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Autorizzazione del tribunale di Padova: 22 aprile 1961, n. 204
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Part. IVA/Cod. Fisc.: 02643240282
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Abbonamento annuale: Italia: C 60,00 - Estero: C 70,00
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Annate arretrate: Italia: C 65,00 - Estero: C 75,00
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(fasc. singolo: Italia C 25,00 - Estero: C 30,00; doppio: Italia: C 45,00 - Estero: C 50,00)
QUADRIMESTRALE
LIII, 2013, fasc. 3
Segreteria / Secretary
Chiara Giacon
ASSOCIAZIONE
CENTRO STUDI ANTONIANI
Piazza del Santo, 11
I - 35123 PADOVA
Tel. +39 049 860 32 34
Fax +39 049 822 59 89
E-mail: info@centrostudiantoniani.it
http://www.centrostudiantoniani.it
INDICE DEL FASCICOLO
LIII, 2013/3
STUDI E TESTI
EMANUELE FONTANA,
Sermonari da bisaccia. Le raccolte del ms. 512 della Biblioteca Antoniana
di Padova e del ms. 193 della Bibliothèque Municipale di Besançon 263
ALEKSANDER HOROWSKI,
Quattro sermoni su sant’Antonio di Padova
in una collezione francescana (XIII-XIV sec.) 315
ELEONORA LOMBARDO,
Parlare di sant’Antonio al capitolo generale del 1310. Le due versioni
del sermone «Accessistis ad montem Syon» nei manoscritti Vaticano,
Biblioteca Apostolica Vaticana, Borgh. 80, ff. 123v-125r
e Todi, Biblioteca Comunale L. Leonii, ms. 126, ff. 101ra-103rb 347
NOTE E RICERCHE
MARIACLARA ROSSI,
Uomini, donne e libri nei conventi minoritici della Provincia di sant’Antonio 373
RICCARDO PARMEGGIANI,
Minores, lectores, inquisitores. L’attività antiereticale nelle carriere
dei frati Minori nella Provincia del Santo (secoli XIII-XIV).
Considerazioni a margine di un recente studio 393
ANTONINO POPPI,
Frati, libri e insegnamento nella Provincia minoritica di S. Antonio.
Conclusioni 405
MICHAEL ROBSON,
Reading notes on the Medieval franciscan culture 411
FRANCO BENUCCI,
Uno stemma per la Veneranda Arca 421
MARCO CANTON - VALENTINA PEGORARO,
Il Complesso di villa Arca del Santo ad Anguillara Veneta.
Ricostruzione storica e ipotesi di riuso 449
RECENSIONI E SEGNALAZIONI
PAUL SPILSBURY, Saint Anthony of Padua. His Life and Writings (Alessandro Ratti),
469-471; BETTINA HEINEMANN, Der Santo in Padua: Raum städtischer, privater und or-
denspolitischer Inszenierung (Barbara Hein), 471-474; MARIA CRISTINA ZANARDI, Catalo-
go degli incunaboli della Biblioteca Antoniana di Padova (Mariella Magliani), 474-477;
FRANCISCI DE MARCHIA, O.M., Quaestiones super Metaphysicam, critice editae a Nazare-
no Mariani (Antonino Poppi), 477-480; FRANCISCI DE MARCHIA Reportatio in IIA (Quae-
stiones in secundum librum Sententiarum), qq. 28-49 (Antonino Poppi), 480-481; F ER-
NANDO URIBE, Leggere Francesco e Chiara d’Assisi. Introduzione generale e guida metodo-
logica ai loro scritti (Valentin Strappazzon), 481-485; La letteratura francescana, volu-
me III, Bonaventura: La perfezione cristiana, a cura di Claudio Leonardi (Antonino
Poppi), 485-490; I francescani e le scienze. Atti del XXXIX Convegno internazionale
di studio. Assisi, 6-8 ottobre 2011 (Antonino Poppi), 490-495; O TTO GECSER, The Feast
and the Pulpit. Preachers, Sermons and the Cult of St. Elizabeth of Hungary, 1235ca.-
1500 (Eleonora Lombardo), 496-500; CHIARA FRUGONI, Francesco e le terre dei non cri-
stiani (Marzia Ceschia), 500-504; Altro monte non ha più santo il mondo. Storia archi-
tettura ed arte alla Verna dalle origini al primo Quattrocento. Atti del Convegno di studi
Convento della Verna (Arezzo), Biblioteca antica 4-6 agosto 2011, a cura di Nicoletta
Baldini (Luciano Bertazzo), 504-508; Segni del Francescanesimo a Bitonto e in Puglia.
