Tremonti: “Niente riforma fiscale”.
Maroni: “Tirare a campare
distrugge la maggioranza”. Non è che la spallata se la daranno da soli?y(7HC0D7*KSTKKQ(
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DUWHLQ,WDOLDQHOVHFRQGRGRSRJXHUUD
dal 13 febbraio al
26 giugno 2011
Museo d’Arte della città
via di Roma 13 - Ravenna
www.museocitta.ra.it
Comune di Ravenna
tel. 0544 482477 Assessorato alla Cultura
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Domenica 12 giugno 2011 – Anno 3 – n° 139
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
Sì
di Antonio Padellaro
dc
obbiamo farlo non perché il quorum con
D
annessa vittoria dei Sì darebbe la spallata
decisiva a Berlusconi e alla sua corte dei
miracolati. Lui, mettiamocelo bene in te-
sta, resterà rintanato fino alla fine e qualunque
cosa accada (e poi gli annunci di spallate por-
tano jella). Dobbiamo farlo perché il quorum di
oltre 25 milioni di voti è un vetta vertiginosa e
dunque nessuna scheda può andare perduta.
Dobbiamo farlo anche se alla vetta mancherà
qualche decimale. Perché, comunque, mezza
Italia ai seggi sarà una gigantesca dimostrazione
di forza. Dobbiamo farlo anche se poi, quorum
o non quorum, la politica farà come le pare (nel
‘93 il 90 per cento si pronunciò contro il finan-
ziamento dei partiti, che continuano beati a
succhiare soldi pubblici). Dobbiamo farlo per-
ché è ora che tutti quanti si riprendano il pieno
diritto di voto sancito dalla Costituzione. Che
non è e non può essere la truffa organizzata dal-
le varie leggi porcata con gli elenchi dei vassalli
nominati dai capibastone partitici che trasfor-
mano la democrazia in farsa. Noi andremo a vo-
tare su problemi fondamentali per la nostra esi-
stenza e lo faremo in piena libertà. Dobbiamo
farlo perchè acqua, aria e legalità ci apparten-
gono e devono appartenere ai nostri figli. E, se
abbiamo qualche dubbio sull’andare a votare,
leggiamo questi versi di Roger Mc Gough pub-
blicati da “Internazionale”: “I politici (che stan-
no comprando macchinoni enormi con le ruo-
te chiodate grandi come giostre) hanno un nuo-
vo progetto. Ci ficcheranno dei ciotoli nelle or-
bite e della ghiaia nell’ombelico e ci riempiran-
no d’asfalto e ci coricheranno per terra fianco a
fianco per farci essere parte più attiva della stra-
da che porta alla rovina”. Buon voto a tutti.
+#!"!.!=!?
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dal 13 febbraio al
26 giugno 2011
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Ravenna www.museocitta.ra.it Ravenna
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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
PUÒ
Brava gentaglia
di Marco Travaglio
D
ura la vita di chi deve mentire sempre, non
può mai dire ciò che pensa e, quando esce
di casa ogni mattina, indossa la maschera
per apparire il contrario di ciò che è.
Questo è il destino della corte dei miracolati che da
17 anni circonda B. Politici, portaborse, giornalisti,
intellettuali, semplici elettori non fanno che
FARE
nascondere la verità (anche a se stessi) per
continuare a dargli ragione, a difenderlo, a votarlo,
qualunque cosa faccia e dica. Poi viene il momento
di mettersi in pantofole e dire finalmente qualche
liberatoria verità. Di nascosto, sottovoce. È
accaduto anche a madama Daniela Garnero da
Cuneo, maritata Santanchè, sottosegretario
all’Attuazione del programma, al telefono con il
compaesano e socio Flavio Briatore. Il 3 aprile,
come anticipato dal Fatto la settimana scorsa, la
Finanza che indaga sulle presunte evasioni fiscali
del manager cuneese, intercetta un paio di colloqui
fra i due. Parlano di alta politica (il nuovo sindaco di
Cuneo), poi Briatore racconta che è andato a
trovarlo Lele Mora e gli ha confidato: “Tutto
continua come se nulla fosse”. Cioè i bungabunga
presidenziali. Lei: “Roba da pazzi”. Lui: “Non più lì
(ad Arcore, ndr), ma nell’altra villa (Gernetto, sede
dell’Università delle Libertà, ndr). Tutto come
prima, non è cambiato un cazzo. Come prima più
di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la
base del film è uguale, il nocciolo duro.
Centovetrine”. Lei: “Ma ti rendi conto? Ma sei
sicuro che lui ha ripreso?”. Lui: “Sì, al cento per
cento”. Lei: “Io sono senza parole”. Difficile
immaginare la Santanchè senza parole, infatti
continua: “Ma perché?”. E lui: “È malato, Dani! Il
suo piacere è vedere queste qui stanche che vanno
via da lui. Oh, queste qui ormai lo sanno! Dopo
due botte cominciano a dire che sono stanche, che
le ha rovinate”. Lui e lei sanno tutto delle ragazze
che si prostituiscono ad Arcore per il “vecchio
porco” (copyright Belpietro) ansioso di sentirsi
decantare le sue virtù di maratoneta, così si
liberano prima e magari la busta del rag. Spinelli
cresce di volume. Pochi giorni prima a La7
Non dimentichiamo Fukushima Ieri in Giappone, tre mesi dopo il grande disastro, la gente in piazza contro il nucleare (F
OTO ANSA)
madama Garnero mascherata da Santanchè
tuonava contro l’inchiesta Ruby: “Queste ‘verità’
Oggi e domani occorrono 25.209.345 voti e forse non hanno riscontri oggettivi. Un’inchiesta
spionistica e dispendiosa che viola la privacy del
qualcuno in più. Per affermare i diritti di tutti su premier senza un reato. Queste ragazze
acqua, aria e legalità. E perché il voto non è cosa loro raccontano balle. Sono stata a pranzi e cene ad
Arcore, ma non ho mai visto le cose che si
pag. 2 - 3 - 4 - 5 z raccontano. A me non risulta che sia facile entrare
ad Arcore, ma spiare Arcore. È spionaggio, stupro,
nSabrina Ferilli nAdriano Celentano un brutto trucco della Procura”. Negli stessi giorni
in cui il lato A di madama parlava dei bungabunga
Sì, per un nuovo Sì, per non saltare con Briatore, il lato B votava con altri 313 deputati
miracolo italiano tutti in aria la mozione su Ruby nipote di Mubarak: nessuno di
quei 314 “onorevoli” ha mai creduto per un solo
Amurri pag. 3z pag. 5z
istante a ciò che stava votando. “Mora – rivela
l’amico Flavio – era in estrema difficoltà e Fede gli
nBianca Balti nRoberta De Monticelli ha preso il 50% dei soldi” (prestati da B., ndr). E poi
Fede è andato a dire al Presidente ‘erano i soldi che
Sì, male il premier Sì, perchè la legge è gli avevo prestato’. Invece non è vero, figlio di
puttana”. La Santanchè tornata Garnero (lato B)
che non va a votare uguale per tutti commenta lapidaria: “Che gentaglia”. Briatore si
pag. 4z pag. 4z trasforma in un vecchio saggio: “Ha ragione
Veronica, è malato. Uno normale non fa ‘ste robe
qui. Adesso Lele, che gli continua a portare, a
nLuca Zaia nMarco Ponti organizzare questo, è persino in imbarazzo lui!”.
Sì, sull’atomo No, io sull’acqua Lei: “Vabbè, ma allora qua crolla tutto”. Lui diventa
addirittura uno statista: “Dani, qui parliamo di
ho cambiato idea non sto col passato problemi veramente seri di un Paese che
De Rosa pag. 5z pag. 5z dev’essere riformato. Se io fossi al suo posto non
dormirei la notte. Ma non per le troie: per la
situazione in Italia. Prima o poi la gente comincia a
tirare le monete”. Lei: “Stanno già tirando”. Un
Europride
CATTIVERIE mese dopo la Garnero (lato B) torna Santanchè
Marcia arcobaleno Veronesi: “Senza il nucleare
(lato A) e starnazza in Tribunale: “La Boccassini è
una metastasi”. In privato, per l’onorevole double
dei gay su Roma l’Italia muore”. Umberto,
quella è l’acqua.
face, il malato è il premier e la gentaglia sono i
Fede. In pubblico la malattia sono i magistrati.
Perniconi pag. 8 - 9 z All’interno pag. I - VIII z www.spinoza.it Tanto la gente vede solo il lato A.
pagina 2

E
SÌ PUÒ FARE

copass, alberi, Expo, energia e Navigli:
Ecopass, alberi, Expo, sono gli argomenti dei cinque referendum
per i quali voteranno i milanesi, accanto ai
quattro quesiti nazionali. Con la scheda marrone si
energia e Navigli: chiede alla giunta di ridurre traffico e smog con “il
potenziamento dei mezzi pubblici, l'estensione di
Ecopass e la pedonalizzazione del centro”. Il piano
i quesiti milanesi prevede anzitutto l'allargamento progressivo dell'area
del ticket (per tutti i veicoli, tranne i mezzi ecologici).
Con la scheda celeste, si propone di “raddoppiare gli
alberi e il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo”.
Con la scheda lilla si impegna l'amministrazione
comunale di Milano a effettuare “tutte le azioni
necessarie a garantire la conservazione integrale del
parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo
e la sua connessione al sistema delle aree verdi e delle
acque”. Con la scheda blu si impegna la giunta ad
adottare un piano che riduca di “almeno il 20 per
cento” le emissioni di gas responsabili dell'effetto serra.
Gli interventi previsti: eliminazione delle caldaie a
gasolio entro il 2015, la "promozione e la diffusione"
del teleriscaldamento. Infine con la scheda rosa si
impegna la giunta a risistemare la Darsena “quale porto
della città ed area ecologica”.

Quando Come Lo spoglio Maratona tv

Oggi fino alle 22 Tessera e documento Valido solo Gli speciali
domani fino alle 15 di riconoscimento con il 50% più uno su Rai, La7 e Sky

I seggi sono aperti da

questa mattina alle 8 e
chiuderanno alle 22. Do-
mani, invece, si potrà vo-
tare dalle 7 alle 15. Il pri-
mo dato sull’affluenza ver-
rà diffuso oggi alle 12: per
questo i comitati invitano
ad andare a votare presto.
P er votare serve un docu-
mento di riconoscimen-
to (patente o carta d’identi-
tà) e la tessera elettorale. Chi
l’ha smarrita può chiedere
un duplicato agli uffici co-
munali che resteranno
aperti per tutta la durata del-
le operazioni di voto.
L o spoglio comincierà alle
15 di lunedì. Affinché il
referendum sia valido, deve
recarsi alle urne il 50% più
uno degli aventi diritti al vo-
to. Le schede degli italiani al-
l'estero verranno scrutinate
da dall’ufficio elettorale della
Corte di Appello di Roma.
D alle 15 di lunedì, se-
guiranno lo scruti-
nio in diretta lo “Speciale
Tg3” condotto da Bianca
Berlinguer, l’edizione del
TgLa7 con Enrico Menta-
na e lo “Speciale Referen-
dum” di SkyTg24, guidato
da Paola Saluzzi.

TUTTI AL SEGGIO
Servono 25.209.345 voti: meglio andare
entro le 12. A rischio le schede estere
di Paola Zanca sibilmente di mattina presto. (“Alle 10 al seggio di Curno, senza di una decisione (la Su-
Il dato dell'affluenza alle 12 provincia di Bergamo”) e del- prema Corte deciderà solo
er il Tg1, viste le pre- di oggi è molto indicativo di l’Udc Pier Ferdinando Casini

P
visioni del tempo, oggi
è la giornata ideale per
una “bella gita”. Il pre-
sidente del Consiglio Silvio
Berlusconi è partito già ieri.
Destinazione Porto Rotondo,
a Villa Certosa, lontanissimo
dalla sezione elettorale di Ar-
core. La sua assenza ai seggi
era ampiamente prevista. Ma
l’importante è che ci vadano
(è l’ultimo dato diffuso dal Vi-
minale) almeno 25 milioni
209 mila 345 italiani. È il nu-
mero che può far raggiunge-
re il quorum ai 4 referendum
che si votano oggi e domani.
Tutti mobilitati, quindi, pos-
come andrà a finire: sia per-
ché, storicamente, ogni volta
che a quest’ora i numeri era-
no già alti il quorum si è rag-
giunto, ma soprattutto per-
ché sapere che molti sono an-
dati a votare può servire a
spronare anche i pigri e gli
indecisi. “Il mattino ha il quo-
rum in bocca” è lo slogan
scelto dai comitati. Che ha
già fatto proseliti: “Io metto
la sveglia e vado presto al seg-
gio. Facciamolo tutti”, ha
scritto il segretario del Pd
Pier Luigi Bersani su Face-
book. Lo stesso annuncio dal
leader Idv Antonio Di Pietro
che voterà a Roma “alle
10.15”.
PIÙ VOTI ci sono, e meno
saranno determinanti quelli
dei 3 milioni residenti all’este-
ro. I risultati oltre confine po-
trebbero venire messi in dub-
bio, poiché sul nucleare si è
votato un quesito diverso da
quello delle schede italiane (si
era cercato di far saltare il re-
ferendum con una moratoria
sulle centrali, dunque la Cas-
sazione ha modificato il te-
sto). L’opposizione ha chiesto
di non calcolare i voti all’este-
ro per il quorum, ma in as-
giovedì), meglio andare sul si-
curo e cercare di portare a vo-
tare un numero maggiore di
persone del 50% più uno de-
gli aventi diritto. C’è ancora
tempo, avvertono i comitati,
per la “caccia al ‘più uno’”
che “può nascondersi nel vi-
cino di pianerottolo cui non
hai ricordato la data del voto,
nella zia alla quale non hai
spiegato che le centrali non
stanno solo in Giappone ma
le vogliono portare anche in
Italia. O nell’amico che non
hai accompagnato al seggio
prima di andare al mare”.
Guardiamoci intorno (e pre-
sto).
 Domenica 12 giugno 2011

A
SÌ PUÒ FARE

lla cerimonia che ha conferito a Umberto
Benigni: “Se perdono Eco la cittadinanza onoraria di San Leo,
provincia di Rimini, Roberto Benigni ha
parlato dei referendum: “Quando Eco mi ha chiesto di
quelli della Lega fanno venire qui - ha sorriso - ho risposto quattro volte sì: sì,
sì, sì, sì”. Poi ha rotto gli argini: “Se perdono questi
referendum una scissione vera è quella della Lega: una
la scissione nucleare” scissione nucleare la fanno...”. Ha parlato anche di
acqua: “L’avete voluta l’acqua pubblica? Se non la
privatizziamo fa quel che vuole. C’è un signore che la
vuole privatizzare e non solo ve la fa pagare qualche
euro in più ma la trasforma anche in vino quando va ai
matrimoni”. Poi è tornato sulla cittadinanza a Eco: “A
me che parlo da 17 anni di Berlusconi perchè non mi
danno la cittadinanza onoraria di Arcore? La voglio
chiedere ufficialmente”. “In un articolo, tempo fa, Eco
ha detto di San Leo: una rocca e due chiese - ha
scherzato - Mi hanno chiesto di Arcore - ha aggiunto -
dovrei rispondere un uomo e trenta escort”. E ancora:
“San Leo era nelle Marche e ora in Romagna. Anche ad
Arcore, per le cose che stanno accadendo là, sta
cambiando provincia: sarà sotto provincia di Las Vegas.
La chiusa: “Qui a San Leo ho visto la cella di Cagliostro,
è libera, Bossi ci vuol fare una centrale nucleare”.

Sabrina Ferilli: “I miei 4 Sì

per il nuovo miracolo italiano”
“VOTARE È UN DOVERE: CHI STA A CASA
POI NON POTRÀ LAMENTARSI DI NIENTE”

di Sandra Amurri sto governo. Non crede? simo stati governati da que- anche nei periodi più
Questi politici che invitano sti qua. La privatizzazione bui.
abrina Ferilli approfit- a non votare non starebbero può anche essere migliora- Il Sì del nucleare inve-

S tando di una pausa del

film sul Risorgimento
che sta girando, si allon-
tana dal set e come sempre,
senza tanti panegirici, con
schiettezza e determinazio-
ne dice la sua. Questa volta
sui referendum. “Andate a
votare. Io lo farò domenica
mattina”, dice la Ferilli. E
spiega perché: “Io vado sem-
pre a votare penso che sia
l’unica vera arma e non la
perdo. Non è una piccola
cosa quella che abbiamo nel-
la mani. Ma una grande co-
sa”.
Anche non prendere posi-
zione cioé astenersi è un
diritto come faranno oggi
e domani e hanno invita-
to a fare ministri di que-
Astenersi
mai
dove sono se le persone non
avessero esercitato il loro di-
ritto al voto. Allora capisci
che c’è malafede. Quando
serve a loro, quando è un lo-
ro interesse, sono pronti a
bloccare un intero Paese.
Quando è interesse dei cit-
tadini allora dicono che è un
loro diritto non votare. Vo-
tare non fa parte delle pic-
cole cose è una cosa gran-
dissima. Ma come si può di-
menticare o fare finta di non
ricordare che c’è chi ha dato
la propria vita per permet-
tere a noi a chi verrà dopo di
noi di poter scegliere in qua-
le Paese vivere? Certo, nes-
suno ti può saltare addosso
se ti astieni, ma che a dirlo
siano uomini di governo cre-
do che sia l’esempio più be-
cero che possano offrire. E
chi non vota sappia che non
potrà lamentarsi di niente.
Poi non ci rompessero con
mento del servizio a maggio-
re tutela dei diritti dei cit-
tadini ma certo in questo
momento politico non mi fi-
do proprio a sapere che la
gestione dell’acqua è in cer-
te mani. E poi dopo quello
che è successo a l’Aquila do-
ve hanno speculato sugli ap-
palti della ricostruzione co-
me fai a fidarti? Se non li ha
fermati quella immane tra-
gedia figurati quello che po-
trebbero fare con l’acqua.
Non ci voglio neppure pen-
sare.
Ma non è che lei si fida so-
lo di Bersani?
Ebbè di Bersani mi fido mol-
to. È misurato serio compe-
tente. Il Pd è il mio partito,
mi dà soddisfazione sempre,
Acqua
pubblica
ce è convinto?
Assolutamente. Il nu-
cleare è un’eredità di
morte che si passa di
padre in figlio per un
tempo indefinito.
Idem per il Sì sul legit-
timo impedimento?
Un Sì straconvinto. Senza
astio e inimicizie. Non è
contro qualcuno, ma a tute-
la di tutti. La legge d'altron-
de è e deve essere uguale
per tutti.. O no?
ll Presidente della Repub-
blica dichiara: ho sempre
votato e andrò a votare
anche questa volta. Il Pre-
sidente del Consiglio: non
andrò a votare.
E qui sta tutta la differenza
tra le due persone.
Crede che questo voto
sarà anche una sorta di
referendum contro o a fa-
vore di Berlusconi?
Beh dopo le vittorie a Mila-

Lo striscione al Colosseo
Venerdì, ultimo giorno utile per la
campagna referendaria, attivisti di
Greenpeace hanno srotolato uno
striscione dal Colosseo. A destra,
Sabrina Ferilli (FOTO ANSA, LAPRESSE)
“ Le urne sono
l’unica arma
le solite manfrine: sono tutti
uguali, tanto non cambia
niente. Nella vita quelli che
non fanno son sempre quelli
pronti a lamentarsi ma que-
“ Temo
gli speculatori:
no a Napoli e nelle altre città
sarà sicuramente un altro se-
gnale importante di bisogno
di autonomia. I cittadini
hanno capito che è ora di
questi politi-
ci, nonostan-
te si sveglino alle sei del mat-
tino per accompagnare i fi-
gli a scuola e debbano por-
che abbiamo sta volta dovranno tacere. non li ha fermati riprendersi la vita in mano. tare pure la carta igienica
Siamo indiscreti se le Spero veramente che questi perché non ci sono più i sol-
Non è una chiediamo cosa vota? neanche nuovi sindaci abbiano a cuo- di per comperarla, nono-
Ma che indiscreti! Voto quat- re la dignità e il benessere stante con 1000, 1200 euro
piccola cosa, tro sì anche se... la tragedia dei cittadini. Certo quello di al mese sfamino una fami-
Anche se con qualche De Magistris è stato proprio glia, continuino a credere
non voglio dubbio? dell’Aquila, un miracolo. Come è un mi- nella legge, nella legalità:
Quello sull’acqua è un “ni”. racolo che ci siano milioni di questo è il vero miracolo ita-
perderla Avrei votato no se non fos- chi si fida? persone che nonostante liano, altro che.

UN MINUTO DI SILENZIO per le vittime, poi la manifestazione anti-nucleare
Il Giappone ancora piange Fukushima
di Raffaela Scaglietta
a distanza reale che c’è tra Firenze e
Lcentrale
Roma è la stessa che c’è tra Tokyo e la
nucleare di Fukushima Daiichi .
Quella percorsa dalla protesta contro il nu-
cleare degli striscioni di Greenpeace calati
sul ponte vecchio di Firenze e le piazze di
Tokyo è invece solo virtuale. All’alba di ieri a
Tokyo i giapponesi hanno ricordato in si-
lenzio le vittime del grande terremoto del-
l’11 marzo , e pregato per quelle 8.000
persone ancora ufficialmente scomparse,
e poi hanno cominciato a manifestare con-
tro la politica nucleare del Sol levante. “No
more nuke” . Così dopo il terremoto geo-
logico è arrivato in Giappone un piccolo tsu-
nami della coscienza collettiva, trascinato
da Greenpeace Japan e dall’eco di internet
e di notizie che hanno riunito piccole e me-
no piccole comunità di ambientalisti di tut-
to il mondo.
“SIAMO STANCHI delle bugie del
governo e delle corporations che ci nascon-
dono tutto - racconta Junko N. - Una decina
di giorni fa, hanno fatto qualche cosa di stra-
no a Fukushima 3, hanno tolto una teleca-
mera che era fissa dal giorno del terremoto
per farci vedere altro. Non si può vivere co-
”
me in quella realtà raccontata dal libro
1984 di Orwell. Ma che succede? Quanto è
elevato il pericolo per i giapponesi?”. “ La
Tepco – la società che gestisce l’energia in
Giappone - controlla tutto, anche la stampa,
gli artisti, i cittadini, i politici. Chi va contro la
Tepco perde il lavoro” racconta Junko N.
“Ormai qui in Giappone ci sono due fronti,
quelli che fanno finta di niente e dicono che
tutto si rimetterà a posto entro 9 mesi e
quelli che non ci credono, hanno paura e
vogliono sapere. Mi sono arrivate informa-
zioni sui bimbi che sono stati evacuati e vi-
vono nelle zone limitrofe alla centrale di Fu-
Senza parole La commemorazione della mattina. Poi la manifestazion contro l’atomo
kushima che hanno i primi sintomi di ma-
lattia, perdono sangue dal naso e sono mol-
to deboli”. “Un gruppo di artisti ha creato
Operation Kodomotachi (kodomo significa
bambino) per denunciare questi primi ef-
fetti della contaminazione”.
Bloggers, ambientalisti si sono riuniti per
bypassare i canali informativi ufficiali. Ma
anche loro stanno cambiando.
UN GIORNALISTA dell’Asahi Shim-
bun, inviato sul fronte dei dannati nucleari ,
a pochi chilometri dalla zona off limit, rac-
conta che la situazione non è stabile, che il
”
Giappone ha importato una quantità di cri-
santemi mai vista prima dalla Malaysia per
onorare i defunti e che la Tepco gli invia ogni
giorno 50 pagine di documentazione det-
tagliata sulle centrali e sul sistema di con-
trollo. Ma è troppo tardi, lui è già sul posto.
Mentre tutti gli altri, scienziati, esperti, bu-
rocrati, politici hanno dovuto ammettere
che hanno fallito e che gli impianti non era-
no costruiti per resistere ad un terremoto e
uno tsunami così potente.
Il mito della sicurezza giapponese e della
prevedibilità delle catastrofi naturali è crol-
lato. Eppure come scrive il Financial Times
di Londra qualcuno ci provò a salvare questo
mito. Un deputato giapponese del partito
comunista Hidekatsu Yoshii, membro del so da districare velocemente in tempi di crisi
Parlamento cominciò a fare un’inchiesta economica.
cinque anni fa (poco dopo il primo grande
tsunami del Sud est asiatico) e concluse che IL PRIMO a pagarne il prezzo sarà il pri-
gli impianti nucleari erano vulnerabili e non mo ministro Naoto Kan. Pochi giorni fa ha
così sicuri come affermavano le autorità uf- scampato una mozione di sfiducia al Par-
ficiali. Addirittura Yoshii disse che gli impian- lamento ma ha già annunciato che lascerà
ti e i sistemi di raffreddamento delle centrali presto. Secondo le prime indiscrezioni è una
non avrebbero retto il terremoto e lo tsu- questione di settimane. Parte della stampa
nami insieme e le conseguenze sarebbero lo ha già sostituito con l’attuale ministro del-
state disastrose quanto Chernobyl. le Finanze Yoshihiko Noda, un uomo che
Le sue inchieste furono sottovalutate per- riflette, inoffensivo. Un politico zen che si
chè il patrimonio di interessi tra politica e occupa di finanze, dopo una tempesta nu-
industria nucleare era ed è troppo comples- cleare e umana cosi violenta.
pagina 4

A
SI PUÒ FARE

tre giorni dal voto, papa
Benedetto XVI Benedetto XVI, parlando ai
neoambasciatori di Moldavia,
Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda
dalla parte è intervenuto sul tema del nucleare,
protagonista dai referendum di oggi e
domani: “È divenuto necessario rivedere
dell’ambiente completamente il nostro approccio con la
natura”. Nel suo discorso, il pontefice ha
sostenuto che “l’ecologia umana è un
imperativo: adottare stili di vita rispettosi
dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo
sfruttamento di energie che, in grado di
salvaguardare il patrimonio del creato ed
essere senza pericolo per l’uomo, devono
costituire priorita' politiche ed economiche”.

