Sei sulla pagina 1di 32

Fondato nel 1948

Sped. in abb. postale


comma 20, lett. C
Art. 2 - Legge 662/96
Taxe perçu
Tariffa riscossa
To C. P. M.

Anno 71° n. 4
settembre 2019

Periodico della famiglia carismatica cottolenghina

INSIEME NELLA PICCOLA CASA


II Assemblea
della famiglia carismatica
cottolenghina

INSERTO STACCABILE
PROGETTI
COTTOLENGHINI
Fondato nel 1948
Sped. in abb. postale
comma 20, lett. C
Art. 2 - Legge 662/96
Taxe perçu
Tariffa riscossa

settembre 2019

Periodico della famiglia carismatica cottolenghina

INSIEME NELLA PICCOLA CASA


To C. P. M.

Anno 71° n. 4
sommario
II Assemblea Generale
della famiglia carismatica
cottolenghina

INSERTO STACCABILE
PROGETTI
COTTOLENGHINI

Fondata nel 1948


Anno 71 - n. 4 - Settembre 2019

4 6
Pietro il pescatore Dedicazione della
e il valore chiesa «Beato Pier
Periodico della Famiglia Cottolenghina dell’umiltà Giorgio Frassati»
Periodico quadrimestrale
Sped. in abb. postale
Comma 20 lett. C art. 2 Legge 662/96
Reg. Trib. Torino n. 2202 del 19/11/71
Indirizzo: Via Cottolengo 14
10152 Torino - Tel. 011 52. 25. 111
C. C. post. N. 19331107
Direzione Incontri Cottolengo Torino
redazione.incontri@cottolengo.org
l Direttore responsabile:
Don Roberto Provera
l Direttore editoriale:
Salvatore Acquas

10 28
l Redazione:
Caporedattore: Suor Lucia Mossucca I più piccoli Tante... ma una
Redattori: Salvatore Acquas, nel cuore
Mario Carissoni, Stefano Di Lullo,
Gemma La Terra
l Collaboratori: 3 Il punto 15 INSERTO PROGETTI
Don Emanuele Lampugnani, padre Carmine Arice COTTOLENGHINI
Suor Rosella Busnelli, Franca Sacchetti, Ufficio progetti e raccolta fondi
Giuliano Pinna, Federica Marostica, 4 Pietro il pescatore
Fratel Mauro Ripamonti e il valore dell’umiltà 19 Alba, Firenze, Goa: nuovi
l Progetto grafico: don Emanuele Lampugnani servizi cottolenghini
Salvatore Acquas Stefano Di Lullo
l Impaginazione e ricerca fotografica: 6 Dedicazione della chiesa
Giovanni Grossi «Beato Pier Giorgio 22 Attualità di un messaggio
l Foto di copertina: Frassati» dott. Gian Paolo Zanetta
Renzo Bussio sr Lucia Mossucca
l Stampa: Tipografia Gravinese 24 L’inizio di una esperienza
per la vita
Via Lombardore 276/F - Leinì
Tel. 011 99. 80. 654
8 Beati cottolenghini
Tonino Pometto
a cura della Redazione
La Redazione ringrazia gli autori degli articoli
e delle foto, particolarmente quelli che non è
10 I più piccoli nel cuore 26 Le quattro P
riuscita a contattare.
a cura delle maestre Aurora e Francesco Pirazzi
Incontri è consultabile su:
www. cottolengo. org
12 La relazione e la 28 Tante... ma una
www. avc-onlus. org Bruno Doimo
reciprocità
entrate a cuore aperto
http://chaariahospital. blogspot. com/
al Cottolengo 30 Preghiere e celebrazioni
Questa rivista è ad uso interno della di Mappano nella tradizione della
Piccola Casa della Divina Provvidenza a cura di operatori, piccola casa
(Cottolengo) religiosi e volontari sr Milvia Molinari
il punto
padre Carmine Arice

Ricominciare... insieme!

C
ari lettori, che ce ne sarà bisogno, cerchino con sincerità le vie
iniziamo il nuovo anno pastorale con per portare avanti questa meravigliosa Opera, senza
il desiderio di rafforzare ancora di più, scoraggiarsi. L’Assemblea Cottolenghina ha messo in
tra i diversi membri della Famiglia Carismatica evidenza che siamo davvero tutti corresponsabili del
Cottolenghina, la comunione nell’unico Carisma. futuro della Piccola Casa e come tali, ognuno di noi
L’esperienza dell’Assemblea celebrata lo scorso non deve far mancare il proprio personale contributo
giugno, della quale in questo numero trovate ampio sia di servizio che di pensiero.
aggiornamento, ci ha aiutati a prendere maggiormente Molti lettori di ‘Incontri’ condividono gli
coscienza della variegata composizione della nostra ideali cottolenghini vivendo sul territorio la maggior
realtà cottolenghina composta da religiosi e laici, parte del proprio tempo. Ebbene, come non si può
operatori e ospiti, e ha evidenziato l’importanza di essere cristiani a ore e solo in alcune circostanze
camminare insieme, uniti come le membra di un e luoghi, così non si può condividere un ideale
unico Corpo, nel rispetto delle distinzioni e arricchiti carismatico senza che questo, alla luce del dono
dal vicendevole dono. Se le modalità di appartenenza e ricevuto, ci dia occhi per vedere ogni situazione.
di partecipazione sono diverse, unica è la missione che In questo numero, per esempio, alcuni articoli ci
ci unisce: la passione per la vita e la vicinanza a quanti raccontano la difficile vita di persone colpite da
fanno più fatica a vivere o per le difficoltà che devono patologie neurodegenerative, realtà che è in forte
affrontare, o perché la loro esistenza è ritenuta meno aumento per diverse ragioni. Ebbene, cogliamo
nobile e dignitosa. Nella Piccola Casa, il Cottolengo ci l’occasione per svegliare attorno a noi attenzione e
ha insegnato che prenderci cura dei nostri fratelli “più interesse: attenzione verso le diverse situazioni che ci
piccoli” è il modo più bello di rendere gloria a Dio. è dato di conoscere, interesse affinché mai sia messa
Ricominciare significa anzitutto non stare a guardare in dubbio la dignità di una persona quando la sua
indietro a ciò che si è fatto – se non per stare più salute viene meno e alcune facoltà così caratteristiche
attenti a non ripetere i medesimi sbagli -, ma essere dell’uomo come il ragionare sono ferite. Se papa
proiettati nel futuro con speranza, disponibili ad Francesco ci rende attenti e operosi nel contrastare la
affrontare le inevitabili sfide che la storia, piccola o cultura dello scarto, papa Benedetto XVI non poche
grande che sia, ci pone innanzi. Poca strada possono volte ci ha ricordato che “La misura dell’umanità si
fare coloro che amano ripetere “si è sempre fatto così”; determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza
una vita in pienezza, invece, possono sperimentare e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la
coloro che affrontano con coraggio e intraprendenza società” (Spe Salvi, 38).
le giornate per arrivare a sera avendo consumato le Un anno insieme, dunque, unendo risorse umane,
energie a disposizione per fare qualcosa di bello per economiche, intellettuali, capacità organizzative,
Dio e per i fratelli, ed essere stati motivo di gioia - o proposte culturali con l’unico scopo di promuovere
perlomeno di maggiore serenità - per chi incontrano una società meno crudele e disumana; un anno insieme
sul proprio cammino. per sperimentare ancora una volta che siamo figli di
Sono convinto che la nostra Famiglia un buon Padre, misericordioso e provvidente; un anno
Cottolenghina dispone di notevoli risorse umane, insieme per gridare al mondo che l’amicizia con Cristo
basta solo che religiosi e laici insieme, in un patto ci salva; un anno insieme per sperimentare la forza dello
di unità custodito con cura e rinnovato ogni volta Spirito che è fonte di bene, di bontà e di bellezza. n

