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Periodico
dell’Osservatore Romano
Città del Vaticano
(in distribuzione gratuitamente o a offerta libera da domenica 5 marzo 2023)
L’editoriale di strada
Lo sport
degli scartati
P
di STEFANO CUNEO
arafrasando una
nota e bella canzone
di Fabrizio De
André («Bocca di
rosa»), C’è chi lo fa
per gioco, chi se lo
sceglie per professione, il
viandante-senza
tetto, né l’uno né l’altro, lui o lei, lo
sport lo fa per necessità. È obbligato/a
ad essere sportivo/a.
Le specialità sono le più svariate: la
più frequente è sicuramente la
camminata per lunghe distanze.
Il viandante-senza dimora è abituato a
percorrere lunghi tragitti in un solo
giorno per spostarsi da un luogo
all’altro, magari per raggiungere le
varie mense dislocate in città.
Poi, una seconda specialità molto
praticata è il trasporto di carichi più o
meno pesanti, nella fattispecie zaini o
borsoni, o sacche piene di tutto ciò
che necessita per sopravvivere; i
senzatetto molto raramente dispongono
di un deposito e si devono portare
dietro quel poco o tanto che
possiedono.
Poi, se vogliamo fare una forzatura,
un’altra specialità sportiva di senza
casa, profughi
e scartati in genere è praticare la
pazienza di sopportare una vita fatta di
stenti, privazioni e tante attese oltre
che di rifiuti e maltrattamenti.
Insomma, parlare di sport in ambito
CORRI
vita difficile è un’attività che si pratica
ogni giorno e non c’è alcuna differenza
tra allenamento e prestazione in
campo: gli applausi del pubblico non
esistono, non ci sono avversari da
superare se non se stessi e dopo una
gara non c’è alcuna medaglia, coppa o
STRADE
si pratica in silenzio e in assenza di
riflettori, nessun giornalista che ne
celebri le gesta o allenatore che si
occupi della sua preparazione. Tutto
avviene nel silenzio ogni giorno che
manda il Padreterno. Nella speranza
che da un momento all’altro ci sia una
svolta. In positivo, è ovvio!
C
aro amico che corri sulle stesse strade che ogni giorno, per nessuno. La ragione è che ti vogliamo dire: Grazie! Sì, dono. È la “coppa degli ultimi”, che ci piace pensare possa
con la pioggia o con il sole, sono la nostra casa, siamo Grazie! essere assegnata a chi arriverà ultimo. L’ha preparata un nostro
quelli che vedi seduti sui marciapiedi o sulla scalinata Grazie perché vivi questa grande e importante amico nella casa d’accoglienza dove vive. Si chiama Erwin
di una chiesa mentre chiediamo un aiuto. E anche manifestazione, che è la Maratona di Roma, non solo come Alfredo Bendfeldt Rosada e chi segue questo giornale lo
quelli che superi velocemente mentre trasciniamo tutti i nostri una competizione sportiva, ma come una gara di amicizia e di conosce per aver letto qualche suo componimento nelle pagine
averi riposti in una valigia o in qualche busta del supermercato. solidarietà. Grazie perché sai dimostrare che il traguardo non dei “canti dalle periferie”. Apprezzato pittore e scultore, è
Pensavamo che le nostre vite avessero poco a che fare con la tua. è un podio da conquistare, ma una meta da raggiungere. Ed è dovuto fuggire dal Guatemala quando c’era la dittatura. Gli
Sì, c’è la strada che ci accomuna, ma per te è una “palestra”, più bello se la si raggiunge insieme. hanno sparato alla testa. Credendolo morto, lo hanno gettato in
mentre per noi è tutto il nostro mondo. Invece non è così. Un particolare grazie va agli organizzatori che, dimostrando una fossa comune dove lo ha trovato e salvato un prete arrivato
L’amico Stefano Cuneo, nell’“editoriale di strada” che trovi in grande sensibilità nei confronti del disagio sociale, hanno lì per benedire i cadaveri.
questa stessa pagina, spiega bene che, in fondo, anche noi coinvolto, per il tramite di Athletica Vaticana, anche Ora vive a Roma assistito dalla Caritas e da qualche buon
siamo degli “sportivi”. E non solo perché ci capita di indossare «L’Osservatore di Strada», allestendo un traguardo amico. Anche lui è un “ultimo” come noi. O, forse, come
una tuta da ginnastica, non sempre della taglia giusta: d’altra “simbolico” in Piazza San Pietro, dove ci troverai a salutarti e a ognuno di noi quando dimentichiamo di essere tutti sulla stessa
parte a caval donato... distribuire il nostro giornale. barca e... sulla stessa strada.
Il motivo di questa lettera non è però quello di raccontarti i Forse è la prima volta che si riserva tanto onore agli invisibili.
nostri guai. In fondo, la vita, specie di questi tempi, non è facile Per questo vogliamo aggiungere al nostro grazie anche un L’OSSERVATORE DI STRADA
pagina 2 marzo 2023
L’incontro
N
ella casa di accoglienza della Caritas Maurizio ha trovato accoglienza dall’altra parte
di Roma a Ponte Casilino c’è anche della città, ma torna spesso a Santa Giacinta per
una piccola palestra: una spalliera, rivedere gli amici e la sua palestra. È qui che è ve-
una cyclette, un tapis roulant e qual- nuta a trovarlo Margherita Granbassi, anche lei
H
o incontrato
Maurizio al
centro della
Caritas di San-
ta Giacinta in
via Casilina
Vecchia e,
mentre mi re-
cavo lì, cercavo di immaginare la sua perso-
na, come ci saremmo salutati, con quale do-
manda avrei iniziato… Ero un po’ preoccu-
pata e mi chiedevo, come sempre, se sarei
stata all’altezza della situazione, in questo
caso di raccontare la sua storia.
Condividiamo una passione, quella per
lo sport: io ho passato 26 anni della mia vi-
ta a praticare la scherma, lui ancora oggi, a
76 anni, solleva pesi.
Eccolo Maurizio, mi aspetta seduto ad
uno dei tavoli di una sala in cui si fanno di-
verse attività. Ha portato le sue coppe ed al-
cune foto. Non ho voluto essere da meno.
Nella stanza ci sono altre persone: Antonio
sta facendo un solitario, Alice un po’ ci os-
serva e un po’ guarda in su, Fatima fa l’unci-
netto, Aldo si allena con esercizi alla parete.
Dopo le presentazioni, per rompere il
ghiaccio ci prendiamo un bel caffè.
Maurizio non somiglia all’idea che mi
ero fatta di lui. Gli ho portato una felpa in
pile dell’Italia, che avrei voluto regalargli
come ricordo del nostro incontro. Gliela
Un bohémien
darò alla fine, ma già so che non gli entrerà
mai e dovrò mandargliene una più grande.
È un signore robusto, di altezza media,
con lo sguardo buono e un sorriso inaspet-
tato che lo accompagna per tutta la nostra
presente. Anche se giravo da una stanza al- teca e mi diede uno spazio più adatto. Un nonno che consigli darebbe ai giova-
l’altra o in posti pure di fortuna. ni sportivi (e non)?
