Alla sagra del peperoncino di Rieti, la Polverini arriva con

l’elicottero della Protezione civile. La Casta se ne frega y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!z!/!$!?

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Venerdì 22 luglio 2011 – Anno 3 – n° 173 € 1,20 – Arretrati: € 2,00

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PRESSIONI PDL SUL TG1 Morto un Papa

se ne fanno altri

“INDAGATE LETTA E ALEMANNO” I

di Marco Travaglio

l primo parlamentare della storia repubblicana

che va in carcere senz’aver sparato un colpo (gli
altri quattro on. det. erano tutti accusati di armi
e sangue) si porta dietro un delirio collettivo
Il gip di Trani invita i pm a esaminare alcune telefonate che dà il segno dell’impazzimento del nostro
agonizzante regimetto. Mentre gli arresti di politici si
di Minzolini col sottosegretario di B. e col sindaco susseguono al ritmo di uno al giorno (ieri hanno
riacchiappato l’ottimo Prosperini), politici e
di Roma. Direttorissimo “ossequiosamente assediato” commentatori al seguito dicono cose che uno
normale si vergognerebbe di pensare. Mario Pepe e
Osvaldo Napoli, del Partito degli Onesti, vaticinano:
Domande al Colle “Così finiremo tutti dietro le sbarre”, facendo
intendere che se qualcuno è momentaneamente a
piede libero è solo perché non l’hanno ancora
di Antonio Padellaro scoperto: forse sanno cose che noi ancora non
dc sappiamo. Lucio d’Ubaldo, uno dei senatori Pd che
han salvato Tedesco, spiega che lui è “garantista”: ma
l presidente della Repub-

I
blica Giorgio Napolitano,
ha invitato i magistrati a
“evitare condotte che crei-
no indebita confusione di ruoli
e fomentino l’ormai intollerabi-
le, sterile scontro tra politica e
magistratura”. Su queste parole
pronunciate all’indomani del-
l’arresto del deputato Alfonso
Papa (Pdl), autorizzato dalla Ca-
mera, all’indomani del non ar-
resto del senatore Alberto Tede-
sco (ex Pd) votato da Palazzo
Madama, all’indomani delle no-
tizie che riguardano Filippo Pe-
nati (Pd) indagato per tangenti a
il garantismo significa che l’imputato ha il diritto di
difendersi fino in fondo, non che i mandati di cattura
li emettono i politici al posto dei giudici. Forse
confonde Cesare Beccaria con Cesare Previti.
Bersani, a proposito dell’indagine per tangenti sul
suo braccio destro Penati (quello sinistro, Pronzato,
è già dentro), non trova di meglio che dire “sono
cose vecchie di dieci anni”, come se un ladro fosse
Gianni Letta, Augusto Minzolini e Gianni Alemanno (FOTO DLM, EMBLEMA)
meno ladro solo perché ha rubato qualche tempo fa.
Ottimo anche l’on. avv. Paniz: “Chi vuole Papa in
Dopo il trasferimento alla Procura di Roma dell’inchiesta sul piano del premier per carcere vuole che i parlamentari siano meno uguali
degli altri”. Già perché, com’è noto, i cittadini
far chiudere Annozero, l’attenzione dei magistrati si concentra sull’ammiraglia della comuni non vengono mai arrestati, mentre i
Rete1. Dalle intercettazioni emerge un quadro inquietante Massari pag. 2 z parlamentari sempre. Tedesco è in stato
confusionale: prima dice che “la carcerazione
preventiva è una barbarie” (l’ha scoperto solo ora
che è toccata a lui), poi però chiede ai colleghi di
CASTA CONTINUA x Niente rendiconto per acquisti di beni e servizi per la sanità avallare il suo arresto: il che significa che nemmeno
lui vede fumus persecutionis ai suoi danni, infatti

Quei cinquanta miliardi dello Stato

Milano, ci permettiamo di por-
re alcune domande che hanno qualcuno gli fa notare che ha confessato e dovrebbe
il solo scopo di non incorrere in dimettersi da senatore. Lui naturalmente si tiene
stretto il seggio con immunità incorporata e, appena
errate interpretazioni e meno

spesi senza alcun controllo

che mai intendono tirare, come
si dice, per la giacchetta l’inqui-
lino del Colle. La frase riportata
pone l’accento sulle “condot-
te” dei magistrati, quasi fossero
essi i maggiori responsabili del-
l’“intollerabile, sterile scontro”
con la politica. È così? E quanto
alle condotte della politica da
evitare (le più disdicevoli quali
la corruzione e l’associazione
per delinquere oggetto delle in-
dagini in questione) saranno af-
frontate in un intervento suc-
cessivo del Quirinale? Tra le
“condotte” da evitare ce ne so-
no di riscontrabili negli atti del-
le procure relativi ai succitati ca-
si Papa, Tedesco, Penati? Oppu-
re quello del capo dello Stato è
un monito che solo casualmen-
te si lega con la stretta attualità
giudiziaria? Infine, quando Na-
politano chiede ai magistrati “di
In cinque anni Asl di Eduardo Di Blasi
e ospedali sono
l senatore Mario Baldassar-
riusciti a spendere
24 mila milioni in
Icruento
ri fa un esempio un po’
da fazendero brasi-
più. “È qui – liano: “I mandriani in Brasile
– afferma – se devono guada-
accusa il senatore re un fiume infestato dai pi-
Mario Baldassarri ranha, squartano prima un vi-
– in questa zona tello e lo gettano nell’acqua.
grigia, che si Poi, quando i pesci si avven-
tano sulla preda, fanno passa-
annidano i veri re indenne tutta la mandria”.
costi della La metafora serve a chiarire
politica” un concetto. pag. 8 z
Udi Maurizio Viroli
salvato, dice “grazie al centrodestra”. Cioè al Partito
degli Onesti che salva tutti gl’inquisiti, a prescindere.
L’abolizione della logica tocca lo zenit sul Giornale e
su Libero, che sono l’uno l’inserto satirico dell’altro.
Feltri denuncia i “due pesi e due misure” per Papa e
Tedesco, uno finito in carcere e l’altro rimasto in
Senato: “Come al solito l’ha fatta franca chi è di
sinistra e chi è dello schieramento opposto è stato
mazziato”. E Belpietro, con lo stampino: “Se sei del
Pd non ti arrestano... Non pensavamo che militare a
sinistra garantisse un lasciapassare per evitare la
galera... Si sta ripetendo quel che accadde una
ventina d’anni fa quando... le richieste di arresto e gli
avvisi di garanzia riguardarono una sola parte... Una
cosa è certa: Papa ha sbagliato partito”. Forse non
sanno, Feltri e Sallusti, che il partito di Papa, quello
degli Onesti per intenderci, ha votato contro
l’arresto sia di Papa sia di Tedesco, mentre tutti gli
Roberto Maroni e Umberto Bossi (FOTO ANSA) altri han votato a favore. Dunque Papa ha azzeccato il
partito giusto. Il suo guaio è che la maggioranza ha
VOTO x Arresti dati e negati deciso di votare a scrutinio segreto e alla Camera gli
alleati leghisti l’hanno impallinato, mentre al Senato
La corsa di Maroni hanno in parte salvato Tedesco con la complicità dei
soliti pidini sciolti, nascosti dietro l’anonimato,
spiazza Bossi all’insegna del “cane non morde cane”. In ogni caso,
se Tedesco non è finito dentro come meritava, è

calare le proprie decisioni nella

realtà del Paese, facendosi cari-
co delle ansie quotidiane e delle
aspettative della collettività”
come tutto ciò può conciliarsi
con l’articolo 101 della Costitu-
zione secondo cui i giudici sono
soggetti soltanto alla legge e
con l’articolo 112 sull’obbligo
dell’azione penale dei pm? E do-
ve di ansie e aspettative non v’è
menzione alcuna?
LA TIMIDEZZA
DEL BENE
Imiltàlspiega
vantaggio del male sul bene,
Franco Cassano in L’u-
del male (Laterza), dipende
dalla sua antica confidenza con
la fragilità degli uomini. Il dema-
gogo e il dominatore conoscono
a fondo le debolezze degli uomi-
ni e sanno volgerle a proprio van-
taggio. pag. 18 z
Caso Tedesco, nel Pd
sospetti e veleni
pag. 2 - 3 - 4 - 5 z
Il voto per l’autorizzazione
all’arresto di Papa si è
concluso con 319 sì e 293
L’isola degli escort CATTIVERIE “potrei esserci io al suo
posto”
all’interno pag. I - VIIIz www.spinoza.it
grazie al Pdl. Punto. Fosse dipeso dai magistrati,
Tedesco sarebbe stato arrestato come Papa, visto che
entrambi erano destinatari di un’ordinanza di
custodia. Quanto a vent’anni fa, cioè a Tangentopoli,
i primi politici arrestati dopo Mario Chiesa furono
esponenti del Pds: Li Calzi e Soave. Non perché
fossero di sinistra, ma perché prendevano tangenti.
Ecco, ciò che manca totalmente nei commenti del
dopo-Papa, anche in quello del presidente della
Repubblica sul fantomatico “scontro fra politica e
magistratura” (ma dove? ma quando? ma tra chi e
chi?), è un piccolo dettaglio: se, oggi come vent’anni
fa, tanti politici finiscono sotto inchiesta è perché
tanti politici rubano.
pagina 2 Venerdì 22 luglio 2011

D
POTERI STORTI

agoberto Bellucci, convertito
La lista nera degli ebrei all’islam e residente in Libano. Ex
della ex pornostar Eva Henger. La
sua lista sulle attività da “boicottare” fa
Pubblicata on line ripiombare Internet nell’antisemitismo.
Professori ebrei accusati di “manipolare le
menti degli studenti”, oltre che di
dall’ex di Eva Henger spadroneggiare sulle università italiane in
quanto “casta regnante negli atenei”. Oltre ai
professori, anche magistrati, commercianti,
ristoratori, pasticceri e macellai. Tutti ebrei. Un
elenco simile sul Web era già comparso nel
2008. La polizia postale riuscì a risalire
all’autore e a oscurare la lista. Questo nuovo
elenco “è stato ricavato da un appello contro il
boicottaggio attuato nelle università inglesi nei
confronti di Israele e dei docenti ebrei. Il 99%
dei docenti firmatari la petizione proposta dalla
comunità ebraica di Roma appartiene alla
Sapienza di Roma, ha un cognome ebraico e
sostiene politicamente Israele”, scrive il sito
Rumors. Bellucci, nato nel 1970 nella “rossa”
Livorno, ha un passato nel Msi e in
Avanguardia.

“PRONTO, MINZO?”
di Antonio Massari
oncussione e abuso

C d'ufficio: analizzando le
telefonate di Augusto
Minzolini con Gianni

COSÌ IL PDL
Letta e Gianni Alemanno, il
gip di Trani, Roberto Oliveri
del Castillo, s'è convinto che
il direttore del Tg1 potrebbe
aver commesso dei reati. Se
così fosse, questi reati avreb-

bero inciso anche sulla con-
duzione del telegiornale e, di
conseguenza, sulla qualità
dell'informazione pubblica.
Nelle conversazioni intercet-
tate – per quanto risulta aI Fat-
to Quotidiano – due, in parti-
colare, hanno suscitato l'at-
tenzione del gip. Nella prima,
il sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, si lamenta con
Minzolini per un'inchiesta,
condotta dai cronisti Rai, sul-
la vita notturna nella capitale.
Il "direttorissimo", a sua volta,
viene intercettato mentre rin-
traccia il cronista che l'ha rea-
lizzata. E lo redarguisce con
toni piuttosto bruschi. Se la
procura dovesse decidere
d'aprire un fascicolo, dopo
aver iscritto Minzolini nel re-
gistro degli indagati, dovreb-
be poi verificare se, in seguito
alle telefonate, il servizio sul-
la movida a Roma sia stato
mai trasmesso. Nella conver-
sazione con Letta, invece, il
sottosegretario alla Presiden-
za del Consiglio, s'interessa
ad alcuni giornalisti e discute,
sempre con Minzolini, della
loro posizione in Rai.
IL PROVVEDIMENTO del
gip – che descrive un Minzo-
lini ossequiosamente assedia-
to dal Pdl – è ora all'attenzione
del pool di magistrati che, nel
marzo 2010, istruì il fascicolo
– aperto all'epoca dal pm Mi-
chele Ruggiero – sulle pressio-
ni esercitate da Silvio Berlu-
sconi per silenziare Annozero.
Le intercettazioni che riguar-
dano Minzolini, Letta e Ale-
manno, infatti, furono regi-
strate nel 2009 durante quella
stessa inchiesta. E lo stesso
pool, guidato dal procuratore
capo Carlo Maria Capristo,
ora dovrà decidere se iscrive-
re nel registro degli indagati
Minzolini e – se lo riterrà op-
portuno – anche Letta e Ale-
manno. Il contenuto delle te-
lefonate è comunque "top se-
cret", ma il quadro emerso,
durante l'ascolto delle inter-
cettazioni, rischia di far saltare
gli equilibri dell'informazione
in Rai: in alcune intercettazio-
ni, le pressioni esercitate dal
Pdl, sono infatti piuttosto
esplicite. Andrebbe verifica-
to, a questo punto, se e come,
il direttore del Tg1 le abbia
mai assecondate. Se queste te-
lefonate saranno rese note,
inoltre, toccherà ancora una
volta alla Procura di Trani rac-
contare i retroscena – e con
essi i meccanismi – dell'infor-
mazione pubblica, svelando i
rapporti tra il Pdl e il direttore
del telegiornale Rai più in-
DETTA LA LINEA
Il premier, Santoro
e il Trani-gate
Pressioni sul Tg1, il Gip : “Indagare I protagonisti dell’inchiesta sulle pressioni
all’Agcom condotta dalla Procura di Trani: sopra
sulle telefonate con Letta e Alemanno” Berlusconi, nella foto al centro, Minzolini.
I magistrati stanno indagando
sulle telefonate tra il
aperti due fronti. “direttorissimo”, Letta (nella foto
Il primo è quello della Procura assieme al giornalista) e il sindaco
di Roma: nel registro degli in- di Roma Alemanno (FOTO ANSA)
dagati, con l'accusa di abuso
d'ufficio, sono stati iscritti Sil-
vio Berlusconi, l'ex dg della
Rai Mauro Masi e l'ex commis-
Dopo Annozero
sario dell'Agcom Giancarlo In-
nocenzi. La storia è nota: il
l’attenzione
premier fu intercettato men-
tre interveniva su Innocenzi
della Procura
per ostacolare le inchieste di
Annozero. Il pm Ruggiero ipo- si sposta sul
tizzò, per il premier, i reattori
di concussione e minaccia, metodo adottato
mentre ritenne Innocenzi par-
te offesa (salvo indagarlo per sulla rete
favoreggiamento, quando ne-
gò di aver ricevuto pressioni) ammiraglia
e Masi rimase estraneo all'in-
dagine. Trasmesso il fascicolo
alla Procura di Roma, l'indagi- gistro degli indagati. Il secon- chiede di sapere se devono es- distrutte – hanno invece una significative, ci sono quelle
ne passò poi al Tribunale dei do fronte, quello che riguarda sere distrutte, perché penal- rilevanza "indiretta": aiutano a con Maurizio Gasparri e Paolo
ministri che soltanto una set- Minzolini, nasce dallo stesso mente irrilevanti, oppure no. comprendere lo scenario, il Bonaiuti. Nei prossimi giorni,
timana fa, dopo ben 15 mesi, filone d'indagine. Nel marzo contesto dell'eventuale reato, il pool della Procura di Trani e
ha chiesto ai pm capitolini di 2010 – quando la Procura di LA RISPOSTA è arrivata in sono quindi utili per inquadra- il suo capo, Nicola Maria Ca-
mutare l'ipotesi di reato, tra- Trani decide d'indagare su Ber- queste ore. Alcune telefonate re penalmente la posizione di pristo, valuteranno le consi-
sformandola in abuso d'uffi- lusconi – il pool guidato da Ca- non vanno distrutte perché, Minzolini. Al di là della vicen- derazioni del gip. Se dovesse-
cio, sia per Berlusconi, sia per pristo scrive al gip una richie- secondo Oliveri del Castillo, da penale, però, sarebbero ro poi aprire un fascicolo –
Masi e Innocenzi. Richiesta sta: nel fascicolo ci sono cen- hanno una rilevanza penale – utili anche a comprendere la eventualmente anche su Letta
che la Procura di Roma, tre tinaia di telefonate tra politici per così dire – "diretta". Altre – correttezza della sua direzio- e Alemanno – l'indagine po-
giorni fa, ha accolto effettuan- – parlamentari e non – con il che secondo i gip, allo stesso ne al Tg1. E nelle conversa- trebbe essere trasferita a Ro-
do l'iscrizione per i tre nel re- "direttorissimo". La procura modo, non meritano d'essere zioni da "scenario", tra le più ma.
ALLA CORTE DI VIALE MAZZINI Tutti alla kermesse del consigliere Rositani sul peperoncino
Picnic della Rai, la Polverini in elicottero
di Carlo Tecce cialità di peperoncino, che soltanto a Rieti puoi tro- no ha declinato (il direttore generale Lei). In piedi sul
inviato a Rieti vare. É impossibile capire se la Polverini che annun- palchetto davanti ai porticati, come se fosse un co-
cia i risparmi di casta sia la stessa Polverini che ordina mizio di Totò, Rositani raduna e mostra a una folla (mo-
l peperoncino ha buoni effetti terapeutici: aneste- un elicottero per la festa del piccante. Non risponde: desta, in verità) i grandi di Roma che visitano la città di
Izione
tico, afrodisiaco, antibatterico. Ma provoca irrita-
ai politici, un terribile vuoto di memoria e una
“Non ho nulla da spiegare. Pago tutte le spese che
faccio, non scoprirai nemmeno una cena a mio ca-
Rieti. Paolo Romani ha una faccia stanca e dubbiosa.
Del tipo: io che ci faccio qui? L'agenda del ministro era
profonda crisi d'identità. Con la solennità del luogo e rico. L’importante è che non vado con i soldi pub- strana: una cerimonia ad Herat in Afghanistan e un in-
la tenacia di una ex sindacalista, ieri mattina nel pa- blici, vai tranquillo caro”. L'affettuoso “caro” del pre- tervento per “Rieti cuore piccante”. Non è prepara-
lazzo regionale, Renata Polverini ha invocato le for- sidente regionale è accompagnato da spintoni e in- tissimo: “Dobbiamo fare ricerca sul peperoncino per
bici di casta: tagli ai privilegi spropositati, ai soldi spe- sulti di Rositani: “Vada via, cretino, altrimenti la pren- le nostre industrie”. Il sindaco Emili è onesto: “Non mi
si male, ai trattamenti speciali. Un urlo: “Basta”. E che do a schiaffi. Non ha capito? Le do uno schiaffo”. piace il peperoncino, però possiamo investire”. La
cavolo! Con lo stesso completo verde oliva pugliese, Polverini scalda il pubblico come fosse in concerto:
il presidente del Lazio ha chiesto un passaggio a un NON È FACILE condannare il volo del presidente “Rieti è il centro agricolo più grande d'Europa. Questo
elicottero noleggiato dalla Protezione civile per spe- Polverini, più di 15 mila euro per un viaggio di 60 chi- fine settimana entrerà nella vostra storia”. Ma è ancora
gnere gli incendi durante l’estate. La giornata era an- lometri, la strada statale Roma-Rieti è un girone dan- il sindaco Emili a stupire: “Ringraziamo i rappresen-
cora lunga: la Polverini doveva tagliare – e stavolta tesco con curve bastarde, code irritanti, fameliche tanti esteri. E in particolare l'ambasciatore dello Zim-
l'ha fatto davvero – il nastro per la prima fiera cam- prostitute e simpatici autostoppisti. E non provate a babwe. Applausi”. Come, come? Il Paese che ispirò
pionaria di “Rieti cuore piccante”, una passione di suggerire il treno diretto. Arriverà, abbiate fede: a Rieti una battuta telefonica di Mauro Masi: “Le pressioni per
Guglielmo Rositani, ex senatore di Alleanza naziona- l'aspettano dai tempi di Giovanni Giolitti. Una speran- bloccare Annozero... nemmeno nello Zimbabwe”.
le e ora consigliere Rai devoto al Cavaliere, fondatore za rinvigorita negli ultimi vent'anni con le promesse (Ha collaborato Fabrizio Colarieti)
e presidente dell'Accademia reatina del peperonci- proprio di Rositani che, ca-
no. Ore 18, la Polverini atterra con un po' di ritardo labrese di Varapodio (ora è Renata Polverini e Paolo Romani (FOTO ANSA)

