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Associazione

Settembre-Ottobre 2018

Nazionale
Reduci dalla
n. 9-10

Prigionia
dall’ Internamento
dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari

rassegna mensile informativo-culturale


Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB ROMA

della anrp

MUSEO
BIBLIOTECA
ARCHIVIO
n. 9-10
Settembre-Ottobre 2018
rassegna
mensile socio-culturale rassegna
della anrp mensile
informativo-culturale
dell’anrp

SOMMARIO

ANRP - LIBERI
Sede Legale e Direzione
00184 Roma - Via Labicana, 15a

3
Tel. 06.70.04.253
Fax 06.77.255.542 EDITORIALE
internet: www.anrp.it di Enzo Orlanducci
e-mail: anrpita@tin.it

4 TARGA DI BENEMERENZA ICARO


UN SUGGESTIVO CONTESTO PER UNA SOLENNE CERIMONIA
Presidente Nazionale
e Direttore Editoriale di Fabio Russo
Enzo Orlanducci

Direttore Responsabile
Salvatore Chiriatti
6 L’ANRP AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
NEL COMITATO NAZIONALE PER L’AZIONE UMANITARIA CONTRO LE MINE ANTIPERSONA
di Celeste Loi
Redattore Capo
Rosina Zucco

Redazione
8 LA MEMORIA NEL MARE
di Federica Scargiali
Barbara Bechelloni
Fabio Russo

Registrazione
- Tribunale di Roma
10 EMIGRANTI ITALIANI RESPINTI DAL BRASILE
di Annamaria Calore
n. 17530 - 31 gennaio 1979

12
- Registro Nazionale della Stampa
n. 6195 - 17 febbraio 1998
È MORTO CLAUDE LANZMANN: CI HA INSEGNATO LA SHOAH
Poste Italiane S.p.A. di Alessandro Ferioli
Spedizione in abbonamento postale

16
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27-02-04 n. 46) art. 1 ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
comma 1, DCB Roma
IL PERCORSO DI TRE LICEI DI ROMA
Gli articoli firmati impegnano di Rosina Zucco

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Tutti gli articoli e i testi L’ESPERIENZA DEGLI STUDENTI DEL LICEO ORAZIO PRESSO L’ANRP
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26 FATTI & PERSONE
a cura di Gisella Bonifazi
Anrp, Via Labicana, 15/a

34
00184 Roma.

Stampa
NON SOLO LIBRI
Bottega Grafica srls a cura di Maria Elena Ciccarello
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA

Dato alle stampe il 29 ottobre 2018

2
Un target mirato
di 8.000 lettori.
EDITORIALE
di Enzo Orlanducci

Tra gli argomenti da evidenziare in questa pagina, un tema che dovrebbe essere sicura-
mente affrontato è quello dell’8 settembre 1943, visto quale punto di partenza, di rifles-
sione e costruzione collettiva tra ieri e oggi, ma anche simbolo, se pur tragico, dell’inizio
di rinnovazione, per poi andare più strettamente a quello del passaggio di un’Italia da
terra di emigranti a terra di immigrazione. O il tema delle leggi razziali ad ottant’anni
dalla loro promulgazione. Da non dimenticare ci sarebbe anche il centenario dalla fine
della Prima guerra mondiale. Altro tema da affrontare dovrebbe essere il nuovo Gover-
no italiano “giallo verde” e la grave crisi politico-economica che sta attraversando in
particolare l’Europa.
Poiché quello che riusciremmo a dire in questa pagina non potrebbe essere che un
piccolo flash, una sintesi, per una prima conoscenza, abbiamo preferito segnalare solo
alcuni dei “temi” che potevamo trattare, in linea con uno dei compiti affidati dalla no-
stra Associazione a questa rivista, quello di dar voce a chi ne ha proprio poca, a volte
nessuna del tutto, partendo il più possibile dall’esperienza e dalla sofferenza di chi gli
avvenimenti li ha vissuti e li vive, senza retorica, senza grandi “sparate” e dedicare il
restante spazio a non dimenticare.
L’ANRP crede che la storia avrà sempre un futuro, perché anche le “vite minuscole”,
per piccole che siano, hanno una storia. Siamo preoccupati perché pare che la società in
genere sia senza memoria, intendendo memoria collettiva; un’espressione molto difficile
da definire, perché i singoli individui, invece, ricordano bene le proprie esperienze. La
generazione dei nostri “veterani” è stata irrimediabilmente segnata dalla guerra (chi
l’ha fatta e chi l’ha subita). Loro e i loro familiari non dimenticheranno mai quegli avve-
nimenti. Infatti attualmente c’è un’esigenza profonda di sentirsi ricordati, ma non come
avviene oggi attraverso i social, bensì attraverso le fonti e non sarà facile tenere sotto
controllo la narrazione della quotidianità di “vite minuscole”, che non può essere negata
poiché “soltanto la memoria è bella. Il resto è polvere e vento”.
Molto di più si potrebbe fare, certamente. Ma già il fatto di avere uno spazio fisso è un
modo per affrontare certi temi e farli conoscere, poiché la memoria rende Liberi.

Buona lettura

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vetevi alla nostra newsletter, una comunicazione essenziale che inviamo un paio di volte al
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da circa 800 tra i più attivi sostenitori delle nostre attività.
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TARGA DI BENEMERENZA ICARO
UN SUGGESTIVO CONTESTO PER UNA
SOLENNE CERIMONIA

di Fabio Russo A Milazzo, lunedì 8 ottobre, in tribuna d’onore. Erano presenti le


occasione della cerimonia di con- massime autorità della Marina e
segna della Bandiera di combat- delle Forze Armate e dell’Ordine:
timento alla fregata Luigi Rizzo, il Capo di stato maggiore della
in un contesto di rinnovato e pro- Marina, Ammiraglio di squadra
fondo sentimento verso la marine- Valter Girardelli, il Sottosegretario
ria italiana, è stata consegnata la alla difesa, Raffaele Volpi, il
Targa di Benemerenza Icaro 2017 Prefetto Maria Carmela Librizzi,
al Raggruppamento Subacquei ed l’Arcivescovo Giovanni Accolla,
Incursori “Teseo Tesei”. Una ceri- il Sindaco di Milazzo, Giovanni
monia dai numerosi risvolti non Formica e numerosi deputati nazio-
solo storici e strategici ma anche nali e regionali. Per la consegna
affettivi, alla quale la popolazio- della Targa di Benemerenza Icaro,
ne di Milazzo, città che ha dato i era presente il Presidente Vicario
natali all’eroe della Prima guerra dell’ANRP Michele Montagano,
mondiale, ha risposto con grande accompagnato dall’Alfiere e con-
entusiasmo, partecipando festosa sigliere nazionale Filippo Bruno e
all’evento. Numerosissimi gli stu- dal responsabile del Dipartimento
denti che sono affluiti per assistere Storia e Memoria Rosina Zucco.
alla suggestiva cerimonia. In prima fila la contessa Maria
All’imponente schieramento delle Guglielmina Rizzo Bonaccorsi,
divise bianche dei marinai, perfet- figlia dell’Ammiraglio, che, dando
tamente allineati lungo la banchina inizio alla cerimonia, ha ringra-
del molo, dietro ai quali si staglia- ziato la Marina per aver accettato
va il profilo della nuova fregata il suo invito a svolgere questo
Luigi Rizzo, ha fatto da cornice un importante momento nella città
sole diamantino che indorava la natale del padre, nella giornata in
rocca della città e la linea azzurra cui ricorre il 131 anniversario della
del mare. Un colpo d’occhio vera- nascita.
mente emozionante per i nume- Il Capo di stato maggiore della
rosi ospiti che hanno seguito lo Marina, Valter Girardelli ha trac-
svolgimento della cerimonia dalla ciato il quadro storico delle due
unità nel segno del progresso tec- Luigi Rizzo: “All’equipaggio e al Divisione Paolo Pezzutti, affianca-
nologico. La FREMM Luigi Rizzo suo Comandante, oggi consegnia- to dal Comandante gruppo operati-
è la seconda unità navale intitola- mo qualcosa di più della Bandiera... vo incursori, Capitano di Vascello
ta all’eroe di Premuda. La prima, consegniamo il cuore dell’Italia”. Marco Testa, e dal Comandante
anch’essa una fregata, del 1960 La cerimonia è prosegui- gruppo operativo subacquei,
“rappresentava un modello di ta con la consegna della Targa Capitano di Fregata Gianfranco
innovazione e progresso in quanto di Benemerenza Icaro 2017 al Stanislao Betrò.
prima unità di scorta a poter imbar- Raggruppamento subacquei ed La cerimonia ha raggiunto momen-
care un elicottero”. La seconda incursori “Teseo Tesei”. Nel defi- ti altamente suggestivi e ricchi
unità, la moderna FREMM “è un nire l’alto significato del presti- di emozione quando il Sindaco
simbolo di innovazione tecnologi- gioso riconoscimento interforze della Città di Milazzo ha conse-
ca frutto del sapiente lavoro delle istituito dall’ANRP nel 1975, d’in- gnato al Comandante della nuova
nostre industrie nazionali grandi e tesa con lo Stato Maggiore Difesa Luigi Rizzo, il Capitano di Fregata
medio-piccole, elementi di assoluto e in seguito ad approvazione del Vincenzo Pullez, la Bandiera di
pregio del cluster marittimo nazio- Ministero della Difesa, Michele Combattimento, già custodi-
nale”. Proseguendo in un quadro Montagano ha affermato che “la ta nel cofano donato dal grup-
più ampio di impegni internaziona- grande famiglia dell’ANRP, com- po di Messina dell’Associazione
li, il Capo di stato maggiore della posta prevalentemente da uomini Nazionale Marinai d’Italia. Mentre
Marina ha inoltre posto l’accen- con i capelli bianchi, vuole, con il vessillo, dopo essere stato bene-
to sul fatto che l’Italia considera la Targa di benemerenza ICARO, detto dall’Arcivescovo Accolla,
gli spazi marittimi come elementi riaffermare con vigore i valori in veniva issato a bordo, 21 salve di
essenziali per il benessere e la pro- cui i giovani di allora hanno cre- saluto dei cannoni e l’esibizione
sperità collettiva, non solo nazio- duto e per i quali hanno sofferto degli incursori in paracadute hanno
nale. Tematiche di ampio spettro e e lottato: ideali a cui sono rimasti dato alla manifestazione un tono
di interesse sociale, che la Marina fedeli, anche se nel mondo d’og- trionfale, accompagnando l’”alza
Militare alimenta quotidianamente gi possono apparire spietatamen- bandiera” di combattimento e con-
anche attraverso la sensibilizzazio- te contraddittori. Gli insigniti del sacrando così l’unità al suo desti-
ne della collettività con particolare riconoscimento ICARO sono la no di servizio alla Nazione e alla
riferimento ai giovani, che rappre- riprova della eroica e coraggiosa collettività. Un rito, seguito dalla
sentano il futuro del nostro Paese. fedeltà ai nostri ideali e lascia- formula del giuramento da parte
Un riferimento ai valori da trasmet- no ancora sperare in un mondo del Comandante dell’unità, che
tere ai giovani è stato esplicitamen- di purezza, pur nella difficoltà ogni marinaio sente con particolare
te rivolto dal sottosegretario Volpi, di una società arida e crudele”. emozione e partecipazione, poiché
che nel suo sentito intervento ha Montagano ha quindi consegnato la lega indissolubilmente il proprio
sottolineato la vicinanza del Paese Targa nelle mani del Comandante operato e i valori in cui crede, al
agli uomini e alle donne della nave dei COMSUBIN, Ammiraglio di servizio del Paese.

