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Settembre-Ottobre 2018
Nazionale
Reduci dalla
n. 9-10
Prigionia
dall’ Internamento
dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari
della anrp
MUSEO
BIBLIOTECA
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n. 9-10
Settembre-Ottobre 2018
rassegna
mensile socio-culturale rassegna
della anrp mensile
informativo-culturale
dell’anrp
SOMMARIO
ANRP - LIBERI
Sede Legale e Direzione
00184 Roma - Via Labicana, 15a
3
Tel. 06.70.04.253
Fax 06.77.255.542 EDITORIALE
internet: www.anrp.it di Enzo Orlanducci
e-mail: anrpita@tin.it
Direttore Responsabile
Salvatore Chiriatti
6 L’ANRP AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
NEL COMITATO NAZIONALE PER L’AZIONE UMANITARIA CONTRO LE MINE ANTIPERSONA
di Celeste Loi
Redattore Capo
Rosina Zucco
Redazione
8 LA MEMORIA NEL MARE
di Federica Scargiali
Barbara Bechelloni
Fabio Russo
Registrazione
- Tribunale di Roma
10 EMIGRANTI ITALIANI RESPINTI DAL BRASILE
di Annamaria Calore
n. 17530 - 31 gennaio 1979
12
- Registro Nazionale della Stampa
n. 6195 - 17 febbraio 1998
È MORTO CLAUDE LANZMANN: CI HA INSEGNATO LA SHOAH
Poste Italiane S.p.A. di Alessandro Ferioli
Spedizione in abbonamento postale
16
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27-02-04 n. 46) art. 1 ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
comma 1, DCB Roma
IL PERCORSO DI TRE LICEI DI ROMA
Gli articoli firmati impegnano di Rosina Zucco
19
solo la responsabilità dell’Autore.
Tutti gli articoli e i testi L’ESPERIENZA DEGLI STUDENTI DEL LICEO ORAZIO PRESSO L’ANRP
di “Liberi” possono essere, di Mario Carini
citandone la fonte, ripresi e
pubblicati.
34
00184 Roma.
Stampa
NON SOLO LIBRI
Bottega Grafica srls a cura di Maria Elena Ciccarello
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA
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Un target mirato
di 8.000 lettori.
EDITORIALE
di Enzo Orlanducci
Tra gli argomenti da evidenziare in questa pagina, un tema che dovrebbe essere sicura-
mente affrontato è quello dell’8 settembre 1943, visto quale punto di partenza, di rifles-
sione e costruzione collettiva tra ieri e oggi, ma anche simbolo, se pur tragico, dell’inizio
di rinnovazione, per poi andare più strettamente a quello del passaggio di un’Italia da
terra di emigranti a terra di immigrazione. O il tema delle leggi razziali ad ottant’anni
dalla loro promulgazione. Da non dimenticare ci sarebbe anche il centenario dalla fine
della Prima guerra mondiale. Altro tema da affrontare dovrebbe essere il nuovo Gover-
no italiano “giallo verde” e la grave crisi politico-economica che sta attraversando in
particolare l’Europa.
Poiché quello che riusciremmo a dire in questa pagina non potrebbe essere che un
piccolo flash, una sintesi, per una prima conoscenza, abbiamo preferito segnalare solo
alcuni dei “temi” che potevamo trattare, in linea con uno dei compiti affidati dalla no-
stra Associazione a questa rivista, quello di dar voce a chi ne ha proprio poca, a volte
nessuna del tutto, partendo il più possibile dall’esperienza e dalla sofferenza di chi gli
avvenimenti li ha vissuti e li vive, senza retorica, senza grandi “sparate” e dedicare il
restante spazio a non dimenticare.
L’ANRP crede che la storia avrà sempre un futuro, perché anche le “vite minuscole”,
per piccole che siano, hanno una storia. Siamo preoccupati perché pare che la società in
genere sia senza memoria, intendendo memoria collettiva; un’espressione molto difficile
da definire, perché i singoli individui, invece, ricordano bene le proprie esperienze. La
generazione dei nostri “veterani” è stata irrimediabilmente segnata dalla guerra (chi
l’ha fatta e chi l’ha subita). Loro e i loro familiari non dimenticheranno mai quegli avve-
nimenti. Infatti attualmente c’è un’esigenza profonda di sentirsi ricordati, ma non come
avviene oggi attraverso i social, bensì attraverso le fonti e non sarà facile tenere sotto
controllo la narrazione della quotidianità di “vite minuscole”, che non può essere negata
poiché “soltanto la memoria è bella. Il resto è polvere e vento”.
Molto di più si potrebbe fare, certamente. Ma già il fatto di avere uno spazio fisso è un
modo per affrontare certi temi e farli conoscere, poiché la memoria rende Liberi.
Buona lettura
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vetevi alla nostra newsletter, una comunicazione essenziale che inviamo un paio di volte al
mese a tutti gli interessati. Un’iniziativa volutamente “intima”, che al momento è condivisa
da circa 800 tra i più attivi sostenitori delle nostre attività.
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TARGA DI BENEMERENZA ICARO
UN SUGGESTIVO CONTESTO PER UNA
SOLENNE CERIMONIA
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L’ANRP AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
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le proprie conoscenze tecniche e assistenza ai sopravvissuti in ed iniziative intervenendo prin-
la propria esperienza nel settore. diverse aree del mondo (Libia, cipalmente attraverso la sensibi-
Le Forze Armate italiane sono Iraq, Afghanistan, Giordania, lizzazione dei giovani nei con-
direttamente impegnate nei teatri Palestina, Sudan, Repubblica fronti di queste nuove tematiche
esteri in operazioni di bonifica Democratica del Congo, e in particolare ha indicato la
dei residuati bellici esplosivi”. Colombia). collaborazione con l’associazio-
La Vice Ministra ha infine A seguire il dibattito gli inter- ne umanitaria ADEB in CIAD,
espresso un sentito ringrazia- venti del rappresentante della più precisamente nella regione
mento per l’impegno disinteres- Croce Rossa Italiana e dell’Or- di Faya-Largeau, la più impor-
sato di professionisti e volontari ganizzazione Campagna Italiana tante città del CIAD settentrio-
della nostra società civile, che contro le Mine e del presiden- nale, capoluogo della regione
contribuisce a conferire all’Italia te della consorella ANVCG di Borkou, dove ancora oggi
un profilo di indiscusso presti- Castronovo. Chiamato in causa si contano vittime delle mine
gio tra i donatori internazionali dalla Vice Ministra, Orlanducci lasciate nell’occupazione libica
impegnati in attività umanitarie. ha messo in evidenza la posizio- del ’78-’87 del secolo scorso, dai
La Consigliera d’Ambasciata ne dell’Associazione sul delicato militari di Muhammar Gheddafi,
Cristina Caranza, Capo Ufficio tema. L’ANRP, reinterpretando comandati dal generale Khalīfa
VI della Direzione Generale per negli anni il suo ruolo, ha voluto Belqāsim Haftar, che attualmen-
la Cooperazione allo Sviluppo, aprire le porte a nuove attività te controlla la Cirenaica.
ha evidenziato nella sua rela-
zione che l’Italia è fortemente
impegnata per l’universalizza-
zione delle Convenzioni contro
le Mine Antipersona e contro le
Munizioni a Grappolo. Grazie
al Fondo per lo Sminamento
Umanitario (che nel 2018 pre-
vede interventi per un totale
di 3.656.000 Euro), il nostro
Paese è in prima linea nel finan-
ziare iniziative di bonifica di
territori contaminati, di infor-
mazione della popolazione e di
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LA MEMORIA NEL MARE
“A distanza di migliaia di secoli il mare è ancora lì a testimoniare una varietà il cui significato
spesso ci sfugge. Nessuna conoscenza, nessuna sensazione, nessuna esperienza è
superiore a quella del mare” (Romano Battaglia)
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merce su appositi carri ferroviari. Gli
agenti e i sub-agenti di emigrazione con acqua; questo sistema non face-
va che mantenere un’umidità quasi di alcune ore del giorno durante le ebbe 20 morti di colera e fu respinto
costante, impregnando le fessure del quali venivano fatti salire sul ponte a cannonate da Montevideo dove gli
legname di sostanze infette. se le condizioni di tempo erano fu impedito, per paure di epidemie,
Nell’agosto del 1893 partì da Genova favorevoli. Anche le condizioni di di approdare. Vagò allora per l’oce-
per le “Meriche”, il Piroscafo Remo vitto erano precarie, cibo scarso e ano con il suo carico di sofferenza
imbarcando l’ennesima “tonnellata malamente conservato, che somma- a bordo, in cerca di un porto dove
umana” che non poteva immagi- to alle disastrose condizioni igieni- fosse concesso l’approdo, gettando
nare quello che il destino aveva in che, causarono, come prevedibile, in mare centinaia di cadaveri prima
serbo per quel viaggio. Come mèta, epidemie a bordo: colera e difterite. di poter finalmente entrare in porto.
