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Nazionale
Reduci dalla
Prigionia
Maggio 2018
dall’ Internamento
n. 5
rassegna rassegna
mensile
informativo-culturale
Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB ROMA
mensile socio-culturale
della anrp dell’anrp
n. 5
Maggio 2018
rassegna
mensile socio-culturale rassegna
della anrp mensile
informativo-culturale
dell’anrp
SOMMARIO
ANRP - LIBERI
3
Sede Legale e Direzione
00184 Roma - Via Labicana, 15a PRESENTAZIONE
Tel. 06.70.04.253
di Enzo Orlanducci
Fax 06.77.255.542
internet: www.anrp.it
e-mail: anrpita@tin.it
Presidente Nazionale
e Direttore Editoriale
4 Le ragioni di un museo
di Luciano Zani
Enzo Orlanducci
Direttore Responsabile
Salvatore Chiriatti
8 “bagno” di folla ALL’INAUGURAZIONE DEL MUSEO DEGLI IMI
di Rosina Zucco
14
Redattore Capo
Rosina Zucco IL NUOVO MUSEO MULTIMEDIALE DEDICATO
Redazione
AGLI INTERNATI MILITARI ITALIANI
Barbara Bechelloni di AnnaMaria Calore
Fabio Russo
Foto
Andrea Buiarelli
16 per non dimenticare. dalla LIBERAZIONE all’OBLIO
di Maria Elena Ciccarello
Fabrizio Di Ruscio
Emanuele Truffa Giachet
Registrazione
- Tribunale di Roma
18 INTERVENTI
ai lager tedeschi
Ai sensi della legge n. 675/96
(tutela dati personali) l’Anrp
garantisce la massima riservatezza
dei dati personali forniti dagli
1943-1945
associati e la possibilità di
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o la cancellazione, scrivendo ad
Anrp, Via Labicana, 15/a
00184 Roma.
Stampa
Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia
Bottega Grafica srls dall’ Internamento dalla Guerra di Liberazione
Viale Parioli, 54 - 00197 ROMA e loro familiari
2 Un target mirato
di 8.000 lettori.
PRESENTAZIONE
di Enzo Orlanducci
Il Museo “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945”, è
finalizzato a delineare, attraverso un originale allestimento, la vicenda, per lo più poco
nota, dei 650mila militari italiani deportati e internati nei lager del Terzo Reich.
Nato appena tre anni orsono come raccolta di cimeli, oggetti, documenti e altro, non è
soltanto l’ennesima iniziativa di alto profilo culturale voluta dall’ANRP - Associazione
Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro
familiari, ma l’approdo di un lungo percorso compiuto dall’Associazione tra Storia e
Memoria.
A oltre 70 anni dagli avvenimenti, l’ANRP ha voluto realizzare una puntuale ricostru-
zione di percorsi collettivi e individuali, un significativo e attendibile spaccato storico e
sociologico in cui parole, immagini e reperti raccontano la storia di coloro che vissero
nei lager di internamento, e a volte anche di sterminio, mettendo in atto con la loro scel-
ta di non collaborazione al nazifascismo, una vera e propria “Resistenza senza armi”.
Nei campi, soldati e ufficiali dovettero sopportare la rigida disciplina, le sadiche puni-
zioni, il lavoro coatto, la fame terribile, il rigore del clima, la sporcizia, i parassiti, la
mancanza di notizie da casa, la lenta distruzione della personalità per essere ridotti a
semplici “stücke”, “pezzi”, da usare per la vittoria finale di Hitler.
Oltre 50mila di loro non hanno fatto ritorno, sfiniti dalla fatica del lavoro coatto, morti
per esecuzioni, per bombardamenti, per malattie. Coloro che sono riusciti a tornare
sono rimasti segnati per sempre dal ricordo traumatico dell’esperienza vissuta.
Dopo un lungo e oscuro periodo di silenzio, quanto mai controverso e difficile per Italia
e Germania, nel 2008 la vicenda dei 650mila IMI è stata oggetto di adeguata attenzione
da parte dei Governi dei due Paesi, con l’istituzione di una specifica Commissione di
storici avente lo scopo di “occuparsi del passato di guerra italo-tedesco e in particola-
re del destino degli internati militari italiani deportati in Germania”.
A conclusione dei suoi lavori la Commissione, compiuta un’analisi a tutto tondo della
vicenda degli internati militari italiani, formulava, tra l’altro, alcune “Raccomanda-
zioni”, alle quali l’ANRP ha risposto portando avanti progetti tesi a conferire agli IMI
giusta memoria e dignità storica.