Atti del Convegno di Studi (Bitonto 3-5 giugno 2011), a cura di Nicola Pice e Felice
Moretti (Eleonora Lombardo), 508-512; ANGELA DA FOLIGNO, Memoriale, Edizione criti-
ca a cura di Enrico Menestò (Marzia Ceschia), 513-514; WIESLAW BLOCK, Vivere il van-
gelo con Francesco d’Assisi. Temi e figure della fraternità minoritica (Antonio Ramina),
514-516; Dalla corte al chiostro. Santa Caterina Vigri e i suoi scritti. Atti della VI giorna-
ta di studio sull’Osservanza francescana al femminile (5 novembre 2011, Monastero
Clarisse Corpus Domini, Ferrara), a cura di Clarisse di Ferrara, Pietro Messa e Filippo
Sedda (Marzia Ceschia), 516-519; San Francesco. Cultura e spiritualità del Santo patro-
no d’Italia, a cura di Alvaro Cacciotti, Maria Melli e Marco Pizzo (Michele Najjar),
519-522; BERNARD FORTHOMME, Il canto del corpo ardente. La stimmatizzazione di san
Francesco d’Assisi (Marzia Ceschia), 522-524; Miniatura. Lo sguardo e la parola. Studi
in onore di Giordana Mariani Canova, a cura di Federica Toniolo e Gennaro Toscano
(Manlio Leo Mezzacasa), 524-537; L’Osservanza di Bologna. Convento e chiesa di San
Paolo in Monte, a cura di Donatella Biagi Maino e Giulia Gandolfi (Michele Najjar),
537-538; GINO ZANOTTI, La Provincia Bolognese di Sant’Antonio di Padova dei Frati Mi-
nori Conventuali. Sintesi storica, a cura di Eugenio Preti. Con un profilo bio-bibliogra-
fico dell’autore a cura di Carlo Bottero (Luciano Bertazzo), 538-540; N IKOLA MATE RO-
ŠČIČ, La Provincia Croata di S. Girolamo dei Frati Minori Conventuali. Storia della Pro-
vincia dall’arrivo dei frati Minori fino al presente (Luciano Bertazzo), 540-542; Culto,
devozione e immagine di Sant’Antonio di Padova nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovi-
nazzo-Terlizzi, a cura di Onofrio Grieco (Valentin Strappazzon), 542-543; A NDREA MAIA-
RELLI, L’Archivio del convento di San Bernardino all’Osservanza di Siena. Inventario
(1307-2007) (Giulia Foladore), 543-545; Inventario dell’archivio storico del monastero
di Sant’Agnese di Perugia (secc. XIV-XX), a cura di Giovanna Casagrande e le Sorelle
Clarisse, con la collaborazione di Andrea Maiarelli (Giulia Foladore), 545-546; M ASSI-
MO GASPARINI, Il disegno ritrovato e la pala della Predica dal noce di Bonifacio de’ Pitati
(Enrico Maria Dal Pozzolo), 546-548; Manoscritti ed edizioni musicali di Oreste Rava-
nello conservati nell’omonimo Fondo della Pontificia Biblioteca Antoniana di Padova, a
cura di Roberta Travaglini (Luciano Bertazzo), 548-549; Gli antichi strumenti della
Cappella musicale. Saggi e catalogo (Luciano Bertazzo), 549-550; Marcellino da Capra-
dosso. Un frate cappuccino tra Ottocento e Novecento. Atti del Convegno di studi per il
centenario della morte di fra Marcellino da Capradosso (1909-2009). Fermo, Conven-
to dei Cappuccini, 17 aprile 2010, a cura di Giuseppe Avarucci (Antonel Aurel Ilies),
550-551; ISIDORO GATTI, Frati dei Frari. Otto medaglioni di frati francescani conventuali
illustri nel convento veneziano di S. Maria Gloriosa dei Frari. Gli uomini e le opere (Lu-
ciano Bertazzo), 552.