i partenti avevano le terre brasiliane, Come Dio volle il piroscafo Remo Ma anche il “Carlo Raggio” che
attirati dal benessere raggiunto dagli giunse nelle acque territoriali del ebbe 18 vittime per fame e in un
italiani emigrati negli anni preceden- Brasile. Era all’incirca il mezzodì altro viaggio, sempre il “Carlo Rag-
ti in città come San Paolo, Rio di e nel grande salone sostavano gli gio” dieci anni dopo, 206 morti di
Janeiro, Espirito Santo oppure nella emigranti: uomini, donne e bambini, cui 141 per colera e morbillo; poi il
zona del Rio Grande do Sul. la maggior parte seduti e sdraiati sul “Cachar”, partito per il Brasile nel
Partito da Genova il piroscafo Remo pavimento, dove alcuni si cibavano, 1888, che registrò 34 vittime per
fece rotta verso Napoli per imbar- altri dormivano. In prossimità del asfissia e altri per fame; il “Frisia”
care altri passeggeri nonostante l’a- porto di Rio de Janeiro, il piroscafo in viaggio per il Brasile 27 morti
gente di immigrazione avesse più si fermò poiché, a bordo, era ormai per asfissia e più di 300 ammalati; e
volte negato questo ulteriore imbar- evidente una violenta epidemia di ancora il “Parà” sul quale un epide-
co. A Napoli salirono circa sette- colera. Questo indusse le autorità mia di morbillo uccise 34 persone; l’
cento meridionali che aumentarono sudamericane a vietare lo sbarco e a “Andrea Doria” che nel viaggio del
considerevolmente il numero dei rispedire gli sventurati in Italia, dove 1894 contò 159 morti su 1.317 emi-
passeggeri a bordo che arrivò alla poterono toccare terra in Sardegna granti; sul “Vincenzo Florio” sempre
considerevole cifra di 1.500 perso- solo alla fine di ottobre del 1893, nel 1894, i morti furono 20.
ne, causando non pochi problemi di “ospitati” nel nucleo centrale di Senza dimenticare che le navi per
ordine e sicurezza. disinfestazione di Cala Reale nell’i- emigranti, per tutto l’Ottocento,
Durante il viaggio scoppiarono con- sola dell’Asinara dove rimasero a mancavano di infermerie, ambulato-
tinue liti tra emigranti imbarcati a consumare la fase di “quarantena” ri e farmacie, tanto che, tra il 1897 e
Genova e quelli imbarcati a Napoli, . Una triste storia, della quale par- il 1899, più dell’1% degli arrivati a
che, comunque, trovarono comune larono i maggiori quotidiani nazio- New York, già decimati, fu respinto
accordo al momento di manifestare nali dell’epoca e che è giunta fino in Italia perché ridotto in cattivo
contro le disumane condizioni in cui ai nostri tempi attraverso documen- stato dai disagi e dalle sofferenze del
erano costretti dal Commissario di ti cartacei custoditi nella biblioteca viaggio. Questo pezzo di storia della
bordo. Di questo particolare, esiste comunale di Mirandola. gente del nostro Paese va raccontato
la testimonianza in prima persona Oltre al Piroscafo Remo, ci furo- soprattutto alle giovani generazioni,
di un viaggiatore di quel piroscafo, no altri “vascelli della morte” con perché non perdano mai di vista
Cesare Malavasi, che vide affisso decine di persone decedute durante quanto coraggio e quanta determi-
ad un respiratore di poppa un avviso la traversata, come ad esempio il nazione, non disgiunta da rischi e da
così concepito:”Emigranti non vuol “Matteo Bruzzo”, che nel 1884 profonde sofferenze, possa permea-
dire né venduti né maiali. Se usur- viaggiò per tre mesi in mare con a re la storia di un popolo, compreso
par ci vogliono più di metà razione, bordo 1.333 passeggeri. Nell’andata quello del nostro Paese.
almeno quel poco che ci danno, sia
pulito e meglio confezionato. Firma-
to tutti”.
Superato lo stretto di Gibilterra e
arrivati in oceano aperto, comincia-
rono i primi problemi derivanti dalle
condizioni di mare mosso e dalla
pioggia battente. Il viaggio era già
di per sé una terribile prova da supe-
rare. I “viaggiatori” erano ammassati
nelle stive dove rimanevano di gior-
no e di notte con l’unica eccezione
È MORTO CLAUDE LANZMANN:
CI HA INSEGNATO LA SHOAH
di Alessandro Ferioli Il 5 luglio scorso è deceduto Claude Lanzmann con vittime della depor-
Lanzmann. Era nato il 27 novembre tazione, con carnefici che ebbero
1925, a Parigi, da genitori bielorus- un ruolo attivo, e con spettatori che
si immigrati. Durante l’occupazio- furono appena sfiorati dagli eventi.
ne tedesca è stato fra gli animatori Nel film compaiono anche cinque
della Resistenza al liceo Blaise Pa- brevi interventi dello storico Raul
scal di Clermont Ferrand. Ha preso Hilberg, autore del fondamentale
parte alla lotta clandestina in città, saggio La distruzione degli Ebrei
poi alle azioni dei partigiani in Al- d’Europa, la cui prima edizione fu
vernia. Amico di Jean-Paul Sartre e stampata nel 1961 . In Italia il film
di Simone de Beauvoir, collabora- viene trasmesso nel luglio 1987, in
tore – poi, dal 1986, direttore – del- quattro parti mandate in onda per
la rivista «Les Temps Modernes» quattro notti consecutive su Rai 3,
(«Tempi Moderni»), è stato uno de- al mattino presto.
