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Associazione

Gennaio - Febbraio 2018

Nazionale
Reduci dalla
Prigionia
n. 1-2

dall’ Internamento
dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari

rassegna rassegna
mensile
informativo-culturale
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB ROMA

mensile socio-culturale
della anrp dell’anrp

GIORNO DELLA MEMORIA “MILANO È IN FIAMME”1943: I PRIMI 70 ANNI


CONSEGNA DELLA CRONACA DI UNA CATASTROFE
MEDAGLIA D’ONORE
n. 1-2
Gennaio - Febbraio 2018
rassegna
mensile socio-culturale rassegna
della anrp mensile
informativo-culturale
dell’anrp

SOMMARIO

ANRP - LIBERI
SEdE LEgALE E dIREzIoNE
3 EDITORIALE
di Enzo Orlanducci
00184 Roma - Via Labicana, 15a
Tel. 06.70.04.253

4
Fax 06.77.255.542
internet: www.anrp.it GIORNO DELLA MEMORIA
e-mail: anrpita@tin.it di Barbara Bechelloni

PRESIdENtE oNoRARIo
Riccardo Bisogniero 6 LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DEL MIUR

PRESIdENtE NAzIoNALE
EdIREttoRE EdItoRIALE
Enzo Orlanducci 7 GIORNO DEL RICORDO
di Fabio Russo
dIREttoRE RESPoNSABILE
Salvatore Chiriatti

REdAttoRE CAPo
Rosina Zucco
8 ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A BERLINO UNA MOSTRA TEMPORANEA
SUGLI IMI: DOCUMENTI INEDITI E NUOvE PROSPETTIvE PER LA RICERCA
di Rosina Zucco
REdAzIoNE

11
Barbara Bechelloni
Fabio Russo DAI DOCUMENTI DELLA RSI LA CONFERMA DELLA TRAGICA REALTÀ
Registrazione
DELL’INTERNAMENTO
- Tribunale di Roma di Luciano Zani
n. 17530 - 31 gennaio 1979
- Registro Nazionale della Stampa
n. 6195 - 17 febbraio 1998
15 “MILANO È IN FIAMME”1943: CRONACA DI UNA CATASTROFE
di Elisabetta Lecco
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 18 GINO BARTALI EROE SILENZIOSO
di Lauro Rossi
(conv. in L. 27-02-04 n. 46) art. 1
comma 1, DCB Roma

Gli articoli firmati impegnano


solo la responsabilità dell’Autore.
20 SOLITARIO, IMPROvvISO ED IMPONENTE
di AnnaMaria Calore
Tutti gli articoli e i testi
di “Liberi” possono essere,
citandone la fonte, ripresi e
pubblicati. 22 COSTITUZIONE: I PRIMI 70 ANNI
di Alessandro Ferioli
Ai sensi della legge n. 675/96

26
(tutela dati personali) l’Anrp
garantisce la massima riservatezza IL TRICOLORE SUI CAMPI DEGLI IMI
dei dati personali forniti dagli di Mario Carini
associati e la possibilità di
richiederne gratuitamente la rettifica
o la cancellazione, scrivendo ad
Anrp, Via Labicana, 15/a
00184 Roma.
30 FATTI & PERSONE
a cura di Gisella Bonifazi

37
Stampa
Bottega Grafica srls STOP ALLE BOMBE SUI CIvILI
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA di Maria Elena Ciccarello
Dato alle stampe il 15 febbraio 2018

Un target mirato
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2 di 8.000 lettori.
LIBRI RICEvUTI
PERCHè A 70 ANNI L’ANRP
è PIù ATTIVA CHE MAI!
Foto - IO CONGRESSO NAZIONALE - Roma 14-15 dicembre 1945

di Enzo Orlanducci

Felice Anno Nuovo! Spero che abbiate trascorso un sereno Natale ed un allegro
fine anno. Con famiglia, parenti e amici.
Dopo l’Epifania, che “tutte le feste spazza via”, adesso è tempo di guardare
al futuro.
A partire dai prossimi numeri di Liberi 2018, anno in cui l’ANRP celebra i suoi
primi 70 anni di attività, dedicheremo parte del nostro spazio alla ricorrenza,
che non deve intendersi come mera celebrazione, ma testimonianza soprattutto
di un impegno in fieri aperto e costante, dai tempi decisamente difficili del dopo
guerra in cui nacque l’Associazione ad oggi.
Tempi in cui il nostro paese, e non solo, era in divenire e l’ANRP, fedele com-
pagna delle mille sofferenze dei Reduci, era al tempo stesso strumento di ri-
vendicazioni, arena di dibattiti, di divulgazione e di conoscenza, ma soprattutto
megafono di speranza.
Attività che ha portato avanti attraverso molteplici progetti, con evidenti impli-
cazioni sia sotto il profilo patriottico, sia sotto il profilo storico, e che oggi ha
permesso di realizzare un prestigioso centro studi, documentazione e ricerca sul
mondo concentrazionario.
L’Associazione opera e vive all’interno di piccole e grandi comunità di cui è
parte integrante e attiva, convinta che essere presenti nel territorio con i propri
valori è più che mai fondamentale, perché significa comprendere e condividere
le necessità, capire i bisogni delle persone nel quotidiano, che purtroppo spesso
viene sconvolto, ferito, annientato.
Ciò è stato ed è possibile grazie a tutti coloro, a cui va la nostra riconoscenza, i
quali hanno contribuito a portare avanti l’Associazione: soci, dirigenti e colla-
boratori che hanno fatto in modo che l’ANRP crescesse negli anni in autorevo-
lezza, conquistandosi il rispetto e l’apprezzamento di tanti.
Sì, perché siamo cresciuti.
Ciò che uniti si è riusciti a fare in questi lunghi anni è la riprova della capacità
organizzativa e di “ruolo di servizio” dell’ANRP, che non sarebbe stato possibi-
le senza il supporto di coloro che con la loro sensibilità, il loro impegno, le loro
idee e la loro passione condividono difficoltà e successi.
In questa occasione, prima di lasciarvi alla lettura, permettetemi di ricordare
coloro che mi hanno preceduto e dedicare un pensiero di emozione e di affetto
ad alcune figure che nel passato, quando ancora frequentavo l’Associazione qua-
le semplice accompagnatore di mio padre, hanno conquistato un posto a parte
nel mio angolo dei ricordi e, perché no, nella mia formazione. In ordine di data
Leonetto Amadei, Sergio Chiamberlando, Giovanni Querrera e infine France-
sco Cavalera e Umberto Cappuzzo a fianco dei quali, per molti anni, ho svolto
il ruolo di segretario generale.

3
GIoRNo dELLA MEMoRIA
di Barbara Bechelloni Anticipata di due giorni, il 25 gen- non solo perché nel 2018 cade un
naio si è svolta al Palazzo del Qui- vergognoso anniversario - esatta-
rinale, alla presenza del Presidente mente 80 anni fa in Italia venivano
della Repubblica Sergio Matta- promulgate le leggi razziali - ma
rella, la celebrazione del “Giorno perché per la prima volta al Qui-
della Memoria”. rinale si è parlato anche di un al-
La manifestazione, condotta dagli tro genocidio avvenuto sempre nei
attori Remo Girone e Victoria Zin- lager nazisti contemporaneamente
ny, è stata aperta dalla proiezione alla Shoah: il Porrajmos, ovvero lo
di un filmato dal titolo “Dalle leg- sterminio di 500 mila rom e sinti.
gi razziali alla Shoah”, realizzato La cerimonia si è conclusa con il
da RaiStoria. discorso del Presidente della Re-
Sono intervenuti Anna Foa sul pubblica, il quale ha usato parole
tema “Gli ebrei italiani e le leggi durissime per le colpe del fasci-
razziali”, la Presidente dell’Unio- smo, per le leggi razziali e le per-
ne delle Comunità Ebraiche Italia- secuzioni degli ebrei nel 1938, “un
ne, Noemi Di Segni, il rappresen- regime che non ebbe alcun merito,
tante della Comunità Rom Sinti e e nel quale la caccia agli ebrei non
camminanti Gennaro Spinelli e la fu affatto una deviazione ma fu
Ministra dell’Istruzione, dell’U- insita stessa alla natura violenta e
niversità e della Ricerca, Valeria intollerante di quel sistema”.
Fedeli. La guerra e il razzismo dunque
Nel corso della cerimonia la can- non furono delle deviazioni del
tante Noa ha eseguito i brani mu- Ventennio nero ma del caratte-
sicali “Little Star” e “La vita è bel- re proprio di quel regime fatto
la”. I conduttori hanno letto alcuni di prevaricazioni e persecuzioni.
brani tratti dal volume “Ebreo, tu Nelle parole del Capo dello Sta-
non esisti!” di Paola Frandini. to, tuttavia, non c’è stata solo la
Liliana Segre (neo senatrice a vita) scomunica netta del passato, la
e Pietro Terracina hanno portato la rivendicazione di una Costituzio-
loro testimonianza e risposto alle ne che è nata in antitesi al regime
domande degli studenti. fascista, ma un mettere in guardia

4 Quest’anno non è stato un Gior-


no della Memoria come gli altri e
anche dai pericoli del presente. “I
fantasmi del passato, il rischio che
la presentazione del palinsesto del
servizio pubblico per la Giornata
della Memoria, il cartone animato
“la stella di Andra e Tati” di Ro-
salba Vitellaro e Alessandro Belli
che racconta, attraverso le voci di
doppiatori come Loretta Goggi e
Leo Gullotta, l’incontro nottur-
no fra Andra e Tati, con la mam-
ma, entrata di nascosto nel Kin-
derblock (il blocco dei bambini)
di Auschwitz Birkenau per portare
alle figlie un pezzo di pane.
E’ la vera storia delle sorelle Buc-
ci, deportate ad Auschwitz-Bir-
kenau all’età di 4 e 6 anni, con la
nonna e la madre nel 1944 e mi-
si possano di nuovo spalancare le Geova, disabili - considerati infe- racolosamente scampate, come la
porte dell’abisso, devono essere riori e ritenuti un ostacolo per il mamma che nel cartone animato
sempre tenuti presenti. La nostra progresso della nazione”. si intreccia con quella di una sco-
società ha gli anticorpi per evitar- L’ANRP era rappresentata da laresca dei nostri giorni in gita di
lo ma spetta a ciascuno di noi ope- Enzo Orlanducci, Michele Mon- istruzione nello stesso campo di
rare per impegnarsi per impedire tagano (ex deportato ed interna- concentramento.
che il passato possa tornare”. to militare) e Luciano Zani. Alla Realizzato dal MIUR, in collabo-
Non bisogna “minimizzare i fo- cerimonia hanno inoltre parteci- razione con la Rai e Larcadarte
colai di odio “. Il nostro Paese, pato Giovanni Bassanelli, Luigi ‘’è il primo cartone europeo sulla
aggiunge Mattarella, ha la forza e Lucchini (associati all’ANRP) e Shoah, un tema raramente tocca-
la capacità di “fare i conti con la Francesco Perrone ex internati to in cartoon - ha dichiarato Luca
propria storia”; ottanta anni dopo militari, a cui il Capo dello Stato Milano, direttore di Rai Ragazzi -
l’infamia delle leggi razziali non ha consegnato la Medaglia d’O- proprio per la difficoltà di trovare
bisogna aver paura di ricordare nore riservata ai cittadini italiani una chiave adatta ai bambini. Qui
che “quelle leggi furono firmate deportati ed internati nei lager na- ci si riesce grazie a tanti talenti’’.
di proprio pugno da Mussolini ma zisti 1943/1945. Prima della cerimonia sono stati
trovarono complicità e giustifica- Vogliamo chiudere questo servi- premiati i vincitori del XVI con-
zione all’interno dello Stato e del- zio richiamando le emozionanti corso nazionale “I giovani ricor-
la società dell’epoca: intellettuali, immagini mostrate in Rai, durante dano la Shoah”.
giuristi, scienziati, storici firma-
rono il Manifesto della razza che
diede il supporto teorico a quella
ignominia”.
Inoltre il presidente Mattarella ha
ringraziato “per la loro presenza il
presidente della Federazione dei
Rom e Sinti, il presidente dell’As-
sociazione deportati politici. Salu-
to anche il presidente degli inter-
nati militari: 800 mila soldati che,
per il rifiuto di collaborare con i
nazisti e di arruolarsi sotto le in-
segne di Salò, patirono privazioni,
persecuzioni e violenze” ed ha ri-
cordato come il nazismo “riuscì a
sterminare milioni di ebrei, oppo-
sitori politici e altri gruppi sociali
- gitani omosessuali, testimoni di 5
LETTERA APERTA
ALLA MINISTRA dEL MIUR
GIoRNo dEL RICoRdo
UN CAPITOLO INCANCELLABILE DELLA STORIA NAZIONALE
di Fabio Russo

Oltre alle tradizionali cerimonie ufficiali, è stata data


quest’anno in tutta Italia una particolare rilevanza al
“Giorno del Ricordo”, istituito con la legge n. 92 del
2004 in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo
giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha
partecipato, giorno 9 febbraio, nell’Aula del Senato
alla celebrazione di questa pagina angosciosa che ha
vissuto il nostro Paese nel Novecento.
Una tragedia provocata da una pianificata volontà di
epurazione su base etnica e nazionalistica. Mentre an-
tagonisti e formazioni di estrema destra scendono in
piazza con cortei a Torino e Roma, con motivazio-
ni opposte, per la Giornata del Ricordo, in un clima
già surriscaldato dalle polemiche sul caso Macerata,
il presidente della Repubblica avverte che “le stragi,
le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani,
istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimen-
ticate, sminuite o rimosse” perché “fanno parte, a pie-
no titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un
capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravis- nazionalismo estremista, dell’odio etnico, razziale e
simi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etni- religioso si sono perpetuati, anche in anni a noi molto
co, della violenza ideologica eretta a sistema”. più vicini, nei Balcani, generando guerre fratricide,
“Le foibe - ha detto Mattarella - con il loro carico di stragi e violenze disumane.
morte, di crudeltà inaudite, di violenza ingiustificata e L’Unione Europea è nata per contrapporre ai totali-
ingiustificabile, sono il simbolo tragico di un capitolo tarismi e ai nazionalismi del Novecento una prospet-
di storia, ancora poco conosciuto e talvolta addirittura tiva di pace, di crescita comune, nella democrazia e
incompreso, che racconta la grande sofferenza delle nella libertà. Oggi, grazie anche all’Unione Europea,
popolazioni istriane, fiumane, dalmate e giuliane. Alla in quelle zone martoriate, si sviluppano dialogo, col-
durissima occupazione nazi-fascista di queste terre, laborazione, amicizia tra popoli e stati.
nelle quali un tempo convivevano popoli, culture, re- Caduti i muri e le ideologie, non si identificano più
ligioni diverse, seguì la violenza del comunismo titi- gli italiani come fascisti e gli slavi come comunisti e
no, che scatenò su italiani inermi la rappresaglia, per
un tempo molto lungo: dal 1943 al 1945”. I danni del
quindi oggi ci si può guardare negli occhi e lavorare
insieme per un futuro di convivenza pacifica. 7
ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A BERLINO
UNA MOSTRA TEMPORANEA SUGLI IMI:
DOCUMENTI INEDITI E NUOvE PROSPETTIvE
PER LA RICERCA
di Rosina Zucco Non è la prima volta che l’inverno a Berlino, adiacente all’Ambascia-
berlinese vede presente nella capi- ta italiana che si affaccia sul parco
tale tedesca una attività dell’ANRP, del Tiergarten, una mostra docu-
sempre più intenta a potenziare i mentaria che ripercorre la storia
rapporti avviati nel tempo in Ger- degli IMI. Nata dalla collaborazio-
mania con soggetti partner del ne fra il MAE e l’ANRP, lo sco-
mondo della cultura, archivi e luo- po dell’iniziativa rispecchia il suo
ghi della memoria. Occasioni che titolo: “Italia - Germania: insieme
si ripetono ormai frequentemente, per una politica della memoria”.
a testimonianza dell’intensa attivi- Un evento ipotizzato e in parte
tà che l’Associazione sta portando anticipato il 27 giugno 2017 u.s.
avanti in parallelo tra i due Paesi quando, nell’ambito del convegno
per perseguire quella comune po- tenutosi presso il Ministero degli
litica della memoria sulla dram- Affari Esteri sul tema “Da una me-
matica vicenda dei militari italiani moria divisa a una storia condivi-
internati nei lager nazisti dopo l’8 sa tra Italia e Germania”, furono
settembre 1943 che è all’origine esposti alcuni reperti estrapolati
dei progetti promossi e realizzati dalla Mostra “Vite di IMI”, uni-
in questi ultimi anni con il contri- tamente a documenti inediti ritro-
buto del “Fondo italo tedesco per vati presso l’Archivio storico del
il futuro”. MAE. In quell’occasione l’ANRP
L’8 gennaio u.s è stata inaugurata propose di esporre lo stesso ma-
presso l’Istituto Italiano di Cultura teriale documentaristico anche a

