Sei sulla pagina 1di 20

RINASCIMENTO

ISSN 2039-6680

RINASCIMENTO MERIDIONALE
MERIDIONALE
Rivista annuale dell’Istituto Nazionale
di Studi sul Rinascimento Meridionale

direttore
MARCO SANTORO

VII
2016

VII · 2016

PAOLOLOFFREDO
€ 45,00 INIZIATIVE EDITORIALI
RINASCIMENTO
MERIDIONALE

Rivista annuale dell’Istituto Nazionale


di Studi sul Rinascimento Meridionale

Direttore: Marco Santoro


Consiglio direttivo
Marco Santoro, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale
Renata D’Agostino, Università di Napoli “Federico II”
Cettina Lenza, Seconda Università di Napoli
Milena Montanile, Università di Salerno
Carmela Reale, Università della Calabria
Paola Zito, Seconda Università di Napoli

Consiglio scientifico estero:


Francesco Furlan, Centre Nationale de la Recherche Scientifique - Francia
Paul F. Grendler, University of Toronto - Canada
Albert N. Mancini, The Ohio State University - USA
Maria de las Nieves Muñiz Muñiz, Universidad de Barcelona - Spagna
Elissa Weaver, University of Chicago - USA
Diego Zancani, Oxford University - Gran Bretagna

Consiglio scientifico italiano:


Giancarlo Abbamonte, Università di Napoli “Federico II”
Concetta Bianca, Università di Firenze
Marcello Ciccuto, Università di Pisa
Domenico Defilippis, Università di Foggia
Roberto Delle Donne, Università di Napoli “Federico II”
Anna Giannetti, Seconda Università di Napoli
Antonio Iurilli, Università di Palermo
Giovanni Muto, Università di Napoli “Federico II”

Segreteria di redazione:
Renata d’Agostino
segreteria@rinascimentomeridionale.it
tel./fax 081206623

«Rinascimento meridionale» is a Perr-Reviewed Journal.


RINASCIMENTO
MERIDIONALE
Rivista annuale dell’Istituto Nazionale
di Studi sul Rinascimento Meridionale
Direttore: Marco Santoro

VII · 2016

PAOLOLOFFREDO
INIZIATIVE EDITORIALI
Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 70 del 27/7/2010

«Rinascimento meridionale» is a Peer-Reviewed Journal

Volume VII  Anno 2016

ISSN 2038 - 6680 (edizione a stampa)


eISSN 2039 - 2230 (edizione digitale) disponibile su Torrossa.it

Periodicità annuale

Gli Articoli pubblicati in questo Periodico sono protetti dalla Legge sul Diritto d’Autore.
Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qual-
siasi forma, all’uso delle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmis-
sione radiofonica o televisiva, alla registrazione analogica o digitale, alla pubblicazione e diffusio-
ne attraverso la rete Internet sono riservati. La riproduzione degli Articoli di questo Periodico,
anche se parziale o in copia digitale, fatte salve le eccezioni di legg, è vietata senza l’autorizzazio-
ne scritta dell’Editore. Il regolamento per l’uso dei contenuti e dei servizi presenti sul sito della
Paolo Loffredo Iniziative Editoriali è disponibile all’indirizzo http: paololoffredo.it

Paolo Loffredo Iniziative editoriali srl - via Ugo Palermo, 6 - 80128 Napoli
www.paololoffredo.it
Informazioni per la sottoscrizione di abbonamenti iniziativeditoriali@libero.it

© 2016 by Paolo Loffredo Iniziative editoriali srl


Tutti i diritti sono riservati
Prima edizione italiana luglio 2016
Stampato in Italia da Grafica Elettronica, Napoli

ISBN 978 - 88 - 99306 - 38 - 0 (a stampa)


eISBN 978 - 88 - 99306 - 38 - 0 (eBook) disponibile su Torrossa.it

1. Umanesimo  2. Aragonesi  3. Viceregno  I. Titolo  II. Collana  III. Serie

Abbonamento annuo:  Italia € 45,00  Estero € 65,00


Versamento sul conto corrente postale 1027258399 intestato a Paolo Loffredo Iniziative edi-
toriali Srl. IBAN IT 42 G 07601 03400 001027258399 Banco Posta Spa intestato a Paolo Lof-
fredo Iniziative editoriali Srl - BIC /SWIFT BPPIITRR (per bonifico da estero).
Sommario

CONTRIBUTI

Concetta Bianca, Il ritorno in curia di Biondo Flavio ed il “De expeditione in


Turcos” dedicato ad Alfonso d’Aragona 7
Maria Teresa Como, Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano. Il contesto
originario e l’architettura 35
Cettina Lenza, Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano. Restauri e rilievi
tra Settecento e Ottocento 49
Luana Rizzo, La letteratura esoterica nel Rinascimento meridionale: gli Inni
orfici 65
Manuel De Carli, Appunti sulla medicina nelle lezioni manoscritte Super pri-
mo de anima di Marcantonio Zimara 79
Éva Vígh, Simbologia animale in Giulio Cesare Capaccio, iconologista-favolista 93
Daniela Castelli, Note da un manoscritto di Antonio Persio. Tra stato e chie-
sa: il Trattato dei Portamenti della signoria di Venezia (1607) 115
Milena Montanile, Il modello ‘accademia’ nella cultura del Seicento in Irpinia 141
Donato Verardi, Occulte naturel et astrologie chez Della Porta: l’attraction ma-
gnétique 151
Chiara Pepe, La magia naturale in Giovan Battista Della Porta e Pompeo Sar-
nelli: laicità e liceità di un sapere nel modus cogitandi di un mago-scienzia-
to e di un vescovo controriformista 159
Bibliografia (a cura di Alfonso Ricca) 165
Vita dell’Istituto (a cura di Renata D’Agostino) 177