gli intellettuali più importanti nella L’importanza di Shoah va conside-
cultura francese del dopoguerra. rata essenzialmente sotto due aspet-
La sua notorietà presso il grande ti. Il primo riguarda l’inserimento
pubblico è legata all’attività di re- pieno della testimonianza tra le
gista cinematografico. Nel 1970 fonti storiografiche. Grazie anche a
Lanzmann realizza il film Pourquoi questo film, oltre che alle ricerche
Israël, con lo scopo di spiegare l’im- allora già in atto soprattutto fra gli
portanza dell’esistenza di Israele in storici anglosassoni, il valore del
un momento in cui, anche sulla scia testimone, con il relativo patrimo-
delle manifestazioni anticoloniali- nio di sofferenza che egli porta con
stiche a favore dell’indipendenza sé, ha assunto uno statuto ben defi-
dell’Algeria, negli ambienti di si- nito. Infatti, la particolare modalità
nistra era alquanto diffusa l’ostilità di intervistare il testimone, propria
verso lo Stato ebraico. La domanda di Lanzmann, non punta a ottene-
«perché Israele?» era rivolta dal re- re risposte razionalmente elabora-
gista agli ebrei della diaspora, giun- te, quanto piuttosto a riprodurre (o
ti nel nuovo Stato ebraico soprattut- produrre ex novo?) il dolore prova-
to dalla Russia, per conoscerne le to all’epoca dei fatti. Il regista ha
speranze e le aspettative. Il film è messo in atto diverse strategie fina-
dedicato ad Angelika Schrobsdorff lizzate a valorizzare questo aspetto,
(1927-2016), una scrittrice tedesca dalla durata del discorso (regolato
che nel 1939 era emigrata a Sofia secondo una “lentezza” che fa par-
insieme alla madre ebrea, facendo te essa stessa della testimonianza)
ritorno in Germania soltanto nel alla traduzione sfasata rispetto alla
1947, e che nel 1971 sposa a Geru- risposta del testimone, cosicché lo
salemme lo stesso Lanzmann. spettatore possa ascoltare la voce
Nel 1985 esce il film Shoah, al del sopravvissuto e percepirne le
quale Lanzmann ha lavorato dal reazioni (proprio per questo motivo
1974, per undici anni. È un film ricordo che quando la versione ita-
della durata eccezionale di 613 mi- liana fu doppiata, coprendo le voci
nuti, circa nove ore e mezza, nato dei protagonisti, il regista espresse
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da trecentocinquanta ore di ripresa il proprio rammarico). Il secondo
effettuate nel corso degli incontri di aspetto è l’apporto che il film ha
dato alla conoscenza del tentativo o nel mezzo della vita di una città
nazista di sterminio degli ebrei, ten- in Israele o in Svizzera, dove nulla
tativo che era ancora sottodimen- sembra rimandare a quella trage-
sionato nello spazio pubblico del dia. Solo il sopravvissuto, secondo
dibattito sul nazismo e sui campi lui, era in grado di aprire le porte
di concentramento, e cominciava della memoria che conducono al
ad acquisire la giusta importanza passato. Lanzmann ha più volte de-
proprio in quel decennio. Lo stes- finito il suo film come un “evento”
so termine “Shoah” ha avuto larga in sé, ossia come un dialogo (dove
diffusione proprio grazie al film di lo stesso regista è inserito) in cui il
Lanzmann, finendo per soppiantare racconto sulla base della memoria è
quello – inappropriato – di Olocau- sufficiente a evocare la realtà, indi-
sto. pendentemente dai documenti d’ar-
Il film era qualcosa di molto diverso chivio che rappresentano la realtà
rispetto alle riprese dei cameraman direttamente, come ad esempio le
Alleati al momento della liberazio- fotografie scattate ad Auschwitz, e
ne, cameraman che avevano per- campi di concentramento come gli che richiedono l’azione critica e in-
seguito il realismo attraverso piani apparivano nel dopoguerra a imma- terpretativa dello storico. Il regista
quanto più si poteva lunghi, al fine gini di repertorio e filmati d’archi- si è espresso così: «Shoah non è un
di restituire l’intero spazio che si of- vio. Lanzmann, invece, modificò film sull’Olocausto, non è un deri-
friva ai loro occhi. Lo stesso Alain radicalmente la grammatica delle vato, non un prodotto, ma un evento
Resnais, regista di indubbio talen- riprese, mettendosi a rievocare la originario. Che questo piaccia o non
to, per la realizzazione di Nuit et Shoah, assieme a un sopravvissu- a un certo numero di persone […]
brouillard (Notte e nebbia, 1955) to, davanti a un innocuo paesaggio il mio film non fa solamente parte
aveva alternato le immagini dei dove s’era consumato un eccidio, dell’evento della Shoah: esso con-
tribuisce a costituirla come even-
to». Perciò anche il regista è entrato
a far parte, in un certo senso, della
Shoah come “evento”, attraverso
l’impulso al dialogo e, soprattutto,
attraverso il montaggio: «un tipo
di montaggio», ha scritto G. Didi-
Huberman, «che fa ritornare i visi,
le testimonianze, i paesaggi stes-
si verso un centro mai raggiunto:
montaggio centripeto, elogio della
lentezza. È una sorta di basso con-
tinuo che scava il tempo delle nove
ore e mezza di durata del suo film» .
Lanzmann ha dovuto fare i conti
anche con gli aspetti etici del rap- mination et qui ont été les témoins ratamente esaminato e studiato da
porto fra intervistatore e intervista- directs de la mort de leur peuple. critici e studenti, in saggi e tesi di
to. Davanti a testimoni che non rie- Shoah est un film sur la mort; pas laurea. I testi dei dialoghi sono stati
scono a proseguire, specialmente se du tout sur la survie» . stampati e costituiscono un libro a
l’intervista avviene nel posto dove Lanzmann ha scelto di stare lonta- sé stante . Come ha scritto uno stu-
si sono compiuti i crimini nazisti, no dai quesiti fondamentali – sto- dioso, «Shoah è insieme il prototipo
il regista sceglie di non rispettare riografici e filosofici – relativi alla e il modello insuperabile per ogni
il diritto alla ritrosia, ma li incalza, Shoah. Soprattutto ha cercato di film di testimonianza sulla Shoah
con insistenza paziente e misura- non cimentarsi con l’interrogativo che sia venuto dopo. Anzi, Shoah è
ta, spingendoli a parlare e addirit- fatidico sul motivo, o insieme dei il meta-testo che ha indicato agli al-
tura, in qualche caso, a replicare i motivi, che ha prodotto e alimen- tri di che cosa si dovesse parlare se
gesti compiuti allora. Ecco perché tato il tentativo di annientamento si voleva parlare di questo» . Dun-
Lanzmann ha scritto della sua ope- degli ebrei. Ciò avrebbe significato que il rapporto a cui invita il film è
ra: «Shoah è un film arido e puro. discutere le diverse teorie storiogra- un rapporto che coinvolge e fonde
[…] il mio film è un “monumento” fiche, e prendere posizione, senza tre “attori”: la parola del testimone,
[…] Shoah non è fatto per comuni- però cogliere il carattere “universa- con la sua capacità di evocare una
care delle informazioni, ma insegna le” e “perenne” insito nella Shoah. realtà mai scomparsa; la potenza
tutto» . A un parrucchiere ebreo Per questo Lanzmann ha cercato espressiva del mezzo cinematogra-
sopravvissuto, il regista chiede di di rievocare la Shoah partendo dal fico, che nelle mani del regista di-
spiegare esattamente come doveva “nulla”, poiché dei campi di con- viene una forma d’arte al servizio
tagliare i capelli alle donne appena centramento restano soltanto pochi della verità; e infine il pubblico, mai
uccise o ancora in agonia, per poi relitti, e persino i documentari gi- passivo, ma sempre chiamato – più
raccoglierli in borse da consegnare rati dagli Alleati al momento della o meno esplicitamente – in causa.
alle guardie del campo. Tale insi- liberazione appaiono insufficien- Per rendersi conto dell’enormità
stenza non si deve a scarsa sensibi- ti a cogliere il dramma dei lager, dell’effetto – sia sotto il punto di vi-
lità, ma alla consapevolezza che ciò delle violenze e delle uccisioni. Al sta morale sia sotto quello artistico
che il testimone ha da dire è trop- contrario, la parola del testimone – è sufficiente lasciarsi trasportare
po importante perché si perda nel è eterna, anche quando questi è dalla forza evocativa del primo in-
silenzio. E, del resto, il testimone un carnefice, infastidito e reticente contro, quello con Simon Srebnik,
non è soltanto testimone di sé e del- davanti all’intervistatore; ma sono uno dei due sopravvissuti al campo
la propria storia, ma è testimone di specialmente i particolari a ricreare di Chelmno. La voce fuori campo
tutti. In una occasione, Lanzmann la realtà, come quando Lanzmann spiega: «Diverse volte alla settima-
ebbe a scrivere: «Dans Shoah, il chiede a un ex soldato delle SS del na, quando bisognava governare i
n’y a aucune histoire personnelle. campo di Treblinka di canticchiare conigli nel cortile delle SS, Simon
Les survivants juifs de Shoah sont la marcia che questi intonava con i Srebnik, sorvegliato da una guardia,
des survivants d’une espèce par- suoi camerati mentre i cadaveri de- risaliva la Ner su una imbarcazione
ticulière; ce ne sont pas n’importe gli ebrei appena estratti dalle came- a fondo piatto, fino all’estremità
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quels survivants, mais des gens qui re a gas bruciavano nei crematori. del villaggio, verso i campi di erba
étaient au bout de la chaîne d’exter- Ogni aspetto del film è stato accu- medica. Cantava delle arie popolari
polacche e la guardia in cambio gli ingiusti, 2013). Servendosi di un’in- mitismo da ragazzino, quando fre-
insegnava motivetti militari prussia- tervista filmata del 1975 al rabbino quentava il liceo Condorcet di Pa-
ni». Quando Simon Srebnik, ormai di Vienna Benjamin Murmelstein, rigi, dove gli studenti antisemiti si
quarantasettenne, ritorna a Chelm- ne ha ricostruito la storia, alla quale scagliavano abitualmente contro un
no e, sollecitato da Lanzmann, can- ha dato come titolo, provocatoria- compagno di scuola di nome Levy.
