5 squadre di A coinvolte nella nuova calciopoli proprio mentre
si concludeil processo Moggiopoli. Il calcio ci prende a calci y(7HC0D7*KSTKKQ(
LA PASTA DELL’AUSER
PER RICORDARSI
DEGLI ANZIANI
IL 4 e 5 GIUGNO 2011
NELLE PIAZZE ITALIANE
Sabato 4 giugno 2011 – Anno 3 – n° 132
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
LA RAI LI SCARICA
LA 7 SE LI PRENDE
L’amministratore delegato Stella rivela al Fatto:
“Uno o due tra Fazio, Floris, Gabanelli e Santoro
passeranno da noi. E Telecom cederà il controllo della
rete”. Probabilmente a Carlo De Benedetti
D’Alema e il richiamo
della foresta
di Luca Telese
dc
ccolo, ancora una volta, "il richiamo della fo-
E
resta del lìder maximo": inderogabile come
un fioretto, puntuale come la morte, imman-
cabile come tutte le proposte autolesioniste
di questi anni: "Facciamo un governissimo?" .
Allora é proprio vero che queste elezioni ad alcuni
non hanno insegnato nulla. Cadono le roccaforti
del centrodestra, vincono i candidati scelti dal po-
polo del centrosinistra grazie alle primarie (quasi
mai quelli che volevano i lider maximi...), saltano gli
schemi pataccari (si puó correre solo con candidati
moderati, in certe città é impossibile vincere, senza
il terzo polo non si va da nessuna parte), si dimostra
che gli elettori hanno molto più fiuto dei capi di
stato maggiore del centrosinistra. Ci eravamo illusi
che i dirigenti di quella coalizione imparassero qual-
cosa da queste elezioni. Poi ieri abbiamo letto l'in-
tervista di Massimo D'Alema a Massimo Giannini de
La Repubblica(praticamente un format), in cui l'ex
premier dice agli uomini di Pdl e Lega: "Servono una
manovra equa e capace di rilanciare lo sviluppo,
una riforma elettorale e poi nuove elezioni. Indi-
chino loro - dice D'Alema - una persona che puó
realizzare questa agenda in pochi mesi. Noi - aggiun-
ge - possiamo prenderci anche una quota di respon-
sabilitá".
Insomma, il voto dice che si puó mandare a casa il
centrodestra, e D'Alema gli propone subito un pat-
to. Deve essere più forte di lui. Gli elettori chiedono
di voltare pagina, lui subito progetta l'accordicchio
con gli orfani del Cavaliere. Il paese non si é ancora
ripreso dai tagli di Tremonti, incombe una manovra
da 10 milioni di euro (più 30 a settembre!) e il più
autorevole dirigente del Pd dice: "Dateci un nuovo
premier, un governo e noi faremo la nostra parte".
Qui siamo oltre il tafazzismo. Qui siamo al furto di
speranza. D'Alema ripete come un disco rotto l'u-
nico schema politico che crede di essere in grado di
applicare: il gioco di palazzo per il governissimo. In
tutta Europa i leader (moderati e non) si preparano
a duellare. Da noi sognano di "patteggiare". D'Ale-
ma e Bersani (che non a caso l'estate l'estate scorsa
propose Tremonti premier) sembrano la copia del-
la meravigliosa gag del doganiere di "Non ci resta
che piangere". Ricordate? Roberto Benigni e Mas-
simo Troisi si avvicinavano al confine e lui, con gli
occhi chiusi, gridava: "Chi siete? Quanti siete?". E
prima di ascoltare qualsiasi replica rispondeva: "Un
Fiorino!". Ecco, D'Alema é così. E dice: "Chi siete?
Quanti siete?". Poi, senza ascoltare risposte, conclu-
de: "Governissimo". Com'era bella la risposta di
Troisi e Benigni. Prima educati: "Scusi...". Poi preoc-
cupati: "Ma noi...". Infine incazzati: "E vavattenne
affangulo". Risposta appropriata, va detto, ma trop-
po brusca, se riferita al doganiere dell'inciucio ma-
ximo. A noi basterebbe non pagare questo dazio
Trattative a buon punto per portare nella
tv di Mentana e Lerner alcuni fra i re degli
ascolti del servizio pubblico ormai allo
sbando. Vendetta dell’Ingegnere con i
soldi della sentenza Mondadori? Tecce pag. 6 z
BRIATORE: “B. È PROPRIO MALATO”
Immagine con Silvio Berlusconi realizzata dal Popolo viola (FOTO ANSA)
12-13 GIUGNO x Niente trionfalismi, obiettivo tutt’altro che scontato
Referendum, attenti al quorum
servono 25.332.487 voti
di Paola Zanca
rendete tutti i 900 mila elettori che hanno
Pstris.votato Pisapia, Fassino, Zedda e De Magi-
Moltiplicateli per 27: ecco sono tutti
quelli che il 12 e 13 giugno dovranno andare a
votare per ottenere il quorum ai referendum.
Cinque volte i telespettatori che giovedì han-
no visto Annozero. pag. 3 z
IMMIGRAZIONE x 200 vittime?
Svaniti nel Mediterraneo: Fincantieri ci ripensa
l’Onu annuncia, Ritirato il piano
Tunisi smentisce con 2500 licenziamenti
D’Onghia e Fierro pag. 13 z
+=!"!.!"![
www.ilfattoquotidiano.it
Con la Pasta dell'Auser
aiuti il Filo d'Argento,
il telefono amico degli anziani
soli ed emarginati.
FILO D’ARGENTO
NUMERO VERDE
WWW.AUSER.IT 800.995.988
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Il dormiveglia
di Marco Travaglio
econdo i bene informati, il Cainano è furibondo
S con Napolitano perchè ha invitato i grandi della
terra alla parata del 2 giugno, ma soprattutto
perché quelli hanno accolto l’invito. Li avesse
chiamati lui, avrebbero inventato ogni scusa pur di
scampare al consueto stalking (“Dear Obama, ho un
problema: la dittatura delle toghe rosse”). Invece sono
venuti di buon grado e lui stigmatizza la cosa come
”invasione di campo”. Giusto: chi si crede di essere
questo Napolitano? Il capo dello Stato? Essendo chiaro
che i vari Biden, Juan Carlos, Peres, Abu Mazen, Karzai
non erano lì per lui – al contrario di centinaia di cittadini
accorsi all’Altare della Patria per festeggiare la
Repubblica fischiandolo – il pover’ometto è apparso
piuttosto svogliatello sul palco delle autorità. Onde
evitare souvenir vaganti del Colosseo, ha rinunciato al
consueto bagno di folla sui Fori Imperiali infilandosi
nell’auto blindata e scendendone solo a distanza di
sicurezza dalla gente. Su Repubblica Alessandra Longo
nota che s’è ridestato dall’encefalite letargica per un
solo attimo: mentre sfilavano le crocerossine che gli
ricordano tanto, almeno per l’abbigliamento, le
olgettine. Poi è ripiombato in un sonno profondo, tra
sbadigli, accasciamenti, improvvisi sussulti, vane
masticazioni di caramelle, qualche rantolo. Nei rari
momenti di lucidità, appallava con interminabili bottoni
i vari Schifani, Lupi e Alfano che, essendo suoi
dipendenti, lo stavano ad ascoltare o almeno glielo
“È come diceva lasciavano pietosamente credere. A un certo punto,
Veronica” si sfoga svegliato di soprassalto dal rombo delle frecce tricolori,
ha arpionato un braccio di Juan Carlos, ignaro del
il manager al
protocollo che vuole i re intoccabili. Napolitano ha
telefono con la tentato disperatamente di dissuaderlo dall’insano gesto,
Santanchè pag. 4 z mimando che non si può. Ma invano. I sanitari che
l’hanno in cura hanno poi spiegato al re di Spagna che il
paziente piomba spesso in stato di
semi-incoscienza, sognando
bungabunga e affini. Dopodichè
CATTIVERIE passa improvvisamente al
dormiveglia, foriero di sintomi
quantomai pericolosi: il soggetto
Primi effetti della batosta
di Napoli: la camorra prende
non risponde più delle sue azioni e
allunga le mani su qualunque cosa
le distanze da Gigi D’Alessio
(www.spinoza.it) gli capiti a tiro: culi e tette di signore
di passaggio, scapole e menischi di agenti di scorta, ma
pure arti superiori e financo inferiori di capi di Stato e
principi regnanti. Sindrome nota nella letteratura
scientifica come “’ndocojocojo”. Il sovrano, molto
comprensivo, ha mostrato di capire la gravità della
situazione e s’è ritenuto soddisfatto, anche perché il
pronto intervento dei Napolitano gli ha risparmiato la
solita tirata sulla dittatura della magistratura di sinistra,
da cui peraltro l’aveva messo in guardia Obama con una
telefonata della vigilia. Intanto il vicepresidente
americano Biden girava alla larga per sfuggire allo
stalking sulla prossima riforma epocale della giustizia.
Quando infatti il Cainano, nel disperato tentativo di
riconquistare il centro della scena sottrattogli dal capo
dello Stato, ha convocato in fretta e furia un incontro a
villa Pamphili con Medvedev e Biden, quest’ultimo con
agile mossa si è sottratto alla conferenza stampa.
Peccato: B. aveva pronta per lui una battuta per
risollevare il prestigio internazionale dell’Italia (“Dear
Biden, ma lo sai che il tuo nome ricorda tanto il bidet?
Ah ah”);e un abbonamento omaggio all’Università delle
Libertà appena inaugurata a villa Gernetto in quel di
Monza, dov’è stato trasferito il rito del bungabunga. Qui
il corpo insegnante formato da Fede, Mora, Rossella,
(FOTO EMBLEMA) Minetti e Tarantini erudisce i pupi e soprattutto le pupe
NAVI x Retromarcia dell’ad Bono con lezioni di teoria e pratica. Notevoli i laboratori per
la sperimentazione e la ricerca applicata e le proiezioni
in aula magna di documentari come “La dottoressa ci
sta col professore”, “La liceale”, “La professoressa di
scienze naturali”, “La ripetente fa l’occhietto al
preside”. Pare che una cattedra sia riservata a James
Bondi, neo-responsabile Pdl per la “filosofia dei valori”.
Il Cainano però l’ha murato vivo in un sottoscala:
“Intanto che studi la filosofia dei valori, noi abbiamo da
Cannavò e Meletti pag. 10 z fare”.
pagina 2

C
MOBILITIAMOCI

laudio Scajola, il ministro con la casa
Scajola, Renzi “a sua insaputa” vista Colosseo
annuncia di essere ancora per il
nucleare e che quindi non andrà a votare. La
e i “non allineati” presidente di Confindustria Emma Marcegaglia
dice: “Capisco il momento particolare, ma
secondo noi ha un senso anche ragionare sul
nei partiti nucleare”. Il governatore del Veneto Luca Zaia e
la nipote di Benito Mussolini, Alessandra, ci
informano che andranno a votare contro le
centrali nucleari. Il presidente della Camera
Gianfranco Fini spiega che “votare, soprattutto
in una stagione come questa, è un atto di
patriottismo costituzionale”. Il ministro Romani
aspetta “il parere della Consulta”. Bobo Craxi,
figlio di Bettino, legge al contrario la frase del
padre di “andare a mare”, spiegando che invece
si deve andare a votare. Briguglio da Fli dice che
qualunque sia la posizione dei singoli sui voti da
esprimere tutti loro andranno a votare. Matteo
Renzi, sindaco di Firenze, annuncia tre “sì” sicuri
e si tiene in dubbio sul secondo che riguarda
l’acqua: “Ragionevolmente, dice, potrebbe
essere un no”.

Nucleare Acqua attraverso gara o l’affida- Giustizia

mento a società a capitale

È il quesito
referenda-
rio presentato
dall’Italia dei Valori per
abrogare la norma che pre-
vede “la realizzazione nel
territorio nazionale di im-
pianti di produzione di
energia nucleare”. Norma
sulla quale il governo ha
fatto marcia indietro nel
decreto Omnibus. La Cassa-
zione ha dato il via libera.
S ono due
quesiti.
Col primo si
chiede l’abro-
gazione dell’art. 23 della
legge 133/2008 con cui il
governo ha privatizzato i
servizi pubblici di rilevan-
za economica. La legge
stabilisce come modalità
ordinarie di gestione del
servizio idrico l’affida-
mento a soggetti privati
misto pubblico-privato,
all’interno delle quali il
privato sia stato scelto at-
traverso gara e detenga al-
meno il 40%. Il secondo
vuole abrogare la parte di
normativa (152/2006) che
consente al gestore di ot-
tenere profitti garantiti
sulla tariffa, caricando
sulla bolletta dei cittadini
un 7% a remunerazione
del capitale investito.
È il quesito
che Berlu-
sconi teme di
più. Presenta-
to dall’Italia dei Valori,
chiede l’abrogazione del-
la legge del 7 aprile 2010
“in materia di legittimo
impedimento del presi-
dente del Consiglio dei
ministri e dei ministri a
comparire in udienza pe-
nale”.

25.332.487
È il numero di cittadini necessari
per il quorum. Operazione passaparola (FOTO LAPRESSE)

di Paola Zanca dì hanno visto Annozero. Ottan- accanto - ci si è riusciti solo otto. minciare l’operazione-passapa- glio puntare a “27 milioni”. La l’acqua” e le norme sul nucleare
tamila volte il numero dei depu- L’ultimo referendum ad aver rola, perché le persone da por- stessa tesi dell’Idv Antonio Di “non esistono più”. Quindi, an-
rendete tutti i 900 mila tati che sostiene la maggioranza raggiunto il quorum risale al tare ai seggi sono tante: almeno

P
elettori che hanno votato
Pisapia, Fassino, Zedda e
De Magistris. Moltiplica-
teli per 27: ecco sono tutti quelli
che il 12 e 13 giugno dovranno
andare a votare per ottenere il
quorum ai referendum. Cinque
volte i telespettatori che giove-
ALLARMI ELETTORALI
Rubano un pc e l’Enel insinua:
“Furto mirato e singolare”
di centrodestra. Altro che i tren-
ta Responsabili, qui ci vuole
mezza Italia che abbia voglia di
democrazia. Delle 15 occasioni,
negli ultimi 40 anni, in cui ser-
viva che il 50 per cento più uno
degli italiani andasse a votare -
come vedete nella tabella qui
1995. Poi più nulla. E in ballo
c’erano questioni importanti:
dalla legge elettorale alla pro-
creazione assistita, dall’articolo
18 all’abolizione dei rimborsi
elettorali per i partiti. Per que-
sto i comitati promotori dei 4
quesiti al voto chiedono di co-
25 milioni 332 mila e 487. E sta-
volta c’è anche l’incognita del
voto all’estero: sulle schede spe-
dite ai consolati - che saranno di-
stribuite a partire dal 9 giugno -
c’è un quesito diverso da quello
che voteremo in Italia. Il refe-
rendum sul nucleare, infatti, è
stato riscritto alla luce della sen-
tenza della Cassazione che ha
interpretato (negativamente) la
decisione del governo, che nel
decreto Omnibus, aveva prova-
to a far credere di aver cambiato
idea sulle nuove centrali. Ieri, il
ministro Maroni, a chi gli chie-
deva come il Viminale avrebbe
risolto la questione, ha risposto:
Pietro, che avverte: da qui a do-
menica prossima, tutti a caccia
dei voti di centrodestra, perchè
bisogna assolutamente evitare
che i quattro quesiti siano intesi
come un referendum pro o con-
tro Berlusconi. “Dobbiamo rag-
giungere il quorum sapendo che
non basta il 50%, ma serve il
60%” perchè, dice Di Pietro, “so-
no pronto a scommettere che il
ministero dell’Interno farà tutto
il possibile per non conteggiare i
voti dei connazionali” all’estero.
Lui, Berlusconi, ieri a MattinoCin-
que ha detto che andare a votare
è “inutile”: nessun accenno al le-
gittimo impedimento, ma “non
è vero che si vuole privatizzare
date pure al mare: lo disse già
Bettino Craxi nel 1991. Anche al-
lora era il secondo weekend di
giugno, e si votava per la prefe-
renza unica alla Camera. Gli ita-
liani forse al mare ci andarono lo
stesso, ma dopo essere passati
dai seggi: il quesito passò, con
un quorum del 62,5 per cento.
VADA ANCHE per l’invito
balneare, dunque, purché se ne
parli. Il Gruppo di ascolto sul
pluralismo televisivo ha contato
pochissimi minuti nelle edizioni
principali dei tg di giovedì: 49 se-
condi da Minzolini, 7 minuti e 34
secondi al Tg3, 42 secondi al Tg4
e 49 al TgLA7. Nemmeno un ac-

N egli uffici dove si svolge l’atti-

vità “nucleare” dell’Enel, per
adesso assai preliminare, qualcuno
L’Enel trova però “davvero sin-
golare che un furto così mirato
avvenga proprio a pochi giorni dal-
“Qual è il problema?”.

AL COMITATO Fermiamo il nu- Incognita

ha rubato, forzando un cassetto, un
computer portatile. L’Enel denuncia
pubblicamente l’accaduto, se-
gnalando che dentro quel pc c’e-
rano “analisi preliminari, prive
di risvolti operativi, sulle carat-
teristiche di siti per impianti nu-
cleari in Italia e all’estero”. Non è
sorprendente che dentro il com-
puter di una persona che lavora
alle centrali nucleari ci sia ma-
teriale sulle centrali nucleari.
la tornata referendaria”. Il timore è
che qualcuno possa usare “strumen-
talmente” notizie sulle possibili lo-
calizzazioni delle centrali, che l’Enel
considera un segreto. L’unico com-
mento dal fronte anti-nuclearista
viene dal leader dei Verdi Angelo Bo-
nelli, che fa notare come i possibili
siti siano da tempo un segreto di Pul-
cinella. Ma la lista non viene mai uf-
ficializzata perché c’è sempre una
scadenza elettorale in arrivo.
cleare non è piaciuta questa “sot-
tovalutazione” perchè il rischio
che problemi ci siano c’è ecco-
me. Soprattutto se i voti di quei 3
milioni 236 mila e 990 fuori con-
fine risulteranno decisivi per il
quorum. Ci sono poi, al momen-
to, 10 mila e 103 italiani tempo-
raneamente all'estero, e altri 17
mila fuori sede che hanno chie-
sto di poter votare in una città di-
versa da quella di residenza. Nel
dubbio, dicono dai comitati, me-
cenno da Tg2 e Tg5. Ieri l’Agcom
ha mandato alla Rai “l’ultimo av-
viso”: da oggi, la tv pubblica è ob-
bligata a trasmettere le tribune
sui 3 milioni elettorali e i messaggi autogestiti
non in orari da bebè o da nottam-
di residenti buli. Inoltre la Rai dovrà garan-
tire una “rilevante presenza dei
temi oggetto dei referendum”
all’estero nei tg e nei programmi di appro-
fondimento. Porta a Porta l’altro
Maroni ieri parlava di vacanze. In studio,
Michela Vittoria Brambilla, tito-
minimizza: qual lare del Turismo. Ministero abo-
lito dal referendum del 18 e 19
è il problema? aprile 1993.

Bonelli: portiamo in piazza anche i “pentiti” del Pdl

CI SONO LE INIZIATIVE DI PD E IDV IL 10 GIUGNO, MA ANCHE LA CAMPAGNA VIRALE DEI RADICALI E QUELLE DEI COMITATI PER L’ACQUA
di Stefano Caselli
rima il quorum, poi – semmai – le
Pflessione
analisi politiche. È questa la ri-
comune a tutte le realtà a
sostegno dei referendum, anche se
la decisone dell’Idv e del Pd di con-
vocare una grande manifestazione
in piazza del Popolo, a Roma, il 10
giugno (in contemporanea con al-
tre piazze a Milano, Napoli e Paler-
mo) fa storcere il naso a qualcuno:
“Il dibattito ‘piazza sì piazza no’ non
ci entusiasma è il giudizio lapidario
dei Comitati per l’acqua – sempli-
cemente perché abbiamo troppo
da fare. Una piazza in più, comun-
que, non fa male”. Le critiche mag-
giori arrivano da Sel: “Abbiamo
scritto ai Comitati, con cui lavoria-
mo fianco a fianco ogni giorno, che
non parteciperemo alle manifesta-
zioni del 10. Ridurre il referendum –
dichiarano dall’entourage di Nichi
Vendola – a una parata antiberlusco-
niana non ha senso e non è rispet-
toso del milione e 400 mila firme
raccolte”. “Noi non mettiamo un
cappello politico sul referendum –
risponde Leoluca Orlando, Idv –
così come non abbiamo mai riven-
dicato il merito di aver contribuito
in maniera determinante alla rac-
colta delle firme. Non sarà una piaz-
za dell’Idv, ma uno spazio a dispo-
sizione di tutti, anche, dato il disin-
teresse del servizio pubblico, delle
emittenti televisive locali che vor-
ranno trasmettere l’evento, che si
svolgerà in contemporanea a Roma,
Milano, Napoli e Palermo”. “L’obiet-
tivo che ci poniamo – è l’opinione
di Ignazio Marino del Pd – è quello
di tutti gli altri: coinvolgere il più
possibile la società civile, perché i
quesiti hanno a che fare con la vita e
il futuro delle persone. Il nucleare e
l’acqua ma anche il legittimo impe-
dimento, perché la gente è preoc- gelo Bonelli, presidente della Fe- prio elettorato”. Stessa opinione di
cupata non solo del fallimento delle derazione dei Verdi – per questo è Paolo Ferrero, segretario della Fe-
politiche energetiche, ma anche di importante coinvolgere il maggior derazione della Sinistra: “Ho vie-
una giustizia a misura di premier. È
ora di comprare questo benedetto
numero di persone. Io stesso, nei
prossimi giorni, farò un’iniziativa
tato a tutti i miei di chiudersi in una
stanza a fare convegni e seminari.
biglietto di solo ritorno a casa per pubblica con un importante espo- Guai. Tutti per strada, tra la gente,
Silvio Berlusconi”. I più agguerriti – nente del Pdl, uno di quelli che soprattutto per parlare agli elettori
specie dopo le delusioni referenda- hanno capito che privatizzazione di centrodestra che condividono le
rie degli ultimi anni – sono i Radi- dell’acqua e ritorno al nucleare so- tematiche sull’acqua e sul nucleare,
cali: “Abbiamo occupato la Com- no problemi seri anche per il pro- perché ci sono”.
missione di vigilanza Rai – dichiara
Mario Staderini – per il ritardo nel- Campagna popolare Da Elio Germano, a Paolo Virzì, da Caterina Guzzanti, ad
l’approvazione del regolamento, Andrea Bosca, Maya Sansa, Andrea Sartoretti. Volti per un video virale che è su YouTube
ho partecipato alle tribune farsa
della Rai vestito da fantasma della
democrazia, perché l’informazione
del servizio pubblico sul referen-
dum è vergognosa. Ora organizzia-
mo eventi in tutta Italia, mailing list
virali, vogliamo portare alle urne
anche chi vota no”. E non è detto
che l’elettorato di centrodestra sia
tutto contro il referendum: “Il quo-
rum è a forte rischio – dichiara An-
 Sabato 4 giugno 2011

L
MOBILITIAMOCI

a Chiesa italiana, pur senza dare indicazioni
Monsignor Crociata esplicite di voto e pur invitando a “non
politicizzare” i quesiti, esprime un
atteggiamento ben diverso da quello che riguardò
invita a difendere esattamente sei anni fa - il 12 e 13 giugno 2005 - la
consultazione referendaria per la legge 40 sulla
procreazione assistita, quando la Cei guidata allora dal
il “bene comune” card. Camillo Ruini vinse la sua strenua battaglia
affinchè non si raggiungesse il quorum. Come esempio
di una linea ben diversa per i prossimi referendum, basti
oggi la sollecitazione ad “andare a votare e a invitare
altri a fare lo stesso” che giovedì è stata enunciata dalla
Commissione nazionale Giustizia, Pace e Creato della
famiglia di suore e padri domenicani, vista la “sensibilità
dei temi di cui si parla: acqua, nucleare e giustizia”. La
famiglia domenicana ricorda che il segretario generale
della Cei, mons. Mariano Crociata, ha sottolineato nei
giorni scorsi che “sul tema dell’acqua, i vescovi italiani
esortano a una responsabilità e cura sempre più grande
perchè i beni comuni rimangano e siano salvaguardati e
custoditi per il bene di tutti”. E che pur “senza
sostituirci alla coscienza di nessuno”, ha chiesto che
ognuno interpreti quale sia, in questa situazione, il
“bene comune”.

“Gli italiani
vogliono votare”
È IL GIUDIZIO UNANIME DEI NOSTRI
COMMENTATORI: SI PUÒ FARE
È possibile che questa volta oltre 25 milioni di italiani si rechino
alle urne a differenza del trend che dal 1995 ad oggi sembra farla da
padrone? L’unica eccezione, negli ultimi 16 anni, è stata la
consultazione del 2006 sul federalismo voluto dalla Lega e votato a
maggioranza dalle Camere. Referendum che però rientra tra quelli
cosiddetti “non abrogativi” (e quindi non ha bisogno di raggiungere il
quorum). Riusciranno oggi i quattro quesiti su acqua, nucleare e
legittimo impedimento a “spostare le masse” e ad evitare che il 12 e 13
giugno preferiscano andare al mare piuttosto che al seggio? Riusciranno
a fare breccia anche nel popolo del centrodestra? Lo abbiamo chiesto a
quattro dei nostri editorialisti. Ecco cosa hanno risposto.
(FOTO EMBLEMA)

Paolo Flores Oliviero Maurizio Furio

d’Arcais
Berlusconi ha
trasformato le
amministrative
in un
referendum su se stesso,
ed è stato clamorosamente
sconfitto. Ora cerca di
trasformare un referendum
vero in una
“manifestazione inutile”,
ed è più che mai
necessario sconfiggerlo di
nuovo. Se il voto è davvero
tanto inutile, perché non
lo ha accorpato alle
amministrative (facendo
risparmiare agli italiani 300
milioni)? È utilissimo,
invece, perché i tre temi
su cui pronunciarsi
rappresentano la
quintessenza del suo
regime: il disprezzo per
l’ecologia, il disprezzo per
i beni comuni, il disprezzo
per la legalità. Da quindici
anni il quorum non viene
più raggiunto. Questa volta
si può. Contro la strategia
della “distrazione di
massa”, ciascuno di noi
può contribuire a rendere
“virale” l’informazione sui
referendum e il dovere
civile per quattro sì.
Beha
Sono fiducioso
con prudenza:
tra il 12 e il 13
si raggiungerà
il quorum nei
referendum malgrado tutto
(sputtanamento
dell’istituto, incertezze del
Pd fino a ieri, informazione
“tunisina” ecc.). Perché è
stata imboccata una strada
con le amministrative e c’è
voglia di percorrerla.
Perché è ancora più
politico nel senso migliore
e più alto il voto
referendario. Perché
Berlusconi sta facendo
come il Craxi di “andate al
mare” ed è un ottimo
precedente. Quanto ai
votanti di centrodestra,
dico loro che una politica
appena decente non si fa
disertando, che sono
legittimissimi quanto quelli
di centrosinistra e
legittimati dal voto, che se
tendono alle primarie spero
non truffaldine votare
anche no ai referendum ma
votare è democrazia
partecipativa in quella
direzione. Berlusconi
passa, ma loro magari no…
Viroli
Questa volta è
probabile che i
referendum
raggiungano il
quorum per
effetto della volontà di
esprimere una condanna
radicale del berlusconismo
che è emersa dalle
amministrative, oltre che per
l’ importanza dei problemi.
Nonostante le tardive e
patetiche dichiarazioni dei
dirigenti PdL che si affannano
a proclamare che il risultato
dei referendum non avrà
rilievo politico, tutti sanno
che votare contro le centrali
nucleari e contro il legittimo
impedimento significa dire
due no chiari e forti contro B.
e la sua corte. A rendere
difficile la partecipazione dei
cittadini sono, come in
passato, la data scelta e
l’obbiettiva complessità delle
questioni. Proprio per queste
ragioni è saggio, e legittimo,
incoraggiare la
partecipazione sottolineando
l’opportunità di esprimere di
nuovo, dopo le
amministrative, il rifiuto di
una politica al servizio dei
privilegi di un uomo.
Colombo
Sì, si può
ottenere il
quorum, e qui
vorrei chiedere
a tutti di
ispirarsi all’esempio dei
Radicali: hanno vinto
referendum impossibili per
pura ostinazione. Nel nostro
caso? Sarà molto importante
la partecipazione di molti
cattolici di una parte e
dell’altra, ci saranno i leghisti
che non vogliono
privatizzare l’acqua e non
vogliono pagarla due volte
(parlo degli elettori leghisti,
che sono molto appassionati
e poco ubbidienti). E poi
occorre lavorare per unire
forze locali (i comuni, le
Regioni) che il nucleare
certo non lo vogliono a casa.
Facciamo in modo che sia un
impegno comune di tutte le
case, di tutti i “backyards”, di
tutte le famiglie. Si può
andare di molto oltre il
quorum. Acqua e libertà dal
nucleare potranno fare il
miracolo. Quanto al
“legittimo impedimento”
vengano pure, quelli che ci
credono, a votare un NO. Ma
vengano. Avremo il quorum.