f luente. all'aeroporto Ciaffulli, un'auto con il sindaco Giusep-

IL GIP non ha usato toni mor-
bidi, la sua analisi è impietosa,
proprio per la funzione pub-
blica esercitata da Minzolini:
la sua sollecitazione, indirizza-
ta alla procura, per verificare
se il direttore ha commesso
dei reati è piuttosto netta. E
così, le indagini della magi-
stratura sull'informazione in
Rai, si spostano da Annozero al
Tg1. In pochi giorni sono stati
pe Emili aspetta a motori spenti. Ma i più nervosi so-
sindaco), sul miraggio fer-
roviario ci ha costruito una
Paolo Romani:
no i camerieri che osservano il rinfresco in Prefet-
tura, un omaggio per le autorità in trasferta con le
carriera politica. Tra enor-
mi peperoni rossi e verdi di
fare ricerca
fuoriserie di Stato: il ministro Paolo Romani, i sotto-
segretari Roberto Rosso (Agricoltura) e Alfredo Man-
polistirolo, piantine messi-
cane che decorano la piaz-
sul piccante
tica (Esteri), i consiglieri Rai, Antonio Verro e Alessio zetta, ieri era il giorno di Ro-
Gorla. Nessuno ha il coraggio di afferrare le bruschet- sitani. Una gloria cercata Ospite anche
te con la ‘nduja prima che le mani di Romani e Pol- con passione, e forza: la Rai
verini possano graffiare la tavolata, mentre la gente ha annullato il Consiglio di l’ambasciatore
guarda spaesata il palazzo Papale vuoto, dove – di- amministrazione per l'invi-
cono i manifesti – Rositani e istituzioni apriranno le to a casa Rositani, qualcuno dello
danze. La Polverini e Rositani lasciano senza esitazio- ha colto al volo (la Polverini
ni la Prefettura e quei prodotti tipici, quelle 400 spe- in senso letterale), qualcu- Zimbabwe
Venerdì 22 luglio 2011 pagina 3

L
POTERI STORTI

unedì scorso il premier
Da Anna Maria Bernini Berlusconi è salito al Colle anche
per risolvere la questione della
sostituzione di Angelino Alfano al ministero
a Brunetta: i tentativi della Giustizia. Nel suo colloquio con
Napolitano, il presidente del Consiglio, per
quel che riguarda il rimpasto, avrebbe fatto
di successione una dozzina di nomi: per la successione di
Alfano sono entrati in gioco il ministro della
Funzione pubblica Renato Brunetta, il
portavoce nazionale vicario del Pdl Anna
Maria Bernini, il vicepresidente della
Camera Maurizio Lupi e il presidente della
commissione per l’Attuazione del
federalismo fiscale Enrico La Loggia.
Quest’ultimo ha guadagnato posizioni in
classifica, perché berlusconiano doc,
siciliano come il suo predecessore e
probabilmente meno “dirompente”
rispetto al ministro Brunetta. Nessuno di
questi nomi ha avuto comunque il placet di
Napolitano. Il presidente del Consiglio
dovrà ancora lavorare al rimpasto: la
decisione sarà presa dopo la pausa estiva.

TANTO È COLPA DEI MAGISTRATI

Napolitano alle toghe: non cedere ai protagonismi mediatici
Intercettazioni solo in casi estremi. E Berlusconi ringrazia
di Sara Nicoli carte capaci di colpire e affon- personalistici” tali da mettere
dare, anche in poche righe, la “in discussione l'imparzialità
n “basta” gridato con for- credibilità di qualche esponen- dei singoli, dell'ufficio giudizia-

U za. Che somiglia tanto,

però, a una richiesta (o a
un ordine?) di tregua giu-
diziaria. La crisi economica
morde ancora, i mercati sono
tutt'altro che stabili e gli ultimi
accadimenti parlamentari di
certo non promettono stabilità
politica sulla lunga distanza. Un
quadro preoccupante. E che
non ha bisogno, agli occhi di
Giorgio Napolitano, di atti che
possano ulteriormente incen-
diare il clima. A partire da nuo-
ve escalation giudiziarie di cui,
peraltro, si fa un gran parlare ne-
gli ambienti politici e parlamen-
tari soprattutto legati al centro-
destra, anche se ancora i riscon-
tri oggettivi latitano. Però qual-
cosa deve aver convinto Napo-
litano, nella sua veste di capo
del Csm, che una nuova Tan-
gentopoli possa essere davvero
dietro l'angolo se ieri, complice
l'incontro al Quirinale con i
nuovi e giovani uditori giudizia-
ri, ha sentito la necessità di
strattonare le toghe e richia-
marle verso comportamenti
che non “fomentino l'ormai in-
tollerabile sterile scontro tra
politica e magistratura”. Il det-
tato verso i magistrati è apparso
senza appello: applicare rigoro-
samente le norme della proce-
dura in modo da evitare quegli
accenti di “protagonismo” che,
sempre a giudizio del Colle,
CORTOCIRCUITO Il Guardasigilli-segretario
Al Quirinale
Il ministro della Giustizia, Angelino
Alfano, a colloquio
con il presidente Napolitano
e il vicepresidente del Csm, Vietti (FOTO ANSA)
possano alimentare “attriti e
polemiche in grado di lasciare
strascichi velenosi e di appe-
santire le contrapposizioni tra
politica e giustizia”. L'intero ar-
co politico ha applaudito a sce-
na aperta. Berlusconi - eviden-
temente interessato - ieri sera
ha messo dalla sua le parole del
Capo dello Stato: “Le ho molto
apprezzate”. Unica voce fuori
dal coro Di Pietro. Che, con la
consueta franchezza, ha chiosa-
to: “Non siamo di fronte a una
guerra per bande, non si può fa-
re di tutte le erbe un fascio; tali
banali generalizzazioni rischia-
no di far credere che chi com-
mette reati e chi li combatte sia-
no sullo stesso piano: banditi
entrambi!”. Più caustico ancora
Massimo D'Alema: “Siamo d'ac-
cordo con il capo dello Stato,
ma è il presidente del Consiglio
il vero ostacolo al dialogo”.
Sfumature che non compaiono
nel discorso di Napolitano. An-
che perché la chiave per capire
il senso del suo pesante richia-
mo è racchiusa tutta in una pa-
rola: intercettazioni. Chiaren-
do che, a suo giudizio, gli ascol-
ti vanno utilizzati “solo in caso
di assoluta necessità” per evita-
re successive lesioni di “diritti
costituzionalmente garantiti”,
attraverso la pubblicazione di
contenuti di conversazioni
“prive di rilievi processuali, ma
lesivi della privatezza dell'inda-
gato”, il capo dello Stato ha sve-
lato tutta la sua apprensione sul-
la possibilità che da Napoli, o da
Milano, possano presto uscire
te di spicco del governo, con
conseguenze inimmaginabili
sulla stabilità politica ed econo-
mica del Paese. Ecco perché,
subito dopo, ha invitato i magi-
strati “ad usare il massimo scru-
polo nella valutazione degli ele-
menti necessari all'apertura di
un procedimento e, a maggior
ragione, la richiesta o l'applica-
zione di misure cautelari”. In-
somma, piano anche a far scat-
tare le manette. Insomma, se
davvero una nuova Tangento-
poli è in vista, che almeno non
si scateni adesso, quando anco-
ra la “salvezza” finanziaria del-
l'Italia è traballante. C'è da dire
che uno stop più forte di così da
parte del “primo magistrato d'I-
talia” sarebbe stato difficile da
immaginare. Non ha quindi sor-
preso la bacchettata finale a
quei giudici che, a suo giudizio,
avrebbero “offuscato” l'imma-
gine dell'intera magistratura at-
traverso “fuorvianti esposizio-
ni mediatiche”, indulgendo in
“atteggiamenti protagonistici e
Tutti applaudono
Unico fuori dal
coro, Di Pietro:
inquirenti
e delinquenti
non sono sullo
rio cui appartengono e della
magistratura in generale”. Sulla
scorta di questo quadro, non
certo esaltante, la riforma della
giustizia sarebbe davvero ur-
gente, ma forse conviene aspet-
tare pure lì. Tutto il resto, tut-
tavia, non può essere conside-
rato solo un suggerimento: si
dovrà fare. A partire dalla frena-
ta sulle inchieste e rimandando,
par di capire, a momenti forse
migliori, ma comunque diversi,
il corso della giustizia.
LE FORZE POLITICHE , si
diceva, hanno applaudito in
maggioranza con sincera con-
vinzione, così come un plauso
alle parole di Napolitano è arri-
vato anche dall'Associazione
Nazionale Magistrati: “Abbiamo
sempre difeso – ha sottolineato
il leader Luca Palamara – l'uso e
non l'abuso delle intercettazio-
ni anche sotto il profilo della in-
debita pubblicazione di atti irri-
levanti". Bersani ha aperto alla
discussione di una riforma con
la maggioranza (“discuta con
noi”) e Fabrizio Cicchitto è sem-
brato coglierla al volo (“ormai
siamo al limite del cortocircuito
nel rapporto fra politica e magi-
stratura, è un appello condivisi-
bile”), ma Angelino Alfano sem-
brava essere rimasto affascinato
solo da un passaggio del discor-
so del capo dello Stato: “Un ri-
chiamo a una serie di doveri”
che le toghe dovranno “tenere
nel dovuto riguardo”. Nessun
cenno al dovere della politica a

L’Alfano bifronte stesso piano fare altrettanto seriamente la

sua parte.

