processo ai killer a scuotere o minacciare un assetto strutturale che, se ricorre al delitto eccellente ogni sei anni, segno che fortemente integrato nel contesto trapanese.

RI

GERENZA
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Mafia, come dice Leoluca Orlando, vecchio e nuovo sindaco di Palermo. Cinque colpi di fucile colpiscono Rostagno alla guida della sua macchina, una Duna bianca. Aveva appena registrato una puntata e tornava in comunit lungo una strada di campagna. L'illuminazione era stata tagliata, solo i fari delle macchine ad illuminare lo sterrato. Un agguato e un luogo di morte a dir poco comune in quella storia non cos lontana, nei territori della mafia: era il 26 settembre 1988. La celebrazione di questo processo, inusuale, comunque dimostra che seppure in maniera tardiva, e nonostante i depistaggi, la giustizia alla fine arriva afferma il procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Mauro Rostagno era uno degli uomini liberi e coraggiosi del mondo dell'informazione che stato ucciso dal potere politico-mafioso ha affermato sempre Ingroia, sperando che il processo possa portare a scoprire tutta la verit, mostrando chiaramente non solo gli esecutori ma anche i moventi e i mandanti di questo omicidio, che oggi hanno ancora il volto coperto. In questi anni la figura di Mauro Rostagno, in modo forse imprevedibile ma sicuramente grazie alla forza magnetica che ha dimostrato in vita, diventata sempre pi un riferimento ed un elemento di racconto. Il suo lavoro di giornalista e la sua storia sono al centro di nuove produzioni: quest'anno il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e l'Associazione Ilaria Alpi hanno dedicato alla figura di Mauro Rostagno il premio Una storia ancora da raccontare; nel 2010 un fumetto edito da BeccoGiallo racconta la vita di Rostagno; su tutti un libro, Il suono di una sola mano, scritto dalla figlia Maddalena Rostagno e edito da Il Saggiatore nel 2011, un ritratto di Mauro Rostagno attraverso gli occhi della figlia minore, che unisce al ricordo il caparbio lavoro per cercare la verit. Forse oggi Rostagno si riscopre un contemporaneo. Cosa direbbe oggi Rostagno al suo pubblico? Cosa direbbe ai manifestanti di Occupy Wall Street e che direbbe della crisi che sta attraversando l'Europa? La

galassia Rostagno potrebbe essere messa alla prova con la realt globale, con il mondo contemporaneo.

gli occhi, ho cercato di dimenticare. Ricordo che lunica cosa che volevo non potevo riaverla. Ricordo che il 13 ottobre 1988 Renato Curcio mi ha raccontato in una lettera del loro primo incontro. Qualcuno mi invit in una strana mansarda dove doveva svolgersi una strana discussione. Sulle scimmie antropoidi. Chiss che non impari qualcosa anche sulla mia intelligenza pensai. E cos, senza troppo indugiare, mi infilai. 8...) Quel giorno indossavo un gil alla Toulouse-Lautrec. 8...) Un look un po buffo ai suoi occhi di allora, tant che egli, appena mi vide, sbott in una formidabile risata. Come se fossimo stati da sempre amici. E, forse, anche se non ci eravamo mai visti prima, era proprio cos. Ricordo che il 15 maggio 1989, al mio primo compleanno senza Mauro, Chicca mi ha regalato un libro con i testi delle canzoni dei Beatles, indicandomi quello di When I am sixty-four. Gliela cantava

sempre Mauro, quando si erano appena conosciuti. Parla damore. When I get older losing my hair / Many years from now / Will you still be sending me the Valentine / Birthday greetings, bottle of wine. Ricordo che Chicca quel libretto lha firmato con il disegno di tre margherite. Da quel momento firmer sempre cos. Siamo noi tre. Ricordo che quando abbiamo iniziato a lavorare su questo libro, ho pensato che per descrivere Mauro ci sarebbe voluto un disco in allegato. Una compilation, dieci canzoni per ogni momento della sua vita, per ogni mio ricordo. Avrei scelto: 1) Sultans of swing dei Dire Straits, perch lui che balla, scanzonato, appassionato. 2) Cuanta pasin di Paolo Conte, perch una ilusin temeraria, un indiscreto final. 3) The sound of silence di Simon & Garfunkel, perch la canzone che scelsi come colonna sonora per accompagnarlo al cimitero. 4) Voglio vederti danzare di Franco Battiato, perch la ascoltava quasi ogni giorno. 5) Me and Bobby McGee di Janis Joplin, perch Janis Joplin. 6) Bartali di Paolo Conte, perch lui, godereccio e dissacrante. 7) Emozioni di Lucio Battisti, perch lui tanti anni prima aveva detto ai compagni che Battisti si poteva ascoltare, anche se non era un compagno. 8) Rimmel di Francesco De

...Ricordo che il procuratore della Repubblica Antonino Coci disse: La mafia qui ha portato soldi, benessere, lavoro e tranquillit...
Gregori, perch forse nel suo salotto De Gregori stava suonando proprio quella, mentre io facevo la pip sul suo tappeto. 9) Andrea di Fabrizio De Andr, perch una canzone damore e una canzone contro la guerra. 10) La libert di Giorgio Gaber, perch parla di libert, perch libert partecipazione. Ricordo che subito la polizia e il dirigente della Squadra mobile Calogero German hanno parlato di delitto mafioso. Che subito i carabinieri, il brigadiere Beniamino Cannas e il maggiore Nazareno Montanti hanno detto che no, non era un delitto mafioso. Ricordo che Calogero German lunico che si visto puntare contro

Ricordo che nella cava in cui quel 27 settembre 1988 trovarono quella macchina bruciata, trovarono anche uno scontrino di una macelleria, la macelleria si scoprir tanti anni dopo della famiglia Virga. Ricordo che per anni non me ne sono mai interessata. Non ho letto le carte giudiziarie, non ho letto articoli, non ho ascoltato pareri, non ho visto, letto, ascoltato, non ho. Ricordo che il 26 settembre 1989 si parlato di una svolta per le indagini. Ricordo che il 26 settembre 1990 si parlato di una svolta per le indagini. Ricordo che il 26 settembre 1991 si parlato di una svolta per le indagini. Ricordo che ogni anno. Ricordo che tempo dopo i parenti di Veronica ci hanno raccontato che il 26 settembre 1988 la televisione ha dato la notizia, e Veronica appena ha sentito Mauro Rostagno ha cantato Sanatuccio stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista. Ricordo che sono cresciuta, e che dopo il liceo artistico sono andata a studiare allAccademia di Brera, e che anche l non ho mai parlato della mia storia. Ricordo che ho molte foto delloccupazione alla cattedrale di Palermo per i senzatetto del 16 dicembre 1975, organizzata da Mauro. Dur da mezzogiorno alle otto di sera, quando la cattedrale venne sgombrata dalla polizia. Io avevo tre anni e mezzo, Lisa Noja ne aveva due. Nei passeggini esponevamo i cartelli dateci un tetto e vogliamo la casa. Ricordo che nel 1976 Mauro scriveva: Come si possa essere comunisti con la propria donna, non lo so. Sono maschio, per questo non lo so essere maschio vuol dire la destra rispetto alla donna Ho capito una cosa con Maddalena: che tutto il modo di trattare i bambini di destra perch considera la loro vita in funzione di unaltra vita (adulta). La pedagogia, anche se di sinistra, vuole preparare i bambini a essere adulti. Non considera la loro et come autentica. Non parte dalle loro contraddizioni. Ricordo che nel 1992 le indagini sono passate al sostituto procuratore Massimo Palmieri. Ricordo che una volta Chicca mi ha raccontato di quel corteo subito dopo la morte di Aldo Moro. Con Mauro che camminava da solo e piangeva, piangeva forte, che lunica cosa che riuscito a dire stato: Oggi abbiamo perso tutto, oggi abbiamo perso tutti. (...) Ricordo che il 26 settembre 1992 si parlato di una svolta per le indagini. Ricordo che ogni anno.(...)

A pag 1: copertina della graphic novel "Mauro Rostagno prove tecniche per un mondo migliore" (edizione Becco Giallo)

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REPORTAGE

Una giornata nella fornace di Murano per veder nascere le sculture del designer svedese Bertil Vallien, in collaborazione con i maestri di un antico mestiere, oggi messo in ginocchio dalla crisi e dal low cost. Qui limprenditore Adriano Berengo ha scommesso sul contemporaneo

di ARIANNA DI GENOVA
MURANO

La temperatura altissima e la tensione anche nella fornace di Adriano Berengo, manager del vetro che ha voluto cambiare rotta, investendo tutto nellarte contemporanea. Quando la palla incandescente che diventer una scultura da museo esce dal forno mandato 24 ore su 24 a pi di mille gradi, tutti corrono e misurano i gesti. Sguardi concentrati e corpo con i muscoli in allarme. Gli occhi guizzano tra il buio e la luce delle fiamme. Si fa silenzio intorno a Silvano, maestro muranese di lunga esperienza. Un solo errore di tempo o di movimento goffo - e il pregiato vetro da plasmare col soffio e a mano libera, la tecnica per cui Murano famosa in tutto il pianeta diventa coccio rotto, finisce nel contenitore di spazzatura che staziona nel cortiletto. L, infatti, fra i molti frammenti colorati accatastati uno sullaltro, c pure un trasparentissimo piccione senza testa. Qualcosa andato male fra il momento della cottura e del raffreddamento (un procedimento che richiede giorni interi per evitare lo shock termico) e lanimale finito nel cestino, irrimediabilmente sbagliato. Silvano un maestro leader, uno di quelli che riesce a toccare magicamente il vetro infuocato. Non ha paura del calore disumano ed in grado di sincronizzare i tempi come un coreografo sul palcoscenico. Ha grandi mani sapienti e ha passato la sua esistenza a temperature

Dentro il vetro soffia il fuoco sacro dellarte


tropicali, dentro le fornaci. La sua, per, non ce lha pi. La crisi lha costretto a chiudere e a diventare un freelance. Non accaduto solo a lui, stato un destino di molti. Silvano riesce a lavorare comunque, molto richiesto allestero per condurre dei master e insegnare il fascino di quellarte, ma la sua storia uneccezione. come se le torri Gemelle fossero cadute addosso a Murano dice La crisi non cosa nuova qui, ha almeno dieci anni. Siamo rimasti in pochi a fare questo mestiere. In un settore messo cos a dura prova dai circa duemila vetrai nel 2001, oggi si calcolano in qualche centinaia e molte cassaintegrazioni - il rischio la sparizione di unantichissima competenza, lestinzione di una tecnica unica al mondo e che pure quando stata esportata in Cina non riuscita a spiccare il volo lontana dalle sue radici. A est, peraltro uno dei migliori mercati di export per Murano (insieme a Medioriente, Russia, India), il low cost ha avuto il suo momento di gloria ma poi caduto vertiginosamente. Oggi, i cinesi ricchi vogliono la qualit alta e comprano il Murano doc, scelgono il pezzo squisito, non il facsimile fatto in patria. Sul versante italiano, invece, c chi denuncia che in alcuni negozi dellisola non si faccia distinzione e si accettino prodotti realizzati altrove. Il vero pericolo quindi lo svilimento di una tradizione che nelle epoche passate era custodita gelosamente tanto che ai maestri vetrai era vietato abbandonare lisola e godevano di uno statuto sociale speciale tanto da poter sposare le fanciulle della nobilt. Anche allora per qualche transfuga ci fu: chi scapp port i segreti e la perizia di un mestiere in Boemia e si vocifera che i famosi cristalli siano quindi nati da un tradimento. Nonostante la strada sia in salita e la rete delle fornaci si sia assottigliata 28 le iscritte a Confindustria, circa 250 quelle che resistono e quasi tutte a conduzione famigliare - il figlio di

Silvano, molto coraggiosamente, ha intrapreso la stessa strada del padre. l con lui a sudare davanti alle bocche infuocate e lo aiuta a dar forma a una testa blu: un totem ancestrale quel magma che ribolle e che comincia a prendere fattezze umane. Davanti a loro, c il pap di quella testa/maschera: Bertil Vallien, designer svedese, che ha accettato la sfida di lavorare con i maestri vetrai muranesi per soffiare vita nelle sue creazioni che circolano fin dagli anni Sessanta. Mi piace lavorare con lui, ognuno imparara qualcosa, uno scambio interessante quello che avviene qui dentro, confessa Silvano. Larte contemporanea pu essere infatti il rito propiziatorio giusto per uscire dallimpasse, la formula vincente per riconsegnare a Murano il suo primato. Niente pi oggestistica gadget - quei cavallini, pesciolini, caramelle che si vedono nelle vetrine di Murano e di Venezia ad uso e consumo di un turismo di massa che spende pochi euro o dollari -, ma pezzi unici, sculture, forgiate da nomi star della scena internazionale. Se il mercato schiva i lampadari cost++osi, forse il collezionista accetta il rilancio del vetro attraverso la firma dautore. Perch, in fondo, il vetro un materiale come un altro pi costoso del bronzo ma meno del marmo - e larte contemporanea, si sa, onnivora e grazie a questa sua attitudine pu tornare a far coniugare raffinatezza e modernit, sfruttando la sua caratteristica nochalance. Adriano Berengo, il demiurgo di

questo incontro tra la tradizione dei vetrai muranesi e gli artisti internazionali, ha uno studio a Murano e due gallerie a Venezia (una delle quali con location in una vecchia farmacia), possiede una fornace viva dove il fuoco brucia giorno e notte e una fornace spenta, spazio ex industriale di inizio Novecento adibito ora a museo, ancora non aperto al pubblico ma di prossima inaugurazione. Nel suo atelier sono passati pi di duecento artisti: adesso c Vallien alle prese con le sue sculture, presto sbarcher in Laguna langlopalestinese Mona Hatoum. Di fronte a un piatto di polpo lesso e di baccal mantecato, ora inforcando ora togliendo i suoi occhiali rossi, racconta con foga della sua passione e spiega che ha voluto seguire lesempio di Egidio Costantini quando il maestro a met del XX secolo riusc a coinvolgere gli artisti internazionali e una mecenate come Peggy Guggenheim nel suo progetto di liberare dal ghetto commerciale il vetro muranese. Cocteau aveva ribattezzato il suo studio la Fucina degli angeli e l aveva impastato personaggi nati da surreali visioni anche Max Ernst. Berengo ha avuto una vita avventurosa, nutrita di viaggi, investimenti economici e riposizionamenti sociali, fino al successo di quellidea perseguita con accanimento: la prima edizione di Glasstress del 2009, evento collaterale alla Biennale di Arte di Venezia che presentava in una carrellata storica (dal 1920 al XXI secolo) le opere in vetro di artisti come Man Ray, Fontana, Albers,

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IN MOSTRA

Bertil Vallien e i suoi idoli enigmatici a Palazzo Cavalli Franchetti


A. DI GE.
VENEZIA

CHISS CHE SGUARDO AVR


Chiss che sguardo avr, chiss se avr sgranato gli occhi come in quella foto da bambina in braccio a suo padre che ha messo sulla copertina del libro Il suono di una sola mano che Maddalena Rostagno ha scritto insieme a Andrea Gentile, chiss che espressione le si dipinta sul volto ieri quando ha letto lultima novit sul processo, chiss. Di certo non sar un espressione allegra e scherzosa come quella della foto, di certo avr provato dolore e sconforto nel leggere che la giunta provinciale di Trapani ha esautorato lAvvocatura che non la rappresenter pi come parte civile nei processi di mafia perch lex presidente Turano, che attualmente si candidato alla Regione, che strana coincidenza, ha chiesto e deliberato la modifica del regolamento dellufficio legale facendo sparire la materia penale tra le sue prerogative. Risultato: la provincia non sar pi parte civile in cinque importanti processi di mafia tra cui quello sullomicidio del giornalista Mauro Rostagno e, tra gli altri, un altro procedimento che vede imputato Matteo Messina Denaro. Devessere stato uno stillicidio per questa giovane donna la ricerca della verit in questo processo che ora rischia di saltare un ennesima volta dopo unattesa durata gi ventitr anni. Il processo infatti si aperto lanno scorso molti anni dopo la sera del 26 settembre 1988 in cui Maddalena a soli quindici anni sente quei colpi di pistola vicini alla comunit di Saman in cui vive con i genitori, colpi di fucile, che poi sincepp, e colpi di pistola una calibro 38 con cui gli assassini portano a termine il lavoro e gli uccidono il padre. Chiss che dolore nel suo sguardo quella sera di orrore e quanto ancora ne arriv otto anni dopo quando le arrestarono la mamma Chicca Roveri con linfamante accusa, demenziale e assurda, di complicit con gli assassini. Eppure un anno fa quando lho vista allalpheus di Roma il 12 giugno 2011 in una serata organizzata dagli amici di Mauro per la riapertura del processo sembrava una giovane donna serena con lo sguardo limpido e affettuoso verso i tanti che erano l da Marco Boato a Leoluca Orlando e Nicola Caracciolo, Paolo Brogi, Valeria Gandus e tantissimi altri venuti a ricordare a parlare a rileggere alcuni degli articoli scritti da Rostagno per la sua scomoda emittente Radio Tele Cine con cui dava fastidio, tremendo fastidio ai mafiosi di Trapani, con cui denunciava senza timore, sguardo fisso in telecamera, scandali e ammazzamenti, per cui ha perso la vita. In una lettera a Renato Curcio Rostagno scrive Ho scelto di non fare televisione seduto dietro a una scrivania, ma in mezzo alla gente, con un microfono in pugno, mentre i fatti succedono. Sociologicamente si chiama primato dellesistenziale sul teorico: e gi questo, a Trapani, profondamente antimafioso () La vera rivoluzione qui a Trapani. Il libro di Maddalena Rostagno verr presentato a Roma il 26 ottobre a via Zabaglia 24 alle ore 18.30 da Gabriella Stramaccioni e Andrea Brogi, consiglio di leggerlo perch questa storia emblematica della storia del nostro paese. Un paese che cancella e nasconde ma non riesce a far ammutolire un paese contradditorio e malato in cui per ogni tanto si incontra qualcuno che non distoglie lo sguardo, che non cede, che non si rassegna, che non rinuncia alla verit, che nasconde nel proprio corpo esile di giovane donna una forza terribile capace di sopravvivere al dolore capace di dare la vita capace di guardare il futuro.

GLASSTRESS 2013 SI D ALLA MODA


Venezia ci riprova. Una volta sdoganato il vetro (per la verit le avanguardie storiche lavevano gi fatto con i loro collages e manufatti, compreso Duchanmp con i suoi ready-made, ma evidentemente se nera persa la memoria), il tintinno di questo materiale va alla conquista di settori inediti. Per la terza volta Glasstress torna e prender forma nel contesto della Biennale di Venezia. L'obiettivo delledizione 2013 quello di strutturare la mostra come un dialogo aperto tra il vetro e il concetto di moda, declinato in tutte le sue possibili espressioni. Il campo della fashion, infatti, a partire dal 1980, entrato prepotentemente nel campo dell'arte contemporanea. Glasstress 2013 sar prodotto da Berengo Studio e Venice Projects. La Wallace Collection di Londra e il London College of Fashion-LCF contribuiranno alla produzione di questa mostra. Lesposizione sar affidata a James Putnam, scrittore e curatore indipendente. Altri importanti artisti e fashion designer saranno invitati a prendere parte al progetto.