Poi — me ne sono successe tante —, da Me la fai vedere un po’ la palestra? Di non prendere scorciatoie, come per
un giorno all’altro mi sono ritrovato in Certo! Quella è la maniglia, l’ho ancora- esempio le sostanze che aiutano la presta-
mezzo alla strada. Mia figlia mi indirizzò ta con degli stop lunghissimi, così siamo zione e ti fanno crescere il muscolo. Girava-
all’ostello della Caritas, a via Marsala. sicuri stavolta. C’ho attaccato gli elastici e no tanti anabolizzanti, ma io non li ho presi
Avevano posto e sono stato lì per un po’. il bastone, ci si possono fare un sacco di mai. E poi le droghe: ho
E nel frattempo continuavo ad andare in esercizi. Guarda come lo sta facendo bene dei bruttissimi ricordi... La
palestra. Poi sono venuto a Santa Giacin- lui! droga è devastante. Gente
ta. Che piacere che mi fa vedere che venga che conoscevo è morta, al-
usata, c’ho messo l’anima per metterla su! tri si sono rovinati...
È stata tua l’idea di fare una palestra Guarda questa cyclette, era del direttore, a
qui? casa sua faceva da appendiabiti, allora me Fino a quando pensi che
No, di un signore della Costa d’Avorio: l’ha portata qua. Abbiamo altri attrezzi: un solleverai pesi?
è stato campione di taekwondo. Adesso, tapis roulant e poi questa panca. L’ho co- Fino a quando je la farò,
sta assieme a me nella casa di riposo. Allo- struita tutta io, c’ho messo pure un ferro e poi mi darò pure io alla
ra, propose al direttore di fare dei corsi di che ti aiuta a fare gli addominali (si mette sul- ginnastica dolce…
ginnastica dolce. la panca e mi fa vedere).
A quel punto chiesi a mio figlio di recu-
perare qualche manubrio e di portarlo e, Anche alla casa di riposo dove sei adesso
Oltre il ri
mentre loro facevano ginnastica dolce, io
m’allenavo coi pesi.
hai fatto la palestra?
No, c’è una palestra lì vicino e ci vado il
ng
Misi degli elastici alla scaffalatura della martedì e il giovedì. Ci sarebbe la ginnasti- Anche la
boxe può
dimostra cambiare
biblioteca: prima mi assicurai che fosse ca dolce, ma che ci faccio con la ginnastica l’esperien una borga
del Quart z a della Pale ta. Lo
bella ancorata, in più con tutti quei libri, dolce?! Sto un po’ sul tapis roulant e poi icciolo, un stra Popo
est di Rom quartiere lare
ma quando la sposti?! faccio il circuito da 5 giri coi pesi. a, alla qu della peri
di strada” ale è dedic fe ria
di questo ato il “po
niele Nap m e se . Le fotog rt fo lio
Non so perché, ma ho il sospetto sia suc- Cosa c’è di speciale nei pesi? olitano, c
h rafie di D
raccontan e al Quartic a-
cesso qualcosa… Che il tuo avversario è il bilanciere, se lo o questo ciolo ci viv
zie a un g p ro getto nato e ,
(Maurizio ride un sacco e si gira verso Antonio, tiro su ho vinto io, se non ce la faccio ha ruppo di
giovani ch
dal basso
gra-
mato un lo e hanno tr
che continua col suo solitario: “Te ricordì Antò che vinto lui. Lo spirito del sollevamento pesi è cale abba asfor-
luogo dov ndonato e
disastro la biblioteca?”) diverso, la gente applaude la prestazione: e bambin degradato
re uno sp i e giovan in un
Temevo che il direttore mi avrebbe man- se ce la fai, ti applaudono anche i tuoi con- ort e sopra i possono
insieme. tt utto incon p ra tica-
dato fuori a calci nel sedere. Non trovavo tendenti e i loro tifosi. trarsi e st
Accompa a re
le parole per dirglielo… ma lui lo aveva già gnate da
poli, le fo un testo d
saputo e non si capacitava di come avessi I tuoi figli li hai mai coinvolti? tografie d i Giovann
nel libro O i D aniele i Cozzu-
potuto buttare a terra tonnellate di roba. Guarda questa foto che bella, c’è mio fi- ltre il ring. sono pub
borgata, ed Come la bo b licate
glio che mi passa il bilanciere. Lui però fa ito da Il G xe ha cambi
aleone ed ato una
E cosa ti disse il direttore? pugilato. Mia figlia cammina, va in bici e itore.
Che era meglio lasciar perdere la biblio- tra poco diventerà mamma… e io nonno!
Gira in carrozzella e gareggia supino in handbike: campione nello sport e nella vita
I
invece voleva che io corressi con loro. La
n Canada l’hockey è considerato uno sport mia corsa non era finita. Sono
nazionale. Per popolarità supera di gran musulmano e credo nella fratellanza tra i
lunga tutti gli altri sport. Anche in Europa si popoli. Per me, come per milioni di
pratica l’hockey, ma in Nord America si gio- musulmani, Papa Francesco è un uomo di
ca in modo diverso: la pista è più piccola e il pace e un punto di riferimento per
gioco diventa di conseguenza più veloce e costruire un mondo di tolleranza e di
più fisico. Nell’hockey americano la violenza è regola- comprensione».
ta in modo tale che due giocatori possono picchiarsi a Ecco come «lo sport aiuta a integrarsi,
mani nude senza che gli arbitri debbano intervenire. perché — prosegue Buba — anche se arrivi
Capita raramente che una partita finisca senza che un ultimo ci sei, puoi esprimerti, ti viene data
giocatore versi del sangue o esca con qualche dente in una possibilità, mentre molte volte nella
meno. Questo fa parte delle regole. società sembra che alcune persone non
Un’altra caratteristica specifica dell’hockey cana- possano neanche iscriversi alla corsa della
dese sono i “Maple Leafs”, la squadra più amata e più vita. Non sono un campione, ma quando
odiata di tutto il paese. La si potrebbe paragonare al senti che sei il benvenuto, quando
D
la TV. «No — risponde —. Non vinceranno mai, sono
maledetti. Sono senza speranza». al Gambia alla Libia, traversata su un barcone, che viene percepisci fiducia e amicizia, senti di dare
La squadra è vittima di battute di ogni tipo, che passando per Senegal, soccorso in mare dalla Marina Militare il meglio e di doverti impegnare. Sono
solo i canadesi sono capaci di fare. È proverbiale che Burkina Faso e Niger. Italiana. Buba sbarca così in Sicilia e da lì sempre stato convinto di poter restituire il
perdano ogni anno. Nonostante ciò, il numero di so- Alle sue spalle, i Paesi viene portato subito al Centro bene che mi era stato fatto».
stenitori non diminuisce mai. martoriati e la famiglia. Accoglienza Richiedenti Asilo di «Un’altra esperienza per me
Bill è un senzatetto che dorme all’aperto sia in in- Di fronte a lui, Castelnuovo di Porto a Roma, gestito indimenticabile è stata quella di
verno che in estate. Raccoglie bottiglie che poi ven- incognite e speranza. Nel mezzo, il mare. dalla Cooperativa Auxilium. È lo stesso inaugurare, per due anni, la maratona Via
de. Anni fa aveva un lavoro, ma poi l’ha perso per Un Mediterraneo blu, dipinto di rosso. Il luogo nel quale Papa Francesco aveva Pacis con la maglia di Athletica Vaticana
colpa del suo caratteraccio. Vive da solo per strada. È salto da compiere è quello dal passato al celebrato la Messa in Coena Domini il 24 e gli amici di Auxilium portando lo
sempre sobrio, “forte come un chiodo”, come si dice futuro. E non è mai facile. Soprattutto marzo 2016. «Per me la bandiera italiana striscione “Con Papa Francesco per un
da queste parti, e con gran senso dell’umorismo. Non quando non si hanno neanche vent’anni. è segno di speranza — racconta —, è stata Mondo Migliore”. Dopo il suo ultimo
tifa per i “Maple Leafs”, ma per i “Boston Bruins”, i Buba Jallow è nato nel luglio 1997 a Sifoe, la prima cosa che ho visto sventolare viaggio in Africa, la mia gratitudine è
“nemici” americani. Ogni mattina viene a fare cola- piccola città del Gambia vicina al confine quando la nave della Marina Militare ci cresciuta e spero un giorno di potergli
zione alle cinque e la prima domanda che ci fa è se, la meridionale col Senegal. Proveniente da ha salvato. E poi il tricolore era sulle felpe stringere la mano».