Allestire a Roma un Museo a loro dedicato, nei locali appositamente assegnati all’ANRP
dal Ministero della Difesa, ha l’indubbio merito di far uscire dall’oblio quella tragica e
unica vicenda, anche al fine di far riflettere non solo gli “addetti ai lavori” e di portare
alla luce una testimonianza di umana dignità, una prova della capacità di recupero di se
stessi e dei valori spirituali che si operò tanti anni fa in quel “mondo fuori del mondo”
che fu l’universo concentrazionario.
Il Museo, con l’archivio e la biblioteca quale centro studi, documentazione e ricerca
dell’ANRP, non è e non vuole essere un’archiviazione delle responsabilità del nazio-
nalsocialismo, bensì un contributo a costruire tra Italia e Germania una “nuova politica
della memoria” in onore delle vittime, per mostrare che da quelle tragedie i due paesi
sono riusciti ad uscire ed oggi lavorano insieme per un futuro di pace e di sempre mag-
giore coesione europea.
Al Museo, realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri italiano e tede-
sco tramite il “Fondo per il futuro”, è stata concessa l’Adesione del Presidente della
Repubblica.
Le ragioni di un museo
di Luciano Zani Come fare per rendere vivo un casuale, ma tutto è ispirato a pre-
museo, per farlo sentire non come cisi criteri scientifici e didattici. Se
un polveroso ricettacolo di vecchi il museo è il luogo che conserva la
reperti, ma come un organismo memoria filtrandola attraverso le
vivo, che costruisce e preserva la diverse trame dell’interpretazione
memoria del passato non per cri- storica, esso è a sua volta produt-
stallizzarla, ma per farne l’humus tore e moltiplicatore di storia: il vi-
del futuro? sitatore, soprattutto se mosso da un
Il museo Vite di Imi non nasce interesse personale o familiare pre-
come un deposito di oggetti del- ciso (figlio/a o nipote di internato),
la memoria della deportazione non solo diventa propagatore all’e-
e dell’internamento, ma come il sterno dell’esistenza del museo,
frutto di un’intensa e lunga attività ma viene invogliato ad arricchirne
di indagine storica: le ricerche che il percorso mettendo a disposizio-
l’Anrp ha promosso e condotto e i ne documenti, fotografie e oggetti
volumi che ha pubblicato sono la in suo possesso, che entrano così
premessa scientifica del museo, nel circolo virtuoso dell’incremen-
dell’identità che gli è stata data e to della memoria e della riflessione
del percorso che guida il visitatore storica.
Tonino Guerra
“bagno” di folla
all’inaugurazione del museo degli IMI
Sembra proprio che Giove Pluvio ci neanche questa volta la presenza di Rosina Zucco
tenga a imporre la sua illustre pre- dei visitatori, intervenuti puntuali
senza agli eventi “clou” organizza- e più numerosi del previsto. Ripo-
ti dalla nostra Associazione! Come sti gli ombrelli gocciolanti nell’ap-
molti ricorderanno, infatti, acqua posita custodia, tra flash, saluti e
a catinelle cadde quel pomeriggio strette di mano, hanno animato le
del 5 febbraio 2015, in occasione sale del percorso espositivo, mes-
dell’inaugurazione della Mostra se a punto fino a qualche ora prima
temporanea “Vite di IMI”. Fatto dai curatori. Alle ore 15.00, infat-
sta che, stessa tempistica, stesse ti, controllate tutte le teche, accesi
modalità, uno scrosciante diluvio tutti i proiettori dei grandi filmati
si è fatto sentire tra le ore 17.00 a parete, gli schermi TV, le corni-
e le 18.30 dell’8 maggio 2018 in ci digitali e i totem di approfondi-
occasione dell’apertura inaugurale mento touch screen, tutto l’allesti-
del Museo multimediale. Acqua mento è apparso nel suo variegato,
che, tuttavia, non ha scoraggiato coinvolgente e suggestivo fascino,
coronando le nostre aspettative
e, speravamo, quelle di un pub-
blico particolarmente esigente.