8
Berlino, per pubbliciz-
zare anche oltralpe sia spondenza intercor-
la mostra “Vite di IMI”, sa tra la Repubblica
sia quanto di innovativo di Salò e la Germa-
poteva essere desunto nia per risolvere,
dai documenti diploma- purtroppo tardiva-
tici della Farnesina. In- mente, il problema
dividuata la prestigiosa della situazione
location nell’Istituto Ita- deficitaria in cui si
liano di Cultura a Berli- trovava la grande
no, l’Associazione si è massa degli inter-
attivata per allestire la nati militari lavora-
mostra, integrandola con tori coatti. Come ha
del materiale illustrati- spiegato Zani, ben-
vo atto ad approfondire ché fossero stati ini-
quanto già esposto il 27 zialmente catturati
giugno. La preparazione come Kriegsgefan-
è stata quanto mai ac- genen (prigionieri
curata: sono stati realiz- di guerra), l’allean-
zati pannelli esplicativi za fra il Reich e la
sulla vicenda degli IMI neonata Repubblica
e sul materiale cartaceo Sociale Italiana di
diplomatico, filmati il- Mussolini compor-
lustrativi e supporti mul- tò la loro trasfor-
timediali interattivi per mazione giuridica
“aprire” su touch screen in internati militari
approfondimenti. (da cui la sigla IMI)
La sera dell’inaugurazione è stato vicario dell’ANRP Michele Mon- e la conseguente perdita dei diritti
sorprendente l’afflusso di pubblico tagano, che in qualità di testimone sanciti dalle convenzioni militari e
che, prima della conferenza, si è ha posto l’accento sull’elemento patrocinati dagli istituti internazio-
soffermato tra le teche posiziona- volontaristico nella detenzione di nali, quali per esempio il sussidio
te nel lungo corridoio dell’Istituto. quelle centinaia di migliaia di sol- della Croce Rossa. Abbandonati a
Alcuni osservavano gli oggetti ac- dati che rifiutarono a più riprese di se stessi, furono subito indirizzati
compagnati dalle didascalie, altri servire la causa del nazismo. Dopo al lavoro coatto e sottoposti al ri-
si soffermavano a leggere i pannel- essersi soffermato a illustrare i catto della fame, mentre fra Salò e
li, altri ancora consultavano su uno progetti sugli IMI portati avanti Berlino si dibatteva della loro sor-
schermo interattivo il sito www. dall’Associazione, quali i due da- te. Mussolini non poteva ignorare
alboimicaduti.eu, navigando sul tabase “Albo degli IMI Caduti nei il fenomeno degli IMI, sia perché
dispositivo alla ricerca di qualche lager nazisti 1943- 45”, ampliato contando anche le loro famiglie,
nominativo conosciuto. Nel con- nel “Lessico biografico degli IMI”, la problematica coinvolgeva cir-
tempo in un grande schermo scor- e la Mostra permanente “Vite di ca dieci milioni di italiani, sia
revano le foto della Mostra “Vite di IMI. Dal fronte di guerra ai lager perché la neonata Repubblica era
IMI” di via Labicana, che eviden- tedeschi 1943-1945”, Montagano impegnata in un continuo braccio
ziavano sia visioni di insieme delle ha auspicato che il dialogo aperto di ferro col governo tedesco per la
sale, sia dettagli di reperti esposti alcuni anni fa con la Germania, formazione di un proprio esercito.
nelle teche. possa proseguire sulle basi di una Allo stesso tempo però la loro fe-
Alle 19.00 è iniziata la conferenza sempre più fattiva collaborazione. deltà al re e al legittimo governo di
di presentazione. La sala era gre- È seguito l’intervento di Luciano Badoglio, espressa con il continuo
mita, posti in piedi. In prima fila Zani, ordinario di Storia Contem- e reiterato rifiuto a firmare la di-
era seduto l’ambasciatore di Italia poranea alla Sapienza Università chiarazione di fedeltà a Mussolini
a Berlino, Pietro Benassi. Dopo il di Roma e curatore della mostra, e Hitler, non poteva che classifica-
saluto del Direttore dell’Istituto che ha commentato la documen- re gli IMI come traditori della cau-
Italiano di Cultura a Berlino, Lu- tazione inedita ritrovata presso sa fascista.
igi Reitani, per l’occasione mode-
ratore, è intervenuto il presidente
l’Archivio storico del MAE, un
interessante spaccato sulla corri-
Come ha fatto presente il vicedi-
rettore dell’Istituto Storico Germa- 9
Berlino, aperta fino al 19 gennaio,
è stata definita “preziosa” da Von
Peter Von Beckel della testata te-
desca “Das Spiegel”. Il giornali-
sta ha espresso nel suo articolo un
vivo apprezzamento per il materia-
le inedito esposto, ma ancora più
“toccanti” ha definito gli oggetti,
testimonianza della vita nel lager.
Tra questi è stato particolarmente
colpito dall’album con le foto di
uno spettacolo teatrale, in cui gli
uomini appaiono acconciati in abi-
nico di Roma, Lutz Klinkhammer, si può parlare di un parziale oblio, ti femminili. La didascalia è scritta
del resto le esigenze del governo perché i documenti relativi alla a matita: “Donne? Oh no! Solo una
nazista erano ben altre che non vicenda degli IMI sono stati dati I.M.I.tazione!”, un gioco di parole
quella di fornire un esercito a Salò. a lungo per dispersi, tanto da co- con l’abbreviazione degli internati
Al Reich servivano lavoratori che stituire quella che Federica Onelli, militari italiani, come segno di un
prendessero il posto degli uomini dell’Archivio Storico Diplomatico umorismo disperato.
impegnati al fronte, nell’industria, del Ministero degli Affari Esteri, Un accurato report della mostra è
nell’agricoltura e nell’opera del ha definito una “chimera archi- stato pubblicato nel sito www.ra-
genio civile. Fu così che nell’a- vistica”, finché non sono emersi diobandalarga.it/news, di cui ripor-
gosto del 1944 fu disposta quella all’interno dell’Archivio storico- tiamo a seguire alcuni stralci.
manovra politico-diplomatica che diplomatico della Farnesina. La “La mostra è di piccole dimensio-
convertì tutti gli internati in lavora- Onelli ha illustrato come si è ar- ni ma merita una visita prolungata
tori civili, formalmente liberi e do- rivati al rinvenimento della docu- per la sua densità e per il contrap-
tati di libretto di lavoro, alle dipen- mentazione inedita e a proporne la punto che essa crea fra le sintesi
denze del Reich. Tutt’altro che una valorizzazione per uno studio dei storiche, brevi ma efficaci, e le
liberazione, come venne invece rapporti ormai tardivi tra la Repub- singole peculiarità dei materiali
propagandata dall’RSI, questa “ci- blica di Salò e la Germania, da cui d’archivio in esposizione. […] La
vilizzazione” significò per i soldati scaturisce la figura di un Mussolini prima teca è dedicata ad oggetti
italiani uno stato di schiavitù lega- piuttosto inerme di fronte alla pro- che caratterizzavano la quotidia-
lizzata, a cui si aggiungeva l’onta blematica degli IMI. nità degli internati. Se alcuni ef-
della degradazione da militari a ci- Gli interventi dei relatori hanno fetti personali, come una gavetta e
vili e il disprezzo e i maltrattamen- aperto nuove prospettive e fornito una coperta, rimandano ai bisogni
ti da parte di quei tedeschi che li diversi punti di vista riguardo la del corpo e all’obiettivo minimo
consideravano dei traditori. storia degli Internati Militari Ita- della sopravvivenza, altri materia-
Wolfgang Schieder, copresiden- liani tra il 1943 e il 1945. Il qua- li raccontano di bisogni più com-
te della Commissione di storici lificato pubblico in sala, piuttosto plessi ma non meno importanti.
italo-tedesca, ha sottolineato come eterogeneo, ma molto motivato, ha L’acquarello di un internato, posto
gli IMI siano stati fra le vittime seguito la conferenza con attenzio- accanto al suo attestato di parte-
più dimenticate della guerra, e la ne e, alla fine, ha dato luogo ad un cipazione a una mostra d’arte or-
loro resistenza al compromesso interessante dibattito. I lavori della ganizzata nel Lager, rappresenta
col nazifascismo a lungo condan- serata hanno dimostrato quanto sia in colori tenui delle figure umane
nata all’oblio per diverse ragioni: stato estremamente produttivo il allungate e opache, che sembrano
perché quella degli IMI fu una dialogo tra Italia e Germania nella raccogliersi a guardare di riman-
Resistenza senza armi che non fu ricerca di una memoria comune sui do chi le osserva anche se i loro
celebrata come la lotta partigiana; fatti di quegli anni ed è scaturita volti sono appena abbozzati. Ma
per i latenti sospetti di collabora- l’esigenza di proseguire le ricer- oltre a organizzare mostre, lezio-
zionismo; per la generale stanchez- che e la raccolta di documenti per ni, eventi musicali, gli internati
za della guerra che, quando gli IMI ricostruire nel modo sempre più cercavano di salvarsi anche con
tornarono in patria, indusse la col- completo e fedele la storia di quel l’umorismo. Una copia scritta a
lettività a volgere altrove il proprio periodo. mano del Lagerzeitung “Radio

10 sguardo.
Ma anche sul piano storiografico
Interessanti i commenti della stam-
pa tedesca. La piccola mostra di
scarpa”, giornale di e per interna-
ti in un Lager nei dintorni di No-
rimberga, riporta nell’intestazione dell’RSI, datata 5 ottobre 1944 si il quale, nel Natale del ’44, scrive
la dicitura: “esce quando può”. legge della “completa mancanza agli ex internati: “Associatevi- con
[…] La mostra prosegue con una di vestiario e di calzature” per gli disciplina e con dignità d’Italiani
preziosa selezione di documenti italiani e che “in alcuni settori an- - allo sforzo quasi sovrumano del
originali provenienti dagli archivi cor’oggi gli ex-internati vengono popolo germanico e avrete dato un
del Ministero degli Esteri italiano. bastonati a sangue”. I tentativi di positivo contributo alla vittoria che
Carteggi, telegrammi e circolari migliorare le loro condizioni, tra- alla fine coronerà i sacrifici soste-
legati alla comunicazione interna mite l’invio di viveri e di vestiario, nuti dalle nazioni del Tripartito”.
all’apparato statale e militare del- avvennero in linea con l’idea che L’era fascista era invece agli sgoc-
la RSI, ma anche parti della corri- “i tedeschi stessi, conveniente- cioli e gli italiani sarebbero presto
spondenza che il duce intratteneva mente illuminati, finiranno pure potuti ritornare alle loro case. Uno
sul tema degli IMI con l’ambascia- per ammettere che il rendimento schermo interattivo della mostra
tore Anfuso di Berlino e con Hit- può e deve migliorare se i nostri permette di sfogliare l’albo con i
ler in persona. In un telegramma saranno convenientemente nutriti nomi dei più di 50.000 che invece
datato 22 novembre 1943, Musso- e se saranno moralmente rialzati non fecero ritorno dalle miniere,
lini chiede al Führer di rispettare dal loro grado di abbattimento” - dalle fabbriche o dai famigerati
l’accordo secondo il quale la RSI così Guido Tonella, direttore del campi di rieducazione al lavoro.
avrebbe potuto reclutare quattro giornale di propaganda La voce A questi ultimi era stato destinato
divisioni di volontari tra le fila della patria, rivolto e distribuito chi, come Michele Montagano, si
degli internati in Germania. Un agli ex internati. Ma uno di loro rifiutava non solo di combattere,
appunto destinato a Mussolini del trascrive, in una lettera aperta allo ma anche di lavorare per il Reich.
20 agosto ’44 testimonia invece stesso giornale, la risposta di un I protagonisti di una resistenza di-
l’avvenuta civilizzazione: “il filo capo reparto alle proprie proteste sarmata, combattuta incrociando
spinato è stato tagliato”. Ma qua- per aver dovuto lavorare il giorno le braccia e stringendo i denti da-
si un anno dopo, le condizioni di di Pasqua a differenza degli altri vanti alle lusinghe e ai soprusi del
quelli che dovevano essere lavora- reclusi: “Per gli italiani niente ri- nazifascismo”.
tori civili rimanevano spesso tragi- poso, niente festa, merda”. In di- Il testo dell’interventi, di Luciano
che. In una relazione emersa da un versi documenti spiccano le firme Zani, è riportato di seguito inte-
sopralluogo nei campi dei militari e la calligrafia di Mussolini stesso gralmente.

dAI doCUMENTI dELLA RSI


LA CoNfERMA dELLA TRAGICA REALTà
dELL’INTERNAMENTo
di Luciano Zani Ringrazio, anche a nome dell’ANRP, tutti coloro che hanno reso possi-
bile questo evento: il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Berlino,
prof. Reitani; i Ministeri degli Esteri tedesco e italiano e l’ambasciatore
tedesco a Roma; il ministro Armando Barucco che dirige l’Unità di ana-
lisi, programmazione, statistica e documentazione storica del Ministero,
e l’Archivio storico del Ministero degli Esteri, nelle persone di Stefania
Ruggeri, Federica Onelli ed Ersilia Fabbricatore. Ringrazio infine l’Am-
basciatore d’Italia a Berlino, Benassi, che ci onora della sua presenza.
La Mostra che oggi inauguriamo intende approfondire due aspetti, tra
loro connessi, della storia italiana e tedesca dal 1943 al 1945: 11
1) l’atteggiamento che la Repub-
blica Sociale Italiana (RSI) as-
sunse nei confronti dei militari
italiani internati (IMI) in Ger-
mania dopo l’8 settembre e le
iniziative che cercò di prende-
re nei loro confronti;
2) gli aspetti principali delle
condizioni sociali (lavoro) e
culturali degli IMI nell’inter-
namento, per come mutarono
nel tempo anche in relazione a
quelle iniziative.

