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Associazione

Nazionale
Marzo - Aprile 2018

Reduci dalla
Prigionia
n. 3-4

dall’ Internamento
dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari

rassegna rassegna
mensile
informativo-culturale
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB ROMA

mensile socio-culturale
della anrp dell’anrp

n e l 7 3 ° a n Ni v e rsario d e lla lib e ra z io n e

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal Quirinale si


rivolge ai “rappresentanti delle Associazioni combattentistiche, partigiane
e d’arma, e attraverso loro, a tutti gli aderenti che, in ogni parte d’Italia,
operano, con dedizione e costanza, per mantenere viva la memoria degli
eventi e trasmettere i valori della Resistenza e della Liberazione del Paese
dall’oppressione nazifascista”.
n. 3-4
Marzo - Aprile 2018
rassegna
mensile socio-culturale rassegna
della anrp mensile
informativo-culturale
dell’anrp

SOMMARIO

ANRP - LIBERI
Sede Legale e Direzione
00184 Roma - Via Labicana, 15a

3
Tel. 06.70.04.253
Fax 06.77.255.542 editoriale
internet: www.anrp.it di Enzo Orlanducci
e-mail: anrpita@tin.it

4 25 aprile 1945
Presidente Nazionale
eDirettore Editoriale
Enzo Orlanducci

Direttore Responsabile
7 i documenti del GABAILG Esposti a roma
di Rosina Zucco
Salvatore Chiriatti

Redattore Capo
Rosina Zucco
12 ONOREFICENZE dell’OMRI AI SUPERSTITI DEL RASTRELLAMENTO
DEL QUADRARO
Redazione di Fabio Russo
Barbara Bechelloni
Fabio Russo

Registrazione
15 All’ANRP la Cittadinanza Onoraria di Lenola
di Barbara Bechelloni
- Tribunale di Roma
n. 17530 - 31 gennaio 1979

17
- Registro Nazionale della Stampa
n. 6195 - 17 febbraio 1998 IL TRICOLORE DEL GUINNESS SFILERÀ DA GALLIO AD ASIAGO
di Bruno Loi
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27-02-04 n. 46) art. 1
comma 1, DCB Roma 18 HENDRIK FREDRIK PRINSLOO. CONOSCERE LA PRIGIONIA A DODICI ANNI DI ETà
di Annamaria Calore
Gli articoli firmati impegnano

21
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Tutti gli articoli e i testi SOLDATI OTTOMANI PRIGIONIERI DEGLI ITALIANI 1911-1912
di “Liberi” possono essere, di Maria Elisabetta Rossi
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23 Il debate nella didattica Della storia
di Alessandro Ferioli
garantisce la massima riservatezza

26
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richiederne gratuitamente la rettifica a cura di Gisella Bonifazi
o la cancellazione, scrivendo ad
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00184 Roma.

Stampa
29 non solo libri
a cura di Maria Elena Ciccarello
Bottega Grafica srls
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA

Dato alle stampe il 27 aprile 2018

Un target mirato

2 di 8.000 lettori.
radici
di Enzo Orlanducci

Per un periodico come Liberi è difficile essere al passo con gli avvenimenti socio-
politici più significativi.
Pensavamo, in questo numero di parlare di politica, forse ingenuamente, celebrando
magari l’avvento di periodi migliori rispetto a quelli ormai alle nostre spalle. Confida-
vamo in una rigenerazione della nostra democrazia, ma purtroppo ci rendiamo conto
di aver peccato di ottimismo.
A pochissimi giorni dalle cruciali elezioni del 4 marzo, il quadro politico si è andato via
via complicando, mentre non accennano a diminuire i livelli di grave scontento sociale.
Inoltre stiamo assistendo al risorgere di temi che pensavamo ormai definitivamente su-
perati nelle corde degli italiani, eppure un revival di fascismo, sionismo, razzismo sono
prepotentemente entrati nel nuovo quotidiano. L’abbiamo visto anche per il 25 aprile
dove si sono registrate sempre più manifestazioni e cortei carichi di violente tensioni.
Addirittura quest’anno anche nei confronti dello spezzone di corteo a Milano, quando
transitavano i Labari delle associazioni degli ex deportati e internati nei campi di con-
centramento nazisti.
Questi temi rappresentano la priorità delle nostre preoccupazioni e l’essenza della no-
stra mission, densa di impegni interni ed esteri, attenti a educazione, cultura, conflitti
generazionali, disagio sociale, sicurezza ecc.
L’unica possibilità per riuscire ad affrontare la scrittura di questo editoriale è ricorre-
re all’ironia, anche se non basta a giustificare la nostra funzione informativa.
Purtroppo cosa ci si può aspettare da un Paese che, dopo settant’anni, sembra non
riuscire ancora a raggiungere una sua “normalità” istituzionale? Come molti lettori
sapranno, infatti, dal luglio 1946 ad oggi, abbiamo avuto 65 crisi di governo, durate in
media 33,23 giorni l’una; sommate formano un governo “in ordinaria amministrazio-
ne” lungo 2.160 giorni (5 anni e 11 mesi: poco più di una legislatura intera). L’8,25%
della nostra storia è trascorso fra consultazioni, incarichi esplorativi, elezioni antici-
pate, ricerca di nuovi assetti politici. I nostri governi hanno avuto una durata media di
402,75 giorni (dei quali 369,52 nella pienezza dei poteri).
E adesso? Ci stiamo chiedendo tutti. Risponderemo a questo punto, parafrasando
Vasco Rossi, noi siamo ancora qua. Siamo ancora qua con le nostre aspirazioni di
giustizia, con i nostri progetti, con le nostre fatiche, con la voglia di stare insieme
per risolvere i problemi che incontriamo; siamo ancora qua con la non sopita voglia
di cambiare in meglio le cose e di fare la nostra parte. Siamo ancora qua con la no-
stra vita individuale e collettiva, con i nostri sogni e le nostre sofferenze e da questa
certezza dobbiamo ripartire. Tutto questo non andrà in soffitta, non si può aspettaere
all’infinito che il quadro politico si chiarisca. La vita non aspetta.
25 aprile 1945
La liberazione del nostRo
paese dal regime fascista e
dall’occupazione nazista
“Rievochiamo in questi giorni quel quanti furono artefici di quel gior-
25 aprile 1945, quando il Comitato no storicamente così importante
di Liberazione Nazionale Alta Ita- per il nostro Paese.
lia chiamava alla insurrezione ge- Gran parte dell’Italia era già stata
nerale. Pensando a quel momento liberata. La Resistenza, attiva dal
storico il nostro pensiero è rivolto ‘43, aveva combattuto con cre-
al presidente Sandro Pertini e a scente intensità dal sud al nord del
Paese, pagando un prez- di malintesi egoismi na-
zo altissimo in termini zionali.
di vite umane, cui si Chi ha lottato, chi ha sa-
aggiungevano le orribili crificato la propria vita,
repressioni che hanno per la libertà, per la giu-
colpito cittadini inno- stizia e per la democrazia,
centi e indifesi, anziani, costituisce un esempio per
donne e bambini. tutti e ci ha consegnato un
Alle vittime di queste patrimonio di valori che
tragedie si aggiunsero i va custodito e trasmesso.
martiri della divisione L’azione, che, attraverso
Acqui nelle isole Ionie. le associazioni che rap-
Gli internati militari: presentate, viene posta
650.000 soldati depor- in essere, rappresenta un
tati nei campi di con- servizio alla democrazia
centramento perché si e alla memoria del nostro
rifiutarono di combatte- popolo.
re nelle file nazifasciste, é di grande importanza far
trattati così duramente conoscere ai giovani, con
che ben 50.000 non fe- le testimonianze e la co-
cero più ritorno. I mili- erenza delle vostre scelte
tari del primo raggrup- passate, il valore dell’im-
pamento motorizzato pegno, della responsabili-
caduti nella battaglia di tà e della solidarietà.
Montelungo e quanti, Ai nostri militari, che han-
nelle fila dell’esercito no raccolto la tradizione di
del sud, presero parte alla Guerra ciazioni Combattentistiche tanti nobili esempi di dedizione, di
di Liberazione. e Partigiane, Claudio Betti altruismo, di sacrificio, rivolgo il
A tutti loro è rivolto il nostro pen- e il Presidente del Consiglio saluto più cordiale ed esprimo ri-
siero e l’abbraccio del ricordo del- Nazionale Permanente delle conoscenza del Paese per il prezio-
la Repubblica. Associazioni d’Arma, Mario so impegno quotidiano, in patria
La Resistenza fa parte della nostra come in terre lontane, al servizio
Buscemi.
storia. Nata spontaneamente nelle della pace e della sicurezza. Po-
città, nelle periferie, nelle campa- chi giorni orsono, alle Fosse Ar-
gne e sulle montagne, coglieva il “Tutti questi eventi, comporta- deatine, ho reso omaggio a quelle
bisogno di pace, di giustizia e di li- menti, passioni, generose dedizio- vittime innocenti, nella ricorrenza
bertà. Ha ridato dignità alla Nazio- ni vanno ricordati costantemente, di una barbarie che non potrà mai
ne. Le Forze Armate vi hanno dato, con convinzione, anche perché, trovare spiegazione umana. Nell’a-
con il Corpo italiano di liberazio- in tanti Paesi, le società di oggi, scoltare l’appello delle 335 vittime
ne, il loro prezioso contributo”. pur passate attraverso i drammi trucidate, si viene presi dallo sgo-
umani, le sofferenze e le macerie mento per tanta aberrazione e tanta
del ventesimo secolo, sembrano, violenza. Proprio sulla base della
Un messaggio forte e chiaro talvolta, aver attenuato gli anti- constatazione dell’abisso di soffe-
quello lanciato dal presiden- corpi all’egoismo, all’indifferen- renza e di disumanità che hanno
te della repubblica Sergio za e alla violenza, avvertiti in- subito nostri concittadini in quei
Mattarella nell’intervento tensamente dalle generazioni che tragici anni, possiamo guardare
pronunciato al Quirinale, hanno vissuto il secolo delle due con grande ammirazione e rico-
guerre mondiali e le crudeltà delle noscenza all’eroismo, al corag-
al quale hanno preso parte,
dittature”. gio, alla tenacia e all’operosità di
tra gli altri, le Ministre del- “Affiorano ogni tanto - ha prose- quell’Italia che ha saputo ricostru-
la Difesa e dell’Istruzione, guito Mattarelli - segnali che ma- ire e offrire alle nuove generazioni
senatrici Pinotti e Fedeli; il nifestano rigurgiti di autoritarismi, una patria libera e pacificata”.
Presidente della Confedera- di negazionismi, di indifferenza ri- Il presidente Mattarella, ha con-
zione Italiana fra le Asso- spetto ai fondamentali diritti della
persona umana, di antisemitismo,
cluso così il suo intervento: “Nel-
la ricorrenza del 73° anniversario 5
della Liberazione, mi rivolgo a Pinotti - i richiami, troppo fre- vita dei civili presi in ostaggio”.
tutti voi, presidenti e rappresen- quenti, ai simboli di regimi nefan-
tanti delle associazioni combatten- di, o la fascinazione per i moder- “Con grande riguardo per il
tistiche, partigiane e d’Arma, per ni autoritarismi, che non possono significato, quanto mai at-
esprimere il mio sincero apprezza- essere confusi con forme più effi-
tuale, dei valori politici e so-
mento per il vostro compito di cu- cienti di democrazia, ma sono al
stodirne i valori, e mi permetto di contrario inganni per svuotare la ciali conquistati allora, e che
esortarvi a cercare costantemente democrazia di ogni valore e signi- abbiamo il dovere di conse-
nuove idee, energie e iniziative per ficato autentico” . gnare intatti ai nostri figli”.
trasmettere questo patrimonio alle Nei fatti compresi fra l’8 Settem-
nuove generazioni”. bre 1943 e il 25 Aprile 1945, af- Con il pensiero rivolto agli Italiani
fondano “le radici dell’Italia di di allora “che vissero una fase stra-
Intervento del oggi e le fondamenta della nostra ordinaria e drammatica della nostra
Ministro della difesa democrazia costituzionale”. storia, e che lo seppero fare anima-
Nel suo discorso il Ministro della Giorni che videro una straordina- ti da giusti ideali ed eccezionale
difesa Roberta Pinotti ha ribadito ria reazione del Paese, “reazione coraggio” il Ministro ha aggiunto:
l’importanza di “guardare a quel che non a caso ha preso il nome “Li salutiamo idealmente per il tra-
periodo così fondamentale per la di Resistenza”, durante i quali mite dei più alti rappresentanti del-
nostra storia” non solo per scrivere venne la risposta militare da par- le associazioni combattentistiche
più dettagliatamente quella pagina te delle Forze armate “provate e partigiane, e delle associazioni
“ma soprattutto per negare ogni ma non vinte da anni di conflit- d’arma. Queste associazioni sono
alibi a chi, con slealtà, sfrutta ogni to”, venne la risposta dei parti- un patrimonio nazionale, sono un
incertezza per proporre revisioni- giani, dei singoli “che non esi- patrimonio di conoscenza e sono
smi o ripensamenti”. tarono ad affrontare la morte per custodi di valori fondanti per la
“Ci inquietano - ha proseguito la difendere, col proprio gesto, la nostra collettività”.

