Calderoli promuove una legge per trasferire ministeri a

Milano. A Radio Padania protestano: “Pensate alle cose serie”y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!"!]!z!:

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26 giugno 2011 26 giugno 2011
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Mercoledì 8 giugno 2011 – Anno 3 – n° 135 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

RAGAZZI, È QUESTIONE Obbligo di lingua

di Marco Travaglio

C
asomai servisse un vademecum per

DI VITA O DI MORTE
comprendere – al di là dei bei discorsi su
ascolti, compensi, liquidazioni, guerre
editoriali e giudiziarie, editti bulgari e
postbulgari – come si lavora in Rai, capita a
proposito il caso Report. Domenica Milena Gabanelli
ha mandato in onda un servizio ordinato
dall’Agcom, la cosiddetta Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni. Garanzie di chi? Del ministro
Adriano Celentano scrive al Fatto: “Il 12 e 13 giugno Giulio Tremonti, che l’anno scorso non aveva
gradito una puntata di Report (“Conti, sconti e
saranno ricordati come i giorni della riscossa contro Tremonti”, 24 ottobre 2010) piuttosto critica sulla
sua manovra finanziaria e sul conflitto d’interessi
le scorie radioattive”. Poi parla di Santoro e Santanchè che lo vede ora nei panni di consulente fiscale di
grandi gruppi finanziari (alcuni in contenzioso con
Il “Re degli Ignoranti”, che aveva l’Agenzia delle Entrate per violazioni fiscali), ora in
quelli di ministro dell’Economia. Invitato per tre
previsto la vittoria di Pisapia, lancia un volte da Report a dire la sua, Tremonti aveva sempre
grido contro la NUOVA DESTRA: rifiutato. Ma subito dopo la messa in onda, anziché
inviare una rettifica (casomai avesse qualcosa da
“Non durerà molto” pag. 2 z precisare), o querelare (casomai fosse stato
diffamato), o intentare una causa civile (casomai
avesse subìto danni), si era rivolto all’Agcom con un
REFERENDUM x Respinto il ricorso del governo esposto, lamentando la lesione dei principi di
correttezza, completezza, imparzialità e obiettività

Si vota anche sul nucleare dell’informazione: Report, a suo dire, avrebbe

peccato di “partigianeria”, “interviste rilasciate da
esperti di orientamento capzioso”, “tesi deformate e

La Consulta precostituite con l’obiettivo di screditare l’obiettivo

messo nel mirino, adducendo la scusante di non
aver interloquito con l’interessato”. Ora, Tremonti

boccia Berlusconi non è solo il ministro più potente del governo B. È

anche l’azionista di maggioranza della Rai e come
tale nomina uno dei 9 del Cda. Il 30 marzo l’Agcom
Perniconi pag. 3 z prontamente obbedisce al diktat tremontiano con la
delibera n. 185/11, approvata a maggioranza
(contrari D’Angelo, Lauria e Sortino) e firmata dal
commissario Antonio Martusciello (appena piazzato
NON SOLO “ANNOZERO” x A rischio anche “Che tempo che fa”. Fabio Fazio tentato da La7 da B. per i suoi requisiti di specchiata indipendenza
e competenza, essendo stato prima suo dipendente

Santoro, la Rai perde pezzi e pubblico

in azienda, poi coordinatore regionale del suo
partito, infine deputato e viceministro del suo
governo): “La Rai è tenuta ad assicurare il diritto di
replica ai fini del riequilibrio della trasmissione
Report... mediante la diffusione di una nuova puntata
che dia spazio anche a voci e a testimonianze
Viale Mazzini in dismissione. positive nazionali e/o internazionali, relative alla
Carlo Freccero: manovra economico-finanziaria del ministero
dell’Economia, al fine dell’effettivo ripristino dei
“Stavolta Berlusconi principi di obiettività, completezza e imparzialità
ha sbagliato i conti: questa dell’informazione”. Non un fatto, un dato, una frase
di Report sono ritenuti falsi, inesatti o diffamatori, ma
è la fine del duopolio” siccome Tremonti piange va accontentato con una
Tecce e Telese pag. 6 - 7 z puntata riparatoria in cui si parli bene di lui. E,
siccome lui non vuole parlare, per garantire il
contraddittorio bisognerà intervistare un plotoncino
Il nuovo libro di suoi fans che lo lecchino in sua assenza.
di Stéphane Hessel: Strepitoso l’accenno alle “voci positive nazionali e/o
“Ci siamo indignati? internazionali” (come le sigarette di una volta:

Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore. Era il 10 aprile 2010, Napoli-
CATTIVERIE Adesso impegniamoci”.
No, stasera
nazionali o esportazione): casomai non si trovasse
nessuno disposto a leccarlo in Italia, lo si cerchi
Parma 2-3 (FOTO ANSA) . In alto, Alfonso Quaranta (FOTO LAPRESSE) ho da fare Michele Santoro (FOTO ANSA) all’estero. Il 10 aprile, mentre Rai3 annuncia ricorso
al Tar contro questo delirio agcomico, la Gabanelli
torna a invitare Tremonti o chi ne fa le veci a Report.
SCOMMESSE x Ma invano. Il 9 maggio Stefania Rimini di Report
Udi Massimo Fini ENERGIA x Altro che rinnovabili raggiunge Tremonti a un convegno e, in conferenza
Partite
Truffe ambientali
stampa, lo invita ancora una volta a partecipare alla
UN CALCIO puntata in cantiere: “No, prima dovete fate una bella

truccate, il pm: DA trasmissione riparatoria... Prima fate voi, poi vengo

e mazzette, arrestato
io”. L’altra sera finalmente la puntata riparatoria:
PLAYSTATION Sabrina Giannini implora alcuni economisti di
“Grossi N el 1982, dopo la vittoria del- parlare soltanto bene di Tremonti perché, se

problemi
l'Italia ai Mondiali di Spagna
e la decisione di introdurre il
‘terzo straniero’, scrissi per il
per la Serie A” Giorno un articolo in cui dicevo
che il calcio andava a morire.
Ma non mi sarei aspettato che
Massari pag. 8 z ne avrei visto la fine. pag. 18 z
Dario Scotti, dell’omonimo riso (FOTO LAPRESSE)
il dottor Scotti del riso
Ecomafie: gli illeciti su rifiuti
e ambiente sono un business
da 20 miliardi di euro pag. 10 z
azzardano una critica, questa non potrà andare in
onda “altrimenti l’Agcom ci multa di nuovo”. La
critica è lecita solo se seguita dalla leccata. E nei
programmi dove si lecca soltanto, come si
garantisce il contraddittorio? Sarebbe disumano
chiedere a Minzolingua di violentarsi criticando il
governo: al massimo, in omaggio alla par condicio,
ogni tanto potrebbe leccare anche l’opposizione.
pagina 2

D
AL VOTO AL VOTO

all’altra parte dell’Oceano. Con un
Jovanotti è negli Usa grande rimpianto: quello di non
poter votare ai referendum del 12
e 13 giugno. Così, Lorenzo Cherubini, meglio
Ma paga una pizza a chi conosciuto come Jovanotti, ha lanciato un
cinguettio tramite Twitter: “Io domenica non
posso votare dal Tennessee. Propongo un patto.
va alle urne al posto suo Se qualcuno che non voleva andare va al posto
mio gli offro una pizza”. La speranza, come
ovvio, è di fare breccia nelle migliaia di fan che
magari all’acqua, al nucleare e al legittimo
impedimento non avevano prestato troppa
attenzione. Forse una pizza con il loro idolo può
riuscire a convincerli. Jovanotti è solo uno dei
musicisti, attori e cantanti che per questi
referendum ci hanno messo la faccia. Sul sito
della campagna Io voto, hanno lasciato il loro
video messaggio Elio Germano, Andrea Rivera,
Claudio Santamaria, Frankie Hi NRG, Eugenio
Finardi, Caterina Guzzanti, Paolo Virzì, Carolina
Crescentini. Molti di loro saranno sul palco di
Piazza del Popolo, venerdì 10 giugno, per la
manifestazione di chiusura della campagna
referendaria.

Nucleare Acqua 1 Acqua 2 Giustizia

È il quesito
referenda-
rio presentato
dall’Italia dei Valori per
abrogare la norma che pre-
vede “la realizzazione nel
territorio nazionale di im-
pianti di produzione di
energia nucleare”. Norma
sulla quale il governo ha
fatto marcia indietro nel
decreto Omnibus. La Cassa-
zione ha dato il via libera.
I l quesito chiede
l’abrogazione del-
l’art. 23 della legge
133 del 2008 con cui
il governo ha privatizzato i
servizi pubblici di rilevanza
economica affidandoli a
soggetti privati attraverso
gara o a società a capitale mi-
sto pubblico-privato, all’in-
terno delle quali il privato
sia stato scelto attraverso ga-
ra e detenga almeno il 40%.
I l secondo que-
sito per l’acqua
pubblica vuole
abrogare la parte
di normativa (il decreto
legislativo 152 del 2006)
che consente al gestore
di ottenere profitti garan-
titi sulla tariffa, carican-
do sulla bolletta dei citta-
dini un 7% a remunera-
zione del capitale investi-
to.
È il quesito
che Berlu-
sconi teme di
più. Presenta-
to dall’Italia dei Valori,
chiede l’abrogazione del-
la legge del 7 aprile 2010
“in materia di legittimo
impedimento del presi-
dente del Consiglio dei
ministri e dei ministri a
comparire in udienza pe-
nale”.

I GIORNI DELLA RISCOSSA

Celentano: “Il 50%+1 sarà l’inizio di una sorgente
dalla quale sgorgheranno zampilli di energia pura”
di Adriano Celentano minabili che preoccupano Santanchè si illumina curio- Santanchè. gessero anche in questo mo-
non poco la Santanchè. Gli sa, freme di sapere, pende Io faccio appena in tempo a do. Spezzare la tensione con
econdo me, in casa Sal- occhi di lei si fanno più gran- dalle sue labbra, uguali, fra dire buongiorno, dimenti- frammenti di divertimento

S lusti-Santanchè o vice-
versa, le cose sono anda-
te così. La Santanchè gli
ha detto: “Santoro mi ha in-
vitata alla trasmissione sul
di, sconvolta al pensiero che
il suo compagno possa essere
colpito da una improvvisa pa-
ralisi. Ma poi ecco la grande
trovata: “Dovresti andarci –
l’altro, a quelle di mio zio Eu-
genio fratello di mia madre.
“Cambiare tattica in che sen-
so?” dice lei già in assetto di
guerra. “Nel senso che appe-
candomi che invece è sera. E
lei, puntuale, esegue alla let-
tera ciò che il compa-
gno-maestro le ha insegnato.
Anzi, ha fatto di più: ha ad-
agevolerebbe il pubblico a ca-
sa a capire meglio e con chia-
rezza, quello che i politici di
destra ultimamente NON di-
cono.
NUCLEARE. Ci sarà anche Ce- dice il rinvenuto Sallusti – in na lui ti parla – si infervora dirittura cantato “io non so Temo però che quest’ultimo
lentano ma stavolta in carne fin dei conti lui con te è stato Sallusti – devi coprirlo di elo- parlar d’amore”. grido della “NUOVA DESTRA”
ed ossa, tu cosa ne dici, va- carino anche se ti ha dedicato gi, di complimenti per la sua Pur avendo capito al volo la non durerà molto. Appena si
do?”. Sallusti la guarda, non qualche battuta, però stavol- bravura come cantante; an- nuova strategia della “NUO- accorgeranno che nel frat-
parla, attimi di silenzio inter- ta devi cambiare tattica”. La che se ti dovesse attaccare de- VA DESTRA” devo dire che mi tempo in cui mi esaltano,
vi continuare ad esaltarlo e a quasi in tempo reale, accade
parlare di musica qualunque tutto quello che il RE degli
cosa lui ti dica”. “Hai ragione
– dice raggiante la bella Santa
I complimenti Ignoranti dice, torneranno
purtroppo ai vecchi metodi.
“Berlusconi non
– una tattica che ridimensio-
nerà il suo misero lato poli-
della Durante la prima telefonata
ad Annozero, antecedente al
sa più come fare,
tico”. Dunque parte la sigla.
Annozero inizia con un cre-
Santanchè? VOTO del PRIMO TURNO,
dissi con ostentata e sfrontata
ce la sta
scendo folgorante che solo sicurezza, che Pisapia aveva
Santoro (naturalmente dopo “Solo una già vinto, in tutti i sensi, e che mettendo tutta
di me) sa fare. Alle 10 e 40 proprio perché aveva vinto
circa, in pieno tema RA- strategia non doveva infierire con la per far cadere
DIOATTIVO, Ruotolo mi querela alla Moratti. Pisapia
chiede: “Quanto è importan- divertente della infatti vinse con un vantaggio il governo, ma
te stavolta andare a votare e di 7 punti. La stessa identica
non andare al mare?” “Potrà nuova destra” cosa accadde con la seconda non ce la fa”
sembrare un’esagerazione – telefonata ad Annozero. Men-
gli rispondo – ma stavolta è tre Lupi mi esaltava come uo-
questione di VITA o di MOR- sono divertito. Fa sempre pia- mo di spettacolo, Pisapia stra- comportamenti del Cavalie-
TE ”. Fra gli ospiti e il pub- cere ricevere dei complimen- vinceva con addirittura 11 re, da me approfondita e stu-
blico in studio non vola una ti e non ho ragione di dubi- punti di vantaggio. E natural- diata su basi che neanch’io
mosca. Al punto che Santoro tare che, loro malgrado, siano mente ritirò la querela contro conosco, sono arrivato alla
rompe quel silenzio di tipo veramente miei FANS. Sareb- la Moratti. triste conclusione che non si
tombale presentandomi la be bello se i dibattiti si svol- È chiaro che anche a me, co- può non pensare che la dispe-
me tutti quelli che hanno un razione lo abbia portato a
minimo di sensibilità e un filo chiedere aiuto perfino ai tre
PD E PROMOTORI di narcisismo, non possono Cavalieri della Discordanza:
che farmi piacere certi ap- Bersani, Vendola e Di Pietro.
prezzamenti. Che tuttavia pe- Pare che sia proprio di loro
ACQUA: GLI STESSI SÌ, MA PROVVEDIMENTI DIVERSI rò, non bastano a frenare
un’OPINIONE. Per esempio,
come la penso, riguardo l’ul-
tre, l’orribile idea di CACCIA-
RE Santoro dalla Rai. Berlu-
sconi non voleva: è stato fino
di Wanda Marra bligatoriamente pubblica, come vorreb- nella proposta del Pd gli investimenti si pa- tima trovata di Berlusconi: a a notte fonda a cercare di con-
bero i referendari. E dunque sarebbe af- gano con la bolletta, mentre per i referen- quanto pare il governo ha fat- vincerli ma non c’è stato
2 “sì” ai referendum per l’acqua pub- fidata sia alle società pubbliche, che a to ricorso alla Corte costitu- niente da fare. “Come fate a
Istradablica apriranno necessariamente la
a una legge che regolamenti il go-
quelle private introducendo dei corretti-
vi. Per i privati la condizione è che la se-
dari con le tasse, visto che l’acqua è un be-
ne primario e dunque non deve essere pa-
gata a seconda del consumo, ma a seconda
zionale per chiedere che boc-
ci la decisione della Cassazio-
non capire – li supplicava – se
mandiamo via Santoro sarà la
verno delle risorse idriche e la gestione lezione avvenga attraverso delle gare. del reddito di ciascun cittadino. E dunque, ne per aver ammesso il refe- fine della Rai”.
del servizio idrico integrato. E che sosti- la loro proposta è che “il quantitativo mi- rendum sul Nucleare. “Certo, ma sarà anche la fine
tuisca la legge Ronchi che si va in parte ad SE IL GESTORE è pubblico, invece, la nimo vitale, fissato in 50 litri giornalieri Stavolta Berlusconi ha vera- del tuo governo – gli diceva-
abrogare. Pier Luigi Bersani l’ha detto più società che ha in concessione il servizio abitante” sia finanziato attraverso la fisca- mente alzato il tiro. Non si è no – non era questo che vo-
volte: “Noi siamo contro l’obbligo di pri- non può essere ricapitalizzata dal socio o lità generale (quindi attraverso un aumen- sparato sui piedi, ma ha cen- levi?” ... Erano ormai le quat-
vatizzare la gestione dell’acqua. Sulla go- dai soci pubblici nel corso del tempo della to – generico – della tassazione) e che il trato in pieno le “due piccole tro di notte, Berlusconi era
vernance e gli investimenti, in Parlamen- durata dell’affidamento. Il che significa costo degli investimenti sia coperto in par- cose” a cui lui tiene di più. Per pallido e stravolto dalla stan-
to c`è una nostra proposta di legge. Se che se ha una gestione non efficiente e i te dal meccanismo tariffario e in parte fortuna il neo Presidente del- chezza. Persino i suoi capelli
vince il sì, ripartiamo da quel testo”. Testo costi superano i ricavi, non può usare i sol- sempre dalla fiscalità, senza alcuna remu- la Corte costituzionale Alfon- apparivano sbiaditi, non più
che peraltro è molto diverso dalla propo- di delle tasse per ripianare il buco. Sull’al- nerazione del capitale, allo scopo di toglie- so Quaranta ha detto chiara- rossicci e schiacciati sulla te-
sta dei promotori del referendum. Il testo tro aspetto della legge Ronchi che i refe- re ogni incentivo ai privati a entrare nel mente che non è nei poteri sta, ma per la prima volta un
del Pd (presentato alla Camera il 16 no- rendum chiedono di abrogare, la remune- settore. Luca Martinelli (appena uscito il della Consulta bloccare un re- po’ arruffati quel tanto da
vembre 2010, primo firmatario Bersani, razione obbligata del capitale investito del suo libro L’acqua non è una merce, Altrocon- ferendum. Insomma Berlu- conferirgli un’aria scanzona-
secondo Franceschini) prevede prima di 7 per cento attraverso la bolletta, la pro- sumo) spiega che questo “vuol dire met- sconi non sa più come fare, ta, quasi come di appartenen-
tutto la costituzione di un’Autorità che posta di legge dei Democratici prevede tere in discussione il principio del full re- ce la sta mettendo tutta per za al tutti per uno e uno per
controlli la gestione dell’acqua. Nodo es- che sia l’Autorità a stabilire quanto deve covery cost” secondo il quale gli utenti de- far CADERE il GOVERNO, ma tutti. E poi a mezza voce sen-
senziale di tale proposta è che la gestione essere la remunerazione, a seconda dei ca- vono di fatto finanziare tutti gli investi- non ce la fa. Per ora il mio è za alzare lo sguardo: “E se non
non deve essere preferibilmente privata si. La differenza di fondo rispetto alla filo- menti necessari. Oltre alla bolletta, dicono solo un sospetto. Ma da una bastasse?”... Il tono un po’ di-
(come stabilisce la legge Ronchi) né ob- sofia dei promotori dei referendum è che i referendari, c’è la finanza pubblica. attenta analisi sugli ultimi messo della domanda, era
 Mercoledì 8 giugno 2011

S
AL VOTO AL VOTO

triscioni allo stadio, sindaci nelle
Centinaia di iniziative fontane, staffette referendarie e
missionari in piazza San Pietro per
“l’acqua bene comune”. Sono solo alcune delle
per portare ai seggi iniziative per promuovere il “sì” in vista dei
referendum del 12 e 13 giugno, quando 47
milioni di italiani saranno chiamati ad esprimersi
25.332.487 persone sui quattro quesiti che riguardano la
privatizzazione dell’acqua e la gestione dei
profitti del servizio idrico, il nucleare e il
legittimo impedimento. Per raggiungere il
quorum serviranno 25.332.487 voti.
La manifestazione che ha fatto più clamore è
stata quella dei militanti di Greenpeace, riusciti a
srotolare uno striscione di 200 metri
all’Olimpico in occasione della finale di Coppa
Italia, e nei prossimi giorni si annunciano
centinaia di mobilitazioni. C’è anche chi offre
sconti a coloro che si presentano con la tessera
elettorale vidimata. In Campania, chi rinuncia al
mare il 12 giugno avrà un trattamento di favore
nel weekend successivo: lettini “prendi due
paghi uno”, ma solo se dimostri di aver fatto il
dovere di elettore.

Cade l’ultimo ostacolo

a Di Pietro mettendogli una
mano sulla spalla: “Cosa ne
sarà della Rai?”. Di Pietro lo
guarda sconsolato: “Il tuo go-
verno la sventrerà in tanti pic-
coli Vespasiani sparsi per l’I-
talia”. Ma la cosa importante

La Corte dice sì al referendum

adesso, anche per salvare
Berlusconi oltre che i france-
si, che come Veronesi, dor-
mono praticamente sulle
SCORIE RADIOATTIVE, è
che tutti vadano a votare e
scrivano sul foglio elettorale:
SI’ - per abrogare il NUCLEA-
RE
IL 12 E 1IL 13 GIUGNO CI SARÀ IL QUESITO SUL NUCLEARE
SI’ - per abrogare la privatiz-
zazione dell’ACQUA
PER LA CONSULTA “LA LEGGE CONSENTE LE CENTRALI”
SI’ - per abrogare il LEGITTI-
MO IMPEDIMENTO
Le date del 12 e 13 giugno di Caterina Perniconi vabili”. nea che non ha convinto Adolfo ga: ieri sera c’è stato un vertice
saranno ricordate come i Al comitato per il Sì al referen- Urso che ha chiesto “per coeren- per decidere la linea ufficiale,
giorni della riscossa e della cittadini hanno diritto ad dum hanno festeggiato per “l’en-

quanto di più appropriato ci
potesse essere al disordine
che si era creato nella stanza.
I tre discordanti anche loro
sfiniti e sbragati chi da una
parte chi dall’altra, Tra siga-
rette, vino, tazzine di caffè
sparse, pizze mangiucchiate
e briciole un po’ dappertut-
to, improvvisamente si lan-
ciano sguardi di intesa. È chia-
ro che il più indicato a rispon-
dere è Bersani: “Se non ba-
stasse ci rimane un’ultima
carta: Floris, Dandini e Fa-
zio... Dopodiché non ci resta
che fuggire tutti e quattro al-
l’estero”. Berlusconi è per-
plesso, cammina a piccoli
passi avanti e indietro per la
stanza sempre più spettinato.
Poi con aria affranta si rivolge
INFORMAZIONE TV
purezza contro le contamina-
zioni malvagie delle SCORIE
RADIOATTIVE. Sarà proprio
in quei giorni infatti che dalla
strana percentuale del 50% +
1 nascerà l’inizio di una SOR-
GENTE dalla quale sgorghe-
ranno i primi zampilli di ener-
gia pura. Che non si limiterà
al solo compito di scaldare e
illuminare le città, ma soprat-
tutto a riaccendere nel cuore
degli uomini quel sentimento
di trasparenza e lealtà dal qua-
le poi, nasce l’amore per la
bellezza delle cose che ci cir-
condano.
E sarà proprio questa “BEL-
LEZZA” a tracciare la via per
la ricerca di quello che sarà il
NUOVO NUCLEARE. Quello
PULITO che NON produce
scorie perché avviene trami-
te la FUSIONE FREDDA. Cer-
to la strada è ancora lunga, ma
solo la Bellezza può fare simili
miracoli. Ma perché il mira-
colo avvenga è assolutamen-
te necessario che nell’animo
dell’uomo si creino le condi-
zioni di un terreno fertile di
verità, dove nessuna corru-
zione di nessun genere potrà
attecchire. Sarà quello il cam-
po dove il dolce tepore della
fusione fredda germoglierà il
fiore più bello. Che sarà ap-
punto quella FUSIONE di
BELLEZZA e di GIUSTIZIA
che si propagherà per tutta la
terra, e che già la si può iden-
tificare nel triangolo Mila-
no-Napoli-Cagliari. Qualcosa
mi dice che la scintilla di un
nuovo mondo corre lungo la
linea dei nuovi Sindaci di que-
ste tre città.
I
esprimersi sul nucleare. Lo
ha deciso ieri la Corte costi-
tuzionale dopo l’ennesimo
tentativo da parte del governo
di affossare il quesito chiave del-
la consultazione del 12 e 13 giu-
gno. A distanza di 24 anni agli
italiani viene chiesto nuova-
mente un parere sull’energia
prodotta dall’atomo. Le schede
da inserire nell’urna saranno
quindi quattro: due sull’acqua,
legittimo impedimento e quella
sulle centrali, che potrebbe mo-
tivare molti indecisi a correre ai
seggi.
LA CONSULTA ha ritenuto
“ammissibile” il quesito così co-
me riformulato dalla Cassazione
il 30 maggio scorso. Per i giudici
della Corte, presieduta da Alfon-
so Quaranta, la nuova legge ap-
provata dal Parlamento, conte-
nuta nel provvedimento omni-
bus, non ha fatto venir meno l’e-
sigenza dei cittadini di esprime-
re il proprio parere contro il nu-
cleare, perché consente comun-
que l’uso dell’energia atomica. Il
governo ha previsto infatti una
moratoria, non una cancellazio-
ne della possibilità di avviare
centrali.
Ormai anche il ministro dell’Am-
biente, Stefania Prestigiacomo,
si è convinta che l’atomo non è la
soluzione alla politica energeti-
ca italiana. “Quale sia l’esito del
referendum – ha dichiarato la ti-
tolare del dicastero, che aveva
votato a favore del nucleare – gli
eventi come l’incidente di Fuku-
shima ci impongono di ripensa-
re la scelta strategica del Paese.
Occorre spingere su efficienza e
risparmio, oltre che sulle rinno-
nesimo e definitivo stop alle pre-
tese di un governo che con una
mano lascia libertà di voto e con
l’altra cerca con ogni mezzo di
sabotare la consultazione”. Per
gli organizzatori è “un altro de-
cisivo passo verso il quorum”.
Prestigiacomo:
“Eventi come
Fukushima
impongono
di ripensare
le scelte
strategiche”
Soddisfazione anche dai partiti
schierati nella battaglia contro il
nucleare: “Ben prima del Giap-
pone ho detto che la scelta del
governo era assurda – commen-
ta il segretario democratico, Pier
Luigi Bersani – ora la posizione
ambigua del governo deve esse-
re spazzata via dagli italiani”. E
per Antonio Di Pietro quella del-
la Corte costituzionale “è una le-
zione giuridica e di civiltà”.
SMARRIMENTO invece nei
partiti del Terzo Polo e nella mag-
gioranza. Gianfranco Fini, ieri,
ha riunito i suoi per un pranzo
all’hotel Minerva di Roma dove
ha chiesto di votare 2 no ai refe-
rendum sull’acqua e non ha dato
indicazione di voto sul nucleare
e sul legittimo impedimento. Li-
za con le scelte fatte negli ultimi che lascerà libertà di coscienza
anni” di votare 4 no. Mentre An- agli elettori, dopo che Umberto
drea Ronchi, che si era pronun- Bossi aveva definito “attraenti” i
ciato per l’astensione, si è aste- quesiti sull’acqua. E Osvaldo Na-
nuto anche dal pranzo. Barrerà poli, del Pdl, riferendosi alle pa-
invece 2 sì e 2 no (sull’acqua) role del Capo dello Stato, defini-
Francesco Rutelli, leader di Api. sce “morale” l’astensione per
Più difficile la posizione della Le- farli fallire.
C’È POI UNA questione tec-
nica da risolvere: gli italiani all’e-
stero, possibile ago della bilan-
cia della consultazione, si sono
pronunciati sul vecchio quesito,
prima delle modifiche della Cas-
sazione. Il senatore Pd, Stefano
Ceccanti, in un’interrogazione
al Ministro dell’Interno, ha chie-
sto di chiarire “quali iniziative in-
tenda assumere per garantire il
rispetto della volontà degli elet-
tori”. Perché non ci sarà tempo
per reinviare le schede all’estero
Alfonso Quaranta (FOTO ANSA) entro lunedì.
IL TG2 ne parla poco
E sbaglia pure le date
eata memoria. Maledetta sbadataggine. Dopo
Breferendum
che il Tg1 di domenica scorsa ha annunciato il
per il “13 e 14 giugno” anche il Tg2
delle 13 di ieri ha sbagliato due volte la data delle
consultazioni: prima un errore della conduttrice
che annuncia il voto per “venerdì e domenica”;
poi, nel servizio, ancora una volta lo slittamento
della data a “13 e 14 giugno” invece di “12 e 13”.
Come si dice: tre indizi fanno una prova? Bene,
siamo ancora solo a due, quindi via libera al be-
neficio del dubbio. Aspettiamo un eventuale pros-
simo, per pensare male.
Nel frattempo, però, sugli schermi Rai “persistono
ancora carenze, in particolare per quanto riguarda
l'informazione sui referendum da parte del Tg2”,
lo dice l'Agcom al termine della riunione della
Commissione servizi e prodotti che ha esaminato i
dati relativi alla comunicazione politica (tribune e
messaggi autogestiti) e all’informazione sui refe-
rendum. Magari un’informazione corretta.