NOTIZIARIO 553
BIBLIOGRAFIA ANTONIANA 561
RASSEGNA DELLE RIVISTE 563
LIBRI RICEVUTI 575
INDICE DEI NOMI 579
INDICE GENERALE DELL’ANNATA LIII (2013) 597
NOTE E RICERCHE
RICCARDO PARMEGGIANI
1
Cf. in particolare le pp. 88-90.
2
«Studium» domenicano e Inquisizione, in «Praedicatores/doctores». Lo Studium
Generale dei frati Predicatori nella cultura bolognese tra il ’200 e il ’300. Atti del Convegno
di Studio (Bologna, 8-10 febbraio 2008), a cura di R OBERTO LAMBERTINI, Firenze 2009
[«Memorie Domenicane», 39 (2008)], pp. 117-141.
394 RICCARDO PARMEGGIANI
3
Cf. pp. 185-266.
4
ANDREA PIAZZA, Alle origini del coinvolgimento dei Minori contro l’eresia: i frati di
Angarano nella Marca di Ezzelino da Romano, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano
per il Medio Evo», 107 (2005), pp. 205-228.
5
GRADO GIOVANNI MERLO, La santità di Antonio e il problema degli eretici in «Vite» e
vita di Antonio di Padova. Atti del Convegno internazionale sulla agiografia antoniana
(Padova, 29 maggio - 1º giugno 1995), a cura di L UCIANO BERTAZZO, Padova 1997 [«Il
Santo. Rivista francescana di storia, dottrina, arte», 36 (1996)], pp. 187-203, ora anche,
con il titolo La santità antiereticale di frate Antonio da Padova, in ID., Contro gli eretici.
La coercizione all’ortodossia prima dell’Inquisizione, Bologna 1996, pp. 75-97.
6
Su questa fase storica e sul dibattito storiografico circa l’attribuzione di un carat-
tere istituzionale all’Inquisizione medievale, si veda LORENZO PAOLINI, Inquisizioni me-
dievali: il modello italiano nella manualistica inquisitoriale (XIII-XIV secolo), in Nego-
tium fidei. Miscellanea di studi offerti a Mariano d’Alatri in occasione del suo 80º com-
pleanno, a cura di PIETRO MARANESI, Roma 2002, pp. 177-198.
MINORES, LECTORES, INQUISITORES 395
7
Cf. pp. 78-79.
8
Per il dato, di recente acquisizione – in precedenza si riteneva la designazione più
tarda (1262) e pertanto con attribuzione della paternità dell’iniziativa al successore, Ur-
bano IV –, mi permetto di rinviare al mio «Explicatio super officio inquisitionis». Origi-
ni e sviluppi della manualistica inquisitoriale tra Due e Trecento, Roma 2012, pp. LXVI-
LXVIII.
9
Per il citato intervento, risalente al 1275, cf. ILARINO DA MILANO, L’istituzione dell’in-
quisizione monastico-papale a Venezia nel secolo XIII, «Collectanea franciscana», V
(1935), pp. 177-212, ora in ID., Eresie medievali. Scritti minori, Rimini 1983, pp. 449-
482 (nello specifico, pp. 466-467); PAOLO MARANGON, Gli «Studia» degli Ordini mendican-
ti, in Storia e cultura a Padova nell’età di sant’Antonio (Convegno internazionale di stu-
di, Padova-Monselice, 1-4 ottobre 1981), Padova 1985 (Fonti e ricerche di storia eccle-
siastica padovana, 16), pp. 343-380, ora in ID., «Ad cognitionem scientiae festinare». Gli
studi nell’Università e nei conventi di Padova nei secoli XIII e XIV, a cura di T IZIANA PE-
SENTI, Trieste 1997, pp. 70-114 (cf. p. 71 e soprattutto pp. 97-101, dove è editata una let-
tera del porporato relativa all’episodio considerato).