SEGNALAZIONI

Il carteggio della Signoria fiorentina all’epoca del cancellierato di Carlo Marsuppi-


ni (1444-1453), inventario e regesti a cura di Raffaella Maria Zaccaria,
Roma, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Dire-
zione generale archivi, 2015 (Alfonso Ricca) 201
Leonardo Quaquarelli, Il Quattrocento dei copisti. Bologna, Bologna, I li-
bri di Emil, 2014 (Alfonso Ricca) 203
6 Sommario

Giovanni Pico della Mirandola e la dignità dell’uomo. Storia e fortuna di un di-


scorso mai pronunciato, Mirandola-Ferrara, 24-26 febbraio 2014 «Schifa-
noia», a cura dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara, Pisa-Ro-
ma, Fabrizio Serra Editore, 2015 (Laura Antonella Piras) 204
Medieval and Renaissance astrology, Special Issue ed. by Donato Verardi, «Phi-
losophical readings», VII (2015), 1 (Guido Laurenti) 207
La cultura letteraria del Rinascimento in Capitanata, a cura di Domenico De-
filippis, Bari, Editrice Adriatica D.A., 2013 (Alfonso Ricca) 209
«Aristotele fatto volgare». Tradizione aristotelica e cultura volgare nel Rinascimen-
to, a cura di David A. Lines ed Eugenio Refini, Pisa, ETS, 2014 (Dona-
to Verardi) 210
Lodovico Castelvetro, Parere sopra una comedia di Aristophano et sopra cia-
scuna di Plauto, edizione critica a cura di Massimo Scalabrini, Bologna,
Commissione per i testi di lingua, 2015 (Alfonso Ricca) 212
Diana Berruezo Sánchez, Il Novellino de Masuccio Salernitano y su influen-
cia en la literatura española de la Edad de Oro, Vigo, Editorial Academia
del Hispanismo, 2015 (Leonardo Terrusi) 214
Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti tra Quattrocento e Seicento, coor-
dinato da Marco Santoro, a cura di Rosa Marisa Borraccini, Giuseppe
Lipari, Carmela Reale, Marco Santoro, Giancarlo Volpato. Pisa-Roma,
Fabrizio Serra Editore, 2013, “Biblioteca di Paratesto” (Maria Consi-
glia Napoli) 220

«Rinascimento meridionale»
referaggio 2014/2015

Nel corso del biennio 2014-2015 la rivista «Rinascimento meridionale» si è avvalsa


della collaborazione di 5 referee esterni agli organi direttivi della rivista stessa:
Andrea Battistini (Università di Bologna), Francesco Guardiani (Toronto
University), Pietro Sisto (Università di Bari), Maurizio Torrini (Università di
Napoli “Federico II”) e Paola Trivero (Università di Torino). Tutti gli articoli
pubblicati nel corso del biennio 2014-2015 sono stati sottoposti al giudizio di due
referee, almeno uno dei quali esterno agli organi direttivi della rivista. Premesso
che la rivista prevede le seguenti rubriche: Contributi, Rassegne, Bibliografia (ogni
due anni), Vita dell’Istituto (ogni due anni) e Segnalazioni, nel corso del biennio
2014-2015 sono pervenuti alla Direzione ai fini della pubblicazione 52 proposte di
contributi: quelli considerati dalla Direzione e dal Consiglio direttivo da non pub-
blicare sono stati 18; quelli sottoposti al giudizio dei referee 34, di questi, in virtù
del parere favorevole dei referee, sono stati pubblicati 26. Nel cogliere l’occasione
per ribadire i ringraziamenti ai nostri referee per la preziosa collaborazione, si fa
presente che per il biennio 2016-2017 sono stati contattati 5 referee nuovi, che
hanno di buon grado accettato l’incarico.
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano.
Il contesto originario e l’architettura
Maria Teresa Como

La piccola Cappella funeraria, edificata dal grande umanista, poeta e uo-


mo politico della Napoli aragonese, Giovanni Pontano, in seguito alla
morte della moglie Adriana Sassone tra la fine del 14901 e il 14922 nell’a-
rea nord occidentale del centro antico di Napoli, viene unanimemente
considerata una delle testimonianze più rilevanti dell’architettura del Ri-
nascimento meridionale.
Proporzionato blocco semi-isolato nel contesto, di pianta rettangolare,
abbraccia l’aula voltata a botte e la cripta sottostante. Libero su tre lati, di
cui due facciate di ingresso, monumentale nella modellazione delle super-
fici con l’introduzione dell’ordine classico che lo ripartisce in tre elemen-
ti (alto basamento, pareti verticali ritmate dalle paraste, e attico), arricchi-
to dal rivestimento in pietra di piperno e da lastre marmoree con incisi in
carattere lapidario romano componimenti del Pontano e da antiche epi-
grafi, è insieme cappella, tempio3, tumulo4 e antiquarium5. E, dunque, ri-
chiama e custodisce molteplici contenuti, che sono espressione viva della
ricchezza culturale del Rinascimento meridionale.
Numerosi i contributi che le sono stati dedicati. Nel 1926, in occasione
delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla nascita del Pontano, Filan-

