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N° 2
Rivista a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963
w w w. f f m a g a z i n e . i t
Di: Massimo Magliocco
Pensieri d'autunno
Chi di noi in questa bollente estate appena passata non vedeva l'ora dell'arrivo dell'autunno per poter finalmente respi-
rare un po' ? Ora che le lunghe giornate di sole, calde ma sempre belle, sono state archiviate e con esse in quasi tutta
Italia anche la pesca alla trota, si apre il tempo dei bilanci e i ricordi vanno a quelle splende giornate di pesca iniziate
la mattina di buon ora al bar con gli amici bevendo un buon cappuccino fino ad arrivare a sera ritornando, con l'aiuto
di una pila elettrica stanchi ma felici, alla nostra macchina.
I bilanci possono essere negativi o positivi a seconda di come vogliamo vederli, legati quindi alla chiusura della trota
o ai bei ricordi di pesca poiché ormai passati, mentre un pò di entusiasmo ce la da l'apertura di quella che possiamo
chiamare la "nuova" stagione, cioè quella autunnale/invernale, che sta iniziando ricca di incontri alle fiere, alle gare di
costruzione e alle dimostrazioni di lancio che le scuole e i club si apprestano a programmare, o agli incontri con altri
tipi di pesci, cavedani, lucci, ecc. che riempiranno quelle poche ore di luce che la stagione fredda ci regalerà. Insomma,
questa nostra passione è proprio cambiata, non è più come tanti anni fa quando con l'arrivo dell'autunno ci si appre-
stava a riorganizzare i nostri materiali da costruzione per prepararci a costruire centinaia di artificiali aspettando la suc-
cessiva apertura, ora oltre a questo i nostri fine settimana sono quasi sempre pieni di appuntamenti che spesso ser-
vono a rivedere gli amici per passare un paio di giorni in loro compagnia.
Ma veniamo al numero 2 di FFMagazine e vediamo i nostri collaboratori che ci hanno preparato da leggere.
1) "Prima del No-Kill" è il titolo più che mai di attualità circa il ruolo che queste zone di fiume hanno assunto in
questi anni. Chi più di Luca Castellani avrebbe potuto raccontarci tutto ciò ?
2) Alberto Mondini ci riporta indietro nel tempo, il ricordo di una cattura fatta con un imitazione particolare
3) Ripartiamo con la rubrica "ENTOMOLOGIA" Curata dal Dott. Davide Bruzzese che ci porta a conoscere nei det-
tagli la Baetìs Rhodani
4) La costruzione in questo numero è curata dal "nostro" Luca Santoro che ci spiegherà i dettagli della realizza-
zione di un artificiale imitante un'effimera
5) "Zingari" è l'articolo della new entry Giorgio Grondona ci racconta una bellissima storia di pesca a mosca
6) Moreno Guelfi è invece l'autore di un interessante articolo che riguarda da vicino l'uso e le origini di alcuni
materiali da costruzione
7) Anche se il titolo riguarda un tempo che fu, "pescando nel passato" di Marco Albini, è di grande interesse per
rendere sempre fresca la nostra memoria storica di "vecchi" pescatori a mosca
9) Ed è con soddisfazione che vi presento la nuovissima rubrica "dalla parte della natura" curata indovinate da
chi ?......da uno dei più preparati conoscitori di ambiente fluviale: Marco Pippi. Questa sua collaborazione con
FFMagazine mi/ci riempie di orgoglio sia per la qualità dei suoi articoli sia per l'amicizia che mi lega a lui.
Massimo Magliocco
Sommario n° 2
SETTEMBRE OTTOBRE 2009
Zingari
di: Giorgio Grondona
Redazione e Grafica
Zagolin Stefano
Coordinatori Redazionali
Magliocco Massimo
Il Fiume Mondini Alberto
Castellani Luca
Pubblicazione Bimestrale
Registrazione Presso il Tribunale
di Modena n° 1963 del
09/07/2009
Itinerario in Austria
di: Roberto Miceli
Comunicato stampa 13° Trofeo Bisenzio
Il Prato Mosca Club Valbisenzio organizza per il giorno 6 Dicembre 2009 la 13a edizione del ``Trofeo Bisenzio``, raduno nazionale
di costruzione mosche artificiali.
Da qualche anno ormai il "Trofeo Bisenzio" non si connota più come un semplice raduno di costruzione, ma ha affiancato a questa
storica attività una serie di eventi satellite che hanno portato durante la scorsa edizione a Prato circa 4000 presenze nell'arco di un
solo giorno, tra pubblico, associazioni, espositori e ospiti.
Da ormai 3 edizioni il "Trofeo Bisenzio" vuole essere palco e vetrina del lavoro silenzioso, gratuito e appassionato delle associazioni
che operano volontariamente sul territorio per la diffusione della pesca a mosca e di una gestione ambientale corretta ed ecososte-
nibile.
Per questo motivo l'organizzazione offre a tutti i club, le associazioni, le scuole, uno stand gratuito in cui potrà essere pubblicizzata
qualsiasi attività a carattere non commerciale e volontaria: corsi di pesca e costruzione artificiali, gestione di ecosistemi fluviali, poli-
tiche della pesca, attività educative ambientali ecc..
Per quanto concerne le attività commerciali, ogni sponsor avrà la possibilità di disporre di uno stand in cui potranno essere esposti
e venduti al pubblico i proprio prodotti.
Ci piace ricordare che la scorsa edizione ha ottenuto un successo oltre ogni aspettativa, con più di 60 stand fra espositori ed asso-
ciazioni, oltre 60 costruttori (tra partecipanti al raduno ed ospiti) e una numerosa presenza di visitatori durante tutto l'arco della
giornata.
Anche quest'anno la manifestazione si svolgerà presso il PalaConsiag, la principale struttura polifunzionale della provincia che rende
possibile un allestimento fieristico professionale e che consente il concentramento di tutte le attività, pranzo compreso, all'interno
del plesso.
All'esterno sarà predisposta un'apposita zona lancio (vasca ed aree recintate) ove saranno effettuate dimostrazioni da parte delle
scuole di lancio nonché le prove di nuovi materiali ed attrezzature da parte delle ditte produttrici.
Questi gli eventi più importanti che contraddistingueranno la giornata:
- in collaborazione con UNPeM, CTPM, Pipam, Legambiente ed il canale tematico Caccia e Pesca, verranno assegnati i riconoscimen-
ti agli enti gestori di Aree a Regolamento Specifico che si sono distinte per l'ecosostenibilità e salvaguardia dell'ambiente dei corsi
d'acqua in cui operano
- in collaborazione con il portale Pipam verranno premiati i vincitori del concorso 'Click of the year 2009', i cui migliori scatti saran-
no esposti in una mostra fotografica allestita per l'occasione, con la possibilità per il pubblico della manifestazione di votarli per uno
speciale riconoscimento.
