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Storia in Rete - Mensile - Compiega n. 136 febbraio 2017 - Poste Italiane S.p.A. Sped. In A.P. - D.L 353/2003 (conv.

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Fascisti dopo Mussolini


Storia in Rete
periodico mensile
Speciale n° 6 Febbraio-Aprile 2017
Compiega n° 136 - Febbraio 2017
anno XII
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Direttore responsabile
Fabio Andriola
direzione@storiainrete.com

Comitato scientifico
Aldo A. Mola (presidente)
Mariano Bizzarri
Giuseppe Parlato
Nico Perrone
Aldo G. Ricci

Distribuzione esclusiva
Press-di Distribuzione
Stampa & Multimedia Srl
20090 Segrate (MI)

Pubblicità
pubblicita@storiainrete.com

Hanno collaborato
Marco Valle
(coordinatore dello speciale)
Alessandro Amorese
Mario Bozzi Sentieri
Giampiero Cannella
Michele De Feudis

Sommario
Zeno Irpinate
Massimo Magliaro
Gennaro Malgieri
Nazzareno Mollicone
Antonio Pannullo
Ferdinando Parisella 05 Editoriale 70 Ecco cosa andò storto dopo Valle Giulia
Aldo G. Ricci
Andrea Tremaglia
Giovanni Vasso 06 Il MSI 70 anni dopo. Una storia non banale 74 Laboratori/4 - Ordine Nuovo
Marcello Veneziani
Andrea Vezzà 08 Cronologia 76 La CISNAL, il braccio sociale del MSI
Massimo Weilbacher
Raffaele Zanon
10 E dal fondo nero spuntò una fiamma... 78 Il FdG, tra fiaccole e celtiche
Editing, ricerche e cartografia
Emanuele Mastrangelo 14 50 anni di battaglie 84 Sapessi com’era strano
mastrangelo@storiainrete.com essere missini a Milano
Grafica 22 Panoramica - I risultati elettorali del MSI
Purinto - www.purinto.it 90 Cerullo: «MSI, Tante luci, molte ombre»
24 1946: La Fiamma si accende
Progetto grafico 98 L’ombra della Fiamma
Marco Guerra
marco.guerra@purinto.it 28 Almirante. Pregi e limiti di un leader
102 E Roma divenne un campo di battaglia...
Stampa 32 Il MSI? Oltre il nostalgismo c’era di più
Arti Grafiche Boccia 108 Latina, olim Littoria
Via Tiberio Claudio Felice 7,
84131 Salerno 38 Laboratori/1 - Il presidenzialismo
110 Padova: MSI fuorilegge
Arretrati 42 Trieste è - e resta - italiana!
Informazioni a pag. 62-63 116 Concretezza pugliese
Editore 48 Scelba e la Legge fuffa
Storia in Rete Editoriale s.r.l. 120 Sicilia: da soli contro i padrini
Via Bassano del Grappa 24 52 Laboratori/2 - I Figli del Sole
00195, Roma - fax 06 45491656 124 E i Fratelli d’Italia (in trasferta)
Mensile 56 Laboratori/3 - Il Partito Nazionale finalmente votarono…
Registrazione al Tribunale del Lavoro
di Roma n. 2402500 128 Poche storie: il MSI non amava i libri…
del 22 giugno 2005 58 Genova ’60 - la vittoria della
Storia in Rete - speciale «pregiudiziale antifascista» 132 Son passati di là…
un numero: 9,50 euro
arretrati, 15,00 euro 64 Il FUAN, un laboratorio perduto 136 Fiamme, fiammette e lumini
Si ringraziano la Fondazione
Spirito - De Felice, la Fondazione Alleanza
Nazionale e «il Secolo d’Italia» per la
riproduzione di alcune immagini
|
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| editoriale
di Fabio Andriola

M
entre l’idea ziata nel dicembre ’46 e che avrebbe proprietà transitiva, si è trasmessa ad
di questo avuto – a metà dei Settanta – ancora almeno un paio di generazioni suc-
speciale quasi vent’anni di vita. Questo però cessive: un militante missino a fine
stava pren- è un giornale di storia non di redu- anni Settanta non era meno esule in
dendo cor- ci e se abbiamo voluto cogliere l’oc- patria di un reduce di Salò nel 1946…
po mi sono casione di un anniversario neanche
sorpreso a fare due conti: quanti tondo tondo (il Movimento sociale Raccontare quindi la storia del MSI
anni bisogna avere oggi per avere italiano nacque ormai settant’anni e delle sue tante anime vuol dire –
un po’ di memoria diretta, non dico fa, non 50 e neanche 100) è per rac- storicamente – ricostruire un pezzo
del ’68, ma della furia degli anni contare una storia, umana e politica importante della storia italiana del
Settanta? Dell’attesa delle Tribu- insieme (strette come poche volte si Novecento, la storia di tanti, molti
ne politiche con Almirante in TV? è visto) che è parte di una storia più più di quelli che poi effettivamente
Dell’adrenalina di un comizio con grande: quella dell’Italia del dopo- votavano e militavano per la Fiam-
contorno di blindati della polizia? guerra. Nell’Italia che risorgeva - e ma tricolore. Infatti, una delle tante
Di un’affissione notturna intorno lo faceva alla grande – dalle macerie iperboli del MSI è che pur essendo
all’Università o di un volantinaggio della guerra ci sono stato un partito di
alla luce del sole che se si era meno stati infatti anche militanti fu, a modo
di un certo numero era meglio non loro, i «fascisti», gli
Le passioni che suo, anche un par-
provarci neanche? E quanti anni sconfitti. Si riflette animavano il MSI, tito d’opinione nel
ci vogliono per avere ancora negli poco su chi fossero in qualunque area senso che rappre-
occhi l’edicolante che ti sbatte con e quanti fossero: non ci si riconosca, sentava un’area ben
malagrazia la tua copia del «Secolo tanto i dirigenti e i più vasta di quella
d’Italia» o di «Candido»? E si po- capi politici ma i tan- sono forse la cosa del suo elettorato.
trebbe continuare ovviamente an- ti che non avevano che più manca oggi Nelle pagine che se-
cora a lungo, con l’auto-indulgenza nessuna voglia «né guono – coordinate
un po’ retorica e bolsa di chi il giro di rinnegare né di restaurare» e che, in modo eccellente da Marco Valle
di boa comunque l’ha fatto e sa che come tutti, finita la guerra e finito – e per le quali, sia ben chiaro, nessun
per tutto questo cinquant’anni ba- magari all’esterno ma non dentro di contributo è stato ricevuto – si spiega
stano appena. Pochi o tanti che loro – il Fascismo, ripresero a vivere. anche perché non si riuscì mai a far
possano sembrare. Certi flash degli Furono ovunque: nelle arti, nel ci- coincidere appieno quelle due realtà.
anni Settanta sembrano però davve- nema, in TV, nelle case editrici, nei Come sempre cause esterne e limiti
ro lontani: il prof di ginnastica con tribunali, nella pubblica ammini- interni interagirono. Abbiamo cer-
il ciondolo d’oro a falce e martello, strazione, nelle scuole, nell’industria cato di evidenziare le une e gli altri,
i tuoi compagni di classe che vanno privata, negli ospedali. Nel suo ulti- senza sconti, senza retorica. Con la
ai cortei della Figgiccì (i giovani del mo libro il giornalista del «Corriere speranza di aver dato qualche spunto
PCI) anche se siamo solo alla fine della Sera» Pierluigi Battista ricorda di riflessione, soprattutto a chi non
della terza media, il sabato pomerig- il suo rapporto difficile – lui giovane c’era per motivi anagrafici ma anche
gio in centro a cercare l’ultimo disco gruppettaro di estrema sinistra – col a chi non ci sarebbe stato comunque
del tuo cantante preferito e il solito padre «fascista» a cui non poteva per inclinazione. Il MSI era parte di
corteo di Lotta Continua che sfila rimproverare null’altro che un pas- un’Italia che comunque merita, tut-
augurandoti – anche se non ti co- sato che al figlio pareva indecente e ta insieme, attenzione e rispetto. Le
noscono e tu neanche li conosci – di che il genitore invece non intendeva passioni che l’animavano, in qua-
finire appeso a testa in giù… rinnegare in alcun modo pur facen- lunque area ci si riconoscesse, sono
do la sua vita di stimato e affermato forse la cosa che più ci manca oggi.
E così, in qualche modo, ragazzino avvocato. Battista senior – grazie al Che più servirebbe oggi. E adesso
bastian contrario, innamorato più libro del figlio – è tornato alla ribalta girate pure pagina. C’è un’Italia
della storia che della politica, ti ritro- nella sua qualità di «esule in patria». strana, particolare, inattesa che vi
vi ad incrociare un’avventura molto Una condizione che riguardò, bene aspetta. Non esiste più e arrivati a
più importante di quanto in quel o male, tanto o poco, molti milio- pagina 143 chiedetevi se è un bene
momento immagini. Una storia ini- ni di italiani e che, per una curiosa o un male. n

Febbraio-Aprile2014
Aprile-Giugno 2017 |
5 STORIA IN RETE

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editoriale |
I
Milano, 1987, Teatro Lirico
l 26 dicembre 1946 nasce- una rappresentanza, un nucleo. Un
(lo stesso dell’ultimo discorso
va il Movimento Sociale patrimonio di fede e speranze ma del Duce), commemorazione
Italiano. Settant’anni fa. anche di pensieri ed elaborazioni, dei 40 anni del MSI. Fu l’ultima
Una data tonda e pesan- di idee, di progetti che presto in- apparizione pubblica
te, un’anniversario agro- quietò il potere democristiano e le di Almirante a Milano. Vicino
a lui, un giovane Ignazio
dolce per un’esperienza sinistre. Da qui la legge Scelba ma La Russa e Franco Servello
unica e contradditoria conclusasi anche gli appelli, in nome di una
a Fiuggi nel 1995. In quasi mezzo «lotta comune» al sistema, dell’al-
secolo di vita, la fiamma rappre- lora segretario della Federazio-
sentò molte cose, forse troppe. ne Giovanile Comunista Italiana
Fu, innanzitutto, il coagulo degli (FGCI) Enrico Berlinguer, ai ragaz-
sconfitti, degli irriducibili del Fa- zi della Fiamma. Non sempre, però
scismo, degli «esuli in patria», ri- i gruppi dirigenti seppero essere
prendendo la lucida definizione del all’altezza delle aspettative e degni
professor Tarchi. Un magma di en- del carico di fiducia offerto in as-
tusiasmi, rancori e progetti spesso soluta buona fede da un segmento
velleitari, sempre contradditori. In importante del popolo italiano.
quel lontano ’46 nessuno (o quasi) Nel tempo, accanto ad intuizioni
si accorse di quel pugno di reduci importanti – il presidenzialismo,
sopravissuti alla Guerra Civile che la rivisitazione del corporativismo,
niente intendevano «restaurare» e la valorizzazione dell’emigrazione
nulla «rinnegare». Eppure, incre- italiana, la critica al regionalismo –
dibilmente, nell’Italia del dopo- e battaglie nobili e durissime – la
guerra il piccolo movimento prese difesa di Trieste e Bolzano, la lotta
forma e sostanza alla mafia in Sici-
e presto divenne lia, le mobilitazio-
Il MSI fu un
il riferimento per ni studentesche –
milioni d’italiani. patrimonio di fede, la nomenklatura di
Un miracolo po- pensieri, idee, progetti partito si atrofizzò degli avversari, la loro volontà di
litico, innestato che inquietò il potere in una bolla auto- cancellare politicamente, persino
sul mito di Mus- referenziale e con- di annientare fisicamente («ucci-
solini, sui ricor-
democristiano servativa, alter- dere un fascista non è reato»...) la
di positivi della e comunista nando nostalgismi destra politica, a saldare un mon-
modernizzazione inutili ad entrismi do umano litigioso e poco omoge-
autoritaria (opere sociali, boni- velleitari e manovre governiste neo. Il lungo assedio, il sangue dei
fiche, edilizia pubblica, guerra spregiudicate quanto fallimentari. caduti, il sacrificio di tanti attivi-
al latifondo etc.) e rafforzato da Da qui le tante delusioni e le con- sti (gente normale, normalissima
un senso dello Stato e di patriot- tinue diaspore d’intelligenze – da ma rocciosa e determinata) diede
tismo ancora diffusi in vasti set- Primo Siena ed Enzo Erra agli in- nuova forza ed orgoglio ad un’in-
tori della società. tellettuali della Nuova Destra, Tar- tera comunità. La lunga, dolorosa
chi in primis – che afflissero il par- traversata attraverso gli Anni di
Grazie all’entusiasmo degli ade- tito e il suo mondo giovanile. Per Piombo non fu inutile. Negli anni
renti e delle organizzazioni giova- anni e anni, le polemiche sui «treni Ottanta sembrò possibile superare
nili – una galassia dinamica e ge- perduti» e «le occasioni mancate» vecchie logiche e linguaggi desueti
nerosa – il MSI riuscì a costruire divennero una sorta di mantra e passare, finalmente, «dalla pro-
rapidamente una dimensione mi- amaro e si intrecciarono ad un cor- testa alla proposta». Ancora una
litante importante sul territorio. rentismo esasperato e deleterio. volta il mondo giovanile ritrovò un
Ovunque, anche nei paesini sper- ruolo d’avanguardia e, timidamen-
duti del Meridione o nelle «zone Paradossalmente, con lo tsunami te, prese forma un partito diffe-
rosse» più ostili, vi era una sede, politico e culturale del ’68, fu l’odio rente e competitivo. Ma le antiche

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| Il MSI 70 anni dopo. Una storia non banale
di Marco Valle

malattie del neo o postfascismo – il poco o mal indagata. Soprattutto a o meno ai guardiani del politica-
nostalgismo, il frazionismo, il lea- destra. Tra gli eredi veri o presunti mente corretto, alla memoria del-
derismo, il richiamo del «ghetto», del MSI, vi è chi oggi preferisce le la Nazione e del suo popolo. Ecco
la «fiera delle occasioni» al posto di (auto)celebrazioni ingessate e no- perché abbiamo voluto costruire
strategie com- stalgiche, chi si e proporre agli amici di «Storia in
plesse – impe- Gli eterni vizi della destra - erige a prefica Rete» (e speriamo non solo a loro)
dirono ogni inconsolabile, un’analisi forse inconsueta ma
evoluzione po- nostalgismo, frazionismo, chi si distan- plurale, mai retorica e, per quanto
sitiva e il MSI- leaderismo, il richiamo del zia, banalizza possibile, obiettiva della lunga av-
DN si perse in «ghetto», la «fiera delle e poi rimuove. ventura della destra italiana. Cer-
dibattiti lunari,
inutili. Agli ini-
occasioni» - impedirono Atteggiamenti, a nostro avviso,
to, non si tratta di un quadro com-
pleto e esaustivo. Lo sappiamo. È
zi dei Novanta l’evoluzione del MSI i nsu f f ic ient i, piuttosto un tavolo di lavoro aperto
la fiamma era errati. La storia in cui il lettore, se vorrà, potrà ri-
ridotta ad un lumicino. Poi arri- del Movimento Sociale Italiano – trovare – attraverso documenti e
varono Tangentopoli, Berlusconi, con tutti gli errori, gli innumerevoli testimonianze spesso inedite e sor-
Fiuggi. Un’altra storia, sicuramente sbagli ma anche le tante luci e le po- prendenti – i fili di un’esperienza
confortevole ma non gloriosa. che, sofferte, vittorie – è parte in- intricata e individuare, speriamo,
tegrante (e non disdicevole, anzi...) le chiavi per capire, approfondire,
Conclusioni? La Fiamma rappre- delle dinamiche sociali e politiche giudicare con serenità il diffici-
senta a tutt’oggi una vicenda irri- del lunghissimo dopoguerra italia- le percorso degli «esuli in patria».
petibile, complessa e complicata e no. Appartiene pienamente, piaccia Buona lettura. n

Febbraio-Aprile 2017 |
7 STORIA IN RETE

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cronologia | Cinquant ’anni di Fiamma

1946  3 febbraio. A Milano inizia le pubblica-


zioni il «Meridiano d’Italia» diretto da
Franco de Agazio. L’11 aprile è seguito da «Rivolta ide-
rio Arturo Michelini rappresentante della cor-
rente conservatrice, moderata e filo-atlantica.
Pino Rauti fonda la corrente di Ordine Nuovo
ale» diretta da Giovanni Tonelli e il 27 luglio da «Rosso in polemica con Michelini.
e nero». Il 26 settembre nasce il Fronte dell’Italiano e
poco dopo a Roma iniziano a riunirsi i membri delle
testate e dei gruppi neofascisti per fondare un nuovo
partito. Il 26 dicembre il Movimento Sociale Italiano viene
1956  24-26 novembre. V Congresso (Mi-
lano). Michelini viene confermato alla gui-
da del MSI e Ordine Nuovo esce dal partito.
costituito ufficialmente a Roma.

1947  15 giugno. Giorgio Almirante è eletto segre-


tario. 12 ottobre. Il MSI partecipa alle elezioni
1957  La corrente di sinistra capeggiata
da Ernesto Massi esce dal MSI e
fonda il Partito Nazionale del Lavoro.
comunali a Roma ottenendo tre consiglieri.

1948  18 aprile. Prima partecipazione


del MSI alle elezioni nazionali,
1958  Partecipazione alla breve
esperienza del «Milazzismo» al
governo della Regione Sicilia (ottobre 1958 - giugno
dove ottiene il 2,01% alla Camera e lo 0,89% al 1959).
Senato. Il 27-29 giugno. Primo Congresso del Mo-
vimento (Napoli). Vengono stabiliti i capisaldi del
programma: corporativismo e socializzazione,
rifiuto del trattato di pace di Parigi, opposizione
1960  Giugno. Il MSI appoggia il governo monocolo-
re DC di Fernando Tambroni. Il VI Congresso a
Genova viene impedito dai manifestanti comunisti.
De Marsanich alla realizzazioni delle regioni, pacificazione na-
zionale. Augusto De Marsanich sintetizza la posi-
zione del MSI verso il Fascismo nella frase: «non rinnegare e non
restaurare». Almirante è confermato alla segreteria.
1963  2-4 agosto. VII Congresso (Roma). Michelini è
confermato alla segreteria. «Il Secolo d’Italia»
diventa il giornale ufficiale del Movimento.

1949  28 giugno-1° luglio. II Congresso (Roma). Almi-


rante è messo in minoranza e la segreteria pas-
sa a De Marsanich, esponente dell’ala conservatrice, atlantista e
1965  12-14 giugno. VIII Congresso (Pescara). Ancora
una volta Michelini, con il supporto della cor-
rente almirantiana, ottiene la segreteria.
cattolica, non ostile ai monarchici. Viene fondata la CISNAL.

1950  Maggio. Nascono a Roma le Formazioni univer-


sitarie di avanguardia nazionale (FUAN)
1968  1° marzo. Battaglia di Valle Giulia. Le forma-
zioni giovanili del MSI sono l’avanguardia del
Movimento studentesco negli scontri con la polizia e nelle occu-
pazioni delle università, ma vengono sconfessate da Michelini.

1951  La autorità statali proibiscono il III Congresso.


Alle elezioni locali il MSI si allea con il Partito
Monarchico ottenendo buoni risultati specialmente al sud.
16 marzo. Almirante e Anderson guidano i Volontari Nazionali
contro le occupazioni alla Sapienza. I giovani di destra vengono
quindi emarginati dal Movimento studentesco.

1952  16 maggio. Viene fondato «Il


Secolo d’Italia». 26-28 luglio. III
Congresso (L’Aquila). Viene confermato De Mar-
1969  5 giugno. Muore Arturo Michelini. 29 giugno.
Almirante ottiene la se-
greteria. Inizia la politica del «doppiopet-
sanich. Prima scissione del partito, da cui fuori- to». Novembre. Una parte di ON rientra
esce Giorgio Pini che fonda il Raggruppamento nel MSI insieme a Rauti. Clemente Grazia-
Sociale Repubblicano. ni fonda coi fuoriusciti rimasti il Movimen-
to Politico Ordine Nuovo.

1953  Alle elezioni politiche il MSI


raggiunge il 5,85%.
1970  Luglio. Fatti di Reggio
Calabria. La città insor-

Michelini
1954  9-11 gennaio. IV Congresso
(Viareggio). Diviene segreta-
ge contro lo spostamento del capoluogo
a Catanzaro. Il sindacalista missino Ciccio
Almirante

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Franco guida la rivolta. 20-23 novembre. IX Congresso.

1971  13 giugno. Exploit alle elezioni locali del MSI


che raggiunge il 13,9% con punte del 21,5% a
1984  Alle elezioni europee il MSI-DN ottiene il 6,47%
e cinque europarlamentari che, insieme a quel-
li del Front National francese di Le Pen, formano il Gruppo delle
Catania. 17 giugno. Almirante lancia l’idea di una Destra Naziona- Destre Europee al Parlamento europeo. 29 novembre-2 dicem-
le. 6 settembre. Nasce il Fronte della Gioventù bre. XIV congresso, con il motto «dalla protesta alla proposta».
Partecipano delegazioni DC, PLI e PSDI e Jean-Marie Le Pen. Vie-

1972  Febbraio. Almirante forma un’alleanza con il


Partito Democratico Italiano di Unità Monar-
ne proposta la riforma presidenziale dello Stato.

chica e il Movimento Sociale aggiunge al suo nome quello di


«Destra Nazionale». Alle elezioni politiche dello stesso anno il
MSI raccoglie l’8,7% dei voti alla Camera e il 9,2% al Senato, mas-
1985  Il MSI-DN ottiene per la prima volta una presi-
denza di commissione alla Camera (quella per
le elezioni) e per la prima volta dal 1960 il partito viene consul-
simo risultato ottenuto dal partito. Il Tribunale di Milano indaga tato prima della formazione di un governo, dal socialista Craxi.
Almirante accusandolo di «tentata ricostituzione del partito fa-
scista». La Camera vota l’autorizzazione a procedere, ma l’inchie-
sta dopo qualche anno viene abbandonata. 1987  11-14 dicembre. XV Congres-
so (Sorrento). Almirante,
malato, indica come proprio delfino Gian-
Fini

1973  18-21 gennaio. Il X Congresso conferma Almi-


rante alla guida e gli affianca numerosi espo-
franco Fini.

nenti ex monarchici, fra cui Achille Lauro.


1988  24 gennaio: Almirante è con-
fermato segretario. 21 gen-

1974  12 maggio. Nel referendum per l’abolizione del


divorzio il MSI si schiera per il «Sì».
naio, muore Pino Romualdi, il giorno dopo
Giorgio Almirante.

1975  Gennaio. Almirante vara la Costituen-


te di destra per la libertà che raccoglie
elementi di altri partiti ed esponenti del mondo
1990  11-14 gennaio: XVI Congresso. Rauti è eletto
segretario.

militare uniti dall’anticomunismo e dal conser-


vatorismo. 1991  Dopo la debacle politica alle elezioni in Sicilia
Rauti si dimette. Fini diventa segretario.

1976  Alle elezioni politiche il MSI


perde voti. 20 dicembre si co-
stituisce il gruppo Costituente di destra - Democrazia
1992  Con lo scoppio degli scandali di Tangentopoli
il MSI inizia una campagna antipartitocrazia
e appoggia l’operato dei giudici milanesi. Sul «Il Tempo» del 19
nazionale settembre 1992 il politologo Domenico Fisichella lancia l’idea di
una «Alleanza Nazionale» che riunisca i partiti conservatori in op-

1977  13-16 gennaio. Nell’XI Congresso la corrente di


Democrazia Nazionale esce dal partito. Almi-
posizione all’«Alleanza Democratica» progressista.

rante viene confermato segretario.


1993  24 aprile. Il MSI inizia a lavorare sulla costituzio-
ne di Alleanza Nazionale. Nel novembre 1993 il

1978  Il MSI-DN si fa promotore del progetto del-


l’«Eurodestra» ma alle elezioni europee del
1979 è l’unico partito dello schieramento a mandare parlamen-
MSI ottiene ottimi risultati alle elezioni comunali, conquistando
Chieti, Latina e Benevento. Fini a Roma e Alessandra Mussolini
a Napoli vanno al ballottaggio. Il 23 novembre Silvio Berlusconi
tari a Strasburgo. «sdogana» il MSI affermando in un’intervista che se fosse citta-
dino romano voterebbe per Gianfranco Fini. Il 26 no-

1979  Alle elezioni nazionali il MSI prende il 5,3 men-


tre DN solo lo 0,8%. 5-7 ottobre. XII Congresso.
vembre AN inizia a prendere corpo coi primi circoli
territoriali.

1982  18-21 febbraio. XIII Congresso (Roma). Intervie-


ne per la prima volta Marco Pannella. 1994  Il MSI si presenta alle elezioni del
27-28 marzo come AN nella coali-
zione del Polo del Buon Governo e raccoglie il 13,5% dei
nte
voti. Entra nel governo Berlusconi I con cinque ministeri.

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9 STORIA IN RETE

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editoriale |
A
lle origini, la di Giacomo Puccini (del 1919), no essere un’aristocrazia. Come
militanza nel «Sole che sorgi libero e giocon- I figli del Sole. Un nome pagano,
Movimento do...». La carica vitale non man- quasi esoterico, che si ispira a Ju-
Sociale Italiano cava ma restava avvolta nell’aura lius Evola e Massimo Scaligero. Il
evocava la di- nobile e malinconi- loro leader è Enzo
gnità del lutto ca dei vinti.
e il sapore amaro della nostalgia.
Ai missini la carica Erra, vi aderiscono
Pino Rauti, Gia-
Una fiamma tricolore su fondo Il neofascismo, vitale non mancava no Accame, Primo
nero che sorge, dicevano taluni, nel dopoguerra, è ma restava avvolta Siena, Fausto Gian-
«dalla bara del Duce». E il «Can- un arcipelago di nell’aura nobile franceschi, Attilio
to degli italiani», l’inno del MSI inquietudini e di Mordini, Enrico de
scritto da Almirante, esordiva gruppi. Oltre il MSI
e malinconica Boccard. Pietro Ce-
così: «Siam nati in un cupo tra- sorgono tra i ragaz- dei vinti rullo li definisce «i
monto…». Meglio le canzoni del zi che hanno appe- padri putativi della
Ventennio, più gioiose, più gonfie na sfiorato l’RSI, gruppi e riviste. Giovane Italia», l’organizzazione
di vita. Non a caso l’inno dei comi- Il MSI, per loro è troppo poco ed giovanile missina che si formerà
zi missini sarà poi l’Inno a Roma è un partito, mentre loro voglio- più tardi. A fianco, in quel picco-
lo ma vivace mondo, altri ragazzi
in altre testate sfidano il loro
tempo: Piero Buscaroli, Silvio
Vitale, Clemente Graziani,
Gabriele Fergola, Vanni
Teodorani, Roberto Mel-
chionda, Fabio De Felice,
Fausto Belfiori, Egidio Ster-
pa, Franco Petronio, Angelo
Ruggiero e altri. Quel pic-
colo mondo neofascista è
diviso in tre filoni cultu-
rali: quello sociale e na-
zionale che si richiama a
Gentile, quello aristo-
cratico-pagano che
si richiama a Evola,
e quello cattolico
tradizionale. A volte
si accendono dispu-
te accese. A volte i
ruoli si invertiranno;
per esempio alcuni tra
coloro che erano nella si-
nistra nazionale, come
Tremaglia e per certi
versi lo stesso Almi-
rante, approdarono
alla destra-destra,
legge e ordine e
f i loa mer ica-
na; e viceversa
molti di de-

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stra (come Rauti, Niccolai e Acca-
E dal fondo nero spuntò una fiamma...
di Marcello Veneziani

lini, «il comunista e pervertito», sotto i cieli d’Africa in cerca della


me) sostennero poi l’apertura o lo collaborò con giornali di destra, sua rivoluzione nazionale. E si può
«sfondamento» a sinistra. come «Il Popolo di Roma», «il seguitare a cercare altri Guevara in
Quotidiano» e «Libertà d’Italia». altre culture esotiche; come Yukio
Tante le riviste di area già nei primi Adriano Bolzoni ricordava la sua Mishima, per esempio, eroe della
anni: «Cantiere», «Carattere», «Ar- collaborazione a «Reporter», la ri- letteratura giapponese che si ribel-
chitrave», «Rivolta ideale», «Rosso vista finanziata da Michelini, allora la alla morte spirituale e si uccide
e Nero», «Rataplan»... Cito gli au- segretario dell’MSI. davanti alle telecamere. O Codre-
tori: Concetto Pettinato e Bruno anu, il capo carismatico e popolare
Spampanato (neo-fascisti di «Aver raccolto viva una voce nel delle Guardie di Ferro, trucidato
sinistra), Gianfranco Final- vento dei millenni, avere inteso in nella sua Romania. O tornando in
di e Piero Caporilli, Ren- un bell’occhio antico l’inviolabile Italia Niccolò Giani, Guido Pallot-
zo Lodoli e Diano Brocchi, fiamma del suo sogno, aver bus- ta, mistici del Fascismo ed eroi di
Vittorio Vettori e Giovanni sato senza iattanza a porte che s’a- guerra come Teseo Tesei, Borg Pi-
Volpe, Carlo Mazzantini prono soltanto ai cuori liberi, non sani, Durand de la Penne. O Carlo
e Ugo Franzolin, Ma- era vanità» cantava Ezra Pound. Borsani, il poeta cieco.
rio Castellacci e Piero L’immaginario dei vinti che si ri-
Capello, Nino Tripodi trovarono nel MSI ruotava intorno Alle soglie degli anni Cinquanta,
e Giorgio Pisanò, Ru- a una figura: l’Eroe. Dalla storia dopo anni di prigionia a Procida,
tilio Sermonti e Ma- alla fantasy, la concezione eroica tornarono in libertà due grandi
rio Tedeschi, Andrea fu il perno del suo soldati che diven-
Emo e Gaetano Rasi. immaginario. Nel-
Storico o fantastico, tarono presidenti
Catalogo affettuoso, le sezioni del MSI, d’onore del MSI ai
pieno d’imperdo- accanto al busto o l’Eroe fu il pilastro tempi in cui il par-
nabili omissio- alla foto del Duce, dei militanti del MSI. tito era guidato da
ni. Nella vi- c’era quasi sempre Accanto al Duce c’era Augusto de Mar-
vace galassia il ritratto dell’eroe
di fogli preferito o del ca-
sempre un Mishima, sanich: il principe
Junio Valerio Bor-
militan- duto locale. Innu- un Berto Ricci... ghese, mitico co-
ti, si merevoli furono i mandante della Xa
af fac- prototipi d’eroe di cui si nutrì quel MAS e il maresciallo Rodolfo Gra-
cia no mondo, ora attinti dalla Seconda ziani, già governatore in Africa,
a nche guerra mondiale, ora dai tempi ministro e capo di Stato Maggio-
firme antichi. A partire da due eroi che re. Venivano entrambi dalla RSI
c h e si facevano chiamare come Che ma avevano storie diverse e non si
non ti Guevara, il Comandante: Gabrie- amavano. Il principe Borghese in-
a spet te- le d’Annunzio e il principe Bor- carnava perfettamente il prototipo
resti. Sor- ghese. Un altro eroe romantico dell’eroe e l’indole dell’ambiente
prende era Josè Antonio Primo de Rivera, missino perché fu un esempio di
sapere, e le sue notti sotto le stelle a cer- fedeltà e ribellione, vinto e com-
ad esem- car la bella morte nel nome della battente invitto, di obbedienza mi-
pio, che rivoluzione falangista. O Robert litare e insubordinazione, ardito e
p e r - Brasillach, i suoi grandi occhi da superuomo. Borghese non aveva
sino bambino, i suoi puri sogni di poe- mai preso la tessera fascista duran-
Pa- ta, il suo carcere tra i muri freddi di te il regime, era un monarchico e
so- Fresnes, fucilato per le sue idee. E tale sarebbe rimasto «Se Umberto
Berto Ricci, scrittore e fondatore de di Savoia o il Duca d’Aosta si fos-
«l’Universale», italiano di carattere sero messi a capo delle Forze Ar-
come scrisse il suo amico Monta- mate abbandonate a loro stesse,
nelli, che andò a morire volontario avrei obbedito». Ma non avvenne e

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11 STORIA IN RETE

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Borghese aderì alla RSI che a suo za, non fece la storia ma si limitò
dire «sarebbe nata anche senza a ricordarla, fu il partito più anti-
Mussolini». Per lui si trattava di sistema. Allora perché ricordarlo?
salvare l’onore militare e la dignità Perché c’è voglia di ripensare un
nazionale. Poi divenne il Principe tempo in cui la politica era pas-
Nero, finì in galera, poi entrò nel sione civile e ideale: non a caso la
MSI, di cui fu presidente onorario, canonizzazione di Berlinguer o gli
con cui poi ruppe nel 1953. Scrisse affollati e commossi convegni de-
la prefazione alla bibbia dei vinti, dicati ad Almirante nel suo cente-
«Gli uomini e le nario. La tenaglia
rovine» di Julius
Il MSI fu l’unico partito di affarismo, lea-
Evola. Curiosa la derismo e popu-
sorte di Borghese. che volle chiamarsi lismo antipolitico
Prima che l’Ita- movimento, ma visse ai ci soffoca e vor-
lia antifascista lo margini, fuori dall’arco remmo qualcosa
accusasse del vel-
leitario golpe, con
costituzionale, sempre che abbia valore e
consistenza, che
la stessa accusa i sotto il 10% si leghi a una sto-
fascisti di Salò e lo ria e a un mito. Il
stesso Graziani lo avevano manda- MSI era un partito anomalo, fuori
to in galera ai tempi della RSI. Bor- dall’arco costituzionale, non supe-
ghese era un po’ folle e impolitico, rò mai la soglia del 10%: la Fiamma
obbediva a un codice aristocratico ebbe «poco da ardere, visse al cin-
di guerriero rinascimentale, di- que per cento», parafrasando una
scendente di una delle più poesia di Montale... Il MSI fu l’uni-
gloriose famiglie papaline. co partito che volle chiamarsi mo-
Fu nazionalista, semper su- vimento. Fu il primo partito che
per omnia Italia fu il mot- tuonò contro la partitocrazia. Fu
to della Xa MAS, all’in- il primo partito che attaccò la cor-
segna del Memento ruzione, le tangenti, e pose la que-
Audere Semper. La stione morale prima di Berlinguer.
Decima nacque dan- Fu il primo partito che invocò la
nunziana e finì a riforma costituzionale in senso
Salò marinettiana: il presidenziale. Il MSI fu un partito
fondatore del Fu- popolare, interclassista, proletario
turismo dedicò e borghese. Gente onesta, per bene,
proprio alla che militava contro i propri inte-
Xa MAS la ressi. Fu il partito del Tricolore in
sua ultima piazza, dell’identità sbandierata, ge non possono denotare la storia
p o e s i a . l’unico partito nazional-europeo di un partito che ebbe più vittime
B o r g h e - che in modo sfacciato, a volte re- che aggressori, anzi ebbe il merito
se fu uno torico, coltivò l’amor patrio. Il MSI di incanalare dentro la politica, il
dei miti fu prima di tutto il partito della parlamento e le istituzioni, l’esu-
viventi del continuità storica. Mentre tut- beranza estremista e la tentazio-
F a s c i s m o ti ribadivano la discontinuità col ne golpista che allora attraversa-
postumo. Ventennio, il MSI rivendicava una va mezza Italia. Nei primi anni
linea di continuità nazionale, dal Cinquanta con don Sturzo e poi
Il MSI non Risorgimento alla Grande Guerra alle soglie degli anni Sessanta con
fu partito e al Fascismo, inclusa la RSI. Tambroni si profilò per il MSI un
di gover- inserimento nell’area di governo,
no né di Il MSI rappresentò l’emisfero in nella prospettiva bipolare di un
m a g - ombra della Repubblica italiana, centro-destra, poi impedita dalla
g i o - la nostalgia proibita. Non fu il mobilitazione di poteri e di piaz-
ran- partito dei violenti, alcune fran- ze. E anche quando ebbe l’exploit

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con la Destra Nazionale alle soglie nel decennio ‘83-‘93. Il primo fu A Fiuggi il MSI fu espulso per un
degli anni Settanta e attirò monar- con Craxi che ricevette Almirante calcolo politico come un calco-
chici, liberali, DC, sull’onda della e poi Fini. Poi fu il capo dello Stato lo renale... Il MSI era un partito
maggioranza silenziosa, il MSI fu Cossiga ad aprire ai missini post- fondato sull’etica della fedeltà e il
ricacciato nel ghetto. Più di prima, almirantiani. Infine fu il sistema valore storico della testimonianza.
peggio di prima, perché cresciuto. elettorale bipolare e il pronuncia- Il MSI fu un partito di sentimen-
E dalla sindrome dell’assedio – in mento di Berlusconi in favore di ti, in cui fu preminente il tema
quegli anni furono uccisi decine di Fini candidato a Roma a comple- dell’onore e della dignità. Poi ebbe
militanti missini – prese corpo la tare lo sdoganamento. A livello i limiti di un partito nostalgico, ai
scissione di Democrazia Naziona- elettorale però ci avevano pensato margini della politica, popolato
le: metà della miglior classe diri- i cittadini a sdoganare il MSI, tri- di gente per bene ma poco adatta
gente lasciò il MSI. Ma ebbe ragio- butando vasti consensi. Ma il MSI a governare un paese e affrontare
ne Almirante, fu una scissione di non fu mai sdoganato a livello cul- il presente, che esauriva la politica
vertice; il popolo missino restò con turale, e poco fece di suo. Quando nel comizio e nella testimonianza
la fiamma tricolore. Lo «sdogana- chiuse i battenti la sua eutanasia ideale. Resta tuttavia la sua passio-
mento» del MSI avvenne in tre fasi, apparve a taluni un tradimento. ne fiammeggiante... n

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13 STORIA IN RETE

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Panoramiche
…di uomini; di cuori; di progetti…

A metà tra il saggio storico e il ricordo personale, ecco la


testimonianza di Massimo Magliaro, per lunghi e difficili anni a fianco
di Giorgio Almirante come capo ufficio stampa del MSI. Entrato
giovanissimo nel movimento, Magliaro ha potuto conoscere tutti i
principali protagonisti della storia missina, raccogliendone ricordi e
confidenze. Che, unite alla sua esperienza di dirigente e giornalista,
vanno a formare questo ampio panorama di cosa è stato, davvero, il
partito della fiamma tricolore

A
di Massimo Magliaro

Roma, quel gio- dare un partito. Un partito, tanto to non ci stavano a vedere perduto
vedì 26 dicem- per cominciare, che non doveva es- l’onore dell’Italia. Una Rivoluzione
bre 1946, era sere un partito ma un movimento. che aveva modernizzato l’Italia,
freddo ma asso- Una cosa nuova, differente, origi- facendone un Paese industriale
lato. Il secondo nale sin dal nome. «Loro» dunque. tra i primi al mondo, dandogli un
Natale dopo la Chi da una parte, chi dall’altra, si peso politico e culturale mai visto,
fine della guerra era trascorso re- dirigevano, da soli o in gruppetti consolidando nelle generazioni la
lativamente tranquillo, con ovvie di due-tre persone (è sempre Ba- coscienza della storia millenaria
privazioni ma anche con la voglia ghino che mi racconta), verso un che le aveva precedute, una Rivolu-
di tirare per un attimo il fiato sulla indirizzo che era già noto e che da zione che aveva lasciato un nuovo
tragedia che aveva sconvolto milio- quel momento diverrà un pezzo modello di Stato soprattutto sul
ni di famiglie, creando lutti, soffe- importante della storia del popolo piano sociale e su quello giuridico-
renze, rancori, speranze. Il giorno missino: viale Regina Elena 30, lo istituzional. Una Rivoluzione così
dedicato a Santo Stefano aveva in- studio di Renato Michelini, padre ambiziosa non poteva finire per
somma ancora il sapore della festa. di Arturo. Infreddoliti, ma pieni una guerra, per quanto mondia-
La zona dell’evento, quella dell’U- di speranza per il progetto che di le e per quanto perduta, e per una
niversità, a quell’ora (quale ora? lì a poco non sarebbe stato più una pace, ancorché umiliante e disono-
Cesco Giuli Baghino, che c’era, velleità ma un nuovo inizio. Vinti revole. C’era la voglia spasmodica
non me l’ha mai saputo dire. «Era dalla guerra, i Mussolini’s boys non di sopravvivere, di continuare, di
presto» mi rispondeva, quando ne avevano mai rinunciato a esistere urlare Eccoci! Ci siamo! Ci hanno
parlavamo, nel suo ufficietto di via politicamente, a far vivere, magari battuto le armi di tutto il mondo,
Milano, al «Secolo d’Italia») era an- aggiornati, le idee, i programmi e la non le idee!
cora abbastanza deserta. Qualche dottrina del Fascismo che avevano
passante. Nulla più. E loro. appreso nelle università, dalla pro- Prima di quel 26 dicembre c’era-
paganda, durante la vita delle tante no state tante riunioni, tutte ri-
«Loro» erano quel pugno di uomi- organizzazioni fasciste, sui libri, servatissime, a Roma e altrove. La
ni che si erano messi in testa di fon- sulle riviste, ai Littoriali. Soprattut- maggior parte di queste riunioni

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STORIA IN RETE 14 Febbraio-Aprile 2017

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Panoramiche
…di uomini; di cuori; di progetti…

Una celebre cartolina propagandistica


del MSI realizzata da Gino Boccasile.
La fiamma è metafora di una fede che
si riaccende nel buio della sconfitta

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Il manifesto del MSI del 29 dicembre
1946 con la proclamazione dei punti
programmatici del neonato partito

erano state convocate dal «Senato»,


l’organismo clandestino, presiedu-
to da Giuseppe Versari (era il nome
di battaglia di Pino Romualdi, ex-
vicesegretario del Partito Fascista
Repubblicano, clandestino anch’e-
gli come molti dei primi prota-
gonisti di questa avventura), che
coordinava le tante e sparpagliate
iniziative messe in campo per pro-
vare a dar vita ad una forza politica
unitaria di quel che sarebbe stato
chiamato il neofascismo. Iniziative
magari maldestre perché imbastite
all’insegna delle fanfaronate più
incredibili, talvolta equivoche sia
dal punto di vista progettuale sia
dal punto di vista del «materiale
umano», talaltra totalmente incon-
sistenti ancorché in buona fede ma
anche iniziative valide, utili e intel-
ligenti per il buon esito del lavoro
che stava impegnando tante, volen-
terose energie. L’ultima, e decisiva,
di queste riunioni si era svolta solo
ventitré giorni prima, il 3 dicembre,
nello stesso studio romano di Re-
nato Michelini. Vi avevano preso
parte i rappresentanti dei maggiori
gruppi che animavano il variegato
mondo neofascista, il Fronte dell’I- partito) redatti da Pino Romual- fatica, passione, coraggio e tanta
taliano, il Movimento Italiano di di e Ezio Maria Gray (ex-membro fede ideale. Così fu.
Unità Sociale, il Gruppo Reduci del Gran Consiglio e, durante la
Indipendenti, il Partito Nazionale RSI, presidente dell’EIAR e anche La riunione (è ancora Baghino che
Italiano, l’Unione Sindacale Ferro- direttore del quotidiano torinese racconta) non fu lunga. Saluti, ab-
vieri Italiani, i Gruppi Nazionalisti »Gazzetta del Popolo»). Si era an- bracci, speranze, incoraggiamenti
Lombardi, il Fronte del Lavoro, che scelto il nome, reciproci. Qualche
il Partito Nazionale Giuliano, la Movimento Sociale ricordo in comune
OLDA [Organizzazione Lavoro ai Italiano, siglato agli
Il nuovo partito ma soprattutto pa-
Disoccupati Associati NdR] ma an- inizi come Mo.S.It., ebbe inizialmente recchio entusiasmo:
che i rappresentanti delle più dif- una sigla che però la sigla di MoSIt, più che una rimpa-
fuse testate giornalistiche («La Ri- non piaceva pro- che però non triata insomma una
volta ideale», «Manifesto», «Rosso prio a nessuno e che ripartenza. C’era la
e Nero», «Fracassa», «Rataplan» e tutti immediata-
piaceva a nessuno. consapevolezza che
«Lettere»). La riunione, molto lun- mente accorciarono Fu abbreviato in MSI questa sarebbe stata
ga, si era conclusa positivamente. in M.S.I. Dunque la volta buona per
Tutti i partecipanti avevano aderito quella che stava per cominciare mettere in piedi quel che in tanti,
ai due documenti programmatici sarebbe stata una riunione dedi- e da tempo, volevano. Poi verso le
(l’«Appello agli italiani» e il «De- cata quasi esclusivamente al varo 15 tutti a vedere quella che sarebbe
calogo», che per cinquanta anni ufficiale della piccola imbarcazio- stata la prima sede nazionale del
saranno le Colonne d’Ercole del ne messa su in tutti quei mesi con MSI, a corso Vittorio Emanuele 24,

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STORIA IN RETE 16 Febbraio-Aprile 2017

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Teano la prima sezione comunale.
Il 9 febbraio nella sede di Corso
Vittorio Emanuele primo «Giorna-
le parlato» con Giorgio Almirante e
Mario Cassiano. E poi, via via, ora
dopo ora, giorno dopo giorno, quel-
la piccola imbarcazione comincia la
sua lunga navigazione fra tanti ma-
rosi e poche acque placide. Un dato
numerico emblematico. Il 31 maggio
1947, a soli cinque mesi dalla fonda-
zione, gli iscritti al nuovo partito, in
regola con i pagamenti, sono 7.999.
Le sezioni in tutta Italia addirittu-
ra 931. Del nuovo partito non parla
nessun giornale. Le risorse per farsi
conoscere sono quelle che abbiamo
detto. Eppure…

Quella navigazione dura un inter-


minabile mezzo secolo nel quale
le tante prove elettorali nazionali
e locali si alterneranno alla vio-
lenza comunista dell’immediato
dopoguerra (Volante rossa), de-
gli anni successivi (Genova) e di
quelli più vicini (i Caduti missi-
ni degli anni ’70 e ’80), alla per-
secuzione politica (Legge Scelba)
e a quella giudiziaria (Bianchi
d’Espinosa), alla cortina di assor-
dante silenzio di giornali, radio e
TV, al terrorismo di tutti i colori,
vicino a largo Argentina. L’appar- «La Rivolta ideale», il più noto e il sempre e comunque pilotato dai
tamento era di proprietà della mar- più diffuso, diventa il settimanale poteri occulti, italiani ed esteri,
chesa Vittoria Serafini e lo aveva fiancheggiatore del nuovo movi- che dal dopoguerra governano il
affittato il padre di Michelini. Cin- mento. La mattina del 29 dicembre, Belpaese. E alle scissioni. Credo
que locali disadorni. Niente tele- tre giorni dopo quel fatidico Santo che nessuna forza politica abbia
fono. Qualche cassa d’imballaggio Stefano, sui muri delle principali subìto tante scissioni quante ne
come scrivania. Tutto città italiane appare ha subìte il MSI. Scissioni piccole
qua. Poca, pochissi-
ma roba, se la con-
A soli cinque mesi un manifesto con un
titolo («Movimento
e meno piccole. Con, in comune,
un dato: tutte sistematicamente
frontiamo con i par- dalla fondazione Sociale Italiano») e, fallite. A dimostrazione del fatto
titi in oggi. Ma voglia gli iscritti al MSI fitti fitti, i due docu- che il popolo missino si è rico-
di fare a mille. Quel sono 7.999. menti fondativi, l’Ap- nosciuto sempre e soltanto nella
gruppetto di uomini, pello agli italiani e i Fiamma tricolore, nella sua poli-
quasi tutti giovani,
Le sezioni in tutta Dieci punti program- tica e nei suoi uomini. Il resto era
aveva davvero voglia Italia, 931 matici. Nessun simbo- magari testimonianza, in molti
di spaccare il mondo. lo. La Fiamma arrive- casi onesta e lodevole, talvolta
Dopo qualche giorno viene aperta rà qualche settimana dopo. strumentale se non addirittura
la sede dell’Italia settentrionale: a pilotata, ma sempre e comunque
Milano, piazza Borromeo 5. E poi Cominciò proprio così la più stra- velleitaria. In ogni caso non era
quella dell’Italia meridionale: a Na- ordinaria avventura politica del politica, cioè lotta per l’afferma-
poli, via Roma 210. Il settimanale dopoguerra. Il 15 gennaio 1947 a zione nel tempo attuale delle idee

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per le quali il MSI era stato fonda- leggero», assolutamente privo di senza radici deperisce e muore.
to e dei progetti che da quelle idee idee-forza, un «contenitore» pie- Così è avvenuto. Ma questo è un
scaturivano. no delle idee modaiole imposte altro discorso.
dal politically correct , una «cosa»
Nel fragore di questa interminabi- che rinunciasse a parlare di alter- Il MSI, dicevamo, ha attaccato e
le battaglia durata mezzo secolo, il nativa al sistema, di rinnovamento contrattaccato. Come? Intanto im-
MSI non si è solo difeso. Ha attac- istituzionale, di programmazione ponendo alla politica italiana alcuni
cato e ha contrattaccato. E spesso corporativa, di partecipazione dei temi che, senza il MSI, non ci sareb-
ha vinto. Retorica? No. Basti pen- lavoratori agli utili delle aziende bero proprio stati o sarebbero stati
sare che, malgrado pubbliche e private, diversamente vissuti. Quello dell’in-
tutto quel che stiamo di Europa Nazione, tegrità nazionale insieme con quello
nessuna forza
ricordando e che è una «cosa» che con- della libertà, ad esempio. Trieste,
soltanto uno scarno politica ha subito siderasse tutto que- per cominciare. Certo, con i sé non
elenco riassuntivo, tante scissioni sto patrimonio mate- si fa la storia. Ma se la gioventù
per titoli, di quel che è quanto il mSi. Tutte ria da affidare ormai missina con una determinazione
avvenuto da viale Re-
gina Elena 30 nel di-
sistematicamente alle aziende incari-
cate della nettezza
eroica, fino al sacrificio della vita,
non avesse agitato per mesi e mesi
cembre 1946 al con- fallite urbana, tanto ormai, la bandiera di Trieste italiana e non
gresso di Fiuggi nel per dirla con Francis avesse guidato l’insurrezione po-
gennaio 1995 [scioglimento del MSI Fukuyama, la «storia è finita» e polare del ’53, siamo davvero sicuri
e nascita di Alleanza Nazionale, non c’è più bisogno di bandiere e che la città giuliana sarebbe rimasta
NdR], nessuno, né la Magistratura passioni, un partito insomma sen- al di qua del confine e non sarebbe
né i poteri occulti né il terrorismo za alcuna meta ma in grado solo andata a finire al di là, insieme a
né la censura né la Legge Scelba né di galleggiare nel tempo presente Pola, Fiume, Zara, Parenzo, Umago,
l’antifascismo né l’arco costituzio- e di sostenere tutto e il suo con- Rovigno, Clana, Cherso, Lussinpic-
nale né le scissioni hanno potuto trario (immigrati no-immigrati colo? Per valutare il peso politico di
schiantare il MSI. Il MSI è stato sì, aborto no-aborto sì, Europa quella gioventù che scendeva ogni
suicidato da chi lo riteneva un fer- cristiana-Europa agnostica) pur di giorno in piazza con i cappotti e
ro vecchio, da chi era convinto che essere ammesso nei salotti buoni, le giacche con la martingala e con
non servisse più una forza politi- alcuni noti e alcuni occulti. Si è i calzoni alla zuava ricordiamoci
ca così collaudata perché a tutti i preferito recidere quelle radici e, semplicemente che le truppe d’oc-
costi bisognava creare il «partito come ci dice la Bibbia, un albero cupazione comandate dal generale
inglese Winterton a un certo punto
dovettero levare le tende.

