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Speciale numero 6
Febbraio - Aprile 2017 € 9,50
FASCISTI
DOPO
MUSSOLINI
70 anni fa nasceva il Movimento Sociale Italiano.
Ecco la storia - tra luci e ombre - degli «esuli in patria»
e del loro lungo viaggio nella democrazia
CENTRO EUROPEO
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GIOVANNI GIOLITTI
PER LO STUDIO
DELLO STATO
Direttore responsabile
Fabio Andriola
direzione@storiainrete.com
Comitato scientifico
Aldo A. Mola (presidente)
Mariano Bizzarri
Giuseppe Parlato
Nico Perrone
Aldo G. Ricci
Distribuzione esclusiva
Press-di Distribuzione
Stampa & Multimedia Srl
20090 Segrate (MI)
Pubblicità
pubblicita@storiainrete.com
Hanno collaborato
Marco Valle
(coordinatore dello speciale)
Alessandro Amorese
Mario Bozzi Sentieri
Giampiero Cannella
Michele De Feudis
Sommario
Zeno Irpinate
Massimo Magliaro
Gennaro Malgieri
Nazzareno Mollicone
Antonio Pannullo
Ferdinando Parisella 05 Editoriale 70 Ecco cosa andò storto dopo Valle Giulia
Aldo G. Ricci
Andrea Tremaglia
Giovanni Vasso 06 Il MSI 70 anni dopo. Una storia non banale 74 Laboratori/4 - Ordine Nuovo
Marcello Veneziani
Andrea Vezzà 08 Cronologia 76 La CISNAL, il braccio sociale del MSI
Massimo Weilbacher
Raffaele Zanon
10 E dal fondo nero spuntò una fiamma... 78 Il FdG, tra fiaccole e celtiche
Editing, ricerche e cartografia
Emanuele Mastrangelo 14 50 anni di battaglie 84 Sapessi com’era strano
mastrangelo@storiainrete.com essere missini a Milano
Grafica 22 Panoramica - I risultati elettorali del MSI
Purinto - www.purinto.it 90 Cerullo: «MSI, Tante luci, molte ombre»
24 1946: La Fiamma si accende
Progetto grafico 98 L’ombra della Fiamma
Marco Guerra
marco.guerra@purinto.it 28 Almirante. Pregi e limiti di un leader
102 E Roma divenne un campo di battaglia...
Stampa 32 Il MSI? Oltre il nostalgismo c’era di più
Arti Grafiche Boccia 108 Latina, olim Littoria
Via Tiberio Claudio Felice 7,
84131 Salerno 38 Laboratori/1 - Il presidenzialismo
110 Padova: MSI fuorilegge
Arretrati 42 Trieste è - e resta - italiana!
Informazioni a pag. 62-63 116 Concretezza pugliese
Editore 48 Scelba e la Legge fuffa
Storia in Rete Editoriale s.r.l. 120 Sicilia: da soli contro i padrini
Via Bassano del Grappa 24 52 Laboratori/2 - I Figli del Sole
00195, Roma - fax 06 45491656 124 E i Fratelli d’Italia (in trasferta)
Mensile 56 Laboratori/3 - Il Partito Nazionale finalmente votarono…
Registrazione al Tribunale del Lavoro
di Roma n. 2402500 128 Poche storie: il MSI non amava i libri…
del 22 giugno 2005 58 Genova ’60 - la vittoria della
Storia in Rete - speciale «pregiudiziale antifascista» 132 Son passati di là…
un numero: 9,50 euro
arretrati, 15,00 euro 64 Il FUAN, un laboratorio perduto 136 Fiamme, fiammette e lumini
Si ringraziano la Fondazione
Spirito - De Felice, la Fondazione Alleanza
Nazionale e «il Secolo d’Italia» per la
riproduzione di alcune immagini
|
3 STORIA IN RETE
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M
entre l’idea ziata nel dicembre ’46 e che avrebbe proprietà transitiva, si è trasmessa ad
di questo avuto – a metà dei Settanta – ancora almeno un paio di generazioni suc-
speciale quasi vent’anni di vita. Questo però cessive: un militante missino a fine
stava pren- è un giornale di storia non di redu- anni Settanta non era meno esule in
dendo cor- ci e se abbiamo voluto cogliere l’oc- patria di un reduce di Salò nel 1946…
po mi sono casione di un anniversario neanche
sorpreso a fare due conti: quanti tondo tondo (il Movimento sociale Raccontare quindi la storia del MSI
anni bisogna avere oggi per avere italiano nacque ormai settant’anni e delle sue tante anime vuol dire –
un po’ di memoria diretta, non dico fa, non 50 e neanche 100) è per rac- storicamente – ricostruire un pezzo
del ’68, ma della furia degli anni contare una storia, umana e politica importante della storia italiana del
Settanta? Dell’attesa delle Tribu- insieme (strette come poche volte si Novecento, la storia di tanti, molti
ne politiche con Almirante in TV? è visto) che è parte di una storia più più di quelli che poi effettivamente
Dell’adrenalina di un comizio con grande: quella dell’Italia del dopo- votavano e militavano per la Fiam-
contorno di blindati della polizia? guerra. Nell’Italia che risorgeva - e ma tricolore. Infatti, una delle tante
Di un’affissione notturna intorno lo faceva alla grande – dalle macerie iperboli del MSI è che pur essendo
all’Università o di un volantinaggio della guerra ci sono stato un partito di
alla luce del sole che se si era meno stati infatti anche militanti fu, a modo
di un certo numero era meglio non loro, i «fascisti», gli
Le passioni che suo, anche un par-
provarci neanche? E quanti anni sconfitti. Si riflette animavano il MSI, tito d’opinione nel
ci vogliono per avere ancora negli poco su chi fossero in qualunque area senso che rappre-
occhi l’edicolante che ti sbatte con e quanti fossero: non ci si riconosca, sentava un’area ben
malagrazia la tua copia del «Secolo tanto i dirigenti e i più vasta di quella
d’Italia» o di «Candido»? E si po- capi politici ma i tan- sono forse la cosa del suo elettorato.
trebbe continuare ovviamente an- ti che non avevano che più manca oggi Nelle pagine che se-
cora a lungo, con l’auto-indulgenza nessuna voglia «né guono – coordinate
un po’ retorica e bolsa di chi il giro di rinnegare né di restaurare» e che, in modo eccellente da Marco Valle
di boa comunque l’ha fatto e sa che come tutti, finita la guerra e finito – e per le quali, sia ben chiaro, nessun
per tutto questo cinquant’anni ba- magari all’esterno ma non dentro di contributo è stato ricevuto – si spiega
stano appena. Pochi o tanti che loro – il Fascismo, ripresero a vivere. anche perché non si riuscì mai a far
possano sembrare. Certi flash degli Furono ovunque: nelle arti, nel ci- coincidere appieno quelle due realtà.
anni Settanta sembrano però davve- nema, in TV, nelle case editrici, nei Come sempre cause esterne e limiti
ro lontani: il prof di ginnastica con tribunali, nella pubblica ammini- interni interagirono. Abbiamo cer-
il ciondolo d’oro a falce e martello, strazione, nelle scuole, nell’industria cato di evidenziare le une e gli altri,
i tuoi compagni di classe che vanno privata, negli ospedali. Nel suo ulti- senza sconti, senza retorica. Con la
ai cortei della Figgiccì (i giovani del mo libro il giornalista del «Corriere speranza di aver dato qualche spunto
PCI) anche se siamo solo alla fine della Sera» Pierluigi Battista ricorda di riflessione, soprattutto a chi non
della terza media, il sabato pomerig- il suo rapporto difficile – lui giovane c’era per motivi anagrafici ma anche
gio in centro a cercare l’ultimo disco gruppettaro di estrema sinistra – col a chi non ci sarebbe stato comunque
del tuo cantante preferito e il solito padre «fascista» a cui non poteva per inclinazione. Il MSI era parte di
corteo di Lotta Continua che sfila rimproverare null’altro che un pas- un’Italia che comunque merita, tut-
augurandoti – anche se non ti co- sato che al figlio pareva indecente e ta insieme, attenzione e rispetto. Le
noscono e tu neanche li conosci – di che il genitore invece non intendeva passioni che l’animavano, in qua-
finire appeso a testa in giù… rinnegare in alcun modo pur facen- lunque area ci si riconoscesse, sono
do la sua vita di stimato e affermato forse la cosa che più ci manca oggi.
E così, in qualche modo, ragazzino avvocato. Battista senior – grazie al Che più servirebbe oggi. E adesso
bastian contrario, innamorato più libro del figlio – è tornato alla ribalta girate pure pagina. C’è un’Italia
della storia che della politica, ti ritro- nella sua qualità di «esule in patria». strana, particolare, inattesa che vi
vi ad incrociare un’avventura molto Una condizione che riguardò, bene aspetta. Non esiste più e arrivati a
più importante di quanto in quel o male, tanto o poco, molti milio- pagina 143 chiedetevi se è un bene
momento immagini. Una storia ini- ni di italiani e che, per una curiosa o un male. n
Febbraio-Aprile2014
Aprile-Giugno 2017 |
5 STORIA IN RETE
malattie del neo o postfascismo – il poco o mal indagata. Soprattutto a o meno ai guardiani del politica-
nostalgismo, il frazionismo, il lea- destra. Tra gli eredi veri o presunti mente corretto, alla memoria del-
derismo, il richiamo del «ghetto», del MSI, vi è chi oggi preferisce le la Nazione e del suo popolo. Ecco
la «fiera delle occasioni» al posto di (auto)celebrazioni ingessate e no- perché abbiamo voluto costruire
strategie com- stalgiche, chi si e proporre agli amici di «Storia in
plesse – impe- Gli eterni vizi della destra - erige a prefica Rete» (e speriamo non solo a loro)
dirono ogni inconsolabile, un’analisi forse inconsueta ma
evoluzione po- nostalgismo, frazionismo, chi si distan- plurale, mai retorica e, per quanto
sitiva e il MSI- leaderismo, il richiamo del zia, banalizza possibile, obiettiva della lunga av-
DN si perse in «ghetto», la «fiera delle e poi rimuove. ventura della destra italiana. Cer-
dibattiti lunari,
inutili. Agli ini-
occasioni» - impedirono Atteggiamenti, a nostro avviso,
to, non si tratta di un quadro com-
pleto e esaustivo. Lo sappiamo. È
zi dei Novanta l’evoluzione del MSI i nsu f f ic ient i, piuttosto un tavolo di lavoro aperto
la fiamma era errati. La storia in cui il lettore, se vorrà, potrà ri-
ridotta ad un lumicino. Poi arri- del Movimento Sociale Italiano – trovare – attraverso documenti e
varono Tangentopoli, Berlusconi, con tutti gli errori, gli innumerevoli testimonianze spesso inedite e sor-
Fiuggi. Un’altra storia, sicuramente sbagli ma anche le tante luci e le po- prendenti – i fili di un’esperienza
confortevole ma non gloriosa. che, sofferte, vittorie – è parte in- intricata e individuare, speriamo,
tegrante (e non disdicevole, anzi...) le chiavi per capire, approfondire,
Conclusioni? La Fiamma rappre- delle dinamiche sociali e politiche giudicare con serenità il diffici-
senta a tutt’oggi una vicenda irri- del lunghissimo dopoguerra italia- le percorso degli «esuli in patria».
petibile, complessa e complicata e no. Appartiene pienamente, piaccia Buona lettura. n
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7 STORIA IN RETE
Michelini
1954 9-11 gennaio. IV Congresso
(Viareggio). Diviene segreta-
ge contro lo spostamento del capoluogo
a Catanzaro. Il sindacalista missino Ciccio
Almirante
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9 STORIA IN RETE
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11 STORIA IN RETE
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13 STORIA IN RETE
A
di Massimo Magliaro
Roma, quel gio- dare un partito. Un partito, tanto to non ci stavano a vedere perduto
vedì 26 dicem- per cominciare, che non doveva es- l’onore dell’Italia. Una Rivoluzione
bre 1946, era sere un partito ma un movimento. che aveva modernizzato l’Italia,
freddo ma asso- Una cosa nuova, differente, origi- facendone un Paese industriale
lato. Il secondo nale sin dal nome. «Loro» dunque. tra i primi al mondo, dandogli un
Natale dopo la Chi da una parte, chi dall’altra, si peso politico e culturale mai visto,
fine della guerra era trascorso re- dirigevano, da soli o in gruppetti consolidando nelle generazioni la
lativamente tranquillo, con ovvie di due-tre persone (è sempre Ba- coscienza della storia millenaria
privazioni ma anche con la voglia ghino che mi racconta), verso un che le aveva precedute, una Rivolu-
di tirare per un attimo il fiato sulla indirizzo che era già noto e che da zione che aveva lasciato un nuovo
tragedia che aveva sconvolto milio- quel momento diverrà un pezzo modello di Stato soprattutto sul
ni di famiglie, creando lutti, soffe- importante della storia del popolo piano sociale e su quello giuridico-
renze, rancori, speranze. Il giorno missino: viale Regina Elena 30, lo istituzional. Una Rivoluzione così
dedicato a Santo Stefano aveva in- studio di Renato Michelini, padre ambiziosa non poteva finire per
somma ancora il sapore della festa. di Arturo. Infreddoliti, ma pieni una guerra, per quanto mondia-
La zona dell’evento, quella dell’U- di speranza per il progetto che di le e per quanto perduta, e per una
niversità, a quell’ora (quale ora? lì a poco non sarebbe stato più una pace, ancorché umiliante e disono-
Cesco Giuli Baghino, che c’era, velleità ma un nuovo inizio. Vinti revole. C’era la voglia spasmodica
non me l’ha mai saputo dire. «Era dalla guerra, i Mussolini’s boys non di sopravvivere, di continuare, di
presto» mi rispondeva, quando ne avevano mai rinunciato a esistere urlare Eccoci! Ci siamo! Ci hanno
parlavamo, nel suo ufficietto di via politicamente, a far vivere, magari battuto le armi di tutto il mondo,
Milano, al «Secolo d’Italia») era an- aggiornati, le idee, i programmi e la non le idee!
cora abbastanza deserta. Qualche dottrina del Fascismo che avevano
passante. Nulla più. E loro. appreso nelle università, dalla pro- Prima di quel 26 dicembre c’era-
paganda, durante la vita delle tante no state tante riunioni, tutte ri-
«Loro» erano quel pugno di uomi- organizzazioni fasciste, sui libri, servatissime, a Roma e altrove. La
ni che si erano messi in testa di fon- sulle riviste, ai Littoriali. Soprattut- maggior parte di queste riunioni
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STORIA IN RETE 14 Febbraio-Aprile 2017
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STORIA IN RETE 16 Febbraio-Aprile 2017
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STORIA IN RETE 18 Febbraio-aprile 2017
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STORIA IN RETE 20 Febbraio-aprile 2017
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21 STORIA IN RETE
seggi 6 29 24 27 24 56
Senato % 0,9 6 4,4 5,3 6,7 9
voti 200.241 1.473.596 1.149.873 1.459.046 1.380.452 2.737.695
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56 35 30 42 35 34
9 5,7 5,6 7,3 6,5 6,5
2.737.695 1.780.950 1.782.004 2.283.870 2.121.026 2.170.134
26 15 13 18 16 16
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1.909.055 2.274.556 1.918.650
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23 STORIA IN RETE
LA FIAMMA
SI ACCENDE
Un anno e mezzo dopo la sconfitta, un nucleo di irriducibili fonda
nella capitale il MSI. L’azione di Romualdi, la prima organizzazione
territoriale e le prime polemiche sull’eredità fascista e sul ruolo –
dubbio – degli USA. Un nuovo saggio appena pubblicato ci racconta
cosa accadde in quei giorni
di Adalberto Baldoni
L
a nascita del Movimento sociale italiano di stretta misura. Due gli argomenti affrontati e risolti:
è preceduta da una serie di molteplici necessità di un partito nuovo con rinunzia definitiva a
iniziative da parte di chi vuole conti- qualunque forma di ricostituzione di un partito fascista
nuare l’attività politica alla luce del sole e l’invito ai militanti dei gruppi neofascisti di cessare le
e non ritiene più percorribile, né conve- iniziative clandestine.
niente, la strada della clandestinità. Tra i
neofascisti ci sono anche coloro che non ritengono utile Dopo 15 giorni in un’altra riunione, il «Senato» ritiene
la costituzione di un partito autonomo e propongono, che Giacinto Trevisonno e Giorgio Almirante, non es-
invece, l’ingresso nelle forze politiche esistenti. C’è chi sendo troppo compromessi con gli incarichi ricoperti
guarda all’Uomo Qualunque, chi ai liberali o ai repub- nella RSI, possano essere le «persone adatte» ad assu-
blicani. mere eventuali «cariche ufficiali nel costituendo parti-
to». Inoltre Giovanni Tonelli viene invitato «a saggiare
Alla fine di luglio del 1946, in una riunione tenuta nel il terreno», servendosi del suo settimanale «La Rivolta
palazzo Pignatelli a Roma, il c.d «Senato» - l’organo in- Ideale», circa la nascita di un movimento politico. Il 26
formale dei dirigenti del defunto regime sfuggiti fortu- settembre 1946 si costituisce il Fronte dell’Italiano, di
nosamente alla repressione post 25 aprile - esamina con cui il settimanale diviene il portavoce. Seguono vari in-
attenzione il «caso Uomo Qualunque», il cui massimo contri. Il 3 dicembre 1946 si tiene a Roma una riunione
esponente sta conducendo una politica «troppo conci- nello studio di Renato Michelini, padre di Arturo, in via
liante» nei confronti del PCI. Pino Romualdi [ex vice Regina Elena (l’odierna via Barberini), a cui partecipa-
segretario del Partito fascista Repubblicano, NdR] pro- no alcuni rappresentanti delle testate giornalistiche più
pone di abbandonare al suo destino Giannini e dar vita prestigiose, «La Rivolta Ideale», «Manifesto», «Rosso e
ad un nuovo partito orientato e manovrato proprio dal Nero», «Rataplan» e «Fracassa», della rivista «Lettere»
«Senato». Alcuni dissentono, ritenendo che non sia an- e di alcuni gruppi politici come i Gruppi nazionalisti
cora giunto «il momento di un’azione aperta». Meglio lombardi, i Reduci indipendenti, il Partito nazionale
continuare le iniziative clandestine. Ma, a conclusione italiano, il Partito nazionale giuliano, l’Unione sindaca-
dell’animata discussione, la tesi di Romualdi prevale le ferrovieri italiani ed il Fronte dell’Italiano. Nel corso
Febbraio-Aprile 2017 |
25 STORIA IN RETE
di quest’incontro viene deciso di far tere»; Francesco Galanti; Pino Ro- la partecipazione dei lavoratori alla
confluire sigle, gruppi e ambienti mualdi e Biagio Pace. gestione delle aziende; che la pro-
che si rifanno alle testate in un uni- prietà privata, in «quanto assolva ad
co movimento, il Movimento Socia- Nei venti giorni che precedono la una funzione sociale», sia garantita
le italiano. Il nome richiama la RSI e riunione conclusiva del 26 dicembre dallo Stato. Ai due testi lavorano
si è scelto il termine «Movimento» viene elaborato un programma di Romualdi assieme a due esponenti
per differenziarsi dagli altri par- orientamento politico racchiuso in della sinistra, Giorgio Pini e Fran-
cesco Galanti, e uno della destra
Viene deciso di far confluire sigle, gruppi conservatrice, Ezio Maria Gray. La
riunione definitiva del 26 dicembre
e ambienti in un unico movimento, il MSi. si tiene sempre a Roma e sempre
il nome richiama la RSi e si è scelto il termine nello studio di Renato Michelini,
padre di Arturo, il quale per evitare
«movimento» per differenziarsi dagli altri partiti ulteriori rinvii, annuncia di avere già
informato la questura dell’avvenuta
titi. La proposta è stata avanzata dieci punti ai quali viene premesso costituzione del partito. Al termine
da Giacinto Trevisonno. Sul do- un «Appello agli italiani» che con- dell’incontro viene diramato un co-
cumento finale della riunione del tiene affermazioni generiche e di municato, pubblicato da «La Rivolta
3 dicembre si notano chiaramente principio sulla necessità che gli ita- Ideale»: «I rappresentanti del Fronte
le firme di Italo Carbone ed Emi- liani ritrovino la vera concordia al del lavoro, della Unione sindacale
lio Profeta Trigona per PNI, PNG di là delle divisioni faziose. I punti ferrovieri italiani, del Movimento
e GNL; Giovanni Tonelli per «Ri- programmatici sono più specifici italiano unità sociale, del Movimen-
volta Ideale» e Fronte dell’Italiano; e rivendicano l’esigenza che l’Italia to de “La Rivolta Ideale”, del Gruppo
Ernesto De Marzio per «Fracassa»; sia autonoma, indipendente e inte- reduci indipendenti, constatata la
Costantino Patrizi per «Rataplan»; gra nei confini e nelle colonie; che la perfetta identità di vedute e di finali-
Giorgio Pini; Valerio Pignatelli, politica estera sia ispirata al «sacro tà politiche sociali, hanno costituito
Ezio Maria Gray; Cesco Giulio Ba- egoismo» nazionale; che vengano il Movimento sociale italiano». (…)
ghino; Giacinto Trevisonno per i abolite le leggi eccezionali contro i
Reduci Indipendenti; Gian Luigi fascisti; che la religione cattolica re- La prima giunta esecutiva prov-
Gatti; Giorgio Bacchi; Arturo Mi- sti religione dello Stato, che si realiz- visoria che viene comunicata alla
chelini; Nino Buttazzoni per «Let- zi la collaborazione tra le categorie e questura di Roma dagli organi del
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27 STORIA IN RETE
Almirante
Bilanci storici
L
a Storia, paziente e sorniona, non ha pau- di De Felice, autore nel 2006 di un fondamentale sag-
ra del tempo, anzi… E così, senza fretta, gio sulle origini del neofascismo italiano e quindi anche
arriva sempre a prendersi quello che le del MSI: «Fascisti senza Mussolini» (Il Mulino). È stato
spetta. Anche da chi non ha fatto altro Parlato a curare con i materiali della Fondazione Spiri-
che correre, correre per lunghi decenni to-De Felice la recentissima mostra per i 70 anni della
per non farsi acciuffare, per non fare i fondazione del Movimento Sociale Italiano ed è sua la
conti col proprio passato. Cosa necessaria se si vogliono firma su un libro fresco di stampa («La Fiamma dimez-
affrontare al meglio le sfide del presente e soprattutto zata», Luni editrice), dedicato ad uno dei momenti più
quelle del futuro. Un certo mondo, quel mondo, non ha controversi e drammatici della lunga storia missina: la
fatto nulla di tutto questo e i risultati si vedono. Nell’an- scissione di Democrazia Nazionale, consumatasi nel di-
no di grazia 2017 eccoci infatti a celebrare non un par- cembre 1976, pochi giorni prima che il MSI compisse i
tito politico più o meno in salute ma comunque attivo e suoi primi trent’anni.
orgoglioso della propria, lunga e complicata, storia ma
ben due defunti. Connessi tra loro, con vicende e dignità Due lavori ravvicinati ma molto diversi tra loro, so-
diverse, comunque uniti da un errore fatale e reiterato: prattutto per l’impostazione. Giusto?
non aver voluto – o creduto necessario – storicizzare
davvero le proprie origini. Il Movimento Sociale – no- «In effetti con la mostra non ho voluto fare una storia
nostante abbia avuto mezzo secolo di tempo a disposi- del MSI ma cercare di illustrare il “vissuto” dei militanti
zione - non volle farlo con l’esperienza oggettivamente missini. Come disse De Gasperi, il Movimento Sociale
ingombrante del Fascismo; più modestamente (in tutti è stato un “partito dei sentimenti” e quei sentimenti ab-
i sensi) Alleanza Nazionale in 14 anni non ha saputo far biamo cercato di far rivivere, di rappresentare. E a giu-
di meglio né col Fascismo né col MSI, di cui portava co- dicare dalla commozione di tanti visitatori direi che ci
munque la fiamma tricolore in grembo (e nel simbolo). siamo riusciti… ».
Da qualche anno, a mettere i fantasmi del MSI (e, in Ma dalla sua analisi sembra di capire che l’aspetto sen-
qualche modo, anche di AN) di fronte alla propria storia timentale non riguardava solo la base del Movimento.
terrena ci sta pensando Giuseppe Parlato, 64 anni, or-
dinario di storia contemporanea presso l’Università In- «Il MSI è stato un fenomeno originale, diverso da tutti
ternazionale di Roma, presidente della Fondazione Ugo gli altri partiti della Prima Repubblica perché fin dal-
Spirito - Renzo De Felice, allievo e stretto collaboratore la nascita volle essere, in un certo senso, “impolitico”.
e
Bilanci storici
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29 STORIA IN RETE
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31 STORIA IN RETE
Il MSI? Oltre
il nostalgismo
c’era di più
L’ultima intervista di Gaetano Rasi, l’economista che
immaginò «una democrazia sostanziale». Nel segno di un
corporativismo moderno e di uno Stato nuovo
di Mario Bozzi Sentieri
L
a diaspora di quella che genericamente presentato – a partire dal – dal MSI, in esso
può essere considerata la «destra all’i- riconoscendo l’espressione di una volontà di cam-
taliana» ha provocato non solo la «de- biamento globale del sistema dominante.
strutturazione organizzativa» degli ere-
di politici del MSI e poi di AN ma anche A questo scopo Rasi — missino storico, docente
una grave amnesia rispetto all’essenza universitario di Politica Economica e di Sociologia
dottrinaria e all’articolazione politico-programmatica Economica, esponente di vertice del MSI e parla-
del «progetto» che stava alla base della nascita dello mentare per AN dal al – stava redigendo
stesso MSI, innervandone la sua storia pluridecen- un’opera in tre volumi («Storia del progetto politi-
nale. La stessa storiografia co alternativo dal MSI ad
in materia ha dato grande AN» – -, Solfa-
risalto alle vicende inter- nelli editore), finalizzata
ne al MSI, ai vari passaggi a focalizzare le idee, i pro-
congressuali, alle sue figure grammi e le finalità che
di rilievo, non sempre co- hanno determinato l’attivi-
gliendone però l’originalità tà politica di questo partito.
ideologica, considerandola L’originalità della ricerca di
marginale e derubricandola Rasi (di cui finora è uscito
spesso a mero nostalgismo. il primo volume dal titolo
È per rompere questa sorta «La costruzione dell’identi-
di damnatio memoriae che tà – -», mentre è di
Gaetano Rasi, scomparso prossima uscita il primo dei
lo scorso novembre, de- due tomi che costituiscono
cise di andare alla ricerca il Secondo volume intitola-
dell’identità perduta del Gaetano Rasi (1927-2016). Nell’altra pagina to «L’alternativa al sistema
Tessere del Movimento Sociale, anno 1963
«progetto alternativo», rap- – -») può essere
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33 STORIA IN RETE
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35 STORIA IN RETE
nel sistema è stato più eletto. In del gennaio . Nei primi cinque ideologico-organizzativi del parti-
conclusione, proprio in occasione anni della sua segreteria, Fini man- to e quelli relativi alla preparazio-
della scissione del , si è avuta tenne sostanzialmente ferma l’ispi- ne della classe politica futura. Un
la prova che l’unità del MSI stava razione almirantiana dell’alternati- secondo aspetto fu un sostanziale
nel finalismo dell’alternativa e non va al sistema, ma progressivamente scetticismo circa la possibilità, nel
nell’abbandono di esso per adattar- subì anzitutto l’influenza del prag- breve periodo, di raggiungere nel
si al mero gioco della contingenza matismo dell’onorevole Tatarella Paese una maggioranza tale da po-
politico-parlamentare e perseguire e poi la pressione dei cosiddetti ter convocare un’assemblea costi-
precarie posizioni personali». “colonnelli” sostenitori dell’alle- tuente al fine di introdurre istituti
anza con Forza Italia, dominata di efficienza presidenzialistica e di
Questa linea fu mantenuta fino alla da Berlusconi. In quest’ambito, di- rappresentanza integrale. Si può
metà degli Anni Novanta. Com’è
noto, alla fine del XV congresso na-
zionale del MSI, tenuto tra alla fine
«Con la fine del XX secolo è iniziato l’abbandono
del 197 a Sorrento, su indicazione di ogni politica rivolta al cambiamento strutturale
di Almirante, fu eletto segretario dell’Italia e dunque si è predisposto
nazionale del MSI Gianfranco Fini.
