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ROMEO CASTELLUCCI DICONODINOIOGGI.

IT FRANCESCO ZUCCONI MARIO E LUIGI DREAM TEAM IL FORMATO SERVITO CARMEN SOUZA LA CAPOEIRA

PERSONALE DI GEORGE CUKOR, I DIALOGHI DAL BRACCIO DELLA MORTE DI WERNER HERZOG, LESTREMO ORIENTE, LE ICONE FEMMINILI DEGLI ANNI SESSANTA: A LOCARNO 66 IL NUOVO CINEMA INESPLORATO INCONTRA I SENTIERI SELVAGGI, LE GRANDI ONDE, IL SENSO DELLARMONIA

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ALIAS 3 AGOSTO 2013

IL FESTIVAL

TUTTI I COLORI CAPITALI

IL PROGRAMMA

Locarno 66, tre passi ai confini dello schermo


di SILVANA SILVESTRI

LOCARNO
Proponiamo il saggio di Rinaldo Censi come anticipazione dal volume George Cukor On/Off Hollywood, edito in occasione della rassegna da Capricci in collaborazione con il Festival di Locarno
di RINALDO CENSI

Tutto costruito attorno allo scenario della Piazza Grande il festival di Locarno 66 assume questanno ancora di pi con la prima direzione artistica di Carlo Chatrian, la decisa tendenza alla messa in valore del cinema senza confini prestabiliti (intesi come tendenza piuttosto che come nazionalit beninteso). A cominciare dalla retrospettiva dedicata a George Cukor, curata da Roberto Turigliatto, con i suoi film da sempre materiale di problematici interventi critici tesi a evidenziarne gli elementi segreti, che si espandono su terreni fertili. Regista-sirena, metteur en scne con il suo posto donore accanto alle star tanto amate, Cukor stato tradizionalmente terreno di incursioni cinefile per il suo apparente gusto mainstream, ma, appartenente al gruppo di cineasti provenienti dallimmigrazione del centro Europa (lui nasce a New York da famiglia ungherese, ed ha un cognome che significa zucchero, zukor), non certo la superficie che va tenuta docchio. Un doppio gioco di gusto novecentesco ci investe ancora per il mascheramento dei ruoli. Pubblichiamo come anticipazione e deciso elemento critico il saggio in italiano di Rinaldo Censi contenuto nel libro George Cukor On/Off Hollywood, edito da Capricci stampato in inglese e francese in collaborazione con il Festival di Locarno con testi analitici e biografici, coordinato dal critico cinematografico Fernando Ganzo. Tra le scoperte del presente e di domani (numerose le opere prime e seconde in programma), i film in concorso e fuori concorso, spiccano i nomi degli autentici maestri compagni di avventure visive, Otar Iosseliani, Julio Bressane, Oaulo Rocha, Andrea Segre con Indebito, i 35 minuti di Jean-Marie Straub (Un conte de Michel de Montaigne). E tra tutti Werner Herzog con i nuovi capitoli dei ritratti dal braccio della morte che vengono raccontati in queste pagine da Antonello Catacchio come in una agghiacciante diretta, poich lultima esecuzione avvenuta appena pochi giorni fa, il 31 luglio. La sopravvivenza delle immagini di cui parla in un articolo teorico Gianluca Pulsoni, a proposito del nuovo libro di Francesco Zucconi si addatta perfettamente ad altri nomi in programma, Yervant Giainikian e Angela Ricci Lucchi, per il senso dellattualizzazione dellarchivio, indagine del passato e ancora di pi operazione critica sul presente: con Pays Barbare nel concorso internazionale, si compie unoperazione di rilettura attuale dei materiali ritrovati in un archivio privato sullAbissinia, la sintesi la troviamo gi nel titolo (Per questo paese primitivo e barbaro lora della civilt ormai scoccata).

a sinistra: Sophia Loren in Heller in pink tights (Il diavolo in calzoncini rosa). In alto Cukor e il cast di The Women. Al centro: Ava Gardner in Bhowani Junction (Sangue misto), in alto Katherine Hepburn e SpencerTracy in Adams Rib (La costola di Adamo). A destra in alto e in basso: Judy Garland e James Mason in A star in born ( nata una stella)

Yes, but it's one of the sad things of all time. La frase gli esce cos, di getto, come se non potesse trattenerla, come se qualcosa di incontrollabile avesse preso per pochi istanti il controllo del suo corpo. Per A Star is Born (1954) avevi un magnifico script e un'attrice bellissima, di prim'ordine, gli aveva appena ricordato Gavin Lambert, a voce alta. George Cukor l, di fronte a lui, comprende immediatamente che l'affermazione di Lambert, posta in quella forma surrettizia, elogiativa, si appresta ad aprire pi di una ferita. Anche per un regista come lui, avvezzo ai meccanismi, agli automatismi della fabbrica dei sogni, la frase appena pronunciata riporta in circolo profonde delusioni, momenti di scoramento e impotenza. Non questa l'unica volta che a Cukor capiter di vedersi tagliare un film, eppure, in questo caso, lo stoico fatalismo di chi si ritrova a lavorare all'interno di quella struttura piramidale che sono gli studios hollywoodiani, viene meno. E la figura tragica dei due protagonisti, Judy Garland e James Mason, si ribalta nella sorte del film. Pur mitigata dal tempo, la risposta di Cukor lascia in bella vista un sorriso storto: S, ma una delle cose pi tristi al mondo come gli studios tagliano i film! Non solo li tagliano, ma utilizzano il negativo per ricavarne largento. Judy Garland ed io ci sentivamo come la regina inglese che aveva Calais inciso nel cuore. Bloody Mary non vero? Nessuno di noi potrebbe mai sopportare di vedere la versione finale (G. Lambert, On Cukor. A Great Hollywood Director Producer, W.H. Allen, London and New York, 1973, p. 48). Bisogna essere dei veri uomini di mondo per ambire alla completa invisibilit. Mi sono fatto l'idea che George Cukor lo sia stato, o almeno ci abbia provato ad esserlo, anche nei suoi film. Uomo di teatro si spesso detto, senza che lo stesso interessato avesse qualcosa da ridire. Giunge al cinema, di cui fa il suo mestiere, ma senza apparire per nulla cinefilo. Preferisce libri, pice teatrali e sfilate di moda alle sale cinematografiche. Forse uno snob? Per nulla. un uomo sincero. Ne sa qualcosa anche Peter

Bogdanovich, che l'ha incontrato e intervistato. Eppure qualcosa lo avvicina all'invisibilit. Odia, per esempio, i movimenti di macchina accentuati, dove tutta la potenza e la forza della tecnica si sente l sullo schermo. Lui e la macchina da presa dovrebbero sempre restare non percepiti. Non solo la vecchia storia della linearit orizzontale del dispositivo narrativo hollywoodiano, del montaggio invisibile, ma qualcosa che va ad incontrare un modo d'essere, pi che un modo di rappresentazione. Come se l'anonimato fosse un ambizioso traguardo da raggiungere. Potrebbe condividere questa osservazione di Vincente Minnelli, riferita ai complessi movimenti di macchina da eseguire durante le riprese di An American

George Cukor, lezione di cinema

in Paris: Se sono ben fatti, il pubblico sar solo cosciente dei movimenti dei ballerini, non di quelli della macchina da presa. Come se, in fondo, sia Minnelli che Cukor fossero paradossalmente due cineasti indipendenti, all'interno del sistema industriale hollywoodiano. Due cineasti che cercano di dare il proprio meglio, con il proprio lavoro, ma smaliziati a tal punto da sapere che la macchina hollywoodiana potr fare ci che vuole con quanto hanno realizzato. A Star is Born il primo film in Cinemascope e a colori realizzato da George Cukor, fatta eccezione per un rullo in Technicolor all'interno di The Women (1939). Cukor chiama accanto a s George Hoyningen-Huene, un famoso fotografo di moda per Harper's Baazar e Vogue; sar la prima di una lunga serie di collaborazioni tra i due. The Robe stato girato solo l'anno precedente, e il Cinemascope dona ancora una serie di grattacapi visivi e di messa in scena. Come ricorda lo stesso Cukor: Ci furono un sacco di difficolt tecniche a proposito delle lenti e poi, e meno che l'esposizione non fosse assolutamente giusta, tutto sarebbe risultato rosso. Dovevi girare tutto in piano, senza profondit di campo. Non era possibile nessun movimento in alto e in basso,

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IL CONCORSO
Concorrono per il Pardo doro venti tra autori affermati e giovani registi, con opere in prima mondiale: Corneliu Porumboiu il regista rumeno pluripremiato (Quando scende la sera su Bucharest o metabolismo), Joaquim Pinto (E agora? lembra-me), i fratelli peruviani Daniel e Diego Vega (El Mudo), Julio Bressane (Educaao sentimental), Yervant Giainikian e Angela Ricci Lucchi (Pays barbare), Pippo Delbono (Sangue), Joanna Hogg (Exhibition, Uk), David Wnendt (Feuchtgebiete, Germania), Claire Simon (Gare du nord, Francia Canada) documentarista che sulla stazione ha realizzato una pice di teatro, un documentario, una istallazione web e il film interpretato da della notte sovrapposta al blu pi elettrico, al neon, del locale jazz in cui si reca per ascoltare Judy Garland. Basta un attimo per finire dentro il rosso acceso, del locale mentre, ai lati, il colore digrada, come se l'attenzione fosse tutta focalizzata in un determinato punto dell'inquadratura. Oppure si pensi a una delle sequenze pi spensierate del film, all'interno dell'appartamento, tra pareti grigio-bianche, quadri dalle cornici del medesimo colore (in cui risaltano il blu e il verde), la camicia rosa di lei (su collant viola-bordeaux), l'abito marrone di lui. La Garland scimmiotta (raddoppia) un set, invocando perentoriamente l'accensione delle luci (che effettivamente si fanno pi intense), e ordina action per quella che dovrebbe essere una dream sequence. Sale su un tavolino, siede su una poltrona bianca e si sposta all'interno di un perimetro-ribalta su cui possiamo notare tende beige, fiori giallo acceso, un divano giallo caki, cuscini rosa e viola, altri a righe, il verde delle piante sul fondo a sinistra, un sandwich sul tavolino di vetro, posacenere e carte da gioco. E il rosso vermiglio del suo rossetto. In un suo testo, Jean Louis Schefer parla del colore come di un'apertura teatrale, materia che si presta a un collocamento dei ruoli in una finzione della realt. (J.L. Schefer, Matire du sujet, Images mobiles. Rcits, Visages, flocons, POL diteur, 1999, pp. 187-88) Non forse questo che entra un po' gioco anche nei film di Cukor? C' una scena formidabile in Heller in Pink Tights (1960) in cui Sophia Loren si ritrova a muoversi, bionda, in sottoveste e corsetto azzurro, su un fondale azzurro e bluastro, mentre Anthony Quinn la osserva pi distante, sul bordo destro dell'inquadratura. Cerca abiti da indossare e, nervosa, chiede consiglio a Quinn. Prende da un armadio indumenti bianchi, rosso bordeaux. Li scuote chiedendo quale indossare. Lo specchio quadrato sul fondo, la bacinella e l'attaccapanni: per alcuni istanti, gli indumenti fluttuano e sembrano far reagire il fondo cromatico, mischiando azzurro, bianco e rosso bordeaux, raddoppiando la tensione che cogliamo nella recitazione della Loren. Sembra quasi di trovarsi, involontariamente, davanti a un gesto color field di Morris Louis, posto anacronisticamente in una specie di spogliatoio sperduto nel Far West, una specie di minuscola ribalta teatrale la cui scenografia ricorda quella della Nana di Manet (ma Cukor cita come fonte di ispirazione Renoir). Solo che il divano su cui si dovrebbe trovare l'uomo con il cappello a tuba stato spostato sul bordo del quadro, dove siede un divertito Anthony Quinn. Una piccola ribalta all'interno di un'altra, quella posta dentro il locale su cui agisce la compagnia teatrale. Idea del maquillage, del tono cromatico in rapporto ad altri elementi del set. Davanti all'entusiasmo di Gavin Lambert per l'uso del colore, Cukor esclama: (il colore) incantevole! magnifici anche i set! E a proposito delle scenografia, ci tiene a ricordare quella del saloon, rosso-arancione: Era stata unidea di Gene Allen. fantastico quando Sophia Loren entra, vestita di bianco mentre tutti gli uomini sono in nero (G. Lambert, p. 237) E il film in fondo tutto l: nel cromatismo acceso di una capigliatura che reagisce contro il tono di un fondale. E nella recitazione, l'umorismo di Sophia Loren, la sua leggerezza. A Cukor sembra bastare questo. Infatti lo script si sfalda completamente verso il finale, chiudendosi in un anonimo melodramma, gli ricorda Lambert. Non c una storia vera e propria, come dico - risponde

Nicole Garcia, il catalano Albert Serra (Historia de la meva mort, Spagna, Francia), Hlne Cattet e Bruno Forzani (Ltrange couleur des larmes de ton corps), Thomas Imbach (Mary, Queen of Scots, Svizzera), Kiyoshi Kurosawa (Real, Giappone), Destin Cretton (Short Term 12, Usa), Tso-chi Chang gi assistente di Hou Hsiao-hsien (A Time in Quchi, Taiwan), Shinji Aoyama (Tomogui, Giappone), Yves Yersin, il regista di Petites fugues (Tableau noir (Svizzera), Sangsoo Hong (Il nostro Sunhi, Corea del sud), Emmanuel Mouret (Une autre vie, Francia). La giuria del concorso internazionale: Lav Diaz (presidente, Filippine), Mattias Brunner (esperto di cinema, Svizzera) Juan de Dios Larrain (produttore, Cile), Valrie Donzelli (regista, attrice, Francia), Yorgos Lanthimos (regista, produttore, Grecia)

GERENZA
Il manifesto direttore responsabile: Norma Rangeri a cura di Silvana Silvestri (ultravista) Francesco Adinolfi (ultrasuoni) in redazione Roberto Peciola redazione: via A. Bargoni, 8 00153 - Roma Info: ULTRAVISTA e ULTRASUONI fax 0668719573 tel. 0668719557 e 0668719339 redazione@ilmanifesto.it http://www.ilmanifesto.it impaginazione: il manifesto ricerca iconografica: il manifesto concessionaria di pubblicit: Poster Pubblicit s.r.l. sede legale: via A. Bargoni, 8 tel. 0668896911 fax 0658179764 poster@poster-pr.it sede Milano viale Gran Sasso 2 20131 Milano tel. 02 4953339.2.3.4 fax 02 49533395 tariffe in euro delle inserzioni pubblicitarie: Pagina 30.450,00 (320 x 455) Mezza pagina 16.800,00 (319 x 198) Colonna 11.085,00 (104 x 452) Piede di pagina 7.058,00 (320 x 85) Quadrotto 2.578,00 (104 x 85) posizioni speciali: Finestra prima pagina 4.100,00 (65 x 88) IV copertina 46.437,00 (320 x 455) stampa: LITOSUD Srl via Carlo Pesenti 130, Roma LITOSUD Srl via Aldo Moro 4 20060 Pessano con Bornago (Mi) diffusione e contabilit, rivendite e abbonamenti: REDS Rete Europea distribuzione e servizi: viale Bastioni Michelangelo 5/a 00192 Roma tel. 0639745482 Fax. 0639762130

davanti e lontano dalla camera. E non dovevi avvicinarti ai volti. Quasi tutto, a quanto pare, doveva essere buttato via. Bene, abbiamo girato cos per un giorno - e poi, con Gene Allen e George Huene, abbiamo detto: Al diavolo con questa roba. Abbiamo appena prestato attenzione a quella dannata forma da busta postale, abbiamo ignorato tutte le regole, abbiamo anche tagliato molto pi velocemente di quanto avremmo dovuto. stato un po' come quello che successo quando arrivato il sonoro, hanno detto di lasciar perdere tutto quello che si era imparato (G. Lambert, p. 52) C' chi come Fritz Lang considera il Cinemascope adatto a funerali e serpenti. George Cukor preferisce segnalarne la forma gestaltica, simile a quella di una busta postale (mailbox shape). Ma nel film, oltre al formato Cinemascope, l'uso del colore che affascina e colpisce. Posto ancora un volta sotto l'insegna dell'invisibilit, il colore sembra quasi non emergere, eppure possiede un ruolo di primaria importanza; mai volgarmente esibito, si limita a lavorare inconsciamente, in profondit. Ne ha compreso brillantemente la sua funzione un critico come Carlos Clarens, che nella sua monografia, dopo aver magnificato l'intesa tra Cukor e Huene (che paragona a

quella tra Welles e Toland), ne descrive cos l'efficacia: Molto stato fatto, prima di tutto dallo stesso Cukor, dal prezioso contributo di Hoyningen-Huene alla complessit cromatica di questo e dei film successivi. Il sottile uso del colore di Honingen-Huene si estende al set e ai costumi cos come alla fotografia: sostiene il senso della scena senza sconvolgerla, non ricorre mai ai toni aspri, al recente espressionismo di Alexander Golitzen dellUniversal, non aggiunge elementi alla trama, ma informazioni subliminali ai caratteri (C. Clarens, George Cukor, Seker & Warburg, 1976, p. 101). Spesso nei film a colori di George Cukor, la tinta di un abito entra in rapporto con la scenografia, con l'illuminazione. Non solo nei musical dove il rapporto sembrerebbe pi stretto e prevedibile. Ogni film procede declinando toni d'abito su fondali e scenografie, oggetti e luminarie al neon. Si pensi a A Star is Born. C' la notte che apre il film, sul boulevard, le macchie rosse di fari e automobili, i fasci luminosi che tagliano il blu diffuso, e il giallo dorato del palazzo, il rosso del tappeto. La grana della pellicola sembra stranamente visibile, come se la ripresa fosse simile a quella di un lussuoso newsreel. C' il nero dell'abito di James Mason e il blu

Cukor - ma non ti sono piaciute alcune delle sue performances? Penso che Sophia Loren sia eccellente, lieve e con humour (G. Lambert, p. 239) Ogni film pone una riflessione e uno studio preciso del colore, in rapporto al tono della vicenda, il suo mood, unito al comportamento dei personaggi, al loro carattere volubile. Possiamo notare questa insistenza, quasi un'urgenza, nelle stesse riflessioni di Cukor. Riguardo a Bhowani Junction (1956), altro film tagliato, il cui colore sembra immerso in uno strano marrone bruciacchiato (rather burnt-out brownish tone)... E che dire del colore della pelle di Ava Gardner? I suoi abiti variano dal bianco a verde militare, fino a quel rosso accesso che buca la notte in una delle sequenze finali, cos carica di tensione e erotismo, mentre cammina lungo le rotaie della ferrovia per fuggire su un treno. il colore qui a parlare e a donare una nuova funzione al personaggio e alla vicenda? L'abito insomma una superficie, una materia colorata che reagisce chimicamente e cromaticamente con la scenografia, producendo senso, accentuando una personalit. Che cosa sono queste figure se non creature composte da un pigmalione grazie a un'opera di maquillage (luministico, cromatico, cosmetico)? In The Chapman Report (1962) uno dei film pi strabilianti di Cukor, passato anch'esso tra le forbici della produzione, ognuna delle protagoniste viene caratterizzata da un colore d'abito: Ogni donna portava sempre lo stesso colore: Jane Fonda sempre il bianco, Claire Bloom in nero, Glynis Johns in beige. Claire non portava reggiseno, il suo petto ondeggiava e provocava sensazioni erotiche, sembrava che il vestito stesse per cadere e che il seno potesse venir fuori (G. Lambert, p. 142) In questa moderna storia di donne (la versione anni '60 di The Women), ispirata ai Kinsey Reports, tra sedute da psicoanalisti, adulterio, ninfomania e frigidit, ogni colore determina e prevede un suo spartito drammaturgico: da qui il tono del film, che oscilla tra la commedia e il dramma. In una delle sequenze pi divertenti, Glynis Johns, una donna perennemente accompagnata da

registratore e microfono su cui fissare i testi poetici che sta leggendo, come se la sua vita fosse un perenne sogno ad occhi aperti, una parte da recitare, si trova in spiaggia a declamare l'ennesimo testo poetico. La sabbia, l'abito beige sulla pelle rosea, il rossetto e i capelli biondi, il fard, il telo giallo, le onde del mare, il cielo azzurro, il registratore blu polvere: declama un testo disturbata da quattro atletici giocatori di football americano. Uno di questi le rotola addosso. Si scusa con gentilezza, mostrando uno splendido sorriso. Lei ne attratta. Lui torna a giocare. Lei riprende a declamare, ma confonde il testo con osservazioni sul suo fisico. Alcuni stacchi ci mostrano il ragazzo ripreso in contro-plonge, sotto un cielo reso di un blu quasi acrilico. un momento davvero ilare, dove in pratica non accade nulla. un momento di puro svago estivo, simile a quello che troviamo riprodotto in tante fotografie d'epoca. Figure sorridenti, scioperate e felici che mi fanno pensare a certi quadri iperrealisti che di l a poco dipinger Malcolm Morley (Beach Scene, 1968). E come nei quadri di Morley, anche qui sembra non apparire nulla, se non una specie di sottile ironia sottopelle, carica di ambiguit. Ritroviamo forse qui tutta la maestria di George Cukor. Se in apertura parlavamo di invisibilit, ebbene, forse questo esempio ne rende pienamente giustizia. come se il cinema non esistesse, sparisse annullandosi nell'accuratezza del proprio farsi. Senza farsi notare, appunto. Il gioco degli attori, la composizione cromatica: quasi non percepiamo la presenza della macchina da presa. semplicemente un modo di vedere le cose, spiega Cukor a Gavin Lambert. Prima di fare Pat e Mike, ho guardato Bill Tilden giocare a tennis. Ottocento anni fa giocavo anchio e tutto quello che ricordo era che le palle mi arrivavano in modo del tutto inaspettato. Ora, attraverso gli occhi e la sicurezza di Tilden ho potuto vedere comera il gioco e mi sembrato molto semplice. Lui era sempre dove era la palla. Non cera niente di affettato, niente era fuori controllo. Questo ha lasciato la sua impronta (G. Lambert, pp. 159-60) La sua grande lezione si nasconde qui.