Un’attenzione necessaria almeno fino alla primavera del ‘44, tale riguardo permane gravissima”
La necessità deriva principalmen- era difficile distinguere tra “arruo- (Anfuso, ottobre 1944). Le carte
te da due elementi: la preoccupa- lati Forze Armate Repubblicane o documentano il caos dei pacchi,
zione e la pressione dei molti mi- inquadrati formazioni germaniche fermi negli uffici postali o alla
lioni di familiari di IMI residenti o internati o prigionieri nemico” frontiera, e dei vagoni, che sono
nella RSI (la questione dei sussidi (Anfuso, 7 marzo 1944). Ma que- pochi, e quei pochi sono scoperti
alle loro famiglie, la scelta di di- sta “gravissima e spesso insormon- e non chiusi, e se non sono chiu-
scriminarli o no in base all’ade- tabile difficoltà di accertare con si gli svizzeri non li fanno passare
sione dichiarata alla RSI; da un esattezza la posizione attuale dei sul loro territorio! I pacchi che ar-
documento esposto, risulta che militari già in servizio prima dell’8 rivano nel territorio del Reich, poi,
nel novembre del 1944 i tedeschi settembre 1943” rimane tale anche rimangono inutilizzati negli Sta-
suggerirono di tassare del 15% i nell’ottobre 1944 (Mazzolini, 28 lag, perché non si sanno gli indi-
salari degli ex IMI inviati al la- ottobre 1944). È una fase in cui rizzi di dove gli Internati sono stati
voro!); l’esigenza, vitale e pri- le identità personali sono incerte! mandati a lavorare! Un delegato
oritaria, da parte di Mussolini e È passato oltre un anno, ma nel del Partito Fascista Repubblicano
di Graziani, di creare un esercito rimpallo delle responsabilità non per i Fasci all’estero, nel settem-
della RSI, cui le massime autorità si agisce, anche per mancanza di bre 1944, in proposito dice che la
del Reich erano fermamente con- fondi; con la civilizzazione, il van- sensazione nella popolazione è che
trarie. taggio per la RSI è che l’onere dei “il Governo, dopo essersi quasi di-
sussidi e della gestione degli IMI sinteressato di loro nel periodo di
Un’attenzione tardiva passa anche formalmente ai tede- internamento, seguiti a fare altret-
Le date parlano chiaro: fino alla schi; ma è anche una delle ragioni tanto adesso”.
primavera del ‘44, nel caos suc- per le quali gli IMI rifiuteranno la
cessivo all’armistizio, era diffici- civilizzazione. Le difficoltà incon- Un’attenzione parziale
le pianificare centralmente un in- trate dalla RSI nel rifornire gli IMI e contestata
tervento, il che consentì ai nazisti di cibo (fino alla civilizzazione) e Dai documenti emergono le divi-
di completare indisturbati l’asset- poi di vestiario, sono la cartina di sioni interne alla RSI anche sull’at-
to dell’Internamento funzionale tornasole di ritardi e inadempienze, teggiamento da tenere verso gli
alla loro priorità, cioè l’utilizzo nonostante gli sforzi del SAI (Ser- IMI, tra chi propende per lasciar-
degli IMI come forza-lavoro, in- vizio Assistenza Internati), mentre li al loro destino, in nome di una
viando immediatamente al lavoro le autorità tedesche acconsentono punizione per un tradimento pro-
soldati e sottufficiali. Per cui an- a parole ma boicottano nei fatti, seguito con la mancata adesione a
che successivamente la RSI può fornendo vestiario solo al 10% de- Salò, e chi invece si batte per aiu-
fare ben poco, se l’ultimo dei gli Internati. Gli IMI sono usciti tarli e farli sentire parte di una stes-
tentativi, la creazione del GA- dai campi, ma “non sono ancora sa patria. Un conflitto tra punirli e
BAILG (Gabinetto Assistenza entrati a far parte integrante e nor- tutelarli, che riproduce in sedicesi-
Italiani Lavoratori in Germania), male della grande Organizzazione mo nella RSI il dilemma nazista tra
avviene all’inizio del ‘45, finendo dei lavoratori germanici e stranie- punizione e lavoro. Divisione che ,
col coincidere con l’agonia delle ri nel Reich”; sono stati civilizza- come è noto, è il riflesso di quella

12 forze dell’Asse.
Nei primi mesi di internamento,
ti ma non hanno passaporto, sono
privi di vestiario e “la situazione a
più generale tra l’ala più radicale
e “fascista” della RSI e quella più
moderata e di “conciliazione na- SAI, firmata Morganti e indirizzata conflittuali articolazioni, paiono
zionale”, e a conferma del fatto che a Mazzolini, del 31 agosto 1944: comunque sempre sorde ai ten-
“i collaboratori di Salò non furono “Mi agita e non mi lascia dormi- tativi italiani di estendere la loro
affatto una massa omogenea di re di notte il pensiero che ancora già limitata sovranità alla gestio-
«camicie nere»” (Klinkhammer). una volta l’assistenza a cui si in- ne degli IMI. Gli accordi stipulati
Lo scontro è ben esemplificato dal- titola il mio Servizio sia soltanto (protocollo di Guben; accordi di
le vicende relative al giornale “La una parola scritta sulla testata delle Bellagio) lasciano sostanzialmente
Voce della Patria” e al suo diret- lettere, anziché una realtà fattiva gli Internati al loro destino di lavo-
tore Guido Tonella, vicende che i ed operante”. Lo sfogo nasce dalla ratori del Reich tedesco.
documenti selezionati per la Mo- descrizione quotidiana dello “stato La “civilizzazione”, da questo
stra mettono ben in luce: “La Voce inenarrabile di avvilimento” degli punto di vista, costituisce la presa
del Padrone”, come la chiamavano ex Imi che si presentano alle porte d’atto del fallimento della priorità
gli Internati, viene chiusa dai na- del SAI per essere vestiti, mentre della RSI, cioè la creazione di un
zifascisti, e sostituita da un altra in Germania comincia l’inverno: proprio esercito, esigenza primaria
testata, per aver ospitato le denun- “Dopo aver permesso che tanti fra- di qualunque Stato. I documenti
ce degli IMI sulla loro condizio- telli morissero di fame - per il ritar- presentati nella Mostra descrivono
ne e aver preso, entro certi limiti, do, sia pure dovuto in parte a cause la fondamentale concorrenza tra
le loro difese! Per aver descritto, di forza maggiore, con cui si iniziò nazisti e fascisti sull’utilizzazio-
per la penna di Tonella, le “torme l’invio di viveri - vogliamo ora as- ne degli IMI, il lavoro per i primi,
cenciose e denutrite” dei milita- sumerci la tremenda responsabilità l’esercito di Salò per i secondi; e
ri italiani, “bastonati a sangue” in di farne morire tanti altri di freddo le oscillazioni e le delusioni di
mezzo ad “insulti umilianti e im- e di malattia?”; uomini già debili- Mussolini e Graziani, acuite dalla
meritati”: tutte fonti di provenien- tati, “fisicamente e moralmente”, prontezza tedesca nel perseguire i
za RSI, che più e meglio di quelle da “un anno di atroce prigionia”. propri fini rispetto ai ritardi e alle
potenzialmente meno imparziali Questi sono i documenti veri, che, difficoltà della RSI: l’ambiguità di
confermano la condizione tragica insieme a tanti altri, esprimono fondo nella formula del giuramen-
dell’internamento. un senso di impotenza e di scon- to, che mostra come le unità ita-
Come la lettera “definitiva” ripro- fitta rassegnata. Confermata nella liane siano comunque inquadrate
dotta nella Mostra: Mostra dagli articoli della stampa nell’esercito tedesco e al comando
“…Sei mesi dopo siamo ridotti di Salò, come quello di “Brescia di Hitler, anche se per difesa della
d’un sesto del peso che possedeva- Repubblicana”, che scrive di dif- patria italiana; le menzogne, che
mo… ficoltà insormontabili e di situa- Mussolini chiama turlupinature in
…Sei mesi dopo siamo ridotti zione invariata dopo sette mesi di una lettera a Morera del 12 gen-
come tanti straccioni, o peggio prigionia. naio 1945. Nel luglio ‘44 - scrive
come tanti Arlecchini… - ho parlato a Monza a centinaia
…Per gli italiani niente riposo, In conclusione una prevalente di nostri soldati in partenza per
niente festa, merda…”. disattenzione l’addestramento in Germania, ga-
Cartina di tornasole delle difficol- A quanto sopra detto deve essere rantendo che sarebbero tornati; ora
tà nell’assistenza agli Internati è aggiunto il fatto che le autorità te- so che sono stati dispersi in tutte le
la continua necessità di ricorrere a desche, nelle loro diverse e a volte direzioni per lavorare: è una “tur-
intermediari esterni, come la San-
ta Sede e la Croce Rossa interna-
zionale, attraverso giri complicati,
ad esempio inviando i soccorsi al
Nunzio apostolico a Berlino trami-
te la Delegazione di Lisbona della
Croce Rossa Internazionale, come
assicura un telegramma da Buenos
Aires del 24 gennaio ‘45, inoltrato
agli Esteri dall’ambasciata italiana
a Madrid, visibile nella Mostra.

Le parole e i fatti.
La realtà dei fatti emerge limpida
da da una Riservata Personale del 13
lupinatura” cui sono stato costretto sui militari internati, soprattutto le ricerche condotte dall’ANRP.
dall’inganno dei tedeschi. a causa dell’”ostruzionismo tede- Un ultimo paradosso emerge dal
Ma ripiegare sull’arruolamento sco” (Klinkhammer), fallimento confronto tra le due parti della Mo-
in Italia pure fallisce, per cui si che Graziani certifica in una riunio- stra. Gli oggetti portati dall’ANRP
ritorna sull’ipotesi iniziale, con ne del 20 gennaio 1945 dei verti- vanno oltre la condizione di sof-
effetti anche paradossali, come ci italiani e tedeschi: le 4 divisio- ferenza patita dagli Internati, che
un autografo di Mussolini in Mo- ni rientrate dalla Germania “sono emerge chiaramente proprio dai
stra: arruolare ex IMI alti almeno organismi inerti e passivi” e “non documenti della RSI, mentre gli
1,75, addestrarli per 6 mesi, farli hanno mezzi per muoversi”, perché oggetti degli Internati parlano del-
combattere per altri 6 mesi in Ger- “la parola d’ordine tedesca è che la loro resistenza all’abbrutimento,
mania, poi finalmente riportarli in gli italiani non possono e non deb- della dignità e della loro volontà di
Italia (Mussolini a Himmler, 14 bono essere utilizzati come soldati vivere e di testimoniare.
agosto 1944!). ma solo come lavoratori”. La paro- Un’ultima cosa: l’iniziativa della
Del resto nei circoli militari e poli- la definitiva la mette Morera in un ANRP di costruire una Mostra per-
tici tedeschi si era convinti che ge- lungo rapporto del gennaio 1945, manente a via Labicana a Roma,
nerali e ufficiali internati fossero la la presa d’atto del fallimento della che sarà inaugurata a breve nella
“vivente documentazione” del sen- RSI e della resistenza degli IMI, sua nuova veste multimediale, e
timento antitedesco dell’esercito dato che - dice -”preferiscono fare di proporre questa Mostra tempo-
regio; mentre Salò avrebbe dovuto i servi piuttosto che i soldati”. Nu- ranea, che di quella permanente è
far leva sul recupero dei soldati, meri a parte, gli stessi massimi ver- emanazione e integrazione, non di-
essendo ufficiali e generali del tut- tici della RSI devono prendere atto, pende solo dal DNA dell’ANRP -
to irrecuperabili! Altri documenti alla fine, di essere stati trattati non “custodire la memoria per costrui-
li definiscono “nettamente ostili”. da alleati, ma da “preda bellica”. re la storia” -, ma attua alcune delle
Peccato, per Salò, che i soldati fos- principali indicazioni della Com-
sero stati inviati subito a lavorare Il No degli Internati. missione di storici italo-tedeschi
per il Reich! Questo paradosso ap- Le prospettive future voluta dai due Governi, raccoglie
pare lampante nelle battute recrimi- La seconda parte della Mostra, una loro forte raccomandazione,
natorie del colloquio Anfuso-von strettamente legata alla prima, do- che l’ANRP sta trasformando in
Ribbentrop del 29 marzo 1945: An- cumenta le condizioni di vita e di realtà. E mi auguro che sia possibi-
fuso accenna “all’errore commes- lavoro degli IMI, attraverso scrit- le proseguire questo percorso con
so nella politica germanica verso ti e testimonianze degli Internati la creazione di una Fondazione ita-
gli internati dai quali si sarebbero e oggetti a loro appartenuti o da lo-tedesca, tra storici e ANRP, sen-
potuti ricavare almeno 200.000 loro creati nei Lager, scelti all’in- za lasciar cadere quanto di buono
soldati”. Ribbentrop risponde “al terno della Mostra permanente è stato fatto finora, tra i due paesi,
massimo 20.000”. Anfuso replica “Vite di IMI. Percorsi dal fronte per passare, da una memoria divisa
che “con una buona politica se ne di guerra ai lager tedeschi” sita in a una storia condivisa.
sarebbero potuti avere anche più Via Labicana 15 a Roma. E con-
di 200.000”. Graziani e Canevari, sente di consultare l’Albo
dopo l’8 settembre, avevano pensa- degli IMI caduti, frutto
to a un piano di riarmo per un eser- straordinario di una del-
cito di 500mila uomini, ridotti dra-
sticamente dai tedeschi a quattro
divisioni, la cui formazione viene
però subordinata a un continuo ri-
catto tedesco, esercitato in forma
di richieste insolvibili: 150mila
uomini per la Flak (la contraerea)
in Germania, poi ridotti a 12mila,
promessi dalla RSI e mai forniti.
E lo scambio tra militari per le 4
Divisioni della RSI e lavoratori
per il Reich è una costante in tutto
il 1944. La conclusione è il falli-

14 mento della creazione di un con-


sistente esercito della RSI fondato
“MILANO È IN FIAMME”1943:
CRONACA DI UNA CATASTROFE

Invano cerchi tra la polvere


povera mano, la città è morta
Quasimodo

La sera del 20 gennaio 1943 Augusto notizie (o equivoci silenzi) della di Elisabetta Lecco
Dominedò era nella sua casa mila- disfatta di Russia, presto sarebbero
nese di via Gustavo Modena, 2, uno tornati i reduci con il loro carico di
di quegli eleganti palazzi Liberty orrore, gli altri sarebbero rimasti
che caratterizzavano il quartie- “dispersi” e nulla più. E intanto gli
re signorile dove i ragazzi come inglesi stavano entrando a Tripoli
lui vestivano pantaloni alla zuava portandosi via il sogno delle colo-
e frequentavano il Regio Convitto nie e di quei cinque pasti al giorno
Nazionale Pietro Longone, da quat- che tanto gli avevano invidiato. Da
tro secoli luogo d’eccellenza per mesi il cibo era razionato e la stan-
la formazione dei giovani milanesi chezza si era insinuata negli animi
(anche Parini e Manzoni ne erano degli italiani, ma non si sapeva
stati allievi), e potevano ancora sen- come uscirne. “Non finisce più la
tire una campana che dal tetto scan- guerra - scriveva Augusto - Oggi
diva i tempi delle lezioni. Fu allora siamo giovani… ma domani? E
che Augusto (come tanti in quegli dopo? Dove bisognerà andare?”
anni, giovani o vecchi che fossero) Molti coetanei erano già partiti
sentì l’esigenza di iniziare un diario. per i fronti di guerra, ma lui aveva
“In queste pagine - annotò - non usufruito di rinvii scolastici prima
voglio scrivere nulla di cattivo con- (universitari poi) e poteva ancora
tro nessuno. Voglio mitigare il mio (ma sarà per poco) chiudere la real-
odio, voglio calmare la mia rabbia, tà fuori casa e non si creda fosse
voglio acquietare la mia impotente un’attitudine rara. Talvolta bastava-
ferocia contro tutti i nostri nemici, no un violino, un’armonica, oppure
contro tutti quelli che ci hanno un pennello con dei colori e una
chiuso il cervello a ogni buona tavolozza per trovarsi altrove, per
comprensione. Parlo di noi. E noi dimenticare ogni cosa intorno a se.
siamo, saremmo, i giovani del “Oggi è domenica - annotò qualche
1943”. Erano passati quasi tre anni giorno dopo - mi sono ritrovato
da quel 10 giugno 1940 quando da con alcuni amici, si è parlato di
Palazzo Venezia Mussolini annun- politica, di incongrua sociologia ed
ciò la “guerra lampo” con le sue è venuta fuori l’idea di costruire un
promesse di facili vittorie. Da ini-
zio gennaio erano arrivate le prime
piccolo nucleo letterario-filosofico-
musicale con lo scopo di conoscerci 15
più intimamente, di scoprire, par- al Conservatorio, aveva incontrato palmo della mano. I secondi cadono
lando fra noi, i desideri della nostra un amico, conosciuto una ragazza, nel mio cervello pesanti come sassi.
gioventù… Anche Schumann ha cenato con la madre e la vecchia Poi rialzo gli occhi, giro lo sguardo.
fatto qualcosa di simile... Ma pen- balia Tirì, ormai parte della fami- C’è un medico calmo impassibile,
sate - dicevo io - riunirci in una glia, poi aveva iniziato a scrivere c’è una portinaia che si dispera,
soffitta, lontano da tutti, essere noi il suo diario. Erano appena passate c’è un capofabbricato non più gio-
nel nostro mondo… Per farla breve le 22 quando il suono delle sirene vane, e tanti altri ancora. Ma non
siamo passati ai fatti. Ci vuole un d’allarme aveva interrotto la frase. sono più uomini. Solo fantasmi muti
pianoforte, una soffitta, qualche Poco dopo centinaia di bombardieri di parole ragionevoli… Chi parla
sedia, un sofà turco di quelli tra- inglesi piombarono su Milano e vi sicuro, chi miagola piagnucolando,
sformabili in letto (se è possibile), riversarono il loro carico di bombe chi trema nella voce, chi si agita
una stufa, un infinito desiderio di coinvolgendo anche i rioni residen- inutilmente, chi soccorre la debo-
comunione e di bontà, un ideale ziali, scavando voragini e sbricio- lezza degli altri, tutti hanno un loro
dell’arte che sia puro, una raffinata, lando i fabbricati più solidi. compito, un programma di spavento
genuina condotta nelle nostre ore di Alcuni giorni dopo, il 21 febbraio, personalissimo… Almeno si moris-
amicizia. Vogliamo dimenticare l’u- ormai sfollato con la famiglia in se subito! Questo è in realtà quello
manità. Saremo come Isolati. Ecco: un paese vicino, Augusto decise di che tutti pensano. Eppure, se andrà
Isolati ci chiameremo. Forse gli mettere su carta gli eventi di quella bene anche questa volta, fra poche
altri si ricorderanno di noi…”. notte. “Sono le nove e mezzo [di ore tutta la mandria di via Gustavo
Intanto a Milano si tratteneva il sera] - annotò nel diario - Ho fini- Modena, 2 se ne andrà pacifica a
fiato. Fino ad allora non vi erano to di mangiare. La mamma è qui letto senza nemmeno prendersi la
stati bombardamenti di grande davanti a me. Mi guarda. Anche la cura di immaginare il destino degli
intensità, ma il 4 febbraio un’in- Tirì dice due parole senza signifi- altri nelle altre case. Niente di male
cursione aerea si abbatté su Torino cato. Forse sappiamo già che qual- per carità!...
e, pur non ottenendo i risultati che cosa deve succedere. Ma è ancora La vedremo ritornare tranquilla,
l’aviazione inglese si era ripromessa, presto…” Poco dopo “gridiamo, uscire convalescente dalle canti-
diffuse apprensione nel Nord Italia. urliamo tutti insieme noi cittadini ne, affrontare la strada, ficcare il
I milanesi adattavano rifugi improv- di Milano, lunare città, per coprire naso nelle rovine degli altri, portare
visati nelle cantine e nei sottopassi, la follia della sirena. La mamma magari qualche debole aiuto nei
muravano finestre ai piani bassi, starnazza per la casa piena di paura. luoghi meno pericolosi”.
posizionavano sacchi di sabbia a Io rido. Sì, rido. La Tirì è calma. Quasi le undici di sera: “Un mezzo
ridosso delle case. Le esercitazioni Scendiamo in cantina. La solita giro di lancetta. Non riesco a distin-
in caso di attacchi aerei, che negli gente. Sono tutti seduti. Verranno? guere i colpi della contraerea da
anni passati avevano coinvolto (non Non verranno? Guardiamo il qua- quelli delle bombe, gli urli delle
senza ironia) tanti cittadini, erano drato di cielo. La luna sonnecchia. donne dalla stridore dei vetri che
rare, ma la sera si spegnevano le Silenzio, inverosimile silenzio. Una cadono sulla via deserta. La paura.
luci, si oscuravano le finestre con campanella batte 10 colpi e mezzo. Poterlo toccare questo impalpabile
cura e si osservano le fasi della luna Tutto va come il destino vuole. Un mostro, poterlo vedere questo spet-
consapevoli del pericolo che rappre- boato lontano. Due. Tre. Quattro. In tro senza volto! Piango… vorrei che
sentava il chiarore notturno. pochi secondi si scatena l’inferno. almeno per un istante cessasse que-
I ragazzi di buona famiglia come Passano i minuti... Ma che dico! sto frastuono folle… Prego Dio che
Augusto guardavano quella frene- Folle! I secondi. La mamma è qui, mi salvi e poi comincio a capire nei
sia degli adulti, ma passavano oltre vicina a me. Mormora qualche cosa discorsi slegati di quelli che sono
e andavano al cinema, a teatro, che non intendo bene. La Tirì è intorno a me le stesse parole, le stes-
ai concerti dove ascoltavano musi- pallida. Non avevo mai conosciuto se frasi. Chiedo disperatamente una
ca e incontravano ragazze. “M’è la paura folle, l’impressione deli- sigaretta. La mamma risponde che
capitato questa sera, proprio que- rante che la cosa che sto per fare, non ne ha. Ho paura di non fare a
sta sera (c’è la luna) di baciare la la parola che sto per dire, il movi- tempo. Che almeno si possa morire
più bella creatura che io abbia mai mento che sto per compiere può in pace con la sigaretta in bocca. La
vista. Si chiama Paola. Non so altro. venire improvvisamente interrotto, mamma mi guarda. Trema. Ah! Ma
E’ divinamente bella sotto i raggi può diventare l’ultima cosa, l’ultima adesso fumo… Se Dio vuole non
della luna. Impenetrabile bellezza parola, l’ultimo movimento… penso ad altro. Vorrei ubriacarmi
anche tu sei più paurosa dell’inferno Adesso sono rannicchiato. Appoggio di tabacco, essere tutto di tabacco,