di Silvia Truzzi sione alla magistratura un manifesto politico – l'autorizzazione a procedere nei confronti di
detenga il potere disciplinare sui suddetti ma- due pidiellini fosse il segretario del loro partito. MONDADORI/CIR
pero che i magistrati recepiscano le parole gistrati. Lui stesso aveva dichiarato anche du- Un po’ la stessa storia raccontata da Gian An-
“S del presidente della Repubblica”. Indovina
indovinello: chi l’ha detto? Il segretario del Pdl o
rante un’intervista in casa con il direttorissimo
Minzolini: “Credo che il ministero della Giusti-
tonio Stella sul Corriere di qualche giorno fa: il
ministro non ha mai risposto a un’interrogazio-
Fininvest: “Pagheremo
Celeriter praemuniet utilitas ossifragi, ut vix
quinquennalis rures senesceret pessimus celeriter
il ministro della Giustizia? Vista l’occasione, si è
tentati di optare per la seconda opzione, ma la
confusione tra i due è tutt’altro che irrilevante.
zia sia incompatibile con ogni altra funzione”.
La forma a volte è sostanza. Come nell'indi-
menticabile caso dei “manifesti brigatisti” . Se-
ne dell’allora dipietrista Domenico Scilipoti (sic)
sulla nomina di Calogero, detto Lello, Casesa
all’Organismo indipendente di valutazione del-
entro il 26 luglio”
praemuniet utilitas ossifragi, ut vix quinquennalis
rures senesceret pessimus celeriter praemuniet
utilitas ossifragi, ut vix quinquennalis rures
Per capire cosa accade all’Alfano bifronte bi-
sogna sdoppiarli. Il neo segretario del Pdl si è
appena insediato e sostiene che: la maggioran-
condo i pm di Milano (nessuno ne ha ancora
eccepito la competenza territoriale) l'episodio
costituisce reato, vilipendio dell'ordine giudizia-
la performance del ministero di Giustizia.
“Quali requisiti professionali, morali e ammi-
nistrativi hanno giustificato la nomina” – te-
A lla fine,
senesceret
ossifragi,
dopoceleriter
pessimus
pagheranno.
vari tentativi
Lo aveva
ut vix quinquennalis
vocato Ghedini
di svicolare,
praemuniet
annunciato
rures
e così sarà.
utilitas
senesceret l’av-
Nonostante gli
pessimus celeriter praemuniet utilitas ossifragi, ut
za è coesa (ma dove?) e la rotta è diritta verso il rio, procedibile solo dopo l'assenso del Guar- stuale da Scilipoti – di uno sconosciuto ex con- strepiti
vix e le accuse
quinquennalis disenesceret
rures “esproprio”. Fininvest,
pessimus celeriter
2013 (anno naturalmente elettorale, salvo cat- dasigilli. E così, l'11 maggio la Procura più in- sigliere comunale di Forza Italia ad Agrigento la holding controllata
praemuniet dalla
utilitas ossifragi, famiglia
ut vix Berlusconi,
quinquennalis rures
tive sorti in agguatissimo, che lo vedrà candi- giuriata d'Italia ha trasmesso la richiesta di au- nella commissione che deve “monitorare il fun- nell'ambito
senesceret della condanna
pessimus ricevutautilitas
celeriter praemuniet in appello
dato premier come delfino di B. già designato). torizzazione a procedere nei confronti di Gia- zionamento complessivo del sistema della va- per il Lodo
ossifragi, ut vixMondadori,
quinquennalis“harures deliberato
senesceret di effet-
In pectore, ma in bilico tra la devozione al padre como Di Capua e Roberto Lassini, capo della lutazione, della trasparenza e integrità dei con- tuare direttamente
pessimus a Cir ilutilitas
celeriter praemuniet pagamento
ossifragi,dell'im-
ut vix
fondatore – quella che l’ha spinto a gesti estre- segreteria dell’onorevole Mario Manotovani trolli interni ed elaborare una relazione annuale porto liquidato,
quinquennalis e ciò in alternativa
rures senesceret all'escus-
pessimus celeriter
mi tipo prestarsi al poco lodevole Lodo a suo (Pdl) e presidente onorario dell’associazione sullo stato dello stesso”? Non lo sapremo mai. sione dellautilitas
praemuniet fideiussione rilasciata
ossifragi, ut il 21 dicem-
vix quinquennalis rures
nome – e la tentazione di imbarcare il centro “Dalla parte della democrazia”. La richiesta è Sul tavolo, soprattutto, c’è l’emergenza carceri. bre 2009”.pessimus
senesceret Il pagamento
celeriterdel risarcimento,
praemuniet utilitaspari a
nel “partito degli onesti”. Se sia il Maroni del Pdl stata inoltrata perché Di Capua e Lassini “idea- Due avvocati veronesi hanno presentato de- 560 milioni
ossifragi, ut vixdi euro, spiega
quinquennalis ruresuna nota con cui la
senesceret
è presto per dirlo. L’analogia sta vano, ordinandone la nuncia contro il ministro Alfano per maltratta- società ha
pessimus diffuso
celeriter la notizia,
praemuniet “verrà
utilitas effettuato
ossifragi, ut vix
nell’asse ereditario: due vecchi stampa (nel numero menti ai danni di detenuti e abuso di autorità. quinquennalis rures senesceret pessimus celeriterin al-
entro il 26 luglio”, ma “non rappresenta
capi, Bossi e Berlusconi, politica-
mente molto indeboliti.
Il ministero di 5 mila copie) e suc-
cessivamente l’affis-
Questa la situazione: “Il carcere di Verona do-
veva ospitare 251 detenuti, tollerandone un
cun modoutilitas
praemuniet
vest si è
acquiescenza
riservata di
alla
ossifragi, ut
chiederne
sentenza e Finin-
vix quinquennalis rures
la ripetizione
senesceret pessimus celeriter praemuniet utilitas
Intanto il Guardasigilli, sempre
Angelino Alfano, è in sonno. Il
di Giustizia è sione in spazi destina-
ti alla propaganda
massimo di 472, ne ospita invece mediamente
850 nelle sezioni maschili e 70-80 nella sezio-
all'esito utdell'impugnazione
ossifragi,
stessa”. La
vix quinquennalis ruresdella
società, che controlla la
sentenza
senesceret
maggio-
pessimus celeriter praemuniet utilitas ossifragi, ut
rimpasto si farà, quasi certa-
mente, in autunno e il ministero
sostanzialmente elettorale, manifesti
contenenti l’espres-
ne femminile – spiega l'avvocato Guariente
Guarienti, firmatario della denuncia con il col-
ranza
vix
proporrà
di Mondadori,
quinquennalis conferma
rures senesceret
“ricorso per
infatti che
pessimus
Cassazione contro la
celeriter praemuniet utilitas ossifragi, ut vix
resterà sostanzialmente vacan- sione offensiva dell’o- lega Fabio Porta –. “In uno spazio di circa 12 decisione della Corte d'appello”, ribadisce
senza guida: ma quinquennalis rures senesceret pessimus celeriter
“di aver sempre operatoutnella
te. Bella estate, ma i problemi nore e del prestigio metri quadrati vivono quattro persone, costret- praemuniet utilitas ossifragi, vix. piu' assoluta
della giustizia non vanno in ferie: dell’Ordine giudizia- te a vivere in una gabbia e ad alternarsi, due in correttezza” e sottolinea che, a suo vedere,
da quelli cronici a quelli sempli- i guai sono molti, rio ‘Via le Br dalle pro- piedi e due a letto, perché quattro non possono “non sussiste alcun danno per Cir di cui deb-
cemente urgenti. Senza contare cure’ ”. In tre mesi, stare in piedi contemporaneamente; ognuno ba rispondere ed è certa che le proprie buo-
che non è opportuno che il se- a cominciare nemmeno un cenno. ha tre metri quadri a disposizione, una situa- ne ragioni non potranno non essere rico-
gretario del partito di maggio- E certo sarebbe ben zione quasi di tortura permanente”. Che fine nosciute”.
ranza – che ha fatto dell'aggres- dalle carceri strano che a firmare ha fatto il piano carceri targato Alfano?
pagina 4
“Basta Padania.org”:
via Bellerio vuole
chiudere il sito ribelle
L’APPRENDISTA
MARONI
Il sì agli arresti, la “scoperta” della questione morale
La successione a Bossi e il feeling con Alfano
di Fabrizio d’Esposito
ove arriverà, a questo
D punto, Roberto Maroni al-
l’indomani dell Venti Lu-
glio della Lega antipapista
(nel senso di Alfonso) e soprat-
tutto antiberlusconiana? Gli
scenari si moltiplicano a ritmo
continuo e così ieri il ministro
dell’Interno ha fatto il pompie-
re. Destinatario Umberto Bossi,
il Grande Assente nel mercoledì
nero di Silvio Berlusconi: “Nella
Lega c’è un gruppo compatto,
c’è la guida salda di Umberto
Bossi. Tutto il resto sono rico-
struzioni fantasiose”. Il ministro
fa anche da portavoce al Sena-
tùr, atteso da B. oggi per un chia-
rimento dopo la “vergogna” su
Papa: “Bossi non è venuto alla
Camera e non verrà al consiglio
dei ministri perché ha subito
una leggera operazione e que-
sto è l’unico motivo”. Insomma,
un momentaneo ritorno tattico
alla Lega leninista in cui tutto va
bene e nulla trapela. Solo che
Maroni, con il sì sorridente a di-
to spianato per le manette al de-
putato del Pdl in quota P4, ha
spinto un po’ troppo il cuore ol-
tre il recinto del centrodestra. È
lui il nuovo Gianfranco Fini, il
nuovo “cavallo di troia” su cui
punta il centrosinistra per archi-
viare il governo di Berlusconi.
Non a caso la sua lunga marcia
verso il Venti Luglio è comincia-
ta agli inizi dell’anno nuovo, su-
bito dopo l’illusione della spal-
lata alimentata dallo strappo di
Futuro e Libertà. Come spende-
rà, quindi, il titolare del Vimina-
le il “tesoretto” accumulato si-
nora?
IL DATO PIÙ evidente a suo fa-
vore è il controllo del partito. In
realtà, il varesino Maroni non ha
mai avuto una corrente struttu-
rata sul territorio, ma oggi la sua
linea autonomista dal Pdl, e che
riscopre la questione morale, è
condivisa da molti colonnelli:
l’ex delfino bossiano Giancarlo
Giorgetti, i governatori Luca
Zaia e Roberto Cota, il sindaco di
Verona Flavio Tosi, il redivivo
Roberto Castelli, il primo a ester-
nare contro il rifinanziamento al-
le missioni in Libia e ad aprire un
altro fronte critico con gli alleati.
Persino l’eterno nemico interno
Roberto Calderoli, teorico del-
l’asse con Giulio Tremonti, si è
convinto che l’equazione fede-
ralismo uguale leggi ad perso-
nam non regge più e sta conver-
gendo sulla strategia maronita,
l’unica in grado di dare una spe-
ranza di sopravvivenza alla Lega
quando l’Impero di B. crollerà
del tutto. Il risultato di questa
nuova egemonia nel Carroccio è
stato evidente nel derby delle
manette di mercoledì: alla Came-
ra, dove i deputati maroniti sono
almeno 43 su 59, il sì all’arresto
di Papa ha surclassato la libertà di
coscienza voluta dal capogrup-
P
adani contro Padania. È partita infatti la
campagna per far chiudere il sito di
informazione “Padania.org”, notizie e
commenti dalla grande valle del Po.
A lanciarla è stato il quotidiano di via Bellerio che
domenica 17 luglio in prima pagina ha titolato
“Cancellate padania.org”. Il motivo? Un clamoroso
errore dell’agenzia Ansa (così riporta lo stesso sito)
LE TRUPPE
BOSSI
SSI
Manuela
Marrone
Rosi
30
PARLAMENTARI
Mauro
Federico
Bricolo
po Marco Reguzzoni; al Senato,
invece, la Lega ha contribuito a
salvare il pd Alberto Tedesco
perché i fedeli a Maroni sono una
decina su 26. I numeri parlano
chiaro. Accerchiato, è il caso di
dire, il “cerchio magico” filober-
lusconiano che tutela il Capo (la
moglie e il figlio di Bossi, Rosi
Mauro, Reguzzoni e Bricolo), il
vero crocevia di Maroni è il de-
stino di Bossi. I due si conoscono
dal 1979 e insieme sono i cofon-
datori della Lega. Hanno litigato
più volte (Maroni è stato sull’or-
lo della scissione in occasione
del ribaltone di Dini) ma nel Car-
roccio c’è sempre stata una cer-
tezza: “I due non romperanno
mai fino in fondo”.
FLAVIO TOSI Sindaco di Verona
“Il segretario c’è, Bobo premier il massimo”
di Elisabetta Reguitti
artedì alle 20.35 le
M agenzie battono la no-
tizia che alla Camera han-
no votato per l’arresto del
deputato Papa.
I berlusconiani se la pren-
dono con Roberto Maroni,
teatralmente in aula al suo
posto di deputato anziché
ai banchi del governo.
Non è passato inosservato
poi che, come molti altri
leghisti, nonostante il voto
segreto, anche il ministro
dell’Interno abbia utilizza-
to solo l’indice a sinistra,
che di fatto annulla qual-
siasi segretezza.
Umberto Bossi non era in
aula.
Ripartiamo da questa sce-
na per capire cosa cambia
MARONI
Renzo
Bossi
Giancarlo
Giorgetti
Marco
Reguzzoni
Flavio
Tosi
Primo: rompere
il “cerchio
magico” del
al Senatùr. Che
oggi snobba B. e
non gli risponde
al telefono
Una certezza che adesso si è in-
crinata di parecchio, anche se
Maroni è consapevole che l’at-
tacco finale a Bossi (legato al Ca-
ora dentro e fuori la Lega.
Flavio Tosi, sindaco di Ve-
rona, ha le idee piuttosto
chiare.
Cosa ha fatto Umberto
Bossi dopo la votazione
su Papa?
Il pompiere.
Scusi?
Se davvero si sono sentiti o
incontrati con Silvio Berlu-
sconi la versione di Bossi
certamente è stata che lui
non ha potuto impedire
nulla di quanto è successo.
Dimostrandosi anche mol-
to dispiaciuto.
Invece?
Per come sono andate le
cose il più contento è Bos-
si, che ha condiviso e au-
torizzato tutto.
Quindi nessun colpo
basso sferzato dal fido
RESA DEI CONTI
che avrebbe pubblicato i dati del sondaggio lanciato
dalla stessa pagina web dal titolo: “Chi vorreste
come nuovo leader della Lega?”. Le risposte a questa
domanda vedono in pole Maroni con il 35%. Segue
un non meglio precisato “uomo nuovo” che
raccoglie un quarto dei consensi. A seguire i veneti
Flavio Tosi e Luca Zaia. Bossi è solo al quinto posto
con il 4,4%.
Luca
Roberto
Zaia
Cota
60
PARLAMENTARI
Roberto
Calderoli
valiere da un patto personale) è
una partita apertissima. Una ca-
tastrofe suicida (proprio come
Fini contro B.) oppure un trion-
fo. Ed è per questo che il mini-
stro è molto accorto nella sua
lenta ascesa. Una serie regolare
di stop and go, come dimostrano
le dichiarazioni di ieri. Altro
esempio: l’ultima Pontida. Molti
militanti lo “investono” premier
ma Bossi si irrita e dà una stoc-
cata alla gestione dell’Interno di
“Bobo”: “Il nord è pieno di ma-
fiosi”. Per non parlare della que-
stione del capogruppo alla Ca-
mera: Reguzzoni sfiduciato dai
maroniti, il sostituto Stucchi già
pronto, il Capo che abbaia e Ma-
roni che si adegua, calmando i
(Bobo) Roberto Maroni
a Bossi?
Assolutamente no.
Ovvio che ora Bossi dirà a
Berlusconi che si può an-
dare avanti comunque.
È il gioco delle parti.
Comunque la Lega ha do-
vuto e voluto fare quello
che ha fatto perché non
c’erano alternative. Biso-
gnava dire basta dopo i di-
sastri che Berlusconi ha
fatto a Milano e con i re-
ferendum. Poi la vicenda
Mondadori e quel tentati-
vo di fare di tutto per in-
filare nella manovra una
norma per tutelare i suoi
interessi.
La vicenda Papa poi è dav-
vero indifendibile.
Lei cosa ha pensato do-
po la votazione in aula?
E.reg
suoi con la promessa di un accor-
do che prevede l’avvicendamen-
to a settembre.
A FRONTE del totem bossia-
no, non più inviolabile, Maroni
confida molto nell’evoluzione
della crisi profonda della mag-
gioranza. Racconta chi ha parla-
to con lui in queste ore: “Gli
eventi potrebbero trascinare Bo-
bo a Palazzo Chigi, sa perfetta-
mente che potrebbe scoccare la
sua ora fatale”. È il vero sogno del
ministro. Considerato l’anti-Tre-
monti del centrodestra in caso di
governo d’emergenza, negli ulti-
mi sette mesi Maroni ha allargato
la sua ragnatela di relazioni tra-
sversali. A cominciare dal capo
Che la Lega finalmente
torna a un rapporto tra-
sparente e leale con i cit-
tadini.
Quali saranno le conse-
guenze ora? Possibili
vendette da parte di
Berlusconi?
Mi creda. Non si può per-
mettere alcuna vendetta
con nessuno.
Roberto Maroni è stato
il protagonista della
svolta politica contro
Berlusconi. Secondo lei
come l’ha presa Marco
Reguzzoni uomo filogo-
vernativo dalle grandi
ambizioni politiche per-
sonali?
Le ambizioni sono più che
legittime.
All’interno della Lega non
cambia niente fino a quan-
dello Stato, che lo apprezzò mol-
to quando il ministro non parte-
cipò alla crociata leghista contro
il decreto sull’Unità d’Italia. Poi,
gli antichi rapporti con Massimo
D’Alema e oggi con Pier Luigi
Bersani, che fu intervistato dalla
Padania nel febbraio scorso. A di-
re il vero la sponda bersaniana
non è più solida come prima, in
compenso confidano in lui i cat-
tolici del Pd, da Fioroni a Marini e
Enrico Letta, e un entusiasta Di
Pietro.
Maroni, però, si reputa spendibi-
le anche nel perimetro della
maggioranza. Per la serie: un al-
tro centrodestra è possibile. Per
questo ha salutato con favore l’e-
lezione di Angelino Alfano a se-
do c’è il nostro segretario.
Fino a quando? Gian-
carlo Gentilini (il vice-
sindaco-sceriffo di Tre-
viso) ha dichiarato che
Bossi deve delegare cer-
ti poteri.
Non condivido le opinioni
“Il via libera
alle manette?
Il capo
ha condiviso
e autorizzato
tutto. È il gioco
delle parti”