Pevsner, ma anche alcuni pezzi realizzati appositamente per la sua scuderia, come quelli di Tony Cragg, Jan Fabre, Orlan, Fred Wilson. La sede era il prestigioso Palazzo Cavalli-Franchetti, di fronte a Canal Grande. Lo stesso dove oggi troviamo lallestimento delle 9 Rooms di Bertil Vallien. Glasstress ha avuto successo, ha ripetuto il suo esperimento due anni dopo ed espatriato subito: da Riga a New York, cancellando ogni pregiudizio su quel materiale tintinnante, fragile, luminoso e insieme minaccioso. Lappuntamento prossimo per il 2013, sempre nei dintorni della Biennale dArte, che aprir ai primi di giugno.

Grande, Bertil Vallien al lavoro nella fornace; a pag 5, lo spazio espositivo di Adriano Berengo. Accanto Watcher di Vallien, veduta del museo di Berengo con lopera di Javier Prez. Sotto, particolare dellallestimento a Palazzo Franchetti Cavalli della mostra 9 Rooms (foto di Oliver Haas)

A Palazzo Cavalli Franchetti, fra le ricche decorazioni dei soffitti, le scalinate imponenti e gli enormi saloni si ergono alcuni misteriosi guerrieri trafitti dalla luce delle finestre e si passa attraverso una fila di teste, in assetto militare, che lasciano intravedere, al loro interno, micromondi affastellati di presenze. Siamo dentro 9 Rooms, la personale dedicata a Bertil Vallien, classe 1938, designer cui Adriano Berengo e Brge Kamras (con il contributo di Francesca Giubilei e del Svensk Form) hanno affidato larredo di quelledificio cos denso di storia. Memorie stratificate si susseguono lungo le stanze e altrettanto stratificate sono le leggende che vengono incapsulate nelle traparenze del vetro in questa mostra che ha visto la luce fra gli eventi collaterali della Biennale di Architettura (visitabile fino al 25 novembre, catalogo Marsilio). Circa sessanta opere in vetro realizzate da Vallien nel corso della sua carriera presso gli studi svedesi di Kosta Boda, partner produttivo per tutti i suoi lavori e main sponsor dellesposizione insieme a Berengo Studio. Con questo nutrito contributo veneziano si celebrano anche i cinquantanni del movimento dello Studio Glass, che si form in un garage americano con lunione di artisti indipendenti che lavoravano ognuno nel proprio atelier. Le nove sezioni in cui si articola lallestimento segnano altrettante cesure e passaggi tematici: luomo e lambiente, luomo e la morte, luomo e il tempo, il sacro, la storia. Duetti metaforici, contrasti da rendere palesi in figure dal sapore surreale, apparizioni di altri mondi. Vallien un maestro vetraio molto eccentrico: ha inventato una tecnica speciale - a stampo e con la sabbia mescolata allimpasto - che questa volta ha deciso di mettere alla prova direttamente a Murano. Esigentissimo nello scegliere la sabbia, Bertil dice che riconosce quella giusta semplicemente passandoci sopra le mani, accarezzandola: non tutti i granelli vanno bene. Le sue sono opere di certosina pazienza, che inglobano dentro teste, idoli, barche, alcune figurine simboliche in rame o piccoli dipinti con pitture che reggono le temperature proibitive. Per giungere al prodotto finale, disegna molto: faccio schizzi mentre ascolto la musica oppure traggo ispirazione dalle letture, magari da Garcia Marquez.... Detesto leffetto seduttivo del vetro spiega ancora mi piace invece leffetto di distorsione e la crosta che crea la sabbia, intaccando la bellezza patinata Cerco il contrasto, la ruvidit della superficie e la pulizia delluniverso che si sviluppa allinterno. Fra i soggetti pi visitati dalla fantasia di Vallien c la barca. Amo la sua forma ma anche la sua simbologia. un archetipo del viaggi, racchiude in s la nascita e la morte, i ricordi e i sogni. Appartiene allinconscio collettivo.

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COSTRUTTORI DI BABELE, IL RACCONTO DI TRE PROGETTI DARTE TOTALE

OUTSIDER
di ROSSELLA FARAGLIA

INCONTRI GLI IRREGOLARI, DA MESSINA A TUSCANIA FINO A VERONA

Le lingue che parlano gli uomini sono diverse, senza strumenti di traduzione e senza conoscenza reciproca non si capiscono. C stato un tempo in cui una sola lingua accomunava gli uomini, finch una divinit gelosa di questa unit non ha tolto agli uomini la lingua comune. La stessa divinit fece rovinare la grande torre che quegli uomini stavano costruendo con fatica ma con unica intenzione di arrivare al cielo. In un dipinto di Brueghel il Vecchio, la Torre in costruzione gi preda di crolli che si alternano ai ponteggi della costruzione e c un particolare significativo: costruita su un limite, sulla costa, e in modo sfacciato ne sfida la fragile consistenza geologica. Unit e conflitto, comprensione del tutto e confusione nel particolare, dionisiaco e apollineo: la torre crolla ma il mito rimane intatto, per sempre. Gabriele Mina, antropologo savonese costantemente in movimento, ha definito Costruttori di Babele personaggi che durante gli anni della propria esistenza si sono dedicati a un progetto darte totale, un proprio universo in divenire, per sua natura sospeso tra accumulo e crollo. Larte di questi creatori, spesso definiti outsiders, sfugge a qualsiasi schedatura, rifugge al tentativo di creare nessi al proprio interno, staziona stabilmente al limite, sui margini. Sono margivaganti, in conflitto con il proprio tempo, con i propri simili, spesso con i vicini di casa. Ma la loro estraneit assoluta (.) in realt il frutto del rifiuto dellanalisi e dellinterpretazione (Ginzburg, Il formaggio e i vermi) da parte di chi viaggia sulla strada maestra. Costruttori di Babele oltre che una definizione un archivio online e un libro che nascono dal desiderio di censire in una mappa regionale i siti di questi creatori per portarli allo scoperto. Come ogni repertorio unopera in progress aperta ad apporti interdisciplinari, i pi significativi quelli dellantropologia e della sociologia urbana. Il libro stato presentato a Roma, al Museo Bilotti a Villa Borghese, in occasione dellinaugurazione di una mostra fotografica curata da Roberta Trapani che rimarr aperta fino al 28 ottobre. Le foto, di Salvatore Bongiorno, Alberto Ferrero e Rodolfo Hernandez, ritraggono opere di Giovanni Cammarata, Luigi Lineri, Bonaria Manca. Opere che coincidono con labitazione e quindi quasi mai trasportabili. Il messinese Giovanni Cammarata, il cavalier Giovanni Cammarata, artista di Maregrosso, cos si presentava, scomparso nel 2002. La sua casa, distrutta dallincuria e dalle demolizioni per far posto al parcheggio di un supermarket, ridotta a un pezzo di muro custodito e isolato in un giardinetto. Un tempo

Quando limmaginario scarta la strada maestra Una cartografia creativa


PER SAPERNE DI PI
Alcune impronte da seguire per orientarsi nelluniverso dellarte dei fuori schema senza perdersi. Per chi ne volesse sapere di pi, sono molti gli strumenti a disposizione. Il libro Costruttori di Babele Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, Milano, Eluthera, 2011. Larchivio dei siti babelici online consultabile in: http://www.costruttoridibabele.n et/index.html Un sito italiano completamente dedicato alloutsider art curato da Eva di Stefano, dellUniversit di Palermo: http://outsiderart.unipa.it/index .php/en/home. Al suo interno, la rivista consultabile on line: http://outsiderart.unipa.it/index.p hp/en/rivista LOsservatorio nazionale Outsider Art presso lAccademia di Belle Arti G.B. Cignaroli, Verona. Referente: Daniela Rosi, daniela.rosi@hotmail.it Le foto per la mostra sono state fornite dalla Galleria X3 di Palermo: http: //www.galleriax3.org/

sviluppo che non sono mai arrivati. Non errori ma logiche conseguenze di una ideologia che si sbarazza delle pietre dinciampo. Il mare (il mare grosso) non bagna Messina. Allora quel pezzo di muro pu essere pensato come un punto di resistenza dellunico vero abitante di Maregrosso, come lindicazione di una strada da prendere per dare un altro futuro non solo a Maregrosso, ma a tutta la citt. Immaginando, per esempio, di tornare a ballare in riva al mare. Luigi Lineri viene da Zevio, presso Verona. Abita in una casa bellissima, presso un barco (in veneto capannone di servizio annesso allabitazione) che integralmente riempito di sassi raccolti lungo il greto dellAdige durante quaranta anni di ricerche. Casualmente, accompagnando un amico che cercava selci di et preistorica, Lineri si imbattuto in pietre che avevano la stessa forma, un chiodo, una testa di pecora, di bovide. Si messo a classificarle e a salvarle ordinate su pannelli, dal pavimento al soffitto del barco. Limpatto visivo della Ricerca fortissimo, perch Luigi anche un artista (pittore, ceramista, oltre che poeta) e questo monumento al linguaggio ritmico di forme ripetute ha una evidente valenza estetica. La ripetizione ha a che fare con il rito, il rito sostanza del mito, il linguaggio accompagna il rito, cos ragiona Lineri e si forma una teoria: queste pietre sono la lingua rituale, ripetuta e condivisa, di popoli che hanno abitato il territorio in epoche ancestrali. Forma e sostanza coincidono. Forse il ragionamento non scientifico ma convince, se si guardano le forme. Lintento di Lineri di restituire queste forme alla memoria di quelli che ci hanno preceduto per saldare con loro un debito di riconoscenza. Bonaria Manca abita a Tuscania, in una grande casa il cui interno completamente rivestito di dipinti. Ha cominciato a dipingere dopo che la passione per il ricamo lha condotta verso il colore. Sulle pareti ci sono fiori e decorazioni ma soprattuto c la sua storia personale, il suo personale poema sui cui frammenti, ogni tanto, intona il suo canto. nata in Sardegna Bonaria Manca, ed emigrata con la famiglia di pastori molti decenni fa. Ha fatto anche lei la pastora e in un dipinto si immortala, quasi superba, in sella a un cavallo, indossando abiti tradizionali filati e cuciti da lei stessa, a guardare dallalto una comunit che ha stentato ad accoglierla e che ora grazie anche alle diverse esposizioni degli ultimi anni sembra essersi finalmente

Da sinistra: Giovanni Cammarata foto di Alberto Ferrero; al centro Luigi Lineri, foto di Rodolfo Hernandez; Bonaria Manca, foto di Salvatore Bongiorno / ZEPSTUDIO

Un libro e una mostra su Giovanni Cammarata, Luigi Lineri, Bonaria Manca: le loro abitazioni trasformate in musei rischiano la distruzione
accorta di lei. Ha un senso cosmico della natura, del suo fluire, sente il respiro degli alberi, anche lei nelle pietre del fiume individua frammenti di lingue del passato. Il suo legame con il territorio duplice: da una parte il ricordo forte della Sardegna e della sua storia familiare e dallaltra il legame con Tuscania, le sue origini etrusche ancora cos presenti nei banchi di tufo, nel Marta che scorre proprio sotto casa. Daniela Rosi che segue Lineri da molti anni e con lui ha curato e allestito mostre, pone un interrogativo che comune a tutti i babelici: Queste opere, cos improbabili e cos necessarie, che diritto di cittadinanza hanno? Quale il telos di questa impresa?. Linterrogativo riguarda ovviamente la conservazione. Le opere sono infatti legate indissolubilmente allartista che le ha create in determinati luoghi e i modi per tutelare opere e luoghi sono da inventare. Forse una via potrebbe essere quella di inserirli in circuiti territoriali (al territorio sono tutti fortemente legati) e farne oggetto di iniziative come quella che stata fatta a Messina con le giornate della Zona Cammarata. Ma il rischio dello straniamento e dellappropriazione indebita sempre in agguato. Dispersione o stabilit ? Linterrogativo sempre quello.

era piena di decorazioni create col cemento, materiale di scarto della modernizzazione: un bestiario personale, personaggi delle favole e naturalmente il cavalier Don Chisciotte con il suo scudiero. Il quartiere di Maregrosso, racconta Pier Paolo Zampieri, sociologo urbano, prende il nome dallessere situato verso il mare aperto, al di l della zona del porto. Fino alla costruzione della ferrovia i messinesi andavano in quella zona in riva al mare a ballare. Ora il mare non si vede pi, tagliato via dalla linea della ferrovia, dal muro che la protegge, dallinfinit di capannoni e di strutture fatiscenti che dovevano regalare un progresso e uno

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EDITORIA

JOURNALISM
di SIMONA FRASCA

In pagina: David Carr in redazione al New York Times e rotativa: due immagini dal documentario Page One

rischia di fare la fine di Jimmy Carter. Il tuo libro The Night of the Gun uscito nel 2008 fece scalpore per alcune dichiarazioni private relative per esempio al tuo abuso di stupefacenti. Quanto ha influito questa confessione su un uomo che in contatto costante con il pubblico? Qualche volta alle persone non piace ci che scrivo, mi hanno chiamato drogato e cose simili. Ho cercato di descrivermi nella maniera pi sincera utilizzando interviste a persone che mi conoscono realmente. Molti dei materiali sono sul sito del libro e le loro dichiarazioni e il lavoro finale mi ha reso molto felice. Allepoca frequentavo dei corsi al college e il libro mi ha permesso di pagarmi quei corsi. Ero interessato a capire il meccanismo del ricordo e loggetto del ricordo ero io. Non volevo scrivere un libro su di me, la cosa importante era indagare il rapporto delle persone con la memoria. Forse non amo tutto ci che ho scritto l ma non mi addolora particolarmente ricevere commenti su cose delle quali non sia stato gi io stesso giudice implacabile. Ultimamente si parla spesso di approcci emozionali al mondo circostante, pensi che la gente sia interessata ad un giornalismo pi umano, qualcosa che passi attraverso il filtro dellemotivit di chi scrive? Direi di no. Sono un essere umano e in quanto tale curioso di tutto. Mi occupo di politica, media e in passato ho scritto molto di musica e cinema, una bella storia su Neil Young tra le ultime cose di cui vado pi fiero. Ma non mi sono mai sentito un critico, mi piace vedere un bel film e se mi delude ci resto male. Ascolto le opinioni degli altri e le riporto nel mio lavoro di giornalista, diverso stato per il mio libro. Quando cominciai a lavorare al NYT coprivo vari settori soprattutto il web che era ancora in una fase primordiale. Mi offrirono una column, io amavo fare il reporter ma un amico mi disse che sarei stato a mio agio curando una rubrica settimanale. Passo un sacco di tempo sul web, consumo ogni cosa l, ho 388.000 followers su Twitter e 107.000 iscritti alla mia pagina Facebook. Scrivo una cosa e posso avere 20.000 feedback immediati, sconvolgente. Sono completamente immerso nei media, amo il modo in cui sono strutturati i social network e il punto a cui sono arrivati. Sono molto sofisticati e sicuramente uno dei problemi principali di oggi non avere capitali sufficienti a disposizione da investire nello sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione. Se guardo i miei figli ventenni, loro hanno accesso ad un sacco di informazioni e certe volte non riesco nemmeno a capire quali sono le fonti ma loro sono dettagliatamente informati e le loro informazioni non arrivano dai giornali tradizionali, questo il punto.

ANGELS OF ROCK'N ROLL


La seconda edizione del Road to Ruins Film Festival, diretto da Pierpaolo De Lulis, Anthony Ettorre e Alessandro Zoppo, si svolge dall11 al 14 ottobre presso il Nuovo Cinema Aquila al Pigneto a Roma. Ci sono diverse anteprime in una rassegna che presenta il meglio delle produzioni documentarie e di finzione legate allimmaginario musicale rock. Tra di loro c' quella di Angels of RocknRoll di Massimo Monacelli. Si tratta di un primo lungometraggio, realizzato da un regista che ha esordito come musicista nei primi anni '80, suonando in gruppi punk e rock. Ha intrapreso poi studi di musica classica. Dal 1986 al 2006 si dedicato alla composizione di colonne sonore per il teatro in Italia e a New York, come molti grandi compositori di musica applicata al cinema italiano (Pasquale Catalano, Giuliano Taviani tra altri). In seguito ha creato e diretto diversi progetti multimediali che hanno coinvolto musica, recitazione, danza e arti visuali. Nel 2007 ha iniziato lattivit di filmaker. Il pressbook del film, riporta questo sottotitolo-definizione: Un musical muto a colori. Ma come pu un musical essere muto? Monacelli, in una intervista telefonica, ci spiega: come nelle comiche. Il film muto, quando parlano ci sono i cartelli con le didascalie. La musica di commento che si sente soprattutto musica rock, punk, rockabilly, serf. In questo diverso dalle comiche. un musical, per via del ritmo del film, un ritmo davvero musicale, e per la grande presenza della musica. L'idea stilistica di Angels of Rock'n roll era di realizzare un musical surreale con attori veri, una specie di Hellzapoppin' in salsa punk/rock. Sono stati coinvolti sedici gruppi o artisti musicali, tutti italiani: The June, Maciste, I Solisti di Perugia, The legendary Kid Combo, Max Panconi, Tony Borlotti e i suoi Flauers, The wild week-end,Stefano Bechini, Titty Twisters Orchestra, Sonic Starship, Rino De Patre, Porno Professionals, The wet tones, Malox,Iononso+chisono e The Strikeballs, Hanno aderito al progetto con le loro bellissime musiche, elemento essenziale per questo film sottolinea il regista che ha lanima da musicista. I veri musical nel cinema italiano sono rari. E ancora di pi negli ultimi vent'anni. Si possono citare pochi esempi, ma quasi sempre di qualit, come Tano da morire (1997) di Roberta Torre, Aitanic (2000) di Nino D'Angelo o Una canzone per te (2010) di Herbert Simone Paragnani. Angels of rock'n roll, realizzato nel 2011, un film indipendente, girato in dieci giorni, senza produzione e senza troupe, in pieno stile guerilla filmmaking. E come accade spesso in Italia, non ha ancora trovato un distributore. Peccato per un progetto ambizioso, originale, non scontato e quindi meritevole. un film molto particolare. demenziale, proprio come lo stato e lo la situazione del nostro paese, della sua politica, della sua televisione e della sua cultura, in questi ultimi vent'anni ribadisce Monacelli.