16 perché...” Era il 14 febbraio. Quel


pomeriggio era stato a un concerto
la testa sulla spalla di mia madre,
piango. Tengo sempre l’orologio sul
fumare coi piedi, con le mani, con
il cuore, vorrei dormire. Le undici
e dieci. Mi sembra di esse- scritto - Ecco perché il nostro
re sul ponte di una nave bombardamento continua”.
in tempesta. Non ci sono Non si ebbe, come altrove,
mai stato... ma ho la sen- un unico immane rogo, ma
sazione che debba essere le devastazioni furono enor-
così… Cade una bomba mi. Augusto era sempre ad
vicinissima. Il dramma Alassio. “Non so niente della
volge alla fine. Proprio mia casa - annotò il 10 ago-
così. Spostamento d’aria. Il sto - Il giornale dice che un
lume vacilla. Ancora pochi apparecchio è caduto in via
istanti e saremo tutti morti G. Modena e la zona è stata
o dormiremo nel nostro bersagliata di bombe… Ieri
letto. Strane combinazioni sera - annotò infine il 14 -
ci offre la vita”. siamo andati al mare. Pochi
Manca poco a mezzanotte: eravamo: un compagno di
“Milano brucia. La luna studi, sua sorella, un amico,
è rossa di fiamme… la nostra casa sete di bontà e la bontà non esiste. un altro. Ci siamo accoccolati vicini
resiste… Mi sono alzato come da Ho sete d’amore e l’amore non esi- sulla rena. Le onde rifluivano quiete,
una lunga malattia, debole, stanco, ste. Ho sete di perdono e il pensiero la luna era alta, mesta e intorno una
ma leggero come un uccello, libero, di Dio non esiste più”. gran quiete… La ragazza attaccò
quasi felice. Ormai tutto è pas- L’incursione aerea terminò poco una strofa e noi facemmo coro: O
sato. Dormiamo nel nostro letto... prima di mezzanotte. Migliaia mamma mia mi sun lontan / gou
Saranno andati i vetri… dice qual- di case vennero rase al suolo o tanta nostalgia del mé Milan / vedè
cuno… Mi avvicino brancolando a danneggiate e i morti furono 250. la Madunina / parla nel mè dialet /
una finestra. Apro. Incendi da ogni Gli incendi vennero spenti dopo sveias alla matina su del me let…
parte. Verso Porta Venezia le fiam- tre giorni e intanto, in previsione Ormai la tristezza era tutt’uno e le
me si levano altissime. Non è più di altri attacchi, la popolazione fu nostre voci erano lamenti come pre-
paura quella che sento, ma uno sbi- invitata a sfollare. La maggior parte ghiere sussurrate. Io piangevo. Gli
gottimento, una depressione cupa… però continuò a trascorrere il giorno altri non so… Quando ritorneremo
Nella via un formicolare di gente. in città: si partiva la sera su treni a Milano non troveremo più nulla di
L’aria è greve di fumo, di cenere, affollati fino all’inverosimile verso quello che abbiamo amato, di quello
di polvere. Tutti urlano a gran voce. i paesi vicini, si tornava all’alba. che è stato nostro per tanti anni. Le
Chi ha perduto la casa piange. Tutti “Potessi tornare indietro di qualche vie, i caffè, gli angoli della nostra
guardano impietriti le case che crol- anno - annotò Augusto - vedo anco- città…”.
lano, che bruciano. E sono molte ra il sole della primavera entrare Tornò a Milano i primi di settembre.
nella mia via. Un intero isolato è dalla finestra, giocare sulle tendine “Era ancora buio - annotò nel diario
andato distrutto a cinquanta metri. di pizzo, fermarsi sui mobili, sui - La valigia sulle spalle, mi sono
Bastava un secondo, una frazione fiori… Oggi la casa è vuota, fred- incamminato verso casa. Quattro
di secondo. Destino… Hanno por- da… e non riconosco più la mia enormi lampade in via Maiocchi
tato molti mobili sui marciapiedi. E città… se vedo qualche amico mi sopra un cumulo di macerie e uomi-
vicino ai mobili c’è di tutto. Valigie, pare di vedere un fantasma e non so ni curvi, silenziosi sopra le macerie,
vestiti, libri, scarpe, masserizie, parlare con lui e con nessuno come a lavorare. Tutt’intorno un’orribile
pentole, poltrone, sedie... Si vedo- prima”. La famiglia Dominedò, tanfo di cadavere misto a fumo, aria
no cadere dalle finestre materassi, messi in salvo mobili e suppellettili, d’incendio e odore di bruciaticcio.
indumenti, una pelliccia è appesa sfollò ad Alassio, in Liguria. Demoniaci gli uomini. Apocalittico
sul filo della luce. Le saracinesche Arrivò infine il 25 luglio con la il quadro... Non sono pazzo, NO,
dei negozi sono gonfie d’aria e for- caduta del fascismo e l’illusione sono stato a Milano. La casa era
mano un tragico disegno nel chia- che la guerra finisse presto, ma la illesa tra le rovine. Case, case, case
rore della luna, nel bagliore degli guerra continuò e, nella settimana vuote di dentro. Attraverso le fine-
incendi… Il tocco. Mentre me ne tra l’8 e il 13 agosto 1943, un mare stre si vedeva il cielo… Lassù al
sto così, guardando come traso- di bombardieri inglesi si abbatté su quarto piano di quella casa c’è anco-
gnato, suonano ancora una volta le Milano. Per le strade, fra macerie e ra un armadio e davanti all’armadio
sirene. Il cessato allarme. Si sente schegge di bombe, comparvero dei un tavolino e sul tavolino un vaso
il sospiro di mille e mille anime, di
tutti i cittadini di questa città… Ho
manifestini: “Il governo di Roma
dice che la guerra continua - era
di fiori. Sono garofani i fiori. Rossi
garofani lassù…”. 17
GINo BARTALI
ERoE SILENZIoSo
di Lauro Rossi Che Gino Bartali sia stato uno dei Gino viveva a Firenze e nell’autun-
più grandi ciclisti di ogni tempo è no 1943 le corse in Italia erano sta-
cosa da tutti riconosciuta, ma che te sospese per ovvi motivi; tuttavia
lo stesso Bartali sia stato anche uno continuava ad allenarsi tutti i giorni
dei più grandi protagonisti, sia pur per non farsi trovare impreparato al
“nascosti”, della nostra Resistenza momento della ripresa dell’attività
è questione assai meno divulgata e, agonistica (prima o poi, sperava
comunque, solo di recente definiti- anche lui, la guerra sarebbe fini-
vamente acquisita. C’erano stati, ta). Una mattina di fine settembre
negli anni passati, accenni più o l’arcivescovo di Firenze, cardinale
meno marcati, che potevano lasciar Elia Dalla Costa, lo aveva convo-
intravedere questa sua azione ex- cato urgentemente (i due si cono-
tra-sportiva e lo stesso Bartali non scevano bene): sperava di poter
aveva mai negato le vicende di cui contare su di lui per una questione
era stato protagonista, ma non vi si estremamente delicata. Con l’arri-
era mai soffermato, optando sem- vo dei tedeschi la sopravvivenza
pre per lasciarle sopite, forse per per gli ebrei, anche a Firenze, si
pudore o perché erano fatti e mo- era fatta assai precaria. Il cardinal
menti troppo grandi per essere rac- Dalla Costa era in stretto contatto
contati. Ora, finalmente, il libro di con l’organizzazione del Delasem
due studiosi canadesi, i fratelli Aili (Delegazione per l’assistenza de-
e Andres McConnon, ha messo in gli emigrati ebrei), molto attiva
luce, con la dovuta dovizia, anche nell’aiutare gli ebrei che giungeva-
quest’aspetto della vita del grande no in Italia da tutta Europa. Ora il
ciclista. Il volume presenta un tito- Delasem, che fino all’8 settembre
lo molto significativo: La strada del aveva goduto di una certa libertà
coraggio, dove anche il sottotitolo: di azione, si trovava ad agire nella
Gino Bartali, eroe silenzioso, ap- clandestinità. Quale era il compito

18 pare estremamente pertinente. Ma


vediamo come si sono svolti i fatti.
assegnato a Bartali? Fare da trami-
te, da staffetta, tra Firenze e Assisi
per favorire la preparazione di do- triennio 1943-1945 non si esauri- dare troppo scandalo sopprimendo
cumenti falsi da consegnare agli scono qui. Ne vogliamo sottolinea- una figura così conosciuta e amata
ebrei che si trovavano in grave pe- re ancora due. La prima concerne il come quella di Bartali. Nel settem-
ricolo. Perché Assisi? Perché nella fatto che il grande campione nasco- bre 2013 Yad Vashem ha dichiara-
città di San Francesco operava un se, a Firenze, in un appartamento to Bartali “giusto fra le nazioni” e
valoroso frate francescano, padre di sua proprietà, la famiglia ebrea successivivamente l’ambasciatore
Rufino Niccacci, che, d’accordo dei Goldenberg, agiati cittadini che d’Israele in Italia Naor Gilon ha
con il cardinal Dalla Costa, faceva avevano perso tutto e rischiavano consegnato presso la Sinagoga di
stampare da un tipografo di sua fi- la deportazione. Non solo Gino Firenze la medaglia di giusto ai
ducia, i documenti per fornire agli gli aveva affidato la propria abita- familiari del campione. “Questo
ebrei una nuova identità. Il cam- zione, ma si esponeva quasi ogni riconoscimento - ha detto nell’oc-
pione non ci pensò nemmeno un giorno ad una possibile rappresa- casione - deve essere un simbolo
istante ad accettare l’incarico, che glia per andare a consegnare il cibo importante anche per educare le
avrebbe dovuto tenere nascosto an- alla famiglia da lui protetta. Inoltre nuove generazioni. Bartali ha di-
che a sua moglie. E così iniziò im- è ancora da ricordare che nel 1944 mostrato di essere un grande uomo,
mediatamente i suoi trasferimenti anche Bartali finì sotto la scure del un campione non solo sportivo,
da una città all’altra, che faceva famigerato Mario Carità, l’Himm- ma un campione di umanità che ha
passare per duri allenamenti. Nel ler d’Italia, come amava farsi de- scelto la vita, scegliendo di salva-
tragitto, circa 170 chilometri irti di finire, che a Villa Trieste, a pochi re molte vite”. Molto emozionanti
curve e salite, custodiva il prezioso chilometri dal cuore di Firenze, nel corso della cerimonia anche
materiale nel tubolare che univa il torturava e uccideva civili e milita- gli interventi di alcuni dei “salva-
sellino all’asse della bicicletta. Più ri con una impunità e una tracotan- ti” dal campione. Aurelio Klein ha
volte compì quel percorso, affron- za degna se non superiore a quella parlato di lui come di “un lume, un
tando pericoli e difficoltà di ogni del torturatore romano Koch. Gino uomo che ha deciso di fare quel-
sorta, non ultimi poco graditi in- rimase tre giorni e tre notti rinchiu- lo che si sentiva dentro”, mentre
contri con miliziani fascisti e solda- so in una cella negli scantinati di Giorgio Goldenberg ha ricordato
ti tedeschi. In ogni caso riuscì sem- Villa Trieste, ma alla fine riuscì a come Bartali portava regolarmente
pre a portare a compimento le sue salvarsi, perché, nei fatti, Carità “cibo e acqua”, determinando così
missioni, perché proprio di questo non aveva evidenti prove contro “la salvezza della vita della nostra
si deve parlare. di lui e probabilmente non voleva famiglia”.
Quanti ebrei si poterono salvare
grazie al suo aiuto? Non abbiamo
un numero preciso e forse neppu-
re lo stesso Bartali avrebbe potuto
darcelo. Gli autori del libro, i fra-
telli McConnon, ci dicono che a
Firenze e dintorni furono trecento-
trenta gli ebrei salvati, mentre altri
trecento circa trovarono rifugio
tra Perugia e Assisi. Un’impresa,
dunque, titanica, come altre ce ne
furono nel nostro paese in quegli
anni disperati, la cui memoria però
stenta ad ergersi a patrimonio na-
zionale. Non si tratta di riaprire
vecchie ferite o rinfocolare sopiti
odi trascorsi, bensì di dare il giusto
riconoscimento ad opere e azioni
degne della più alta considerazione
morale e civile.
Ma le “imprese” di “Ginettaccio”,
come i giornalisti iniziarono a
chiamare Bartali dopo le sue prime
vittorie in ragione del suo caratte-
re sempre scuro e suscettibile, nel 19
SoLITARIo,
IMPRoVVISo Ed IMPoNENTE
“Tu vedi come si levi bianco per la neve profonda il Soratte, come non sostengano più il peso i boschi affatica-
ti e, per il gelo penetrante, i ruscelli si siano fermati. Scaccia il freddo, ponendo legna sul focolare, in abbon-
danza e più generosamente, versa, o Taliarco, vino puro di quattro anni dall’anfora sabina a due anse...”