PROFESSOR BATTAGLIA, ESPERTO IN STRAFALCIONI

di Stefano Caserini
no dei sostenitori dell’ener-
Umezzigia nucleare più in vista sui
di comunicazione italiani
è il prof. Franco Battaglia, do-
cente di Chimica ambientale al-
l’università di Modena ed edito-
rialista de Il Giornale.
A Porta a Porta, Annozero, Exit e Ot-
to e mezzo, il professore ha por-
tato le sue tesi, generalmente
drastiche, senza compromessi:
“Zero morti nella popolazione
intorno a Chernobyl”, “Cherno-
byl è una colossale mistificazio-
ne mediatica”, “Nessuna conse-
guenza sanitaria da Fukushi-
ma”, “Fukushima aiuterà la ri-
presa nucleare”, “Eolico e foto-
voltaico sono una colossale truf-
fa”, “L’uomo non c’entra pro-
prio nulla col riscaldamento
globale”, “I referendum sono
una cosa antidemocratica” e “La
Merkel mente”. Generalmente
sono interventi che lasciano al-
libiti gli astanti (“Ma è un film?”
si domandava esterrefatto An-
gelo Bonelli dei Verdi ad Anno-
zero) e provocano lo scherno
del pubblico televisivo, come si
vede da una semplice ricerca sul
web. Oltre alle tesi infondate e
senza senso, gli interventi e gli
scritti del prof. Battaglia sono
costellati da numerosi errori.
Quando cita un numero, quasi
sicuramente è sbagliato. Ad An-
nozero ha affermato con decisio-
ne che “il fotovoltaico incide
nel mondo per lo 0.001%”, com-
mettendo un errore del
15.000%, ossia sottostimando la
produzione fotovoltaica mon-
diale di 150 volte. Il dato sulla
produzione fotovoltaica euro-
pea era sbagliato invece “solo”
di 50 volte. Secondo il blog
scientifico climalteranti.it, che si
diverte a collezionare gli strafal-
cioni del professore modenese,
il record è stato raggiunto in un
articolo su Il Giornale del primo
dicembre scorso, in cui è riusci-
to a sbagliare in una sola frase 6
numeri su 7.
MA COME può essere che un
docente universitario propon-
ga, spesso con una notevole ar-
roganza intellettuale, numeri
sballati e tesi che a volte sembra-
no palesemente insensate? La
spiegazione è semplice. Se si
consultano i database delle rivi-
ste scientifiche, risulta che il
prof. Franco Battaglia non ha al-
cun lavoro pubblicato su riviste
scientifiche internazionali che
trattano temi legati in qualche
modo alle strategie energetiche,
all’ambiente o ai cambiamenti
climatici. La sua produzione
scientifica ha riguardato, in anni
passati, per lo più argomenti di
chimica fisica teorica; sulle te-
matiche relative a clima ed ener-
gia, nulla. È autore invece di mol-
ti articoli su quotidiani, nonché
di due libri, che hanno avuto la
prefazione di… Silvio Berlusco-
ni e Renato Brunetta. In una re-
cente puntata di Otto e mezzo ha
rinfacciato all’eurodeputata dei
Verdi Monica Frassoni di avere
“una formazione tecnica in un al-
tro campo, non nel campo del-
l’energetica”, senza dire di esse-
re esattamente nelle medesime
condizioni. Non frequentando il
mondo della ricerca scientifica
sulle tematiche energetiche, è
probabile che Battaglia non sia a
conoscenza del fatto che sulle
più prestigiose riviste interna-
zionali si discute da anni sul ruo-
lo importante che potranno ave-
re nei prossimi decenni le ener-
gie rinnovabili e che l’energia
nucleare non sarà così determi-
nante. Alcuni esempi possono
aiutare.
L’IMPORTANTE lavoro
“ADAM comparison” pubblicato
su “The Energy Journal” nel
2010, realizzato da 16 studiosi di
6 diversi centri di ricerca euro-
pei, ha confrontato i mix tecno-
logici proposti dai modelli eco-
nomico-energetici-ambientali di
diversi gruppi di ricerca, conclu-
dendo che l’energia nucleare
non è indispensabile per soddi-
sfare la richiesta energetica mon-
diale e per ridurre drasticamente
le emissioni di gas climalteranti.
La recente sintesi del “Rapporto
speciale sulle energie rinnovabi-
li” dell’IPCC, il Comitato Onu sul
clima, a cui hanno partecipato
una cinquantina di esperti euro-
pei, ha concluso che fino all’80%
dell’energia può essere soddi-
sfatta da fonti rinnovabili entro il
2050. Anche in base a questa cre-
scente evidenza sul contributo
importante che potranno dare le
energie rinnovabili, la Commis-
sione europea ha da poco defi-
nito la “Roadmap al 2050”, che
prevede entro 40 anni il settore
della produzione elettrica sarà
quasi completamente decarbo-
nizzato, e certo senza prevedere
un ruolo significativo dell’ener-
gia nucleare in Europa. Franco
Battaglia però ha già scritto che
le politiche europee sono dovu-
te al fatto che “l’Europa non co-
nosce le leggi della fisica”, ai “bu-
rocrati di Bruxelles” che “non
hanno niente di meglio da fare”.
pagina 4 Mercoledì 8 giugno 2011

È
AL VOTO AL VOTO

il Cantico delle creature dei giorni
“Sorella acqua” nostri. “Sorella acqua” è sotto attacco.
E per difenderla scendono in campo
anche i frati francescani di Assisi, perché “è
I frati di Assisi aggiornano un’aberrazione pensare, anche solo lontanamente,
che l’acqua possa essere considerata di proprietà
di qualcuno”. I frati ricordano quello che Francesco
il Cantico delle Creature d’Assisi, diceva dell’acqua nel Cantico delle
creature (“Laudato sii, mi Signore, per sor Aqua la
quale è molto utile e umile e preziosa e casta”) e se
pubblica deve essere la proprietà, dicono i frati,
“altra cosa è la gestione dell’acqua, che da parte
dello Stato e dei pubblici amministratori, va
affrontata con lo sguardo rivolto all’utilità
comune”. Per questo il voto del 12 e 13 giugno è
una riflessione “decisiva degli stili di vita: scegliere
una società senza l’uso dell’atomo o la gestione
pubblica dell’acqua può essere una scelta avanzata
e di responsabilità, ma comporta per tutti la
decisione di cambiare stile di vita, passando dallo
spreco alla sobrietà, dal benessere senza confini e a
tutti i costi a una vita semplice, che fa a meno di
consumi inutili e riduce l'inquinamento. La gioia
della vita si fonda più sull'essere che sull'avere”.

SAN PELLEGRINO
di Elisabetta Reguitti per far spazio a un centro com-
Inviata a San Pellegrino Terme merciale per il quale, natural-
mente, è stata rilasciata regolare
l rubinetto che vedete ac- autorizzazione paesistica a gen-

I canto è ciò che resta delle

prestigiose fonti di San Pel-
naio 2011”. Il Grand Hotel, inve-
ce, dovrà essere recuperato co-

DI PUBBLICO C’È
legrino Terme nel cuore me albergo di lusso di proprietà
della Val Brembana in provincia di Comune e Provincia ma gesti-
di Bergamo. Cosa ne sia stato di to, manco a dirlo, sempre dallo
uno dei principali luoghi terma- stesso gruppo privato. Precisa
li è nel fermo immagine di un poi l’architetto: “L’atto integrati-
immenso patrimonio architet- vo del 2010 poi riassume, amplia

SOLO UN RUBINETTO
tonico abbandonato.
Un complesso di splendidi edi-
fici in stile Liberty all’interno
dei quali venivano fatte le cure
idropiniche (assunzione delle
acque minerali) e quelle inalato-
rie, fanghi, bagni, idromassaggi
e massaggi. In questo comune
considerato un tempo tappa ob-
bligatoria del circuito termale
del Paese, come Salsomaggiore
oppure Fiuggi, oggi pesa la cap-
in alcune parti gli impegni dei
sottoscrittori anche se al mo-
mento nulla ancora è stato rea-
lizzato a parte strade e fognature Un piccolo paese tra
pagate dalla Regione”. Bergamo e Milano
Insomma, mentre le date di con- San Pellegrino Terme si trova in una
clusione dei lavori vengono pro- valle della Bergamasca, la Valle
Delle storiche Terme non è rimasto crastinate di anno in anno, San
Pellegrino Terme è senza le ter-
Brembana. Il territorio è disposto
sulle due rive del fiume
me da 5 anni. La cittadina dista 24 Km
più nulla. Ora è tutto dei privati Ricapitolando: a disposizione
della collettività di San Pellegri-
da Bergamo e 70 Km da Milano

pa grigia di grandi progetti di no c’è il famoso rubinetto, uno

trasformazioni edilizie, varianti
al Pgt e accordi di programma
rimasti tali.
TANTO PER intenderci: un
utilizzo di suolo più o meno di 35
mila metri quadrati di cui solo
2695 riguarderà però l’aspetto
termalistico addirittura mille
metri quadrati in meno rispetto
alla situazione attuale.
Intanto, però, a San Pellegrino le
Il gruppo Nestlé
grazie a un Regio
Decreto del 1933
è detentore della
quasi totalità
delle
concessioni
terme non ci sono più.
La rinomata località considerata
nel secolo scorso un simbolo
dello stile e delle strutture delle
città del benessere termale oggi,
nella migliore delle ipotesi, po-
trebbe diventare un sito su cui
costruire un centro commercia-
le, un parcheggio multipiano e
appartamenti.
Tutto insomma sulle spalle della
preziosa acqua che sgorga silen-
ziosa e costante a 26 gradi dalle
profondità del sottosuolo, inca-
nalata e imbottigliata nel nuovo
stabilimento della Sanpellegrino
Spa (oggi gruppo Nestlé Waters)
proprietaria, con Regio Decreto
del 1933, delle antiche terme e
detentrice della quasi totalità
delle concessioni di acque mine-
rali. Nel frattempo la società, ce-
Il rubinetto della fonte di San Pellegrino (FOTO E. REGUITTI)
de a un privato (il gruppo Percas-
si di Bergamo) le storiche terme,
il vecchio stabilimento di imbot-
tigliamento, l’ex hotel Terme,
l’ex stabilimento termale, ma so-
prattutto la concessione della
sorgente acqua “Vita” utilizzata
per i fanghi e gli idromassaggi.
Pure il famoso rubinetto dal qua-
le i cittadini attingevano l’acqua
pubblica è stato modificato e af-
fiancato, come si vede dall’im-
magine, da una seconda tubazio-
ne esterna.
Insomma la storia di San Pellegri-
no raccontata nella settimana
del quesito referendario sembra
davvero un triste presagio di co-
me, nel paese dell’acqua, questo
bene venga bistrattato e soprat-
tutto gestito non tanto come be-
ne pubblico, ma piuttosto e sem-
pre più come ricchezza privata.
Ma cosa resta oggi delle presti-
giose terme?
Il Casinò inaugurato nel 1904 è
un maestoso complesso archi-
tettonico in stile Liberty. All’in-
terno, nel vestibolo, si innalzano
otto colonne in marmo rosso di
Verona che introducono al mo-
numentale scalone. Le decora-
zioni interne, i mosaici, le balau-
stre e le porte furono curate dal-
l’architetto Romolo Squadrelli.
Questo edificio è stato casa da
gioco solo fino al 1917.
Il Grand Hotel invece è un colos-
so di sette piani su un’area di ol-
tre 2 mila metri quadrati costrui-
to nel 1905; allora già provvisto
di ascensori, luce elettrica, ac-
qua potabile e telefono in tutte le
trecento camere. Venne chiuso
nel 1979.
INFINE lo stabilimento terma-
le inattivo e ormai al centro di
una battaglia a suon di interroga-
zioni, denunce e ricorsi al Tar
presentati da un gruppo di citta-
dini di San Pellegrino riuniti in
comitato per la tutela dei monu-
menti e delle bellezze naturali e
ambientali del paese.
Tra i vari progetti, infatti, c’è an-
che la costruzione di una depan-
dance (con annessa sala con-
gressi) di oltre 2 mila metri qua-
drati all’interno del parco la ri-
serva verde di 7 mila metri qua-
drati del Gran Hotel.
Nel 2006 prende forma il famoso
accordo di programma, siglato
un anno dopo, per il rilancio del-
le terme di San Pellegrino sotto-
scritto da regione Lombardia,
Provincia di Bergamo, Comune
di San Pellegrino e gruppo Per-
cassi. La sintesi dei contenuti ci
viene spiegata dall’ architetto
Donatella Donati, oggi consi-
gliere di minoranza, fra i fonda-
tori del comitato. “Il casinò ri-
marrà del comune, ma la gestio-
ne passerà a Percassi per 30 anni.
Stesso destino attende le future
nuove terme mentre l’originario
edificio delle terme, vincolato
dalle belle arti, verrà svuotato
stabilimento termale chiuso ma, di minoranza – è che l’ammini-
in compenso, il progetto per un strazione comunale di San Pelle-
nuovo centro termale la cui grino non ha più alcuna voce in
apertura slitta di anno in anno ed capitolo sulla gestione dell’ac-
è ora prevista per novembre qua.
2013. La spesa complessiva si ag-
girerebbe intorno ai 16 milioni “SE ANCHE volesse riaprire
di euro di cui metà promessi da le terme non potrebbe farlo per-
regione Lombardia e metà a ca- ché tutto è transitato diretta-
rico dall’amministrazione co- mente dalla società Sanpellegri-
munale. Ma il punto secondo no al gruppo Percassi”. Senza
Walter Ghilardi – ex consigliere contare che oltre all’incognita
sulla effettiva riapertura delle
terme nessuno sembra preoccu-
Nel nuovo parsi delle ripercussioni sull’in-
tera economia del paese. Ma
accordo Ghilardi parla che di un ulteriore
paradosso: “Se oggi il Comune
di programma decidesse di realizzare il centro
termale, magari in una sua pro-
prietà (per esempio nel Grand
sono stati ridotti Hotel) e usufruendo dei fondi
promessi dalla Regione, che ac-
gli spazi qua potrebbe impiegare? Quella
dell’acquedotto comunale?”.
dedicati alle Attenzione, perché se non passa
il referendum, potrebbe dover
strutture termali pagare anche quella.
ROSA &OLINDO
Il ritorno di Feltri
e le primarie tarocche
O lindo e Rosa. Lui è il grande sconfitto,
lei la vincitrice taroccata. Per Alessan-
dro Sallusti non dev’essere stata una bella no-
tizia scoprire che Vittorio Feltri (quello che il
soprannome Olindo l’ha inventato) torna a ca-
sa, al “Giornale”. Si affretta a dire che “non farà
il direttore responsabile”, ma è difficile credere
che vada a fare il suo secondo: ha già detto addio
a Belpietro (e a “Libero”) perché “un’auto non
si può guidare in due”. Rosa, alias Daniela San-
tanchè, invece, il suo podio l'aveva trovato:
in vetta al sondaggio di “Libero” per trovare
il successore di B. nel 2013. Ma, amara sor-
presa, le primarie sono state “taroccate” da
“incursori informatici” che votavano al “rit-
mo di dieci preferenze personali al secon-

Calderoli ripudiato (anche) dai padani
IL MINISTRO PARLA DI MINISTERI AL NORD, MA DALLA RADIO: “ABBIAMO ALTRE ESIGENZE”
di Paola Zanca
Pontida sperava di fare il pienone di firme.
ASemplificazione
Si era fatto bene i calcoli, il ministro della
Roberto Calderoli: ieri si è
presentato all’ufficio centrale elettorale del-
la Cassazione e ha depositato la richiesta per
una proposta di legge popolare. Lui, voce del
popolo, chiede la “territorializzazione dei
ministeri e delle altre amministrazioni cen-
trali”. E quale migliore occasione del raduno
annuale – quello dell'ampolla dell'acqua del
Po, tra due domeniche – per cominciare a
raccogliere le 50 mila firme che servono per
portare quella proposta di legge in Parlamen-
to? Peccato che al suo, di popolo, dei mini-
steri a Milano, a Novara o a Vicenza non glie-
ne importi nulla. Glielo hanno fatto sapere,
praticamente seduta stante, su Radio Padania
Libera. Una valanga di telefonate e sms per
ricordare ai ministri in camicia verde che bi-
sogna pensare a cose più serie, altro che a
quei “parassiti” degli statali. “Nel momento
di un disastro economico i vertici si trovano a
tavola per spostare qualche ministero – dice
Marco – È come se quando succede un in-
cendio in una casa uno proponesse di spo-
stare i mobili”. “È sbagliato il tempo – insiste
Stefano – La maggior parte degli elettori sa-
rebbe d’accordo per proposte più pratiche:
una Tremonti bis”. “Le priorità della Lega -
aggiunge Giorgio - sono gli extracomunitari.
Diamo una mano ai vecchietti e ai giovani
che si devono sposare”. E via così, con gli
do”. In 50 mila avevano scelto la Santanchè.
Belpietro ha deciso: si riparte con nuove
regole, sarà “impossibile barare”. Rosa si
rassegni. Olindo pure. (pa.za.)
elenchi di cose a cui pensare: gno sul “sacro prato in terra bergama-
si arriva fino al costo della Siae sca”. “Buffonate” le liquidano dall'oppo-
e a quello del passaggio di pro-
prietà.
sizione, che attacca la faccia “poltronaia”
della Lega. Più arrabbiato il Pdl, soprat-
tutto quello romano, che evidentemente
IL CONDUTTORE Marco non ha ancora digerito la polenta offerta
Pellegrini si affanna a dire che da Bossi qualche mese fa per farsi “per-
la situazione non è così tragica, donare” il Sono Porci Questi Romani. “È
che le critiche su Radio Padania inaccettabile, un affronto alla Capitale”,
sono sempre andate in onda e tuona la presidente del Lazio Renata Pol-
magari adesso c’è pure qualche infiltrato. Co- verini. “Un’offesa” anche per il sindaco di Ro-
me “nelle ultime settimane” quando “gli ma Gianni Alemanno. Tanto più, aggiunge il
ascoltatori progressisti” l’hanno presa d’assal- deputato Pdl, Fabio Rampelli, che “il deposi-
to. “Ora hanno la pancia piena, e ci lasciano in tario della proposta è, colmo dei colmi, il mi-
pace”, dice Pellegrini a dieci giorni dalle am- nistro della Semplificazione. Figurarsi quanto
ministrative. Ne discuteranno dal vivo – e lì è si semplificherebbe il quadro portando due
difficile che ci si riesca ad infiltrare - il 19 giu- ministeri al nord”.
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 5

L
PROGETTI

a soprintendenza di Messina ha di fatto stata superata. La vicenda che riguarda l’ attore e

Sanata la piscina sanato l’abuso edilizio commesso a Filicudi,
nell’arcipelago delle Eolie, da Luca
Barbareschi, che aveva realizzato una piscina in località
abusiva di Barbareschi Guardia. La Soprintendenza ha ritenuto “la
vasca-piscina compatibile con il paesaggio” e adesso
spetta all’ufficio urbanistico del Comune di Lipari
a Filicudi esaminare la pratica, anche se la difficoltà più grossa è
parlamentare ex Fli, ora nel gruppo Misto, esplose lo
scorso agosto. Barbareschi ricevette la visita dei
carabinieri e dei tecnici del Comune di Lipari. La villa di
200 metri quadri si trova in uno dei punti più
panoramici dell’isola. I militari avrebbero accertato che
la piscina di circa 40 metri quadri era stata realizzata
abusivamente.

PISAPIA E L’ORTO PLANETARIO

di Gianni Barbacetto
ra è luna di miele tra Giulia-
CHE NON PIACE A FORMIGONI
Il 14 giugno dovrà dire come risolve il problema dell’Expo
re, della famiglia Cabassi. Il terre- ta dei superpoteri (come mamma mondo, mostrando la filiera delle
no sarà comprato da una newco, di Batman?) per andare a rappre- trasformazioni dall'agricoltura ai
sentare la città a Parigi.

O
no Pisapia e la città. Il 14
giugno, però, piomberà
sulla scena il primo nodo da
sciogliere, il primo problema co-
niugale da affrontare di fronte al
mondo. Il nuovo sindaco di Mila-
no è atteso a Parigi, negli uffici del
Bie (il Bureau international des
expositions): dovrà spiegare co-
me intende risolvere il problema
delle aree su cui realizzare l'E-
xpo. Sarà un passaggio delicatis-
simo anche per gli equilibri inter-
ni alla coalizione che ha portato
Pisapia alla vittoria. Come tenere
insieme chi cerca di salvare l'E-
xpo, segnato dall'accordo “im-
mobiliare” tra l'ex sindaco Letizia
Moratti e il presidente della Re-
gione Lombardia Roberto Formi-
goni, e chi invece, come Stefano
Boeri (Pd), pretende il ritorno al
progetto originario (l'orto plane-
tario), o chi addirittura, come il
consigliere comunale Basilio Riz-
zo (Sinistra), chiede l'esproprio
delle aree?
IL PUNTO DI PARTENZA è
il patto Moratti-Formigoni, rag-
giunto dopo tre anni di un braccio
di ferro tra i due che aveva impe-
dito ogni decisione. A vincere alla
fine è stato Formigoni. L'area per
l'Expo sarà quel terreno sghembo
tra le autostrade per Torino e per i
Laghi, di proprietà della Fondazio-
ne Fiera (controllata dalla Regio-
ne di Formigoni) e, in parte mino-
una società appositamente forma-
ta da Comune di Milano (51 per
cento) e Regione (49 per cento),
che la concederà gratuitamente
all'Expo, per poi tornarne pro-
prietaria a manifestazione finita,
nel 2016. Allora potrà finalmente
valorizzare l'investimento fatto
oggi. Perché avrà a disposizione
un'area preziosa, su cui potranno
essere costruiti uffici, abitazioni,
spazi commerciali e culturali.
L'ente pubblico come grande
operatore immobiliare: questo è il
piano di Formigoni. Che ripete:
vedete? Valorizzeremo un'area, ci
costruiremo su, ma a guadagnarci
non sarà un operatore privato,
bensì i cittadini. Il “Ligresti collet-
tivo” si chiama Fondazione Fiera,
che possiede il 70 per cento del-
l'area Expo. Un immobiliarista ge-
niale e previdente: ha comprato
l'area sghemba incastrata tra le au-
C’è un accordo
di ferro
tra il presidente
della Regione
e la Moratti,
che
non mollano
L’Expo 2015 secondo
Boeri
I rendering del progetto
dell’architetto
capolista
alle amministrative
per il Partito democratico
tostrade nel 2002, quando era ter-
reno agricolo, spendendo solo 14
milioni di euro. Sei anni dopo, toc-
cata dalla bacchetta magica di For-
migoni, l'area viene scelta per l'E-
xpo, assegnato a Milano il 31 mag-
gio 2008. L'anno successivo, la
Fondazione Fiera iscrive a bilan-
cio il terreno sghembo al valore di
50 milioni di euro. Un bel colpo:
comprata a meno di 15 euro al me-
tro quadro nel 2002, sette anni do-
po vale 164 euro al metro quadro.
Ora Corrado Peraboni, direttore
generale della Fondazione Fiera,
ritiene che ne valga almeno 80.
Chapeau.
Questo è il pacchetto che Formi-
goni vuole sia portato a Parigi, il
14 giugno. Prendere o lasciare. Il
Comune metta i soldi per compra-
re le aree, come è pronta a met-
terceli la Regione. Un'operazione
da 120 milioni di euro. Anche Le-
tizia Moratti torna in pista per l'oc-
casione: non è più sindaco di Mi-
lano, ma è pur sempre commissa-
rio straordinario per l'Expo, dota-
E Pisapia? È di fronte al suo primo
vero problema, più difficile perfi-
no del già complicato puzzle per
formare la sua giunta. Sa che For-
migoni non ha alcuna intenzione
di mollare. I bilanci della Fonda-
zione Fiera si reggono sull'opera-
zione aree Expo. E sa che il mini-
stro dell'Economia Giulio Tre-
monti, da sem-
pre expo-scet-
tico e attento a
sganciare me-
no soldi possi-
bili per quello
che ritiene po-
co più che un
inutile barac-
cone, non vede
l'ora di poter
gridare con la
sua vocina:
avete visto? la
sinistra ha con-
quistato Mila-
no e ha rotto i patti, dunque basta
Expo. Con conseguente fiasco
planetario per la città.
Di fronte a ciò, Stefano Boeri riba-
disce quello che ha detto in cam-
pagna elettorale, portando a casa
ben 13 mila preferenze: bisogna
tornare al suo progetto iniziale,
quello che aveva messo a punto
quando era solo un architetto e
che aveva convinto il Bie nel 2008.
L'Expo del grande orto planetario
sofisticatissimo e tecnologico che
riproduce climi e coltivazioni del
cibi, con al centro degli orti, una
tavola lunga un chilometro in cui
saranno esposti e gustati i prodotti
del mondo intero. “Nutrire il pia-
neta, energia per la vita”: questo è
il tema con cui Milano ha vinto la
gara nel 2008, questo è il program-
ma da realizzare. Altro che opera-
zione immobiliare, utile solo a far
quadrare i conti della Fondazione
Fiera e a rovesciare altro cemento
su Milano.
D'accordo anche Basilio Rizzo,
ora pronto sull'Expo a fare asse
con Boeri, che pure aveva contra-
stato ai tempi delle primarie mi-
lanesi, preferendogli Pisapia.
Adesso tocca al sindaco sciogliere
i nodi. Che cosa dire, a Parigi, il 14
giugno? A chi conferire, a Milano,
la delega per l'Expo, che Boeri ri-
tiene di meritare più d'ogni altro,
per competenze professionali e
per meriti politici?
Boeri vuole
tornare
al suo progetto
originario
di un’area
sofisticatissima
e tecnologica

NUOVI DISPOSITIVI DUPLEFAX

CARTA D’IDENTITÀ E TESSERA SANITARIA: E LA PRIVACY SPARISCE

di Daniele Martini cennio, con risultati lusinghieri, esitano a buttare al vento le decine pole position, a cominciare dalla pegni risale addirittura al 7 novem-
costati decine di milioni di euro. di milioni spesi fino ad ora dai con- lombarda Ghirlanda. Si tratta di im- bre 2001 quando Berlusconi infor-