In Messico non se ne può parlare

UN RADUNO DI ITALIANI BLOCCATO DA UN FINANZIERE DELL’AMBASCIATA
di Federico Mastrogiovanni
i dovevano festeggiare i 65 anni
Schedella Repubblica e del referendum
l’ha scelta il 2 giugno, in Italia e
tra gli italiani all’estero.
All’Istituto Italiano di Cultura di Città
del Messico la festa prometteva bene,
ampia partecipazione, vino e cibo in
abbondanza, la banda che suonava.
Nel suo discorso di rito l’ambascia-
tore Roberto Spinelli, oltre a non ac-
cennare al referendum
del 12-13 giugno ha però
trovato il tempo di ringra-
ziare gli sponsor che han-
no contribuito alla festa
di fronte alla comunità
italiana generalmente di-
sinformata sul referen-
dum. Nell’unico momen-
to in cui si riuniscono
molti cittadini italiani in
Messico, si è svolta una
manifestazione pacifica, da parte di
un gruppo di cittadini che ha esposto
uno striscione di sensibilizzazione sul
referendum del 12-13 giugno.
LA MANIFESTAZIONE pacifica
di una ventina di italiani promotori
dell'iniziativa è terminata in una rissa,
scatenata da un funzionario dell’am-
basciata, il tenente colonnello della
guardia di finanza Giovanni Forte, in-
caricato della formazione della polizia
messicana nella
lotta ai narcos. Il
militare, che non
svolge funzioni di
polizia, ha strap-
pato lo striscione
con violenza e ag-
gredito verbal-
mente e fisica-
mente una citta-
dina italiana che
da 30 anni vive in
Messico e che difendeva lo striscione.
La piccola manifestazione dai toni
completamente pacifici, volta a infor-
mare i connazionali all’estero sull’im-
portanza del diritto al voto, è stata ac-
colta con stizza e opposizione dai fun-
zionari dell’ambasciata, secondo i
quali “la festa del due giugno non è
un’occasione per fare politica, ma la
festa di tutti gli italiani”. Forse dimen-
ticando cosa si festeggia in questa im-
portantissima data della Repubblica.
“ABBIAMO DECISO di fare que-
sta piccola azione dimostrativa per
sensibilizzare la comunità italiana in
Messico. Molti connazionali non san-
no cosa accadrà il 12 e 13 giugno e le
nostre istituzioni non svolgono ade-
guatamente il loro compito di infor-
mazione, influenzando, di fatto, l’esi-
to del voto” ha affermato Fabrizio Lo-
russo, uno dei promotori dell’inizia-
tiva.
pagina 4
Guardasigilli: Lupi
favorito. Il premier
ne parla con Napolitano
di Gianni Barbacetto
Antonella Mascali
e Ferruccio Sansa
malato, proprio co-
“È me diceva Veroni-
ca”. È Flavio Briato-
re a commentare e
raccontare al telefono, alla
sua amica Daniela Santanchè,
il seguito delle avventure del
bunga bunga. Intercettato
dalla Guardia di finanza di Ge-
nova, per la vicenda di evasio-
ne fiscale che ha portato, nel
maggio 2010, anche al seque-
stro del suo yacht “Force
Blue”. Le telefonate di Flavio,
Daniela e dell’ambiente attor-
no a Silvio Berlusconi rico-
struiscono, fino a pochi mesi
fa, la fase della quiete dopo la
Villa Gernetto,
sede
dell’Università
delle Libertà,
è il teatro
del “bunga
bunga 2”
tempesta: ormai deflagrato lo
scandalo Ruby, le “serate ele-
ganti” (come le definisce il
presidente del Consiglio)
continuano, anche se si trasfe-
riscono da Arcore a Villa Ger-
netto (a Lesmo, provincia di
Monza), dove Berlusconi ha
promesso di fondare l’Univer-
sità delle Libertà. Questo, al-
meno, è ciò che racconta chi
parla ai telefoni messi sotto
controllo dalla procura di Ge-
nova: chiacchiere da amici al
bar? Le registrazioni, impieto-
se, danno conto anche delle
preoccupazioni di Lele Mora:
già sotto inchiesta da parte
della procura di Milano con
l’accusa di essere uno dei “for-
nitori” di ragazze per le feste
di Arcore, continua a essere
messo sotto pressione perché
gli verrebbe chiesto di darsi
da fare per organizzare nuove
serate.
LA GUARDIA di finanza ha
portato, la sera di martedì 31
maggio, un pacco di carte alla
procura di Milano. Provengo-
no dall’indagine del sostituto
procuratore Walter Cotugno
su presunti reati finanziari che
sarebbero stati commessi at-
traverso finti contratti d’affitto
di yacht. Alcuni proprietari
d’imbarcazioni da diporto (tra
questi proprio Briatore) sono
accusati di truffare il fisco fa-
cendo risultare come in affitto
le loro barche. Scattano le in-
tercettazioni telefoniche. Ma
ora una parte di queste sono
state inviate a Milano, dopo
che il procuratore reggente di
A
lle otto di sera, a microfoni spenti un
ministro fa il punto della situazione
sul successore di Alfano: “Ci stanno
provando con Nordio, ma alla fine sarà Lupi”.
Berlusconi ha appena terminato il suo incontro
al Colle, accompagnato da Gianni Letta.
Napolitano e il premier hanno parlato per un’ora
della casella liberata dal nuovo segretario del Pdl.
“È PROPRIO MALATO”
Briatore (intercettato): “Come diceva Veronica”
Dall’altra parte della cornetta Daniela Santanchè
Genova, Vincenzo Scolastico,
ha preso contatto con il pro-
curatore aggiunto Ilda Boccas-
sini, titolare con Pietro Forno
e Antonio Sangermano delle
indagini sul caso Ruby. Rile-
vanza penale? Scarsa, sembra
di capire. Non ci sono nuove
notizie di reato nei documenti
arrivati da Genova, ma ele-
menti che potrebbero confer-
mare il quadro accusatorio già
delineato dalla procura mila-
nese nei confronti di Berlusco-
ni, a processo per concussio-
ne e prostituzione minorile; e
di Nicole Minetti, Emilio Fede
e Lele Mora, che sono alla vi-
gilia di un’udienza prelimina-
re: accusati di induzione e fa-
voreggiamento della prostitu-
zione, anche minorile, per
aver portato ad Arcore Ruby e
almeno una trentina di altre ra-
gazze.
LA REAZIONE di Flavio
Briatore, finito suo malgrado
dentro questa storia, è netta:
“Trovo assurdo che sui giorna-
li compaiano intercettazioni
prima ancora che le indagini
siano chiuse. La difesa ne era
all’oscuro”: così dichiara l’av-
vocato Massimo Pellicciotta,
uno dei legali che assiste Bria-
tore nella vicenda dello yacht
sequestrato per evasione fisca-
le. Ancor più deciso il difen-
sore di Berlusconi, Nicolò
Ghedini: “L’articolo del Fatto
Quotidiano concernente asseri-
te feste organizzate presso Vil-
la Gernetto è totalmente desti-
tuito di ogni fondamento”. Se-
condo Ghedini, “vi è innanzi-
tutto da osservare che le tele-
fonate riportate, se esistenti,
non solo non riguardano affat-
to conversazioni intrattenute
dal presidente Berlusconi, ma
sarebbero in possesso del gior-
nale in palese violazione del
segreto d’indagine, non risul-
tando essere mai state depo-
sitate in alcun processo”. Il Fat-
to non ha però mai scritto che
tra gli intercettati ci sia il pre-
sidente del Consiglio. “Co-
munque a Villa Gernetto”, pro-
segue Ghedini, “non sono mai
state organizzate feste, ma sol-
tanto, come è facilmente do-
cumentabile, incontri istitu-
zionali a cui hanno partecipa-
to numerosi personaggi poli-
tici stranieri e italiani, nonché
noti imprenditori. Il tutto nella
più assoluta trasparenza e sem-
pre riportato da tutti i mezzi di
informazione”. Conclude il de-
putato-avvocato: “L’intento
del Fatto Quotidiano è assoluta-
mente chiaro ed evidente. Nel-
l’impossibilità di trovare al-
cunché di concreto nei con-
fronti del presidente Berlusco-
ni, si tenta di creare una notizia
basandosi sul nulla”.
È stato proprio a Villa Gernet-
to che nell’autunno 2010 si è
conclusa una cena burrascosa.
A tavola, insieme a Silvio Ber-
lusconi, erano sedute le sue fi-
glie Barbara ed Eleonora. Una
danzatrice del ventre dopo il
dessert ha iniziato a prodigarsi
nei confronti del presidente
con moine giudicate eccessive
dalle figlie. “Vedete? Il vostro
papà piace ancora alle don-
ne”, avrebbe detto un Berlu-
sconi invece sorridente e sod-
disfatto. A questo punto, per
tutta risposta le due ragazze,
scosse, si sarebbero alzate da
tavola e sarebbero fuggite via.
A Villa Gernetto è avvenuto, il
2 maggio scorso, anche il “de-
butto in società” di Nicole Mi-
netti, che Berlusconi ha voluto
al suo fianco in occasione di
una cena con un gruppo di in-
dustriali lombardi. Segno di
una intesa ritrovata. Due gior-
ni dopo la cena, mercoledì 4
maggio, Minetti ha revocato il
mandato al suo difensore, Da-
Niccolò Ghedini
smentisce
tutto: quelle
telefonate, se
esistono, non
devono essere
usate dal Fatto
ria Pesce, rea di aver rotto il
fronte difensivo con i legali di
Emilio Fede e Lele Mora. Chi
sostiene, a differenza dell’av-
vocato Ghedini, che i festini
proseguano, indicano anche
una protagonista inedita del
nuovo bunga bunga: una ra-
gazza che nei tratti ricorda
molto Karima El Mahroug, in
arte Ruby Rubacuori. “Assomi-
glia alla ragazza marocchina,
ma è italiana”, racconta al Fat-
to, dietro la garanzia dell’ano-
SCENARI FUTURI Prove di inciucio
D’Alema chiama, nessuno risponde
di Wanda Marra
enso che noi dobbiamo far di-
“P mettere Berlusconi e arrivare
a nuove elezioni, non fare da ‘coa-
ch’ al Pdl perché termini il campio-
nato”. La sintesi di Ignazio Marino
ben evidenzia la perplessità prova-
ta di fronte all’intervista di Massi-
mo D’Alema ieri a Repubblica. Sì,
perché mentre il segretario Pier
Luigi Bersani continua a dichiarare
dopo i ballottaggi che si deve an-
dare rapidamente alle elezioni, il
Lìder Maximo tira fuori di nuovo l’i-
dea del governissimo: “Le sue di-
missioni (di Berlusconi, ndr) sareb-
bero necessarie non solo nella pro-
spettiva di andare a elezioni anti-
cipate, ma persino se si volesse sal-
vare il destino della legislatura.
Senza l’opposizione non si fanno
grandi riforme. Noi siamo pronti a
fare la nostra parte”. E si spinge
NOTTI BOLLENTI
Anche se i tempi saranno lunghi: Alfano vuole Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera,
prima completare alcuni dossier, poi la verifica ha già detto no e il prescelto Maurizio Lupi
parlamentare sui sottosegretari Responsabili, non fremerebbe. Anzi, la sua speranza era che
infine il consiglio nazionale del Pdl per ratificare Cicchitto accettasse per prenderne il posto a
la nomina del segretario. Si arriverà a fine giugno, Montecitorio come capogruppo. L’effetto
con molta calma. Del resto, come ha scritto lo naturale di questo fuggi-fuggi è che adesso è il
stesso Giornale berlusconiano nessuno “sgomita” turno dei cosiddetti “tecnici” nel
per fare il ministro della Giustizia ad personam. toto-guardasigilli: il magistrato Carlo Nordio, in
Da Arcore alla reggia di Lesmo
Il bunga bunga ha cambiato sede
(FOTO LAPRESSE). Sotto, la protagonista
delle notti di Arcore:
Ruby (FOTO LAPRESSE). A destra, Paolo
Berlusconi (ELABORAZIONE DI FABIO CORSI)
nimato, chi l’ha conosciuta:
“Sembra una sosia di Ruby, so-
lo un po’ più bassa: capelli ne-
ri, carnagione ambrata, labbra
rifatte. Italiana, del Sud”. Età?
“A guardarla non le darei più di
19-20 anni”. È stata avvistata
recentemente a pranzo al-
l’Hollywood Living di via Vit-
tor Pisani, a Milano, il locale
accanto al ristorante Da Gian-
nino, frequentato abitualmen-
te da Fede e Mora prima del-
l’esplosione del caso Ruby.
oltre: “Mi interessa relativamente pratica, un’intervista “fuori agen- comizio conclusivo a Macerata in-
poco il tipo di governo. L’impor tan- da”. Pur se un tema sussiste: men- sieme a Casini). E nel ritardare il
te, insisto, è l’agenda, che richiede tre Bersani a questo punto effet- voto ha trovato un inedito alleato in
un certo grado di condivisione. Non
saprei dire quale sia la formula di
tivamente vuole arrivare rapida-
mente al voto, D’Alema prende
Veltroni (è stato notato lunedì co-
me a Roma mentre Bersani e Prodi
un nuovo governo che riapre il dia- tempo, pensa alla legge elettorale festeggiavano sul palco, D’Alema e
logo”. Dalemismo puro insomma, e cerca di tirare dentro l’Udc (idea Veltroni erano insieme ai suoi pie-
che mentre invita Berlusconi ad an- plasticamente esemplificata dal di). Tant’è vero che ieri Walter Ve-
darsene, ritorna al pallino del dia- rini, storico luogotenente veltronia-
logo (da altri detto inciucio). Come no, usava toni più che pacati per
dire al premier: se te ne vai, il tuo
successore lo aiutiamo noi. E se
Mentre commentare l’intervista del presi-
dente del Copasir senza escludere
Bersani commenta in maniera net-
ta (pur se sarebbe una buona cosa
Bersani insiste che lo stesso Bersani a un certo
punto arriverà sulle sue posizioni.
fare la legge elettorale, “la strada
maestra per noi sono le elezioni”).
sul voto Stessa discrasia sulle alleanze: se
in questo momento la via maestra
Poche reazioni in casa democrati- per Bersani sembra quella di ac-
ca, molti no comment e cellulari anticipato, cordarsi con Sel e Idv, D’Alema va
staccati. ancora per la sua strada: non c’è
L’impressione - come spiega qual- lui invoca stato uno spostamento dell’asse
cuno off the record - è che in real- politico verso la sinistra più radicale
tà questo tipo di argomentazioni “condivisione” perché “le candidature di Di Pietro
da parte di D’Alema non interes- e De Magistris hanno portato a su-
sino e impressionino più di tanto. In e “dialogo” perare le posizioni più estreme”.

prima battuta, e poi Augusta Iannini, peraltro Gasparri e Bocchino, quando i tre erano ancora
moglie di Bruno Vespa. A completare la rosa: il insieme), oggi la Bernini è una berlusconiana di
leghista Roberto Castelli, che è già stato in via ferro. Ed è doppiamente figlia d’arte: suo padre
Arenula; Mariastella Gelmini, oggi ministro Giorgio fu ministro nel primo governo
dell’Istruzione; un’outsider dal nome di Anna Berlusconi del ‘94 ed è titolare con la figlia di un
Maria Bernini, che il Cavaliere considera una noto studio civilista a Bologna. Per tornare alla
sorta di Alfano femminile. Proveniente da An Gelmini: già nel 2008 ci fu l’ipotesi di mandarla
(dov’era coccolata dalla corrente di La Russa, alla Giustizia. Avvocato come Alfano, il premier
Nastri rubati per Silvio
Paolo va a processo
TELEFONATA FASSINO-CONSORTE
BERLUSCHINO RINVIATO A GIUDIZIO
Milano
aolo Berlusconi sarà
P
processato per un’in-
tercettazione finita ille-
galmente ad Arcore, il
24 dicembre 2005, e pubbli-
cata dal Giornale di famiglia, il
31 dicembre. Ma su Silvio Ber-
lusconi, il fratello presidente
del Consiglio e utilizzatore fi-
nale, pende una richiesta di
archiviazione. La registrazio-
ne, ormai celebre, è quella
del luglio 2005 tra l’allora se-
gretario dei Ds, Piero Fassino
e l’allora presidente di Uni-
pol, Giovanni Consorte: “Al-
lora, abbiamo una banca?”, fu
la domanda infelice del neo
sindaco di Torino a Consorte.
L’intercettazione incriminata
non era stata neppure tra-
scritta in un brogliaccio per i
pm di Milano che indagavano
Piero Ignazi direttore del Mulino
PRIMARIE DEL PDL?
SONO IMPOSSIBILI
di Chiara Paolin
INDAGATO un “Alfanino” Bologna
inché c’è lui, nessun
Viaggiava a spese del Comune “F processo democratico
dentro il Pdl”. Se cercate un
di Giuseppe Giustolisi ottimista sulle prospettive
Agrigento di maturazione del centro-
destra italiano, non bussate
al Mulino. Mica quello tutto
Èguaiunsegretario
fedelissimo del ministro della Giustizia e neo
del Pdl Angelino Alfano ed è finito nei
per una storia di viaggi personali a spese del Con-
bianco, con le pale e i bi-
scotti sempre sul tavolo, ma
siglio comunale di Agrigento, di cui è stato presidente alla rivista politica per ec-
fino al novembre 2010. Si chiama Carmelo Callari, 50 cellenza dove il direttore,
anni, ed è finito sotto processo (prima udienza il 29 Piero Ignazi (docente di
giugno) per peculato, truffa e falso. Callari, secondo la Scienze politiche, ha scritto
Procura di Agrigento, si recava spesso a Roma per viag- un libro sulla trasformazio-
gi di piacere insieme ad alcune amiche e per sostenere ne del Msi in An), sfarina
esami di economia presso l’Università Pio X (la bellezza previsioni fosche sull’ulti-
di quattro esami in due giorni), ma faceva figurare le ma moda sdoganata ieri in
sue gite romane come missioni istituzionali per otte- diretta tv da Berlusconi: pri-
nere i rimborsi delle spese di vitto e alloggio (circa marie anche nel Pdl.
diecimila euro). I pm agrigentini hanno scoperto che
effettivamente l’ex presidente del Consiglio comunale
Professor Ignazi, ci cre-
de?
di Agrigento passava anche dalla segreteria particolare
del Ministero della Giustizia e incontrava alcuni fun-
No.
Neanche un po’?
zionari ma si trattava di incontri che non avevano alcun
carattere istituzionale, come confermato ai pm dai fun-
È il classico annuncio a ef-
fetto, l’ennesimo ossicino
zionari stessi. Callari, che è dipendente del corpo dei da dare in pasto ai media.
Vigili del fuoco, usufruiva di permessi politici, per mo- Tra una settimana, o un an-
tivare l’assenza dal lavoro. Callari ha già subito, sei mesi no, ci sentiremo dire che ab-
fa, la misura cautelare dell’obbligo di dimora, ed è coin- biamo frainteso, capito ma-
volto in questa vicenda insieme a un funzionario co- le...
munale. Appena ricevuto il provvedimento del gip di Tra un anno?
Agrigento, Callari si è dimesso da presidente del Con- Credo che Berlusconi e Bos-
siglio comunale, ponendo probabilmente fine a una si tireranno avanti fino al
carriera in rapida ascesa. Lo stakanovista degli studi era 2013. Hanno entrambi la
infatti considerato una stella di prima grandezza nel necessità assoluta di soste-
firmamento politico agrigentino. Forte di un bel gruz- nersi a vicenda, e lo faran-
zolo di voti (anni fa risultò il primo degli eletti, sotto le no.
insegne di Forza Italia) e grazie anche allo sponsor Ma il vento del cambia-
Alfano, al fianco del quale non mancava mai di farsi mento, le amministrati-
vedere nelle grandi occasioni, aspirava a diventare sin- ve, i referendum?
daco della città. E magari ce l’avrebbe pure fatta. Gli intelligenti di sinistra
hanno sempre fatto questo
errore: dare per morto Ber-
TELEFONI BOLLENTI
era indeciso tra i due. E così Napolitano, anche
in veste di presidente del Csm, convocò
Berlusconi al Quirinale per informarsi e
manifestare dubbi sull’arrivo di un “ministro
giovane e senza esperienza” in via Arenula.
Lo spostamento della Gelmini rischierebbe però
di causare altra fibrillazione. Meglio limitarsi,
quindi, a riempire le due caselle vuote: la
sulle scalate alla Bnl e all’An-
tonveneta dei cosiddetti fur-
betti del quartierino. Per Ber-
lusconi junior, imputato per
ricettazione, concorso in ri-
velazione del segreto d’uffi-
cio e millantato credito, il
processo si aprirà il 4 ottobre.
Hanno invece chiesto il pat-
teggiamento i coimputati,
Roberto Raffaelli, ex ammini-
stratore di Rcs, una società di
intercettazioni che lavora per
la procura di Milano, e il com-
mercialista Eugenio Petessi.
L’imprenditore-faccendiere,
Fabrizio Favata, ex socio di
Paolo Berlusconi, ha chiesto
il rito abbreviato.
L’8 GIUGNO il giudice per
l’udienza preliminare, Stefa-
nia Donadeo, deciderà se ac-
cogliere i riti alternativi. La re-
gistrazione, coperta da segre-
lusconi a ogni difficoltà. An-
che se stavolta il guaio è se-
rio, non vedo in atto una
smobilitazione del sistema.
Diversi dirigenti Pdl chie-
dono un congresso di ri-
lancio. L’idea delle pri-
marie sarà un paravento,
ma parla di un ricambio
al vertice: è la prima vol-
ta.
Fino a quando Berlusconi
resterà un personaggio pub-
blico, il Pdl non potrà mo-
dificare la rotta. Anche con
un altro premier al posto
suo, cambierebbe poco o
nulla.
Niente declino del pa-
triarca?
L’unico ricambio potrebbe
arrivare se lui se ne andasse
davvero. Ma alle Bahamas,
lontano, fuori di scena. Mi
pare un’ipotesi non data, al
momento.
Supponiamo invece che il
premier voglia sorpren-
derla, e se ne vada.
Tutto un altro scenario. Ci
sono già facce e storie pron-
te a realizzare una destra
moderata.
Casini? Fini? Tremonti?
Casini sicuramente, e alcuni
personaggi vicini al gover-
no che potrebbero fondersi
in un nuovo progetto. An-
che se il problema con Fini
resta: dopo la frattura vio-
lenta di un anno fa, è dif-
ficile ricomporre un terre-
no comune.
Il vaso incollato non è il
massimo per contenere
una nuova forza.
Giustizia e le Politiche Comunitarie. Per il
ministero lasciato dal finiano dissidente Andrea
Ronchi i candidati sono due: lo stesso Ronchi,
che romperebbe con Fli, e Claudio Scajola,
che dovrebbe ritornare al governo. Ironia della
sorte, nel 2008, B. sondò anche lui per la
Giustizia, ma senza successo. Oggi non è il caso.
to, la portarono ad Arcore Pao-
lo Berlusconi, Raffelli e Fava-
ta. Ma se per Favata il premier
“affaticato”, sprofondato su
una poltrona, sentita la voce
di Fassino si è ripreso imme-
diatamente e l’ha ascoltata,
per Raffaelli, invece, si è appi-
solato sulla poltrona. Quindi,
secondo l’accusa, di fronte a
testimonianze contradditto-
rie, per il presidente del Con-
siglio non può che esserci la
richiesta di archiviazione su
cui il giudice Donadeo si
esprimerà dopo aver deciso
sulle posizioni degli altri im-
putati. Ieri, in udienza prelimi-
nare c’era anche il professor
Carlo Federico Grosso, a rap-
presentare Fassino, “soggetto
danneggiato” e mai indagato.
Ha chiesto a Favata danni se-
parati dal giudizio e una prov-
visionale non inferiore ai 250
Vedremo. Non c’è fretta.
Bersani si dice pronto a
governare.
Un cambiamento esiste, ma
è prematuro pensare a no-
vità imminenti. Bisogna so-
prattutto capire se il Pd sia
in grado di attrarre a sé forze
convergenti, ad ampliare il
consenso su un progetto di
governo del Paese.
Lei insegna politica com-
parata all’Università di
Bologna. In quasi tutta
Europa è la destra a go-
vernare: che parallelo tra
quelle esperienze e l’Ita-
lia?
Nessuno. Il nostro è un mo-
dello eccentrico, basato sul
“Il governo
sopravviverà
fino al 2013”.
Ma “Libero”
organizza
consultazioni
fai da te
carisma economico e me-
diatico di un uomo solo. Un
nucleo privo di pluralità e/o
referenti autorevoli, oltre-
tutto sorretto da un partito
xenofobo (la Lega, ndr).
Non esiste nulla del genere
in Europa. Né altrove.
Sabato 4 giugno 2011
fd’e
mila euro (a Berlusconi chie-
derà una cifra superiore al pro-
cesso). Fassino, ha spiegato
l’avvocato, ha avuto un enor-
me danno d’immagine e pro-
blemi politici. Effettivamente
dopo la pubblicazione dell’in-
tercettazione Fassino-Consor-
te, Silvio Berlusconi, in grande
difficoltà politica e in piena
campagna elettorale, vola nei
sondaggi e alle elezioni del
2006 la vittoria del centrosini-
stra, che appariva scontata, di-
venta questione di pochi vo-
ti.
DUNQUE Silvio Berlusconi
resta l’unico beneficiario di
quell’intercettazione illegale,
a prescindere da come sin
concluderà la sua vicenda giu-
diziaria. Tanto che nell’avviso
di conclusione delle indagini,
il procuratore aggiunto, Mau-
rizio Romanelli ha scritto che
Paolo Berlusconi ha pubblica-
to l’intercettazione “in favore
del fratello e presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi”.
Ieri Berlusconi junior, però, si
è professato innocente. Come
l’ex ministro Claudio Scajola,
inconsapevole di aver com-
prato un attico con soldi d’al-
tri, ha dichiarato che il proces-
so “è imperniato su dichiara-
zioni esternate da chi, abusan-
do della mia buona fede e di-
sponibilità d’animo, ha di fat-
to perpetrato i reati a me ad-
debitati”. Ma quando Favata –
secondo l’accusa – ha tentato
di estorcere soldi ai fratelli
Berlusconi, cercando la me-
diazione dell’avvocato Nicco-
lò Ghedini, né Paolo né Silvio
hanno presentato una denun-
cia. Anzi, dimostrando doti da
veggenti, hanno firmato un in-
carico difensivo a Ghedini, ri-
spettivamente il 10 luglio e il
26 ottobre del 2006, tre anni
prima che nascesse l’inchie-
sta.
a. masc.
In fondo a destra
Manovre per cambiare: Giuliano Ferrara
raduna l’8 giugno i “servi liberi” a Roma.
Il “Secolo” chiede di cambiare nome al Pdl
e “Libero” organizza le primarie fai da te
pagina 6 Sabato 4 giugno 2011

I
MASOCHISMI

l contratto firmato da Enrico Mentana
Mentana, il primo caso con La7 ha un meccanismo inedito
per la televisione italiana. A
rendimento, o come ha spiegato lo stesso
di contratto televisivo a Mentana, “a gradi”: “Il mio stipendio è fatto
così: ogni punto di share consolidato
guadagno ‘ics’ ”. La “x” di Mentana
“cottimo” corrisponde a cifre piuttosto consistenti. L’ha
confessato Gianni Stella, amministratore
delegato di Telecom Italia, il giorno della
presentazione dei palinsesti di La7: “Enrico ha
un fisso (di 320 mila euro, ndr). A fine anno,
per ogni punto di ascolto che fa in più rispetto
alla media dell’ultimo semestre del Tg di
Piroso (il 2,7 per cento), Mentana mi scuce
quasi 200 mila euro”. Con un tetto massimo
fissato in prossimità del milione di euro,
corrispondente allo scatto del 5,7 per cento di
share. Una cautela che ha “salvato” Gianni
Stella dal dover riconoscere bonus
stratosferici a Mentana, visto che il Tg La7 non
solo ha sfondato il limite (già ottimistico) del
5,7 per cento, ma ha raggiunto e superato la
vetta del 10 per cento di ascolti.