Copertina: una scena con Marilyn Monroe dal film incompiuto di George Cukor Something's Got To Give

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66 FESTIVAL DI LOCARNO

LINESORABILE BRACCIO DELLA MORTE

PARDO DONORE A HERZOG, ALLA CARRIERA A IOSSELIANI


Il Pardo donore Swisscom 2013 sar consegnato al regista tedesco Werner Herzog. La cerimonia avr luogo il 16 agosto (21,30 in Piazza Grande); il regista parteciper anche a una conversazione aperta al pubblico del Festival, moderata da Grazia Paganelli, autrice di una monografia sul filmmaker. Parte della sua lunga produzione per il grande schermo verr presentata durante il festival. Fra i film che si vedranno: Anche i nani hanno cominciato da piccoli (1970); Aguirre furore di Dio (1972); Lenigma di Kaspar Hauser, 1974); Nosferatu - Il principe della notte (1979); Fitzcarraldo (1982); Dove sognano le formiche verdi (1984); (Il diamante bianco (2004); Grizzly Man (2005); Lignoto spazio profondo (2005); My son, my son, what have ye done? (2009); Death Row II - Portrait: Blaine Milam (2013, fuori concorso); Death Row II - Portrait: Darlie Routier, Death Row II - Portrait: Douglas Feldman e Death Row II - Portrait: Robert Fratta. Si tratta della presentazione, in prima mondiale, dei quattro episodi da 50 minuti che sono la continuazione della serie sui condannati a morte del Texas e Florida (il primo ciclo venne realizzato per la tv). Pardo alla carriera per Otar Iosseliani. In visione, Cera una volta un merlo canterino (1970); Pastorali (1975); Briganti (1996); Otar Iosseliani, le merle siffleur di Julie Bertuccelli (Francia, 2006, documentario); Chantrapas (2010); Parole e utopia #33 Otar Iosseliani di Donatello Fumarola e Alberto Momo (Italia 2013, 14 min., prima mondiale)

PIAZZA GRANDE
Il festival di Locarno si caratterizza per le proiezioni in Piazza Grande, immensa sala allaperti tecnicamente perfetta che pu accogliere fino a ottomila spettatori. Nel corso del Festival sono in programma alcuni film che ricordano gli omaggi e i premi assegnati come Fitzcarraldo di Herzog, Ricche e famose di George Cukor, film di successo come Gloria di Sebastian Lelio (Cile), film in prima mondiale come Gabrielle di Louise Archambault, (Canada, il 12 agosto), Vijay and I di Sam Garbanski (Belgio, l8 agosto), La variabile umana di Bruno Oliviero con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli (il 9 agosto). Sur le chemin de lcole di Pascal Plisson (Francia) il film di chiusura, un documentario sul destino di cinque bambini di varie parti del mondo il cui accesso allistruzione sembrerebbe impossibile. Inaugura 2 Guns dellislandese Baltasar Kormkur che nel 2000 present a Locarno la sua opera prima 101 Reykjavik, e che torna con unaction-comedy Usa con Denzel Washington, basata sullomonima graphic novel di Steven Grant.

Douglas Feldman stato giustiziato in Texas il 31 luglio con uniniezione letale: una delle vite raccontate da Werner Herzog nel braccio della morte. Sono 33 gli stati degli Usa in cui ancora in vigore la pena di morte, in alcuni casi con fucilazione
ON DEATH ROW QUATTRO NUOVI EPISODI

Werner Herzog negli abissi dei luoghi e della mente


di ANTONELLO CATACCHIO

Alle 18,26 del 31 luglio, ora del Texas, Douglas Feldman recluso numero 999326, stato ufficialmente dichiarato morto. A ucciderlo uniniezione letale in esecuzione della sentenza emessa. Feldman era rinchiuso nel braccio della morte del carcere di Polunski e in galera dal 1998. Non era uno stinco di santo. Aveva ammazzato un camionista perch aveva spinto lui e la sua moto fuori strada, quindi lo aveva inseguito, raggiunto e aveva esploso una decina di colpi di pistola, andandosene non prima di essersi accertato che luomo fosse davvero morto. E pochi minuti dopo aveva ammazzato un altro autista che stava facendo benzina perch gli era di nuovo venuto il sangue alla testa avendo visto un camion cos simile al primo. E altre ancora ne aveva combinate. Detto questo suona tremenda quella sorta di doppia condanna, quindici anni di carcere e poi liniezione. Werner Herzog qualche anno fa ha realizzato quattro documentari girati negli Stati Uniti, proprio nel braccio della morte. Titolo On Death Row, episodi di una cinquantina di minuti presentati da diverse emittenti televisive.

Materiale molto forte. Ora Herzog, che al Festival di Locarno verr festeggiato con un Pardo donore alla carriera, ha realizzato altri quattro nuovi segmenti inediti della serie che verranno presentati al festival ticinese. Uno di questi nuovi episodi dedicato proprio a Douglas Feldman. Lo schema dei documentari classico. Si parte dallinquadratura della stanza che precede quella in cui c il lettino con le cinghie dove verr materialmente compiuta lesecuzione. Se il cinema fosse percepibile anche olfattivamente si respirerebbe un intenso odore di morte. Quei testi sacri posti su un tavolo, il clima complessivo ci ricordano che qui i buoni cristiani, discendenti dei padri pellegrini si nutrono di cultura mortifera. Herzog molto civilmente ricorda con voce off che la pena di morte ancora in vigore in 33 stati, che in Utah e Oklahoma in certe circostanze consentita la fucilazione (e lultima stata fatta nel 2010), aggiunge che lui proviene da un paese diverso, con un altro background, che ospite negli Usa, per questo, pur non condividendola, rispetta la loro scelta di ricorrere alla pena di morte. A quel punto parte il

documentario specifico. Herzog intervista non solo il condannato, ma amplia il discorso coinvolgendo i poliziotti che sono giunti sulla scena del crimine, il pubblico ministero, gli avvocati, talvolta anche i parenti sia delle vittime che del condannato. Utilizzando materiali televisivi darchivio, comprese le registrazioni della polizia, anche solo audio, e miscelandoli con le foto personali, i filmini domestici e le interviste si ottiene un quadro che scava in profondit, con effetto lacerante. Perch talvolta i

crimini sono orrendi. Altre volte perch nello spettatore si insinua il dubbio che quelluomo o quella donna forse non siano davvero i colpevoli. Non il caso di Feldman che ha avuto modo di dichiarare come lui avesse condannato a morte le persone che ha ucciso. Quello che colpisce vedendolo e sentendolo altro. Pur essendo stato un ragazzino decisamente ribelle, con problemi di relazione e di droga gi a undici anni (ma lui non si mai considerato tossico, riconosce di avere preso diverse sostanze, ma di non esserne mai stato schiavo). Poi per il ragazzo studia, diventa analista finanziario, con ottimi risultati perch decisamente molto intelligente. Ma si stufa. Si chiede che vita sia quella per cui hai fatto un sacco di sacrifici per ottenere un titolo di studio che ti ha portato a lavorare come un cretino e basta. Certo, si guadagna, ma non si vive, risucchiati nello stress lavorativo. Quindi Douglas molla tutto. Inforca la sua moto e se ne va in giro per il Sudamerica. Dalla foresta amazzonica, dove trova la complicit evocativa di Herzog che in quei luoghi ha girato Aguirre furore di Dio e Fitzcarraldo, sino allestremo Sud dove lo si vede con i pinguini. Poi

CHRISTOPHER LEE E SERGIO CASTELLITTO


Pardo alla carriera: Sergio Castellitto. Verranno proiettati i seguenti film con lattore fra gli interpreti: Chi lo sa? di Jacques Rivette (Francia/Italia/Germania, 2001); Lora di religione di Marco Bellocchio (Italia, 2002); Alza la testa di Alessandro Angelini (Italia, 2009). Con Castellitto come regista, vengono proposti: La bellezza del somaro (Italia, 2010); Venuto al mondo (Italia/Spagna, 2010). Lattore britannico Christopher Lee ricever un Excellence Award Mot & Chandon (7 agosto, Piazza Grande; il giorno seguente, allo Spazio Cinema Forum, il pubblico del festival potr prendere parte a una conversazione con lattore, moderata dal critico cinematografi con Emmanuel Burdeau. In suo onore, i film: La furia dei Baskerville di Terence Fisher (1959); Umbracle di Pere Portabella (1972); The Wicker Man di Robyn Hardy (1973), con un nuovo restauro digitale per il 40 anniversario del film, per gentile concessione di StudioCanal Limited. Histoire(s) du cinma, riferimento al capolavoro di Jean-Luc Godard, invece la sezione che la rassegna dedicata alla storia del cinema, e propone opere di cineasti e artisti a cui il Festival rende omaggio. La sezione prevede la proiezione di versioni restaurate di film rari e importanti della storia del cinema, nonch di opere proposte dalla Cinmathque suisse nellambito di Cinema svizzero riscoperto.

per la festa finisce. Al rientro non ha lavoro e anche i soldi ormai scarseggiano. Douglas inizia la deriva che lo porter poi in galera e infine alla morte di pochi giorni fa. Nessun timore della morte da parte sua, nessun approccio religioso si diventa biomassa. E allesecuzione dovrebbe non aver assistito la figlia di una vittima che pur aspettando quel momento e pur volendolo vedere ha dichiarato temo possa dire qualcosa che mi rimarrebbe addosso tutta la vita. Nellincontro Douglas fischia, unattivit che gli piace, anche cantare gli piace, infatti accenna Fly Me to the Moon, un hit di Frank Sinatra, che in questo contesto suona davvero surreale. Gli altri episodi sono focalizzati su altre figure. Darlie Routier in carcere da sedici anni. Condannata a morte con laccusa di avere ucciso due dei suoi tre figli (anzi, la condanna riguarda solo uno dei due omicidi, laltro tenuto di scorta in caso ci fosse qualche gesto di clemenza). Il dubbio che Darlie sia stata condannata pi su basi emotive che su prove inoppugnabili.

Robert Fratta invece un ex poliziotto che ha fatto uccidere la moglie che non ne poteva pi di lui. Ora vive nel raggio della morte con Ges che gli parla. Anche Blaine Milam si trova l per motivi, in qualche modo, religiosi. Ha ucciso a martellate la figlia di tredici mesi della sua ragazza perch era indemoniata e non avevano trovato altro metodo per compiere lesorcismo. Laspetto angosciante sta nel fatto che Blaine in carcere gi da quattro anni e ora ne ha 22. Brutte storie con una postilla, per inquirenti e giudici il male esiste e sin qui saremmo tutti daccordo, solo che loro ci vedono qualcosa di demoniaco, quindi qualcosa che in antagonismo con il bene rappresentato dal cristianesimo. Nellomaggio che viene reso a Herzog sono compresi anche una decina di altri titoli peccato manchino un paio di documentari poco visti della fine degli anni 70. Nel 1976 Herzog venne a sapere che unisola della Guadalupa, nelle Antille francesi, doveva essere completamente evacuata perch il vulcano la Grande Soufrire secondo tutti gli studi

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ESTREMO ORIENTE

In concorso Kiyoshi Kurosawa e Shinji Aoyama


di MATTEO BOSCAROL

pagina a sinistra: Werner Herzog nellepisodio di The Death Row su Blaine Milam. Riquadro piccolo: episodio su Robert Fratta. Box in alto: Otar Iosseliani. Pagina a destra: una scena da Real e il regista Kiyoshi Kurosawa. sotto: Backwater di Shinji Aoyama

Dal Giappone il superamento delle frontiere dello stato cosciente, delle famiglie problematiche e, con i lavori della sezione Jeonju Digital Project anche lo scavalcamento delle frontiere poetiche del digitale

scientifici stava per esplodere con effetti devastanti. Tutti se ne andarono, tranne un contadino. Il genio folle di Herzog si illumin. Con due operatori part per lisola. Nacque cos La soufrire. Le immagini sono incredibili perch migliaia di persone se ne erano andate in tutta fretta. Come se si fossero dissolte lasciando tutto intatto alle spalle. Solo che, contrariamente alle previsioni linevitabile esplosione non avvenne. Laltro lavoro How much Wood would a Woodchuck Chuck, uno scioglilingua. Herzog, negli Usa per realizzare La ballata di Stroszek si era imbattuto nel campionato dei banditori dasta di bestiame che usano una tecnica verbale particolare, molto ritmata e con il flusso di parole che deve essere continuo. Quasi un rap antelitteram, o forma poetica del capitalismo come la definisce Herzog. Ci sar comunque modo di riassaporare su grande schermo in piazza Grande tutto limpatto spettacolare rappresentato da Aguirre furore di dio (1972), cos come il superbo Nosferatu (1978) entrambi con lamico-nemico

Klaus Kinski. E ancora il delirante Anche i nani hanno cominciato da piccoli (1970), poi Kaspar Hauser (1974) con linafferrabile Bruno S., Dove sognano le formiche verdi (1984), lagghiacciante Grizzly man (2005), altra incursione su situazioni limite, cos come Il diamante bianco (2004) ricognizione documentaria sul volo che lo porta di nuovo nella foresta amazzonica sino a The Wild Blue Yonder (2005) in cui fiction e documentario sembrano intrecciarsi. Ma il dato pi inquietante sta in My Son, My Son, What Have Ye Done (2009) il film di Herzog prodotto da David Lynch con Michael Shannon protagonista e ispirato alla storia, vera, di Mark Yavorsky, un attore che uccise la madre con una sciabola usata in un film, in un sussulto da tragedia classica. Secondo Herzog, che and a trovare lomicida a suo tempo (ora morto) e lo trov fuori dal carcere, perch fuori di zucca, si tratta di un horror senza sangue, motoseghe e trucidume, ma con una strana paura senza nome che ti fa venire i brividi.

Shinji Aoyama e Kiyoshi Kurosawa sono i due nomi dall'estremo oriente che pi spiccano nel concorso internazionale del Festival di Locarno di questo 2013. Non nuovi alla presenza nella manifestazione svizzera e pi in generale ai circuiti festivalieri europei, i due registi, seppur seguendo percorsi molto diversi - non va dimenticato che Kurosawa si formato nel genere softcore del pink eiga - entrambi hanno conosciuto popolarit e gloria internazionale soprattutto nella seconda met degli anni novanta, un periodo molto fertile e creativo per il cinema nipponico, che molti hanno battezzato una sorta di nuova onda. Nel nuovo millennio poi il percorso di maturit artistica dei due autori si raffinato ed sbocciato in una serie di altri film e specialmente con due dei lavori per cui sono ancora oggi pi ricordati, almeno in Europa, Aoyama con Eureka del 2001 e Kurosawa con Tokyo Sonata del 2008. Dopo il non troppo riuscito Tokyo Park, presente proprio qui a Locarno due anni or sono, una sorta di Blow Up ambientato ai nostri giorni, Aoyama presenta in questa edizione della manifestazione, Backwater con cui ritorna a toccare temi pi espliciti che gi aveva affrontato nella prima parte della sua carriera come il sesso, la violenza e la loro relazione in contesti familiari in crisi. La storia si sviluppa attorno al diciasettenne Toma, a suo padre e alla sua amante Kotoko con cui un giorno finisce per avere un figlio, lo choc e la sopresa nello scoprire questa relazione cambier latteggiamento di Toma verso la vita e verso lamore. Con Real invece Kurosawa, dopo il successo di critica del gi citato Tokyo Sonata e la serie televisiva Penance passata anche a Venezia l'anno scorso, sembra ritornare al genere o meglio alle atmosfere che lo hanno reso famoso, Pulse e Cure sono solo alcuni dei lavori pi significativi che vengono in mente a questo proposito. Anche questo lavoro si basa su un romanzo, Un giorno perfetto per un plesiosauro, e vede la vita dei due protagonisti, un ragazzo ed una ragazza che si conoscono da moltissimo tempo e ora fidanzati, improvvisamente venir sconvolta da un evento tragico. La donna tentando infatti di suicidarsi rimane in uno stato comatoso da cui non riesce a svegliarsi. Attraverso una nuova pratica medica denominata sensing Koichi, questo il nome del ragazzo, riesce per ad entrare in contatto con la mente della ragazza e a cercare cos di riportarla allo stato cosciente ed allo stesso tempo anche di scoprire il perch del suo gesto. La compagine sud coreana sar invece rappresentata nel Concorso Internazionale da Hong Sang-soo con il suo CINEASTI DEL PRESENTE quindicesimo film, Our Sunhi, seconda opera ad Il Concorso cineasti del essere presentata ad un presente propone opere prime e festival europeo seconde di registi emergenti: 16 importante dopo Nobodys film, documentari o fiction in prima Daughter Haewon a mondiale o internazionale in gara Berlino lo scorso febbraio. per il Pardo doro Cineasti del Oltre al debutto del regista Presente - Premio George Cho Se-rae che con il suo Foundation, giudicati da una giuria The Stone far parte della composta da: Hartmut Bitomsky sezione Cineasti del (regista, produttore, Germania), Presente, assai Tine Fisher (direttrice di festival, interessante la Danimarca), Daniele Gaglianone, collaborazione del festival Peaches (musicista, regista, Canada), svizzero con quello sud Nicolas Pereda (regista, Messico). I coreano di Jeonju, i cui film: Cameleon di Elvin Adigozel e Ru lavori finanziati dal festival Hasanov (Azerbaigian), Costa da stesso nel programma morte di Lois Patio (Spagna, nella foto), Forty Years from Yesterday di Robert Jeonju Digital Project, Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck (Usa), LHarmonie di Blaise Harrison saranno qui presenti. (Francia Svizzera), Le sense de lhumour di Marilyne Canto (Francia), Los Cineasti del calibro di insolitos peces gato di Claudia Sainte-Luce (Messico), Manakamana di Shinya Tsukamoto, Naomi Stephanie Spray e Pacho Velez (Nepal), Mouton di Gilles Deroo e Marianne Kawase e Lav Diaz, qui a Pistone (Francia), Roxanne di Valentin Hotea (Romania Ungheria), By the river Locarno presidente di di Nontawat Numbrnchapol (Thailandia), The dirties di Matt Johnson giuria, hanno negli anni (Canada Usa), The special need di Carlo Zoratti (Germania Italia), The Stone passati partecipato a di Se-rae Cho (Corea del sud), The ugly one di Eric Baudelaire (Francia questo interessante Libano Giappone), The unity of all things di Alexander Carver e Daniel progetto che cerca di Schmidt (Usa), Yuan Fang di Zhengfan Yang (Cina). La sezione I Pardi di sondare le nuove domani presenta cortometraggi e mediometraggi realizzati da giovani sensibilit e frontiere autori indipendenti o studenti di scuole di cinema: In giuria: Adriano Apr poetiche del digitale. (presidente), Marta Andreu, Emir Baigazin, Grgoire Colin, Basil Da Cunha Questanno gli

appassionati di cinema del Canton Ticino potranno vedere gli ultimi lavori, nessuno supera i sessanta minuti di durata, del sino coreano Lu Zhang, dellindonesiano Edwin e del giapponese Masahiro Kobayashi. Lavoro di respiro internazionale, nel senso meno banale del termine cio quello che getta luce sulle fratture pi che sugli elementi omegenei, si annuncia The Ugly One di Eric Baudelaire, gi autore di quel gioiello di Teoria del Paesaggio che The Anabasis of May and Fusako Shigenobu, Masao Adachi and 27 Years Without Images. Il regista francese prosegue la sua collaborazione con il grande rivoluzionario/cineasta Masao Adachi in un lavoro nato da una storia raccontata dallo stesso giapponese a Baudelaire, Adachi a questo film di 100 minuti ha prestato anche la voce per la narrazione. Sullo sfondo di una Beirut oramai cambiata definitivamente, con la tragedia della guerra civile in Siria a solo pochi passi, questopera si presenta come molte cose insieme, una storia damore e un racconto di una battaglia politica a met tra il documentario e il film di finzione ritornando sui temi e sullestetica che avevano caratterizzato il precedente film di Baudelaire ma in pi esplorando due generazioni di cineasti e di impegno politico, i fallimenti ed i loro pentimenti. Sempre di pi sembra che limpossibilit di Adachi di realizzare un nuovo film, vuoi per let avanzata, vuoi per la difficolt a trovare i fondi o per lostracismo dellindustria cinematografica verso il vecchio ma mai domo vecchio rivoluzionario giapponese, abbia trovato uno sbocco creativo negli sforzi sperimentali e borderline di Eric Baudelaire. Sicuramente uno dei lavori a cui prestare pi attenzione in tutto il festival di Locarno di questanno.