Secondo lei fino a quando e in che il dissolvimento del patrimonio ideale del MSI»
misura Fini continuò nel partito a
sostenere il progetto di alternativa venne primaria per Fini e per chi pertanto dire che, con la fine del
al sistema e quando e come avvenne lo sosteneva, la politica volta a far secolo e l’inizio del , sia inizia-
il cambiamento nel senso di mutare parte, a qualsiasi costo, del governo to il sostanziale abbandono di ogni
il finalismo missino e di sostituir- del Paese, nell’ambito del sistema politica rivolta ideologicamente al
lo con la politica dell’inserimento, politico partitocratico e liberal-li- cambiamento strutturale dell’Italia
ossia di limitare l’attività politica berista vigente. E qui entrò in gioco e che quindi si siano preparati tutti
missina alla sola dialettica parla- un aspetto che riguarda il tempera- i passi che finiranno per giungere
mentare cioè di diventare un parti- mento personale di Fini, costituito al dissolvimento operato con l’ul-
to come tutti gli altri? soprattutto dalla volontà di emer- timo congresso di AN nel quale fu
gere anche a scapito dell’abbando- approvata la confluenza con Forza
«Non è facile stabilire dei momenti no di quell’alternativa al sistema Italia nella temporanea politica di
precisi in un percorso politico che per la quale Almirante lo aveva de- quel precario partito che fu deno-
comprende sia l’ultimo quinquen- signato come suo successore. A ciò minato Popolo della Libertà. Ma
nio della vita del partito con la si- vanno aggiunti due elementi: uno questa evidentemente, rispetto al
gla MSI-DN, sia il periodo inizia- riguardante una pigrizia tempera- MSI, è un’altra storia…».
le del partito diventato Alleanza mentale che gli ha fatto progres-
Nazionale nel Congresso di Fiuggi sivamente trascurare gli aspetti Mario Bozzi Sentieri
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37 STORIA IN RETE
A
ll’indomani della fine del- che attorno ad esso, in numerosi ed strumenti parlamentari come le Com-
la guerra, quando le forze autorevoli convegni, tenuti soprattut- missioni bicamerali.
antifasciste cercavano di dare to dopo il “disgelo” degli anni Ottanta
un assetto costituzionale «nuovo» attorno al MSI, si celebrarono un po’ È da Carlo Costamagna, come accen-
alla Repubblica, non furono numerosi in tutt’Italia con il concorso di politici, nato, che la battaglia presidenzialista
gli studiosi che riuscirono a scorgere costituzionalisti ed intellettuali non del MSI prese le mosse. Al partito dei
autentici vizi d’origine nella demo- di destra. Era la stagione della «Nuova «vinti» non era estraneo il tema: esso,
crazia parlamentare che stava per Repubblica» sulla quale la Destra non infatti, fu ben presente, nelle cosid-
rivivere. Tra i pochi, il più autorevole si è adeguatamente interrogata, anzi dette Costituzioni della Repubblica
fu senza dubbio Carlo Costamagna rimuovendone perfino la memoria da Sociale Italiana, come superamento
(1880–1965), giurista di grande valore, quando diventò «Destra di governo». del partitismo e quale valido strumen-
scienziato della politica, collaboratore to di partecipazione popolare alle
di Alfredo Rocco e Giuseppe Bottai La campagna presidenzialista, dun- scelte politiche. Fu soprattutto Carlo
durante il Ventennio, animatore della que, sciaguratamente abbandonata Alberto Biggini, giovane e brillante
rivista «Lo Stato», uno dei laboratori nel ventennio di Alleanza nazionale, costituzionalista, ministro dell’Educa-
politico–istituzionali più interessan- è stato il motivo conduttore della zione Nazionale della RSI, a sostenerla
ti del Fascismo. Costamagna non politica istituzionale missina alla quale nell’ambito di un progetto organico
si limitò a formulare una compiuta in particolare Almirante provò a dare che, per ironia della sorte, in quello
critica al partitismo man mano che un decisivo impulso che caratterizzò la stesso torno di tempo riempiva i pen-
procedeva nel contagiare la Costi- proposta del partito nel tempo in cui il sieri di un nemico intelligente e colto,
tuzione, ma formulò anche ipotesi rilancio della Grande Riforma, avvenu- i cui pensieri erano volti all’avvenire
istituzionali che sarebbero divenute, ta grazie alle convinzioni modernizza- piuttosto che al passato: l’azionista
per impulso del Movimento Sociale trici di Bettino Craxi agli inizi degli anni Duccio Galimberti che rifletteva sulle
Italiano, materia di dibattito in circoli Ottanta, agitate sia come segretario del stesse soluzioni istituzionali che intri-
ancorché ristretti tuttavia autorevoli. Partito Socialista che come presidente gavano Biggini. Costamagna, nell’im-
Al punto che il partito di Almirante, del Consiglio, dominò la discussione tra mediato dopoguerra, ed in corrispon-
Romualdi e Michelini ne avrebbe i partiti che immaginavano di riscrivere denza con i lavori della Costituente,
fatto il suo atout politico di maggiore la Carta fondamentale affidandosi a dalle colonne di una piccola tribuna,
impatto nello svolgimento della sua il periodico «Rivolta ideale», mosse i
azione parlamentare e propagandisti- propri appunti alla Costituzione che
ca. In particolare negli anni Settanta, per lui si configurava soprattutto
grazie all’attività dell’Istituto di Studi come il prodotto della Repubblica dei
Corporativi, animata da Ernesto Massi partiti, legittimata non dal consenso
e da Gaetano Rasi, propose una vera popolare ma dalla forza più o meno
e propria riformulazione dell’assetto ricattatoria degli apparati politici. Per
costituzionale italiano fondato sul lo studioso, la Costituzione nasceva
presidenzialismo, sull’elezione diretta su un presupposto completamente
del capo dello Stato, sulla differen- errato: il partitismo che, per natura
ziazione di competenze dei due rami e definizione, si poneva in antitesi al
del Parlamento. E il deputato missino bene comune dell’unità nazionale.
Franco Franchi fu forse il più appas- Esso incarnava i «nuovi egoismi»
sionato interprete nelle aule parla- rispondenti a logiche estranee agli
mentari e con l’attività pubblicistica interessi popolari nazionali le cui
del presidenzialismo e del dibattito Carlo Costamagna (1880-1965) forme più evidenti erano date dal par-
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STORIA IN RETE 38 Febbraio-Aprile 2017
tito cattolico e quello comunista i cui esalta i diritti astratti degli individui, ma si è rivelata un inganno dal momento
referenti, nell’immediato dopoguerra, di fatto, al momento di regolamentare che il primo tradimento perpetrato
non erano in Italia. l’applicazione di questi diritti, consegna dalla Costituzione materiale che ne
tutto il potere nella mani dei partiti, dei ha retto le sorti è stato contro il bene
Riflettendo su come la Repubblica ita- loro capi, degli apparati burocratici me- comune dell’unità nazionale. Da queste
liana non poteva essere considerata la diante l’applicazione della democrazia annotazioni nasceva il richiamo di
Repubblica degli italiani, ma dei partiti, indiretta. A tale riguardo Costamagna Costamagna ad un ideale «fronte degli
Costamagna osservava che nel disegno osservava: «Tutti i cittadini, nominal- italiani» perché ingaggiasse una vera e
del progetto costituzionale mancava mente, senza distinzione di sesso, propria «lotta per lo Stato» da opporre
«qualsiasi concetto positivo di organiz- appena maggiorenni, sono elettori. Ma finalisticamente a tutte le concezioni
zazione del Popolo Italiano». Il progetto alle cariche pubbliche, a cominciare da antistatali i cui germi s’annidavano
costituzionale, secondo Costamagna, quella di deputato, sono i partiti che nei partiti impegnati nell’elaborazione
era dominato da due criteri sviluppa- designano i titolari facendone i servi della Costituzione.
tisi intorno all’unica idea negativa del della propria volontà. Non al corpo elet-
«diritto dei partiti»: il partitismo e la torale, ma ai “deputati dei partiti” spetta Nell’esperimento costituzionale post-
faziosità. «Non ha precedenti – aggiun- la nomina dello stesso presidente della bellico, Costamagna vedeva oscurarsi
geva – nel diritto dei cosiddetti “governi Repubblica, che pur dovrebbe essere il le idee stesse di Stato e di Nazione, gli
liberi”, il formale riconoscimento che il Capo dello Stato, l’espressione vivente «interessi comuni» smarrirsi e la deca-
progetto compie del diritto dei partiti dell’unità e della continuità nazionale». denza del «politico» prendere forma e
sotto l’obliqua formula della dichiara- consistenza: la «potenza costituzionale»
zione di un diritto individuale al partito «Evidentemente il governo presi- cioè il potere «ordinato», come diceva
politico: “Tutti i cittadini hanno diritto denziale nordamericano – proseguiva Oswald Spengler, si frammentava in
di organizzarsi liberamente in partiti Costamagna – non sembra abbastanza «informi potenze individuali», cioè a
per concorrere, con metodo democrati- democratico ai costituenti antifascisti. dire in un potere sostanzialmente «arbi-
co, a determinare la politica nazionale” Sono i partiti che debbono intendersi trario». Il partitismo – che nella pratica
(art. 49)». «Qui l’allusione al “metodo sull’uomo che dovrà ricoprire la carica del potere si sarebbe trasformato in
democratico” – sottolineava Costama- suprema e questi solo ai partiti dovrà partitocrazia – non era il solo «vizio d’o-
gna – preannuncia la faziosità rivelando essere debitore del posto, non già rigine» che Costamagna rilevava nella
il proposito di reprimere ogni intrusio- re senza corona, ma umile ufficiale Costituzione repubblicana. Ce n’era un
ne di estranei per quanto cittadini nella di scrittura, incaricato di omologare altro, altrettanto grave al punto di con-
giostra che a se stessi riservano i partiti le transazioni dei partiti stessi, quali figurarsi come «assurdo». Con brillante
dominanti. Ma il riferimento allo scopo gli verrebbero presentate dal Primo spirito polemico, infatti, Costamagna
di “determinare la politica nazionale” Ministro, anch’esso ombra di un’ombra, osservava che nessuna forza politica,
confessa che l’indirizzo generale politi- in funzione di un Consiglio dei Ministri, nessun rappresentante del «nuovo ordi-
co dovrebbe essere la risultante esclusi- composto dai delegati delle irrespon- ne» democratico aveva «informato» il
va dell’accordo dei partiti senz’avvertire sabili direzioni dei partiti deliberanti popolo italiano sul genere di Repubbli-
che in tal modo si annulla ogni azione “privatamente” fuori del parlamento». ca che si stava costruendo e neppure lo
unitaria nazionale». Le ragioni del partitismo dominarono i aveva invitato a pronunciarsi in merito.
lavori della Costituente che elaborò una Al popolo sovrano fu impedito, insom-
È quanto è accaduto in Italia dove le Carta fondamentale inficiata sostan- ma, di compiere il solo autentico atto
decisioni, di ogni tipo, ordine e grado zialmente da due difetti: il pregiudi- sovrano che vale a qualificare – oltre
sono state prese esclusivamente dalle ziale rifiuto del presidenzialismo che che a legittimare – anche in termini dot-
segreterie politiche dei partiti incuranti avrebbe sottratto ai partiti potere e trinari una democrazia: a pronunciarsi,
spesso perfino del mandato che il po- controllo sulla società civile; lo spirito cioè, liberamente sul tipo di reggimen-
polo, astrattamente inteso, ha creduto di vendetta nei confronti di una parte to politico nel quale avrebbe voluto
di dare ad un determinato partito poli- tutt’altro che trascurabile del popolo riconoscersi ed operare.
tico con il voto. In pratica si è assistito, italiano. Insomma, la Costituzione fu il
e per molti versi si assiste ancora, un prodotto, secondo Costamagna, degli Infatti, parlare di Repubblica senza
singolare e poco dignitoso balletto: in interessi politici e «privati» di una parte ulteriori qualificazioni significa ben
alcune parti, segnatamente quella dei di italiani in opposizione ad un’altra. poco dal momento che di repub-
principii fondamentali, la Costituzione Su questo presupposto la Repubblica bliche ne esistono diverse specie.
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STORIA IN RETE 40 Febbraio-Aprile 2017
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L’
MSI sbarca a Trie- della legittimazione pubblica e del
ste nell’ottobre riconoscimento partitico, conside-
1947, solamente rato anche il pressante bisogno di
dopo la firma del unità ricercato da tutte le forze po-
durissimo Tratta- litiche nazionali nella decisiva bat-
to di Pace che se- taglia a sostegno della causa italia-
parerà – fino al 1954 – la città giu- na. Come nel resto della nazione,
liana dall’Italia e smorzando i toni anche nel capoluogo giuliano il
del feroce scontro nazionale porta- partito vanta origini di sinistra che
to avanti soprattutto nelle piazze, si rifanno al Mussolini tornato so-
consegna alla destra una specifi- cialista e si ritrovano nella prima
cità politica all’insegna della netta segreteria di Almirante: una co-
chiusura ideologica verso la vicina stante ideologica tutta triestina,
Iugoslavia. Al confine orientale, quella della sinistra nazionale,
infatti, l’anticomunismo diviene destinata a provocare malumori
un simbolo capace di sostituire durante la segreteria moderata di
l’antifascismo nel conferimento Michelini e creare incomprensio-
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STORIA IN RETE 44 Febbraio-Aprile 2017
«TRIESTE È (e resta)
ITALIANA»
Già nell’immediato dopoguerra per la destra missina la città giuliana
diventa un simbolo ideale e una roccaforte elettorale. Il MSI triestino,
grazie alle battaglie per l’italianità, s’impone come forza centrale e
costruisce un’esperienza politica originale e anomala
di Andrea Vezzà
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STORIA IN RETE 46 Febbraio-Aprile 2017
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47 STORIA IN RETE
La legge f
Scelba: «MSI fuori legge!»
A
vete presente le grida di manzonia- spesso ispirate alla ragion di Stato più che alle prove
na memoria? Ovvero quegli editti e in molti casi rimaste sulla carta, epurazioni com-
destinati a rimanere senza effetti o minate e rientrate, stracci che volavano e l’amnistia
quasi, se non a consumare la carta Togliatti, del 22 giugno 1946, che pose fine o quasi a
sulla quale sono stati scritti? Ebbe- un capitolo che lasciò tutti insoddisfatti. Archiviato il
ne tra questi va senz’altro annovera- problema giudiziario con il passato, rimaneva quello
ta la famosa Legge Scelba (20 giugno 1952, n. 645) che politico, perché le forze di destra erano ben presenti
dettava le norme di attuazione della XII disposizione nel Paese e si andavano organizzando, a cominciare
transitoria e finale della Costituzione che vietava «la dal Movimento Sociale Italiano, fondato nel dicembre
riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciol- del 1946 da molti esponenti del passato regime e della
to partito fascista», estendendo il divieto ai reati di RSI, e questo non poteva che suscitare la reazione della
apologia del Fascismo e alla manifestazioni fasciste. Democrazia Cristiana, che mal sopportava avversari
Si tratta di una legge che ha una storia alle spalle sulla sua destra ed era sollecitata a una reazione «an-
e una gestazione con aspetti contraddittori e para- tifascista» dal PCI. Il primo passo venne compiuto
dossali che vale la pena di ricostruire brevemente, il 28 febbraio del 1947, nell’ultimo governo De Ga-
in particolare attraverso il dibattito del Consiglio speri con la partecipazione delle sinistre e viene affi-
dei ministri che la varò affidandola all’approvazio- dato al ministro della Giustizia, il comunista Fausto
ne definitiva del Parlamento. Gullo. Quello inizialmente previsto come un decreto
legislativo per «la repressione dell’attività fascista e
Il problema di fare i conti con il passato e i suoi pro- dell’attività diretta alla restaurazione dell’istituto
tagonisti, maggiori, minori, o presunti tali, si pose già monarchico» diventò un analogo disegno di legge
all’indomani della liberazione di Roma, con l’istitu- presentato all’Assemblea Costituente.
zione dell’Alto Commissariato per le sanzioni contro
il Fascismo e di Corti d’Assise straordinarie per la pu- Ma già il 18 luglio, durante il successivo governo De
nizione dei responsabili, ma anche per reati di colla- Gasperi, il liberale Giuseppe Grassi, titolare della Giu-
borazionismo con i tedeschi. Moltissimi processi, per stizia, propose di «attutire le norme relative alla pro-
lo più in condizioni emergenziali, molte condanne, paganda monarchica, che non potrebbe negarsi senza
e fuffa
Scelba: «MSI fuori legge!»
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49 STORIA IN RETE
re «che finora non s’è visto nessun dossale. L’urgenza di trasformare il Controversie
provvedimento veramente drastico testo in legge dello Stato sembra-
per colpire le mire pericolose delle va essere venuta meno. Il governo Vetrina in nessuna lingua
correnti estremiste di sinistra». In- aveva fatto il suo dovere davanti Gendarmi
fine «i più credono di poter vedere all’opinione pubblica, ma il perfe- della Memoria
nel provvedimento una manovra zionamento del percorso legislativo
del partito di maggioranza, intesa poteva aspettare, dando al governo minimo massimo
a neutralizzare preventivamente il tempo di valutare il momento più
il pericolo elettorale costituito dal opportuno per la sua approvazio-
MSI». Ma oramai il dado era trat- ne. Nel frattempo si moltiplicavano è approvata la legge contro l’attività
to e non si poteva tornare indietro, le dichiarazioni di esponenti del neofascista non c’è difficoltà a con-
secondo De Gasperi, senza cor- MSI di accettazione del metodo sentire il congresso. Lo ha sempre
rere il rischio di perdere la faccia. democratico, ma anche i successi detto e il MSI lo sa». «Ma il proble-
La discussione sul testo preparato del nuovo partito, in particolare al ma pubblico è un altro», aggiunse il
da Scelba si svolse nella successiva Sud, in alleanza con i monarchici, ministro dell’Interno. «Che cosa si
seduta del 21 novembre e occupò nelle elezioni amministrative. deve fare dopo l’approvazione della
l’intera giornata. Di fronte alle per- legge?». La risposta del Presidente è
plessità di alcuni ministri (Giusep- Doveva passare oltre un anno per- illuminante. «Non occorre applica-
pe Togni, Guido Gonella, lo stesso ché, il 1° febbraio del 1952, il Senato re tutta [corsivo nostro NdA] la leg-
Attilio Piccioni), sia sull’opportu- votasse la legge. Erano imminenti ge. Già la norma sui sequestri è effi-
nità di un provvedimento specifico le elezioni ammini- cientissima». Quindi
sul neofascismo al di fuori della ri- strative a Roma, che «non occorre niente scioglimento
forma del Codice Penale, sia sulla si sarebbero svolte a del MSI, ma al massi-
scelta politica di colpire solo i ne- maggio, e la destra applicare tutta la mo qualche sequestro
mici più deboli della democrazia DC spingeva per un legge. già la norma della stampa a fini
(i neofascisti) lasciando impuniti i alleanza di centro- sui sequestri «pedagogici». La ma-
più forti (i comunisti) De Gasperi destra allargata al è efficientissima» gistratura, concluse il
chiarì che la necessità della nuova MSI (la cosiddetta ministro della Giusti-
legge dipendeva dalla comprova- «operazione Sturzo») disse De gasperi zia, Adone Zoli, «non
ta inefficacia di quella approvata a cui De Gasperi era darà corso alla prece-
nel 1947. Tale inefficacia era stata assolutamente contrario, nono- dente denuncia» nei confronti del
confermata dalle recenti manife- stante le pressioni in questo senso partito di De Marsanich. La destra
stazioni dell’estrema destra. Ma dal Vaticano. La coalizione centri- DC era stata rimessa in riga e il MSI
la necessità politica del provvedi- sta da lui voluta riuscì comunque a si stava istituzionalizzando. La legge
mento discendeva anche dal fatto conquistare la guida della Capitale. poteva finalmente essere approvata
che la stampa lo aveva già annun- Il Presidente era riuscito a conte- dalla Camera il 18 giugno e il MSI
ciato e a quel punto non appro- nere le pressioni della destra del tenere il suo III congresso all’A-
varlo avrebbe avuto un impatto suo partito e lo stesso MSI aveva quila dal 26 al 28 luglio. La legge
negativo, favorendo iniziative moderato i suoi attacchi al partito rimase nel cassetto per ogni eve-
violente delle sinistre. cattolico. Nella seduta del 5 giugno nienza. Ne sarebbe uscita poche
del 1952 De Gasperi chiese se si do- volte e con scarsi risultati.
Il testo, limato in oltre dieci ore vesse autorizzare il congresso del
di una discussione che spaziò dal MSI. Scelba gli rispose: «non appena Aldo G. Ricci
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51 STORIA IN RETE
L
a vicenda del gruppo del «Figli gruppo originario si unirono negli anni anticonformiste: «Non eravamo una
del Sole» costituisce uno dei più successivi altri ragazzi ancora più giova- forza conservatrice né un filone del so-
originali e significativi momen- ni, attratti dalla vivacità e dalla origina- cialismo: avevamo una filosofia speci-
ti della storia del MSI. Quando, il 26 lità dell’approccio del raggruppamento fica e originale, una nostra concezione
dicembre 1946, negli uffici romani di giovanile, tutti destinati ad assumere della vita» dirà anni dopo Rauti rievo-
Arturo Michelini fu fondato il MSI tra i ruoli importanti nel mondo della cando questa esperienza. A «La Sfida»
primi ad aderire al nuovo partito vi fu cultura di destra e non solo: Fausto si erano presto affiancate «Cantiere» di
un gruppo di giovani entusiasti che, Gianfranceschi, Piero Buscaroli, Silvio Primo Siena e Carlo Amedeo Gamba e
poco più che adolescenti (quasi tutti Vitale, Carlo Casalena, Gabriele Fergola, «Asso di Bastoni» di Vanni Teodorani e
nati tra il 1927 e il 1929) ed educati dal Giuseppe Tricoli, Giano Accame e suo Pietro Caporilli.
Fascismo, si erano arruolati nella RSI fratello Franco, Gaetano Rasi, Franco
ed avevano attraversato l’inferno della Petronio, Angelo Ruggiero, Egidio Al primo congresso del partito, tenuto
guerra civile. Si erano quindi ritrovati Sterpa, Paolo Andriani e molti altri. Il a Napoli il 27 e il 29 giugno 1948, Rauti
nella nuova Italia democratica come leader del gruppo era Enzo Erra. Nato a ed Erra, seguiti dalla maggioranza del
stranieri in Patria, non rassegnati ma Napoli nel 1927, ufficiale nella divisione raggruppamento giovanile, aveva-
ben decisi a reagire alla sconfitta. Enzo San Marco scampato fortunosamente ai no esplicitato chiaramente (in piena
Erra, Pino Rauti, Roberto Melchionda, massacri delle «radiose giornate», dopo Guerra Fredda) la loro posizione di
Cesare Pozzo, Primo Siena, Silvio Ador- avere partecipato alla fondazione del superamento della contrapposizione
ni, Clemente Graziani, Vanni Teodorani MSI si era trasferito a Roma. Nel 1948 tra destra e sinistra, USA/URSS, socia-
e altri avevano costituito così il primo aveva fondato con Egidio Sterpa e Pino lismo e capitalismo. «Il capitalismo e il
nucleo del Raggruppamento Giovanile Rauti la rivista politica «La Sfida», subito socialismo [...] sono [...] nostri mortali
Studenti e Lavoratori, l’organizzazione caratterizzata da posizioni originali e nemici in quanto rappresentano una
giovanile del neonato movimento.
Accomunati dall’esperienza nella RSI
e convinti, gentilianamente, che una
seria elaborazione ideologico-culturale
dovesse essere alla base dell’azione
politica, si erano inseriti facilmente e
con autorevolezza nel vivace dibattito
culturale che caratterizzava, a fronte
del forzato deficit di rappresentanza
politica, la destra in quel periodo.
stessa concezione di idee della vita che La rivista «Imperium» sostituisce «La una delazione mentre progettavano,
è inconciliabile con quella che anima le Sfida» come organo della corrente e assieme ad altri reduci della Decima
nostre idee» aveva scritto qualche mese ad essa Evola collabora direttamente MAS, l’affondamento della nave scuola
prima Rauti su «Rivolta Ideale». La svol- pubblicando alcuni importanti articoli Cristoforo Colombo per impedirne la
ta fondamentale avviene di li a poco: il come «Impero e Civiltà», contenente consegna ai sovietici in esecuzione del
filosofo esoterista Massimo Scaligero anche i primi lineamenti di «Orien- trattato di pace.
introduce Erra e altri alla lettura dei testi tamenti», e «Due intransigenze»
di Julius Evola; l’irruzione del Barone nel che, come vedremo, sarà al centro di L’attività del gruppo aveva finito col
loro mondo segnerà indelebilmente, in avvenimenti controversi. Evola scrive richiamare l’attenzione della questu-
un modo o nell’altro, la vicenda politica poi «Orientamenti», un breve opuscolo ra di Roma, che in un rapporto alla
e personale di molti di essi. La lettura di pubblicato da «Imperium» e concepito magistratura definì i «Figli del Sole»
Evola, che verso la metà del 1949 inizia a come una guida ideale per i giovani. come una «conventicola di esaltati» alla
collaborare a «La Sfida», porta i giovani Il breve lavoro costituirà il nucleo del «ricostituzione violenta» del disciolto
al definitivo salto di qualità della loro fondamentale de «Gli uomini e le rovi- PNF. Vengono tirati in ballo i FAR (Fasci
cultura politica. ne» del 1952. Nelle scuole e università il d’azione rivoluzionaria), un’organizza-
successo dei «Figli del Sole» è notevole. zione clandestina che aveva operato tra
I ragazzi non faticano a trovare nel Non altrettanto può dirsi all’interno del il 1945 e il 1946 ma che si era disciolta
pensiero evoliano il punto di riferi- partito, dove il gruppo di Erra è visto da anni. La procura, inaugurando uno
mento che cercavano; «Rivolta contro con diffidenza se non fastidio. Nel 1950 schema che negli anni ricomparirà
il mondo moderno» diviene la chiave la segreteria è passata da Almirante a spesso, imbastì un processo per ever-
di lettura ideale della situazione che si De Marsanich, il quale orienta il partito sione, tentata ricostituzione del Partito
trovano a vivere nell’Italia democratica, verso posizioni moderate, conservatrici fascista e apologia dello stesso ai sensi
che considerano ostile e corrotta, figlia e filo americane, tentando di inserirsi della L. 1546/47, progenitrice della
di «illuminate fandonie» e di «luoghi nel gioco politico come contrappeso a legge Scelba. Tra il 23 e il 24 maggio 1951
comuni e pregiudizi che la dialettica del destra della DC. vengono arrestati 61 militanti, tra i quali
mondo moderno spaccia per verità ri- Erra, Rauti, Gianfranceschi, Graziani,
conosciute e indiscutibili», come scrive L’elaborazione culturale nel Partito è Dragoni, Capotondi e lo stesso Julius
Erra, individuando nella «rivolta contro quasi nulla e ci si limita alla generica Evola, considerato l’ispiratore. Il castello
il mondo democratico» con «la forza propaganda patriottica e/o reducistica di carte del fantasioso complotto
dell’idea» la missione del vero rivolu- guardando con diffidenza alle «inutili ovviamente si affloscia subito, lascian-
zionario. Nel dicembre del 1949 Erra elucubrazioni». Niente di più lontano do spazio ad un processo politico per
costituisce la corrente giovanile ispirata dalla posizione dei giovani missini reati di opinione nel quale gli unici
dalle tesi evoliane, oltre che dalle teorie che sognano di rivoltare il sistema e elementi a carico degli imputati sono
steineriane di Scaligero e dai testi di detestano il piccolo cabotaggio della le loro riviste e, soprattutto, gli articoli
Rene Guenon. Il direttivo è formato da politica politicante; nel maggio 1951 evoliani di «Imperium». Evola, difeso
Pino Rauti, Fabio De Felice, Fausto Gian- appare su «Imperium» un violento gratuitamente da Francesco Carnelutti,
franceschi e Paolo Andriani. È a questo attacco, a firma di Egidio Sterpa, contro il più grande giurista dell’epoca, e Piero
punto che nasce l’espressione «Figli del l’immobilismo della classe dirigente del Pisenti, ex ministro della giustizia della
Sole», che identificherà per sempre la MSI. I militanti, peraltro, non si limitano RSI, viene accusato di avere indotto
corrente: definizione coniata – pare — alle elaborazioni teoriche ma, spesso e con i suoi scritti, pur senza partecipare
da Mirko Tremaglia, coetaneo di Erra e volentieri, trasformano le idee in azioni. direttamente a nessuna attività delit-
dei suoi, anch’egli reduce della RSI ma Li troviamo in prima linea nell’organiz- tuosa, gli altri imputati a ricostituire ed
schierato su posizioni interne opposte. zazione delle manifestazioni per il ritor- esaltare il Partito fascista. L’accusa lo
Tremaglia fa beffardamente riferimento no di Trieste all’Italia, in una delle quali, definisce «padre spirituale di tutti gli
alla tripartizione gnostica dell’umanità l’8 marzo 1953, due di loro, Cesare Pozzo imputati», reo di «correità ideologica».