1
  Al 13 settembre 1490 sono datati due atti di cessione in enfiteusi a Giovanni
Pontano di una cantina, il primo, e di un locale terraneo e un portico diruto di tre
arcate il secondo (Riccardo Filangieri di Candida, Il tempietto di Gioviano Ponta-
no in Napoli, «Atti dell’Accademia Pontaniana», vol. LVI, 1926, pp. (5-41), 7).
2
  Data indicata nelle epigrafi dedicatorie sulle due porte di accesso alla cap-
pella.
3
  Tema su cui insiste Christoph Liutpold Frommel, Il tempio e la chiesa: Bac-
cio Pontelli e Giuliano della Rovere nella Chiesa di S. Aurea a Ostia, in Architettura e com­
mit­tenza da Alberti a Bramante, Firenze, L.S. Olschki, 2006, pp. 367-393.
4
  Nell’accezione congiunta di mausoleo e poema per il defunto, rimarcata da
Bianca de Divitiis, Pontano and his Idea of Patronage, in Some Degree of Happiness,
Studi di storia dell’architettura in onore di Howard Burns, a cura di Maria Beltramini e
Caroline Elam, Pisa, Edizioni della Normale, 2010, pp. (107-131), 125, n. 63.
5
  L’originalità dell’edificio e la stratificazione di riferimenti e significati sono
sottolineate da Paola Modesti, Le delizie ritrovate. Poggioreale e la villa del Rinasci-
mento nella Napoli aragonese, Firenze, L.S. Olschki, 2014, p. 173.
36 Maria Teresa Como

gieri ne redasse il primo studio scientifico6, associando all’esame dell’ar-


chitettura e degli apparati decorativi l’attenta analisi delle fonti7, tra cui la
ricca documentazione della causa che indusse lo Stato a imporne il restau-
ro nel 17598. Pochi anni dopo la Cappella fu finalmente inserita nella
storia dell’architettura, come importante opera del Rinascimento, da Pa-
ne, che ne propose anche una prima attribuzione, dopo quella tradiziona-
le degli storiografi partenopei, sulla base di un’analisi critica9. Una lettura
della Cappella inserita nel quadro delle vicende storiche è stata proposta
da Alisio10, mentre più recentemente Stella Casiello ha riferito di un se-
condo restauro negli anni 1876-187811. La principale questione che ha
impegnato gli storici dell’architettura ha tuttavia riguardato la possibile
identificazione del suo autore12, e, in assenza di nuove fonti o documenti,
ci si è basati sulla sola lettura formale e sul confronto con opere e caratte-
ristiche di plausibili artisti, sui dettagli decorativi13, per i riferimenti a mo-

6
 R. Filangieri, Il tempietto …, cit., pp. 5-41.
7
  Per la donazione nel 1469 di Ferrante I a Pontano della casa con torre che
diverrà la sua residenza, cfr. Francesco Colangelo, Vita di Antonio Beccadelli so-
prannominato il Panormita, Napoli, Angelo Trani, 1820, p. XVII e Bartolomeo
Capasso, La torre d’Arco e la Casa del Pontano in Napoli, in La Strenna della R. Tipogra-
fia Giannini, Napoli, Giannini, 1982, pp. (97-104), 103; mentre per l’acquisto dei
beni su cui fu edificata la cappella, cfr. Francesco Colangelo, Vita di Gioviano
Pontano, Napoli, Angelo Trani, 1826, p. 112.
8
 R. Filangieri, Il tempietto … cit., p. 22, che riporta in nota il dispaccio. Indi-
cazione dei documenti associati alla causa è in Archivio Storico Diocesano di Na-
poli (d’ora in poi ASDNa), Fondo Collegiata di Santa Maria Maggiore, F.75 Secoli XVI
-XIX. Cappella Pontano, f.lo Scritture per li Complatearj della Ottina di S. Maria Maggiore
di questa città colli Padri di detta Chiesa di S.a M.a Maggiore per la Cappella del Pontano.
Copia di memoria presentata al Tribunale Misto nell’anno 1759, intorno alla pertinenza
del dominio della d.a Cappella, alla sua restaurazione e all’adempimento delle pie opere dei
maritaggi ed altri pesi di Messe e di anniversarii.
9
  Roberto Pane, Architettura del Rinascimento in Napoli, Milano, Editrice Poli-
tecnica, 1937, pp. 105-113.
10
  Giancarlo Alisio, La cappella Pontano, «Napoli Nobilissima», III (1963-
1964), 1, pp. 29-35.
11
  Stella Casiello, Restauri dell’Ottocento nella Cappella Pontano, in Architetture
e territorio nell’Italia meridionale tra XVI e XX secolo: scritti in onore di Giancarlo Alisio, a
cura di Maria Raffaela Pessolano e Alfredo Buccaro, Napoli, Electa Napoli, 2004,
pp. 200-209.
12
  Roberto Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, II, Milano, Edizioni di
Comunità, 1977, pp. 199-202.
13
  Ibidem; C.L. Frommel Il tempio e la chiesa …, cit.; Francesco Benelli, Baccio
Pontelli e Francesco di Giorgio. Alcuni confronti fra rocche, chiese, cappelle e palazzi, in
Francesco di Giorgio alla corte di Federico da Montefeltro, Atti del Convegno internazio-
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 37