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L’ANRP AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

NEL COMITATO NAZIONALE PER L’AZIONE


UMANITARIA CONTRO LE MINE ANTIPERSONA
di Celeste Loi Presente l’ANRP, con il pre- in diverse parti del mondo, dove
sidente nazionale Enzo ha avuto l’opportunità o sventu-
Orlanducci, alla XXI riunione ra di lavorare in zone particolar-
del Comitato Nazionale per l’a- mente calde, zone di guerra, dove
zione umanitaria contro le mine c’erano situazioni geopolitiche
anti persona. abbastanza complicate, ha dato
L’incontro, tenutosi presso il via all’apertura dei lavori che
la Sala Gaja della Farnesina, hanno consentito di esaminare i
è stato presieduto dalla Vice principali sviluppi internazionali
Ministra per gli Affari Esteri e in materia di azione contro le
la Cooperazione Internazionale, mine, oltre a fornire l’occasione
On. Emanuela Claudia Del Re per un bilancio delle operazioni
e ha visto la partecipazione dei di sminamento umanitario finan-
principali uffici, agenzie e asso- ziate dal nostro paese nel corso
ciazioni attivi, a vario titolo, nel dell’ultimo anno.
campo dello sminamento uma- Si sono evidenziate inoltre le
nitario. aree che nel prossimo futuro
Il Ministro Plenipotenziario potranno essere considerate di
Diego Brasioli, Direttore interesse prioritario.
Generale per gli Affari Politici “L’Italia – ha dichiarato la Vice
e di Sicurezza Direttore Centrale Ministra Del Re – mette a dispo-
per la Sicurezza, partendo dalla sizione dei Paesi contaminati da
propria esperienza diplomatica mine non solo fondi, ma anche

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le proprie conoscenze tecniche e assistenza ai sopravvissuti in ed iniziative intervenendo prin-
la propria esperienza nel settore. diverse aree del mondo (Libia, cipalmente attraverso la sensibi-
Le Forze Armate italiane sono Iraq, Afghanistan, Giordania, lizzazione dei giovani nei con-
direttamente impegnate nei teatri Palestina, Sudan, Repubblica fronti di queste nuove tematiche
esteri in operazioni di bonifica Democratica del Congo, e in particolare ha indicato la
dei residuati bellici esplosivi”. Colombia). collaborazione con l’associazio-
La Vice Ministra ha infine A seguire il dibattito gli inter- ne umanitaria ADEB in CIAD,
espresso un sentito ringrazia- venti del rappresentante della più precisamente nella regione
mento per l’impegno disinteres- Croce Rossa Italiana e dell’Or- di Faya-Largeau, la più impor-
sato di professionisti e volontari ganizzazione Campagna Italiana tante città del CIAD settentrio-
della nostra società civile, che contro le Mine e del presiden- nale, capoluogo della regione
contribuisce a conferire all’Italia te della consorella ANVCG di Borkou, dove ancora oggi
un profilo di indiscusso presti- Castronovo. Chiamato in causa si contano vittime delle mine
gio tra i donatori internazionali dalla Vice Ministra, Orlanducci lasciate nell’occupazione libica
impegnati in attività umanitarie. ha messo in evidenza la posizio- del ’78-’87 del secolo scorso, dai
La Consigliera d’Ambasciata ne dell’Associazione sul delicato militari di Muhammar Gheddafi,
Cristina Caranza, Capo Ufficio tema. L’ANRP, reinterpretando comandati dal generale Khalīfa
VI della Direzione Generale per negli anni il suo ruolo, ha voluto Belqāsim Haftar, che attualmen-
la Cooperazione allo Sviluppo, aprire le porte a nuove attività te controlla la Cirenaica.
ha evidenziato nella sua rela-
zione che l’Italia è fortemente
impegnata per l’universalizza-
zione delle Convenzioni contro
le Mine Antipersona e contro le
Munizioni a Grappolo. Grazie
al Fondo per lo Sminamento
Umanitario (che nel 2018 pre-
vede interventi per un totale
di 3.656.000 Euro), il nostro
Paese è in prima linea nel finan-
ziare iniziative di bonifica di
territori contaminati, di infor-
mazione della popolazione e di
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LA MEMORIA NEL MARE
“A distanza di migliaia di secoli il mare è ancora lì a testimoniare una varietà il cui significato
spesso ci sfugge. Nessuna conoscenza, nessuna sensazione, nessuna esperienza è
superiore a quella del mare” (Romano Battaglia)

di Federica Scargiali Ed è il mare, il testimone ricordo delle 368 vittime di


silenzioso, che ci consegna la un naufragio a largo dell’iso-
memoria delle vittime cui è la di Lampedusa del 2013, ha
dedicata questa mostra, chi ha arricchito, in collaborazione
tentato la traversata e non ce con l’associazione ANVCG, le
l’ha fatta e chi invece ha trova- sale del museo di nuove storie,
to rifugio e salvezza. Fino al 5 nuovi protagonisti, ma soprat-
ottobre, infatti, è stato possibi- tutto nuove testimonianze per
le visitare lo spazio espositivo non dimenticare. Riaffiorano
allestito all’interno del “Museo così lungo il percorso, all’inter-
della fiducia e del dialogo per no delle teche, alcuni dei docu-
il Mediterraneo” a Lampedusa. menti e reperti facenti parte del
Questo museo, inaugurato il 3 “Museo Vite di Imi. Percorsi
giugno 2016, alla presenza del dal fronte di guerra ai lager
Presidente della Repubblica tedeschi 1943-1945”allestito
Sergio Mattarella, è stato visi- dall’ANRP a Roma.
tato da oltre 10mila persone. Ma qual è il legame, il filo
In esso vengono raccontate le rosso che collega questi due
storie, le vicende di migliaia di mondi, quello dei rifugiati e
rifugiati i quali hanno intrapre- quello degli IMI (Internati Mili-
so il terribile viaggio dall’A- tari Italiani), così lontani eppu-
frica o dal Medio Oriente per re così vicini? Ci troviamo in
raggiungere l’Europa. due epoche e in due conte-
L’ANRP, in occasione della sti completamente diversi, ma
“Giornata della Memoria e con un elemento in comune:
dell’Accoglienza” che si cele- l’Uomo. L’essere umano, nella
bra ogni anno il 3 ottobre, in sua costante ricerca di libertà e
diritti umani, ma con la conti-
nua tentazione di sovrastare il
suo simile e prevaricare sul più
debole.
“I rifugiati che fuggono dai
conflitti sono le nuove vittime
civili di guerra ed è questo
il messaggio che l’ANVCG e
l’ANRP vogliono lanciare con
la loro presenza a Lampedusa,
ed è fondamentale che l’Italia e
l’Unione Europea sostengano la
creazione di corridoi umanitari
in aiuto delle sventurate perso-
ne costrette a lasciare le proprie
terre a causa dei bombardamen-
ti e degli scontri tra le opposte
fazioni.”
8 Queste due vicende si incon-
trano, convergono e si unisco- le condizioni disumane in cui saggio forte e chiaro di apertu-
no ad oltre settant’anni le une sono costretti a vivere ed il ra, di solidarietà, ma soprattutto
dalle altre: lettere, foto e oggetti nostro pensiero va indietro nel per accrescere la consapevolez-
personali provenienti dai lager tempo, a quei lager nazisti dove za nelle nuove generazioni che
nazisti, insieme ad analoghi oltre 650mila militari italiani rappresentano il nostro futuro.
oggetti contemporanei, smar- soffrirono in condizioni anche Ed ecco perché è importante
riti dai migranti e riconsegnati peggiori. parlarne, ma soprattutto ricor-
dal mare. Troviamo ad esempio L’iniziativa rientra all’interno dare, come scriveva il filoso-
in una delle teche un orologio del progetto “L’Europa inizia a fo spagnolo George Santayana
appartenuto ad un IMI vicino Lampedusa”, attraverso il quale “Quelli che non sanno ricordare
ad un altro più recente ritro- la società civile si unisce alle il passato, sono condannati a
vato dopo un naufragio, o una istituzioni per inviare un mes- ripeterlo”.
valigia in legno tornata da un
lager accanto a zaini e borse
moderne: oggetti di ieri e di
oggi, appartenuti a vittime di
ieri e di oggi.
Tutto questo per farci capire
che, nonostante siano passa-
ti più di 70 anni, tra le due
vicende, diversi sono solo gli
strumenti, i mezzi, magari le
motivazioni, ma gli errori che le
hanno generate sono destinati a
ripetersi in modo tragico ed ine-
vitabile, se non si trae il giusto
insegnamento dalla memoria e
dalla storia.
Vediamo oggi con orrore i
volti di questi uomini, donne
e bambini relegati all’interno
di questi nuovi campi in Euro-
pa ed in Africa, ma soprattutto
EMIGRANTI ITALIANI RESPINTI
DAL BRASILE
di Annamaria Calore Emigrare verso le Americhe, è stata ricevevano, dai paesi di immigrazio-
per lunghi anni una necessità per i ne e dalle compagnie di navigazione,
molti italiani che aspiravano ad un un compenso per ogni persona che
futuro migliore per se stessi e per i partiva verso le Americhe.
loro numerosi figli. Ma significava Il Brasile, ad esempio, pagava dieci
anche, per uomini e donne che non lire per ogni emigrante. “Tonnellata
avevano mai neppure visto il mare, umana” così veniva definito il cari-
attraversare l’oceano sconfinato per co umano degli emigranti ad ogni
settimane, troppo spesso a bordo di imbarco. Circa il 90% dei partenti
“carrette del mare” che avevano, in era analfabeta e al loro arrivo alle
media, 23 anni di navigazione. frontiere venivano riconosciuti come
Si trattava di piroscafi in disarmo, emigranti, perché in possesso del
popolarmente denominati “i vascel- “Passaporto Rosso”, simbolo della
li della morte”, che non potevano loro condizione, che li destinava alla
contenere più di 700 persone. Ma categoria di manovalanza per i lavo-
ne caricavano più di 1.000 e par- ri umili e poco pagati.
tivano senza la certezza di arrivare Prima dell’imbarco i passeggeri
a destinazione. Molti perirono in venivano lavati con un bagno disin-
quei tragici viaggi verso la speranza fettante e i loro bagagli disinfesta-
tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ti. Quindi passavano una prima
‘900. Eccone un tragico elenco: 576 visita medica e, dato che le com-
emigrati, quasi tutti meridionali, nel pagnie marittime potevano pagare
naufragio dell’ “Utopia” davanti al una multa di cento dollari per ogni
porto di Gibilterra; 549 emigrati nel migrante cui veniva rifiutato l’in-
naufragio del “Bourgogne” al largo gresso, soprattutto negli Stati Uniti,
della Nuova Scozia; 1.198 emigrati, queste si rifiutavano di imbarcare
nel naufragio della “Lusitania”; 550 chiunque apparisse malato o meno-
vittime del naufragio del “Sirio”, mato.
avvenuto sugli scogli della costa Nessun porto italiano, da Genova a
spagnola di Cartagena; 206 morti, Palermo, aveva un ricovero adatto
quasi tutti emigranti, nell’affonda- ad ospitare coloro che erano in attesa
mento del piroscafo “Ancona” e di potersi imbarcare. Esistevano solo
questi sono solo alcuni dei naufragi una sorta di locande per emigranti
riportati dalla stampa dell’epoca. situate nei quartieri più sudici, adia-
Imbarcarsi in cerca di una vita centi al porto. Poi, una volta saliti
migliore significava racimolare a a bordo dei vecchi bastimenti, la
fatica e con grandi sacrifici i danari gente si accalcava sulle coperte e
per il viaggio in mare. Genova fu il sui ponti. La distribuzione del cibo
maggior porto di raccolta dei nostri era fatta in maniera umiliante, senza
migranti che affluivano da tutte le l’osservanza delle più elementari
parti del Paese, spesso stipati come norme igieniche. La pulizia veniva
effettuata con il lavaggio dei ponti

