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Nazionale
Reduci dalla
Prigionia
n. 1-2
dall’ Internamento
dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari
rassegna rassegna
mensile
informativo-culturale
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB ROMA
mensile socio-culturale
della anrp dell’anrp
SOMMARIO
ANRP - LIBERI
SEdE LEgALE E dIREzIoNE
3 EDITORIALE
di Enzo Orlanducci
00184 Roma - Via Labicana, 15a
Tel. 06.70.04.253
4
Fax 06.77.255.542
internet: www.anrp.it GIORNO DELLA MEMORIA
e-mail: anrpita@tin.it di Barbara Bechelloni
PRESIdENtE oNoRARIo
Riccardo Bisogniero 6 LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DEL MIUR
PRESIdENtE NAzIoNALE
EdIREttoRE EdItoRIALE
Enzo Orlanducci 7 GIORNO DEL RICORDO
di Fabio Russo
dIREttoRE RESPoNSABILE
Salvatore Chiriatti
REdAttoRE CAPo
Rosina Zucco
8 ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A BERLINO UNA MOSTRA TEMPORANEA
SUGLI IMI: DOCUMENTI INEDITI E NUOvE PROSPETTIvE PER LA RICERCA
di Rosina Zucco
REdAzIoNE
11
Barbara Bechelloni
Fabio Russo DAI DOCUMENTI DELLA RSI LA CONFERMA DELLA TRAGICA REALTÀ
Registrazione
DELL’INTERNAMENTO
- Tribunale di Roma di Luciano Zani
n. 17530 - 31 gennaio 1979
- Registro Nazionale della Stampa
n. 6195 - 17 febbraio 1998
15 “MILANO È IN FIAMME”1943: CRONACA DI UNA CATASTROFE
di Elisabetta Lecco
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 18 GINO BARTALI EROE SILENZIOSO
di Lauro Rossi
(conv. in L. 27-02-04 n. 46) art. 1
comma 1, DCB Roma
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(tutela dati personali) l’Anrp
garantisce la massima riservatezza IL TRICOLORE SUI CAMPI DEGLI IMI
dei dati personali forniti dagli di Mario Carini
associati e la possibilità di
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o la cancellazione, scrivendo ad
Anrp, Via Labicana, 15/a
00184 Roma.
30 FATTI & PERSONE
a cura di Gisella Bonifazi
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Stampa
Bottega Grafica srls STOP ALLE BOMBE SUI CIvILI
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA di Maria Elena Ciccarello
Dato alle stampe il 15 febbraio 2018
Un target mirato
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2 di 8.000 lettori.
LIBRI RICEvUTI
PERCHè A 70 ANNI L’ANRP
è PIù ATTIVA CHE MAI!
Foto - IO CONGRESSO NAZIONALE - Roma 14-15 dicembre 1945
di Enzo Orlanducci
Felice Anno Nuovo! Spero che abbiate trascorso un sereno Natale ed un allegro
fine anno. Con famiglia, parenti e amici.
Dopo l’Epifania, che “tutte le feste spazza via”, adesso è tempo di guardare
al futuro.
A partire dai prossimi numeri di Liberi 2018, anno in cui l’ANRP celebra i suoi
primi 70 anni di attività, dedicheremo parte del nostro spazio alla ricorrenza,
che non deve intendersi come mera celebrazione, ma testimonianza soprattutto
di un impegno in fieri aperto e costante, dai tempi decisamente difficili del dopo
guerra in cui nacque l’Associazione ad oggi.
Tempi in cui il nostro paese, e non solo, era in divenire e l’ANRP, fedele com-
pagna delle mille sofferenze dei Reduci, era al tempo stesso strumento di ri-
vendicazioni, arena di dibattiti, di divulgazione e di conoscenza, ma soprattutto
megafono di speranza.
Attività che ha portato avanti attraverso molteplici progetti, con evidenti impli-
cazioni sia sotto il profilo patriottico, sia sotto il profilo storico, e che oggi ha
permesso di realizzare un prestigioso centro studi, documentazione e ricerca sul
mondo concentrazionario.
L’Associazione opera e vive all’interno di piccole e grandi comunità di cui è
parte integrante e attiva, convinta che essere presenti nel territorio con i propri
valori è più che mai fondamentale, perché significa comprendere e condividere
le necessità, capire i bisogni delle persone nel quotidiano, che purtroppo spesso
viene sconvolto, ferito, annientato.
Ciò è stato ed è possibile grazie a tutti coloro, a cui va la nostra riconoscenza, i
quali hanno contribuito a portare avanti l’Associazione: soci, dirigenti e colla-
boratori che hanno fatto in modo che l’ANRP crescesse negli anni in autorevo-
lezza, conquistandosi il rispetto e l’apprezzamento di tanti.
Sì, perché siamo cresciuti.
Ciò che uniti si è riusciti a fare in questi lunghi anni è la riprova della capacità
organizzativa e di “ruolo di servizio” dell’ANRP, che non sarebbe stato possibi-
le senza il supporto di coloro che con la loro sensibilità, il loro impegno, le loro
idee e la loro passione condividono difficoltà e successi.
In questa occasione, prima di lasciarvi alla lettura, permettetemi di ricordare
coloro che mi hanno preceduto e dedicare un pensiero di emozione e di affetto
ad alcune figure che nel passato, quando ancora frequentavo l’Associazione qua-
le semplice accompagnatore di mio padre, hanno conquistato un posto a parte
nel mio angolo dei ricordi e, perché no, nella mia formazione. In ordine di data
Leonetto Amadei, Sergio Chiamberlando, Giovanni Querrera e infine France-
sco Cavalera e Umberto Cappuzzo a fianco dei quali, per molti anni, ho svolto
il ruolo di segretario generale.
3
GIoRNo dELLA MEMoRIA
di Barbara Bechelloni Anticipata di due giorni, il 25 gen- non solo perché nel 2018 cade un
naio si è svolta al Palazzo del Qui- vergognoso anniversario - esatta-
rinale, alla presenza del Presidente mente 80 anni fa in Italia venivano
della Repubblica Sergio Matta- promulgate le leggi razziali - ma
rella, la celebrazione del “Giorno perché per la prima volta al Qui-
della Memoria”. rinale si è parlato anche di un al-
La manifestazione, condotta dagli tro genocidio avvenuto sempre nei
attori Remo Girone e Victoria Zin- lager nazisti contemporaneamente
ny, è stata aperta dalla proiezione alla Shoah: il Porrajmos, ovvero lo
di un filmato dal titolo “Dalle leg- sterminio di 500 mila rom e sinti.
gi razziali alla Shoah”, realizzato La cerimonia si è conclusa con il
da RaiStoria. discorso del Presidente della Re-
Sono intervenuti Anna Foa sul pubblica, il quale ha usato parole
tema “Gli ebrei italiani e le leggi durissime per le colpe del fasci-
razziali”, la Presidente dell’Unio- smo, per le leggi razziali e le per-
ne delle Comunità Ebraiche Italia- secuzioni degli ebrei nel 1938, “un
ne, Noemi Di Segni, il rappresen- regime che non ebbe alcun merito,
tante della Comunità Rom Sinti e e nel quale la caccia agli ebrei non
camminanti Gennaro Spinelli e la fu affatto una deviazione ma fu
Ministra dell’Istruzione, dell’U- insita stessa alla natura violenta e
niversità e della Ricerca, Valeria intollerante di quel sistema”.
Fedeli. La guerra e il razzismo dunque
Nel corso della cerimonia la can- non furono delle deviazioni del
tante Noa ha eseguito i brani mu- Ventennio nero ma del caratte-
sicali “Little Star” e “La vita è bel- re proprio di quel regime fatto
la”. I conduttori hanno letto alcuni di prevaricazioni e persecuzioni.
brani tratti dal volume “Ebreo, tu Nelle parole del Capo dello Sta-
non esisti!” di Paola Frandini. to, tuttavia, non c’è stata solo la
Liliana Segre (neo senatrice a vita) scomunica netta del passato, la
e Pietro Terracina hanno portato la rivendicazione di una Costituzio-
loro testimonianza e risposto alle ne che è nata in antitesi al regime
domande degli studenti. fascista, ma un mettere in guardia
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Berlino, per pubbliciz-
zare anche oltralpe sia spondenza intercor-
la mostra “Vite di IMI”, sa tra la Repubblica
sia quanto di innovativo di Salò e la Germa-
poteva essere desunto nia per risolvere,
dai documenti diploma- purtroppo tardiva-
tici della Farnesina. In- mente, il problema
dividuata la prestigiosa della situazione
location nell’Istituto Ita- deficitaria in cui si
liano di Cultura a Berli- trovava la grande
no, l’Associazione si è massa degli inter-
attivata per allestire la nati militari lavora-
mostra, integrandola con tori coatti. Come ha
del materiale illustrati- spiegato Zani, ben-
vo atto ad approfondire ché fossero stati ini-
quanto già esposto il 27 zialmente catturati
giugno. La preparazione come Kriegsgefan-
è stata quanto mai ac- genen (prigionieri
curata: sono stati realiz- di guerra), l’allean-
zati pannelli esplicativi za fra il Reich e la
sulla vicenda degli IMI neonata Repubblica
e sul materiale cartaceo Sociale Italiana di
diplomatico, filmati il- Mussolini compor-
lustrativi e supporti mul- tò la loro trasfor-
timediali interattivi per mazione giuridica
“aprire” su touch screen in internati militari
approfondimenti. (da cui la sigla IMI)
La sera dell’inaugurazione è stato vicario dell’ANRP Michele Mon- e la conseguente perdita dei diritti
sorprendente l’afflusso di pubblico tagano, che in qualità di testimone sanciti dalle convenzioni militari e
che, prima della conferenza, si è ha posto l’accento sull’elemento patrocinati dagli istituti internazio-
soffermato tra le teche posiziona- volontaristico nella detenzione di nali, quali per esempio il sussidio
te nel lungo corridoio dell’Istituto. quelle centinaia di migliaia di sol- della Croce Rossa. Abbandonati a
Alcuni osservavano gli oggetti ac- dati che rifiutarono a più riprese di se stessi, furono subito indirizzati
compagnati dalle didascalie, altri servire la causa del nazismo. Dopo al lavoro coatto e sottoposti al ri-
si soffermavano a leggere i pannel- essersi soffermato a illustrare i catto della fame, mentre fra Salò e
li, altri ancora consultavano su uno progetti sugli IMI portati avanti Berlino si dibatteva della loro sor-
schermo interattivo il sito www. dall’Associazione, quali i due da- te. Mussolini non poteva ignorare
alboimicaduti.eu, navigando sul tabase “Albo degli IMI Caduti nei il fenomeno degli IMI, sia perché
dispositivo alla ricerca di qualche lager nazisti 1943- 45”, ampliato contando anche le loro famiglie,
nominativo conosciuto. Nel con- nel “Lessico biografico degli IMI”, la problematica coinvolgeva cir-
tempo in un grande schermo scor- e la Mostra permanente “Vite di ca dieci milioni di italiani, sia
revano le foto della Mostra “Vite di IMI. Dal fronte di guerra ai lager perché la neonata Repubblica era
IMI” di via Labicana, che eviden- tedeschi 1943-1945”, Montagano impegnata in un continuo braccio
ziavano sia visioni di insieme delle ha auspicato che il dialogo aperto di ferro col governo tedesco per la
sale, sia dettagli di reperti esposti alcuni anni fa con la Germania, formazione di un proprio esercito.
