I comitati promotori dei referendum chiedono ai partiti una

piazza unitaria. Nessuno capirebbe piccole gelosie di fazioney(7HC0D7*KSTKKQ( +#!"!.!z!\

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LA PASTA DELL’AUSER Con la Pasta dell'Auser
PER RICORDARSI aiuti il Filo d'Argento,
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DEGLI ANZIANI soli ed emarginati.

IL 4 e 5 GIUGNO 2011
NELLE PIAZZE ITALIANE FILO D’ARGENTO
NUMERO VERDE
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Domenica 5 giugno 2011 – Anno 3 – n° 133 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

RAI, CHE BRUTTO

Michele Santoro
(FOTO DLM) . Il cetriolo nano
Sotto, Fabio Fazio
e Luciana
Littizzetto di Marco Travaglio
(FOTO LAPRESSE)
o, non è un buon momento per Lui. Un

TEMPO CHE FA N comunista sindaco di Milano, un magistrato

sindaco di Napoli, il G8 con figuraccia, i
referendum alle porte con quell’Annozero
micidiale e quel Celentano che è quasi suo
coetaneo e sembra suo nipote, ma soprattutto quel
Ferrara che non si leva di torno portando una sfiga
Fabio Fazio verso l’addio, Santoro ci sta terrificante, e poi Tremonti che fa la fronda, Bossi
che gli dà del “bollito” (senti chi parla), i
pensando. La7 insegue le star di Saxa Rubra e Telecom conferma Responsabili che si ripresentano alla cassa. Non
bastando la politica, ci si mette pure la cronaca. Per
la vendita della sua rete. Ma De Benedetti per ora si chiama fuori esempio il cetriolo che si aggira per l’Europa e da
qualche parte dovrà pure infilarsi: ecco, una
metafora così sinistra era difficile immaginarla. Se
aggiungiamo che le vittime della truffa Aiazzone si
Da viale Mazzini mettono d’accordo per recuperare il maltolto con
nessuna difesa dei LA FESTA DEL FATTO una rapina proletaria, e presto De Benedetti
potrebbe fare altrettanto a 22 anni dallo scippo
suoi big: contratti
e palinsesti
arrancano
DE MAGISTRIS: della Mondadori, il presepe è completo. L’unica
consolazione viene da D’Alema, che è sempre un
amore. Lui non tradisce mai: appena B. zoppica un

“Da Napoli
pochino, si precipita subito al salvamento. Gli
La struttura amici si vedono nel momento del bisogno. Lungi
di Fiction della tv dall’invocare le dimissioni del governo, come un
banale oppositore qualsiasi, l’amico Max propone
pubblica sarà presto
una scatola vuota
E Mediaset
a Milano su Repubblica un bel governissimo con dentro tutti
per fare “le grandi riforme insieme”. Un classico
della commedia all’italiana. Ma stavolta l’appello

è in stallo per
la sentenza sul Lodo
Mondadori pag. 2 - 3 z
di Carlo Tecce
l banano Rai, presidiato dal-
I l’ad di La7, è incustodito. Né il
presidente Garimberti né il di-
rettore generale Lei pronuncia-
no una parola che sia una per re-
spingere la corte di Stella ai suoi
conduttori migliori. pag. 2 z
L’INTERVISTA x Il ministro: Alfano farà una nuova Dc
per cambiare cade in acqua, lo ignora persino Latorre. Fortuna
che c’è il Pompiere della Sera, che per 17 anni ha
finto di non vedere e capire, invocando al massimo
il ritorno a una mitologica “rivoluzione liberale”,
l’Italia e il Pd” ovviamente mai esistita come il regno di Saturno e
l’età dell’oro. L’altro giorno, all’improvviso, tomo
tomo cacchio cacchio, Ernesto Galli della Loggia
ha scoperto che il Pdl ha un padrone: “È stata
La voglia di “un vento l’obbedienza – pronta cieca e assoluta – il veleno
che ha ucciso il Pdl. O meglio che, inoculato nel
nuovo” per il Paese
e i 10 mila di Gattatico
suo corpo fin dall’inizio, fin dall’inizio gli ha
impedito di esistere veramente come partito.
per la Costituzione Bisognava obbedire a B.: dargli sempre ragione, o
perlomeno non azzardarsi mai a criticarlo”. Anche
Un momento del collegamento con De Magistris alla festa del Fatto Mello e Novella pag. 6 z perché – rivela l’acuto politologo – “i voti alla fine
li portava solo lui: con i suoi soldi, le sue
televisioni, il suo carisma” (e quell’accenno alle tv
getterà nel più cupo sconforto il povero Pigi
Battista, ancora convinto che non portino voti). Oh
Udi Furio Colombo bella, ci mancherebbe altro. Con tutti i soldi che ha
tirato fuori quel pover’ometto per mantenere la
REFERENDUM corte dei miracoli e dei miracolati, ci mancherebbe

Rotondi: “Credetemi LE RAGIONI

PER VOTARE
pure che quelli non gli obbediscano. Lo sanno
anche in Papuasia che, senza i soldi, le tv, i giornali,
Mediolanum, Medusa, le quote in Mediobanca e
dunque nel Corriere, il Cainano bollito sarebbe già

B. si è rotto e molla”
“Il premier soffre. Non riesce a comprendere tanto odio di una
parte del Paese verso di lui”. Le primarie? “Ferrara le vuole
con Silvio candidato. Sarebbero inutili”
ncalcio&scommesse
L’Atalanta in grossi guai
In A coinvolte Bologna e Genoa diventa alta letteratura
è un curioso rapporto fra stato deposto e tradotto nel più vicino cronicario,
C’ referendum e democra-
zia. Se in un Paese il referen-
o penitenziario. È dal dicembre ‘94, quando Bossi
rovesciò il primo governo del “mafioso di Arcore”,
che ogni due per tre si apre l’appassionante
dum è facile, nel senso che è
dibattito sulla successione. I cimiteri nazionali
stato pensato come strumen-
to naturale degli elettori, nes-
sono pieni di suoi “eredi”: da Fazio a Dini, da Casini
a Fini, da Montezemolo a Maroni, da Monti a
suno ne considera oltraggio Tremonti. Ora siamo ad Alfano, la comica finale:
D’Esposito pag. 4 z l’uso frequente . pag. 14 z l’unico segretario di partito al mondo non eletto da
Gianfranco Rotondi (FOTO DLM) un congresso, ma investito da un padrone. Eppure
Angelino viene preso molto sul serio, almeno dal
Cristiano Udi Marco Lillo ntagli di governo
Pompiere. Verderami scrive che “da oggi Alfano
non è più sotto la tutela di Berlusconi” (ma certo,
Doni
e Carlo
Gervasoni
QUEI MILIONI Regioni senza soldi come no, e chi l’avrà mai nominato?). Galli della
Loggia invita i berluscones ad “alzare la testa,
durante AL SOCIO per pagare cominciare a disobbedire, provare a esistere
politicamente. Le primarie possono essere uno
Atalanta-
Piacenza DI ROMANO le forniture mediche strumento. Altri se ne possono trovare. Ma ciò che
marzo 2011 Reggio pag. 10z oggi è decisivo è una cosa soprattutto: che
il 19 febbraio 2006. Il mini-
(FOTO ANSA)
È stro Scajola è in Sicilia e firma
tre contratti per 183 milioni di
imparino a disobbedire. Anche ad Alfano, se
necessario”. Già ci pare di vederli Cicchitto,
euro: 31 per il rilancio dello sta- CATTIVERIE Capezzone, Gasparri, Bonaiuti, Bondi, Verdini,
Gelmini e naturalmente Alfano che gliele cantano
Quando la satira bilimento Fiat di Termini, 103
per il Consorzio di Augusto Rei-
“Non ho chiamato Berlusconi chiare e gli contendono la leadership alle primarie.
perché non volevo disturbarlo”, La rivolta di Spartacus. Poi, si capisce, tutti
tano, l’imprenditore in affari ha detto Gheddafi. all’Olgettina dal ragionier Spinelli col cappello in
Massari pag. 8z All’interno pag. I - VIIIz con Saverio Romano. pag. 7 z www.spinoza.it mano.
pagina 2
La rivelazione di Stella:
“Pronti a venire con noi
due grandi conduttori”
RAI, ADDIO AI BIG
PER MEDIASET
È OSSIGENO PURO
Fazio verso La7, Santoro ci pensa
L’Usigrai: “Tutto questo ci preoccupa”
di Carlo Tecce
l banano Rai è incusto-
I dito. Giovanni Stella, am-
ministratore delegato di
La7, assedia viale Mazzi-
ni e aspetta che uno o due
simboli del servizio pubbli-
co cadano fra le sue braccia:
“Attendo i macachi-condut-
tori che scendono e con due
di loro ho un accordo di mas-
sima”, e la metafora funzio-
na. La7 ha campo libero. In-
torno al banano Rai c'è sol-
tanto silenzio: né il presiden-
te Garimberti né il direttore
generale Lei – interpellati dal
Fatto Quotidiano – pronuncia-
no una parola che sia una per
proteggere un patrimonio
aziendale. E si dimostrano
sordi anche all’appello del
Il direttore
generale
non vuole
il programma
con Saviano
e non ama
la Littizzetto
Antonio Verro Il berlusconiano nel Cda della Rai
“La Lei cambierà tutti i direttori di rete”
x deputato di Forza Italia,
Evaliere,
amico di famiglia del Ca-
Antonio Verro è il
punto di riferimento dei
berlusconiani nel Cda Rai.
Tocca di striscio la rivolu-
zione nei palinsesti annun-
ciata dall'amministratore
delegato di La7, Giovanni
Stella, però svela i progetti
di Lorenza Lei: “Il direttore
generale vuole sostituire i
direttori di Rai1, Rai2 e
Rai3. Tutti e tre perché cam-
bia l'organizzazione e cam-
biano gli uomini, ma sarà
una faticaccia. In bocca al
lupo”.
Consigliere, porte gire-
voli a viale Mazzini. La7 è
pronta a ricevere i vostri
gioielli: come difendere
la Bastiglia?
Credo che il divorzio e i ma-
trimoni siano consensuali.
Ho criticato mille volte Mi-
chele Santoro, se andasse a
La7 non sarei felice perché i
suoi risultati di ascolto sono
eccezionali, certo non
D
opo tanti giorni di voci e
indiscrezioni e i noti problemi in
Rai per avere il rinnovo dei
contratti di mezza Rai3, l’amministratore
delegato di La7, Giovanni Stella, in un colloquio
con il Fatto Quotidiano, svela di avere un accordo
di massima con due di quattro dei big del
servizio pubblico: Milena Gabanelli, Fabio Fazio,
sindacato Usigrai: “Siamo
preoccupati”. Stella ha indi-
cato i quattro: Michele San-
toro, Fabio Fazio, Giovanni
Floris e Milena Gabanelli. Fe-
dele al suo soprannome, il
canaro, l'amministratore de-
legato di Telecom Italia Me-
dia rivela la trattativa e cu-
stodisce i particolari. Eppu-
re a La7 sanno che i due ma-
cachi-conduttori più vicini
sono Santoro e Fazio.
MAI LA LEI consegnerà la
terza serata a Che tempo che fa,
magari per uno speciale con
Roberto Saviano, una riedi-
zione di Vieni via con me; chissà
fin quando il procuratore di
Fazio terrà la corda tesa pri-
ma di spezzarla e rinfoltire il
gruppo di Enrico Mentana e
Gad Lerner.
E chissà se la firma per La7 –
come spiegano numerosi at-
tori della vicenda – arriverà
già mercoledì. Mai Annozero
avrà un trattamento normale
(se non eccezionale per i suoi
ascolti), la libertà editoriale
per sperimentare senza in-
ciampare nei richiami del-
l'Agcom, la burocrazia, le cir-
colari.
Le previsioni dicono che do-
mani in Rai sarà un lunedì di
tempesta. Lorenza Lei ha
convocato i direttori di rete –
scenderei in piazza per fer-
marlo. Se dovessi fare un
scommessa, direi la Gaba-
nelli.
Fabio Fazio, Giovanni
Floris, Milena Gabanelli e
via con l'elenco. Mezza
Rai3 aspetta un contrat-
to.
Il ritardo è normale e scon-
tato. La Lei è appena arri-
vata, deve valutare cosa e
come farlo. Su Santoro c'è il
problema di una sentenza,
“Credo che
i divorzi e
i matrimoni sono
consensuali
Perdere
Annozero?
Non sarei felice”
che il consigliere Verro vede
in bilico – per mostrare un
suo palinsesto che farà a pezzi
i progetti di Mazza (Rai1), Lio-
fredi (Rai2), Ruffini (Rai3). Il
nuovo dg è sul chilometro
più delicato, una volata tra
nomine e programmi che di-
segnerà il futuro del servizio
pubblico. Un futuro che s'in-
crocia con i timori di Media-
set per la mannaia milionaria
che si abbatterà con la sen-
tenza per il Lodo Mondadori:
il Biscione rischia di arren-
dersi ai concorrenti di viale
Mazzini.
E che fanno in Rai? Non pos-
sono (e non vogliono) inve-
stire. Non vogliono (e posso-
no) confermare i piatti mi-
gliori. Così la rodata struttura
di Rai Fiction sarà smantellata
Smantellata
anche la rodata
struttura di Rai
Fiction: la
direzione
diventerà una
poltrona vuota
l'ultima in Cassazione, che
arriverà mercoledì. Lui è un
dipendente aziendale e se
vuole andare via non pos-
siamo trattenerlo.
È così facile rinunciare a
un programma come
Annozero con 5,7 milioni
di telespettatori e il 23
per cento di share? Per-
ché la Rai non legittima
la presenza di Santoro
senza ricorrere contro il
reintegro?
Lui è un cane che si morde
la coda. A noi dà fastidio
mandarlo in onda per un
obbligo giudiziario. Senza
un giudizio di un Tribunale,
forse andrebbe comunque
in video, ma dovrebbe di-
mostrarsi e apparire terzo.
E direi: caro mio, basta con
la faziosità.
Il suo amico Berlusconi,
nonché capo del governo
e proprietario di Media-
set, sarebbe entusiasta
per l'addio di Santoro.
Non l'hai mai nascosto, l'ha
MASOCHISMI
Giovanni Floris e Michele Santoro. Annuncia di
aspettare un segnale dai conduttori, che tutti
sanno snervati dai ritardi di viale Mazzini, e che è
pronto a portarli a La7. E poi parla anche del
futuro della proprietà del gruppo Telecom Italia
Media, il cui pacchetto di maggioranza è
detenuto da Telecom e in Borsa ha un valore
intorno ai 280 milioni di euro.
perché i contratti con i pro-
duttori verranno gestiti dai
vertici e la direzione diven-
terà una poltrona vuota. Fa-
brizio Del Noce l'ha capito e,
sfruttando la pensione, pas-
serà a Rai Cinema per lasciare
(forse) la carica di direttore
generale di Rai Fiction ad Al-
fredo Meocci, l'ex dg berlu-
sconiano appena reintegra-
to.
La Lei ha ricevuto un'investi-
tura unanime, fra i suoi gran-
sempre detto. Ma io, in que-
sto momento, faccio un me-
stiere diverso e proteggo
l'interesse di una televisio-
ne di Stato.
La7 prepara l'accoglienza
ai simboli del servizio
pubblico, perché la Rai
tace?
Non è nel mio potere de-
cidere il destino di un con-
duttore. Non saprei spiega-
re perché il direttore gene-
rale e il presidente hanno
taciuto, io non sarei mai in-
tervenuto.
Cena a parte convocata a
palazzo Grazioli (e
smentita) per rinforzare
la maggioranza in Rai,
perché siete divisi?
Ormai siamo a fine manda-
to, abbiamo perso la com-
pattezza iniziale. C'è un'aria
riflessiva e la Bianchi Clerici
e Petroni sono bloccati per
colpa di quella condanna
sul caso di Meocci (nomi-
nato direttore generale nel
2005, ndr).
Lo scoop
La prima pagina de
“il Fatto Quotidiano”
di ieri. Sotto,
illustrazione di
Marilena Nardi e a
destra, Carlo
De Benedetti
(FOTO EMBLEMA)
di elettori c’è anche il Vati-
cano, oltre il sostegno scon-
menica In. E per decretare un
vincitore nel duello rustica-
tato del governo e la stima del
presidente di Mediaset, Fede-
no tra l'agente Lucio Presta e
il consigliere Antonio Verro –
le Confalonieri. Ha un pac-
chetto di 35 nomine da smal-
i due si detestano dall'ultimo
Festival di Sanremo – il dg ac-
tire e deve recuperare la mag- compagna all'uscita i suoi as-
gioranza di Pdl, Lega e Tesoro sistiti Lorella Cuccarini e Ca-
in Cda. terina Balivo compresa la mo-
glie Paola Perego, nonostante
A PARTE l'idiosincrasia per i buoni ascolti stagionali. E
Luciana Littizzetto e i reality, la Mauro Mazza, direttore di
Rai secondo Lei può rinuncia- Rai1, minaccia le dimissioni.
re a un contenitore come Do- Qui Rai, a voi La7.
E l'infornata di 35 nomi-
ne?
Spero che le caselle vuote
siano presto occupate. Io
proporrei un'alleanza con
l'opposizione per cercare
una maggioranza azienda-
le.
Anche Raifiction sarà ri-
dimensionata, il diretto-
re Fabrizio Del Noce an-
drà a Rai Cinema?
È una soluzione.
Car.Tec .
“Se è contento
Berlusconi
di tutto
questo?
Non l’hai mai
nascosto, l'ha
sempre detto” Antonio Verro (FOTO DLM)
 Domenica 5 giugno 2011

È
MASOCHISMI

noto che fin dalla nascita, nel 2001, a La7 è
Una media del 3,4% stato assegnato tacitamente un tetto: non
doveva superare il 3 per cento degli ascolti
televisivi. Ha fatto il 3 per cento nel 2007, il 3,1 per
di share, per un ascolto cento nel 2008, il 3 per cento nel 2009, il 3,1 per cento
nel 2010. Quest’anno, trascinata da Enrico Mentana,
che ha quadruplicato gli ascolti del Tg portandolo al 10
pari a 373mila spettatori per cento, è già sul 3,4 per cento. Nel 2010 l’ascolto del
minuto medio di La7 è stato pari a 373 mila
telespettatori. Nel momento migliore, il Tg di Enrico
Mentana, gli spettatori sono attorno ai due milioni.
Sul mercato pubblicitario La7 è ancora un nano. Nel
2010 ha raccolto 140 milioni, che diventano 115 al
netto delle provvigioni della concessionaria di
Urbano Cairo, mentre la raccolta Rai e soprattutto
Mediaset si misura in miliardi.
La7 è da sempre un’azienda in rosso. Nel 2010 ha
portato alla capogruppo Telecom Italia 52 milioni di
perdita. Il mercato finanziario le riconosce infatti un
valore basso, inferiore ai 300 milioni di euro. Ma il
gruppo guidato da Franco Bernabè confida di
poterla vendere a un prezzo ben maggiore,
valorizzando lo spazio nell’etere da cui un soggetto
attacco al predominio Mediaset.