di AnnaMaria Calore Al poeta latino Orazio il Monte tesoro è ormai solo una leggenda,
Soratte, al di là del fatto che nei mentre ci interessa l’utilizzo del
tempi odierni il clima è cambiato bunker che realmente si trova, an-
e difficilmente viene ancora ri- cora, nel ventre del monte Soratte.
coperto di neve, doveva apparire Cominciamo proprio dal soldato
proprio come appare a noi oggi: tedesco Willy Vogt, dal suo stra-
solitario, improvviso ed imponen- no destino che lo fa sopravvivere
te sulla Valle del Tevere. Una vi- allo stermino dei soldati tedeschi
sione che ha qualcosa di magico, che per ultimi lasciarono il bunker
anche se la sua altezza non supera ed all’esplosione che ne chiuse
i 700 metri, perché il profilo del l’accesso. Siamo nel 1944, circa
Soratte attira inevitabilmente l’at- dieci mesi dopo l’armistizio dell’8
tenzione, accompagnato da tutte settembre 1943 e dopo che il Feld-
le leggende sacre e profane che maresciallo Albert Kesserling si
nei secoli l’hanno accompagnato. era stabilito nelle gallerie scavate
Distogliamo per un attimo lo nel ventre del Soratte. Le gallerie
sguardo dal Soratte per avventu- si mostrarono un valido rifugio
rarci, in punta di piedi, in un’al- riuscendo a resistere al pesantissi-
tra storia legata sempre a questo mo bombardamento di due stormi
Monte ma risalente al periodo di B-17 alleati partiti da Foggia
della II Guerra Mondiale. Si tratta proprio per distruggere il quartier
della storia del soldato Willy Vogt, generale tedesco. Lo sterminio al
dell’ufficiale tedesco Karl Hass, di quale abbiamo accennato, fu or-
una mappa del territorio non lon- dinato dall’ufficiale tedesco Karl
tano dal piccolo paese di Sant’O- Hass, che sacrificò quei soldati
reste arrampicato sulle sue pendici che avevano obbedito ai suoi or-
e quella di una croce segnata su dini di portare via, ma anche de-
quella mappa nascosta, all’interno positare, materiale all’interno del
della Pieve all’incrocio tra la Via bunker. Per loro sfortuna erano ve-
Flaminia e la strada che si inerpica nuti però a conoscenza del luogo
verso il paesino di Sant’Oreste. e della toponomastica dell’accesso
La storia di un ipotetico tesoro al bunker. Infatti furono uccisi a
della Banca d’Italia, nascosto nel raffica di mitra non appena usci-
bunker all’interno del Monte, ci rono dal ventre della montagna,
interessa poco perché il tempo all’aria aperta, senza armi e sudati
pretende che le storie non risolte per la fatica, che avevano appena
diventino leggende e la storia del conclusa nel caricare e scaricare le
pesanti casse di legno. L’entrata al
bunker fu poi occlusa da un’altra
esplosione tesa a cancellarne l’ac-
cesso ed a seppellire per sempre
i soldati uccisi. Il soldato Willy
Vogt, seppure ferito, riuscì a so-
pravvivere sia alla raffica di mitra-
glia che all’esplosione che murava
l’uscita di quella che era diventata
la tomba dei suoi commilitoni e
cosa davvero incredibile, riuscì a
scavarsi un passaggio tra le ma-
cerie, ad allontanarsi dalla zona
disertando da quello che rimaneva
del proprio battaglione, eludendo
anche il rischio di essere catturato Fredda. Coperti da vincolo di mas- cm. Altro dettaglio di notevole in-
e fatto prigioniero. Si diresse allora sima segretezza, iniziarono i lavori teresse è la presenza di oltre 2600
verso nord aiutato, pare, da un con- di recupero delle gallerie del bun- isolatori sismici utili ad assorbire
tadino toscano che lo aveva accolto ker che furono attrezzate secondo l’eventuale sisma proveniente da
e curato. Tutto questo, e qui la leg- lo standard NATO. Il bunker così una esplosione atomica. Il sistema
genda si riaffaccia solo per questo recuperato venne conservato, a la- garantiva alle cellule di sopravvi-
particolare: Willy si allontana lun- vori finiti, fino al 2008. Il risultato venza la dissipazione dell’energia
go la Via Flaminia, solo dopo aver finale fu un vero e proprio capola- sismica di compressione sia in
nascosto una mappa rudimentale, voro di ingegneria perfettamente in caso di esplosioni nucleari in su-
da lui stesso disegnata con una linea, per altro, con quanto indica- perficie che di quelle sotterranee a
croce che indicava, con sommaria, to nei quaderni tecnici dei bunker penetrazione. La porta di accesso
precisione dove doveva trovarsi antiatomici realizzati dall’Agenzia pedonale al bunker era ed è anco-
l’entrata del Bunker ormai seppel- Internazionale per l’Energia Ato- ra costituita da una vera e propria
lita dall’esplosione. La mappa la mica (AIEA). Il comprensorio del blast-door in acciaio balistico dal
nascose all’interno della Pieve tra Monte Soratte - ovvero il piccolo peso di oltre 4 tonnellate, capace
l’incrocio della via Flaminia e del- paese di Sant’Oreste, il sentiero di assorbire onde di pressione sti-
la strada in salita verso Sant’Ore- delle carbonare e delle calcare, il mate pari a 120 bar. Visitare l’area
ste. Diversi anni dopo la fine della percorso degli eremi sino all’a- del Bunker Soratte, è un viaggio
guerra, Willy riuscì ad avere, dal bazia di San Silvestro sulla cima a ritroso lungo ottanta anni nella
Governo Italiano, l’autorizzazione del monte e ultima ma non meno nostra storia contemporanea, attra-
di poter scavare il cumulo di ma- suggestiva la visita al bunker - ri- versando le vicende della seconda
cerie che chiudevano l’entrata del sultano essere un cammino dentro guerra mondiale, dell’occupazione
Bunker, sostenendo che contenga una storia sia antichissima che re- nazista, della liberazione e dei ri-
l’oro trafugato dai tedeschi durante cente. La visita guidata all’inter- schi atomici che hanno condizio-
l’occupazione in Italia. Ora dove- no del bunker, che ora è possibile nato negativamente i timori col-
va solo tornare al Monte Soratte, effettuare in tutta sicurezza, costi- lettivi. Con quel tanto di leggenda
recuperare la preziosa mappa per tuisce oggi un luogo straordinario legata ad un tesoro nascosto, leg-
mettersi all’opera. Ma quello sca- dove i fatti della Seconda Guerra genda come tante altre che fa parte
vo Willy Vogt non lo inizierà mai, Mondiale e lo spirito della “Guer- da sempre dell’immaginario uma-
perché morirà carbonizzato, ad ra Fredda” convivono, soprattutto no, immaginario nutrito, in questo
Amburgo, all’interno nella propria nel locale della “war room” a tre- caso, da un miracolo della natura,
auto, e non verrà mai fatta chiarez- cento metri di profondità sotto la ovvero il Monte Soratte che, come
za sulla dinamica della sua morte, roccia calcarea. Le cellule di so- un’ isola calcarea ricoperta dal ma-
alimentando così, con un nuovo pravvivenza, poi, pensate per un teriale delle violente attività esplo-
inquietante dettaglio, la leggenda eventuale attacco atomico, sono un sive/ vulcaniche del nostro territo-
di tesori segreti nascosti all’inter- capolavoro di super protezione da rio, appare solitario, improvviso ed
no del bunker scavato nel Soratte. eventuali attacchi nucleari suddivi- imponente, affacciato da sempre
Accadde poi che l’apertura verso il se come sono, in senso orizzontale, sulla Valle del Tevere, quale pe-
bunker venne comunque effettuata
tra il 1967 e il 1971 in piena Guerra
da solai intermedi costituiti da pia-
stre di cemento armato spesse 70
renne sentinella solitaria alla tutela
della Storia ed ai racconti dei Miti. 21
I PRIMI 70 ANNI
di Alessandro Ferioli La “questione costituzionale” si semblea costituente. Era in un cer-
presentò già all’indomani della li- to senso una vittoria di Alcide De
berazione di Roma, quando col de- Gasperi, che trovandosi alla guida
creto luogotenenziale n. 151 del 25 di un partito sostenuto in larga par-
giugno 1944 si stabilì che, dopo la te da repubblicani, ma appoggiato
liberazione del territorio naziona- fortemente da un clero in parte mo-
le, il popolo italiano avrebbe scelto narchico, non intendeva assumersi
le forme istituzionali, eleggendo a l’onere di scontentare una possibi-
tal fine, a suffragio universale di- le quota del proprio elettorato.
retto e segreto, un’assemblea co- L’Assemblea, costituita da 556
stituente incaricata di deliberare membri eletti col sistema propor-
la nuova costituzione dello Stato. zionale, in quel momento conside-
Col decreto luogotenenziale n. 146 rato il più adatto a rappresentare la
del 5 aprile 1945 fu costituita la pluralità degli orientamenti politici
Consulta nazionale, un’assemblea emergenti nella società, avrebbe
legislativa provvisoria la cui istitu- avuto potestà legislativa solamente
zione figurava già nel programma in materia costituzionale e riguar-
del primo ministero Bonomi: com- do alle leggi elettorali e alla ratifica
posta di 430 membri designati dei dei trattati internazionali (come nel
partiti e posta sotto la presidenza luglio 1947, in occasione della ra-
di Carlo Sforza, era la prima as- tifica del trattato di pace) e avreb-
semblea libera dopo il Ventennio be discusso la fiducia al governo
e aveva il compito di sostituire il (cosa che avvenne per il secondo,
parlamento fino alle elezioni poli- il terzo e il quarto gabinetto De
tiche. Il decreto legislativo luogo- Gasperi, quest’ultimo senza i co-
tenenziale n. 98 del 16 marzo 1946 munisti e i socialisti), mentre al
stabilì che la decisione sulla forma governo restava delegato il potere
istituzionale dello Stato sarebbe legislativo ordinario.
stata affidata al popolo median- In quei mesi le discussioni sul fu-

22 te un referendum da tenere nella


stessa data delle elezioni per l’As-
turo del Paese furono intense e
appassionate, nei discorsi della
gente comune ma soprattutto nel- Nicola. Per fornire un orientamen- all’elezione del primo Parlamento.
le riunioni dei partiti della coali- to preliminare ai lavori, fu costi- L’ultimo giorno dei lavori approvò
zione antifascista, che nel primo tuita una Commissione ristretta l’emblema della Repubblica e il
semestre del 1946 tennero i loro presieduta da Meuccio Ruini, for- disegno di legge costituzionale ri-
congressi nazionali, puntualmente mata da 75 deputati individuati dai guardante la Corte costituzionale.
documentati dai rispettivi organi di partiti in misura proporzionale al Due autorevoli costituzionalisti
stampa. Inoltre fra il 10 marzo e il 7 loro peso politico e suddivisa in ebbero a scrivere che «la Costitu-
aprile si tennero le votazioni per le tre sottocommissioni incaricate di zione italiana è una Costituzione
elezioni di 5722 consigli comuna- affrontare le questioni rispettiva- ispirata a ideali liberali, integrati
li, che cominciarono a dare il senso mente dei diritti e doveri dei cit- da ideali socialisti, corretti da ide-
dei pesi specifici dei diversi partiti. tadini (tranne quelli economici), ali cristiano-sociali» (N. Bobbio
A rendere ancor più incandescente dell’organizzazione costituzionale e F. Pierandrei, “Introduzione alla
il dibattito sulla forma di gover- dello Stato e dei diritti e doveri in Costituzione”, Laterza, Bari 1982,
no fu l’abdicazione del re Vittorio campo economico. Il progetto del p. 20). A ciò si può aggiungere
Emanuele III a favore del figlio, testo fu completato nel febbraio quanto scriveva L. Amadei: «La
che il 10 maggio salì al trono col 1947 e nel corso del mese successi- Costituzione della Repubblica fra
nome di Umberto II. Le votazioni vo si svolse la parte più consistente le fonti da cui ha tratto ispirazione
del 2 giugno 1946, oltre a sancire del dibattito generale in aula; tutta- ed insegnamento ne possiede una,
la scelta repubblicana, palesarono via l’Assemblea dovette approvare la più genuina, la più esaltante, la
poi nettamente - per quanto riguar- due proroghe - con le leggi costitu- più ricca di moniti: la Resistenza»
da le elezioni per l’Assemblea - la zionali n. 1 del 21 febbraio 1947 e (ANPI, “La Costituzione repub-
forza popolare di partiti di massa n. 2 del 17 giugno 1947 - per poter blicana ieri oggi e domani”, Graf.
come la DC (35,2% dei consen- completare i lavori. Essedue, Bologna 1987, p. 48).
si), del PSIUP (20,7%) e del PCI Il testo finale della Costituzione Fonti d’ispirazione furono anche
(18,9%), condannando i partiti tra- fu approvato dall’Assemblea nella il costituzionalismo statunitense
dizionali a un ruolo marginale. seduta del 22 dicembre, con 453 e francese del XVIII secolo, ma
Della Costituente fecero parte 556 voti favorevoli e 62 contrari; la nondimeno la tradizione del costi-
deputati, di cui 21 donne. Insediata Carta costituzionale fu poi firmata tuzionalismo italiano risorgimen-
il 25 giugno, l’Assemblea elesse il 27 dicembre dal Capo provviso- tale (la Repubblica romana) e i
alla presidenza Giuseppe Saragat, rio dello Stato ed entrò in vigore lavori delle Assemblee costituenti
che dopo la scissione del suo grup- il 1° gennaio 1948. L’Assemblea, francesi del 1945 e del 1946, la
po dal PSIUP nel gennaio 1947 la- alla fine del 1947, aveva tenuto prima delle quali redasse un pro-
sciò il posto a Umberto Terracini. 375 sedute pubbliche e 170 di esse getto di costituzione poi bocciato
Come suo primo atto, il 28 giugno erano state dedicate alla discussio- dal responso del popolo francese il
l’Assemblea elesse come Capo ne di articoli della Costituzione. 5 maggio 1946, mentre la seconda
provvisorio dello Stato Enrico De L’Assemblea rimase in carica sino redasse un nuovo progetto che, ap-

23
provato dai cittadini il 13 ottobre finizione del lavoro come fonda- ha il suo centro forte in un Parla-
1946, divenne la Costituzione del- mento della Repubblica democra- mento bicamerale, con Camera e
la IV Repubblica. tica (art. 1, comma1), sostenuta poi Senato paritari, e la presenza di un
Tuttavia, per evitare che si incor- da una serie di tutele previste per capo dello Stato titolare di impor-
ra nell’equivoco di ritenere la Co- i lavoratori al titolo III; l’indivi- tanti poteri e capace di fungere da
stituzione nata dal mero dibattito duazione della socialità come mo- freno anche verso le camere; una
di quei mesi, non va dimenticato mento qualificante per lo sviluppo Corte costituzionale come supre-
come gli studi e le proposte in ma- e l’espressione della personalità mo organo di garanzia costituzio-
teria di diritto pubblico fossero già dei cittadini, così da salvaguarda- nale col compito di giudicare sulla
assai vivi nel quindicennio prece- re i diritti anche delle formazioni costituzionalità delle leggi o degli
dente, sì da costituire inevitabil- sociali in cui questa si estrinseca; atti aventi forza di legge; una ma-
mente una delle basi del dibattito la dichiarazione di uguaglianza e il gistratura costituita in ordine auto-
alla Costituente: «i gruppi dirigen- contestuale impegno a rimuovere nomo e indipendente e dotato di un
ti, tecnici e intellettuali, della po- gli ostacoli che ne impediscano la proprio organo di governo, nonché
litica italiana sapevano bene quali realizzazione, furono il frutto più altri organi ausiliari quali un Con-
fossero i problemi da affrontare e evidente del compromesso fra la siglio economico, un Consiglio
su di essi avevano dibattuto a lun- cultura cattolica e l’ideologia mar- di Stato e una Corte dei Conti ti-
go, sia pure spesso nelle forme xista. tolari dell’azione amministrativa.
contorte e “coperte” tipiche di un La dottrina classica liberale e de- Era posta in capo ai cittadini la

periodo di dittatura» (P. Pombeni, mocratica è alla base dei diritti di possibilità di iniziativa referenda-
“La Costituente”, in “Almanacco libertà, del principio della separa- ria per abrogare leggi ordinarie.
della Repubblica. Storia d’Italia zione e dell’equilibrio dei poteri, Restavano invece ai margini talu-
attraverso le tradizioni, le istituzio- del riconoscimento dei diritti po- ne istanze allora accantonate e ri-
ni e le simbologie repubblicane”, a litici. L’intero impianto costituzio- emerse poi nel corso dei decenni:
cura di Maurizio Ridolfi, B. Mon- nale appare come un testo rigido e quella autonomistica innanzitutto,
dadori, Milano 2003, p. 232). soggetto a possibilità di modifica cui sembravano legati soprattutto
Il maggiore sforzo dei costituenti soltanto attraverso leggi di rango repubblicani e azionisti, ancora
di raggiungere un compromesso costituzionale, mentre è bloccato insoddisfatti dell’istituzione delle
fra diverse - e talora opposte - vi- nella sua forma repubblicana. Ne regioni con moderata potestà le-
sioni economico-sociali fu com- uscì una forma di governo rap- gislativa delegata, e quella presi-
piuto forse nella prima parte della presentativa, eletta con suffragio denzialista, veduta da molti come
Carta, quella dedicata ai principi universale maschile e femminile una possibile minaccia alla solidità