“HO PIANTO DI GIOIA

pensabile di affidare l’acqua
nelle mani dei privati?”. Potreb-
be avvantaggiarsene la qualità
dei servizi? “Nooo. I privati
debbono far quadrare i conti,
non hanno a cuore gli interessi

PER PISAPIA.
dei cittadini. Il risultato è che il
servizio diventa più caro e più
scadente. Dei beni comuni si
deve occupare il pubblico”.
Legittimo Impedimento? “Che
si voglia sottrarre Presidente

VINCERE SI PUÒ”
Parla Bianca Balti, modella
e volto della pubblicità: “Per me sono 4 Sì”
una gran bella soddisfa-
da Neri Marcorè (“una splendi-
de, 4 anni, rivela: “Meno male
del Consiglio ecc…alla legge è
come ammettere che hanno bi-
sogno che siamo governati da
una manica di ipotetici bandi-
ti”.
È un fiume in piena Bianca Balti
e lo spiega così: “Quando mi
hanno detto che Il Fatto mi vo-
leva intervistare quasi non ci
credevo domani dirò a tutti i
miei amici - che sono comunisti
e mangiano i bambini - di com-
prarlo è per questo che cerco di
dire tutto quello che penso. E

È zione quando si scopre

che una bellezza mozza-
fiato è sostenuta da un’in-
telligenza coraggiosa e sensibi-
le. È il caso di Bianca Balti la
Musa di Leonardo da Vinci nel-
lo spot della Tim interpretato
da persona”, dice lei dell’atto-
re). Una delle modelle più fa-
mose e richieste ma anche una
donna animata da un forte im-
pegno civico e sociale. Venti-
che Il Fatto Quotidiano c’è altri-
menti non leggerei i giornali.
Lo compro ogni mattina e sono
soldi spesi bene. Siete una sal-
vezza”.
sette anni nata a Lodi vive a Mi-
lano, separata, Madre di Matil- E A PROPOSITO della di-
chiarazione di Berlusconi dice:
“Trovo scandaloso che un Pre-
sidente del Consiglio non vada
a votare per i Referendum”.
Mentre il Presidente della Re-
pubblica ci andrà. “Napolitano
è la nostra ancora di salvezza in
questo mare in tempesta”.
Chiederle come voterà è un az-
zardo? “No. Voterò quattro Sì
secchi”. Andiamo per ordine:
nucleare. “Credo che le ragioni
siano talmente palesi che non
vi sia bisogno di spiegazioni”
Privatizzazione dell’acqua. “È
“Il legittimo
impedimento
traduce l’idea
per cui siamo
governati da una
manica di
ipotetici banditi”
quando mi ricapita una occa-
sione così! Però se esagero mi
fermi pure”. E riprende: “Ma
che Paese è un Paese in cui il
Premier fa una conferenza
stampa per annunciare che Al-
fano sarà il coordinatore del Pdl
e poi butta lì che farà chiudere
Annozero? Se facessero un re-
ferendum: vota Sì se vuoi San-
toro e No se non lo vuoi sono
certa che i Sì li inonderebbero.
Santoro deve esserci così come
altri conduttori: a meno che
non facciano dei flop gigante-
schi poi uno sceglie. Il teleco-
mando è come andare a votare. Bianca Balti quando non sfila lore per cui vendersi e poi ve-
E si chiama democrazia” . presta la sua immagine a Louis diamo: ah sì che sapesse lottare
Vuitton per la campagna “SOS contro le ingiustizie” Un’ulti-
QUALCUNO dalle fila della Villaggi dei bambini” per co- ma domanda a proposito di re-
maggioranza le ha consigliato struire case famiglia in Italia in ferendum. Pensa che il rag-
di rinunciare ad esprimere opi- cui i bimbi possono restare giungimento del quorum sarà
nioni politiche… “Capisco che con i genitori che vengono un’altra spallata al Governo?
possa accadere nel Paese delle supportati dagli assistenti so- “Sì certo. Bisogna votare anche
olgettine e delle ragazze che si
immolano al drago, giusto per
ciali. E anche a Medici Senza
Frontiera. Bella, intelligente,
per questo. Sa, Milano è già più
bella. Pensi che lunedì quando
citare una frase divenuta famo-
sa alla cronaca.... - ride - ma io il
sensibile, impegnata nel socia-
le siamo vicini alla perfezio-
Pisapia ha vinto ero a Parigi a
sfilare per Karl Lagerfeld e
diritto di esprimere opinioni
l’ho acquisito con la nascita e
ne... “Macchè! Diciamo che
cerco di portare sempre con
piangevo dalla gioia e dalla pe-
na di non poter essere in Piazza
non ho alcuna intenzione di ri- me la testa e di non dimentica- Duomo e dopo un po’ anche le
nunciarci. Peccato che anche re di averla neppure quando li- colleghe americane, francesi
tra la mia generazione c’è chi bero il cuore”. Cosa vorrebbe gioivano con me”.
per paura preferisce non espor- che sua figlia imparasse? “Ad Ecco questa è Bianca Balti una
si. Detesto l’ipocrisia. Dirò di avere rispetto per se stessa e bellezza mozzafiato e di sini-
più: sono felice che le mie opi- quindi per gli altri. Che i soldi stra. Qualcuno può farlo sapere
nioni grazie al potere mediatico sono una necessità per non al Ministro La Russa?
abbiano una eco maggiore”. perdere dignità ma non un va- Sandra Amurri

Un Sì per la legalità

Tutti quesiti importanti, ma uno è vitale

di Roberta De Monticelli
uante volte abbiamo sentito
Qin contesti
usare la parola “narrazione”
dove, non dico un ere-
de dell’Illuminismo lombardo, ma
una persona appena ragionevole
non si aspetterebbe di trovarla:
dove si dovrebbe semmai parlare
di idee e magari, perché no, di
ideali; e invece tale è il terrore che
poi qualcuno possa trovare un bri-
ciolo di ideologia in quello che dici,
da indurre chi parla alle folle a
rimpiazzare idee e ideali con le
più fluide e romantiche “grandi
narrazioni”. Un omaggio alla po-
st-modernità che sarebbe intolle-
rabile se non lo rendesse tolle-
rabilissimo il confronto con l’elo-
quenza corporale delle pernac-
chie e dei rutti, o con la gara co-
smicomica a chi la spara più gros-
sa, che ci ha afflitto negli ultimi
giorni di messa all’asta degli ul-
timi pezzi di Stato e di legalità,
con uno che batteva i prezzi e le
offerte per un paio di ministeri da
traslocare in Padania, e l’altro che
aboliva tasse e balzelli in barba
all’impossibile. C’è un’altra paro-
la inflazionata, che è “film”, nel
senso traslato di rappresentazio-
ne parallela: da un lato c’è il flusso
degli eventi, dall’altro quello delle
rappresentazioni, e che poi fra i
due flussi ci sia un nesso, è pre-
cisamente quello che l’uso della
parola “film” rende del tutto ir-
rilevante. Fatti ed eventi, poi, sono
una cosa che non si tocca più: al
massimo ci si immerge come a
bagno, un bagno eracliteo, per-
ché tutto fluisce e tutto è “liquido”
(altra parola che, con buona pace
dei sociologi, andrebbe sottolinea-
ta in rosso e blu come nei compiti
in classe di una volta gli stereotipi
tanto vaghi quanto ossessivi, che
vanno bene per tutto, dalle diete
alle associazioni politiche).
Avevamo un sogno. In alcune cit-
tà d’Italia si è avverato. Per tutto
il Paese, è rimasto a metà. E cre-
sce la paura che questo sogno
per metà realizzato non si rea-
lizzi del tutto, magari perché noi
stessi lo fraintendiamo, e non
sappiamo tener fermo all’ideale
puro che lo ha nutrito, e alle idee
chiare e distinte che gli hanno
dato forma. Alcuni piccoli segni di
possibili fraintendimenti in giro si
vedono, e dovremmo fare del no-
stro meglio per dissiparli, da Na-
poli a Milano. Ma uno, di frain-
tendimento, dovremmo combat-
terlo anche in noi stessi con forza
ogni giorno. Che cosa è in gioco,
in questo referendum? Il nuclea-
re, l’acqua, la legalità. A tutti i
politici è convenuto battere con
forza su nucleare e acqua, o per
denunciare, con la maggioranza,
l’inappropriatezza e l’inutilità
del pronunciamento popolare,
oppure per esaltarne, con l’op-
posizione, la necessità. Sull’altro
tema invece si preferisce quasi
tacere. Ci saranno ragioni di op-
portunità, da parte dell’opposi-
zione, meglio non spaventare l’e-
lettorato moderato, per non met-
tere a rischio il quorum.
Eppure queste ragioni di oppor-
tunità non debbono finire per in-
gannare le nostre coscienze. I
primi tre (nucleare, acqua1 e ac-
qua2) sono quesiti importantis-
simi; il quarto (legittimo impe-
dimento) è vitale. È, nell’imme-
diato, la vera questione di vita o
di morte. Per la democrazia e
per la ragione, dentro ciascuno di
noi prima che nel Paese. Ven-
ticinque milioni di persone che
accettano di prendere posizione:
sarebbe un fatto di proporzioni
tanto gigantesche, oggi e qui, da
superare il più audace dei sogni,
se la posizione chiara e netta –
come il referendum la chiede,
senza se ne ma – fosse un sì alla
questione se la legge debba es-
sere eguale per tutti. Un gigan-
tesco fatto, per affermare con
evangelica semplicità un valore
che è in effetti un semplice mi-
nimo etico, una condizione pri-
ma e ovvia di convivenza civile.
Un enorme fatto per riaffermare
un valore tanto evidente e as-
soluto quanto enorme è stata la
vergogna nazionale di aver ac-
cettato e subito la sua violazione
per tanti e tanti anni. Il riscatto
morale e civile del nostro Paese,
una croce sopra tanti anni di
Per il Paese
la questione
di vita
o di morte
è la scelta
sull’impunità
di Berlusconi
esaltazione proterva dell’impu-
nità di tutti quelli che sono più
uguali degli altri. Questo è in gio-
co. Nel sogno di un fatto enorme,
che affermi la giustizia, un valore
umile e indispensabile alla vita
delle società come l’acqua lo è
alla vita fisica. Che lo affermi sim-
bolicamente, ben oltre l’angustia
della formulazione particolare,
la quale riguarda una fra tante
leggi ad personam. Ma infine: sa-
rebbe un fatto tanto grande da
levarci di torno, almeno per un
giorno, i film e le grande narra-
zioni, e tanto solido da far eva-
porare tutta la residua liquidità
delle menti inclini ad ogni com-
promesso. Basterebbe a saziare
per un giorno quello che Simone
Weil riteneva il più sacro fra i
bisogni dell’anima: il bisogno di
verità. Allora il sogno sarebbe
davvero compiuto, qualunque
cosa accada dopo. Perché dove
un immenso fatto afferma un ba-
silare valore, là un’intera società
si mostra capace di rinnovamen-
to, e un’intera nazione può ri-
cominciare a vivere e a sperare.
 Domenica 12 giugno 2011

“S
SI PUÒ FARE

tavolta non andrò al mare, e spero
Bobo Craxi: che l’astensionismo non vinca".
Bobo Craxi ricorda bene quando,
il 9 giugno 1991, suo padre invitò gli italiani a
“Non andate boicottare il referendum di Mario Segni sulla
preferenza unica alla Camera. "Il più inutile fra i
referendum" sentenziò Bettino, ma 27 milioni di italiani
al mare” lo smentirono votando una misura - teoricamente -
anti casta. Una sonora batosta per il leader socialista, ha già capito che aria tira: "Il
che sperava nella totale disgregazione del blocco Dc problema è che poi la gente
per garantirsi un futuro da stabile condottiero e si comincia veramente a tirar le
trovò invece avviato sulla strada del declino causa monete" dice Flavio Briatore
crollo dell'intera Prima Repubblica. Vent'anni dopo, è alla sua amica Santanché.
l'amico Silvio Berlusconi a ripetere: voto inutile, Risposta: "Stanno già
astenetevi. Dichiarazioni lanciate e poi sfumate, tirando". Più Craxi di così.
presagio di sventura subito allontanato. Perché c'è chi Chiara Paolin

“HO CAMBIATO IDEA”

Il governatore veneto Zaia fa (di nuovo)
il leghista controcorrente: “Io vado ai seggi”
di Alberta De Rosa 2010 si scagliò contro il via trioli). E così se Berlusconi ha dell’80% di energia da fonti Diverso parere
libera da Bruxelles alla colti- detto che andare a votare è rinnovabili. E se in Italia in-
uca Zaia, presidente del- vazione della patata ogm, ma inutile, e Umberto Bossi ha di- vece si conferma l’orienta-
Acqua, 10 cose
L la Regione Veneto, è il
più referendario dei le-
ghisti. E se da sempre la
Lega ha almeno due anime,
quella di governo e dei con-
l’esempio epocale fu pochi
mesi dopo, ad agosto, quando
appena eletto governatore
scoppiò la rissa sui campi di
mais transgenico in Friuli, sra-
chiarato che se ne starà a casa,
Zaia da giorni ripete che in-
vece lui a votare ci andrà. “Il
clima che si è creato intorno
alla consultazione svilisce
mento al nucleare noi ci tro-
veremmo tra 15 anni, quando
la prima centrale entrerà in
funzione, ad aver compiuto
una scelta anacronistica. Co-
che i referendari
non dicono
sigli d’amministrazione e dicati da attivisti di Greenpea- profondamente il valore e me al solito il mondo va da
quella di lotta e contestazio- ce e dal gruppo no global “Ya l’importanza dei temi che si una parte e noi ben ultimi ad
ne, Zaia le ha declinate en- basta”. Zaia plaudì al blitz affrontano - spiega lo stesso inseguirlo.
trambe divenendo ministro mentre Galan gridò “squadri- Zaia - E la causa è una sola: Ma lei non aveva votato nel
dell’Agricoltura ma incarnan- sti”. Si è fatto ritrarre in mezzo l’eccessiva politicizzazione. giugno 2008 il sì al nuclea- Dopo tanti pareri a favore del sti veri. Le imprese possono anche
do poi quella no global, spes- ai campi, alle vigne, tra salami C’è una trasversalità che va ol- re come membro del go- Sì, pubblichiamo un intervento essere colluse per alterare le gare:
so molto più vicino alle idee e formaggi, tra le mucche e gli tre gli schieramenti politici. verno? favorevole al No sui due quesiti questo vale sempre, ma l’Antitrust
di Mauro Corona che a quelle asini, fino ai cavalli. L’ultima Spero che il dibattito postre- Sì. Sono passati 3 anni e sono sull’acqua si è dimostrata efficace. Al più, la
di tutti i suoi colleghi del Pdl. performance agricola lo vede ferendario non sia: ‘Ha vinto cambiate molte cose. È suc- concorrenza deve essere rafforza-
Non è la prima volta che Zaia nella difesa del cetriolo: a Tre- Tizio o ha perso Caio’, la boc- cesso di tutto e si è aperta una di Marco Ponti* ta, non eliminata!
si smarca dalla maggioranza. viso pochi giorni fa ha parte- cata d’ossigeno o la spallata riflessione a livello mondiale. 7 Il capitale per investimenti costa
Sempre da ministro condusse cipato ad un insalatona a base finale per il governo... Spero La nuclearizzatissima Francia 1Non è vero che è solo sull’acqua comunque alle amministrazioni
una battaglia durissima per ra- dell’ortaggio incriminato (ag- invece che ci fermeremo tutti con ben 58 reattori sul suo oggetto del referendum, ma non si pubbliche: si può far finta di no, e
teizzare agli splafonatori le giungendo così alla galleria, la insieme a riflettere sui proble- territorio, in un recente son- ha il coraggio di dirlo: trasporti farlo pagare ai contribuenti, ma è
multe dell’annosa vicenda foto mentre è intento a spin- mi, sulle sfide fondamentali daggio si è espressa per il 60% pubblici, rifiuti, asili ed altro. Tutti i un imbroglio populista. Tutti gli in-
delle quote latte. Nel marzo gere una carriola piena di ce- per il futuro, che non riguar- favorevole ad un graduale ab- servizi comunali sarebbero esen- vestimenti pubblici sono fatti attra-
dano solo noi e i no- bandono di questa forma di tati dall’obbligo di gara. E questo verso l’indebitamento, e quindi pa-
stri interessi, ma la energia. obbligo significa solo cercare di ri- gando costi di capitale. Ci sono tec-
Quelli che oggi nostra visione del E sull’acqua? durre i costi di produzione del ser- niche per determinare il corretto
vanno a votare mondo, perchè Per il mio sì sull’acqua io pos- vizio, a beneficio degli utenti, o dei costo del capitale da riconoscere
A sinistra la modella milanese hanno una fortissi- so dire solo che non c’è tema contribuenti se i servizi sono sus- (“l’equo profitto”). La conseguen-
Bianca Balti. Qui a destra ma rilevanza eti- più identitario, viscerale ed sidiati. za è che senza una retribuzione
il presidente della regione Veneto ca”. etico della sua gestione pub- 2Non è vero che le gare compor- minima del capitale le banche non
Luca Zaia (FOTO ANSA, DLM) Lei quindi andrà a blica. tano la privatizzazione dei servizi presteranno soldi né a pubblici né
votare e che cosa E sul legittimo impedi- locali: le gare sono periodiche, e il a privati, e gli investimenti si bloc-
voterà? mento? capitale (reti ecc.) rimane pubbli- cano.
La scelta I miei saranno sicu-
ramente 3 sì. Non
Guardi a dire il vero devo an-
cora rifletterci su. Perchè vor-
co. La periodicità delle gare rende il
vincitore, pubblico o privato, molto
8 Le tariffe per l’acqua oggi sono
bassissime perché non si fanno le
“anacronistica” perchè, come qual-
cuno pensa, il Vene-
rei studiare bene. La legge
scade a luglio e il legittimo im-
più attento a rispettare il contrat-
to, e rende meno facile la collusio-
manutenzioni e gli investimenti
(60 miliardi di buco), per ragioni di
delle centrali: to è interessato dal-
la localizzazione
pedimento nella sua versione
originaria affermava come
ne con l’amministrazione appal-
tante.
consenso elettorale. La produzio-
ne del servizio idrico costa in realtà
dei siti per le cen- fossero le alte cariche dello 3Non è vero che il referendum ri- molto cara: se si vuole sussidiarla,
“Come al solito trali. Io dico di con- Stato a dover certificare il loro guarda la socialità dei servizi, anzi: cioè farla pagare ai contribuenti e
dividere scelte che impedimento: ora è arrivata la più costa produrli, meno sarà pos- non agli utenti, occorre alzare le
il mondo va altri Paesi hanno già bocciatura da parte della Cor- sibile erogarli a prezzi bassi. Oggi i tasse o fare rinunce in altri settori.
fatto come per te Costituzionale, è il giudice costi di produzione dei servizi in 9 Se una gestione pubblica ha co-
da una parte, noi esempio la Germa- che decide…per cui, alla fine Italia sono molto alti, soprattutto sti di produzione più bassi, a parità
nia, che ha fissato al questo quesito mi sembra su- per “voto di scambio” con gli ad- di servizio e di manutenzione, di
lo inseguiamo” 2020 la produzione perato dagli eventi. detti. Se si vuole mantenere un una privata, vincerà la gara. In quel
buon livello di socialità nel sistema, caso, tutto rimane come prima
cioè tariffe basse, occorre ridurre perché la situazione non è miglio-
drasticamente quei costi. D’altra rabile. Non voler fare le gare (co-
LA SCOMMESSA DI ADRIANO suicidarsi, la logica vuole che chi non si suicida è un parte, affidare un servizio ad un me è emerso nel settore dei tra-
mascalzone. Purtroppo invece, caro ministro, essere privato non ne preclude la missio- sporti in questi anni), è solo indizio
IL GOVERNO FINIRÀ nuclearisti non solo è una bestemmia, ma significa ne sociale: il concedente (pubblico) di malafede e di volontà di conti-
CON IL QUORUM A PEZZI essere DEMENTI fin dalla nascita. La verità è che il può richiedere che il concessiona- nuare pratiche di sottogoverno.
vostro è un trucco per indebolire il referendum: rio (pubblico, privato o misto) pro- 10 L’acqua è un bene pubblico,
L’impegno di Adriano Celentano per la campagna senza il quesito del nucleare (e ora state tentando di duca servizi perfino gratuiti per il esattamente come molti altri ser-
sui referendum è cominciato proprio sulle colonne far saltare anche quello sull’ACQUA), sperate che il cittadino, naturalmente definendo vizi indispensabili, ma bisogna de-
del “Fatto”, poi in video ad “Annozero” e on line su LEGITTIMO IMPEDIMENTO non raggiunga il il livello di servizio e pagando un cidere democraticamente, e caso
“ilfattoquotidano.it”. Al suo appello hanno subito quorum. Stavolta credo che sarà proprio il governo a corrispettivo adeguato. per caso, le priorità sociali. Queste
aderito tra gli altri Carlo Verdone, Monica Guerri- finire con “il quorum a pezzi”. 4 La gestione pubblica attuale, priorità possono essere molto dif-
tore, Giobbe Covatta, Fiorella Mannoia, Franco Bat- Adriano Celentano che si vorrebbe mantenere intatta ferenziate tra area e area, e anche
tiato. Ne ripubblichiamo uno stralcio col referendum, ha prodotto una in funzione di orientamenti politici
voragine che qualcuno comunque diversi (perché sussidiare l’acqua
O ggi purtroppo il pericolo radioattivo, e quindi
di morte lenta e dolorosa, è di gran lunga
maggiore di quanto è avvenuto in quegli anni. Che
DINO ABBRESCIA (ATTORE)
dovrà pagare. Questo spesso vale
per il servizio idrico in particolare,
per il quale non si sono fatti né ma-
a case di vacanza? Perché sussi-
diare i ricchi? Perché non le case
popolari?). Perché nessuno si scan-
peso può avere oggi la saggezza degli italiani se poi VOTO PER MIO PADRE nutenzione né investimenti: un ter- dalizza se già oggi viene remune-
chi ci governa fa dei discorsi cretini come quello che E PER LA LEGALITÀ zo dell’acqua viene perduta per rato il capitale investito nelle reti
abbiamo ascoltato a “Porta a Porta” dal ministro questo motivo. O dovranno pagare elettriche e di distribuzione del
Paolo Romani? “Innanzitutto essere nuclearisti – ha
detto – non può essere
definita una bestemmia.
H o fatto per anni il poliziotto nelle fiction,
ma mio padre è stato davvero un agente
di Polizia, per tutta la vita. Negli anni '60 denunciò una
gli utenti con tariffe più alte, o i con-
tribuenti con tasse più alte, ma bi-
sogna dirlo.
gas? Sono meno essenziali?
Certo la normativa in discussione
ha dei difetti (il 7 per cento di costo
Lo sono tutti i più grandi serie di cose che non gli piacevano, per risposta lo 5 Se si sussidia un servizio, occor- di capitale dovrebbe essere più
Paesi del mondo e tutti i mandarono in Tirolo, dove mettevano le bombe sui rerà rinunciare ad altri. Una alter- flessibile, e l’autorità più indipen-
Paesi europei. L’unica tralicci e i rappresentanti delle istituzioni erano bersagli nativa è ovviamente rinunciare ad dente), ma tornare a un passato
grande potenza viventi. Così ho imparato a capire cosa significhi altri servizi, se si vuole sussidiare indifendibile per chissà quanto
industriale che non ha il proteggere davvero la democrazia: si paga caro. Per l’acqua. O alzare le tariffe altrove: tempo appare suicida. Per conclu-
nucleare è solo l’Italia”. questo non posso accettare una norma che dice: se per esempio, i trasporti pubblici dere: qualcuno ricorda lo slogan
Come dire che, se la premier e ministri non vogliono presentarsi davanti al italiani hanno le tariffe più basse berlusconiano “meno tasse e più
maggioranza dei Paesi loro giudice, possono mandare la giustificazione. d’Europa. Ma bisogna dirlo. pensioni”? Chi non sarebbe d’ac-
industriali vogliono Anche andare a una parata o ai campionati mondiali di 6 Le gare possono essere truccate cordo? Lo spirito dell’attuale refe-
chissacchè può essere attività di governo, no? Allora io da amministrazioni incapaci o cor- rendum sembra davvero molto af-
oggi vado a votare. Per me e per mio padre. Chi. Pa. rotte: immaginiamoci cosa faran- fine a quello slogan.
Adriano Celentano no senza gare che servono almeno * professore di Economia dei tra-
e a destra Dino Abbrescia (FOTO LAPRESSE) a evidenziare le inefficienze e i co- sporti al Politecnico di Milano
pagina 6 Domenica 12 giugno 2011

C
PIANGE IL TELEFONO

ome per il caso Ruby, la giovane
Lo scoop del “Fatto” marocchina che il premier “salvò” da una
notte in questura a Milano, ancora una
volta è stato il Fatto Quotidiano a tirare fuori la notizia
sull’inchiesta delle intercettazioni di Flavio Briatore e Daniela
Santanchè, in tre pezzi del 2,3 e 4 giugno. Si raccontava
come il sostituto procuratore di Genova Walter
la settimana scorsa Cotugno, che stava indagando sulle presunte evasioni
fiscali dei proprietari di megayacht, aveva messo
sotto intercettazione anche Flavio Briatore. Il
quale, parlando con Daniela Santanchè, in
alcune telefonate intercettate dalla Guardia di
finanza di Genova, raccontava dei festini del
presidente del Consiglio e del ruolo di Lele
Mora, “costretto” a continuare la sua attività di
organizzatore, nonostante le inchieste.