LA7 FA CAMPAGNA ACQUISTI:

DUE BIG SCOMODI DALLA RAI
L’ad Stella: nella rosa Fazio, Santoro, Floris e Gabanelli
di Carlo Tecce la Rai nasconde le carte a Fa-
zio – senza contratto come
ualche giorno fa, più di- Floris – per la terza serata di

Q plomatico che incisivo,

Giovanni Stella parlava
per metafore. L'ammini-
stratore delegato di La7 si pa-
ragonava a un paziente adde-
stratore che aspetta i maca-
chi-conduttori che scendono
frastornati dal banano Rai.
Adesso l'ad Stella torna a fare
onore al suo soprannome, il
canaro, un dirigente concreto
nel maneggiare affari e dichia-
razioni. Mira al banano di via-
le Mazzini: “Uno o due fra Mi-
chele Santoro, Milena Gaba-
nelli, Giovanni Floris e Fabio
Fazio verranno a La7”. E poi
pettina le disordinate indi-
screzioni sul futuro di Tele-
com Italia Media, la società
del gruppo La7 che fa capo a
Telecom: “Entro fine anno
avremo un azionista di mag-
gioranza relativa con il 40 per
cento del capitale, il 37 all'at-
tuale proprietà e il 23 sul mer-
mi sgraditi al Cavaliere e in
pratica tiene in bilico mezza
cato”.
Qualcuno avvisi viale Mazzi-
Raitre (oltre Annozero)? E co-
me spiegare la sfilata dei di-
ni. Come cambiare l'immagi-
ne di un Cda Rai che in ap-
rettori di rete che illustrano i
progetti al direttore generale
parenza conferma i program- Lei e scopriranno di aver sba-
VESPA vs. Annozero
“Guerra civile in Rai”
antoro rispetti le regole, oppure sarà
“S guerra civile”. Tra Bruno Vespa e il
conduttore di Annozero volano gli strac-
ci. L’ennesima polemica nasce dopo la
puntata di giovedì sera, durante la quale
Santoro ha ironizzato sulla scelta di Porta
a Porta di dedicare una trasmissione alle
diete, all’indomani delle elezioni. “Non
abbiamo parlato martedì dei ballottaggi
perché lo abbiamo fatto lunedì e merco-
ledì”, ha replicato Vespa. Che poi ci è an-
dato giù pesante: “Ancora una volta San-
toro mette i piedi nel piatto della politica
e della Rai, con l’arroganza di chi si sente
al di sopra della legge”. Fino ad evocare
“una guerra civile in Rai”, se Santoro non
gliato previsioni? Ecco come
la racconta chi aspetta un cen-
no per firmare i contratti:
“Manca un particolare: il voto
del Cda Rai. Le porte sono
aperte e noi – aggiunge Stella
- abbiamo un accordo di mas-
dovesse smettere di “in-
canaglire i rapporti tra
politica e televisione”.
Lo scontro si è spostato
rapidamente dai due conduttori ai con-
siglieri di Viale Mazzini. Nino Rizzo Ner-
vo, in quota Pd, ha difeso Santoro: “Du-
rante queste elezioni si è comportato da
professionista impeccabile. Il suo pro-
gramma non sarà cancellato dai palinse-
sti”. A stretto giro è arrivato il coro di re-
pliche del Pdl. Secondo Giancarlo Maz-
zuca, “Santoro è un arrogante” e “Anno-
zero una trasmissione faziosa”. Per Gior-
gio Lainati, vicepresidente della Commis-
sione di Vigilanza Rai, “Bruno Vespa ha
fatto bene a richiamare Santoro alle sue
responsabilità. E gli ‘avvertimenti’ di Riz-
zo Nervo al direttore generale Lei si com-
mentano da soli”. Tommaso Rodano
sima con almeno due condut-
tori del servizio pubblico.
Posso dire che uno o due ver-
ranno a La7, ma preferisco
usare il condizionale: potreb-
bero. Vedremo nei titoli di co-
da chi avrà ragione”. Con chi
discute l'amministratore dele-
gato di La7? Sente Beppe Ca-
schetto, l'agente di Floris e Fa-
zio? “Spesso”. E Santoro? “An-
che”. Stella è in piena cam-
pagna acquisti nel servizio
pubblico che per pubblicità,
canone e ascolti dovrebbe so-
vrastare l'emittente di Tele-
com; ma la politica e il gover-
no frantumano la solidità di
viale Mazzini e così La7 è l'u-
nico approdo sicuro. Fermi,
le trattative sono chiuse, però
Stella sigilla le buste con i no-
minati: “Ripeto: uno o due dei
quattro che ho citato. Ora os-
serviamo le mosse della Rai”.
E poi fa intuire che Santoro è
tra i più indiziati assieme a
uno fra Fazio e Floris. É facile
capire i motivi. Sul giornalista
di Annozero pende il ricorso di
viale Mazzini contro il suo
reintegro: la sentenza in Cas-
sazione arriverà mercoledì. E
Che tempo che fa, che compare
e scompare come nei giochi
di prestigio.
Stella offre libertà editoriale
più che accordi milionari:
contratti a rendimento, un mi-
nimo garantito e premi per i
risultati Auditel. L'indice sha-
re e il conto in banca cresce-
ranno con la stessa velocità
sul modello Enrico Mentana:
la scommessa era il 7,5 per
cento del telegiornale, ora ve-
leggia sul 10. Per investire Te-
lecom ha bisogno di capitali
freschi: “Avremo un compa-
gno di viaggio per sanare i
conti e migliorare il prodot-
to”. In corsa (nonostante la
smentita) c'è l'ingegnere Car-
lo De Benedetti con il gruppo
Espresso-Repubblica: “È una
fra le tante ipotesi”, dice Stel-
la. Il valore in Borsa di Tele-
com Italia Media è di 278 mi-
lioni di euro, il 40 per cento
E sul futuro
vale circa 300 milioni fra ca-
pitale azionario e offerta pub-
societario:
blica di acquisto (opa). E
quanto vale La7? Nei primi tre
“Entro fine
mesi del 2011 ha incassato il
22% in più di pubblicità, pas- anno avremo un
sando dai 27,5 milioni nel tri-
mestre 2010 ai 33,5 milioni nuovo azionista
nel 2011, in proporzione cala
il passivo fra costi e ricavi. I di maggioranza
numeri migliori sono fuori dal
bilancio. É l'abbondante 10 di
share di Mentana che trascina
relativa”
Otto e Mezzo, l’Infedele e In On-
da e fissa la fascia 18-20:30 al
4,26% (media giornaliera al
La 7 è cresciuta soltanto di
mezzo punto. Ecco perché
3,4). Dal 2009 a oggi, i canali Stella s'è piazzato sotto il ba-
generalisti di Rai e Mediaset nano più grosso e masochi-
hanno perso l’8% di share, ma sta.
Nella fo grande
Giovanni Stella,
Dall’alto verso il
basso: Michele
Santoro, Fabio
Fazio, Milena
Gabanelli, Giovanni
Floris. A fianco
Lorenza Lei (FOTO
LAPRESSE, DLM, ANSA)

Fanno ascolti, ma sono sgraditi

DALL’EDITTO BULGARO IN POI, VIALE MAZZINI APRE LE PORTE AI CONCORRENTI E SPRECA MILIONI
n origine fu l'editto Bulgaro, So-
ISilvio
fia aprile 2002. Con una frase di
Berlusconi, proprietario di
Mediaset e Capo del governo, la
Rai cacciò Enzo Biagi, Michele
Santoro e Daniele Luttazzi: “Fanno
un uso criminoso di una televisio-
ne pubblica”.
Una sentenza ha riportato Santoro
al suo posto, ma la Rai si oppone
sempre: a ogni giudizio favorevole
al giornalista corrisponde il ricor-
so di viale Mazzini. Il terzo e ultimo
atto sarà la Cassazione, mercoledì.
L'esistenza di Annozero è legata al
tribunale del Lavoro di Roma: il
programma d'informazione più vi-
sto è un obbligo giudiziario per i
dirigenti Rai. E s'è perso il conto
dei tentativi di bloccare Annozero:
la scaletta che arriva in ritardo, l'e-
sposto all'Agcom per provocare
multe a viale Mazzini, persino le
pressioni di Berlusconi a un com-
missario di un'Autorità considera-
ta terza.
Nemmeno Fabio Fazio e Roberto
Saviano sono trattati per i risultati
e i numeri inconfutabili che regi-
strarono con Vieni via con me, una
trasmissione di successo relegata
su Rai3 e che la maggioranza del
Cda Rai - e forse il direttore ge-
nerale Lei – mai più vorrebbe ve-
dere. Non resiste neppure Che tem-
po che fa perché Luciana Littizzetto
è troppo violenta per la Rai che
immagina Lei. E persino Ballarò,
un’arena moderata per politici me-
diatici, rappresenta un fastidio per
chi comanda nella televisione
pubblica. Guai a citare Repor t di
Milena Gabanelli o Parla con me di
Serena Dandini: non importa se
vanno bene o male, vanno elimi-
nati perché preoccupano. Chi? É
semplice indovinarlo.
Fazio, Dandini, Floris e Gabanelli
sono in scadenza di contratto, for-
se ci sarà la firma per uno o due di
loro, ma sarà nel tempo di recu-
pero. Quando la tensione è mas-
sima e le richieste calano.
La Rai è lenta con chi irrita il Ca-
valiere, ma è efficiente e velocis-
sima con chi è un suo amico: il
triennale di Giuliano Ferrara per
Qui Radio Londra, il programma di
Vittorio Sgarbi, costato milioni di
euro e chiuso il giorno dopo il de-
butto. La Rai sfianca i suoi gioielli e
li spinge verso l'uscita, gioca al ri-
basso, sempre di più, sino a sner-
varli. Ma la Rai è talmente un pa-
radosso che la maggioranza in Cda
oscilla seguendo il sali e scendi del
governo: un giorno la leghista
Bianchi Clerici è presente e un
giorno il tremontiano Pretoni è as-
sente, un giorno l'ex finiano Ro-
sitani è berlusconiano, e domani
chissà. Il direttore generale Lei
scrive e riscrive il pacchetto no-
mine, ben 35 poltrone da distri-
buire un po' per necessità (il Tg2
ha l'interim) e un po' per strategia.
Vuole rifare la struttura di viale
Mazzini, creare una mega-direzio-
ne intrattenimento per controllare
gli spifferi che in Rai sono tradi-
zione. E l'ultima follia di una te-
levisione pubblica incatenata al
potere è che con l'ex direttore ge-
nerale Masi, nonostante il suo (va-
no) tentativo di normalizzare, la Rai
ha strapazzato Mediaset negli
ascolti con numeri che mancava-
no dal '99. Il messaggio è chiaro:
nevermore. Mai più.
Car.Tec .
  
_ 5 /V

 
_ 5 /V
pagina 8 Sabato 4 giugno 2011

TRASFORMAZIONI

NEL VOTO LA RIVOLTA CATTOLICA

CONTRO B. ORA LA CEI A UN BIVIO
Scola favorito per il posto di nuovo arcivescovo
di Milano: ma sarebbe una scelta di normalizzazione
di Marco Politi captare il malessere del Pae- stato. Fino al Consiglio per-
se. E nella sua relazione all’as- manente Cei di settembre i
ento giorni alla Cei per

C
decidere la sua strategia
rispetto alla politica ita-
liana, una settimana al
Papa per scegliere il nuovo
arcivescovo di Milano.
A Milano il cardinale Tetta-
manzi sta per lasciare. Nelle
ultime settimane si è infittito
il toto-candidati. In testa ap-
pare il cardinale Scola, pa-
triarca di Venezia. Seguono il
vescovo Francesco Lambiasi
di Rimini già assistente nazio-
nale dell’Azione cattolica e
mons. Aldo Giordano, prela-
to di grande esperienza ecu-
menica ed europea per esse-
re stato segretario del Con-
siglio delle conferenze epi-
scopali (cattoliche) europee
ed avere ottenuto successiva-
mente da Benedetto XVI la
nomina a osservatore della
Santa Sede per il Consiglio
d’Europa. Altri candidati pos-
sibili: il vescovo-teologo Bru-
no Forte, il vescovo-diploma-
tico Parolin.
MILANO è una postazione
chiave della Chiesa italiana.
Negli ultimi trent’anni – dalla
nomina di Martini avvenuta
nel 1979 – ha rappresentato il
polo “conciliare” nel panora-
ma delle diocesi. Con Martini
ha fatto da contrappunto al-
l’ortodossia politico-ecclesia-
le della presidenza Cei di Rui-
ni. Con Tettamanzi la diocesi
milanese è stata un punto di
riferimento per un cattolice-
simo non supinamente alli-
neato al clima politico e cul-
turale del berlusco-leghismo
e quindi attento ai problemi
della solidarietà, della legali-
tà, dell’ordine costituzionale,
dell’accoglienza degli immi-
grati e del rispetto dei diritti
religiosi dei musulmani. Non
a caso i berlusconiani hanno
avvertito nel cattolicesimo
ambrosiano un pericolo mor-
tale prima del ballottaggio di
domenica, al punto da spin-
gere il Giornale ad un furibon-
do attacco contro Tettamanzi
alla vigilia dei ballottaggi.
L’arrivo di Scola a Milano non
sarebbe una scelta felice. Il
patriarca ha sviluppato a Ve-
nezia un’intensa attività pa-
storale, culturale e internazio-
nale orientata fruttuosamen-
te al mondo musulmano e
asiatico. Trasferirsi a Milano
non aumenterebbe di una vir-
gola le chance – che ha già
oggi – di entrare nella lista dei
papabili. Sarebbe un brutto
esempio di trasferimento di
un porporato da una sede car-
dinalizia all’altra, alla stregua
delle caselle di Monopoli. Fu
Tra i candidati
il vescovo
Francesco
Lambiasi
dell’Azione
cattolica e mons.
Aldo Giordano
molto criticata a suo tempo la
scelta di trasferire Tettamanzi
da Genova a Milano.
In ultima analisi finirebbe per
apparire come una decisione
di Benedetto XVI, tesa a nor-
malizzare la diocesi ambrosia-
na e toglierle la sua vivacità
nello sperimentare un catto-
licesimo attento al pluralismo
della società moderna. Signi-
ficherebbe inoltre che in Va-
ticano non riescono a sceglie-
re o scoprire una personalità
nuova all’altezza della diocesi
milanese.
ANCHE per la Chiesa in Ita-
lia l’esito dei ballottaggi del
29 maggio ha rappresentato
un terremoto. La Cei in realtà
aveva le antenne sociali per
semblea dei vescovi, apertasi
il 23 maggio, il cardinale Ba-
gnasco ha fatto emergere un
quadro opposto al paese di
cuccagna “dove i ristoranti
sono tutti pieni” (S.Berlusco-
ni). Bagnasco ha parlato di
crisi non facile, famiglie in
sofferenza, disoccupazione,
“senso di spaesamento”, pre-
cariato giovanile, contesta-
zione studentesca. Ha evoca-
to una “generazione inascol-
tata”, senza futuro.
FORSE non aveva previsto
che tantissimi cattolici del
quotidiano avrebbero trasfor-
mato tutto ciò in voto secco
contro il governo e che molti
moderati avrebbero respinto
nelle urne l’ottimismo berlu-
sconiano, che non tiene con-
to dei bilanci delle famiglie.
Ma è successo.
Lo spostamento del Paese c’è
La sconfitta
della Lega
è una boccata
d’ossigeno
per
i vertici
ecclesiastici
vertici ecclesiastici hanno
tempo per costruire la loro
strategia. La sconfitta della Le-
ga è una boccata d’ossigeno
per la Chiesa. Con un’im-
pronta stalinista la Lega – do-
ve ha potuto – ha instaurato
nel territorio un controllo ca-
pillare, tallonando parroci e
vescovi per metterli in diffi-
coltà quando volevano conte-
stare il razzismo, le vessazioni
anti-immigrati e le fobie an-
ti-islasmiche e anti-unitarie
dell’ideologia padana. Si leg-
ga l’ottimo libro di Renzo
Guolo “Chi impugna la cro-
ce”. La Chiesa del Nord ora è
più libera, perché i leghisti
pretendevano di imporre il
“vero cristianesimo del popo-
lo padano”. Le elezioni tolgo-
no l’illusione che il futuro sia
al Centro. Casini e Fini saran-
no cruciali per ogni passag-
gio, ma l’elettorato riconfer-
ma un bipolarismo di fondo.
Resta quindi da sciogliere per
la gerarchia il nodo del rap-
porto con l’area di centro-si-
nistra. La Cei deve decidere.
Da un lato può continuare a
brandire come ricatto lobbi-
stico i cosiddetti principi non
negoziabili (per imporre il ve-
to a leggi di modernizzazio-
ne) e mettersi a gridare con-
tro una “sinistra radicale”,
che per gli elettori non è af-
fatto estremista. Oppure po-
trebbe iniziare a lasciare spa-
zio all’associazionismo bian-
co e alle energie cattoliche
della società civile perché au-
tonomamente, laicamente in-
dividuino la strada per rico-
struire il Paese. Se Pio XII ha
lasciato De Gasperi trattare
con Togliatti, Bagnasco po-
trebbe pure lasciare che i cat-
tolici facciano politica con
Bersani, Vendola e Di Pietro.

LA FESTA DEL FATTO In alto a sinistra, il patriarca di

Venezia, cardinale Angelo Scola.

L’ITALIA CHE VA
In alto, una cerimonia del
Concistoro, presieduta dal papa
Benedetto XVI (FOTO ANSA)
Accanto, un’immagine della Festa
del “Fatto” a Gattatico

E QUELLA CHE NON VA

di Alessandro Ferrucci
Gattatico
ax Paiella sale sul palco
M e veste i panni di Min-
zolini, poi di Belpietro e
Cicchitto. Ascanio Celesti-
ni si aggira, chiacchiera,
beve un caffè, si siede e
ascolta. Quindi Vinicio Ca-
possela: fa le prove dal lato
opposto, a mezzanotte è il
suo momento. Siamo a Gat-
tatico, siamo alla festa del
Fatto Quotidiano dedicata al-
la Costituzione e ai referen-
dum: battute, musica, sor-
risi. Ma al centro i temi le-
gati al nostro giornale. Così
ecco l’appuntamento con
“l’Italia che va”, le piccole,
grandi storie, spesso sotto-
valutate: dal sindaco di Cas-
sinetta di Lugagnano, Do-
menico Finiguerra, prota-
gonista di una campagna a
“cemento zero”, fino a un
farmacista di Genova, Car-
lo Besana, che nel 2007 ha
venduto tutto per dedicare
il suo tempo a un quartiere
disagiato della città. Esisto-
no. Ci sono. Purtroppo co-
me l’Italia che non va.
Quella dei precari, dei ri-
cercatori, di tutti coloro i
quali nello Stivale vengono
considerati dei parassiti,
mentre all’estero diventa-
no risorse.
LO SA BENE Massimilia-
no Bottaro, da undici anni
all’Ispra, uno dei protagoni-
sti della protesta sul tetto
dell’istituto: cinquantanove
giorni per ottenere un ac-
cordo. Disatteso. Tra meno
di un mese dovrà dare l’ad-
dio all’Ispra: fine contratto,
grazie e a casa: “E pensare
che quando mando il cur-
riculum agli istituti stranieri
– racconta –, mi dicono che
sono troppo specializzato”.
È uno dei più grandi esperti
mondiali di squali. Il suo sti-
pendio fino a oggi? Mille-
duecento euro.
Molti i ragazzi ad ascoltare.
Certo meno del primo gior-
no: il tempo non è stato cle-
mente e piove, piove e an-
cora piove. Così tutti den-
tro gli spazi del Fuori Ora-
rio, un luogo suggestivo,
sembra di stare in mezzo a
un film di Fellini: una ex sta-
zione al centro della Pianu-
ra Padana, diventata circolo
Arci. Sale, salette, ristoran-
ti, spazi dibattito, carrozze
abbandonate e riadattate.
Odore di salsiccia, bicchieri
di birra e Lambrusco. Ope-
re d’arte alle pareti. Ogni
tanto passa un treno, la fer-
rovia è ancora attaccata. Il
rumore non disturba, è
un’ulteriore colonna sono-
ra. Nel frattempo il diretto-
re del Fattoquotidiano.it,
Peter Gomez, partecipa al
dibattito sulla “libertà di
espressione”. Con lui Jaco-
po Fo e altri protagonisti del
nostro giornale. Chi ascolta
- dalle inchieste su Ruby, a
quelle sul sistema Rai - com-
menta con chi gli sta vicino,
cerca di capire. Questo è il
refrain, della tre giorni: an-
dare oltre “guardarsi in fac-
cia, tornaree a discutere,
confrontarsi. Non rimanere
più legati a tutto quello che
ci vogliono propinare, ma
avere la possibilità di appro-
fondire”, spiega Edoardo,
uno dei ragazzi presenti alla
festa.
“VEDI, VENIRE qui e
trovare tutta questa gente è
emozionante – inter viene
Gianluca –. È credo sia fon-
damentale tornare a guar-
darsi in faccia. Così si supe-
ra il berlusconismo”. Ecco il
vero “escluso” della tre
giorni emiliana: del premier
vi è poca traccia. Pochi ri-
ferimenti a lui, alla sua po-
litica, al Bunga bunga o a
tutto quello che lo riguarda.
C’è altro da fare. Magari tor-
nare ad ascoltare Ascanio
Celestini recitare o Vinicio
Capossela cantare. Qui è
tutta un’altra musica.
ROMANO e gli
immobili milanesi
Icescolle9 indagini
giugno si terrà l’udienza decisiva davanti al giudice per
preliminari di Palermo per il ministro Fran-
Saverio Romano, indagato per concorso esterno in
associazione mafiosa. Domani sul Fatto potrete leggere la
seconda puntata sugli investimenti immobiliari di Romano,
che possiede numerosi bilocali in via Watt a Milano, con la
replica del ministro. Precisiamo che, come era riportato
correttamente nell’articolo dedicato ieri ai suoi immobili, il
ministro Romano è stato socio della Navigli Resort Srl che
ha costruito l’hotel Watt, un 4 stelle nella periferia mila-
nese, solo fino al gennaio del 2008, quando la Roma Uno
Immobiliare Srl, di Romano e della moglie, ha ceduto le
quote del 15% al gruppo Reitano; sempre nel 2008 Ro-
mano ha ceduto le quote della società Residenza Navigli.
Ieri nella didascalia della foto e nel richiamo di prima pa-
gina, erroneamente, era scritto che “Romano è socio al
15% dell’hotel”, ce ne scusiamo con i lettori, con il ministro
e le società interessate. In ogni caso la Navigli ha ceduto
l’immobile nel maggio del 2007 alla società di leasing Lo-
cat. Quindi l’hotel Watt già dal maggio del 2007 non ap-
partiene più alla Navigli, partecipata fino al gennaio 2008
dalla Roma Uno Immobiliare srl di Romano. (marco lillo)
Sabato 4 giugno 2011 pagina 9

CRONACA

N
CONDANNATO CATANZARO
Poseidone, prima
condanna

PER LA DIAZ U na condanna a dieci

mesi di reclusione e
23 rinvii a giudizio sono
stati disposti dal gip di
Catanzaro per
l’inchiesta Poseidone

DIVENTA QUESTORE sugli illeciti della

gestione della
depurazione in Calabria.
L’indagine era stata
avviata nel 2006 dall'ex
pubblico ministero
G8: promosso l’ex capo della Digos Luigi De Magistris.

di Genova, Spartaco Mortola

di Roberta Zunini una sede operativa, non conso- fisici mia figlia ha subi-
la. Soprattutto perché è stato to un enorme trauma Sangue sul pavimento
è un nuovo dirigente su- giudicato colpevole per aver