E il ’6, anno della rivolta d’Un-


gheria? A guidare le migliaia e
migliaia di studenti scesi in strada
in tutte le città italiane c’erano i ra-
gazzi del MSI, con le loro bandie-
re, i loro dirigenti, i loro slogan per
far sentire ai loro coetanei, figli di
Petöfi, la solidarietà della gioventù
italiana che aveva buttato ai bor-
di della storia le faraoniche e pre-
tenziose organizzazioni giovanili
comuniste. E Bolzano? Chi ha ri-
sposto alla infinita serie di sangui-
nosi attentati terroristici degli au-
striacanti se non i ragazzi del MSI,
Una manifestazione contro il terrorismo guidando cortei, manifestazioni,
austriacante altoatesino. Al centro, gesti simbolici, proteste, convegni,
col cappello in mano, Augusto De riunioni? Chi avrebbe potuto te-
Marsanich. Dietro di lui Arturo Michelini
nere alta la bandiera dell’italianità

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STORIA IN RETE 18 Febbraio-aprile 2017

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«Movimento Sociale Italiano -
Destra Nazionale»

dell’Alto Adige minacciata proprio la delle Forze Armate) che venne


dagli amici di Alcide De Gasperi giudicato, da qualche osservatore
se non i giovani missini? E Reggio non disinteressato, come un fuo-
Calabria? La volevano mettere in ri-tema, visto che la Costituzione
La voce
liquidazione, eppure era il capo- era nuova e non era carino met-
«Movimento Sociale Italiano -
luogo della Regione. La rivolta che terla da subito in discussione. En- Destra Nazionale»
ne scaturì non ottenne tutto quel trata in Parlamento la prima, spa- esiste su Wikipedia in 24 lingue
che si era proposta di ottenere, ma ruta pattuglia di eletti, il primo Accuratezza 
qualcosa (non poco) sì. E chi gui- discorso parlamentare del segre-
Fonti e note 
dò questa che fu la prima, grande tario del partito, Giorgio Almi-
rivolta popolare del Mezzogiorno rante, fu dedicato proprio all’art. Bibliografia 
nel dopoguerra se non il MSI, con i 138 della Costituzione, quello
Controversie 
suoi quadri locali (Ciccio Franco su relativo alla riforma della Carta
tutti ma anche Nadino Aloi) politi- (4 giugno 1948). E poi il primo  Vetrina in nessuna lingua
ci e sindacali, con i suoi migliaia di Congresso (Napoli, 27-28 giugno
iscritti reggini? 1948). Quello del «non rinnegare  Gendarmi 
della Memoria
non restaurare», cioè dell’identità
Trieste, Ungheria, Bolzano, Reg- da costruire, della ragione sociale minimo massimo 
gio Calabria. Protagonismo di da darsi, della bandiera program-
piazza, si dirà. Ma il MSI è stato matica oltre che ideale da innal-
protagonista anche nelle istituzioni zare. Anche lì si parlò di riforma sono voluti tanti anni di impegno
nelle quali era entrato, sin dalle pri- costituzionale soprattutto per le in tutte le sedi nazionali e locali
me elezioni (1948), per cambiarle implicazioni sociali di una diver- per imporre all’ordine del giorno
radicalmente secondo un’altra vi- sa partecipazione dei cittadini- della politica il tema del rinnova-
sione dello Stato, un altro modello lavoratori alla vita della Nazione. mento delle istituzioni. Altri, da
costituzionale, un modello che sin altre sponde politiche e culturali,
dai primi documenti e dai primi Il secondo Congresso, quello del lodevolmente, seguirono questa
Congressi fu la costante assoluta e Teatro Valle a Roma (28 giugno-1 strada aperta dagli «irresponsa-
mai accantonata di chiunque abbia luglio 1949), vide nella mozione bili» missini. Penso a Randolfo
governato il partito. La battaglia finale, approvata all’unanimità, Pacciardi, il quale, sia detto con
per cambiare la Co- queste parole (punto rispetto sincero, quando il MSI
stituzione, e quindi il C della politica inter- manifestava quei propositi stava
sistema politico, co-
il mSi era entrato na): «Sul piano costi- dall’altra parte della barricata a
minciò già con il terzo nelle istituzioni tuzionale il MSI ritie- difendere la neonata partitocra-
punto degli Orienta- per cambiarle, ne indispensabile la zia. Meglio tardi che mai. Que-
menti programmatici lottando per un revisione dell’attuale sta battaglia missina non ha mai
(il Decalogo) varati
il 26 dicembre 1946.
altro modello Costituzione,
dal compromesso e
uscita subìto accantonamenti, anche
quando alla guida del partito c’e-
Proseguì con il secon- costituzionale fonte di paurosi equi- ra un vertice meno propenso a
do Comitato centra- voci. In particolare si parlare di alternativa al sistema.
le della storia missina (20 luglio afferma la necessità 1) di elimina- Fino ad arrivare, di Congresso
1947) tutto dedicato a questo tema re la struttura regionalistica; 2) di in Congresso, a quello di Napoli
e soprattutto ai suoi aspetti tattici garantire più efficacemente l’in- (il XII, 5-7 ottobre 1979) dedica-
e propagandistici. Continuò con dipendenza della Magistratura; 3) to appunto al tema della Nuova
l’«Appello agli italiani» lanciato su di attuare la riforma del presente Repubblica. In quell’assise venne
«Rivolta ideale» in vista delle prime sistema bicamerale, modificando presentato l’unico progetto orga-
elezioni politiche (18 aprile 1948) e la struttura della Camera di depu- nico di revisione costituzionale
nel relativo programma elettorale tati, per farne organo di rappre- ancor oggi esistente in Parlamen-
(v. cap. I sullo Stato nazionale del sentanza delle forze produttive to con la prima firma di Franco
lavoro; v. cap. II sugli «obiettivi im- del Paese; 4) di fare del Capo dello Franchi, da sempre impegnato
mediati», primi dei quali sono l’or- Stato la vera espressione dell’unità su queste tematiche. Un progetto
ganizzazione costituzionale da e dell’autorità della Repubblica al che però non convinse tutti. Pino
rifare ma anche quella ammini- di sopra della imperante partito- Rauti, più per ragioni di polemica
strativa, quella giudiziaria e quel- crazia». Era, ripetiamo, il 1949. Ci interna che di reale convincimen-

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to, paragonò questo progetto alla ricordate le iniziative che, ancor- tica in piazza o in Parlamento ma
nave nella bottiglia che allestiscono ché non assunte ufficialmente dal culturalmente preparata in modo
i carcerati per far trascorrere il partito come tale, sono nate da suoi davvero sorprendente. Fra tutti mi
loro tempo. autorevoli dirigenti e hanno opera- piace ricordare Ezio Maria Gray, le
to nell’ambiente umano del quale il cui lezioni di storia delle relazioni
Un Congresso, e un progetto, che MSI era il grande coagulo. Nel 1954, internazionali e di geopolitica sono
agitarono le acque stagnanti della su iniziativa di Ernesto De Marzio saggi tuttora interessantissimi e
politique politicienne sui temi co- nasce il Centro di Vita Italiana. preziosi. Nel 1971, su iniziativa di
stituzionali. E infatti fu proprio su Giano Accame ne diventa subito il Gaetano Rasi, di Diano Brocchi e
questi temi che, quasi inevitabil- motore instancabile. I convegni che del sottoscritto, nasce l’Istituto di
mente, si aprì un dibattito con altre il Centro organizza segnano la rot- Studi Corporativi la cui presidenza
forze politiche. Ricordo il Conve- tura della cortina di silenzio stesa venne da subito affidata a Ernesto
gno di Amalfi (6 febbraio 1983) con attorno al mondo di destra. E furo- Massi, ex-presidente della Socie-
la partecipazione del presidente no anche un grande atto di corag- tà Geografica Italiana e fondatore
emerito della Corte costituzionale gio culturale: videro la partecipa- della moderna geopolitica del no-
Francesco Paolo Bonifacio, demo- zione di nomi come Pierre Andreu, stro Paese. Per valutare la caratura
cristiano, del radicale Gianfranco Pierre Boutang, Alexis Curvers, culturale dell’ISC va
Spadaccia, del socialista Francesco Michel Déon, Odysseus Elytis, ricordato il sem-
Iannelli, del democristiano Anto- Diego Fabbri, Bernard George, plice fatto che
nino Murmura, del liberale Paolo Fernando Guedes, Vintila Horia, alla sua inaugu-
Armaroli e del costituzionalista Erik von Kuehnelt-Leddihn, Ro- razione inter-
Giuseppe De Vergottini. Al quale land Laudenbach, Gabriel Marcel, venne, e parlò,
seguirono due altri Adolfo Oxilia, Paul Ugo Spirito,
Convegni a Roma,
a Montecitorio ed a
cultura corporativa Serant, George Usca-
tescu, Pol Vandrom-
l’ultimo grande
filosofo italiano,
Palazzo Madama, ed esperienza della me: il meglio della per rinnovare
con i rappresentanti socializzazione cultura non confor- la sua adesione
di tutti i partiti ec- saranno alla base mista dell’Europa
cetto i comunisti. del dopoguerra. Nel
E poi la costante ri-
delle proposte 1959, su iniziativa di
proposizione delle di legge del mSi Nino Tripodi, nasce
tematiche sociali l’Istituto Naziona-
nate dalla cultura corporativa e le di Studi Politici ed Economici.
dall’esperienza della socializzazio- Ne fanno parte Balbino Giuliano,
ne (CNEL, artt. 39 e 40 della Co- Gioacchino Volpe, Alberto Asqui-
stituzione, proposta di legge per la ni, Giorgio Del Vecchio, Giotto
partecipazione dei lavoratori nelle Dainelli, Roberto Paribeni, Ettore
imprese, programmazione corpo- Paratore, Luigi Volpicelli, Nicola
rativa come legge dello Stato, per Pende, Carlo Curcio, Antonino
citare alcune fra le iniziative più Pagliaro, Emilio Betti, Nicola F.
importanti, a cominciare dalla pdl Cimmino. Il meglio delle diverse
n. 1742 del 25 luglio 1955 intitolata discipline accademiche della cul-
«socializzazione delle imprese sta- tura italiana.
tali ed a partecipazione statale»).
Per rimanere nell’ambito speci-
Ma il MSI attaccò e contrattac- fico del MSI è doveroso ricordare
cò anche sul piano della cultura. anche che dal 1967 riprendono i
Al di là delle tante e fondamentali corsi di formazione politica per i
riviste che prepararono il terreno giovani con le lezioni svolte dai più
alla costituzione del partito e che autorevoli dirigenti missini, lezioni
meritano uno specifico racconto che venivano raccolte in volume e
approfondito per la ricchezza che che restano tuttora come l’esempio
hanno espresso e l’autorevolezza di una classe dirigente non solo di- Atleti del Centro
che, tutte, ha accompagnate, vanno gnitosamente attrezzata a far poli- Sportivo Fiamma

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alla dottrina corporativa. Nel 1973, Gaspar von Schrenck-Notzing. Nel 1953 l’Ente Nazionale di Assistenza
su iniziativa dell’editore Giovanni 1975, su iniziativa di Armando Ple- Sociale, il Patronato della CISNAL.
Volpe, nasce la Fondazione Gioac- be, nasce l’Associazione Interna- 1954 l’Associazione studentesca di
chino Volpe che promuoverà ogni zionale per la Cultura Occidenta- azione nazionale Giovane Italia.
anno Convegni di eccezionale in- le, che raccoglie molti nomi nuovi 1968 il Comitato Tricolore per gli
teresse con la partecipazione di oltre che i tanti che Italiani nel Mondo.
intellettuali provenienti da tutto il abbiano visto parte-
mondo. Dal 1973 al 1987 i Convegni cipare ai Convegni
In Italia c’è stato 1972 il Centro Ita-
liano di Azione Fo-
della Fondazione Volpe, dedicati in internazionali delle chi è stato capace rense.
particolare alle giovani generazio- altre iniziative. di rialzare subito 1978 i Gruppi di Ri-
ni, costituiscono altrettante pietre la bandiera caduta. cerca Ecologica.
essenziali per la costruzione della Senza voler infine
cultura non conformista. Sempre ricordare quante ri-
Ecco perché il MSI Certo, il MSI è stato
nel 1973, su iniziativa di Sergio Ri- viste culturali sono è stato un unicum anche altro. Tanto
cossa, economista liberale, nasce nate con il finan- altro. E il bilancio
a Torino il Centro Italiano Docu- ziamento diretto da parte del MSI complessivo non è riducibile a
mentazione Azione Studi (CIDAS). (ad esempio «Civiltà», «Presenza», una battuta. C’è stato del buono
Ai suoi due principali Convegni «Ordine Nuovo» terza serie). In- e del meno buono, come in tut-
(Torino 1973 e Nizza 1974) parteci- somma un fervore culturale dura- te le vicende umane. Non è stato
pa il meglio della cultura di destra to molti decenni che tanto ha se- un paradiso in terra ma neanche
italiana ed europea, da Giuseppe minato nelle giovani generazioni e un inferno, come qualche settario
Berto ad Alain De Benoist, da Ju- non solo. Una dimostrazione im- di professione vuol farci credere.
lius Evola [nel 1973. L’anno seguen- plicita di quanto fosse fecondo il Comunque la si voglia giudicare,
te il filosofo muore NdR] a Marino sistema di valori e di idee dal quale quella del MSI è stata davvero una
Gentile, da Vintila Horia a Primo nacque il MSI. Sostenere dunque avventura straordinaria. E non è
Siena, da Carlo Alianello a che il MSI «non fece cultura» vuol casuale che questa avventura sia
Robert Aron, da Gonzalo dire chiudere gli occhi davanti alla stata possibile solo in Italia. Non
Fernandez de la realtà o, meglio, rifiutarsi di pren- già in Francia, non in Germania,
Mora a Louis derne atto. A meno che non si trat- non in Spagna, non in Portogallo,
Pauwels, da ti di una sorta di miope razzismo non in Austria che, pure, avreb-
Camillo culturale, per il quale la cultura è bero avuto qualche intuibile ele-
Pellizzi a solo quella mia e di chi la pensa mento per rendere possibile anche
come me e non anche quella degli lì un’avventura analoga e di lunga
altri che, pure, vivono nella stessa durata. Eppure le macerie della
mia casa politica e ideale. guerra più feroce della storia uma-
na erano comuni a molti di questi
Infine, bisogna ricordare che il Paesi e ad altri ancora. In Italia c’è
MSI attaccò e contrattaccò anche stato chi è stato capace di rialza-
in un altro modo, del tutto nuovo. re subito la bandiera caduta. Ecco
Costituendo una serie di strutture perché il MSI è stato un unicum.
parallele che gli hanno consentito Un’epopea. Irripetibile. Indimen-
di entrare negli ambienti più diver- ticabile.
si, di radicarvisi, di contare.
1947: i Nuclei Aziendali di Azione Aver vissuto accanto ad alcuni
Sociale, la prima «sezione d’am- dei suoi eroici protagonisti, averne
biente» della storia politica ita- raccolto le confidenze e le rifles-
liana. sioni, averli insomma conosciuti
1948 l’Associazione Sportiva Fiam- davvero bene nei momenti di dif-
ma, divenuta poi Centro Nazionale ficoltà e nei momenti di gioia è
Sportivo Fiamma. stato il privilegio più grande per
1950 la Confederazione Italiana un ragazzo che prese la prima tes-
Sindacati Nazionali Lavoratori. sera a quindici anni.
1950 il Fronte Universitario di
Azione Nazionale. Massimo Magliaro

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panoramica |
1948 1953 1958 1963 1968 1972
Camera % 2 5,8 4,7 5,1 4,4 8,6
voti 526.670 1.582.567 1.407.913 1.571.187 1.414.794 2.896.762

seggi 6 29 24 27 24 56
Senato % 0,9 6 4,4 5,3 6,7 9
voti 200.241 1.473.596 1.149.873 1.459.046 1.380.452 2.737.695

seggi 1 9 8 14 11 26
Europee %
voti A NA
ZI
TR
S
seggi

ON
DE

ALE
10

A NA
TR ZI
8 S

ON
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ALE
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TR
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DE
7

0
1948 195
1953 195
1958 1963 1968 197
1972 197
1976

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| I risultati elettorali del MSI - 1948-1992

1972 1976 1979 1983 1984 1987 1989 1992


8,6 6,1 5,2 6,8 5,9 5,5
2.896.762 2.245.376 1.930.639 2.511.487 2.282.256 2.107.037

56 35 30 42 35 34
9 5,7 5,6 7,3 6,5 6,5
2.737.695 1.780.950 1.782.004 2.283.870 2.121.026 2.170.134

26 15 13 18 16 16
5,5 6,5 5,5
1.909.055 2.274.556 1.918.650

4 5 4

A NA
TR ZI
S
ON
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ALE

A NA
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NA S
ZI NA
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camera
senato
europee

197
1979 198
1983 198
1984 1987 1989 199
1992

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23 STORIA IN RETE

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anticipazioni
Roma, 26 dicembre 1946

LA FIAMMA
SI ACCENDE
Un anno e mezzo dopo la sconfitta, un nucleo di irriducibili fonda
nella capitale il MSI. L’azione di Romualdi, la prima organizzazione
territoriale e le prime polemiche sull’eredità fascista e sul ruolo –
dubbio – degli USA. Un nuovo saggio appena pubblicato ci racconta
cosa accadde in quei giorni
di Adalberto Baldoni

L
a nascita del Movimento sociale italiano di stretta misura. Due gli argomenti affrontati e risolti:
è preceduta da una serie di molteplici necessità di un partito nuovo con rinunzia definitiva a
iniziative da parte di chi vuole conti- qualunque forma di ricostituzione di un partito fascista
nuare l’attività politica alla luce del sole e l’invito ai militanti dei gruppi neofascisti di cessare le
e non ritiene più percorribile, né conve- iniziative clandestine.
niente, la strada della clandestinità. Tra i
neofascisti ci sono anche coloro che non ritengono utile Dopo 15 giorni in un’altra riunione, il «Senato» ritiene
la costituzione di un partito autonomo e propongono, che Giacinto Trevisonno e Giorgio Almirante, non es-
invece, l’ingresso nelle forze politiche esistenti. C’è chi sendo troppo compromessi con gli incarichi ricoperti
guarda all’Uomo Qualunque, chi ai liberali o ai repub- nella RSI, possano essere le «persone adatte» ad assu-
blicani. mere eventuali «cariche ufficiali nel costituendo parti-
to». Inoltre Giovanni Tonelli viene invitato «a saggiare
Alla fine di luglio del 1946, in una riunione tenuta nel il terreno», servendosi del suo settimanale «La Rivolta
palazzo Pignatelli a Roma, il c.d «Senato» - l’organo in- Ideale», circa la nascita di un movimento politico. Il 26
formale dei dirigenti del defunto regime sfuggiti fortu- settembre 1946 si costituisce il Fronte dell’Italiano, di
nosamente alla repressione post 25 aprile - esamina con cui il settimanale diviene il portavoce. Seguono vari in-
attenzione il «caso Uomo Qualunque», il cui massimo contri. Il 3 dicembre 1946 si tiene a Roma una riunione
esponente sta conducendo una politica «troppo conci- nello studio di Renato Michelini, padre di Arturo, in via
liante» nei confronti del PCI. Pino Romualdi [ex vice Regina Elena (l’odierna via Barberini), a cui partecipa-
segretario del Partito fascista Repubblicano, NdR] pro- no alcuni rappresentanti delle testate giornalistiche più
pone di abbandonare al suo destino Giannini e dar vita prestigiose, «La Rivolta Ideale», «Manifesto», «Rosso e
ad un nuovo partito orientato e manovrato proprio dal Nero», «Rataplan» e «Fracassa», della rivista «Lettere»
«Senato». Alcuni dissentono, ritenendo che non sia an- e di alcuni gruppi politici come i Gruppi nazionalisti
cora giunto «il momento di un’azione aperta». Meglio lombardi, i Reduci indipendenti, il Partito nazionale
continuare le iniziative clandestine. Ma, a conclusione italiano, il Partito nazionale giuliano, l’Unione sindaca-
dell’animata discussione, la tesi di Romualdi prevale le ferrovieri italiani ed il Fronte dell’Italiano. Nel corso

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AnticipAzioni
Roma, 26 dicembre 1946

L’«Appello agli italiani»


pubblicato con la nascita
del Movimento Sociale

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25 STORIA IN RETE

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L’atto costitutivo del Movimento Sociale Italiano, ancora indicato con la sigla MoSIt, del 3 dicembre 1946

di quest’incontro viene deciso di far tere»; Francesco Galanti; Pino Ro- la partecipazione dei lavoratori alla
confluire sigle, gruppi e ambienti mualdi e Biagio Pace. gestione delle aziende; che la pro-
che si rifanno alle testate in un uni- prietà privata, in «quanto assolva ad
co movimento, il Movimento Socia- Nei venti giorni che precedono la una funzione sociale», sia garantita
le italiano. Il nome richiama la RSI e riunione conclusiva del 26 dicembre dallo Stato. Ai due testi lavorano
si è scelto il termine «Movimento» viene elaborato un programma di Romualdi assieme a due esponenti
per differenziarsi dagli altri par- orientamento politico racchiuso in della sinistra, Giorgio Pini e Fran-
cesco Galanti, e uno della destra
Viene deciso di far confluire sigle, gruppi conservatrice, Ezio Maria Gray. La
riunione definitiva del 26 dicembre
e ambienti in un unico movimento, il MSi. si tiene sempre a Roma e sempre
il nome richiama la RSi e si è scelto il termine nello studio di Renato Michelini,
padre di Arturo, il quale per evitare
«movimento» per differenziarsi dagli altri partiti ulteriori rinvii, annuncia di avere già
informato la questura dell’avvenuta
titi. La proposta è stata avanzata dieci punti ai quali viene premesso costituzione del partito. Al termine
da Giacinto Trevisonno. Sul do- un «Appello agli italiani» che con- dell’incontro viene diramato un co-
cumento finale della riunione del tiene affermazioni generiche e di municato, pubblicato da «La Rivolta
3 dicembre si notano chiaramente principio sulla necessità che gli ita- Ideale»: «I rappresentanti del Fronte
le firme di Italo Carbone ed Emi- liani ritrovino la vera concordia al del lavoro, della Unione sindacale
lio Profeta Trigona per PNI, PNG di là delle divisioni faziose. I punti ferrovieri italiani, del Movimento
e GNL; Giovanni Tonelli per «Ri- programmatici sono più specifici italiano unità sociale, del Movimen-
volta Ideale» e Fronte dell’Italiano; e rivendicano l’esigenza che l’Italia to de “La Rivolta Ideale”, del Gruppo
Ernesto De Marzio per «Fracassa»; sia autonoma, indipendente e inte- reduci indipendenti, constatata la
Costantino Patrizi per «Rataplan»; gra nei confini e nelle colonie; che la perfetta identità di vedute e di finali-
Giorgio Pini; Valerio Pignatelli, politica estera sia ispirata al «sacro tà politiche sociali, hanno costituito
Ezio Maria Gray; Cesco Giulio Ba- egoismo» nazionale; che vengano il Movimento sociale italiano». (…)
ghino; Giacinto Trevisonno per i abolite le leggi eccezionali contro i
Reduci Indipendenti; Gian Luigi fascisti; che la religione cattolica re- La prima giunta esecutiva prov-
Gatti; Giorgio Bacchi; Arturo Mi- sti religione dello Stato, che si realiz- visoria che viene comunicata alla
chelini; Nino Buttazzoni per «Let- zi la collaborazione tra le categorie e questura di Roma dagli organi del

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partito, è formata da Giacinto Tre- di formare un partito che avesse
visonno (39 anni, romano di origi- «una sua fisionomia autonoma e
ne calabrese), Raffaele Di Lauro (51 indipendente e un sua progettualità
re
anni, napoletano), Giovanni Tonel- volta a mobilitare gli italiani, dopo quista
per ac bro vai su
li (5 anni, nato a Rimini), Carlo una pacificazione non rinnegatrice, li .it
questo eriadistoria
r
Guidoboni (44 anni, romano) e per un nuovo Stato diverso da quel- w ww.lib
Alfonso Mario Cassiano (31 anni, lo conseguente alla guerra perduta e
nato a Catanzaro). L’unico che ha alla guerra civile». Un obiettivo che
rivestito un incarico nel Ventennio, sarebbe stato possibile raggiunge-
Adalberto Baldoni è autore di
anche se a carattere regionale, è Di re solo in un’Italia che «rimanesse
«Destra senza veli 1946-2017. Sto-
Lauro, segretario federale del PNF a libera nell’ambito occidentale pur ria e retroscena dalla nascita del
Caserta. Trevisonno viene nomina- sotto l’influenza dell’egemonia sta- MSI ad oggi», Fergen, pp. 748,
to segretario della giunta esecutiva tunitense che, col passare del tempo € 22,00 - www.fergen.it
del partito, in attesa del congresso si sarebbe fatalmente esaurita». In-
che, tra l’altro, dovrà votare i nuovi vero, se l’Italia fosse ricaduta nell’a- quasi subito sostituito da Marcello
organi stabiliti dallo statuto. La sede rea orientale dominata dall’Unione Perina, ex ufficiale della RSI che in
è in Corso Vittorio Emanuele 24. sovietica, e quindi con un PCI ege- seguito sarà costretto ad abbando-
mone, il MSI non avrebbe avuto al- nare il partito per motivi di lavoro
Gli statunitensi non disdegnano cuno sviluppo. Insomma la «scelta e trasferirsi ad Imperia. (,..) Scor-
di seguire in Italia con benevola occidentalistica era nella necessità rendo le disposizioni della giunta,
attenzione la nascita di un piccolo delle cose e non frutto di intrighi traspare l’esigenza e la volontà, da
partito come il Movimento sociale sotterranei». parte dei vertici missini, di inviare
italiano dai connotati decisamente un segnale di democrazia all’inter-
anticomunisti. (…) Abbiamo citato La prima, aspra polemica all’in- no e all’esterno del partito. Oltre
gli americani perché è sempre vivo terno della giunta provvisoria del che, ovviamente, propagandare
il dibattito sulle supposte influen- MSI, esplode quando si discute l’immagine di un Movimento che
ze esterne che avrebbero favorito la l’ammissione degli ex fascisti che bandisce l’improvvisazione e la
nascita e lo sviluppo del MSI. Il do- non avevano aderito alla RSI, a cui provvisorietà, dando alla struttura
cente universitario ed economista Trevisonno è nettamente contra- regole concrete alle quali tutti, diri-
Gaetano Rasi, respinge l’ipotesi che rio. Messo in minoranza, il segre- genti centrali e periferici, debbono
la costituzione del MSI sia stata fa-
vorita dal Vaticano e da settori mo- Scorrendo le disposizioni della giunta, traspare
derati influenzati dagli americani,
così come invece sostenuto in diver- l’esigenza e la volontà, da parte dei vertici
se occasioni, dallo storico Giusep- missini, di inviare subito un segnale
pe Parlato secondo cui il nascente
MSI ha ricevuto «benevoli appoggi
di democrazia all’interno e all’esterno del partito
dalla Chiesa e dagli ambienti mo-
derati preoccupati dalla crescita del tario si dimette nel giugno ’4. Gli attenersi. Allontanatosi Trevison-
Partito comunista». I contatti con subentra Almirante. Nello stesso no, viene anche affrontata la que-
l’intelligence americana ci furono periodo, Amalia Sirabella, 33 anni, stione «Fascismo». Si deve pensare,
(al tempo stesso anche con esponen- romana, durante la RSI impiegata piuttosto al post-fascismo. Che una
ti del CLN), ma all’unico scopo di al ministero della Cultura Popola- rinascita o una riproduzione del
prendere posizione in vista del re- re, assume la direzione del settore movimento fascista fosse fra le cose
ferendum istituzionale e soprattut- femminile. In seno al partito, ven- possibili, viene subito esclusa. Il
to per rendere possibile l’auspicata gono costituiti il Fronte dei giovani termine «neofascismo» strumenta-
amnistia. Tutto qui. Ricorda Rasi (responsabile Carlo Guidoboni) a lizzato dalle forze politiche domi-
che, quando fin dall’inizio del 194 cui possono aderire i giovani al di nanti e dai mass media, non viene
veniva ripetutamente a Roma per sotto dei 21 anni, e i Nuclei uni- mai pronunziato e ne viene esclusa
partecipare alle prime riunioni del versitari (guidati da Giorgio Vi- persino l’idea.
MSI e, nonostante fosse ventenne, cinelli), la cui struttura si basa su
conversava con Almirante, Miche- due categorie: nuclei di città, sedi Adalberto Baldoni
lini, Romualdi, Tripodi e tanti altri, di atenei e nuclei di città senza [per gentile concessione
cogliendo solo l’unanime desiderio sede universitaria. Guidoboni sarà di Fergen editore]

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Interviste

Almirante
Bilanci storici

pregi e limiti di un leader


Abbiamo chiesto a Giuseppe Parlato, lo storico che più si è occupato
negli ultimi anni dell’esperienza del Movimento Sociale Italiano, di
riesaminare alcuni degli snodi più importanti dei cinquant’anni di vita
della Fiamma. Ne emerge un quadro molto articolato, ricco di luci e
ombre. A cominciare dalla figura del leader missino più importante
di Fabio Andriola

L
a Storia, paziente e sorniona, non ha pau- di De Felice, autore nel 2006 di un fondamentale sag-
ra del tempo, anzi… E così, senza fretta, gio sulle origini del neofascismo italiano e quindi anche
arriva sempre a prendersi quello che le del MSI: «Fascisti senza Mussolini» (Il Mulino). È stato
spetta. Anche da chi non ha fatto altro Parlato a curare con i materiali della Fondazione Spiri-
che correre, correre per lunghi decenni to-De Felice la recentissima mostra per i 70 anni della
per non farsi acciuffare, per non fare i fondazione del Movimento Sociale Italiano ed è sua la
conti col proprio passato. Cosa necessaria se si vogliono firma su un libro fresco di stampa («La Fiamma dimez-
affrontare al meglio le sfide del presente e soprattutto zata», Luni editrice), dedicato ad uno dei momenti più
quelle del futuro. Un certo mondo, quel mondo, non ha controversi e drammatici della lunga storia missina: la
fatto nulla di tutto questo e i risultati si vedono. Nell’an- scissione di Democrazia Nazionale, consumatasi nel di-
no di grazia 2017 eccoci infatti a celebrare non un par- cembre 1976, pochi giorni prima che il MSI compisse i
tito politico più o meno in salute ma comunque attivo e suoi primi trent’anni.
orgoglioso della propria, lunga e complicata, storia ma
ben due defunti. Connessi tra loro, con vicende e dignità Due lavori ravvicinati ma molto diversi tra loro, so-
diverse, comunque uniti da un errore fatale e reiterato: prattutto per l’impostazione. Giusto?
non aver voluto – o creduto necessario – storicizzare
davvero le proprie origini. Il Movimento Sociale – no- «In effetti con la mostra non ho voluto fare una storia
nostante abbia avuto mezzo secolo di tempo a disposi- del MSI ma cercare di illustrare il “vissuto” dei militanti
zione - non volle farlo con l’esperienza oggettivamente missini. Come disse De Gasperi, il Movimento Sociale
ingombrante del Fascismo; più modestamente (in tutti è stato un “partito dei sentimenti” e quei sentimenti ab-
i sensi) Alleanza Nazionale in 14 anni non ha saputo far biamo cercato di far rivivere, di rappresentare. E a giu-
di meglio né col Fascismo né col MSI, di cui portava co- dicare dalla commozione di tanti visitatori direi che ci
munque la fiamma tricolore in grembo (e nel simbolo). siamo riusciti… ».

Da qualche anno, a mettere i fantasmi del MSI (e, in Ma dalla sua analisi sembra di capire che l’aspetto sen-
qualche modo, anche di AN) di fronte alla propria storia timentale non riguardava solo la base del Movimento.
terrena ci sta pensando Giuseppe Parlato, 64 anni, or-
dinario di storia contemporanea presso l’Università In- «Il MSI è stato un fenomeno originale, diverso da tutti
ternazionale di Roma, presidente della Fondazione Ugo gli altri partiti della Prima Repubblica perché fin dal-
Spirito - Renzo De Felice, allievo e stretto collaboratore la nascita volle essere, in un certo senso, “impolitico”.

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IntervIste

e
Bilanci storici

Giorgio Almirante (1914-1988) durante


una manifestazione, sottobraccio
con Ernesto De Marzio (1910-1995),
che nel 1976 guiderà la scissione
della corrente di Democrazia Nazionale

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29 STORIA IN RETE

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Giuseppe Parlato
monarchici. E qui il campione in- chelini già gravemente malato e lo
discusso è Giorgio Almirante…». fa grazie ad un accordo con la com-
ponente che fa capo all’ex segreta-
Ecco, fermiamoci un po’ su Al- rio. In breve trasforma il partito e,
mirante. Il suo giudizio su di lui grazie anche al rientro di Pino Rau-
potrebbe non piacere a più di un ti e del gruppo di Ordine Nuovo, fa
ex missino. emergere le varie anime del partito
cui dare, alternativamente voce e
«Almirante è stato il maestro dei mantenere il controllo: c’è la destra
sentimenti in un partito “senti- nazionale, ci sono i corporativisti,
mentale”. Ha assecondato la vi- gli alfieri dell’alternativa al siste-
sione politica dei militanti come ma. Un costante richiamo all’e-
visione sentimentale, usando sia il sperienza fascista senza però nes-
tasto della nostalgia sia quello del suna voglia di storicizzare quella
rancore. E poteva far questo meglio esperienza. Anzi: la storicizzazione
Non puntava – come naturale per di chiunque altro perché nessuno, veniva apertamente indicata come
ogni formazione politica – al pote- nel MSI, conosceva il partito come una liquidazione del Fascismo».
re, non prometteva neanche posti lui. Conosceva ogni sezione, ogni
di lavoro ai suoi aderenti. Il MSI dirigente, era stato in ogni paesino, E quindi l’Almirante segretario
nei terribili anni Settanta come
pensa di fare politica?
Per certi versi è Almirante che inventa la politica
spettacolo e la personalizzazione della leadership: «Almirante non ha una strategia
Almirante è l’MSI molto più di quanto De Gasperi precisa, ne ha due: proseguire nel-
la politica della destra nazionale,
sia stato la DC o Togliatti il PCI, grazie alla sua
aprendo ai moderati, e mantenere
capacità di interpretare i sentimenti della base saldo il legame con la destra estre-
ma, assecondando o non eliminan-
esiste dal primo giorno soprattut- anche per incontrare un pugno di do le posizioni più radicali. In realtà,
to per tramandare un’idea ed una militanti, non aveva la visione po- punta ad uscire dall’isolamento con
identità sconfitte nella Seconda litica di Michelini ma seppe incar- qualche colpo ad effetto. È così che
guerra mondiale». nare l’anima missina come nessun nasce l’esperienza della destra na-
altro. Per certi versi è lui che inven- zionale, l’inclusione di monarchi-
Da quel vizio di origine discende ta la politica spettacolo e incarna la ci e uomini di destra o “d’ordine”.
tutta una serie di conseguenze… personalizzazione della leadership: Ma è un’esperienza che cozza con la
Almirante è l’MSI molto più di volontà di mantenere viva – anche
«Esatto. A cominciare da un dibat- quanto De Gasperi sia stato la DC grazie al clima degli Anni di Piom-
tito interno lungo decenni tra le o Togliatti il PCI. E lo è stato per la bo – l’ala militante del partito. Come
due anime del partito. Da un lato sua grande capacità di sollecitare i si fa ad essere ad un tempo partito
c’è quella che potremmo definire sentimenti e l’emotività della base» d’ordine e movimento muscolare? A
la “destra nazionale”: cattolica, de- questo si aggiunga che dopo l’exploit
mocratica, anticomunista, decisa a Questo andava benissimo quando elettorale di inizio anni Settanta, a
condizionare da destra la Demo- c’era da scaldare una piazza, Ma la metà del decennio le urne non dan-
crazia Cristiana, disposta ad un politica è anche altro, no? no più risultati esaltanti. Per cui si
accordo con i monarchici. è un’a- imponevano delle scelte strategiche»
nima più politica in senso stretto «Michelini, e la componente che si
ed è incarnata soprattutto da Ar- riconosceva in lui, cercava di usci- E qui si arriva alla scissione di De-
turo Michelini [segretario del MSI re da questa gabbia sentimentale. mocrazia Nazionale?
dal 1954 al 1968, NdR]. Dall’altro Almirante in quella gabbia ci stava
lato c’è la componente nostalgica, benissimo anche perché, tenden- «Infatti. Una scissione che non fu
antisistema, che si richiama più zialmente, il militante missino era voluta e ispirata dalla DC come Al-
direttamente alle pulsioni movi- più affine a lui che ai micheliniani. mirante volle far credere. Anzi, la
mentiste, sindacali e antiborghesi Ironia vuole che, nel 1969, Almi- DC non aveva interesse e, comun-
del Fascismo, a lungo avversa ai rante succeda alla segreteria a Mi- que, se avesse voluto avere un ruo-

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lo l’avrebbe fatta meglio. Dalle mie in qualche modo in mezzo al gua-
ricerche emerge chiaramente che fu do: non abbastanza fascisti per i
lo stesso Almirante a spingere fuori missini, troppo fascisti per i par-
dal partito De Marzio e gli altri per titi dell’arco costituzionale. Non quista
re
sciogliere, una volta per tutte, l’equi- avevano dietro né la DC, pur- per ac bro vai su
li .it
questo eriadistoria
voco delle due anime del MSI. Quel- troppo per loro, né i cosiddetti w w.l ibr
w
la che esce è, di fatto, la componente “poteri forti”. Infine non avevano
micheliniana che non ha capito, al un vero leader. Mentre dall’altra
contrario di Almirante, una cosa parte c’era Almirante».
fondamentale…»
Possiamo dire che Alleanza Na-
E cioè? zionale nel  è stata quello che Giuseppe Parlato è autore di «La
Democrazia Nazionale non poté Fiamma dimezzata. Almirante e la
scissione di Democrazia Naziona-
«E cioè che Almirante conosceva essere vent’anni prima?
le», Luni editrice, pp. 320, € 24,00
così bene il Partito da sapere che - www.lunieditrice.com
non poteva diventare, da partito di «Non esattamente. Indubbiamente
militanti qual era, un partito d’opi- c’è l’elemento importante della vo- mocratico italiano del dopoguerra.
nione e dare voce compiutamente lontà di collegare le destre in Italia. Ad esempio ha assorbito l’eversione
alla famosa “maggioranza silenzio- Ormai la Guerra Fredda era finita nera nei primi anni, incanalando il
sa”, la parte di elettorato moderata, e quindi il quadro internazionale revanchismo fascista che altrimen-
conservatrice, anticomunista che era più favorevole ad operazioni di ti si sarebbe potuto rivelare desta-
alla fine finiva sempre per votare questo tipo. Ma mentre Democra- bilizzante per la neonata Repubbli-
Democrazia Cristiana. Un partito zia Nazionale era parte della storia ca. C’è poi quella “delegittimazione
d’opinione si sarebbe esposto ad del MSI, ne incarnava una delle legittimante” che prese corpo nel
inevitabili alti e bassi nei consensi: anime originarie, e fu il frutto di sistema dei partiti: per la DC il
Almirante preferisce tenersi la base, una lunga gestazione culturale e MSI nella sua versione muscolare e
ridotta ma sicura, dei militanti. Il politica, Alleanza Nazionale venne nostalgica è stata una manna per-
MSI torna ad essere soprattutto un
partito di testimonianza. Probabil-
mente, così facendo, scegliendo la
Il MsI ha svolto ruoli essenziali nel sistema
militanza, Almirante salva il partito democratico italiano nel dopoguerra, ma pagò
ma ha contribuito a non far svilup- questi ruoli con una emarginazione politica.
pare in Italia le radici di una destra
di governo. Come poi si è ben visto
L’equilibrio della Prima repubblica poggiò
negli anni Novanta…». anche sul sacrificio di tanti militanti missini
Perché, comunque, l’esperienza concepita “a freddo”, in laborato- ché le ha consentito di presentarsi
di Democrazia Nazionale fallisce rio, in pochi mesi. E questo spiega come la casa naturale dei moderati;
così rapidamente? il rapporto superficiale, infastidito, per il PCI l’MSI è stato non meno
col proprio passato. Non ci fu nean- utile perché legittimava e giustifi-
«Per vari motivi che cerco di spie- che quella volta la storicizzazione cava l’antifascismo come elemento
gare nel mio libro. Nonostante i né del Fascismo – liquidato come fondante della Repubblica. Come ci
vertici di Democrazia Nazionale “Male assoluto” e con l’inserimento si poteva dire antifascisti senza un
fossero composti da personaggi un po’ surreale di alcuni nomi stori- partito neofascista? D’altra parte è
intellettualmente e culturalmente ci dell’antifascismo tra le figure d’i- anche vero che senza il MSI certe
di gran livello, non capirono alcu- spirazione della nuova formazione derive di sinistra e di ultra sinistra,
ne cose. In primis che la base non – né dell’esperienza dell’MSI». politiche e di piazza, sarebbero sta-
li avrebbe mai seguiti. E poi che in te sicuramente molto più gravi e
un contesto di piena Guerra Fred- Vogliamo provarci qui? Che bi- accentuate. L’equilibrio della Prima
da, i tempi non consentivano sdo- lancio si può dare dei cinquant’an- Repubblica poggiò anche sul sacri-
ganamenti indolori per chi veniva ni del MSI? ficio di tanti militanti missini».
dal Fascismo e non intendeva certo
sconfessarlo o rinnegarlo ma sem- «Il Movimento Sociale ha svolto si- Fabio Andriola
plicemente storicizzarlo. Restano curamente un ruolo nel sistema de- direzione@storiainrete.com

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PROTAGONISTI
Un progetto alternativo per l’Italia

Il MSI? Oltre
il nostalgismo
c’era di più
L’ultima intervista di Gaetano Rasi, l’economista che
immaginò «una democrazia sostanziale». Nel segno di un
corporativismo moderno e di uno Stato nuovo
di Mario Bozzi Sentieri

L
a diaspora di quella che genericamente presentato – a partire dal  – dal MSI, in esso
può essere considerata la «destra all’i- riconoscendo l’espressione di una volontà di cam-
taliana» ha provocato non solo la «de- biamento globale del sistema dominante.
strutturazione organizzativa» degli ere-
di politici del MSI e poi di AN ma anche A questo scopo Rasi — missino storico, docente
una grave amnesia rispetto all’essenza universitario di Politica Economica e di Sociologia
dottrinaria e all’articolazione politico-programmatica Economica, esponente di vertice del MSI e parla-
del «progetto» che stava alla base della nascita dello mentare per AN dal  al  – stava redigendo
stesso MSI, innervandone la sua storia pluridecen- un’opera in tre volumi («Storia del progetto politi-
nale. La stessa storiografia co alternativo dal MSI ad
in materia ha dato grande AN» – -, Solfa-
risalto alle vicende inter- nelli editore), finalizzata
ne al MSI, ai vari passaggi a focalizzare le idee, i pro-
congressuali, alle sue figure grammi e le finalità che
di rilievo, non sempre co- hanno determinato l’attivi-
gliendone però l’originalità tà politica di questo partito.
ideologica, considerandola L’originalità della ricerca di
marginale e derubricandola Rasi (di cui finora è uscito
spesso a mero nostalgismo. il primo volume dal titolo
È per rompere questa sorta «La costruzione dell’identi-
di damnatio memoriae che tà – -», mentre è di
Gaetano Rasi, scomparso prossima uscita il primo dei
lo scorso  novembre, de- due tomi che costituiscono
cise di andare alla ricerca il Secondo volume intitola-
dell’identità perduta del Gaetano Rasi (1927-2016). Nell’altra pagina to «L’alternativa al sistema
Tessere del Movimento Sociale, anno 1963
«progetto alternativo», rap- – -») può essere

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PROTAGONISTI
Un progetto alternativo per l’Italia

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33 STORIA IN RETE

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individuata nel fatto che vengono pedissequamente la riproposizione
posti in rilievo, pur nell’inquadra- istituzionale del passato».
mento temporale e con citazio-
ne di fatti e persone, gli elementi In che senso l’ideologia missina fu
unitari e costantemente finalistici diversa rispetto a quella stretta-
ricavati dalle determinazioni con- mente neofascista?
clusive dei diciassette congressi
nazionali e dai documenti finali «L’ideologia del MSI fu il corporati-
degli organi statutari: riunioni di vismo costituzionale, sia dal punto
direzioni nazionali, comitati cen- di vista di un nuovo progetto costi-
trali, nonché dei numerosissimi tuzionale che da quello di una po-

«Il corporativismo del MSI è una dottrina


che tende a realizzare la democrazia sostanziale
in contrapposizione alla democrazia solo formale
del sistema liberal-partitocratico»

convegni tematici. Al fondo l’idea litica economica e sociale adeguata


che – come scrive lo stesso Rasi – alle moderne esigenze della società poi inserito nel simbolo del par-
lo scopo per la dirigenza del MSI contemporanea. La rappresentan- tito, nel 1972, con la sigla «Destra
delle origini non fu affatto «quello za politica doveva essere espressa Nazionale» e infine dato per scon-
di accontentare dei reduci nostal- democraticamente all’interno dei tato, soprattutto in Alleanza Na-
gici ed inconcludenti, né tantome- corpi sociali volontari e naturali zionale?
no di riportare in vita il […] Fasci- – partiti e categorie – che costitui-
smo di Mussolini, ma fu quello di scono le articolazioni della società «In quel contesto non si parlava
avere un ruolo fondante e non con- nazionale. Altri essenziali principi affatto di collocazione a “destra”
tingente». La tesi è oggettivamente erano il superamento dell’antino- oppure a “sinistra” del MSI ed anzi
originale. L’abbiamo approfondita mia tra capitale e lavoro, la parteci- un’ipotesi del genere viene conside-
con lo stesso Rasi nel nostro ulti- pazione dei lavoratori alla gestione e rata come una vera e propria eresia
mo colloquio per questo numero ai risultati economici dell’impresa, rispetto alla linea del partito. Natu-
speciale di «Storia in Rete». Pochi la programmazione economica na- ralmente tutto ciò subisce qualche
giorni prima della sua scomparsa. zionale concertata tra lo Stato e le variazione nell’uso terminologico
Un ultimo regalo ad una comuni- categorie produttive e della cultura. strumentale quando il partito si
tà umana e politica, un contributo Si tratta, dal punto di vista della teo- misura in sede elettorale per poter-
importante al dibattito culturale ria economica, della partecipazione si immediatamente collocare nella
sulle destre italiane. di tutti coloro che operano all’in- mente degli elettori secondo deno-
terno dell’impresa ai risultati della minazioni di immediata anche se
In che senso il MSI può esse- produttività e dell’innovazione de- non esatta comprensione».
re considerato un movimento rivanti dall’applicazione di tale dot-
a base ideologica piuttosto che trina. Insomma il corporativismo Quali dovevano essere le artico-
un’esperienza puramente no- del MSI è una dottrina che tende a lazioni della nuova Costituzio-
stalgica? realizzare la democrazia sostanziale ne per la quale il MSI si batteva
in contrapposizione alla democra- nell’ambito della politica di alter-
«È con la fondazione stessa del MSI zia solo formale del sistema liberal- nativa al sistema?
– ci dice Rasi – che cessa il neofasci- partitocratico, collocandosi – nel
smo come ideologia e rivendicazio- contempo – al di fuori di ogni visio- «In sostanza si affermava che,
ne politica. Molti storici non hanno ne autoritaria e dirigista». nell’ambito di una futura unione o
colto questa realtà che fu nelle in- confederazione europea, la struttura
tenzioni e nella pratica di coloro che Discorso analogo va fatto con il dello Stato italiano doveva basarsi su
diedero vita al nuovo partito, del re- termine «destra», strumental- due concezioni e su tre funzionalità.
sto anche molti ex fascisti e neofa- mente assimilato, in chiave con- Per quanto riguarda le due concezio-
scisti pensarono di poter proseguire servatrice, al MSI delle origini, ni costituzionali esse erano:

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Gaetano Rasi durante
una conferenza all’Istituto
di Studi Corporativi
cutivo, i membri del governo dove-
vano essere nominati dal presidente
della Repubblica in accordo col Par-
lamento formato dalle due camere
composte in maniera diversa, come
già detto e con funzioni diverse: la
Camera dei Deputati per le leggi-
quadro di indirizzo; la Camera delle
Competenze per le leggi attuative.
Per quanto riguarda l’aspetto giuri-
sdizionale, le magistrature – civile,
penale, contabile e amministrativa
– avrebbero dovuto essere totalmen-
te indipendenti con assoluto divie-
to del passaggio – anche in caso di
dimissioni o pensionamento – dalla Il primo volume dell’ultimo lavoro
funzione giurisdizionale alla funzio- di Gaetano Rasi, dedicato alla storia
ne legislativa o esecutiva e viceversa. delle idee nel mondo missino
Altro elemento importante consi- (ed. Solfanelli, pp. 224, € 18,00 -
www.edizionisolfanelli.it)
steva nell’assoluta secretazione delle
° - Il presidenzialismo, ossia l’ele- attività procedurali e istruttorie fino
zione diretta, dal popolo, del Capo alla sentenza (secondo il motto “il ro di approfondimento, aggiorna-
dello Stato, il quale poteva essere an- magistrato parla solo con le senten- mento, elaborazione della dottrina
che Capo del Governo; ze”). Naturalmente, se questi erano praticata e degli scopi progettuali
° - La rappresentanza integrale del – così schematicamente enunciati del Movimento Sociale Italiano?
cittadino, il quale avrebbe dovuto – i punti di arrivo dell’alternativa Per esempio riviste, corsi di forma-
esprimersi attraverso i partiti, per al sistema, il MSI non ha mai inte- zione, centri di studio, etc.?
quanto riguarda l’indirizzo politico so estraniarsi dal partecipare alle
generale, e attraverso le categorie attività parlamentari. Pertanto, pur «Tutta la storia del MSI è stata
(morali, culturali, lavorative, etc.) mantenendo fisse le mete alle qua- caratterizzata da una vivace e in-
per quanto riguarda gli aspetti at- li arrivare quando gli eventi stori- telligente produzione di cultura
tuativi e specifici. In sostanza si è ci fossero maturati, gli esponenti politica sia per quanto riguarda
sempre indicato che era necessario del MSI hanno sempre partecipato giornali, riviste, convegni, sia per
passare dal voto passivo del citta-
dino anonimo, al voto del cittadino
quale persona consapevole e come
«Tutta la storia del MSI è stata caratterizzata
tale concretamente partecipe della da una vivace produzione di cultura politica:
vita dello Stato. Per quanto riguar- giornali, riviste, convegni, centri di studio
da le funzionalità esse venivano così
articolate. Per l’aspetto legislativo, i e di formazione della classe dirigente»
parlamentari dovevano essere desi-
gnati da tutti i cittadini: per la Ca- a tutti i dibattiti e anche a tutte le quanto riguarda centri di studio,
mera, tramite i partiti, in base al Commissioni costituite in sede par- di elaborazione dottrinale e di
loro esplicito e coerente indirizzo lamentare per le riforme costituzio- formazione della classe dirigente
politico; per il Senato, in base alle nali. Un esempio è stato la parte- nell’ambito del costante adegua-
competenze ed esperienze maturate cipazione di parlamentari missini mento all’evoluzione della socie-
in precedenza; competenze ed espe- e dei loro consulenti accademici tà nazionale e più in generale nei
rienze professionali individuali da alla Commissione Bicamerale per confronti dell’auspicio dell’avven-
mettere a disposizione dell’interesse la Riforma Costituzionale presie- to di una vera Unione Europea. In
generale e non in rappresentanza e duta da D’Alema nel  durante questa sede non si possono certo
tantomeno per delega delle categorie la XIII Legislatura». elencare tutte le pubblicazioni e i
già di appartenenza (rappresentanza centri elaborativi. Va sottolineato
di competenze e non di interessi). Vi è stato nell’ambito, anche ampia- che molte di queste pubblicazioni
Per quanto riguarda l’aspetto ese- mente considerato, del MSI un lavo- sono state genuine espressioni di

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35 STORIA IN RETE

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indirizzi giovanili dotati di grande poste di legge, azione sindacale…
autonomia, ma tutti confluenti in Che cosa ha rotto questa unitaria
un unico indirizzo a carattere na- volontà ideologica?
zionale e sociale e sostanzialmente
patrocinatori del cambiamento co- «Quando si parla di unità all’inter-
stituzionale per una nuova repub- no di un complesso organizzativo-
blica. Va pure aggiunto che, di vol- politico, come è un partito, è neces-
ta in volta, il MSI ha attivato centri sario distinguere: da una parte, ciò
di studio per elaborare proposte di che è il comune sentire ideale e il
legge da presentare in parlamen- comune finalismo che dà il senso di
to e istituti per realizzare corsi di appartenenza ai militanti e ai diri-
formazione al fine di preparare la genti; dall’altra, la naturale dialetti-
classe politica interna anche nella ca che si svolge sulla maniera, ossia
prospettiva di assumere responsa- sul come praticare giorno per gior-
bilità istituzionali nel nuovo Stato. no tale comune sentire e sul come
Se si vuol far riferimento a qualche realizzare lo scopo per il quale esiste Un’altra tessera
del MSI, anno 1957
esempio, basti pensare ai corsi di un partito. Non c’è dubbio che, fin
formazione per giovani provenien- dall’inizio, ossia fin dalla sua fon-
ti da tutta Italia tenuti ogni agosto dazione, il MSI sia stato fortemente nascita di Democrazia Nazionale
per cinque anni (dal ) in Alto unitario in sede di comune sentire e è stata una scissione di vertice ad
Adige, a San Genesio, sotto la di- di comune finalismo. E ciò ha carat- opera di un gruppo di parlamentari
rezione di Ernesto Massi, nonché a terizzato la forza coesiva – al verti- e di consiglieri locali che hanno ab-
quelli organizzati da Nino Tripodi ce, presso la base militante e presso bandonato la tesi finalistica per la
con il suo Istituto Nazionale di Stu- i suoi elettori – del Movimento So- quale era nato e aveva operato per
di Politici ed Economici che operò ciale Italiano. Diversa è stata, inve- un trentennio il MSI: quella dell’al-
dal . Mi si perdoni poi se penso ce, la posizione degli esponenti sia ternativa al sistema. Tale tesi fina-
di citare la “Rivista di Studi Cor- di vertice che di base nel continuo listica venne da loro abbandonata
porativi”, organo bimestrale dell’I- vivace, ma quasi sempre di alto li- per praticare la politica contingen-
stituto di Studi Corporativi. La ri- vello, dibattito sul come realizzare il te dell’inserimento nel sistema. Va
sottolineato appunto il fatto, stori-
camente documentato, che quegli
«Il MSI era nato quale alternativa al sistema. esponenti, già missini, autori della
Gli scissionisti di Democrazia Nazionale nel 1976 scissione, avevano sostenuto nel
abbandonarono questa linea per seguire corso dei trent’anni dalla fondazio-
ne del MSI () la tesi finalistica
la politica tattica dell’inserimento nel sistema» dell’alternativa al sistema. E pro-
prio sulla base di quella predicazio-
vista fu diretta nel primo anno da finalismo. Ma tale dialettica interna ne, nelle selezioni interne ai diversi
Diano Brocchi e successivamente è venuta normalmente risolvendosi gradi e nelle varie sedi organizzati-
dal sottoscritto. La rivista e l’istitu- in maniera unitaria: lo dimostrano ve del partito, erano diventati diri-
to – quest’ultimo prima presieduto tutti i documenti ufficiali finali dei genti del MSI e, sempre sulla base
dal professor Ernesto Massi e poi Congressi e dei Comitati Centra- dell’alternativa al sistema, avevano
dal professor Claudio de’ Ferra – li tenutesi fino a buona parte degli ottenuto il consenso dei cittadini
hanno funzionato dal  al  anni Novanta». votanti MSI nelle varie elezioni po-
e sono stati la sede di autentici per- litiche ed amministrative. Quando
corsi accademici nonché di com- Come si spiega la scissione di De- tali esponenti sono passati dalla
missioni preparatorie di progetti di mocrazia Nazionale operata da politica di alternativa al sistema
legge presentati dal MSI». alcuni esponenti del MSI a fine alla politica dell’inserimento nel
del 197 e in prospettiva del con- sistema, sono stati abbandonati
Nel MSI, diciamo delle origini, gresso nazionale svoltosi nel gen- sia dai loro sostenitori interni nel
tutto sembrava concorrere alla naio del 1977? movimento, sia dai cittadini che
costruzione dell’alternativa socia- per loro avevano votato. Come è
le: corsi per i giovani, riviste, con- «Proprio la scissione del ’ confer- noto nessuno dei parlamentari
vegni, programmi politici, pro- ma la tesi esposta. Come è noto, la che avevano scelto l’inserimento

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Il congresso del MSI del
marzo 1993. Di lì a poche
settimane si inizierà a
discutere del progetto di
Alleanza Nazionale, avviato
nel dicembre successivo
dopo gli ottimi risultati alle
elezioni locali di novembre

nel sistema è stato più eletto. In del gennaio . Nei primi cinque ideologico-organizzativi del parti-
conclusione, proprio in occasione anni della sua segreteria, Fini man- to e quelli relativi alla preparazio-
della scissione del , si è avuta tenne sostanzialmente ferma l’ispi- ne della classe politica futura. Un
la prova che l’unità del MSI stava razione almirantiana dell’alternati- secondo aspetto fu un sostanziale
nel finalismo dell’alternativa e non va al sistema, ma progressivamente scetticismo circa la possibilità, nel
nell’abbandono di esso per adattar- subì anzitutto l’influenza del prag- breve periodo, di raggiungere nel
si al mero gioco della contingenza matismo dell’onorevole Tatarella Paese una maggioranza tale da po-
politico-parlamentare e perseguire e poi la pressione dei cosiddetti ter convocare un’assemblea costi-
precarie posizioni personali». “colonnelli” sostenitori dell’alle- tuente al fine di introdurre istituti
anza con Forza Italia, dominata di efficienza presidenzialistica e di
Questa linea fu mantenuta fino alla da Berlusconi. In quest’ambito, di- rappresentanza integrale. Si può
metà degli Anni Novanta. Com’è
noto, alla fine del XV congresso na-
zionale del MSI, tenuto tra alla fine
«Con la fine del XX secolo è iniziato l’abbandono
del 197 a Sorrento, su indicazione di ogni politica rivolta al cambiamento strutturale
di Almirante, fu eletto segretario dell’Italia e dunque si è predisposto
nazionale del MSI Gianfranco Fini.
Secondo lei fino a quando e in che il dissolvimento del patrimonio ideale del MSI»
misura Fini continuò nel partito a
sostenere il progetto di alternativa venne primaria per Fini e per chi pertanto dire che, con la fine del
al sistema e quando e come avvenne lo sosteneva, la politica volta a far secolo e l’inizio del , sia inizia-
il cambiamento nel senso di mutare parte, a qualsiasi costo, del governo to il sostanziale abbandono di ogni
il finalismo missino e di sostituir- del Paese, nell’ambito del sistema politica rivolta ideologicamente al
lo con la politica dell’inserimento, politico partitocratico e liberal-li- cambiamento strutturale dell’Italia
ossia di limitare l’attività politica berista vigente. E qui entrò in gioco e che quindi si siano preparati tutti
missina alla sola dialettica parla- un aspetto che riguarda il tempera- i passi che finiranno per giungere
mentare cioè di diventare un parti- mento personale di Fini, costituito al dissolvimento operato con l’ul-
to come tutti gli altri? soprattutto dalla volontà di emer- timo congresso di AN nel quale fu
gere anche a scapito dell’abbando- approvata la confluenza con Forza
«Non è facile stabilire dei momenti no di quell’alternativa al sistema Italia nella temporanea politica di
precisi in un percorso politico che per la quale Almirante lo aveva de- quel precario partito che fu deno-
comprende sia l’ultimo quinquen- signato come suo successore. A ciò minato Popolo della Libertà. Ma
nio della vita del partito con la si- vanno aggiunti due elementi: uno questa evidentemente, rispetto al
gla MSI-DN, sia il periodo inizia- riguardante una pigrizia tempera- MSI, è un’altra storia…».
le del partito diventato Alleanza mentale che gli ha fatto progres-
Nazionale nel Congresso di Fiuggi sivamente trascurare gli aspetti Mario Bozzi Sentieri

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laboratori - 1 |
UNA ALTERNATIVA ALLA REPUBBLICA DEI PARTITI
Per oltre quarant’anni il PROGETTO di una repubblica PRESIDENZIALE fu al centro della PROPOSTA
POLITICA e programmatica del MSI. Una proposta che aveva RADICI ANTICHE e sostenitori
preparati e APPASSIONATI. Su tutti un grande giurista: CARLO COSTAMAGNA

A
ll’indomani della fine del- che attorno ad esso, in numerosi ed strumenti parlamentari come le Com-
la guerra, quando le forze autorevoli convegni, tenuti soprattut- missioni bicamerali.
antifasciste cercavano di dare to dopo il “disgelo” degli anni Ottanta
un assetto costituzionale «nuovo» attorno al MSI, si celebrarono un po’ È da Carlo Costamagna, come accen-
alla Repubblica, non furono numerosi in tutt’Italia con il concorso di politici, nato, che la battaglia presidenzialista
gli studiosi che riuscirono a scorgere costituzionalisti ed intellettuali non del MSI prese le mosse. Al partito dei
autentici vizi d’origine nella demo- di destra. Era la stagione della «Nuova «vinti» non era estraneo il tema: esso,
crazia parlamentare che stava per Repubblica» sulla quale la Destra non infatti, fu ben presente, nelle cosid-
rivivere. Tra i pochi, il più autorevole si è adeguatamente interrogata, anzi dette Costituzioni della Repubblica
fu senza dubbio Carlo Costamagna rimuovendone perfino la memoria da Sociale Italiana, come superamento
(1880–1965), giurista di grande valore, quando diventò «Destra di governo». del partitismo e quale valido strumen-
scienziato della politica, collaboratore to di partecipazione popolare alle
di Alfredo Rocco e Giuseppe Bottai La campagna presidenzialista, dun- scelte politiche. Fu soprattutto Carlo
durante il Ventennio, animatore della que, sciaguratamente abbandonata Alberto Biggini, giovane e brillante
rivista «Lo Stato», uno dei laboratori nel ventennio di Alleanza nazionale, costituzionalista, ministro dell’Educa-
politico–istituzionali più interessan- è stato il motivo conduttore della zione Nazionale della RSI, a sostenerla
ti del Fascismo. Costamagna non politica istituzionale missina alla quale nell’ambito di un progetto organico
si limitò a formulare una compiuta in particolare Almirante provò a dare che, per ironia della sorte, in quello
critica al partitismo man mano che un decisivo impulso che caratterizzò la stesso torno di tempo riempiva i pen-
procedeva nel contagiare la Costi- proposta del partito nel tempo in cui il sieri di un nemico intelligente e colto,
tuzione, ma formulò anche ipotesi rilancio della Grande Riforma, avvenu- i cui pensieri erano volti all’avvenire
istituzionali che sarebbero divenute, ta grazie alle convinzioni modernizza- piuttosto che al passato: l’azionista
per impulso del Movimento Sociale trici di Bettino Craxi agli inizi degli anni Duccio Galimberti che rifletteva sulle
Italiano, materia di dibattito in circoli Ottanta, agitate sia come segretario del stesse soluzioni istituzionali che intri-
ancorché ristretti tuttavia autorevoli. Partito Socialista che come presidente gavano Biggini. Costamagna, nell’im-
Al punto che il partito di Almirante, del Consiglio, dominò la discussione tra mediato dopoguerra, ed in corrispon-
Romualdi e Michelini ne avrebbe i partiti che immaginavano di riscrivere denza con i lavori della Costituente,
fatto il suo atout politico di maggiore la Carta fondamentale affidandosi a dalle colonne di una piccola tribuna,
impatto nello svolgimento della sua il periodico «Rivolta ideale», mosse i
azione parlamentare e propagandisti- propri appunti alla Costituzione che
ca. In particolare negli anni Settanta, per lui si configurava soprattutto
grazie all’attività dell’Istituto di Studi come il prodotto della Repubblica dei
Corporativi, animata da Ernesto Massi partiti, legittimata non dal consenso
e da Gaetano Rasi, propose una vera popolare ma dalla forza più o meno
e propria riformulazione dell’assetto ricattatoria degli apparati politici. Per
costituzionale italiano fondato sul lo studioso, la Costituzione nasceva
presidenzialismo, sull’elezione diretta su un presupposto completamente
del capo dello Stato, sulla differen- errato: il partitismo che, per natura
ziazione di competenze dei due rami e definizione, si poneva in antitesi al
del Parlamento. E il deputato missino bene comune dell’unità nazionale.
Franco Franchi fu forse il più appas- Esso incarnava i «nuovi egoismi»
sionato interprete nelle aule parla- rispondenti a logiche estranee agli
mentari e con l’attività pubblicistica interessi popolari nazionali le cui
del presidenzialismo e del dibattito Carlo Costamagna (1880-1965) forme più evidenti erano date dal par-

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| Il Presidenzialismo
di Gennaro Malgieri

tito cattolico e quello comunista i cui esalta i diritti astratti degli individui, ma si è rivelata un inganno dal momento
referenti, nell’immediato dopoguerra, di fatto, al momento di regolamentare che il primo tradimento perpetrato
non erano in Italia. l’applicazione di questi diritti, consegna dalla Costituzione materiale che ne
tutto il potere nella mani dei partiti, dei ha retto le sorti è stato contro il bene
Riflettendo su come la Repubblica ita- loro capi, degli apparati burocratici me- comune dell’unità nazionale. Da queste
liana non poteva essere considerata la diante l’applicazione della democrazia annotazioni nasceva il richiamo di
Repubblica degli italiani, ma dei partiti, indiretta. A tale riguardo Costamagna Costamagna ad un ideale «fronte degli
Costamagna osservava che nel disegno osservava: «Tutti i cittadini, nominal- italiani» perché ingaggiasse una vera e
del progetto costituzionale mancava mente, senza distinzione di sesso, propria «lotta per lo Stato» da opporre
«qualsiasi concetto positivo di organiz- appena maggiorenni, sono elettori. Ma finalisticamente a tutte le concezioni
zazione del Popolo Italiano». Il progetto alle cariche pubbliche, a cominciare da antistatali i cui germi s’annidavano
costituzionale, secondo Costamagna, quella di deputato, sono i partiti che nei partiti impegnati nell’elaborazione
era dominato da due criteri sviluppa- designano i titolari facendone i servi della Costituzione.
tisi intorno all’unica idea negativa del della propria volontà. Non al corpo elet-
«diritto dei partiti»: il partitismo e la torale, ma ai “deputati dei partiti” spetta Nell’esperimento costituzionale post-
faziosità. «Non ha precedenti – aggiun- la nomina dello stesso presidente della bellico, Costamagna vedeva oscurarsi
geva – nel diritto dei cosiddetti “governi Repubblica, che pur dovrebbe essere il le idee stesse di Stato e di Nazione, gli
liberi”, il formale riconoscimento che il Capo dello Stato, l’espressione vivente «interessi comuni» smarrirsi e la deca-
progetto compie del diritto dei partiti dell’unità e della continuità nazionale». denza del «politico» prendere forma e
sotto l’obliqua formula della dichiara- consistenza: la «potenza costituzionale»
zione di un diritto individuale al partito «Evidentemente il governo presi- cioè il potere «ordinato», come diceva
politico: “Tutti i cittadini hanno diritto denziale nordamericano – proseguiva Oswald Spengler, si frammentava in
di organizzarsi liberamente in partiti Costamagna – non sembra abbastanza «informi potenze individuali», cioè a
per concorrere, con metodo democrati- democratico ai costituenti antifascisti. dire in un potere sostanzialmente «arbi-
co, a determinare la politica nazionale” Sono i partiti che debbono intendersi trario». Il partitismo – che nella pratica
(art. 49)». «Qui l’allusione al “metodo sull’uomo che dovrà ricoprire la carica del potere si sarebbe trasformato in
democratico” – sottolineava Costama- suprema e questi solo ai partiti dovrà partitocrazia – non era il solo «vizio d’o-
gna – preannuncia la faziosità rivelando essere debitore del posto, non già rigine» che Costamagna rilevava nella
il proposito di reprimere ogni intrusio- re senza corona, ma umile ufficiale Costituzione repubblicana. Ce n’era un
ne di estranei per quanto cittadini nella di scrittura, incaricato di omologare altro, altrettanto grave al punto di con-
giostra che a se stessi riservano i partiti le transazioni dei partiti stessi, quali figurarsi come «assurdo». Con brillante
dominanti. Ma il riferimento allo scopo gli verrebbero presentate dal Primo spirito polemico, infatti, Costamagna
di “determinare la politica nazionale” Ministro, anch’esso ombra di un’ombra, osservava che nessuna forza politica,
confessa che l’indirizzo generale politi- in funzione di un Consiglio dei Ministri, nessun rappresentante del «nuovo ordi-
co dovrebbe essere la risultante esclusi- composto dai delegati delle irrespon- ne» democratico aveva «informato» il
va dell’accordo dei partiti senz’avvertire sabili direzioni dei partiti deliberanti popolo italiano sul genere di Repubbli-
che in tal modo si annulla ogni azione “privatamente” fuori del parlamento». ca che si stava costruendo e neppure lo
unitaria nazionale». Le ragioni del partitismo dominarono i aveva invitato a pronunciarsi in merito.
lavori della Costituente che elaborò una Al popolo sovrano fu impedito, insom-
È quanto è accaduto in Italia dove le Carta fondamentale inficiata sostan- ma, di compiere il solo autentico atto
decisioni, di ogni tipo, ordine e grado zialmente da due difetti: il pregiudi- sovrano che vale a qualificare – oltre
sono state prese esclusivamente dalle ziale rifiuto del presidenzialismo che che a legittimare – anche in termini dot-
segreterie politiche dei partiti incuranti avrebbe sottratto ai partiti potere e trinari una democrazia: a pronunciarsi,
spesso perfino del mandato che il po- controllo sulla società civile; lo spirito cioè, liberamente sul tipo di reggimen-
polo, astrattamente inteso, ha creduto di vendetta nei confronti di una parte to politico nel quale avrebbe voluto
di dare ad un determinato partito poli- tutt’altro che trascurabile del popolo riconoscersi ed operare.
tico con il voto. In pratica si è assistito, italiano. Insomma, la Costituzione fu il
e per molti versi si assiste ancora, un prodotto, secondo Costamagna, degli Infatti, parlare di Repubblica senza
singolare e poco dignitoso balletto: in interessi politici e «privati» di una parte ulteriori qualificazioni significa ben
alcune parti, segnatamente quella dei di italiani in opposizione ad un’altra. poco dal momento che di repub-
principii fondamentali, la Costituzione Su questo presupposto la Repubblica bliche ne esistono diverse specie.