PASTICCIO LA7
Telecom conferma la vendita della tv mentre insegue
le star di Saxa Rubra. De Benedetti: “Nessun interesse”
di Giorgio Meletti non ha definito un orizzonte smann e il gruppo Murdoch. I ni aveva appena vinto le elezio-
temporale relativo a eventuali nudi fatti dicono che Stella, no- ni. Dopo che Tronchetti è usci-
arlo De Benedetti fa sape- operazioni straordinarie”. Nel to per il ruvido tratto con cui si to di scena (primavera 2007) il

C re che i contatti per l’ac-

quisto del pacchetto di
maggioranza di La7 sono
frutto della fantasia del numero
uno di Telecom Italia Media,
Giovanni Stella. Il quale, richia-
mato al rispetto di alcune leggi
vigenti dal suo capo, Franco
Bernabè, ha a sua volta precisa-
to che la trattativa con il gruppo
L’Espresso è “solo una delle tan-
te ipotesi menzionate nel qua-
dro del processo di valorizza-
zione della società al vaglio del
management che, fra l'altro,
gergo valido per la Consob, ar-
bitro dei mercati finanziari che
sanziona non solo le azioni ma
anche le parole improvvide,
“valorizzazione” significa ven-
dita. In pratica la precisazione si
limita a ritirare, rispetto alle di-
chiarazioni rilasciate ieri al Fat-
to, la data di fine 2011 per il
completamento dell’operazio-
ne: una data troppo esatta e vin-
colante.
Si va avanti, dunque, e all’oriz-
zonte si profilano due colossi
mondiali, la tedesca Bertel-
compiace di condurre ogni trat-
tativa, sta tentando due cose ap-
parentemente inconciliabili:
portare a La7 – al prezzo dell’u-
sato – i volti Rai in sofferenza
(Fabio Fazio, Giovanni Floris,
Milena Gabanelli, Michele San-
toro) mentre annuncia che la tv
di Telecom Italia è in vendita.
Al di là dell’apparente incon-
gruenza strategica del gruppo
Telecom Italia, stiamo assisten-
do alla prima vera partita tele-
visiva in salsa post-berlusconia-
na. Dopo dieci anni a sovranità
clima è cambiato. Per Mediaset
la tv di Telecom è diventata, da
temibile concorrente, un vali-
do alleato per occupare spazi di
mercato e tenere alla larga dal
mercato della tv terrestre il co-
losso Sky di Rupert Murdoch. I
conti in perenne perdita di La7
hanno addirittura ricevuto soc-
corso da Mediaset.
Ma la sovranità limitata è con-
tinuata, attraverso le pressioni
esercitate su Franco Bernabè da
Cesare Geronzi, fino a un anno
fa presidente di Mediobanca,
primo azionista di Telecom Ita- Enrico Mentana negli studi de La7 ( FOTO ANSA)
lia. Geronzi è stato un attento
interprete dei desideri berlu- LE STRATEGIE
sconiani. Solo dopo la sua usci-
ta da Mediobanca Bernabè ha
potuto ingaggiare Enrico Men-
tana come direttore del Tg. SEI NUOVI CANALI
Non è però casuale che Stella,
detto “er canaro” per il prover-
biale disprezzo per la buona
SEMPRE I SOLITI COLOSSI
educazione, abbia aspettato il
tracollo elettorale di B. per an- di Chiara Paolin lanci piuttosto brillanti. An-
nunciare la vendita della tv. Per- che per il Biscione dunque un
ché la mossa equivale a un ter-
remoto nel regime televisivo
nazionale. Di fatto Telecom Ita-
Sschiaepalinsesto
non è zuppa, è digitale. Il
tv italiano non ri-
certo di essere stravolto
bottino prevedibile di due
pacchetti (minimo), incluso
quello per la trasmissione di-
lia ha finora pagato cara la scelta nemmeno da un’operazione retta in tutta Italia e magari
di tenere al guinzaglio gli ascolti in sé importante come la De quello della tv, via telefonino.
di La7: in dieci anni i disastrati Benedetti-Mondadori-La7, né E Sky? I Murdoch faranno la lo-
conti del più piccolo tra i net- dall’ormai leggendario beau- ro parte, tentando di aggiudi-
work nazionali sono costati al ty contest per le nuove fre- carsi un buon multiplex nono-
gruppo Telecom circa un mi- quenze digitali che allargherà stante tutta la manovra risulti
liardo e mezzo tra perdite cu- il bouquet offerto agli italici vagamente ostile nei loro con-
mulate e svalutazioni. Basti spettatori sotto la direzione di fronti: mentre Cologno Mon-
pensare che nel 2003 il 59 per Paolo Romani, ora ministro zese sta rodando al meglio il si-
cento di Telecom Italia Media delle Telecomunicazioni. stema digitale già in suo pos-
(la società quotata che contie- Perché, gira e rigira, le azien- sesso, i competitor australiani
ne La7) era iscritto nel patrimo- de in grado di dominare il vi- sono fermi ai box in attesa di
nio di Telecom per 747 milioni deo sono sempre le stesse. ottenere le agognate frequen-
di euro, oggi risulta svalutato a Mamma Rai, è ovvio, resta in ze. Infine c’è La7, eterna Cene-
221: 526 milioni volatilizzati, rentola ma ora in aria di grossi
oltre alle perdite di ogni eserci- cambiamenti, magari con l’in-

LE REGOLE DELL’INFORMAZIONE
All’orizzonte zio. Nel 2010, per esempio, la
perdita operativa è stata di 92
Per il digitale gresso di soci forti come De
Benedetti. Non esattamente
IL FAVORE (INVOLONTARIO) si profilano milioni, circa un terzo del fattu-
rato. Oggi la società vale in Bor-
altro spazio una faccia nuova del panora-
ma editoriale, l’ingegnere, già
DI B. ALL’INGEGNERE anche due sa circa 280 milioni, poco più al servizio titolare di testate importanti
dei capitali freschi immessi da- come Repubblica (e relativo cir-
Q uando lo scorso 23 marzo il governo Berlusconi
decise di prorogare il divieto d'incroci proprie-
tari tra tv, web e carta stampata, nessuno pensava di fare
gruppi esteri: gli azionisti un anno fa per scon-
giurare il collasso finanziario.
Ma adesso Telecom pensa di ri-
di Stato cuito di quotidiani locali), i
portali web Repubblica.it (lea-
der on line in Italia) e Kata-
un favore a un certo signor De Benedetti. Invece oggi la tedesca farsi, almeno un po’, ritenendo e al Biscione web.it, periodici come l’Espres-
quel provvedimento, caldeggiato anche dal presidente che qualcuno potrebbe sborsa- so, MicroMega e Limes, le varie
Napolitano per evitare ulteriori concentrazioni oligo- Bertelsmann re fino a un miliardo di euro per Agli altri solo Radio Dee Jay, Capital e M20,
polistiche, garantisce fino a tutto il 2012 prospettive di assicurarsi La7 e le sue frequen- oltre alle reti tv Dee Jay Tele-
serenità al Gruppo Espresso nelle sue mire televisive. e Murdoch ze terrestri. Un boccone inte- le briciole vision e RepubblicaTv.
Se De Benedetti decidesse di investire 300 milioni di ressante per grandi gruppi co-
euro per ottenere il controllo (relativo) de La7, molto me Sky, che ha tutto l’interesse E POI? Quali nuovi soggetti
probabilmente non dovrebbe dismettere nemmeno limitata, il destino di La7 è nelle di accoppiare l’offerta satellita- primo piano: acciaccata, pie- arricchiranno davvero l’offer-
una delle sue attività editoriali. Il divieto di incroci si mani dei manager di Telecom re con quella terrestre, ed è il na di debiti, sfinita dalla poli- ta come promesso dall’allora
basa infatti sul Sic, il Sistema integrato delle comuni- Italia e delle dinamiche di mer- concorrente più temuto da Me- tica, verrà imbellettata per ministro Gasparri nel lontano
cazioni anticamente studiato da Maurizio Gasparri e cato. Mentre fino a pochi mesi diaset. Ma anche Bertelsmann, l’occasione e riuscirà senza 2004? Il duopolio Rai-Media-
tuttora valido nel calcolo della proroga: nessuna azien- fa era impensabile solo l’annun- il gruppo tedesco che fattura dubbio a imbarcare una fetta set è rimasto ingessato, la va-
da operante in Italia e proprietaria di una rete tv può cio della vendita, adesso il ma- 5,6 miliardi di euro (circa il dop- dei sei multiplex (pacchetti di riante Sky è stata sopportata a
comprare un quotidiano se supera complessivamente nagement guidato da Bernabè pio di Mediaset) con le sue tv in frequenze per nuove trasmis- malapena (vedi aumento del-
l'8 per cento del fatturato totale tra tv e carta, o del 40 non sembra più condizionato Germania, Gran Bretagna, Fran- sioni) in palio. l’Iva) e l’esperimento La7 è
per cento nelle telecomunicazioni. Un limite che di fat- dalla paura di B., fortissima fino cia, Spagna Olanda e altri Paesi uno spauracchio tutto da capi-
to ha impedito ai colossi l'ingresso nel cartaceo. Ma a pochi mesi fa. europei, potrebbe puntare a en- ALMENO UNO di quelli re. Per il resto, niente o peggio.
quella norma, studiata per bloccare i televisivi nell'ag- La7 è stata creata nel 2001 da trare nell’unico grande merca- più pregiati perché a segnale Nel senso che tv locali e syn-
gressione della carta stampata, non crea alcun proble- Telecom Italia acquistando Tele to europeo che manca alla sua unico nazionale, e forse due. dication – reti di piccole emit-
ma a chi fa il percorso inverso. Il Gruppo Espresso ha Montecarlo dal produttore ci- collezione. Si parla di gruppi in Tranquilla anche Mediaset gra- tenti consorziate – se la stanno
una raccolta pubblicitaria assai limitata rispetto ai big nematografico Vittorio Cecchi grado di fare ciò che fino a oggi zie ai particolari criteri indivi- passando peggio che mai: an-
televisivi, e anche l'acquisizione de La7 manterrebbe la Gori. Poche settimane dopo l’e- B. è riuscito a evitare: attaccare duati dal ministro, requisiti ziché riuscire a sfruttare i nuo-
compagine sotto l'8 per cento. Se poi la nuova offerta di sordio il presidente della Pirelli il dominio di Mediaset sul mer- che sembrano tagliati apposta vi spazi digitali, si vedono al-
rete facesse impazzire l'Auditel e relativi investimenti Marco Tronchetti Provera ac- cato pubblicitario con la loro sulle caratteristiche tecniche lontanate a forza da frequenze
pubblicitari, allora sarebbe tutto da rivedere. (c .pa.) quistò il gruppo telefonico e mi- ricchezza di prodotti televisivi ed economiche dell’azienda già occupate e che l’Ue ci ob-
se la museruola ai progetti di che, semplificando, hanno bi- presidenziale: ottima rete di bliga a destinare alla telefonia
sviluppo di La7. Silvio Berlusco- sogno solo di essere doppiati. trasmissione sul territorio e bi- di ultima generazione.
pagina 4
Lombardo confessa:
“Il presidente rivuole
me e Casini”
“B. PRONTO A LASCIARE”
Il ministro Rotondi: “Silvio sta soffrendo tanto”
Dopo di lui Alfano? “Perfetto per rifare la Dc”
di Fabrizio d’Esposito
ianfranco Rotondi è un
G democristiano dichiara-
to. Il suo partito, la Dc per
le autonomie, figura tra i
“piccoli” soci fondatori del Pdl.
Rotondi è ministro all’Attuazio-
ne del programma di governo.
Ministro, Ferrara vuole le
primarie “finte” del Pdl per
rilegittimare il Capo.
Se Berlusconi si candida, le pri-
marie sono inutili. Siamo tutti
per lui. Anche voi del Fatto, gui-
dati da Padellaro e Travaglio, an-
dreste a votarlo, infiltrandovi.
Silvio è il vostro core business.
La solita solfa. Primarie inu-
tili anche per rivoluzionare il
Pdl? “Una roba alla Mao”,
scrive Ferrara, contro il mo-
dello dc alla Flaminio Piccoli.
Io sono un fan di Ferrara, l’ho vo-
tato pure come presidente della
Repubblica, ma preferisco Fla-
minio Piccoli, simbolo dell’eter-
nità democristiana. Lo sa che an-
dammo insieme da Berlusconi?
Quando?
Era il ‘98 e il vecchio “Flam” era
ancora vivo. La stessa situazione
di oggi: si diceva che il Cavaliere
fosse finito e si pensava alla suc-
cessione. Io dirigevo La Discus-
sione e andammo a piedi.
L’ANTICIPAZIONE The Economist
Rapporto Italia (da piangere)
Dedicato a noi Due copertine del
settimanale inglese The Economist.
“Basta” è del 2006, prima della
vittoria di Prodi. “Mamma mia”
arriva dopo la rielezione del 2008
di Andrea Valdambrini
Londra
er quanto mi possa sfor-
“P zare, non riesco a trova-
re nessun settore in cui Ber-
lusconi abbia giovato all’Ita-
lia. Non nell’economia, che
in questi ultimi anni è rima-
sta al palo e non ha benefi-
ciato di alcuna riforma strut-
turale. Non nella fiducia ver-
so le istituzioni, che è stata
danneggiata forse irrepara-
bilmente dal premier. Nep-
pure nella politica estera,
che ha pericolosamente
oscillato tra la vicinanza alla
Libia di Gheddafi o alla Rus-
sia di Putin e Medvedev”.
John Prideaux, 35 anni, è
l’autore del “rapporto Ita-
lia”, quasi 20 pagine di arti-
colo – unico firmato, in una
pubblicazione dagli articoli
“H
governatore siciliano Raffaele Lombardo racconta al
quotidiano La Sicilia che cosa gli ha detto Berlusconi
nell’incontro di tre giorni fa, a Palazzo Grazioli. Tutto
merito, sostiene Lombardo, della débâcle elettorale: “I
suoi amici da qualche tempo a questa parte sono
Da Piazza del Gesù, sede del-
la fu Dc, a Palazzo Grazioli:
200 metri forse.
Berlusconi interruppe un in-
contro e ci ricevette subito. Pic-
coli lo ringrazio così: “Anche io
da segretario della Dc ti riceve-
vo senza farti perdere tempo”.
Poi?
Piccoli gli disse, senza giri di pa-
role: “Silvio tu sei un genio, nes-
suno può prendere il tuo posto,
ma devi rifare la Dc”.
Oggi però il dibattito sulla
successione promette bene.
Libero ha lanciato le primarie
“vere”.
Io ho un sospetto.
Cioè?
Primarie
vere o finte
“ Se il premier
si candida
sono inutili
Vi infiltrereste
anche voi
per votarlo
” Il Labour cerca in Rete
tradizionalmente anonimi –
che comparirà nel prossimo
numero dell’Economist in
uscita l’11 giugno. Il testo è
frutto di quasi due mesi di la-
voro tra Torino, Milano (an-
che se prima delle comuna-
li), e infine Roma alla ricerca
di un quadro complessivo
del nostro Paese. A 150 anni
dalla sua nascita, Berlusconi
ancora – e per quanto anco-
ra? – “regnante”.
Abbiamo incontrato Prideaux
nella sede dell’Economist, chie-
dendogli di anticipare per il
Fatto le conclusioni della sua
lunga e dettagliata analisi.
GIOVANI IN FUGA
“Sono andato in Italia senza
pregiudizi. E certo, il primo
elemento che è emerso è quan-
to la situazione economica sia
allarmante”. Come osservato-
re certamente super partes Pri-
deaux ammette che sia la de-
stra che la sinistra tirano acqua
al loro mulino, dipingendo la
prima una situazione non ter-
ribile, la seconda addossando
invece ogni colpa all’attuale
governo. “Ho incontrato molti
imprenditori, anche impor-
tanti, del Nord industriale. Ho
visto voglia di fare, e realtà an-
che molto dinamiche e interes-
santi”. Ma tutto questo si in-
frange contro un’amara realtà.
“Ho conosciuto tantissimi ita-
liani giovani qui in Gran Breta-
gna, negli Stati Uniti. Ce ne so-
o detto ai miei di fare
l'impossibile per recuperare
Casini e te”. Orgogliosissimo, il
Questa storia della successione
può essere esplosa per un solo
motivo: Berlusconi si è rotto le
scatole della politica. Cono-
scendo Silvio, penso sia così.
Pare che i figli gli abbiano
chiesto di lasciare, nell’ulti-
mo consiglio familiare.
In questi anni, lui è sempre stato
lontano dalle sue aziende. Ma,
se molla, la vera ragione è la sua
sofferenza.
Soffre tanto?
Sì. Berlusconi è un uomo gene-
roso e non riesce a comprende-
re tanto odio di una parte del
paese verso di lui.
Ha i mezzi per consolarsi.
Prima però deve realizzare il suo
ultimo sogno.
Lei continua a insinuare.
Ora è un esperimento di te-
lepatia.
Proceda.
L’ultimo sogno di Berlu-
sconi è di riformare fisco
e giustizia, tirarci fuori
dalla crisi economica e
poi vedere un duello
tra Alfano e Renzi per
Palazzo Chigi.
Risultato: 2013
senza B.?
Io spero che si can-
didi, sia chiaro. Sil-
vio è imbattibile, ma
no ovunque nelle organizza-
zioni internazionali come nel-
le università più prestigiose, e
tutti preferiscono non tornare.
La risposta che mi sono dato è
che non lo faranno finché que-
sto sistema bloccato non cam-
bia. È molto triste”.
ALLERGIA ALLA STAMPA
Il grande tema, naturalmente è
come qualcosa possa cambia-
re in Italia, e se siamo in vista di
una fase nuova. Anche su que-
sto, l’analisi rimane severa:
“Tra i politici sono emersi ne-
gli ultimi mesi, ho ascoltato Ni-
chi Vendola parlare alla Bocco-
ni. Teatro stracolmo, ottima
capacità di trascinare. Eppure
ho avuto come l’impressione
che le sue parole fossero un
po’ demagogiche: blandiva la
platea dicendo quello che la
gente voleva sentirsi dire”. An-
che contatti con il governo ne
ha avuti, ma con estrema dif-
ficoltà. “Sono riuscito a inter-
vistare solo il ministro Gelmi-
ni. In altri Paesi sono gli stessi
politici che cercano contatti
con noi per chiarire la loro po-
sizione, ma in Italia sembra ci
sia molta diffidenza nei con-
fronti della stampa estera, o
forse nel confronti proprio
dell’Economist”. Sarà mica per
la critica a Berlusconi, inadat-
to a guidare l’Italia, come tito-
laste anni fa? Sarà mica perché
il premier pensa che siete co-
munisti? Prideaux non trattie-
MOBILITIAMOCI
stranamente disponibili – spiega – e lo sono di più dopo
questa botta che hanno avuto ai ballottaggi”. Anche la
nomina di Alfano alla segreteria del partito, secondo il
leader dell’Mpa va in questo senso: “Se impone una
linea di moderazione per il recupero di alcune frange, le
cose si possono aggiustare”. Il colloquio tra Lombardo
e Berlusconi arriva, tra le altre cose, in giorni difficili
per il governo della Sicilia: l’alleanza con il Pd vacilla e il
non so se sarà così.
Quant’è democristiano il
giovane Alfano?
Al cento per cento, glielo assi-
curo. Del resto è stato eletto co-
me l’ultimo Fanfani
segretario dc,
nel 1972.
Paragone
ardito, an-
che perché
Il ministro
Gianfranco Rotondi
visto da Emanuele
Fucecchi
ne un sorriso: “Tempo fa Ber-
lusconi era a un incontro con
la stampa estera, a Roma. In-
contra un giornalista inglese e
gli chiede per chi scrive. ‘Per il
Guardian, risponde il corri-
spondente. Ma anche per l’E-
conomist. Nessuno è perfetto’,
scherza. Berlusconi lo fredda:
‘Infatti, lo dice lei stesso’”.
UN’ALTRA DESTRA
Altra figura chiave è quella di
Gianfranco Fini. “Lasciamo da
parte le questioni personali tra
lui e il premier, la rivalità e l’am-
bizione. In ogni caso penso
che un grande merito ce l’ab-
bia”. Prideaux affonda il coltel-
lo in una della realtà del pano-
rama politico italiano meno
comprensibili ad un britanni-
co, abituato a una ordinata,
persino noiosa, politica bi-tri-
partitica. “Immagino di essere
un conservatore italiano, che
vuole la libertà economica e
che crede nelle istituzioni. Co-
me posso essere rappresenta-
to da un populista come Ber-
lusconi? Le uniche riforme li-
berali, negli ultimi anni, le ha
fatte Bersani, con le cui politi-
che un cittadino di destra po-
trebbe tranquillamente identi-
ficarsi”. E conclude tornando a
Fini: “Penso che il leader di Fli
abbia aperto la possibilità di
una destra nuova. Indipenden-
temente da dove il suo gesto
condurrà, gliene va dato at-
to”.
presidente della Regione è arrivato a dire: “Se mi
vogliono sfiduciare firmino il modulo”. Per questo il
riavvicinamento con il Pdl non è così improbabile.
Berlusconi, fa sapere Lombardo, “mi ha riconosciuto di
essere stato sempre franco e leale”. E lui non ha
intenzione di andare in pensione: “Ho detto più volte di
essere pronto a farmi da parte. Ma confesso che ho una
gran voglia di menare le mani...”.
ha deciso B. da solo. supplente di Casini. Pier è il
Non è vero. La scelta di Berlu- benvenuto ma credo che la sua
sconi era nota e antica. Il via li- corrente o partito che sia non
bera è arrivato dai maggiorenti
del Pdl riuniti a cena da Schifani
a Palazzo Giustiniani.
Un nuovo patto di Palazzo
Giustiniani.
abbia voglia di immergersi nel-
l’elettorato di Berlusconi. Sino-
ra non ci ha creduto.
Il sogno di rifare la Dc muore
all’alba?
Auspice Aldo Moro, quel- Il fallimento è un possibile risul-
l’accordo su Fanfani nello tato, sempre.
stesso palazzo fece durare Ma Alfano terrà duro.
la Dc altri vent’anni esatti. È la testa più funzionale a questo
Sopravvivere a B. riu- disegno, senza dubbio.
nendo i moderati e Pomicino, altro ex dc, ha det-
aprendo a Casini. È la li- to: “Ci avete messo vent’an-
nea di Scajola, condivisa ni per eleggere un segreta-
da Alfano. rio”.
Riunire i democristiani, me- Piuttosto la conferma che Silvio
glio. E riunire quegli elettori è un genio, proprio perché ne
che un tempo votavano il ha potuto fare a meno per ven-
pentapartito. Non ci t’anni.
sono altre strade. E i poveri triumviri Verdini,
Si deve lavorare La Russa e Bondi?
per una federa- All’ufficio di presidenza c’è sta-
zione
l’Udc.
con
Ma il ritorno
di Casini non
offuscherà i
ta una scena simbolica.
Quale?
Alfano era stato appena eletto.
Si trovava tra il pubblico, si è le-
vato in piedi e ha cominciato a
dc fedeli a B. parlare. Berlusconi l’ha inter-
come lei, rotto e invitato a prendere po-
Giovanardi, sto alla presidenza. Questo ha
Pionati? costretto i triumviri ad alzarsi.
Per quanto Contenti?
mi riguarda, Non lo so. Però qualcuno è tor-
non sono il nato a sedersi.
il nuovo leader
di Caterina Soffici
Londra
Ada ltro che delfini, trote e altre sottospecie di bestie poli-
tiche selezionate per nepotismo e cooptazione. Mentre
noi tutti si interrogano su ricambio, primarie, succes-
sioni, ma di volti nuovi non se ne vedono. Mentre Veltroni e
D’Alema sono sempre lì da vent’anni a pettinare le stesse
bambole e addirittura il quotidiano Libero avvia un sondag-
gio tra i lettori per capire se l’erede di Silvio deve essere
Angelino Alfano o La Russa, Tremonti o Alemanno, o perché
no il nuovissimo Formigoni, il partito laburista inglese ha
lanciato una campagna per il rinnovamento in stile un po’
diverso. Il nuovo leader Ed Miliband, che di anni ne ha 41,
cerca volti ancora più nuovi e non vuole figliocci laburisti
sponsorizzati da questo o da quello.
Come? Basta cliccare sul banner nel sito del Labour Party
che esorta gli aspiranti leader a farsi avanti. “Are you La-
bour’s next generation? Se pensi di poter essere uno dei
nostri prossimi eletti, allora fatti avanti”. Chiunque può in-
viare la sua candidatura. Scopo del “Future’s Candidate Pro-
gram” è quello di aiutare a costruire un pool eterogeneo di
persone di talento da cui le varie delegazioni locali potran-
no poi selezionare il loro candidato al Parlamento.
CERCASI PARLAMENTARE VINCENTE chiede il
Labour. Alle ultime elezioni abbiamo avuto il peggior risul-
tato dal 1983 ed è colpa nostra, che siamo vecchi e non ci
siamo rinnovati. Così, come se il partito fosse un’università
che vuole attirare buoni studenti o un’azienda bramosa di
giovani talenti, l’annuncio spiega quali devono essere le ca-
ratteristiche per partecipare alla selezione e come riempire il
modulo e inviare la domanda. “Il candidato ideale deve es-
sere brillante, preparato, buon comunicatore e soprattutto
energico”. Meglio se ha già qualche esperienza di vita pub-
blica, di public speaking e precedenti impegni nella comu-
nità e nel volontariato saranno presi in considerazione. Le
iscrizioni sono aperte fino alle nove di mattina del 4 luglio.
Per chi sarà selezionato è prevista anche la frequenza a una
scuola estiva. Ma a giudicare dalle premesse sembra un po’
diversa da quella serale che il Cavaliere aveva approntato per
le “belle e brave” veline aspiranti parlamentari europee.
 Domenica 5 giugno 2011