nelle teche. possa proseguire sulle basi di una Allo stesso tempo però la loro fe-
Alle 19.00 è iniziata la conferenza sempre più fattiva collaborazione. deltà al re e al legittimo governo di
di presentazione. La sala era gre- È seguito l’intervento di Luciano Badoglio, espressa con il continuo
mita, posti in piedi. In prima fila Zani, ordinario di Storia Contem- e reiterato rifiuto a firmare la di-
era seduto l’ambasciatore di Italia poranea alla Sapienza Università chiarazione di fedeltà a Mussolini
a Berlino, Pietro Benassi. Dopo il di Roma e curatore della mostra, e Hitler, non poteva che classifica-
saluto del Direttore dell’Istituto che ha commentato la documen- re gli IMI come traditori della cau-
Italiano di Cultura a Berlino, Lu- tazione inedita ritrovata presso sa fascista.
igi Reitani, per l’occasione mode-
ratore, è intervenuto il presidente
l’Archivio storico del MAE, un
interessante spaccato sulla corri-
Come ha fatto presente il vicedi-
rettore dell’Istituto Storico Germa- 9
Berlino, aperta fino al 19 gennaio,
è stata definita “preziosa” da Von
Peter Von Beckel della testata te-
desca “Das Spiegel”. Il giornali-
sta ha espresso nel suo articolo un
vivo apprezzamento per il materia-
le inedito esposto, ma ancora più
“toccanti” ha definito gli oggetti,
testimonianza della vita nel lager.
Tra questi è stato particolarmente
colpito dall’album con le foto di
uno spettacolo teatrale, in cui gli
uomini appaiono acconciati in abi-
nico di Roma, Lutz Klinkhammer, si può parlare di un parziale oblio, ti femminili. La didascalia è scritta
del resto le esigenze del governo perché i documenti relativi alla a matita: “Donne? Oh no! Solo una
nazista erano ben altre che non vicenda degli IMI sono stati dati I.M.I.tazione!”, un gioco di parole
quella di fornire un esercito a Salò. a lungo per dispersi, tanto da co- con l’abbreviazione degli internati
Al Reich servivano lavoratori che stituire quella che Federica Onelli, militari italiani, come segno di un
prendessero il posto degli uomini dell’Archivio Storico Diplomatico umorismo disperato.
impegnati al fronte, nell’industria, del Ministero degli Affari Esteri, Un accurato report della mostra è
nell’agricoltura e nell’opera del ha definito una “chimera archi- stato pubblicato nel sito www.ra-
genio civile. Fu così che nell’a- vistica”, finché non sono emersi diobandalarga.it/news, di cui ripor-
gosto del 1944 fu disposta quella all’interno dell’Archivio storico- tiamo a seguire alcuni stralci.
manovra politico-diplomatica che diplomatico della Farnesina. La “La mostra è di piccole dimensio-
convertì tutti gli internati in lavora- Onelli ha illustrato come si è ar- ni ma merita una visita prolungata
tori civili, formalmente liberi e do- rivati al rinvenimento della docu- per la sua densità e per il contrap-
tati di libretto di lavoro, alle dipen- mentazione inedita e a proporne la punto che essa crea fra le sintesi
denze del Reich. Tutt’altro che una valorizzazione per uno studio dei storiche, brevi ma efficaci, e le
liberazione, come venne invece rapporti ormai tardivi tra la Repub- singole peculiarità dei materiali
propagandata dall’RSI, questa “ci- blica di Salò e la Germania, da cui d’archivio in esposizione. […] La
vilizzazione” significò per i soldati scaturisce la figura di un Mussolini prima teca è dedicata ad oggetti
italiani uno stato di schiavitù lega- piuttosto inerme di fronte alla pro- che caratterizzavano la quotidia-
lizzata, a cui si aggiungeva l’onta blematica degli IMI. nità degli internati. Se alcuni ef-
della degradazione da militari a ci- Gli interventi dei relatori hanno fetti personali, come una gavetta e
vili e il disprezzo e i maltrattamen- aperto nuove prospettive e fornito una coperta, rimandano ai bisogni
ti da parte di quei tedeschi che li diversi punti di vista riguardo la del corpo e all’obiettivo minimo
consideravano dei traditori. storia degli Internati Militari Ita- della sopravvivenza, altri materia-
Wolfgang Schieder, copresiden- liani tra il 1943 e il 1945. Il qua- li raccontano di bisogni più com-
te della Commissione di storici lificato pubblico in sala, piuttosto plessi ma non meno importanti.
italo-tedesca, ha sottolineato come eterogeneo, ma molto motivato, ha L’acquarello di un internato, posto
gli IMI siano stati fra le vittime seguito la conferenza con attenzio- accanto al suo attestato di parte-
più dimenticate della guerra, e la ne e, alla fine, ha dato luogo ad un cipazione a una mostra d’arte or-
loro resistenza al compromesso interessante dibattito. I lavori della ganizzata nel Lager, rappresenta
col nazifascismo a lungo condan- serata hanno dimostrato quanto sia in colori tenui delle figure umane
nata all’oblio per diverse ragioni: stato estremamente produttivo il allungate e opache, che sembrano
perché quella degli IMI fu una dialogo tra Italia e Germania nella raccogliersi a guardare di riman-
Resistenza senza armi che non fu ricerca di una memoria comune sui do chi le osserva anche se i loro
celebrata come la lotta partigiana; fatti di quegli anni ed è scaturita volti sono appena abbozzati. Ma
per i latenti sospetti di collabora- l’esigenza di proseguire le ricer- oltre a organizzare mostre, lezio-
zionismo; per la generale stanchez- che e la raccolta di documenti per ni, eventi musicali, gli internati
za della guerra che, quando gli IMI ricostruire nel modo sempre più cercavano di salvarsi anche con
tornarono in patria, indusse la col- completo e fedele la storia di quel l’umorismo. Una copia scritta a
lettività a volgere altrove il proprio periodo. mano del Lagerzeitung “Radio
10 sguardo.
Ma anche sul piano storiografico
Interessanti i commenti della stam-
pa tedesca. La piccola mostra di
scarpa”, giornale di e per interna-
ti in un Lager nei dintorni di No-
rimberga, riporta nell’intestazione dell’RSI, datata 5 ottobre 1944 si il quale, nel Natale del ’44, scrive
la dicitura: “esce quando può”. legge della “completa mancanza agli ex internati: “Associatevi- con
[…] La mostra prosegue con una di vestiario e di calzature” per gli disciplina e con dignità d’Italiani
preziosa selezione di documenti italiani e che “in alcuni settori an- - allo sforzo quasi sovrumano del
originali provenienti dagli archivi cor’oggi gli ex-internati vengono popolo germanico e avrete dato un
del Ministero degli Esteri italiano. bastonati a sangue”. I tentativi di positivo contributo alla vittoria che
Carteggi, telegrammi e circolari migliorare le loro condizioni, tra- alla fine coronerà i sacrifici soste-
legati alla comunicazione interna mite l’invio di viveri e di vestiario, nuti dalle nazioni del Tripartito”.
all’apparato statale e militare del- avvennero in linea con l’idea che L’era fascista era invece agli sgoc-
la RSI, ma anche parti della corri- “i tedeschi stessi, conveniente- cioli e gli italiani sarebbero presto
spondenza che il duce intratteneva mente illuminati, finiranno pure potuti ritornare alle loro case. Uno
sul tema degli IMI con l’ambascia- per ammettere che il rendimento schermo interattivo della mostra
tore Anfuso di Berlino e con Hit- può e deve migliorare se i nostri permette di sfogliare l’albo con i
ler in persona. In un telegramma saranno convenientemente nutriti nomi dei più di 50.000 che invece
datato 22 novembre 1943, Musso- e se saranno moralmente rialzati non fecero ritorno dalle miniere,
lini chiede al Führer di rispettare dal loro grado di abbattimento” - dalle fabbriche o dai famigerati
l’accordo secondo il quale la RSI così Guido Tonella, direttore del campi di rieducazione al lavoro.
avrebbe potuto reclutare quattro giornale di propaganda La voce A questi ultimi era stato destinato
divisioni di volontari tra le fila della patria, rivolto e distribuito chi, come Michele Montagano, si
degli internati in Germania. Un agli ex internati. Ma uno di loro rifiutava non solo di combattere,
appunto destinato a Mussolini del trascrive, in una lettera aperta allo ma anche di lavorare per il Reich.