Ivalcronica
signor Rossi ha una malattia
e per motivi suoi non gli
di farlo sapere in giro. E’ un suo
diritto. Quando compra le medi-
cine, va nella farmacia di un altro
quartiere, presenta la tessera sani-
taria, paga e arrivederci e grazie.
Con la nuova carta d’identità elet-
tronica che il governo sta introdu-
cendo, farà molta più fatica a di-
fendere la sua privacy. Cosa c’entra
la carta d’identità elettronica con
le malattie del signor Rossi? C’en-
tra, c’entra. A sorpresa, infatti, la
nuova carta sarà duplefax: carta
d’identità classica e tessera sanita-
ria. Quando in futuro il signor Ros-
si acquisterà le medicine, sarà co-
stretto a mettere in piazza tutti i
suoi dati: la foto, l’indirizzo, l’età,
lo stato civile, la professione.
La nuova carta nasce bifronte e an-
che “verde” e non perché somiglia
alla green card americana, anzi è la
sua negazione. Nasce verde per-
ché frutto della regia della Lega. I
ministri leghisti dell’Interno e del-
la Semplificazione legislativa, Ro-
berto Maroni e Roberto Calderoli,
hanno preso di petto la faccenda e
per lanciare il nuovo tipo di carta
multifunzione non si peritano a
buttare via il lavoro e la sperimen-
tazione precedenti durati un de-
Per una volta tanto l’Italia era par-
tita con il piede giusto puntando
sul sistema rodato della banda ot-
tribuenti italiani per la sperimen-
tazione e la produzione? Perché
promettono ai cittadini che la nuo-
prese che lavorano nell’ambito del-
le carte magnetiche, ma ad un li-
vello inferiore, con le tessere del
mava per lettera il sottosegretario
all’Interno Antonio D’Alì che Lucio
Stanca e Claudio Scajola, ministri
tica, la stessa tecnica adottata dagli va carta sarà gratuita pur sapendo tifoso o quelle sanitarie, prodotti di dell’Innovazione e dell’Interno,
americani per la produzione in 13 che la sua produzione avrà un co- livello tecnologico generalmente avevano insistito «sull’urgenza della
anni di oltre 30 milioni di green sto enorme per le casse pubbli- modesto e di valore assai più con- realizzazione del progetto della
card, le tessere famose nel mondo che? tenuto rispetto al super business banda ottica incorporata nella carta
perché ritenute inviolabili. delle carte d’identità. A queste d’identità elettronica». E D’Alì pron-
Da Aosta a Parma alla Puglia fino ad LA FACCENDA delle carte d’i- aziende la Lega sta regalando una to chiedeva quante carte avrebbe
oggi sono state consegnate agli ita- dentità mette in movimento inte- prateria di opportunità. dovuto distribuire nel 2002.
liani la bellezza di 4 milioni e passa ressi enormi e i leghisti intendono L’ultimo passaggio prima del via de-
di carte con banda ottica e non ri- gestirla a modo loro. In gioco ci so- finitivo al nuovo sistema sarà l’ap- IL 29 LUGLIO 2005 il Poligra-
sulta che neanche una di esse sia no 1,5 miliardi di euro per le prime provazione da parte del governo fico dello Stato sollecitava la pro-
mai stata duplicata o falsificata. No- fasi di avvio e produzione che di- dei decreti attuativi con i quali sarà duzione nel 2006 di almeno 8 mi-
nostante ciò questa tecnologia vie- venteranno 2,5 nel giro di un de- sancita anche l’emarginazione di lioni di carte con la banda ottica. E
ne messa da parte e al suo posto i cennio. Una montagna di quattrini, fatto del Poligrafico dello Stato, l’u- nello stesso periodo la Commissio-
due ministri introducono un siste- tanti affari e tante commesse. Già nica struttura in Italia in grado di ne prezzi del ministero dell’Econo-
ma basato su semplici chip, con un circolano i nomi delle aziende in padroneggiare la tecnica della ban- mia di Giulio Tremonti giudicava
grado di affidabilità da ottica avendo in- congruo il prezzo di 25 euro per
giudicato assai infe- Carta d’indentità elettronica (F A ) vestito 11 anni fa per
OTO NSA
ogni singola carta fissato dal Poli-
riore dagli esperti
del ramo.
Regista il brevetto dalla cali-
forniana Lasercard. A
grafico dello Stato. Dopo questi
pronunciamenti, sulle carte elettro-
Perché lo fanno? Per-
ché nonostante tutte
dell’operazione quel punto l’esecuti-
vo berlusconian-le-
niche cominciarono a piovere ri-
corsi e rallentamenti, fino allo stop
le parole spese a fa-
vore della sicurezza,
la Lega. In gioco ghista avrà completa-
to l’inversione ad U
imposto il 25 giugno 2008 da Cal-
deroli con la proroga per 10 anni di
Maroni e Calderoli rispetto agli impegni tutte le carte d’identità in circola-
affossano le carte ri- ci sono 1,5 presi per le carte elet- zione, su supporto cartaceo o di
tenute inviolabili per troniche dai prece- plastica. A molti quella decisione
tirare la volata a quel- miliardi di euro denti governi, in par- parve la pietra tombale. Invece era
le giudicate meno af- ticolare proprio da solo un diversivo in vista del nuovo
fidabili? Perché no- solo per le prime quelli di centrode- affare. Il gigantesco affare della car-
nostante le ristrettez- stra. ta d’identità elettronica di marca le-
ze di bilancio non fasi di avvio Il primo di questi im- ghista.
pagina 6
Niente conferenza
stampa. Poi in piazza
per Current
E ADESSO VIENI
VIA CON FAZIO
Dopo Santoro un altro big rischia
di lasciare Viale Mazzini. Direzione La7
di Carlo Tecce
effetto Michele Santo-
L’ ro è già un tesoro per
La7. Di prospettiva e
credibilità: il titolo di
Telecom Italia Media schiz-
za verso l'alto in Borsa; la
quota di maggioranza rela-
tiva nel capitale del gruppo
Telecom è ghiotta per l'in-
gegnere Carlo De Benedetti
e anche per il magnate Ru-
pert Murdoch; i precari di
Rai3 sanno che l'unica sal-
vezza è raggiungere Enrico
Mentana e Gad Lerner. Ri-
prendiamo la metafora di
Giovanni Stella, amministra-
tore delegato di La7, confe-
zionata per il Fatto: “Aspetto
sotto il banano Rai i maca-
chi-conduttori che pensano
di scendere”. E Fabio Fazio
ci sta pensando seriamente.
Il direttore generale Lei ha
bruciato le speranze di rive-
dere Vieni via con me, mai ha
nascosto il giudizio su Lucia-
na Littizzetto e la sua satira
urticante che mal si sposa
con un'idea di televisione
benedetta dal Vaticano. L'a-
gente di Fazio ha ricevuto il
contratto, tirerà sino in fon-
do la trattativa per cercare
un accordo con Viale Maz-
zini per tagliare clausole ca-
pestro e trappole ben ca-
muffate.
EPPURE l'inventore di Che
tempo che fa è tentato dal pas-
saggio a La7, per cambiare
canale senza cambiare con-
tenuti nel patto – aggiunge
spesso – con il pubblico. E i
ripetuti incontri tra Paolo
Ruffini (direttore di Rai3) e
l'ad Stella mostrano plastica-
mente la corsia preferenziale
fra i simboli di viale Mazzini
sgraditi al Cavaliere e l'emit-
tente di Telecom. Ieri il te-
legiornale di Enrico Mentana
ha chiuso il servizio su San-
toro con un profetico “sareb-
be bello sapere Che tempo
che fa”. E dunque La7 fa cam-
pagna acquisti in Rai, ma mi-
ca Mediaset sarà felice. Rai2
è condannata a morte certa,
pochi programmi – e ora sen-
za Annozero sarà peggio – rie-
scono a superare il 10% di
share. Nel palinsesto autun-
L’inventore di
“Samarcanda”
domani saluterà
nell’ultima
puntata:
“Non escludo
di tornare”
L
a conferenza stampa convocata da Santoro,
dalla quale si attendevano possibili novità,
ieri mattina è saltata. Da un lato la Rai ha
ritenuto inopportuno che l’incontro si svolgesse negli
studi di via Teulada. Dall’altro il giornalista, che in un
primo momento ha cercato una sede alternativa, dopo
la lettura dei giornali avrebbe preferito rimandare le
sue esternazioni all’abituale tribuna del giovedì,
nale manca una trasmissione
di informazione, forse arrive-
rà l'anno prossimo. Una La7
con organico di lusso fa pau-
ra anche a Mediaset che, nel
gioco di concorrenza con
Viale Mazzini, può sempre
contare su più o meno taciti
favori. I due spesso vanno di
sponda, ma con La7 sarà più
complicato. I consiglieri di
maggioranza nel Cda Rai
hanno criticato la Lei di aver
liberato Santoro senza clau-
sola di non concorrenza, abi-
tuati a tenerlo stretto a bu-
Il volto di “Che
tempo che fa”
tentato dal
trasloco. Le
ruggini tra il Dg
Lei e Luciana
Littizzetto
BOOM IN BORSA Aspettando la cessione
Effetto domino, la tv di Telecom vola a +17%
35 MILIONI DI EURO
Quanto vale un
punto di share
G uadagnare un punto di
share medio su base
annua, con un calcolo a
spanne, può valere fino a 35
milioni di euro di pubblicità.
È chiaro che una singola
trasmissione deve superare
di molto l’ascolto medio
della rete per incidere sullo
share annuo.
di Giovanna Lantini
Milano
on solo qualità, ma anche
Nsareincassi. La prima ad annu-
l'affare Michele Santoro
per il futuro della raccolta pub-
blicitaria di Telecom Italia Me-
dia, la società che controlla
La7, è stata la Borsa.
All'indomani dell'annuncio di
Enrico Mentana sull'imminen-
te passaggio del conduttore di
“Annozero” a La7 Piazza Af-
fari ha dato una scossa elet-
trica al titolo dell'emittente
(per ora) del gruppo Telecom
Italia: +17,56%. Un record di
entusiasmo che si giustifica so-
lo con le alte attese del mer-
cato sullo share che Santoro,
dopo le punte superiori al 20%
toccate con “Annozero” su
Rai2, potrebbe portare all'e-
rocratiche circolari e scalet-
te, volevano incatenarlo a un
paio di anni di silenzio. Ora il
direttore generale paga il di-
vorzio consensuale con il
giornalista: niente nomine
domani, niente poltrone gi-
revoli. Pier Luigi Bersani
commenta a freddo l'uscita
di Santoro: “Non ci guada-
gnerà Berlusconi, perché lui
tanto risbucherà. È la Rai che
ci rimette di sicuro, rischia di
restare senza pubblico”. E
basta spulciare i numeri pub-
blicati sul sito di Annozero: “Il
15%
Le attese
sugli ascolti
S u Rai2 Santoro valeva
oltre il 20 per cento di
share, il giovedì sera, quasi
dieci punti in più la media di
rete. Se mantenesse questa
performance, a La7
potrebbe puntare al 13-15
per cento, visto che lo share
medio si aggira intorno al
3,5.
mittente per la quale anche
solo 1 punto in più sulla media
giornaliera ha un valore vicino
ai 35 milioni di euro in pub-
blicità (nel primo trimestre
2011 un aumento di 1,4 punti
ha portato 12 milioni di pub-
blicità in più). “Santoro è il
giornalista autore di uno dei
programmi di informazione di
maggior successo in Italia, ‘An-
nozero’, e ieri ha sciolto il suo
contratto con la Rai senza
clausola di non concorrenza”,
hanno sottolineato tra gli altri
gli analisti di Unicredit ricor-
dando che l'ultima puntata
della trasmissione su Rai2 ha
avuto uno share del 23,7%.
È CHIARO quindi il perché
molti da lui si aspettino alme-
no mezzo punto di share di
media giornaliera in più per
SERVIZIETTO PUBBLICO
nell’ultima puntata di Annozero, dedicata a referendum
e attualità politica, annunciando poi un’iniziativa in
piazza a sostegno di Current Tv. La scelta di Viale
Mazzini continua, intanto, a suscitare critiche
nell’opposizione. Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani,
esprime preoccupazione per il rischio che “tra Santoro
che se ne va e altre cose che si annunciano il servizio
pubblico resti senza pubblico”. “La separazione tra
nostro per quindici volte è
stato il programma più visto
in assoluto, non era mai suc-
cesso nella storia di Rai2”. E
poi fanno notare che, nono-
stante la media giornaliera di
Rai2 (8,8 per cento di share)
sia scesa di 2 punti in 5 anni,
Annozero è cresciuto con un
passo sempre più forte:
20,71% di share e 5,7 milioni
di spettatori nella stagione in
corso.
MASSIMO Liofredi (diret-
tore di Rai2) voleva proiet-
tare i numeri di Annozero nel-
la conferenza stampa con il
giornalista, prevista per ieri
mattina negli studi di via Teu-
291 MILIONI
Quanto vale
TI-Media
A nche dopo il salto delle
quotazioni di ieri, il
valore di Telecom Italia
Media (che controlla La7)
non è enorme. Telecom
Italia venderebbe volentieri
la quota di controllo al
giusto prezzo, circola il
nome di Carlo De Benedetti
come potenziale acquirente.
tutta La7. Difficile però fare
pronostici affidabili e quantifi-
care già ora quale potrebbe es-
sere l'effettivo apporto a La7
da parte del conduttore ai cui
ascolti (che, secondo le stime
più prudenti, potrebbero aggi-
rarsi intorno al 15%) vanno ag-
La campagna
acquisti
dell’Ad
Giovanni Stella
può incidere
molto sui conti
dell’azienda
Michele Santoro e la Rai – dice invece Di Pietro –
rappresenta una grave perdita per i cittadini, che sono
privati così di un’importante voce libera e di una
trasmissione di grande qualità. Costituisce, inoltre, un
danno gravissimo per le casse del servizio pubblico
radiotelevisivo, che in questo modo perdono risorse
economiche preziose. Insomma, i vertici Rai hanno
confezionato un regalo per Berlusconi”.
lada e poi annullata dal di-
rettore generale. Così Santo-
ro saluterà il pubblico di An-
nozero domani sera in diretta
per l'ultima puntata. Ieri ha
concesso una breve intervi-
sta ad Agorà di Andrea Via-
nello per ricordare nei par-
ticolari il fenomeno di Anno-
zero che, per ascolti registra-
ti e raccolta pubblicità, è in
controtendenza con la fles-
sione del servizio pubblico.
Poi Santoro ha sorpreso: “Ho
chiesto di non escludere che
in futuro io possa tornare a
lavorare in Rai”. Una possi-
bilità strana e anche curiosa
se pronunciata all’indomani
del suo addio che, in 24 ore,
giunte le attese su un comples-
sivo effetto volano per tutta l'e-
mittente, come già accaduto
con l'arrivo di Mentana al tg. E
proprio il caso Mentana dimo-
stra che, alla fine, i conti tor-
nano. “La crescita maggiore ri-
mane quella del pre-serale, do-
ve il beneficio dell’arrivo di
Enrico Mentana al Tg La7 è
molto importante (4,3% di
share rispetto al 2,4% del pri-
mo trimestre 2010) – sotto-
linea la nota all'ultima trime-
strale di Telecom Italia Media
–, ma assolutamente rilevante
è quella registrata in prime ti-
me dove La7 ottiene media-
mente il 3,5% con una crescita
del 48% nell’ascolto medio
che sfiora il milione di perso-
ne”.
NUMERI che pesano nella
battaglia all’ultimo telespetta-
tore, come rilevava già il bi-
lancio 2010 del gruppo Me-
dia, dal quale è emerso che le
principali sei reti generaliste
hanno ottenuto nel 2010 un
totale del 73,9% di share, la-
sciando sul terreno 4 punti e
mezzo. “Ma la crescita di La7,
con il fondamentale contributo
del Tg di Mentana, e quella dei
nuovi canali DTT [in digitale,
ndr] dimostrano come siano
ancora alte le potenzialità del-
la tv gratuita, se guidate dalla
qualità e dall’eccellenza dei
contenuti proposti”, prosegui-
va il bilancio. E del resto il Tg
Mercoledì 8 giugno 2011
Michele Santoro (FOTO DLM)
diventa un arrivederci a pre-
sto. E su La7, infatti, ha con-
cluso con una battuta: “Men-
tana annuncia che andrò lì,
allora cercate le conferme
con lui”.
FORSE la soluzione è nella
descrezione di sé che Santo-
ro spiega ad Agorà: “Sono di
ottimo umore. In fermento”.
Ormai libero dai vincoli che
un dipendente scomodo di
Viale Mazzini deve sopporta-
re, dal sentirsi un obbligo
giudiziario per via del rein-
tegro grazie a una sentenza.
Una sentenza che la Rai mai
ha tollerato e ha sempre
combattuto.
La7, dal 30 agosto (data di ar-
rivo dell'ex direttore del Tg5) al
31 dicembre è cresciuto in tut-
te le sue edizioni, che come
strategia di sviluppo sta pun-
tando sull'informazione: Lilli
Gruber, che con la trasmissio-
ne “Otto e mezzo” ha raccolto
uno share medio annuo 2010
del 3,9% con oltre un milione
di spettatori medi, Gad Lerner
con “L’Infedele”, ormai al nono
anno, ha archiviato il 2010 se-
gnando a settembre il suo re-
cord assoluto con il 6,21% di
share e oltre 1,4 milioni di
spettatori. La7 è riuscita a cre-
scere anche nella fascia “sto-
ricamente molto difficile per
La7” dell’access prime time
del weekend, cioè il pre-serale
di sabato e domenica, quando
c'è “In Onda” di Luisella Co-
stamagna e Luca Telese che
nel primo trimestre hanno ot-
tenuto uno share medio del
2,6% con un ascolto medio su-
periore a 700.000 persone.
NATURALE quindi che un
ulteriore passo in avanti, per lo
più della portata di Santoro,
abbia stuzzicato gli appetiti
della Borsa, già in attesa di un
passaggio di mano di Telecom
Italia Media (nonostante le
smentite si continua a fare il
nome di Carlo De Benedetti). Il
titolo Mediaset tentenna, in at-
tesa di capire se si deve preoc-
cupare, e il suo titolo chiude in
calo dello 0,17%.
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 7

“A
SERVIZIETTO PUBBLICO

nnozero... prrrrrrrrr!”. La Varietà. Nel corso della chiamata, il finto inutili! Tutti con questa paura del nucleare...
Il Caimano scomparsa di Michele Berlusconi si è sfogato con Fiorello e la sua adesso per dimostrare che non fa male mi siedo
Santoro dai palinsesti Rai è spalla Marco Baldini anche sulle voci che a culo nudo su un nocciolo nucleare!”. E quando
stata accolta da Silvio Berlusconi con una riguardano la sua successione: “Adesso basta... Marco Baldini gli domanda se non sarebbe più
versione Fiorello canzoncina e una profonda pernacchia. Così sono tutti contro di me, cribbio! Alemanno, conveniente puntare sulle energie rinnovabili:
almeno se l’è immaginato Fiorello, nella Alfano, Tremonti, Formigoni, Fabrizio Corona, “Ma produce più elettricità il maglioncino
tradizionale telefonata tra il premier e lo Marina Berlusconi. Ma chi è questa che si acrilico di Enzo Paolo Turchi che 20 pannelli
spernacchia Annozero showman del suo spettacolo su Radio 1, Buon chiama come me?”. Poi sui referendum: “Sono fotovoltaici...”.

CARLO FRECCERO
di Luca Telese

“D
irò due cose controtendenza,
ma collegate tra di loro. La
prima: secondo me la caccia-
B. ha fatto male Vuoi dire che Berlusconi conferma
quello che i suoi hanno sempre ne-
gato?
Le sue parole svelano in modo plateale
l’importanza di un problema fondamen-
C’è un nuovo
pubblico non

i conti: questa generalista

ta di Santoro dalla Rai non è
una prova di forza di Berlusconi, ma un
errore grave: l’ennesimo segnale del fat-
to che il Cavaliere stia perdendo col-
pi”.
E la seconda?
Santoro non porterà a La7 un altro mez-
zo punto in più di ascolti come Menta-
na... Santoro, più Mentana, più il resto
della squadra, porteranno La7 oltre il
10% di ascolti. È come per la Borsa: i sol-
di chiamano i soldi, e lo share moltiplica
lo share. Il che significa la fine del duo-
polio”.
Carlo Freccero è così. Gli chiedi un’intervista e
lui dice: “No”. Poi insisti e lui ti risponde: “Mi dai
dieci minuti di tempo? Devo raccogliere le idee,
vedere se ho cose da dire…”. Poi si presenta
all’incontro con dieci pagine di appunti fittis-
simi, un piccolo saggio di storia catodica. D’al-
tra parte, se c’è uno che può fare un bilancio del
“santorismo” in un quarto di secolo di televi-
sione è lui. Il direttore di rete che ha conosciuto
meglio di chiunque il conduttore di Annozero,
quello che lo ha portato a Rai2. Nulla di più
interessante, dunque, che chiedere a Freccero
se la miscela segreta del “santorismo” possa
essere replicata anche fuori dalla Rai.
Freccero, quale è, per te, la formula
della Coca cola di “Annozero”?
Non ci sono segreti. Santoro, da un quar-
to di secolo, fa da sempre la stessa tra-
smissione, cambiandole nome e sceno-
grafia nel tempo. Il suo è un programma
di informazione.
Detto così sembra troppo semplice.
Mica tanto. Oggi Santoro fa notizia per-
ché, nel tempo, i programmi di informa-
zione si sono estinti, con alcune ecce-
zioni, ma in campo diverso, come i re-
portage di Milena Gabanelli...
Anche Santoro usa il reportage.
Il reportage è uno spazio chiuso e ruota
intorno a un problema definito. Santoro
conserva la forma del talk show e dà la
parola a chi non l’avrebbe altrimenti.
Non è l’unico…
Dici? Prendi per esempio Ballarò: da Flo-
ris ci sono solo politici. Il cuore di tutto
sono i politici, si parla di economia per
parlare di politica.
Anche da Santoro.
Santoro dà la parola agli esclusi dalla co-
municazione. Pensa agli extracomuni-
tari sulla gru, ai cassintegrati, agli operai
Fiat: fa un discorso politico che non è
necessariamente partitico. Quando i
politici non andavano da lui, Annozero
è la fine di Raiset
portava in scena la società civile: i di-
soccupati, i comici, gli attori. Faceva
ascolti lo stesso…
Anche questo lo fa pure Fazio…
Il problema è chi porti, e a dire cosa. Mi-
chele dà la parola anche a chi non fa par-
te della maggioranza o dell’opposizione
in senso parlamentare stretto. E quando
ospita i politici, li fa parlare della socie-
tà.
È questo l’elemento drammaturgi-
co?
Negli anni Santoro ha sempre dato spa-
zio ai fenomeni emergenti che, senza
di lui, non sarebbero mai arrivati al-
l’attenzione del pubblico. Non con
quella forza.
Questa drammaturgia ha un peso
politico?
Bella domanda! Si dice che Annozero ab-
bia vinto le elezioni…
Tu non ci credi?
Io direi piuttosto il contrario: ha dato
spazio a uno spirito del tempo, un’i-
stanza di cambiamento, che era nel-
l’aria ma non avrebbe avuto altri-
menti visibilità.
Dare spazio al nuovo da solo
non basta, però.
È tempo di grandi cambiamenti
in tutto il Mediterraneo. Pensia-
mo alle insurrezioni nei paesi
nordafricani e arabi. O agli indi-
gnados spagnoli. Il nostro servi-
zio pubblico è così rigido che i
partiti tradizionali pensano di
avere una sorta di monopolio
sull’informazione. Non è così.
Oggi Berlusconi dice: “Ho
perso a causa sua”.
Già. E nessuno, nemmeno la si-
nistra, si rende conto della gra-
vità di questa affermazione!
Cosa intendi?
Se due ore settimanali di trasmissione
possono influenzare le elezioni, la pro-
grammazione totale di sei reti (tre del
servizio pubblico e tre private) sottopo-
ste al controllo incessante della maggio-
ranza politica non potrebbero aver con-
trollato la vita politica del Paese nell’ul-
timo ventennio?
Carlo
Freccero
visto
da Emanuele
Fucecchi
tale che sia la maggioranza che l’oppo-
sizione hanno sempre insabbiato: il
conflitto d’interessi del premier.
Questo è noto da 17 anni.
Affatto! La classe dirigente della sinistra
ufficiale è caduta nella rete della propa-
ganda di destra. Si è fatta abbindolare sul
punto decisivo. Quello che da sempre
nega un’influenza sulla politica del mo-
nopolio tv. Per anni ci siamo dovuti ade-
guare al diktat che recita: “Demonizzare
Berlusconi non paga”. Peccato che pro-
prio lui non ci creda, occupi tutti gli spa-
zi dell’informazione e lotti da anni per
cancellare il piccolo spazio gestito da
Michele.
Esiste un partito di Santoro?
Lui non fa propaganda per nessuno, dà
voce a tutti, anche a chi con la sinistra è
critico. Disturba entrambi gli schiera-
menti politici.
Che obiettivo ha?
La sua missione è semplicemente infor-
mare/mostrare, come Repor t. Non sem-
pre le sue denunce sono gradite alla si-
nistra, soprattutto se mettono in scena
argomenti scomodi.
Ci sono uomini del Pd, D’Alema su
tutti, secondo cui Santoro è “qua-
lunquista” e “demagogico”…
Balle! Se il discorso di partito gli va stret-
to è perché, per informare, deve dare
voce alle critiche, non solo a destra, ma
anche a sinistra.
È antipolitico?
Mah… Il discorso critico è, nonostante
tutto, funzionale alla sinistra. Le ultime
elezioni hanno portato alla ribalta volti
nuovi e tutta l’opposizione ne ha trat-
to giovamento.
Il santorismo è stato anche un
programma di fiction: a metà fra
il talk, il reality e la telenovela...
Certo. Con le nomination, i diktat,
il dubbio se sarebbe andato in on-
da o no…
Michele che combatte contro il
sistema, che manda “ ‘affanbic-
chiere” Masi... Non c’è il rischio
che perda la sua carica antisiste-
ma a La7, senza il fuoco amico?
Penso di no. Qui è l’errore di Berlusco-
ni: prima quella di Santoro era l’epopea
del cavaliere che duella da solo.
E ora il cattivo dove sta?
Adesso tutta La7 diventa il Davide che
combatte i Golia del duopolio. L’aura
mitica della narrazione non diminuisce,
Con Mentana
oltre il 10%,
il duopolio
è morto
ma si accresce!
Sulla carta…
Pensaci. La prova generale c’è già stata:
è quella di Rai Per Una Notte. C’è fame di
notizie. Il pubblico di oggi, educato da
Internet, sta prendendo le distanze dal
pubblico della tv generalista, succube
della programmazione di rete.
Cosa cambia?
Oggi chi vuole una notizia si attiva per
averla. Si sposta per trovare quello che
gli serve. Stella sa che ci sarà un boom di
nuove sintonizzazioni. Ha preso Santo-
ro anche per questo e ha fatto benissi-
mo.
E la Rai?
Simbolicamente incassa un colpo mici-
diale. Sul piano pubblicitario anche.
Tutto invecchierà in un attimo.
E Mediaset?
Era la tv dell’innovazione. Adesso appa-
re quella della stagnazione. Senza news
che contano. Senza dibattito.
C’è ‘Matrix’…
A dirlo non sono io, ma Berlusconi stes-
so! Resta ferma, nell’anno della politica,
alla sostanziale sterilizzazione imposta
dal conflitto di interessi. È il compro-
messo trovato da Mauro Crippa. Il “si-
stema Crippa”… Adesso rischia di resta-
re travolta.
Perché?
Perché sta finendo un’era politica, e tut-
ti vogliono sapere come. Per saperlo
non andranno a cercare i varietà e le fic-
tion.
Il tuo è l’ottimismo della volontà di
chi sogna da anni la rottura del duo-
polio?
Guarda, un anno fa, quando arrivò Men-
tana, Mediaset sottovalutò il suo impat-
to. Non arriverà al 6% di share, diceva-
no: ha superato il 10%! Se ripetono l’er-
rore sono morti.

di E. N.
Il canone di Loris Mazzetti FERRARA & C.

dell’indifferenza
indifferenza ha superato il livello di guardia. Il pre-
L’reazione
sidente Napolitano ha chiesto agli italiani: “Una
morale”. Per Don Gallo è l’ottavo vizio ca-
pitale. L’indifferenza, contagiosa e mutante, non è sol-
tanto quella a cui ha fatto riferimento Napolitano (l’as-
suefazione alla tragedia dei profughi in cerca di sal-
vezza o di una sopravvivenza meno miserabile), si pre-
senta anche in forme diverse, ad esempio la politica del
leghista Borghezio, mimetizzata da difesa della pro-
prietà, del lavoro, di un confine, con un solo obiettivo:
colpire gli ultimi.
L’indifferenza è contagiosa e il danno più grave si ha
quando avvolge i giovani diventando cultura. La tv ha
una grande responsabilità. Chi tradisce principi e valori,
per i soldi, per la carriera, per il potere, è raccontato
come un furbo che ce l’ha fatta, poco importa se per
raggiungere lo scopo i mezzi usati sono: la corruzione,
la menzogna, la truffa, il tradimento. Per gli ultimi che
infrangono le regole c’è il carcere, per i potenti l’im-
punità. L’indifferenza è anche omertà. Si gira la testa
dall’altra parte pur sapendo che nell’affare economico
c’è il rischio di infiltrazioni mafiose, si lascia mescolare
la sabbia nel cemento con il quale poi si costrui-
scono i palazzi, si “dimentica” di installare un pi-
Quei furbetti
lastro nella Casa dello studente de L’Aquila, si arriva a
drogare un compagno di squadra, mettendo a repen-
taglio la sua vita, per falsificare il risultato di una par-
dei servi sciocchi
tita di calcio.
L’indifferenza è anche il mancato rispetto per il voto A nnunciazione, annunciazione. Sta-
mattina a Roma, al Teatro Capranica
dell’elettore, passare da una parte politica all’altra in una bella “Festa per il caro Silvio. Libera adu-
cambio del pagamento del mutuo, della garanzia di nata dei servi del Cav.”. Obiettivo: rincuorare
essere rieletto o peggio ancora di un ministero, o far il capo dopo la sleppa delle amministrative.
finta di credere che la telefonata di B. alla questura di Officiano: Ferrara - che ieri l’ha annunciata sul
Milano sia servita per evitare una crisi internazionale, “Foglio”, e vabbè - , Sallusti del “Giornale” - e
pur sapendo che Ruby Rubacuori non era la nipote di vabbè - Belpietro e Feltri - e vabbè - , pure Sechi
Mubarak. - e vabbè - . E pure Sansonetti e Ritanna Armeni
L’indifferenza, oggi è sotto gli occhi di tutti, è anche il - forse un po’ meno vabbè - in quota “testimo-
silenzio dei lavoratori della Rai nei confronti della chiu- nianze politiche di sinistra”. “Ingresso libe-
sura di “Annozero”, che diventa mancanza di rispetto ro”. Nessuna indicazione sulle bibite, fino-
nei confronti di oltre 6 milioni di telespettatori che, ra. “Farà capolino” anche il festeggiato e
pagando il canone, hanno il diritto di continuare a ve- “dirà la sua”. Ferrara assicura: “Non sarà
dere il programma in onda su Rai2. Anche se l’uscita è una seduta di psicoanalisi collettiva”. Poi
avvenuta consensualmente, Santoro è stato regalato sfodera la citazione libresco-spiegazioni-
alla concorrenza. Il servizio pubblico, senza “Annoze- sta, pescando nientemeno che dal “Corti-
ro” in onda, subirà un danno economico e d’immagine . giano”. Perché - sostiene Ferrara - “anche
Siamo certi che la giusta conclusione della vicenda sia il servo può render virtuoso il principe”.
rappresentata dal commento del sottosegretario Gio- Per veri appassionati del genere.
vanardi: “Ma chissenefrega di Santoro”?
pagina 8 Mercoledì 8 giugno 2011

PALLONI SGONFIATI

SERIE A-NGOSCIA
Cremona, il procuratore: “Ho la sensazione,
Il procuratore Roberto Di Martino (FOTO ANSA)
non la prova, di combine fra i club”
di Antonio Massari gente dell’ambiente, in teoria dal gip Guido Salvini) e al suo
inviato a Cremona l’affare era fatto: la soffiata ini- gruppo, che puntava diretta-
ziava a circolare tra i “bologne- mente in Asia. Milioni investiti
impressione è che ci si” (il gruppo legato a Beppe Si- sulla parola. Con una semplice

“L’ siano state partite

truccate da società di
Serie A”. Bastano
queste poche parole, l’impres-
sione di un inquirente di gran-
gnori), o tra gli “zingari”, e il gi-
ro di scommesse iniziava a cre-
scere.