C’
psicologico”. La ma- della scuola Diaz, 21
periore della polizia di detto il falso circa il ritrovamen- dre di Sarah si riferisce luglio 2001. A fianco
Stato, cioè un questore to delle bottiglie incendiarie alla sfiducia della figlia Spartaco Mortola, ex capo
che vigilerà sulla sicu- presso la Diaz, il dormitorio dei nelle istituzioni italia- della Digos promosso
rezza dei cittadini italiani. Si ragazzi del social forum. La “pre- ne, tanto che si è tra- questore (F A )
OTO NSA

chiama Spartaco Mortola, me-

glio noto come ex capo della Di-
gos di Genova, condannato in
appello a 3 anni e 8 mesi per
aver coperto i sanguinosi pe-
staggi alla scuola Diaz durante il
G8 e a 1 anno e 2 mesi per in-
duzione alla falsa testimonian-
za. Secondo la sentenza suggerì
a un testimone una versione dei
senza” delle molotov era diri-
mente per sostenere che in real-
tà la scuola fosse il covo dei fa-
migerati black bloc , non del so-
cial forum, e giustificare così il
blitz. In tribunale venne però di-
mostrato che le molotov furono
messe dagli agenti di polizia.
sferita in Francia. “Mia
figlia non solo fu pe-
N
stata a sangue senza aver com- OMICIDIO CLAPS
messo alcun reato ma fu anche
sequestrata da chi avrebbe dovu- I pm: “Restivo
to difenderla – prosegue la signo- a giudizio”
ra Bartesaghi – e non le fu per-

fatti nel processo in cui lui rive-
stiva la qualità di imputato. Il
questore - vale la pena ricordar-
lo - è colui che deve esercitare
tutte le attività proprie della po-
lizia di sicurezza e della polizia
amministrativa, come emettere
ordinanze, diffide, permessi, li-
cenze, autorizzazioni, e svolge-
re anche funzioni ispettive.
“Non riteniamo opportuna que-
sta nomina – precisa Roberto
Traverso segretario provinciale
del sindacato Silp-Cglil – si sa-
rebbe dovuta attendere la sen-
tenza della Cassazione, anche
perché, in base all'appello, Mor-
tola è stato condannato all'inter-
dizione ai pubblici uffici”. Se
dunque la Cassazione, quando
verrà celebrato il processo, con-
fermerà la condanna dell’appel-
lo, Mortola non potrà continua-
re a ricoprire la carica che ha ot-
tenuto dopo aver superato un
corso di alta formazione per di-
rigenti, il 1 giugno. Il fatto che
non sia stato ancora destinato a
SPARTACO Mortola, durante
il dibattimento, sostenne che
nelle aule della scuola Diaz c'e-
rano “circa 50 persone a piano
terra, tranquille e apparente-
mente non ferite”. Tutti invece
ricordano le immagini scioccan-
ti dei giovani con la testa sangui-
nante, le ossa spezzate, tanto
che per alcuni furono necessarie
le barelle, come per Sarah Barte-
saghi. “Sarah allora aveva 21 anni
ed era andata a Genova con due
amici – ricorda la madre Enrica ,
presidente del comitato Verità e
Giustizia per Genova – l'irruzio-
ne della polizia è avvenuta men-
tre lei si stava lavando i denti pri-
ma di ripartire. Durante il pe-
staggio subì un forte trauma cra-
nico e varie contusioni. Dopo es-
sere stata un giorno in ospedale
fu trasferita nel carcere provvi-
sorio di Bolzaneto, dove i ragazzi
furono sottoposti a torture inde-
gne di un paese democratico e
quindi trasferita a Vercelli. Anco-
ra oggi mi vengono i brividi
quando penso che oltre ai danni
I sindacati: nomina
inopportuna,
se la Cassazione
conferma la sentenza
dovrà essere rimosso
messo di comunicare con nessu-
no. Dal sabato al lunedì non ho
avuto notizie di mia figlia. Nes-
suno ci disse nulla, scoprimmo
noi, dopo ripetute telefonate a
ospedali e questure che era finita
in carcere a Vercelli”. Dopo aver
chiamato le questure, certo. Per-
ché il cittadino che non sa dove
trovare un figlio scomparso, si ri-
volge innanzitutto alla questura,
la cui carica più alta potrebbe
d'ora in poi essere anche rico-
perta da un pubblico ufficiale
condannato in secondo grado
per reati connessi alla propria
funzione. Secondo Roberto Tra-
verso “questa no-
mina non aiuta chi
come il Silp per la
Cgil si batte ogni
giorno per l'imma-
gine e i valori demo-
cratici della Polizia
di Stato. Lo scorso
anno il Viminale so-
stenne che la nomi-
na non sarebbe sta-
ta imminente, inve-
ce si è verificato l'opposto”.
MA ANCHE secondo Massi-
mo Valeri - segretario della pro-
vincia di Genova del Sap, il sin-
dacato autonomo di polizia - “sa-
rebbe stato opportuno aspettare
la sentenza definitiva prima di
procedere alla promozione di
Mortola”. Un salto di carriera
che suona come “un'assunzione
di paternità dell'intera vicenda
da parte del governo”, sottoli-
neano Lorenzo Guadagnucci, il
cronista del Resto del Carlino che si
trovava nella scuola e riportò la
rottura dello scafoide e Vittorio
Agnoletto, allora portavoce del
social forum, che hanno appena
pubblicato un libro L'eclisse della
democrazia, per non dimenticare
il decimo anniversario del G8.
Un monito rivolto a tutto il mon-
do politico, all'opposizione, il
cui silenzio di fronte a questa
promozione è eloquente. “Se-
condo la Convezione europea
dei diritti dell’uomo - sottolinea-
no gli autori del libro - quando un
pubblico ufficiale è inquisito per
reati in violazione di diritti fon-
damentali, deve essere immedia-
tamente sospeso e quando è
condannato deve essere rimos-
so”. Il nome di Mortola è com-
parso anche nelle carte dell'in-
chiesta sui legami scomodi tra
l'ex questore di Genova, Oscar
Fiorolli e Fouzi Hadj, un impren-
ditore siriano che un Comitato di
esperti nominato dal Consiglio
di sicurezza dell’Onu, indica co-
me trafficante d'armi. Mortola
sarebbe amico del siriano e un
suo parente avrebbe trovato un
lavoro in Guinea grazie a lui.
L a procura di
Salerno ha
chiesto il rinvio a
giudizio per Danilo
Restivo, indagato per
l’omicidio di Elisa
Claps. La studentessa
potentina scomparve
il 12 settembre del
1993: i suoi resti
vennero trovati nella
Chiesa della
Santissima Trinità di
Potenza nel marzo
2010.
BERGAMO
Aiazzone, altri
tentativi di furto
L e forze
dell'ordine hanno
deciso di mettere dei
lucchetti ai cancelli
dell’ex mobilificio
Aiazzone di Pognano,
nel bergamasco:
stanno continuando i
tentativi di furto. Con
il diffondersi della
notizia dei tentati
furti di massa, altri

Dalla Sars al batterio E.coli, storia di allarmi clienti o dipendenti

FAZIO AI NAS: INTENSIFICARE I CONTROLLI. I CONSUMATORI CHIEDONO LO STOP ALLE IMPORTAZIONI
di Giampiero Gramaglia
a paura del batterio killer attana-
Lfensiva
glia l'Europa e costringe sulla di-
il Mondo intero. L'Oms, l'Or-
ganizzazione mondiale della Sanità,
calcola finora almeno 18 vittime e
2000 casi in 12 Paesi. Tutti i focolai
emersi negli ultimi 10 giorni, da quan-
do il batterio s'è manifestato, paiono
in qualche modo connessi al Nord
della Germania, dove si contano qua-
si tutte le vittime. Ma casi si registrano
anche in Svezia, Danimarca, Olanda,
Francia e altrove. Statistiche e mappe
restano imprecise, perché il fenome-
no e nuovo e le diagnosi non sono
sempre attendibili. Gli ultimi bollet-
tini sanitari sono incoraggianti, o for-
se ottimistici: l'epidemia si starebbe
“stabilizzando”, affermano le autori-
tà sanitarie tedesche. E il ministro del-
la salute Ferruccio Fazio esclude che
vi siano rischi in Italia, ordina ai Nas di
rafforzare i controlli e dà consigli a chi
deve recarsi nel Nord della Germa-
nia: “Non mangiare cibi non cotti”.
Ma la paura pesa pur sugli scambi e fa
scattare allarmi economici. E se l'U-
nione europea fa scattare i meccani-
smi d'emergenza a tutela della sicu-
rezza alimentare, Mosca blocca l'im-
port di legumi dall'Ue, Bruxelles pro-
testa, Madrid chiede i danni a Berlino
perché la colpa era stata inizialmente
data ai cetrioli spagnoli (che pare non
c'entrino nulla). In Italia, almeno
un'organizzazione di consumatori, il
Codacons, chiede lo stop dell'import
di ortofrutta, mentre la Coldiretti cal-
cola in 20 milioni di euro le perdite
per i produttori di cetrioli e in 5 mi-
liardi di euro le perdite causate dalle
psicosi alimentari-sanitarie degli ulti-
mi anni.
E, IN EFFETTI, gli allarmi si sono
susseguiti nel corso degli anni, dalla
mucca pazza all'epidemia d'afta ai casi
di contraffazione (quelle del vino in
primo luogo, per quanto ci riguarda).
E poi i timori di pandemia, la Sars pri-
ma, l'aviaria poi, la suina infine, pesti-
lenze universali mai finora esplose
con la virulenza temuta, forse anche
perché l'allarme fu forte e il più tem-
pestivo possibile. E le barriere di pro-
tezione poste si rivelarono, dopo una
fase di panico iniziale, effiaci (e, ma-
gari, con il senno di poi, esagerate).
Tossine ritrovate
su un salame di cervo
prodotto in Italia.
Il ministero: nessun
caso nel nostro Paese
hanno infatti cercato
di approfittare
dell’occasione.
Finora sono state
identificate circa
La Sars, acronimo per sindrome respi- meno fino ad ora, essendo ancora cinquanta persone.
ratoria acuta grave, ua polmonite ati- ignote le origini e i percorsi del con-
TERREMOTO ALL’AQUILA
pica comparve in Cina nel 2002 e ar-
rivo' in Occidente nel 2003: oltre
8000 i casi accertati, circa 800 i morti.
tagio, la prevenzione si limita a con-
sigli d'igiene di base: lavare bene le
verdure con acqua calda e mangiarle L’81% dei bimbi
Nel 2005 fu la volta del virus aviario solo cotte. Eppure, la battaglia contro soffre d’ansia
H5N1, una pandemia 'mancata', una questo batterio killer, non ancora vin-
"bomba - avvertono gli esperti - ine-
splosa", ma mai davvero “disinnesca-
ta” perché il microorganismo potreb-
ta, diventa già una guerra economica e
commerciale. E consumatori e pro-
duttori si schierano gli uni contro gli
L’ 81% dei
bambini e
adolescenti
be sempre “imparare” come passare altri, come se il contagio non fosse una dell’Aquila presenta
dai polli all'uomo. Invece, la “suina” minaccia per tutti. disturbi d’ansia dopo
quasi subito preferì l’uomo ai maiali e il terremoto di due
due anni fa, nel 2009, sotto il nome di DALL'EUROPA alla Cina, biologi e anni fa. Nel resto
influenza da virus A/H1N1, fu la prima medici sono al lavoro, con qualche ini- d’Abruzzo la media è
pandemia ufficialmente dichiarata ziale successo. L'Oms sa ormai che il del 30%. I dati sono
dall’Oms nel XXI Secolo. In Italia, la batterio killer e' una variante mai vista stati presentati
“suina” ha fatto circa 300 morti, su cir- prima dell'Escherichia coli, lo all’ospedale
ca 20mila decessi nel mondo. Dopo la O104:H4, diverso e distinto dai suoi pediatrico Bambin
dichiarazione ufficiale di fine pande- 174 parenti noti, generato da una mu- Gesù di Roma. Tra i
mia, il 10 agosto 2010, l’H1N1 è stato tazione che resta misteriosa. I batteri bambini di età
declassato a virus stagionale, lascian- della famiglia producono tutti la stessa compresa fra i 3 e i 5
do dietro di se' decine di milioni di do- tossina, che da sola non basta a spie- anni, non sono state
si di vaccino inutilizzate. Stavolta, al- gare, però, la letalità dell'epidemia di rilevate particolari
gastroenterite con danni renali. Scien- differenze tra
ziati ed esperti giudicano lo O104:H4 aquilani e i coetanei
“altamente tossico”. E i ricercatori ci-
nesi che hanno decodificato il geno-
abruzzesi. Le
differenze invece si
ma indicano che il ceppo contiene “di-
versi geni resistenti agli antibiotici”.
notano confrontando
i risultati dei bambini
Tracce delle tossine sono state trovate tra i 6 e i 14 anni. I
pure su un salame di cervo prodotto in disturbi d’ansia
Italia: come ci siano arrivate, ancora colpiscono 8 piccoli
non si sa. Ma il ministero precisa: nes- aquilani su 10 (nel
sun caso è stato registrato nel nostro resto della regione,
Paese. solo 3).
pagina 10
FINCANTIERI SCHERZAVA
Il numero uno Bono ritira il piano,
il Pdl lo attacca- Gli operai in festa applaudono Romani
di Salvatore Cannavò
a responsabilità della vi-
L cenda il presidente di Fin-
cantieri, Giuseppe Bono,
se la prende tutta. E infatti
vuole essere lui, al tavolo con-
vocato dal governo presso il mi-
nistero del Lavoro, a dire ai sin-
dacati che “il piano è ritirato, il
progetto industriale non esiste
più, non c'è più”. Una frase sec-
ca che scandisce l'intera giorna-
ta motivando la soddisfazione
dei sindacati, la gioia dei lavora-
tori - la cui mobilitazione ha pa-
gato - e un diluvio di dichiara-
zioni da parte del mondo poli-
tico.
A rimanere sconcertata è so-
prattutto la maggioranza di go-
verno che non riesce a capire
perché sia stata gettata una
“bomba sociale” nel pieno della
campagna elettorale. “Bono è
un irresponsabile e ci deve delle
spiegazioni”, dice infatti il capo-
gruppo alla Camera del Pdl, Fa-
brizio Cicchitto, mentre tutti gli
osservatori della vicenda sono
concordi nel testimoniare l'ira
di Giulio Tremonti per una mos-
sa che non si potrebbe definire
politicamente più improvvida.
Il piano di Bono, infatti, preve-
deva 2.551 licenziamenti e la
chiusura di due stabilimenti –
Sestri Ponente e Castellammare
di Stabia – con significativa ridu-
zione per l'altro stabilimento li-
gure di Riva Trigoso. Un massa-
cro motivato con la crisi della
cantieristica navale.
IERI TUTTO questo è stato
messo da parte e il governo, con
il volto tranquillo del ministro
dello Sviluppo economico, Pao-
lo Romani, ha voluto spingere
sul tasto delle rassicurazioni. Ci
saranno i tavoli regionali in Ligu-
ria e Campania per vagliare le ini-
ziative industriali e ci sarà un ta-
volo nazionale per garantire il
necessario coordinamento. Ro-
mani si è anche spinto oltre: la-
sciando il ministero accerchiato
da qualche migliaio di lavorato-
ri, giunti a Roma per la manife-
stazione nazionale del gruppo –
e reduci da un po' di spintoni e di
cortei improvvisati per la città –
ha preso in mano un megafono e
ha parlato agli operai che hanno
mostrato di gradire, riservando-
gli un applauso.
Il governo, ieri, oltre a “farsi bel-
lo” ha cercato di rassicurare an-
che sul fronte degli acquisti ga-
rantendo alcune commesse.
Due navi oceanografiche per il
ministero dell'Istruzione e ricer-
Lavoratori in festa dopo il ritiro del piano. In basso, il ministro Paolo Romani arringa la folla (FOTO EMBLEMA)
Escono dalla vertenza i 2.551
licenziamenti e le chiusure di
Sestri Ponente e Castellammare
ca, una nave da assegnare alla
Protezione civile, 2 pattugliato-
ri, che erano stati già promessi
allo stabilimento di Castellam-
mare, al quale sono stati antici-
pati altri carichi di lavoro legati a
non meglio precisate navi colle-
gate al ciclo dei rifiuti. Poi ci so-
no anche le commesse militari
con il rilancio delle 6 fregate
Fremm, di cui 4 già finanziate.
Romani si è detto anche sicuro
di poter attingere ai finanzia-
menti europei nonostante la
problematica degli aiuti di Sta-
to.
Per il sindacato si tratta di buone
proposte ma insufficienti a ga-
rantire un vero futuro all'azien-
da. “Interventi tampone”, li de-
finisce Alessandro Pagano che
segue la vertenza per conto della
Fiom. La sua proposta, invece, è
quella di riprendere la vecchia
tradizione dell'azienda basata
sulla “diversificazione”. “Negli
ultimi anni si è puntato tutto so-
lo su navi da crociera e commes-
se militari”, dice Pagano. Poi c'è
stato il crollo delle prime, che
ora vede una leggera ripresa, ma
non in grado di recuperare gli or-
dinativi di quattro anni fa, men-
tre le commesse militari hanno
risentito dei tagli al bilancio e
dello strapotere dell'Aeronauti-
la speranza
scende
in piazza
Roma 9 -11 giugno 2011
Sala del Centro Studi Americani Via Michelangelo Caetani, 32
Segreteria organizzativa e Info primaverearabe@
ca e dell'Esercito nei confronti
della Marina.
“Occorre fare altre cose”, ag-
giunge Pagano, “i traghetti, le na-
vi traghetto per trasporto merci
(le “ro-ro” nel linguaggio tecni-
co)” e soprattutto una proposta
di sinergia industriale interna al-
l'intervento pubblico: la costru-
zione delle piattaforme off-sho-
re in collaborazione con Eni che
ad oggi non utilizza il contributo
di Fincantieri. Fare le piattafor-
me significa anche costruire na-
vi di supporto e dare spazio a un
settore ad alto valore aggiunto.
Ma serve la volontà politica”.
LA CRISI, dunque, non è risol-
ta e i punti di difficoltà torneran-
no a ripresentarsi, tanto che Ro-
mani ha ricordato il ricorso alla
cassa integrazione. Mentre il ma-
nagement di Fincantieri ha volu-
to ribadire in serata che “il Piano
presentato alle organizzazioni
sindacali non era frutto di un'im-
provvisazione, ma di una rifles-
sione approfondita delle com-
plesse analisi del mercato in una
logica di costante confronto tan-
to all'interno quanto all'esterno
dell'azienda, in tutte le sedi de-
putate”. Il ritiro non è quindi un
ripensamento ma ha avuto lo
scopo “di restituire serenità e ra-
L’Europa e le primavere arabe
@ilmanifesto.it
cell. 388 9567482
ECONOMIA
zionalità ad una vicenda così
complessa che non può essere
affrontata con la pur compren-
sibile emotività del momento”.
Fincantieri mette l'accento sulla
crisi mondiale che ha già prodot-
to la perdita di 50 mila posti in
Europa negli ultimi tre anni,
mentre il piano contestato ha
puntato “alla difesa e al rilancio
dell'ampio network dei propri
cantieri”. Insomma, l'azienda
sembra volersi deresponsabiliz-
zare per quello che accadrà in se-
guito. Si vedrà se Giuseppe Bono
manterrà il suo posto dopo una
vicenda così assurda: se fosse il
manager di una società privata
probabilmente si sarebbe già di-
messo. In questo caso deve pri-
ma capire cosa ne pensa Giulio
Tremonti, in silenzio dall'inizio
della vertenza.
TRATTATIVE
E ORA SI PARTE
CON IL TAVOLO INFINITO
di Giorgio Meletti
dirigenti del Pdl hanno ben
Inerdì
presente che la sera di ve-
27 maggio, accando a
Luigi De Magistris impegnato
sul lungomare di Napoli nel
comizio conclusivo della sua
trionfale campagna elettora-
le, ha preso la parola un ope-
raio della Fincantieri di Ca-
stellammare di Stabia, giusta-
mente inferocito perché gli
era stata appena annunciata
la perdita del posto di lavoro.
Ed è quindi comprensibile la
rabbia di chi si chiede a che
gioco stia giocando Giusep-
pe Bono, il numero uno della
società cantieristica pubbli-
ca, che scatena l’inferno alla
vigilia delle amministrative e
fa marcia indietro subito do-
po la chiusura delle urne.
Siccome è difficile immagina-
re che mister Fincantieri, da
sempre manager pubblico di
origine socialista, sia un infil-
trato di De Magistris, bisogna
cercare altre spiegazioni.
Bono ha un unico azionista, il
ministro dell’Economia Giu-
lio Tremonti, con il quale so-
stiene di non parlare da mesi,
e non perché siano in fredda,
ma perché, sostiene il mana-
ger, le aziende le mandano
avanti i consigli d’ammini-
strazione. Quindi è in questo
quadro di autonomia gestio-
nale che ha presentato ai sin-
dacati il suo piano lacrime e
Sabato 4 giugno 2011
sangue, designato ad assorbi-
re gli effetti di una profonda
crisi mondiale della cantieri-
stica. Siccome non è Forrest
Gump, è lecito immaginare
che la scelta di tempo sia do-
vuta alla ricerca del maggior
clamore possibile intorno al
destino dell’azienda che gui-
da da quasi dieci anni. Ed è an-
che possibile che il provviso-
rio ritiro del piano torni utile
al governo per abbassare la
pressione della protesta so-
ciale alla vigilia dei quattro re-
ferendum del 12-13 giugno.
C’è un passaggio nella nota
diffusa ieri dalla Fincantieri
che va segnalato per la sua
singolarità: “Il ritiro del Piano
ha lo scopo di restituire sere-
nità e razionalità ad una vi-
cenda così complessa che
non può essere affrontata
con la pur comprensibile
emotività del momento”. La
logica è ferrea: se ti annuncio
che sei licenziato si apre una
discussione viziata da pur
comprensibile emotività.
Quindi è meglio discutere
prima, e annunciare il licen-
ziamento a fine discussione.
É uno dei più classici esempi
di come questioni così com-
plesse e delicate vengano af-
frontate con i giochi di parole
della politica. Ieri si è deciso
di aprire una serie indefinita
di “tavoli”: tavoli regionali, ta-
volo nazionale “di coordina-
mento”. Tutti intorno al tavo-
lo a discutere di cose che sul
tavolo ci sono da anni, e che
finora il governo, ma anche i
vertici sindacali, hanno ben
volentieri rimandato.
Anche stavolta, tra promesse
di discussioni infinite, svele-
nimenti del clima, vaghe pro-
messe di nuove commesse
pubbliche (con navi da guer-
ra che vanno e vengono senza
capire chi le paga) chi do-
vrebbe assumersi la respon-
sabilità di indicare la strada
cerca solo di rinviare i proble-
mi. Fino al giorno in cui il li-
cenziamento arriverà lo stes-
so, ma la situazione potrà dir-
si “incancrenita” e i lavoratori
saranno accusati di assisten-
zialismo.
Sabato 4 giugno 2011 pagina 11

ECONOMIA

LA MARCEGAGLIA
ratori giustificando in questo
modo la costituzione della Nuo-
va Inde.

Il giudice ordina
le assunzioni

CONDANNATA MA IL GIUDICE osserva che

non si capisce perché quei lavo-
ratori siano stati collocati in
azienda nella sezione della zin-

A 40 ASSUNZIONI
catura – senza alcuna formazio-
ne – così non si capisce perché
riacquistare la Nuova Inde a 100
mila euro se non per fare un fa-
vore alla Danieli che aveva evi-
dentemente sostenuto dei costi
per aiutare l'impresa amica.
L’azienda di Mantova sanzionata “E’ sorprendente che nelle
aziende della presidente di Con-
findustria accadano violazioni
per comportamento antisindacale La presidente della Confindustria Emma Marcegaglia (FOTO EMBLEMA)
di questa gravità nelle relazioni
sindacali”,
commenta il
l gruppo Marcegaglia è sta- spiega il giudice, sulla vertenza ca, dal capitale sociale di soli 10 l’accordo aziendale sul salario Precari assunti con una segretario re-

I to condannato dal Tribu-

nale di Ravenna per com-
portamento antisindacale.
Il giudice del lavoro Roberto
Riverso ha stabilito, come si
per il salario di ingresso defini-
ta “del tutto lecita” anche dalla
Fiom. Ma quello che non è sta-
to accettato è aver creato una
società parallela finalizzata so-
mila euro, era stata costituita
nell'ambito del gruppo Danieli
società friulana, evidentemente
amica, e poi riacquistata da Mar-
cegaglia per 100 mila euro.
di ingresso”.

legge nella sentenza deposita-
ta ieri mattina, che Marcega-
glia spa ha violato “l’articolo
28 dello Statuto dei lavorato-
ri”. Il giudice ha dato ragione
alla Fiom Cgil che lo scorso 27
aprile aveva presentato ricor-
so per chiedere accertamenti
sull’utilizzo, da parte di Marce-
gaglia Spa, “di dipendenti as-
sunti da una diversa società
(Nuova Inde srl) nell’attività di
produzione durante le trattati-
ve per il salario di ingresso”. Di
fatto, mentre contrattava con il
sindacato, l'azienda della pre-
sidente di Confindustria si in-
ventava una “new.co” per de-
potenziare la trattativa e, se-
condo la Fiom, ricattare i lavo-
ratori. Nessuna intromissione,
lo a condizionare la trattativa.
“In frode
alla legge”
LA VICENDA è cominciata al-
la fine del 2010, quando Marce-
gaglia spa aveva annunciato l’as-
sunzione di 200 apprendisti, di
cui 100 a Ravenna, condizionati
a un “salario di ingresso”. Men-
tre era in corso la trattativa con il
sindacato, Marcegaglia aveva
fatto entrare in azienda 40 lavo-
ratori attraverso la società Nuo-
va Inde, con un salario più basso
rispetto a quello previsto dal
contratto nazionale. La piccola
“new.co”, come si definisce in
gergo una società nuova di zec-
I 40 lavoratori sono stati così as-
sunti formalmente a Udine e poi
distaccati nella sede di Ravenna.
Ma i colloqui per la loro assun-
zione si sono svolti a Ravenna,
esattamente presso l'hotel Holi-
day Inn, alla presenza dei diri-
genti di Marcegaglia, particola-
re “che ne rivela la vera natura di
datore di lavoro”, scrive il giudi-
ce. Ad aprile 2011 sono poi stati
assunti nella casa madre. Secon-
do il giudice “l’articolata vicen-
da [è] stata costruita ad arte per
far sì che Marcegaglia spa, par-
tner tecnologico e strategico
del gruppo Danieli, potesse ave-
re a disposizione lavoratori a
buon mercato, da utilizzare nor-
malmente nella produzione,
nelle more della definizione del-
Lavoratori
senza formazione
CONTA QUI, secondo River-
so, “come furono introdotti 40
lavoratori all’interno dello stabi-
limento di Ravenna, senza ap-
plicare loro il contratto azienda-
le in essere, mentre si stava trat-
tando sul salario di ingresso e il
sindacato aveva espresso unita-
riamente una posizione contra-
ria a quella datoriale; conta aver
messo il sindacato dinanzi al fat-
to compiuto della presenza in
azienda di 40 lavoratori, attra-
verso una decisione illecita ed
in frode della legge, violando gli
accordi e superando le trattati-
ve in essere; conta avere negato
il ruolo del sindacato, la cui pre-
cipua funzione è contrattare ac-
cordi e vederli rispettati dalla
società di comodo
e immessi in azienda
a salario ridotto
durante una vertenza
controparte datoriale”.
L'azienda, tra l'altro, era così si-
cura di sé che, come riporta il
verbale della sentenza, il diret-
tore dello stabilimento, ospite
di “Ravenna tv”, si lasciava scap-
pare senza esitazioni: “Abbiamo
bisogno di altri 100 dipendenti,
40 dei quali sono già in Marce-
gaglia assunti da altra società”.
Sicurezza poi smentita nel cor-
so del procedimento giudizia-
rio dalla stessa azienda che inve-
ce ha sostenuto la tesi di una ne-
cessità contingente di quei lavo-
gionale della
Fiom, Mirco
Rota. Marce-
gaglia al mo-
mento, fatto
salvo il ricorso
in appello, pa-
ga caro. Il giu-
dice, infatti,
ha stabilito la
cessazione
immediata del comportamento
antisindacale e quindi l'assun-
zione a tempo indeterminato
dei 40 lavoratori fin dalla data di
ingresso nello stabilimento di
Ravenna e applicando loro le
condizioni degli altri lavoratori.
Si tratta di arretrati per circa 30
mila euro a lavoratore a cui si ag-
giunge, per l'impresa, il versa-
mento dei contributi previden-
ziali che, nei contratti di appren-
distato, erano invece a carico
dello Stato.
Sal. Can.

CHRYSLER, OBAMA
INCORONA MARCHIONNE
di Vittorio Malagutti (le altre sono Gm e Ford) ha restituito 7,5 mi-
Milano liardi di dollari di prestiti pubblici.