20 agosto ’44 testimonia invece stesso giornale, la risposta di un I protagonisti di una resistenza di-
l’avvenuta civilizzazione: “il filo capo reparto alle proprie proteste sarmata, combattuta incrociando
spinato è stato tagliato”. Ma qua- per aver dovuto lavorare il giorno le braccia e stringendo i denti da-
si un anno dopo, le condizioni di di Pasqua a differenza degli altri vanti alle lusinghe e ai soprusi del
quelli che dovevano essere lavora- reclusi: “Per gli italiani niente ri- nazifascismo”.
tori civili rimanevano spesso tragi- poso, niente festa, merda”. In di- Il testo dell’interventi, di Luciano
che. In una relazione emersa da un versi documenti spiccano le firme Zani, è riportato di seguito inte-
sopralluogo nei campi dei militari e la calligrafia di Mussolini stesso gralmente.
Un’attenzione necessaria almeno fino alla primavera del ‘44, tale riguardo permane gravissima”
La necessità deriva principalmen- era difficile distinguere tra “arruo- (Anfuso, ottobre 1944). Le carte
te da due elementi: la preoccupa- lati Forze Armate Repubblicane o documentano il caos dei pacchi,
zione e la pressione dei molti mi- inquadrati formazioni germaniche fermi negli uffici postali o alla
lioni di familiari di IMI residenti o internati o prigionieri nemico” frontiera, e dei vagoni, che sono
nella RSI (la questione dei sussidi (Anfuso, 7 marzo 1944). Ma que- pochi, e quei pochi sono scoperti
alle loro famiglie, la scelta di di- sta “gravissima e spesso insormon- e non chiusi, e se non sono chiu-
scriminarli o no in base all’ade- tabile difficoltà di accertare con si gli svizzeri non li fanno passare
sione dichiarata alla RSI; da un esattezza la posizione attuale dei sul loro territorio! I pacchi che ar-
documento esposto, risulta che militari già in servizio prima dell’8 rivano nel territorio del Reich, poi,
nel novembre del 1944 i tedeschi settembre 1943” rimane tale anche rimangono inutilizzati negli Sta-
suggerirono di tassare del 15% i nell’ottobre 1944 (Mazzolini, 28 lag, perché non si sanno gli indi-
salari degli ex IMI inviati al la- ottobre 1944). È una fase in cui rizzi di dove gli Internati sono stati
voro!); l’esigenza, vitale e pri- le identità personali sono incerte! mandati a lavorare! Un delegato
oritaria, da parte di Mussolini e È passato oltre un anno, ma nel del Partito Fascista Repubblicano
di Graziani, di creare un esercito rimpallo delle responsabilità non per i Fasci all’estero, nel settem-
della RSI, cui le massime autorità si agisce, anche per mancanza di bre 1944, in proposito dice che la
del Reich erano fermamente con- fondi; con la civilizzazione, il van- sensazione nella popolazione è che
trarie. taggio per la RSI è che l’onere dei “il Governo, dopo essersi quasi di-
sussidi e della gestione degli IMI sinteressato di loro nel periodo di
Un’attenzione tardiva passa anche formalmente ai tede- internamento, seguiti a fare altret-
Le date parlano chiaro: fino alla schi; ma è anche una delle ragioni tanto adesso”.
primavera del ‘44, nel caos suc- per le quali gli IMI rifiuteranno la
cessivo all’armistizio, era diffici- civilizzazione. Le difficoltà incon- Un’attenzione parziale
le pianificare centralmente un in- trate dalla RSI nel rifornire gli IMI e contestata
tervento, il che consentì ai nazisti di cibo (fino alla civilizzazione) e Dai documenti emergono le divi-
di completare indisturbati l’asset- poi di vestiario, sono la cartina di sioni interne alla RSI anche sull’at-
to dell’Internamento funzionale tornasole di ritardi e inadempienze, teggiamento da tenere verso gli
alla loro priorità, cioè l’utilizzo nonostante gli sforzi del SAI (Ser- IMI, tra chi propende per lasciar-
degli IMI come forza-lavoro, in- vizio Assistenza Internati), mentre li al loro destino, in nome di una
viando immediatamente al lavoro le autorità tedesche acconsentono punizione per un tradimento pro-
soldati e sottufficiali. Per cui an- a parole ma boicottano nei fatti, seguito con la mancata adesione a
che successivamente la RSI può fornendo vestiario solo al 10% de- Salò, e chi invece si batte per aiu-
fare ben poco, se l’ultimo dei gli Internati. Gli IMI sono usciti tarli e farli sentire parte di una stes-
tentativi, la creazione del GA- dai campi, ma “non sono ancora sa patria. Un conflitto tra punirli e
BAILG (Gabinetto Assistenza entrati a far parte integrante e nor- tutelarli, che riproduce in sedicesi-
Italiani Lavoratori in Germania), male della grande Organizzazione mo nella RSI il dilemma nazista tra
avviene all’inizio del ‘45, finendo dei lavoratori germanici e stranie- punizione e lavoro. Divisione che ,
col coincidere con l’agonia delle ri nel Reich”; sono stati civilizza- come è noto, è il riflesso di quella
12 forze dell’Asse.
Nei primi mesi di internamento,
ti ma non hanno passaporto, sono
privi di vestiario e “la situazione a
più generale tra l’ala più radicale
e “fascista” della RSI e quella più
moderata e di “conciliazione na- SAI, firmata Morganti e indirizzata conflittuali articolazioni, paiono
zionale”, e a conferma del fatto che a Mazzolini, del 31 agosto 1944: comunque sempre sorde ai ten-
“i collaboratori di Salò non furono “Mi agita e non mi lascia dormi- tativi italiani di estendere la loro
affatto una massa omogenea di re di notte il pensiero che ancora già limitata sovranità alla gestio-
«camicie nere»” (Klinkhammer). una volta l’assistenza a cui si in- ne degli IMI. Gli accordi stipulati
Lo scontro è ben esemplificato dal- titola il mio Servizio sia soltanto (protocollo di Guben; accordi di
le vicende relative al giornale “La una parola scritta sulla testata delle Bellagio) lasciano sostanzialmente
Voce della Patria” e al suo diret- lettere, anziché una realtà fattiva gli Internati al loro destino di lavo-
tore Guido Tonella, vicende che i ed operante”. Lo sfogo nasce dalla ratori del Reich tedesco.
documenti selezionati per la Mo- descrizione quotidiana dello “stato La “civilizzazione”, da questo
stra mettono ben in luce: “La Voce inenarrabile di avvilimento” degli punto di vista, costituisce la presa
del Padrone”, come la chiamavano ex Imi che si presentano alle porte d’atto del fallimento della priorità
gli Internati, viene chiusa dai na- del SAI per essere vestiti, mentre della RSI, cioè la creazione di un
zifascisti, e sostituita da un altra in Germania comincia l’inverno: proprio esercito, esigenza primaria
testata, per aver ospitato le denun- “Dopo aver permesso che tanti fra- di qualunque Stato. I documenti
ce degli IMI sulla loro condizio- telli morissero di fame - per il ritar- presentati nella Mostra descrivono
ne e aver preso, entro certi limiti, do, sia pure dovuto in parte a cause la fondamentale concorrenza tra
le loro difese! Per aver descritto, di forza maggiore, con cui si iniziò nazisti e fascisti sull’utilizzazio-
per la penna di Tonella, le “torme l’invio di viveri - vogliamo ora as- ne degli IMI, il lavoro per i primi,
cenciose e denutrite” dei milita- sumerci la tremenda responsabilità l’esercito di Salò per i secondi; e
ri italiani, “bastonati a sangue” in di farne morire tanti altri di freddo le oscillazioni e le delusioni di
mezzo ad “insulti umilianti e im- e di malattia?”; uomini già debili- Mussolini e Graziani, acuite dalla
meritati”: tutte fonti di provenien- tati, “fisicamente e moralmente”, prontezza tedesca nel perseguire i
za RSI, che più e meglio di quelle da “un anno di atroce prigionia”. propri fini rispetto ai ritardi e alle
potenzialmente meno imparziali Questi sono i documenti veri, che, difficoltà della RSI: l’ambiguità di
confermano la condizione tragica insieme a tanti altri, esprimono fondo nella formula del giuramen-
dell’internamento. un senso di impotenza e di scon- to, che mostra come le unità ita-
Come la lettera “definitiva” ripro- fitta rassegnata. Confermata nella liane siano comunque inquadrate
dotta nella Mostra: Mostra dagli articoli della stampa nell’esercito tedesco e al comando
“…Sei mesi dopo siamo ridotti di Salò, come quello di “Brescia di Hitler, anche se per difesa della
d’un sesto del peso che possedeva- Repubblicana”, che scrive di dif- patria italiana; le menzogne, che
mo… ficoltà insormontabili e di situa- Mussolini chiama turlupinature in
…Sei mesi dopo siamo ridotti zione invariata dopo sette mesi di una lettera a Morera del 12 gen-
come tanti straccioni, o peggio prigionia. naio 1945. Nel luglio ‘44 - scrive
come tanti Arlecchini… - ho parlato a Monza a centinaia
…Per gli italiani niente riposo, In conclusione una prevalente di nostri soldati in partenza per
niente festa, merda…”. disattenzione l’addestramento in Germania, ga-
Cartina di tornasole delle difficol- A quanto sopra detto deve essere rantendo che sarebbero tornati; ora
tà nell’assistenza agli Internati è aggiunto il fatto che le autorità te- so che sono stati dispersi in tutte le
la continua necessità di ricorrere a desche, nelle loro diverse e a volte direzioni per lavorare: è una “tur-
intermediari esterni, come la San-
ta Sede e la Croce Rossa interna-
zionale, attraverso giri complicati,
ad esempio inviando i soccorsi al
Nunzio apostolico a Berlino trami-
te la Delegazione di Lisbona della
Croce Rossa Internazionale, come
assicura un telegramma da Buenos
Aires del 24 gennaio ‘45, inoltrato
agli Esteri dall’ambasciata italiana
a Madrid, visibile nella Mostra.
Le parole e i fatti.