INTERVISTA DAVID CARR, NEW YORK TIMES

Durante lultima edizione del Festival della rivista Internazionale a Ferrara nel faccia a faccia serale del 6 ottobre incentrato sulla crisi della carta stampata Alan Rusbridger, direttore della testata inglese The Guardian la spunta per comunicativa e chiarezza di ragionamento su David Carr, responsabile della seguitissima rubrica su media e cultura del New York Times. Alan Rusbridger con toni pacati osserva che la stampa tradizionale stata investita negli ultimi anni da un vero e proprio tsunami. Alla fine del 2010 il New York Times, che ha subto perdite gigantesche simili a quelle del Guardian, per far fronte alla crisi passato a un modello ibrido di pagamento, il freemium, secondo il quale il lettore ha accesso ad un certo numero di articoli gratuiti sul sito, ma poi per continuare a leggere deve abbonarsi. Nel giro di un anno il quotidiano americano ha incrementato il numero degli abbonamenti digitali di circa 450mila unit. Il Guardian affronta il problema adottando lopen journalism. Il criterio totalmente calato nella rete di informazioni offerte dal web, sfrutta le relazioni con i lettori comuni e cos seguendo pi da vicino il flusso degli eventi opera un giornalismo pi efficace senza far pagare i contenuti. Carr ha 56 anni, di stoffa ruvida e non sembra interessato a gareggiare nella disputa verbale sotto i riflettori di un festival molto radical. Con unattitudine di basso profilo, il suo atteggiamento molto pi simile a quello di un reporter di Maximum Rocknroll che di un giornalista con la tazza di caff fumante in mano del ben pi radical NYT. Poco prima dellincontro, entusiasta del fatto che un festival di giornalismo internazionale sia seguito da tante persone (circa 66.000 a consuntivo, n.d.r.), ci concede unintervista. Cosa che accade molto raramente. In questi giorni uscito in Italia Page One: dentro il New York Times (Feltrinelli Real Cinema; euro 16,90) il bel documentario di Andrew Rossi girato nellanno in cui il giornale rischiava la chiusura definitiva e che ti vede tra i protagonisti. Ora che il giornale sembra in ripresa qual la tua opinione sul destino della carta stampata e dei giornali attualmente in sofferenza? Conosco la situazione difficile del Manifesto e molti giornali americani condividono questo destino. In America non abbiamo giornali ideologici come alcuni qui in Italia, la situazione un po diversa. Ma il problema dellindustria giornalistica oggi endemico, riguarda la stampa in generale. La gente compra sempre di meno, va sempre pi spesso sul web per informarsi e il web un ottimo posto dove fare giornalismo ma non ancora adeguatamente sviluppato per trarne profitto. Non riesco a vedere un futuro preciso per la stampa, non ho questa dote, se lavessi sarei ricchissimo. Penso per che ogni cosa abbia un inizio e una fine. Oggi siamo in un tunnel spaventoso, abbiamo lasciato i colori

Un giornalista affacciato sul futuro della carta stampata

Sicuramente uno dei problemi principali di oggi non avere capitali sufficienti da investire nello sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione.
e le luci del giornalismo tradizionale e in fondo si intravede il futuro, ma la luce ancora molto fioca. Scrivere e fare un giornale che ha avuto una sua importanza in un paese una cosa meravigliosa ma se sei in perdita devi chiudere e pensare ad unaltra soluzione veramente proficua. Il Guardian un magnifico giornale ma perdono soldi. Bisogna tener presente quale affare vale la pena di seguire e quale in perdita. Detta cos sembra che il

giornalista del futuro sia un volontario non professionista che scrive per amore della notizia. La questione puramente economica non culturale? Non sar mai uno di questi amatori del giornalismo. un lavoro splendido stare in una redazione, scovare le notizie, mettere in relazione fatti e tirar fuori delle opinioni che hanno un impatto, ma un lavoro e come tale deve essere sempre retribuito. Mi piace stare per strada, viaggiare e occupandomi di media fortunatamente posso farlo da qualsiasi parte del mondo, in questi giorni sono stato in giro in Italia e il mio lavoro non ne ha sofferto. Al New York Times abbiamo attualmente quasi 500.000 sottoscrittori. La gente paga per supportarci e questo levento pi importante di questi anni. Il fatto che il giornalismo in crisi ma le informazioni rimbalzano da ogni parte e forse mai come oggi la gente trova informazioni ovunque. Tutto il mondo impegnato a seguire le ultime fasi della campagna elettorale americana. Dalla tua posizione chi pensi che vincer nel duello tra Obama e Romney? Obama deve decidere di essere di nuovo il presidente degli Stati Uniti.

La gente pensa che i cambiamenti non esistano e invece in politica tutto cambia ad una velocit incredibile. Non sono daccordo con quanti ritengono che il presidente in carica vincer comunque vadano le cose. Lultimo dibattito (il 4 ottobre allUniversit di Denver n.d.r.) stato terrificante, lui era sbiadito e cos si

moderati arabi

< 193 194 195 >

Boicottiamo le merci marocchine, non dimentichiamo la violenza delle forze speciali di Rabat contro le famiglie di Gdeim Izik. A due anni dallo smantellamento del Campo della dignit, innalzato per protestare contro loccupazione militare del Sahara Occidentale, i comitati popolari sahrawi hanno distribuito ad El Aaioun centinaia di sacchi di cuscus prodotto in casa. In questi giorni invitiamo a non consumare prodotti provenienti dal Marocco e a disertare i negozi degli occupanti. La nostra lotta continua.

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LA LETTERA

FESTIVAL

SPAZIO GRIS
Da ex caserma dei vigili del fuoco a casa per creativi nasce, grazie allattivit dellAssociazione Gris la prima factory della cultura dellEmilia Romagna, uno spazio di 4000 mq da recuperare e trasformare che intende contribuire al processo di crescita del territorio attraverso lo sviluppo dellimprenditoria culturale. La caserma viene concessa allAssociazione non profit in comodato duso gratuito allAssociazione dalla provincia di Ferrara, a tempo determinato con lo scopo di far nascere sul territorio professionalit in ambito culturale incrementando lo sviluppo economico e sociale del territorio. La selezione degli assegnatari degli spazi avverr sulla base del merito tramite application form, in maniera graduale e progressiva rispetto alle proposte che arriveranno di occupazione. Info: www.spaziogrisu.org

DOCARTOON

Un modo nuovo di disegnare la realt, dai Beatles alle Br


Fisso o in movimento, affidato alla carta o allo schermo, il segno grafico stato il protagonista indiscusso della seconda edizione del DOCartoon di Pietrasanta. La designazione completa del Festival diretto da Thomas Martinelli, bene ricordarlo, DOCartoon - Il disegno della realt, intendendo cos lasciare fuori della porta la maggior parte dei film di animazione e dei fumetti prodotti nel mondo per narrare quelli che sono dedicati a episodi realmente accaduti o a personaggi realmente vissuti: in una parola, ai documentari. Per quanto riguarda i film sia corti che lunghi, si tratta di quel genere di opere che difficilmente raggiungono il grande pubblico, e che vivono la loro vita nel ghetto dei Festival o degli eventi mirati; e per quanto riguarda i fumetti, meglio In pagina le strisce di Corrado Farina pubblicate dallassociazione Diaforia

...A proposito delle mie strisce realizzate tra il 67 e il 68, pubblicate ora per la prima volta, dallassociazione culturale versiliese Diaforia (.org)...
Cari amici di Alias, vi ringrazio per lo spazio che mi avete dedicato sul numero scorso, ma ve ne chiedo un altro po per correggere alcuni errori e colmare alcune lacune che esso conteneva. Prima di tutto, le presentazioni di Claudio Bertieri e Oliviero Diliberto, di cui avete pubblicato un ampio stralcio, non fanno parte del catalogo del DOCartoon di Pietrasanta (Pietrasanta, non Pontedera!) bens di un fascicolo recentemente pubblicato da

unassociazione culturale versiliese chiamata Diaforia (.org), una di quelle iniziative private che si sforzano di coprire a loro spese il sempre pi vistoso disinteresse dello Stato italiano nei confronti della cultura. Il libriccino in questione contiene tutte le mie strisce a fumetti di un personaggio chiamato Il Grande Persuasore, realizzate a cavallo tra il 1967 e il 1968, allo spirare del mio rapporto di lavoro con Armando Testa. Nascevano tra i venti dellincipiente contestazione, alimentate dalla lettura di Marcuse e dei racconti distopici di Pohl e di Sheckley; e se erano iniziate come una semplice satira della pubblicit, erano andate via via colorandosi di minacciosi echi orwelliani. Tra il Grande Persuasore e il Grande Fratello di Orwell (e mettiamoci pure anche Mussolini e lingegner Nosferatu del mio Hanno cambiato faccia) cerano e ci sono legami parentali assai stretti; e non il caso che io vi dica quale personaggio della vita pubblica italiana abbia raccolto in anni recenti il testimone di cos noti predecessori veri o fittizi, visto che sia Bertieri che Diliberto ne hanno parlato in modo pi o meno esplicito. Le mie strisce erano rimaste inedite fino ad oggi, e probabilmente lo sarebbero state

CORRADO FARINA IL GRANDE PERSUASORE

Il mio fumetto del 68 sciaguratamente ancora troppo attuale


sine die se i giovani fondatori di Diaforia non avessero colto quanto contenevano di sciaguratamente attuale e non avessero deciso di darle alle stampe: credo che voi siate i primi che ne hanno parlato, e mi sembra singolare che la maggior parte della vostra pagina sia stata dedicata a un qualcosa di cui non si dava nessun esempio, per lasciare invece spazio a una grande fotografia di Isabelle de Funs (Isabelle, non Ines!), protagonista del mio Baba Yaga. Ma cosa centra Il Grande Persuasore con il DOCartoon di Pietrasanta? Centra di sguincio: perch il Festival diretto da Thomas Martinelli mi ha dedicato unampia retrospettiva (con film, cortometraggi, caroselli e romanzi), allinterno della quale hanno trovato spazio la presentazione del libriccino e una mostra delle tavole originali. A ci si aggiunta una performance del gruppo musicale VipCancro (liscarecords.com), che ha accompagnato la proiezione delle mie vignette con una colonna sonora che ha sorpreso me stesso, poich poneva in sottordine laspetto satirico delle strisce per esasperarne quello drammatico. Ed bene che sia cos, hai visto mai che qualcuno si renda conto (tardivamente) che stavamo (stiamo?) tutti ballando sulla tolda del Titanic. Grato se vorrete dare spazio a queste precisazioni, vi saluto cordialmente. Corrado Farina

sostituire a questo termine quello di graphic novel, ovvero quei libri autoconclusivi che vanno pian piano conquistandosi il diritto di cittadinanza, oltre che nelle cosiddette fumetterie, nelle librerie pi sfiziose. Detto questo, ben venga un Festival anomalo come quello di Pietrasanta, che ha anche il merito di far conoscere nel mondo una cittadina ai piedi delle Alpi Apuane e la sua piazza del Duomo, che vista di notte, deserta, evoca suggestioni non meno arcane di quelle di Giorgio De Chirico. Del fitto programma di mostre, proiezioni e incontri, su queste pagine si gi dato conto nel numero scorso, ed meglio fare qualche considerazione generale: la prima delle quali che la realt in cui viviamo tuttaltro che allegra, vista la maggior parte degli argomenti affrontati. Nei film si andava dalla violazione dei diritti umani (Break the Law of Silence, di Amnesty International) alle bombe inesplose del Libano meridionale (La mort est dans les champs, del francese Patrick Chapatte), dalla casa integrazione (La fabbrica incerta, di Luca Rossomando) alla tossicodipendenza (Work Hard Play Hard, dello svizzero Marcel Wyss), dai bambini che vivono nella follia della guerra (Gli altri bambini, di Paola Chartroux e Vauro Senesi), alla morte nelle carceri di Cracovia di un immigrato imprigionato per un errore giudiziario (Crulic The Path to Beyond, della rumena Anca Damian, vincitore dellultimo Festival di Annecy). Anche le graphic novel hanno avuto temi molto forti, come Roberta Lanzino ragazza, di Celeste Costantino e Marina Comandini, sulla storia vera di una diciannovenne di Cosenza violentata e uccisa da due balordi, o La firma, di Nazareno Giusti, dedicato a Guido Rossa, il sindacalista ucciso dalle BR nel 1979); anche se non sono mancati quelli pi tradizionali, come Il piccolo libro dei Beatles, cronistoria dei Fab Four ridisegnata dal francese Herv Bourhis sulla scorta di un mare di fotografie e di copertine di dischi. Uno degli utilizzi pi efficaci dellanimazione si rivelato quello di fornire immagini a registrazioni effettuate in solo audio: come nel caso di unintervista a John Lennon realizzata nel 1969 da Jerry Levitan (I met the Walrus, del canadese Josh Raskin,) o del discorso della vedova al funerale di un giornalista armeno assassinato a Istanbul nel 2007 (No Darkness can make us forget, del turco Huseyin Karabey). Ci scusiamo con tutti coloro che pur meritandolo non sono stati citati, ma lo spazio, si sa, tiranno e dobbiamo fermarci qui. Osservando in chiusura che nellormai brulicante panorama di Festival piccoli e grandi, il DOCartoon di Martinelli con due sole edizioni si gi ritagliata una posizione di primissimo piano.

ALIAS 13 OTTOBRE 2012

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I FILM
COGAN - KILLING THEM SOFTLY
DI ANDREW DOMINIK, CON BRAD PITT, RAY LIOTTA. USA 2012

SINTONIE
THE WEDDING PARTY MATRIMONIO CON SORPRESA
DI LESLYE HEADLAND, CON KIRSTEN DUNST, ISLA FISHER. USA 2012

A CURA DI SILVANA SILVESTRI CON MARIUCCIA CIOTTA, GIULIA DAGNOLO VALLAN, ARIANNA DI GENOVA, MARCO GIUSTI, CRISTINA PICCINO, ROBERTO SILVESTRI

IL FILM
IL COMANDANTE E LA CICOGNA
DI SILVIO SOLDINI, CON ALBA ROHRWACHER, VALERIO MASTANDREA, GIUSEPPE BATTISTON, LUCA ZINGARETTI, CLAUDIA GERINI, GIUSEPPE CEDERNA, GISELLA VOLODI. ITALIA 2012

Due piccoli delinquenti compiono una rapina in una bisca clandestina durante una partita di poker protetta dalla mafia, sicuri che la responsabilit sarebbe ricaduta sul gestore. La mafia assolda Jackie Cogan per ristabilire lordine. Il regista neozelandese ha firmato lo sfiancante L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, e prende spunto ancora una volta da un romanzo di Gorge V. Higgins, Cogan's Trade del 1974. GLADIATORI DI ROMA

Regan scopre che Becky, la sua grassa amica del liceo, sta per sposare un ricco newyorchese e poich vuole essere la prima in tutto ha un momento di sbandamento, poi accetta di farle da damigella donore e decide di svolgere al meglio tutti i suoi doveri con l'aiuto delle due amiche del liceo. Ma durante l'organizzazione dell'addio al nubilato qualcosa va storto e potrebbe compromettere le nozze. Alessia Amendola che interpreta Becky doppia se stessa nella versione italiana. Presentato al Sundance e a Locarno. APPARTAMENTO AD ATENE

cognata, saranno puniti dall'angelo della vendetta, una bionda vergine pura, Dottie che, rovesciando Cenerentola, si innamorer del principe azzurro pi impresentabile (un poliziotto, sicario part time). O forse no, alla fine si sbarazzer anche di lui, bello come Matthew McConaughey, gelido come un robot di Michael Crichton. (r.s.) ON THE ROAD
DI WALTER SALLES, CON SAM RILEY, KIRSTEN DUNST. USA 2012

DI IGINIO STRAFFI. ANIMAZIONE. ITALIA 2012

Il giovane Timo riuscito a scampare dall'eruzione del Vesuvio che ha distrutto Pompei e ucciso i suoi genitori grazie all'aiuto del generale Chirone, che lo porta a vivere nell'accademia di gladiatori pi conosciuta di tutta Roma di cui a capo. Non che la cosa lo interesse poi tanto, ma si infervora non appena incontra Lucilla, la figlia di Chirone. Timo si impegna a battere il suo promesso sposo. Le voci dei cartoni sono Luca Argentero, Laura Chiatti, Belen Rodriguez. IL MATRIMONIO CHE VORREI

DI RUGGERO DIPAOLA, CON LAURA MORANTE, RICHARD SAMMEL

DI DAVID FRANKEL, CON MERYL STREEP, TOMMY LEE JONES. USA 2012

Dopo trentanni di matrimonio, Maeve che ha sentito parlare del dottor Fields (Steve Carell) convince il marito a sottoporsi ad una settimana di terapia matrimoniale nel tentativo rivitalizzare il loro rapporto. Allinizio non sar per niente facile superare inibizioni e imbarazzi. Il regista ha diretto parecchie puntate di Sex and the city e Il diavolo veste Prada. INDOVINA PERCH TI ODIO
DI SEAN ANDERS, CON ADAM SANDLER, ANDY SAMBERG. USA 2012

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Nel Silenzio del mare (1949), lesordio di J.P.Melville (che fu partigiano gaullista), Von Ebbrenach, ufficiale tedesco viene accolto con gelida freddezza nella agiata casa di campagna di un colto parigino. Il rispetto per la persona umana, in quel film di potente sensibilit politica, moltiplicava la verve critica del film e ne accentuava la tonalit emotiva antifascista. Ma non sempre si capaci di tanto. pi facile la strada, anzi oggi quasi obbligatoria tra i fanatici dellanti-ideologia, di un giudizio etico che cancelli ogni contestualizzazione storica e politica. Ruggero Dipaola riuscito a trasformare in versione sia greca che italiana il romanzo di Glenway Wescott scritto nel 45 e pubblicato da Adelphi nel 2003. Anche qui la vita di una famiglia ateniese sconvolta dallospitalit obbligatoria del capitano tedesco Kalter, ma sono tutti trasformati in servi (mettendo in scena lattuale rapporto di forza tra Bonn e Atene). Il romanzo privatizzato, si annacqua il quadro storico dello scontro rendendo il disegno drammaturgico meccanico e un po troppo disincantato. (r.s.) UN GIORNO SPECIALE

55 anni per portare sullo schermo On the road di Kerouac, il ritratto dei giovani ventenni che rifiutano il lavoro sotto il capitale e preferiscono correre per il paese, tra microcriminalit e vagabondaggio. La mitica controbibbia della 'beat generation' fu pubblicato da Viking Press nel 1957. Il film non lo ha fatto Marlon Brando, nonostante le richieste pressanti di Jack Kerouac. Non lo ha fatto Monty Clift. N Coppola che pure opzion il libro nel 1970 e neppure Gus Van Sant. Ma adesso c'. Una sventagliata di vintage, libri di Proust, Cline e Rimbaud a volont, jam session jazz scatenate, bevute d'obbligo, pere, sesso sempre, lunghe strade assolate e deserte che da Denver conducono a Frisco e da Phoenix City a Mexico City. C' tutto, ma come se tutto fosse devitalizzato, intrappolato dalla struttura canonica inizio-centro-fine senza sbandare mai. (r.s.) PARANORMAN 3

I FAVOLOSI QUATTRO
WHEN WE WAS FAB
UK, 1988, 357; musica: George Harrison; regia: Godley & Creme; fonte: Youtube

il mio film pi surreale e deflagrante, Silvio Soldini ha definito cos il suo ultimo film, una commedia che fa muovere personaggi contemporanei impantanati in un presente melmoso che condiziona anche loro. E di personaggi ce ne sono tanti: un idraulico, la moglie defunta che gli fa visita ogni notte, i due figli adolescenti, un aiutante cinese di nome Fiorenzo, unartista che fatica a pagare laffitto, il proprietario di casa che ha lasciato il suo lavoro per trasformarsi in eremita urbano, un detective privato, un fabbricante di pantofole, un avvocato. Nel suo studio si incontrano Elia, lidraulico e Diana lartista che sta lavorando a una parete dello studio e il loro incontro indica che si pu uscire dalla solitudine in cui siamo tutti precipitati. In pi ci sono le statue dei grandi italiani - Garibaldi, Verdi, Leopardi - a commentare quello che succede sotto i loro occhi, con le voci di Pierfrancesco Favino, Gigio Alberti e Neri Marcor. La cicogna quella che alleva in segreto il giovane Elia, figlio dellidraulico, Scritto da Soldini con Doriana Leondeff e Marco Pettenello, il film stato girato a Torino, trasformata dalle scenografie di Paola Bizzarri. Colonna sonora della Banda Osiris e Vinicio Capossela che canta la canzone La cicogna. Il comandante e la cicogna appena stato presentato con successo in anteprima mondiale al festival sudcoreano di Busan.