Le millanterie
telefonata. Milioni che, una vol-
ta persi, potevano significare an-
che una violenta ritorsione, da
parte degli asiatici, nei confronti
di chi aveva fornito loro l’infor-
de esperienza come Roberto e i giochi pericolosi mazione sbagliata. Il gioco di-
Di Martino, per gettare nel pa- venta pericoloso, i “bolognesi”
nico il massimo campionato di iniziano a temere per la loro vita,
calcio. Non solo scommesse, A VOLTE si millantava, come si da Singapore qualcuno potreb-
ma combine tra squadre, con le presume nel caso di Inter-Lecce, be chiedere il conto se le punta-
società pienamente d’accordo, finita uno a zero per i nerazzurri, te sbagliate non vengono recu-
per motivi di classifica e di cam- ma la quantità di soldi puntata perate. Che ci fosse un accordo,
pionato. È a questi accordi che, non era un problema esclusiva- sulle puntate in Asia, lo confer-
a volte, si agganciava poi il “si- mente finanziario. C’era un con- ma un foglietto trovato dagli in-
stema” degli scommettitori, al- tatto a Singapore. C’era un terzo vestigatori quando perquisisco-
lungandosi fino a Singapore e uomo che, secondo gli inquiren- no Signori. Un foglio scritto a
moltiplicando così il volume ti, era connesso a Signori (il tra- penna dove si leggono le condi-
degli “affari”. Quando della mite tra i “ bolognesi e Singapo- zioni per le puntate in Asia. Per
partita truccata fra società ve- re, a quanto detto dal commer- esempio: si deve puntare nel
nivano a sapere i calciatori, o cialista Manlio Bruni, sentito ieri momento esatto in cui inizia la L’interrogatorio Marco Pirani mentre viene condotto al Tribunale di Cremona per essere interrogato
partita. Non un minuto prima. dal procuratore Roberto Di Martino (FOTO ANSA)
Non uno dopo. È la regola del
gioco più grande, quello asiatico il campionato. Conferme, pa- gli appuntamenti fissati sarebbe- tato ben 450 mila euro. Poi svi-
TRAP PENSIERO di Ldc che – lo si apprende dalle tele- recchie conferme anche dall’in- ro stati almeno sette. E da Bruni luppati in maniera disastrosa sui
fonate intercettate – arriva a terrogatorio di Manlio Bruni, il arrivano conferme anche sulla siti asiatici. È proprio Signori che
DAL GATTO ALLA GALLINA moltiplicarsi fino a 23 milioni di
euro per scommessa. Le confer-
me a ciò che è già descritto nelle
commercialista collega di Fran-
co Giannone che, secondo l’ac-
cusa, nello studio di Bologna in-
presenza dell’uomo a Singapo-
re. Forse la parte più interessan-
te, sotto il profilo investigativo,
può svelare l’identità dell’uomo
a Singapore. E quello di altri cal-
ciatori. Nelle stesse ore sarà in-
ra già entrato nel mito con “non dire gatto se
E non ce l’hai nel sacco” e con lo sfogo contro il
giocatore Strunz, in un tedesco molto presunto. Ieri
intercettazioni, e l’apertura ver-
so scenari più ampi, come quel-
lo degli accordi tra società in Se-
contrava Signori per pianificare
le scommesse. L’incontro filma-
to e intercettato dallo Sco della
quella che svelerebbe il sistema
per intero, nella sua scala inter-
nazionale. Ma soprattutto: è
terrogato anche Massimo Ero-
diani, sempre dal procuratore
Di Martino, e altri tasselli potreb-
Giovanni Trapattoni, il mister dai mille trofei e dai rie A e B, arriva da ben cinque polizia, quello di marzo, non è sempre più critica la posizione bero tornare al loro posto. Tanto
centomila neologismi, ha scomodato la gallina. ore di risposte: quelle di Marco stato l’unico. Bruni ha ammesso di Beppe Signori. In tanti hanno a posto che negare, forse, da og-
“When the chicken coccodé coccodé, go” ha Pirani, l’odontoiatra interrogato dinanzi al gip Guido Salvini che parlato di lui. Il suoi commercia- gi non conviene più a nessuno.
assicurato ai giornalisti irlandesi, in un discorso che ieri dal procuratore capo di Cre- listi, per esempio, è poi il ritro-
mona Roberto di Martino. vamento di quell’appunto, dove
voleva essere sul calcio scommesse, e che è presto
deragliato in uno dei suoi leggendari proverbi: “La I “bolognesi” gli investigatori hanno trovato
frasi precise, interpretate come
Oggi sarà
Sono diventate 30
gallina quando ha fatto l’uovo va via”.
La traduttrice l’aveva implorato:
le gare da verificare temevano “vere e proprie condizioni”. Og-
gi Signori sarà interrogato da Sal-
interrogato
“Parla italiano che viene meglio”, poi
ha sofferto di una semiparesi facciale LE PARTITE sospette, in sole
per la propria vini. La decisione sarà presa al-
l’ultimo istante, ma pare difficile
Signori: rivelerà
cinque ore, da 18 sono diventate che s’avvarrà della facoltà di non
per le risa. Si sono uditi rumori tipici
circa 30. Spunta un altro incon- vita, per rispondere, e se Signori ammet- i nomi dell’uomo
del giornalista che si contorce sulla
tro di Serie A, del quale però, per terà ciò che gli altri gli attribui-
sedia. Potenza del Trap, uomo il momento non trapela il nome le scommesse scono, se deciderà di collabora- di Singapore
genuino: “C’è un campanilismo che delle squadre coinvolte. Altre re, altri nomi sono destinati a fi-
diventa difficile lavorare: in Italia ci cinque società di Serie B, per le fatte “in Asia” nire agli atti dell’inchiesta. Sulla e di altri
vuole l’uovo, il culo caldo e la gallina”. quali, il sospetto più forte, è che sola Inter–Lecce, infatti, il grup-
si siano accordate per taroccare e andate male po dei “bolognesi”avrebbe pun- calciatori?

PALLA PRIGIONIERA

LE PA
ARTITE
SOTTO INDAGINE
SERIE A DALL’INTERROGATORIO DI PIRANI GIUSEPPE MARCO
SIGNORI PAOLONI
INTER - LECCE 20 marzo 2011 43 anni 27 anni
FIORENTINA - ROMA 2-2 20 marzo 2011 Ex Foggia, Lazio, Portiere del Benevento
SERIE B Sampdoria e Bologna (Ex Cremonese)
LECCE - CAGLIARI 3-3 17 aprile 2011
LIVORNO - ASCOLI 25 febbraio 2011
MAURO ANTONIO
ASCOLI -ATALANTA 12 marzo 2011 GENOA - LECCE 4-2 23 aprile 2011 BRESSAN BELLAVISTA
ATALANTA - PIACENZA 19 marzo 2011 40 anni 32 anni
Ex Como, Cagliari, Ex Bari
PADOVA - ATALANTA 26 marzo 2011 DALLE INTERCETTAZIONI Bari e Fiorentina
SIENA - SASSUOLO 27 marzo 2011
VINCENZO MARCO
GENOA - ROMA 4-3 20 febbraio 2011 SOMMESE PIRANI
LEGAPRO 34 anni 55 anni
CREMONESE - SPEZIA 17 ottobre 2010 MILAN - BARI 1-1 13 marzo 2011 Centrocampista Odontoiatra
Ascoli
CREMONESE - PAGANESE 14 novembre 2010
MONZA - CREMONESE 21 novembre 2010 FLUSSI ANOMALI DELLE SCOMMESSE MASSIMO VITTORIO
SPAL - CREMONESE 16 gennaio 2011 ERODIANI MICOLUCCI
36 anni 27 anni
BENEVENTO - VIAREGGIO 13 febbraio 2011 BRESCIA - BOLOGNA 3-1 2 aprile 2011 Gestore di due Difensore
VERONA - RAVENNA 27 febbraio 2011 centri scommesse Ascoli
LAZIO - GENOA 4-2 14 maggio 2011
BENEVENTO - COSENZA 28 febbraio 2011 GIORGIO ALMIR
TARANTO - BENEVENTO 13 marzo 2011 LECCE - LAZIO 2-4 22 maggio 2011 BUFFONE GEGIC
55 anni 31 anni
ALESSANDRIA - RAVENNA 20 marzo 2011 Direttore Sportivo Attaccante
NOVARA - SIENA 2-2 1 maggio 2011
BENEVENTO - PISA 21 marzo 2011 del Ravenna Chiasso

RAVENNA - SPEZIA 27 marzo 2011 ASCOLI - SIENA 3-2 13 maggio 2011 GIANFRANCO FRANCESCO
REGGIANA - RAVENNA 10 aprile 2011 PARLATO GIANNONE
41 anni 46 anni
Ex calciatore Commercialista
Collaboratore Viareggio di Giuseppe Signori

CRISTIANO STEFANO MICHELE Pietro Bassi, Ivan Berardi, Antonio Cirello, Fabio Daledo, Daniele Deoma, GIANLUCA MANLIO BRUNI
Alessandro Ettori, Gianni Fabbri, Andrea Gaiti, Fioravanti Genovese, 47 anni - commercialista
DONI BETTARINI COSSATO TUCCELLA
Claudio Furlan, Massimiliano Longhi, Giuseppe Padula, Roberto Parlato, FRANCESCA LA CIVITA
38 anni 39 anni 41 anni Valentino Parlato, Alex Pedersoli, Pierluigi Pezzali, Leonardo Rossi,
29 anni 30 anni - titolare centri scommesse
Centrocampista Ex Cagliari, Fiorentina, Ex Chievo, Atalanta Gaetano Ruotolo, Nicola Santoni, Giampaolo Tagliatti, Giorgio Veltroni, Portiere
ISMET MEHMETI
Atalanta Bologna e Sampdoria e Verona Carlo Gervasoni, Daniele Quadrini, Ivan Tisci, Antonio Shytaj del Cus Chieti (Calcio a 5) 53 anni - scommettitore
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 9

PALLONI SGONFIATI

Curia
C’ERA GOMORRA A BORDO CAMPO vicina
alla mafia?
DE MAGISTRIS: DE LAURENTIIS SPIEGHI Mogavero
inviato
Aperto un nuovo fascicolo su Napoli-Parma a Trapani
di Luca De Carolis mune. Dovevano già parlarsi, di Giuseppe Lo Bianco
de Magistris e il presidente de- Trapani
e ne stava a pochi passi gli azzurri, per parlare dei pro-

S dal prato verde, assieme

a fotografi e addetti con
le pettorine. Era dove
non avrebbe dovuto essere,
Antonio Lo Russo, oggi lati-
tante e figlio del boss della
camorra Salvatore Lo Russo,
ma il 10 aprile del 2010 stavo
proprio sugli spalti del San
Paolo, per assistere allo spet-
tacolo della Serie A: Napo-
li-Parma vista da bordo cam-
po, senza averne l’autorizza-
zione. E ora quella foto che lo
ritrae assorto, come un tifoso
preoccupato, farà riaprire le
indagini su quella gara che
aveva già insospettito i ma-
gistrati.
Tante puntate
e un’altra indagine
PERCHÉ su Napoli-Parma
erano piovute strane e abbon-
danti scommesse, soprattutto
su quella ripresa in cui gli ospi-
ti avevano ribaltato il risultato.
Il neo-sindaco:
“Mi meraviglio
che la società
azzurra
permetta
la presenza
di quella gente”
10 aprile 2010 il figlio del boss Giuseppe Lo Russo, Antonio, si gode dagli spalti Napoli-Parma (F
A fine primo tempo erano in
vantaggio gli azzurri con gol di
Quagliarella, ma alla fine vinse
il Parma con un pirotecnico 3 a
2. Proprio davanti a Lo Russo
junior, ora latitante per sfuggi-
re a un’ordinanza di custodia
per droga. La procura di Napo-
li aveva già indagato l’anno
scorso sulla partita, sospettan-
do che sul risultato avessero
puntato forte affiliati degli
“scissionisti” e, guarda caso,
dei Lo Russo. Ma le precedenti
indagini, di cui i magistrati ave-
vano mandato documentazio-
ne anche alla Federcalcio, non
avevano portato a nulla. Nes-
suna prova, nonostante il flus-
so di puntate anomalo. Ma so-
no ritornate all’attenzione dei
media quelle immagini, scatta-
te da un fotografo dell’Ansa,
proprio mentre sul pallone ita-
liano soffia forte la bufera del
calcio scommesse. “La presen-
za di Lo Russo allo stadio a
guardare la partita per ora non
è penalmente rilevante per-
ché in quel momento non era
né ricercato né latitante”, spie-
ga il procuratore capo di Napo-
li Giandomenico Lepore. Pe-
rò, evidentemente, ha un peso
perché i magistrati napoletani
apriranno un nuovo fascicolo,
mentre i carabinieri di Castello
di Cisterna torneranno a inter-
rogare fonti e a cercare riscon-
tri. Cercheranno di capire se
Lo Russo era lì da tifoso, oppu-
re se doveva starsene a pochi
metri dal campo per far notare
la sua presenza, di spettatore
OTO
molto interessato. Interrogati-
vi che dovranno per forza inte-
ressare parecchio anche la
procura della Figc. Domande
pesanti, a fronte di una certez-
za: Lo Russo, che allora era an-
cora in stato di libertà, non po-
teva guardare la partita da lì,
come un addetto ai lavori do-
tato di regolare pass. Un dato di
fatto che ha suscitato la reazio-
ne del neo-sindaco Luigi de
Magistris: “Mi meraviglio che il
Napoli permetta a certa gente
di stare a bordo campo. Doma-
ni (oggi, ndr) ne parlerò con De
Laurentiis (il patron del club,
ndr). Il calcio deve cambiare, ci
sono troppi soldi che girano at-
torno a questo mondo”. L’in-
contro avverrà oggi a Palazzo
San Giacomo, la sede del Co-
blemi dello stadio San Paolo,
anche in vista delle partecipa-
zione del Napoli alla prossima
Champions League. Ma tra i
nodi logistici adesso si è infila-
to un caso spinoso. L’ennesi-
mo, a margine dei rapporti pe-
ricolosi tra pallone e camorra
in Campania. Un rapporto che
muove tantissimi soldi.
Il campionato
della camorra
I CLAN sono impegnati da an-
ni nel truccare partite e nel
puntare cifre in quantità indu-
striale, al punto da costruire
club satellite nelle serie mino-
ri. Strumenti per alterare risul-
ANSA) tati, e alimentare l’immensa
torta delle scommesse in nero.
Un mondo su cui indaga da
tempo anche la Dda di Napoli,
che lo scorso ottobre ha aper-
to un’inchiesta sugli affari nel
calcio del clan dei D’Alessan-
dro di Castellamare di Stabia.
Ieri il procuratore aggiunto
Rosario Cantelmo è stato a Ro-
ma, per interrogare un testi-
mone. L’obiettivo è ricostruire
con esattezza meccanismi e
flussi delle puntate, capire be-
ne le regole di questo gioco pa-
rallelo e illegale, per poi incro-
ciare i dati su partite sospette
con le intercettazioni telefoni-
che. La via per arrivare a pro-
tagonisti e burattinai del giro
delle scommesse clandestine.
Il giro della camorra, la madre
di tutte le vie illegali al pallo-
ne.
Ico”,lfinisce
linguaggio canonico lo de-
“visitatore apostoli-
in realtà è un vero e pro-
prio commissario della Santa
Sede. Si occuperà della Curia
di Trapani, chiamato a far luce
su “fatti poco chiari”, che in
realtà sono sospetti di malver-
sazioni, di acrobazie di bilan-
cio e persino di relazioni peri-
colose con personaggi ritenu-
ti vicini a Cosa Nostra.
STANCA delle lettere invia-
te dai fedeli al cardinale Tar-
cisio Bertone, la Santa Sede
“commissaria” la curia vesco-
vile retta da monsignor Fran-
cesco Miccichè, inviando a
Trapani un “visitatore aposto-
lico” del calibro di monsignor
Domenico Mogavero, vesco-
vo di Mazara del Vallo e pre-
sidente del Consiglio per gli
affari giuridici della Cei. “Le
mie funzioni – ha dichiarato
Mogavero – saranno di tipo
istruttorio. Dovrò fare luce su
una serie di fatti poco chiari
nella diocesi trapanese e rife-
rirne quindi alla Santa Sede”.
Un ruolo ispettivo, e di fatto
commissariale, nonostante al
momento Miccichè rimanga
al vertice della Curia. Al de-
creto d’ispezione chiesto dal
cardinale canadese Marc Oul-
let, prefetto della Congrega-
zione per i Vescovi, il Vatica-
no è approdato soltanto dopo
un accurato lavoro di indagi-
ne istruttoria condotto da
Monsignor Giuseppe Bertel-
lo, delegato del Nunzio Apo-
stolico per i rapporti tra la
Santa Sede e le diocesi. Un’at-
tività svolta contemporanea-

Dopo De Rossi, fango anche su Totti mente a quella della Guardia

di Finanza, che ha passato al
setaccio la gestione finanzia-
ria di due fondazioni della Cu-
DENTISTA E GESTORE DI CENTRO SCOMMESSE INTERCETTATI: CORVIA SICURO DEI TANTI GOL IN ROMA-FIORENTINA ria: la Auxilium e la Antonio
Campanile, fuse in un’unica
Cremona tita di serie A facciamo solo 20 mila eu- chi li sponsorizza. Il salto verso la A questa partita i due dicevano di essere fondazione nel 2007 con
ro”. Eh certo, dice Massimo Erodiani, sembra fatto. Poi Erodiani parla di serie in contatto con l’ex romanista Corvia. un’operazione che avrebbe

IlialFrancesco
riferimento sembra proprio a lui:
Totti. E proprio alla vigi-
del suo record di 200 gol in serie A:
la vigilia di Fiorentina–Roma. Del “ca-
pitano della giallorossa”, i due arresta-
ti Marco Pirani e Massimo Erodiani,
parlavano poche ore prima di una
puntata da ricordare: l’over – più di tre
gol – fu pienamente indovinato. Una
delle tante, tantissime millanterie in-
serite nelle loro conversazioni, par di
capire, e anche questo sarà appurato
nei prossimi giorni. Di certo, per il mo-
mento, c’è soltanto che la polizia giu-
diziaria annota: “Il 21 marzo 2011, alle
9,26 minuti del mattino, Erodiani
commenta con Pirani la partita dell’In-
ter (della sera prima, ndr) e dice che
l’attaccante del Lecce Daniele Corvia
avrebbe pronosticato anche tanti gol
in Fiorentina–Roma avendolo saputo
dal capitano della squadra gialloros-
sa”. Ma è ancor più interessante leg-
gere le parole dette da Marco Pirani un
paio di giorni prima.
IL DENTISTA del calcio-scommesse
aveva infatti parlato dell’ over giocato
dalla banda su Fiorentina–Roma, finita
2 a 2, il 20 marzo scorso. Ecco la tele-
fonata di una sera prima, che conferma
l’esistenza del sistema. È il 19 marzo del
2011 alle 22 e 28 parlano Gianfranco
Parlato e Massimo Erodiani. Sono en-
tusiasti perché dopo tante scommesse
truccate sulle serie minori, sono riusci-
ti ad arrivare alla serie A. “Stiamo lavo-
rando bene”, dicono. Non devono es-
sere ingordi però “come Antonio (Bel-
lavista? ndr)” che dice: “Ma con una par-
“Antonio non può pensare che con una B: “A proposito di Viareggio dopo ti de-
partita ci mettiamo 100 mila euro in ta- vo dì nà cosa... mi ha dato il Modena... e
sca perché sennò non faremo mai nien- ha pareggiato... ci ha dato l’Atalanta... e
Anche il Parma-Bari vinto dai bianco-
rossi per 2 a 1 compare nelle intercet-
tazioni, quando Bellavista “chiede a
creato un “buco” di oltre un
milione di euro nei bilanci
della Curia.
te così, ma che volete? Con novanta mi- mò ci sta dando questa... e lunedì c’è Marco se ha parlato con Andrea”, che
nuti vi mettete in tasca 20 mila euro!”. già un’altra!”. E torna un altro, fonda- gli dice “di aver paura”. IL VESCOVO Miccichè, che
Si parla di Fiorentina–Roma e Antonio, mentale riscontro alla scalata dei “bo- Altra squadra che appare nelle intercet- nega di conoscere l’esistenza
potrebbe essere proprio l’ ex capitano lognesi” alla serie A. continua Erodiani: tazioni è il Chievo. Il 18 febbraio, a par- dell’indagine, è il presidente
del Bari, Antonio Bellavista, anch’ egli “Domenica... prossima... se ci compor- lare tra loro, sono Massimo Erodiani e delle due fondazioni, una del-
arrestato nei giorni scorsi. Ciò che non tiamo bene... come ci dovremmo com- l’ex calciatore Gianfranco Parlato: “Mo le quali, l’Auxilium, può con-
si capisce, però, è se l’over giocato pre- portare... bene, perchè i soldi li abbia- lui stava andando via perché stanotte si tare su una convenzione con
vedesse solo la vittoria per 3-1 o 4-0 op- mo giovedì... quindi dopo... li bisogna è fermato lì e andava a parlare tra l’altro l’Asp di Trapani per un giro di
pure prevedesse anche il 2-2. Dice Mas- riconsegnare... già c’hanno pronto per con quelli del Chievo”. E con il Chievo rimborsi di oltre 5 milioni di
simo Erodiani: “Stammi a sentì, quel- domenica di serie A! Dice che loro sta- anche la Sampdoria. Il 26 marzo Pirani euro all’anno. Tra le anomalie
la... abbiamo l’ufficialità domani (…) vano cercando... chi... chi facesse que- chiama Erodiani e gli investigatori an- emerse dalle indagini anche
ufficialmente, ce la fanno ...capito ?”. ste cose... e allora... hanno fatto subito notano: “Pirani chiama Erodiani e dice la presenza, come autista del
Discutono di una puntata da effettuare. a mettere in contatto... e ti dirò di più... che la prossima settimana c’è Chie- vescovo, di Orazio Occhipin-
Si fanno cifre da “quattrocentomila eu- tramite loro... hanno detto... la Fiore... vo–Sampdoria e gli hanno detto che ti, il cui padre e lo zio, presun-
ro” ed Erodiani dice: “Se riesco a chiu- Fiorentina–Roma... però me devono stanno già massacrando sulla X”. La ti mafiosi, vennero assassinati
dere... ma anche se la chiudo a trecen- dà la conferma stasera... Fiorenti- partità finì con un pareggio senza gol. a Dattilo negli anni ‘80. Pro-
tomila... io sono contento! (…), on line na–Roma... faranno tanti gol ... !”. Su (m.l. – a.mass.) prio Occhipinti viene descrit-
la serie A ... posso fa- to in alcune lettere, spedite
re ventimila euro io, da alcuni fedeli al cardinale
senza muovermi dal-
l’Agenzia!”. Poi i due
Erodiani: Tarcisio Bertone, come il vero
dominus della fondazione Au-
fanno riferimento ad
Antonio. “Però... ha
“Me devono xilium, anche in virtù delle
sue ingombranti parentele.
detto pure Antonio...
non può pensare...
dà la conferma
che con una partita...
si mette centomila Ma stasera
euro in tasca !…”,
continua Erodiani. Fiorentina
Ma frase più interes-
sante è questa: “Mò Roma faranno
abbiamo la forza...
cioè... chi ci sponso- tanti gol”
rizza! ‘na volta che
vado a Cremona ce la
giochiamo...”. Il Giallorossi Il capitano Francesco Totti
gruppo ha trovato e “capitan futuro” Daniele De Rossi (F A )
OTO NSA
pagina 10 Mercoledì 8 giugno 2011

ECONOMIA

DOTTOR SCOTTI IN MANETTE

Il signore del riso accusato di pagare mazzette
per addomesticare i controlli sul suo inceneritore
di Vittorio Malagutti RAPPORTO LEGAMBIENTE
Milano

nergia pulita? Chiedete al

E dottor Scotti. Sì proprio
lui, Dario Scotti, quello
del riso, che ieri è finito
agli arresti domiciliari con
un'accusa pesante. La sua azien-
da ha pagato alcuni funzionari
pubblici per taroccare l'esito di
un'ispezione alla centrale elet-
trica alimentata a biomasse con-
trollata dal gruppo alimentare
di Pavia. “Tutto il Gse lubrifica-
to”, si è lasciato sfuggire al te-
lefono (intercettato) Nicola
Ostellino, ingaggiato come
consulente dalla Scotti. Il Gse,
una sigla che sta per Gestore dei
servizi energetici, è la società di
Stato che si occupa tra l'altro di
erogare gli incentivi pubblici
per la produzione di elettricità
da fonti rinnovabili. Vengono
da lì i contributi, almeno 7 mi-
lioni di euro, che secondo l'ac-
cusa sarebbero stati illecita-
mente incassati dall'azienda pa-
vese.
SCOTTI, PRESIDENTE e
proprietario dell’omonima
azienda, avrebbe avallato il pa-
gamento di una mazzetta di al-
meno 115 mila euro. In cambio i
funzionari del Gse hanno chiuso
tutti e due gli occhi di fronte alle
irregolarità rilevate. E così, ieri,
con l'accusa di corruzione è fi-
nito in carcere Franco Centili,
L'industriale del riso Dario Scotti gioca a golf nel torneo da lui organizzato (FOTO LAPRESSE)
sione), mentre il suo collega An-
drea Raffaelli è andato ai domi-
ciliari, come pure Nicola Farina,
commercialista di fiducia della
Scotti. Il procuratore Ilda Bocas-
sini della direzione distrettuale
antimafia di Milano (competen-
te per legge sul traffico di rifiuti)
aveva chiesto l'arresto anche del
consulente Ostellino che però
quando è scattata l'operazione
era irreperibile.
La truffa andava avanti almeno
dal 2005. La centrale avrebbe
dovuto essere alimentata da bio-
masse, in particolare la lolla, uno
scarto di lavorazione del riso. E
l'energia prodotta in questo mo-
do può essere venduta a prezzo
di Stato. Invece nel termovalo-
rizzatore della Scotti sono stati
bruciati rifiuti di ogni tipo, com-
presi quelli pericolosi. L'azienda
quindi guadagnava due volte.
Da una parte si faceva pagare
per lo smaltimento di monnezza
proveniente da tutta Italia. Dal-
l'altra incassava i soldi pubblici.
La frode ai danni dello Stato, così
come il traffico illecito di rifiuti,
è stata documentata da una lun-
ga inchiesta della Forestale, ini-
ziata quasi tre anni fa. Già nel no-
vembre scorso le indagini aveva-
no portato al sequestro della
centrale e all'arresto di Giorgio
Radice, presidente della Scotti
energia e di Giorgio Francesco-
genti dell’azienda pavese rac-
contano quello che appare co-
me un negoziato con alcuni di-
rigenti dell’ente pubblico, che
ieri si è dichiarato parte lesa.
DALLE INDAGINI emerge
che Radice, presidente di Scotti
energia, a metà novembre 2009
fissa un incontro con Luca Bar-
beris, direttore commerciale del
Gse. Intanto nell’ombra si muo-
vono il consulente Ostellino,
l’ex funzionario Centili e Raf-
faelli, dipendente della società
pubblica. Raffaelli, secondo
quanto risulta al Fatto Quotidiano,
faceva parte del gruppo che si è
occupato della prima verifica,
RIFIUTI E CEMENTO
19 MILIARDI ALLA MAFIA
di Eduardo di Blasi
el 2010, in Italia, sono state sequestrate 2 milioni di ton-
Nresponsabile
nellate di rifiuti trafficate illecitamente. Enrico Fontana,
dell'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legam-
biente, le traduce in una fila di 82.181 tir incolonnati per 1170
chilometri, da Reggio Calabria a Milano. Eccola la fotografia del
Paese che il dossier Ecomafia 2011, quest’anno dedicato al sin-
daco ambientalista di Pollica Angelo Vassallo ucciso nel settem-
bre scorso, arricchisce di nuovi e particolareggiati scempi: 18
mila abitazioni abusive venute su ex novo solo l’anno scorso
sono l’equivalente di un comune di medie dimensioni.
Altri dati: 30.824 illeciti ambientali riscontrati nel 2010, 84 al
giorno (3,5 ogni ora), per un fatturato che si stima frutti ai 290
clan impegnati nel multiforme business una cifra di 19,3 mi-
liardi di euro l’anno. Vittorio Cogliati Dozza, presidente di
Legambiente, quasi allarga le braccia quando afferma che la
Direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, in Italia
continua a rimanere lettera morta. Con il risultato che oggi “per
una discarica abusiva si rischia una multa da 2 mila a 26 mila
euro”. Non solo: rientrando nel novero delle “contravvenzio-
ni”, chi indaga su questi traffici non può utilizzare intercetta-
zioni telefoniche o ambientali, rogatorie internazionali e deve
fare i conti con i tempi lampo delle prescrizioni del reato.
Non ci sono però solo i numeri. La forza del rapporto presen-
tato ieri al parlamentino del Cnel sta nelle storie che svelano i
meccanismi dei business ecomafiosi. Quelli maggiori, come il
caso dell’imprenditore del riso Scotti, del
quartiere di Santa Giulia, a Milano-Rogoredo,
Ecomafia 2011 o di Cipriano Chianese, il re dei rifiuti casa-
Legambiente lese che faceva l’imprenditore a Padova. Ma an-
A E
MBIENTE che quelle minime che, inserite in un contesto
DIZIONI

funzionario del Gse (ora in pen- maggiorato con le sovvenzioni ne, responsabile del termovalo- nel maggio 2009. Alla fine, il 10 428 , 24
PAGINE più ampio, ci forniscono un quadro più chia-
EURO

rizzatore. Proprio Francescone I 22

N LIBRERIA DAL ro.
GIUGNO

interrogato nelle settimane Prendiamone un paio. La prima inizia a Prato,

scorse aveva confermato il paga-
NAPOLITANO riceve mento della mazzetta. Per copri-
re la tangente la Scotti si è servita
di una società ombra statuniten-
i cassintegrati Vinyls se a cui è stata commissionata
una falsa consulenza. Secondo
“Tutto il Gse in Toscana, laboriosa città tessile alle prese con
lubrificato”,
una difficile crisi industriale. Qui non si parla
di rifiuti pericolosi, ma di pezze, stracci, cenci,
vesti dismesse destinate allo smaltimento
l’inchiesta punta o alla beneficenza. Ci sono diverse imprese
che lavorano a questo ciclo. La prima è a Mon-

InylslCassintegrati,
Quirinale non si è dimenticato dell’Isola dei
la protesta degli operai della Vi-
di Porto Torres che da oltre un anno occu-
la ricostruzione degli investiga-
tori, quei soldi sono serviti a
cambiare da negativo a positivo
pano l’isola dell’Asinara per riavere il proprio po- l’esito di un’ispezione disposta
sto di lavoro. Ieri il presidente Giorgio Napolitano dal Gse alla Scotti energia. Il 14
ha ricevuto una delegazione di lavoratori sardi e, maggio 2009 infatti i funzionari
come recita la nota del Colle, “ha ringraziato per i della società pubblica avevano
doni simbolici che gli sono stati consegnati come rilevato una serie di irregolarità.
testimonianza della lotta condotta con grande mi- Non solo l’impianto veniva ali-
sura e dignità”. mentato da una miscela di rifiuti
Alcuni dipendenti Vinyls, azienda ferma da quan- ben diversa dalla semplice lolla.
do l’Eni ha alzato il costo della materia prima, so- Peggio: le caratteristiche tecni-
no da giorni in sciopero della fame. Una di loro, che del termovalorizzatore era-
dello stabilimento veneto di Marghera, è stata ri- no diverse da quelle autorizzate.
cevuta anche dal Papa che l’ha invitata a non per- Viene disposto il blocco della
dere la speranza. Ma da quasi due anni il ministero centrale e la restituzione di 7 mi-
dello Sviluppo cerca un compratore per lo stabi- lioni di contributi pubblici.
limento chimico sardo, finora senza risultati. La Nelle settimane successive i ver-
valutazione delle ultime offerte pervenute era at- tici della Scotti fanno di tutto per
tesa entro fine maggio, ma ancora non si sa nulla. ribaltare il verdetto. Gli agenti
della Forestale intercettano nu-
merose telefonate in cui i diri-
sui rapporti
tra azienda e
gestore statale
dell’energia
dicembre 2009, arriva dietro
front. Una nota firmata da Gerar-
do Montanino, direttore opera-
tivo del Gse, ribalta la preceden-
te decisione sulla Scotti. La cen-
trale può ricominciare a funzio-
nare. Insomma, tutto a posto. Se
non fosse per quelle parole di
troppo al telefono: “Tutto il Gse
lubrificato”. Una frase che spa-
lanca la porta alle accuse. E agli
arresti.
temurlo, ed è in odor di camorra. Ufficialmen-
te si occupa del trattamento di rifiuti tessili, in
verità rivende ad aziende toscane e campane le
vesti ancora vendibili sulle bancarelle, invia ad
altre aziende conniventi i resti degli scarti che
poi verranno abbandonati o bruciati. Nel traffico sono coinvolti
i Birra-Iacomina, clan di Ercolano (Na). Sono loro ad avere il
monopolio della raccolta, della distribuzione e dello smalti-
mento illecito. Il sistema è così radicato che le persone denun-
ciate per questo traffico sono 170. Acquistando le “pezze” a 10
centesimi al chilo e rivendendole a 40 senza “smaltirle”, face-
vano soldi a palate: 10 mila euro a camion (e il Noe ha contato
320 di questi camion). “Questa è droga pulita, non c’è il rischio
che ti fai 20 anni di carcere”, dice intercettato un uomo del clan.
Ha ragione.
Cambiamo scenario. Spostiamoci nei quartieri di Piscinola e
Miano, a nord di Napoli dove l’ufficio del catasto era gestito dal
clan Lo Russo. Qui chi ha costruito abusivamente lo ha fatto
pagando il pizzo. In cambio otteneva un servizio: il clan cor-
rompeva e minacciava vigili e uffici e la pratica veniva siste-
mata. Anche questa è Italia. La stessa di un premier che a Napoli
promette di non abbattere i manufatti abusivi.