La realtà dei fatti emerge limpida
da da una Riservata Personale del 13
lupinatura” cui sono stato costretto sui militari internati, soprattutto le ricerche condotte dall’ANRP.
dall’inganno dei tedeschi. a causa dell’”ostruzionismo tede- Un ultimo paradosso emerge dal
Ma ripiegare sull’arruolamento sco” (Klinkhammer), fallimento confronto tra le due parti della Mo-
in Italia pure fallisce, per cui si che Graziani certifica in una riunio- stra. Gli oggetti portati dall’ANRP
ritorna sull’ipotesi iniziale, con ne del 20 gennaio 1945 dei verti- vanno oltre la condizione di sof-
effetti anche paradossali, come ci italiani e tedeschi: le 4 divisio- ferenza patita dagli Internati, che
un autografo di Mussolini in Mo- ni rientrate dalla Germania “sono emerge chiaramente proprio dai
stra: arruolare ex IMI alti almeno organismi inerti e passivi” e “non documenti della RSI, mentre gli
1,75, addestrarli per 6 mesi, farli hanno mezzi per muoversi”, perché oggetti degli Internati parlano del-
combattere per altri 6 mesi in Ger- “la parola d’ordine tedesca è che la loro resistenza all’abbrutimento,
mania, poi finalmente riportarli in gli italiani non possono e non deb- della dignità e della loro volontà di
Italia (Mussolini a Himmler, 14 bono essere utilizzati come soldati vivere e di testimoniare.
agosto 1944!). ma solo come lavoratori”. La paro- Un’ultima cosa: l’iniziativa della
Del resto nei circoli militari e poli- la definitiva la mette Morera in un ANRP di costruire una Mostra per-
tici tedeschi si era convinti che ge- lungo rapporto del gennaio 1945, manente a via Labicana a Roma,
nerali e ufficiali internati fossero la la presa d’atto del fallimento della che sarà inaugurata a breve nella
“vivente documentazione” del sen- RSI e della resistenza degli IMI, sua nuova veste multimediale, e
timento antitedesco dell’esercito dato che - dice -”preferiscono fare di proporre questa Mostra tempo-
regio; mentre Salò avrebbe dovuto i servi piuttosto che i soldati”. Nu- ranea, che di quella permanente è
far leva sul recupero dei soldati, meri a parte, gli stessi massimi ver- emanazione e integrazione, non di-
essendo ufficiali e generali del tut- tici della RSI devono prendere atto, pende solo dal DNA dell’ANRP -
to irrecuperabili! Altri documenti alla fine, di essere stati trattati non “custodire la memoria per costrui-
li definiscono “nettamente ostili”. da alleati, ma da “preda bellica”. re la storia” -, ma attua alcune delle
Peccato, per Salò, che i soldati fos- principali indicazioni della Com-
sero stati inviati subito a lavorare Il No degli Internati. missione di storici italo-tedeschi
per il Reich! Questo paradosso ap- Le prospettive future voluta dai due Governi, raccoglie
pare lampante nelle battute recrimi- La seconda parte della Mostra, una loro forte raccomandazione,
natorie del colloquio Anfuso-von strettamente legata alla prima, do- che l’ANRP sta trasformando in
Ribbentrop del 29 marzo 1945: An- cumenta le condizioni di vita e di realtà. E mi auguro che sia possibi-
fuso accenna “all’errore commes- lavoro degli IMI, attraverso scrit- le proseguire questo percorso con
so nella politica germanica verso ti e testimonianze degli Internati la creazione di una Fondazione ita-
gli internati dai quali si sarebbero e oggetti a loro appartenuti o da lo-tedesca, tra storici e ANRP, sen-
potuti ricavare almeno 200.000 loro creati nei Lager, scelti all’in- za lasciar cadere quanto di buono
soldati”. Ribbentrop risponde “al terno della Mostra permanente è stato fatto finora, tra i due paesi,
massimo 20.000”. Anfuso replica “Vite di IMI. Percorsi dal fronte per passare, da una memoria divisa
che “con una buona politica se ne di guerra ai lager tedeschi” sita in a una storia condivisa.
sarebbero potuti avere anche più Via Labicana 15 a Roma. E con-
di 200.000”. Graziani e Canevari, sente di consultare l’Albo
dopo l’8 settembre, avevano pensa- degli IMI caduti, frutto
to a un piano di riarmo per un eser- straordinario di una del-
cito di 500mila uomini, ridotti dra-
sticamente dai tedeschi a quattro
divisioni, la cui formazione viene
però subordinata a un continuo ri-
catto tedesco, esercitato in forma
di richieste insolvibili: 150mila
uomini per la Flak (la contraerea)
in Germania, poi ridotti a 12mila,
promessi dalla RSI e mai forniti.
E lo scambio tra militari per le 4
Divisioni della RSI e lavoratori
per il Reich è una costante in tutto
il 1944. La conclusione è il falli-
La sera del 20 gennaio 1943 Augusto notizie (o equivoci silenzi) della di Elisabetta Lecco
Dominedò era nella sua casa mila- disfatta di Russia, presto sarebbero
nese di via Gustavo Modena, 2, uno tornati i reduci con il loro carico di
di quegli eleganti palazzi Liberty orrore, gli altri sarebbero rimasti
che caratterizzavano il quartie- “dispersi” e nulla più. E intanto gli
re signorile dove i ragazzi come inglesi stavano entrando a Tripoli
lui vestivano pantaloni alla zuava portandosi via il sogno delle colo-
e frequentavano il Regio Convitto nie e di quei cinque pasti al giorno
Nazionale Pietro Longone, da quat- che tanto gli avevano invidiato. Da
tro secoli luogo d’eccellenza per mesi il cibo era razionato e la stan-
la formazione dei giovani milanesi chezza si era insinuata negli animi
(anche Parini e Manzoni ne erano degli italiani, ma non si sapeva
stati allievi), e potevano ancora sen- come uscirne. “Non finisce più la
tire una campana che dal tetto scan- guerra - scriveva Augusto - Oggi
diva i tempi delle lezioni. Fu allora siamo giovani… ma domani? E
che Augusto (come tanti in quegli dopo? Dove bisognerà andare?”
anni, giovani o vecchi che fossero) Molti coetanei erano già partiti
sentì l’esigenza di iniziare un diario. per i fronti di guerra, ma lui aveva
“In queste pagine - annotò - non usufruito di rinvii scolastici prima
voglio scrivere nulla di cattivo con- (universitari poi) e poteva ancora
tro nessuno. Voglio mitigare il mio (ma sarà per poco) chiudere la real-
odio, voglio calmare la mia rabbia, tà fuori casa e non si creda fosse
voglio acquietare la mia impotente un’attitudine rara. Talvolta bastava-
ferocia contro tutti i nostri nemici, no un violino, un’armonica, oppure
contro tutti quelli che ci hanno un pennello con dei colori e una
chiuso il cervello a ogni buona tavolozza per trovarsi altrove, per
comprensione. Parlo di noi. E noi dimenticare ogni cosa intorno a se.
siamo, saremmo, i giovani del “Oggi è domenica - annotò qualche
1943”. Erano passati quasi tre anni giorno dopo - mi sono ritrovato
da quel 10 giugno 1940 quando da con alcuni amici, si è parlato di
Palazzo Venezia Mussolini annun- politica, di incongrua sociologia ed
ciò la “guerra lampo” con le sue è venuta fuori l’idea di costruire un
promesse di facili vittorie. Da ini-
zio gennaio erano arrivate le prime
piccolo nucleo letterario-filosofico-
musicale con lo scopo di conoscerci 15
più intimamente, di scoprire, par- al Conservatorio, aveva incontrato palmo della mano. I secondi cadono
lando fra noi, i desideri della nostra un amico, conosciuto una ragazza, nel mio cervello pesanti come sassi.
gioventù… Anche Schumann ha cenato con la madre e la vecchia Poi rialzo gli occhi, giro lo sguardo.
fatto qualcosa di simile... Ma pen- balia Tirì, ormai parte della fami- C’è un medico calmo impassibile,
sate - dicevo io - riunirci in una glia, poi aveva iniziato a scrivere c’è una portinaia che si dispera,
soffitta, lontano da tutti, essere noi il suo diario. Erano appena passate c’è un capofabbricato non più gio-
nel nostro mondo… Per farla breve le 22 quando il suono delle sirene vane, e tanti altri ancora. Ma non
siamo passati ai fatti. Ci vuole un d’allarme aveva interrotto la frase. sono più uomini. Solo fantasmi muti
pianoforte, una soffitta, qualche Poco dopo centinaia di bombardieri di parole ragionevoli… Chi parla
sedia, un sofà turco di quelli tra- inglesi piombarono su Milano e vi sicuro, chi miagola piagnucolando,
sformabili in letto (se è possibile), riversarono il loro carico di bombe chi trema nella voce, chi si agita
una stufa, un infinito desiderio di coinvolgendo anche i rioni residen- inutilmente, chi soccorre la debo-
comunione e di bontà, un ideale ziali, scavando voragini e sbricio- lezza degli altri, tutti hanno un loro
dell’arte che sia puro, una raffinata, lando i fabbricati più solidi. compito, un programma di spavento
genuina condotta nelle nostre ore di Alcuni giorni dopo, il 21 febbraio, personalissimo… Almeno si moris-
amicizia. Vogliamo dimenticare l’u- ormai sfollato con la famiglia in se subito! Questo è in realtà quello
manità. Saremo come Isolati. Ecco: un paese vicino, Augusto decise di che tutti pensano. Eppure, se andrà
Isolati ci chiameremo. Forse gli mettere su carta gli eventi di quella bene anche questa volta, fra poche
altri si ricorderanno di noi…”. notte. “Sono le nove e mezzo [di ore tutta la mandria di via Gustavo
Intanto a Milano si tratteneva il sera] - annotò nel diario - Ho fini- Modena, 2 se ne andrà pacifica a
fiato. Fino ad allora non vi erano to di mangiare. La mamma è qui letto senza nemmeno prendersi la
stati bombardamenti di grande davanti a me. Mi guarda. Anche la cura di immaginare il destino degli
intensità, ma il 4 febbraio un’in- Tirì dice due parole senza signifi- altri nelle altre case. Niente di male
cursione aerea si abbatté su Torino cato. Forse sappiamo già che qual- per carità!...