DI CHRIS BUTLER, SAM FELL. ANIMAZIONE. USA 2012

Donny diventato padre quando era ancora adolescente, alleva il figlio fino a quando compie diciotto anni, poi lo abbandona e dopo anni di lontanaza si fa vivo nuovamente al momento del matrimonio del figlio. Nel cast ci sono anche Andy Samberg (il figlio a cui ha dato nome Han Solo), Susan Sarandon, James Caan (nella parte di padre McNally). LE MIGLIORI COSE DEL MONDO

DI FRANCESCA COMENCINI, CON GIULIA VALENTINI, FILIPPO SCICCHITANO. ITALIA 2012

DI LAS BODANZKY, CON FRANCISCO MIGUEZ, PAULO VILHENA. BRASILE 2010

Tratto da una serie di libri per ragazzi, Mano un ragazzo di quindici anni, suona la chitarra, si diverte con gli amici e gli piace andare in bici. Tutto cambia quando i genitori divorziano, suo padre rivela la sua omosessualit, il fratello mostra di avere parecchi problemi e scopre il primo amore. Il film stato premiato lo scorso anno come miglior film per la giovent al festival di Madrid. La regista conduce con il marito (sceneggiatore del suo film) Cine Tela Brasil dal 2005, un progetto itinerante di proiezioni gratuite di film brasiliani in tutte le citt dei vari stati del paese. THE POSSESSION
OLE BORNEDAL, CON JEFFREY DEAN MORGAN, KYRA SEDGWICK. USA 2012

Gina e Marco quasi ventenni, lei attrice fresca vincitrice di una selezione, lui autista al primo giorno di lavoro, passano una giornata insieme, forzatamente, e all'inizio non senza litigi, perch il deputato che vorrebbe vedere e che dovrebbe raccomandare lei, bloccato alla Camera dalla disciplina parlamentare e per far passare delle leggi presumibilmente sciagurate. Tristi argomenti consunti, si respirano perfino gli incipriati tanfi del berlusconismo e ci si intossica di disoccupazione giovanile. Operina sottodimensionata per il grande balzo in avanti? No. Abbandonato lo schema due camere e cucina il cinema italiano si chiude in cantina o torna all'aria aperta, tra i paesaggi con rovine di una battaglia etico-emozionale perduta. Ma si ha la sensazione che la guerra sia ancora tutta da combattere. (r.s.) KILLER JOE

Norman sa benissimo di essere diverso: nei suoi 11 anni di vita sul pianeta Terra, ha imparato a controllare il dono di parlare con i suoi amici zombi e fantasmi, a guardare bene, non si nasconde neanche tanto. Naturalmente gli ingranaggi cittadini saltano per aria non appena la maledizione di una strega, arsa al rogo tre secoli prima, prende vita e sguinzaglia i suoi zombie in citt. Davvero un buon acchiappafantasmi, il Norman in 3D, un inno allamicizia. Con ParaNorman lhorror si conferma il medium pi adatto alla rappresentazione della tolleranza, un piccolo capolavoro dacqua e fango, dopo Coraline e la porta magica. (f.bru) REALITY

Giacca nera e chitarra lex beatle suona il suo brano appoggiato a un muro di mattoni, ma dal suo corpo spuntano una serie di altre mani che compiono varie azioni (lo ammanettano, suonano un violoncello, scrivono con lo spray la parola fab), fino a trasformarlo, nel finale, in una sorta di Dea Kal, riferimento al periodo indiano di Harrison. solo una delle tante trovate che Godley and Creme creano con abili effetti di post-produzione video. A dare manforte ad Harrison c il suo amico di sempre Ringo Starr che gli fornisce alcuni strumenti musicali, tra cui una lunghissima tastiera. Del resto il brano tratto dallalbum Cloud Nine un tributo al suo passato, quando lui, Ringo, Lennon e McCartney erano appunto i fab four. Nel clip compaiono di sfuggita anche Ray Cooper, Elton John e Jeff Lynne. When we was Fab, insignito di 4 nomination ai Video Music Award del 1988, ricorda un po lo stile di Zbig Rybczynsky, ma forse solo un caso. TU MI PORTI SU

LA MOSTRA
SENZA MANI - PROVOS
MILANO, SPAZI ANSALDO 11-14 OTTOBRE

Curata da Matteo Guarnaccia allestita all'interno degli Spazi Ansaldo a Milano durante il Bicycle Film festival (11-14 ottobre) la mostra Senza mani Provos dedicata agli attivisti ecologisti situazionisti non violenti e antiautoritari, antiproibizionisti, che nella met degli anni 60 su biciclette bianche e con il motto la bicicletta non niente ma gi qualcosa rivoluzionarono la mantalit olandese contribuendo a trasformare Amsterdam in una delle citt europee pi libere e vivaci. La mostra, realizzata in collaborazione con la galleria Antonio Colombo e con il contributo dei Paesi Bassi, raccoglie materiale d'epoca, volantini, manifesti, una selezione di fotografie di Massimo Vitali che ritraggono vari momenti di vita Provo e reinterpretazioni di Guarnaccia. La mostra stata inaugurata dal fondatore del movimento Roel van Duijn. Le biciclette date gratuitamente ai cittadini sono oggi diventate bike sharing a pagamento. In quanto allabolizione del lavoro, un altro dei cavalli di battaglia dei Provos, ci si dovrebbe ricominciare a pensare seriamente. Poco dopo essere stati eletti nei consigli comunali si sciolsero per non diventare essi stessi delle caricature di politici. (s.s.c.)

LE BICICLETTE
BICYCLE FILM FESTIVAL
MILANO, CINEMA MEXICO, 11-14 OTTOBRE

Italia, 2012, 356; musica: Giorgia; regia: autore ignoto; fonte: Video Italia

DI MATTEO GARRONE, CON ANIELLO ARENA, ANGELICA BORGHESE. ITALIA 2012

Da un delirante matrimonio camorrista arriveremo al rito pop nazionale per eccellenza: il set tv acceso 24 ore su 24 del format pi glorioso. Al centro la nostalgia di una vita da ballatoio socializzato, dove tutti aiutano tutti, fino al grande sogno di potere individuale che conduce alla paranoia, alla deviazione inammissibile: regalare i propri beni ai poveri... Il film che vediamo un perfetto reality show. Non la sua critica magica. Quando infatti Luciano si situer fuori dal consesso civile - e si ritrover proprio dentro quella prigione tocca, immagina e gode della profondit della vita, soffre della sua superficialit. (r.s.)

La solita idea di creare un video frutto dellassemblaggio di sequenze girate durante il tour di Dietro le apparenze, nuovo album della vocalist romana. Il-dietro-le quinte, lentusiasimo dei fan, i momenti live sul palco, il tutto naturalmente mescolato con il playback vero e proprio filmato (senza pubblico) sullo stesso palco, con la band che accompagna Giorgia. Montaggio efficace per una hit (firmata da Jovanotti) molto ritmata, che ha segnato lestate 2012. WEIGHT WATCHERS

Danimarca, 2009, 356; musica: Parallel Dance Ensemble; regia: Lisa Dunn; fonte: Youtube

DI WILLIAM FRIEDKIN, CON MATTHEW MCCONAUGHEY, EMILE HIRSCH, USA 2011

TUTTI I SANTI GIORNI


DI PAOLO VIRZ, CON LUCA MARINELLI, THONY. ITALIA 2012

Clyde in visita al mercatino domenicale con la figlia minore Em non pensa che ci sia motivo di allarme quando questa acquista una scatoletta con delle indecifrabili inscrizioni. Ma appena lo fa, cominciano a verificarsi degli avvenimenti inquietanti. Em ha infatti aperto la scatola di un Dibbuk, spirito maligno fino a quel momento intrappolato nel contenitore. Prodoto da Sam Raimi.

Tarantino e Lynch hanno fatto bene al cinema mondiale, svecchiandone le figure e gli snodi. Ma la vecchia guardia hollywoodiana, in questo caso William Friedkin (Esorcista, Braccio violento della legge, Jade...) dimostra di saper fare altrettanto bene i conti con il male che dentro di lui e di noi. Traci Letts che ha scritto, in forma di ballata tragica e divertente. I tre balordi che assoldano un killer per riscuotere l'assicurazione sulla vita, anche se non sono peggiori della loro vittima, che rispettivamente la loro mamma, la ex moglie e la ex

Operina minore rispetto ai grandi film livornesi di Virz, ha una bella freschezza di scrittura e di ispirazione e due protagonisti di talento e di immediata simpatia. Marinelli, proveniente dal teatro di Carlo Cecchi si adatta con sicurezza al personaggio del proletario colto, Thony, non attrice ma cantante una sopresa. Il primo passo avanti verso una commedia civile e sentimentale della quale il nostro cinema ha assoluto bisogno per poter comunicare al suo pubblico. (m.g.)

Un video spudoratamente pop questo di Weigh Watchers, dove naturalmente appare la coppia dance composta dai danesi Coco Solid e Bobbi Soxx. Lei di cui viene filmato soprattutto il dettaglio della bocca con le labbra dipinte di colori sempre diversi su sfondi altrettanto cangianti canta e si ingozza di dolciumi; lui invece, viene moltiplicato su un chroma-key o intarsiato su una texture di leccornie sempre molto variopinta. A parte la Dunn, i veri autori di questo clip, visivamente divertente e costruito su una ritmicit cromatica di inquadrature, sono la truccatrice Riki Anderson e il direttore della fotografia Neal Wagstaff.

Festival indipendente fondato a New York nel 2001, ha avuto luogo in molte altre citt tra cui Tokio, Istanbul, Monaco, San Paolo, Tallin. Questanno per la settima volta arriva a Milano con 47 film tra corti e mediometraggi sulle diverse anime della bici. Lo spazio dellex Ansaldo diventa velodromo per gare, esibizioni, tornei (oggi dalle 10 alle 18 Bike Polo Tournement). Ospite donore Roel Van Duyn fondatore del movimento ecologista dei Provos di Amsterdam a cui dedicata la mostra Senza Mani. Oggi Brompton Urban Challenge sfida riservata ai pieghevolisti. Tra i film di oggi: The first unstoppable (Spagna) di Daniel Jariod, un protagonista mutilato da una gamba con la passione per il ciclismo, Ras tailteann men of the ras di Sean O. Cualain sulla corsa a tappe pi antica dIrlanda, Full Glory di Brian Chu dedicato alle evoluzioni in bmx e ancora: un circuito allinterno di un appartamento, Bikelordz, la corsa che in Ghana ha fatto appassionare al ciclismo generazioni di ragazzini, i cattivi ragazzi della bmx in piena terra dei mormoni, e infine Bikes, bread and wine: leroica di Morgan Bertacca, film italiano che esalta la corsa in Chianti, su strade sterrate dove sono ammesse solo bici pre-1987 in acciaio. Domenica da non perdere la leggenda del Tour, di Erik van Empel. (s.s.c.)

LEVENTO
ROCKND CIOCK
TORINO, BORGO REGIO PARCO, 14 OTTOBRE

MAGICO

Chi in quegli anni non era ancora nato, si stupir. Chi cera, li rivivr. Quegli anni sono i 50 del secolo passato, che tornano in scena per un giorno al Borgo Regio Parco e nella Manifattura Tabacchi, splendido esempio di archeologia industriale. Rocknd Ciock, dalle 10 alle 21, abbina la musica al cioccolato, lukulele alle bibite depoca, il ballo al teatro. Nelle vie del borgo, vetrine a tema, commercianti in abiti vintage, dj set dantan con SimonOn Enne e gli interventi live di ElBastarDo e La Terribile, dimostrazioni di acconciature e make up in stile Dolce Vita. E, naturalmente, Sua Maest il Rocknd Roll: esibizioni a colpi di giravolte e capriole, il gruppo The Twisters a pescare dagli archivi del repertorio R&R e boogie woogie. Sul palco di piazza Abba va in scena Accenni storici sulla Manifattura di e con Mariella Fabbris. Due le mostre: una dedicata alle scatole di latta (altro emblema di quegli anni) e La citt che cambia Locchio di 15 giovani fotografi sullarea della Manifattura Tabacchi. Nel corso della giornata, sigaraie agghindate come nei film americani in bianco e nero, distribuiranno sigari di cioccolato prodotti per loccasione nella Manifattura (l.d.s.)

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ALIAS 13 OTTOBRE 2012

di GUIDO MARIANI

Secondo un vecchio detto cinese se hai un nemico, regala a suo figlio un tamburo. Forse comincia proprio in famiglia la cattiva luce con cui sono visti i batteristi. Quando non vengono cacciati di casa, vengono a torto spesso etichettati come comprimari e talvolta, nelle band, cambiano volto senza che nessuno se ne accorga. In realt la batteria la spina dorsale, la linfa vitale. Senza ritmo non sarebbe nato il rocknroll. C chi classifica la musica in base ai riff di chitarra, molti brani storici si ricordano per il loro ritornello, ma giusto passare in rassegna alcuni classici che sono diventati tali anche grazie al principe di tutti i tamburi, il rullante, e grazie al talento di chi aveva le bacchette in mano. PEGGY SUE Buddy Holly Lanno era il 1957, il rock era ancora ai primi vagiti, il giovane Buddy Holly era una delle sue pi promettenti star. Il suo gruppo, i Crickets, verranno considerati da molti come il primo autentico esempio di moderna rock band. Alla batteria cera Jerry Allison che fu protagonista assoluto del leggendario brano Peggy Sue, in cui il suono del suo rullante introduce e guida il tema melodico. Lintro fu suonato come riscaldamento durante le prove, ma piacque immediatamente a Buddy che decise di conservarlo nella registrazione finale. Forse galvanizzato da questo riconoscimento, Allison si appropri del brano. La canzone doveva infatti intitolarsi Cindy Lou in onore della nipotina di Buddy. Ma il batterista chiese di cambiare il titolo in Peggy Sue per fare colpo su una majorette della scuola con cui stava uscendo, ma con cui aveva avuto un litigio. Holly, non senza discussioni, lo assecond e il testo fu cambiato. Fu in parte un vero scippo, dato che per anni il brano venne accreditato non a Holly che comunque laveva ideato, ma proprio a Allison e a Norm Petty, il produttore. Ma in unepoca eroica per gli studi di registrazione, un pezzo cos concepito dava dei problemi di volume. Nel corso delle registrazioni finali, infatti, il suono della batteria di Allison era troppo alto e, non disponendo di altre soluzioni, si decise cos di allontanare piatti e rullante spostandoli allingresso dello studio, nella reception, accanto al distributore di Coca Cola. La canzone poche settimane dopo era in vetta alla classifica di Billboard. Alla fine Jerry Allison spos Peggy Sue. PRETTY WOMAN Roy Orbison Un intro di rullante che non pu essere confuso con nessun altro. Un colpo secco e un giro di chitarra, unalchimia melodica unica che rende questo pezzo, datato 1964, una composizione immortale. La canzone venne registrata a Nashville, la capitale della country music, e in quegli

Bacchette che hanno introdotto pezzi fondamentali della storia del rock. Un avvio percussivo perfetto, magico, senza il quale una canzone sarebbe stata sicuramente diversa. Ecco quindici musicisti alle prese con lo snare drum, il tamburo principale della batteria

AVVISO AI LETTORI

QUAL IL PRIMO DISCO CHE TI HA CAMBIATO LA VITA E PERCH


Raccontaci in massimo 1250 caratteri (spazi inclusi) quellesperienza e le motivazioni che ti hanno indotto a scegliere quellartista o quel gruppo. Gli scritti vanno rmati e inviati via e-mail entro e non oltre il 15 novembre 2012 a ultra@ilmanifesto.it Ultrasuoni si riserva il diritto di pubblicare e di editare i testi a seconda delle esigenze redazionali. E adesso scrivi

anni chi registrasse in quella citt e avesse bisogno di un batterista di talento si rivolgeva a un musicista chiamato Buddy Harman, passato alla storia come il padre della batteria country. Il suo nome forse ignoto ai pi, ma ha partecipato alle incisioni di brani storici quali Ring of Fire di Johnny Cash, King of the Road di Roger Miller, Bye Bye Love degli Everly Brothers, Stand by Your Man di Tammy Wynette e miriadi di altri successi country, rock e pop, lavorando pure a tutte le colonne sonore dei film di Elvis Presley. Harman diede ritmo e vitalit a innumerevoli canzoni in unepoca in cui tanta musica country disdegnava i batteristi e aborriva il suono corposo delle percussioni. Nella sua carriera partecip a qualcosa come 18mila sedute di registrazione diventando uno dei batteristi pi incisi nella storia. Pretty woman rimarr per sempre il suo pi amato biglietto da visita. GET OFF OF MY CLOUD The Rolling Stones La mimica facciale di Charlie Watts la conoscono tutti. Perennemente distaccato e serafico, in realt con le bacchette in mano Watts tradisce il suo importante ruolo come elemento centrale della band che ha fatto la storia del rock. Il suo stile sciolto, ma composto, faceva passare per assolutamente naturale

STORIE ALLISON, WATTS, BONHAM, GREGG, MOON, MITCHELL, WEINBERG

Il rullante da un milione di dollari


qualsiasi tipo di soluzione ritmica. Spesso si nota per la sua indefessa disciplina, ma in Get off of My Cloud, singolo datato 1965, Watts sembra abbandonare il suo aplomb e domina la scena introducendo a colpi di rullante un brano scanzonato e contagioso che seguiva di pochi mesi la pubblicazione della leggendaria Satisfaction. LIKE A ROLLING STONE Bob Dylan Quel colpo di rullante era il suono di qualcuno che apriva a calci la porta della tua mente, cos Bruce Springsteen, introducendo Bob Dylan nella Rock And Roll Hall Of Fame nel 1988, descrisse linizio del brano che diede il via alla fase elettrica di Dylan e che segn un punto di svolta anche nella storia del rock. La canzone fu scritta di getto da Dylan in un eccesso creativo che il menestrello descrisse come un lungo pezzo di vomito. Fu registrata il 15 e 16 giugno del 1965 negli studi della Columbia di New York. I musicisti in sala erano Mike Bloomfield alla chitarra, Paul Griffin al piano, Joe Macho Jr. al basso, Bruce Langhorne al tamburello e Bobby Gregg alla

batteria. Il pezzo fu suonato a orecchio, senza alcuno spartito, e dapprima inciso come un walzer in . Solo dopo emerse la versione che tutti conosciamo in cui il rullante scatena una composizione travolgente e iconoclasta con cui Dylan tagliava i ponti con il proprio passato. Dopo le contestazioni al festival di Newport, Bob si imbarc in un tour inglese in cui i suoi brani elettrici venivano coperti da fischi e insulti e quel colpo di rullante iniziale divenne un modo per zittire le critiche e per far capire a tutti che il vecchio cantautore folk e la vecchia musica non esistevano pi. Nella registrazione di un concerto alla londinese Royal Albert Hall del 1966 si sente il pubblico che urla Giuda!, Dylan zittisce i contestatori, poi si rivolge al batterista (in quelloccasione Mickey Jones) e gli urla Play fucking loud!. Parte il colpo di rullante, la band inizia a suonare al massimo volume. La rivoluzione non poteva essere fermata. RAIN The Beatles Pi per un pigro luogo comune che per evidenza dei fatti, Ringo Starr si portato addosso per anni la fama di essere un musicista mediocre. Se si vuole apprezzare per una delle sue performance migliori e una delle sue preferite in assoluto bisogna riascoltarsi il brano Rain,