10
merce su appositi carri ferroviari. Gli
agenti e i sub-agenti di emigrazione con acqua; questo sistema non face-
va che mantenere un’umidità quasi di alcune ore del giorno durante le ebbe 20 morti di colera e fu respinto
costante, impregnando le fessure del quali venivano fatti salire sul ponte a cannonate da Montevideo dove gli
legname di sostanze infette. se le condizioni di tempo erano fu impedito, per paure di epidemie,
Nell’agosto del 1893 partì da Genova favorevoli. Anche le condizioni di di approdare. Vagò allora per l’oce-
per le “Meriche”, il Piroscafo Remo vitto erano precarie, cibo scarso e ano con il suo carico di sofferenza
imbarcando l’ennesima “tonnellata malamente conservato, che somma- a bordo, in cerca di un porto dove
umana” che non poteva immagi- to alle disastrose condizioni igieni- fosse concesso l’approdo, gettando
nare quello che il destino aveva in che, causarono, come prevedibile, in mare centinaia di cadaveri prima
serbo per quel viaggio. Come mèta, epidemie a bordo: colera e difterite. di poter finalmente entrare in porto.
i partenti avevano le terre brasiliane, Come Dio volle il piroscafo Remo Ma anche il “Carlo Raggio” che
attirati dal benessere raggiunto dagli giunse nelle acque territoriali del ebbe 18 vittime per fame e in un
italiani emigrati negli anni preceden- Brasile. Era all’incirca il mezzodì altro viaggio, sempre il “Carlo Rag-
ti in città come San Paolo, Rio di e nel grande salone sostavano gli gio” dieci anni dopo, 206 morti di
Janeiro, Espirito Santo oppure nella emigranti: uomini, donne e bambini, cui 141 per colera e morbillo; poi il
zona del Rio Grande do Sul. la maggior parte seduti e sdraiati sul “Cachar”, partito per il Brasile nel
Partito da Genova il piroscafo Remo pavimento, dove alcuni si cibavano, 1888, che registrò 34 vittime per
fece rotta verso Napoli per imbar- altri dormivano. In prossimità del asfissia e altri per fame; il “Frisia”
care altri passeggeri nonostante l’a- porto di Rio de Janeiro, il piroscafo in viaggio per il Brasile 27 morti
gente di immigrazione avesse più si fermò poiché, a bordo, era ormai per asfissia e più di 300 ammalati; e
volte negato questo ulteriore imbar- evidente una violenta epidemia di ancora il “Parà” sul quale un epide-
co. A Napoli salirono circa sette- colera. Questo indusse le autorità mia di morbillo uccise 34 persone; l’
cento meridionali che aumentarono sudamericane a vietare lo sbarco e a “Andrea Doria” che nel viaggio del
considerevolmente il numero dei rispedire gli sventurati in Italia, dove 1894 contò 159 morti su 1.317 emi-
passeggeri a bordo che arrivò alla poterono toccare terra in Sardegna granti; sul “Vincenzo Florio” sempre
considerevole cifra di 1.500 perso- solo alla fine di ottobre del 1893, nel 1894, i morti furono 20.
ne, causando non pochi problemi di “ospitati” nel nucleo centrale di Senza dimenticare che le navi per
ordine e sicurezza. disinfestazione di Cala Reale nell’i- emigranti, per tutto l’Ottocento,
Durante il viaggio scoppiarono con- sola dell’Asinara dove rimasero a mancavano di infermerie, ambulato-
tinue liti tra emigranti imbarcati a consumare la fase di “quarantena” ri e farmacie, tanto che, tra il 1897 e
Genova e quelli imbarcati a Napoli, . Una triste storia, della quale par- il 1899, più dell’1% degli arrivati a
che, comunque, trovarono comune larono i maggiori quotidiani nazio- New York, già decimati, fu respinto
accordo al momento di manifestare nali dell’epoca e che è giunta fino in Italia perché ridotto in cattivo
contro le disumane condizioni in cui ai nostri tempi attraverso documen- stato dai disagi e dalle sofferenze del
erano costretti dal Commissario di ti cartacei custoditi nella biblioteca viaggio. Questo pezzo di storia della
bordo. Di questo particolare, esiste comunale di Mirandola. gente del nostro Paese va raccontato
la testimonianza in prima persona Oltre al Piroscafo Remo, ci furo- soprattutto alle giovani generazioni,
di un viaggiatore di quel piroscafo, no altri “vascelli della morte” con perché non perdano mai di vista
Cesare Malavasi, che vide affisso decine di persone decedute durante quanto coraggio e quanta determi-
ad un respiratore di poppa un avviso la traversata, come ad esempio il nazione, non disgiunta da rischi e da
così concepito:”Emigranti non vuol “Matteo Bruzzo”, che nel 1884 profonde sofferenze, possa permea-
dire né venduti né maiali. Se usur- viaggiò per tre mesi in mare con a re la storia di un popolo, compreso
par ci vogliono più di metà razione, bordo 1.333 passeggeri. Nell’andata quello del nostro Paese.
almeno quel poco che ci danno, sia
pulito e meglio confezionato. Firma-
to tutti”.
Superato lo stretto di Gibilterra e
arrivati in oceano aperto, comincia-
rono i primi problemi derivanti dalle
condizioni di mare mosso e dalla
pioggia battente. Il viaggio era già
di per sé una terribile prova da supe-
rare. I “viaggiatori” erano ammassati
nelle stive dove rimanevano di gior-
no e di notte con l’unica eccezione
È MORTO CLAUDE LANZMANN:
CI HA INSEGNATO LA SHOAH
di Alessandro Ferioli Il 5 luglio scorso è deceduto Claude Lanzmann con vittime della depor-
Lanzmann. Era nato il 27 novembre tazione, con carnefici che ebbero
1925, a Parigi, da genitori bielorus- un ruolo attivo, e con spettatori che
si immigrati. Durante l’occupazio- furono appena sfiorati dagli eventi.
ne tedesca è stato fra gli animatori Nel film compaiono anche cinque
della Resistenza al liceo Blaise Pa- brevi interventi dello storico Raul
scal di Clermont Ferrand. Ha preso Hilberg, autore del fondamentale
parte alla lotta clandestina in città, saggio La distruzione degli Ebrei
poi alle azioni dei partigiani in Al- d’Europa, la cui prima edizione fu
vernia. Amico di Jean-Paul Sartre e stampata nel 1961 . In Italia il film
di Simone de Beauvoir, collabora- viene trasmesso nel luglio 1987, in
tore – poi, dal 1986, direttore – del- quattro parti mandate in onda per
la rivista «Les Temps Modernes» quattro notti consecutive su Rai 3,
(«Tempi Moderni»), è stato uno de- al mattino presto.
gli intellettuali più importanti nella L’importanza di Shoah va conside-
cultura francese del dopoguerra. rata essenzialmente sotto due aspet-
La sua notorietà presso il grande ti. Il primo riguarda l’inserimento
pubblico è legata all’attività di re- pieno della testimonianza tra le
gista cinematografico. Nel 1970 fonti storiografiche. Grazie anche a
Lanzmann realizza il film Pourquoi questo film, oltre che alle ricerche
Israël, con lo scopo di spiegare l’im- allora già in atto soprattutto fra gli
portanza dell’esistenza di Israele in storici anglosassoni, il valore del
un momento in cui, anche sulla scia testimone, con il relativo patrimo-
delle manifestazioni anticoloniali- nio di sofferenza che egli porta con
stiche a favore dell’indipendenza sé, ha assunto uno statuto ben defi-
dell’Algeria, negli ambienti di si- nito. Infatti, la particolare modalità
nistra era alquanto diffusa l’ostilità di intervistare il testimone, propria
verso lo Stato ebraico. La domanda di Lanzmann, non punta a ottene-
«perché Israele?» era rivolta dal re- re risposte razionalmente elabora-
gista agli ebrei della diaspora, giun- te, quanto piuttosto a riprodurre (o
ti nel nuovo Stato ebraico soprattut- produrre ex novo?) il dolore prova-
to dalla Russia, per conoscerne le to all’epoca dei fatti. Il regista ha
speranze e le aspettative. Il film è messo in atto diverse strategie fina-
dedicato ad Angelika Schrobsdorff lizzate a valorizzare questo aspetto,
(1927-2016), una scrittrice tedesca dalla durata del discorso (regolato
che nel 1939 era emigrata a Sofia secondo una “lentezza” che fa par-
insieme alla madre ebrea, facendo te essa stessa della testimonianza)
ritorno in Germania soltanto nel alla traduzione sfasata rispetto alla
1947, e che nel 1971 sposa a Geru- risposta del testimone, cosicché lo
salemme lo stesso Lanzmann. spettatore possa ascoltare la voce
Nel 1985 esce il film Shoah, al del sopravvissuto e percepirne le
quale Lanzmann ha lavorato dal reazioni (proprio per questo motivo
1974, per undici anni. È un film ricordo che quando la versione ita-
della durata eccezionale di 613 mi- liana fu doppiata, coprendo le voci
nuti, circa nove ore e mezza, nato dei protagonisti, il regista espresse

12
da trecentocinquanta ore di ripresa il proprio rammarico). Il secondo
effettuate nel corso degli incontri di aspetto è l’apporto che il film ha
dato alla conoscenza del tentativo o nel mezzo della vita di una città
nazista di sterminio degli ebrei, ten- in Israele o in Svizzera, dove nulla
tativo che era ancora sottodimen- sembra rimandare a quella trage-
sionato nello spazio pubblico del dia. Solo il sopravvissuto, secondo
dibattito sul nazismo e sui campi lui, era in grado di aprire le porte
di concentramento, e cominciava della memoria che conducono al
ad acquisire la giusta importanza passato. Lanzmann ha più volte de-
proprio in quel decennio. Lo stes- finito il suo film come un “evento”
so termine “Shoah” ha avuto larga in sé, ossia come un dialogo (dove
diffusione proprio grazie al film di lo stesso regista è inserito) in cui il
Lanzmann, finendo per soppiantare racconto sulla base della memoria è
quello – inappropriato – di Olocau- sufficiente a evocare la realtà, indi-
sto. pendentemente dai documenti d’ar-
Il film era qualcosa di molto diverso chivio che rappresentano la realtà
rispetto alle riprese dei cameraman direttamente, come ad esempio le
Alleati al momento della liberazio- fotografie scattate ad Auschwitz, e
ne, cameraman che avevano per- campi di concentramento come gli che richiedono l’azione critica e in-
seguito il realismo attraverso piani apparivano nel dopoguerra a imma- terpretativa dello storico. Il regista
quanto più si poteva lunghi, al fine gini di repertorio e filmati d’archi- si è espresso così: «Shoah non è un
di restituire l’intero spazio che si of- vio. Lanzmann, invece, modificò film sull’Olocausto, non è un deri-
friva ai loro occhi. Lo stesso Alain radicalmente la grammatica delle vato, non un prodotto, ma un evento
Resnais, regista di indubbio talen- riprese, mettendosi a rievocare la originario. Che questo piaccia o non
to, per la realizzazione di Nuit et Shoah, assieme a un sopravvissu- a un certo numero di persone […]
brouillard (Notte e nebbia, 1955) to, davanti a un innocuo paesaggio il mio film non fa solamente parte
aveva alternato le immagini dei dove s’era consumato un eccidio, dell’evento della Shoah: esso con-
tribuisce a costituirla come even-
to». Perciò anche il regista è entrato
a far parte, in un certo senso, della
Shoah come “evento”, attraverso
l’impulso al dialogo e, soprattutto,
attraverso il montaggio: «un tipo
di montaggio», ha scritto G. Didi-
Huberman, «che fa ritornare i visi,
le testimonianze, i paesaggi stes-
si verso un centro mai raggiunto:
montaggio centripeto, elogio della
lentezza. È una sorta di basso con-
tinuo che scava il tempo delle nove
ore e mezza di durata del suo film» .
Lanzmann ha dovuto fare i conti
anche con gli aspetti etici del rap- mination et qui ont été les témoins ratamente esaminato e studiato da
porto fra intervistatore e intervista- directs de la mort de leur peuple. critici e studenti, in saggi e tesi di
to. Davanti a testimoni che non rie- Shoah est un film sur la mort; pas laurea. I testi dei dialoghi sono stati
scono a proseguire, specialmente se du tout sur la survie» . stampati e costituiscono un libro a
l’intervista avviene nel posto dove Lanzmann ha scelto di stare lonta- sé stante . Come ha scritto uno stu-
si sono compiuti i crimini nazisti, no dai quesiti fondamentali – sto- dioso, «Shoah è insieme il prototipo
il regista sceglie di non rispettare riografici e filosofici – relativi alla e il modello insuperabile per ogni
il diritto alla ritrosia, ma li incalza, Shoah. Soprattutto ha cercato di film di testimonianza sulla Shoah
con insistenza paziente e misura- non cimentarsi con l’interrogativo che sia venuto dopo. Anzi, Shoah è
ta, spingendoli a parlare e addirit- fatidico sul motivo, o insieme dei il meta-testo che ha indicato agli al-
tura, in qualche caso, a replicare i motivi, che ha prodotto e alimen- tri di che cosa si dovesse parlare se
gesti compiuti allora. Ecco perché tato il tentativo di annientamento si voleva parlare di questo» . Dun-
Lanzmann ha scritto della sua ope- degli ebrei. Ciò avrebbe significato que il rapporto a cui invita il film è
ra: «Shoah è un film arido e puro. discutere le diverse teorie storiogra- un rapporto che coinvolge e fonde
[…] il mio film è un “monumento” fiche, e prendere posizione, senza tre “attori”: la parola del testimone,
[…] Shoah non è fatto per comuni- però cogliere il carattere “universa- con la sua capacità di evocare una
care delle informazioni, ma insegna le” e “perenne” insito nella Shoah. realtà mai scomparsa; la potenza
tutto» . A un parrucchiere ebreo Per questo Lanzmann ha cercato espressiva del mezzo cinematogra-
sopravvissuto, il regista chiede di di rievocare la Shoah partendo dal fico, che nelle mani del regista di-
spiegare esattamente come doveva “nulla”, poiché dei campi di con- viene una forma d’arte al servizio
tagliare i capelli alle donne appena centramento restano soltanto pochi della verità; e infine il pubblico, mai
uccise o ancora in agonia, per poi relitti, e persino i documentari gi- passivo, ma sempre chiamato – più
raccoglierli in borse da consegnare rati dagli Alleati al momento della o meno esplicitamente – in causa.
alle guardie del campo. Tale insi- liberazione appaiono insufficien- Per rendersi conto dell’enormità
stenza non si deve a scarsa sensibi- ti a cogliere il dramma dei lager, dell’effetto – sia sotto il punto di vi-
lità, ma alla consapevolezza che ciò delle violenze e delle uccisioni. Al sta morale sia sotto quello artistico
che il testimone ha da dire è trop- contrario, la parola del testimone – è sufficiente lasciarsi trasportare
po importante perché si perda nel è eterna, anche quando questi è dalla forza evocativa del primo in-
silenzio. E, del resto, il testimone un carnefice, infastidito e reticente contro, quello con Simon Srebnik,
non è soltanto testimone di sé e del- davanti all’intervistatore; ma sono uno dei due sopravvissuti al campo
la propria storia, ma è testimone di specialmente i particolari a ricreare di Chelmno. La voce fuori campo
tutti. In una occasione, Lanzmann la realtà, come quando Lanzmann spiega: «Diverse volte alla settima-
ebbe a scrivere: «Dans Shoah, il chiede a un ex soldato delle SS del na, quando bisognava governare i
n’y a aucune histoire personnelle. campo di Treblinka di canticchiare conigli nel cortile delle SS, Simon
Les survivants juifs de Shoah sont la marcia che questi intonava con i Srebnik, sorvegliato da una guardia,
des survivants d’une espèce par- suoi camerati mentre i cadaveri de- risaliva la Ner su una imbarcazione
ticulière; ce ne sont pas n’importe gli ebrei appena estratti dalle came- a fondo piatto, fino all’estremità

