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s q u a !

na P a
Buo

agli Amici del Beato


Francesco Paleari
Anno XXXIX – N. 1
I Semestre 2021

P. Italiane - Sped. in A.P.


«D.L 353/2003
(conv. in L. n. 46, 27.2.2004)
art. 1, c. 2 - D.C.B. TO»
1
AG L I AMICI Spedizione in abbonamento postale
DE L B EATO Anno XXXIX - n. 1 - I semestre 2021
F R A N CESCO
PA L E ARI

SOMMARIO

– EDITORIALE ...................................................... 3

Direttore Responsabile – LA PAROLA DI PADRE .................................... 4


don Lino Piano Dio è amore

Redattore FATHER’S WORD . ............................................ 6


Don Emanuele Lampugnani God is love

Collaboratori – BEATO . .............................................................. 7


Don Nicholas Kirimo Beato Francesco Paleari - Il sorriso di Dio
Don Marco Lattuada
– RIFLESSIONI . .................................................... 11
Redazione e Postulazione Laudato si’ mi’ Signore1
Piccola Casa
Della Divina Provvidenza REFLECTIONS . ................................................ 14
Via Cottolengo, 14 Praise be to you, my lord
10152 Torino Laudato si’ mi’ Signore
Tel. 011-52.25.111 – APPROFONDIMENTI ........................................ 17
causa.paleari@cottolengo.org Beato Francesco Paleari
una guida alla fraternità universale
Il bollettino non ha quota STUDIES . ........................................................... 19
di abbonamento ma è
Blessed Francesco Paleari:
sostenuto con offerte
libere dei lettori: a guide to universal brotherhood
C.C.P. 20956108
– AREA RELAX .................................................... 22
intestato a:
Piccola Casa – NEWS ................................................................. 24
Divina Provvidenza
Dicembre 2020 - Febbraio 2021
specificando la causale
del versamento – INTERCESSIONI ................................................ 27

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Carissimi amici del beato Francesco Paleari,

EDITORIALE
siamo lieti in occasione della Pasqua di presentarvi il nuovo numero
della rivista del Beato Paleari.

In un tempo ancora difficile, segnato da una forte emergenza


sanitaria, la festa di Pasqua celebra l’evento centrale della fede cristiana
che è anche la fonte della nostra consolazione e della nostra speranza: la
resurrezione di Gesù! Scrisse l’ex cardinale di Milano Carlo Maria Martini:
“Il cristianesimo non è una dottrina morale. Esso nasce e si sviluppa da
questa fondamentale proclamazione: Gesù Cristo crocifisso è davvero
risorto. Se studiamo i testi del Nuovo Testamento, i testi più antichi scritti
nel I secolo,  ritroviamo tale certezza: il Cristo crocifisso è risorto, noi
l’abbiamo visto, noi l’abbiamo incontrato”.

In questo nuovo numero della rivista, troveremo un profilo del


Beato Paleari, ricavato utilizzando parte della omelia del Cardinal Amato
durante la Messa di beatificazione.

Dal monastero dal Pralormo, le suore cottolenghine di vita


contemplativa, hanno scritto una interessante riflessione sull’enciclica
di Papa Francesco “Laudato sii”, alla luce degli insegnamenti del nostro
beato.

Un terzo articolo ci è fornito da don Nicholas che sottolinea


l’attualità del degli insegnamenti del beato Francesco Paleari, in particolare
sull’universalità della carità; riportiamo l’estratto di un suo insegnamento:
“Quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente
e nessuno è escluso da tale fraternità”.

Infine è presente la sempre gradita zona relax, preparata da


don Marco, per i più piccoli e non solo...
Assieme a don Marco e don Nicholas
Auguro a tutti Buona Pasqua!
Deo gratias!
Don Emanuele Lampugnani

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PAROLA DEL PADRE

Dio è amore
“Anch’io voglio bene a tutti: faccio quello che ho da fare e lascio che ciascuno
faccia tutto il bene possibile. Chi vuole il bene, voglia bene; chi vuol essere
rispettato, rispetti; chi vuol essere amato, ami”. Questa risposta fu data dal Beato
Francesco Paleari ad una suora del Monastero Adoratrici di cui egli era confessore e
direttore spirituale, dopo che questa gli fece notare di quanta stima e benevolenza
egli godesse da parte di tutti, soprattutto dei preti giovani e dei seminaristi.
Cari amici del Beato Francesco Paleari, sappiamo che la vita del sacerdote
poglianese non fu caratterizzata da fatti clamorosi quanto piuttosto da una
grande capacità di vivere in modo straordinario ogni evento, soprattutto quando
si trattava di incontrare le persone, di ascoltarle, di consigliarle e soprattutto di
farle sentire accolte e benvolute. Oggi si direbbe che Mons. Paleari fu un esperto
nell’arte della relazione.
Tornando alla frase sopra citata, pur nella sua brevità, mi pare che emergano
alcune perle di sapienza che possono essere utili nel nostro cammino di maturazione
umana e cristiana. “Dio è amore” (1 Gv 4,8) ha scritto san Giovanni nella sua prima
lettera e la Pasqua che ci apprestiamo a celebrare ci narra con evidenza che cosa
significhi questa affermazione. Dio è amore cioè è dono senza misura, è offerta