24 fondamentali e ai diritti e doveri


dei cittadini. In particolare la de-
in un quadro regolato da un siste-
ma rigidamente proporzionale, che
delle istituzioni democratiche.
È pur vero che l’insieme dei con-
trappesi necessari a un’area di solidarietà
garantire l’equilibrio - tra blocchi contrap-
fra i diversi poteri posti» (“Le origini
è stato la causa di- dell’Italia repubbli-
retta, nel corso dei cana (1943-1948)”,
tempi, di una minore in: “Storia d’Italia”, a
efficienza di quegli cura di G. Sabbatuc-
organi stessi che era- ci e V. Vidotto, vol.
no stati creati “debo- 5: “La Repubblica:
li”. Come ricorda G. 1943-1963”, Laterza,
Dossetti, certe scel- Roma-Bari, 1997, p.
te, soprattutto nella 110). Ciò si doveva
seconda parte della al fatto che i partiti
Costituzione, furono erano stati capaci di
influenzate e deter- superare i contrasti di
minate dal timore di fazione che li divide-
facilitare in futuro l’esercizio del nonostante un trattato di pace for- vano, nella consapevolezza di do-
potere a un partito con velleità an- temente punitivo, con gravi muti- ver salire su un più alto livello di
tidemocratiche: «quindi ne è ve- lazioni territoriali soprattutto nel confronto e concertazione politica
nuta la conseguenza di una voluta nord-est, e l’incipiente clima di per il bene della Nazione, in vista
intenzionalità nel delineare certe “guerra fredda” che, a tutti i livel- della definizione di un insieme di
strutture non perché funzionasse- li sociali ed economici, imponeva “regole del gioco” e di valori con-
ro, ma perché fossero deboli e non la scelta di campo fra Est e Ovest. divisi a tutela degli interessi legit-
potessero quindi funzionare», de- Nel mentre entrava in vigore la timi di tutte le parti in gioco, e che
terminando sin dall’origine «una Costituzione, i partiti si prepara- soltanto ciò avrebbe fornito un’a-
contraddizione profondissima e in- vano ad affrontare l’appuntamento deguata garanzia di legittimazione
sanabile nella nostra stessa natura elettorale del 18 aprile con un ar- del sistema democratico e di con-
costituzionale» (G. Dossetti, “La mamentario propagandistico che vivenza civile. Era stato insomma
Costituzione. Le radici, i valori, le attingeva ampiamente a schemi e affermato il “principio costituen-
riforme”, Ed. Lavoro, Roma 1996, temi in parte del passato e in parte te”, che un protagonista d’allora ha
pp. 8-9). Tuttavia la Costituzione prodotti dal nuovo clima di guerra spiegato così: «Quando mi muovo
stabiliva anche un legame con il fredda, così da evocare le peggio- come legislatore tento di far preva-
diritto internazionale, prevedendo ri sciagure in caso di vittoria delle lere la mia parte, quando mi muo-
all’art. 10 l’obbligo di conformare liste antagoniste, su uno sfondo in- vo come costituente devo tener
il diritto nazionale a quello interna- ternazionale su cui si stagliavano conto che sì, posso far prevalere la
zionale generalmente riconosciuto, la guerriglia in Medio Oriente, la mia parte, ma domani un altro può
e stabilendo all’art. 11 il principio nascita dell’India e del Pakistan, far prevalere la sua, l’altro, l’av-
del ripudio della guerra «come la guerriglia antifrancese in Indo- versario: non è giusto allora stabi-
strumento di offesa alla libertà de- cina, l’imposizione violenta delle lire un principio al quale tutti e due
gli altri popoli e come mezzo di repubbliche popolari comuniste dobbiamo conformarci? Questo è
risoluzione delle controversie in- nell’Europa orientale (prima fra il principio costituente» (V. Foa,
ternazionali». tutte la Romania, subito seguita da “Questo Novecento”, Einaudi, To-
Tale era il risultato ottenuto dalla Ungheria e Bulgaria). rino 1996, p. 212).
classe politica italiana antifascista Sappiamo bene che i diversi partiti
nel corso di un periodo contrasse- avrebbero poi, negli anni succes-
gnato da miseria diffusa e precarie- sivi, interpretato gli articoli della B iBliografia
E. Cheli, Nata per unire. La Costituzione italiana tra
tà dell’ordine pubblico, che aveva Costituzione secondo la visione storia e politica, Bologna, il Mulino 2012
visto le forze politiche impegnate del mondo dettata dalle rispettive M. Fioravanti, Costituzione e popolo sovrano. La Costi-
a ricostruire - anche con gli aiuti ideologie, caricandoli di istanze (e tuzione italiana nella storia del costituzionalismo mo-
statunitensi del piano Marshall e speranze) diverse e talora anche derno, Bologna, il Mulino 2004

l’adesione agli accordi di Bret- fortemente divergenti. Eppure an- V. Onida, La Costituzione, Bologna, il Mulino 2017
P. Pombeni, La questione costituzionale in Italia, Bolo-
ton Woods per la costituzione del che in quel difficile contesto - come gna, il Mulino 2016
Fondo monetario internaziona- ha scritto R. Chiarini - «la Carta L. Saltari, Costituzione ragionata, Roma, Neldiritto
le e della Banca internazionale costituzionale assicura[va] una 2017
- l’ossatura economica del Paese, stabile linea di comunicazione - e Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, dis. di S.
Riglietti, Milano, Mondadori 2006
IL TRICoLoRE
SUI CAMPI dEGLI IMI
di Mario Carini La bandiera italiana, simbolo costitutivo della nostra identità nazionale,
entra, durante le travagliate vicende del nostro Paese nel Secondo con-
flitto mondiale, anche nelle esperienze degli Internati Militari Italiani.
Vi entra per segnare ufficialmente la fine del drammatico periodo
dell’internamento e simboleggiare il riacquisto della libertà. E il rito
dell’alzabandiera acquista, per i nostri IMI, il valore di una sacra litur-
gia che si compie davanti al nemico sconfitto, nei Lager di Germania e
dei paesi occupati, laddove languivano centinaia di migliaia di soldati
italiani.
L’abbassarsi dall’asta del vessillo nazista, prima umiliazione, assieme
alla consegna delle armi, del nemico vinto e datosi prigioniero a sua
volta, e l’alzarsi del Tricolore italiano fu seguito da tutti gli ormai
ex internati con sentimenti di commozione: era quello il momento di
assaporare l’agognata fine dell’inferno concentrazionario che aveva
inghiottito migliaia di innocenti esistenze, di poter riassaporare la
libertà, di dichiarare orgogliosamente la propria dignità e il proprio
onore preservati dalle infami vessazioni degli aguzzini, ma anche di
pensare più vicino il ritorno in Patria, il poter finalmente riabbracciare
i propri cari dopo mesi di terribile prigionia ed essere restituiti agli
affetti quotidiani. E il Tricolore significava anche un rinnovato contatto
con la Patria che pareva perduta, ma che tornava nei cuori e negli animi

26 incredibilmente vicina e risorta.


Guardando al Tricolore che sventolava alto sul pennone, i prigionieri
avevano allora coscienza di non essere
più numeri, ma riacquistavano simul-
taneamente la dignità di persone e di
soldati appartenenti ad una nazione
straniera, quindi si riappropriavano
della loro identità che il sistema con-
centrazionario, creato dai nazisti con
i Lager, aveva cercato di distruggere
sottoponendoli ad una serie di espe-
rienze e rituali spersonalizzanti.1 A
partire dal mancato riconoscimento
del loro status di prigionieri di guer-
ra mediante la creazione artificiosa
degli Internati Militari Italiani, per cui
erano sottratti a tutte le garanzie pre-
viste dalla Convenzione di Ginevra del
1929, i prigionieri nei campi subivano
un vero e proprio processo di sperso-
nalizzazione scandito nelle seguenti
tappe: registrazione delle generalità,
arma di appartenenza e luogo di pro-
venienza nel Vorlager, 2 perquisizione,
spoliazione e disinfestazione, asse-
gnazione alle camerate, appello. Ogni
tappa era segnata da umiliazioni e
mortificazione del sé che facevano
esperire ai prigionieri l’essere ammes-
si a diventati parte di un mondo asso-
lutamente chiuso e separato dall’ester-
no, con sue proprie regole e ruoli.3
Mille erano stati i sotterfugi escogitati
dai prigionieri, a proprio rischio, per
sottrarre la bandiera alle frequenti
perquisizioni delle guardie tedesche.
Il sottotenente Giovanni Gambaro del
14° Reggimento Fanteria, Divisione
“Pinerolo”, internato in vari campi e
alla fine a Wietzendorf, ricorda che
nel Lager di Mühlberg la bandiera venne divisa A Wietzendorf, campo presso Hannover, le ostensio-
nelle sue parti (la base, la freccia, il drappo) e queste ni del Tricolore avvennero in due giornate diverse,
vennero assegnate a lui e ad altri tre prigionieri: al allo sgombero del campo da parte dei tedeschi (13
sottotenente Gambaro la freccia, al tenente Luigi aprile 1945) e nella cerimonia ufficiale dell’alza-
Lombardi la base, al capitano Cantoni il drappo, bandiera (il successivo 9 maggio). Quando il campo
che si cucì dentro la fodera della giacca, al tenen- venne consegnato dal capitano Lohse, il “capitano
te Roberto Micheli e al capitano Nardone le due Armistizio” di Guareschi, al colonnello francese
Medaglie d’Oro che decoravano la bandiera. Dopo Duluc, gli italiani, che ormai si consideravano vir-
varie vicende durante le quali i cinque compagni di tualmente liberi, tirarono fuori le bandiere tricolori
prigionia furono costretti a separarsi, al rientro in accuratamente nascoste e le sventolarono in segno
Italia la bandiera venne miracolosamente ricostituita di gioia. Così annota il 13 aprile il sottotenente
in tutte le sue parti.4 Giovannino Guareschi nel suo Grande Diario:
Riportiamo di seguito alcune testimonianze dell’al- “Ore 7: «Non ci sono più i tedeschi!». (…) Tutti si
zabandiera come venne vissuto da alcuni internati fanno belli. Saltano fuori, come per miracolo, divi-
militari italiani, nel momento della liberazione dalla se diagonali nuove di zecca! Le bandiere tricolori
prigionia e dopo, durante la cerimonia ufficiale
dell’alzabandiera del Tricolore.
fioriscono dappertutto.”5
Il sottotenente Carlo Sarti, presente anch’egli a 27
Wietzendorf e testimone dei medesimi fatti, aggiun- “Fra i momenti più commoventi mi resterà in cuore
ge nelle sue notazioni che quel giorno vi è una quello del 9 maggio, quando, sull’alto pennone della
distribuzione maggiore di viveri: l’ostensione delle bandiera nemica, salì il tricolore nostro. (…) Una
bandiere coincideva con l’assenza delle sentinelle e commozione ci prese tanto che moltissimi si senti-
una inaspettata abbondanza nelle razioni, segno che vano quasi venir freddo, e per poco non esplosero
qualcosa era davvero cambiato, con grande sollievo in frenetiche grida di gioia. Quell’alzabandiera era
dei prigionieri. Citiamo dal diario del sottotenente assai più di una cerimonia. Era la fine di una mal
Sarti: sopportata schiavitù, ch’essa indicava; era il crollo
“[Wietzendorf, Germania] 13 aprile [1945]. È finita. d’un inumano nemico, ch’essa sanzionava; era il
Sventola la bandiera italiana. Non ci sono più le risorgere delle più intime e tenere speranze: le spe-
sentinelle. È uscito l’ordine del giorno n. 1 con le ranze che avevano nome: mamma, babbo, sposa,
disposizioni circa la disciplina, l’ordine, ed altre di teneri figlioletti dal volto talora ignoto, casa nostra,
carattere generale. Aria di festa, giornata con molto gente nostra, aria, sole, terra nostra. Forse il
sole. (…). Distribuzione speciale di 800 gr. di pata- ciclone s’era abbattuto devastatore pure sul nostro
te, più altri 400 che sono di anticipo per domani. paesello, sulla nostra famiglia, la nostra casa; e
Arrigucci ci ha inviata una sbobba di miglio. Aria avremmo trovato, laggiù nel sud, qualche fossa
del campo molto sollevata.”6 dalla terra tutt’ora fresca; comunque ci aspettava
La cerimonia dell’alzabandiera venne poi eseguita sempre la patria nostra, che per noi, dopo quella
in forma solenne il 9 maggio a Wietzendorf, alla lunga e tremenda prigionia, era più che mai un
presenza dell’allora tenente colonnello Pietro Testa, luogo di conforto, di riposo, di ripresa…”9
comandante dei prigionieri italiani e di un mag- Nei diari di altri internati proprio il simbolo dei
giore inglese.7 Cominciamo proprio dai ricordi del Savoia campeggiante sul Tricolore chiama in que-
generale Pietro Testa, consegnati al suo memoriale stione la dignità morale della dinastia e l’opportuni-
Wietzendorf. Il Tricolore, la bandiera di Trento tante tà che essa sia ancora alla guida del Paese. Alcuni
volte nascosta dal Testa nel suo sacco da montagna, tra gli stessi ex prigionieri non si riconoscono più
ora si poteva ammirare alto sul campo: nella monarchia complice del regime fascista, delle
“Il 9 maggio si poteva svolgere finalmente la ceri- leggi razziali e colpevole di aver abbandonato al
monia ufficiale dell’Alzabandiera nel campo di suo destino l’esercito e il Paese con l’ingiustificabile
Wietzendorf. Vi assistevano, perfettamente inqua- fuga a Brindisi. Si modifica il Tricolore per procla-
drati, tutti i battaglioni ufficiali ed i battaglioni di mare l’adesione a nuove identità politiche. Così si
soldati in via di costituzione. Rendeva gli onori un legge nel diario del soldato Orazio Leonardi, che
picchetto in armi composto di 4 ufficiali, 3 soldati venne avviato dai tedeschi al lavoro coatto presso la
ed 1 civile. Cerimonia semplicissima. Dopo i tre raffineria “Rhenania Ossag” nella città di Amburgo:
squilli di attenti cominciavo ad issare la bandiera “2 maggio. Al mattino presto, vado all’appunta-
sul vecchio pennone tedesco che era stato traspor- mento con la dentista, attendo il mio turno, poi,
tato davanti al comando italiano. Vidi la bandiera risolto il problema, mi avvio verso l’imbarcadero.
spiegarsi con uno schiocco, staccarsi dal palo e Tutto d’un tratto, un signore tedesco gesticolando
continuai ad issare con le lacrime agli occhi. Forse mi corre incontro gridando “la guerra è finita,
nessuno dei 6.000 italiani presenti la vide se non venga in casa a brindare”. Non essendo sicuro
attraverso un velo di commozione. (…) Sventolava della notizia e temendo forse un gesto folle contro
finalmente sul pennone di Wietzendorf, alta sopra i uno straniero, mi scanso e mi metto a correre per
reticolati.”8 poter condividere con i compagni questo straordi-
Don Luigi Pasa, cappellano militare nei campi di nario momento. (…) Un tricolore viene issato sul
Beniaminowo (Polonia), Sandbostel e Wietzendorf tetto, ma al posto dello stemma sabaudo è cucita
in Germania, ricorda quell’alzabandiera con com- una stella rossa: Callegaris il triestino non vuole
mozione e chiarisce tutto quello che esso significa- smentire la sua appartenenza politica. Le discus-
va, esprimendo sentimenti comuni a quelli dei pri- sioni si accalorano nel dissenso di altri compa-
gionieri, perché a loro accomunato dalla medesima gni che la pensano in modo diverso. La politica
esperienza. Alla solidarietà cristiana si aggiunge è entrata nel gruppo; dopo il nostro passaggio a
il sentimento patriottico dell’italiano di fronte allo lavoratori civili, discussioni dai toni anche accesi
straniero oppressore, un sentimento “risorgimen- hanno caratterizzato le ultime notti in bianco, vis-
tale” di commozione, orgoglio e speranza di una sute per il pericolo delle bombe. Personalmente,
patria rinnovata nella libertà. Citiamo dai ricordi di non avendo idee politiche, io vedo in quel drappo