e, pur non ottenendo i risultati che cosa deve succedere. Ma è ancora La vedremo ritornare tranquilla,
l’aviazione inglese si era ripromessa, presto…” Poco dopo “gridiamo, uscire convalescente dalle canti-
diffuse apprensione nel Nord Italia. urliamo tutti insieme noi cittadini ne, affrontare la strada, ficcare il
I milanesi adattavano rifugi improv- di Milano, lunare città, per coprire naso nelle rovine degli altri, portare
visati nelle cantine e nei sottopassi, la follia della sirena. La mamma magari qualche debole aiuto nei
muravano finestre ai piani bassi, starnazza per la casa piena di paura. luoghi meno pericolosi”.
posizionavano sacchi di sabbia a Io rido. Sì, rido. La Tirì è calma. Quasi le undici di sera: “Un mezzo
ridosso delle case. Le esercitazioni Scendiamo in cantina. La solita giro di lancetta. Non riesco a distin-
in caso di attacchi aerei, che negli gente. Sono tutti seduti. Verranno? guere i colpi della contraerea da
anni passati avevano coinvolto (non Non verranno? Guardiamo il qua- quelli delle bombe, gli urli delle
senza ironia) tanti cittadini, erano drato di cielo. La luna sonnecchia. donne dalla stridore dei vetri che
rare, ma la sera si spegnevano le Silenzio, inverosimile silenzio. Una cadono sulla via deserta. La paura.
luci, si oscuravano le finestre con campanella batte 10 colpi e mezzo. Poterlo toccare questo impalpabile
cura e si osservano le fasi della luna Tutto va come il destino vuole. Un mostro, poterlo vedere questo spet-
consapevoli del pericolo che rappre- boato lontano. Due. Tre. Quattro. In tro senza volto! Piango… vorrei che
sentava il chiarore notturno. pochi secondi si scatena l’inferno. almeno per un istante cessasse que-
I ragazzi di buona famiglia come Passano i minuti... Ma che dico! sto frastuono folle… Prego Dio che
Augusto guardavano quella frene- Folle! I secondi. La mamma è qui, mi salvi e poi comincio a capire nei
sia degli adulti, ma passavano oltre vicina a me. Mormora qualche cosa discorsi slegati di quelli che sono
e andavano al cinema, a teatro, che non intendo bene. La Tirì è intorno a me le stesse parole, le stes-
ai concerti dove ascoltavano musi- pallida. Non avevo mai conosciuto se frasi. Chiedo disperatamente una
ca e incontravano ragazze. “M’è la paura folle, l’impressione deli- sigaretta. La mamma risponde che
capitato questa sera, proprio que- rante che la cosa che sto per fare, non ne ha. Ho paura di non fare a
sta sera (c’è la luna) di baciare la la parola che sto per dire, il movi- tempo. Che almeno si possa morire
più bella creatura che io abbia mai mento che sto per compiere può in pace con la sigaretta in bocca. La
vista. Si chiama Paola. Non so altro. venire improvvisamente interrotto, mamma mi guarda. Trema. Ah! Ma
E’ divinamente bella sotto i raggi può diventare l’ultima cosa, l’ultima adesso fumo… Se Dio vuole non
della luna. Impenetrabile bellezza parola, l’ultimo movimento… penso ad altro. Vorrei ubriacarmi
anche tu sei più paurosa dell’inferno Adesso sono rannicchiato. Appoggio di tabacco, essere tutto di tabacco,
di AnnaMaria Calore Al poeta latino Orazio il Monte tesoro è ormai solo una leggenda,
Soratte, al di là del fatto che nei mentre ci interessa l’utilizzo del
tempi odierni il clima è cambiato bunker che realmente si trova, an-
e difficilmente viene ancora ri- cora, nel ventre del monte Soratte.
coperto di neve, doveva apparire Cominciamo proprio dal soldato
proprio come appare a noi oggi: tedesco Willy Vogt, dal suo stra-
solitario, improvviso ed imponen- no destino che lo fa sopravvivere
te sulla Valle del Tevere. Una vi- allo stermino dei soldati tedeschi
sione che ha qualcosa di magico, che per ultimi lasciarono il bunker
anche se la sua altezza non supera ed all’esplosione che ne chiuse
i 700 metri, perché il profilo del l’accesso. Siamo nel 1944, circa
Soratte attira inevitabilmente l’at- dieci mesi dopo l’armistizio dell’8
tenzione, accompagnato da tutte settembre 1943 e dopo che il Feld-
le leggende sacre e profane che maresciallo Albert Kesserling si
nei secoli l’hanno accompagnato. era stabilito nelle gallerie scavate
Distogliamo per un attimo lo nel ventre del Soratte. Le gallerie
sguardo dal Soratte per avventu- si mostrarono un valido rifugio
rarci, in punta di piedi, in un’al- riuscendo a resistere al pesantissi-
tra storia legata sempre a questo mo bombardamento di due stormi
Monte ma risalente al periodo di B-17 alleati partiti da Foggia
della II Guerra Mondiale. Si tratta proprio per distruggere il quartier
della storia del soldato Willy Vogt, generale tedesco. Lo sterminio al
dell’ufficiale tedesco Karl Hass, di quale abbiamo accennato, fu or-
una mappa del territorio non lon- dinato dall’ufficiale tedesco Karl
tano dal piccolo paese di Sant’O- Hass, che sacrificò quei soldati
reste arrampicato sulle sue pendici che avevano obbedito ai suoi or-
e quella di una croce segnata su dini di portare via, ma anche de-
quella mappa nascosta, all’interno positare, materiale all’interno del
della Pieve all’incrocio tra la Via bunker. Per loro sfortuna erano ve-
Flaminia e la strada che si inerpica nuti però a conoscenza del luogo
verso il paesino di Sant’Oreste. e della toponomastica dell’accesso
La storia di un ipotetico tesoro al bunker. Infatti furono uccisi a
della Banca d’Italia, nascosto nel raffica di mitra non appena usci-
bunker all’interno del Monte, ci rono dal ventre della montagna,
interessa poco perché il tempo all’aria aperta, senza armi e sudati
pretende che le storie non risolte per la fatica, che avevano appena
diventino leggende e la storia del conclusa nel caricare e scaricare le
pesanti casse di legno. L’entrata al
bunker fu poi occlusa da un’altra
esplosione tesa a cancellarne l’ac-
cesso ed a seppellire per sempre
i soldati uccisi. Il soldato Willy
Vogt, seppure ferito, riuscì a so-
pravvivere sia alla raffica di mitra-
glia che all’esplosione che murava
l’uscita di quella che era diventata
la tomba dei suoi commilitoni e
cosa davvero incredibile, riuscì a
scavarsi un passaggio tra le ma-
cerie, ad allontanarsi dalla zona
disertando da quello che rimaneva
del proprio battaglione, eludendo
anche il rischio di essere catturato Fredda. Coperti da vincolo di mas- cm. Altro dettaglio di notevole in-
e fatto prigioniero. Si diresse allora sima segretezza, iniziarono i lavori teresse è la presenza di oltre 2600
verso nord aiutato, pare, da un con- di recupero delle gallerie del bun- isolatori sismici utili ad assorbire
tadino toscano che lo aveva accolto ker che furono attrezzate secondo l’eventuale sisma proveniente da
e curato. Tutto questo, e qui la leg- lo standard NATO. Il bunker così una esplosione atomica. Il sistema
genda si riaffaccia solo per questo recuperato venne conservato, a la- garantiva alle cellule di sopravvi-
particolare: Willy si allontana lun- vori finiti, fino al 2008. Il risultato venza la dissipazione dell’energia
go la Via Flaminia, solo dopo aver finale fu un vero e proprio capola- sismica di compressione sia in
nascosto una mappa rudimentale, voro di ingegneria perfettamente in caso di esplosioni nucleari in su-
da lui stesso disegnata con una linea, per altro, con quanto indica- perficie che di quelle sotterranee a
croce che indicava, con sommaria, to nei quaderni tecnici dei bunker penetrazione. La porta di accesso
precisione dove doveva trovarsi antiatomici realizzati dall’Agenzia pedonale al bunker era ed è anco-
l’entrata del Bunker ormai seppel- Internazionale per l’Energia Ato- ra costituita da una vera e propria
lita dall’esplosione. La mappa la mica (AIEA). Il comprensorio del blast-door in acciaio balistico dal
nascose all’interno della Pieve tra Monte Soratte - ovvero il piccolo peso di oltre 4 tonnellate, capace
l’incrocio della via Flaminia e del- paese di Sant’Oreste, il sentiero di assorbire onde di pressione sti-
la strada in salita verso Sant’Ore- delle carbonare e delle calcare, il mate pari a 120 bar. Visitare l’area
ste. Diversi anni dopo la fine della percorso degli eremi sino all’a- del Bunker Soratte, è un viaggio
guerra, Willy riuscì ad avere, dal bazia di San Silvestro sulla cima a ritroso lungo ottanta anni nella
Governo Italiano, l’autorizzazione del monte e ultima ma non meno nostra storia contemporanea, attra-
di poter scavare il cumulo di ma- suggestiva la visita al bunker - ri- versando le vicende della seconda
cerie che chiudevano l’entrata del sultano essere un cammino dentro guerra mondiale, dell’occupazione
Bunker, sostenendo che contenga una storia sia antichissima che re- nazista, della liberazione e dei ri-
l’oro trafugato dai tedeschi durante cente. La visita guidata all’inter- schi atomici che hanno condizio-
l’occupazione in Italia. Ora dove- no del bunker, che ora è possibile nato negativamente i timori col-
va solo tornare al Monte Soratte, effettuare in tutta sicurezza, costi- lettivi. Con quel tanto di leggenda
recuperare la preziosa mappa per tuisce oggi un luogo straordinario legata ad un tesoro nascosto, leg-
mettersi all’opera. Ma quello sca- dove i fatti della Seconda Guerra genda come tante altre che fa parte
vo Willy Vogt non lo inizierà mai, Mondiale e lo spirito della “Guer- da sempre dell’immaginario uma-
perché morirà carbonizzato, ad ra Fredda” convivono, soprattutto no, immaginario nutrito, in questo
Amburgo, all’interno nella propria nel locale della “war room” a tre- caso, da un miracolo della natura,
auto, e non verrà mai fatta chiarez- cento metri di profondità sotto la ovvero il Monte Soratte che, come
za sulla dinamica della sua morte, roccia calcarea. Le cellule di so- un’ isola calcarea ricoperta dal ma-
alimentando così, con un nuovo pravvivenza, poi, pensate per un teriale delle violente attività esplo-
inquietante dettaglio, la leggenda eventuale attacco atomico, sono un sive/ vulcaniche del nostro territo-
di tesori segreti nascosti all’inter- capolavoro di super protezione da rio, appare solitario, improvviso ed
no del bunker scavato nel Soratte. eventuali attacchi nucleari suddivi- imponente, affacciato da sempre
Accadde poi che l’apertura verso il se come sono, in senso orizzontale, sulla Valle del Tevere, quale pe-
bunker venne comunque effettuata
tra il 1967 e il 1971 in piena Guerra
da solai intermedi costituiti da pia-
stre di cemento armato spesse 70
renne sentinella solitaria alla tutela
della Storia ed ai racconti dei Miti. 21
I PRIMI 70 ANNI
di Alessandro Ferioli La “questione costituzionale” si semblea costituente. Era in un cer-
presentò già all’indomani della li- to senso una vittoria di Alcide De
berazione di Roma, quando col de- Gasperi, che trovandosi alla guida
creto luogotenenziale n. 151 del 25 di un partito sostenuto in larga par-
giugno 1944 si stabilì che, dopo la te da repubblicani, ma appoggiato
liberazione del territorio naziona- fortemente da un clero in parte mo-
le, il popolo italiano avrebbe scelto narchico, non intendeva assumersi
le forme istituzionali, eleggendo a l’onere di scontentare una possibi-
tal fine, a suffragio universale di- le quota del proprio elettorato.