ALLARMI
di Gianni Barbacetto era in estrema difficoltà e Fede continua a portare, a organizza-
e Antonella Mascali gli ha preso il 50 per cento dei re questo, è persino in imbaraz-
soldi... E poi è andato a dire al zo lui!”. Daniela: “Va beh, ma al-
n pubblico, inossidabili so- presidente: Erano i soldi che gli lora qua crolla tutto”. Flavio:

I stenitori del capo. In priva-

to, però, anche a loro scap-
ho prestato. Invece non è vero,
figlio di puttana”. Daniela: “Che
“Daniela, qui parliamo di proble-
mi veramente seri di un Paese

DI FINE REGIME
pa la verità: “Qua crolla tut- gentaglia”. Il direttore del Tg4 re- che deve essere riformato. Se io
to”, “Il problema è che poi la sta inamovibile al suo posto, do- fossi al suo posto non dormirei di
gente comincia veramente a ti- po l’esplosione del caso Ruby, notte. Ma non per le troie. Non
rare le monete”. Flavio Briatore anche se viene tenuto in quaran- dormirei per la situazione che
e Daniela Santanchè, chiacchie- tena: “Non ha più parlato con il c’è in Italia... Il problema è che
rando al telefono, ammettono il presidente”, dice Briatore. poi la gente comincia veramente

tramonto del regime. Peccato
per loro che le sconsolate con-
fidenze di due vecchi amici che
parlano di Silvio Berlusconi fini-
scano intercettate.
IL FATTO Quotidiano aveva
raccontato questa vicenda in tre
articoli il 2, 3 e 4 giugno. Aveva
spiegato che il sostituto procu-
ratore di Genova Walter Cotu-
gno, che stava indagando sulle
“Qui crolla tutto. Ci tirano le monete”
presunte evasioni fiscali dei pro-
prietari di megayacht, aveva
messo sotto intercettazione an-
che Flavio Briatore. L’ex mana-
ger della Formula 1, parlando
con Daniela Santanchè, in alcu-
ne telefonate intercettate dalla
Guardia di finanza di Genova rac-
contava dei festini del presiden-
te del Consiglio e del ruolo di Le-
le Mora. Ora queste intercetta-
zioni sono sono state mandate a
Milano e sono confluite nel pro-
I giudizi su Emilio
Fede: “Un vero
figlio di pu...”,
“un deficiente”,
“ha rubato”,
“non parla più
con Berlusconi”
B. FA LE ORGE
“Sembra che abbia comprato
delle case alla Zardo, con tutti ’sti
soldi. Ma pensa che deficiente”.
Raffaella Zardo è una presenta-
trice tv amica di Fede.
Il 7 aprile, Daniela Santanché
racconta a Briatore la sua visita a
Gli amici Briatore e Santanchè Cesare Geronzi, appena silurato
dal vertice delle Assicurazioni
Generali. Sembra sperare in una
sua resurrezione (“Geronzi mica
finisce così”), ma Briatore le gela
gli entusiasmi. Le spiega che ha
contro anche Giulio Tremonti.
“Ma vuol dire che perde Berlu-
sconi”, capisce finalmente San-
tanchè. Flavio: “Dani, io ti dico
un’altra roba. Se il presidente
continua a fare quello che fa...
Siamo nelle mani di Dio qui, eh?
Perché l’altra sera ho saputo che
c’è stata un'altra grande festa lì,
eh? Ha ragione Veronica, è ma-
lato. Perché uno normale non fa
’ste robe qui. Adesso Lele, che gli
Le scuse
degli intercettati
non bastano
Il direttore del
Tg4: “Erano
persone da non
frequentare”
Daniela Santanchè e Flavio Briatore, qui con il ministro Ignazio La Russa (FOTO MILESTONEMEDIA)
a tirar le monete”. Daniela: “Le
stanno già tirando”.
UNICO MOTIVO di soddisfa-
zione, per Santanchè, è l’opera-
zione che ha concluso in Rai:
“Berlusconi ha fatto fare a me
l’accordo con Masi, e quindi tra il
7 e il 9 aprile viene nominata Lei,
perché sai, è una mia carissima
amica”.
Difficile ora, per Briatore, indos-
sare i panni del testimone della
difesa, chiamato a dire sotto giu-
ramento che quelle di Arcore
erano solo “cene eleganti”.
Adesso Flavio tenta di riparare
con Fede: “Ti chiedo scusa: se
c’è una persona a cui non vorrei
fare del male sei tu”. I suoi legali
invece, Fabio Lattanzi e Massimo
Pellicciotta, presentano una de-
nuncia per rivelazione di segreto
d’ufficio contro Repubblica, che
si aggiunge a quella già presen-
tata contro il Fatto Quotidiano.
La prende male Emilio Fede: “I
peggiori nemici sono quelli che
ti stanno più vicino: Daniela San-
tanchè e soprattutto Flavio Bria-
tore, che conosco da trent’anni.
Ancora una volta aveva ragione
mia moglie: stamattina mi ha det-
to ‘Emilio te lo ripetevo sempre
erano persone da non frequen-
tare’”. Difende anche la Zardo:
“Raffaella ha già avuto un sacco
di problemi, è una falsità bella e
buona, lei vive in un monolocale
di 40 metri quadri e paga 800 eu-
ro”.

cesso a carico di Nicole Minetti,
Emilio Fede e Lele Mora, accusati
di aver portato prostitute, anche
minorenni, a Silvio Berlusconi. Il
27 giugno i tre dovranno compa-
rire davanti al giudice dell’udien-
za preliminare. In vista di questo
appuntamento processuale, ve-
nerdì 10 giugno i pm di Milano
hanno depositato ai difensori dei
tre indagati gli audio e i brogliac-
ci delle intercettazioni, finite ieri
sulle pagine di Repubblica.
Daniela Santanchè, sottosegre-
tario del governo Berlusconi, esi-
Il ritorno di Feltri
bisce in pubblico la più strenua
difesa del presidente del Consi-
glio, tanto da dichiarare, uscen-
do dal tribunale milanese, che
considera la pm Ilda Boccassini
“una metastasi”. Nelle telefonate
con l’amico Flavio usa altri toni:
“Io sono senza parole”, dice.
“Roba da pazzi”. “Va be’, ma al-
lora qua crolla tutto”. È il 3 aprile.
Briatore le confida: “Sai chi è ve-
nuto a trovarmi a Montecarlo?
Lele Mora. Non bene di salute, e
mi ha detto: Tutto continua co-
me se nulla fosse... Non più lì (ad
Arcore), ma nell’altra villa... Tut-
to come prima, non è cambiato
un cazzo. Stessi attori... stesso
film, proiettato in un cinema di-
verso... Come prima, più di pri-
ma. Stesso gruppo, qualche new
entry, ma la base del film è ugua-
le”.
“Ma sei sicuro che lui ha ripre-
so?”. Flavio: “Al cento per cen-
to... È malato, Dani! Il suo piace-
re è vedere queste qui, stanche,
che vanno via da lui. Stanche, di-
cono. Oh, che poi queste qui or-
mai lo sanno! Dopo due botte co-
minciano a dire che sono stan-
che, che le ha rovinate”.
DI MORA, l’impresario televi-
sivo finito in bancarotta, Briato-
re racconta: “Lele è stato da me
due ore, mi fa pena. Dice: Fla, mi
hanno messo in mezzo. E sono
talmente nella merda che l’unico
che mi può aiutare è lui (Silvio)...
Faccio quello che mi chiedono”.
Parla anche di Fede, Briatore.
Dei soldi che si è fatto dare da
Berlusconi per Mora, pretenden-
do però di tenersi la metà: “Mora
Il sindaco che fa acqua (privata)
Renzi Tours
da Arcore a Libero
NON C’È NULLA DI MALE a schierarsi per il No ai due referendum
sull’acqua, come fa il giovane Matteo Renzi, sindaco Pd di Firenze.
Anche noi, fautori del doppio sì, sappiamo che la questione è
controversa. Ciò che stupisce è che l’aspirante rottamatore dei
vecchi leader Pd intervenga sul tema per attaccare Di Pietro,
alleato del suo partito, accusandolo di aver cambiato idea rispetto
al 1996 (15 anni fa). E lo fa proprio alla vigilia del voto e proprio sul
quotidiano “Libero”. Belpietro, ovviamente, pubblica l’intervento
di Renzi in prima pagina, sotto il grande titolone “Referendum? No
grazie. State a casa”. Così anche il presunto rottamatore diventa
un testimonial, nemmeno troppo involontario, del non voto. Se

Sallusti trasloca in sala riunioni
di Francesco Cafiero
erenze e divorzi. “Libero” e “Giornale” di ieri, sabato
Gdatore,
11 giugno. Il nome di Vittorio Feltri, in qualità di fon-
compare sotto la testata di “Libero”. La firma
però è in prima pagina sul “Giornale” di Alessandro Sal-
lusti (direttore) e Daniela Santanché (concessionaria di
pubblicità), soprannominati Olindo e Rosa da Feltri me-
desimo. Una trama complicata. Per fortuna, si tratta di
un film già visto. Feltri che lascia “Libero” (per la seconda
volta) e va al “Giornale” (per la terza volta).
La nuova puntata del tormentone inizia due settimane
fa, il 30 maggio. È il lunedì nero del Cavaliere che perde
a Milano e Napoli. Nemmeno Sallusti sta tanto bene: tre
by-pass al cuore. Al terzo piano della redazione del
“Giornale” a Milano, in via Negri, arrivano gli operai.
Bisogna ricavare un ufficio in più. Al momento il piano è
diviso così: il direttore Sallusti nella stanza-monumento
che fu di Montanelli, con annessa segreteria; poi i vice
De Bellis e Porro; infine la sala riunione. Cominciano i
lavori. Si piccona, si abbatte, si restringe, si ridipinge. Al
terzo piano c’è un altro inquilino da sistemare. La com-
parsa degli operai è la conferma più evidente alla voce
che circola da giorni sul ritorno di Feltri. Altra scena, altra
città. Roma, mercoledì primo giugno. Un lancio di agen-
zia annuncia: “Pdl: Angelucci lascia gruppo”. Il deputato
berlusconiano Antonio Angelucci detto Tonino è il pa-
triarca della famiglia che controlla “Libero”. Melania
Rizzoli, sua amica e collega a Montecitorio, va ripeten-
do: “Tonino è furibondo”. Furibondo per l’improvviso ad-
dio di Feltri ma anche per la sentenza dell’Agcom (il cui
consiglio è a maggioranza di destra) che impone a “Li-
bero” di restituire 12 milioni di euro di soldi pubblici e
gliene fa perdere altri 6 non incassati ma già messi a
bilancio. Agli Angelucci, re delle cliniche, viene conte-
stato di aver preso finanziamenti per due testate: “Li-
bero”, appunto, e “Il Riformista” (poi ceduto).
Venerdì 3 giugno. È l’ultimo giorno di Feltri a “Libero”.
Chiuso nella sua stanza batte a macchina la lettera di
dimissioni. L’affida alla segretaria che la spedisce via fax
ad Arnaldo Rossi, presidente del cda del quotidiano. Il
Diretùr bergamasco va via senza salutare nessuno. Né
Belpietro, né la redazione, né il direttore generale Cec-
chetti. Lunedì 6 giugno. Feltri si presenta al “Giornale” e
conduce la riunione del mattino. Chi c’era commenta:
“Si è comportato come se fosse andato via il giorno
prima”. Feltri torna da editorialista ma si muove da di-
rettore. Sallusti gli cede la stanza ed è costretto a tra-
lunedì pomeriggio B. dovesse cantare vittoria per il mancato
raggiungimento del quorum, non dimentichiamo che la vittoria
deve condividerla con il giovane Renzi, del resto celebre per il suo
pellegrinaggio di qualche mese fa nella villa di Arcore. Ogni volta
slocare nell’ufficio ricavato dalla sala che B. si trova in difficoltà Renzi gli lancia un salvagente. Finisce
riunioni. Ma alla redazione Olindo si sotto processo per il caso Ruby? Renzi dice che è ora di finirla di
dice “contentissimo e rincuorato”. Al
punto che l’amico ritrovato Vittorio
“mi aiuterà a guarire il cuore”. Rosa,
parlare dei processi a B. Teme come la peste bubbonica il quorum
referendario? Renzi si schiera dalla sua parte su uno dei suoi house
organ. Del resto, gli amici si vedono nel momento del bisogno.
raccontano, approva. A “Libero” si m. trav.
vendicano così: “Azouz-Feltri è torna-
to da Rosa e Olindo”. Il Diretùr ac-
coglie e boccia proposte di articoli, con
lui tornano le prime pagine “squadrate come se fossero Sulla sentenza Agcom, poi, viene coinvolto con una te-
disegnate da un grafico bulgaro”. lefonata anche Cesare Previti, tuttora ascoltato nell’in-
Giovedì 9 giugno. Antonio Angelucci, accompagnato dal ner circle di Palazzo Grazioli. Tra cavilli e tecnicismi il
figlio prediletto Giampaolo, va a Palazzo Grazioli, la re- ricorso al Tar potrebbe far ben sperare. Gli Angelucci si
sidenza romana di Berlusconi. All’uscita, sibila: “Andare sono sbarazzati del “Riformista” e potrebbero fare l’en
via dal Pdl? Mai dire mai”. Il deputato gioca ancora con plein: non restituire i 12 milioni e riprendersi i 6 previsti.
le minacce di rottura. In realtà, il colloquio con il premier Chissà. Senza dimenticare gli ottimi rapporti con il
sarebbe andato molto bene. Il chiarimento tocca varie triumviro-banchiere del Pdl Denis Verdini, cui il depu-
questioni, compresa la sentenza Agcom. Il sospetto è tato-patriarca Angelucci ha prestato 15 milioni di euro
che Feltri, azionista di “Libero” con il 10 per cento (pac- per i guai del Credito Cooperativo Fiorentino.
chetto dal valore di 11mila euro), abbia fiutato il crac e Venerdì 10 giugno. Feltri verga il suo primo articolo da
sia scappato via. B. è accomodante, come al solito: “To- editorialista-direttore del “Giornale”. Altra battuta ma-
nino ti giuro che non sapevo nulla del ritorno di Feltri al ligna a “Libero”: “Per il momento non abbiamo perso
Giornale”. Il Cavaliere si confida anche: “I miei figli vo- copie. Feltri è uscito talmente in sordina che nessuno se
gliono che mi ritiri dalla politica per salvare le aziende”. n’è accorto”. Alla prossima puntata di “Casa Olindo”.
pagina 8
SIAMO TUTTI UGUALI
A Roma in 500 mila per l’orgoglio gay
(senza risparmiare strali contro il Vaticano)
di Caterina Perniconi
ono bella a modo mio,
“S
sono nata così, sono
sulla strada giusta per-
ché Dio non commette
errori” ha cantato nella sua
struggente canzone Born this way
l’ormai indiscussa paladina dei
diritti omosessuali, Lady Gaga,
chiudendo l’Europride romano.
Ed è bella a modo suo, sul palco
del Circo Massimo, l’artista che
per l’occasione ha sfoggiato una
parrucca verde al posto della so-
lita bionda, prova di una delle
molteplici trasformazioni da star
consumata, che può permetter-
si gli occhiali scuri di notte, tolti
solo per pronunciare il suo di-
scorso, avvolta in uno degli abiti
storici di Versace: “Vogliamo
piena uguaglianza adesso! – ha
gridato l’artista – Sono arrabbia-
ta come molti di voi, ma possia-
mo trasformare questa piazza
italiana in un movimento elettri-
co. Per alcuni governi – ha con-
tinuato – i diritti degli omoses-
suali non sono una priorità, chie-
do di facilitare questo nostro so-
gno di uguaglianza. Non ci divi-
dete. Quando arriverà il giorno
del nostro matrimonio?”. E al
momento dei ringraziamenti a
LE STORIE
Mariasilvia Fiengo
Quattro figli
di due mamme
S fila sul tre-
no delle
Famiglie Arco-
baleno, Maria-
silvia Fiengo
con tre dei suoi quattro
bambini. Hanno 9 e 4 anni
i due gemelli. “Io e la com-
pagna stiamo insieme da
13 anni e siamo state in
Olanda per concepire i
nostri figli con l’insemina-
zione. I primi tre li ho fatti
io, il quarto lei. Il parados-
so è che mancano tutele
legali per cui l’ultimo ri-
sulta figlio unico ed è stato
difficile anche inserirlo al
nido. Per il resto sono
bambini felici, non hanno
mai avuto nessun proble-
ma d’inserimento nella
società, gli abbiamo spie-
gato perché hanno due
mamme. E ora abbiamo
fatto una casa editrice pro-
pio per pubblicare libri
che aiutino bambini e fmi-
glie a vivere tranquilla-
mente la loro storia”.
Gianni Alemanno la platea si in-
fiamma e fischia a lungo, contro
un sindaco espressione di una
maggioranza che ha ancora del-
le riserve sugli omosessuali.
LA FESTA al Circo Massimo ha
infatti concluso la lunga e colo-
rata manifestazione dell’orgoglio
gay che, con 500 mila parteci-
panti, non è bastata a seppellire
le polemiche scoppiate negli ul-
timi giorni. Ma ieri era il giorno
della festa, anche se in testa al
corteo è rimasta la politica, col
leader indiscusso per il movi-
mento Lgbt (lesbiche, gay, omo-
sessuali e transgender), Nichi
Vendola – non c’erano né Pier
Luigi Bersani, né Antonio Di Pie-
tro – poi Vladimir Luxuria, Paola
Concia, Silvana Mura, Flavia Pe-
rina, Enzo Raisi. Toccata e fuga
anche della governatrice del La-
zio Renata Polverini, contestata
da qualche partecipante che l’ha
riconosciuta nei pochi minuti di
presenza in piazza.
Dietro di loro il primo dei 40 carri
che hanno sfilato tra piazza della
Repubblica e il Circo Massimo
sulle note della Carrà. Le frizioni
dei politici cattolici hanno scate-
nato le fantasie degli slogan e i
cartelloni contro il Vaticano: “Ve-
Mauro Vaiani
Cattolici per
il riconoscimento
M auro
Vaiani
sfila dietro lo
striscione del
Forum euro-
peo della comunità Lgbt
cristiana. Volontario del
sito gionata.it, che rac-
conta le testimonianze
degli omosessuali cre-
denti, cammina a fianco
di ragazzi e ragazze pro-
venienti da tutta Europa.
“Ci somo molte chiese
protestanti, soprattutto
nei paesi scandinavi che
hanno ordinato sacer-
doti lesbiche e gay. Sono
serviti 40 anni di studio
e impegno, ma ci sono
arrivati. Noi vorremmo
testimoniare che il bi-
gottismo non c’entra
con la fede e che la Bib-
bia non è assolutamente
contro i gay. La cosa più
importante adesso è ot-
tenere il riconoscimen-
to delle coppie. Da catto-
lici, lo pretendiamo”.
DIRITTI
ste Prada, ma è amica di Satana” si piazza con i figli. Ma, nonostante nitori degli omosessuali. Mentre non avrò mai questa fortuna, ma
leggeva sotto una foto del Papa e le polemiche, le mamme e i papà sfila il carro dell’Agedo, con le sono molto felice che alcune fa-
“Ratzinger ama il tuo prossimo hanno sfilato su un trenino viola, mamme e i papà di molti dei ra- miglie capiscano”. Perché la
ma non come Hitler”. C’è stato come il colore dell’associazione, gazzi che sgambettano masche- piazza non è quella di chi lamenta
spazio anche per un finto vesco- con i bambini a bordo. “Porto rati sugli altri carri, a difesa del di- la discriminazione ma di chi cer-
vo sui trampoli con al guinzaglio mio figlio ai matrimoni e alle co- ritto di uguaglianza dei loro figli, ca l’inclusione. Le difficoltà di
un ragazzo gay imbavagliato. munioni, perché non dovrei por- c’è anche chi si commuove. Tra i tutti i giorni, dal dichiararsi omo-
Bersaglio dei rappresentanti di tarlo alle manifestazioni?” chiede ragazzi che hanno invaso la Ca- sessuali a sporgere una denuncia
un governo che non riesce nem- uno dei genitori che indossa la pitale ce ne sono molti che anco- per molestie, trovano i loro rap-
meno ad approvare una legge maglietta con la frase simbolo del ra si nascondono dalle famiglie o presentanti nelle associazioni
contro l’omofobia erano state le valore che portano in corteo: “É non sono stati accettati. Marco si che sfilano in corteo. Dietro lo
“Famiglie arcobaleno”, quelle l’amore che crea una famiglia”. E allontana dal fiume delle persone striscione “diversamente unifor-
composte da due madri o due pa- di amore non parlano solo i ge- festanti, guarda il carro dei geni- mi” ci sono gli omosessuali ap-
dri, affinché non scendessero in nitori omosessuali ma anche i ge- tori e comincia a piangere: “Io partenenti alle forze dell’ordine.
Lady Gaga
al Circo Massimo
“ Dobbiamo
porre fine alla
discriminazione
e all’ignoranza
Quando
arriverà
il nostro
matrimonio?
”
Mimmo Forlano
Ci battiamo per
i diritti sul lavoro
D ietro lo
striscio-
ne dell’asso-
ciazione Par-
ks sfila Mim-
mo Forlano. Parks è
un’iniziativa nata da
un’idea di Ivan Scalfa-
rotto, e riunisce le im-
prese che hanno come
obiettivo quello di eli-
minare la discrimina-
zione sui luoghi di la-
voro. “Tra i nostri affi-
liati ci sono Ikea, Tele-
com e molti altri. Per
un omosessuale è im-
portante poter manife-
stare la propria identi-
tà anche sul lavoro. Io
sono fortunato, non so-
no mai stato discrimi-
nato, ma sono migliaia
i casi di persone che
devono nascondersi
per non subire pressio-
ni o addirittura licen-
ziamenti. Speriamo che
le aziende ‘open mind’
siano sempre di più”.
 Domenica 12 giugno 2011

DIRITTI

Storia di un’ordinaria
La marcia sulla Capitale
Da sinistra: Lady Gaga sul
palco del Circo Massimo,
durante l’Europride di ieri (FOTO
; il lungo serpentone che ha
percorso le vie di Roma (FOTO
ANSA); due gladiatori si baciano

discriminazione
sotto il Colosseo (FOTO LAPRESSE); lo
striscione omofobo srotolato
da Forza Nuova (FOTO ADN); una
famiglia arcobaleno (FOTO ANSA); il
gay pride di Varsavia, dove il
Comune ha negato il patrocinio
all’evento (FOTO ANSA)

Molti di loro preferiscono non es-
sere fotografati perché non sono
dichiarati. “Capitano episodi di
discriminazione nel nostro lavo-
ro – spiega Gianluca – la nostra
associazione vuole avere una du-
plice funzione: quella di aiutare
zione da parte dei militanti di For-
UN ITALIANO SU 4 NON VUOLE
za Nuova che srotolano lo stri-
scione “Roma capitale della tra-
UN OMOSESSUALE PER VICINO DI CASA
dizione”, ma viene rimosso dopo
pochi secondi. La battaglia per i di Cristina Cosentino cato nei centri più piccoli, sot- quanto riguarda l'ambito lavo- re”. E così molti non denuncia-
diritti, in Italia, è ancora lunga, to ai diecimila abitanti, rispet- rativo si può procedere legal- no. “Inoltre – prosegue Rotelli
come dimostra un volantino dif- e discriminazioni non to alle città”. Ma i dati raccolti – in tribunale non è tutelata la

chi lavora nei corpi a dichiarare la
propria identità ma anche chi ha
subito episodi di violenza a tro-
vare l’interlocutore giusto all’in-
terno delle forze di polizia”.
Quando il corteo arriva al Colos-
seo c’è tempo per una provoca-
QUI Damasco
“Baci sì, sesso mai”
fuso durante il corteo. Siamo ri-
masti, con la Grecia, la Romania e
le repubbliche baltiche, l’unico
paese che non riconosce le cop-
pie omosessuali. In Svezia, Nor-
vegia, Islanda, Germani e Spagna
i gay possono anche sposarsi.
L
esistono, almeno dal
punto di vista statistico.
Si, perché non esiste una
fotografia generale sulle di-
scriminazioni di lesbiche, gay
o transessuali, ma solo una
aneddotica, la raccolta di ciò
che emerge dalla cronaca, dai
racconti. E l’assenza di dati
statistici mantiene sotto silen-
zio il problema. Eppure le di-
scriminazioni sulla base del-
l’orientamento sessuale sono
percepibili.
Secondo i dati di un’analisi
sono parziali, e le autorità co-
munitarie hanno evidenziato
la mancanza in Italia di stati-
stiche relative alle discrimina-
zioni subìte da persone omo-
sessuali e transessuali.
IL PRIMO studio di carattere
generale è stato affidato all’I-
stat, che avrà pronta la relazio-
ne sulle discriminazioni non
prima della fine dell'estate. Fi-
no ad allora resta il panorama
sconsolante delle denunce
personali. Denunce che giun-
mente contro le discriminazio-
ni, grazie al decreto legislativo
216/2003 che recepiva la di-
rettiva europea.
Non si può dire altrettanto in
tutti gli ambiti che ineriscono
alla sfera privata ed affettiva.
“Non è sempre così neppure
sul lavoro – specifica Antonio
Rotelli, avvocato della Rete
Lenford, Rete di avvocati che si
occupano della tutela giudizia-
ria delle persone omosessuali
–. Il decreto ha attuato la di-
rettiva europa per la parità di
trattamento in materia di oc-
riservatezza e la privacy, e pri-
ma di vedere messa in piazza la
propria vita privata, si preferi-
sce recedere o venire a tratta-
tiva con il datore di lavoro”.
I RACCONTI delle vittime
assomigliano molto a quelli
che le donne dovevano subire
sino a qualche anno fa nei pro-
cessi per stupro, ed anche in
quei casi si preferiva non de-
nunciare. Così la statistica de-
gli atti di discriminazione con-
tinua ad essere ben al di sotto

A– cibdul fa la guida turistica ad uno dei più bei castelli

crociati in Siria ed è gay. “Ma potrei anche non esserlo
dice – è il sistema culturale-affettivo siriano che ti
delle condizioni di vita della
popolazione omosessuale, bi-
sessuale, transessuale e tran-
porta a conoscere solo l’amore maschile”. A Damasco, sgender in Italia, prodotta dal-
camminare per strada mano nella mano è consuetudine l’Unar, “quasi un italiano su 4
tra persone dello stesso sesso: i ragazzi si salutano con preferirebbe non avere un
trasporto, dandosi ben quattro baci, o appoggiano la te- omosessuale come vicino di
sta sulla spalla dell'amico mentre guardano un film al ci- casa”. Secondo lo studio,
nema. Ma il sesso è considerato una “malattia”. Costi-
tuisce l'unico gesto che sancisce un legame con la donna,
commissionato dal ministero
delle Pari Opportuntà, l’omo-
altrimenti negato. Non puoi passeggiare mano nella ma-
no con una donna che non è tua moglie, né puoi invitarla
fobia “attraversa l’intera
schiera di opinioni politiche:
a prendere un tè da sola. “Con le persone del tuo stesso
sesso, invece, sono permessi tutti quei gesti altrimenti
non vorrebbe vicini di casa
omosessuali il 23% delle per-
vietati – ci spiega Abdul – quelli che ti insegnano l’amore, sone che si autoclassificano di
salvo poi scoprire che il passo successivo è vietato”. L'o- sinistra, il 26% di quelle di cen-
mosessualità in Siria è un reato, anche se non si muore tro e il 25% di quelle di de-
come in Iran, Yemen e Arabia Saudita. La polizia segreta stra”. Trasversale risulta an-
addetta “all’ordine pubblico” qui è sempre stata più at- che il posizionamento geogra-
tenta agli oppositori politici che ai gay. (Franco Ragnoli) fico: nessuna differenza tra
nord e sud, semmai “il senti-
mento di chiusura è più mar-
gono sparse alle singole asso-
ciazioni e alle linee dei gaycen-
ter: richieste di aiuto per di-
scriminazioni in ambito lavo-
rativo, pubblico e privato. E se
il lavoro è una dimensione fon-
damentale della vita e dell’i-
dentità di tutti, allora è neces-
sario capire le condizioni in
cui versano il lavoratori Lgbt.
“Io sono io lavoro” è la risposta
arrivata da Arcigay: uno stu-
dio, nell’ambito del progetto
di Lotta all’omofobia e promo-
zione della non discriminazio-
ne sui luoghi di lavoro, finan-
ziato dal ministero del Lavoro,
che mira a fornire dati certi sul-
l’estensione e l’articolazione
della discriminazione sul lavo-
ro, ma di cui non sono ancora
noti i risultati. Intanto, per
cupazione e condizioni di la-
voro solo in parte: non ha in-
serito l’inversione dell’onere
della realtà. E le discriminazio-
ni possono restare celate die-
tro il rispetto delle leggi: se l'o-
della prova in favore del lavo- mofobia attiene ad ogni indi-
ratore ricorrente, e questo viduo, la discriminazione può
porta spesso a non denuncia- essere di Stato. È il caso dell’I-
talia, che non considera i reati
motivati da discriminazione
Non ci sono per orientamento sessuale e
identità di genere al pari di
dati ufficiali quelli fondati su altro tipo di
discriminazione, attualmente
sui soprusi coperti dalla Legge Mancino; o
che non permette di ricono-
scere un rapporto affettivo tra
La prima omosessuali, nonostante la
Corte Costituzionale abbia
ricerca Istat sentenziato la necessità di un
“riconoscimento giuridico'',
sarà pronta limitando, di fatto, un diritto
alla realizzazione personale ed
dopo l’estate affettiva.