Incontri n° 4/2019 3
Pietro il
pescatore
e il valore dell’umiltà
A
ttraverso questo articolo, iniziamo un percorso per pauroso, come nell’episodio dei tre rinnegamenti; tuttavia
descrivere la figura degli apostoli cercando di capire, egli è onesto, fino al pentimento più sincero.
guardando il loro esempio, che cosa significa seguire I Vangeli consentono di seguirne il suo itinerario spirituale;
veramente Gesù. il punto di partenza è la chiamata da parte di Gesù che
Cominciamo da san Pietro. avviene mentre Pietro è impegnato nel suo quotidiano
Dopo Gesù, Pietro è il personaggio più noto e citato negli lavoro di pescatore. Gesù si trova presso il lago di Genezaret
scritti neotestamentari. e la folla gli fa ressa intorno per ascoltarlo; per questo sale
Simone (questo era il suo nome prima che Gesù lo sulla barca di Simone, chiedendogli di scostarsi da terra. In
chiamasse) era di Betsaida, una cittadina a oriente del mare tal modo la barca di Pietro diventa la cattedra di Gesù.
di Galilea, da cui venivano anche Andrea, suo fratello e Finito di parlare, Gesù dice a Simone: «Prendi il largo
Filippo. Era un pescatore e con la famiglia di Zebedeo, padre e calate le reti per la pesca». Simone risponde: «Maestro,
di Giacomo e Giovanni, conduceva una piccola azienda
di pesca sul lago di Genezaret. Era animato da un sincero
interesse religioso che lo spinse a recarsi col fratello fino in
Giudea per seguire la predicazione di Giovanni il Battista.
Era sposato e la suocera, guarita un giorno da Gesù, viveva
“ Essere umili
significa essere
nella città di Cafarnao, nella casa in cui anche Simone
alloggiava quando era in quella città. consapevoli che
Simone appare nei Vangeli con un carattere deciso e
impulsivo; egli è disposto a far valere le proprie ragioni tutto è un dono
anche con la forza (si pensi all’uso della spada nell’Orto
degli Ulivi); al tempo stesso si rivela anche ingenuo e
gratuito di Dio”
4 Incontri n° 4/2019
don Emanuele Lampugnani spiritualità
abbiamo faticato tutta la notte e non
abbiamo preso nulla; ma sulla tua
parola getterò le reti». Gesù, che era un
falegname, non era un esperto di pesca
eppure Simone il pescatore si fida di
Lui. Avviene così la pesca miracolosa,
di fronte alla quale lo stupore di
Pietro diventa anche trepidazione:
«Signore, allontanati da me che sono un
peccatore». Gesù risponde invitandolo
alla fiducia aprendosi ad un progetto
che oltrepassa ogni sua prospettiva:
«Non temere; d’ora in poi sarai pescatore
di uomini». Pietro non poteva ancora
immaginare che un giorno sarebbe passione si scandalizza e protesta, cuori, nella sofferenza e nell’umiltà.
arrivato fino a Roma e sarebbe stato lì suscitando la vivace reazione di Gesù. E noi, come Pietro, sempre di nuovo
“pescatore di uomini” per il Signore. Pietro vuole un Messia che compia le dobbiamo convertirci e con umiltà
Un altro momento significativo nel attese della gente imponendo a tutti la seguire Gesù e non precederlo: è Lui
suo cammino spirituale Pietro lo sua potenza: Gesù invece si presenta che ci mostra la via, è il Signore che
vivrà nei pressi di Cesarea di Filippo, come il “Dio umano”, il servo di Dio, conosce la strada; è il Signore che dice
quando Gesù pone ai discepoli una che sconvolge le aspettative della folla ad ognuno di noi: seguimi!
precisa domanda: «Chi dice la gente prendendo un cammino di amore, di Essere umili significa infatti essere
che io sia?». A Gesù però non basta la umiltà e di sofferenza. consapevoli che tutto è dono, che
risposta della gente; dai suoi discepoli La figura di San Pietro, con tutte le tutto ciò che siamo e che abbiamo
vuole una presa di posizione personale. sue qualità e tutti i suoi limiti, può è un dono gratuito di Dio, che ci
Perciò incalza: «E voi chi dite che io essere di grande esempio per ognuno vuole bene, e proprio perché ci vuole
sia?». Pietro risponde per conto anche di noi; anche noi a volte ci aspettiamo bene ci indica la via da percorrere per
degli altri: «Tu sei il Cristo», cioè il che Dio sia forte e trasformi subito raggiungere la felicità e la salvezza: la
Messia. Tuttavia Pietro non aveva il mondo secondo le nostre idee, strada dell’amore.
ancora capito il profondo contenuto secondo i bisogni che noi vediamo. Come ben sappiamo l’umiltà è uno
della missione messianica di Gesù, Ma Dio sceglie un’altra strada; Dio dei grandi valori che vivevano i santi:
per questo davanti all’annuncio della sceglie la via della trasformazione dei essi infatti percependo con chiarezza
la grandezza e l’amore di Dio si
sentivano peccatori perché consapevoli
di non poter rispondere in modo
adeguato all’amore con cui Dio li
amava.
Giovanni Paolo I, Papa per solo
trentatré giorni, scelse proprio come
suo motto “Umilitas”.
Anche san Giuseppe Cottolengo fu un
grande maestro di umiltà come attesta,
per esempio, questa significativa
testimonianza: “Ricordo d’aver sentito
dal servo di Dio stesso di non esser altro
che un manovale nella Piccola Casa. Ho
sentito poi dire da varie persone che non
voleva mai portare con sé la chiave della
porta della Piccola Casa, e che avendogli
la portinaia chiesto di prenderle, per non
restare talvolta esposto o al sole o alla
pioggia, rispondeva: ‘No, sono i padroni
che hanno la chiave, io non sono che un
servo”. n

Incontri n° 4/2019 5
DEDICAZIONE
DELLA CHIESA
«BEATO PIER
GIORGIO FRASSATI»

PICCOLA CASA IN FESTA


«Pier Giorgio è modello pertinente e imitabile
per i laici cristiani»

G
rande festa il 25 maggio che ha visto radunata tutta vivendo: è noto, infatti, come l’Opera Cottolenghina,
la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, un tempo sostenuta soprattutto dal servizio di religiosi
in occasione della dedicazione al Beato Pier Giorgio e religiose, oggi può esercitare il suo ministero di carità
Frassati della chiesa annessa al Padiglione che già ne porta il a servizio dei più poveri anche grazie alla presenza di
suo nome. Numerosi gli ospiti, religiosi e laici, che hanno numerosi operatori laici che, solo in Italia, si contano
gremito la cappella per la Messa presieduta dall’Arcivescovo già in diverse migliaia. La loro presenza è un dono
mons. Cesare Nosiglia insieme al padre generale del
Cottolengo don Carmine Arice e a numerosi sacerdoti,
alla presenza, inoltre, di membri delle famiglie Frassati e
Gawronski e una nutrita rappresentanza dell’Azione Cattolica
di Torino e della «Compagnia dei Tipi loschi» del beato Pier
“ Due santi insieme,
il Cottolengo e
Giorgio Frassati. Davanti all’altare la picozza di Pier Giorgio
ricordava le sue camminate in montagna e sotto il quadro,
raffigurante «l’uomo delle otto beatitudini», come lo aveva
il beato Frassati,
definito Papa Giovanni Paolo II, era posta una sua reliquia. fanno esplodere
«La motivazione fondamentale della dedicazione della
chiesa», ha sottolineato padre Arice, «sta principalmente l’amore di Cristo”
nel momento storico che la famiglia cottolenghina sta