In collaborazione con il Museo di Scienze Naturali di Bergamo e l'Università di Perugia verranno proposti, in un incontro con gli inte-
ressati (che si svolgerà in apposito spazio conferenze) studi e sistemi di cattura degli insetti fluviali ed in particolare dei tricotteri a
cura del dott. Marco Valle e verrà premiato il tricottero (Philopotamus montanus) più somigliante al reale in ricordo del compianto
tricotterologo di fama mondiale Prof. Giampaolo Moretti.
Da sottolineare la presenza, durante tutta la manifestazione, del canale tematico SKY Caccia e Pesca, che registrerà nell`occasione
alcune puntate del programma "Passione Artificiale".
Durante tutta la manifestazione, che si svolgerà dalle ore 8,30 alle ore 19 (la premiazione sarà effettuata tuttavia nel primo pome-
riggio per consentire ad i partecipanti che arrivano da più lontano un agevole viaggio di ritorno), le ditte più importanti del settore
esporranno la loro merce e le loro novità nei propri stand. Non si tratterà solo di far vetrina poiché sarà consentita la vendita di arti-
coli da pesca e ciò connoterà il "Trofeo Bisenzio`` come una importante "mostra-mercato".
Entrando nel dettaglio del raduno di costruzione, i concorrenti, ricorrendo il 20ennale della nascita del Prato Mosca Club, dovranno
cimentarsi nell'imitazione degli insetti proposti nella prima storica edizione del Trofeo:
. Effimera: Ephemera danica - subimago femmina
. Tricottero: Philopotamus montanus - adulto
. Terrestrial: Calliptamus italicus - adulto
Il punteggio sarà così attribuito:
. 1-20 sulla verosimiglianza con l'insetto reale
. 1-20 sull'efficacia in pesca
. 1-60 giudizio bonus, ove le caratteristiche dell'artificiale (efficacia in pesca, somiglianza al reale, manualità di costruzione,ecc.) ver-
ranno valutate nel suo insieme.
Oltre alla classifica per il ``Trofeo Bisenzio`` saranno assegnati i seguenti premi speciali:
Per la migliore effimera - Premio "Memorial Benuccio Benucci"
. Per il miglior tricottero - Premio "Memorial Prof. Giampaolo Moretti"
Le mosche indicate dovranno essere costruite in via esclusiva con il materiale in busta (il cui contenuto rimarrà segreto sino all'aper-
tura) fornito dall'organizzazione. Il concorrente potrà quindi portare con sé oltre l'attrezzatura necessaria soltanto i fili di montaggio
(no tinsel), i collanti (solo per rifiniture e cementature), gli ami ed i pennarelli.
Per una migliore comprensione dell`evento, per richiedere uno spazio quale associazione, sponsor o per l'iscrizione al raduno di
costruzione, nonché per altri particolari vi invitiamo a visitare nei prossimi giorni il sito internet dedicato, in costante e continuo
aggiornamento:
http://trofeobisenzio.pratomoscaclub.it
Per il Prato Mosca Club Valbisenzio
il Presidente
Ivano Mongatti
LINGUE LUNGHE SUL MASCALZONE…. SECONDO LILLO E LALLO
Lungo la strada Lillo e Lallo si incontrano per caso…
….E' facile dirsi pescatori a mosca al giorno d'oggi….magari quello pesca da poco e si sente chissà chi…
No Lallo, non lo conosco ma alla fine sarà uno di quelli che parla e poi parla e poi parla….
….Due caffè per favore. Senti Lillo, vorrei andare a pesca sul Mascalzone ma non ci sono mai andato, com'è visto che tu sei un
suo assiduo frequentatore ?
Vai allo "spianato delle maghe" e ti troverai benissimo ma stai attento che li trovi dei frequentatori del fiume con la lingua lunga.
Cioè ?
Cioè parlano e sparlano di coloro i quali gli hanno messo la canna in mano.
….azz… questo è veramente grave !!!! Spiegami per favore che sono curioso
Sai, ho conosciuto un tizio che da bimbo per camminare faceva i primi piccoli tentennanti passi, cadeva, si rialzava, ricadeva, ma in quella fase
c'era sempre un adulto che lo accompagnava e lo aiutava. Poi un bel giorno credendo di essere diventato adulto provò il grande salto ma si rese
conto che ancora non sapeva camminare bene tant'è che doveva necessariamente aggrapparsi a qualcuno.
Dico che mentre ancora non camminava affatto bene, cercava la "sponda" per sostenersi ma il problema non è questo.
Senti Lillo, non farla lunga e cerca di spiegarmi quello che vuoi dire.
E allora dico che questo tizio mentre tenta di camminare, ma in effetti barcolla a destra e a sinistra, quando sta sul Mascalzone e in particolare
allo spianato delle maghe, dice che gli adulti che lo hanno spessissimo "raccolto quando cadeva in terra" sono degli incompetenti della deambula-
zione che sono anche degli ignoranti della corsa e che da loro non ha imparato nulla. Roba da matti non trovi ?
Senti Lillo, è venerdì sera e ho una settimana di lavoro massacrante sulle spalle e non intendo farmi venire il mal di testa. Potrei
forse accontentarti dicendo che prima di parlare di un adulto che ti ha "raccolto per la strada" dovresti sciacquarti la bocca con
qualcosa di sgrassante e disinfettante e che inoltre dovresti cercare di riappropriarti della tua modestia, che è poi il tuo mondo,
ben sapendo che puoi sbatterti quanto vuoi ma sempre uno che barcolla resti, tra l'altro anche maldestramente, e che non impa-
rerai mai e dico mai a camminare ?
E che ci voleva a dirlo ? Vedi che sono bravo ? Però facciamo così, non perdiamo tempo con quelli che non sanno camminare, ma
cerchiamo di ottimizzare il nostro tempo che è molto ma molto importante, e parlare di chi almeno deambula decentemente !!!!
Sei con me?
Certo che devi andare ma….portati un paio di tappi per le orecchie che li allo spianato delle maghe parlano e straparlano.
Scusa Lillo, ma che importanza puoi dare a chi non conta nulla ?
Sei sempre un grande Lallo e fammi sapere delle trote del Mascalzone.
