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P. Italiane - Sped. in A.P. - «D.

L
353/2003 (conv. in L. n. 46,
27.2.2004) art. 1, c. 2 - D.C.B. TO»

Anno XXXV – N. 2
II Semestre 2017

1
AG L I AM ICI
D E L B E AT O
F R A N C E SCO Spedizione in abbonamento postale
Anno XXXV - n. 2 - II semestre 2017
PA L E A RI

SOMMARIO

– Editoriale p. 3
– La parola di Padre Carmine p. 4
– La devozione a Gesù Bambino
del Beato Francesco Paleari p. 5
Solennità del SS. Natale 1893 p. 6
– Notizie cottolenghine
Direttore Responsabile Don Carmine ARICE nuovo Padre
d. Lino Piano della Piccola Casa P. 12
Redattore Il Presidente della Repubblica
d. Francesco Gemello
al Cottolengo p. 13
Redazione e Postulazione
Piccola Casa Della Divina – Nuove presenze
Provvidenza Tanzania: TOBORA p. 14
Via Cottolengo, 14
10152 Torino – Chiesa dedicata al Santo Cottolengo
Tel. 011-52.25.111 Tanzania: MASAKI p. 15
India: Kottilpadu p. 15
Il bollettino non ha quota
di abbonamento ma è – Una nuova Piccola Casa, in India
sostenuto con offerte India: Nilambur p. 16
libere dei lettori:
C.C.P. 20956108 – Presso la tomba p. 21
intestato a: Piccola Casa
Divina Provvidenza – Il «Deo Gratias» riconoscente p. 22
specificando la causale
del versamento – Auguri Natalizi p. 23
2
EDITORIALE
La ricorrenza delle feste natalizie mi ha indotto ad aprire il volume 21° degli
scritti del Beato Francesco Paleari, dove sono raccolte le sue novene e i suoi
discorsi natalizi.

Penso di fare cosa gradita ai lettori riportando il discorso pronunciato per


la solennità del Natale 1893, presenti la madre e la sorella.

Tra le notizie cottolenghine di questa seconda parte dell’anno 2017 primeg-


gia l’elezione del nuovo Padre della Piccola Casa nella persona di don Carmine
ARICE, avvenuta l’11 settembre durante il capitolo generale dei sacerdoti.
Nel medesimo capitolo sono stati eletti gli altri quattro consiglieri generali, di cui
i primi due sono anche condirettori della Piccola Casa.

Non meno memorabile la visita alla Piccola Casa di Torino del Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella, in data 7 novembre di quest’anno.

Seguono poi le notizie missionarie riguardanti alcune nuove presenze delle


suore e dei sacerdoti del Cottolengo in Tanzania ed in India.

Termino questa breve presentazione degli articoli di questo numero della


rivista formulando a tutti gli Amici, alle loro famiglie o comunità, i migliori auguri
di liete e sante feste natalizie e di un felice anno nuovo.

Don Francesco Gemello


Via Cottolengo 14 – 10152 TORINO
“dongemello@gmail.com”

3
LA PAROLA DI
PADRE CARMINE
Cari amici,

Sono contento di potervi salutare attraverso le


pagine del nostro notiziario e ringraziare ciascuno
di voi per l’affetto e la vicinanza verso il santo
Cottolengo e la Sua Opera, la Piccola Casa, e per
il suo primo “figlio Beato”, Francesco Paleari,
al quale sono legato da profonda ammirazione e
sincera devozione. Come forse saprete, ho avuto
l’onore di organizzare la preparazione e la celebrazione della Beatificazione di don
Franceschino e questo mi ha portato a conoscere più da vicino la sua figura, i suoi
scritti e la grande stima di chi l’ha conosciuto dal vivo. Dopo la mia elezione a Padre
mi sono immediatamente affidato al nostro Beato chiedendo alla sua intercessione un
cuore sacerdotale per quanti la Divina Provvidenza ha voluto e vorrà affidarmi.
Colgo questa occasione per condividere con tutti un’esperienza davvero singola-
re che ho avuto l’onore di vivere nel Monastero Mater Ecclesiae dove risiede il papa
emerito Benedetto XVI. Il 5 novembre 2014 ho avuto la gioia di essere ricevuto in
udienza assieme a don Bassiano Ugge’ ora vicario generale della diocesi di Lodi, ma
allora sottosegretario della CEI. In quello straordinario incontro durato 35 minuti ho
portato in dono al papa tedesco una reliquia del Beato Francesco Paleari dicendogli:
“Santità grazie per aver autorizzato la beatificazione di questo nostro confratello”.
Papa Benedetto ha guardato la reliquia, l’ha baciata con profonda devozione e, dopo
un attimo di silenzio orante, ha detto: “Questo prete bisogna farlo santo, bisogna farlo
santo”; quindi ha ribaciato la reliquia e ha concluso: “chiediamo la sua intercessione”.
Ecco cari Amici quello che desidero incoraggiare attraverso queste pagine: una
devozione verso Mons. Paleari che si trasforma in imitazione delle sue virtù e la pre-
ghiera per intercessione del suo cuore sacerdotale, soprattutto per le persone malate,
perché se Dio vuole, al più presto il nostro Beato possa essere invocato santo da tutta
la Chiesa universale, a gloria di Dio e per la gioia di tutta la Piccola Casa.
Con l’augurio di commuoverci anche noi, come succedeva al Beato Francesco
Paleari, davanti al Dio Bambino per noi, chiedo al Signore di benedire noi, le nostre
famiglia, la Piccola Casa e soprattutto quanti stanno vivendo momenti di particolare
difficoltà.