che nella lettura evoliana vede in posi- e Fabio De Felice, vengono gravemente Un teorema, che potremmo sintetizza-
zione preminente gli «uomini rivolti al feriti da una bomba a mano ed un terzo, re con «non poteva non ispirare», che
sole dello spirito». Franco Petronio, riesce fortunosamen- verrà spesso utilizzato anche in epoca
te a sfuggire alla caccia della Polizia molto vicina a noi, così come il sillogi-
Nel 1950 il rapporto tra Julius Evola e i inglese. Graziani e Andriani, invece, smo del PM di allora che definì «fasci-
ragazzi del MSI si fa sempre più stretto. vennero arrestati il 20 gennaio 1949 per ste» le posizioni contenute negli scritti
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53 STORIA IN RETE
incriminati, anche se il Fascismo non maggio 1954 esce l’ultimo numero abbandonando il partito per fondare
vi era mai né citato né richiamato, solo di «Imperium», riposizionato su una il Centro Studi Ordine Nuovo. È come
perché critiche e contrarie, in astratto, linea conforme a quella del partito, ma un «rompete le righe»: delusi, privi di
al sistema democratico. senza più la collaborazione di Evola, reali prospettive all’interno del partito,
Scaligero, Rauti e Andriani. Pino Rauti, negli anni successivi i «Figli del Sole»
Evola, paralizzato alle gambe, ve- rimasto vicino al pensiero di Evola ed abbandoneranno quasi tutti la politica
niva portato in aula da altri quattro oramai in forte dissenso con la linea attiva per ripiegare nella vita pro-
detenuti su un lenzuolo usato come «moderata» che oramai prevale sia fessionale o per intraprendere nuovi
barella e pronunziò la sua autodifesa nel partito che nel raggruppamento percorsi di ricerca culturale. Lo stesso
il 12 ottobre 1951, sorretto a braccia giovanile, fonda nel gennaio 1955 una Erra abbandonerà il MSI nel 1958 per
fuori dalla gabbia degli imputati, nuova corrente antagonista ed una imboccare senza fortuna altre strade.
quasi più preoccupato di difendere la rivista che chiama entrambe «Ordine Una diaspora che priverà il partito di
sua statura di uomo di cultura che di Nuovo». Lo seguono Graziani, Andria- un fondamentale contributo di idee e
difendersi da accuse che considerava ni, Adorni, Troilo, Sermonti, Capotondi di elaborazioni che ne limiteranno la
assurde. Il processo si concluse il 20 e molti altri. Un articolo di Evola dal capacità politica, rendendolo succube
novembre 1951: Graziani, Gianfrance- titolo «Gentile non è il nostro filosofo» dell’egemonia della sinistra che la
schi e Dragoni furono condannati a un comparso su «Ordine Nuovo» provoca retorica patriottica e le parole d’ordine
anno e undici mesi. Altri dieci imputati la rottura definitiva tra gli evoliani ad effetto non erano certo in grado
a pene minori. Evola, Rauti, Erra e tutti di Rauti e il gruppo rimasto con Erra di contrastare. La diffidenza, se non
gli altri vennero assolti con formula (Gianfranceschi, Accame, Siena) che il fastidio, nei confronti della cultura
piena per non avere commesso il fatto. resta schierato con la segreteria Mi- e delle posizioni anticonformiste,
Dopo il processo Erra si allontana chelini. Anche il gruppo dei cattolici, l’insensibilità verso le nuove idee, la
gradualmente da Evola e si avvicina ai Vanni Teodorani, Fausto Belfiori e altri, visione miope continueranno a carat-
vertici del partito, entra in direzione impegnato a contrastare le nascenti terizzare l’approccio della burocrazia
al congresso dell’Aquila nel luglio 1952 tendenze progressiste della Chiesa si missina anche negli anni successivi,
e in settembre viene eletto segretario allontana; anche in questo caso il ca- riproducendo la diaspora di cervelli
del raggruppamento giovanile. Alle sus belli è un provocatorio articolo di e pensiero degli anni Cinquanta.
elezioni del 1953 la corrente riesce a Evola intitolato «La Pira non è pazzo, è Una singolare selezione darwiniana
fare eleggere al Parlamento Cesare cristiano». È la fine dei «Figli del Sole». al contrario che, alla fine, sarà una
Pozzo e Fabio de Felice, reduci dai fatti delle cause principali della crisi della
di Trieste, ma non Erra, che al con- Al V Congresso nazionale di Milano, destra politica italiana, ritrovatasi
gresso nazionale di Viareggio del 1954 nel 1956, Erra si schiera con Michelini, all’appuntamento decisivo senza idee
si schiera con Romualdi e De Marzio che viene rieletto, contro Almirante. e con una classe dirigente inadeguata
avvicinandosi anche ad Arturo Miche- Rauti e il gruppo di Ordine Nuovo e impreparata che saprà solo provo-
lini, nuovo segretario del partito. Nel reagiscono alla rielezione di Michelini carne la rovina. n
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ERNESTO MASSI E LA SINISTRA NAZIONALE
Nel DOPOGUERRA gli eredi del Fascismo repubblicano e RIVOLUZIONARIO immaginarono
una «TERZA VIA» tra destra e sinistra. Fu la «SINISTRA NAZIONALE» missina, un’esperienza importante,
seria, alta. Che i vertici della Destra Nazionale RIMOSSERO dall’album di famiglia
«D
estra politica, sinistra organiche proposte partecipative fina- e la trasformazione del rapporto di
sociale»: per il Movi- lizzate a realizzare la corresponsabilità lavoro da contrattuale in associativo;
mento Sociale Italiano dei lavoratori nel processo produttivo considera come centrale il problema
delle origini l’ossimoro è solo appa-
rente. Termini come destra e sinistra,
Ernesto Massi (1909-1997), geografo e intellettuale,
dati per scontati nel lessico politico
fondò la «Sinistra Nazionale» e nel 1958 guidò la breve
corrente, erano, durante gli anni esperienza del Partito Nazionale del Lavoro (PNL)
Cinquanta del ‘900, lontani dall’imma-
ginario politico e culturale missino. A
sostenere l’impianto ideologico della
Fiamma era piuttosto l’idea sociale,
alternativa sia all’individualismo
liberale che al collettivismo comunista
e fondamento dello Stato Nazionale
del Lavoro, a base corporativa. Lungo
questa visione vennero a posizionarsi,
nel corso degli anni, le diverse compo-
nenti interne al Movimento, da quelle
moderate ed «entriste», più attente ai
rapporti di forza politici e alle allean-
ze, a quelle fortemente ideologizzate
in senso sociale, al punto da essere
definite «Sinistra nazionale» se non –
nel pieno delle polemiche congressua-
li – espressioni «criptocomuniste».
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STORIA IN RETE 56 Febbraio-Aprile 2017
della «morale sociale»; individua nella to blocco di centro (DC e suoi satelliti) morale dell’occidente, nella riparazio-
programmazione un elemento essen- o se esso riaffermerà la sua funzione ne delle ingiustizie e nel riavvio della
ziale della nuova economia; rivendica di forza politica autonoma: cioè se circolazione sociale i temi cardine per
il superamento della lotta di classe. La il partito dovrà avere il sopravvento un’autentica rinascita europea. «La
sua azione è insieme programmatica e sul Movimento, o se il Movimento, nazione – scrive – sia intesa non solo
politico-organizzativa. Massi coordina con le sue istanze rivoluzionarie e di quale sventolar di bandiere, ma quella
la delegazione Alta Italia; si rivolge ai autentica solidarietà di popolo, di
ceti produttivi del Nord, con significa- cui realizza i fini naturali. È l’ora della
tivi successi presso i vertici del mondo Nazione Sociale. È l’ora dell’incontro
industriale; cura la formazione dei sul piano europeo delle nazioni so-
giovani e, più in generale, dei ciali del continente: la giustizia
quadri territoriali del MSI, sociale assurge a problema
anche attraverso il Centro europeo». Da qui anche il
Studi «Nazione Sociale», rifiuto di antistorici stec-
che, dal 1952 al 1963, cati e l’invito ad uscire
organizza una serie di dalle vecchie polemiche
convegni su tematiche fascismo-antifascismo,
politico-sociali, ve- collaborazionismo-re-
nendo poi affiancato sistenza. Sarà proprio
dall’omonima rivista, il dinamismo culturale
pubblicata, per la e politico di Massi, che
prima volta, nel luglio dialoga con il mondo
1952, in occasione del cattolico e pensa ad
III Congresso Nazionale un’Italia socialmente
del MSI. avanzata, fondata sul so-
cial corporativismo nazio-
Ha dichiarato, al riguardo, nale, il socialismo cattolico
lo stesso Massi (in «Nazione e il socialismo post-marxista, a
Sociale – Scritti politici 1948- rendere inevitabile la rottura con
1976», Istituto di Studi Corporativi, il gruppo dirigente missino, ormai
Roma 1990): «C’era, in quella fase, la guidato dal «moderato» Arturo Miche-
necessità di dotare la componente lini, uscito vincente, per sette voti, dal
di sinistra del Movimento – detta rinnovamento, dovrà avere il soprav- congresso di Milano del 1956.
“milanista” – di un organo di stampa vento sul partito». Massi, che guarda
proprio e di una sede di approfondi- alla seconda ipotesi, immagina un Nel settembre 1957 Massi organizza,
mento e di dibattito ideologico. Da MSI in grado di interpretare le nuove a Trieste, un convegno del suo Centro
tante parti mi chiedevano materiale. esigenze del mondo del lavoro e di Studi, che scatena le ire di Michelini,
Da questo punto di vista il MSI non trasformare la latente forza rivolu- il quale lo accusa di «correntismo» e
aveva praticamente nulla al di là delle zionaria del proletariato in una forza lo deferisce al Comitato centrale del
dichiarazioni programmatiche iniziali. costruttiva e produttiva, conciliandola partito, con la proposta di espulsio-
Era indispensabile uno strumento per con i fini storici della Nazione italiana. ne. A questo punto Massi dà vita al
far circolare le idee». In vista del con- «È l’ora della Nazione Sociale» titola Partito Nazionale del Lavoro, per
gresso missino, il leader della «Sinistra l’articolo con cui viene presentata riprendere – come dirà egli stesso –
nazionale» pone il problema di fondo la neonata pubblicazione («Nazione «la battaglia delle origini». In realtà
della collocazione del MSI: «Al di sopra Sociale», N. 1, 27 settembre 1952). Di è il canto del cigno della «Sinistra
delle polemiche in atto si tratterà fronte al «fallimento della pace» e alla nazionale», la quale, fuori dal MSI,
di stabilire se il Movimento intende debolezza del tentativo di ricostruire, continuerà a sopravvivere come
puntare verso una concentrazione di dopo il 1945, un equilibrio economico, laboratorio culturale, soprattutto
forze nazionali, ossia a quel blocco di sociale, politico, capace di assicurare grazie alla capacità innovativa e di
terza forza che dovrebbe inserirsi tra il ai popoli benessere e serenità, Massi approfondimento dello stesso Massi,
blocco socialcomunista ed il cosiddet- individua nella ricostruzione dell’unità perdendo però ogni peso politico. n
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57 STORIA IN RETE
GENOVA ’60
la vittoria della «pregiudiziale antifascista»
Doveva essere il punto di svolta che legittimava il ritorno al governo
degli «esuli in patria», l’obiettivo di Michelini. Nulla andò come previsto.
La sinistra mobilitò la piazza manipolando l’informazione e la DC si
sbarazzò subito di Tambroni. Per il MSI colpevole di non aver capito la
trappola, iniziava davvero il tempo del «ghetto»
di Mario Bozzi Sentieri
N
el giugno 1960 la vera partita po- esattamente il clima della “provocazione”. Ammettere
litica in gioco non è quella che ri- a posteriori l’esistenza di una tale mentalità da scampa-
guarda il MSI, ormai avviato, sot- gnata è imbarazzante, ma è un gesto di autocritica che
to la guida di Arturo Michelini, a dobbiamo compiere, perché rientra nel novero di quelle
realizzare una politica «entrista», verità che è meglio scoprire apertamente, per riderci so-
sfociata nell’appoggio al governo pra, magari amaramente, e porvi rimedio alla prossima
Tambroni, ma i più generali equilibri politici nazionali, occasione». Una settimana prima del congresso – ha
con al centro la questione dello «spostamento a sini- notato uno dei protagonisti dell’epoca, il deputato del
stra» dell’asse del governo, la rottura della «pregiudi- MSI Gianni Roberti (in «L’opposizione di destra in Ita-
ziale anticomunista», la neutralizzazione del ruolo dei lia – 1946-1979», Adriano Gallina Editore, Napoli 1988)
cattolici «integrali». La scelta di Genova, quale sede del «…alla Camera, in seduta pubblica, noi ne avevamo
sesto congresso missino e fattore scatenante della pro- reso nota la celebrazione, chiedendo al Presidente che
testa antifascista e antigovernativa, appare perciò come in quei giorni, come d’uso, non si tenesse seduta: il Pre-
il classico pretesto, intorno al quale costruire – secondo sidente aveva risposto aderendo alla richiesta: nessuna
la tradizionale tecnica propagandistica della «guerra voce di protesta o di dissenso si era levata dai banchi,
rivoluzionaria» – la mobilitazione di massa, mentre da comunisti e di sinistra». Pochi giorni dopo il quadro
parte degli ambienti missini, fino ai giorni immediata- muta completamente, mentre sono diffuse – ad arte –
mente precedenti il congresso, non c’è alcuna consape- una serie di notizie, che trasformano l’assise missina in
volezza del pericolo. un’iniziativa provocatoria nei confronti della Resisten-
za e dell’antifascismo. La scelta della sala del congresso
Ha scritto Giano Accame, testimone «da destra» degli (il teatro Margherita) viene immediatamente collegata
avvenimenti del giugno 1960 (in «La lezione di Genova: alle vicine lapidi in ricordo dei caduti della Resistenza.
lettera di Giano Accame a Pino Romualdi», su «L’ita- In realtà il MSI aveva sempre tenuto i suoi comizi nella
liano», n. 7-8, luglio-agosto 1960): «So che da molte fe- centrale Via XX Settembre, dove all’epoca erano con-
derazioni i delegati sono partiti con mogli e bambini, centrate le principali sale pubbliche cittadine, senza al-
perché oltre al congresso, che si presentava calmo per la cun problema. La scelta della sala del teatro Margherita
quasi unanimità con cui era stata accettata la mozione era solo legata alla sua capienza (circa mille posti). È
“democratica” della direzione nazionale, pensavano di fatta circolare la notizia che a presiedere il congresso sa-
far vedere Genova, il suo porto, i pittoreschi carruggi, rebbe stato chiamato Carlo Emanuele Basile, prefetto di
le bellezze della Dominante alle famiglie. Questo era Genova dal 1943 al 1944, uno dei momenti più dramma-
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STORIA IN RETE 58 Febbraio-Aprile 2017
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59 STORIA IN RETE
Q
uindicesimo governo della fiducia. Da quel momento il governo
Repubblica, rimase in carica venne sottoposto a forti pressioni di
«Fatti di Genova del 30 giugno 1960» dal 26 marzo 1960 al 27 lu- piazza, che – assieme ad alcuni errori
glio 1960 per soli quattro mesi e un come il tentativo di censura del film
giorno. Fernando Tambroni ricevette di Fellini «La dolce vita» - lo resero tra-
l’incarico di formare un governo per ballante. Alla fine del giugno 1960 le
superare l’emergenza dopo le dimis- violente manifestazioni della sinistra
sioni di Segni, attraverso un governo a Genova contro lo svolgimento del
provvisorio, in grado di consentire lo sesto congresso del MSI, poi non te-
La voce svolgimento delle Olimpiadi a Roma nutosi, portano a feriti fra manifestan-
«Fatti di Genova del 30 giugno 1960» e di approvare il bilancio dello Stato. ti e polizia e arresti. Peggio ancora, il
esiste su Wikipedia solo in italiano
Il 21 marzo il governo monocolore 7 luglio una manifestazione sindaca-
democristiano proposto da Tambroni le a Reggio Emilia finisce in tragedia
Accuratezza ottenne la fiducia della Camera, per quando la polizia e i carabinieri spara-
Fonti e note
soli tre voti di scarto (300 sì e 297 no), no sulla folla che si era impossessata
con il determinante appoggio dei de- di una camionetta causando cinque
Bibliografia putati missini. La circostanza causò morti e numerosi feriti. Tambroni
l’abbandono dei ministri appartenen- cerca di contrattaccare, sostenendo
Controversie ti alla sinistra DC: Bo, Pastore e Sullo. davanti alla Camera che le proteste
L’11 aprile, dietro esplicito invito del erano parte di un piano orchestrato
Vetrina in nessuna lingua proprio partito, il governo rassegnò da Mosca (Togliatti in quel momento
le dimissioni che furono però respin- era in visita in URSS), ma pochi giorni
Gendarmi te dal presidente Giovanni Gronchi. dopo viene obbligato a dimettersi,
della Memoria
Tambroni si presentò così al Senato, ormai osteggiato dalla stessa DC e ab-
dove, il 29 aprile, sempre con l’ap- bandonato dal MSI, che toglie anche
minimo massimo poggio dei missini e con pochi voti l’appoggio a diverse amministrazioni
di scarto (128 sì e 110 no), ottenne la locali democristiane. [em] n
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STORIA IN RETE 60
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O
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LA RICANA
AME
n° 129/130
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nº 129/130____ nº 131____ nº 132/134____ nº 135____
Il FUAN, un
laboratorio
perduto
Eretici, scanzonati, creativi. Erano i ragazzi del FUAN, l’organizzazione
universitaria che comprese (in anticipo) i grandi mutamenti sociali
e culturali. Ma il MSI non volle capire né ascoltare
di Alessandro Amorese
L
e vicende del FUAN scelta, quella di mollare la strut- Quella indipendenza statutaria gli
ci narrano la sto- tura ufficiale (il FUAN) per una permette di continuare a esistere
ria del più longevo meno connotata ma non organica ma contemporaneamente di es-
movimento politico in regolamenti e statuti della neo- sere ugualmente l’organizzazione
universitario della nata Alleanza Nazionale, che sarà universitaria del MSI. Un’ambi-
storia italiana del tra le cause decisive nelle sconfitte guità che ne caratterizza tutti i
secondo dopoguerra. In effetti il congressuali dei giovani post-rau- quarantasei anni di vita e che por-
Fronte Universitario d’Azione Na- tiani negli Novanta e Duemila. Ma ta però anche ad altri colpi di reni
zionale è praticamente l’unica for- questa è, anche, un’altra storia. e a grandi prove di forza: quando
mazione a sopravvivere al ciclone ad esempio nell’ottobre 195 i ver-
del ’, nonostante sia anche quel- Se a Rieti viene quindi sciolto tici missini, dopo il tumultuoso
la che ne ha subito maggiormente per diventare, mesi dopo, Azione congresso di Pescara, nomina-
l’onda e le contingenze politiche. Universitaria (insieme ad Azione no Marco Masi alla presidenza,
Infatti la vita del FUAN si potreb- Giovani ed Azione Studentesca), la maggioranza dei quadri del
be dividere in due parti, quella il FUAN era passato indenne da FUAN si autoconvoca conferman-
che precede la stagione ’-9 ed un’altra unificazione: nel 191 do al vertice Cesare Mantovani.
i decenni successivi, fino all’esta- Giovane Italia e Raggruppamen- Masi finirà nel PCI e Mantovani
te 199 quando, in un cinema di to Giovanile Studenti e Lavoratori reggerà il FUAN fino al 19.
Rieti, si celebrava il suo funerale, vengono sciolti e nasce il Fronte
unitariamente a quello di Fron- della Gioventù. Il FUAN resiste È un FUAN a trazione «romual-
te della Gioventù e Fare Fronte, a questa volontà almirantiana di diana» che però, dopo la stagione,
il movimento studentesco che, in creare un’unica struttura giova- per alcuni imbarazzante per altri
parte, a cominciare dalla secon- nile del partito che guidava da importantissima, della presidenza
da metà degli anni Ottanta aveva qualche anno e lo fa forte di uno del MSI del professor Armando
occupato spazi negli atenei. Una Statuto che ne attesta l’autonomia. Plebe, vede un (autoconvocato)
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La voce
«Fronte universitario d’azione nazionale»
esiste su Wikipedia in due lingue
Accuratezza
Fonti e note
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67 STORIA IN RETE
Mario Sossi (1932), Paolo Borsellino Stefano Mensurati Giuseppe Marra Pier Francesco Pingitore
magistrato, venne rapito (1940-1992) fu uno dei (1959), giornalista e (1936), fotografo, (1935), autore e regista
dalle BR nel 1974 e magistrati più attivi nella scrittore, conduttore editore, giornalista, è il teatrale, è il fondatore
rimase sequestrato per lotta contro la Mafia, che radiofonico, una delle proprietario e direttore del Bagaglino insieme a
oltre un mese lo uccise in un attentato voci di RAI Radio Uno dell’agenzia Adnkronos Mario Castellacci
al gruppo che avrebbe fondato il tutti senza mai rinnegare ed anzi Anni di Piombo. Come accennato,
Bagaglino, con il già citato Della ringraziando di aver potuto esse- è una sigla che finisce in naftalina
Bona e Pier Francesco Pingitore, re universitari in prima linea. Si, in alcuni atenei e negli anni Ot-
animatore della rivista più bella perché fino al ’ gli atenei sono il tanta e Novanta serve per riequili-
del FUAN, «Continuità», che ne- centro della vita politica, la piaz- brare, nei temi (come nella Guerra
gli anni Cinquanta parla di tutto, za più importante: lì si anticipano del Golfo) e nei congressi, con le
anche di cinema e teatro, interessi svolte, maggioranze, tendenze. De presidenze di Maurizio Gasparri
sempre presenti nelle file dei diri- Gasperi ad inizio anni Cinquanta e Roberto Menia, la maggioranza
genti universitari. Si pensi a Paolo dimostra più volte la propria pre- rautiana nel Fronte della Gioven-
Borsellino, dirigente del Fanalino occupazione per la crescita espo- tù, che vive invece nuove stagioni
di Palermo, a Mario Sossi militan- nenziale della gioventù «naziona- di movimentismo. Ritroviamo un
te a Genova che spiegherà anche le», Scelba cita spesso le università rinnovato protagonismo nel perio-
ai brigatisti rossi che lo avevano per il «pericolo fascista». do che segue Tangentopoli ed i suc-
rapito, le proprie posizioni «na- cessi missini. Il FUAN, in alcune
zionalpopolari». C’è la generazio- C’è poi chiaramente chi ha con- zone d’Italia, è bravo a sfruttare il
ne che sforna illustri giornalisti, tinuato il proprio percorso politi- vento di destra che soffia tra le gio-
come Giuseppe Marra, fondatore co dopo essere stato dirigente del vani generazioni ed arriva fino alla
contestazione ad alcuni ministri,
soprattutto a Berlinguer: stagione
La situazione del Fronte Universitario si fa difficile di grandi successi che porta alla
negli anni del riflusso e del disimpegno e negli stampa di un altro opuscolo roma-
anni ‘80 e ‘90 diventa il contraltare del Fronte no, dal titolo inequivocabile «Pa-
gine Ritrovate». Poi nasce Azione
della Gioventù, che è su posizioni rautiane Universitaria ed è già un’altra sto-
ria anche se in alcuni atenei viene
dell’AdnKronos o Stefano Men- Fronte Universitario: oltre ai già mantenuta, tuttora, la sigla FUAN.
surati, giornalista RAI che insie- citati Petronio, Nicosia, Lo Porto Quarantasei anni di alterne vicen-
me a Giuseppe Tagliente cura, nel e Laffranco, nel FUAN si fanno de, di rapporti incostanti con il
19, l’uscita di un libro, artigiana- le ossa Tommaso Staiti, Alfredo MSI! Ma sicuramente il FUAN è
le ma importante, sulla storia del Mantica, Benito Paolone, Cristia- stata una polarità all’interno del-
FUAN. Ma sono centinaia coloro na Muscardini, Marcello Bignami, le università italiane, con una sua
che, finito il proprio percorso uni- Giulio Conti e tanti altri. La situa- specificità ed una sua modernità.
versitario non hanno continuato zione del Fronte Universitario si fa In attesa che l’università in Italia
nell’impegno politico, sono di- ancora più difficile negli anni del torni ad avere un ruolo primario.
ventati professionisti stimatissi- riflusso e del disimpegno, con un
mi: primari, magistrati, avvocati, nome troppo legato ai fatti degli Alessandro Amorese
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APPUNTAMENTI MANCATI
dopo Valle Gi u
Per il mondo giovanile missino la conte-
stazione studentesca segna un punto di non
ritorno: gli scontri del 16 marzo 1968 all’Uni-
versità di Roma furono un’occasione perdu-
ta oppure, come sostenevano i vertici, una
scelta necessaria? Di certo la destra imboc-
cò da allora un vicolo cieco e sanguinoso
di Adalberto Baldoni
V
enerdì 1° marzo te della polizia. (…) Sui quotidiani
1968, davanti compaiono diverse immagini dove
alla facoltà di esponenti dei vari gruppi di destra
Architettura a si fronteggiano con la polizia: Ita-
Valle Giulia, nei lo Rochira, Giampiero Rubei, Ro-
pressi di Villa berto Rosseti, Franco Papitto, Ugo
Borghese, migliaia di studenti si Gaudenzi, Enzo Maria Dantini,
scontrano per tre ore, con la poli- Massimo Magliaro, Cesare Perri e
zia. Prima di recarsi alla facoltà, altri. (…).
gli studenti avevano partecipato
ad un imponente raduno a piazza Il giudizio del MSI sulla «battaglia
di Spagna, a cui avevano aderito di Valle Giulia» è assolutamente
centinaia di militanti delle orga- negativo. Per Arturo Michelini la
nizzazioni studentesche di destra. rivolta costituisce un «atto insur-
La presenza, oltretutto visibile e rezionale», preparato dai comuni-
rumorosa, dei ragazzi di destra non sti. All’indomani degli scontri, il
solleva né obiezioni, né proteste di «Secolo d’Italia» così titola a nove
sorta. I giovani della Caravella, di colonne: «Il PCI scatena la piazza».
Europa Civiltà, ex Avanguardia na- Il sommario: «I tafferugli provo-
zionale, Primula Goliardica, Gio- cati da agit-prop comunisti. I tep-
vane Italia, sono in prima fila negli pisti riuniti in serata nella sede del
scontri, come dimostrano inequi- PCI». Se a Roma si sta registrando
vocabilmente le foto pubblicate su una spaccatura tra i giovani di de-
numerosi quotidiani, compresa stra favorevoli alla contestazione e
quella simbolo di Valle Giulia con quelli contrari, nel resto d’Italia il
gli studenti schierati davanti alla FUAN prosegue le occupazioni in
scalinata, di fronte alle camionet- alcune facoltà: a Camerino, Mode-
d ò storto
La Destra e il ‘68
Gi ulia
Genova il 10 si tiene una controc-
cupazione in segno di solidarietà
Almirante con gli studenti di Praga e Varsavia
all’università vittime del Comunismo. Il FUAN
La Sapienza coi
giovani missini viene a trovarsi in una non facile
sabato 16 marzo situazione: non può accodarsi al
1968, poco prima degli Movimento studentesco; deve rac-
scontri che spaccheranno cogliere le proteste degli studenti di
il Movimento studentesco
destra contro il regime e le autori-
tà accademiche; non può rompere
con il MSI, proprio alla vigilia della
campagna elettorale. Dal FUAN
esce il gruppo guidato da Cesare
Perri, Adriano Tilgher e Guido Pa-
glia che, costretti dalla rigida posi-
zione assunta dal presidente nazio-
nale Mantovani, formano la Nuova
Caravella, intenzionati a prosegui-
re nella lotta per rinnovare la socie-
tà e quindi l’università.