Il problema non è solo la Grecia

di Marco Onado
anche tedesche come i cetrioli?
BtivoQuesto inquietante interroga-
emerge prepotentemente dal-
Il cetriolo tedesco in banca
vera perché esclude una serie di
strumenti emessi e definiti “ibri-
di”.
Prima della crisi infatti in Germania,
come altrove, le banche avevano tro-
cifiche del contratto e/o considerazio-
ni di convenienza, hanno di fatto pro-
tetto integralmente i possessori dei
titoli. In sede internazionale si è quin-
di deciso che in futuro il capitale delle
altri paesi periferici, ma anche quello
delle banche che detengono crediti
nei loro confronti. Solo a Berlino si
continua a credere che basta punire
le cicale mediterranee, dimenticando
tamente portato nel nome degli in-
teressi dell’industria nazionale è una
minaccia gravissima alla possibilità di
raggiungere soluzioni veramente ef-
ficaci nel momento forse più difficile
tica parabola per i componenti del-
l’autorità di vigilanza tedesca: basta
che meditino su quali verdure scel-
gono quando si preparano l’insalata.

le notizie di ieri. L’autorità di su-
pervisione bancaria tedesca (Ba-
fin) ha attaccato con inusitata vee-
menza quella europea appena co-
stituita (Eba, European banking
authority) che dovrà condurre i
tanto attesi stress test sulle prin-
cipali banche. L’oggetto del con-
tendere è molto tecnico, cioè la de-
finizione di capitale da usare per
misurare la robustezza patrimo-
niale. Sostengono i tedeschi che la
definizione adottata è troppo se-
vato molto conveniente emettere
questi titoli, che erano apprezzati da-
gli investitori perché garantivano un
rendimento elevato, ma nello stesso
tempo, avendo meno diritti di altri
strumenti di debito, venivano consi-
derati utili ai fini dei requisiti patrimo-
niali. Ma come sanno anche gli stu-
denti zucconi, il capitale è quello che
assorbe le perdite e nella crisi questi
strumenti si sono comportati più co-
me debiti (protetti dai salvataggi) che
come capitale perché le clausole spe-
banche deve aumentare e deve so-
prattutto essere di migliore qualità.
La Bafin tedesca sostiene che i criteri
annunciati dall’Eba sono troppo se-
veri e penalizzeranno le banche pub-
bliche del Paese. In realtà, riconosce
finalmente che il sistema bancario te-
desco è fra i più fragili d’Europa, so-
prattutto nel settore pubblico, come
da tempo afferma il Fondo moneta-
rio internazionale, fra il totale disin-
teresse dei più. Il problema finanzia-
rio oggi non è (solo) la Grecia e degli
che le formichine del Nord hanno ac-
cumulato una parte non trascurabile
della loro ricchezza al Sud.
Ma c’è di più. L’attacco della Bafin è
un siluro sotto la linea di galleggia-
mento alla credibilità della neonata
autorità europea. La crisi finanziaria
in corso richiede soluzioni coordinate
fra tutti i paesi dell’Europa: non è re-
torica affermare che oggi è in gioco la
sopravvivenza non solo dell’unione
monetaria, ma dell’intera politica eu-
ropea. Un attacco frontale spudora-
per l’Europa. E comunque dimostra
(se ce ne fosse stato bisogno) che cer-
te sedicenti autorità nazionali sono in
realtà la voce delle lobby del paese.
Ma cosa c’entrano i cetrioli? C’entra-
no, eccome, perché l’epidemia che
ha seminato il panico in Europa è sta-
ta inizialmente attribuita ai cetrioli
provenienti – non c’è neanche biso-
gno di dirlo – da un paese mediter-
raneo, mentre studi più approfonditi
hanno dimostrato che la colpa è di
severi germogli teutonici. Un’auten-
Mercoledì 8 giugno 2011
ALTRO CHE TAGLIO DELLE TASSE,
L’EUROPA CI IMPONE SOLO RIGORE
Ecco le raccomandazioni della Commissione sulla manovra
di Stefano Feltri
ltro che taglio delle tasse
A per recuperare consensi
dopo i ballottaggi. Se Sil-
vio Berlusconi e Giulio
Tremonti cercano un’idea per
far ripartire l’economia, la
Commissione europea ne sug-
gerisce addirittura sei. Nessu-
na di queste ad oggi è nell’a-
genda del governo.
Ieri sono infatti arrivate le Rac-
comandazioni della Commis-
sione, scritte per il Consiglio
(cioè per il coordinamento dei
capi di Stato e di governo), che
commentano i due documenti
che il governo italiano ha man-
dato a Bruxelles, cioè la dia-
gnosi sullo stato dei conti (Def,
Documento di economia e fi-
nanza) e l’elenco dei provvedi-
menti per migliorarli (Pnr, Pia-
no nazionale delle riforme).
Si scoprono cose interessanti a
leggere il testo delle Racco-
mandazioni. Per esempio che
il governo Berlusconi ha preso
l’impegno di “modificare la
Costituzione per rafforzare la
disciplina di bilancio”, cioè di
trasformare in un vincolo co-
stituzionale il tetto del debito
al 60 per cento del Pil previsto
dal nuovo patto di stabilità Eu-
Ancora caos negli uffici postali
Sarmi, il postino che suona per finta
di Giorgio Meletti
LquelloebenePoste Italiane funzionano
per definizione. E tutto
che si è raccontato in questi
giorni sul black out agli sportelli
per un incredibile guasto dei siste-
mi informatici dev’essere frutto di
fantasia.
Venerdì 4 giugno, primo giorno del
supposto disastro, Poste italiane
ha comunicato che gli sportelli
“hanno operato oltre il normale
orario di chiusura consentendo l’e-
rogazione dei servizi a tutti i clienti
in attesa e garantendo così oltre 6
milioni di transazioni, il pagamen-
to di oltre 180 mila pensioni e l’ac-
cettazione di oltre 1.200.000 bol-
lettini, nella media delle attività
abitualmente svolte”. Nella me-
dia.
Lunedì 6 giugno stessa storia: “An-
che oggi gli uffici postali sono stati
aperti oltre il normale orario di
chiusura, fornendo un volume di
servizi nella media delle attività
abitualmente svolte. In particola-
ro Plus. Possibile che Tremonti
si sia impegnato a trasformare
l’Italia nella Germania di Ange-
la Merkel? A cercare negli ar-
chivi, per la verità, si trova una
dichiarazione del 29 marzo di
Tremonti in cui il ministro an-
nunciava che “va fatta una re-
gola costituzionale nuova”,
ma poi spiegava subito di non
aver affrontato il tema in Con-
siglio dei ministri. L’approssi-
marsi del voto amministrativo
ha sconsigliato di toccare l’ar-
gomento anche in seguito. Ma
a Bruxelles l’hanno preso in
parola e ora la Commissione –
e da ieri pure i mercati finan-
ziari – si aspettano la riforma
della Costituzione, altro che
una revisione al ribasso delle
aliquote.
Di tagli fiscali non si parla nep-
pure nelle sei misure suggerite
per il 2011-2012, che ricorda-
no gli otto punti del program-
ma lasciato in eredità da Mario
Draghi con il suo ultimo di-
scorso da governatore della
Banca d’Italia. L’elenco è que-
sto: introdurre tetti di bilancio
rigidi a tutti i livelli di governo
(quindi anche negli enti locali,
ministeri ecc.), riformare il
mercato del lavoro per supera-
re la divisione tra precari e ga-
Massimo Sarmi, 63 anni, è stato appena
riconfermato ad delle Poste (FOTO ANSA)
re, sono stati garantiti i servizi a
tutti i clienti in attesa, garantendo
così oltre 6 milioni di transazioni”.
Le pensioni salgono da 180 mila a
250 mila, i bollettini da 1,2 a 1,5
milioni, però siamo sempre nella
media. Quindi il disagio dov’è?
Ieri invece le operazioni svolte agli
sportelli sono state, comunica Po-
ste Italiane, ben 7 milioni, le pen-
sioni pagate sono rimaste a quota
la speranza
scende
in piazza
Roma 9 -11 giugno 2011
Sala del Centro Studi Americani Via Michelangelo Caetani, 32
Segreteria organizzativa e Info primaverearabe@
rantiti, sfruttare la riforma del-
la contrattazione del 2009 per
rendere i salari più legati alla
produttività, approvare in fret-
ta la legge sulla concorrenza li-
beralizzando le professioni,
aumentare gli incentivi fiscali
alla ricerca nel settore privato
e imparare finalmente a spen-
dere i fondi europei ( un richia-
mo già trasmesso per via infor-
male dal commissario euro-
peo Johannes Hahn al ministro
Franco Frattini, come rivelato
dal Fatto ieri).
Non risulta che il governo sia
attivo su alcuno dei temi indi-
cati dalla Commissione. Anzi,
ancora ieri il leader della Lega
Umberto Bossi prometteva:
Sorpresa:
a Bruxelles B.
ha promesso
vincoli di
bilancio
inseriti nella
Costituzione
250 mila, i bollettini sono volati a
1,7 milioni. Sopra la media? Non
si capisce.
I dati sulla qualità del servizio di
Poste Italiane sono un’Araba Fe-
nice. Mario Petitto, leader dei po-
stali Cisl, cioè punto di riferimento
della cogestione Poste-Cisl che
l’amministratore delegato Massi-
mo Sarmi ha riportato ai fasti del-
la Prima Repubblica, dice che lui
quando ne ha bisogno li va a cer-
care al ministero dello Sviluppo
Economico. Giovanni Ialongo, un
altro esponente della Cisl che in
nome della cogestione è presiden-
te di Poste Italiane, ha deciso ieri
di convocare d’urgenza il consiglio
d’amministrazione “per esami-
nare le problematiche” e “adot-
tare i conseguenti provvedimen-
ti”. In pratica, par di capire dai se-
gnali diffusi in casa Cisl, per chie-
dere conto a Sarmi del peggior in-
fortunio occorso alle Poste in de-
cenni pure costellati da brutte fi-
gure.
Il black out di questi giorni servirà
L’Europa e le primavere arabe
@ilmanifesto.it
cell. 388 9567482
ECONOMIA
Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti deve fare una manovra da 40 miliardi (FOTO DLM)
“Dovremo stare molto attenti,
perché non dobbiamo tenere
conto solo dell’Europa. Conta-
no anche i grandi mercati: Lon-
dra, New York... Quindi biso-
gna essere cauti, ma alla fine
Tremonti dovrà trovare il mo-
do di ridurre un po’ le tasse per
le famiglie e per le imprese”.
L’unica cosa su cui Bruxelles e
Roma sono concordi, sembra,
è che la manovra correttiva
per arrivare al pareggio di bi-
lancio nel 2014 va fatta “entro
forse ad accendere un faro sulla
curiosa gestione delle Poste, che
pure rimangono la maggiore im-
presa italiana, con 150 mila di-
pendenti. Nel silenzio generale
della politica e dei sindacati, Sar-
mi, che nel 2002 ha preso il posto
di Corrado Passera, autore di un
autentico rilancio del servizio po-
stale, ha trasformato le Poste in
una rete finanziaria. Nel 2010 è
avvenuto il sorpasso: i servizi fi-
nanziari, con quasi 5 miliardi di
fatturato, hanno incassato più dei
servizi postali. Se si contano gli in-
troiti portati dalla vendita di po-
lizze assicurative (quasi 10 miliar-
di di euro), si vede che il servizio
postale rappresenta ormai un
quarto del fatturato di Sarmi, che
lo considera un elemento residua-
le, da trascurare. “Sul recapito
non si investe più”, denuncia Emi-
lio Miceli della Slc-Cgil. E lo stesso
Petitto, che quando parla di Poste
Italiane dice “noi”, a testimonian-
za della sua adesione al sistema,
lamenta che Sarmi ha lasciato an-
ottobre 2011”. Una botta da 40
miliardi che il governo deve
annunciare in queste settima-
ne e che, ci ricorda la Commis-
sione Ue, potrebbe non basta-
re nel caso ci fossero meno en-
trate del previsto (probabile) o
non tutti i tagli dessero i risul-
tati sperati (altrettanto proba-
bile). Bossi e Berlusconi devo-
no rassegnarsi, oltre le Alpi
nessuno capirebbe un inter-
vento sulle aliquote in questo
momento.
dare tutto il sistema dei pacchi.
É vero infatti che le comunicazioni
elettroniche stanno facendo fuori
la posta di carta, però se uno com-
pra un televisore via Internet ha
difficoltà a farselo faxare, qualcu-
no deve pur trasportarlo a casa
sua. Le Poste nel 2010 hanno con-
segnato 4 milioni di pacchi, 10 mi-
la al giorno, meno di uno per ogni
ufficio.
L’Italia sta rimanendo senza logi-
stica, e le Poste contribuiscono al
risultato. L’argomento però non
appassiona. Sul sito della Slc-Cgil
ci sono solo due recenti prese di
posizione su Sarmi. La prima è del
6 aprile scorso: il segretario Miceli
si rallegra della conferma di Sarmi
e Ialongo. La seconda è del 3 mag-
gio: Miceli scrive a Sarmi prote-
stando per la decisione di dare ai
dipendenti iscritti alla Cisl il tele-
fonino di Poste Mobile con lo scon-
to. E chiedendo lo sconto per tutti
i dipendenti. Se con Sarmi si di-
scute di questo vuol dire che le Po-
ste vanno benissimo.
pagina 11
Landini
sfida la
Fiat in
tribunale e
annuncia la
festa Fiom
Nsuaeiterrà
giorni in cui la Fiom
la prima parte della
festa nazionale, dal 16 al
19 giugno a Bologna, a Tori-
no ci sarà la prima udienza
del Tribunale per discutere
il ricorso presentato dal sin-
dacato contro le operazioni
Fiat di Pomigliano e Mirafio-
ri. “Una truffa legislativa” le
ha definite ieri il segretario
Maurizio Landini. Con que-
sti toni è lecito attendersi
che la festa del sindacato, a
110 anni dalla sua nascita, sa-
rà molto politica. Confindu-
stria continua a dirsi sicura
che la Fiat lascerà l’associa-
zione degli imprenditori
mentre Cisl e Uil spingono
per un nuovo accordo sulla
rappresentanza. Ieri Luigi
Angeletti (Uil) ha proposto
di disdettare l’accordo del
1993 che regola le Rsu. “Un
ritorno al passato”, secondo
Landini. La festa si svolgerà
in questo clima e la Fiom fa le
cose in grande. A Bologna la
Fiom riunirà i segretari del
centrosinistra – Bersani,
Vendola, Di Pietro e Rossi
della Federazione della sini-
stra – e, il 17 giugno, ospite-
rà la prima uscita pubblica di
Michele Santoro dopo la
sua cacciata dalla Rai. Una
serata di cui ancora si sa po-
co tranne la partecipazione
di Marco Travaglio, di
Vauro, del giudice Anto-
nio Ingroia e di Serena
Dandini. La festa si sdoppie-
rà con una seconda manche
a Milano, a Sesto San Giovan-
ni, dal 24 al 26 giugno. E in
quell’occasione ci sarà an-
che il direttore del Fatto, An-
tonio Padellaro, a coordi-
nare un dibattito su “Legalità
e lavoro” – “oggi particolar-
mente centrale” spiega Lan-
dini – in cui sarà presente an-
che il nuovo sindaco di Mi-
lano, Giuliano Pisapia e il
giudice Francesco Greco.
Negli altri dibattiti, presenti
anche Luca Telese, Corra-
dino Mineo, Sergio Coffe-
rati, Susanna Camusso,
Paul Ginsborg, Marco Re-
velli, Paolo Flores d’Ar-
cais, Nadia Urbinati, Ste-
fano Rodotà. A Bologna ci
sarà anche la redazione della
Nuova rivista letteraria (con
Wu Ming, e Carlo Lucarelli)
ad animare la parte cultura-
le. E poi i concerti i Fiorella
Mannoia, Luca Barbarossa e
i Modena City Ramblers.
Sal.Can
pagina 12 Mercoledì 8 giugno 2011

DAL MONDO

N
Gli esuli cubani SIRIA
Arrestata
la blogger gay

in fuga dalla Spagna L a blogger siriana,

curatrice del blog
in inglese “A Gay girl in
Damascus”, è stata
arrestata a Damasco.
Con un post la cugina
di Amina Arraf, più
“QUI NON C’È LAVORO nota come Amina
Abdallah, precisa che
Amina è stata fermata
MEGLIO ANDARE A MIAMI” da agenti in borghese
armati. Figlia di
un’americana e di un
di Alessandro Oppes sette anni di carcere duro e to cristiano di liberazione, siriano, Amina ha la
Madrid condonandogli le pesantis- poco prima di abbandonare doppia cittadinanza e
sime condanne per reati d’o- la Spagna. “Ma è un fatto che ha vissuto a lungo negli
n Spagna hanno ritrova- Usa. Era tornata in

I
to la libertà, quanto al
lavoro sembra proprio
che non ci sia niente da
fare. Sbarcati un anno fa a
Madrid grazie ai buoni uffici
dell’arcivescovo dell’Avana
Jaime Ortega e alla media-
zione diplomatica dell’allo-
ra ministro degli Esteri di
Zapatero, Miguel Angel Mo-
ratinos, i 41 ex prigionieri
politici della “primavera ne-
gra” cubana hanno capito
molto presto che l’Europa
non era affatto quell’Eden
di cui si vociferava all’altro
lato dell’Atlantico. E in par-
ticolare proprio il paese
che, generosamente, aveva
deciso di ospitarli: con i
suoi oltre 4 milioni di senza
lavoro, e una disoccupazio-
ne giovanile al 45 per cento
(quasi tutti sono arrivati
con la famiglia al completo,
e schiere di figli in età sco-
lare), la Spagna non era il
posto adatto per offrire fu-
turo e stabilità.
PER QUESTO, a piccoli
gruppi, hanno cominciato a
ripercorrere il cammino in-
verso: non Cuba, ovviamen-
te, dove non sono più ospiti
graditi, ma Miami, ad appe-
na novanta miglia dalla loro
terra.
Dallo scorso mese di otto-
bre, sono già partiti in sette
per la Florida, per ricon-
giungersi con i loro familiari
espatriati nel corso degli ul-
timi decenni.
E molto presto saranno al-
meno trenta, sui quaranta
che il regime castrista rila-
sciò dopo averli costretti a
I prigionieri
liberati dal
regime erano
arrivati un anno
fa. Ora
riattraversano
l’Atlantico
pinione che, in qualche ca- anche la situazione lavorati-
so, arrivavano a raggiungere va non è la migliore, non so- Siria nell’estate 2010 e
i 28 anni di reclusione. lo per noi, ma per tutti gli Fidel Castro e il fratello “giovane” Raul, 80 anni (FOTO ANSA) sul suo blog raccontava
È stato il governo statuniten- spagnoli, che si trovano in la vita di una ragazza
se a lanciare loro un’ancora serie difficoltà. Non siamo lunghissimi periodi in un ce Rossa e di diverse altre omossessule in Siria,
di salvezza attraverso un arrivati in Spagna nel mo- ostello della periferia più de- Ong è riuscito, alla fine, a dove l’omossessualità è
programma speciale di visti mento migliore. Qui non c’è gradata della capitale, in una rivelarsi risolutivo. Solo al- considerata un reato.
d’ingresso destinati ai ri- futuro”. sorta di isolamento forzoso. cuni, con grande sforzo, do-
chiedenti d’asilo che il go- E mentre passava il tempo, si po aver ottenuto sistemazio-
verno Zapatero era riuscito MA, ALDILÀ delle indub- rendevano conto che la pro- ne in un appartamento, so-
a far scarcerare. “Tra chi di bie difficoltà dell’economia cedura per ottenere l’asilo no riusciti anche a ritagliarsi
noi ha deciso di partire, è spagnola, gli esuli cubani politico si trasformava in un uno spazio nel mondo lavo-
vero che molti lo fanno per- hanno dovuto affrontare in calvario, nonostante non rativo: sono quasi tutti gior-
ché hanno familiari a Mia- questi mesi seri problemi di esistesse nessun dubbio sul- nalisti, che collaborano co-
mi”, ha dichiarato al quoti- tipo prima logistico e poi la loro condizione di ex-pri- me freelance sia per la stam-
diano El Mundo Antonio burocratico. All’arrivo a Ma- gionieri del regime castrista. pa spagnola che per altri me-
Diaz, attivista del Movimen- drid, venivano ospitati per E neppure l’aiuto della Cro- dia europei e americani.
Dsk, la cameriera molestata Weiner e Twitter SPAGNA
e la dura legge della giustizia-show “SESSO VIRTUALE Primo deputato
transessuale
MA NON
di Angela Vitaliano
New York
testimoniare dando così un vantaggio, forse
anche incolmabile, all’accusato. Tutti sostan- MI DIMETTO” P rimo deputato
regionale
transessuale da ieri in
zialmente d’accordo anche nel ritenere che la Spagna, con
omini di potere e sesso, sembra questo il difesa potrebbe provare a gettare ombre sulla l’assunzione formale
Uricanifilo comune che unisce tutti i giornali ame-
dopo l’udienza preliminare, presso il
credibilità della presunta vittima dal momen-
to che, grazie ai potenti mezzi economici
dell’incarico da parte
della candidata
Tribunale di Manhattan, durante la quale, Do- messi a disposizione dalla moglie di Dsk, An- socialista Carla
minique Strauss-Kahn si è dichiarato “non col- ne Sinclair, un team di investigatori sta pas- Antonelli (nella foto),
pevole” dei sette capi di imputazione che lo sandone al setaccio il passato. La “sorpresa” eletta alle
riguardano, fra cui quello di violenza sessua- più eclatante della giornata di ieri, abbondan- amministrative e
le. Sarà un “sollievo”, forse, per l’ex direttore temente evidenziata da tutta la stampa, è piut- regionali del 22 maggio.
del Fmi ma oggi la “scena” gli è stata inevi- tosto quella della protesta delle cameriere de- Antonelli, esponente
tabilmente tolta da Anthony D. Weiner, anche gli alberghi che, arrivate in gran numero nei dell’influente
lui rovinato dalla passione, sebbene “virtua- pressi del Tribunale, hanno atteso l’arrivo di New York Federazione statale
le” per le donne. Per questo il Time, ad esem- Dsk e hanno gridato “vergogna, vergogna” al Lesbiche, Gay,
pio, in un articolo a firma di Susanna Schrob- suo passaggio in entrata e in uscita. Una pro- Bisessuali e
sdorff, si chiede se le donne americane siano
messe poi davvero meglio di quelle francesi.
testa decisa e vigorosa, tanto che le voci delle
donne arrivavano fino al 13° piano del palaz-
Vdi unentisette minuti per conosce-
re un aspetto finora ignorato
uomo, di un politico, astro
Transessuali (Felgbt),
era stata presentata alle
Il “day after” di Dsk è, comunque, piuttosto zo, quello dove Dsk aspettava di essere chia- in ascesa dei democratici e papa- regionali del mese
soft con i giornali che mantengono, o almeno mato dal giudice. bile prossimo sindaco di New scorso dal partito
ci provano, una posizione York: Anthony D. Weiner, il de- socialista sulla lista
tutto sommato super partes Cameriere d’albergo protestano davanti al tribunale (F OTO ANSA)
putato coinvolto in uno scanda- regionale guidata dal
e insistono soprattutto su lo a sfondo sessuale per aver in- leader socialista a
due punti: da un lato, l’evi- viato, via Twitter, una sua foto Madrid Tomas Gomez.
denza che lascia intendere “intima” a una studentessa di
che la difesa si muoverà per Seattle, ha confessato in lacrime, STATI UNITI
provare la consensualità del
rapporto sessuale fra Dsk e
durante una conferenza stampa,
che tutto era vero. Anzi, quella Obama piace
la cameriera del Sofitel e,
dall’altro, l’accusa che riba-
foto in particolare, che da una
settimana monopolizzava l’at-
meno ai giovani
disce la volontà della donna
di testimoniare in aula per
poter raccontare “a tutto il
tenzione dei media, non è unica
perché Weiner ha ammesso di
aver intrattenuto conversazioni
P arole d'ordine come
“Hope”, “Change”, e
soprattutto “Yes we
mondo ciò che e’ succes- “inappropriate”, con relative fo- can”, nel 2008 avevano
so”. Questo per gli america- to “esplicite”, con almeno 6 fra i trascinato l’entusiasmo
ni è un punto fondamentale suoi contatti di Facebook e Twit- dei giovani americani
perché tutti sanno che la ter. “Non ho mai incontrato nes- che, alla loro prima
giuria sarebbe sfavorevol- suna di queste donne nella realtà esperienza da elettori,
mente impressionata se la – ha detto in lacrime – non so a appoggiarono in massa
cameriera decidesse di non cosa stessi pensando perché Obama. Ora quel clima
questa è stata una cosa distrutti- di fiducia senza limiti
va da fare e di cui sono profon- pare essere svanito:

Battisti all’ultimo passo damente dispiaciuto”. Ma ha

OGGI LA CORTE SUPREMA BRASILIANA DIRÀ SÌ ALLA LIBERAZIONE DEL TERRORISTA
di Giuseppe Bizzarri
ono in molti a chiedersi che
SDilma
cosa farà l'ex guerrigliera
Rousseff, l'attuale presi-
Stf, il quale ha approvato l'estra-
dizione dell'italiano e ha poi di-
chiarato che lo status di rifugia-
to politico concesso dall’ex mi-
nistro della Giustizia Tarso Ge-
lia e Brasile era ben lontana da
terminare. Il mandato di scarce-
razione per l'ex leader del Pac
non è stato confermato dalla ne-
oeletta Rousseff; e Mendes ha
LA VOLONTÀ politica di li-
berare Battisti è avvalorata an-
che dal fatto che lo stesso Men-
des, relatore del processo, ha
chiesto che il verdetto sia di-
escluso le dimissioni. Al suo fian-
co non c’era la bellissima mo-
glie, Huma Abedin, 12 anni più
giovane, con la quale Weiner s’è
scusato aggiungendo che, però,
lei sapeva, prima del matrimo-
nio, di questa sua “debolezza”
così come, sottolineano i giorna-
li, della sua fama di playboy. Mol-
ti, infatti, si sono chiesti quale
secondo il sito web di
Atlantic, rivista
progressista gli studenti
universitari avrebbero
parzialmente voltato le
spalle al presidente.
Alcuni sondaggi
parlano di un calo di
popolarità tra i giovani e
ben istruiti, pari al 10%.

dentessa del Brasile, quando
conoscerà la decisione del Su-
premo Tribunal Federal (Stf) che
emetterà oggi una nuova sen-
tenza sul caso Cesare Battisti,
l'ex leader dei Proletari armati
per il comunismo (Pac), con-
dannato all'ergastolo in Italia
per omicidio e concorso in
omicidio, la cui estradizione
era stata chiesta nel 2007 dall'I-
talia al Brasile. Il caso Battisti
venne giudicato nel 2009 dal
nro era illegale.
GILMAR MENDES, mini-
stro del Stf, riconobbe però che
la decisione finale sul caso spet-
tasse all'ex presidente Lula, il
quale - nell'ultimo giorno del
suo mandato – ha concesso a
Battisti non lo status di rifugiato
politico, bensì quello di lavora-
tore straniero con visto perma-
nente nel paese. Ma la novela
giudiziaria e diplomatica tra Ita-
accettato il ricorso giudiziario
richiesto dal governo italiano
che ha messo in dubbio la legit-
timità della decisione politica di
Lula in base ai trattati bilaterali
in materia di estradizione. Se-
condo il quotidiano O Estado de
San Paulo che riporta dichiara-
zioni d'alcuni giudici del Stf, il
tribunale confermerà la decisio-
ne politica presa dall'ex presi-
dente e vicina ad altri leader sto-
rici del suo partito, il Pt.
scusso persino in parlamento,
dove proprio in questi giorni
Lula - il presidente più amato
della storia brasiliana - interpel-
la nel backstage politico di Bra-
silia i partiti del governo di coa-
lizione Rousseff per cercare di
risolvere la pericolosa crisi po-
litica sopraggiunta a seguito
dello scandalo in cui è rimasto
coinvolto il ministro petista
della Casa Civil, Antônio Paloc-
ci.
fosse il collante di una coppia as-
sortita in maniera così bizzarra.
Lo scorso anno, il loro matrimo-
nio era stato celebrato dal Segre-
tario di Stato, Hillary Clinton, di
cui la Abedin è, da anni, la più
stretta collaboratrice. Tanto
stretta che nel 2007 cominciaro-
no a circolare voci su una loro
presunta relazione omosessuale
che, ovviamente, ora hanno ri-
preso vigore.
(A. V.)
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 13