Buon Natale
Vostro Padre Carmine Arice

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La devozione a Gesù Bambino
del Beato Francesco Paleari
Presentazione
Il Paleari era animato da grande fervore religioso, pregava continuamente e
con profondo raccoglimento. Parlava spesso di Dio e dei misteri della fede, nutriva
una straordinaria pietà eucaristica, che manifestava soprattutto nella celebrazione
della Santa Messa.
Devotissimo della Madonna, rivolgeva pure le sue preghiere all’Angelo
Custode, ai santi Francesco d’Assisi, Francesco Saverio, Francesco di Sales, Santa
Teresa del Bambino Gesù.
Merita tuttavia di essere ricordata la sua particolarissima devozione a Gesù
Bambino.
Suor Maria della Santa Colonna attesta:”Ci diceva sovente: per un’anima che
ha fede e che la vive basterebbero a farla andare in estasi queste tre parole: un
Dio... Bambino... per me....
Il primo giorno della novena di Natale ci raccontava la parabola di un re che
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di vermiciattoli che alzavano baldanzosi la loro testina. Il re era deciso a passarvi
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compassione di questi poveri vermi, non ucciderli. Scendo io dal cocchio, salvali, mi
metto io al loro posto; stritola me, ma salvali. Narrava questo paragone con tanta
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era l’amore che portava al mistero dell’Incarnazione.
“A mezzanotte di Natale tutto felice veniva a celebrare le tre messe nella
nostra cappellina... Quando passava davanti al presepio che facevamo in comunità
si fermava ad ammirarlo e si commoveva anche solo a guardare il bue e l’asinello
che riscaldavano Gesù.
Come s’inteneriva a rimirare la scena della fuga in Egitto: la Madonna seduta
sull’asinello, San Giuseppe col fardello sulle spalle e il Bambino sotto il manto di
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mancava mai di deporre sull’erbetta la sua piccola offerta con qualche caramella
e cioccolatino”. (1)
A conferma di questa gioia spirituale e dell’amore a Gesù Bambino del Beato
Paleari riportiamo un suo sermone natalizio del 1893.
La Redazione
(1) Summarium § 122, pp. 58-59

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Solennità del SS. Natale 1893

Esordio. L’odierna solennità che


di tanta letizia inonda i nostri
cuori, l’odierna solennità non
ci ricorda un solo, ma il triplice
Natale di Gesù Cristo. Tre sono
infatti, secondo S.Bernardino, le
generazioni del Verbo: l’una divina,
l’altra umana, la terza spirituale.
La prima eterna nel seno del
Padre, la seconda nel tempo nel
seno di Maria, la terza nel cuore
del giusto. Nasce Gesù dall’eterno
in quanto Dio, nasce Gesù una volta
sola in quanto uomo, nasce sovente
nella grazia.

Partenza da Nazaret. Era pieno il tempo segnato da Dio alla nascita del
Salvatore del mondo, mancava tuttavia la circostanza del luogo e la vergine
benedetta prossima al divin parto stava ancora a Nazaret. Eppure il profeta
Michea aveva detto che il Messia nascerebbe a Betlemme di Giuda. Quand’ecco
in quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto, che si facesse il censo di tutto
il mondo, per cui le genti di Palestina dovevano farsi registrare nella città
donde traevano la loro origine Ora Giuseppe e Maria erano discendenti del re
Davide, e come tali dovevano recarsi a questa città per adempire all’imperiale
editto. Oh, mirabile Provvidenza di Dio, veramente sei tu che tutto reggi e
governi; l’uomo si agita e tu lo conduci, l’uomo propone e tu disponi. L’imperatore
di Roma bandisce il suo decreto per ostentare la sua superbia, per appagare la
sua avarizia, ma il Re del cielo ordina a compir l’eterno suo decreto di giustizia e
misericordia per condurre a nascere in Betlemme il suo Figliuolo.
Adoriamo sempre la Divina Provvidenza, adoriamola in ogni evento, prospero
o avverso, ringraziamo e baciamo la mano amorosa che tutto regola alla sua
gloria e a nostro bene. Impariamo dall’esempio di Maria e Giuseppe che, appena
udirono l’editto di Cesare, vi ravvisarono tosto la volontà di Dio, e senza indugiar
un momento, senza cercar scuse, senza muover lamenti si mettono ad eseguirlo.