14
quels survivants, mais des gens qui re a gas bruciavano nei crematori. del villaggio, verso i campi di erba
étaient au bout de la chaîne d’exter- Ogni aspetto del film è stato accu- medica. Cantava delle arie popolari
polacche e la guardia in cambio gli ingiusti, 2013). Servendosi di un’in- mitismo da ragazzino, quando fre-
insegnava motivetti militari prussia- tervista filmata del 1975 al rabbino quentava il liceo Condorcet di Pa-
ni». Quando Simon Srebnik, ormai di Vienna Benjamin Murmelstein, rigi, dove gli studenti antisemiti si
quarantasettenne, ritorna a Chelm- ne ha ricostruito la storia, alla quale scagliavano abitualmente contro un
no e, sollecitato da Lanzmann, can- ha dato come titolo, provocatoria- compagno di scuola di nome Levy.
ta di nuovo la vecchia canzone dei mente, un’espressione usata dallo Rievocando quei fatti, Lanzmann
tempi dell’internamento, sembra stesso Murmelstein per definire la ha ammesso la vigliaccheria che gli
allora che davanti allo spettatore si propria vicenda. Questi, nella sua impedì allora di porsi a difesa dello
materializzino improvvisamente, qualità di presidente del consiglio studente ebreo, dichiarando, a chi si
per la forza evocativa del momento, ebraico, prestò la sua attività nel mostrava stupito per un tale esame
i carnefici e le vittime, nel quadro campo di concentramento di The- di coscienza, che la sua opera, per
di un ambiente naturale che, nono- resienstadt; arrestato e prosciol- essere completa, imponeva anche
stante tutto, continua il suo ciclo to per collaborazionismo dopo la la rievocazione di quell’episodio,
ecologico di vita. guerra, in Cecoslovacchia, si stabilì perché se non l’avesse raccontato
La filmografia di Lanzmann com- a Roma, dove trovò l’ostilità della sarebbe risultato falso tutto il resto.
prende anche Tsahal (1994), ulti- comunità ebraica locale. Lanzmann Il ministro degli Affari Esteri del-
mo capitolo della trilogia, dedicato ha in un certo senso rivisto il giu- la Germania, Heiko Maas, ha così
all’esercito israeliano deputato alla dizio sul personaggio, giungendo commentato su Twitter la morte
difesa di un territorio perennemente alla conclusione che il rabbino fu di Lanzmann: «Chiunque di noi si
accerchiato. Un’altra realizzazione, costretto a collaborare con i nazisti, chieda quale sia la nostra responsa-
Un vivant qui passe (Un vivo che ma senza un potere effettivo, e che bilità in quanto tedeschi dovrebbe
passa, 1997), è un documentario usò la propria posizione per rallen- vedere Shoah. Grazie al suo lavoro
costituito dai materiali (raccolti per tare la macchina dello sterminio, di memoria, Claude Lanzmann ha
Shoah, ma poi non inseriti nel film) cercando di guadagnare tempo ogni reso possibile una riconciliazione.
con l’intervista rilasciata nel ’79 a volta che gli fu possibile, e addirit- E durerà. Ci mancherà». È vero.
Lanzmann da Maurice Rossel, che tura salvando molte persone dal- Lanzmann ha dimostrato, assieme a
nel giugno del 1944, su delega della le marce della morte, in attesa del pochi altri, che il cinema non serve
Croce Rossa Internazionale, aveva crollo del Terzo Reich. Riguardo al soltanto a “rappresentare” la Shoah.
ispezionato Theresienstadt, abil- film, Lanzmann ha dichiarato: «Gi- Serve soprattutto per “conoscerla”.
mente fatto passare dai nazisti come rarlo è servito ad apprendere, nei E ci ha insegnato ad accostarci alla
un campo “modello”. Il documen- dettagli, cose che ignoravamo sul Shoah muovendo dal presente, anzi
tario Sobibor, 14 octobre 1943, 16 senso più profondo con cui i nazi- restando ancorati al presente, e fa-
heures (2001), invece, ricostruire il sti praticavano la corruzione. Posso cendo affidamento al volto dei so-
tentativo di rivolta attuato nel cam- dire che comprendiamo il significa- pravvissuti più che alle immagini.
po di sterminio di Sobibor attraver- to della soluzione finale più in que-
so il racconto di uno dei 47 supersti- sto film che in Shoah».
ti (sui 365 che tentarono di fuggire). Il suo ultimo documentario, Na-
In tempi recenti, Lanzmann ha al- palm (2017), è girato in Corea, 1
R. Hilberg, La distruzione degli ebrei
tresì realizzato il documentario Le dove Lanzmann era già stato nel d’Europa, Torino, Einaudi, 1995.
dernier des injustes (L’ultimo degli 1958 con la prima delegazione oc- 2
C. Lanzmann, Parler puor les morts, «Le
cidentale di giornalisti, intellettuali Monde des débats», maggio 2000, p. 15.
G. Didi-Huberman, Montaggio e memoria,
e artisti accolta nel paese dalla fine
3

«Discipline filosofiche», XIII, 2, 2003, p. 35.


della guerra con gli Stati Uniti. Il 4
C. Lanzmann, Le monument contre l’archive? «Les
film è quindi un reportage sulla Co- 5
Cahiers de médiologie», VI, 11, 2001, p. 275.
C. Lanzmann, A propos de La Liste de
rea di oggi, per certi versi ancora Schlindler, «Le Monde», 3 marzo 1994.
ferma alla guerra fredda, con il suo 6
C. Lanzmann, Shoah, Torino, Einaudi, 2007.
7
antiamericanismo di fondo, e rievo- M. Chamla, Il cinema della Shoah e la memoria,
in: Memoria della shoah. Dopo i testimoni, a
cazione delle esperienze giovanili cura di S. Meghnagi, Roma, Donzelli, 2007, p.
del regista, che qui assume a pieno 150.
8
F. Caprara, Claude Lanzmann: “Ecco perché
titolo il ruolo del personaggio. riabilito il rabbino collaborazionista”, «La
In un suo libro di memorie, Le stampa», 25 gennaio 2014. Il testo è nel volume
Lièvre de Patagonie (La lepre della di Claude Lanzmann, L’ultimo degli Ingiusti,
Milano, Skira, 2014.
Patagonia, 2009), ha raccontato di
aver conosciuto da vicino l’antise-
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
IL PERCORSO DI TRE LICEI DI ROMA
di Rosina Zucco Nell’anno scolastico appena con- ca bibliografica.
cluso, l’ANRP ha avuto ancora Tre sono gli Istituti superiori che
una volta il positivo riscontro da hanno fatto richiesta di partena-
parte degli studenti di tre licei riato all’Associazione: il Liceo
di Roma che hanno seguito il ginnasio “Orazio” (n.6 studen-
percorso di alternanza scuola- ti), il Liceo classico sperimenta-
lavoro presso la sede nazionale le “B.Russell”(n.22 studenti) e il
dell’Associazione. L’esperienza, Liceo “I.Kant”(n.10 studenti).
che come è noto sta acquistando Per quanto riguarda l’esperienza
un peso sempre più ragguardevole vissuta dagli studenti del Liceo
nel percorso di studi e nella valu- Orazio, ne affidiamo il resoconto
tazione per l’esame di maturità, al prof. Mario Carini, da tempo
ha visto la compagine dell’ANRP sensibile a portare avanti presso
impegnata per il terzo anno con- i suoi allievi la conoscenza della
secutivo a organizzare e seguire vicenda degli Internati Milita-
come tutor le attività degli stu- ri Italiani. Pubblichiamo inoltre
denti. L’ANRP non è un’Azienda alcune riflessioni degli studen-
produttrice di beni materiali, per ti, estrapolate dalle risposte date
cui, quando si è elaborato il pro- al questionario di valutazione,
getto, particolarmente mirato per compilato a fine anno come feed
contenuti culturali, si è dovuto back dell’esperienza vissuta. A
pensare a come impiegare la gio- seguire, le immagini di alcuni
vanissima “forza lavoro”, a come lavori che testimoniano il loro
inserirla armonicamente, per far spirito di osservazione sui conte-
sì che l’esperienza risultasse gra- nuti proposti e una certa efficacia
tificante dal punto di vista lavora- espressiva.
tivo ma nello stesso tempo, visto Il gruppo più numeroso e più
la “materia” fondante dell’ANRP, presente presso la sede dell’Asso-
avesse anche una forte valen- ciazione per numero di ore è stato
za dal punto di vista didattico quello del Liceo Russell, che ha
e formativo. Le attività propo- iniziato la sua esperienza il 13
ste si sono pertanto articolate su febbraio fino a concluderla l’8
tre “filoni”: STORICO - Guida maggio 2018 (per il giorno dell’i-
“peer to peer” al Museo “Vite di naugurazione del Museo “Vite
IMI. Percorsi dal fronte di guer- di IMI”, vedi liberi, n.5, maggio
ra ai lager tedeschi 1943-1945”; 2018, pp7-11). L’attivazione del
ARCHIVISTICO – Approccio percorso che prevedeva 70 ore,
con il database www.alboimica- è iniziata con un incontro prope-
duti.eu e www.lessicobiografi- deutico al quale hanno partecipa-
coimi.eu. Analisi documentazio- to gli studenti delle classi coin-
ne d’archivio e inserimento dati volte, i quali, insieme a una delle
anagrafici e biografici di IMI nel due loro docente tutor, la prof.
database; DOCUMENTARISTI- ssa Maria Antonietta Cimarelli,

16
CO - La biblioteca specialistica: hanno visitato il Museo, guidati
dalla catalogazione alla consulta- dalla curatrice, dott.ssa Elisabetta
zione. Come impostare una ricer- Lecco.
Alcune delle attività previste per
l’alternanza scuola-lavoro si sono
svolte presso la sede, con ora-
rio prestabilito (8.30-13.30); altre
attività di approfondimento sono
state portate avanti con orario
flessibile a Scuola o a casa.
L’ANRP si è resa disponibile,
mettendo a disposizione la pro-
pria esperienza, le proprie risor-
se umane, il patrimonio storico
archivistico e bibliografico, non-
ché la propria struttura, compreso
lo spazio espositivo, la sala confe-
renze, la biblioteca, le postazioni
informatiche e materiale di con-
sumo. Il tutto con oneri esclusiva-
mente a suo carico.
Gli studenti sono stati seguiti in
ciascuna fase da due tutor interni A seconda del filone scelto, diver- documento ed hanno elaborato
della scuola e dalla sottoscrit- sificate sono state le competen- il percorso storico didattico. A
ta, che si è avvalsa della colla- ze acquisite. Quelli del gruppo coronamento di questa riuscita
borazione delle dott.sse Federica “storico” in una prima fase del esperienza, il pomeriggio del 2
Sgargiali, Maria Elena Ciccarel- lavoro hanno osservato con molta maggio hanno fatto da guida ai
lo, Camilla Iafrate e Celeste Di attenzione i reperti del Museo, loro docenti e, successivamente,
Vuolo, presenti come tutor degli dai filmati di approfondimento l’8 maggio in occasione dell’i-
studenti nelle varie fasi dell’atti- agli oggetti e documenti espo- naugurazione, hanno illustrato le
vità svolta, soprattutto nel lavo- sti. Memorizzando i fatti storici sale del Museo agli illustri ospiti
ro di ricerca e di organizzazione e inquadrando gli avvenimenti intervenuti, tra cui l’Ambascia-
del materiale storico documen- cronologicamente, hanno potuto tore della Repubblica Federale
taristico finalizzato al progetto. acquisire conoscenze sulla poco di Germania, Susanne Marianne
Il riscontro degli studenti è stato nota vicenda degli Internati Mili- Wasum Reiner.
più che positivo. Tutti si sono tari Italiani, una storia che li ha Altrettanto positiva è stata l’e-
comportati educatamente, puntua- affascinati, tanto da cercare essi sperienza dei ragazzi del grup-
li, rispettosi nei confronti del per- stessi da soli sul web i contenuti po “documentaristico” che hanno
sonale dell’ANRP, dell’ambiente da approfondire. Hanno scattato operato presso la Biblioteca spe-
di lavoro e degli strumenti messi fotografie per fissare meglio le cialistica dell’ANRP, riconosciuta
loro a disposizione. caratteristiche peculiari di ciascun dal Ministero dei Beni e delle Atti-
vità Culturali - Polo IEI - Servizio
SBE IEI, operante, pur essendo
privata, in linea con quanto pre-
visto dal Manifesto UNESCO per
le biblioteche pubbliche. Seguiti
nella fase iniziale da Lauro Rossi
e Elisabetta Lecco, che hanno
illustrato loro elementi di base per
conoscere il lavoro in biblioteca e
la funzione delle biblioteche pre-
senti nel territorio italiano, hanno
effettuato loro stessi un controllo
incrociato sulla presenza o meno
di un congruo numero di volumi
di una bibliografia specifica sugli
IMI, sia nelle biblioteche on line
che in quella dell’ANRP. Cosa 17
utile e spendibile per il futuro di Liceo classico Immanuel Kant, con quelle presenti negli elenchi
studenti e ricercatori, hanno anche momento conclusivo del proget- in possesso dell’ANRP, inserite
imparato a citare correttamente un to avviato per l’a.s. 2017/2018 nell’Albo degli IMI e nel Lessi-
libro in una nota bibliografica. dall’ANRP con il partenariato co Biografico. Nell’Archivio di
Molto motivati sono stati anche dell’Archivio di Stato di Roma Stato i ragazzi hanno imparato
i quattro studenti del gruppo e della Sovrintendenza archivi- le principali pratiche di riordina-
“archivio”. Inizialmente sono stica per il Lazio. Oggetto prin- mento e ricondizionamento dei
stati seguiti singolarmente da cipale dell’attività svolta dagli documenti, oltre che a digitaliz-
ciascuna delle quattro operatrici studenti di Tor Pignattara è stata zare i documenti mediante foto-
addette all’inserimento dati, che la ricerca storico-archivistica, camera digitale e a metadatarli.
hanno loro insegnato a estrapolare attraverso la quale si sono voluti Presso l’ANRP, nell’arco di una
i dati anagrafici e biografici di identificare quei soldati origi- operosa mattinata, gli studenti
IMI da documentazione digitaliz- nari del territorio che dopo l’8 hanno confrontato i dati acquisiti
zata (fascicoli acquisiti presso il settembre del 1943 furono fatti con quelli eventualmente presenti
Ministero dell’Economia e delle prigionieri dai Tedeschi e inter- nel database, che sono stati inte-
Finanze), per poi inserirli nel data nati in Germania. Il punto di grati con ulteriori informazioni
base www.lessicobiograficoimi.it. partenza di tale ricostruzione anagrafiche e biografiche. Per i
In un secondo momento, anche storica è stato l’esame dei ruoli nominativi non ancora presen-
grazie alla fiducia dimostrata loro matricolari e delle liste di leva ti nel database, invece, è stata
dai tutor, i ragazzi hanno lavorato conservati nell’Archivio di Stato simulata l’immissione dei dati
autonomamente, attenti e precisi. di Roma (sede succursale di in ciascuna scheda, ovviamente
La nostra Associazione ha espres- Galla Placidia). Data la vastità senza convalida. La ricostruzio-
so apprezzamento per il percorso della ricerca, si sono posti dei ne di uno spaccato della storia
formativo che la Dirigenza dell’I- limiti spaziali (gli abitanti a Tor del quartiere e la valorizzazio-
stituto Russell e i suoi docenti Pignattara e zone limitrofe) e ne del suo patrimonio culturale
hanno avviato e che, non solo a temporali ( la classe del 1923). I hanno rappresentato un’impor-
nostro giudizio, ma anche secondo dati rilevanti per la ricerca sono tante opportunità di confronto fra
quanto affermato dai loro allievi, stati digitalizzati e metadata- ragazzi di origini diverse, un’oc-
ha dato ottimi risultati. A segui- ti, per divenire un patrimonio casione per promuovere ulterior-
re, alcune osservazioni elaborate comune della scuola, del quar- mente la coesione sociale in un
dagli studenti sull’esperienza vis- tiere e delle istituzioni coinvol- quartiere e in una scuola che si
suta e sulle competenze acquisite. te. In un secondo momento, si contraddistinguono per la multi-
Ultimo, ma non meno importan- sono confrontate le informazioni culturalità e la differenziazione
te, l’incontro con gli alunni del estrapolate dai ruoli matricolari sociale.