L
MOBILITIAMOCI

a maratona non si ferma: da qui a
Aspettando il 12 e 13 domenica prossima, appuntamenti in
tante piazze di Italia per il Sì ai
referendum. Ecco alcuni degli eventi organizzati
La maratona dal comitato Fermiamo il nucleare per tirare la
volata al voto del 12 e 13 giugno. Si va dalle
biciclettate (oggi a Asti, Torino, Collegno,
non si ferma Mogliano Veneto e Malnate, in provincia di
Treviso) alle passeggiate in spiaggia per
“ricordare che domenica prossima prima del
mare c’è il seggio” (sempre oggi a Rimini, a
Marina di Ravenna, a Ostia, Castel
Fusano e Fano). Centinaia i banchetti
informativi, decine le feste, i concerti, gli
incontri pubblici con gli esperti del pool
scientifico del Comitato, vari i flash mob. Ad
Arcore, oggi, ci sarà una catena umana contro
il nucleare. A Roma, stasera, al teatro Ambra
Jovinelli, ‘H2Ora’, con Ascanio Celestini che si
esibirà in uno spettacolo ad hoc sui
referendum. Per conoscere gli appuntamenti
della vostra città consultate i siti
www.fermiamoilnucleare.it,
www.acquabenecomune.org

Referendum, il miracolo
laico di una piazza sola
GIÙ I PARTITI DAL PALCO
I COMITATI CHIEDONO UNITÀ
di Paola Zanca vrebbe avere la meglio. Merito camuffata”, anche perché “se ci
del nucleare: se non ci fosse sta- pensate bene, l'istituto costitu-
iuscirà a compiersi il “mi- to quel quesito – ragionano i zionale del referendum esiste

R racolo laico di riunificare

tutti”, come lo chiama il
senatore Pd Vincenzo Vi-
ta? Per ora, è presto per dirlo.
Bisognerà aspettare almeno
domani, quando democratici e
Italia dei Valori si incontreran-
no per decidere finalmente se
dalle piazze del 10 giugno spa-
riranno leader e bandiere di
partito per parlare solo dei re-
ferendum. Salvo colpi di scena,
Attivisti di Greenpeace comunque, la “tensione unita-
incatenati sulla ria” invocata dai comitati do-
terrazza del Pincio a
Roma (FOTO LAPRESSE)
Nucleare Acqua attraverso gara o l’affida- Giustizia
mento a società a capitale
promotori – il quorum sarebbe
stato una missione impossibi-
le, e quindi tutti avrebbero pro-
vato a trasformare le piazze in
manifestazioni di partito. Ma
ora che i cittadini voteranno an-
che sulle centrali, il 50 per cen-
to più uno è diventato un oriz-
zonte raggiungibile: ammaina-
te le bandiere, quindi, che i ra-
gionamenti di parte non servo-
no.
MARTEDÌ la Consulta si pro-
nuncerà sul ricorso presentato
dal governo: Palazzo Chigi ritie-
ne che il nuovo quesito (rifor-
mulato dalla Corte di Cassazio-
ne) sia inammissibile e per que-
sto ha dato mandato all’Avvoca-
proprio per i casi in cui gli elet-
tori di un partito politico o del
governo non sono d'accordo
con una singola scelta di quel
partito o di quel governo”. E so-
no state proprio le aperture dei
leghisti ai Sì per acqua e nuclea-
re a rafforzare l’idea che bisogna
“allargare e non restringere”.
Parole dello staff di Bersani, che
inizialmente aveva organizzato
una manifestazione di chiusura
della campagna referendaria
con comizio finale del segreta-
rio. Ora dicono che “non è ne-
cessario” avere i leader sul pal-
co, perchè sarebbe “sciocco” fa-
re due eventi separati alla stessa
ora. Una soluzione, spiega anco-
ra Vita, potrebbe essere quella

È
il quesito
referenda-
rio presentato
dall’Italia dei Valori per
abrogare la norma che pre-
vede “la realizzazione nel
territorio nazionale di im-
pianti di produzione di
energia nucleare”. Norma
sulla quale il governo ha
fatto marcia indietro nel
decreto Omnibus. La Cassa-
zione ha dato il via libera.
Sono due
quesiti.
Col primo si
chiede l’abro-
gazione dell’art. 23 della
legge 133/2008 con cui il
governo ha privatizzato i
servizi pubblici di rilevan-
za economica. La legge
stabilisce come modalità
ordinarie di gestione del
servizio idrico l’affida-
mento a soggetti privati
misto pubblico-privato,
all’interno delle quali il
privato sia stato scelto at-
traverso gara e detenga al-
meno il 40%. Il secondo
vuole abrogare la parte di
normativa (152/2006) che
consente al gestore di ot-
tenere profitti garantiti
sulla tariffa, caricando
sulla bolletta dei cittadini
un 7% a remunerazione
del capitale investito.
È il quesito
che Berlu-
sconi teme di
più. Presenta-
to dall’Italia dei Valori,
chiede l’abrogazione del-
la legge del 7 aprile 2010
“in materia di legittimo
impedimento del presi-
dente del Consiglio dei
ministri e dei ministri a
comparire in udienza pe-
nale”.
tura dello Stato di intervenire al-
l’udienza, per sostenere la tesi
che la consultazione va blocca-
ta. Ieri il Pd ha a sua volta chiesto
ai giudici costituzionali il riget-
to dell’istanza del governo.
Ma nonostante i tentativi della
maggioranza, il 12 e 13 giugno
sono ormai questioni di popo-
lo, più che di Palazzo. Ieri Di Pie-
tro ha rinnovato l’appello a non
“trasformare i referendum in
una specie di elezione politica
di “incrociare gli orari”, perchè
più se ne parla e meglio è. A Ro-
ma piazza del Popolo è già pre-
notata – dalle 15 alle 23.30 – per
la manifestazione “Io voto”, a
cui parteciperanno attori e mu-
sicisti. I comitati per l’acqua e
contro il nucleare ci saranno so-
lo con l’assicurazione che nes-
sun big voglia metterci il cap-
pello. Dai partiti si aspettano un
“atteggiamento ecumenico”.
Loro speriamo che se la cavino.

L’INTERVISTA Don Nandino Capovilla

Pax Christi: votiamo Sì per i beni comuni

di Marco Politi omissione: non toccate Berlusco- nale. Perché la questione riguarda doni della creazione e che vale il
ni! Ma i credenti, che vanno in il bene comune. Prendiamo l’ac- principio cristiano della ‘destina-
ndare a votare perché è in gio- chiesa alla domenica, la pensano qua. Ho avuto recentemente un zione universale dei beni’. Esorta a
“A co la democrazia e il nostro
futuro”. Don Nandino Capovilla,
diversamente. Sanno bene che il
cosiddetto ‘cattolicesimo dei va-
incontro con monsignor Mario To-
so, segretario del Consiglio pon-
stili di vita e di comportamento al
di sopra di schieramenti politici ed
coordinatore nazionale di Pax lori tradizionali’ non ha nulla a che tificio Giustizia e pace, e l’inter- ideologici per garantire la dispo-
Christi Italia, dà voce al cattolice- fare con l’esigente proposta evan- vista sta sul sito di Pax Christi. Vi si nibilità per tutti di questo prezioso
simo di base che vuole voltare pa- gelica”. afferma chiaramente che per la bene anche sul piano delle leggi. Il
gina. A partire dal rifiuto del le- Cosa spinge Pax Christi a impe- dottrina sociale della Chiesa l’ac- documento invita a partecipare at-
gittimo impedimento. “Purtroppo gnarsi nella campagna referen- qua è un diritto inalienabile e uni- tivamente al dibattito sul referen-
la Chiesa italiana – dice – a lungo è daria? versale. Benedetto XVI nella sua dum.
stata responsabile di un colpevole Abbiamo partecipato da subito ai enciclica ‘Caritas in veritate’ parla Rispetto all’energia nucleare? (FOTO EMBLEMA)
silenzio e di un peccato grave di comitati referendari locali e nazio- esplicitamente dell’accesso all’ac- È un discorso, che si lega ad un
qua per tutti, senza distinzioni. È lavoro che facciamo da anni. Co- tamente: non ha senso svendere il
un bene – lo sottolinea la Santa me da tempo interveniamo sulla vangelo per un piatto di lentic-
Sede – che non può essere gestito produzione degli armamenti e il chie.
di Pino Corrias secondo criteri mercantili e la cui commercio delle armi così oggi di- Cosa vi aspettate?
gestione non può essere lasciata in ciamo che non si possono costrui- Vorrei che la gerarchia capisse che
I “servi liberi” mano ai privati.
Il problema è sentito?
re centrali nucleari. Va al di là di
quanto è successo in Giappone.
è l’ora di lavorare per la ricostru-
zione del Paese a partire dalle sue
e la barzelletta della mela Non è in gioco una privatizzazione
più o meno controllata dal gover-
Bisogna liberare il mondo dal pe-
ricolo dell’autodistruzione.
fondamenta costituzionali. C’è un
forte risveglio del mondo cattoli-
no, ma un bene essenziale che toc- Dopo i ballottaggi avete dichia- co, convinto che l’esigenza prio-
SIA DETTO IN PIENA POLEMICA con questi furbacchioni dei “ser vi ca il nostro futuro. Nel 2010 l’Onu rato: ‘Da Milano a Napoli, da ritaria sia l’attenzione all’uomo e
liberi” capitanati dal solito Giuliano Ferrara che, istruiti da tre lustri di ha proclamato che l’acqua è un Cagliari a Trieste. Finalmen- al vangelo. Abbiamo sopportato
menzogne e privilegi, rimpiangono “il magico Cavaliere degli inizi”, e bene comune. Dobbiamo garanti- te…’. Comincia a spirare aria pesantemente l’appoggio dei ver-
anzi gli chiedono di tornare a cavalcare la politica come faceva un re e difendere questo diritto. Al- nuova anche nella Chiesa? tici ecclesiastici a certe scelte po-
tempo. Febbraio 1994, a bordo di un aereo Fininvest, rientrando da un l’ultima assemblea della Cei anche Mi sembra di avvertire un’atmo- litiche.
comizio elettorale a Firenze il magico Cavaliere degli inizi mimava con il segretario monsignor Crociata sfera diversa. All’assemblea della Sul legittimo impedimento voi
le guance gonfie, davanti a due sbalorditi cronisti, la barzelletta “della ha definito l’acqua un diritto uma- Cei il cardinale Bagnasco ha avuto cattolici di Pax Christi cosa dite?
mela che sa di figa”, ma che se la addenti dalla parte sbagliata, “allora sa no. Nella base cattolica è in corso un giusto tono drammatico rife- I cattolici italiani sono stufi del si-
di culo, ah, ah, ah!”. un lavoro di mobilitazione straor- rendosi alla situazione del Paese. lenzio sul malcostume del gover-
In questi 18 anni il magico Cavaliere degli inizi – che nel frattempo ha dinario. Mi pare ci si cominci a rendere no. La giustizia deve essere uguale
aumentato le tasse, violentato la Costituzione e il buon senso di ogni E ai vertici? conto della necessità di sganciarsi per tutti, a cominciare dal Parla-
liberista – ha raccontato questa immonda barzelletta, con la stessa aria Ecco un documento sottoscritto dalle posizioni di chi continua- mento dove stanno tanti inquisiti.
di immonda volgarità, decine di volte, financo davanti ai terremotati e da trentadue diocesi. Si chiama mente e pregiudizialmente difen- Posso dirlo con la dottrina sociale
alle 32 sgallettate che gli arredano quelle cene che il solito Ferrara ‘Acqua: dono di Dio e bene comu- de le posizioni del governo. Biso- della Chiesa: tutti, nessuno esclu-
giudica “eleganti e giocose”. Piacerebbe sapere da un qualunque ne’. È stato diffuso in tempo di Pa- gna dire basta ad un legame stretto so, siamo uguali davanti alla leg-
Ostellino o Cazzola cosa ne pensano delle mele spacciate del loro squa dalla Rete interdiocesana e opprimente con poteri, che di- ge.
amato Cavaliere e se addentandole, in questi 18 anni, hanno sentito il Nuovi stili di vita. Si trova anche sul cono di interpretare il mondo cat- Si arriverà al quorum?
sapore della figa, del culo o di Tocqueville. sito del patriarcato di Venezia. Ri- tolico e poi nei fatti lo tradiscono. Vedo un forte lavoro capillare. Se-
corda che l’acqua è uno dei grandi I vertici ci stanno arrivando len- gnali positivi.
pagina 6 Domenica 5 giugno 2011