ADESSO IL GOVERNO canadese possiede

Bno,arack Obama, che è già in campagna elet-
torale per le presidenziali del prossimo an-
non vedeva l'ora di dimostrare che i soldi
ancora l'1,5 per cento, mentre Veba, il fondo
pensione del sindacato americano, controlla il
pubblici investiti per salvare l'industria del- restante 46 per cento circa. Ieri però Fiat ha
l'auto stanno tornando al mittente a tempo di rilevato per 75 milioni di dollari anche un’op-
record. Con buona pace dell'opposizione re- zione d’acquisto della quota di Veba ceduta dal
pubblicana che continua a dipingerlo come Tesoro Usa e da quello canadese. Esercitando
un pericoloso socialista. Sergio Marchionne, questo diritto d’acquisto il capitale di Chrysler
da parte sua, aveva fretta di conquistare la passerebbe quasi per intero in mani italiane.
quota di maggioranza di una Chrysler in gran- Opzione a parte, Marchionne ha comunque
de rimonta per integrarla e magari fonderla il fin d’ora il controllo di Chrysler, che verrà con-
prima possibile con la Fiat che invece stenta. solidata nei conti di Fiat già a partire dallo scor-
Risultato: il presidente e il supermanager si so 24 maggio, quando il Lingotto è salito da 30
sono incontrati ieri a Toledo, nell'Ohio, per al 46 per cento della casa americana con un
concludere quello che per entrambi ha l'aria investimento di 1,26 miliardi di dollari. La pro-
di un grande affare. Nella cornice di uno dei spettiva di una fusione tra le due aziende ap-
più importanti stabilimenti americani della pare quindi sempre più probabile, mentre po-
Chrysler, il capo del Lingotto ha dato l'annun- trebbe essere rivisto il piano che prevedeva en-
cio che tutti attendevano. Fiat compra per tro l’anno lo sbarco in Borsa di Chysler. “Non ci
500 milioni di dollari (circa 345 milioni di eu- sono scadenze per il collocamento”, ha dichia-
ro) il 6 per cento della casa automobilistica rato ieri Marchionne.
americana messo in vendita dal Tesoro Usa. Intanto è la Borsa italiana a festeggiare l’ultimo
successo americano del Lingotto. Ieri i titoli
GRAZIE A QUESTA operazione il gruppo Fiat hanno fatto un balzo del 3,6 per cento con-
italiano arriva alla maggioranza di Chrysler fermando che ormai la quotazione corre al trai-
con il 52 per cento del capitale, mentre la Casa no delle notizie da Oltreatlantico. Dalle nostre
Bianca esce una volta per tutte dall'azionaria- parti, in effetti, c’è poco da festeggiare. I dati di
to. Obama può così a buon vendita sul mercato nazionale diffusi
diritto sbandierare il succes- Sergio Marchionne (F A ) due giorni fa accreditano la Fiat di
OTO NSA

so del piano di salvataggio progresso del 4,5 per cento rispetto al

dell’industria automobilisti- maggio 2010. E’ il primo risultato po-
ca. Dopo il crollo del 2008, sitivo da molti mesi a questa parte, ma
l’amministrazione Usa ha è davvero poca cosa. Da gennaio a
speso circa 12,5 miliardi di maggio di quest’anno il gruppo di To-
dollari per salvare Chrysler e rino ha visto diminuire del 20 per cen-
almeno 11,3 miliardi sono to circa le sue vendite in Italia.
stati recuperati. Giusto il me- Chrysler invece è in piena rimonta. Il
se scorso la più piccola delle mese scorso le consegne sono au-
tre storiche case di Detroit mentate del 10 per cento rispetto allo
stesso periodo del 2010. “Sono stati
fatti progressi enormi”, ha scritto il se-
La Fiat sborsa altri 500 gretario al Tesoro Usa Tim Geithner in un edi-
toriale sul Washington Post commentando i ri-
milioni di dollari e sale sultati del gruppo Usa dopo il salvataggio a ca-
rico delle casse pubbliche. In altre parole
Chrysler vede ormai a portata di mano gli am-
al 52 per cento della biziosi obbiettivi del piano industriale. Mar-
chionne invece deve ancora spiegare come fa-
casa americana. rà la Fiat a tagliare il traguardo di 2,2 milioni di
auto vendute nel 2011, così come annunciato
Fusione più vicina a inizio anno.
pagina 12 Sabato 4 giugno 2011

DAL MONDO

DROGA GLOBALE
MEZZO SECOLO
DI FALLIMENTI
Documento Onu sull’inutilità della
criminalizzazione. “Bisogna legalizzare”
di Angela Vitaliano GIUSTIZIA PER SREBRENICA
New York

eader politici e le persona-

L lità pubbliche dovrebbero
avere il coraggio di ammet-
tere pubblicamente ciò
che molti di loro riconoscono in
privato e cioè che l’esperienza
dimostra in maniera indiscutibi-
le che le strategie repressive non
risolvono il problema della dro-
ga e che la guerra alla droga non
è stata vinta e non lo sarà”. A met-
terlo nero su bianco il rapporto
della Commissione Globale sul-
le Politiche delle droghe, organi-
smo che riunisce leader di tutto
il mondo, fra i quali l’ex segreta-
rio dell’Onu, Kofi Annan e intel-
lettuali come il premio Nobel
per la letteratura Mario Vargas
Llosa, oltre a un gruppo di vip fra
cui le attrici Dame Judi e Julie
Christie, Sting, il patron della
Virgin Sir Richard Branson, il re-
gista Mike Leigh e l’attrice Kathy
Burke. Nel corso di una confe-
renza stampa a New York i 19
membri della commissione han-
no presentato dati destinati a far
discutere e creare polemiche.
“IL FATTO È – ha detto Fernan-
do Henrique Cardoso, ex presi-
dente del Brasile - che la guerra
alla droga è un fallimento e am-
mettere questo fallimento non si-
gnifica che non si possa fare nulla
contro di essa. Bisogna agire. Le
droghe si stanno infiltrando in
tanti sistemi politici del mondo.
La corruzione sta aumentando e
sta aumentando parallelamente il
consumo di droga”.
Il rapporto insiste anche sulla ne-
cessità di smettere di trattare i
tossico dipendenti come dei sog-
getti pericolosi dal momento che
loro “non fanno male agli altri” e
per questa ragione i governi do-
Afghanistan Un campo di papaveri da oppio
vrebbero compiere un’inversio-
ne di tendenza passando dalla cri-
minalizzazione dell’uso della dro-
ga alla sperimentazione di “mo-
delli di legalità, “che minerebbe-
ro finalmente la rete criminale,
focalizzandosi, inoltre, sul sup-
porto medico/psicologico da of-
frire a coloro che ne hanno biso-
gno”. Parole che hanno acquisito
un suono particolarmente sim-
bolico pronunciate a New York,
dal momento che gli Stati Uniti
sono uno dei paesi verso cui la
“La corruzione
aumenta
e aumenta,
in parallelo,
il consumo
degli
stupefacenti”
Commissione si è mostrata più
critica chiedendo di diventare,
invece, leader nel cambiamento
delle politiche di lotta alla droga,
passando dall’attuale sistema ba-
sato soprattutto sulla guerra al
crimine ad uno incentrato sui di-
ritti umani e sull’assistenza sani-
taria. “Noi speriamo – ha detto
l’ex presidente della Colombia,
Cesar Gaviria, parlando – che gli
Stati Uniti possano almeno co-
minciare a pensare che esistano
delle alternative. Noi non vedia-
mo al momento che il paese stia
andando in una direzione compa-
tibile con gli interessi a lungo ter-
mine per i nostri paesi”.
IMMEDIATA la presa di posi-
zione del governo italiano che, in
un documento ufficiale ribadi-
sce, in risposta al rapporto della
Commissione, che la tossicodi-
pendenza è una malattia preveni-
bile, curabile e guaribile e la le-
galizzazione del commercio del-
le sostanze stupefacenti non può
essere la soluzione alla diffusione
delle droghe nel mondo.
“BUGIE MOSTRUOSE” ALL’AJA
MLADIC MASSACRA LA VERITÀ
di Massimiliano Sfregola
Amsterdam
rima udienza davanti al Tribunale interna-
Pgenerale
zionale dell’Aja (Icty) per Ratko Mladic l’ex
serbo-bosniaco, alla sbarra per geno-
cidio e crimini di guerra nell’ex Yugoslavia. Tra
le accuse il massacro di Srebrenica, ritenuto il
più efferato crimine contro l’umanità compiu-
to in Europa dalla fine della Seconda guerra
Vittima e carnefice Mladic all’Aja. In alto, Izudin
Alic accanto alla tomba del padre a Srebrenica e, nel
1995, l’incontro con il generale serbo (FOTO XXXX)
mondiale, dove vennero sterminati circa 7.000
musulmani bosniaci e l’assedio di Sarajevo, du-
rato 4 anni, che costò la vita a 12.000 perso-
ne.
Ricercato dalla giustizia internazionale da ben
16 anni, Mladic ha esordito davanti all’Aja, re-
spingendo la legittimità stessa del procedimen-
to intentato contro di lui e definendo le accuse
di geonocidio “mostruose”. Ha poi protestato
con uno dei 3 giudici che presiedono la Corte,
l’olandese Alphons Orie, sostenendo di non
voler sentire nulla di quelle accuse ma di fronte
all’impassibilità di quello, nello scandire le
atrocità contestate, l’ ex colonnello dell’ultimo
esercito jugoslavo, si è limitato a chiedere due
mesi per studiare le “offensive” accuse, come
le ha definite, che gli vengono rivolte. La corte
ha però riaggiornato il dibattito al 4 luglio, con-
cedendo all’imputato solo un mese di tempo
per organizzare la propria difesa.
Mentre la stampa di tutto il mondo, commenta
la prima giornata dell’Aja, l’agenzia France Press
si sofferma sul grido di dolore dei familiari delle
vittime, che dalla Bosnia stanno seguendo il
processo su internet: “Ci ha portato via i nostri
cari: solo le madri di Srebrenica e i loro figli
rimasti senza un padre dovrebbero giudicarlo”
ha detto Mejira Djogaz, che ha perso 2 figli per
mano delle truppe del ‘Macellaio di Bosnia’.
Stesso sentimento per Nura Alispahic, che ave-
va assistito alle raccapriccianti immagini del-
l’uccisione del figlio in tv , quando venne tra-
smesso un video ripreso dalle truppe parami-
litari.
“CHE BRUCI ALL’INFERNO” è stato il
disperato grido di vendetta delle madri di Bo-
snia mentre all’Aja la preoccupazione è di fare
presto, per fare giungere il processo a sentenza;
Mladic, infatti, sostiene di essere malato di can-
cro, e benchè la Corte non abbia certezze sul
suo reale stato di salute, vuole evitare l’ipotesi di
un secondo caso Milosevic, concluso senza sen-
tenza, con la morte dell’ex presidente.
E a breve potrebbe emergere un’altra questione
per il Tribunale Penale per l’ex-jugoslavia: Al-
phons Orie, uno dei tre presidenti, venne rimos-
so nel 2008 dalla Corte mentre presiedeva l’al-
tro grande processo, quello contro Radovan Ka-
radzic., che ne aveva richiesto la ricusazione a
causa, disse, di prove schiaccianti di pregiudizio
anti-serbo. I motivi ufficiali della rimozione del
giudice olandese furono altri ma ben poco con-
vincenti, tanto da far ritenere che Mladic possa
tentare di giocare questo precedente a suo fa-
vore.

In Cile riaffiora la memoria

Anche un ruscello per cancellare le prove su Neruda

di Maurizio Chierici nuncia contro il generale autopro- forza di chi non si vuole arrendere. vador. Non si può essere ucciso. Lo straordinario pluralismo del nostro amici. Scappati, nascosti. Solo Co-
clamato senatore vita. “Che vergo- Lo ha salutato dicendogli: sembra hanno massacrato”. Si piega sul governo. Dall’altra parte arlecchini e loane risponde al telefono con la vo-