6 Incontri n° 4/2019
sr Lucia Mossucca eventi pastorali

prezioso e li sentiamo sempre come modello di giovane che ha hanno firmato i registri che attestano
più corresponsabili della nostra vissuto le beatitudini, identikit l’avvenuta dedicazione della chiesa al
missione, oltre che collaboratori di Gesù stesso. Questo momento beato torinese.
competenti nel servizio ai poveri». di festa per la Chiesa di Torino Come è tradizione in casa nostra, la
«Due santi insieme, san Giuseppe può essere occasione per scuotere festa è continuata con un appetitoso
Benedetto Cottolengo e il beato la Pastorale giovanile in modo da rinfresco preparato con un particolare
Frassati, fanno esplodere l’amore stimolare i ragazzi a guardare al senso estetico, in cui traspariva tanto
di Cristo», ha detto l’Arcivescovo Frassati come esempio di servizio amore, da alcune volontarie e dalle
nell’omelia, «Papa Francesco autentico verso i poveri che amava». nostre sorelle della cucina.
nell’Esortazione post-sinodale Dopo la lettura di una preghiera Deo gratias per questo momento di
Christus Vivit ha indicato alla scritta per l’occasione, Mons. Nosiglia, grazia per la Piccola Casa e per la
gioventù proprio il beato Frassati padre Arice e alcuni testimoni Chiesa di Torino! n

Incontri n° 4/2019 7
beati cottolenghini a cura della Redazione

Fratel Luigi Bordino

Uomo della perseveranza


P
apa Francesco nella sua esortazione apostolica Fratel Luigi innanzitutto ha maturato la decisione di entrare
Gaudete et exultate (2018) invita a riscoprire il tema alla Piccola Casa, si è mantenuto fedele, ha perseverato. Già
della santità come un’esigenza vitale del credente. san Giuseppe Cottolengo aveva indicato che la santità non
Viene da chiederci come fratel Luigi, una volta compreso era solo di pochi eletti ma che tutti, religiosi e Ospiti, erano
cosa significasse essere un buon cristiano, abbia risposto alla chiamati a essere santi. Entrando alla Piccola Casa fratel
chiamata alla santità. Luigi era consapevole della chiamata del Signore e vi ha
Noi oggi lo veneriamo Beato ma, come dice Papa risposto: come ha perseverato nella fede di fronte alla dura
Francesco, in vita poteva essere per noi un amico, un esperienza della prigionia in Russia, allo stesso modo è stato
conoscente, un parente, ossia uno che ci sta accanto e che fedele vivendo appieno il carisma cottolenghino, pregando
con la sua vita, pur con le sue imperfezioni, ha saputo e servendo i poveri.
continuare nella sua scelta, ed è “piaciuto al Signore”. Fratel Ernesto Gada

Francesco Paleari
Un altro sguardo
sulla vita
C
’è un modo infallibile per conoscere un uomo: basta
osservare chi e come guarda. Un uomo è buono
se il suo sguardo è buono, e quello sorridente,
inconfondibile, dolce, accattivante, di don Paleari fu il
segno distintivo della sua bontà, che lo fece amare da tutti.
Quanti l’avvicinavano non finivano di stupirsi della
mole incredibile di lavoro, che con una calma veramente
inalterabile riusciva a smaltire. Accettava incarichi, lavori
ingrati, impegni straordinari, a volte pesi eccessivi per le
sue spalle e tutto con la semplicità di un “servizio dovuto”.
Nel 1936 ebbe frequenti crisi cardiache che lo costrinsero
ad una inattività assoluta; inchiodato alla sua croce dalla
malattia, visse un martirio del cuore e una lenta agonia
della sua lucida e viva mente. Con le lacrime agli occhi, a
chi lo avvicinava raccontava come avesse imparato da Cristo
crocifisso, un altro sguardo sulla vita: “Noi dobbiamo essere
nelle mani di Dio, come una palla nelle mani di un bambino
che gioca. Quanto più forte la palla viene buttata a terra,
tanto più rimbalza in alto!”.
La redazione

8 Incontri n° 4/2019
a cura della Redazione beati cottolenghini

Suor Maria Carola Cecchin

Un richiamo alla fraternità


L
a bellezza della vita e l’eroicità della sua
testimonianza hanno convinto pochi anni fa il
vescovo di Meru, Kenya, e l’Arcivescovo di Torino
ad aprirne il processo di beatificazione ora in corso a
Roma presso la Congregazione delle Cause dei Santi.
Fiorina, che dopo un anno di provandato aveva fatto
Vestizione alla Piccola Casa di Torino, ricevendo il
nome di Suor Maria Carola, è poco conosciuta in Italia,
ma tanto amata e invocata in Kenya dove la sua fama
di santità è molto viva, particolarmente in Tigania nel
Meru, ultima sua stazione missionaria. Leggendo la sua
biografia si sente pressante il richiamo alla fraternità
tra i popoli, alla speranza. Grandissima attualità riveste
oggi il rapporto tra Europa e Africa, leggibile anche
nell’avventura umana e cristiana di Suor Maria Carola. I
due continenti, nonostante il travaglio dei secoli passati
e del presente, hanno un unico obiettivo: la fratellanza, a
cui proprio ultimamente Papa Francesco ci ha richiamati
perché solo «Il coraggio dell’incontro e della mano tesa
sono una via di pace e di armonia per l’umanità».
Sr Antonietta Bosetti

Incontri n° 4/2019 9
I più piccoli
nel cuore
Un compleanno
straordinario
125 anniversario della composti canti eseguiti dal coro dei 70 bambini della scuola, i
quali insieme al coro parrocchiale Arcobaleno, hanno animato
scuola dell’infanzia la Santa Messa. Un concerto di campane ha accompagnato poi
il lungo corteo di bambini, familiari, cottolenghini e abitanti del
San Luigi in Pescantina paese dal Duomo alla Scuola, dove il taglio di quattro nastri ha
inaugurato la ricca Mostra Fotografica. L’intero paese è stato

F
esteggiare un compleanno a tre cifre non è cosa coinvolto alla ricerca di fotografie storiche, ricerca proficua,
consueta, eppure la scuola dell’infanzia “San Luigi” dal momento che il risultato ha superato le aspettative. Oltre
di Pescantina ha raggiunto quota 125. A partire al padre generale e al viceparroco, due “tagliatori” d’eccezione:
dal 22 febbraio di quest’anno numerosi eventi ne hanno l’allievo più giovane, appena tre anni, e l’allieva più anziana, che
sottolineato l’importanza. Una storia ininterrotta dal ad agosto compirà 100 anni! La Mostra articolata in tre parti
lontano 1894, allorché due sacerdoti, don Peretta e don si è arricchita di fotografie risalenti agli inizi del ‘900, di altre
Ottoboni, in accordo con l’Amministrazione comunale, dell’attuale anno scolastico e di tante con eventi importanti pieni
chiesero alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di di visi e sorrisi, genitori in festa di ieri e oggi. Le immagini sono
Torino la collaborazione per avviare l’opera educativa a più eloquenti delle parole. Quale miglior modo, dunque, per
Pescantina. Protagonista principale dell’evento è stato rendere viva una ricorrenza? n
naturalmente il nostro santo Cottolengo, la cui vita, resa
attualissima da un concerto meditativo, è stata lo spunto
per incontri a sfondo educativo, pedagogico e valoriale alla


presenza di varie personalità, con finale a sorpresa: ognuno
di loro ha ricevuto in dono una borsa dipinta dai bambini Qui si impara la
della scuola, raffigurante il Santo circondato dai piccoli e il
motto di questi appuntamenti: "I più piccoli nel cuore". comunione nella
Culmine degli eventi è stata la solenne celebrazione, domenica
26 maggio, presieduta dal padre generale della Piccola Casa, diversità”
don Carmine Arice e da don Ilario, parroco di Pescantina, che
ha aperto la settimana conclusiva. Per l’occasione sono stati