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0D TXL QRQ SHQVDWH R 0DULD R *LXVHSSH TXDQWR GLIÀFLOH VLD O·XEELGLHQ]D FKH
a voi si domanda. Si tratta di una legge imposta da un idolatra per ambizione
ed interesse, si tratta di un viaggio lungo e faticoso, quattro o cinque giorni per
vie deserte, fangose ed aspre, nella stagione più cruda, forse tra nevi e ghiacci.
&RPH VXSHUDUH WDQWL RVWDFROL FRPH SRUWDUH WDQWL VDFULÀFL",O YHUR REEHGLHQWH
QRQWHPHVDFULÀFLRHWULRQIDG·RJQLFRQWUDVWRULFRQRVFHULVSHWWDHDGHPSLHRJQL
comando come un ordine di Dio.
Preghiamo piuttosto Maria e Giuseppe a prenderci in loro compagnia, ad imitare
altresì la loro pazienza durante il viaggio da Nazaret a Betlemme. Guardiamoli
quegli augusti pellegrini. Forse Maria, come era usanza in quel paese, va sopra
un umile asinello, tutta assorta nel mistero che porta nel suo seno verginale.
Giuseppe dà per mano il povero asinello, tutto intento a guidarlo dove più piana è
la via per non accrescere disagio alla vergine sua sposa. Procedono lentamente,
quali siano i loro pensieri, quali i loro affetti, quali i discorsi lo seppe solo Iddio,
che dal cielo guardava con compiacenza quei santi personaggi.
Taccio le privazioni, le angustie che in quel viaggio dovette pur soffrire Gesù nel
seno di sua madre, ma l’amore che lo portava a nascere per noi tutto gli rendeva
leggiero e soave.

Arrivo a Betlemme. Oh, Betlemme fortunata, che non sei la minima fra le città di
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Godi ed esulta che a te se ne viene con Maria e Giuseppe il Salvatore da quaranta
secoli desiderato. Sorgi ed esci incontro.
Ma ahimè, i Betlemiti non conoscono una sì preziosa e gloriosa visita. Tutti
attendono ai mondani affari, nessuno si muove incontro ai santi pellegrini, nessuno
pensa alla loro venuta...
Finalmente i due augusti pellegrini sono saliti alle porte della città, entrano ignoti
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dar con i due sicli il loro nome. Che nomi gloriosi furono allora scritti in quel registro
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5RPDQR ,PSHUR &RQ TXDOH JUDGLPHQWR DYUj O·HWHUQR 3DGUH PLUDWR TXHOO·DWWR
GL XPLOWj H GL VRWWRPLVVLRQH GL 0DULD H *LXVHSSH 1H KD GD WDFHUH D TXHVWR
proposito, come dice il Ven. Beda, come Giuseppe si recasse a far altresì registrare
LOQHRQDWR%DPELQRYROHQGRFRVu*HVHVVHUHDQFK·HJOLFLWWDGLQRGL5RPDSHUFKp
noi diventassimo cittadini del cielo, e come il suo nome fu scritto nel libro della vita
mortale, così i nostri nomi fossero scritti nel libro della vita eterna.

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Ma il giorno se ne andava, e Maria e Giuseppe stanchi dal viaggio e affranti dalle
sofferenze cercano un alloggio per passare la imminente notte. Si rivolgono forse
prima ai loro parenti, ma non furono ricevuti, chiesero ai privati albergatori, ma
QHVVXQR OL YROOH WXWWL L SRVWL HUDQR JLj RFFXSDWL 7HQWDURQR DOOD ÀQH DO SXEEOLFR
ricovero, dove una turba di poveri stava raccolta, pregarono, scongiurarono per
avere fosse anche l’ultimo cantone più disagiato, ma ne furono respinti con beffe
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nobili, pei ciarlatani c’è posto, c’è posto per tutti, solo per Maria e Giuseppe non c’è
posto; non c’è posto per Gesù, il Figlio di Davide, il Re dei Re. Oh, ingrati e crudeli
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YLSHQWLUHWHDOORUDGHOYLOHULÀXWRPDWURSSRWDUGL
Ma no, non imprechiamo a quegli sciagurati, piangiamo piuttosto sopra di noi.
Quante volte Gesù batte alla porta del nostro cuore e noi non l’abbiamo sempre
accolto questo caro pellegrino. Quante volte Maria ci chiese il nostro cuore per
partorirvi spiritualmente il suo Figliuolo e si udì rispondere:”non c’è posto”. C’era
posto per il peccato e non per la grazia, c’era posto per il demonio e non per Gesù.
2K GRPDQGLDPRJOL SHUGRQR GL WDQWL ULÀXWL EHQ SL GRORURVL GHOOD LQRVSLWDOLWj GHL
Betlemiti. In avvenire apriamolo sempre il nostro cuore a Gesù, specialmente
quando viene a noi nel sacramento del suo amore.

Alla grotta. Frattanto Maria e Giuseppe quantunque sentano vivamente d’essere


trattati dai Betlemiti come indegni dell’umano consorzio, pure non si scoraggiano,
non impazientiscono, non si lamentano. Nell’umana ingratitudine e durezza
adorano l’amorosa volontà di Dio e sotto la sua potente, ma paterna mano piegano
il capo pieni di rassegnazione e di pace, insegnando in tal modo a tutti noi come
diportarci nelle nostre avversità, cioè con silenzio, rassegnazione ed allegrezza.
Il sole intanto era caduto e già sorgeva l’ombra della notte. Ora che faranno i nostri
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imminente. Allora Giuseppe con parole tronche dall’interno affanno: andiamo, dice
a Maria, andiamo fuori dalla città e cerchiamo nella campagna qualche rifugio.
Escono infatti e dopo aver girato alquanto venne loro scorta una spelonca o grotta
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alquanto, dice Giuseppe alla sua sposa, luogo troppo indegno di voi, ma pure...
Si, si, risponde Maria sospirando, andiamoci pure, che il mio Figlio da buon Pastore
quale sarà non ricusa la stalla... e senz’altro vi si mettono dentro benedicendo Dio.
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momento che cosa avranno pensato Maria e Giuseppe entrando in quel sito.