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ALIAS 3 AGOSTO 2013

66 FESTIVAL DI LOCARNO

LA RIVOLUZIONE FEMMINILE DELLIDENTIT

HISTOIRE (DU) CINMA PREMI

La donna spavalda e indipendente degli anni Sessanta


La rivoluzione femminile negli anni '60 non poteva che incarnarsi in corpi cinematografici capaci di far convivere in armonia l'incanto delle fattezze con l'intelligenza della libert e il Festival di Locarno quest'anno, per le sue Historie (du) Cinma, celebra tre icone assolute di quel mutamento radicale e irripetibile, tre grazie canoviane sinuose e ancora fulgide che rispondono ai nomi di Anna Karina, Faye Dunaway e Jacqueline Bisset. Se a Hollywood, agli albori degli anni '60, soltanto Alfred Hitchcock e Billy Wilder tentavano piano piano di scardinare la pruderia neovittoriana che affogava i turbamenti nel Codice Hays, focalizzandosi sul corpo, sul femminile uso e abuso di esso e sulla fiera indipendenza lavorativa e del sentimento senza logiche, in Francia la musica era ben diversa. Tante gradazioni di donna hanno accompagnato l'eversione della Nouvelle Vague francese, in grado di fotografare alla perfezione la nuova identit femminile che si affacciava timida verso la fine degli anni '50, e il bestiario dell'epoca ha visto sfilare, uno dopo l'altro, tanti diversi aspetti dell'universo muliebre, trovando nelle sembianze di alcune attrici il proprio apogeo. Come dimenticare la cerebrale sensualit, sublimata attraverso il volto e la voce, di Jeanne Moreau, la sfrontatezza del corpo atomico per Marlene Dietrich e Joseph von Stenberg ad esempio, ma una relazione molto pi simile a quella fra pittori e modelle. Anna Karina non esisteva prima di Godard, e, dopo la fine del loro matrimonio nel 1967, quasi cesser di esistere come corpo filmico, come tante muse pittoriche dopo aver cessato di ispirare l'artista, fatta eccezione per una manciata di gioiellini dimenticati come In fondo al buio di Tony Richardson e Rendez-vous a Bray di Andr Delvaux. Godard, nei cosiddetti anni Karina, crea un vero e proprio culto attorno alla bellezza di Anna dove romanticismo e idealizzazione sono i motori dell'adulazione e queste caratteristiche sono rintracciabili in ogni personaggio maschile, a partire da Michel Subor in Le Petit Soldat, ma allo stesso tempo le regaler ruoli cos diversi e sfaccettati da renderla l'icona per eccellenza del periodo, cristallizzando nella celluloide quel prototipo femminino che incorpora sfrontatezza fanciullesca, ideali di libert, dimestichezza con l'arte amatoria ma allo stesso tempo non riesce a evitare il dolore, l'incomprensione, la sofferenza per un amore non corrisposto. Locarno rende dunque omaggio ad Anna Karina con tre film tristemente invisibili da molto tempo e altamente esemplificativi dell'eclettismo di questa grande attrice: si comincia con Bande part di Jean Luc Godard, film dove Alice nel paese delle meraviglie incontra Franz Kafka, citando il regista, per poi proseguire con Anna, film per la televisione del 1967 diretto da Pierre Koralnik che racconta le vicissitudini di un giovane pubblicitario ossessionato dalle fattezze perfette di una giovane sconosciuta, Anna Karina a va sans dire. Una commedia musicale che mescola Nouvelle Vague e canzoni di Serge Gainsbourg, che produrr contemporaneamente il primo disco della Karina, e colonna sonora del film, indimenticabile pastiche ye-ye trainato dal singolo Roller Girl. Dello stesso anno la seconda incursione italiana, dopo Le soldatesse di Valerio Zurlini, nel difficile adattamento viscontiano di Lo straniero di Albert Camus a fianco di Marcello Mastroianni. Questo ultimo anno magico per la Karina vede oltreoceano l'arrivo, nell'immaginario erotico e filmico, di Faye Dunaway, nuova incarnazione di ideali e libert, capace di assorbire le peculiarit europee della nuova donna, coniugandole alle perfezione con il cambiamento, cinematografico e non, degli Stati Uniti. Le trombe

I FILM E LOMAGGIO ALLE TRE GRANDI ATTRICI


Lattrice britannica Jacqueline Bisset sar premiata con il Lifetime Achievement Award - Parmigiani 2013. La consegna del premio avr luogo l11 agosto (ore 21,30, Piazza Grande; il giorno seguente, allo Spazio Cinema (Forum), il pubblico avr loccasione di partecipare a una conversazione con Jacqueline Bisset moderata da Chris Fujiwara, direttore artistico dellEdinburgh Film Festival. In suo onore, verranno presentati i seguenti film: Ricche e famose di George Cukor (1981); Sotto il vulcano di John Huston (1984). Il Leopard Club Award va invece a Faye Dunaway. Con lattrice, si vedr Quinto potere di Sydney Lumet (1976). Il Festival propone anche un nutrito omaggio allattrice, sceneggiatrice, regista, compositrice e produttrice cinematografica Anna Karina. Il pubblico potr rivedere Bande part di Jean Luc Godard (Francia, 1964); Anna di Pierre Koralnik (1967); Lo straniero di Luchino Visconti (Italia, 1967). Il film Justine (Rapporto a quattro) di George Cukor (Stati Uniti, 1969) verr introdotto in sala da Karina stessa. Premio Raimondo Rezzonico: alla produttrice francese Margaret Mngoz, per il Miglior produttore indipendente (13 agosto, ore 21,30, Piazza Grande; il giorno successivo, conversazione con Mngoz. della controcultura squillano senza sosta e il cinema americano oramai non pu pi ignorare il grido anti- establishment che si leva ad ogni angolo del Paese, n fingere di non vedere quanto la Francia sia riuscita a scombinare le care vecchie regole della rappresentazione. Gli studios concedono dunque spazio, alla ricerca di una rinascita soprattutto economica, a giovani registi e, per la prima volta, si tratta di studenti di cinema e divoratori di pellicole nelle cineteche, spinti dal desiderio di rinnovamento. Arthur Penn uno di questi e tenta con il suo Gangster Story di far incontrare Pierrot le Fou e Scarface e sono proprio le rosse labbra di Faye Dunaway, che ricever in Piazza Grande il Leopard Club Award, a pronunciare le prime parole di un discorso nuovo, finalmente libero di esprimersi in tutto il suo preoccupante disagio. Bastano pochi secondi per capire che qualcosa davvero cambiato: sufficiente un disarmante jump-cut su quella bocca gigante che riempie lo schermo, cos lontana ma cos vicina da quella di Orson Welles mentre pronuncia Rosabella per comprendere il desiderio e l'inquietudine di una donna frustrata, in gabbia che attende di librarsi nell'aria, proprio come il nuovo cinema. Faye Dunaway inaugura cos una galleria decennale di ritratti moderni e anticonformisti che la vedranno impegnata in prove di drammatica sensibilit, Mannequin. Frammenti di una donna del compagno Jerry Schatzberg e Chinatown di Polanski, in adattamenti letterari scanzonati, il dittico di Richard Lester sui romanzi guasconi di Dumas, in blockbuster catastrofici, La nave dei dannati e L'inferno di cristallo, fino al culmine con Quinto potere di Sidney Lumet, film che la consacra con un Oscar e che idealmente concluder la stagione d'oro sua e della New Hollywood. Altra premiata d'eccezione del Festival sar Jacqueline Bisset che ricever l'11 agosto il Lifetime Achievement Award - Parmigiani prima delle proiezione di Ricche e famose di George Cukor, al quale dedicata la grande retrospettiva di quest'anno. Attrice sensibile, inglese doc spesso pronunciata e scambiata per francese, Jacqueline Bisset ha attraversato

di Brigitte Bardot, la furbizia da pin up di campagna della recentemente scomparsa Bernadette Lafont e l'emancipazione privata e intellettuale di Emmanuelle Riva? Ma il caso di Anna Karina stato l'unico percorso filmico in grado di sintetizzare e amalgamare alla perfezione tutte quelle sfumature femminine in pochi anni e in una manciata di film. Danese di nascita ma parigina a soli 17 anni, Anna Karina legata indissolubilmente al suo compagno e demiurgo Jean Luc Godard ma la relazione tra i due non fu un semplice e frequente caso di musa e pigmalione, come

indenne oltre quattro decenni di cinema, lasciando a ognuno un ricordo indelebile di seduzione e finezza, a cominciare dal suo debutto nel capolavoro senza tempo di Richard Lester Non tutti ce l'hanno. Per lei, gli anni '60 hanno il colore e il beat della Swinging London, in commedie spensierate come James Bond 007. Casino Royale, e l'azzurro delle onde del Free Cinema che la trascinano verso le spiagge grottesche del Cul-de-sac di Roman Polanski, suo compagno per un paio d'anni. Grazie a Bullit di Peter Yates, Jacqueline esplode definitivamente, cominciando il valzer di set europei (e non) che la vedranno approdare alla corte di Franois Truffaut in Effetto notte, di John Huston per L'uomo dai sette capestri e Sotto il vulcano che verr proiettato al Festival e di tanti altri autori importanti, compresi i nostri Luigi Comencini e Mario Monicelli, che in lei troveranno un'attrice straordinaria per i ruoli che ha interpretato e per il modo in cui lo ha fatto, icona di un cinema che associa bellezza a garbo, che ricorda quanto le sfumature siano efficaci nel creare un personaggio, come ha rammentato il direttore artistico del Festival Carlo Chatrian. Non resta dunque che ammirare l'opera di queste tre donne indipendenti, e uno sguardo pi approfondito alla loro biografia non fa altro che confermare la loro assoluta libert, ognuna sottilmente ribelle e sempre orgogliosa di una bellezza mai mortificata.

LA TRASMISSIONE

DON CIOTTI: CONTROMAFIA


Rai Educational, diretta da Silvia Calandrelli, presenta Don Ciotti Contromafia luned 5 agosto (Raistoria, ore 23- ch. 54 del Digitale terrestre e TivSat) un programma di Francesco Censon, Manuela Mattioli, Vittorio Rizzo, Alessandra Urbani. Regia di Monica Taburchi. Don Ciotti propone un percorso nelle teche Rai sul tema della mafia e della lotta alla criminalit organizzata, una giornata particolare per ricordare e raccontare le numerose azioni di speranza e di contrasto alla mafia. Tra i materiali proposti alcuni estratti da Lezioni di mafia, il programma che spiega il fenomeno mafioso ideato dal giudice Falcone insieme ad Alberto La Volpe, lallora direttore del Tg2. Blu Notte - La Mattanza, di Carlo Lucarelli, ripercorre i fatti pi importanti avvenuti dagli anni 60 alle stragi di Capaci e di via dAmelio e allapprovazione dell articolo 41bis; Vieni via con me in cui Roberto Saviano racconta i meccanismi della macchina del fango usati anche contro il giudice Falcone; la testimonianza del giudice Antonino Caponnetto intervistato da Gianni Min in Storie Un viaggio nella vita di persone non banali; infine leccezionale documento della lezione sulla mafia del giudice Borsellino in una scuola di Bassano del Grappa nel 1989.

A Jacqueline Bisset, Faye Dunaway, Anna Karina icone della Histoire (du) cinma il festival rende omaggio con premi, proiezioni speciali e incontri con il pubblico

ALIAS 3 AGOSTO 2013

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Ogni forma di teatro una rappresentazione in s. Non c alcun significato, ma piuttosto un suggerimento

di GIANNI MANZELLA

Castellucci Leone doro alla carriera

Il Leone doro alla carriera assegnato dalla Biennale di Venezia a Romeo Castellucci pu sorprendere chi immagina questo riconoscimento riservato ad artisti ottuagenari ormai al termine della fase creativa e non a un regista poco pi che cinquantenne, nel pieno divenire di una maturit artistica che non si mai cristallizzata in un esito raggiunto. E per altro nulla pi estraneo di unidea di carriera a Castellucci, che confessa di non aver mai guardato indietro, che rifiuta il concetto stesso di esperienza se utilizzato per contrabbandare unidea lineare di progresso. Il suo lavoro concentrato sul teatro in s, senza predicato, non su una cultura del teatro, afferma con quel tono dimesso, per attentissimo nell'uso delle parole, dietro cui sta nascosta la grande determinazione: non ho mai avuto il problema di sorprendere. Ma guardando indietro, appunto, ci stanno trentanni di teatro e pi, con i compagni della Societas Raffaello Sanzio e poi sempre pi libero di mettersi alla prova di

nuovi incontri, spesso nella forma di un laboratorio con gruppi di giovani allievi, come avviene anche qui a Venezia. Naturalmente ci sono stati momenti di passaggio, ammette. C stato soprattutto un evidente bisogno di un ricominciamento per Castellucci, dopo la conclusione della pluriennale avventura nomade della Tragedia endogonidia, punto di convergenza di una sperimentazione linguistica e produttiva che non lasciava margini di progresso. E che a sua volta aveva posto una cesura temporale alla straordinaria trilogia tragica che traversava la contemporaneit nei grandi libri del pensiero occidentale, dai greci a Shakespeare, al libro

biblico del Genesi. Oggi se gli chiedi quali punti di rottura individui in questo percorso, non intendendo gli spettacoli pi importanti n tanto meno pi belli, ma quelli che hanno fatto compiere un balzo in avanti o di lato, come la mossa del cavallo di cui parlava Sklovskij, Castellucci risponde senza troppa esitazione: Santa Sofia e Amleto. E chi segue il lavoro della Societas Raffaello Sanzio da pi tempo pu facilmente ritrovarsi in questa indicazione, che forse non per caso rimanda a creazioni lontane nel tempo. Il teatro khmer di Santa Sofia, dichiaratamente iconoclasta, cio alla lettera distruttore di immagini, mescolava l'evocazione della celebre basilica di Costantinopoli a un desiderio di radicalit che faceva richiamo a una delle pi sanguinose utopie di rigenerazione del Novecento. Cancellare le immagini, e con esse il teatro. Perch la rivolta contro la tradizione non basta, sta anche quella dentro la tradizione. Ma con la consapevolezza per lartista di essere parte in causa, in un insoluto processo di ricerca di una nuova strada teatrale, che intanto andava a ritroso verso miti perduti, dallEgitto alla Mesopotamia, fra Gilgamesh e Iside e Osiride, per reinventare una propria mitologia. Ma il vero punto di volta, lo si era compreso ben presto, era stato l'incontro fatale con il personaggio simbolo di Amleto, letto alla luce di un infantilismo autistico come svolta verso una sofferta maturit. Uno spettacolo duro e sgradevole, difficilmente superabile quanto a radicalit per l'artista all'inseguimento di una malattia del linguaggio teatrale che si manifestava nel masochistico autolesionismo dell'attore e che avrebbe trovato proseguimento in termini di crudelt e di regressione infantile in un fin troppo programmatico Masoch. Un solo attore in scena, imprigionato nel ring di batterie elettriche e vecchie macchine industriali che ha eretto a sua difesa. Dove si muove in una sorta di stupore estatico, dialoga con gli animali di pezza che ha eletto a simulacri della sua famiglia, cerca nella vergogna la sua gloria, segreta e solitaria. Un Amleto tutto dalla parte dei figli. Di chi si trova di fronte a uneredit mortale, quella di essere, o di essere alla scena, e pu negarla solo attraverso la malattia, la regressione infantile, il rifiuto di crescere. il dubbio amletico in cui si blocca il figlio di Agamennone e Clitemnestra nellOrestea, costretto a uccidere la madre da un braccio meccanico che gli impone il gesto; o il dramma di Bruto nel Giulio Cesare, che trova sfogo solo nello svuotarsi del corpo nellanoressia, per restare ad altri due magistrali lavori della Societas. Non ci si libera nemmeno uccidendo i padri. Ma qui siamo davvero a un finale di partita, e non solo la suggestione beckettiana del bidone spigoloso da cui escono le voci senza parola dei progenitori. Latto rappresentato coincide con il luogo in cui lo si rappresenta, rivelando lo scandalo del palcoscenico. Avevamo combattuto la grande tradizione, dice Castellucci. La scelta di affrontare Shakespeare fu un salto, senza nessuna preparazione. Ma da quel salto dentro il canone occidentale nascono le memorabili creazioni di Orestea e Giulio Cesare che si

impongono nella memoria come un vertice del teatro non solo di quegli anni. E a dispetto dei tempi Castellucci convinto che si possano ancora fare delle opere. Non si pu inventare niente, ma si pu combinare tutto. Osando affermare qualcosa. Larte un canale che consente un reale contatto. Un vuoto che puoi riempire con dei contenuti. In occidente il teatro nasce nelle caverne, prima ancora delle religioni. C una necessit profonda della finzione. Un altro passaggio cruciale si pu forse cogliere negli undici episodi ambientati in citt diverse della Tragedia endogonidia, sorta di kubrickiana odissea nello spazio del teatro (quellArlecchino mascherato da scimmione che compariva nell'episodio di Roma) che affondava nel tempo antico del tragico per guardare a un interrogativo futuro dellarte scenica. Significativa prima di tutto da un punto di vista produttivo, cio della modalit di lavoro che introduceva. Non un progetto ma un esperimento, la definisce. La sfida di procedere a ogni tappa in pochissimo tempo, mettendo in conto una mancanza di riflessione, con pochi punti fermi. Un voluto esporsi al pericolo dellincognita, speculare in qualche modo a quella sorta di incursione, di veloce scorribanda che fu la direzione artistica proprio della Biennale teatro. Senza un seguito, perch il mestiere delluomo di teatro un altro. La riflessione sull'arte teatrale ha sempre avuto un ruolo centrale nel lavoro di Castellucci e della Societas, dalla giovanile ricerca di una lingua generalissima alla retorica messa in campo appunto nel Giulio Cesare, nel richiamo alla lezione di Artaud. Per arrivare alla meditazione sullo sguardo dei lavori pi recenti, quello del Salvator mundi di Antonello che guardava lo spettatore negli occhi e da cui era difficile distogliersi in Sul concetto di volto, quello invisibile (e non rappresentabile, se non come metafora) di colui che ha messo tra s e il mondo un velo in Il velo nero del pastore, che chiama in causa anche laltro polo della rappresentazione, lo spettatore appunto. C di mezzo unidea forte del teatro, che esclude un significato predeterminato ed forse ci che sfuggito agli integralisti della destra cattolica, che in Francia e poi a Milano hanno contestato il suo lavoro. Ogni forma di teatro una rappresentazione in s. Non c alcun significato, ma piuttosto un suggerimento. Il significato appartiene alla comunicazione. Al centro di unidea di teatro non pu che starci lattore, o colui cui usualmente si d il nome di attore. Giacch Castellucci non convinto che ci sia alcun agire, alcuna volont in questo ruolo. Che sembra definibile solo per via di negazione. Ceci n'est pas un acteur, diceva una nuvoletta che scendeva come una lapide sul corpo di uninterprete nel lontano Giulio Cesare. Come la celebre pipa dipinta da Magritte, che appunto non una pipa. Attore, il tuo nome non esatto oggi il titolo della performance che ha messo a confronto otto giovani attori con unidea e una tecnica di possessione sentita affine a quelle forse che governano lattore. O forse c di mezzo anche qui quel principio di movimento che gli caro, in cui ruolo dellartista si confonde al massimo grado. Sorride. No, quale sia un nome esatto per lattore non lo sa.

ritratto di Romeo Castellucci a accanto, Sul concetto di volto

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IL WEB
E-BOOK

Il teatro di Romeo Castellucci, una storia lunga trentanni


di FABIO FRANCIONE

IL BLOG

Dal 1 gennaio di Lolita al Capodanno di Saramago, un blog ispirato al Gioco dei giorni narrati di Toni A. Brizi, alias Antonella Sbrilli
riguarda per la parola data, vale a dire le date in letteratura, secondo il principio che fu anche del Gioco dei giorni narrati, dove ognuna delle 366 date riporta un brano della finzione narrativa dove si parla di quel giorno preciso. Il libro gioco diventato negli anni libro oggetto regalo da cui estrarre passi da dedicare agli amici ai loro compleanni. Un po come accadeva con le raccolte di hit musicali che per un certo periodo sono circolate nella sezione cadeaux delle librerie: l la raccolta era quella dei successi pop nellanno della nascita dei diretti interessati omaggiati dal cd, ma vuoi mettere il passo di un libro che si svolge precisamente nel proprio birth day? Se come diceva lo scrittore e poeta Robert Walser (ne I fratelli Tanner) vero che ogni giorno al risveglio un genetliaco su diconodioggi.it c da sbizzarrirsi con le celebrazioni visto che alle pagine di narrativa scovate tutti santi giorni dei nostri non compleanni, continuamente implementate nel database, si aggiungono i commenti e le scoperte di chi sta al gioco sulla rete, gioco contagioso: facile che una volta cominciato si vedano date ovunque. Ci sono le date preferite degli scrittori e ricorrenti nelle loro opere (il 23 aprile per Nabokov, il 30 dello stesso mese per Borges, il 27 settembre per Christa Wolf), altre nascoste perch rare ma frequentate, come il 29 febbraio, o mobili perch importate da altri calendari. Un almanacco sorprendente e stimolante perch, alloccorrenza, dispensatore anche di ottimi consigli di lettura. La data davvero (pre)potente se anche google ne fa un mezzo di marketing formidabile personalizzando i seguitissimi doodle (versioni speciali del logo in giorni di ricorrenze degne di nota) a beneficio del compleanno agli iscritti al suo social network, google +. Le date si seguono ritmicamente nelle poesie, quelle di Magrelli, Manzoni, Gozzano, per dare tre nomi in libert, e quelle musicate, per tacere delle filmate, non si contano ma si cantano, inevitabilmente: da 29 settembre in poi passando per la chiosa di Eugenio Bennato che a un San Remo (quale? cercare la data su youtube) insieme a Toni Esposito salutava il Novecento con i suoi giorni tutti uguali/e quelli un po speciali/che sono diventati anniversari. Anche per chi non ha memoria per le date (tanto i compleanni se e ce li ricorda facebook) ci sono date per la memoria, che sanno di refrain ripetuti in automatico ma possono essere ancore di salvezza: anche se ci sar sempre chi dar il 25 aprile per morto, il 1 maggio per agonizzante, l11 settembre per esagerato, il 27 gennaio per mai esistito, comunque sono l a raccontare storie e rivelare segreti a chi abbia voglia di interrogarle. I giorni isolati, raccontati acquistano un significato speciale si legge nel blog si possono intrecciare riferimenti con le date della propria vita; si pu leggere la data come una bibliomanzia quotidiana e la sua pratica, anche fatta per finta, abitua a dare valore al tempo, e non solo a quello della fiction.