6
i documenti del GABAILG
Esposti a roma
Dopo essere stata esposta dall’8 Ricerche, è stata allestita nella Sala di Rosina Zucco
al 19 gennaio presso l’Istituto Ita- conferenze della sede dell’Asso-
liano di Cultura a Berlino, è stata ciazione, in via Labicana 15.
presentata anche a Roma la Mo- Alla presenza di un folto pubbli-
stra “Italia - Germania: insieme per co particolarmente motivato, ha
una politica della memoria”, pro- fatto gli onori di casa il presidente
mossa e organizzata dall’ANRP dell’ANRP, Enzo Orlanducci. “La
con l’obiettivo di contribuire a far realizzazione di questo evento è
luce sulla drammatica vicenda dei stata resa possibile, ha ricordato,
650 mila militari italiani interna- dai Ministeri degli Esteri tedesco e
ti nei lager nazisti, che dopo l’8 italiano, dagli Ambasciatori della
settembre 1943 opposero un netto Repubblica Federale di Germania
“NO!” alle richieste di collabora- a Roma e d’Italia a Berlino, dal-
zione con la Wehrmacht e con la la Direzione dell’Unità di analisi,
Repubblica di Salò. programmazione, statistica e do-
Inaugurata il 21 febbraio e pro- cumentazione storica - Archivio
rogata fino al 9 marzo, la Mostra, storico del Ministero degli Affa-
curata da Luciano Zani e patroci- ri Esteri italiano e dal Direttore
nata dal Consiglio Nazionale delle dell’Istituto Italiano di Cultura a

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Berlino”. Al saluto di Orlanducci Mostra permanente “Vite di IMI”, degli internati militari in Germa-
è seguito quello del Capo Ufficio resa ancor più suggestiva e coinvol- nia. Il tutto era stato corredato da
Culturale dell’Ambasciata della gente grazie all’introduzione della supporti multimediali interattivi,
Repubblica Federale di Germania multimedialità. Quindi, attraverso utilizzabili per sfogliare agevol-
a Roma, Stefan Schneider, e del il Cortile della Memoria, il visita- mente alcuni materiali dell’Archi-
Ministro plenipotenziario degli tore poteva accedere direttamente vio storico della Farnesina: gior-
Affari Esteri, Carmine Robustelli. alla sesta sala, dove è documentato nali, testimonianze del direttore
Il contenuto e le peculiarità della il periodo che va dalla liberazione del Servizio Assistenza Internati
Mostra sono state illustrate da Lu- degli IMI al loro rientro in patria, e di funzionari del Partito Fascista
ciano Zani, mentre Federica Onel- ricostruito attraverso oggetti, scrit- Repubblicano, lettere di Filippo
li, dell’Archivio storico del MAE- ti e testimonianze degli internati e Anfuso, ambasciatore a Berlino,
CI, ha parlato del ritrovamento dove è possibile consultare, su di- del ministro Graziani e dello stesso
della documentazione e di come il spositivo touch screen, il database Mussolini. Tutta la documentazio-
prezioso materiale sia stato catalo- Albo degli IMI Caduti. ne fa parte, come detto, di una se-
gato per una corretta fruizione. Nella Sala conferenze, era esposta zione speciale del Ministero degli
Nonostante i giorni seguenti all’i- in sette teche l’interessante docu- Affari Esteri della Repubblica So-
naugurazione siano stati caratteriz- mentazione inedita dell’Archivio ciale Italiana (GABAILG - Gabi-
zati da avverse condizioni atmo- Storico-diplomatico del MAECI netto Assistenza Italiani Lavoranti
sferiche di eccezionale portata per a cui si affiancavano altri reperti in Germania) istituita a inizio 1945
la Capitale, la Mostra ha visto la originali provenienti dalla Mostra per dare applicazione agli accor-
presenza di un qualificato pubblico permanente. Una serie di pannelli di italo-tedeschi di Bellagio, che
di visitatori, tanto da essere proro- esplicativi distribuiti sulle pareti avrebbero dovuto definire i termi-
gata di qualche giorno, per soddi- con didascalie in italiano e tedesco ni dell’impiego degli ex internati
sfare le richieste. focalizzava il tema centrale della militari e dei molti connazionali
Il percorso espositivo, un viaggio Mostra: gli infruttuosi tentativi che che già lavoravano nelle fabbriche
attraverso documenti di alto valo- la Repubblica Sociale Italiana cer- del Reich. In contatto con la Cro-

8 re storico e diplomatico, prendeva


l’avvio dalla sala d’ingresso della
cò di porre in atto per risolvere la
gestione della grande moltitudine
ce Rossa, la sezione fu attiva per
meno di tre settimane durante le
quali il responsabile, Delfino Ro- treni che portavano gli aiuti erano del Partito Fascista Repubblica-
geri de Villanova, cercò di rimpa- pochi e spesso non potevano pas- no, nel settembre 1944, riferisce
triare lavoratori e internati dalle sare sul territorio svizzero perché come la popolazione lamenti che
zone nelle quali avanzavano gli scoperti. “il Governo, dopo essersi quasi
eserciti russo e anglo-americano. Dai documenti del GABAILG disinteressato di loro nel periodo
Dai documenti si evince con chia- emergono anche le divisioni inter- di internamento, seguiti a fare al-
rezza la diatriba di non facile solu- ne alla RSI, tra l’ala radicale che trettanto adesso”. “La situazione
zione tra Mussolini e il ministro propendeva per abbandonare gli a tale riguardo permane gravissi-
della Guerra, Rodolfo Graziani, IMI al loro destino, quale punizio- ma” ammette Filippo Anfuso, am-
con le autorità del Reich: per i ne per la mancata adesione a Salò, basciatore di Mussolini a Berlino,
primi, infatti, la necessità predo- e quella moderata che si batteva nell’ottobre 1944.
minante era quella di creare un per aiutarli. Un conflitto esemplifi- Esposta anche una lettera del 12
esercito repubblicano, cosa alla cato dalle vicende del giornale “La gennaio 1945 inviata al generale
quale le autorità del Reich erano Voce della Patria”, chiuso per aver Umberto Morera, Capo della Mis-
fermamente contrarie. Il Ministero ospitato le denunce degli Interna- sione militare italiana a Berlino, in

degli Affari Esteri della RSI cercò, ti e aver descritto, a firma del suo cui Mussolini lamenta l’inaffidabi-
pur tardivamente, di migliorare le direttore Guido Tonella, le “torme lità tedesca: “Nel luglio del 1944,
condizioni di vita e di lavoro dei cenciose e denutrite” dei militari fui pregato di andare a Monza,
soldati prigionieri, di mantenere italiani, “bastonati a sangue” in per parlare ad alcune centinaia di
i contatti e distribuire loro cibo e mezzo ad “insulti umilianti e im- soldati italiani in partenza per la
vestiario provenienti dall’Italia. meritati”. Ma anche “Brescia Re- Germania. La cosa si svolse benis-
Tuttavia nel caos successivo all’ar- pubblicana” scriveva di difficoltà simo, fra un sincero entusiasmo.
mistizio fu difficile pianificare e insormontabili. Io dissi loro che andavano in Ger-
realizzare interventi e aiuti, il che Una “Riservata Personale” del di- mania per un periodo di istruzione
agevolò i nazisti nell’utilizzare rettore del SAI (Servizio Assisten- e che, come era accaduto per la
i prigionieri come forza-lavoro, za Internati) del 31 agosto 1944 Monterosa, sarebbero ritornati in
soprattutto dopo il nuovo cambia- recita: “Mi agita e non mi lascia Italia. Uguali discorsi tennero a
mento di status in “lavoratori ci- dormire di notte il pensiero che an- Bassano e Mestre i sottoministri
vili” dell’agosto 1944. Le autorità cora una volta l’assistenza a cui si Barracu e Basile. Ora le promesse
tedesche fornirono vestiario solo al intitola il mio Servizio sia soltan- non sono state mantenute affatto.
10% degli internati, i pacchi resta- to una parola scritta sulla testata Gli uomini sono stati dispersi in
rono fermi negli uffici postali ita-
liani, alla frontiera o nei campi, i
delle lettere, anziché una realtà
fattiva ed operante”. Un delegato
tutte le direzioni, al lavoro, senza il
minimo impiego o addestramento 9
militare. Tutto ciò è deplorevole e constatato che molti di essi, ottimi sono evidenziate nella Relazione
deleterio. Quegli uomini sono stati soldati fino alla data della trasfor- delle visite ai campi degli ex in-
ingannati e avrebbero e hanno ra- mazione degli internati a lavorato- ternati italiani, 5 ottobre 1944: “…
gione di giudicarci molto severa- ri liberi, pretendono di essere con- Ancor oggi gli ex internati vengo-
mente. Vi prego di farli rintraccia- siderati civili […] Purtroppo molti no bastonati a sangue e persino si
re e entweder = oder o tornano in nostri connazionali preferiscono è verificato qualche decesso in se-
Italia o restano in Germania come fare i servi piuttosto che i soldati; guito a bastonature…”
soldati, perché io, non intendo di è triste ma è la verità!”. La lettura dei documenti esposti
turlupinare alcuno”. Graziani certifica il fallimento ha suscitato grande interesse non
La Mostra ha evidenziato docu- della RSI in una riunione del 20 solo tra i numerosi docenti e stu-
menti grotteschi, come un auto- gennaio 1945 tra i vertici italiani e denti della scuola secondaria che
grafo di Mussolini a Himmler del tedeschi: le quattro divisioni rien- hanno avuto la possibilità di visi-
14 agosto 1944: “selezionare nella trate dalla Germania “sono organi- tarla, tra cui quelli del Liceo clas-
massa degli ex internati quelli che smi inerti e passivi” e “non hanno sico Orazio e del Liceo scientifico
hanno una statura minima di metri mezzi per muoversi”, perché “la B. Russel, ma ha riscosso grande