Di Wing
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Dal: Direttore
SCUSATE IL RITARDO
Di Franco Baroni
Franco Baroni
Il 27 settembre 2009 a Vallo di Nera (PG) si è
costituito il comitato Pro Fluvio Umbria, è pro-
mosso da pescatori, gente a cui sta a cuore la
salute delle acque intorno casa, l'ecosistema in
cui vive e che crede che sia possibile usufruire
delle acque in maniera da non deturparle. Un
fiume è una fonte di vita, per le popolazioni, la
natura, la fauna, un fiume rovinato, sfruttato,
abusato, è una parte di vita che ci lascia. I fon-
datori ritengono che non si faccia abbastanza
per la tutela delle nostre acque interne, tante
chiacchiere e pochi fatti e che i pescatori non
siano rappresentati in maniera sufficiente a far
sentire la propria voce e volontà. In sostanza, si
è deciso di passare dalle parole alle azioni, costi-
tuirsi, diventare numericamente importanti in
modo da incidere nelle decisioni politiche che
gestiscono le acque della nostra regione e
cominciare a lavorare fattivamente per la tutela
dell'ecosistema acquatico. Inoltre, gli enti locali
riconoscono come interlocutori solo realtà rego-
larmente organizzate e costituite, meglio ancora
se rappresentanti un numero cospicuo di iscritti.
Il Comitato è solo il primo passo verso un nuovo
modo di riunire i pescatori ed è nato perché
abbiamo ravvisato l'esigenza di fondere le volon-
tà di tanti singoli e associazioni che non si iden-
tificano nelle realtà esistenti e non hanno modo
di far contare la propria voce, cercando di dargli
un'organizzazione che possa essere efficiente,
produttiva e snella. A questo scopo abbiamo
pensato a due nuove organizzazioni, una per
lavorare sul territorio, a scontrarsi con i problemi di tutti i giorni, a vigilare sullo stato delle acque, a combattere contro la miopia dei politici e l'al-
tra in grado di fornire a questi volontari gli strumenti idonei a combattere le battaglie che sostengono giorno per giorno. Tutto si basa sul presup-
posto che ci sia chi si voglia impegnare attivamente e non solo a parole, per tutelare le acque interne italiane. Tenendo per buoni questi assunti,
abbiamo cominciato il cammino di creazione di "Pro Fluvio" che riunirà 20 associazioni regionali, indipendenti ma interagenti tra di loro (avremo,
quindi, Pro Fluvio Umbria, Pro Fluvio Lombardia e così via..) e le metterà in grado di organizzarsi, comunicare, agire in maniera efficiente. Pro Fluvio
metterà a disposizione, ai vari gruppi regionali che si impegneranno a costituirsi per la tutela delle proprie acque, un sito internet, mailing list, grup-
pi di discussione, forum, chat, sottoscrizioni, ovvero strumenti mediatici di comunicazione e inoltre bozze di atto costitutivo, statuto, manifesto di
principi, bozza di struttura organizzativa, insomma quello che serve come organizzazione, ovviamente a costo zero. In questo modo, chi ha voglia
di lavorare e passare dalle parole ai fatti ma non sa come fare, ne ha la possibilità. Crediamo sia superfluo spiegare come l'organizzazione di real-
tà con gli stessi fini, collegate tra loro, possano ottenere molto di più che se siano disperse in mille rivoli separati. In sostanza, non andiamo a com-
battere le battaglie al posto di chi ne ha titolo e volontà e neanche vogliamo imporre la nostra idea a chicchessìa, offriamo solo la struttura orga-
nizzativa per rendere quelle volontà, efficienti. Da cosa nasce cosa. Il secondo progetto è similare negli intenti ma diverso nei modi, si chiama "Pro
Acque", anche questo si prefigge lo scopo di tutelare le acque interne, sulla falsariga di Trout Unlimited (www.tu.org, con la quale condividiamo la
mission) e fornirà voce, supporto mediatico, legale e scientifico alle realtà locali, Pro Fluvio in primis ma anche a tutte quelle sparse nel territorio
italiano, comitati, associazioni e singoli, che si batteranno per difendere le acque italiane. Creeremo una mappa delle acque, fiumi, torrenti e laghi
e dei volontari che si incaricheranno di monitorarle, formando una rete capillare che andrà aldilà dei limiti amministrativi ma ragionerà in termini di
bacini e di sistema acquatico. Inoltre, Pro Acque si farà carico di proporre progetti di sostenibilità ambientale e di usufruizione compatibile del ter-
ritorio. Pesca responsabile, tutela delle acque, usufruizione sostenibile, ripristino dove possibile, questi sono i temi che si andranno a sviluppare, c'è
bisogno dell'aiuto di tutti, abbiamo la possibilità di passare dalle parole ai fatti, facciamolo. I punti cardine di Pro Fluvio sono:
1) Portare avanti la salvaguardia e la valorizzazione della risorsa "acqua" attraverso la condivisione di una fruizione eco- compatibile del fiume anche
con altri soggetti, ma mai in danno dell'ambiente o al di fuori di leggi e regolamenti;
2) Favorire la preservazione delle popolazioni faunistiche e degli habitat naturali e dell'intera biocenosi acquatica, in particolare nelle zone di inte-
resse speciali (SIC e ZPS), attraverso l'individuazione di forme, mezzi e tecniche che abbiano, con lo specifico ecosistema acquatico, una sosteni-
bilità comprovata da sperimentazioni di riferimento o da studi scientifici di settore;
3) Creare un interlocutore evoluto non solo per istituzioni e mondo politico, ma anche per l'associazionismo sportivo e il mondo ambientalista per
concertare ipotesi di gestione finalizzate non solo alla sal-
vaguardia, ma anche allo sviluppo economico attraver-
so l'indotto turistico per i territori interessati.
4) Promuovere la diffusione e sensibilizzazione del prin-
cipio d'uso sostenibile e compatibile del patrimonio
naturale attraverso percorsi e iniziative mirate di educa-
zione ambientale, in particolare per quanto concerne la
pesca sportiva. Se si vuole aderire al comitato Pro
Fluvio Umbria ed ai suoi scopi, per sostenere le batta-
glie che si andranno a sostenere, su www.profluvio.it,
pagina Sottoscrizioni si trovano tutte le indicazioni
necessarie, più iscritti, più risultati. Sullo stesso sito si
trovano il manifesto, l'Atto Costitutivo e tutti gli aggior-
namenti mano a mano che ci saranno sviluppi.
Pro Fluvio è presente anche su Twitter e Facebook. Pro
Fluvio e Pro Acque sono il mezzo per passare dalle
parole ai fatti, insieme si può.
Adesso.
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d L
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m
ir - K
P O
N
di: Luca Castellani
E’ un momento pieno di polemiche
dove ci sono diversi personaggi più o
meno titolati che "sputano" sulle
gestioni dei no-kill dove, anche se
sono stato coinvolto personalmente,
attribuendomi comportamenti diffe-
renti da quello che in realtà mi adope-
ro a fare, non voglio rispondere qui, ci
sono altre sedi più adatte. Magari che
sono pure in grado di trovarti delle
risorse per farti fare qualche viaggetto
di pesca spesato in qualche posto eso-
tico che oggi non potrei permettermi.