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Per la Repubblica presidenziale o lo Ghisleri a Giuseppe Rensi, ha creduto
per quella parlamentare si sarebbe di poterli presentare come correttivi
espresso il popolo italiano? «Soltanto indispensabili contro il malcostume per
nell’ipotesi di una tale deliberazione cui la classe dirigente dei parlamentari
popolare – sosteneva Costamagna – la riuscirà a dominare il corpo elettorale.
Repubblica non sarebbe nata “vizia- Esattamente si è potuto riconoscere che
ta”», ed aggiungeva che «la mancata la parola “sovranità popolare” non con-
illuminazione preventiva della volontà viene, né in linea di fatto, ne in linea di
popolare sui termini della Costituzione diritto, alla moderna teoria democratica,
repubblicana da adottare, impone che, dato e non concesso che democrazia
quanto meno, come si è fatto in Francia, significhi qualche cosa di più e di meglio
venga sottomesso a referendum il che il diritto dei partiti».
testo eventualmente approvato dalla
Uno degli innumerevoli studi prodotti
Costitutuente». Il problema sollevato da II tentativo di sensibilizzazione con-
dagli intellettuali del MSI sulle questioni
Costamagna era tutt’altro che margina- della riforma costituzionale dell’Italia dotto da Costamagna attorno ad una
le, essendoci sostanziali differenze tra integrale riforma della politica, non è
Repubblica parlamentare e Repubblica Costituzione – osservava giustamente stato un episodio unico ed isolato. Nu-
presidenziale. Questa, come si sa, «ri- Costamagna – che pure ammette il merose furono al tempo, e nei decenni
sponde all’esigenza di assicurare l’unità referendum sulla materia legislativa or- successivi, le voci più o meno vicine al
e la continuità dell’indirizzo politico», dinaria, e dello Stato e delle regioni, lo Movimento Sociale Italiano, comun-
mentre la Repubblica parlamentare, ha in modo tassativo escluso per l’atto que non ostili pregiudizialmente, che
fondata sul sistema dei partiti, «finisce costituzionale, prevedendone la pro- si levarono per condannare il sistema
in quel metodo dei governi di coalizione mulgazione da parte del Capo provviso- dei partiti e le sue degenerazioni. Da
che sono la negazione di un governo». rio dello Stato, entro cinque giorni dalla Giuseppe Maranini a Piero Operti, da
Governare, infatti, significa non soltanto sua approvazione da parte dell’Assem- Mario Vinciguerra a Lorenzo Caboara,
«gestire», ma anche – e qualche volta blea Costituente». «In Francia, forse per da Panfilo Gentile a Giorgio Del Vecchio,
soprattutto – decidere. Decidere magari suggestione del movimento che si è solo per citare qualche nome tra i più
sullo stato d’eccezione, come asseriva definito del Rassemblement populaire illustri, sono stati legione i costituzio-
Carl Schmitt; di certo il compromesso, del generale De Gaulle, o per maggior nalisti, i politologi, gli studiosi delle più
la tergiversazione, il ricatto palese od rispetto a Gian Giacomo Rousseau, si diverse discipline che da destra, ma non
occulto tipico delle coalizioni governati- è interpellata la volontà popolare sul soltanto, hanno avanzato critiche al
ve partitocratiche sono il contrario della testo della Costituzione. In Italia, inve- sistema politico e proposte alternative
nozione di governo e di governabilità. ce, i partiti costituenti vogliono seguire perché la formazione della decisione
Costamagna vedeva nel presidenziali- gli esempi delle Cortes spagnole del politica e la rappresentanza dei cittadini
smo lo strumento più idoneo per gover- 1931, su cui si sono del resto uniformati avessero altri fondamenti. I dibattiti in
nare e nel presidente eletto a suffragio anche in quasi tutte le disposizioni proposito sono stati numerosissimi ed
universale il «custode della legalità» e organiche e nel disegno generale. oggi, per un difetto di memoria, si tende
quindi della Costituzione del popolo: Voglia Iddio che le due esperienze non a dimenticarli. Dibattiti ancora di sor-
un re senza corona, come si diceva, ma abbiano lo stesso destino». prendente attualità che meriterebbero
dotato di autentici poteri decisori. di essere ricordati tutti.
«Non occorre essere feticisti della
Un altro degli aspetti del «nuovo sovranità popolare – proseguiva Costa- Ci limitiamo a ricordare l’indagine
ordine» su cui s’appuntavano maggior- magna – per capire che la democrazia promossa dalla rivista di Vito Panunzio,
mente le critiche di Costamagna, era tipo, la “vera” democrazia, la demo- «Pagine Libere», che nel 1957 pose con
costituito dalla sottrazione del testo crazia “pura”, sarebbe soltanto quella molta autorità il problema centrale di
costituzionale al referendum popola- diretta e che essa troverebbe ragioni una possibile riforma della politica: il
re. Insomma, in nome e per conto del di manifestarsi soprattutto sull’atto di rapporto cioè tra partiti e partitocra-
«popolo sovrano» era stato deciso quale fondazione dello Stato. Ma i politici del zia. Il dibattito si trasformò in un duro
forma di Repubblica adottare, mentre sistema parlamentare hanno sempre e circostanziato atto d’accusa verso il
al «popolo sovrano» non veniva data osteggiato e referendum e iniziativa sistema costituzionale repubblicano
neppure la possibilità di pronunciarsi, di popolare di legislazione, istituti specifici che dopo appena dieci anni di vita già
far conoscere il suo parere sulla Norma di tale democrazia; tanto che la nostra mostrava vistosissime crepe. L’iniziativa
fondamentale. «Lo stesso progetto della letteratura sull’argomento, da Arcange- della rivista prese le mosse da un arti-

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colo del vecchio sindaca- 7 ottobre 1979: il «Secolo d’Italia»
racconta il XII congresso del MSI
lista cattolico Italo Mario a Napoli, la cui parola d’ordine
Sacco, ospitato da «Pagine fu «verso la Seconda Repubblica»
Libere» nel fascicolo di
agosto-settembre 1957, decisivo alla critica al sistema
eloquentemente intitola- politico italiano postbellico nel
to «Partitocrazia: lebbra nome dei valori comunitari e
dello Stato». Dopo aver nazionali e di una solidarietà
ricordato che al tema fin sociale che in quegli stessi anni
dal 1952 si erano interessa- veniva negata dalla pratica
ti studiosi come France- barbara della lotta di classe.
sco Carnelutti, Rodolfo
de Mattei, Saverio De A dieci anni dall’inchiesta, nel
Simone, Amedeo Giannini, 1967, «Pagine Libere» tornò sul
Paolo Guida, Pier Silverio tema per verificare la validità di
Leicht, Oreste Mosca, quanto era emerso dal dibattito.
Vincenzo Rivera, Pier Fausto Palumbo, venti o cinquant’anni, non importa, si La conclusione fu semplice e sconso-
Carlo Silvestrelli, e poi, tra il 1956 ed il possa solo constatare, magari solo da lata: in un decennio non era cambiato
1957, avevano contribuito al dibattito parte di qualche volenteroso studioso, niente. Anzi, la situazione risultava
l’Istituto italiano di psicologia sociale, che alcune persone dabbene certe cose aggravata. I partiti avevano occupato
«II Politico» dell’Università di Pavia, le avevano pur capite, le avevano viste e tutto l’occupabile, con disprezzo, cini-
Luigi Einaudi con il quarto tomo delle le avevano anche fissate sulla carta». smo, arroganza. Nel saggio introduttivo
«Prediche inutili», don Luigi Sturzo con Sono trascorsi quarantacinque anni alla nuova inchiesta, Francesco Perfetti,
una serie di articoli apparsi sul «Gior- da quando quel dibattito sulla partito- riflettendo su partitocrazia e parlamen-
nale d’Italia», Giacomo Perticone con crazia sviluppatosi su «Pagine Libere» tarismo in crisi, rilevava che in ogni
una prolusione accademica particolar- prese l’avvio e siamo ancora qui, a mi- campo lo strapotere partitico era totale.
mente coraggiosa visti i tempi. Sacco surare le «profezie» che quei pessimisti Sul piano parlamentare si lamentava la
metteva il dito nella piaga sostenendo della politica formularono in merito scomparsa dell’individualità del depu-
che i partiti concentrano nelle loro mani alla tenuta del sistema dei parti i ed tato e del senatore attraverso il gruppo
tutti i poteri, il legislativo e l’esecutivo alle degenerazioni «fatali» cui sarebbe parlamentare; sul piano della parte-
dando vita al fenomeno partitocratico stato condotto dalla pratica del potere cipazione alla vita politica scarsa era
per il quale i partiti stessi esautorano il disinvolta che conosciamo. l’attività dei cittadini, mentre i politican-
Parlamento ed il Governo. Lo studioso ti di professione determinavano tutta
proponeva, quindi, una regolamen- I più oggi ignorano completamente la la politica nazionale condizionando il
tazione per arginare lo strapotere letteratura antipartitocratica che pure fu funzionamento stesso delle istituzioni
partitico. All’articolo di Sacco seguirono fiorentissima tra la fine degli anni Qua- politiche. Insomma, i partiti si affer-
gli interventi di Massimo Rocca e di ranta e gli anni Cinquanta nell’ambito mavano quali soggetti assolutamente
Raffaele Passaretti, nel dicembre 1957. Il della quale, come dimostrano la qualità incapaci sia di promuovere la parteci-
dibattito di «Pagine Libere» si trasformò e la quantità di interventi, un posto a pazione popolare alla vita politica che
in una vera e propria campagna intesa, parte spetta senza dubbio a «Pagine Li- di contribuire alla formazione di una
come scrisse Panunzio, «a svegliare i bere» che tra il dicembre 1957 e l’ottobre classe dirigente. Il presidenzialismo ha
pigri, i dormienti e tutti coloro che, più 1958 ospitò i contributi di Carlo Curcio, dunque qualificato la Destra italiana
o meno interessatamente, chiudono Mario Leva, Amleto Di Marcantonio, come soggetto politico. La cultura istitu-
gli occhi e gli orecchi di fronte a un così Amedeo Giannini, Giuseppe Maranini, zionale incarnata dal MSI è purtroppo
grave problema». La rivista rifiutava di Ubaldo Prosperetti, Giovanni Maria An- andata scemando nel corso del tempo.
dare indicazioni definitive sull’argo- gioy, Salvatore d’Albergo, Renato Melis, Restano tracce significative, comun-
mento e ribadiva, con il suo direttore, Franco Bozzini, Francesco Carnelutti, que, negli studi e nelle rievocazioni. È
la volontà di offrire «alle poche persone Giuseppe Chiareli, Alberto de’ Stefani, auspicabile che una Destra che verrà, se
serie e responsabili che ancora vivono Giorgio Del Vecchio, Bruno Spampana- verrà, ricominci laddove il sentiero si è
in Italia una ragionata e responsabile to, Ugo Spirito; A tanti, molti di questi interrotto. È il solo modo per stare un
testimonianza del problema e delle sue nomi dicono poco o niente, eppure si senso al rinnovato bisogno di sovranità,
possibili, seppur teoriche, soluzioni. tratta di studiosi, giornalisti e politici partecipazione e libertà in un organico
Vogliamo solo, oltre tutto, che tra dieci, che diedero un apporto singolare e progetto di riforma. n

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MISSINI DI CONFINE
Battaglie storiche

L’
MSI sbarca a Trie- della legittimazione pubblica e del
ste nell’ottobre riconoscimento partitico, conside-
1947, solamente rato anche il pressante bisogno di
dopo la firma del unità ricercato da tutte le forze po-
durissimo Tratta- litiche nazionali nella decisiva bat-
to di Pace che se- taglia a sostegno della causa italia-
parerà – fino al 1954 – la città giu- na. Come nel resto della nazione,
liana dall’Italia e smorzando i toni anche nel capoluogo giuliano il
del feroce scontro nazionale porta- partito vanta origini di sinistra che
to avanti soprattutto nelle piazze, si rifanno al Mussolini tornato so-
consegna alla destra una specifi- cialista e si ritrovano nella prima
cità politica all’insegna della netta segreteria di Almirante: una co-
chiusura ideologica verso la vicina stante ideologica tutta triestina,
Iugoslavia. Al confine orientale, quella della sinistra nazionale,
infatti, l’anticomunismo diviene destinata a provocare malumori
un simbolo capace di sostituire durante la segreteria moderata di
l’antifascismo nel conferimento Michelini e creare incomprensio-

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STORIA IN RETE 44 Febbraio-Aprile 2017

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MISSINI DI CONFINE
Battaglie storiche

«TRIESTE È (e resta)
ITALIANA»
Già nell’immediato dopoguerra per la destra missina la città giuliana
diventa un simbolo ideale e una roccaforte elettorale. Il MSI triestino,
grazie alle battaglie per l’italianità, s’impone come forza centrale e
costruisce un’esperienza politica originale e anomala
di Andrea Vezzà

be, la battaglia politica missina si però fatta ricadere sulla fiamma


traduce nella ferma richiesta di re- tricolore, giudicata ancora impre-
visione del mortificante diktat pa- sentabile. Fallito anche un blocco
rigino fautore della perdita dell’I- elettorale con monarchici e qua-
stria e dell’internazionalizzazione lunquisti, la federazione triestina
di Trieste. Dai giornali parlati so- si presenta da sola e candida come
stenuti nei teatri ai comizi tenuti capofila la madre spirituale del
Un gruppo di giovani missini saluta nelle piazze, ben presto il verbo Milite ignoto, Maria Bergamas, se-
l’arrivo delle truppe italiane a Trieste della destra fa breccia nel cuore dei guita dalla Medaglia d’oro della Xa
dopo la fine dell’occupazione alleata
della città, nel 1954. Nell’altra foto una triestini che sperano in un futuro MAS, Spartaco Schergat, e da altri
cartolina della federazione provinciale italiano per la città e il suo naturale nomi di primo piano nella società
triestina del MSI stampata nel 1949 retroterra istriano, senza ulteriori locale. Liquidato sbrigativamente
compromessi politici o cedimenti come «Movimento Senza Impor-
diplomatici. tanza», l’MSI riesce a imporsi an-
ni con gli intellettualismi elitari che nelle piazze più dure tenute
di Rauti. Seguendo il motto «non Il banco di prova per l’MSI sono le saldamente in mano da comunisti
rinnegare e non restaurare» convi- prime amministrative del giugno e sloveni, dove nessuno prima ave-
vono, comunque, sotto il simbolo 1949, considerato anche il valore va osato presentarsi. Infine, dalle
ardente della fiamma tricolore simbolico rappresentato dal voto urne ottiene il 6,1% e l’ingresso a
i rivoluzionari usciti da Salò e i che uscirà dalle urne agli occhi de- pieno titolo in Municipio. Un cla-
conservatori maturati nel Venten- gli osservatori internazionali chia- moroso risultato che premia pro-
nio. La continuità nella difesa del mati a decidere sul futuro della prio l’ardire dimostrato durante
confine orientale diventa subito la città. Le segreterie delle forze po- una campagna elettorale non priva
bandiera della federazione triesti- litiche nazionali capiscono, infatti, di provocazioni e incidenti. Il suc-
na, quasi un passaggio di consegne l’importanza di presentarsi unite cesso arriva grazie alla forte spinta
obbligato con gli ultimi combat- per fronteggiare il voto indipen- data dai giovani, che con spregiu-
tenti in grigioverde; dalla riabilita- dentista che arriverà da comunisti dicatezza garantiscono al partito la
zione dei giovani che indossarono e sloveni, ma le singole ambizioni grande agibilità e la forte visibilità
la divisa per fermare Tito alla de- partitiche portano al fallimento di alla base dell’inaspettata incetta
nuncia del ruolo che i comunisti ogni discorso in merito; ogni col- di voti: nuovamente una costante
ricoprirono nei crimini delle foi- pa per il mancato accordo viene tutta triestina, quella dei giovani a

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45 STORIA IN RETE

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trainare il partito, destinata a ripe- L’«Asso di Bastoni» del 14 ottobre 1951
nella fase acuta della crisi internazionale
tersi proprio nei periodi più diffi- attorno alla sorte di Trieste
cili per la destra. Sono proprio gli
studenti della Giovane Italia a pro- tuosi eventi del novembre 1953. A
muovere le prime manifestazioni pagare il prezzo più alto negli scon-
contro le autorità anglo-america- tri per affermare ancora una volta
ne. Ai gravi incidenti di piazza del il diritto di sventolare il Tricolore
marzo 1952 provocati dal divieto è l’MSI, che vede cadere sotto il
del governo del TLT di esporre il piombo straniero quattro suoi at-
Tricolore, segue la dura condanna tivisti e subisce la distruzione della
espressa nei confronti dell’MSI, in- propria sede da parte della polizia,
dicato quale unico responsabile dei oltre a venire nuovamente accusato
disordini nonostante abbia sempre dal governo inglese di avere pre-

Il malcontento generato dall’impasse


su Trieste porta a violente proteste di piazza che
culminano nel novembre 1953 con la morte sotto
il piombo inglese di quattro attivisti missini e alla
devastazione della sede da parte della polizia

invitato alla calma. Le accuse, se- ordinato gli scontri. Sicuramente


guite dalla persecuzione giudizia- quelle giornate autunnali bagnate
ria, portano però grande visibilità dal sangue anche missino accelera-
alla fiamma tricolore, proprio alla no il processo di riunificazione di
vigilia delle amministrative del Trieste all’Italia, arrivato a un anno
maggio 1952. Questa volta la de- dagli incidenti con il Memorandum
stra si presenta unita e raddoppia d’Intesa, il 26 ottobre 1954.
le proprie preferenze, raccogliendo
l’11,5%. Il nuovo successo elettorale La federazione triestina sente di
questa volta è figlio della generale avere giocato un ruolo di primo
disillusione che aleggia sulla riso- piano nella battaglia per il Tri-
luzione del contenzioso giuliano, colore e con questa carica emoti-
soprattutto dopo le minacciose va affronta le amministrative del
rivendicazioni lanciate da Tito maggio 1956, vero banco di prova
sul futuro della città. Ma a favore sulla tenuta della destra in città. La eletto deputato e guida il partito al
dell’exploit elettorale gioca anche nuova segreteria di Michelini, lan- 15,7% (4,7% il dato nazionale) ma
il progetto di penetrazione negli ciata verso una politica di inseri- allo stesso tempo accelera la resa
ambienti della borghesia portato mento, conduce il partito al 14,7% e dei conti con la locale dirigenza
avanti dal Settore Femminile e da porta successivamente al sostegno almirantiana, prontamente com-
figure di primo piano della società esterno della giunta di minoranza missariata dallo stesso Michelini.
locale, che si spendono costante- varata dal sindaco Bartoli, nel vano Lo strappo porta alla nascita del
mente per raccogliere il consenso tentativo di ottenere un primo ag- Movimento Sociale Repubblicano
dei moderati. gancio al potere. Le successive po- Italiano e viene ricucito solamente
litiche del maggio 1958 segnano il in prossimità delle amministrative
Il pesante voto di protesta nei con- maggiore successo di sempre del- dell’ottobre 1958, quando Michelini
fronti della politica ufficiale che l’MSI ma portano anche ai primi nomina quale commissario triesti-
premia la destra non basta, però, scontri interni, provocati dalla de- no proprio Almirante, l’unica figu-
a distendere gli animi e sanare il cisione di Roma di imporre il capo- ra capace di portare ordine nella
malcontento generato dall’impasse lista a Trieste, che ha sempre mal federazione triestina in subbuglio.
diplomatica su Trieste, portando digerito intromissioni esterne sul-
nuovamente a violente proteste di le questioni locali. Il micheliniano Il lungo diverbio interno produ-
piazza che culminano con i lut- Riccardo Gefter Wondrich viene ce, però, inevitabili ripercussioni

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alla fiamma tricolore termina così generazione guidata da Almerigo
con la famosa estate calda del 1965, Grilz (di cui nel 2017 si celebrerà
quando le piazze sono riempite per il trentennale della morte) pren-
l’ultima volta contro la nomina ad de in mano il mondo giovanile e

Lontano dalle piazze, l’MSI viene ghettizzato


e perde il consenso giovanile, cadendo quindi
vittima del clima ostile indotto dalla strategia
della tensione. A livello locale a poco serve
il progetto di Destra Nazionale di Almirante

assessore di un esponente socialista inizia a rispondere colpo su colpo


con un passato nelle fila di Tito. É agli avversari, ribaltando così quel
l’ultimo grande atto di forza della rapporto di forza che, almeno nel
destra, da quel momento e per mol- resto della nazione, vedeva spesso
ti anni a seguire costretta a cedere la destra soccombere. La violenta
la piazza alla sinistra, che riesce a
monopolizzare come mai prima le
proteste popolari durante gli scio-
peri in difesa dei cantieri San Mar-
co del 1966 le proteste degli univer-
sitari del 1968.

Lontano dalle piazze, l’MSI vie-


ne progressivamente ghettizzato
e perde il consenso giovanile, ca-
dendo quindi vittima del clima
ostile indotto dalla strategia della
tensione: ulteriore comprova che la
destra ha la necessità di mostrare i
muscoli per raccogliere consensi,
senza mai dovere tradire la propria
genuina identità. A livello locale,
infatti, a poco serve il progetto del-
sul consenso, che scende al 14,8% la Destra Nazionale promosso dalla Almerico Grilz, simbolo della destra giovanile a
Trieste negli anni Settanta e Ottanta. Grilz, inviato
e comincia pure a risentire nega- nuova segreteria di Almirante, che di guerra in vari paesi, morì in Mozambico
tivamente della nuova stagione invece sembra funzionare bene nel nel 1987. Quest’anno varie iniziative ricorderanno
politica inaugurata dal locale cen- resto della nazione. Le politiche il trentennale della sua scomaprsa
trosinistra, del tutto sfavorevole a del maggio 1972 e le amministra-
ogni proposito micheliniano. Sono tive del novembre 1972 bloccano la protesta popolare contro il Tratta-
le sole proteste di piazza promos- fiamma tricolore al 12,5% anche se to di Osimo, colpevole di congelare
se nel febbraio 1961 dalla Giovane portano all’elezione del deputato definitivamente i confini tra Italia
Italia contro il bilinguismo a dare Renzo de’ Vidovich. La ritrovata e Iugoslavia, è il naturale trampoli-
ancora qualche risonanza al parti- agibilità politica coincide, infine, no per la giovane destra, che dopo
to, che nelle amministrative del no- con la nascita del Fronte della Gio- un decennio riesce nuovamente a
vembre 1962 scende inevitabilmen- ventù, che alla fine del 1971 assorbe imporsi nelle piazze e nelle scuo-
te al 13,6% e alle successive politiche gli studenti della Giovane Italia e le, riscattando anche il diritto di
dell’aprile 1963 si ferma ancora più i lavoratori del Raggruppamento parola dell’MSI nei difficili anni
in basso all’11,9% (5,1% il dato na- Giovanile spesso in contrasto tra a seguire, segnati dalla violenza e
zionale) perdendo pure il deputato. di loro. La svolta decisiva arriva dal terrorismo.
La stagione delle grandi manife- proprio nel periodo più buio degli
stazioni che tanto hanno giovato anni di piombo, quando una nuova Andrea Vezzà

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Spegnere la fiamma

La legge f
Scelba: «MSI fuori legge!»

Proibire o non proibire? Stretta tra il calcolo politico e la necessità


di rispettare i principi della democrazia, la DC impiegò diversi anni
per partorire una legge che desse applicazione alla XII disposizione
transitoria della Costituzione. Salvo poi scoprire che un’eccessiva
rigidità avrebbe condotto anche allo scontro con il PCI. Allora, meglio
una legge fiacca, di dubbia applicabilità ma comunque sempre
agitabile come sfollagente...
di Aldo G. Ricci

A
vete presente le grida di manzonia- spesso ispirate alla ragion di Stato più che alle prove
na memoria? Ovvero quegli editti e in molti casi rimaste sulla carta, epurazioni com-
destinati a rimanere senza effetti o minate e rientrate, stracci che volavano e l’amnistia
quasi, se non a consumare la carta Togliatti, del 22 giugno 1946, che pose fine o quasi a
sulla quale sono stati scritti? Ebbe- un capitolo che lasciò tutti insoddisfatti. Archiviato il
ne tra questi va senz’altro annovera- problema giudiziario con il passato, rimaneva quello
ta la famosa Legge Scelba (20 giugno 1952, n. 645) che politico, perché le forze di destra erano ben presenti
dettava le norme di attuazione della XII disposizione nel Paese e si andavano organizzando, a cominciare
transitoria e finale della Costituzione che vietava «la dal Movimento Sociale Italiano, fondato nel dicembre
riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciol- del 1946 da molti esponenti del passato regime e della
to partito fascista», estendendo il divieto ai reati di RSI, e questo non poteva che suscitare la reazione della
apologia del Fascismo e alla manifestazioni fasciste. Democrazia Cristiana, che mal sopportava avversari
Si tratta di una legge che ha una storia alle spalle sulla sua destra ed era sollecitata a una reazione «an-
e una gestazione con aspetti contraddittori e para- tifascista» dal PCI. Il primo passo venne compiuto
dossali che vale la pena di ricostruire brevemente, il 28 febbraio del 1947, nell’ultimo governo De Ga-
in particolare attraverso il dibattito del Consiglio speri con la partecipazione delle sinistre e viene affi-
dei ministri che la varò affidandola all’approvazio- dato al ministro della Giustizia, il comunista Fausto
ne definitiva del Parlamento. Gullo. Quello inizialmente previsto come un decreto
legislativo per «la repressione dell’attività fascista e
Il problema di fare i conti con il passato e i suoi pro- dell’attività diretta alla restaurazione dell’istituto
tagonisti, maggiori, minori, o presunti tali, si pose già monarchico» diventò un analogo disegno di legge
all’indomani della liberazione di Roma, con l’istitu- presentato all’Assemblea Costituente.
zione dell’Alto Commissariato per le sanzioni contro
il Fascismo e di Corti d’Assise straordinarie per la pu- Ma già il 18 luglio, durante il successivo governo De
nizione dei responsabili, ma anche per reati di colla- Gasperi, il liberale Giuseppe Grassi, titolare della Giu-
borazionismo con i tedeschi. Moltissimi processi, per stizia, propose di «attutire le norme relative alla pro-
lo più in condizioni emergenziali, molte condanne, paganda monarchica, che non potrebbe negarsi senza

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Spegnere la fiamma

e fuffa
Scelba: «MSI fuori legge!»

Mario Scelba (1901-1991) ministro


degli Interni dal 1947 al 1953 fu l’autore
della legge che introduceva l’apologia
del Fascismo come reato. Il provvedimento
tuttavia non fu sufficiente a mettere
il Movimento Sociale fuorilegge. Nell’altra
foto, una tessera del MSI del 1952, anno
in cui fu approvata la Legge Scelba

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presente tutti i turbatori dell’ordine
pubblico e, se necessario, fare leggi
per la difesa della legalità democrati-
ca, farle nei confronti di tutti».

Era evidente l’allusione al PCI, e


questo sollevò le perplessità dei re-
pubblicani Pacciardi («una eventuale
alternativa Fascismo-Comunismo
porterebbe alla ricostituzione del
fronte popolare», ovvero il blocco fra
PSI e PCI) e La Malfa («in Italia l’e-
quiparazione Fascismo-Comunismo
non regge perché il Fascismo è stato
già al potere ed ha avuto una dura
condanna con la Costituzione»). De
Gasperi non accolse le perplessità di
Piccioni e sapeva che una legge con-
tro il PCI avrebbe incontrato difficol-
tà quasi insuperabili. Sollecitò quindi
un nuovo provvedimento «che met-
ta la Magistratura in grado di agire
rapidamente». Gli serviva sia per ar-
ginare i tentativi della destra del suo
Augusto De Marsanich (1893-1973), partito per creare alleanze di centro-
sottosegretario alle Comunicazioni e poi
alla Marina Mercantile sotto il fascismo,
destra, sia per evitare che i comunisti
fu segretario del MSI fra 1950 attaccassero le nuove formazioni di
e 1954, anni in cui il partito destra con mezzi «che violano le li-
fu minacciato di scioglimento bertà costituzionali», sia, infine, per
mettere in piedi uno strumento che
violare i principi di libertà». D’altra lantico Augusto De Marsanich. Tra il funzionasse come spauracchio per
parte i monarchici potevano essere 1948 e il 1950 si verificarono anche i il MSI, inducendolo a ridurre i suoi
sempre utili alla maggioranza cen- primi arresti sulla base della legge del attacchi alla DC e a prestarsi a even-
trista. Il risultato fu la legge discus- 1947, che cominciava a però a presen- tuali occasionali alleanze come ruota
sa e approvata dall’assemblea tra tare i prevedibili problemi di applica- di scorta. Al nuovo provvedimento
il 20 e il 22 novembre (Legge del 3 zione. Il secondo governo De Gasperi accennò per la prima volta Scelba nel
dicembre 1947 n. 1546), che recepi- della prima legislatura (con repubbli- Consiglio del 10 novembre del 1950,
va la proposta di Grassi e prevedeva cani e socialdemocratici nell’esecu- dopo aver riferito di manifestazioni
pesanti pene detentive e sanzioni tivo e l’astensione dei liberali che in- fasciste giudicate pericolose e il di-
per i reati descritti nel testo. Era tendevano sfruttare i malumori degli vieto del previsto III congresso del
una legge ideologica, come quella ambienti moderati per molte riforme MSI. Accennò anche alla possibilità
recente sul negazionismo, una leg- giudicate troppo di sinistra) si pose di scioglimento del partito. La di-
ge «spaventapasseri», e come tale quindi il problema del che fare con il scussione venne rinviata da De Ga-
esposta a tutte le aleatorietà dell’in- MSI. Lo stesso presidente, il 25 mar- speri per l’assenza del ministro della
terpretazione da parte dei tribuna- zo del 1950, chiese al ministro della Giustizia, Piccioni, invitando allo
li, come presto sarà chiaro anche Giustizia, Piccioni, di sollecitare un stesso tempo Scelba a predisporre
ai suoi proponenti. I progressi della esame da parte della magistratura il testo del nuovo provvedimento,
destra però continuavano, soprattut- del comportamento politico del nuo- che venne puntualmente presentato
to nel Mezzogiorno. Alle elezioni del vo partito. Secondo il ministro molto al governo nella seduta del 17 con la
1948 il MSI mandò sei deputati alla si doveva agli errori dell’epurazione raccomandazione della riservatezza.
camera e a giugno tenne il suo primo e dell’amnistia, ma oramai la situa-
congresso che elesse segretario Gior- zione era vincolata dai principi della Ma la notizia filtrava comunque
gio Almirante, che verrà sostituito, legalità democratica e costituzionale. sulla stampa e le reazioni dell’o-
due anni dopo, dal moderato e filoat- Inoltre, aggiungeva, «occorre tener pinione pubblica raccolte nelle di-

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«Legge Scelba»

verse regioni dal Comando gene- concetto di «riorganizzazione» o


rale dell’Arma dei carabinieri non «ricostituzione» del partito fasci-
furono incoraggianti. Si legge che sta a quello di propaganda della
il MSI «è diretto da persone equi- sua ideologia, per esaminare poi La voce
librate e benvolute» che «rifuggono le eventuali differenze di respon- «Legge Scelba»
da sbandieramenti e ostentazioni sabilità tra il movimento e i suoi esiste su Wikipedia solo in italiano
di simboli del passato regime e li- membri, i finanziatori, la stampa
Accuratezza 
mitano la loro attività ad una pro- e così via venne alla fine approva-
paganda intesa a mantenere vivo, to e inviato al Parlamento. Si aprì Fonti e note 
particolarmente nei giovani, l’ideale a questo punto un periodo di stallo
di Patria». Inoltre viene fatto rileva- che può sembrare addirittura para- Bibliografia

re «che finora non s’è visto nessun dossale. L’urgenza di trasformare il Controversie
provvedimento veramente drastico testo in legge dello Stato sembra-
per colpire le mire pericolose delle va essere venuta meno. Il governo  Vetrina in nessuna lingua
correnti estremiste di sinistra». In- aveva fatto il suo dovere davanti  Gendarmi
fine «i più credono di poter vedere all’opinione pubblica, ma il perfe- della Memoria
nel provvedimento una manovra zionamento del percorso legislativo
del partito di maggioranza, intesa poteva aspettare, dando al governo minimo massimo 
a neutralizzare preventivamente il tempo di valutare il momento più
il pericolo elettorale costituito dal opportuno per la sua approvazio-
MSI». Ma oramai il dado era trat- ne. Nel frattempo si moltiplicavano è approvata la legge contro l’attività
to e non si poteva tornare indietro, le dichiarazioni di esponenti del neofascista non c’è difficoltà a con-
secondo De Gasperi, senza cor- MSI di accettazione del metodo sentire il congresso. Lo ha sempre
rere il rischio di perdere la faccia. democratico, ma anche i successi detto e il MSI lo sa». «Ma il proble-
La discussione sul testo preparato del nuovo partito, in particolare al ma pubblico è un altro», aggiunse il
da Scelba si svolse nella successiva Sud, in alleanza con i monarchici, ministro dell’Interno. «Che cosa si
seduta del 21 novembre e occupò nelle elezioni amministrative. deve fare dopo l’approvazione della
l’intera giornata. Di fronte alle per- legge?». La risposta del Presidente è
plessità di alcuni ministri (Giusep- Doveva passare oltre un anno per- illuminante. «Non occorre applica-
pe Togni, Guido Gonella, lo stesso ché, il 1° febbraio del 1952, il Senato re tutta [corsivo nostro NdA] la leg-
Attilio Piccioni), sia sull’opportu- votasse la legge. Erano imminenti ge. Già la norma sui sequestri è effi-
nità di un provvedimento specifico le elezioni ammini- cientissima». Quindi
sul neofascismo al di fuori della ri- strative a Roma, che «non occorre niente scioglimento
forma del Codice Penale, sia sulla si sarebbero svolte a del MSI, ma al massi-
scelta politica di colpire solo i ne- maggio, e la destra applicare tutta la mo qualche sequestro
mici più deboli della democrazia DC spingeva per un legge. già la norma della stampa a fini
(i neofascisti) lasciando impuniti i alleanza di centro- sui sequestri «pedagogici». La ma-
più forti (i comunisti) De Gasperi destra allargata al è efficientissima» gistratura, concluse il
chiarì che la necessità della nuova MSI (la cosiddetta ministro della Giusti-
legge dipendeva dalla comprova- «operazione Sturzo») disse De gasperi zia, Adone Zoli, «non
ta inefficacia di quella approvata a cui De Gasperi era darà corso alla prece-
nel 1947. Tale inefficacia era stata assolutamente contrario, nono- dente denuncia» nei confronti del
confermata dalle recenti manife- stante le pressioni in questo senso partito di De Marsanich. La destra
stazioni dell’estrema destra. Ma dal Vaticano. La coalizione centri- DC era stata rimessa in riga e il MSI
la necessità politica del provvedi- sta da lui voluta riuscì comunque a si stava istituzionalizzando. La legge
mento discendeva anche dal fatto conquistare la guida della Capitale. poteva finalmente essere approvata
che la stampa lo aveva già annun- Il Presidente era riuscito a conte- dalla Camera il 18 giugno e il MSI
ciato e a quel punto non appro- nere le pressioni della destra del tenere il suo III congresso all’A-
varlo avrebbe avuto un impatto suo partito e lo stesso MSI aveva quila dal 26 al 28 luglio. La legge
negativo, favorendo iniziative moderato i suoi attacchi al partito rimase nel cassetto per ogni eve-
violente delle sinistre. cattolico. Nella seduta del 5 giugno nienza. Ne sarebbe uscita poche
del 1952 De Gasperi chiese se si do- volte e con scarsi risultati.
Il testo, limato in oltre dieci ore vesse autorizzare il congresso del
di una discussione che spaziò dal MSI. Scelba gli rispose: «non appena Aldo G. Ricci

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51 STORIA IN RETE

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laboratori - 2 |
CONTRO IL MONDO MODERNO
Nell’immediato DOPOGUERRA il mondo giovanile missino fu una FUCINA di energie e IDEE.
Riviste, libri, DIBATTITI appassionati e innovativi e tanta MILITANZA. Un tempo segnato
dai «FIGLI DEL SOLE» la corrente RIVOLUZIONARIA di ENZO ERRA, Primo Siena, Pino Rauti,
Egidio Sterpa. Poi l’incontro decisivo con JULIUS EVOLA, il «barone nero»...

L
a vicenda del gruppo del «Figli gruppo originario si unirono negli anni anticonformiste: «Non eravamo una
del Sole» costituisce uno dei più successivi altri ragazzi ancora più giova- forza conservatrice né un filone del so-
originali e significativi momen- ni, attratti dalla vivacità e dalla origina- cialismo: avevamo una filosofia speci-
ti della storia del MSI. Quando, il 26 lità dell’approccio del raggruppamento fica e originale, una nostra concezione
dicembre 1946, negli uffici romani di giovanile, tutti destinati ad assumere della vita» dirà anni dopo Rauti rievo-
Arturo Michelini fu fondato il MSI tra i ruoli importanti nel mondo della cando questa esperienza. A «La Sfida»
primi ad aderire al nuovo partito vi fu cultura di destra e non solo: Fausto si erano presto affiancate «Cantiere» di
un gruppo di giovani entusiasti che, Gianfranceschi, Piero Buscaroli, Silvio Primo Siena e Carlo Amedeo Gamba e
poco più che adolescenti (quasi tutti Vitale, Carlo Casalena, Gabriele Fergola, «Asso di Bastoni» di Vanni Teodorani e
nati tra il 1927 e il 1929) ed educati dal Giuseppe Tricoli, Giano Accame e suo Pietro Caporilli.
Fascismo, si erano arruolati nella RSI fratello Franco, Gaetano Rasi, Franco
ed avevano attraversato l’inferno della Petronio, Angelo Ruggiero, Egidio Al primo congresso del partito, tenuto
guerra civile. Si erano quindi ritrovati Sterpa, Paolo Andriani e molti altri. Il a Napoli il 27 e il 29 giugno 1948, Rauti
nella nuova Italia democratica come leader del gruppo era Enzo Erra. Nato a ed Erra, seguiti dalla maggioranza del
stranieri in Patria, non rassegnati ma Napoli nel 1927, ufficiale nella divisione raggruppamento giovanile, aveva-
ben decisi a reagire alla sconfitta. Enzo San Marco scampato fortunosamente ai no esplicitato chiaramente (in piena
Erra, Pino Rauti, Roberto Melchionda, massacri delle «radiose giornate», dopo Guerra Fredda) la loro posizione di
Cesare Pozzo, Primo Siena, Silvio Ador- avere partecipato alla fondazione del superamento della contrapposizione
ni, Clemente Graziani, Vanni Teodorani MSI si era trasferito a Roma. Nel 1948 tra destra e sinistra, USA/URSS, socia-
e altri avevano costituito così il primo aveva fondato con Egidio Sterpa e Pino lismo e capitalismo. «Il capitalismo e il
nucleo del Raggruppamento Giovanile Rauti la rivista politica «La Sfida», subito socialismo [...] sono [...] nostri mortali
Studenti e Lavoratori, l’organizzazione caratterizzata da posizioni originali e nemici in quanto rappresentano una
giovanile del neonato movimento.
Accomunati dall’esperienza nella RSI
e convinti, gentilianamente, che una
seria elaborazione ideologico-culturale
dovesse essere alla base dell’azione
politica, si erano inseriti facilmente e
con autorevolezza nel vivace dibattito
culturale che caratterizzava, a fronte
del forzato deficit di rappresentanza
politica, la destra in quel periodo.

Tra il 1946 e il 1947, fiorirono molte


riviste: da «La Rivolta Ideale» di Gio-
vanni Tonelli, dove riapparvero per la
prima volta nel dopoguerra gli scritti di
Julius Evola, a «Rosso e Nero» di Alberto
Giovannini, da «Il pensiero Nazionale»
di Stanis Ruinas al «Meridiano d’Italia»
di Franco de Agazio (che sarà ucciso dai
sicari comunisti della Volante Rossa)
e «Il Nazionale» di Enzo Maria Gray. Al Enzo Erra (1926-2011)

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| I Figli del Sole
di Massimo Weilbacher

stessa concezione di idee della vita che La rivista «Imperium» sostituisce «La una delazione mentre progettavano,
è inconciliabile con quella che anima le Sfida» come organo della corrente e assieme ad altri reduci della Decima
nostre idee» aveva scritto qualche mese ad essa Evola collabora direttamente MAS, l’affondamento della nave scuola
prima Rauti su «Rivolta Ideale». La svol- pubblicando alcuni importanti articoli Cristoforo Colombo per impedirne la
ta fondamentale avviene di li a poco: il come «Impero e Civiltà», contenente consegna ai sovietici in esecuzione del
filosofo esoterista Massimo Scaligero anche i primi lineamenti di «Orien- trattato di pace.
introduce Erra e altri alla lettura dei testi tamenti», e «Due intransigenze»
di Julius Evola; l’irruzione del Barone nel che, come vedremo, sarà al centro di L’attività del gruppo aveva finito col
loro mondo segnerà indelebilmente, in avvenimenti controversi. Evola scrive richiamare l’attenzione della questu-
un modo o nell’altro, la vicenda politica poi «Orientamenti», un breve opuscolo ra di Roma, che in un rapporto alla
e personale di molti di essi. La lettura di pubblicato da «Imperium» e concepito magistratura definì i «Figli del Sole»
Evola, che verso la metà del 1949 inizia a come una guida ideale per i giovani. come una «conventicola di esaltati» alla
collaborare a «La Sfida», porta i giovani Il breve lavoro costituirà il nucleo del «ricostituzione violenta» del disciolto
al definitivo salto di qualità della loro fondamentale de «Gli uomini e le rovi- PNF. Vengono tirati in ballo i FAR (Fasci
cultura politica. ne» del 1952. Nelle scuole e università il d’azione rivoluzionaria), un’organizza-
successo dei «Figli del Sole» è notevole. zione clandestina che aveva operato tra
I ragazzi non faticano a trovare nel Non altrettanto può dirsi all’interno del il 1945 e il 1946 ma che si era disciolta
pensiero evoliano il punto di riferi- partito, dove il gruppo di Erra è visto da anni. La procura, inaugurando uno
mento che cercavano; «Rivolta contro con diffidenza se non fastidio. Nel 1950 schema che negli anni ricomparirà
il mondo moderno» diviene la chiave la segreteria è passata da Almirante a spesso, imbastì un processo per ever-
di lettura ideale della situazione che si De Marsanich, il quale orienta il partito sione, tentata ricostituzione del Partito
trovano a vivere nell’Italia democratica, verso posizioni moderate, conservatrici fascista e apologia dello stesso ai sensi
che considerano ostile e corrotta, figlia e filo americane, tentando di inserirsi della L. 1546/47, progenitrice della
di «illuminate fandonie» e di «luoghi nel gioco politico come contrappeso a legge Scelba. Tra il 23 e il 24 maggio 1951
comuni e pregiudizi che la dialettica del destra della DC. vengono arrestati 61 militanti, tra i quali
mondo moderno spaccia per verità ri- Erra, Rauti, Gianfranceschi, Graziani,
conosciute e indiscutibili», come scrive L’elaborazione culturale nel Partito è Dragoni, Capotondi e lo stesso Julius
Erra, individuando nella «rivolta contro quasi nulla e ci si limita alla generica Evola, considerato l’ispiratore. Il castello
il mondo democratico» con «la forza propaganda patriottica e/o reducistica di carte del fantasioso complotto
dell’idea» la missione del vero rivolu- guardando con diffidenza alle «inutili ovviamente si affloscia subito, lascian-
zionario. Nel dicembre del 1949 Erra elucubrazioni». Niente di più lontano do spazio ad un processo politico per
costituisce la corrente giovanile ispirata dalla posizione dei giovani missini reati di opinione nel quale gli unici
dalle tesi evoliane, oltre che dalle teorie che sognano di rivoltare il sistema e elementi a carico degli imputati sono
steineriane di Scaligero e dai testi di detestano il piccolo cabotaggio della le loro riviste e, soprattutto, gli articoli
Rene Guenon. Il direttivo è formato da politica politicante; nel maggio 1951 evoliani di «Imperium». Evola, difeso
Pino Rauti, Fabio De Felice, Fausto Gian- appare su «Imperium» un violento gratuitamente da Francesco Carnelutti,
franceschi e Paolo Andriani. È a questo attacco, a firma di Egidio Sterpa, contro il più grande giurista dell’epoca, e Piero
punto che nasce l’espressione «Figli del l’immobilismo della classe dirigente del Pisenti, ex ministro della giustizia della
Sole», che identificherà per sempre la MSI. I militanti, peraltro, non si limitano RSI, viene accusato di avere indotto
corrente: definizione coniata – pare — alle elaborazioni teoriche ma, spesso e con i suoi scritti, pur senza partecipare
da Mirko Tremaglia, coetaneo di Erra e volentieri, trasformano le idee in azioni. direttamente a nessuna attività delit-
dei suoi, anch’egli reduce della RSI ma Li troviamo in prima linea nell’organiz- tuosa, gli altri imputati a ricostituire ed
schierato su posizioni interne opposte. zazione delle manifestazioni per il ritor- esaltare il Partito fascista. L’accusa lo
Tremaglia fa beffardamente riferimento no di Trieste all’Italia, in una delle quali, definisce «padre spirituale di tutti gli
alla tripartizione gnostica dell’umanità l’8 marzo 1953, due di loro, Cesare Pozzo imputati», reo di «correità ideologica».
che nella lettura evoliana vede in posi- e Fabio De Felice, vengono gravemente Un teorema, che potremmo sintetizza-
zione preminente gli «uomini rivolti al feriti da una bomba a mano ed un terzo, re con «non poteva non ispirare», che
sole dello spirito». Franco Petronio, riesce fortunosamen- verrà spesso utilizzato anche in epoca
te a sfuggire alla caccia della Polizia molto vicina a noi, così come il sillogi-
Nel 1950 il rapporto tra Julius Evola e i inglese. Graziani e Andriani, invece, smo del PM di allora che definì «fasci-
ragazzi del MSI si fa sempre più stretto. vennero arrestati il 20 gennaio 1949 per ste» le posizioni contenute negli scritti

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53 STORIA IN RETE

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Due filosofi nel loro studio:
a sinistra Massimo Scaligero (1906-1980),
a destra Julius Evola (1898-1974)

incriminati, anche se il Fascismo non maggio 1954 esce l’ultimo numero abbandonando il partito per fondare
vi era mai né citato né richiamato, solo di «Imperium», riposizionato su una il Centro Studi Ordine Nuovo. È come
perché critiche e contrarie, in astratto, linea conforme a quella del partito, ma un «rompete le righe»: delusi, privi di
al sistema democratico. senza più la collaborazione di Evola, reali prospettive all’interno del partito,
Scaligero, Rauti e Andriani. Pino Rauti, negli anni successivi i «Figli del Sole»
Evola, paralizzato alle gambe, ve- rimasto vicino al pensiero di Evola ed abbandoneranno quasi tutti la politica
niva portato in aula da altri quattro oramai in forte dissenso con la linea attiva per ripiegare nella vita pro-
detenuti su un lenzuolo usato come «moderata» che oramai prevale sia fessionale o per intraprendere nuovi
barella e pronunziò la sua autodifesa nel partito che nel raggruppamento percorsi di ricerca culturale. Lo stesso
il 12 ottobre 1951, sorretto a braccia giovanile, fonda nel gennaio 1955 una Erra abbandonerà il MSI nel 1958 per
fuori dalla gabbia degli imputati, nuova corrente antagonista ed una imboccare senza fortuna altre strade.
quasi più preoccupato di difendere la rivista che chiama entrambe «Ordine Una diaspora che priverà il partito di
sua statura di uomo di cultura che di Nuovo». Lo seguono Graziani, Andria- un fondamentale contributo di idee e
difendersi da accuse che considerava ni, Adorni, Troilo, Sermonti, Capotondi di elaborazioni che ne limiteranno la
assurde. Il processo si concluse il 20 e molti altri. Un articolo di Evola dal capacità politica, rendendolo succube
novembre 1951: Graziani, Gianfrance- titolo «Gentile non è il nostro filosofo» dell’egemonia della sinistra che la
schi e Dragoni furono condannati a un comparso su «Ordine Nuovo» provoca retorica patriottica e le parole d’ordine
anno e undici mesi. Altri dieci imputati la rottura definitiva tra gli evoliani ad effetto non erano certo in grado
a pene minori. Evola, Rauti, Erra e tutti di Rauti e il gruppo rimasto con Erra di contrastare. La diffidenza, se non
gli altri vennero assolti con formula (Gianfranceschi, Accame, Siena) che il fastidio, nei confronti della cultura
piena per non avere commesso il fatto. resta schierato con la segreteria Mi- e delle posizioni anticonformiste,
Dopo il processo Erra si allontana chelini. Anche il gruppo dei cattolici, l’insensibilità verso le nuove idee, la
gradualmente da Evola e si avvicina ai Vanni Teodorani, Fausto Belfiori e altri, visione miope continueranno a carat-
vertici del partito, entra in direzione impegnato a contrastare le nascenti terizzare l’approccio della burocrazia
al congresso dell’Aquila nel luglio 1952 tendenze progressiste della Chiesa si missina anche negli anni successivi,
e in settembre viene eletto segretario allontana; anche in questo caso il ca- riproducendo la diaspora di cervelli
del raggruppamento giovanile. Alle sus belli è un provocatorio articolo di e pensiero degli anni Cinquanta.
elezioni del 1953 la corrente riesce a Evola intitolato «La Pira non è pazzo, è Una singolare selezione darwiniana
fare eleggere al Parlamento Cesare cristiano». È la fine dei «Figli del Sole». al contrario che, alla fine, sarà una
Pozzo e Fabio de Felice, reduci dai fatti delle cause principali della crisi della
di Trieste, ma non Erra, che al con- Al V Congresso nazionale di Milano, destra politica italiana, ritrovatasi
gresso nazionale di Viareggio del 1954 nel 1956, Erra si schiera con Michelini, all’appuntamento decisivo senza idee
si schiera con Romualdi e De Marzio che viene rieletto, contro Almirante. e con una classe dirigente inadeguata
avvicinandosi anche ad Arturo Miche- Rauti e il gruppo di Ordine Nuovo e impreparata che saprà solo provo-
lini, nuovo segretario del partito. Nel reagiscono alla rielezione di Michelini carne la rovina. n

STORIA IN RETE 54 | Febbraio-Aprile 2017

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storia
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ERNESTO MASSI E LA SINISTRA NAZIONALE
Nel DOPOGUERRA gli eredi del Fascismo repubblicano e RIVOLUZIONARIO immaginarono
una «TERZA VIA» tra destra e sinistra. Fu la «SINISTRA NAZIONALE» missina, un’esperienza importante,
seria, alta. Che i vertici della Destra Nazionale RIMOSSERO dall’album di famiglia

«D
estra politica, sinistra organiche proposte partecipative fina- e la trasformazione del rapporto di
sociale»: per il Movi- lizzate a realizzare la corresponsabilità lavoro da contrattuale in associativo;
mento Sociale Italiano dei lavoratori nel processo produttivo considera come centrale il problema
delle origini l’ossimoro è solo appa-
rente. Termini come destra e sinistra,
Ernesto Massi (1909-1997), geografo e intellettuale,
dati per scontati nel lessico politico
fondò la «Sinistra Nazionale» e nel 1958 guidò la breve
corrente, erano, durante gli anni esperienza del Partito Nazionale del Lavoro (PNL)
Cinquanta del ‘900, lontani dall’imma-
ginario politico e culturale missino. A
sostenere l’impianto ideologico della
Fiamma era piuttosto l’idea sociale,
alternativa sia all’individualismo
liberale che al collettivismo comunista
e fondamento dello Stato Nazionale
del Lavoro, a base corporativa. Lungo
questa visione vennero a posizionarsi,
nel corso degli anni, le diverse compo-
nenti interne al Movimento, da quelle
moderate ed «entriste», più attente ai
rapporti di forza politici e alle allean-
ze, a quelle fortemente ideologizzate
in senso sociale, al punto da essere
definite «Sinistra nazionale» se non –
nel pieno delle polemiche congressua-
li – espressioni «criptocomuniste».