Meno di cento ore bastano a celebrare un artista del calibro di Romeo Castellucci? No, di certo. Daltronde, per, questa la durata trascorsa dalluscita il 30 luglio scorso delle-book monografico di Oliviero Ponte di Pino (Romeo Castellucci & Socetas Raffaello Sanzio, Doppio Zero/ateatro, bookrepublic, euro 2,99) al ritiro del Leone doro alla carriera, assegnatogli dalla 42ma Biennale Teatro di Venezia e che consegna alla storia del teatro italiano ed europeo quasi un trentennio di lavoro del regista e della Socetas Raffaello Sanzio, sorta in quellincandescente magma emotivo che era il distretto teatrale romagnolo di inizio anni 80. Prima di oggi, infatti, un esame critico completo sullattivit del gruppo cesenate non esisteva e il referto digitale allestito da Oliviero Ponte di Pino colma da un lato tale lacuna, mentre dallaltro per la stessa composizione e allineamento dei testi - molti appartengono alle recensioni scritte per il manifesto - testimonia la lunga fedelt del critico alla causa di Castellucci e compagnia. Non poteva essere altrimenti alla luce del disinteresse che la compagnia ha per la sua storia e per latteggiamento nei confronti della storia teorizzato e praticato con estrema, raffinata e radicale coerenza. Quel colore del tempo, teorizzato da Giuseppe Bartolucci in uno dei primi saggi dedicati alla Raffaello Sanzio e evocato pure da Ponte di Pino in un passaggio cruciale del suo libro: Questo gruppo (...) talmente primitivo da scandalizzare a prima vista; il gusto del primitivo espresso con tanta grazia da lasciarci indifesi. Il critico scrive verso la fine degli anni 80, e in modo sorprendentemente preveggente continua: Si pu prevedere per questi giovani (di Cesena) una serie di grovigli insolvibili alla distanza, ma i graffiti che ci lasciano con questa apparizione, hanno un fascino innegabile. In mezzo a questo brano Bartolucci getta alcuni semi che germoglieranno nella letteratura critica della Socetas e daranno la stura a calchi positivi e negativi sulla sua presunta incomprensibilit. Il mi piace, ma non so spiegare il perch riguarder pi alcuni critici che gli spettatori, che dai pochi degli esordi (Ponte di Pino racconta la platea deserta dei cinque fortunati che assistettero nel 1983 a Milano a I fuoriclasse della bont, spettacolo bizzarro, divertente su Giotto e Cimabue) si moltiplicheranno creando un vero e proprio seguito. Questa relazione con lo spettatore sindividua in uno dei postulati pi carichi di novit del gruppo: il lasciare la libert dinterpretazione al singolo spettatore. Dunque, Castellucci anticipa il rapporto uno vale uno della rete che cerca daffermarsi oggi con fatica anche nella vita politica. La posizione scomoda perch di fatto accelera il distacco che mai si colmer con la critica, alimentando gli schieramenti pro e contro la Socetas. Con questo libro, in un gioco di rifrazioni, Ponte di Pino restituisce con una scrittura rapsodica (i pezzi occasionali non hanno subito ritocchi) che gioca su pi piani, la sua autobiografia di spettatore ragionante sottoposto allonda emotiva della scoperta di un modo nuovo di fare teatro che dura da tre decenni.

diconodinoioggi.it il gioco delle date


di SILVIA VEROLI

Hitchcock, il film biopic dietro le quinte di Psycho, uno dei successi della stagione, tratto da un saggio-inchiesta del giornalista americano Stephen Rebello molto avvincente e accurato, sullincredibile storia della realizzazione del pi controverso film del regista inglese. Tra le altre cose vi si legge di come un dettaglio sfuggito alla segretaria di produzione (i decori natalizi per

le strade di Phoenix) imposero dufficio una data alla storia - a giustificare quel particolare altrimenti trascurato: l11 dicembre. Le date possono essere prepotenti, se capaci di insinuarsi come clandestine persino a bordo delle pellicole di Hitchcock, uno incapace di abbassare la guardia: lo sanno i curatori di un blog che sta diventando un piccolo, sofisticato fenomeno, diconodioggi.it.

Il lavoro apparentemente inutile come solo le operazioni intellettuali migliori sanno esserlo (cfr. armando adolgiso nella sezione cosmotaxi del suo adolgiso.it ) consiste nella ricognizione documentata sul tempo e le date nella finzione artistica a partire dal 1 gennaio cui fa riferimento lattacco di Lolita fino alla notte di Capodanno raccontata da Saramago; diconodioggi.it prende le mosse da un libro pubblicato nel 1994 dalla casa editrice Giunti con il titolo Il gioco dei giorni narrati, a cura di Toni A. Brizi , nickname di Antonella Sbrilli che, dopo aver fatto del progetto una trasmissione radiofonica su Isoradio Rai e, sempre negli anni 90, rubrica quotidiana (I Librivori) per Videomusic, approdata sul web e sul web 2.0. cambiato il medium ma la materia rimasta vivida e linteresse attorno ad essa si moltiplicato sospinto anche da garbati, in questo caso, cinguettii di twitter; il luglio scorso il tema della rappresentazione del tempo codificato stato al centro

in pagina: il tempo e Hitchcock sul set del film Psycho

delle conversazioni nel corso dellincontro Giochi di memoria organizzato dal Centro di Studi sulla Memoria del Dipartimento della Comunicazione di San Marino che detiene lincredibile Fondo Young (una delle pi ricche collezioni di libri, articoli e memorabilia sul tema della memoria esistenti). Leditore Guaraldi ha quindi raccolto nella collana Lectures on memory queste riflessioni su memoria e mnemotecnica elaborate dei relatori Umberto Eco, Paolo Castelli, Marina Mizzau e, appunto, Antonella Sbrilli che, abbandonati i panni di Toni A.Brizi, tornata ad essere quello che, tra le altre cose, : socia dell International Society for the study of the time e cofondatrice e curatrice con Daniela Collu di diconodioggi.it. Sbrilli inoltre insegna Storia dellarte contemporanea alla Sapienza di Roma e questo la rende brillante conoscitrice e dispensatrice di date dipinte; qualche esempio: il 13 luglio inserito da Jacques-Louis David nella tela che raffigura lassassinio di Marat, quelle del ritrattista di tempo seriale On Kawara autore di duemila tele in cui riprodotta la data-delloggi, gli indovinelli sulle date disegnati da Baruchello. La collezione pi cospicua proposta su diconodioggi.it

ALIAS 3 AGOSTO 2013

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TEORIE DEL CINEMA

I DIAVOLI DEL MERIDIONE


di GIANLUCA PULSONI

ESTETICA
In questi ultimi anni, in relazione agli studi italiani sullimmagine audiovisiva e in particolar modo cinematografica, fra i nomi pi assiduamente citati come riferimento c senza dubbio quello dello studioso tedesco Aby Warburg. A lui si deve una della pi forti scosse di sempre nellambito degli studi della storia dellarte, un qualcosa ancora oggi appunto percepito, e che se si vuole pu essere esemplificato e rappresentato schematicamente in due linee guida, dallindagine analitica e penetrante sul pensiero warburghiano compiuto dello studioso francese Georges Didi-Huberman, e che forse ha il suo apice in un classico come Limmagine insepolta, oppure da quanto svelato dallantropologo italiano Carlo Severi nel primo capitolo del suo geniale Il percorso e la voce, dove il lavoro di Warburg viene fatto emergere a partire da una sua sommersa quanto sorprendente genealogia e infine ricondotto alle sue potenzialit latenti, ancora in fondo tutte da esplorare. Memore sicuramente pi della lezione di Didi-Huberman su Warburg che dello studio magistrale di Severi sul tedesco sembra essere Francesco Zucconi, quantomeno leggendo il suo La sopravvivenza delle immagini nel cinema archivio, montaggio, intermedialit, (ed. Mimesis, euro 22) libro dove lautore riversa tutto un sapere frutto di una specializzazione in semiotica, estetica e teorie dellimmagine presso la scuola di dottorato in Studi sulla rappresentazione visiva dellIstituto Italiano di Scienze Umane, e tutta una competenza affinata in anni di scrittura, per riviste specialistiche e generaliste fra cui Fata Morgana e Il lavoro culturale. Il libro diviso in cinque sezioni: prologo, primo tempo (laudiovisivo come spazio del pensiero), secondo tempo (riproduzione e montaggio: la vita delle immagini), terzo tempo (sopravvivenza delle immagini), uscendo dal cinema. In coda, ci sono poi le riproduzioni delle tavole citate del Bilderatlas Mnemosyne di Warburg. Dal prologo, appare subito chiaro lorientamento generale della ricerca: Sulla base di tali presupposti, le pagine che seguono cercano di affermare lidea che il cinema, la pi giovane delle arti, abbia la facolt di mettere in movimento larchivio delle forme culturali per valutarne di volta in volta le condizioni duso in relazione ai regimi della

Fino ai diciotto anni ho vissuto in Calabria, un paradiso abitato da diavoli. 8. Liliana Era la figlia preadolescente del capostazione. E dentro la stazione ferroviaria abitava, di fianco allAvviamento, allestremit orientale di Siderno, verso Gioiosa, e tuttavia frequentava la Media, che si trovava allestremit occidentale del paese che comincia col s e finisce col no, verso Locri. Nella Media si studiava il latino e si aspirava al Liceo e allUniversit, buoni per comandare, allAvviamento ci andavano invece i destinati a obbedire, quelli che dovevano trovare subito un lavoro pratico, costrittivo, univoco. Insomma era ambiziosa, Liliana, posseduta da quella voglia di andare in ogni direzione che eccita e strazia tutta la piccola borghesia di tutto il mondo. Aveva i capelli neri come la notte e la pelle bianca come la luna, e ne ero totalmente innamorato. Non sapevo come avvicinarla, non avevamo amici comuni, ma non ci pensavo nemmeno: lamore per me ragazzo meridionale del Novecento era fatto di sguardi distanti, di immagini, era una questione visiva, non tattile, non olfattiva, non gustativa. Certo, era anche una questione acustica, ma appunto non osavo e anzi evitavo di avvicinarmi a lei. La mattina, ogni mattina del 1958, nello spiazzo antistante ledificio della scuola Media, la ammiravo a distanza di sicurezza, e ne ricavavo sempre un brivido caldo dietro lo sterno. Ma un mezzogiorno, distratto da un compagno, uscendo dalla scuola, mi trovai a scendere le scale al suo fianco. Lo stordimento provocato dal fruscio della sua gonna sulle mie gambe scoperte dai pantaloncini corti, e lo sbalordimento dellessere avvolto nel suo odore, mi levarono quasi la vista e il respiro, ero sul punto per svenire, quando parl, dicendo qualcosa alla sua compagna del cuore. Era la sua voce? Guardai le sue labbra per assicurarmene, s, si muovevano, e le parole uscivano dai suoi denti bianchi come il latte e dalla sua lingua rosa puntinata come la fragola. Ma il suono delle sue parole non corrispondeva a niente di umano. Era un suono gutturale e afono allo stesso tempo, rauco e dissonante, un rantolo, un crepitio respiratorio, un affanno agonico. Prima di toccare lultimo gradino della scala e lasciarla allontanare nel Sole ne ero totalmente disamorato. Certo la Natura (comprese per primo Eraclito di Efeso) e anche Dio (sapeva gi Michelangelo Buonarroti) e infine il Diavolo (ho imparato a mie spese) amano prima nascondersi e poi rivelarsi - nei dettagli.

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Foto grande: sul set di La Ricotta di Piee Paolo Pasolini Sotto: Carmelo Bene in Salom

rappresentazione che caratterizzano la contemporaneit: dal panorama artistico alla sfera mass-mediatica. E ancora: In bilico tra arte e spettacolo, tra documentazione e finzione, il cinema mezzo di espressione che condivide strategie sincretiche di significazione con i media della comunicazione multimediale sembra operare una ripresa e unattualizzazione dellarchivio che si configura, al contempo, come indagine del passato e come operazione critica nei confronti delle modalit della rappresentazione che inquadrano il presente. Nel primo tempo dellopera, viene fuori come lespressione usata dallautore, cio mettere in movimento larchivio, si articoli a livello teorico, a partire da una idea di archivio non molto dissimile da una sorta di palinsesto di forme, da cui poi larchivio-documento o larchivio-monumento oppure altro ancora, e a seguire da una concezione della temporalit non cronologica, dove loggetto preso in esame pu essere incline tanto a movimenti reversibili quanto a posizionamenti anacronistici, come le Histoire(s) du cinma di Godard secondo lautore sembrerebbero ben testimoniare. per soprattutto nel secondo tempo che il ragionamento sullarchivio e il suo rapporto con il mezzo cinema sembra farsi pi interessante, perch pi in profondit, esplicitando il debito nel confronti della lezione di Warburg, di quella che Zucconi chiama diagrammaticit soggiacente in diversi insiemi o sistemi di immagini, nel campo dei meccanismi e delle forze di riproduzione e ripetizione del visivo, tanto nel filmico quanto nel profilmico: Ci che si ripete uno

schema figurale, una formula passionale non raggiunge mai il livello di manifestazione figurativa: autonomamente non si d, ma si rende rilevabile per differenza mediante un riscontro incrociato tra le molteplici singolarit che lo esprimono. Qui la parola chiave evocata senza dubbio rilevabile. Si sa, si rileva sempre su o a partire da una determinata superficie. Nel nostro caso, la grande intuizione di Warburg una delle tante stata quella di porre losservazione e lo studio di determinate immagini inerenti alla sfera artistica sulla base non tanto di una forma temporale specifica, ma quanto piuttosto di una forma spaziale gi codificata, latlante: cos da pensare le immagini in questione e di conseguenza i tempi da queste implicati come una geografia particolare, con i suoi territori, le sue stratificazioni, le sue mappe. a partire da questo assunto e dalle sue conseguenze che nel libro Zucconi pu permettersi di teorizzare le pratiche di riproduzione e ripetizione fuori dalla dialettica tra originale e copia, e presentarle invece come azioni obbligate al fine di una lettura comparativa e differenziale fra immagini. Val la pena citare un passaggio in merito: Se lAtlante warburghiano, in quanto strumento scientifico, si basa sulla compresenza degli elementi da comparare allinterno di una stessa cornice cognitiva (la tavola), le arti visive, e il cinema in particolare, laddove assimilano e riformulano il potenziale euristico della forma atlante, sembrano poter istruire un atteggiamento di comparazione tra pi processi formali, tra pi film, tra pi immagini, contando su una memoria implicita. Assieme alla forma atlante, laltro prestito dalle teorie di Warburg su

Il cinema come indagine del passato e operazione critica nei confronti delle modalit di rappresentazione del presente

cui sembra reggersi la ricerca di Zucconi, e nello specifico la sua ultima parte, il terzo tempo, quello della vita postuma delle immagini, la cosiddetta nachleben. Al riguardo, val la pena sottolineare come lautore scelga e a ben vedere fin dal titolo del volume unaltra parola per intendere la stessa nozione, sopravvivenza, termine che a differenza dellaltro potrebbe suonare sicuramente meno ambiguo ma allo stesso tempo forse pi limitato alla sola sfera materialistica. Ci detto, qualunque sia il nome che si voglia dare al tema lo sviluppo dello stesso quello che pi conta in questo caso, e lo sviluppo in questione nel lavoro di Zucconi articolato in due momenti analitici, dedicati rispettivamente al rapporto tra potere e immagini (cap. VI) e alla persistenza e sopravvivenza di un tema iconografico (cap. VII). Ora, in ambo i casi si tratterebbe di questioni non nuovissime in fondo, ma affrontate con un non comune acume critico, e rese attraverso una scrittura capace di restituire in maniera limpida la complessit di fondo dei ragionamenti. Tra questi, particolarmente felice risulta soprattutto essere quello sul tema iconografico, dove lautore focalizza lattenzione su una delle pi conosciute iconografie del dolore di sempre, la Crocifissione, a partire dalla comparazione del tema stesso in tre celebri opere, un cortometraggio e due lungometraggi: La ricotta (P. P. Pasolini, 1963), Tot che visse due volte (D. Cipr e F. Maresco, 1998) e Salom (C. Bene, 1972). Qui, la scelta di tali film sembra servire a Zucconi essenzialmente per due motivi: il primo, delineare come alcuni cineasti a loro modo radicali abbiano optato per riscritture attualizzanti della Passione, riscritture di un tema da intendersi come una metafora sempre pi universale della sofferenza umana, offrendo limpressione di riprendere il racconto evangelico per effettuarne una prova di funzionamento in relazione al regime rappresentativo contemporaneo; il secondo, teorizzare come tali film, e per traslato certe pratiche cinematografiche, possano restituire aspetti inediti del tema, nella misura in cui questi a loro volta riescano a investire le strutture del nostro immaginario e destarci dallillusione di una equivalenza tra tempo delle immagini e tempo cronologico, anche al di l dellarte. A questo proposito, per spiegare e chiudere il discorso, val la pena citare ancora lo stesso Zucconi, in un passaggio esemplare che dimostrerebbe ancora una volta la coerenza intellettuale dellautore e del suo lavoro, che merita attenzione: Quanto sembra essere emerso dai film di Pasolini, Cipr e Maresco e Bene , dunque, lo schema diagrammatico che rende possibile una persistenza della Crocifissione in una proiezione anacronistica oltre i limiti delliconografia religiosa. (...) Ma se le rappresentazioni mediatiche della sofferenza sembrano semplicemente sfruttare lefficacia di una configurazione proveniente dal passato, i tre film valorizzano piuttosto il potenziale euristico dellanacronismo, nella capacit di esibire relazioni e somiglianze difficilmente individuabili tra immagini distinte e distanti nel tempo.