1,75 e furono bersaglieri o CC.N.; parola d’ordine tedesca è che gli attenzione da parte di un pubblico
addestrarli per almeno sei mesi in italiani non possono e non debbo- di “addetti ai lavori” che, esperti
Germania; farli combattere per al- no essere utilizzati come soldati dell’argomento, ne hanno colto le
meno altri sei mesi in unità tede- ma solo come lavoratori”. sottigliezze diplomatiche. I carat-
sche, dopo di che rientrerebbero in In una ottava teca erano esposti teri peculiari della documentazione
Italia come unità italiana”. i fogli manoscritti della “lettera sono stati tratteggiati efficacemen-
In un colloquio del 29 marzo 1945, aperta” a “La Voce della Patria” te dallo stesso curatore Luciano
Anfuso recrimina per “l’errore dell’internato militare italiano Zani all’ambasciatore Francesco
commesso nella politica germani- Giovanni Brunetti (n. 180540, M. Talò, coordinatore della Cyber-
ca verso gli internati dai quali si Stammlager IV D), datata Pasqua security del Ministero degli Affari
sarebbero potuti ricavare almeno 1944: “…Sei mesi dopo siamo ri- Esteri e della Cooperazione Inter-
200.000 soldati”. Un rapporto del dotti d’un sesto del peso che pos- nazionale, che ha visitato la Mo-
gennaio 1945 prende atto della re- sedevamo…Sei mesi dopo siamo stra il 26 febbraio ed ha espresso
sistenza degli IMI: “Sono già stati ridotti come tanti straccioni, o vivo apprezzamento per l’inizia-
individuati 1.490 militari italiani peggio come tanti Arlecchini… tiva promossa dall’ANRP, grazie
presso la 100a Jager Divisione di- Per gli italiani niente riposo, nien- alla quale si è aperto uno spaccato

10 slocata in Slovacchia. Il Capo Nu-


cleo ha visitato tali militari ed ha
te festa, merda…”
Le durissime acondizioni di vita
politico diplomatico ancora poco
conosciuto.
La Mostra ha ricevuto visitatori
fino all’ultimo. Mancavano circa
30 minuti alla sua chiusura defi-
nitiva il 9 marzo, quando, last but
not least, è intervenuta la ministra
plenipotenziaria dell’Ambasciata
della Repubblica Federale di Ger-
mania a Roma, Irmgard Maria Fell-
ner. La Fellner, dopo aver visitato
il nuovo allestimento delle altre sei
sale del Museo (in corso d’opera)
“Vite di IMI” nonché la Mostra
con la documentazione del GA-
BAILG, affollata in quel mentre
da una scolaresca, ha commentato
con grande sensibilità e compe-
tenza la documentazione esposta,
soffermandosi a leggere alcuni
documenti a suo avviso particolar-
mente significativi. Tra gli altri, è
rimasta particolarmente colpita da
quell’espressione in tedesco usata
da Mussolini nella lettera a More-
ra, entweder = oder, quasi un ulti-
matum, un out out nei confronti dei
tedeschi. Le carte che sono state
esposte parlano con estrema chia-
rezza, denunciano il male, la vio-
lenza gratuita; sono esplicite nella
loro durezza e rendono finalmente
giustizia alle sofferenze inenarra-
bili sulle quali la maggior parte dei
reduci, per pudore, ha taciuto. Noi
ne accogliamo la memoria in scon-
certato silenzio.

11
17 APRILE 1944 - 17 APRILE 2018

CONSEGNATE LE ONOREFICENZE
Dell’OMRI AI SUPERSTITI DEL
RASTRELLAMENTO DEL QUADRARO
di Fabio Russo Sono stati insigniti delle onorifi- Mola, Oreste Prosperi, Giuseppe
cenze di Commendatore dell’Or- Schiavoni, Umberto Spadoni e
dine al Merito della Repubblica Guido Di Roma, deceduto il 18
Italiana, i sopravvissuti viventi febbraio 2018 e per cui è stato riti-
del rastrellamento del Quadraro. rato il diploma dal figlio.
A consegnare i riconoscimen- “Sono onorata di accogliervi nella
ti, nell’Aula Giulio Cesare casa dei cittadini romani, in un
del Campidoglio, la Sindaca di anniversario che ha reso Roma
Roma Virginia Raggi a: Renato ancora più famosa per il suo corag-
Corsi, Sergio Frezza, Giovanni gio. Il quartiere del Quadraro è
Intervento del presidente nazionale ANRP

Signor presidente dell’Assemblea Capitolina,


Signore e Signori,
nel porgere un sentito ringraziamento alla Sindaca di Roma, Virginia Raggi, per aver
promosso questa significativa cerimonia al Campidoglio, nella prestigiosa Sala Giulio
Cesare, consentitemi, anzitutto, di volgere un breve pensiero ai Caduti e ai tanti civili
deportati nei Lager della Germania e della Polonia, in onore dei quali sono dedicate
iniziative come quella odierna.
Ho accolto con piacere l’invito a intervenire, in qualità di Presidente nazionale
dell’ANRP - Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla
Guerra di Liberazione e loro familiari, il Sodalizio promotore, com’è noto, di un com-
plesso progetto di ricerca teso alla conoscenza e alla salvaguardia di una vicenda che ha
coinvolto i cittadini di una storica borgata di Roma, il Quadraro, durante l’occupazione
tedesca nel corso del Secondo conflitto mondiale.
L’ANRP, in memoria delle vittime anche di quella barbarie, è fortemente impegnata in
un capillare lavoro di ricerca storica, archivistica e sulle testimonianze, affinché la ri-
evocazione degli avvenimenti del passato, troppo spesso confinata nel ristretto ambito
delle scadenze commemorative, sia superata per diventare occasione di approfondi-
mento e di rilettura, al di fuori di ogni logica revisionistica o retorica, utile alle nuove
generazioni.
L’Associazione sta infatti portando avanti iniziative e progetti volti a ricostruire una
memoria che è diventata storia. Oltre alla ricerca sul rastrellamento del Quadraro, ha
realizzato l’Albo degli IMI Internati militari italiani Caduti nei lager nazisti tra il 1943
e il 1945, una banca dati on-line con oltre 50mila nominativi, e il Museo con percorso
multimediale “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager nazisti 1943-1945”,
allestito a Roma in via Labicana.
A nostro avviso abbiamo il dovere di ricordare per crescere. Fare tesoro dell’esperienza
passata ci aiuta a scegliere come organizzare il nostro futuro, poiché ogni ferita, rivista
non più solo come evento ma anche come processo, può rivelare insospettati doni, le-
zioni di vita utili a sé e agli altri.
Riflessioni, queste, che auspico possano indurre tutti noi ad operare al meglio e con
sempre maggiore impegno e dedizione per il bene collettivo e per un futuro di pace e
di solidarietà.
Confidando nella sensibilità di codesta Amministrazione nei confronti della ricerca
promossa dall’ANRP sul rastrellamento del Quadraro, siamo certi che il nostro lavoro
potrà essere supportato e tradotto in azioni concrete, affinché si completi la rigorosa
ricostruzione di fatti e situazioni, per un dovere morale nei confronti delle vittime e
affinché sia finalmente resa loro giustizia.
Concludo questo mio breve intervento, ringraziando tutti i presenti che hanno voluto
condividere questo momento significativo con i superstiti di quel Rastrellamento che
costò loro lunghi mesi di sfruttamento, di sottoalimentazione, violenze, fatiche, stenti.
A loro il Presidente della Repubblica ha conferito “motu proprio” l’onorificenza dell’
“Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Anche alla memoria dei loro compagni
che non sono più tra noi, da parte nostra va a loro la più sentita “gratitudine”.
stato uno dei centri nevral- altre storie di quel perio-
gici della Resistenza roma- do. Bisogna ricordare. La
na. Sopravvivere, nelle memoria non è un rito, è
mani di chi mostrava il un dovere e una respon-
massimo disprezzo per la sabilità”
vita umana, è stato un atto Sulla triste pagina del
di coraggio. Essere venuti Rastrellamento del
qui, oggi, a ricordarci un Quadraro, lo storico
momento importante della Pierluigi Amen è impe-
storia cittadina e nazio- gnato da anni in una
nale, è un dono prezioso. approfondita ricerca
Un patrimonio che siamo sulla base di documenti
onorati di ricevere, che ci e testimonianze inedite.
testimonia il valore di ogni Allo scopo di favorire la
singola vita umana”, ha divulgazione e la valo-
dichiarato la Sindaca di rizzazione della memoria
Roma Virginia Raggi. dell’avvenimento, l’As-
Le Onorificenze sono state sociazione ha promos-
conferite dal Presidente so diverse azioni svolte
della Repubblica Sergio in collaborazione con le
Mattarella con decreto del Istituzioni, quali la posa
primo febbraio 2018. di una lapide il 29 apri-
La cerimonia, realizza- le 2016 presso il Binario
ta d’intesa con l’ANRP 1 della stazione Campo
ha visto la partecipazione anche cupazione nazista di Roma - ha di Marte di Firenze, la richiesta
del presidente dell’Assemblea spiegato Paolo Ciani, consigliere del conferimento della Medaglia
Capitolina Marcello De Vito, della Regione Lazio, intervenendo d’Oro al Merito Civile alla
della presidente del VII Municipio in rappresentanza del governatore Memoria di Don Gioacchino Rey
Monica Lozzi, del presidente del V Nicola Zingaretti -. Quello che poi consegnata personalmente dal
Municipio Giovanni Boccuzzi, del è avvenuto con il rastrellamento Presidente della Repubblica il 12
consigliere della Regione Lazio del Quadraro, ma anche con il ottobre 2017 in una cerimonia al
Paolo Ciani, del presidente nazio- massacro ed eccidio delle Fosse Quirinale e la conservazione e
nale dell’Anrp Enzo Orlanducci, Ardeatine, non si può dimenti- valorizzazione del monumento ai
e del ricercatore storico Pierluigi care. Mi hanno colpito in questa Rastrellati che si trova nel Parco
Amen. storia le tante consonanze con XVII Aprile 1944 a Roma.
“Mi piace ricordare, con una
punta di orgoglio, che il 17 apri-
le dell’anno passato l’Assemblea
Capitolina ha dedicato, come mai
avvenuto prima, una seduta per
ricordare la drammatica deporta-
zione. Aver presieduto una seduta
come quella ha avuto un signifi-
cato particolare per Roma perché
il Rastrellamento del Quadraro è
una vicenda storica che per trop-
po tempo è stata trascurata. In
Aula Giulio Cesare siamo riusciti
a restituire a quella tragica pagina
della storia della nostra città e del
nostro Paese la degna Memoria”,
afferma il presidente dell’Assem-
blea capitolina Marcello De Vito.