T
IL FUTURO DEL VOTO

Gattatico: 10mila persone
per la Costituzione
e la libera informazione
re giorni per parlare di Costituzione,
alla vigilia dei referendum su acqua,
nucleare e giustizia. Ma anche tre
giorni di spettacolo, musica, politica. Al “Fuori
Orario” di Taneto di Gattatico è stata
soprattutto una grande festa per il nostro
giornale. Tanta gente, davvero tanta. Un
“passaggio” totale di almeno 10 mila persone da
giovedì a ieri. Nonostante la pioggia che
soprattutto negli appuntamenti della sera non è
stata clemente. Tre giorni che hanno visto
avvicendarsi sui diversi palchi l'umanità di Don
Gallo e la voce di Fiorella Mannoia, la politica
nella versione chiara e diretta di Di Pietro, le
vignette di Natangelo e la musica in forma di
prosa di Vinicio Capossela. E ancora la
performance di Ascanio Celestini, i precari della
scuola e Max Paiella, Vauro e gli Asilo Republic,
uno dei sindaci dell'Italia che va, Domenico
Finiguerra. Oltre ai giornalisti del Fatto che nella
tre giorni si sono alternati assieme a David
Perluigi che ha condotto la festa. Possibile grazie
alla passione di Franco Bassi – il cuore del “Fuori
Orario” – e alla pazienza di Amanda Pisi.

“SCASSIAMO” L’ITALIA
Luigi De Magistris alla Festa del Fatto: “Io e Pisapia
abbiamo dato risposte politiche all’indignazione”
di Federico Mello senza, il diavolo ci ha messo la bilancio entro il 30 giugno. Ta- ti avvicinano più. E poi ho la
e Edoardo Novella coda, e il diavolo questa volta – glieremo subito gli sprechi del- gente dietro che mi dà forza”.
Gattatico spiega Padellaro dal palco – lo la politica e subito le risorse Soluzioni pratiche, a comin-
applaudiamo, perché abbia- recuperate le useremo per la ciare dalla giunta: “Sarà espres-
nata una nuova po- differenziata porta a porta, per sione della società civile, una

“È
litica e ho la forza e
l'appoggio dei napo-
letani per contrasta-
re il malaffare”. Al “Fuori Ora-
rio” di Taneto di Gattatico a
Reggio Emilia, all'ultimo gior-
no della Festa del Fatto dedi-
cata alla Costituzione, Luigi
De Magistris dice che si può
fare: si può prendere l'onda
delle amministrative, supera-
re i referendum e cercare di
“scassare” il marcio che tiene
in ostaggio l'Italia. Con la po-
litica, non contro.
“C'È UN VENTO nuovo.
L'Egitto si è liberato di Muba-
rak. Abbiamo visto l'indigna-
zione sociale in Spagna, in
Francia. Io e Pisapia stiamo
cercando di dare uno sbocco
politico all'indignazione socia-
le che abbiamo visto in Europa
e soprattutto in Italia”. Con
una politica tutta diversa però.
Messaggi per il Pd: “A Napoli al
primo turno non mi hanno vo-
luto, ora hanno un'altra occa-
sione”. E messaggi per il Mo-
vimento 5 Stelle: “Sul Fatto dis-
LA VIRTÙ DI GRONARDO
PEPPONE E DON CAMILLO NELLA LANDA PADANA
di Nando Dalla Chiesa
Il collegamento con Luigi De Magistris e il pubblico del Fuori Orario
si a Grillo ‘Uniamo la parte mi-
gliore dei partiti con associa-
zioni e movimenti’. Lui rispose
piccato, ma la verità è che dob-
biamo guardare molto oltre.
Le mie istanze coincidono con
quelle del 5 Stelle. Spero si la-
vori insieme”. In tantissimi ad
ascoltarlo. E tantissimi hanno
assistito subito dopo all'incon-
tro con Vauro e i colleghi di
Annozero. E ancora – in serata –
mentre Cremona e provincia fi-
nivano nelle mani della destra rin-
negando la propria storia. Biso-
tantissimi per lo “speciale” de-
dicato alla magistratura con il
direttore Antonio Padellaro,
Marco Travaglio, Ignazio Mari-
no e molti giornalisti del Fatto.
Nel pomeriggio era stato il sin-
daco di Napoli a prendersi la
scena. Via Skype. “Volevo es-
sere da voi, ma sono al lavoro
dal giorno dopo la festa per ri-
solvere i problemi di Napoli”.
“Ci avevi assicurato la tua pre-
recinto paghi dazio. Grontardo è
appunto uno di questi comuni ri-
belli. Dove i parlamentari del cen-
mo assistito a una vittoria cla-
morosa. Ora non ti daranno
tregua: i grandi sistemi di po-
tere e affari ti saranno contro.
Ma sappi che noi saremo al tuo
fianco”.
IN PLATEA tantissime per-
sone. Che vogliono parlare di-
rettamente con il sindaco. “Vi-
vo da anni tra Napoli e l'Emilia:
mi dica una ragione, anche so-
lo una, per decidermi a torna-
re a Napoli” chiede Valeria.
“Uno dei motivi della mia can-
didatura è proprio questo – ri-
sponde De Magistris – i giova-
ni mi hanno chiesto di impe-
gnarmi in politica per fare in
modo che non si debba andare
via per trovare lavoro. Finora
in città c'è stato un sistema che
ha controllato le occasioni di
lavoro, i fondi pubblici. Rom-
peremo questo blocco. Non
ho mai promesso un posto di
lavoro in campagna elettorale.
Ho detto a tutti: ’Non vi fate
comprare, non vi fate mettere
il guinzaglio’. E i napoletani
non si sono fatti comprare”. Al-
tri impegni: “Approveremo il
quelli di Festinsieme, quasi tutti
tra i quindici e i cinquant’anni:
l’Emiliano, l’Adriano, la Marghe-
le politiche sociali e per la cul- giunta non ideologica, che
tura. Un segnale chiaro contro possa pescare anche esponen-
Camorra ed ecomafie”. La ca- ti di una destra non berlusco-
morra, appunto. E il sistema niana se ce ne sarà bisogno”.
che verrà a bussare alla porta. Fuori i partiti, allora, chiede
“Io sono facilitato. Da magi- ancora dal pubblico Dario, 16
strato ricordo che certe perso- anni. “Non sono contro, ma la
ne ti avvicinano all'inizio. Poi politica non si può ridurre solo
quando capiscono chi sei non ai partiti”.
di Lidia Ravera
Il Regno delle Libertà
e le primarie del monarca
PROVE TECNICHE DI DEMOCRAZIA nel Regno delle Libertà: sì,
dice il monarca, mentre il trono traballa, se avete bisogno di
scopiazzare i rituali della sinistra, se pensate che rifiutarli
porta sfiga, se vi siete incaponiti con il rinnovamento del
partito, facciamole pure ‘ste primarie. Ma niente di “casual”:
si fa una bella leggina ad personams (ma i latini la s al plurale
la mettevano?), che ci cauteli dalla presenza di infiltrati e dalla
assenza di partecipanti.
Per esempio: si assume al seggio una pubblica annusatrice.
Una “olfattina”, di bell’aspetto, di narice sensibile. Appena
percepisce, sull’aspirante al voto, quel mix di polvere e
sudore che caratterizza l’elettore di centrosinistra (non si
lavano dal 1989 pensando di non esistere più) lo segnala al
buttafuori che lo fa allontanare, con o senza calcio nel sedere
(si lascia libertà di violenza). Per incentivare la
partecipazione? Ricchi premi e cotillon. L’elenco nella
prossima puntata.
birichine, e quei due gemelli fre-
schi di peluria che gli stanno ai
lati come corazzieri. Poi c’è la so-

Qre. uiche
Grontardo, villaggio gallico
ha resistito all’imperato-
Chissà perché, a metterci pie-
de, viene in mente Brescello, il
paese della bassa reggiana im-
mortalato da Guareschi. Eppure
qui Peppone e don Camillo sem-
brano andare d’amore e d’accor-
do, non si fanno i dispetti. E il
popolo non appare diviso in due
fazioni. Sta di fatto che sotto il
sole velato e in mezzo al verde
padano tira quella stessa aria ma-
gnifica di paese rurale, di case-ca-
scine, di piazza rettangolare che
si affolla di bandiere alle grandi
occasioni.
SI CHIAMA IVAN Scaratti il
sindaco di questo comune di mil-
lecinquecento abitanti in provin-
cia di Cremona. Trentasette anni,
laureato in Scienze politiche, di-
rettore amministrativo di una ca-
sa di riposo, è stato eletto due vol-
te alla guida di una lista civica di
sinistra, Solidarietà e sviluppo,
Una piccola città nella
provincia di Cremona:
un giovane sindaco,
un parroco gentile,
pochi soldi e spesi bene
gna conoscerla la Lombardia, bi-
sogna averla vissuta la gelata di
questi anni, le sconfitte cocenti
dell’Ulivo o dell’Unione. A Pavia,
a Mantova, a Brescia, a Bergamo,
alla provincia di Milano o a Lodi, a
Rho, a San Giuliano Milanese. La
combinazione irresistibile di ven-
to dei tempi e di suicidi locali. Chi
ha visto queste sconfitte inanel-
larsi a valanga, sa il ruolo che alla
fine è stato assegnato nella fan-
tasia popolare ai comuni che re-
sistevano. Autentiche mosche
bianche senza denaro, costrette a
tenere vivi valori e tradizioni della
sinistra un po’ per tutti. Puniti dal-
l’alto per non essersi conformati
alle ferree leggi della Lombardia
politica, dove puoi liberamente
stare con Berlusconi con Bossi o
con Formigoni ma se stai fuori dal
Ivan Scaratti, sindaco di Grontardo
trosinistra vengono accolti con
amicizia tricolore e non come
ospiti tollerati in nome del plu-
ralismo. Scaratti ha l’aria della
persona tranquilla, sa di essere,
almeno in questi anni, una sorta
di straniero in patria.
IL BILANCIO del comune è di
un milione e duecentomila euro,
diciamo l’equivalente di due-tre
consulenze della Moratti. “Come
li spendiamo? Soprattutto scuola,
bambini. Il nido è nostro, assicu-
riamo la manutenzione di ele-
mentari e medie, poi c’è lo scuo-
la-bus, i bambini disabili e anche
un contributo per il doposcuola
dell’oratorio. E un po’ i servizi
agli anziani. I soldi per le infra-
strutture ce li hanno tagliati senza
neanche avvisarci, qui si usa così.
Ma non ci perdiamo d’a-
nimo. Molte attività so-
ciali e culturali sono so-
stenute con il volontaria-
to”. Già, attualmente è in
corso una sei giorni di fe-
sta comunale, eventi di
ogni tipo nella grande
piazza rettangolare da-
vanti al municipio. Pro-
tagonisti le decine di vo-
lontari di Festinsieme,
scritta bianca su magliet-
ta rossa, diciamo una ere-
dità – nello spirito – delle
feste dell’Unità e di quel-
le dell’Amicizia. Bei tipi,
rita. E poi Giovanni, Vanessa e tan-
ti altri. Dove ci sono aperitivi pub-
blici, tavolate e pranzi e canzoni
popolari, arrivano loro con ma-
niche arrotolate, bandiere e pal-
loncini e un guizzo d’inventiva
per ogni occasione. Allora Gron-
tardo diventa un festoso raduno
da nonna Papera, torte musica e
sorrisi. Poi ci sono i volontari mu-
ratori: sono loro, per esempio,
che mettono su i piccoli monu-
menti per coltivare la memoria.
Come quello a Cesare Goi, par-
tigiano diciottenne della Brigata
Garibaldi. L’esposizione di un tri-
colore con la stella della Brigata
alla commemorazione del giova-
ne resistente ha procurato al sin-
daco una denuncia per vilipendio
della bandiera. Ma l’operazione
memoria non si è fatta intimidire.
Anzi. Perché qui ci sarà pure l’aria
frizzante di nonna Papera, ma c’è
anche l’aria, più impegnata, della
sfida culturale ai tempi. Quella di
moderni monaci benedettini che,
mentre infuria la tempesta della
storia, decidono di custodire
quanto c’è di buono e di civile.
Per questo a ogni ricorrenza im-
portante si fa lo stesso percorso.
Si parte dalla chiesa, dove la mes-
sa la celebra don Giancarlo, il par-
roco ultraottantenne che è qui dal
’74 e che proprio non ha voglia di
smettere, con i suoi chierichetti
di una volta, che suonano la cam-
panella tra compunzione e risate
sta al recinto dedicato a tutti i ca-
duti, prima e seconda guerra, Pia-
ve e Bella Ciao insieme, suona na-
turalmente la banda del paese, al-
tri volontari. Poi una sosta al mo-
numento a Goi, e lì don Giancarlo
attende con rispetto che la banda
finisca Fischia il vento per benedire
tutti con il suo particolarissimo
latino che sa di dialetto emilia-
no.
RECENTEMENTE Scaratti e la
sua giunta hanno dedicato nella
piazza del municipio nove targhe,
anche queste senza spendere un
euro, ai caduti della lotta alla ma-
fia, dai nomi più celebri a quelli
delle due meno conosciute vitti-
me diciassettenni, Rita Atria e
Graziella Campagna. Custodire la
memoria mentre intorno si di-
mentica. Ci è rimasto male, il sin-
daco, perché il questore e il pre-
fetto non hanno neanche rispo-
sto al suo invito. Ingenuamente
non aveva valutato il peso che
può avere in Lombardia una mo-
sca bianca di millecinquecento
abitanti. “Noi però continuiamo.
La nostra forza è la coesione so-
ciale. Anzi, lo sa cosa le dico? Che
questa partecipazione, questi in-
trecci sociali, umani, vengono
prima della politica. Sono loro
che ci hanno consentito di vin-
cere al 70 per cento. E ora spe-
riamo nel vento che arriva da Mi-
lano”.
Domenica 5 giugno 2011 pagina 7

S
AFFARI RESPONSABILI

ull’edizione di venerdì 3 giugno il Fatto dell’Udc, con il partito di Pierferdinando Casini

Ma quante case Quotidiano ha raccontato tutti gli affari
del ministro Francesco Saverio
Romano. I primi passi in politica mossi negli anni
possiede Ottanta, nella giovanile della Democrazia cristiana
in Sicilia. I suoi punti di riferimento politici sono
Totò Cuffaro e Calogero Mannino. Eletto in
questo ministro? Parlamento per la prima volta nel 2001, nelle liste
rimane fino all’ottobre 2010. Poi fonda il Pid,
Popolari italia domani. Una delle sigle che
compongono il microcosmo dei Responsabili, il
gruppo di parlamentari transfughi che ha salvato il
governo Berlusconi il 14 dicembre scorso,
quando su Palazzo Chigi pendeva la scure della
sfiducia.