LIBRI FRANCESCO ZUCCONI: LA SOPRAVVIVENZA DELLE IMMAGINI

Tra forma atlante e vita postuma alluscita dalla sala

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ALIAS 3 AGOSTO 2013

LO SPORT

CAPOEIRA
LIBRI

Danzatori di capoeira: foto di Alessandro Rossi A destra, unimmagine di schiavi che si affrontano. La storia della capoeira inizia in Brasile a partire dal XVIsec. quando era colonia portoghese

La Rometta di Kansas City: la disastrosa annata della squadra giallorossa in tourne negli Usa
di FEDERICO PEPE

Il 10 agosto nel Robert Fitzgerald Kennedy Memorial Stadium di Washington si concluder il tour statunitense della Roma, contro i blues londinesi del Chelsea. Propro mentre ci si preparava per questa tourne, la penultima giornata del Roma Fringe Festival, nel parco di Villa Mercede, ha ospitato la presentazione di Kansas City 1927-Anno II, dalla Z di Zeman alla A di Andreazzoli (ed. isbn), nuovo frutto della collaborazione tra Zoro Diego Bianchi, conduttore del programma di Rai Tre Gazebo, e Simone Conte. Ad accompagnare il testo, le illustrazioni di Michele Rech, fumettista italiano, toscano di nascita ma romano dadozione, noto con lo pseudonimo di Zero Calcare. Il libro raccoglie le Note, apparse sullomonima pagina Facebook sulle partite di campionato della Roma, il cui titolo richiama la citt evocata nel film del 1954 di Steno, Un americano a Roma, - per pura combinazione anche sede del primo match del tour statunitense, che ha visto la formazione giallorossa imporsi per 3 a 1 contro una rappresentativa della Mls, la lega professionistica Usa - e 1927, ossia lanno di fondazione dellassociazione sportiva Roma. Questanno, alla presentazione del libro, Valerio Aprea, Johnny Palomba e gli autori, con la collaborazione di Roberto Angelini e Giovanni Di Cosimo, hanno raccontato le disavventure occorse alla Roma, a partire dalla sconfitta dellOlimpico, letta da Johnny Palomba, per 2 a 3 contro Erbo Logna (il Bologna). Tra le partite pi significative, e che rivestono un significato simbolico, ci sono le sfide contro la Juventus, come quella, letta da Valerio Aprea, del 29 settembre scorso - finita 4 a 1 per la Vecchia Signora - e intitolata Febbre a 90, come il celebre romanzo del 1992 di Nick Hornby, grande tifoso dell'Arsenal. Stavolta la sfida aveva un significato particolare perch rappresentava il ritorno del boemo Zeman, nemico giurato dei tifosi e della dirigenza bianconera dai tempi in cui nella Juventus militava Gianluca Vialli, societ accusata dal tecnico boemo di fare uso di doping. Il campionato della magica ha vissuto momenti alti (pochi) e bassi (molti), scatenando la rabbia dei tifosi. Ma anche l'ironia degli autori del libro, che attraverso piccoli tocchi leggono le Note, ricordano le partite, i momenti, i protagonisti di una storia sofferta per chi l'ha vissuta da vicino. Ma la febbre non passa: ecco quindi la Catatonia, la sconfitta di Catania, per uno a zero. Parafrasando Omero, ecco poi LAureliade: Roma-Cagliari 2 a

4, a febbraio, che avrebbe potuto essere il mese della guarigione. Invece, la Roma, dopo questa sconfitta, esonera Zeman e promuove il tecnico massese Aurelio Andreazzoli, gi vice di Luciano Spalletti. Con il nuovo allenatore, la terapia port due vittorie consecutive. Prima quella contro lodiata Juventus allOlimpico di Roma: La bomba intelligente, perch ottenuta, dopo larretramento a centrocampo di Pablo Daniel Osvaldo, soprannominato er chitara o er cipolla, con un gol di Francesco Totti, Ercapitano. Contro la Juventus, in casa la Roma non vinceva dal 4 a 0 dell8 febbraio 2004, match rimasto famoso anche per un gesto di scherno di Totti verso un difensore avversario, Tudor. La domenica successiva, la Roma vince 2 a 3, contro lAtalanta, in mezzo alla neve di Bergamo, in una trasferta, intitolata Il senso del kierika per la neve, dove con il kierika ci si riferisce al difensore Vasilis Torosidis, autore del terzo gol. Siccome non c due senza tre, la primavera inizia con i tre graffi sul grifo, la vittoria esterna contro il Genoa. Ma si sa che marzo un mese pazzo, e cos, a Udine, arriva un risultato insipido, un pareggio, intitolato er punticino. Siamo alle Note finali, quando, domenica 14 aprile, la Roma con l1 a 2 in trasferta, riesce a domare il Toro incatenato, mentre Solo noi, a proposito della vittoria casalinga di domenica 28 aprile, contro il Siena per 4 a 0, riprende il brano vincitore del festival di Sanremo 1980, di Toto Cutugno. Ispirata da un brano anche Lo sai perch, a proposito della vittoria del 4 maggio in quel di Firenze, per uno a zero, un verso che i Fedayn della Curva Sud hanno parafrasato da un coro dei tifosi dellHellas Verona, nel 1985, mutuato a sua volta da una nota hit di Loretta Goggi, Maledetta primavera. Intanto sono stati stilati i calendari e sabato 24 agosto riprender il campionato, con la Roma in trasferta a Livorno ( di pochi giorni fa la decisione dellOsservatorio di vietare la trasferta, almeno per questa partita, anche ai tifosi possessori della Away Card) e con la speranza, per i moltissimi tifosi della squadra capitolina sparsi in tutto il mondo, che il loro team del cuore possa diventare davvero americano e vincente.

Una danza di combattimento nata dagli schiavi importati in Brasile dai portoghesi. E molto altro, un rito artistico e di iniziazione alla vita
di PASQUALE COCCIA

La Capoeira danza e lotta nata dagli schiavi importati in Brasile dai portoghesi, relegata alla strada e poi messa al bando. Capoeirista era il termine sprezzante dei golpisti brasiliani per accusare i dirigenti politici e sindacali di sinistra. Ne parliamo con Alessandro Rossi, capoeirista allievo di Mestre Baixinho a Milano, fondatore dellAcadema di Capoeira Angola. Studioso di espressioni artistiche orientali e africane, ha approfondito le tradizioni latinoamericane e la Capoeira. Ha collaborato con il regista venezuelano Jos Luis Snchez-Martn, collabora con la casa editrice ClassicaViva con la quale nel 2010 ha pubblicato la raccolta di poesie Lacqua se il buio. Che cos' la capoeira? Le definizione corrente vuole che sia una danza, una lotta o una via di mezzo tra queste, ma con tale definizione non si coglie lessenza.

Come rituale culturale sincretico altamente complesso, sfugge alle definizioni di genere quali arte marziale, danza, sport, acrobatica, praticandola si comprende perch. Guardando alle culture afro, Cuba, Brasile, Usa, si coglie la polivalenza organica della Capoeira che etica, simbolica e psicofisica. pi simile ai riti orfici praticati nell'antica Grecia che al pugilato o al karate. Quali sono le sue origini storiche? Risalgono allo schiavismo ad opera dei portoghesi dalla fine del 500 in avanti tra Africa Centrale e Brasile. Schiavi di etnie diverse portano con s memorie di danze tribali proprie, forme di combattimento, musiche, riti aggregativi, che fondendosi sviluppano una nuova forma ibridata. La Capoeira viene a formarsi in un contesto particolare, dove per necessit si devono assolvere molteplici funzioni in ununica forma di socializzazione: incontrarsi, raccogliersi ritualmente, fare musica, cantare, danzare, sfogarsi, risolvere regolamenti di conti. Gli schiavi usavano la copertura della danza per allenarsi a combattere, allo scopo di evitare di essere puniti dai padroni. In seguito gli schiavi ribellatisi, sfuggirono alle grinfie dei negrieri e si rifugiarono nelle radure

del nordest, fino a costituire piccole citt-Stato, quilombos, a conduzione comunitaria. Unipotesi dice che la parola capoeira designerebbe gli spiazzi erbosi nella radura in cui gli schiavi si allenavano. La capoeira con la fine della schiavit si propaga allinterno di contesti urbani legati alla vita di strada e alle condizioni di emarginazione dei neri. Poi unordinanza dello Stato la spinge verso la clandestinit. Quanti tipi di Capoeira ci sono? Due, la Capoeira Regional e Capoeria Angola. Le distinzioni hanno inizio verso il 1930, quando mestre Bimba adatta le movenze classiche alla sua corporatura alta e atletica, modificandone fortemente lo stile, e si rivolge alle autorit statali nel tentativo di rendere legale la Capoeira. Quando viene ufficializzata si configura come arte della lotta, lotta regionale di Bahia, nel senso di folclore di cultura locale, di qui la Capoeira Regional. Dalla Capoeira istituzionale, la Regional, nasce una nuova forma che mestre Pastinnha e i suoi sostenitori chiamano Angola. Ulteriori modifiche nascono quando la Capoeira Regional ingloba gli sport da combattimento, fino al recente boom delle arti marziali miste.

Dobbiamo considerarla solo un'attivit fisica o anche altro? La dimensione fisica imprescindibile essendo una disciplina faticosa, molto tecnica e tattica, ma anche altro. un rito artistico di combattimento reale, variabile nellintensit e nella violenza. LAngola ha conservato intatto il nucleo relazionale e anche quello spirituale. Non si ricorre alla forza bruta dellimpatto dei colpi, ma alla precisione, allastuzia, alla bellezza, alla gestione strategica del gioco, alla classe vera e propria nel condurlo. La Regional ha enfatizzato sia la bellezza estetica sia lesplosivit acrobatica, stilizzando molto laspetto marziale. C' una parte rituale in questa disciplina? Tutto rituale, a partire dal modo in cui si vestono gli indumenti di gioco. Ancor pi rituale la parte dedicata alla musica e ai canti. Si capoeiristi completi solo quando si sanno suonare tutti gli strumenti della batera, linsieme di strumenti che si suonano quando si accompagna il gioco, e si conoscono testi e significati di centinai di cori. Non basta saper lottare. Inoltre, c' tutto il codice non scritto dei gesti. La Capoeira un punto di incontro tra la forza della danza di mimesi animale, la festa di paese, il teatro antico, la scorribanda tra ragazzacci e limprovvisazione jazz. C' una struttura gerarchica nella Capoeira? Il Maestro il capo anche quando gioca-lotta con voi?

Rio de Janiero nel XIX sec. In basso a sinistra, due danzatori di capoeira

STILE

Astuzia e grande bellezza, la cerimonia strategica della lotta

ALIAS 3 AGOSTO 2013

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SINTONIE
BODY LANGUAGE
DI JEFFREY ELMONT, CON FLORIS BOSVELD, LORENZO VAN VELZEN BOTTAZZI. OLANDA 2011

A CURA DI SILVANA SILVESTRI CON FILIPPO BRUNAMONTI, ANTONELLO CATACCHIO, ARIANNA DI GENOVA, GIULIA DAGNOLO VALLAN, MARCO GIUSTI, GIONA A. NAZZARO, CRISTINA PICCINO

S esiste, ma bisogna distinguere, nella Regional ci sono 11 cinture (cordao) progressive, come nel Judo, al cui vertice c il grado di mestre. NellAngola no, si allievi sempre, fino a quando si diventa trenel o professor, solo dopo molti anni di pratica col ruolo di insegnante si pu essere designati mestre. Un maestro sempre tale, quando joga con lallievo ha la capacit di scatenare in lui una quantit di stati danimo e di reazioni dinamiche: rabbia, gioia, paura, azzardo, spingendoti a conoscere il tuo limite ti invita a non avere riguardi per lui e rischiare per crescere. Tra allievi invece devi stare pi attento, facile prenderle davvero. Il mestre ti mette a nudo non solo tecnicamente, ti mette a nudo come persona La Capoeira ha avuto una valenza anche politica? Certamente, come momento di affermazione identitaria di esseri umani, ridotti alla schiavit, che si liberano. Lo stata anche in seguito, quando si accusavano i dissidenti politici, i diversi, gli oppositori culturali di essere capoeiristi, per giustificare la loro carcerazione. Negli anni 60 la sinistra brasiliana ha fatto della Capoeira una sorta di baluardo delle radici culturali non europee del Brasile. Oggi di politico non rimasto molto. Con la sua diffusione di massa ha assunto forse un significato che si pu definire sempre pi commerciale? Non c dubbio che limpatto spettacolare e il coinvolgimento che genera la Capoeira in coloro che la osservano, ha come effetto positivo la diffusione rapida e sistematica. Commerciale, perci, significa che esportabile, ma non essendoci imprenditori della Capoeira che siano anche capoeiristi non commerciale. Certo, i creativi pubblicitari e i tour operator hanno fatto leva e lucrato sulla Capoeira, per vendere pacchetti turistici, questo senso la Capoeira diventata commerciale. In Italia quanti gruppi ufficiali esistono? Quelli censiti sono 88, in 53 diverse citt, con Roma in testa e Milano al seguito. La maggior parte sono gruppi di Capoeira Regional e contano molti pi allievi, bench lAngola sia in crescita, molti hanno praticato entrambe gli stili. I flussi migratori hanno contribuito alla sua diffusione e anche alla sua evoluzione-trasformazione? La sua diffusione di massa oltre il Brasile, avvenuta quando il turismo internazionale bianco e benestante ha scoperto la bellezza delle rode di strada e ancor pi le piccole competizioni sulle spiagge di Bahia o di Rio. I flussi migratori sono successivi e sono quelli di mestre capoeiristi chiamati dai paesi del primo mondo interessati a conoscerla. Qual il suo valore culturale e artistico? paragonabile al tango argentino, al kalaharypayattu indiano, al kung fu cinese, al flamenco spagnolo, alle danze Maori, al teatro Noh giapponese, ai riti della tarantella salentina, ma alla fine un genere unico, essendo frutto della schiavit. In questo senso, pi simile alla cultura afroamericana, che va dagli spirituals fino al rap, passando per la break dance e tutta la cultura hip hop postmoderna o le forme cultuali cubane sincretiche.

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Cinque ballerini di gruppi diversi decidono di unirsi per partecipare ad un concorso in programma a New York. Non si conoscono, hanno uno stile radicalmente diverso, ma dovranno formare una nuova squadra di ballo per poter partecipare al concorso. (esce l8 agosto) DRIFT - CAVALCA LONDA

RITORNO A ROMA STRABILIANTI MERCHANT E SIMONIAN


SAFE AND SOUND
Usa, 2013, 347, musica: Capital Cities, regia: Grady Hall, fonte: Youtube

DI BEN NOTT, MORGAN O'NEILL, CON SAM WORTHINGTON, XAVIER SAMUEL. AUSTRALIA 2012

LE STELLE
STARS A BALESTRINO
BALESTRINO (SAVONA), ANTICHE SCUDERIE DEI MARCHESI DEL CARRETTO DAL 5 ALL11

Ambientato sulla spettacolare costa dell'Australia negli anni '70, la storia di due fratelli che hanno dato vita alla moderna industria del surf. Andy e Jimmy, prodigio della tavola, con la madre sarta Kat lanciano la moda delle mute su misura e di nuove tavole da surf pi corte. Trasformeranno il surf da sport patinato per pochi in unindustria moderna e in una pratica sportiva per tutti. (esce l8 agosto) IO SONO TU

Seconda edizione della rassegna di Teatro Contemporaneo in Liguria diretta da Shel Shapiro. Si apre il 5 con la tavola rotonda La giustizia morale con il presidente della Liguria Claudio Burlando, Gherardo Colombo e il presidente della fondazione De Mari, Roberto Romani. Il 6 agosto: Il processo di K, scritto e diretto da Bruno Fornasari, il 7 prima nazionale di Solo tre donne sole, di Dino Buzzati, 8 agosto Balkan Burger, di Stefano Massini Fullin legge Fullin, di e con Alessandro Fullin, 9 agosto, Corrado Augias, con Giuseppe Fausto Modugno al pianoforte e voce, con La vera storia della Traviata. Tutte le sere: cinema sotto le stelle con film annunciati giorno per giorno sul sito.

IL TEATRO
I SOLISTI DEL TEATRO
ROMA, GIARDINI DELLA FILARMONICA ROMANA, FINO AL 12 AGOSTO

DI SETH GORDON, CON JASON BATEMAN, MELISSA MCCARTHY. USA 2012

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Lavventura di un ragazzo alle prese con il bizzarro tentativo di riprendersi la sua identit, rubatagli da una ragazza di Miami, che finanzia le sue spese pi disparate con la sua carta di credito. (esce l8 agosto) APACHE

DI THIERRY DE PERETTI, CON FRANOIS-JOSEPH CULIOLI, AZIZ EL HADDACHI. FRANCIA 2013

Nella Corsica invasa dai turisti cinque ragazzi del posto entrano in una villa dove il padre di uno di loro lavora come custode. Rubano alcuni oggetti e dei fucili da collezione, e mentre un boss locale indaga per trovare la refurtiva, i ragazzi liquidano i conti tra di loro. (esce il 14 agosto) CANI SCIOLTI

I prossimi appuntamenti ai Giardini della Filarmonica di via Flaminia: il 5 agosto El tango voce recitante Alessandro Haber con il Quartetto Meridies, il 6 agosto La bellezza delle piccole cose scritto e diretto da Alessandro Fea con Ilaria Giambini, Flaminia Grippaudo, Andres Suriano, il 7 agosto Apnea il tempo al centro del respiro con Alessandro Intini scritto e diretto da Mauro Leonardi, voce femminile Anna Foglietta, 8 agosto leStaffette presenta Tutto questo non nient'altro che un gioco liberamente tratto da Il Mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante con Canio Loguercio, Costanza Alegiani adattamento, voce, musiche. Il 9 agosto si conclude con Rezza e Mastrella in Doppia identit elevata al superficiale.

Davvero strabiliante questo clip che vede come protagonisti Ryan Merchant e Sebu Simonian. Nella cornice di un classico cinema-teatro dec, in pochi minuti, sulle note del loro single tratto dallalbum In A Tidal Wave of Mistery, il duo di musicisti passa da un musical degli anni 30 a uno show televisivo degli anni 50, dalla copertina di un vinile anni 80 a una videografica degli anni 00. Safe and Sound sembra insomma un omaggio alla storia dei media dalle origini a oggi, grazie ad effetti speciali, giochi di finestre e di compositing, mescolanza di colore e bianco e nero (notevole il lavoro di post-produzione della societ Mirada, mentre la fotografia di Shawn Kim e le coreografie di Mandy Moore). Su Vimeo possibile vedere un videoclip alternativo della stessa canzone, realizzato da Jimmy Ahlander, totalmente diverso e zeppo di suggestioni cinematografiche, alcune jodorowskiane. Ma non spettacolare come quello di Hall. LOVE IT OR LEAVE IT
Israele, 2013, 4, musica: Asaf Avidan, regia: Asaf Avidan, fonte: Youtube

LA RASSEGNA
PESARO A ROMA, UNA SELEZIONE DEL FESTIVAL DAL 4 AL 7 AGOSTO AL SUMMER KINO Nel giardino del Circolo degli Artisti (via Casilina Vecchia 42), quattro serate dedicate alla 49. edizione del festival diretto da Giovanni Spagnoletti, rappresentative delle diverse sezioni della manifestazione: l'apertura, domenica 4 agosto alle ore 22, affidata a Lestate sta finendo di Stefano Tummolini (alla presenza del regista), cui seguiranno luned 5 agosto il rumeno Matei Child Miner di Alexandra Gulea, vincitore del Concorso con il Premio Lino Miccich e del Premio della giuria giovane, marted 6 agosto una selezione di titoli presentati in Fuori Norma, ricognizione sul cinema sperimentale italiano del nuovo millennio, e mercoled 7 agosto il biopic Violeta Parra Went to Heaven Ingresso alle proiezioni: 5 euro. Info: www.ilkino.it

DI BALTASAR KORMKUR, CON DENZEL WASHINGTON, MARK WAHLBERG, . USA 2013

Il regista islandese firma un film tratto dalla graphic novel di Steven Grant, protagonisti l'agente della Dea Bobby Trench e l'ufficiale dell'Intelligence della Marina, Marcus Stigman, entrambi sotto copertura, che si fingono membri di un sindacato di narcotrafficanti. Nessuno dei due per conosce la vera identit dell'altro. Esce dopo la proiezione al festival di Locarno in Piazza Grande, titolo originale 2 Guns. (esce il 14 agosto) OPEN GRAVE

Alcuni performer, completamente nudi, danzano a turno su fondo bianco indossando un grosso testone di cartapesta raffigurante il volto del cantautore israeliano. Diretto dallo stesso Avidan, il clip di Love It Or Leave It ha una sua notevole semplicit, anche se i vari quadretti che si alternano abbastanza velocemente contengono tutti piccole trovate meccanico-visive: gli uomini e le donne creano coreografie manipolando fili colorati (in parte creati in post produzione) che attraversano linquadratura. Forse qualcuno trover provocatoria lesibizione della nudit assoluta, ma il tutto assolutamente naturale e di grande effetto. Il design e lanimazione di Alteroy, la maschera realizzata da Tomer Rubens. I WANNA BE LOVED
Uk, 1982, 5, musica: Elvis Costello, regia: The Rich Kids, fonte: Youtube

DI GONZALO LPEZ-GALLEGO, CON SHARLTO COPLEY, JOSEPH MORGAN. usa 2012

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Jonah (Sharlto Copley), riprende conoscenza in una fossa piena di cadaveri. Quando riesce a uscirne, trova una baita e cinque sconosciuti al suo interno che, come Jonah, non hanno la minima idea di dove o chi siano (esce il 14 agosto) KICK-ASS 2

LA MOSTRA
ARTSITE CASTELLO DI BURONZO
BURONZO (VC) VIA CHIESA, FINO AL 6 OTTOBRE

DI JEFF WADLOW, CON JIM CARREY, NICOLAS CAGE. USA 2013

dell'omonimo fumetto scritto da Mark Millar ed illustrato da John Romita Jr..L'eroe Kick-Ass si unisce a un gruppo di cittadini che combattono il crimine in costume, Red Mist, dopo l'uccisione del padre da parte di Kick-Ass e Hit-Girl, decide di vendicarsi e di cambiare il proprio nome in The Mother Fucker. (esce il 15 agosto)

Dopo un accurato e lungo restauro il castello di Buronzo ora restituito al pubblico che pu percorrere le sale dellintero edificio accompagnato dalle opere di artisti - pittura, scultura, video, fotografia, istallazione, performance - provenienti da varie parti del mondo. La mostra a cura di Domenico Maria Papa, un progetto dell'associazione Phans con Conti Editore in collaborazione con il Comune di Buronzo e Art Stays 11 Festival of Contemporary Art Ptuj Slovenia. Ventisette gli artisti emergenti: Aqua Aura, Bertrand, Blank, Bukovec, Ciaramella (foto), Demetz, Dutto, Forbici, Giorgi, Grycko, Hishiki, Jansen, Langer, Luckeneder, Mara, Milazzo, Monnier, Muzi, Pacini, Paderi, Artsiom Parchynski, Pepe, Piccinini, Shigal, Vicari, Wehinger, Zakrzewski.