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71 STORIA IN RETE
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73 STORIA IN RETE
N
ella storia del Movimento So- al 1969 quando,
ciale Italiano un ruolo impor- divenuto segre-
tante lo ha certamente avuto tario Almirante,
il Centro Studi «Ordine Nuovo», di cui rientrerà nel
fu ideatore e animatore Pino Rauti MSI svolgendo
insieme ad un nucleo di suoi camerati. un’attività di tipo
Esso nasce a dicembre 1953, nella sezio- correntizio con le
ne «Prati» di Roma, dove agivano, come mozioni «Linea
attivisti e dirigenti giovanili, la gran par- Futura», «Spazio
te di coloro che poi daranno vita al Cen- Nuovo», «Andare
tro: Pino Rauti, Paolo Andriani, Clemente Oltre», «Linea Na-
Graziani, Nino Capotondi. Il Centro Studi zionalpopolare». Il
si costituisce alla vigilia del congresso motto del Centro
nazionale del MSI di Viareggio del gen- Studi è «Il nostro
naio 1954, al quale si confrontarono le onore si chiama
tre anime che hanno sempre caratte- fedeltà», il simbolo
rizzato il partito: quella istituzionale e l’ascia bipenne, e
parlamentare, rappresentata da Arturo nella tessera cam-
Michelini; quella cosiddetta di «sinistra» peggia un’aquila
ispirata alla socializzazione, rappresen- in volo sull’Europa.
tata da Almirante e Massi; quella più L’iniziale segreteria
nazionalista, rappresentata da Pino nazionale (definita
Romualdi e sostenuta in quella sede da «Direttorio») del
Pino Rauti. Dopo quel congresso, Rauti Centro Studi è
Pino Rauti (1926-
decide di proseguire l’azione politica composta, oltre
2012). Nell’altra
e culturale pubblicando una nuova che da Rauti, anche pagina, la copertina
rivista intitolata «Ordine Nuovo» con da Paolo Andriani, del mensile «Ordine
il sottotitolo «mensile di politica rivo- Nino Capotondi, Nuovo»
luzionaria» e con una copertina molto Ugo Cesarini,
suggestiva (nera, con un’aquila recante Clemente Graziani, Giulio Maceratini, affluiscono numerosi nelle sue sedi, e
il fascio in rosso). La rivista ha una larga Stefano Mangiante, Pierluigi Murtas, di approfondimento storico e cultu-
diffusione negli ambienti giovanili e Marcello Perina, Giangastone Romani, rale sugli eventi italiani ed europei.
quelli più legati alla tradizione storico- Rutilio Sermonti, Paolo Signorelli, Ge- Ciò avviene mediante conferenze,
combattentistica del MSI; l’influenza di neroso Simeone, Silvio Vitale. L’attività pubblicazione di opuscoli e vendita di
Julius Evola, il filosofo tradizionalista è intensa e poliedrica, ma è da sfatare la libri nella storica sede romana di Via
«riscoperto» da Erra e Rauti, è assai tesi di un’organizzazione «dura» dedita degli Scipioni che sarà frequentata da
presente al di là dei suoi articoli. prevalentemente allo scontro, anche vio- moltissime persone, che avranno poi
lento, con gli avversari politici. Anche se ruoli importanti nella politica e nella
Politicamente, il gruppo si colloca in occasione di manifestazioni pubbliche cultura. Ma il Centro Studi si occupa
all’opposizione di Michelini e, quando avvennero episodi di scontro fisico si anche dell’attualità: oltre agli eventi
Almirante verrà sconfitto al congresso tratterà sempre di azioni difensive. interni al MSI, rivolge l’attenzione in
di Milano del dicembre 1956, decide di particolare ai problemi sociali (curati
lasciare il partito e di costituirsi in un In realtà, il Centro svolge un’atti- da Rutilio Sermonti con i suoi opuscoli
Centro Studi autonomo. Esso durerà fino vità formativa verso i giovani che sul corporativismo e la partecipazione
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STORIA IN RETE 74 Febbraio-Aprile 2017
dei lavoratori) e alla politica estera. In che sembrerebbe estranea alla sua elaborando nel 1967 un «Manifesto
quegli anni in particolare si verificano cultura piuttosto paganeggiante: il per l’Ordine Nuovo» in cui si trattano
le drammatiche conseguenze della Concilio Vaticano II della Chiesa catto- tutte le problematiche sociali, am-
decolonizzazione in Algeria, Congo, lica indetto nel 1963. Su sollecitazione bientali, esistenziali del momento,
Rhodesia, Sudafrica e il Centro Studi di un gruppo di cattolici tradizio- anticipando con le sue analisi quella
diffonde informazioni, commenti e nalisti sudamericani, collabora alla che sarà poi la «contestazione» del
iniziative propagandi- 1968-1969. Quest’ul-
stiche, avvalendosi di tima sarà osservata
pubblicazioni paral- con attenzione anche
lele: l’agenzia stampa perché nelle Università
settimanale «Corri- le tematiche evoliane
spondenza Europea», il sulla crisi del mondo
bollettino «Eurafrica», il moderno e sulla «mer-
mensile «Noi Europa». cificazione» dell’uomo
Riguardo alle guerriglie sono dibattute insieme
in atto in molte parti a quelle del filosofo
del mondo con nuovi marxista Marcuse.
metodi di azione, come Ma poi prevarrà la
avviene ad esempio in capacità organizzativa
Vietnam ed in Suda- del partito comunista,
merica, il Centro Studi insieme a qualche
pubblica uno studio iniziativa sconsidera-
di Clemente Graziani intitolato «La distribuzione di un libro, intitolato ta del MSI, e quella contestazione
guerra rivoluzionaria» che suscite- «Complotto contro la Chiesa», che si trasforma in sovversione, come
rà aspri dibattiti. Il Centro Studi si denuncia la volontà di alcuni am- acutamente scrisse su «Ordine
impegna anche per una questione bienti ecclesiastici di modificare i più Nuovo» Adriano Romualdi. Arrivò
rilevanti aspetti poi l’«autunno caldo» e la stagione
tradizionali della degli attentati, come quello di Piazza
dottrina e della Fontana che metterà sotto accusa
liturgia: cosa che l’intero mondo della destra, parla-
poi avverrà, con mentare ed extra. Almirante, eletto
l’abbandono del segretario nazionale del MSI a luglio
latino e la modi- 1969, propone la riunione dei gruppi
fica della Messa. allontanatisi nel tempo. La maggio-
Quell’iniziativa e ranza dei dirigenti del Centro Studi
quelle successi- condividono la proposta di Pino
ve, che giunsero Rauti di rientrare nel partito, con la
a lambire le volontà di continuare la battaglia
porte del Con- per dare al Movimento un’imposta-
clave quando fu zione fedele alle idee fondanti ma
eletto Paolo VI, anche attenta alle tensioni della
creeranno molto società contemporanea. Alcuni, in-
clamore. vece, guidati da Clemente Graziani,
decidono di costituire un «Movimen-
Il Centro Studi to politico» che avrà poca vita e sarà
s’interessa alla sciolto (arbitrariamente, secondo
situazione poli- i giuristi) d’autorità. Il lascito delle
tica italiana co- analisi e delle indicazioni del Centro
stituendo i «Co- Studi resta comunque, a distanza
mitati di Riscossa di anni, ancora molto lucido ed in
Nazionale» ed alcune parti preveggente. n
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75 STORIA IN RETE
La CISNAL,
il BRACCIO
SOCIALE del MSI
Sin dall’immediato dopoguerra la Fiamma tricolore fu presente
nel mondo del lavoro. Nel 1950, sulle orme di Corridoni e del
«sindacalismo nazionale», nacque la CISNAL. Il primo motto del nuovo
sindacato fu «lavoratori d’Italia, unitevi»
F
di Nazzareno Mollicone
in dall’inizio della all’interno della CGIL a causa del- professore di diritto del lavoro;
sua fondazione, il la predominante influenza e gui- segretario generale era Giusep-
MSI ha rivolto sem- da che vi esercitava il PCI, tutti i pe Landi, già commissario della
pre una particolare sindacalisti non socialcomunisti Confederazione fascista dei lavo-
attenzione alle pro- se ne allontanarono costituendo ratori dell’industria e deputato
blematiche sociali le confederazioni a tutt’oggi esi- nella Camera delle Corporazio-
ed al mondo del lavoro per le sue stenti, la CISL democristiana e la ni. Da rilevare che tra i dirigen-
ispirazioni derivanti dalle realiz- UIL «laica» (repubblicana e so- ti della CISNAL vi è anche Dia-
zazioni sociali del regime fascista e cialdemocratica). A questo punto, no Brocchi, già collaboratore de
dalle indicazioni programmatiche anche il MSI decise di costituire «L’Universale» di Berto Ricci,
della Repubblica Sociale Italiana. un sindacato ad esso collegato e che diverrà segretario generale
Nel dopoguerra, i numerosi sin- così il 24 marzo 1950, a Napoli, fu aggiunto. Tra i dirigenti eletti dal
dacalisti provenienti dalle Confe- fondata la «Confederazione Ita- primo congresso del 1953, trovia-
derazioni fasciste dei lavoratori in liana dei Sindacali Nazionali dei mo i nomi di Giovanni Angioy,
gran parte sono stati assorbiti ed Lavoratori», in sigla CISNAL: il Giuseppe Basile, Francesco Bloi-
utilizzati – per la loro esperienza suo motto era «Lavoratori d’Ita- se, Giordano Censi, Achille Cru-
– dalla neocostituita Confedera- lia, unitevi!» ed il suo simbolo era ciani, Nino de Totto, Armando
zione Generale Italiana del Lavoro rappresentato dal profilo geogra- Filippini, Ruggero Gatti, Dome-
(CGIL), che allora era l’unica or- fico dell’Italia, comprendendovi nico Latanza, Giuseppe Martuc-
ganizzazione sindacale esistente. le regioni dell’Istria e della Dal- ci, Mario Masiello, Gregorio Mo-
Il MSI invece, allo scopo di dif- mazia sotto il dominio iugoslavo, relli, Adriana Palomby, Secondo
fondere le sue idee tra i lavoratori, ed un aratro che solcava la Libia Passacantilli, Orfeo Sellani, Ma-
aveva costituito i «Nuclei Azien- («la quarta sponda»). rino Tilli: tutti politici esperti
dali Di Azione Sociale» (NA- nella problematiche sociali e
DAS) che si confrontavano con le Presidente del nuovo sindacato sindacalisti provenienti dal sin-
«Commissioni Interne Aziendali» fu eletto Gianni Roberti, depu- dacalismo fascista o staccatosi
allora esistenti. Scoppiata la crisi tato del MSI, funzionario INAIL, dalla CGIL. Al congresso costi-
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STORIA IN RETE 76 Febbraio-Aprile 2017
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77 STORIA IN RETE
Q
uando, durante richiamo diretto al Movimento So-
la breve e sfor- ciale, con il quale i rapporti furono
tunata segrete- discontinui, fino a quando, dopo
ria Rauti, alcu- i fatti del’68 ed il ritorno al verti-
ni dirigenti del ce di Almirante, venne sciolta per
MSI aprirono formare, insieme ad un già mori-
i faldoni dei bondo Raggruppamento Giovani-
vecchi tessera- le Studenti e Lavoratori, il Fronte
menti dei gruppi giovanili, consta- della Gioventù.
tarono quanto fosse diffusa e capil-
lare la Giovane Italia, il movimento È il e nonostante le proteste
degli studenti medi nato negli anni di una buona parte della sua clas-
Cinquanta. Poi quegli archivi sono, se dirigente, che aveva come guida
misteriosamente quanto volgar- Pietro Cerullo e Massimo Ander-
mente spariti (distrutti?) e la storia son, termina la propria esistenza
di quell’organizzazione è rimasta un movimento che aveva riempito
in parte da raccontare. Se sono le piazze e le strade di studenti per
abbastanza note alcune vicende le proteste contro la repressione dei
nazionali e romane, la Giovane carri armati sovietici a Budapest e
Italia è stata fatta da tante picco- Praga, per l’italianità di Trieste e
le ma grandi storie. Nella lunga e Bolzano, ma anche su temi più stu-
complessa narrazione missina la denteschi. Fu un ampio contraltare come movimento antagonista al
Giovane Italia rappresenta un mo- alla progressiva egemonia della si- sistema, si indebolisce perdendo
vimento di massa, al quale, infat- nistra marxista fino al ’68 quando la forza e capacità di aggregazione. E
ti, aderivano migliaia e migliaia di linea del MSI, se mette in difficoltà a cominciare dal simbolo, la fiac-
studenti, a prescindere da correnti, il FUAN soprattutto nella Capita- cola tricolore, nei primi anni di
congressi, burocrazia di partito. In le, incide negativamente su anni di vita il Fronte della Gioventù è una
fondo era nata anche per questo, movimentismo studentesco nelle Giovane Italia che ha solo cambia-
come una sigla che non avesse un scuole. È qui che la Giovane Italia, to nome, solo che, come era negli
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STORIA IN RETE 78 Febbraio-Aprile 2017
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79 STORIA IN RETE
A
nche per studiosi come Carlo con un dialogo a 360 gradi. Il protagoni-
Galli, grande esperto di Carl sta fu Marco Tarchi, leader mancato del
Schmitt, oggi presidente dell’I- Fronte (Almirante nel 1977 gli preferì
stituto Gramsci e deputato PD, e Piero Fini). Nonostante l’ostilità del partito
Ignazi, esperto della storia della destra ufficiale (e la freddezza di Rauti) la ND
italiana, la ND italiana rappresentava prese corpo e divenne un soggetto au-
una novità per capacità di confronto tonomo sempre meno sopportato dai
con «l’altro» ed una elaborazione ori- vertici. Il distacco definitivo dalla destra
ginale. Gli italiani figli della Nouvelle politica fu suggellato dall’espulsione di
Droite francese, costruirono un percor- Tarchi dal MSI nel 1981. Ne seguì l’enne-
so autonomo dai transalpini, rompendo sima diaspora d’intelligenze. A causa di
con il reducismo o con autori come Evo- Marco Tarchi un perdurante ostracismo (e le scarse
la, alfieri del tradizionalismo, il famoso finanze) Nuova Destra, nonostante il
«mito incapacitante», che impediva una rea. Non solo. Nelle sue elaborazioni livello culturale, non decollò anche per
qualsiasi lettura della modernità. Pro- la ND criticò le degenerazioni della so- le frizioni fra i suoi protagonisti — per-
prio l’accettazione della modernità e cietà individualista occidentale, propo- sonalismi, scelte professionali e diversi-
la sua interpretazione rispetto alle pro- nendo modelli come l’organicismo e ri- tà di visione. Lo stesso Tarchi nel 1994
blematiche contemporanee, furono gli flessioni sulla comunità. Tutto iniziò nel dichiarò conclusa quella esperienza.
elementi che caratterizzarono la Nuova FdG e nei Campi Hobbit (1977, 1978 e Cosa ne rimane? Molto sul piano dell’e-
Destra italiana. Grazie a «La Voce della 1980) che resero obsoleti i vecchi campi laborazione culturale, nulla come realtà
fogna» e poi a riviste come «Trasgressio- scuola del partito. Con disappunto dei organizzativa e politica. Fortunatamen-
ni», «Elementi» e «Diorama Letterario», vertici missini, irruppe nel dibattito in- te negli anni — grazie a Tarchi e de Be-
giovani intellettuali, militanti missini terno la «metapolitica» con dibattiti e noist, attraverso laboratori come «La
ma non solo, irruppero nel panorama confronti su temi come ecologia, donne Roccia di Erec», «Diorama Letterario» e
culturale italiano dimostrando che a e femminismo. Il tutto s’intrecciò con la «Trasgressioni» — si è sviluppata lonta-
destra non c’erano solo gagliardetti e nascita di radio libere e musica alter- no dalla politica un’importante lavoro
nostalgia. Tematiche sino ad allora sco- nativa... In pochi anni prese forma un sulle «nuove sintesi». Idee innovative,
nosciute come ecologia o consumismo progetto culturale ambizioso teso a su- utili per un approccio costruttivo verso
entrarono nel dibattito politico dell’a- perare i vecchi schemi destra e sinistra, la modernità. n
delle tante operazioni, poco effica- generazione successiva, affermar- sciante significa anche leggi speciali,
ci, che portarono poi all’aggiunta si nuove parole d’ordine, diversi retate, arresti quotidiani. In una pa-
«Destra Nazionale» al nome del punti di riferimento. rola: repressione. In un’altra formu-
movimento. Anche i vertici ri- la: «trama nera». Per anni centinaia
mangono nel primo periodo gli Dal in poi la storia del Fronte di militanti passano almeno qual-
stessi, con Anderson segretario e della Gioventù si può riassumere che giorno nelle patrie galere, spes-
Cerullo presidente. Se Almirante prendendo a prestito lo schema de- so senza motivi seri, se non quello di
ha nel FdG la sua organizzazione feliciano su fascismo-movimento essere un aderente al Fronte (stesso
d’apparato, una buona parte dei e fascismo-regime, proprio perché destino per coloro che scelsero le
dirigenti nazionali ci fu un FdG più isti- formazioni extraparlamentari). Pa-
ha altri riferimenti, Centinaia di tuzionale ed uno più dova vede un processone per decine
soprattutto nella cor- antagonista, dentro e di giovani militanti [vedi l’articolo a
rente «aperturista» di militanti passano fuori. Entrambi vive- pag. NdR], stessa cosa in molte
De Marzio, Roberti e almeno qualche vano in diretta il cli- zone d’Italia, non ultima, solo per
Nencioni ed in Destra giorno nelle patrie ma di odio degli anni fare un esempio, la sezione romana
Popolare dello stes-
so Anderson. In due
galere, spesso Settanta, asserragliati
in sezioni assediate,
della Balduina. Il tutto nella cornice
di quotidiani e televisione di Stato
ondate, nel dicembre senza motivi veri dentro e fuori le quali che non mancavano di immortalare
’76 e giugno ’77, sono saranno decine i mili- i «criminali neri» in manette.
tantissimi gli esponenti del Fron- tanti uccisi da militanti di estrema
te che escono dal MSI per prote- sinistra, il più delle volte mai trovati, L’attività scivola, nei primi anni
sta contro la linea almirantiana e in alcuni casi anche dallo Stato. A dell’Effedigì, tra corsi estivi d’ap-
seguendo proprio la corrente di Padova e a Milano, a Roma come a profondimento, l’anticomunismo
Democrazia Nazionale, fattasi Salerno, il mondo missino piange i di piazza in ogni sua declinazio-
partito. Quella scissione è il col- suoi morti e ne fa una bandiera. Ma ne, la politica della corporazione
po di grazia all’autonomia del quel mondo, che non si nasconde, studentesca nelle scuole, la conte-
mondo giovanile missino che nel non deve affrontare solo aggressio- stazione ai vari ministri della Pub-
frattempo aveva visto crescere la ni e assalti, ma la guerra civile stri- blica Istruzione, con qualche buon
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STORIA IN RETE 80 Febbraio-Aprile 2017
Febbraio-Aprile 2017 |
81 STORIA IN RETE
C
obiettivo, quello di tornare, poli-
osa rimane della lunga rale innovativo e interessante. ticamente, nelle scuole e qualche
stagione del Fronte Come il FdG di ieri, CPI oggi
della Gioventù? mantiene una linea mo-
anno dopo nelle università. L’in-
Tanto a livello esisten- vimentista e rimane in cubatore di tutto ciò è il Fronte di
ziale. Resta tutt’oggi un piena discontinuità con Roma che ha visto eletto come nuo-
reticolo d’amicizie forti, la «vecchia politica» e vo segretario Gianni Alemanno, al
una solidarietà diffusa il primitivismo «ultrà», momento dell’Assemblea in carcere
e, poi, tanti ricordi che sviluppando temi im- per incidenti davanti all’ambascia-
occhieggiano dalle pa- portanti e non scontati
gine dei social e, talvolta, (la politica studentesca, il
ta sovietica, appoggiato anche dalla
prendono sostanza – vedi i sociale, il volontariato, l’eco- rinvigorita sezione di Colle Oppio
libri di Eclettica e del Settimo logia) con un’attenzione forte guidata da Fabio Rampelli. Ale-
Sigillo – in iniziative editoriali co- ad un’estetica originale e mai bana- manno non è rautiano ma divente-
raggiose e mai retoriche. Politicamente le. Al netto della realtà temporale, le due rà anno dopo anno uno dei punti
rimane poco, pochissimo. Negli anni la esperienze si raccordano una volta di più di riferimento del mondo giovani-
generazione effedigì si è dispersa in mille nell’interesse al confronto con «l’altro» e
rivoli dissonanti e in destini contrastanti. nella vivacità culturale, nella curiosità in-
le che prenderà in mano il Fronte
Ma al di là dei percorsi politici e privati tellettuale. Ovviamente CasaPound segue nell’88, e batte di pochi voti Andrea
dei dirigenti e dei tanti militanti, le atmo- il suo percorso e sarebbe pleonastico, er- Augello, espressione dell’ortodos-
sfere del miglior FdG – un laboratorio di rato definirla una mera continuazione di sia rautiana. Da questo FdG parte
energie, entusiasmi, sperimentazioni ed una fase ormai conclusa da tempo. CPI è la nuova fase che coincide da una
eresie – si ritrovano oggi perlopiù nella altro, lo sappiamo. Al tempo stesso – per parte con il parallelismo nelle scuo-
vicenda di CasaPound Italia. Non a caso, poesia o nostalgia, chissà? – nelle bandie-
buona parte dei quadri «storici» di CPI re delle «tartarughe» molti «ragazzi invec-
le e dall’altra con la parola d’ordine
provengono dall’esperienza del Fronte e, chiati» dei Settanta e degli Ottanta scor- dell’indipendenza nazionale. Sulla
negli anni, proprio su quelle basi hanno gono balenare i colori della loro gioventù. scorta delle suggestioni di Beppe
saputo creare un soggetto politico-cultu- Bene così. [Marco Valle] n
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STORIA IN RETE 82 Febbraio-Aprile 2017
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83 STORIA IN RETE
Sapessi com’er a
essere missini
a Milano
Come sempre, è all’ombra del Duomo che si sviluppano le dinamiche
che fanno l’Italia. È stato così anche negli anni Settanta: è a Milano che
il conformismo antifascista di intellettuali, politici e amministratori
ha toccato picchi inarrivabili di fronte alla deriva violenta della
sinistra extraparlamentare. È a Milano che il MSI ha vissuto alcuni
dei momenti più drammatici della sua storia. Ed è sempre a Milano
che lo scollamento tra vertici del Movimento e base militante, specie
quella giovanile, è stata più dura e dolorosa. Ferite vecchie, in parte
rimarginate. Ma le cicatrici, ogni tanto, vanno mostrate
29
di Marco Valle
aprile 1975, zio insolito dissi «Sergio Ramelli è mandosi nel banco di prova degli
Milano. morto». Applausi. Le mie parole fu- apprendisti stregoni della «rivolu-
Dopo oltre rono sommerse dai festeggiamenti: zione». A distanza di quasi mezzo
un mese i dipendenti comunali, presenti in secolo, la deriva del sistema mene-
d ’a g o n i a aula per discute il loro contratto, ghino — un intreccio d’irrespon-
Sergio Ra- celebrano quella morte in modo sabilità, viltà e cinismo — rimane
melli, 18 anni appena compiuti, terribile, agghiacciante. In quel impressionante. Allora, nessuno, o
moriva. La notizia arrivò subito in momento ho compreso quanto fos- quasi, sembrava voler capire o ve-
Consiglio comunale, a palazzo Ma- se stata tremenda e profonda la no- dere una realtà assurda e, per molti
rino. Il cuore della città. Tomaso stra sconfitta di trent’anni prima». versi, inconfessabile. Le istituzioni
Staiti, allora capogruppo del MSI- — nonostante gli allarmi del pre-
DN, ricorda, nella sua autobiogra- Una constatazione amara, amaris- fetto Mazza e il suo lucido rapporto
fia «Confessioni di un fazioso», sima ma drammaticamente vera. sull’eversione nel 1972 — si para-
quel momento crudele. «Appena Incredibilmente, per un lungo de- lizzarono. I partiti del cosiddetto
mi fu comunicata la notizia, presi cennio Milano venne inghiottita da «arco costituzionale» (comunisti
la parola in Consiglio; in un silen- un sociodramma sulfureo, trasfor- compresi), si rivelarono incapaci di
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STORIA IN RETE 84 Febbraio-Aprile 2017
r a strano
i
arginare e comprendere i limiti e i non era la classe operaia, per lo più nelli divenne il simbolo di un’epoca
pericoli dell’ondata ribellistica e ri- controllata e diretta dai sindacati e opaca e confusa.
masero basiti e incapaci. Irrespon- dai comunisti, ma i figli della bor-
sabilmente Aldo Aniasi, il sindaco ghesia, i bimbi del «miracolo eco- Inevitabilmente, in quegli anni
socialista, la Democrazia Cristiana, nomico», gli eredi dei «cummen- crudeli, per la Milano che pesava,
il potere economico chiusero gli oc- da», dei «ricchi», degli «arrivati». pensava e decideva, Sergio Ramel-
chi e — con la complicità del «Cor- Un corto circuito culturale che tra- li, Enrico Pedenovi e tutte le altre
riere della Sera», diretto dal vane- volse e stravolse abitudini conso- vittime — missini, poliziotti, an-
sio Pietro Ottone e controllato da lidate, linguaggi antichi, sicurezze ticomunisti democratici (vedi De
Raffaele Fiengo, l’uomo di fiducia sociali, riti familiari. All’improvvi- Carolis), giornalisti liberi (Monta-
del PCI — offrirono sponde e giu- so, tutto divenne obsoleto, vecchio, nelli), gente comune — poco o nulla
stificazioni alla follia estremistica, reazionario; a Portofino e a Forte contano. Soltanto dopo l’omicidio
alla violenza della sinistra ultrà. A i costosi motoscafi Riva vennero Moro, davanti al cadavere di Walter
sfilare sotto le immagini di Stalin e prontamente ribattezzati «Lenin», Tobagi, l’anticonformista capore-
Mao, per poi giocare alla guerriglia «Che Guevara» e «Mao». Il miliar- dattore del «Corriere» ammazzato
urbana contro i «fasci» e i poliziotti, dario castrista Giangiacomo Feltri- dagli ultrà rossi — tutti rampolli della
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STORIA IN RETE 86 Febbraio-Aprile 2017
«Sergio Ramelli»
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STORIA IN RETE 88 Febbraio-Aprile 2017
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TANTE LUCI, M
Il MSI del primo dopoguerra, i «Figli del Sole», la Giovane Italia, il
’68, gli incredibili retroscena del «golpe Borghese». La rottura con
Almirante e Democrazia Nazionale. Ecco la testimonianza di Pietro
Cerullo. Un racconto controcorrente. Come la sua vita…
di Marco Valle
N
ella lunga e contraddittoria vicen- duci della RSI; Maurizio e Gianfranco Rebucci, anche
da missina, Pietro Cerullo occupa loro con un fratello assassinato; Gianfranco Bacchi, la
un posto da protagonista. Leader cui sorella sedicenne era stata rapita, seviziata e ucci-
giovanile, deputato, responsa- sa; Giampaolo Manzini, colto e geniale, come pochi ne
bile della propaganda, possibile ho conosciuti. Insieme costruimmo la più forte orga-
delfino di Almirante, il docente nizzazione studentesca di tutta l’Emilia».
emiliano si distinse per la mente libera e il carattere
roccioso, duro. Non a caso, non risparmiò critiche alla Tra i giovani missini si dibatteva tra opposte visioni
classe dirigente della Fiamma ed entrò ripetutamente culturali. Quali erano le contrapposizioni e chi era-
in conflitto con i segretari nazionali, prima Micheli- no i protagonisti?
ni poi, soprattutto, Almirante. Una rottura umana
e politica traumatica che costrinse nel 1977 Cerullo «Venni coinvolto nel dibattito interno via via che presi
all’uscita dal partito in occasione della scissione di contatto con i dirigenti giovanili centrali nel 1953, nel
Democrazia Nazionale. Da anni lontano dalla politi- corso delle elezioni politiche, quando conobbi perso-
ca attiva, Cerullo ha proseguito l’attività giornalistica, nalmente Piero Buscaroli, Enzo Erra, Primo Siena,
collaborando con riviste e il sito www.destra.it, osser- Tazio Poltronieri, Franco Petronio; e soprattutto nel
vando e raccontando la destra da angolazioni sempre 1954, partecipando alla costituente della Giovane Ita-
anticonformiste. Lo abbiamo incontrato nella sua casa lia. Gli antagonisti principali erano i “Figli del Sole” e
milanese e intervistato. i “Visi Pallidi”: i primi si ispiravano a Giovanni Gen-
tile e Julius Evola. Postulavano, per dirla con Siena,
Cosa significava essere un giovane missino nell’E- “una lotta politica ispirata da una visione spiritualisti-
milia dell’immediato dopoguerra? ca e tradizionalista del mondo”. Il loro breviario era-
no gli “Orientamenti”, scritti da Evola. Gli altri si
«Significava vivere in perenne tensione: con la fami- richiamavano alla dottrina sociale del Fascismo
glia, preoccupata per i rischi e le ricadute di ostilità repubblicano, riproposta da Edmondo Cione,
ambientale; sul lavoro piuttosto che a scuola; con la Ernesto Massi, e da alcuni ex esponenti
questura, inquisitoria e ammonitrice; con le ronde co- della RSI: Giorgio Pini, An-
muniste, minacciose ed aggressive per strada, nei bar, gelo Tarchi, Concetto Pet-
finanche nei cinematografi. Ci sono volute fulminee tinato. Il loro era una sorta
rappresaglie, incluse “scoppiettanti” incursioni nei di Socialismo nazionale, “il
loro luoghi di ritrovo, per ottenere tregua. Nel 1950 fui Fascismo rosso”, cavalcato
promosso sul campo “addetto agli studenti medi”. Qui poi da Almirante nel
incontrai giovani di qualche anno maggiori, che ci aiu- Congresso di Milano
tarono a formarci e a difenderci. Ricordo in particola- del 1956 che provocò
re Enzo Beltrame, cui avevano trucidato tre fratelli re- la prima fuoriu-
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STORIA IN RETE 90 Febbraio-Aprile 2017
I, MOLTE OMBRE
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STORIA IN RETE 94 Febbraio-Aprile 2017
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E
rano quattro, sono morti, l’ultimo nel 2014 sotto
Natale. Ora si possono raccontare. Negli anni Ses-
santa costituivano un commando. Un commando
del Partito, ma al servizio della Nazione. A difesa dell’in-
tegrità territoriale dell’Italia, minacciata dal terrorismo
altoatesino, in combutta con l’Austria. Molti hanno di-
menticato e moltissimi proprio non sanno che in Alto
Adige, dal 1961 al 1988, ci sono stati 361 attentati con
dinamite, mitra, mine antiuomo, costati 31 morti e 57
feriti, militari e civili, per mano del Befreiungsausschuss
Südtirol (BAS), Comitato per la liberazione del Tirolo me-
ridionale. La fase più cruenta fu tra il 1961 e il 1967, scan-
dita, per stare agli eventi più clamorosi, da la Fuernacht,
notte dei fuochi, in cui furono fatti saltare in simultanea
42 tralicci dell’alta tensione, seguita a breve dalla Kleine
Fuernacht, piccola notte dei fuochi, con altri otto tralic- Un gruppo di austriacanti cerca di strappare una
ci abbattuti, (giugno-luglio 1961); la distruzione delle bandiera tricolore durante una manifestazione
caserme dei carabinieri di Selva dei Mulini (settembre della Giovane Italia in Alto Adige
1964), di Sesto Pusteria (agosto 1965) e di quella dei
finanzieri di Malga Sasso (settembre 1966); gli agguati
di Passo Vizze (maggio 1966), di San Martino in valle di co, insisteva sulla discendenza umana di Gesù da David:
Casies ( luglio 1966); la strage di carabinieri a Cima Val- non semplice figlio di falegname, ma re, il Re. Del quale si
lona, nel bellunese (giugno 1967); l’esplosione sul treno sentiva un guerriero. Guerriero di Cristo e soldato d’Ita-
Alpenstock Express, all’altezza di Bressanone (settembre lia, la terra degli avi e la culla del Cattolicesimo, la Patria.