ALIAS 13 OTTOBRE 2012


dallalbum The River, una delle canzoni probabilmente pi facili del repertorio del Boss, quella che fa scattare in piedi gli stadi, che travolge e che senza dubbio tra le pi cantate a squarciagola dai militanti springsteeniani. Sempre, in ogni evento live. SUNDAY BLOODY SUNDAY U2 Fu con lalbum War che gli U2 occuparono la ribalta come un gruppo capace di scaldare i cuori e le coscienze ed emersero come voci di una generazione. Di quella raccolta, Sunday Bloody Sunday rimane una delle tracce pi indelebili. Come Born in the Usa, stata spesso fraintesa. Allo stesso modo dellanti-inno del Boss, Sunday Bloody Sunday una canzone che inganna lascoltatore superficiale. una marcia militare anti-militaresca, un inno di battaglia pacifista, una carica di uomini disarmati. Questa canzone non una canzone ribelle la celebre chiosa con cui Bono introduceva il brano durante i concerti. Questo grande inganno nasce grazie al rullante di Larry Mullen, batterista di sostanza ma non certo appariscente, che vive il suo momento di gloria con un intro marziale che segna il passo di un brano in cui vivono la tristezza, la rabbia e il dolore ma che un urlo di libert e rimane uno dei momenti pi intensi di tutto il repertorio del gruppo irlandese. In quel rullante c voglia di partecipazione, impegno e coinvolgimento, sentimenti che hanno mantenuto la canzone attuale anche quando in Irlanda del Nord le armi hanno smesso di sparare. ITS THE END OF THE WORLD AS WE KNOW IT (AND I FEEL FINE) R.E.M. Ora che i R.E.M. sono un capitolo chiuso negli annali della musica rock, il momento di ricordarsi che il loro schivo batterista Bill Berry stato una figura centrale nello sviluppo musicale del gruppo, fino al suo abbandono avvenuto nellottobre 1997 per ragioni di salute. Lalbum dell87 Document fu il grande momento di svolta, la band nata nelle radio dei college e corteggiata da critici e maniaci della scena underground, era assai di pi di un culto per intellettuali e snob, era pronta per il grande salto e per diventare un fenomeno internazionale. La sezione ritmica di Berry e del bassista Mike Mills in tutto il disco mette in mostra la propria solidit e creativit (vale la pena menzionare The One I love o

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A sinistra Jerry Allison, sotto Charlie Watts e Larry Mullen, in basso a sinistra Buddy Harman. Qui accanto Dave Grohl, a sinistra Keith Moon e i Beatles. Nel tondo Mitch Mitchell, vicino John Densmore; sotto Max Weinberg, i Police, David Lovering e John Bonham

dirottando sin dalle prime battute lindolente ritmo reggae verso un rock pronto per conquistare le grandi platee. I CAN SEE FOR MILES The Who Keith Moon era energia pura. Rivoluzion limmagine del batterista, non pi il disciplinato accompagnatore, ma un incontenibile protagonista, un po giullare un po virtuoso, pronto a rubare la scena a chiunque osasse ostacolarne lestro. Questo brano, che fu lunico singolo tratto dallalbum The Who Sell Out del 1967 e il primo successo Usa per la

bianconiglio di Alice, lo fanno entrare immediatamente nel vivo di un viaggio che nei primi secondi sembra un giro di giostra e poi diventa un carosello di colori e suggestioni. CROSSTOWN TRAFFIC The Jimi Hendrix Experience Si parla spesso di Jimi Hendrix come di un solista, ma parte del suo lavoro accreditato ai Jimi Hendrix Experience, formazione che poteva contare su due musicisti-fantasisti (entrambi inglesi) tuttaltro che insignificanti come il bassista Noel Redding e il batterista Mitch Mitchell. Mitchell, scomparso nel 2008, aveva il compito di fare da contrappunto e seguire le funamboliche gesta della Stratocaster di Jimi. In Crosstown Traffic i ruoli si invertono. La chitarra sembra accomodarsi sul sedile del passeggero e alla guida c Mitchell che a colpi di rullante ci conduce in un viaggio sonoro tra il caos di una metropoli, in uno stupefacente affresco sonoro che rende piacevole lidea di un ingorgo allora di punta. WHOLE LOTTA LOVE Led Zeppelin John Bonham stato uno dei pi funambolici e avventurosi batteristi di tutta la storia del rock e alla sua morte i Led Zeppelin capirono che non aveva senso continuare senza di lui. Questo brano inizia con la chitarra di Jimmy Page e culmina con lestasi vocale di Robert Plant, ma vive grazie al ritmo del rullante di Bonzo. Il brano sembra iniziare solo quando le sue bacchette entrano in azione e incendia la canzone con una ritmica assolutamente travolgente. Spesso Bonahm viene commemorato con il lungo e strepitoso assolo di Moby Dick o con lincontenibile energia di Rock and roll (che cita Keep a Knockin di Little Richard), ma in Whole Lotta Love che suona la carica e dove trionfa il gioco di squadra. HUNGRY HEART Bruce Springsteen Chi si sorprende come il Boss riesca ancora oggi a dominare il palco per pi di tre ore, dovrebbe ancora di pi stupirsi di come Max Weinberg, 61 primavere, possa sostenere impeccabile le esibizioni torrenziali di Bruce senza sbagliare un colpo e senza perdere mai quellespressione da professore universitario seduto alla cattedra. Quando nel 74 Springsteen lo reclut per la E Street Band cercava un batterista preciso e rigoroso, ma poco amante della ribalta. Aveva infatti fatto pubblicare un annuncio sul Village Voice in cui chiedeva un musicista non alla Ginger Baker, riferendosi al superlativo, ma musicalmente ingombrante, talento dei Cream. Come dire niente grilli per la testa. La scelta di Weinberg non poteva essere pi azzeccata. stato un interprete obbediente e infallibile, potente ma controllato, che ha saputo diventare il perno di una delle pi formidabili live band della storia. Curiosamente Weinberg viene spesso celebrato per Born to Run un brano che ha interpretato meravigliosamente migliaia di volte dal vivo ma che non suon in studio (lesecutore fu Ernest Boom Carter). Il suo rullante per protagonista in Hungry Heart, brano tratto

Lightnin Hopkins). Ma il ritmo marziale e contagioso del rullante dellinno Its the end of the world as we know it che d il segno della forza con cui i R.E.M. erano pronti a conquistare il mondo di cui ironicamente pronosticavano una gioiosa fine. Andremo avanti come un cane con tre gambe proclam Michael Stipe quando Bill Berry disse addio alla band e alla musica rock, lasciando un vuoto che con gli anni si fatto davvero sentire. WAVE OF MUTILATION Pixies I Pixies furono tra gli iniziatori della grande ondata di musica alternativa che volter la pagina del rock negli anni 90. Innovatori dallanima punk, ma appassionati di melodie pop e infatuati di surf music, con lalbum Doolittle del 1989 toccarono il loro punto pi alto. Il quartetto di Boston era guidato dalle visioni surreali del leader Black Francis ma il drumming preciso e versatile di David Lovering dava ordine e sostanza alle bizzarrie del resto del gruppo. Lintro di rullante in Wave of Mutilation sostiene, sullimpeto di un ritmo surf punk, un brano che in due minuti riassume grandezza e

morbosit di una band che riusc ad essere unica. SMELLS LIKE TEEN SPIRIT Nirvana La canzone che proiett il gruppo di Seattle ai vertici della scena rock ricordata per il riff che Kurt Cobain perfezion tentando di rielaborare la canzone Debaser dei Pixies, ma forse limpatto del brano sarebbe stato molto diverso se alla batteria non ci fosse stato Dave Grohl. Di formazione punk, Grohl aveva lasciato da poco gli Scream e dalla Virginia si era trasferito a Seattle dove aveva sostituito nei Nirvana lumbratile Chad Channing che non possedeva la stessa forza e potenza, n lo stesso carisma. La batteria di Grohl nel brano il colpo di cannone che d inizio a una nuova stagione nel rock alternativo. Fece capire che una nuova generazione di band era pronta per corteggiare i reduci del punk, i discepoli dellhardcore e gli incalliti headbanger. Il suo uso del rullante nellinno dei Nirvana serv anche a ridefinire i confini del grunge, pronto a uscire dai sotterranei e a entrare negli stadi.

inciso nellaprile del 1966, pubblicato come B-side di Paperback Writer e misteriosamente mai inserito in un album dei Fab 4. Il pezzo, ritenuto il miglior lato B nella storia della band, un viaggio lisergico introdotto dal rullante di Ringo e dominato dalle sue ritmiche. Fu uno dei primi grandi viaggi lisergico-musicali dei Beatles in cui vennero sperimentati il suono delle chitarre al contrario cos come anche, nel finale, le parti vocali a rovescio. Ma proprio Ringo che vive il suo momento di gloria e ricorder sempre con entusiasmo quellincisione. Mi sentii come se qualcun altro stesse suonando la batteria - dir -. Ero davvero posseduto!. CANT STAND LOSING YOU The Police Negli anni Settanta i Police erano figli minori del punk, guardavano al reggae, ma corteggiavano anche lhard rock e il power pop. Il carisma di Sting fu la carta vincente, ma lestro di Stewart Copeland (che si era fatto le ossa in un gruppo progressive) era lelemento che li distingueva dalla massa dei volenterosi. Lalbum Outlandos d'Amour passer alla storia per essere il disco di Roxanne, ma in Cant Stand Losing You il rullante di Copeland traccia la via del loro percorso musicale,

band inglese, vede il rullante di Moon duettare con la chitarra di Pete Townshend in una serie di esplosioni di ritmo prima controllate e poi via via sempre pi prepotenti. E quella che per altre band sarebbe stata una canzone melodica, diventa una indimenticabile cavalcata. LIGHT MY FIRE The Doors La canzone che inaugur la leggenda di Jim Morrison e dei suoi Doors spesso ricordata come un brano pop, in realt era una lunga suite di 7 minuti psichedelica e drammatica al tempo stesso. Per ragioni radiofoniche e commerciali, fu tagliuzzata e ridotta dalle radio a un brano di tre minuti e proposta come singolo nella primavera del 1967. Fu un successo, ma, nella versione amata dal grande pubblico, tradiva le ambizioni e la visione artistica della band. A rendere ancora peggiori le cose ci pens Jos Feliciano che la riport in classifica in tutto il mondo lanno dopo ricantandola come un lento da balera. La versione autentica e rimane quella comparsa sullalbum desordio omonimo dei Doors e riascoltandola si capisce che la contagiosit della canzone (riproposta poi anche da Shirley Bassey, Stevie Wonder, Aretha Franklin, Etta James e dai Massive Attack) dipende tantissimo dalla batteria di John Densmore e dai suoi colpi di rullante allinizio del brano che catturano subito lattenzione dellascoltatore e, come il

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RITMI
di GUIDO MICHELONE

LA BOLANEIDE
di FRANCESCO ADINOLFI Marc Bolan, scomparso nel 1977, stato il grande principe del glam britannico. Amico di David Bowie - con cui condivideva manager e produttore - ha fatto parte dei John's Children e ha ideato i Tyrannosaurus Rex (poi T.Rex). Autore tra il 1970 e il 1973 di pezzi

come Ride a White Swan, Hot Love, Get It on, Jeepster o 20th Century Boy, a fine Settanta Bolan ormai una gloria sbiadita. Nel tentativo di catturare l'attenzione di una generazione punk che non l'ha conosciuto, si lega ai Damned con cui nel '77 va in tour per promuovere l'album Dandy in the Underworld. In quegli stessi giorni, il 24 agosto, debutta in tv con un suo programma, Marc. I sei episodi (l'ultimo

del 28 settembre) commissionati da Granada Tv andranno in onda su Itv nel primo pomeriggio (per la ricerca su YouTube digitare Marc Bolan's MARC, Episode One). Per la prima volta possibile vederli per intero su YouTube: Bolan, con rose in mano e vestiti sgargianti, alterna pezzi suoi alla presentazione di nomi nuovi e di altri pi affermati. Tra i primi i Jam (nella prima puntata, insuperabili) o i Generation X, personale sta andando bene: i media danno notizia del matrimonio tra lei e il trombettista Al Barrymore, gi orchestrale di Dizzy Gillespie, convertitosi all'Islam in quegli anni, come molti altri jazzisti, con il nome arabo di Taid Dawud; e in tal senso non ci mette molto a convincere la moglie a raggiungere la Nation of Islam e chiamarsi Aliyah Rabia. Con il passare del tempo Talid acquista sempre pi importanza nel gestire la carriera della donna, sbagliando spesso, quando ad esempio le consiglia di non pagare le tasse al governo federale. L'ambiente diventa cos presto ostile alla cantante, in lite con Levy, tra ripercussioni legali e definitiva rottura con la Capitol dopo l'uscita, nel 1962, dei due ottimi Round Midnight e Dakota at Storyville; una pagina amara nella carriera della Staton che da allora non trover pi case discografiche disposte a investire cos tanti mezzi nelle sue produzioni musicali. Nonostante tutto, le peripezie non paiono intaccare il talento di Dakota come si ascolta dall'eccellente Live and Swinging (United Artists, 1963) dal vivo al Festival di Newport; per l'occasione George Wein riunisce un'orchestra stellare diretta da Howard McGhee, con Snooky Young, Al Grey, Don Butterfield, Rudy Powell, Billy Root, Billy Mitchell, Gildo Mahones, Clifton Skeeter Best Wendell Marshall, Kali Madi, mentre Melba Liston si incarica di scrivere gli arrangiamenti. Mescolando ballad e blues presi su ogni tempo (lenti, medi, veloci), l'album d un'ottima resa. Con la United escono altri due 33 giri pi che discreti, bench mettano l'accento quasi esclusivamente sul repertorio balladistico: nel 1963 appare Dakota with Love e l'anno seguente Dakota with Strings. C poi Dakota 67 inciso durante un viaggio in Inghilterra, dove la coppia si stabilisce per un triennio. Al ritorno negli Stati Uniti, la cantante pubblica I've Been There (1970) per la Verve, iniziando cos, per la prima met dei Seventies, ulteriori collaborazioni discografiche soprattutto con Lrc e Groove Merchant, entrambe propriet di Sonny Lester: l'album Madame FooFoo (1972) vanta l'accompagnamento dell'hanmmondista John Groove Holmes, I Want a Country Man (1973) invece con la big band di Manny Albam e My Soul (1974) con il complesso del pianista Norman Simmons. Alcuni critici sostengono che in questo periodo si affievolisca il talento della Staton; in effetti non tutto all'altezza dei dischi Capitol, anche perch i metodi di produzione degli album stanno rapidamente cambiando: Sonny Lester non n Cavanaugh n Feller; gli accompagnatori praticano un jazz pi annacquato rispetto ai professionisti degli studios degli anni Cinquanta e anche il repertorio si concede troppo facilmente al blues tornato di moda presso i giovani hippy. Tuttavia, a un ascolto attento, anche la Dakota anni Settanta resta unautentica jazz singer in un momento di forte crisi di questa tipologia di canto nero. Dopo un silenzio discografico che dura una dozzina di anni, Dakota firma un contratto con la Muse di Joe Fields. E di l a poco escono Darling Please, Save Your Love for Me (1991), Isn't This a Lovely Day (1992) e A Pachet of Love Letters (1999) come HighNote, tutti e tre con il tenorista Houston Person alla guida come produttore e in qualit di principale solista. In questa triade si avvertono gli anni che passano, con un timbro dell'ugola su colori pi sobri e meno squillanti: tuttavia sarebbe sbagliato parlare di declino artistico, perch il vocalismo, la performativit e la musica restano qualcosa di autentico e positivamente risolto. A partire dal 2000 per la salute di Dakota Staton via via minata e le apparizioni in pubblico si fanno sempre pi rare: si spegne il 16 aprile 2007 all'Isabella Geriatric Center di New York, all'et di settantasette anni.

Basterebbe lascolto del recente doppio cd francese Dakota Staton The Complete 1954-1958 con quattro album fondamentali - The Late Late Show, In The Night, Dynamic! e Crazy He CallS Me - a fare di Dakota Staton (1930-2007) una protagonista assoluta nella storia della musica afroamericana: artista da tempo sottovalutata, ma originale vocalist di prima grandezza per feeling, comunicativa, impatto sonoro, finezze stilistiche, in grado di spaziare tra jazz e blues, canzone e rnb, sconfinando persino nel rocknroll. Nei cinquantatre brani del cofanetto dunque racchiusa non solo la sapienza di una cantante, uninterprete, una performer, ma soprattutto lidea di come il vocalismo black in quegli anni cruciali, grosso modo tra lera swing e i primi vagiti free, tra il Chicago Blues e il nuovo rock, approdi, nel rispetto della forma-canzone, a traguardi immaginifici in quanto a creativit espressiva, se si pensa che sono anche gli anni di Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Dinah Washington innanzitutto, ma anche di Dinah Shore, Big Maybelle, Etta James, Nancy Wilson, Lorez Alexandria, Shirley Horne, per citare solo le principali ragazze nere dedite al canto sincopato. Eppure di Dakota Staton in Italia non si sa quasi nulla. Nata il 3 giugno 1931 (o 1930 come dicono alcune fonti) in quel di Homewood (agglomerato nei pressi di Pittsburgh, Pennsylvania), attirata dalla musica sin dalla tenera et, si esibisce con l'orchestra del liceo, per iscriversi quindi alla Fillion School of Music di Pittsburgh. A soli sedici debutta in ambito professionale, cantando nello spettacolo Fantastic Rhythm, per essere quindi assunta per due anni da vocalist nella big and di Joe Wespray, jazzman molto noto in zona. Stabilitasi a Detroit, lavora al Flame Show Bar, uno dei luoghi pi frequentati in citt e al contempo effettua diversi viaggi tra Canada e Stati Uniti. Nel 1954, durante un ingaggio al Baby Grand (club di Harlem), viene notata dal famoso bandleader, ballerino e dj Willie Bryant soprannominato The Cool Cat, che di lei parla in toni elogiativi in una trasmissione radiofonica. Dave Cavanaugh della A&R va ad ascoltarla dal vivo, con l'orecchio del sassofonista navigato, ma anche produttore e arrangiatore; Cavanaugh conosce i trucchi del mestiere e non manca di valorizzare il potenziale della giovane Staton alla quale propone di incidere, fin dal 1954, i due singoli What Do You Know About Love e You're My Heart's Delight che le valgono la qualifica di Most Promising Newcomer of the Year sulla rivista Down Beat; si tratta di un trofeo meritatissimo poich i dischi rivelano una cantante gi maestra della propria arte. E molto in fretta Dakota d prova di swing, di carattere e di entusiasmo, cos da collocarsi a livello di una Ruth Brown, dalla quale eredita i tipici manierismi bluesy, bench sappia anche valorizzare la linea melodica di ballad lente con gusto sicuro. Per quel che concerne il lancio discografico, tra il 1956 e il 1957 vengono editi diciassette titoli, disseminati tra 45 e 33 giri, che fino al 2012 non verranno mai pi ripubblicati: infatti la Harmonia Mundi (Chant du Monde, distr. Egea) a riunirli oggi per la prima volta in Dakota Staton. The Complete 1954-1958 con un booklet biografico scritto da Alain Tomas. L'unica debolezza del repertorio consiste forse nella scarsa coerenza, vista la presenza di tutti i generi vocali americani, forse perch i dirigenti Capitol esitano sulla via da seguire e sul pubblico da conquistare. Ma al di l di tali circostanze la cantante domina la situazione lanciandosi pure in qualche scat straordinario; e dunque con qualche valida jazzsong quale carta da visita, Dakota lavora

Due immagini della cantante afroamericana Dakota Staton, scomparsa nel 2007, e due copertine di dischi

Letichetta Harmonia Mundi pubblica The Complete 1954-1958, un cofanetto che include quattro album della cantante afroamericana poco nota in Italia