396 RICCARDO PARMEGGIANI
10
Su questa fase processuale, cf. GRADO GIOVANNI MERLO, Il «sermo generalis» dell’in-
quisitore: una sacra rappresentazione anomala, in Vite di eretici e storie di frati, a cura di
MARINA BENEDETTI, GRADO GIOVANNI MERLO, e ANDREA PIAZZA, Milano 1998, pp. 203-220,
ora anche in ID., Inquisitori e Inquisizione del Medioevo, Bologna 2008, pp. 87-103.
11
L’edizione più recente della lettera pontificia si trova in GIOVANNI BRONZINO, Docu-
menti riguardanti gli eretici nella biblioteca comunale dell’Archiginnasio, «L’Archiginna-
sio», LXXV (1980), pp. 19-21, nota 2.
12
Si tratta della consultazione Hic est modus, già attribuita al cardinale Pietro da
Collemezzo, per cui cf. RICCARDO PARMEGGIANI, I «consilia» procedurali per l’Inquisizione
medievale (1235-1330), Bologna 2011, pp. 55-57.
MINORES, LECTORES, INQUISITORES 397
diversi giudici della fede a ricoprire cattedre degli studia della provincia, e
in particolare di quello padovano: questo e quelli erano dunque da consi-
derarsi al contempo il «naturale vivaio» e il frequente sbocco degli inquisi-
tori, in un rifluire che ci dà la dimensione del prestigio e dell’autorevolezza
di cui godevano questi frati in seno all’Ordine. Nonostante il mutato conte-
sto dell’attività antiereticale, i giudici della fede italiani si sforzarono co-
munque, non senza difficoltà, di tradurre il loro sapere anche nei manuali
di carattere pratico a uso interno dell’officium, sia mediante rari inserti
apologetici (come nel caso del De auctoritate et forma officii inquisitio-
nis) 13, sia attraverso la predisposizione di idonei strumenti di lavoro, quale
il De hereticorum inquisitione 14 – un repertorio tematico ordinato alfabeti-
camente relativo a diversi aspetti e fasi procedurali con contenuti desunti
dai privilegia papali –, forse modellato sull’esempio delle concordantiae bi-
bliche che, facilitando l’individuazione di passi paralleli, consentivano ai
frati l’elaborazione di una nuova forma di predicazione (sermo modernus)
svincolata dai tradizionali canoni dell’omiletica patristica. Per quanto ri-
guarda l’area veneta, l’unico manuale riconducibile per autore (e fruizione)
con certezza a quest’ambito territoriale è rappresentato dalle vicentine
Constitutiones Sacrae Inquisitionis, pubblicate un quarto di secolo fa da
Francesca Lomastro Tognato 15, un canonico florilegio autoritativo di fine
Duecento comprendente lettere papali, consilia e formulari, privo di un ap-
porto diretto – e tantomeno di un qualche spessore teologico – da parte del
compilatore.
Poste queste premesse, ritengo pienamente centrata l’affermazione di
Fontana, suffragata del resto dalle più recenti acquisizioni storiografiche,
per cui «i frati venivano formati con studi più avanzati anche, se non so-
prattutto [c.n.], per assumere ruoli di leadership nell’Ordine e per insegnare
all’interno di esso» 16. Alcune delle carriere di lettori ricostruite dall’autore
confermano questa impostazione e testimoniano come la carica di inquisi-
tore rientrasse a tutti gli effetti nel cursus honorum dei vertici gerarchici e
dell’élite intellettuale dell’Ordine in ambito provinciale. Partendo da un –
sia pur provvisorio e probabilmente incompleto – elenco di quaranta giudi-
ci della fede nella provincia del Santo nell’arco cronologico considerato,
praticamente la metà (diciannove) risulta aver conseguito il titolo di lector,
figura la cui nomina, del resto, cosı̀ come accadeva per gli inquisitori, di-
13
Il manuale, scritto da un anonimo neoinquisitore domenicano di «Lombardia»
nell’ultimo quarto del Duecento e di cui è in preparazione l’edizione critica, è stato og-
getto di una tesi di dottorato curata dalla dottoressa Stefania Pirli (De auctoritate et for-
ma officii inquisitionis, tesi di dottorato in Filologia romanza e cultura medievale, ciclo
XX, a.a. 2007-2008, tutor prof. Lorenzo Paolini, Università degli Studi di Bologna).