14 “Oggi ricordiamo uno degli episo-


di più gravi accaduti durante l’oc-
All’ANRP la Cittadinanza
Onoraria di Lenola
Arroccato tra le alture dei monti daco ha deliberato il conferimen- di Barbara Bechelloni
Ausoni, verdeggianti in estate ma to della Cittadinanza Onoraria
aspre e pietrose in inverno, il co- all’ANRP. Motivazione del rico-
mune di Lenola ha visto ancora noscimento: dare concretezza al
una volta la presenza dell’ANRP contributo per l’attività dell’As-
a una significativa cerimonia, ma sociazione, in considerazione del
questa volta come protagonista competente e disinteressato impe-
dell’evento per ricevere la Citta- gno profuso per la riscoperta delle
dinanza Onoraria. azioni storiche e pastorali di uno
Il 23 luglio 2017 eravamo presso il dei figli migliori di Lenola, Don
Santuario della Madonna del Col- Gioacchino Rey, la cui ampiezza
le, quando la salma di don Gioac- era rimasta sino ad ora sconosciu-
chino Rey, il valoroso parroco di ta anche ai suoi discendenti.
Santa Maria del Buon Consiglio, Il conferimento della Cittadinanza
insignito della Medaglia d’Oro al Onoraria è stato deliberato anche
Merito Civile, fece ritorno nel suo per il ricercatore storico Pierluigi
paese natale, per essere poi con- Amen, promotore e curatore della
dotta in una solenne processione ricerca sul rastrellamento del Qua-
all’interno del Duomo. draro e sulla figura di don Rey.
Avevamo lasciato il paese con la La cerimonia di consegna della
consapevolezza che una sorta di Pergamena attestante le motiva-
legame fosse nato tra la nostra As- zioni della Cittadinanza Onoraria
sociazione, le istituzioni locali e si è svolta la mattina di domenica
la popolazione lenolese, certi che 11 marzo presso la Sala Consilia-
l’impegno profuso dall’ANRP per re del Municipio, alla presenza
il riconoscimento dell’alta statura dell’intero Consiglio comunale
morale del parroco del Quadraro e del suo presidente Marco Ma-
fosse stato sinceramente recepito. strobattista, del Sindaco, Andrea
Non è passato molto tempo che Antogiovanni, dei familiari di don
quella sensazione si è concretiz- Rey e di cittadini lenolesi.
zata in un gesto particolarmente Il Presidente del Consiglio comu-
significativo da parte delle rappre- nale, nel porgere un augurale salu-
sentanze del territorio di Lenola. to a tutti i presenti, ha espresso un
Il 7 novembre, infatti, il Consiglio sincero ringraziamento all’ANRP
Comunale su proposta del Sin- e a Pierluigi Amen per aver por-
tato alla luce la figura di Don Rey conoscenza di tutti l’azione esem- rischio della vita, per salvare i suoi
ed ha considerato un dovere mo- plare del sacerdote. parrocchiani e fu dispensatore di
rale e affettivo da parte del Co- Alle sue parole si è riallacciato conforto morale e materiale a chi
mune accoglierli entrambi come Pierluigi Amen, che ha delineato aveva bisogno d’aiuto in un perio-
cittadini onorari. un efficace profilo a tutto tondo do così difficile e doloroso.
Per rappresentare l’ANRP era della figura del sacerdote, dalla Il Sindaco ha affermato che il con-
stata delegata dal Presidente Enzo sua educazione e formazione al ferimento della Cittadinanza Ono-
Orlanducci, impossibilitato a inter- percorso pastorale che lo ha visto raria all’ANRP suggella la fine
venire personalmente, Rosina Zuc- vicino in un certo periodo anche di un iter, ma segna l’inizio di un
co, responsabile del Dipartimento a Giovanni Battista Montini, il momento costruttivo per il futuro,
Storia e Memoria che, nel prende- futuro Paolo VI. Pierluigi Amen affinché la memoria del passato
re la parola, si è detta onorata di ha affermato che la ricerca da lui possa essere di monito alle nuove
rappresentare l’Associazione in un condotta sulla figura di Don Rey è generazioni.
momento così significativo ed ha stata particolarmente coinvolgente Dopo foto, ringraziamenti e cor-
confermato i sentimenti profondi dal punto di vista umano, di fronte diali saluti, tutti si sono trasferiti
di solidarietà e di adesione scatu- a una figura così elevata per valo- presso la chiesa parrocchiale di
riti da un lungo percorso compiu- ri morali e per azioni esemplari di Santa Maria Maggiore per parteci-
to insieme. Dopo aver ricordato i generosità e solidarietà; ha spiega- pare alla Santa Messa in memoria
momenti salienti che hanno visto to in questo senso la sua emozione di Don Rey, celebrata dall’Arcive-
l’ANRP attivamente impegnata quella mattina del 12 ottobre u.s. scovo di Gaeta, Mons. Luigi Vari.
nella ricerca sulla figura di Don al Quirinale, quando la Medaglia Questi, prima di concludere la li-
Gioacchino Rey, “emblema di tutti d’Oro al Merito Civile conferita turgia, ha benedetto l’avello dove
quei sacerdoti che rivestirono un a Don Rey è stata consegnata dal riposano le spoglie del sacerdote,
ruolo fondamentale di assisten- Capo dello Stato Sergio Mattarella sul quale è stata apposta una lapide
za spirituale e materiale durante a S.E. Monsignor Angelo De Do- che così recita: “Don Gioacchino
i momenti più bui della guerra”, natis, Vicario di Sua Santità per la Luigi Maria Rey, parroco del Qua-
la Zucco ha accennato ai progetti Diocesi di Roma, dove il sacerdote draro in Roma, nato a Lenola il 26
portati avanti dall’Associazione: era incardinato. luglio 1888, rifulse delle più elette
l’Albo degli IMI Caduti, il Lessi- È stata quindi la volta del Sindaco, virtù sacerdotali. Durante l’oc-
co Biografico e la Mostra Vite di Antogiovanni che ha ribadito il ri- cupazione della Città eterna rese
IMI, nonché la ricerca sui deporta- conoscimento dell’azione compiu- testimonianza di eroica carità, ful-
ti civili, già avviata con quelli del ta dall’ANRP per far emergere la gido esempio di amor patrio. Spirò
Quadraro. L’auspicio è di prose- figura di don Rey, che si prodigò, a in Roma il 13 dicembre 1944”.
guire il costruttivo rapporto con il
territorio di Lenola, realizzando la
Casa della Memoria per ricordare
la travagliata storia di quella terra
e della sua popolazione durante il
Secondo conflitto mondiale.
Con voce rotta dalla commozione,
Pierluigi De Filippis, familiare di
don Rey, nonché fratello dell’ex
sindaco di Lenola Giovan Battista
De Filippis scomparso a settembre
2017, ha raccontato il difficile iter
burocratico attraverso il quale si è
reperita la documentazione neces-
saria a ricostruire la morte di Don
Gioacchino Rey e a ritrovare le
sue spoglie, al fine di restituirle al
paese natale. Un sincero ringrazia-
mento è stato espresso da De Filip-
pis all’ANRP per aver promosso la

16 ricerca e per l’appassionato lavoro,


grazie al quale è stata riportata a
dopo reggio Emilia
IL TRICOLORE DEL GUINNESS
SFILERÀ DA GALLIO AD ASIAGO
Il Tricolore più lungo del mondo, sottolineare che la bandiera tricolore di Bruno Loi
ideato e realizzato dall’Anrp ha è patrimonio di tutti gli italiani e non
una storia lunga e significativa. De- di una sola concezione politica e che
filato per la prima volta nel 1999 a la Costituzione repubblicana è base e
Roma, con i suoi 1.570 metri di lun- indirizzo della nostra società civile.
ghezza è stato iscritto nel “Guinness Il defilamento della bandiera soste-
dei Primati”. Ha poi sfilato a New nuta da oltre 1000 persone, inizierà
York (1999), a Buenos Aires (2000), nel comune di Gallio e terminerà ad
a Saluzzo (2002) e, allungato a Asiago, anche in caso di pioggia. Ad
1.670 metri, a Villacidro in Sardegna accompagnarlo ci saranno le Auto-
(2002) stabilendo un nuovo record. rità, Gonfaloni dei Comuni invitati,
Nel 2011, 150° anniversario dell’U- Labari e insegne delle Associazioni
nità d’Italia, ha sfilato a Modena bat- oltre che i rievocatori con varie di-
tendo il proprio record con il drappo vise storiche, bande musicali e cori.
allungato a 1.797 metri e successi- Nonostante le difficoltà nell’orga-
vamente a Brescia nel 2012. Ultime nizzare un evento di questa portata,
due tappe Bassano del Grappa nel si è scelto di coinvolgere il più gran
2016 e Reggio Emilia nel 2017 alla numero possibile di persone. Il Tri-
presenza del Presidente della Repub- colore del Guinness infatti è sempre
blica Sergio Mattarella. stato un simbolo di unità nazionale,
A conclusione delle celebrazioni per un vessillo al cui seguito si è sempre
il Centenario della Grande Guerra, cercato di riunire tutte le componenti
l’ANRP, unitamente al Lions Club del tessuto sociale italiano, altopia-
“Modena Estense”, ha promosso tre nese in questo caso.
grandi appuntamenti in tre diverse Anche questa volta si è fatto appel-
città italiane, individuando per la ter- lo a tutti i cittadini dell’Altopiano e
za tappa Asiago e la Comunità alto- non, senza distinzione di nazionalità,
pianese. genere, età, credo politico, religio-
La proposta è stata accolta con posi- ne, colore della pelle, a partecipare
tività e orgoglio scegliendo il giorno dando esempio di solidarietà, unità e
della Festa della Repubblica, ovve- coesione, cose di cui il nostro Paese
ro il pomeriggio di sabato 2 giugno ha bisogno soprattutto in questo pe-
2018, data altamente significativa a riodo di veti e divisioni.
...era una persona che sapeva ascoltare, e
sapeva leggere. Non i libri, quelli sono buoni
tutti, sapeva ascoltare e sapeva leggere i
bisogni della gente
A. Baricco

HENDRIK FREDRIK PRINSLOO


CONOSCERE LA PRIGIONIA A
DODICI ANNI DI ETà
di Annamaria Calore Hendrik Fredrik Prinsloo, nei pri- simi capaci di infliggere ripetute
missimi anni del 1900, era un ra- sconfitte ai britannici, e sperimen-
gazzo di dodici anni, figlio di Afri- tò sulla propria pelle il ricorso, da
kaans, ovvero figlio di coloni del parte inglese, a spietati rastrella-
Sud Africa di origine olandese, che menti, deportazioni, distruzioni
combattevano la Seconda Guerra del territorio e prigionia anche di
Boera contro la Gran Bretagna tra civili in campi di concentramento,
il 1899 ed il 1902. Nonostante la con il fine di vincere la resistenza
giovanissima età, Hendrik Fredrik boera. La Seconda Guerra Boera
aiutava i combattenti afrikaans, finalmente ebbe fine, dopo una se-
trasportando armi nelle zone di rie di lunghe trattative, nel 1902
combattimento potendo contare con l’annessione ufficiale alla
sul fatto che, data la sua giovanis- Gran Bretagna delle repubbliche
sima età, potesse passare inosser- boere che poterono, comunque,
vato. Scoperto dagli inglesi e cat- mantenere la loro identità nazio-
turato come prigioniero di guerra, nale.
fu rinchiuso insieme a sua madre, Ritroviamo H.F. Prinsloo, or-
nel campo di concentramento a mai uomo maturo, all’inizio del-
Barberton, una cittadina situata lo scoppio della Seconda Guerra
nella provincia dello Mpumalang, Mondiale come ufficiale coman-
ad est di Pretoria in Sud Africa. dante del reggimento “Botha”.
Questa precoce esperienza di pri- Prinsloo aveva già combattuto nel-
gionia, in una età nella quale le la guerra 1914-1918, nella cam-
esperienze “estreme” lasciano se- pagna del Sud Africa Occidentale
gni indelebili, l’adolescente H. e con onore, ed aveva ricevuto la
Fredrik Prinsloo la visse diretta- Croix-de-Guerre (avec Palmes)
mente ed in prima persona. Speri- dal Governo Francese di quel tem-
mentò gli effetti di una guerra che po. Quando nel 1940, sul punto
mise a dura prova il prestigio inter- di partire per il Nord Africa con
nazionale dell’Impero Britannico il suo reggimento per combattere
trasformandosi in una lotta logo- nella Seconda guerra mondiale,