IL DIRITTO NEGATO Stefano Rodotà

E continuano a chiamarli “culattoni”...

di Giovanna Gueci
uori dall’Europa, a causa
Fspinge
di una classe politica che
all’intolleranza. Stefa-
no Rodotà non ha dubbi: il
mancato rispetto delle nor-
me internazionali e l’incapa-
cità di prendere una posizio-
ne netta contro l’omofobia
lasciano il nostro Paese in un
Medioevo dei diritti.
Professor Rodotà, che
Paese è l’Italia rispetto al
mondo omosessuale?
Il clima politico, culturale e
sociale è molto peggiorato. Il
linguaggio pubblico di molti
politici – ricordiamo l’e-
spressione “culattoni” da
parte di un ministro della Re-
pubblica – ha determinato la
recrudescenza di episodi di
aggressione anche fisica con-
tro gli omosessuali.
Nei giorni scorsi i gay cat-
tolici hanno consegnato
una lettera al Papa.
Un’azione importante, ma
non sarei ottimista sui risul-
tati, almeno nel breve perio-
do, viste le prese di posizione
della gerarchia vaticana. Nel-
l’ultimo viaggio, Ratzinger ha
usato parole molto dure con-
tro le unioni civili, figuriamo-
ci contro quelle omosessuali.
Nel 2008 invece, su “Aggior-
namenti sociali”, Carlo Casa-
lone, padre provinciale dei
gesuiti, sostiene che il rico-
noscimento delle unioni
omosessuali è un dovere mo-
rale prima che un obbligo
giuridico.
Obiettivo ambizioso?
Il fatto che sia un obiettivo
ambizioso non giustifica la
resistenza di fronte all’obbli-
go di dare a queste unioni il
giusto riconoscimento. Così
come lo stesso riconosci-
mento andrebbe dato a tutte
le unioni civili. Avere abban-
donato il tema è per il Par-
lamento italiano una vera ver-
gogna, così come avere bloc-
cato la legge contro l’omofo-
bia.
Perché parla di obbligo?
Esiste una sentenza del 2009
della nostra Corte Costituzio-
nale, alla quale era stato chie-
sto di legittimare il matrimo-
nio omosessuale. La Corte ha
risposto in modo, a mio giu-
dizio, non del tutto soddisfa-
cente, ma dicendo comun-
que tre cose importanti: le
unioni omosessuali sono una
delle formazioni sociali di cui
parla l’art. 2 della Costituzio-
ne; le persone omosessuali
hanno un “diritto fondamen-
tale” al riconoscimento giu-
ridico della loro unione; il
Parlamento si deve far carico
di trovare le forme perché
questo diritto fondamentale
sa riconosciuto.
Invece?
Il Parlamento non ha fatto
nulla, con un chiaro inadem-
pimento legislativo.
Come ci pone questo a li-
vello internazionale?
L’art. 9 della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione
Europea, testo giuridico or-
mai vincolante, ha fatto ca-
dere il riferimento della Con-
venzione europea dei Diritti
dell’uomo del 1950 alla di-
versità di sesso per sposarsi e
costituire una famiglia. Con il
Trattato di Maastricht poi l’I-
talia ha assunto l’impegno di
non discriminazione per le
tendenze sessuali.
Parte della politica ha pro-
testato contro l’Europride
di Roma.
I soliti parlamentari, come la
Binetti e Giovanardi, che per-
dono un’occasione per stare
zitti. Faccio però un appello
anche a quei partiti che do- te europea dei Diritti dell’uo-
vrebbero trasformare il loro mo, dove queste questioni
atteggiamento formale in saranno presto discusse.
concreta azione parlamenta- Cosa risponde a chi dice
re per garantire la soglia mi- che oggi non ci sono le
nima del riconoscimento di condizioni parlamentari?
tutte le unioni civili. Con un discorso impolitico,
Non c’è il rischio che il ma politicamente impegna-
Parlamento bocci le pro- to: se tutte le battaglie per i
poste? diritti civili fossero state con-
Almeno sapremmo con chia- dizionate da questo realismo,
rezza quali sono le posizioni che poi diventa rassegnazio-
politiche davanti alla comu- ne, non ci sarebbe stato nes-
nità internazionale e alla Cor- sun progresso civile.
pagina 10 Domenica 12 giugno 2011

ITALIE

VENDOLA: “UNITI
Il leader di Sel Nichi Vendola
e il deputato del Pd Paola Concia
in testa al corteo dell’Europride
ieri a Roma (FOTO LAPRESSE)

SULLA QUESTIONE
messo in dubbio la mia affi-
dabilità. Prendo per buona la
smentita. D’altra parte, non si
può continuare a fare un pas-
so avanti e poi uno indietro.
In un’intervista al Corriere

MORALE”
della sera, lei ha dichiarato
di voler fare un soggetto
unico con Pd e Idv. Come?
Quello era il titolo dell’arti-
colo, ma in realtà penso a una
prospettiva di lungo periodo,
nei tempi medio-lunghi. Dob-
Referendum e lotta alle ingiustizie: biamo aprire un cantiere. E ci
vuole molto lavoro, molto im-
pegno.
radicali e riformisti insieme Anche con l’Udc?
Non sono pregiudizialmente
contro o a favore del Terzo
di Wanda Marra perché interroga la qualità marie, il rimescolamento del- Polo. Per me è fondamentale
della vita della polis. le carte tra i riformisti e i ra- la questione morale, e non so-
ggi sono contento. Ma è un test contro Berlu- dicali. Se un candidato che lo nel senso di corruzione,

“O Quando c’è il Pri-

de, lo sono sempre.
Questa festa è
un’onda emotiva che travol-
ge gli scogli del pregiudizio,
supera i recinti della paura,
della vergogna, del senso di
colpa”. È in testa al corteo Ni-
chi Vendola, all’Europride di
Roma. Per lui è come l’esem-
plificazione di una narrazio-
ne diversa: “Il pregiudizio è
largamente concentrato nel-
la società politica. Che asso-
cia omofobia, zingarofobia,
islamofobia. E che procede
con un bombardamento del-
le diversità come minaccia,
non come ricchezza”.
Dopo il Pride, ora è il mo-
mento del referendum.
Come andrà?
Dipende da noi. Dobbiamo
soffiare. È stato il respiro e il
soffio di milioni di individui
che ha prodotto la straordi-
naria onda della vittoria ai
ballottaggi.
Si tratta di un voto politi-
co?
È un voto che ha come posta
in gioco la res pubblica, che è
fondamentale perché riguar-
da l’interesse collettivo. Dun-
que è un voto politico nel
senso più alto del termine,
sconi?
Ci aiuta a fuoriuscire dal re-
cinto dell’egemonia berlu-
sconiana. E dalla privatizza-
zione di tutto, dall’ambiente,
all’acqua alla giustizia. Ma
non è un voto che riguarda i
partiti.
Lei parlava delle ammini-
strative: il risultato di Sini-
stra e Libertà è stato con-
siderato da molti deluden-
te.
Per me non è stato deluden-
te, per nulla. È una lettura su-
perficiale quella che mette
sulla bilancia i voti. Quello
che conta è il peso politico:
abbiamo ottenuto la valida-
zione del metodo delle pri-
L’attacco
del “Giornale”
sui nomadi killer
miei fratelli?
Islamofobia e
omofobia vanno
a braccetto
La battaglia di una madre
proviene da Sel ha deciso di
fare una lista a suo nome e
così toglie consensi a Sel, chi
se ne frega. L’importante è
stata la qualità dell’offerta po-
litica comune per comune.
Come innovazione paradig-
matica vorrei ricordare la li-
sta della Frascaroli a Bolo-
gna.
Ma dentro c’erano compo-
nenti anche molto diverse
da Sel, come i prodiani.
Appunto, è proprio a quello
che serve Sel. L’ho fondata
per questo, a ottobre: “Non
siamo qui solo per costruire
un partito, ma per riaprire la
partita”, recitava lo slogan.
Però anche nella forma-
zione delle giunte il peso
di Sel è limitato: in quella
di Pisapia ci sono solo due
vostri assessori.
Due assessori con deleghe
pesanti non sono pochi. E poi
c’è Pisapia. Noi lavoriamo
per cambiare l’Italia non per
Sel.
Nessun problema per il
fatto che Pisapia l’abbia ri-
presa immediatamente
dopo il suo comizio a Mi-
lano per la vittoria?
È un incidente chiuso. Ma si
sono sovrapposte due cose.
Ho fatto autocritica per aver
parlato di “raccaforte espu-
gnata”, perché riproponevo
un linguaggio militare. Ma
ognuno di noi - io, Di Pietro,
Bersani - ha un linguaggio: so-
lo che a me fanno l’analisi lo-
gica, grammaticale, sintatti-
ca. Poi mi hanno detto che ho
sbagliato a parlare di frater-
nità con i rom e i musulmani.
Ma tutta la mia storia politica
è sull’importanza della frater-
nità. Vorrei dire anche che la
cosa più fastidiosa sono alcu-
ni tipi di retropensiero. Pen-
so a quello di un editoriale su
un grande giornale.
Che cosa risponde al Gior-
nale e a Libero che l’hanno
associata ai quattro rom
che hanno investito e ucci-
so un cittadino milanese?
Si tratta della reiterazione in
forma un po’ mascherata del-
le più volgari teorie di Lom-
broso: se si esprime solidarie-
tà ai musulmani non vuol dire
che si sta pensando a Bin La-
ma anche di lotta alla preca-
rietà, all’ingiustizia.
Lei per primo aveva pro-
posto un’alleanza con la
Bindi per la leadership del
centrosinistra. Idea che
piace a molti, anche se
den. Islamofobia e omofobia l’interessata non ha dato
vanno a braccetto. Siamo in la sua disponibilità. Sareb-
un’arena per gladiatori fatta be ancora di quest’idea?
di fondamentalismi senza Io l’ho proposta in un mo-
narrazioni. mento particolare, come una
A proposito di incidenti: sorta di union sacrée a difesa
lunedì scorso lei ha attac- della democrazia. Ma è stata
cato Bersani accusandolo ritenuta quasi una provoca-
di aver usato “parole pelo- zione, non so perché.
se e meschine” contro di Vincerà le primarie?
lei. Le primarie si fanno per far
Bersani ha fatto un passo in- vincere il centrosinistra.
dietro. Ha smentito di aver Questo mi interessa.
NO-TAV, Beppe Grillo
indagato a Torino
eppe Grillo indagato a Torino, per una delle azioni
Bcevuto
di protesta contro la Tav. L’artista genovese ha ri-
un avviso di garanzia per i fatti del 5 dicembre
2010, quando Grillo e altri attivisti tolsero i sigilli alla
baita costruita dal movimento contro il supertreno nel
sito della Maddalena a Chiomonte (Torino), posta sotto
sequestro dai magistrati perché abusiva. Uno dei tanti
blitz dei gruppi anti Tav in quell’area, dove entro fine
mese dovrebbe aprire il cantiere per il tunnel esplo-
rativo della Torino-Lione. L’iscrizione di Grillo nel re-
gistro degli indagati era pressoché scontata, visto an-
che che la violazione dei sigilli nella casa-presidio è

Ninetta contro la mafia stata ripresa in un video, tuttora disponibile su You

qualcuno parla. Siamo stati
noi. Cercate lì e troverete Pie-
rantonio. Vengono fatti i rilievi
e si procede, spuntano i poveri
resti e Ninetta è felice, ha ritro-
vato suo figlio. Non lo aveva
mai creduto possibile che se
ne fosse andato - “sa signora,
di Nando Dalla Chiesa ne spariscono migliaia all’an-
no” - senza dirle una parola,
scalinate dell’ingresso, questa
madre coraggio in miniatura ha
trovato la sorpresa. Niente
stampa ma venti-trenta giovani
in festa ad aspettarla, quasi tutti
di Libera di Catania, che hanno
deciso di non lasciarla sola. Ni-
netta rideva commossa e tut-
t’intorno al tribunale la gente e
gli avvocati non capivano quel-
Tube. La magistratura ha emesso un’altra decina di
avvisi di garanzia, anche per altre azioni. Tra gli indagati
c'è anche il leader dell’ala dura dei No Tav, Alberto
Perino, che rivendica: “Noi operiamo alla luce del sole
e neghiamo ogni accusa di illegalità”. Una risposta so-
prattutto alle polemiche per le lettere con minacce e
proiettili ricevute nei giorni scorsi da due parlamentari
del Pd favorevoli alla Tav, Stefano Esposito e Giorgio
Merlo. “Ma l’invio di proiettili non ci è imputabile e ce
ne dissociamo, nel nostro movimento non ci sono bri-
gatisti” ribadisce Perino. Ldc

Unettan’altezza da bambina e un
cuore da leonessa ferita. Ni-
Burgio è così. Timida e
gentile, imbozzolata nel suo
metro e 45 che la nasconde in
pubblico e costringe sempre a
puntar lo sguardo se sta in mez-
zo a qualcuno. Neanche ora
che ha superato i 75 si è stan-
cata di chiedere giustizia, di ag-
grapparsi alla memoria di un fi-
glio poco più che ragazzino. Il
suo Pierantonio glielo uccise-
ro tanti anni fa, era il 1995. A
volte le pare un secolo, a volte
le pare ieri. Accadde a Nisce-
mi, un viluppo di strade in
anarchia e tracce di solennità
antica, il respiro della mafia
che soffia nella gola e nelle abi-
tudini anche di tanti che mafio-
si non sono. Non erano mafiosi
gli assassini di suo figlio. Un
gruppo di coetanei, tutti tra i
diciassette e i venti. Ma agli or-
dini di mafiosi, questo sì, a quel
tempo a Niscemi dominavano
i clan Campisi e Giugno.
Iniziò tutto per caso. L’incen-
dio notturno di un’auto, uno
dei tanti di quei mesi, fatti su
commissione per piegare chi
Ninetta Burgio
si opponeva al pizzo. Pieranto-
nio appena diciottenne che
passa in auto e vede, loro che
se ne accorgono. Uno è quasi
suo amico così se lo portano in
campagna per sapere. Lui ca-
pisce e nega. Finché spunta
una cintura e gliela mettono al
collo. Strangolato un po’ per
fargli paura un po’ sotto l’effet-
to della droga. E poi lasciato in
un bosco sotto un’ammuc-
chiata di pietre. Adolescenti
che imitano i grandi. Ma i gran-
di danno l’ordine: tornate e
seppellitelo. Lupara bianca.
Ninetta aspetta il suo ragazzo e
l’attesa non finisce mai. Anni
che le consumano la vita e le
imbiancano i capelli. Anni di
appelli pubblici alla verità,
ovunque e a chiunque. Chie-
dendo, implorando di farle ri-
trovare il suo ragazzo. Finché
nemmeno una lettera da lonta-
no. Comunica il ritrovamento
di Pierantonio, sommersa da
un applauso commosso, tutti
in piedi, un giorno che parte-
cipa a un’assemblea di Libera,
perché don Ciotti l’ha presa
sotto la sua protezione. Piange
di felicità a raccontarlo. E tutti
la vedono, stavolta, perché la
sala è grande e fatta a gradina-
te.
ORA NINETTA combatte
per sapere. Per avere giustizia,
quella possibile quando ci sono
di mezzo dei minori, natural-
mente. Perché in questi casi
non ci si può nemmeno costi-
tuire parte civile. Il processo è
incominciato giovedì a Cata-
nia. Non c’erano né giornali né
tivù, queste sono storie minime
di provincia che interessano, se
va bene, solo la stampa locale.
Ninetta ha voluto andarci. E ar-
rivata al tribunale dei minori
con la sua avvocato Enza Ran-
do, che ha lo studio a Modena
ma di Niscemi è stata vicesin-
daco e le è stata vicina in tutti
questi anni. E qui, davanti alle
la piccola folla in movimento e
dicevano che doveva esserci
una celebrità, chissà, forse un
politico forse un’attrice. Poi Ni-
netta è salita per assistere al
processo. Non può chiedere ri-
sarcimenti ma può depositare
una memoria. Lo sente come
un suo dovere, spiega, stare nel
luogo in cui lo Stato intende
darle verità su suo figlio. E così
è accaduto che lei abbia avuto
la prima forma di giustizia, non
rituale, non prevista dai codici,
ma forse la più bella. Lei che en-
tra in una stanza del tribunale
Suo figlio morì
nel 1995, ucciso
da un gruppetto
di coetanei
non mafiosi,
ma agli ordini
di Cosa nostra
con tanti ragazzi e tanti colori al
seguito e l’ imputato che resta
solo con la sua famiglia per stra-
da, a misurare il traguardo della
(presunta) prepotenza assassi-
na. Le udienze al tribunale dei
minori avvengono a porte chiu-
se. Perciò quel mondo di soli-
darietà e di affetto è dovuto ri-
manere fuori, disciplinatamen-
te in attesa di Ninetta, perché
tutti avevano deciso che quel
giorno andasse dedicato a lei.
Dentro, a fianco al suo avvoca-
to, Ninetta ha guardato in fac-
cia gli assassini di Pierantonio
(due erano allora i minorenni).
Ha ascoltato il racconto del gio-
vane pentito. Ha saputo dalla
sua viva voce ciò che già sape-
va. Pierantonio attirato nel tra-
nello, Pierantonio ucciso, Pie-
rantonio sepolto. E’ rimasta fer-
ma, fiera. Ha sentito anche il
dialogo tra il presidente e l’im-
putato, Giuliano è il suo nome.
A conferma di quel che pure le
parole più disarmate possono
ottenere. Già, perché quel che
finora non si è detto è che uno
degli assassini del figlio era sta-
to alunno di Ninetta, professo-
ressa alle medie “Manzoni” di
Niscemi.
CHIEDE il presidente “ma lei
perchè ha deciso di collaborare
?” Risponde il collaboratore:
“Perchè ho avuto modo di
ascoltare e leggere i vari appelli
di Ninetta, la mia professores-
sa, che mi aveva anche invitato
a pranzo a casa sua quando ero
piccolo. Non ce la facevo a reg-
gere il peso della cosa terribile
che abbiamo fatto. Io dovevo
farglielo ritrovare, Pieranto-
nio”.
Il cuore di leonessa si è stretto a
Enza Rando. Ninetta aveva vi-
sto gli assassini di suo figlio. Da-
vanti, da vicino. E ascoltando il
racconto dell’allievo si era chie-
sta per l’ennesima volta il senso
di questa violenza. Di un delitto
commesso con una cintura da
ragazzi comandati da mafiosi.
Che, dicono a Niscemi, forse
passeggiano ancora oggi per le
vie della città.
Domenica 12 giugno 2011 pagina 11

SERVIZIETTO PUBBLICO

GARIMBERTI
Così ha risposto al giornalista che chiedeva
di risolvere il contenzioso giudiziario
con l’azienda: “L’unica soluzione è che tu vada via”
una trasmissione che vale in me- sconiano di forchetta a Palazzo sul servizio pubblico, proponeva

Che volle l’uscita

dia 6 milioni di spettatori e 15 mi-
lioni di pubblicità? Chissenefre-
ga. Non è andata proprio così.
Nel labirinto di viale Mazzini, sen-
za nascondere le intenzioni, San-
toro cercava un'uscita per avere
legittimità, per rimuove l'etichet-
Grazioli e di strategia in Cda, si è
avventurato in una difesa (ipocri-
ta o meno) di Santoro. Mentre il
presidente più de garanzia che de
sinistra filosofeggiava: “Ognuno è
artefice del proprio destino”. Il
destino di Garimberti in viale
Ferruccio de Bortoli presidente.
Ma il direttore del Sole 24 Ore, di
ritorno al Corriere, pretendeva un
minimo di autonomia. La scelta
cadde su Garimberti che - leggen-
de metropolitane narrano e forse
sbagliano - in quei giorni piazzava

di Santoro
ta di “obbligo giudiziario”. E le
sentenze, le contestazioni, i ri-
corsi. Garimberti aveva il suo
pensiero su Annozero, buono per
il privato, scomodo per il pubbli-
co: “Michele, se vuoi chiudere il
tuo contenzioso con l'azienda,
devi lasciare la Rai”. Forse Garim-
berti mai avrà il coraggio di ripe-
Il presidente Rai non ha mai tere pubblicamente la sua idea,
forse proverà a rettificare la
versione che risulta al Fatto,
Mazzini ha un peccato originale:
l'offerta. Il sottosegretario Gianni
Letta, gran ciambellano di B. an-
che per le dritte
le tende al circolo Canottieri e
condivideva lo spogliatoio con
Letta. Da qui l’abituale metafora
su squadre e spogliatoi per rim-
proverare Serena Dandini: “Una
formazione deve essere unita”.
L’ACCUSA a Parla con me: ec-
cesso di satira su Minzolini. Che
fa il paio con una parolaccia di
Crozza a Ballarò, davvero stonata
nei palinsesti tette e culi: “Niente

amato Annozero. Come B. eppure la sua antipatia per

di Carlo Tecce
oran Ivanisevic a Wimble-
diane, il futuro presidente era
così concentrato che sembrava
abbandonarsi a un pisolino pro-
Santoro e Annozero è abba-
stanza evidente. L'anno
risate sul direttore del Tg1, vin-
ciamo solo se siamo compatti”. E
dunque Garimberti vota quasi
scorso le agenzie di sempre con la maggioranza di
mai più. Un'esortazione che centrodestra in Cda: le nomine
coincide con l'auspicio di Bruno di Masi e Minzolini, la cacciata
Vespa e di tanti altri. Davanti a di Paolo Ruffini da Raitre, il

G don, Roger Federer al Ro-

land Garros, Filippo Volan-
dri al Foro italico e tanti
campioni o tennisti arrotini che
si sciolgono sul più bello. Anche
Paolo Garimberti soffre di brac-
cino corto, una fastidiosa sindro-
me che l'accompagna dal circo-
lo canottieri Aniene, dove pal-
leggia con il sottosegretario
Gianni Letta, al vertice di viale
Mazzini dove evita scontri e per-
sino scambi. Quand'era vicedi-
rettore di Repubblica, dicono i
maligni che l'ammiravano con
ossequio nelle riunioni pomeri-
Addio a Giorgio Celli
diano o, se molto più vistoso,
berlusconiano. Il nome di Mi-
chele Santoro è una scarica elet-
trica, una tirata di corde a una
racchetta che agita molto sui
campi in terra rossa e poco in
azienda. Al Circolo va forte di ro-
vescio bimane, in viale Mazzini è
famoso per le risposte enigmati-
che: “Ognuno è artefice del suo
destino”. Santoro conosce bene
la variante in privato perché l'ha
sentita a distanza di un metro:
“Michele, se vuoi finire il tuo
contenzioso con l'azienda, devi
andartene dalla Rai”. Addio, a
quasi 8,5 milioni di italiani, in di-
retta, Santoro ha offerto Annoze-
ro per un euro a puntata. Una
provocazione per capire (e ren-
dere pubblica) la posizione di
piano editoriale con Sgarbi
e Ferrara. E poi impose a
Fabio Fazio di ospitare i
comitati “Pro vita” a Vieni
via con me per bilanciare
Garimberti sul programma d'in- Beppino Englaro, e invo-
formazione più visto e redditi- cava la sospensione di Lo-
zio della tv italiana. ris Mazzetti per aver firma-
to articoli sul tema Rai. Il
PER GARIMBERTI il con- Cavaliere è scontento per la
cetto di posizione è complesso: gestione di viale Mazzini, ma
critica con delicatezza la mag- Garimberti resta un presiden-
gioranza e le sue estensioni in te di garanzia. Chissà di cosa.
video (Giuliano Ferrara, Augu-
sto Minzolini, Vittorio Sgar- Paolo Garimberti, presidente Rai
bi...), sostiene con freddezza dal 2009, visto da
l'opposizione cercando di svi- Emanuele Fucecchi
gnarsela per apparire un presi-
dente di garanzia. Garimberti
ha spento le speranze di Santo-
ro e di Annozero con un doppio
VATICANO

portò gli animali in tv insulto: “Uso privato di teleca-

mere” e “demagogo”. Il giorna-
AVEVA TRASMESSO l'amore per gli animali e la natura a
generazioni di studenti e cittadini. Giorgio Celli, 76 anni, en-
lista ha incollato un francobol-
lo sul duello: “Ponzio Pilato”.
I due si beccano perché la verità
tomologo ed etologo, noto anche per le sue tante trasmissioni
sulla Rai, è morto ieri mattina nell'ospedale Sant'Orsola di Bo-
logna, la sua città. Il 10 maggio scorso i medici gli avevano
imbarazza Garimberti e irrita San-
toro. L'ex notista di esteri ha rac-
contato soltanto a metà l’ultimo
inserito alcuni by-pass, ma le sue condizioni si erano aggra- incontro con il conduttore: “L'ho
vate subito dopo l'operazione. Da tempo sotto dialisi, Celli era visto una settimana fa nell’ufficio
tenuto in vita dai respiratori. “Sono le terapie che lo tengono del direttore generale Lei. Mi è
in vita, è attaccato a tanti tubi” aveva spiegato il figlio, Davide. stato detto che era in corso una
Ieri il cuore di Celli ha ceduto. E' scomparso così un grande trattativa molto riservata e io non
divulgatore, popolare per programmi come “Nel regno degli sono voluto intervenire”. Imma-
animali”, nei quali spiegava con un linguaggio accessibile a ginate la scena. Ramingo per il
tutti l mondo della natura. Professore universitario all'Alma settimo piano di viale Mazzini, il
Mater di Bologna, presso cui aveva diretto l'istituto di ento- presidente della Rai capita per
mologia Guido Grandi, Celli si era specializzato nello studio puro caso dinanzi al portoncino
delle api. Da sempre impegnato nella tutela dell'ambiente, dal di Lorenza Lei. Bussa: “Posso?”.
1999 a 2004 era stato europarlamentare e consigliere comu- Aspetta invano un segnale, spa-
nale a Bologna,per i Verdi. Autore teatrale e poeta, ha scritto lanca le porte e trova Santoro con
molti romanzi, tra cui diversi gialli, in cui affiora sempre un'al- Lei. E chiede, stupito: “Che fa-
tra sua grande passione, quella per i gatti. “I gatti sono stati i te?”. I due, gentili: “C'è una trat-
miei maestri di etologia, sono diventato un loro ammiratore e tativa per chiudere qui il burra-
complice” spiegava. La commemorazione funebre si terrà a scoso rapporto con la Rai”. E ma-
Bologna, presso l'Alma Mater, martedì prossimo. gari Garimberti avrà concluso:
Luca De Carolis “Bene, arrivederci”. Scompare
stampa, mica le rubriche sul Ver-
nacoliere, scrivevano festose:
“Trenta vasche in piscina per un
totale di 750 metri al prestigioso
Canottieri Roma, una leggera co-
lazione e la fuga in ufficio per re-
plicare a Michele”. L'Italia intera,
trepidante, attendeva il monito
del presidente Garimberti sul
quesito di Santoro: “Vuoi o non
vuoi Annozero?”. Lungo respiro,
immersione: “Adesso Annozero
può ricominciare. Michele, quel
cerino che hai acceso e ora ti spa-
venta, me lo prendo volentieri. E
ci metto la faccia, come ho sem-
pre fatto e farò nella mia carrie-
ra”. Santoro riuscì a estorcere in
pubblico quel che in privato Ga-
rimberti mai avrebbe pronuncia-
to. Annozero fu salvo, stavolta è
proprio l'Annonuovo. Persino il
consigliere Antonio Verro, berlu-
IL PAPA ACCOGLIE I ROM
A SAN PIETRO
enedetto XVI ha accolto in San Pietro duemila
B tra rom e sinti provenienti da venti paesi
europei. “Mai più il vostro popolo sia oggetto di
vessazioni, di rifiuto e di disprezzo” è stato l’appello
del Papa. L’evento è stato realizzato dalla comunità
di Sant'Egidio, dal Pontificio Consiglio della
Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dalla
Fondazione Migrantes della Cei, e dalla Diocesi di
Roma. Alcuni rom hanno raccontato a Ratzinger le
proprie esperienze. “Sono cresciuto in quelli che
chiamano campi nomadi e non è stato semplice –ha
spiegato Carlo, 18 anni –. Quando sei un bambino
che vive in un campo, a scuola non sei considerato
come tutti gli altri. Quando cresci e cerchi un lavoro
e nei documenti vedono nell’indirizzo ‘campo
nomadi’, ti dicono no grazie. Lo so ci sono dei rom
che sbagliano, che si comportano male, ma la
responsabilità è sempre personale e la colpa non è
mai di un’etnia o di un popolo”.