Pda: inochet avrebbe ordinato di an-

ticipare la morte di Pablo Neru-
“Non lo ha ucciso il cancro, ma i
sicari del generale pochi giorni dopo
il colpo di stato, 23 settembre
1973”, otto giorni dopo la fine di
Salvador Allende. L’avvocato
Eduardo Contreras ha chiesto al
procuratore di Santiago del Cile,
Mario Carrozza, di aprire un’inda-
gine. Carrozza sta indagando su
726 “morti incerte” seguite al gol-
pe dei militari e qualche giorno fa ha
ordinato di esumare la salma di Al-
lende. Le testimonianze sul suicidio
vengono contestate da testimoni
che 40 anni dopo hanno trovato il
coraggio di parlare. E le indagini ri-
cominciano a correre. Ha già sco-
perto che Frei, presidente democri-
stiano prima di Allende, era sano
come un pesce, nessun malore: solo
veleno di stato. Al telefono ritrovo
l’indignazione dell’avvocato. Era un
ragazzo quando governa la campa-
gna elettorale che fa vincere Allen-
de. Poi l’esilio, poi il ritorno e appena
a Santiago presenta la prima de-
gna…”: Contreras si agitava nello
studio affacciato sulla Moneda, pa-
lazzo di governo nel quale Allende è
stato trovato morto. Chiede e ottie-
ne la revoca della sua immunità
parlamentare.
ORA UNA testimonianza apre
il caso Neruda: dichiarazione dell’
autista del poeta, Manuel Araya:
“Don Pablo è stato assassinato da
agenti della dittatura. Nella clinica
dove si stava spegnendo piangeva la
morte del grande amico assieme ai
coraggiosi che lo andavano a trova-
re. E gli hanno chiuso la bocca”. Se
Araya ha firmato l’accusa, Contreras
nasconde altre voci di conferma. Chi
sono? La sua risata è contagiosa.
“Non siamo in Europa. Non voglio
che i miei testimoni non possano te-
stimoniare”. Silenzio. “Posso solo ri-
cordare il racconto firmato e proto-
collato di Gonzalo Martinez Corba-
là, ambasciatore del Messico in Cile.
Verrà in tribunale a confermarlo.
Aveva visitato il poeta la sera prima.
Malinconico, disarmato, ma con la
uno scherzo ma da qualche giorno
ho l’impressione di star meglio an-
che se so quale fine mi aspetta”.
Fra i visitatori di un grande scrittore a
quel tempo ignorato: Francisco Co-
loane, Melville del Novecento. Gi-
gante dagli occhi azzurri e buoni.
Guardiano di fari, pescatore, tosato-
re di pecore: scriveva di nascosto.
Non aveva paura di niente. Adorava
Neruda. Ne ha tenuto l’elogio fune-
bre al funerale disertato da tutti. So-
lo l’ambasciatore svedese, nel nome
del Nobel che aveva incoronato il
poeta, si è mescolato alle poche per-
sone raccolte dietro la bara. Quando
Matilde, la moglie, in quell’11 set-
tembre ‘73 sa dalla radio della mor-
te di Allende mentre i caccia bom-
bardavano la Moneda, prova a na-
sconderla al marito. “Non volevo
dargli l’ultimo dolore”. Ma capisce
l’ingiustizia di rubare la verità a chi
l’aveva sempre affrontata a viso
aperto. Gli parla quand’è mattino,
15 settembre. Racconta la versione
dei militari: suicidio. Neruda si ride-
sta dal torpore: “Conosco bene Sal-
quaderno dove annota ormai solo
tormenti e scrive le ultime cinque pa-
gine della vita: il ricordo di Allende.
Alla quale cronache degli anni dopo
attribuiscono una visione lontana
dalla realtà perché offuscata dalla
disperazione. Ma il tempo passa e si
comincia a scoprire che il poeta ave-
va forse ragione: “Il mio popolo è sta-
to il più tradito di quest’epoca…
Ovunque sia stato, i popoli hanno
ammirato Allende ed elogiato lo
Una maschera con
le sembianze di Neruda (FOTO ANSA)
pulcinella, pagliacci, terroristi con ar-
mi e catene, frati falsi e militari de-
gradati… Bisognava colpirlo, mitra-
gliarlo perché mai si sarebbe dimes-
so dalla carica che il popolo gli aveva
assegnato… È andato verso la se-
poltura accompagnato da una sola
donna, la moglie, sulle cui spalle pe-
sava tutto il dolore del mondo”.
QUALCHE GIORNO dopo al
funerale di Pablo, la moglie non trova
Dopo quella
sulla morte
di Allende,
inchiesta anche
per il probabile
assassinio
del poeta
ce di un gigante spaventato. “Sono
rimasta sola”. Gli chiede di chiudere
sul collo l’ultimo bottone della cami-
cia del marito come vuole la tradi-
zione cilena. E quando lo scrittore
ancora sconosciuto di ‘Capo Horn’ e
‘Terra del Fuoco’, recita le parole
d’addio, non si nasconde dietro il
rimpianto che la prudenza poteva
suggerire. “La forza della natura mi
ha insegnato che i sentimenti devo-
no resistere qualunque sia la situa-
zione. Non bisogna aver paura di ri-
velarli”. E mentre Matlide si com-
muoveva e Coloane guardava in fac-
cia strani accompagnatori che regi-
stravano le sue parole, le ombre di
Pinochet devastavano la casa vuota
di Matilde e del suo poeta. Rubava-
no carte e appunti “Ed erano solo
poesie…”. Casa in collina con un ri-
gagnolo che attraversava la parte al-
ta del giardino. L’hanno deviato per
distruggere ogni ricordo. Inutilmen-
te. Neruda è più vivo che mai e i suoi
assassini stanno per essere sma-
scherati. L’avvocato Contreras ne è
sicuro.
Sabato 4 giugno 2011
Nel Mediterraneo scompaiono anche i cadaveri
degli immigrati. Conferme e smentite tra Onu e Tunisi
di Enrico Fierro
comparsi come in un
S enorme buco nero. A lo-
ro viene negata finanche
la possibilità di essere
classificati come morti. Sono
“dispersi” e tali rimarranno
per sempre. Sono i migranti
che nella notte tra mercoledì e
giovedì scorso sono stati in-
ghiottiti dalle onde al largo di
Sfax, vicino alle isole di Ker-
kenneh. Agenzie di stampa in-
ternazionali, organizzazioni
umanitarie come la Mezza lu-
na rossa, l'Unhcr, tutti hanno
parlato di 270 naufraghi di-
spersi e di almeno 150 cada-
veri recuperati tra le onde.
Corpi di uomini, donne e tanti
bambini, ripescati dalla Guar-
dia Costiera tunisina e portati
nell'obitorio di Sfax.
È Carole Laleve, dirigente del-
l'Alto commissariato Onu per
i rifugiati a parlare per prima
del recupero e ad assicurare
che le operazioni di soccorso
da parte delle autorità tunisi-
ne continuavano. Anche la
Baglioni nell’isola delle coscienze
(e dei fondi) mancati
di Silvia D’Onghia
inviata a Lampedusa
uando guardi il mare, dal-
Qcomprendi
l'alto di Cala Pisana, ne
la potenza, e an-
che la cattiveria. “Non è la
prima volta che accade, spe-
riamo che sia l'ultima. Que-
sto tratto di mare si porta a
fondo, anche a fondo della
nostra coscienza, storie di-
sperate”. Claudio Baglioni
sa che il Mediterraneo è di-
ventato il cimitero per altri
disgraziati, nel giorno in cui
lui e una ventina di artisti
cantano per portare solida-
rietà agli isolani, accoglien-
za ai profughi e riconoscen-
za ai soccorritori (l'iniziati-
va, voluta dalla Fondazione
O’Scià, si chiama “Lampedu-
sa sùsiti”, “alzati”).
“NESSUNO DI NOI si
rende conto di cosa vuol dire
attraversare buona parte del
continente africano – spiega
al Fatto – essere sottoposto a
tante angherie, per poi arri-
vare su una costa e affrontare
quella che a mio avviso è la
parte più agevole del viag-
gio”. La soluzione? “Riporta-
IL MARE BUIO
Croce Rossa affermava che
c'erano 123 corpi strappati al-
le onde portati all'obitorio di
Sfax, la città tunisina più vici-
na alle isole Kerkennah.
NEL POMERIGGIO un co-
municato che riporta tutto al
punto di partenza: la Guardia
costiera di Sfax e il suo coman-
dante, Tahar Landoulsi smen-
tiscono Onu, Mezzaluna Rossa
e Croce Rossa. “Non abbiamo
recuperato nessun naufrago,
gli unici corpi ritrovati sono
quelli di due sventurati nella
notte di giovedì. Abbiamo so-
speso le ricerche per le cattive
condizioni del mare”. La noti-
zia che ci fossero addirittura
dei cadaveri allineati nell'obi-
torio di Sfax, città da sempre
porto di partenza dei viaggi
della speranza dalla Tunisia al-
le coste italiane, era stata dif-
fusa da Moez Barkallah, coor-
dinatore della Mezzaluna ros-
sa. Dopo la smentita ufficiale
delle autorità, il funzionario ha
cambiato idea: i morti forse
non ci sono e lui non aveva vi-
re il treno alla stazione di par-
tenza, regolando i flussi al-
l'origine. Mi auguro che i
nuovi governi della primave-
ra araba siano in grado di
creare degli avamposti che
sappiano già lì, per esempio,
quanti sono i rifugiati. I po-
litologi ci dicono che arrive-
ranno in Europa 300 milioni
di persone, saranno più i
nuovi europei dei vecchi eu-
ropei. Ci dobbiamo mettere
l'anima in pace o la storia ci
presenterà il conto”. Baglio-
ni (che svela che andrà a vo-
tare per i referendum, “ho
già votato l'altra volta contro
il nucleare”) vuole guardare
avanti, nel tentativo di ripor-
tare la normalità in un'isola
che ha visto un calo dell'80%
delle prenotazioni per la sta-
gione estiva. Ma ammette
che la gestione dell'emer-
genza è stata, almeno fino a
un certo punto, pessima:
“Mi auguro che non ci sia sta-
ta la volontà politica di te-
nere le persone in quelle
condizioni, ma c'è sicura-
mente stata la volontà di far
vedere all'Europa quanto
questo territorio sia esposto.
Dopo si è anche esagerato e
Un’imbarcazione nelle acque tra Tunisia e Malta e l’arrivo a Lampedusa di una nave partita dalla Tunisia (FOTO ANSA)
sto in prima persona i corpi al-
l'obitorio.
Notizie confuse, contradditto-
rie, le autorità tunisine che
non sono in grado di dire an-
cora una parola chiara e defi-
nitiva sull'entità della tragedia
e che sembrano ancora impre-
parate di fronte al dramma del-
l'esodo dei profughi che dalla
Libia cercano di scappare in
Italia. Per pattugliare meglio le
coste più vicine all'approdo di
Lampedusa, l'11 maggio scor-
so il governo italiano ha rega-
lato quattro motovedette nuo-
ve di zecca, costo per ogni im-
barcazione 1,1 milioni, al go-
verno tunisino. Mezzi e non
uomini, a differenza di quanto
avvenne per il contrasto alla
mafia degli scafisti albanesi,
questo avevano preteso le au-
torità del dopo Ben-Alì, esclu-
dendo forme di collaborazioo-
ne con l'Italia che prevedesse-
ro la presenza di nostri poli-
ziotti sul territorio tunisino.
“'La traversata del Mediterra-
neo per chi parte dalla Libia è
diventata una roulette russa e il
ci sarebbero delle responsa-
bilità da ravvisare. Conti-
nuiamo a chiamarla ‘emer-
genza’ quando va avanti da
20 anni”.
LE 5MILA PERSONE as-
siepate ieri (poco più di 7mi-
la gli abitanti dell’isola e un
migliaio i turisti in questi
giorni) dal primo pomerig-
gio, sotto il sole e il vento
sferzante, erano qui per la
musica: per i lampedusani
“o’ scià” è un saluto che let-
teralmente vuol dire “respi-
ro”, il respiro dell'uomo, del
mare, ma anche la speranza
di non essere lasciati soli. Ba-
glioni comincia il concerto
con l'inno di Mameli, come
aveva promesso al Procura-
tore antimafia Grasso in oc-
casione dell'anniversario
della morte di Giovanni Fal-
cone. La politica regala agli
isolani l'ultima illusione: lo
stanziamento di 12 milioni di
euro da parte del ministero
dell'Ambiente. Ad annun-
ciarlo è il capo della Prote-
zione civile e commissario
all'immigrazione, Franco Ga-
brielli, che però non è in gra-
do di dire da dove siano stati
DAL MONDO
numero delle vittime parla di
una guerra nella guerra”. È l'a-
nalisi di Laura Boldrini, porta-
voce dell'Alto Commissario
delle Nazioni Unite per i rifu-
giati. “Sulla base delle nostre
stime - dice Boldrini - da fine
marzo ad oggi sarebbero ormai
oltre 1.500 le persone partite
dalla Libia e mai arrivate sull'al-
tra sponda del Mediterraneo”.
“È un bilancio gravissimo - ag-
giunge - una sorte di guerra nel-
la guerra che impone a tutti co-
l’Unhcr
annuncia
il recupero
di 150 corpi,
le autorità
nordafricane:
sono solo due
recuperati: “Sono ancora
fluttuanti, potrebbero esse-
re 9 o 15, il ministro li sta
ancora racimolando, ma
avrebbero già avuto il bene-
stare del ministero dell'Eco-
nomia”. È stato lo stesso Ba-
glioni, dopo essersi confron-
tato col sindaco di Lampedu-
sa, De Rubeis, ad andare dal-
la Prestigiacomo con la lista
della spesa, e un mese fa al
cantante è arrivata una pri-
ma risposta positiva. Il pri-
mo cittadino sta ancora
aspettando che parta la terza
fase annunciata da Berlusco-
ni, quando due mesi fa ven-
ne a fare il suo show di car-
tapesta a Lampedusa (“ven-
ne come il salvatore per an-
nunciare i 10 comandamen-
ti”), quella del rilancio del-
l'economia.
pagina 13
YEMEN
Ferito in un raid
il presidente Saleh
I eri sera il presidente
yemenita Abdullah
Saleh è comparso in tv
per leggere un messaggio
al Paese (nella foto, Che
Guevara simbolo della
protesta) e spiegare che
“una banda di fuorilegge”
aveva attaccato il palazzo
presidenziale,
provocando 7 morti. Il
capo di Stato yemenita
sarebbe rimasto ferito
nel bombardamento.
SIRIA
Dodicesimo
venerdì di sangue
loro che operano in mare di
rafforzare lo sforzo di intercet-
H ama, da decenni
assurta a
emblema della ferocia
tazione e soccorso”. del regime siriano
IN MERITO alle notizie con-
traddittorio e sul numero delle
vittime dell'ultimo naufragio,
Laura Boldrini sottolinea che
perchè teatro nel 1982
dell’eccidio commesso
dal regime dal
presidente Hafez al
Assad, padre
le stime delle vittime dell'U- dell’attuale rais Bashar,
nhcr si basano “'su testimo- contro i ribelli armati
nianze dei sopravvissuti, dei della Fratellanza
parenti, di persone partite e musulmana, è entrata
mai arrivate e sulle telefonate nella lista delle città
ricevute da gente imbarcata. “martiri” della
Anche in occasione di questo “rivoluzione siriana del
ultimo naufragio i sopravvissu- 2011”: testimoni e
ti hanno riferito ai rappresen-
tanti dell'Unhcr in Tunisia che
attivisti parlano di
oltre 50 morti, i corpi
l'imbarcazione ha iniziato ad
avere problemi subito dopo la
di molti dei quali
impossibili da
partenza e che le persone pre- recuperare dalle strade
poste alla guida non avevano “a causa di cecchini”, e
nessun tipo di esperienza di fonti mediche
navigazione”. “Pertanto - con- riferiscono di oltre
clude - ogni imbarcazione che cento feriti, decine in
parte dalla Libia è potenzial- condizioni molto gravi.
mente a grave rischio dunque
è necessario intervenire anche CINA-USA
senza chiamate di soccorso
per evitare di arrivare troppo “Pechino rispetti
tardi”. i diritti umani”
Claudio Baglioni con i fan di
Lampedusa: oltre 5mila persone
A 22 anni dal
massacro di
Tienanmen,
hanno seguito il suo concerto Washington richiama
sull’isola (FOTO ANSA) la Pechino al rispetto
dei diritti umani. Il
Dipartimento di Stato
Insieme a Baglioni, sul palco ha chiesto che il
di Cala Pisana, gli artisti della regime cinese
nazionale cantanti, che non “fornisca il bilancio di
quanti furono arrestati
risparmiano qualche sipa-
rietto. “Noi siamo abituati al
consenso – spiega Enrico
o uccisi e di coloro che
scomparvero nel
Ruggeri – siamo quelli che, nulla” e che “si finisca
se raccontano una barzellet- di tormentare le
ta, tutte le persone vicine ri- famiglie di coloro che
dono”. “Capita anche al pre- parteciparono a quei
sidente del Consiglio”, ribat- moti”.
te Luca Barbarossa, che lan-
cia stilettate al governo: “È ITALIA-AL QAEDA
stato assente a lungo, per poi
intervenire in modo eclatan- Condannati
te nell'ultimo periodo. È in- 2 fiancheggiatori
credibile che lo slancio ven-
ga dai cantanti e non dalla
politica”. E in effetti loro spe-
rano che la loro presenza
L a corte di assise di
Bari ha condannato
a 8 anni di reclusione
possa servire da traino: in ciascuno Bassam
questa tre giorni di musica e Ayachi, Imam del
spettacolo sono arrivati mil- Belgio di origine
le turisti. siriana, e Raphael
Gendron, informatico
A CALA PISANA gli im- francese, imputati con
migrati non ci sono, restano l’accusa di terrorismo
reclusi all'interno del Centro internazionale. I
di accoglienza: l'accordo giudici hanno
con la Tunisia spesso vacilla riconosciuto il ruolo di
e i tunisini che dovrebbero capi e promotori di
essere rimpatriati subito ri- un’organizzazione
mangono troppo tempo in transnazionale vicina
quel carcere, irraggiungibile ad Al Qaeda incaricata
persino dalle note di “Io me di reclutare, addestrare
ne andrei”. e finanziare kamikaze.
pagina 14
TEMPI PERDUTI
Cimino e il cinema
che non c’è più
“È FINITA L’ETÀ
DELL’ORO”
di Stefano Caselli
Torino
C’
è un monumento in giro per To-
rino. Si chiama Michael Cimino
e non è una persona come le al-
tre. Non solo perché Il cacciatore
(1978) è un pezzo di storia del
cinema americano. Ma anche
perchè Cimino è semplicemen-
te inconfondibile: grossi oc-
chiali scuri a coprire un volto a
metà tra il fanciullesco e l’arti-
ficiale, la voce flebile. A 72 anni
(ma a guardarlo potrebbe avere
un’età qualsiasi) il regista – gra-
zie all’amicizia con Alberto Bar-
bera, direttore del Museo nazio-
nale del cinema di Torino – esor-
disce come presidente di giuria
al festival Cinemambiente, che
si conclude domani. La settima-
na scorsa è stato ospite nelle
Langhe al Festival Collisioni di
Novello, dove per quasi due ore
ha tenuto incollate alle sedie più
di duemila persone: “Il miglior
incontro di sempre”, giurano gli
organizzatori del festival. Me-
glio non chiedere quale sia il suo
film preferito o l’attore preferi-
to o la sua scena preferita di un
suo film. Con un sorriso appena
accennato ti risponderebbe: “è
come chiedere a un padre di
scegliere il migliore tra i suoi fi-
gli. Non è possibile”. Meglio ri-
cominciare dal Cacciatore.
Mr Cimino, il suo è probabil-
mente uno dei migliori film
Presidente della
giuria al festival
Cinemambiente
di Torino,
72 anni
e un aspetto
da cyborg
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
sull’esperienza del Vietnam.
Perché oggi nessuno sa più
raccontare le guerre ameri-
cane?
Mah, non credo ci sia mai stato
un film migliore del Gattopardo
sulla Sicilia. Eppure la Sicilia è
ancora lì. Forse non è colpa del
cinema, è soltanto una questio-
ne di persone. Pensiamo al Ri-
nascimento, un periodo in cui
sono vissuti artisti italiani incre-
dibili, forse i più grandi talenti
della storia. Se oggi non è più co-
sì, non è certo colpa dell’Italia o
dell’arte. Semplicemente la na-
tura ha provveduto a dotare
questi individui così speciali di
talenti irripetibili. Ciò che il ci-
nema riesce a produrre e otte-
nere è ciò che riesce a dare chi il
cinema lo fa. Evidentemente la
natura non ha ancora prodotto
talenti sufficienti a raccontare
queste cose. Magari un domani,
chissà. In fondo Michelangelo e
Raffaello mica sapevano di esse-
re nel Rinascimento. Lavorava-
no e basta. Creare categorie è
compito degli storici, non degli
artisti. Ricordo il periodo della
scuola: mi parlavano del Me-
dioevo come di un’età cupa,
buia, improduttiva. Poi ho sco-
perto l’arte bizantina e allora ho
pensato: “Come si fa a dire che
un periodo storico che è stato
capace di regalarci l’arte bizan-
Biennale
Sgarbi e l’arte del litigio per l’Unità d’Italia
di Claudia Colasanti
Ilemilsante
Padiglione Italia alla Biennale ha sollevato il pe-
sipario: con tutto il Museo della Mafia da Sa-
e 260 artisti compressi l’uno contro l’altro, al-
libiti e delusi, forse turbati, dopo aver visto appeso il
loro lavoro nell’immenso suk-quadreria, spacciata
Sabato 4 giugno 2011
in & out
Ringo Starr Rihanna Sean Penn Rafa Nadal
Inizia oggi il
tour europeo
Difende il
suo nuovo
Già finita la
breve love
Sconfigge
Murray e va
dell’ex video, in cui story con in finale al
Beatles, in spara al suo Scarlett Roland
Italia a luglio violentatore Johannson Garros
Michael Cimino (FOTO LAPRESSE) In basso, Sgarbi
e il presidente della Biennale Baratta
all’inaugurazione del Padiglione Italia (FOTO ANSA)
“L’America vive
un periodo di
tina sia un’epoca oscuranti-
sta?”
confusione
Quindi? Significa che si rac-
Ma come dice
conta in modo mediocre?
Non saprei. Però quando hai
Fellini, Pasolini, Antonioni, Vi- un proverbio,
sconti, De Sica. Tutte persone
nate nello stesso periodo, un il pesce puzza
pool di talenti irripetibile.Quel
che vale per il Rinascimento va- dalla testa”
le per il cinema. Loro non sape-
vano di essere i migliori espo-
nenti dell’età dell’oro del cine- Ce n’è uno italiano uguale…
ma italiano: facevano film e ba- Bene, allora sentiamo lo stesso
sta. Ma adesso, probabilmente, odore.
non siamo più in un’epoca così Dunque non le piace Oba-
speciale. ma?
Allora lei ha avuto la fortuna No, lui va bene, ma è un periodo
di far parte dell’età dell’oro? molto confuso.
Chi lo sa… Non ne ho idea. Clas- Come vive la sua esperienza
sificare è compito degli storici. di giurato a un festival di ci-
Forse un giorno lo faranno an- nema sull’ambiente?
che con me. Sono grato a chi mi ha invitato.
Non sarà che il cinema tende Da giovane ho avuto la fortuna
oggi ad essere un po’ tropo ci- di passare molto tempo con gli
tazionista? Che fine ha fatto indiani Dakota del Midwest. Mi
la realtà? hanno insegnato che nessuno
Io amo molto la letteratura rus- può possedere la terra e che
sa. Ho avuto la fortuna di cono- l’uomo non ha il dominio della
scere Vladìmir Nabokov e di se- scrizione che io abbia mai sen- E l’America? Come sta? terra per l’eternità. Presto farò
guirlo negli Stati Uniti per un ci- tito. Certo, parlava dei più gran- Penso sia un momento di gran- un film su di loro. Ho finito di
clo di conferenze. Nabokov era di, ma è sufficiente per capire de confusione e credo che la scriverlo. Ma sono venticinque
solito ripetere che ciò che vale che non è il caso di darsi troppo confusione arrivi direttamente anni che ci penso. È il film che
per un grande libro vale per il da fare a cercare ciò che descri- dall’alto. E se le cose vengono ho sempre voluto fare
cinema: “Un grande libro è una ve veramente la realtà. Una dall’alto non possono che con- Altri progetti?
forma di magia, complessa, in- grande opera basta a se stessa. taminare tutto. C’è un prover- Un adattamento della Codition
cantevole, ingannevole. Come Nabokov è stato un grande, pec- bio cinese che dice “il pesce Humaine di Andrè Maltaux... un
un grande film”. È la miglior de- cato si chiami come Putin… puzza dalla testa” vero lavoraccio!
come omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia. “Sono non compresi, ottusità nel non scorgere i magnifici
Venezia stato messo in terza fila in alto nella piccionaia”, rac- accostamenti emersi e la grandezza degli intellettuali
conta Pablo Echaurren che aveva accettato volentie- coinvolti (tutte persone che stima). Cucchi, Jori e Jo-
ri l’invito e spedito (a proprio carico) l’opera. Da ar-
tista libero e ostile ai circoli ristretti dell’arte contem-
poranea, non aveva pregiudizi riguardo il criterio di
dice, da noi segnalati come “in ritirata” sono invece in
mostra e il critico, che ora ha cambiato versione e si
descrive grande amante dell’arte contemporanea, ci
selezione di Sgarbi versione curatore. Poi è arrivato a accusa del grave errore, quando è evidente che si trat-
Venezia e ha deciso di ritirare l’opera: “Credo che i ta di artisti sballottati, indecisi sul da farsi e inutilmen-
criteri adottati per presentare al pubblico i lavori sia- te linguacciuti. Si tratta di una conferenza stampa, alla
no offensivi della dignità degli artisti, mi riferisco alle presenza del Direttore Generale del Paesaggio del Mi-
opere affastellate su vari livelli in altezza, secondo
modalità che ne rendono impossibile la lettura”.
nistero, Antonia Recchia, ma più che giornalisti e
stampa straniera, silente o assente, c’è un’adorante
SECONDO VITTORIO SGARBI che si è esibito
claque che applaude ed esulta. Anche alla Recchia –
protesa in complimenti di fronte alla straordinarietà e
nell’ennesimo monologo mascherato da conferenza
stampa, non è vero: gli artisti hanno tutti accettato (“al
genialità del curatore – non vengono risparmiati rim-
proveri, parlando di mostre altrui e non della sua: “il
telefono con me sono molto gentili”) perchè “ho por- Ministero non avrebbe mai dovuto permettere alla so-
tato il pensiero e non il metodo. L’allestimento è adat- vrintendente Renata Codello di far installare a Julian
to allo scopo e la colpa invece è dei giornalisti, bu- Schnabel un mostro nel Museo Correr, ed a Anish Ka-
giardi, che si preoccupano solo di chi c’è e chi non poor l’installazione con il vortice di fumo all’interno
c’è”. Poi, fogli alla mano, elenca quasi tutti, nomi e della Basilica di San Giorgio Maggiore perché è im-
testate di chi lo ha criticato, (a noi spetta un simpatico morale”. Per una volta lo Sgarbi infervorato viene ri-
“cesso di giornale”) ed ad uno ad uno cita inesattezze preso dalla Recchia, che lo blocca: “Parli del suo Pa-
negli articoli, particolari fondamentali del suo lavoro diglione, Sgarbi, altrimenti mi alzo e me ne vado”.
Sabato 4 giugno 2011
ALTRE GARE TRUCCATE
Gli interrogatori della procura aprono
nuovi scenari: nominate cinque squadre di A
di AntonioMassari
e Caterina Zanirato
lltre cinque squadre di
A serie A. E tre nuovi in-
contri sospetti. Gli inter-
rogatori sul calcio scom-
messe, tenuti ieri nella procu-
ra di Cremona, aprono nuovi
scenari sui quali la procura in-
tende indagare. E il contro-
piede decisivo, quello che ri-
schia di mandare all’aria squa-
dre blasonate e vecchi amici
di scommesse, è partito da
Marco Pirani. Parliamo del
medico odontoiatra che for-
nì, al portiere Marco Paoloni,
gli ansiolitici per “annebbia-
re” i calciatori della Cremo-
nese. Questa volta invece ha
fornito adrenalina per tutti,
inquirenti inclusi, che hanno
valutato molto interessante la
sua deposizione. Quattro ore
d’interrogatorio, assistito dal-
l’avvocato Alessandro Scalo-
ni, che gli altri indagati pro-
prio non s’aspettavano. In
procura – anche dopo il suo
verbale – gli inquirenti si sono
interessati di cinque squadre
di serie A e almeno tre match
sospetti.
E LA STRATEGIA difensi-
va di Pirani ha letteralmente
spiazzato Massimo Erodiani,
interrogato immediatamente
dopo il medico, che non aveva
alcun’intenzione di parlare.
Invece ha dovuto rispondere
punto su punto, per ben due
ore, poiché le dichiarazioni di
Pirani somigliano a una sorta
di chiamata in correità. Ed Ero-
diani, qualcosa, ha dovuto am-
mettere. Per esempio: che lui
delle combine, almeno da un
certo punto in poi, era davve-
ro al corrente. Entrambi – ma
questo si poteva intuire già dal
tenore delle intercettazioni –
hanno caricato molte respon-
sabilità sul portiere Marco
Paoloni. Erodini ammette di
essere stato amico del portiere
del Benevento, dopo averlo
conosciuto proprio attraverso
l’odontoiatra. Ed è in virtù dei
debiti contratti da Paoloni,
Erodiani, entrato in difficoltà
con i pagamenti della sua
agenzia di scommesse, avreb-
be accettato di partecipare al-
le attività illecite. S’è definito
però una sorta di “gregario”,
declinando qualsiasi responsa-
bilità da organizzatore o pro-
motore dell’associazione. I
due hanno inoltre fornito in-
formazioni utili per definire ul-
teriormente ruolo esercitato
all’interno dell’organizzazio-
ne da Beppe Signori e Cristia-
no Doni. Nessuna dichiarazio-
ne, invece, da Paoloni, accom-
pagnato in tribunale dall’avvo-
cato e dalla moglie, e dall’ex
capitano del Bari Antonio Bel-
lavista, difeso Massimo Chiu-
solo. Entrambi si sono avvalsi
della facoltà di non risponde-
re. “Non ci hanno consegnato
ulteriori documenti a soste-
gno dell’arresto”, spiega Chiu-
solo, “né ci hanno precisato le
ulteriori accuse emerse dagli
interrogatori di oggi. Per que-
sto abbiamo deciso di non ri-
spondere”.
La vera sorpresa, però, arriva
da una delle 80mila intercet-
tazioni allegate al fascicolo
VALANGA CALCIOSCOMMESSE
L’ex portiere della Cremonese Marco Paoloni ieri all’arrivo al Tribunale di Cremona (FOTO ANSA)
Smentita
la presenza
di Daniele De Rossi
nelle intercettazioni
ambientali
d’indagine. Il 16 marzo uno
degli arrestati, Ismet Mehme-
ti, parla al telefono con il pre-
sidente del Ravenna calcio,
Giorgio Buffone. E dice: “Ci ha
ricevuto Frattini”. Gli investi-
gatori annotano che si tratta
del ministro degli esteri. “Ah,
ti ha ricevuto quella persona
lì”, commenta Buffone. “Frat-
tini, Frattini”, continua
Mehmeti. Escludendo che ab-
biano parlato di calcio, se dav-
vero Mehmet ha incontrato
Frattini, un motivo del tutto le-
cito potrebbe esserci. È il pre-
sidente della Lega nazionale al-
banese, associazione nata per
la promozione dei diritti degli
immigrati albanesi in Italia. E
c’è qualche dettaglio in più:
nel 2009 s’è presentato alle
Il tango si è fermato a Lecce
DA LUNEDÌ UNA SETTIMANA DI LEZIONI, ESIBIZIONI, BALLI COLLETTIVI A CIELO APERTO
di Eugenia Romanelli
unedì prossimo va in scena la
Lparlando
settimana di passione. Stiamo
del festival Salento in Tan-
go, organizzato dall’Associazione
Culturale Blutango, che, per la sua
seconda edizione, radunerà un
pubblico misto da tutto il mondo:
“Ci aspettiamo diverse centinaia di
persone, abbiamo prenotazioni da
Russia, Grecia, Francia – racconta il
“Gli argentini ci
insegnano, e noi
risponderemo con la
pizzica: un’altra
danza di passione”
pagina 15
SECONDO TEMPO
GENOA-ROMA 4-3
roba da non credere
l pm ha smentito e De Rossi si è infuriato. Ma
Idello
sullo sfondo rimane quel bizzarro Genoa Roma
scorso 20 febbraio, finito 4-3, con i giallo-
rossi sconfitti dopo essere stati avanti di tre reti.
Numeri di una partita pazza e pure crudele, per-
ché costò la panchina a Claudio Ranieri, dimessosi
subito dopo il fischio finale nella pancia di Ma-
rassi.
A Marassi i giallorossi sapevano di giocare una
partita spartiacque. Venivano da tre sconfitte con-
secutive, e Ranieri era sul filo del-
l’esonero. Eppure affondarono
ugualmente, con un suicidio
sportivo. Già, perché il primo
tempo l’aveva dominato proprio
la Roma, segnando presto con
due difensori (Mexes e Burdisso)
e contenendo poi un Genoa stor-
dito dal doppio vantaggio. A ini-
zio ripresa, era arrivato anche un
bel gol di Totti. Parve il segnale
della definitiva rinascita, visto che sino a quel gior-
elezioni politiche
in Albani, nel colle-
te per l’effettuazione materia-
le delle scommesse, stretta-
no il numero dieci era stato incredibilmente una
comparsa. E invece la ruota della partita girò su-
gio di Durazzo, con
la coalizione politi-
mente collegate alle partite di
calcio manipolate dall’orga-
bito, con un gol del Genoa 60 secondi dopo. Po-
teva essere il punto della bandiera, per limitare i
ca del centrodestra nizzazione, alcune effettuate danni, e invece fu l’inizio del tracollo romanista. In
denominata ”Polo direttamente in Albania”. E ol- 33 minuti il Genoa fece altre tre reti, infierendo su
delle Libertà”. Un tre l’Albania, nel giro degli una Roma improvvisamente ferma sulle gambe e
movimento diretto scommettitori, spunta anche nella testa. Arrivavano da ogni parte, i rossoblù,
e fondato dall’ex il ruolo di un misterioso Tur- mentre l’impietrita difesa della Roma faceva il con-
presidente del con- co, coinvolto nella partita del- to dei gol subiti. Ogni azione genoana era un pe-
siglio albanese, Ale- le puntate sui siti asiatici. Dice ricolo, persino i cross da trenta metri. All’85, Pa-
xander Meksi, che, Erodiani a Pirani, durante le in- loschi siglava il 4 a 3. Lo stadio impazziva, e i
terminato il periodo di presi- tercettazioni, parlando di una commentatori televisivi parlavano di risultato “in-
denza, ha ideato il nuovo par- terza persona: “Mi ha spiegato credibile”. L’ex giallorosso e genoano Nela si la-
tito ispirandosi alla creatura di quello che vuole fare: vuole sciò scappare un sorriso amaro. A partita finita,
Silvio Berlusconi. A Firenze, chiamare perché l’amico suo, Totti si copriva il volto con la maglietta, come a
invece, ha aderito all’Unione quello che ci ha detto che met- ostentare vergogna. Ranieri invece salutava la
democratica, partito degli teva sul mercato asiatico, sta squadra (ma l’annuncio delle dimissioni arrivò
emigranti albanesi: “Abbiamo in Turchia…”. I prossimi inter- l’indomani). Da settimane, le voci lo davano in
costruito una vera destra – ha rogatori sono oggi per gli altri rotta con lo spogliatoio.
dichiarato Mehmeti in una re- tre arrestati (….), mentre Pi- Le radio romane invece si gonfiavano di proteste,
cente intervista - con un pro- rani ed Erodiani, torneranno con tanti a chiedersi come si poteva perdere in 34
gramma flessibile”. in procura tra martedì e mer- minuti una partita del genere. Fece molto parlare
coledì. Le loro dichiarazioni, anche l’assenza di Pizarro a Genova. Ranieri voleva
ED È STATO così che il mi- ormai, valgono anche più del- metterlo in campo, ma il cileno aveva lamentato
nistro degli esteri, a marzo di le intercettazioni nelle quali, un problema alla coscia. Tre giorni dopo, con
quest’anno, avrebbe incontra- ha dichiarato il procuratore Montella come nuovo allenatore, Pizarro giocò da
to il re degli albanesi che, in Roberto Di Martino, smenten- titolare, e bene, a Bologna. Sulla stampa c’è chi
Italia però, più che per il suo do le indiscrezioni, emerse co- parlò di “partita da psichiatra”, evocando il lettino
impegno politico, è ormai fa- munque da ambienti investi- del terapista per la Roma stranamente spaurita.
moso per la sequenza di par- gativi, e riportate da gran par- Indifesa, così d’improvviso.
tite truccate e ricche scom- te della stampa nazionale, non (Luca De Carolis)
messe. Ecco cosa scrive di lui è mai apparso il nome di Da-
il gip Guido Salvini: “Referen- niele De Rossi.
direttore artistico Francesca Bian- assumere l’incarico e fare della no-
chi – I maestri dei workshop sono i stra terra il punto di ritrovo inter-
più noti al mondo, Laura Melo, Ri- nazionale per questo ballo. Abbia-
cardo Barrios, Lucila Cionci e Ro-
drigo Joe Corbata,”. Il programma
mo scelto con loro tutto, dagli ospi-
ti alla didattica”. Colpo di scena,
spazia dalle lezioni di tango, in 5 insieme al tango, la pizzica, con Sil-
livelli a partire dai principianti as- via Perrone, del Canzoniere Greca-
soluti, fino a esibizioni dal vivo, bal- nico Salentino, il più antico gruppo ro, alla fine, sarà in grado di muo-
li collettivi, mostre fotografiche, di pizzica leccese, oltre che balle- vere i suoi primi passi”. Partecipe-
proiezioni. Una sorta raduno mon- rina solista per La Notte della Ta- ranno al festival anche gli allievi
diale a tema? “Esatto. Verrà tutto ranta 2010: “I maestri argentini in- dell’Accademia di Belle Arti di Lec-
spiegato lunedì alla milonga di segnano a noi il tango e noi resti- ce con una estemporanea di foto-
inaugurazione, a Porta Rudiae, a tuiamo con il nostro ballo. In co- grafia: “Scatteranno e gireranno vi-
Lecce. I maestri balleranno tra il mune, le due danze, hanno molto: deo durante tutta la manifestazione
pubblico, Gli eventi clou però sono
venerdi e sabato: “Si esibiranno le
la passione, certo, ma anche le ori-
gini popolari”. Anche se il tango è
e, alla fine, proietteranno i loro la-
vori”. In chiusura, passate il testi-
coppie dei maestri, Laura Melo e
Ricardo Barrios e Lucila Cionci e
urbano, mentre la pizzica rurale:
“E’ vero, ma entrambe usano il cor-
mone a un'altra rassegna a tema ar-
gentino: “Domenica si balla alla mi-
Rodrigo Joe Corbata”. po e il movimento per esprimere longa El Patio De el Tango, prima
Che poi da quest’anno sono anche emozioni e sentimenti. Per questo, serata di una serie di appuntamenti
loro direttori artistici del festival: oltre alle 40 ore di lezione di tango, che continueranno fino ai primi di
“Li abbiamo invitati per la prima anche 5 appuntamenti di pizzica, settembre, organizzato da un grup-
edizione. Si sono talmente innamo- compreso il ballo di corteggiamen- po di associazioni di tango del ter-
rati del Salento che hanno deciso di to: è sicuro, anche chi parte da ze- ritorio”.
pagina 16 Sabato 4 giugno 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ tutto campo” e ora “punta
sui giovani, a partire da An- di Fulvio Abbate
Un cremino
a Lampedusa
che lo rendono simile a un coccolati ad ascoltare il mare,

Libertà gelino Alfano”. Sembra una

favola: il gigante buono e il
bambino che crescerà. For-
se era meglio non insistere
sullo “spazio” per i referen-
uesto pezzo ha un’imposta-
Qsionistica,
zione, come dire?, impres-
procede cioè per
sensazioni, suggestioni. Nes-
bounty-killer di via Anagnia
angolo borgata Morena, ma
perché mai instillarci il dubbio
che possa aver ceduto alle si-
rene del botulino, no, Claudio
quanto tempo siamo stati sen-
za fiatare…”, e, va detto a suo
merito, senza mai ciancicare
né il testo né la pronuncia tan-
tomeno l’arrangiamento, co-

di non voto dum: ieri c’era la scheda sul

nucleare, ma pendeva verso
l’atomo in maniera imbaraz-
zante.
suna pretesa di verità, soltan-
to, l’ho già detto, prendendo
in prestito una categoria pitto-
rica nobilissima, impressioni.
Di giugno. Un istante prima
B., ci dica che non è vero, dai!
“Lampedusa sùsiti” è il dono
che Baglioni ha ritenuto dove-
roso fare all’isola degli esodi
dei migranti. Una sorta di
me invece farebbe lo spietato
Francesco De Gregori pos-
seduto dallo spettro, anzi, dal
plettro di Bob Dylan. E perfino
Riccardo Fogli, e addirittura
di Paolo Ojetti Angelino Alfano. Il Tg1 ha g3 che il macigno definitivo del- evento preparatorio del suo Povia e poi nuovamente Clau-