14
Su cui cf. PARMEGGIANI, «Explicatio super officio inquisitionis», pp. LIII-LVII.
15
FRANCESCA LOMASTRO TOGNATO, L’eresia a Vicenza nel Duecento. Dati, problemi, fon-
ti, Vicenza 1988, pp. 145-244.
16
Cf. ivi, p. 88.
398 RICCARDO PARMEGGIANI
pendeva dai ministri provinciali e dai discreti; di questi diciannove, otto fu-
rono anche guardiani, sei titolari di custodie, tre ministri provinciali, due
vescovi 17 (Filippo Bonacolsi e Paolino da Venezia; sarebbero stati tre, se
Antonio da Padova fosse stato effettivamente eletto vescovo di Esztergom
nel 1302). I numeri elencati sono certamente in difetto rispetto a quelli ef-
fettivi; occorre infatti considerare da un lato, soprattutto per il periodo più
risalente, la scarsità delle fonti superstiti (nonostante l’area veneta costitui-
sca uno degli esempi più fortunati quanto a documentazione tràdita), dal-
l’altro – come opportunamente nota l’autore – «va rilevato che non sempre
le cariche dei frati sono ricordate nella documentazione, e specialmente
qualora si tratti degli uffici scolastici.
Ci si chiede, dunque, se tutti i frati che arrivavano a ricoprire determi-
nati uffici all’interno dell’Ordine fossero lectores, e la tentazione di dare
una risposta affermativa è molto forte» 18. Qualche conferma sembra poter
giungere scegliendo un percorso inverso. Risulterebbe difficile pensare che
alcune figure di inquisitori veneti, per cui l’incarico di lector non è attesta-
to, non abbiano in realtà ricoperto tale ufficio: tra gli esempi più calzanti si
possono citare quello di Francesco da Trissino 19, guardiano a Verona e Pa-
dova (1275; 1295), due volte inquisitore – nonché vicario di un collega, An-
tonio da Lucca – tra il 1282 e il 1297, e inoltre titolare (in data imprecisata)
della custodia padovana. Ancora più clamorosi sarebbero i casi di Timideo
Spongati 20, inquisitore dal 1273 al 1275, anno dell’elezione a vescovo di Ve-
rona, nella cui veste partecipò alla famosa azione condotta contro gli ereti-
ci di Sirmione, ricordato dalle fonti quale «vir pius et eloquens, atque in ex-
ponendis sacris litteris exercitatus» 21; e di Alessandro Novello da Treviso 22,
di sinistra memoria dantesca (Par., IX, 52-53), giudice della fede negli anni
1292-1294, successivamente vescovo di Belluno e Feltre dal 1298 fino alla
morte (1320). L’impressione, insomma, nella nostra prospettiva, è che nei
fatti l’intreccio tra l’ufficio di lector e di inquisitore fosse sostanzialmente
17
La promozione di inquisitori a vescovi è stata meno frequente di quanto si sia fi-
nora ritenuto: nel primo secolo di vita del negotium fidei italiano i casi furono almeno
una quindicina (escludendo le rinunce), equamente ripartiti tra Minori (otto) e Predi-
catori (sette): cf. RICCARDO PARMEGGIANI, «Explicatio super officio inquisitionis, pp. L-LI
n. 144.
18
Cf. ivi, p. 90.
19
Per cui ad indicem (p. 346).
20
GIAN MARIA VARANINI, Episcopato, società e Ordini mendicanti in Italia settentriona-
le fra Duecento e Trecento, in Dal pulpito alla cattedra. I vescovi degli Ordini mendicanti
nel ’200 e nel primo ’300. Atti del XXVII Convegno internazionale (Assisi, 14-16 ottobre
1999), Spoleto 2000, pp. 103, 110, 118.