I storici, informatici, grafici e alle-
stitori nella realizzazione di quanto
potesse arricchire la documenta-
zione già presente nel Museo e
renderla più accattivante con l’in-
tegrazione di strumenti multime-
diali e altri accorgimenti immersivi
ed emozionali. Per l’inaugurazione
tutto era stato predisposto con cura
dei particolari, compresa la cartel-
lina che veniva via via distribuita
ai visitatori, per la quale era stata
scelta una copertina un po’ partico-
lare: un ramo di mele con una far-
falla e la poesia di Tonino Guerra,
significativa sintesi dei venti mesi
dell’internamento, tra fame, fati-
che e dolore.
Alle ore 16.00 sono arrivati i dodi-
ci studenti del Liceo sperimentale
“B.Russell”che da gennaio hanno
seguito presso l’ANRP il percorso
di Alternanza scuola lavoro, fina-
lizzato ad acquisire quelle cono-
scenze e competenze che li avreb-
bero resi abili a fare da guida al
Museo. I ragazzi, guidati dai tutor
dell’Associazione, avevano dimo-
strato grande interesse per la sto-
ria degli IMI, sconosciuta ai più,
e ne avevano approfondito i vari
aspetti con ricerche individuali,
oltre a fruire del materiale messo
a disposizione dall’ANRP. Per fare
da guida al percorso museale era-
no stati concordati i vari interventi
di ciascuno: due ragazzi per sala,
con il compito di illustrarne la te-
matica in generale e la documen-
tazione specifica in particolare. Il
pomeriggio dell’inaugurazione, a
sostenerli in questa occasione così
particolare, sono stati, oltre i due
vanissimi della classe III liceale, il nel frattempo, si svolgeva l’inter- insegnanti tutor del loro Istituto,
contatto con un pubblico partico- vista a Michele Montagano, il no- la coordinatrice del Dipartimento
larmente qualificato. Nell’attesa, vantasettenne presidente vicario di Storia e il Dirigente scolastico
qualcuno di loro con disinvoltura dell’ANRP che, “reduce” non solo Prof.ssa Anna Aglirà. Prima che
e notevoli capacità espressive ha dall’internamento nei lager ma an- arrivassero gli attesi e stimati ospi-
risposto alle domande dei giorna- che… dai numerosi recenti viaggi ti, ciascuno studente si è posiziona-
listi, relazionando sui contenuti del su e giù tra Italia e Germania, è to presso la postazione prestabilita.
la documentazione fotografica. La ziato come essi siano una tangibile sempre dall’ANRP prima a Berli-
visita è durata circa un’ora. I vi- testimonianza del lavoro compiuto no, poi a Roma, sui documenti
sitatori hanno quindi preso posto dai governi di Italia e Germania del GABAILG, reperiti presso
nella sala conferenze, dove erano per perseguire una comune politica l’Archivio storico del MAECI.
previsti brevi interventi di saluto. della Memoria, nell’ottica di una Il Direttore Generale ha sottoline-
Ha dato il via Enzo Orlanducci, durevole collaborazione tra i due ato l’importanza delle iniziative
che dopo aver porto il suo saluto stati. Sinceri sono stati i suoi elogi poste in essere dall’ANRP, che
ai presenti e dopo aver espresso il nei confronti dell’ANRP per l’im- aprono nuove strade alla ricerca.
suo più sincero ringraziamento a pegno profuso nel portarli avanti, Assemblea Capitolina, l’On. De
tutti coloro che hanno dato il loro soprattutto per l’importante fun- Vito, intervenuto al posto della
struttura non si può fare a meno di nelle situazioni di conflitto, per una Presidente dell’ANRP Enzo Orlan-
notare la cura e la passione che ha cultura della pace, della compren- ducci, del Presidente dell’Assem-
guidato coloro che di questo luogo, sione reciproca e della collabora- blea Capitolina Marcello De Vito e
senza in alcun modo ripudiare la zione tra i popoli. del Direttore generale per l’Unione
sua origine “militare”, hanno sa- Ma torniamo al pomeriggio dell’8 Europea del Ministero degli Affa-
puto trasformare stanze, corridoi e maggio. è d’obbligo ricordare che ri Esteri, G.M. Buccino Grimaldi.