Ministeri e traslochi:
la Brambilla “apre”
a Monza e Napoli
Maroni e Bossi
nell’illustrazione
di Emanuele
Fucecchi
gretario del Pdl e mercoledì sera
circolavano pure voci su un tic-
ket Alfano-Maroni del futuro.
Scenari, appunto. Anche perché
su questo versante, lo scettici-
smo maronita è forte, come lui
stesso avrebbe ammesso coi
suoi fedelissimi: “Io se vado sino
in fondo posso perdere o vince-
re ma so che Bossi non è il pro-
prietario della Lega. Angelino
non può fare altrettanto”. Elo-
quente e realista. Come dimo-
stra la risposta stizzita che B. ha
dato ieri a una domanda su una
presunta telefonata di chiari-
mento con Maroni: “Ho sentito i
suoi uffici”. Bossi, invece, non si
è fatto trovare dal Cavaliere. Un
altro brutto segno.
di Gentilini. Stop.
Meglio Roberto Maroni
capo del Governo oppu-
re segretario di partito?
Il segretario noi già l’abbia-
mo. Maroni come premier
sarebbe il massimo.
Vi state preparando per
il dopo Berlusconi a fine
mandato?
Fine mandato? Lo scenario
è compatibile e la cosa è
fattibile anche prima della
fine di questo mandato.
L
a rossa Michela Brambilla ha dato
l’annuncio che è stato avviato l’iter per
l’apertura a Monza, ma anche a Napoli,
degli uffici operativi e degli sportelli del ministero del
Turismo, le cui risorse saranno reperite nell’ambito
delle dotazioni già assegnate all’amministrazione
senza ulteriori aggravi. “Ritengo importante
perseguire l’obiettivo di una maggiore e più efficace
Il racconto
dc
Dopo la caduta
di Furio Colombo
è silenzio e imbarazzo, do-
C’ po la caduta, un silenzio
così compatto che si nota per-
sino nei telegiornali, quando
mandano in onda quel fram-
mento di secondi in cui il pre-
sidente della Camera annun-
cia il risultato, l’arresto del de-
putato Papa.
E subito si è capito che quel
risultato non era previsto.
Nei pochi secondi di un voto
elettronico si sono spezzati
brutalmente due legami:
Bossi con Berlusconi e Maro-
ni con Bossi. È cominciato il
dopo Berlusconi. Ciò che ve-
di la sera del voto è che i de-
putati del Pdl si avviano in si-
lenzio verso l'uscita, alcuni
seguendo Papa come una
scorta (il deputato Farina,
camminando, gli tiene le ma-
ni sulla schiena come per
proteggerlo) e l'impressione
non è tanto la scena di una
sconfitta parlamentare,
quanto l'arrivo di una polizia
segreta che si impossessa del
simbolo della protesta.
Eppure c'era stato un annun-
cio premonitore. In questa
stessa aula, il giorno prima,
l'intera maggioranza aveva
respinto il proprio decreto
sui rifiuti di Napoli, un decre-
to appena votato (ma senza i
leghisti) dal Consiglio dei mi-
nistri.
Alla Camera il decreto è stato
abbandonato. Ed è stata ab-
bandonata Stefania Presti-
giacomo, ministro dell'Am-
biente del governo Bos-
si-Berlusconi, sola a votare
contro tutto il suo governo e
tutta la sua maggioranza.
L'intento era uno scambio
con la Lega: hanno offerto la
rispettabilità di un ministro e
un decreto urgente per Na-
poli in cambio della libertà di
Papa. La Lega ha incassato
Napoli e votato per l'arresto
di Papa, forse rompendo un
patto.
Il giorno dopo una rada folla
di deputati di Berlusconi
sparsi fra i banchi tenta di so-
stenere che l'arresto di Papa
non è valido.
Senti le urla e capisci che
hanno capito: non avevano
mai visto fallire il salvacon-
dotto che rende imprendibi-
li i loro affiliati. Non avevano
mai corso il rischio che uno
di loro, alla fine, dalla prigio-
ne, parli. Una cosa però devi
dire, ripensando al giorno in
cui, alla Camera, con l'am-
mutinamento della Lega e
l'arresto di Papa, Berlusconi
ha cominciato a vedere la fi-
ne. Devi dire che non è an-
data così al Senato, con la vi-
cenda del senatore Tedesco
(Pd) che invece è stato pro-
tetto da una formazione mi-
sta, uno strano destra-sini-
stra sotto la copertura del vo-
to segreto. Un giorno dram-
matico ha cambiato molto.
Ma non ha cambiato tutto.
Per capire che cosa ci atten-
de, dobbiamo sapere chi ha
salvato il senatore Pd. Dob-
biamo sapere perché, per ri-
spetto dei suoi elettori e dei
cittadini esasperati dai gio-
chi della politica, il senatore
Tedesco non ha deciso subi-
to di dimettersi.
Venerdì 22 luglio 2011
RESA DEI CONTI
presenza sul territorio, per essere ancora più vicini
agli operatori e ai cittadini” prosegue il capo del
dicastero del Turismo. Che in questo modo dimostra
di occuparsi del problema della monnezza a Napoli
con una “presenza stabile del ministero del Turismo
nel capoluogo campano, al fine di intervenire con
rapidità e rispondere più efficacemente alle diverse
esigenze dei turisti e degli imprenditori.
Pd, il giorno
torre possa dare una spiegazione
che dimostri che non c’è stato nes-
sun patto”. Latorre è pugliese,
amico di Tedesco, uomo cardine
della corrente dalemiana. Il per-
fetto identikit di un solito sospet-
to, in un giorno così. “Il suo com-
dei sospetti
portamento è come minimo dub-
bio”, attacca ancora Parisi.
ED È COSÌ che l’idillio si muta
in un incubo. La settimana scor-
sa, durante un dibattito alla festa
dell’Unità di Forlì, Pier Luigi Ber-
CASO TEDESCO, PARISI ACCUSA: sani risponde a una domanda del
giornalista de L’espresso Marco
Damilano. “Berlinguer diceva
PATTO DI LATORRE COL PDL che la questione morale, tolto il
problema giudiziario era l’occu-
pazione dello Stato da parte dei
di Luca Telese le in cui le ho date che quelle in lità. Non parlo con chi conduce partiti. Non è stato un errore ave-
cui le ho prese”. I bei giorni degli una campagna infame contro il re un responsabile trasporti che
assimo D’Alema, nel
M
scontri al “Bussola”, correva Pd e contro la mia persona. Non siedeva anche nel consiglio di
Transatlantico di Monte- l’anno 1968, quando il giovane parlo con la stampa tecnicamen- amministrazione dell’Enac, deci-
citorio, solo poco prima leader della Fgci racconta di aver te fascista: non parlo, quindi, dendo persino delle rotte?”. Sor-
del voto sull’onorevole tirato una molotov. Il D’Alema di con Il Giornale, con Libero, con Pa- prendentemente, prima ancora
Papa. Massimo D’Alema, nel oggi – invece – sorride all’imbec- norama e con il Fatto. Ovvero con di sentire la risposta, la platea
Transatlantico di Montecitorio, cata e distende il palmo, tenen- i quotidiani che stanno cercan- esplode in un caloroso applauso
palpebre spalancate, tono indi- dolo parallelo al ventre: “Il mio do di infangare me e il mio par- di consenso, per una domanda
gnato, mi guarda fisso e dice: “Voi fisico, come può vedere, è anco- tito”. Provi a ricordargli, a D’A- così critica. Bersani, come spes-
de Il Fatto siete tecnicamente fa- ra perfettamente allenato”. La lema che ha mandato una lettera so sa fare, non tergiversa: “Sì. For-
scisti...”. Che cosa succede per- mente corre a un memorabile a questo giornale tecnicamente se è stato un errore”. Ieri i nomi di
ché il Lìder maximo sia così indi- pezzo di Concita De Gregorio in fascista: “Sì, è vero. Era mio do- quel responsabile (bersaniano)
spettito? Mentre gli chiedo per- cui D’Alema si vantava di scolpi- vere rispondere agli avvisi di ga- Pronzato, quello del senatore Te-
ché sia così arrabbiato fa un gesto re i suoi deltoidi con un metico- ranzia di Marco Travaglio. Ma il desco (ex socialista emigrato nel
plateale. Si toglie gli occhiali da loso lavoro in palestra: “Vede, io fatto che io risponda al fascismo Pd, uomo vicinissimo a D’Alema)
presbite, li infila nel taschino con non parlo con chi si permette di giornalistico non mi impedisce e quello di Filippo Penati (brac-
un gesto ampio del braccio, mi di- mettere in dubbio la mia mora- di querelare”. Fine del prologo e cio destro e caposegreteria di
ce con tono di sfida: “Sa, quando domanda inevitabile. Ma perché Bersani fino a pochi mesi fa) tur-
ero ragazzo, di solito, dopo che Massimo D’Alema era così teso e binavano nella giornata del so-
facevo questo gesto, l’interlocu-
tore che si trovava al posto dove
Il nervosismo arrabbiato?
Epilogo. E venne il giorno del so-
spetto creando problemi politi-
ci. Ed è di questo che il segretario
lei è ora, poco dopo si ritrovava
con il naso sanguinante”.
di D’Alema che spetto, dentro il Pd. Per qualcuno
anche il giorno dell’ira. Sembrava
del Pd parla quando dice: “Noi
non dobbiamo fare nessun mea
MERAVIGLIOSO D’Alema
se la prende che si celebrasse una vittoria, solo
poche ore prima, nel giardinetto
culpa. Siamo stati lineari e coe-
renti”. Ma dietro questa profes-
quando ti parla così e non ti ren- di Montecitorio, con Pier Luigi sione di onestà intellettuale, c’è il
di conto se ci creda sul serio, o se con “il Fatto”: Bersani che esternava felice subi- dubbio. Anticipare il voto su Te-
stia giocando alla parodia del to dopo il sì all’arresto per Papa: “È desco, dopo mesi in cui la pratica
bullo, così per inscenare una “Non parlo finito il vincolo di maggioranza!”. languiva, poteva testimoniare sia
prova di forza con l’interlocuto- Ma solo dopo pochi minuti la no- una volontà di chiarezza, sia quel-
re: “Lei forse non sa, ma vorrei coi giornali tizia del rifiuto all’arresto per il se- lo che Il Giornale ha perfidamente
ricordarglielo che ho fatto a bot- natore Tedesco infrangeva l’idillio definito “lo scambio di ostaggi”.
te tante volte. Ma sono più quel- fascisti” e squadernava il vaso di Pandora. Non sapremo mai se la spaccatu-
Tedesco è stato aiutato, oltre che ra della Lega ha impedito un ba-
dalla Lega (anche) da qualche ratto, o se un altro gioco di pre-
Potenza compagno di partito? L’errore nel stigio del Carroccio ha messo nei
voto denunciato in aula dal sena- guai il Pd senza colpe. Nei giorni
dell’iPhone tore Nicola Latorre era davvero un dell’anniversario del discorso di
errore tecnico, come spiegava a Berlinguer sulla questione mora-
Verde Facebook caldo l’interessato? La notizia di le, indagini e arresti dovrebbero
un accordo fra lo stesso Latorre e il richiedere risposte meno irate
di Stucchi vicecapogruppo del Pdl Gaetano (D’Alema) o evasive (Bersani).
Quagliariello per anticipare il vo- Tedesco non si dimette, Penati si
I l deputato leghista
Giacomo Stucchi foto-
grafa (e mette su Face-
to era il segnale rivelatore di un ac-
cordo trasversale? Tutte queste
domande, ieri, hanno preso a tur-
limita all’autosospensione dalla
presidenza del consiglio regiona-
le e i militanti assistono sconcer-
book) la pallina di carta binare con una furia devastante tati alla distanza che separa le in-
posta sul tasto verde del dopo le accuse lanciate a caldo da vettive di Parisi e le professioni di
voto per l’arresto di Papa. Arturo Parisi: “Mi auguro che La- innocenza di Latorre.
Fini, il Ventaglio e il vuoto della Camera
MA METTE I PUNTINI SULLE I: “IL VOTO SU PAPA È VALIDO” E “NIENTE COESIONE NAZIONALE”
di Wanda Marra ladino della democrazia: “Ci sarebbero tutti gli estremi per in-
validare il voto di ieri alla Camera su Alfonso Papa, ma non vo-
on c’è niente di più lontano dallo spettacolo che la Camera dei gliamo infilarci in una vicenda procedurale. Riteniamo però che
Ntradizionale
Deputati ha offerto in questi giorni (anzi, in questi mesi) dalla
cerimonia di consegna del Ventaglio, quella che tra-
ieri sia stato leso in modo organico, totale, il principio del voto
segreto. Un episodio gravissimo”. E Amedeo Laboccetta ha ad-
dizionalmente sancisce una sorta di saluto estivo da parte delle dirittura annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Procura. Fatta
istituzioni alla stampa parlamentare. Ieri è stata la volta di Gian- la legge, trovato il dito, si potrebbe dire. Ma a chiudere la que-
franco Fini ai giornalisti di Montecitorio. Un momento rituale, stione ci pensa Fini: “Non ci sono presupposti per dichiarare non
che in queste giornate di fine impero, è sembrato più surreale che valido quel voto” e, certo, si dovranno studiare strumenti tecnici
mai. Anche perché la Camera non ha ancora chiuso i battenti: la per blindare la segretezza del voto, ma se un deputato ritiene di
settimana prossima si votano le missioni, quella dopo il bilancio manifestarlo, “la presidenza non ha alcuna potestà di interven-
di Montecitorio stesso. Ma i temi di “giornata” alla fine sono rien- to”, dice, citando un intervento di Scalfaro da presidente della
trati con forza. Primo tra tutti, il tormentone del voto segreto. Camera. E poi coglie l’occasione per sgombrare il campo da fu-
L’“accorgimento tecnico” lanciato da Pd e Idv e ripreso da Maroni turibili scenari politici. Nessuna “coesione nazionale”, prima di
(l’indice infilato nell’urna del voto da solo, invece di usare tutt’e tutto. “Sulla possibilità che tale responsabilità torni in campo co-
quattro le dita) che proprio non è piaciuto a Fabrizio Cicchitto, me si è visto con la manovra, Fini non nasconde il suo scetticismo,
tanto che ieri mattina (unendosi a un’isolata Roccella che l’aveva ritenendo che si sia trattato forse più di un “caso eccezionale” che
detto immediatamente) ha chiesto l’invalidazione del voto per- di “una rondine che in questo caso fa primavera". Poi, si augura
ché non segreto. D’altra parte, Cicchitto in meno di 24 ore ha una nuova legge elettorale prima delle elezioni. E, mentre pre-
fatto vedere 3 volti diversi. Il primo, spavaldo, in Aula: “Confer- senta il suo piano di tagli, prende nettamente le distanze dai toni
miamo la richiesta di voto segreto. Il giacobinismo ha fatto tante “spregiativi” di chi parla di costi della politica: “Non vorrei che da
vittime nel secolo scorso e rischia di farne altre anche in questo costi della politica si finisse a parlare di costi della democrazia”.
secolo”. Il secondo, accanto a Berlusconi, subito dopo il sì al- Poi, il tradizionale buffet. Piuttosto scarno, in tema di austerità.
l’arresto, mesto e quasi incredulo. Il terzo, ieri mattina, da pa- Sotto, il Transatlantico è deserto, quasi congelato.
pagina 6 Venerdì 22 luglio 2011

C
IL PARTITO DEGLI ONESTI

on l’ok dell’aula della Camera a
Senza dimissioni favore dell’arresto di Alfonso Papa
il parlamentare del Pdl varca le
porte del carcere, ma resta comunque
dalla cella si può deputato, salvo che non decida di dimettersi.
Di conseguenza, pur se in cella, Papa mantiene
il diritto a percepire l’indennità parlamentare e
continuare a proporre leggi a presentare proposte di legge e atti di
sindacato ispettivo (interrogazioni,
interpellanze e mozioni). Non può, invece,
uscire dal carcere per recarsi a votare a
Montecitorio senza un’apposita autorizzazione
del giudice.
Per la decadenza dalla carica di deputato, infatti,
è necessaria una sentenza di interdizione dai
pubblici uffici. Ma non è il caso di Papa: per lui,
infatti, è stata chiesta la custodia cautelare, ma il
processo a suo carico non è ancora iniziato.
Solo dopo una sentenza che interdica Papa dai
pubblici uffici la Giunta per le Elezioni potrà
emettere un provvedimento che ne dichiari la
decadenza: come è successo in questa
legislatura per Giuseppe Drago e in quella
precedente per Cesare Previti.

LA COPPIA SCOPPIA
di Caterina Perniconi ha accusato il Carroccio di usare
“logiche da scontro politico”. Lo
i arriverà all’8 settembre sfogo a mezzo stampa del capo-

S senza passare per il 25 lu-

glio? Il premier è ancora in
carica, ma il governo sem-
gruppo è arrivata dopo la litigata
in aula con il leghista Marco Re-
guzzoni. “La Lega ha dato ai suoi

URLA E PUGNI
bra piuttosto in balìa di altre for- deputati libertà di voto – ha di-
ze. La maggioranza è infatti alle chiarato Cicchitto – non c’è dub-
prese con una lotta intestina bio che un con un settore del Car-
che sfocia in scontri e insulti
pubblici: tutti contro tutti per
giocarsi una successione che
roccio, probabilmente maggio-
ritario, che ha votato sì, c’è un
dissenso politico e di principio “ Il parere
della Lega

TRA PDL E LEGA

Silvio Berlusconi ha già affidato che deve essere capito”. E ha sfer-
al suo delfino Angelino Alfano, rato un colpo al ministro dell’In-
ma che non è affatto matura. La
Lega non ci sta, e nemmeno
terno: “Dovremo capire quali so-
no le intenzioni politiche reali di
su Papa
molti esponenti del Pdl che in-
vocano le primarie. Il premier si
Maroni, anche al di là di questa
vicenda”.
è strumentale
dice tranquillo sulla tenuta del
allo scontro
governo “ho ricevuto rassicura-
zioni da tutti”, ma in ogni sede Caso Papa, rifiuti, caos missioni: Guerra aperta
sulla Libia politico
dove c’è qualcosa da decidere,
la zuffa è assicurata.

Prestigiacomo
d’accordo con l’Idv
è lotta fratricida nella maggioranza ULTIMO TERRENO di lotta
fratricida dentro la maggioranza
è stato quello delle missioni all’e-
stero. Ieri è saltata l’intesa bipar-
”
tisan raggiunta sul rinnovo del
NEGLI ULTIMI due giorni lo decreto al Senato (il cui voto slit-
scontro ha raggiunto il culmine. ta a martedì) e si aperto l’enne-
Mercoledì mattina a Montecito- simo fronte politico tra Pdl e Le-
rio, durante l’esame del decreto ga. La convergenza tra la riserva
legge sul contrasto all’emergen- “personale” di Roberto Castelli,
za rifiuti in Campania, è andato in nettamente contrario alla missio-
scena un fatto mai visto prima:
parte dei deputati della maggio-
ranza e i ministri hanno votato
ne in Libia, e il voltafaccia del go-
verno sull’accordo raggiunto
per i 17 milioni di euro da impe-
gnare, sotto la voce cooperazio-
ne, nelle aeree di intervento mi-
“ Non sono
sconfessata,
Ieri lo scontro litare italiano, ha scatenato la ba- sui rifiuti
garre. Il capogruppo del Carroc-
sui militari: il voto cio, Federico Bricolo, e quello in aula c’era
del Pdl, Maurizio Gasparri, han-
slitta a martedì no dichiarato che la posizione di una grande
Castelli non avrà conseguenze
Il premier: sul voto leghista, ma la frizione confusione
“Ho ricevuto
rassicurazioni
Pdl-Lega non è risolta e sembra
essere il partito di Bossi ad avere
in mano le sorti del governo.

da tutti”
contro un testo dell’Idv, relativo
allo sblocco dei fondi per la rac-
colta dei rifiuti, su cui la titolare
del dicastero dell’Ambiente, Ste-
fania Prestigiacomo, aveva
espresso parere favorevole. Te-
sto su cui il ministro si è poi aste-
nuto suscitando ilarità tra i ban-
Il litigio in aula sul decreto rifiuti tra il ministro Stefania Prestigiacomo, Fabrizio Cicchitto e i leghisti (FOTO ANSA)
prio banco. Il testo è passato con
i voti dell’opposizione, il mini-
stro si è sfogato “non mi sento
sconfessata”, ma le foto parlano
da sole.
sorte del deputato del Pdl accu-
sato di corruzione e rivelazione
di segreto d’ufficio. “Vergogna!”
pa, ha dichiarato che “la Lega ha
votato conformemente alle indi-
cazioni di Bossi e alle dichiarazio-
Un insulto
”
tira l’altro
DOPO LE TELEFONATE di e
con Luigi Bisignani, il faccendie-
re arrestato nella vicenda P4, do-
ve comparivano ogni genere

chi dell’opposizione. Il caos in
aula era totale, Fabrizio Cicchitto
e Ignazio La Russa si sono più vol-
te avvicinati alla Prestigiacomo
per chiedere spiegazioni, il pre-
sidente della Camera Gianfranco
Fini li ha invitati a tornare al pro-
La Lega vota sì
all’arresto
ALFONSO PAPA è in carcere e
i voti determinanti sono stati
quelli dei leghisti. La maggioran-
za si è infatti di nuovo spaccata in
aula mercoledì pomeriggio sulla
ha gridato rabbioso Berlusconi
dopo l’esito del voto, sbattendo il
pugno sul tavolo dell’auletta ri-
servata al governo a Montecito-
rio. Dito puntato contro la Lega
Nord e il voto palese di alcuni de-
putati: scontro tale da indurre
Umberto Bossi a preferire impe-
gni personali al Consiglio dei mi-
nistri di oggi. E il ministro dell’In-
terno, Roberto Maroni, accusato
di essere il regista del voto su Pa-
ni di voto, sapendo che non
avrebbe avuto alcuna ripercus-
sione sul governo”. Ha invece
sconquassato la maggioranza.
La reazione a mezzo
stampa di Cicchitto
DALLE COLONNE del Corrie-
re della Sera il presidente dei de-
putati del Pdl, Fabrizio Cicchitto,
d’insulti tra i ministri dello stesso
governo, ci ha pensato il titolare
del dicastero dell’Economia a di-
mostrare che l’offesa è all’ordine
del giorno nella maggioranza,
“ Bossi è una
guida salda,
con la sua ormai nota scenetta sull’arresto solo
contro Renato Brunetta e l’epite-
to “è un cretino”. Poi, come due una questione
amanti rinsaldati dalla lite, hanno
fatto pace. Mentre nella coppia interna alla
Pdl-Lega per ora non tira aria di
riconciliazione. Camera