1967). Conservo una memoria speciale di quegli eventi, Considerava il Comunismo la nuova barbarie, nemico di
perché non mancai ad uno solo dei funerali che ne segui- Dio e delle nazioni cristiane e voleva combatterlo ovun-
rono, nel biennio 1965/1967, accompagnando Giorgio que, con qualsiasi mezzo, a qualunque costo. Per questo
Almirante, che vi presenziò in rappresentanza del MSI. aveva partecipato ad un attentato ad un monumento al
I terroristi combattevano una guerra facile, favoriti dal- soldato sovietico a Berlino. Stessa determinazione per il
la popolazione di lingua tedesca, finanziati dall’Austria, bene della Patria. Il commando agì dunque con obiettivi
dove avevano basi logistiche e dove si rifugiavano dopo politici e militari. L’Austria fu ammonita da un attentato
ogni imboscata. E senza un adeguato contrasto da parte con vari feriti alla Salina di Ebensee (23 settembre 1963).
dell’Italia, condizionata dai soliti antifascisti in servizio E rapidamente attenuò il «favor rei» verso i terroristi al-
permanente, che accusavano le nostre forze dell’ordine toatesini, fino ad arrestare Georg Klotz, «il martellatore
di comportamenti provocatori e persecutori, determi- della Val Passiria», scampato miracolosamente due gior-
nando finanche un processo a carico dei carabinieri. Un ni prima (7 sett. 1964) ad un intervento, tuttora non si sa
contrasto vero ed efficace ai terroristi altoatesini comin- di chi, nel quale comunque era rimasto ucciso il suo so-
ciò quando, non so se d’intesa con il governo, Arturo Mi- dale Luis Amplatz. Gli altri terroristi intesero che poteva-
chelini, il migliore segretario nazionale del MSI, lucido no trovarsi loro malgrado «estradati» di fatto in territorio
politico, non mero prestidigitatore di parole, decise di italiano a portata dei nostri servizi di sicurezza. Il BAS si
fare supplenza all’ignavia dello Stato. Nacque così il com- eclissò. Ed anche il «nostro» commando, «attenzionato»
mando del Partito al servizio della Nazione, per operare dalla magistratura, si ritirò nell’anonimato in un Paese
in clandestinità a proprio rischio e pericolo. A me fu dele- amico. Dove ebbi ancora occasione di incontrarli, facen-
gato il collegamento. Ero molto amico del «capo morale» do così la conoscenza della splendida Lisbona antica e
del gruppo. Alto, asciutto, ascetico, cattolico aristocrati- di molti esuli francesi, ex militari e militanti dell’OAS. n
nodi centrali del Fascismo, della all’antifascismo (non rinnegare). partiti, vuoti di idee e privi di pro-
democrazia e della rappresentanza, Non era soltanto la replica della grammi, se non quelli delle vendet-
evitando di sciogliere i quali il MSI coerenza e del coraggio di chi ave- te antifasciste e del saccheggio del-
si era condannato ad un’ambiguità va servito con limpida coscienza i lo Stato. Il MSI, invece, ha vissuto
ideologica e programmatica como- propri ideali e la Patria all’arrogan- in modo schizofrenico: da un lato,
da da gestire, ma sterile politica- za degli antifascisti. Era l’ammo- coltivando nostalgie, reducismi e
mente, che data dalle origini. Ep- nizione ad andare avanti, oltre il utopici ritorni; dall’altro, puntando
pure la formula di De Marsanich, passato ed oltre il presente, a pre- all’inserimento nel sistema e nel-
“non rinnegare, non restaurare”, pararsi al nuovo che stava soprav- la partitocrazia. Così, dopo la fase
apparentemente tutta negativa, venendo in Europa e nel mondo, “eroica”, dalle origini agli anni ‘50,
conteneva un’implicita indicazione con l’accelerazione propria delle ha misurato il passo su quello degli
positiva: costruire il futuro d’Italia epoche segnate da grandi rivolu- altri partiti, praticando, dietro lo
su basi nuove, sia rispetto al Fasci- zioni e guerre. Un’ammonizione schermo di un “rivoluzionarismo”
smo (non restaurare), sia rispetto a fare l’esatto contrario degli altri verboso, una linea legalitaria e con-
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STORIA IN RETE 96 Febbraio-Aprile 2017
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97 STORIA IN RETE
L’OMBRA DEL
Abbiamo chiesto ad un
famoso giornalista d’in-
chiesta di darci un punto di
vista disincantato sulla lun-
ga storia del Movimento
Sociale. Una storia che ha
avuto i suoi punti oscuri e
le sue contraddizioni. Ecco
qualche esempio…
di Sandro Provvisionato
D
ella storia del MSI pos-
siamo dire di sapere
tutto. E questo gra-
zie soprattutto a due
studiosi di opposto
orientamento politico:
Adalberto Baldoni, penna storica della de-
stra italiana, e Davide Conti, giovane con-
sulente dell’Archivio storico del Senato. I
loro libri – in particolare «Noi rivoluzio-
nari» e «La Destra in Italia» per il primo
e «L’anima nera della Repubblica» per il
secondo – pur da punti di vista diame-
tralmente opposti, ma sempre venati
da una profonda onestà intellettuale,
sono delle pietre miliari per chi è in-
teressato alle vicende di una forma-
zione politica che ha attraversato
cinquant’anni della nostra storia,
anni non sempre limpidi, anni
ancora oggi non facili da analiz-
zare ed interpretare.
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STORIA IN RETE 98 Febbraio-Aprile 2017
ELLA FIAMMA
– ma non è il caso degli studi la coscienza dell’intero partito. do in un terribile boomerang? Il
di Conti – è ancora oggi piutto- Per capire, anche sotto il profilo «Partito dell’ordine», nel tentati-
sto rozza e schematica e si fonda psicologico, quanto pesò nel MSI vo di «riportare l’ordine» in una
sull’equazione «Movimento So- questa «colpa» è bene ricostruire piazza come Milano da anni pre-
ciale uguale golpismo». In realtà in poche righe cosa accadde in da del «caos rosso», ha provoca-
il rapporto che è esistito tra la quel «giovedì nero». to la morte di un giovane uomo
maggiore espressione della destra in divisa, un uomo dell’ordine.
italiana della Prima Repubblica e Tutto ebbe inizio attorno alle La manifestazione, poi vietata
la teoria e la pratica della violen- 18,30 di un giovedì di mezza dalla questura, era stata indetta
za – in una parola l’eversione – è primavera. Una densa nube di a Milano proprio dal MSI-DN
molto più articolata e contrad- fumo acre, prodotta dai cande- e dal Fronte della gioventù per
dittoria. Se l’equazione poteva lotti lanciati dai poliziotti con- protestare «contro la violenza».
essere compresa e politicamente tro un centinaio di militanti di Franco Servello, federale di Mi-
perfino giustificata nella pole- destra, avvolge una zona centra- lano, e con lui Franco Petronio,
mica fascismo/antifascismo di le di Milano. Da circa sei ore, la Gastone Nencioni, Enzo Leoni
allora, oggi il rischio è quello di piazza è in mano ai «neri» che e quasi tutti gli altri dirigenti
snaturare un’attenta ricostruzio- sfogano la loro rabbia contro i missini del capoluogo lombardo,
ne storiografica. meno colpevoli della caotica si- avvertivano da tempo la neces-
tuazione in cui si trova da tem- sità di «muoversi all’esterno», di
Intendiamoci: non che il MSI po il capoluogo lombardo. Ecco fare «qualcosa» dopo tanti anni
non abbia mai sofferto di pulsio- che da piazza Fratelli Bandiera, i di inattività determinata dalla
ni autoritarie, oppure che le irra- giovani missini, ai quali si sono presenza dei gruppi della sinistra
zionalità della piazza (vedi Reg- uniti anche i «duri» sanbabilini, extraparlamentare, padroni as-
gio Calabria 1970-72, ma anche partono nuovamente alla cari- soluti delle scuole, dell’università
la «Maggioranza silenziosa» de- ca. Lanciano sassi, bottiglie in- Statale, delle piazze, se si eccet-
gli anni Settanta a Milano) non cendiarie, pezzi di legno, biglie tua l’«isola di San Babila», dove
abbiano mai affascinato i vertici d’acciaio. La tragedia è nell’aria. era costantemente presente un
del partito. L’analisi storica ci Un boato. In mezzo alla corti- agguerrito, quanto eterogeneo,
dice che a differenza del PCI che na fumogena si scorge un’ombra schieramento di destra, anzi di
riuscì a rompere con i fermenti crollare sull’asfalto. È quella di estrema destra.
alla sua sinistra in modo deciso un celerino. Ha un ampio squar-
e repentino, senza distinguo ed cio nel torace e il volto sfigurato. Mentre le accuse nei confronti
esitazioni, il MSI, almeno fino al Una bomba SRCM, in dotazione del MSI incalzano, è la federazio-
1974, si aggrovigliò nella spirale all’Esercito e rubata, lo ha ucciso. ne milanese del partito a pren-
di un continuo tentativo di non Antonio Marino, questo il nome dere un’iniziativa clamorosa e
rompere, ma anzi di recuperare dell’agente caduto, faceva parte singolare. Con il benestare degli
al partito, ciò che di turbolento si della seconda compagnia del Ter- organi centrali, venerdì 13 aprile,
muoveva alla sua destra. E quan- zo Celere. Era emigrato dal Sud viene posta una taglia sugli assas-
do fu costretto a una rottura essa ed il 10 giugno avrebbe compiuto sini. L’annuncio della taglia viene
fu traumatica (come nel «Giovedì ventitré anni. pubblicato con manifesti affissi
Nero» del 13 aprile 1973, a Milano) sui muri della città che provoca-
tanto da macchiarsi agli occhi dei Ma chi ha voluto la manifestazio- no riprovazione negli ambienti
suoi estremisti di «tradimento», ne che, a conti fatti, per il partito dell’estrema destra. Svolta deci-
un’accusa che ferì notevolmente di Almirante si sta trasforman- siva delle indagini nella giornata
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99 STORIA IN RETE
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STORIA IN RETE 100 Febbraio-Aprile 2017
La voce
«Giovedì nero di Milano»
esiste su Wikipedia solo in italiano
Accuratezza
Fonti e note
Bibliografia
Controversie
Gendarmi
della Memoria
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101 STORIA IN RETE
E Roma divenn e
campo di batta g
Entusiasmo, goliardia, coraggio.
Poi tragedie e morti. Funerali e
rabbia. Negli anni Settanta il MSI
a Roma difese con forza il diritto
alla sua esistenza politica. Ecco
una testimonianza diretta di
quegli anni veramente di piombo
di Antonio Pannullo
I
rripetibili e terribili quegli anni di piombo a
L’agghiacciante immagine-simbolo degli Anni
Roma. Soprattutto considerando che i giova-
di Piombo a Roma: il cadavere semicarbonizzato
ni che scelsero di stare dalla parte del Mo- di Virgilio Mattei, 22 anni, alla finestra
vimento Sociale Italiano non si aspettavano dell’appartamento nelle case popolari di Primavalle,
che sarebbe successo quello che poi è succes- a Roma, a cui tre esponenti di Potere Operaio,
so. Credevano – credevamo – semplicemente Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo, hanno
appiccato un incendio. Aggrappato alla gamba
di fare politica, di esprimere la propria opinione, pro- di Virgilio verrà trovato il cadavere del fratello di soli
prio come tutti gli altri partiti, tramite le attività cano- otto anni, Stefano, anche lui vittima dell’attentato
niche di qualsiasi forza politica. Quindi affissione di
manifesti, volantinaggi davanti alle scuole e ai luoghi
di lavoro, presenza sul territorio con proprie sezioni, fascista non è reato», e per molti anni fu proprio
iniziative culturali, comizi, manifestazioni, cortei e così. I vari gruppi ultra comunisti non avevano più
quant’altro. Non potevamo prevedere che ognuna di remore nell’uccidere, incendiare, colpire, ferire uo-
queste singole cose ci sarebbe stata impedita con la mini e donne del MSI, se persino i giudici, i politici,
violenza. Il tutto nell’indifferenza, quando andava gli intellettuali e i poliziotti li perseguitavano. Il MSI
bene, e nell’ostilità delle istituzioni, che vedevano il doveva sparire fisicamente: tutto era consentito per
MSI come un corpo estraneo alla nazione. estirpare il «cancro fascista». Così anche a Roma,
in pochi mesi il MSI si trovò di fronte a un fuoco
Quando poi, all’inizio degli anni Settanta, anche concentrico proveniente da più parti, e c’erano solo
la magistratura iniziò a perseguitarci, e di conse- due scelte: rinunciare e andare a casa o restare e di-
guenza tutte le forze dell’ordine, capimmo che era- fendere la propria libertà e i propri diritti. Certo, in
vamo soli contro tutti. E non è un modo di dire. Fu altre città la situazione era anche peggiore: Milano,
coniato il felice quanto atroce slogan «uccidere un Torino, Genova, Firenze, Bologna e altre erano posti
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STORIA IN RETE 102 Febbraio-Aprile 2017
n e un
a glia...
dove il MSI non poteva fare nulla se non cercare di vari processi intentati ad Almirante e ad altri deputati
sopravvivere, e infatti sopravvisse, sia pure a prezzo e a centinaia di militanti per ricostituzione del disciol-
di costi enormi. to partito fascista, tuttavia i suoi quadri più attenti si
organizzarono e organizzarono i giovani che voleva-
A Roma, pur essendo in inferiorità patetica, ce la po- no resistere all’offensiva che, va detto, fu ferocissima.
tevamo ancora giocare, e così facemmo. Anche perché La scansione temporale degli anni di piombo va dalla
a vent’anni la politica, quella fatta di ideali, è un gioco strage di piazza Fontana, dicembre 1969, inspiegabil-
affascinante. Nel 1970 a Roma c’erano all’incirca una mente attribuita d’ufficio ai fascisti, fino alla morte
quarantina di sezioni: in quelle sezioni in un decennio del giovane attivista Paolo Di Nella, assassinato da
sono passati decine di migliaia di ragazzi e ragazze, di due comunisti mentre affiggeva manifesti per il verde
tutte le classi sociali, muniti spesso solo di coraggio e pubblico, nel febbraio 1983. Qualche storico li anticipa
di voglia di fare. Anche se neanche il partito capì com- agli scontri di Valle Giulia, nel marzo 1968, e probabil-
piutamente quello che stava succedendo, malgrado i mente è una data più giusta. Ma oltre agli scontri all’u-
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103 STORIA IN RETE
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STORIA IN RETE 104 Febbraio-Aprile 2017
ufficiale del partito «il Secolo d’I- chiamava membri del «comitato
talia» è Nino Tripodi, il capo delle intersindacale»), mentre la polizia
organizzazioni giovanili misine è denunciava e arrestava più che al-
Massimo Anderson, il presidente tro i giovani del FUAN. La voce
della Giovane Italia è Pietro Ce- «Rogo di Primavalle»
esiste su Wikipedia in italiano e inglese
rullo, mentre quello del FUAN, Ma le battaglie missine continua-
l’organizzazione degli studenti vano: le sezioni non si fermavano Accuratezza
universitari, è Cesare Mantovani mai e non chiudevano mai e per
e quello dei Volontari Nazionali, il migliaia di giovani erano diventa- Fonti e note
servizio d’ordine del partito, è Al- te la loro casa. Si faceva vita di co- Bibliografia
berto Rossi. A Roma il «federale», munità. Si iniziava la mattina con
come si chiamava il responsabi- i volantinaggi e gli scontri davanti Controversie
le della federazione provinciale, è alle scuole, scontri durante le as-
Vetrina in nessuna lingua
Loffredo Gaetani Lovatelli. C’era semblee per lo stesso motivo, scon-
anche un nutrito settore femminile tri all’uscita per regolare i conti ri- Gendarmi
del partito, animato dalla contes- masti in sospeso. Si continuava nel della Memoria
sa Amalia Baccelli. Il 1970 si aprì pomeriggio con la propaganda nei
minimo massimo
come tutti gli anni precedenti, con quartieri e la sera si andava a pren-
una tradizione ereditata diretta- dere una pizza e poi, tutti ad attac-
mente dal Fascismo, quello della car manifesti. Negli anni l’atmosfe-
celebrazione delle Befane tricolori ra si incarognì: quando un giovane veglianza attuali ancora non esiste-
ai figli degli iscritti, celebrazioni missino veniva ferito o ucciso, dalle vano) vennero installate ovunque;
alle quali spesso partecipava anche assemblee scolastiche e universita- i militanti a turno si appostavano
Donna Rachele. Quell’anno furono rie, egemonizzate dalle sinistre si per avvisare dell’arrivo di eventuali
distribuiti, al Supercinema, oltre levavano applausi. Da ogni parte aggressori, vere e proprie sentinelle.
duemila regali ai bambini, da par- si invocava la morte fisica dei fa- Solo che la guerra era finita da un
te dei deputati Giulio Caradonna e scisti, senza che intellettuali, gior- quarto di secolo e più. Caschi e ba-
Luigi Turchi. A intrattenere la gen-
te c’erano Oreste Lionello e Leo Va-
leriano. Nei primi mesi di quell’an-
Quando un giovane missino veniva ferito o ucciso,
no vi furono durissimi scontri dalle assemblee studentesche egemonizzate
all’ateneo di Roma tra studenti del dalle sinistre si levavano applausi.
FUAN e movimenti comunisti. Già
da allora si vedeva la piega che era da ogni parte si invocava la morte dei fascisti
stata presa: i «baroni» universita-
ri protestavano a gran voce per le nalisti, uomini politici, istituzioni, stoni vennero tenuti pronti nei ripo-
assemblee indette dal FUAN, cau- magistrati facessero sentire la voce stigli. Nessuno aveva voglia di mol-
sando di fatto gli scontri, mentre del buon senso. Ogni volta che un lare. Sempre nel 1970 ci fu, a Genova,
non avevano nulla da eccepire su missino veniva assassinato, i gior- la prima vittima missina degli Anni
quelle organizzate dal movimento nali lanciavano la «pista nera», per di Piombo: il maggio morì l’opera-
studentesco all’interno dell’uni- insinuare un regolamento di conti io Ugo Venturini, dei Volontari Na-
versità, a cui spesso partecipavano interno, così come fece il «Messag- zionali, ucciso per difendere un co-
operai del PCI e persone esterne gero» per il rogo di Primavalle del mizio di Almirante a piazza Verdi.
all’ateneo. I docenti universitari 1973, quando i ricchi borghesi di Anche in quel caso il partito rimase
in tutti gli anni a venire, presero Potere Operaio bruciarono vivi un saldo, si compattò, la sottoscrizione
sempre posizione in favore delle si- bambino e un ragazzo, per la sola per la famiglia lanciata da Almiran-
nistre, per convinzione, per omertà colpa di essere figli di un missino. te ebbe un successo clamoroso in
o perché terrorizzati e minacciati. Un missino che faceva il netturbi- pochi giorni. Molti anni dopo, Al-
E questo comportamento pilatesco no e credeva nella politica sociale mirante utilizzò la sua liquidazione
ovviamente non favoriva il libero del fascismo e quindi del MSI. di parlamentare per comprare una
dialogo politico all’interno della casa per quella famiglia. Lo ha rac-
Sapienza. Il PCI addirittura por- Così le sezioni furono costrette a contato Donna Assunta, perché lui
tava i suoi picchiatori col pullman difendersi: robuste porte blindate non lo disse mai. Fu il primo di una
fino all’ingresso dell’università (li con spioncini (le telecamere di sor- lunga serie di missini assassinati. E
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105 STORIA IN RETE
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STORIA IN RETE 106 Febbraio-Aprile 2017
fano Recchioni della sezione Colle poi avrebbero attaccato lo Stato. Nel 1981 morì Alessandro Alibran-
Oppio, accorso sul luogo del mas- Ma non ci ascoltarono e l’Italia di, in uno scontro a fuoco con la
sacro insieme a centinaia di came- precipitò nell’abisso. E con Acca polizia, figlio del giudice antico-
rati, veniva assassinato nel corso di Larentia non era finita per il MSI munista Antonio. L’anno dopo
violenti scontri con i carabinieri. ci sarebbero state altre vittime, toccò al suo amico Giorgio Vale,
Per giorni i missini misero a ferro compreso il papà di Franco Cia- sempre in uno «scontro a fuoco»
e fuoco il quartiere, per protestare vatta, che per il dolore si uccise con le forze dell’ordine, anche se
contro l’ennesima strage impuni- pochi mesi dopo. E «l’onda lun- pare che lui non abbia sparato un
ta: ci furono decine di arresti e di ga» di Acca Larentia colpì anche solo colpo. La strage sembrava es-
feriti. Dieci giorni prima di Acca Alberto Giaquinto, assassinato sersi fermata quando, il 9 febbraio
Larentia era stato assassinato a con un colpo alla nuca da un 1983, fuori tempo massimo, fu uc-
Roma un altro missino, Angelo poliziotto mentre dimostrava in ciso a tradimento a largo Somalia
Pistolesi, del cui agguato nessun occasione dell’anniversario. E il il diciannovenne Paolo Di Nella
responsabile fu mai neanche in- giorno del funerale di Giaquin- militante del Fronte della Gioven-
dividuato. Ma i missini non si fer- to, un suo compagno di scuola si tù di via Sommacampagna. Anche
marono, anzi, rinnovarono i loro suicidò. Così come in carcere si in questo caso nessuno pagò. La
sforzi e la battaglia politica pro- sarebbe suicidato un comunista comunità missina era nuovamente
seguì. E il sistema si incattivì ul- sospettato dell’agguato. Agguato a un bivio: ma stavolta fu scelta la
teriormente: ogni nefandezza era che, va detto, ancora oggi, non ha strada della pacificazione nazio-
colpa dei fascisti, ogni bomba era responsabili. nale, anche se solo da parte mis-
missina, ogni pista nera. A un cer- sina, perché le sinistre proseguiva-
to punto il MSI aveva 600 ragazzi Intanto, sempre nel , era no nella loro lotta armata feroce.
tra incarcerati e latitanti. Roba da morto Franco Anselmi, poi l’anno Fu deciso da parte nostra di non
regime sudamericano. dopo Francesco Cecchin e Stefano dare seguito alla cosa e il Fronte
Cecchetti, per parlare solo dell’a- proseguì la sua lotta politica ade-
Al contrario, se i governi di allora rea della destra. Nel 1980 toccò guandosi ai cambiamenti dell’epo-
avessero ascoltato i parlamentari ad Angelo Mancia e a Luigi Alle- ca. All’inizio degli anni Novanta
missini che già dall’inizio del de- gretti, quest’ultimo ucciso perché Tangentopoli certificò che il MSI
cennio denunciavano, documen- scambiato per un dirigente missi- aveva avuto ragione. Undici anni
tavano e mettevano in guardia no, tutt’ora vivo e vegeto. La pietà dopo l’omicidio Di Nella, un ra-
sulla presenza di nuclei comunisti non ebbe dimora in quegli anni, gazzo di Salò, Mirko Tremaglia,
armati, molte vittime delle Brigate come dimostra la morte sospetta - diventava ministro della Repub-
Rosse, Moro e la sua scorta com- a dire poco – in carcere di Nanni blica democratica e antifascista.
presi, si sarebbero potute evitare. De Angelis, sempre nel 1980, pro-
Gli stessi che colpivano i missini, tagonista nella comunità romana. Antonio Pannullo
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107 STORIA IN RETE
Latina,olim L
Latina, una delle città simbolo del Fascismo, ha sempre avuto
un cuore missino. Merito soprattutto di Ajmone Finestra, il
«federale» che nel 1993 divenne sindaco a furor di popolo. Una
bella storia e un’eredità sprecata
di Ferdinando Parisella
«A
h Latina, prima occasione di elezione diret- tracciato dal giorno della sua fon-
semmai ta, Ajmone Finestra, il fascista dal- dazione, poi con le sue costruzioni
Litto- la schiena dritta, vince. In verità, da «città nuova», evocava quanto
ria…». al primo turno, gli «eterni demo- nessuno era riuscito a fare in tempi
Un tor- cristi» fanno l’errore di dividersi moderni. Un’idea di città, un’idea
mentone. in tre liste che, sommate, raggiun- di popolo. Tutto ciò dal dopo-
In realtà Latina dal dopoguerra in gono il 38,4%! Va al ballottaggio guerra viene mal sopportato, un
poi è sempre stata democristiana. Finestra con il MSI, stravincendo vero difetto di origine, anziché un
Certo, il filone missino è sempre sulla sinistra con un sonoro 57,5% pregio. E in tanti tentano ostina-
stato significativo. Nei licei anche contro il 42,5%. E si riconferma nel tamente di svuotarlo per quasi 50
la componente giovanile era molto 1997 al primo turno con il 62,75%, anni. Ma con l’arrivo di Finestra,
attiva. Negli anni Settanta in tutta in coalizione con An e Forza Italia. la miscela tra le nuove aspettative
Italia le occupazioni sono di sinistra, Eccola, la grande occasione. Ri- dei cittadini e le eterne mai sod-
a Latina il contrario. Se Latina ha portare la storia di Littoria/Latina disfatte aspettative dei nostalgici,
l’Università, lo si deve a una lunga al centro: la Città di Fondazione sono finalmente unica cosa.
battaglia del FUAN locale. I comizi che tutti in Italia immaginavano
di Piazza del Popolo con Almiran- fascista, è in verità una città di E allora via ai sogni da realizza-
te erano un trionfo di gente ma poi tanti e di nessuno. Eppure il solco re. Riprendere il filo interrotto
nell’urna la DC raggiungeva per- del piano regolatore originario di
centuali imbarazzanti: nel 1970, la Frezzotti. Richiamare tutti alla
DC 45,6%, il MSI 14,6%, PCI 11,1% . identità originaria. Dare corpo
E così andò per anni. Poi arriva Di a tutto ciò che in Italia pensava-
Pietro, che attraverso un missino no fosse Latina, ma che in verità
di Monza, incastra Mario Chiesa. non era. Ora con un sindaco di-
E tutto cambia. Anzi, tutto cambia chiaratamente fascista, che aveva
con il referendum di Segni. combattuto con onore durante
la RSI, quale migliore occasione?
Con l’elezione diretta dei sindaci, L’illuminazione di tutta la via del
storica battaglia presidenzialista Mare è il primo atto emblematico.
del MSI, i voti si liberano. Viespo- Tutto il mondo si interessa di Lati-
li a Benevento, Moffa a Collefer- na, tutto il mondo viene a cercare
ro e altri in giro per l’Italia, tutto quest’uomo piccolo, deciso, voce
sembra all’improvviso possibile… squillante, sempre sorridente, ora
Tangentopoli ha distrutto il penta- deciso a riportare Latina/Litto-
partito, il MSI dalle «mani pulite», ria fuori dalla palude intellettuale
Ajmone Finestra (1921-2012)
è dunque pronto. A Latina, alla dove pensavano di averla lasciata.