Il Cda approverà i palinsesti, ma saranno contenitori vuoti

IL CENTRODESTRA VUOLE CREARE LE CONDIZIONI PER FAVORIRE IL DECRETO-GOLPE E L’ADDIO DEI BIG

Ini ltrollare
governo ha più scelte per con-
da qui ai prossimi tre an-
le televisioni pubbliche: il de-
creto per cambiare la legge Ga-
sparri, un disegno di legge di Ales-
sio Butti per intercettare il voto (o
l'astensione del Partito democra-
tico) e le dimissioni in blocco dei
propri consiglieri in Cda. La Rai ha
soltanto una scelta, vitale per la
sua stessa esistenza e repellente
per evitare un'inchiesta con esiti
dolorosi della Corte dei Conti. Lu-
nedì in viale Mazzini passeranno
per un paio di voti i palinsesti per
il prossimo autunno, dunque un
L’ennesimo rinvio
sui contratti può convincere
Fazio a passare a La7
contenitore vuoto con i nomi dei
programmi per l'autunno sarà sal-
vo. Ma ci saranno i programmi, ap-
punto, come previsioni e promes-
se. E di previsioni e promesse, nel
putiferio quotidiano in Rai, è me-
glio fidarsi poco. Il rinnovo dei
contratti di Giovanni Floris e Fa-
bio Fazio arriveranno, secondo gli
ottimisti, entro fine mese e co-
munque in ritardo sui palinsesti.
Secondo i pessimisti, e anche per
chi tratta con la disperata voglia di
restare, la firma del direttore ge-
nerale Lei potrebbe slittare all'in-
finito. I tempi dicono che il 23
maggio La7, l'uni-
co rifugio possi-
bile, dovrà pre-
sentare il proget-
to editoriale agli
investitori. La
trattativa di Fazio
con l'emittente di
Telecom forse rientra tra “gli ac-
cordi di massima” annunciati dal-
l'amministratore delegato Giovan-
ni Stella al Fatto. E dunque l'inven-
tore di Che tempo che fa, se dovesse
fallire l'aggancio con viale Mazzi-
ni, potrebbe raggiungere Enrico
Mentana e Gad Lerner a La7. I tre
consiglieri del Pdl, lunedì in Cda,
dovranno praticare la guerriglia
per adesso intuibile con Lorenza
Lei che, a parte i giochi di potere,
mira al risultato di annientare Rai-
tre. Poi il governo deciderà, in ca-
so di nulla di fatto, come proce-
dere per la riforma del servizio
pubblico. Basta ritoccare un paio
di articoli della legge Gasparri per
azzerare il Cda e plasmarne uno
nuovo con i criteri che soddisfano
il Cavaliere (senza opposizione) e
anche il Pd (amministratore dele-
gato). L’ipotesi del decreto preoc-
cupa il sindacato dei giornalisti
Rai (Usigrai): “Un atto del genere
da parte di un governo il cui pre-
sidente vive un gigantesco conflit-
to di interessi ci sembrerebbe una
sorta di golpe”, dice il segretario,
Carlo Verna. E aggiunge: “Quando
noi parliamo di riforma di gover-
nance diciamo un’altra cosa: fuori
i partiti dalla Rai e non manacce
che mettono altri bavagli o favo-
riscono altri giochi lontani dall’in-
teresse dei cittadini e da una po-
litica industriale seria dell’azien-
da”. In Cda forse parleranno an-
che di Annozero e dell’offerta in di-
retta di Michele Santoro: “Tornia-
mo per un euro a puntata”. Un’of-
ferta subito affondata dal presi-
dente Paolo Garimberti. Venerdì,
invece, Santoro sarà a Bologna per
i 110 anni della Fiom e per i diritti
dei lavoratori e in solidarietà con
Current che sta per chiudere.
C .T.
pagina 12
x
P2 IERI COME OGGI
IL PIANO (RIUSCITO)
DEL VENERABILE
LICIO GELLI
di Maurizio Chierici
T
RENT’ANNI FA LA SCO-
PERTA DELLA P2 cambia la
storia d’Italia, almeno lo si spera-
va. Era l’Italia dei democristiani,
dei comunisti, dei socialisti e dei
fascisti aggrappati alla nostalgia
dei giorni neri. Trent’anni dopo viviamo nel
Paese dei post fascisti, post comunisti, post de-
mocristiani, post socialisti, non ancora dei post
piduisti perché gli uomini della P2 restano im-
pegnati a realizzare il programma disegnato da
Licio Gelli: regressione della democrazia agli
statuti regi con oligarchie che svuotano la Carta
costituzionale. La storia lontana accompagna
coi suoi veleni i nostri giorni; storia che si na-
sconde ai ragazzi chiamati a disegnare il futuro.
Dimenticata dai libri di scuola, dibattiti della
politica e grandi pagine del passato richiamate
nelle rievocazioni tv con l’impegno di oscurare
la memoria che imbarazza. I protagonisti cre-
sciuti all’ombra di Gelli minimizzano, irridono,
ripiegandola in un evo da cancellare. Ecco per-
ché ricordiamo come è cominciata e come con-
tinua e quali sono le radici della crisi che an-
goscia la speranza delle generazioni rese incon-
sapevoli da un sistema che si regge sul silen-
zio.
IL TERREMOTO
DEL BANCO AMBROSIANO
Quel 21 maggio 1981, giovedì, un
terremoto sveglia Milano. Sette protagonisti
dell’alta finanza finiscono nelle prigioni di Lodi:
da Roberto Calvi, Banco Ambrosiano, a Carlo
Bonomi a Mario Valeri Manera. Coinvolta
anche la Banca Cattolica del Veneto ma
Massimo Spada, presidente decaduto, è un
vecchio malato e il procuratore Gerardo
D’Ambrosio concede gli arresti domiciliari.
Hanno trafugato all’estero capitali importanti
attorno alla trama del finto rapimento di Michele
IL LIBRO
TINA ANSELMI CONTRO GLI INCAPPUCCIATI
S e i piduisti sono subito tornati a
galla (Enrico Manca, diventa
presidente Rai, Fulvio Fiori ministro nel
primo governo Berlusconi, Rolando
Picchioni, deputato torinese Dc, oggi
presidente della Fondazione Fiera del
Libro, eccetera, eccetera) Tina Anselmi
che ha guidato per due legislature la
commissione parlamentare P2 è stata
punita, disobbedienza al richiamo dei
partiti i quali chiedevano discrezione
se non silenzio. Come racconta Anna
Vinci nel libro preziosissimo, edito da
Chiarelettere, “La P2 nei diari segreti
di Tina Anselmi”, spesso si è trovata
sola nel prendere decisioni sgradite ai
notabili della politica. I socialisti
volevano chiudere la commissione alla
fine della prima legislatura, ma le
ricerche sarebbero rimaste a mezz’aria
e l’Anselmi ha resistito nel continuare
gli scavi. “Attenzione – avver tivano
altri amici – Anche il Vaticano
comincia ad inquietarsi…. E l’Anselmi
laureata alla Cattolica, deputata Dc,
30 ANNI DI LOGGIA
Una rete Licio Gelli e Giulio Andreotti
nell’illustrazione di Emanuele
di “amici Fucecchi. A destra, Gherardo
Colombo, che indagava su Sindona
con Giuliano Turone ( FOTO LAPRESSE)
degli amici”
piazzati Sindona e dell’assassinio del dottor Giorgio
nei luoghi Ambrosoli, eroe borghese che scavava negli
affari della mafia e della loggia P2. Reazione della
Borsa “composta“, nessun trasalimento. La
che contano, speculazione sapeva delle segrete cose e aveva
metabolizzato in tempo le manette. Ma é
l’informazione a fare i conti. I piani di Gelli
da governo prevedono la sparizione della Rai in favore di
un’egemonia privata; pianificano una catena
e Parlamento fedele di giornali guidati dal Corriere della Sera. Alla
grande notizia il Corriere dedica il grande titolo e
l’articolo di fondo. Un po’ sotto racconta
a giornali dell’ordine di cattura che insegue Gelli. Nei suoi
cassetti nascondeva documenti protetti dal
segreto di Stato come il rapporto-Cossiga sullo
e televisione scandalo Eni-Petromin. Quali mani glielo hanno
passato? E perché? L’avvenimento che fa tremare
il governo di Arnaldo Forlani (democristiano)
lo racconta Antonio Padellaro, ma la direzione
del Corriere sembra distratta: titolino a una sola
colonna: “Nella notte, dopo una giornata di
dubbi e ripensamenti, il presidente del Consiglio
decide di rendere di dominio pubblico gli
Montanelli sul ‘maestro’:
“Magliaro inaffidabile,
mediocre, un po’ridicolo.
rompeva la compostezza di una
credente che si affida alla provvidenza:
Non può avere immaginato
“Non ho fatto la Resistenza per salvare un intrigo di questa dimensione”
un monsignore”. Staffetta partigiana a
17 anni, prima donna ministro (della
sanità) nella storia d’Italia, aria di elenchi sulla loggia P2 trasmessi al governo dai
dolce maestra dal borsone gonfio, viso giudici milanesi. Si tratta di uomini politici,
luminoso, ma il filo di ferro dell’onestà industriali, alti burocrati, alti militari, giornalisti:
che guida ancora la sua lunga vita, ne tutti hanno subito smentito”. Forlani resiste da
accendeva l’intransigenza morale settimane: se i nomi escono il suo governo cade,
quando sotterfugi e furbizie provavano
troppi amici coinvolti. Inventa una commissione
di tre saggi ai quali affidare “il delicato compito di
ad imbrogliare. Ad affidarle la guida accertare eventuali responsabilità”. Ma
della commissione vissuta come
l’inquietudine attraversa i partiti di governo e alla
pericolo dalle camere fine Forlani si arrende alle richieste della sinistra
oscure dei partiti, era
che ha mano libera perché nessun comunista
stata Nilde Iotti, risulta affratellato a Gelli. Le pagine interne del
presidente della Corriere annunciano il vertice dei leader di
maggioranza per decidere l’opportunità delle
Camera. Una
dimissioni di ministri e militari che brillano
comunista sceglie una
nell’elenco fatale. Subito,
democristiana negli
Silvano Labriola,
anni della diffidenza, è
La P2 nei diari presidente dei deputati
la rivelazione che fa
segreti di Tina socialisti, prova a mettere i
sperare in un’Italia
Anselmi cerotti: promuove
diversa. Anna Vinci C , un’iniziativa
HIARELETTERE per
576,
PAGINE 16,60
EURO denunciare “l’uso
x
arbitrario dei poteri da parte dei magistrati
inquirenti”. I furori contro la magistratura, che
poi ritroveremo con Silvio Berlusconi,
cominciano così. La scelta del Corriere di
nascondere fin dove possibile l’identità dei
protagonisti è l’ultima difesa di un giornale con
editore, direttore, un po’ di firme, nell’elenco dei
963 affiliati. Lo racconta il giornalista Raffaele
Fiengo: presiedeva il comitato di redazione – la
rappresentanza sindacale interna al giornale –
sbalordito dalla rivelazione che sgualcisce la
credibilità del primo quotidiano d’ Italia: “Non
potevamo non pubblicare i nomi anche se
nell’elenco c’erano il direttore Franco Di Bella,
amministratori e proprietà, Maurizio
Costanzo e Roberto Gervaso: insomma,
tanti”. Il titolo insinua il dubbio della
disperazione: “Presunta lista della Loggia P2”. Ma
per i lettori quasi impossibile leggerne i nomi.
Caratteri formica, invisibili. Pagina grigia, righe
gremite. La presenza di Di Bella crea agitazione e
fino all’ultimo momento non si sa se il giornale
andrà in edicola. Palazzo Chigi diffonde l’elenco
a un’ora impossibile per
rimpicciolire l’effetto tv nelle
notizie della notte, tentativo di
limitare i danni che certe voci
del Corriereprovano a rilanciare:
“Se non ci fosse il nome del
direttore sarebbe meglio…”.
Accanto ad ogni protagonista
dell’azienda, la smentita:
Angelo Rizzoli, editore, “si
duole di essere al centro di un
gioco al massacro”. Di Bella
ripete che “30 anni di
giornalismo pulito alla luce del sole cancellano
da soli qualsiasi militanza in oscure e segrete
logge”. E poi l’indignazione dei personaggi legati
alla casa editrice: Maurizio Costanzo, Paolo
Mosca. Arriva da Roma il disprezzo di Fabrizio
Cicchito, ala radicale della sinistra lombardiana
del Psi: “Il gioco al massacro prosegue”.
Spiegando e implorando comprensione, un po’
alla volta si arrendono. Maurizio Costanzo
confessa il piduismo in tv a Giampaolo Pansa.
Gelli ancora non gli perdona di aver picconato il
muro della fratellanza. Se il povero Corriere
sospira, gli altri giornali raccontano senza
riverenze: Repubblica, l’Espresso, il Panorama di
Lambertio Sechi e La Stampa, che affida a Luca
Giurato (oggi show man televisivo) lo
sconvolgimento di Via Solferino. Indro
Montanelli sfuma: “Una volta ho incontrato
Gelli accompagnato da un amico. Cercavo
finanziamenti per il Giornale. Impressione
modesta, magliaro inaffidabile. Mediocre, un po’
ridicolo. Non può avere immaginato un intrigo di

questa dimensione, sempre che la dimensione
venga confermata“. Forse è proprio Gelli ad
accostarlo a Berlusconi. Le fantasie si perdono
nel caos delle ipotesi. Montanelli sembra non
sapere del Forlani che per due mesi prova a
nascondere i nomi: “Li ha voluti pubblicare
battendo i pugni sul tavolo e dobbiamo
essergliene grati”. Dedica un’intera pagina
all’intervista al maestro nascosto tra Argentina ed
Uruguay (ma forse era solo a Ginevra). La firma è
di Renzo Trionfera, massone non piduista.
FORSE DUEMILA
AFFILIATI
Venerabile ricercato che attacca: “La lista è
falsa”, e in un certo senso ha ragione. Perché la
commissione di Tina Anselmi raccoglie
testimonianze che raddoppiano il gruppo degli
affiliati, forse duemila, forse di più: purtroppo il
nuovo elenco non si trova. Chissà chi lo ha fatto
sparire. Le parole di Gelli attraversano le
abitudini politiche degli ultimi 30 anni: veri
Quella ricevuta d’iscrizione
con il primo versamento
(100 mila lire)
dell’imprenditore milanese
Silvio Berlusconi
colpevoli i magistrati che inventano crimini
inesistenti. Se altri si lasciano andare, Berlusconi
non si arrende. Querela due giornali che parlano
della militanza P2. Giura il falso in tribunale e la
Corte d’appello di Venezia “ritiene che le sue
dichiarazioni non rispondano a realtà”. Non si è
arruolato (come giura) poco prima del sequestro
delle liste per dare una mano all’amico Gervaso
in difficoltà al Corriere della Sera. Gervaso
passeggiava nei corridoi di Via Solferino a
braccetto dell’editore col passo sorridente di un
vicerè. Berlusconi chiede di far parte della P2
appena comincia il ’78. La ricevuta
dell’iscrizione prova un primo versamento di
100 mila lire. Poco dopo comincia a scrivere sul
grande giornale. Gli articoli arrivano alla
direzione con titolo e sommario e l’ordine di una
collocazione di rispetto. Appena Di Bella se ne va
e il presidente Sandro Pertini impone ad
Alberto Cavallari di diventare direttore per
“restituire al Corriere la dignità che merita”,
Cavallari proibisce la collaborazione di ogni
rinascita democratica
MAGISTRATURA
" La cassaforte
Pm controllati
dalla politica
D istinzione tra
pubblico
segreta
ministero e giudici
giudicanti: carriere
separate.
Responsabilità civile
per colpa dei
di Villa
Wanda
magistrati.
Divieto di nominare,
attraverso stampa e tv, i
magistrati investiti di
procedimenti
giudiziari.
Riforma del Csm,
controllato dal
Parlamento
(annullando la
separazione dei poteri
della Costituzione).
PARTITI E SINDACATI
Obiettivo: fine
della triplice
L a disponibilità di
cifre non superiori
a 30, 40 miliardi sembra
sufficiente a permettere
ad uomini di buona
fede e ben selezionati,
di conquistare le
posizioni chiave
necessarie al controllo
dello Stato.
Occorre selezionare gli
uomini nei partiti: ad
esempio Craxi (Psi),
Andreotti, Forlani (Dc).
Rottura della
Confederazione
sindacale seguendo le
linee già esistenti dei
gruppi minoritari Cisl e
maggioritari Uil.
piduista: pulizia non facile con,
negli uffici accanto, editore e
amministratore delegato,
Bruno Tassan Din, cuore di
tenebra della loggia, sempre al
loro posto, mentre una strana
ribellione accende una parte
della redazione. Il redattore
Vittorio Feltri, portavoce dei
craxiani, arringa le assemblee
invitando alla rivolta. Appena
Cavallari è costretto a lasciare e le redini passano
a Piero Ostellino, torna la firma di Berlusconi
nelle pagine dell’economia. Comincia a nascere
l’Italia che elezioni e referendum di questi giorni
provano a mandare in pensione. Mino
Pecorelli, (tessera P2) annota nel diario le visite
a Milano2 assieme a Gelli e Umberto Ortolani,
finanziere della loggia. Ricorda l’ospitalità
squisita del Cavaliere. Diventa “il pasticciere“per
i dolci che accolgono gli ospiti. Li accompagna
nei parcheggi sotterranei dove langue
Telemilano. “Se avessi le possibilità potrei fare
concorrenza alla Rai...”. Lo interrompe Ortolani:
“Per i capitali non è un problema: sono in
Svizzera“. Pecorelli è il giornalista che ondeggia
tra servizi e logge segrete. Viene assassinato in
redazione mentre preparava un dossier dedicato
a Giulio Andreotti. La sentenza della corte di
Venezia condanna il Cavaliere per falsa
testimonianza. Ma un’amnistia cancella la pena,
fedina penale immacolata e nel ’94 può diventare
presidente del Consiglio.
È il 17 marzo
1981:
cronaca
del blitz
a Castiglion
Fibocchi,
I
L GIUDICE ISTRUTTORE GIULIA-
NO TURNONE sta per compiere 40 anni
quando il 13 marzo ’81 firma l’ordine di per-
quisizione alle residenze di Gelli: suite all’E-
xcelsior di Roma dove passa a fil di spada chi bussa
alla porta della loggia segreta, e poi Villa Wanda e
gli uffici della Giole (azienda nella galassia Lebo-
le), paesino toscano di Castiglion Fibocchi, vicino
ad Arezzo. Assieme a Gherardo Colombo, Tu-
rone indaga sul finto rapimento di Michele Sindo-
na, bancarottiere della mafia scomparso a New
York e riapparso in Sicilia. È il mandante del delitto
Ambrosoli, quell’eroe borghese che scavava nella
contabilità opaca del protagonista adorato da Giu-
lio Andreotti (che di lui disse: “ha salvato la lira“),
al quale Gelli aveva aperto la fiducia della P2. Tu-
rone non si fida delle polizie locali: “Sapevo che
Gelli aveva mani su tutto“. Chiede al colonnello
Bianchi e alle sue Fiamme gialle di non annun-
ciare la sorpresa alle autorità di Arezzo. Ordine
scritto perché rompe la regola delle operazioni
condivise.
I protagonisti della trasferta segreta dor-
mono in un motel dell’autostrada e alle 6 del
mattino del 17 marzo ’81 suonano campanelli
che rispondono malvolentieri. Guardiani che
provano a resistere. La segretaria di Castiglion
Fibocchi giura di non avere notizia della chiave
della cassaforte e non sa come aprire una va-
ligia gonfia di carte. Prova a nasconderla ma un
maresciallo la tiene d’occhio, ecco il vaso di
Pandora. Non solo
l’elenco dei 963
nomi ma 33 buste
sigillate che raccol-
gono i misteri d’
Italia. Dallo scan-
dalo Eni-Petromin
uscito dai cassetti
di Cossiga; conto
Protezione di una
banca di Lugano
(dove compare il
nome di Claudio
Martelli, delfino di
Craxi); Calvi e Ban-
ca d’ Italia; destino
della Rizzoli, del
Corriere della Sera e
la lettera che riven-
dica l’assassinio
del giornalista
Walter Tobagi. A
questo punto il co-
lonnello di Milano
informa il coman-
dante Paratore,
della Guardia di fi-
nanza ad Arezzo. Ogni perplessità svanisce ap-
pena trova Paratore nella lista P2. Ovunque, in
agguato, la rete dei cappucci di Gelli. Comin-
ciano le telefonate. Orazio Giannini, coman-
dante generale della Guardia di finanza, vuole
parlare da Roma al colonello Bianchi su una
linea sicura: “Ti devo comunicare che hai tro-
vato degli elenchi. Ci sono anch’io. Non me ne
frega niente, ma statti accorto: sono coinvolti i
massimi vertici dello Stato. Raccomando gran-
de riservatezza”. Lascia intendere che le Fiam-
me gialle potrebbero essere travolte e lui, po-
vero ufficiale, ne avrebbe la responsabilità.
Bianchi avverte Turone. Anche Milano si sta
muovendo. Il generale dei carabinieri Giovan-
ni Battista Palumbo si fa vivo col pm Viola:
“Attenzione, è pericoloso“. Palumbo è nume-
rario di Gelli e frequenta il procuratore per do-
vere d’ufficio con la cordialità di un’amicizia
meno formale. Aspetta d’essere rassicurato,
insomma cortesia del “vedrò cosa posso fare“,
invece Viola trasmette a Turone l’avvertimen-
to e Turone convoca Palumbo per interrogar-
lo. “Sembrava scocciato, ma anche proccupa-
to. Non si aspettava che Viola reagisse così“.
Partono le grandi manovre.
Appena il colonnello e i suoi uomini tornano a
Milano coi tesori di Gelli, i due giudici passano
la notte a fotocopiarle, autenticarle, firma e
timbri di cancellieri. Pacchi che nascondono
in archivi insospettabili: armadio al giudice
Pietro Forno, magistrato che indaga sulle
Formazioni comuniste combattenti. A chi può
Domenica 12 giugno 2011
scoperti
i 963 nomi
degli affiliati
venire in mente di frugare lì? E custodia affidata
alla Guardia di finanza in luogo sconosciuto ai
magistrati. Vorrebbero consegnare le carte al
presidente Pertini, ma Pertini sta girando l’Eu-
ropa. Chiedono udienza a Forlani, capo del go-
verno. Li accoglie il prefetto Semprini, re-
sponsabile del gabinetto del presidente. Loro
sanno che Semprini sa che loro sanno perché
anche il collaboratore di Forlani è fra i tesserati
P2. Ma l’aspirante fratello del quale vogliono
discutere col capo del governo, è il ministro
della giustizia Adolfo Sarti, fedelissimo al pre-
sidente. Il quale si imbarazza appena gli mo-
strano la supplica a Gelli di accoglierlo nella
loggia segreta, preghiera firmata. “Vorremmo
ne verificasse l’autenticità”, Turone e Colom-
bo contano le parole. Forlani controlla e so-
spira: “Lasciatemi riflettere”. Appena torna
Pertini ecco le dimissioni.
Trent’anni fa, per la prima volta nella storia
della Repubblica, il capo dello stato affida il
governo a Giovanni Spadolini, politico laico e
non democristiano. Tina Anselmi che presie-
de la commissione d’inchiesta parlamentare
sulla P2 chiede a Raffaele Fiengo un rapporto:
hanno lavorato assieme negli anni con Spado-
lini direttore al Corriere. Passeggiano sottobrac-
cio: “Volevo farti sapere dei soldi che hanno
comprato il giornale e messo fuori gioco An-
gelo Rizzoli il quale non può decidere niente.
Decidono le finanziarie che hanno prestato i
capitali agli azionisti. Sono soldi P2, ma la P2 li
ha avuti dalla mafia”. È l’intreccio che non si
interrompe con la scoperta di Turone e Colom-
bo: accompagna appalti e carriere, intrighi ed
insulti fino all’Italia del 2000. Ma i primi giorni
sono di smarrimento. Quando il Giornale di
Montanelli racconta le perquisizioni dei giu-
dici di Milano, divide la sorpresa dell’operazio-
ne con Domenico Sica, magistrato del foro
romano il quale non ha mosso un dito. Sa cosa
è successo dalla tv. Forse non è propio un er-
rore: qualcuno prepara la contromossa. Per-
ché i documenti sequestrati contemplano le
trame di Mani Pulite e altre storie che scop-
pieranno nel tempo.
A parte la vanità dei giornalisti in carriera
come Gervaso che supplica Gelli quando vuol
lasciare Resto del Carlino e Nazione per arrivare al
Corriere, il Cavaliere delle tv cos’ha guadagna-
to? La Fininvest andava male. Debiti che Mi-
lano2 non riusciva a ripianare perché le case si
vendevano col contagocce e le banche strin-
gevano i cordoni. Ma otto funzionari della Ban-
ca Nazionale del Lavoro sono fratelli di loggia,
piduista il direttore del Monte dei Paschi, pi-
duista Ferruccio De Lorenzo, sottosegratrio
di un governo Andreotti e presidente dell’Ente
di Previdenza e assistenza dei medici. Grem-
biuli autorevoli che garantiscono fiducia e le
banche aprono crediti impensabili per un’a-
zienda ridotta così. De Lorenzo investe nei pa-
lazzi del Cavaliere, compra anche un albergo a
Milano2. Comincia a nascere la leggenda del-
l’imprenditore che si è fatto da solo.
La fortuna non bacia tutti i 963 fratelli: per
esempio Cicchitto, rivoluzionario radicale
nella sinistra del Psi; la scoperta del suo abbrac-
cio alla P2 addolora il padre nobile del socia-
lismo Riccardo Lombardi. Cicchitto si scusa:
intimidazioni, pressioni che spaventano lo
hanno costretto al sacrilegio. Lombardi lo as-
solve invitandolo a restare lontano dalla poli-
tica “per un tempo ragionevole”. E lo sventu-
rato china il capo, ringraziando.
Ma ricordava Gaetano Arfé, storico della po-
litica: “Il piduismo è un momento eterno dello
spirito italico. Quando sparisce la destra sto-
rica, la P2 si affaccia quale espressione di un
conservatorismo rozzo e brutale, vorace e
spietato, tendenzialmente eversivo”. m.ch.
pagina 14 Domenica 12 giugno 2011