sera prima, abbiamo visto i “Maple Leafs” perdere la una famiglia umile, di religione degli operatori di Auxilium, con cui sono Oggi Buba vive in Olanda. Lontano
partita. Le notizie le prende dai giornali. E d’estate musulmana, a sedici anni viene arruolato subito diventato amico. Avevo una dall’Italia dove «sì, ho fatto molti lavori
indossa le maglie ufficiali dei “Boston Bruins”. «Ne nel servizio militare gambiano. Viene grande voglia di integrarmi. Ho imparato perché volevo vivere e realizzarmi
ho tre... Hanno battuto di nuovo i “Leafs”. Ve lo dico mandato anche nei campi profughi del l’italiano nei corsi del CARA, mi sono onestamente. Nei ristoranti, come
io, perdono sempre». Sudan con la Missione delle Nazioni iscritto a scuola, ho partecipato a lavori steward nel settore turistico, nella
La scorsa notte si è svegliato alle due, per essere il Unite: «Fu un trauma vedere le vigilanza. Ma le lunghissime
primo a fare colazione, racconta scherzando. Ha otto condizioni di miseria estrema nelle quali complicazioni burocratiche per rinnovare
coperte, due delle quali sono militari. Mi spiega co- vivevano i profughi — confessa Buba al il permesso di soggiorno hanno creato
me le sistema per poter dormire: «Ieri sera faceva so- nostro giornale — e poi vedere le donne difficoltà nel rendere stabile e definitiva
lo -4. Questo è un inverno caldo. Avevo più caldo di costrette a prostituirsi pur di dare da la mia situazione. La pandemia, poi, ha
te che dormivi al chiuso». mangiare ai propri figli». alimentato per centinaia di migliaia di
Bill è sempre allegro al mattino. Non so come fac- Allora, Buba decide di partire. persone come me una situazione di
cia a mantenere il senso dell’umorismo mentre dorme Destinazione: Libia. Rotta: nord-est. precarietà gravissima».
all’aperto con temperature che a volte scendono sot-
to i dieci gradi, ma credo che la serie di sconfitte dei
Quella che passa per il Senegal (al tempo
in crisi a causa del conflitto nella regione
Fu un’emozione Così, proprio perché «non ho mai
pensato di finire nell’illegalità, anche nei
“Maple Leafs” abbia qualcosa a che fare con questo.
Gli ho chiesto se voleva fare una scommessa con
di Casamance tra Governo e Movimento
delle forze democratiche), poi per il
fortissima: il Papa momenti peggiori, anche quando non
sapevo cosa avrei mangiato il giorno
me: «Se quest’anno vincono i “Maple Leafs”, dovrai
indossare la loro maglia bianca con una foglia d’ace-
Burkina Faso (in cui i golpe di Stato
avvengono a ritmo elevatissimo), infine
poteva scegliere dopo, ho raggiunto la mia fidanzata in
Olanda dove ho un lavoro stabile. Due
ro blu. E io farò altrettanto se vincono i “Boston
Bruins”». «No, non se ne parla. Non hanno alcuna
per il Niger (nazione più povera al
mondo secondo le statistiche più recenti, un ragazzo mesi fa sono diventato padre».
Nonostante la lontananza, Buba confessa
possibilità». «Ma se dovessero vincere, la indossere-
sti?». «No, assolutamente no».
lacerata dal Conflitto sul Delta del
Niger). Eppure, proprio quando è cristiano. E invece di sentirsi ancora un runner di Athletica
Vaticana. Perché «conservo bellissimi
Solo al pensiero gli vengono i brividi. arrivato in Libia, Buba resta vittima di
bande criminali che lo rapiscono e lo voleva che io ricordi nel cuore: alle gare si partecipava
soprattutto per divertirsi e per portare un
*responsabile della St. John
The Compassionate Mission
vendono. Più e più volte. Ma sopravvive.
Infine, nel febbraio del 2017, la svolta. corressi con messaggio di pace. Ma ogni volta
leggevamo, insieme, la preghiera del
Buba non ha ancora vent’anni quando,
dalla Libia, riesce a imbarcarsi e tenta la Athletica Vaticana. maratoneta. Anche se eravamo di
differenti religioni».
marzo 2023 pagina 5
Parole e gesti
di Papa Francesco
F
di ISABELLA PIRO
acciamo un gioco? Sì,
dai: dato che questo
numero del nostro
«Osservatore di Stra-
da» è dedicato al te-
ma dello sport, gio-
chiamo insieme. E im-
maginiamo come sa-
rebbero le “Olimpiadi” di Papa France-
sco, ossia dei Giochi olimpici ispirati da-
gli insegnamenti del Pontefice sul mondo
dello sport. Sappiamo, infatti, che per il
Papa l’attività sportiva non è soltanto un
momento agonistico che inizia e finisce
sul campo da gioco, ma è anche una vera
e propria “palestra di vita”, uno strumento
di incontro, di formazione, di missione, di
promozione della pace e dell’unità tra i
popoli. Non a caso, il termine “sport” è
stato inserito nella Costituzione apostoli-
ca Praedicate Evangelium, entrata in vigore il
5 giugno 2022. Il riferimento è contenuto
articolo 154 che incoraggia «i cultori
nell’articolo
delle arti, della letteratura e delle scienze,
della tecnica e dello sport» a sapersi e
sentirsi «riconosciuti dalla Chiesa come
persone a servizio della ricerca sincera del
vero, del buono e del bello». Si tratta di
un vero e proprio avvenimento storico che
ha trovato eco anche in Italia: alla Came-
ra è, infatti, al vaglio una proposta di mo-
articolo 33 della Costituzione
difica dell’articolo
per introdurvi il diritto di accesso allo
sport.
Un acrostico speciale
attività sportiva, afferma dunque
L’attività
Francesco, si basa su pilastri fondamen-
tali: «Gli atleti che praticano sport ad al-
to livello improntano la loro intera esi-
stenza intorno a determinati principi —
scrive nella prefazione del libro «Non è
Gli insegnamenti del Pontefice sul mondo dello sport
solo fatica, è amore» di Dario Edoardo
Viganò e Valerio Cassetta (San Paolo
e sulle discipline da lui più amate
2022) —: il rispetto del prossimo e delle
Le “Olimpiadi”
regole, la lealtà, l’impegno, il sacrificio,
l’inclusione, lo spirito di gruppo, l’altrui-
smo e la voglia di elevarsi». In quest’ot-
tica è da leggere anche l’originale acrosti-
co contenuto nel volume «Sport una let-
tera alla volta» (2018, Malcor D’), frutto
di una campagna lanciata dall’associazio-
di Papa Francesco
ne “Sport 3.0 Foundation”. In tale acro-
stico, Francesco dona alla parola “sport”
nuovi significati, sviluppando un concet-
to per ogni lettera, ovvero:
3. Onestà
4. Rispetto
5. Trascendenza e ispirazione.
Catalizzatore di comunità
«In una cultura dominata dall’indivi-
dualismo e dallo scarto delle giovani ge-
nerazioni e di quella degli anziani — af-
ferma il Pontefice —, lo sport è un ambito
privilegiato intorno al quale le persone si
incontrano senza distinzioni di razza,
sesso, religione o ideologia e dove possia-
mo sperimentare la gioia di competere
per raggiungere una meta insieme, parte-
cipando a una squadra in cui il successo
o la sconfitta si condivide e si supera.