28 Don Luigi Pasa: solamente il tricolore.”10


La sostituzione dello stemma sabaudo con la stella avvampan le tenebre / e solcan fulminei gli aligeri
rossa sta a significare l’adesione al partito comuni- il cielo / come innumeri stormi d’augel peregrini.
sta: il Tricolore con la stella rossa era la bandiera / Dagli antri del bosco / giunge il singhiozzo della
delle Brigate Garibaldi, organizzate dal PCI. Con mitraglia / che sgrana morente / il rosario di piom-
l’affermarsi dei partiti, e soprattutto del Partito bo. // Muti l’alba attendiamo, / il miracol de l’alba…
Comunista Italiano che aveva organizzato e guidato // Gli occhi ardenti di febbre / fugano l’ultime ombre
la Resistenza a tedeschi e fascisti, fu inevitabile che / quando nel brividare sonoro / un grido immane /
le discussioni politiche cominciassero ad aver luogo al rotolar si confonde / de l’avanguardie liberatrici.
anche tra gli ex compagni di prigionia, una volta / Levan le mani gli smorti aguzzini / e già ascende
liberi dalla paura dei tedeschi. E queste discussioni, ne l’alto / splendido più de la stella / del primo mat-
che iniziarono già nei Lager e divamparono in patria tino / d’Italia il vessillo, / il Tricolore sacro / per
soprattutto quando scoppiò la Guerra Fredda tra gli lunghi giorni funesti / a lembi nascosto / sui cuori
ex alleati vincitori,11 preludevano al grande scontro frementi, // baciato stamane con occhi di pianto / ne
politico che si ebbe in Italia nel dopoguerra e che fu la rorida aurora.
risolto, in favore della Democrazia Cristiana, dalle
elezioni del 1948. Ciò che interessa notare è che la
sostituzione dello stemma sabaudo con la stella rossa
dichiara non solo l’appartenenza al PCI del compa- 1 Secondo la psicanalista Camilla Albini Bravo la finalità dell’annichili-
gno di prigionia del soldato Leonardi, ma anche la mento e dello “smontaggio” dell’essere umano sarebbe stata propria dei
campi di sterminio come Auschwitz e Treblinka (Vernichtungslager)
condanna morale della monarchia, che i comunisti,
e non degli Oflag e degli Stalag (i Lager per ufficiali e per soldati), ove
abbandonato il tatticismo di Togliatti dei tempi della i prigionieri, pur a prezzo di infernali sofferenze, potevano conservare
“svolta di Salerno” e del governo di unità nazionale, intatta la loro dignità umana, soprattutto quando optavano per il “no”
cominciarono ad avversare irriducibilmente. alle proposte di collaborazione con i tedeschi e con i fascisti della
RSI. Vd. Camilla Albini Bravo, Uno sguardo all’universo concentra-
Concludiamo questa nostra rassegna di passi dai zionario: analisi del comportamento umano in condizioni estreme, in
diari e memoriali con una lirica, giacché nei Lager Sopravvivere liberi, Atti del convegno di studi, Roma 12 marzo 2002,
degli IMI fiorì inaspettatamente anche la poesia. a cura di Anna Maria Casavola - Nicoletta Sauve - Maria Trionfi,
A.N.E.I., Roma 2005, pp. 63-70.
Dai Lager di Sandbostel e Fallingbostel ci provie- 2 Letteralmente “Precampo”, edificio in cui avveniva l’immatricolazio-
ne, appunto, la raccolta di liriche del tenente Gino ne degli internati.
Bertolini, pubblicata in prima edizione nel 1945, 3 Era, di fatto, un mondo chiuso, isolato dall’esterno dalla barriera del
filo spinato che delimitava il Lager come istituzione totale, con regole
Liriche dell’esilio. Fra esse compare anche questa e rituali suoi propri, ove il recluso subiva un processo di disumanan-
poesia sul Tricolore, L’ultima notte.12 L’ultima notte te reificazione, una esperienza analoga a quelle descritte da Ervin
di cui al titolo è quella che precede la liberazione del Goffman in Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell’esclusio-
campo di Fallingbostel, il 16 aprile 1945. Nei versi ne e della violenza, trad. di Franca Basaglia, Einaudi, torino 2016 rist.
(I ed. 1968).
di una commossa elegia (non a caso il titolo della 4 Vd. Giovanni Gambaro, La bandiera salvata, in Associazione
raccolta evoca le famose elegie di Ovidio, il grande Nazionale Ex Internati, Resistenza senz’armi. Un capitolo di storia
poeta latino relegato da Augusto a Tomi, sul Mar italiana (1943-1945) dalle testimonianze di militari toscani internati
nei lager nazisti, Felice Le Monnier, Firenze 1984, pp. 361-366.
Nero, nell’8 d.C.) il Bertolini coglie l’impressione di 5 Da: Giovannino Guareschi, Il Grande Diario, Rizzoli, Milano 2011
gioioso e commosso stupore che lo cattura quando, rist., pp. 480-481.
al cessare della battaglia notturna, grida improvvise 6 Da: Carlo Sarti, «È finita. Sventola la bandiera italiana», in Mario
Avagliano - Marco Palmieri, Gli internati militari italiani. Diari e
annunciano all’alba l’ingresso delle avanguardie
lettere dai lager nazisti 1943-1945, Einaudi, Torino 2009, p. 325.
liberatrici e l’alzarsi al cielo del Tricolore, luminoso 7 L’annotazione di questa cerimonia solenne nel Grande Diario di
più della stella del mattino, Venere. E il Tricolore, Guareschi risulta alquanto striminzita: “MERCOLEDÌ 9 MAGGIO
riconosciuto, ancora una volta, sacro ai cuori degli 1945. SOLE - SALUTE BENE - CERIMONIA ALZABANDIERA.”
(Da: Giovannino Guareschi, Il Grande Diario, Rizzoli, Milano 2011
italiani (come peraltro auspicava il Carducci, che rist., p. 501.)
attribuì nel discorso tenuto a Reggio Emilia il 7 8 Da: Pietro Testa, Wietzendorf, a cura del “Centro Studi sulla
gennaio 1897, per celebrare il primo centenario della Deportazione e l’Internamento”, Roma 19883, p. 168.
9 Da: Don Luigi Pasa, Tappe di un calvario 1943-1966, Tipografia
nascita del Tricolore, il religioso epiteto di santo al Cafieri, Napoli 1966, p. 174 (I ed. 1947).
vessillo), sembra annunciare, dopo i giorni funesti, 10 Da: Orazio Leonardi, Sandbostel 1943. Anch’io ho detto “no”, a cura
una nuova era di pace e di libertà, nella rorida auro- di Giorgio Mezzalira, Quaderni della Memoria 5/12, Circolo Culturale
ANPI di Bolzano, Bolzano 20122, pp. 95-96.
ra. Con questa lirica ci piace congedarci dai lettori. 11 Ossia quando si ruppe l’alleanza politico-strategica fra Stalin, da una
parte, e Truman e Churchill dall’altra, con l’effetto della divisione
L’ultima notte dell’Europa in due sfere, il blocco sovietico e quello filoamericano.
Fallingbostel (Hannover), 16 aprile 1945. 12 Da: Gino Bertolini, Liriche dell’esilio, cit., pp. 35-36.

Inquieta scorre la notte. / Bagliori d’incendio


29
fATTI
& PERSoNE
PER NON DIMENTICARE
a cura di Gisella Bonifazi

Recentemente il “Corriere della Sera” è tornato sul tema degli IMI. E precisamente nella rubrica curata
sullo stesso giornale da Aldo Cazzullo, il quale si è spesso negli ultimi tempi occupato della questione
degli IMI, riproponendo giustamente la loro azione come facente parte a pieno titolo della Resistenza
italiana.

A Cazzullo ha scritto il 1 febbraio Alessandro di Leo, probabilmente nipote di quel Tiziano di Leo so-
pravvissuto alla tragedia dell’internamento. Si chiedeva di Leo perché “le vicende storiche che hanno
riguardato il quasi milione di Imi non vengono mai ricordate fra le tragedie causate dal regime fascista”.
Cazzullo, in risposta, adduceva giustamente una serie di ragioni politiche: monopolio dei comunisti nel
celebrare la Resistenza; contrarietà degli alti gradi dell’esercito a ricordare fatti e avvenimenti che non li
mettevano certo in buona luce; necessità dell’Italia di stabilire con la Germania rapporti di buon vicinato
in nome della solidarietà atlantica. Infine Cazzullo lodava il presidente Ciampi per il contributo che aveva
dato alla riscoperta degli Imi.
Alle parole di Cazzullo facevano eco quelle dell’Ambasciatore di Germania a Roma Susanne Wasum-
Rainer, che ha ricordato come la stessa Ambasciata ha avviato la realizzazione di molti progetti, sia in
Italia che in Germania, con il supporto del “Fondo italo-tedesco per il Futuro”, fondo che ha consentito il
finanziamento di progetti come quelli dell’ANRP sull’Albo dei Caduti, una banca dati on-line, dove sono
registrati gli IMI deceduti nei campi tedeschi tra il 1943 e il 1945 e il Lessico biografico che registra gli
Imi sopravvissuti, progetti, come viene rilevato “che hanno lo scopo di dare rilievo agli avvenimenti del
passato e di renderli accessibili a tutti”.
Nel dibattito è poi intervenuto il 7 febbraio Marco Gavazzi il quale ha affermato che dalla lettura di alcuni
diari di militari tornati dalla Germania si evincerebbe che gli Imi hanno sì patito la fame, ma in buona
sostanza “sono stati trattati dai nazisti con rispetto e dignità”. A lui Cazzullo ha concesso una breve rispo-
sta ricordando come la prigionia degli internati fu invece “durissima” e “a decine di migliaia morirono
di fame e di stenti”.
Spinto dalle inaccettabili dichiarazioni del Gavazzi è intervenuto nel dibattito Mariano Gabriele, copre-
sidente della Commissione storica italo-tedesca, voluta dai due governi. Poiché il suo intervento non è
stato (sinora) pubblicato sul “Corriere della Sera” lo riproduciamo qui per esteso, condividendolo in ogni
sua parte.

Caro Cazzullo,
leggo che gli IMI, secondo il lettore Gavazzi, “hanno patito la fame, ma in buona sostanza sono sta-
ti trattati con rispetto e dignità”. Sono esterrefatto, perché anni di lavoro della Commissione storica
italo-tedesca, che ho avuto l’onore di copresiedere, hanno dimostrato il contrario, vale a dire la precisa
volontà di non concedere agli italiani il minimo rispetto e di calpestarne la dignità. Ciò è stato molto più
grave della fame, del freddo e di tutti i mali fisici connessi a quella terribile esperienza, costata almeno
50.000 morti, più i non pochi deceduti in Italia dopo la fine della guerra per la TBC contratta nei lager.
Nel rapporto conclusivo della Commissione, sottoscritto da tutti membri, il capitolo concernente gli IMI è
stato redatto da una collega tedesca: vi si ricorda che la condizione di internati non dava “più diritto né alla
consegna di alimenti e medicine, né alle visite di controllo delle delegazioni della Croce Rossa Internazionale,
come invece era previsto per i prigionieri di guerra” e che “una campagna diffamatoria messa in piedi dal
Ministero della propaganda tedesco, che trovò grande risonanza tra la popolazione, stigmatizzava gli interna-
ti militari come traditori”. Tra i “momenti più disumani della vita del campo”, molti ricordano la ginnastica,
“una pratica umiliante e punitiva. Per gli internati militari italiani tali pratiche ingiuste e oltraggiose, spesso
accompagnate da insulti quali ‘figli di quel cane di Badoglio’ o ‘siete ancora più porci di Badoglio’, erano a
volte tanto intollerabili quanto i maltrattamenti fisici”.
Non so quali diari abbia visto il signor Gavazzi: io ho dovuto leggerne centinaia che evocano un panorama
di orrori, tale che non è parso opportuno inserirli nel Rapporto. In tema di rispetto, peraltro, vi si legge:
“Soprattutto nei primi mesi, l’atteggiamento dei membri della Wermacht era contraddistinto da disprezzo e
ripulsa: “I soldati ci scherniscono, ci offendono, ci sputano addosso, ci insultano e ci maledicono”. Partico-
larmente spietate e violente si mostrarono le guardie tedesche dopo la liberazione di Roma, dopo lo sbarco
anglo-americano in Normandia e dopo l’attentato ad Hitler del 20 luglio 1944. Così descrive un testimone
oculare l’atmosfera di quei giorni: “Non ho mai visto i tedeschi così torvi. Cercano sui nostri volti il minimo
accenno di gioia per punirci”.
Ciò che invece è da sottolineare è la nobile lettera dell’Ambasciatore tedesco, rappresentante di un Paese che
ha con coraggio e successo percorso la strada giusta e che ha molto - oggi - da insegnare agli altri. Alla sua
generosità e alla sua coscienza democratica dobbiamo molto infatti per le iniziative già portate a termine in
Italia e in Germania a ricordo degli IMI, per quelle in corso e per quelle che verranno.
Mariano Gabriele

IN TUTTA ITALIA LE CERIMoNIE PER LA CoNSEGNA dELLE MEdAGLIE d’oNoRE E dELLA LIBERAZIoNE
A QUANTI HANNo CoNTRIBUITo Ad UNA ITALIA LIBERA E dEMoCRATICA. dI SEGUITo LA CRoNACA
dI ALCUNE MANIfESTAZIoNI CHE HANNo VISTo PRoTAGoNISTI I NoSTRI ASSoCIATI

MEdAGLIA
d’oNoRE

BERGAMO
“Il senso di questa giornata - ha com-
mentato il 27 gennaio 2018 il prefetto
di Bergamo Elisabetta Margiacchi,
rivolgendosi alle autorità civili e mi-
litari, tra cui il consigliere nazionale
dell’ANRP Paolo Vavassori e Mau-
rizio Monzio Gazzaniga, referente
dell’ANRP Valle Seriana (Bergamo) - è rendere omaggio ai nostri connazionali, insigniti
della Medaglia d’Onore, e avviare una riflessione collettiva su l’abominio che è diventato
realtà nella storia”. “Il calendario in occasione di questa ricorrenza - ha aggiunto - è sempre
più affollato, tanto viene detto e scritto, come è giusto che sia. Io mi limito a osservare che
questa giornata non deve scivolare sulle coscienze come semplice adempimento rituale, me
deve essere rinnovato motivo di confronto, un monito contro ogni atto discriminatorio”.
Il Magnifico Rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, ha dedicato il suo inter-
vento ai giovani, ma anche agli educatori: “Non c’è luogo più idoneo della scuola e dell’Università
per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria e per curare l’infezione dell’odio,
dell’indifferenza e della viltà, che non sono scomparsi neppure nella nostra Europa. Possiamo forma-
re nelle nostre aule eccellenti scienziati, grandi scrittori, persone dotte e sapienti, ma falliremmo il
nostro scopo se tutti costoro non fossero, anche e soprattutto, cittadini. Cittadini consapevoli, liberi
di dire NO al male”.
La cerimonia organizzata dalla Prefettura di Bergamo nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di
Bergamo, colma in ogni suo posto e inframezzata dalle musiche eseguite da Roberto Ranieri e di Sa-
muele Pala, entrambi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Donizetti di Bergamo, ha visto
la consegna di 197 Medaglie d’Onore ad altrettanti ex IMI bergamaschi, da parte dei sindaci di Albi-
no, Alzano Lombardo, Bergamo, Casnigo, Cazzano Sant’Andrea, Cene, Clusone, Gandino, Gazzaniga,
Gorno, Leffe, Nembro, Oltre il Colle, Oneta, Parre, Peia, Pontenossa, Ponteranica, Pradalunga, Premolo,
Ranica, San Giovanni Bianco e Villa di Serio. Presenti e applauditissimi i tre ex IMI viventi: Giovanni
Danesi 96 anni (Alzano Lombardo), Luigi Lucchini 94 anni (Leffe) e Giovanni Bassanelli 93 anni (Pon-
te Nossa), questi ultimi due avevano già ricevuto a Roma dalle mani del Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella la meritata onorificenza (vedi pag. 5).