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di salvezza per tutti, è misericordia verso ogni uomo, anche quando questa fosse
evidentemente immeritata. Sì, Dio è amore e chi vuole appartenergli non può che
esercitare la medesima virtù dimostrando così di essere vero discepolo del Signore.
Mons. Paleari ripeteva sovente il proposito di fare ogni cosa “per forza d’amore”,
facendo eco al motto paolino scelto dal santo Cottolengo “Caritas Christi urget
nos” (2 Cor 5,14), la Carità di Cristo ci possiede, e i fatti ci dicono che ci riuscì, viste
le innumerevoli testimonianze in proposito.
C’è un altro aspetto che possiamo evidenziare nella risposta data dal nostro
Beato alla suora Adoratrice quando egli accenna alla conseguenza dei nostri atti:
il Paleari insegna che come l’odio moltiplica la violenza, così il bene moltiplica
il bene fino a generare reciprocità. Se è vero che l’amore deve essere gratuito
altrimenti non è evangelico, è altrettanto vero che non di rado, chi si sente amato,
ama, chi si sente accolto, accoglie, chi si sente rispettato, rispetta.
In questa Pasqua 2021 ancora segnata da tanta sofferenza e paura a causa
di questa epidemia che sembra non aver fine, chiediamo al Signore di saper
penetrare profondamente nel mistero del Suo amore di crocifisso – risorto
per esserne interiormente plasmati fino a rispondere con la nostra vita con un
rinnovato amore sia verso Dio che verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, nessuno
escluso. Probabilmente saremo sorpresi dalla forza della carità, unica energia che
può cambiare veramente il mondo.
Padre Carmine Arice

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God is love
FATHER’S WORD
“I too love everyone: I do what I have to do and let everyone do all the
good they possibly can. Whoever wants good, let them love; whoever wants
to be respected, let them respect; whoever wants to be loved, let them love”.
This answer was given by Blessed Francesco Paleari to a sister of the Adorers of
the Precious Blood Monastery of which he was confessor and spiritual director,
after she pointed out to him how much esteem and benevolence, he enjoyed from
everyone, especially young priests and seminarians.
Dear friends of Blessed Francesco Paleari, we know that the life of the
Poglianese priest was not characterized by sensational events but rather by a great
ability to live in an extraordinary way every event, especially when it came to
meeting people, listening to them, advising them and above all making them feel
welcomed and welcomed. Today we would say that Mons. Paleari was an expert in
the art of relationship.
Returning to the phrase mentioned above, even in its brevity, it seems to me
that some pearls of wisdom emerge that can be useful on our journey of human
and Christian maturation. “God is love”(1 John 4:8) wrote St John in his first letter,
and the Easter we are about to celebrate clearly tells us what this statement means.
God is love, means that, he is a gift without measure, he is an offer of salvation
for all, he is mercy towards every man, even when this was evidently undeserved.
Yes, God is love and those who want to belong to him can only exercise the same
virtue thus proving to be true disciple of the Lord. Mons. Paleari often repeated
the intention to do everything “by strength of love”, echoing the Pauline motto
chosen by the St. J. Cottolengo “Caritas Christi urget nos” (2 Cor 5:14), the Love
of Christ impels us, and the facts tell us that he succeeded, given the countless
testimonies in this regard.
There is another aspect that we can highlight in the response given by our
Blessed to the Sister when he mentions the consequence of our acts: Paleari
teaches that just as hatred multiplies violence, so good multiplies good up to the
point of generating mutuality. If it is true that love must be gratuitous otherwise
it is not evangelical, it is equally true that not infrequently, those who feel loved,
love, those who feel welcomed, welcome, those who feel respected, respect.
In this Easter 2021 still marked by so much suffering and fear due to this
epidemic that seems to have no end, we ask the Lord to be able to penetrate
deeply into the mystery of His love of the Crucified – risen, inwardly shaped to
respond with our lives with a renewed love for both God and our brothers and
sisters, nobody excluded. We will probably be surprised by the power of charity,
the only energy that can truly change the world.
Father Carmine Arice

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Beato Francesco Paleari

BEATO
Il sorriso di Dio
Facendo riferimento all’omelia del Cardinal Amato, durante la messa di
beatificazione di don Francesco Paleari, tracciamo attraverso questo articolo, un
profilo del nostro beato.

Pur essendo nato nel milanese, il Beato Francesco ebbe la sua formazione
ed esercitò il suo ministero sacerdotale nella diocesi di Torino, città “santa”,
perché illuminata da santi come San Giovanni Bosco, San Giuseppe Cafasso,
San Domenico Savio, Santa Maria Domenica Mazzarello e, naturalmente, San
Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Ed è proprio nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, che il Beato Francesco
Paleari, seguendo il carisma del Cottolengo, ha vissuto eroicamente le virtù della
fede, della speranza e della carità.
Con la sua beatificazione si è avverato quanto il canonico Attilio Vaudagnotti
profeticamente disse il 7 maggio del 1946, nel settimo anniversario della morte
del Paleari: «Non terrò un panegirico, perché i panegirici sono riservati ai Beati
e ai Santi, mentre per il nostro Don Paleari la Chiesa non si è ancora pronun-
ciata; e dicendo “non si è ancora”, io insinuo l’idea e la speranza che affiora
in tutti noi: un giorno Essa ci darà il suo infallibile oracolo sulle virtù di questo
figlio del Cottolengo».
Francesco Paleari nacque a Pogliano
Milanese nel 1863, penultimo di otto
figli. Di lui fanciullo si racconta un
episodio che subito ne mostra la
rettitudine di coscienza. Racconta un
suo coetaneo che il piccolo Francesco
«stava un giorno giocando col fratello
Giuseppe sulla piazza della parrocchia,
quando si aprì fra lui e il fratello,
una specie di dialogo: “io - diceva
Franceschino - non direi una bugia
neppure per un milione”, mentre il
fratello gli rispondeva: “Ignorante che
sei! Ed io, se mi dai un soldo, te ne dico
un milione di bugie”».