Costello canta tutto il brano in primo piano - alle sue spalle una parete imbottita - muovendo solo di tanto in tanto le labbra in lip synch. Limmagine in bianco e nero si colora ogni qualvolta una persona entrando in campo da destra o da sinistra - bacia il musicista: uomini, donne, bambini, giovani, vecchi, punk, bianchi e neri. Solo alla fine scopriamo che Costello si trova in realt allinterno di una cabina per fototessera e che tutte queste presenze esprimono la necessit di essere amati di cui si parla nel testo della canzone. Originalissimo per lepoca in cui fu girato, I Wanna Be Loved forse in assoluto il primo clip risolto interamente in piano-sequenza, a parte la coda finale che ci mostra la rockstar uscire dalla stazione. I Wanna be Loved tratto dallalbum Imperial Bedroom, caratterizzato da stile orchestrale con impronte soul-jazz.

MAGICO

Sono gi sei giorni che sono tornata a Roma la citt dove sono nata, in via di Porta Castello, praticamente al confine con Borgo Pio, e dove, dopo un vario e complesso girovagare in diversi quartieri e citt, da 26 anni sono tornata ad abitare, ma dal lato opposto della sacra piazza S. Pietro, ormai neanche pi attraversabile invasa com' da transenne e ostacoli, pellegrini compresi, importante dire che qui ci sono nata per entrare nel discorso e per far capire a chi legge che ho qualche conoscenza in proposito, ero orgogliosa di questa mia origine, in fondo casuale perch i miei genitori sono nati altrove, e di averci fatto nascere le figlie, qui, nel centro della storia, nella citt pi bella del mondo, e ora? cosa successo? quando sono venuta ad abitare in questo quartiere era ancora un paesotto, il quartiere dei fiji dei preti, diceva qualche maligno, o la Gran Pretagna, un quartiere centrale ma piiamente defilato, ormai solo un enorme supermercato per pellegrini, i vecchi abitanti scompaiono per trasformare i propri appartamenti in b&b solo nel mio palazzo ce ne sono 3, i negozi di artigiani, meccanici, panettieri (era il quartiere dei forni per il pane, e prima, nella parte alta della strada, c'erano gli orti di guerra per le famiglie numerose che non ce la facevano con la tessera annonaria) e piccoli alimentari sono scomparsi a favore di un grosso supermercato ed una serie di negozi di tutti i tipi dal gelataio ai souvenir, immancabilmente gestiti da cinesi, i cui figli, nuovi romani, frequentano in massa le scuole private cattoliche, contro i quali non ho nessuna forma di razzismo, piuttosto ho una strana percezione del contrario, essendo loro una comunit molto chiusa che sembra studiare noi nativi con particolari occhiali ad infrarossi capaci di conteggiare le nostre risorse fino all'ultimo centesimo... tutto ci mentre continuo ad attendere l'orrido bus 64, che fa capolinea qui, sul quale salire ogni volta un viaggio surreale e rischioso, i taccheggiatori ci lavorano con orari da ufficio, nel cielo, invece delle rondini, costrette quasi alla clandestinit, sfrecciano feroci gabbiani che mai sazi di monnezza attaccano dai passerotti ai piccioni e ormai, successo, anche i gatti. Il sindaco auspica la chiusura al traffico dei Fori Imperiali e i pizzardoni in bicicletta, forse dovrebbe prima far fermare gli enormi bus pieni di turisti fuori dal centro, triplicare i mezzi pubblici, magari elettrici, fare piste ciclabili e riparare manto stradale e marciapiedi che fanno schifo, la nostra citt un territorio minato per i disabili e bambini in carrozzina, insomma l'elenco sarebbe infinito, ma non sono solo questi i problemi principali, quello che ferisce la perdita dell'anima di questa citt, che sempre pi stata militarmente occupata nel suo centro da tutti i poteri immaginabili: Vaticano (per primo, da sempre, con immensi possedimenti in citt che gestisce senza alcun rispetto delle regole, hanno rialzato di un intero piano, lo vedo dalla mia finestra, ho le foto del prima e del dopo, uno storico palazzo del Gianicolo, anche se non sono un esperta del campo a occhio direi che in questa zona si effettuano abusi edillizi continui, ma forse loro non sono sottoposti alle stesse leggi?) che un'enorme forza imprenditoriale nel gestire turismo religioso, la casta dei politici, i ricchi, i mafiosi e ndranghetisti, dai padroni e dai loro servi che hanno spazzato via tutto il tessuto tradizionale e artigianale della zona storica dove chiudono uno dopo l'altro botteghe, gallerie, librerie, cinema e teatri, studi e bar ma i prezzi sono alle stelle nonostante la crisi. Cerami ha scritto che da quando hanno inventato gli ascensori i ricchi sono tornati ai piani alti, che prima evitavano per non far le scale e i poveri scendevano al piano terra, ormai i poveri non li lasciano rimanere neanche nei sottoscala del centro storico anche se magari ci sono nati, se sono fortunati finiscono oltre il raccordo, se no, per strada alla faccia della romanit!

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Nella lunga avventura del pop sono molti gli artisti che hanno sperimentato e ideato nuovi modi di veicolare la propria musica. Dalle canzoni che si sciolgono dopo lascolto a quelle da mangiare come dessert

popolare veniva prodotta e concepita. Svelando la nuova invenzione letichetta decise di stampare una serie di dischi presenti in catalogo. Per quanto innovativo fosse, il long playing conteneva in origine al massimo 45 minuti di musica, estesi poi a 52 minuti, 26 per facciata. Il primo artista che cap che meno di unora era poco per il proprio lavoro e non era a misura della propria creativit fu il francese Lo Ferr che nel 1964 decise di dare alle stampe il primo doppio ellep della storia, la raccolta Verlaine et Rimbaud chants par Lo Ferr edita dalletichetta francese Barclay Records. Fu una rivoluzione. Due anni dopo, nel giugno 1966, venne pubblicato il primo disco rock doppio, Blonde on Blonde di Bob Dylan. Il menestrello bruci sul tempo per una sola settimana Frank Zappa e il suo Freak Out!. I Beatles ci provarono poi con il White Album. Negli anni Settanta i doppi album erano diventati quasi la regola. Era giunto il momento di esagerare e arrivarono i tripli, come All Things Must Pass di George Harrison o Songs in the Key of Life di Stevie Wonder. Il Picture Disc Con gli anni Sessanta, gli album a 33 giri divennero non solo semplici raccolte di canzoni, ma opere a se stante in cui la grafica di copertina svolgeva un ruolo determinante nella promozione del prodotto, riuscendo a diventare inoltre parte integrante del progetto artistico, unendo aspetto visuale e musica. Negli anni Settanta arriv anche il vinile colorato. Oltre la copertina anche il supporto sonoro diventava oggetto di decorazione. Inizi la stagione dei picture disc, dischi decorati con illustrazioni, volti e disegni che divennero oggetti di culto per fan incalliti e, pi tardi, pezzi da collezione. Erano forse pi adatti a essere esposti sulle pareti che a girare su un piatto, ma spesso utilizzavano effetti ottici che potevano essere apprezzati solo durante la rotazione del disco. Il primo moderno picture disc dellera rock risale al 1970 ed firmato dalla band inglese di progressive Curved Air che pubblic il proprio album di esordio, Air Conditioning, stampando un disegno e il titolo delle canzoni sui solchi del vinile. Si trattava ancora di una novit e la qualit sonora rimaneva notevolmente penalizzata. Lalbum, stampato inizialmente in 10mila copie, fu comunque un successo e arriv nella top ten britannica. Nel corso degli anni Settanta il picture disc prese piede e divenne unedizione alternativa quasi obbligatoria per molti album di successo. In realt lidea del picture disc era molto pi antica. I primi dischi decorati risalgono alla fine degli anni Venti. Erano composti da uno strato di cartone illustrato su cui veniva sovrapposta una sottile pellicola in vinile che lasciava trasparire il disegno. La qualit audio era bassissima, ma leffetto era, per lepoca, assolutamente sorprendente. Uno dei dischi pi famosi di quel periodo fu una incisione di Adolf Hitler che negli anni Trenta pubblic un picture disc di propaganda da 7 pollici su cui compare, su un lato, la svastica, sullaltro limmagine del frher stesso. I solchi contenevano alcuni discorsi suoi e di un esponente del partito nazista, Hans Hinkel. 4 per 1 Se c una band che ha sempre amato stupire con le proprie trovate musicali e sceniche, questi sono i Flaming Lips, da Oklahoma City. Nel 1997 Wayne Coyne e soci decisero di sfidare i loro fan pubblicando un cd quadruplo intitolato Zaireeka. Ogni disco conteneva otto canzoni della stessa durata. I quattro dischi erano in realt un solo album e la

di GUIDO MARIANI

Nellera digitale ha sempre meno senso parlare di dischi. Gli artisti musicali ormai pubblicano le loro registrazioni in modo sempre pi immateriale, la canzoni sono file che hanno la consistenza di dati

informatici. Enciclopediche collezioni musicali possono essere ospitate su dispositivi che occupano meno spazio di un pacchetto di sigarette. I nuovi servizi di streaming ormai tolgono anche il peso di dover conservare la musica che diventa

perennemente disponibile in rete. C chi rimpiange per la poesia, il fascino e il fruscio romantico dei vecchi dischi in vinile. C chi ricorda con malinconia il tempo in cui le playlist non erano un banale gioco di copia e incolla, ma un certosino lavoro di registrazione su cassette che richiedeva pazienza e scelta attenta di tempi e di livelli di volumi. E, come accadeva per il protagonista di Alta fedelt di Nick Hornby, regalare una compilation era un atto damore. Levoluzione dei supporti una parte importante della storia della musica, cos come il modo di fruire lascolto influisce sul modo in cui lautore produce e pensa la sua opera. Nella lunga avventura del pop sono molti i musicisti che hanno sperimentato, andando oltre la magica immaterialit delle note musicali e cercando di estendere il concetto di arte al di l dellesecuzione sonora. Sono nati, a volte anche solo per necessit, nuovi formati, nuove forme di diffusione per le canzoni o, in alcuni casi, geniali provocazioni artistiche. A conferma

che la musica popolare unarte totale. Il primo doppio I dischi in vinile hanno rappresentato il principale mezzo per la diffusione e commercializzazione della musica per diversi decenni. Tra i vari formati succedutisi il re assoluto

stato il vecchio e non dimenticato ellep, il long playing, che girava a 33 giri al minuto e che consentiva a pi canzoni di stare sulle due facciate del disco. La data di nascita ufficiale del formato fu il 18 giugno 1948, quando la Columbia Records present il nuovo oggetto destinato a conquistare il mercato e a cambiare il modo in cui la musica In questa pagina: nella foto grande Buckethead, qui sopra il disco di cioccolato del dj francese Breakbot, accanto la copertina dellalbum By Your Side; a sinistra Blue Ice, il disco di ghiaccio degli Shout Out Louds

DISCHI FORMATI PARTICOLARI E GENIALI, IRRESISTIBILI PROVOCAZIONI

Oggetti suonanti non identificati

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discografia torrenziale conta circa 36 album solisti e decine di collaborazioni con altri artisti. Nel 2007 ha pubblicato un box set intitolato In search of the composto da 13 cd contenenti materiale inedito. La follia non sta solo nellimponenza della raccolta, ma nel fatto che Buckethead ha personalmente masterizzato ogni singola copia dei cd per la prima tiratura, unedizione limitata di 999 copie. Calcolatrice alla mano il musicista ha quindi masterizzato di persona 12.987 dischi. Non contento, ha accompagnato ogni singolo disco di questa serie con una copertina autografa personalizzata, realizzando 12.987 disegni originali. Un lavoro concettuale - ha spiegato il produttore Travis Dickerson, collaboratore di Buckethead - un pezzo darte. Potrebbe contenere qualsiasi cosa. Per capire cosa pensa lartista bisogner aspettare che la marionetta Herbie rilasci una dichiarazione. 100mila dollari in frigo Dalla loro nascita avvenuta nei primi anni Settanta e per tutta la loro misteriosa carriera, i californiani Residents sono sempre stati un progetto in cui laspetto artistico, concettuale, visuale stato anche pi importante di quello puramente musicale. La band, composta da musicisti senza volto che compaiono nelle fattezze di strane creature con bulbi oculari al posto della testa, ha pubblicato pi di 60 album che spaziano dallavanguardia, al vaudeville, al rumorismo, allambient e chi pi ne ha pi ne metta. La loro opera materialmente pi ambiziosa stata la raccolta completa del loro lavoro pubblicata nel dicembre del 2012, una collezione chiamata The Ultimate Box Set che raccoglie tutta la loro produzione in tutti i possibili formati, pi le stampe originali in vinile dei loro primissimi lavori, tutti i loro singoli e dvd e qualche gadget come la loro tradizionale maschera a forma di occhio umano. Il tutto rinchiuso in un mastodontico frigo a doppia anta che funge da custodia per lopera omnia. Ledizione era limitatissima, circa dieci esemplari. Il prezzo? A cinque zeri: 100mila dollari. Un oggetto per collezionisti darte e milionari con una passione morbosa per lavanguardia rock. Parrebbe una follia, ma le teste a forma di occhio non potevano non vederci giusto. circolata notizia che siano state vendute ben nove copie di questo box set definitivo. Chiss, potrebbe essere pure un investimento. I pionieristici video dei Residents sono oggi ospitati nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York. Un domani quelle gallerie potrebbero trovare spazio anche per un frigo. Lalbum fai da te Beck Hansen ha incarnato soprattutto a inizio carriera quellattitudine definita come slacker, un atteggiamento un po svogliato e nullafacente, amato dalla scena indie rock anni Novanta. Sar in onore di questa pigrizia esistenziale o per fare unoperazione decisamente retr che ha pubblicato nel dicembre del 2012 un album di canzoni nuove facendo un passo indietro persino rispetto al formato vintage, e tornando a qualcosa di ancora pi antico: la partitura. Song Reader un lavoro

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sfida consisteva nel fatto che ogni brano era sostanzialmente il pezzo di un puzzle e lascolto si perfezionava solo se i quattro dischi suonavano contemporaneamente in perfetta sincronia. Ogni cd aveva una sua pista di registrazione e il mixaggio dipendeva dallascoltatore che doveva organizzarsi con quattro lettori da azionare nello stesso momento. I fan pi duri e puri non si scomposero e per ascoltare bene il disco organizzarono dei listening parties in cui le persone portavano gli impianti stereo necessari per ascoltare degnamente lopera. Purtroppo il web ha ucciso la poesia e oggi si possono ascoltare in rete dei mixaggi gi pronti dei brani del disco. Forse per questo i Flaming Lips si sono vendicati rilanciando la loro provocazione e pubblicando lo scorso aprile Zaireeka anche in vinile. Bootleg istantaneo La carriera dei bostoniani Pixies fu tanto breve quanto intensa. Sconvolsero la scena alternativa rock Usa allinizio degli anni Novanta e si ritirarono dopo quattro album e cinque anni di vita. Decisero di ritornare insieme, ma solo come live band, nel 2004. Non pubblicando nuova musica e capendo che i fan avrebbero apprezzato un documento della loro reunion decisero di offrire alla fine dei loro concerti la registrazione dellesibizione. Un bootleg istantaneo, inciso in diretta e subito disponibile. Un modo anche per stroncare la diffusione sul web di live non autorizzati e di dubbia qualit. Lidea stata poi ripresa anche in Italia da Elio e le Storie Tese che hanno ribattezzato loperazione Cd brul. Al prezzo di 12 euro, subito dopo i loro spettacoli gli spettatori potevano acquistare un cd masterizzato di fresco dal titolo Ho fatto due etti e mezzo, lascio?. I dischi, realizzati in tiratura limitata da 400 copie a show, avevano ognuno una copertina personalizzata con uno sticker con numero di serie, luogo e data del concerto. Disegni originali Lamericano Buckethead rappresenta uno dei personaggi pi originali nel mondo dei chitarristi rock. Sin dal suo debutto nel gruppo dei Deli Creeps (di cui non si conobbe mai la vera identit dei membri), ha sempre coperto il suo volto con una maschera senza espressione e si sempre presentato sulle scene con in testa un secchiello - da l il nome darte della Kentucky Fried Chicken, nota catena di fast food americana che vende pollo fritto. Per un certo periodo ha anche militato nei Guns N Roses occupando il ruolo che fu di Slash. Buckethead non parla mai e quando rilascia interviste al suo posto risponde una orribile marionetta chiamata Herbie. La sua

creato una confezione con un kit composto da uno stampo in silicone e una bottiglia di acqua distillata. Riempiendo la forma e mettendola in freezer si otterr, a congelamento avvenuto, una copia unica e non ripetibile di un singolo a 7 pollici fatto di ghiaccio. Prima che si sciolga, il disco va posto sul piatto e suoner ununica volta prima di liquefarsi. Prevedibili le controindicazioni: la qualit sonora tremenda, la puntina del giradischi probabilmente ne uscir irrimediabilmente rovinata e una volta sciolto il disco potrebbe causare qualche cortocircuito. Cacao a 33 giri Il dj francese Thibaut Berland, pi noto con il nome darte di Breakbot, ha deciso di unire due passioni in una, pubblicando nel 2012 il suo album desordio By Your Side in una versione a 33 giri fatta di cioccolato e completamente commestibile. un disco a una sola facciata confezionato con cioccolato al 74% di cacao e prodotto dalla casa discografica Ed Banger in unedizione limitata di 120 copie vendute nel negozio Colette di Parigi. Secondo le istruzioni ascoltabile dalle 3 alle 5 volte prima che i solchi si consumino definitivamente e che la puntina diventi inservibile. Musica per palati fini. Esaurito lascolto e mangiato il disco, chi volesse ascoltare nuovamente la musica dovr malinconicamente scaricare le canzoni da iTunes.

musicale non inciso, una raccolta di 20 canzoni inedite concepito come un nuovo album, ma la cui esecuzione lasciata allappassionato. Il lavoro, che Beck presenter dal vivo per la prima volta questestate, ha comunque preso vita sul web. In tanti hanno infatti raccolto limplicito invito del rocker californiano e, sostituendosi allartista, hanno creato le loro versioni dei brani in base alle partiture della raccolta. Molte di queste versioni possono essere ascoltate sul sito ufficiale songreader.net. Il caro estinto Ynys Enlli un matematico originario del Galles di cui si sa poco o niente, solo che in pensione

e compone ogni tanto musica elettronica sperimentale per letichetta giapponese, altrettanto sperimentale, Icasea. Secondo il sito ufficiale della label, Ynys Enlli (pseudonimo gallese che significa lisola delle correnti) produce mondi sonori unici che uniscono lo spazio tra le composizioni accademiche elettro-acustiche e forme pi tradizionali di ambient elettronico. Ma la vera sfida per lascoltatore non solo decifrare che cosa si intenda con queste classificazioni musicali, riuscire materialmente ad ascoltare la sua musica. Lartista ha infatti pubblicato un album, intitolato Ygam, in un formato per cui non esistono pi apparecchi in grado di leggerlo. La musica incisa su cilindri di cera e pu essere riprodotta esclusivamente con un fonografo a cilindri, il nonno del vecchio grammofono, un marchingegno brevettato da Edison a fine Ottocento e rimasto in voga fino allarrivo dei dischi e poi definitivamente scomparso. Ma evidentemente ogni formato ha i suoi seguaci. Lopera, inascoltabile in tutti i sensi, di Ynys Enlli creata in tiratura limitata andata esaurita. Per la stampa in cd probabilmente dovremo attendere il prossimo secolo. Solchi di ghiaccio Quando si parla di sonorit glaciali... La formazione indie rock di Stoccolma Shout Out Louds, attiva dal 2003, nel dicembre del 2012 ha pubblicato un nuovo singolo intitolato Blue Ice (ghiaccio blu) proponendo ai potenziali ascoltatori una sfida molto particolare. Unedizione limitatissima del disco fatta di ghiaccio. Il gruppo ha

Romantico vinile Da quando ha archiviato lesperienza dei White Stripes, Jack White si lanciato in diversi progetti musicali e in una battaglia personale per preservare il fascino dei vecchi dischi in vinile, delle edizioni discografiche di pregio e il retaggio culturale dei negozi di dischi storici. Ha fondato la Third Man Records che pubblica in gran parte album e singoli in vinile. Questanno stato nominato ambasciatore per il Record Store Day. Per loccasione a Nashville, sede della sua etichetta discografica, ha rispolverato un marchingegno unico al mondo e datato 1947. Una cabina di incisione per vinili, fatta come una cabina per fototessere in cui chiunque pu entrare e incidere in diretta un brano musicale ottenendo poi istantaneamente un 45 giri in vinile. Volendo - ha suggerito White - potete entrare con il vostro iPhone con la musica pre-registrata e cantare la vostra parte vocale. Si combina cos il meglio dei diversi mondi il tangibile, il digitale e il romantico. Lanno scorso il Record Store Day stato festeggiato da White con la pubblicazione del singolo Sixteen Saltines in un formato in vinile trasparente che conteneva un liquido blu. Nella stessa occasione decise di diffondere un nuovo singolo, Freedom at 21, appendendo alcuni dischi a dei palloncini riempiti di elio e lasciati liberi di girovagare per i cieli di Nashville. I dischi erano fatti di vinile flessibile per poter meglio resistere alla inevitabile caduta e per poter conservarsi meglio. Sono stati liberati tra le nuvole del Tennessee mille copie della canzone, il 90 percento si persa nel nulla, le restanti cento copie sono finite nella collezione di qualche fortunato fan che oggi possiede un pezzo unico, quotatissimo sul mercato dei collezionisti.