10 Incontri n° 4/2019
a cura della Redazione educazione e scuola

Profumo di casa
La magnifica eredità del santo
Cottolengo

L
a nostra scuola dell’infanzia “San Luigi” è un luogo
di cura e amore, dove si lavora insieme nello spirito
di famiglia, pur affrontando spesso nuove difficoltà e
modi diversi di pensare e vivere.
Educare secondo lo spirito cottolenghino per noi insegnanti
significa semplicemente vedere il bello, il buono, il giusto in
ogni bambino ed educarlo alla fiducia e al positivo.
Ogni giorno cerchiamo di dare importanza ai rapporti
e chiunque entri percepisce il “profumo di casa” nella
calda accoglienza. Le relazioni costruite con i bambini,
tra colleghe, con le suore sono la base del nostro educare
e aiutano anche noi ad agire confrontandoci nel rispetto
delle idee altrui e a farne tesoro. Qui i bambini imparano
la comunione nella diversità, al di là della simpatia e
dell’antipatia, della bellezza esteriore o altro, della difficoltà,
del tempo necessario, della gratificazione …
Nella nostra scuola si diventa grandi insieme, ci si sente amati
e valorizzati, si fa esperienza della Provvidenza di Dio Padre e
ciascuno ritiene rivolte a sé le parole: “Voglio che tu ci sia”.
Ci sentiamo parte di un grande albero con rami estesi
e radici profonde, diffuso in quattro continenti, di una
storia intessuta di carità, tenerezza, gioia e condivisione:
una magnifica eredità. È proprio ciò che vuole significare
il grande albero, realizzato con gli amici della cooperativa
il “Filocontinuo” e abbiamo voluto fissare nella memoria
i festeggiamenti del nostro 125° compleanno esprimendo
mediante l’arte la bellezza della diversità di ciascuno, con
cui ci si arricchisce sempre e reciprocamente. n
Le maestre: Alessia, Daniela, Emanuela, Stefania

Incontri n° 4/2019 11
bioetica sr Cristiana

LA RELAZIONE E LA
RECIPROCITÀ AL
COTTOLENGO DI
MAPPANO
la parola
a una religiosa
Aspetto educativo
di un servizio di vita
C
iascuna persona proprio perché umana è posta nelle
condizioni di ricevere e di offrire relazioni. Ogni
condizione esistenziale richiede relazione, richiede
di essere “compresa” per poter essere adeguatamente vissuta.
È difficile comprendere la disabilità: di fronte alla persona
disabile non si è mai alla pari: le condizioni fisiche
ed esistenziali sono profondamente diverse mentre la
comprensione richiede reciprocità e domanda di poter
sperimentare il mondo come lo sperimenta l’altro.
La comprensione quindi è difficile in quanto viene a
scontrarsi con la diversità; ma non è impossibile. Si
costruisce nel tempo, attraverso esperienze nelle quali si
tentano di cogliere, nei gesti, nei silenzi e in tutto il non-
verbale, quei segnali, talvolta impercettibili, che la persona
pluridisabile trasmette. Nel Cottolengo di Mappano gli
Operatori cercano di vivere l’accoglienza e l’assistenza
nella sollecitudine. Come? Andando oltre l’aspetto: oltre
a ciò che si vede, che si sente. Crediamo nella reciprocità,
il modo più umano di rivolgersi alla persona pluridisabile.
Questo l’obiettivo che in questa Casa ci si pone, cercando
di non lasciarsi assorbire dalla logica parziale e tecnicistica
del ruolo. La fatica che la grave carenza comunicativa
impone è evidente, ma è di fondamentale importanza la
sfida che nel quotidiano si affronta riguardo alla relazione.
Siamo comunque ripagati della gioia degli Ospiti in questa
Casa: la loro gioia ha un potere straordinario: ci insegna ad
essere più semplici e soprattutto più umani. n

12 Incontri n° 4/2019
a cura di operatori, religiosi e volontari bioetica

Notizie sulla casa di Mappano...

R
esidenza Assistenziale Flessibile (RAF) di tipo
B; eroga prestazioni di alta e altissima intensità
assistenziale per il mantenimento delle autonomie
acquisite a favore di persone con disabilità, deficit
intellettivi e/o cognitivi, gravi e gravissime compromissioni
fisiche. Molti Ospiti presenti nella struttura sono affetti da
malattie neurodegenerative: còrea di Huntington, sclerosi
multipla e malattie neurologiche in seguito ad incidenti e
posti letto, suddivisi in cinque nuclei abitativi, disposti su
lesioni cerebrali come ictus, tumori, traumi cerebrali o del
due piani, chiamati Gruppi di Vita.
midollo spinale. Questa Casa ha una capienza totale di 76
Ciascun Ospite per i diversi interventi specialistici -
educativi, fisioterapici, assistenziali, sanitari - usufruisce del
servizio di operatori appartenenti ad una Cooperativa. Lo
spirito di famiglia che contraddistingue la Casa è creato
anche grazie alla collaborazione con le persone vicine agli
Ospiti: familiari e Volontari.
Tutto l’intervento che si opera in Casa si trasforma in una
esperienza che insegna il segreto nella relazione di cura.
Se non si è prima entrati nel mistero del dolore umano, le
parole diventano solo verbi che corrono. Ecco che allora
uno sguardo, il fermarsi, la comprensione profonda si
trasformano in terapia. Si comprende, quindi come il
servizio in questa Casa è anzitutto incontro e scambio
prezioso con l’umano. n

“ha
la loro gioia
un potere
straordinario:
ci insegna ad essere
più umani”

Incontri n° 4/2019 13
bioetica Deborah servizio civile

La parola ad una ragazza


del servizio civile ...

Il valore di un sorriso

H
o sempre pensato che ogni persona sia un insieme
di racconti e di dettagli a volte impercettibili, altre
volte evidentissimi che la rendono unica. Anche la
vita alla Piccola Casa è un insieme di dettagli fatti di righe
di fogli da compilare, di orari da rispettare, di parole che si
imparano sui libri, di sorrisi dati e ricambiati.
Ma in nessun libro troverai la ricetta per interagire con
l’altro. Si impara incontrando, anche laddove il timore
potrebbe frenare. Ma l’imbarazzo iniziale te lo tolgono
gli ospiti stessi quando, vedendoti per la prima volta, ti
accolgono sorridendoti fiduciosi. Il clima di famiglia che si
respira dappertutto fa il resto.
Questi due mesi mi hanno insegnato che la comunicazione
ha tante forme e che ci si può capire con gli occhi, dandosi
la mano, in silenzio. È un dire all’altro “sono qui con te”.
Tutti dovrebbero varcare la soglia di questa Casa almeno
una volta nella vita. Si torna a casa arricchiti dai sorrisi
donati e ricevuti. n

“ Si entra con un
sorriso e la cosa
più bella è che
quel sorriso viene
ricambiato”

14 Incontri n° 4/2019
PROGETTI
COTTOLENGHINI
Il dono carismatico riversato da Dio nel cuore del Cottolengo, travalica le mura e i confini della Piccola Casa
in Torino e, incarnandosi nei suoi figli e figlie spirituali, Sacerdoti, Suore e fratelli, Laici, si spande silenzioso e
gioioso sino a varcare confini di terre e oceani...

Aggiungi un
piatto a tavola
CODICE PROGETTO
05
La Mensa di Casa Accoglienza Cottolengo a Torino, offre
ogni giorno alle persone indigenti centinaia di pasti completi,
grazie anche al prezioso aiuto dei numerosi volontari. È un Torino
servizio storico del Cottolengo e si rivolge ai senza fissa dimora
e persone in stato di povertà nel cuore di Torino, a ridosso di
Porta Palazzo, quartiere in cui multietnicità e problematiche ITALIA
di vario tipo si incontrano e si scontrano giornalmente. Il
numero di richieste è in costante aumento: questo è dovuto
alla grave crisi economica che il nostro paese sta attraversando,
al conseguente aumento del disagio sociale e alla crescente
impossibilità di poter rispondere ai bisogni primari e a quelli
della propria famiglia. I pasti caldi giornalieri sono circa 220
per un totale settimanale di 1.320. Per proseguire la missione
del Fondatore San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che si Aiutaci a sostenere
prende a cuore lo sviluppo umano e la dignità delle persone, è Le persone in difficoltà
estremamente importante promuovere la cultura del dono.
L’attenzione a chi ha più bisogno cominciando da
un pranzo offerto...può fare la differenza.