8
Che avranno detto gli angeli al veder in sì umile ed abbietto luogo adagiarsi Maria
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Questa è dunque la reggia del Signore del cielo e della terra. Questa è la casa
FKH SHU Vp HGLÀFz OD GLYLQD 6DSLHQ]D TXDQGR VFKHU]DQGR QHOO·XQLYHUVR IRUPDYD
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cielo per gli astri e un paradiso di delizie al primo uomo... Se il mondo avesse
oggigiorno un po’ più di fede quale stupore avrebbe in veder l’imperatore degli
imperatori, il Verbo di Dio fatto carne entrare a nascere nella caverna di Betlemme.
6L ULFRUGL 6DORPRQH FKH KD HGLÀFDWR TXHO VXR PDJQLÀFR WHPSLR ULFFKLVVLPR GL
marmi e di bronzi, di argenti e di ori, di statue e colonnati, insomma un compendio
mirabile dei più bei tesori della natura e dei più bei lavori dell’arte... Pure quando
Salomone vide scendervi la gloria fra quella misteriosa nebbia che tutto lo riempì,
come uscito di se stesso per lo stupore esclamava: “possibile che dal cielo Dio
VLD YHQXWR DG DELWDUH VXOOD WHUUD"µ 0D VH 6DORPRQH FRQIURQWDVVH OD JURWWD GL
%HWOHPPH FRO VXR WHPSLR TXDOH PHUDYLJOLD 4XL WXWWR q YLOH DOOD YLVWD LQJUDWR
DOO·XGLWRPROHVWRDOO·RGRUDWR2KPLVWHURGLXPLOLD]LRQHGLSRYHUWjGLPRUWLÀFD]LRQH
Oh, grotta di Betlemme, grotta avventurosa, tanto a me più cara agli occhi della
fede quanto più vile agli occhi della carne. La tua vista ci farà contenti di abitare
anche negli ultimi luoghi, sia pur disagiati, sia pur mal riparati. Sono sempre migliori
della capanna del nostro Salvatore.

Nascita di Gesù. 0D HQWULDPR ÀQDOPHQWH DQFKH QRL QHOOD SRYHUD FDSDQQD GL
Betlemme, qui rinforziamo la nostra fede. Già presso è a compiersi quel gran
mistero preparato dall’eternità, invocato da tutti i Patriarchi, preannunziato da
tutti i Profeti, aspettato da tutte le genti. Quella notte beata, più splendida d’ogni
più chiaro meriggio, è giunta a mezzo del suo corso. Tutto il mondo giace sepolto
in tenebroso silenzio.
Quand’ecco i cieli si abbassano alla terra, esultano i monti, tremono gli abissi, la
misericordia e la verità s’ incontrano, la pace e la giustizia si baciano in fronte,
scende dal cielo la celeste rugiada, le nubi piovono il giusto, s’apre la terra e
germina il Salvatore, la verga di Iesse produce il suo frutto.
Ecco Giuseppe raccolto in un cantuccio in fervida preghiera. Ecco Maria in un altro
angolo posta ginocchioni colle braccia cancellate sul petto, con gli occhi sfavillanti
rivolti al cielo, colla faccia più bella della luna, col cuore immerso in un pelago di
gaudio, la mente assorta in altissima contemplazione. Maria riscossa dall’estasi
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del sole le sorride amorosamente, le protende le sue manine, quasi dicendole:

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SUHQGLPLRPDGUHVRQRLOWXRÀJOLRSUHQGLPLFRQWH0DULDSLHQDGLSURIRQGLVVLPD
XPLOWj VL SURVWUD VXO VXR ELPER H SRL FROOD FRQÀGHQ]D PDWHUQD H FRQ LQHIIDELOH
trasporto lo raccoglie nelle sue mani purissime, lo copre di baci infuocati, lo stringe
al suo cuore amorosissimo, lo ravvolge fra poveri panni e lo depone sulle paglie
della mangiatoia.
´2 PLUDFROL HVFODPD TXL 6$JRVWLQR R SURGLJL R PLVWHUL ,O )LJOLR GL 'LR V·q IDWWR
ÀJOLRGHOO·XRPRLOFUHDWRUHqGLYHQWDWRFUHDWXUDO·RQQLSRWHQWHGHEROHO·LPPHQVR
bambino, il verbo infante, l’Eterno comincia la sua vita, il padrone del cielo e della
terra povero ed ignudo, la felicità per essenza piange e vagisce. O amore, o amore,
DTXDOHVWDWRKDLULGRWWRLOPLR'LRµ
Salve, o bambino, salute del mondo, redenzione degli schiavi, gloria d’Israele,
OHWL]LDGL'LR6uLQTXHOO·LVWDQWHFKHHQWUDYDQHOPRQGR*HVULYROWRDOVXRHWHUQR
Padre gli avrà ripetuto: “Padre, tu non volesti più l’ostia e l’oblazione, però desti
a me questo corpo, so che non ti piacciono più gli olocausti, ebbene eccomi qui
vittima della tua giustizia, ostia di pace e di propiziazione”.
E l’Eterno Padre, giubilando a sua volta dall’alto dei cieli, abbassando lo sguardo
sulla capanna, ripetere: “tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato. Tu ripari la mia gloria,
WXVRGGLVÀODPLDJLXVWL]LDWXULXQLVFLODWHUUDDOFLHORWXULFRQFLOLO·XRPRD'LRWX
sei il mio eterno sacerdote, tu l’Agnello immolato il cui sangue placherà la mia
collera e laverà le iniquità della terra. Tu manifesti nel modo più splendido la mia
onnipotenza, sapienza e bontà. Tu sei dunque il mio Figliuolo diletto in cui ripongo
tutte le mie compiacenze, tu sarai la via per gli erranti, la verità per gli ignoranti, la
vita per i morti, tu la luce che illumina le tenebre dell’umana cecità, tu il maestro
di tutte le genti”…