DAL MONDO

FESTA A GHEDDAFI
Il raìs parla per il 69° compleanno, e dopo cento
giorni di raid Nato: a Tripoli vivo o morto
di Giampiero Gramaglia
COSTI OBIETTIVI E VITTIME ACCOGLIENZA ITALICA
Bruxelles

re mesi di guerra nei cieli libici. Ma

IL PURGATORIO
T
Città in mano a Gheddafi
Gheddafi, dopo furiose ondate di at-

DEI PROFUGHI
tacchi Nato su Tripoli, fa sentire la sua
voce dalla tv di Stato e dice che intende
restare in Libia “vivo o morto”. Il colonnel- Basi aeree
lo, compiuti i 69 anni, incita i suoi sosteni-
tori: “Combatteremo fino alla fine”. I ‘cro- Al Khums di Emanuele Piano
ciati’ “non potranno mai vincere: noi non Zuwarah Mineo (Catania)
abbiamo paura, siamo più forti dei vostri
missili”, proclama il dittatore, che preferi- Yafran i vedi incamminarsi per la
sce “un milione di volte il martirio alla resa”.
“Non ci sottometteremo mai: le bombe mi
Lconsalita con i fagotti legati
lo spago. A gruppetti i mi-
cadono accanto, ma io sto ancora resisten- granti salgono su per la tor-
do”: lui sì, ma i suoi fedeli a uno a uno lo Brega tuosa collina fino al piccolo
‘mollano’ (ultimo in ordine di tempo, il mi- paesino di Mineo, anonimo
nistro del Lavoro Manfur). centro nell'entroterra sicilia-
Il ritorno di Gheddafi in pubblico coincide Costi: no fra Catania e Gela. Ad
con un’escalation della pressione militare 140 mln euro/giorno aspettarli c'è la corriera che li
dell’Alleanza atlantica: a ondate, 60 esplo- Obiettivi:
porterà prima a Catania e poi
sioni scuotono la capitale in pieno giorno, 1. Annientamento capacità offensive chissà dove. Alla spicciolata (F A )
OTO NSA

come non era mai accaduto: 29 le vittime 2. Riduzione capacità comunicazione e collegamento fuggono dal cosiddetto Vil-
secondo il regime. Trema il centro della ca- Vittime:
laggio della Solidarietà che, nelle parole del ministro dell'In-
pitale e la zona di Bab al-Aziziya, bunker del terno Roberto Maroni, dovrebbe essere “un modello a livello
Di Gheddafi: stim,abili in 10.000 (secondo la Nato)
rais da dove si levano colonne di fumo. Mon- europeo per coloro che chiedono asilo”. Ma nell'ex residen-
Della Nato: diverse migliaia (secondo Tripoli)
signor Martinelli, vicario apostolico, riferi- ce per militari Usa mancano assistenza legale, telefoni, te-
1500 morti in mare (fonte UNHCR)
sce la preoccupazione che “qualcosa possa levisioni o radio per sapere cosa succede nel mondo esterno,
accadere nei prossimi giorni”, perchè “la si- una diaria e un presidio medico adeguato per persone vit-
tuazione non è calma”. time di tratta o di violenze. Tutte cose che altrove, negli altri
centri per richiedenti asilo sparsi per l'Italia, rientrano nei
SULLA CITTÀ, I RAID NATO sono or-
mai continui – lunedì era stato colpito il co-
Bombardamenti Oggi e domani, a Bruxelles, i ministri
della Difesa dei Paesi Nato si sentiran-
protocolli di assistenza standard. “A Mineo quegli standard
minimi non sono rispettati”, ci dice Giulia Laganà, dell'Alto
mando dell’intelligence militare e sedi della
radio e della tv di Stato, che però trasmettono
sul quartier generale no chiedere dall’Alleanza “uno sforzo
supplementare”, perchè le operazio-
Commissariato per i Rifugiati.

ancora. Né gli sviluppi militari, dopo che i
ribelli sono entrati a Yafran, né quelli diplo-
matici appaiono, però, determinanti in que-
sta crisi quasi insabbiata, con una linea del
fronte sostanzialmente in stallo e dove nes-
suno ha la forza di vincere sul terreno. A Wa-
shington, il presidente Obama, con accanto
il cancelliere tedesco Merkel, dice che la
pressione su Gheddafi “aumenterà” fino a
che il dittatore non si farà da parte. Il segre-
tario generale Nato Rasmussen sostiene che
“il tempo di Gheddafi è alla fine” e che “bi-
sogna pensare al dopo rais”. Anche l’Ue ‘alza
il tiro’: sanzioni inasprite, anche contro i por-
ti sotto controllo del regime.
La Farnesina segnala “manifestazioni anti-re-
gime anche a Tripoli, dove cresce il malcon-
tento di chi vuole voltare pagina”: per Mas-
del Colonnello anche
di giorno. Ma il regime è
ancora capace di reagire
sari, portavoce del ministero degli Esteri, “il
viaggio di Gheddafi si avvia al capolinea”.
Gheddafi manda un emissario a Pechino, do-
po che inviati cinesi sono stati a Bengasi e
mentre un diplomatico russo arriva nella ca-
pitale dei ribelli per vedere i leader del Con-
siglio nazionale transitorio: Margelov deve
“facilitare il dialogo tra le parti”, anche se il
ministro degli Esteri di Mosca Lavrov ripete
che non c’è una “mediazione russa”.
ni militari hanno certamente ridotto
in modo drastico il potenziale milita-
re del regime libico, ma non l’hanno
portato al collasso – né questo è il
mandato della risoluzione dell’Onu
che legittima il ricorso alla forza. Do-
mani, si riunirà ad Abu Dhabi il Grup-
po di Contatto per la Libia, co-presie-
duto dal ministro degli Esteri Frattini, che,
verso il Golfo, fa tappa oggi in Iraq. Una ridda
di contatti senza che emerga con chiarezza
una prosettiva di fine conflitto. Nella trage-
dia, c’è spazio per la comica tutta italiana:
Frattini, irritato dalle voci di nomina di Prodi
a inviato Ue, dice di non saperne nulla e che
“gli sforzi di interlocuzione con Tripoli de-
vono essere il più possibile coordinati attra-
verso l’Onu”, il cui inviato è da ieri a Tripoli.
IL MODELLO MINEO è stato ribattezzato dagli operatori
umanitari in loco “una prigione a cielo aperto” lontana alme-
no 10 chilometri dal primo centro abitato. Oltre 1800 richie-
denti asilo di oltre 35 nazionalità aspettano che una Commis-
sione territoriale lentissima decida del loro destino. O dentro
o fuori. In mezzo un lasso di tempo che nessuno sa definire.
Settimane, mesi che per alcuni sono diventati anche anni per
una procedura che dovrebbe compiersi entro 90 giorni. E in
molti cominciano a perdere la pazienza. Lunedì decine di mi-
granti hanno bloccato la statale che corre a fianco del campo.
Per quattro ore hanno fronteggiato le forze dell'ordine in as-
setto anti-sommossa per poi sfogare la propria rabbia all'in-
terno della mensa del centro.
La situazione di limbo in cui vivono i migranti senza alcuna
informazione da parte delle autorità potrebbe “portare a una
rivolta da un momento all'altro”, riferiscono fonti presenti a
Mineo. Anche perché la maggior parte degli ospiti sono per-
sone che non avevano alcuna intenzione di venire in Europa.

“Netanyahu e Barak, i piromani della pace”

L’ATTIVISTA E SCRITTRICE MANUELA DVIRI RACCONTA LA STRATEGIA INCENDIARIA DEL DUO DI GOVERNO DI GERUSALEMME
di Roberta Zunini premier Netanyahu e del mini-

anuela Dviri vive a Tel Aviv,

M una città bifronte dove sul
lungomare impazza la movida
e nel centro le strategie milita-
ri. Nella capitale amministrati-
va israeliana sorge il quartier
generale della Difesa. Qui ven-
gono prese decisioni che si tra-
ducono in comandi per l’eser-
cito. Nella stessa città dove vive
il ministro della Difesa, Ehud
Barak, la scrittrice italo-israelia-
na porta avanti la sua battaglia
per aiutare i bambini palestine-
si che non possono essere cu-
rati in Cisgiordania, facendoli
ricoverare in ospedali israleia-
ni. Il suo progetto “saving chil-
dren” va avanti anche grazie alle
tante donazioni fatte in Italia.
Dviri che ha perso un figlio
26enne durante la guerra liba-
nese, è stato una delle attiviste
per l’uscita di Israele dal Liba-
no.
“CI DICEVANO che con il
nostro impegno minacciavamo
la sicurezza del nostro paese,
ma non è stato così. Dopo il ri-
tiro dal Libano la situazione non
è peggiorata”. Ciò che sta met-
tendo in pericolo Israele invece
è l’atteggiamento cinico del
stro della difesa Barak. “Come
ha denunciato pubblicamente
l’ex direttore del Mossad, il ge-
nerale Meir Dagan, entrambi so-
no pericolosi, una coppia di pi-
romani che attraverso il cini-
smo e la spregiudicatezza stan-
no portando Israele verso una
strada senza uscita”. Secondo
l’ex direttore dei servizi israelia-
ni, Israele rischia di precipitare
in una guerra con l’Iran per il
carrierismo di Bibi e la visione
militarecentrica di Barak. “Sono
d’accordo con Dagan, che non
è certo uno stinco di santo. Se
proprio lui ha sentito la neces-
sità di rivelare le sue paure a pro-
posito delle prese di posizione
della leadership israeliana, si-
gnifica che è arrivato il momen-
to di cambiare rotta”. Quali so-
no i principali ostacoli da ri-
muovere? “Di ostacoli ce ne so-
no molti ma il vero problema è
l’indifferenza degli israeliani. La
gente mediamente sta bene e
preferisce pensare ad altro, per
questo ha aderito al comporta-
mento imbelle di Netanyahu
che vuole mantenere il più a
lungo possibile lo status quo. In
ebraico c’è un proverbio che di-
ce: ‘vuole mangiare il dolce e la-
sciarlo intero’. Ecco il premier
Barak e Netanyahu (FOTO ANSA)
agisce proprio così”.
A sentire la Dviri è arrivato il
momento di rischiare perché
comunque le cose non possono
rimanere così “Persino i coloni
in Cisgiordania si stanno ren-
dendo conto che a partire da
settembre, quando i palestinesi
dichiareranno unilateralmente
la nascita della Palestina, qual-
cosa inizierà a cambiare. L’altro
giorno sono stata a un funerale
in una colonia in Cisgiordania e
alla mia domanda sul perché il
cimitero fosse così piccolo, ho
avuto questa risposta: perché
quando ce ne andremo non vo-
gliamo lasciare qui i nostri mor-
ti”. La villa nella giungla (come
un’espressione, spesso usata da
Barak, definisce Israele rispetto
al Medio Oriente, ndr) sarà co-
munque spazzata dal vento del-
la primavera araba.
MILANO Pisapia disinnesca
la mina dell’“Expo israeliano”
di Federico Simonelli
Milano
on ha nemmeno avuto il tempo di si-
Nzo Marino,
stemare le sue cose nell'ufficio di Palaz-
che già è arrivata la prima pa-
tata bollente per Giuliano Pisapia. L’“Expo
di Israele”, che negli scorsi giorni aveva
sollevato un polverone per via delle pro-
teste dei comitati filopalestinesi, ritenute
da alcuni minacciose, a Milano si farà, e
proprio in piazza Duomo. Lo ha conferma-
to ieri la Questura, dopo che domenica era
circolata la voce di uno spostamento. Il
neosindaco inizialmente si era smarcato,
spiegando che la decisione spettava a Ro-
ma, ma alla fine ha dovuto dire la sua, in un
incontro con il prefetto Lombardi. Risul-
tato, la kermesse lunga dieci giorni (dal 13
al 23 giugno) si svolgerà all'ombra della
Madonnina. “Siamo soddisfatti, così si de-
ve comportare un sindaco”, dice al Fatto il
presidente del consiglio regionale, il leghi-
sta Davide Boni. Pisapia, provato da due
giorni di dichiarazioni infuocate da una
parte e dall'altra, ieri ha cercato di mante-
nere bassi i toni e nel suo staff le bocche
sono rimaste cucite fino a metà pomerig-
gio. Poi una nota ufficiale: “Milano è una
città accogliente e non può in alcun modo
diventare la sede in cui si riproduce uno
scontro che da troppo tempo non trova
una soluzione positiva e pacifica. Ospite-
remo la manifestazione e proporremo nei
prossimi mesi un’iniziativa perché venga
conosciuta la realtà attuale della Palesti-
na”. Mossa che ha disinnescato solo in par-
te le polemiche. Il comitato “No all'occu-
pazione israeliana di Milano”, che ieri ha
organizzato un presidio sotto a Palazzo
Lombardia, ha annunciato altre iniziative
di protesta. E ci saranno anche due cortei,
l'11 e il 18 giugno.
DI CERTO L'INIZIATIVA non brilla
per trasparenza economica: non si sa pre-
cisamente quanto Regione, Comune, e Pro-
vincia, che in parte danno il loro patrocinio,
abbiano dovuto sborsare. A chiedere di far
luce su questo, con una interrogazione al
Pirellone, era stato settimane fa il consiglie-
re regionale dell'Idv Giulio Cavalli. “Per
martedì abbiamo organizzato una confe-
renza stampa - spiega Cavalli al Fatto - se co-
nosco i metodi di Formigoni, ci daranno
una risposta cinque minuti prima”.
pagina 14 Mercoledì 8 giugno 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

PALAZZO LABIA
La vicenda della sede Chili Peppers I. Ferrari Arena Luis Enrique
Rai di Venezia Esce a fine
agosto
Con Rubini e
Scamarcio
Napolitano
atteso alla
Ufficiale:
sarà lui ad
il nuovo nel cast di prima della allenare la

AAA VENDESI
album “I’m “Bella ciao” Traviata Roma di
with you” di W. Allen il 17 giugno DiBenedetto

TIEPOLO PER FARNE RESORT

di Erminia Della Frattina dove Flora dea della Primavera nei termini già deliberati dal con- ministrazione Cacciari che ha
porge un mazzo di fiori coi colori siglio di amministrazione”. Tra- imposto il vincolo di non adibire
VISITA agli affreschi?

C
leopatra bionda con l’incarnato
diafano scioglie una perla pre-
ziosa nell’aceto davanti agli oc-
chi di Antonio, splendido co-
mandante romano che assiste
ammaliato a tanto sprezzo della
ricchezza.
Sono le bizze della regina d’Egit-
to e anche del pittore Giambat-
tista Tiepolo, che l’ha dipinta
con gli occhi azzurri e in vesti da
patrizia veneziana per compia-
cere la committente Maria La-
dei pastelli al vento Zefiro, dipin-
to con grandi ali di farfalla.
“In merito al progetto di raziona-
lizzazione logistica – si legge nel-
la replica Rai – con l’alienazione
di Palazzo Labia e l’acquisizione
di una nuova sede sulla terrafer-
ma veniva avviata una procedu-
ra, caratterizzata da ampia pub-
blicità in Italia e all’estero, fina-
lizzata all’individuazione di ac-
quirenti dell’immobile”. Una
procedura di vendita che si è
chiusa nel 2009 perché gli acqui-
renti hanno revocato l’offerta,
specifica la nota della Rai, che ag-
giunge: “Si ritiene di continuare
nell’attività al fine di attuare il
progetto di razionalizzazione
Altro che
Biennale:
60 milioni per
dotto: la Rai persegue nella vo-
lontà di vendere il suo palazzo di
rappresentanza in Veneto. Una
decisione che sta scatenando le
reazioni di quelli, intellettuali,
politici e ambientalisti, che te-
mono la mercificazione di un al-
tro pezzo di Venezia.
QUANTO AL compratore, ne-
gli ambienti interni della Rai ve-
neta si vocifera (sottovoce per-
ché i dipendenti hanno l’obbligo
per contratto di non parlare del
piano industriale dell’azienda)
che fossero una cordata di arabi
pronti a trasformare il palazzo in
un resort di extra-lusso. Piano
bloccato dalla precedente am-
il palazzo a sede alberghiera.
Sulla questione è intervenuta an-
che Ilaria Borletti del Fai. “È giu-
sto che la Rai, cioè lo Stato, cioè
noi, decida di lasciare questo pa-
lazzo unico al mondo, affacciato
sulla Laguna, per venderlo al mi-
gliore offerente e trasferirsi ma-
gari in un anonimo ufficio?”. E
aggiunge: “In tutto il resto d’Eu-
ropa una simile vicenda avrebbe
aperto, come minimo, un gran-
de dibattito sulle città e i centri
storici. Mi auguro che avvenga
anche da noi coinvolgendo urba-
nisti, sociologi, architetti, uomi-
ni di cultura e tutti i cittadini in-
teressati”.
Un sasso nello stagno, perché
Citofonare Kafka
ei giorni in cui apre la Biennale e Venezia straripa di
Nconsigliato
turisti e visitatori colti, cosa visitare? Palazzo Labia è
da tutte le guide per il ciclo di affreschi di
Tiepolo. Così i turisti arrivano alla portineria del palaz-
zo, dove li accoglie un custode svelto di modi e stra-
vaccato sulla sedia. Pare che improvvisi: dovete com-
pilare un modulo, che però non è qui. E dove si prende?
Boh, forse a Roma nella sede centrale della Rai. “Bisogna
espletare le procedure” passa uno che nel palazzo ci
lavora. Più che Tiepolo sembra Kafka, ma i turisti non
mollano. E allora viene loro spiegato di lasciare nome e
cognome, poi l’azienda “selezionerà i visitatori”. L’a-
zienda “selezionatrice” è la Rai, ma la selezione non si sa
quali criteri segua. In realtà pare che le visite siano state
bloccate da qualche tempo, anche perché lo stato degli
affreschi non sembra buono. Eppure sono vincolati dal-
la Sovrintendenza, che ne dicono loro? La Sovrinten-
dente ai beni e le attività culturali Renata Codello non ci
vuole parlare, in compenso un addetto la mette così: “I
controlli sugli affreschi non riusciamo quasi più a farli,
siamo una cinquantina, secondo l’organico ministeriale
dovremmo essere almeno il doppio”. (e.d.f.)

bia. Le prime scintille di un amo-

re – Antonio e Cleopatra – che
Tiepolo racconta con leggerez-
ze cromatiche e trasparenze
sensuali in un ciclo di affreschi
quasi tridimensionale – pareti e
soffitto – nel sontuoso salone da
ballo di Palazzo Labia. Un capo-
lavoro assoluto, un incanto che
si ripete nella Sala degli specchi
e nelle salette attigue. Volete vi-
sitarlo? Non si può, ma il perché
ve lo spieghiamo nel pezzo a
fianco. Proseguiamo invece il
racconto del palazzo con gli af-
freschi, il magnifico Palazzo La-
bia in Campo San Geremia di
proprietà della Rai e sede regio-
nale dell’azienda.
UN GIOIELLO prezioso come
la perla di Cleopatra questo pa-
lazzo col bugnato dorico sulla
facciata, 7.500 metri quadri di
arazzi, sculture e arredi settecen-
teschi che ora però la Rai vuole
vendere al miglior offerente per
far quadrare i bilanci in cerca
d’ossigeno dell’azienda.
Tra voci e smentite, interroga-
zioni parlamentari e repliche da
viale Mazzini, la notizia della ven-
dita ora è ufficiale proprio grazie
a una replica della Rai, rimasta fi-
nora segreta e scritta in risposta a
un’interrogazione dell’onorevo-
le leghista Davide Caparini. In
vendita l’armonia del grande af-
fresco ellittico – unico e irripe-
tibile – della sala degli specchi,
alienare un
monumento l’appello del Fai non ha suscitato
il dibattito che si augura. Solo
famoso nel singole voci, come quella pub-
blicata sul Gazzettino di Sabino
mondo Acquaviva, docente universita-
rio in pensione per due anni alla
guida dell’amministrazione re-
Palazzo Labia. Sotto, Il gionale dell’azienda. “Il consi-
Banchetto di Cleopatra di glio di amministrazione della Rai
G.B. Tiepolo (FOTO OLYCOM) si rende conto del valore di quan-
to le è stato affidato?”.
UN VALORE difficile da sti-
mare, anche se in una delle tante
interrogazioni parlamentari
(Giulietti e Zazzera, 29/1/2009)
si parla di una valutazione di pa-
lazzo Labia tra i 55 e i 60 milioni.
L’interrogazione sostiene che le
manifestazioni di interesse per
l’acquisto siano state una trenti-
na tra case di moda, fondazioni e
istituzioni americane (sembra
che fosse interessato anche Pi-
nault che ha già la concessione
di Punta della dogana e Palazzo
Grassi).
Secondo l’interrogazione l’a-
zienda avrebbe incaricato un ad-
visory, Real Estate Advisory
Group, di curare l’intera opera-
zione. “Come si possono mette-
re in vendita gli affreschi del Tie-
polo? La cultura è l’identità di un
luogo, e poi Venezia entro il
2013 presenta la sua candidatura
come capitale europea della cul-
tura, può privarsi di Palazzo La-
bia?”. È il commento di Riccardo
Calimani ex direttore ammini-
strativo della Rai.
Il patrimonio culturale però ha
bisogno di una manutenzione
costante, spesa che per quanto
riguarda Palazzo Labia e gli affre-
schi del Tiepolo è interamente a
carico della Rai. Di recente Vit-
torio Sgarbi è stato ospitato per
un’intervista nel salone delle fe-
ste al piano nobile, quello dove
l’azienda organizza le dirette (la
redazione sta al piano ammezza-
to, al secondo e terzo ci sono le
salette di montaggio e gli uffici
amministrativi).
In quell’occasione Sgarbi ha tuo-
nato per lo stato di abbandono
degli affreschi e le centinaia di
buchi sulle pareti dipinte che
servivano da carotaggio per ve-
rificare la stabilità dell’edificio.
“Uno scempio”.
A quel punto parte l’ordine Rai:
niente più dirette dal piano no-
bile. Bloccate anche le visite, si
può solo vendere. Cade un altro
pezzo di Venezia, come palazzo
Ca’ Corner della Regina dato in
concessione per sei anni a Prada.
Venezia diventerà lo show room
delle case di moda, la vetrina del-
le aziende di lusso e il resort di
lusso per sceicchi arabi? Il ri-
schio c’è.
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

GLI ALTERNATIVI DEL VINO

LA RIVOLTA NEL BICCHIERE Al raduno degli enologi naturisti che rifiutano

contaminazioni chimiche e sapori tutti uguali
di Andrea Scanzi da decenni contaminano il vi- sumatore occasionale non me-
no: gelatina alimentare, acido no di un appassionato di mu-
occo è un molossoide. sica che per decenni ha ascol-

R
Si muove, scodinzolan-
do allegro, tra i tavoli. È
un Bovaro del Bernese
ed è l’unico che non ha be-
vuto. Triple A Live: l’evento si
chiama così. Lunedì, ad Anca-
rano. Cioè Rivergaro, val
Trebbia. Nel piacentino. Cen-
tinaia di persone accorse per
il raduno (gratis) dei vinona-
turalisti. Dalle ore 12 alle 5 e
36 del mattino successivo: “Al
primo raggio di sole”, informa
la brochure. Il luogo, notevo-
le, è la struttura dell’Azienda
agricola La Stoppa. A organiz-
zare tutto è Velier, società li-
gure d’importazione che, set-
te anni fa, ha cominciato a
puntare sui vini veri.
IL PROPRIETARIO, Luca
Gargano, famiglia ricchissima
e un’isola di proprietà in Po-
linesia, accoglie gli ospiti. In-
troduce i “suoi” produttori,
chiama l’applauso, non ha ti-
more d’essere retorico (gli ca-
pita spesso). Al microfono si
alternano i viticoltori. “Io sono
ascendente Gemelli, Luca
ascendente Dio”, sintetizza un
produttore, e non è l’unica vol-
ta che Velier sembri quasi “La
setta di Gargano”. La pioggia, a
inizio giornata, non ha inter-
rotto la fiumana di appassiona-
ti. Pullman dall’Abruzzo, dalla
Puglia. All’entrata, un cartello
scritto a mano: Noi restiamo fuo-
ri! Allude a quei prodotti che
tartarico, erbicidi, antiossi-
danti. Se fosse politica, e un
po’ lo è, questo consesso rap-
presenterebbe l’antipolitica e
il popolo di Ancarano farebbe
le veci dei “grillini”. Gli icono-
clasti, i nuovi partigiani. È
Un movimento
diviso in mille
anime: c’è chi lo
fa perché “bio”
è bello, chi
perché lo faceva
suo nonno
uguale perfino lo slogan: “Sia-
mo la Woodstock del vino”. Se-
condo i tanti detrattori, i na-
turalisti sono manichei, inte-
gralisti, populisti, giustiziali-
sti. Proprio come l’antipoliti-
ca. Anche la genesi è simile.
Alla moda imperante del vino
tutto uguale, a inizio anni Due-
mila è montata una reazione
uguale e contraria. Che, alla
globalizzazione, ha reagito
con la codificazione esaltata
del pauperismo. Qualcuno è
biologico, altri biodinamici.
Alcuni inseguono il vino stra-
no perché fa figo, altri perché
Il film Un’inquadratura di “Mondovino”, documentario del 2004 di Jonathan Nossiter,
desiderano ricollegarsi ai non-
ni. Bianchi macerati sulle buc-
ce, rosati torbidi, rossi che
spiazzano. Ora strepitosi, ora
palesemente deludenti: ma
non si può dire, perché del vi-
no naturale – più che il gusto –
si divinizza l’ideologia. L’ap-
proccio. Il gusto per la nic-
chia. L’ammicco alla tradizio-
ne. L’eresia dei produttori. La
direzione dichiaratamente
ostinata e contraria. Più che un
vino, è un credo esistenziale. Il
movimento naturalista, per
quanto giovane, si è già diviso
in mille rivoli (litigiosi). Non
che per primo ha affrontato il tema dell’enologia “al naturale” FOTO OLYCOM
c’è solo Triple A, che decide
sovrana quali siano le aziende
meritevoli delle sacre stimma-
te puriste (le A stanno per
“Agricoltori, Artigiani, Arti-
sti”). Esiste anche Renaissan-
ce. E poi l’associazione Vini
Veri, langarola. E poi VinNatur,
veneta.
SE DE GREGORI ha inciso
più dischi live che concerti, i
vinoveristi hanno più partiti
che bottiglie. In confronto, la
sinistra extraparlamentare è
coesa. Districarsi nel mondo
degli alternativi di Enolandia
non è facile. Non esistono re-
gole condivise, ognuno ha il
suo mantra. Le direttive base
sono: vino sano, abiura di
agenti chimici, lieviti autocto-
ni, fermentazioni non control-
late, no a filtrazioni e chiarifi-
che, uso nullo di barrique nuo-
ve, interventi minimi in canti-
na. Vini nudi e crudi (“che han-
no ancora i peli sotto le ascel-
le”), bevibili e personali. Ai
Tre Bicchieri premiati, prefe-
riscono i Tre Bicchieri scolati.
Di sicuro hanno una digeribi-
lità encomiabile. Altrettanto
sicuramente, spiazzano il con-
tato Biagio Antonacci (vabbè)
e di colpo affronta le Variazioni
Goldberg. Gli amanti del genere
hanno comportamenti simili.
Si avvicinano rapiti al produt-
tore, usano parole lisergiche,
esalano domande astruse (“Fa
uso di legno piccolo?”, “La
temperatura fermentativa è
controllata?”, “Ha spina dorsa-
le acida?”). I produttori, assur-
ti a semidei, rispondono con
toni gravi, alludendo pensosa-
mente a mineralità e suoli mo-
renici. La dialettica assume
connotati messianici.
IL VERBO SI DIFFONDE,
contro la diffidenza degli ad-
detti ai lavori istituzionali: gui-
de di settore, Associazione
Sommelier, sepolcri imbianca-
ti a libro paga. Come per i gril-
lini, il nemico è la casta: la par-
titocrazia del vino. L’antipoli-
tica enologica si ritrova cicli-
camente in manifestazioni
ostili al Vinitaly. Ha blog, siti,
libri, documentari di culto
(Mondovino, Langhe Doc, Senza
trucco) e riviste settoriali, su
tutte la colta e autoreferenzia-
le Por thos, sorta di MicroMega
del vino incorrotto. Ad Anca-
rano, intanto, si è fatto buio.
Non piove più. Prosegue lo
speaker’s corner dei viticolto-
ri, anche se questo non è Hyde
Park e come reading era più
coinvolgente Allen Ginsberg.
Parte il concerto, accanto c’è
un barbecue monumentale
(ma la carne finisce subito). Al