Esponente di punta della «Sinistra


nazionale» è Ernesto Massi (1909-
1997), intellettuale originale (è uno
dei teorici della geopolitica italiana),
docente universitario ed insieme
esponente del primo MSI, del quale
è vicesegretario nazionale dal 1948
al 1952. Combattente sul fronte russo
durante la Seconda guerra mondiale,
Massi aderisce alla RSI e nel dopoguer-
ra viene epurato dall’insegnamento
quale simpatizzante fascista (tornerà
ad insegnare nel 1955). Trasfonde quin-
di nell’azione politica la sua visione
dottrinaria, convinto che il nuovo
movimento debba uscire dai confini
del reducismo e del nostalgismo: parla
di «social-corporativismo» ed elabora

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| il Partito Nazionale del Lavoro
di Mario Bozzi Sentieri

della «morale sociale»; individua nella to blocco di centro (DC e suoi satelliti) morale dell’occidente, nella riparazio-
programmazione un elemento essen- o se esso riaffermerà la sua funzione ne delle ingiustizie e nel riavvio della
ziale della nuova economia; rivendica di forza politica autonoma: cioè se circolazione sociale i temi cardine per
il superamento della lotta di classe. La il partito dovrà avere il sopravvento un’autentica rinascita europea. «La
sua azione è insieme programmatica e sul Movimento, o se il Movimento, nazione – scrive – sia intesa non solo
politico-organizzativa. Massi coordina con le sue istanze rivoluzionarie e di quale sventolar di bandiere, ma quella
la delegazione Alta Italia; si rivolge ai autentica solidarietà di popolo, di
ceti produttivi del Nord, con significa- cui realizza i fini naturali. È l’ora della
tivi successi presso i vertici del mondo Nazione Sociale. È l’ora dell’incontro
industriale; cura la formazione dei sul piano europeo delle nazioni so-
giovani e, più in generale, dei ciali del continente: la giustizia
quadri territoriali del MSI, sociale assurge a problema
anche attraverso il Centro europeo». Da qui anche il
Studi «Nazione Sociale», rifiuto di antistorici stec-
che, dal 1952 al 1963, cati e l’invito ad uscire
organizza una serie di dalle vecchie polemiche
convegni su tematiche fascismo-antifascismo,
politico-sociali, ve- collaborazionismo-re-
nendo poi affiancato sistenza. Sarà proprio
dall’omonima rivista, il dinamismo culturale
pubblicata, per la e politico di Massi, che
prima volta, nel luglio dialoga con il mondo
1952, in occasione del cattolico e pensa ad
III Congresso Nazionale un’Italia socialmente
del MSI. avanzata, fondata sul so-
cial corporativismo nazio-
Ha dichiarato, al riguardo, nale, il socialismo cattolico
lo stesso Massi (in «Nazione e il socialismo post-marxista, a
Sociale – Scritti politici 1948- rendere inevitabile la rottura con
1976», Istituto di Studi Corporativi, il gruppo dirigente missino, ormai
Roma 1990): «C’era, in quella fase, la guidato dal «moderato» Arturo Miche-
necessità di dotare la componente lini, uscito vincente, per sette voti, dal
di sinistra del Movimento – detta rinnovamento, dovrà avere il soprav- congresso di Milano del 1956.
“milanista” – di un organo di stampa vento sul partito». Massi, che guarda
proprio e di una sede di approfondi- alla seconda ipotesi, immagina un Nel settembre 1957 Massi organizza,
mento e di dibattito ideologico. Da MSI in grado di interpretare le nuove a Trieste, un convegno del suo Centro
tante parti mi chiedevano materiale. esigenze del mondo del lavoro e di Studi, che scatena le ire di Michelini,
Da questo punto di vista il MSI non trasformare la latente forza rivolu- il quale lo accusa di «correntismo» e
aveva praticamente nulla al di là delle zionaria del proletariato in una forza lo deferisce al Comitato centrale del
dichiarazioni programmatiche iniziali. costruttiva e produttiva, conciliandola partito, con la proposta di espulsio-
Era indispensabile uno strumento per con i fini storici della Nazione italiana. ne. A questo punto Massi dà vita al
far circolare le idee». In vista del con- «È l’ora della Nazione Sociale» titola Partito Nazionale del Lavoro, per
gresso missino, il leader della «Sinistra l’articolo con cui viene presentata riprendere – come dirà egli stesso –
nazionale» pone il problema di fondo la neonata pubblicazione («Nazione «la battaglia delle origini». In realtà
della collocazione del MSI: «Al di sopra Sociale», N. 1, 27 settembre 1952). Di è il canto del cigno della «Sinistra
delle polemiche in atto si tratterà fronte al «fallimento della pace» e alla nazionale», la quale, fuori dal MSI,
di stabilire se il Movimento intende debolezza del tentativo di ricostruire, continuerà a sopravvivere come
puntare verso una concentrazione di dopo il 1945, un equilibrio economico, laboratorio culturale, soprattutto
forze nazionali, ossia a quel blocco di sociale, politico, capace di assicurare grazie alla capacità innovativa e di
terza forza che dovrebbe inserirsi tra il ai popoli benessere e serenità, Massi approfondimento dello stesso Massi,
blocco socialcomunista ed il cosiddet- individua nella ricostruzione dell’unità perdendo però ogni peso politico. n

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Conventio ad escludendum
Il congresso negato

GENOVA ’60
la vittoria della «pregiudiziale antifascista»
Doveva essere il punto di svolta che legittimava il ritorno al governo
degli «esuli in patria», l’obiettivo di Michelini. Nulla andò come previsto.
La sinistra mobilitò la piazza manipolando l’informazione e la DC si
sbarazzò subito di Tambroni. Per il MSI colpevole di non aver capito la
trappola, iniziava davvero il tempo del «ghetto»
di Mario Bozzi Sentieri

N
el giugno 1960 la vera partita po- esattamente il clima della “provocazione”. Ammettere
litica in gioco non è quella che ri- a posteriori l’esistenza di una tale mentalità da scampa-
guarda il MSI, ormai avviato, sot- gnata è imbarazzante, ma è un gesto di autocritica che
to la guida di Arturo Michelini, a dobbiamo compiere, perché rientra nel novero di quelle
realizzare una politica «entrista», verità che è meglio scoprire apertamente, per riderci so-
sfociata nell’appoggio al governo pra, magari amaramente, e porvi rimedio alla prossima
Tambroni, ma i più generali equilibri politici nazionali, occasione». Una settimana prima del congresso – ha
con al centro la questione dello «spostamento a sini- notato uno dei protagonisti dell’epoca, il deputato del
stra» dell’asse del governo, la rottura della «pregiudi- MSI Gianni Roberti (in «L’opposizione di destra in Ita-
ziale anticomunista», la neutralizzazione del ruolo dei lia – 1946-1979», Adriano Gallina Editore, Napoli 1988)
cattolici «integrali». La scelta di Genova, quale sede del «…alla Camera, in seduta pubblica, noi ne avevamo
sesto congresso missino e fattore scatenante della pro- reso nota la celebrazione, chiedendo al Presidente che
testa antifascista e antigovernativa, appare perciò come in quei giorni, come d’uso, non si tenesse seduta: il Pre-
il classico pretesto, intorno al quale costruire – secondo sidente aveva risposto aderendo alla richiesta: nessuna
la tradizionale tecnica propagandistica della «guerra voce di protesta o di dissenso si era levata dai banchi,
rivoluzionaria» – la mobilitazione di massa, mentre da comunisti e di sinistra». Pochi giorni dopo il quadro
parte degli ambienti missini, fino ai giorni immediata- muta completamente, mentre sono diffuse – ad arte –
mente precedenti il congresso, non c’è alcuna consape- una serie di notizie, che trasformano l’assise missina in
volezza del pericolo. un’iniziativa provocatoria nei confronti della Resisten-
za e dell’antifascismo. La scelta della sala del congresso
Ha scritto Giano Accame, testimone «da destra» degli (il teatro Margherita) viene immediatamente collegata
avvenimenti del giugno 1960 (in «La lezione di Genova: alle vicine lapidi in ricordo dei caduti della Resistenza.
lettera di Giano Accame a Pino Romualdi», su «L’ita- In realtà il MSI aveva sempre tenuto i suoi comizi nella
liano», n. 7-8, luglio-agosto 1960): «So che da molte fe- centrale Via XX Settembre, dove all’epoca erano con-
derazioni i delegati sono partiti con mogli e bambini, centrate le principali sale pubbliche cittadine, senza al-
perché oltre al congresso, che si presentava calmo per la cun problema. La scelta della sala del teatro Margherita
quasi unanimità con cui era stata accettata la mozione era solo legata alla sua capienza (circa mille posti). È
“democratica” della direzione nazionale, pensavano di fatta circolare la notizia che a presiedere il congresso sa-
far vedere Genova, il suo porto, i pittoreschi carruggi, rebbe stato chiamato Carlo Emanuele Basile, prefetto di
le bellezze della Dominante alle famiglie. Questo era Genova dal 1943 al 1944, uno dei momenti più dramma-

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STORIA IN RETE 58 Febbraio-Aprile 2017

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Conventio ad escludendum
Il congresso negato

0
»

Genova, giugno 1960. Manifestanti comunisti cercano


di capovolgere un autobus durante le violente proteste
contro il congresso del Movimento Sociale

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59 STORIA IN RETE

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Il clima viene accuratamente preparato. Vengono fatte circolare voci false
e tendenziose che infiammano i militanti antifascisti: si parla della presenza
di ex «repubblichini» come Borghese e Basile, di «servizi d’ordine» formati
da duemila «squadristi», dell’arresto di dirigenti dell’ANPI...
tici e sanguinosi della guerra civile. lo «di governo», di essere garantita della CGIL, ha un ruolo essenzia-
In realtà il nome di Basile, che non è dalla presenza delle forze dell’ordine le nella regia delle manifestazioni.
un dirigente del MSI, non compare e dal ministero degli Interni. Viene Fonti «fiduciarie» parlano di gruppi
nell’elenco dei delegati al VI con- diffusa la notizia, intorno al -6 di ex partigiani fatti affluire dalle
gresso, pubblicato dal «Secolo d’Ita- giugno, che i membri dell’esecutivo province di Alessandria, Savona,
lia», né esistono indicazioni ufficiali dell’ANPI sarebbero stati arrestati. Imperia, La Spezia, Parma, Cuneo,
sulla sua presenza a Genova. A mar- In realtà non viene registrata alcuna Torino, Milano, «per poter fronteg-
gine va peraltro notato che, accu- azione in questo senso. Alla progres- giare le forze di polizia». I rapporti
sato, dopo la guerra di essere stato siva azione propagandistica da parte dei Carabinieri segnalano squadre
il responsabile di numerose azioni della sinistra fa riscontro una pun- di -10 uomini, ciascuna con un
criminose, Basile era stato prosciol- tuale organizzazione della piazza. capo e perfettamente coordinate, in
to, nel 1947, dalla Corte d’Assise di Il PCI, che si vuole defilato rispetto grado di rifornirsi di sassi, bottiglie
Venezia con formula piena. all’impegno più diretto dell’ANPI e molotov, spranghe e dotate anche di

Si parla poi della presenza al con-


gresso del Principe Junio Valerio Il governo Tambroni
Borghese, comandante della Xa
MAS durante la RSI. In realtà Bor-
Fernando Tambroni
ghese aveva rotto ogni rapporto con
(1901-1963)
il MSI nel 196, proprio a seguito
della «svolta moderata» impressa
da Michelini al partito. Circola voce
dell’arrivo di duemila missini, con
funzione di difesa dei delegati. In
realtà la dirigenza missina rifiuta
di seguire ogni ipotesi extralegale,
confidando, proprio per il suo ruo-

Q
uindicesimo governo della fiducia. Da quel momento il governo
Repubblica, rimase in carica venne sottoposto a forti pressioni di
«Fatti di Genova del 30 giugno 1960» dal 26 marzo 1960 al 27 lu- piazza, che – assieme ad alcuni errori
glio 1960 per soli quattro mesi e un come il tentativo di censura del film
giorno. Fernando Tambroni ricevette di Fellini «La dolce vita» - lo resero tra-
l’incarico di formare un governo per ballante. Alla fine del giugno 1960 le
superare l’emergenza dopo le dimis- violente manifestazioni della sinistra
sioni di Segni, attraverso un governo a Genova contro lo svolgimento del
provvisorio, in grado di consentire lo sesto congresso del MSI, poi non te-
La voce svolgimento delle Olimpiadi a Roma nutosi, portano a feriti fra manifestan-
«Fatti di Genova del 30 giugno 1960» e di approvare il bilancio dello Stato. ti e polizia e arresti. Peggio ancora, il
esiste su Wikipedia solo in italiano
Il 21 marzo il governo monocolore 7 luglio una manifestazione sindaca-
democristiano proposto da Tambroni le a Reggio Emilia finisce in tragedia
Accuratezza  ottenne la fiducia della Camera, per quando la polizia e i carabinieri spara-
Fonti e note
soli tre voti di scarto (300 sì e 297 no), no sulla folla che si era impossessata

con il determinante appoggio dei de- di una camionetta causando cinque
Bibliografia  putati missini. La circostanza causò morti e numerosi feriti. Tambroni
l’abbandono dei ministri appartenen- cerca di contrattaccare, sostenendo
Controversie  ti alla sinistra DC: Bo, Pastore e Sullo. davanti alla Camera che le proteste
L’11 aprile, dietro esplicito invito del erano parte di un piano orchestrato
 Vetrina in nessuna lingua proprio partito, il governo rassegnò da Mosca (Togliatti in quel momento
le dimissioni che furono però respin- era in visita in URSS), ma pochi giorni
 Gendarmi  te dal presidente Giovanni Gronchi. dopo viene obbligato a dimettersi,
della Memoria
Tambroni si presentò così al Senato, ormai osteggiato dalla stessa DC e ab-
dove, il 29 aprile, sempre con l’ap- bandonato dal MSI, che toglie anche
minimo massimo  poggio dei missini e con pochi voti l’appoggio a diverse amministrazioni
di scarto (128 sì e 110 no), ottenne la locali democristiane. [em] n
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STORIA IN RETE 60

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Il processo per i fatti di Genova, nel 1962, porta alla condanna di 43 imputati
per resistenza, oltraggio e danneggiamenti. L’obbiettivo è stato però
raggiunto. Il congresso a Genova non viene tenuto, il governo Tambroni
vacilla, il centrosinistra è alle porte e il MSI non può uscire dal ghetto...
un servizio medico organizzato per
evitare che i manifestanti si debbano
recare in ospedale e là venire identi-
ficati. Nel rapporto della prefettura
di Genova al ministro dell’Interno,
«riservatissima personale» del 3 lu-
glio 1960 (citata da Adalberto Baldo-
ni, «La Destra in Italia – 194-1969»,
Editoriale Pantheon), il prefetto Pia-
nese scrive sui manifestanti del 30
giugno: «La loro tattica è quella di
venire a contatto diretto e a scontri
frontali con le forze di polizia (…).
Da lontano, da appostamenti, da
cornicioni, le assalgono con grosse
pietre, mattoni, bottiglie, spranghe
di ferro, etc. cercando di frazionarle,
facendosi inseguire, per poi assalire
isolatamente piccoli reparti e mezzi
in difficoltà, o attirandoli in luoghi
predisposti per l’imboscata».

Il processo per i fatti di Genova,


che si conclude il 19 luglio 196, por-
ta alla condanna di 43 imputati, per
resistenza, oltraggio e danneggia-
menti. L’obiettivo è stato comunque
raggiunto. Il congresso a Genova
non viene tenuto, il MSI «rompe»
con Tambroni, i nuovi governi di
centrosinistra sono alle porte. Il sen-
so delle vicende genovesi, al di là di Il quotidiano palermitano «L’Ora»
esulta per i’annullamento del
ogni interpretazione «mitica» (sulla
congresso missino a Genova
città in piazza per la libertà e la de-
mocrazia) sta nelle «Note di propa-
ganda», il quindicinale della sezione distensione contro le basi straniere, nelle province nelle prossime elezio-
centrale e propaganda del PCI (n. l’attacco vigoroso per abbattere su- ni amministrative». È questo, in fon-
7, 4 luglio 1960), diffuso a ridosso bito il governo Tambroni». Da qui do, il senso reale dei fatti di Genova
del 30 giugno genovese: «…l’onda- l’invito a «fare leva sulle tradizioni e delle vicende politiche italiane, dal
ta combattiva e larghissimamente locali della Resistenza» e contro «il 1960 in poi: un’occasione perduta
unitaria di antifascismo che contro connubio tra la DC e la sopravviven- per il MSI, che patirà per decenni
il congresso del MSI ha animato la za fascista». La prospettiva vera? «In un sistematico ostracismo politi-
lotta di Genova, con la partecipazio- questo modo l’attacco antifascista co, una nuova legittimazione per
ne e la solidarietà di altre città, deve diventa anche un terreno su cui ri- il PCI, che vedrà ridimensionata
accentrarsi nel contenuto della no- cercare e sviluppare le convergenze la pregiudiziale anticomunista, nel
stra propaganda, insieme alle que- e le intese tra le forze di sinistra e nome dell’unità antifascista.
stioni su cui si sviluppano le lotte democratiche per l’affermazione di
del lavoro e insieme alla lotta per la nuove maggioranze nei comuni e Mario Bozzi Sentieri

Febbraio-Aprile 2017 |
61 STORIA IN RETE

+++058 061 MBS fatti di genova.indd 4 07/02/17 00.13


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L'ESTATE DEGLI EROI «GENOCIDIO» AL SUD? 1941: LA PAURA DI STALIN


1916: la vendetta austriaca si Continua il dibattito fra L'URSS era disposta a negoziare con
abbatte su Battisti, Filzi, Sauro «Storia in Rete» e Pino Aprile Hitler una pace a qualunque costo?

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Mensile - anno 13 - N. 135 gennaio 2017 - Poste Italiane S.p.A. Sped. In A.P. - D.L 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004) art.1comma 1 - DRCB - Verona
Mensile - anno 12 - N. 131 settembre 2016 - Poste Italiane S.p.A. Sped. In A.P. - D.L 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004) art.1comma 1 - DRCB - Verona

1916 ONI TUTTO SU SUA


LE INVASI HE
L'ITALIA DICHIARA GUERRA BA RB AR IC da orde di «migran
ti». Un fatto
che molti
accoglienza»...
MADRE
fu distrutto Roma di «scarsa Vita e misteri di una donna straordinaria:
ALLA GERMANIA L'Impero romano
vorrebbero
rovesciare
accusando
Maria di Nazareth, madre di Cristo

MORTE MUSSOLINI APOLOGIA DEI CONFINI FRANKENSTEIN ESCLUSIVO ESCLUSIVO


Pista americana contro pista Le frontiere fanno bene. Uno storico 200 anni fa nasceva il "mostro"
TEORIE DEL TEMPO LO SPIONE MIGLIORE MALATI TERMINALI IL VERO LUPIN III OVRA BATTE SOE AUSTRIA FELIX?
Il Medioevo? Potrebbe Togliatti denunciò all'OVRA I Borbone di Napoli nel 1861: Albert Spaggiari, l'avventuroso 1940-45: così servizi segreti italiani Francesco Giuseppe: cento anni fa
inglese: il dibattito continua smonta il politicamente corretto figlio di un sogno millenario
essere durato la metà... i comunisti nemici di Stalin storia di un crollo annunciato ladro della «rapina del secolo» giocarono i blasonati 007 inglesi moriva l'imperatore che ci odiava

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I MOVIMENTI NEL MOVIMENTO
Libro e Feluca

Il FUAN, un
laboratorio
perduto
Eretici, scanzonati, creativi. Erano i ragazzi del FUAN, l’organizzazione
universitaria che comprese (in anticipo) i grandi mutamenti sociali
e culturali. Ma il MSI non volle capire né ascoltare
di Alessandro Amorese

L
e vicende del FUAN scelta, quella di mollare la strut- Quella indipendenza statutaria gli
ci narrano la sto- tura ufficiale (il FUAN) per una permette di continuare a esistere
ria del più longevo meno connotata ma non organica ma contemporaneamente di es-
movimento politico in regolamenti e statuti della neo- sere ugualmente l’organizzazione
universitario della nata Alleanza Nazionale, che sarà universitaria del MSI. Un’ambi-
storia italiana del tra le cause decisive nelle sconfitte guità che ne caratterizza tutti i
secondo dopoguerra. In effetti il congressuali dei giovani post-rau- quarantasei anni di vita e che por-
Fronte Universitario d’Azione Na- tiani negli Novanta e Duemila. Ma ta però anche ad altri colpi di reni
zionale è praticamente l’unica for- questa è, anche, un’altra storia. e a grandi prove di forza: quando
mazione a sopravvivere al ciclone ad esempio nell’ottobre 195 i ver-
del ’, nonostante sia anche quel- Se a Rieti viene quindi sciolto tici missini, dopo il tumultuoso
la che ne ha subito maggiormente per diventare, mesi dopo, Azione congresso di Pescara, nomina-
l’onda e le contingenze politiche. Universitaria (insieme ad Azione no Marco Masi alla presidenza,
Infatti la vita del FUAN si potreb- Giovani ed Azione Studentesca), la maggioranza dei quadri del
be dividere in due parti, quella il FUAN era passato indenne da FUAN si autoconvoca conferman-
che precede la stagione ’-9 ed un’altra unificazione: nel 191 do al vertice Cesare Mantovani.
i decenni successivi, fino all’esta- Giovane Italia e Raggruppamen- Masi finirà nel PCI e Mantovani
te 199 quando, in un cinema di to Giovanile Studenti e Lavoratori reggerà il FUAN fino al 19.
Rieti, si celebrava il suo funerale, vengono sciolti e nasce il Fronte
unitariamente a quello di Fron- della Gioventù. Il FUAN resiste È un FUAN a trazione «romual-
te della Gioventù e Fare Fronte, a questa volontà almirantiana di diana» che però, dopo la stagione,
il movimento studentesco che, in creare un’unica struttura giova- per alcuni imbarazzante per altri
parte, a cominciare dalla secon- nile del partito che guidava da importantissima, della presidenza
da metà degli anni Ottanta aveva qualche anno e lo fa forte di uno del MSI del professor Armando
occupato spazi negli atenei. Una Statuto che ne attesta l’autonomia. Plebe, vede un (autoconvocato)

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STORIA IN RETE 64 Febbraio-Aprile 2017

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I MOVIMENTI NEL MOVIMENTO
Libro e Feluca

Consiglio Nazionale che elegge,


per quattro voti, l’almirantiano
Laffranco (leader di una delle roc- Sopra, una tessera del FUAN.
caforti, Perugia) contro il palermi- Qui sotto una manifestazione della
sezione romana del FUAN, la Caravella
tano Guido Lo Porto, vicino alla
corrente più modernista di Pino
Romualdi. Ma la grande volontà
di continuare ad autodeterminar-
si contro le imposizioni del partito
si rafforza anche in un congres-
so, quello dell’UNURI, l’Unione
Nazionale Universitaria Rappre-
sentativa Italiana, una specie di
parlamento dei movimenti politici
presenti nelle università, conse-
guenza anche dei rapporti di forza
dentro gli ORU, gli organismi rap-
presentativi di ogni ateneo. Quello
del marzo ’ è praticamente l’ulti-
mo, si svolge a Viareggio e bastano
0 delegati del FUAN per blocca-
re i lavori di 00 rappresentanti.
A Viareggio il FUAN accelera ed
anticipa la fine di un organismo
pletorico che non ha mai rap-

Febbraio-Aprile 2017 |
65 STORIA IN RETE

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Un manifestino del FUAN per le
elezioni universitarie studentesche

corrispondente del «Secolo»: paga


così una serenata notturna nei
confronti di Arturo Michelini.

Il FUAN profetizza la contesta-


zione prima degli altri: nei do-
cumenti ufficiali si legge, chiara-
mente e lucidamente, che tutto era
stato anticipato ed in alcuni ate-
nei anche interpretato. A Perugia
come a Messina, alla Sapienza di
Roma come a Camerino, a Paler-
mo, a Catania, a Bologna, a Bari, a
Pavia, a Parma e Genova, ma non
presentato le esigenze vere degli esasperati imperialismi stranieri, solo, vengono occupate le facol-
studenti ma ha però soprattutto nonché dalla fittizia decadenza tà per liberare le università dalle
caratterizzato tratti tipici della nazionale derivata dalla sconfit- opprimenti ideologie del secolo
prima repubblica, nelle spese folli, ta». Un programma ideale e cultu- precedente, contro un sistema che
nelle maggioranze targate (in an- rale molto chiaro al quale vengono sta facendo scadere il ruolo dell’u-
ticipo sui tempi dei più «grandi») via via affiancate le rivendicazioni niversità, per una concezione
centro-sinistra e nelle alleanze studentesche, alcune in brillante piena di libertà e partecipazione.
fatte soprattutto per escludere la anticipo dei tempi, come la «lau- Nei documenti del FUAN non si
destra universitaria. rea europea», il «tirocinio retri- fanno sconti sulle «dottrine» del-
buito dallo Stato» o la difesa delle la destra politica, ma allo stesso
Ma è proprio con il FUAN che si libere professioni. tempo le etichette non sono quasi
devono fare i conti: sì, perché fin mai presenti, a cominciare pro-
dalla sua fondazione, nel maggio Ci sono almeno due ’68 nella sto- prio dai termini «neofascismo»
1950, al Teatro delle Arti di Roma ria del FUAN: quello degli anni e soprattutto «destra», al quale si
alla presenza di numerosi intel- Cinquanta, quando a guidarlo preferisce la declinazione di «stu-
lettuali e uomini d’arte, il movi- sono stati, tra gli altri, Vitale e Ca- denti nazionali». Se a tutto questo
mento del libro e della feluca in radonna ma soprattutto Angelo aggiungiamo le battaglie per i di-
ritti degli studenti ed una costante
presenza fisica e attiva nella quo-
Nei documenti del FUAN non si fanno sconti tidianità degli atenei e della Go-
sulle «dottrine» della destra politica e ai termini liardia, scopriamo un movimento
«neofascismo» e soprattutto «destra» si preferisce che viveva il proprio tempo, che
doveva confrontarsi ogni giorno
la declinazione di «studenti nazionali» con gli altri, sia che fossero le or-
ganizzazioni ufficiali (dall’UGI
tutta Italia ha una costanza nei Nicosia e Franco Petronio, e quel- che prima è a maggioranza laica e
dati elettorali, che lo vedono vin- lo degli anni Sessanta di Lello Del- libertaria ma poi viene conquista-
cente spesso e volentieri in molti la Bona e Cesare Mantovani. Nel ta da comunisti e socialisti, all’In-
atenei, soprattutto nel centro e nel primo caso è proprio il FUAN che tesa democristiana fino ad arri-
meridione ma anche in quelli del guida proteste e proposte in tutta vare alla liberale e repubblicana
nord, nonostante un antifascismo Italia sia su temi studenteschi, tas- AGI) sia con professori e rettori.
a targhe alterne. Nella mozione se ed esami di stato in primis, sia
principale votata nel maggio 1950 in situazioni più politiche, come Il nemico principale diventa
si legge: «Il FUAN si impegna per Trieste italiana o la rivolta in Un- dopo qualche anno il Marxismo,
un’azione decisa in difesa dei va- gheria. Petronio, grande oratore in tutte le sue forme, organizzati-
lori tradizionali della nostra cul- e ritenuto da tanti il più grande ve, dottrinali, strutturali ed acca-
tura, inquinata e minacciata di talento sprecato della destra ita- demiche. Qui sta una delle grandi
distruzione da parte di opposti ed liana, verrà spedito a Parigi come frontiere in cui il FUAN è impe-

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STORIA IN RETE 66 Febbraio-Aprile 2017

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«Fronte universitario
d’azione nazionale»

La voce
«Fronte universitario d’azione nazionale»
esiste su Wikipedia in due lingue

Accuratezza 

Fonti e note 

A sinistra il vicepresidente del FUAN salernitano Carlo Falvella (1953-1972) Bibliografia 


aggredito e ucciso con una coltellata dall’anarchico Giovanni Marini. A destra il
Controversie
militante greco Mikis Mantakas, assassinato a sangue freddo con un colpo di pistola
in fronte durante un tentativo d’assalto alla sede romana del MSI di via Ottaviano da
 Vetrina in nessuna lingua
manifestanti che chiedevano la liberazione degli imputati per il Rogo di Primavalle
 Gendarmi
gnato, la battaglia per l’egemonia porto di mare per tanti orfani del- della Memoria

culturale, spesso inascoltato dai le tante sezioni romane sbarrate.
vertici missini, sempre più inte- minimo massimo 
ressati alle contingenze elettorali Sui fatti del ’68 sono usciti libri e
che non alla costruzione di una film, ma è soprattutto un opusco-
vera controcultura. E qui, fatto lo che esce vent’anni dopo a firma testazione stessa, mettendo pure
che sorprenderà molti, trovano di Fare Fronte a fare chiarezza. Si in difficoltà chi, negli atenei lon-
una sponda più con il pragmatico intitola «Pagine Strappate» e, coin- tano da Roma, viveva in prima
Michelini che non con Almiran- volgendo i testimoni dell’epoca, linea occupazioni e iniziative che
te. Anche per ovviare all’eterno racconta seriamente ciò che accad- non seguivano le parole d’ordine
problema dell’indipendenza eco- de nei mesi precedenti, con tante del cosiddetto «movimento stu-
nomica il FUAN diventa anche facoltà in mano al FUAN, i fatti dentesco». Da lì tutto cambia, tut-
casa editrice, grazie anche a una di Valle Giulia e quelli di quindi- to diventa più difficile, l’agibilità
intuizione di Della Bona che rie- ci giorni dopo. Chi scrive pensa politica si deve conquistare metro
sce anche a prendersi i diritti per che con molta probabilità non si su metro con tutto quello che ne
l’Italia dei francesi maledetti e
pubblicare quindi Celine, Brasil-
lach e La Rochelle come edizioni
Negli anni del piombo e del sangue il FUAN
La Caravella. Non solo un nome, piange due suoi militanti, tra i «cuori neri» che
un titolo, ma una storia dentro la cadono sulla strada o nelle sezioni: a Salerno
storia globale del FUAN, quella
della Caravella, che nel 1950 ave- muore Carlo Falvella e a Roma Mikis Mantakas
va già da qualche anno animato le
giornate della Sapienza e avrebbe sarebbe potuta verificare l’unità consegue anche in termini di co-
continuato a farlo almeno fino ai generazionale contro il «sistema» struzione politica. Arrivano poi gli
primi anni Ottanta. È una sto- ma pensa anche che il modo usato anni del piombo e del sangue ed il
ria particolare, fatta di passioni dal MSI per togliere le castagne dal FUAN piange due suoi militanti,
e scissioni, situazionismi e vitto- fuoco fu assurdo: la spedizione alla tra i tanti «cuori neri» che cadono
rie elettorali, giornali, libri, de- Sapienza oltre che a far prendere sulla strada o nelle sezioni: a Saler-
lusioni, successi. Ma la storia del un sacco di legnate a gente venu- no muore Carlo Falvella e a Roma
FUAN non può essere raccontata ta da fuori Roma, oltre a spacca- Mikis Mantakas, studente greco
senza citare questa realtà che alla re in due il movimento giovanile arrivato a Roma dalle file perugine
Sapienza ha fatto il bello e cattivo romano (anche la Giovane Italia di Luciano Laffranco.
tempo, con la seconda giovinezza era a favore di una partecipazio-
del ’ e la contestuale situazione ne alla contestazione), accelera lo È una storia lunga e piena di bel-
della sede di Via Siena, autentico spostamento a sinistra della con- le vicende da raccontare. Si pensi

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67 STORIA IN RETE

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Magistrati, giornalisti, registi: il FUAN vivaio della meglio gioventù

Mario Sossi (1932), Paolo Borsellino Stefano Mensurati Giuseppe Marra Pier Francesco Pingitore
magistrato, venne rapito (1940-1992) fu uno dei (1959), giornalista e (1936), fotografo, (1935), autore e regista
dalle BR nel 1974 e magistrati più attivi nella scrittore, conduttore editore, giornalista, è il teatrale, è il fondatore
rimase sequestrato per lotta contro la Mafia, che radiofonico, una delle proprietario e direttore del Bagaglino insieme a
oltre un mese lo uccise in un attentato voci di RAI Radio Uno dell’agenzia Adnkronos Mario Castellacci

al gruppo che avrebbe fondato il tutti senza mai rinnegare ed anzi Anni di Piombo. Come accennato,
Bagaglino, con il già citato Della ringraziando di aver potuto esse- è una sigla che finisce in naftalina
Bona e Pier Francesco Pingitore, re universitari in prima linea. Si, in alcuni atenei e negli anni Ot-
animatore della rivista più bella perché fino al ’ gli atenei sono il tanta e Novanta serve per riequili-
del FUAN, «Continuità», che ne- centro della vita politica, la piaz- brare, nei temi (come nella Guerra
gli anni Cinquanta parla di tutto, za più importante: lì si anticipano del Golfo) e nei congressi, con le
anche di cinema e teatro, interessi svolte, maggioranze, tendenze. De presidenze di Maurizio Gasparri
sempre presenti nelle file dei diri- Gasperi ad inizio anni Cinquanta e Roberto Menia, la maggioranza
genti universitari. Si pensi a Paolo dimostra più volte la propria pre- rautiana nel Fronte della Gioven-
Borsellino, dirigente del Fanalino occupazione per la crescita espo- tù, che vive invece nuove stagioni
di Palermo, a Mario Sossi militan- nenziale della gioventù «naziona- di movimentismo. Ritroviamo un
te a Genova che spiegherà anche le», Scelba cita spesso le università rinnovato protagonismo nel perio-
ai brigatisti rossi che lo avevano per il «pericolo fascista». do che segue Tangentopoli ed i suc-
rapito, le proprie posizioni «na- cessi missini. Il FUAN, in alcune
zionalpopolari». C’è la generazio- C’è poi chiaramente chi ha con- zone d’Italia, è bravo a sfruttare il
ne che sforna illustri giornalisti, tinuato il proprio percorso politi- vento di destra che soffia tra le gio-
come Giuseppe Marra, fondatore co dopo essere stato dirigente del vani generazioni ed arriva fino alla
contestazione ad alcuni ministri,
soprattutto a Berlinguer: stagione
La situazione del Fronte Universitario si fa difficile di grandi successi che porta alla
negli anni del riflusso e del disimpegno e negli stampa di un altro opuscolo roma-
anni ‘80 e ‘90 diventa il contraltare del Fronte no, dal titolo inequivocabile «Pa-
gine Ritrovate». Poi nasce Azione
della Gioventù, che è su posizioni rautiane Universitaria ed è già un’altra sto-
ria anche se in alcuni atenei viene
dell’AdnKronos o Stefano Men- Fronte Universitario: oltre ai già mantenuta, tuttora, la sigla FUAN.
surati, giornalista RAI che insie- citati Petronio, Nicosia, Lo Porto Quarantasei anni di alterne vicen-
me a Giuseppe Tagliente cura, nel e Laffranco, nel FUAN si fanno de, di rapporti incostanti con il
19, l’uscita di un libro, artigiana- le ossa Tommaso Staiti, Alfredo MSI! Ma sicuramente il FUAN è
le ma importante, sulla storia del Mantica, Benito Paolone, Cristia- stata una polarità all’interno del-
FUAN. Ma sono centinaia coloro na Muscardini, Marcello Bignami, le università italiane, con una sua
che, finito il proprio percorso uni- Giulio Conti e tanti altri. La situa- specificità ed una sua modernità.
versitario non hanno continuato zione del Fronte Universitario si fa In attesa che l’università in Italia
nell’impegno politico, sono di- ancora più difficile negli anni del torni ad avere un ruolo primario.
ventati professionisti stimatissi- riflusso e del disimpegno, con un
mi: primari, magistrati, avvocati, nome troppo legato ai fatti degli Alessandro Amorese

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STORIA IN RETE 68 Febbraio-Aprile 2017

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APPUNTAMENTI MANCATI

Ecco cosa and ò


La Destra e il ‘68

dopo Valle Gi u
Per il mondo giovanile missino la conte-
stazione studentesca segna un punto di non
ritorno: gli scontri del 16 marzo 1968 all’Uni-
versità di Roma furono un’occasione perdu-
ta oppure, come sostenevano i vertici, una
scelta necessaria? Di certo la destra imboc-
cò da allora un vicolo cieco e sanguinoso
di Adalberto Baldoni

V
enerdì 1° marzo te della polizia. (…) Sui quotidiani
1968, davanti compaiono diverse immagini dove
alla facoltà di esponenti dei vari gruppi di destra
Architettura a si fronteggiano con la polizia: Ita-
Valle Giulia, nei lo Rochira, Giampiero Rubei, Ro-
pressi di Villa berto Rosseti, Franco Papitto, Ugo
Borghese, migliaia di studenti si Gaudenzi, Enzo Maria Dantini,
scontrano per tre ore, con la poli- Massimo Magliaro, Cesare Perri e
zia. Prima di recarsi alla facoltà, altri. (…).
gli studenti avevano partecipato
ad un imponente raduno a piazza Il giudizio del MSI sulla «battaglia
di Spagna, a cui avevano aderito di Valle Giulia» è assolutamente
centinaia di militanti delle orga- negativo. Per Arturo Michelini la
nizzazioni studentesche di destra. rivolta costituisce un «atto insur-
La presenza, oltretutto visibile e rezionale», preparato dai comuni-
rumorosa, dei ragazzi di destra non sti. All’indomani degli scontri, il
solleva né obiezioni, né proteste di «Secolo d’Italia» così titola a nove
sorta. I giovani della Caravella, di colonne: «Il PCI scatena la piazza».
Europa Civiltà, ex Avanguardia na- Il sommario: «I tafferugli provo-
zionale, Primula Goliardica, Gio- cati da agit-prop comunisti. I tep-
vane Italia, sono in prima fila negli pisti riuniti in serata nella sede del
scontri, come dimostrano inequi- PCI». Se a Roma si sta registrando
vocabilmente le foto pubblicate su una spaccatura tra i giovani di de-
numerosi quotidiani, compresa stra favorevoli alla contestazione e
quella simbolo di Valle Giulia con quelli contrari, nel resto d’Italia il
gli studenti schierati davanti alla FUAN prosegue le occupazioni in
scalinata, di fronte alle camionet- alcune facoltà: a Camerino, Mode-

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APPUNTAMENTI MANCATI

d ò storto
La Destra e il ‘68

na e Pescara. (…) A Milano i giova-


ni del FUAN cacciano da tre facoltà
gli occupanti «filocinesi», mentre a

Gi ulia
Genova il 10 si tiene una controc-
cupazione in segno di solidarietà
Almirante con gli studenti di Praga e Varsavia
all’università vittime del Comunismo. Il FUAN
La Sapienza coi
giovani missini viene a trovarsi in una non facile
sabato 16 marzo situazione: non può accodarsi al
1968, poco prima degli Movimento studentesco; deve rac-
scontri che spaccheranno cogliere le proteste degli studenti di
il Movimento studentesco
destra contro il regime e le autori-
tà accademiche; non può rompere
con il MSI, proprio alla vigilia della
campagna elettorale. Dal FUAN
esce il gruppo guidato da Cesare
Perri, Adriano Tilgher e Guido Pa-
glia che, costretti dalla rigida posi-
zione assunta dal presidente nazio-
nale Mantovani, formano la Nuova
Caravella, intenzionati a prosegui-
re nella lotta per rinnovare la socie-
tà e quindi l’università.

I partiti lentamente ma inesorabil-


mente, sentono sfuggirsi di mano il
controllo delle masse studentesche.
Il primo a scendere in campo è il
PCI, già indebolito dalle continue
emorragie delle scissioni e delle de-
fezioni. Alla sua sinistra è cresciuta,
agguerrita, una nuova sinistra che
non condivide la linea socialdemo-
cratica e filosovietica seguita dal-
la direzione di via delle Botteghe
Oscure. Il Movimento studentesco
è un’ulteriore minaccia, forse le-
tale, agli organismi giovanili del
partito. Il PCI, pertanto, decide di
inquinare la manifestazione nazio-
nale indetta dal Movimento stu-
dentesco il 15 marzo (e poi spostata
al giorno successivo) all’università
di Roma, impartendo disposizioni
al proprio apparato di partecipare
al raduno. Da parte sua, il MSI in-
tende fronteggiare lo schieramento
comunista, per non lasciare campo
libero al solo PCI. Sicuri di non po-
tere contare sugli elementi locali, i
massimi dirigenti del MSI si appel-
lano agli attivisti missini che fanno
parte dell’organizzazione Volontari
nazionali, diretta da Alberto Rossi.

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71 STORIA IN RETE

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Due momenti dell’assalto degli
studenti di sinistra alla facoltà
Per Michelini è necessario arrestare di Giurisprudenza, dove s’erano
la cosiddetta marcia rossa. La sera del asserragliati i missini
15 marzo, attivisti del PCI e del MSI,
sia pure per itinerari e motivi diver-
si, raggiungono Roma. Gli attivisti
giungono a bordo di decine pullman,
con i treni o in auto. I responsabili
dell’ordine pubblico seguono la si-
tuazione senza intervenire, né predi-
sporre misure di prevenzione.

Sabato mattina, 16 marzo, gli at-


tivisti missini (quasi tutti del set-
tore Volontari) entrano nella città
universitaria dall’ingresso che im-
mette sul piazzale della Minerva e
si dirigono subito verso la facoltà di
Legge, occupata dai militanti della
Nuova Caravella, ai quali si sono
aggiunti numerosi appartenenti
alla Giovane Italia e alle sezioni
giovanili missine. Alla testa degli
attivisti ci sono Massimo Ander- torato. Numerose le defezioni tra le gli universitari, li istruivano all’ar-
son, Alberto Rossi, Pietro Cerullo, fila degli attivisti missini quando te della guerriglia, li esaltavano con
Cesare Mantovani, Sandro Tribuzi, vengono a sapere che la base stu- le teorie di Marx, di Marcuse e di
Romolo Baldoni e Domenico Gra- dentesca di destra è schierata sul- Mao. La sproporzione numerica fra
mazio. Ma sono anche presenti i le stesse posizioni del Movimento i due gruppi era comunque enor-
me. Sembrava impossibile che si
potessero registrare scontri...».
Molti studenti di destra defezionano dallo
schieramento missino, ma il questore autorizza I Volontari, giunti nei pressi della
i giovani del MSI a dar corso al corteo: facoltà di Lettere dove si tiene un’af-
follata assemblea del Movimento
è la scintilla che provoca gli scontri degli studenti, tentano di salire la
scalinata. Nasce una gigantesca ris-
deputati Raffaele Delfino, Luigi studentesco. A questo punto, inter- sa. Gli scontri sono brevi ma violen-
Turchi e Giorgio Almirante, non- viene il questore di PS, Giocondo ti e sanguinosi. Gli attivisti missini
ché Michele Marchio, allora segre- Mazzatosta il quale, invece di invi- sono costretti a ripiegare nella fa-
tario federale della Provincia. Più tare gli attivisti missini a rimaner- coltà di Legge dove si barricano. A
tardi sopraggiungerà anche Giulio sene nella facoltà, autorizza questi loro volta subiscono le ondate non
Caradonna, scortato dai fedelissi- ultimi a dar corso ad un corteo. È soltanto dei militanti del Movimen-
mi dell’Accademia pugilistica ro- evidente che si tratta di una strate- to ma anche degli attivisti comuni-
mana (di cui è presidente Angelino gia atta a provocare incidenti. In- sti che nel frattempo sono entrati
Rossi). Per circa due ore, i dirigenti fatti ben presto la manifestazione nell’ateneo. Dopo che militanti di
dei Volontari tentano di convin- degenera, anche se la sproporzione destra e di sinistra (non ha impor-
cere gli occupanti della facoltà di tra le forze in campo è assai eviden- tanza se, agli scontri, non hanno
Legge a seguirli per «partecipare» te. Scrive «Il Messaggero»: «Da una partecipato i protagonisti di Valle
alla manifestazione, ma ottengono parte un centinaio di elementi di Giulia) si sono azzuffati, provocan-
un netto rifiuto, mentre Mantova- destra, risultati poi estranei all’uni- do tra i due schieramenti un’irrepa-
ni propone di tenere un’assemblea. versità, armati di bastone, di spran- rabile frattura, la polizia interviene
Risultato dei concitati colloqui: i ghe, dall’altra quattro o cinquemila in forze per liberare la facoltà di
militanti della Nuova Caravella e studenti, fra i quali si mescolavano giurisprudenza. Il bilancio è di 160
della Giovane Italia escono dalla numerosissimi agitatori di sinistra, fermati: 105 studenti (31 delle scuole
facoltà e si attestano davanti al Ret- gli stessi che da tempo arringavano superiori) e 52 non iscritti all’uni-

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versità (quasi tutti appartenenti ai (…): «La possibilità di vedere coin- imbocca un vero e proprio tunnel
Volontari). Questi ultimi vengono volto il MSI in torbide trame non senza uscita. Inesistente la Giovane
arrestati (saranno rilasciati dopo era soltanto ipotetica soprattutto se Italia, polverizzato il FUAN (…).
due settimane). I feriti sono 60, di si tiene conto delle pressanti, ina- Da parte sua, la Nuova Caravella
cui alcuni gravi (come il leader del spettate richieste di iscrizione al di Guido Paglia, Adriano Tilgher e
Movimento studentesco, Oreste
Scalzone, colpito da una panca lan-
ciata da una finestra mentre trat-
Gli scontri del 16 marzo 1968 causeranno profonde
tava la resa degli attivisti missini ed irreparabili lacerazioni nelle organizzazioni
con alcuni parlamentari del MSI). giovanili della destra romana con ripercussioni
(…) Nonostante la disfatta, il gior-
no dopo il Secolo così titola a tutta a livello nazionale: il MSI nel Lazio perse molti voti
pagina gli avvenimenti del giorno
precedente: «Basta con gli stracci MSI che, in quel periodo, venivano Cesare Perri si autoscioglie; Avan-
rossi – il tricolore all’università». indirizzate alla segreteria del parti- guardia nazionale giovanile si rifon-
L’occhiello è alquanto significativo: to da parte di aderenti a formazioni da (si era autosciolta nel 1965, dato
«La gioventù nazionale combatte il extraparlamentari di destra, la cui che gran parte dei suoi dirigenti e
dominio comunista negli atenei». azione di penetrazione nei gruppi dei suoi militanti aveva aderito al
(…) Gli scontri del 16 marzo cau- dell’ultrasinistra, come sarà am- MSI dopo una lunga ed estenuan-
seranno profonde ed irreparabili piamente dimostrato in seguito, te trattativa tra dirigenti giovanili
lacerazioni nelle organizzazioni non aveva nulla in comune con il missini e avanguardisti). L’attività
giovanili della destra romana con MSI ed era ispirata da ambienti di del FUAN a livello nazionale non
ripercussioni a livello nazionale alcuni apparati dei servizi segreti e viene paralizzata dagli incidenti di
(alle elezioni di maggio il MSI nel degli Affari Riservati del ministero Roma. Proseguono le occupazioni
Lazio perderà un deputato e un se- dell’Interno. È assai probabile che e le proteste in alcune università e
natore). Franco Petrivelli, fedelissi- si sia caduti nella trappola degli op- gli scontri con gli estremisti di si-
mo di Arturo Michelini, dopo tanti posti estremismi». nistra in altre.
anni dagli avvenimenti del Sessan-
totto rivelerà che il leader del MSI Nonostante Roma, continuano le Adalberto Baldoni
era preoccupato dell’infiltrazione occupazioni del FUAN nelle altre [Da «Destra senza Veli.
di agenti provocatori nelle file delle università. Con l’iniziativa del 16 1946-2017», per gentile
organizzazioni giovanili di destra marzo, il mondo giovanile missino concessione di Fergen editore]

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73 STORIA IN RETE

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laboratori - 4 |
INTELLETTUALI MILITANTI. A DESTRA DELLA DESTRA
Sotto il segno dell’ASCIA BIPENNE e di Julius Evola, gli ORDINOVISTI cercarono di indicare al mondo
neofascista una «VIA RIVOLUZIONARIA» per superare il nostalgismo e il CONSERVATORISMO.
Un’ipotesi AFFASCINANTE, talvolta preveggente ma, politicamente, VELLEITARIA

N
ella storia del Movimento So- al 1969 quando,
ciale Italiano un ruolo impor- divenuto segre-
tante lo ha certamente avuto tario Almirante,
il Centro Studi «Ordine Nuovo», di cui rientrerà nel
fu ideatore e animatore Pino Rauti MSI svolgendo
insieme ad un nucleo di suoi camerati. un’attività di tipo
Esso nasce a dicembre 1953, nella sezio- correntizio con le
ne «Prati» di Roma, dove agivano, come mozioni «Linea
attivisti e dirigenti giovanili, la gran par- Futura», «Spazio
te di coloro che poi daranno vita al Cen- Nuovo», «Andare
tro: Pino Rauti, Paolo Andriani, Clemente Oltre», «Linea Na-
Graziani, Nino Capotondi. Il Centro Studi zionalpopolare». Il
si costituisce alla vigilia del congresso motto del Centro
nazionale del MSI di Viareggio del gen- Studi è «Il nostro
naio 1954, al quale si confrontarono le onore si chiama
tre anime che hanno sempre caratte- fedeltà», il simbolo
rizzato il partito: quella istituzionale e l’ascia bipenne, e
parlamentare, rappresentata da Arturo nella tessera cam-
Michelini; quella cosiddetta di «sinistra» peggia un’aquila
ispirata alla socializzazione, rappresen- in volo sull’Europa.
tata da Almirante e Massi; quella più L’iniziale segreteria
nazionalista, rappresentata da Pino nazionale (definita
Romualdi e sostenuta in quella sede da «Direttorio») del
Pino Rauti. Dopo quel congresso, Rauti Centro Studi è
Pino Rauti (1926-
decide di proseguire l’azione politica composta, oltre
2012). Nell’altra
e culturale pubblicando una nuova che da Rauti, anche pagina, la copertina
rivista intitolata «Ordine Nuovo» con da Paolo Andriani, del mensile «Ordine
il sottotitolo «mensile di politica rivo- Nino Capotondi, Nuovo»
luzionaria» e con una copertina molto Ugo Cesarini,
suggestiva (nera, con un’aquila recante Clemente Graziani, Giulio Maceratini, affluiscono numerosi nelle sue sedi, e
il fascio in rosso). La rivista ha una larga Stefano Mangiante, Pierluigi Murtas, di approfondimento storico e cultu-
diffusione negli ambienti giovanili e Marcello Perina, Giangastone Romani, rale sugli eventi italiani ed europei.
quelli più legati alla tradizione storico- Rutilio Sermonti, Paolo Signorelli, Ge- Ciò avviene mediante conferenze,
combattentistica del MSI; l’influenza di neroso Simeone, Silvio Vitale. L’attività pubblicazione di opuscoli e vendita di
Julius Evola, il filosofo tradizionalista è intensa e poliedrica, ma è da sfatare la libri nella storica sede romana di Via
«riscoperto» da Erra e Rauti, è assai tesi di un’organizzazione «dura» dedita degli Scipioni che sarà frequentata da
presente al di là dei suoi articoli. prevalentemente allo scontro, anche vio- moltissime persone, che avranno poi
lento, con gli avversari politici. Anche se ruoli importanti nella politica e nella
Politicamente, il gruppo si colloca in occasione di manifestazioni pubbliche cultura. Ma il Centro Studi si occupa
all’opposizione di Michelini e, quando avvennero episodi di scontro fisico si anche dell’attualità: oltre agli eventi
Almirante verrà sconfitto al congresso tratterà sempre di azioni difensive. interni al MSI, rivolge l’attenzione in
di Milano del dicembre 1956, decide di particolare ai problemi sociali (curati
lasciare il partito e di costituirsi in un In realtà, il Centro svolge un’atti- da Rutilio Sermonti con i suoi opuscoli
Centro Studi autonomo. Esso durerà fino vità formativa verso i giovani che sul corporativismo e la partecipazione

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| Ordine Nuovo
di Nazzareno Mollicone

dei lavoratori) e alla politica estera. In che sembrerebbe estranea alla sua elaborando nel 1967 un «Manifesto
quegli anni in particolare si verificano cultura piuttosto paganeggiante: il per l’Ordine Nuovo» in cui si trattano
le drammatiche conseguenze della Concilio Vaticano II della Chiesa catto- tutte le problematiche sociali, am-
decolonizzazione in Algeria, Congo, lica indetto nel 1963. Su sollecitazione bientali, esistenziali del momento,
Rhodesia, Sudafrica e il Centro Studi di un gruppo di cattolici tradizio- anticipando con le sue analisi quella
diffonde informazioni, commenti e nalisti sudamericani, collabora alla che sarà poi la «contestazione» del
iniziative propagandi- 1968-1969. Quest’ul-
stiche, avvalendosi di tima sarà osservata
pubblicazioni paral- con attenzione anche
lele: l’agenzia stampa perché nelle Università
settimanale «Corri- le tematiche evoliane
spondenza Europea», il sulla crisi del mondo
bollettino «Eurafrica», il moderno e sulla «mer-
mensile «Noi Europa». cificazione» dell’uomo
Riguardo alle guerriglie sono dibattute insieme
in atto in molte parti a quelle del filosofo
del mondo con nuovi marxista Marcuse.
metodi di azione, come Ma poi prevarrà la
avviene ad esempio in capacità organizzativa
Vietnam ed in Suda- del partito comunista,
merica, il Centro Studi insieme a qualche
pubblica uno studio iniziativa sconsidera-
di Clemente Graziani intitolato «La distribuzione di un libro, intitolato ta del MSI, e quella contestazione
guerra rivoluzionaria» che suscite- «Complotto contro la Chiesa», che si trasforma in sovversione, come
rà aspri dibattiti. Il Centro Studi si denuncia la volontà di alcuni am- acutamente scrisse su «Ordine
impegna anche per una questione bienti ecclesiastici di modificare i più Nuovo» Adriano Romualdi. Arrivò
rilevanti aspetti poi l’«autunno caldo» e la stagione
tradizionali della degli attentati, come quello di Piazza
dottrina e della Fontana che metterà sotto accusa
liturgia: cosa che l’intero mondo della destra, parla-
poi avverrà, con mentare ed extra. Almirante, eletto
l’abbandono del segretario nazionale del MSI a luglio
latino e la modi- 1969, propone la riunione dei gruppi
fica della Messa. allontanatisi nel tempo. La maggio-
Quell’iniziativa e ranza dei dirigenti del Centro Studi
quelle successi- condividono la proposta di Pino
ve, che giunsero Rauti di rientrare nel partito, con la
a lambire le volontà di continuare la battaglia
porte del Con- per dare al Movimento un’imposta-
clave quando fu zione fedele alle idee fondanti ma
eletto Paolo VI, anche attenta alle tensioni della
creeranno molto società contemporanea. Alcuni, in-
clamore. vece, guidati da Clemente Graziani,
decidono di costituire un «Movimen-
Il Centro Studi to politico» che avrà poca vita e sarà
s’interessa alla sciolto (arbitrariamente, secondo
situazione poli- i giuristi) d’autorità. Il lascito delle
tica italiana co- analisi e delle indicazioni del Centro
stituendo i «Co- Studi resta comunque, a distanza
mitati di Riscossa di anni, ancora molto lucido ed in
Nazionale» ed alcune parti preveggente. n

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75 STORIA IN RETE

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PENSIERO&AZIONE
I movimenti del Movimento

La CISNAL,
il BRACCIO
SOCIALE del MSI
Sin dall’immediato dopoguerra la Fiamma tricolore fu presente
nel mondo del lavoro. Nel 1950, sulle orme di Corridoni e del
«sindacalismo nazionale», nacque la CISNAL. Il primo motto del nuovo
sindacato fu «lavoratori d’Italia, unitevi»

F
di Nazzareno Mollicone

in dall’inizio della all’interno della CGIL a causa del- professore di diritto del lavoro;
sua fondazione, il la predominante influenza e gui- segretario generale era Giusep-
MSI ha rivolto sem- da che vi esercitava il PCI, tutti i pe Landi, già commissario della
pre una particolare sindacalisti non socialcomunisti Confederazione fascista dei lavo-
attenzione alle pro- se ne allontanarono costituendo ratori dell’industria e deputato
blematiche sociali le confederazioni a tutt’oggi esi- nella Camera delle Corporazio-
ed al mondo del lavoro per le sue stenti, la CISL democristiana e la ni. Da rilevare che tra i dirigen-
ispirazioni derivanti dalle realiz- UIL «laica» (repubblicana e so- ti della CISNAL vi è anche Dia-
zazioni sociali del regime fascista e cialdemocratica). A questo punto, no Brocchi, già collaboratore de
dalle indicazioni programmatiche anche il MSI decise di costituire «L’Universale» di Berto Ricci,
della Repubblica Sociale Italiana. un sindacato ad esso collegato e che diverrà segretario generale
Nel dopoguerra, i numerosi sin- così il 24 marzo 1950, a Napoli, fu aggiunto. Tra i dirigenti eletti dal
dacalisti provenienti dalle Confe- fondata la «Confederazione Ita- primo congresso del 1953, trovia-
derazioni fasciste dei lavoratori in liana dei Sindacali Nazionali dei mo i nomi di Giovanni Angioy,
gran parte sono stati assorbiti ed Lavoratori», in sigla CISNAL: il Giuseppe Basile, Francesco Bloi-
utilizzati – per la loro esperienza suo motto era «Lavoratori d’Ita- se, Giordano Censi, Achille Cru-
– dalla neocostituita Confedera- lia, unitevi!» ed il suo simbolo era ciani, Nino de Totto, Armando
zione Generale Italiana del Lavoro rappresentato dal profilo geogra- Filippini, Ruggero Gatti, Dome-
(CGIL), che allora era l’unica or- fico dell’Italia, comprendendovi nico Latanza, Giuseppe Martuc-
ganizzazione sindacale esistente. le regioni dell’Istria e della Dal- ci, Mario Masiello, Gregorio Mo-
Il MSI invece, allo scopo di dif- mazia sotto il dominio iugoslavo, relli, Adriana Palomby, Secondo
fondere le sue idee tra i lavoratori, ed un aratro che solcava la Libia Passacantilli, Orfeo Sellani, Ma-
aveva costituito i «Nuclei Azien- («la quarta sponda»). rino Tilli: tutti politici esperti
dali Di Azione Sociale» (NA- nella problematiche sociali e
DAS) che si confrontavano con le Presidente del nuovo sindacato sindacalisti provenienti dal sin-
«Commissioni Interne Aziendali» fu eletto Gianni Roberti, depu- dacalismo fascista o staccatosi
allora esistenti. Scoppiata la crisi tato del MSI, funzionario INAIL, dalla CGIL. Al congresso costi-

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PENSIERO&AZIONE
I movimenti del Movimento

tutivo aderirono anche sindacati


autonomi allora esistenti: tra essi, Un manifesto
importante, quello dei ferrovieri, della CISNAL
l’USFI. Già nella denominazione
del nuovo sindacato vi sono due
aspetti fondamentali: il termine
«nazionale», che allora nessuno
usava, e la definizione di «confe-
derazione dei sindacati» ad indi-
care l’autonomia delle categorie,
cosa che era stata uno dei prin-
cipi del sindacalismo fascista.
La CISNAL aveva come finalità
fondamentali la partecipazione
dei lavoratori alla gestione delle
imprese, l’intervento dello Stato
nell’economia per difendere la
produzione nazionale e l’occu-
pazione, il ruolo consultivo dei
sindacati sulle politiche sociali
governative.