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Essendo la famiglia sprovvista di mezzi economici, il giovane poté realizzare
la sua vocazione sacerdotale, a Torino, nella Piccola Casa della Divina Provvi-
denza. Ordinato sacerdote il 18 settembre 1886, fu per tutta la vita un religioso
esemplare della Congregazione dei Preti Cottolenghini messi sotto la protezione
della Santissima Trinità da san Giuseppe Cottolengo.
Dotato di vasta cultura, fu un apostolo infaticabile nell’eseguire con saggezza
e prudenza compiti di grande responsabilità, come insegnante, confessore,
direttore spirituale, predicatore e provicario generale della diocesi torinese.
Colpito da malattia nel 1936, visse nell’abbandono alla divina volontà il suo stato
di sofferenza e fragilità. Si spense nel 1939, in concetto di santità.
La sua vita non è fatta di episodi sensazionali, ma di eventi di incantevole
semplicità e dolcezza. Fu straordinario nell’ordinario. Le virtù erano da lui
praticate in modo così costante e puntuale da diventare una seconda natura.
Piccolo di statura ed esile di costituzione, l’angelo della Piccola Casa diventò
un vero gigante di virtù. Si può affermare che nella sua esistenza manifestò
la mansuetudine e la dolcezza di San Francesco di Sales, la povertà e l’umiltà di
San Francesco d’Assisi, lo spirito missionario di San Francesco Saverio, l’attenzione
agli ultimi di San Vincenzo de’ Paoli, il dinamismo pedagogico di San Giovanni
Bosco; ma soprattutto rifletteva il volto di san Giuseppe Cottolengo vivendone
con entusiasmo e convinzione il carisma.
Lo spirito di fede, che si manifestava nel vedere tutto alla luce di Dio, era
sostenuto dalla preghiera, da un eccezionale fervore eucaristico e da una filiale
pietà mariana. Quando non lo si trovava nei luoghi delle comuni occupazioni,
si era sicuri di trovarlo in chiesa, in preghiera davanti al Santissimo.
Da questo spirito di fede si originava la sua eroica carità verso Dio e verso il
prossimo. Erano le due fiamme sempre vive, che si sprigionavano dal suo cuore:
l’una saliva verso Dio, l’altra si piegava verso il prossimo. Del Beato Francesco
Paleari abbiamo tanti episodi di bontà, che sono come le pietruzze di un
mosaico, che ricompongono il volto di Cristo buon pastore, modello di vita e di
azione sacerdotale. Passò gran parte della sua vita alla Piccola Casa, visitando gli
ammalati e avvicinando i più gravi, che confortava con parole di consolazione.
Inoltre, preparava i carcerati a fare la Santa Pasqua e aiutava sacerdoti e laici
che accorrevano numerosi a lui per consiglio e guida. Nella Piccola Casa correva
voce che il Paleari era un prete santo e che confessava da santo.

Il nostro Beato incarna il modello ideale del sacerdote cattolico, che, come
disse papa Benedetto XVI nella Lettera Apostolica di beatificazione, è intimamente
conformato a Cristo e interamente dedito al prossimo. A lui si possono applicare
le parole del profeta: «Lo Spirito del Signore è su di me [... ]. Mi ha mandato a
portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati» (Is 61,1).

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Tra le tantissime testimonianze della sua fama di santità, narriamo anzitutto
quella del vescovo Carlo Allorio, di Pavia, del 22 giugno 1944. Il prelato, ex allievo
del nostro Beato, lo ricorda con tratti essenziali e commossi: «Egli mi sorride
ancora, come mi ha sempre sorriso, Lui che ci faceva distinguere il ridere dal
sorridere e che aveva il sorriso quale perenne espressione del suo animo tanto
indefinibilmente amicale e paterno». Il Vescovo ricorda poi le sue prediche e le
sue confessioni, brevi ed essenziali.
Nel 1954, l’allora vescovo di Susa, Mons. Giuseppe Garneri, per anni penitente
del Paleari, attestava che il Beato era un confessore paziente, che sapeva
ascoltare, consigliare e dirigere.
La sua misericordia nella confessione era sconfinata come quella del
Signore Gesù, che a San Pietro rispose di perdonare al fratello non sette volte,
ma settanta volte sette (Mt 18,22). Il missionario salesiano Don Pietro Pivano,
nel 1955, lasciò questa testimonianza: nel 1932, trovandosi a Torino, si recò
dal Paleari, allora vicario generale della diocesi, per ottenere il permesso di
confessare; salutandolo, il nostro Beato gli disse che erano quarant’anni che
confessava e non aveva mai negato l’assoluzione a nessuno. Poi gli raccontò
un episodio. Un giorno aveva confessato un poveruomo e nell’atto che stava
per assolverlo, il penitente gli dice: «Padre è inutile che mi dia l’assoluzione,
tanto, se mi capita l’occasione, fra due o tre ore io ricado nei miei peccati».
Il Paleari gli rispose: «Amico, mi sapreste dire che cosa potrà fare il Signore
nella vostra anima in quelle due o tre ore, in cui rimanete nella sua grazia?».
Il poveretto commosso chinò il capo e ricevette piangendo l’assoluzione.
Qualche testimone afferma che il Paleari, come il santo Curato d’Ars,
abbia confessato per tutta la sua vita. Talvolta confessava gli uomini anche
per strada. Gli stessi penitenti dicevano che con Don Franceschino si sentivano
sempre in chiesa, vicini a Dio.

Una sua espressione abituale era: «Facciamoci furbi come i Santi, per guada-
gnarci il Paradiso». Congedando i visitatori, aggiungeva spesso: «Si faccia santo.
Dica tante volte: Gesù, Maria, Giuseppe». Ripeteva spesso il detto del Cottolengo:
«Dobbiamo essere noi, della Piccola Casa, non solo buoni cristiani ma santi:
per questo gran fine il nostro Dio ha aperto la Piccola Casa, e a questo scopo
Egli opera per noi ad ogni istante meraviglie e miracoli».
La sua tensione alla santità si manifestava in un permanente e dolce sorriso,
che era la spia della sua letizia spirituale, della sua gioia di essere amato dal
Signore (cf. Fil 4,5). È l’esperienza concreta della parola di Gesù che dice:
«Rimanete nel mio amore [... ]. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia
in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9.11). È questo un messaggio di
straordinaria attualità. A un mondo incupito e triste come il nostro, il Beato