18
L’ESPERIENZA DEGLI STUDENTI
DEL LICEO ORAZIO PRESSO L’ANRP

di Mario Carini Anche le drammatiche e poco documentaristico (la biblioteca


conosciute vicende degli Internati specialistica: dalla catalogazione
Militari Italiani possono costituire alla consultazione. Come impo-
una proficua e istruttiva occasione stare una ricerca bibliografica) e
di Alternanza Scuola-Lavoro. quello archivistico (il “Lessico
L’anno scolastico 2017-2018 Biografico degli IMI”: dai dati
ha visto, infatti, alcuni studenti d’archivio alla loro digitalizza-
del Liceo ginnasio statale Ora- zione nel data base).
zio di Roma partecipare ad una Le ore di attività previste per
esperienza di Alternanza Scuo- studente sono state 50 (svolte
la-Lavoro presso la sede nazio- nel periodo gennaio-aprile) di
nale dell’ANRP (Associazione cui 30 presso la sede dell’ANRP
Nazionale Reduci dalla Prigionia, e 20 effettuate a casa e/o a scuo-
dall’Internamento, dalla Guerra la per attività di studio, ricerca
di Liberazione e loro familiari), e documentazione, e per la par-
in via Labicana 15/A. Al tirare tecipazione a incontri e/o con-
le somme possiamo concludere ferenze sugli Internati Militari
che questo percorso di Alternan- Italiani.
za Scuola-Lavoro con l’ANRP, La Prof.ssa Rosina Zucco, coor-
il primo che ha avuto luogo nella dinatrice del Dipartimento Cultu-
nostra scuola, si è rivelato, per i ra, Scuola e Memoria dell’ANRP,
ragazzi che lo hanno intrapreso, ha guidato gli studenti come tutor
una esperienza molto utile e for- esterno, il sottoscritto come tutor
mativa. interno. Continui sono stati tra i
Il titolo del progetto è stato: due docenti gli scambi di idee,
“La storia degli IMI (Internati informazioni e verifiche del per-
Militari Italiani) nei lager nazisti corso che gli studenti stavano
1943-1945 attraverso documen- svolgendo e questo ha agevola-
ti e testimonianze.” Il progetto, to il lavoro comune e prodotto

19
che ha alternato fasi a scuola e una collaborazione sinergica, con
fasi presso l’ente ospitante, si è una ricaduta positiva sull’attività
articolato su due filoni, quello degli stessi ragazzi.
Gli studenti partecipanti sono dando cenni storici sulle biblio- ri dell’ANRP, si sono impegna-
stati sei: quattro dell’ultima clas- teche in Italia e informazioni sui ti ad acquisire i dati biografici
se (Leonardo Lazzarini ed Elisa cataloghi di una biblioteca. Gli e anagrafici degli IMI, desunti
Staniscia della classe III A, Fede- studenti hanno così appreso gli dal materiale archivistico, e ad
rico Castellano e Andrea Pecoraro aspetti fondamentali della gestio- inserirli nelle schede predisposte
della classe III B) e due del terzo ne di una biblioteca, dalle forme nel data base. Questa attività di
anno di liceo classico (Lucre- di catalogazione più semplici al ricerca dei dati biografici ha rap-
zia Romana Belocchi e Raffaella sistema di catalogazione su SBN presentato per loro l’esperienza
Monaco della classe I B). Essi (pagina di schedatura, “cattura”). più emozionante e più ricca sul
hanno seguito i due percorsi di Sono stati guidati nella biblio- piano umano: dietro ogni foto-
lavoro, svolgendo il primo per- teca dell’ANRP e nella ricerca grafia, ogni nome, ogni numero
corso nella Biblioteca dell’ANRP, bibliografica sull’OPAC naziona- di matricola v’era la drammati-
che ha messo a disposizione stru- le, hanno appreso le modalità di ca storia di esperienze sofferte
menti informatici e materiale per stesura di una bibliografia (cono- nell’inferno dei Lager. Volti di
la ricerca bibliografica e per le scenze utilissime per lo svolgi- giovani militari e vite vissute

esercitazioni, e il secondo per- mento delle tesine sia al liceo che, grazie alla moderna tecnolo-
corso, quello archivistico, nella che all’università) e le modalità gia digitale, venivano finalmente
sala informatica con la guida dei di citazione di un’opera, libro o recuperate, sottratte alle nebbie
giovani ricercatori dell’ANRP. rivista. Le spiegazioni son state dell’oblio e illuminate dalla luce
Il percorso di lavoro in biblioteca accompagnate da apposite eser- della ricerca storica, anche ad
ha previsto vari momenti forma- citazioni, anche di scrittura di opera dei nostri giovani studenti.
tivi: la visita guidata al Museo recensioni e di ricerca di testi Ed è questo, a nostro giudizio,
“Vite di IMI. Dal fronte di guerra sugli IMI. il senso più bello dell’esperien-
ai lager tedeschi 1943-1945” alle- Il percorso di lavoro in archivio za di Alternanza Scuola-Lavoro
stito presso la sede dell’ANRP; (svolto nello stesso periodo del compiuta dagli studenti pres-
le osservazioni e la consegna da gennaio 2018) ha previsto l’illu- so l’ANRP: riuscire a dare un
parte del tutor Prof.ssa Zucco del strazione delle fonti e dei carat- volto, un nome e una storia alle
materiale storico documentaristi- teri peculiari e funzionali dei due migliaia di militari italiani che,
co sul Museo; una serie di incon- data base “Albo degli IMI Caduti combattendo la loro “Resistenza
tri in sede con il Prof. Lauro Rossi nei lager nazisti 1943-1945” e il senz’armi” ed esprimendosi per
LeBI - Lessico Biografico degli

20
per un approccio alle principali il NO alle richieste di collabora-
informazioni editoriali. Il Prof. IMI. I ragazzi del Liceo Ora- zioni con i tedeschi e i fascisti,
Rossi ha intrattenuto i ragazzi zio, guidati dai giovani operato- scrissero una pagina di alto valo-
re etico. La ricerca dei ragazzi, vola, del giornalista Paolo Brogi, tutor Prof.ssa Rosina Zucco, in
al di là degli obiettivi e delle del vicepresidente dell’ANPI - questo progetto di Alternanza
competenze attese, ha permesso Roma Valerio Bruni, dello sto- Scuola-Lavoro:
loro di ricondurre concretamen- rico Augusto Pompeo, dell’ex - educare i giovani a una cittadi-
te alla realtà storica, dal mito e combattente del Corpo Volonta- nanza attiva, a riflettere sui fatti
dalle nebbie del passato, tante ri della Libertà Rodolfo Lai; il storici del passato, a costruire
vite di giovani militari che com- 26 gennaio, la Mostra “Internati valori positivi per viverli nel pre-
batterono senz’armi, ma con la Militari Italiani - IMI. - La vita sente e proiettarli nel futuro;
forza di un’incrollabile volontà, nei lager nazisti: dipinti, disegni - sensibilizzare i giovani alla sto-
la loro battaglia contro la fame, il realizzati dai Militari italiani”, ria del Secondo conflitto mondia-
freddo, le malattie, le privazioni, con 50 quadri e 60 pannelli espo- le e alle drammatiche conseguen-
la solitudine e le vessazioni degli sitivi, presso il Comando della ze dei totalitarismi;
aguzzini nazisti. Legione Allievi Carabinieri in - formare i giovani studenti all’u-
Altre attività ed eventi a cui via Carlo Alberto dalla Chiesa n. tilizzo pratico di molteplici stru-
hanno partecipato i ragazzi nel 3, Roma; il 21 febbraio, l’inaugu- menti della comunicazione per

loro percorso di Alternanza razione della Mostra “Italia-Ger- la ricerca storica e l’approccio a
Scuola-Lavoro, da soli o accom- mania: insieme per una politica fonti archivistiche e a testimo-
pagnati dal tutor Prof. Mario della memoria”, presso la sede nianze.
Carini sono stati: il 22 gennaio, nazionale dell’ANRP, alla pre- Queste le competenze professio-
la conferenza del Prof. Luciano senza del Presidente dell’ANRP nali e comunicative attese: con-
Zani, ordinario di Storia Con- Prof. Enzo Orlanducci, dei rap- sapevolezza dei valori umani e
temporanea presso la Sapienza, presentanti del Ministero degli civili che emergono dalla dram-
Università di Roma, sul tema: Affari Esteri di altri esponenti matica vicenda degli IMI, inqua-
“I militari italiani prigionieri in dell’ANRP e dei rappresentanti drata da un punto di vista storico;
Germania nella seconda guer- dell’Ambasciata di Germania a capacità di lettura, comprensione
ra mondiale” (Aula Magna del Roma. e fruizione delle testimonianze
Liceo Orazio, ore 15,00-17,30); Momenti di verifica comune del diaristiche e memorialistiche
il 24 gennaio, il Convegno tenuto lavoro svolto sono stati organiz- degli IMI; capacità di comuni-
presso la Casa della Memoria e zati a scuola con il tutor interno cazione e interpretazione delle
della Storia sul tema “La depor- nei giorni 14 febbraio, 28 marzo, informazioni raccolte sugli IMI,