cortili, creando un sito accogliente tale data è stata scelta dall’ANRP L’evento nella Sala riunioni ANRP
nel quale il visitatore possa sentirsi per un motivo semplice quanto è stato tanto breve quanto significa-
a suo agio nel riflettere su quello
che può significare “la guerra” tra i
illuminante: l’8 maggio 1945 si
concluse, in Europa, la Seconda
tivo e le parole che hanno risuona-
to profondamente nel cuore e nella 13
mente degli ascoltatori sono state sulle giovani generazioni per com- preservare la Pace e non come si
emblematiche di un modo di guar- battere le cause che portarono alla può vincere una guerra, dove un
dare al futuro che si può riassumere Seconda guerra mondiale, ovvero “museo multimediale” sa narrare ai
nell’unico futuro possibile, ovve- l’indifferenza ai sintomi premoni- visitatori come si è sopravvissuti,
ro quello da poter costruire con le tori di quello che sarebbe poi ac- nonostante tutto, all’orrore dei la-
giovani generazioni facendo tesoro caduto, difendendo sempre i valori ger, alla disperazione e alla fame,
di una “memoria” che non deve della democrazia e della tolleranza; sapendo far emergere il coraggio
essere rimossa, ma recuperata, co- 3. non volgere mai lo sguardo da della propria profonda umanità,
munque, quale “valore” storico ed un’altra parte quando i mass media nascosto in piccoli gesti, in parole
umano di errori, orrori ed inaspet- ci parlano di guerre lontane, ma im- scritte ed oggetti quotidiani costru-
tate opportunità. Gli stimoli per pegnare energie personali e sociali iti con mezzi di fortuna e, soprattut-
riflettere in tal senso, emersi dagli a supporto delle numerose vittime to, si è sopravvissuti aggrappandosi
interventi, sono stati estremamente dei conflitti che, purtroppo, conti- a quel “NO!” urlato a più voci, con
significativi: nuano ad accadere nel mondo. la cadenza di tutte le declinazioni
1. non dimenticare le verità storiche Uscendo dai locali di Via Labicana, dei dialetti italiani. Un luogo dove,
ed il patrimonio morale dei redu- ex allocazione militare dal tempo dagli strati profondi delle fonda-
ci, anche attraverso il lavoro della dell’Antica Roma sino a quasi i menta, quegli edifici che furono da
Commissione Italo-Tedesca di Sto- giorni nostri, una riflessione è d’ob- sempre luogo che raccontava “di
rici, istituendo un Luogo della Me- bligo: l’ANRP è un luogo dove si apparati di supporto per organizza-
moria per gli IMI in gemellaggio ragiona di Pace, di cooperazione zione militare” stanno evolvendo in
nelle due capitali (Roma-Berlino); tra i popoli, di Europa Unita ed luogo che racconta come immagi-
2. investire sull’impegno di ciascun inclusiva, un luogo dove giovani nare, nutrire e perseguire politiche,
cittadino europeo ed in particolare studenti entrano per imparare come visioni e pratiche di “Pace”.
Enzo Orlanducci
Autorità,
Signore e Signori,
Cari Studenti,
sono lieto di porgere a voi tutti il saluto più sincero dell’ANRP - Associazione
Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione
e loro familiari.
Sono lieto perché ho l’occasione di rinnovare la gratitudine dell’Associazione nei
confronti di quanti, italiani e tedeschi, si sono spesi per la realizzazione di questo
piccolo ma significativo Museo, un “Luogo della memoria” a ricordo degli IMI -
Internati Militari Italiani.
L’ANRP ha voluto, anche attraverso questo percorso storico-didattico, rendere
tangibile il proprio fine istituzionale di “custodire la memoria, per costruire la
storia”. Il Museo “Vite di IMI” è una puntuale ricostruzione di percorsi collettivi
e individuali, un significativo e attendibile “spaccato” in cui parole, immagini,
reperti e documenti ne raccontano la drammatica storia. Il progetto ha preso corpo, come è noto, nel momento in cui
il Ministero della Difesa, nell’aprile del 2014, ha assegnato questi locali all’Associazione, che ha provveduto al loro
recupero con accurati lavori di restauro e messa a norma.
Frutto di una rigorosa ricerca, il percorso espositivo, curato dal Comitato scientifico, ha subito “in itinere” una natu-
rale evoluzione, per rispondere a esigenze di natura didattica.
L’ampio riscontro dei visitatori e soprattutto delle scolaresche, intervenute sempre numerose, ci ha incoraggiato a
compiere un ulteriore passo avanti. La dimestichezza dei giovani a reperire fonti documentaristiche con un semplice
tocco sullo smart phone o sul tablet, ci ha indotto ad arricchire il materiale già presente nella mostra, integrandolo
con proiezioni a tutto campo, voci, suoni contestualizzanti e postazioni multimediali di approfondimento, come per
esempio la mappa interattiva dei lager, utile per far comprendere la complessità di quello che era l’“universo con-
centrazionario”. L’Associazione, che è fortemente impegnata a portare avanti una comune politica della memoria tra
Italia e Germania, vuole mostrare come da quelle tragedie i due Paesi sono riusciti ad uscire ed oggi, “in onore delle
vittime”, lavorano insieme per un futuro di pace e di sempre maggiore coesione europea.