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Paleari risponde con le parole di Paolo, che, pur prigioniero, scriveva ai Filippesi
dicendo: «Rallegratevi nel Signore sempre; vi ripeto: rallegratevi. La vostra
modestia sia nota a tutti. Il Signore è vicino» (Fil 4,5).
I santi sono gli esseri della gioia, del sorriso, della bontà. Essi contrastano
la disperazione con la speranza e il pessimismo con l’ottimismo della carità.
Rilevava a riguardo il già citato canonico Vaudagnotti: «Tale era l’arte di
Don Paleari. Il suo occhio limpido e buono scopriva facilmente i punti buoni di
ogni azione altrui: incoraggiava, compativa, sosteneva, animava a far di più e
meglio».
La sua gioia aveva un’apertura di paradiso. In qualsiasi momento e in qualsiasi
ufficio impegnato, il Paleari avrebbe potuto rispondere che si stava preparando
per andare in cielo; anche questo può essere un invito attualissimo per ognuno
di noi a spalancare la finestra che dà sulla vita futura, sulla Gerusalemme celeste,
che è la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. È importante fare circolare
nelle nostre stanze e nelle nostre strade aria di paradiso. Il Beato Francesco Paleari
quindi apre davanti a noi uno spiraglio di paradiso, luogo di luce, di gioia, di
verità, di vita senza fine.

Guardando la santità del Paleari, come quella di san Giuseppe Cottolengo,


siamo allora richiamati ad abbracciare con una sempre più grande carità “le perle
preziose” che sono i poveri, gli ammalati ed ogni persona che si trova nel bisogno.
Siamo invitati ad essere la carezza materna di Gesù sui poveri di questo
mondo, ai quali possiamo offrire sostegno, cura e dignità (anche solo con la
preghiera). Essi costituiscono i vostri tesori già qui in terra.
Cerchiamo con la nostra assistenza, di donare ai malati e ad ogni persona
che si trova nel bisogno un cuore nuovo, ripieno di gioia di vivere.
Il Beato Paleari ci aiuti ad accrescere lo spirito di dedizione, di sacrificio e di carità.
Alla disgrazia siamo chiamati a donare a larghe mani la consolazione della grazia
di Dio.
Il Signore continui a benedirci e a farci prosperare nella carità.

Piccola Casa, Febbraio 2021


Don Emanuele Lampugnani (S.S.C)

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RIFLESSIONI
Laudato si’
mi’ Signore!

Rivolgendosi ad ogni uomo e donna del mondo in piazza san Pietro il 27 marzo
2020, Papa Francesco si chiedeva: “come possiamo rimanere sani in un mondo
malato?” Si comincia ad avvertire l’urgenza di un cambio di mentalità: non è più
saggio coltivare un atteggiamento di cura amorevole, invece che di sfruttamento,
verso i beni del creato? In quest’anno dedicato alla riflessione sull’enciclica
Laudato sì ci interroghiamo anche noi prendendo come riferimento le meditazioni
di don Paleari. Certamente l’ecologia non era problema dei suoi tempi, ma la
cura del creato fa parte dell’annuncio evangelico e don Paleari, nel suo vissuto
spirituale, aveva sensibilità verso la bellezza e l’armonia della creazione, opera
della Provvidenza divina e cercava di trasmetterla agli altri. Nelle ferie all’’Eremo,
che trascorreva ogni estate con i chierici del Seminario di Torino, li sollecitava ad
ascoltare la voce delle creature: “Signore, tutto m’invita ad amarti: piante, fiori,
uccelli, colline...” (1). Don Paleari amava gli uomini e la loro gioia, anche quella che
assaporano nella semplice bellezza della natura, nell’esperienza quotidiana della
propria vita, anche del dono del proprio corpo. Ai sacerdoti in un ritiro si rivolgeva
così: “Anche il corpo merita qualche riguardo, è fattura di Dio anch’esso. È un
deposito datoci da Lui in custodia, è lo strumento di tutte le operazioni dell’anima,
senza di esso non potremmo fare carità al prossimo” (2).
L’ateismo culturale dei nostri tempi cerca di convincerci che il mondo sussiste
da sempre e di sradicare dal nostro cuore la verità del nostro essere creature, ma
in tal modo ci priva della capacità di apprezzare la vita che abbiamo ricevuto
gratuitamente e di orientarla nel modo migliore, sulla strada dell’amore e della
fraternità. È terribile se questa teoria può sradicare dal nostro cuore la nuda verità
di esistere come prediletti da Dio. Diceva don Francesco: “La natura fu corrotta
dal peccato e distolta dalla sua via... scomparso il peccato la natura, figlia di Dio,
ritorna ordinata, giusta, santa, come all’aurora del mondo” (3).

(1) Scritti, Vol. XI, 3


(2) Scritti, Vol. XV,133 -134
(3) Scritti, Vol. XXVIII, 65

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In altre parole: non possiamo
coltivare un rapporto autentico,
rispettoso e felice con tutte le
creature, se non nell’amore verso
chi le ha create. Don Paleari
meditava l’esempio del poverello
di Assisi: “San Francesco non
disprezzava questo mondo di
creature così belle e così utili, anzi
si serviva del mondo come di un
libro per leggere e contemplare
le divine bellezze che vi sono
rispecchiate. Possiamo anche noi
sentire la presenza di Dio in tutte le
sue creature perché tutte ci danno
un raggio per conoscere Dio, una
scintilla per amarlo, uno strumento
per servirlo. San Francesco però
calpestò e disprezzò il regno del
peccato e del vizio, con lo spirito di
umiltà disprezzò e non cercò onori,
ricchezze, piaceri. Mise il mondo sotto i piedi per avvicinarsi e abbracciare Gesù
Crocifisso “ (4),Colui che è il Signore di ogni creatura. Il mondo non può essere
risanato se l’uomo non comprende che il suo cuore è profondamente malato,
avido, egoista nel suo rapporto con le creature e con i suoi simili e se non si lascia
risanare per primo.
La Redenzione del mondo, questo tremendo mistero dell’amore compiuto nel
Sangue di Cristo, è stato infatti il compimento una nuova creazione che è iniziata
non dalle cose visibili, ma dal cuore dell’uomo che ha ora la possibilità di una vita
nuova, libera dal peccato. Nella sua meditazione don Paleari ci vuole trasmettere
il sentimento vivo e la convinzione dell’agire di Dio che continua oggi a crearci e
a salvarci: “Figuriamoci di assistere alla creazione di Adamo. Dio crea l’anima di
Adamo. Questo capolavoro del mondo è opera diretta e immediata della mano
di Dio. “Le tue mani mi hanno fatto”(Sl 119,73). O Dio Padre dell’anima mia,
aiutatemi a salvarla. Voi ne foste il primo principio, siatene pure l’ultimo fine” (5).