delli antichi14, sul linguaggio15, o risalendo al possibile processo progettua-


le16, o investigando sulle indicazioni che Pontano stesso avrebbe potuto
dare anche in analogia con la sua poetica17. Tuttavia, nonostante la qualità
dell’opera e l’ampia letteratura a riguardo, la Cappella ancora sfugge a
una definitiva attribuzione o, forse, più correttamente, non si conosce il
nome del tecnico diretto dal colto committente. E inoltre – condizione
che pesa notevolmente nella lettura dell’opera e della sua attribuzione – vi
è incertezza su quanto possa considerarsi originario e soprattutto si è per-
sa memoria del contesto con cui la cappella era in relazione. Ciò perché
non si è fatta chiarezza né sulle azioni concrete dei restauri, distinguendo
nel dato materiale gli elementi e i caratteri originari dalle successive mo-
difiche e integrazioni, né sulla consistenza delle trasformazioni dell’intor-
no urbano, recuperando l’assetto del coevo contesto, riconoscendovi il
ruolo assunto nella definizione del progetto, e leggendone le modifiche
come alterazioni di un’iniziale unità di architettura e contesto.
Le principali questioni che richiedono pertanto chiarimento riguarda-
no il disegno architettonico del monumento e il rapporto con il tessuto
urbano18. In particolare, non si conosce se l’attico, che è considerato un
elemento innovativo19, sia del tutto di rifazione, a quale dei restauri sia da
attribuire, se ricalchi forme originarie e, addirittura, se fosse presente in
origine. E poco chiara è la funzione dei due accessi, poiché, a causa delle
radicali modifiche dell’intorno, non si coglie a cosa essi fossero rivolti ori-
ginariamente, né l’eventuale relazione con il Palazzo del Pontano che ne
era prossimo. Sebbene le più evidenti di tali modifiche sembrino dovute
alle sostituzioni edilizie novecentesche20, che hanno inciso fortemente nel

nale di studi, Urbino 11-13 ottobre 2001, a cura di Francesco Paolo Fiore, Firenze,
L.S. Olschki, 2004, pp. (517-556), 553-554.
14
  Simonetta Valtieri, I linguaggi e i modelli, in Storia della Calabria nel Rinasci-
mento. Le arti nella storia, a cura di Id., Roma, Gangemi, 2002, pp. (193-209), 202-
203; F. Benelli, Baccio Pontelli e Francesco di Giorgio …, cit., p. 554; Francesco
Pao­lo Di Teodoro, Architetture calabresi del Rinascimento. Un cannocchiale verso Na-
poli e Roma, «ArcHistoR», II (2015), 3, pp. (5-39), 12.
15
  F. Benelli, Baccio Pontelli e Francesco di Giorgio …, cit.
16
 C.L. Frommel, Il tempio e la chiesa …, cit.
17
 B. de Divitiis, Pontano and his Idea of Patronage …, cit.; Id., Pontanvs Fecit:
Inscriptions and Artistic Authorship in the Pontano Chapel, «California Italian Studies»,
III (2012), 1, pp. 1-36.
18
  Le incertezze più rimarcate (cfr. R. Pane, Il Rinascimento …, cit., p. 202) ri-
guardano la configurazione dell’attico e il carattere dell’interno.
19
  Andreas Beyer, Napoli, in Storia dell’Architettura Italiana, Il Quattrocento, a
cura di Francesco Paolo Fiore, Milano, Electa, 1998, pp. (434-459), 457.
20
 La costruzione delle Cliniche Universitarie sulle aree dei conventi della
38 Maria Teresa Como

rapporto tra pieni e vuoti, in realtà la più invasiva alterazione corrisponde


a una precedente trasformazione: la sostituzione edilizia intervenuta a
metà Seicento del complesso dell’antica basilica di S. Maria Maggiore21, a
cui la cappella era aggregata. L’intervento si tradusse in un’estesa opera di
ristrutturazione urbana seguendo un lungo processo che si avviò con l’af-
fidamento del complesso ai Chierici Regolari caracciolini nel 1591, e che
non si riuscì a compiere del tutto22, anche per il mancato abbattimento
proprio della cappella del Pontano e di quella, accanto, del SS. Salvatore,
per cui l’ideata piazza antistante non venne realizzata23.
Su tali aspetti (riconoscimento delle parti originarie dell’architettura
della cappella e lettura del suo coevo contesto) verte questo breve saggio
che, anticipando uno studio complessivo della Cappella Pontano, riferisce
i dati desumibili da due nuove fonti che possono guidarci a una rilettura
del monumento. La prima fonte è testuale, ed è la descrizione della Cap-
pella e del contesto cui era aggregata nella Santa Visita dell’Arcivescovo
Annibale di Capua a S. Maria Maggiore24, effettuata tra aprile e settembre
del 1581. La descrizione, proprio perché si colloca prima della trasforma-
zione barocca, ricchissima di dati documentari, persino di indicazioni di
misura redatte dai tecnici incaricati nell’ispezione, consente l’identifica-
zione delle forme e dei caratteri originari dell’intorno della cappella. La
Santa Visita è inedita25; dalla sua analisi critica sono stati tratti nuovi ele-

Croce di Lucca e della Sapienza e dell’Istituto Tecnico Diaz (cfr. Giancarlo Ali-
sio, Alfredo Buccaro, Napoli Millenovecento. Dai catasti del XIX secolo ad oggi, Na-
poli, Electa Napoli, 1999, p. 40 e p. 48; Piero Craveri, Alessandra De Martini,
introduzione, Napoli. Le grandi opere del 1925-1930, presentazione di Rosario Ru-
sciano, Rist. anast. dell’ed. Giannini 1930, Napoli, Grimaldi & C, 2006).
21
 Cfr. Giuseppe Beneduce, Origini e vicende storiche della chiesa di S. Maria Mag-
giore detta Pietrasanta in Napoli, Napoli, Gioventù italiana, 1931; Giancarlo Alisio,
La chiesa e il campanile della Pietrasanta in Napoli, «Napoli Nobilissima», 3-4 (1964),
VI, I, pp. 228-236 e pp. 42-52; Pasquale Guida, Il restauro della chiesa e l’isolamento
del Campanile del complesso monumentale di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta in Napo-
li, Napoli, Giannini, 1969; Cesare Cundari, Problemi di restauro nella chiesa della
Pietrasanta, «Napoli Nobilissima», 3 (1971), X, pp. 60-76; Gaetana Cantone, Na-
poli Barocca e Cosimo Fanzago, Napoli, Banco di Napoli, 1984, pp. 138-142.
22
  Italo Ferraro, Napoli: Atlante della città storica. Il Centro Antico, Napoli, Cle-
an, 2002, pp. 198-199; Franco Strazzullo, Edilizia e Urbanistica A Napoli dal ’500
al ’700, Napoli, A. Berisio, 1968, pp. 90-96.
23
  R. Filangieri, Il tempietto …, cit., p. 21.
24
 ASDNa, Santa Visita del Cardinale Annibale di Capua (1580-81), vol. III, ff.
219r-386r.
25
  Alcuni brevi stralci sono in G. Beneduce, Origini e vicende …, cit., e P. Guida,
Il restauro …, cit.
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 39