g1
T Il batterio, le scommesse e
poi il diluvio. Di Berlusconi, na-
turalmente. Incontra gli altri
grandi della terra che gli erano
sfuggiti (Andrea Montanari ha
ricordato ancora che il “pre-
mier” ha messo faccia a faccia
Biden e Medvedev, mica noc-
cioline), lascia libertà di voto ai
suoi per i referendum (che pe-
rò sono “demagogici”: aggetti-
vo del tutto casuale) e, soprat-
tutto, è favorevole alle “prima-
rie”. A una condizione: che non
votino gli “infiltrati della sini-
stra”, ma solo i parenti stretti.
Potrebbe accadere, infatti, che
al vertice del Pdl la sinistra ma-
ligna e spiritosa possa mandare
Santoro o Floris, peggio che
mai la Gabanelli che gli piazza
una decina di inchieste fra capo
e collo. Alle primarie è favore-
vole Giuliano Ferrara, apparso
in veste bucolica tipo Capalbio
e il giovane appena scoperto,
uno scoop: pare che Alfano
non lascerà subito il ministe-
ro, deve completare alcuni
dossier su grandi riforme.
g2
T Non c’è una notizia che
è una su Berlusconi. E allora,
che si fa pur di incensarlo un
tantino? Si inventa e via.
Prendiamo il Tg2 di ieri. Ber-
lusconi è andato da Napoli-
tano per raccontargli – sem-
bra – il senso delle strette di
mano durante le cerimonie
al Quirinale. Una classica
non-notizia che qualsiasi te-
legiornale europeo avrebbe
– forse - ridotto a una riga di
circostanza. Non da noi: Ber-
lusconi passa e ripassa in ver-
sione Grande Diplomatico
con guardie d’onore a tem-
po pieno sempre sull’attenti
. Questo nulla sotto vuoto
serve a dare qualche altra
leccatina: questo “premier”
è sempre con noi, lavora “a
T Da destra e da sinistra
tutti si affannano a dire che i
referendum, comunque va-
dano, non avranno conse-
guenze sul governo e sulla
maggioranza. Eppure, lo sce-
nario che veniva fuori dal
Tg3 di ieri (ospite in studio, a
sua insaputa, Claudio Scajo-
la) faceva vedere che la scel-
ta berlusconiana di astenersi
o “lasciare libertà di voto”
aveva un solo senso: non
schierarsi per il no per non
essere battuti. Berlusconi è
salito al Quirinale – ha rac-
contato Terzulli - ma non per
parlare delle mani strette a
capi e sottocapi di mezzo
mondo: c’è il nodo di Alfano
(non è colpa sua, ma è già un
problema) che lascia la Giu-
stizia, ma a chi? Un totono-
mine circola, ma il Tg3 non
entra nel gioco. Due servizi
sull’acqua: uno per il “priva-
to” e l’altro per il “pubblico”.
Più divertente il secondo.
l’estate ci precipiti addosso. Il
tema è Lampedusa. Lo svolgi-
mento prende il titolo di “Lam-
pedusa sùsiti”. Ovvero: alzati.
Anche nell’accezione più cri-
stologica: nel senso di muovi-
ti, dai, cammina! In luogo di
Gesù nel nostro caso c’è Clau-
dio Baglioni, il bravo cantauto-
re di “Sabato pomeriggio”, lo
stesso che ha portato nel pa-
radiso delle note ora un iner-
me legnetto di cremino ora
una lampada di marca
Osram, e molte altre cose an-
cora. Baglioni che, crudele
verso noi che lo rammentiamo
al tempo della semplice e inof-
fensiva stiratura dei capelli, da
qualche anno ha deciso di far
perdere le proprie tracce. So-
matiche. Nel senso che lo
guardi in viso e ti chiedi se sia
davvero sempre lui, la faccia
che gli attribuivamo al tempo
dei Diari Vitt e B.C. Passi, in-
somma, per certe intemperan-
ze di vestiario combipel-style
“O’ scià”, il festival vero e pro-
prio ideato da Claudio nostro
che si svolge proprio su quel-
l’isola dal 2003 ogni settem-
bre, con cadenza annuale.
“Il titolo della manifestazione
– leggo - è dato da una parola
del dialetto locale, O’ Scià,
che significa fiato mio o mio
respiro che gli isolani adope-
rano come saluto amichevo-
le”. Affinché dell’evento resti
traccia e non il semplice nulla,
Sky Tg24 ha ritenuto opportu-
no realizzarne la diretta con
una camera fissa, determinan-
do una sorta di effetto televi-
sivo due torri in fiamme. Con
la differenza che nel nostro ca-
so c’è da ballare, c’è Claudio
che non si tira indietro al mo-
mento di cantare il meglio del
suo repertorio, compreso “Ac-
Ieri Sky Tg24 ha trasmesso in
diretta il concerto di Claudio
Baglioni “Lampedusa sùsiti”
dio nostro che sfodera perfino
“Mille giorni di te e di me” ac-
canto a un Pino Insegno al
peggio della sua simpatia.
Fin qui, i fatti. Un istante dopo,
volati via Paolo Mengoli e il
Frank Sinatra del Pd veltronia-
no, cioè Luca Barbarossa, ec-
co il nostro doveroso com-
mento: sembra quasi che il
concerto, di più, l’Evento do-
po il drammatico passaggio
dei “turchi” (in Sicilia ogni
straniero di pelle scura è detto
tale: turco, ‘u turcu, ‘u tur-
cu…) serva a “riconsacrare”
l’isola alla sua missione turisti-
ca primaria. Nessuna paura,
insomma, tranquilli, siamo
tornati ai legnetti di cremino,
assolte le parole di rito “per i
nostri fratelli stranieri”, la sta-
gione è salva, un gran pavese
di voucher sventola sul cielo
di Lampedusa. Almeno al mo-
mento, Aliscafo batte Barcone
tre a zero.
www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
11.35 TELEFILM Lady Cop
12.35 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 RUBRICA Easy Dri-
ver
14.30 RUBRICA Linea Blu
16.10 DOCUMENTARIO
Overland 12: Nel cuore
dell'Africa Nera
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 RUBRICA RELIGIOSA
A sua immagine
17.45 DOCUMENTARIO
Passaggio a Nord Ovest
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
21.20 FILM Oggi è già
domani
23.10 RUBRICA Italia mia,
esercizi di memoria
23.50 RUBRICA Cinemato-
grafo
0.50 NOTIZIARIO TG1
Notte - TG1 Focus
14.50 EVENTO SPORTIVO
Tennis, Grande Slam 2011
Roland Garros finale fem-
minile: Na Li - Francesca
Schiavone (DIRETTA)
16.10 TELEFILM Squadra
Speciale Stoccarda
16.55 TELEFILM Sea Patrol
17.40 TELEFILM Due uomi-
ni e mezzo
19.20 TELEFILM Referen-
dum 2011. Messaggi Auto-
gestiti
19.30 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 FILM La chiave del
sospetto
22.40 TELEFILM Brothers
and Sisters
23.30 NOTIZIARIO TG2
23.40 RUBRICA TG2 Dos-
sier
0.25 RUBRICA TG2 Storie
- I racconti della settima-
na
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - TG3 Pixel
14.50 RUBRICA SPORTIVA
Magazine Champions League
15.20 FILM Il ragazzo dal
kimono d'oro
16.45 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
16.50 FILM Mi manda
Picone
18.00 RUBRICA Tv talk
18.40 RUBRICA Referen-
dum 2011. Messaggi Auto-
gestiti
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 ATTUALITÀ Blob
presenta Vota Antonio
20.30 FILM Dresda
23.10 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
23.30 ATTUALITÀ Un gior-
no in Pretura
0.30 NOTIZIARIO TG3
0.40 RUBRICA TG3 Agen-
da del mondo
0.55 ATTUALITÀ TG3
Sabato notte
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
12.30 TELEFILM Belli den-
tro
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 TELEFILM Cougar
Town
14.40 FILM Ritorno alla
Laguna Blu
16.40 TELEFILM Il Mammo
17.10 MINISERIE Due
imbroglioni e... mezzo! 2
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 REALITY SHOW Ita-
lia's got talent
0.30 TELEFILM United
States of Tara
1.30 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5 Notte
2.10 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
2.30 FILM Villa Ada
13.55 EVENTO SPORTIVO
Motomondiale 2011 GP
Catalunya: Prove Classe
MotoGP (DIRETTA)
15.00 EVENTO SPORTIVO
Motomondiale 2011 GP
Catalunya: Prove Classe
125cc (SINTESI)
15.10 EVENTO SPORTIVO
Motociclismo, Motomon-
diale 2011 GP Catalunya:
Prove Classe Moto2
(DIRETTA)
16.00 NOTIZIARIO TGCom
16.05 FILM Ragazze nel
pallone - Lotta finale
18.00 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 CARTONI ANIMATI
19.30 FILM Ant Bully -
Una vita da formica
21.10 FILM Eragon
23.10 FILM Lo squalo 2
1.25 ATTUALITÀ TV
Moda (REPLICA)
2.05 TELEVENDITA
Mediashopping
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Wolff - Un
poliziotto a Berlino
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia
13.40 VARIETÀ Ieri e oggi
in tv
13.50 REAL TV Forum: ses-
sione pomeridiana del
Sabato
15.15 FILM Poirot sul Nilo
17.00 TELEFILM Detective
Monk
18.00 VARIETÀ Aspettando
Miss Padania
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.10 FILM La prova
23.15 FILM Il commissario
Wallander - Il castello fra
le nuvole
1.05 NOTIZIARIO TG4
Night News
9.50 RUBRICA Bookstore
11.00 ATTUALITÀ Il meglio
di Prossima Fermata
11.35 TELEFILM Ultime dal
cielo "Blackout" "Tampo-
namento a catena"
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 TELEFILM Dio vede e
provvede "Episodio pilota"
16.05 FILM Hindenburg
18.05 TELEFILM Relic Hun-
ter "Il libro dell'amore"
"La leggenda del labirin-
to"
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
"Berlusconi, colpo al quo-
rum?"
22.10 EVENTO SPORTIVO
Calcio, Incontro amiche-
vole Da Goiania, Brazil
Stadio Serra Dourada Bra-
sile - Olanda (DIFFERITA)
0.25 NOTIZIARIO TG La7
0.35 TELEFILM New Tricks
"Una rapina finita male"
1.40 ATTUALITÀ M.O.D.A
2.20 FILM Il comandante

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Eragon
Il fantastico regno di Alagaesia è cadu-
to in disgrazia da quando il dispotico
Galbatorix ha preso il potere. Durante
il suo regno, il giovane Eragon trova in
una foresta una pietra blu liscia. Un
evento apparentemente casuale, che
invece segna l’inizio di un cammino che
potrebbe cambiare il mondo: ben presto
Eragon scoprirà che quella pietra è
l’uovo di un drago. Ne nasce infatti
Saphira, una femmina...
Italia 1 21,10
/ Oggi è già domani
Harvey Shine, newyorkese, scrive jingle
per la tv. Ma, ultimamente, non se la
passa particolarmente bene. Il suo capo
gli dà un ultimatum: o ritrova la vena o
il licenziamento è dietro l’angolo. Con la
promessa di tornare entro lunedì con la
giusta idea, Harvey parte per Londra
per partecipare al matrimonio della
figlia. Quando arriva a destinazione
scopre che la ragazza ha chiesto al suo
patrigno di accompagnarla all’altare.
Rai 1 21,20
 Passaggio a Nord Ovest  Un giorno in Pretura
Alberto Angela conduce lo spettatore a Secondo appuntamento di “Un giorno
visitare le spettacolari terme di Cara- in Pretura”, con il processo d’appello
calla a Roma. Con l’aiuto della compu- che vede seduta al banco degli imputati
ter grafica e di piccole fiction si seguirà , condannata in primo grado per aver
il percorso di un cittadino romano nei affidato la propria figlia, la piccola
grandiosi bagni pubblici. verranno Maria Geusa, all’uomo da lei amato,
mostrate vasche, mosaici e le innumere- Giorgio Giorni, che uccise e violentò la
voli gallerie che fornivano vapore. E poi piccola.Tiziana Deserto si dichiara
/ Lo squalo 2  In Onda
alla scoperta della vita quotidiana di innocente, sostenendo che è vero che
La piccola comunità di Amity si sta ri- Dopo gli scossoni di Milano e Napoli
una grande famiglia di Amish, una setta quella maledetta mattina affidò la
prendendo dal disastro finanziario pro- cosa ne sarà della tenuta della maggio-
cristiana anabattista. bambina a Giorgio Giorni.
vocato dagli attacchi del temibile squa- ranza? Il tema sarà affrontato in studio
lo quattro anni prima. Ma sembra che
Rai 1 17,45 insieme al direttore del L'Unità Conci-
Rai 3 23,30
non ci sia pace per la località turistica. ta De Gregorio, il direttore de Il Tempo
Improvvisamente due sub scompaiono Mario Sechi e il giornalista e scrittore
nel nulla. Brody teme che si tratti di un Pietrangelo Buttafuoco.All’interno del-
altro squalo. Ma, ancora una volta, nes- la puntata anche un’intervista esclusi-
suno sembra dargli ascolto. Fatale erro- va a Eugenio Scalfari che farà un’at-
re. Brody ha ragione. Là fuori un enor- tenta analisi sulla difficile situazione
me squalo è pronto a colpire... politica e sui possibili scenari futuri.
Italia 1 23,10 La7 20,30
Sabato 4 giugno 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
CAMPAGNE E CONTRIBUTI
WEB
di Federico Mello
è IL COMUNE DI BOLOGNA IN STREAMING
ONLINE LE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Dal 7 giugno, prima seduta del neo letto consiglio
comunale di Bologna, i lavori di Palazzo D’Accursio
potranno essere seguiti anche in streaming video: per
accedere al servizio basterà collegarsi al sito del comune.
Ad annunciarlo è stato il neo assessore alla
Comunicazione Matteo Lepore che ricorda come la
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Berlusconi:
‘Referendum inutili’. Sì
alle primarie del Pdl”.

proposta, avanzata in campagna elettorale dal sindaco è LO SO che l’istituto del

La Rete IL BUNGA BUNGA ALL’APP-STORE

LE FESTE DI ARCORE DIVENTANO UN GIOCO
Il Tris è il gioco più vecchio del mondo, ma
Virginio Merola (che ha fatto sua una vecchia
battaglia del movimento 5 stelle) è stata
subito messa in atto; “Bologna – ha aggiunto –
deve dimostrare di essere all’altezza della sua
reputazione nel campo dell’innovazione
referendum lo vorresti abolire,
ma finché c’è ti becchi anche i
quesiti che non ti piacciono.
Fabio Gianello

per il quorum un’applicazione per I-phone e I-pad lo ha

adattato allo spirito dell’epoca. Da qualche
giorno all’App Store si può
acquistare il “Bunga Bunga
Tris”. Prima di iniziare, si
tecnologica, della partecipazione e della
promozione dei diritti di cittadinanza”.
è QUESTO non vuole
proprio capire: ragazzi
andiamo a votare e portiamo
parenti, amici e vicini di casa!!!
Convincete tutti ad andare a
sceglie il proprio personaggio
Sle dieinInternet ha dato una marcia
più alla campagna elettora-
Giuliano Pisapia e Luigi de
sastri nucleari degli ultimi anni.
Il sito sireferendum2011.it, in-
vece, spiega i tre quesiti e, come
preferito: il politico in
doppiopetto, la starlette
votare SÌ, SÌ, SÌ e ancora SÌ!
Ale86

Magistris, gli utenti sono già al
lavoro per il raggiungimento
del quorum dei referendum del
12 e 13 giugno. Come già suc-
cesso in altri casi, anche questa
volta contributi spontanei si ag-
giungono a vere e proprie cam-
pagne online. Tra i contributi
spontanei (e creativi), merita
un plauso il video “Siamo tutti
indispensabili” (youtu.be/YT-
zBqatD1pI) che, riadattando un
noto spot commerciale, dà vita
ad un lunghissimo “domino
umano” che va a finire dritto
dritto... nelle urne. Tra le cam-
pagna online, invece, tantissi-
mo materiale è stato prodotto
dal portale fermiamoilnuclea-
re.it: manifesti, loghi e banner
da condividere, vignette (ne
pubblichiamo due in questa pa-
gina) e una serie di video molto
ben fatti. Si va dallo spost dedi-
cato all’Enel “L’energia che non
ti ascolta”; per finire con lo spot
ufficiale “Fermiamo il nucleare.
Lo Spot Tv”, che ripercorre i di-
I FILM
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
17.25 Mostri contro Alieni SCH
17.35 Driftwood SCP
17.45 Senti chi parla 2 SCF
19.00 Karate Kid SCH
19.05 School of Rock SCC
19.10 Avventura nello spazio SCF
19.20 Le mie grosse grasse
vacanze greche SCP
19.20 Impatto Criminale SCM
19.25 Happy Family SC1
21.00 Nine months SCP
21.00 Largo Winch SCM
21.00 Alvin Superstar 2 SCF
21.00 Johnny Stecchino SCC
21.10 Remember Me SCH
21.10 Prima tv Defendor SC1
22.35 Papà ho trovato un
amico SCF
22.50 L'uomo che verrà SCP
22.55 30 Giorni di buio II SCM
23.00 What women want SC1
23.05 La dura verità SCC
23.10 Star Trek - Il futuro ha
inizio SCH
0.20 Senti chi parla adesso SCF
0.30 G.I. Joe - La nascita dei
Cobra SCM
altri siti, fornisce un utile stru-
mento a tutti i fuorisede: com-
pilando l’apposito modulo si
può essere nominati rappresen-
tanti di lista e votare fuori dalla
propria città. Grande attività an-
che su sito acquabenecomu-
ne.org che lancia la campagna
“Una bandiera ad ogni balco-
ne”, e diffonde l’appello di pa-
dre Alex Zanottelli e di padre
Adriano Sella per un “digiuno in
P. zza S. Pietro per l’acqua” il 9
giugno. I sette ragazzi de “I paz-
zi siete voi”, infine, che si sono
rinchiusi per un mese simulan-
do la vita in un rifugio nucleare,
continuano ad informare sulla
loro vita di ogni giorno (ipazzi-
sietevoi.org) anche sul neo-blog
aperto sul ilFattoQuotidiano.it.
“Non dobbiamo sprecare nep-
pure un minuto, il miglior modo
di informare è dal basso, attra-
verso internet e non solo”, scri-
vono nell’ultimo post. E la Rete
è con loro.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
LO SPORT
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
SP3=Sport 3
15.20 Rugby, Incontro
amichevole Galles - Barbarians
(Diretta) SP2
17.35 Calcio, Qualificazioni
Europei 2012 Inghilterra -
Svizzera (Diretta) SP1
19.00 Basket, Serie A maschile
2010/2011 Playoff - Semifinali,
Gara 3 Armani Jeans Milano -
Bennet Cantù (Sintesi) SP2
20.10 Basket, Serie A maschile
2010/2011 Playoff - Semifinali,
Gara 3 Benetton Treviso -
Montepaschi Siena (Diretta) SP2
20.55 Automobilismo, Trofeo
500 Abarth 2011 Misano:
Gara 1 (Diretta) SP3
21.20 Calcio, Qualificazioni
Europei 2012 Macedonia -
Irlanda del Nord (Diretta) SP1
21.45 Golf, PGA European Tour
2011 Celtic Manor Wales Open:
3a giornata (Replica) SP3
22.45 Basket, NBA 2010/2011
Playoff - Finale, Gara 2 Miami
Heat - Dallas Mavericks
(Replica) SP2
avvenente e scollata o il è LA NOSTRA fortuna è
giudice. Obiettivo del gioco: che il b. è un presuntuoso
fare bunga e non subirlo. È già ignorante. Gli italiani, anche
un grande successo: in cinque quelli che ci sono cascati,
giorni ha collezionato oltre hanno capito quanto è
1000 downloads. (tom.rod.) insofferente alla democrazia. 4
SACROSANTI SÌ.
Alesi
è QUALCUNO lo avvisi che
siamo nel 2011 e se le riforme
le hanno messe sul tavolo nel
’94 sicuramente hanno un bel
po’ di polvere sopra.
Stefania Giusti
è MI PARE che manchi un
commento al referendum del
legittimo impedimento. Non
ha niente da dire il nostro
nanopremier sul quesito
referendario che dovrebbe
riguardarlo? Io credo che se
fosse così sicuro delle sue
ragioni potrebbe dare un’altra
indicazione di voto: potrebbe
Il “domino umano”; dire infatti ai suoi elettori di
la bandiere per l’acqua pubblica; andare a votare “no” per tutti i
due vignette da referendum, convincendoli
fermiamoilnucleare.it che è giusto così, anche per
quel che riguarda il legittimo
impedimento. Ma forse
preferisce evitare l’argomento
INTERNET LOW COST A CHICAGO e toccare ferro fino al 13
PER STUDENTI E FAMIGLIA MENO ABBIENTI giugno!
Chicago traina gli Stati Uniti nella Lia62
battaglia contro il digital divide che affligge il
40 per cento dei suoi cittadini. Il sindaco Rahm è RIFORME sul piatto dal
Emanuel ha firmato con il provider Comcast la 1994… Campa cavallo che
partnership “Internet essentials” che dall’inizio del l’erba cresce. Acca nisciun e’
prossimo anno scolastico garantirà per tre anni fess.. a nane’ vatt’inn.
l’accesso low cost alla Rete a 330mila studenti e alle Paolinobg
famiglie meno abbienti. I prezzi sono vantaggiosi:
infatti il contratto standard per la banda larga costa è INUTILI e demagogici? Ma
48,95 dollari al mese ma Comcast si è impegnata a allora sta parlando di se stesso.
ridurlo a soli 9,95 dollari. Inoltre alle famiglie verranno Poi le voglio vedere le primarie
forniti un training informatico e un coupon per bulgare del p2l: stamperanno
aquistare pc di seconda mano da 500 dollari a soli le schede con già la x sulla
150. L’obiettivo è quello di consentire a tutti l’ingresso preferenza per il cavaliere
nella new economy e abbattere così le tre cause del mascarato.
digital divide che secondo David Cohen, vice Begbie65
presidente esecutivo di Comcast, consistono
nella paura di Internet, nei costi elevati e nel è BEH, su una cosa ha
timore della tecnologia, percepita distante dai ragione… gli sprechi… si
cittadini. L’ambiziosa agenda digitale di Emanuel, calcola che nella rete idrica
oltre a puntare all’educazione dei ragazzi meno nazionale vi è una dispersione
abbienti, mira ad attirare nuovi investimenti in del 60% (che noi paghiamo
città. Il programma inoltre rappresenta un test ovviamente) triplicando il
per gli Usa e da Chicago si espanderà in altri stati. costo al consumo.
Infatti, secondo uno studio della Connected Ovviamente non serve
Nation che si occupa della penetrazione della banda privatizzarla, ma di sicuro un
larga, un aumento del 7 per cento della diffusione drastico intervento per
della Rete crea 2,4 milioni di posti di lavoro e ridurre fino al 20% di
consente un dispersione.
risparmio di è 20MILA DOLLARI AI VLOGGER Marco M.
662milioni di IL PROGRAMMA NEXT-UP DI YOUTUBE