”
Poggioreale, il carcere “duro” che ospita don Alfonso
IL DEPUTATO COINVOLTO NELL’INCHIESTA P4 È IN UNO DEI PENITENZIARI PIÙ AFFOLLATI, DOVE MANCANO DOCCE E POLIZIOTTI
di Silvia D’Onghia
iente cravatta, nessuna cintura. Le regole
Ntenuto
del carcere parlano chiaro anche per il de-
onorevole Alfonso Papa, che mercole-
dì sera si è consegnato alla Guardia di Finanza
(dopo il voto favorevole della Camera al suo
arresto) e ha fatto il suo ingresso nel peniten-
ziario napoletano di Poggioreale. L’impatto
non deve essere stato semplice, anche se il suo
avvocato, Giuseppe D’Alise, lo descrive come
“sereno e tranquillo. Papa ha una cella singola,
ma questo non rientra in un trattamento di fa-
vore: capita a tutti i detenuti quando entrano
in carcere”. L’onorevole ha dormito e mangia-
to, letto la Bibbia e “Le affinità elettive” di Goe-
the, non è uscito dalla cella per non incontrare
gli altri detenuti, ma ha chiacchierato a lungo
con gli agenti penitenziari e con il cappellano.
L’interrogatorio di garanzia avverà domattina
davanti al gip Luigi Giordano, che ne aveva di-
sposto la custodia cautelare in carcere, e ai pm
Francesco Curcio e Henry John Woodcock.
“Cercheremo di chiarire i punti che sono alla
base dell’ordinanza – spiega D’Alise –, speria-
mo di riuscire ad affievolire le esigenze di cu-
stodia, anche in virtù del fatto che il Csm lo ha
sospeso dalla carica e che non è più parlamen-
tare. Per questo, al momento, l’onorevole non
sembra orientato a chiedere un trasferimento,
pur essendo finito in uno dei peggiori peni-
tenziari d’Italia”. Anche se oggi la posizione
del deputato e di altri indagati sarà al vaglio del
Tribunale del riesame, dopo che i pm hanno
impugnato la decisione del gip di non acco-
gliere la richiesta di misura cautelare per altri
reati, tra cui l’associazione segreta (la cosid-
detta P4), costituita – secondo l’accusa – con
lo scopo di raccogliere informazioni riservate
e utilizzarle per esercitare pressioni, ricatti e
soprattutto, ottenere vantaggi personali.
NON È DETTO, dunque, che le porte di Pog-
gioreale si chiudano presto alle sue spalle. Nel
frattempo, Alfonso Papa dovrà dividere l’aria
con altri 2800 detenuti, il doppio rispetto alla
capienza regolare dell’istituto napoletano. Un
luogo ottocentesco che l’immaginario collet-
tivo associa alle scene della contrab-
bandiera Sophia Loren in Ieri, oggi, do-
mani (che si faceva mettere incinta
dal marito pur di non varcare quella
soglia), ma che oggi di cinematogra-
fico ha ben poco. Lo stesso luogo di
cui era vicedirettore Giuseppe Sal-
via, ucciso il 14 aprile 1981 dalla ca-
morra dopo aver litigato in carcere
con Raffaele Cutolo. Da anni si chie-
de, invano, di intitolare la struttura a
quel coraggioso funzionario.
I padiglioni hanno i nomi delle città: Papa è nel
“Firenze”, il “Roma” di solito è dedicato ai tos-
sicodipendenti, nel “Salerno” un tempo si met-
tevano i primi ingressi. “Ma certo non è un luo-
go in cui ti puoi concedere un po’ di privacy –
racconta Dario Dell’Aquila, responsabile cam-
pano dell’associazione “Antigone” –. In alcuni
padiglioni ci sono anche 18 persone per cella e
ci si può lavare tre volte alla settimana, perché
molte celle non hanno la doccia”. Le sbarre ri-
mangono chiuse anche per 22 ore al giorno,
non ci sono gli spazi per le quattro ore d’aria
regolamentari: “I passeggi di Pog-
gioreale sono cortili di cemento –
prosegue Dell’Aquila –. In alcuni
c’è un tetto di lamiera, in altri
neanche quello. È il carcere con la
più alta presenza di detenuti in at-
tesa di giudizio, circa due terzi.
Sono loro che si arrabbiano in
questi casi: i media parlano di
Poggioreale soltanto quando en-
tra un vip”.
È sarcastico, invece, il segretario nazionale del-
la Uil Pa penitenziari, Eugenio Sarno: “Nelle cel-
le di Poggioreale si riesce persino a stare in pie-
di, oppure si può pranzare seduti attorno a un
tavolo. Il sovraffollamento rientra nell’ordina-
rio, è una delle situazioni più floride”. Come in
tutti i penitenziari italiani, manca il personale
di polizia nell’ordine di circa 300 unità. “Il di-
partimento Amministrazione penitenziaria sti-
pa le persone alla stregua di bestie all’ingrasso e
poi apre istituti come Rieti o Trento, dove c’è
una funzionalità del 25 per cento, perché non si
è in grado di inviare il personale sufficiente”.
pagina 7
“Mi autosospendo”
Ma i democratici
prendono le distanze
SOLDI AL PARTITO E COOP ROSSE
L’INCHIESTA PENATI PUNTA SU ROMA
Il ruolo del Consorzio costruzioni nell’affare Falck
di Gianni Barbacetto
e Giorgio Meletti
n nome blasonato nel
U mondo delle coop ros-
se: Ccc, Consorzio coo-
perative di costruzioni.
Il colosso di Bologna è l’unico
operatore sempre presente
nell’affare immobiliare delle
ex aree Falck di Sesto San Gio-
vanni, che in dieci anni è pas-
sato attraverso tre diverse cor-
date. È un vecchio schema no-
to fin dall’inchiesta Mani pu-
lite: la presenza di una coop
rossa in un grande affare ga-
rantisce la quota di interessi
del Pci e dei suoi derivati, oggi
il Pd. Fu per primo l’impren-
ditore Giuseppe Pasini, oggi
grande accusatore di Filippo
Penati, a subire l’imposizione
della Ccc come futura prota-
gonista dell’edificazione delle
aree Falck quando le acquistò
nel 2000. Quando Pasini ven-
dette all’immobiliarista Luigi
Zunino, nel 2005, il ruolo del-
la Ccc non fu messo in discus-
sione. E quando l’anno scorso
a Zunino è subentrato Davide
Bizzi, nella eterogenea squa-
dra dei suoi partner (con Pao-
lo Dini di Paul&Shark e il fon-
do coreano Honua) si è ripre-
sentata l’immancabile Ccc,
stavolta addirittura come so-
cio.
L’inchiesta del pm di Monza
Walter Mapelli sull’ex sindaco
di Sesto, nonché ex braccio
destro del segretario del Pd
Pierluigi Bersani, punta a Ro-
ma. C’è una pista fatta di indizi
che induce i magistrati a so-
spettare Penati di essere al
centro di un sistema intreccia-
Nuovo arresto per Prosperini. Il gip: delinquente incallito
OLTRE ALLE TANGENTI PER LA BORSA DEL TURISMO L’EX ASSESSORE SAREBBE COINVOLTO IN UN TRAFFICO D’ARMI CON L’ERITREA
di Antonella Mascali
i nuovo nei guai giudiziari
D Piergianni Prosperini, ex as-
sessore regionale lombardo al
Turismo e allo sport. Leghista,
passato ad Alleanza nazionale, è
finito agli arresti domiciliari con
l’accusa di corruzione e false fat-
turazioni su richiesta del procu-
ratore aggiunto di Milano, Alfre-
do Robledo e del pm Paolo Sto-
rari, per fatti che arrivano al
maggio-giugno 2009. Secondo
il giudice per le indagini prelimi-
nari, Andrea Ghinetti, che ha fir-
mato la misura restrittiva, Pro-
sperini ha dimostrato una “ele-
vata capacità a delinquere”: ha
continuato a commettere reati
anche quando sapeva già di es-
sere indagato. Un atteggiamen-
to che dimostra “pervicacia” nel
delinquere. L’ex assessore ha
già patteggiato 3 anni e 5 mesi
per corruzione e turbativa d’a-
sta legate all’inchiesta sulla pro-
mozione televisiva del turismo
in Lombardia. L’ex assessore
della giunta di Roberto Formi-
“R
autosospendo da vicepresidente”. Filippo Penati
con una lettera indirizzata al presidente del
consiglio della Regione Lombardia, Davide Boni,
al presidente della Regione, Roberto Formigoni
e ai capigruppo ha annunciato la sua
to con le esigenze di finanzia-
mento del partito. E infatti tra
i reati per i quali è indagato,
oltre a concussione e corru-
zione, c’è anche l’illecito fi-
nanziamento ai partiti. L’in-
chiesta, che ha subito un’im-
provvisa accelerazione due
giorni fa con una raffica di
perquisizioni tra cui quelle
negli uffici di Penati, sembra
destinata a esplodere, come
dimostrano i toni quantome-
no prudenti, per non dire ti-
morosi, con cui gli esponenti
del Pd lombardo hanno dato
la solidarietà di rito all’espo-
nente indagato.
QUESTA MATTINA Pena-
ti, accompagnato dal suo di-
fensore Nerio Diodà, si pre-
senterà nell’ufficio di Mapelli
per chiarire e spiegare. Sarà un
Numerosi imprenditori hanno
ammesso di avergli
versato contributi per il Pd
confronto difficile per l’ex
presidente della Provincia di
Milano. Dallo scorso mese di
gennaio, quando l’inchiesta
avviata nel luglio del 2010 dal-
la pm di Milano Laura Pedio è
passata per competenza terri-
toriale agli uffici giudiziari di
Monza, Mapelli ha interrogato
decine di imprenditori. Nume-
rosi tra essi hanno ammesso di
aver versato contributi al Par-
tito democratico, non registra-
ti in bilancio, su sollecitazione
goni era stato arrestato nel di-
cembre 2009 mentre era colle-
gato al telefono con una trasmis-
sione di Antenna 3. Al giornali-
sta che gli chiedeva, sulla base di
agenzie di stampa, se lo stavano
arrestando, aveva risposto: “No,
no. Ma ora non posso più par-
lare. Sono qui bello ‘paciarot-
to’...”.
IERI il nuovo provvedimento
perché avrebbe favorito un im-
prenditore della Valtellina, Luca
Spagnolatti, ex assessore a Son-
drio. Ci sarebbe la prova di una
tangente da 10 mila euro per la
concessione di un appalto legato
alla costruzione di stand fieristici
in occasione della Bit, la Borsa in-
ternazionale del turismo. Anche
per Spagnolatti sono scattati i do-
miciliari. In verità, stava già scon-
tandoli a seguito di un’altra in-
chiesta della Procura di Sondrio.
Per Prosperini ci sono anche al-
tre accuse legate a un filone d’in-
dagine che porta in Eritrea. I ma-
gistrati gli contestano il reato di
traffico di materiale d’armamen-
ibadendo la mia totale
estraneità ai fatti per
rispetto dell’istituzione mi
di Penati o di uomini a lui vi-
cini.
Il filo che gli inquirenti stanno
seguendo è quello che lega i
numerosi reati ipotizzati e la
carriera politica di Penati. Si
punta dunque a ricostruire i
meccanismi di un vero e pro-
prio sistema di potere che par-
tendo da Sesto San Giovanni
(Penati è stato sindaco dal
1994 al 2001) ha proiettato
l’ex professore di scuola me-
dia verso il ruolo di braccio de-
to (tra l’altro visori notturni per
fucili di precisione). In questo
caso, però, il gip non ha conces-
so i domiciliari: ritiene che ci sia
solo la prova di un tentativo di
Prosperini non andato in porto.
Domiciliari, invece, anche per le
false fatturazioni contestate da
Robledo e Storari in merito al
presunto ruolo dell’ex assessore
come mediatore del governo eri-
treo per l’acquisto di pescherec-
ci e armamenti. Prosperini, attra-
verso false fatture emesse grazie
a società di cartiere, avrebbe
quindi occultato la sua mediazio-
ne per conto del paese africano,
si sarebbe fatto pagare in nero e
di conseguenza avrebbe anche
evaso il fisco.
L’indagine della Procura di Mila-
no coinvolge, inoltre, un dirigen-
te della Regione Lombardia, Ro-
berto Lambicchi, accusato di
truffa aggravata per il vecchio fi-
lone sulle telepromozioni turisti-
che. Una funzionaria dell’asses-
sorato al Turismo, Isabella Moli-
na, invece, deve rispondere di
corruzione. Avrebbe accettato
IL PARTITO DEGLI ONESTI
autosospensione. Non si tratta di dimissioni:
Penati continuerà a essere consigliere regionale
e dal prossimo consiglio siederà tra i banchi
dell’opposizione. “A seguito del mio
coinvolgimento nella vicenda giudiziaria relativa
all’area Falck di Sesto San Giovanni – scrive
Penati – desidero ribadire la mia totale
estraneità ai fatti. Voglio precisare che non ho
stro di Bersani.
La caratteristica dell’inchiesta
di Monza è proprio la molte-
plicità degli spunti investigati-
vi. Proviamo a elencarli. C’è il
costruttore Pasini che accusa
Penati di concussione per aver
preteso nel 2001 prima il pa-
gamento di 4,5 miliardi di lire
(in due tranche da 2 e 2,5) in
cambio di un occhio di riguar-
do nell’operazione di sviluppo
edilizio delle aree ex Falck; e
poi di ulteriori 1,2 miliardi di
lire, con la stessa finalità, per le
aree ex Ercole Marelli; i magi-
strati considerano queste “da-
zioni” sufficientemente prova-
te.
Ci sono poi episodi di corru-
zione riguardanti altri affari e
altri imprenditori. Un tronco-
Piergianni Prosperini (FOTO EMBLEMA)
un orologio di lusso da una socie-
tà a cui ha affidato la realizzazio-
ne di alcune locandine.
Per entrambi i dipendenti della
Regione i pm hanno chiesto mi-
sure interdittive, il gip si pronun-
cerà dopo averli interrogati. Il
nucleo tributario della Guardia
di finanza, che ha eseguito i prov-
vedimenti restrittivi, ha anche
sequestrato 250 mila euro com-
plessivi a due tv locali, Tele Lom-
bardia e Telecity, perché avreb-
bero ricevuto commesse regio-
nali da Prosperini, grazie ad ap-
palti truccati.
Venerdì 22 luglio 2011
mai chiesto e ricevuto denaro da imprenditori.
Voglio altresì ribadire la mia assoluta fiducia
nell’operato della magistratura”. La sensazione
che si ha, leggendo le dichiarazioni di ieri è che
però Penati resti un po’ solo: “Valuteremo tutto
anche nelle prossime ore e vedremo anche con
lui i passi necessari da fare”, ha sostenuto il
segretario del Pd lombardo Maurizio Martina.
In alto, il logo del Consorzio
cooperative costruzioni. A sinistra,
l’ex sindaco di Sesto San Giovanni
ed ex presidente della Provincia di
Milano, Filippo Penati (FOTO EMBLEMA)
stituzione di fondi neri desti-
nati anche al pagamento di
tangenti; oppure, come testi-
moniato nel caso dei 2 miliardi
consegnatigli da Pasini in Sviz-
zera, Di Caterina incassava di-
rettamente il denaro destinato
al finanziamento di Penati, per
il quale fungeva, a quanto ipo-
tizzano gli inquirenti, anche da
collettore. Quel che è certo è
che proprio Di Caterina è stato
protagonista di una rottura
piuttosto velenosa con Penati
dopo essere stato per anni in
squadra con lui.
E INFINE c’è la storia mai
chiarita dell’autostrada Mila-
no-Genova. Penati, come pre-
sidente della Provincia di Mi-
lano, acquistò nella primavera
2005 dal costruttore Marcelli-
ne dell’indagine attiene all’af-
fidamento dei trasporti pubbli-
no Gavio, un pacchetto di azio-
ni che gli dettero la maggioran-
ci locali, e vede coinvolto il ti-
tolare della Caronte, Piero Di
za assoluta del capitale. L’allo-
ra sindaco di Milano, Gabriele
Caterina, indagato non solo Albertini, che con il suo pac-
come presunto corruttore di chetto di azioni garantiva co-
Penati, ma anche come collet- munque il controllo pubblico
tore di tangenti destinate al dell’arteria, accusò Penati di
leader del Pd lombardo. Di Ca- aver fatto solo un regalo a Ga-
terina è un personaggio chiave vio, pagando 8,93 euro l’una
dell’inchiesta. Perquisendo gli azioni che diciotto mesi prima
uffici della Cascina Rubina, so- l’imprenditore piemontese
cietà veicolo per l’operazione aveva pagato 2,9 euro. Alber-
Falck ceduta da Pasini a Luigi tini, per dare un senso a un’o-
Zunino, gli inquirenti hanno perazione altrimenti inspiega-
trovato alcune fatture a fronte bile, ipotizzò che costituisse la
di prestazioni inesistenti contropartita, voluta da una
emesse proprio dal titolare parte del Pd, per convincere
della Caronte. Ci sono due Gavio a partecipare con la Uni-
possibili spiegazioni: o Di Ca- pol alla scalata della Bnl. Alber-
terina fungeva da “cartiera” tini consegnò il tutto a un
per consentire a Zunino la co- esposto alla magistratura.
di Lidia Ravera
Attenti “compagni”
LE PRIME VOLTE eravamo increduli: ma come, un politico di
sinistra ha preso dei soldi? Ha truccato un appalto? Ha portato la
morosa al mare con la macchina blu? No, guardate, mi spiace, ma
non ci credo. Ci deve essere un errore. I “compagni” , quando
sbagliano, e diventano “compagni che sbagliano”, semmai sono
terroristi. È al comandamento “non ammazzare”, che
disobbediscono, non a quello banale e veniale, quello del “non
rubare”. Il mai abbastanza compianto Berlinguer non ci dormiva la
notte, trent’anni fa. Lanciò l’allarme nell’81: attenti, non
diventiamo come gli altri, restiamo fedeli alla nostra diversità.
Austeri, onesti, con pochi soldi in tasca. Viviamo con lo stipendio
medio dell’italiano medio. Diamo il “di più” al Partito, invece che
usare il Partito per prendere di più. Che tenerezza, le mots
d’antan... Oggi non si prova stupore alla notizia che un politico di
sinistra ha intascato l’illecito, ha modificato a suo favore un piano
regolatore, ha portato la pupa sull’aereo privato, gliel’ha regalato
e via degenerando. Nella frase l’accento cade sulla parola
“politico”, non sulla qualifica “di sinistra”. E i politici, si sa, badano
alla propria bottega, più che al bene comune. Quando vengono
beccati, si dichiarano, “sereni”. Tutti. L’ha fatto anche Penati.
Peccato, avrebbe dovuto dichiararsi “angosciato”. Era
un’occasione di ritrovare un po’ dell’antica diversità. Almeno nei
commenti.
pagina 8
Il sindacato di polizia
A Roma 400 auto di scorta
e 50 volanti per i cittadini
di Eduardo Di Blasi
l senatore Mario Baldas-
I sarri fa un esempio un
po’ cruento da fazende-
ro brasiliano: “I mandria-
ni in Brasile - afferma - se de-
vono guadare un fiume in-
festato dai piranha, squarta-
no prima un vitello e lo get-
tano nell’acqua. Poi, quando
i pesci si avventano sulla
preda, fanno passare inden-
ne tutta la mandria”. La me-
tafora serve a chiarire un
concetto: “Quando tutti si
fanno paladini dei tagli ai co-
sti della politica indicano
noi, il vitello, invece di ve-
dere la mandria che sta pas-
sando”. E precisa: “Se noi di-
mezzassimo, di netto, lo sti-
pendio dei parlamentari, ri-
sparmieremmo ogni anno
una cifra di 120 milioni di
euro, ma sapete quanto co-
sta la mandria ogni anno?
Tra i quaranta e i cinquanta
miliardi di euro: miliardi,
non milioni”. Poi, certo, am-
mette “non è che dico che
non si debba toccare niente,
certo le auto blu, o alcuni
benefit, ma non è questo il
vero costo della politica”.
Quale è allora? Cosa è questa
“mandria” che nessuno rie-
sce a vedere? Sono gli “ac-
La denuncia
del senatore
Baldassarri (Fli):
“Sono questi
i veri costi della
politica che
nessuno vede”
Puglia, niente rimborso per i consiglieri
L’AVVOCATURA DELLA REGIONE BLOCCA LA CORSA AGLI INDENNIZZI
di Pierluigi G. Cardone
Bari
la casta, per una volta, arrivò
Ecorsafuori tempo massimo nella
alla roba. Ha avuto l’effetto
della doccia fredda il parere del-
l’Avvocatura della Regione Pu-
glia per la cinquantina di consi-
glieri ed ex consiglieri regionali
che reclamavano un rimborso di
circa 63mila euro a testa a segui-
to della sentenza della Consulta,
che nel 2007 aveva bocciato il ta-
glio del 10% sulle indennità di
mandato deciso dalla Finanziaria
2006.
CINQUE ANNI FA, infatti, la
Corte Costituzionale stabilì che
quella decurtazione non era di
competenza statale, ma nono-
stante ciò all’epoca la Regione Pu-
glia confermò i tagli. Da qui la ri-
“A
personalità, soprattutto politiche, mentre a Roma
la presenza di volanti sul territorio è ridicola: 50
volanti per tutta la provincia”. La denuncia che
arriva dal segretario romano del Silp Cgil Gianni
Ciotti, disorienta: “Il ministero dell’Interno, per
MILIARDI IN CEROTTI
Boom di acquisti di beni e servizi per la Sanità
La spesa è cresciuta di 24 mila milioni in 5 anni
quisti di beni e servizi” della
pubblica amministrazione
di cui nemmeno il Parlamen-
to conosce il rendiconto
preciso. Nel senso, si sa
quanto costa l’acquisto, ma
non si sa a chi vadano i soldi,
nè perchè.
PER CAPIRE meglio quel-
lo di cui parliamo buttiamo
giù un po’ di cifre. Ogni anno
dalle casse pubbliche escono
circa 137 miliardi di euro per
l’acquisto di beni e servizi:
107 di questi vengono spesi
dalle amministrazioni locali,
e, all’interno di questa spesa,
circa 77 miliardi vengono
adoperati per l’acquisto di
beni e servizi nel settore del-
la Sanità. Fermiamoci un at-
timo. Questi sono i dati uf-
ficiali relativi all’anno 2009,
certificati dal ministero delle
Finanze e dalla Ragioneria
dello Stato.
Solo cinque anni prima, nel
2004, la fotografia era al-
quanto diversa. La torta com-
plessiva era di 113 miliardi,
le amministrazioni locali ne
spendevano 88, 53 dei quali
per gli acquisti nel settore sa-
nitario. Tradotto: in soli cin-
que anni, la spesa delle re-
gioni è aumentata di 11 mi-
liardi di euro, quella sanita-
ria, addirittura di 24.
Quei ventiquattro miliardi di
euro “in più”, sono circa la
metà della manovra econo-
mica approvata da Camera e
Senato mentre imperversava
la tempesta dei mercati.
Un primo dato di cronaca: se
sono stati spesi 24 miliardi di
euro “in più” nell’acquisto di
beni e servizi nel settore sa-
nitario fino a raggiungere, in
cinque anni, la cifra di 77 mi-
liardi, gli ospedali del Paese
dovrebbero essere assai più
ricchi e funzionali di quello
chiesta di rimborso da parte della
casta, con il presidente del consi-
glio regionale, Onofrio Introna,
che nelle scorse settimane ha
chiesto all’Avvocatura dell’Ente
di esprimersi sulla vicenda. Il pa-
rere è arrivato due giorni fa: la
bocciatura della disposizione
La Consulta
aveva bocciato il
taglio del 10%
sull’indennità
di mandato
deciso dalla
Finanziaria 2006
Roma, ogni giorno girano circa
quattrocento autovetture che
assicurano la scorta alle
L’interno del reparto di Oncologia dell’ospedale Cotugno di Bari, sul quale fu aperta un’inchiesta della magistratura (FOTO ANSA) (
che erano nel 2004. È così?
No. Allora perchè la spesa è
lievitata - senza controllo - a
quel modo?
PERCHÈ, argomenta il se-
natore di Fli, membro della
Commissione Bilancio di Pa-
lazzo Madama dopo essere
stato vice ministro dell’Eco-
nomia nel passato governo
Berlusconi (2001-2006),
quegli “sprechi” possono na-
scondere “malversazioni e
possibili intrecci grigi tra po-
litica ed affari”.
Ma questo gigantesco flusso
di denaro dove finisce? Nes-
suno, nemmeno in Parla-
mento, ne ha cognizione. Ma
la frase del senatore non può
che far venire alla mente le
tante inchieste che negli ul-
contenuta nella finanziaria da par-
te della Consulta non inficia i tagli
decisi dalla Regione e, soprattut-
to, l’eventuale ricorso dei consi-
glieri doveva arrivare entro ses-
santa giorni dal pronunciamento
della Corte Costituzionale. Visto,
quindi, che la sentenza in questio-
ne è dell’8 maggio 2007, gli ex
consiglieri avrebbero potuto
chiedere la restituzione delle
somme dovute entro il 7 luglio
dello stesso anno (mentre i neoe-
letti e i rieletti avevano tempo fino
al 6 luglio 2010, ovvero 60 giorni
dopo la loro proclamazione).
L’Avvocatura regionale, inoltre,
ha stoppato sul nascere anche l’e-
ventualità di un ricorso al Tar per
far annullare i tagli decisi dal
provvedimento regionale del
2006: tale procedura, a sentire i
legali, può essere avviata solo in
presenza di ragioni di interesse
CASTA CONTINUA
assicurare la scorta di primo livello di un ministro,
spende circa 360 mila euro tra straordinari, costo
di acquisto delle auto e nove uomini impiegati. Per
assicurare la sicurezza di un intero municipio di
Roma di circa 240 mila abitanti, come il Casilino,
spende meno: circa 350 mila euro per impiegare
110 uomini, pagare gli straordinari e affittare lo
stabile. Questa è un’indecenza”.
timi anni hanno coinvolto la
sanità ad ogni latitudine: dal-
l’inchiesta laziale su Lady Asl
o sulle cliniche degli Ange-
lucci, a quella che in Puglia
punta alle protesi di Gianpi
Tarantini o al senatore appe-
Un fiume di
denaro, che
nessuno riesce
a controllare,
riemerge con
le inchieste
giudiziarie
pubblico. E questo, consideran-
do che si tratta di stipendi indi-
viduali, non sembra proprio il ca-
so.
IN PUGLIA, inoltre, il taglio
dei costi della politica continua a
tener banco anche in virtù di
un’altra, per certi versi ancor più
importante decisione. Ieri, infat-
ti, la commissione Affari Istituzio-
nali ha approvato la proposta di
legge che di fatto “metterà a die-
ta” una delle assise regionale più
costose d’Italia: dal 2015, se tutto
filerà liscio, i consiglieri divente-
ranno 60 (oggi sono 70), gli asses-
sori 12 (invece che 14) e tra que-
sti solo tre potranno essere ester-
ni (i cosiddetti tecnici che grava-
no ancor più sulle casse regiona-
li). Non sono mancate le polemi-
che, ma un fatto è certo: da ieri in
Puglia la casta perde pezzi.
na salvato da Palazzo Mada- però sono una parte della
ma Alberto Tedesco, fino al- “mandria” che continua a
l’Abruzzo, al Piemonte, alla passare mentre si bacchetta-
Lombardia e alla Ligura. no i costumi (comunque non
eccellenti) della politica. L’al-
“VOI GIORNALISTI vi tra voce di spesa “invisibile”
accorgete di queste cose so- è costituita “dai trasferimenti
lo quando ci sono le inchie- in Conto Corrente ed in Con-
ste della magistratura, ma to Capitale” che lo Stato stan-
quelle rappresentano solo la
punta di un iceberg gigante-
zia a pioggia e “a fondo per-
duto”. La torta, questa volta,
sco”, spiega Baldassarri pri-
ma di rappresentare un se-
ammonta per il 2010, (la fon-
te è il governo, attraverso la
condo paragone cruento:
“Per ogni posto letto negli
Relazione Unificata sull’Eco-
nomia e la Finanza Pubblica)
ospedali italiani si utilizzano a 44 miliardi. Di questi 15
ogni giorno nove siringhe. La vengono trasferiti a Ferrovie,
media di degenza negli ospe- Anas e Trasporti pubblici lo-
dali è di nove giorni. Dopo cali. E gli altri 29? Mistero.
nove giorni uno dovrebbe Argomenta Baldassarri: assie-
avere 81 buchi di puntura. Le me sono 53 miliardi di euro,
sembra realistico?”. più della manovra appena
Questi miliardi di euro sono approvata.
IN SPAGNA dimissioni
per qualche vestito regalato
uanti fossero, non è ancora chiaro, dieci, quin-
Qquasidici, forse venti. Parliamo di abiti. Eleganti,
tutti blu – perché così piacevano al desti-
natario – ma pur sempre abiti. Per un valore di
15mila euro. Non tangenti milionarie, o accuse di
associazione mafiosa, o case ricevute in regalo “a
sua insaputa”. Sono bastati pochi, maledetti abiti
per mandare in fumo la carriera di uno dei politici
più potenti di Spagna. Francisco Camps, da tre le-
gislature presidente della Comunidad Valenciana
(appena confermato a maggioranza assoluta), si è
dimesso perché non ce la faceva più a sopportare
il terribile sospetto. Inquisito dal giudice (ora so-
speso) Baltasar Garzón, è stato rinviato a giudizio
nei giorni scorsi e verrà processato in autunno. Lo
farà da semplice cittadino. Il leader del suo par-
tito, il popolare Mariano Rajoy, lanciatissimo ver-
so la Moncloa, gli aveva proposto di dichiararsi
colpevole e pagare al tribunale una multa da 50mi-
la euro. Sarebbe rimasto presidente, ma con la fe-
dina penale sporca. Affronto insostenibile.
A.Op.
 Venerdì 22 luglio 2011