(4) Scritti, Vol. XXVI, 316


(5) Scritti, Vol. XII, 89

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Don Paleari ci ricorda che la meraviglia più grande della creazione è l’anima
umana: “La nostra anima è creata a immagine di Dio. Dio supera tutto il creato,
l’anima tutto il mondo corporeo. Tutto il creato è un vestigio di Dio, solo l’anima
è sua immagine. Non imbrattare l’immagine di Dio, non dimenticarla dietro le
spalle nè calpestarla sotto i piedi, ma portala in palmo di mano. “La mia anima
è nelle mie mani sempre”(cf Gb 13,14)” (6). Siamo chiamati ad acquisire un altro
stile di vita. Cominciamo a fare nostra una preghiera di don Paleari : “le anime
nostre sono spiriti immortali, non come gli angeli perché ordinate dal Creatore
ad unirsi con la materia e a formare così il composto umano, l’uomo. O Gesù, mio
Dio che creaste così l’anima mia, fatemene conoscere la bellezza incantevole” (7).
Solo con la fiducia in Colui che ci ha creati e salvati possiamo avere anche noi
uno sguardo positivo su noi stessi e sperare in una risurrezione, in una primavera
dello spirito. Anche i nostri occhi si aprano all’alba di una vita nuova nello Spirito:
BUONA PASQUA!
MONASTERO COTTOLENGHINO
DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

DALL’ENCICLICA LAUDATO SI’


Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito, insegnaci
a contemplarti nella bellezza dell’universo, dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che
hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumenti
del tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra, perché nemmeno uno di
essi è dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro perché non cadano nel
peccato dell’indifferenza, amino il bene comune, promuovano i deboli,
e abbiano cura di questo mondo che abitiamo. I poveri e la terra stanno
gridando: Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce, per proteggere
ogni vita, per preparare un futuro migliore, affinché venga il tuo Regno di
giustizia, di pace, di amore e di bellezza. Laudato si’! Amen. (n. 246)

(6) Scritti, Vol. XII, 91


(7) Scritti, Vol. XII, 87

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Praise be to you, my lord
REFLECTIONS
Laudato si’ mi’ Signore

Speaking to every man and woman of the world in St. Peter’s square on
March 27th 2020, Holy Father Francis was asking himself: “How can we remain
heal in a sick world?”. One begins to advertize urgency of mentality’s change:
is not it wiser to take care of all living creatures, instead of overworking them?
In this year dedicated to reflect about encyclical letter Laudato si’ we ask
Father Paleari help taking as reference his meditations.
Certainly ecological problems were not important on his ages, but the care
of living creatures always takes part in preaching the Gospel. Father Paleari gave
himself heart and soul into every spiritual beauty and creation’s harmony because
he was meditating on Providence and trusting in her and her way of operating.
He searches to transmit this sensibility to others.
On summertime, when he spended his own holidays at Eremo together with
clerics of Turin’s Seminary, he invited them to listen to the voice of all living
creatures: “My Lord, trees, flowers, birds, hills,... the whole of the creation invite
me to love you...” (1). Father Paleari loved his brothers and their joy, also that they
feel for the simple beauty of nature and landscape, experienced daily of their own
life, even the gift on their own body. He spoke to priests in one meditation: “ Even
our body deserves to receive some care, because it too God created. We must care
it as a deposit given us by God. It’s instrument of soul’s operation, without our
body we could not to be charitable towards our brothers most in need” (2).
Our ages’ cultural atheism searches to convince us that world exists since
its beginning. It wants eradicate from our heart the truth of our being
creatures. But in this way it deprives us of ability to appreciate the life received
gratis and manage it at the best on a love and brotherhood way. It’ s terrible
if this theory can eradicate by our hearts the naked truth of being in existence
as favorites by God.
Father Francis Paleari spoke: “All living creatures were corrupted by the
sin against God and were taken away of their way... Disappearing sin, nature,
daughter of God, returns ordered, right and holy likewise on dawns of our
world” (3).

(1) Writings, Vol. XI,3


(2) Writings, Vol. XV, 133 - 134
(3) Writings, Vol. XXVIII, 65

14
In other words, we can’t have
friendly, true and happy relations with
all living creatures without love
towards God, the Creator.
Continuously Father Paleari was
meditating the example of little
poor man of Assisi: “St. Francis didn’t
disparage this world and its very
beautiful and so useful creatures. On
the contrary he used the world as a
book to read or a mirror to look at
divine beauties. We too are able to
feel God’s presence in all His living
creatures, because all them give us a
ray to knowledge Him, a spark to love
Him, an instrument by which serve Him.
But St. Francis treaded under his foot
the kingdom of sin and vice. Through
the spirit of humility he despised and
didn’t search glories, richness and pleasures. He trampled world underfoot
to can be near and embrace Christ Crucified” (4), who is the Lord of every living
creature.
World can’t be healed if every man and woman don’t understand that
their soul is deeply sick, greed, selfish in her relation together with creatures
and her brothers and sisters and if she first doesn’t let herself be healed.
The Redemption of world, this tremendous mystery of the love of God,
realized through the Blood of Christ, was effectively the achievement of a new
creation which has its beginnings not through visible things, but springing
from man’s heart now capable of new life free from sin.
In his meditation Father Paleari wanted to express live feeling and conviction
of the acting way of God who today and every day is creating and saving us:
“Imagine that you assist at Adam’s creation and at that of Adam’s soul.
This masterpiece of world was a direct and immediate Creation of God’s hand.
“Your hands created me” (Ps 119, 73). My God, Father of my soul, help me to save
her. You were her beginning, may you too last goal” (5).