ta di nuovo la vecchia canzone dei mente, un’espressione usata dallo Rievocando quei fatti, Lanzmann
tempi dell’internamento, sembra stesso Murmelstein per definire la ha ammesso la vigliaccheria che gli
allora che davanti allo spettatore si propria vicenda. Questi, nella sua impedì allora di porsi a difesa dello
materializzino improvvisamente, qualità di presidente del consiglio studente ebreo, dichiarando, a chi si
per la forza evocativa del momento, ebraico, prestò la sua attività nel mostrava stupito per un tale esame
i carnefici e le vittime, nel quadro campo di concentramento di The- di coscienza, che la sua opera, per
di un ambiente naturale che, nono- resienstadt; arrestato e prosciol- essere completa, imponeva anche
stante tutto, continua il suo ciclo to per collaborazionismo dopo la la rievocazione di quell’episodio,
ecologico di vita. guerra, in Cecoslovacchia, si stabilì perché se non l’avesse raccontato
La filmografia di Lanzmann com- a Roma, dove trovò l’ostilità della sarebbe risultato falso tutto il resto.
prende anche Tsahal (1994), ulti- comunità ebraica locale. Lanzmann Il ministro degli Affari Esteri del-
mo capitolo della trilogia, dedicato ha in un certo senso rivisto il giu- la Germania, Heiko Maas, ha così
all’esercito israeliano deputato alla dizio sul personaggio, giungendo commentato su Twitter la morte
difesa di un territorio perennemente alla conclusione che il rabbino fu di Lanzmann: «Chiunque di noi si
accerchiato. Un’altra realizzazione, costretto a collaborare con i nazisti, chieda quale sia la nostra responsa-
Un vivant qui passe (Un vivo che ma senza un potere effettivo, e che bilità in quanto tedeschi dovrebbe
passa, 1997), è un documentario usò la propria posizione per rallen- vedere Shoah. Grazie al suo lavoro
costituito dai materiali (raccolti per tare la macchina dello sterminio, di memoria, Claude Lanzmann ha
Shoah, ma poi non inseriti nel film) cercando di guadagnare tempo ogni reso possibile una riconciliazione.
con l’intervista rilasciata nel ’79 a volta che gli fu possibile, e addirit- E durerà. Ci mancherà». È vero.
Lanzmann da Maurice Rossel, che tura salvando molte persone dal- Lanzmann ha dimostrato, assieme a
nel giugno del 1944, su delega della le marce della morte, in attesa del pochi altri, che il cinema non serve
Croce Rossa Internazionale, aveva crollo del Terzo Reich. Riguardo al soltanto a “rappresentare” la Shoah.
ispezionato Theresienstadt, abil- film, Lanzmann ha dichiarato: «Gi- Serve soprattutto per “conoscerla”.
mente fatto passare dai nazisti come rarlo è servito ad apprendere, nei E ci ha insegnato ad accostarci alla
un campo “modello”. Il documen- dettagli, cose che ignoravamo sul Shoah muovendo dal presente, anzi
tario Sobibor, 14 octobre 1943, 16 senso più profondo con cui i nazi- restando ancorati al presente, e fa-
heures (2001), invece, ricostruire il sti praticavano la corruzione. Posso cendo affidamento al volto dei so-
tentativo di rivolta attuato nel cam- dire che comprendiamo il significa- pravvissuti più che alle immagini.
po di sterminio di Sobibor attraver- to della soluzione finale più in que-
so il racconto di uno dei 47 supersti- sto film che in Shoah».
ti (sui 365 che tentarono di fuggire). Il suo ultimo documentario, Na-
In tempi recenti, Lanzmann ha al- palm (2017), è girato in Corea, 1
R. Hilberg, La distruzione degli ebrei
tresì realizzato il documentario Le dove Lanzmann era già stato nel d’Europa, Torino, Einaudi, 1995.
dernier des injustes (L’ultimo degli 1958 con la prima delegazione oc- 2
C. Lanzmann, Parler puor les morts, «Le
cidentale di giornalisti, intellettuali Monde des débats», maggio 2000, p. 15.
G. Didi-Huberman, Montaggio e memoria,
e artisti accolta nel paese dalla fine
3
16
CO - La biblioteca specialistica: hanno visitato il Museo, guidati
dalla catalogazione alla consulta- dalla curatrice, dott.ssa Elisabetta
zione. Come impostare una ricer- Lecco.
Alcune delle attività previste per
l’alternanza scuola-lavoro si sono
svolte presso la sede, con ora-
rio prestabilito (8.30-13.30); altre
attività di approfondimento sono
state portate avanti con orario
flessibile a Scuola o a casa.
L’ANRP si è resa disponibile,
mettendo a disposizione la pro-
pria esperienza, le proprie risor-
se umane, il patrimonio storico
archivistico e bibliografico, non-
ché la propria struttura, compreso
lo spazio espositivo, la sala confe-
renze, la biblioteca, le postazioni
informatiche e materiale di con-
sumo. Il tutto con oneri esclusiva-
mente a suo carico.
Gli studenti sono stati seguiti in
ciascuna fase da due tutor interni A seconda del filone scelto, diver- documento ed hanno elaborato
della scuola e dalla sottoscrit- sificate sono state le competen- il percorso storico didattico. A
ta, che si è avvalsa della colla- ze acquisite. Quelli del gruppo coronamento di questa riuscita
borazione delle dott.sse Federica “storico” in una prima fase del esperienza, il pomeriggio del 2
Sgargiali, Maria Elena Ciccarel- lavoro hanno osservato con molta maggio hanno fatto da guida ai
lo, Camilla Iafrate e Celeste Di attenzione i reperti del Museo, loro docenti e, successivamente,
Vuolo, presenti come tutor degli dai filmati di approfondimento l’8 maggio in occasione dell’i-
studenti nelle varie fasi dell’atti- agli oggetti e documenti espo- naugurazione, hanno illustrato le
vità svolta, soprattutto nel lavo- sti. Memorizzando i fatti storici sale del Museo agli illustri ospiti
ro di ricerca e di organizzazione e inquadrando gli avvenimenti intervenuti, tra cui l’Ambascia-
del materiale storico documen- cronologicamente, hanno potuto tore della Repubblica Federale
taristico finalizzato al progetto. acquisire conoscenze sulla poco di Germania, Susanne Marianne
Il riscontro degli studenti è stato nota vicenda degli Internati Mili- Wasum Reiner.