Tutto ciò fa dello sport un catalizzatore
di esperienze di comunità, di famiglia
umana».
Papa Francesco con alcuni atleti disabili durante l’udienza ai partecipanti alla festa promossa dal Centro Sportivo Italiano in piazza San Pietro (7 giugno 2014); nella foto in alto
CONTINUA A PAGINA 6 la “pelota de trapo” (palla di stracci) offerta al Pontefice dai giovani in occasione della terza edizione della Partita per la pace, promossa dalla fondazione Scholas Occurrentes (14 novembre 2022)
pagina 6 marzo 2023
Parole e gesti
di Papa Francesco
CONTINUA DA PAGINA 5
Veicolo di formazione
e di sviluppo integrale
«Veicolo di formazione», in grado di fa-
cilitare «lo sviluppo integrale della perso-
na», lo sport deve essere anche, nel pensie-
ro del Pontefice, un punto di riferimento
per «virtù come la generosità, l’umiltà, il
sacrificio, la costanza e l’allegria», nonché
«lo spirito di gruppo, il rispetto, un sano
agonismo e la solidarietà con gli altri».
Sulla «gioia trasmessa dallo sport» il Papa
insiste spesso, poiché essa permette di
«scoprire le potenzialità della persona, che
N
on si impressionino i nostri Caserta il 28 gennaio ed è stata presieduta
lettori. La vittoria che vantiamo dal vescovo Pietro Lagnese, che ha
è, sì, una vittoria di squadra, ma consegnato il premio nelle mani del nostro
non l’abbiamo ottenuta per la coordinatore Piero Di Domenicantonio e dei
prestanza fisica delle redattrici e dei redattori colleghi Fabrizio Salvati e Stefano Cuneo.
dell’«Osservatore di Strada». Alla cerimonia è intervenuto anche il
Si tratta di un premio giornalistico, il direttore dell’«Osservatore Romano», darietà e gioia di vivere, a testimonianza di
premio “Buone Notizie” che da 14 anni Andrea Monda, vincitore nell’edizione 2020. aver scoperto quelle potenzialità dell’essere
l’Unione Cattolica Stampa Italiana di Nello stile dell’«Osservatore di Strada», il umano, creato a immagine e somiglianza di
Caserta, insieme con l’Associazione della premio non resterà fermo in una bacheca. È Dio, e la bellezza di vivere in comunione
Stampa ed altre istituzioni, assegna a già sulla strada, passando di mano in mano con gli altri e con il Creato». Tra i ciclisti, in
operatori della comunicazione che si tra tutti coloro che fanno questo giornale. particolare, il Pontefice ricorda Gino Bartali
distinguono per il loro impegno nel Abbiamo iniziato portandolo agli ospiti di che, reclutato dal cardinale Elia Dalla Co-
promuovere un’informazione che valorizza il stati premiati il direttore del «Tg1», Monica Palazzo Migliori e, nelle prossime settimane, sta, con la scusa di allenarsi, trasportava, na-
buono che esiste, anche se fatica a trovare Maggioni, e l’inviato di «Avvenire», Nello proseguiremo in altri centri di accoglienza. scosti nel telaio della bicicletta, decine di do-
posto in prima pagina. Insieme con la Scavo. Perché questo riconoscimento non è merito cumenti falsi per aiutare gli ebrei a fuggire e
redazione dell’«Osservatore di Strada», sono La cerimonia di premiazione si è svolta a di uno, ma di tutti. a salvarsi dai nazisti. «Pedalava per centi-
naia di chilometri ogni giorno sapendo che,
qualora lo avessero fermato, sarebbe stata la
sua fine — ha detto Francesco —. Ecco la sto-
ta, perché tutta la nostra vita tende a una ria di uno sportivo che ha lasciato il mondo
meta; e questa ricerca della meta è faticosa, un po’ meglio di come lo ha trovato».
richiede lotta, impegno, ma l’importante è
non correre da soli! Per arrivare bisogna
correre insieme, e la palla viene passata di
mano in mano, e si avanza insieme, finché
si arriva alla meta».
ricezione, perché «come bisogna essere stro è uno sport che eleva verso il cielo per-
anche quanto detto dal Papa sugli atleti di-
udienza generale del 2 febbraio
sabili: all’udienza
nostre comunità
pronti a ricevere la palla per indirizzarla in
una determinata area, così è importante es-
ché è uno sport che guarda in alto, verso il
canestro e, perciò, è una vera e propria sfida
2022, ad esempio, guardando alle Olimpia-
di e Paralimpiadi invernali di Pechino che
più accoglienti
sere disponibili ad accogliere suggerimenti
e ad ascoltare, con umiltà e pazienza». Il
per tutti coloro che sono abituati a vivere
con lo sguardo sempre rivolto a terra», ha
si sarebbero svolte di lì a poco, il Papa ha
sottolineato: «La medaglia più importante
e inclusive.
terzo punto riguarda l’alzata, ossia il pas- detto. Di qui, l’auspicio che i giocatori pos- esempio delle
la vinceremo insieme se l’esempio
saggio verso il compagno di squadra che ci sano «aiutare i giovani a guardare in alto, a atlete e degli atleti con disabilità aiuterà
ricorda che « c’è sempre qualcuno da servi- non arrendersi mai, a scoprire che la vita è tutti a superare pregiudizi e timori e a far
re», perché «si è parte di un gruppo e ognu- un cammino fatto di sconfitte e di vittorie, diventare le nostre comunità più accoglien-
no è chiamato a dare il proprio contributo ma che l’importante è non perdere la voglia ti e inclusive. Questa è la vera medaglia d’o-
perché si possa vincere insieme». In questo di “giocarsi la partita”. E aiutarli a capire ro!». Parole che riprendono quanto detto
senso, continua il Papa, «in un mondo do- che quando nella vita “non hai fatto cane- da Francesco nel 2021, durante un’intervi- Nella foto Dio, il vero “commissario
ve si sgomita per apparire e per emergere a stro”, non hai perso per sempre. Puoi sem- sta: «Il movimento paralimpico è preziosis- grande al centro,
tecnico” della nostra vita
tutti i costi, dove l’io viene prima del noi, do- pre scendere in campo nuovamente, puoi simo: non solo per includere tutti, ma an- Ambra Sabatini,
ve si scarta chi è debole e improduttivo, lo ancora fare squadra con gli altri e puoi ten- che perché è l’occasione per raccontare e campionessa Quindi ora abbiamo il motto e le disci-
sport può essere segno convincente di uni- tare un altro tiro». dare diritto di cittadinanza nei media a sto- paralimpica a pline in gara. Però alle nostre immaginarie
tà, di integrazione, e può lanciare un mes- rie di uomini e donne che hanno fatto della Tokyo sui 100 Olimpiadi manca ancora qualcosa e non di
saggio forte di pace e di amicizia». Infine, La lealtà e il rispetto disabilità l’arma di riscatto. Quando vedo o metri, mette al poco conto: manca il “commissario tecni-
Francesco cita il muro, ossia l’azione che i leggo di qualche loro impresa, penso che il collo del Papa co”. Per Papa Francesco non ci sono dub-
pallavolisti compiono per opporsi all’attac-
del rugby limite non sia dentro di loro, ma soltanto la medaglia bi, il vero allenatore di ogni atleta che si ri-
co dell’avversario: in questo caso, il muro Un quarto gioco olimpico sarebbe cer- negli occhi di chi li guarda». d’oro olimpica spetti, nello sport ma anche nella vita, è
non simboleggia divisione, chiusura o inca- tamente il rugby, che Francesco stima mol- vinta dalla sua uno solo: «Ad ognuno Dio ha dato un
pacità di dialogo, come accade spesso nel to, perché «pure essendo uno sport da du- Il coraggio dei ciclisti amica Antonella campo, un pezzo di terra nel quale giocarsi
mondo, bensì assume un’accezione positi- ri, non è mai violento. La lealtà e il rispetto Palmisano sui la vita. Senza allenamento, però, anche il
va. Sì, perché per fare muro bisogna saltare che ci sono in questo sport spesso vengono
e l’altruismo di Gino Bartali 20 km di più talentuoso rimane una schiappa. Alle-
e «saltare in alto significa distaccarsi da ter- presi come modello di comportamento. E ancora: agli immaginari “Giochi olim- marcia (22 narsi, allora, è chiedere ogni giorno a Dio:
ra, dalla materialità e dunque da tutte quel- Penso al “terzo tempo” dopo la partita: pici” di Francesco scenderebbero in campo settembre 2021). “Che cosa vuoi che faccia della mia vita?”.