Adorazione degli Angeli. E fu in quell’istante medesimo che Dio, osservando il


Bambino di Betlem, comandò agli angeli che tutti scendessero a riconoscerlo per
loro Iddio. Figuriamoci quale tripudio si sollevò allora tra i cori angelici… Esultarono
come a nuovo paradiso e invitandosi a vicenda con quelle parole che intese
Origene:” che facciamo noi qui, su, su, discendiamo tutti alla grotta di Betlemme” e
cantando sulle arpi d’oro il loro trisagio: Santo, Santo,Santo, calarono a schiere dai
SULPL6HUDÀQLDJOLXOWLPLDQJHOLDIDUFRUWHJJLRDOQHRQDWR%DPELQR

10
0
Adorazione dei pastori. 2UD GRYH VRQR JOL XRPLQL" 3HUFKp QRQ YHQJRQR D
ULFRQRVFHUHDULQJUD]LDUHDGDGRUDUHLOORUR6DOYDWRUH"3RYHULXRPLQLWXWWLVRQR
sepolti nel sonno della notte e quel ch’è peggio nell’ombra della morte. Solamente
pochi pastori vegliano sui colli vicini a guardia dei loro greggi, ma neppure questi
sanno chi sia nato. Ad un tratto veggono un insolito splendore che s’ irraggia su
di loro e li circonda di vivissima luce. A questo spettacolo furono presi da arcano
spavento. Allora l’angelo di Dio, forse Gabriele, nunzio del gran mistero a Maria e
D*LXVHSSHYHQLYDDGDQQXQ]LDUORDORUR/·DQJHORJULGz´1RQWHPHWHSHUFKpLR
vi reco la notizia della più grande allegrezza che avrà ogni popolo: oggi è nato a voi
il Salvatore nella città di Davide ed ecco il segnale: troverete un Bambino avvolto
in fasce e giacente in una mangiatoia”. E immediatamente una moltitudine della
celestiale milizia si unì a quell’angelo cantando gloria a Dio nel più alto dei cieli e
pace in terra agli uomini di buona volontà”.

Andiamo anche noi al presepio. Lasciamo pure andare i pastori a narrare ai


loro vicini le meraviglie, noi fermiamoci nel presepio a contemplare il neonato
Bambino. I pastori trovarono prima Maria e Giuseppe e poi Gesù. Ecco la prima
origine della devozione alla Sacra Famiglia.
Veniamo sovente al presepio, ivi c’è tutto quanto dobbiamo amare: la verità,
OD ERQWj OD EHOOH]]D OD ULFFKH]]D OD JORULD 8Q 'LR FLRq IDWWR XRPR SHUFKp QRL
uomini ci facessimo Dio. Qui è la scuola dove s’impara quanto dobbiamo imitare:
ODSRYHUWjO·XPLOWjHODPRUWLÀFD]LRQH(1)

(1) Scritti, volume 21, pp. 120-138

11
11
NOTIZIE COTTOLENGHINE

Don Carmine ARICE


nuovo Padre della Piccola Casa

Nei giorni 4-15 settembre 2017, nella succursale cottolenghina di Druento


(TO), fu celebrato il IX Capitolo generale dei Sacerdoti cottolenghini.
Vi parteciparono 26 sacerdoti in rappresentanza di tutti i sacerdoti cotto-
lenghini sparsi nel mondo: 5 provenienti dall’India, 5 dall’Africa, 2 dall’Ecuador e
14 dall’Italia.
Tema del Capitolo.”L’esperienza spirituale del Santo Cottolengo norma e
guida dell’apostolato del sacerdote cottolenghino”.
Il giorno 11 settembre, con la partecipazione del consiglio delle Suore e
dei Fratelli, fu eletto il nuovo Padre della Piccola Casa e superiore generale dei
sacerdoti nella persona di don Carmine ARICE.
Il 13 settembre furono eletti il Vice Padre don Giovanni MORERO e gli altri
tre consiglieri generali: don Andrea BONSIGNORI, don Elio MO, don Francis
Peter VELUTHEDATH.
Don Carmine era Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della Salute
della Conferenza Episcopale Italiana, don Giovanni direttore delle succursali cotto-
lenghine di Pisa e Firenze, don Andrea direttore della Scuola elementare e media
del Cottolengo di Torino, don Elio direttore dell’Ufficio Immobili della Piccola Casa,
don Francis Peter superiore della comu-
nità dei sacerdoti di Pisa.
Al nuovo Padre don Carmine
ARICE, ai due condirettori don Giovanni
e don Andrea, agli altri due consiglieri
don Elio e don Francis Peter i miglio-
ri auguri da parte della Redazione,
accompagnati dalla preghiera.