PER LE DONAZIONI INDICARE CORTESEMENTE IL CODICE E/O IL TITOLO DEL PROGETTO


PROGETTI COTTOLENGHINI

CODICE PROGETTO
My beautiful
06 laundrette
“COTTOLENGO TUURU MISSION” è un Centro
di servizi sanitari, riabilitativi, educativi, sociali,
assistenziali, rivolti alla popolazione povera di tutto il
Distretto di Meru, nel Nord - Est del Kenya.
L’obiettivo del Centro che è “Opera di Vangelo”,
è prendersi cura di tutte le persone povere e
abbandonate, specialmente bambini con disabilità
e donne, affinché, facendo una esperienza di amore
e di attenzione, tutti si sentano figli di Dio amati, AFRICA
partecipi della Sua famiglia e dell’intera famiglia
umana.
Attualmente il Centro ospita un centinaio di bambini Tuuru
con disabilitá fisiche e mentali e un piccolo gruppo di Distretto
bambini denutriti. Sono divisi in tre gruppi-famiglia del Meru
(Holy Angels, S. Joseph e S. Rita) con una suora come KENYA
responsabile coadiuvata da personale laico.
La lavanderia del Centro é attualmente fornita di
tre lavatrici, ma due di esse sono quasi fuori uso e
impossibili da riparare. Per assicurare un’adeguata
igiene ai bimbi si rende necessario l’acquisto di 2
lavatrici di grandi dimensioni capaci di contenere
almeno 24/25 kg di biancheria. Questo faciliterebbe
il lavoro del personale operante al Centro e
Per l’acquisto di due
assicurerebbe un servizio più idoneo e confortevole
lavatrici per la lavanderia
ai bambini.
del centro di Tuuru

PER LE DONAZIONI INDICARE CORTESEMENTE IL CODICE E/O IL TITOLO DEL PROGETTO


PROGETTI COTTOLENGHINI

CODICE PROGETTO
Una nuova casa
07 Campesìna
Flavio Alfaro è il capoluogo del Cantone omonimo nella
provincia di Manabì in Ecuador. Ha una superficie di 1.346,92
Km quadrati e una popolazione di quasi 25 mila abitanti, è
un contesto principalmente rurale, contadino e la maggior
concentrazione demografica si ha nelle grandi città. La gente Manabì
versa in condizioni di estrema povertà, il possesso delle terre e ECUADOR
quindi anche degli animali è un privilegio di pochi.
Il terremoto del 16 aprile 2016 ha danneggiato parte della AMERICA
struttura esistente e risulta urgente e necessaria la ricostruzione
della foresteria della Missione. La capienza di persone nella
LATINA
“Casa Campesina” è di 12 posti letto; inoltre predisponendo
altri dormitori vicino alle 4 aule per la catechesi si possono
ospitare in ciascuna fino a 8 persone. La gente della zona è
molto povera, la casa è nata per dare ospitalità alle persone in
difficoltà che vengono in città, per un’assistenza medica, per
i parenti dei malati oppure per ospitare catechisti e religiosi
che vivono nella zona rurale e che vengono in città per la
formazione. Azioni del progetto: si prevede di demolire
interamente la parte in legno, mantenendo solo la facciata e
utilizzando ove possibile solo i mattoni e per le fondamenta il
cemento armato. Anche il tetto verrà ricostruito in struttura L’obiettivo principale della foresteria
metallica e lamiera, in modo da risultare più resistente. Infine è aiutare le persone che vengono
si prevede di munire le camere, generalmente a due letti, di un in città a passare la notte,
bagno con doccia. L’opera potrebbe avere una durata di 9 mesi mantenendo prezzi accessibili.
dal reperimento dei fondi.

PER LE DONAZIONI INDICARE CORTESEMENTE IL CODICE E/O IL TITOLO DEL PROGETTO


PROGETTI COTTOLENGHINI
Dona un farmaco
per le “nostre perle”
CODICE PROGETTO
08
La Piccola Casa della Divina Provvidenza è impegnata
nell’assistenza alle persone con disabilità fisiche e mentali
in Kenya dal 1973, quando i primi Fratelli, Suore e
Sacerdoti Cottolenghini arrivarono in terra africana per
iniziare la loro missione. Attualmente il Centro svolge un
servizio residenziale con attività di terapia occupazionale,
catechesi, fisioterapia, uscite di svago e servizio medico
AFRICA
per le emergenze garantito 24h su 24 dal nostro Ospedale,
sempre con l’ausilio di dipendenti e di volontari. Le “nostre
perle”, sono 53 uomini con un’età compresa fra i 20 e i 65
anni, affetti da disabilità fisica e/o mentale medio - grave KENYA
e gravissima, con problemi di epilessia, psichiatrici e altre
patologie croniche (cardiopatia, ipertensione, etc.). Sono
curabili solo attraverso la somministrazione di farmaci,
che permettono loro di svolgere attività occupazionali e
socializzanti. La maggioranza degli assistiti non ha famiglia
o proviene da una situazione di povertà estrema che non
permette ai familiari di prendersi cura di loro. Il tesoro
più prezioso della nostra Missione sono proprio loro le
Il tesoro più prezioso della Missione sono
“nostre perle”, di cui ci prendiamo cura e con cui vogliamo
le persone con disabilità di cui ci
condividere la nostra vita.
prendiamo cura: le “nostre perle”

PICCOLA CASA FONDAZIONE COTTOLENGO ONLUS


DELLA DIVINA PROVVIDENZA IBAN IT16 T030 4801 0000 0000 0085 070
COTTOLENGO c/c N. 62153184
via Cottolengo, 14 - 10152 Torino Codice Fiscale 97656390016
t. 0115225658
n° verde 800121952 (in questo caso, preghiamo di inviarci
IBAN IT52 X030 6909 6061 0000 0062 850 insieme al suo indirizzo
c/c postale N. 20956108 anche il suo Codice Fiscale
donazioni.cottolengo.org dato necessario per la ricevuta)

PER LE DONAZIONI INDICARE CORTESEMENTE IL CODICE E/O IL TITOLO DEL PROGETTO


Stefano Di Lullo Nuovi servizi cottolenghini

ALBA
Pronto un progetto pilota per i disabili over 65

I
l motto caratteristico della Piccola Casa “Entrate a
cuore aperto. Vi entreremo nel cuore” ora campeggia
anche all’ingresso della nuova casa Cottolengo di Alba,
inaugurata lo scorso 29 aprile, vigilia della festa di san
Giuseppe Benedetto Cottolengo, che ospita persone con
disabilità e anziane. La struttura in centro-città, dopo un
impegnativo intervento di ristrutturazione durato quattro
anni, oggi dispone di 99 posti-letto di cui 30 per persone
con disabilità e 69 per anziani sia autosufficienti che non
autosufficienti. «L’opera di ristrutturazione», sottolinea
il padre generale della Piccola Casa don Carmine Arice,
«risponde appieno alla mission cottolenghina di mettere
al centro la dignità e la cura integrale della persona. La
riqualificazione della Casa di Alba è dunque in linea con
il tipico stile del Cottolengo: fare una ‘Casa’ impostata
sul ‘benvivere’ dell’ospite con le sue esigenze fisiche,
psicologiche, spirituali, di socializzazione e non solo sul
benessere a cui punta la nostra società contemporanea.
Ed ecco la grande sfida di un luogo che favorisca a tutto attuale alla luce dei sistemi adottati in Toscana, Veneto
campo percorsi individualizzati per la cura globale di e Liguria dove è stato superato l’automatismo secondo
ciascuna persona». «Il progetto», evidenzia la direttrice cui una persona diventa anziana al compimento dei 65
della struttura, suor Nadia Pierani, «intende ottimizzare anni, valutando invece caso per caso il tipo di assistenza
l’integrazione della Piccola Casa con la città, da sempre necessaria. La Piccola Casa della Divina Provvidenza del
affezionata al santo Cottolengo, e con i servizi sociali e Cottolengo ha dunque messo a punto un progetto pilota
assistenziali delle Langhe e del Roero: la struttura nel ad Alba. «Il servizio», evidenzia padre Arice, «chiede
centro cittadino, priva di barriere architettoniche, è infatti semplicemente di rispettare le esigenze proprie di un
spalancata all’accoglienza delle fragilità». La Casa di Alba anziano che è disabile. Vogliamo evitare di sradicare le
si prepara, in particolare, ad avviare la prima struttura persone disabili con più di 65 anni dalle strutture in cui
del Piemonte per persone disabili con più di 65 anni, in sono accolte, con tutte le conseguenze negative che un
modo da garantire la continuità assistenziale. Secondo la cambiamento di questo tipo ha sulle loro vite. Una persona
prassi attuale, infatti, al compimento dei 65 anni i disabili con disabilità intellettiva, che ha compiuto un percorso
vengono trasferiti, talvolta dall’oggi al domani, in case di di accompagnamento personalizzato ben preciso, non ha,
riposo generiche per anziani, in base ad un mero requisito infatti, improvvisamente necessità diverse nel momento in
anagrafico. Il Consorzio socio-assistenziale di Alba, Langhe cui compie 65 anni. Soprattutto, ad esempio, la persona
e Roero, sulla questione sollevata da diverse associazioni, con disabilità si avvale dell’attenzione degli educatori, di
tra cui la Piccola Casa del Cottolengo, ha chiesto dunque laboratori occupazionali e di tutta una serie di servizi che
alla Regione (ex Giunta Chiamparino) di rivedere la prassi non vengono erogati alle persone anziane». n