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STORIA IN RETE 108 Febbraio-Aprile 2017
m Littoria
Latina nel 1957. La città,
col nome di Littoria, venne fondata
dal Fascismo nel 1933
al centro dell’Agro Pontino
In questo periodo un altro latinen- sorta di condivisione pubblica. La valorizzava tutta la città di fondazio-
se, amante delle sue origini, si uni- città, i suoi satelliti, cioè i borghi. ne, compresi i borghi. Ultima perla,
sce e si ispira a Finestra, citandolo Tutto riprende il piano Frezzotti. il castigo. Oggi governa un bravo
e scrivendone nelle sue opere, An- medico di sinistra, votato non dal
tonio Pennacchi. Tutti e due por- Quando il grande progetto sem- PD. Tra i primi suoi atti pubblici,
tano Latina/Littoria all’attenzione bra in dirittura di arrivo, iniziano i il «matrimonio» tra due gay. Fine-
nazionale e non solo. Ma la grande problemi. Non solo quelli locali con i stra, ormai urla insieme ai «gigan-
sfida è appena cominciata. La città costruttori del luogo, ma soprattutto ti» che ha raggiunto. È stato tutto
ha un piano regolatore del 1972, che gli ostacoli causati tradizionalmente in questa città, federale del MSI,
in sostanza annichilisce e svilisce il dalla incapacità della destra, anzi dei consigliere comunale, regionale,
piano di fondazione. Va cancellato «destri» di fare sistema. Uno scem- senatore, sindaco. E fascista, orgo-
per riportare tutto alla genesi della pio imperdonabile. Il dopo Finestra è glioso di esserlo e dirlo ai quattro
«città nuova». Viene scelto da Fine- anche peggio perché quelli che si au- venti. Non solo, ha trattato con il
stra l’urbanista Pier Luigi Cervellati toproclamavano gli eredi dei «gigan- Padre Eterno anche la sua morte.
per il nuovo piano regolatore gene- ti» della bonifica affossano il nuovo Poco dopo la mezzanotte del 25
rale. E si tenta anche una parteci- piano regolatore dove il centro sto- aprile, quindi il 26. Nostro Signore
pazione popolare al progetto: una rico veniva chiamato Littoria e che lo ha accontentato. n
Febbraio-Aprile 2017 |
109 STORIA IN RETE
MSI FUOR
Negli anni 70 Padova vive una terribile
stagione di odio e violenza. Le Brigate Rosse
uccidono i missini Mazzola e Giralucci mentre
Autonomia Operaia terrorizza la città. A sua volta
il giudice Calogero – lo stesso che poco dopo
indagherà proprio sull’area dell’Autonomia
guidata da Toni Negri – incarcera i ragazzi
del FdG padovano. È la prova generale per
lo scioglimento del MSI. Sotto lo sguardo
compiaciuto della stampa, compatta e
schierata sulle posizioni di un partito a caso:
il PCI. Ne parliamo con Marco Fioroni, allora
dirigente del FUAN di Padova, trascinato nel
vortice di una persecuzione kafkiana
di Raffaele Zanon
N
egli anni Set- del cosiddetto «partito armato» che
tanta Padova portò al primo omicidio delle Brigate
diventò per la Rosse proprio nella sede del MSI di
sinistra extra- via Zabarella nel 1974. Furono anni
pa rla menta- caratterizzati da violenze e prevari-
re un vero e cazioni quotidiane, da espropri pro-
proprio laboratorio dove violenze, letari, devastazioni di beni pubblici e
intimidazioni, attentati incendiari, privati, dalla sistematica demonizza-
pestaggi volti a impedire l’agibilità zione e schedatura del nemico politi-
politica ai «cosiddetti fascisti» era- co e della caccia al «fascista». Erano
no all’ordine del giorno. Un clima, gli anni in cui la sinistra chiedeva a
alimentato prima da Potere Operaio gran voce lo scioglimento del MSI in
e poi dall’Autonomia, che trovava un clima di contrapposizione e odio
nell’università il proprio habitat in alimentato anche dai media di allora.
una città compiacente dove il PCI è In una città difficile e complessa dove
sempre stato una forza ben radicata la DC di allora campava tranquilla
e organizzata. Fu in quel brodo di sulla tesi degli opposti estremismi,
cultura che maturò il salto di qualità la Destra resistette con vigore an-
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01 STORIA IN RETE
La voce
«Assalto alla sede del Movimento
Sociale Italiano di Padova»
esiste su Wikipedia solo in italiano
Accuratezza
Fonti e note
Bibliografia
Controversie
Gendarmi
della Memoria
gruppetto di cinque persone, tra cui P lo ferisce alla spalla, poi, subito copertura delle Brigate Nere, un’e-
una donna, raggiunge la sede del dopo, la stessa arma lo finisce con tichetta in cui il contenuto umano
MSI, in via Zabarella. Due uomini un colpo alla nuca. Mazzola è a terra viene fornito anche da gente iscrit-
aspettano in strada, la donna si fer- supino: è inerme, ferito, eppure uno ta al MSI”; “i mandanti del duplice
ma sulle scale, gli altri entrano nei degli aggressori gli poggia l’arma omicidio alla sede della federazione
locali della Federazione dove si tro- sulla fronte e fa fuoco... Poche ore missina – scrive “Il Giorno” – sono
vano Graziano Giralucci, 9 anni, dopo un volantino, fatto ritrovare iscritti al partito di Almirante“».
sposato e padre di una bimba di tre a Padova e a Milano, rivendica il
anni, Silvia, ex giocatore e allenato- duplice omicidio con queste parole: Dalla campagna di stampa alle
re di rugby, fondatore della squadra “Lunedì 17 giugno 1974, un nucleo famose tesi del Procuratore della
del CUS Padova, e Giuseppe Maz- armato delle Brigate Rosse ha occu- Repubblica Aldo Fais?
zola, anni, carabiniere in conge- pato la sede provinciale del MSI in
do, sposato e padre di quattro figli. via Zabarella. I due fascisti presenti, «Aldo Fais è uno di quei magi-
I due uomini, armati di una P e di avendo violentemente reagito, sono strati che, per certi delitti, partono
una 7, con silenziatore, puntano le stati giustiziati”. Nonostante questa dal colpevole per arrivare, poi, alle
armi contro i missini: vogliono far- rivendicazione, ecco cosa scrissero prove che devono inchiodarlo. E
li inginocchiare e legarli con delle alcuni giornali del tempo: “Il Mani- nel 1974 il colpevole di tutto era il
Fascismo. Sempre e comunque. Si
era, infatti, nel pieno della stagio-
i giornali cercarono di accreditare la tesi che ne dell’antifascismo militante. Che
i due missini uccisi nella strage di via zabarella prevedeva che i fascisti, o presunti
sarebbero state vittime di regolamenti di conti tali, andavano colpiti e braccati co-
munque e dovunque. Tutti erano
interni agli ambienti neofascisti tenuti all’antifascismo militante, se
avevano cara la tranquillità e la car-
catene. Ma l’anziano ex-carabiniere festo” accredita questa tesi: “Pado- riera. I giornalisti, certo, ma anche
non può piegarsi a causa del busto va, due fascisti trovati uccisi nella i poliziotti, i magistrati e così via.
ortopedico che porta in conseguen- sede del MSI. C’è il sospetto che si In questo caso anche i procuratori.
za ad un’antica lesione alla colonna siano ammazzati tra loro”. “L’Uni- E così per i primi mesi le indagini
vertebrale. Forse reagisce, forse solo tà”, a sua volta, parla di “sedicenti sono rivolte solo contro Mazzola,
si rifiuta di inginocchiarsi, fatto sta Brigate Rosse”, mentre “l’Avanti” e Giralucci e l’ambiente in cui vive-
che dalla 7, parte un colpo che lo “Il Giorno” si spingono oltre, fino vano e militavano. Quando poi,
ferisce all’addome. Allora reagisce ad affermare che “le fantomatiche nel settembre 1974, Renato Curcio e
anche Giralucci, ma un colpo di Brigate Rosse altro non sono che la Alberto Franceschini sono arrestati
e rivendicano in maniera inequivo- ti “pentimenti” nell’ambito del più pisodio in quanto mandanti morali
cabile quel delitto, allora le indagini vasto processo contro le Brigate dell’omicidio».
vengono immediatamente spostate Rosse, si arrivò a dare un volto e
e si cerca di dimostrare che le BR, a condannare gli assassini dei due Subito dopo il duplice omicidio
se proprio non sono Brigate Nere, missini. Ora la verità su quel lonta- la magistratura si attivò per de-
sono comunque ispirate, manovra- no episodio è venuta a galla, grazie capitare il FdG. In che clima si
te, teleguidate dai fascisti. Illumi- anche alla confessione di Susanna sviluppa secondo te questa enne-
nante a questo proposito è l’articolo Ronconi, che in carcere si è disso- sima persecuzione?
scritto su “Epoca” nell’ottobre 1974 ciata dalla lotta armata. Anche se-
dal giornalista Antonio Garzotto e condo i magistrati, le BR avevano «Fino allo scatenarsi del-
chiaramente ispirato dal procura- deciso di compiere una rapina nel- l’“antifascismo militante”, la lotta
tore Fais. La narrazione è la seguen- la sede di via Zabarella, una zona politica a Padova non era mai stata
te: Fais ha capito tutto. È sul pun-
to di mettere nel sacco le BR. E ha
individuato anche il loro mandante
il procuratore Pietro calogero cercò di incriminare
fascista. Il cui nome è racchiuso in il Msi per «ricostituzione del PnF» partendo
“una vocale e quattro consonanti”, dalla base: doveva dimostrare che i militanti
che nel mondo politico padovano
non possono portare che a Gianni delle organizzazioni giovanili erano «squadristi»
Swich, già vice segretario del MSI.
Solo dopo l’uccisione di Moro, dove il Movimento Sociale era, per vigliacca. Era ancora una città civile.
cambiato il clima politico, anche i tradizione, piuttosto forte. Nono- Ci si scazzottava, è vero, ma rigoro-
colpevoli di quel delitto sono cam- stante le diverse testimonianze, in samente in piazza e senza farsi trop-
biati, e finalmente Giuseppe Maz- special modo quella di Susanna po male. Gli agguati ed i pestaggi
zola e Graziano Giralucci hanno Ronconi, abbiano sempre soste- erano casi isolati. Ma dal 1974 diven-
potuto avere un po’ di giustizia». nuto la tesi dell’omicidio «per rea- nero fatti quotidiani. Comparvero le
zione» per risposta al tentativo di chiavi inglesi. Non passava giorno
E poi dopo anni di inchieste ed Giralucci e Mazzola di disarmare i senza che qualcuno dei nostri fosse
indagini fallite si arrivò alla con- due brigatisti, la Corte d’Assise ha aggredito davanti o all’interno di
ferma solo per la confessione di confermato la condanna a tutti gli questa o quella scuola. Lo stesso Gi-
Susanna Ronconi? imputati per omicidio volontario ralucci la settimana prima di essere
e concorso in omicidio volontario. assassinato dalle BR fu subì una pe-
«Sì e solo diciassette anni dopo, il Anche Curcio, Franceschini e Mo- sante aggressione da parte degli au-
9 dicembre 1991, a seguito dei soli- retti sono stati condannati per l’e- tonomi. Certo anche noi non si stava
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113 STORIA IN RETE
gli «autonomi» accettarono con entusiasmo Tanto più che le pene previste per
la ricostituzione del disciolto PNF
inutilmente rotti le corna contro caso per qualche episodio era lam- non erano poi irrisorie. Per i diri-
questo ostacolo. Calogero ragionò pante che gli aggressori fossero stati genti potevano arrivare a ventiquat-
così: se io procedo per ricostituzio- proprio loro, nessun problema: l’epi- tro anni. E i dirigenti in questo caso
ne partendo non dai parlamentari, sodio veniva semplicemente ignora- erano i dirigenti del FdG, per lo più
che tanto è inutile, ma da un grup- to. In questo modo, tra le centinaia di studenti liceali, qualcuno di 1 anni.
po di studentelli che frequentano episodi di violenza avvenuti a Padova Scattarono le manette: trentatré ra-
la sede del MSI, non devo chiedere in quel periodo, ne furono selezionati gazzi furono rinviati a giudizio, 1
l’autorizzazione a nessuno. E se ot- una ventina ( per l’esattezza), e su arrestati, tra cui un minorenne che
tengo la loro condanna e dimostro la di questi s’istruì il processo. Caloge- fu rinchiuso nel carcere minorile.
Lui vuole il MSI. Il suo scopo è di evidente che proprio il MSI sarebbe
ottenere la condanna per ricostitu- stato l’obiettivo finale del “teorema
zione, ma senza che nessuno di voi Calogero”. Almeno in quest’occasio-
risulti dirigente. I dirigenti pense- ne, Gianfranco Fini fu ineccepibile».
rà poi lui a trovarli all’interno del
MSI”. Mi misi quindi a studiare sui Quindi anche Calogero ha fallito
sacri testi per poter controbattere l’obiettivo che si era posto ?
l’accusa. Tutto inutile: alla Corte in-
teressava solo sapere se era vero che «Ovviamente, anche perché le vio-
avevo preso a calci nel sedere Tizio lenze dell’ultrasinistra dopo il pro-
piuttosto che Caio. Fui comunque cesso al Fronte non cessarono. Aut.
l’unico ad ammettere di essere un Op. con i “fasci” si era solo allenata,
dirigente. Di più: che ero addirittura di lì in avanti le cose si sarebbero fat-
L’effetto fu devastante per la comu- il presidente del FUAN, l’organizza- te serie. E alzarono il tiro. Fu solo nel
nità. I genitori dei ragazzi, terroriz- zione degli universitari, che ero di- 1979, quando cominciarono a gam-
zati dalla prospettiva dei 4 anni, rigente nazionale, che ero membro bizzare anche i baroni universitari
presero in mano la situazione. Ri- della direzione del MSI di Padova. del PCI, che la magistratura padova-
fiutarono la guida degli avvocati Ciononostante ho beccato pochissi- na, dopo sei anni di attese, iniziò a
del MSI, che di situazioni del gene- mo, meno di tanti altri. Le condan- muoversi. Non bastarono evidente-
re avevano una certa esperienza. La ne per ricostituzione furono 1. Altri mente gli omicidi di Mazzola e Gira-
squadra degli avvocati privati, esa- vennero condannati per reati mino- lucci (1974) né quello dell’appuntato
minate le carte, sentenziò: “Dovete ri. Qualcuno fu assolto. Otto ragazzi Niedda (197) per comprendere l’evi-
negare. Negare anche l’evidenza. furono scarcerati. Gli altri quattro dente connessione tra aree dell’Au-
Negare ogni organizzazione. Negare si fecero un annetto supplementare tonomia Operaia padovana e le Bri-
l’esistenza di dirigenti. E se saltas- di galera fino al processo di appel- gate Rosse. Calogero passò alla fase
se fuori che i dirigenti ci sono per lo. L’aggravante per “direzione” non successiva e nella sua veste di sosti-
forza, negare di conoscerne i nomi. era stata chiesta per nessuno. Man tuto procuratore, autorizzò l’arresto
Ammettere caso mai le scazzottate, mano che ci si allontanava da Pado- dei leader di Autonomia, tra cui Toni
ma assolutamente non per motivi va, nei successivi gradi di giudizio, il Negri, Emilio Vesce e Oreste Scal-
politici”. Insomma, pur di evitare ai “teorema Calogero” sul ricostituito zone. Se ha avuto qualche risultato,
loro figli i famosi 4 anni, i genitori PNF si sbriciolava, e alla fine si dis- lo ebbe proprio con l’inchiesta del 7
e i loro avvocati erano disposti a farli solse del tutto. Personalmente, già aprile e il cosiddetto «teorema» che
passare per dei bulletti. Gli avvocati in appello a Venezia venni assolto sosteneva che dirigenti e militanti
del MSI ritenevano invece che quello dall’accusa più grave (ed onorifica) dell’Autonomia operaia «fossero il
era un processo politico, e come tale di aver ricostituito il PNF». cervello organizzativo di un proget-
andava trattato. Anch’io la pensavo to di insurrezione armata contro i
così. Decisi quindi che nel corso del E del successivo previsto processo poteri dello Stato». Ottenne gli onori
mio interrogatorio avrei ammesso contro il MSI di Padova nessuno delle cronache e riconoscimenti di
il mio ruolo e difeso la linea politi- parlò più? carriera fino al Consiglio Superiore
ca del Fronte. “Fai come vuoi – mi della Magistratura».
dissero gli avvocati privati – Però «Bisogna dire che se, nel passato, il
non fare nomi.” “Va’ tranquillo – mi MSI aveva sempre preso le distanze Raffaele Zanon
Febbraio-Aprile 2017 |
115 STORIA IN RETE
ConCretezza
pugliese
Nel segno di Araldo di Crollalanza, il MSI pugliese sviluppò nel tempo
una cultura d’opposizione «anomala» rispetto agli scenari nazionali.
Un’eredità importante che Pinuccio Tatarella seppe valorizzare negli
anni Novanta. Un patrimonio poi disperso e un’altra occasione perduta
di Michele De Feudis
O
gni destra ha Crollalanza, corroborata da un che ogni manifestazione fosse solo
un DNA dif- elenco sterminato di interventi, da ripetitivo revanscismo.
ferente in base Latina a Sabaudia, ma soprattutto
al territorio, in Puglia dove intorno al suo di- Gli effetti di una rappresentativi-
alla storia e alle castero trovarono spazio e ascolto tà sociale differente per il MSI e la
dinamiche di giovani e capaci architetti e urba- destra barese si manifestarono già
radicamento legate alla dialettica nisti. Di Crollalanza aderì alla Re- nel 195, quando Bari elesse sinda-
partitica. In Puglia la destra, intesa pubblica Sociale per coerenza con co Francesco Chieco, del Partito
come erede della tradizione com- le sue scelte ideali e proseguì il suo Monarchico, appoggiato dai mis-
plessa del Fascismo, ha un percorso impegno nel dopoguerra nelle fila sini nella lista civica San Nicola.
originale, non marginale nella so- del Movimento Sociale Italiano, Di fatto è già in nuce una destra
cietà meridionale, con esperienze eletto plebiscitariamente a Palazzo di governo nelle amministrazioni
di governo – sotto le bandiere mo- Madama dal 1953 al 19, ricopren- locali: la tradizione missina nel
narchico-missine – già a ridosso del do anche l’incarico di capogruppo. consiglio comunale di Bari, per
dopoguerra. Il filone che possiamo È esistito dunque un modello di tutto il novecento (fino all’evo-
definire governista ha origine nel Crollalanza? Sì, e ha reso la destra luzione di Alleanza Nazionale), è
pragmatismo illuminato di Araldo pugliese differente rispetto ad al- caratterizzata da una rappresen-
di Crollalanza, giornalista e poli- tre correnti che hanno maggior- tanza che salda rappresentanti del
tico barese (19-19), che ricoprì mente risentito delle conseguenze blocco sociale dei lavoratori – tra
alti incarichi durante il Fascismo, nefaste delle divisioni legata alla gli altri veniva eletto ripetuta-
fu podestà e ministro dei Lavori Guerra Civile. L’esperienza mini- mente Michele Cassano, sindaca-
Pubblici, identificando il suo im- steriale di di Crollalanza, infatti, lista CISNAL – con la borghesia
pegno in realizzazioni di opere aveva conferito alla classe dirigente patriottica cittadina, incarnata
pubbliche che hanno cambiato il missina la capacità di dialogo con in espressioni dell’avvocatu-
volto del capoluogo regionale pu- ogni categoria sociale cittadina, ra (Achille Tarsia Incuria) e del
gliese e non solo. una interlocuzione con il mondo commercio (Aldo Baldi).
imprenditoriale e in particolare
La politica che costruisce città: è quello dell’edilizia (nervo centrale Questa visione non conflittua-
stata questa la marcia in più di di dell’economia pugliese), evitando le, non solo volta all’opposizione,
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STORIA IN RETE 116 Febbraio-Aprile 2017
Ormai anziano, Araldo di Crollalanza (1892-1986) parla alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione
di Littoria (oggi Latina). Di Crollalanza fu ministro dei Lavori Pubblici durante il Fascismo e fu protagonista della straordinaria
impresa della ricostruzione delle aree devastate dal terremoto del Vulture nel 1930 [vedi «Storia in Rete» n. 43].
Già podestà di Bari fra 1928 e 1930, nel dopoguerra oltre che senatore, fu a lungo consigliere comunale nel capoluogo pugliese
fu la chiave di volta dell’impegno fuori dalle assise le posizioni popo- giovani cresciuti o passati dalle or-
di Giuseppe Tatarella (1935-1999), lari e concrete del MSI, non margi- ganizzazioni missine, presenti con
avvocato di Cerignola, cresciuto nalizzando il partito nell’area della numeri molto più rilevanti che ne
politicamente a Bari tra di Crol- protesta, ma rendendolo prezioso resto d’Italia, sia come FdG che so-
lalanza e il parlamentare missini per le scelte strategiche (dal nuovo prattutto come FUAN nell’ateneo
Ernesto De Marzio. La conoscenza stadio, alle grandi infrastrutture barese) e con l’arcipelago moderato
minuziosa di regolamenti ammi- di Bari). Questo approccio con- antisinistra. L’argine si ruppe nel
nistrativi dei consigli insieme allo sentì, quando all’inizio degli anni 1993: a Cerignola, città di Giusep-
studio meticoloso di delibere, sal- Novanta, quando si scongelarono pe Di Vittorio, un monocolore del
dato con la produzione pubblicisti- i voti postfascisti, di avere canali MSI con Salvatore Tatarella sinda-
ca – punto di forza dell’area missi- di dialogo con il mondo delle pro- co conquista il municipio. Stesso
na – permise a Tatarella di portare fessioni (nel quale c’erano tanti ex orientamento si registrò nei comu-
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117 STORIA IN RETE
A
«Araldo di Crollalanza» ssieme a pinuccio tatarella, al- getti sociali» («ovunque nel mondo è
tro grande protagonista della la destra a gestire con più efficacia il
scena pugliese fu domenico nuovo processo di modernizzazio-
(mimmo) mennitti, scomparso a Brin- ne»), delle «grandi infrastrutture
disi il 5 aprile 2014. Figlio della ge- nazionali», della rivoluzione infor-
nerazione missina nata a cavallo del matica, della professionalità e del-
secondo conflitto mondiale ed affac- le politiche sociali, delle relazioni
La voce ciatasi all’impegno politico e cultura- industriali, ponendo sempre come
«Rasputin»
le vent’anni dopo la fine del Fascismo, centrale la questione della reale mo-
esiste su Wikipedia in italiano e francese
mennitti ha dimostrato sul campo dernizzazione del paese.
quanto fossero superate le vecchie
Accuratezza
categorie del nostalgismo, a cui le La rivista diventò perciò una sorta di
Fonti e note strumentalità della sinistra e la seni- laboratorio politico, impegnata, an-
lità di un certo mondo volevano rin- che attraverso convegni e tavole ro-
Bibliografia chiudere la destra italiana. Esempla- tonde, a ricercare – scriveva mennitti,
re, in questa prospettiva, l’esperienza al margine del Convegno «idee e tra-
Controversie della rivista «proposta», voluta e di- guardi per l’italia degli Anni ’90», or-
retta, a partire dal 1986, dallo stesso ganizzato il 29 e 30 novembre 1986,
Vetrina in nessuna lingua
mennitti, quale strumento essenziale – «un momento di sintesi, individuan-
di elaborazione politica e culturale do gli interessi fondamentali, depu-
Gendarmi
per una destra missina non più solo randoli delle scorie polemiche prive
della Memoria
protestataria, né tantomeno «nostal- di essenzialità», al fine di «ridisegna-
gica», ma capace di misurarsi con una re l’italia come ‘nuovo sistema’», nel
minimo massimo
realtà in grande trasformazione. quale il ruolo della destra politica non
può essere eternamente marginale,
Come ebbe a scrivere lo stesso Men- di opposizione, avendo ben chiaro –
ni di Corato (con forte presenza nitti, presentando il primo numero di notava mennitti – che «il msi non fu
monarchica), Altamura, San Vito «proposta», «…noi ci proponiamo di fondato nel segno della sconfitta, ma
dei Normanni. Salvatore Tatarel- continuare il cammino di una comu- del riscatto nazionale, riconoscendo
la (scomparso il gennaio 1), nità umana alle sue idee po-
e politica tenzialità evolu-
con la fascia tricolore appena in-
che non ha tive, modernità
dossata, invitò provocatoriamente bisogno di di contenuti,
l’opposizione a controllare i propri “ripensare”, capacità di pro-
atti amministrativi come «aveva- ma sempli- iezione nella so-
no fatto per decenni i missini». cemente di cietà in trasfor-
pensare, di mazione».
costruire cioè
Con l’evoluzione del MSI in Al-
il suo proget- L’idea che emer-
leanza Nazionale si sublima il go- to in un rap- ge dal documen-
vernismo della destra, e addirit- porto vivo ed to «proposta
tura è definibile con la categoria attuale con la italia», elaborato
del «tatarellismo»: il realismo e la società italia- in vista del XV
conoscenza del territorio di Giu- na, della qua- Congresso del
Domenico Menniti
le sa di essere msi-dn (1987),
seppe Tatarella, nominato vicepre- (1939-2014)
parte attiva e è di un partito
sidente del Consiglio nel 199, nel determinan- che supera fi-
primo esecutivo Berlusconi, porta te». di fronte a possibili nuovi scena- nalmente l’isolamento politico, nel
a comprendere come nell’alveo del ri, «proposta» intendeva svolgere un quale si è adagiato, per «creare un
MSI non ci siano abbastanza per- ruolo attivo, assecondando il proces- nuovo polo di aggregazione di forze
sonalità con competenze e profili so di modernizzazione, battendosi e di consensi» ritrovando «un’idea
«contro l’ingessatura imposta al siste- dell’italia», ed insieme indicando
esaustivi per una nuova stagione
ma produttivo dalle contraddizioni «non solo una via di risanamento e
di governo. L’orientamento suc- sindacali perché ciò contrasta con l’o- di rinascita ma anche una possibile e
cessivo fu un deciso allargamento biettivo del suo sviluppo, “difenden- credibile alternativa a chi ha gestito
del perimetro politico della destra, do” l’occupazione come dato globale, finora il potere traendo la sua legit-
a volte a danno di rappresentanti aperto ad una strategia di mobilità». timazione non tanto dal voto degli
di qualità e spessore, penalizzati su questa linea «proposta» sollecita- italiani quanto dall’investitura stra-
va, attraverso interviste, il confronto niera». rigore e passione, sforzo di
perché troppo identitari. L’oriz-
con esponenti di altre aree politiche elaborare un pensiero «lungo» e radi-
zonte di Tatarella, con le candida- e culturali, in grado non solo di fare camento culturale: ecco il senso del-
ture apicali alle elezioni del 1995 emergere una sorta di «trasversalità» la «proposta» mennittiana in grado,
per Comune di Bari, Provincia del progetto riformatore, ma anche dopo tanti anni e – riconosciamolo –
di porre la parola fine alla fase della molti errori, di riconsegnarci un’idea
ghettizzazione missina, spaziando sui alta di politica e di cultura, della quale
temi delle riforme istituzionali, del ri- avere grande rispetto ed un briciolo
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STORIA IN RETE 118 sanamento pubblico, dei «nuovi sog- di nostalgia. [Mario Bozzi Sentieri] n
La voce
«Giuseppe Tatarella»
esiste su Wikipedia in italiano, francese,
inglese e polacco
Accuratezza
Fonti e note
Bibliografia
Controversie
Gendarmi
della Memoria
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119 STORIA IN RETE
DA SOLI CO NTRO
Come riconoscono anche gli avversari
più coriacei, gli uomini della destra
siciliana si opposero sempre con forza allo
strapotere della mafia e della massoneria.