“L
CASTA CONTINUA

e Province rappresentano l’1,5%
Se anche della spesa pubblica complessiva
del Paese e nel 2010 hanno
utilizzato un miliardo e 360 milioni in meno rispetto al
le Province 2008. Sono i dati elaborati dall’Unione delle Province
d’Italia che ieri mattina ha presentato una proposta di
legge per l’accorpamento degli Enti locali, per la
chiedono i tagli valorizzazione delle loro funzioni tramite l’eliminazione
degli enti strumentali e per la riduzione dei costi della
politica.
L'Upi ha sottolineato che la spesa delle 7000 società,
aziende, consorzi e enti, partecipati o controllati da
Regioni, Province e Comuni nel 2010 è stata pari a
sette miliardi di euro, non lontana da quella delle
istituzioni provinciali, pari a 12 miliardi di euro,
contro i 170 delle Regioni e i 73 dei Comuni.
L’esempio virtuoso, secondo l’Upi, è quello di 23
Paesi su 25 in Europa, dove le Province
rappresentano un ente intermedio tra Regioni e
Comuni. Secondo i dati elaborati su fonte
Siope-Istat, il personale politico del Parlamento
rappresenta il 20,3% del costo totale, quello delle
Regioni il 44,2%, quello dei Comuni il 30% e quello
delle Province il 5,5%.

RICCHI, RICCHISSIMI, PRATICAMENTE IN MUTANDE

Pil pro capite e restibuzione dei parlamentari in Europa
SUL SITO DE lavoce.info Matteo Pe-
lagatti, che è ricercatore di Statistica
economica presso il Dipartimento di
Statistica dell’Università di Milano-Bi-
cocca, ha confezionato un utile schema
(riprodotto qui a destra) delle indennità
dei parlamentari europei paragonata al
pil pro capite di ciascun Paese. La ricerca
ha fornito un risultato interessante.
Mentre tutti gli altri Paesi viaggiano at-
torno alla cifra del pil pro capite, per
l’Italia si verifica uno scollamento incre-
dibile tra i due dati.
Per seguire bene lo schema. La linea
orizzontale rappresenta il Pil pro capite
del singolo Paese. Quella verticale l’in-
dennità percepita in un anno dal par-
lamentare. Quella obliqua, in rosso, il
rapporto tra pil pro capite e indennità.
La nazione che, assieme all’Italia, ha una
indennità abbastanza elevata, è l’Austria,
che però vanta un Pil pro capite assai
superiore.

Deputati

L’INFORMATICA ALL’INPDAP MIRACOLO,

L’ITALIANO
COSTA IL DOPPIO COSTA MENO
uanto costa un deputato
Qdell’equivalente
di Montecitorio? Meno
di un fran-
L’appalto lievitato da 170 a 330 milioni di euro cese, di un tedesco e di un
inglese. È quello che affer-
ma uno studio decisamen-
te “controcorrente” com-
Pubblichiamo un estratto del to poi condannato (con so- aggiustamento complici an- missionato dalla Camera
libro di Salvatore Cannavò, spensione della pena) a due che le nuove normative sta- dei Deputati, che mette as-
edito da Aliberti. Il titolo: anni per corruzione, assieme bilite da leggi dello Stato. Per sieme indennità, diaria e
“Altre sanguisughe. L’Italia a Mautone, per aver racco- capire la situazione è meglio spese per i collaboratori
derubata”. mandato l’assunzione di due leggere quanto scrive il Col- dei dell’europarlamento e
operai. legio dei sindaci nella sua re- dei tre maggiori parlamen-
di Salvatore Cannavò Ma è sul processo di informa- lazione del 2008: ti europei: Francia, Germa-
tizzazione interna che l’In- nia e Gran Bretagna.
Inpdap è l’ente previ- IL QUADRO che ne deriva Prendiamo voce per voce.

L’
denziale dei lavoratori
pubblici, che come ta-
le garantisce la pensio-
ne a milioni di dipendenti.
Diversamente dall’Inps, pe-
rò, versa in una situazione di
deficit pesante. Pensioni
troppo alte a fronte di con-
tributi bassi? Sì, forse, ma an-
che disfunzioni, disservizi,
anomalie mai approfondite
abbastanza.
Fondato nel 1992 l’Inpdap
ha già conosciuto esternaliz-
zazione di servizi e fenome-
ni di privatizzazione, a co-
minciare dalle attività assi-
stenziali per gli ex dipenden-
ti indigenti (case di soggior-
no), prima totalmente gesti-
te con personale interno,
poi gradualmente affidate
con gare e appalti successivi
a società esterne. Stessa sor-
te hanno avuto le attività del-
le vacanze-studio e delle co-
lonie estive.
IL RISULTATO è stato sem-
pre lo stesso: aggravio dei co-
sti. Anche i servizi di gestio-
ne del patrimonio, dal 1996
al 2004, sono stati affidati a
specifiche società immobi-
liari. Come quella di proprie-
tà di Alfredo Romeo, inqui-
sito a Roma e Napoli per il-
leciti proprio nelle consulen-
ze immobiliari svolte per vari
enti e società. Nel 2004 l’i-
stituto è così tornato alla ge-
stione diretta, ancora una
volta con aggravio di costi. Il
19 marzo 2010 Alfredo Ro-
meo è stato assolto da 11 dei
12 dei capi di accusa ed è sta-
pdap ha dato il meglio di sé.
Nel luglio del 2002 l’istituto
decide di procedere tramite
gara con soggetti esterni al-
l’acquisizione di sistemi e ap-
plicativi informatici per un
costo di oltre 13 milioni di
euro. Contemporaneamen-
te, per far fronte alla nor male
attività, continua con i con-
tratti in essere per quasi 7 mi-
lioni di costo. Si stanziano co-
sì 20 milioni di euro, che pe-
rò vengono revocati
nel 2004, quando
l’Inpdap viene com-
missariato. Si decide
di affidare a tre esper-
ti un’esauriente rela-
zione sullo stato del-
l’arte, per poter ag-
giornare adeguata-
mente i software dell’i-
stituto.
Da questa relazione
scaturirà la delibera n. 2
del 2004, in cui si stabilisce
un ambizioso piano di ristrut-
turazione informatica che
costerà la bellezza di
173.000.920 euro. Una cosa
mostruosa che si spiega guar-
dando nel dettaglio la com-
posizione delle forniture: il
77,24 per cento delle somme
è destinato me- diante affida-
mento diretto; le gare pub-
bliche riguarderanno solo il
21 per cento dell’importo,
mentre il restante 1,7 per
cento sarà destinato alla sti-
pula di convenzioni.
Le cose però non proseguo-
no lisce e nel dicembre 2004
si delibera la costituzione di
un Organismo di supervisio-
ne e controllo composto da
Altre
sanguisughe
L’italia derubata,
di Salvatore
Cannavò,
Aliberti Editore
153 pagine
15 euro
cinque consulenti e un team
di dieci specialisti. Si delibera
così un ulteriore onere di 5
milioni più i relativi oneri fi-
scali e previdenziali. Con la
stessa delibera si affida poi
un coordinamento tecni-
co-operativo a un solo sog-
getto che nel periodo
2004-2008 beneficerà di un
milione e 100 mila euro di
consulenze. Ma siamo solo
all’inizio dell’avventura, il
bello deve ancora venire.
Con delibera del maggio
2005 si decide di allargare an-
cora il programma con lo
stanziamento di altri 30 mi-
lioni di euro, cui si aggiun-
gono altri 7,34 milioni di eu-
ro di licenze e prodotti Mi-
Presidenti
e commissari
dell’ente
previdenziale
e quegli
affidamenti
senza gara
crosoft. Poi si procede a nuo-
vi affidamenti, tutti in forma
diretta, per ulteriori 18,98
milioni di euro, fino ad arri-
vare alla delibera 311 del
marzo 2006, con la quale si
indice una gara per l’acqui-
sizione di risorse in grado di
integrare le ridotte professio-
nalità presenti nella struttura
informatica. Costo comples-
sivo, 23 milioni di euro. Si va
avanti così, di delibera in de-
libera, di aggiustamento in
risulta articolato e composi-
to; ciò, sia per le rimodula-
zioni e le integrazioni inter-
venute a più riprese sulla
programmazione che per la
minuziosa frammentazione
delle attività progettuali dei
beni e dei servizi da realiz-
zare. Da tutto ciò è consegui-
ta una fitta ramificazione del-
la contrattualistica accompa-
gnata dal frequente ricorso
alle estensioni delle presta-
zioni originariamente pattui-
te e agli istituti di proroga e
rinnovo dei contratti in esse-
re.
Per farla breve, dal 2004 al
2008 “l’importo globale [...]
ammonta a euro
182.875.480,43 (iva compre-
sa) [...] pertanto a fronte di
una previsione iniziale di co-
sti quantificata in euro
173.000.920 si è pervenuti a
un importo totale di euro
333.068.165,67”. Il doppio
di quanto stabilito all’origi-
ne.
Secondo l’Usb, che ha redat-
to il dossier di denuncia, “le
mancate realizzazioni e le
eventuali correzioni da ap-
portare alle procedure, fini-
ranno con il costituire l’og-
getto di nuovi appalti” anche
perché il bilancio complessi-
vo è ancora molto problema-
tico. Ma qualunque bilancio
possa essere tratto, la storia
di un istituto previdenziale
che arriva a stanziare nel mo-
do descritto oltre 300 milioni
di euro per ristrutturare il
proprio sistema informatico
si commenta da sola.
Per quello che riguarda le
“indennità” il deputato
italiano riceve 11.703,64
euro lorde. L’omologo fran-
cese 7.100,15, il tedesco
7.668 e il britannico 6.350,
l’europeo 7.956,87. Fino a
qui il deputato nostrano è
largamente in testa. Poi c’è
la diaria. L’italiano prende
3.503,11, il francese nien-
te, il tedesco 3.984, l’ingle-
se 1.922,25, l’europeo
2.432. L’italiano resta anco-
ra largamente in testa. Rice-
ve infatti ogni mese anche
1.331,70 euro per le spese
di viaggio, 258,23 per le
spese telefoniche e 3.690
per il contributo elet-
to-elettore (che quindi,
formalmente, non dovreb-
be intascare lui). Francia,
Germania e Gran Bretagna
hanno però nel budget le
“spese di segreteria”
(6.412 per la Francia, mille
per la Germania, 2.236,58
per la Gb, 4.299 per l’Ue).
Poi, però hanno anche
un’altra voce: quella dei
“collaboratori gestiti di-
rettamente dai parla-
menti”. Il “tetto” per la re-
tribuzione di costoro am-
monta a 9.138 euro in Fran-
cia, a 14.712 in Germania, a
10.581 in Gb e a 19.709 in
Europa. Quindi, ne deduce
Montecitorio. Il deputato
italiano costa meno:
20.486,68 euro al mese,
contro i 23.066.75 del fran-
cese, i 27.364 del tedesco,
e i 34.750,87 dell’europar-
lamentare.
pagina 10 Venerdì 22 luglio 2011