più che positivo. Tutti si sono tari Italiani, una storia che li ha Altrettanto positiva è stata l’e-
comportati educatamente, puntua- affascinati, tanto da cercare essi sperienza dei ragazzi del grup-
li, rispettosi nei confronti del per- stessi da soli sul web i contenuti po “documentaristico” che hanno
sonale dell’ANRP, dell’ambiente da approfondire. Hanno scattato operato presso la Biblioteca spe-
di lavoro e degli strumenti messi fotografie per fissare meglio le cialistica dell’ANRP, riconosciuta
loro a disposizione. caratteristiche peculiari di ciascun dal Ministero dei Beni e delle Atti-
vità Culturali - Polo IEI - Servizio
SBE IEI, operante, pur essendo
privata, in linea con quanto pre-
visto dal Manifesto UNESCO per
le biblioteche pubbliche. Seguiti
nella fase iniziale da Lauro Rossi
e Elisabetta Lecco, che hanno
illustrato loro elementi di base per
conoscere il lavoro in biblioteca e
la funzione delle biblioteche pre-
senti nel territorio italiano, hanno
effettuato loro stessi un controllo
incrociato sulla presenza o meno
di un congruo numero di volumi
di una bibliografia specifica sugli
IMI, sia nelle biblioteche on line
che in quella dell’ANRP. Cosa 17
utile e spendibile per il futuro di Liceo classico Immanuel Kant, con quelle presenti negli elenchi
studenti e ricercatori, hanno anche momento conclusivo del proget- in possesso dell’ANRP, inserite
imparato a citare correttamente un to avviato per l’a.s. 2017/2018 nell’Albo degli IMI e nel Lessi-
libro in una nota bibliografica. dall’ANRP con il partenariato co Biografico. Nell’Archivio di
Molto motivati sono stati anche dell’Archivio di Stato di Roma Stato i ragazzi hanno imparato
i quattro studenti del gruppo e della Sovrintendenza archivi- le principali pratiche di riordina-
“archivio”. Inizialmente sono stica per il Lazio. Oggetto prin- mento e ricondizionamento dei
stati seguiti singolarmente da cipale dell’attività svolta dagli documenti, oltre che a digitaliz-
ciascuna delle quattro operatrici studenti di Tor Pignattara è stata zare i documenti mediante foto-
addette all’inserimento dati, che la ricerca storico-archivistica, camera digitale e a metadatarli.
hanno loro insegnato a estrapolare attraverso la quale si sono voluti Presso l’ANRP, nell’arco di una
i dati anagrafici e biografici di identificare quei soldati origi- operosa mattinata, gli studenti
IMI da documentazione digitaliz- nari del territorio che dopo l’8 hanno confrontato i dati acquisiti
zata (fascicoli acquisiti presso il settembre del 1943 furono fatti con quelli eventualmente presenti
Ministero dell’Economia e delle prigionieri dai Tedeschi e inter- nel database, che sono stati inte-
Finanze), per poi inserirli nel data nati in Germania. Il punto di grati con ulteriori informazioni
base www.lessicobiograficoimi.it. partenza di tale ricostruzione anagrafiche e biografiche. Per i
In un secondo momento, anche storica è stato l’esame dei ruoli nominativi non ancora presen-
grazie alla fiducia dimostrata loro matricolari e delle liste di leva ti nel database, invece, è stata
dai tutor, i ragazzi hanno lavorato conservati nell’Archivio di Stato simulata l’immissione dei dati
autonomamente, attenti e precisi. di Roma (sede succursale di in ciascuna scheda, ovviamente
La nostra Associazione ha espres- Galla Placidia). Data la vastità senza convalida. La ricostruzio-
so apprezzamento per il percorso della ricerca, si sono posti dei ne di uno spaccato della storia
formativo che la Dirigenza dell’I- limiti spaziali (gli abitanti a Tor del quartiere e la valorizzazio-
stituto Russell e i suoi docenti Pignattara e zone limitrofe) e ne del suo patrimonio culturale
hanno avviato e che, non solo a temporali ( la classe del 1923). I hanno rappresentato un’impor-
nostro giudizio, ma anche secondo dati rilevanti per la ricerca sono tante opportunità di confronto fra
quanto affermato dai loro allievi, stati digitalizzati e metadata- ragazzi di origini diverse, un’oc-
ha dato ottimi risultati. A segui- ti, per divenire un patrimonio casione per promuovere ulterior-
re, alcune osservazioni elaborate comune della scuola, del quar- mente la coesione sociale in un
dagli studenti sull’esperienza vis- tiere e delle istituzioni coinvol- quartiere e in una scuola che si
suta e sulle competenze acquisite. te. In un secondo momento, si contraddistinguono per la multi-
Ultimo, ma non meno importan- sono confrontate le informazioni culturalità e la differenziazione
te, l’incontro con gli alunni del estrapolate dai ruoli matricolari sociale.
18
L’ESPERIENZA DEGLI STUDENTI
DEL LICEO ORAZIO PRESSO L’ANRP
19
che ha alternato fasi a scuola e una collaborazione sinergica, con
fasi presso l’ente ospitante, si è una ricaduta positiva sull’attività
articolato su due filoni, quello degli stessi ragazzi.
Gli studenti partecipanti sono dando cenni storici sulle biblio- ri dell’ANRP, si sono impegna-
stati sei: quattro dell’ultima clas- teche in Italia e informazioni sui ti ad acquisire i dati biografici
se (Leonardo Lazzarini ed Elisa cataloghi di una biblioteca. Gli e anagrafici degli IMI, desunti
Staniscia della classe III A, Fede- studenti hanno così appreso gli dal materiale archivistico, e ad
rico Castellano e Andrea Pecoraro aspetti fondamentali della gestio- inserirli nelle schede predisposte
della classe III B) e due del terzo ne di una biblioteca, dalle forme nel data base. Questa attività di
anno di liceo classico (Lucre- di catalogazione più semplici al ricerca dei dati biografici ha rap-
zia Romana Belocchi e Raffaella sistema di catalogazione su SBN presentato per loro l’esperienza
Monaco della classe I B). Essi (pagina di schedatura, “cattura”). più emozionante e più ricca sul
hanno seguito i due percorsi di Sono stati guidati nella biblio- piano umano: dietro ogni foto-
lavoro, svolgendo il primo per- teca dell’ANRP e nella ricerca grafia, ogni nome, ogni numero
corso nella Biblioteca dell’ANRP, bibliografica sull’OPAC naziona- di matricola v’era la drammati-
che ha messo a disposizione stru- le, hanno appreso le modalità di ca storia di esperienze sofferte
menti informatici e materiale per stesura di una bibliografia (cono- nell’inferno dei Lager. Volti di
la ricerca bibliografica e per le scenze utilissime per lo svolgi- giovani militari e vite vissute
esercitazioni, e il secondo per- mento delle tesine sia al liceo che, grazie alla moderna tecnolo-
corso, quello archivistico, nella che all’università) e le modalità gia digitale, venivano finalmente
sala informatica con la guida dei di citazione di un’opera, libro o recuperate, sottratte alle nebbie
giovani ricercatori dell’ANRP. rivista. Le spiegazioni son state dell’oblio e illuminate dalla luce
Il percorso di lavoro in biblioteca accompagnate da apposite eser- della ricerca storica, anche ad
ha previsto vari momenti forma- citazioni, anche di scrittura di opera dei nostri giovani studenti.