La CISNAL, che nel frattempo


aveva assorbito i NADAS, si dif-
fonde rapidamente in tutto il ter-
ritorio nazionale ed ottiene l’ade-
sione dei lavoratori simpatizzanti
del MSI o comunque ostili all’e-
gemonia comunista sul sindaca-
to. Essa partecipa alle elezioni
delle «Commissioni Interne», che
all’epoca assumevano l’aspet-
to quasi di un confronto politi-
co: una statistica elaborata negli
anni cinquanta su 310 elezioni
in aziende con oltre mille dipen-
denti indica come la CISNAL
conquistasse il 9,67% dei voti. La
CISNAL istituisce presto anche
il proprio ente di patronato, Ente
Nazionale di Assistenza Sociale
(ENAS) il cui primo presidente,
a dimostrazione dello stretto le- zioni per motivi politici, riuscì ad costitutivo e la CISNAL modifi-
game esistente con il MSI, fu lo aumentare i suoi consensi in ter- ca la propria denominazione in
stesso segretario nazionale Ar- mini di rappresentanti sindacali, Unione Generale del Lavoro, tut-
turo Michelini. Tuttavia, la con- iscritti ed iniziative sindacali di tora esistente. Tuttavia, la mag-
federazione volle sempre essere categoria o generali. Nel 1996, gior parte dei quadri sindacali e
autonoma dal partito nella sua con la fine della «prima repubbli- le finalità dell’UGL rimangono
organizzazione ed attività sin- ca», la CISNAL si trasforma an- sostanzialmente quelle della CI-
dacale e propagandistica. La CI- che perché molti piccoli sindacati SNAL, pur tenendo conto delle
SNAL è stata sempre molto attiva autonomi decidono, nel clima di nuove situazioni economiche (la
e presente nel mondo del lavoro: grandi coalizioni allora esistenti globalizzazione, l’Unione euro-
anche quando, dopo il 1969, fu in politica, di unirsi ad essa. A pea, l’euro) che incidono sul mon-
esclusa dalle altre tre confedera- tal fine viene fatto un congresso do del lavoro. n

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I MOVIMENTI DEL MOVIMENTO
Il Fronte della Gioventù

Nel segno dell’«alternativa al sistema»


contestavano la partitocrazia, i partiti, i
«vecchi». D’ogni colore. Erano i ragazzi della
Giovane Italia e del FdG. Un movimento di
studenti che sognava la «Rivoluzione». Al
di là degli schemi. Un’ipotesi interessante
e una scommessa impossibile
di Alessandro Amorese

Q
uando, durante richiamo diretto al Movimento So-
la breve e sfor- ciale, con il quale i rapporti furono
tunata segrete- discontinui, fino a quando, dopo
ria Rauti, alcu- i fatti del’68 ed il ritorno al verti-
ni dirigenti del ce di Almirante, venne sciolta per
MSI aprirono formare, insieme ad un già mori-
i faldoni dei bondo Raggruppamento Giovani-
vecchi tessera- le Studenti e Lavoratori, il Fronte
menti dei gruppi giovanili, consta- della Gioventù.
tarono quanto fosse diffusa e capil-
lare la Giovane Italia, il movimento È il  e nonostante le proteste
degli studenti medi nato negli anni di una buona parte della sua clas-
Cinquanta. Poi quegli archivi sono, se dirigente, che aveva come guida
misteriosamente quanto volgar- Pietro Cerullo e Massimo Ander-
mente spariti (distrutti?) e la storia son, termina la propria esistenza
di quell’organizzazione è rimasta un movimento che aveva riempito
in parte da raccontare. Se sono le piazze e le strade di studenti per
abbastanza note alcune vicende le proteste contro la repressione dei
nazionali e romane, la Giovane carri armati sovietici a Budapest e
Italia è stata fatta da tante picco- Praga, per l’italianità di Trieste e
le ma grandi storie. Nella lunga e Bolzano, ma anche su temi più stu-
complessa narrazione missina la denteschi. Fu un ampio contraltare come movimento antagonista al
Giovane Italia rappresenta un mo- alla progressiva egemonia della si- sistema, si indebolisce perdendo
vimento di massa, al quale, infat- nistra marxista fino al ’68 quando la forza e capacità di aggregazione. E
ti, aderivano migliaia e migliaia di linea del MSI, se mette in difficoltà a cominciare dal simbolo, la fiac-
studenti, a prescindere da correnti, il FUAN soprattutto nella Capita- cola tricolore, nei primi anni di
congressi, burocrazia di partito. In le, incide negativamente su anni di vita il Fronte della Gioventù è una
fondo era nata anche per questo, movimentismo studentesco nelle Giovane Italia che ha solo cambia-
come una sigla che non avesse un scuole. È qui che la Giovane Italia, to nome, solo che, come era negli

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I MOVIMENTI DEL MOVIMENTO
Il Fronte della Gioventù

Una manifestazione del


Fronte della Gioventù
romano, dove spicca fra i
vari simboli la croce celtica.
Nella foto più piccola,
una tessera della Giovane
Italia, con l’altro simbolo
dei movimenti giovanili: la
fiaccola tricolore

obiettivi di Almirante, diventa l’or-


ganizzazione giovanile ufficiale del
MSI. Poco importa se la medesima
sigla fosse stata nel ’-5 usata per
una formazione giovanile partigia-
na, quel «Fronte» era nelle corde di
Almirante, basti pensare al «Fron-
te Articolato Anticomunista», una

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79 STORIA IN RETE

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La Nuova Destra italiana, la rottura del ghetto - di Enzo Raisi

A
nche per studiosi come Carlo con un dialogo a 360 gradi. Il protagoni-
Galli, grande esperto di Carl sta fu Marco Tarchi, leader mancato del
Schmitt, oggi presidente dell’I- Fronte (Almirante nel 1977 gli preferì
stituto Gramsci e deputato PD, e Piero Fini). Nonostante l’ostilità del partito
Ignazi, esperto della storia della destra ufficiale (e la freddezza di Rauti) la ND
italiana, la ND italiana rappresentava prese corpo e divenne un soggetto au-
una novità per capacità di confronto tonomo sempre meno sopportato dai
con «l’altro» ed una elaborazione ori- vertici. Il distacco definitivo dalla destra
ginale. Gli italiani figli della Nouvelle politica fu suggellato dall’espulsione di
Droite francese, costruirono un percor- Tarchi dal MSI nel 1981. Ne seguì l’enne-
so autonomo dai transalpini, rompendo sima diaspora d’intelligenze. A causa di
con il reducismo o con autori come Evo- Marco Tarchi un perdurante ostracismo (e le scarse
la, alfieri del tradizionalismo, il famoso finanze) Nuova Destra, nonostante il
«mito incapacitante», che impediva una rea. Non solo. Nelle sue elaborazioni livello culturale, non decollò anche per
qualsiasi lettura della modernità. Pro- la ND criticò le degenerazioni della so- le frizioni fra i suoi protagonisti — per-
prio l’accettazione della modernità e cietà individualista occidentale, propo- sonalismi, scelte professionali e diversi-
la sua interpretazione rispetto alle pro- nendo modelli come l’organicismo e ri- tà di visione. Lo stesso Tarchi nel 1994
blematiche contemporanee, furono gli flessioni sulla comunità. Tutto iniziò nel dichiarò conclusa quella esperienza.
elementi che caratterizzarono la Nuova FdG e nei Campi Hobbit (1977, 1978 e Cosa ne rimane? Molto sul piano dell’e-
Destra italiana. Grazie a «La Voce della 1980) che resero obsoleti i vecchi campi laborazione culturale, nulla come realtà
fogna» e poi a riviste come «Trasgressio- scuola del partito. Con disappunto dei organizzativa e politica. Fortunatamen-
ni», «Elementi» e «Diorama Letterario», vertici missini, irruppe nel dibattito in- te negli anni — grazie a Tarchi e de Be-
giovani intellettuali, militanti missini terno la «metapolitica» con dibattiti e noist, attraverso laboratori come «La
ma non solo, irruppero nel panorama confronti su temi come ecologia, donne Roccia di Erec», «Diorama Letterario» e
culturale italiano dimostrando che a e femminismo. Il tutto s’intrecciò con la «Trasgressioni» — si è sviluppata lonta-
destra non c’erano solo gagliardetti e nascita di radio libere e musica alter- no dalla politica un’importante lavoro
nostalgia. Tematiche sino ad allora sco- nativa... In pochi anni prese forma un sulle «nuove sintesi». Idee innovative,
nosciute come ecologia o consumismo progetto culturale ambizioso teso a su- utili per un approccio costruttivo verso
entrarono nel dibattito politico dell’a- perare i vecchi schemi destra e sinistra, la modernità. n

delle tante operazioni, poco effica- generazione successiva, affermar- sciante significa anche leggi speciali,
ci, che portarono poi all’aggiunta si nuove parole d’ordine, diversi retate, arresti quotidiani. In una pa-
«Destra Nazionale» al nome del punti di riferimento. rola: repressione. In un’altra formu-
movimento. Anche i vertici ri- la: «trama nera». Per anni centinaia
mangono nel primo periodo gli Dal  in poi la storia del Fronte di militanti passano almeno qual-
stessi, con Anderson segretario e della Gioventù si può riassumere che giorno nelle patrie galere, spes-
Cerullo presidente. Se Almirante prendendo a prestito lo schema de- so senza motivi seri, se non quello di
ha nel FdG la sua organizzazione feliciano su fascismo-movimento essere un aderente al Fronte (stesso
d’apparato, una buona parte dei e fascismo-regime, proprio perché destino per coloro che scelsero le
dirigenti nazionali ci fu un FdG più isti- formazioni extraparlamentari). Pa-
ha altri riferimenti, Centinaia di tuzionale ed uno più dova vede un processone per decine
soprattutto nella cor- antagonista, dentro e di giovani militanti [vedi l’articolo a
rente «aperturista» di militanti passano fuori. Entrambi vive- pag.  NdR], stessa cosa in molte
De Marzio, Roberti e almeno qualche vano in diretta il cli- zone d’Italia, non ultima, solo per
Nencioni ed in Destra giorno nelle patrie ma di odio degli anni fare un esempio, la sezione romana
Popolare dello stes-
so Anderson. In due
galere, spesso Settanta, asserragliati
in sezioni assediate,
della Balduina. Il tutto nella cornice
di quotidiani e televisione di Stato
ondate, nel dicembre senza motivi veri dentro e fuori le quali che non mancavano di immortalare
’76 e giugno ’77, sono saranno decine i mili- i «criminali neri» in manette.
tantissimi gli esponenti del Fron- tanti uccisi da militanti di estrema
te che escono dal MSI per prote- sinistra, il più delle volte mai trovati, L’attività scivola, nei primi anni
sta contro la linea almirantiana e in alcuni casi anche dallo Stato. A dell’Effedigì, tra corsi estivi d’ap-
seguendo proprio la corrente di Padova e a Milano, a Roma come a profondimento, l’anticomunismo
Democrazia Nazionale, fattasi Salerno, il mondo missino piange i di piazza in ogni sua declinazio-
partito. Quella scissione è il col- suoi morti e ne fa una bandiera. Ma ne, la politica della corporazione
po di grazia all’autonomia del quel mondo, che non si nasconde, studentesca nelle scuole, la conte-
mondo giovanile missino che nel non deve affrontare solo aggressio- stazione ai vari ministri della Pub-
frattempo aveva visto crescere la ni e assalti, ma la guerra civile stri- blica Istruzione, con qualche buon

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STORIA IN RETE 80 Febbraio-Aprile 2017

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Il celebre manifesto del
3° Campo Hobbit del 1980

risultato a macchia di leopardo ed


una buona presenza dai risvolti so-
ciali in alcune zone del Meridione.
A tutto ciò si aggiunge un pezzo
di gioventù che guarda un po’ ol-
tre, nei temi (l’ambiente, l’Europa e
una politica estera che non attenta
solo ai fatti dell’Est, ecc.), nella co-
municazione (la musica e le radio
libere), nella determinazione dello
spazio politico (con il pensiero fis-
so di evadere dalla parola destra). È
l’area che cresce intorno alla corren-
te di Pino Rauti, un mondo fatto di
riviste, libri, presenza sul territorio,
forte attenzione al sociale. Per qual-
che anno queste due sfere si sfiora-
no, si guardano ma poi si scontrano
in un congresso: è il 5 giugno ’77 ed a
vincerlo, almeno nelle urne, è Mar-
co Tarchi, fiorentino, leader e ani-
matore dei giovani rautiani, ma tre
giorni dopo Almirante nomina, se-
condo i dettami dello Statuto, Gian-
franco Fini, dell’ala almirantiana,
che era arrivato quinto. Fu naturale
per Fini, che rimarrà Segretario del
Fronte fino all’88, rappresentare
dentro l’organizzazione giovanile le
linee della maggioranza del Partito,
quanto almeno fu normale per Tar-
chi continuare il lavoro precedente.

Questi due Fronti separati in casa


sono plasticamente rappresentati
nell’editoria da due giornali: «Dis-
senso» è il mensile ufficiale del FdG, che se non tutti ne erano organici) dia. Non sembra (più) un ambiente
ben curato e con una discreta distri- non basta più il periodico corso di assediato. È semmai una parte del
buzione che, anche se si da ampio aggiornamento come ritrovo nazio- MSI a non capire quello spostamen-
spazio a tematiche giovanili non solo nale giovanile e, sulla fascinazione to giudicato troppo «a sinistra».
prettamente politiche e partitiche, di Tolkien con il quale sfidano la
viene giudicato troppo «istituziona- modernità, nascono i Campi Hobbit È un ambiente, quello giovanile
le» dai rautiani che diffondono «La che attirano l’attenzione anche dei missino, che spesso risente anche
voce della fogna», nata per intuizio- mass media nazionali. «L’Espresso», delle collocazione geografiche: si
ne di Tarchi sulla base della fran- «il Manifesto», la RAI, ecc. scopro- pensi alla realtà triestina per la qua-
cese «Alternative» di Jack Marchal. no che quella (Nuova) destra è un le l’anticomunismo non può essere,
È una testata molto underground, mondo a colori, che vive la contem- messo in secondo piano, che espri-
come ne uscivano a decine in quegli poraneità, trattando di etica, poli- me un FdG forte ed egemone anche
anni, che si dedica soprattutto alla tica estera, ecologia. Il terzo, quello e proprio nelle battaglie identitarie
cultura, alla musica, alla satira (che di Castel Camponeschi del 1980, è nazionali contro il bilinguismo,
costerà a Tarchi la scusa per essere quello delle croci celtiche colorate, con la mente rivolta ai drammi del-
espulso dal MSI). A distinguere le delle migliaia di ragazzi che arriva- le foibe e dell’esodo. Capo e anima-
due fazioni ci sono anche gli even- no in quel borgo d’Abruzzo in un tore di tutto ciò è Almerigo Grilz,
ti, perché al mondo rautiano (an- clima festoso, di libri, note, goliar- un gigante, che partirà per decine

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di mete, a compimento di una vita la seconda Assemblea Naziona- va generazione, intercorrentizia,
avventurosa, a seguire da giornali- le del FdG, nel novembre ’8, in che rappresenta un nuovo ed ulte-
sta free lance le guerre dimenticate. un hotel milanese grigio almeno riore dato del Fronte movimento,
quanto quell’assemblea che i rau- quello anagrafico.
A far tornare il buio, della tensio- tiani rischiano anche di vincere.
ne e delle celle, è il  agosto ’80 la Marcello Taglialatela, espressio- È una generazione che eredita un
strage di Bologna, con conseguente ne dell’attivismo FdG napoletano mondo che esce malconcio dagli
caccia alle streghe. Seguono mesi e esponente ancora della prima Anni di Piombo e trova una situa-
interlocutori che anticipano nel mandata di dirigenti rautiani, ca- zione di palude organizzativa e po-
Fronte la lunga fase pisce che può farcela litica. Sono i ragazzi che si trovano
del cosiddetto riflusso quando gira l’Italia davanti il corpo di Paolo Di Nella,
con un annesso pro-
Nel ‘77 alla e trova un generale militante del Fronte romano aggre-
gressivo ricambio ge- segreteria doveva malcontento verso la dito mentre affiggeva manifesti per
nerazionale. In mez- andare Marco segreteria di Fini, giu- la riqualificazione di Villa Chigi,
zo c’è la sostanziale Tarchi ma il partito dicata troppo seduta decidono che avrebbero vendicato
opposizione di buona e correntizia. Gli al- il loro camerata solo con l’azione
parte dei giovani alla
gli preferisce mirantiani avrebbero militante. Forse i terribili «Settan-
campagna politica Gianfranco Fini preferito Grilz ma rie- ta» (era il 9 febbraio ’83) finisco-
del MSI per intro- leggono per pochi voti no in quel momento o forse sulla
durre la pena di morte per i reati di differenza (e grazie alla pattuglia scalinata del tribunale di Milano,
di terrorismo: fin dai primi anni romualdiana) Fini. Un passaggio qualche anno dopo, quando i mi-
Ottanta le iniziative del Fronte statutario garantisce questa vol- litanti del Fronte si trovano faccia a
romano e milanese si rivolgono ta la non intromissione dei vertici faccia con i rottami di Democrazia
invece a chiedere una soluzione missini nei risultati assembleari e Proletaria nei giorni del processo
politica per gli Anni di Piombo e nei mesi dei congressi (su tutti, per agli assassini di Sergio Ramelli, ma
la fine delle leggi speciali (e una partecipazione e tensione, quello optano per considerarli per quello
parte del gruppo parlamenta- che elegge Marco Valle a Milano) che ormai erano, il vecchio. Quella
re segue quella linea). Poi arriva si affaccia e si determina una nuo- generazione vuole vivere il proprio
tempo in diretta: lo fa riprenden-
do il filo interrotto con Bologna
La fiaccola del FdG resta accesa a CasaPound ma aggiungendo soprattutto un

C
obiettivo, quello di tornare, poli-
osa rimane della lunga rale innovativo e interessante. ticamente, nelle scuole e qualche
stagione del Fronte Come il FdG di ieri, CPI oggi
della Gioventù? mantiene una linea mo-
anno dopo nelle università. L’in-
Tanto a livello esisten- vimentista e rimane in cubatore di tutto ciò è il Fronte di
ziale. Resta tutt’oggi un piena discontinuità con Roma che ha visto eletto come nuo-
reticolo d’amicizie forti, la «vecchia politica» e vo segretario Gianni Alemanno, al
una solidarietà diffusa il primitivismo «ultrà», momento dell’Assemblea in carcere
e, poi, tanti ricordi che sviluppando temi im- per incidenti davanti all’ambascia-
occhieggiano dalle pa- portanti e non scontati
gine dei social e, talvolta, (la politica studentesca, il
ta sovietica, appoggiato anche dalla
prendono sostanza – vedi i sociale, il volontariato, l’eco- rinvigorita sezione di Colle Oppio
libri di Eclettica e del Settimo logia) con un’attenzione forte guidata da Fabio Rampelli. Ale-
Sigillo – in iniziative editoriali co- ad un’estetica originale e mai bana- manno non è rautiano ma divente-
raggiose e mai retoriche. Politicamente le. Al netto della realtà temporale, le due rà anno dopo anno uno dei punti
rimane poco, pochissimo. Negli anni la esperienze si raccordano una volta di più di riferimento del mondo giovani-
generazione effedigì si è dispersa in mille nell’interesse al confronto con «l’altro» e
rivoli dissonanti e in destini contrastanti. nella vivacità culturale, nella curiosità in-
le che prenderà in mano il Fronte
Ma al di là dei percorsi politici e privati tellettuale. Ovviamente CasaPound segue nell’88, e batte di pochi voti Andrea
dei dirigenti e dei tanti militanti, le atmo- il suo percorso e sarebbe pleonastico, er- Augello, espressione dell’ortodos-
sfere del miglior FdG – un laboratorio di rato definirla una mera continuazione di sia rautiana. Da questo FdG parte
energie, entusiasmi, sperimentazioni ed una fase ormai conclusa da tempo. CPI è la nuova fase che coincide da una
eresie – si ritrovano oggi perlopiù nella altro, lo sappiamo. Al tempo stesso – per parte con il parallelismo nelle scuo-
vicenda di CasaPound Italia. Non a caso, poesia o nostalgia, chissà? – nelle bandie-
buona parte dei quadri «storici» di CPI re delle «tartarughe» molti «ragazzi invec-
le e dall’altra con la parola d’ordine
provengono dall’esperienza del Fronte e, chiati» dei Settanta e degli Ottanta scor- dell’indipendenza nazionale. Sulla
negli anni, proprio su quelle basi hanno gono balenare i colori della loro gioventù. scorta delle suggestioni di Beppe
saputo creare un soggetto politico-cultu- Bene così. [Marco Valle] n

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Niccolai e sulla linea movimenti- la lotta al consumismo (ne fanno le
sta di Rauti, il Fronte crede che per spese i primi McDonald), alla dro-
bucare il disimpegno giovanile si ga, il ripensamento sul ’68, le analisi
debba puntare sul ruolo dell’Italia serie sullo stragismo, il Fronte di-
in Europa e nel mondo, per ripren- venta una polarità politica e i pro-
dersi le chiavi di casa, contro gli pri militanti sono una cosa nuova,
imperialismi e su nuovi simbo- con meno mimetiche e più camicie
li (come la croce bretone). A via senza marche, non sono rari i ca-
Sommacampagna, sede storica pelli lunghi ed a leggere la lista dei
del FdG, vengono individuati due cori nei cortei sembra quasi il primo
nemici principali, complementa- vero movimento no global.
ri: gli USA e il mondialismo cul-
turale ed economico. C’è una vena rivoluzionaria in
quel mondo, lo capisce per qual-
Nelle scuole parte, con qualche che minuto George Bush quando
mal di pancia interno causato so- a Nettuno, maggio ’89, venti mili- «La voce della fogna», storica testata
prattutto dalla logica del supera- tanti del Fronte bloccano il corteo dell’ala movimentista del FdG
mento (delle vecchie differenze e presidenziale. Tutto questo si pro-
degli odi ideologici), il progetto paga in tutta Italia dove miglia- statuto che non garantisce l’in-
di Fare Fronte per il contropotere ia di giovani si riavvicinano alla dipendenza dal partito. Di lì allo
studentesco. Dapprima un contro- politica solo grazie a questo movi- scioglimento del FdG, estate ’96, il
potere che si occupa di temi di sin- mento giovanile, al quale non pia- Fronte non risolve nessuno dei pro-
dacalismo studentesco e poi tema- ce né l’etichetta di destra né quella pri problemi e vivrà il più bel pe-
tiche più culturali e identitarie. Che di neofascismo, si definisce na- riodo a Palermo quando migliaia
fosse o meno un’opera di mimetiz- zionalrivoluzionario o nazional- di giovani seguono gli striscioni di
zazione quel progetto porta grandi popolare ed al quale anche il MSI Fare Fronte antimafia dopo le stra-
risultati: nelle elezioni studentesche non va tanto a genio. Ma anche a gi di Capaci e di Via D’Amelio.
(anni prima il Fronte non parteci- una parte del mondo missino quel
pava), nelle piazze e nelle sezioni, Fronte non piace proprio e in al- Nemmeno Tangentopoli fa ecce-
visti i tantissimi, insospettabili per ternativa alle (tre) feste nazionali zione, nonostante una manifesta-
origini familiari, che si affacciano organizzate dalla nuova maggio- zione che rimarrà celebre, quando
alla militanza. Tutto questo parte da ranza, si celebra Nerolandia, nel un centinaio di militanti del FdG
Roma e si propaga in giro per l’Ita- padovano, evento della corrente arrivano alla spicciolata a Monte-
lia. A Milano succedono altre cose, finiana – capitanata da un intran- citorio indossando delle magliet-
Valle e il suo gruppo dirigente com- sigente Maurizio Gasparri e da te: «Arrendetevi, siete circondati.
prendono in largo anticipo che le Roberto Menia – che tende più a Elezioni subito» in un pacifico
nuove generazioni sono ormai aller- mantenere un’identità ultrade- girotondo contro i partiti delle
giche alle vecchie logiche degli anni strorsa, e si promuove la rottura. tangenti che si trasforma in una,
Settanta e lavorano sul mutamento A sua volta Raffaele Zanon, leader ultima, caccia alle streghe con
antropologico del mondo giovanile almirantiano del FdG veneto, ten- denunce e sequestri (le magliette,
(i cosiddetti «paninari», le varie ten- ta con Riccardo Andriani e Valle appunto). Il Fronte poi passa da
denze ). Poi le battaglie sulla giusti- (due rautiani poco «ortodossi») essere un movimento rivoluziona-
zia – l’equilibrata posizione del FdG una mediazione tra le due anime, rio a organizzazione di un partito
milanese (una revisione a 360 gradi ma l’ordalia correntizia non lascia che andrà al governo della Nazio-
sugli Anni di Piombo...) durante margini agli intelligenti. Da qui la ne. Come è andata a finire lo sap-
il processo agli assassini di Sergio rottura di Rimini e altre fratture. piamo ma rimangono gli esempi e
Ramelli è dirompente sui media – Due mondi inconciliabili? Forse, le storie di migliaia di ragazzi che
e l’impegno sulla politica estera, la ma la resa dei conti interna non hanno avuto orgogliosamente in
grande Politica. «Panorama», «Re- arriverà mai perché appena ter- tasca una tessera con la fiaccola
pubblica» «Linus», «Reporter» regi- mina la illusoria segreteria Rauti, tricolore (e magari un foulard con
strano l’anomalia e l’imprevedibile Alemanno viene commissariato la croce celtica) e, probabilmente,
consenso del FdG milanese. Da qui i subito da Fini, tornato al vertice in seguito nessun’altra.
cortei con numeri impensabili qual- del MSI. Ecco dove finisce la favola
che anno prima. Se ci aggiungiamo del nuovo FdG, tra le righe di uno Alessandro Amorese

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TRINCEE
Anni terribili

Sapessi com’er a
essere missini
a Milano
Come sempre, è all’ombra del Duomo che si sviluppano le dinamiche
che fanno l’Italia. È stato così anche negli anni Settanta: è a Milano che
il conformismo antifascista di intellettuali, politici e amministratori
ha toccato picchi inarrivabili di fronte alla deriva violenta della
sinistra extraparlamentare. È a Milano che il MSI ha vissuto alcuni
dei momenti più drammatici della sua storia. Ed è sempre a Milano
che lo scollamento tra vertici del Movimento e base militante, specie
quella giovanile, è stata più dura e dolorosa. Ferite vecchie, in parte
rimarginate. Ma le cicatrici, ogni tanto, vanno mostrate

29
di Marco Valle

aprile 1975, zio insolito dissi «Sergio Ramelli è mandosi nel banco di prova degli
Milano. morto». Applausi. Le mie parole fu- apprendisti stregoni della «rivolu-
Dopo oltre rono sommerse dai festeggiamenti: zione». A distanza di quasi mezzo
un mese i dipendenti comunali, presenti in secolo, la deriva del sistema mene-
d ’a g o n i a aula per discute il loro contratto, ghino — un intreccio d’irrespon-
Sergio Ra- celebrano quella morte in modo sabilità, viltà e cinismo — rimane
melli, 18 anni appena compiuti, terribile, agghiacciante. In quel impressionante. Allora, nessuno, o
moriva. La notizia arrivò subito in momento ho compreso quanto fos- quasi, sembrava voler capire o ve-
Consiglio comunale, a palazzo Ma- se stata tremenda e profonda la no- dere una realtà assurda e, per molti
rino. Il cuore della città. Tomaso stra sconfitta di trent’anni prima». versi, inconfessabile. Le istituzioni
Staiti, allora capogruppo del MSI- — nonostante gli allarmi del pre-
DN, ricorda, nella sua autobiogra- Una constatazione amara, amaris- fetto Mazza e il suo lucido rapporto
fia «Confessioni di un fazioso», sima ma drammaticamente vera. sull’eversione nel 1972 — si para-
quel momento crudele. «Appena Incredibilmente, per un lungo de- lizzarono. I partiti del cosiddetto
mi fu comunicata la notizia, presi cennio Milano venne inghiottita da «arco costituzionale» (comunisti
la parola in Consiglio; in un silen- un sociodramma sulfureo, trasfor- compresi), si rivelarono incapaci di

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STORIA IN RETE 84 Febbraio-Aprile 2017

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TRINCEE
Anni terribili

r a strano
i

Sergio Ramelli (1956-


1975). Il 13 marzo 1975
venne aggredito in
un’imboscata condotta
da un gruppo di
Avanguardia Operaia,
che lo massacrò a colpi di
chiave inglese Hazet 36.
Dopo 45 giorni d’agonia,
il 29 aprile Ramelli spirò

arginare e comprendere i limiti e i non era la classe operaia, per lo più nelli divenne il simbolo di un’epoca
pericoli dell’ondata ribellistica e ri- controllata e diretta dai sindacati e opaca e confusa.
masero basiti e incapaci. Irrespon- dai comunisti, ma i figli della bor-
sabilmente Aldo Aniasi, il sindaco ghesia, i bimbi del «miracolo eco- Inevitabilmente, in quegli anni
socialista, la Democrazia Cristiana, nomico», gli eredi dei «cummen- crudeli, per la Milano che pesava,
il potere economico chiusero gli oc- da», dei «ricchi», degli «arrivati». pensava e decideva, Sergio Ramel-
chi e — con la complicità del «Cor- Un corto circuito culturale che tra- li, Enrico Pedenovi e tutte le altre
riere della Sera», diretto dal vane- volse e stravolse abitudini conso- vittime — missini, poliziotti, an-
sio Pietro Ottone e controllato da lidate, linguaggi antichi, sicurezze ticomunisti democratici (vedi De
Raffaele Fiengo, l’uomo di fiducia sociali, riti familiari. All’improvvi- Carolis), giornalisti liberi (Monta-
del PCI — offrirono sponde e giu- so, tutto divenne obsoleto, vecchio, nelli), gente comune — poco o nulla
stificazioni alla follia estremistica, reazionario; a Portofino e a Forte contano. Soltanto dopo l’omicidio
alla violenza della sinistra ultrà. A i costosi motoscafi Riva vennero Moro, davanti al cadavere di Walter
sfilare sotto le immagini di Stalin e prontamente ribattezzati «Lenin», Tobagi, l’anticonformista capore-
Mao, per poi giocare alla guerriglia «Che Guevara» e «Mao». Il miliar- dattore del «Corriere» ammazzato
urbana contro i «fasci» e i poliziotti, dario castrista Giangiacomo Feltri- dagli ultrà rossi — tutti rampolli della

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Milano, 1975. Ogni sabato pomeriggio
i gruppi extraparlamentari
inscenavano nel centro cittadino
manifestazioni violente, assaltando e
distruggendo sedi politiche e culturali,
locali pubblici considerati (a torto o
ragione) ritrovi dei «nemici»

le, ma, per una volta, Milano riuscì


a fare i conti con il suo recente pas-
sato. Barbiellini Amidei sul «Cor-
riere», Passalacqua su «Repubblica»,
Mughini sul «Giorno» e altri ancora
iniziarono a rompere il muro d’ipo-
crisia e interrogarsi sulla «latitanza
delle coscienze» sul daltonismo della
magistratura e dei media. Durissi-
ma su «L’Espresso» l’accusa di Pan-
sa a Capanna: «Qui non è in gioco
«il patrimonio politico di milioni di
antifascisti», e dunque non metter la
mano su questa merce preziosa che
non è soltanto tua. Qui c’é un ragaz-
zo (fascista) che qualcuno ha accop-
pato, c’è un assassinato (fascista) che
attende giustizia. I magistrati di Mi-
lano pensano di riuscire a dargliela.
Sono sulla strada giusta o no? Io non
lo so, Capanna, ma nemmeno tu. Ep-
«Milano bene»: Morandini, Barbone segno del «socialismo tricolore», un pure scrivi questi piagnistei penosi,
etc. — e la mattanza di giudici e diri- filo di dialogo con Tomaso Staiti e che fanno torto alla tua intelligenza.
genti d’azienda, la città aprì gli occhi Alfredo Mantica — allora i leader E allora “scendi”, Mario. E pentiti,
e lentamente uscì dall’incubo, ritro- milanesi della destra modernista — politicamente, anche tu».
vando la sua vera natura: i soldi, gli e, nel 1982, inaugurarono in pompa
affari, la tranquillità, l’edonismo. Nel magna a Palazzo Reale la grande mo- Il processo, conclusosi con otto con-
1978, persino i comunisti divennero stra «Gli Anni Trenta, arte e cultura danne per gli esecutori dell’aggres-
«miglioristi» e, con l’allora vicesin- in Italia», una rassegna coraggiosa e sione, segnò un punto di svolta an-
daco Korak, presero ufficialmente le onesta sull’esperienza mussoliniana. che per destra milanese. Abilmente,
distanze dall’antifascismo militante Un‘occasione storica che, purtroppo, Ignazio La Russa, rappresentante di
e condannarono apertamente le ag- i vertici del MSI non vollero coglie- mamma Ramelli al processo, evi-
gressioni rosse contro i consiglieri di re e valorizzare adeguatamente. Lo tò toni retorici e richieste di «pene
zona missini. Gli anni Ottanta segna- spartiacque definitivo arrivò tre anni esemplari» per una rivisitazione
rono uno spartiacque e l’inizio di una più tardi, nel 1985. Improvvisamente seria e obiettiva sull’intera stagione
lunga rimozione. Fu il craxismo, la la magistratura riaprì il caso Ramel- dell’antifascismo militante, su un de-
«Milano da bere». Con Tognoli li, un delitto ancora impunito. Gra- cennio di follia. Il passato non passa
sindaco — un politico intelligente zie ad una serie di delazioni, i giudici se il sangue non è placato. Se non vi
—l’incendio si spense, buona parte Guido Salvini e Maurizio Grigo ar- è giustizia. Verità. Aprendo la sua re-
dei «rivoluzionari» furono riciclati rivarono ai colpevoli, a coloro che quisitoria — tre ore cruciali e dram-
nel sistema socialista (il quotidiano avevano massacrato a colpi di chiavi matiche — La Russa scandì: «Questo
«Lotta Continua» diventò «Report», inglesi — le lunghe e pesanti Hz 36 processo sia quello che è mancato
entrando nell’orbita di Martelli...), e — un ragazzo di 18 anni. Si trattava alla generazione di Ramelli. Cioè
si tornò a ballare, divertirsi, a inve- di un gruppo di ex studenti di me- un momento di giustizia, il punto
stire in borsa. dicina, tutti aderenti ad Avanguar- di arrivo di un’opera di profonda ri-
dia Operaia. Scattarono le manette flessione, la risposta ad un attesa che
Per suggellare la chiusura definitiva con l’accusa di omicidio volontario. non ha riguardato soltanto mamma
con le culture della morte (e la fine Mario Capanna, leader di Democra- Ramelli ma tante, tantissime perso-
della subalternità alla sinistra mar- zia Proletaria, tentò di difendere con ne: non solo una parte politica, ma
xista), Tognoli e Craxi aprirono, nel ogni mezzo un passato indifendibi- l’intera comunità nazionale». Una

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STORIA IN RETE 86 Febbraio-Aprile 2017

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pubblici considerati (a torno o
ragione) ritrovi dei “nemici”

«Sergio Ramelli»

scelta giusta e fortemente condivisa e il ’73 il MSI cercò di riorganizzò le


dal mondo giovanile che — per una sue file e reagire. Da qui una serie di
volta in piena sintonia con il partito iniziative, tutte finalizzate alla ria- La voce
— mobilitò le sue forze per scuotere pertura, nel segno dell’anticomuni- «Sergio Ramelli»
esiste su Wikipedia solo in italiano
dal torpore la metropoli. smo, di un rapporto con la società
civile. L’occasione più importante fu
Accuratezza 
Si chiudeva così il lungo, doloro- senza dubbio l’ipotesi della Maggio-
so percorso della destra meneghina ranza Silenziosa, sorta nella prima- Fonti e note 
attraverso gli anni di piombo. Un vera del 1971, in seguito al lavorio di
Bibliografia 
cammino iniziato all’indomani del raccordo svolto dalla Giovane Italia
12 dicembre 1969, con il massacro — sotto gli auspici di Nino Nutrizio, Controversie 
di piazza Fontana e l’esplosione del lo storico direttore de «La Notte» —
 Vetrina in nessuna lingua
cosiddetto «autunno caldo». Due av- con gli altri gruppi giovanili anti-
venimenti che segnarono in profon- comunisti. Una manovra fruttuosa  Gendarmi 
dità il tessuto milanese e sconvolsero che si concretizzò in un contenitore della Memoria
le categorie politiche. Sino ad allora vasto, dai contorni spontanei, inde-
il MSI aveva mantenuto — forte di finiti quanto promettenti, come, ap- minimo massimo 
una salda base elettorale per lo più punto, la Maggioranza Silenziosa.
borghese, una presenza giovanile di- Un’esperienza e un’atmosfera che serendo ai vertici del movimento
namica e alcune sezioni nei quartieri Staiti descrive così: «La Maggioran- un suo quadro, il pirotecnico Lu-
periferici — una presenza limitata za Silenziosa era il marchio del Co- ciano Bonocore; ma presto i mis-
ma non marginale sul territorio ed mitato Cittadino Anticomunista, sini entrarono in rotta di collisione
espresso una rappresentanza isti- costituito dall’avvocato Adamo De- con il gruppo promotore — oltre
tuzionale di buon livello, capace di gli Occhi; ex partigiano «bianco», a Degli Occhi, Massimo De Ca-
interloquire (il senatore Gastone aveva saputo coagulare gli umori e rolis, Gabriele Pagliuzzi, Antonio
Nencioni in particolare) anche con le paure della borghesia moderata; Del Pennino, Gian Paolo Landi di
i poteri economici. Poi la rottura lo choc della contestazione aveva Chiavenna— e il cartello iniziò ad
imprevista e traumatica. Da subito infatti allontanato i moderati dalla incrinarsi per paura d’infiltrazioni
lo tsunami del ’68-69 si rivelò deva- Democrazia Cristiana, dal Partito «neofasciste» e le pressioni dei par-
stante: scuole e università divennero Liberale e del Partito Socialdemo- titi centristi. Una seconda grande
rapidamente off limits per i militanti cratico. La Maggioranza Silenziosa manifestazione, benché autoriz-
della Giovane Italia e del FUAN, le (lo stesso marchio era stato usato zata, venne pesantemente caricata
sedi si trasformarono in fortini as-
sediati, gli interlocutori «esterni»
svanirono e l’agibilità si ridusse tra
Il partito, in bilico tra legalismo e attivismo
piazza San Babila e l’adiacente sede recise i legami con un mondo giovanile che,
giovanile di corso Monforte. Per di in modo autonomo, trasformò il cuore di Milano
più il partito, in bilico tra legalismo
e attivismo, decise di chiudere lo sto-
in una vera e propria linea del fuoco.
rico «covo» dei ragazzi, recidendo Iniziava così l’avventura dei «sanbabilini»
così i legami con un mondo giovani-
le effervescente e coraggioso che, in da Nixon negli Stati Uniti) orga- dalla Celere. Per gli attivisti della
modo autonomo, trasformò il cuore nizzò l’11 marzo una manifestazio- Fiamma, gli unici organizzati e ve-
di Milano in una vera e propria linea ne a cui parteciparono ventimila ramente determinati, fu una gior-
del fuoco. Iniziava così l’avventura persone. Un successo tale da sbi- nata campale con cariche e contro-
dei «sanbabilini», una vicenda con- gottire tutti. Anche noi. In mezzo cariche tra Porta Venezia e il centro
traddittoria quanto generosa, ben a quella folla i nostri iscritti erano ma, politicamente, fu un disastro.
raccontata da Cesare Ferri, uno dei solo il cinque per cento. Migliaia di Spaventati, i notabili si dilegua-
protagonisti, nel suo libro «San Ba- milanesi scesi in strada per un solo rono e ritirarono il loro appoggio,
bila, la nostra trincea». motivo: non ne potevano più dell’e- lasciando isolato il buon Degli Oc-
gemonia comunista». chi che rimase incastrato in una
Al netto dei forse evitabili errori montatura giudiziaria tragicomica
tattici e politici e nonostante le diffi- Un successo pieno che il MSI cercò che gli costò nove mesi di carcere
coltà e l’ostilità crescente, tra il 1970 in qualche modo di cavalcare, in- per cospirazione, istigazione alla

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Qui sopra, un gruppo di «sanbabilini» disperata. Da qui un’accelerazione sabili giovanili e sindacali, non
sotto i portici di piazza San Babila. brutale e rapida: l’importante ma seppero affrontare e neutralizzare.
A destra, un cordone di militanti missini limitato successo elettorale del MSI
si prepara per uno scontro di piazza
nelle elezioni del 1972 non fu suffi- La disastrosa gestione del 12 aprile
ciente a determinare la tanto attesa 1973, il famigerato «giovedì nero»,
guerra civile, attentato alla Costi- «svolta a destra» e il partito restò a lo conferma. Quel giorno male-
tuzione. La Maggioranza Silenzio- metà del guado, indeciso tra inse- detto, il MSI decise una prova di
sa era defunta ed erano nate le «tra- rimento e opposizione. A Milano forza. Fu una trappola micidiale.
me nere». Dopo l’evaporazione dei la tensione continuò a salire verti- La questura, su ordine del governo,
moderati, il MSI tentò di rilanciare ginosamente e la violenza divenne prima concesse il corteo, poi lo ac-
la sigla, rinominandola — non ca- fatto quotidiano. Dal ’72 in poi, alla corciò, infine, proprio alla vigilia,
sualmente — Maggioranza Silen- pressione militare dei gruppi ultra- concesse solo il comizio. Il giorno
ziosa Italiana. Un tentativo che non comunisti corrispose la dura rispo- stesso, mentre la base, ormai esa-
andò oltre ad un comizio in piazza sta dell’attivismo neofascista. Dai sperata, era mobilitata e centinaia
Castello (ripreso nell’apertura del pugni si passò ai bastoni, poi alle di attivisti confluivano su Milano,
film di Marco Bellocchio, «Sbatti il chiavi inglesi e ai coltelli, poi alle arrivò l’interdizione anche al ra-
mostro in prima pagina», in cui si pistole e all’esplosivo. In parallelo duno di piazza Tricolore. Da qui
vede un giovanissimo La Russa al iniziarono le mai chiarite infiltra- la rabbia, la furia dei militanti e gli
microfono). Era il 13 marzo 1972. zioni dei servizi segreti e dei cara- scontri. Nei disordini, una bomba
binieri nell’ambiente di San Babila SRCM — poco più di un petardo da
All’indomani i giornali aprirono e dintorni, con l’apparizione di esercitazione — squarciò il petto di
con la notizia che «Giangi» Feltri- «strani» personaggi (come Car- Antonio Marino, un giovane poli-
nelli si era fatto esplodere mentre lo Fumagalli, antico partigiano ziotto della Celere. Aveva 23 anni e
tentava di minare un traliccio elet- «bianco» e già agente dei servizi stava compiendo solo il suo dovere.
trico che si ergeva su un terreno di americani); una situazione torbi- Una tragedia a cui Almirante e
sua proprietà. Mentre il magnate da in cui, sulle follie giovanili di Franco Servello — al tempo segre-
pasticcione veniva sepolto al Mo- tanti ragazzi in ottima fede, s’in- tario milanese del MSI — risposero
numentale — il cimitero «bene» nescarono manovre poliziesche nel modo peggiore. La Federazione
meneghino — al canto dell’Inter- con riflessi ancor oggi inconfes- pose una taglia di cinque milioni
nazionale, Almirante annunciava sabili: Il Movimento Azione Ri- di lire sui colpevoli. Erano due
che il MSI-DN rappresentava or- voluzionaria, la Rosa dei Venti di ragazzini, Maurizio Murelli e
mai pienamente la Maggioranza Amos Spiazzi e altre strambe ger- Vittorio Loi convinti di lanciare
Silenziosa. La fase d’allargamento minazioni «atlantiche» di Gladio. sulla polizia solo dei mortaretti.
e inclusione era ormai conclusa, Manovre oscure che, purtroppo, Il risultato fu l’azzeramento del
restava solo la trincea. L’isolamen- i vertici locali del partito, nono- mondo attivistico missino, la di-
to. La battaglia solitaria e, presto, stante le sollecitazioni dei respon- spersione della galassia sanbabi-

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to ed esponente del PD) aggredì tre sassinio del consigliere provinciale
ragazzi del FUAN. Uno di loro, An- Enrico Pedenovi — sempre in un 29
tonio Braggion, non riuscì a fuggire. aprile, una data maledetta — diede-
Terrorizzato si chiuse nella sua Mini ro a quella microscopica comunità
Minor. Le HZ 36 scossero la piccola umana, emarginata e ferita, la forza
vettura. Pochi attimi fatali. Antonio per reagire, per ripartire. Il sangue
impugnò la pistola e sparò tre colpi non scorre invano... A partire dalla
in aria. Uno colpì casualmente Clau- seconda metà degli anni Settanta,
dio Varalli, uno degli aggressori. malgrado tutte le occasione perdute,
Per la sinistra extraparlamentare la le sconfitte e i tanti errori, i missini
morte di Varalli divenne l’occasione milanesi ebbero la forza e l’intelli-
per scatenare la piazza. Non a caso. genza di costruire nuove ipotesi poli-
Sfruttando l’emozione dell’episodio tiche, d’uscire dal «ghetto» e riaprirsi
milanese e, al tempo stesso, l’onda alla loro città, al mondo. Ecco allora
del trentennale del 25 aprile, i capetti Radio University, una voce anticon-
delle varie organizzazioni tentarono formista nell’etere, un’idea vincente
di sorpassare a sinistra il PCI, il loro di Ignazio La Russa, con Mauri-
vero avversario politico, e innescare, zio Gussoni, Eugenio Pasquinucci,
lina, la repressione poliziesca e la in nome dell’antifascismo militan- Amina Fiorillo; ecco Quarto tempo,
chiusura di ogni spazio politico. te, un’accelerazione massimalista. un laboratorio culturale importante,
Il «terrore rosso» aveva inizio. Per un’intera settimana, gli ultrà con Mantica e Vermi; ecco il MSI
scorazzarono in tutta la città, giun- innovativo e coraggioso di Staiti, se-
Per la destra il 1975 fu, ovunque,
l’annus horribilis. A Milano in
particolare. In quell’anno cruciale
Per la destra il 1975 fu, ovunque, l’annus horribilis.
la metropoli ambrosiana sembrava A Milano in particolare. In quell’anno cruciale
impazzita. Con la crisi dell’attivismo la metropoli ambrosiana sembrava impazzita.
missino e la disintegrazione delle
organizzazioni extraparlamentari —
Con la crisi dell’attivismo missino la sinistra
Avanguardia Nazionale e La Fenice estrema ebbe campo libero e piena impunità
— la sinistra estrema ebbe campo
libero e piena impunità: ogni sabato gendo persino ad assaltare la sede gretario federale, e Franco Petronio;
pomeriggio i militanti della «nuova de «Il Giornale» di Montanelli. Una ecco il Fronte della Gioventù, con
sinistra» —Avanguardia operaia, dimostrazione di potenza impres- Massimo Turci, Amedeo Langella,
Lotta continua, Movimento Lavo- sionante ma, tutto sommato, inutile Riccardo Decorato, Peppe Nanni,
ratori per il Socialismo, transfughi e velleitaria. Il PCI riprese presto il Andrea Calvi, Fabrizio Genchi, Pa-
di Potere operaio e altri coriandoli controllo della piazza e, poco dopo, ola Frassinetti. E ancora, il «Candi-
ultrà— devastavano il centro e le pe- le organizzazioni extraparlamentari do» con Pisanò e Giraudo, la musica
riferie. Le sedi del MSI (e non solo...) entrarono in crisi profonda: Lotta alternativa con gli Amici del Vento
venivano assaltate, sventrate, distrut- continua si sciolse, l’MLS e il PDUP e i fratelli Venturino, i tanti circoli
te. Tenne solo via Mancini, grazie ai si rifugiarono sotto le ali protettive culturali e sportivi, le case editrici, i
blindati dei carabinieri e all’impegno di Botteghe Oscure, Avanguardia libri, i concerti. Riprendendo un’im-
di pochi, pochissimi militanti. Era Operaia si trasformò nella fallimen- magine marxiana, il lavoro della
l’annuncio del «contropotere rosso», tare Democrazia Proletaria. I «duri «vecchia talpa che scava in profondi-
dell’«insurrezione proletaria». Il pri- e puri» preferirono trasmigrare tà e confonde il nemico». Poi gli anni
mo atto di una nuova guerra civile. nell’Autonomia operaia e/o nella Ottanta e, finalmente, il rilancio po-
Ogni giorno vi era un’aggressione, lotta armata, per poi accomodarsi litico e attivistico. I comizi in piazza
un agguato, un ferito più o meno nel pentitismo e nella delazione. Duomo. I convegni e i cortei studen-
grave. Il 13 marzo Sergio Ramelli teschi. Il processo Ramelli. I piccoli
venne picchiato selvaggiamente sot- Incredibilmente, nonostante tutto successi elettorali. Il confronto con
to casa e ricoverato in stato comato- e tutti, il MSI tenne duro. Nell’in- gli avversari. Ma questa, come avver-
so. Il 16 aprile, in piazza Cavour, un ferno di Milano i «fasci» non scom- te Kipling, è un’altra storia.
gruppo di militanti del MLS (tra cui parvero, non si arresero. La morte di
Stefano Boeri, oggi noto architet- Sergio Ramelli e, l’anno dopo, l’as- Marco Valle

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INTERVISTE
Protagonisti

TANTE LUCI, M
Il MSI del primo dopoguerra, i «Figli del Sole», la Giovane Italia, il
’68, gli incredibili retroscena del «golpe Borghese». La rottura con
Almirante e Democrazia Nazionale. Ecco la testimonianza di Pietro
Cerullo. Un racconto controcorrente. Come la sua vita…
di Marco Valle

N
ella lunga e contraddittoria vicen- duci della RSI; Maurizio e Gianfranco Rebucci, anche
da missina, Pietro Cerullo occupa loro con un fratello assassinato; Gianfranco Bacchi, la
un posto da protagonista. Leader cui sorella sedicenne era stata rapita, seviziata e ucci-
giovanile, deputato, responsa- sa; Giampaolo Manzini, colto e geniale, come pochi ne
bile della propaganda, possibile ho conosciuti. Insieme costruimmo la più forte orga-
delfino di Almirante, il docente nizzazione studentesca di tutta l’Emilia».
emiliano si distinse per la mente libera e il carattere
roccioso, duro. Non a caso, non risparmiò critiche alla Tra i giovani missini si dibatteva tra opposte visioni
classe dirigente della Fiamma ed entrò ripetutamente culturali. Quali erano le contrapposizioni e chi era-
in conflitto con i segretari nazionali, prima Micheli- no i protagonisti?
ni poi, soprattutto, Almirante. Una rottura umana
e politica traumatica che costrinse nel 1977 Cerullo «Venni coinvolto nel dibattito interno via via che presi
all’uscita dal partito in occasione della scissione di contatto con i dirigenti giovanili centrali nel 1953, nel
Democrazia Nazionale. Da anni lontano dalla politi- corso delle elezioni politiche, quando conobbi perso-
ca attiva, Cerullo ha proseguito l’attività giornalistica, nalmente Piero Buscaroli, Enzo Erra, Primo Siena,
collaborando con riviste e il sito www.destra.it, osser- Tazio Poltronieri, Franco Petronio; e soprattutto nel
vando e raccontando la destra da angolazioni sempre 1954, partecipando alla costituente della Giovane Ita-
anticonformiste. Lo abbiamo incontrato nella sua casa lia. Gli antagonisti principali erano i “Figli del Sole” e
milanese e intervistato. i “Visi Pallidi”: i primi si ispiravano a Giovanni Gen-
tile e Julius Evola. Postulavano, per dirla con Siena,
Cosa significava essere un giovane missino nell’E- “una lotta politica ispirata da una visione spiritualisti-
milia dell’immediato dopoguerra? ca e tradizionalista del mondo”. Il loro breviario era-
no gli “Orientamenti”, scritti da Evola. Gli altri si
«Significava vivere in perenne tensione: con la fami- richiamavano alla dottrina sociale del Fascismo
glia, preoccupata per i rischi e le ricadute di ostilità repubblicano, riproposta da Edmondo Cione,
ambientale; sul lavoro piuttosto che a scuola; con la Ernesto Massi, e da alcuni ex esponenti
questura, inquisitoria e ammonitrice; con le ronde co- della RSI: Giorgio Pini, An-
muniste, minacciose ed aggressive per strada, nei bar, gelo Tarchi, Concetto Pet-
finanche nei cinematografi. Ci sono volute fulminee tinato. Il loro era una sorta
rappresaglie, incluse “scoppiettanti” incursioni nei di Socialismo nazionale, “il
loro luoghi di ritrovo, per ottenere tregua. Nel 1950 fui Fascismo rosso”, cavalcato
promosso sul campo “addetto agli studenti medi”. Qui poi da Almirante nel
incontrai giovani di qualche anno maggiori, che ci aiu- Congresso di Milano
tarono a formarci e a difenderci. Ricordo in particola- del 1956 che provocò
re Enzo Beltrame, cui avevano trucidato tre fratelli re- la prima fuoriu-

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INTERVISTE
Protagonisti

I, MOLTE OMBRE

Pietro Cerullo durante


un comizio politico alla fine
degli anni Settanta

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MSI sembrò ad un passo dal go-
verno. Un’occasione unica, annul-
lata dalla discutibile decisione di
tenere il congresso a Genova. Una
trappola o uno sbaglio voluto?

«A meno di pensar male, non c’è


spiegazione possibile alla scelta di
celebrare il VI Congresso a Ge-
nova. Non tanto perché fosse città
medaglia d’oro della Resistenza
(troppe ce ne sono per scansarle
tutte), ma perché era allora la roc-
caforte del Comunismo più ol-
Il gruppo emiliano della Giovane Italia di cui faceva parte Pietro Cerullo (indicato
tranzista, presidiata dai famigerati
con la freccia rossa). In piedi dietro il labaro, Ernesto De Marzio (freccia azzurra), “camalli”, gli scaricatori del porto,
primo segretario di Democrazia Nazionale dal 1976 al 1978 con i ferali uncini. Una milizia del
PCI. E perché, in quei mesi, era in
scita dal Partito. Da allora datano se dirigente centrale e periferica. fieri una difficilissima e delicata
i controversi rapporti fra il sotto- Collaborai con Franco Petronio, operazione per spostare a destra
scritto, e molti altri giovani, ed Al- Massimo Anderson, Cesare Man- l’asse della politica italiana, con il
mirante. Ci affascinava la sua ora- tovani, Primo Siena. Frequentai as- passaggio formale e definitivo del
toria, ammiravamo il suo coraggio siduamente Almirante, De Marzio, MSI sulla sponda della democrazia
fisico, la sua dedizione al partito, la Gray, Pagliani, meno Romualdi e e la sua entrata ufficiale nell’area
sua sobrietà. Non c’erano però af- Michelini. Entrai nella redazione di governo. Contro quell’operazio-
ne era mobilitato tutto il mondo
«A meno di pensar male, non c’è spiegazione dell’antifascismo, dai comunisti ai
liberali fino alla sinistra democri-
possibile alla scelta di celebrare il VI Congresso stiana. E forse, in modo sommerso,
a Genova. In quei mesi era in fieri una delicata anche da frange interne. Ancora
meno si spiega la decisione di met-
operazione per l’entrata del MSI nel governo» tere alla presidenza del Congresso
Carlo Emanuele Basile, valoroso
finità culturali, convergenze stra- della rivista “Azione”, incubatore galantuomo, che però era stato
tegiche. I nostri modelli furono del “gruppo umano” e politico, che l’ultimo prefetto fascista di Geno-
e restarono inconciliabili. Quan- soltanto la scissione del 1976 riuscì va nel 1944, quando nel mese di
do, molti anni più tardi, vennero a dividere. C’erano, con Anderson giugno il Tribunale Speciale da lui
meno anche il rispetto e l’affetto, e il sottoscritto, Adriano Cerquetti, insediato mandò alla fucilazione
diventammo incompatibili». Emilio Buccico, Enrico Di Lucia- otto partigiani e i tedeschi depor-
no, Giampaolo Manzini, Domeni- tarono in Germania 1.500 operai.
E il mondo giovanile come reagì a co Mennitti, Marzio Modena, Nino Il 14 maggio 1960, malgrado i rap-
quelle divisioni? Parisi, Tazio Poltronieri, Gennaro porti inquietanti della Prefettura
Ruggiero, Giuseppe Tatarella. E di Genova sui gravissimi pericoli
«La Giovane Italia, in continuità molti altri che lasceranno impronte per l’ordine pubblico e gli allarmi
con i “Figli del Sole”, si attestò sul- indelebili nella storia del MSI e non confidenziali di molti dirigenti del
la linea di pensiero autonoma dalla solo: Abbatescianni, Abis, Cellai, Nord, me compreso, testimoni de-
cultura francese, riallacciandosi Innocenzo Cruciani, De Conciliis, gli imponenti preparativi del PCI,
attraverso Gentile, Vico, Rosmini, D’Erasmo, Feliciani, Fede, Ferrara, il Comitato Centrale ufficializzò
ad una tradizione cattolica, che Lanfranco, Lentini, Maltese, Mo- la data – 2/4 luglio – e la sede del
l’Illuminismo aveva corroso. Fra il rice, Novi, Padovano, Pelù, Luigi Congresso. Il 15 giugno, giunto a
1956 e il 1960, chiamato man mano e Ferdinando Perri, Roberto Petri, Genova per una riunione giovanile
a ricoprire incarichi nazionali nel Segarelli, Spadaro, Paolo Silvestri, preparatoria, assistei ai tumulti e
FUAN, nella Giovane Italia, venni Vassallo, Guido Virzì». agli incendi di via XX Settembre, di
in stretto contatto con tutta la clas- Nel 1960, grazie a Tambroni, il piazza Fontana ed alla occupazio-

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«Democrazia Nazionale»

ne del Teatro Margherita. Le Forze cifismo la voglia di libertinaggio e


dell’ordine vennero travolte. Un uf- la paura della guerra in Vietnam.
ficiale dei carabinieri fu catturato e Ciò premesso, è vero che fummo
gettato nella fontana della piazza. colti di sorpresa dalla contesta- La voce
Fiamme si alzavano in tutto il cen- zione giovanile. A parte l’appiatti- «Democrazia Nazionale»
tro. L’indomani andammo a Roma mento del MSI a “partito dell’or- esiste su Wikipedia in italiano, inglese
e catalano
a rappresentare ciò che appariva dine”, poco seducente per i giovani
Accuratezza 
incontestabile. Non ci ascoltaro- di tutti i tempi, eravamo da mesi
no. Sappiamo com’è andata: quasi crocefissi dal sistema mediatico e Fonti e note 
l’intero vertice del partito blindato politico con l’accusa di squadri-
nei furgoni della polizia e portato smo assassino, conseguente agli Bibliografia 
in salvo fra urla e scherno. Così il incidenti del 27 aprile 1966 all’U- Controversie 
grosso dei delegati. Con pochi altri niversità di Roma, durante i quali
uscimmo a mano armata dall’Ho- era rimasto ucciso lo studente so-  Vetrina in nessuna lingua
tel Columbus, facendoci strada a cialista Paolo Rossi».  Gendarmi
tutti i costi, defluendo con i nostri 
della Memoria
mezzi. Resta il dubbio: fu stupidi- Lei quel giorno c’era…
tà? Ci fu complicità di qualcuno minimo massimo 
con Fanfani e Moro, contrari all’a- «Nel corso di un dibattito alla fa-
pertura a destra? Fu una trappola coltà di Lettere, gli studenti di si-
per Michelini?». nistra tentarono d’impedirmi di Polizia delle manovre di Borghe-
parlare. Scoppiò una rissa furi- se”. In verità, delle manovre di
Negli anni precedenti il 1968, lei bonda, che provocò la caduta di un Borghese era da tempo informa-
fu uno dei responsabili del mondo terrazzo nel giardino sottostante. ta non solo la polizia, ma mezza
giovanile missino, un forza note- Precipitarono molti dei contenden- Italia. Molto prima della notte
vole e diffusa nelle scuole e nelle ti tra cui Rossi che ebbe la sventura passata alla storia come “la notte
università. Eppure la contestazio- di battere il capo su un cordolo di della Madonna” si parlava diffu-
ne studentesca vi sorprese... aiuola. La sua morte divenne “l’as- samente dell’imminente golpe del
sassinio dei fascisti”, il pretesto per “Comandante” che in novembre
«Il Movimento Studentesco conte- una campagna d’istigazione all’o- ne aveva discusso in una cena con
stava la residuale intelaiatura clas- dio che determinò forti difficoltà Almirante, De Marzio e Donato
sica degli studi, i criteri di merito alla nostra azione nel mondo della La Morte. Io stesso, come coor-
e gerarchia, il principio stesso di scuola e nelle piazze». dinatore dell’Emilia-Romagna, al
autorità nella famiglia, nella scuo- pari degli altri coordinatori delle
la, nella società e nello Stato. Era Nel 1970 vi è il tentativo del gol- regioni rosse, ero stato allertato e
l’esatto contrario dei nostri valori. pe Borghese. Fu una «commedia indotto a prendere contatto con i
Senza nemmeno l’attenuante del all’italiana» o si trattò di qualcosa comandi militari, compresa quelli
disagio economico e sociale, che di più serio? dell’Accademia Militare di Mode-
legittimava, per esempio, l’antago- na, per l’eventualità d’una reazio-
nismo del popolo comunista delle «Andreotti, in un’intervista al ne comunista, considerata inizial-
fabbriche e delle periferie. I richia- “Corriere della Sera” (29 aprile mente vincente. Numerosi nuclei
mi alla “beat generation”, alle pro- 2005), ammise: “Contro i colpi di di volontari erano stati reclutati,
teste degli studenti benestanti dei
campus californiani e delle altre
università americane, la rilettura
«Il Movimento Studentesco esprimeva l’esatto
di Wilhem Reich e di Herbert Mar- contrario dei nostri valori: i figli della borghesia
cuse, riflettevano cambiamenti del incartavano con cultura e pacifismo la voglia
costume e dei comportamenti, più
che esigenze di rinnovamento etico di libertinaggio e la paura della guerra in Vietnam»
e politico della società. Mi verrebbe
brutalmente da dire che i figli della Stato vigilavano non solo DC e finanziati ed armati da emissari
borghesia americana, seguiti con il PCI, anche il MSI. Sono convin- del Fronte Nazionale in vista del-
solito ritardo dagli omologhi euro- to che la notte dell’8 dicembre del la calata su Roma. Come in effet-
pei, incartavano di cultura e di pa- 1970 fu Almirante a informare la ti fecero la notte dell’8 dicembre

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1970. Quella notte tutto il vertice
del MSI rimase nella sede di via
Quattro Fontane in collegamen-
to con il centro operativo del FN,
tramite La Morte che, in uniforme
di ufficiale dei Carabinieri, faceva
la spola fra Almirante e Borghese.
In attesa del nulla. Un nulla am-
piamente previsto da molti di noi,
che non avevamo mai considerato
attendibile il piano sia per le mo-
dalità sia per la pubblicità sia per
la pochezza umana e politica degli
autori. Per quel che ne so, le uni-
che vittime furono due soldati alla
guida di due camion della sussi-
stenza, che alle prime luci dell’alba
si recavano a caricare vettovaglie
e furono spaventati da un grup-
po armato di “golpisti”, che corse di molti giovani, morti ammazza- fatti non testimoniano a suo fa-
loro incontro, avendoli scambiati ti o rovinati “per la rivoluzione”». vore. Almirante non è stato mai
per la testa d’una colonna milita- il segretario dell’unità. È stato,
re in marcia sulla capitale! Resta Nel 1972 lei viene eletto deputa- in modo brillantissimo, sempre
il problema delle ragioni che in- to ed entra nell’Esecutivo Na- il segretario di se stesso”. Ancora:
dussero Borghese ed Almirante zionale come responsabile della “La politica della non politica, si
a recitare in una evidente “com- propaganda. Iniziano le frizioni potrebbe dire. Questo è il suo ca-
media all’italiana”, utile forse alla con Almirante. polavoro. Propaganda abilissima,
DC e agli americani, come am- nessun disegno politico”».
monimento al PCI (parafrasando «Prendo parte attiva nelle deci-
il “piano Solo” anni ‘60). E forse sioni politiche e parlamentari e La sua polemica con il segre-
allo stesso PCI per raffreddare i ho modo di verificare sempre più tario nazionale non le impedì
bollori rivoluzionari e insieme le a fondo i miei dissensi con Almi- di vendicarlo per l’affronto di
impazienze consociative delle sue rante. Rilevo in sostanza l’assenza Cantagallo. Vuole raccontare
fazioni interne. Altrimenti resta di una linea politica, surrogata da l’episodio?
inspiegabile il suo silenzio, dura- mera propaganda, spesso con-
to fino al marzo 1971, quando fu traddittoria ed una spregiudicata «La spedizione al Cantagallo non
rotto dal ministero dell’Interno, conduzione del partito, soprat- fu, come denunciarono stampa e
per lotte intestine alla DC. Va da tutto da quando viene stabilito il TV, “punitiva”. Se avessimo volu-
sè che ci fa onore aver pagato un finanziamento pubblico. Quanto to punire, avremmo lasciato ben
tributo di sangue per la restitu- all’assenza di linea politica, mi altri segni a cose e a persone! Fu
semplicemente “sanzionatoria”,
educativa, per prevenire più che
«Resta il problema delle ragioni che indussero per reprimere. Nel giugno 1973,
Borghese ed Almirante a recitare in una evidente ad Almirante, in sosta al grande
“commedia all’italiana” del golpe, utile alla DC Autogrill di Cantagallo con mo-
glie e autista, fu negato il servizio
e agli americani e forse allo stesso PCI» di ristoro. L’indomani la notizia
fu strillata sulla stampa ed in TV.
zione di Trieste all’Italia e aver basti richiamare la valutazione di Capii all’istante che ci sarebbero
contribuito sul campo a tutelare Beppe Niccolai, non sospetto di state emulazioni, certamente in
l’italianità dell’Alto Adige. Non simpatie per i demonazionali, che Emilia, in danno degli esponenti
certamente l’aver servito interessi scriverà nel 1987: “Le condizio- missini conosciuti. Quindi decisi
e finalità del sistema, che procla- ni nelle quali Giorgio Almirante di agire, non solo per “vendicare”
mavamo di combattere, sulla pelle lascia il partito sono nei fatti. E i Almirante, che comunque rappre-

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STORIA IN RETE 94 Febbraio-Aprile 2017

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pe Niccolai, che “Almirante non
ha mai avuto amici. Le amicizie
le ha valutate e pesate sul metro
della cortigianeria”».