Ne è testimonianza la costituzione del “Fondo italo tedesco per il futuro”, grazie al cui contributo è stata resa possibile
la realizzazione di questo Museo e degli altri progetti portati avanti dall’ANRP.
Mi auguro che sia possibile proseguire in questo percorso con la creazione di una Fondazione, quale centro studi,
documentazione e ricerca, tra storici italiani e tedeschi e l’ANRP, per proseguire quanto si è fatto finora.
Signora Ambasciatore,
Signor Direttore Generale,
Signor Sottosegretario,
Signor Presidente dell’Assemblea Capitolina,
Signore e Signori,
Cari giovani,
consentitemi, anzitutto, di dedicare un breve pensiero ai tanti compagni d’ar-
mi Caduti nei Lager nazisti della Germania e della Polonia, in onore dei quali
è dedicato questo Museo.
A oltre 70 anni dagli avvenimenti, io, Michele Montagano, che ho ancora la
possibilità e la forza di rendere diretta testimonianza, sento il dovere di dare
voce anche a tutti gli Internati Militari Italiani che, operando una vera e propria
Resistenza al nazifascismo, hanno scelto volontariamente e personalmente di
rimanere nei Lager di internamento e a volte anche di sterminio.
Ridotti a un numero, privati della loro identità per essere considerati semplici “stücke”, “pezzi”, da usare per la
vittoria finale di Hitler, hanno sopportato il lavoro coatto e condizioni di vita durissime.
Dopo un lungo periodo di silenzio che ha oscurato la vicenda dei 650 mila IMI, la memoria di un passato quanto
mai controverso e difficile per Italia e Germania è riuscita finalmente a stemperarsi nel diventare Storia. Storia
condivisa, nella comune progettualità dei nostri due Paesi per un futuro senza più guerre, lager, fili spinati e muri.
Pur non costituendo un’archiviazione delle responsabilità del nazionalsocialismo, iniziative come quella di questo
Museo sono un atto dovuto per non disperdere il patrimonio storico, culturale e umano legato alla drammatica
vicenda degli IMI.
Attraverso la loro tangibile testimonianza, divengono moltiplicatori di memoria di quei valori spirituali, sempre
validi, in cui gli Internati Militari Italiani credettero tanti anni fa in quel “mondo fuori del mondo”.
Da oggi, in nome di quei valori, il Museo dedicato agli IMI sarà attivo e ci auguriamo che possa espletare la sua
funzione storico-didattica in modo rispondente alle aspettative delle nuove generazioni.
L’entusiasmo con cui i giovani studenti qui presenti hanno affrontato il loro ruolo di guida al Museo nel corso
di questa serata ce ne dà conferma.
A loro il nostro più sincero ringraziamento e l’augurio di un brillante prosieguo negli studi.
Quale futuro per l’ANRP?
È su questo terreno che si misura razioni quegli stessi fatti e quelle di Lauro Rossi
la capacità dell’Anrp di contribui- stesse drammatiche esperienze.
re a trasformare la tragica vicenda In questo senso l’ANRP ha oggi
degli IMI in oggetto di studio e di davanti a sè un evidente problema
elaborazione culturale. Ritengo che di ridefinizione e di rimodulazio-
questa operazione apra necessaria- ne, al quale non può sfuggire. E
mente una fase di ampia riflessione mi sembra che la strada sin qui in-
alla quale vorrei portare un picco- trapresa sia piuttosto confortante.
lo contributo. Due fatti sono alla Facendo proprie infatti le racco-
base dell’interrogativo che pongo: mandazioni della Commissione di
il primo si riferisce alla presa d’atto storici italo-tedeschi, in occasione
che si sta esaurendo la generazio- dell’anniversario del 70° dell’ini-
ne di coloro che hanno vissuto da zio della deportazione e dell’in-
protagonisti il periodo che va dagli ternamento degli italiani (militari,
anni trenta alla seconda metà degli politici, ebrei, e semplici cittadini)
anni quaranta e quindi la coscienza nei lager nazisti, della Resistenza e
dell’irreversibile venir meno dei te- della Guerra di Liberazione, l’As-
stimoni che hanno avuto esperienza sociazione, mettendo a disposizio-
diretta dei drammatici avvenimenti ne la propria esperienza e le proprie
della Seconda guerra mondiale; il risorse, ha inteso proporre, due im-
secondo, in parte collegato al pri- portanti progetti.