ECONOMIA

LA LEGA SFIDUCIA TREMONTI

Maroni esplode contro il ministro dell’Economia
“Tirare a campare è devastante per la maggioranza”
di Stefano Feltri promettendo che almeno la leg-
ge delega per la riforma fiscale
a sintesi delle spaccature sarebbe arrivata prima dell'esta-

L dentro il governo non po-

teva essere più chiara di
quella che si è presentata
ieri a uno dei mille convegni di
Confindustria, quello dei giova-
ni industriali a Santa Margherita
Ligure. La faglia sismica è quella
della riforma fiscale, combinata
con la manovra. L'istantanea è
questa: Silvio Berlusconi non si
presenta, non si capisce bene
se non invitato ma sicuramente
non gradito, Giulio Tremonti re-
sta solo a spiegare che le tasse
non si possono ridurre, a distan-
za il ministro leghista Roberto
Maroni lo contesta e quasi lo in-
sulta, il presidente confindu-
striale Emma Marcegaglia ap-
plaude e chiede subito la mano-
vra da 40 miliardi ma anche la
riduzione delle tasse per chi
produce. Cioè per gli industria-
li.
ALLA CONVENTION ligu-
re Tremonti spiega che “il tem-
po della prudenza non è finito” e
aggiunge che “l’evasione fiscale
è un grosso serbatoio. Ora si può
fare un ragionamento di recupe-
ro dell’evasione per una riduzio-
ne della pressione fiscale”. La
traduzione politica è la seguen-
te: di soldi non ce ne sono e non
è certo il momento di pensare a
come spenderli. Un messaggio
ripetuto fino allo sfinimento in
questi giorni ma che, ribadito a
meno di 24 ore dall'apertura del-
le urne referendarie, non deve
aver fatto piacere al presidente
del Consiglio che ancora due
giorni fa cercava di recuperare
qualche consenso in extremis
te.
Ma c'è un elefante nella stanza
che tutti fingono di non vedere,
la manovra da 40 miliardi su tre
anni che deve essere annunciata
prima dell'estate o l'Italia perde-
rà molta parte della credibilità
che le resta sui mercati finanzia-
ri. Quindi Tremonti parla come
uno che sta cercando di trovare
soldi, anziché ingegnarsi come
spenderli. Dice che l'ipotesi di
aumentare l'Iva è allo studio,
giura che il governo “non ha la
minima intenzione di tassare la
prima casa o il risparmio delle fa-
miglie”. Ma di ridurre il carico fi-
scale non se ne parla. E visto che
l'unica ipotesi di riforma conce-
pibile al momento, quella per Bobo&Giulio. Il disagio di Maroni per le responsabilità di Tremonti nel risultato della Lega alle urne finora era rimasto sotto traccia, da ieri è esplicito F
OTO EMBLEMA
cui tifa Berlusconi, è una ridu-
zione delle aliquote Irpef sui
redditi più bassi finanziata dal-
Uno dice: “Niente riforma significati-
va, il coraggio di sfi-
liardi per farvi fronte). Il discor-
so di Maroni è una bocciatura re-
roccio pensavano che la colpa
della batosta alle amministrative
l'aumento Iva, agli industriali in-
teressa poco. “Serve una rifor-
riforma fiscale”, dare la congiuntu-
ra, di un gesto im-
troattiva, quasi il bilancio di un
fallimento. Dice il ministro del-
fosse proprio di Tremonti: basta
ricordare le sedi di Equitalia as-
ma fiscale che abbassi le tasse su portante, atteso”. l’Interno: “Il governo non è solo sediate nel Nord Est e la marcia
chi tiene in piedi questo Paese, i l’altro risponde: Oltre al coraggio un ragioniere che deve tenere i di protesta silenziosa degli indu-
lavoratori e le imprese”, ha detto servirebbero poi i conti in ordine perchè altrimen- striali di Treviso, abbandonati
la Marcegaglia. Che però ricono- “Serve coraggio oltre soldi, magari un po’ ti qualche burocrate di Bruxel- dal governo al loro destino. Ma-
sce anche la necessità di fare su- di crescita (non l’1 les viene con il ditino. Deve fare roni, l’unico leader padano che
bito il drastico risanamento per alla prudenza” per cento scarso su anche questo, per l’amor di Dio, possa considerarsi un’alternati-
arrivare al pareggio di bilancio cui conta l’Italia) e ma si può negoziare, si può di- va a Tremonti come leader del
nel 2014: “Questo vuol dire pen- un debito più basso scutere e trattare”. Ora, visto futuro, ora dichiara apertamen-
sare a una manovra importante Lega sembra sempre più tentata dei nostri 1800 miliardi di euro. che Tremonti ha passato l’ulti- te che è finita.
da 35-40 miliardi di euro” da fare da far saltare tutto. Il ministro mo anno a negoziare con Bru- Non basta più la prudenza del
subito e “non dopo le elezioni da del Welfare Roberto Maroni sce- MA LA LINEA della Lega pre- xelles il percorso di riduzione fronte “romano” della Lega,
un altro governo”. Che è un mo- glie il palco della festa della Cisl scinde da ogni ragionamento del debito pubblico, appiglian- quello che fa capo a Roberto Cal-
do per avallare la linea dura di per dire, senza eufemismi, che il sulla finanza pubblica, è ormai dosi all’unico nostro punto di deroli per mantenere un po’ di
Tremonti che pretende di incas- ministro dell’Economia sta sba- un attacco aperto a Tremonti forza, il basso indebitamento calma. “Tirare a campare e'deva-
sare prima il via libera dal gover- gliando tutto: “Tremonti ha det- che finora era sempre stato pro- privato, Maroni sta in pratica di- stante per chi governa e per le
no sulla manovra e soldo dopo to che serve la prudenza, è giu- tetto da Umberto Bossi quando cendo che il ministro ha fatto fia- maggioranze”, dice Maroni. Ora
iniziare a ragionare davvero di sto, ma, in questi momenti cre- si opponeva al populismo tribu- sco. resta da vedere se la Lega è pron-
come ridurre le tasse. do che serva più il coraggio che tario di Berlusconi (sempre Finora il malcontento leghista ta a passare dalle parole ai fatti,
Peccato che Berlusconi non la la prudenza. Il coraggio di guar- pronto ad annunciare l’abolizio- era rimasto un borbottio som- magari sulla scia di una vittoria
pensi così e soprattutto che la dare e di mettere in campo una ne dell’Irap senza avere i 40 mi- messo, anche se in molti nel Car- dei “sì” al referendum.

DOPO OLTRE UN ANNO E MEZZO DI PROTESTA

ADDIO ALL’ASINARA, L’ISOLA DEI CASSINTEGRATI SI ARRENDE

di Luca Telese bo). neo-ministro Romani. Il suo prede- Vinyls è perché il presidente della tivi.
L’unica istituzione a farsi carico di cessore, Claudio Scajola, era riuscito Repubblica, Giorgio Napolitano, il 7 Già per tre volte in passato l’Eni ha

Aba llaMarongiu
fine se n’è andato anche Pietro
detto “il tiranno”. Bar-
ruvida come l’accendizolfo car-
tavetrato di una scatola di fiammi-
feri, toni calorosi e carattere grani-
tico. Alla fine se né andato pure lui,
l’ultimo cocciuto protagonista dell’
“Isola dei cassintegrati”. Alla fine –
dunque - gli operai della Vinyls han-
no lasciato le celle dell’Asinara oc-
cupate quindici mesi fa. Che bello
sapere che il governo ha preso degli
impegni chiari e li ha mantenuti.
Che il Pd ha sostenuto la protesta. E
che la sinistra radicale ha portato
ovunque la bandiera di questa bella
lotta. Sarebbe bello, davvero, ma
non è andata così.
IL GOVERNO ha fatto l’ennesima
figura barbina, il Pd ha fatto una vi-
sita pro-forma dopo il successo dei
cassintegrati ad Annozero (e poi è
scomparso), la sinistra radicale (in
tutte le sue forme) si è scordata di
questi operai, il presidente della Re-
gione ha detto tutto e il contrario di
tutto (e non ha combinato un tu-
Dimenticati da tutti tranne
che da Napolitano,
gli operai Vinyls aspettano
un incontro col governo
ma senza farsi illusioni
questo dramma è il comune di Porto
Torres. Anzi, il sindaco Beniamino
Scarpa, che nella sala del Consiglio
comunale scuote la testa e dice: “Ho
paura per la crisi che si sta per ab-
battere sul nostro territorio. Questa
città è una bomba innescata”. Ha ra-
gione. Dopo il cosiddetto accordo
sulla “Chimica verde” (ottime pro-
spettive nel futuro, molti dubbi sul
presente) l’Eni ha ottenuto di chiu-
dere (a giugno) il Petrolchimico della
città. È come un grande serbatoio di
rabbia che potrebbe esplodere da un
momento all’altro. A Porto Marghera
c’è la stessa rabbia e nessuna spe-
ranza: lì la Vinyls chiuderà – come ha
scritto il web-portavoce dei cassin-
tegrati Michele Azzu – “Senza nem-
meno lo straccio di una promessa
chiara”.
Resterà leggendario l’ottimismo del
Gli operai
Vinyls a
Porto Torres
(FOTO ANSA)
nel formidabile record di dare le di-
missioni (per la casa “a sua insapu-
ta”) il giorno stesso in cui doveva
chiudersi la trattativa per cedere la
Vinyls alla Ramco. Così la ditta araba
è scomparsa, e si è aperta una nuova
trattativa con un nuovo gruppo, il
fondo Gita. Il ministro sbarca in Sar-
degna, sfodera un sorriso smagliante
e assicura: “Il gruppo è credibile, i
soldi ci sono, lo abbiamo verificato.
Altrimenti sarei un pirla a darvi que-
sta rassicurazione, no?”. Infatti, su-
bito dopo l’annuncio ufficiale del-
l’acquisto e della trattativa giunta a
buon fine, sono scomparsi sia il mi-
nistro che i compratori.
A Porto Marghera (dove ci sono gli
stabilimenti gemelli della società)
c’è un operaio in sciopero della fa-
me. Mentre se in Sardegna non è an-
cora esplosa la rabbia degli operai
giugno, ha incontrato i lavoratori del-
la ditta chimica e li ha incoraggiati,
assicurando loro che avrebbe fatto
tutto quanto in suo potere. Ma cosa
può fare anche un presidente della
Repubblica quando tutta la classe di-
rigente di un paese latita?
L’ACCORDO “Chimica verde”,
dunque (visto che la chiusura del pe-
trolchimico sottrae le materie prime
necessarie alla Vinyls per chiudere il
ciclo del Pvc e la condanna virtual-
mente a morte) resta l’unica speran-
za. Il piano annunciato dall’ Eni, sot-
toscritto da sindacati nazionali, go-
verno, regione e comune, dovrebbe
portare (secondo il protocollo di in-
tesa) 740 milioni di investimenti e
favorire la nascita del primo eco-im-
pianto d’Europa. Perché proprio in
Sardegna? Perché Porto Torres (lo
avevano capito i romani) ha una po-
sizione invidiabile che lo collega via
mare a tutto il mediterraneo. Perché
nell’area del Petrochimico dismesso
ci sono infrastrutture titaniche ab-
bandonate che nessun’altra area in-
dustriale possiede, perché la Nurra,
la splendida campagna di vegetazio-
ne selvaggia che circonda Porto Tor-
res ha le condizioni ideali per col-
tivare i vegetali (ad esempio i cardi)
che dovrebbe servire come materia
prima di un ciclo integrato per pro-
durre la bioplastica del futuro, quella
di cui le nuove buste derivate dalla
soia sono un assaggio. Ma dietro le
promesse si affollano gli interroga-
firmato protocollo solenni che poi
ha disatteso. E non è ancora chiaro
quanti anni ci vorranno (cinque?)
perché lo stabilimento si attivi. E in-
fine, come spiega il sindaco Scarpa,
c’è il nodo delle bonifiche (530 mi-
lioni di euro già promessi da Eni),
che dovrebbero rigenerare un terri-
torio avvelenato da quarant’anni di
cracking: “L’Eni – spiega il sindaco
Scarpa - dice di aver già stanziato i
soldi per realizzarle, ma i depuratori
non sono ancora a regime. C’è un
progetto delicatissimo sulla cosid-
detta collina dei veleni di Minciared-
da [una discarica chimica abusiva,
ndr.] e noi abbiamo chiesto che per
tutte queste opere siano impiegati
gli operai rimasti senza lavoro”.
IL TIMORE del sindaco è un altro.
Non solo quello per gli operai del
petrolchimico (coperti dalla cassa in-
tegrazione) ma quello per i 500 la-
voratori dell’indotto che restano
(per ora) senza tutele: “Bisognereb-
be affidare subito anche a loro, e a
quelli della Vinyls le bonifiche e rea-
lizzazione dei nuovi impianti”. Porto
Torres è l’unico porto di 400 ettari
con 15 metri di fondale: “Se l’Eni li-
berasse queste aree come ha pro-
messo nell’accordo – spiega il sin-
daco – si può costruire un futuro”. Il
22 giugno un nuovo incontro con
governo ed Eni a Cagliari. Un nuovo
segno sul calendario a cui appendere
una speranza, in un terra che è stata
abituata alle false promesse. Ma non
si è mai rassegnata alle menzogne.
Domenica 12 giugno 2011 pagina 15

DAL MONDO

Scontro
AL QAEDA tra esercito
e terroristi

MINACCIA L’ITALIA in Yemen,

muoiono
31 persone
Un video in rete: “Colpire il papa
di Roberta Zunini
e Berlusconi. Sono obiettivi facili” onostante la fuga, il 4

di Stefano Caselli uno dei “portavoce” di Al Qae- giornalisti famosi, capitani

enedetto XVI urtato da
da. Gadhan, ex adolescente ca-
liforniano nato come Adam
NSaudita
giugno scorso, in Arabia
del presidente Sa-
d'industria e scienziati. Ma “l’a- leh, per la gioia della fami-
mericano” pensa in grande, glia rivale, Ahmar, il quadro

B una donna in San Pietro

durante la messa di Nata-
le del 2009 e Silvio Ber-
lusconi colpito da una statuetta
del Duomo di Milano lanciata
Pearlman che ora si fa chiamare
Azzam al-Amriki, sostiene che
figure influenti “dei governi,
industrie e media dell'Occi-
dente controllato dai sionisti”
considerando “facile” addirit-
tura un attacco al papa e a Ber-
lusconi.

da Massimo Tartaglia il 13 di-
cembre del 2009. Per Al Qaeda
i due episodi dimostrerebbero
la vulnerabilità del papa e del
presidente del Consiglio italia-
no, considerati “obiettivi non
difficili da colpire”.
Questa, almeno, è la tesi diffusa
via internet lo scorso 2 giugno
da Al-Sahab, considerato il
“braccio mediatico” della mul-
tinazionale del terrore, ormai
orfana del capo supremo Osa-
ma bin Laden. Secondo quanto
riporta il sito startfor.com, a
parlare – in un video di ben cen-
to minuti – è Adam Gadhan,
detto “Azzam l'americano”,
L’UE SI ALLONTANA
TURCHIA AL VOTO: LA PROVA DI FORZA DI ERDOGAN
di Alessandro Oppes
devono diventare “obiettivi di
attacchi”. Attacchi che, se rea-
lizzati in Occidente, avrebbero
maggiore efficacia, puntando
anche ad obiettivi “meno com-
plicati da avvicinare” come
A parlare è Adam
Gadhan, detto
“Azzam l’americano”
per le sue origini
californiane
una futura elezione alla carica di capo
dello Stato (l’unico modo per perpetuar-
EVIDENTEMENTE il “por-
politico yemenita non ac-
cenna a stabilizzarsi. Al
contrario, con i violenti
scontri di ieri ad Abyane
nel sud del paese, anche Al
tavoce” di Al Qaeda avrà visto in Qaeda sembrerebbe torna-
tv il video amatoriale che fece il Il Papa è considerato un obiettivo ta in campo, per influenza-
giro del mondo la notte di Na- e Adam Gadahn (FOTO ANSA) re il futuro dello Yemen. Il
tale del 2009, quando Benedet- ministero della Difesa ye-
to XVI, diretto verso l'altare del- magini – riprese da tutti i tele- ieri, per la prima volta nella sto- menita ha dichiarato che
la Basilica di San Pietro, fu rag- giornali italiani - della statuetta ria, il Pontefice ha ricevuto una 10 soldati e 21 seguaci di Al
giunto da una don- scagliata in faccia a Silvio Berlu- delegazione rom. Qaeda sono rimasti uccisi
na che gli si gettò sconi in piazza Duomo a Milano La notizia delle minacce all’Ita- durante un attacco dei ter-
addosso. Il papa
cadde, rialzandosi
devono essere arrivate sugli
schermi di Azam Al-Amriki.
lia arriva il giorno stesso della
conferma della morte di Fazul
roristi islamici contro un
convoglio del battaglione
immediatamente,
mentre l'ottanta-
La minaccia non allarma ecces-
sivamente gli 007 italiani: “I ser-
Abdullah Mohammed, sospetto
organizzatore per conto degli
111 che trasportatava armi
e derrate alimentari per l'e-
settenne cardinale vizi segreti lavorano come sem- attentati contro le ambasciate sercito. Nello Yemen dal 27
Roger Etchegar- pre con impegno e riservatezza Usa in Kenia e Tanzania del 7 gennaio, quando decine di
ray, che era al suo per garantire la sicurezza del agosto 1998. É stato ucciso mer- studenti scesero in piazza
fianco, riportò la premier” è il solo, laconico coledì scorso a Mogadiscio: “Un per chiedere la fine del re-
rottura di un femo- commento rilasciato in serata. colpo significativo ad Al Qaeda” gime di Saleh, si stanno so-
re. E anche le im- No comment dal Vaticano dove il commento di Hillary Clinton. vrapponendo diversi con-
flitti. Quello che preoccu-
pa di più la comunità inter-
nazionale, inclusi i Paesi
arabi, è quello firmato
Aqap, la filiale di Al Qaeda
nella penisola arabica. Co-
me ha scritto il Washington
Post all'inizio della settima-
me capitale amministrativa del paese. Se- na, la fuga di Saleh priva gli
condo i sondaggi, circa la metà dei 50 mi- Stati Uniti di un alleato fe-

Nganessuno è disposto a scommettere su

una sconfitta di Recep Tayyip Erdo-
alle elezioni legislative che si cele-
brano oggi in Turchia. Ma saranno le di-
mensioni del suo successo – il terzo con-
secutivo in dieci anni, salvo clamorose
sorprese – a far capire se l’attuale leader
di Ankara potrà essere in grado di impor-
re al paese una nuova svolta politica.
IL PREMIER islamista moderato punta
in modo deciso a ottenere una maggio-
ranza parlamentare dei due terzi (367
seggi) che gli consentirebbe di riscrivere
unilateralmente, e a suo piacimento, la
Costituzione del 1982. Se invece otterrà
solo 330 deputati su un totale di 550, do-
vrà sottoporre a referendum la sua pro-
posta di riforma in senso presidenziali-
sta, che gli spianerebbe la strada verso
Il premier è sicuro della
riconferma grazie al boom
dell’economia
ma l’Europa teme
una deriva autoritaria
si ancora a lungo nel potere, considerato
che lo statuto del suo Partito della giu-
stizia e sviluppo gli impedisce di rican-
didarsi alla premiership fra quattro an-
ni).
È SOPRATTUTTO la fortissima cre-
scita dell’economia – 9 per cento nel
2010 – a far veleggiare indisturbato Er-
dogan verso la riconferma. Dal suo inse-
diamento al potere, nel 2002, il prodotto
lordo della Turchia si è triplicato, fino a
raggiungere i 510 miliardi di euro. E l’in-
flazione, che negli anni Novanta era ar-
rivata a superare il mille per cento, po-
trebbe scendere prima di dicembre al di
sotto del 5 per cento. Resta la preoccu-
pazione per un deficit della bilancia com-
merciale in costante aumento e un tasso
di disoccupazione che sfiora il 12 per
cento. Ma Erdogan, proprio alla
vigilia del voto, ha rilanciato am-
biziosissi progetti di sviluppo,
promettendo svariate opere fa-
raoniche: a cominciare da un ca-
nale navigabile a est di Istanbul
che consenta di mettere fine al
passaggio di petroliere e mer-
cantili pericolosi nel Bosforo, e
la realizzazione di una nuova cit-
tà per decongestionare Ankara
e, probabilmente, sostituirla co-
lioni di turchi chiamati alle urne sono
pronti a rinnovargli la fiducia. Il sistema
elettorale gioca a suo favore: lo sbarra-
mento fissato al 10 per cento impedisce
infatti ai nazionalisti curdi di ottenere
parlamentari. E la competizione si esau-
risce in un confronto polarizzato tra gli
islamisti moderati da una parte e, dall’al-
tra, i due principali gruppi dell’opposi-
zione: il Partito repubblicano del popolo
(erede del fondatore della Turchia mo-
derna, Mustafa Kemal Ataturk, che punta
a un rilancio grazie al suo programma so-
cialdemocratico e la sua campagna con-
tro la povertà) e la destra del Partito del
movimento nazionalista.
È TANTO ASSURDO il sistema in vi-
gore che, nel 2002, Erdogan arrivò a ot-
tenere il 66 per cento dei seggi con solo il
34 per cento dei voti. Tra i suoi avversari,
solo i “kemalisti” superarono la soglia del
10 per cento, mentre gli altri sedici par-
titi in lizza, nonostante avessero ottenuto
il 45 per cento dei suffragi restarono ta-
gliati fuori. E le cose non sono cambiate
di molto neppure alle ultime politiche,
quando solo la destra riuscì a ritagliarsi
uno spazio in Parlamento insieme alle
due forze politiche principali. Con Erdo-
gan al potere, si è in parte stemperato
l’entusiasmo per le prospettive di adesio-
ne del paese all’Unione Europea, a lungo
frustrate per l’opposizione di alcuni pae-
si, la Francia in testa.
LA TURCHIA è ormai la sesta econo-
mia europea e la 16esima al mondo, e ne-
gli ultimi anni ha accentuato la sua indi-
pendenza in politica estera, raffreddan-
do i rapporti con Israele e aprendo le por-
te al dialogo con l’Iran, Hezbollah e Ha-
mas. Ma il vero timore di Bruxelles è che,
consolidando ancora di più il proprio po-
tere, Erdogan possa spingere la Turchia
verso una deriva autoritaria. Poco tran-
quillizzante è apparsa la campagna elet-
torale segnata, oltrechè che da una serie
di episodi di guerriglia urbana, anche dal-
la diffusione di video a sfondo sessuale
che hanno reso inevitabili le dimissioni
di una decina di alti dirigenti del partito
nazionalista di destra. Una “guerra spor-
ca” che potrebbe andare a vantaggio pro-
prio della formazione politica del pre-
mier Erdogan, accusato esplicitamente
dai suoi avversari di “ricatto politico”.
dele nella lotta contro la
cellula più pericolosa della
galassia Al Qaeda e mette a
repentaglio le operazioni
di antiterrorismo, già com-
plicate dalla sanguinosa fai-
da interna in corso.
Negli ultimi tre anni l'Aqap
si è dimostrata una delle più
temibili minacce per gli Sta-
ti Uniti. Lo Yemen è il più
povero tra i Paesi arabi, con
aree tribali rifugio di sepa-
ratisti e uomini di Al Qaeda.
Nel 2009 fu sventato un at-
tentato a un aereo commer-
ciale diretto a Detroit e lo
scorso anno altri cargo di-
retti negli Usa furono presi
di mira . In attesa che i due
clan rivali finiscano di di-
sputarsi il potere vacante,
alcuni analisti sostengono
che gli Stati Uniti potrebbe-
ro agire unilateralmente
contro l'Aqap, aumentan-
do l'invio di droni, gli aerei
senza piloti, per evitare che
si rafforzi, approfittando
del vuoto di potere. Cosa
che, a giudicare dagli scon-
tri di ieri, si sta avverando.