RADIO dollari di costi

sanitari e una
contrazione di
Soltanto nel 2010 gli utenti YouTube nel
mondo hanno creato video hanno avuto
oltre 100 miliardi di visualizzazioni,
è INTERVIENE solo dove
gli fa comodo, e dove si
intromette (vedi L’infedele) lo
è L’ITALIA NON È PER GIOVANI
A “In Europa” protagonista IL SONDAGGIO DI STUDENTI.IT
6,4miliardi di dollari
sul consumo dei
guadagnando milioni di dollari grazie al
Programma di Partnership. Essendo i
fa in modo arrogante… il voto
gli ricorderà che lui è solo e
Vincent Van Gogh L’Italia? Non è un paese per giovani.
Questa la sentenza – con percentuale
veicoli a motore. partner l’anima della piattaforma, il portale noi siamo tanti…e diciamo
Nella puntata del settimanale In Europa sarà protago- (Eleonora Bianchini) vuole che sempre più persone abbiano la che forse ci siamo stufati un
bulgara, il 98 per cento – degli utenti
nista il pittore olandese Vincent Van Gogh. Umberto possibilità di fare del proprio hobby, una po’ di questo modo vecchio e
di Studenti.it che hanno risposto a
Broccoli aprirà con una lettera che l’artista scrisse alla professione o un business. Per questo, sporco di far politica…partito
un’indagine condotta in occasione
sorella Wil il 20 maggio 1890:“Mia cara sorella…a Parigi dal 2 giugno si aprono le iscrizioni di da prima di Craxi ed arrivato
della Festa della repubblica del 2 giugno. Ai ragazzi è stato
mi è stato di grande gioia rivedere Theo e conoscere Jo YouTube NextUp, un’iniziativa nata per fin qui…BASTA!!!
chiesto di dare un’opinione sulla qualità della vita e le
e il piccolo”. Poi ancora una lettera, scritta da Auvers selezionare fino a un numero di 25 partner Diego, Torino
opportunità che l’Italia offre ai giovani. Alla domanda
sur Oise alla signora Ginoux: “il medico di questo vil- europei. Il programma offre un premio
“L’Italia è un paese per giovani?” solo il 2 per cento ha
laggio dice che per distrarmi occorre che mi getti a economico di 20.000 euro per creare un è VISTO che pensa che ci
risposto affermativamente. Il 26 per cento, invece, pur
capo fitto nel lavoro”. Per l’attualità europea Tiziana Di nuovo progetto video, un seminario siano infiltrati, vuol dire che
riconoscendo che in Italia si vive bene, dichiara che questo
Simone intervisterà Dimitri Deliolanes, corrispondente intensivo di 4 giorni a Londra con corsi questo giochino lo ha attuato
non offre opportunità ai giovani mentre per il 28 per cento
della televisione greca in Italia, sulla possibilità di tenuti dai massimi esperti del settore, la in occasione delle primarie del
sfruttare il patrimonio storico artistico per risanare la
la situazione è negativa da entrambi i punti di vista, ovvero
promozione del risultato finale del proprio PD a Milano, dove avrà spedito
Grecia e l’economista Domenico Lombardi. Per la sia per la qualità della vita sia per le opportunità. Drastico il
lavoro e del canale e l’opportunità di un bel po di suoi tirapiedi a
Rubrica “L’Europa di ieri”, in collaborazione con le restante 42 per cento dei partecipanti al sondaggio che si
connettersi con una community di votare per Pisapia,
Teche Rai, uno stralcio della cerimonia nuziale della definisce “deluso” e dichiara di voler andare all’estero.
videomaker in tutto il mondo. I partner considerandolo debole e
principessa dei Paesi Bassi Irene Emma Elisabetta possono iscriversi all’indirizzo vulnerabile in quanto
d’Orange Nassau e Ugo Carlos di Borbone Parma. youtube.it/youtubenextup entro il 28 “comunista”!!!
Radiouno 9,34 giugno 2011. (Pasquale Rinaldis) Claudio01
pagina 18
PIAZZA GRANDE
Pannunzio o del libero sguardo
di Nicola Tranfaglia
cinque saggi che ac-
I
compagnano il roman-
zo inedito (ma scritto
tra il 1933 e il 1935) di
Mario Pannunzio fanno ca-
pire molte cose sull’evolu-
zione di un giovane che vive
durante la dittatura fasci-
sta.
Il romanzo si intitola Occhio
di marmo e racconta la storia
di un giovane, di nome Da-
vide (una chiara incarnazio-
ne autobiografica) che in-
contra il fascismo – come
gran parte di quella genera-
zione tra le due guerre – fre-
quentando il liceo Mamiani
di Prati a Roma nel quin-
quennio 1923-27 e si dedica
con passione alla letteratu-
ra, al cinema (con un diplo-
ma al Centro Sperimentale
di Cinematografia diretto da
Luigi Chiarini), alla pittura
ma sceglie, alla fine, il gior-
nalismo, dopo studi giuridi-
ci terminati senza infamia e
senza lode alla Regia Univer-
sità di Roma.
ORA C’È DA ESSER grati
all’editore Aragno che lo ha
pubblicato a cura di Massi-
mo Teodori (pagine 150, die-
ci euro) con lo sguardo ri-
volto alle nuove generazioni
che non hanno avuto la for-
tuna di conoscerlo e di lavo-
rare con lui. In quegli anni
Trenta, torbidi e indifferenti,
come emergeva anche dal
romanzo dell’amico Alberto
Pincherle (Moravia) il giova-
ne Davide-Mario collabora
alle riviste Il Saggiatore
(1931-33), a Oggi (1933-34),
a Caratteri (1933), a Omnibus
(1937-39) e a Oggi, seconda
versione (1939-42) e riflette
appassionatamente sul ro-
manzo moderno, alla soffer-
ta ricerca della propria iden-
tità spirituale e morale. È si-
gnificativo il suo articolo Le
passioni di Tocqueville, uscito
su XX Secolo all’indomani
della caduta di Mussolini il
25 luglio 1943 e ristampato
nel giugno 1968 dall’ottima
rivista del cattolicesimo de-
Il comune senso
del Leopardi
di Luca Archibugi
mmaginiamo che Giaco-
I
mo Leopardi decida di
farsi un giretto per la
«patria sua», per il 150°
d’ellunità d’talia, durante le
tante manifestazioni che lo
vedono tirato per la giac-
chetta di qua e di là, a se-
conda della bisogna. Qual è
l’uso che facciamo di Leo-
pardi? Nessuno ha la pretesa
di possedere la chiave ma-
gica per accedere alla veri-
tiera interpretazione del
conte Giacomo. Però l’im-
pressione è che il comune
senso del Leopardi, da cui
siamo accerchiati, faccia
scappare il felino per ecces-
so di rumore. Franco Corde-
ro, al Salone di Torino, ebbe
l’ardire di prodursi in un’in-
mocratico Il Mulino. Si de-
linea, in quell’articolo, la
personalità di quell’ illumi-
nista democratico e liberale,
che tutti noi, di generazioni
successive e uscite dalla
guerra mortale contro nazi-
sti e fascisti, avemmo la ven-
tura di conoscere nel gior-
nalismo democratico degli
anni sessanta.
Nell’Italia postfascista (e po-
co dopo, grazie alla Costitu-
zione del 1948, democratica
e repubblicana), Pannunzio
ha fondato e diretto il quo-
tidiano Risorgimento libera-
le dal 1944 al 1947 e quindi il
settimanale Il Mondo
(1949-1966) nel quale scrissi
i miei primi articoli di poli-
tica e di costume su Achille
Lauro e la Napoli tormentata
(ma quando mai non lo è sta-
ta?) dei primi anni sessanta.
Fu allora che conobbi il gran-
de direttore che fu Mario
Pannunzio negli uffici di via
della Colonna Antonina,
quasi di fronte alla Camera
dei Deputati. In un suo in-
teressante libro del 1993,
Cesare De Michelis ha par-
lato di Pannunzio come “del-
l’estremista moderato” e
ora, nel 2010, Massimo Teo-
dori ne ha fornito un nuovo
ritratto, puntando l’attenzio-
ne centrale sul suo passaggio
“Dal Mondo al Partito radi-
cale” ma io lo ricordo essen-
zialmente come un grande
giornalista e intellettuale –
democratico e liberale – ra-
dicato nella tradizione occi-
dentale, che aveva ripudiato
il fascismo e si preoccupava
del futuro in Italia e in Eu-
ropa di una democrazia so-
ciale moderna. Un uomo che
apprezzava il merito e l’ami-
vettiva contro il Presidente
del Consiglio. Risposta di Er-
nesto Ferrero: il Salone è il
luogo del «dialogo leopardia-
no, non dell’invettiva».
MA ALLORA Leopardi,
nel suo immaginario viagget-
to, dovrebbe tenersi alla lar-
ga dal Salone: dialoghi ne ha
scritti tanti, ma pure di invet-
tive! Le collere contro i po-
tenti attraversano tutta l’ope-
ra: tanto per citare, All’Italia,
L’ode ad Angelo Mai, Sopra il mo-
numento di Dante, consideran-
do pure com’egli fosse - pe-
raltro - abitante dello Stato
Pontificio, regime non pro-
prio tenero con gli opposi-
tori. Giacomino, in modo
analogo a Eraclito con gli efe-
sii, se la prende addirittura
con i propri stessi concitta-
SECONDO TEMPO
cizia dei suoi interlocutori, sposto ad imparare, pessimi-
anche molto giovani ed en- sta sulle eterne debolezze
tusiasti, come ero io in que- degli italiani ma non, per
gli anni. La stessa di cui par- questo, rassegnato a diven-
lava, nei suoi articoli degli tare bacchettone, o compli-
anni Trenta, il pensatore an- ce dei politici, o a coprire e a
tifascista Carlo Rosselli, il mascherare gli errori italiani
fondatore del movimento di di fronte a Parigi, a Londra o
Giustizia e Libertà, ucciso a Washington e neppure di
per ordine di Galeazzo Cia- fronte a Mosca. L’aspra guer-
no. ra fredda, che percorreva il
mondo e influenzava a fon-
UN CONOSCITORE ac- do la politica italiana, impo-
canito delle arti e della let- neva prudenza e occhio lu-
teratura europea, attento al- cido ma non doveva autoriz-
lo stile moderno, che non zare, secondo lui, le classi di-
aveva padroni né li cercava, rigenti italiane a confondere
sicuro delle sue idee e del l’anticomunismo con l’auto-
suo mestiere ma sempre di- ritarismo o con l’indulgenza
verso la destra ancora fasci-
sta.
Cinque saggi e il Un direttore indimenticabile
capace, nella mia esperien-
romanzo inedito za, di stare accanto ai grandi
direttori di giornali del pe-
“Occhio di riodo prefascista che più tar-
di ho studiato come Luigi Al-
marmo” bertini e Luigi Frassati o co-
per ricordare me i successivi Giulio De Be-
nedetti, Alfio Russo, Arrigo
l’illuminismo Benedetti ed Eugenio Scalfa-
ri che ho potuto conoscere a
democratico La Stampa, al Corriere della Se-
e liberale di un ra e a La Repubblica nei de-
cenni successivi. Rigore di
giornalista che stile, libertà di pensiero, in-
dipendenza dai potenti.
non ha mai avuto Obbiettivi irraggiungibili
nell’Italia del nuovo secolo
né voluto padroni in cui viviamo?
Sopra, Mario Pannunzio ( FOTO LAPRESSE) Sotto, Bossi-Berlusconi-Fini all’espoca del loro amore (FOTO ANSA)
In occasione del
150° dell’Unità
tanti lo hanno
come lamentano in tanti,
sembra aver smarrito il senso
dell’indignazione: stiamo
sempre a scuotere «dell’anti-
tirato per la giacca
ma quasi sempre a
co sopor l’itale menti».
Giacomino si stringe nelle
spalle e prosegue mugugnan-
do: i libri veicolano idee, non
già mortadella. Senza capir-
sproposito.
Che posto ha
questo principe
dell’invettiva
nel Paese delle
pubbliche relazioni?
dini: «Gente / zotica, vil; cui lo, tirano fuori il Leopardi ga-
nomi strani, e spesso / argo- stronomo: non soltanto il no-
mento di riso e di trastullo, / to e ossessivo consumo di ge-
son dottrina e saper» (non lato, ma vere e proprie ricet-
sto citando dalle Operette mo- te. Niente di male, ma non
rali, né dallo Zibaldone, ma da sarebbe più opportuno ricor-
una delle famosissime opere darsi di qualche invettiva?
in versi, Le ricordanze). Pri- Una cosa mette d’accordo,
vare Leopardi dell’invettiva come per incanto, tutti i no-
sarebbe come privare Berlu- stri connazionali: la pappato-
sconi di Mondadori e di Ca- ria. L’invettiva non paga: oggi
nale 5. come oggi, il complimento
Il problema è che il Paese, più diffuso è sentirsi dare del
Sabato 4 giugno 2011
BATTIBECCO
É di Massimo Fini
LA POLITICA DEL
CONTE UGOLINO
Q uello che ci aspetta nei prossimi due anni lo conosciamo già.
Lo abbiamo visto tante volte nella vita politica e intellettuale
italiana. I roditori che diciassette anni fa erano saliti sul rutilante
Rex che doveva portare l'Italia verso non si sa quali meravigliosi lidi,
dopo averne saccheggiato le stive abbandoneranno la nave che sta
per affondare. No, non si butteranno in mare. Il coraggio del
suicidio, nemmeno quello politico, non gli appartiene. Non sono
sorci, son uomini. Prima che la nave vada sotto la linea di
galleggiamento armeranno scialuppe di salvataggio,
protenderanno passerelle, lanceranno gomene verso quella dei
probabili vincitori. Fuor di metafora sarà uno smottamento lento,
graduale, prudente (non si sa mai), la sagra dell' “io l'avevo detto”
(vedi, per tutti, il fondo di Galli della Loggia sul Corriere di venerdì)
per potersi trovare, al momento opportuno, se non fra i vincitori
almeno nelle loro immediate vicinanze. E saranno accolti come il
“figliol prodigo”. Non per carità cristiana, ma perchè la classe
dirigente italiana è un sistema di oligarchie il cui obbiettivo
primario è la propria autoconservazione. Quella politica e
intellettuale è l'unica, vera, classe in termini marxiani rimasta su
piazza. La presidenza di un Ente pubblico, l'ingresso in un
prestigioso Consiglio di amministrazione, la conduzione di un talk
show non si nega a nessuno. In modo che al prossimo giro, a parti
invertite, sia restituito il favore. Questa è la democrazia liberale,
bellezza. Non quella immaginata da Stuart Mill o da Locke che
voleva valorizzare meriti, capacità, potenzialità dell'individuo, ma
quella reale, vera, praticata, che pretende affiliazioni a questo o a
quel gruppo di potere ed emargina chi conserva quel tanto di
rispetto di se stesso per rifiutarsi a questi umilianti infeudamenti e
che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse
davvero, e ne diventa invece la vittima designata. Ma le lotte più
feroci non si avranno fra gli sconfitti, ma fra i vincitori, scene
dantesche, da Conte Ugolino, in cui non si esiterà ad azzannare il
cranio del compagno di ieri pur di affermare la propria
primogenitura nell'aver affondato il Rex e il Corsaro che lo
capitanava. Abbattuto il Corsaro certamente il Paese godrà di un
restyling estetico, perchè l'uomo, negli ultimi anni, era diventato da
neurodeliri, da autoambulanza oltre che da cellulare, ma nulla,
nella sostanza, cambierà. Perchè il problema dell'Italia non è di
uomini, anche animati da buona volontà, ma di un sistema marcio
fino al midollo, che si è incistato nelle nostre fibre più intime, di una
metastasi che nulla, se non un evento realmente traumatico, può
estirpare, di un Paese che ha perso, non solo nella classe
dirigente ma nel suo popolo, ogni etica, ogni valore
condiviso che non sia il Dio Quattrino. Un Paese così non
lo ha inventato il Corsaro, anche se ha contribuito a
potenziarlo con le sue Tv, se lo è trovato già bell'e pronto
e lo ha utilizzato, al peggio.
Intanto alla Festa della Repubblica per i 150 anni
dell'Unità d'Italia il presidente Napolitano ha
ricevuto Hamid Karzai, l'emblema della corruzione
“democratica” che l'Occidente ha portato in
Afghanistan, e ha elogiato le Forze Armate, sia
italiane che alleate, per il coraggio e lo spirito di
sacrificio con cui difendono la pace nel mondo. Non
più tardi di domenica questi coraggiosi “missionari di
pace”, non avendo il fegato di affrontare i
guerriglieri talebani nemmeno ad armi impari,
hanno chiamato in soccorso gli aerei della Nato che,
bombardando a casaccio un villaggio, hanno
assassinato dodici bambini afgani. Un giorno questo
sangue innocente, sparso a piene mani in una guerra
ignobile, ci ricadrà sulla testa.
maestro nelle pubbliche re-
lazioni. Pensate Leopardi, in-
grugnato nell’isolamento di
Recanati!
Forse si stava meglio nel «na-
tìo borgo selvaggio». Ma Gia-
comino prosegue, ostinato,
nel suo viaggio di spettro
Non ce la fa a rimanere sem-
pre fra «l’ermo colle» e i «ve-
roni del paterno ostello».
VA ALLA PRIMA romana
senza lenzuolo. Sale per i col-
li di Frascati, lo scorso mag-
gio, ormai disilluso, sempre
più convinto dell’«acerbissi-
ma nullità delle cose». Per lui
di uno spettacolo tratto da scopo della «vera contempo-
una sua opera, le Operette mo- ranea poesia» è di accrescere
rali, regia di Mario Martone: il la vitalità. Nelle giornate pen-
dato inoppugnabile fu l’at- sate da Novella Bellucci, Giu-
tacco collettivo di narcoles- lio Ferroni presenta poeti no-
sia. Sembrava “007 Missione tevoli, come Elio Pecora,
Goldfinger” quando aprono Biancamaria Frabotta, Anne-
il gas. lisa Alleva, Silvia Bre, Claudio
Si discute ormai fin troppo di Damiani e altri. Ovunque fan-
crisi della sinistra: ecco, l’e- no monumenti a un malinco-
stablishment gauchiste (e bi- nico atrabiliare come lui, a
sogna fare attenzione pro- un nichilista cosmico, ma
prio adesso che il vento delle non lì; tutta la retorica mou
amministrative ha finalmen- sembra scomparire: un clas-
te cambiato qualcosa) sem- sico è tale perché ci legge più
bra ispirato dal frammento di di quanto noi lo leggiamo.
Alcmane (traduzione di Qua- Leopardi è un’eco, il monu-
simodo): «Dormono le cime mento greve e trito lo dissol-
dei monti, / e le vallate in- ve. Come si legge in un pen-
torno, / i declivi e i burroni». siero dello Zibaldone: «Un
Parafrasi (dello scrivente): esempio di quanto fosse na-
«Dormono le platee, / dorme turale e piena di amabili il-
la sinistra colta / da cosmico lusioni la mitologia greca, è
sonno còlta». Operette mor- la personificazione dell’e-
tali (di sonno). Sveglia! co».
Sabato 4 giugno 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

7 SOLDI PER L’UNIVERSITÀ

DA CHI, PER CHI
Il nucleare raccontato
LA VIGNETTA aro Furio Colombo, è di questi L’università è incoraggiata a sviluppare al massimo
da un tecnico
Come ingegnere meccanico, dal
C giorni l’interrogazione
parlamentare di alcuni senatori
la sua capacità di raccolta dei fondi. Ma i fondi
privati che qualunque prestigiosa università
1976 mi occupo di progettazione, appartenenti a diversi gruppi che americana riesce a raccogliere sono accettati e
costruzione, manutenzione di tu- propone di adottare anche nel nostro apprezzati se hanno le seguenti caratteristiche:
bazioni ad alta temperatura e pres- Paese il cosiddetto “rapporto Browne”. nessun rapporto fra studi o materie o
sione delle centrali termoelettri- Si tratta di un sistema che lascia campo insegnamenti o nomina di docenti, e attività
che (per i non tecnici: si tratta di all’aumento delle tasse universitarie, economica del donatore. Solo il nome del
componenti fondamentali, presen- fornendo agli studenti meno abbienti un donatore. Una parte imponente dei fondi raccolti
ti anche nelle centrali nucleari; por- prestito che dovrà essere restituito al (in genere un terzo) deve essere riservata al
tano il vapore dalla caldaia alla tur- termine degli studi,qualora lo studente “financial planning” (ovvero borse di studio in
bina, e una loro rottura può avere riesca a raggiungere una certa soglia di grado di coprire i costi di tutto il corso di studi) per
conseguenze molto gravi in una reddito. gli studenti meritevoli ma senza risorse proprie.
centrale tradizionale, catastrofiche Andrea Curcio, Matteo Domenighini Attenzione a questa regola: chiunque ne abbia le
in una nucleare). All’epoca del pri- qualità può competere per il finanziamento dei
mo referendum (1987) ero favore- HO INDICATO i nomi completi suoi studi. Ma se il vincitore, per bravo che sia,
vole al nucleare; la mia esperienza perché entrambi i firmatari della lettera hanno un risulta appartenere a una famiglia al di sopra di un
lavorativa mi aveva mostrato la ruolo accademico o amministrativo in una certo reddito, la borsa passa automaticamente,
grande serietà con cui allora tutte università italiana (Brescia) e hanno inviato un lungo la graduatoria, al più bravo tra coloro che
le entità coinvolte affrontavano i testo lungo e dettagliato che spero possa essere non potrebbero provvedere al pagamento. A
problemi di garanzia della qualità e pubblicato per intero dal “Fatto”. Non conosco il questo punto è utile ricordare, per analogia, lo
sicurezza degli impianti. I costrut- “rapporto Browne” ma vedo che riprende un status dei grandi musei in Paesi e tradizioni
tori di allora erano grandi gruppi in- sistema americano di finanziamento diretto a culturali diverse. Il Metropolitan Museum di New
dustriali, responsabili dell’intero sostenere gli studenti non dotati di mezzi, ma York è il più grande e prestigioso museo del mondo
ciclo di progettazione, costruzione senza legare il problema, che viene considerato un completamente finanziato da donatori e cittadini.
e montaggio; erano sul mercato da che le grandi società strutturate stanzialmente estendibili anche agli dovere, al livello del costo o “tuition”. Resterò per Il Louvre di Parigi è il più grande e prestigioso
decenni e intenzionati a restarvi. I non avrebbero potuto permetter- altri) io non posso più dare alcuna un momento nella logica di questo tipo di proposte Museo del mondo completamente sostenuto dallo
gestori erano Enti pubblici, e i miei si), si dotavano temporaneamente fiducia, e il 12 giugno voterò un (ma concordo con lo scetticismo dei due firmatari Stato. Neppure in momenti difficili si penserebbe,
rapporti con ENEL e con EDF mi delle risorse umane necessarie at- chiaro e motivato SI. della lettera) per fare osservare che è in Francia, di abbandonare il Louvre a un
dimostravano che per entrambi i tingendo al serbatoio dei lavoratori Alberto Palestra indispensabile, come nel modello americano, uno mecenatismo privato, che in Europa non esiste. Il
gruppi l’imperativo, nel caso di esperti provenienti dalle stesse sdoppiamento. Chiunque, se attivo e diligente problema è molto simile quando si discute il
dubbio, era quello di raddoppiare grandi aziende cacciate dal merca- La nomina di Alfano studente universitario in ordine con un piano di compito del come salvare le università italiane. È
le misure di sicurezza, mentre il co- to (serbatoio dapprima ricco, negli studi approvato dal suo College o School, può avere un impegno pubblico di importanza strategica da
sto era all’ultimo gradino nei criteri ultimi anni ormai prossimo, per ra- non cambia nulla un prestito per coprire per intero il costo (tasse finanziare (specialmente in momenti critici)
di scelta. Gli Enti di controllo e gioni anagrafiche, al prosciugamen- Prima dei Referendum, dicemmo universitarie) del corso di studi prescelto. Dovrà almeno quanto le Forza Armate. Per poi esigere
ispezione erano anch’essi pubblici, to), le affiancavano ad una manova- che – se avessimo votato ai ballot- restituire quel prestito, in lunghe rate, appena avrà prestazioni e risultati con rigore assoluto.
con una storia di grande rigore e lanza generica e inesperta, opera- taggi di Milano e Napoli – avremmo un lavoro che glielo consente. Ma esiste anche una
competenza che ne garantiva l’im- vano per la durata della commessa votato per i candidati del centro- serie di “progetti di finanziamento” a cui si può Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
parzialità ed efficacia. Il mondo è e poi sparivano. Questo modo di sinistra, consigliando a Berlusconi accedere per merito, ovvero in relazione al livello 00193 Roma, via Valadier n. 42
cambiato; da almeno una quindici- lavorare, oltre a spingere tutti alla di dar mano, finalmente, veramen- dei voti e ai giudizi ottenuti sui lavori presentati. lettere@ilfattoquotidiano.it
na di anni il primo, spesso l’unico ricerca della soluzione più econo- te e democraticamente, alla siste-
criterio di scelta è diventato il co- mica, non sempre quella più sicura, mazione della grande disorganizza-
sto, ed il secondo il tempo di rea- impedisce l’accumulo di esperien- zione regnante nel Pdl. È stato no-
lizzazione. I gestori sono società za che può nascere solo dalla con- minato, invece, il Ministro della
private, che non dispongono di una tinuità; non si può imparare dai Giustizia, mentre i tre ex coordi- valorosi marinai si sforzano di man- nuovamente ed è stato costretto a st’ultimo, il colonnello Ridolfi, chie-
struttura ingegneristica paragona- propri errori (o da quelli dei con- natori sono diventati vice di Alfano, tenere la rotta. Ma no!, mi spiegano lunghi periodi di degenza. Ma, tor- dendone e ottenendone il trasfe-
bile a quella di un ENEL (quella del correnti) se il lavoro è ogni volta anche lo stesso Bondi, che si era di- ancora. Oggi quel lavoro si fa con nando al processo, perché Lo Zito rimento. Ormai in Italia siamo abi-
1980, si intende), e il cui scopo isti- nuovo. Ho visto così ripresentarsi messo da coordinatore e che si ac- l’informatica. Il problema dunque è stato accusato di diserzione? Per- tuati a tutto! Sono offeso e indigna-
tuzionale è la massimizzazione del errori e problemi che erano stati contenta, ora, di fare il vice. Cosa non è quanto la pratica ci mette a ché nel 2008, facendo solo il pro- to per quel che è accaduto al ma-
profitto; anche i “controllori” sono già affrontati e risolti negli anni ‘60 e cambia? Necessita separare le mas- viaggiare ma quanto ci mette il con- prio dovere e null’altro, nel pieno resciallo Lo Zito, calpestato da un
organizzazioni sostanzialmente ‘70; negli ultimi tempi mi sono im- sime cariche politiche (coordina- solato a spedirla cliccando sui com- rispetto delle procedure, ha de- potere prevaricatore e arrogante.
private, che vengono di fatto finan- battuto persino in casi di errori co- tori nazionali, regionali e provincia- puter. E dopo una lunga discussione nunciato alcuni comportamenti, a Nulla gli è stato risparmiato, nep-
ziate dai controllati, con buona pa- sì grossolani da essere spiegabili so- li) da quelle di ministri, presidenti di con la gentile impiegata di cui sopra suo avviso sanzionabili, della Presi- pure la riduzione dello stipendio a
ce dell’indipendenza di giudizio. lo con la malafede di chi sa di aver provincia e di regione. Con la spe- ho potuto accertare che da quando dente del Comitato regionale meno di novecento euro mensili,
Per quanto riguarda i costruttori, i sbagliato ma deve chiudere co- ranza che i ministri facciano poi il mi sono iscritto all’AIRE (ottobre C.R.I. dell’Abruzzo, signora Maria avendo il medesimo la moglie e due
grandi gruppi che hanno realizzato munque i lavori, sotto la spinta non loro dovere, invece che apparire in 2011) al momento che lo hanno Teresa Letta. Non è un fatto priva- figli a carico. Mi inchino di fronte a
tutte le centrali italiane negli anni facilmente resistibile di condizioni televisione, solo per polemizzare o notificato a Roma sono passati cir- to tra Lo Zito e la signora Letta, so- un servitore dello Stato che, a testa
‘60, ‘70 e i primi ‘80 sono spariti dal economiche e temporali capestro. per servilismo. Inutile dire che se ca sei (6) mesi. Non è un reato ne- rella del più famoso Gianni, ma alta, ha fatto fino in fondo il proprio
mercato o ridotti a marchi privi di Ad una struttura produttiva come nulla si farà, preferendo sempre gare il voto a un cittadino che ne ha qualcosa che riguarda il corretto dovere e mi battero al suo fianco
una realtà industriale paragonabile questa (ovviamente le mie consi- servi e serve (che con la loro adu- diritto? operare di un’Associazione, la perché gli venga restituito fino in
a quella passata; le nuove centrali derazioni valgono soprattutto per i lazione hanno saputo solo creare Franco Pantarelli Croce Rossa Italiana, che riceve fondo l’onore e la dignità, che non
sono state costruite da imprese in componenti di cui mi occupo diret- una forte reazione facendo vincere dallo Stato quasi duecento milioni ha mai perduto.
buona parte improvvisate, che na- tamente, ma nelle centrali non ci il centrosinistra) saremo noi a cam- Il maresciallo Lo Zito, di euro l’anno di finanziamenti. Da Cesare D’Alessandro
scevano nel momento delle gare sono compartimenti stagni, e ho biare del tutto dal centro destra al quel momento sono iniziati i suoi Consigliere della Regione Abruzzo
d’appalto (vinte solo grazie a ribassi motivo di credere che siano so- centro sinistra. Se continueranno un servitore dello Stato guai, visto che Maria Teresa Letta,
le pagliacciate, addio voto al Pdl, Il 26 maggio Il maresciallo Vincenzo dopo l’esposto amministrativo e
per far scomparire il lecchinismo di Lo Zito è stato assolto dall’accusa giudiziario che è rivolto ovviamen-
IL FATTO di ieri4 Giugno 1859 Fede, La Russa, Santanchè ed altri.
Casa Nostra
di diserzione aggravata e calunnia.
Lo Zito non è fuggito dall’Afghani-
te contro la sua gestione, presenta
a sua volta una controdenuncia nei IL FATTO QUOTIDIANO
Giovanni Fattori, uno dei grandi “macchiaioli” ottocenteschi, per il Rinnovamento del Sud stan, né dal Libano, né tantomeno riguardi del maresciallo Lo Zito e via Valadier n. 42 - 00193 Roma
la riprenderà in una delle sue tele più dense di pathos. A dal Kossovo, ma è stato accusato di scrive al diretto superiore di que- lettere@ilfattoquotidiano.it
ricreare l’atmosfera della storica Battaglia di Magenta del 4 Un italiano all’estero aver disertato il proprio posto di
giugno 1859, clou della II Guerra d’Indipendenza e tappa lavoro... senza, però, saperlo! Nel
decisiva nel cammino verso l’Unità d’Italia. Piccolo borgo
che non riesce a votare... 2008, per essere chiari, ha ricevuto Direttore responsabile
agricolo e chiave di volta strategica, Magenta fu l’epicentro Il consolato italiano a Buenos Aires un ordine di trasferimento dalla sua
ha deciso che “almeno questa vol- sede di Avezzano a quella di Assisi, Antonio Padellaro
di un furioso scontro tra l’Armata franco-piemontese di
Napoleone III e quella dell’esercito austro-ungarico del ta” io non posso votare. La ragio- mentre era ricoverato all’Ospeda- Vicedirettore Marco Travaglio
Feldmaresciallo Gyulaj. Due schieramenti equivalenti, circa ne? Il troppo tempo che il mio no- le cardiologico di Teramo per sot-
me ha impiegato a passare dall’i- toporsi ad un delicato intervento Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
60 mila soldati ciascuno, con gli austriaci pronti a marciare
verso il Piemonte, e le truppe agli ordini dei generali scrizione all’AIRE all’elenco eletto- chirurgico al cuore. Vincenzo Lo Progetto grafico Paolo Residori
Espinasse e Mac Mahon, in avanzata verso Milano. rale. Quel percorso, mi hanno spie- Zito non ha ottemperato all’ordine Redazione
Accerchiati gli austriaci sul Ticino, le truppe di Mac Mahon, gato, va da Buenos Aires a Roma di trasferimento perché nel frat- 00193 Roma , Via Valadier n°42
nonostante l’accanita difesa austriaca del villaggio, (affinché l’anagrafe di Roma prenda tempo una Commissione medica tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
atto che io non solo più lì) e poi da militare, dopo l’operazione al cuo- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sfonderanno, con manovra a tenaglia, le armate di Gyulaj,
sito: www.ilfattoquotidiano.it
conquistando Magenta casa per casa e rintuzzando l’ultima Roma a Buenos Aires, con l’annun- re, lo ha obbligato a non muoversi
resistenza attorno alla stazione e a Casa Giacobbe, cio che per l’appunto ne è stato da Avezzano, se non a rischio della Editoriale il Fatto S.p.A.
preso atto. È un tragitto che richie- vita. Successivamente, non appena Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
espugnata dai bersaglieri piemontesi. Finita con una
carneficina, la Battaglia di Magenta, a due anni dal Regno de tempo, mi ha detto una gentile le condizioni fisiche glielo hanno Presidente e Amministratore delegato
d’Italia, aprirà a Napoleone III e a Vittorio Emanuele II la impiegata, ed uno immagina viaggi consentito, il maresciallo Lo Zito Giorgio Poidomani
strada per Milano, dove l’8 giugno entreranno trionfalmente. su navi che attraversano l’oceano ha preso servizio nella nuova sede Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli aggredite dalle tempeste mentre i di Assisi dove, però si è ammalato Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Abbonamenti Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35
Queste sono le forme di abbonamento • Abbonamento postale semestrale (Italia) Modalità di pagamento di pagamento, nome cognome, indirizzo, Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero:
previste per il Fatto Quotidiano. Prezzo 120,00 € • 4 giorni telefono e tipo di abbonamento scelto.
Poster Pubblicità & Pubbliche Relazioni S.r.l.,
Il giornale sarà in edicola 6 numeri Prezzo 170,00 € • 6 giorni • Pagamento direttamente online Sede legale e Direzione commerciale: Via Angelo Bargoni n°8, 00153 Roma
• Bonifico bancario intestato a:
alla settimana (da martedì alla domenica). Editoriale Il Fatto S.p.A., con carta di credito e PayPal. tel. + 39 06 68896911, fax. + 39 06 58179764, email: poster@poster-pr.it
• Modalità Coupon *
Per qualsiasi altra informazione in merito
Prezzo 320,00 € • annuale BCC Banca di Credito Cooperativo Distribuzione Italia:m-dis Distribuzione Media S.p.A.,
• Abbonamento postale annuale (Italia) può rivolgersi all'ufficio abbonati ai numeri
Prezzo 180,00 € • semestrale Ag. 105 Via Sardegna Roma
+39 02 66506795 - +39 02 66505026 -
Sede: Via Cazzaniga n°1, 20132 Milano
Prezzo 200,00 € • 4 giorni Iban IT 94J0832703239000000001739 tel. + 39 02 25821, fax. + 39 02 25825203, email: info@m-dis.it
Prezzo 290,00 € • 6 giorni • Abbonamento online PDF annuale +39 02 66506541 o all'indirizzo mail
Prezzo130,00 € • Versamento su conto corrente postale: abbonamenti@ilfattoquotidiano.it Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro
E' possibile pagare l'abbonamento annuale 97092209 intestato a Editoriale Il Fatto Chiusura in redazione ore 22.00
postale ordinario anche con soluzione Per sottoscrivere il tuo abbonamento, S.p.A. - Via Valadier n° 42, 00193 Roma * attenzione accertarsi prima che Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione, compila il modulo sul sito Dopo aver fatto il versamento inviare un la zona sia raggiunta dalla distribuzione de
2ª rata entro il quinto mese. www.ilfattoquotidiano.it fax al numero 02.66.505.712, con ricevuta Il Fatto Quotidiano