RICORDI NEL BOX ANCHE UN ESAUSTIVO PROFILO BIOGRAFICO

Le voci impossibili di Dakota Staton. se il jazz odora di blues


regolarmente, nel giro dei club, con il gruppo di Dean Curtis, senza che le accada granch sul piano artistico. Ma le si aprono prospettive assai pi ambiziose nel momento in cui incontra John Levy, contrabbassista rinomato, che suona con i pi bei nomi, da Erroll Garner a Stuff Smith, da Ben Webster ad Art Tatum, prima di abbandonare definitivamente lo strumento per la carriera di manager, al contempo onesto e vigile nei confronti dei propri artisti. La prima salutare iniziativa di Levy verso la Staton orientarla al jazz puro, convincendo il di lei compagno, il citato Cavanaugh, a farla uscire con un ellep: e infatti con The Late Late Show non solo riceve gli elogi unanimi della critica, ma scala anche le Pop Charts del 1957 fino al quarto posto. La Capitol per lei non lesina sui mezzi: la direzione dell'orchestra, in cui si sente il trombettista Jonah Jones, affidata al pianista Hank Jones, mentre Van Alexander fornisce partiture meticolosamente adattate al format di un combo pi piccolo delle solite big band; ormai ventiseienne ecco quindi che Dakota s'impone quale cantante la cui identit vocale immediatamente riconoscibile e da cui legittimo attendersi belle cose. Da allora in poi si abitua a non imitare pi altre vocalist, optando per la realizzazione di spettacoli dove valorizza in pieno il proprio talento. Levy la sollecita a lavorare con un regolare pianista, che diriga pure l'orchestra e si occupi del repertorio: il talentuoso Joe Saye, amico del pianista inglese George Shearing, un altro dei suoi cavalli di razza. Nel 1958 la Staton intraprende tourne in Europa, Giappone e Australia che contribuiscono ad accrescerne la reputazione artistica a livello internazionale. Le speranze in lei riposte non tardano quindi ad avverarsi: nel 1957 registra In the Night proprio con Shearing, beneficiando del sostegno di partner molto preparati per esternare le molteplici sfaccettature di unarte canora sicura e consapevole. L'anno seguente esce l'album Dynamic!

magnificato dagli arrangiamenti di Sid Feller, vecchia volpe del mestiere, che sa valorizzare ogni aspetto del vocalismo jazz; trombettista completo suona nelle band di Jack Teagarden e di Carmen Cavallaro; reclutato dalla Capitol quale caporchestra e arrangiatore lavora con Dean Martin, Nancy Wilson e Mel Torm; nel 1955 passa alla Abc-Paramount e produce gli album di Paul Anka, Eydie Gorm e Steve Laurence; il nome di Feller altres associato agli album Genius Hits the Road e Modern Sounds in Country and Western di Ray Charles; un professionista abilissimo nel confezionare arrangiamenti congeniali ai cantanti; e con tale sostegno e con gli assolo e i controcanto di Harry Edison e Hank Jones, Dakota pu brillare di luce propria. Con Dynamic! la Staton ottiene il ventiduesimo posto nelle classifiche del 1959, acquisendo soprattutto una maturit e un'intelligenza artistica che sono quasi alla pari delle sue grandi colleghe; facendo tesoro del successo ottenuto, Dakota invitata dalla Capitol a tornare negli studios per un altro album, Crazy He Calls Me col supporto di Feller, Howard Biggs e Nelson Riddle. Anche la vita

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tra i secondi i Thin Lizzy o gli Hawkwind. Nell'ultimo episodio c' anche Bowie che esegue Heroes e duetta con Bolan. E qui succede di tutto: Bolan inciampa e Bowie ghigna di gusto, imperdibile. Alla fine, il senso di tutto che oggi - escluso Celentano - sarebbe impensabile affidare ad un artista dmod una conduzione cos ampia, colorata e variegata. Nella foto Bolan con Gloria Jones (la cantante di Tainted Love) che gli dar il figlio Rolan. MAURO GROSSI EDEN (Abeat Records) Il pianista livornese Mauro Grossi ci ha abituato a dischi davvero belli, e spesso nel segno della progettualit. Questa volta il progetto davvero affascinante e unico: scrivere un intero album su e dentro Nature Boy, il magnifico standard creato dal compositore di origine ebraica Eden Ahbe, un tipo davvero singolare che gi negli anni Quaranta viveva come un hippy. Grossi smonta, rimonta, intercala, cripta, allude in ogni modo possibile al brano originale e al suo contesto. Con compagni di eccellenza, a partire da Ares Tavolazzi. (g.fe.) MARTINICCA BOISON LE CANZONI DEL TRIMARANO (Ma.So.) Cercate un disco in cui canzone d'autore non sia solo sistematica esplorazione del proprio ombelico? Provate i Martinicca Boison, che quando scrivono e suonano (con bella perizia, un fantasioso incrocio tra folk e rock) prendono spesso il punto di vista di un osservatore surreale e disincantato, cattivo il giusto e leggero il giusto, sia che si tratti di amori con la data di scadenza gi indicata, o si racconti l'improbabile storia dei manoscritti di Ligabue (il cantante!) ritrovati a Palermo accanto ai resti di una Duna. (g.fe.) NESLI LIVING VOL. 3-VOGLIO (Carosello) Il fratellino di Fabri Fibra (ma i due non si parlano da cinque anni) canta malissimo, non conosce intonazione e modulazione della voce e a volte risulta irritante. Ma ha una capacit di scrittura rara, capace di mescolare rap, melodia italiana e discoteca. Alto e basso, miscela infallibile per il successo. Cos non sorprende che piaccia - alla ragazzina e alla madre - tutto lo scibile amoroso sciroppato nel disco. (s.cr.) THE SEPARATE ORCHESTRAL VARIATIONS V.01 (Setanta Records) Per celebrare degnamente la fine di una etichetta di culto come la Setanta Records, Keith Cullen, proprietario della stessa, ha dato vita a questo progetto con il produttore Rob Kirwan. Cullen ha scelto dodici brani da dodici artisti che ne hanno segnato la vita, li ha fatti arrangiare per archi da Fiona Brice e cantare da gente del calibro di Ed Harcourt, Mark Lanegan, Joan as Police Woman, Martha Wainwright, Brian Molko, Patrick Wolf tra gli altri. Gli anni Ottanta fanno la parte del leone con U2, Ramones, Smiths, Pixies, Cure..., ma ci sono anche Phil Lynott e Kinks. Scelta fantastica per un addio. (r.pe.)

ULTRASUONATI DA STEFANO CRIPPA LUCIANO DEL SETTE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE GUIDO MICHELONE ROBERTO PECIOLA

DI GUIDO FESTINESE

SHOEGAZE

MUSICAL

WHITE BLUES

ETNO ITALIA

I morbidi segnali dei Tamaryn


Dopo alcuni ep il produttore e musicista elettronico di Bristol che risponde al nome di Stumbleine edita il suo primo full lenght, Spiderwebbed (Monotreme/Cargo). Limpatto iniziale ci ha fatto pensare al recente Iamamiwhoami, ma qui ci si muove in un mood molto pi vicino al dreampop. E infatti, quasi a voler confermare la cosa, ecco una cover dei Mazzy Star e la presenza in un brano di Birds of Passage. Un piacevole ascolto. Ancora shoegaze, questa volta dalla California, sebbene la band in questione arrivi dalla Nuova Zelanda. Si chiamano Tamaryn e Tender New Signs (Mexican Summer/Coop Music) il loro secondo lavoro. I canoni del genere ci sono tutti, atmosfere ovattate e i Cocteau Twins nel cuore, a cui aggiungono una forte propensione alla psichedelia che non disturba affatto. Se si parla di shoegaze non si pu per non ricordare gli A.R. Kane, band londinese tra i precursori del genere. Esce una raccolta, Complete Singles Collection (One Little Indian/Self), che riporta alla luce un gruppo dimenticato dai pi, ma non meno fondamentale e influente di gente come My Bloody Valentine. Una meritoria opera di riscoperta in due cd per 33 tracce. (Roberto Peciola)

Kurt Elling sopra Broadway


Un omaggio alla Grande Mela nel ritorno di Kurt Elling. 1619 Broadway-The Brill Building Project (Concorde/Universal) fa riferimento agli studi che hanno accolto pi di mezzo secolo di storia americana. Da George Gershwin a Carole King, passando per Paul Simon fino al team che gravitava intorno a Burt Bacharach. Forse meno concettuale rispetto ai suoi precedenti lavori ma sempre di classe, ascoltare le nuance vocali su American Tune e le armonie degli arrangiamenti sfoggiate nella rivisitazione del classico di George Benson On Broadway. Quei teatri di New York - e quei musical - Barbra Streisand li ha frequentati spesso e volentieri tanto che in Release Me (Columbia/Sony), una vera e propria cornucopia di inediti ovvero brani rimasti fuori da precedenti session di registrazione dal 1963 ad oggi, ci infila anche una splendida Being Good Isn't Good Enough, esclusa per motivi di spazio da uno dei vertici assoluti della sua carriera, The Broadway Album, pubblicato nel 1985. E i materiali nel cassetto sono cos tanti che la stessa Streisand ammette potrebbero esserci altri tre o quattro cd nel prossimo futuro. (Stefano Crippa) SHIJO X ...IF A NIGHT (Bombanella Records) Nata da pochi mesi in quel di Maranello, Bombanella Records si presenta con un disco elegante e onirico. Gli Shijo X raccontano in 13 brani i sogni di un sonno che va dalle due alle sei del mattino e ha Bologna come scenografia surreale. I portici, le biciclette, le voci e le luci dei bar notturni e dei televisori nelle case, i fantasmi e le paure, sono suggeritori di brani minimalisti, avvolti da gusci melodici e atmosfere trip hop che meritano la giusta attenzione. (l.d.s.)

Le jam session che riscaldano


Tre album di blues bianco contemporaneo: litaliano Fabrizio Poggi & Chicken Mambo in Live in Texas (Ultrasuoni) offre il sound pi decisamente calato nel linguaggio afroamericano, ospitando alcune leggende locali da Flaco Jimenez a Marcia Ball, da Donnie Price a Floyd Domino in calde jam session basate tutte sulle composizioni dello stesso leader armonicista. Sempre in Texas, al Moody Theater di Austin, con Live (Provogue) la Warren Haynes Band, il cui leader ha fatto parte di Govt Mule, Allman Brothers e The Dead, sfodera un grintoso rock-blues condito da varie influenze (persino reggae in un paio di brani) con voci e chitarre in evidenza. Registrato in studio tra Las Vegas e Los Angeles Driving Toward the Daylight (Provogue) di Joe Bonamassa giostra fra blues classici (Robert Johnson, Howlin Wolf, Willie Dixon) e cover pi o meno recenti (Tom Waits, Bill Withers, Jimmy Barnes), con una finezza chitarristica esaltata dalla collezione di strumenti vintage molto ben raccontata nel booklet annesso. (Guido Michelone) EVA SIMONTACCHI PLACES (Abeat) Disco di jazz vocale, con 9 standard su 11, grande sensibilit canora nellaffrontarli, anche grazie a una rhythm section fantastica con Zanchi, Cipelli, Manzi. Peccato per che la scelta ricada sempre e solo sulle ballad: ne consegue un po di noia o monotonia, mentre nellunico swing o veloce (Cheek to Cheek di Irving Berlin), Eva molto brava e originale, a conferma che lei e le altre dovrebbero maggiormente insistere sulla radici black del jazz medesimo. (g.mic.)

Gli artigiani della pizzica


Un serbatoio di talenti, con un piede nella tradizione, l'altro gi avanzato verso il futuro, ammesso e non concesso che la tradizione non sia anche futuro: questa l'immagine che continua a rimandare la label pugliese AnimaMundi. Il catalogo s' fatto corposo, e ora arrivano tre nuove uscite che assestano la qualit a livelli eccellenti. A cominciare dal terzo disco della impetuosa vocalist Enza Pagliara in Bona crianza, raccolta di brani che spazia tra pizziche e splendide ballate. Da segnalare l'apporto dei fiati, che aggiungono sapori da Sud bandistico, e il riuscito esercizio trance della lunga Pizzica di San Marzano. Un'altra voce, quella maschile e antica del grande Tonino Zurlo da Ostuni ci racconta in L'ulivo che canta un'altra Puglia, non quella della taranta. canzone d'autore in lingua aspra di un artigiano con la passione per la musica e la denuncia di un mondo nuovo che fatto di merci, consumo e alienazione da svelare. Infine il pianista albanese e salentino d'adozione Admir Shkurtaj: in Mesimr smonta e rimonta sui tasti la Puglia della tradizione. Con rispetto e coraggio. (Guido Festinese) UNDERDOG KEEP CALM (Martelabel/Altipiani) A quattro anni dall'esordio, torna l'istrionico settetto degli Underdog. 12 brani in cui il combo matura nettamente la propria matrice artistica. Jazz-rock contemporaneo (Empty Stomach, Lund Massacre), attuale perch sensibile alle alterit musicali ricche di narrativa, siano queste love-song teutoniche (Niko), o felliniane evocazioni cinematiche (Mommy on the Sofa, Berlin). Iperboli sonore folli, che coinvolgono anche Antonello Salis (Goodbye), e ironiche (Cuore matto). (g.di.)

IL MONDO DI MICHEL
Osteogenesi imperfetta, definita anche sindrome delle ossa di cristallo. Si vive poco, con quella malattia che ti fa fratturare a ogni sussulto, che non ti fa crescere e ti deforma. Michel Petrucciani, gigante della storia del jazz, un metro e zero due di corpicino su ossa contorte riuscito a vivere trentasei anni. Senza mai lamentarsi di nulla, lui che ne aveva ben donde: Il mondo non fatto per la gente piccola. A parte questo, va tutto benissimo. Michel se n' andato nel '99, lo stesso anno in cui partiva per le sue Nuvole De Andr. Nella sua breve vita ha fatto in tempo a suonare molto, moltissimo, immersione totale in quell'Happy jazz memore di Oscar Peterson e Erroll Garner che pura gioia di vivere. E ha fatto in tempo ad amare, a scherzare, a bersi la vita a sorsi ingordi, sapendo di non avere molto tempo a disposizione: ad esempio imparando l'inglese in sei mesi, slang compreso, lui che non aveva neppure potuto studiare regolarmente, pur di comunicare alla pari con gli amati musicisti che, da bambino handicappato, ascoltava sui dischi. Se ne parla in Tutto l'amore che ho, a cura di Alessandra Bignami (Feltrinelli), testo con interviste e molti interventi di supporto a Body and Soul, il magnifico film documentario con tante testimonianze inedite realizzato da Michael Redford, qui finalmente in dvd. Il libro, peraltro, riporta anche una succosa intervista al regista, dove si dimostra che anche chi non ha conosciuto in vita un musicista pu assorbirne l'aura magnetica ex post, dialogando con chi l'ha conosciuto dall'altra parte di una macchina da presa.

UN MUSICISTA in attivit, ma anche e soprattutto un certosino conoscitore delle musiche orali afroamericane Mariano De Simone, gi autore di preziosi volumi su svariati argomenti in tema: la country music, l'Ottocento americano, ad esempio. Nel nuovo Blues! Afroamericani: da schiavi ad emarginati (Arcana) De Simone non tratta solo di blues, ma anche di spiritual, jazz, ragtime, vaudeville, minstrel shows, con affondi, poi, in particolari formazioni musicali nere come le Black String Band, i gruppi tutti corde spesso dimenticati nella trattatistica, o le jug band. Notevole la trattazione storica e sociologica, con una disamina pertinente di come la gente nera strappata all'Africa divent prima un popolo di schiavi, poi di fittavoli sfruttati a Sud e proletari delle grandi citt, la grande promessa mancata dell'emancipazione. Elementi che non si possono non notare, nel rovescio della trama storica intessuto nelle parole dei blues, dove spesso vicende personali sono da leggere come indicatori sociali. In chiusura suggerimenti d'ascolto, e, per fortuna, un buon indice di nomi e brani citati.

ON THE ROAD
Dead Can Dance
Lisa Gerrard e Brendan Perry di nuovo insieme. Una data sold-out per presentare il nuovo disco del duo tra dark, folk medievale e sperimentazione, Anastasis. Milano VENERDI' 19 OTTOBRE (TEATRO
DEGLI ARCIMBOLDI)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

due recital con organici differenti Echo Echo Mirror House Sextet e Diamond Curtain Wall Quartet. Prato DOMENICA 14 OTTOBRE (TEATRO
METASTASIO)

DEGLI ARTISTI, CON CRYBABY)

Hercules & Love Affair


Una visione art di puro pop... in versione dj set. Firenze VENERDI' 19 OTTOBRE (DORIS) Milano SABATO 20 OTTOBRE (TUNNEL)

Brescia VENERDI' 19 OTTOBRE (CARMEN


TOWN)

Arona (No) SABATO 20 OTTOBRE (MELTIN'


POP)

Reggio Emilia LUNEDI' 15 OTTOBRE


(TEATRO ARIOSTO)

Duke Garwood
Il bluesman londinese in Italia. Rimini SABATO 13 OTTOBRE (NEON) Pescara DOMENICA 14 OTTOBRE (MAZE
ECLECTIC CIRCLE)

Xabier Iriondo
Il chitarrista e sperimentatore presenta il suo primo album solista, Irrintzi, affiancato da illustri ospiti e amici. Milano SABATO 13 OTTOBRE (CASCINA
AUTOGESTITA TORCHIERA)

Serj Tankian
Il leader dei System of a Down, solista. Milano LUNEDI' 15 OTTOBRE (ALCATRAZ)

Inside Jazz Quartet


Nel quartetto il polistrumentista Yusef Lateef e il percussionista Adam Rudolph. Milano VENERDI' 19 OTTOBRE (TEATRO
DAL VERME)

Crybaby
Ispirazione Fifties e Sixties per l'inglese Danny Coughlan. Roma GIOVEDI' 18 OTTOBRE (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI, CON TALIBAM!) Ravenna VENERDI' 19 OTTOBRE (CISEM) Torino SABATO 20 OTTOBRE (SPAZIO 211)

Anathema
La band inglese, tra metal melodico e prog. Pinarella di Cervia (Ra) SABATO
13 OTTOBRE (ROCK PLANET) Ciampino (Rm) DOMENICA 14 OTTOBRE (ORION) Torino LUNEDI' 15 OTTOBRE (TEATRO LE SERRE)

Ryat
Musica sperimentale e elettronica. San Salvo Marina (Ch) SABATO
13 OTTOBRE (BEAT CAFE') Faenza (Ra) DOMENICA 14 OTTOBRE (CLAN DESTINO)

Teho Teardo
Anteprima del nuovo progetto Music for Wilder Mann. Roma MERCOLEDI' 17 OTTOBRE (AUDITORIUM
PARCO DELLA MUSICA)

programma numerosi concerti. Ears Wide Shut, omaggio a Stanley Kubrick di Mauro Campobasso e Mauro Manzoni (con Stefano Senni e Francesco Cusa); Giovanni Guidi Trio plus One (Guidi, Franceco Ponticelli, Enrico Morello e Mattia Rimatori); la prima italiana di Third Round, del batterista Manu Katch (con Nils Petter Molvaer, Luca Aquino, Tore Brunborg, Michel Gorman) con proiezioni live; il recital Blind Date-Concert in the Dark del pianista Cesare Picco; Vincent, ispirato a Van Gogh, del trio del pianista Xavier Dotras (con Toni Pujo e Cesar Martinez). Roma DA MARTEDI' 16 A SABATO 20 OTTOBRE
(AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Open World Jazz