Dopo le sfortunate elezioni del


1976 la classe dirigente missi-
na entrò in crisi e Almirante
indisse il congresso. Da qui il
processo che portò alla scissione
di Democrazia Nazionale. Una
rottura traumatica che forse si
poteva evitare...

«La scissione del 1976-77 si poteva


e si doveva evitare. Come tentam-
mo disperatamente di fare noi della
corrente Destra Popolare, fondata
da Anderson e da me. Almirante
Nella pagina a fronte e in questa due comizi a Bologna in cui oppose un muro di ostilità: anzi,
Cerullo fa da oratore, rispettivamente nel 1972 - elezioni regionali come ha osservato Piero Ignazi,
- e 1975 - elezioni nazionali. Sul palco, da sinistra: Giampaolo fece della improrogabilità del Con-
Manzini, Alessandro Suzzi, Luigi Piacenti, Franco Mariani gresso, anche di una sola settima-
(che sarà eletto senatore), Pietro Lentini. Nell’altra, dietro Cerullo
si vedono Giampaolo Manzini e Filippo Berselli na, “l’arma con la quale spinge la
corrente di De Marzio ad una scel-
ta secca: o lo scontro immediato in
sentava tutto il partito, ma per fer- pre giudicato il vittimismo peg- Congresso o l’abbandono del cam-
mare sul nascere ogni velleità imi- giore della sconfitta. E non ho mai po. Temendo di non potere dare
tativa. Guidai sul posto un gruppo “mandato”, ma sempre condotto voce compiutamente alle proprie
di attivisti, bloccammo tutti gli le attività a rischio, dalle irruzio- posizioni (frattanto demonizzate e
accessi al mastodontico Auto- ni nella sede della Federazione del scomunicate sul ‘Secolo d’Italia’ e
grill, posto a cavallo di entrambi PCI a Bologna, (in occasione del- presso la base isterizzata), Demo-
i tronchi dell’autostrada del Sole la rivolta di Ungheria del’56), alla crazia Nazionale sceglie, o meglio
e procedendo a pettine da ogni
lato rastrellammo il personale di
servizio, un centinaio di addetti,
«La scissione del 1976-77 si poteva e si doveva
convogliandolo all’ultimo piano, evitare se nel dibattito si fosse rimasti
tranquillizzando nel contempo le al merito delle analisi politiche anziché buttarla
centinaia di avventori (era la festa
dell’Ascensione) cui spiegammo in un plebiscito su Almirante che lacerò il MSI»
le ragioni dell’incursione. Ai sin-
dacalisti, che avevano proclama- Sala Bossi di Bologna e al Teatro è costretta a scegliere l’uscita. Il se-
to lo sciopero anti Almirante e Comunale di Ferrara nel pieno guito è a tutti noto”. Resta il fatto
al direttore, che non si era sosti- delle celebrazioni della Nuova Re- che se nel dibattito precongressuale
tuito ai camerieri, impartimmo sistenza; dalle occupazioni dell’u- si fosse stati al merito delle analisi
una misurata “lezione”. Lo scan- niversità di Roma e degli atenei di politiche e non si fosse deviato ver-
dalo ovviamente scoppiò e arrivò Modena e di Pavia. Apprezzai la so un plebiscito pro o contro Almi-
in Parlamento. Nel partito molti difesa a muso duro di Rauti, con rante, da lui impostato e sollecita-
paggetti mi accusarono di avere cui non avevo amichevoli rela- to, come un’alternativa fra fedeltà
annullato il vantaggio propagan- zioni. Non apprezzai il silenzio di e tradimento alle ragioni ideali, la
distico del vittimismo e di averlo Almirante, il solo con cui avevo scissione non ci sarebbe stata o, al-
fatto di persona compromettendo, preventivamente concordato la meno, non avrebbe assunto aspetti
per la veste di deputato e dirigente spedizione, rilevando una volta così laceranti e irreversibili. Quel
nazionale, tutto il MSI. Io ho sem- di più, per usare le parole di Bep- dibattito portava in superficie i

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95 STORIA IN RETE

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Un commando missino in Alto Adige – di Pietro Cerullo

E
rano quattro, sono morti, l’ultimo nel 2014 sotto
Natale. Ora si possono raccontare. Negli anni Ses-
santa costituivano un commando. Un commando
del Partito, ma al servizio della Nazione. A difesa dell’in-
tegrità territoriale dell’Italia, minacciata dal terrorismo
altoatesino, in combutta con l’Austria. Molti hanno di-
menticato e moltissimi proprio non sanno che in Alto
Adige, dal 1961 al 1988, ci sono stati 361 attentati con
dinamite, mitra, mine antiuomo, costati 31 morti e 57
feriti, militari e civili, per mano del Befreiungsausschuss
Südtirol (BAS), Comitato per la liberazione del Tirolo me-
ridionale. La fase più cruenta fu tra il 1961 e il 1967, scan-
dita, per stare agli eventi più clamorosi, da la Fuernacht,
notte dei fuochi, in cui furono fatti saltare in simultanea
42 tralicci dell’alta tensione, seguita a breve dalla Kleine
Fuernacht, piccola notte dei fuochi, con altri otto tralic- Un gruppo di austriacanti cerca di strappare una
ci abbattuti, (giugno-luglio 1961); la distruzione delle bandiera tricolore durante una manifestazione
caserme dei carabinieri di Selva dei Mulini (settembre della Giovane Italia in Alto Adige
1964), di Sesto Pusteria (agosto 1965) e di quella dei
finanzieri di Malga Sasso (settembre 1966); gli agguati
di Passo Vizze (maggio 1966), di San Martino in valle di co, insisteva sulla discendenza umana di Gesù da David:
Casies ( luglio 1966); la strage di carabinieri a Cima Val- non semplice figlio di falegname, ma re, il Re. Del quale si
lona, nel bellunese (giugno 1967); l’esplosione sul treno sentiva un guerriero. Guerriero di Cristo e soldato d’Ita-
Alpenstock Express, all’altezza di Bressanone (settembre lia, la terra degli avi e la culla del Cattolicesimo, la Patria.
1967). Conservo una memoria speciale di quegli eventi, Considerava il Comunismo la nuova barbarie, nemico di
perché non mancai ad uno solo dei funerali che ne segui- Dio e delle nazioni cristiane e voleva combatterlo ovun-
rono, nel biennio 1965/1967, accompagnando Giorgio que, con qualsiasi mezzo, a qualunque costo. Per questo
Almirante, che vi presenziò in rappresentanza del MSI. aveva partecipato ad un attentato ad un monumento al
I terroristi combattevano una guerra facile, favoriti dal- soldato sovietico a Berlino. Stessa determinazione per il
la popolazione di lingua tedesca, finanziati dall’Austria, bene della Patria. Il commando agì dunque con obiettivi
dove avevano basi logistiche e dove si rifugiavano dopo politici e militari. L’Austria fu ammonita da un attentato
ogni imboscata. E senza un adeguato contrasto da parte con vari feriti alla Salina di Ebensee (23 settembre 1963).
dell’Italia, condizionata dai soliti antifascisti in servizio E rapidamente attenuò il «favor rei» verso i terroristi al-
permanente, che accusavano le nostre forze dell’ordine toatesini, fino ad arrestare Georg Klotz, «il martellatore
di comportamenti provocatori e persecutori, determi- della Val Passiria», scampato miracolosamente due gior-
nando finanche un processo a carico dei carabinieri. Un ni prima (7 sett. 1964) ad un intervento, tuttora non si sa
contrasto vero ed efficace ai terroristi altoatesini comin- di chi, nel quale comunque era rimasto ucciso il suo so-
ciò quando, non so se d’intesa con il governo, Arturo Mi- dale Luis Amplatz. Gli altri terroristi intesero che poteva-
chelini, il migliore segretario nazionale del MSI, lucido no trovarsi loro malgrado «estradati» di fatto in territorio
politico, non mero prestidigitatore di parole, decise di italiano a portata dei nostri servizi di sicurezza. Il BAS si
fare supplenza all’ignavia dello Stato. Nacque così il com- eclissò. Ed anche il «nostro» commando, «attenzionato»
mando del Partito al servizio della Nazione, per operare dalla magistratura, si ritirò nell’anonimato in un Paese
in clandestinità a proprio rischio e pericolo. A me fu dele- amico. Dove ebbi ancora occasione di incontrarli, facen-
gato il collegamento. Ero molto amico del «capo morale» do così la conoscenza della splendida Lisbona antica e
del gruppo. Alto, asciutto, ascetico, cattolico aristocrati- di molti esuli francesi, ex militari e militanti dell’OAS. n

nodi centrali del Fascismo, della all’antifascismo (non rinnegare). partiti, vuoti di idee e privi di pro-
democrazia e della rappresentanza, Non era soltanto la replica della grammi, se non quelli delle vendet-
evitando di sciogliere i quali il MSI coerenza e del coraggio di chi ave- te antifasciste e del saccheggio del-
si era condannato ad un’ambiguità va servito con limpida coscienza i lo Stato. Il MSI, invece, ha vissuto
ideologica e programmatica como- propri ideali e la Patria all’arrogan- in modo schizofrenico: da un lato,
da da gestire, ma sterile politica- za degli antifascisti. Era l’ammo- coltivando nostalgie, reducismi e
mente, che data dalle origini. Ep- nizione ad andare avanti, oltre il utopici ritorni; dall’altro, puntando
pure la formula di De Marsanich, passato ed oltre il presente, a pre- all’inserimento nel sistema e nel-
“non rinnegare, non restaurare”, pararsi al nuovo che stava soprav- la partitocrazia. Così, dopo la fase
apparentemente tutta negativa, venendo in Europa e nel mondo, “eroica”, dalle origini agli anni ‘50,
conteneva un’implicita indicazione con l’accelerazione propria delle ha misurato il passo su quello degli
positiva: costruire il futuro d’Italia epoche segnate da grandi rivolu- altri partiti, praticando, dietro lo
su basi nuove, sia rispetto al Fasci- zioni e guerre. Un’ammonizione schermo di un “rivoluzionarismo”
smo (non restaurare), sia rispetto a fare l’esatto contrario degli altri verboso, una linea legalitaria e con-

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STORIA IN RETE 96 Febbraio-Aprile 2017

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Lo stemma di Democrazia
Nazionale, costituita dai fuoriusciti cosa rimane (se rimane...)
dal MSI, tra cui anche Cerullo, dell’esperienza missina?
fra 1977 e 1979
«Resta la testimonianza,
formista, presentata come avvalorata da contributi
rispetto istituzionale e di sangue, che anche nel
senso dello Stato e attua- mondo dominato dal cal-
ta come sostegno, gratu- colo, dalla convenienza
ito e non, al potere con- e dall’interesse possono
servatore e democristiano. esserci minoranze ideal-
Considerato “partito taxi”, mente ispirate, spiritual-
definizione di Enrico Mattei, mente coraggiose e senti-
veniva noleggiato alla bisogna: mentalmente generose. Capaci
per l’elezione di presidenti della di schierarsi dalla parte dei vinti,
Repubblica, per il proscioglimento se è quella dell’onore; di opporsi
di ministri in stato di accusa, per il ai maramaldi, ai negatori dell’i-
referendum sul divorzio, per la co- dentità e della integrità nazionale,
siddetta riforma della RAI-TV, per frenesia dell’inserimento Almiran- agli ausiliari dei nemici dell’Ita-
il varo del finanziamento pubblico te si spinse fino all’esaltazione dei lia, sempre numerosi nella nostra
ai partiti, e via dicendo. Cose che “valori della Resistenza in quanto sventurata Patria. Resta l’inse-
rendevano bene ai vertici, ma “non valori di libertà” (Tribuna poli- gnamento che, purtroppo, anche
sdoganavano” dall’emarginazione, tica del 20 aprile 1972). E si arrivò gli impulsi più nobili, le virtù più
dalla discriminazione e dalla per- fino alla denunzia-delazione, dopo eroiche, le aspirazioni più elevate,
secuzione legale e fisica i militanti, gli incidenti di Milano nel 1973, possono essere manipolate e stru-
chiamati a pagare pesanti, talora contro Loi e Murelli e contro Sac- mentalizzate, se difettano spirito
tragici tributi di aggressioni, pro- cucci, dopo quelli del 1976 a Sezze critico e lucidità di analisi. Se pre-
cessi e sangue. Soprattutto i giova-
ni ed i sindacalisti di base. Il cam-
pione di questa doppiezza è stato
«La politica del MSI rendeva bene ai vertici,
Almirante che, nel gennaio 1970, ma non sdoganava dall’emarginazione e dalla
succeduto a Michelini, proclamò persecuzione i militanti, chiamati a pagare pesanti
“una strategia inedita per il MSI...
oltre gli angusti limiti e schemi e tragici tributi di aggressioni, processi e sangue»
dei reducismi e dell’ideologia per
prendere atto che si è chiusa una Romano. La sua parola d’ordine in valgono i demagoghi sui maestri,
fase storica... IL NOSTRO PASSA- quegli anni fu “defascistizzazione”: la retorica sulla logica, la propa-
TO SI CHIAMA MSI... Essere mis- bisognava rifare il volto del parti- ganda sulla politica, l’ineducazio-
sini oggi significa aver superato la to. Ignazi, commentando questa ne sulla cultura. Che sia accaduto
polemica fascismo-antifascismo”. operazione di lifting politico-ideo- proprio questo è provato dalle ma-
Iniziò così la metamorfosi, breve logico affidata ad Armando Plebe, cerie che ci hanno lasciato quanti
e incompiuta, del MSI in Destra promosso “consulente culturale del hanno sfruttato fino alla fine il
Nazionale. Tra il 1971-75 Almiran- partito”, ha scritto: “Come fosse MSI prima, Alleanza Nazionale
te varò frettolosamente il Fronte possibile che un esterno, del tutto dopo. Cosa rimane? Per quanto
articolato anticomunista, l’unifi- alieno alla cultura e alla storia del mi riguarda il ricordo ed il rim-
cazione con il Partito Monarchi- Fascismo e dello stesso MSI, po- pianto d’una stagione gioiosa an-
co, la Destra Nazionale, cooptò ai tesse condurre in porto una tale che nelle asperità, durante la quale
vertici Birindelli, Covelli, Di Lo- ‘evoluzione culturale’ e avesse car- ho vissuto avventure meravigliose
renzo e Miceli, entrambi ex capi ta bianca nella gestione culturale e incontrato e conosciuto anziani
dei servizi segreti, Plebe, filosofo missina è spiegabile soltanto con e giovani di eccezionale valore.
ex comunista, Greggi e Giacchero, lo stato di anoressia intellettuale Che mi compensano tuttora delle
ex partigiani cattolici. Con il chia- in cui versava il partito”». miserie e dei miserabili che, salvo
ro e dichiarato obiettivo dell’inse- eccezioni, sono seguiti».
rimento nel sistema a sostegno e Settant’anni dopo la sua fonda-
condizionamento della DC. Per la zione, 23 dopo lo scioglimento, Marco Valle

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97 STORIA IN RETE

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CONTROCANTO
Lati oscuri

L’OMBRA DEL
Abbiamo chiesto ad un
famoso giornalista d’in-
chiesta di darci un punto di
vista disincantato sulla lun-
ga storia del Movimento
Sociale. Una storia che ha
avuto i suoi punti oscuri e
le sue contraddizioni. Ecco
qualche esempio…
di Sandro Provvisionato

D
ella storia del MSI pos-
siamo dire di sapere
tutto. E questo gra-
zie soprattutto a due
studiosi di opposto
orientamento politico:
Adalberto Baldoni, penna storica della de-
stra italiana, e Davide Conti, giovane con-
sulente dell’Archivio storico del Senato. I
loro libri – in particolare «Noi rivoluzio-
nari» e «La Destra in Italia» per il primo
e «L’anima nera della Repubblica» per il
secondo – pur da punti di vista diame-
tralmente opposti, ma sempre venati
da una profonda onestà intellettuale,
sono delle pietre miliari per chi è in-
teressato alle vicende di una forma-
zione politica che ha attraversato
cinquant’anni della nostra storia,
anni non sempre limpidi, anni
ancora oggi non facili da analiz-
zare ed interpretare.

Per quegli anni l’accusa che


da sinistra viene semplici-
sticamente imputata al MSI

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STORIA IN RETE 98 Febbraio-Aprile 2017

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CONTROCANTO
Lati oscuri

ELLA FIAMMA
– ma non è il caso degli studi la coscienza dell’intero partito. do in un terribile boomerang? Il
di Conti – è ancora oggi piutto- Per capire, anche sotto il profilo «Partito dell’ordine», nel tentati-
sto rozza e schematica e si fonda psicologico, quanto pesò nel MSI vo di «riportare l’ordine» in una
sull’equazione «Movimento So- questa «colpa» è bene ricostruire piazza come Milano da anni pre-
ciale uguale golpismo». In realtà in poche righe cosa accadde in da del «caos rosso», ha provoca-
il rapporto che è esistito tra la quel «giovedì nero». to la morte di un giovane uomo
maggiore espressione della destra in divisa, un uomo dell’ordine.
italiana della Prima Repubblica e Tutto ebbe inizio attorno alle La manifestazione, poi vietata
la teoria e la pratica della violen- 18,30 di un giovedì di mezza dalla questura, era stata indetta
za – in una parola l’eversione – è primavera. Una densa nube di a Milano proprio dal MSI-DN
molto più articolata e contrad- fumo acre, prodotta dai cande- e dal Fronte della gioventù per
dittoria. Se l’equazione poteva lotti lanciati dai poliziotti con- protestare «contro la violenza».
essere compresa e politicamente tro un centinaio di militanti di Franco Servello, federale di Mi-
perfino giustificata nella pole- destra, avvolge una zona centra- lano, e con lui Franco Petronio,
mica fascismo/antifascismo di le di Milano. Da circa sei ore, la Gastone Nencioni, Enzo Leoni
allora, oggi il rischio è quello di piazza è in mano ai «neri» che e quasi tutti gli altri dirigenti
snaturare un’attenta ricostruzio- sfogano la loro rabbia contro i missini del capoluogo lombardo,
ne storiografica. meno colpevoli della caotica si- avvertivano da tempo la neces-
tuazione in cui si trova da tem- sità di «muoversi all’esterno», di
Intendiamoci: non che il MSI po il capoluogo lombardo. Ecco fare «qualcosa» dopo tanti anni
non abbia mai sofferto di pulsio- che da piazza Fratelli Bandiera, i di inattività determinata dalla
ni autoritarie, oppure che le irra- giovani missini, ai quali si sono presenza dei gruppi della sinistra
zionalità della piazza (vedi Reg- uniti anche i «duri» sanbabilini, extraparlamentare, padroni as-
gio Calabria 1970-72, ma anche partono nuovamente alla cari- soluti delle scuole, dell’università
la «Maggioranza silenziosa» de- ca. Lanciano sassi, bottiglie in- Statale, delle piazze, se si eccet-
gli anni Settanta a Milano) non cendiarie, pezzi di legno, biglie tua l’«isola di San Babila», dove
abbiano mai affascinato i vertici d’acciaio. La tragedia è nell’aria. era costantemente presente un
del partito. L’analisi storica ci Un boato. In mezzo alla corti- agguerrito, quanto eterogeneo,
dice che a differenza del PCI che na fumogena si scorge un’ombra schieramento di destra, anzi di
riuscì a rompere con i fermenti crollare sull’asfalto. È quella di estrema destra.
alla sua sinistra in modo deciso un celerino. Ha un ampio squar-
e repentino, senza distinguo ed cio nel torace e il volto sfigurato. Mentre le accuse nei confronti
esitazioni, il MSI, almeno fino al Una bomba SRCM, in dotazione del MSI incalzano, è la federazio-
1974, si aggrovigliò nella spirale all’Esercito e rubata, lo ha ucciso. ne milanese del partito a pren-
di un continuo tentativo di non Antonio Marino, questo il nome dere un’iniziativa clamorosa e
rompere, ma anzi di recuperare dell’agente caduto, faceva parte singolare. Con il benestare degli
al partito, ciò che di turbolento si della seconda compagnia del Ter- organi centrali, venerdì 13 aprile,
muoveva alla sua destra. E quan- zo Celere. Era emigrato dal Sud viene posta una taglia sugli assas-
do fu costretto a una rottura essa ed il 10 giugno avrebbe compiuto sini. L’annuncio della taglia viene
fu traumatica (come nel «Giovedì ventitré anni. pubblicato con manifesti affissi
Nero» del 13 aprile 1973, a Milano) sui muri della città che provoca-
tanto da macchiarsi agli occhi dei Ma chi ha voluto la manifestazio- no riprovazione negli ambienti
suoi estremisti di «tradimento», ne che, a conti fatti, per il partito dell’estrema destra. Svolta deci-
un’accusa che ferì notevolmente di Almirante si sta trasforman- siva delle indagini nella giornata

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99 STORIA IN RETE

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di sabato tiguità con personaggi ma so-
14. Il sena- prattutto ambienti poi inquisiti
tore Gastone dell’
per le stragi di Brescia e dell’I-
Nencioni, capo- talicus (1974). A dimostrazione
gruppo missino al che la continuità tra partito ed
Senato, in un’improv- estremisti non si è mai esaurita
visata conferenza stampa, ci sono poi le «porte girevoli» del
sollecitata dal senatore Giorgio MSI-DN: quanti sono stati i mi-
Pisanò e indetta nel suo studio di litanti di Ordine Nuovo uscii ed
corso di Porta Vittoria, rivela i entrati dal partito, a cominciare
nomi di chi avrebbe lanciato l’or- da Pino Rauti? Rauti entra nel
digno contro gli agenti e scarica MSI nel 1951, ne esce, ma solo a
i due responsabili: sono Mauri- metà, nel 1953 per fondare il Cen-
zio Murelli, diciannove anni, già tro Studi Ordine Nuovo, struttu-
iscritto al MSI-DN, e Vittorio rato come componente interna
Loi, figlio dell’ex campione del del partito. Rompe nuovamente
mondo di pugilato Duilio Loi, di con il partito nel ’56 per rien-
ventuno. L’indomani i loro nomi trarvi nel 1969 quando Almiran-
appaiono sulle pagine di tutti i te, divenutone segretario, lancia
giornali. II «Secolo d’Italia», con un appello rivolto soprattutto a
un titolo a tutta pagina, annun- Ordine Nuovo «ai camerati che
cia: «Denunciati dal MSI i pre- hanno abbandonato il partito»:
sunti assassini. Non appartengo- Rauti viene immediatamente in-
no alla Destra Nazionale». serito nella direzione nazionale.
Quasi tutti i dirigenti di Ordine Il corpo del «celerino»
Loi, riconosciuto responsabile Nuovo rientrano nel MSI. Eletto Antonio Marino a terra
diretto della morte dell’agente deputato nel 1972, Rauti sempre durante il Giovedì Nero
di Milano, il 12 aprile 1973
Antonio Marino, verrà condan- all’opposizione, sempre simbolo
nato in appello a 19 anni; Murelli della destra dura e pura, perde
a 18; Nico Azzi, fornitore delle tutti i congressi, spesso di pochi militare. Non solo il parà alla
bombe, a due. Assolti i dirigenti voti, sempre schierandosi con- Saccucci, ma soprattutto i capi
Servello e Petronio, accusati di tro Almirante ma nel 1990 batte militari dei servizi segreti coin-
manifestazione sediziosa. Dopo Gianfranco Fini e diventa segre- volti nelle inchieste più gravi
sulle deviazioni istituzionali.
Il caso Saccucci risale al 1976.
Il MSI, almeno fino al 1974, si aggrovigliò nella Già tenente dei paracadutisti e
spirale di un continuo tentativo di non rompere, segretario della loro associazio-
ma anzi di recuperare al partito ciò che ne nazionale, Sandro Saccucci,
ex ordinovista, viene arrestato
di turbolento si muoveva alla sua destra nel ‘71 con l’accusa di aver pre-
so parte al tentato Golpe Bor-
giornate di tensione alle stelle il tario. Ma dura poco. L’anno dopo ghese, nel ‘72 rientra nel par-
partito, alla fine, ne esce «puli- Fini ha la sua rivincita e Rauti tito e viene eletto alla Camera.
to», ma il suo comportamento comincia a sentire spirare l’aria Quattro anni dopo, durante la
ambiguo rimane: ha indetto una di Fiuggi. Nel 1995 quando nasce campagna elettorale per le poli-
manifestazione ma non ha sapu- Alleanza nazionale Rauti torna tiche del 1976, è il protagonista
to controllarla e alla fine ha scel- ad essere il leader di uno dei tan- di un altro momento altamente
to la via della consegna di due ti partitini sorti alla destra (ma imbarazzante per il MSI: i fatti
giovanissimi, la via della delazio- Rauti dirà sempre «alla sinistra») di Sezze. Durante un comizio,
ne. Il che riporta il Movimento del partito ufficiale. scoppiano disordini che culmi-
Sociale agli anni bui della strage nano nell’uccisione a colpi di
di piazza Fontana (1969) con la Un altro lato oscuro del MSI- pistola [di rimbalzo, sparati da
«pista di destra» che lambisce il DN è rimasto quello del rap- un collaboratore di Saccucci dopo
partito e anticipa una certa con- porto con esponenti del mondo che costui aveva abbandonato la

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STORIA IN RETE 100 Febbraio-Aprile 2017

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«Giovedì nero di Milano»

La voce
«Giovedì nero di Milano»
esiste su Wikipedia solo in italiano

Accuratezza 

Fonti e note 

Bibliografia 

Controversie

 Vetrina in nessuna lingua

 Gendarmi 
della Memoria

minimo massimo 

1972); ammiraglio Gino Birindel-


li, eroe di guerra, medaglia d’oro
al Valor Militare per la sua attivi-
tà coi sabotatori della Regia Ma-
rina, comandante navale della
NATO del Sud Europa, massone,
il cui nome compare nella lista
piazza NdR] di un giovane mi- hanno rappresentato un altro della P2 (deputato 1972-1976); ge-
litante di Lotta Continua, Luigi tipo di contiguità molto poco nerale Vito Miceli, capo del SID,
Di Rosa, e nel ferimento di un istituzionali? Di questi perso- arrestato nel 1974 per cospirazio-
suo compagno. Rieletto deputato naggi ne citiamo solo alcuni: ge- ne contro lo Stato nell’inchiesta
nonostante il clamore della vi-
cenda, tre settimane dopo il suo
insediamento, la Camera ne au-
Ancora tutto da analizzare è invece il significato
torizza l’arresto. Saccucci fugge della presenza nelle file del MSI, una volta lasciata
prima Inghilterra, poi in Francia la carriera, di alcuni dei militari di alto grado.
e quindi in Spagna prima di ripa-
rare definitivamente in Argenti- Presenze solo a titolo personale?
na. Intanto era stato condannato
a 12 anni di reclusione per con- nerale Giovanni De Lorenzo, già sulla Rosa dei Venti e in quella
corso morale in omicidio. Pena capo del SID, il servizio segreto sul Golpe Borghese, accuse poi
ridotta a otto in appello e in se- militare, poi comandante gene- cadute nel corso dei processi.
guito annullata dalla Cassazione. rale dell’Arma dei Carabinieri, Anche il suo nome compare nella
quindi destituito dalla carica di lista della P2 (deputato per tre le-
Ancora tutto da analizzare nei capo di Stato Maggiore dell’E- gislature dal 1976 al 1987, respon-
dettagli è invece il significa- sercito per la vicenda del «Piano sabile dell’Ufficio Forze armate
to della presenza nelle file del Solo» e delle schedature di mas- del partito). Tutti e tre emblemi
Movimento Sociale, una volta sa (alle politiche del 1968 eletto di un certo tipo di Forze Armate.
lasciata la carriera, di alcuni dei alla Camera con il Partito De- E di intendere il rapporto tra mi-
militari di più alto grado e più mocratico Italiano di Unità Mo- litari e società civile.
in vista del Paese. Presenze solo narchica – PDIUM, che nel 1971
a titolo personale? Oppure esse confluirà nel MSI. Rieletto nel Sandro Provvisionato

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101 STORIA IN RETE

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Anni di Piombo
Il MSI nella Capitale

E Roma divenn e
campo di batta g
Entusiasmo, goliardia, coraggio.
Poi tragedie e morti. Funerali e
rabbia. Negli anni Settanta il MSI
a Roma difese con forza il diritto
alla sua esistenza politica. Ecco
una testimonianza diretta di
quegli anni veramente di piombo
di Antonio Pannullo

I
rripetibili e terribili quegli anni di piombo a
L’agghiacciante immagine-simbolo degli Anni
Roma. Soprattutto considerando che i giova-
di Piombo a Roma: il cadavere semicarbonizzato
ni che scelsero di stare dalla parte del Mo- di Virgilio Mattei, 22 anni, alla finestra
vimento Sociale Italiano non si aspettavano dell’appartamento nelle case popolari di Primavalle,
che sarebbe successo quello che poi è succes- a Roma, a cui tre esponenti di Potere Operaio,
so. Credevano – credevamo – semplicemente Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo, hanno
appiccato un incendio. Aggrappato alla gamba
di fare politica, di esprimere la propria opinione, pro- di Virgilio verrà trovato il cadavere del fratello di soli
prio come tutti gli altri partiti, tramite le attività cano- otto anni, Stefano, anche lui vittima dell’attentato
niche di qualsiasi forza politica. Quindi affissione di
manifesti, volantinaggi davanti alle scuole e ai luoghi
di lavoro, presenza sul territorio con proprie sezioni, fascista non è reato», e per molti anni fu proprio
iniziative culturali, comizi, manifestazioni, cortei e così. I vari gruppi ultra comunisti non avevano più
quant’altro. Non potevamo prevedere che ognuna di remore nell’uccidere, incendiare, colpire, ferire uo-
queste singole cose ci sarebbe stata impedita con la mini e donne del MSI, se persino i giudici, i politici,
violenza. Il tutto nell’indifferenza, quando andava gli intellettuali e i poliziotti li perseguitavano. Il MSI
bene, e nell’ostilità delle istituzioni, che vedevano il doveva sparire fisicamente: tutto era consentito per
MSI come un corpo estraneo alla nazione. estirpare il «cancro fascista». Così anche a Roma,
in pochi mesi il MSI si trovò di fronte a un fuoco
Quando poi, all’inizio degli anni Settanta, anche concentrico proveniente da più parti, e c’erano solo
la magistratura iniziò a perseguitarci, e di conse- due scelte: rinunciare e andare a casa o restare e di-
guenza tutte le forze dell’ordine, capimmo che era- fendere la propria libertà e i propri diritti. Certo, in
vamo soli contro tutti. E non è un modo di dire. Fu altre città la situazione era anche peggiore: Milano,
coniato il felice quanto atroce slogan «uccidere un Torino, Genova, Firenze, Bologna e altre erano posti

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STORIA IN RETE 102 Febbraio-Aprile 2017

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Anni di Piombo
Il MSI nella Capitale

n e un
a glia...

dove il MSI non poteva fare nulla se non cercare di vari processi intentati ad Almirante e ad altri deputati
sopravvivere, e infatti sopravvisse, sia pure a prezzo e a centinaia di militanti per ricostituzione del disciol-
di costi enormi. to partito fascista, tuttavia i suoi quadri più attenti si
organizzarono e organizzarono i giovani che voleva-
A Roma, pur essendo in inferiorità patetica, ce la po- no resistere all’offensiva che, va detto, fu ferocissima.
tevamo ancora giocare, e così facemmo. Anche perché La scansione temporale degli anni di piombo va dalla
a vent’anni la politica, quella fatta di ideali, è un gioco strage di piazza Fontana, dicembre 1969, inspiegabil-
affascinante. Nel 1970 a Roma c’erano all’incirca una mente attribuita d’ufficio ai fascisti, fino alla morte
quarantina di sezioni: in quelle sezioni in un decennio del giovane attivista Paolo Di Nella, assassinato da
sono passati decine di migliaia di ragazzi e ragazze, di due comunisti mentre affiggeva manifesti per il verde
tutte le classi sociali, muniti spesso solo di coraggio e pubblico, nel febbraio 1983. Qualche storico li anticipa
di voglia di fare. Anche se neanche il partito capì com- agli scontri di Valle Giulia, nel marzo 1968, e probabil-
piutamente quello che stava succedendo, malgrado i mente è una data più giusta. Ma oltre agli scontri all’u-

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Un giovane del FdG durante
le manifestazioni studentesche

L’autore di questa appassionata


ricostruzione dei terribili Anni
di Piombo a Roma è anche autore
di «Attivisti» (Settimo Sigillo, pp. 696,
300 foto, € 39,00) una accurata storia
dell’attivismo missino a Roma

ti pressoché quotidiani, e in questo


va anche considerato che spesso i
militanti mettevano a disposizione
gratuitamente la loro opera e il loro
tempo per le azioni di ripristino. Le
sezioni incendiate o devastate da
bombe sono sempre state poi ria-
perte. Una parola per gli avvocati
missini che si sono sempre messi a
disposizioni per la difesa dei giova-
ni, e per gli esponenti parlamentari,
che non mancavano mai di far ave-
re un appoggio economico o anche
personale per le battaglie missine.
Molti di loro partecipavano con noi
agli scontri di piazza, come Cara-
donna o Marchio, solo per fare due
esempi fra i romani. Ma certo il
grazie più grande va alla comuni-
tà missina, che rispondeva sempre
massicciamente ai vari appelli lan-
ciati tramite il Secolo d’Italia per
niversità con la polizia, il 1968 per d’area «Il Borghese» Mario Tede- questa o quella causa impellente.
i giovani missini fu anche l’inva- schi e il giornalista Luciano Cirri Sottoscrizioni dopo sottoscrizioni
sione della Cecoslovacchia da parte fondarono il Soccorso Tricolore, che contribuirono a costituire quel
dell’Unione Sovietica, la Primavera organizzazione che aveva il compi- patrimonio di cui oggi dispone la
di Praga, Jan Palach. to di assistere per quanto possibile Fondazione Alleanza Nazionale.
i nostri giovani feriti, incarcerati,
Nel settembre , poi, avviene costretti alla latitanza. L’organiz- Nel , dunque, il segretario na-
un altro fatto importante, indice zazione si rivelò fondamentale nei zionale del MSI è Giorgio Almiran-
che forse qualcuno, più lungimi- durissimi anni successivi e cessò di te, i suoi vice sono Pino Romualdi
rante di altri, aveva capito cosa sa- funzionare solo con lo scioglimen- e Giorgio Bacchi, tutti e tre pro-
rebbe successo e prevedeva tempi to del MSI. Serviva anche a rifon- venienti dalla Repubblica Sociale
peggiori: il direttore del mensile dere gli ingenti danni degli attenta- Italiana. Il direttore dell’organo

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«Rogo di Primavalle»

ufficiale del partito «il Secolo d’I- chiamava membri del «comitato
talia» è Nino Tripodi, il capo delle intersindacale»), mentre la polizia
organizzazioni giovanili misine è denunciava e arrestava più che al-
Massimo Anderson, il presidente tro i giovani del FUAN. La voce
della Giovane Italia è Pietro Ce- «Rogo di Primavalle»
esiste su Wikipedia in italiano e inglese
rullo, mentre quello del FUAN, Ma le battaglie missine continua-
l’organizzazione degli studenti vano: le sezioni non si fermavano Accuratezza 
universitari, è Cesare Mantovani mai e non chiudevano mai e per
e quello dei Volontari Nazionali, il migliaia di giovani erano diventa- Fonti e note 
servizio d’ordine del partito, è Al- te la loro casa. Si faceva vita di co- Bibliografia 
berto Rossi. A Roma il «federale», munità. Si iniziava la mattina con
come si chiamava il responsabi- i volantinaggi e gli scontri davanti Controversie 
le della federazione provinciale, è alle scuole, scontri durante le as-
 Vetrina in nessuna lingua
Loffredo Gaetani Lovatelli. C’era semblee per lo stesso motivo, scon-
anche un nutrito settore femminile tri all’uscita per regolare i conti ri-  Gendarmi 
del partito, animato dalla contes- masti in sospeso. Si continuava nel della Memoria
sa Amalia Baccelli. Il 1970 si aprì pomeriggio con la propaganda nei
minimo massimo 
come tutti gli anni precedenti, con quartieri e la sera si andava a pren-
una tradizione ereditata diretta- dere una pizza e poi, tutti ad attac-
mente dal Fascismo, quello della car manifesti. Negli anni l’atmosfe-
celebrazione delle Befane tricolori ra si incarognì: quando un giovane veglianza attuali ancora non esiste-
ai figli degli iscritti, celebrazioni missino veniva ferito o ucciso, dalle vano) vennero installate ovunque;
alle quali spesso partecipava anche assemblee scolastiche e universita- i militanti a turno si appostavano
Donna Rachele. Quell’anno furono rie, egemonizzate dalle sinistre si per avvisare dell’arrivo di eventuali
distribuiti, al Supercinema, oltre levavano applausi. Da ogni parte aggressori, vere e proprie sentinelle.
duemila regali ai bambini, da par- si invocava la morte fisica dei fa- Solo che la guerra era finita da un
te dei deputati Giulio Caradonna e scisti, senza che intellettuali, gior- quarto di secolo e più. Caschi e ba-
Luigi Turchi. A intrattenere la gen-
te c’erano Oreste Lionello e Leo Va-
leriano. Nei primi mesi di quell’an-
Quando un giovane missino veniva ferito o ucciso,
no vi furono durissimi scontri dalle assemblee studentesche egemonizzate
all’ateneo di Roma tra studenti del dalle sinistre si levavano applausi.
FUAN e movimenti comunisti. Già
da allora si vedeva la piega che era da ogni parte si invocava la morte dei fascisti
stata presa: i «baroni» universita-
ri protestavano a gran voce per le nalisti, uomini politici, istituzioni, stoni vennero tenuti pronti nei ripo-
assemblee indette dal FUAN, cau- magistrati facessero sentire la voce stigli. Nessuno aveva voglia di mol-
sando di fatto gli scontri, mentre del buon senso. Ogni volta che un lare. Sempre nel 1970 ci fu, a Genova,
non avevano nulla da eccepire su missino veniva assassinato, i gior- la prima vittima missina degli Anni
quelle organizzate dal movimento nali lanciavano la «pista nera», per di Piombo: il  maggio morì l’opera-
studentesco all’interno dell’uni- insinuare un regolamento di conti io Ugo Venturini, dei Volontari Na-
versità, a cui spesso partecipavano interno, così come fece il «Messag- zionali, ucciso per difendere un co-
operai del PCI e persone esterne gero» per il rogo di Primavalle del mizio di Almirante a piazza Verdi.
all’ateneo. I docenti universitari 1973, quando i ricchi borghesi di Anche in quel caso il partito rimase
in tutti gli anni a venire, presero Potere Operaio bruciarono vivi un saldo, si compattò, la sottoscrizione
sempre posizione in favore delle si- bambino e un ragazzo, per la sola per la famiglia lanciata da Almiran-
nistre, per convinzione, per omertà colpa di essere figli di un missino. te ebbe un successo clamoroso in
o perché terrorizzati e minacciati. Un missino che faceva il netturbi- pochi giorni. Molti anni dopo, Al-
E questo comportamento pilatesco no e credeva nella politica sociale mirante utilizzò la sua liquidazione
ovviamente non favoriva il libero del fascismo e quindi del MSI. di parlamentare per comprare una
dialogo politico all’interno della casa per quella famiglia. Lo ha rac-
Sapienza. Il PCI addirittura por- Così le sezioni furono costrette a contato Donna Assunta, perché lui
tava i suoi picchiatori col pullman difendersi: robuste porte blindate non lo disse mai. Fu il primo di una
fino all’ingresso dell’università (li con spioncini (le telecamere di sor- lunga serie di missini assassinati. E

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«Strage di Acca Larentia»

neanche in questo caso l’odio del-


le sinistre e del sistema rallentava: i
missini andati all’Altare della Patria
a ricordare Venturini furono brutal- La voce
mente caricati e feriti dalla polizia, «Strage di Acca Larentia»
come testimoniano le foto pubbli- esiste su Wikipedia in italiano, inglese
e russo
cate dal «Secolo d’Italia». A ogni fu-
Accuratezza 
nerale si assisteva a scene del genere:
il corteo funebre dei fratelli Mattei Fonti e note 
fu assaltato in viale del Policlinico
Bibliografia 
dal collettivo di Medicina uscito
dall’università, prontamente respin- Controversie 
to dal nostro servizio d’ordine. Alle
 Vetrina in nessuna lingua
esequie di Mantakas, di Cecchin,
di Mancia la polizia caricò i giova-  Gendarmi 
ni missini indiscriminatamente e le della Memoria
sinistre aggredirono chi si recava al
funerale. Questa era l’atmosfera che minimo massimo 
noi respiravamo negli Anni di Piom-
bo: non potevamo andare a scuola, dici anni, a fucilate. E quell’anno, col passare degli anni, azioni di
all’università, al posto di lavoro, do- il 197, erano già stati uccisi Mikis guerriglia urbana, scontri con la
vevamo stare attenti a circolare per Mantakas, a Roma, e Sergio Ra- polizia, confronti armati con gli
i quartieri e quando tornavamo alle melli, a Milano. E nessuno diceva estremisti di sinistra nelle strade e
nostre case. Non è vittimismo, era nulla: nessuna condanna, nessuna davanti alle scuole: fu una battaglia
proprio così che andavano le cose. manifestazione di piazza, se non campale durata più di dieci anni. E
missina, nessuna solidarietà, nes- costellata di tragedie e di tragedie
Ovviamente molti missini si or- sun articolo indignato sulla gran- evitate per miracolo, come quan-
ganizzarono e difesero il loro di- de stampa italiana: erano morti do furono lanciate bombe molotov
ritto di esistere, di vivere. Furono di serie B. E intanto le sezioni e le dentro le sezioni di via Noto e del
anni di scontri, di botte e bastona- auto saltavano, gli attivisti veniva- Quadraro, quando gli attentatori
te, di pistolettate, con molti, troppi no massacrati, arrestati nell’indif- chiusero da fuori la serranda col fil
morti sul terreno, di centinaia di ferenza di tutta una società, alla di ferro dopo aver tirato gli ordi-
carcerazioni, il 90 per cento delle quale la stampa aveva messo la gni: solo per l’abnegazione e l’eroi-
quali ingiuste, di latitanze, di fa- sordina consapevolmente. smo di alcuni attivisti e di alcuni
miglie costrette a vendere le case passanti si poté evitare un’altra
per pagare le spese giudiziarie, di Ma i missini non si fermarono Primavalle: contammo solo i feriti
ragazzi feriti in modo permanen- mai: già dal 1970, quando la fonta- e i danni. Ma gli episodi, e i pro-
te. E non c’era pietà. Un  aprile, na del Tritone fu colorata di rosso tagonisti di queste pagine, sono
quello del 197, gli extraparlamen- in occasione della visita dell’odia- innumerevoli, e non si possono ri-
cordare tutti. Ci sono dei libri inte-
ri che li raccontano.
Alle esequie di mantakas, di Cecchin e di mancia
la polizia caricò i giovani missini e le sinistre Poi, dopo dieci vittime solo a
aggredirono chi si recava al funerale. Questa era Roma, venne Acca Larentia, la
strage che più ha segnato la comu-
l’aria che i giovani del mSi respiravano a Roma... nità missina e che ha spinto alcuni
a prendere le armi per difesa, per
tari di sinistra aggredirono i mis- to ministro degli Esteri sovietico far sentire ai ragazzi che venivano
sini al quartiere Prenestino con Gromyko, o quando furono dipin- massacrati nelle sezioni che non
bombe molotov, asce e pistole e te le statue del Pincio per prote- erano soli: Franco Ciavatta e Fran-
ferirono un invalido con l’accet- sta o quando si tentò di rubare la cesco Bigonzetti furono uccisi in
ta. Quello stesso Prenestino dove lupa del Campidoglio, quella vera, un agguato comunista fuori dalla
i terroristi uccisero Mario Zic- operazione poi naufragata. Azioni sezione Tuscolano del MSI. Dopo
chieri, che non aveva ancora se- goliardiche, simboliche ma anche poche ore, un terzo giovane, Ste-

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STORIA IN RETE 106 Febbraio-Aprile 2017

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1973, i funerali dei fratelli Mattei. La sede del MSI di Acca
Almirante sorregge la madre e la Larentia dopo l’attentato
sorella dei due giovani assassinati del 7 gennaio 1978

fano Recchioni della sezione Colle poi avrebbero attaccato lo Stato. Nel 1981 morì Alessandro Alibran-
Oppio, accorso sul luogo del mas- Ma non ci ascoltarono e l’Italia di, in uno scontro a fuoco con la
sacro insieme a centinaia di came- precipitò nell’abisso. E con Acca polizia, figlio del giudice antico-
rati, veniva assassinato nel corso di Larentia non era finita per il MSI munista Antonio. L’anno dopo
violenti scontri con i carabinieri. ci sarebbero state altre vittime, toccò al suo amico Giorgio Vale,
Per giorni i missini misero a ferro compreso il papà di Franco Cia- sempre in uno «scontro a fuoco»
e fuoco il quartiere, per protestare vatta, che per il dolore si uccise con le forze dell’ordine, anche se
contro l’ennesima strage impuni- pochi mesi dopo. E «l’onda lun- pare che lui non abbia sparato un
ta: ci furono decine di arresti e di ga» di Acca Larentia colpì anche solo colpo. La strage sembrava es-
feriti. Dieci giorni prima di Acca Alberto Giaquinto, assassinato sersi fermata quando, il 9 febbraio
Larentia era stato assassinato a con un colpo alla nuca da un 1983, fuori tempo massimo, fu uc-
Roma un altro missino, Angelo poliziotto mentre dimostrava in ciso a tradimento a largo Somalia
Pistolesi, del cui agguato nessun occasione dell’anniversario. E il il diciannovenne Paolo Di Nella
responsabile fu mai neanche in- giorno del funerale di Giaquin- militante del Fronte della Gioven-
dividuato. Ma i missini non si fer- to, un suo compagno di scuola si tù di via Sommacampagna. Anche
marono, anzi, rinnovarono i loro suicidò. Così come in carcere si in questo caso nessuno pagò. La
sforzi e la battaglia politica pro- sarebbe suicidato un comunista comunità missina era nuovamente
seguì. E il sistema si incattivì ul- sospettato dell’agguato. Agguato a un bivio: ma stavolta fu scelta la
teriormente: ogni nefandezza era che, va detto, ancora oggi, non ha strada della pacificazione nazio-
colpa dei fascisti, ogni bomba era responsabili. nale, anche se solo da parte mis-
missina, ogni pista nera. A un cer- sina, perché le sinistre proseguiva-
to punto il MSI aveva 600 ragazzi Intanto, sempre nel , era no nella loro lotta armata feroce.
tra incarcerati e latitanti. Roba da morto Franco Anselmi, poi l’anno Fu deciso da parte nostra di non
regime sudamericano. dopo Francesco Cecchin e Stefano dare seguito alla cosa e il Fronte
Cecchetti, per parlare solo dell’a- proseguì la sua lotta politica ade-
Al contrario, se i governi di allora rea della destra. Nel 1980 toccò guandosi ai cambiamenti dell’epo-
avessero ascoltato i parlamentari ad Angelo Mancia e a Luigi Alle- ca. All’inizio degli anni Novanta
missini che già dall’inizio del de- gretti, quest’ultimo ucciso perché Tangentopoli certificò che il MSI
cennio denunciavano, documen- scambiato per un dirigente missi- aveva avuto ragione. Undici anni
tavano e mettevano in guardia no, tutt’ora vivo e vegeto. La pietà dopo l’omicidio Di Nella, un ra-
sulla presenza di nuclei comunisti non ebbe dimora in quegli anni, gazzo di Salò, Mirko Tremaglia,
armati, molte vittime delle Brigate come dimostra la morte sospetta - diventava ministro della Repub-
Rosse, Moro e la sua scorta com- a dire poco – in carcere di Nanni blica democratica e antifascista.
presi, si sarebbero potute evitare. De Angelis, sempre nel 1980, pro-
Gli stessi che colpivano i missini, tagonista nella comunità romana. Antonio Pannullo

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107 STORIA IN RETE

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Occasioni sprecate
Ajmone Finestra nella città del Duce www.archiv

Latina,olim L
Latina, una delle città simbolo del Fascismo, ha sempre avuto
un cuore missino. Merito soprattutto di Ajmone Finestra, il
«federale» che nel 1993 divenne sindaco a furor di popolo. Una
bella storia e un’eredità sprecata
di Ferdinando Parisella

«A
h Latina, prima occasione di elezione diret- tracciato dal giorno della sua fon-
semmai ta, Ajmone Finestra, il fascista dal- dazione, poi con le sue costruzioni
Litto- la schiena dritta, vince. In verità, da «città nuova», evocava quanto
ria…». al primo turno, gli «eterni demo- nessuno era riuscito a fare in tempi
Un tor- cristi» fanno l’errore di dividersi moderni. Un’idea di città, un’idea
mentone. in tre liste che, sommate, raggiun- di popolo. Tutto ciò dal dopo-
In realtà Latina dal dopoguerra in gono il 38,4%! Va al ballottaggio guerra viene mal sopportato, un
poi è sempre stata democristiana. Finestra con il MSI, stravincendo vero difetto di origine, anziché un
Certo, il filone missino è sempre sulla sinistra con un sonoro 57,5% pregio. E in tanti tentano ostina-
stato significativo. Nei licei anche contro il 42,5%. E si riconferma nel tamente di svuotarlo per quasi 50
la componente giovanile era molto 1997 al primo turno con il 62,75%, anni. Ma con l’arrivo di Finestra,
attiva. Negli anni Settanta in tutta in coalizione con An e Forza Italia. la miscela tra le nuove aspettative
Italia le occupazioni sono di sinistra, Eccola, la grande occasione. Ri- dei cittadini e le eterne mai sod-
a Latina il contrario. Se Latina ha portare la storia di Littoria/Latina disfatte aspettative dei nostalgici,
l’Università, lo si deve a una lunga al centro: la Città di Fondazione sono finalmente unica cosa.
battaglia del FUAN locale. I comizi che tutti in Italia immaginavano
di Piazza del Popolo con Almiran- fascista, è in verità una città di E allora via ai sogni da realizza-
te erano un trionfo di gente ma poi tanti e di nessuno. Eppure il solco re. Riprendere il filo interrotto
nell’urna la DC raggiungeva per- del piano regolatore originario di
centuali imbarazzanti: nel 1970, la Frezzotti. Richiamare tutti alla
DC 45,6%, il MSI 14,6%, PCI 11,1% . identità originaria. Dare corpo
E così andò per anni. Poi arriva Di a tutto ciò che in Italia pensava-
Pietro, che attraverso un missino no fosse Latina, ma che in verità
di Monza, incastra Mario Chiesa. non era. Ora con un sindaco di-
E tutto cambia. Anzi, tutto cambia chiaratamente fascista, che aveva
con il referendum di Segni. combattuto con onore durante
la RSI, quale migliore occasione?
Con l’elezione diretta dei sindaci, L’illuminazione di tutta la via del
storica battaglia presidenzialista Mare è il primo atto emblematico.
del MSI, i voti si liberano. Viespo- Tutto il mondo si interessa di Lati-
li a Benevento, Moffa a Collefer- na, tutto il mondo viene a cercare
ro e altri in giro per l’Italia, tutto quest’uomo piccolo, deciso, voce
sembra all’improvviso possibile… squillante, sempre sorridente, ora
Tangentopoli ha distrutto il penta- deciso a riportare Latina/Litto-
partito, il MSI dalle «mani pulite», ria fuori dalla palude intellettuale
Ajmone Finestra (1921-2012)
è dunque pronto. A Latina, alla dove pensavano di averla lasciata.

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Occasioni sprecate
www.archiviofotograficolatina.it/ Ajmone Finestra nella città del Duce

m Littoria
Latina nel 1957. La città,
col nome di Littoria, venne fondata
dal Fascismo nel 1933
al centro dell’Agro Pontino

In questo periodo un altro latinen- sorta di condivisione pubblica. La valorizzava tutta la città di fondazio-
se, amante delle sue origini, si uni- città, i suoi satelliti, cioè i borghi. ne, compresi i borghi. Ultima perla,
sce e si ispira a Finestra, citandolo Tutto riprende il piano Frezzotti. il castigo. Oggi governa un bravo
e scrivendone nelle sue opere, An- medico di sinistra, votato non dal
tonio Pennacchi. Tutti e due por- Quando il grande progetto sem- PD. Tra i primi suoi atti pubblici,
tano Latina/Littoria all’attenzione bra in dirittura di arrivo, iniziano i il «matrimonio» tra due gay. Fine-
nazionale e non solo. Ma la grande problemi. Non solo quelli locali con i stra, ormai urla insieme ai «gigan-
sfida è appena cominciata. La città costruttori del luogo, ma soprattutto ti» che ha raggiunto. È stato tutto
ha un piano regolatore del 1972, che gli ostacoli causati tradizionalmente in questa città, federale del MSI,
in sostanza annichilisce e svilisce il dalla incapacità della destra, anzi dei consigliere comunale, regionale,
piano di fondazione. Va cancellato «destri» di fare sistema. Uno scem- senatore, sindaco. E fascista, orgo-
per riportare tutto alla genesi della pio imperdonabile. Il dopo Finestra è glioso di esserlo e dirlo ai quattro
«città nuova». Viene scelto da Fine- anche peggio perché quelli che si au- venti. Non solo, ha trattato con il
stra l’urbanista Pier Luigi Cervellati toproclamavano gli eredi dei «gigan- Padre Eterno anche la sua morte.
per il nuovo piano regolatore gene- ti» della bonifica affossano il nuovo Poco dopo la mezzanotte del 25
rale. E si tenta anche una parteci- piano regolatore dove il centro sto- aprile, quindi il 26. Nostro Signore
pazione popolare al progetto: una rico veniva chiamato Littoria e che lo ha accontentato. n

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giustizia a senso unico
Caccia alle streghe a Padova

MSI FUOR
Negli anni 70 Padova vive una terribile
stagione di odio e violenza. Le Brigate Rosse
uccidono i missini Mazzola e Giralucci mentre
Autonomia Operaia terrorizza la città. A sua volta
il giudice Calogero – lo stesso che poco dopo
indagherà proprio sull’area dell’Autonomia
guidata da Toni Negri – incarcera i ragazzi
del FdG padovano. È la prova generale per
lo scioglimento del MSI. Sotto lo sguardo
compiaciuto della stampa, compatta e
schierata sulle posizioni di un partito a caso:
il PCI. Ne parliamo con Marco Fioroni, allora
dirigente del FUAN di Padova, trascinato nel
vortice di una persecuzione kafkiana
di Raffaele Zanon

N
egli anni Set- del cosiddetto «partito armato» che
tanta Padova portò al primo omicidio delle Brigate
diventò per la Rosse proprio nella sede del MSI di
sinistra extra- via Zabarella nel 1974. Furono anni
pa rla menta- caratterizzati da violenze e prevari-
re un vero e cazioni quotidiane, da espropri pro-
proprio laboratorio dove violenze, letari, devastazioni di beni pubblici e
intimidazioni, attentati incendiari, privati, dalla sistematica demonizza-
pestaggi volti a impedire l’agibilità zione e schedatura del nemico politi-
politica ai «cosiddetti fascisti» era- co e della caccia al «fascista». Erano
no all’ordine del giorno. Un clima, gli anni in cui la sinistra chiedeva a
alimentato prima da Potere Operaio gran voce lo scioglimento del MSI in
e poi dall’Autonomia, che trovava un clima di contrapposizione e odio
nell’università il proprio habitat in alimentato anche dai media di allora.
una città compiacente dove il PCI è In una città difficile e complessa dove
sempre stato una forza ben radicata la DC di allora campava tranquilla
e organizzata. Fu in quel brodo di sulla tesi degli opposti estremismi,
cultura che maturò il salto di qualità la Destra resistette con vigore an-

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giustiziA A senso unico
Caccia alle streghe a Padova

ORILEGGE! «L’Europeo» n. 3 marzo 2009


che grazie ad un’organizzazione gio-
vanile che contava quadri preparati
e determinati.
raia. Per parlare di quegli anni difficili
e mai raccontati abbiamo intervistato
Marco Fioroni, allora dirigente del
FUAN di Padova e protagonista di
Alla violenza della sinistra e alla una vicenda giudiziaria emblematica
complicità della stampa si aggiunse di quegli anni terribili.
però la persecuzione giudiziaria che
sfociò nel 197 nel processo al Fronte Tutto parte dall’eccidio di via Za-
della Gioventù per tentata ricostitu- barella per opera delle Brigate Ros-
zione del disciolto PNF, istruito dal- se a Padova?
lo stesso zelante pubblico ministero
Pietro Calogero che tre anni più tardi «Ricordo bene quel periodo: erano
passò agli onori delle cronache come le 9, del 17 giugno 1974 quando un
inquisitore del «Processo 7 aprile»
contro Toni Negri e Autonomia Ope-

Marzo 1975, un murale che invoca la messa al bando del MSI.