le logiche di business che intaccano lo spirito tutti i giocatori delle due squadre si riuni- sicuramente i campioni del ciclismo, an- Domandare a Gesù, confrontarsi con Lui
sportivo». scono anche solo per un saluto, una stretta ch’esso sport amato dal Pontefice, perché come con un allenatore. E se si fa uno sci-
di mano. È così che dovrebbe essere: dare «mette in risalto alcune virtù come la sop- volone, nessuna paura: a bordo campo c’è
La pallacanestro eleva l’anima quando si gioca ma, terminata la portazione della fatica nelle lunghe e diffici- Lui che è pronto a rimetterci in piedi. Ba-
gara, avere il coraggio di stringere la mano li salite, il coraggio nel tentare una fuga o sta non aver paura di rialzarsi». D’altron-
verso il cielo all’avversario. Non è stata una guerra tra nell’affrontare una volata, l’integrità nel ri- de, «senza un allenatore, non nasce un
Spazio, poi, al basket, altro gioco che il nemici, solo un’occasione di competizione spettare le regole, l’altruismo e il senso di campione. Ci vuole qualcuno che scom-
Pontefice conosce molto bene, perché suo tra avversari nel gioco». Sport di equili- squadra». «Tanti ciclisti sono stati di esem- metta su di lui, che investa del tempo e, so-
padre era un atleta della squadra di pallaca- brio tra il gruppo e l’individuo, come di- pio, nello sport e nella vita, per la loro inte- prattutto, che sia un po’ visionario per riu-
nestro del San Lorenzo. Ma al di là della di- mostrano le famose “mischie”, il rugby è grità e coerenza, dando il meglio di sé in bi- scire ad intravedere in lui possibilità che,
mensione affettiva, c’è un aspetto del ba- anche — ha spiegato il Papa il 22 novembre cicletta — ha sottolineato il Papa il 9 marzo forse, nemmeno lui si immaginerebbe. E
sket che il Papa apprezza in particolare: lo 2013, incontrando i dirigenti e gli atleti ar- 2019, rivolgendosi alla Federazione ciclistica farle brillare».
ha sottolineato lui stesso il 31 maggio 2021, gentini e italiani di tale disciplina — una italiana —. Nella loro carriera hanno saputo E questo, in fondo, è proprio ciò che il
ricevendo in udienza la delegazione della corsa verso la meta: «Questa parola così coniugare fortezza d’animo e determinazio- Signore fa con ciascuno di noi. Allora, sia-
Federazione italiana pallacanestro. «Il vo- bella, così importante, ci fa pensare alla vi- ne nel raggiungere la vittoria, ma anche soli- mo pronti a scendere in campo?
pagina 8 marzo 2023
Il volto solidale
Ecco, allora, l’abbraccio con la visione so-
ciale degli organizzatori della Maratona di
Roma, l’evento sportivo più partecipato in
Italia: al posto della consueta “cena di gala”
condividere (non solo offrire) un pasto con
le persone povere che fanno riferimento al
dello sport
Centro di accoglienza aperto a Palazzo Mi-
gliori dall’Elemosineria apostolica e affida-
to alla Comunità di Sant’Egidio.
E poi il Meeting inclusivo di atletica “We
Run Together”: lo sport come dovrebbe es-
sere. Sulla linea di partenza tante staffette
“fraterne”: persone con disabilità intelletti-
di GIAMPAOLO MATTEI* va e fisica, detenute e detenuti, giovani mi-
P
granti, donne vittime di violenze, bambine e
er fare sport… “e basta” non dirla tutta, l’etimologia di “athletica” sugge- compagno attardato — per stanchezza, per bambini delle scuole, diplomatici presso la
avrebbe alcun senso una risce proprio un compito da espletare. E per una caduta, per un guasto alla bici — per Santa Sede, funzionari di Palazzo Chigi e
“squadra del Papa”. Alla do- la “squadra del Papa” la missione è chiara: riaccompagnarlo, insieme, in gruppo. amministratori comunali di Roma, persino
manda “cos’è e perché Athleti- promuovere con i fatti e per le strade (non a Non c’è da sorprendersi se il primo atto di “L’Osservatore Romano”. Oltre a campioni
ca Vaticana?” ha risposto per- chiacchiere nei convegni) la cultura popola- Athletica Vaticana — singolarissimo “corpo e promesse dello sport. In questa “fotogra-
sonalmente Papa Francesco il re dello sport – linguaggio universale a tutti diplomatico sportivo”, composto da circa fia” c’è concretamente lo sport inclusivo,
29 maggio 2021, ricevendo la delegazione dei comprensibile – tra solidarietà e inclusione. 200 donne e uomini — è stato l’accordo con senza vincitori e vinti. Ma con l’impegno a
“suoi” atleti in partenza per San Marino, per Perché lo sport è un diritto di tutti e aiuta a la Federazione italiana sport paralampici e passare di mano in mano il testimone della
la prima partecipazione a una competizione vivere, come esperienza sociale di comunità. sperimentali (Fispes), nell’ambito del Co- grande “staffetta della vita”.
ufficiale: i Campionati di atletica leggera dei E perché nessuno resti indietro e da solo. mitato italiano paralimpico, per contribuire Ancora: i ciclisti vaticani che pedalano
Piccoli Stati d’Europa: «Qualcuno potrebbe Con lo stile dei ciclisti che attendono il loro a un cambiamento culturale nella percezio- per 35 km da piazza San Pietro per andare
dire perché in Vaticano c’è questa associazio- ad abbracciare i piccoli ricoverati nel Centro
ne sportiva ufficiale, non ci si dovrebbe occu- per le cure palliative pediatriche aperto un
pare solo di teologia? A chi dice questo, ri- anno fa, a Passoscuro, dall’ospedale “Bam-
spondiamo che la Chiesa ha a cuore tutto ciò bino Gesù”, vivendo una presenza di frater-
Roma
che riguarda l’uomo, come lo sport». nità con i familiari e il personale sanitario,
olomiti a
Dalle D
Rilanciando poi questa visione sportiva, così come con le famiglie povere, con bam-
in particolare, in occasione dei Giochi del bini piccoli, senza assistenza sanitaria italia-
Mediterraneo a Oran in Algeria, il 3 luglio na, accolte dal Dispensario pediatrico vati-
2022, presenta Athletica Vaticana come dato. cano “Santa Marta”. Stare con loro è vivere
s to e ci è stato
A
“ambasciatore del Papa” perché «testimonia o c h ie la cultura dello sport, nel senso più vero.