I Cani cantano e sanno pure mordere bene
FENOMENI SUL WEB, I NUOVI “ANTIPATICI” DELLA MUSICA ITALIANA ALLA PROVA DEL LIVE (E DELLE VENDITE)
di Elisa Battistini
nati nell'89 hanno Reflex
“I digitali, mettono su flickr
belle foto in bianco e nero. I nati
nel '69 fanno i camerieri al cen-
tro e scrivono racconti, ne han-
no pubblicati due”. È così l’uma-
nità vista da I Cani in Velleità, una
delle chicche de Il sorprendente
album d'esordio de i Cani. Titolo
che dice tutto: è il primo disco
del gruppo e la sorpresa è che il
successo – almeno in rete – è ar-
rivato prima dell’uscita del cd
nei negozi (domani). Un anno fa
il “demiurgo” del gruppo, Nic-
colò – 25 anni, origine parioli-
na, studente di matematica, che
a un’intervista online a Il Mucchio
Selvaggiosi è presentato con un
cartone in testa perchè non vuo-
le rivelare la propria identità –
ha messo su youtube due can-
zoni: I pariolini di diciott’anni e Wes
Anderson. Nel giro di alcuni mesi
Il cantante de I Cani, con un cartone in testa
Testi corrosivi
e disincantati
Niccolò, l’autore
25enne, non ha
ancora rivelato la
propria identità
né il proprio volto
il “tormentone” corre sul web.
E arrivano altri pezzi. Complice
un pop accattivante, giri di bas-
so un po’ new wave e molte
striature elettroniche che ricor-
dano il Battiato de La voce del pa-
drone. Ma la forza è nei testi. Boz-
zetti perfetti. Ambientazione:
Roma. Protagonisti, spesso: ven-
tenni (e molta autobiografia). E I
Cani diventano subito uno spec-
chio riflettente. Come successe
per Le Luci della centrale Elettri-
ca. Nome complicato dietro al
quale si cela Vasco Brondi, 26 an-
ni, ferrarese, che nel 2007 diven-
ne un caso con un demo auto-
prodotto e due anni dopo pub-
blicava per Baldini Castoldi Cosa
racconteremo di questi cazzo di anni
zero, . Anche I Cani narrano (con
tonnellate di depressione in me-
no) tremori, timori, situazioni
di vita in cui si sono riconosciuti
in tanti. “I nati nel ‘79 suonano
in almeno due o tre gruppi e fan-
no musica datata. I nati nel ‘59
tengon corsi di teatro. Quando
va bene si rimorchiano le allie-
ve”, prosegue crudamente Vel-
leità. Niccolò – il suo nome si de-
sume da un pezzo tristemente
spietato – guarda il mondo con
disincanto. Nella canzone italia-
na la tradizione dei cantanti “an-
tipatici” e un po’ esistenzialisti è
di lungo corso.
DA EMIDIO CLEMENTI
con i suoi Massimo Volume a
Max Collini con gli Offlaga Disco
Pax, per restare in tempi recenti.
Ma la perculiarità de I Cani è, co-
me per Brondi, di essere un fe-
nomeno cresciuto sottotraccia.
Da venerdì 3 giugno il loro al-
bum si può comprare su iTunes e
sono arrivati addirittura al secon-
do posto per quanto riguarda la
musica “alternativa”. Domenica,
al festival Mi Ami di Milano, ci sa-
rà il loro primo concerto. Nicco-
lò non ha ancora deciso se lui e
gli altri (sono in 5) andranno sul
palco mascherati o meno. “De-
cideremo – dice – ma vorrei evi-
tare l’effetto-icona della musica
alternativa”. Meglio lasciar
parlare i testi. Come quello di
Perdona e dimentica (titolo mutua-
to dal film di Todd Solondz) che
dice: “Vergognati. Non della
tua casa borghese ma perchè
non hai ammesso mai di pre-
ferirla a quella più piccola a
Monte Sacro”. O quello de I pa-
riolini di diciott’anni che descrive l’i-
dentikit umano del “genere”. In
pomeriggio, gli adepti si erano
avventati sulle svariate leccor-
nie bio: capperi selvatici dei
Monti Iblei, lieviti madre seco-
lari, farina Gambo di Ferro bio-
dinamica (eh?). C’era perfino
Door Selection si racconta una se- vestiti che porta, le giacche che la Grappa Punto G, che eviden-
rata in discoteca (“Le bariste che mette, la roba che ha. E per que- temente nei distillati esiste.
L’alba è lontana e il primo rag-
ci provano con me. I fuori sede
che ci provano con le bariste coi
soldi dei padri”), in Hipsteria di
sto non mi riconosco in questa
società, per me contano i dischi,
i bagni nel mare, l'umanità”).
gio di sole va atteso, sperando
di non sbagliare orizzonte co-
una ragazza interessante ma Scorci di esistenze, tipi psicolo- me in Ecce Bombo. Luca Garga-
non bella con luoghi comuni gici visti con occhio clinico e no sale sul palco, è su di giri e si
crudelmente azzeccati (“An- precocemente disilluso. I Cani e butta sulla folla tipo Bono Vox.
drò a New York a lavorare, ti il suo leader sono i nuovi spoc- C’è fango, come a Woodstock.
assicuro che lo faccio o se non chiosi genietti della musica alter- “Chi rimane incinta stanotte,
altro vado al parco e leggo Da- nativa, animati di corrosiva iro- avrà 24 bottiglie l’anno in re-
vid Foster Wallace”). Mentre nia, osservatori delle idiosincra- galo da Velier”. Boom. Nono-
Post Punk parla di un uomo di sie più diffuse. Ma che forse, co- stante i propositi, prima delle
mezza età che si presenta per me cantano, vorrebbero vivere 5.36 sono andati via quasi tut-
suonare nel gruppo ma in realtà in un film di Wes Anderson “tut- ti. Rocco, invece, c’è ancora.
vuole adescare giovani facendo to tenerezza e finale agrodolce”. Dorme il sonno dei giusti. Un
l’interessante (“Vedi Niccolò, la È questa sotterranea ambiguità a sonno astemio, senza afflati
gente non è il mestiere che fa, o i renderli irresistibili. etilici.
LA SCUOLA di Chicago fa un buco
nell’acqua (al teatro dell’Elfo)
Vberoallo a spiegare ai cassintegrati che lo sta-
to sociale è una cancrena. Rispondereb-
“Ad un miracolo economico corrispondo-
no schiavitù e miseria per la popolazione?
a padellate. Eppure, per decenni, il li-
berismo sfrenato ha avuto mano libera. Le
Sì!” Con questa frase comincia lo show: una
specie di conferenza “strampalata, senza
privatizzazioni hanno conquistato tutti e
nonostante le sconfitte sul campo, c’è chi
lieto fine” in un rifugio anti-atomico; un’e-
saltazione surreale del capitalismo e del
plaude ancora alla deregulation. Sono i fan di
Milton Friedman, l’economista della scuo-
consumismo senza limiti. Il protagonista è
un aziendalista che sguazza e mangia in una
la di Chicago: un guru consultato da gover- vasca piena d'acqua: la usa e la imputridi-
nanti – Reagan e Thatcher in testa – preso sce dei suoi stessi rifiuti. Al suo fianco, una
per i fondelli in Chicago Boys, in cartellone al escort russa che cerca il riscatto: i due si fan
Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 19 giu- guerra, ma il vecchio ha armi affilate. Il suo
gno, per la regia di Renato Sarti (mentre sul motto: “pubblicizzare le perdite e privatiz-
testo c’è la collaborazione di Bebo Storti). zare i guadagni”. Valerio Venturi
pagina 16 Mercoledì 8 giugno 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI
TELE COMANDO
Tremonti
+ lano “alcuni ministeri”. Ma il
Tg2 dà quasi per scontato
che, raccolte 50.000 firme, il
trasloco è cosa fatta. Figurar-
si, da che esiste la Repubbli-
ca, il successo di queste “ini-
di Luigi Galella

eccezionale nel quotidiano. Si potrebbe

ziative” si conta sulle dita di
L’e loforse
Moderno
d’altri tempi
chiosare con un ossimoro il carattere
spirito di “Hotel Patria” (Rai3, lunedì,
21.05), che già nel titolo accenna alla sua iden-
rettore de “La Stampa”, torna nella sua vec-
chia scuola elementare, a Milano, ai suoi tem-
pi frequentata dal 100 per cento di italiani e
che ora ha un’altissima percentuale di immi-
tità. Nella doppia enfasi dell’hotel come sta- grati, 80 su 93 iscritti. Basterebbero i tratti so-

gongola mezza mano. La maggioranza

di Paolo Ojetti
g1
T Dopo aver seppellito il
povero telespettatore (so-
prattutto le telespettatrici,
che di calcio si interessano
assai poco) di partite trucca-
te, di procuratori che non di-
cono niente, di indiscrezioni
confuse, il Tg1 arriva alla co-
siddetta “politica”, partendo
dalla Consulta (ultima parola
a Quagliariello: domenica
non si vota) per arrivare fi-
nalmente in quel mondo per-
duto, quella Shangri Là che è
il “centro del dibattito”. Lì
c’è Maria Soave e spigolia-
mo: nel centrodestra si “ser-
rano le fila, passano all’azio-
ne, trovano la quadra, Calde-
roli opera per il decentra-
mento e si lavora per le pri-
marie del Pdl” mentre Berlu-
sconi incontra Cicchitto,
Quagliariello, Alfano, Letta e
altri che abbiamo perso per
strada, ormai annichiliti dalla
sfilata. Fine, non un cenno
sui conti pubblici, sulle tasse
intagliabili, sull’Europa che
ci avverte: c’è il batterio kil-
ler, il riso Scotti (ahi, povero
Gerry), Gheddafi, lo Yemen.
Annozero è già sepolto. Stril-
lavano appena ieri i quotidia-
ni berlusconiani: Santoro a
casa, finalmente non lo pa-
ghiamo più con il canone.
Osservazione inevitabile: e
perché lo paghiamo per Min-
zolini?
g2
T La Corte costituzionale
ha l’onore delle prime righe
del Tg2, con un piccolo di-
fetto: non si dice che questi
altissimi magistrati sono stati
scomodati inutilmente da
Berlusconi nell’ultimo, di-
sperato tentativo di far sgon-
fiare i referendum. Viva la
Corte, baluardo inespugna-
bile. Ilaria Capitani era a
Montecitorio e ha raccontato
che Calderoli sta brigando
per una legge di “iniziativa
popolare” per spostare a Mi-
traballa su tagli fiscali e con-
tenimento del debito, ma il
Tg2 ripropone una “maggio-
ranza coesa” e chiude su un
ridente Tajani che fa un po’
di europropaganda sciolta
sul rigore, il rilancio e i “far-
delli burocratici”.
g3
T E dopo aver subito i sor-
risi odontoiatrici di Tajani,
come stanno le cose ce lo di-
ce Giuseppina Paterniti:
l’Europa ci mette spalle al
muro, niente tagli alle tasse,
non si può, siamo a rischio.
Botta ferale per Bossi e Ber-
lusconi, mentre Tremonti
gongola. Però circola un’al-
tra idea (non raccolta dal dal
Tg3): tagli strutturali delle
tasse no, ma un condoncino
elettoralistico? Alcuni servizi
politici (i ministeri di Calde-
roli, il ritorno della Dc, palla
al centro per il Pd con le ali a
destra e a sinistra), ed ecco
Santoro. Niente conferenza
stampa, parlerà domani nel-
l’ultimo Anno Zero, niente
La7, una bella liquidazione e
– chissà – una collaborazione
Rai come visione del futuro.
zione, luogo di sosta e d'incontro occasionale,
e della patria come fraternità, fine sociale e
comunitario, con una chiara matrice pedago-
gica.
Una sorta di moderno giornalismo d’altri tem-
pi: altro apparente paradosso. Che ricerca nel
grigio dell’esistenza comune il brillante della
straordinarietà, con il tacito presupposto che
in tutti noi risiede un valore cui va fatto ricorso
nei momenti speciali. Come l'attuale. Uno di
quei frangenti storici in cui, raschiato il fondo
di ogni barile, non resta altro che affidarsi alle
energie dei singoli, dei tanti “io” che popo-
lano un Paese amato e odiato, avvolto nelle
spire di una stagione in lento declino, dove la
rabbia si alterna alla rassegnazione. Un pano-
rama cupo, oppressivo, in cui, come direbbe
Montale, “la luce si fa avara-amara l’anima” e
dove “un giorno da un malchiuso portone, tra
gli alberi di una corte,
ci si mostrano i gialli
Mario Calabresi dei limoni”.
conduce Hotel Patria “Hotel Patria” è ispi-
il lunedì su Rai3 rata, ci sembra, a quel
sentimento in cui il
dramma e la crisi del-
la realtà rappresenta-
no l'antefatto e i “gial-
li dei limoni” si tra-
sformano in evento.
Due storie a puntata.
Due luci che rischia-
rano la notte. Nella
prima il conduttore,
Mario Calabresi, di-
matici e le espressioni dei bambini, dal Ma-
rocco, dal Bangladesh, dalla Cina, dalle Filip-
pine, per raccontarne i desideri, le ambizioni,
le speranze, ma anche le umiliazioni. Come
quella di veder negata l’anno prossimo la pos-
sibilità di formare una nuova prima classe, a
causa del numero elevato di preiscrizioni di
immigrati. La legge ne prevede un tetto del 30
per cento, ben al di sotto delle proporzioni del
quartiere. Come se le scuole potessero pre-
scindere dalla composizione etnica dei luoghi
in cui sono edificate. Abdul, Angelina, Debo-
ra, Patrick, non potranno avere con sé i propri
fratellini più piccoli, che dovranno in qualche
caso anche prendere tre diversi mezzi pub-
blici per raggiungere le scuole che li accoglie-
ranno, sempre che anche lì non superino il
tetto.
La seconda storia presenta invece un italiano
che vive a Musso, sul lago di Como, di pro-
fessione macellaio, Domenico Lillia, che ha
creato il più piccolo e prestigioso cantiere di
barche a vela “Star”, di altissima qualità ago-
nistica. Le Ferrari del mare, che hanno vinto
medaglie olimpiche e mondiali. Un uomo di
70 anni, che tuttora continua a fare il macel-
laio, ma che nell’81, quando il fratello Gianni
morì improvvisamente, decise di non chiude-
re la loro seconda e singolare attività, della
quale peraltro non aveva alcuna specifica
competenza. E che animato dalla perseveran-
za e dal ricordo di Gianni, il vero appassionato
di barche, ha fatto diventare – miracolo del
genio italico – il marchio più noto al mondo di
questa speciale categoria.

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mezzo (REPLICA)
1.55 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Nel nome del Padre
Gran Bretagna, 1974. Il nordirlandese
Jerry Conlon viene arrestato a seguito
della falsa confessione di un amico, che
lo accusa di aver partecipato a un
attentato dell’IRA. Per tentare di scar-
cerarlo suo padre finisce per essere
incriminato anch’egli e incarcerato pro-
prio insieme al figlio. L’uomo, già mala-
to morirà in prigione e Jerry lotterà
strenuamente per dimostrare l’innocen-
za sua e del padre.
La7 21,10
/ Colpevole d’omicidio
Vincent LaMarca è uno tra i migliori
detective della omicidi. Inflessibile nella
lotta contro il crimine, un esempio per i
colleghi, Vincent nasconde dietro a una
carriera senza macchie una vita di
dolore. Viene ritenuto colpevole di avere
ucciso un bambino in circostanze mai
chiarite, divorziato dalla prima moglie,
legato a una donna che tiene a distan-
za, padre assente per un figlio perso nel
baratro della droga...
Rete 4 23,10
 Chi l’ha visto?  Ritratti
Il “caso dei casi”riaperto grazie a “Chi La puntata di questa sera è dedicata a
l’ha visto?”. La Procura di Roma ha Rino Gaetano. Scomparso il 2 giugno
riaperto l’inchiesta sulla scomparsa di 1981 a soli trent’anni, Rino Gaetano ha
Ettore Majorana, il fisico scomparso rappresentato una delle voci più nuove
nel 1938. Un telespettatore aveva e originali della musica italiana degli
mostrato al programma una foto in cui, anni Settanta.Artista estroso e ironico,
con lui, c’era un italiano che si era tra- in quegli anni difficili cantava l’Italia
sferito in Venezuela. E poi il program- attraverso testi eccentrici e surreali, for-
/ Iago  Invincibili
ma di Rai3 ospiterà ancora una volta i se troppo veri per essere capiti fino in
Nella Facoltà di Architettura di Vene- Dopo la puntata speciale andata in
due genitori disperati ai quali hanno fondo. Quello di Gaetano è un successo
zia, Iago è un giovane studente lodevole onda a dicembre, al via la nuova edizio-
tolto la bimba. che non accenna a diminuire.
ma vittima di ingiustizie, mentre il suo ne di “Invincibili”, il programma con-
antagonista, Otello, è ricchissimo e rac-
Rai 3 21,05 dotto da Marco Berry, che per quattro
Rai 3 23,55
comandatissimo. Otello defrauda Iago appuntamenti racconterà le storie di
in un progetto e gli porta via Desdemo- persone comuni che hanno subito gravi
na, di cui Iago è appassionatamente traumi psico-fisici e che hanno saputo
innamorato. Stanco dei soprusi che lo “rinascere”.Tra i protagonisti della pri-
perseguitano, Iago, tessendo una rete di ma puntata Francesco Canale, un
menzogne e inganni inizia una batta- ragazzo focomelico di 21 anni che vive
glia per ottenere ciò che è suo di diritto. in provincia di Lecce.
Canale 5 23,30 Italia 1 21,10
Mercoledì 8 giugno 2011
MONDO
USA: MOLTI RECLUTATI DALL’FBI
Hacker
o informatori?
Gcana.rande è la confusione nella
comunità informatica ameri-
Un’inchiesta pubblicata
ieri dal quotidiano britannico
Guardian, racconta come il mon-
do dei pirati informatici negli
Usa sia stato infiltrato così capil-
larmente dall’Fbi che un pirata
su quattro è diventato un infor-
matore dei Federali, pronto a
spiattellare alle autorità le attivi-
tà dei suoi “colleghi”. Eric Cor-
ley, che pubblica la bibbia trime-
strale degli hacker “2600”, ha
stimato che il 25 per cento dei
pirati negli Usa è stato reclutato
dalle autorità. “Da un lato c’è la
minaccia di pesanti pene deten-
tive, dall’altro la relativa inespe-
rienza di molti hacker con la leg-
ge: fatto è che sono diventati vit-
tima facile di intimidazioni”, ha
spiegato Corley. Una situazio-
ne, questa, che non può non ali-
mentare timori e diffidenze nel-
la comunità: “Decine sono stati
messi nei guai da gente di cui
pensavano di potersi fidare”, ha
detto un esponente di Crypto-
me, una “cassaforte” di docu-
menti segreti sull'esempio di
I FILM
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max
17.30 La banda dei coccodrilli
indaga SCF
17.45 A perfect getaway -
Una perfetta via di fuga SCM
17.50 Una cena quasi perfetta SCC
19.05 Duplex - Un apparta-
mento per tre SCF
19.10 Tre mogli SCP
19.20 Adventureland SCH
19.25 Icarus SCM
19.25 I carabbinieri SCC
19.25 Manolete SC1
21.00 Mona Lisa Smile SCP
21.00 Don’t say a word SCM
21.00 New Moon SCF
21.00 Star System SCC
21.10 Outlander SCH
21.10 Così è la vita SC1
22.55 Mediterraneo SCC
23.00 Biker Girls SCM
23.05 Senza apparente motivo SCP
23.05 Lei è troppo per me SC1
23.15 Pelham 123 SCH
23.15 The Longshots SCF
0.40 Hide SCM
0.40 La liceale, il diavolo e
l’acquasanta SCC
RADIO
A “Radio3 Scienza” la
Tammurriata sporca
Chiamatela spazzatura, rifiuti, monnezza. Chiamatela
come vi pare, ma ricordate che a Napoli c’è gente che ci
vive in mezzo e che non ne può più. Oppure si sta rasse-
gnando e la considera una fatalità. Intanto, a Roma, c’è
chi parla di emergenza come se i rifiuti non si produces-
sero ogni giorno. Liliana Cori, del Cnr di Roma, ci spie-
ga perché è così difficile trattare la questione rifiuti in
Campania.
E intanto, dopo il cetriolo, è stato scagionato pure il
germoglio di soia. Chi sarà il colpevole? E come si muo-
ve il detective?
Al microfono Silvia Bencivelli.
La musica di oggi è Allegro n. 3 (da 6 Pezzi caratteristi-
ci op. 78 per pf) di Stephen Heller, eseguita da Daniel
Blumenthal.
Radiotre 11,00
pagina 17
SECONDO TEMPO
feedback$
WEB
di Federico Mello
è RINTRACCIATO DOPO MINACCE A PUPO
GLI AVEVA SCRITTO: “RIPUDIA FILIBERTO”
Avevamo appena dimenticato “Italia, amore mio”,
ineffabile brano di Pupo ed Emanule Filiberto cantato a
Sanremo 2010, che torna a farcelo risuonare in mente
la... Guardia di Finanza. L’annuncio è arrivato dallo
stesso Pupo, nel corso del suo programma su Radio1,
“Attenti al Pupo”: i finanzieri hanno rintracciato
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Lady Gaga sarà la star
dell’Europride.
Fenomenologia di miss
Germanotta”
l’autore di alcune minacce ricevute dal cantante dopo di Domenico Naso
è IL JERUSALEM POST INCORONA FB
ZUCKERBERG EBREO PIÙ INFLUENTE NEL 2011
È Mark Zuckerberg, il giovane creatore
lo scorso Sanremo. Sul suo blog arrivò un
messaggio di minacce: “Hai le ore contate”,
con un invito a “ripudiare Emanuele
Filiberto”. Pupo ha ringraziato via radio le
Fiamme Gialle “per il brillante lavoro
è A ME Lady Gaga diverte.
Che venda milioni di dischi
non è colpa sua. Che a me
piacciano i Radiohead sono
di Facebook, l’ebreo “più influente del
mondo nel 2011” secondo la classifica
stilata dal quotidiano israeliano,
Jerusalem Post. Il quotidiano ha
incoronato Mark per il ruolo svolto dal
investigativo svolto”. In effetti era una
questione di sicurezza nazionale...
affari miei e non mette e non
toglie nulla. È una pazza la
Gaga!!
Straguadagno
social network nella “primavera araba”. NÒVA SENZA DE BIASE
Wikileaks. Il caso più clamoroso
di hacker “traditore” è quello di
Adrian Lamo, che ha denuncia-
Al secondo posto della classifica spicca il
premier israeliano, Benjamin Netanyahu,
INSERTO “TECNO” DEL SOLE24ORE
Cambio della guardia a Nòva,
è “LADY Gaga interpreta al
meglio lo zeitgeist di questo
inizio di terzo millennio”.
to le attività di Bradley Manning, mentre al terzo posto figura Sheryl l’inserito di innovazione e Speriamo di no perché
il soldato dell’intelligence accu- Sandberg, anche lei dietro le quinte di tecnologia del Sole 24 Ore. Il vorrebbe dire che siamo
sato di aver passato all’organiz- Facebook, essendone il capo dell’ufficio settimanale, fondato e diretto per messi male. I video di questo
zazione di Julian Assange i dos- operativo. cinque anni dal giornalista Luca De Biase (nella inquietante fenomeno da
sier sull’Afghanistan e del Ca- foto), tornerà alla versione originale baraccone sono zeppi di
blegate. Ma diverso è il profilo di (“broadsheet”), abbandonando il formato riferimenti alla simbologia
altre operazioni. Lavorando sot- tabloid. Come spiega lo stesso De Biase sul suo blog “Giovedì, massonica e degli Illuminati.
to copertura, un agente britan- Nòva uscirà come al solito. Il numero successivo sarà Comunque, a parte la
nico (nome d’arte Master Splyn- pubblicato domenica 19 giugno. Avrà la dimensione grande percentuale classica di svaniti,
tr) si è finto un “carder” (pirata del quotidiano e un numero di pagine tale da costringere tutti disposti a vedere il “nuovo”
specializzato nel furto di iden- a una maggiore brevità”. Se, quindi, l’inserto andrà ad soprattutto dove non c’è, si
tità) per infiltrare un foro illega- affiancare il “Domenicale”, settimanale culturale del Sole, De tratta di un fenomeno del
le: 56 pirati sono stati arrestati, Biase aggiunge che “Nòva sarà guidata dalla collega Fernanda tutto irrilevante.
tra cui il fondatore di DarkMar- Roggero” e, in base alle indicazioni del neo-direttore Roberto Kthrcds
ket, un britannico nato in Sri Napoletano, continuerà “a offrire idee, ma allargare il tiro per
Lanka, condannato l’anno scor- aiutare le imprese a comprendere le novità tecnologiche e è CHE SIA un personaggio
so nel Regno Unito a un anno di applicarle, aggiungendo più informazione per i consumatori su è fuor di dubbio. Che sia
prigione per furto di identità. ciò che il mercato offre”. Numerosi gli attestati di stima e sincera è l’ennesimo dubbio
Nella comunità spiccano ten- vicinanza a De Biase in rete (che comunque rimarrà come su questi personaggi dello
sioni e sospetti. Se le operazioni “editor” nel gruppo). “Non è giusto considerare tutto show business. Vuol essere la
dei “Feds” hanno riguardato ve- questo come una perdita. Le scommesse editoriali vanno regina dei freaks dei
ri e propri criminali informatici prese per quello che sono: proposte. E promesse. Che “mostriciattoli” dei
(i cosiddetti “cracker”), anche i vanno a due verifiche: quella dei lettori e quella del disadattati? Lei osa fare quello
“buoni”, gli “hacker” paladini mercato” le sue parole di commiato. che i comuni mortali non
della libertà d’informazione, hanno il coraggio di fare,
non sanno più di chi potersi fi- quindi è liberatoria? Sì, bello,
dare. Un’immagine “hacker”; brava. Ma ci fidiamo?
f.mello@ilfattoquotidiano.it Mark Zuckerberg; Alber to1111
Pupo ed Emanuele Filiberto;
Ability Channel è FUORI da ogni riga.
Stupisce con l’eccesso. Suoni
LO SPORT ad alto rendimento. Musica
sempre provocatoriamente
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
ANONYMUS CONTRO I FILTRI TURCHI ovvia. Usa ottimi musicisti. Ci
SP3=Sport 3
PROMETTONO AZIONI E RITORSIONI crede. Si vede che lavora
Anonymous, il gruppo internazionale di molto. Non condivido il suo
18.30 Calcio, UEFA Champions
hacker che ha compiuto numerosi azioni a gusto. La rispetto.
League 2010/2011 Ottavi di fina-
difesa di Julian Assange (accanto, il loro Matgk
le, gara di andata Arsenal -
logo), ha annunciato di aver preso di mira il
Barcellona (Replica) SP3 governo turco e il suo sistema di filtraggio su è SE STA macchietta riesce
19.00 Wrestling WWE internet che, annunciato per proteggere i a portare una marea di
Superstars Episodio 49 SP2 bambini dalla pornografia, viene bollato dalle ragazzini ad un Euro Pride,
20.15 Basket, Serie A maschile opposizioni come una aperta censura della rete. credo (spero) sia quello il suo
2010/2011 Playoff - Semifinali, Secondo il sito del quotidiano di opposizione turco target, va bene. Poi che lo
Gara 3 Benetton Treviso - Hurriyet, il gruppo di hacker ritiene che il sistema di faccia per la grana o meno
Montepaschi Siena (Sintesi) SP2 filtraggio, che partirà ad agosto, rappresenti una chissenefrega. Dopo gli Abba
20.30 Calcio, Incontro violazione del “diritto umano fondamentale” al “libero e Raffaella Carrà mi sembra
amichevole Uruguay - Olanda flusso di informazioni” e “renderà possibile registrare che con Lady Gaga si dimostri
(Diretta) SP1 l’attività internet di ciascuno”. Anonymous quindi comunque una certa
21.00 Golf, PGA European Tour minaccia di “agire contro le istituzioni che attuano la coerenza.
2011 Celtic Manor Wales Open: censura”: “Faremo rappresaglie”, viene annunciato senza Nicholas Costantin
4a giornata (Replica) SP3 fornire altre precisazioni. Il network telematico
21.15 Basket, Serie A maschile annuncia inoltre che aiuterà i propri è A ME Lady Gaga piace,
2010/2011 Playoff - Semifinali, sostenitori “ad aggirare la censura” e ricorda così come mi piace Tenco o
Gara 4 Armani Jeans Milano - che il governo “ha bloccato migliaia di siti Battiato. Lo dico senza
Bennet Cantù (Sintesi) SP2 internet e blog” e che continuano problemi
22.15 Basket, NBA 2010/2011 “procedimenti giudiziari abusivi contro giornalisti Domenico Naso
Playoff - Finale, Gara 4 Dallas online” ”.
Mavericks - Miami Heat Nell’annunciare l’uso dei filtri dal 22 agosto per è INDUBBIAMENTE
(Replica) SP2 impedire l'accesso ad alcuni siti, l’autorità fenomeno da baraccone,
23.00 Calcio, Incontro amiche- governativa ha sottolineato che il loro uso sarà su insopportabile e inascoltabile,
vole Brasile - Romania base volontaria da parte, ad esempio, di genitori che perfettamente in linea con il
(Replica) SP1 vogliano tutelare i figli. L’accesso a migliaia di siti peggio che la cultura musicale
Internet (le sa offrire oggi.... che faccia la
stime vanno da è UNA WEB-TV SULLA DISABILITÀ paladina dei diritti di qualcuno,
5.000 a 37 mila) ONLINE “ABILITY CHANNEL” poi, è assolutamente privo di
è comunque già
bloccato
in Turchia
Il ricco mondo delle web tv si arricchisce
di un nuovo canale. Nasce Ability
Channel, la prima Web TV sulla disabilità,
significato.
Cendrars
è SKYPE ANCORA GIÙ
PROBLEMI E SERVIZIO A SINGHIOZZO
principalmente a
causa di contenuti
patrocinata dal CIP-Comitato Italiano
Paralimpico, che porta in primo piano i
è LA COSA triste è che
l’Italia sia così socialmente
Déjà vu: a poco più di due
settimane dall’ultimo down di
sessuali ma anche personaggi, gli eventi più significativi, i arretrata: unico paese
politici. problemi, le storie straordinarie e le occidentale, con la Grecia, a
Skype, il problema si ripete. Le
aspettative di questo mondo. Come non riconoscere le coppie di
cause vanno indagate, ma il
dicono gli ideatori dell’iniziativa, il web fatto. E tu ti preoccupi del
risultato è lo stesso. Ore di disagio
rappresenta una insostituibile finestra per fenomeno da baraccone? Se
ieri per gli utenti del software: la società ha parlato di
il mondo della disabilità: attualmente solo aiuta a cambiare la mentalità
un “piccolo numero” di utenti, ma che in realtà sono
in Italia i disabili che utilizzano Internet di massa, che ben venga Lady
stati parecchi in tutto il mondo, specie in Europa. Il
sono circa 530.000. Il bacino potenziale è Gaga, Madonna o pure Gesù
malfunzionamento si è tradotto in problemi di
rappresentato dal 5 per cento della Cristo!
connessione e crash improvvisi, a singhiozzo. Anche
popolazione italiana al di sopra dei sei Maktosh
questa volta, bersaglio preferito delle polemiche su
anni. Oltre 3 milioni di persone fanno
Twitter la nuova proprietà della società, Microsoft,
parte dell’area della disabilità, a cui vanno è SARÀ marketing, sarà
con tanto di fantasiose ipotesi di complotto –
aggiunti familiari, assistenti e moda, sarà strategia
“Microsoft fa crashare Skype per far recuperare
accompagnatori. La tv ha per ora 4 canali: mediatica, quello che vi pare,
consensi a Messenger” – e nuove battute: “Microsoft
Ability Stories, storie e successi di ma musicalmente non esiste,
– disconnecting people”. (Di.Pi.)
persone disabili. Ability &You, è solo spazzatura della
contenitore autogestito. Ability News, peggior risma, fatta per
fatti e curiosità sul mondo della disabilità. bimbiminkia lobotomizzati.
Ability Sport, gare ed eventi sportivi. Circled A
pagina 18 Mercoledì 8 giugno 2011