In alto, da sinistra a destra: la copertina di Zaireeka dei Flaming Lips, Jack White e il momento della spedizione, a Nashville, di Freedom at 21; sotto: Beck, il picture disc Air Conditioning dei Curved Air e uno dei fortunati possessori di Freedom at 21, un anziano signore a cui una copia cadde nel giardino. Al centro la copertina del primo album doppio, Verlaine et Rimbaud chants par Lo Ferr; in basso un picture disc dantan, firmato Adolf Hitler, e la copertina di un album dei Residents

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ALIAS 3 AGOSTO 2013

RITMI
di SIMONA FRASCA

A TUTTA BIRRA
di FRANCESCO ADINOLFI E adesso parliamo di birra. Il sito http://metal-and-wine. com/en/ tra i pi forniti in quanto a birre e vini rock. Ci si pu trovare la birra dei Motrhead (Bastard Beer, nella foto) o quella degli Iron Maiden (Trooper), quella dei Kiss (Destroyer) e degli Ac/Dc (Premium). E non manca certo il vino, da quello dei Pink Floyd (il Dark Side of the Moon) a quello dei Police (il Synchronicity Red Wine Blend). Tutto

ufficiale, tutto aquistabile on line. Chi vuole esagerare poi si diriga a Tarrenz, Austria, al castello della Starkenberger Brewery. Ci sono sette vasche colme di birra diluita in acqua. Si beve (boccali in fila sui bordi) e ci si immerge. Gestito da proprietarie che da anni servono birra Starkenberger, il castello - costruito 700 anni fa - offre atmosfere gotiche, insuperabili. 225 euro per prenotare una vasca pi 5 euro a persona. Pi si meno si paga. Il tutto lo si pu vedere qui: http://keeleysblog.com/ BeerPool.htm. Per prenotazioni: http://www.starkenberger .at/starkenberger-saison-tag.html

INTERVISTA ANCORA IN TOUR IN ITALIA, IL 9 AGOSTO A SCANDIANO

A Carmen Souza toccata una gran fortuna, quella di nascere a Lisbona da genitori capoverdiani di religione cristiana, completamente immersa sin da bambina in una dimensione spirituale della musica. La personale miscela soul della sua voce intensa restituisce prima ancora delle sue parole la tradizione lusafricana di appartenenza accanto a una spiccata sensibilit per le sfumature jazz. A poco pi di 30 anni Souza alle prese con una carriera che diventa via via sempre pi appagante in termini di riconoscimenti e maturit. Il tour italiano del Carmen Souza Quartet che toccher dopo le tappe al Garda Jazz Festival di Trento, alla Casa del Jazz di Roma e a Oristano, anche Scandiano (in provincia di Reggio Emilia, il 9 agosto) stato loccasione per incontrare lartista impegnata nella promozione del nuovo album Kachupada (JazzPilon/Galileo). Ci descrivi Capo Verde e la sua musica? Capo Verde un posto magnifico, se dovessi consigliare un viaggio direi che tutte le isole meritano una visita perch ognuna differente dalle altre in termini di paesaggio, abitanti, mescolanze culturali. Alcune sono ricche di verde come Santo Antao, da cui proviene la mia famiglia, altre sono aspre e vulcaniche come Fogo. Bisogna provare il cachupa, da cui ho preso il nome per il mio ultimo album. il piatto tipico capoverdiano composto di fagioli, mais, verdure, carne o pesce. Ma certo la cosa pi bella sono i suoni. La musica di Capo Verde interessante perch nella sua semplicit basata pi sulle suggestioni liriche che sullutilizzo delle percussioni un repertorio abbastanza unico rispetto al resto dellAfrica. La maggior parte della musica si suona con uno strumento solista, una chitarra di accompagnamento, un basso e una voce, qualche percussione come gli shaker o il cajon. Tutto qui. Mi riferisco qui alla tradizione morna e coladeira. Esistono repertori pi tradizionali come il funana, basato su un tipo di fisarmonica detta gaita e uno strumento di metallo molto rudimentale, il ferrinho, e due voci, e repertori di ambito femminile come il batuke. Sono cresciuta ascoltando vecchi vinili di mio padre, musica capoverdiana degli anni Sessanta e Settanta. Erano dischi che raccoglievano soprattutto canti rivoluzionari sullindipendenza di Capo Verde, parlavano delle imprese di Amilcar Cabral, leroe della rivoluzione. Ricordo i Voz de Cabo Verde e grandi musicisti come il sassofonista e clarinettista Luis Morais, il violinista Antoninho Travadinha, la chitarra di Humbertona. Cerano altre band eccezionali come i Tubaroes, una delle pi note in quegli anni. Ti definiresti una cantante di musica tradizionale o lidea di essere annoverata nella sezione world music ti soddisfa di pi? La tradizione presente in tutta la mia musica, alla base delle mie

Carmen Souza, il soul bollente di Capo Verde


dischi vecchi e nuovi. Prendi la rumba, se acceleri un po il tempo avrai una coladeira, se invece rallenti ecco una morna. Non mi considero impegnata nella politica, certo osservo e faccio le mie considerazioni sulle azioni dei governi perch li eleggiamo e prendono decisioni per conto nostro. Sono cresciuta in una famiglia cristiana e dio stato una parte importante della mia vita da quando mi ricordo. La chiesa stata la mia casa a lungo. Ma una cosa la religione unaltra la spiritualit. Siamo circondati da fanatici che compiono ogni genere di cose in nome della religione. La spiritualit qualcosa di profondamente radicato in noi, la tua intima relazione con dio, il tuo sforzo di essere una persona diversa facendo la differenza non solo pensando a te e al tuo gruppo, la chiesa, ma cercando di essere consapevole di ci che accade intorno a te. Questo cerco di esprimere nelle mie composizioni. Il mondo pieno di canzoni damore ma chiss poi se le persone sono realmente interessate allamore e non piuttosto a relazioni temporanee, se la gente realmente disposta a combattere, a raccogliere le sfide o piuttosto preferisce starsene seduta e aspettare che qualcosa cada dal cielo. Queste sono le mie esperienze di essere umano e di musicista, non mi fraintendere, non voglio dare lezioni di moralit. la mia visione delle cose, sono le mie sfide e la mia storia, penso che ciascuno di noi debba raccontare la sua storia senza pretendere di vivere la vita di un altro. Considerando la tua carriera e le partecipazioni importanti come quella al Womad Festival del 2005, quali sono state le altre tappe principali che ti hanno fatto pensare che quella intrapresa fosse la strada giusta? Il Womad di quellanno fu il mio debutto in assoluto su un palco internazionale, il mio primo contatto con il grande pubblico. Un festival cos importante era qualcosa che non avevo mai sperimentato prima. Ma non avevo certo tutta lesperienza che ho oggi, le successive partecipazioni al festival sono state ancora pi intense, e poi ci sono stati i tour mondiali. Proprio in questi tour ho avuto lonore di conoscere Theo Pascal, il mio produttore, uno con un grande bagaglio di esperienze come musicista. Ritengo che tutto quello che ho imparato fino ad oggi viene da lui, e insieme continuiamo a crescere ogni giorno. C tanto da imparare in tutti i tour in termini di disciplina, energia, musica, storie, relazioni con la tua stessa musica, con la sinergia con gli altri musicisti e infine con gli ascoltatori. una cosa splendida e voglio continuare a farlo. Arriviamo al tuo ultimo album, Kachupada, come avete selezionato accanto ai brani originali gli standard, penso a My Favourite Things, uno dei brani pi associati al nome di un musicista radicale come John Coltrane? Mi piacciono i musicisti che corrono dei rischi, che non temono le nuove idee. Coltrane prese My Favourite Things e lo suon come se fosse un pezzo suo. Richard Rodgers lo aveva composto molto tempo prima senza sapere cosa ne sarebbe stato del suo brano. Questa la bellezza del comporre, potresti raggiungere un grande obiettivo nel futuro ma non puoi prevederlo. il grande legame con il tempo che ci concede la musica. Nellalbum ho preso standard come My Favourite Things e Donna Lee e gli ho dato una veste capoverdiana. stata unesperienza molto divertente.

composizioni e canto nel dialetto di Capo Verde, in creolo. Sono figlia della diaspora, canto le mie origini insieme con le influenze musicali ma non mi definirei una cantante tradizionale e, a dire il vero, non so cos di preciso la world music. Penso che sarebbe pi giusto identificare la musica con il nome dellartista che la suona, cos invece della musica del Mali potremmo dire la musica di Rokia Traor o di Fatoumata Diawara, e invece di jazz potremmo parlare dello stile di Wayne Shorter o Joe Zawinul. Sono gli individui che fanno la musica, lunicit di ciascuno degli artisti che rende il loro linguaggio speciale. La mia musica racconta le mie origini mescolate con limprovvisazione ma se la ascolti pensando a uno stile specifico senza considerare il contesto finisci per perdere il senso della sua unicit. In questa pagina due immagini della cantante portoghese, di origini capoverdiane, Carmen Souza

Partendo dalla tua biografia di donna e di artista come spieghi il colore specifico della tua musica, qualcosa che metteresti in relazione con unattitudine politica e spirituale? La tradizione capoverdiana da sempre connessa con le tradizioni latine, te ne accorgi ascoltando

Lultimo lavoro della cantante portoghese, Kachupada, prende il titolo da un piatto tipico del paese di origine dei suoi genitori. Nel disco, accanto a brani originali, anche alcuni standard jazz come My Favourite Things e Donna Lee
ON THE ROAD
Cloud Nothings
Il progetto fa capo a Dylan Baldi, in puro stile lo-fi punk. Marina di Ravenna (Ra)
MERCOLEDI' 7 AGOSTO (HANA-BI)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEG

Roma DOMENICA 4 AGOSTO (CIRCOLO


POLIGRAFICO-ROMESTOCK FESTIVAL)

Vinicio Capossela
L'istrionico artista italiano presenta, assieme alla Banda della Posta, l'album Primo ballo, che comprende i classsici ballabili da sposalizio anni Cinquanta. S. Pietro al Tanagro (Sa) SABATO
10 AGOSTO (PARCO DEI MULINI)

Moon Duo
Il duo space rock di San Francisco presenta il nuovo album, Circles. Marina di Ravenna (Ra) MARTEDI'
6 AGOSTO (HANA-BI)

Roma MERCOLEDI' 7 AGOSTO (PIGNETO


SPAZIO APERTO)

Paolo Benvegn
Il cantautore, ex Scisma e leader della band che prende il suo nome. Carovilli (Is) SABATO 10 AGOSTO (PIAZZA
MUNICIPIO)

Ancona GIOVEDI' 8 AGOSTO (AIA MORODER) Gradisca d'Isonzo (Go) VENERDI'


9 AGOSTO (CIAOLUCA FESTIVAL)

Fordongianus (Or) SABATO


10 AGOSTO (CHIOSCO FRAMES TERME ROMANE)

Sacri Cuori
Il post rock catartico del progetto di Antonio Gramentieri. Brisighella (Ra) SABATO 10 AGOSTO
(STRADE BLU)

Asian Dub Foundation


Tra gli esponenti principali del movimento new asian underground. Carpino (Fg) VENERDI' 9 AGOSTO (PIAZZA
DEL POPOLO)

Francesco Cafiso
Compie quindici anni di carriera il giovane altosassofonista e li festeggia con una serie di concerti in cui si esibisce con differenti organici: lIsland Blue Quartet; in trio con il chitarrista classico Francesco Buzzurro e larmonicista Giuseppe Milici; in duo con il pianista Mauro Schiavone. A Lascari gli sar conferito un premio alla carriera. Cervo (Im) LUNEDI' 5 AGOSTO Menfi (Ag) MARTEDI' 6 AGOSTO Pescara MERCOLEDI' 7 AGOSTO

Cagliari SABATO 10 AGOSTO (ARENA


SANT'ELIA)

Lee Scratch Perry


Una leggenda del reggae. Corsano (Le) DOMENICA 4 AGOSTO
(POPOLI)

Marlene Kuntz
Torna dal vivo la rock band piemontese. Mestre (Ve) SABATO 3 AGOSTO (PARCO
SAN GIULIANO-VENICE SHERWOOD)

ALIAS 3 AGOSTO 2013

(15)

ULTRASUONATI DA JESSICA DAINESE GUIDO FESTINESE MARIO GAMBA LUCA GRICINELLA ROBERTO PECIOLA MARCO RANALDI

BLUES

DUKE ELLINGTON BLACK, BROWN, AND BEIGE (Naxos) Ottimo Falletta a capo della Buffalo Philarmonic Orchestra nellinterpretare il Duke Ellington sinfonico. Geniale, il compositore afroamericano, capace di coniugare il respiro del jazz a quello di una suite che si rifaceva a quelle di stampo classico. Bellissimo cd che oltre a Black, Brown and Beige, unisce Three Black Kings e The River per chiudersi con il divertissement Thake the A Train. Insomma c da stare allegri per questa estate a ritmo di grande jazz, magari sotto una palma immaginando terre lontane (in tempi di spending review il massimo che si possa fare). (m.ra.) ROBERTO FEGA DAILY VISIONS (Creative Sources) Musica duso e di pensiero. Spezzata, lieve. Interessante. Importante. Costruita con raro gusto e con una distribuzione degli accenti di stupefacente acume. Interventi geniali, da lasciare incantati, di Ersilia Prosperi alla tromba e di Francesco Lo Cascio al vibrafono, recitativi splendidi (assorti) di Jennifer Scappettone, Marcello Sambati e Cecilia Panichelli. Tutto accorpato dalla computer music dellautore che inserisce sampler ricavati dalle esperienze antagoniste pi recenti. (m.ga.) MAX FRANKL HOME (Material) Allievo dell'austriaco Wolgang Muthspiel, l'eccellente chitarrista Max Frankl in questa opera prima mette assieme un sestetto da sogno, in cui spiccano il trombone di Nils Wogram e il piano di Pablo Held. Jazz contemporaneo mai sopra le righe, di assorta intensit, costruito con una sapienza insospettabile, gusto delle dinamiche, grazia elegante negli arrangiamenti. (g.fe.) IAMMAIWHOAMI BOUNTY (To Whom It May Concern/Coop Music) Il progetto audiovisivo della svedese Jonna Lee chiamato iamamiwhoami ha raggiunto un seguito tra i navigatori del web di un certo livello (12 milioni di visualizzazioni...), tanto da poter dire, a ragion veduta, che non c' musica senza video e viceversa. E quindi ecco Bounty, cd (o vinile) pi dvd, prologo (s, proprio cos, prologo) del precedente Kin. Nove brani per altrettanti minifilm, uniti da un comun denominatore, in cui il synth pop - mai troppo pop, invero - raggiunge forme artistiche assolutamente elevate. (r.pe.)

JAZZ

INDIE ITALIA

POP ROCK

La bistecca acustica
Che il blues nel terzo millennio sia parola dallo spettro semantico piuttosto allargato quasi un luogo comune. Ai puristi che dunque hanno fatto quasi una religione di una supposta e mai esistita purezza blues si potrebbe rammentare che sin dallo origini i bluesmen erano anche gente che suonava ballate e valzer, e oggi succede la stessa cosa, a diverse latitudini, naturalmente con signficative variazioni del panorama sonoro complessivo attuale. Il belga Lightin' Guy, ad esempio, incide per la Dixiefrog Records/Ird a stelle e strisce, ma in Inhale My World l'ottimo vocalist e suonatore di slide guitar si destreggia anche tra ballatone soul eyed, sferragliante rock delle radici, puntuti e grassi rhythmnblues. Che quanto, parzialmente, si potrebbe riportare anche per il veterano bluesman della East Coast Billy Price, di nuovo in pista con Strong (Dixiefrog/Ird), disco forte di nome e di fatto. E i puristi? Possono ascoltare il magnifico Beefsteak Blues di Pat Thomas (Wolf/Ird): 14 blues puri e acustici che pi puri e acustici non si potrebbe: o non si vorrebbe, forse il caso di scrivere. (Guido Festinese)