21
Cosı̀ il De antiquitatibus Veronenibus di Onofrio Panvinio, ripreso dal Wadding
(LUCA WADDING, Annales Minorum seu trium ordinum a S. Francisco institutorum, IV,
Romae MDCCXXXII, p. 424, nota 13).
22
MARIANO D’ALATRI, Eretici e inquisitori in Italia. Studi e documenti, I, Roma 1986,
ad indicem; VARANINI, Episcopato, società e Ordini mendicanti, pp. 121-122.
MINORES, LECTORES, INQUISITORES 399
23
CELESTINO PIANA, Chartularium Studii Bononiensis sancti Francisci (saec. XIII-
XVI), Ad Claras Aquas 1970 (Analecta Franciscana, XI), p. 363.
24
In ANDRÉ VAUCHEZ - LORENZO PAOLINI, In merito a una fonte sugli «excessus» dell’In-
quisizione medievale, «Rivista di storia e letteratura religiosa», 39 (2003), pp. 567-578.
25
Il «Liber contractuum» dei frati Minori di Padova e di Vicenza (1263-1302), a cura
di ELISABETTA BONATO, con la collaborazione di ELISABETTA BACCIGA, saggio introduttivo di
ANTONIO RIGON, Roma 2002; si leggano sulla fonte e sul milieu minoritico padovano le
efficaci considerazioni introduttive espresse dallo stesso Rigon alle pp. V-XXXVI (Frati
Minori, Inquisizione e Comune a Padova nel secondo Duecento).
26
La pregevole e robusta scheda di Fontana su questo frate si trova alle pp. 249-254
(n. 88).
27
Ivi, pp. 205-209 (n. 23).
400 RICCARDO PARMEGGIANI
28
Le cifre degli eretici catturati nella spedizione di Sirmione sono alquanto varia-
bili: un riepilogo è fornito da GABRIELE ZANELLA, Itinerari ereticali: patari e catari tra Ri-
mini e Verona, Roma 1986 (Studi storici, 153), p. 40, nota 265. Rispetto al computo co-
munemente accettato di 166 catari, ricordato anche da Fontana (p. 255) ritengo più ve-
rosimile quello di 178, non solo perché più prossimo alla cifra dei «circa duecento»
successivamente arsi (trattandosi oltretutto di consolati, quindi di perfetti, non è da
escludere un incremento numerico dovuto alla cattura di alcuni credentes, eventual-
mente da punire – secondo la normativa papale – tamquam heretici), ma perché il dato
è contenuto in una lettera papale, per di più cronologicamente vicina agli eventi, la
Nuper ad apostolicam di Giovanni XXI del 28 gennaio 1277 (cf. Bullarium Francis-
canum Romanorum pontificum constitutiones, epistola ac diplomata continens tribus
ordinibus Minorum, Clarissarum, et Poenitentium concessa, cur. I.-H. S BARALEA, III, Ro-
mae MDCCLXV, p. 259, n. XIX [A]).
29
LORENZO PAOLINI, La Chiesa di Desenzano: un secolo di storia nel panorama del ca-
tarismo padano, in Eretici del Garda. La Chiesa catara di Desenzano del Garda. Atti del
convegno (Desenzano del Garda, 2 aprile 2005), a cura di LIDIA FLÖSS, Macerata 2005,
pp. 38-39.
30
La notizia, desunta dall’Archivio Sartori, è riportata a p. 78 nota 196; per il testo
della bolla papale, Mansuetudinis apostolice plenitudo (18 agosto 1278), cf. Bullarium
Franciscanum, III, pp. 336-338, n. LXVI.
31
VARANINI, Episcopato, società e Ordini, p. 110.
32
ID., «Minima hereticalia». Schede d’archivio veronesi (secolo XII-XIII), «Reti Me-
dievali Rivista», VI/2 (2005) [disponibile al sito internet http://centri.univr.it/RM/rivi-
sta/dwnl/ Varanini_05.pdf]. Lo stesso Varanini pone significativamente in risalto la di-
pendenza dalla citata domus mercatorum – il massimo organismo economico cittadino
– della domus de Spata, centro di riferimento per i catari della Chiesa di Bagnolo.