retto e segreto, un’assemblea co- L’Assemblea, costituita da 556
stituente incaricata di deliberare membri eletti col sistema propor-
la nuova costituzione dello Stato. zionale, in quel momento conside-
Col decreto luogotenenziale n. 146 rato il più adatto a rappresentare la
del 5 aprile 1945 fu costituita la pluralità degli orientamenti politici
Consulta nazionale, un’assemblea emergenti nella società, avrebbe
legislativa provvisoria la cui istitu- avuto potestà legislativa solamente
zione figurava già nel programma in materia costituzionale e riguar-
del primo ministero Bonomi: com- do alle leggi elettorali e alla ratifica
posta di 430 membri designati dei dei trattati internazionali (come nel
partiti e posta sotto la presidenza luglio 1947, in occasione della ra-
di Carlo Sforza, era la prima as- tifica del trattato di pace) e avreb-
semblea libera dopo il Ventennio be discusso la fiducia al governo
e aveva il compito di sostituire il (cosa che avvenne per il secondo,
parlamento fino alle elezioni poli- il terzo e il quarto gabinetto De
tiche. Il decreto legislativo luogo- Gasperi, quest’ultimo senza i co-
tenenziale n. 98 del 16 marzo 1946 munisti e i socialisti), mentre al
stabilì che la decisione sulla forma governo restava delegato il potere
istituzionale dello Stato sarebbe legislativo ordinario.
stata affidata al popolo median- In quei mesi le discussioni sul fu-
23
provato dai cittadini il 13 ottobre finizione del lavoro come fonda- ha il suo centro forte in un Parla-
1946, divenne la Costituzione del- mento della Repubblica democra- mento bicamerale, con Camera e
la IV Repubblica. tica (art. 1, comma1), sostenuta poi Senato paritari, e la presenza di un
Tuttavia, per evitare che si incor- da una serie di tutele previste per capo dello Stato titolare di impor-
ra nell’equivoco di ritenere la Co- i lavoratori al titolo III; l’indivi- tanti poteri e capace di fungere da
stituzione nata dal mero dibattito duazione della socialità come mo- freno anche verso le camere; una
di quei mesi, non va dimenticato mento qualificante per lo sviluppo Corte costituzionale come supre-
come gli studi e le proposte in ma- e l’espressione della personalità mo organo di garanzia costituzio-
teria di diritto pubblico fossero già dei cittadini, così da salvaguarda- nale col compito di giudicare sulla
assai vivi nel quindicennio prece- re i diritti anche delle formazioni costituzionalità delle leggi o degli
dente, sì da costituire inevitabil- sociali in cui questa si estrinseca; atti aventi forza di legge; una ma-
mente una delle basi del dibattito la dichiarazione di uguaglianza e il gistratura costituita in ordine auto-
alla Costituente: «i gruppi dirigen- contestuale impegno a rimuovere nomo e indipendente e dotato di un
ti, tecnici e intellettuali, della po- gli ostacoli che ne impediscano la proprio organo di governo, nonché
litica italiana sapevano bene quali realizzazione, furono il frutto più altri organi ausiliari quali un Con-
fossero i problemi da affrontare e evidente del compromesso fra la siglio economico, un Consiglio
su di essi avevano dibattuto a lun- cultura cattolica e l’ideologia mar- di Stato e una Corte dei Conti ti-
go, sia pure spesso nelle forme xista. tolari dell’azione amministrativa.
contorte e “coperte” tipiche di un La dottrina classica liberale e de- Era posta in capo ai cittadini la
periodo di dittatura» (P. Pombeni, mocratica è alla base dei diritti di possibilità di iniziativa referenda-
“La Costituente”, in “Almanacco libertà, del principio della separa- ria per abrogare leggi ordinarie.
della Repubblica. Storia d’Italia zione e dell’equilibrio dei poteri, Restavano invece ai margini talu-
attraverso le tradizioni, le istituzio- del riconoscimento dei diritti po- ne istanze allora accantonate e ri-
ni e le simbologie repubblicane”, a litici. L’intero impianto costituzio- emerse poi nel corso dei decenni:
cura di Maurizio Ridolfi, B. Mon- nale appare come un testo rigido e quella autonomistica innanzitutto,
dadori, Milano 2003, p. 232). soggetto a possibilità di modifica cui sembravano legati soprattutto
Il maggiore sforzo dei costituenti soltanto attraverso leggi di rango repubblicani e azionisti, ancora
di raggiungere un compromesso costituzionale, mentre è bloccato insoddisfatti dell’istituzione delle
fra diverse - e talora opposte - vi- nella sua forma repubblicana. Ne regioni con moderata potestà le-
sioni economico-sociali fu com- uscì una forma di governo rap- gislativa delegata, e quella presi-
piuto forse nella prima parte della presentativa, eletta con suffragio denzialista, veduta da molti come
Carta, quella dedicata ai principi universale maschile e femminile una possibile minaccia alla solidità
l’adesione agli accordi di Bret- fortemente divergenti. Eppure an- V. Onida, La Costituzione, Bologna, il Mulino 2017
P. Pombeni, La questione costituzionale in Italia, Bolo-
ton Woods per la costituzione del che in quel difficile contesto - come gna, il Mulino 2016
Fondo monetario internaziona- ha scritto R. Chiarini - «la Carta L. Saltari, Costituzione ragionata, Roma, Neldiritto
le e della Banca internazionale costituzionale assicura[va] una 2017
- l’ossatura economica del Paese, stabile linea di comunicazione - e Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, dis. di S.
Riglietti, Milano, Mondadori 2006
IL TRICoLoRE
SUI CAMPI dEGLI IMI
di Mario Carini La bandiera italiana, simbolo costitutivo della nostra identità nazionale,
entra, durante le travagliate vicende del nostro Paese nel Secondo con-
flitto mondiale, anche nelle esperienze degli Internati Militari Italiani.
Vi entra per segnare ufficialmente la fine del drammatico periodo
dell’internamento e simboleggiare il riacquisto della libertà. E il rito
dell’alzabandiera acquista, per i nostri IMI, il valore di una sacra litur-
gia che si compie davanti al nemico sconfitto, nei Lager di Germania e
dei paesi occupati, laddove languivano centinaia di migliaia di soldati
italiani.
L’abbassarsi dall’asta del vessillo nazista, prima umiliazione, assieme
alla consegna delle armi, del nemico vinto e datosi prigioniero a sua
volta, e l’alzarsi del Tricolore italiano fu seguito da tutti gli ormai
ex internati con sentimenti di commozione: era quello il momento di
assaporare l’agognata fine dell’inferno concentrazionario che aveva
inghiottito migliaia di innocenti esistenze, di poter riassaporare la
libertà, di dichiarare orgogliosamente la propria dignità e il proprio
onore preservati dalle infami vessazioni degli aguzzini, ma anche di
pensare più vicino il ritorno in Patria, il poter finalmente riabbracciare
i propri cari dopo mesi di terribile prigionia ed essere restituiti agli
affetti quotidiani. E il Tricolore significava anche un rinnovato contatto
con la Patria che pareva perduta, ma che tornava nei cuori e negli animi
Recentemente il “Corriere della Sera” è tornato sul tema degli IMI. E precisamente nella rubrica curata
sullo stesso giornale da Aldo Cazzullo, il quale si è spesso negli ultimi tempi occupato della questione
degli IMI, riproponendo giustamente la loro azione come facente parte a pieno titolo della Resistenza
italiana.
A Cazzullo ha scritto il 1 febbraio Alessandro di Leo, probabilmente nipote di quel Tiziano di Leo so-
pravvissuto alla tragedia dell’internamento. Si chiedeva di Leo perché “le vicende storiche che hanno
riguardato il quasi milione di Imi non vengono mai ricordate fra le tragedie causate dal regime fascista”.
Cazzullo, in risposta, adduceva giustamente una serie di ragioni politiche: monopolio dei comunisti nel
celebrare la Resistenza; contrarietà degli alti gradi dell’esercito a ricordare fatti e avvenimenti che non li
mettevano certo in buona luce; necessità dell’Italia di stabilire con la Germania rapporti di buon vicinato
in nome della solidarietà atlantica. Infine Cazzullo lodava il presidente Ciampi per il contributo che aveva
dato alla riscoperta degli Imi.