ITALIE

il Futurista
TIRRENICA, Le scuse
a Indro
UN’AUTOSTRADA arrivano
da destra

D’INTERESSE (È tardi?)
“I ndro Montanelli ha
speso gli ultimi anni
della sua vita nel tentativo
Il presidente della Società è anche di aprirci gli occhi (e non
più consigliandoci di tura-
re il naso), di metterci in
il “controllore” governativo sui lavori Altero Matteoli ai cantieri della Tirrenica nel dicembre 2009.
Sotto, Antonio Bargone (FOTO ANSA)
guardia rispetto a quanto
era evidente stesse per ac-
cadere”.
di Nicola Caracciolo* fendere la regolarità dei la- euro. La nomenclatura italia- me indennizzo per la man- vengano utilizzati per co- E ancora: “Ora, dieci anni
vori e l’interesse pubblico. na: Bargone è molto legato a cata realizzazione proprio struire l’autostrada tirreni- dopo, mentre il ticchettìo
er la Società autostrada Percepisce per questo inca- Massimo D’Alema, viene dal- dell’autostrada tirrenica. Era ca?”. Mattioli era ed è con- della Olivetti di Indro

P tirrenica (Sat), come se

non bastassero i guai
che sta passando, si
apre la prospettiva di un gra-
vissimo scandalo. Il suo pre-
sidente, Antonio Bargone, è
anche, sempre per il Corri-
doio Tirrenico, commissario
del governo incaricato di di-
SAN RAFFAELE I pm: un piano
entro il 15 settembre o fallimento
l Tribunale grazia il San Raffaele, ma
Itenuto
solo fino al 15 settembre. Tanto ha ot-
l'ex ministro della Giustizia Gio-
rico il compenso annuo lor-
do di 250 mila euro – Gaz-
zetta Ufficiale del 10 ottobre
2010 –. Quanto prenderà co-
me presidente della Sat? Non
siamo in grado di stabilirlo
con certezza, ma supponia-
mo che si tratti anche qui di
molte centinaia di migliaia di
con i magistrati prevede garanzie suffi-
cienti per l'appianamento del debito e
trasparenza informativa sui conti. No-
la politica ed è stato sotto-
segretario ai Lavori pubblici
con il centrosinistra. Entrò
quindi nel consiglio di am-
ministrazione della Sat, so-
cietà che gli doveva gratitu-
dine. Quando era ancora sot-
tosegretario le aveva fatto
avere 172 miliardi di lire co-
Uomo di centrosinistra
è ora dalla parte
del ministro Matteoli, prima
diceva: “La Rosignano -
suo collega, come sottose-
gretario ai Lavori pubblici,
Gianni Mattioli che – mi ha
raccontato lui stesso questa
storia – non era d’accordo
trario a tale progetto. Bargo-
ne gli diede delle assicurazio-
ni formali. “Ti do la mia pa-
rola d’onore: la rinuncia al
progetto autostradale Rosi-
Montanelli risuona ancora
forte e chiaro, per chi ha la
voglia e il coraggio di
ascoltarlo, forse è arrivato
il momento di chiedere
con un così cospicuo inden- gnano-Civitavecchia è defini- scusa al più grande giorna-
nizzo. “Non ci sarà il perico- tiva”. Parola di gentiluomo! lista italiano per non aver
lo – chiese Mattioli a Bargone Un tempo si diceva che va- compreso subito il suo in-
– che finalmente questi soldi lesse di più di qualsiasi con- segnamen-
tratto. to, e di met-
Nel 2003, pri- terlo in pra-
mo ministro tica nel no-
Berlusconi, si
riaprì il proget-
me dell’al-
tra destra,
to della Tirre- di quella de-
nica. Bargone,
diventato pre-
stra liberale
e non liberi-
sidente della sta, demo-
Sat, si adope-
rò, come con-
cratica
non populi-
e

vanni Maria Flick, oggi consigliere della
fondazione Monte Tabor in quota Vati-
cano, in tre quarti d'ora di colloquio con
il pm Luigi Orsi e il presidente della se-
zione fallimentare del Tribunale di Mi-
lano, Filippo Lamanna. Il cda dell'ente
che controlla il polo ospedaliero di don
Luigi Verzé ha quindi quasi due mesi per
dare segni concreti di prospettive di rav-
vedimento del gruppo, pena il fallimen-
to.
Flick sperava in maggiore magnanimità,
ma l'apertura è significativa dato che il
crac era atteso a brevissimo. L'accordo
nostante ieri don Verzè si sia preoccu- Civitavecchia non si farà” tinua a fare an- sta, repub-
pato di smentire “categoricamente ogni cora oggi, per blicana e non assolutista,
supposizione, anzi illazione, sulla costi- realizzarlo. moderna e non reaziona-
tuzione di conti neri all'estero” e sull'e- Come commissario governa- ria, europea e non seces-
sistenza di una contabilità parallela, per tivo – nominato nel 2009 – sionista. Speriamo di esse-
gli inquirenti la situazione della Fonda- diventò inoltre il controllore re ancora in tempo”. Così
zione sarebbe infatti “opacissima” e po- di se stesso. Il conflitto di in- Emiliano Sbaraglia sul nuo-
trebbe addirittura sforare il miliardo di teressi è vergognoso, il silen- vo numero del Futurista, il
debiti. Tra i dubbi dei magistrati anche zio che lo accompagna sba- settimanale della destra
la posizione del cda appena nominato lordisce. Ma perché, mi chie- anti-berlusconiana diretto
che, in base allo statuto del San Raffaele, do, la Sinistra si è infilata in da Filippo Rossi.
è da considerare “giuridicamente pre- questo incredibile pasticcio
cario” dato che don Verzè può revocar- accanto alla destra del mini- VIENE poi ripreso un
lo in qualsiasi momento. Gio. Lan. stro Altero Matteoli? pezzo, sul concetto di “de-
*Vicepresidente stra” in epoca berlusco-
di Italia Nostra Onlus nian-leghista, scritto da In-
dro Montanelli sul Corriere
della Sera il 6 febbraio 1994:

Palaexpo e l’assedio di Alemanno al Quirinale “Proprio perché veterano

IL SINDACO PROVA A CONVINCERE IL PRESIDENTE NAPOLITANO PER NON PERDERE I MILIONI DI EMANUELE
di Carlo Tecce
è chi pretende con insistenza un
C’ appuntamento al Quirinale. Un
secondo incontro per rimediare al fal-
limento del primo. Il sindaco Aleman-
no ha già chiesto a Giorgio Napolita-
no se poteva liquidare la società Pa-
laexpo e affidare ai privati – forma
anonima per indicare Emmanuele
Emanuele – la gestione delle Scuderie
del Quirinale, il presidente della Re-
pubblica ha troncato il colloquio con
sdegno: non ci penso proprio.
IL PROGETTO c’è, resiste. È la pa-
zienza di Emmanuele Emanuele che,
però, può presto svanire. Il mecenate
di Fondazione Roma con 4 milioni di
euro l’anno finanzia le mostre romane
e, nonostante sia il capo insignito di Pa-
laexpo su proposta del centrodestra e
acclamazio-
ne del centro-
sinistra dal
2009, vuole
Il Campidoglio vorrebbe
più potere
per sganciare
liquidare la società
più soldi.
Il sindaco e affidare
Gianni Ale-
manno bussa ai privati la gestione
al Colle più al-
to per spiega- delle Scuderie del Colle
re di nuovo al
presidente
Giorgio Napolitano la prematura
scomparsa di Palaexpo, la società con-
trollata al cento per cento dal Comune
di Roma che gestisce la Casa del Jazz, il
Palazzo delle Esposizioni e le Scuderie
del Quirinale. Ecco perché Alemanno,
prima di privatizzare la cultura, deve
chiedere il permesso a Napolitano: il
Comune ha in affido ancora per quat-
tro anni le prestigiose Scuderie, vesti-
gia di un nobile potere per un palazzo
che s’affaccia proprio su piazza del
Quirinale. In ansia per una lettera di
dimissioni di Emanuele e la conse-
guente asfissia per le casse già poco os-
sigenate del Comune, il sindaco ha mo-
bilitato la Giunta per un’operazione
veloce e pesantissima: via una parte
dei 65 dipendenti di Palaexpo, sop-
pressione immediata dell’azienda con
una delibera già pronta, gara di appalto
ristretta per cinque concorrenti e poi,
per accontentare Emanuele, conces-
sione quadriennale per il palazzo delle
Esposizione e per le Scuderie.
E la Casa del Jazz? Finirà al dipartimen-
to per la Cultura e sotto la tutela di Ze-
tema. In campagna elettorale, appena
Insieme nella
foto per le
celebrazioni del
150° dell’Unità
d’Italia lo
scorso marzo
(FOTO ANSA)
tre anni fa, Alemanno aveva un giudi-
zio diverso su Zetema: “È un’azienda di
figli di papà e di super raccomandati”.
Le capriole del sindaco valgono zero
perché su Palaexpo brilla per un’atipi-
ca coerenza: volli fortissimamente vol-
li, privatizzare la cultura romana. An-
che se il Quirinale ha rifiutato con fa-
stidio la proposta del Comune, ispirata
dall’ambizioso Emanuele, il sindaco ci
riprova: desidera una seconda chiac-
chierata per avere il visto presidenzia-
le e cominciare la dismissione di una
società che va benissimo, che ogni an-
no aumenta il numero dei visitatori di
centinaia di migliaia di unità e chiude il
2010 con 836 mila biglietti staccati.
Con apprezzabile ottimismo, il Comu-
ne spera di incassare una partita da 14
milioni di euro l’anno entro agosto e
per il primo del mese, infatti, l’asses-
sore Dino Gasperini ha convocato i
della Destra con tanto di
nastrini sul petto, mi arro-
go il diritto di denunziare la
contraffazione del mar-
chio. Nulla è più incompa-
sindacati di Palaexpo. tibile con l’Italia di Destra –
Il Fatto Quotidiano ha consultato il docu- tutta cifre, fatti, sobrietà e
mento che Alemanno ha presentato al
Colle. Una parte dei 65 dipendenti sa-
ranno assorbiti in una nuova società
rigore – di quella fasulla-
mente apollinea, supervi-
taminizzata, candeggiata,
privata, chi resta fuori verrà trasferito cotonata e tutta “en rose”
al Campidoglio oppure a Zetema. In che il cavalier Berlusconi ci
fondo a tre pagine fitte di buoni pro- ammannisce, in vista dei
positi per convincere Napolitano, il soliti “immancabili desti-
sindaco cita il motivo che spinge l’am- ni”, nelle sue flautate ome-
ministrazione a disfarsi di un patrimo- lie in technicolor. E nulla è
nio pubblico: il Comune può rispar- più lontano dall’immagine
miare dai 12 ai 14 milioni di euro l'an- e dallo stile della Destra di
no. E fissa pure una data: inizio 2012. quelli da taverna e da bor-
Alemanno ha saltato un paio di tappe e dello di Bossi coi suoi “ce-
deve recuperare il tempo perso. Prima lodurismi” e le altre delika-
deve liquidare la società Palaexpo, poi tessen graffite sulle mutan-
deve organizzare una gara di appalto de in vendita – come ab-
informale a inviti (così scrive il Comu- biamo letto – al Congresso
ne) per concedere gli spazi espositivi e della Lega di Bologna”.
i palazzi a un privato.
“UNA VOCE che ha pre-
IL COMUNE ha già in mente un pro- visto l’oggi – scrive Fran-
filo preciso: una Fondazione bancaria cesco De Palo – con quin-
o una Fondazione in generale. Perfet-
to. La Fondazione Roma di Emmanuele
dici anni di anticipo, nelle
sue forme più tristi e de-
Emanuele risponde esattamente ai cri-
teri di scelta del sindaco. Ora sia me-
qualificanti per il Paese, al
quale Berlusconi ha arreca-
glio dimenticare che Alemanno ha no- to i danni che abbiamo sot-
minato Emanuele presidente di Palae- to gli occhi. E allora ha ra-
xpo e i due hanno concepito insieme gione Massimo Fini, quan-
l’idea di privatizzare la cultura romana. do scrive che ‘ora che la
Alemanno perché se c’è da tagliare fa- voce di Indro, come quella
cendo un favore preferisce la cultura; del Tenco di De Andrè,
Emanuele perché la Fondazione Ro- canta nel vento e torna a
ma, sparsa un po’ ovunque, ha biso- essere ascoltata, è ormai
gno di un simbolo istituzionale: non il troppo tardi. Tutto quello
palazzo delle Esposizioni, ma le Scude- che poteva accadere è già
rie del Quirinale. Manca un passaggio, accaduto’. Serve solo rico-
però. E un avvertimento: bussare Gior- minciare. Scusaci ancora
gio Napolitano, presidente della Re- Indro, lo faremo al più pre-
pubblica. sto”.
 il Fatto Quotidiano
settimanale di libri, arti, scienze diretto da Riccardo Chiaberge
22 luglio 2011 - N° 22
L’isola degli escort
Vacanze sentimentali
Charlotte Rampling in una scena di “Verso il sud”, film
di Laurent Cantet del 2005
VESPE
A
proposito di “decrescita fe-
lice”, meno libri per tutti —
come auspica Marco Cas-
sini di Minimum Fax — se
c’è qualcuno che dovrebbe abbrac-
Salvate le Alpi ciare con entusiasmo questa pro-
spettiva è proprio Mauro Corona, con
dai libri quel look da cavernicolo chic e la sua
esibita frugalità montanara. E invece
di Corona no, lui continua a scalare le vette della
letteratura scaraventando da tremila
di Riccardo Chiaberge metri sulle nostre povere teste prege-
voli volumi che la Mondadori stampa
regolarmente su carta non riciclata
(ben diciassette in quattordici anni).
La vera decrescita che Corona sogna
e vorrebbe imporci, è quella dei
consumi e dei redditi (i nostri,
come se non fossero già abba-
stanza taglieggiati dal monta-
naro Tremonti). Nella sua ulti-
ma fatica, La fine del mondo
storto, che ha pure vinto il Premio
Bancarella, lo scrittore-scultore-alpi-
nista immagina un futuro agghiac-
ciante privo di luce elettrica, di petro-
lio e di auto, dove i pochi sopravvis-
suti riscoprono le gioie di una vita in
armonia con la natura. In attesa che
quest’opera immortale venga ap-
plaudita dalle frugali damazze di
“Cortina Incontra”, reduci da escur-
sioni alle Tofane col Cherokee, racco-
manderei ai veri appassionati di mon-
tagna una lettura alternativa e meno
scontata: Alpi segrete di Marco Albi-
no Ferrari (Laterza). In queste pagine,
gli effetti combinati di una decrescita
e di una crescita ugualmente selvag-
ge vengono documentati con grande
efficacia narrativa. Nel sorvolare a
bassa quota l’arco alpino, le nostre
montagne appaiono all’autore «un
universo dimenticato, dove ritorna a
regnare incontrastata la natura primi-
ALL’INTERNO
Arti Tomaso Montanari
Il Gesù di Cutigliano pag. III
Percorsi A.Armano, D.Marani, N.Vassallo
Tariffario dei festivalieri pagg. IV-V
5.000 €
Niccolò
Amma
niti
Letture Emilio Gentile
Da Roosevelt a Obama pag. VII
Cartellone Gianni Canova
Fare la guerra per sport pag. VIII
UNA SCRITTRICE
TRA LE TURISTE
DEL SESSO
A CAPOVERDE
di
Silvia Dai Pra’
U
N SECOLO DOPO la sorella di Shakespeare
immaginata da Virginia Woolf, ho deciso di
immaginarmi Michel Houellebecq femmi-
na. Cosa farebbe Michelle Houellebecq a
cinquant’anni? Come reagirebbe alla gravità, al decli-
nare della gioventù che, nel mondo straziante del fra-
tello, esiliano le signore dal mondo del desiderio? Fa-
rebbe la rivoluzione femminista, si bombarderebbe la
faccia di iniezioni, si getterebbe nella Senna? O an-
drebbe a Cuba, in Giamaica, a Capoverde?
A Capoverde, l’isola di Sal sembra uscita dalla fantasia
di un operatore turistico che vende le bellezze del-
l’esotismo eliminandone gli svantaggi: è un’Africa sen-
za Africa. Niente antimalarica, niente criminalità, po-
vertà nei limiti, e, con tanti saluti a Cesaria Evora, nelle
playlist dei bar ci sono i successi commerciali del mo-
mento. Le ragazze hanno la minigonna, i ragazzi i
dreds, i tatuaggi, i piercing: potremmo essere a Ostia,
solo che il mare è un po’ diverso.
«Bonjour la mignonne», «Good Morning Miss World»,
«Buongiorno bellissima», e poi, per ricevere questi
commenti, a Ostia, dovresti passare la giornata nei cen-
tri estetici, avere una quarta di reggiseno e non più di
vent’anni. Qui, invece, basta essere donna – e avere il
simbolo dell’Unione europea sul passaporto.
continua a pagina II
MA STRAUSS-KAHN
NON È FEMMINA
di Lidia Ravera
L
E MAI-STATE-BELLE, le non-più-giovani, le già-sfio-
rite, le scarsamente-sexy sono sottocategorie di
umanità femminile considerate, nell’attuale mon-
do/mercato, prive di mezzi propri per attirare par-
tner anche di caratura modesta, figuriamoci un ventisettenne
“dagli addominali scolpiti” che, come la ventitreenne con le
tette a palloncino, rappresenta il premio più ambito. Prima
dell’emancipazione minima, quella che consente di compra-
re un biglietto per partecipare alla riffa del piacere, le donne
inferiori allo standard richiesto, non avevano alternative al
convento, alla solitudine e/o nonnitudine, allo zitellaggio, al-
la disperazione.
Oggi, invece, pare, le racchie possono volare in qualche terzo
mondo, dove l’età media della popolazione è talmente bassa
che i “giovani&belli” te li tirano dietro a casse.
continua a pagina II
genia». Con lo spopolamento degli stori, baite e contadini d’alta quota che ci
anni ’60-’70 e la fine dell’agricoltura e sarebbe bisogno per salvare le Alpi. Ma
dell’allevamento, le foreste dilagano, Corona preferisce spegnere la luce e farci
il paesaggio si inselvatichisce, lupi or- morire di freddo.
si e cinghiali tornano a scorrazzare
come nei secoli bui. Certo, prolifica-
no le San Martino di Castrozza, tutte
condomini, alberghi, pub e impianti di
risalita. Ma sono isole, spazi circo-
scritti nei quali il turismo ha plasmato
il territorio. Intorno, un oceano di al-
beri e roccia dove per chilometri non
scorgi anima viva. Della civiltà alpina,
intesa come felice connubio tra uomo
e natura, è sparita quasi ogni traccia.
Alla retorica talebana dei Corona e
dei Messner, Ferrari contrappone una
visione più realistica e convincente.
Nelle Alpi di oggi, Mountain Wilder-
ness, la montagna desertificata, più
che un auspicio è un dato di fatto di
cui abbiamo ben poco da rallegrarci.
È di Mountain Habitableness, di pa-
Venerdì 22 luglio 2011 il Fatto Quotidiano
LE CLASSIFICHE
II 11 - 17 luglio, fonte: Arianna+
VETRINA TOP 10 - PITTURA
1 F. Kramer (a cura di)