Incontri n° 4/2019 19
Nuovi servizi cottolenghini Stefano Di Lullo

Firenze
L’orto
dell’inclusione
A Firenze il via al laboratorio esperienziale
«Demetra» per ragazzi e adulti con disabilità

A
lla Piccola Casa della Divina Provvidenza di
Firenze è nato l’orto che crea inclusione sociale.
Lo scorso maggio infatti ha preso il via «Demetra»,
il progetto sottoscritto in forma sperimentale dalla
Piccola Casa con il Comune di Firenze e l’azienda AFAM,
Farmacie Comunali Firenze.
Si tratta di percorsi di inclusione sociale e autonomia
rivolti sia a ragazzi con disabilità che si trovano nella fase
conclusiva del proprio percorso scolastico sia ad adulti con
disabilità acquisita. Tutto parte da un orto di circa 200
metri quadri su cui i giovani possono imparare il mestiere
agricolo attraverso corsi di formazione attivati quattro
giorni a settimana dalle 9 alle 16.
I giovani hanno l'opportunità di sperimentarsi fuori
del contesto familiare e scolastico in un ambiente che
consente l'apprendimento di nuove competenze mediante
il contatto con la terra e la natura. «Le persone adulte
coinvolte nel progetto», spiega don Massimo Zanatta,
direttore della Piccola Casa di Firenze, «trasmettono la
propria esperienza e maturità al giovane, riconquistando
un ruolo sociale e rendendo operante la propria esperienza
verso un inserimento occupazionale».
Il progetto dopo una fase sperimentale di sei mesi potrà
essere riproposto per un altro anno. n

20 Incontri n° 4/2019
INDIA
NUOVA PRESENZA
COTTOLENGHINA
A Goa una comunità
di suore cottolenghine

I
n India nello stato di Goa lo scorso maggio ha iniziato generale delle suore di san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
ad operare una nuova comunità cottolenghina richiesta La Messa celebrata dall’Arcivescovo e concelebrata da
dall’Arcivescovo mons. Filipe Neri Ferrão presso la numerosi sacerdoti ha dato solennità a questo momento di
«Daddy's Home» che ospita persone anziane e con disabilità. grazia. Erano presenti alla celebrazione anche la Superiora
L’erezione della comunità, composta dalle sorelle sr. Celine della Provincia cottolenghina d’Asia con le sue consigliere.
Seena Chalaveettil, sr. Kochuthresia Mini Thareparambil Ringraziamo la Divina Provvidenza che sempre manifesta
e sr. Mary Stella Shalet Karunambaram, è avvenuta il 12 la sua presenza e incoraggia ad aprire il cuore ai fratelli più
maggio alla presenza di madre Elda Pezzuto, superiora poveri e bisognosi. Deo gratias! n

Incontri n° 4/2019 21
Attualità di un
messaggio

Nuove sfide sanitarie e missione cottolenghina


L
e politiche sanitarie hanno un forte impatto sulla Cottolengo sia attuale, in virtù della missione nella tutela
persona e la scelta tra un modello di tutela sanitaria della salute e nel sostegno alle fasce più deboli. Spetta al
ed un altro può determinare effetti diversi sul tema, servizio pubblico il garantire le condizioni per una salute
sempre più nodale, della centralità della persona: oggi da considerarsi diritto esigibile e cornice della persona al
il sistema sanitario, è sottoposto, come mai verificatosi centro del sistema. In questo quadro, la sanità cattolica,
nei tempi recenti, a spinte di cambiamento, a nuovi le cui ragion d’essere sono l’uomo e la sua promozione,
bisogni, e, per contrasto, a prospettive rivoluzionarie di deve esercitare il proprio ruolo sul terreno già arato e
trasformazione generate da ricerca ed innovazione. Il
tradizionale concetto di politiche sociali è mutato, ha
perso la spinta propulsiva; per carenza di risorse, ma
soprattutto di progettualità culturale e politica, non riesce
più a rappresentare l’elemento di sostegno della nostra
“ Solo unendo la
ragione ed il cuore
coesione sociale. Viviamo quindi il contrasto tra necessità
sanitarie, patologie emergenti, disparità sociali e nuovi
scenari, aperti dalla travolgente avanzata di scienza e
possiamo pensare
tecnologia. Solo unendo la ragione ed il cuore possiamo ad un futuro del
pensare ad un futuro del sistema sanitario. È una sfida
nella quale il mondo cattolico può dire molto, ed è anche sistema sanitario”
una conferma di quanto il messaggio del Santo Giuseppe

22 Incontri n° 4/2019
dott. Gian Paolo Zanetta ospedale cottolengo
ed efficienza: sprechi e cattivo utilizzo
delle risorse possono impedire la cura
di tutti. Ecco allora alcune riflessioni
per guidarci nel lavoro quotidiano a
fianco dei più deboli:
• Rendere centrale l’impegno alla
comprensione ed alla assistenza;
come dice Papa Francesco, le
persone non sono mai uguali fra
loro, ma vanno capite una per una
come fa Dio.
• La salute non è un prodotto della
cura ma una condizione di vita e
oggi salute e sociale non sono più
fecondo, costruito nel corso dei la partecipazione alla spesa pubblica scindibili.
secoli, dell’attenzione alla persona, di tutti i cittadini in ragione della • Nel rapporto con la persona deve
attualizzando la propria missione e loro capacità contributiva. Oggi è guidarci il senso di comunità, il
costruendo il percorso verso il futuro. necessario ammodernare l’obiettivo, voler condividere spazi e tempi,
Il fondamento dei moderni Stati di aggiornarlo alla luce delle nuove il pensare insieme un domani in
diritto - il principio di uguaglianza esigenze, quali cronicità, nuove comune, l’essere consapevoli che la
tra tutti i cittadini - ha permesso patologie, povertà, solitudine e salute è un interesse collettivo.
l’edificazione di un efficiente malattie mentali. Abbiamo bisogno • Occorre una nuova etica della
sistema di previdenza, avente due di futuro e, pertanto, la costruzione responsabilità del bene comune.
obiettivi principali: la riduzione della nuova sanità non può ridursi
delle diseguaglianze sociali e la soltanto allo studio di nuovi modelli Su questi fondamenti l’Ospedale
redistribuzione dei redditi a favore organizzativi, ma deve unire cuore: Cottolengo continua la propria
delle fasce più bisognose, mediante fondamentale l’amore per la persona, missione ed affronta le nuove sfide. n