mo, è il desiderio, direi l’ansia, di Il primo concerne la realizzazione
capire quale potrà essere in futuro del Lessico biografico degli Imi,
il modo giusto, corretto e formati-
vo per trasmettere alle nuove gene-
che inizia con il libro commemora-
tivo dei Caduti. Il database che si 19
propone è una modalità per regi- lizzata sull’internamento
strare quel passato, per ricostruire e la prigionia.
il filo spezzato di una memoria lun- Prima di concludere, vor-
gamente e ingiustamente ignorata. rei porre l’accento su una
L’Associazione intende portare questione che mi sembra
avanti nel tempo, con il sostegno determinante e della quale
di altri soggetti pubblici e privati, forse si sottovaluta l’im-
nazionali e internazionali, il mante- portanza. La memoria, è
nimento e l’aggiornamento del da- fuori di dubbio, presen-
tabase, con la prospettiva di essere ta non poche intrinseche
ulteriormente ampliato al fine della fragilità. Nel momento
costruzione di un vero e proprio in cui, come ricordava
lemmario, nel quale venga registra- recentemente Alberto
to il più alto numero possibile degli Melloni sulle pagine del
oltre 650mila internati militari. Ma- “Corriere della Sera”, alla
teriale di evidente futura utilità per generazione del pathos dovrebbe nuovi modi di sentire, ma anche
gli storici e per chiunque intenda succedere quella dell’ethos, la me- dallo stesso, inevitabile fluire del
meglio comprendere quegli eventi. moria avrebbe bisogno che la sto- tempo. È necessario dunque creare
Il secondo punto, assai qualifican- ria, con la sua necessaria distanza un preciso legame, uno stretto rap-
te, è stata la creazione di un Museo dai fatti e con il suo indispensabi- porto tra memoria e storia, proprio
sulla storia degli internati militari, le (se realmente vuole presentarsi per difendere la memoria dalle sue
che possa offrire un quadro delle come vera storia) distacco critico, intrinseche debolezze. È vero che
loro condizioni di vita e di lavoro. le conferisse un maggior vigore, ai nostri giorni la storia è disci-
Tale museo, integrato da esposi- una maggiore stabilità e anche una plina in evidente crisi e i segnali
zioni temporanee e altre iniziative, maggiore dialettica con altri fatti di una necessaria ridefinizione si
tende a documentare singoli aspetti e avvenimenti. La memoria infatti intravedono appena, ma solo un
delle esperienze collettive degli in- presenta diversi limiti: l’oblio, la serio impegno storiografico potrà
ternati militari e di altri lavoratori negazione, le possibili alterazioni, salvare i valori che la memoria ci
coatti italiani. una monumentalizzazione, di cui tramanda, senza incorrere in peri-
Recente è il riordino e la riapertura sono ricche le nostre città, supera- colose “querelles” o in non meno
al pubblico della biblioteca specia- ta non solo da nuove culture e da pericolosi “dérapages”.
Certamente un’associa-
zione come l’Anrp non
può, da sola, aspirare
ad un ruolo determi-
nante nella direzione
che ho appena auspica-
to. Ci vuole il concorso
di un’ampia fetta del
mondo culturale. Ma la
stessa Anrp può almeno
rappresentare un esem-
pio, uno piccolo stimo-
lo verso un mutamento
e una ridefinizione che
appaiono inevitabili e
che converrebbe far par-
tire con il piede giusto,
per non dover poi, nel
tempo, ricorrere a mo-
difiche e correzioni di
rotta che non farebbero
altro che rallentare, se
non addirittura insab-
biarne il percorso.
SALA
CONFERENZE
SALA
IL RIMPATRIO
E L’OBLIO
SALA
DA INTERNATI MILITARI
A LAVORATORI CIVILI
estate 1944
SALA
IL CAMPO
l’arte
IL CORTILE
DELLA MEMORIA
SALA
SALA IL CAMPO
8 SETTEMBRE 1943 l’internamento
SALA
LA CATTURA
il viaggio
A 15
BICAN
VIA LA
PERCORSO MUSEALE
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