PREMESSA
È stata la più fastosa imbarcazione che abbia mai solcato la Laguna, una vera reggia galleggiante, dorato simbolo di
una città d’oro… Il Bucintoro era il punto aureo, focale, di un momento altissimo della vita reale della Repubblica:
la Festa della Sensa. Festa della feste e, al centro di essa, il Bucintoro, luogo di sintesi della sua vita e cultura. Si può
dire che sulla regale imbarcazione sedesse Venezia stessa, nella persona del suo doge, del senato e del patriarca.
Da là essa appariva in tutto il suo splendore, circondata dalla festosa partecipazione dell’intero popolo, dalle
innumerevoli barche. Il Bucintoro è stata la speciale imbarcazione ricca di ornamenti e di statue dorate su cui
saliva il doge per compiere la cerimonia dello Sposalizio del Mare nel giorno dell’Ascensione.
Il presidente
Davino de Poli
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Trofeo marino La sala dei dignitari di corte
La Sensa
La festa della Sensa riconduce
alla venuta a Venezia di papa Alessandro III
che avrebbe concesso particolari indulgenze ai pellegrini,
che avessero visitato la chiesa di san Marco nel giorno
dell’Ascensione. La festa si svolgeva nell’omonima piazza,
durava 15 giorni esponendo, secondo precise legislazioni, il meglio
della produzione artistica e mercantile di Venezia. Arrivava gente
da ogni dove, come Petrarca ebbe a ricordare. Non solo
mercanti o curiosi visitavano la fiera, ma anche principi
e regnanti come Federico Gonzaga o Isabella d’Este
moglie di Ludovico il Moro.
Grande tiemo
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La Fondazione:
Quadro Direttivo e Tecnico
Presidenza:
Davino de Poli
Consiglio Direttivo:
Davino de Poli – Giovanni de Poli – Giancarlo de Poli – Mario Bianchi – Giovanni Scarpa
Giorgio Paternò – Gabriele Busetto – Roberto D’Agostino
Segretario Generale:
Giorgiò Paternò
Vice Presidente:
Arch. Roberto d’Agostino
Progettista Strutturale:
Ing. Giovanni Scarpa Dini
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Antonio Canal detto il Canaletto: il ritorno del Bucintoro nel giorno dell’Ascensione
COMPENDIO
È l’imbarcazione Dogale usata per le massime celebrazioni della Repubblica Serenissima, in special modo
per il cosiddetto “Matrimonio col mare” il giorno dell’Ascensione; il primo modello è del 1300; l’ulti-
mo, quello più monumentale, è del 1729; Napoleone volle la sua distruzione come segno tangibile della
sottomissione della Repubblica Veneta; convertito in prigione galleggiante fu affondato definitivamente
nel 1834. Ogni anno, a fine maggio, si rievoca il matrimonio tra il Mare e Venezia: è la
nota “Festa della Sensa”. Un nugolo di imbarcazioni da Punta della Salute percorre il
Canal Grande sino al Lido, dove è celebrato il “rito”;tra le tante barche storiche, gon-
dole e altre imbarcazioni del corteo acqueo manca il protagonista: il Bucintoro. Un
gruppo di appassionati veneziani si è riproposto l’arduo compito di ridonare a Venezia
il suo più bel simbolo.
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Casa del Bucintoro:
gigantografia in scala 1:1
del modello ligneo eseguito nel 1834
Figura 1
Figura 2
Modello ligneo conservato al Museo Storico Navale di Venezia - alcuni particolari satiri, arpie…
l centro della “Festa della Sensa” era lo potrebbe dedurre da alcune antiche trattazioni. Nel
A “Sposalizio del Mare” e al centro di
esso stava il Bucintoro: la nave personale del
1719 trovandosi il naviglio dogale in condizioni assai
precarie (aveva 113 anni di navigazione) si commissio-
doge. Non è certo quando esso abbia avuto nò una nuova imbarcazione. L’incarico dei lavori fu
origine da quale tipo di imbarcazione fosse affidato all’architetto navale Michele Stefano Conti
usato per quel rito, che derivò da un’analoga mentre l’apparato decorativo allo scultore Antonio
consuetudine bizantina. Il naviglio dogale Corradini, che ebbe l’arguzia di utilizzare parte delle
era usato per quest’unica occasione, ma magnifiche decorazioni seicentesche del vecchio navi-
anche in altre festività; in particolare per le glio. Il 26 maggio 1729 apparve in tutto il suo splen-
cerimonie pubbliche e religiose come nelle dore e tutti i veneziani rimasero estasiati. Lungo 100
feste delle Marie che anticamente fu seconda piedi veneti, mosso da 168 rematori “arsenalotti” nella
per importanza solo Ascensione o per l’ingres- parte inferiore erano 20 statue in forma di sirene a
mezzo busto (fig. 2) e da altrettanti mascheroni in bas-