Nell’altra foto, la notizia del massacro di via Zabarella a Padova,
il 17 giugno 1974, su «La Stampa» del giorno successivo. Anche
il quotidiano torinese cercò di insinuare che il duplice omicidio
fosse stato un regolamento di conti fra missini

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01 STORIA IN RETE

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«Assalto alla sede del Movimento
Sociale Italiano di Padova»

La voce
«Assalto alla sede del Movimento
Sociale Italiano di Padova»
esiste su Wikipedia solo in italiano
Accuratezza 

Fonti e note

Bibliografia 

Controversie 

 Vetrina in nessuna lingua

 Gendarmi 
della Memoria

minimo massimo 

gruppetto di cinque persone, tra cui P lo ferisce alla spalla, poi, subito copertura delle Brigate Nere, un’e-
una donna, raggiunge la sede del dopo, la stessa arma lo finisce con tichetta in cui il contenuto umano
MSI, in via Zabarella. Due uomini un colpo alla nuca. Mazzola è a terra viene fornito anche da gente iscrit-
aspettano in strada, la donna si fer- supino: è inerme, ferito, eppure uno ta al MSI”; “i mandanti del duplice
ma sulle scale, gli altri entrano nei degli aggressori gli poggia l’arma omicidio alla sede della federazione
locali della Federazione dove si tro- sulla fronte e fa fuoco... Poche ore missina – scrive “Il Giorno” – sono
vano Graziano Giralucci, 9 anni, dopo un volantino, fatto ritrovare iscritti al partito di Almirante“».
sposato e padre di una bimba di tre a Padova e a Milano, rivendica il
anni, Silvia, ex giocatore e allenato- duplice omicidio con queste parole: Dalla campagna di stampa alle
re di rugby, fondatore della squadra “Lunedì 17 giugno 1974, un nucleo famose tesi del Procuratore della
del CUS Padova, e Giuseppe Maz- armato delle Brigate Rosse ha occu- Repubblica Aldo Fais?
zola,  anni, carabiniere in conge- pato la sede provinciale del MSI in
do, sposato e padre di quattro figli. via Zabarella. I due fascisti presenti, «Aldo Fais è uno di quei magi-
I due uomini, armati di una P e di avendo violentemente reagito, sono strati che, per certi delitti, partono
una 7, con silenziatore, puntano le stati giustiziati”. Nonostante questa dal colpevole per arrivare, poi, alle
armi contro i missini: vogliono far- rivendicazione, ecco cosa scrissero prove che devono inchiodarlo. E
li inginocchiare e legarli con delle alcuni giornali del tempo: “Il Mani- nel 1974 il colpevole di tutto era il
Fascismo. Sempre e comunque. Si
era, infatti, nel pieno della stagio-
i giornali cercarono di accreditare la tesi che ne dell’antifascismo militante. Che
i due missini uccisi nella strage di via zabarella prevedeva che i fascisti, o presunti
sarebbero state vittime di regolamenti di conti tali, andavano colpiti e braccati co-
munque e dovunque. Tutti erano
interni agli ambienti neofascisti tenuti all’antifascismo militante, se
avevano cara la tranquillità e la car-
catene. Ma l’anziano ex-carabiniere festo” accredita questa tesi: “Pado- riera. I giornalisti, certo, ma anche
non può piegarsi a causa del busto va, due fascisti trovati uccisi nella i poliziotti, i magistrati e così via.
ortopedico che porta in conseguen- sede del MSI. C’è il sospetto che si In questo caso anche i procuratori.
za ad un’antica lesione alla colonna siano ammazzati tra loro”. “L’Uni- E così per i primi mesi le indagini
vertebrale. Forse reagisce, forse solo tà”, a sua volta, parla di “sedicenti sono rivolte solo contro Mazzola,
si rifiuta di inginocchiarsi, fatto sta Brigate Rosse”, mentre “l’Avanti” e Giralucci e l’ambiente in cui vive-
che dalla 7, parte un colpo che lo “Il Giorno” si spingono oltre, fino vano e militavano. Quando poi,
ferisce all’addome. Allora reagisce ad affermare che “le fantomatiche nel settembre 1974, Renato Curcio e
anche Giralucci, ma un colpo di Brigate Rosse altro non sono che la Alberto Franceschini sono arrestati

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A sinistra, ancora «La Stampa» sui fatti di via
Zabarella il 20 giugno successivo. In questa
foto, la strada davanti alla sede del MSI
padovano dove furono assassinati Girallucci
e Mazzola dopo l’assalto delle Brigate Rosse

e rivendicano in maniera inequivo- ti “pentimenti” nell’ambito del più pisodio in quanto mandanti morali
cabile quel delitto, allora le indagini vasto processo contro le Brigate dell’omicidio».
vengono immediatamente spostate Rosse, si arrivò a dare un volto e
e si cerca di dimostrare che le BR, a condannare gli assassini dei due Subito dopo il duplice omicidio
se proprio non sono Brigate Nere, missini. Ora la verità su quel lonta- la magistratura si attivò per de-
sono comunque ispirate, manovra- no episodio è venuta a galla, grazie capitare il FdG. In che clima si
te, teleguidate dai fascisti. Illumi- anche alla confessione di Susanna sviluppa secondo te questa enne-
nante a questo proposito è l’articolo Ronconi, che in carcere si è disso- sima persecuzione?
scritto su “Epoca” nell’ottobre 1974 ciata dalla lotta armata. Anche se-
dal giornalista Antonio Garzotto e condo i magistrati, le BR avevano «Fino allo scatenarsi del-
chiaramente ispirato dal procura- deciso di compiere una rapina nel- l’“antifascismo militante”, la lotta
tore Fais. La narrazione è la seguen- la sede di via Zabarella, una zona politica a Padova non era mai stata
te: Fais ha capito tutto. È sul pun-
to di mettere nel sacco le BR. E ha
individuato anche il loro mandante
il procuratore Pietro calogero cercò di incriminare
fascista. Il cui nome è racchiuso in il Msi per «ricostituzione del PnF» partendo
“una vocale e quattro consonanti”, dalla base: doveva dimostrare che i militanti
che nel mondo politico padovano
non possono portare che a Gianni delle organizzazioni giovanili erano «squadristi»
Swich, già vice segretario del MSI.
Solo dopo l’uccisione di Moro, dove il Movimento Sociale era, per vigliacca. Era ancora una città civile.
cambiato il clima politico, anche i tradizione, piuttosto forte. Nono- Ci si scazzottava, è vero, ma rigoro-
colpevoli di quel delitto sono cam- stante le diverse testimonianze, in samente in piazza e senza farsi trop-
biati, e finalmente Giuseppe Maz- special modo quella di Susanna po male. Gli agguati ed i pestaggi
zola e Graziano Giralucci hanno Ronconi, abbiano sempre soste- erano casi isolati. Ma dal 1974 diven-
potuto avere un po’ di giustizia». nuto la tesi dell’omicidio «per rea- nero fatti quotidiani. Comparvero le
zione» per risposta al tentativo di chiavi inglesi. Non passava giorno
E poi dopo anni di inchieste ed Giralucci e Mazzola di disarmare i senza che qualcuno dei nostri fosse
indagini fallite si arrivò alla con- due brigatisti, la Corte d’Assise ha aggredito davanti o all’interno di
ferma solo per la confessione di confermato la condanna a tutti gli questa o quella scuola. Lo stesso Gi-
Susanna Ronconi? imputati per omicidio volontario ralucci la settimana prima di essere
e concorso in omicidio volontario. assassinato dalle BR fu subì una pe-
«Sì e solo diciassette anni dopo, il Anche Curcio, Franceschini e Mo- sante aggressione da parte degli au-
9 dicembre 1991, a seguito dei soli- retti sono stati condannati per l’e- tonomi. Certo anche noi non si stava

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113 STORIA IN RETE

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a guardare. Se venivamo aggrediti, si loro appartenenza alla Federazione
reagiva e qualche volte anche si con- padovana, posso poi procedere an-
trattaccava. Bene o male, l’agibilità che contro di questa. Ma siccome è
davanti alle scuole e alle facoltà uni- evidente che il MSI padovano altro
versitarie l’abbiamo sempre difesa. A non è altro l’emanazione locale del
volte con successo. E così gli scontri MSI nazionale, posso arrivare a in-
si moltiplicavano e si facevano sem- castrare il MSI e Almirante senza
pre più accesi». dover passare dal Parlamento».

Ed è in questo clima che il magistra- Fu un processo contro le idee o


to Pietro Calogero è entrato in scena contro l’organizzazione politica? E
con la sua inchiesta e il suo teorema? chi furono i testimoni dell’accusa?

«Da diverso tempo una parte del- «Bisognava innanzitutto dimostrare


la magistratura cercava invano di che i ragazzi del FdG usavano abi-
ottenere lo scioglimento del MSI in tualmente la violenza come strumen-
quanto ricostituzione del disciolto to di lotta politica, così come impone
Partito Fascista. Ma il tentativo coz- la legge, e poi che avessero un’ideolo-
zava irrimediabilmente contro l’im- gia fascista. Ma in nove casi su dieci «Lotta continua» plaude
all’avvio del processo
munità parlamentare. Tutti i massi- i ragazzi del FdG erano piuttosto contro i 33 ragazzi
mi dirigenti del MSI erano, infatti, vittime che artefici della violenza. Il del Fronte della Gioventù
parlamentari e per procedere contro problema venne agevolmente risolto padovano. Fra questi
di loro era necessaria l’autorizzazio- dal fatto che a Padova era presente un c’erano anche adolescenti
di appena 16 anni
ne della Camera di appartenenza. gruppo organizzato che aveva fatto
Che non veniva mai concessa. Per- appunto dell’antifascismo militante
ché i politici, tutti i politici di tutti i la sua ragione d’essere. Il gruppo di ro fece poi sequestrare una decina di
partiti, dalla DC al PCI, non amava- Autonomia. E poiché i ragazzotti di opuscoli stampati dal FdG in cui si
no, non hanno mai amato, di venir Autonomia erano piuttosto aggres- affermava, per esempio, che eravamo
inquisiti dalla magistratura. Figu- sivi ed erano appunto dediti all’an- contrari sia al liberalismo sia alla
riamoci poi per questioni politiche... tifascismo militante, erano anche lotta di classe ed eravamo favorevoli
E così l’autorizzazione non la con- stati presenti a parecchi degli episodi ai principi del corporativismo. “La
cedevano. Neppure se riguardava di violenza accaduti in quegli anni a stessa cosa la dicevano i fascisti” fu
il MSI. Neppure per ricostituzione Padova. E se si riusciva a convincere l’accusa. In qualche altro documen-
del PNF. Meglio non creare perico- gli autonomi a dichiararsi vittime dei to si sosteneva che eravamo contro
losi precedenti... Fior di procuratori “fascisti” del FdG, ecco che il gioco la politica dei blocchi, contro il ca-
della Repubblica, ad esempio quel- era fatto. Manco a dirlo gli autonomi pitalismo degli USA e contro l’egua-
li di Milano e di Bologna, si erano accettarono con entusiasmo. E se per litarismo dell’URSS: “Come i fasci-
sti!”. E così via».
se si fosse riuscito a convincere i giovani Sembrava quasi una sceneggiata
«autonomi» a dichiararsi «vittime dei fascisti» ma la vicenda giudiziaria a quel
si sarebbe potuto istruire il processo. ovviamente punto si fece seria?

gli «autonomi» accettarono con entusiasmo Tanto più che le pene previste per
la ricostituzione del disciolto PNF
inutilmente rotti le corna contro caso per qualche episodio era lam- non erano poi irrisorie. Per i diri-
questo ostacolo. Calogero ragionò pante che gli aggressori fossero stati genti potevano arrivare a ventiquat-
così: se io procedo per ricostituzio- proprio loro, nessun problema: l’epi- tro anni. E i dirigenti in questo caso
ne partendo non dai parlamentari, sodio veniva semplicemente ignora- erano i dirigenti del FdG, per lo più
che tanto è inutile, ma da un grup- to. In questo modo, tra le centinaia di studenti liceali, qualcuno di 1 anni.
po di studentelli che frequentano episodi di violenza avvenuti a Padova Scattarono le manette: trentatré ra-
la sede del MSI, non devo chiedere in quel periodo, ne furono selezionati gazzi furono rinviati a giudizio, 1
l’autorizzazione a nessuno. E se ot- una ventina ( per l’esattezza), e su arrestati, tra cui un minorenne che
tengo la loro condanna e dimostro la di questi s’istruì il processo. Caloge- fu rinchiuso nel carcere minorile.

STORIA IN RETE 114 | Febbraio-Aprile 2017

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dissero gli avvocati del MSI – Tanto da gruppi che si erano trovati im-
Calogero non contesterà a nessuno pegolati in situazioni analoghe alla
l’aggravante della Direzione. A Ca- nostra, stavolta non ci fece mancare
logero non importa nulla del FdG. il suo appoggio. Nonostante fosse

Man mano che ci si allontanava da Padova


nei successivi gradi di giudizio, il «teorema
calogero» sulla «ricostituzione del PnF»
si sbriciolava, e alla fine si dissolse del tutto

Lui vuole il MSI. Il suo scopo è di evidente che proprio il MSI sarebbe
ottenere la condanna per ricostitu- stato l’obiettivo finale del “teorema
zione, ma senza che nessuno di voi Calogero”. Almeno in quest’occasio-
risulti dirigente. I dirigenti pense- ne, Gianfranco Fini fu ineccepibile».
rà poi lui a trovarli all’interno del
MSI”. Mi misi quindi a studiare sui Quindi anche Calogero ha fallito
sacri testi per poter controbattere l’obiettivo che si era posto ?
l’accusa. Tutto inutile: alla Corte in-
teressava solo sapere se era vero che «Ovviamente, anche perché le vio-
avevo preso a calci nel sedere Tizio lenze dell’ultrasinistra dopo il pro-
piuttosto che Caio. Fui comunque cesso al Fronte non cessarono. Aut.
l’unico ad ammettere di essere un Op. con i “fasci” si era solo allenata,
dirigente. Di più: che ero addirittura di lì in avanti le cose si sarebbero fat-
L’effetto fu devastante per la comu- il presidente del FUAN, l’organizza- te serie. E alzarono il tiro. Fu solo nel
nità. I genitori dei ragazzi, terroriz- zione degli universitari, che ero di- 1979, quando cominciarono a gam-
zati dalla prospettiva dei 4 anni, rigente nazionale, che ero membro bizzare anche i baroni universitari
presero in mano la situazione. Ri- della direzione del MSI di Padova. del PCI, che la magistratura padova-
fiutarono la guida degli avvocati Ciononostante ho beccato pochissi- na, dopo sei anni di attese, iniziò a
del MSI, che di situazioni del gene- mo, meno di tanti altri. Le condan- muoversi. Non bastarono evidente-
re avevano una certa esperienza. La ne per ricostituzione furono 1. Altri mente gli omicidi di Mazzola e Gira-
squadra degli avvocati privati, esa- vennero condannati per reati mino- lucci (1974) né quello dell’appuntato
minate le carte, sentenziò: “Dovete ri. Qualcuno fu assolto. Otto ragazzi Niedda (197) per comprendere l’evi-
negare. Negare anche l’evidenza. furono scarcerati. Gli altri quattro dente connessione tra aree dell’Au-
Negare ogni organizzazione. Negare si fecero un annetto supplementare tonomia Operaia padovana e le Bri-
l’esistenza di dirigenti. E se saltas- di galera fino al processo di appel- gate Rosse. Calogero passò alla fase
se fuori che i dirigenti ci sono per lo. L’aggravante per “direzione” non successiva e nella sua veste di sosti-
forza, negare di conoscerne i nomi. era stata chiesta per nessuno. Man tuto procuratore, autorizzò l’arresto
Ammettere caso mai le scazzottate, mano che ci si allontanava da Pado- dei leader di Autonomia, tra cui Toni
ma assolutamente non per motivi va, nei successivi gradi di giudizio, il Negri, Emilio Vesce e Oreste Scal-
politici”. Insomma, pur di evitare ai “teorema Calogero” sul ricostituito zone. Se ha avuto qualche risultato,
loro figli i famosi 4 anni, i genitori PNF si sbriciolava, e alla fine si dis- lo ebbe proprio con l’inchiesta del 7
e i loro avvocati erano disposti a farli solse del tutto. Personalmente, già aprile e il cosiddetto «teorema» che
passare per dei bulletti. Gli avvocati in appello a Venezia venni assolto sosteneva che dirigenti e militanti
del MSI ritenevano invece che quello dall’accusa più grave (ed onorifica) dell’Autonomia operaia «fossero il
era un processo politico, e come tale di aver ricostituito il PNF». cervello organizzativo di un proget-
andava trattato. Anch’io la pensavo to di insurrezione armata contro i
così. Decisi quindi che nel corso del E del successivo previsto processo poteri dello Stato». Ottenne gli onori
mio interrogatorio avrei ammesso contro il MSI di Padova nessuno delle cronache e riconoscimenti di
il mio ruolo e difeso la linea politi- parlò più? carriera fino al Consiglio Superiore
ca del Fronte. “Fai come vuoi – mi della Magistratura».
dissero gli avvocati privati – Però «Bisogna dire che se, nel passato, il
non fare nomi.” “Va’ tranquillo – mi MSI aveva sempre preso le distanze Raffaele Zanon

Febbraio-Aprile 2017 |
115 STORIA IN RETE

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EspEriEnzE di AmministrAzionE
Puglia, il msi di lotta e governo

ConCretezza
pugliese
Nel segno di Araldo di Crollalanza, il MSI pugliese sviluppò nel tempo
una cultura d’opposizione «anomala» rispetto agli scenari nazionali.
Un’eredità importante che Pinuccio Tatarella seppe valorizzare negli
anni Novanta. Un patrimonio poi disperso e un’altra occasione perduta
di Michele De Feudis

O
gni destra ha Crollalanza, corroborata da un che ogni manifestazione fosse solo
un DNA dif- elenco sterminato di interventi, da ripetitivo revanscismo.
ferente in base Latina a Sabaudia, ma soprattutto
al territorio, in Puglia dove intorno al suo di- Gli effetti di una rappresentativi-
alla storia e alle castero trovarono spazio e ascolto tà sociale differente per il MSI e la
dinamiche di giovani e capaci architetti e urba- destra barese si manifestarono già
radicamento legate alla dialettica nisti. Di Crollalanza aderì alla Re- nel 195, quando Bari elesse sinda-
partitica. In Puglia la destra, intesa pubblica Sociale per coerenza con co Francesco Chieco, del Partito
come erede della tradizione com- le sue scelte ideali e proseguì il suo Monarchico, appoggiato dai mis-
plessa del Fascismo, ha un percorso impegno nel dopoguerra nelle fila sini nella lista civica San Nicola.
originale, non marginale nella so- del Movimento Sociale Italiano, Di fatto è già in nuce una destra
cietà meridionale, con esperienze eletto plebiscitariamente a Palazzo di governo nelle amministrazioni
di governo – sotto le bandiere mo- Madama dal 1953 al 19, ricopren- locali: la tradizione missina nel
narchico-missine – già a ridosso del do anche l’incarico di capogruppo. consiglio comunale di Bari, per
dopoguerra. Il filone che possiamo È esistito dunque un modello di tutto il novecento (fino all’evo-
definire governista ha origine nel Crollalanza? Sì, e ha reso la destra luzione di Alleanza Nazionale), è
pragmatismo illuminato di Araldo pugliese differente rispetto ad al- caratterizzata da una rappresen-
di Crollalanza, giornalista e poli- tre correnti che hanno maggior- tanza che salda rappresentanti del
tico barese (19-19), che ricoprì mente risentito delle conseguenze blocco sociale dei lavoratori – tra
alti incarichi durante il Fascismo, nefaste delle divisioni legata alla gli altri veniva eletto ripetuta-
fu podestà e ministro dei Lavori Guerra Civile. L’esperienza mini- mente Michele Cassano, sindaca-
Pubblici, identificando il suo im- steriale di di Crollalanza, infatti, lista CISNAL – con la borghesia
pegno in realizzazioni di opere aveva conferito alla classe dirigente patriottica cittadina, incarnata
pubbliche che hanno cambiato il missina la capacità di dialogo con in espressioni dell’avvocatu-
volto del capoluogo regionale pu- ogni categoria sociale cittadina, ra (Achille Tarsia Incuria) e del
gliese e non solo. una interlocuzione con il mondo commercio (Aldo Baldi).
imprenditoriale e in particolare
La politica che costruisce città: è quello dell’edilizia (nervo centrale Questa visione non conflittua-
stata questa la marcia in più di di dell’economia pugliese), evitando le, non solo volta all’opposizione,

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STORIA IN RETE 116 Febbraio-Aprile 2017

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Esperienze di amministrazione
Puglia, il msi di lotta e governo

Ormai anziano, Araldo di Crollalanza (1892-1986) parla alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione
di Littoria (oggi Latina). Di Crollalanza fu ministro dei Lavori Pubblici durante il Fascismo e fu protagonista della straordinaria
impresa della ricostruzione delle aree devastate dal terremoto del Vulture nel 1930 [vedi «Storia in Rete» n. 43].
Già podestà di Bari fra 1928 e 1930, nel dopoguerra oltre che senatore, fu a lungo consigliere comunale nel capoluogo pugliese

fu la chiave di volta dell’impegno fuori dalle assise le posizioni popo- giovani cresciuti o passati dalle or-
di Giuseppe Tatarella (1935-1999), lari e concrete del MSI, non margi- ganizzazioni missine, presenti con
avvocato di Cerignola, cresciuto nalizzando il partito nell’area della numeri molto più rilevanti che ne
politicamente a Bari tra di Crol- protesta, ma rendendolo prezioso resto d’Italia, sia come FdG che so-
lalanza e il parlamentare missini per le scelte strategiche (dal nuovo prattutto come FUAN nell’ateneo
Ernesto De Marzio. La conoscenza stadio, alle grandi infrastrutture barese) e con l’arcipelago moderato
minuziosa di regolamenti ammi- di Bari). Questo approccio con- antisinistra. L’argine si ruppe nel
nistrativi dei consigli insieme allo sentì, quando all’inizio degli anni 1993: a Cerignola, città di Giusep-
studio meticoloso di delibere, sal- Novanta, quando si scongelarono pe Di Vittorio, un monocolore del
dato con la produzione pubblicisti- i voti postfascisti, di avere canali MSI con Salvatore Tatarella sinda-
ca – punto di forza dell’area missi- di dialogo con il mondo delle pro- co conquista il municipio. Stesso
na – permise a Tatarella di portare fessioni (nel quale c’erano tanti ex orientamento si registrò nei comu-

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117 STORIA IN RETE

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Mimmo Mennitti, il modernizzatore missino

A
«Araldo di Crollalanza» ssieme a pinuccio tatarella, al- getti sociali» («ovunque nel mondo è
tro grande protagonista della la destra a gestire con più efficacia il
scena pugliese fu domenico nuovo processo di modernizzazio-
(mimmo) mennitti, scomparso a Brin- ne»), delle «grandi infrastrutture
disi il 5 aprile 2014. Figlio della ge- nazionali», della rivoluzione infor-
nerazione missina nata a cavallo del matica, della professionalità e del-
secondo conflitto mondiale ed affac- le politiche sociali, delle relazioni
La voce ciatasi all’impegno politico e cultura- industriali, ponendo sempre come
«Rasputin»
le vent’anni dopo la fine del Fascismo, centrale la questione della reale mo-
esiste su Wikipedia in italiano e francese
mennitti ha dimostrato sul campo dernizzazione del paese.
quanto fossero superate le vecchie
Accuratezza 
categorie del nostalgismo, a cui le La rivista diventò perciò una sorta di
Fonti e note  strumentalità della sinistra e la seni- laboratorio politico, impegnata, an-
lità di un certo mondo volevano rin- che attraverso convegni e tavole ro-
Bibliografia chiudere la destra italiana. Esempla- tonde, a ricercare – scriveva mennitti,
re, in questa prospettiva, l’esperienza al margine del Convegno «idee e tra-
Controversie  della rivista «proposta», voluta e di- guardi per l’italia degli Anni ’90», or-
retta, a partire dal 1986, dallo stesso ganizzato il 29 e 30 novembre 1986,
 Vetrina in nessuna lingua
mennitti, quale strumento essenziale – «un momento di sintesi, individuan-
di elaborazione politica e culturale do gli interessi fondamentali, depu-
 Gendarmi
per una destra missina non più solo randoli delle scorie polemiche prive
della Memoria
protestataria, né tantomeno «nostal- di essenzialità», al fine di «ridisegna-
gica», ma capace di misurarsi con una re l’italia come ‘nuovo sistema’», nel
minimo massimo 
realtà in grande trasformazione. quale il ruolo della destra politica non
può essere eternamente marginale,
Come ebbe a scrivere lo stesso Men- di opposizione, avendo ben chiaro –
ni di Corato (con forte presenza nitti, presentando il primo numero di notava mennitti – che «il msi non fu
monarchica), Altamura, San Vito «proposta», «…noi ci proponiamo di fondato nel segno della sconfitta, ma
dei Normanni. Salvatore Tatarel- continuare il cammino di una comu- del riscatto nazionale, riconoscendo
la (scomparso il  gennaio 1), nità umana alle sue idee po-
e politica tenzialità evolu-
con la fascia tricolore appena in-
che non ha tive, modernità
dossata, invitò provocatoriamente bisogno di di contenuti,
l’opposizione a controllare i propri “ripensare”, capacità di pro-
atti amministrativi come «aveva- ma sempli- iezione nella so-
no fatto per decenni i missini». cemente di cietà in trasfor-
pensare, di mazione».
costruire cioè
Con l’evoluzione del MSI in Al-
il suo proget- L’idea che emer-
leanza Nazionale si sublima il go- to in un rap- ge dal documen-
vernismo della destra, e addirit- porto vivo ed to «proposta
tura è definibile con la categoria attuale con la italia», elaborato
del «tatarellismo»: il realismo e la società italia- in vista del XV
conoscenza del territorio di Giu- na, della qua- Congresso del
Domenico Menniti
le sa di essere msi-dn (1987),
seppe Tatarella, nominato vicepre- (1939-2014)
parte attiva e è di un partito
sidente del Consiglio nel 199, nel determinan- che supera fi-
primo esecutivo Berlusconi, porta te». di fronte a possibili nuovi scena- nalmente l’isolamento politico, nel
a comprendere come nell’alveo del ri, «proposta» intendeva svolgere un quale si è adagiato, per «creare un
MSI non ci siano abbastanza per- ruolo attivo, assecondando il proces- nuovo polo di aggregazione di forze
sonalità con competenze e profili so di modernizzazione, battendosi e di consensi» ritrovando «un’idea
«contro l’ingessatura imposta al siste- dell’italia», ed insieme indicando
esaustivi per una nuova stagione
ma produttivo dalle contraddizioni «non solo una via di risanamento e
di governo. L’orientamento suc- sindacali perché ciò contrasta con l’o- di rinascita ma anche una possibile e
cessivo fu un deciso allargamento biettivo del suo sviluppo, “difenden- credibile alternativa a chi ha gestito
del perimetro politico della destra, do” l’occupazione come dato globale, finora il potere traendo la sua legit-
a volte a danno di rappresentanti aperto ad una strategia di mobilità». timazione non tanto dal voto degli
di qualità e spessore, penalizzati su questa linea «proposta» sollecita- italiani quanto dall’investitura stra-
va, attraverso interviste, il confronto niera». rigore e passione, sforzo di
perché troppo identitari. L’oriz-
con esponenti di altre aree politiche elaborare un pensiero «lungo» e radi-
zonte di Tatarella, con le candida- e culturali, in grado non solo di fare camento culturale: ecco il senso del-
ture apicali alle elezioni del 1995 emergere una sorta di «trasversalità» la «proposta» mennittiana in grado,
per Comune di Bari, Provincia del progetto riformatore, ma anche dopo tanti anni e – riconosciamolo –
di porre la parola fine alla fase della molti errori, di riconsegnarci un’idea
ghettizzazione missina, spaziando sui alta di politica e di cultura, della quale
temi delle riforme istituzionali, del ri- avere grande rispetto ed un briciolo
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STORIA IN RETE 118 sanamento pubblico, dei «nuovi sog- di nostalgia. [Mario Bozzi Sentieri] n

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o
Giuseppe Tatarella, detto
«Giuseppe Tatarella»
Pinuccio, (1935-1999) arringa
la folla durante un comizio.
Tatarella fu un acuto animatore
della politica culturale missina

La voce
«Giuseppe Tatarella»
esiste su Wikipedia in italiano, francese,
inglese e polacco
Accuratezza 

Fonti e note 

Bibliografia 

Controversie

 Vetrina in nessuna lingua

 Gendarmi 
della Memoria

minimo massimo 

guardano al Mare Nostrum (even-


ti legati ai Balcani o alla Tunisia),
rilesse la piazza mediterranea con
un volume ad hoc, propose un ca-
podanno nazionalpopolare con il
mito di Giasone declinato dall’ar-
tista Valerio Festi, portando spet-
tacoli e cabaret nelle periferie. Si
tratta di una parte dell’impegno
politico della destra di governo
e Regione, fu quello di trovare dell’emittenza negli anni Ottanta per la cultura che trovò similitudi-
esponenti della società civile in con una sintonia personale legata ni virtuose solo in Marzio Trema-
grado di fronteggiare la sinistra: ad una visione «ariosa» e post-ide- glia, ma che aveva un peso politico
da qui l’individuazione come pri- ologica dell’azione politica. pari solo alle intuizioni a Roma
mo cittadino dell’imprenditore e di Renato Nicolini, benemerito
immobiliarista Simone Di Cagno C’è, infine, un profilo apparen- assessore alla cultura capitolino.
Abbrescia (ex repubblicano), come temente marginale della destra Questo profilo, insieme a tante al-
presidente della Provincia di Fran- di governo puglie- tre preziose solleci-
co Sorrentino (giornalista libe- se: la visione de-
rale), e come governatore di Ninì gli assessorati alla
L’esperienza della tazioni a incarnare
la politica come vi-
Distaso, accademico dell’Univer- cultura. Giuseppe politica culturale sione comunitaria
sità di Bari, di estrazione centrista. Tatarella assunse di tatarella venne poi inclusiva, sono poi
Tutte e tre le scelte furono vincen- l’incarico di asses- liquidata durante naufragate nella
ti, e diedero vita ad una virtuosa sore alla cultura e deriva nichilista di
stagione di governo, con Tatarella al Mediterraneo
la deriva nichilista Alleanza Naziona-
definito da «Panorama» «Vicerè nel primo mandato di Alleanza nazionale le, guidata senza
delle Puglie», al punto da riusci- da sindaco di Sime- lucidità né respiro
re a fermare ai confini regionali one Di Cagno Abbrescia. In questa da Gianfranco Fini, fino allo scio-
le brame dei berlusconiani, forte scelta di legare al territorio il pro- glimento e all’attuale irrilevanza
anche di un rapporto personale prio impegno, c’era la visione stra- nel panorama nazionale.
con Silvio Berlusconi, che saldò tegica della cultura per Tatarella:
l’attenzione missina per le fatiche in pochi mesi propose festival che Michele De Feudis

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119 STORIA IN RETE

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IL MSI IN SICILIA
L’unico partito che la Mafia non ha votato

DA SOLI CO NTRO
Come riconoscono anche gli avversari
più coriacei, gli uomini della destra
siciliana si opposero sempre con forza allo
strapotere della mafia e della massoneria.
Pagando un prezzo pesante. Le storie di
Mauro de Mauro, Angelo Nicosia, Beppe
Alfano, Paolo Borsellino
di Giampiero Cannella

«C
osa No- sostegni da parte dei padrini, ma
stra usa alla natura stessa della classe di-
il voto rigente missina.
secondo
conve- La Sicilia nel luglio del 193 fu la
nienze prima porzione di territorio italia-
concrete. In Sicilia avrebbe vota- no ad essere invasa da una forza
to per candidati di tutti i parti- militare nemica. Tanto si è scritto
ti politici tranne il MSI». Non si sul sostegno che Cosa Nostra die-
tratta di una frase propagandi- de all’intelligence alleata nella fase
stica di un documento di parti- preparatoria dell’operazione Husky
to, ma di un passaggio della re- e poi nella stabilizzazione del po-
lazione finale della Commissione tere amministrativo nell’isola. Al
parlamentare antimafia nell’XI di là delle tesi spesso contrastanti
Legislatura presieduta da Lucia- che dividono gli storici, è accerta-
no Violante tra il 1992 e il 1994. to che il legame tra una parte della
La sintesi della Commissione, vecchia nobiltà terriera siciliana,
peraltro, era il risultato delle di- circoli massonici anglofili e ma-
chiarazioni esplosive del boss fia abbia fatto da piattaforma per
pentito Tommaso Buscetta sui l’arrivo anglo-americani in Sicilia.
rapporti tra mafia e politica. La Cosa Nostra, tra l’altro, aveva da degli strenui oppositori in termini
valutazione fatta da Buscetta e ri- far pagare al Fascismo l’azione re- culturali ancor prima che politici.
portata nell’atto parlamentare, si pressiva di Cesare Mori e i tanti af- La storia della presenza del MSI in
riferiva non soltanto all’evidente filiati finiti in carcere o costretti ad Sicilia è la storia forte di un par-
collocazione della classe dirigen- espatriare proprio negli Stati Uniti. tito radicato nel tessuto sociale e
te missina all’opposizione rispet- Ovvio, quindi, che i missini, eredi con livelli di consenso importanti.
to al sistema politico di allora, dell’ultimo Fascismo, fossero og- Gli uomini della destra sono stati
scelta che rendeva poco «appeti- gettivamente il «nemico» per i boss, determinanti, seppur dall’opposi-
bile» l’appoggio a candidati della anche per la scelta separatista fatta zione, in molti tornanti della vita
destra nazionale che non avreb- nel dopoguerra da alcuni esponenti politica regionale e locale. A Palaz-
bero mai avuto strumenti clien- della mafia. Scelta che non poteva zo dei Normanni, sede del parla-
telari per ricambiare eventuali non trovare negli uomini del MSI mento regionale, nel 1958 i missini

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STORIA IN RETE 120 Febbraio-Aprile 2017

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IL MSI IN SICILIA
L’unico partito che la Mafia non ha votato

TRO I PADRINI

La marcia dei giovani del FdG siciliani


con lo slogan «Meglio un giorno da
Borsellino che cento anni da Ciancimino»

guidati dall’esponente trapanese mento durò poco, ma il MSI entrò Alleati, i catanesi Vito Cusimano e
Dino Grammatico furono decisi- nelle stanze del potere senza la- Benito Paolone, l’agrigentino Gio-
vi, insieme ai colleghi del PCI, per sciarsi invischiare in logiche che vanni Marino, i palermitani Ciccio
far nascere il governo Milazzo avrebbero potuto comprometter- Virga e Pippo Tricoli, soltanto per
(dal nome del suo presidente del- ne l’integrità politica e morale. citare alcuni esempi, hanno fatto la
la Regione, l’onorevole DC Sil- storia del MSI in Sicilia orientando
vio Milazzo). Fu quello il primo Nel trentennio che va dagli anni il partito sempre su posizioni di
tentativo di mettere all’angolo lo Cinquanta agli Ottanta, perso- assoluto contrasto a Cosa Nostra.
strapotere della Democrazia Cri- naggi come Grammatico, che nel Una scelta che ha avuto pesanti
stiana, che «scomunicò» Milazzo ’43, giovanissimo, fu imprigionato conseguenze. Non sono mancati
per il suo autonomismo rispetto dagli americani per aver compiu- negli anni dell’omertà e del terrore
alle volontà romane. L’esperi- to atti di sabotaggio ai danni degli mafioso episodi che hanno colpito

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121 STORIA IN RETE

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L’ingresso di Paolo Borsellino in magistratura segnò la cesura netta
con l’attività politica. Pur mantenendo intatte le sue idee, le sue amicizie
e la sua visione del mondo, il magistrato interpretò il ruolo
di servitore dello Stato come soltanto un uomo di destra può fare

Il giornalista Mauro De Mauro, ex Il senatore missino Angelo Nicosia, Il procuratore Paolo Borsellino. Già
combattente della RSI, scomparso gravemente ferito da un attentato di militante del FUAN, come magistrato
misteriosamente durante le sue un comunista greco il cui mandante separò per correttezza la professione
inchieste sulla morte di Enrico Mattei fu probabilmente Cosa Nostra di giudice dalla passione politica

esponenti della destra o personag- grandi doti di cronista. Le sue in- Mauro con il deputato nazionale
gi che avevano una storia che af- chieste sulla mafia probabilmente del MSI Angelo Nicosia, probabi-
fondava le radici nel Fascismo. È inquietarono i padrini. De Mauro le custode di confidenze scottanti,
tutt’ora un mistero la scomparsa fu il primo giornalista a raccoglie- indussero i boss ad eliminare un
del giornalista Mauro De Mauro, re le confidenze di un affiliato e testimone importante e successiva-
prelevato sotto casa la sera del 16 pubblicare organigrammi, struttu- mente ad attentare alla vita del par-
settembre del 1970 da alcuni sicari ra organizzativa e rituali dei clan. lamentare missino. Lo stesso An-
e mai più ritrovato. Ma secondo una scuola di pensie- gelo Nicosia, infatti, rientra a pieno
ro che trova molti riscontri anche titolo nel novero dei personaggi
Nato a Foggia, De Mauro in gio- nella carte processuali, De Mauro che da destra fecero della lotta alla
ventù fu sostenitore del Fascismo sarebbe stato eliminato per la sua mafia una ragion di vita, pagando-
e militò nella Xa MAS di Junio Va- indagine sulla morte del presidente ne un prezzo altissimo. Cresciuto
lerio Borghese aderendo alla RSI dell’ENI Enrico Mattei, scomparso nel FUAN palermitano, Nicosia
dopo l’8 settembre 1943. Con Bor- in un incidente aereo il 27 ottobre fu eletto presidente nazionale de-
ghese aveva un forte rapporto per- del 1962. Dietro l’episodio storico, gli universitari missini e nel 1953
sonale. Nel 1945, catturato dagli Al- un intreccio di interessi inconfes- entrò alla Camera dove resterà in
leati, è trasferito dapprima a Ghedi sabili che coinvolgevano pezzi im- carica fino al 1979.
e quindi a Coltano (Pisa). Evaso, portanti dell’economia siciliana e
visse in clandestinità per due anni nazionale. De Mauro, anche que- Dal 1963 al 1976 fu componente
a Napoli, condannato in contuma- sto è accertato, aveva preparato un della Commissione parlamenta-
cia per una presunta partecipazione dossier per il regista Francesco Rosi re antimafia e in Parlamento non
alla strage delle Fosse Ardeatine e che sul viaggio in Sicilia di Mattei lesinò denunce contro un sistema
poi assolto per non aver commesso e sulla sua morte stava preparando politico permeabile all’inquina-
i fatti. Trasferitosi a Palermo, lavorò un film. La curiosità del giornalista mento mafioso e individuò nella
insieme al fratello Tullio, divenuto lo aveva avvicinato probabilmente ridondante legislazione in materia
poi linguista di chiarissima fama a scoprire alcune verità, a intrave- edilizia l’oggettivo appiglio per i
e recentemente scomparso, presso dere il luogo di incontro tra cri- famelici artigli dei boss. Era l’epo-
«Il Tempo di Sicilia», «Il Mattino minalità, poteri finanziari e pezzi ca del cosiddetto «sacco di Paler-
di Sicilia» e «L’Ora», dimostrando dello Stato. In più l’amicizia di De mo», il periodo in cui i costruttori

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STORIA IN RETE 122 Febbraio-Aprile 2017

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Nel 1990, alla festa del Fronte della Gioventù a Siracusa Borsellino disse:
«Potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando
che resteranno giovani come voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in
quel caso non sarò morto invano». Fu il suo testamento ai giovani missini

dine Nuovo e infine nel MSI-DN. l’anima del maxi-processo a cari-


«Milazzismo» Ma la sua vera passione era il gior- co di 476 indagati per reati di ma-
nalismo. In poco tempo diventò fia. Successivamente fu nominato
l’anima di due emittenti locali e il Procuratore della Repubblica di
corrispondente de «La Sicilia» da Marsala. Nel 1992, con il trasfe-
Catania. La sua attività d’inchiesta rimento di Giovanni Falcone alla
fu rivolta soprattutto verso uomini Direzione Affari Penali, Borselli-
La voce
«Milazzismo»
d’affari, mafiosi latitanti, politici e no tornò a Palermo con il ruolo di
esiste su Wikipedia solo in italiano amministratori locali e massone- procuratore aggiunto.
ria. È sulla commistione tra appalti
Accuratezza  pubblici e interessi di Cosa Nostra Ma Cosa Nostra aveva ormai
che Alfano puntò la sua attenzio- emesso la sua sentenza di condan-
Fonti e note 
ne. Ma la notte dell’8 gennaio 1993, na a morte per i due magistrati. La
Bibliografia  mentre era fermo all’interno della morte di Falcone a Capaci (23 mag-
sua auto, tre colpi di pistola alla gio 1992) e di Borsellino a Palermo,
Controversie
bocca, alla tempia ed al torace fer- in via D’Amelio (19 luglio 1992),
 Vetrina in nessuna lingua marono per sempre il suo cuore e resteranno per sempre nella me-
le sue inchieste. Nella lunga storia moria dei siciliani come i momenti
 Gendarmi
della Memoria
 del confronto duro tra gli uomi- nei quali si concentrò la bestiale
ni della destra siciliana e la mafia furia omicida dei sicari mafiosi.
minimo massimo  non può mancare il riferimento a Dell’impegno culturale tra i gio-
Paolo Borsellino, uomo dello Stato, vani per la diffusione di una sana
con alle spalle una attiva militanza coscienza antimafia, invece, re-
al soldo delle famiglie mafiose de- nel FUAN di Palermo e da sem- sta traccia nella presenza di Paolo
vastarono la città. Per i padrini già pre simpatizzante del MSI. Fin dai Borsellino, nel 1990, alla festa na-
inquieti per la vicenda De Mauro tempi dell’università alla fine degli zionale del Fronte della Gioventù a
era troppo e prontamente arrivò anni Cinquanta, il magistrato uc- Siracusa insieme all’amico, storico
la risposta nel giugno del ’70: una ciso insieme alla sua scorta si di- e parlamentare regionale del MSI
coltellata allo stomaco. Dell’ag- stinse per l’impegno politico insie- Pippo Tricoli e agli allora dirigenti
guato fu accusato un estremista me a due futuri esponenti del MSI giovanili Gianni Alemanno e Fa-
comunista greco, ma per gli in- siciliano, Guido Lo Porto e Pippo bio Granata. «Potrei anche morire
quirenti e la stampa si trattò di Tricoli. Nel 1959 Borsellino venne da un momento all’altro, ma mo-
un depistaggio, i mandanti erano eletto rappresentante studentesco rirò sereno pensando che resteran-
certamente i boss infastiditi dal della lista «FUAN-Fanalino». Poi no giovani come voi a difendere le
deputato «fascista». Nicosia riuscì la laurea e l’impegno professiona- idee in cui credono: ecco, in quel
a sopravvivere all’attentato, ma i le. A differenza di tanti, l’ingresso caso non sarò morto invano» – fu
postumi di quella ferita lo tormen- di Paolo Borsellino in magistratu- il suo passaggio-testamento affi-
teranno fino alla sua scomparsa, ra segnò la cesura netta con l’at- dato alla platea di giovani mis-
dovuta ad una emorragia interna, tività politica, pur mantenendo sini. E due anni dopo, all’alba
nell’agosto del 1991. intatte le sue idee, le sue amicizie del giorno dopo la strage di via
e la sua visione del mondo, il ma- D’Amelio Palermo si svegliò con
Nella scia di sangue che ha ar- gistrato interpretò il ruolo di ser- i muri della città tappezzati da un
rossato la destra siciliana si inse- vitore dello Stato come soltanto un manifesto: «Meglio un giorno da
risce la morte di un altro cronista uomo di destra può fare. Colonna Borsellino che 100 anni da Cian-
coraggioso, Beppe Alfano (1945- portante del pool antimafia costi- cimino». Era il saluto dei «suoi»
1993). Nato a Barcellona Pozzo di tuito dopo l’uccisione del giudice ragazzi del FUAN.
Gotto (Messina), Alfano militò nel Rocco Chinnici, nel 1985 Borselli-
Fronte della Gioventù, poi in Or- no fu insieme a Giovanni Falcone Giampiero Cannella

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123 STORIA IN RETE

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BATTAGLIE STORICHE
Voti da oltre confine

E i Fratelli d’Italia (i
finalmente votaro n
La storia del voto agli italiani all’estero, sul piano politico, è la vicenda
del ricongiungimento alla Repubblica di due grandi rimossi: l’uno
politico, il MSI, l’altro nazionale, i cittadini italiani residenti all’estero.
Forse non è un caso che quando si è pensato che gli uni potessero
governare, si è approvato che gli altri potessero votare. Ecco una breve
storia di una vicenda lunga decenni che racconta, anche, la tenacia di
un dirigente storico del MSI: il bergamasco Mirko Tremaglia
di Andrea Tremaglia

T
ra il 1870 e il 1914 quali il suffragio universale non stero fosse inserito come diritto
circa quattordici era ancora realizzato e non era costituzionalmente ed esplicita-
milioni di citta- perciò impensabile l’esclusione mente riconosciuto nel testo che
dini lasciarono di parte dei cittadini dal diritto si andava redigendo. Nuove ra-
l’Italia; altri tre di voto. Oltre a ciò, esistevano gioni, però, si opposero a questo
milioni tra il 1915 considerazioni di carattere prati- progetto, due specialmente. La
e il 1925 e un’altro milione e mezzo co che ostavano all’esercizio del prima riguardava il rapporto con
tra il 1926 e il 1935. Questi numeri voto stesso per il residente all’e- gli altri Stati: nel delicato scena-
spiegano perché già agli inizi del stero: la difficoltà nei trasporti, rio internazionale postbellico, gli
‘900 si pose la questione del voto l’analfabetismo di buona parte Stati esteri e specialmente quelli
italiano all’estero: fu nel 1908 che degli emigranti soprattutto nel- con una forte immigrazione ita-
per la prima volta si avanzò una la prima fase della migrazione e liana avrebbero forse potuto ve-
proposta in questo senso al Con- la presunta parzialità dei conso- dere l’esercizio del diritto di voto
gresso degli emigrati friulani te- li del Regno rispetto al governo da parte di cittadini stranieri sul
nutosi a San Daniele nel Friuli il che li aveva espressi. proprio suolo come una invasio-
2 dicembre di quell’anno. Non un ne della propria sovranità? Pie-
caso, dato che nel periodo 1880- Queste obiezioni erano in buona monte suggerì per evitare attriti
1915 i friulani furono circa il 10% parte già superate in occasione di rendere queste votazioni «il
degli italiani a emigrare all’este- della Costituente, nel 1946, quan- meno visibili possibili», evitando
ro. Nonostante questo dibattito, do infatti il tema tornò a proporsi comizi e manifesti e specialmente
però, nulla di concreto accadde. fortemente. In quella sede fu l’o- proponendo il voto postale, come
In questione era il diritto stesso norevole Giuseppe Ernesto Pie- all’epoca facevano già Danimarca
di un cittadino residente all’estero monte (PSLI), che già se ne era in- e Norvegia. La prima proposta di
di esprimere il proprio voto nelle teressato negli anni precedenti, a voto per corrispondenza nacque
elezioni italiane: occorre ricorda- proporre che l’esercizio di voto da dunque per la ragione di evitare
re che stiamo parlando di anni nei parte degli italiani residenti all’e- «file ai consolati» e più in gene-

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STORIA IN RETE 124 Febbraio-Aprile 2017

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CC 4.0 SA BY José Cruz/ABr - Agência Brasil
BATTAGLIE STORICHE
Voti da oltre confine

a (in trasferta)
o no…

Emigrati italiani in Germania


negli anni Settanta

rale di dare eccessiva visibilità alle modo il voto dei milioni di italiani del voto degli italiani all’estero
elezioni italiane in terra straniera. all’estero avrebbe rischiato di ri- dall’estero per ragioni di oppor-
La seconda, e decisiva, obiezione tardare e complicare le operazio- tunità e contingenza.
era di carattere pratico. La diffi- ni di un voto decisivo. Se quindi
denza si riassumeva specialmente gran parte della Costituente era Nelle seguenti legislature, la pri-
in ragioni tecniche, considerato d’accordo in termini di principio, ma proposta di legge fu formulata
che la previsione era di andare al la maggioranza si espresse contro nel 1955 a prima firma del senatore
voto in breve tempo, terminata la l’introduzione esplicita in Costi- MSI Lando Ferretti; altre e simili
Costituente: organizzare in ogni tuzione del diritto all’esercizio proposte, sul finire degli anni Cin-

Febbraio-Aprile 2017 |
125 STORIA IN RETE

++124 127 CTIM.indd 2 06/02/17 18.00


quanta, si aggiunsero, a prima fir- della RSI, avvocato di Bergamo, a
ma dei deputati Del Fante (Partito seguire i diversi testi d’iniziativa
Monarchico) e Michelini (Movi- del Movimento Sociale Italiano.
mento Sociale Italiano): nessuna Tremaglia per la prima volta pre-
andò a buon termine, ma tutte sentò, nel luglio 1972, la proposta
contribuirono a riportare il tema di istituire un’anagrafe degli ita-
al centro del dibattito. Altrettanto, liani residenti all’estero (AIRE),
e con ancora maggior forza, fece indispensabile per identificare
l’istituzione nel 1968 del Comitato correttamente chi avesse diritto
Tricolore per gli italiani nel mon- all’esercizio del voto. Tuttavia tut-
do, un’associazione di lavoratori ti gli iter legislativi procedettero
italiani e di cittadini di origine con estrema lentezza e addirittura
italiana residenti all’estero. Dallo qualcuno rimise in discussione il
Statuto si legge che il Comitato ha voto estero nel 1979, in occasione
come scopo «il rafforzamento dei delle prime elezioni del Parlamen-
legami fra le varie comunità ita- to Europeo. In quell’occasione
liane nel mondo e la madrepatria, infatti gli italiani all’estero, ma
persegue fini patriottici, morali, all’interno della allora Comunità
culturali ed assistenziali renden- Europea, poterono votare nello
dosi portavoce delle esigenze dei Stato in cui si trovavano: la loro
nostri connazionali, tutelandone affluenza fu scarsissima, le am-
gli interessi, prospettando ade- basciate e i consolati si rivelarono
guate soluzioni dei loro problemi, spesso disorganizzati e difficili da
proponendo iniziative parlamen- raggiungere per via delle distanze,
tari e di altra natura a tutela dei gli Stati membri ritennero in alcu- di incontro che culminò poi nel
nostri emigrati e delle loro fami- ni casi questa iniziativa un’inter- 1999 con la revisione dell’artico-
glie in Italia e all’estero». Nel 1970 ferenza ai propri affari interni. lo 48 della Costituzione, l’istitu-
fu lanciata la Carta dei diritti degli zione della circoscrizione Estero,
italiani all’estero, che si propone- Le criticità, insomma, già solle- la modifica degli articoli 56 e 57
va di affrontare le problematiche vate e immaginate in sede di Co- della Costituzione.
irrisolte relative agli italiani fuori stituente. Le proposte comunque
dall’Italia e, tra queste, anche l’e- proseguirono e un primo impor- Come si evince da una veloce
sercizio del diritto di voto: così, nel tante passo in avanti giunse nel analisi degli autori delle proposte
1972 il MSI presentò in Parlamento 1988 con l’approvazione della leg- di legge atte a garantire l’esercizio
del voto degli italiani all’estero
nell’Italia repubblicana, questa
Sul piano politico l’estensione del diritto di voto fu una battaglia della destra par-
fu una battaglia di principio, non di opportunità: lamentare. Ciò potrebbe aprire
l’affermazione di un legame di sangue, per qualcuno un duplice parados-
so: il primo, che proprio le forze
e non di suolo o residenza, per la Nazione italiana cosiddette post e neo fasciste si
rientrava nel quadro ideale del MSI spendessero tanto per l’estensione
dell’esercizio del voto democra-
una proposta di legge per l’elezio- ge per la «Anagrafe e censimento tico in quella Repubblica «nata
ne di una quota fissa di 40 depu- degli italiani all’estero». Nel 1993 si dalla Resistenza»; il secondo, che
tati e 20 senatori rappresentanti i mancò per poco, con il voto con- malgrado l’origine di «destra»
cittadini residenti all’estero, con trario di Lega e PDS, l’approva- dell’iniziativa, nelle occasioni
prime firme di Nencioni, Zuccalà, zione della riforma costituzionale fino ad oggi verificate il voto este-
Vedovato, Giovannetti, Almiran- diretta alla creazione della circo- ro sia stato un voto tendenzial-
te, Marchetti, Tremaglia, Sinesio, scrizione Estero e dell’elettorato mente di centrosinistra. La rispo-
Scalia, Preti, Boffardi. passivo per gli italiani residenti sta ad entrambe le obiezioni è la
all’estero; ma in seguito a tale medesima: il Movimento Sociale
In particolar modo fu Mirko Tre- episodio, le forze di destra, cen- Italiano, escluso da qualsiasi rap-
maglia (1926-2011), ex volontario tro e sinistra trovarono un punto presentanza in sede costituente,

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STORIA IN RETE 126 Febbraio-Aprile 2017

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Una delegazione del CTIM, Comitato Tricolore per gli
Italiani nel Mondo, riceve gli emigrati che rientrano
in patria. A destra, Mirko Tremaglia (1926-2011),
principale animatore della lotta del MSI per conferire
il diritto di voto agli italiani all’estero

mostrò di essere anch’esso forza l’altro nazionale, ovvero i cittadini in Europa. Queste caratteristiche
politica costitutiva e costituente; italiani residenti all’estero. E non costringono a una riflessione sul
per dirla in maniera provocatoria, è forse un caso che quando si è nuovo ruolo degli italiani all’este-
di poter modificare in meglio la pensato che gli uni potessero go- ro, che interessa, o dovrebbe inte-
Costituzione «figlia della Resi- vernare, si è approvato che gli altri ressare, soprattutto quella destra
stenza». Sul piano politico l’in- potessero votare. Appare evidente nazionale che ha interesse affinché
sistenza per l’estensione del di- come oggi le modalità di esercizio l’identità italiana non sia disciolta
ritto di voto fu una battaglia di del voto andrebbero probabilmen- in una (non)identità europea. Ma
principio, non di opportunità: te riviste sul piano pratico. Un’a- fuori da ogni logica di parte, oc-
l’affermazione di un legame di nalisi comparativa con le modalità corre riconoscere come una delle
sangue, e non di suolo o residen- previste dagli altri stati potrebbe emergenze nazionali e generazio-
za, per la Nazione italiana rien- aiutare in questo senso. Ma quel- nali oggi sia la necessità di tenere
trava d’altronde alla perfezione lo che in conclusione oggi occorre legati all’Italia questi italiani che
nel quadro ideale del Movimen- osservare è il carattere involonta- si trasferiscono all’estero: veden-
to Sociale Italiano e questo a riamente profetico di questa atten- doli non come «topi in fuga dalla
prescindere dalle preferenze zione. Se infatti negli anni Ottan- barca che affonda», ma come ri-
elettorali degli italiani all’estero. ta, Novanta e Duemila l’italiano sorse per la rinascita. Ritenere un
all’estero era soprattutto il figlio o traditore chi se ne va e per que-
Il progressivo avvicinamento del il nipote di un emigrato tanti anni sto condannarlo a recidere ogni
Parlamento all’approvazione della fa, ormai avulso dall’attualità po- legame con la Patria è un errore
revisione costituzionale può essere litica nazionale (fatto che ha a più strategico; lavorare perché questi
visto come simbolico e di fatto pa- riprese giustificato l’intenzione di cittadini creino una nuova rete di
rallelo a tutta la storia del MSI come eliminare o sottoporre a revisione italianità nel mondo è invece una
via via «digerito» dall’arco costi- l’esercizio del voto italiano all’e- finalità di buon senso.
tuzionale parlamentare. La storia stero), a partire dagli anni Dieci
del voto agli italiani all’estero, sul del nuovo millennio non possia- Andrea Tremaglia
piano politico, è perciò la storia del mo non vedere una forte ripresa [un ringraziamento speciale
ricongiungimento alla Repubblica dell’emigrazione italiana. Con at- ad Ottorino Tentorio
di due grandi rimossi: l’uno politi- tributi del tutto inediti: si tratta di per il fondamentale aiuto
co, ovvero la destra parlamentare, giovani, laureati, diretti perlopiù nella fase di ricerca]

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POLEMICHE
Destre & Cultura

Poche storie: il MSI


non amava i libri…
…a differenza dei suoi militanti, veri divoratori di saggi e romanzi,
meglio se non conformisti. Eppure una cultura di destra esisteva
ed esiste, così come una editoria di area. Ma intellettuali, editori e
giornalisti erano più vivaci e avevano più strumenti quaranta o
cinquant’anni fa. E non certo grazie ad un MSI che, come si legge in
questo provocatorio intervento, non volle mai avere una «una politica
culturale ed editoriale ufficiale, chiara e certificabile»
di Zeno Irpinate