Quattro giorni di musica, danza, fotografia, pittura, letteratura dal Post Industriale allAfrica, cercare nelle... contaminazioni. Presentazione di Miles Davis Rewind a cura di Guido Michelone e Gianfranco Nissola, concerto della Enten Eller Orkestra E(x)stinzione (con Giancarlo Schiaffini, Marcella Carboni, Carlo Actis Dato, Laura Conti) con foto di Luca DAgostino e testi di Franco Bergoglio; convegno Il post-industriale, la precariet, il vuoto della contemporaneit con Giorgio Airaudo, Luigi Onori, Mario Gamba, Neri Pollastri, F. Bergoglio, Claudio Sessa e Luca Zevi; Claudio Fasoli/Luca Garlaschelli Duo, Ralph Towner solo. Ivrea e dintorni (To) DA MERCOLEDI'
17 A SABATO 20 OTTOBRE (VARIE SEDI)

Hanne Hukkelberg
Derive indie e anni Ottanta per lartista norvegese. Foligno (Pg) DOMENICA 14 OTTOBRE
(SERENDIPITY)

Ultrasuoni Festival
Seconda e ultima serata che si divide tra varie location del quartiere Pigneto (Circolo degli Artisti, Init, Alvarado Street) con: Echo and The Bunnymen, Gravenhurst, The Amplifetes, Madrid, Soviet Soviet, These Reigning Days. Roma SABATO 13 OTTOBRE (VARIE SEDI)

Jello Biafra
In Italia il leader dei Dead Kennedys. Mezzago (Mb) GIOVEDI' 18 OTTOBRE
(BLOOM)

Atom
L'elettronica dell'artista tedesco Uwe Schmidt. Firenze SABATO 20 OTTOBRE (CRESCENDO)

Japandroids
Il noise sperimentale del duo canadese. Bologna VENERDI' 19 OTTOBRE (IL COVO)

White Hills
Hard rock psichedelico da New York. Brescia MARTEDI' 16 OTTOBRE (LIO BAR) Savignano sul Rubicone (Fc)
MERCOLEDI' 17 OTTOBRE (SIDRO) Roma GIOVEDI' 18 OTTOBRE (INIT) Firenze VENERDI' 19 OTTOBRE (EX FILA)

Nathan Fake
Lelettronica del musicista britannico. Foligno (Pg) SABATO 13 OTTOBRE
(SERENDIPITY) Roma VENERDI' 19 OTTOBRE (GOA) Milano SABATO 20 OTTOBRE (TUNNEL)

Atelier Musicale
La XIX edizione prosegue con il piano-solo di Enrico Pieranunzi. Milano SABATO 13 OTTOBRE (AUDITORIUM
G. DI VITTORIO, ORE 17,30)

Maxmo Park
Pop rock per il quintetto di Newcastle. Milano LUNEDI' 15 OTTOBRE (MAGAZZINI
GENERALI)

Anthony Braxton
Il polistrumentista e compositore suona in

Talibam!
La band Usa, tra ricerca e divertimento. Roma GIOVEDI' 18 OTTOBRE (CIRCOLO

Is Tropical
Il trio electro inglese nelle vesti di dj. Modena VENERDI' 19 OTTOBRE (TUBE)

Roma Jazz Festival


La rassegna (che prevede varie manifestazioni collaterali) ha in

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ALIAS 13 OTTOBRE 2012

RITRATTO DI UN POETA SENZA ILLUSIONI


di ELISA VERONICA ZUCCHI

Qualche mese fa, un caro amico mi ha regalato Lei delira, signor Artaud. Un sillabario della crudelt di Pasquale di Palmo (Stampa alternativa, 2011). Era da tempo che non mimbattevo in Artaud, pur desiderando segretamente un nuovo incontro con uno degli autori che ha segnato una tappa importante della riflessione sul teatro come piesis (arte poetica). Il titolo volutamente provocatorio, se pensiamo alla confessione di Artaud nel suo Van Gogh. Il suicidato della societ (Adelphi, 2006, con dedica a Carmelo Bene): Vi sono coscienze che, in certi giorni, si ucciderebbero per essere state semplicemente contraddette, e non c bisogno per questo di essere pazzi, riconosciuti e catalogati come pazzi, basta, invece, godere di buona salute e avere dalla propria la ragione. Io, in un caso simile, non sopporter pi, senza commettere un omicidio, di sentirmi dire: Signor Artaud, lei delira, come mi accaduto cos spesso. E Van Gogh se l sentito dire. Ed per questo che si stretto intorno alla gola quel nodo di sangue che lha ucciso. Il libro offre una perspicua esplorazione dei punti nevralgici dellopera di Antoine Marie Joseph Artaud e comprende una sezione dedicata alla traduzione di un libretto di testimonianze di Ccile Schramme, sua fidanzata nel periodo a cavallo fra il viaggio in Messico (1936) e quello in Irlanda (1937), e la traduzione di due lettere inviate a Ccile Denol. Ricorda Ccile Schramme: Portava un inverosimile soprabito la cui stoffa di cattiva qualit era verdastra e che certamente non era stato fatto per lui. Al tempo stesso era troppo piccolo e troppo largo, aveva le tasche logorate a forza di essere riempite da libri e carte. Ma bisogna aggiungere che su un vestito migliore il risultato sarebbe stato simile. Alcuni soprabiti e certi corpi non saranno mai adatti. Lautore de Il teatro e il suo doppio si autodefin Mmo, che nellargot della sua citt natale Marsiglia indica ldiota del villaggio. Nei villaggi c sempre unidiota, spesso perturbante e nominato tale perch, malgrado le apparenze, non innocuo. Inoltre, Camille Dumouli evidenzia come Artaud le Mmo rappresenti, anche e soprattutto Mmos, il dio greco dello scherno (in Antonin Artaud, Costa & Nolan, 1998). La melanconia di Mmo esiliato crudele, nel senso che diviene una rigorosa volont di ricordare, una sorta di ipnomeccanica che non si concede facilmente loblio (Loblio / sradica la sinfonia, in Grido, Poesie della crudelt, Stampa alternativa, 1939) di ci che non siamo ancora n forse mai siamo stati. Quello che Artaud desidera unopera darte totale, in cui la poesia della vita coincida hegelianamente con la realt. Afferma Susan Sontag in Interpretazioni tendenziose (Einaudi, 1975): Egli vede nellarte unazione, e quindi una passione, della mente. La mente produce arte. E la mente, considerata come totalit organica di sentimenti, sensazioni fisiche e capacit di attribuire significati, anche lo spazio in cui larte viene consumata. La poetica di Artaud una sorta di estremo frenetico hegelismo nel quale larte il compendio della coscienza, la riflessione della coscienza su se stessa e il vuoto vascello nel quale la coscienza intraprende il pericoloso viaggio verso la trascendenza di S. Artaud ader al surrealismo fra il 1924 e il 1926, poi si distacc dal movimento perch come riporta la stessa Sontag in Un approccio ad Artaud (in Sotto il segno di Saturno, Einaudi, 1982) - egli pensava al surrealista come a qualcuno che non ha speranze di raggiungere il proprio spirito. Forse, per Artaud, larte non il compendio della coscienza, bens una necessit della coscienza, anzi la possibilit stessa di una coscienza e il vuoto vascello sembra rappresentare una disperata rinuncia

agli angeli - alla Terra Vergine e incontaminata, al non-ricordo, proprio per ricordare, per poter, forse, un giorno, farvi ritorno - oltre che una trascendenza di s - discendenza nel s: Sotto la vita apparente ce n unaltra e sotto la coscienza unaltra ed questaltra che la cosa pi importante: quando un essere ha finito di parlarci e si allontana, l che le cose cominciano, l che la vera scienza nasce (Storia vissuta di Artaud-Mmo, Edizioni Lobliquo, 1995). Dove sono gli amici? si chiedeva Friedrich Hlderlin nellinno Andenken -, i nostri familiari, coloro che ci sognano? Ci sono alcuni uomini che ci appaiono come in sogno e Antonin Artaud uno di questi. Al suo cospetto, si ha la palpitante impressione di poter finalmente anche non esistere. Non perch ne rimuoviamo lindiscutibile e contraddittoria presenza, ma perch siamo questa rimozione. Mentre sogniamo forse importa? Rimpiangiamo forse di non poter esistere o ci irride levidenza che non siamo mai stati? Mie troppo brevi estati evoca Baudelaire poeta caro ad Artaud accanto a Rimbaud, Poe, Villon e Nerval - in Canto dautunno: non il nostro desiderio diseredato da uninadeguatezza dello spirito di fronte alla realt del sogno? Ci che Baudelaire prefigura nella sua prosa poetica sullo spleen e Rimbaud annuncia nel suo resoconto di una stagione allinferno, in Artaud diventa laffermazione di una incessante e agonizzante consapevolezza dellinadeguatezza della sua coscienza rispetto a se stessa i tormenti di una

sensibilit che si giudica irreparabilmente estraniata dal pensiero (Sontag, Un approccio ad Artaud). Se il sogno fosse reale, gli albatri di Baudelaire non sarebbero esiliati sulla terra con le loro ali da giganti n scherniti, perch sarebbero visti da un altro punto di vista: infinito e schillerianamente ingenuo, ovvero collocato nella terra di nessuno dellinforme, dello sproporzionato, dellillimitato. Il respiro di Artaud profondamente inspirato dal romanticismo tedesco, e con Schiller ha in comune il senso tragico della libert che luomo deve, tramite il sentimento del sublime, realizzare, opponendosi al destino. La realt di un mantello estivo che protegge i re dellazzurro la stessa realt di un inverno in cui sentiamo che i bambini non cantano: una realt che esprime un sogno. La poesia la realt di questo sogno. Il dolore di essere rigettati sulla terraferma la realt di questo sogno. I fiori sono veri come fiori, o miraggio traduce Artaud da Israfel di Edgar Allan Poe e, nella poesia Silenzio, denuncia: Bellorgano stridente / di la luna alla gente / che immagina di non dovere / i propri miraggi che alla sua scienza. Quindi la realt del sogno sembra essere la vita stessa o, meglio, il sentimento di un ritrarsi originario della cos detta realt in un eccesso di realt che anche, forse, la nostra tragica sconfitta: la luce bagna il centro / dellorchestra che ad ogni giro / perde un angelo, allunga il giorno (Silenzio, in Poesie della crudelt). Se siamo della stessa

Lei delira, signor Artaud. Un sillabario della crudelt di Pasquale Palmo (edito da Stampa Alternativa) riconsegna lopera totale di un sognatore
sostanza di cui sono fatti i sogni, quali estraneit non tanto quali intimit ci legano veramente a quelli che consideriamo i nostri familiari, se non essenzialmente - una sorta di messa in contatto reciproca con i fantasmi e con le pericolose asperit ed incrinature della psiche? Ecco, Antonin Nalpas (cos, con il cognome della madre turca Euphrasie Nalpas, Artaud firm alcune lettere dallistituto psichiatrico di Rodez, in cui fu ricoverato fra il 1943 e il 1946) pare tuffarsi - prendendo la rincorsa in fondo ai giardini dei nostri sogni (In sogno, Poesie della crudelt), fenderne le viscere come flutti di nebbia, lui stesso fessurarsi, colare, per poi, infine, rigettarsi sulla terraferma (asmatica terraferma che

non si sa terremotata!) a esalare, di volta in volta, gli ultimi respiri. Se, come afferma Hillman ne Il sogno e il mondo infero nel dramma dei nostri sogni tutti noi, anche se facciamo parte del pubblico, siamo sulla scena, attori tutti quanti, tutti quanti persone oniriche, si pu parlare di un fondo e che cosa accade laggi, nel fondo dei giardini dei nostri sogni? Non fondo nel senso di punto di vista, insomma non come analisi di un io che mette in scena il sogno, ma piuttosto come di un punto cieco che apre una lontananza nel sogno, un varco nel buio oltre la siepe, proietta una luce attraverso, dentro e al di l di uno schermo muto (senza che su di esso venga proiettato alcun film) o, ancora, paradossalmente, crea un personaggio senza maschera. Pensare a un fondo non forse che lazione di un rantolo dellio che si aggira pretenzioso e inconsapevole lungo le ante tarmate degli armadi, ma toccare il fondo, entrare nel fondo, diverso. Entrare nella maschera-schermo solo uno scherno, un essere scherniti, un gioco impossibile o qualcosa di pi? Per non soccombere allimpulso anche folle e distruttivo a conoscere limago che i sogni ci nascondono e che quindi, nel contempo, ci mostrano, ci rifugiamo nel mito, anche nel mito del nostro corpo. A inibire quellimpulso v, ad esempio, il mito di Narciso, che muore cercando di afferrare la propria immagine riflessa, che di certo e qui sta linibizione - non assomiglia al ritratto del pittore Basil Hallward, eppure con Dorian Gray Narciso ha in comune un desiderio violento, quello di possedere la propria bellezza e, soprattutto, la fatalit del suicidio. Per Narciso si tratta di cadere, morire e magari risorgere nella contemplazione della propria immagine riflessa. O si tratta di qualcosaltro, che lo stesso mito di Narciso - che ogni mito - ci indica e ci occulta? E Dorian Gray non muore forse quando la sua maschera viene svelata? Leggiamo dallironico soggetto cinematografico de La coquille et le clergyman (La conchiglia e il pastore, in Antonin Artaud, Del meraviglioso. Scritti di cinema e sul cinema, minimum fax, 2001): Lo schermo tagliato in due dallapparire di una nave immensa. La nave sparisce, ma da una scala che sembra arrivare fino al cielo scende il pastore senza testa tenendo in mano un pacchetto avvolto nella carta. Arrivato nella sala dove tutti sono riuniti svolge la carta e ne trae la boccia di vetro. Lattenzione generale al culmine. Lui si china verso terra e frantuma la boccia: ne esce una testa che non altro che la sua. V, sembra, una sorta di maledizione, di crepa nella maschera, di mutismo di essa, che quasi insopportabile. Ammonisce Nietzsche ne La nascita della tragedia: A causa del suo titanico amore per gli uomini Prometeo dovette essere lacerato dagli avvoltoi; per la sua eccessiva saggezza, che sciolse lenigma della Sfinge, Edipo dovette precipitare in un vortice di atrocit. Ma se l dove c pericolo, cresce / Anche ci che salva (Hlderlin, Patmos), vibra in Artaud lattesa di uneterna primavera che scacci i demoni che lo assalgono. Mi sembra perspicua la notazione dellabate Henri Julien nel suo articolo apparso sulla rivista La Tour de Feu: O vento, / se linverno viene, / pu essere lontana primavera?. Lo stesso pensiero contenuto in questo ultimo verso dellOde al vento di ponente di Shelley si ritrova in tutte le poesie di Artaud, che autore, fra laltro, de I Cenci, una riscrittura dallopera omonima di Shelley. Nel VI capitolo di Attraverso lo specchio di Lewis Carroll che Artaud traduce su suggerimento di Gaston Ferdire, lo psichiatra che lo segu a Rodez Humpty Dumpty (piccolo gobbo), luovo protagonista di una canzoncina famosa tra i bambini inglesi, incontra Alice e le dice non cantando, anzi, con un tono piuttosto triste, una poesia: Se linverno ancora dura, / la canzone

sempre oscura () I pesci volevo svegliare / tuffandomi in fondo nel mare. / La porta ho trovato serrata, / con mani e con pi lho bussata. / A chiave la porta era chiusa, / daprirla tentai come susa. Dopo i primi versi, Humpty Dumpty precisa: se inverno e la canzone oscura, allora non la canto. Artaud rinomina Humpty Dumpty Dodu Mafflu (guance paffute, donde litaliano Ciccio Frittella) e intitola il capitolo Larve et laume (Luovo e luomo, in Alice in manicomio, Lettere e traduzioni da Rodez, Stampa alternativa, 2008). Larve si propone come larva, essere in via di formazione, nota Leonardo Boero nella prefazione a Alice in manicomio, e anche, aggiunge, si rif al latino arvum, cio campo arato a raccogliere il seme e quindi antecedente latto creativo, ma soprattutto Boero evidenzia il nesso con larvatus, cio mascherato. Laume lhomme, cio luomo che diviene suono (Aum, a noi pi noto come Om). Artaud traduce il passaggio succitato da Carroll: Dinverno quando bianco tutto il campo / questa canzone per il suo piacere canto. Soltanto che io non la canto aggiunse, a mo di commento, come una specie di spiegazione - () Bisogna far crollar la porta / che tiene lEsser dallobbedir distante! / Lessere colui che crede dessere Essere quanto basta dal dispensarsi / dimparare ci che vuole il mare / Ma ogni pesciolin questo lo sa!. Nel travaso cogliamo innegabilmente linflusso di Nietzsche: il territorio in cui Artaud gioca la partita - e in tutta la sua opera ne ritroviamo le tracce quello della Nascita della tragedia e di Cos parl Zarathustra. Si pu dire che tutto Artaud sia un travasare, un desiderio eccessivo, ma non ecceduto, ovvero un trapiantare, in cui invece generosamente immalinconiva Carmelo Bene, fra piume dangeli. Ma quando, insomma, possiamo cantare, quando non inverno? Traduce Artaud da Il bimbo di fuoco del poeta inglese Robert Southwell: Mentre in una notte di neve / bianca / rabbrividivo / qualcosa di caldo che mi abbacin gli occhi / entr con repentino slancio come fiamma nel mio cuore. La primavera, lestate, lautunno non sono che illusioni dei sensi, tentativi della natura di ritardare larrivo di nuove nevi o non sono, piuttosto, lapparire di qualcosa che sbuca dal ghiaccio, la realt dellaffacciarsi di una promessa, di una nuova illusione? Che cosa vede Artaud, attraverso linverno, del suo s pi spontaneo, quando tutto coperto di neve, nellindistinto biancore accecante? Accade che quando ci troviamo al cospetto del punto cieco di un autoritratto, esso si sottrae alla vista, tuttavia sappiamo che c: lo vediamo e lo riconosciamo perch siamo anche ciechi, financo giganteggia questo minuscolo neo, mentre il disegno si ritrae. Precisa Artaud: E non sono cose che si vedono al microscopio () abbiamo una macchia sullocchio per il fatto che la nostra visione oculare attuale deformata, repressa, oppressa, rovesciata e soffocata da certe malversazioni sul principio della nostra scatola cranica (Rodez, aprile 1946, I miei disegni, in Cinquanta disegni per assassinare la magia, Edizioni Lobliquo, 2002). La nostra cecit di fronte allindistinto assoluta, eppure di esso percepiamo la potenza, o meglio, la necessit di un districarsi delle forme. Scrive Derrida in Memorie di cieco (Abscondita, 2003): Ogniqualvolta un disegnatore si lascia affascinare dal cieco, ogni volta che fa del cieco un tema del suo disegno, egli proietta, sogna o allucina una figura di disegnatore o talvolta, pi precisamente, di disegnatrice. Ancora pi precisamente, egli comincia a rappresentare una potenza disegnatrice allopera, latto stesso del disegno () Sottotitolo di ogni scena di cieco sar dunque: lorigine del disegno. O, se si preferisce, il pensiero

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A sinistra, Antonin Artaud nel 1926. Qui sotto, una illustrazione di Pauline de Langre della serie Antonin Artaud, project la main gauche

Attore e insieme maschera tragica di unidentit finita nellabisso, Artaud ha cercato per tutta la vita una terra vergine ma passionale, nei suoi scritti, nel cinema e nel teatro