menti sulle vicende della Cappella e dei beni a essa legati, tra cui gli immo-
bili un tempo relativi al Palazzo del Pontano, sicché, raccolte le indicazio-
ni metriche, di forma e ubicazione, è stato possibile ricostruire l’origina-
rio contesto dell’edificio26. Di tale analisi si espongono in sintesi i princi-
pali risultati27, allegando, a sostegno della descrizione, una planimetria
schematica del complesso di S. Maria Maggiore in cui è inserita la Cappel-
la Pontano, e dell’immediato intorno, che contempla anche i luoghi del
Palazzo del Pontano. La pianta è stata realizzata intrecciando i dati della
Santa Visita e le informazioni ricavabili dalla cartografia storica e dalla let-
teratura con la planimetria attuale, con riferimento alle architetture pre-
senti sia nella descrizione antica che oggi: la Cappella Pontano, la Cappel-
la del SS. Salvatore e il campanile della Pietrasanta.

Figura 1. Ricostruzione del coevo contesto della Cappella Pontano (elaborazione


dell’autrice).

La Cappella Pontano era congiunta al complesso architettonico della


basilica di S. Maria Maggiore e allo stesso tempo prospiciente alla relativa
plathea, tratto dell’antico decumano maior, ancora principale asse di per-

26
  Maria Teresa Como, Il Contesto invisibile della Cappella Pontano, in VisibileIn-
visibile: percepire la città tra descrizioni e omissioni. II. Visibilità dell’antico: patrimonio e
istituzioni culturali, Atti del VI Congresso AISU, Catania, 12-14 settembre 2013, a
cura di Salvatore Adorno, Giovanni Cristina, Arianna Rotondo, Catania, Scrimm,
2014, vol. II, pp. 329-341.
27
  Una più estesa trattazione troverà spazio in altra sede.
40 Maria Teresa Como

correnza all’interno della città antica, che metteva in diretta relazione la


Cappella con il Palazzo del Pontano. La basilica aveva orientamento oppo-
sto all’attuale chiesa, ma l’addossarsi al perimetro di cappelle, spesso do-
tate di una seconda entrata dall’esterno, e di portici, aveva modificato il
sistema degli ingressi28. La porta maggiore, più tarda rispetto alla fonda-
zione della basilica29, come il campanile, era diventata tale in ragione del-
la gerarchia delle percorrenze urbane, trovandosi in corrispondenza di un
portico coperto su colonne lungo l’antico decumano maior30 che, in conti-
nuità con il sottopassaggio del campanile della Pietrasanta, costituiva a sua
volta la prosecuzione di un sistema di portici lungo la strada31. La porta
maggiore immetteva in un cortile interno32, un atrio scoperto di pertinen-
za della chiesa, che si configurava come una sorta di quadriportico a ridos-
so dell’abside, perché chiuso ai lati da cappelle e porticati. Tale atrio era
adibito a funzioni di rilevanza urbana; sede della staurita33, era il punto di
arrivo della processione dei Vespri di Pasqua34. La Cappella Pontano ne
occupava l’angolo sinistro, tra cardine e decumano. In tal modo, la faccia-
ta d’ingresso minore della Cappella Pontano, principale ai fini del culto
perché sull’asse dell’altare, affacciava sull’atrio interno al complesso della
basilica, e il fronte maggiore era rivolto alla plathea di Santa Maria Maggio-
re, con l’agio di un piccolo spiazzo di sua pertinenza (lungo quanto la
cappella e profondo 2,65 metri circa)35, volutamente acquisito da proget-

  In analogia con quanto avvenuto alle chiese di S. Giovanni a Carbonara e S.


28

Domenico Maggiore (cfr. Yoni Ascher, The Church and the Piazza: Reflections on the
South Side of the Church of S. Domenico Maggiore in Naples, «Architectural History», 45
(2002), pp. 92-112).
29
  Paul Arthur, Naples, from Roman town to city-state: an archaeological perspective,
Lecce, The British school at Rome, 2002, pp. 50-51, 65, 80 e 156.
30
  […] Atrium supradictum cohopertum ante platheam tribis marmoreis colu-
mnis sustentatur, et ex eisdem ad aliud atrium sub dio intratur per portam quae
habet parastate sine corona ex marmoreis lapidis et duas alias marmoreas colum-
nas retro se. […], ASDNa, Santa Visita …, cit., vol. III, f. 308v.
31
  P. Arthur, Naples …, cit., p. 50, Fig. 3.13.
32
  […] Ante predictam ecclesiam est atrium sub dio cum alio atrio ante se
cohoperto iuxta plathea longhum a plathea predicta iusq. ad portam ecc.e incluse
pariete ante plathea sito palmos sexaginta quinq. cum dimidio. Latum palmos
quatroginta octo et duos tertios alteriis palmi. […], ASDNa, Santa Visita …, cit.,
vol. III, f. 308v.
33
  Giovanni Vitolo, Culto della croce e identità cittadina, «Napoli Nobilissima»,
5 (2000) I, pp. 81-96.
34
  Ivi, p. 82.
35
  […] Iuxta supradictum atrium quod sub dio a sinistris intrantis et iuxta sup.
tam capp.am S.ti Salvatoris est alia capp.a sub invocatione sancti Ioannis evangeli-
ste dello pontano longha palmos quatraginta unum et unu sextium alterius palmi
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 41