18 rante, caratterizzata dalla guerri-


glia di boeri guidati da capi abilis-
fu chiamato al comando del va-
sto campo di prigionieri di guerra
italiani e tedeschi di Sonderwater e senza speranza, quale tentativo prigionia, cambiò notevolmente.
(Sonderwater in lingua Afrikaans) di sottrarsi ad un ambiente ostile e Iniziò un coinvolgimento attivo
e Zonderwater in lingua Olandese mal organizzato. sia dei prigionieri come pure del
significano “senza acqua” Prinsloo Era stato il governo del Sudafrica personale inglese presente a Zon-
accettò volentieri questo incarico. ad offrirsi di ospitare i prigionie- derwater che iniziò, a comportarsi
Il Campo di Prigionia dove giunse ri catturati dagli inglesi nei fronti con rispetto ed umanità, nei con-
era organizzato in tendopoli su di dell’Africa Settentrionale e Orien- fronti dei prigionieri con i quali
un altipiano a circa 27 miglia da tale e Zonderwater era il più gran- interagiva: scuole di lingue, scuole
Pretoria, non lontano dalle note de campo di prigionia costruito elementari per analfabeti ma anche
miniere di diamanti del Cullinan, dagli alleati durante la Seconda scuole tecnico professionali con
nel Sud-Africa a 1500 mt. sul li- Guerra Mondiale capace di ospita- relativi libri di testo; biblioteche,
vello del mare nella Provincia del re, tra l’aprile del 1941 e il gennaio un giornale, attività teatrali, musi-
Transvaal. Le tende erano sorrette del ’47, oltre 100 mila soldati cat- ca, artigianato, attività sportive e
da pali di ferro infissi nel terreno turati dagli alleati. ricreative, persino una “Cassa Mu-
arido dell’altopiano sul quale si Ma la storia stupefacente del tua Assistenza” sorta, anche que-
alternavano giornate caldissime a campo di Zonderwater, destinato sta spontaneamente tra gli stessi
nottate gelide, per via dell’escur- a entrare nella leggenda, si con- prigionieri all’interno del Campo
sione termica piuttosto elevata. La creta a partire dal 1943 quando all’insegna della più fraterna so-
zona era anche battuta da tempora- la precaria e pericolosa tendopoli, lidarietà ed anche assistenza reli-
li improvvisi e violenti con caduta risultò ormai trasformata in sorta giosa. L’opera più significativa, fu
di fulmini e, quando questo acca- di immenso quartiere di casette però la realizzazione di un grande
deva, i prigionieri dovevano usci- in mattoni rossi e legno compo- ospedale (3000 posti letti) affidato,
re dalle tende che, con i loro pali sto di 14 “blocchi” di costruzioni almeno in parte, ad ufficiali medici
metallici di sostegno, rappresenta- ciascuno e di 4 campi. Questa tra- italiani.
vano il rischio di essere colpiti dai sformazione avvenne proprio gra- Indubbiamente vari fattori contri-
violenti fulmini con il loro carico zie al Comandante Sudafricano buirono al realizzarsi di tale mira-
di morte. Il nome di campo si pote- H. Frederik Prinsloo - il ragazzo colo, ma forse non si sarebbe mai
va leggere su una delle colline che dodicenne che aveva conosciu- arrivati a tanto se in quel Campo
lo circondavano, quasi ad ammo- to cosa significasse la prigionia non fosse stato presente, con la sua
nimento della sua infelice posizio- - ormai uomo maturo e con una consapevolezza di organizzatore
ne sull’altipiano. Numerosi erano i particolare attenzione ai rapporti responsabile, un capo che non era
tentativi di fuga dei prigionieri, ma umani. Fu per questa sua peculia- solo un comandante, ma un uomo
si trattava solo di fughe disperate rità che la situazione del campo che era stato prigioniero quan-

19
do era poco più che un bambino,
che aveva vissuto le brutture della
guerra in prima persona, che ave-
va visto con i propri occhi quanto
dolore e quanta cattiveria umana
potevano scatenare uomini nemi-
ci tra di loro. Un uomo diventato
“giusto” non in modo astratto o
intellettuale, ma attraverso la co-
noscenza diretta sulla propria pelle
degli orrori ai quali la guerra può
portare.
Prinsloo dimostrò che per essere
un buon comandante bisogna ave-
re una notevole capacità organiz-
zativa e relazionale. La sua opera,
svolta in collaborazione sia con
l’YMCA che con la Croce Ros-
sa Internazionale Sudafricana ed
Italiana, fu orientata a rendere la
prigionia meno crudele possibile.
Appassionato di musica e pugilato,
fu lui a favorire l’auto-organizza-
zione dei prigionieri sia nelle atti-
vità artistiche che nello sport. Era
convinto che la dignità di una vita
normale, avrebbe reso i prigionieri
meno disperati. Pensava che una
vita in prigionia il più possibile
simile alla “normalità” potesse ri-
velarsi un deterrente a pericolose
fughe dal campo di prigionia, più
di ogni forma di controllo.
Nel Campo di Prigionia di Zon- ansie e paure venivano condivise del Capo dello Stato Maggiore del-
derwater non mancò qualche epi- collettivamente mentre si lavorava la Forza di Difesa dell’Unione ed
sodio di vendetta personale, atti di insieme, e questo aiutava molto il ulteriori riconoscimenti arrivarono
tracotanza e tentativi di fuga messi morale dei prigionieri. Non a caso, anche da Sua Santità il Papa Pio
in atto da prigionieri italiani come una volta finita la guerra, nel 1947 XII che gli conferì il riconosci-
in qualsiasi agglomerato umano. quando tutti i prigionieri italiani mento di “Benemerito”.
Ma la maggioranza dei prigionie- erano già tornati a casa ed il campo Hendrik Fredrik Prinsloo, morì in
ri italiani si rimboccarono le ma- di prigionia di Zonderwater si era Sud Africa, in quella terra dove i
niche per rendere migliore la vita ormai quasi completamente svuo- suoi genitori avevano combattuto
in quel Campo, anche con la forza tato, il colonnello Prinsloo rappre- strenuamente contro la Gran Bre-
delle loro giovani braccia. E così a sentò la Nazione del Sudafrica alla tagna nella prima e nella seconda
Zonderwater la vita diventò quasi Conferenza diplomatica tenutasi a Guerra Boera, ad Ermelo nel Tran-
accettabile, anche se la condizione Ginevra allo scopo di rivedere la svaal Orientale il 20 novembre
di prigionieri rendeva comunque Convenzione internazionale rela- 1966. La sua è stata una vita dove
tristi i loro pensieri e la posta da tiva al trattamento dei prigionieri non c’è stato posto per banalità di
casa ci metteva troppo tempo a di guerra che risaliva al 1929, re- alcun genere. Perché H.Fredrik
giungere. Le scarse notizie di quel- visione che si concluse nel 1949. Prinsloo era quel tipo di perso-
lo che stava succedendo in Italia Per meriti di solidarietà, unita- na, rarissima da incontrare, che…
(bombardamenti sulle città, fame mente a tre dei suoi ufficiali, fù “Sapeva ascoltare, e sapeva leg-
e disagi) rendeva comunque i sol- insignito dell’Ordine della Stella gere. Non i libri, quelli sono buoni

20 dati italiani ansiosi e preoccupati


per la sorte delle loro famiglie, ma
d’Italia dal Governo Italiano del
dopoguerra con l’approvazione
tutti, sapeva ascoltare e leggere i
bisogni della gente”.
SOLDATI OTTOMANI
PRIGIONIERI DEGLI ITALIANI
1911-1912
1436 furono i soldati dell’Impero guerra terrestre”. La componevano di Maria Elisabetta Rossi
Ottomano fatti prigionieri dagli ita- Giuseppe Pistilli, tenente colonnel-
liani nel corso della guerra di Libia. lo di Stato Maggiore, presidente;
Tra questi si contavano 65 ufficiali Felice Beauregard, R. console ge-
di varie armi e 18 ufficiali di gen- nerale, Giovanni Tonini, capitano
darmeria, mentre i sottufficiali era- commissario; Pietro Casali, capi-
no 57. Complessivamente la truppa tano medico. A costoro vennero
era composta di 1196 soldati e 234 aggiunti nel dicembre 1911 Bruno
gendarmi. Quanto alle spese soste- Zuculin, R. Vice console, e più tar-
nute per i prigionieri a tutto settem- di Filippo Sanguineti, maggiore del
bre 1912, queste erano così riparti- 79° fanteria.
te: lire 135328,56 per gli ufficiali; Uno dei primi ostacoli incontrati
383235,80 per i soldati; 94712,87 dalla Commissione fu quello di far
per gli ostaggi. In totale si trattava redigere l’elenco dei nominativi dei
di una spesa pari a 613377,23 lire. prigionieri di guerra. La mancanza
Queste ed altre significative infor- di un numero di matricola dell’e-
mazioni si trovano in un documen- sercito ottomano, l’omonimia del-
to di notevole interesse: la relazione la maggioranza dei prigionieri, la
finale dei lavori svolti dalla Reale difficoltà di unificare la grafia dei 1 Si tratta di un testo dattiloscritto di 55
Commissione per i prigionieri di nomi, variante secondo le regioni pagine, conservato presso la Biblioteca
guerra, redatta dal Vice-console dell’Impero ottomano, rendevano di Storia moderna e contemporanea, che
riporta la segnatura: Miscellanea D 11/2.
Bruno Zuculin1. La Commissio- assai ardua la compilazione. Tut- 2 Questo, quale esempio, il rancio previsto
ne era stata istituita il 7 novembre tavia, alla fine, si riuscì a raggiun- nel campo di Sciacca: lunedì: carne di
bue, fagiuoli, olio, aceto e cipolle; mar-
1911 dal ministro Paolo Spingardi gere lo scopo e copia dell’elenco tedì: pasta, fagiuoli, carne di montone,
“con l’incarico di funzionare quale fu consegnata all’Ambasciata di salsa, olio e verdura; mercoledì: carne di
ufficio d’informazioni per i prigio- Germania perché la trasmettesse al bue, patate, salsa, olio e verdura; giovedì:
riso, carne di montone, salsa, verdura e
nieri di guerra, a senso di quanto è governo ottomano. cipolle; venerdì: pasta, carne di bue, salsa,
stabilito dall’art. 14 del regolamen- La relazione ci informa ancora che olio, verdura e cipolle; sabato: riso, carne
di montone, patate, cipolle e pomidoro. Il
to annesso alla Convenzione IV il primo nucleo di prigionieri turchi cibo per la domenica non è indicato. Cfr.
dell’Aja circa le leggi e gli usi della proveniva da marinai che si trova- p. 23.
vano nei porti italiani, segnalarono 23 casi per reati
con ogni probabili- di contegno scorretto, ubria-
tà ancora ignari dello chezza, giochi d’azzardo, in-
scoppio del conflitto, e subordinazione, risse.
dai componenti del pi- Riguardo alla posta inviata dai
roscafo “Newa”, che si prigionieri, onde impedire che
recava a Costantinopoli si potessero comunicare noti-
con ufficiali e soldati zie militari o comunque com-
convalescenti o malati. promettenti, si stabilì che tutte
Questo primo gruppo di prigionie- dotti a passeggio sulle prossime le lettere dirette in Turchia fossero
ri sbarcò a Taranto e fu diretto alla colline”, mentre per gli ufficiali vi rimesse alle prefetture di Napoli e
volta di Caserta, rinchiuso nella era modo di frequentare il parco del Palermo, dove venivano aperte e
caserma “Aldifreda”. Ufficialmen- Palazzo Reale e anche, con una cer- lette da appositi interpreti.
te il primo reparto (così veniva de- ta regolarità, la città. Ai Comandi delle truppe a Homs,
nominato il luogo di detenzione) La relazione segnala ancora che vi Bengasi, Derna e Tobruk, venne
di prigionieri si creò il 12 ottobre. furono 72 soldati ottomani cristiani quindi richiesto di riunire e custo-
Poi con il piroscafo “Nilo”, il 25 che disertarono, trasportati sulle co- dire “tutti gli oggetti di uso per-
ottobre 1911, giunsero a Napoli 7 ste della Puglia da piroscafi austro- sonale, valori, lettere che saranno
ufficiali e 149 tra soldati e marinai, ungarici. Questi dapprima furono trovati sui campi di battaglia o
fatti prigionieri a Tripoli; il giorno considerati come prigionieri, ma abbandonati da prigionieri libera-
seguente essi furono condotti al poi la Commissione riconobbe che ti sulla parola, evasi o morti negli
forte di Gaeta, ove fu creato così il fu un errore ed essi, anche su ri- ospedali od ambulanze” e di inviar-
secondo reparto. Con la caduta del chiesta del governo greco, vennero li alla Commissione. Ma i comandi
presidio di Rodi, dopo la battaglia liberati, lasciando loro la possibilità disattesero questa disposizione: in
di Psitos, i piroscafi “Duca di Ge- di scegliere “la frontiera che ritene- tredici mesi si ebbe un solo caso di
nova” e “Sannio” con 23 ufficiali, vano più opportuna”. oggetti trasmessi: quelli appartenuti
890 soldati e gendarmi, un ulema e Quanto all’esercizio delle pratiche all’inglese Smallwood, convertito
6 impiegati furono portati a Paler- religiose, in assenza di moschee e all’islamismo e passato al servizio
mo, e poi internati nelle antiche for- guide spirituali, fu lasciata libertà dell’esercito ottomano, caduto in
tezze normanne di Sciacca, Termini ai prigionieri di compiere i riti pre- una scaramuccia presso Derna.
Imerese, Cefalù e Corleone. scritti dal Corano. Il rimpatrio dei prigionieri, una
Ma la relazione si addentra anche Tenendo poi conto dell’art. 6 della volta conclusa la pace (settembre
in notizie più specifiche. Per quel Convenzione dell’Aja, che preve- 1912), procedette piuttosto a rilen-
che concerne l’alimentazione gli deva la possibilità per i prigionieri to, sia perché i turchi era piuttosto
internati ricevevano normalmente di essere impiegati in attività lavo- restii a rilasciare i prigionieri ita-
il cibo ordinario dei soldati italiani, rative, la Commissione decise che liani, sia perché nel frattempo era
eccettuato il vino2. Nel periodo di gli internati ottomani potessero es- scoppiata la guerra tra la Turchia
Ramadan fu dato modo ai soldati sere utilizzati nei lavori di sartoria e e diverse popolazioni balcaniche.
musulmani che lo richiedevano di calzoleria, di minuto mantenimento Solo all’inizio di dicembre, previo
rispettare il digiuno. Per questo le delle caserme, di dissodamento e accordo con il governo ellenico,
caserme divennero operative anche coltivazione di terreni pertinenti furono imbarcati i prigionieri nei
la notte, onde provvedere alla di- alle caserme stesse. Ma assai scarsi porti di Napoli e Palermo e di qui
stribuzione del rancio dovuto. furono i risultati ottenuti. trasportati a Kaifa, dove giunsero il
Quanto al diritto dei prigionieri di Per gli oggetti di corredo dei pri- giorno 17.
poter circolare fuori dai luoghi di gionieri i reparti ebbero l’ordine di Nell’economia della guerra di Li-
detenzione, come previsto dall’art. provvedere con quelli del R. Eser- bia, che costò agli italiani 3431
5 della Convenzione dell’Aja, la re- cito. “Si usarono pure delle nostre morti e 4220 feriti e fu molto di-
lazione ci dice che vi fu parecchia uniformi di tela - si legge nel testo - spendiosa sul piano militare, la
resistenza da parte dei comandi dei modificate in modo da rassomiglia- questione della detenzione dei pri-
luoghi di detenzione, perché si te- re a quelle dell’esercito ottomano”. gionieri mussulmani rappresenta
meva “l’ostilità” delle popolazioni Quanto alla disciplina il contegno solo una piccola nota, ma certa-
locali e quindi possibili problemi dei prigionieri veniva giudicato in mente significativa, perché pone
di ordine pubblico. Solo a Caserta linea di massima non particolar- per la prima volta agli alti vertici