(4) Writings, Vol. XXVI, 316


(5) Writings, Vol XII, 89

15
Father Paleari remembers us that human soul is the greatest wonder of
creation: “Our soul is created in God’s image. God exceeds all living creatures,
our soul exceeds physical world. All creation is a footprint of God, soul only is
his own image. Not to sully his own image, not to throw behind your shoulders,
not to trample underfoot, but hold her in the palm of your hand. “I hold my
soul in my hand, always” (Job 13, 14) (6). We are called to acquire another style
of life. Begin to make ours a prayer of Father Paleari: “Our souls are immortal
spirits, not likewise the angels because we must join to the matter and
make human compound, the man. Jesus, my Lord, who created my soul in
image of You, give me to know her charming beauty” (7).
Only when we put our confidence in God who created and saved us, we
can have also a positive gaze at ourselves and hope in resurrection, in a spring
of the earth. May our eyes too be opened to the dawn of a new life in the Holy
Spirit. Happy Easter!
MONASTERO COTTOLENGHINO
DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

FROM ENCYCLICAL LETTER


LAUDATO SI’ OF THE HOLY FATHER FRANCIS
Triune Lord, wondrous community of infinite love, teach us to contem-
plate you in the beauty of the universe, for all things speak of you.
Awaken our praise and thankfulness for every being that you
have made.
Give us the grace to feel profoundly joined to everything that is.
God of love, show us our place in this world as channels of your love
for all the creatures of this earth, for not one of them is forgotten
in your sight.
Enlighten those who possess power and money that they may avoid
the sin of indifference, that they may love the common good, advance the
weak, and care for this world in which we live. The poor and the earth are
crying out. O Lord, seize us with your power and light, help us to protect
all life, to prepare for a better future, for the coming of your Kingdom of
justice, peace, love and beauty. Praise be to you! Amen. (n. 246)

(6) Writings, Vol. XII, 91 (7) Writings, Vol. XII, 87

16
Beato Francesco Paleari:

APPROFONDIMENTI
una guida alla fraternità universale
Introduzione
La figura del padre spirituale, come si è dimostrato negli approfondimenti
precedenti, ha un ruolo cardine nella crescita della consapevolezza di essere
fratelli nel cammino. Il beato Paleari, ad esempio, era solito a proporre un cammino
ben orientato verso la conoscenza di sé in confronto con la parola di Dio e con
il prossimo, facendo emergere nelle sue figlie spirituali il desiderio di migliora-
mento, quel di più che fa ardere il cuore nella ricerca del volto del Signore
nell’altro. In questo articolo, intendo sottolineare un aspetto molto rilevante nel
cammino spirituale oggi, cioè, la fraternità nella “nuova spiritualità della ricerca
ha occupato il posto della stabilità religiosa e delle sue pratiche tradizionali” (1).
Con ciò vorrei fare emergere l’intuizione spirituale del nostro beato nell’accom-
pagnamento nell’infondere il senso della fraternità nei suoi figli spirituali.

Vivere il primato della Carità


In modo molto impegnativo, il Paleari ha tracciato la strada per una fraternità
universale nel cammino spirituale, tanto rievocato da Papa Francesco nell’enciclica
sulla fraternità e amicizia sociale. Al riguardo, il relatore generale nel presentare
i lineamenti della sua spiritualità afferma: “Questa consapevolezza, mirabile in
quanto vissuta, che tutto ci viene da Dio per atto d’amore, anche quelle che noi
potremmo interpretare come punizioni, rappresenta a nostro avviso, la nota
che ci permette di affermare che la testimonianza spirituale del Paleari indica
veramente all’uomo di oggi la via, al di là delle antitesi e attraverso la dissoluzione
dei contrasti, per superare la barriera che lo separa da suo prossimo, offrendo un
valore veramente universale” (Positio, 235).
Non possono mancare elementi della “chiesa in uscita” nel cammino spirituale
dei cristiani di questi tempi, cosi come la coscienza di essere chiamati ad amare
il prossimo ha sempre guidato la vita dei santi. Papa Francesco aveva anticipato
questo pensiero in Laudato Sì n. 92: “D’altra parte, quando il cuore è veramente
aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità.
Di conseguenza, è vero anche che l’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature
di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento
che riserviamo agli altri esseri umani”.

(1) Cfr. R. Zas Friz De Col SJ, «Contesto socio-religioso attuale e vissuto cristiano» in Iniziazione
alla vita spirituale. (a cura di M. Rotsaert SJ – R. Zas Friz De Col SJ), Roma 2017, 11.

17
Il principio di fraternità è permette a ogni persona quel senso di appartenenza
tra la famiglia umana, come eguali nella dignità e nei diritti fondamentali, e quindi
custode della diversità propria e difensore di quella dell’altro. Se nel cammino
spirituale il cristiano è chiamato a vivere il primato della carità, allora il campo
di esercizio di questo comandamento dei comandamenti è nel vivere comune.
Il beato viveva questo primato toccando anche l’al di là: “Come amava tutte le
creature, così il servo di Dio non amava meno le anime sante del Purgatorio...”
(Positio, 475).