Questi signori predicano bene e razzo-
lano male, criticano la qualità dei
nostri no-kill poi se ne vanno a pesca-
re in Austria o Slovenia mi sembrano
dei personaggi che vorrebbero, in
poche parole:< che le donne fossero
tutte di facili costumi, a prestazione
gratuita, ma non quelle di casa
nostra>. Con non poco malcelato Sopra: trota nata nel tevere senza TWT non sarebbe mai nata
egoismo si potrebbe essere pure d'ac- Sotto: famigliola americana a pesca sul TEWT
cordo, sulle donne ovviamente, ma
saremmo fuori da ogni logica e oggettività . Siamo
lontano dalla realtà e dalla epoca contemporanea,
e noi non dobbiamo dimenticare che ci presentia-
mo come i figli del nostro tempo. Un poco di one-
stà intellettuale non guasterebbe. Qui finisco; ma
se i no-kill sono forse l'uno per cento o forse meno
delle nostre acque, perché questo accanimento
contro queste aree? Dovrebbero essere contenti
di avere più del novantanove per cento di acque
libere senza pam tra le scatole? Gratuite! Allora
cosa non capisco? Non mi importa di saperlo.
Nel magazine che mi ospita mi piacerebbe torna-
re indietro nel tempo. Descrivere gl'anni ottanta
nella pesca a mosca e fare un "amarcord" di quel-
lo che avveniva in quei tempi sulle acque che ancora oggi frequentiamo e alcune purtroppo non più per molteplici
motivi. Ad inizio degl'anni ottanta era difficile trovare materiale per la pesca a mosca. Se non abitavi in una grande
città avevi difficoltà a trovare penne e piume appena ti distaccavi dalla gallina o dal fagiano. Delle pubblicazioni c'era
quasi niente che ti aiutasse veramente a fare un salto di qualità, fino a quando uscirono i libri di Pragliola, sulla pesca
e Lumini sulla costruzione delle mosche artificiali. Per qualche anno questi due manuali hanno avuto dimora sul
comodino a lato del mio letto al posto della bibbia. Poi via via De Rosa, Tosi e altri hanno contribuito alla diffusio-
ne di questa "arte" fino poi arrivare a Massimo Magliocco che dopo la carta ha sviluppato la materia con l'uso della
tecnologia. Questa rivista on line ne è la riprova. Ad inizio degl'anni ottanta quando incontravi un pescatore a mosca
Quante favole che hanno stimolato la nostra fantasia di bambini iniziavano con questa frase? Molte,quasi
tutte! Il trascorrere del tempo fa si che i bimbi crescano e divengano adulti e lo stesso succede alle favole
che col passare del tempo lasciano il posto alle leggende; ma se é vero che le favole colgono l'interesse dei
più piccoli è altrettanto vero che spesso gli adulti sfruttano le leggende per cogliere i propri interessi. Nel
caso specifico della pesca a mosca mi pare proprio che sia andata così: C'era una volta,circa quarantacin-
que anni fa, un bambino che,se aveva"fatto il bravo"a scuola,il sabato pomeriggio poteva seguire un amico
del padre che era solito pescare barbi e cavedani nel fiume che scorreva placido poco distante dalle loro
case. Fu così che dopo poche uscite l'appuntamento col fiume divenne un momento di svago importante e
le prime esperienze di pesca con gli attrezzi prestati dall'amico del babbo, seppur maldestre, diedero la gioia
di qualche minuscola cattura al pic-
colo pescatore. Passarono i mesi,
la primavera lasciò il posto all'esta-
te, e lungo la sponda del fiume le
piante di sambuco portarono i loro
frutti a maturazione così il pescato-
re insegnò all'allievo che con quel-
le piccole bacche nere si catturava-
no pesci di taglia interessante, di
solito cavedani,più raramente barbi
e lasche. Ma i pesci che finivano
nel cestino davano più gioia
all'adulto che al piccolo il quale,con
la curiosità dell'infanzia,dava più
ascolto ai suoni del fiume che alla
voce del suo "maestro" prodigo di
consigli e insegnamenti e dotato di
una pazienza da guinnes dei prima-
ti...[il primato non venne registrato
perchè all'epoca dei fatti questo
tipo di classifica non era conosciu-
to nelle botteghe di pesca dove i
nonni di quelli che oggi sanno tutto
e scrivono su tutti i forum sapeva-
no già quasi tutto ma si rammarica-
vano di poterlo dire solo a pochi
perchè internet non c'era ancora]
...ah già, il bambino ascoltava i
suoni del fiume e siccome stava
affrontando il tirocinio per diventa-
re pescatore, alcuni lo interessava-
no più di altri e indicando il termi-
ne suono una percezione piacevole
[altrimenti sarebbe rumore] un
insieme di suoni non può che origi-
nare musica! Per l'udito di quel
bambino la musica aveva inizio
verso sera,quando le ombre dei
cespugli e degli alberi che ornava-
no le sponde del fiume si allunga-
vano sull'acqua;era allora che quel
tratto in fondo alla spianata dove la
profondità era inferiore e la corren-
te quasi inesistente,dove quando il
sole era alto e la luce più intensa la
superficie rimaneva immobile,si
cominciavano a vedere i primi
segni di vita,piccoli cerchiolini sul-
l'acqua che poi con l'avanzare della
sera divenivano sempre più eviden-
ti e accompagnati da tonfi la cui
intensità dipendeva dalla mole dei
pesci che l'avevano prodotti. Quelli
erano i pesci che avrebbe voluto
catturare,ma come? La risposta la
diede uno zingarello che con la sua
famiglia si era accampato lungo il
fiume,in una radura ombreggiata e
con un ricco manto erboso che
costituiva l'alimento sicuro per il
loro bene più importante:il cavallo!
Già perchè mezzo secolo fa gli zin-
gari si spostavano su carri del tutto
simili a quelli dei coloni del west
trainati appunto dai cavalli altro
che i loro discendenti attuali che
viaggiano su potenti auto e vivono
su roulotte enormi...