103 MILIONI DI EURO

I fondi pubblici
di Marco Lillo

è una data che entrerà nella

C’ storia dell’intervento straor-
dinario nel Mezzogiorno. Il
19 febbraio 2006, alla vigilia
della campagna elettorale che ricon-
segnerà Palazzo Chigi a Romano
Prodi, il ministro dello Sviluppo eco-
nomico Claudio Scajola scende in
Sicilia per il Forum economico del
Mediterraneo. Per rilanciare l’econo-
mia isolana che boccheggia il mini-
stro punta sui contratti di program-
ma. Funzionano così: lo Stato conce-
de contributi milionari e le imprese si
vincolano ad investire e assumere.
Quel giorno nei locali della Prefettura
di Palermo i privati firmano tre con-
tratti di programma con Scajola per
183 milioni di euro. La suddivisione
dei fondi e la loro sorte dice molte co-
se sulle ragioni del fallimento delle
politiche per il Sud dei governi di Sil-
vio Berlusconi: su 183 milioni, solo
30 milioni e 750 mila euro sono de-
stinati al rilancio dello stabilimento
della Fiat di Termini Imerese, in piena
crisi. Ben 103 milioni di euro vanno al
Coprit, il Consorzio per la Promozio-
ne di Iniziative Turistiche. E cos’è
questo consorzio che ottiene più del
triplo della Fiat? Il Coprit è formato da
tre società del gruppo di Augusto
Reitano, proprio l’imprenditore
messinese che in quello stesso perio-
do faceva affari immobiliari a Milano
per milioni di euro con l’attuale mi-
nistro dell’Agricoltura Francesco
Saverio Romano.
I ragazzi
della via Watt
VENERDÌ scorso abbiamo racconta-
to la prima parte della storia dei cantieri
di via Giacomo Watt a Milano, periferia
chic a due passi dallo Iulm e dalla sede
di alcune aziende di moda. Nel 2002 la
Assisi Immobiliare srl dell’imprendito-
re messinese Augusto Reitano (una del-
le tre società che compongono il Co-
prit) assieme a una cordata di milanesi
rileva l’Immobiliare Watt, proprietaria
di un’area industriale dismessa. Reita-
no prende per sé una quota del 20 per
cento, ma con lui ci sono due politici
siciliani allora dell’Udc: Saverio Roma-
no e il suo collega di partito Giuseppe
Drago, che prendono una quota intor-
no al 6 per cento a testa. Drago esce nel
2004, mentre Romano resta e nel 2005,
a costruzione finita, ottiene 5 bilocali
Responsabilità limitata
per il socio
di Saverio Romano
per la sua Roma Uno Immobiliare che il
14 luglio del 2005 compra un sesto ap-
partamentino nell’edificio color argen-
to nuovo di zecca. Non basta: la Resi-
denza Navigli Srl, una seconda società
partecipata al 90 per cento da Romano
in parte mediante la sua Roma Uno,
compra altri 14 bilocali nello stesso sta-
bile.
Contemporaneamente Romano com-
pra da Reitano anche il 15% della Na-
vigli Resort Srl che costruisce un alber-
go a 4 stelle al civico 13, proprio accan-
to al palazzo di via Giacomo Watt 11.
Ricapitolando, le società partecipate
da Romano nel luglio 2005 possiedono
il 15 per cento della società dell’hotel
Watt più 20 bilocali. Intanto l’8 luglio
2005 è a Milano anche Totò Cuffaro:
l’allora presidente della Regione Sicilia-
na compra da Assisi due appartamenti
più un box e una cantina in via Watt per
365 mila euro complessivi. Un’inezia
rispetto allo sforzo finanziario di Roma-
no: oltre ai soldi spesi per le quote so-
cietarie e i lavori, il ministro – mediante
la sua Roma Uno –nel luglio 2005 si vin-
cola con Unicredit per un’apertura di
credito da 500 mila euro.
La rata trimestrale è di 15 mila e 148 eu-
ro, fino al 30 settembre del 2015. Men-
tre Residenza Navigli (allora al 90% del
ministro) il 14 luglio 2005 tira fuori 3
milioni e 172 mila euro. Così divise un
milione e 795 mila euro – secondo
quanto dichiara nell’atto – alla Assisi
Immobiliare di Reitano e in più si vin-
cola per 1 milione e 380 mila euro me-
diante un mutuo imponente con Uni-
credit per una rata di 54.562 euro tri-
mestrali con scadenza 31 luglio del
2015. Al Fatto Quotidiano Augusto Reita-
no racconta una storia diversa: “In real-
tà Assisi Immobiliare ricevette in paga-
mento dalla Residenza Navigli di Ro-
mano solo la somma erogata a titolo di
mutuo (un milione e 380 mila euro,
ndr) mentre la somma residua non fu
pagata e venne trasformata in finanzia-
mento soci. Poi la Roma Uno di Roma-
no è uscita dalla Residenza Navigli”. Un
dato è certo: per alleviare il carico di
queste due rate per complessivi 28 mi-
la e 800 euro al mese, il politico sicilia-
no nel dicembre del 2005 cede il 40% di
Residenza Navigli a una persona di fi-
ducia di Reitano, la trentenne Silvia
Leone, e poi a gennaio del 2008 cede
anche il 50% restante e il 15 della Na-
vigli Resort, entrambe ormai svuotate.
La prima aveva ceduto buona parte de-
gli appartamenti per cifre oscillanti tra
i 200 e i 250 mila euro ciascuno. Mentre
l’hotel era andato alla società di leasing
Locat nel maggio del 2007.
Il ministro, però, non si accontenta dei
sei bilocali e ne prende altri due: il 22
luglio del 2008 Roma Uno paga due bi-
locali 300 mila euro grazie anche a un
mutuo di 210 mila euro presso Unicre-
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano in postazione di governo (F D )
dit. Oggi Romano quindi possiede “so-
lo” otto mini-appartamenti e deve far Più
fronte alla quota restante di un mutuo
di 710 mila euro.
A rendere imbarazzante la sua avventu-
del triplo
degli
ra imprenditoriale non sono tanto gli
importi quanto i nomi dei partner. La
Assisi Immobiliare di Reitano mentre
faceva affari a Milano con Romano,
Giuseppe Drago (socio con Assisi dal
stanziamenti
2002 al 2004) e Totò Cuffaro (acquiren-
te dalla Assisi nel 2005), raccoglieva
di Scajola
fondi pubblici per costruire alberghi in
Sicilia. Nel 2002 Assisi si è vista assegna-
re nell’ambito del Por Sicilia (program-
mi operativi regionali) un contributo di
3 milioni e 17 mila euro per la realiz-
zazione di un hotel a via Mariano Sta-
per Termini
Imerese
bile a Palermo. Mentre una seconda so-
cietà che poi sarà rilevata da Reitano, la 40 milioni e 78 mila euro per 120 as-
Italia Immobiliare Srl, ha ottenuto nello sunzioni mentre la Assisi Immobiliare,
stesso Por 3 milioni e 577 mila euro per socia di Romano e Drago in quel perio-
un albergo a 5, stelle sempre a Palermo. do e venditrice delle case di Cuffaro,
Reitano ha ottenuto poi altri contributi avrebbe dovuto avere 47 milioni e 934
per l’hotel Koala di Marina di Ragusa e mila euro per fare 90 assunzioni. Che
per l’albergo realizzato a Melilli (Siracu- fine hanno fatto i 103 milioni? Le socie-
sa) dalla Patmos Immobiliare, alla quale tà di Reitano, secondo il contratto di
sono andati 2 milioni e 418 mila euro programma, dovrebbero realizzare le
della graduatoria speciale per la 488 del strutture turistiche, entro il 19 febbraio
2002. L’operazione Coprit parte l’anno del 2009. Coprit però chiede una pro-
dopo: il 29 settembre del 2003, Patmos roga di 18 mesi, per cause non impu-
e Assisi Immobiliare, insieme alla Cel- tabili alle imprese. La direzione incen-
lini Real Estate (sempre gruppo Reita- tivi del ministero avvia il procedimento
no, investe a Milano in via Cellini) crea- di revoca.
no il consorzio Coprit che ottiene nel
2004, con delibera del Cipe, uno stan- Milano-Palermo
ziamento triplo rispetto alla Fiat per andata e ritorno
realizzare quattro alberghi in Sicilia, a
Messina, Motta d’Affermo (Me), Reita-
no (Me) e Augusta (Sr). NEL FEBBRAIO del 2010 le società
Nel 2005 parte l’accordo quadro e a si oppongono adducendo tre ragioni:
febbraio 2006 Scajola firma. Sulla carta le difficoltà nel rilascio delle conces-
Patmos Immobiliare doveva avere 14 sioni edilizie; i problemi degli istituti
milioni e 980 mila euro per creare 50 di credito e la scelta della Cellini Real
posti di lavoro, Cellini Real Estate ben Estate di spostare l’investimento a Li-
cata e Augusta. No-
OTO LM
nostante i ritardi, la
banca responsabile
dell’istruttoria ha
dato ragione a Reita-
no e anche la Regio-
ne Siciliana, ad apri-
le del 2010, ha dato
il suo via libera. Rei-
tano, sentito dal Fat-
to Quotidiano, spiega:
“Finora abbiamo in-
cassato solo 3 milio-
ni per l’iniziativa
della Patmos, il resto
è tutto fermo. Quan-
to ai fondi Por e 448
del 2002, Assisi e le
altre hanno incassa-
to un po’ meno del-
lo stanziamento e i
soldi sono stati spesi
e rendicontati. La

“I bilocali? Beghe graduatoria comun-

que – prosegue Rei-
tano – non è predi-

Li vuole il Fatto?” sposta dai politici

a quale affare”, si infervora il ministro Ro-
“M mano. “Se il Fatto Quotidiano vuole i miei bi-
locali, sono pronto a venderli subito. Per me so-
no solo mutui e beghe”.
Ministro Romano, lei risulta proprietario di
8 bilocali in un palazzo milanese costruito
dalla Assisi Immobiliare che riceveva fondi
pubblici per milioni di euro. Ha comprato
altri 14 appartamenti pagati più di 3 milioni.
Era socio con Reitano anche nella Navigli
Resort che ha costruito l’hotel Watt. Ci
spiega dove prendeva tutti questi milioni?
Ma quali milioni? La storia dell’albergo si è chiu-
sa con un utile di 70 mila euro: ho messo 150
mila euro di conferimento e sono uscito con 220
mila euro nel 2008.
E tutti quegli appartamenti comprati nel
2005 con Roma Uno e Residenza Navigli?
ma da Banca Intesa.
Gli affari milanesi
non c’entrano nien-
Sono bilocali. La Residenza Navigli che ne aveva rifiutato. Sono stufo. Voglio vendere tutta la so- te con i contributi”.
presi 14 non è più mia. Non ho pagato un euro e cietà con tutte le beghe. Sono vittima di un so-
ho restituito le quote perché non riuscivo a so- pruso.
Anche sui presunti crediti vantati da
Agostino Previtera, l’ex capo can-
stenere il mutuo. Lei è stato socio con Reitano. Totò Cuffaro tiere di Reitano che occupa le case di
E gli altri otto appartamentini? ha comprato appartamenti da lui, anche Romano in via Watt come “compen-
Se lei somma i soldi spesi tra investimento ini- Giuseppe Drago è stato socio. Ma non le sazione” l’imprenditore è netto: “I
ziale e mutui mi sono costati il giusto. Ho con- sembra anomala questa concentrazione di rapporti con Previtera sono stati chiu-
ferito circa 400 mila euro e ho preso 710 mila politici siciliani nei palazzi di una società che si con una transazione”. E gli apparta-
euro di mutuo. Mi restano da pagare ancora 500 ha ricevuto stanziamenti per 110 milioni tra menti di Totò Cuffaro? “Sono stati pa-
mila euro. Verso 20 mila euro ogni tre mesi e ne Por Sicilia, 488 e contratto di programma? gati con assegni bancari”.
incasso solo 12 mila euro di affitti per colpa di L’ho scoperto leggendo la sua richiesta di inter- Insomma, chi collega fondi pubblici si-
Previtera. vista. Allora ho chiamato Reitano e gli ho detto: ciliani con affari privati milanesi sba-
L’ex capo cantiere sostiene che è stato Rei- “Augusto, ma è vero che hai preso soldi con la glia. “Si pensa che ricevere fondi pub-
tano a dargli l’appartamento e che lui pen- Assisi Immobiliare?”. blici sia un grande affare ma nessuno sa
sava fossero dell’imprenditore, non suoi. Ah, è andata così? Lei non ne sapeva niente? che bisogna rispettare molti vincoli e
Ma non è vero. Questo signore sa bene che sono Sì. Comunque Reitano mi ha detto che quell’an- se il mercato non tira –come accade nel
miei ma non vuole pagarmeli il prezzo giusto. Mi no era facile prendere i contributi. Li hanno pre- turismo del Sud –si rischia di perderci”.
aveva offerto 150 mila euro per il bilocale e io ho si praticamente tutti. Sarà come dice Reitano. Comunque,
resta la sensazione che quei 103 milio-
ni forse era meglio destinarli altrove.
pagina 8 Domenica 5 giugno 2011

PALLONI SGONFIATI

Mafia
DONI AVVELENATI PER L’ATALANTA Scarcerati
quattro
LA SERIE A SI ALLONTANA “uomini”
di zì binnu
Da un nuovo elenco sospetti anche su Genoa e Bologna Provenzano
di Antonio Massari torio più significativo è stato si” (alla quale partecipava an- mediario”. Le sue “verità sco- l’ex ds ha agito “per amore del-
inviato a Cremona quello del commercialista di che Signori) e proprio nel suo mode”, per usare l’espressione la società”, che “nessuna com-
Beppe Signori, Francesco studio, il 15 marzo, si tenne dell’avvocato, risulteranno po- bine è andata a buon fine”, tanto
sempre più critica la po-

È
sizione dell’Atalanta. Si
rafforzano gli elementi a
carico del capitano Cri-
stiano Doni (e anche quelli a
carico dell’ex bomber di Lazio
e Bologna Beppe Signori). E in
procura è in arrivo un nuovo
elenco di partite sospette.
Elenco che arriva dall’Austria,
da un’agenzia di scommesse
che intende collaborare con
gli inquirenti, e riguarda altri
incontri dei campionati di se-
rie A e B, nei quali hanno gio-
cato anche Bologna, Genoa e
Siena. E ancora: si scopre che
l’associazione di scommettito-
ri aveva un “ponte” a Singa-
pore, dove riusciva a puntare
senza depositare direttamen-
te soldi sul sito asiatico, ma
con una semplice telefonata,
saltando quindi un pezzo della
tracciabilità del denaro punta-
to.
L’INDAGINE è solida, que-
sto pare il bilancio del secondo
giorno d’interrogatori, poiché
anche gli indagati ascoltati ieri
– Giorgio Buffone (direttore
sportivo del Ravenna), Gian-
franco Parlato (calciatore del
Viareggio) e Francesco Gian-
none (promoter di scommesse
e commercialista) – hanno de-
ciso di collaborare. Oltre cin-
que ore di dichiarazioni messe
a verbale. Un altro buon incas-
so per la procura: le domande
del gip Guido Salvini hanno
trovato molte risposte. E gli av-
vocati parlano apertamente di
“collaborazione”. L’interroga-
SERIE B
Giannone, che s’è protratto
per circa due ore. “Ha chiarito
la propria posizione con lealtà
– ha dichiarato il suo avvocato
Fausto Bruzzese – e se le nostre
verità risultano scomode per
gli altri, non è un nostro pro-
blema, perché stiamo dando la
risposta più degna alla serietà
di quest’indagine e di questa
ordinanza d’arresto”. “Molto
soddisfacente” è il commento,
invece, che arriva dagli am-
bienti investigativi. I tre inter-
rogati ieri hanno fornito molti
elementi utili per riscontrare le
indagini su partite come Ata-
lanta–Piacenza. Ed è per que-
sto che, la posizione dell’Ata-
lanta, secondo gli inquiren-
ti, inizia a essere sempre più
“critica”. Le dichiarazioni
di Giannone, che il suo stes-
so avvocato ha definito un
semplice “intermediario”,
si sono dimostrate impor-
tanti per comprendere
meglio la posizione di Si-
gnori: essendo il suo
commercialista, in-
fatti, conosce be-
ne le movimenta-
zioni di denaro
del suo cliente.
Giannone, se-
condo l’accusa, è
un punto centrale
dell’organizzazio-
ne dei “bologne-
Capitano
in ginocchio
Cristiano Doni
sempre più coinvolto
l’incontro al quale parteciparo-
no anche Massimo Erodiani e
l’ex capitano del Bari Antonio
Bellavista. Un incontro finaliz-
zato, secondo l’accusa a piani-
ficare le scommesse sulle par-
tite manipolate. Fu proprio
Giannone che il 20 marzo pun-
tò, per “i bolognesi”, 150 mila
euro su Inter–Lecce e anche su
questa scommessa, poi persa,
Giannone ha raccontato la pro-
pria versione, spiegando il pro-
prio ruolo di semplice “inter-
co gradite a Signori. Intanto che, secondo la difesa, si può
proprio nello studio commer- dire che “non s’è mai arrivato a
cialista di Giannone sono stati truccare alcuna partita”. Di
trovati assegni per 450 mila eu- tentativo, almeno, si può par-
ro. E Signori potrebbe essere lare: “La grave situazione finan-
ascoltato mercoledì prossimo. ziaria del Ravenna – conclude
Anche la posizione di Cristiano Vaccari – ha spinto il dirigente
Doni sembra peggiorare, e pro- a pensare e a ideare qualcosa
prio dopo gli interrogatori di che non s’è però mai realizza-
ieri, che hanno visto entrare
nella stanza del gip Salvini l’ex
direttore sportivo del Raven-
to”. Sempre più grave la posi-
zione di Marco Paoloni, il por-
tiere della Cremonese, poi pas-
Unireno di loro prestò la car-
ta d’identità per rifor-
di schede telefoniche
na, Giorgio Buffone, e l’ex cal- sato al Benevento, che si spinse il gruppo che accompa-
ciatore Gianfranco Parlato. fino a sedare durante l’interval- gnò Bernardo Provenza-
lo, con degli ansiolitici, i propri no a Marsiglia; un altro ac-
PARLATO ha dovuto spiega- compagni di squadra. Gli inqui- compagnò il boss in Fran-
re, infatti, perché diede “di- renti avrebbero trovato altri cia frequentando, per sva-
sposizioni al calciatore Ger- elementi a suo carico. garsi, il casinò di Saint Vin-
vasoni – come si legge nel- Tutti, ulteriori, solidi riscontri cent, un altro ancora par-
l’ordinanza – affinché in- all’indagine, in attesa che i nuo- tecipò al comitato di ac-
trattenesse rapporti vi sviluppi aprano altri scenari. coglienza per festeggiare
con Cristiano Doni, Scenari che, questa volta, ver- il rientro a Villabate del
capitano dell’Ata- rebbero svelati dall’Austria, do- capomafia corleonese. E
lanta, con riferi- ve l’agenzia di scommesse “Sky il quarto, Vincenzo Alfa-
mento all’incon- sport 365” ha raccolto dati di no, gli ha fatto da sempli-
tro Atalanta–Pia- altre partite sospette, giocate ce prestanome.
cenza dell’11 nei campionati italiani di serie
marzo 2011”. E A e B, che potrebbero interes- ARRESTATI sei anni fa i
anche Buffone sare alla procura cremonese. quattro fiancheggiatori
ha dovuto chia- del capo di Cosa nostra
rire alcuni punti adesso sono liberi: a di-
del suo capo
d’imputazione,
La lista di partite stanza di oltre due anni
dalla sentenza di condan-
nel quale si legge
che “manteneva
“strane” messa na di secondo grado la Cas-
sazione non ha ancora
contatti con Santoni
Nicola, perché contat-
a disposizione emesso il verdetto defini-
tivo costringendo la Corte
tasse Cristiano Doni, ca- di appello di Palermo ad
pitano dell’Atalanta, ai fi- da una società accogliere le istanze di
ni della manipolazione scarcerazione dei difenso-
della partita Asco- di scommesse ri di Gioacchino Bada-
li–Atalanta”. L’avvo- gliacca, Giampiero Pitar-
cato di Buffone, austriaca che resi, Vincenzo Paparopoli
Alfonso Vaccari, e Vincenzo Alfano cui era-
ha dichiarato che sta collaborando no state inflitte pene va-
rianti tra sette anni e mez-
zo e sei anni e otto mesi a
CLASSIFICA SERIE B testa. Tornati in libertà i
quattro favoreggiatori
Atalanta 79