Il graffio elettrico Gazebo Penguins, Gi le mani di Marc Ribot disagio emocore dalla Grande Mela
Dimensione elettrica, ritmiche hard, postmodernismo e straniamento abbondano in Your Turn (Yellowbird) del trio Ceramic Dog guidato dal chitarrista Marc Ribot (discepolocollaboratore di John Zorn). Non cercate jazz consolatorio: qui i brani graffiano e fanno male, ma Ribot sa cosa fa e quando vive: Master of Internet sintetizza la dimensione incantatoria della rete, Avanti populo Brecht XXI secolo mentre la rilettura di Take Five violenta loriginale e si percepiscono i 53 anni trascorsi da allora. Suonano elettrico/elettronici due cd della Parco della Musica: Lights and Shades di Maurizio Giammarco Rundeep e Imagine della Martux_m Crew (F. Bosso, F. Bearzatti, E. Aarset). Giammarco condivide con il chitarrista Vic Juris la titolarit di brani con spazialit e timbrica del miglior jazz rock: opera matura e (s)bilanciata di artisti di vasta esperienza e lunga carriera. Ammaliante ma alla distanza un po monocorde lalbum che si incardina sullelettronica di Martux_m e parte da suggestioni legate agli sbarchi degli immigrati e ai mondi giusti immaginati da John Lennon. (Luigi Onori) CHRIS MCGREGOR'S BROTHERHOOD OF BREATH PROCESSION LIVE AT TOULOUSE (Ogun) La meritoria opera di ricerca, recupero e restauro di Cuneiform e Ogun ci ha restituito molte delle travolgenti emozioni che scatenava sul palco la confraternita del respiro di McGregor con i suoi sodali inglesi e sudafricani esiliati in terra d'Albione: un jazz ruggente e giubilante, classico e d'avanguardia, vivo e palpitante oggi come all'epoca di questo concerto salvato, il 10 maggio del 1977. (g.fe.) Per Luca Benni, il fondatore di To Lose La Track (distribuzione Audioglobe), il compito principale di un'etichetta indipendente quello di diffondere la musica il pi possibile. Per questo gran parte delle loro produzioni sono disponibili in download gratuito. Ma con delle grafiche e dei packaging cos belli, come non comprare il vinile (o il cd)? Prendete Inverno, l'ep degli Altro, storica band post/pop-punk pesarese, che va a chiudere la loro serie di 7 dedicati alle quattro stagioni: un vinile bianco latte, racchiuso tra due cartoncini illustrati da Alessandro Baronciani. Tra i brani, concisi, urlati, quasi dolorosi, spicca Nome. Il secondo gioiellino Raudo, il terzo album dei Gazebo Penguins. Il loro sound post/emocore non sar originale, ma la band esprime magistralmente il disagio e l'immobilit della generazione vuoto-a-perdere formata da thirtysomething con del tempo da perdere e zero soldi da spendere. E scusate se poco. Last but not least, Il sopravvissuto, il nuovo dei Marnero, band di estrazione hardcore che viaggia verso orizzonti cupi, sofferti e assolutamente personali. (Jessica Dainese) PELICAN MILK FEAT. MASSIMO MANZI LA CASA DEGLI ARTISTI (Autoproduzione) Dalla collaborazione tra la band rock psichedelica bolognese e il batterista Massimo Manzi (da trentanni affermato jazzista) nato La casa degli artisti, un impeccabile disco di improvvisazione pura. Il titolo deriva dal luogo dove l'album stato creato e registrato: una casa nel bosco, lAssociazione Culturale e Residenza Creativa, nella bellissima riserva naturale della Gola del Furlo. (j.da.) Tornano i Rue Royale, coppia angloamericana - anche nella vita di tutti i giorni - che ha debuttato pi o meno un annetto fa con un disco che riprendeva il meglio e il peggio di una scena, quella folk pop, piuttosto inflazionata. Il secondo album, Remedies Ahead (Rough Trade), non si distacca molto dal precedente, prediligendo morbide ballate acustiche, a volte un po' troppo mielose, caratterizzate da un cantato a due voci che non appassiona pi di tanto: piacevoli, intonate, ma mancanti di personalit. Nulla per cui perdersi... Un po' di miele lo si ascolta anche nel debutto dei newyorkesi The Letter Yellow, Walking Down the Streets (Autopr.). E protagonista dellalbum proprio la Grande Mela: un viaggio attraverso le sue strade e i suoi quartieri. Sentori pop rock la Travis, quindi nulla di nuovo o di difficile comprensione: solo gradevoli canzoncine. Meglio il debutto degli Hands, da Los Angeles. Synesthesia (Kill Rock Stars/Audioglobe) regala brillanti ritornelli pop in un contesto che spazia tra l'indie rock e l'elettronica, tra Pixies e Drums, tra Spandau Ballet e Vampire Weekend. (Roberto Peciola) STATUTO UN GIORNO DI FESTA (Le foglie e il vento/ Sony Music) Veterani della scena indie, gli Statuto festeggiano trent'anni di carriera con un album che si muove tra rock e pop. Ma a tenere saldamente unito il disco sono background e spirito mod del gruppo, che si riflettono chiaramente in suoni e testi. Fiati, ritmi in levare, spunti soul, storie sociali, di miti sportivi, di vita vissuta. Immancabili il forte legame con la loro citt, Torino, e con la fede calcistica, il Toro. (l.gr.)

ANGELA DAVIS, LALBUM


Anni Settanta, anni di antagonismo afroamericano che percorreva in lungo e in largo gli Usa. Tra gli eventi che fecero pi scalpore ci fu l'arresto della militante comunista nera Angela Davis, leader femminista, legata alle Pantere Nere, incarcerata nel 1970 per questioni meramente politiche (il fiancheggiamento dei Fratelli di Soledad, poi scagionata), cacciata in precedenza dal dipartimento di filosofia dell'Ucla per ordine di Ronald Reagan (per troppa veemenza verbale), al tempo governatore della California. Di recente riaffiorato Free Angela (Secret Stash SSRCD 302; 2012), compilation che al tempo, nel 1971, serv a finanziare la campagna per la liberazione della militante: pi esattamente il National United Committee to Free Angela Davis. Pubblicato in origine dalla Golden Triangle, del cantante e promoter Alexander Randolph, l'album contiene nove pezzi di cui tre - incluso Free Angela - cantati da Larry Saunders. Questi compete con Curtis Mayfield in quanto a falsetto e in sottofondo vaga un gospel soul accorato. Molto blues Old Uncle Tom Is Dead (eseguita da Nitroglycerine), molto northern soul Nobody Knows (Dickie Wonder), zeppa di Hammond e tanto Stax Geraldine Jones (Soul Encyclopedia). Met album fu registrato in Alabama ai Muscle Shoals. Sia il vinile che il cd contengono note esplicative e foto. Un documento.

TRA I BRANI che hanno fatto la storia del college rock Usa c' sicuramente Louie Louie, eseguita da decine di artisti e resa famosa dai Kingsmen. Ora torna nell'incarnazione breakbeat/ghetto funk di Mako & The Hawk ben noti a chi legge. Campeggia nell'ep Party Goin' on (Breakbeat Paradise BBP 063; 2013) a cui d il titolo. I caratteristici accordi (presi dal pezzo dei Kingsmen) e stralci di testo (dalla versione di Paul Revere & The Raiders) si mescolano a un soul big beat irresistibile. In tutto quattro pezzi con campioni pi o meno noti, incluso Soul Man. Occhio al singolo Robbin' Hood/ Notify (Outta Sight Modern Soul Essentials MSV011; 2013) degli Extra Curricular, prodotto da Lack of Afro, polistrumentista, remixer, produttore legato all'etichetta Freestyle. Il primo pezzo una bombetta soul funk zeppa di ottoni; il secondo rimanda ai bassi cavernosi del P-Funk.

NALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

Adrano (Ct) GIOVEDI' 8 AGOSTO Gela (Cl) VENERDI' 9 AGOSTO Lascari (Pa) SABATO 10 AGOSTO

Trolls; e domani Umberto Tozzi. San Giovanni in Marignano (Rn) SABATO 3 E DOMENICA 4 AGOSTO
(HORSES RIVIERA RESORT)

Romestock Festival
Due giornate con: Velvet, Tying Tiffany, Platonic Dive, La Metamorfosi, Anita Kristen, Wrong on You, Gravity Affair, Lamalamela, Molotoy, Ninah Mars; Marlene Kuntz, Il Pan del Diavolo, Masoko, Zerodiva, Stanley Ribik, Departure Avenue, Viva Lion. Roma SABATO 3 E DOMENICA 4 AGOSTO
(CIRCOLO POLIGRAFICO)

Ypsigrock
Uno dei festival estivi pi attesi dagli appassionati di rock alternativo della penisola. Nelle prime due serate Shout Out Louds, Efterklang e Drums; Erol Alkan, Holy Other, Deptford Goth e Suuns. Castelbuono (Pa) VENERDI' 9
E SABATO 10 AGOSTO (PIAZZA CASTELLO)

Orientoccidente
La rassegna multietnica toscana ha in cartellone un concerto con Erriquez & Finaz con l'Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink. Arezzo GIOVEDI' 8 AGOSTO (PIAZZA SANTO
DOMENICO)

R. Gould, R. Rogers, G. Hutchinson, J. Magnarelli, L. Ferrara, M. Corcella) una serie di concerti. La giornata conclusiva vede suonare in vari luoghi il trombettista Vincenzo De Luci, il Workshop Final Concert, lOrsara Jazz Orchestra - diretta da Antonio Ciacca che omagger Thad Jones. Orsara di Puglia (Fg) SABATO
3 AGOSTO

DEL SEMINARIO)

Uras (Or) DOMENICA 4 AGOSTO

Peperoncino Jazz
La rassegna itinerante calabra ha un fitto cartellone: Dan Kinzelman Trio, Jerry Bergonzi 4tet, Paolo Fresu/Bebo Ferra, Scott Henderson Trio. Villapiana, Cassano Ionio, Rossano Calabro, Diamante
DA DOMENICA 4 A MERCOLEDI' 7 AGOSTO

Summer Jamboree
Senigallia diventa la patria del rock'n'roll e della cultura americana anni Quaranta e Cinquanta. Ospiti internazionali, a partire dal grande Duane Eddy, che aprir il festival stasera con un concerto a ingresso gratuito. E ancora, nei giorni a seguire, Ray Gelato, Dave Gonzales, Deke Dickerson, Big Six, The Ranch Girls e molti altri. Senigallia (An) DA SABATO 3 A SABATO
10 AGOSTO (FORO ANNONARIO)

Tusciainjazz
Collegati a iniziative didattiche ci sono una serie di concerti: Servillo/Girotto/ Mangalavite, la notte in jazz, Geg Munari 5tet, Enzo Pietropaoli 4tet, Radio Trio. Civita di Bagnoregio e Sutri (Vt) SABATO 3, DOMENICA 4, GIOVEDI' 8
E VENERDI' 9 AGOSTO

I Suoni delle Dolomiti


La rassegna trentina propone: per Dolomiti di Pace, la pizzica tarantata del Canzoniere Grecanico Salentino (il 5, Monte Creino, Vallagarina, PonzoChienis); Raphael Gualazzi (il 6, Rifugio Predaia ai Todesci, Altipiano della Predaia, Val di Non); Solis String Quartet e Peppe Servillo (l'8, Casina Campo Antico, Valle delle Chiese, Adamello); Massimo Bubola (il 9, Monte Terlago, Prada, Valle dei Laghi, Gazza-Paganella). Dolomiti trentine DA LUNEDI' 5
A VENERDI' 9 AGOSTO

Emilia Romagna Festival


Si segnalano Jovan Kolund Ija in Sonate e partite per violino solo di J.S. Bach, e l'arpista Emmanuel Ceysson. Per il programma completo erfestival.org. Comuni dell'Emilia Romagna
DOMENICA 4 E MARTEDI' 6 AGOSTO

Festival Mundus
La manifestazione vede ospiti Moises Sanchez Trio, Fabrizio Bosso in duo con Julian Olivier Mazzariello (a Corinaldo), Carmen Souza 4tet (Scandiano). Reggio Emilia e provincia
LUNEDI' 5, MERCOLEDI' 7 E VENERDI' 9 AGOSTO

Chamoisic
Quarta edizione della rassegna di altre musiche diretta da Giorgio Li Calzi. Sul palco: PoliErranti (Rifugio Ermitage), Magic Malik; G. Di Marco in Donna Ginevra e le stazioni lunari (Lago Lod). Chamois (Ao) SABATO 3 E DOMENICA
4 AGOSTO (VARIE SEDI)

Locus Festival
La rassegna (direttore artistico Raffaele Casarano) vede Paolo Fresu ospite del Locomotive Quartet, il trio di Joe Barbieri, la Espirito Mundo Night, Jaques Morelenbaum Trio con Paula Morelembaum. Locorotondo (Ba) SABATO 3,
DOMENICA 4, VENERDI' 9 E SABATO 10 AGOSTO (PIAZZA ALDO MORO)

Time in Jazz
Il festival internazionale (8-16 agosto, direzione artistica di Paolo Fresu) dedicato a il Quinto Elemento. Si comincia via mare con la traversata Livorno-Golfo Aranci in cui suoneranno Fresu e Daniele Di Bonaventura; il giorno successivo (9) Fresu e Di Bonaventura si uniranno al coro corso 'A Filetta per la produzione originale Sonata di mare; il 10 solo del bandoneonista, Funky Jazz Orchestra diretta da Antonio Meloni e piano solo di Ludovico Einaudi. Berchidda e altri centri (Ot)
DA GIOVEDI' 8 A SABATO 10 AGOSTO

Festambiente
Il Festival nazionale di Legambiente torna con una serie di eventi live. Si parte con Pino Daniele, e si prosegue con Daniele Silvestri. Rispescia (Gr) SABATO 9 E DOMENICA
10 AGOSTO (PARCO REGIONALE DELLA MAREMMA)

Festival della musica d'autore italiana


Terza edizione della rassegna. Oggi dalle ore 18 un minifestival dedicato al prog rock italico, con: Gran Turismo Veloce, Prophexy, Locanda delle Fate, Osanna, Le Orme e La Storia New

Filagosto Festival
In cartellone: Fast Animals & Slow Kids + Criminal Jokers + La Colpa; Selton + Il Fieno. Filago (Bg) SABATO 3 E DOMENICA
4 AGOSTO (AREA FESTE)

Orsara Jazz Festival


La XXIV edizione iniziata il 29 luglio con la consueta formula che abbina al ciclo di seminari Orsara Jazz Summer Camp (docenti J. Bergonzi, A. Ciacca,

Dromos Festival
Il gruppo del trombettista Nils Petter Molvaer anima la rassegna sarda, a cui partecipa anche Lucas Santtana. Oristano SABATO 3 AGOSTO (GIARDINO

(16)

ALIAS 3 AGOSTO 2013

IL GIOCO DELLESTATE

VIDEOGAME
di FEDERICO ERCOLE

Dopo lasimoviano viaggio allucinante del 2009 dentro il corpo dellarcinemico Bowser torna la rosso-verde coppia di idraulici nel quarto episodio della serie di giochi di ruolo per console portatile iniziata nel 2003 con Mario & Luigi Superstar Saga. Quattro episodi che sono piccole, grandi meraviglie ludiche contenenti cos tante idee e trovate che potrebbero riempire il corpo vuoto di decine di videogiochi in un mercato ossessionato dallo sparatutto e dallo sport. Sviluppato per Nintendo 3DS, ancora una volta da Alphadream, e musicato con la solita grazia e ironia dalla compositrice Yoko Shimomura, Mario & Luigi Dream Team ci trasporta nellisola di Guanciale, inteso come cuscino e non come ingrediente culinario, per farci vivere la pi sperimentale delle gi estreme avventure di questa saga. Questa volta viaggiamo nella psiche sopita di Luigi perch penetriamo nei suoi sogni e scandagliamo il suo subconscio di eterno secondo allombra del pi celebre fratello. Vi troviamo materia onirica per una comica e profonda psicanalisi che espone le ragioni delle sue paure, i motivi del suo timido ma innegabile eroismo, la devozione affettuosa per Mario e la ricchezza fantasmagorica della sua fantasia. Giocare con Luigi non sar pi la stessa cosa dopo questo videogame e sar difficile tornare a vederlo solo come una copia pi alta e smilza del fratello. Gi consacrato come icona nei due Luigis Mansion, in Dream Team Luigi entra nellolimpo dei pi grandi personaggi di Nintendo insieme a Mario, Link e Samus Aran. Lintreccio di Mario & Luigi Dram Team composto da una trama che comincia leggera e minimale per poi diventare sempre pi complessa e irresistibile, grazie ad una sceneggiatura che unisce epica e burletta ed supportata da una pittura elettronica degli ambienti che trascorre da un esotismo naive alla psico-astrazione dei panorami del subconscio. Arrivati sullisola dopo un enigmatico invito, con tutta la banda di funghetti e la rosa Principessa Peach, destinata per lennesima volta a essere rapita, i due idraulici scoprono che sotto la superficie di quello che appare come un favoloso e luccicante paradiso turistico si cela il mistero di unantica civilt scomparsa, quella dei Guancialini. Dopo avere trovato una reliquia di pietra a forma di cuscino su cui solo Luigi in grado di addormentarsi, Mario scopre di riuscire a penetrare i sogni del fratello assopito. Da questa sonnolenta dimensione egli sar in grado di svelare il mistero dellisola e di sventare la minaccia del terrificante Incubak, pipistrello demoniaco che si impadronisce della Pietra Onirica. Durante il gioco muoviamo entrambi fratelli, ma nel mondo onirico,

Sviluppato da Alphadream, il videogioco sempre pi sperimentale ci porta nellisola di Guanciale, inteso per come cuscino...

lucinato di un bellissimo miraggio. Si combattono orde di nemici ma le battaglie, come da tradizione della serie, non sono mai statiche e ripetitive perch ci obbligano ad una prontezza di riflessi facendoci saltare, schivare e rotolare. Talvolta ci vuole un certo virtuosismo, soprattutto durante gli scontri con i boss. Se avete cominciato lestate con gli incubi post-atomici di Metro Last Light o con i sublimi e devastanti orrori di The Last of Us, giocare a Mario & Luigi Dream Team significa trascorrere dalla gravit nera, illuminante ma deprimente di un incubo alla lieve tenerezza di un dolce sogno in cui ancora possibile sperare di salvare il mondo.

MARIO & LUIGI DREAM TEAM ESCE IL NUOVO EPISODIO DELLA SAGA

Ora i fratelli idraulici salvano il mondo fra le braccia di Morfeo


rappresentato in due dimensioni come in un platform a scorrimento, le cose cambiano ed qui che Alphadream ha programmato le pi affascinanti e sorprendenti invenzioni di gameplay: poich Luigi sta dormendo non pu seguire fisicamente il fratello ma pu accompagnarlo nelleterea forma di una sua proiezione del subconscio. A seconda dei momenti Luigi si pu dividere in decine di piccoli se stesso o trasformarsi in elementi dello scenario del sogno, affinch Mario possa interagirvi. Cos dobbiamo agire sul touch-screen inferiore del 3DS, in cui visualizzato il volto dormiente di Luigi, per stimolarlo a reagire nella realt. Se solletichiamo il naso a Luigi addormentato, la sua proiezione sullo schermo superiore starnutisce e sposter delle parti dellambiente in modo che Mario li possa raggiungere o se gli tiriamo i baffi si creano funi elastiche a cui Mario pu appendersi per essere scagliato verso zone irraggiungibili. Ci sono tanti e diversi modi per fare interagire Luigi assopito con la sua psiche sognante e possiedono la magia buffa e bonaria di un trucco elementare e sorprendente eseguito da mago bambino. Le sezioni da sogno sono solo uno dei tanti luoghi che visitiamo in Dream Team, perch lisola e vasta e richiede ore e ore di meticolosa esplorazione. Ci sono le vette nuvolose di Pigiamonte, i deserti arsi di Sonnosabbie, le spiagge tropicali di Dormiriva, le lussureggianti giungle caramellose di Sonnabosco. La profondit e il rilievo offerti dalla tridimensionalit stereoscopica del 3DS trasformano il surrealismo fiabesco di ogni panorama in qualcosa che possiede il verismo al-

EARTHBOUND

La doppia realt fantasy cita Bowie e Magnum P.I.


di F.ER.

Atteso dal 1994, lanno in cui usc per Super Nes, arrivato per la prima volta in Europa il leggendario Eartbound, scaricabile sulle-shop del Nintendo Wii U. Se molti giochi di ruolo giapponesi ci trasportano in lontanissimi universi fantasy, questo capolavoro imprescindibile, creato dal genio di Shigesato Itoi, si svolge invece in un mondo molto simile al nostro, un Pianeta Terra solo vagamente fittizio in cui si colgono cos tanti elementi della nostra realt che chi vi vaga finisce per considerarlo un luogo familiare come una vicina dimensione parallela.

Un cos potente sentimento di vicinanza non si deve solo alla perizia letteraria con cui sceneggiato Earthbound o alla grafica con cui disegnato, che nemmeno oggi appare arcaica, ma al citazionismo sfrenato che esplode dalla sua trama che rimanda ai Beatles e a Dal, a Ultimatum alla Terra e ai Viaggi di Gulliver, a Magnum P.I. e a David Bowie. Iniziamo a giocare nelle quasi adolescenziali vesti del tredicenne Ness, svegliato da una meteora che gli piomba fuori casa. Visitando il luogo dellimpatto il ragazzino conoscer lalieno a forma dape chiamato Buzz Buzz, che gli rivela che lo spietato Giygas, un divoratore di universi, entro

dieci anni giunger distruttivo nel suo mondo. Solo Ness e gli altri giovani prescelti, che sar suo compito scovare, potranno salvare il pianeta, cercando i frammenti di una melodia ancestrale in grado di distruggere la minaccia dallo spazio profondo. Armati di una mazza da baseball, con il mondo davanti a noi, iniziamo quindi

unepopea immensa che ci porter ovunque e che resta sorprendente fino alla fine. Il viaggio di Earthbound uno dei pi lunghi e appassionanti che un videogiocatore possa compiere, unesperienza che pu fare innamorare dei videogame anche chi li ha sempre considerati un vuoto passatempo o un esercizio agonistico contro lintelligenza artificiale o i fantasmi semi-virtuali di avversari online. Sono giochi come questi che hanno reso obsoleto il termine videogioco, anche se nessuno ne ha ancora inventato uno migliore, perch Earthbound unopera cos nuova e profonda da essere indefinibile e sfuggire a ogni vetusta categoria di appartenenza. Tuttavia il divertimento che offre lo rende nello stesso tempo proprio un videogioco perfetto, inteso come puro meccanismo ludico.

Un viaggio che porta il giocatore a confrontarsi con intelligenze artificiali e fantasmi semi-virtuali

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