bbiam n’amica
concretamente, sulle strade e in mezzo alla ì, a ll ’e mail che u » ha Abbraccio e ascolto è lo stile, che andreb-
gente, il volto solidale dello sport, acco-
C o s
e rv a to re di Strada be applicato a ogni ambito sociale, dei cicli-
dell’«O ss er
d e n d o in dumenti p
gliendo al suo interno anche giovani mi- ie sti vaticani quando pedalano con atleti non
scritto ch ad affronta
re il
granti e persone con disabilità». Il Mediter- h a c a s a vedenti e paralimpici, partecipando anche al
i non lomiti,
raneo, già: e se fosse anche lo sport a far sì aiutare ch p o s to , dalle D o prodotti Giro d’Italia in handbike, ideato da Alex
freddo, h
a ri s
e u n a linea di
che il Mare Nostrum torni a essere luogo di
a che pro
d u c . In una Zanardi. Alla viglia dei Mondiali di ciclismo
incontro e non più quel “grande cimitero” di un’aziend li p e r l’ alpinismo un in Australia, nel settembre 2022, i ciclisti va-
ci e natura , è arrivato
persone morte per cercare una vita miglio- tecnici, eti n e g e n n a io
nos. ticani hanno incontrato i rappresentanti del-
rnata di fi lana meri
re? fredda gio di c a lz e in
i impatto la comunità aborigena. Non avrebbe avuto
cco pieno nibilità, d
Ecco il servizio di Athletica Vaticana, l’as- grande pa i d i s o s te
on sono già hanno senso correre in bici… “e basta”. Tre “so-
i concett ologica n e di lana
«Per noi ta e c e c a lz ici che
sociazione polisportiva ufficiale vaticana:
le, di imp
ro n
arte del n
ostro Alleghe (
BL ). L
rt o a i nostri am pravvissuti” alle ferite e alle ingiustizie —
ambienta fa n n o p
n po’ di c
o n fo
n Pietro a
i quali
tra atletica, ciclismo, padel, taekwondo, logan, ma dine e portato u a S a Roger, Carey e Richard — hanno offerto una
semplici s c h e la gratitu i pressi di
p ia z z
volontari
cricket, oltre al team paralimpico, e presto vivere » . A n da» non lo vivono ne aiuto dei
croce dipinta a mano. Appena rientrati a
altre novità tra scherma e basket, pure calcio modo di s s e rv a to re di Stra porta te c o n l’
. Roma, i ciclisti l’hanno consegnata perso-
l’affetto d
ell’«O sono state nt’Egidio
all’occorrenza. La radice greca della parola C o m u nità di Sa nalmente a Papa Francesco. Proprio come
suoi dell a
“athletica” indica un’attività con una meta, sono. S o rdini e ai – “ambasciatori” nello sport.
ed e ri c o i Caprile
uno scopo, un senso. Non un impegno per Grazie a F di Elbec, azienda d
tori
prevalere, agonisticamente, sugli altri. A collabora *Presidente di Athletica Vaticana
marzo 2023 pagina 9
Una scuola di vita, dove imparare la lealtà, l’onestà, il rispetto delle regole e dell’altro, anche
se è un avversario. Così gli autori di questi “canti dalle periferia” ci presentano lo sport,
ripensando alla loro adolescenza, ma anche guardando le deformazioni provocate da una
società che ha fatto del denaro e del successo a tutti i costi i suoi idoli.
Meglio quello Le avventure di Dina Meren si usa come paravento per affari non
sempre limpidi.
Non mi piace lo sfruttamento dei
nella minestra «L’Osservatore di Strada dei piccoli» ospita questo «Una vera delizia!» bambini per fare palloni e scarpe
mese, insieme ad un’altra splendida illustrazione La bambina dai fiammeggianti capelli rossi aveva fatto sportive.
Quando ero studente, la materia in di Elisabetta Dami, la “mamma” di Geronimo Stil- amicizia con una signora dal maglione dalle grandi trecce e dal E non mi piace neppure lo stato di
cui riportavo il profitto peggiore ton, una nuova compagna di giochi: una bimba di copricapo bordato di pelliccia, che spesso sedeva sui quattro degrado delle palestre nelle scuole con
(oltreché, ben inteso, la matematica: nome Dina Meren, anche se tutti preferiscono scalini di una residenza notturna per senza dimora. tanti ragazzi che non hanno spazi per
ancora oggi devo contare sulla punta chiamarla “Meren... Dina”. Ecco la storia del suo Quella donna non più giovanissima, ma dal portamento regale, fare sport. E non mi piace che tanti
delle dita per calcolare due più due) incontro con la signora Anastasia Cake. le custodiva la bicicletta, mentre, guadagnando l’ingresso di casa, laureati in scienze motorie non possano
era Educazione Fisica, alias sostituiva lo zaino di scuola con quello che conservava quanto ne- insegnare educazione fisica.
N
“ginnastica”. ell’incantato Regno del Piccolo, al tempo del Poi, cessario al suo pomeridiano corso di ginnastica artistica. Nonostante le mie molte privazioni,
In effetti, ho sempre nutrito la più giunse una bambina dai capelli rossi tenuti insie- Nonostante fosse stata più volte ripresa per il ritardo con gli anni passati a praticare la regina
crassa ignoranza ed indifferenza nei me da due paffuti codini, che incorniciavano un cui arrivava in palestra, la bambina amava scambiare qual- degli sport mi aiutano ancora ad avere
confronti dello sport e di attività affini. visino pieno di lentiggini, su cui spiccavano due che parola con la sua amica. uno spirito vincente, uguale a quello
Quando le conversazioni tra compagni grandi occhi azzurri. «Grazie! Come sta oggi, signora Anastasia?» che avevo quando correvo in pista.
di classe vertevano, dal lunedì al Perché si fosse trasferita e da dove giungesse, nessuno era in «Bene, cara. Magari fa un po’ freddino, ma non mi lamen- Il mettermi in gioco e pretendere
mercoledì, sulle partite di calcio disputate grado di dirlo. Ciò che appariva chiaro a tutti, però, erano la to. E tu?» molto da me stesso era alla base dei
la domenica precedente, e, dal giovedì al sua contagiosa allegria e una dolcezza, che sembravano saper Prima di inforcare la bicicletta e di imprimere alla prima miei allenamenti e lo è anche oggi.
sabato, su quelle della domenica far felice chiunque le si avvicinasse. pedalata tutta la forza dei suoi giovani anni, con un panino in
successiva, io invariabilmente E poi la sua bontà, il suo profumo... il lunedì di vaniglia, il bilico tra gli incisivi, la bambina diede alla donna la sua brio- ATTILIO SALETTA
commentavo con le parole di una battuta martedì di cannella, il mercoledì di cioccolata e così via. che: «Oggi torta alla cioccolata!»
sentita in un film di Totò, che mi era Non c’era un solo bambino che non volesse essere suo amico. «Mi raccomando alle diagonali, Dina!»
piaciuta molto: «me ne impipo!». Con il tempo, e acquisita una certa familiarità, non sembrava Conosceva il suo nome, ma ignorava quale fosse il suo co-
Così non mi son lasciato irretire potesse dirsi una giornata felice senza la possibilità di trascor- gnome: Meren... La sua Meren Dina. Limiti
neanche dalle facili lusinghe di due rere con Dina almeno qualche minuto. Quella donna, Anastasia Cake, che per la maggior parte
nuove specialità “olimpioniche” che, di La sua straordinaria fama cominciò a fare il giro del Re- della gente non esisteva, cinquant’anni prima aveva sfiorato la Lo sport è sempre stato importante,
questi tempi, si vanno affermando: il gno. Tra i piccoli sudditi non si parlava d’altro. partecipazione alle Olimpiadi nel corpo libero. fin dalla notte dei tempi. Perché?