21
tazione dei Carabinieri romani 27 aprile. anche con l’uso di strumenti
nei lager nazisti”, con interventi Schematicamente enunciamo gli informatici, per archiviarla in
della Prof.ssa Anna Maria Casa- obiettivi prefissati, assieme alla modo chiaro ed efficace nella
piattaforma del Lessico biogra- mo imparato una parte di storia vista didattico in quanto il periodo
fico degli Internati; competenze italiana che solitamente viene tra- storico che riguarda la storia degli
nell’uso del linguaggio speciali- scurata dal programma scolastico. IMI (‘43-‘45) è incluso nel pro-
stico di ambito storico. Mi è piaciuto scoprire che, duran- gramma scolastico e svolgere un
Gli studenti hanno messo a frut- te una guerra in cui l’Italia ha approfondimento di questo tipo
to le letture assegnate, tra cui i mostrato il peggio di sé, molti dei mi ha aiutato ad avere una visione
diari degli IMI Serafino Clementi nostri avi hanno mostrato corag- complessiva e di ampio respiro
e Ugo d’Ormea, pubblicati sui gio e determinazione. Ho scoperto sul periodo storico in questione.
“Quaderni del Liceo Orazio”, e quindi una parte della storia del In particolare durante la catalo-
alcuni articoli di Odoardo Ascari mio paese di cui posso andare gazione dei documenti abbiamo
e Claudio Sommaruga, e hanno fiero. L’ambiente in cui siamo dovuto utilizzare e migliorare le
prodotto alcune presentazioni in stati inseriti poi è stato tranquillo nostre conoscenze geografiche, in
Power Point. Lucrezia Romana ed ha permesso un regolare svol- quanto era necessario e fonda-
Belocchi e Raffaella Monaco gimento del lavoro. Dopo il primo mentale individuare la collocazio-
(classe I B) in Storia di un IMI giorno ho subito iniziato ad abi- ne dei lager nel territorio occupa-
sconosciuto hanno commentato tuarmi al ritmo di lavoro e a capi- to dalla Germania nazista. Alcuni
i disegni che illustrano momenti re dove inserire i dati che trovavo. nomi sono rimasti impressi come
della vita degli internati, opera Sebbene non mi abbia trasmesso per esempio il campo di Sandbo-
di un anonimo IMI e recente- alcuna passione per un qualche stel oppure quello di Wietzendorf.
mente rinvenuti in un vecchio lavoro è stata comunque un’al- Ho imparato anche a distinguere
album fotografico; Leonardo Laz- ternanza interessante e alla quale nello specifico il sistema di pri-
zarini ed Elisa Staniscia (classe ho partecipato volentieri. Ciò che gionia nazista in quanto come ci è
III A) in L’arte nei lager nazisti, questa esperienza mi ha dato è stato fatto notare fin da subito, la
hanno commentato pitture e dise- una pagina di storia italiana di cui maggior parte degli IMI non era
gni degli IMI, tra cui le opere ignoravo l’esistenza.” Ed ecco le destinata ai campi di sterminio ma
del Maestro Tomadini; Federi- riflessioni di Leonardo Lazzarini: ai cosiddetti Stammlager (truppe
co Castellano e Andrea Pecora- “Durante l’anno scolastico 2017- semplici) e Oflag (ufficiali), cioè
ro (classe III B) nel loro Power 2018 ho svolto alternanza scuola campi appositamente progettati
Point Il rientro in patria degli IMI lavoro alla sede dell’ANRP, in un per lo sfruttamento di manodo-
hanno sintetizzato le vicissitudini periodo compreso tra gennaio e pera e non per lo sterminio pre-
che dovette affrontare i militari fine febbraio, ma altri incontri si meditato. Dunque le conoscenze
italiani al rientro in patria: ignora- sono svolti anche a scuola. L’ente apprese durante l’intero percorso
ti, misconosciuti, e anche mortifi- ospitante si occupa di raccogliere mi sono state d’aiuto per quanto
cati da quella Patria in nome della dati sulla storia degli IMI e sugli riguarda la parte del program-
quale avevano saputo affrontare i IMI stessi; inoltre l’ANRP ha fre- ma scolastico inerente a questo
più duri sacrifici in una terra stra- quenti rapporti con la Germania discorso. Svolgendo il mio com-
niera e nemica. con la quale ha avviato una stretta pito ho avuto direttamente acces-
Lasciamo da ultimo la parola a collaborazione per raccogliere più so alle risorse dell’azienda come
due dei nostri ragazzi, che nelle informazioni possibili. La sede per esempio computer aggiornati
relazioni finali hanno saputo ben è provvista di una biblioteca ben e la biblioteca in cui cercare il
cogliere la positività di questa fornita, di una mostra che riguar- materiale per il lavoro. Ho scelto
esperienza per loro nuova e coin- da sia la storia italiana durante il il percorso qui citato perché ho
volgente. Ecco la relazione di biennio 43-45, sia la vita quoti- interesse alle vicende dei militari
Federico Castellano: “Duran- diana degli IMI nei lager nazisti, italiani durante la Seconda guerra
te l’alternanza presso 1’ANRP e di una sala conferenze. Il mio mondiale e nel complesso le mie
abbiamo lavorato all’inserimento compito era quello di analizzare e aspettative non sono state delu-
dei dati di molti internati nel data catalogare i documenti riguardan- se in quanto l’argomento è stato
base, utilizzando la banca dati. ti i singoli prigionieri. Durante lo trattato non in modo superficiale
Abbiamo quindi svolto un lavoro svolgimento della mansione ero ma con numerose spiegazioni e
semplice e inoltre “accompagna- costantemente seguito ed aiutato puntualizzazioni.” Da parte nostra
to”. Più che per l’esperienza lavo- da alcuni dipendenti dell’Asso- auspichiamo che questa esperien-
rativa, questa alternanza è stata ciazione che di solito svolgono za di Alternanza Scuola-Lavoro
utile e interessante soprattutto questo compito. Il percorso è stato possa essere felicemente ripetuta
per l’argomento trattato. Abbia- molto utile anche dal punto di anche il prossimo anno scolastico.
LA VOCE DEGLI STUDENTI
DEL LICEO “RUSSELL”
Diamo voce, nelle pagine a seguire, agli studenti del Liceo Russell che hanno espresso con grande
sensibilità quanto appreso attraverso la loro esperienza storico-didattica. È una sintesi delle loro
personali riflessioni, in cui si leggono oltre alle competenze acquisite, anche emozioni, sentimenti,
valori etici recepiti di fronte alla storia e alla memoria.

Questa esperienza ci ha consentito di acqui- Quest’attività ha contribuito molto alla


sire nuovi termini, ampliare il nostro baga- nostra crescita culturale, perché abbia-
glio culturale in parallelo alle conoscenze mo appreso quanto fosse difficile vive-
apprese a scuola e inoltre abbiamo imparato re in quell’epoca, attraverso le lettere
a lavorare in gruppo, interagendo e rappor- scritte dagli internati.
tandoci con un pubblico adulto. In questo modo, abbiamo capito quanto
In conclusione questo percorso ci ha lasciato fossero importanti per i prigionieri poi-
delle sensazioni belle, toccanti, che ci hanno ché rappresentavano l’unico strumento
fatto riflettere e realizzare la fortuna che per comunicare con i loro cari.
abbiamo avuto nel vivere in un Italia in pace. Molto spesso entravamo nei panni delle
I giovani IMI, paragonati a noi, hanno dimo- vittime e ciò ci faceva riflettere ancora
strato un coraggio un attaccamento alla di più, su quanto siamo stati fortunati
patria e tanti altri valori che al giorno d’oggi ad essere nati in un’epoca in cui pace
sono andati persi o comunque non sono più e democrazia regnano sovrane e non
valorizzati come un tempo”. (Alessia Men- sono minacciate da guerre imminenti.
goni e Lucrezia Anzivino, III P) (Samuele Fulli e Lorenzo Minni, III L)

Il contenuto delle sale del Museo ci Il luogo di lavoro mi è piaciuto, sia


ha fatto capire com’è semplice a volte per come era organizzata la struttura,
trovare rifugio nelle piccole cose, come che ho trovato ben messa e funziona-
una lettera o un disegno e come questi le, sia per le persone lì presenti, che
IMI fossero forti più che fisicamente, ho trovato gentili e disponibili.
mentalmente. Le giornate in cui abbiamo dovuto
Noi abbiamo avuto la fortuna di poter catalogare i libri le ho trovate un po’
leggere alcune lettere che sono state pesanti, soprattutto la prima, perché
inviate dai soldati alle loro famiglie e il lavoro era lungo e bisognava essere
abbiamo capito quanto fosse difficile attenti nel controllo dei libri sull’O-
per loro nascondere la sofferenza che PAC, ma alla fine sono state diverten-

23
si portavano dietro. (Laura Giachini e ti. (Giacomo Del Gracco e Benedetta
Carolina Vecchia, III L) Reina, III P)
Nel progetto di alternanza
scuola-lavoro, ci siamo dedica-
te all’archivio e all’inserimento
dati nel database.
All’inizio del nostro percorso,
siamo state affiancate, insieme
ad altri due ragazzi della 3^ L,
da quattro esperte che si sono
occupate di spiegarci, passo per
passo, il lavoro che avremmo
dovuto svolgere. (Giada Porrone
e Giorgia Tornese, III P)

Gli IMI possono essere per noi


un esempio. Un esempio di cam-
biamento e di sacrificio per uno
scopo che possa migliorare il
nostro modo di vivere e possa
permetterci di prendere in mano
le nostre vite e smettere di far
finta di niente. Perché anche se
il loro NO non ha interrotto la
guerra, è stato un tassello che ha
permesso di concluderla”. (Sil-
via Costanza Maglio, III P)

Il compito assegnatomi mi ha
caricato di responsabilità, dal
momento che qualsiasi lavoro in
team ti rende responsabile anche
del successo del lavoro altrui;
ma, al contempo, mi ha riempito
di orgoglio in quanto personal-
mente ho dovuto aprire, per così
dire, i lavori ed ho per prima
introdotto gli ospiti alla visita
del museo. (Flavia Simonelli,
III P)

A parer mio quest’esperienza ci


ha resi in grado di dividerci
compiti e nozioni, saperli studia-
re ed integrare ad altri testi, che
indubbiamente è un’abilita che
ci servirà in futuro.
Poi ci ha reso capaci di control-
lare le nostre emozioni e non
farci sovrastare da queste ulti-
me nei momenti sia positivi che
negativi”. (Elisabetta Campolo,
III P)
Collaborare con questa associa-
zione è stato per noi molto for- Abbiamo capito che il
mativo, perché ci ha permesso mondo del lavoro è fatto di
di migliorare dal punto di vista collaborazione e rispetto,
dell’esposizione e di approfondi- di responsabilità e impe-
re la vera storia, interagendo con gno, dove la puntualità e
chi realmente ha vissuto sulla la precisione sono qualco-
propria pelle la terribile espe- sa di estremamente impor-
rienza della guerra. (Sofia Reale tante. (Giulia Colangeli e
e Erica Vitaterna, III L) Federica Lecce, III L)

Mi posso considerare fiero


del lavoro svolto in questi
mesi che ci ha portato ad una
crescita personale, ad una
maggiore consapevolezza sul
valore di questi nostri eroi
Italiani di cui prima non era-
vamo a conoscenza”. (Tom-
maso Roccasalva, III P)

“È da poco ormai finita la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoro presso l’appena inau-
gurato Museo degli IMI. Più che esperienza ci piacerebbe definirla un’avventura!
Un’avventura tra corridoi pieni zeppi di storia del nostro paese, tra teche che proteggono e
custodiscono reperti autentici appartenuti ai nostri eroi nazionali.
Siamo riusciti subito a formare immediatamente un gruppo di lavoro compatto, ricco di ener-
gia ed è nato tra noi ragazzi quel senso comune di appartenenza, quell’inaspettato patriotti-
smo, oramai perduto tra l’implacabile superficialità di una società alienata dalla pigrizia e dal
menefreghismo.
I numerosi incontri, oltre a renderci più uniti, sono serviti come preparazione per il temutissi-
mo test finale, cioè guidare e presentare all’inaugurazione il museo, aperto al pubblico, con la
partecipazione di ambasciatori e televisione nazionale. Ci siamo organizzati, ci siamo divisi
il lavoro e abbiamo studiato, ci siamo impegnati al meglio per regalare al pubblico una visita
guidata di tutto rispetto.
Ci teniamo a dire come quest’avventura ci abbia regalato una nuova visione del futuro.
Già, sembra paradossale parlare di futuro in un luogo che si basa sul passato, ma è proprio
grazie a questo gioco di contrari che questo pensiero ha preso forma tra di noi. Non a caso,
infatti, la scelta da parte dell’ANRP di avvalersi di questo progetto e quindi di accettare che
dei ragazzini presentassero una Mostra di tale importanza è stato vincente.
Per un po’ abbiamo vissuto nel passato, tra i reperti di guerra, tra le testimonianze di soldati
italiani e, respirando tutto, ciò abbiamo capito come sia fondamentale non far riaccadere eventi
di tale tragicità, e di come gli unici in grado di fare ciò siamo noi.
Una generazione pigra in una società alienata... insomma dei buoni a nulla, ma capaci di tutto!
(Giordano Bigari e Andrea Scoscina, III L)
25
FATTI
& PERSONE
PER NON DIMENTICARE
a cura di Gisella Bonifazi