E
siste una cultura di Destra? È esisti- vimenti che ruotavano intorno al partito e che a
ta una cultura del Movimento So- volte ne condizionavano le scelte, altre le subivano.
ciale Italiano? Esiste una editoria Che dire dell’esperienza dell’ «Asso di Bastoni», de
di riferimento? A queste domanda «L’Orologio», delle riviste «rautiane», per non par-
è difficile dare una risposta, visto lare delle case editrici dell’ingegner Volpe, di Ciar-
che il termine «destra» spesso non è rapico, de «il Borghese» per fermarci alle più note.
riconducibile al Movimento Sociale. Sin dalla na- Queste esperienze – l’ultima, in ordine di tempo,
scita all’interno del partito è esistita una dicoto- è stata forse quella di «Italia Settimanale» all’ini-
mia fra coloro che si dichiaravano di destra e altri zio degli anni Novanta – sono state per decenni il
che invece volevano collocarsi a sinistra. La con- punto di riferimento culturale degli elettori più
trapposizione è stata vivente fino alla chiusura di sensibili ad una battaglia non solo politica ma so-
Fiuggi, dove la svolta a «destra» è stata confermata prattutto culturale e ideologica. I cosiddetti intel-
ufficialmente con la nascita di Alleanza Nazionale. lettuali che hanno sdoganato la cultura di questa
Nel corso dei settanta anni di storia le due anime parte politica, e ci riferiamo a Veneziani, a Tarchi,
si sono sempre contrapposte: evoliani contro gen- a Solinas, a Erra, ad Accame, a Gianfranceschi, a
tiliani, conservatori contro rivoluzionari, atlantisti Cattabiani (e ci fermiamo qui per non dilungarci),
contro terzomondisti, e potremmo continuare con sono cresciuti in queste realtà e non sempre, anzi
cento altri esempi; la cosa certa è che il MSI non quasi mai, hanno poi aderito o avuto cariche con-
ha mai avuto una politica culturale ed editoriale formi all’interno del Movimento, spesso addirittu-
ufficiale chiara e certificabile. Mai una casa edi- ra espulsi perché eretici o non allineati.
trice di riferimento vera, mai una scelta editoriale
ufficiale. Eppure questo mondo, questa comunità, ha inci-
so sulla cultura italiana. Due esempi per tutti: le
Sin dalla nascita del Movimento Sociale Italiano, edizioni Rusconi curate da Alfredo Cattabiani e
la politica culturale è stata fatta da singoli espo- le edizioni de «Il Borghese» che hanno scoperto e
nenti e da associazioni, case editrici, riviste e mo- tradotto per prime autori poi diventati «cult» non

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POLEMICHE
Destre & Cultura

I

Folla missina dura


nte un comizio po
lit ico

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129 STORIA IN RETE

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solo per il militante del MSI ma vero che nel ventennio 1960-80 periodica, ha avuto la massima
per tutta una categoria intellet- il partito era comprensibilmen- espansione e circolazione all’in-
tuale italiana. Junger, Cioran, te arroccato nelle proprie sedi, terno della società nazionale. «Il
Horia, Spengler, Eliade, Tolkien, prese d’assalto quasi quotidia- Borghese» di Mario Tedeschi, il
Maurras, Céline e i «Collabos» namente, se è vero che ha avuto «Candido» di Pisanò, «Lo Spec-
francesi, i tradizionalisti Evola, decine e decine di militanti uc- chio», «La Destra» e altre testa-
Guénon e Coomaraswamy, sono cisi dal dogma «uccidere un fa- te si potevano trovare in tutte le
stati i riferimenti culturali per scista non è reato», è altrettanto edicole e in molte librerie. Que-
intere generazioni ed, in un certo vero che proprio in quel venten- sto ha permesso ai giovani di al-
senso, lo sono ancora oggi. Se è nio l’editoria, soprattutto quella lora, nati dopo l’esperienza del-

Il «Secolo», la formazione oltre l’informazione - di Aldo Di Lello

I
l «Secolo d’Italia» è l’unica parliamo di poco meno di un ve-
bandiera del MSI che continua locissimo ventennio. Coordinare
sventolare. È la testimonianza le pagine culturali del «Secolo»
del cammino della destra, delle si rivelò un lavoro delicatissimo.
sue trasformazioni, dal dopo- Da un alto, c’era l’esigenza di af-
guerra fino al secondo decennio fermare l’immagine di una destra
del 2000. La storia del «Secolo» che sapeva arricchire la propria
non è solo la storia di un giornale. biblioteca e che quindi era capa-
È lo specchio di almeno tre generazioni. nizio che fosse uno scherzo, ma non lo ce di ardite sintesi di cultura politica.
E dire che questo giornale non nacque era affatto. Pertini leggeva sempre con Dall’altro, c’era la necessità di impedire
come organo del MSI. Lo divenne negli apprensione i fondi di Giovannini. Il l’oscuramento del patrimonio identi-
anni Sessanta. Il «Secolo» fu pensato dal «Secolo» è stato anche una scuola di for- tario della destra italiana (s’era svolto,
suo fondatore, Franz Turchi, come quo- mazione per la classe dirigente del MSI nell’estate del 1996, l’inquietante «se-
tidiano di «area». Però riuscì a imporsi di seconda generazione. «La Frattocchie minario culturale» di AN di San Martino
come uno strumento editoriale neces- de’ noantri», lo chiamammo rievocan- al Cimino). Dovevamo dare conto di ciò
sario all’affermazione del nuovo par- do i 50 anni dalla nascita del giornale. che i «laboratori» di destra andavano
tito. Piaceva alla gente del MSI perché Mauro Mazza ha parlato in un libro dei producendo in quegli anni (ci fu negli
aggregava una opinione pubblica in «Ragazzi di via Milano». Al «Secolo» si anni Novanta una fioritura di riviste)
via di formazione. Si trattava dei reduci sono formati in molti: da Fini a Gaspar- tentando però, per quello che poteva-
della RSI. Ma c’era anche una genera- ri, a Storace, Buontempo, Urso, Landol- mo, di essere noi stessi «laboratorio».
zione di ragazzi che si stavano forman- fi, Moffa, Malgieri, la Perina (Gasparri,
do nelle battaglie per Trieste italiana. Malgieri e la Perina ne sarebbero di- Devo onestamente riconoscere che la
Fondamentale fu il ruolo di Almirante, ventati direttori in anni successivi). Del classe dirigente di AN ci lasciava lavo-
che diresse per alcuni anni il giorna- «Secolo» era assiduo anche Alemanno, rare in pace. Non ho mai ricevuto alcun
le insieme con il condirettore Filippo insieme con tanti altri futuri dirigenti di tipo di censura. Il problema era però
Anfuso (era stato l’ambasciatore RSI AN. Sul «Secolo» pubblicò le sue prime quello delle redazioni degli altri giorna-
a Berlino). Almirante era anche un corrispondenze dall’Afghanistan Alme- li, che passavano al raggio laser i nostri
grande giornalista. I suoi editoriali rigo Grilz, che avrebbe poi spiccato il articoli, perché cercavano di capire che
fotografavano al meglio la situazione volo nell’empireo dei corrispondenti di cosa frullasse in testa alla gente di de-
politica italiana degli anni Cinquanta. guerra di fama internazionale. Concluse stra, quali libri leggeva, quali autori pre-
Ampiezza di visione e vivacità di stile la sua vita in prima linea nel 1987, quan- feriva. Uno dei più attenti era Pierluigi
erano il segreto dei suoi fondi, scritti do una pallottola lo colpì in Mozambico. Battista. Alla vigilia dell’assemblea pro-
rapidamente, tra una seduta parla- I mezzi del quotidiano erano scarsi. Ma grammatica di AN a Verona, nel 1998,
mentare e un incontro politico. le energie che sapeva raccogliere e va- mi fece uno «scherzetto» che avrebbe
lorizzare notevoli. potuto crearmi qualche difficoltà: pub-
La storia del «Secolo» è anche la sto- blicò un articolo sulla «Stampa» (anco-
ria dei suoi grandi direttori. Da Cesco Poi, nel 1995, il «Secolo» cessò di esse- ra non era passato al «Corriere») in cui
Giulio Baghino a Nino Tripodi, Alberto re il quotidiano del MSI, per diventare il affermava che, sulla base dei suoi «con-
Giovannini, Cesare Mantovani, Franz giornale di AN. Cominciò una fase nuo- teggi», sulle pagine culturali di «Seco-
Maria D’Asaro, Giano Accame. Le riu- va e per certi aspetti entusiasmante, ma lo» si parlava poco degli autori liberali:
nioni con Giovannini erano uno spasso, per altri complessa e difficile. Su quel c’era troppo Carl Schmitt e poco Karl
ma anche una fonte di informazione (e periodo posso rendere una testimo- Popper. E, orrore, si parlava spesso an-
formazione) per noi giovani redattori. nianza diretta. Fui nominato capo ser- che di controrivoluzionari e sanfedisti.
Il grande Alberto conosceva i segreti vizio cultura del «Secolo» nel settembre Pensai che mi sarebbe arrivata qualche
della Repubblica. E ne poteva sempre del 1989, un paio di mesi prima della ca- lavata di capo. Invece no, andai a Vero-
scaturire un caso politico. Una volta duta del Muro di Berlino. A nominarmi na e ricevetti molti complimenti e pac-
telefonò al «Secolo» Sandro Pertini, il fu – ci tengo a sottolinearlo – Accame. che sulle spalle. È uno dei miei ricordi
presidente partigiano. Pensammo all’i- Svolsi il mio incarico fino al 2008, quindi più belli di quegli anni. n

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Idee nell’etere. Le radio alternative

F
la Seconda guerra mondiale di iglie di un etere minore, così e non solo. Il percorso delle radio si snoda
avremmo potuto definire le radio tra la metà degli anni settanta e la metà
formarsi e scegliere una propria
di destra, prima dell’uscita del te- degli ottanta, con oltre cento emitten-
«via» di militanza politica. sto a loro dedicate: «Radio Alternative ti che entrarono nelle case degli italiani
La destra che comunicava via etere», di proponendo tanta controinformazione,
Il ventennio più catastrofico è Alessandro Alberti per i tipi di Eclettica. idee e buona musica. Da qui i successi in
stato senz’altro l’ultimo, dalla Minore, perché non pubblicizzato, non termini di ascolto di Radio Alternativa,
nascita di Alleanza Nazionale ad supportato da una bibliografia completa fondata a Roma da Teodoro Buontempo,
e dettagliata. Non quindi per la mancan- e di Radio University, coordinata da Igna-
oggi. Tutta l’attività culturale è
za di un progetto intellettuale e politico, zio La Russa, a Milano. Il testo di Alberti ha
passata a nuove generazioni che rispetto alle altre radio libere. Le quali, raccolto quanto più era possibile, sia per
nulla hanno a che fare con l’espe- cominciarono a proliferare, specialmen- quanto concerne il materiale cartaceo, sia
rienza politica di una destra che te a sinistra ma anche in ambito com- per quanto riguarda le testimonianze di
ha scelto di essere liberale, con- merciale, dopo la sentenza della Corte coloro che, nell’arco di dieci anni, con po-
formista, conservatrice (nel sen- Costituzionale del 1974, che permette- che risorse – un microfono, un mixer, un
va a chiunque di poter impiantare una revox e un’antenna – bucando il muro del
so peggiore del termine), aliena
emittente. Fu la scarsa importanza che si ghetto, aprirono un varco nella cittadella
da quei valori che per cinquanta diede al ruolo delle radio alternative, nel del potere, per far conoscere le proprie
anni sono stati, anche nella diver- periodo successivo alla loro scomparsa, idee, la propria musica. Furono, infatti,
sità, il crogiolo di formazione per anche da parte della destra, a rendere le antenne missine il miglior veicolo per
chi non voleva allinearsi ad una questo argomento poco fruibile. Il feno- la diffusione della «musica alternativa» –
società consumistica e america- meno radiofonico alternativo era rimasto Compagnia dell’Anello, Amici del Vento,
soprattutto solo un gradevole ricordo ZPM, Michele di Fiò e tanti altri gruppi
nizzata non solo nello svolgersi
per i tanti ragazzi che volontariamente artistici «non conformi». Un lavorio arti-
della vita quotidiana ma anche fecero partire questo motore, basato su gianale ma importante che inquietò non
nello spirito. Questa generazione palinsesti sempre più ricchi dove si spa- poco – basti vedere gli articoli de «l’E-
di nuovi autori ed editori oggi è ziava dalla politica allo sport, dalla mu- spresso» e di «Panorama» – la cultura di
costretta a combattere una ardua sica alla cultura, dalle trasmissioni di in- sinistra che vedeva nelle emittenti «nere»
battaglia contro l’omologazio- trattenimento alle rubriche più svariate. un pericolo non indifferente.
ne culturale che ha centralizza-
Il rischio di disperdere storicamente Perché durarono solo un decennio?
to diffusione e promozione. La quella mobilitazione comunitaria era no- Per motivi economici e tanta miopia
battaglia culturale, oggi, com- tevole perché in sede bibliografica non da parte dei vertici missini. Sta di fatto
battuta attraverso nuove forme esistevano testi di riferimento e anche i che le radio gradualmente, a cominciare
di pubblicizzazione, promozione vari articoli di giornale una tracciabilità dalle più piccole chiusero per mancan-
e diffusione avviene attraverso molto dispersiva, disomogenea. Era, per- za di fondi e il tanto auspicato network
ciò, quanto mai necessario, portare per – il terzo polo radiofonico proposto da
le piattaforme informatiche e i
la prima volta nelle librerie un volume in Rauti e Buontempo – con l’assunzione
siti di riferimento; non c’è spa- grado di ricordare quanto quell’esperien- di professionisti e relativo ponte radio,
zio per una diffusione attraverso za rappresentò, in termini di attrazione, di non fu mai realizzato. Per la destra un’al-
le librerie, servite ormai solo da spazio, di militanza per il mondo giovanile tra occasione sprecata. n
pochi oligarchi che hanno mo-
nopolizzato il sistema e che sono
diretta filiazione dei blocchi edi- ha gestito i partiti politici di rife- senza un progetto a media o lun-
toriali venutisi a formare con le rimento fino ad oggi. E non ci si ga scadenza che permetterebbe la
varie aggregazioni, acquisizioni riferisce solo a quelli che sono nati nascita di un blocco anticonfor-
e accorpamenti. È dallo scioglimen- mista in grado di controbattere le
anche vero che la to del vecchio MSI argomentazioni liberal-liberiste
nuova editoria «di-
Se oggi la Destra ma anche a quelli, o progressiste. Quindi, è esistita
gitale» ha permesso non ha spazio nel come la Lega, che una cultura anticonformista che
il proliferare di mol- dibattito culturale quello spazio vor- era di riferimento al Movimen-
te sigle che possono la colpa è solo delle rebbero coprire ma to Sociale? Sì, c’era. Ma non era
esistere anche stam- che sono incapaci adeguatamente supportata dal
pando poche decine
classi dirigenti di farlo proprio per partito stesso che ha preferito per
o centinaia di copie dei partiti d’area una mancanza di settanta anni vivere di spicciola
per volta. solide basi ideologi- polemica politica destinata solo
che e radici culturali, scegliendo alle imminenti elezioni, congres-
Se oggi la cosiddetta Destra non spesso un conformismo populista suali o elettive che fossero.
ha uno spazio adeguato nel dibat- per attirare l’elettorato solo per
tito culturale la colpa è solo di chi uno scopo elettorale immediato, Zeno Irpinate

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131 STORIA IN RETE

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RETROSCENA

Son passati
Elenchi incompleti (ma indicativi)

di là…
…Vianello e Fabrizi, Califano e Borsellino, Benvenuti e De Chirico,
la Maionchi e Max Pezzali. Tra musica, arte, cinema e teatro molti
personaggi di primo piano della scena italiana sono transitati dalle parti
– per decenni maledette e off limits per i conformisti – del Movimento
Sociale. Ecco qualche storia poco conosciuta
di Giovanni Vasso

I
l MSI fu prima di tutto una comunità. Liti- no del Dopoguerra: amico di Giorgio Almirante, gli
giosa sicuramente, ma coesa e intellettual- fece da testimonial in prima fila, all’inizio degli anni
mente vivacissima. E perciò seducente. Il Ottanta in TV a «Italia Parla», trasmissione di Rete4,
Movimento Sociale Italiano, nonostante una condotta da Pippo Baudo ed Enzo Tortora dal Teatro
fiorente (e recente) letteratura si ostini a di- Eliseo. Una puntata che restò nella storia anche per-
pingerlo come un ghetto di irriducibili trom- ché non vi partecipò Tortora, arrestato poco prima a
boni o di sognatori decontestualizzati, ebbe la capacità seguito delle false accuse dei pentiti della camorra. [a
di confrontarsi con il mondo, con le intelligenze e con i proposito del destino di Tortora, era missino il colonnel-
sogni e le speranze di generazioni di italiani. Artisti, at- lo medico dei carabinieri Spalato Belleré, napoletano,
tori, cantanti, sportivi. E poi professionisti, accademici, che da consulente medico della Procura fu il primo ad
ufficiali e uomini di cultura. In tanti, e comunque più avere in aula il coraggio di dire la verità sul caso del
di quanto si possa pensare, seppero sfidare il conformi- presentatore: «Morirà del suo male, vittima delle istitu-
smo e l’ostilità che per decenni ha circondato il MSI e zioni» facendo arrabbiare tantissimo Enzo Biagi NdA].
i suoi simpatizzanti. Che magari, dopo una militanza Storico sodale del leader del MSI fu anche Silvio Vitale,
giovanile e non solo giovanile, presero altre strade senza missino e poi eurodeputato AN, fondatore della rivista
mai rinnegare ideali o semplici simpatie. A cominciare «L’Alfiere», pioniere degli studi storici sul Regno delle
da un’icona come Paolo Borsellino. Eroe civile che ha Due Sicilie a cui si deve la rinascita di un pensiero revi-
pagato con la vita il senso dello Stato e delle istituzioni. sionista sulla storia dell’Unità d’Italia. Amici e intimi
Come ricorda nel suo pezzo Giampiero Cannella [vedi di Almirante furono i Vianello. Roberto, fratello del
pag. 54 NdR], Borsellino fu dirigente del FUAN a Pa- celeberrimo Raimondo, fu tra i fondatori del Centro
lermo, da giovane studente di giurisprudenza. E, dopo Sportivo Fiamma e ancora oggi c’è un premio dedi-
la sua morte, il collega Giuseppe Ayala ricordò come, cato alla sua memoria. Raimondo Vianello, che aveva
ancora nella procura di Palermo si scherzasse – magari aderito alla RSI, fu anche tra i dirigenti della struttura
abbozzando un divertito saluto romano entrando nella sportiva per diverso tempo. Furono vicini alla comu-
sua stanza - sull’orientamento politico di Borsellino, ri- nità missina anche Giorgio Albertazzi e Walter Chiari,
masto immutato dai tempi dell’università. che come Vianello, avevano vissuto la Guerra Civile
tra le milizie repubblicane. E poi il grande attore di te-
Passando ad altre città e altre eccellenze ci sarebbe atro Ernesto Calindri, la mitica Wanda Osiris, regina
anche Aldo Fabrizi, forse il più grande attore roma- della Rivista, e l’impareggiabile caratterista romano

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STORIA IN RETE 132 Febbraio-Aprile 2017

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RETROSCENA
Elenchi incompleti (ma indicativi)

Alcuni dei personaggi che hanno militato o sono stati simpatizzanti del MSI e delle sue organizzazioni giovanili. Dall’alto, il pittore Giorgio De
Chirico, il podista Abdon Pamich, il cantante Franco Califano, la discografica Mara Maionchi, l’attore Giorgio Albertazzi, il senatore Silvio Vitale
con la sua rivista «l’Alfiere», il cantante napoletano Aurelio Fierro, l’ex 883 Max Pezzali, la podista Ileana Salvador, l’attore Walter Chiari, l’oro
olimpico Gabriella Dorio, il ciclista Fiorenzo Magni, gli attori Mario Carotenuto ed Ernesto Calindri, il giudice Paolo Borsellino, gli attori Aldo
Fabrizi e Raimondo Vianello, Enzo Maiorca, campione di immersioni in apnea, il pugile Nino Benvenuti e infine la stella del varietà Wanda Osiris

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Walter Chiari e Peppino De Filippo
ne «Gli Onorevoli», commedia in cui
l’attore napoletano interpreta la parte
di deputato missino nelle sadiche mani
di un truccatore antifascista della RAI

Mario Carotenuto, protagonista di reso famoso dall’interpretazione ambito musicale, un altro grande
tanti film – anche con Totò – degli del vice-sostituto-portiere Salvatore della musica italiana, Franco Cali-
anni Cinquanta e Sessanta. Era di in «Così parlò Bellavista» di Lucia- fano, ebbe sempre simpatie a destra
destra anche Peppino De Filippo, a no De Crescenzo. Sono tantissime, e frequentava tranquillamente gli
differenza del fratello Eduardo, so- inoltre, le leggende fiorite attorno a ambienti missini romani. Stava a
cialista dichiarato. La sua era una cantanti e musicisti. È assodato che destra anche Aurelio Fierro, uno dei
posizione da conservatore meridio- Mara Maionchi e Max Pezzali (ex grandi della canzone napoletana,
nale fortemente legato alle sugge- 883) frequentarono (la prima negli sebbene eletto consigliere comunale
stioni monarchiche. A «bollarlo» fu anni Sessanta, il secondo negli anni a Napoli con la Democrazia Cristia-
(anche) la fantastica interpretazio- Ottanta) le sedi del MSI rispettiva- na negli anni Settanta.
ne del personaggio del professore mente a Milano e a Pavia. Ma non
Mollica nel film «Gli Onorevoli», sarebbe vero che Renato Zero, a C’è un altro luogo comune che,
candidato alle elezioni per il MSI e Roma, frequentasse i missini negli come tutti i pregiudizi, fonda le sue
messo alle strette dal regista di si- Anni di Piombo; e nemmeno è vero radici in un dato di fatto. Il luogo
nistra e un po’ squinternato inter- che Vasco Rossi fosse dichiarata- comune è quello secondo cui la de-
pretato proprio da Walter Chiari. mente fascista, come voleva un’or- stra sarebbe totalmente disinteres-
Casualmente, la tomba del grande mai spenta leggenda urbana che sata alla cultura, il dato di fatto è che
Peppino, al cimitero del Verano a pareva infischiarsene del fatto che per lunghissimi anni s’è ostracizza-
Roma, è a fianco a quella – ormai il rocker fosse da sempre radicale. to un mondo da parte di un ambien-
in decadenza – di Claretta Pettacci. Una leggenda analoga che ha dato te occupato, manu militari, dalla
vita ad una questione irrisolta per la intelligencija rossa. Le istituzioni e i
Interessante fu l’esperienza del proverbiale riservatezza dei prota- gruppi culturali vicini al MSI erano
cabaret de «La Porta Infame», uno gonisti, vuole che il paroliere Mogol tantissimi e le iniziative organizzate
dei primissimi laboratori di teatro abbia sempre declinato a destra le furono molteplici. Gli ospiti furo-
alternativo (alla vulgata di sinistra) sue tendenze politiche quasi trasci- no sempre di altissimo livello. John
che sorse a Napoli all’inizio degli nandosi dietro il grandissimo Lucio Dos Passos, incasellabile colonna
anni Settanta. Ne furono fondatori Battisti. Resta il fatto che Battisti è portante della letteratura america-
gli attori Tullio Del Matto ed Enri- sempre stato più amato (e citato) a na, partecipò nel maggio del ’63 a un
co Russo in cui, tra gli altri, veniva- destra che a sinistra. E poi c’è quel convegno organizzato dal Centro
no portati in scena testi firmati da benedetto verso – «planando sopra di Vita Italiana a Roma. Prima an-
Luciano Cirri, critico teatrale che boschi di braccia tese» – de «La col- cora, a Milano, invece, il poeta Ezra
fu anche vicedirettore de Il Bor- lina dei ciliegi» del 1973. E, anche Pound uscito dal manicomio prese
ghese. A proposito di Napoli, fre- considerando l’anno e il clima, certe parte a un’iniziativa organizzata
quentava la sezione del MSI di via affermazioni potevano risultare per dalla rivista «L’Italiano» di Pino
Chiaia l’attore Benedetto Casillo, lo meno provocatorie… Ancora in Romualdi. Le attività del CVI ri-

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STORIA IN RETE 134 Febbraio-Aprile 2017

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Il funerale fascista di Dino Ferrari. In camicia nera - di Pietro Cerullo

C
orreva l’anno 1956, studiavo al figlio. Così, il Labaro del RR.GG. del MSI
Liceo Classico Statale Muratori di Modena, intitolato alla Dalmazia e
di Modena e ricoprivo la carica all’Istria, scortato da me e da altri nu-
di segretario provinciale giovanile del merosi giovani militanti, accompagnò
MSI. Il 30 giugno si ebbe notizia della il feretro di Dino Ferrari. Senza, in veri-
morte di Dino Ferrari, primogenito del tà, un segno né una voce di dissenso, in
Commendatore, da tempo malato di di- una terra di comunisti, che nell’occa-
strofia muscolare. Brillante ingegnere, sione seppero tacere e rispettare, non
era coinvolto nel progetto per la realiz- certo per noi, ma per il grande vecchio.
zazione del nuovo motore a sei cilindri a Dino Ferrari Il quale, è vero, figurava puntualmen-
V da 1.500 cm3, che debutterà dieci mesi te fra i generosi sponsor delle annuali
dopo con il nome «Dino». Fui chiamato ero emozionato al cospetto dell’austero Feste dell’Unità, ma in cuor suo dove-
al telefono dalla segreteria della Ferrari ed imponente personaggio e perples- va consentire con Dino, se in seguito
e invitato ad un incontro nella sede di so circa i motivi dell’incontro. Mi disse potei accompagnare a cena, nella sua
Maranello. Appena giunto, fui introdot- subito che adempiva un desiderio del casa di Maranello, sia Almirante che
to alla presenza del patron Enzo Ferrari. figlio Dino. Dino, mi disse, avrebbe vo- De Marzio. E fui invitato al rinfresco in
L’avevo già visto in città, anche perché luto da anni iscriversi al MSI; vi aveva ri- occasione della laurea honoris causa
da tempo frequentavo il Caffè Ristoran- nunciato per riguardo all’azienda, date in ingegneria meccanica, conferitagli
te La Fontana, in Largo Bologna, ritrovo le circostanze di luogo e di clima politi- dall’Università di Bologna, presenti an-
dei piloti della sua Scuderia, che allog- co. Vicino a morire, però, aveva chiesto che ex esponenti del Fascismo di tutto
giavano all’Hotel Reale, sul lato opposto al padre d’essere sepolto con indosso rilievo, quali Cacciari (quello fascista
della piazza. Avevo fatto confidenza con la camicia nera e di avere al funerale il e «repubblichino»…) e Franz Pagliani
Ascari, Musso, Castellotti, Perdisa… A labaro del Raggruppamento Giovanile (luminare di medicina ma, soprattut-
volte portavo per loro pellicole a Mila- missino. Pienamente consapevole dei to, responsabile delle Brigate Nere in
no, per lo sviluppo di fotografie a colori, probabili inconvenienti conseguenti, Emilia nel tempo crudele della Guerra
non praticato allora a Modena. Tuttavia Lui intendeva onorare la volontà del Civile) Era l’anno 1960. n

chiamarono in Italia intellettuali di Alberto Burri, ufficiale medico du- diale nei 10 km, Ileana Salvador. Nel
grande spessore: il politologo e filo- rante la Seconda guerra mondiale, calcio, tante simpatie e molto confu-
sofo svizzero Armin Mohler, lo sto- fu fatto prigioniero dagli americani se forse più legate a una dimensione
rico e filosofo americano di origini e detenuto a Hereford in Texas, nel folkloristica che a un’adesione vera
ungheresi Thomas Molnar, il filoso- campo di prigionia riservato ai pri- alla destra neo o postfascista. Molti
fo belga Marcel De Corte, lo storico gionieri che non vollero saperne di sicuramente i simpatizzanti missi-
americano Anthony James Gregor. collaborare con gli angloamerica- ni nella Lazio campione d’Italia nel
Attivissimo fu anche il CIDAS, ni, insieme allo scrittore Giuseppe 1974 mentre, in tempi più recenti, tra
Centro Italiano Documentazione Berto e al gigante Beppe Niccolai. i tanti «testimonial» c’è da ricordare
Azione Studi di Torino che gettò i Fu proprio in Texas che iniziò a di- che l’ex laziale Paolo Di Canio, che
ponti del dialogo con il dramma-
turgo Eugene Ionesco, con Ernst
Junger, con la pattuglia dei francesi,
Il pittore metafisico Giorgio De Chirico
Jean Mabire, Jean Cau e Dominique ideò i bozzetti da cui sarebbe nato il simbolo
Venner. E poi con uno dei massimi del FUAN, il Fronte Universitario d’Azione
latinisti moderni, Ettore Paratore,
con il dantista Vittorio Sermonti, Nazionale che raccoglieva gli studenti missini
fratello dell’indimenticabile Ruti-
lio. Tra gli scrittori e gli intellettuali pingere. La formazione degli spor- recentissimamente s’è dichiarato
italiani, fra gli altri, furono a destra tivi è lunghissima. Ed è capitanata pentito del braccio teso in campo,
Dino Buzzati e Piero Buscaroli. Si è dal grandissimo pugile di origini è stato amico di Paolo Signorelli,
dichiarato elettore del MSI anche il istriane Nino Benvenuti e dal mar- ideologo dell’estrema destra. Chi
musicologo Paolo Isotta. ciatore Abdon Pamich, che era nato di destra è stato, diventando anche
a Fiume. C’è poi il ciclista Fiorenzo parlamentare è sicuramente Enzo
Molti furono i pittori che si intrec- Magni, denominato «Il Leone delle Maiorca, il recordman di apnea pro-
ciarono al MSI. Giorgio De Chirico Fiandre». Mentre dal Centro Spor- tagonista di una stagione impor-
ideò i bozzetti da cui sarebbe nato tino Fiamma sono emersi campioni tante dello sport italiano e apripista
il simbolo del FUAN, il Fronte Uni- come l’olimpionica (oro nei 1.500 dell’ecologismo tricolore.
versitario d’Azione Nazionale che metri a Los Angeles 1984) Gabriella
raccoglieva gli studenti missini. Dorio o la più volte primatista mon- Giovanni Vasso

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DIASPORA CONTINUA
Una destra litigiosa

FIAMME,
FIAMMETTE
E LUMINI
Rissosi, inquieti, polemici. Dal  in poi, i quadri della Fiamma non
hanno mai smesso di litigare tra loro e dividersi, in nome di fedeltà
antiche, eresie o di progetti innovativi. Senza però mai scalfire la
fiducia dei militanti e degli elettori. Sino alla diaspora finale...
di Mario Bozzi Sentieri

L
a storia del MSI come fedeltà e gerarchia facevano sbatte la porta cercando approdi
è anche storia di nel MSI più breccia nel militan- più rivoluzionari. È il maggio 1947.
scissioni e di esodi te che nel dirigente: tanto è vero Ruinas fa uscire il periodico «Il
politici. «Uno dei che nessuna delle scissioni fu mai Pensiero Nazionale», con l’idea di
dati paradossali premiata dall’elettorato missino, il creare un ponte tra i «fascisti ros-
di questo partito quale, al di là del comportamento si» della RSI ed il Partito Comu-
– nota Giuseppe Parlato – è stato dei dirigenti, ebbe sempre chiara la nista Italiano. Qualcuno ci casca,
il fatto che, nonostante le parole linea da seguire». Sta di fatto che prendendo la tessera del partito di
d’ordine come fedeltà, disciplina, la dinamicità interna all’ambien- Togliatti e finendo triturato dalle
tradizione, obbedienza ai capi, il te missino, con una lunga scia di sue robuste fauci ideologiche. Nel
Movimento Sociale è stato uno dei esodi politici e di ricomposizioni, 1952 vengono organizzati i Gruppi
partiti più rissosi della storia ita- resta uno degli elementi essenziali di Pensiero Nazionale che parteci-
liana». Di questa rissosità politica per tentare di cogliere l’immagine pano alle elezioni amministrative
ed ideale occorre tenere conto per reale del MSI. A cominciare già in funzione anti-MSI ed anti-DC,
cogliere la volontà dell’ambiente dagli esordi del partito. ottenendo risultati insignificanti.
missino di proiettarsi, dietro la Migliore fortuna non ha il pro-
patina apparentemente nostalgica, Primo della serie dei «fascisti ros- getto di «unificazione delle forze
in una dimensione a venire, che è si» Stanis Ruinas, figura storica del autenticamente rivoluzionarie,
andata spesso ben al di là dei ri- Fascismo antiborghese e «di sini- che si rifanno alle esigenze vissute
sultati elettorali. «Probabilmente – stra», che, a pochi mesi dalla nasci- dalla Repubblica Sociale Italiana»,
spiega Parlato – le parole d’ordine ta del Movimento Sociale Italiano, lanciato, nel 1956, da «Il Pensiero

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DIASPORA CONTINUA
Una destra litigiosa

Nazionale». All’iniziativa aderisco- na, con Nasser e, alla fine, perfino 1952) al Raggruppamento Sociale
no il MUI (Movimento Unitario con Gheddafi. Repubblicano. «Il nostro so-
Italiano), operante in Sicilia, Socia- cialismo nazionale – scrive
lismo Nazionale ed il gruppo poli- Dopo il III Congresso Naziona- Giorgio Pini, nel febbra-
tico di Ordine Nuovo (quello fon- le (L’Aquila, 26-28 luglio 1952), che io 1953, sul quindicinale
dato da P.F. Altomonte). L’elemento ha visto vincente l’alleanza tra De «Prima Fiamma» – non
distintivo del progetto «unitario» è Marsanich ed Almirante, escono
di essere «rivoluzionario», «contro dal MSI Giorgio Pini e Concet-
i dogmi d’ogni genere e natura e to Pettinato, esponenti del-
contro i terrorismi ideologici». An- la «Sinistra nazionale» e
che qui il flop elettorale è garantito. giornalisti di primo piano
Ruinas continua a fare uscire la rivi- durante il Fascismo, che
sta fino al 1977, trovandosi, di volta danno vita (il 31 agosto
in volta, alleato con Enrico Mattei in
lotta contro le «sette sorelle» del pe-
trolio, con la sinistra democristia-

I simboli di alcuni partiti


e movimenti nati da scissioni
in seno al MSI o al suo erede
AN: dal basso, Ordine Nuovo,
Avanguardia Nazionale,
Fascismo e Libertà, Fronte
Nazionale, Forza Nuova,
Futuro e Libertà, La Destra,
Fratelli d’Italia

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Giorgio Pini (1899-1987),
già caporedattore del mussoliniano
«Popolo d’Italia» e poi sottosegretario
agli’Interni della RSI, fu tra i fondatori
del MSI, ma nel 1952 darà vita con una
scissione al Raggruppamento Sociale
Italiano nel tentativo di creare
una sinistra nazionale non marxista

sente il bisogno di far la corte agli


altri socialismi, e se, in sede stori-
ca e politica, implica la revisione
di certi aspetti e metodi del pas-
sato regime, che furono aspetti di
congiuntura, connessi a un sistema
dittatoriale (revisione che fu ini-
ziata già col Manifesto di Verona),
non per questo si accoda né al so-
cialismo borghese di Saragat, né al
socialismo ortodosso di Nenni, né
al socialismo sublimato in comuni-
smo di Togliatti». Il 1° gennaio 1954
Raggruppamento Sociale Repubbli-
cano e «Prima Fiamma» si fondono
dando vita al gruppo di Socialismo
Nazionale, che resta attivo fino alla l’ex fascismo deve dividersi nei del Movimento» e costituendo un
metà degli Anni Sessanta. Tra Pini suoi residuati di destra e nei suoi Centro Studi, votato all’elaborazio-
e Ruinas si sviluppa una certa colla- germogli di una sinistra nazionale. ne politico-culturale e all’astensio-
borazione. Il primo inizia a scrivere Questo aggettivo ci separerà sem- nismo elettorale. Insieme alle accu-
sul «Pensiero Nazionale». Il secon- pre dai comunisti». se nei confronti degli ex camerati
do, cessata la collaborazione con missini, che hanno ridotto il MSI ad
il Partito Comunista, vede in Pini Dopo il V Congresso del MSI (Mi- essere un partito come gli altri (con
l’uomo in grado di guidare un nuo- lano 24-26 novembre 1956), che «le sue clientele, il suo affarismo, le
vo movimento nel quale fare con- ha visto un acceso confronto tra sue correnti interne, i suoi omuncoli
fluire tutti gli ex fascisti di sinistra. «moderati», disponibili all’accordo impantanati fino al collo nella foia
Rispetto al possibile abbraccio con con i monarchici, e «sinistra na- elettoralistica, ed inguaribilmen-
le sinistre Pini chiarirà in seguito: zionale», impegnata a rivendicare te affetti dal morbo democratico
«Mi nego sistematicamente, aperta- le radici sociali del Movimento, del carrierismo») Ordine nuovo ri-
marca la sua posizione rispetto alla
«crisi del sistema» (con «lo Stato
Giorgio Pini scrisse: «Mi nego a destra (e perciò svuotato d’ogni significato dai par-
non trovo lavoro), ma non posso abbracciare titi») all’Europa colonizzata («Noi
la sinistra attuale, perché marxista, perché europei siamo i negri del ventesimo
secolo»), alla fine del «colonialismo
sanguinaria, perché totalitaria e anti-nazionale» democratico» (con «un nuovo cam-
po aperto al gioco degli interessi
mente a destra (e perciò non trovo lo scissionismo dilaga. Deluso per extra-europei, allo scontro delle
lavoro), ma non posso abbracciare il risultato, che conferma Arturo opposte influenze ideologiche, mili-
la sinistra attuale, perché marxista, Michelini alla guida del partito e tari ed economiche degli Stati Uniti
perché sanguinaria e assassina, per- riafferma la politica delle alleanze, e dell’Unione Sovietica»), alla pros-
ché totalitaria nei suoi fini, perché se ne va il gruppo Ordine Nuovo, sima alleanza tra «guelfi e socialisti
sostanzialmente anti-nazionale guidato da Pino Rauti, che indiriz- all’insegna del collettivismo».
non meno della destra. Combatto il za una lettera al presidente Augu-
nostalgismo e perciò sono all’indi- sto De Marsanich, dichiarando di Dalla sinistra del partito, esce
ce, ma non posso sentire offendere non potere avvallare «un orienta- la componente capitanata da Er-
Mussolini. (…) Sono convinto che mento estraneo agli scopi originari nesto Massi, che dà vita al Partito

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Militanti di Avanguardia Nazionale durante
l’occupazione universitaria del 1968

Nazionale del Lavoro (PNL), «per era stato uno dei «grandi elettori», Preziosi, Nuclei Roberto Farinacci e
riprendere – come dichiara Massi ora accusata di immobilismo, esce dissidenti del Centro Studi Ordine
– la battaglia delle origini» e non dal MSI e fonda il Movimento Na- Nuovo), che, nell’aprile 1960, danno
lasciare ai social comunisti l’ege- zionale Italiano, con l’idea di co- vita ad Avanguardia Nazionale. Ha
monia del problema sociale. Negli struire la «grande destra», insieme dichiarato Stefano Delle Chiaie, il
Orientamenti e Programma, ap-
provati dall’assemblea costitutiva «Sentivamo il peso del rituale del MSI che
del partito, il PNL «afferma che
l’ordine politico, l’ordine sociale ci appariva stantio. Fare i saluti romani, ripetere
e l’ordine economico sono aspetti slogan del Fascismo era soltanto un modo
interdipendenti di una stessa realtà
individuale e nazionale fondati sui
per rievocare il passato» ha detto Delle Chiaie
valori etici che devono presiedere
alla vita individuale ed associativa; ai monarchici. Anche qui l’elettora- fondatore di Avanguardia Naziona-
auspica una moderna strutturazio- to non sembra gradire l’iniziativa, le: «Sentivamo il peso di un rituale,
ne dello Stato che consenta al lavo- mentre i monarchici si spaccano a quello che continuava a ripetersi
ro in tutte le sue forme una parteci- metà, con Alfredo Covelli da una nelle sedi del MSI, che ci appariva
pazione organica al potere politico parte e Achille Lauro dall’altra. stantio, statico. Fare i saluti romani,
ed economico, alle categorie una ripetere slogan e frasi tipiche del Fa-
rappresentanza funzionale, ai sin- Nel 199 sono i combattenti della scismo storico era soltanto un modo
goli uguali opportunità di estrin- RSI (organizzati nella FNCRSI), a per rievocare nostalgicamente il
secazione personale, ai fini di una rompere con il MSI, nel quale rap- passato senza pensare al presente,
nuova dinamica sociale». Il partito presentano una componente molto né progettare il futuro. Nel MSI c’era
si struttura in varie federazioni e significativa, sentendo tradita la una continua polemica su quale fos-
si presenta alle elezioni politiche propria vocazione rivoluzionaria se la concezione giusta del Fascismo,
del 1958, raccogliendo però poche e sociale. Li seguono, su posizio- ma sul piano politico non esisteva
migliaia di voti e dissolvendosi su- ni nazional-rivoluzionarie, varie nessun progetto».
bito dopo. Nasce invece «a destra» schegge del movimentismo «di de-
la scissione, capitanata, nel 1957, da stra» (Gruppi d’Azione Rivoluziona- La «diaspora» missina, in parti-
Enzo Erra, che, in polemica con la ria, Gioventù Mediterranea, Avan- colare quella giovanile, si accen-
segreteria Michelini, della quale guardia Giovanile, Centro Giovanni tua nel 1968, anno spartiacque tra

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Roma, facolta di Architettura a Valle Giulia, una scritta dei gruppi giovanili
di destra che parteciparono all’occupazione studentesca del 1º marzo 1968. A destra
Il programma dell’effimero Partito Nazionale del Lavoro di Ernesto Massi (1958)

volontà rivoluzionarie e richiami ed il tentativo di cavalcare «da de-


all’ordine costituito. Il confronto stra» la contestazione naufragano
non è solo ideologico. Studenti uni- di fronte al titolo del «Secolo d’Ita-
versitari, appartenenti al FUAN- lia», giornale ufficiale del MSI, che
Caravella, l’organizzazione degli il giorno dopo titola a tutta pagina
universitari missini, e all’arcipe- «Basta con gli stracci rossi, il trico-
lago della destra più radicale, par- lore all’università», sottolineando
tecipano, nei primi mesi del 1968, che «La gioventù nazionale com-
all’occupazione dell’Università di batte il dominio comunista negli
Roma. A Valle Giulia, davanti alla atenei». Prendono spazio realtà di Popolo. Ad animare l’iniziativa
facoltà di architettura, la prima li- giovanili extra-missine. Tra queste giovani provenienti da Primula Go-
nea dei manifestanti che si scontra i Gruppi dell’Orologio, emanazio- liardica, Avanguardia Nazionale ed
con la polizia è costituita dai mi- ne dell’omonimo periodico, diretto il FUAN-Caravella. Lotta di Popo-
litanti di Avanguardia Nazionale, da Luciano Lucci Chiarissi, i quali lo si caratterizza per un accentuato
Ordine Nuovo, Europa Civiltà, arrivano ad occupare alcune facol- trasversalismo politico-culturale,
Primula Goliardica. Di fronte alle tà insieme al movimento studen- contestando la divisione del mondo
parole del segretario del MSI, Mi- tesco di sinistra, appellandosi alla in blocchi e rifiutando le false con-
chelini, che definisce gli scontri rivolta giovanile antipartitocratica, trapposizioni, tra antifascismo ed
un atto insurrezionale prepara- contro le ipoteche ideologiche di anticomunismo, create dal sistema
to dai comunisti, gli aderenti del destra e di sinistra. per incanalare le forze rivoluziona-
FUAN-Caravella manifestano il rie. Alla «rivoluzione nazionale» del
loro dissenso dando vita a Nuova Il 13 settembre 1968 viene fondato Fascismo delle origini si richiamano
Caravella ed occupando, insieme dal principe Junio Valerio Borghe- invece i Comitati unitari per la Co-
ai militanti della Giovane Italia la se, fuoriuscito dal MSI, del quale stituente di ricostruzione nazionale,
facoltà di economia e commercio. era stato presidente onorario, il sorti, nel 1969, intorno al quindici-
La rottura definitiva avviene il 16 Fronte Nazionale, che rivendica nale «Forza Uomo…», che hanno i
loro miti trainanti nelle figure del
primo Mussolini, di Filippo Corri-
Il tentativo di una contestazione trasversale doni, di Guido Pallotta (il «mistico
naufraga di fronte al titolo del «Secolo d’Italia» che fascista»), dell’ex comunista Nico-
il giorno dopo i fatti di Valle Giulia titola «Basta la Bombacci. Alla disarticolazione
politica del biennio 1968-1969 fa
con gli stracci rossi, il tricolore all’università» riscontro il richiamo all’unità del
fronte anticomunista, reso necessa-
marzo 1968, quando alcune centi- invece lo «Stato forte», antipartito- rio dal nuovo clima politico e socia-
naia di attivisti missini, inquadrati cratico ed antiparlamentare, chia- le del Paese, segnato dall’attivismo
nei Volontari Nazionali, penetrano mando a raccolta contro il materia- dei movimenti extraparlamentari di
all’interno della Sapienza e si reca- lismo comunista, la massificazione sinistra e dalla conflittualità di clas-
no nella facoltà di giurisprudenza, e la lotta di classe. Sul fronte «rivolu- se (il cosiddetto «Autunno caldo»).
occupata da Nuova Caravella e zionario» il 1º maggio 1969, a Roma,
dalla Giovane Italia, nel tentativo nella Casa dello Studente di Via de Il 10 luglio 1969 Almirante, suc-
di «liberarla». Il dialogo giovanile Lollis, nasce l’Organizzazione Lotta ceduto a Michelini, deceduto il 15

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STORIA IN RETE 140 Febbraio-Aprile 2017

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http://ordinenuovo.ilcannocchiale.it/

giugno, propone alla Direzione


nazionale del MSI di lanciare un
«appello ai camerati che hanno ab-
bandonato il partito». Tra i primi a
rispondere Ordine Nuovo, guidato
da Rauti, il quale di fronte alla real-
tà di un Paese fortemente segnato
dalle nuove tecniche della «guerra
sovversiva» pone al movimento
due alternative: l’isolamento, vis-
suto come «testimonianza», oppu-
re «l’intervento, inteso, e attuato,
come spiegamento delle possibilità
sollecitatrici e creatrici che si ritie-
ne di possedere, per propiziare al
massimo possibile più giusti orien-
tamenti e più valide iniziative, nel
quadro della situazione concreta Una tessera di Ordine Nuovo emessa prima del ritorno di Pino Rauti al MSI
nel novembre del 1969. Il suo rientro non fu seguito dalla massa degli aderenti
da affrontare». Nel novembre 1969
a ON che con Clemente Graziani il 21 dicembre dello stesso anno danno vita
Rauti e parte dei militanti di Ordi- al Movimento Politico Ordine Nuovo, poi sciolto per «ricostituzione del PNF»
ne Nuovo rientrano nel MSI. Non
tutti gli ordinovisti accettano però serimento (Ernesto De Marzio, e sociale come valori prioritari. La
il rientro nella «casa madre». A Gianni Roberti, Gastone Nencio- scissione di Democrazia Nazionale,
contestare la decisione è Clemen- ni) contesta la scelta almirantiana per la consistenza e l’importanza
te Graziani, che il 21 dicembre, dà dell’alternativa al sistema e costi- del suo gruppo dirigente, sembra
vita al Movimento Politico Ordine tuisce la corrente di Democrazia destinata al successo e allo svuota-
Nuovo, rivendicando la continuità Nazionale, che, nel dicembre 1976, mento del vecchio partito d’appar-
ideale con l’esperienza precedente dà vita al Gruppo parlamentare tenenza. Alle elezioni del giugno
in «una formazione rivoluziona- Costituente di destra – Democra- 1979, i risultati danno invece ragio-
ria al di fuori degli schemi triti e zia Nazionale, a cui aderiscono 17 ne al continuismo missino: alla Ca-
vincolanti dei partiti, una forma- deputati su 35 del MSI-DN, 9 sena- mera gli «scissionisti» raggiungono
zione agile, adeguata alle esigenze
della situazione politica attuale e
strutturata secondo i criteri propri
La scissione di Democrazia Nazionale sembra
delle minoranze rivoluzionarie». Il destinata al successo, avendo svuotato
21 novembre 1973 trenta dirigenti la rappresentanza missina in parlamento.
del MPON sono condannati per
ricostituzione del Partito Nazio- Ma alle elezioni del 1979 DN si ferma allo 0,6%
nale Fascista e viene decretato lo
scioglimento dell’organizzazione. I tori su 15, 13 consiglieri regionali su lo 0,63% (nessun deputato), al Se-
successivi gradi di giudizio hanno 40. L’idea di fondo di Democrazia nato lo 0,57% (nessun seggio). Priva
poi assolto tutti gli imputati. Nazionale è di bloccare la paven- d’identità e di un reale consenso di
tata collaborazione tra DC e PCI, base, anche la rottura moderata ed
Il tentativo di costruire una nel segno del «compromesso stori- «entrista» del 1976 non lascia trac-
«grande destra», con il recupero co», rendendo la destra politica – si cia ed il partito scompare.
dei vari spezzoni dell’arcipelago ex- legge nel documento fondativo del
missino, dei monarchici e di alcuni gruppo – «più omogenea rispetto Non ha migliore fortuna l’avven-
esponenti del mondo cattolico e li- ai partiti democratici per quanto tura di Giorgio Pisanò, che, nel
berale, portato avanti, a partire dal si riferisce alla difesa degli ordina- 1989, dà vita al movimento «Fa-
1969, da Almirante, dura un quin- menti liberi, nel quadro del dettato scismo e libertà», rivendicando il
quennio. La «diaspora» riprende costituzionale». Da qui il rifiuto di fascismo come «parte integrante
nel 1976, allorché, dopo i deludenti ogni totalitarismo e di ogni nostal- della radice ideale e politica, mai
risultati elettorali, l’ala più fedele gismo e l’accettazione del principio rinnegata, del MSI-DN». Né il
alla strategia micheliniana dell’in- di libertà e del pluralismo politico «trauma» di Fiuggi, con la nascita

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141 STORIA IN RETE

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Le segreterie del MSI dal «cupo tramonto» del 1946 alla «svolta di Fiuggi» del 1

Giacinto Trevisonno Giorgio Almirante Augusto De Marsanich Arturo Michelini Giorgio Almirante
(26 dicembre 1946 (15 giugno 1947 (15 gennaio 1950 (10 ottobre 1954 (29 giugno 1969
- 15 giugno 1947) - 15 gennaio 1950) - 10 ottobre 1954) - 15 giugno 1969) - 14 dicembre 1987)

di Alleanza Nazionale (28-29 gen- vamente Alleanza Nazionale su portato alla nascita del microgrup-
naio 1995) apre grandi spazi alla posizioni nazional-conservatrici. po Destra Libertaria, capitanato da
scissione, capitanata da Pino Rauti, Dopo il 1996 – è l’accusa di Storace Luciano Buonocore, poi rientrato
Giorgio Pisanò e Tomaso Staiti, nel – Alleanza Nazionale ha perso voti nel Popolo della Libertà) presenta,
nome, ancora una volta, della «con- perché ha seguito «la logica dell’ap- nel 2008, Daniela Santanchè quale
tinuità ideale». Il Movimento So- plauso da sinistra». Con il risultato candidata alla Presidenza del Con-
ciale – Fiamma Tricolore non solo di dimenticarsi della propria iden- siglio, in alternativa a Silvio Ber-
non riesce a diventare la calamita tità e della propria storia. Ricorda lusconi. La lista però ottiene il 2,4
per un nuovo radicalismo di destra, lo stesso Storace, nel libro intervista alla Camera e il 2,1 al Senato, non
ma subisce ulteriori spaccature con «Destra per sempre – Le ragioni di avendo così alcun seggio al Parla-
la fuoriuscita di Adriano Tilgher, un ribelle»: «Venne poi il Congres- mento. Nel settembre del 2008, la
che crea, nel 1997, il Fronte Sociale so di Bologna, nel 2002, che si risol- Santanchè lascia La Destra, dando
Nazionale. Il «Fronte» di Tilgher, ve in una semplice passerella. Da lì vita al Movimento per l’Italia e ri-
insieme a Forza Nuova, capitanata ebbe inizio la polemica interna. Il avvicinandosi al Popolo della Li-
da Roberto Fiore, e a Libertà d’A- 2003, poi, è l’anno delle “tesi” sul bertà, fino a ricevere l’incarico, nel
zione (miniscissione di Alleanza Fascismo “male assoluto”. Nean- marzo 2010, di sottosegretario del
Nazionale, guidata da Alessandra che il partigiano Sandro Pertini era Governo Berlusconi.
Mussolini) danno vita, tra il 2003 arrivato a sostenere tanto. Fini con
Ultimo capitolo di questa storia di
Le scissioni nel nome della «continuità ideale» scissioni e ricomposizioni è il mo-
vimento Futuro e Libertà, che na-
non hanno mai successo. Al proliferare a destra sce, di fatto, il 30 luglio 2010, dopo
delle sigle politiche corrispondono sempre il deferimento ai probiviri del PdL
di tre «fedelissimi» di Fini (Italo
risultati elettorali inversamente proporzionali Bocchino, Fabio Granata e Carmelo
Briguglio) e l’approvazione di un do-
ed il 2006, al cartello elettorale Al- quelle frasi dette a Gerusalemme cumento, redatto dall’ufficio di Pre-
ternativa Sociale, a cui aderisce, nel spaccò il nostro popolo, perdendo sidenza del Popolo della Libertà (con
2005, la Fiamma Tricolore di Luca chi dentro si sente di destra ma non 33 voti favorevoli e tre contrari), in
Romagnoli, proveniente da un ul- ha mai fatto male agli ebrei. Il suo cui viene sancita l’incompatibilità di
teriore rottura del partito rautiano. desiderio di accreditarsi provocò Gianfranco Fini con i principi fon-
Al proliferare (a destra) delle sigle e rivolte e scissioni. Fino alle ultime danti del partito e viene affermata
delle scissioni corrispondono sem- posizioni sul Corano nelle scuole, la sfiducia da parte del movimento
pre risultati elettorali inversamente come propone la Rosa nel pugno, e politico nei suoi confronti. Alla base
proporzionali. ancora l’esaltazione del politeismo della nascita del FLi sembrano esser-
o di “Bella Ciao”, dalle colonne del ci soprattutto problemi «di metodo»
Su questa linea non va meglio a “Secolo d’Italia”, il quotidiano del (la democrazia interna e la possibili-
Francesco Storace, che, nel luglio partito». Nel nome dei valori di una tà di garantire voce al dissenso inter-
2007, dà vita a La Destra, in pole- «destra autentica», il nuovo partito no) anche se i «futuristi» dichiarano
mica con Gianfranco Fini, accu- di Storace (che nel frattempo ha di rifiutare – in linea di principio –
sato di volere spostare progressi- subito una miniscissione, che ha la «retorica litania di valori», prefe-

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STORIA IN RETE 142 Febbraio-Aprile 2017

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uggi» del 1995 «La Destra»

La voce
«La Destra»
esiste su Wikipedia in 13 lingue

Accuratezza 

Fonti e note 


Gianfranco Fini Pino Rauti Gianfranco Fini
(14 dicembre 1987 (14 gennaio 1990 (6 luglio 1991 Bibliografia
- 14 gennaio 1990) - 6 luglio 1991) - 27 gennaio 1995)
Controversie 

rendo un «sommovimento geologi- dinatore nazionale Roberto Menia  Vetrina in nessuna lingua
co delle categorie». riceve il mandato dall’Assemblea
 Gendarmi
di assumere le iniziative per aprire della Memoria

Il «Manifesto per l’Italia» presen- una fase costituente della destra ita-
tato, il 6-7 novembre 2010, a Bastia liana, ma alcuni dirigenti decidono minimo massimo 
Umbra, alla prima conferenza na- di lasciare il partito: Fabio Grana-
zionale di Futuro e Libertà elenca ta aderisce alla nuova formazione
i principi a cui il nuovo partito in- ambientalista Green Italia; Carmelo avvallato da Fini, per arrivare ad un
tende richiamarsi: patriottismo, Briguglio decide di entrare in Fratel- grande ed unitario partito del cen-
efficienza dello Stato, lotta alla cor- li d’Italia; Francesco Divella fonda trodestra lascia il campo libero al
ruzione, meritocrazia, solidarietà, Puglia Protagonista; Benedetto Del- riposizionamento della rinata For-
ambientalismo. Lo strappo definiti- la Vedova e Maria Ida Germontani za Italia, del Nuovo Centrodestra,
vo con il PdL avviene il 2 dicembre contribuiscono a fondare Scelta Ci- guidato dall’ex delfino di Berlusconi
2010, allorquando FLi sottoscrive vica, Aldo Di Biagio e Mario Caruso Angelino Alfano, e di Fratelli d’I-
una mozione di sfiducia congiunta seguono Mario Mauro nei Popolari talia, partito fondato, nel dicembre
con altri partiti contro il Governo per l’Italia. Il 9 novembre 2013 Ro- 2012, da alcuni esponenti ex AN, ca-
Berlusconi, mozione che però non berto Menia, il segretario de La De- pitanati da Ignazio La Russa, Gior-
ottiene la maggioranza. Il Governo stra Francesco Storace, il segretario gia Meloni e Guido Crosetto. Nel
Berlusconi IV cade un anno dopo,
il 16 novembre 2011, a seguito delle Alle elezioni politiche del 2013 FLi presenta liste
dimissioni del presidente del Con-
siglio. Futuro e Libertà decide allo- autonome alla Camera con capolista Gianfranco
ra di appoggiare il governo tecnico Fini in tutte le circoscrizioni, mentre al Senato
presieduto dal neosenatore a vita
Mario Monti. Alle elezioni politiche
si presenta nella lista di supporto a Mario Monti
italiane del 2013 FLi presenta liste
autonome alla Camera con capo- della Fiamma Tricolore Luca Roma- settantennale itinerario della destra
lista Fini in tutte le circoscrizioni, gnoli, la presidente di Io Sud Adria- «all’italiana», un solo elemento –
mentre al Senato si presenta nella na Poli Bortone, Domenico Nania alla fine – sembra resistere: il simbo-
lista unitaria Con Monti per l’Ita- in rappresentanza dell’associazione lo originario della Fiamma tricolore,
lia, insieme all’UdC. Il partito ot- Nuova Alleanza, Oreste Tofani in unico simbolo di partito che è usci-
tiene solo lo 0,47% dei consensi su rappresentanza di Nazione Sovrana to indenne al tramonto della Prima
base nazionale, non raggiungendo e Antonio Buonfiglio in rappresen- Repubblica e alle lacerazioni della
il quorum necessario per eleggere i tanza de Il Popolo della Vita tentano Seconda, intorno al quale si è sca-
propri candidati. inutilmente di ricostituire Alleanza tenata una guerra infinita a colpi di
Nazionale. La Federazione denomi- carte bollate, di sentenze e di ricorsi,
L’8 maggio 013 l’Assemblea nazio- nata Movimento per Alleanza Na- segnando il passaggio, dopo tante
nale di FLi accetta le dimissioni di zionale ha vita brevissima. La fine, scissioni, ricomposizioni ed esodi
Gianfranco Fini dalla presidenza del nel novembre del 2013, del Popolo politici, dall’identità ideale al brand.
partito, già presentate all’indomani della Libertà, ambizioso progetto,
dell’insuccesso elettorale. Il coor- voluto, nel 2009, da Berlusconi ed Mario Bozzi Sentieri

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bilini, raccontata da uno mentare, membro della segre- struzione del dibattito cultura-
che c’era e che quindi può teria del Msi, Staiti, appartiene le e politico che caratterizzò il
Destra senza veli racconta la storia della destra in Ita-
smontare facilmente gli ste- alla generazione che ha vis- Msi degli anni ‘50 e che, sullo
lia. Gli avvenimenti sono ricostruiti in base a testimo- reotipi su quei ragazzi ribelli suto in prima linea la politica sfondo delle battaglie per Trie-
nianze dirette e documenti, svelando anche retrosce- degli anni Settanta, ricchi di italiana dagli anni ‘50 agli anni ste, portò alle prime, dolorose
na, dalla nascita del Msi nel 1946 fino alla diaspora di sogni e ideali ma assediati ‘90. Il suo diario fazioso è il rac- scissioni di un mondo dove
Fratelli d’Italia e le altre sigle del mondo post missino. da un mondo ostile o indif- conto senza sconti dell’evolu- agivano uomini come Borghe-
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