PLAY OFF, OGGI IN CAMPO NEL CAOS Siena

Novara
77
70
hanno oggi il solo vincolo,
in attesa della sentenza
della Suprema Corte pre-
PLAYOFF

Varese 68 vista per metà giugno, di

di Giampiero Calapà
ello sconforto genera-
“N le c’è un dato positivo,
e cioè che non sono coin-
volte le società, ma solo sin-
gole persone, anche se le re-
sponsabilità dovranno an-
cora essere accertate”. Il
presidente della Lega di Se-
rie B Andrea Abodi, inter-
vistato dal Sole 24 Ore, ieri
li. Lo stesso Abodi, poche
ore dopo, si è affrettato a
sospendere “con grande
amarezza” il galà degli oscar
della Serie B, in programma
mercoledi prossimo a Mila-
no: perché l’evento “deve
essere obbligatoriamente
caratterizzato da una atmo-
sfera positiva, non garanti-
bile nell’attuale contesto”.
Insomma, se tifosi e società
se si è ormai abbattuta su stizia sportiva, che nel caso Padova 62 presentarsi tre volte alla
una Serie B che oggi ha in di Calciopoli, estate 2006, Reggina 61 settimana in un posto di
programma due importan- fu velocissima nello stabili- Livorno 59 polizia.
tissime partite di fine stagio-
ne. I play off Varese-Padova
re i verdetti post-scandalo.
Oggi, soprattutto con l’Ata-
Torino
Empoli
58
57 LA LENTEZZA della
e Novara-Reggina. Partite lanta, vincitrice del campio- Modena 55 suprema corte ha provo-
che si giocheranno in un’at- nato, ma anche con il Siena, Crotone 54 cato la reazione del mini-
mosfera irreale, perché secondo (promesse diretta- Vicenza 54 stro Angelino Alfano che
qualsiasi risultato (le due mente in A) coinvolte nel- Pescara 53 ha disposto “immediati ac-
vincenti si giocheranno l’ul- l’inchiesta di Cremona, la Cittadella 51 certamenti al fine di veri-
timo posto in Serie A per la classifica di B sembra desti- Grosseto 51 ficare se la scarcerazione
nuova stagione) potrebbe nata a essere riscritta. Per Sassuolo 51 sia conseguente a irrego-
PLAYOUT

ha provato a tenere in piedi di A attendono con ansia le essere inutile, in attesa del questo il numero uno della Ascoli 50 larità o a indebiti ritardi
il castello. Ma le fondamen- rivelazioni su partite e squa- pronunciamento della giu- Federcalcio, Giancarlo Albinoleffe 49 nella trattazione del proce-
ta del campionato cadetto dre coinvolte, la valanga Abete, ha invocato tempi Piacenza 46 dimento”. Il ritardo degli
sembrano sempre più fragi- marcia del calcioscommes- rapidi proprio ricordando il Triestina 40 ermellini ha scatenato la
precedente di Calciopoli: Portogruaro 40 polemica politica: Gaspar-
“La giustizia sportiva deve Frosinone 38 ri chiama in causa le op-
fare in tempo prima della posizioni, invitandole a ri-
Oggi i PLAYOFF
BOMBER invalido? nuova stagione. Dobbiamo
garantire la partenza rego- h.18:30 VARESE - PADOVA (0-1)
volgersi ai “magistrati che
ritardano”, Donatella Fer-
lare della stagione ranti del Pd ribatte defi-
Falso pass per Di Vaio 2011-2012. Vorrei ricordare
che quando ci fu Calciopoli,
h. 21:00 NOVARA - REGGINA (0-0)
nendo il suo tentativo di
buttarla in politica “oltre
un periodaccio per i calciatori italiani. Mentre sul mo- nel 2006, la giustizia spor- che infondato, ridicolo e
Èchiesta
vimento nazionale si allunga l’ombra inquietante dell’in- Giancarlo Abete tiva chiuse il suo corso in la Nazionale, Cesare Pran- di cattivo gusto”. Proposi-
sulle scommesse, a Bologna la Procura ha scoperto presidente Figc due mesi. Oggi a Napoli la delli, dopo la partita vinta tivo, infine, il senatore
che alcuni calciatori rossoblù avrebbero utilizzato dei per- giustizia ordinaria è al pri- per 3 a 0 sull’Estonia ha Giuseppe Lumia (Pd): “Da
messi per disabili per accedere alla zona a traffico limitato
della città evitando le multe. Per questo motivo il bomber
Marco Di Vaio, per ora l’unico indagato nel club, ha resti-
tuito il “Nettuno d’oro”, premio consegnato dal Comune a
chi tiene alto il nome di Bologna. Non solo: visto che con la
“ Giustizia
sportiva
mo grado, dopo cinque an-
ni”.
Quindi, alcune squadre po-
trebbero essere penalizza-
te, addirittura retrocesse e
chiamato il vicecapitano
della Roma, Daniele De
Rossi, le cui responsabilità
nella vicenda sono state
smentite dagli stessi pm:
tempo propongo in Parla-
mento e in commissione
Antimafia l’istituzione di
un doppio binario per i
reati di mafia, affinchè casi
targa legata al pass invalidi si può solo accedere in centro, entro agosto altre ritornerebbero in gio- “Dopo la partita abbiamo come questo non possano
senza poter parcheggiare, i giocatori si sarebbero dotati co. Ma se lo scandalo si pensato che era il momento più accadere. Chiedo, per-
anche del contrassegno di residente temporaneo. Secondo Impossibile estenderà, come pare in giusto per sentire Daniele – tanto, al governo e alla
la Procura, nove rossoblù avrebbero usufruito di questi per- queste ore, anche alla Serie ha rivelato il Ct – lo abbiamo maggioranza di accogliere
messi senza averne diritto e senza aver presentato la do- aspettare A, tutto sarà ancora più fatto, all’inizio era frastorna- queste proposte per impe-
cumentazione necessaria per ottenerli. complicato: 5 società, una to, era contento per la te- dire che i boss possano be-
Tommaso Rodano quella medio-grande e le altre pic- lefonata ed emozionato. Ci neficiare di cavilli e scap-
cole, sarebbero coinvolte. siamo solo salutati e detti un patoie”.
ordinaria Il Commissario tecnico del- arrivederci”. Giuseppe Lo Bianco

”
 satira & s e n t i m e n t i 5 GIUGNO 2011

Quando la satira diventa alta letteratura

PISAPIATEVELA IN CULO!
Mannelli
pag. 2
Cinemaw:ay
Cast a
pag. 4

t a di s tile
cadu con cautela
cedere
pro
C'è stato dibattito in redazione intor-
no a questo titolo. Qualcuno ha mosso criti-
che, temeva fosse un lessico troppo colto,
troppo alto per persone come Sallusti o Cal-
deroli o La Russa o Gasparri o Berlusconi
stesso che, certo non per loro colpa, nessuno
ha colpa dei propri umani limiti, non avreb-
bero capito. “Non tutti hanno certi strumenti
intellettuali, non tutti hanno avuto la fortuna
di studiare o di capire cosa studiavano. Dob-
biamo essere più diretti o loro non ci capiranno
e passeremo per snob di sinistra.”
“Allora proponete, invece di criticare” è stata
la risposta un po' stizzita dell'ala intellettuale
della redazione. Quello che ne è venuto fuori
non ci ha convinto. “Attaccati a 'sta cippa,
nano” “Chi non salta trapiantato è, è, è” sono
state scartate perché a tutto c'è un limite, va
bene cercare la comprensibilità semantica,
l'esegesi del motto popolare, ma guai ad ab-
bassare la guardia del contributo alla cultura
del Paese. “Cavaliere, ammazza che botte, non
t'hanno votato manco le mignotte” sulle prime
valutato con attenzione, è stato poi scartato
es ta
Marco Pr
pag. 6
all'unanimità per problemi di metrica che ne
avrebbero resa difficoltosa la decifrazione da
parte dei suddetti, i quali, sprovvisti di abbe-
cedario, sarebbero dovuti ricorrere all'aiuto
di Giuliano Ferrara, un estremo da evitare
sempre. Alla fine si è scelta una soluzione,
quella sopra, forse troppo alta per i destina-
tari, ma esente da compromessi lessicali e da
accuse di plagio nei confronti di Christian
De Sica. Casomai gliela spieghiamo a voce.
Stefano Disegni
CLAMOROSA ACCUSA
DI BERLUSCONI
Il voto era
struccato
di Paolo Aleandri
Gli esperti, che prevedono con precisio-
ne qualsiasi cosa sia già avvenuta, hanno
prodotto tonnellate di analisi sulla disfat-
ta del centrodestra. Ma, alla fine, l'unico
che l'ha azzeccata è stato proprio Silvio:
il voto era struccato! E nessuno può pre-
vedere quando il cerone improvvisamen-
te cede, quando il pubblico non ride più
alle tue battute, quando il mocciolo che
avevi sempre eliminato con destrezza ti
s'incolla alle dita. Il re è nudo da tempo
ma finché il trucco regge nessuno nota il
culo flaccido e gli occhi da rospo, nessu-
no si accorge che il fondale è di cartape-
sta, gli orchestrali sono zombie ed il bar-
man afferra le olive del Martini dopo es-
sersi smucinato i coglioni. Silvio lo sa e
sa che l'effetto di un voto struccato è
universale: anche i pidiellini più convin-
ti, adesso vedono: siamo queste facce da
cazzo? Siamo noi che abbiamo votato il
legittimo impedimento? È terribile sco-
prire di aver adorato quell'ometto che
ripete compulsivamente slogan da vendi-
tore di aspirapolvere, un cafone che ti
mette a posto la cravatta, un furbastro
provinciale e patetico, ignorante, arro-
gante, così vigliacco da accusare della
sconfitta proprio loro, ai quali aveva im-
posto obbedienza assoluta. Si rapprende
la cipria, si scioglie il mascara ed oltre a
vedere, si torna a capire: la forza non è
l'arroganza, leader non è sinonimo di
stronzo, libertà non significa farla sul
tappeto del salotto, essere simpatico è
diverso dall'essere convinti di essere sim-
patico. La giustizia è la giustizia, l'uma-
nità è l'umanità, la dignità è la dignità, i
diritti sono i diritti, il lavoro è il lavoro.
Silvio, certo, promette un trucco tutto
nuovo, più bello e seducente che pria.
Continua a parlare su quel palco improv- DA MILANO UNA LEZIONE DI SANO REALISMO di Andrea Aloi

Paradisi
visamente immenso, nel silenzio del

prossimi
pubblico che se ne va, ripescando una
battuta del vecchio repertorio cercando

un tono diverso, una parola detta con
quel modo che, ecco, ricomincino a tor-
nare indietro, a sedersi, ad applaudire...
Ma il pubblico è già fuori, qualcuno va a
bere con gli amici, qualcuno ride aperta-
mente di quel povero stronzo ancora sul
palco, qualcuno racconta una storia qua-
si uguale ai suoi bambini, qualcuno va a
casa con un po' di magone. E la vita
ricomincia, con quella dolcezza strug-
gente di quando finisce un temporale.
Dopo gli arcobaleni che hanno puntualmente in-
corniciato i comizi di Giuliano Pisapia in piazza
Duomo, mentre la Madunina faceva vistosamente
“sì” con la testa, è stato il crollo di polveri sottili e
monossido di carbonio all’indomani della vittoria
elettorale a certificare che il clima a Milano era fi-
nalmente cambiato.
Che al primo, incredibile miracolo
(gli alleati del fronte democratico cu-
riosamente non impegnati venti-
quattro ore al giorno a darsi calci
nelle palle) ne sarebbero seguiti
molti altri. La Fontana del Pier-
marini, la più antica della città, ha
presto iniziato a sprizzare, in al-
ternanza, bonarda e orzata, men-
tre i piccioni intrecciavano ghir-
lande di fiori e volavano a depo-
sitarli sui cornicioni di Palazzo
Marino, sede del Comune, pro-
mettendo che mai più avrebbe-
ro cacato sui monumenti citta-
dini. Nuova meta dichiarata dai
pennuti: villa San Martino ad
Arcore. Sciami di milanesi, in-
tanto, si recavano al lavoro in
bicicletta e un allegro scam-
panellìo sottolineava i cordia-
li saluti, gli “eilà” e i “ciao ca-
rissimo” che la gente, tornata
serena, si scambiava percor-
rendo le principali arterie
della metropoli. Qualche
piccolo ingorgo si è creato
venturi
solo nei pressi delle più
importanti autoconces-
sionarie dove sgasatori
pentiti restituivano gli
ultimi modelli di suv con
fari allo xeno impoverito
prima di un bel tuffo nel-
le acque limpide e tiepide
del Naviglio Grande.
Milano è la capitale della
moda, così non hanno
destato stupore le sfi-
late di modelle passate
nell’arco di una notte
dalla taglia 38/40 a una
46 comoda col plauso
degli stilisti Dolce &
Gabbana, pizzicati subi-
to dopo nel settore sag-
gistica alla Feltrinelli in
Galleria. L’effetto Pisapia
ha contagiato pure i maggiori esponenti della ‘ndrangheta: usciti
da diversi consigli d’amministrazione, in attesa di devolvere
tutti i frutti di attività criminose alla Caritas ambrosiana, hanno
severamente rampognato i narcotrafficanti dell’Ortomercato,
dai cui padiglioni - peraltro - è sparita ogni traccia di eternit.
Notati in piazzetta Cuccia alcuni broker intenti a chiacchierare,
nella pausa caffé di metà mattina, con un gruppo di ragazzi del
Leoncavallo. Temi obbligati - su cui si registrava un’assoluta
identità di vedute - la decrescita, le speculazioni sui beni alimen-
tari e la necessità di una riconversione all’apicoltura del Grup-
po Ligresti.
Nonostante i primi lusinghieri risultati della nuova amministra-
zione, Pisapia e staff hanno comunque invitato a restare coi
piedi per terra.

II
 Adolf Bossi Il mistero
NOTIZIE DAL FRONTE NORD
Le ultime ore di
nel bunker
di Via Bellerio
di Alessandro Robecchi
In tutta la Padania i liberatori accolti
con un fitto lancio di fiori e cotolette
alla milanese. Calderoli costretto a mangiare
casse di documenti perché non cadano
in mano ai liberatori. In tutto il nord liberato
la popolazione si riappropria dei congiuntivi
Gli scienziati si interrogano:
“La Padania come Atlantide: è scomparsa
o non è mai esistita?”.
Il generale della Quinta Armata guarda Desio da
una piccola altura che domina la città. “A Monte Cas-
sino fu più difficile - dice - ma anche liberare la Brianza dà una certa
soddisfazione”. Lo spettacolo che si è presentato agli occhi delle
brigate partigiane entrate per prime a Desio, Malnate, Mantova,
Rho, Domodossola e altre città leghiste non verrà dimenticato
presto. “Decine di uomini ci hanno accolto implorandoci di portarli
via. Qui c’è la ‘Ndragheta - urlavano - portateci in salvo a Napoli o a
Milano!”. Le donne hanno circondato i mezzi
blindati chiedendo mozzarelle, olio d’oliva,
qualcuna teneva in braccio bambini per mo-
strarli ai liberatori: “Guardate mio figlio, guar-
datelo! Otto anni di burro, polenta e discorsi di
Calderoli l’hanno ridotto così!”. Anche molti
giovani sono accorsi nelle sedi dei comuni li-
berati chiedendo libri, giornali, film, e altre
cose considerate sconvenienti durante il re-
gime leghista, a volte addirittura vietate.
A Novara i liberatori sono stati accolti con
lancio di riso, come ai matrimoni. Il co-
mandante della brigata che ha liberato la città
racconta con occhi lucidi: “Questo è un popolo
meraviglioso. La prima cosa che ci hanno chiesto
è di poter ricominciare a usare i congiuntivi”.
Nel giro di una notte si sono formate lunghe
code di agricoltori: “Vogliamo pagare le multe
delle quote latte - dicevano - e anche: avete mi-
ca una cravatta normale, per favore? Queste ver-
di che ci fanno mettere per forza fanno schifo”. LORENZOPIERFELICE.IT
A Gallarate la giunta leghista è fuggita nella notte.
Lunghe colonne di gerarchi leghisti tentano ora di raggiun-
gere Varese, la nuova Salò della Lega, dove le residue forze
padane resistono isolate, circondate da un territorio ostile e or-
mai liberato. Nonostante le camicie verdi e La Padania sotto il
braccio siano stati respinti fuori dai confini del comune: “Non
vogliamo immigrati qui!”, ha detto l’ultimo sindaco leghista della
Padania. Nelle ore successive, ha prevalso la ragionevolezza: il
sindaco leghista di Varese ha chiesto agli alleati di non usare
l’atomica, “Anche se - ha aggiunto - un bombardamento nucleare
della Padania migliorerebbe senza dubbio l’assetto
urbanistico ed edilizio che abbiamo creato noi della
Lega in questi dieci anni”.
Intanto, confuse notizie giungono dal bunker di
via Bellerio, a Milano. Umberto Bossi è in pe-
renne riunione con i suoi più stretti collabo-
ratori e un simile concentrato di intelligenze ha
già dato qualche frutto: sono riusciti ad aprire
un’aranciata senza ferirsi gravemente.
Bossi chiede ripetutamente di inviare sul fronte
brianzolo nuove truppe, a costo di reclutarle alla
scuola elementare di Adro. Bobo Maroni e Ro-
berto Castelli non mangiano da due giorni, nel
timore che una nervosa masticazione possa rom-
pere la capsula di cianuro che si sono fatti impian-
tare in un molare. Non si hanno notizie, al mo-
mento, di Mario Borghezio: anche la sua famiglia
lo cerca attivamente per menarlo a sangue.
In un comunicato congiunto delle forze alleate e
delle formazioni partigiane si legge testualmente:
“La Padania non esiste più per due motivi: Primo:
è stata finalmente liberata. Secondo: non esisteva
neanche prima”.
di Enrico Caria
del cadavere
scomparso
Caro Sindaco nuovo, mo` che avete scassato, per
prima cosa dovete levare la monnezza dalle strade
senno` vi scassano loro a voi.
E non volessi stare nei panni vostri. D’altra parte
penzo che manco vuie vulissev’ sta` nei panni
miei perche` chi vi scrive è... morto!
Eh, avete letto bene: sono morto, ma ho campa-
to a lungo e non mi lamento. Però mo` tengo
questo problema dell`eterno riposo che non mi
arriva... ma forse è colpa mia che volevo fare il
furbo. Mi spiego. A Napoli ‘sta genta che per fare
bella figura da morta fanno tanti di quei debiti
che passano una vita d’inferno. Genta che per
una bara foderata di seta, o’ servizio fotografico
e o’ cenone coi parenti, si mettono in mano agli
usurai. E poi stanno i furbi. I furbi siamo quelli
senza una lira che pero` in mano agli usurai non
ci vogliamo finire e moriamo senza un fetente di
posto dove andare. E così uno su due finiamo