Salto del Pasto e l’Inseguimento su «È troppo buona!» La vita in fondo cos’è se non verticali, ponti, ruote, rovesci, Probabilmente perché è una necessità
Tavola. Perché lo sport è certo una «È morbidosa!» dolcezze e amicizie inaspettate?
competizione, che l’aspirante atleta non CONTINUA A PAGINA 10
pagina 10 marzo 2023
D
Era il 13 luglio 1953, giorno del mio al chiostro della Basilica di San
tredicesimo compleanno, quando mio Sebastiano arrivano profumi di
padre mi accompagnò al campo cucina, rumori di pentole e gli
sportivo della “Rondinella”, al quartiere inconfondibili scambi di parole
Flaminio, per iscrivermi ai “pulcini” tra chef e aspiranti chef all’ope-
della S.S Lazio. ra. In realtà, sono tutti papà che
Iniziò così, in quel magnifico cucinano per i poveri e la grammatica dei loro ge-
complesso sportivo, il mio primo, serio sti ha a che fare con l’amore per il prossimo.
approccio con la disciplina sportiva più Christian e suo figlio preadolescente ai fornelli,
bella del mondo: il calcio! Carlo, Antonello e gli altri alla suddivisione dei
Fino a quel grande giorno (per cibi già pronti, che maneggiano e impacchettano
me!), tutta la mia esperienza calcistica con cura. Non manca la bella accoglienza e qual-
era maturata nei vari campetti sportivi che risata, e poi l’arrivo di padre Paolo Maiello,
degli oratori di alcune parrocchie frate minore e parroco della basilica, con il quale
romane e, in particolare, in quella di inizia la chiacchierata sul progetto.
Sant’Ippolito a piazza Bologna, dove «Sono arrivato a San Sebastiano a settembre 2020, in
ogni giorno, domenica compresa, più o piena pandemia. Subito dopo Natale era timidamente inizia-
meno tutti i ragazzini del quartiere si to il catechismo e la parrocchia pian piano cominciava a ria-
riunivano e, sotto la guida vigile di nimarsi. La telefonata di un papà, il cui figlio frequentava il
don Lorenzo, grande ex giocatore e catechismo, suscitò il mio interesse, perché desiderava fare
capacissimo educatore, passavamo le qualcosa per i poveri. Quel papà è Christian. L’ipotesi di
ore, impegnati in interminabili e realizzare una mensa territoriale per i bisognosi non era pos-
indimenticabili partite di calcio, sibile, perché la basilica è isolata rispetto ai quartieri e al
tralasciando, a volte, i nostri doveri centro di Roma e i pasti sarebbe stato necessario portarli lì
“polisportività” quale momento di sempre. scolastici. dove ci sono i poveri. Così, con un’esperienza di mensa rea-
arricchimento personale, a giocare In alcuni casi, lo sport, col suo giro Quello che ricordo con grande lizzata alla Parrocchia di San Gregorio VII con la Società
sempre dando il massimo e milionario, sembra davvero dare uno commozione sono gli insegnamenti, San Vincenzo de’ Paoli di Roma, che ancora oggi continua
rispettando l’avversario. schiaffo violento alla miseria e alla agonistici e non, di don Lorenzo. In la distribuzione dei pasti a Stazione Termini, pensammo di
La scena più bella dei recenti povertà. Va comunque riconosciuto continuazione ci ripeteva che, per coinvolgerli per programmare la consegna nei luoghi in cui
campionati del mondo di calcio è stata che moltissimi sportivi, che vincere nella vita, bisogna fare squadra loro non fornivano copertura. La stessa San Vincenzo con il
l’abbraccio tra i calciatori della finale a guadagnano cifre astronomiche, fanno ed essere sempre uniti e tolleranti del suo presidente, Giuliano Crepaldi, ci aprì alla possibilità di
risultato conseguito. Certo, il risultato molta beneficenza, condividendo, nostro prossimo e, soprattutto, amare e portare ogni venerdì sera a San Pietro la cena ai poveri».
è un valore da rispettare, che premia come è giusto che sia, la loro rispettare la nostra famiglia ed il Christian, mentre continua a risottare la pasta
passione e determinazione, ma non ricchezza con chi è povero, soffre o è nostro Paese (all’epoca assai con un aiutante speciale, suo figlio, interviene e
può mai essere un momento di emarginato. martoriato). racconta che l’idea origina dalla passione di Carlo
divisione. Bisogna anche sottolineare che in L’oratorio della parrocchia era, per per la cucina, cresciuta in tempo di pandemia, e
Chiunque voglia praticare lo sport, alcuni casi praticare uno sport può tutti noi ragazzi, la nostra seconda casa dalla possibilità offerta da padre Paolo di poter
ovunque, deve essere portatore di quei essere molto costoso e non tutti e, nonostante mille difficoltà, è stata utilizzare la loro cucina funzionale e di grandi di-
valori sani ed irrinunciabili che riescono a farlo, specialmente a livello anche la migliore scuola di vita che io mensioni. «In questa avventura — prosegue Christian
appartengono a coloro che vogliono agonistico e professionale. Le famiglie abbia conosciuto. —che va avanti da due anni, abbiamo coinvolto altri papà, i
confrontarsi non con la forza dei meno abbienti fanno molta fatica a La guerra era finita da poco, la vita cui figli frequentavano il catechismo, e ottenuto un’ottima ri-
muscoli, ma con l’energia della propria sostenere le spese necessarie a far delle famiglie era difficile, i nostri
testa e personalità. praticare una disciplina sportiva a amati genitori erano sempre occupati a
Nasce così un tutt’uno fra corpo e livello agonistico ai propri figli, anche cercare, con grandi sacrifici, di
mente, fra valori e regole, che consente se lo Stato, attraverso le sue strutture assicurarci un futuro e poco tempo
allo sport di riunire, di mettere sportive, cerca di aiutare chi non può restava per seguire ed educare i figli.
insieme. Lo sport anche come permetterselo. Gli oratori delle parrocchie nei vari
espressione della propria personalità, Un povero, una persona che vive ai rioni della città, negli anni tra il 1950
del bisogno di comunicare. margini delle nostre città, come vede e il 1960, davano a tutti i ragazzi la
Pensando ai luoghi della privazione, lo sport e gli enormi guadagni di possibilità di vivere insieme, al sicuro,
constatiamo quanto sia necessario lo alcuni sportivi? Beh, sicuramente con sotto lo sguardo di sacerdoti con
spazio per il movimento personale e lo sguardo di chi dice: «Mi basterebbe grande capacità educativa che, in
quanta ricchezza ci sia nel potersi solo una piccola parte, ma davvero una particolar modo nei campetti di
confrontare in competizioni sportive. È piccolissima parte, di quello che calcio, riuscivano a farci comprendere
profondamente errato sopprimere guadagna quel campione per la forza di una squadra, la fatica, la
(come è avvenuto) impianti sportivi per risollevare la mia condizione». Lo dice voglia di vincere sempre anche nella
costruire edifici di reclusione. E con però senza odio, rancore o invidia, vita, con correttezza e onestà
quanto ritardo si sta diffondendo la proprio perché lo sport, come la cristiana.