Incontri n° 4/2019 23
L’INIZIO
DI UNA
ESPERIENZA
PER LA VITA
M
aggio, un mese particolare e importante che Non riuscirò mai ad essere come uno di loro, mi dico. Ora,
mi avrebbe aiutato moltissimo negli anni a a distanza di anni, so che non è andata così.
venire grazie alle scoperte che avrei fatto nel Seguendo i volontari esperti e la loro naturalezza
mio nuovo cammino. Era il 1985 ed ero al mio primo nell’eseguire i servizi, ho cancellato lentamente ogni
pellegrinaggio a Lourdes. dubbio, acquisendo quella serenità che occorreva per poter
Il primo impatto con la grotta di Massabielle è uno scontro svolgere il mio “volontariato”, senza problemi.
tra le mie coronarie e il desiderio di poter bloccare il “Quindi non abbiate mai paura!” ripeteva sempre Papa
tremore alle gambe. Stesso effetto nei giorni successivi. Giovanni Paolo II.
Intanto mi guardo attorno e vedo che ci sono centinaia di
uomini e donne in divisa che accompagnano i loro malati
alle funzioni. Sono tutti volontari.
Forse questa sera avrò anch’io la possibilità di rendermi
utile, ma ho paura, paura di non farcela, di non essere
“ Viene da pensare
ai discepoli di
all’altezza: non sono mai stato qui e non so cosa sia essere
volontario.
Forse la Madonna mi aiuterà a capire a fare in modo che io
Gesù perchè sono
creda nelle mie capacità. stati loro i primi
Intanto continuo a guardarmi attorno e rimango sbalordito
nel vedere la bravura dei volontari in generale che si volontari”
muovono con sicurezza e sempre con il sorriso sulle labbra.

24 Incontri n° 4/2019
Tonino Pometto Volontariato

E poi ecco che i miei passi mi hanno ed a gioire con noi in quelli felici.” giugno 2014, a cura della volontaria
portato a conoscere e ad immergermi (intenzione di preghiera dei volontari Annamaria Manassero).
in una realtà chiamata Cottolengo, cottolenghini nella Santa Messa del 1° E continuiamo a salire su quel monte! n
nella quale ho vissuto e vivo da
volontario momenti di estrema
bellezza.
Aveva ragione il Beato Pier Giorgio
Frassati quando diceva che “una
visita al Cottolengo farebbe bene a tutti
gli uomini”, soprattutto - aggiungo
io - a quelli che non hanno ancora
abbracciato questa ragione di vita.
“Viene da pensare ai discepoli di Gesù
perchè sono stati loro i primi volontari...
gli undici discepoli andarono in Galilea,
sul monte che Gesù aveva loro indicato,
ma anche noi volontari un certo giorno
ci siamo incamminati per la Galilea
delle genti senza sapere cosa avremmo
fatto. Dubitavamo. Quasi senza capirlo
ci siamo prostrati e ci siamo accorti che
eravamo stati chiamati non per fare i
discepoli ma per essere discepoli, non
per aiutare ma per essere aiutati e ci
sentiamo Gesù vicino tutti i giorni, ad
incoraggiarci nei momenti difficoltosi

Incontri n° 4/2019 25
Le quattro P

T
aluni, a volte, pensano che visitare la nostra realtà diverse scuole il carisma cottolengino sappia
la vita del Cottolengo sia un dell’infanzia e primarie e tutti i ragazzi trasmettere qualcosa di bello e
racconto adatto solo agli adulti sono andati via entusiasti, portandosi profondo a qualsiasi età! n
e che i bambini potrebbero rimanere via quattro parole ricche di significato
“impressionati” dalla vicenda storica che iniziano tutte con la lettera P:
o dall’incontro con alcuni ospiti della Padre buono (Dio), Provvidenza,
Piccola casa. Non è così! Preghiera e Poveri.
In questo anno sono venute a Ecco una testimonianza di come

Testimonianza della
famiglia Pirazzi

C
hiara e Fulvio sono una coppia “Vi parlo di me” scritto da sr Lara
italiana che ama la Missione in Broggi e sr Arcangela Mimmo (suore
Kenya, passione che cercano cottolenghine di vita contemplativa)
di trasmettere ai figli. Attualmente che racconta la storia del nostro Santo
vivono a Berna (Svizzera), ma con un linguaggio adatto ai piccoli.
quando vengono a trovare i nonni Al termine della lettura, Aurora e
a Novara non perdono occasione di Francesco hanno voluto condividere le
far visita anche alla nostra famiglia loro impressioni sulla storia del nostro
cottolenghina. Santo e formulare alcune preghiere. n
Durante una di queste visite è stato
offerto ai loro bambini il libro

26 Incontri n° 4/2019
Aurora e Francesco Pirazzi spiritualità
Ciao noi siamo due bambini, abbiamo 9 anni, siamo
fratelli gemelli e ci chiamiamo Aurora e Francesco. La
nostra mamma ci ha letto il libro di San Giuseppe
Cottolengo. Vi raccontiamo quello che ci ha colpiti.
Francesco: “A me è piaciuto che a sette anni misurava
le stanze per vedere quanti letti ci stavano per
costruire un ospedale. Che cuore grande e attento che
aveva!”.
Aurora: “Anche a me è piaciuto questo episodio e
vorrei imitarlo”.
Francesco: “Inoltre mi ha colpito che voleva
diventare santo anche se mi è spiaciuto che abbia
visto morire la signora Maria Gonnet”.
Aurora: “Dopo questo triste fatto il Cottolengo è
andato a pregare e ha capito che voleva aiutare
i poveri. Lui credeva alla Divina Provvidenza
che lo ha aiutato molto”.

Incontri n° 4/2019 27
TANTE...
MA UNA
Le immagini presenti nella Galleria Mariana della
Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino

L
a Galleria Mariana espone sulle sue pareti 500 dei Santuari eretti in ogni parte sotto il titolo della Beata
immagini della Madonna, così come era venerata Vergine; e il servo di Dio diceva che coll’andar del tempo in
nel corso dei secoli scorsi. San Giuseppe Benedetto detto Oratorio (che egli poi chiamò Santuario) si sarebbero
Cottolengo iniziò nel 1841 questa collezione unica e raccolte le immagini di tutti i Santuari del mondo sotto lo
irripetibile, le cui immagini si riferiscono a Madonne di stesso titolo della Madonna...”. I collaboratori del Santo
26 Paesi del mondo e sono costituite da preziose e rare continuarono nel tempo questa raccolta e, grazie a tutto
litografie del 1800/inizi 1900. Dagli archivi della Piccola ciò, oggi possiamo ammirarla. Nella prima metà del 1900
Casa, in uno dei racconti, quello di Suor Crescentina, si questa parte della Piccola Casa fu ristrutturata e la Galleria
evince che: “Nell’occasione che il servo di Dio accompagnò assunse l’aspetto attuale. Così nacque questa meravigliosa
suore in un paese presso Biella, andò a visitare il Santuario Galleria Mariana. n
di Oropa e vedendo il gran concorso che vi era e le molte


offerte che si facevano e il canto frequente delle litanie
lauretane davanti alla statua miracolosa di quel Santuario,
provò particolare commozione e fece acquisto d’una gran
San Giuseppe
quantità d’immagini rappresentanti la Beata Vergine Cottolengo iniziò
d’Oropa, e giunto alla Piccola Casa ne fece la distribuzione
a tutti gli individui ed una di queste immagini la collocò in nel 1841 questa
cima ad una scala movibile in un corridoio... Il corridoio collezione unica e
irripetibile”
in cui era posta la detta scala fu poi convertito dal servo di
Dio in una specie di Oratorio, in cui pose a capo la detta
immagine e vi raccolse inoltre quante altre immagini poté

28 Incontri n° 4/2019
Bruno Doimo ARTE E CULTURA
Le Litanie Lauretane presso la Piccola Casa
della Divina Provvidenza di Torino