Goodbye Sergio
Questo editoriale è stato
rifiutato da Il Sole 24 Ore.
Noi del Misfatto invece
lo pubblichiamo volentieri,
dato che occupa giusto giusto
il buco che avevamo in pagina
la Redazione
Non deve suscitare scandalo il fu-
turo trasferimento di Sergio Mar-
chionne in America: prima di lui già
altri illustri italiani come Lucky Luciano,
Al Capone e Tony Soprano hanno fatto af-
fari negli Usa, e con successo.
L'accostamento fra il manager del Lingotto
e alcuni celebri gangster italo-americani
potrà sembrare inopportuno o provocato-
rio: in realtà, la Fiat e la Mafia hanno avuto
a lungo due storie parallele. Sia la Fiat che
Cosa Nostra infatti nascono alla fine del
XIX secolo come aziende a gestione fami-
gliare (con gli Agnelli al posto dei Corleo-
nesi, e viceversa); e sia la Fiat che la Mafia, a
partire soprattutto dal secondo dopoguer-
ra, hanno goduto di aiuti statali, agevolazio-
ni, e politiche atte a favorire gli interessi
delle due aziende, spesso sinergiche e
complementari fra loro: una costruiva le
auto, l'altra le faceva esplodere.
Unanimità per Alfano:
vince con un voto!
Ma negli anni '80 e '90, mentre la Fiat arran-
ca e declina afflitta dalla concorrenza e da
una cattiva gestione, Cosa Nostra si distin-
gue come azienda leader nel settore, e ne-
gli anni in cui la Duna fa flop, le auto-bomba
fanno il botto (nel 1992 il mensile Quattro-
ruote elegge l'auto-bomba auto dell'anno: se-
condo la giuria le macchine Fiat esplodono di
più). E mentre Hollywood celebra la Mafia
con la trilogia del Padrino, la Fiat si ritira dal
mercato americano apostrofata come “Fix
It Again, Tony” (riparala ancora, Tony) o
“Found In A Trashcan” (trovata in un bidone).
di Saverio Raimondo
Fino ad arrivare ai giorni nostri, quando la
Fiat perde le sovvenzioni dallo Stato men-
tre la Mafia acquista rappresentanza in Par-
lamento. Con il risultato che la Fiat in Italia
è in perdita, mentre la Mafia è l'unica azien-
da italiana con i bilanci in attivo. Con ciò
non si intende sostenere che la Fiat sia one-
sta; ma solo che l'eccellenza italiana è nella
Mafia, anche dal punto di vista manageriale.
Marchionne non è riuscito a mettersi d'ac-
cordo con i sindacati, mentre alla Mafia è
riuscito addirittura l'accordo con lo Stato.
La Fiat ora ha scalato Chrysler; ma vuoi
mettere la scalata alle istituzioni
compiuta da Cosa Nostra?
Neanche da paragonare...
Ecco perché Marchionne va
all'estero e abbandona la piazza
italiana: perché Fiat ha perso la
guerra fra clan contro Cosa No-
stra per l'ambito malloppo dei
soldi pubblici italiani.
È questa probabilmente la sfida
americana di Marchionne: riper-
correre la stessa parabola della
Mafia italo-americana; e mettersi
d'accordo con la CIA sul con-
trollo dell'Italia come Cosa No-
stra fece all'epoca dello sbarco
alleato in Italia.
Auguro a Marchionne buona
fortuna, e di fare la stessa carrie-
ra dei suoi predecessori. Galera
compresa.
dentro al racket del caro estinto. Funziona così: il
territorio è diviso per bande, questa zona a tala
banda, chist’ospedale a tal’altra, quindi rivolgete-
vi sempre alla pompa funebri più vicina. Nossia-
mai chiamate a uno di fuori! Quelli sono cazzi,
che fermano il carro e si pigliano la bara. Ma in
fondo l’importante fosse l’eterno riposo... eter-
no? Ma quale eterno! Il riposo mio ha durato
due giorni che poi sono entrato dentro al giro dei
morti che viaggiamo da un loculo all’altro, i
morti che ci impizzano a tre alla volta nello
stesso loculo, i morti che finiamo chissà dove.
Un manicomio! Con parenti che pregano sopra
alla tomba sbagliata e defunti pianti da sco-
nosciuti. Ma non vi ricordate quando trovarono
ossa umane fuori alle mura di Poggioreale? E il
legno delle bare riciclato nei forni di certe piz-
zerie? Ma lo sapete che stanno spazi dentro ai
cimiteri in mano a Pie Arciconfraternite che di
Pio tengono solo il nome? Sindaco bello, qua
senza un piano regolatore per i 13 cimiteri di
Napoli e un garante comunale che sorveglia le
licenze, come dice il Cardinale Sepe: “i cimiteri
napoletani sono in mano a camorra e malaffare”.
Ma voi lo vedete quando muore un camorrista?
Oboe, grancasse e tromboni, cavalli neri listati a
lutto, cocchieri co’ la tuba e la livrea, un cuofano
di fiori freschi... e io? povero fesso dentro al
girone infernale dei morti di fame! Don Lui’ : mo’
che avete scassato, per prima cosa dovete
levare la monnezza dalle strade, ma se per
seconda non levate la monnezza da dentro ai
cimiteri io vi vengo in sonno tutte le notti e vi do’
sempre i numeri sbagliati.

III
 IL GRANDE s o l o s u c c e s s i i n t e r n a z i o n a l i !

cast away
CINEMADEL
Allora, io vado a Washington Allora, abbiamo tutto? tronchesi? cacciavite per allentare potevamo chiedere a
a spiegare a Obama cosa deve fare le ali? zucchero per il serbatoio? vai, sabotiamo l’aereo! bersani di farlo tacere

Già lo sa, gli

ho scritto io!

Tu non hai mai capito un cazzo

di politica internazionale. tu non quello che stiamo per
hai mai capito un cazzo di niente! fare non è bello!

fanculo!
Senti, abbiamo appena vinto le elezioni.
fanculo te! Vuoi che d’alema rovini tutto? capirai, stavamo freschi...

Mio Dio, i comandi dell’aereo non rispondono! Stiamo per precipitare! questa sabbia fa schifo, vuoi mettere con quella di gallipoli?
stiamo precipitando!!!
e tu, granchio, non capisci un cazzo, non lo vedi che cammini
storto? la deambulazione corretta è frontale non laterale!

Tranquilli, ci penso io. Correggete la rotta

strano, ormai gli aerei
di 61 gradi, azionate gli alettoni posteriori,
sono sicurissimi!
inserite la retromarcia ed è tutto a posto! ma vaffa...
mi sa che hanno
grazie on. d’alema! d’alema a bordo!

....solo su quest’isoletta...neanche sono vivo? dove mi trovo? mi perderÒ la festa del cinema!
una banca da acquistare...
e ho perso le scarpe di antilope... il mare, le palme, la sabbia! che ti sembra, il tibet?
4000 euro, m’erano costate... sei su un’isola deserta e sei vivo, purtroppo!

...ehi, gabbiano, stai volando

dalla parte sbagliata, coglione!...
bah, poteva andare peggio, metti che
mi ritrovavo qua solo con Veltroni... ma ti devo dire
ci hanno sabotati!
precipitiamo!!! sempre tutto io?

Allora, ci possono essere animali meno male che c’è ‘sto pallone, dev’essere caduto dall’aereo
feroci. organizziamo turni di veglia.
Non mi fido, dicesti così no, devi fintare, scattare sulla fascia e crossare!
Cominci tu, tre ore poi ti do’ il cambio
pure a prodi. comincio io l’ho spiegato a lippi prima dei mondiali e mi ha dato retta!
precipitiamo!!!

Ma li sabotano in
quantità industriale!
no, io!
no, io!

Dai, non essere nervoso,

fanculo! poteva andare peggio, metti che È una vita che non vincevano le
fanculo te! eravamo qua io te e la Melandri... Per una volta ti do' ragione... elezioni, non possono rischiare!

IV
 Allora, io mi procuro un po' di legna
Oh, cazzo, la melandri! per fare un falò, magari ci vedono. Walter?
Oh, cazzo!
Ciao! È qui la festa?
Siete una tribù che balla?

Io controllo le trappole,
vedo se abbiamo
acchiappato qualcosa.

Io cerco Briatore. Avete un pareo?

C'è un parrucchiere? Non posso
presentarmi così...

SAI, KENNEDY, IO NON SONO MAI STATO E poi con te non ci parlo volentieri...
COMUNISTA... TI PIACE IL CINEMA DI WILDER? M'annoio! Pure io. Non c'è
Sono io che non parlo veramente nessuno.
Ma che fai, parli con un volentieri con te.
pallone? Pensi che ti senta?
...con chi altro
vuoi che parli?

Questo è il ballo del qua qua...

Mi ricorda una volta in terrazza da Fucsas,

sbagliarono gli abbinamenti dei vini,
Fa niente, sono abituato, non mi ha mai cagato nessuno... Interessante, 'sto pallone. Ma risponde? in capo a dieci minuti era deserto.

improvvisamente, una speranza! È Una nave cargo ! ha sei motori, tre ponti e capacità di Naufraghi a tribordo! Oddio! Sono D'Alema,
Una nave! Ehi! Ehiii!!!
stoccaggio da 2800 tonnellate. Sii preciso o sta zitto! Veltroni e la Melandri!

Ci hanno visti!! Via, via! Non abbiamo visto niente!

Erano tre foche!

Ci sarà la business class?

Passeranno lo champagne?

E stiamo ancora qua a mangiare granchi. È una sconfitta. Colpa tua.

ci hanno sabotati
GIà!
Potremmo organizzare un precipitiamo!!!
dopocena. Chiamo la gente giusta.

uffa, però.

Ma stanno a fa' 'na stragge...

non Vogliono rischiare.

Tanto poi rifanno le primarie...

fine
Poteva andare peggio. Pensa se eravamo
Ci siamo solo noi, Cristo! su quest'isola con Franceschini!

FOTO: FRANCESCO SPINUCCI

V
 L’opera Bravi di Andrea Garello di Marco Presta

da quattro soldi ma basta

ANTONIO FAZIO
Dimission Impossible 2! L’ex Governatore di
Bankitalia, l’uomo che è stato necessario raschiare
via con la paglietta di ferro da Palazzo Koch perché
non voleva andarsene, è stato condannato a 4 anni
per aggiotaggio, parola incomprensibile per le mas-
se che significa “truffa, ma realizzata da un pezzo
grosso”. “Ho fatto solo del bene”, ha dichiarato Fazio
sgomento a fine processo: i suoi devoti Fiorani e
Consorte hanno annunciato che, per rendergli
omaggio, quest’anno parteciperanno al rito della
Scalata Santa.“Date una carezza ai vostri correntisti e
dite: questa è la carezza di Fazio”, queste le ultime,
commoventi parole del condannato, rivolte ai ban-
chieri di tutto il mondo.
LUIGI GRILLO
“Poveretto, fino a ieri saltava come
un grillo…”: come un Luigi Grillo,
nel caso specifico. Il senatore del
Pdl, Presidente di varie commis-
sioni tra cui “prendimi due etti di
prosciutto e un panetto di stracchi-
no, per favore…” s’è beccato 2 an-
ni e 8 mesi. Tutti i protagonisti
dello scandalo Antonveneta (po-
litici, manager e banchieri) sono
stati colpiti dalla mano implacabi-
le della Giustizia: e la Banca tornò
sola, verrebbe da cantare con una
nota di tristezza nella voce.
Una sola certezza ci sostiene, in
questo momento così difficile per
le Istituzioni: anche questo pro-
cesso finirà inevitabilmente come
una fastidiosa bronchite, cioè, con
una bella prescrizione.
MARIO DRAGHI
Noi Italiani consideriamo molto
importante avere delle conoscen-
ze: un maresciallo dei carabinieri,
un portantino d’ospedale, un geo-
metra del catasto possono sem-
pre far comodo. Ora c’abbiamo un
connazionale alla Presidenza della
Banca Centrale Europea: bene!
Complimenti, Paisà! In 24 milioni gli
chiederemo di trovare un posto da
usciere alla BCE di Francoforte per
nostro cugino disoccupato. E poi,
visto che dopo Grecia e Portogallo
il collassetto economico potrebbe
toccare a noi, avere una persona
conosciuta su una poltrona del ge-
nere è una bella botta di culo!
Un solo dubbio ci attanaglia: Draghi
gode di grande stima internaziona-
le e nelle sue ultime dichiarazioni
ha auspicato che, nel nostro Paese,
finiscano presto i monopoli e le
consorterie. Ma siamo davvero si-
curi che sia italiano?
GIULIO TREMONTI
Il Ministro Tremonti ha rassicurato
il Paese, dopo aver appreso che, in
futuro, solo una metà della nota
agenzia di rating Standard & Poor’s
si occuperà dell’economia italiana:
per la precisone, Poor’s (Poveracci).
Il carismatico Giulio ha dichiarato
infatti di non essere d’accordo con
i dati diffusi dall’Istat sull’impoveri-
mento del Paese, che anzi non è
mai stato così benestante: nella
prossima manovra da 47 miliardi, i
tagli riguarderanno solo i finanzia-
menti pubblici al campionato di po-
lo e verranno inoltre sospesi gli
incentivi alle forniture di caviale e la
rottamazione degli offshore.
E quand’anche dovessero esserci
delle proteste di piazza, state pur cer-
ti che le molotov saranno preparate
con le bottiglie di champagne…
È bello avere degli amici su cui contare, so-
prattutto se sono zelanti e laboriosi come i
NATO Boys, gente sempre pronta a dare una ma-
no anche quando non serve. Hamid Karzai, pre-
sidente afgano, gli vuole bene, con lui sono
stati sempre tanto affettuosi. Lo hanno
eletto presidente, hanno chiuso un occhio
sui brogli quando si è rieletto, ne hanno
chiusi due o tre sull’impresa agricola del
fratello, che coltiva papavero da oppio bio-
logico, senza taglio e additivi chimici.
Da quando sono venuti a portare la democra-
zia, si sono fatti in centotrentamila per
dargli una mano. Qual è il problema, i tale-
bani? Ci pensiamo noi! E si sono messi al la-
voro. Gente così l’ha mandata il cielo, ha
pensato un commosso Kharzai, il problema è
che loro dando una mano hanno mandato a fare
compagnia a Bin Ladenqualche migliaia di af-
gani innocenti. D’accordo che secondo le sti-
me della Banca Mondiale la vita umana negli
stati musulmani vale quanto due ovetti Kin-
der, ma continuando così non ci saranno più
bambini a cui regalarli. Bisogna anche ca-
pirli, Karazai questo lo sa. Sono occidenta-
li, con tutti questi turbanti in giro si
confondono, come in Iraq. A peggiorare le
cose, l’altezza media in Afghanistan è più
bassa che negli stati della coalizione. Per
questo a gennaio un elicottero d’assalto
americano ha scambiato nove ragazzini che
facevano legna, per dei terroristi, riducen-
doli a pezzi più piccoli dei cornflakes.

Dopo voto:
Inoltre, ci fosse mai un cartello stradale o
il civico per identificare le case dei tale-
di Lia Celi bani infamoni. Due volte su tre bussano a

centrodestra sotto scaccolo

Ballottaggi: a chi non vuol mettere le mani nelle loro tasche
gli italiani hanno preferito chi non si mette le dita nel naso.
E così Lega e Pdl partono alla riconquista delle buone maniere.
RUTTI. Allarme Lega: il «burp» in
pubblico non fa più vibrare la Padania.
Calderoli: «Balle, con un paio di litri di birra
in più faccio vibrare tutto l’arco alpino».
Maroni ha proposto il metodo inglese «È
facile smettere di ruttare, se sai come farlo»,
ma gli istruttori britannici, dopo il primo
incontro con gli allievi, hanno aggiunto la
postilla «e se non sei leghista».
L’unica regola finora assimilata è «non co-
prire il rutto con una scoreggia: il sincrono
non è mai perfetto».
TALK SHOW. Il videobullismo non
paga più: i Vip del Pdl si sono affidati a
esperti trainer che, mediante bastoni
elettrici, li addestrano a tacere quando
l’interlocutore parla e viceversa. Il pro-
blema è che i berlusconiani più sensibili,
quando sentono le minchiate che sono
costretti a dire, cominciano a guaire. Le
pidielline ubbidiscono solo a comandi
perentori («Ravetto, sitz!», «Gelmini, fuss!»):
un training troppo molle ha fatto sì che
Letizia Moratti azzannasse a sproposito
Pisapia, che ora rischia di saltare l’Expo
canina del 2015.
quella sbagliata, come quando sono entrati
in casa di una maestra piuttosto sospetta,
fatta fuori insieme ai due figli
giusto in tempo, aveva minac-
ciato di interrogarli in geo-
grafia. Accortisi dell’errore,
hanno provato in quella accan-
to, dove stava in agguato una
donna incinta di nove mesi.
CORTESIA. Il voto ha di- Fortunatamente è stata neutra-
mostrato che oggi «mi passi il lizzata prima che rubasse un
sale per favore» funziona me- posto in ospedale.
glio di «passami il sale se no La popolazione afgana, insensibile a
tanta buona volontà, ha cominciato a sco-
aumenterà la tassa sul pepe, la glionarsi. Karzai non sapeva come dirlo ai
tua tavola si riempirà di moschee NATO Boys, temendo di colpire la sensibilità
e gli zingari ti ruberanno le posa- di soldati cresciuti nei paesi democratici.
te». Un apposito corso insegne- Amici, gli ha spiegato, lo so che ci volete
rà a La Russa e colleghi le formu- bene, ma qui la gente è ignorante e non sa
le di cortesia, soprattutto il «gra- tradurre il termine “collateral damage”.
zie»: uno come Borghezio deve rin- Almeno prima di sparare siate
graziare tutti i giorni la legge 180 se sta sicuri di essere attaccati.
Con lo zelo che li contrad-
al Parlamento europeo e non in una distingue, i comandi alle-
cella imbottita. ati hanno preso nota, in-
fatti una settimana fa i Ma-
PAROLACCE. Fioccano seminari rines hanno aspettato che gli
per ripulirsi l’eloquio da termini co- sparassero addosso prima di rispon-
me «coglione», «stronzo» e «gnoc- dere. Hanno preso bene la mira e bum,
ca»; ma per par condicio, il Pdl due donne e dodici bambini sono andati
dritti in braccio ad Allah.
chiede alla sinistra di attivare cor- Stavolta Karzai si è incazzato di brutto e ha
si analoghi per estirpare parolac- usato toni duri. Va bene la buona fede, va
ce come «conflitto d’interessi» e bene tutto, stavolta però s’è passato il li-
«Costituzione». Solo Grillo non ri- mite. Questi saranno pure amici, ma se conti-
nuncia al turpiloquio: «Se abolisco i nuano ad ammazzare civili innocenti, quando
cazzi e i vaffa, la gente si accorge che dico se ne andranno in Afganistan rimarranno solo
le stesse cose di Grazia Francescato. E poi chi i talebani.
mi caga più?»