Alle parole di Cazzullo facevano eco quelle dell’Ambasciatore di Germania a Roma Susanne Wasum-
Rainer, che ha ricordato come la stessa Ambasciata ha avviato la realizzazione di molti progetti, sia in
Italia che in Germania, con il supporto del “Fondo italo-tedesco per il Futuro”, fondo che ha consentito il
finanziamento di progetti come quelli dell’ANRP sull’Albo dei Caduti, una banca dati on-line, dove sono
registrati gli IMI deceduti nei campi tedeschi tra il 1943 e il 1945 e il Lessico biografico che registra gli
Imi sopravvissuti, progetti, come viene rilevato “che hanno lo scopo di dare rilievo agli avvenimenti del
passato e di renderli accessibili a tutti”.
Nel dibattito è poi intervenuto il 7 febbraio Marco Gavazzi il quale ha affermato che dalla lettura di alcuni
diari di militari tornati dalla Germania si evincerebbe che gli Imi hanno sì patito la fame, ma in buona
sostanza “sono stati trattati dai nazisti con rispetto e dignità”. A lui Cazzullo ha concesso una breve rispo-
sta ricordando come la prigionia degli internati fu invece “durissima” e “a decine di migliaia morirono
di fame e di stenti”.
Spinto dalle inaccettabili dichiarazioni del Gavazzi è intervenuto nel dibattito Mariano Gabriele, copre-
sidente della Commissione storica italo-tedesca, voluta dai due governi. Poiché il suo intervento non è
stato (sinora) pubblicato sul “Corriere della Sera” lo riproduciamo qui per esteso, condividendolo in ogni
sua parte.
Caro Cazzullo,
leggo che gli IMI, secondo il lettore Gavazzi, “hanno patito la fame, ma in buona sostanza sono sta-
ti trattati con rispetto e dignità”. Sono esterrefatto, perché anni di lavoro della Commissione storica
italo-tedesca, che ho avuto l’onore di copresiedere, hanno dimostrato il contrario, vale a dire la precisa
volontà di non concedere agli italiani il minimo rispetto e di calpestarne la dignità. Ciò è stato molto più
grave della fame, del freddo e di tutti i mali fisici connessi a quella terribile esperienza, costata almeno
50.000 morti, più i non pochi deceduti in Italia dopo la fine della guerra per la TBC contratta nei lager.
Nel rapporto conclusivo della Commissione, sottoscritto da tutti membri, il capitolo concernente gli IMI è
stato redatto da una collega tedesca: vi si ricorda che la condizione di internati non dava “più diritto né alla
consegna di alimenti e medicine, né alle visite di controllo delle delegazioni della Croce Rossa Internazionale,
come invece era previsto per i prigionieri di guerra” e che “una campagna diffamatoria messa in piedi dal
Ministero della propaganda tedesco, che trovò grande risonanza tra la popolazione, stigmatizzava gli interna-
ti militari come traditori”. Tra i “momenti più disumani della vita del campo”, molti ricordano la ginnastica,
“una pratica umiliante e punitiva. Per gli internati militari italiani tali pratiche ingiuste e oltraggiose, spesso
accompagnate da insulti quali ‘figli di quel cane di Badoglio’ o ‘siete ancora più porci di Badoglio’, erano a
volte tanto intollerabili quanto i maltrattamenti fisici”.
Non so quali diari abbia visto il signor Gavazzi: io ho dovuto leggerne centinaia che evocano un panorama
di orrori, tale che non è parso opportuno inserirli nel Rapporto. In tema di rispetto, peraltro, vi si legge:
“Soprattutto nei primi mesi, l’atteggiamento dei membri della Wermacht era contraddistinto da disprezzo e
ripulsa: “I soldati ci scherniscono, ci offendono, ci sputano addosso, ci insultano e ci maledicono”. Partico-
larmente spietate e violente si mostrarono le guardie tedesche dopo la liberazione di Roma, dopo lo sbarco
anglo-americano in Normandia e dopo l’attentato ad Hitler del 20 luglio 1944. Così descrive un testimone
oculare l’atmosfera di quei giorni: “Non ho mai visto i tedeschi così torvi. Cercano sui nostri volti il minimo
accenno di gioia per punirci”.
Ciò che invece è da sottolineare è la nobile lettera dell’Ambasciatore tedesco, rappresentante di un Paese che
ha con coraggio e successo percorso la strada giusta e che ha molto - oggi - da insegnare agli altri. Alla sua
generosità e alla sua coscienza democratica dobbiamo molto infatti per le iniziative già portate a termine in
Italia e in Germania a ricordo degli IMI, per quelle in corso e per quelle che verranno.
Mariano Gabriele
IN TUTTA ITALIA LE CERIMoNIE PER LA CoNSEGNA dELLE MEdAGLIE d’oNoRE E dELLA LIBERAZIoNE
A QUANTI HANNo CoNTRIBUITo Ad UNA ITALIA LIBERA E dEMoCRATICA. dI SEGUITo LA CRoNACA
dI ALCUNE MANIfESTAZIoNI CHE HANNo VISTo PRoTAGoNISTI I NoSTRI ASSoCIATI
MEdAGLIA
d’oNoRE
BERGAMO
“Il senso di questa giornata - ha com-
mentato il 27 gennaio 2018 il prefetto
di Bergamo Elisabetta Margiacchi,
rivolgendosi alle autorità civili e mi-
litari, tra cui il consigliere nazionale
dell’ANRP Paolo Vavassori e Mau-
rizio Monzio Gazzaniga, referente
dell’ANRP Valle Seriana (Bergamo) - è rendere omaggio ai nostri connazionali, insigniti
della Medaglia d’Onore, e avviare una riflessione collettiva su l’abominio che è diventato
realtà nella storia”. “Il calendario in occasione di questa ricorrenza - ha aggiunto - è sempre
più affollato, tanto viene detto e scritto, come è giusto che sia. Io mi limito a osservare che
questa giornata non deve scivolare sulle coscienze come semplice adempimento rituale, me
deve essere rinnovato motivo di confronto, un monito contro ogni atto discriminatorio”.
Il Magnifico Rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, ha dedicato il suo inter-
vento ai giovani, ma anche agli educatori: “Non c’è luogo più idoneo della scuola e dell’Università
per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria e per curare l’infezione dell’odio,
dell’indifferenza e della viltà, che non sono scomparsi neppure nella nostra Europa. Possiamo forma-
re nelle nostre aule eccellenti scienziati, grandi scrittori, persone dotte e sapienti, ma falliremmo il
nostro scopo se tutti costoro non fossero, anche e soprattutto, cittadini. Cittadini consapevoli, liberi
di dire NO al male”.
La cerimonia organizzata dalla Prefettura di Bergamo nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di
Bergamo, colma in ogni suo posto e inframezzata dalle musiche eseguite da Roberto Ranieri e di Sa-
muele Pala, entrambi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Donizetti di Bergamo, ha visto
la consegna di 197 Medaglie d’Onore ad altrettanti ex IMI bergamaschi, da parte dei sindaci di Albi-
no, Alzano Lombardo, Bergamo, Casnigo, Cazzano Sant’Andrea, Cene, Clusone, Gandino, Gazzaniga,
Gorno, Leffe, Nembro, Oltre il Colle, Oneta, Parre, Peia, Pontenossa, Ponteranica, Pradalunga, Premolo,
Ranica, San Giovanni Bianco e Villa di Serio. Presenti e applauditissimi i tre ex IMI viventi: Giovanni
Danesi 96 anni (Alzano Lombardo), Luigi Lucchini 94 anni (Leffe) e Giovanni Bassanelli 93 anni (Pon-
te Nossa), questi ultimi due avevano già ricevuto a Roma dalle mani del Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella la meritata onorificenza (vedi pag. 5).
COMO
Presso la Biblioteca civica di Como, la pre-
fettura e l’amministrazione comunale hanno
organizzato una commemorazione celebrativa
per la Giornata della Memoria. Di fronte ad una
platea gremita di autorità, cittadini e studenti, il
prefetto Bruno Corda, il sindaco di Como Ma-
rio Landriscina, la presidente della Provincia
Maria Rita Livio e il direttore dell’Ufficio sco-
lastico di Como Roberto Proietto hanno conse-
gnato la Medaglia d’Onore a sette cittadini co-
maschi. Solo uno di essi è ancora in vita, sono
stati quindi figli e nipoti a ritirare l’onorificenza. Sono stati insigniti: Sebastiano Avogadro
(Como), Luigi Giudici (Como), Angelo Zanfrini (Capiago Intimiano), Rifieri Franco Mat-
taboni (Oltrona San Mamette), Eliseo Granzella (Pianello del Lario), Vittorio Ugo Colom-
bo (Valbrona) e Nando Dellera (Vercana).
PESCARA
Il 30 gennaio si è svolta la cerimonia organiz-
zata dalla Prefettura di Pescara presso la Scuola
media Antonelli a cui hanno partecipato il pre-
fetto di Pescara, Gerardina Basilicata, il sinda-
co di Pescara Marco Alessandrini, il presidente
della Provincia Antonio Di Marco, il presiden-
te della Giunta Regionale d’Abruzzo Luciano
D’Alfonso. Durante la cerimonia il Prefetto ha
consegnato a Lorenzo Di Flaminio la Medaglia
d’Onore conferita alla memoria del padre Anto-
nio, internato militare nei lager nazisti.
La manifestazione è stata arricchita dall’espo-
sizione dei lavori svolti dai ragazzi della scuola
sui temi del Giorno della Memoria.
MEdAGLIA
dELLA LIBERAZIoNE
MACERATA
Nell’Auditorium dell’Università di Macerata si è
tenuta il 21 dicembre 2017 la cerimonia di conse-
gna della Medaglia della Liberazione alla memoria
di Angelo Budassi di Corridonia, consegnata dal
prefetto Roberta Preziotti e ritirata dalla moglie
Luisa e dalla figlia Stefania.