LI RIPORTEREMO A CASA IN MONFERRATO


Sabato 8 settembre, data altamente simbolica: l’anniversario dell’Armistizio
e del “tutti a casa”, presso la sede del Ronzone del Collegio dei Geometri di
Casale Monferrato (AL), su iniziativa di Andrea Desana, dirigente nazionale
dell’Anrp e figlio dell’IMI (Internati Militari Italiani) casalese Paolo, è stato
costituito il Comitato “Li riporteremo a casa in Monferrato”, che ha come
scopo il rimpatrio del maggior numero di salme dei trentun IMI di origine
monferrina tuttora sepolti in cimiteri militari della Germania (Amburgo,
Monaco di Baviera e Francoforte sul Meno) e soprattutto la realizzazione di
un famedio a loro dedicato presso il cimitero di Casale Monferrato, che potrà
ospitarne le salme al rientro. Presidente del Comitato è stato nominato lo stesso
Andrea Desana, vicepresidente Giovanni Spinoglio, presidente del Collegio
Geometri di Casale, tesoriere Gianni Ravera, presidente della sezione Alpini
di Casale, segretaria Simona Cici con consigliere Germano Carpenedo, presi-
dente del Comitato Antifascista di Casale, revisore dei Conti Alberto Riccio,
poi Gabriele Farello, Presidente dell’Anpi di Casale, quindi Giorgio Milani, Enrico Bruschi, Paolo Tofanini e Giorgio
Laurenti. Sono inoltre soci costituenti: Severino Scagliotti e Stefano Bonzano, che ha donato una propria opera (nella
foto qui sopra) raffigurante una testa di fili di bronzo microsaldati da cui nascono tanti piccoli volti a significare il riap-
propriarsi della propria identità da parte degli Imi. Desana ha voluto raccontare, con lo spettacolo teatrale “No! Storia
di un Internato Militare” andato più volte in scena anche nelle scuole e con il libro “Il No al lavoro li ha resi liberi”
edito dall’Anrp, la storia di suo padre, oltre 22 mesi di prigionia, dal 1943 al 1945, in tredici campi di concentramento
nazisti, tra cui Colonia.
È stato il consigliere nazionale e responsabile del Piemonte dell’Anrp, Andrea Parodi, a fornire, grazie all’Albo IMI
Caduti nei lager nazisti realizzato e costantemente aggiornato dall’Anrp, i nominativi degli IMI ancora sepolti in Ger-
mania ed ora è lo stesso Parodi, visto l’importante e mai avvenuto prima d’ora coinvolgimento di varie associazioni e
pubbliche amministrazioni locali su questo tema, a suggerire di iniziare a pensare, in caso di favorevole ritrovamento
di parenti, di organizzare un importante “rientro collettivo”.
Da queste e altre manifestazioni ha avuto origine una collaborazione molto stretta e concreta tra rappresentanti
dell’Anrp, dell’Anpi di Casale e della locale sezione dell’ANA al fine di porre in atto tutta una serie di ricerche ana-
grafiche nei diversi comuni monferrini per individuare parenti dei 31 IMI sepolti in vari cimiteri militari d’onore in
Germania. Ad oggi ne sono stati identificati diciassette.
L’intento è quello di ottenere il duplice scopo di far riaccendere i riflettori sulla vicenda degli IMI e dare giustizia e
riconoscimento a quei giovani allora
ventenni che, con le loro scelte, pose-
ro le basi dell’odierna democrazia.
Intanto Andrea Desana e Andrea
Parodi continuano a diffondere la
vicenda storica degli IMI in diverse
sedi ed occasioni: l’ultima di queste
è stata a Canelli, presso la Biblioteca
“Monticone”, in un incontro dove
è stato ricordato Tomaso Scaglione,
compagno di lager di Paolo Desana in
particolare di Sandbostel e di Colonia,
per il quale è stato chiesto un pubblico

26
importante riconoscimento come l’in-
titolazione di una via cittadina.
INAUGURATA A PREMOLO LA MOSTRA “VOCI
SEPOLTE NELL’OBLIO DELLA MEMORIA”
A Premolo, ospitata dall’albergo Alprimolus, è stata inaugurata nel mese di agosto
la Mostra “Voci sepolte nell’oblio della memoria”, dedicata agli internati militari
italiani.
“La Mostra è presente in questo comune - ha spiegato Maurizio Monzio Com-
pagnoni, referente dell’Anrp per la Valle Seriana -, in quanto Premolo, come la
totalità dei paesi della provincia bergamasca, ha avuto decine di militari e civili
deportati e internati nei lager tedeschi”.
La realizzazione della Mostra, composta da pannelli, alcuni dei quali riguardano nello specifico la realtà di Premolo, permette
di ripercorrere un’importante pezzo di storia del piccolo comune dell’alta Val Seriana ed è frutto di una preziosa collaborazio-
ne con l’Amministrazione comunale e il Gruppo alpini locale.
Presenti all’inaugurazione il Sindaco Omar Seghezzi, il capogruppo degli Alpini Marco Titta, il coordinatore Diego Morsta-
bilini e numerosi parenti degli ex internati. Tra i deportati “illustri” di Premolo, don Antonio Seghezzi deceduto a Dachau e
Giovanni Battista Trussardi, classe 1912, deceduto nel 1945, anch’egli in un lager tedesco.
Maurizio Monzio Compagnoni, trevigliese d’origine ma residente a Gazzaniga, da quando ha conosciuto le vicende del suo-
cero Giuseppe Gelmi, classe 1907, si è impegnato a rintracciare gli internati militari e civili nei campi di lavoro e nei lager te-
deschi bergamaschi. Gelmi, dopo l’8 settembre 1943, venne internato nel campo di lavoro Stammlager III A di Luckenwalde,
deportato in Germania come migliaia di altri militari e civili bergamaschi e italiani le cui storie sono state spesso dimenticate.
“Ho pensato che non fosse giusto - ha dichiarato Compagnoni - lasciarle cadere nell’oblio, senza neppure un grazie. In tre
anni di ricerche, in gran parte all’Archivio di Stato di Bergamo, ma anche in altri archivi come quello dell’Ospedale Militare
di Daste, l’ex Clementina, dove i militari bergamaschi furono ricoverati al ritorno dalla prigionia, grazie alla collaborazione
di diverse persone, alcune appartenenti alle amministrazioni comunali e agli uffici anagrafe il cui lavoro è indispensabile e
preziosissimo, siamo riusciti a portare a buon fine un migliaio di richieste. Dai documenti gelosamente conservati risulta che
essi erano schiavi, senza orario di lavoro e con scarso cibo. Quello che traspare dalle carte è però un grande senso di umanità.
In primis, verso i propri compagni. Poi il solido legame con la famiglia: tutti scrivevano a casa chiedendo ai parenti di inviare
cibo e vestiti. Infine, la fede. Ogni quattro, cinque pagine viene citata la Madonna. I soldati domandavano alle proprie famiglie
di recarsi nei santuari della Bergamasca a pregare per loro”.

PERCORRE L’ITALIA A PIEDI CON IL TRICOLORE


Partendo da Bolzano e portando il Tricolore in 43 comuni, Pasquale Trabucco è giunto a Roma nel pomeriggio
di lunedì 9 luglio, dopo aver percorso oltre 1750 km a piedi, da un capo all’altro della penisola. 58 anni, romano,
ufficiale dell’esercito in congedo, lo scorso 22 maggio si è messo “in cammino per l’Italia”. La realizzazione
di un sogno fatto sette anni fa, con l’obiettivo di rendere omaggio a tutti coloro che parteciparono alla Grande
Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla fine.
Dopo un’accurata preparazione fisica (Pasquale non si è allenato soltanto a camminare fino a venti chilometri
ogni giorno, ma ha anche fatto scendere il suo peso al di sotto dei sessanta chili, seguendo una tabella compilata
in base a studi scientifici e osservando una rigorosa dieta), il sogno è finalmente diventato realtà. Le tappe sono
state segnate dalla deposizione di un omaggio floreale al monumento ai
Caduti presente in ciascun paese di arrivo; ogni giorno ha percorso circa
quaranta chilometri, indossando una maglietta con i colori della bandiera
italiana.
Il viaggio di Pasquale è iniziato precisamente a Predoi, in provincia di
Bolzano e si è concluso a Portopalo di Capo Passero in provincia di Sira-
cusa: ha preso poi un aereo diretto a Roma e all’Altare della Patria ha reso
omaggio al Milite Ignoto.
Un’ultima firma sulla bandiera tricolore che portava con sé, dopo quelle
degli amministratori e dei cittadini che ha incontrato durante il suo lungo
viaggio, è stata apposta dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi.

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“E’ stato un viaggio importante, con un esito superiore alle aspettative, un
viaggio completo che mi ha trasmesso molto” ha commentato Trabucco.
NON
SOLO LIBRI a cura di Maria Elena Ciccarello

MEMORIA LETTERARIA DELL’INTERNAMENTO


Non è facile sintetizzare gli versità di Perugia.
innumerevoli spunti storico E’ stato un confronto ad alto
letterari emersi dall’incon- livello che ha messo a fuoco la
tro tenutosi il 26 settembre poliedrica realtà della memo-
presso la sala conferenze rialistica dell’internamento.
dell’ANRP per presentare “L’antologia di brani selezio-
il volume di Enrico Meloni nati da Meloni - come eviden-
“Del nostro caos e della soli- ziato Enzo Orlanducci nella
tudine. La memoria letteraria sua presentazione al volume
dell’internamento dei milita- - accoglie l’estrema varietà di
ri italiani nei lager nazisti”. esperienze, situazioni, senti-
Dopo il saluto del presidente menti e stati d’animo di quanti
dell’ANRP Enzo Orlanducci, vollero continuare ad affer-
di fronte a un qualificato pub- mare la propria coscienza di
blico, si sono susseguiti gli sé, del proprio essere uomi-
interventi dei relatori coordi- ni, nonostante l’alienazione di
nati da Luciano Zani, docente quel mondo fuori dal mondo
di Storia contemporanea alla che era l’universo concentra- interiormente vissuta o fisica-
Sapienza Università di Roma. zionario. Una letteratura che, mente percepita, con tutte le
Le argomentazioni sono state come la musica, l’arte e tante sue articolate sfaccettature.
affidate ad Agostino Bistarel- altre forme espressive utilizza- Come è stato più volte sot-
li di Storia contemporanea, te dagli internati, rispondendo tolineato, molto si è scritto
Luigi Cajani di Scienze Uma- all’esigenza di sopravvivenza sull’efficacia terapeutica della
nistiche e Francesco Muzzioli spirituale, divenne strumento scrittura, soprattutto quella
di Critica letteraria e letteratu- terapeutico”. prodotta in tempo reale, come
re comparate, anche loro tutti Negli interventi che si sono i numerosi diari in cui veni-
e tre docenti della Sapienza, e susseguiti, la tematica trattata va oggettivato con semplici,
a Fabrizio Scrivano, docente da Meloni è stata sezionata in stringati appunti o con testi
di Italianistica presso l’Uni- modo capillare e critico nel più ricchi di particolari il vis-
senso etimologico della paro- suto quotidiano; una scrittura
la, per evidenziare le peculiari a cui seguiva l’elaborazione
caratteristiche che distinguono interiore, utile per affrontare
i testi scelti dall’autore. Quel- con maggiore consapevolezza
lo che li caratterizza, infatti, la sconosciuta e drammatica
è il loro registro linguistico realtà del giorno successivo.
volutamente elevato rispetto La maggior parte di queste
ad altri testi più colloquiali, produzioni scritte non ha vel-
come pure il ritmo del perio- leità letterarie, anche se attra-
dare sintatticamente comples- verso la loro lettura si può
so, le mirate scelte lessicali, cogliere uno spaccato sociolo-
attraverso le quali ciascuno gico della cultura e della sen-
scrittore ha inteso accompa- sibilità di ciascun internato.
gnare il lettore nella realtà che “Il diario è soprattutto cono-
sta descrivendo. Una realtà scenza di sé che in condizioni
estreme di dolore o di pericolo diario è stato pubblicato nel
diventa fonte di forza, di vita, 2009 da Luciano Zani nel suo
di senso”. Così scrive Luciano libro “Resistenza a oltranza:
Zani nella sua introduzione al storia e diario di Federico Fer-
volume di Meloni, prendendo rari, internato militare italiano
come esempio emblematico in Germania”.
il diario di Enrico Zampet- Interessante è stata l’analisi
ti, internato nello Straflager di Francesco Muzzioli, autore
di Colonia, che scrive la sua della postfazione del volu-
testimonianza sotto forma di me, che ha messo in eviden-
una lunga lettera alla fidanzata za come la ricerca di Enrico
Marisa. Un diario, quindi, che Meloni si muova tra storia
si impone per una scrittura e letteratura, scavando sulla
“letterariamente pregevole”, particolarità psicologica degli
una sorta di ponte verso quei IMI non solo durante la pri-
testi di narrativa e di poesia gionia, ma anche nel difficile
che sono il tema del lavoro di reinserimento dopo la guerra.
Meloni. Come raccontare un tempo in condizioni tragiche, dove
Il titolo del saggio, come ha sostanzialmente immobile? l’esistenza è ridotta alla mate-
spiegato l’autore, è la cita- La vita quotidiana nel lager rialità dei bisogni primari.
zione di un endecasillabo di non si prestava all’epica e Ironia che emerge soprattutto
Giorgio Chiesura, uno dei al trionfalismo. Il ricorso al nelle memorie a posteriori, il
versi finali de “Il confine”, linguaggio della poesia è un cui compito etico è quello di
capitolo conclusivo del poema espediente per lavorare sulla una verità da testimoniare.
narrativo “La zona immobi- riflessione e sullo scavo psico- Gli interventi dei relatori si
le”, dove il termine “solitu- logico. Inoltre il vantaggio del sono alternati a momenti di
dine” è probabilmente quello testo poetico è il poco spazio dialogo con l’autore e, in fase
più ricorrente nella letteratura di cui ha bisogno. Altra singo- conclusiva, a numerose sol-
e nella memorialistica degli lare indicazione emersa dalla lecitazioni provenienti dal
IMI, dopo la parola “fame”. lettura dell’opera di Meloni pubblico che ha apprezzato
Nell’ambito della ricerca, i riguarda l’ironia e l’umori- la valenza culturale dell’in-
momenti principali dell’espe- smo, utili forme di difesa pur contro.
rienza degli IMI sono stati
filtrati attraverso le parole di
romanzieri e poeti come Ore-
ste Del Buono, Giovannino
Guareschi, Giorgio Chiesura,
Mario Rigoni Stern, Roberto
Rebora, Tonino Guerra, Pietro
Sissa, Renzo Biasion, Ales-
sandro Natta. A questo gruppo
si aggiungono quelli di secon-
da generazione, come Franco
Buffoni e Sebastiano Vassalli,
nonché memorialisti, scrittori
e poeti per lo più “occasiona-
li”, che hanno comunque pro-
dotto testi di discreta e buona
qualità per contenuti e forma,
come Federico Ferrari, il cui
LA SCIARPETTA ROSSA