L’uomo di comunione
Il beato Paleari nel suo ministero ha coltivato l’arte del tessitore della
comunione, una qualità senza la quale non poteva essere un vero accompagna-
tore, guida, e padre spirituale. Aveva accettato Gesù Cristo come il principio e
il fondamento del suo essere e del suo agire e proponeva un cammino ai suoi
interlocutori per arrivare alla stessa certezza. Spica in questo suo ministero
quella capacità di entusiasmare i fratelli più giovani nella ricerca della volontà
di Dio come modello credibile di ciò che predicava e si insegnava. A Suor Orsola
Mocchetti scrisse: “Io non mi stupisco di nulla. Vi dico solo che c’è la Provvidenza.
Voi continuate a vivere da buoni cristiani e state sicuri che nessuna malizia o
rabbia di demonio può togliervi un capello senza il permesso di Dio: anzi tutto
deve concorrere al vostro bene” (Positio, 285).
Come padre spirituale aveva una
profonda intimità con il Signore ed
era sempre unito a Lui, credendo
e amando la formazione spirituale
dei suoi figli. La stessa Suor Orsola
testimoniava al riguardo: “Non v’è
dubbio che il servo di Dio mantenesse
abituale lo stato d’unione con Dio:
lo dimostrava parlando sempre del
Signore, dei suoi doni e delle sue
grazie…” (Positio 286). Aggiunse
più avanti, “Appunto perché il Servo
di Dio era vivamente infiammato
d’amore verso il Signore, era egli
animato da intensa carità verso del
suo prossimo.” Alla radice del suo
fervore nell’animare la vita interiore
degli altri era una comunione radicale
con il Signore.

18
Inoltre, il beato sapeva lavorare in squadra, cioè si era integrato in un corpo
apostolico assumendo la complementarità e la comunione con gli altri formatori,
con la famiglia cottolenghina, con la diocesi e la Chiesa universale. Non era
un uomo solitario, appunto, veniva richiesto per accompagnare i giovani in
formazione o a far parte dell’equipe di formazione dei missionari. Testimoniava ai
processi d. Antonio Pellegrino: “Nell’attendere a questa così vasta e cosi intensa
opera di ministero egli mirava unicamente alla gloria di Dio e al bene delle anime
senza alcun riguardo o interessi personali.” (Positio, 321).
A mo’ di conclusione, possiamo sottolineare il fatto che per dare un senso alla
fraternità di Gesù e, quindi, al nostro essere con Lui figli del Padre e quindi cioè
tutti fratelli fra noi, il beato sapeva avvicinarsi a tutti. Infatti una teste affermava
ai processi: “Si può dire che quando il tempo glielo permetteva si faceva con vera
gioia, tutto a tutti”. Con quest’atteggiamento, allora, il nostro beato era un vero
tessitore della fraternità fondata sulla fede in Gesù Cristo, il Signore Risorto.

d. Nicholas Kirimo, SSC

Blessed Francesco Paleari:


a guide to universal brotherhood
Introduction
The figure of the spiritual father, as has been shown in previous insights, plays
a pivotal role in raising the awareness of being brothers and sisters on the journey.
Blessed Paleari, for example, used to propose a path well oriented towards self-
knowledge in comparison with the word of God and with others, bringing out
in his spiritual daughters the desire for improvement, the one more that makes
the heart fire in the search for the face of the Lord in the other. In this article, I
intend to emphasize a very important aspect of the spiritual journey today, that is,
fraternity in the “new spirituality of research has occupied the place of religious
stability and its traditional practices” (1). With this presentation I would like to
STUDIES

bring to light the spiritual intuition of our blessed in spiritual accompaniment and
in instilling the sense of fraternity in his spiritual children.

(1) See R. Zas Friz De Col SJ, “Present socio-religious context and Christian experience” in Initiation to
spiritual life. (edited by M. Rotsaert SJ – R. Zas Friz De Col SJ), Rome 2017, 11.

19
Living the primacy of Charity
In a very committed way, Paleari has mapped out the way for a universal
fraternity on the spiritual journey, so much evoked by Pope Francis in the
Encyclical on Fraternity and Social Friendship. In this regard, the general rapporteur
for the cause of his canonisation in presenting the features of his spirituality
affirms: “This awareness, admirable as lived, that everything comes to us from
God by act of love, even those that we could interpret as punishments, in our
opinion, the point that allows us to affirm that Paleari’s spiritual witness truly
shows today’s man the way, beyond the antithesis and through the dissolution
of contrasts, to overcome the barrier that separates him from his neighbor,
offering a truly universal value” (Positio, 235).
There can be no lack of elements of the “outgoing Church” in the spiritual
journey of Christians of these times, just as the awareness of being called to love
one’s neighbor has always guided the life of the saints. Pope Francis had anticipated
this thought in Laudato Sì n. 92: “Moreover, when our hearts are authentically
open to universal communion, this sense of fraternity excludes nothing and no
one. It follows that our indifference or cruelty towards fellow creatures of this
world sooner or later affects the treatment we mete out to other human beings.
We have only one heart, and the same wretchedness which leads us to mistreat an
animal will not be long in showing itself in our relationships with other people.
Every act of cruelty towards any creature is “contrary to human dignity”.
The principle of fraternity is to allow every person that sense of belonging
between the human family, as equals in dignity and fundamental rights, and
therefore guardian of the subsidiarity proper and defender of that of the other.
If on the spiritual journey the Christian is called to live the primacy of charity,
then the field of exercise of this commandment of the commandments is
in common living. Our blessed lived this primacy by touching even the life after:
“Just as he loved all creatures, so the servant of God loved the holy souls of
Purgatory...“ (Positio, 475).

A Man of Communion
Blessed Paleari in his ministry cultivated the art of the weaver of communion,
a quality without which he could not be a true companion, guide, and spiritual
father. He had accepted Jesus Christ as the principle and foundation of his
being and his action, so then proposed a path to his interlocutors to arrive
at the same certainty. In this ministry he excelled in the capacity to motivate
his younger brothers and sisters in the search for God’s will as a credible
model of what he preached and taught. He wrote to Sister Orsola Mocchetti:
“I’m not surprised at anything. I’m just telling you, there’s Providence. You
continue to live as good Christians and be sure that no malice or devil’s