tivi: la visita guidata al Museo recensioni e di ricerca di testi Ed è questo, a nostro giudizio,
“Vite di IMI. Dal fronte di guerra sugli IMI. il senso più bello dell’esperien-
ai lager tedeschi 1943-1945” alle- Il percorso di lavoro in archivio za di Alternanza Scuola-Lavoro
stito presso la sede dell’ANRP; (svolto nello stesso periodo del compiuta dagli studenti pres-
le osservazioni e la consegna da gennaio 2018) ha previsto l’illu- so l’ANRP: riuscire a dare un
parte del tutor Prof.ssa Zucco del strazione delle fonti e dei carat- volto, un nome e una storia alle
materiale storico documentaristi- teri peculiari e funzionali dei due migliaia di militari italiani che,
co sul Museo; una serie di incon- data base “Albo degli IMI Caduti combattendo la loro “Resistenza
tri in sede con il Prof. Lauro Rossi nei lager nazisti 1943-1945” e il senz’armi” ed esprimendosi per
LeBI - Lessico Biografico degli
20
per un approccio alle principali il NO alle richieste di collabora-
informazioni editoriali. Il Prof. IMI. I ragazzi del Liceo Ora- zioni con i tedeschi e i fascisti,
Rossi ha intrattenuto i ragazzi zio, guidati dai giovani operato- scrissero una pagina di alto valo-
re etico. La ricerca dei ragazzi, vola, del giornalista Paolo Brogi, tutor Prof.ssa Rosina Zucco, in
al di là degli obiettivi e delle del vicepresidente dell’ANPI - questo progetto di Alternanza
competenze attese, ha permesso Roma Valerio Bruni, dello sto- Scuola-Lavoro:
loro di ricondurre concretamen- rico Augusto Pompeo, dell’ex - educare i giovani a una cittadi-
te alla realtà storica, dal mito e combattente del Corpo Volonta- nanza attiva, a riflettere sui fatti
dalle nebbie del passato, tante ri della Libertà Rodolfo Lai; il storici del passato, a costruire
vite di giovani militari che com- 26 gennaio, la Mostra “Internati valori positivi per viverli nel pre-
batterono senz’armi, ma con la Militari Italiani - IMI. - La vita sente e proiettarli nel futuro;
forza di un’incrollabile volontà, nei lager nazisti: dipinti, disegni - sensibilizzare i giovani alla sto-
la loro battaglia contro la fame, il realizzati dai Militari italiani”, ria del Secondo conflitto mondia-
freddo, le malattie, le privazioni, con 50 quadri e 60 pannelli espo- le e alle drammatiche conseguen-
la solitudine e le vessazioni degli sitivi, presso il Comando della ze dei totalitarismi;
aguzzini nazisti. Legione Allievi Carabinieri in - formare i giovani studenti all’u-
Altre attività ed eventi a cui via Carlo Alberto dalla Chiesa n. tilizzo pratico di molteplici stru-
hanno partecipato i ragazzi nel 3, Roma; il 21 febbraio, l’inaugu- menti della comunicazione per
loro percorso di Alternanza razione della Mostra “Italia-Ger- la ricerca storica e l’approccio a
Scuola-Lavoro, da soli o accom- mania: insieme per una politica fonti archivistiche e a testimo-
pagnati dal tutor Prof. Mario della memoria”, presso la sede nianze.
Carini sono stati: il 22 gennaio, nazionale dell’ANRP, alla pre- Queste le competenze professio-
la conferenza del Prof. Luciano senza del Presidente dell’ANRP nali e comunicative attese: con-
Zani, ordinario di Storia Con- Prof. Enzo Orlanducci, dei rap- sapevolezza dei valori umani e
temporanea presso la Sapienza, presentanti del Ministero degli civili che emergono dalla dram-
Università di Roma, sul tema: Affari Esteri di altri esponenti matica vicenda degli IMI, inqua-
“I militari italiani prigionieri in dell’ANRP e dei rappresentanti drata da un punto di vista storico;
Germania nella seconda guer- dell’Ambasciata di Germania a capacità di lettura, comprensione
ra mondiale” (Aula Magna del Roma. e fruizione delle testimonianze
Liceo Orazio, ore 15,00-17,30); Momenti di verifica comune del diaristiche e memorialistiche
il 24 gennaio, il Convegno tenuto lavoro svolto sono stati organiz- degli IMI; capacità di comuni-
presso la Casa della Memoria e zati a scuola con il tutor interno cazione e interpretazione delle
della Storia sul tema “La depor- nei giorni 14 febbraio, 28 marzo, informazioni raccolte sugli IMI,
21
tazione dei Carabinieri romani 27 aprile. anche con l’uso di strumenti
nei lager nazisti”, con interventi Schematicamente enunciamo gli informatici, per archiviarla in
della Prof.ssa Anna Maria Casa- obiettivi prefissati, assieme alla modo chiaro ed efficace nella
piattaforma del Lessico biogra- mo imparato una parte di storia vista didattico in quanto il periodo
fico degli Internati; competenze italiana che solitamente viene tra- storico che riguarda la storia degli
nell’uso del linguaggio speciali- scurata dal programma scolastico. IMI (‘43-‘45) è incluso nel pro-
stico di ambito storico. Mi è piaciuto scoprire che, duran- gramma scolastico e svolgere un
Gli studenti hanno messo a frut- te una guerra in cui l’Italia ha approfondimento di questo tipo
to le letture assegnate, tra cui i mostrato il peggio di sé, molti dei mi ha aiutato ad avere una visione
diari degli IMI Serafino Clementi nostri avi hanno mostrato corag- complessiva e di ampio respiro
e Ugo d’Ormea, pubblicati sui gio e determinazione. Ho scoperto sul periodo storico in questione.
“Quaderni del Liceo Orazio”, e quindi una parte della storia del In particolare durante la catalo-
alcuni articoli di Odoardo Ascari mio paese di cui posso andare gazione dei documenti abbiamo
e Claudio Sommaruga, e hanno fiero. L’ambiente in cui siamo dovuto utilizzare e migliorare le
prodotto alcune presentazioni in stati inseriti poi è stato tranquillo nostre conoscenze geografiche, in
Power Point. Lucrezia Romana ed ha permesso un regolare svol- quanto era necessario e fonda-
Belocchi e Raffaella Monaco gimento del lavoro. Dopo il primo mentale individuare la collocazio-
(classe I B) in Storia di un IMI giorno ho subito iniziato ad abi- ne dei lager nel territorio occupa-
sconosciuto hanno commentato tuarmi al ritmo di lavoro e a capi- to dalla Germania nazista. Alcuni
i disegni che illustrano momenti re dove inserire i dati che trovavo. nomi sono rimasti impressi come
della vita degli internati, opera Sebbene non mi abbia trasmesso per esempio il campo di Sandbo-
di un anonimo IMI e recente- alcuna passione per un qualche stel oppure quello di Wietzendorf.
mente rinvenuti in un vecchio lavoro è stata comunque un’al- Ho imparato anche a distinguere
album fotografico; Leonardo Laz- ternanza interessante e alla quale nello specifico il sistema di pri-
zarini ed Elisa Staniscia (classe ho partecipato volentieri. Ciò che gionia nazista in quanto come ci è
III A) in L’arte nei lager nazisti, questa esperienza mi ha dato è stato fatto notare fin da subito, la
hanno commentato pitture e dise- una pagina di storia italiana di cui maggior parte degli IMI non era
gni degli IMI, tra cui le opere ignoravo l’esistenza.” Ed ecco le destinata ai campi di sterminio ma
del Maestro Tomadini; Federi- riflessioni di Leonardo Lazzarini: ai cosiddetti Stammlager (truppe
co Castellano e Andrea Pecora- “Durante l’anno scolastico 2017- semplici) e Oflag (ufficiali), cioè
ro (classe III B) nel loro Power 2018 ho svolto alternanza scuola campi appositamente progettati
Point Il rientro in patria degli IMI lavoro alla sede dell’ANRP, in un per lo sfruttamento di manodo-
hanno sintetizzato le vicissitudini periodo compreso tra gennaio e pera e non per lo sterminio pre-
che dovette affrontare i militari fine febbraio, ma altri incontri si meditato. Dunque le conoscenze
italiani al rientro in patria: ignora- sono svolti anche a scuola. L’ente apprese durante l’intero percorso
ti, misconosciuti, e anche mortifi- ospitante si occupa di raccogliere mi sono state d’aiuto per quanto
cati da quella Patria in nome della dati sulla storia degli IMI e sugli riguarda la parte del program-
quale avevano saputo affrontare i IMI stessi; inoltre l’ANRP ha fre- ma scolastico inerente a questo
più duri sacrifici in una terra stra- quenti rapporti con la Germania discorso. Svolgendo il mio com-
niera e nemica. con la quale ha avviato una stretta pito ho avuto direttamente acces-
Lasciamo da ultimo la parola a collaborazione per raccogliere più so alle risorse dell’azienda come
due dei nostri ragazzi, che nelle informazioni possibili. La sede per esempio computer aggiornati
relazioni finali hanno saputo ben è provvista di una biblioteca ben e la biblioteca in cui cercare il
cogliere la positività di questa fornita, di una mostra che riguar- materiale per il lavoro. Ho scelto
esperienza per loro nuova e coin- da sia la storia italiana durante il il percorso qui citato perché ho
volgente. Ecco la relazione di biennio 43-45, sia la vita quoti- interesse alle vicende dei militari
Federico Castellano: “Duran- diana degli IMI nei lager nazisti, italiani durante la Seconda guerra
te l’alternanza presso 1’ANRP e di una sala conferenze. Il mio mondiale e nel complesso le mie
abbiamo lavorato all’inserimento compito era quello di analizzare e aspettative non sono state delu-
dei dati di molti internati nel data catalogare i documenti riguardan- se in quanto l’argomento è stato
base, utilizzando la banca dati. ti i singoli prigionieri. Durante lo trattato non in modo superficiale
Abbiamo quindi svolto un lavoro svolgimento della mansione ero ma con numerose spiegazioni e
semplice e inoltre “accompagna- costantemente seguito ed aiutato puntualizzazioni.” Da parte nostra
to”. Più che per l’esperienza lavo- da alcuni dipendenti dell’Asso- auspichiamo che questa esperien-
rativa, questa alternanza è stata ciazione che di solito svolgono za di Alternanza Scuola-Lavoro
utile e interessante soprattutto questo compito. Il percorso è stato possa essere felicemente ripetuta
per l’argomento trattato. Abbia- molto utile anche dal punto di anche il prossimo anno scolastico.