22 veniva regolarmente data facoltà ai


soldati prigionieri di essere “con-
mente turbolento. A Caserta, tra i
mesi di maggio e giugno 1912, si
nazionali il problema della moder-
na prigionia.
Il debate nella didattica
della storia
Il debate è un confronto di opinioni, in forma di gara regolata da norme di Alessandro Ferioli
formali precise e secondo tempi prestabiliti, fra due squadre di interlocu-
tori che sostengono rispettivamente una tesi a favore (pro) e una contra-
ria (contro) su un tema assegnato, portando argomentazioni a sostegno
della propria posizione e controbattendo quelle della squadra avversaria.
Il debate, come pratica didattica scolastico-dialettica risalente alle di-
spute dei sofisti nell’antica Grecia e alle quaestiones degli studenti delle
università medievali, è stato inserito stabilmente da tempo nei program-
mi di studio degli istituti superiori nei Paesi anglosassoni e recentemente
si è diffuso anche in Italia. La prima edizione delle Olimpiadi di Debate
delle scuole italiane si è conclusa il 18 novembre 2017 a Roma, presso la
Biblioteca del Senato della Repubblica “G. Spadolini”, con la premiazio-
ne dei vincitori. Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha con-
sentito nel corso del 2017 la realizzazione di quindici corsi di formazione
rivolti a docenti e studenti, con il coinvolgimento di 34 istituti scolastici,
48 docenti e un centinaio di studenti, impostando così un’attività che è
proseguita poi nelle singole regioni presso più di 400 scuole che hanno
coinvolto nella preparazione e nella selezione più di 1000 studenti e oltre
200 docenti.
Sostanzialmente le parti in cui si struttura una gara di debate sono sei. La
prima operazione riguarda la scelta dell’argomento, che può essere sta-
bilita in classe, anche con il contributo degli studenti e secondo i loro in-
teressi, oppure dagli organizzatori della gara. Nella didattica scolastica,
il docente provvede altresì a suddividere la classe nei due gruppi. Il tema
deve essere divisivo, senza possibilità di mediazioni significative fra un
“sì” o un “no” oppure fra un “pro” e un “contro”. Anche gli argomenti
nodali del programma di Storia possono essere oggetto di debate, perché
in definitiva una qualsiasi proposta di ricostruzione storica scaturisce dal
dibattito storiografico e da una narrazione. Alcuni temi relativi al campo
d’interesse della storia contemporanea – e in particolare della Resisten-
za, con incursioni nell’attualità – potrebbero essere i seguenti:
- “Dirsi antifascista nella società di oggi è ancora attuale e necessario.
FAVOREVOLE O CONTRARIO?”
- “Custodire la memoria dei patimenti e dei sacrifici di guerra serve
ancora. FAVOREVOLE O CONTRARIO?”
- “I bombardamenti atomici statunitensi su Hiroshima e Nagasaki furo-
no, in quel frangente, necessari. FAVOREVOLE O CONTRARIO?” 23
- “È giusto consentire la libera commercializzazione riflessione critica sui materiali. La terza fase è quella
del «Mein kampf»?” dell’assegnazione della tesi: ciascuna squadra riceve
- “Nei confronti dei responsabili delle deportazioni la tesi che dovrà sostenere. In questo non v’è alcuna
nei lager il perdono non è possibile. FAVOREVOLE scelta né è richiesta un’adesione di pensiero o di na-
O CONTRARIO?” tura ideologica alle ragioni che si andranno a portare;
- “La Resistenza italiana, nelle sue diverse compo- anzi, giacché l’elemento centrale dell’esercitazione
nenti, ha effettivamente avuto un ruolo incisivo nel- è l’uso della retorica, le due squadre potranno scam-
la Guerra di Liberazione. FAVOREVOLE O CON- biarsi le tesi in una seconda tornata della competizio-
TRARIO?” ne. La quarta fase è costituita dalla designazione del
- “L’8 settembre 1943, secondo la definizione di Sal- portavoce, ossia di colui o colei che rappresenterà la
vatore Satta, è la data della «morte della Patria». propria squadra. La quinta fase è costituita dal vero e
FAVOREVOLE O CONTRARIO?” proprio dibattito, su cui ritorneremo a breve. La se-
- “«Se accettiamo il fatto che Hitler era considerato sta è quella del giudizio finale, espresso da una giuria
da molti, se non da tutti, come l’incarnazione stessa (costituita da un numero dispari di giudici) che for-
del partito, sembrerebbe che, per la gran parte dei mula un punteggio sulla base di una scheda di valu-
nuovi iscritti al movimento nazista durante l’ascesa tazione con appositi indicatori e descrittori di ciò che
al potere il suo indubbio antisemitismo radicale co- s’intende osservare, tenendo conto degli aspetti reto-
stituisse una componente secondaria piuttosto che rici e formali e della ricchezza e della coerenza delle
primaria della sua immagine e del suo fascino» (I. argomentazioni presentate (nella didattica scolastica
Kershaw). FAVOREVOLE O CONTRARIO?” occorre ovviamente prevedere modalità di valutazio-
- “Volenterosi carnefici (Goldhagen) o uomini comu- ne che tengano conto sia dei risultati del gruppo nel
ni (Browning)?” suo complesso che della prestazione di ciascuno dei
- “Fascismo: un regime basato principalmente sul suoi componenti).
consenso oppure sulla repressione?” Il fulcro della competizione è però costituito, ovvia-
- “Non si può costruire un mondo migliore senza ri- mente, dalla quinta delle fasi precedentemente indi-
cordarsi dei lager nazionalsocialisti. FAVOREVO- cate: quella del dibattito vero e proprio. Gli interventi
LE O CONTRARIO?” dei debater devono essere pertinenti, efficaci, convin-
In tal senso il debate potrebbe configurarsi come eser- centi, supportati da dati, documenti e fonti verificabili.
citazione laboratoriale connessa a un’unità d’appren- Una possibile traccia, secondo le esperienze maturate
dimento specifica. La seconda fase è costituita dalla dalle scuole che già si servono del debate nella didat-
ricerca del materiale. Questa può avvenire attraverso tica, è la seguente: a) una presentazione del tema, del-
una libera indagine o con le indicazioni del docente la durata di tre minuti circa, con le posizioni generali
(anche in forma di domande sul tema) ed, eventual- assunte dalle due squadre e l’anticipazione delle argo-
mente, una bibliografia specifica a scopo di orienta- mentazioni di massima; b) le prime argomentazioni a
mento: la soluzione migliore potrebbe essere quella sostegno delle rispettive tesi, presentate razionalmen-
di impostare la ricerca nei suoi termini generali in te da due debater diversi da quelli della presentazio-
classe e poi farla proseguire in orario extrascolastico ne; c) una pausa di riflessione e di riorganizzazione
a cura degli studenti. Difatti tale attività ha lo sco- delle idee; d) ogni squadra procede alla confutazione