SECONDO TEMPO

il badante
PIAZZA GRANDE É di Oliviero Beha

Un calcio da playstation
di Massimo Fini
el 1982, dopo la vittoria
simbolici, magici, irrazionali,
identitari. Addio alla Messa do-
menicale. Oggi, per il business
Non per nulla qualche anno fa
gli ultras, i terribili ultras, i de-
monizzati ultras, in rappresen-
REFERENDUM
SULL’INFORMAZIONE
L o so, siete abituati agli addendi invertiti: all’informazione sui
referendum, peraltro fino ad ora tarda e scadente. Per fortuna
la Consulta li ha varati tutti, per fortuna se ne parla e ci si schiera
pur dopo le “veroniche” (in calcese…) del Pd, per fortuna Berlusconi
me tale viene vissuta dai tifosi. interpreta a modo suo, da post-priapesco ed ammosciato, il Craxi di
Uno sfogo di aggressività saluta- “andate al mare”. Dico di Bettino a Caprera per Garibaldi, a
re, se circoscritto e incanalato

N
dell'Italia ai Mondiali di
Spagna e la decisione di
introdurre il 'terzo stra-
niero', scrissi per il Giorno un ar-
ticolo in cui dicevo che il calcio
andava a morire. Ma, data la sua
fortissima struttura pensavo
che l'erosione sarebbe avvenu-
ta molto lentamente e non mi
sarei mai aspettato che ne avrei
visto la fine, o quasi, nell'arco
della mia vita.
NON MI RIFERISCO qui
agli scandali che hanno recente-
mente coinvolto società di B e
anche di A, che sono solo un epi-
fenomeno, oltretutto abbastan-
za circoscritto se paragonato a
quanto avviene di analogo in al-
tri settori della società (politica,
finanza), della ben più profonda
corruzione che negli ultimi de-
cenni ha corroso il mondo del
calcio e il suo significato più au-
tentico. Il calcio (come altri
sport minori, rugby per esem-
pio, che questo significato han-
no conservato) prima di essere
spettacolo, prima di essere gio-
co, prima di essere sport è (o per
essere più precisi: era) un rito
collettivo. Una liturgia. Era l'ul-
timo spazio rimasto al sacro in
una società che sotto la spinta
della razionalizzazione econo-
mica si è completamente seco-
larizzata. Perché è basato su un
elemento del tutto gratuito, la
passione del tifoso il quale gioi-
sce come un bambino se la sua
squadra vince o si dispera se
perde, senza che questo abbia
per lui, nell'uno o nell'altro ca-
so, alcun significato economi-
co.
Una liturgia (un mito) è per sua
natura tendenzialmente immu-
tabile, come sapevano bene i
Greci e anche la Chiesa cattolica
prima che, col papato di Wo-
jtyla, perdesse la sua sapienza.
Se qualche cambiamento deve
essere apportato lo si deve fare
con estrema cautela. Son come
le fiabe che racconti ai tuoi bam-
bini i quali vogliono che tu le ri-
peta ogni volta come gliele hai
narrate la prima volta, immutate
in ogni particolare. I tifosi sono
come quei bambini.
Il business, l'astrazione del de-
naro, ha svuotato il calcio di tut-
ti i suoi contenuti rituali, mitici,
televisivo, le partite sono spal-
mate su quattro giorni, dal ve-
nerdì al lunedì, e se è turno di
Coppa dei Campioni (io prefe-
risco chiamarla ancora così, an-
che se ormai, sempre per esi-
genze di business, è un'altra co-
sa) e di Uefa su tutta la settima-
na. Un'overdose che ammazze-
rebbe anche un toro. Fine anche
del sub-rito del sabato, della
schedina giocata al bar con gli
amici. I calciatori cambiano
squadra ogni anno per essere so-
stituiti da 'novità' ritenute più
stuzzicanti o durante lo stesso
campionato (con buona pace
della regolarità della competi-
zione), non esistono più gioca-
tori-simbolo, campioni che han-
no fatto tutta la loro carriera in
una sola squadra (Totti è stato, e
sarà, l'ultimo, un'eccezione co-
munque rispetto all'epoca dei
Rivera, dei Mazzola, degli Anto-
gnoni, dei Riva, dei Bulgarelli),
persino le maglie, per interesse
degli sponsor, non sono più
quelle, ci sono squadre, in Italia
e in Europa (che sono il centro
del business) che giocano con
undici stranieri.
IL PROCESSO DI identifica-
zione, il riconoscersi in una
squadra, nella sua storia, nella
sua tradizione, nelle sue maglie,
nei suoi colori, nel suo carattere
la cui continuità era assicurata
dal passaggio di testimone, di
generazione in generazione, fra
gli 'anziani' e i giovani dei vivai
(oggi semidistrutti dalla senten-
za Bosman che ha portato nel
calcio, cioè anche nella sfera del
sacro, le ferree leggi del merca-
to) è diventato quasi impossibi-
le. Ci vuole un grande sforzo di
immaginazione, un voler illu-
dersi a tutti i costi che il calcio,
così come lo abbiamo vissuto
per un secolo, esista ancora.
tanza di 78 società di A, di B, di C
e delle serie minori, organizza-
rono a Milano, davanti alla Figc,
in una domenica canicolare di
giugno, una civilissima e com-
posta manifestazione al grido di
"Ridateci il calcio di una volta!".
Ma non furono ascoltati. Non se
ne dette quasi notizia, nemme-
no sulla Gazzetta dello Sport. Di-
sturbavano il manovratore.
IL CALCIO da stadio, l'unico,
vero, calcio ha perso, dal 1982,
anno simbolicamente della svol-
ta, il 40% degli spettatori. E ha
perso anche la sua caratteristica
di evento nazionalpopolare, di
Era l’ultimo rito
collettivo
dell’Occidente. Il
business televisivo e
l’astrazione del
denaro lo hanno
ormai svuotato di
tutti i suoi contenuti
magici, per
trasformarlo in una
simulazione totale
'festa di tutti', interclassista, con
un'importante funzione socia-
le: sulle gradinate sedevano
fianco a fianco, uniti dalla stessa
passione, il piccolo e il medio
imprenditore e il suo operaio.
La politica degli abbonamenti
(denaro fresco da incassare a
prescindere) e dei prezzi ha di-
strutto il senso di ritrovarsi in-
sieme in modo comunitario, la
suburra va dietro le porte, gli al-
tri, a secondo del proprio status,
nelle diverse tribune. Chi può
permetterselo guarda la partita
su Sky, dove l'implacabile mo-
viola va a cercare i labiali dei gio-
catori, gli sputi, le sacrosante
bestemmie, gli scazzottamenti
alle spalle dell'arbitro e insom-
ma una parte importante del cal-
cio (divenuta proibitissima, vie-
tatissima, sanzionatissima) che
è una metafora della guerra e co-
nelle due ore della partita, ad
evitare guai peggiori, i 'delitti
delle villette a schiera' come li
chiama Guido Ceronetti.
Questo calcio pulitino, televisi-
vo, asettico è certamente 'poli-
tically correct' e, soprattutto 'e-
conomically correct', ma il risul-
tato è che quanto in esso vi è di
più concretamente umano, e
cioè i valori rituali, mitici, sim-
bolici, sociali di cui parlavo, è
stato sacrificato all'astrazio-
ne-denaro. Al loro posto resta la
vuota forma della partita che do-
mani potrebbe anche diventare,
come tutto il resto, virtuale. Una
playstation. Una perfetta simu-
lazione, senza possibilità di er-
rore, sull'iPad.
Ad ogni buon conto il calcio va a
ridursi progressivamente a un
qualunque spettacolo televisi-
vo, a una Domenica in, da fruirsi
solipsisticamente a casa, fra una
telefonata al cellulare e una vi-
sitina al frigo. Perdendo tutti i
suoi connotati specifici suscite-
rà un interesse sempre più ge-
nerico, vago, intercambiabile
che, come tale, prima o poi sva-
nirà. Così gli apprendisti strego-
ni, a furia di spremerla, avranno
ucciso 'la gallina dalle uova d'o-
ro' e il razionalismo nella forma
del denaro avrà realizzato, è il
caso di dirlo, l'ennesimo auto-
gol.
L’ex segretario del Psi Bettino Craxi. In basso, un ritratto di Masaniello (FOTO ANSA) potesse tagliare in due, come
proposito di quel referendum sulla preferenza unica del 1991 da cui
è sgorgata questa zoppa e fittizia Seconda Repubblica. Era nato-
per reazione a Tangentopoli- il maggioritario elettorale rimasto da
allora sempre distante da una forma compiuta per tutti i pasticcetti
degli schieramenti i cui ragionieri non erano mai certi che un
maggioritario completo potesse garantirli da rovesci nelle urne.
Ma fu nel ‘93/94 che nacque un altro maggioritario, che mi
suggerisce appunto questo accenno al “referendum
sull’informazione”, cioè allo stato dell’informazione nel Paese
del Caimano e dei suoi cacciatori spesso simulati. Quello che la
classe politica della Seconda Repubblica,dei superstiti alle
manette, delle terze, quarte, quinte schiere elevate di rango,
non aveva voluto perfezionare, cioè il maggioritario elettorale,
lo ha messo in pratica l’informazione. E’ stato un giulebbe, un
paradiso, un alibi per molta parte della categoria che con il
proporzionale aveva dovuto resistere almeno un poco alla
sudditanza nei confronti del potere politico ed economico: negli
interstizi del proporzionale tra equilibrismi, bizantinismi,
trasformismi e tutti gli ismi del caso l’informazione era riuscita a
tenersi a qualche centimetro dal potere, almeno all’apparenza,
salvando se non la faccia la facciata. Con il maggioritario è
cambiato tutto, su scala industriale: stavi con Berlusconi? E via
con tutta l’informazione berlusconiana, più o meno aderente,
più o meno critica, più o meno sdrucita nella livrea. Stavi contro
Berlusconi? E via nella resistenza al regime, a costo di tacere
qualcosa dall’altra parte per non “lavorare per il re di Prussia”,
un po’ come si diceva ai miei tempi de “La Stampa” (un ottimo
giornale, ma non le chiedere di informarti sulla Fiat…),
naturalmente anche qui con valori e spessori professionali
variegati.Un gigantesco alibi, il maggioritario
dell’informazione, cui qui si cerca con fatica di sfuggire “ senza
padroni”. Ma i danni che ha creato il maggioritario della notizia
sull’opinione pubblica, o quella che ancora chiamiamo così per
convenzione, sono stati devastanti: abbiamo abituato un
popolo di non lettori, di teledipendenti e più in generale di tifosi
a trasferire il senso della notizia in uno dei due campi, dando
per scontato che la realtà si
una torta, e bastasse essere
informati su una delle due metà
schierandosi a priori. E’ questa
mentalità all’ingrosso, all’ombra
di un doppio feticcio che
deresponsabilizzava la
professione, che ha creato la
follia di questi anni, nei giornali,
in tv, alla radio: senza pudore si
invoca un conduttore di
centro-destra per
controbilanciarne uno di
centro-sinistra, dando per
scontato che non esistano
professionisti che mettano al
primo posto la loro deontologia
professionale. Il panorama è
grottesco. Forse ci sarebbe
bisogno anche di un referendum
sull’informazione con il quesito:
vi piace o’ presepe dimezzato,
oppure no?

Molti associano
A Napoli non c’è Luigi De Magistris
al “leader” della
l’eloquio sfrenato, uomini dalla
bocca senza porta o dalla lingua
che ha ruote rapide, come li de-
finisce Euripide. Ora non è che
che questa massa vuole sentirsi
dire. Promette mari e monti per
farla contenta e darle un orgo-
glio . Durante tali riti collettivi le
lusa. Succede il contrario di quel-
lo che capita all’uomo politico
astuto: questo, una volta eletto,
non si cura più dei suoi elettori e

nessun Masaniello rivolta partenopea

di Giovanni Ghiselli
l nuovo sindaco di Napoli,
vessazioni. Gli Spagnoli accetta-
rono le richieste non troppo
eversive, ma dopo dieci giorni il
del Seicento
De Magistris parli poco, ma sa
anche ascoltare, e il suo parlare,
fornito di logica, non manca di
etica. Sa esporre con stile, si
muove con un certo garbo. Il de-
Ma il nuovo
Sindaco non è un
persone rinunciano alle loro in-
dividualità e divengono un mo-
stro con innumerevoli teste,
nessuna delle quali pensa.
SI FACCIA CASO al tifo negli
stadi quando la furibonda ma-
snada si avventa contro un idolo
non mantiene le promesse; il de-
magogo, assai meno provveduto
e attrezzato, una volta verificata
la vanità delle sue vanterie se-
squipedali, viene abbandonato
dai fautori e colpito duro dai ne-
mici. Ora De Magistris sembra
un uomo di buona levatura. Mi

I
Luigi De Magistris, è stato
associato più di una volta a
Masaniello. Vediamo chi era
costui e se l’associazione è con-
grua. Tommaso Aniello fu il
principale promotore della ri-
volta del popolo napoletano
che dal 7 al 16 luglio del 1647
insorse contro la pressione tri-
butaria imposta dal governo vi-
cereale spagnolo. Fu una ribel-
lione limitata negli obiettivi, nel
tempo e nei successi. Il grido
del primo giorno fu: “Viva il re di
Spagna, mora il malgoverno”,
secondo l’uso popolare di cer-
care nel sovrano una difesa dalle
propugnatore della rivolta fisca-
le venne assassinato dai suoi
stessi seguaci che, a causa del
suo comportamento dispotico
e disordinato, lo accusarono di
pazzia. Aveva solo 27 anni. Un
ragazzo poco accorto dunque,
fuorviato dal potere.
Eppure la sua rapida vicenda è
entrata nei miti della città par-
tenopea. Ora si vuole riattualiz-
zare questo evento riconoscen-
do un nuovo Masaniello in “Gi-
gino ‘o sinnaco”. Di fatto noi
camminiamo sempre su tracce
e tutta la nostra storia non è che
un riempire di presente le orme
demagogo, né un
tribuno del popolo
destinato a essere
vittima sacrificale
del mito, poiché la vita ama gio-
care con forme rinnovate del
passato. Ma il nuovo sindaco di
Napoli non assomiglia ad altri
che a se stesso. Masaniello è as-
similabile piuttosto all’eterno
demagogo già denunciato dalla
tragedia e dalla storiografia an-
tica. Si tratta di personaggi dal-
magogo tipico invece assume
pose istrioniche, usa termini ge-
nerici o ambigui, dal significato
impreciso, e tali che possano
vellicare gli istinti più bassi di
una folla agitata, composta da
tante persone ammassate in una
identità collettiva. Il caporione
ne fiuta i bisogni e usa le parole
polemico o celebra una vittoria
magari drogata, urlando a squar-
ciagola e tambureggiando rozzi
ditirambi. Questa rinuncia all’i-
dentità personale infatti è una
forma barbarica di dionisiaco,
una brutta miscela di ignoranza,
voluttà e crudeltà. Di solito il de-
magogo scatenatore ha un suc-
cesso limitato nel tempo, sicco-
me la folla immemore e senza
pensiero è volubile e capriccio-
sa. Quindi accade spesso quello
che è capitato a Masaniello: il tri-
buno osannato si capovolge a ca-
pro espiatorio, la vittima sacrifi-
cale da immolare sull’ara della
rabbia di una turba confusa e de-
permetto però di notare, tanto
in lui, quanto nel suo collega Pi-
sapia la cui elezione ha riempito
di speranze tanti Italiani, una
punta di demagogia che sarebbe
bene smussare. Entrambi dico-
no che vogliono fare posto ai gio-
vani e, ancor prima, alle donne.
Farei la modestissima proposta
di aggiungere due aggettivi:
“Oneste e capaci”. Altrimenti
questi signori eletti con gioia di
molti, rischiano di non differen-
ziarsi abbastanza da quell’anzia-
no demagogo che celebra i suoi
baccanali corrotti con una mol-
titudine di donne che sono gio-
vani donne senz’altro.
Mercoledì 8 giugno 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

riato non venga mai sfiorato l’ar- giornale col titolo “Primarie e

MAIL BOX
gomento pensioni nonostante
da più parti si dica e si scriva che
se non si fa qualcosa un’intera
generazione di giovani sarà con-
dannata alla sopravvivenza finan-
ziaria. Senza lavoro, infatti, non
c’è risparmio. E, senza rispar-
mio, non c’è futuro. Sono un
Il direttore Lei promotore finanziario e non
e la logica aziendale
In qualunque azienda di questo
Furio Colombo
primario”, che mi chiama in cau-
sa, sottopongo alla sua attenzio-
ne alcune precisazioni che rista-
biliscano, quantomeno, i fatti.
Il 23 gennaio hanno votato alle
primarie del centrosinistra di
Napoli 44.188 cittadini. Come
previsto dal regolamento, era
consentito votare ai cittadini

7 A DOMANDA RISPONDO posso nasconderti che, di fronte

al caso Lande (il cosiddetto Ma-
doff dei Parioli), se da una parte
stranieri residenti a Napoli. Gli
stranieri votanti sono stati 443
pari allo 0,9% del totale, di cui 40
mondo (anche nella nostra tan-
to disastrata Italia), un direttore CHI MINACCIA ho provato piacere nello scor-
rere l’elenco dei clienti coinvol-
cinesi (lo 0,01%). Tra l’altro, e
per paradosso, le immagini che
generale che si lascia sfuggire
una fonte di guadagno così im-
portante come Santoro, sareb-
LE FAMIGLIE ti, dall’altra ho provato cupa ras-
segnazione di fronte a un siste-
ma che, sfruttando l’ignoranza
hanno fatto il giro d’Italia cui cer-
tamente Travaglio fa riferimento
riguardavano un seggio dove a
be stato cacciato all’istante; noi, o letto e ascoltato dovunque soccorso dei barconi stracarichi, e in pericolo dei più, ha fatto dell’investimen- raccogliere più consensi è stato
che di fatto, in qualità di contri-
buenti e di abbonati, siamo i pro-
H che il Papa, nella sua visita in
Croazia, si è battuto strenuamente
di affondare, che l’Europa imputa al governo
maltese. Sorprende anche non solo
to del risparmio uno dei tanti
numeri da circo che con i loro
il mio principale avversario.
Su tutta la vicenda delle primarie
prietari della Rai, che strumenti per la difesa della famiglia. Sono i l’ostinazione su un solo argomento, la effetti speciali sono ormai parte il mio comitato elettorale ha an-
abbiamo per cacciare la Sig.ra giorni in cui si spara al confine con famiglia, che sta dentro l’argomento molto integrante della vita di tanti ri- che provveduto a diffondere un
Lei? la Siria, e dentro la Siria è una più vasto del basso livello di civiltà in cui sparmiatori. È vero: spesso an- dossier che smontava una ad una
Michele La Rocca macelleria (compresi i bambini). stiamo vivendo. Sorprende che la famiglia che il risparmiatore ci mette del tutte le denunce, che però pur-
Sono i giorni in cui la guerra in Libia venga vista come una capsula di protezione: suo. Ma quando sento parlare di troppo non è servito a chiudere
Morte di un servizio continua e l’insurrezione nello solo dentro tutto funziona. Il Papa lo dice e “Industria del Risparmio Gesti- il percorso. Fin qui i fatti.
Yemen è al culmine. Per restare in lo ripete proprio nei giorni di dolorosi e to” chissà perché mi viene in Aggiungo solo che tra le accuse
pubblico mai nato zona, hanno appena arrestato ripetuti delitti che avvengono dentro le mente la Fiat... Possibile che, per più pesanti circolate in quei gior-
Al di là delle leggi di mercato che Mladic, che è stato un ottimo padre famiglie. Sorprende la incredibile frase: “La il valore che può avere (e io cre- ni vi era quella che ai seggi al-
vedono Santoro portare profitti di famiglia e il mandante di famiglia è minacciata in Occidente”. do che, se fatta bene, ne possa lestiti dal Pd fossero stati visti
alla RAI. Al di là delle evidenti indimenticabili stragi. Non avrà Minacciata da chi? Incredibile ma vero: la avere tanto), l’educazione finan- votare elettori del centrode-
convenienze del monopolio pri- sbagliato argomento? famiglia, piccola chiesa, è minacciata dalle ziaria non rientri nelle azioni di stra. Su questo punto non ag-
vato ad eliminare un concorren- Riccardo coppie di fatto. Perché scegliere un nessuna forza politica o sociale? giungo altro all’impeccabile
te, ecco la nostra democrazia argomento sociologico falso, un argomento Non dirmi che devo farla io, vi- commento che lo stesso Trava-
reale che obbedisce agli ordini LA PRIMA cosa è la delusione. logico insostenibile, un dato di fatto sto il lavoro che faccio. Io da solo glio fa nel suo editoriale. Non
del sultano che, non contento Parlo di delusione da non credente, sempre ovviamente privo di fondamento (come dire non posso: sono troppo impe- avrei saputo trovare parole più
del potere che gli deriva dal pos- pronto a prestare attenzione a qualcuno che che chi sceglie andare al cinema minaccia gnato a “fare consulenza” cari- azzeccate per spiegare quella
sedere il monopolio mediatico conta, qualcuno che ha una immensa coloro che invece vanno al teatro) quando a candomi sulle spalle tutti i con- che, fino alle primarie napoleta-
privato, mette i piedi nel piatto “audience” e che dice cose importanti per un teologo basterebbe dire che il vincolo flitti d’interesse che la Banca non ne, a me e non solo appariva
RAI e licenzia Santoro, come se tutti, magari avvantaggiandosi del punto di religioso impone il matrimonio per ragioni di vuole. È già tanto che ti scriva un’ovvietà.
ciò fosse la cosa più normale del vista privilegiato, lo schermo molto più fede? E perché insistere nel tenere così sperando di sollecitare una ri- Le opinioni sono ovviamente
mondo. Giova ricordare che an- ampio da cui si immagina che veda gli affari piccola e stretta, lui, Il Papa, la finestra sul flessione. Un carissimo saluto. sempre legittime, ma sono cer-
cora oggi definiamo “ser vizio del mondo. Non una parola sui migranti, che mondo? Ci sono poche voci autorevoli nel Giuseppe Dansi to condividerà con me la con-
pubblico” una istituzione che, intanto stanno morendo in mare. Non una mondo. Quella di Benedetto XVI purtroppo vinzione che qualunque com-
già 20 anni fa, fu consensualmen- parola proprio nel momento in cui parlarne non è disponibile. Diritto di Replica mento, anche il più accattivante,
te spartita in 3, con il primo ca- con autorità potrebbe voler dire salvare da sia più credibile e autorevole
nale alla Dc, il secondo ai socia- una deliberata disattenzione la prossima Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Gentile Direttore, quanto più si fonda su dati og-
listi, e il terzo canale ai comu- barca stracolma. Esempio: molti naufragi 00193 Roma, via Valadier n. 42 in merito all’editoriale di Marco gettivi e non su quelle che ri-
nisti. In tutti questi anni i movi- avvengono intorno a Malta. Proprio in lettere@ilfattoquotidiano.it Travaglio pubblicato dal suo schiano di trasformarsi in leg-
menti, nati fuori dai partiti che si quell’isola i maltesi hanno appena ottenuto gende metropolitane.
sono divisi la RAI, non hanno mai (con referendum) il diritto al divorzio, Andrea Cozzolino
messo al primo posto nei propri trovandosi contro tutta la forza di quella Deputato europeo Pd
obiettivi quello di buttare fuori i gerarchia cattolica. Purtroppo non risulta LA VIGNETTA
partiti e proporre di trasforma- che quella stessa gerarchia, con quella Prendo atto delle cortesi
re l’azienda in “public company”, stessa forza, si sia mai impegnata per precisazioni di Andrea Cozzolino.
di proprietà dei cittadini azioni- condannare la frequente omissione di Ma faccio rispettosamente
sti che pagano il canone. Solo osservare che le primarie del Pd
questa impostazione ci porte- per Napoli, vinte da Andrea
Cozzolino, sono state annullate
dallo stesso Pd che le ha ritenute
IL FATTO di ieri8 giugno 1949 denaro che stabilisce la propria
egemonia su informazione e po-
viziate da gravi irregolarità
(m.trav.)
“Sto lottando con questo libro sanguinario che riguarda lo litica.
stato delle cose se la guerra atomica non fosse Paolo De Gregorio I nostri errori
conclusiva”, scrisse George Orwell, chiuso nel suo ultimo,
solitario buen retiro alle isole Ebridi. L’idea di dar vita a Chi risarcisce i danni Nell’articolo sul Fatto Quotidia-
no di ieri, “Auchan, una dome-
“1984”, il cupo, futuribile romanzo sull’ethos del agli abbonati Rai? nica nel nulla per una mancia da
totalitarismo, lo assilla da anni e quando, l’8 giugno ‘49,
“Nineteen Eighty-Four” finalmente è in libreria a Londra,
Ma il Direttore generale della 18 euro”, abbiamo scritto che il
Rai, Masi, non era stato trasfe- sindacato che segue le proteste
Orwell è agli sgoccioli, finito dalla tisi. Il successo è
rito? È sempre lui il Dg? Ora è dei lavoratori dell’ipermercato
fulmineo. L’esegesi, il continuo revisionismo storico, le mille
biondo e porta le gonne... l’ot- sono i Cobas. In realtà è la Flaica
tentazioni speculative, riguarderanno i posteri. Di certo, timo e da molti (forse troppi!) CUB. Ce ne scusiamo con i let-
oltre all’analisi chiaroveggente su una “distopia” apprezzato manager? E i danni, a tori e con gli interessati.
annunciata e alla profezia di una devastante sopraffazione noi che paghiamo il canone chi li
di un Big Brother capace di spegnere coscienza e pensiero, risarcirà, Lei?
“1984” colpisce ancor oggi per l’attualità del suo Liliana Baldi
apocalittico messaggio. Quel salto di qualità che il Grande IL FATTO QUOTIDIANO
Fratello imprime alla dittatura, non solo pretendendo Bossi si dimentica via Valadier n. 42 - 00193 Roma
obbedienza assoluta, ma anche spontanea condivisione lettere@ilfattoquotidiano.it
del sogno, passiva adesione al bispensiero... “il potere di dell’Europa e dell’Fmi
inventare menzogne deliberate, nelle quali tutti alla fine È un nobile intento quello di
credono fino in fondo”, è cosa di oggi. È il grido profetico di Bossi di voler abbassare le tasse possibile perché altrimenti si fi-
chi ha voluto annunciarci l’assopimento della coscienza Direttore responsabile
a famiglie e imprese, anche se si nisce come la Grecia, infine ov-
vigile, per evitarlo. tratta di una evidente captatio viamente le solite agenzie di ra- Antonio Padellaro
Giovanna Gabrielli benevolentiae da parte di chi sta ting. Vicedirettore Marco Travaglio
cercando di recuperare i voti Felice Carpusi
persi nelle ultime elezioni ammi- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
rebbe vicino ad una reale demo- interessi economici e politici di nistrative. Per essere credibile Senza risparmio Progetto grafico Paolo Residori
crazia mediatica. Oggi si parla di parte, esattamente come B. og- dovrebbe anche spiegare come Redazione
Santoro alla TV7, che presto do- gi. Se alla 7 accorreranno i vari intende mettere in pratica que- non c’è futuro 00193 Roma , Via Valadier n°42
vrebbe essere controllata da un Fazio, Floris, Santoro, Gabanelli, sto regalo agli italiani. Dovrà Caro Fatto Quotidiano, da uo- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
“padrone buono” (De Benedet- Dandini, la Rai è destinata a mor- scontrarsi innanzi tutto con la mo di destra temporaneamente e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
ti), di tendenze monopoliste an- te certa e la torta pubblicitaria Bce e con i parametri di Maa- in carico alla sinistra (non senza
che esso, in quanto possiede già sarebbe spartita tra i due poli stricht che pare siano stati scritti sadico piacere dopo la sberla Editoriale il Fatto S.p.A.
Repubblica e l’Espresso e presto privati, De Benedetti e Berlu- appositamente affinché diventi elettorale stampata a cinque di- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
potrebbe tornare in possesso sconi, con evidente soddisfazio- quasi impossibile rispettarli, poi ta sulla faccia di qualche sedicen- Presidente e Amministratore delegato
della Mondadori scippatagli da ne di entrambi, e la questione arriveranno quelli del fondo mo- te uomo di destra...) mi chiedo Giorgio Poidomani
Berlusconi, legato al Pd e quindi “servizio pubblico” seppellita e netario internazionale a ricor- come mai in tutto il parlare che Consiglio di Amministrazione
inevitabilmente espressione di superata dallo strapotere del dare che il taglio delle tasse è im- la sinistra fa di precari e preca- Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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