12
Il Presidente della Repubblica al Cottolengo

Nella giornata torinese il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha


fatto tappa anche alla Piccola Casa della Divina Provvidenza nel primo pomeriggio
del 7 novembre in visita privata.
Accolto dal Padre Generale don Carmine Arice e dai Superiori Maggiori delle
Suore e dei Fratelli, dopo aver salutato gli alunni delle scuole, il Presidente ha
sostato davanti all’urna del santo torinese. Quindi ha percorso le strade della
cittadella della carità salutando personalmente, tra grande commozione ed entu-
siasmo, ospiti, religiose e religiosi, operatori e quanti festanti erano lungo i viali
della Piccola Grande Casa. Visibilmente commosso, il Presidente ha ripetuto più
volte: “Grazie, grazie per quello che fate; a voi la riconoscenza di tutta l’Italia”.
Quindi, in una sala gremita e festosa, alla presenza di una rappresentanza
della Istituzione caritativa, il saluto di Padre Arice che, ringraziando il Presidente
per la sua presenza tra i “piccoli”, ha sottolineato la riconoscenza per i suoi rinno-
vati appelli a favore della dignità delle persone fragili e con disabilità, come pure
per le iniziative a loro favore nelle residenze del Quirinale.
Prendendo la parola il Presidente ha ricordato come il Cottolengo sia
“un’opera che è nel cuore di tanti italiani e che onora tutto il Paese essendo
uno dei punti più alti della solidarietà e del dono di amore per gli altri”. Il Presidente
Mattarella ha ricevuto in dono delle tovaglie ricamate da ospiti e suore, una
litografia del Cottolengo e un libretto con gli insegnamenti del Santo torinese.
Il Presidente Mattarella è il 4° presidente a far visita alla Piccola Casa,
per lui è stata la prima volta.

Federica Bello
da “La Voce e il Tempo”
del 12 novembre 2017

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Nuove presenze
Tanzania: TOBORA
Tobora inizialmente era una
colonia di lebbrosi e la parola
“tobora” indica il buco che veniva
loro praticato attraverso delle inie-
zioni. Come si sa i lebbrosi erano
emarginati e fuggiti da tutti.
Attualmente qui ci sono
ancora 21 famiglie, che hanno
parenti colpiti da lebbra, ma che
sono guariti e conservano nel
loro corpo i segni devastanti della
malattia. Essi vivono in casette costruite per loro dal vescovo. L’ambiente in
cui vivono ora è in via di ristrutturazione per i bambini orfani, che attualmente
vivono in un capannone, che non è adatto per loro.
Il vescovo ci ha dato la cura di questi bambini, una ventina circa, di cui mando
una foto.
Attualmente la nostra comunità è composta da 3 Suore: sr. Mary Japhet,
responsabile, sr. Rose Nancy, sr. Fridah. Cerchiamo di conoscere i bisogni della
popolazione e le necessità della parrocchia e seguiamo le attività del dispensario.
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sono veramente tanti e la povertà è grande.
Da brave “ciocote” confidiamo nella Divina Provvidenza, che non abbandona
nessuno dei suoi figli.

Un caro saluto
da tutte noi.
A nome di tutte
le sorelle Sr. Fridah

14
Chiesa dedicata al Santo Cottolengo
Tanzania: MASAKI
Il 29 gennaio 2017 Mons.
Eusebius Nzigilwa, vescovo ausi-
liare di Dar-Es Salam si è recato
a Masaki per consacrare l’altare
e benedire la nuova chiesa dedi-
cata a San Giuseppe Benedetto
Cottolengo. Questa chiesa si trova
a 27 Km. da Kisarawe. La comuni-
tà cristiana è presente dal 1958,
quando i primi cristiani si sono
spostati da Kilwa, altra regione della Tanzania. Tra questi primi cristiani cattolici ci
sono anche i genitori di suor Paulina Casmir Mkundi, la prima suora cottolenghina
tanzaniana. Le famiglie che fanno parte della comunità cristiana sono circa 80.
Il vescovo ha voluto conoscere i genitori di suor Paulina e lo zio, che è stato il
primo catechista fino al 1990.
don Nicholas KIRIMO

India: KOTTILPADU
KOTTILPADU è un villaggio
di pescatori che si trova all’estre-
mo sud dell’India, nel distret-
to di Kanyakumari, diocesi di
Kottar; un villaggio distrutto dallo
tsunami del 2004, in cui morirono
194 persone e furono distrutte
molte case.
La comunità cottolenghina,
composta da tre suore, è stata
inaugurata il 25 marzo 2017.
Esse prestano servizio nelle attività e nella pastorale parrocchiale. Insegnano
il catechismo a più di 350 bambini; vanno a visitare le famiglie e ogni sabato del
mese portano la comunione agli ammalati. Due suore insegnano nella scuola
parrocchiale. Le suore sono accolte bene sia dai parrocchiani che dal parroco, con
cui collaborano per l’evangelizzazione dei poveri pescatori.