24 po di sviluppare competenze nella ricerca di fonti e


documenti, anche in collaborazione, sviluppando la
delle tesi della squadra antagonista, per la durata di
tre minuti circa, con un terzo debater (per complicare
questo momento, che è forse quello nevralgico poiché do ai turni di parola) attraverso un dialogo dialogico,
non lo si può preparare preventivamente, è possibi- ossia finalizzato all’individuazione di una sola verità
le prevedere, con adeguato aumento del margine di fra le due tesi in gioco. Nel corso della preparazione
tempo a dieci minuti, la possibilità per i componenti è appunto fondamentale sforzarsi di prevedere quali
di ciascuna squadra di porre una o più domande al saranno i processi mentali ed emotivi che affronterà la
debater della squadra avversaria o per il pubblico, parte ”avversaria”. Siccome l’intervento non deve es-
come parte terza, di porre domande ai due debater); sere letto, per organizzare le idee è possibile redigere
e) la conclusione – affidata a un quarto debater o allo una mappa, operazione per la quale sono disponibili
stesso debater che ha presentato il tema all’inizio – in anche software appositi (<http://www.readwritethink.
cui siano riassunte le argomentazioni, nel tentativo di org/files/resources/interactives/persuasion_map/>).
dare a esse un’impostazione definitiva. Nel caso in cui La metodologia del debate è tipicamente laborato-
venga nominato un Capitano del gruppo, questi può riale – basata sul coinvolgimento degli studenti con
presentare la tesi e gli argomenti degli altri debater, differenti compiti, anche sul presupposto dell’indivi-
tenere l’intervento riassuntivo a conclusione della di- dualizzazione nell’assegnazione di ruoli – e richiede
sputa e coordinare il lavoro di gruppo preparatorio al spazi appositamente allestiti: fra questi un’area per lo
debate. Il Moderatore (Chairman) ha le funzioni di svolgimento del dibattito, ove si mettano una di fronte
introdurre il debate, presentare la mozione e presenta all’altra le due squadre (“pro” e “contro”); ai due lati
gli speaker dei due gruppi, dare la parola agli spea- opposti lo spazio per il pubblico e quello della giuria,
ker, aprire lo spazio alle domande dal pubblico (Floor mentre al centro viene posto il Conduttore/Modera-
debate), aprire la fase della votazione, congedare gli tore. Lo spazio più originale, però, è forse immate-
speaker e chiudere il debate. riale, ossia uno spazio che agevoli il pensiero critico
Il debate mette gli studenti in condizione di conosce- e lo sviluppo delle idee, non senza qualche incursio-
re le tecniche per sostenere una tesi, non basata sulla ne corsara in altre modalità di esercitazioni, come ad
passionalità della difesa delle proprie convinzioni in- esempio il role play: in tal senso il debate potrebbe
time, ma sull’applicazione di regole dialettiche (ra- svolgersi con un partecipante che interpreti un perso-
gionamento logico ed evidenza dei dati dimostrabili). naggio storico. Inoltre il debate può essere rafforzato
Inoltre conferisce loro una serie di competenze tra- da tecnologie utili alla preparazione di grafici, imma-
sversali, non strettamente legate a un sapere discipli- gini, documenti a sostegno dell’intervento oratorio.
nare ma riconoscibili piuttosto in “life skill” utili per In definitiva la pratica del debate migliora le compe-
l’intera esistenza ogniqualvolta essi dovranno assu- tenze trasversali adatte ad affrontare meglio l’intero
mere un ruolo attivo in processi decisionali, parlando percorso di studio, poiché abitua a ragionare e a espri-
in pubblico con argomentazioni e contro argomenta- mersi pubblicamente in modo ricco e fluido: secondo
zioni. Inoltre, attraverso un’educazione al dibattito le ricerche del Cfbt Education Trust e dell’English
formale (basato insomma sulla piena comprensione Speaking Union, gli studenti coinvolti nei debate
delle regole del gioco e la relativa capacità di appli- hanno aumentato del 25% la probabilità di completa-
carle) è possibile allenare la mente a considerare le re la scuola superiore negli Stati Uniti d’America, con
posizioni contrarie alla propria, a non fossilizzarsi un’impennata del 70% nel caso degli studenti afro-
sulle proprie convinzioni, a considerare e rispettare americani.
le differenze culturali e d’opinione pur confutandole,
a rafforzare le competenze relazionali (anche riguar-
(https://debate.uvm.edu/dcpdf/ESU_Report_deba-
tingtheevidence_FINAL.pdf). 25
FATTI
& PERSONE
PER NON DIMENTICARE
a cura di Gisella Bonifazi

“MEMORANEA”
IL MUSEO VIRTUALE DEDICATO
AI LUOGHI DELLA resistenza e
della MEMORIA
Presentato alla stampa e alle istituzioni venerdì
16 marzo presso la sede del Ministero dei Beni
Culturali, il portale online “Memoranea” ci per-
mette di effettuare un viaggio virtuale da Bolza-
no a Catania, visitando oltre 130 Musei dedicati
alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione.
Il progetto è nato dalle sollecitazioni della Com-
missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in
occasione delle celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione ed
è stato realizzato dal Museo Storico della Liberazione di Via Tasso a Roma, in collaborazione con il
Centro Studi Movimenti di Parma.
Diversi per dimensioni, struttura, forma di gestione e nati in tempi successivi per iniziativa di asso-
ciazioni, enti locali o famiglie, questi musei presentano le mille sfaccettature di una realtà popolare e
militare italiana che non mancò nell’impegno, al fianco delle Forze Alleate, per la liberazione dell’I-
talia dal nazifascismo.
Alcuni di essi testimoniano i drammi di stragi e deportazioni, mentre alcune case-museo ricordano le
radici lontane di uomini-simbolo della cultura antifascista (Pietro Gobetti, Alcide De Gasperi, Carlo
Levi, solo per ricordarne alcuni).
Più volte citata durante la Conferenza la Mostra permanente “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guer-
ra ai lager tedeschi 1943-1945” dell’ANRP, unica realtà presente
a Roma nella sezione del portale “deportazione e internamento”.
Presenti, tra gli altri, Antonio Lampis, direttore generale musei del
Mibact, il quale ha affermato che “il tema dei Musei della Resi-
stenza è un tema che mi è molto caro. Questa iniziativa risponde
alla domanda di tanti cittadini”. “In queste settimane - ha ricordato
il direttore generale - si avvia il Sistema Museale Nazionale che
metterà in rete i musei nazionali, civici e privati. In un contesto
come quello odierno è ancora più necessario dedicare spazio ai
musei virtuali”.
Secondo il presidente del Museo Storico della Liberazione di
Roma, Antonio Parisella “è però importantissimo non dimenticare
che il museo virtuale Memoranea è costituito da 133 musei reali,
realizzati e gestititi da persone. Bisogna usare i mezzi della tecno-
logia non per sostituire le persone, bensì per valorizzare l’impegno
di volontari, testimoni e collezionisti che in tutta Italia gestiscono
queste realtà museali”.
Presenti anche Paolo Masini, vicepresidente del museo della
Shoah, Adriano Sorba, coordinatore del progetto informatico e
Antonio Parisella, presidente del Museo Storico della Liberazione.
“Memoranea” è anche un applicazione gratuita, disponibile per
IOS e Android.
Medaglia d’onore
E DELLA LIBERAZIONE

IN TUTTA ITALIA LE CERIMONIE PER LA CONSEGNA DELLE MEDAGLIE D’ONORE E DELLA LIBERAZIONE
A QUANTI HANNO CONTRIBUITO AD UNA ITALIA LIBERA E DEMOCRATICA. DI SEGUITO LA CRONACA
DI ALCUNE MANIFESTAZIONI CHE HANNO VISTO PROTAGONISTI I NOSTRI ASSOCIATI

COSENZA
Il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ha conse-
gnato nella giornata del 2 giugno 2017 la Medaglia
della Liberazione con relativo attestato alla memoria
di Francesco Cinelli di Cosenza, ritirata dal figlio An-
tonio socio dell’ANRP e di Michele Grosso di Alto-
monte. Nella stessa cerimonia sono state consegnate
dal Prefetto le Medaglie d’Onore ai familiari di Guido
Achille De Rango, Domenico Murrone e Giuseppe
Scalzipenna.

ROMA
Il 31 ottobre 2017, Alfonso Caiazzo dirigente della Prefettura di
Roma, ha consegnato personalmente la Medaglia della Liberazione
al valoroso reduce ed internato della Seconda Guerra Mondiale Ser-
gente Artigliere Cav. Innocenzo MORELLI, nato a Cagnano Ami-
terno nel 1920.
Morelli , 97 anni e 6 mesi, è stato Sergente Artigliere del 50° Reg-
gimento Artiglieria - Divisione Regina e del 35° Reggimento Ar-
tiglieria del Regio Esercito Italiano e venne catturato a RODI l’8
settembre 1943 per essere internato in Germania nelle Miniere
dell’Alsazia Lorena, allora in possesso dei Tedeschi.
Già pluridecorato della Seconda Guerra Mondiale, nominato Cava-
liere OMRI, ha ricevuto nel luglio del 2015 la Medaglia d’Onore
per internamento in Germania dal settembre ’43 al febbraio 1945.

MILANO
Il prefetto di Milano Luciana Lamorgese, alla presenza del
presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, ha
consegnato le medaglie personalmente a Giuseppe Ghisi e
Roberto Nobilini, mentre per Silvio Bosè, Giuseppe Cassi-
na, Leandro D’Incecco, Ernesto Pastori, Samuele Pezzoni e
Guido Visentin erano presenti parenti e familiari. Una nona
medaglia è stata inviata invece ai familiari di Ernesto Banfi,
non presenti alla cerimonia.
VERBANIA
È stata celebrata in prefettura a Villa Taranto la gior-
nata della memoria a Verbania con le testimonianze
di internati e brani dalla «Tregua» di Primo Levi
presentati dai ragazzi del 5ª liceo classico del Cava-
lieri. Nella stessa cerimonia sono state consegnate
le medaglie d’onore ai nipoti dell’alpino bavenese
Giovanni Tomola, morto nel campo di prigionia di
Gross Fullen e a Roberto Branca, cannobiese di 94
anni, soldato del genio militare detenuto in campi di
lavoro in Germania dal settembre del 1943 all’aprile
del 1945.

BARBIANELLO

Domenica 22 aprile, in concomitanza con le celebrazioni per il Santo Patrono San Giorgio Martire, si è
svolta la commemorazione dell’Anniversario della Liberazione, organizzata dalla locale sezione ANRP,
d’intesa con l’Amministrazione Comunale e le associazioni d’arma cittadine. Dopo l’alzabandiera, gli
onori ai Caduti eseguiti dal Complesso Bandistico Bronese, e i saluti del Sindaco Giorgio Falbo, il
Presidente ANRP, Cav.Uff. Franco Remo Del Vecchio, ha tenuto l’orazione ufficiale ricordando tutti i
protagonisti di quel periodo così travagliato: militari dell’esercito regolare, partigiani, internati militari
italiani e popolazione civile.