L’unica testimonianza diretta da Fukushima

L’incubo nucleare in Giappone è appena iniziato. Questo libro racconta in presa diretta
la catastrofe che si è abbattuta su uno dei paesi più industrializzati del mondo. E ci fa
toccare con mano il rischio che incombe sull’intero pianeta. Proporlo ai nostri lettori è
parte dell’impegno di questo giornale e della sua casa editrice, che ha appena mandato in
libreria un volume per ragazzi sull’acqua come bene comune, nella decisiva battaglia
referendaria del 12 e 13 giugno. Ugo Mattei

L’acqua
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dal 9 giugno in libreria e in edicola con il manifesto a 10 euro in più

pagina 16 Domenica 12 giugno 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

I BULLI DI RIACE

Orgoglio tamarro Caravaggio

Trovato il
News online
L’Huffington
Sky
Boom per
Contador
Dopo la

tra perizomi
Sant'Agostino Post ha più Guzzanti: vittoria
scomparso visitatori del 700mila al Giro sarà
da metà New York gli spettatori al Tour
Ottocento Times di Aniene de France

e addominali Dallo show Jersey Shore a Tamarreide

dilaga il modello imposto
da Maria De Filippi. E pure le famose statue ne fanno le spese
di Nanni Delbecchi forza, e soprattutto lo stomaco, chiale fasciante effetto coleotte-
di cimentarsi nella Prevalenza ro.

Q
uesto spot della Regione Cala-
bria che ci mostra i Bronzi di Ria-
ce a gambe larghe, neghittosi e
stravaccati come due veri tamar-
ri, più nudi del giovane Niki Ven-
dola in un campo nudisti (strano
che Sallusti non li abbia sbattuti
in prima pagina), ha un suo per-
verso fondamento, e dà da pen-
sare. Fa pensare che la tamarri-
tudine tira, e mai ha tirato così
tanto; come se, più che una di-
mensione dello spirito, fosse
una misura dei tempi. Nel 1985,
in un clima postsessantottino,
ancora gravido di a prescindere,
nella misura in cui e nell’ottica,
Fruttero&Lucentini scrissero La
prevalenza del cretino, primo ti-
tolo della “Trilogia del cretino”,
nata come sviluppo fenomeno-
logico di una celebre intuizione
di Flajano (“Oggi il cretino è pie-
no di idee”). Ma chissà chi avrà la
del tamarro. Ce ne sarebbe un
gran bisogno perché sono loro, il
tamarro e la tamarra, il modello
di riferimento sempre più evi-
dente di vip, popstar, potenti,
sciurasse, baiadere, guapparia
politica e ultracafonal. In sem-
pre di più tendono al tamarro,
ma solo un tamarro è un tamar-
ro, come direbbe una che la sa-
peva lunga.
È LA TELEVISIONE, come
spesso le capita, a tracciare il sol-
co. Lunedì prossimo debutta in
prima serata su Italia 1 (la rete più
tamarra da sempre) “Tamarrei-
de”, viaggio on the road per l’I-
talia dei vacanzieri di otto ragazzi
attentamente selezionati, addo-
minale per addominale, perizo-
ma per perizoma, tatuaggio per
tatuaggio. È la risposta nostrana a
un altro show di di successo il
“Jersey Shore” di Mtv, dove i ta-
marri e le tamarre sono sì nati in
Usa, ma tutti orgogliosissimi del-
le loro origini italiane (se non è
scozzese non è vero tweed e se
non è italiano non è vero tamar-
ro).
Ma questa, per così dire, è solo la
più stretta attualità, perché nel-
l’immaginario televisivo c’è un
orgoglio tamarro che attraversa
da anni i palinsesti, affonda le ra-
dici nell’estetica dei reality show,
risale una per una le undici edi-
zioni del “Grandi Fratello” e ci
porta fino alla madre di tutti i ta-
marri, Maria de Filippi che non
solo li mette sul trono tutti i gior-
ni ma nel recente (e fortunatissi-
mo negli ascolti) “Italia’s got Ta-
lent” ha dimostrato che da questo
punto di vista nel nostro Paese
non ci sono barriere di ceto né di
età. Ci sarà anche la fuga dei cer-
Tre protagonisti del reality Jersey Shore in centro a Firenze (FOTO OLYCOM)
velli, ma in questo campo faccia-
mo scuola al mondo: Italia’s got
Tamarr.
Ma chi è veramente il tamarro, e
in che modo lo si può distinguere
dai suoi tanti tentativi di imitazio-
ne (il coatto, il truzzo ,il maranza,
lo zarro)?
Le caratteristiche base sono ab-
bastanza comuni: linguaggio ru-
dimentale, arroganza di modi, ot-
tusità antisismica, impermeabili-
tà completa a ogni forma di cul-
tura. Pur essendo un grande am-
miratore dei marchi di moda, alla
fine il suo look è spartano: più
che l’indumento (quasi inesisten-
te), conta l’accessorio, il piercing
ombelicale, l’orecchino del dia-
metro di un anello olimpico, l’oc-
E qui arriviamo al nocciolo della
questione. Perché quello che di-
stingue il tamarro doc dei tempi
moderni è il fisico. Ci vuole un fi-
sico bestiale, ed è grazie al fisicac-
cio che ci si può permettere tutto
il resto, la lingua giurassica, i mo-
di belluini, e lo stesso sprezzo per
la cultura, tutto concorre al pri-
mato assoluto del corpo. Non è la
legge del più forte, ma la ancor
più drastica legge del più fico.
C’è qualcosa di nuovo, anzi di an-
tico in questa tamarreide, e così
torniamo da dove eravamo parti-
ti, ai Bronzi di Riace, che se im-
provvisamente riprendessero vi-
ta dopo venticinque secoli ver-
rebbero immediatamente invita-
ti da Maria De Filippi a “Uomini e
donne” (questo era il messaggio
nemmeno tanto inconscio della
pubblicità della Regione Cala-
bria). È vero che parliamo di due
capolavori della statuaria classi-
ca, ma è innegabile che siano an-
che due potenziali tamarri perfet-
ti, con tutti gli attributi del caso, e
in più la loro faccia è in bronzo
vero, mica metaforico. In fondo,
è una questione di punti di vista.
Ogni epoca arruola i suoi eroi, e
scrive il suo epitaffio. Prendi il
Paese in cui i Bronzi sono nati,
che poi è anche il nostro: ai tempi
di Goethe era il giardino d’Euro-
pa; oggi è lo zimbello del mon-
do.

VEDI ANCHE tascio, cafardo,
zarro, grezzone, buzzurro
cco, secondo i suggerimenti dei bauscia, tabbozzo, spandone, barla-
Evalenti
nostri amici Facebook, gli equi- fus, zauro, tabbo, tafano, terrone,
di “tamarro” in numerose cit- bruzzo (Milano); cafone, cafardo,
tà italiane: gaggiotto, sfigato (An-
cona); cozzalo, zagno, zafagno (Ba-
ri); ciuccigno (Benevento); burino
(Bergamo); sborone, maranzo,
maraglio (Bologna); baccano (Bol-
zano); terrone, truzzo (Brescia);
zambro, cacafave (Brindisi); gag-
gio, loffio, biddaio, bastascio, gab-
billo (Cagliari); grezzone, viddano,
biliciaro, patatiddru (Caltanisset-
ta); zauddo (Catania); birro (Ce-
sena); pitorro (Cosenza); vilan,
grindul, zanin (Ferrara); zanniero
(Foggia); zotico (Forlì); trappano
(Frosinone); buzzurro, cacirro, ga-
bibbo (Genova); tarpà (Jesi); cafò
(L’Aquila); mazzaro, nzallu, ascaro
(Lecce); terún (Mantova); zaffo,
gargio, zaurdu (Messina); zarro,
ciaffo, tarzaniell’, vrénzola, zuánzo,
mao mao, cuozzo (Napoli); mejaro
(Padova); tascio, gargio, macagno
(Palermo); cinghiale, tazzarro (Pa-
via); tecchio (Pescara); pescegatto
(Piacenza); tamarru, zaurdu, urzu
(Ragusa); zaurru (Reggio Cala-
bria); patacca (Rimini/Riccione);
coatto (Roma); boaro (Rovigo); na-
pulill (Salerno); gazzilloro (Siena);
tordo, zauddo (Siracusa); painu
(Spoleto); faggiano (Teramo);
gnif gnaf (Termoli); tarpano, bir-
rocchiu, pacchiano (Terni); tarro,
zarro, iarro, zamatarro, zama, tazor-
ro, zamuso (Torino); sciopà (Tren-
to); boàro, grèso, codero, grèbano
(Treviso); Buloto (Trieste); figon,
sboron (Venezia).
Checco Zalone
“Lo è chi non sa di esserlo”
di Federico Mello
uca Medici non ha il fisico e l’ab-
Le no)bigliamento dei tamarri (televisivi
che vanno per la maggiore. Ma il
suo alter ego, “Checco Zalone” (no-
me d’arte che va letto alla barese,
“Che cozzalone!”, che tamarro) è no-
to come massimo esperto comico in
materia. Ci risponde da Berlino, dove
si trova per lavoro.
Checco, ma il tamarro sa di esse-
re tale?
No, è inconsciamente tamarro: non
lo sa per antonomasia, ontologica-
mente. Anzi, è persuaso di essere raf-
finato, speciale.
Di tutti i tipi “regionali”, qual è in
Italia il più tamarro?
Mi stupisce di più quello nordico,
quello brianzolo in particolare. Forse
perchè tutti gli altri sono stati abba-
stanza perlustrati, sia dal cinema che
dallo spettacolo. Ma visto che sono
spesso al Nord in questo periodo, mi
sono reso conto che anche lì c’è una
buona percentuale di tamarezza che
trovo molto più interessante.
È diverso da quella meridionale?
A parte la lingua, sembrerebbe ugua-
le. Solo, essendoci qua più ricchezza,
il tamarro brianzolo è più industria-
lotto. Pensa che il massimo della vita
sia la sua attività.
Lavoro, lavoro, lavoro...
L’industria: per lui tutto ruota intor-
no a quello. Pensa che il microcosmo tica.
che lo riguarda sia in realtà il cosmo, Qualche tamarro famoso ?
che tutto giri intorno a quel settore Ti posso dire una cosa. Perchè il ta-
industriale nel quale opera. marro possa essere efficace dal pun-
Li hai studiati? to di vista comico, deve essere inter-
L’ho capito facendo delle convention pretato da un “non” tamarro.
da queste parti. Ma voglio specificare Bisogna studiare?
che non è che penso che tutti i brian- Sì, ci vuole la laurea (ride).
zoli sono tamarri (non vorrei che poi E un politico tamarro ce lo dici?
a Milano mi rompono il culo). No, come faccio? Ce ne sono così tan-
Esiste anche la Tamarra? ti che per par condicio è meglio ta-
Certo: in questo la natura è democra- cere.
Domenica 12 giugno 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ terrei stretto per tempi mi-
gliori. Tremonti ha divaga- di Fulvio Abbate
Ezechiele
Lupi
misura di blazer, ossia di fidan- neticamente imbattibili insetti

“Non alzeremo to su risorse da spremere

“dall’evasione fiscale”, sui
ricavi immaginari dalla “ra-
zionalizzazione”: parole,
parole, parole. Dario La-
el gioco dell’oca ordito dal
Npunto
Nano Ghiacciato a un certo
ha fatto la sua comparsa
l’onorevole Lupi. Maurizio, vi-
zato perfetto. Ezechiele sugge-
risce poi una sorta di “forza
tranquilla” curiale necessaria
alla mediazione nei momenti
dei cazzi politici amari, amaris-
Ezechiele Lupi sarà presente
anche nel nostro futuro pros-
simo politico e mediatico, lui,
Ezechiele che, oltre a essere
stato padrino di Magdi “Cri-

le tasse” ruffa, che ha curato il ser-

vizio, non ha avuto la forza
di infierire, ma nelle ville di
Berlusconi, nella case più
modeste di ministri e cor-
cepresidente della Camera, e
ancora, soprattutto, cattolico
in blazer. Lupi di provato rito
ciellino milanese. Lupi che, se
solo lo contempli bene, già, se
simi, quando i sondaggi sugge-
riscono che è davvero venuto
il caso di andare, sì, a letto, non
prima però di aver preparato la
valigia e i passaporti delle
stiano” Allam, in occasione
del suo battesimo da parte di
papa Ratzinger nel 2008, nel
gennaio 2011 ha firmato, insie-
me a Roberto Formigoni, l’ex
di Paolo Ojetti tigiani devono essere esondate lacrime di di- davvero lo inquadri nella sua emergenze improvvise, la vali- socialista Sacconi e altri, una
sperazione: cosa gli prometteremo al “popolo “allure” immobile, il sorriso ci- gia del non-si-sa-mai! Ezechie- lettera aperta per chiedere ai
g1 sovrano”? Un servizio sul Papa con i Rom e i vico un po’ leonardesco, nel le Lupi, insomma, sembrereb- cattolici italiani di sospendere
T Si bara fin dai titoli: “Tremonti dichiara che il
governo non tasserà i risparmi delle famiglie e la
Sinti ci ricorda questa volta il lato buono della
Chiesa.
senso di Monna Lisa e del fur-
betto, ti viene d’istinto chia-
be perfetto per parlamentare
con la controparte, perfino
ogni giudizio morale nei con-
fronti dell’Impresentabile Ber-
prima casa”. Ecco, con questo gioco di prestigio marlo come un personaggio quando c’è da difendere l’indi- lusconi, indagato dalla procu-
il Tg1 vuole strappare ai telespettatori un sospi- g3 del serraglio dei cartoni disne- fendibile. In questo, diversa- ra di Milano per concussione e
ro di ringraziamento: oh che bravo governo, oh
che bravo ministro, dio protegga Berlusconi che
T La parte più gustosa del Tg3 (capitolo rin-
tracciabile solo qui) è una “ripresa” di due pa-
yani, Ezechiele Lupi, nel sen-
so che vederlo lì in campo a
mente da altri volti trucemen-
te votati al ghigno (i nomi? Fate
favoreggiamento della prosti-
tuzione minorile. Si legge:
non aumenta le tasse. Non basta, per accrescere gine di Repubblica. Al telefono Flavio Briato- “Ballarò” così come ad “Anno- pure voi, c’è l’imbarazzo della “Non lasciarsi strumentalizza-
il sollievo, Enrico Castelli aggiunge: “Ecco, le re e Daniela Santanché. Sono preoccupatis- zero” suggerisce l’idea ma- scelta), Ezechiele Lupi sembra re da un moralismo interessato
risorse per la riforma fiscale vanno cercate al- simi perché “Silvio” ha ripreso i bunga bunga chiavellica che il collocamen- invece poter contare sul salva- e intermittente, che emerge
trove”. Castelli, un momento: ma la “riforma fi- come se niente fosse. I due sono d’accordo: “È to berlusconiano pensando condotto dell’ex democristia- solo quando c’è di mezzo il
scale” non doveva tagliare le tasse? Perché allora malato, ha ragione Veronica”. Briatore ha la te- metterlo in campo in questo o no, sia pure al fotofinish della presidente Berlusconi”, per-
per realizzarla bisognerebbe colpire case e ri- sta ancora pensante: “Daniela, non ti devi quell’altro dibattito recente valanga di tangentopoli, e dun- ché questo non “ha nulla a che
sparmi delle famiglie? Castelli, visto che è lì vi- preoccupare per le troie, ti devi preoccupare abbia scelto la carta dell’Astu- que quel suo sorriso sempre fare con quella “imitatio Chri-
cino a Portofino, faccia avere un biglietto a Ber- per la situazione italiana”. È un’intercettazione zia, la strategia del pane e vol- prestampato su un viso da sti’ a cui la Chiesa ci invita”. E
lusconi: “Carissimo, gli italiani le chiedono di su Briatore, indagato per evasione fiscale. Par- pe, meglio, di Ezechiele. Dei boy-friend alla Gianni Mo- ancora “Aspettiamo che la pol-
non muovere foglia, ve ne saranno eternamente lano anche di Lele Mora e Fede e riaffiora la lupi. Dai, mandiamogli uno randi sembra dire tanto è con vere e il fango si depositino,
grati”. Insomma, si occupi solo dei casi suoi, co- vecchia storia del prestito che Berlusconi ha (Lupi) che è sufficientemente noi che dovrete morire, con diamo tempo alla verità e alla
me ha fatto finora. girato a Mora e sul quale Fede si è scremato una doroteo (la carriera politica di noi figli di piazza del Gesù. giustizia”.
mediazione similtangente. Fede ha sempre cer- Ezechiele è iniziata nel 1993 Sarebbe bastato prendere atto Bene, quel giorno Ezechiele
g2 cato di smentire, spiegare e anche ieri – ha ri- come consigliere comunale della sua esistenza sui banchi Lupi ci sarà, intatto. Che sia
T Nel silenzio della politica (checché se ne
dica anche i referendum sono “politica”) risuo-
portato il Tg3 – s’è sfogato: “Mia moglie mi ha
sempre detto di non frequentare gente simile”.
della Democrazia cristiana a
Milano durante il mandato del
di “Ballarò” pochi giorni fa,
per capire che, come certi ge-
forse questa la ragione sociale
di quel sorriso immutato in
na ancora più forte l’impotenza dichiarata dal Passando di palo in frasca (si fa per dire), il Tg3 soave sindaco Formentini, an- volto nonostante il cupio dis-
ministro Tremonti davanti all’assemblea dei rilancia un’idea di Silvio il festaiolo: cambiare il ch’egli celebre per il suo sor- Maurizio Lupi, solvi del principale sia ormai
giovani industriali: ragazzi e ragazze, non c’è sistema di controllo della Rai per decreto legge, riso sospeso, in canna), ed è, vicepresidente della Camera in atto?
un euro, non ho un euro e – se l’avessi – me lo articolo unico: “Io so’ io e voi nun siete un…”. come si è già detto, tagliato a e volto tv del Pdl www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
12.00 EVENTO Recita del
Regina Coeli
12.20 RUBRICA Linea ver-
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di vita
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Medical
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20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 DOCUMENTARIO
Missione natura
23.50 NOTIZIARIO TG La7
0.05 RUBRICA Bookstore
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1 SCC=Cinema Comedy SP1=Sport 1
SCH=Cinema Hits SCF=Cinema Family SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
19.05 Ghostbusters II SCC 16.00 Ciclismo, Tour de Suisse
19.15 Ricatto d'amore SCH 2011 2a tappa: Airolo - Crans-
19.15 Meltdown SCM Montana, 149 Km (Diretta) SP3
19.30 Il richiamo della fore- 19.00 Calcio, Incontro amiche-
sta SCF vole Paraguay - Romania
19.30 Solitary Man SC1 (Replica) SP1
21.00 Fantozzi 2000 La clo- 19.00 Basket, Serie A maschile
nazione SCC 2010/2011 Playoff - Finale, Gara
21.00 Tutto su mia madre SCP 1 Montepaschi Siena - Bennet
21.00 Il mostro degli abissi SCM Cantù (Sintesi) SP2
21.00 La rivincita delle bion- 19.30 Ciclismo, Tour de Suisse
de SCF 2011 2a tappa: Airolo - Crans-
21.10 Matrimoni e altri disa- Montana, 149 Km (Replica) SP3
stri SCH 20.15 Calcio, amichevole Bra-
21.10 Shrek Terzo SC1 sile - Romania (Replica) SP1
22.40 Alieni in soffitta SCF 21.00 Golf, PGA European
22.45 L'erba di Grace SCC Tour 2011 BMW Italian Open:
22.50 Alla ricerca dell'assassi- 4a giornata (Replica) SP3
no SCP 21.00 Automobilismo, IndyCar
22.50 Il funerale è servito SC1 2011 Firestone (Replica) SP2
22.55 Adventureland SCH 22.00 Basket, NBA 2010/2011
23.00 Una donna per tutti SCM Playoff - finale gara 5 Dallas
0.10 Merlino e la battaglia dei Mavericks - Miami Heat
draghi SCF (Replica) SP2

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Una pallottola spuntata
Frank Drebin è un poliziotto pasticcio-
ne cui è affidato l’incarico di sventare
l’agguato contro la regina Elisabetta
d’Inghilterra in visita negli Stati Uniti.
L’assassino vorrebbe colpire attraverso
l’ipnosi, trasformando ignari soggetti in
veri e propri assassini, così da restare
con le mani pulite, ma il fiuto di Drebin
e del suo compagno sfortunato Nor-
dberg si rivelano infallibili e i due riu-
sciranno a sventare la minaccia.
Italia 1 19,40
/ Rischio a due  GP del Canada - Mondiale F1  Cosmo
Brandon Lang, promessa del football Il Campionato è sempre più in pugno Anche quest’anno, seppure con giorno
americano, vede sfumare la sua carriera del Campione del Mondo in carica, il di ritardo, il sangue di San Gennaro si è
sportiva in seguito ad un incidente sul tedesco della Red Bull Sebastian Vettel, sciolto di fronte ai fedeli. La Chiesa
campo in cui riporta gravi lesioni al dopo l’ultima vittoria a Montecarlo. Il Cattolica è incerta se definirlo miracolo
ginocchio. Costretto a ritirarsi, entra a circus si trasferisce Oltreoceano, su un o prodigio. Ma perché tutti questi feno-
far parte del mondo delle scommesse altro circuito cittadino, quello di Mon- meni del sangue accadono da secoli a
sportive. Il ragazzo, che conosce a fondo treal in Canada.Ancora una volta il Napoli? Sono fatti spiegabili? Nell’ulti-
il gioco e i giocatori, dimostra un natu- pronostico è tutto per Vettel, ma il fer-  Report ma puntata della stagione,“Cosmo”pre-
/ Paradise Road
rale talento per prevedere i risultati rarista Fernando Alonso, apparso in Un documento inedito sulla guerra in senta un viaggio nella Napoli “città del
Sopravvissuti al bombardamento della
delle partite, talento che attira l’atten- ripresa nelle ultime gare e Lewis Libia. Si tratta di un filmato girato da sangue”, tra scienza e fede, storia e
loro nave, mentre stanno fuggendo da
zione di un popolare bookmaker. Hamilton proveranno a fermarlo. un uomo della scorta di un generale misteri.
Singapore appena occupata dall’eserci-
Rete 4 21,30 Italia 1 18,55 fedele a Gheddafi che riprende il com- Rai 3 23,25
to giapponese, molti passeggeri, in mag-
gioranza donne, vengono fatti prigionie- portamento delle truppe nel corso delle
ri dai giapponesi e portati in campi di conquiste di Ben Jawwad, Ras Lanuf,
concentramento. Sebbene provengano Brega fino alle porte di Bengasi. Una
da differenti nazioni e appartengano a galleria degli orrori che sarebbe dovuta
ceti sociali diversi, queste donne, tra- finire sul tavolo del colonnello Gheddafi
sgredendo agli ordini dei loro sorve- che ama essere relazionato sulla fedeltà
glianti, danno vita ad un coro. dei suoi uomini nella guerra ai ribelli.
Rete 4 23,55 Rai 3 21,00
pagina 18 Domenica 12 giugno 2011

SECONDO TEMPO

FATTI di VITA
PIAZZA GRANDE É di Silvia Truzzi

La Lega giura sulla secessione
di Furio Colombo
a finzione dura da anni.
Non è la prima volta
che gli esponenti
rappresentata dalla benevola
definizione di “partito di lotta
Lega Nord al Parlamento euro-
peo. Borghezio viene lasciato
libero di dire le cose disuma-
CE SARI
E MANDRILLI
I l re di Svezia, Carlo Gustavo, è di nuovo nei guai. In
questi giorni i giornali del suo regno lo stanno facendo
a fette perché l’hanno beccato in bische clandestine a
giocare d’azzardo. Una volta gli agenti di polizia (per
sbaglio) hanno fatto irruzione in una sala clandestina, ma
avendoci trovato il re, si sono immediatamente ritirati
con tante scuse per il disturbo e nessuno è stato