to. Come oggi, nello spiazzo una soglia dinanzi alla porta profonda circa 1
metro e 60 conduceva dal piano della strada a quello della cappella, ed
una soglia più piccola era disposta dinanzi al fronte minore. Alla destra di
quest’ultimo fronte e dinanzi alla cappella del SS. Salvatore, che si compo-
neva della sola campata più interna, insisteva un alto porticato a volta so-
stenuto da due colonne36, in linea con la Cappella Pontano e che ne sco-
priva parte del fianco destro; in adiacenza si apriva la porta di ingresso
principale che immetteva nella basilica.
La prosecuzione del porticato dinanzi all’atrio della chiesa e lungo il
decumano si legava, mediante un sistema di portici che proseguivano an-
che a cavallo della strada, alla residenza del Pontano la quale, composta di
diversi corpi edilizi intrecciati alla trama del tessuto urbano, si configurava
come un quartiere urbano esteso su uno snodo nevralgico della città: due
distinti blocchi edilizi, lungo il decumano e l’uno di fronte all’altro sul
cardine, collegati da un’alta torre al quadrivio.
Attraverso la riconfigurazione del contesto originario della cappella
trovano dunque ragione i due fronti monumentali, e il confronto tra l’a-
rea di sedime della cappella e i luoghi del complesso di S. Maria Maggiore
che Pontano aveva acquistato per la sua realizzazione (un cellaio, una ca-
mera terranea e un portico diruto di tre arcate37, in prosecuzione con il
portico lungo il decumano), mette in luce l’intenzionale arretramento
della cappella dal bordo della strada per configurare una piccola piazza di
sua pertinenza, raggiunta attraverso il lungo porticato dalla residenza del
Pontano. Pertanto, il disegno architettonico della Cappella è anche il ri-
sultato di un progetto urbano connesso al tradizionale uso e alla figura del
porticus, che identificava tanto l’atrio/quadriportico della basilica di S. Ma-

latam vero palmos vigi.ti tres exclusis parietibus ad quam per unam portam ingre-
ditur a sup.to atrio et per aliam portam ab alio atrio quod est ante p.tam capp.am
et iuxta platheam. Murus vero p.te capp.e qualis est iuxta atrium ecc.e est latus
palmos quor cum dimidio. Alius murus qualis est ante capp.am secus viam est la-
tus palmorum sex. Atrium quod est ante capp.am p.am et est similiter sub dio est
latum a capp.a iusque ad viam palmos decem longhum vero iuxta longitudinem
eiusdem Cappelle. […], ASDNa, Santa Visita …, cit., vol. III, f. 309v.
36
  […]Et intra atrium p.tum quid est sub dio iuxta portam ecc.e a sinistris in-
tratis ante vero portam capp.e sup.te confraternitatis s.ti salvatoris est parvum
atriolum tecto cohopertum duabis marmoreis columnis sustentato […], ASDNa,
Santa Visita … cit., vol. III, f. 308v. Nella cappella del SS. Salvatore si sono rinvenu-
ti agli angoli e in appoggio della volta a crociera della prima campata due capitel-
li in marmo parzialmente murati nella controfacciata, che sono stati ricondotti
alle colonne marmoree del piccolo atrio descritto.
37
  R. Filangieri, Il tempietto …, cit., p. 7.
42 Maria Teresa Como

Figura 2. Antonio De Sio, Prospetto e sezione longitudinale del progetto di restau-


ro del 1759, incisione di Francesco La Marra (da De Sarno 1761).
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 43

ria Maggiore quanto la residenza del Pontano. In questo senso, anche la


scelta progettuale della scansione dei fronti nell’opus affictum dell’ordine
architettonico può essere letta come memoria, e interpretazione moder-
na, dei portici soppressi per ospitare il volume della cappella e la piccola
piazza e, allo stesso tempo, la pseudoperistasi si lega in continuità con i
porticati esistenti in adiacenza, nell’atrio e lungo il decumano.
Per quanto riguarda l’architettura del monumento, preziosa è la fonte
iconografica rinvenuta, costituita dal rilievo delle due facciate principali
della cappella eseguito intorno al 1727. La stampa è interna alla pubblica-
zione della prima traduzione in olandese dell’Arcadia di Sannazaro, del
1730, redatta dal poeta neolatino Vlaming38, e la sua presenza si deve al
filologo olandese Jacques Philippe d’Orville (1696-1751), che fornì al Vla-
ming i disegni alla base delle incisioni39. D’Orville, a Napoli prima del suo
viaggio in Sicilia del 1727, donde trasse la celebre pubblicazione sulle an-
tichità siciliane40, visitò la Cappella Pontano e ne commissionò, come ri-
cordo, i rilievi dei due prospetti al regio architetto Carmine Perretti41. Le
rappresentazioni, a oggi le più antiche note della cappella, eseguite allo
scopo di custodire memoria di quanto visto, come una fotografia di viag-
gio, ne riproducono in modo realistico lo stato prima del restauro del
1759. D’Orville era anche autore di un carme latino alla Cappella, lamen-
tazione poetica sul triste stato e sull’uso improprio del monumento del
Pontano come bottega di un sarto, composizione che Roberto De Sarno
inserì nella sua Vita di Giovanni Pontano del 176142. La biografia celebra il
compimento del restauro imposto dal governo borbonico – come confer-
ma la dedica a Bernardo Tanucci, all’epoca presidente del Consiglio di
reggenza – e infatti la descrizione dell’intervento ne è parte integrante. Vi
sono allegati le tavole e la legenda di progetto43, due studi di Martorelli