MINORES, LECTORES, INQUISITORES 401
33
Per cui si vedano rispettivamente SYLVAIN PIRON, Un couvent sous influence. Santa
Croce autour de 1300, in Économie et religion. L’expérience des ordres mendiants (XIIIe-
XVe siècle), NICOLE BÉRIOU - JACQUES CHIFFOLEAU (edd.), Lyon 2009, pp. 321-355 e – nono-
stante i non autorizzati interventi redazionali che hanno introdotto errori e gravi alte-
razioni nel testo stampato – RICCARDO PARMEGGIANI, Ordini mendicanti nella città e nella
diocesi, in Storia della Chiesa riminese, II, Dalla lotta per le investiture ai primi anni del
Cinquecento, a cura di AUGUSTO VASINA, Villa Verucchio-Rimini 2011, pp. 257-291 (nello
specifico, pp. 276-284).
34
Cf. ROBERTO LAMBERTINI, Il sistema formativo degli ‘‘studia’’ degli Ordini mendican-
ti: osservazioni a partire dai risultati di recenti indagini, in C RISTINA ANDENNA - GERT MEL-
VILLE (a cura), Die Ordnung der Kommunikation und die Kommunikation der Ordnun-
gen, I, Netzwerke und Orden im Europa des 12. und 13. Jahrhunderts, Stuttgart 2012,
p. 143.
35
Cf. pp. 58-59.
36
Per alcune considerazioni avviative sulla fruizione – ma anche sulla produzio-
ne – di testi da parte degli inquisitori medievali si veda utilmente il recente saggio di
MARINA BENEDETTI, I libri degli inquisitori, in Libri e altro. Nel passato e nel presente, a cu-
ra di GIOVANNI GRADO MERLO, Milano 2006, pp. 15-32 (soprattutto pp. 18-23).
402 RICCARDO PARMEGGIANI
37
Il fenomeno era già stato con acutezza messo in luce da PAOLO MARANGON, Il pen-
siero ereticale nella Marca Trevigiana e a Venezia dal 1200 al 1350, Abano Terme 1984,
p. 63.
MINORES, LECTORES, INQUISITORES 403
SOMMARIO
Tra le molteplici piste di ricerca offerte dal ricco studio di Emanuele Fontana
dedicato a Frati, libri e insegnamento nella provincia minoritica di S. Antonio (secoli
XIII-XIV) [Padova 2012] viene considerato lo svolgersi delle carriere dei frati in rela-
zione allo studio e all’attività antiereticale, legate tra loro da un filo rosso, come già
intuito dalla precedente storiografia. Partendo in particolare dalle schede prosopo-
grafiche che compongono la seconda parte del volume, vengono sviluppate alcune
delle considerazioni espresse dall’autore a proposito dei profili individuati: la fre-
quente sovrapposizione dei ruoli di lettore e inquisitore sembra non semplicistica-
mente spiegabile in base a determinate finalità antieterodosse nell’istruzione dei
frati, ma piuttosto inquadrabile quale ordinario sviluppo di un curriculum compo-
sto da tappe ineludibili per la selezione dei vertici gerarchici dell’Ordine all’interno
della provincia religiosa.
Parole chiave: Frati Minori; Emanuele Fontana; Provincia di S. Antonio (secc. XIII-
XIV).
SUMMARY
Emanuele Fontana, in his recent book Frati, libri e insegnamento nella provincia
minoritica di S. Antonio (secoli XIII-XIV) [Padova 2012] offers several suggestion to
his readership. Among them, the article examines the careers of Franciscan Friars,
with particular attention to two aspects closely related, as previous scholars had al-
ready suggested: studies and anti-heretical activity. The useful prosopographical
profiles contained in the second part of the volume support effectively some of the
book’s most interesting intuitions about the considered careers: that the frequent
overlapping of the role of lector and inquisitor cannot be just explained with a par-
ticular attention to the anti-heretical training of the Friars. Rather, it seems to be in-
tegral part of an ordinary curriculum set by the Order, and aiming at the formation
of the elite of the Order within the Province.