LA VOCE DEGLI STUDENTI
DEL LICEO “RUSSELL”
Diamo voce, nelle pagine a seguire, agli studenti del Liceo Russell che hanno espresso con grande
sensibilità quanto appreso attraverso la loro esperienza storico-didattica. È una sintesi delle loro
personali riflessioni, in cui si leggono oltre alle competenze acquisite, anche emozioni, sentimenti,
valori etici recepiti di fronte alla storia e alla memoria.
23
si portavano dietro. (Laura Giachini e ti. (Giacomo Del Gracco e Benedetta
Carolina Vecchia, III L) Reina, III P)
Nel progetto di alternanza
scuola-lavoro, ci siamo dedica-
te all’archivio e all’inserimento
dati nel database.
All’inizio del nostro percorso,
siamo state affiancate, insieme
ad altri due ragazzi della 3^ L,
da quattro esperte che si sono
occupate di spiegarci, passo per
passo, il lavoro che avremmo
dovuto svolgere. (Giada Porrone
e Giorgia Tornese, III P)
Il compito assegnatomi mi ha
caricato di responsabilità, dal
momento che qualsiasi lavoro in
team ti rende responsabile anche
del successo del lavoro altrui;
ma, al contempo, mi ha riempito
di orgoglio in quanto personal-
mente ho dovuto aprire, per così
dire, i lavori ed ho per prima
introdotto gli ospiti alla visita
del museo. (Flavia Simonelli,
III P)
“È da poco ormai finita la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoro presso l’appena inau-
gurato Museo degli IMI. Più che esperienza ci piacerebbe definirla un’avventura!
Un’avventura tra corridoi pieni zeppi di storia del nostro paese, tra teche che proteggono e
custodiscono reperti autentici appartenuti ai nostri eroi nazionali.
Siamo riusciti subito a formare immediatamente un gruppo di lavoro compatto, ricco di ener-
gia ed è nato tra noi ragazzi quel senso comune di appartenenza, quell’inaspettato patriotti-
smo, oramai perduto tra l’implacabile superficialità di una società alienata dalla pigrizia e dal
menefreghismo.
I numerosi incontri, oltre a renderci più uniti, sono serviti come preparazione per il temutissi-
mo test finale, cioè guidare e presentare all’inaugurazione il museo, aperto al pubblico, con la
partecipazione di ambasciatori e televisione nazionale. Ci siamo organizzati, ci siamo divisi
il lavoro e abbiamo studiato, ci siamo impegnati al meglio per regalare al pubblico una visita
guidata di tutto rispetto.
Ci teniamo a dire come quest’avventura ci abbia regalato una nuova visione del futuro.
Già, sembra paradossale parlare di futuro in un luogo che si basa sul passato, ma è proprio
grazie a questo gioco di contrari che questo pensiero ha preso forma tra di noi. Non a caso,
infatti, la scelta da parte dell’ANRP di avvalersi di questo progetto e quindi di accettare che
dei ragazzini presentassero una Mostra di tale importanza è stato vincente.
Per un po’ abbiamo vissuto nel passato, tra i reperti di guerra, tra le testimonianze di soldati
italiani e, respirando tutto, ciò abbiamo capito come sia fondamentale non far riaccadere eventi
di tale tragicità, e di come gli unici in grado di fare ciò siamo noi.
Una generazione pigra in una società alienata... insomma dei buoni a nulla, ma capaci di tutto!
(Giordano Bigari e Andrea Scoscina, III L)
25
FATTI
& PERSONE
PER NON DIMENTICARE
a cura di Gisella Bonifazi
26
importante riconoscimento come l’in-
titolazione di una via cittadina.
INAUGURATA A PREMOLO LA MOSTRA “VOCI
SEPOLTE NELL’OBLIO DELLA MEMORIA”
A Premolo, ospitata dall’albergo Alprimolus, è stata inaugurata nel mese di agosto
la Mostra “Voci sepolte nell’oblio della memoria”, dedicata agli internati militari
italiani.
“La Mostra è presente in questo comune - ha spiegato Maurizio Monzio Com-
pagnoni, referente dell’Anrp per la Valle Seriana -, in quanto Premolo, come la
totalità dei paesi della provincia bergamasca, ha avuto decine di militari e civili
deportati e internati nei lager tedeschi”.
La realizzazione della Mostra, composta da pannelli, alcuni dei quali riguardano nello specifico la realtà di Premolo, permette
di ripercorrere un’importante pezzo di storia del piccolo comune dell’alta Val Seriana ed è frutto di una preziosa collaborazio-
ne con l’Amministrazione comunale e il Gruppo alpini locale.
Presenti all’inaugurazione il Sindaco Omar Seghezzi, il capogruppo degli Alpini Marco Titta, il coordinatore Diego Morsta-
bilini e numerosi parenti degli ex internati. Tra i deportati “illustri” di Premolo, don Antonio Seghezzi deceduto a Dachau e
Giovanni Battista Trussardi, classe 1912, deceduto nel 1945, anch’egli in un lager tedesco.
Maurizio Monzio Compagnoni, trevigliese d’origine ma residente a Gazzaniga, da quando ha conosciuto le vicende del suo-
cero Giuseppe Gelmi, classe 1907, si è impegnato a rintracciare gli internati militari e civili nei campi di lavoro e nei lager te-
deschi bergamaschi. Gelmi, dopo l’8 settembre 1943, venne internato nel campo di lavoro Stammlager III A di Luckenwalde,
deportato in Germania come migliaia di altri militari e civili bergamaschi e italiani le cui storie sono state spesso dimenticate.
“Ho pensato che non fosse giusto - ha dichiarato Compagnoni - lasciarle cadere nell’oblio, senza neppure un grazie. In tre
anni di ricerche, in gran parte all’Archivio di Stato di Bergamo, ma anche in altri archivi come quello dell’Ospedale Militare
di Daste, l’ex Clementina, dove i militari bergamaschi furono ricoverati al ritorno dalla prigionia, grazie alla collaborazione
di diverse persone, alcune appartenenti alle amministrazioni comunali e agli uffici anagrafe il cui lavoro è indispensabile e
preziosissimo, siamo riusciti a portare a buon fine un migliaio di richieste. Dai documenti gelosamente conservati risulta che
essi erano schiavi, senza orario di lavoro e con scarso cibo. Quello che traspare dalle carte è però un grande senso di umanità.
In primis, verso i propri compagni. Poi il solido legame con la famiglia: tutti scrivevano a casa chiedendo ai parenti di inviare
cibo e vestiti. Infine, la fede. Ogni quattro, cinque pagine viene citata la Madonna. I soldati domandavano alle proprie famiglie
di recarsi nei santuari della Bergamasca a pregare per loro”.
27
“E’ stato un viaggio importante, con un esito superiore alle aspettative, un
viaggio completo che mi ha trasmesso molto” ha commentato Trabucco.