Figura 3 sorilievo. A poppa due leoni alati e due giganti marini
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(fig. 4) in funzione di telamoni a sostenere i giardini detti “pergoli” (fig. 3). Ai
lati dei giganti le raffigurazioni delle Arti dell’Arsenale: Cafalati e Marangoni. A
prua due speroni: il superiore rappresentava il mare ed era sovrastato da un
leone, dalle allegorie della Pace e della Guerra in forma di putti. Ai lati degli spe-
roni le raffigurazioni dei due fiumi Po e Adige. Tra il primo e il secondo ponte
le fiancate erano ornate a bassorilievo con trionfi di divinità marine: Nettuno,
Anfitrite, Salacia, Telide, Galatea con molte Nereidi ecc (fig.1). Il secondo ponte
consisteva nella piazza della prora circondata da due “giardini”. Qui prendeva-
no posto gli scudieri del doge, i proti e i capimastri dell’Arsenale. (fig 5)
L’esterno era decorato da una grande grottesca e da una conchiglia che reggeva
la statua della Giustizia. A prua gli ingressi con ai lati due Sfingi fronteggianti
un arco sostenuto da due telamoni con al centro la statua di Marte. La poppa
Figura 4
… e particolari della prua e della poppa
era ornata da bassorilievi; lungo i giardini mostri marini e ninfe. La sala princi-
pale divisa in nove arcate, novanta sedili sui quali occupavano posto i nobili
veneziani che partecipavano alla cerimonia.. Lungo le sale 19 finestre per lato
sostenute da 152 cariatidi a mezzo busto in forma di ninfe. Alla fine delle due
sale la statua del Tempo introduceva al “Gabinetto del Doge”. All’estremità della
poppa era il trono dogale, adornato da leoni e storie di Ercole; ai lati le statue
della Prudenza e della Forza. Il grande tiemo a volta a botte era decorato con 36
scomparti inneggianti alle virtù, ai mesi dell’anno e alle arti liberali. Il piccolo
tiemo era arricchito da 10 scomparti che rappresentavano le muse con Apollo, di
stemmi dei patroni e provveditori dell’Arsenale che avevano seguito i lavori.
Dal piccolo tiemo un piccolo baldacchino, abbellito con le allegorie della
Fama, pendeva un drappo di seta con un leone marciano ricamato.
Figura 5
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Poppa del Bucintoro:
I due telamoni raffigurano i giganti Oto e Efialte in atto di sorreg-
gere i giardini pensili del piccolo tiemo riservato al doge e alle più
alte cariche della Serenissima
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Prua del Bucintoro:
Allegoria della Verità china dinnanzi alla Giustizia.
Il Leone di San Marco incornicia la scena sorretta da
due figure fluviali che ricordano l’Allegoria del fiume
Po e del fiume Adige.
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Il maestro d’ascia Giovanni de Poli intento nel rilievo del modello ligneo e la sua trasposizione cartografica
La ricostruzione filologica del Naviglio di Stato parte da due assunti: quello storico che si affida alla documentazione esistente,
al rilievo del modello ligneo, alla valorizzazione delle statue superstiti e al doveroso rispetto delle normative in ambito di sicurezza della navigazione.
Il Presidente della Fondazione Davino de Poli presenta il progetto per l’approvazione al RINA
Spaccato e sezione del fianco Catalogazione delle statue Pavimento ligneo
L’avvio della progettazione statico-strutturale e decorativa
Arti, mestieri ed esperienze antiche si misurano con la tecnica moderna: il Bucintoro rinasce dalle mani di artisti altamente qualificati i maestri d’ascia de Poli,
ultimi custodi di una tradizione millenaria e con l’ausilio delle più moderne tecnologie informatiche.
Sotto la supervisione di Giovanni de Poli, dopo quasi trecento anni, riecco le prime ordinate del nuovo Bucintoro
Il legno proviene da Vetralla… …Giovanni de Poli realizza il “sesto” … …e dopo 300 anni ecco le nuove ordinate!
La Casa del Bucintoro tornerà ad ospitare il suo più bel gioiello
L’Arsenale di Venezia è stato per nove secoli il centro economico della città: 3000 arsenalotti vi lavoravano e vivevano,
realizzando quelle opere che resero la Serenissima indiscussa Signora dei Mari. Oggi, negli stessi ambienti,
rinasce il mito: artisti e artigiani sono al lavoro come i loro antenati tra austere mura che si specchiano nell’azzurro della laguna.
A. M. Luchini – frontespizio de
“La nuova Regia su’ l’acque”
Antonio Canal, la partenza del Bucintoro Antonio Canal, l’ingresso all’Arsenale – 1732
nel giorno della Sensa - Venezia Museo Correr
COMUNE DI TREVIGLIO