Pagando un prezzo pesante. Le storie di
Mauro de Mauro, Angelo Nicosia, Beppe
Alfano, Paolo Borsellino
di Giampiero Cannella
«C
osa No- sostegni da parte dei padrini, ma
stra usa alla natura stessa della classe di-
il voto rigente missina.
secondo
conve- La Sicilia nel luglio del 193 fu la
nienze prima porzione di territorio italia-
concrete. In Sicilia avrebbe vota- no ad essere invasa da una forza
to per candidati di tutti i parti- militare nemica. Tanto si è scritto
ti politici tranne il MSI». Non si sul sostegno che Cosa Nostra die-
tratta di una frase propagandi- de all’intelligence alleata nella fase
stica di un documento di parti- preparatoria dell’operazione Husky
to, ma di un passaggio della re- e poi nella stabilizzazione del po-
lazione finale della Commissione tere amministrativo nell’isola. Al
parlamentare antimafia nell’XI di là delle tesi spesso contrastanti
Legislatura presieduta da Lucia- che dividono gli storici, è accerta-
no Violante tra il 1992 e il 1994. to che il legame tra una parte della
La sintesi della Commissione, vecchia nobiltà terriera siciliana,
peraltro, era il risultato delle di- circoli massonici anglofili e ma-
chiarazioni esplosive del boss fia abbia fatto da piattaforma per
pentito Tommaso Buscetta sui l’arrivo anglo-americani in Sicilia.
rapporti tra mafia e politica. La Cosa Nostra, tra l’altro, aveva da degli strenui oppositori in termini
valutazione fatta da Buscetta e ri- far pagare al Fascismo l’azione re- culturali ancor prima che politici.
portata nell’atto parlamentare, si pressiva di Cesare Mori e i tanti af- La storia della presenza del MSI in
riferiva non soltanto all’evidente filiati finiti in carcere o costretti ad Sicilia è la storia forte di un par-
collocazione della classe dirigen- espatriare proprio negli Stati Uniti. tito radicato nel tessuto sociale e
te missina all’opposizione rispet- Ovvio, quindi, che i missini, eredi con livelli di consenso importanti.
to al sistema politico di allora, dell’ultimo Fascismo, fossero og- Gli uomini della destra sono stati
scelta che rendeva poco «appeti- gettivamente il «nemico» per i boss, determinanti, seppur dall’opposi-
bile» l’appoggio a candidati della anche per la scelta separatista fatta zione, in molti tornanti della vita
destra nazionale che non avreb- nel dopoguerra da alcuni esponenti politica regionale e locale. A Palaz-
bero mai avuto strumenti clien- della mafia. Scelta che non poteva zo dei Normanni, sede del parla-
telari per ricambiare eventuali non trovare negli uomini del MSI mento regionale, nel 1958 i missini
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STORIA IN RETE 120 Febbraio-Aprile 2017
TRO I PADRINI
guidati dall’esponente trapanese mento durò poco, ma il MSI entrò Alleati, i catanesi Vito Cusimano e
Dino Grammatico furono decisi- nelle stanze del potere senza la- Benito Paolone, l’agrigentino Gio-
vi, insieme ai colleghi del PCI, per sciarsi invischiare in logiche che vanni Marino, i palermitani Ciccio
far nascere il governo Milazzo avrebbero potuto comprometter- Virga e Pippo Tricoli, soltanto per
(dal nome del suo presidente del- ne l’integrità politica e morale. citare alcuni esempi, hanno fatto la
la Regione, l’onorevole DC Sil- storia del MSI in Sicilia orientando
vio Milazzo). Fu quello il primo Nel trentennio che va dagli anni il partito sempre su posizioni di
tentativo di mettere all’angolo lo Cinquanta agli Ottanta, perso- assoluto contrasto a Cosa Nostra.
strapotere della Democrazia Cri- naggi come Grammatico, che nel Una scelta che ha avuto pesanti
stiana, che «scomunicò» Milazzo ’43, giovanissimo, fu imprigionato conseguenze. Non sono mancati
per il suo autonomismo rispetto dagli americani per aver compiu- negli anni dell’omertà e del terrore
alle volontà romane. L’esperi- to atti di sabotaggio ai danni degli mafioso episodi che hanno colpito
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121 STORIA IN RETE
Il giornalista Mauro De Mauro, ex Il senatore missino Angelo Nicosia, Il procuratore Paolo Borsellino. Già
combattente della RSI, scomparso gravemente ferito da un attentato di militante del FUAN, come magistrato
misteriosamente durante le sue un comunista greco il cui mandante separò per correttezza la professione
inchieste sulla morte di Enrico Mattei fu probabilmente Cosa Nostra di giudice dalla passione politica
esponenti della destra o personag- grandi doti di cronista. Le sue in- Mauro con il deputato nazionale
gi che avevano una storia che af- chieste sulla mafia probabilmente del MSI Angelo Nicosia, probabi-
fondava le radici nel Fascismo. È inquietarono i padrini. De Mauro le custode di confidenze scottanti,
tutt’ora un mistero la scomparsa fu il primo giornalista a raccoglie- indussero i boss ad eliminare un
del giornalista Mauro De Mauro, re le confidenze di un affiliato e testimone importante e successiva-
prelevato sotto casa la sera del 16 pubblicare organigrammi, struttu- mente ad attentare alla vita del par-
settembre del 1970 da alcuni sicari ra organizzativa e rituali dei clan. lamentare missino. Lo stesso An-
e mai più ritrovato. Ma secondo una scuola di pensie- gelo Nicosia, infatti, rientra a pieno
ro che trova molti riscontri anche titolo nel novero dei personaggi
Nato a Foggia, De Mauro in gio- nella carte processuali, De Mauro che da destra fecero della lotta alla
ventù fu sostenitore del Fascismo sarebbe stato eliminato per la sua mafia una ragion di vita, pagando-
e militò nella Xa MAS di Junio Va- indagine sulla morte del presidente ne un prezzo altissimo. Cresciuto
lerio Borghese aderendo alla RSI dell’ENI Enrico Mattei, scomparso nel FUAN palermitano, Nicosia
dopo l’8 settembre 1943. Con Bor- in un incidente aereo il 27 ottobre fu eletto presidente nazionale de-
ghese aveva un forte rapporto per- del 1962. Dietro l’episodio storico, gli universitari missini e nel 1953
sonale. Nel 1945, catturato dagli Al- un intreccio di interessi inconfes- entrò alla Camera dove resterà in
leati, è trasferito dapprima a Ghedi sabili che coinvolgevano pezzi im- carica fino al 1979.
e quindi a Coltano (Pisa). Evaso, portanti dell’economia siciliana e
visse in clandestinità per due anni nazionale. De Mauro, anche que- Dal 1963 al 1976 fu componente
a Napoli, condannato in contuma- sto è accertato, aveva preparato un della Commissione parlamenta-
cia per una presunta partecipazione dossier per il regista Francesco Rosi re antimafia e in Parlamento non
alla strage delle Fosse Ardeatine e che sul viaggio in Sicilia di Mattei lesinò denunce contro un sistema
poi assolto per non aver commesso e sulla sua morte stava preparando politico permeabile all’inquina-
i fatti. Trasferitosi a Palermo, lavorò un film. La curiosità del giornalista mento mafioso e individuò nella
insieme al fratello Tullio, divenuto lo aveva avvicinato probabilmente ridondante legislazione in materia
poi linguista di chiarissima fama a scoprire alcune verità, a intrave- edilizia l’oggettivo appiglio per i
e recentemente scomparso, presso dere il luogo di incontro tra cri- famelici artigli dei boss. Era l’epo-
«Il Tempo di Sicilia», «Il Mattino minalità, poteri finanziari e pezzi ca del cosiddetto «sacco di Paler-
di Sicilia» e «L’Ora», dimostrando dello Stato. In più l’amicizia di De mo», il periodo in cui i costruttori
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STORIA IN RETE 122 Febbraio-Aprile 2017
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123 STORIA IN RETE
E i Fratelli d’Italia (i
finalmente votaro n
La storia del voto agli italiani all’estero, sul piano politico, è la vicenda
del ricongiungimento alla Repubblica di due grandi rimossi: l’uno
politico, il MSI, l’altro nazionale, i cittadini italiani residenti all’estero.
Forse non è un caso che quando si è pensato che gli uni potessero
governare, si è approvato che gli altri potessero votare. Ecco una breve
storia di una vicenda lunga decenni che racconta, anche, la tenacia di
un dirigente storico del MSI: il bergamasco Mirko Tremaglia
di Andrea Tremaglia
T
ra il 1870 e il 1914 quali il suffragio universale non stero fosse inserito come diritto
circa quattordici era ancora realizzato e non era costituzionalmente ed esplicita-
milioni di citta- perciò impensabile l’esclusione mente riconosciuto nel testo che
dini lasciarono di parte dei cittadini dal diritto si andava redigendo. Nuove ra-
l’Italia; altri tre di voto. Oltre a ciò, esistevano gioni, però, si opposero a questo
milioni tra il 1915 considerazioni di carattere prati- progetto, due specialmente. La
e il 1925 e un’altro milione e mezzo co che ostavano all’esercizio del prima riguardava il rapporto con
tra il 1926 e il 1935. Questi numeri voto stesso per il residente all’e- gli altri Stati: nel delicato scena-
spiegano perché già agli inizi del stero: la difficoltà nei trasporti, rio internazionale postbellico, gli
‘900 si pose la questione del voto l’analfabetismo di buona parte Stati esteri e specialmente quelli
italiano all’estero: fu nel 1908 che degli emigranti soprattutto nel- con una forte immigrazione ita-
per la prima volta si avanzò una la prima fase della migrazione e liana avrebbero forse potuto ve-
proposta in questo senso al Con- la presunta parzialità dei conso- dere l’esercizio del diritto di voto
gresso degli emigrati friulani te- li del Regno rispetto al governo da parte di cittadini stranieri sul
nutosi a San Daniele nel Friuli il che li aveva espressi. proprio suolo come una invasio-
2 dicembre di quell’anno. Non un ne della propria sovranità? Pie-
caso, dato che nel periodo 1880- Queste obiezioni erano in buona monte suggerì per evitare attriti
1915 i friulani furono circa il 10% parte già superate in occasione di rendere queste votazioni «il
degli italiani a emigrare all’este- della Costituente, nel 1946, quan- meno visibili possibili», evitando
ro. Nonostante questo dibattito, do infatti il tema tornò a proporsi comizi e manifesti e specialmente
però, nulla di concreto accadde. fortemente. In quella sede fu l’o- proponendo il voto postale, come
In questione era il diritto stesso norevole Giuseppe Ernesto Pie- all’epoca facevano già Danimarca
di un cittadino residente all’estero monte (PSLI), che già se ne era in- e Norvegia. La prima proposta di
di esprimere il proprio voto nelle teressato negli anni precedenti, a voto per corrispondenza nacque
elezioni italiane: occorre ricorda- proporre che l’esercizio di voto da dunque per la ragione di evitare
re che stiamo parlando di anni nei parte degli italiani residenti all’e- «file ai consolati» e più in gene-
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STORIA IN RETE 124 Febbraio-Aprile 2017
a (in trasferta)
o no…
rale di dare eccessiva visibilità alle modo il voto dei milioni di italiani del voto degli italiani all’estero
elezioni italiane in terra straniera. all’estero avrebbe rischiato di ri- dall’estero per ragioni di oppor-
La seconda, e decisiva, obiezione tardare e complicare le operazio- tunità e contingenza.
era di carattere pratico. La diffi- ni di un voto decisivo. Se quindi
denza si riassumeva specialmente gran parte della Costituente era Nelle seguenti legislature, la pri-
in ragioni tecniche, considerato d’accordo in termini di principio, ma proposta di legge fu formulata
che la previsione era di andare al la maggioranza si espresse contro nel 1955 a prima firma del senatore
voto in breve tempo, terminata la l’introduzione esplicita in Costi- MSI Lando Ferretti; altre e simili
Costituente: organizzare in ogni tuzione del diritto all’esercizio proposte, sul finire degli anni Cin-
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125 STORIA IN RETE
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STORIA IN RETE 126 Febbraio-Aprile 2017
mostrò di essere anch’esso forza l’altro nazionale, ovvero i cittadini in Europa. Queste caratteristiche
politica costitutiva e costituente; italiani residenti all’estero. E non costringono a una riflessione sul
per dirla in maniera provocatoria, è forse un caso che quando si è nuovo ruolo degli italiani all’este-
di poter modificare in meglio la pensato che gli uni potessero go- ro, che interessa, o dovrebbe inte-
Costituzione «figlia della Resi- vernare, si è approvato che gli altri ressare, soprattutto quella destra
stenza». Sul piano politico l’in- potessero votare. Appare evidente nazionale che ha interesse affinché
sistenza per l’estensione del di- come oggi le modalità di esercizio l’identità italiana non sia disciolta
ritto di voto fu una battaglia di del voto andrebbero probabilmen- in una (non)identità europea. Ma
principio, non di opportunità: te riviste sul piano pratico. Un’a- fuori da ogni logica di parte, oc-
l’affermazione di un legame di nalisi comparativa con le modalità corre riconoscere come una delle
sangue, e non di suolo o residen- previste dagli altri stati potrebbe emergenze nazionali e generazio-
za, per la Nazione italiana rien- aiutare in questo senso. Ma quel- nali oggi sia la necessità di tenere
trava d’altronde alla perfezione lo che in conclusione oggi occorre legati all’Italia questi italiani che
nel quadro ideale del Movimen- osservare è il carattere involonta- si trasferiscono all’estero: veden-
to Sociale Italiano e questo a riamente profetico di questa atten- doli non come «topi in fuga dalla
prescindere dalle preferenze zione. Se infatti negli anni Ottan- barca che affonda», ma come ri-
elettorali degli italiani all’estero. ta, Novanta e Duemila l’italiano sorse per la rinascita. Ritenere un
all’estero era soprattutto il figlio o traditore chi se ne va e per que-
Il progressivo avvicinamento del il nipote di un emigrato tanti anni sto condannarlo a recidere ogni
Parlamento all’approvazione della fa, ormai avulso dall’attualità po- legame con la Patria è un errore
revisione costituzionale può essere litica nazionale (fatto che ha a più strategico; lavorare perché questi
visto come simbolico e di fatto pa- riprese giustificato l’intenzione di cittadini creino una nuova rete di
rallelo a tutta la storia del MSI come eliminare o sottoporre a revisione italianità nel mondo è invece una
via via «digerito» dall’arco costi- l’esercizio del voto italiano all’e- finalità di buon senso.
tuzionale parlamentare. La storia stero), a partire dagli anni Dieci
del voto agli italiani all’estero, sul del nuovo millennio non possia- Andrea Tremaglia
piano politico, è perciò la storia del mo non vedere una forte ripresa [un ringraziamento speciale
ricongiungimento alla Repubblica dell’emigrazione italiana. Con at- ad Ottorino Tentorio
di due grandi rimossi: l’uno politi- tributi del tutto inediti: si tratta di per il fondamentale aiuto
co, ovvero la destra parlamentare, giovani, laureati, diretti perlopiù nella fase di ricerca]
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127 STORIA IN RETE
E
siste una cultura di Destra? È esisti- vimenti che ruotavano intorno al partito e che a
ta una cultura del Movimento So- volte ne condizionavano le scelte, altre le subivano.
ciale Italiano? Esiste una editoria Che dire dell’esperienza dell’ «Asso di Bastoni», de
di riferimento? A queste domanda «L’Orologio», delle riviste «rautiane», per non par-
è difficile dare una risposta, visto lare delle case editrici dell’ingegner Volpe, di Ciar-
che il termine «destra» spesso non è rapico, de «il Borghese» per fermarci alle più note.
riconducibile al Movimento Sociale. Sin dalla na- Queste esperienze – l’ultima, in ordine di tempo,
scita all’interno del partito è esistita una dicoto- è stata forse quella di «Italia Settimanale» all’ini-
mia fra coloro che si dichiaravano di destra e altri zio degli anni Novanta – sono state per decenni il
che invece volevano collocarsi a sinistra. La con- punto di riferimento culturale degli elettori più
trapposizione è stata vivente fino alla chiusura di sensibili ad una battaglia non solo politica ma so-
Fiuggi, dove la svolta a «destra» è stata confermata prattutto culturale e ideologica. I cosiddetti intel-
ufficialmente con la nascita di Alleanza Nazionale. lettuali che hanno sdoganato la cultura di questa
Nel corso dei settanta anni di storia le due anime parte politica, e ci riferiamo a Veneziani, a Tarchi,
si sono sempre contrapposte: evoliani contro gen- a Solinas, a Erra, ad Accame, a Gianfranceschi, a
tiliani, conservatori contro rivoluzionari, atlantisti Cattabiani (e ci fermiamo qui per non dilungarci),
contro terzomondisti, e potremmo continuare con sono cresciuti in queste realtà e non sempre, anzi
cento altri esempi; la cosa certa è che il MSI non quasi mai, hanno poi aderito o avuto cariche con-
ha mai avuto una politica culturale ed editoriale formi all’interno del Movimento, spesso addirittu-
ufficiale chiara e certificabile. Mai una casa edi- ra espulsi perché eretici o non allineati.
trice di riferimento vera, mai una scelta editoriale
ufficiale. Eppure questo mondo, questa comunità, ha inci-
so sulla cultura italiana. Due esempi per tutti: le
Sin dalla nascita del Movimento Sociale Italiano, edizioni Rusconi curate da Alfredo Cattabiani e
la politica culturale è stata fatta da singoli espo- le edizioni de «Il Borghese» che hanno scoperto e
nenti e da associazioni, case editrici, riviste e mo- tradotto per prime autori poi diventati «cult» non
I
…
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129 STORIA IN RETE
I
l «Secolo d’Italia» è l’unica parliamo di poco meno di un ve-
bandiera del MSI che continua locissimo ventennio. Coordinare
sventolare. È la testimonianza le pagine culturali del «Secolo»
del cammino della destra, delle si rivelò un lavoro delicatissimo.
sue trasformazioni, dal dopo- Da un alto, c’era l’esigenza di af-
guerra fino al secondo decennio fermare l’immagine di una destra
del 2000. La storia del «Secolo» che sapeva arricchire la propria
non è solo la storia di un giornale. biblioteca e che quindi era capa-
È lo specchio di almeno tre generazioni. nizio che fosse uno scherzo, ma non lo ce di ardite sintesi di cultura politica.
E dire che questo giornale non nacque era affatto. Pertini leggeva sempre con Dall’altro, c’era la necessità di impedire
come organo del MSI. Lo divenne negli apprensione i fondi di Giovannini. Il l’oscuramento del patrimonio identi-
anni Sessanta. Il «Secolo» fu pensato dal «Secolo» è stato anche una scuola di for- tario della destra italiana (s’era svolto,
suo fondatore, Franz Turchi, come quo- mazione per la classe dirigente del MSI nell’estate del 1996, l’inquietante «se-
tidiano di «area». Però riuscì a imporsi di seconda generazione. «La Frattocchie minario culturale» di AN di San Martino
come uno strumento editoriale neces- de’ noantri», lo chiamammo rievocan- al Cimino). Dovevamo dare conto di ciò
sario all’affermazione del nuovo par- do i 50 anni dalla nascita del giornale. che i «laboratori» di destra andavano
tito. Piaceva alla gente del MSI perché Mauro Mazza ha parlato in un libro dei producendo in quegli anni (ci fu negli
aggregava una opinione pubblica in «Ragazzi di via Milano». Al «Secolo» si anni Novanta una fioritura di riviste)
via di formazione. Si trattava dei reduci sono formati in molti: da Fini a Gaspar- tentando però, per quello che poteva-
della RSI. Ma c’era anche una genera- ri, a Storace, Buontempo, Urso, Landol- mo, di essere noi stessi «laboratorio».
zione di ragazzi che si stavano forman- fi, Moffa, Malgieri, la Perina (Gasparri,
do nelle battaglie per Trieste italiana. Malgieri e la Perina ne sarebbero di- Devo onestamente riconoscere che la
Fondamentale fu il ruolo di Almirante, ventati direttori in anni successivi). Del classe dirigente di AN ci lasciava lavo-
che diresse per alcuni anni il giorna- «Secolo» era assiduo anche Alemanno, rare in pace. Non ho mai ricevuto alcun
le insieme con il condirettore Filippo insieme con tanti altri futuri dirigenti di tipo di censura. Il problema era però
Anfuso (era stato l’ambasciatore RSI AN. Sul «Secolo» pubblicò le sue prime quello delle redazioni degli altri giorna-
a Berlino). Almirante era anche un corrispondenze dall’Afghanistan Alme- li, che passavano al raggio laser i nostri
grande giornalista. I suoi editoriali rigo Grilz, che avrebbe poi spiccato il articoli, perché cercavano di capire che
fotografavano al meglio la situazione volo nell’empireo dei corrispondenti di cosa frullasse in testa alla gente di de-
politica italiana degli anni Cinquanta. guerra di fama internazionale. Concluse stra, quali libri leggeva, quali autori pre-
Ampiezza di visione e vivacità di stile la sua vita in prima linea nel 1987, quan- feriva. Uno dei più attenti era Pierluigi
erano il segreto dei suoi fondi, scritti do una pallottola lo colpì in Mozambico. Battista. Alla vigilia dell’assemblea pro-
rapidamente, tra una seduta parla- I mezzi del quotidiano erano scarsi. Ma grammatica di AN a Verona, nel 1998,
mentare e un incontro politico. le energie che sapeva raccogliere e va- mi fece uno «scherzetto» che avrebbe
lorizzare notevoli. potuto crearmi qualche difficoltà: pub-
La storia del «Secolo» è anche la sto- blicò un articolo sulla «Stampa» (anco-
ria dei suoi grandi direttori. Da Cesco Poi, nel 1995, il «Secolo» cessò di esse- ra non era passato al «Corriere») in cui
Giulio Baghino a Nino Tripodi, Alberto re il quotidiano del MSI, per diventare il affermava che, sulla base dei suoi «con-
Giovannini, Cesare Mantovani, Franz giornale di AN. Cominciò una fase nuo- teggi», sulle pagine culturali di «Seco-
Maria D’Asaro, Giano Accame. Le riu- va e per certi aspetti entusiasmante, ma lo» si parlava poco degli autori liberali:
nioni con Giovannini erano uno spasso, per altri complessa e difficile. Su quel c’era troppo Carl Schmitt e poco Karl
ma anche una fonte di informazione (e periodo posso rendere una testimo- Popper. E, orrore, si parlava spesso an-
formazione) per noi giovani redattori. nianza diretta. Fui nominato capo ser- che di controrivoluzionari e sanfedisti.
Il grande Alberto conosceva i segreti vizio cultura del «Secolo» nel settembre Pensai che mi sarebbe arrivata qualche
della Repubblica. E ne poteva sempre del 1989, un paio di mesi prima della ca- lavata di capo. Invece no, andai a Vero-
scaturire un caso politico. Una volta duta del Muro di Berlino. A nominarmi na e ricevetti molti complimenti e pac-
telefonò al «Secolo» Sandro Pertini, il fu – ci tengo a sottolinearlo – Accame. che sulle spalle. È uno dei miei ricordi
presidente partigiano. Pensammo all’i- Svolsi il mio incarico fino al 2008, quindi più belli di quegli anni. n
F
la Seconda guerra mondiale di iglie di un etere minore, così e non solo. Il percorso delle radio si snoda
avremmo potuto definire le radio tra la metà degli anni settanta e la metà
formarsi e scegliere una propria
di destra, prima dell’uscita del te- degli ottanta, con oltre cento emitten-
«via» di militanza politica. sto a loro dedicate: «Radio Alternative ti che entrarono nelle case degli italiani
La destra che comunicava via etere», di proponendo tanta controinformazione,
Il ventennio più catastrofico è Alessandro Alberti per i tipi di Eclettica. idee e buona musica. Da qui i successi in
stato senz’altro l’ultimo, dalla Minore, perché non pubblicizzato, non termini di ascolto di Radio Alternativa,
nascita di Alleanza Nazionale ad supportato da una bibliografia completa fondata a Roma da Teodoro Buontempo,
e dettagliata. Non quindi per la mancan- e di Radio University, coordinata da Igna-
oggi. Tutta l’attività culturale è
za di un progetto intellettuale e politico, zio La Russa, a Milano. Il testo di Alberti ha
passata a nuove generazioni che rispetto alle altre radio libere. Le quali, raccolto quanto più era possibile, sia per
nulla hanno a che fare con l’espe- cominciarono a proliferare, specialmen- quanto concerne il materiale cartaceo, sia
rienza politica di una destra che te a sinistra ma anche in ambito com- per quanto riguarda le testimonianze di
ha scelto di essere liberale, con- merciale, dopo la sentenza della Corte coloro che, nell’arco di dieci anni, con po-
formista, conservatrice (nel sen- Costituzionale del 1974, che permette- che risorse – un microfono, un mixer, un
va a chiunque di poter impiantare una revox e un’antenna – bucando il muro del
so peggiore del termine), aliena
emittente. Fu la scarsa importanza che si ghetto, aprirono un varco nella cittadella
da quei valori che per cinquanta diede al ruolo delle radio alternative, nel del potere, per far conoscere le proprie
anni sono stati, anche nella diver- periodo successivo alla loro scomparsa, idee, la propria musica. Furono, infatti,
sità, il crogiolo di formazione per anche da parte della destra, a rendere le antenne missine il miglior veicolo per
chi non voleva allinearsi ad una questo argomento poco fruibile. Il feno- la diffusione della «musica alternativa» –
società consumistica e america- meno radiofonico alternativo era rimasto Compagnia dell’Anello, Amici del Vento,
soprattutto solo un gradevole ricordo ZPM, Michele di Fiò e tanti altri gruppi
nizzata non solo nello svolgersi
per i tanti ragazzi che volontariamente artistici «non conformi». Un lavorio arti-
della vita quotidiana ma anche fecero partire questo motore, basato su gianale ma importante che inquietò non
nello spirito. Questa generazione palinsesti sempre più ricchi dove si spa- poco – basti vedere gli articoli de «l’E-
di nuovi autori ed editori oggi è ziava dalla politica allo sport, dalla mu- spresso» e di «Panorama» – la cultura di
costretta a combattere una ardua sica alla cultura, dalle trasmissioni di in- sinistra che vedeva nelle emittenti «nere»
battaglia contro l’omologazio- trattenimento alle rubriche più svariate. un pericolo non indifferente.
ne culturale che ha centralizza-
Il rischio di disperdere storicamente Perché durarono solo un decennio?
to diffusione e promozione. La quella mobilitazione comunitaria era no- Per motivi economici e tanta miopia
battaglia culturale, oggi, com- tevole perché in sede bibliografica non da parte dei vertici missini. Sta di fatto
battuta attraverso nuove forme esistevano testi di riferimento e anche i che le radio gradualmente, a cominciare
di pubblicizzazione, promozione vari articoli di giornale una tracciabilità dalle più piccole chiusero per mancan-
e diffusione avviene attraverso molto dispersiva, disomogenea. Era, per- za di fondi e il tanto auspicato network
ciò, quanto mai necessario, portare per – il terzo polo radiofonico proposto da
le piattaforme informatiche e i
la prima volta nelle librerie un volume in Rauti e Buontempo – con l’assunzione
siti di riferimento; non c’è spa- grado di ricordare quanto quell’esperien- di professionisti e relativo ponte radio,
zio per una diffusione attraverso za rappresentò, in termini di attrazione, di non fu mai realizzato. Per la destra un’al-
le librerie, servite ormai solo da spazio, di militanza per il mondo giovanile tra occasione sprecata. n
pochi oligarchi che hanno mo-
nopolizzato il sistema e che sono
diretta filiazione dei blocchi edi- ha gestito i partiti politici di rife- senza un progetto a media o lun-
toriali venutisi a formare con le rimento fino ad oggi. E non ci si ga scadenza che permetterebbe la
varie aggregazioni, acquisizioni riferisce solo a quelli che sono nati nascita di un blocco anticonfor-
e accorpamenti. È dallo scioglimen- mista in grado di controbattere le
anche vero che la to del vecchio MSI argomentazioni liberal-liberiste
nuova editoria «di-
Se oggi la Destra ma anche a quelli, o progressiste. Quindi, è esistita
gitale» ha permesso non ha spazio nel come la Lega, che una cultura anticonformista che
il proliferare di mol- dibattito culturale quello spazio vor- era di riferimento al Movimen-
te sigle che possono la colpa è solo delle rebbero coprire ma to Sociale? Sì, c’era. Ma non era
esistere anche stam- che sono incapaci adeguatamente supportata dal
pando poche decine
classi dirigenti di farlo proprio per partito stesso che ha preferito per
o centinaia di copie dei partiti d’area una mancanza di settanta anni vivere di spicciola
per volta. solide basi ideologi- polemica politica destinata solo
che e radici culturali, scegliendo alle imminenti elezioni, congres-
Se oggi la cosiddetta Destra non spesso un conformismo populista suali o elettive che fossero.
ha uno spazio adeguato nel dibat- per attirare l’elettorato solo per
tito culturale la colpa è solo di chi uno scopo elettorale immediato, Zeno Irpinate
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131 STORIA IN RETE
Son passati
Elenchi incompleti (ma indicativi)
di là…
…Vianello e Fabrizi, Califano e Borsellino, Benvenuti e De Chirico,
la Maionchi e Max Pezzali. Tra musica, arte, cinema e teatro molti
personaggi di primo piano della scena italiana sono transitati dalle parti
– per decenni maledette e off limits per i conformisti – del Movimento
Sociale. Ecco qualche storia poco conosciuta
di Giovanni Vasso
I
l MSI fu prima di tutto una comunità. Liti- no del Dopoguerra: amico di Giorgio Almirante, gli
giosa sicuramente, ma coesa e intellettual- fece da testimonial in prima fila, all’inizio degli anni
mente vivacissima. E perciò seducente. Il Ottanta in TV a «Italia Parla», trasmissione di Rete4,
Movimento Sociale Italiano, nonostante una condotta da Pippo Baudo ed Enzo Tortora dal Teatro
fiorente (e recente) letteratura si ostini a di- Eliseo. Una puntata che restò nella storia anche per-
pingerlo come un ghetto di irriducibili trom- ché non vi partecipò Tortora, arrestato poco prima a
boni o di sognatori decontestualizzati, ebbe la capacità seguito delle false accuse dei pentiti della camorra. [a
di confrontarsi con il mondo, con le intelligenze e con i proposito del destino di Tortora, era missino il colonnel-
sogni e le speranze di generazioni di italiani. Artisti, at- lo medico dei carabinieri Spalato Belleré, napoletano,
tori, cantanti, sportivi. E poi professionisti, accademici, che da consulente medico della Procura fu il primo ad
ufficiali e uomini di cultura. In tanti, e comunque più avere in aula il coraggio di dire la verità sul caso del
di quanto si possa pensare, seppero sfidare il conformi- presentatore: «Morirà del suo male, vittima delle istitu-
smo e l’ostilità che per decenni ha circondato il MSI e zioni» facendo arrabbiare tantissimo Enzo Biagi NdA].