38
  Pieter Vlaming, Arcadia van Sannazarius, Amsterdam, Adriaen Wor en de
erven G. Onder de Linden, 1730, tra p. 260 e p. 261, e tra p. 264 e p. 265; su P.
Vlaming cfr. Margaretha Sara J. Cox-Andrau, De dichter Pieter Vlaming (1686-
1734), Bussum, Van Holkema & Warendorf, 1976.
39
  M. S. J. Cox-Andrau, De dichter …, cit., p. 198; Anton J. E. Harmsen, Sanna-
zaro nella letteratura nederlandese, in Acta conventus Neo-Latini Bariensis, Binghamton,
New York, Schoeck, 1996, pp. (391-399), 97-398.
40
  Jacques Philippe d’Orville, Sicula, quibus siciliae veteris rudera additis anti-
quitatum tabulis illustrantur, Amsterdam, Gerardum Tielemburg, 1764.
41
  Come dalla firma nell’incisione.
42
  Roberto De Sarno, Joannis Joviani Pontani Vita, Napoli, Fratres Simonii,
1761, pp. 100-105.
43
  Ivi, pp. 92-94. Le tavole di progetto (qui in Fig. 2) riportano il nome del
tecnico, il regio architetto Antonio De Sio, e dell’incisore, Francesco La Marra.
44 Maria Teresa Como

sulle epigrafi44, e, interposto tra i due saggi, il citato carme latino di d’Or-
ville. L’intervento di restauro del 1759 fu sollecitato dalla condizione di
degrado, cui già la Santa Visita di Giuseppe Spinelli del 1743 aveva chiesto
di porre rimedio45, ma soprattutto fu innescato dalla causa portata in Tri-
bunale nel 1757 contro i Chierici Regolari caracciolini di S. Maria Maggio-
re per l’uso improprio della cappella, e per i mancati obblighi pendenti46.

Figura 3. Prospetto della Cappella Pontano lungo via dei Tribunali, disegno di
Carmine Perretti (da Vlaming 1730, © Erfgoedbibliotheek H. Conscience, An-
twerpen, C 42606).

  Ivi, pp. 95-99, e 107-118.


44

  R. Filangieri, Il tempietto …, cit., p. 20.


45
46
  La denuncia è l’effetto del fallimento della trasformazione barocca ideata
dai Chierici Regolari caracciolini, che avrebbero voluto demolire la cappella del
Pontano per realizzare una piazza dinanzi alla nuova chiesa. L’attaccamento del
quartiere alla cappella e ai benefici legati per patronato e, soprattutto, il contrasto
tra la Collegiata degli ebdomadari di S. Maria Maggiore, rimasta in sede alla cura
della cappella anche dopo l’affidamento ai Caracciolini della basilica, ne impedi-
rono la demolizione. La condizione anomala di una facciata barocca con addossa-
te cappelle preesistenti ne è manifesto (M.T. Como, Il Contesto invisibile …, cit, p.
328). La causa contro i Chierici Regolari, scatenata dall’aver messo in fitto a un
fruttivendolo il fronte della cappella su via dei Tribunali, fu portata in tribunale
dai complaetari dell’Ottina, rappresentati da Nicola Guida, in accordo con la Colle-
giata. (R. Filangieri, Il tempietto …, cit., pp. 20-22; G. Alisio, La cappella …, cit.,
pp. 29-30; M.T. Como, Il Contesto invisibile …, cit, p. 330. Carte per istruire la causa
in ASDNa, F. 75 cit., f.lo Scritture per li Complatearj …, cit.
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 45

Sulla base del rilievo della cappella e della descrizione delle condizioni
di degrado redatti dal regio architetto Antonio De Sio47 nel 1757 e allegati
alla causa, Carlo di Borbone affidò a Giacomo Martorelli, sacerdote e let-
tore di lingua greca presso l’Università di Napoli, la direzione del restau-
ro, e al Tribunale Misto la sua soprintendenza48. Si tratta del primo sostan-
ziale intervento di alterazione della Cappella Pontano per ricostruire il
quale, oltre all’esame diretto, le tavole di progetto e la sintetica legenda
riportate da De Sarno hanno costituito, fino ad oggi, le uniche fonti dispo-
nibili. Pertanto, i due prospetti del 1727 contribuiscono in modo significa-
tivo al riconoscimento delle reintegrazioni e delle ricomposizioni eseguite
con il restauro nei fronti esterni della cappella.
Osservando le due incisioni, gli elementi che meglio denunciano la
condizione della cappella sono il basamento e l’attico. Il basamento man-
ca delle lastre di rivestimento su entrambi i fronti, a meno della modana-
tura superiore in pietra, che si sviluppa nei modi di una base attica. Soltan-
to sul prospetto lungo via dei Tribunali sembrerebbero riconoscersi alcuni
lacerti superstiti delle lastre di rivestimento in prossimità della porta, pre-
sumibilmente salvati dalla spoliazione perché retrostanti il corpo dei gra-
dini. Riguardo all’attico, se ne riconosce innanzitutto la presenza, sebbe-
ne in una condizione di forte deterioramento, provando definitivamente
che esso esisteva fin dall’origine, mentre alcuni dettagli forniscono poi
preziose indicazioni sulla sua fattura. Se sul fronte lungo via dei Tribunali
l’attico manca del tutto, facendo leggere l’estradosso della volta a botte
che emerge dalle pareti verticali, il fronte su Largo Pietrasanta, meno de-
teriorato, conduce al riconoscimento dell’originaria configurazione. Qui
la cornice superiore, in pietra modanata in piccolo listello e gola rovescia,
ne segna l’altezza, pari quasi al doppio di quella della volta a botte emer-
gente sull’altro fronte. Sul limite destro, il disegno delle commessure tra