Tornando al giovane zingaro,questi
si presentò loro una sera chieden-
do garbatamente se i due gli pote-
vano regalare un pezzo di lenza e
un amo,non troppo "piccolo" ma
nemmeno troppo"grande" e quando il pescatore gli chiese di quanta lenza avesse bisogno rispose di atten-
derlo qualche minuto che sarebbe andato a prendere la canna e scomparve tra i cespugli per sbucarne di li
a poco con in mano un sottile bastone,che poteva essere di nocciolo a cui era stata tolta la sottile
corteccia,lungo non più di tre metri. Oltre al ragazzo questa volta arrivò sul fiume anche il suo papà un uomo
alto e robusto dalla pelle abbronzata e dai capelli folti e forse ancora più neri di quelli del figlio.L'uomo esor-
dì scusandosi se lui stesso non era in grado di provvedere la lenza al suo rampollo ma dovendo quasi sem-
pre spostarsi su strade secondarie per non essere d'intralcio al traffico col suo lento mezzo di trasporto,da
tempo non gli capitava di passare vicino ad una bottega di pesca. Accettate le scuse,il pescatore aprì la sua
borsa da pesca e porse ai due zingari alcuni ami di numero e foggia differente e una bobina di filo che secon-
do lui poteva andare bene,porse loro anche la scatola dei galleggianti e dei pallini di piombo ma questi li
rifiutarono dicendo che nel modo in cui intendevano pescare non servivano! Una volta prelevato dalla bobi-
na uno spezzone di filo lungo circa una volta e mezza la"canna", lo zingarello ne legò una estremità alla
punta del rudimentale attrezzo e all'altra legò l'amo, quando ebbe terminato l'operazione fece una cosa che
sorprese il pescatore e l'allievo: si strappò un capello dalla folta chioma che gli ornava il viso dall'aspetto
vivace e cominciò ad avvolgerlo intorno al gambo dell'amo mentre il suo papà cercò di spiegare che stava
costruendo una mosca ma non era sicuro che le sue parole fossero udite dai due spettatori concentrati
com'erano su ciò che suo figlio stava facendo. Forse in un odierno concorso di costruzione, il piccolo batuf-
folo che scaturì dalle mani dello zingarello non verrebbe neppure degnato d'uno sguardo ma i pesci, quella
sera, ne risultarono piuttosto interessati tanto che in poco tempo la cena per la famigliola di nomadi fu assi-
curata dalla cattura di alcuni bei cavedani. Per un bambino di sette anni o giù di lì vedere un suo quasi coe-
taneo nel mezzo di una spianata coi pantaloni arrotolati,i piedi nudi nell'acqua fresca, fresca come la brez-
za leggera che increspava appena la superficie dove con gesti di una armoniosità quasi elegante faceva
cadere il piccolo batuffolo scuro fatto con le proprie mani ed ingannare quei pesci veri di allora fu come esse-
re immerso nella più incantevole
delle fiabe. Sono un uomo fortuna-
to, questa favola non me l'ha mai
raccontata nessuno perchè il desti-
no ha voluto che la vivessi perso-
da: WEB nalmente, ma se da una parte il
destino offre opportunità capita
che a volte faccia qualche scherzo
e nel mio caso, alleandosi con
Madre Natura , ha voluto farmi di
dono di una grettezza fuori dal
comune e lo stesso dono ha voluto
farlo alla maggior parte dei pesca-
tori con la mosca che a causa di ciò
sono ostaggi, più o meno inconsa-
pevoli, di una odiosa leggenda, ma
ne parliamo la prossima volta...
STEALTH
PESCANDO
NEL
PASSATO
Quando la tecnica ci
aiuta………………………
"La nebbia agli irti colli piovigginan-
do……………………" l'immagine che si
presenta è questa, uscito di casa
dopo una notte di burrasca, l'aria è
tersa in questa mattina di Luglio, le
nuvole si arrampicano veloci sui pen-
dii della Fontanabuona come se
facessero una gara a chi arriva in
cima per prima, qua e la piccoli rami
spezzati dal vento l'odore forte del-
l'erba appena tagliata e le due gatte
che mi ronfano tra le gambe perché
vogliono che dia loro le crocchette,
eccoci qui, pronti per una nuova usci-
ta ma questa volta non si parlerà di
itinerari, insieme ad Alberto e Franco
proveremo a dimostrare che con l'au-
silio della moderna tecnica di lancio
anche una vecchia Hardy Fibelite 7,2
" per la 4 può egregiamente dire
ancora la sua.
L'appuntamento è con loro alle 08.00
sulla piazza di Ottone io con Carletto
mi devo vedere prima, in procinto
di uscire squilla il cellulare" Nan c'è
stato uno smottamento sulla
strada di Bavari e non mi hanno
avvertito" come se l'ANAS dovesse
provvedere ad avvertire tutti………
vabbbbbhe direbbero i miei colleghi
romani, vorrà dire che mi muoverò da
solo.
La strada ancora bagnata si inerpica
sinuosa verso la Scoffera, una volta
superato il passo si svolta per
Torriglia e poi giù per la "45" con i
Doobie Brothers che mi accompagna-
no guardo il fondo valle verso Gorreto
e attraverso le nuvole sembra far
capolino un timido sole, il Trebbia non
ha prestato orecchio al temporale
notturno, i livelli si mantengono bassi
e lui pigramente scorre quasi consa-
pevole del caldo che poi verrà.
La piazza di Ottone è ancora assopita
quando arrivo, lo sferragliare di una
saracinesca mi avverte che sono le
08.00 puntualmente ribadite dai rin-
tocchi del campanile, il tempo di chiu-
dere la macchina e loro puntualissimi
arrivano, insieme si è aggregato
Mattia che fresco di corso vuole
cimentarsi a pescare nello "stretto", il
tempo di prenderci un caffè e si ripar-
te meta il Torrente Boreca affluente di
sinistra del Trebbia.
Il torrente Boreca nasce sulle pendici
nord del Monte Antola, sulla stessa
dorsale dove, sul versante sud nasce
il Trebbia il tratto in cui pescheremo è
quello sotto il Paese di Zerba.
La vecchia Hardy esce dalla custodia azzurra scura, senza mostrare la benché minima invidia al cospetto delle più gio-
vani canne in carbonio, l'accompagna un Lightweight montato con una coda 2, a guardarla così panciuta con le sue
spiraline legate in rosso e quel suo tipico manico, fa quasi tenerezza, una volta montata, si avverte che abbiamo a che
fare con una vecchia signora che pretende solo di esser ascoltata.
L'accorgimento necessario per poter sfruttare una canna come questa è quello di "stirarla" ovvero riuscire a lanciare
cercando di svilire la rotazione del polso a discapito di un più accentuato trascinamento del braccio, ovvero nel lancio
indietro andremo ad ascoltare il peso della coda contrariamente a quello che accade con la moderna tecnica di lancio
ma nel trascinamento in avanti il nostro polso asseconderà solo l'inversione di vetta mentre il braccio accompagnerà il
trascinamento quasi a canna "spianata". Ed eccoci sul greto del torrente, sin dai primi volteggi ci si rende conto che la
fibra di vetro con cui è stata costruita negli anni 60 non è certo il carbonio, d'altronde allora i materiali a disposizione
erano quelli e il modo in cui si lanciava era lasciato all'interpretazione personale, bei tempi, si respirava la voglia di
apprendere e di confrontarsi la pesca era una fucina di idee mancavano i materiali ma non la fantasia, ma soprattutto
le acque erano popolate da pesci che
oggi sono solo ricordi, ma senza farsi
prendere da aspetti nostalgici, provia-
mo ora a catturare qualche trotella
per vedere come si comporta in
pesca.