Torino
101 candeline per il nostro socio,
Serg. R. Marina Cav. Giovanni
MASSAZZA, da poco insignito
della Medaglia della Liberazione,
ha ricevuto anche gli auguri gen-
tilmente formulati dalla Sindaco,
Chiara Appendino. Sinceri auguri
da parte di Liberi e dell’Anrp.
non
solo LIBRI a cura di Maria Elena Ciccarello

A quindici anni dalla sua nascita


M@gm@ affronta il tema dei
prigionieri di guerra
“Chi erano i POW? e gli IMI? Perché dopo tanti anni si
continua ancora a parlare della loro vicenda? Qual era la
loro identità individuale al di là delle divise o dei gradi
ricoperti?”
A partire da questi interrogativi ha preso le mosse l’in-
contro che si è tenuto venerdì 13 Aprile nella sala confe-
renze dell’Anrp, in occasione del 15° anniversario del-
la fondazione della rivista di Scienze Umane e Sociali
M@gm@. Un momento di riflessione sul passato per
capire il presente e costruire un futuro senza più confini
e filo spinato.
L’incontro, moderato da Maria Immacolata Macioti, è
iniziato con l’intervento di Orazio Maria Valastro, diret-
tore scientifico della rivista, che ha presentato la storia Dopo una panoramica storica introduttiva sulla vicen-
di M@gm@ a partire dai suoi albori nel 2002, come da degli IMI, Rosina Zucco si è soffermata ad illustrare
progetto editoriale dell’Osservatorio dei Processi Co- in particolare le attività promosse nel corso degli anni
municativi. dall’ANRP ed i progetti portati avanti per far conoscere
La rivista ha maturato nel tempo l’obiettivo di promuo- questa pagina di storia. Fondamentale è stato il lavoro
vere gli approcci e le metodologie qualitative, sostenen- diretto sulle testimonianze, elaborato da storici e socio-
do una socio-antropologia dell’immaginario simbolico logi, come le interviste ai familiari degli ex IMI, pub-
e sociale in grado di coniugare teoria e pratica, approcci blicate nel 2005 sui quattro volumi “Prigionieri senza
teorici e analisi empiriche, concependo l’intervento pro- tutela. Con occhi di figli racconti di padri internati” e le
fessionale, la ricerca sociale e la formazione, l’analisi e audio e video interviste a reduci dall’internamento, rac-
l’intervento nei contesti sociali e culturali, come osser- colte a livello regionale in Lombardia, Veneto, Abruz-
vazione, interpretazione critica e cambiamento parteci- zo e Molise, visitabili nel sito www.imiedeportati.eu.
pato della vita quotidiana. Ascoltandoli nasce un filo rosso che li lega tra di loro,
M@gm@ costituisce oggi uno spazio interdisciplina- che lega luoghi, ceti ed ambienti tanto differenti. Nasce
re di comunicazione, riflessione e collaborazione, uno un racconto a volte ironico, a volte amaro, in cui indi-
strumento di formazione e perfezionamento con l’inten- catori comuni sono le sofferenze e i disagi subiti. Il tutto
to di contribuire alla produzione di conoscenza e prati- decantato dal trascorrere del tempo che fa rivivere il po-
che condivise. sitivo di un’esperienza che, pur nella sofferenza, è stata
Valastro, ripercorrendo brevemente storie personali di di grande arricchimento morale ed affettivo.
propri familiari negli anni della Seconda guerra mondia- È seguito un accenno alla diaristica dell’internamento
le, ha focalizzato l’attenzione sull’intrecciarsi di memo- e alla sua validità di memoria registrata in tempo reale,
ria e immaginario presentando al contempo contributi nonché alla pubblicazione dei due diari di Giacomo
ed iniziative portate avanti negli anni, come l’Organiz- Brisca e Giuseppe Lidio Lalli. La parte conclusiva
zazione di Volontariato ‘Le Stelle in Tasca’, volte a pro- dell’intervento è stata dedicata dalla Zucco a illustrare tre
muovere interventi sociali. importanti progetti che sono stati realizzati dall’ANRP e
Un quadro delle vicende storiche avvenute tra il 1943 ed che sono frutto di un capillare lavoro di ricerca su fonti
il 1945 con particolare attenzione alla condizione degli archivistiche e documentali: L’Albo degli IMI Caduti
IMI è stato presentato da Rosina Zucco, responsabile nei lager nazisti 1943-1945, Il LeBI - Lessico biografico
del Dipartimento Storia e Memoria dell’Anrp. degli IMI 1943-1945 e la Mostra storico-didattica “Vite
di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi emozionale ed umano dei soldati italiani internati in
1943-1945”. La storia di migliaia di persone, grazie a Germania la lettura delle lettere spedite dai campi di
queste ricerche, non è più legata solo a stime numeri- internamento, presentata da Maria Elena Ciccarello, ha
che, ma è diventata una storia di uomini collocati in permesso di intraprendere un viaggio nella dimensione
una drammatica realtà e con un peculiare vissuto espe- più personale della vicenda.
rienziale. Mariella Tringale, del laboratorio “Cercatori Nella nostra epoca, dominata da una tecnologia in co-
di memoria, Ateliers dell’immaginario autobiografico” stante sviluppo e da una comunicazione sempre più
curato dall’Odv Le Stelle in Tasca, ha presentato un immediata, le lettere sono diventate ormai strumenti
manoscritto sull’esperienza del padre. Il testo, presen- obsoleti, ma per i POW e gli IMI hanno costituito l’u-
tato sotto forma di ipotetico dialogo con il genitore, nica fonte di informazione per dare e ricevere notizie.
scritto in seconda persona, è carico di vicende dal con- Dai documenti d’archivio dell’ANRP sono emerse più
tenuto storico ed emozionale e trae spunto dal diario di 600 lettere che, per quanto sottoposte a censura, nel
che il padre aveva scritto su un quadernetto durante gli loro contenuto storico ed emozionale, hanno consen-
anni del lungo internamento e scampato miracolosa- tito di restituire alla storia una pagina fino a pochi de-
mente alle varie traversie. cenni fa poco attenzionata.
Nel ripercorrere quelle vicende Mariella Tringale è en- Tra il detto ed il non detto, le pagine rappresentano
trata nel vissuto di una prigionia, varcando quella so- infatti una fonte di informazioni dalla voce dei diretti
glia di personale dove la rimozione per tanti anni aveva protagonisti sui luoghi di prigionia, sulle condizioni di
fatto da padrona, generando un silenzio sul passato ne- vita, sui valori interiori. Viene fuori un quadro non di
cessario per andare avanti e guardare al futuro. una resistenza, ma di un insieme di resistenze affronta-
Tanti i temi che emergono dal testo, primo tra tutti un te dai POW e dagli IMI: resistenza alla fame, al freddo,
forte amor patrio che aveva portato tanti giovani mi- ai soprusi, alle umiliazioni, al lavoro.
litari ad “accettare il proprio calvario per riabilitare Dalle lettere emerge come ogni militare abbia avuto la
i propri figli, le future generazioni dell’Italia vilipesa sua storia, unica e singolare, la sua esperienza partico-
e tradita”. La condizione di prigionieri che essi stessi lare, diversa dalle altre in base alla propria sensibilità,
avevano scelto, rispetto alla possibilità di aderire alla alla propria personalità, al proprio modo di affrontare
proposta tedesca di combattere al loro fianco, aveva la realtà. La lettura delle lettere dà voce a coloro i cui
portato tanti soldati a sentirsi espiatori di una disfatta nomi non sono e non saranno mai sui libri di storia
che l’Italia aveva subito. In tale contesto storico, come ma che con loro sacrificio e con il loro “sofferto” sono
si legge nel testo, “...l’italiano sembra un popolo di diventati protagonisti di uno dei periodi più bui della
pecore senza pastore e senza meta e per tale motivo storia italiana.
soggiace a tutte le avversità e non osa rialzarsi per A conclusione dei lavori si è lasciato spazio agli inter-
timore di essere battuto”. venti da parte dei presenti. Singolare a tal proposito
Con il ritorno in patria, gli Imi vennero a conoscen- quello di un ragazzo del Liceo Linguistico Russel pre-
za di quanto sia stata devastante la guerra anche per i sente con la sua classe, che ha manifestato il suo inte-
familiari rimasti a casa, spesso vittime di bombarda- resse per l’argomento trattato e la sua commozione per
menti o costretti a cambi di residenza, ma nello stesso il sacrificio dei militari italiani sintetizzato in una lette-
tempo è maturata in loro la consapevolezza di poter ra in cui un militare scriveva: “Ho davanti agli occhi la
finalmente guardare avanti nella speranza di un futu- tua fotografia, in essa vedo con gioia infinita il passato
ro nuovo e diverso. Per entrare nel merito del vissuto e l’avvenire- il presente non fa parte del tempo…!”.
DIARIO DI PRIGIONIA 1943 - 1945
Salvatore De Vita

Il volume racconta la vicenda bellica del tenente colonnello Salvatore


De Vita nato a Capua il 22 maggio 1893. Il 29 dicembre 1911 De Vita
si arruola volontario presso il 31° fanteria e l’1 marzo 1915 è sergente
maggiore nel 64° reggimento fanteria. Dopo poche settimane l’Italia
entra in guerra e, il 4 giugno, Salvatore giunge nei territori dove si
combatte. Il 27 febbraio 1916 diventa sottotenente in servizio attivo
permanente, per merito di guerra, e il 15 maggio viene fatto prigionie-
ro a Monte Coston. Il 20 luglio viene promosso tenente. Il 12 novem-
bre 1918, a seguito dell’armistizio, rimpatria e giunge ad Ancona nel
Centro di raccolta ex prigionieri.
Il 30 marzo 1919 viene inviato in Albania. Il 4 aprile sbarca a Valona
e il 6 luglio diventa capitano.
Il 19 febbraio 1920 sposa Ida Cataldi. Nel 1922 gli viene attribuita la
“Croce al valor militare”. Dopo un trasferimento a Gaeta, il 4 marzo
1928 viene definitivamente assegnato al distretto di Pistoia nell’83°
reggimento fanteria. Nel settembre 1937 viene promosso maggiore. Divenuto colonnello nel 1942, il 12 giugno dello
stesso anno parte da Brindisi verso Atene per prendere il comando della Base militare 12 del Settore Autonomo di
Corinto, agli ordini del gen. Riccardo Mattioli (11° Armata, comandata dal generale Carlo Vecchiarelli; VIII Corpo
d’Armata).
Il 9 settembre 1943, giorno successivo all’armistizio, viene catturato dall’esercito tedesco e internato in vari campi,
in Germania (Trier, Norimberga, Muhlberg Elbe) e Polonia (Biala Polaska, Czestochowa). Riesce a tornare a casa, a
Pistoia, dopo più di 2 anni, il 13 settembre 1943. Nel 1950 viene decorato con la Croce al merito di guerra.
Come scrive nell’introduzione il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, Ivano Paci
“nelle pagine del diario è possibile seguire un faticosissimo itinerario esteriore: dalla cattura a Corinto, dove De
Vita comandava la Base Militare 12, fino ai diversi campi di prigionia in Germania e in Polonia. A questo viaggio
si accompagna inevitabilmente quello interiore, intriso di sofferenza, di paura e soprattutto di fame”. Un esercizio
di scrittura costante e tutto voluto, come sottolinea nel suo diario lo stesso Salvatore: “Scrivo perché ogni giorno ho
preso a scrivere, perché ho giurato di non saltarne nessuno, ma oggi non avrei proprio nulla da dire: il solito malcon-
tento, la costernante mancanza di notizie da casa”. (l.m.)

Briciole
L’immigrazione è un tema sempre più attuale e ricorrente che racchiude
in sé una moltitudine di situazioni, di storie, di volti. Richiede pratiche di
accoglienza efficaci e personale qualificato nella gestione delle strutture
ospitanti. Dinnanzi ad un quadro non unitario del fenomeno migratorio
tanti sono ancora gli interrogativi che emergono relativamente alla
differenza tra richiedenti asilo e rifugiato, al ruolo degli operatori, alla
dimensione istituzionale dell’accoglienza. A partire da incontri diretti
con ospiti dei centri, operatori e volontari è nato il testo “Accogliere
rifugiati e richiedenti asilo. Manuale dell’operatore critico” di Giuseppe
Faso e Sergio Bontempelli, un manuale pensato per chi lavora nell’ac-
coglienza di rifugiati e richiedenti asilo. L’incontro con gli autori svol-
tosi nel pomeriggio del 12 marzo nella biblioteca dell’Anrp è diventato
motivo di confronto e scambio sul tema, con il contributo delle diverse
esperienze individuali, nell’ intento di affrontare con maggiore chiarezza
un argomento dalle tante sfaccettature.
Segreteria organizzativa: anrpita@tin.it
Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia,
dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari
Via Labicana, 15 A - 00184 Roma - tel. 06 7004253 - fax 06 77255542

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