NON
SOLO LIBRI a cura di Maria Elena Ciccarello
Guerrino Moretto, classe Il tono del libro è colloquia- mone, Guerrino non tenta
1918, ha cento anni al mo- le e composto. Nessuna re- neppure di indorare la pil-
mento della pubblicazione torica, nessun trionfalismo lola, sbattendoci in faccia
dell’ultima versione del suo né vittimismo. Quando, di ogni particolare, pur sen-
diario di guerra e di prigio- rado, c’è qualcosa di bello o za indugiare troppo come
nia. piacevole da ricordare, non farebbe uno scrittore o un
Nel settembre del 1943 è sta- risparmia dettagli o battute giornalista.
to internato a Königsberg nel tanto da strapparci un sor- Il diario si conclude con il
campo di Stablack dove è ri- riso. rientro a casa e la domanda
masto fino alla liberazione Viceversa, per quanto di che forse la maggioranza
nel maggio del 1945. crudo o drammatico è ac- degli italiani si son fatti “la
“La sciarpetta rossa” è un li- caduto o ne è stato testi- guerra è finita?”.
bro estremamente scorrevole,
di facile comprensione e vo-
lutamente senza inutili ricer-
catezze linguistiche. A tutti
gli effetti è strutturato come
un diario appena rielaborato
per adeguarlo alle ovvie esi-
genze di pubblicazione.
Ci racconta le vicissitudi-
ni che Guerrino Moretto ha
passato dai giorni immedia-
tamente antecedenti alla cat-
tura fino alla liberazione.
Si va da semplici aneddoti,
l’effetto di maggiore appe-
tito provocato da un pasto a
base di succulenti patate, a
storie molto più complesse o
drammatiche, come gli spo-
stamenti verso Danzica nel
febbraio del 1945 in condi-
zioni assolutamente precarie
(tanto per i prigionieri quan-
to per i tedeschi) e al limite
della sopportazione umana.
Il titolo del libro prende
spunto proprio da quel fat-
to, quella sciarpetta rossa,
ricordo di una notte passata
fra una ventina di persone in-
torno a un fuoco. Una notte
durante la quale Guerrino ha
trovato calore umano fra le
braccia di una donna. Il mat-
tino dopo, in segno di affetto,
gli legò al collo una piccola
sciarpetta, che non ha mai di-
30 menticato.
QUADERNI DEL LICEO ORAZIO N. 8
Curato da Mario Carini, è uscito l’ottavo numero dei Quaderni del Liceo Orazio,
ove vengono raccolte e recuperate fonti e memorie relative alla storia dell’Italia
durante la seconda guerra mondiale.
In particolare in questo numero si parla del Capitano Francesco Arpini, internato
a Wietzendorf. Nel volume viene pubblicato anche il suo diario scritto in modo
dettagliato e impeccabile. In queste pagine Arpini non si limita a raccontare quanto
avvenuto giorno per giorno, ma riporta sue riflessioni (a tratti anche di natura “poli-
tica”) e considerazioni non soltanto sulla prigionia ma sulla condizione italiana in
generale in quegli anni.
Il volume è arricchito da un’ampia sezione di note esplicative, fotografie e riprodu-
zione di lettere e documenti, che si aggiungono ai lavori di storici e professori fra
cui Luciano Zani, ordinario di storia contemporanea all’Università Sapienza di Roma e Consigliere dell’ANRP, con
il suo discorso “I militari italiani prigionieri in Germania nella seconda guerra mondiale” pronunciato il 10 febbraio
2017 nell’Aula Magna dell’Istituto Orazio.
Il Quaderno contiene anche lavori ed elaborati realizzati da alcuni studenti sotto la supervisione dei docenti.
Nel complesso un libro interessante, a tratti anche molto approfondito, ben realizzato e con il merito di aver dato
modo ai ragazzi di esprimersi e cimentarsi in esperienze di lavoro concrete che non mancheranno di arricchire il loro
bagaglio di conoscenze.
VERSO CASA
Angela Righetti, la nuora di un IMI, dopo aver ritrovato un piccolo diaro e diverse lettere di
Enzo Battolla (classe 1921) ha deciso di raccogliere il tutto in libro, per non disperdere quelle
che sono le esperienze, le memorie e gli avvenimenti storici che ha vissuto suo suocero.
Ci si trova così fra le mani un vero e proprio “documento”, anche più di altre pubblicazioni
di questo genere.
Poche annotazioni, ai giorni d’oggi forse apparentemente prive di valore come ad esempio:
“Doccia. Niente da segnalare. Si attende sempre. Mangiato gnocchi, buoni” ma importan-
tissime per un prigioniero nelle condizioni in cui si trovava Enzo Battolla, catturato dai
tedeschi l’8 settembre 1943 e tornato a casa il 21 luglio del 1945.
Già il poter scrivere “niente da segnalare” voleva dire che era stata una buona giornata, dato
che quasi sempre ogni novità era negativa in quel periodo.
“Verso casa” è una pubblicazione interessante, breve ed efficace. Indirizzata soprattutto ai ragazzi ha la particolarità di tra-
scrivere integralmente il diario che Enzo ha scritto durante gli oltre ottanta giorni di viaggio verso casa. Perché la fine della
prigionia è stata solo l’inizio di un travagliato percorso che fortunatamente, avrà un lieto fine.
A corredo del diario sono state trascritte anche le molte lettere trovate da Angela che Enzo scriveva alla madre. Lettere che
spesso fanno stringere il cuore, lettere in cui spesso lui si preoccupava più delle condizioni e dei sacrifici che la sua famiglia
doveva fare a casa, di quanto stesse passando lui in prigioni. Lettere in cui ringraziava per i pochi pacchi arrivati, spiegando
quanto fossero importanti, vitali! Lettere in cui chiedeva nuovi beni alimentari, tabacco e si raccomandava di spedirne molti…
E poi la triste verità: nel gennaio del 1945 giacevano negli uffici postali della Repubblica di Salò migliaia di pacchi destinati
agli internati, mai spediti per mancanza di mezzi di trasporto…
E’ quasi straziante immaginare lo stato d’animo delle famiglie (convinte che il figlio beneficiasse dei beni spediti) o dei pri-
gionieri che nonostante le molte richieste non vedevano mai arrivar nulla… “sarà successo qualcosa a casa? Staranno bene?
Si ricorderanno di me?”.
L’importanza di queste pubblicazioni è far capire, far toccare con mano che quanto è accaduto nel passato non sono solo fatti
31
storici, da analizzare e catalogare in modo accademico, ma sono anche storie vissute da persone in carne ed ossa, dolori e
sentimenti, angosce e speranze.
MEDAGLIA D’ONORE
E DELLA LIBERAZIONE
IN TUTTA ITALIA LE CERIMONIE PER LA CONSEGNA DELLE MEDAGLIE D’ONORE E DELLA LIBERAZIONE
A QUANTI HANNO CONTRIBUITO AD UNA ITALIA LIBERA E DEMOCRATICA. DI SEGUITO LA CRONACA
DI ALCUNE MANIFESTAZIONI CHE HANNO VISTO PROTAGONISTI I NOSTRI ASSOCIATI
MILANO
MODENA
VARESE
32
d’onore sono state consegnate ai familiari di Paolo Aspesi,
Giovanni Bernacchi, Pietro De Pari, Ciro Di Leo, Antonio Ferioli, Natale Gariati. Un’ulteriore medaglia è stata
concessa alla memoria del sig. Adelino Savoi, i cui familiari non hanno potuto presenziare.
L’ANRP nel tempo
ha intensificato il suo ruolo,
impegnandosi sempre di più
sul fronte della ricerca,
dell’approfondimento
e della divulgazione storica,
diventando promotrice
di iniziative culturali,
di formazione
e di sensibilizzazione
sulla necessità di costruire
un mondo senza più guerre
Sul sito
www.anrp.it
tutti gli aggiornamenti
sulle attività dell’Associazione
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• ordinario € 25,00
• sostenitore € 100,00
• benemerito € 250,00
Il Museo “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945” continua
ad arricchirsi di donazioni da parte dei familiari, che affidano all’ANRP documenti, lettere
e oggetti appartenuti ai loro cari, tangibile testimonianza della loro permanenza nei lager
del Terzo Reich.