COMO
Presso la Biblioteca civica di Como, la pre-
fettura e l’amministrazione comunale hanno
organizzato una commemorazione celebrativa
per la Giornata della Memoria. Di fronte ad una
platea gremita di autorità, cittadini e studenti, il
prefetto Bruno Corda, il sindaco di Como Ma-
rio Landriscina, la presidente della Provincia
Maria Rita Livio e il direttore dell’Ufficio sco-
lastico di Como Roberto Proietto hanno conse-
gnato la Medaglia d’Onore a sette cittadini co-
maschi. Solo uno di essi è ancora in vita, sono
stati quindi figli e nipoti a ritirare l’onorificenza. Sono stati insigniti: Sebastiano Avogadro
(Como), Luigi Giudici (Como), Angelo Zanfrini (Capiago Intimiano), Rifieri Franco Mat-
taboni (Oltrona San Mamette), Eliseo Granzella (Pianello del Lario), Vittorio Ugo Colom-
bo (Valbrona) e Nando Dellera (Vercana).

PESCARA
Il 30 gennaio si è svolta la cerimonia organiz-
zata dalla Prefettura di Pescara presso la Scuola
media Antonelli a cui hanno partecipato il pre-
fetto di Pescara, Gerardina Basilicata, il sinda-
co di Pescara Marco Alessandrini, il presidente
della Provincia Antonio Di Marco, il presiden-
te della Giunta Regionale d’Abruzzo Luciano
D’Alfonso. Durante la cerimonia il Prefetto ha
consegnato a Lorenzo Di Flaminio la Medaglia
d’Onore conferita alla memoria del padre Anto-
nio, internato militare nei lager nazisti.
La manifestazione è stata arricchita dall’espo-
sizione dei lavori svolti dai ragazzi della scuola
sui temi del Giorno della Memoria.
MEdAGLIA
dELLA LIBERAZIoNE

MACERATA
Nell’Auditorium dell’Università di Macerata si è
tenuta il 21 dicembre 2017 la cerimonia di conse-
gna della Medaglia della Liberazione alla memoria
di Angelo Budassi di Corridonia, consegnata dal
prefetto Roberta Preziotti e ritirata dalla moglie
Luisa e dalla figlia Stefania.

REGGIO CALABRIA
Nella Piazza Vittorio Emanuele di Reggio Calabria
il 2 giugno 2017, alla presenza delle Autorità poli-
tiche, civili, militari e religiose, dopo l’esecuzione
dell’Inno di Mameli e i saluti del prefetto Michele
di Bari, che ha consegnato la Medaglia della Libe-
razione a Giuseppe Scaramozzino, deportato in
Germania il 10 settembre del 1943 e internato nel
campo di concentramento di Muhlberg.

TORINO
Presso l’Auditorium “Vivaldi” della Biblio-
teca dell’Universitaria a Torino, si è svolta il
2 dicembre 2017, la cerimonia di consegna
delle Medaglie della Liberazione.
Gli insigniti sono 21 cittadini residenti a
Torino e provincia partigiani, ex internati
nei lager nazisti, combattenti inquadrati nei
Reparti Regolari delle Forze Armate.
Gli insigniti sono: Apra’ Michele, (Torino) -
De Martini Aldo, (Torino) - Frisiero Renato,
(Torino) - Manzi Luciano, (Torino) - Molino
Angelo, (Torino) - Tonello Giovanni, (Torino) - Albino Giuliano, (Villar Perosa) - Biei Virgilio,
(Trofarello) - De Rosa Pietro, (Chieri) - Discalzo Remo, (Reano) - Falco Flavio, (Pinerolo) - Favro
Paris Giovanni, (Settimo Torinese) - Gastaldi Giuseppe, (Pino Torinese) - Micheletti Felice, (Vaie)
- Paganotto Egidio, (La Loggia) - Pinard Ezio, (Chiomonte) - Razetto Maria, (Pecetto Torinese)
- Resio Vincenzo, (Ivrea) - Sanetto Mario, (Cesana Torinese) - Selvo Amelio, (Caprie) - Tortello
Agostino, (Balangero)
PREMIo
LIBERTARIo RoLLo

Si è svolta in data 7 febbraio 2018, presso la Sala


convegni della struttura fieristica del Comune di
Veglie, la premiazione della Ia edizione del con-
corso “ PREMIO LIBERTARIO ROLLO - in
memoria dei Reduci vegliesi di tutte le guerre”.
Il concorso, promosso e organizzato dalla loca-
le Sezione dell’ANRP, era rivolto ai giovani e
giovanissimi studenti delle classi IV e V della
Scuola primaria e a quelli della III classe del-
la Scuola secondaria di I grado di Veglie, con
l’obiettivo di coinvolgerli e appassionarli alla
storia e alla letteratura, viste come strumenti di
crescita. L’attività che i ragazzi avrebbero do-
vuto svolgere consisteva nel preparare un testo
poetico abbinato ad una foto. Al di là delle più
rosee aspettative, tutte le classi hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa e hanno dato il
loro ampio contributo di creatività ed efficacia espressiva. Il cospicuo numero di lavori,
complessivamente quaranta opere, e la buona qualità degli stessi hanno impegnato e messo
duramente alla prova la Commissione esaminatrice la quale si è ritrovata a patteggiare un ex
equo tra due lavori.
La cerimonia di premiazione è stata un evento, a detta di tutti, molto commovente e im-
portante, sia per la scuola che per la comunità vegliese intera. Vi hanno partecipato circa
trecento bambini e ragazzi, la Giunta comunale e il Sindaco, i soci dell’ANRP locale, tre Re-
duci, i rappresentati degli sponsor e la cittadinanza. I componenti della Giuria esaminatrice
hanno raccontato come sia stato difficile scegliere i lavori vincitori, tanto che il premio lo
avrebbero meritato tutte le classi per l’impegno, l’attinenza al tema del concorso, la qualità
letteraria dei componimenti, l’accuratezza nella scelta delle fotografie, ma soprattutto l’im-
pegno morale e sociale dimostrato. I contenuti di tutti i lavori evidenziano che i giovani si
sono messi in gioco in prima persona, lavorando sui ricordi dei propri familiari attraverso
testimonianze, racconti e letture, consapevoli di poter costruire il loro futuro culturale in
continuità con il passato.
La manifestazione, dopo la consegna dei premi e pergamene alle classi vincitrici da parte del
Sindaco, si è conclusa con la commovente testimonianza di un Reduce e il saluto da parte
delle dirigenti dei due poli scolastici le quali hanno manifestato la più completa disponibilità
ad aprire le scuole al concorso anche per il futuro. (r.c.)
L’Anrp nel tempo
ha intensificato il suo ruolo,
impegnandosi sempre di più
sul fronte della ricerca,
dell’approfondimento
e della divulgazione storica,
diventando promotrice
di iniziative culturali,
di formazione
e di sensibilizzazione
sulla necessità di costruire
un mondo senza più guerre

Presso la sede dell’Anrp


in via Labicana 15/a (00184 roma),
inoltre, è possibile visitare
la mostra permanente “Vite di IMI”

Sul sito
www.anrp.it
tutti gli aggiornamenti
sulle attività dell’Associazione 35
RINNOVA L’ADESIONE
ALL’ANRP
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SCEGLI DI STArE COn nOI


NELL’IMPEGNO TRA MEMORIA,
rESpOnSABILITÀ E FUTUrO

TESSERA ANNO 2018

Aderire all’Anrp significa:


√sostenere le ragioni
dei Reduci e dei loro familiari
√ assicurarsi un’informazione
coerente, aggiornata e libera
√ difendere la memoria storica
√ sensibilizzare i giovani
al dramma della guerra;
√costruire le basi culturali
per un mondo di pace,
senza più guerre

36
Art. 1. “ La Repubblica riconosce Italiana delle Associazioni com- di Maria Elena Ciccarello
il giorno 1° febbraio di ciascun battentistiche e partigiane. È inter-
anno quale «Giornata nazionale venuta anche la senatrice Raffaela
delle vittime civili delle guerre e Bellot.
dei conflitti nel mondo», al fine Ha dato inizio ai lavori Michele
di conservare la memoria delle Vigne, vicepresidente vica-
vittime civili di tutte le guerre e di rio dell’ANVCG, in sostituzio-
tutti i conflitti nel mondo, nonché ne del presidente avv. Giuseppe
di promuovere, secondo i princìpi Castronovo assente per malattia.
dell’articolo 11 della Costituzione, Vigne ha sottolineato come l’isti-
la cultura della pace e del ripudio tuzione di questa ricorrenza con
della guerra”. una legge di stato sia stata una
In ottemperanza alla legge sopra grande conquista attesa da decen-
citata, giovedì 1° febbraio la con- ni. È doveroso infatti ricordare
sorella ANVCG - Associazione le tante vittime civili di guerre
Nazionale Vittime Civili di Guerra dichiarate e non, di conflitti interni
- ha organizzato l’incontro “Stop che continuano a minacciare anco-
alle bombe sui civili” cui ha parte- ra la sopravvivenza dell’umanità.
cipato l’ANRP. Dinanzi ad armi sempre più sofi-
L’incontro, che si è tenuto nella sticate, distruttive e letali urge por-
splendida sede della Scuola di tare avanti azioni di formazione e
Perfezionamento per le forze di sensibilizzazione alla pace perché
polizia di Piazza di Priscilla a immagini come quelle recenti di
Roma , è iniziato con il benve- Aleppo o Mosul con la loro forza
nuto del Gen. Vecchione, diretto- distruttiva non si ripropongano in
re della scuola, seguito dai saluti futuro. Crederci è già il primo
dell’On. Garofani, presidente della passo! Proprio per dar voce alle
Commissione difesa della Camera vittime di conflitti armati, Nicola
dei Deputati, e del prof. Betti,
presidente della Confederazione
Labanca, docente di storia contem-
poranea all’Università di Siena, ha 37
proceduto alla lettura to Band Landmines, Premio
di brani scritti da Nobel per la Pace 1997, ha
chi ha subito la guer- illustrato l’impegno concre-
ra sulla propria pelle, to portato avanti dal nostro
sottolineando come la Paese per la messa al bando
grande storia sia fatta delle mine che continuano
dalla somma di tante ancora a mietere vittime.
storie individuali, Operando sul campo, sono
storie che raccontano nati nel tempo progetti a
di ferite nel corpo e fini umanitari come “Paola
nell’anima, di muti- Biocca center”, centro di
lazioni subite pur non riabilitazione che opera in
essendo combattenti. Giordania a favore di tanti
Oggi si assiste ad un cambiamento fisiche e psicologiche nei singoli, rifugiati di etnie diverse. Paola
delle modalità di combattimento anche danni alle infrastrutture ed Biocca, scomparsa tragicamente
cui consegue anche un cambia- ai servizi, con conseguenti migra- nel 1999 nel corso di una mis-
mento delle vittime di guerra sem- zioni dalle proprie terre o veri e sione umanitaria in Kosovo come
pre più civili, con una proporzione propri esodi da un paese all’al- portavoce del WFP (World Food
che si aggira intorno all’80%. tro. Si tratta dunque di un proble- Programme), sosteneva che “biso-
Susi Snyder, membro dell’ICAN, ma umanitario urgente, come è gna stare dalla parte dei poveri,
International Campaign to Abolish stato già sottolineato a partire dal dei diseredati, di chi non ha nulla.
Nuclear Weapons, premio Nobel 2009 dal segretario generale delle Dobbiamo parlare di loro perché il
per la Pace 2017, si è sempre mossa Nazioni Unite Ban Ki Moon. mondo sappia, perché la gente si
in prima linea contro la guerra Pietro Ridolfi, presidente della senta coinvolta, perché le tragedie
ed il disarmo nucleare. Nel suo Commissione nazionale della non passino nel dimenticatoio”.
intervento ha fatto presente l’im- Croce Rossa Italiana, ha sottolinea- A conclusione degli interven-
portanza di ascoltare chi subisce to l’esigenza di formare le coscien- ti, moderati nella prima parte da
le guerre per capire bene l’impatto ze al rispetto delle norme del Alvaro Moretti, direttore di Leggo,
delle violenze generate dalle armi diritto internazionale umanitario e nella seconda da Roberto Serio,
esplosive. In un mondo globaliz- troppo spesso violate per impedire segretario generale dell’ANVCG,
zato, il rischio nucleare riguarda che in futuro i civili continuino ad è stata presentata l’attività dell’Os-
tutti e non esiste un’arma nucleare essere principali protagonisti dei servatorio, centro di ricerche sulle
precisa, in quanto anche la più conflitti armati. Un breve excursus vittime civili dei conflitti, e la testi-
piccola può provocare conseguen- sui dati dei bombardamenti nei monianza di Nicolas Marzolino,
ze devastanti con ripercussioni centri abitati è stato presentato da vittima nel 2013 dell’esplosione di
nel tempo. È necessario dunque Alessandro Cortese, vicedirettore un ordigno bellico risalente alla
sensibilizzare l’opinione pubblica generale per gli affari politici pres- Seconda guerra mondiale che gli
perché gli sforzi ed i contributi so il Ministero degli Affari Esteri, ha procurato la perdita della vista e
di ognuno possono salvare vite che ha ribadito ulteriormente come di una mano.
umane. Il tema delle armi esplosi- oggi non si possa parlare più di L’ANRP era rappresentata dal
ve è stato al centro dell’intervento vittime di “danni collaterali” di prof. Enzo Orlanducci, presiden-
di Laura Boillot, coordinatrice di operazioni militari, ma di vittime te nazionale, dall’ambasciato-
INEW, International Network on di strategie mirate che violano i re Sergio Busetto e dal generale
Explosive Weapons, che dopo aver principali diritti umanitari. Notizie Potito Genova, consiglieri naziona-
mostrato un video sulle conse- di attacchi a scuola, ospedali, piaz- li, insieme a una numeroso gruppo
guenze nefaste e mortali dell’uso ze spesso infatti occupano le prime di giovani ricercatori e collaborato-
di mortai, granate, munizioni a pagine dei quotidiani. Per vincere ri del centro studi, documentazione
grappolo, ha presentato una stati- una guerra oggi si mira non solo a e ricerca dell’Associazione.
stica relativa all’anno 2016 dalla distruggere un esercito, ma a colpi- Protagonisti dell’ultimo momento
quale si evince l’alto numero di re un intero popolo. Di fronte a tale della giornata sono stati studenti
paesi (ben 70) che hanno “subito” realtà l’Italia si pone in prima linea delle scuole secondarie di II grado
le armi esplosive e le migliaia di facendo sentire la propria voce per per la premiazione del concorso
civili che ne sono state le prin- uno “Stop alle bombe sui civili”. nazionale “La vita è un capolavoro,
cipali vittime. Le armi esplosive Giuseppe Schiavello, direttore della la guerra un folle salto nel buio”

38 hanno infatti un impatto su intere


comunità provocando, oltre a ferite
Campagna Italiana contro le mine,
parte della International Campaign
promosso dall’ANVCG in collabo-
razione col MIUR.
LIBRI
RICEVUTI
“Mi auguro che la sua lettura, insieme alle tante altre che sono state
pubblicate sull’argomento, possa dar modo… ai giovani di meditare,
perché sia sempre viva in loro la naturale repulsione per la violenza e
per le guerre e sappiano anche lottare, se occorre, per un mondo di pace
e di giustizia”.

“La mia è una storia non dissimile da quelle di tanti altri martiri finiti
nell’inferno dei lager, tuttavia vi chiedo di leggerla: possa la memoria
di questi eventi impedire che essi si ripetano, affinché mai più nessuno
abbia a sperimentare il male nella sua più crudele essenza”.

“Questo libro (tre tomi) è dedicato alle centinaia di migliaia di giovani che furono
internati nei campi di prigionia nazista, a coloro che vi perirono e ai sopravvissuti
degli orrori.
Il mio intento è fornire il più ampio quadro possibile dell’incubo vissuto nei
Stammlager, attraverso testimonianze e documentazioni per la Libertà, per la
Democrazia, per la Pace, per la Giustizia e per i Diritti Umani.
Questi fogli siano lieti e compresi dai giovani di oggi e gli stessi diventino fautori
di una rinnovata Resistenza contro le ingiustizie nel mondo”.

Superate “perplessità di varia natura sull’opportunità o meno di affidare


alla stampa… questo diario di guerra derivato da esigenze personalissi-
me e sul quale ha finora mantenuto il più stretto riserbo… (l’Autore) ha
consentito di rendere noto uno scritto di cui ogni pagina fu vita vissu-
ta e che forse, come egli dice, non ha alcun pregio letterario, ma che
senz’altro rispecchia la verità e costituisce un autentica documentazione
per quel periodo storico e bellico che va dal 1940 al 1945”.
1948 - 2018
CUSTODIRE PER COSTRUIRE, COSTRUIRE PER CUSTODIRE

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