Un fondo buca infrascato sembra
essere il posto ideale per una trota in
caccia, le fronde del salice strappano
l'acqua e l'ombra del sottoriva ci indi-
ca il suo territorio, mi abbasso a gat-
toni per non farmi scorgere, un vol-
teggio e il "sovrapposto" entra morbi-
do, accompagnato per potersi legger-
mente raggruppare, Lei senza esitare
sale decisa, un trotella del posto dalla
livrea bellissima.
Situazioni come questa possono
essere gestite, anche con attrezzatu-
re "datate", anzi la fibra di vetro pro-
prio perché meno reattiva, riesce a
enfatizzare quei lanci in cui serve una
cinetica negativa, ovvero senza far
passare la mosca in testa, per cui in adeguarsi alle azioni, situazione tipica
tutti quelle situazioni dove dobbiamo ad esempio durante i corsi quando gli
raggruppare, curvare, o addirittura sal- allievi utilizzano le proprie canne e
tare… Poco più avanti Alberto sta noi istruttori le loro…
testando una vecchia Silstar con il vet- Quando si sta bene il tempo passa
tino riportato pieno, con su montata veloce e la mattinata giunge al termi-
una coda in seta dell n°1 by Terenzio, ne, ci aspetta la Rocca dei Corvi con
vederlo pescare è un piacere, se pur la i suoi taglierini al sugo di funghi,
canna sia un'ibrido non ha nessuna Franco ed Alberto a dar consigli a
problema a gestirla, la coda in seta dell Mattia che ascolta con interesse,
n°1 è invisibile e le pose sono delica- ripensando alle mosche lasciate sui
tissime, anche in questo caso la sensi- rami, un sigaro cubano "Romeo y
bilità del pescatore risulta essere fon- Julieta" non potrà certo essergli di
damentale per poter ascoltare un peso consolazione ma glielo regalo volen-
così ridotto, ma in termini di presenta- tieri, chissà se fumandolo ricorderà
zione risulta essere micidiale. Avere la questa uscita di pesca e tutti i consi-
tecnica dalla propria non significa solo gli che gli sono stati dati, d'altronde è
saper effettuare determinati lanci ma giovane e a tempo per migliorare.
soprattutto saper riconoscere, per cui
Remember
MATERIALI
L’uovo di Colombo
Note sui pesi specifici dei materiali da costruzione e sul
loro impiego nelle tecniche costruttive degli artificiali
D
opo il suo ritorno dalle Americhe,
Colombo fu invitato ad una cena in suo
onore. Alcuni gentiluomini spagnoli
cercarono di sminuire la sua impresa
dicendo che la scoperta del nuovo
mondo non fosse stata poi così diffici-
le, e che chiunque avrebbe potuto riu-
scirci. Udito questo, Colombo sfidò i
commensali ad un'impresa altrettanto
facile: far stare un uovo dritto sul tavo-
lo. Vennero fatti numerosi tentativi,
ma nessuno riuscì a realizzare quanto
richiesto. Convinti finalmente che si
trattasse di un problema insolubile, i
presenti pregarono Colombo stesso di
cimentarsi nell'impresa. Questi si limi-
tò a praticare una lieve ammaccatura
all'estremità dell'uovo, picchiandolo
leggermente contro il tavolo dalla
parte più larga, e l'uovo rimase dritto.
Un uovo di Colombo è un qualcosa che
è sotto gli occhi di tutti ma che noi non
vediamo finchè qualcuno non ce ne
mostra l'evidenza del fatto.
Uno degli aspetti meno indagati sui
materiali da costruzione, ma scientifi-
camente più interessanti è lo studio
dei pesi specifici dei vari materiali nel-
l'imitazione di insetti alati (dry) o affondanti (wet). E' evidente infatti che l'artificiale che è destinato a lavorare sul pelo
dell'acqua dovrà avere, nel suo insieme un peso minore di quello dell'elemento sul quale è destinato a galleggiare;
viceversa per l'imitazione sommersa nella quale, spesso, si ricerca la velocità di affondamento.
Il parametro che definisce la capacità prima vista è il peso specifico relativo, cioè il rapporto tra il peso di un corpo (la
mosca) e quello di un uguale volume di acqua alla temperatura convenzionale di 4°C, è evidente che un peso specifi-
co relativo inferiore ad uno, indicherà un materiale più leggero dell'acqua e perciò in grado di galleggiare; all'opposto
un materiale con peso specifico superiore ad uno. Fin qui la teoria, nella pratica, il peso specifico dei materiali da
costruzione è, limitatamente ad alcuni, facilmente determinabile. Molto più complessa è la determinazione del peso
specifico dell'artificiale nel suo complesso, influenzato chiaramente dai pesi specifici dei materiali di cui è costruito.
Dovendo costruire ninfe affondanti con una silhouette molto leggera il tungsteno sarà quello che ci consentirà di appe-
santire maggiormente, per contro il rame sarà quello che ci obbligherà ad applicare molto materiale per ottenere una
peso sufficiente; tuttavia esaminando il rapporto tra peso specifico e costo di acquisto noteremo che il tungsteno (di
Materiali Metallici Peso Specifico
costo molto elevato) sarà il meno con-
veniente, per contro il rame (di peso
specifico vicino al piombo e reperibile Acciaio 7,85
a costo zero) sarà quello che presenta
il più favorevole rapporto prezzo/peso. Bronzo 8,9
Per i motivi prima visti sembrerebbero
da scartare stagno e zinco, facilmente
reperibili sul mercato ma di peso spe- Piombo 11,3
cifico inferiore.
Altra considerazione tecnica è quella Rame 8,9
relativa all'accoppiata acciaio-bronzo
con la quale sono costruiti gli ami
Tungsteno 19
comunemente usati; per quanto
riguarda le imitazioni sommerse l'uso
di ami di forgiatura robusta sembre- Stagno 7,3
rebbe consigliabile, non solo per la loro
maggiore robustezza ma perché con- Zinco 7,1
sentono di appesantire l'artificiale, il
peso specifico di questi materiali è
infatti analogo a quello del rame. Per le Ottone 8,4
mosche secche, al contrario il peso del-
l'amo risulterebbe determinante ai fini
di un buon galleggiamento, in tal caso sarà necessario impiegare ami fini, compensando l'elevato peso dell'acciaio con
la leggerezza dei materiali di copertura.