U
n settore della Galleria contiene le
stampe dei 54 splendidi acquerelli
delle Litanie Lauretane di Dino Mora
(pittore, 1880 - 1950). La collezione fu realizzata
nel 1931, in occasione della commemorazione
del XV Centenario del Concilio Efesino e fu
poi donata dal maestro Mora al Rev. Domenico
Razzore, allora Rettore del Santuario di N.S.
dell’Acquasanta. Don Razzore le pubblicò l’anno
successivo, con un bellissimo testo esplicativo per
ognuna delle tavole. Si narra che Dino Mora, il
quale aveva da qualche tempo nella sua borsa da
viaggio gli originali degli acquerelli, incontrò una
sera don Razzore in un albergo e i due si misero a
chiacchierare. Don Razzore raccontò al pittore che
avrebbe voluto aprire una casa di accoglienza per
ragazze sole e in difficoltà, ma che non disponeva
delle risorse economiche per completare questo
progetto. Dino Mora, coinvolto e ammirato
per tanta lodevole e meritoria intenzione, decise
sul momento di regalare la collezione intera al
sacerdote, il quale compose nei mesi che seguirono
un testo per ognuna delle Litanie, spiegandone il
senso e l’esegesi. Il risultato fu mirabile e degno
di pubblicazione nel 1932. Con i diritti della
pubblicazione dell’opera, don Razzore potè
realizzare il suo progetto. Quella della Piccola
Casa è una stampa completa delle 54 Litanie
Lauretane ed è molto rara poiché pressoché
introvabile altrove. Da notare che la prima tavola
(in posizione A1) è un mirabile compendio delle
53 Litanie che seguono. In questa prima tavola,
Dino Mora riassume e struttura tutte le Litanie
vere e proprie, dando loro un significato grafico
e sinottico. Riportiamo di seguito, a titolo di
esempio, una delle 53 Litanie Lauretane, con il
testo di don Razzore. n

Il volume

I
llustra in 540 pagine tutte le immagini, la
loro posizione nella Galleria e una sintetica
storia della venerazione di quella particolare
Madonna. Ha richiesto 3 anni di lavoro
fotografico, di elaborazione delle immagini e di
ricerca storica della sua venerazione. n

Incontri n° 4/2019 29
PREGHIERE E
CELEBRAZIONI
NELLA TRADIZIONE
DELLA PICCOLA CASA
L
a Liturgia, “fonte e culmine dell’azione della Chiesa” (SC della Divina Provvidenza sotto gli auspici di S. Vincenzo
10), è anche il culmine e la fonte della vita della Piccola de’ Paoli, fondata dal can. Giuseppe Cottolengo… Li fratelli
Casa, fondata e sostenuta sulla preghiera, secondo il predetti pensarono di approfittarne per onorare la memoria
volere del suo Fondatore, San Giuseppe Cottolengo, il quale dei loro genitori col far trasportare le loro ossa dal cimitero di
oltre che un “gigante della carità” fu anzitutto uomo di grande Moncalieri, e deporle in un piccolo sotterraneo sotto la sacrestia
fede e per tale motivo desiderava che la stessa dedizione dell’anzidetta cappella, e ciò previa l’autorizzazione sia
dedicata ai malati fosse riservata alla Liturgia. ecclesiastica che civile”. n
La vita liturgica e le tradizioni religiose della Piccola Casa
si intrecciano con la storia della nostra bellissima chiesa
dedicata a S. Antonio Abate e a S. Vincenzo de’ Paoli,
comunemente denominata ‘Chiesa Grande’, la quale ha
come nucleo iniziale una cappella del 1834, che nella sua
struttura essenziale segna l’attuale ingresso in via S. Pietro
“ La Liturgia è il
culmine e la fonte
in Vincoli, a Torino.
La costruzione era stata voluta dai fratelli Farinelli, della vita della
Piccola Casa”
Francesco architetto e Giuseppe avvocato, che per
disposizione testamentaria dei genitori, deceduti entrambi
nell’agosto del 1829 e sepolti a Moncalieri, progettarono
di costruire in zona Borgo Dora una cappella “destinata
ad uso gratuito per il pio stabilimento intitolato Piccola Casa

30 Incontri n° 4/2019
sr Milvia Molinari sul filo della memoria: ieri e oggi
Le celebrazioni nella prima cappella

L
a cappella, iniziata nell’estate del dicembre 1837, mediante il quale liberamente l’azione pastorale nella
1832, fu ultimata nel settembre la Piccola Casa di Torino fu eretta sua Opera. Il decreto arcivescovile
del 1834. Ornata e fornita a parrocchia. Il provvedimento ovviamente riguardava la Piccola Casa
dagli stessi fratelli Farinelli di tutti venne emanato in seguito ad una di Torino, corrispondente all’attuale
gli arredi e oggetti sacri necessari alle istruzione pontificia del 23 agosto Casa Madre, non tutta la Piccola Casa
varie celebrazioni, con autorizzazione 1836, la quale prescriveva che i come successivamente si è sviluppata.
arcivescovile del 20 settembre 1834, decessi occorsi negli ospedali fossero Tale decreto è tuttora in vigore. n
fu adibita al culto e benedetta dal annotati nei registri delle parrocchie,
Cottolengo la domenica 5 ottobre nel cui territorio si trovavano. Per
dello stesso anno. Il Garelli narra: “Io semplificare il problema, l’Arcivescovo
ero presente quando si è benedetta la eresse a parrocchia sia la Piccola
chiesa della Piccola Casa, ed ho osservato Casa che altri ospedali e ospizi di
che il servo di Dio dimostrò un contento Torino, conservando così ai loro
singolare... Invitò Mons. Fransoni, rettori la facoltà di amministrare
arcivescovo di Torino, a compartire la i sacramenti dell’Eucaristia, della
prima volta la benedizione col SS.mo Penitenza e dell’Unzione dei malati.
Sacramento”. Inoltre i funerali potevano essere
Ma già dal 26 giugno 1834 la Piccola celebrati indipendentemente dalla
Casa era stata esentata dalla giurisdizione giurisdizione dei rispettivi parroci,
della vicina parrocchia dei Ss. Simone e concedendo, pertanto, il diritto
Giuda e celebrava in modo indipendente di tenere i libri parrocchiali. In tal
le proprie funzioni sacre. modo al Cottolengo fu riconosciuto
Tale esenzione fu rinnovata con un l’ufficio di rettore ecclesiastico della
altro decreto arcivescovile del 14 Piccola Casa e quindi poté svolgere

Incontri n° 4/2019 31
SONO APERTE LE ISCRIZIONE PER L’ANNO 2020/21

• Orario: dalle 7,30 alle 17,45


(compreso pre e dopo scuola Vogliamo qui far memoria del fine precipuo della Scuola Primaria
facoltativi). e Secondaria di primo grado “Cottolengo”: dare la possibilità alle
• Lavagne multimediali in tutte famiglie meno abbienti di iscrivere il proprio figlio ad una scuola di
le aule. ispirazione cattolica.
In particolare, l’attenzione che la Scuola nutre per le famiglie che hanno
• Retta proporzionale al
figli con disabilità (in Piemonte, probabilmente in Italia, è la scuola
reddito (Isee).
Paritaria che ne accoglie il maggio numero) e per le famiglie italiane
• Possibilità di svolgere e straniere povere, ha aumentato la significatività cottolenghina del
laboratori sportivi (calcio, servizio: sono stati infatti accolti alcuni alunni, approdati alla Piccola Casa,
rugby, basket, pallavolo, balli dopo essere stati rifiutati, per motivi vari, da altre scuole. In questo si può
di gruppo ecc.): dalle ore trovare realizzato il desiderio del santo Cottolengo di accogliere chi non
16,00 in poi. viene accolto da altri. È importante quindi per questi bambini, creare un
• Mensa gratuita. clima di famiglia, trovare un ambiente che li accolga e che li faccia sentire
• Sito: www.scuolacottolengo.org amati: crediamo che la nostra Scuola, spinta dai valori cottolenghini, sia in
(iscrizione on-line nella sezione grado di fare sperimentare tutto questo.
“scuola”).

Scuola paritaria Primaria Conto intestato a:


e Secondaria di primo grado Piccola Casa della Divina
“COTTOLENGO” Provvidenza “Cottolengo”
presso INTESA SANPAOLO
Via San G. Cottolengo, 14 P.zza P. Ferrari n. 10
10152 Torino 20121 Milano
Tel. 011-5225575
scuole.cottolengo@gmail.com IT81 A030 6909 6061 0000 0155247

Potrebbero piacerti anche