Larte estrema di essere se stessi


del disegno, una certa posa pensosa, una memoria del tratto che specula in sogno sulla propria possibilit. La sua potenza si sviluppa sempre sullorlo dellaccecamento. Laccecamento vi trapela, ci guadagna appunto in potenza: angolo visuale di una vista minacciata o promessa, perduta o resa, data. In questo dono vi come un ri-trarsi che al contempo linterposizione di uno specchio, la riappropriazione o il lutto impossibili, lintervento di un Narciso paradossale, a volte perduto en abyme, in breve: una piega speculare e un tratto supplementare. Come scrivere di notte, ci fa riflettere Derrida: una mano cieca si affida ad una memoria dei segni; a dirigere il tracciato una lampada da minatore sotto il mantello di Zarathustra. I Portraits di Artaud, i ritratti e autoritratti che costituiscono la sua espressione privilegiata dopo Rodez (1946-1948) sembrano avere per tema una ostinata volont di esorcizzare la cecit, i punti ciechi. I miei disegni - afferma Artaud - non sono disegni ma documenti, bisogna guardarli e capire quel che c dentro. () C una specie di morale, musica che ho fatto vivendo i miei tratti non con la mano soltanto, ma con il raschio del soffio della mia trachea, e dei denti della mia masticazione. () Lottando contro queste malversazioni ho punteggiato e scalpellato tutte le collere della mia lotta in vista di un certo numero di totem di esseri, e restano queste miserie, i miei disegni (Rodez, aprile 1946, I miei disegni, in Cinquanta disegni per assassinare la magia). Se ci soffermiamo su alcune delle numerose interpretazioni cinematografiche di Artaud come quella di Marat nel Napolon (1927) di Abel Gance, o quella del monaco Massieu nel La passione di Giovanna dArco (1928) di Carl Theodor Dreyer, o ancora, quella dellarrotino-angelo custode nel Liliom (1933) di Fritz Lang - e su alcune fotografie di Antonin Artaud, vi scorgiamo un brillio. C sovente, nello sguardo dei cosiddetti folli, un brillio, unincandescenza che pare sostituire il riflesso di piacere o dispiacere dei cos detti non folli. Sembra vedere nel buio, dentro il buio. Se poi guardiamo il modo in cui Mmo tiene le mani: armoniose su pezzuole di cotone (lo strano cotone dellimagerie surrealista); disposte come tasti di pianoforte nella fotografia Le mani di Artaud di Man Ray (1922); intrecciate e rigorose nella fotografia sempre di Man Ray del 1926; o lirretita, ma controllata mano destra chiusa a pugno, nellatto di forzare una matita in un punto preciso della colonna vertebrale, nelle fotografie di Georges Pastier (Artaud con Minouche Pastier alla fermata dellautobus di Ivry), vi ravvisiamo una tensione del pensiero - unaggressivit dolente - e del corpo tutto, una teatralit della postura da cui sembra sgorgare una sintassi rovesciata, un pensiero dal fuori che , innanzitutto, unesperienza del di

fuori, come sottolinea Foucault nei suoi Scritti letterari. ll tema di disegni di ciechi nota Derrida - innanzitutto la mano. La mano si avventura, si precipita, certo, ma lo fa al posto della testa, come per precederla, prevenirla e proteggerla () quel che [UN CIECO]paventa in verit il precipizio, la caduta e laver gi superato qualche linea fatale, a mano nuda o armata (lunghia, il bastone o la matita) (Memorie). Ma quando accarezziamo veramente, che cosa accarezziamo veramente? Pollici divini, aiutatemi / a scolpire queste fronti che indietreggiano (Bottega dellanima, Poesie della crudelt). Le nostre mani diventano piume dangeli che solleticano il nostro corpo, che consentono al nostro corpo di perdersi in viaggi e percorsi i cui sentieri sono, da sempre, familiari ed estranei, come, nei sogni, accade che estranei appaiano con la maschera di famigliari e come, nella cos detta realt, i familiari possono sembrare fantasmi. Che cosa ci impedisce di riconoscere i nostri familiari una volta per tutte? Che cosa imprigiona la voce, la musica della voce e rende afasici? Che cos quella convulsione del corpo e dello spirito che ci fa rintanare dove nessuno ci vede? Nascondersi, giocare a nascondino, a tana, non un modo, forse, di ricordare che non siamo che sparizioni e apparizioni? Buio e luce? Nellesperienza amorosa lidolo interiore non pu incarnarsi, assumere realt fisicizzata, afferma Umberto Artioli nel suo Teatro e corpo glorioso (Feltrinelli, 1978). Se il sogno non pi illusione, ma una passione intesa come forma di superamento della coscienza, allora quello che si cercher nel sogno non sar pi lillusione di una illusione: o una gioiosa disillusione, uno sciogliersi della psiche nel richiamo del familiare, nel sentimento di una unit perduta, ma non smarrita, oppure ed il caso di Artaud

lorigine del tragico principium individuationis, il perch della sua fatalit, il nodo dialettico in cui esso ha inizio, ma soprattutto il vuoto dove ancora non siamo. Il nostro desiderio si accende come in un sogno e, come un sogno, insopprimibile: accade e non possiamo nulla, fatale. Malgrado tutto, in un modo o in un altro, esso ci avvolge, ci travolge, ci culla sotto piume dangelo. Per Artaud quel sogno , da sempre, perduto. Come Bataille nota Artioli Artaud sa bene che lerotismo, come la poesia e lestasi mistica, fioriscono in quel dominio oscuro dove lessere, eccedendosi nella dismisura della morte, ritrova il tutto-pieno della vita. Ma questo tutto-pieno della vita non lesistenza, bens la conoscenza di ci che non mai stato. Il rifiuto dellerotismo di Artaud si radica nel mito della verginit, di una terra vergine. Il desiderio e, in particolare, il desiderio erotico un richiamo di fantasmi, sprigionati-liberati dalle gabbie dellAde e dellEden, un vortice di mani che proteggono un segreto, una musica. Negli autoritratti di Artaud ritroviamo il brillio, la tensione del volto, nervi, pustole, un dolore originario e una luce irriflessa. Cos come i corvi neri di Van Gogh oscurano il sole dei campi di grano, lombra di Artaud oblio senzangeli calpesta unostinata volont di ricordare: un cuore che scoppia, un astro duro / che si sdoppia e nel cielo si espande, / il cielo limpido che si incrina / al richiamo sonoro (corsivo mio) del sole, / fanno lo stesso rumore / della notte e dellalbero al centro del vento (Lalbero, Poesie della crudelt). In Bottega dellanima (Poesie della crudelt) esorta Artaud, il minatore nella neve (alludendo al celebre quadro di Van Gogh): Siate rocce, siate la frase / che trema in bocca a un uomo / che nel suo pensiero vacilla.

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ALIAS 13 OTTOBRE 2012

LA RIVOLUZIONE DEL BURKINA FASO, UN DISCORSO DA RIPASSARE A MEMORIA

SANKARA
di THOMAS SANKARA*

Due ritratti di Thomas Sankara

Oggi, secondo anniversario della nostra rivoluzione, il mondo intero e il popolo burkinab possono constatare che il primo slancio rivoluzionario dellagosto 1983, frutto di uno sforzo che ci rende fieri e ci consola, era necessario: ci ha condotto verso pi luce, ci ha permesso di affermare la nostra dignit e la nostra indipendenza. Ora abbiamo ragione dessere risolutamente ottimisti. Non si tratta semplicemente di fare bilanci che non abbiamo nessuna voglia di sbandierare. Ci che accaduto in Burkina Faso la prova evidente che un mondo nuovo possibile, a condizione di volerlo edificare su quei cambiamenti radicali giudicati sino ad ora inimmaginabili e di riuscire a coinvolgere, in queste trasformazioni, la maggioranza delle persone. evidente che il Faso diventato un vasto cantiere e mentre vi parlo, da qualche parte donne, uomini e bambini, mobilitati nei loro comitati di difesa della rivoluzione, stanno iniziando o finendo di costruire una scuola, un dispensario o un bacino dacqua. Vengono aperte le citt del 4 agosto, si inaugurano i negozi popolari Faso Yaar, si fanno lavori di interesse comune. Il lavoro produttivo e liberatore comincia a essere accettato e compreso come condizione primaria e garanzia essenziale del miglioramento concreto delle nostre condizioni di vita. Abbiamo il diritto e il dovere di esserne fieri. Abbiamo il diritto e il dovere di esigere di pi da noi stessi e osare realizzare ancora di pi, per trasformare le nostre condizioni materiali di vita. Ogni burkinab sa che oggi lavora e produce per s stesso, per i suoi bambini e per la sua patria. Quel che stato fatto e quel che dobbiamo fare sono il test della nostra determinazione a rifiutare definitivamente lideologia di sottomissione, mendicit, attesa, fatalismo, tipici di una societ dominata. Fino a che punto i nostri principi e le nostre idee di giustizia, di amore, di libert e di onest nella ricerca legittima del benessere, sono penetrati nelle nostre coscienze? Fino a che punto questi principi e queste idee rivoluzionarie si esprimono nella nostra vita quotidiana, privata o pubblica? Fino a che punto questi principi si traducono effettivamente nelle nostre relazioni sociali e professionali, nella strada, in ufficio, in caserma e nei cantieri? Rispetto a tutti i regimi del passato, ci che abbiamo realizzato in due anni di lavoro popolare va al di l di ogni aspettativa. Nel Discorso di Orientamento Politico, nel capitolo dedicato al processo rivoluzionario di tutti i settori della societ burkinab diciamo: la Rivoluzione di agosto non mira ad instaurare un regime di pi in Alto-Volta. Essa rompe con tutti i regimi conosciuti finora. Ha come obiettivo finale ledificazione di una societ voltaica nuova nella quale il cittadino voltaico, animato da una coscienza rivoluzionaria, sar lartefice della sua stessa felicit, allaltezza degli sforzi che egli avr consentito. Per questo motivo, la rivoluzione sar, non si dispiacciano le forze conservatrici e retrograde, uno sconvolgimento totale e profondo che non risparmier nessun campo, nessun settore dellattivit economica, sociale e culturale. Il processo rivoluzionario in tutti i campi, in tutti i settori di attivit, la parola dordine che corrisponde al momento attuale. Forte della linea guida cos liberata, ogni cittadino, a qualsiasi livello si trovi, deve intraprendere il processo rivoluzionario allinterno del proprio settore di attivit. La missione tracciata. chiara. Che cosa ne stato della sua attuazione? Al nostro attivo abbiamo esperienze non trascurabili. Passiamone in rassegna qualcuna: - La riforma agraria e fondiaria ha

Quel che stato fatto e quel che dobbiamo fare sono il test della nostra determinazione a rifiutare lideologia di sottomissione, mendicit, attesa, fatalismo, tipici di una societ dominata
scardinato lo sfruttamento feudale e ha ristabilito il diritto del popolo alla sua terra e quello di disporre dei frutti della sua produzione. - Campi collettivi sono stati recentemente creati dagli impiegati della pubblica amministrazione; l, seppur partecipando anche in modo inesperto, uomini e donne apprendono o ri-apprendono il lavoro della terra. Ne scoprono le gioie nascoste di cui godranno anche quando saranno in pensione. - I burkinab hanno compreso che sono vitali per leconomia la conservazione della natura e la salvaguardia dellambiente naturale, in particolare il rimboschimento pi ampio possibile, labbandono della pratica distruttiva dei fuochi nella savana e il vagare degli animali che distruggono i nostri orti. - Il mondo contadino sempre pi coinvolto e partecipa sempre pi direttamente allesercizio del potere economico, in modo particolare determinando i prezzi dei prodotti agricoli. - Sul fronte sociale, per rispondere al problema abitativo, abbiamo costruito citt e disposto la lottizzazione di terreni su grande scala in tutta la superficie del territorio. - Nel campo della salute sono state create strutture decentrate per promuovere il benessere delle comunit di base. Loperazione vaccinazione commando rimane impressa nella nostra memoria come uno sforzo gigantesco per vincere le malattie. La vaccinazione commando e la grande battaglia per la costruzione della ferrovia sono iniziative audaci che solo la rivoluzione permette. - Sul piano finanziario, in alcuni servizi stato operato uno sforzo di risanamento. In particolare in riferimento alla dogana. Lo Stato si fa carico sempre pi integralmente dei suoi obblighi finanziari interni ed esterni grazie ai sacrifici consentiti da tutti, ma anche grazie a un pi grande rigore nella gestione. - Sul fronte della giustizia, i Tribunali popolari rivoluzionari hanno promosso una nuova etica adeguata agli interessi del popolo. Lamministrazione penitenziaria stata riorganizzata per permettere ai detenuti, forza potenziale, di diventare produttivi e di emendarsi nei confronti la societ. A Baporo 40 detenuti lavorano brillantemente 50 ettari di terreno, confermando in questo modo che possibile costruire una morale di progresso. - Abbiamo riannodato i fili con lo sport, con il senso dello sforzo e abbiamo dimostrato la nostra volont di rivalutare il nostro patrimonio culturale. La nostra societ sta maturando la coesione e i Burkinab cominciano a comprendere e ad accettare la necessit della solidariet al di l del piccolo nucleo familiare, tribale o di villaggio. Si sentono sempre meno voci pigre, abituate a tendere la mano verso gli altri paesi per ottenere il cibo, spesso oggetto di vergognose speculazioni e di ricatti meschini, sia al nostro interno che tra noi e i paesi stranieri. Qualunque fossero state le misure da prendere e per quanto dure esse fossero, per la felicit di tutti queste misure andavano prese. Noi le abbiamo prese. Ma quanta sofferenza abbiamo provato durante lanno nei confronti di centinaia di famiglie scosse nelle loro abitudini, spinte a cambiare la loro mentalit e obbligate ad operare adeguamenti psicologici dolorosi, per vivere al livello reale del nostro paese. La societ nuova esige mentalit nuova. Ed per questo motivo che occorre dedicarsi coraggiosamente ad un esame dei nostri due anni di Rivoluzione democratica e popolare senza compiacenza. Che cosa merita dessere cambiato nelle nostre abitudini, nel nostro modo di essere rivoluzionari? Innanzi tutto il potere popolare: il diritto principale della rivoluzione non viene esercitato abbastanza correttamente. Come conseguenza dei vari gradi di maturit politica, sono rapidamente comparsi il soggettivismo e gli abusi. cos che le vessazioni, le frustrazioni, le varie contrariet, hanno macchiato il dialogo di costruzione nazionale tra i Cdr e le persone che ancora esitavano nei confronti della rivoluzione. Occorrer estromettere dai ranghi dei nostri Cdr gli avventurieri, gli impostori, gli opportunisti, i situazionisti ; essi sono incapaci di una lotta conseguente. da l che escono gli amanti del neo-feudalesimo, gli ambiziosi che esercitano il potere come un diritto dinastico, poich la loro preoccupazione rivoluzionaria si riduce ad assicurarsi strette relazioni a livello dei dirigenti pi altolocati. Specialisti dello slalom gigante, non hanno esitato a cambiare furbescamente capi tante volte quante loro servito per ritrovarsi nelle istanze dirigenziali. Bisogna denunciare apertamente il loro equilibrismo e la loro abilit a mascherare gli appetiti piccolo-borghesi. Alle forze dellordine militare e paramilitare, occorre dire con

insistenza che lagente di sicurezza rivoluzionario non ha pi niente a che fare con il barbaro ubriacone repressivo e disumano di ieri. Al contrario, la cortesia, lamabilit, la generosit e lassenza di vanit spazzeranno via definitivamente limmagine negativa delle nostre forze di sicurezza pubblica, senza diminuirne in alcun modo fermezza e vigilanza. Nella nostra amministrazione, malgrado i successi incontestabili, troviamo qua e l burocrazia neocoloniale, pigrizia, ritardi, assenteismo, incompetenza e mancanza di spirito diniziativa che si traduce nellossessione per i regolamenti. Invece di mettere i regolamenti a servizio del popolo, alcuni funzionari pongono il popolo al di sotto dei regolamenti. Ci sono ancora molti difetti, carenze e anche comportamenti molto gravi nella gestione del potere popolare. Bisogna smascherarli. I rivoluzionari non hanno paura di riconoscersi debolezze e difetti, anche di fronte ad avversari e nemici. Esistono ancora compagni che sfruttano in modo disonesto la fiducia del Consiglio nazionale della rivoluzione per dedicarsi a tangenti e intrallazzi, per piazzare in qualche posto una sorella, una cugina o un amico personale. Questo non normale. Dobbiamo denunciare coraggiosamente simili pratiche se vogliamo avanzare nella via rivoluzionaria, riuscire nel nostro lavoro di trasformazione delle mentalit e costruire una societ nuova. La battaglia per un Burkina verde, subito partita con unintensa mobilitazione, dovr proseguire. La vittoria nelle tre lotte - contro il divagare degli animali allevati e contro il taglio selvaggio della legna, e per la riforestazione - si otterr e si garantir solamente se ogni Burkinab acquisisce la protezione della natura come propria caratteristica onnipresente. per questo motivo che invito ciascuno a intraprendere una produzione agricola; che ogni casalinga faccia un orto a casa, per quanto piccolo sia. Il riuso delle acque

Un mondo nuovo pi che possibile

per innaffiare permetter la produzione di verdure aggiuntive e offrir ad ogni bambino delle citt la possibilit di occuparsi e curare le piante. Ricordo a tutti la parola dordine un bosco ogni villaggio e le pianificazioni di spazi verdi urbani. E nelle nostre citt invito tutti alluso massiccio di calce bianca che, oltre al suo potere asettico, ha il vantaggio di abituare molto velocemente lo spirito di ognuno al rispetto della pulizia, del candore e dellordine. Per far s che le nostre donne, le nostre sorelle smettano di soffrire per i comportamenti disordinati degli uomini, gli stipendi devono diventare un reddito di tutta la famiglia. Lo stato non costringe nessuno al matrimonio, ma esige che chi fonda una famiglia si assuma le sue responsabilit. Ci sono uomini che trasformano le loro donne in serve, rifiutando loro tuttavia persino una paga di domestica e dissipando in futilit il denaro che deve servire alla famiglia. Tutto ci amorale, e inaccettabile in una rivoluzione democratica e popolare. Per questo motivo abbiamo elaborato lidea del salario vitale per le donne. Compagne e compagni militanti della Rivoluzione democratica e popolare, in questo secondo anniversario della nostra rivoluzione vorrei dire al mondo intero, a nome di tutti voi, gli ideali di pace, di libert e di amicizia che ci animano. Siamo impegnati in un vicinato dinamico e positivo e per questo moltiplicheremo i passi fraterni e privilegeremo il dialogo per fare fallire le manovre divisioniste e la neo balcanizzazione. La nostra fede nellunit africana si consolida ancor pi in rapporto ai problemi politici, socioeconomici e ci dimostra che, nei confronti dellimperialismo, noi in Africa abbiamo una sola scelta: morire ciascuno per suo conto o resistere, sopravvivere e vincere insieme. La nostra rivoluzione comunica con tutte le altre rivoluzioni sorelle, preparandosi a fare la sua parte nellinternazionalismo liberatore. E in seno alle Nazioni Unite, durante il nostro mandato di membro di turno del Consiglio di sicurezza, non verremo mai meno alla missione: la rivendicazione del diritto dei popoli contro la barbarie e la ferocia cieca della confraternita internazionale di Belzeb. Compagni, per noi si tratta di far nascere luomo della libert contro luomo del destino. La patria o la morte vinceremo. *Selezione dal discorso del 4 agosto 1985 del Presidente Thomas Sankara, ritrascrizione di un file audio di Ulysses Perez, ricercatore francese

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