concezione di spazi di reclusione, che musica, unisce tutti e non divide mai Negli anni ’60, il campetto di calcio
non siano privi di luoghi per il lavoro, nessuno. della parrocchia di sant’Ippolito fu
la cultura, il sapere, lo sport, il teatro. Per onestà di cronaca, va detto che, a demolito per lasciare il posto ad una
Su tutto questo l’Italia deve avere il fronte di persone che grazie allo sport grande e bruttissima costruzione. È
coraggio di compiere poderosi passi in hanno compensi fuori dal comune senso stata sicuramente una perdita per tutti
avanti, mettendo da parte gli interessi della ragione, vi sono sportivi, anche di i ragazzi del quartiere.
economici, per dare alle persone la alto livello, che mettono soldi di tasca Oggi purtroppo gli oratori con un sposta in termini di disponibilità che ci ha consentito di or-
possibilità di esprimere il proprio propria per praticare la loro disciplina. campetto di calcio sono praticamente ganizzare tre squadre che si alternano, ogni venerdì, per pre-
potenziale umano. Anche attraverso lo Ma queste considerazioni le lasciamo a scomparsi a Roma, e, credo, in parare circa 60 pasti per i poveri di piazza San Pietro. Mio
sport. chi di dovere. buona parte dell’Italia. Con essi è figlio spesso mi accompagna e condivide con me l’esperienza
Tornando alla domanda se lo sport finita un’epoca: l’epoca in cui, anche di cucinare per chi ha bisogno».
S.C. crea disparità tra ricco e povero, la senza motorino, automobili, telefonini Nel frattempo, Carlo assaggia il cibo prepara-
risposta è ovviamente: «No». Ma la e quant’altro, la nostra gioventù to, che deve essere buono come quello sulle nostre
riflessione che volgiamo portare cresceva felice, senza stupidi ed tavole, e vigila sui tempi, perché quei pasti arrivi-
all’attenzione di chi legge è questa: per inutili lussi, “sfornando” grandi no il più possibile caldi nelle mani di chi lo rice-
Per tutti un povero sentire parlare di cifre campioni del calcio che tutto il ve.
milionarie fa rabbrividire. Per questo mondo ci ha invidiato e grandi Quando si fa il bene, non c’è tanto altro da ag-
o per pochi? diciamo che sarebbe sempre bello, campioni nella vita. Era la gioventù giungere. Il desiderio di non voler essere celebra-
giusto e onorevole che, da sportivo, chi che, dopo la guerra, ha ricostruito il ti, lo sguardo basso, la timidezza persino nel dire
Diciamo subito che lo sport, come vive di sport e nello sport non smetta nostro Paese, giocando anche a il proprio nome e nell’uso delle parole testimonia
la musica, è una di quelle poche cose mai di aiutare chi purtroppo sta ai pallone, negli amati e rimpianti che quei papà, come tanti altri uomini e donne di
che nella vita uniscono le persone. Lo margini e soffre ogni giorno per oratori delle nostre Chiese che tanto buona volontà, si incontrano nel silenzio di una
sport non fa distinzioni di genere, di riuscire a tirare avanti. ci mancano. cucina col il solo desiderio di aiutare i fratelli più
razza, di religione. Unisce tutti. piccoli e più poveri.
Anche ricchi e poveri? Sì, ma non ANGELO ZUROLO ALESSANDRO
pagina 12 marzo 2023
L’altra copertina
Che m’importa!
del cardinale ENRICO FERO CI Sono rimasto affascinato da quei visetti bambini sotto, sprizzando gioia, gridavano Abruzzo nelle case attrezzate dalla parroc-
A
spauriti, ma sorridenti: sono stato conqui- a squarciagola: «Macaco… macaco… doneuricu chia per quelle esperienze che ancora oggi,
nni ’90 del secolo scorso. C’e- stato! Ero lì… cercavo di donare gioia e spe- macaco…». Che m’importa! Che m’importa! dopo tanti anni, se ne ha il ricordo piacevo-
ra ancora la guerra in Mozam- ranza. Ho iniziato a giocare con loro, a cor- Sì, ero un “macaco”, ma loro erano felici! lissimo. Una volta avevo con me bambini
bico. Ho incontrato, guidato rere… e loro piccolini, come nugoli di uc- Un po’ clown di Gesù Cristo come San Fi- piccolissimi. I genitori me li avevano affi-
dalla Provvidenza, un villag- celli simili agli stormi delle nostre serate lippo Neri. dati. Ed una mattina, forse alle 6 (dormivo
gio — Mafuiane — nei pressi d’autunno che volteggiano all’imbrunire, a Me ne ricorda, questo flash, un altro, tra nella stanza al piano terra e loro nella stan-
della capitale Maputo, dove la gente im- rincorrermi. A destra… a sinistra… fin i tanti momenti di serenità e di gioia. za sopra di me), mi sono svegliato perché
paurita cercava di sopravvivere. I bambini quando, come per sfuggire all’accerchia- In quel periodo organizzavo anche cam- sentivo i passetti dei bambini. Problemi?
erano tanti: grandi sorrisi nonostante tutto. mento, mi arrampicavo su un albero. E i peggi estivi con i bambini. Si andava in Corro di sopra, entro nella stanza e trovo
che stavano intorno ad un lettino dove c’e-
ra Meme in pianto: «Che succede?», doman-
do. «Meme piange perché vuole la mamma», ri-
spondono in coro. Si accende la lampadina
della fantasia: «Ma come, proprio oggi che dob-
biamo andare a cercare funghi!... Su, svelti… le
scarpe e andiamo…». I bambini corrono a
mettersi le scarpe, anche Meme. Scendono
per le scale e, in fila indiana dietro di me, in
pigiama, in giro per il paese, poi sulla colli-
netta, poi sotto la grande quercia, poi nei
campi… Cerca… Cerca... Niente! Arriva-
no le 8. «È tardi, sono le 8… è ora di colazione…
le cuoche ci aspettano… via di corsa a casa…».
Anche Meme, cioè Emanuele, che non
piange più, come non aveva pianto quando
la mamma mi ha permesso, nella notte di
Natale, di portarlo in processione e depor-
lo nella culla (aveva un mese) davanti al-
l’altare,
altare, mentre la gente guardandolo dice- dice
va: «È È vivo!... È vivo!».
vivo! Un bambinello in
carne ed ossa. Ora è sposato e sereno.
Che m’importa! Che m’importam —mi di-
cevo anche allora — se la gente mi guarda
con il sorrisino, come si guarda la chioccia
con i suoi pulcini, mentre vado in giro per il
paese. Che m m’importa. Loro sono felici!
La poesia di padre Davide Maria Turol Turol-
do (in questo tempo lo ricordiamo perché
ricorre il giorno dell’incontro
dell con il suo Si-
gnore e lo pensiamo lì a giocare con Lui)
mi supporta:
Andrò in giro per le strade
zufolando così,
finché gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto
coi bambini a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane della torre a più riprese
finché non sarò esausto.
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.