47
  […] Al Sig. D. Onofrio Giordano d. quindici nota fede a 22 ott.e 1757 e per
esso a D. Antonio de Sio Regio Architetto disse esserno in sotisfazione di sue fati-
che fatte in aver formato tre disegni in carta regale dell’alzata dell’affacciata nobi-
le della chiesa del Pontano fondata dal fu Giovanni Gioviano Pontano e descritta
nello stato in cui si ritrova d’altezza, larghezza ed iscrizioni […] uno delli quali si
è presentato per necessità della causa che verte nel supremo Tribunale misto tra
li complaetari di detta ottina di S. M.a Mag.re Collegio delli R.R. Ebdomadari di
detta chiesa contro li RR PP Cl.ci Regolari minori della Pietra Santa […] (ASDNa,
F. 75 cit., documento di pagamento delle spettanze del Regio architetto Antonio
De Sio datato 9 settembre 1757). I disegni e la relazione mancano. Dalla firma di
De Sio ai disegni di progetto della cappella in R. De Sarno, Joannis …, cit., p. 92,
può desumersi che De Sio fu poi incaricato anche del progetto di restauro.
48
  R. Filangieri, Il tempietto …, cit., p. 22, riporta in nota il dispaccio.
46 Maria Teresa Como

Figura 4. Prospetto della Cappella Pontano su Largo Pietrasanta, disegno di Car-


mine Perretti (da Vlaming 1730, © Erfgoedbibliotheek H. Conscience, Antwer-
pen, C 42606).

blocchi, congruente con il paramento in opera isodoma tra le paraste del


registro principale, lascia supporre l’aspetto della finitura, che se non può
accertarsi fosse effettivamente in lastre di pietra a causa dell’incerta sago-
ma del lacerto, può supporsi a intonaco trattato a simulare il rivestimento
in pietra. L’attico, infine, appare liscio, pertanto non modellato dalla par-
titura in pilastrini e dalla cornice emergente in accordo, che lo caratteriz-
zano nel progetto di restauro in De Sarno e nell’assetto odierno, mentre
l’oculo del fronte minore ha le stesse caratteristiche attuali, ponendosi a
un’altezza tale che la trabeazione ne copre la parte inferiore della cornice:
il che conferma l’attendibilità della rappresentazione del d’Orville anche
rispetto ai rilievi successivi della Cappella che ne rappresenteranno il fron-
te minore49. Si riconosce anche che manca la lastra con l’epigrafe dedica-

  Per i rilievi dei fronti minori presenti in Ascione (post 1760), De Cesare
49

(1845) e Bechi (1852), cfr. il saggio di Cettina Lenza in questo stesso numero
della rivista.
Nuove acquisizioni sulla Cappella Pontano 47

toria all’interno della cornice sulla porta, conformemente a quanto indi-


cato nella perizia sullo stato della cappella nel 175750, confermando anco-
ra il valore di documento della rappresentazione.
Dal confronto tra le rappresentazioni dei fronti del 1727 e il prospetto
del progetto di restauro può riconoscersi che l’attico, di altezza ridotta e
scandito da pilastrini con base e cornice, costituisce una reintegrazione
che non ha alcun riferimento con l’originaria conformazione. Presumibil-
mente, all’epoca del restauro anche l’attico sul fronte minore poteva esse-
re venuto meno, o si era consolidata l’immagine del fronte lungo via dei
Tribunali con la quota della sola volta emergente, lasciando il campo a
una libera ricomposizione del coronamento, a un esercizio accademico di
completamento sulla base della partitura del fronte.
Accreditando i rilievi del d’Orville, l’attico originario era invece molto
più alto (3/2 dell’altezza dell’attico del restauro del 1759), pari a circa
metà dell’altezza dell’ordine sul fronte, componendo con la parete verti-
cale tetrastila la figura di un quadrato. Le proporzioni e la composizione
delle parti richiamano il modello dell’arco trionfale romano51, e soprattut-
to gli archi di Settimio Severo a Roma e di Traiano a Benevento per la
corrispondenza tra altezza dell’attico e ampiezza delle campate laterali, e,
se riconosciute come originarie, aprono dunque spazi a una riflessione sui
possibili modelli della figura di progetto. Inoltre, a parte il riferimento ad
architetture antiche, la quota inizialmente raggiunta dall’attico era equi-
valente all’altezza del fronte dell’adiacente cappella del SS Salvatore, che
originariamente era costituito da un porticato coperto a volta su colonne,
come indicato nella descrizione dell’atrio/quadriportico della basilica di
S. Maria Maggiore nella Santa Visita di Annibale di Capua e confermato
dai capitelli inglobati nella controparete della cappella, su cui, ancora og-
gi, si imposta l’alta volta a crociera del portico originario.
Il disegno architettonico della Cappella mostra dunque di essere frutto
del felice compromesso tra definizione di una nuova architettura nel lin-
guaggio all’antica e relazione con le forme del contesto, e vi si riconosce,
nelle modalità con cui la cappella chiude, con sensibile modernità, come un
nuovo tassello, l’atrio/quadriportico dell’antica basilica di S. Maria Maggio-
re, un piccolo progetto urbano negli spazi della città di fine Quattrocento.

50
 […] ho osservato primieramente che sopra la porta che attualmente sta
aperta vi si vede un vacuo ed una cornice attorno che dimostra esserci stata qual-
che lapide con iscrizione […], dalla perizia sullo stato della cappella del 1757
(ASDNa, F.75 cit., f.lo Scritture per li Complatearj …, cit., f. 12r).
51
  L’ipotesi, ancora da approfondire, è frutto di riflessioni comuni con Cettina
Lenza.

Potrebbero piacerti anche