L
Si fa finta che la Lega
Nord sia un normale par-
tito nazionale, con can-
didati ed elettori sparsi in tut-
to il Paese. Si fa finta che la
Lega Nord sia un partito Ita-
liano, ovvero vincolato, come
tutti gli altri partiti, dal legame
con la Costituzione repubbli-
cana. La prima finzione con-
sente alla Lega di governare
con la partecipazione spro-
porzionata di tre ministeri im-
portanti (fino a poco fa erano
quattro) fra cui il ministero
più importante, quello del-
l'Interno (nel periodo in cui
gli Esteri sono il vero porta-
foglio del Primo ministro). In
altre parole, tutto il funziona-
mento dell’apparato di ordine
pubblico italiano è nelle mani
di un estraneo alla Repubbli-
ca, eletto in un solo punto,
per una sola causa, l’indipen-
denza della cosiddetta Pada-
nia, ovvero alcuni Comuni del
Nord Est. La secondo finzione
consente di non badare al fat-
to che i ministri “padani” giu-
rano su un loro mitica Ponti-
da, evento e luogo pseu-
do-storico di impronta “New
Age”, e solo dopo vanno a giu-
rare al Quirinale, dove l’intera
Italia (con particolare scrupo-
lo i giornalisti) fa finta che
quello sia il vero giuramento,
debitamente autenticato dai
telegiornali. In varie occasio-
ni, alla Camera dei Deputati,
l’intero gruppo della Lega
Nord si era sottratto alla accet-
tazione, almeno formale, del-
la Carta costituzionale. Non
saprei spiegare perché, ma
l’intera Camera ha fatto finta
di niente. Poi c’è stato il gior-
no della celebrazione della
unità d’Italia, e il gruppo della
Lega è mancato al completo
alla solenne cerimonia di Ca-
mera e Senato riuniti insieme,
presente il Capo dello Stato.
Nessun deputato o senatore
della Lega Nord, salvo i Mini-
stri, che altrimenti avrebbero
provocato una immediata e
indesiderata crisi di governo.
del Carroccio
si sottraggono
alla accettazione
della Costituzione
Assecondano così
la loro natura
estranea
alle istituzioni
di cui fanno parte
per la forma. Seguono pochi
commenti, poche condanne e
molte “comprensioni” e spie-
gazioni e giri di parole Intorno
ai seguenti argomenti: inquie-
tudine della Lega dopo brutte
elezioni; segnali di disaffezio-
ne dalla maggioranza; dispetti
d’aula; preparazione di atmo-
sfera per lo imminente prato-
ne di Pontida, e per esaltare
per tempo la folla padana.
Tutto bene ma, come al solito,
c’è un grande uso di effetti spe-
ciali per coprire, come si fa da
anni, con la complicità della
stampa e della televisione ita-
liana, la vera natura della Lega:
estranea alla Storia nazionale,
estranea alle istituzioni di cui
fa parte, estranea alla Costitu-
zione della Repubblica italia-
na. Qui si aprono due strade
per interpretare la vicenda Le-
ga e la sua natura, mitemente
e di governo”. La prima strada
presta attenzione ai tanti punti
in cui la Lega vuole scrollassi di
dosso i vincoli della Costitu-
zione perchè li sente stretti
per la sua politica di apartheid,
la sua persecuzione dei Rom e
degli immigrati, la sua osses-
sione per I confini e la lotta agli
stranieri.
LA COSTITUZIONE italia-
na è del l948 e viene dopo il
disastro nazionalista che ha de-
vastato l’Europa prima di quel-
la data. La Lega è molto più gio-
vane della Costituzione, ma in
realtà molto più vecchia ed è
attratta, su scala comunale, dal
nazionalismo che ha fatto da
fondamento ai fascismi euro-
pei. È una claustrofobica pa-
tria di villaggio dove la lingua
si ferma al dialetto, la storia si
chiama tradizione e la tradizio-
ne vuol dire che la strada giu-
sta è solo ripetere gesti che si
immaginano tipici, trasfor-
mando in rito gesti inventati
(l’ampolla del dio Po, Ia gita a
Venezia, il Prato di Pontida)
con un misto di sagra paesana
e New Age, ma anche con una
più o meno conscia imitazione
del protestantesimo margina-
le americano, dove ogni chie-
sa inventa se stessa per impian-
tare un dominio e un pastore,
uno di quelli che a volte si im-
punta e brucia una copia del
Corano, provocando, in una al-
tra parte del mondo, centinaia
di morti quasi senza saperlo.
È tutto vero ma preferisco la
seconda strada. Bossi, Calde-
roli, Maroni non sono così stu-
pidi. Stupido è chi cade nella
loro trappola di finti sosteni-
tori e alleati. Bossi, Calderoli e
Maroni sono in marcia verso la
secessione. Il loro testimone è
Borghezio. Non per niente un
personaggio del tutto scredi-
tato è il capo delegazione della
ne, aggressive, violente, volga-
ri che dice perchè continui a
srotolarsi il filo che porta nel
Paese inventato di Padania. Lì
c’è potere e ci sono soldi. Li “si
puo” sequestrare Il furgone
blindato che porta una certa
ricchezza italiana. Anche la
storia apparentemente infanti-
le e ridicola dei ministeri nel
Nord fa parte del progetto mai
abbandonato, solo nascosto
con poche frasche perchè per-
dessero le tracce coloro che le
volevano perdere, e che han-
no preferito stare al gioco. Ora
resta la domanda finale: si so-
no traditi, i leghisti del Senato
respingendo in modo così pla-
teale il giuramento alla Costi-
tuzione, oppure hanno dovu-
to farlo perchè troppo perso-
nale pubblico legato da un giu-
ramento sarebbe un ostacolo
indesiderabile per un movi-
mento di secessione?
A sinistra, Marco Reguzzoni;
sotto, un militante leghista
(FOTO LAPRESSE, EMBLEMA, ANSA)
denunciato. Tutto il mondo è paese. La faccenda si
aggiunge alle piccanti rivelazioni di qualche mese fa,
quando uscì il libro “Carlo Gustavo, il re riluttante”, in cui
tre giornalisti ricostruiscono le sue allegre abitudini: feste
a luci rosse, dagli anni 70, avevano come protagonisti il
re, un gruppo di intimi amici e schiere di ragazzine al
massimo ventenni. Gli incontri avvenivano in un esclusivo
locale notturno di Stoccolma: il Club Power, di proprietà
di un tal Mille Mankovic, che la stampa svedese ha
affettuosamente soprannominato “il gangster”, visti i
precedenti penali. Le “e l e ga n t i ” serate del re avevano un
rituale: cena, balli, balletti, striptease. E poi,
naturalmente, il bagno: il re amava intrattenere le
ragazze in una vasca a idromassaggio (tutto il mondo è
paese, part II). La regina Silvia s’è arrabbiata non poco ed
è apparsa in una cerimonia pubblica senza fede al dito. Si
dirà: come vendetta non è un granché, ma forse tra i reali
usa così. Comunque per ora non ha scritto lettere ai
giornali per denunciare pubblicamente la malattia del
marito. Che succede? Apri un giornale e ci trovi
Strauss-Kahn, il secondo uomo più potente del mondo, il
presidente del fondo monetario internazionale, uno che si
presume essere un serio economista invece è un mandrillo
con la baguette impazzita. Giri pagina e t’imbatti nell’ex
governatore della California, collezionista di figli
extra-matrimonio, già ribattezzato Inseminator dal titolo
di una sua celebre saga cinematografica. Vai avanti e
incontri il deputato democratico di New York,
Anthony Weiner, incastrato per avere inviato delle
foto considerate hard a sei donne conosciute nel
web. Dell’Italia sappiamo: gli ultimi sviluppi sono
che Ruby si esibisce su “Chi” con pancione e
fidanzato e Nadia Macrì – più onestamente – ha
girato un film porno, “Bunga Bunga”, sottotitolo: “I
palazzi del potere tremano”. Uno si spaventa perché
sembra ci sia in giro un’epidemia di satiriasi. Invece è
sempre successo: Svetonio, segretario privato di
Traiano e archivista del Palazzo imperiale, ne “Le
vite dei Cesari” racconta di Domiziano: “Fu
sommamente lussurioso, e chiamava “palestra del
letto” il frequente concùbito, quasi una specie di
esercizio ginnico; e si diceva che egli stesso depilasse
le sue concubine e sguazzasse tra le più divulgate
m e re t r i c i ”. Per non dire ciò che, sempre secondo
Svetonio, l’imperatore Tiberio faceva nel suo buen
ritiro di Capri: orge e spettacoli osceni, anche con i
bambini. Tutto è sempre successo, forse non ha mai
smesso di succedere. Solo che un tempo il massimo
che poteva capitare era che gli storici annotassero
nei loro annali uno sputtanamento postumo. Oggi ci
toccano miserie in tempo reale. Ma un po’ di
b ro mu ro ?

VA RICORDATA, per l’e-

vento di quel giorno, la dichia-
razione del capogruppo dei
deputati Lega Nord alla Came-
ra Reguzzoni: “Non sarò pre-
sente perchè avete dichiarato
festiva la ricorrenza dell’unita
d’Italia, perciò gli asili sono
chiusi e dovrò stare con le mie
bambine”. E si arriva, nella
nebbia della prolungata finzio-
ne che fa passare la Lega per
un partito nazionale e per un
partito vincolato, come tutti
gli altri, alla Costituzione, fino
alla seduta del Senato del gior-
no 8 giugno, che dovrebbe en-
trare nei prossimi testi di storia
contemporanea italiana. Quel
giorno l’intero gruppo Lega
Nord al Senato ha votato con-
tro un emendamento della
maggioranza di centrodestra,
a firma Viespoli-Poli Bortone,
“che richiede a coloro che oc-
cupano cariche pubbliche o
assumono pubblici impieghi
di giurare fedeltà alla Costitu-
zione”. Si noti che questo
emendamento, che ha dell’ov-
vio se confrontato con le legi-
slazioni di ogni altro Paese de-
mocratico, era nell’ambito di
un decreto del governo sulla
corruzione, e che si trattava di
legge costituzionale, dunque
importante per la materia e
Anche negli Usa l’atomo non conviene
di Giuseppe Cassini del fiume Susquehanna avrebbero trasportato ver- na del Nord da cui è uscito l’anno scorso lo studio
so Filadelfia, Baltimora e Washington tali concen- più accurato sui costi dell’energia nucleare rispetto
hi avesse ancora qualche dubbio sulla bufala trazioni di radioattività da costringere alla fuga 10 ai costi del fotovoltaico. Il titolo (The Historic Cros-
C che questo governo tentava di ammannire agli milioni di abitanti. Dopo tre anni – disse il gover-
italiani dovrebbe fare un salto oltre oceano. natore – si ignorava ancora quanto era costato quel
Perché gli USA, quali pionieri dell’era atomi- disastro fra evacuazioni, fermo dei reattori, danni
ca, maturarono una fede adamantina nelle virtù del- all’ambiente e alla salute. La Metropolitan Edison,
l’energia nucleare fin da quando Eisenhower lanciò proprietaria della centrale, è fallita – concluse – ma
sover) è inequivocabile: il 2010 è stato l’anno dello
“storico sorpasso”. Ogni kwh prodotto col fotovol-
taico costa ormai 16 centesimi meno del kwh pro-
dotto col nucleare. Il calcolo è stato confermato
con lievi variazioni dal Dipartimento dell’Energia,
da Washington il programma Atoms for Peace. di certo sono stati i contribuenti a pagare la fattura diretto oggi da un ministro premio Nobel, Steven
E da Washington è bene ripartire. Risalendo la costa più salata. Chu. D’altronde, è risaputo che il nucleare ha finora
fino a Filadelfia e poi volgendo ad ovest fino a Har- Lasciata la Pennsylvania, con un balzo di 4000 km si fagocitato il 90 per cento delle sovvenzioni a vario
risburg, capitale della Pennsylvania, si percorre un atterra a Las Vegas. Da lì ci si inoltra in auto nel de- titolo elargite alle fonti rinnovabili di energia (so-
triangolo abitato da 10 milioni di persone. Quello è serto del Nevada verso Yucca Mountain, dove il go- lare, eolico, idrico, biomassa, nucleare).
il numero di persone che si sarebbe dovuto evacua- verno federale ha realizzato l’immenso deposito di Ieri era di passaggio a Roma William Reilly, il leg-
re se nella centrale nucleare di Three Miles Island si scorie nucleari. È costato 9 miliardi di dollari, ma di gendario capo dell’E.P.A. (Ministero dell’Ambien-
fosse completamente scorie non c’è te) che realizzò tra gli anni Ottanta e Novanta la mo-
fuso il nocciolo del reat- traccia. Come derna legislazione ambientale degli Usa. Gli abbia-
tore difettoso, la notte Obama mai? Da un tren- mo posto un paio di domande. “In Italia si racconta
del 28 marzo 1979. Tre tennio il governo che l’Amministrazione Obama ha deciso di rilan-
anni dopo facemmo vi- ha stanziato federale sognava ciare il nucleare, dopo vent’anni di moratoria. È ve-
sita al governatore, Ri- di stoccare in un ro?” Risposta: “È vero che nel pacchetto finanziario
chard Thornburgh. Dal- otto miliardi solo deposito le dell’energia Obama ha stanziato 8 miliardi per co-
la sua finestra si vedeva- per due nuovi scorie ad alta in- struire due nuovi reattori. Solo sulla carta però. In
no le torri della centra- tensità tuttora realtà nessun reattore verrà più costruito”. Doman-
le. Ci descrisse quel 28 reattori sparse in 120 siti da: “Come puoi esserne così certo?” Risposta:
marzo, l’evacuazione provvisori. Il luo- “Semplice. Ormai nel mio Paese l’energia prodotta
dei 100.000 abitanti più ma in realtà go ideale venne lo- dall’atomo costa tre volte tanto quella prodotta col
vicini alla centrale, le calizzato proprio nel Nevada, uno Stato vasto ciclo combinato gas/vapore. Nessuna compagnia è
sue veglie per quattro non ne verrà come l’Italia e “popolato” (si fa per dire) da così scervellata da impegnare miliardi nel nucleare;
notti in attesa del peg- costruito nessuno: due milioni di abitanti. Ebbene, l’Ammini- come lo conosciamo oggi, è un settore finito per
gio: la temperatura nel strazione Obama ha dovuto archiviare il pro- sempre. Curioso che in Italia lo si voglia rilanciare
reattore era salita a costano tre volte getto di fronte alla contrarietà della popola- nel 2011”.
2500 gradi; altri 300 zione. Not in my backyard (anche se il bac- Allora resta da porre una terza domanda, non al mi-
gradi e sarebbe succes- il ciclo combinato kyard è un deserto infinito). nistro Reilly ma piuttosto agli italiani: “Siamo go-
so il finimondo. Le cor- Tornati sulla costa atlantica si va alla Duke vernati da una banda di incapaci o da una banda di
renti d’aria e le acque gas/vapore University, la grande università della Caroli- furfanti?”.
Domenica 12 giugno 2011
Il Tav e le vere esigenze
MAIL
dello sviluppo
Sulla Tav Torino-Lione bisogna
tener conto di quali sono i bi-
sogni prioritari nel migliora-
mento delle reti locali e na-
zionali di trasporto pubblico
in Italia, dello stato delle ri-
sorse pubbliche, e della esi-
genza di non compromettere
ulteriore territorio. Qualun-
que cosa si pensi sulle effettive
necessità presenti e future di
potenziamento infrastruttu-
rale tra l’ingresso a Torino da
Milano fino alla Francia, è as-
surdo che si cominci scavando
un grande tunnel di servizio a
Chiomonte in Val di Susa che
servirebbe solo eventualmen-
te, tra chissà quanti anni, come
supporto collaterale del se-
condo tunnel ferroviario sot-
to le Alpi. Che ci siano soldi
europei per finanziare questo
tunnel della Maddalena non è
una ragione sufficiente per va-
lidare l’opera. Chiediamo che
si prendano in seria conside-
razione le obiezioni basate su
razionali argomentazioni tec-
niche presentate dalle associa-
zioni ambientaliste nazionali:
Legambiente, Wwf, Italia No-
stra, Pro Natura e - anche con
ricorso al Tar - dalla Comunità
Montana Valle di Susa e Val
Cenischia , da Coldiretti, da
studiosi ed economisti di di-
versa formazione. Chiediamo
che non si forzi con la polizia la
comprensibile opposizione
del movimento popolare No-
tav, e contemporaneamente
che non si pratichino da nes-
suna parte atti e linguaggi vio-
lenti. Chiediamo che si so-
spenda il progetto e il cantiere
per procedere invece a un rie-
same razionale e democratico
delle priorità delle cosiddette
Grandi opere.
Giorgio Airaudo, Paolo Hutter,
Luciano Gallino, Luca Mercalli, Livio
Pepino, Marco Ponti, Michele Curto
Il deserto è a Pontranica
provincia della Lega nord
Disfare tutto, poco alla volta, e
lasciare dietro sé il nulla. Da
due anni, la Lega Nord gover-
na Ponteranica (Bg). Appena
insediata, la giunta elimina l’in-
titolazione della biblioteca a
Peppino Impastato. É’ solo l’i-
nizio, la ghigliottina culturale e
sociale, un po’ per volta, fa
sparire: la sezione primavera
dell’asilo nido, lo sportello di
aiuto psicologico ai genitori in
difficoltà, lo spazio gioco, la lu-
doteca, la festa annuale per
bambini e famiglie. L’annuale
settimana della Pace, molto
partecipata da associazioni,
alunni e cittadini, viene sop-
pressa. Depennata la mostra
d’arte annuale, in precedenza
dedicata a Piranesi, Monet,
Goya. Le celebrazioni dei 150
anni dell’Unità d’Italia sono
naturalmente ignorate. E la bi-
blioteca? Tagliati gli abbona-
menti per l’acquisto di riviste
e quotidiani, ad esclusione del
quotidiano cittadino. Via an-
che le due competenti e ap-
passionate bibliotecarie.
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SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri12 Giugno 1967
BOX Era il “covo”, anzi la Cava dei ribelli milanesi pre ’68, uno
scantinato in viale Montenero che ospitava i “fratelli
minori” di Kerouac e Ginsberg, raccolti attorno a “Mondo
Beat”, primo giornale underground italiano. Un rifugio
provvisorio, aperto giorno e notte, per giovani pacifisti dai
capelli lunghi, ecologisti, animalisti, obiettori di coscienza,
gay dichiarati. Per la Milano bene, insorta contro quegli
“zazzeruti, anarcoidi e senza famiglia”, un’indecenza da
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO eliminare. Detto fatto. Gli alieni, tende e sacco a pelo,
traslocano in un grande terreno agricolo di via Ripamonti,
SIRIA, YEMEN, LIBIA ideale per un campeggio beat. Ed è la nascita di “Barbonia
City”, come subito sarà ribattezzata la nuova tendopoli. La
campagna stampa è feroce. Il Corriere parla di “focolaio di
GUERRA CONTINUA infezione biologica e morale”, La Notte di “ricettacolo di
drogati e ninfette che ostentano la promiscuità più
aro Colombo, e non a se stesso, ricchezza e potere. Il volgare”. Per “New Barbonia” i giorni sono contati. All’alba
C Resta alto il consumo di armi e
munizioni, anche dei più costosi e
problema è il vuoto. Ma quel vuoto non
comincia nei Paesi tormentati di cui stiamo
del 12 giugno 1967, cento agenti, muniti di 500 litri di
disinfettante e scortati da una pattuglia di paracadutisti,
sofisticati, in tutto l’arco tra il Medio parlando. É il vuoto che si intravede nella raderanno al suolo le tende. Così, con 2000 fermi, 1500
Oriente e il Nord Africa. Stragi visione, nella cultura, nella politica, nella fogli di via, 300 minorenni spediti al Beccaria, si conclude
continuano ad avvenire in Siria, ad leadership del mondo ricco che dovrebbe l’“operazione capelloni”. Al grido di “bruciateli vivi”.
opera del dittatore Assad contro la guidare. Dovrebbe, se non altro, per egoismo, Giovanna Gabrielli
sua folla ribelle, nello Yemen, dove perché se questa catena di rivolte e di guerre
la rivolta è diventata guerra civile, in diventa cronica, non potrà che portare male
Libia, dove la Nato fa il lavoro a tutto l’Occidente. Continua ad rare canale e guardare, che ne questa terra napoletana. Ma il
impiegatizio di bombardare autocelebrarsi, perché si crede modello, ma so, Vespa. É libero di farlo. napoletano ed il napoletaniz-
scrupolosamente ogni giorno a date non si sa e non si vede di che cosa. Sarebbe Non per questo - a me che zato il più delle volte lascia fare
ore. Sarebbe questo il nuovo ordine facile dire: colpa delle destre. Quella Vespa non interessa - chiedo curandosi poco di protestare,
mondiale? americana sogna ancora la distruttiva, di non pagare il canone, anzi. tanto, egli pensa, nessuno si
Vincenza inutile, costosissima guerra di Bush. Quella Io voglio essere altrettanto li- occuperà della cosa; e poi vi è
Israeliana crede ancora che le armi, usate bera di vedere i programmi sempre qualche santo protet-
DESCRITTA in questo modo, la sempre e subito, siano l’unica forza e l’unica che mi garbano e soprattutto tore per il vandalo costrutto-
situazione del mondo - almeno nelle zone risorsa per un Paese che potrebbe essere, quelli che fanno parlare il po- re”. Rivolgo un appello a Luigi
che che ci riguardano e ci circondano - invece, (e finalmente) a un passo dalla pace. polo (che come si dice è so- De Magistris, il nostro nuovo
provoca un senso di nostalgia per quei grandi Quella italiana si e dedicata, (purtroppo vrano). Faccio notare che per sindaco: incoraggi l’actio po-
convegni con i migliori esperti e politici del assecondata dalla sinistra) alla fraterna una persona che non piace ve- pularis affinchè i Napoletani si
mondo, dove, negli anni Ottanta e Novanta, alleanza con il peggiore dei dittatori dere Annozero, ce ne sono trasformino da sudditi in cit-
si descriveva e si dibatteva il nuovo ordine nordafricani. Europa e Stati Uniti (strano, gli 5,7 milioni che invece vogliono tadini, accrescano la consape-
mondiale che stava per venire dopo la Stati Uniti di Obama) sembrano muoversi nel vederlo. Castelli si preoccupi volezza storica e il senso della
Guerra Fredda. Purtroppo è una descrizione buio. Non hanno saputo dare alle NATO piuttosto degli introiti che An- responsabilità. È questa l’unica
accurata. L’immagine è di caos ma anche di altra Istruzione che intervenire con bombe, nozero garantisce alla Rai. via perseguibile per costruire
nanismo, nel senso che i problemi appaiono come sempre. La guerra in Libia sta E se invece vuole davvero un futuro di civiltà e di demo-
giganteschi (in tutto il mondo arabo si profila diventando routine. Nessuno vince, nessuno tentare di risolvere i proble- crazia in questa città.
un ribellione giovane, laica, separata sia dalla perde e l’unico risultato sono i morti. Il futuro mi degli italiani, incominci Gaspare Bisceglia.
militanza religiosa che dal percorso corre avanti alla cieca, mentre i grandi del presentare delle leggi che evi-
terroristico), le mobilitazioni sono vaste e mondo lo guardano, indietro e da lontano, tano gli sprechi, tipo quelli del Diritto di Replica
coraggiose, ma non ci sono e non si perplessi. programma di Sgarbi, del
intravedono leader. Il problema non è di TG1 di Minzolini, del pro- L’Acqua, le bollette
sperare che facciano il loro debutto nuove Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano gramma di Ferrara. Guardi gli
figure forti, un Assad buono, un Mubarak 00193 Roma, via Valadier n. 42 ascolti e faccia un sondaggio e le tasse
liberal, un Gheddafi che dedichi al suo popolo lettere@ilfattoquotidiano.it su ciò che la gente vuole ve- A proposito dell’articolo
dere. pubblicato ieri a firma di Luca
Io non mi ritengo faziosa o co- Martinelli, “Investimenti,
munista se ringrazio Santoro meglio le tasse delle bollet-
e Travaglio e tutte le persone te”, prendiamo atto, dunque,
Non possiamo qui raccontare sa anch’io e mia mamma mi Se a Castelli non piace che danno voce al popolo e che si vuole che l'acqua sia
tutto, ma il quadro della situa- guarda con aria impaziente fin- che mettono al corrente delle pagata con nuove tasse e so-
zione è chiaro: Ponteranica si ché mi propone: “Guardati le Annozero cambi canale realtà dei fatti. La gente non e' stenute con la spesa pubbli-
spegne e corre il rischio di di- prime due pagine e dammi in- Ieri sera ho assistito per l’en- stupida e sa distinguere la ca. Non facciamo però pa-
venire periferia suburbana del tanto le altre!”. Le chiedo: “Ti nesima volta all’ipocrisia dei realtà dalle parole a vanvera. ragoni demagogici tra fami-
capoluogo, un quartiere-dor- piace?” Mi risponde: “É chiaro deputati e senatori che piut- O.D. glie povere e numerose e
mitorio. Dopotutto cos’altro e si sente che dice la verità”. tosto di risolvere i veri pro- manager ricchi e single. Al-
aspettarsi da coloro che giu- Infine, ieri me lo prende di- blemi degli italiani, cercano di Appello a De Magistris: dilà del fatto che in tutte le
dicano “una leggerezza e uno rettamente dalle mani e vi ri- buttare fango e basta, (infatti aziende si applicano tariffe di
sfogo” realizzare e diffondere mane tuffata per tre ore di se- non hanno nulla da dire e cer- trasformare i napoletani solidarietà nei casi di provata
fotomontaggi con il proprio guito. Poi, disquisisce di poli- cano di buttarla in caciara). Con il titolo “Difendiamo il difficoltà economica, se-
volto accanto a quello di Be- tica, problemi sociali e attuali Per prima cosa devo dire al- paesaggio”, su una rivista del guendo quel ragionamento
nito Mussolini (cosa che ha con la competenza di chi ne sa l’onorevole Castelli, che se lui 1927, apparve un accorato ar- allora perché non estendere
fatto un consigliere di maggio- qualcosa. Fate un po’ voi! non vuole vedere Travaglio in ticolo che incominciava così: anche al pane un prezzo dif-
ranza)? Che modello può pro- Barbara Cinel televisione, può benissimo gi- “Se tutti i cittadini sentissero il ferenziato?
porre ai nostri giovani costui dovere di segnalare rapida- Ufficio stampa di Federutility
che, con in tasca la delega alle mente alle competenti auto-
politiche giovanili e ai rapporti rità ogni tentativo di deturpa-
con le parrocchie, aderisce a LA VIGNETTA mento e manomissione del
gruppi Facebook che inneggia- nostro paesaggio magnifico, si
no all’odio razzista contro gli eviterebbero, forse in tempo, IL FATTO QUOTIDIANO
immigrati? molte offese all’opera del via Valadier n. 42 - 00193 Roma
Lista civica “Per Ponteranica Creatore che fu prodigo in lettere@ilfattoquotidiano.it
Orizzonti Nuovi”
Scoprire Il Fatto Direttore responsabile
a ottantanove anni Antonio Padellaro
Ho avuto “ospite” a casa mia Vicedirettore Marco Travaglio
mia madre che ha la bella età di
89 anni: avendo problemi mo- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
mentanei di deambulazione Progetto grafico Paolo Residori
non poteva che leggere, ma fi- Redazione
nite le sue riviste non sapeva 00193 Roma , Via Valadier n°42
cosa leggere. Mi arriva via po- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
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 L’ITALIA UNITA SCEGLIE TRECCANI
Introduce il volume il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
In occasione del 150° anniversario
dell’unità nazionale, l’Istituto della
Enciclopedia Italiana Treccani
pubblica, con orgoglio, il volume
L’ITALIA UNITA, scelto dal
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano come dono per
i Capi di Stato e di Governo
in visita a Roma, il 2 giugno.
Introduzione dello stesso Presidente
Napolitano e presentazione di
Giuliano Amato, presidente del-
l’Istituto e del Comitato dei garanti
per le celebrazioni dei 150 anni
dell’Unità, il volume è un percorso
alla “scoperta” dell’Italia, attraverso
150 fotografie scelte dall’Istituto
in accordo con la Presidenza della
Repubblica, fra le quali:
● Giuseppe Garibaldi a Caprera

● la firma dei Patti Lateranensi

● Luigi Pirandello nel suo studio

● lo sbarco di Anzio

● la firma della Costituzione italiana

● il lancio della Fiat 500

● l’attentanto a Giovanni Paolo II

● Giovanni Falcone, Paolo Borsellino

L’ITALIA UNITA documenta

in modo impeccabile e puntuale
i momenti radicali della nostra storia
e di quella del mondo intero, in un
grande quadro di passioni politiche,
espressioni dell’arte, cinema
e letteratura.

CARATTERISTICHE
• 350 pagine - 150 immagini
• Titolo e impressioni in oro a caldo su piatto e dorso
• Carta Magnani velata delle Cartiere Magnani per il testo
• Fotografie stampate a 6 colori su carta Fedrigoni Freelife,
Gardamatt, e Gardapat 13 klassica
• Volume rilegato a mano in pelle di vacchetta della Conceria 800
• Cofanetto in pelle • Immagini incollate a mano• Tiratura 1.500 esemplari

Celebra anche tu l’Unità d’Italia

con questo volume straordinario Il volume è impreziosito
dal logo celebrativo del
150° dell’Unità
IN REGALO con l’opera nazionale realizzato, in
esclusiva per Treccani,
la Costituzione della Repubblica Italiana dai maestri dell’Istituto
Poligrafico e Zecca
La Costituzione è il risultato supremo del nostro percorso di unità dello Stato.
nazionale. Questo volume riproduce integralmente • Logo ottenuto da conio, levigato e lucidato a
il testo approvato dall’Assemblea Costituente mano e laminato in oro 18 carati
il 22 dicembre 1947 ed è contenuto in un cofanetto con il logo • Dicitura “150° anniversario Unità d’Italia”
smaltato e laminato in oro 18 carati. incisa a laser su smalto a caldo in 5 colori
• Certificato di garanzia per le caratteristiche
• Formato 8x12 cm • 112 pagine • Rilegatura con impressioni in oro sul piatto tecniche e la lavorazione artigianale

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oppure chiami il numero verde 800 592939