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Una nuova Piccola Casa, in India
(relazione del volontario Bruno)
India: NILAMBUR
Ottobre 2016, parto per l’India per un breve periodo, come volontario della
Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. Vado a Nilambur, nel Kerala, lo
Stato che si trova nel sud-ovest dell’India, bagnato dall’Oceano indiano e la cui
popolazione sfiora ormai i 40 milioni di abitanti. È lo Stato dell’India con il più alto
tasso di alfabetizzazione. Le religioni del Kerala sono sostanzialmente3: Induista
(circa 60%), musulmana (circa 25%) e cristiana (circa 15%), questi ultimi suddivisi
tra cattolici, protestanti e di rito syriano. Nilambur è una cittadina situata nell’en-
troterra del Kerala, a circa 50 km ad est di Kozhikode (Calicut), sede di una Diocesi
vescovile. La grande città di Cochin, dove già esistono alcune realtà del Cottolengo,
si trova sulla costa a sud, e dista da Nilambur circa 160 km. Nei pressi di Cochin,
a Pavarur, vi è inoltre il Seminario per i ragazzi che diventeranno sacerdoti cotto-
lenghini.
Inquadrata brevemente la geografia di Nilambur, veniamo al motivo del mio
viaggio. La storia è interessante e coinvolgente in quanto qui, a circa 6 km dalla
città e al confine di una zona forestale bagnata dal fiume Chalyiar, sta sorgendo
una nuova Piccola Casa cottolenghina, grazie ad una donazione di terreno fatta
da un benefattore del luogo. Lo conosco appena arrivo all’aeroporto di Kozhikode,
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questo nuovo progetto. Io ho visto don Taj solo in fotografia e quindi all’arrivo si
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l’unico occidentale sbarcato dall’aereo... e tutti mi guardano come una mosca
bianca). Il caldo è opprimente ma i saluti, le presentazioni e i bagagli da sistemare
sulla piccola Tata Nano della Piccola Casa me lo fanno dimenticare per un po’.
Il benefattore si chiama Bimal Kalathil ed è un coltivatore di banane di Nilambur.
Mi accoglie con un sorriso solare e nonostante le mie insistenze, mi cede il posto
anteriore sulla minuscola Nano... mentre lui si sistema dietro, stretto tra le mie
valigie.
Don Taj parla un buon italiano, avendo trascorso alcuni anni a Torino per i
suoi studi, e quindi la conversazione si snoda tra la lingua malayalam (la lingua
del Kerala, che Bimal usa con Taj), l’italiano e un po’ di inglese tra Bimal e me.
Chiedo subito che mi raccontino la storia di questo terreno su cui stanno
iniziando i lavori di costruzione della casa, tanto abbiamo quasi 2 ore di viaggio
in macchina, attraverso i paesi che si snodano davanti a noi, il traffico notevole
di metà mattina, lo stile di guida a dir poco “coraggioso” e rumoroso (qui si suona

16
La famiglia di Bimal

La prima pietra

il clacson molto spesso). Taj mi racconta quindi che circa un anno prima, quando
lui era a Paravur, aveva ricevuto la richiesta di esaminare un’offerta di un terreno
in donazione da parte di un certo Bimal (che era allora sconosciuto alla comunità
cottolenghina), a patto che sul terreno fosse stata costruita una casa per assistere
i poveri e i bisognosi della zona. Don Taj era quindi andato a Nilambur e aveva
conosciuto Bimal e la sua famiglia. Bimal e il padre, Sebastian Devasi Kalathil,
86 anni ben portati, gli avevano spiegato le ragioni della loro donazione: volevano
onorare e ricordare la madre di Bimal, Filomina (moglie di Sebastian) e la sorella di
Bimal, Anjana, entrambe scomparse anni prima, ma sempre nei loro cuori per l’ani-
mo caritatevole e buono che le spingeva ad aiutare il prossimo meno fortunato.
A decisione presa, don Taj era poi tornato a Nilambur con l’incarico di orga-
nizzare, seguire e completare i lavori per costruire la Casa. Qualche data, per
collocare nel tempo gli eventi che hanno preceduto il mio arrivo: dicembre
2015: inizio trattative; 15 ottobre 2015: registrazione del terreno al Cottolengo;
15 gennaio 2016: la prima pietra; 2 settembre 2016: inizio dei lavori; 6 giugno
2016: visita della madre generale da Torino; 31 marzo 2017: inaugurazione della
casa, alla presenza di autorità e del vescovo.

17
Inizio lavori

La visita
della madre generale

E questa è la bella storia che mi


viene raccontata mentre arriviamo nei
pressi della città di Nilambur. Quindi,
essendo il 6 Ottobre 2017, io arrivo un mese dopo l’inizio dei lavori e posso quindi
seguire le prime fasi dell’attività. Il terreno è già stato ripulito e spianato nella
parte dove sorgerà la Casa. Il terreno è grande, più grande di quanto immaginassi
dai racconti di don Taj e corrisponde a circa 2 acri. Il terreno disboscato in India ha
un grande valore e questo vale circa 12.000.000 di Rupie (circa 171.500 euro).
Le settimane che seguono trascorrono tra il cantiere (per seguire e aiutare nei
lavori), alcuni magazzini di materiale edile (per l’acquisto e la scelta dei materiali),
le svariate messe che don Taj celebra nelle cittadine limitrofe (in sostituzione dei
parroci locali), i rosari serali nelle chiese e nelle case dei parrocchiani (Ottobre è un
mese mariano e qui sono molto devoti a Maria), la cucina della casa che don Taj
ha preso in affitto (qui si mangia molto …troppo…piccante per me e quindi a volte
cucino qualcosa di più mediterraneo).
Ci ricaviamo anche un po’ di tempo per visitare il museo del Teak (l’albero
che ha contribuito in modo importante alla storia e all’economia del Kerala) e per
un giro ai confini di uno dei “santuari” naturalistici indiani, dove si è cercato di
preservare la foresta e la sua fauna il meglio possibile.