i suoi simpatizzanti. Che magari, dopo una militanza Storico sodale del leader del MSI fu anche Silvio Vitale,
giovanile e non solo giovanile, presero altre strade senza missino e poi eurodeputato AN, fondatore della rivista
mai rinnegare ideali o semplici simpatie. A cominciare «L’Alfiere», pioniere degli studi storici sul Regno delle
da un’icona come Paolo Borsellino. Eroe civile che ha Due Sicilie a cui si deve la rinascita di un pensiero revi-
pagato con la vita il senso dello Stato e delle istituzioni. sionista sulla storia dell’Unità d’Italia. Amici e intimi
Come ricorda nel suo pezzo Giampiero Cannella [vedi di Almirante furono i Vianello. Roberto, fratello del
pag. 54 NdR], Borsellino fu dirigente del FUAN a Pa- celeberrimo Raimondo, fu tra i fondatori del Centro
lermo, da giovane studente di giurisprudenza. E, dopo Sportivo Fiamma e ancora oggi c’è un premio dedi-
la sua morte, il collega Giuseppe Ayala ricordò come, cato alla sua memoria. Raimondo Vianello, che aveva
ancora nella procura di Palermo si scherzasse – magari aderito alla RSI, fu anche tra i dirigenti della struttura
abbozzando un divertito saluto romano entrando nella sportiva per diverso tempo. Furono vicini alla comu-
sua stanza - sull’orientamento politico di Borsellino, ri- nità missina anche Giorgio Albertazzi e Walter Chiari,
masto immutato dai tempi dell’università. che come Vianello, avevano vissuto la Guerra Civile
tra le milizie repubblicane. E poi il grande attore di te-
Passando ad altre città e altre eccellenze ci sarebbe atro Ernesto Calindri, la mitica Wanda Osiris, regina
anche Aldo Fabrizi, forse il più grande attore roma- della Rivista, e l’impareggiabile caratterista romano
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STORIA IN RETE 132 Febbraio-Aprile 2017
Alcuni dei personaggi che hanno militato o sono stati simpatizzanti del MSI e delle sue organizzazioni giovanili. Dall’alto, il pittore Giorgio De
Chirico, il podista Abdon Pamich, il cantante Franco Califano, la discografica Mara Maionchi, l’attore Giorgio Albertazzi, il senatore Silvio Vitale
con la sua rivista «l’Alfiere», il cantante napoletano Aurelio Fierro, l’ex 883 Max Pezzali, la podista Ileana Salvador, l’attore Walter Chiari, l’oro
olimpico Gabriella Dorio, il ciclista Fiorenzo Magni, gli attori Mario Carotenuto ed Ernesto Calindri, il giudice Paolo Borsellino, gli attori Aldo
Fabrizi e Raimondo Vianello, Enzo Maiorca, campione di immersioni in apnea, il pugile Nino Benvenuti e infine la stella del varietà Wanda Osiris
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133 STORIA IN RETE
Mario Carotenuto, protagonista di reso famoso dall’interpretazione ambito musicale, un altro grande
tanti film – anche con Totò – degli del vice-sostituto-portiere Salvatore della musica italiana, Franco Cali-
anni Cinquanta e Sessanta. Era di in «Così parlò Bellavista» di Lucia- fano, ebbe sempre simpatie a destra
destra anche Peppino De Filippo, a no De Crescenzo. Sono tantissime, e frequentava tranquillamente gli
differenza del fratello Eduardo, so- inoltre, le leggende fiorite attorno a ambienti missini romani. Stava a
cialista dichiarato. La sua era una cantanti e musicisti. È assodato che destra anche Aurelio Fierro, uno dei
posizione da conservatore meridio- Mara Maionchi e Max Pezzali (ex grandi della canzone napoletana,
nale fortemente legato alle sugge- 883) frequentarono (la prima negli sebbene eletto consigliere comunale
stioni monarchiche. A «bollarlo» fu anni Sessanta, il secondo negli anni a Napoli con la Democrazia Cristia-
(anche) la fantastica interpretazio- Ottanta) le sedi del MSI rispettiva- na negli anni Settanta.
ne del personaggio del professore mente a Milano e a Pavia. Ma non
Mollica nel film «Gli Onorevoli», sarebbe vero che Renato Zero, a C’è un altro luogo comune che,
candidato alle elezioni per il MSI e Roma, frequentasse i missini negli come tutti i pregiudizi, fonda le sue
messo alle strette dal regista di si- Anni di Piombo; e nemmeno è vero radici in un dato di fatto. Il luogo
nistra e un po’ squinternato inter- che Vasco Rossi fosse dichiarata- comune è quello secondo cui la de-
pretato proprio da Walter Chiari. mente fascista, come voleva un’or- stra sarebbe totalmente disinteres-
Casualmente, la tomba del grande mai spenta leggenda urbana che sata alla cultura, il dato di fatto è che
Peppino, al cimitero del Verano a pareva infischiarsene del fatto che per lunghissimi anni s’è ostracizza-
Roma, è a fianco a quella – ormai il rocker fosse da sempre radicale. to un mondo da parte di un ambien-
in decadenza – di Claretta Pettacci. Una leggenda analoga che ha dato te occupato, manu militari, dalla
vita ad una questione irrisolta per la intelligencija rossa. Le istituzioni e i
Interessante fu l’esperienza del proverbiale riservatezza dei prota- gruppi culturali vicini al MSI erano
cabaret de «La Porta Infame», uno gonisti, vuole che il paroliere Mogol tantissimi e le iniziative organizzate
dei primissimi laboratori di teatro abbia sempre declinato a destra le furono molteplici. Gli ospiti furo-
alternativo (alla vulgata di sinistra) sue tendenze politiche quasi trasci- no sempre di altissimo livello. John
che sorse a Napoli all’inizio degli nandosi dietro il grandissimo Lucio Dos Passos, incasellabile colonna
anni Settanta. Ne furono fondatori Battisti. Resta il fatto che Battisti è portante della letteratura america-
gli attori Tullio Del Matto ed Enri- sempre stato più amato (e citato) a na, partecipò nel maggio del ’63 a un
co Russo in cui, tra gli altri, veniva- destra che a sinistra. E poi c’è quel convegno organizzato dal Centro
no portati in scena testi firmati da benedetto verso – «planando sopra di Vita Italiana a Roma. Prima an-
Luciano Cirri, critico teatrale che boschi di braccia tese» – de «La col- cora, a Milano, invece, il poeta Ezra
fu anche vicedirettore de Il Bor- lina dei ciliegi» del 1973. E, anche Pound uscito dal manicomio prese
ghese. A proposito di Napoli, fre- considerando l’anno e il clima, certe parte a un’iniziativa organizzata
quentava la sezione del MSI di via affermazioni potevano risultare per dalla rivista «L’Italiano» di Pino
Chiaia l’attore Benedetto Casillo, lo meno provocatorie… Ancora in Romualdi. Le attività del CVI ri-
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STORIA IN RETE 134 Febbraio-Aprile 2017
C
orreva l’anno 1956, studiavo al figlio. Così, il Labaro del RR.GG. del MSI
Liceo Classico Statale Muratori di Modena, intitolato alla Dalmazia e
di Modena e ricoprivo la carica all’Istria, scortato da me e da altri nu-
di segretario provinciale giovanile del merosi giovani militanti, accompagnò
MSI. Il 30 giugno si ebbe notizia della il feretro di Dino Ferrari. Senza, in veri-
morte di Dino Ferrari, primogenito del tà, un segno né una voce di dissenso, in
Commendatore, da tempo malato di di- una terra di comunisti, che nell’occa-
strofia muscolare. Brillante ingegnere, sione seppero tacere e rispettare, non
era coinvolto nel progetto per la realiz- certo per noi, ma per il grande vecchio.
zazione del nuovo motore a sei cilindri a Dino Ferrari Il quale, è vero, figurava puntualmen-
V da 1.500 cm3, che debutterà dieci mesi te fra i generosi sponsor delle annuali
dopo con il nome «Dino». Fui chiamato ero emozionato al cospetto dell’austero Feste dell’Unità, ma in cuor suo dove-
al telefono dalla segreteria della Ferrari ed imponente personaggio e perples- va consentire con Dino, se in seguito
e invitato ad un incontro nella sede di so circa i motivi dell’incontro. Mi disse potei accompagnare a cena, nella sua
Maranello. Appena giunto, fui introdot- subito che adempiva un desiderio del casa di Maranello, sia Almirante che
to alla presenza del patron Enzo Ferrari. figlio Dino. Dino, mi disse, avrebbe vo- De Marzio. E fui invitato al rinfresco in
L’avevo già visto in città, anche perché luto da anni iscriversi al MSI; vi aveva ri- occasione della laurea honoris causa
da tempo frequentavo il Caffè Ristoran- nunciato per riguardo all’azienda, date in ingegneria meccanica, conferitagli
te La Fontana, in Largo Bologna, ritrovo le circostanze di luogo e di clima politi- dall’Università di Bologna, presenti an-
dei piloti della sua Scuderia, che allog- co. Vicino a morire, però, aveva chiesto che ex esponenti del Fascismo di tutto
giavano all’Hotel Reale, sul lato opposto al padre d’essere sepolto con indosso rilievo, quali Cacciari (quello fascista
della piazza. Avevo fatto confidenza con la camicia nera e di avere al funerale il e «repubblichino»…) e Franz Pagliani
Ascari, Musso, Castellotti, Perdisa… A labaro del Raggruppamento Giovanile (luminare di medicina ma, soprattut-
volte portavo per loro pellicole a Mila- missino. Pienamente consapevole dei to, responsabile delle Brigate Nere in
no, per lo sviluppo di fotografie a colori, probabili inconvenienti conseguenti, Emilia nel tempo crudele della Guerra
non praticato allora a Modena. Tuttavia Lui intendeva onorare la volontà del Civile) Era l’anno 1960. n
chiamarono in Italia intellettuali di Alberto Burri, ufficiale medico du- diale nei 10 km, Ileana Salvador. Nel
grande spessore: il politologo e filo- rante la Seconda guerra mondiale, calcio, tante simpatie e molto confu-
sofo svizzero Armin Mohler, lo sto- fu fatto prigioniero dagli americani se forse più legate a una dimensione
rico e filosofo americano di origini e detenuto a Hereford in Texas, nel folkloristica che a un’adesione vera
ungheresi Thomas Molnar, il filoso- campo di prigionia riservato ai pri- alla destra neo o postfascista. Molti
fo belga Marcel De Corte, lo storico gionieri che non vollero saperne di sicuramente i simpatizzanti missi-
americano Anthony James Gregor. collaborare con gli angloamerica- ni nella Lazio campione d’Italia nel
Attivissimo fu anche il CIDAS, ni, insieme allo scrittore Giuseppe 1974 mentre, in tempi più recenti, tra
Centro Italiano Documentazione Berto e al gigante Beppe Niccolai. i tanti «testimonial» c’è da ricordare
Azione Studi di Torino che gettò i Fu proprio in Texas che iniziò a di- che l’ex laziale Paolo Di Canio, che
ponti del dialogo con il dramma-
turgo Eugene Ionesco, con Ernst
Junger, con la pattuglia dei francesi,
Il pittore metafisico Giorgio De Chirico
Jean Mabire, Jean Cau e Dominique ideò i bozzetti da cui sarebbe nato il simbolo
Venner. E poi con uno dei massimi del FUAN, il Fronte Universitario d’Azione
latinisti moderni, Ettore Paratore,
con il dantista Vittorio Sermonti, Nazionale che raccoglieva gli studenti missini
fratello dell’indimenticabile Ruti-
lio. Tra gli scrittori e gli intellettuali pingere. La formazione degli spor- recentissimamente s’è dichiarato
italiani, fra gli altri, furono a destra tivi è lunghissima. Ed è capitanata pentito del braccio teso in campo,
Dino Buzzati e Piero Buscaroli. Si è dal grandissimo pugile di origini è stato amico di Paolo Signorelli,
dichiarato elettore del MSI anche il istriane Nino Benvenuti e dal mar- ideologo dell’estrema destra. Chi
musicologo Paolo Isotta. ciatore Abdon Pamich, che era nato di destra è stato, diventando anche
a Fiume. C’è poi il ciclista Fiorenzo parlamentare è sicuramente Enzo
Molti furono i pittori che si intrec- Magni, denominato «Il Leone delle Maiorca, il recordman di apnea pro-
ciarono al MSI. Giorgio De Chirico Fiandre». Mentre dal Centro Spor- tagonista di una stagione impor-
ideò i bozzetti da cui sarebbe nato tino Fiamma sono emersi campioni tante dello sport italiano e apripista
il simbolo del FUAN, il Fronte Uni- come l’olimpionica (oro nei 1.500 dell’ecologismo tricolore.
versitario d’Azione Nazionale che metri a Los Angeles 1984) Gabriella
raccoglieva gli studenti missini. Dorio o la più volte primatista mon- Giovanni Vasso
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135 STORIA IN RETE
FIAMME,
FIAMMETTE
E LUMINI
Rissosi, inquieti, polemici. Dal in poi, i quadri della Fiamma non
hanno mai smesso di litigare tra loro e dividersi, in nome di fedeltà
antiche, eresie o di progetti innovativi. Senza però mai scalfire la
fiducia dei militanti e degli elettori. Sino alla diaspora finale...
di Mario Bozzi Sentieri
L
a storia del MSI come fedeltà e gerarchia facevano sbatte la porta cercando approdi
è anche storia di nel MSI più breccia nel militan- più rivoluzionari. È il maggio 1947.
scissioni e di esodi te che nel dirigente: tanto è vero Ruinas fa uscire il periodico «Il
politici. «Uno dei che nessuna delle scissioni fu mai Pensiero Nazionale», con l’idea di
dati paradossali premiata dall’elettorato missino, il creare un ponte tra i «fascisti ros-
di questo partito quale, al di là del comportamento si» della RSI ed il Partito Comu-
– nota Giuseppe Parlato – è stato dei dirigenti, ebbe sempre chiara la nista Italiano. Qualcuno ci casca,
il fatto che, nonostante le parole linea da seguire». Sta di fatto che prendendo la tessera del partito di
d’ordine come fedeltà, disciplina, la dinamicità interna all’ambien- Togliatti e finendo triturato dalle
tradizione, obbedienza ai capi, il te missino, con una lunga scia di sue robuste fauci ideologiche. Nel
Movimento Sociale è stato uno dei esodi politici e di ricomposizioni, 1952 vengono organizzati i Gruppi
partiti più rissosi della storia ita- resta uno degli elementi essenziali di Pensiero Nazionale che parteci-
liana». Di questa rissosità politica per tentare di cogliere l’immagine pano alle elezioni amministrative
ed ideale occorre tenere conto per reale del MSI. A cominciare già in funzione anti-MSI ed anti-DC,
cogliere la volontà dell’ambiente dagli esordi del partito. ottenendo risultati insignificanti.
missino di proiettarsi, dietro la Migliore fortuna non ha il pro-
patina apparentemente nostalgica, Primo della serie dei «fascisti ros- getto di «unificazione delle forze
in una dimensione a venire, che è si» Stanis Ruinas, figura storica del autenticamente rivoluzionarie,
andata spesso ben al di là dei ri- Fascismo antiborghese e «di sini- che si rifanno alle esigenze vissute
sultati elettorali. «Probabilmente – stra», che, a pochi mesi dalla nasci- dalla Repubblica Sociale Italiana»,
spiega Parlato – le parole d’ordine ta del Movimento Sociale Italiano, lanciato, nel 1956, da «Il Pensiero
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STORIA IN RETE 136 Febbraio-Aprile 2017
Nazionale». All’iniziativa aderisco- na, con Nasser e, alla fine, perfino 1952) al Raggruppamento Sociale
no il MUI (Movimento Unitario con Gheddafi. Repubblicano. «Il nostro so-
Italiano), operante in Sicilia, Socia- cialismo nazionale – scrive
lismo Nazionale ed il gruppo poli- Dopo il III Congresso Naziona- Giorgio Pini, nel febbra-
tico di Ordine Nuovo (quello fon- le (L’Aquila, 26-28 luglio 1952), che io 1953, sul quindicinale
dato da P.F. Altomonte). L’elemento ha visto vincente l’alleanza tra De «Prima Fiamma» – non
distintivo del progetto «unitario» è Marsanich ed Almirante, escono
di essere «rivoluzionario», «contro dal MSI Giorgio Pini e Concet-
i dogmi d’ogni genere e natura e to Pettinato, esponenti del-
contro i terrorismi ideologici». An- la «Sinistra nazionale» e
che qui il flop elettorale è garantito. giornalisti di primo piano
Ruinas continua a fare uscire la rivi- durante il Fascismo, che
sta fino al 1977, trovandosi, di volta danno vita (il 31 agosto
in volta, alleato con Enrico Mattei in
lotta contro le «sette sorelle» del pe-
trolio, con la sinistra democristia-
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STORIA IN RETE 138 Febbraio-Aprile 2017
Nazionale del Lavoro (PNL), «per era stato uno dei «grandi elettori», Preziosi, Nuclei Roberto Farinacci e
riprendere – come dichiara Massi ora accusata di immobilismo, esce dissidenti del Centro Studi Ordine
– la battaglia delle origini» e non dal MSI e fonda il Movimento Na- Nuovo), che, nell’aprile 1960, danno
lasciare ai social comunisti l’ege- zionale Italiano, con l’idea di co- vita ad Avanguardia Nazionale. Ha
monia del problema sociale. Negli struire la «grande destra», insieme dichiarato Stefano Delle Chiaie, il
Orientamenti e Programma, ap-
provati dall’assemblea costitutiva «Sentivamo il peso del rituale del MSI che
del partito, il PNL «afferma che
l’ordine politico, l’ordine sociale ci appariva stantio. Fare i saluti romani, ripetere
e l’ordine economico sono aspetti slogan del Fascismo era soltanto un modo
interdipendenti di una stessa realtà
individuale e nazionale fondati sui
per rievocare il passato» ha detto Delle Chiaie
valori etici che devono presiedere
alla vita individuale ed associativa; ai monarchici. Anche qui l’elettora- fondatore di Avanguardia Naziona-
auspica una moderna strutturazio- to non sembra gradire l’iniziativa, le: «Sentivamo il peso di un rituale,
ne dello Stato che consenta al lavo- mentre i monarchici si spaccano a quello che continuava a ripetersi
ro in tutte le sue forme una parteci- metà, con Alfredo Covelli da una nelle sedi del MSI, che ci appariva
pazione organica al potere politico parte e Achille Lauro dall’altra. stantio, statico. Fare i saluti romani,
ed economico, alle categorie una ripetere slogan e frasi tipiche del Fa-
rappresentanza funzionale, ai sin- Nel 199 sono i combattenti della scismo storico era soltanto un modo
goli uguali opportunità di estrin- RSI (organizzati nella FNCRSI), a per rievocare nostalgicamente il
secazione personale, ai fini di una rompere con il MSI, nel quale rap- passato senza pensare al presente,
nuova dinamica sociale». Il partito presentano una componente molto né progettare il futuro. Nel MSI c’era
si struttura in varie federazioni e significativa, sentendo tradita la una continua polemica su quale fos-
si presenta alle elezioni politiche propria vocazione rivoluzionaria se la concezione giusta del Fascismo,
del 1958, raccogliendo però poche e sociale. Li seguono, su posizio- ma sul piano politico non esisteva
migliaia di voti e dissolvendosi su- ni nazional-rivoluzionarie, varie nessun progetto».
bito dopo. Nasce invece «a destra» schegge del movimentismo «di de-
la scissione, capitanata, nel 1957, da stra» (Gruppi d’Azione Rivoluziona- La «diaspora» missina, in parti-
Enzo Erra, che, in polemica con la ria, Gioventù Mediterranea, Avan- colare quella giovanile, si accen-
segreteria Michelini, della quale guardia Giovanile, Centro Giovanni tua nel 1968, anno spartiacque tra
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STORIA IN RETE 140 Febbraio-Aprile 2017
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Giacinto Trevisonno Giorgio Almirante Augusto De Marsanich Arturo Michelini Giorgio Almirante
(26 dicembre 1946 (15 giugno 1947 (15 gennaio 1950 (10 ottobre 1954 (29 giugno 1969
- 15 giugno 1947) - 15 gennaio 1950) - 10 ottobre 1954) - 15 giugno 1969) - 14 dicembre 1987)
di Alleanza Nazionale (28-29 gen- vamente Alleanza Nazionale su portato alla nascita del microgrup-
naio 1995) apre grandi spazi alla posizioni nazional-conservatrici. po Destra Libertaria, capitanato da
scissione, capitanata da Pino Rauti, Dopo il 1996 – è l’accusa di Storace Luciano Buonocore, poi rientrato
Giorgio Pisanò e Tomaso Staiti, nel – Alleanza Nazionale ha perso voti nel Popolo della Libertà) presenta,
nome, ancora una volta, della «con- perché ha seguito «la logica dell’ap- nel 2008, Daniela Santanchè quale
tinuità ideale». Il Movimento So- plauso da sinistra». Con il risultato candidata alla Presidenza del Con-
ciale – Fiamma Tricolore non solo di dimenticarsi della propria iden- siglio, in alternativa a Silvio Ber-
non riesce a diventare la calamita tità e della propria storia. Ricorda lusconi. La lista però ottiene il 2,4
per un nuovo radicalismo di destra, lo stesso Storace, nel libro intervista alla Camera e il 2,1 al Senato, non
ma subisce ulteriori spaccature con «Destra per sempre – Le ragioni di avendo così alcun seggio al Parla-
la fuoriuscita di Adriano Tilgher, un ribelle»: «Venne poi il Congres- mento. Nel settembre del 2008, la
che crea, nel 1997, il Fronte Sociale so di Bologna, nel 2002, che si risol- Santanchè lascia La Destra, dando
Nazionale. Il «Fronte» di Tilgher, ve in una semplice passerella. Da lì vita al Movimento per l’Italia e ri-
insieme a Forza Nuova, capitanata ebbe inizio la polemica interna. Il avvicinandosi al Popolo della Li-
da Roberto Fiore, e a Libertà d’A- 2003, poi, è l’anno delle “tesi” sul bertà, fino a ricevere l’incarico, nel
zione (miniscissione di Alleanza Fascismo “male assoluto”. Nean- marzo 2010, di sottosegretario del
Nazionale, guidata da Alessandra che il partigiano Sandro Pertini era Governo Berlusconi.
Mussolini) danno vita, tra il 2003 arrivato a sostenere tanto. Fini con
Ultimo capitolo di questa storia di
Le scissioni nel nome della «continuità ideale» scissioni e ricomposizioni è il mo-
vimento Futuro e Libertà, che na-
non hanno mai successo. Al proliferare a destra sce, di fatto, il 30 luglio 2010, dopo
delle sigle politiche corrispondono sempre il deferimento ai probiviri del PdL
di tre «fedelissimi» di Fini (Italo
risultati elettorali inversamente proporzionali Bocchino, Fabio Granata e Carmelo
Briguglio) e l’approvazione di un do-
ed il 2006, al cartello elettorale Al- quelle frasi dette a Gerusalemme cumento, redatto dall’ufficio di Pre-
ternativa Sociale, a cui aderisce, nel spaccò il nostro popolo, perdendo sidenza del Popolo della Libertà (con
2005, la Fiamma Tricolore di Luca chi dentro si sente di destra ma non 33 voti favorevoli e tre contrari), in
Romagnoli, proveniente da un ul- ha mai fatto male agli ebrei. Il suo cui viene sancita l’incompatibilità di
teriore rottura del partito rautiano. desiderio di accreditarsi provocò Gianfranco Fini con i principi fon-
Al proliferare (a destra) delle sigle e rivolte e scissioni. Fino alle ultime danti del partito e viene affermata
delle scissioni corrispondono sem- posizioni sul Corano nelle scuole, la sfiducia da parte del movimento
pre risultati elettorali inversamente come propone la Rosa nel pugno, e politico nei suoi confronti. Alla base
proporzionali. ancora l’esaltazione del politeismo della nascita del FLi sembrano esser-
o di “Bella Ciao”, dalle colonne del ci soprattutto problemi «di metodo»
Su questa linea non va meglio a “Secolo d’Italia”, il quotidiano del (la democrazia interna e la possibili-
Francesco Storace, che, nel luglio partito». Nel nome dei valori di una tà di garantire voce al dissenso inter-
2007, dà vita a La Destra, in pole- «destra autentica», il nuovo partito no) anche se i «futuristi» dichiarano
mica con Gianfranco Fini, accu- di Storace (che nel frattempo ha di rifiutare – in linea di principio –
sato di volere spostare progressi- subito una miniscissione, che ha la «retorica litania di valori», prefe-
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STORIA IN RETE 142 Febbraio-Aprile 2017
La voce
«La Destra»
esiste su Wikipedia in 13 lingue
Accuratezza
rendo un «sommovimento geologi- dinatore nazionale Roberto Menia Vetrina in nessuna lingua
co delle categorie». riceve il mandato dall’Assemblea
Gendarmi
di assumere le iniziative per aprire della Memoria
Il «Manifesto per l’Italia» presen- una fase costituente della destra ita-
tato, il 6-7 novembre 2010, a Bastia liana, ma alcuni dirigenti decidono minimo massimo
Umbra, alla prima conferenza na- di lasciare il partito: Fabio Grana-
zionale di Futuro e Libertà elenca ta aderisce alla nuova formazione
i principi a cui il nuovo partito in- ambientalista Green Italia; Carmelo avvallato da Fini, per arrivare ad un
tende richiamarsi: patriottismo, Briguglio decide di entrare in Fratel- grande ed unitario partito del cen-
efficienza dello Stato, lotta alla cor- li d’Italia; Francesco Divella fonda trodestra lascia il campo libero al
ruzione, meritocrazia, solidarietà, Puglia Protagonista; Benedetto Del- riposizionamento della rinata For-
ambientalismo. Lo strappo definiti- la Vedova e Maria Ida Germontani za Italia, del Nuovo Centrodestra,
vo con il PdL avviene il 2 dicembre contribuiscono a fondare Scelta Ci- guidato dall’ex delfino di Berlusconi
2010, allorquando FLi sottoscrive vica, Aldo Di Biagio e Mario Caruso Angelino Alfano, e di Fratelli d’I-
una mozione di sfiducia congiunta seguono Mario Mauro nei Popolari talia, partito fondato, nel dicembre
con altri partiti contro il Governo per l’Italia. Il 9 novembre 2013 Ro- 2012, da alcuni esponenti ex AN, ca-
Berlusconi, mozione che però non berto Menia, il segretario de La De- pitanati da Ignazio La Russa, Gior-
ottiene la maggioranza. Il Governo stra Francesco Storace, il segretario gia Meloni e Guido Crosetto. Nel
Berlusconi IV cade un anno dopo,
il 16 novembre 2011, a seguito delle Alle elezioni politiche del 2013 FLi presenta liste
dimissioni del presidente del Con-
siglio. Futuro e Libertà decide allo- autonome alla Camera con capolista Gianfranco
ra di appoggiare il governo tecnico Fini in tutte le circoscrizioni, mentre al Senato
presieduto dal neosenatore a vita
Mario Monti. Alle elezioni politiche
si presenta nella lista di supporto a Mario Monti
italiane del 2013 FLi presenta liste
autonome alla Camera con capo- della Fiamma Tricolore Luca Roma- settantennale itinerario della destra
lista Fini in tutte le circoscrizioni, gnoli, la presidente di Io Sud Adria- «all’italiana», un solo elemento –
mentre al Senato si presenta nella na Poli Bortone, Domenico Nania alla fine – sembra resistere: il simbo-
lista unitaria Con Monti per l’Ita- in rappresentanza dell’associazione lo originario della Fiamma tricolore,
lia, insieme all’UdC. Il partito ot- Nuova Alleanza, Oreste Tofani in unico simbolo di partito che è usci-
tiene solo lo 0,47% dei consensi su rappresentanza di Nazione Sovrana to indenne al tramonto della Prima
base nazionale, non raggiungendo e Antonio Buonfiglio in rappresen- Repubblica e alle lacerazioni della
il quorum necessario per eleggere i tanza de Il Popolo della Vita tentano Seconda, intorno al quale si è sca-
propri candidati. inutilmente di ricostituire Alleanza tenata una guerra infinita a colpi di
Nazionale. La Federazione denomi- carte bollate, di sentenze e di ricorsi,
L’8 maggio 013 l’Assemblea nazio- nata Movimento per Alleanza Na- segnando il passaggio, dopo tante
nale di FLi accetta le dimissioni di zionale ha vita brevissima. La fine, scissioni, ricomposizioni ed esodi
Gianfranco Fini dalla presidenza del nel novembre del 2013, del Popolo politici, dall’identità ideale al brand.
partito, già presentate all’indomani della Libertà, ambizioso progetto,
dell’insuccesso elettorale. Il coor- voluto, nel 2009, da Berlusconi ed Mario Bozzi Sentieri
Febbraio-Aprile 2017 |
143 STORIA IN RETE
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La vera storia dei sanba- Consigliere a Milano, parla- Un’accurata e scorrevole rico-
bilini, raccontata da uno mentare, membro della segre- struzione del dibattito cultura-
che c’era e che quindi può teria del Msi, Staiti, appartiene le e politico che caratterizzò il
Destra senza veli racconta la storia della destra in Ita-
smontare facilmente gli ste- alla generazione che ha vis- Msi degli anni ‘50 e che, sullo
lia. Gli avvenimenti sono ricostruiti in base a testimo- reotipi su quei ragazzi ribelli suto in prima linea la politica sfondo delle battaglie per Trie-
nianze dirette e documenti, svelando anche retrosce- degli anni Settanta, ricchi di italiana dagli anni ‘50 agli anni ste, portò alle prime, dolorose
na, dalla nascita del Msi nel 1946 fino alla diaspora di sogni e ideali ma assediati ‘90. Il suo diario fazioso è il rac- scissioni di un mondo dove
Fratelli d’Italia e le altre sigle del mondo post missino. da un mondo ostile o indif- conto senza sconti dell’evolu- agivano uomini come Borghe-
ferente zione/involuzione della destra se ed Evola
La cultura della destra Fascisti senza Mio padre era fascista Almirante Duce Addio
Marcello Veneziani Mussolini Pierluigi Battista Aldo Grandi Locatelli / Martini
Laterza, 2002 Giuseppe Parlato Mondadori, 2016 Sperling & Kupfer, 2014 Longanesi, 1994
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