Guerrino Moretto, classe Il tono del libro è colloquia- mone, Guerrino non tenta
1918, ha cento anni al mo- le e composto. Nessuna re- neppure di indorare la pil-
mento della pubblicazione torica, nessun trionfalismo lola, sbattendoci in faccia
dell’ultima versione del suo né vittimismo. Quando, di ogni particolare, pur sen-
diario di guerra e di prigio- rado, c’è qualcosa di bello o za indugiare troppo come
nia. piacevole da ricordare, non farebbe uno scrittore o un
Nel settembre del 1943 è sta- risparmia dettagli o battute giornalista.
to internato a Königsberg nel tanto da strapparci un sor- Il diario si conclude con il
campo di Stablack dove è ri- riso. rientro a casa e la domanda
masto fino alla liberazione Viceversa, per quanto di che forse la maggioranza
nel maggio del 1945. crudo o drammatico è ac- degli italiani si son fatti “la
“La sciarpetta rossa” è un li- caduto o ne è stato testi- guerra è finita?”.
bro estremamente scorrevole,
di facile comprensione e vo-
lutamente senza inutili ricer-
catezze linguistiche. A tutti
gli effetti è strutturato come
un diario appena rielaborato
per adeguarlo alle ovvie esi-
genze di pubblicazione.
Ci racconta le vicissitudi-
ni che Guerrino Moretto ha
passato dai giorni immedia-
tamente antecedenti alla cat-
tura fino alla liberazione.
Si va da semplici aneddoti,
l’effetto di maggiore appe-
tito provocato da un pasto a
base di succulenti patate, a
storie molto più complesse o
drammatiche, come gli spo-
stamenti verso Danzica nel
febbraio del 1945 in condi-
zioni assolutamente precarie
(tanto per i prigionieri quan-
to per i tedeschi) e al limite
della sopportazione umana.
Il titolo del libro prende
spunto proprio da quel fat-
to, quella sciarpetta rossa,
ricordo di una notte passata
fra una ventina di persone in-
torno a un fuoco. Una notte
durante la quale Guerrino ha
trovato calore umano fra le
braccia di una donna. Il mat-
tino dopo, in segno di affetto,
gli legò al collo una piccola
sciarpetta, che non ha mai di-
30 menticato.
QUADERNI DEL LICEO ORAZIO N. 8

Curato da Mario Carini, è uscito l’ottavo numero dei Quaderni del Liceo Orazio,
ove vengono raccolte e recuperate fonti e memorie relative alla storia dell’Italia
durante la seconda guerra mondiale.
In particolare in questo numero si parla del Capitano Francesco Arpini, internato
a Wietzendorf. Nel volume viene pubblicato anche il suo diario scritto in modo
dettagliato e impeccabile. In queste pagine Arpini non si limita a raccontare quanto
avvenuto giorno per giorno, ma riporta sue riflessioni (a tratti anche di natura “poli-
tica”) e considerazioni non soltanto sulla prigionia ma sulla condizione italiana in
generale in quegli anni.
Il volume è arricchito da un’ampia sezione di note esplicative, fotografie e riprodu-
zione di lettere e documenti, che si aggiungono ai lavori di storici e professori fra
cui Luciano Zani, ordinario di storia contemporanea all’Università Sapienza di Roma e Consigliere dell’ANRP, con
il suo discorso “I militari italiani prigionieri in Germania nella seconda guerra mondiale” pronunciato il 10 febbraio
2017 nell’Aula Magna dell’Istituto Orazio.
Il Quaderno contiene anche lavori ed elaborati realizzati da alcuni studenti sotto la supervisione dei docenti.
Nel complesso un libro interessante, a tratti anche molto approfondito, ben realizzato e con il merito di aver dato
modo ai ragazzi di esprimersi e cimentarsi in esperienze di lavoro concrete che non mancheranno di arricchire il loro
bagaglio di conoscenze.

VERSO CASA
Angela Righetti, la nuora di un IMI, dopo aver ritrovato un piccolo diaro e diverse lettere di
Enzo Battolla (classe 1921) ha deciso di raccogliere il tutto in libro, per non disperdere quelle
che sono le esperienze, le memorie e gli avvenimenti storici che ha vissuto suo suocero.
Ci si trova così fra le mani un vero e proprio “documento”, anche più di altre pubblicazioni
di questo genere.
Poche annotazioni, ai giorni d’oggi forse apparentemente prive di valore come ad esempio:
“Doccia. Niente da segnalare. Si attende sempre. Mangiato gnocchi, buoni” ma importan-
tissime per un prigioniero nelle condizioni in cui si trovava Enzo Battolla, catturato dai
tedeschi l’8 settembre 1943 e tornato a casa il 21 luglio del 1945.
Già il poter scrivere “niente da segnalare” voleva dire che era stata una buona giornata, dato
che quasi sempre ogni novità era negativa in quel periodo.
“Verso casa” è una pubblicazione interessante, breve ed efficace. Indirizzata soprattutto ai ragazzi ha la particolarità di tra-
scrivere integralmente il diario che Enzo ha scritto durante gli oltre ottanta giorni di viaggio verso casa. Perché la fine della
prigionia è stata solo l’inizio di un travagliato percorso che fortunatamente, avrà un lieto fine.
A corredo del diario sono state trascritte anche le molte lettere trovate da Angela che Enzo scriveva alla madre. Lettere che
spesso fanno stringere il cuore, lettere in cui spesso lui si preoccupava più delle condizioni e dei sacrifici che la sua famiglia
doveva fare a casa, di quanto stesse passando lui in prigioni. Lettere in cui ringraziava per i pochi pacchi arrivati, spiegando
quanto fossero importanti, vitali! Lettere in cui chiedeva nuovi beni alimentari, tabacco e si raccomandava di spedirne molti…
E poi la triste verità: nel gennaio del 1945 giacevano negli uffici postali della Repubblica di Salò migliaia di pacchi destinati
agli internati, mai spediti per mancanza di mezzi di trasporto…
E’ quasi straziante immaginare lo stato d’animo delle famiglie (convinte che il figlio beneficiasse dei beni spediti) o dei pri-
gionieri che nonostante le molte richieste non vedevano mai arrivar nulla… “sarà successo qualcosa a casa? Staranno bene?
Si ricorderanno di me?”.
L’importanza di queste pubblicazioni è far capire, far toccare con mano che quanto è accaduto nel passato non sono solo fatti

31
storici, da analizzare e catalogare in modo accademico, ma sono anche storie vissute da persone in carne ed ossa, dolori e
sentimenti, angosce e speranze.
MEDAGLIA D’ONORE
E DELLA LIBERAZIONE

IN TUTTA ITALIA LE CERIMONIE PER LA CONSEGNA DELLE MEDAGLIE D’ONORE E DELLA LIBERAZIONE
A QUANTI HANNO CONTRIBUITO AD UNA ITALIA LIBERA E DEMOCRATICA. DI SEGUITO LA CRONACA
DI ALCUNE MANIFESTAZIONI CHE HANNO VISTO PROTAGONISTI I NOSTRI ASSOCIATI

MILANO

Il prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, ha consegnato le


11 Medaglie d’Onore alla presenza della senatrice a vita Li-
liana Segre, dell’assessore Stefano Bruno Galli della Regione
Lombardia, del presidente del Consiglio Comunale di Milano
Lamberto Bertolè e del vice sindaco della Città Metropolita-
na Arianna Censi. Il prefetto ha sottolineato come “la memoria
deve essere un esercizio costante che noi dobbiamo tenere viva
nel corso di tutto l’anno. Oggi ho voluto che ci fossero qui i
ragazzi delle scuole perché è importante la partecipazione atti-
va su questi argomenti”. La Medaglia d’Onore è stata conferita
personalmente a Giovanni Bonzi, Armando Campana, Alberto
Francesco Rovelli e Alessandro Scanagatti. Sette medaglie sono invece alla memoria di Giovanni Biatta, Giuseppe
Cicognani, Angelo Dellomonaco, Luigi Ferrara, Giulio Legrenzi, Vittorio Restelli, Walter Rossi.

MODENA

Il prefetto di Modena Maria Patrizia Paba ha consegnato,


alla presenza delle massime autorità civili e militari, la Me-
daglia d’Onore alla memoria di Lino Mora, ex internato nei
lager nazisti presso la prestigiosa sede di Palazzo del Prin-
cipe Foresto. Costruito attorno alla metà del Seicento sulla
base di un edificio cinquecentesco più complesso a due cor-
ti collegate, appartenne prima ai Fogliani poi ai Rangoni e
quindi a vari membri della famiglia etense,; il Palazzo prese
il nome dall’ultimo di questi, il principe Foresto. Dopo l’U-
nità d’Italia venne destinato a sede della Prefettura.

VARESE

Nell’Aula Magna dell’Università Insubria, il vice prefetto


Roberto Bolognesi ha tenuto la cerimonia di consegna delle
Medaglie d’Onore. In tale occasione sono stati insigniti 8
ex internati della provincia di Varese, dei quali uno viven-
te: Adelmo Adorni, classe 1921. Adorni, dopo venti mesi
di guerra venne fatto prigioniero e internato in un campo
di concentramento di Bolzano, in attesa di essere trasferito
a Mauthausen, circostanza che non si verificò a causa dei
bombardamenti alle linee ferroviarie. Quando venne libe-
rato alla fine della guerra pesava 35 chili. Le altre medaglie

32
d’onore sono state consegnate ai familiari di Paolo Aspesi,
Giovanni Bernacchi, Pietro De Pari, Ciro Di Leo, Antonio Ferioli, Natale Gariati. Un’ulteriore medaglia è stata
concessa alla memoria del sig. Adelino Savoi, i cui familiari non hanno potuto presenziare.
L’ANRP nel tempo
ha intensificato il suo ruolo,
impegnandosi sempre di più
sul fronte della ricerca,
dell’approfondimento
e della divulgazione storica,
diventando promotrice
di iniziative culturali,
di formazione
e di sensibilizzazione
sulla necessità di costruire
un mondo senza più guerre

Presso la sede dell’ANRP


in via Labicana 15/a (00184 Roma),
inoltre, è possibile visitare
la mostra permanente “Vite di IMI”

Sul sito
www.anrp.it
tutti gli aggiornamenti
sulle attività dell’Associazione
RINNOVA L’ADESIONE
ALL’ANRP
È sufficiente versare un contributo
• ordinario € 25,00
• sostenitore € 100,00
• benemerito € 250,00

su c/c postale 51610004


intestato: ANRP Roma

oppure su c/c bancario intestato ad ANRP:


Banca Credem, Filiale Via del Tritone
Iban IT12 F030 3203 2010 1000 0090 170

SCEGLI DI STARE CON NOI


NELL’IMPEGNO TRA MEMORIA,
RESPONSABILITÀ E FUTURO

TESSERA ANNO 2019

Aderire all’ANRP significa:


√sostenere le ragioni
dei Reduci e dei loro familiari
√ assicurarsi un’informazione
coerente, aggiornata e libera
√ difendere la memoria storica
√ sensibilizzare i giovani
al dramma della guerra;
√costruire le basi culturali
per un mondo di pace,
senza più guerre
DOCUMENTI E REPERTI DONATI PER IL MUSEO

Il Museo “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945” continua
ad arricchirsi di donazioni da parte dei familiari, che affidano all’ANRP documenti, lettere
e oggetti appartenuti ai loro cari, tangibile testimonianza della loro permanenza nei lager
del Terzo Reich.

Teodora Tosti ha consegnato alcuni interessanti


documenti del padre, il s. ten. Anacleto Tosti,
reduce dal KZ di Unterlüss. Grande emozione
per l’incontro con Michele Montagano, quel
giorno fortuitamente presente nella sede che ha
condiviso con Tosti quel drammatico periodo di
prigionia.

È già stato esposto in una teca del Museo il


piccolo vocabolario italiano-tedesco del 1944,
appartenuto al capitano Sergio Fusato, internato
a Meppen, donato dalla figlia Angiola.

Sarà inserita nel Museo la documentazione di


Pasquale Carrino, internato a Spandau (lettere
da lui inviate tramite la Croce Rossa ai familiari
e una particolare mappa dell’epoca di Berlino)
consegnata dalla famiglia all’Associazione.

Familiari ed amici di Mariano Parisi, deceduto da


poco, donano documenti, gavetta e una coperta che
Mariano aveva riportato e custodito dalla Germania
internato al nostro Museo. 35
Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia,
dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari

Segreteria organizzativa: info@anrp.it


Via Labicana, 15 A - 00184 Roma - tel. 06 7004253 - fax 06 77255542

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