20
rage can take a hair away from you without God’s permission: above of all,
it must contribute to your good” (Positio, 285).
As a spiritual father he had a deep intimacy with the Lord and was always
united with Him, believing and loving the spiritual formation of his children.
Sister Ursula herself testified in this regard: “There is no doubt that the servant
of God kept the state of union with God habitual: he showed this by always
talking about the Lord, his gifts and his graces...” (Positio, 286). She added later,
“Precisely because the Servant of God was deeply inflamed with love for the
Lord, he was animated by intense charity towards his neighbor.” At the root of
this fervor in animating the inner life of others was a radical communion
with the Lord.
Moreover, the blessed knew how to work as a team, that is, he is integrated
into an apostolic body assuming complementarity and communion with the other
trainers, with the Cottolenghina family, with the diocese and with the universal
Church. He was not a solitary man, for this precisely, he was sought to accompany
young people in formation or to be part of their missionary training team.
Father Antonio Pellegrino testified at the canonical processes: “In attending
this vast and so intense work of ministry he aimed only at the glory of God and
the good of souls without any regard or personal interests.” (Positio, 321).
In conclusion, we can emphasize the fact that in order to give meaning to
the fraternity of Jesus and, therefore, to our being with him children of the same
Father who are all brothers among us, the blessed knew how to approach all.
Just as one of those who testified in the canonical processes stated: “It can be
said that when time allowed him to do so with real joy, he made himself all
to all”. With this attitude, then, our blessed was a true weaver of fraternity
based on faith in Jesus Christ, the Risen Lord.
d. Nicholas Kirimo, SSC

21
AREA RELAX
raggiungi
il centro

unisci i puntini
e colora

22
CRUCIVERBA VERTICALE
1. Muove a tempo la bacchetta davanti
difficoltà (H H H H H) all’orchestra
3. È detto il primo cittadino
4. Utensili da cucina per servire il brodo
ORIZZONTALE 6. Condimento in cui si usano zucchero e aceto
2. Così è detto un happy hour con buffet 7. Si trovano sotto i piedi nelle auto
5. Giungere a destinazione in aereo 9. Chiamato a compiere una missione
8. Unisce due vertici non consecutivi a pagamento
di un quadrato 10. Celebre narcotrafficante colombiano
12. Lo prova chi ama si sente a proprio agio 11. Tengono le piante ancorati al terreno
13. Si crea sulla base delle descrizioni dei testimoni 14. Legame chimico con scambio di elettroni
15. Uccello mitologico che rinasce dalle sue ceneri
16. I nipoti di Paperino 1

“la soluzione sul prossimo numero”

3 4

6 7 8 9 10

11

12

13 14

1. Mascherina
2. Sempronio
15 3. Peripezie
4 Danimarca
5. Termopili
6. Chirurgia
7. Pozzolana
16
8. Flessioni
9. Obelix
10. Ottuso
11. Aramis
Soluzioni N. 2/2020 12. Amalfi
numero precedente:

23
Dicembre 2020
NEWS
Il 19 dicembre 2020 don Taj Thaickalamury (SSC) rientra in Italia dall’Ecuador
per motivi di salute.
Dopo il periodo di quarantena preventiva per COVID, don Taj ha finalmente potuto
unirsi (anche se solo temporaneamente) alla comunità dei sacerdoti di Torino.
A lui auguriamo una pronta guarigione affinché possa tornare in terra di missione
per continuare il suo ministero.

Febbraio 2021
Il 7 febbraio 2021 don Xaviour Varghese (SSC) giunge
in Italia dall’India. Anch’egli dopo l’obbligatorio
periodo di quarantena preventiva per COVID ha
finalmente potuto unirsi alla comunità dei sacerdoti di
Torino.
In attesa che riceva nuovi incarichi da parte del Padre
generale della Piccola Casa, gli auguriamo di svolgere
un proficuo ministero.

24
NEWS
“Servire i poveri significa aiutare Gesù a portare la croce...”

Alla vigilia della XXIX Giornata Mondiale del Malato mercoledì 10 febbraio
2021 al Cottolengo di Torino la Piccola Casa della Divina Provvidenza, insieme
all’Arcidiocesi di Torino e alla presenza del Presidente della Regione Piemonte, ha
annunciato l’avvio del progetto «Cottolengo Hospice» che sorgerà a Chieri (TO)
presso la Casa Cottolengo (via Cesare Balbo 16).
L’Hospice, in coerenza con la mission cottolenghina, accoglierà 21 posti letto per
pazienti bisognosi di cure palliative e della terapia del dolore soprattutto nella fase
terminale della vita terrena. L’opera sarà pronta subito dopo la prossima estate.

Cogliamo l’occasione che è possibile avere accesso a tutte news che riguardano la
Piccola Casa della Divina Provvidenza dal sito www.cottolengo.org

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Il «DEO GRATIAS»
riconoscente

La nostra RIVISTA «AGLI AMICI DEL BEATO PALEARI»


viene inviata gratuitamente a quanti ne fanno richiesta.
Saremo grati ai lettori
che vorranno inviarci indirizzi di persone
che gradirebbero la pubblicazione.

Per la relazione di “Grazie ricevute”


o richiesta di immagini, biografie e ricordi
indirizzare a:

Via Cottolengo, 14 -10152 TORINO


Tel 011.52.25.111
(chiedere di don Emanuele)
Email: causa.paleari@cottolengo.org

Per offerte:
c/c postale intestato a:
Piccola Casa della Divina Provvidenza n. 20956108

causale: per la causa “Beato F. Paleari”

Bonifico intestato a: Piccola Casa della Divina Provvidenza


presso: INTESA SANPAOLO spa
P.zza P. Ferrari n. 10 - 20121 Milano
IBAN: IT52 X030 6909 6061 0000 0062 850
causale: per la causa “Beato F. Paleari”

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PREGHIERA AL BEATO INTERCESSIONI
O Dio Padre misericordioso,
che hai reso il Beato Francesco Paleari, sacerdote,
capace di farsi tutto a tutti,
concedi a noi per sua intercessione di imitare generosamente
la dedizione apostolica di cui rifulse la sua vita.
Per Cristo nostro Signore. Amen

27
«Non per forza,
ma per amore,
o meglio:
per forza d’amore»

Reliquiario contenente il cuore


del Beato Francesco Paleari

Impaginazione e stampa: Daniele Meriano (Riva presso Chieri / Trofarello) • e-mail: info@danielemeriano.it

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