REGGIO CALABRIA
Nella Piazza Vittorio Emanuele di Reggio Calabria
il 2 giugno 2017, alla presenza delle Autorità poli-
tiche, civili, militari e religiose, dopo l’esecuzione
dell’Inno di Mameli e i saluti del prefetto Michele
di Bari, che ha consegnato la Medaglia della Libe-
razione a Giuseppe Scaramozzino, deportato in
Germania il 10 settembre del 1943 e internato nel
campo di concentramento di Muhlberg.
TORINO
Presso l’Auditorium “Vivaldi” della Biblio-
teca dell’Universitaria a Torino, si è svolta il
2 dicembre 2017, la cerimonia di consegna
delle Medaglie della Liberazione.
Gli insigniti sono 21 cittadini residenti a
Torino e provincia partigiani, ex internati
nei lager nazisti, combattenti inquadrati nei
Reparti Regolari delle Forze Armate.
Gli insigniti sono: Apra’ Michele, (Torino) -
De Martini Aldo, (Torino) - Frisiero Renato,
(Torino) - Manzi Luciano, (Torino) - Molino
Angelo, (Torino) - Tonello Giovanni, (Torino) - Albino Giuliano, (Villar Perosa) - Biei Virgilio,
(Trofarello) - De Rosa Pietro, (Chieri) - Discalzo Remo, (Reano) - Falco Flavio, (Pinerolo) - Favro
Paris Giovanni, (Settimo Torinese) - Gastaldi Giuseppe, (Pino Torinese) - Micheletti Felice, (Vaie)
- Paganotto Egidio, (La Loggia) - Pinard Ezio, (Chiomonte) - Razetto Maria, (Pecetto Torinese)
- Resio Vincenzo, (Ivrea) - Sanetto Mario, (Cesana Torinese) - Selvo Amelio, (Caprie) - Tortello
Agostino, (Balangero)
PREMIo
LIBERTARIo RoLLo
Sul sito
www.anrp.it
tutti gli aggiornamenti
sulle attività dell’Associazione 35
RINNOVA L’ADESIONE
ALL’ANRP
È sufficiente versare un contributo
• ordinario € 25,00
• sostenitore € 100,00
36
Art. 1. “ La Repubblica riconosce Italiana delle Associazioni com- di Maria Elena Ciccarello
il giorno 1° febbraio di ciascun battentistiche e partigiane. È inter-
anno quale «Giornata nazionale venuta anche la senatrice Raffaela
delle vittime civili delle guerre e Bellot.
dei conflitti nel mondo», al fine Ha dato inizio ai lavori Michele
di conservare la memoria delle Vigne, vicepresidente vica-
vittime civili di tutte le guerre e di rio dell’ANVCG, in sostituzio-
tutti i conflitti nel mondo, nonché ne del presidente avv. Giuseppe
di promuovere, secondo i princìpi Castronovo assente per malattia.
dell’articolo 11 della Costituzione, Vigne ha sottolineato come l’isti-
la cultura della pace e del ripudio tuzione di questa ricorrenza con
della guerra”. una legge di stato sia stata una
In ottemperanza alla legge sopra grande conquista attesa da decen-
citata, giovedì 1° febbraio la con- ni. È doveroso infatti ricordare
sorella ANVCG - Associazione le tante vittime civili di guerre
Nazionale Vittime Civili di Guerra dichiarate e non, di conflitti interni
- ha organizzato l’incontro “Stop che continuano a minacciare anco-
alle bombe sui civili” cui ha parte- ra la sopravvivenza dell’umanità.
cipato l’ANRP. Dinanzi ad armi sempre più sofi-
L’incontro, che si è tenuto nella sticate, distruttive e letali urge por-
splendida sede della Scuola di tare avanti azioni di formazione e
Perfezionamento per le forze di sensibilizzazione alla pace perché
polizia di Piazza di Priscilla a immagini come quelle recenti di
Roma , è iniziato con il benve- Aleppo o Mosul con la loro forza
nuto del Gen. Vecchione, diretto- distruttiva non si ripropongano in
re della scuola, seguito dai saluti futuro. Crederci è già il primo
dell’On. Garofani, presidente della passo! Proprio per dar voce alle
Commissione difesa della Camera vittime di conflitti armati, Nicola
dei Deputati, e del prof. Betti,
presidente della Confederazione
Labanca, docente di storia contem-
poranea all’Università di Siena, ha 37
proceduto alla lettura to Band Landmines, Premio
di brani scritti da Nobel per la Pace 1997, ha
chi ha subito la guer- illustrato l’impegno concre-
ra sulla propria pelle, to portato avanti dal nostro
sottolineando come la Paese per la messa al bando
grande storia sia fatta delle mine che continuano
dalla somma di tante ancora a mietere vittime.
storie individuali, Operando sul campo, sono
storie che raccontano nati nel tempo progetti a
di ferite nel corpo e fini umanitari come “Paola
nell’anima, di muti- Biocca center”, centro di
lazioni subite pur non riabilitazione che opera in
essendo combattenti. Giordania a favore di tanti
Oggi si assiste ad un cambiamento fisiche e psicologiche nei singoli, rifugiati di etnie diverse. Paola
delle modalità di combattimento anche danni alle infrastrutture ed Biocca, scomparsa tragicamente
cui consegue anche un cambia- ai servizi, con conseguenti migra- nel 1999 nel corso di una mis-
mento delle vittime di guerra sem- zioni dalle proprie terre o veri e sione umanitaria in Kosovo come
pre più civili, con una proporzione propri esodi da un paese all’al- portavoce del WFP (World Food
che si aggira intorno all’80%. tro. Si tratta dunque di un proble- Programme), sosteneva che “biso-
Susi Snyder, membro dell’ICAN, ma umanitario urgente, come è gna stare dalla parte dei poveri,
International Campaign to Abolish stato già sottolineato a partire dal dei diseredati, di chi non ha nulla.
Nuclear Weapons, premio Nobel 2009 dal segretario generale delle Dobbiamo parlare di loro perché il
per la Pace 2017, si è sempre mossa Nazioni Unite Ban Ki Moon. mondo sappia, perché la gente si
in prima linea contro la guerra Pietro Ridolfi, presidente della senta coinvolta, perché le tragedie
ed il disarmo nucleare. Nel suo Commissione nazionale della non passino nel dimenticatoio”.
intervento ha fatto presente l’im- Croce Rossa Italiana, ha sottolinea- A conclusione degli interven-
portanza di ascoltare chi subisce to l’esigenza di formare le coscien- ti, moderati nella prima parte da
le guerre per capire bene l’impatto ze al rispetto delle norme del Alvaro Moretti, direttore di Leggo,
delle violenze generate dalle armi diritto internazionale umanitario e nella seconda da Roberto Serio,
esplosive. In un mondo globaliz- troppo spesso violate per impedire segretario generale dell’ANVCG,
zato, il rischio nucleare riguarda che in futuro i civili continuino ad è stata presentata l’attività dell’Os-
tutti e non esiste un’arma nucleare essere principali protagonisti dei servatorio, centro di ricerche sulle
precisa, in quanto anche la più conflitti armati. Un breve excursus vittime civili dei conflitti, e la testi-
piccola può provocare conseguen- sui dati dei bombardamenti nei monianza di Nicolas Marzolino,
ze devastanti con ripercussioni centri abitati è stato presentato da vittima nel 2013 dell’esplosione di
nel tempo. È necessario dunque Alessandro Cortese, vicedirettore un ordigno bellico risalente alla
sensibilizzare l’opinione pubblica generale per gli affari politici pres- Seconda guerra mondiale che gli
perché gli sforzi ed i contributi so il Ministero degli Affari Esteri, ha procurato la perdita della vista e
di ognuno possono salvare vite che ha ribadito ulteriormente come di una mano.
umane. Il tema delle armi esplosi- oggi non si possa parlare più di L’ANRP era rappresentata dal
ve è stato al centro dell’intervento vittime di “danni collaterali” di prof. Enzo Orlanducci, presiden-
di Laura Boillot, coordinatrice di operazioni militari, ma di vittime te nazionale, dall’ambasciato-
INEW, International Network on di strategie mirate che violano i re Sergio Busetto e dal generale
Explosive Weapons, che dopo aver principali diritti umanitari. Notizie Potito Genova, consiglieri naziona-
mostrato un video sulle conse- di attacchi a scuola, ospedali, piaz- li, insieme a una numeroso gruppo
guenze nefaste e mortali dell’uso ze spesso infatti occupano le prime di giovani ricercatori e collaborato-
di mortai, granate, munizioni a pagine dei quotidiani. Per vincere ri del centro studi, documentazione
grappolo, ha presentato una stati- una guerra oggi si mira non solo a e ricerca dell’Associazione.
stica relativa all’anno 2016 dalla distruggere un esercito, ma a colpi- Protagonisti dell’ultimo momento
quale si evince l’alto numero di re un intero popolo. Di fronte a tale della giornata sono stati studenti
paesi (ben 70) che hanno “subito” realtà l’Italia si pone in prima linea delle scuole secondarie di II grado
le armi esplosive e le migliaia di facendo sentire la propria voce per per la premiazione del concorso
civili che ne sono state le prin- uno “Stop alle bombe sui civili”. nazionale “La vita è un capolavoro,
cipali vittime. Le armi esplosive Giuseppe Schiavello, direttore della la guerra un folle salto nel buio”
“La mia è una storia non dissimile da quelle di tanti altri martiri finiti
nell’inferno dei lager, tuttavia vi chiedo di leggerla: possa la memoria
di questi eventi impedire che essi si ripetano, affinché mai più nessuno
abbia a sperimentare il male nella sua più crudele essenza”.
“Questo libro (tre tomi) è dedicato alle centinaia di migliaia di giovani che furono
internati nei campi di prigionia nazista, a coloro che vi perirono e ai sopravvissuti
degli orrori.
Il mio intento è fornire il più ampio quadro possibile dell’incubo vissuto nei
Stammlager, attraverso testimonianze e documentazioni per la Libertà, per la
Democrazia, per la Pace, per la Giustizia e per i Diritti Umani.
Questi fogli siano lieti e compresi dai giovani di oggi e gli stessi diventino fautori
di una rinnovata Resistenza contro le ingiustizie nel mondo”.