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La tecnica di costruzione della Casa è parecchio diversa dalla nostra e qui
la maggior parte delle operazioni si fa a mano; i muratori, nonostante il caldo
e l’umidità, lavorano almeno 10 ore al giorno instancabilmente e sono davvero
ammirevoli. La gente qui, nonostante i problemi, sorride quasi sempre e non è
difficile fare amicizia con tutti…è spesso sufficiente anticipare o ricambiare il sor-
riso. Certo la lingua è un problema…ma con un po’ di inglese e con il linguaggio
internazionale dei gesti, il dialogo non manca. Nelle numerose case ai bordi della
foresta, abitano famiglie con bambini e ragazzi e mattina e sera li incontriamo
mentre vanno e tornano da scuola: è sempre una festa di saluti e di sorrisi… cosa
che da noi raramente accade.

Muratori al lavoro

Inaugurazione

Un mese passa troppo in fretta e


già si avvicina il giorno della mio ritor-
no in Italia. I lavori procedono spediti
e le colonne del piano terreno ormai
si alzano verso il primo piano. Bimal è
spesso presente (la sua piantagione di
banane confina con il terreno donato) e
anche suo padre Sebastian viene quo-
tidianamente per una visita. Il giorno
della partenza andiamo per un ultimo saluto alla loro casa (nella foresta, ai
margini della ferrovia che collega Nilambur a Cochin). Ultima chiacchierata,
un the e un arrivederci a tutta la famiglia…e si riparte, con la ferma intenzione
di ritornare prima possibile.

19
La casa alla fine del 2016

Durante il viaggio
verso Cochin, da dove
ripartirò per l’Italia, don Taj
mi dice che stanno ancora
valutando come utilizzare
al meglio la nuova Casa
quando sarà ultimata, ma
che una prima idea potreb-
be essere quella di farne un
progetto per i ragazi di lear-
ning disability , un raduno
di anziani e un doposcuola
Il volontario BRUNO e i ragazzi del luogo
per i tanti ragazzi del circon-
dario. “Splendido” penso
io, speriamo che sia così”.
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La famiglia di BIMAL
al completo

20
Presso la tomba
O Dio Padre misericordioso, che hai reso
il Beato Francesco Paleari, sacerdote,
capace di farsi tutto a tutti,
concedi a noi per sua intercessione
di imitare generosamente la dedizione apostolica
di cui rifulse la sua vita.
Per Cristo nostro Signore. Amen

21
Il «DEO GRATIAS»
riconoscente
OFFERTE per la CAUSA del Beato Francesco Paleari
dal 1/3/2017 al 31/10/2017

Dalla cassetta in Chiesa Grande


2017
MARZO euro 13,60
APRILE euro 10,00
MAGGIO euro 70,00
GIUGNO euro 10,00
LUGLIO euro 40,00
AGOSTO euro 16,50
SETTEMBRE euro 12,50
OTTOBRE euro 36,50

Varie 2017
04/05/17 N.N. tramite don Emanuele
01/07/17 Roveda Mario ccp
11/07/17 Bettin avv. Roberto bonifico
20/09/17 Pellegrini di Pogliano
12/10/17 Salvadori Iolanda in Piccolo

Deo gratias!
La nostra RIVISTA «AGLI AMICI DEL BEATO PALEARI» viene inviata gra-
tuitamente a quanti ne fanno richiesta. Saremo grati ai lettori che vorranno
inviarci indirizzi di persone che gradirebbero la pubblicazione.

Per la relazione di “Grazie ricevute” o richiesta di immagini, biografie e ricordi,


indirizzare a:
Postulazione Causa di Canonizzazione del Beato Francesco Paleari
Via Cottolengo, 14 - 10152 TORINO Tel. 011.52.25.111 - 011.52.25.121

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Natale
2017
d a n n o
Capo
2018
A S. Ecc.za Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino,
a Mons. Guido Fiandino e alla Ven.da Curia Metropolitana
Al Padre della Piccola Casa Carmine Arice
Alla Madre Generale Suor Elda Pezzuto
A Fr. Giuseppe Visconti, Superiore Generale dei Fratelli
Alle Suore, ai Fratelli e ai Sacerdoti cottolenghini presenti nel mondo
A tutti gli ospiti e alle ospiti del “Cottolengo” con il corpo medico,
infermieri e infermiere, volontari, volontarie
A tutti gli Amici di Don Paleari con le famiglie
Ai devoti, ai benefattori e alle benefattrici della “CAUSA”
del Beato Francesco Paleari
A quanti soffrono nel corpo e nello spirito
Ai collaboratori della Rivista e al redattore Don Francesco Gemello

un fervido augurio di
Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo
23
r fo r za, ma per
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me e »
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glio or
: per forza d’a m
Reliquiario contenente il cuore del Beato Francesco Paleari

24
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