Nella realizzazione di artificiali galleggianti, sempre per gli stessi motivi sarà da preferire il tinsel in ottone rispetto a
quello in rame, a parità di diametro.
Altre interessanti informazioni sui pesi specifici sono quelle desumibili dall'analisi dei prodotti utilizzati per ingrassare le
mosche; è noto infatti che il prodotto impiegato per l'ingrassaggio deve possedere due funzioni:
-impedire all'acqua di bagnare il leggero materiale di cui è costituita la mosca secca -consentire alla stessa mosca di
galleggiare. Due materiali di costo bassissimo e facilmente reperibili quali il grasso di paraffina ed il normale grasso
lubrificante trasparente hanno un peso specifico rispettivamente pari a 0,9 e 0,92, al contempo possiedono la richie-
sta capacità di impedire la bagnatura delle hackless e del materiale di cui sono costruite le mosche secche; per questi
motivi potranno essere facilmente uti-
lizzati come alternativa "povera" ai
materiali da ingrassaggio comunemen-
te in vendita. Contrariamente a quan-
to affermato da molti pescatori la
quantità di tali materiali distribuita
sulla mosca non influenza il galleggia-
mento della stessa avendo questi un
peso inferiore a quello dell'acqua stes- DRY WET
sa, una eccessiva quantità potrebbe
tuttavia conferire una certa rigidità alle
barbule ed ai peli utilizzati per la
costruzione. Un argomento molto inte-
ressante, ma scientificamente molto
complesso è quello relativo ai materia-
li sintetici e naturali che possono esse-
re usati per la costruzione degli artifi-
ciali, dei loro pesi specifici e delle loro
caratteristiche,tendenza al cambia-
mento di colore in acqua o scarso
cambiamento di colore in acqua.
La tendenza a trasportare l'umidità è
un fattore estremamente importante nella costruzione di artificiali dry; più elevata è la capacità di trasportare l'umidi-
tà e prima si asciugherà la nostra mosca una volta sollevata dall'acqua.
Il prevalente interesse di noi pescatori si rivolge alle fibre Polimeriche: una fibra è un polimero le cui catene sono com-
pletamente allungate ed allineate una vicina all'altra. I polimeri disposti in fibre possono essere filati ed usati come
filo di montaggio oppure utlizzati allo stato grezzo come fibre per montare corpi, teste e toraci.
Rimanendo nel campo delle mosche secche gli unici materiali con un peso specifica adeguato sembrerebbero essere il
polipropilene ed il polistiriolo , il polistirolo ha un uso precipuo per la costruzione dei cosiddetti "suspender", mosche
che simulano una emergente con la testa galleggiante ed il corpo immerso in acqua., il polistirolo tuttavia ha la carat-
teristica di essere molto rigido (non può essere prodotto il fibra) e fragile, ed ha la caratteristica positiva di avere
un basso coefficiente di assorbimento dell'acqua.
Materiale Nome Commerciale Peso Specifico
Notevolmente più interessante è il
materiale polipropilene (peso 0,91). Poliammide Nylon 1,04 -1,5
Abbreviato con la sigla PP, fù il primo
polimero sintetico ad essere prodotto Resina Epossidica Espossir, Uhu 1,2
industrialmente dalla Montecatini, gra-
zie ai catalizzatori messi a punto dal
Polipropilene Moplan Novolen 0,91
chimico italiano Giuliano Natta che per
questo ricevette il premio Nobel per la
chimica; Il PP ha punto di fusione Polistirolo 0,04 -1
intorno ai 165°C, non assorbe acqua
(al contrario del nylon), è inattaccabile Politetrafluoroetilene Teflon 2,2
dalle sostanze chimiche, è il polimero a
più basso peso specifico che attual-
mente si conosca, è facile da colorare. Poliestere Pile, Terital 1,38
Ha un doppio utilizzo, come plastica e
come fibra, come fibra il polipropilene Lana (fibra naturale) 1,32
è il componente più comune di tappe-
ti e moquettes ed è proprio in questi
Seta (fibra naturale) 1,34
materiali che lo possiamo reperire con
bassissimo costo.
Per quanto riguarda la resina epossidi- Cotone (fibra naturale) 1,5
ca, spesso utlizzata per verniciare arti-
ficiali potrete notare come il suo peso specifico elevato ne sconsigli l'abbondante uso, almeno per le imitazioni galleg-
gianti, tranne che per le situazioni di assoluta necessità (es. teste di formiche alate). Sarebbe molto più opportuno
impiegare una resina o uno smalto con solvente (es smalto per unghie) l'evaporazione della parte volatile renderebbe
molto più leggero l'artificiale al termine della costruzione (vedasi la serie "pallareta" delle mosche spagnole che utiliz-
zano questa tecnica per la realizzazione delle sommerse e delle emergenti in gallo di Leon). Per quanto attiene le fibre
naturali a mio modo di vedere queste possono ritenersi superate, almeno per quanto riguarda la loro capacità di gal-
leggiamento, con un peso specifico
compreso tra 1,3 e 1,5 questi materia-
li non possono consentire il galleggia-
mento dell'artificiale, anche se ingras-
sati;
Nella tabella che segue prenderemo in
considerazione l'igroscopicità, ovvero
la capacità dei vari materiali di assor-
bire l'acqua, espressa come assorbi-
mento percentuale rispetto al peso del
materiale. Anche in questo caso i
materiali naturali mostrano valori di
assorbimento assolutamente inaccet-
tabili per i moderni dressing, anche se
dobbiamo considerare che questi valo-
ri si riferiscono a materiale non ingras-
sato; il polipropilene e il polistirolo
manifestano i valori di assorbimento
più modesti, interessante infine il valo-
re del poliestere. In sostanza le fibre
sintetiche (con l'eccezione del polie-
stere), opportunamente ingrassate,
pare scendono sotto la superficie dell'acqua; con le loro ali accartocciate attorno al corpo trattengono qual-
che velo o bollicina d'aria che serve a prolungare la vita subacquea, in tempo per deporre le uova in pros-
simità del fondo, sulla superficie inferiore dei ciottoli, talvolta anche su sabbia e limo. Dopo la ovideposizio-
ne muoiono nell'acqua. La subimmagine di tale specie può vivere anche per 32-34 ore e subisce l'ultima
muta di solito al calar della notte.
GEONEMIA
Albania, Austria, Belgio, Bosnia Herzegovina, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Gran Bretagna (Isole incluse), Grecia (Isole incluse), Italia (Sicilia e Sardegna incluse),
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Irlanda del Nord, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo,
Repubblica Ceca, Repubblica d'Irlanda, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna (incluse Baleari),
Svezia, Svizzera, Turchia Europea, Ucraina, Ungheria, Ex Yugoslavia (Serbia, Kosovo, Voivodina,
Montenegro).