VI
 A T E C I LA PARABOLA Tratto da “Le Zanzare

V
PRO I!! DEL FIGLIOL PRODIGO
sono tutte puttane”

VO
Altra avvincente puntata della sfida che
noi lanciamo a voi che criticate noi
che ci sforziamo per voi. Anche sta-
volta, due vincitori: Pantano e Arra-
sich, due fenomeni. A loro, due origi-
Le storie di Gesù mi piacciono, le nozze di Cana,
lui che da piccolo fa un uccellino di creta e lo fa
volare…tante, sono quelle belle.
Invece ce n’è una che io non capisco. Il figliol
prodigo, che se ne va, torna, e il padre fa festa.
Forse non la capisco perché in chiesa viene rac-
contata in forma succinta , allora mi sono procu-
di Beppe Tosco
uno dei fratelli, sentendo il frinire delle locuste, per
paura di perdere il raccolto, uscisse a scacciarle a
Canta anche tu col simpatico Max!
Ogni settimana un brano reinventato
dal bravo fantasista da cantare
intorno al fuoco. E con gli accordi!
colpi di fischietto tenendo svegli tutti gli altri.
I figliol prodigo intanto viveva in un bordello, monta- TE STAI A INTRISTÌ
va le pulzelle e giocava ai cavalli. Ogni tanto per (I want to break free - Queen)
pazziare, montava i cavalli e giocava a pulzelle. La L'incanto svanì
sera fumava pipette magiche che lo mettevano di ti senti assai mogio

nali, a voialtri tutti la nuova proposta
disegnata da Allegra. E vai.
I VINCITORI DELLA
di Max Paiella
rato la versione integrale per meglio farmi un’ buon umore, poi sceglieva la più acerba fra le mo- e non ti consola neanche
idea di cosa fosse in realtà successo. nache del convento e la proiettava sulla branda, e la LA
Sant'Ambrogio
copriva e la scopriva con gusto. Durante il giorno MI SI7
La parabola del figliol prodigo. dormiva, e le notti le passava organizzando trenini Che destino amaro, oh caro
…..E allora il figlio decise di lasciare la dell’amore. Non di rado, qualche notte, per LA MI
casa del padre. Si fece dare la sua ridere, il Brighella ritornava alla casa hai perso anche San Gennaro

Seguitto
parte di eredità e se andò. Prima di del padre di nascosto, e friniva come
SCORSA SETTIMANA Oh benefattore
!
lasciarla passò dal fratello che sta- una locusta accanto alla finestra dai a tante orfanelle

il Misefasu
va lavorando e lo irrise tirandosi del fratello. un futuro migliore
su la veste sul dietro e mostran- Ecco perché, una o due volte la santo protettore
dogli le mele, altresì gesticolò nei settimana, il fratello buono si al- le inviti ad Harcore
confronti del padre sventolando i
diti medi, porse i saluti alla ma- anch book zava e teneva svegli gli altri col
fischietto. Questa situazione durò
Maestà... tutte le hai fatte scappá

dre avvalendosi del suo collaudato

pernacchio, e infine salutò la sorella
stringendosi i genitali con forte sghi-
face per mesi e forse anni. Poi un gior-
no, al figliol prodigo finirono i soldi.
Così, per vivere, fece il mandriano per i
SI7

SI7
LA
L'Italia non ne può più
LA
Crolla il consenso e l'economia va giù
gnazzo e movimento a premere e molla- porci. Ma per poco. Perché subito gli ven- DO#m
re premere e mollare. ne l’idea di tornare a casa del padre. Fai ancora lo show
(n.d.r. Notiamo insieme come questa versione, Tornò quindi, e il padre vedendolo gli corse incontro, FA#
Con i tacchi e il paltó
più particolareggiata, ci fa entrare proprio in lo abbracciò, lo riaccolse in casa e uccise il vitello LA SI7 DO#m
quel tempo.) grasso per lui. Fine. "La toga rossa che trama"
Poi, il figliol prodigo andò per il mondo. LA SI7 DO#m
Quelli invece che restavano nella casa del padre, Ecco, da allora sono passati tanti anni e non L'hai detto a Putin e Obama
continuarono a mietere, marcare vitelli, foraggiare le voglio entrare nel merito. Forse bisogna fare LA MI
EX AEQUO giovenche all’alba e mungerle al tramonto. A battere così, coi figlioli prodighi. Ma se, caduto il governo
il granturco svuotare le latrine castrare i tori semina- Berlusconi, c’è qualcuno di qualche schieramen-
Ma sta crollando la fama

Col canone Rai

- È di marmo, lo vuoi toccare? re il trifoglio. D’inverno grattavano la merda ghiac- to, vedi i radicali o qualche altro pirla, che ac- a scodinzolino un viaggetto
- anche il prete dice sempre cosÌ ciata dai garretti dei cavalli perché non avessero a coglie Capezzone, io mi presento a Roma e alzo a Sri Lanka
soffrirne, e la sera tutti pelavano rape fino a notte. le mani. Ho alle spalle solo sedici settimane di e si svuota la banca
Giancarlo Pantano Spesso accadeva, durante le ore buie, che a turno, thai boxe, ma ho anche tanta voglia di fare. il canone Rai, non sai,
manco lo ha pagato mai
- LO SAI CHE A PAPA WOJTYLA
AVEVANO PURE SPARATO?
- COL CANNONE?
Luca Arrasich

ttuta a:
Invia la tua bailmisfatto.it
liberiebelli @

LE
LE FIGURINE
FIGURINE DIDI MERDA
MERDA A cura di
Alberto Graziani
Torna bambino!
Un attimo di
pace
L’uomo della posta si è preso quattro giorni di

effediemme effediemme effediemme effediemme

vacanza.Tiriamo un sospiro di sol-
Ritaglia e colleziona lievo: almeno per questa settimana
le tue Figurine di Merda! non si incazza nessuno. Purtrop-
po torna la settimana prossima
Potrai incollarle e di nuovo botte da orbi.
nel bellissimo Album liberiebelli@ilmisfatto.it
delle Figurine di Merda
che molto presto
pubblicheremo,
senza alcun timore Misfatto - 5 giugno 2011
che non possa essere Direttore Responsabile
Stefano Disegni
riempito, visto Segretaria di Redazione
l’andazzo quotidiano! Francesca Piccoletti

21 22 23 24 Potrai scambiare Art Director

Cristina Trovò
le tue Figurine di Merda Grafico
GIANNI LETTIERI SILVIO BERLUSCONI MARIO BORGHEZIO BRUNO VESPA con quelle di altri… Paolo Cucci

“Vedrete, riformisti "Io non credo davvero
e moderati che riusciranno a vincere
alla fine voteranno per me”. queste elezioni se veramente
i milanesi e i napoletani
e per me Mladic è un patriota.
"Non ho visto le prove,
i patrioti sono patrioti,
Quelle che gli rivolgono
"L'Ansa ha diffuso un'anticipazione di celo, manca, Web Master
Riccardo Cascino
intervista che la signora Pisapia ha fatto a
Vanity fair e dice: mio marito è simpatico,
ti do un Bondi Direttore Amministrativo
estremamemente tollerante (...) che distrugge Pompei Carlo “Bancomat” Pontesilli

non andranno a votare sono accuse politiche".

è simpatico come intrattenitore,
ma è inadatto a governare".
per un La Russa che Prodotto e realizzato da:
Imprese Disperate S.r.l.
lasciando a casa il cervello". (In realtà il commento della Signora Pisapia insulta uno studente… Sede Legale:
Via Iberia 20 - 00183 Roma
(Corriere del Mezzogiorno, era rivolto a Berlusconi)  Che tenerezza. Sede Amministrativa:
26 maggio 2011) (Porta a Porta, 23 Maggio 2011) (Radio 24, 28 maggio 2011 ) (Porta a Porta 23 Maggio 2011 )
Che nostalgia. Studio Pontesilli
Via Sant’Erasmo 23 - 00184 Roma

VII
 con la
i D a r i o V e r gassola collaborazione Sabato 28 Maggio
d di Dario Tiano La Moratti accusa Pisapia di aver
violato il silenzio. In particolare du-
rante la notte, quando in città ha
fatto scattare decine di antifurti.
Domenica 29 Maggio Lunedì 30 Maggio Cicchitto
Tornano alle urne 6 milioni di per- Il centro destra perde da Milano a come Craxi:
sone. E secondo alcune indiscrezio- Napoli. Ma Verdini minimizza: “Se si
escludono le elezioni amministrative, è
“Rifiuto la giustizia”.
ni, pare che la maggior parte di loro
stia lasciando a casa il cervello. stato un pareggio”.

Borghezio ha dichiarato: “Mladic
è un patriota”. La cosa è apparsa una
tale stronzata, che persino Mladic
ha preso le distanze da Borghezio.
Berlusconi rivela: “Dopo che gli ho
spiegato di essere perseguitato dalle
toghe rosse, Obama mi ha consigliato
di rivolgermi alla corte di Strasburgo”.
Cosa che avrebbe fatto anche lui,
se Silvio non avesse smesso, imme-
diatamente, di stracciargli i maroni.
Bossi ha dichiarato: “Silvio
sbaglia, perché parla solo di
pm”. Non è vero: spesso parla
anche di figa!
Londra. Kate Middle-
ton sotto accusa per i
suoi abiti: “Sono prodotti
da operai sfruttati”. Per
non parlare della sua
macchina: una Panda prodotta a
Pomigliano.
In Europa, per ora, sono 10 i morti a
causa del batterio killer contenuto
nei cetrioli. Oggi registrati 2 casi
anche in Italia: vittime di un grosso
cetriolo sia Lettieri che la Moratti.
Dopo le dimissioni da Ministro
della Cultura, Sandro Bondi si di-
mette anche da coordinatore del
PDL. Una notizia terribile, se si pensa
al fatto che, adesso, gli rimarrà molto
più tempo libero per scrivere poesie.

Martedì 31 Maggio Mercoledì 1Giugno Giovedì 2 Giugno Venerdì 3 Giugno

Milano. È tempo di bilanci. Nel PDL, In conferenza stampa, Berlusconi ha detto: “In Istat. Le imprese italiane sono malate Batterio Killer. La Russia blocca l’im-
ora occorre cercare i motivi della Italia c’è benessere. In particolare, l'85% delle fami- di nanismo. Io, almeno in questo caso, portazione di verdure dall’UE. Psicosi
sconfitta. In casa Moratti, non esclu- glie ha una casa di proprietà, e si spendono oltre dieci escluderei di ricorrere alla cura Bru- anche in Italia. In particolare, Giovanardi,
dono che, in questa faccenda, ci sia miliardi in cosmetici”. Di cui, cinque miliardi, li netta. punta il dito contro i finocchi.
stato lo zampino di Jocker. spende lui di cerone.
Nel Bergamasco, in 200 assaltano il magazzino Sara Tommasi parla dei suoi rapporti Scandaloso: il nuovo Egitto fa i test di ver-
Il centrosinistra vince persino ad Ar- Aiazzone e portano via tutto. Molti di loro erano con i politici. Pare che non sempre fos- ginità. Una cosa che non faceva nemme-
core. Sconvolto, Berlusconi telefo- persone che avevano già pagato la merce, ma non sero protetti. no il regime di Mubarak. Anche perché
na subito a Obama per lamentarsi. avrebbe creato molti problemi a sua nipote.
l’avevano mai ricevuta. Gli altri erano tutti amici
Strappo all'etichetta da parte del Pre-
Maroni: “Ora bisogna
di Pisapia.
che la maggioranza rea- Nucleare. La Cassazione ha deciso che il refe-
mier: alla parata del 2 giugno tocca il re Berlusconi: “Sì alle primarie del
di Spagna. Napolitano lo richiama. Pdl, ma senza infiltrati della
Alfano: nuovo
gisca”. Presto! Un defi- rendum si farà. Per Silvio è veramente un mo- Berlusconi si scusa per l’erro- sinistra”. Quello che non è segratario del PDL!
brillatore! mentaccio. Speriamo che, domani alla parata del re: “Non volevo toccare il braccio riuscito a fare Bersani nel PD. Habemus Rapam
2 Giugno, non gli caghi pure in testa un piccione. al re, ma il culo alla regina”.

GOLPEVOLMENTE di Stefano Disegni

VIII
« Nel tempo dell’inganno
universale la verità
è un atto rivoluzionario»
PIER PAOLO PASOLINI

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pagina 10
SANITÀ, I TAGLI DI B.
STROZZANO I FORNITORI
Le Regioni pagano in ritardo anche di 900 giorni.
E dall’Europa arriva l’ultimatum
di Mario Reggio
a crisi non guarda in faccia a
L
nessuno e sta mettendo in gi-
nocchio uno dei settori ne-
vralgici della sanità. Sono le
aziende che forniscono i disposi-
tivi elettromedicali alle Asl e agli
ospedali. Vale a dire i reagenti per
gli esami di laboratorio, macchina-
ri come la Tac e la risonanza ma-
gnetica, bisturi, strutture per le sa-
le operatorie. Il governo taglia e le
Regioni pagano le fatture a distanza
di molti mesi. Il record spetta alla
Calabria con 912 giorni di media
nei ritardi, seguita dalla Campania
con 765 e dal Lazio con 403 giorni.
In soldoni, i crediti delle aziende
ammontano a 5 miliardi e 350 mi-
lioni di euro. In crisi ver-
ticale soprattutto le pic-
cole e medie imprese che
per evitare la bancarotta
Danneggiate le aziende
“scontano” le fatture in
banca e si accontentano
che forniscono i bisturi
di incassare subito il 3 per
cento in meno del loro e macchinari per la Tac,
credito. Le multinazionali
se la passano meglio, ma o per la risonanza
da qualche mese è iniziata
la diaspora verso Paesi do- magnetica
ve i tempi di pagamento
sono certi. “In Germania
le strutture sanitarie pagano entro
30 giorni, in Francia e Inghilterra il
termine massimo è di cinquanta”,
commenta Stefano Rimondi, vice-
presidente di Assobiomedica-Con-
findustria, con la delega ai rapporti
con le Regioni.
LA SITUAZIONE, già critica nel
2010, è peggiorata nei primi mesi di
quest'anno. “La crisi è ormai verti-
rischia di tornare allo stetoscopio e
all'esame olfattivo delle urine”.
Ma il momento della verità si avvi-
cina a grandi passi. Una direttiva eu-
ropea stabilisce il 16 marzo del
2013 come termine ultimo per tutti
i Paesi della Comunità per pagare le
forniture entro 60 giorni dalla data
della fattura. In caso di ritardo, verrà
applicato un tasso di interesse dell'8
per cento da sommarsi con quello
Euribor. E per i Paesi inadempienti
pesantissime penali.
Un altro nodo centrale è quello del-
la ricerca. In Italia tutti discettano,
consigliano, invitano, ma nessuno
fa nulla. “Se le nostre aziende ve-
nissero pagate entro 60 giorni, noi
eviteremmo di regalare il 2.5 per
cento di interessi sul fatturato alle
DOPO L’INCONTRO CON OBAMA
ORA MARCHIONNE VUOLE ANCHE GLI APPLAUSI
di Luca Telese
nato il doppiopesismo industriale.
Èvinciali.
Va bene, non bisogna essere pro-
D’accordo, ormai lui è l’unto
Domenica 5 giugno 2011
ECONOMIA
banche – conclude Rimoldi – pren-
dendo a base l'importo complessi-
vo che è di 6 miliardi l'anno, noi
potremmo disporre di 150 milioni
di euro da investire nella ricerca. Ci
basterebbe questo, non vogliamo
soldi dallo Stato, possiamo fare da
soli. Comunque non ci servono le
promesse ma i fatti”. In attesa di un
improbabile miracolo lo scenario
resta critico: il Tesoro taglia i fondi
alle Regioni, queste preferiscono di-
lazionare i pagamenti alle aziende
fornitrici anche a costo di pagare
centinaia di milioni di interessi.
E LE IMPRESE? Hanno due stra-
de. La prima: affidarsi a uno studio
legale, fare causa alla Asl, e aspet-
tare che l'amministrazione pubblica
tiri fuori i soldi. Ma questa scelta
vuol dire che, nell'attesa, l'azienda è
costretta a cercare finanziamenti
per mandare avanti l'attività, ma
credito e anticipa 97 euro, poi se la
vedrà lei, tanto prima o dopo incas-
Ma questa strada è irta di incognite e
trabocchetti. Il mercato delle finan-
questo vuol dire pagare gli interessi.
Un circolo vizioso, diabolico e co-
serà il dovuto. Ma c'è anche un'altra
strada. Quella della cessione del cre-
ziarie negli ultimi anni si è gonfiato
in modo sospetto. Si è creato un gi-
stoso. Quindi, molto spesso le im- dito a una finanziaria. Ce ne sono ro di fatture “cedute” per miliardi di
prese preferiscono scontare le fat- alcune disposte a pagare per intero euro. E non tutte le finanziarie,
ture in banca. Facciamo un esem- i 100 euro all'impresa, perché san- spuntate come funghi, hanno il do-
pio: l'azienda ha fornito reagenti no che alla fine l'amministrazione no della trasparenza. Il sospetto è
per un laboratorio di analisi per 100 pubblica pagherà 110. Basta avere che nel business siano entrate an-
euro. La banca diventa titolare del pazienza. che mafia, 'ndrangheta e camorra.
italo-canadese per Detroit non è pari a La Fiat guarda agli Stati Uniti non solo Da tempo l’intera strategia di comu-
quello per Torino, Melfi, Pomigliano. In per la scalata Chrysler (sale al 54 per nicazione di Marchionne punta a ras-
America parla la lingua del futuro e met- cento entro l’estate) ma anche perché sicurare il pubblico americano in vista
te sul tavolo soldi. In Italia rimprovera il
peso della zavorra e fa sparire gli inve-
programma di stabilire lì la sede del
gruppo (anche se continua a giurare
dell’entrata di Chrysler a Wall Street.