A pesca nella valle del
GERLOSBACH
Infomail: info@hotelplatzer.at
www.edizioninuma.com
l
il
qu
ro
hi
C
di:Ezio Bissone
Ichironomidi appartengono all'ordine dei ditteri, che sono da sempre presenti nella vita dell'uomo, a volte dal medesimo stimolati
dal suo modo di vivere ad esempio con inquinamenti. I ditteri sono prevalentemente succhiatori vuoi vegetariani vuoi emofili. Di
certo i pesticidi non hanno ottenuto altro che forme di resistenza e da quello che si legge, solo i chironomidi portano qualche bene-
ficio. Si pensi che al mondo sono state descritte oltre 100.000 specie di ditteri, in Europa circa 15.000. L'ordine si suddivide in 3
sottordini, che a loro volta si suddividono in famglie, generi e speci. Abbiamo mosche, mosconi, tafani, zanzare, simulidi e chiro-
nomidi. La forma del corpo si differenzia da grosso e tozzo ad affusolato con colorazioni grige, brune e rossastre. I ditteri hanno
metamorfosi completa e le larve vivono di solito in acqua o terreni molto umidi. Importante è la disponibilità di acqua. Abbiamo
forme terrestri da adulti, mentre le forme larvali delle zanzare, chironomidi e simulidi sono strettamente acquatiche. I chironomidi
(chironomidae Newman 1836) a livello di adulto assomigliano alle zanzare ma si differenziano da loro in quanto le femmine non suc-
chiano sangue. Occupano un importante ruolo negli ecosistemi di acqua dolce a livello lavarle, comunemente, chiamati dagli ingle-
si, bllood worms (vermi sanguigni) e conosciuto dai pescatori il famoso ver de vase. il colore rosso è dato dall'emofilina. A livello di
imitazioni possiamo riscontrare i vari worm più o meno esili fatti con micro ciniglia rossa o materiali simili. ( vedi altri dressing
www.CPMAM.net). Gli insetti adulti sono molto simili a zanzare, il corpo affusolato (1-10mm), zampe lunghe e sottili, il capo è pic-
colo, le ali sono lunghe e strette, ripiegate a tetto sull'addome. Gli adulti vivono molto poco, non si nutrono e nel momento dell'ac-
coppiamento si uniscono in folti sciami di forma conica, si spostano attratti dalla luce o da oggetti o persone. Le femmine depon-
gono in acqua le uova in un unico ammasso gelatinoso, centinaia di uova. Le larve vivono sul fondo di stagni, fiumi e laghi anche
a notevoli profondità (200mt.); vivono in folte comunità che possono raggiungere le 100.000 unità per m2. Le larve possono esse-
re libere o con astuccio. La pupa ha una vita di poche ore.
Quando è matura,la larva risale molto lentamente verso la
superficie dove sfruttando i ciuffi di setole e le appendici
respiratorie, si aggrappa alla tensione superficiale dell'acqua
per impuparsi. Fra le specie più comuni il CHIRONOMUS
PLUMOSUS. Non mi dilungherò oltre sulla morfologia di que-
sto animaletto così utile anche alla sopravvivenza dei nostri
amici pinnuti, ma dannazione sotto il punto di vista alieutico
per i PAM. Ho pescato la prima volta con imitazioni di chiro-
nomidi negli anni '80 sul fiume Dora Baltea, fiume già molto
inquinato in quegli anni; ricordo che verso le 15 del pome-
riggio, sulla superficie delle acque piatte come vetro, nel
tardo autunno, si vedevano dei cerchietti sull'acqua. Erano le
bollate delicatissime provocate da trote che tranquillamente
si cibavano delle larve in schiusa sul pelo dell'acqua; pesci
oltre il chilo con la delicatezza di un vaironcino. In quel perio-
do si usavano mosche più simili a spent che a chironomi, e
solo con le imitazioni di Devaux che si cavò il ragno dal buco
per intenderci. L'imitazione era costruita da un corpo realiz-
zato con airone cenerino rigato con quill di pavone pelato
poco "marcato", cioè non prelevato dall'occhio della piuma.
Le ali erano in punta di hackles c0lore grigio-bianchiccio posi-
zionate divaricate sull'addome. Un hackle di gallo grigio com-
pletava l'artificiale. l'unica differenza tra la mosca di Devaux
e quella da me modificata sta nel corpo che nel mio caso è
molto più esile. Infatti il corpo del mio chiro è costituito solo
da un quill pelato prelevato dall'occhio della penna di pavo-
ne. Molto probabilmente l'esilità di questo corpo così ottenu-
to invoglia anche le trote più riottose a salire. Una conside-
razione di massima che vale per tutti gli artificiali "dry": ricor-
date, prima di cambiare la mosca perché considerate non
valida,di SGRASSArE almeno 10cm. di nylon vicino alla
mosca!! Con la saliva, con del limo reperito sul fondo del
fiume o con prodotti adeguati ( magic sink o detersivo piat-
ti), passate (dopo aver posizionato ed eventualmente silico-
nato la mosca) il prodotto scelto, strofinandolo sui 10/15cm
di nylon in prossimità della mosca…a volte (quasi sempre)
come per miracolo, la mosca "prende".
Il dressing del Chiro dry è:
Amo: TMC 100 #16
Filo montaggio: 6/0 PRE WAX nero
Corpo: quill pelato di pavone
Ali: due punte di hackles gallo grigio-bianchiccio
Hackles: una piuma di gallo grigio
Testa: come filo montaggio
Ovviamente potrete variare con i quill rossi il corpo del vostro
chiro.
Buona costruzione. Ezio Bissone
mail fly51@tiscali.it
Effimera
Amo: 12
Filo: Oliva 8/0
Code: Pelo di cervo oliva
Addome: Quill di tacchino
Ali: 2 piume di cdc sagomate a caldo
Hackle: Pelo di cervo oliva
Fissato l'amo sul morsetto si procederà a formare le code con delle fibre di pelo
di cervo, poi fissiamo il quill di tacchino e, portandoci con il filo di montaggio a
2/3 della lunghezza dell'amo, avvolgeremo a spirale fissando proprio dove ci
siamo portati con il filo di montaggio, a questo punto creeremo le ali con due
piume di cdc che sagomeremo a caldo e che fisseremo nello stesso punto dove
abbiamo fissato il quill, successivamente formeremo un'asola con il filo di mon-
taggio e dopo aver pareggiato un ciuffo di pelo di cervo lo inseriremo nella stes-
sa avvolgendo poi a spire non troppo serrate fino al ridosso dell'occhiello aven-
do cura di pettinare all'indietro ad ogni spira, fissiamo, tagliamo l'eccedenza e
formiamo la testa con il filo montaggio.