L’ISOLA DEGLI ESCORT Cento capolavori dallo Städel Museum di

Francoforte
Giunti, pagg. 272, € 40,00

TURISTE DEL SESSO 2 Roy Doliner; Benjamin Blech

I segreti della Sistina. Il messaggio proibito di

ITALIANE A CAPOVERDE
Vacanze sentimentali
Charlotte Rampling in una scena
di “Verso il sud”, film
di Laurent Cantet del 2005
CONTINUA DALLA PRIMA
compagne di università che sopportano stoi-
camente le sue tirate su cause legali, eredità
contese, genitori malati e badanti disoneste –
ma, quando arriva Joao, la sua espressione
cambia: un metro e ottantacinque, ventisette
anni. Si sono conosciuti a una lezione di kyte-
surf e da allora lui è il suo cavalier servente.
Vuole ballare? Joao si precipita a insegnarle i
passi. Vuole bere? Joao va a fare le ordinazioni
e torna con un mojito e un sorriso smagliante
– il fatto che il portafogli sia quello di lei, poi,
è solo un dettaglio. Alla chiusura dei locali si
allontanano insieme: e qui sfumiamo, come
farebbe il regista di Passione, la telenovela
brasiliana più amata di Capoverde.
Ovviamente, nessuna di noi penserebbe di
trovarsi all’interno di un fenomeno sociolo-
gico: nel turismo sessuale femminile, o, all’in-
glese, romance travelling, vacanze sentimen-
tali, destinazione mete esotiche (Cuba, Capo-
verde, Kenya, Giamaica) dove, oltre che il ma-
re e il sole, trovi uomini capaci di farti sentire
bella anche se non porti la 38 o non hai più
vent’anni. Qui, più che clienti cinici che va-
lutano preventivamente prestazioni, costo e
vantaggi, ci sono persone che amano raccon-
tarsela – e inseguire ciò che in patria non si
trova così facilmente: amore, passione, illu-
sione di giovinezza, a volte anche matrimonio
e figli. La patria del trend sembra essere il
Canada, tanto che, alle Barbados, il romance
travelling viene chiamato “sindrome della se-
gretaria canadese”; canadese è anche il roman-
zo da cui è stato tratto Verso Sud, il film di
Cantet in cui Charlotte Rampling incarna la
tristezza di una donna agée ma ancora desi-
derosa di amore e sesso – esiliata da un Oc-
3
Michelangelo
Bur, pagg. 395, € 12,90
Dominique Fernández; Fabrice Moireau
corpo dei giovani è l’unico possesso deside- Roma. Acquerelli
rabile che il mondo abbia mai prodotto”, di- L’Ippocampo, pagg. 96, € 25,00
rebbe Houellebecq: ma io, stufa di essere ab- 4 Rainer Metzger; Ingo F. Walther
bordata da quindicenni, vorrei che qui dentro Van Gogh
ci fosse anche qualcuno più su con gli anni. Taschen, € 9,99
«Ma i quarantenni non esistono?». «E che ci fai
con un quarantenne?», mi chiede Joao, e mi 5 Jacob Baal-Teshuva
guarda come se fossi pazza. Poi mi dice che mi Chagall
devo sposare e che devo fare dei figli: sarà Taschen, pagg. 277, € 9,99
anche ora, eh? (pacca sulla spalla); poi che 6 Jacques Meuris
devo prendere il sole e che sono ridicola, così Magritte
bianca; infine definisce “prostituta” una ragaz- Taschen, pagg. 216, € 9,99
za giovanissima che entra in compagnia di un 7 Leonard Emmerling
tedesco coi capelli bianchi. Poi torna a ballare Basquiat
con Lorena, e rientra nella parte del principe Taschen, € 9,99
azzurro.
Gli amici di Joao sono appassionati di surf e di 8 Andrea Kettenmann
telenovelas; molti hanno le famiglie emigrate; Kahlo
qualcuno di loro è nato in Europa, ma sta me- Taschen, pagg. 96, € 9,99
glio qui, almeno, finché è giovane e può di- 9 Vasilij Kandinskij
vertire se stesso e i turisti: poi, più avanti, Punto, linea, superficie
sogna di aprire un’attività o di trasferirsi in Adelphi, pagg. 215, € 16,00
Francia, ma con già qualche soldo da parte,
per non fare la vita dell’emigrante. Si fanno i 10 Gilles Néret
dreds, si ossigenano i capelli, hanno i pan- Caravaggio
taloncini firmati, un piercing al sopracciglio e Taschen, pagg. 96, € 9,99
magari Cristo tatuato sulla spalla: tutte cose,
mi fanno notare, che costano un sacco. Come
divertirsi, del resto: i locali appartengono agli
occidentali, spesso italiani, e i prezzi sono ta-
BEST (E NO)
rati in base ai nostri standard – per Joao, una Bestseller da prendere: Fred Vargas, La
serata con ristorante, pub e discoteca può vo- cavalcata dei morti, Einaudi Stile libero. Non
ler dire un terzo dello stipendio da istruttore fate gli schizzinosi, è una giallista di qualità
che scompare in una notte. L’unica possibilità che qui si cimenta con le leggende medievali.
è trovare qualcuno che offre. Godibile.
«Con l’aumentare dell’attaccamento alla vita
professionale, anche le donne finiranno per Bestseller da evitare: Melissa Hill, Un regalo

C
ERTO, CHE GLI AEREI per Capover-
de siano pieni solo di donne assetate
di big bamboo è una leggenda; ca-
pita, casomai, di vedere qualche nor-
malissima ragazza europea, magari grassoccia,
che ha accanto a sé un adone con gli addo-
minali scolpiti e i rasta (uno che a Ostia usci-
rebbe solo con Miss Maglietta Bagnata, per
intenderci) – il dietro le scene si legge, poi, sui
forum dedicati a Capoverde, dove le turiste
cidente sempre più ossessionato dalla giovi-
nezza, finisce, ad Haiti, per agire ciò che prima
semplicemente subiva, e cercare a sua volta
uomini che potrebbero essere suoi figli. “Il
Lorena, 55 anni,
e Joao (27) si sono
trovare più semplice pagare per scopare; e da Tiffany, Newton Compton. Ideale per chi
anche loro si adatteranno al turismo sessuale. ama “Il diavolo veste Prada”. Se non siete i tipi,
Le donne sanno adattarsi ai valori maschili...», non accettatelo in regalo. Meglio un anello.
secondo Houellebecq, più successo lavorati-
vo femminile significherà più Lorene in Italia:
però, il giorno della partenza, Lorena aveva gli
occhi gonfi. Michelle Houellebecq si era in- IL FLOP
namorata, diciamola tutta. Emancipazione,
sguaiataggine, ossessione sessuale, Sex and
the City, e finiamo sempre così: con la lacri-
CARO DARIO, RICOMINCIA DACCAPO

dell’amore riversano storie tutte identiche:

amore, passione, promesse, per poi scoprire
che l’amore è parte del pacchetto vacanza, e
che lui, ogni settimana, dice le stesse cose a
ragazze diverse. Le donne faticano a non es-
sere sentimentali, si sa – o, forse, il problema è
che sono troppo giovani per essere entrate a
pieno titolo nel mondo del cinismo?
Lorena di Bologna potrebbe incarnare Michel-
le Houellebecq: ha cinquantacinque anni, fu-
ma una sigaretta dietro l’altra, è di sinistra ma
le sue parole si impregnano spesso di sfuma-
ture razziste – mai contro i neri, della cui razza
al fianco ha un giovane e splendido rappre-
sentante, ma contro le donne dell’Est e le ba-
danti. Va in discoteca senza tacchi, wonder-
bra, trucco: una canottierina da studentessa
universitaria, la faccia strinata dal sole, le bir-
kenstock, una foglia di marijuana come cion-
dolo. È qui con due amiche, belle signore, ex
conosciuti al corso muccia.
Joao le ha portato i bagagli al check in ed è
Sul sito di Dario Franceschini, sotto alla
copertina di Daccapo (Bompiani), si alternano
scomparso: a giudicare dai forum on line, è gli elogi di lettori illustri: «Ha un animo artistico»
di kytesurf. andato a cercare un’altra donna che gli per-
mettesse di continuare a vivere alla grande.
(Jovanotti), «Mi sono trovata dentro a un
meccanismo perfetto di luci e ombre, di bene e
Lorena ha acceso il cellulare ed è stata subito male che si contaminano» (Concita de
Quando riparte, tempestata da messaggi dei fratelli che nar-
ravano le ultime degli avvocati, dei genitori e
Gregorio), «La qualità della scrittura lo rende
completamente diverso da tutta quella serie di
lei ha gli occhi della badante: l’amore, la tristezza, la vita, tut-
to all’improvviso è scomparso dal suo sguar-
politici che hanno la pretesa di scrivere» (Sergio
Zavoli). Ma i lettori comuni sembrano pensarla
do. «Maledette bulgare...» ha sibilato, mentre diversamente. Il libro del capogruppo Pd alla
gonfi. Lui la le sue amiche cercavano di proteggersi dal suo
sfogo nascondendosi dietro “Repubblica”.
camera ha avuto un picco (si fa per dire) al 131°
posto della classifica generale a maggio
Silvia Dai Pra’ precipitando fino all’842° attuale.
saluta e sparisce
E-PUB
IL LIBRO, IL FILM RUMENI IN VETRINA
VERSO IL SUD, il romanzo del cana-
I rumeni interessano solo come immigrati,
L’antifemminista

dese Dany Laferrière sul turismo ses- magari dopo qualche fattaccio di cronaca nera.
suale femminile nei Caraibi citato nel- Di quel che accade in Romania, come nel resto
CONTROCANTO
Lo scrittore Michel

l’articolo di Silvia Dai Pra’, è stato dell’Est Europa, non ce ne frega niente dopo il
pubblicato in Italia nel 2006 dalle edi- crollo del Muro. Nel 2009, per esempio, è morto

MA “DSK”
Ho uellebecq

Matei Calinescu, autore del romanzo La vita e le

zioni La Tartaruga. Dal libro è stato opinioni di Zacharias Lichter, che racconta di
tratto il film omonimo di Laurent Can- un personaggio borderline e barbone nella

NON È DONNA tet con Charlotte Rampling (2005). Di

Laferrière è anche uscito in Italia Come
far l’amore con un negro senza far fatica
(Dalai, 2008)
CONTINUA DALLA PRIMA
farmacologica. Alle donne
Bucarest comunista, che miracolosamente
sfuggì alla censura di Ceausescu nel ‘69. Per
segnalare questo e altri testi più recenti
meritevoli di traduzione il sito Insulaeuropea.eu
non basta. Silvia Dai Pra' si è ha istituito una “Vetrina letteraria” dove si
divertita a immaginare una trovano anche i contatti utili alla pubblicazione.
Michelle Houllebecq. Pro- Uno strumento meritevole per creare uno
viamo a immaginare una spazio culturale comune europeo.

S
ONO PAESI dove la
maggior parte degli
uomini e delle don-
ne non possiedono
altro che il proprio corpo.
Lo prestano o lo vendono,
finché possono. Se qualcu-
no glielo quota in borsa, co-
me attrazione turistica, ro-
mantica, o sensuale, si sal-
vano dalla povertà. Prezzi
modici, quindi, e prestazio-
ni efficaci. Inclusa, per le
più esigenti, per i più sen-
timentali, la simulazione d’a-
more. Prima c’erano soltan-
to charter carichi di “pan-
cetta e riporto”: maschi nor-
modotati in scadenza, ma-
schi decisamente ipodotati
o maschi dotati ma spaven-
tati dalle sofisticate pretese
delle loro compagne di raz-
za (bianche, liberate, sarca-
stiche, magari addirittura
femministe). Adesso ci sono
voli di linea che, a quanto
pare, pullulano di signore. I
“pancetta&riporto” viaggia-
no gomito a gomito con le
“non più giovani” (magari
ancora magre e coi capelli,
ma per le donne, si sa, la se-
lezione è più severa). È una
conquista o una abdicazio-
ne? È un segnale di accre-
sciuta libertà interiore o una
dolorosa spia del tasso di
omologazione al modello
maschile inferiore? Che co-
sa cercano le donne “d’una
certa età” quando si pagano
il ragazzo? Che cosa non lo
so, quello che so, è che non
lo trovano. La sessualità fem-
minile non è meccanica.
Cioè: un orgasmo è facile da
raggiungere, ma è difficile
che sia sufficiente a soddi-
sfare . Una donna ha bisogno
di essere desiderata e di de-
siderare. Quando circola de-
naro, smette di circolare de-
siderio. Il danaro è come il
viagra: ottieni la prestazione
richiesta, ma non il rischio,
la scommessa, l’azzardo che
danno senso al gioco d’amo-
re. Una fredda transazione
economica è un’erezione
Strauss-Kahn, femmina di
potere mondiale e gagliardi
appetiti: salterebbe addosso
al fattorino del Four Sea-
sons? No: perché l’uomo
non è un oggetto. “È” uomo,
anche se “fa” il fattorino.
Duemila anni di cultura an-
tropocentrica non passano
invano. No: perché la don-
na, nel segreto dell’alcova,
non si sente superiore in vir-
tù del potere che ricopre
fuori dall’alcova. Quando è
nuda è nuda. Se potere c’è,
nell’alcova, è il potere del
corpo più tonico, non di
quello che, vestito, presiede
la più grande banca del Mon-
do (il potere che la donna è
abituata a esercitare è quello pur sapendolo un amore op-
della seduzione pura, infatti. portunista, non sa reprime-
I soldi li mette lui). No: per- re una lacrimuccia quando
ché la donna ha un debole si dilegua? È la lacrimuccia
per la relazione. E relazione di chi non è capace di rac-
non si dà, o si dà molto più contarsi palle. Quello che
difficilmente, fra persone Lorena piange è il mancato
separate da un gap sociale amore, non un amante che
culturale anagrafico o eco- se ne va. Se fosse stata un
nomico così enorme. La qualsiasi signor “pancetta&
banchiera e il fattorino? La riporto”, avrebbe creduto
Generalessa e il soldatino? ad ogni dichiarazione di sen-
La nonna e il nipotino? Even- timento, ad ogni bacio, sen-
ti rari, scarsamente felici. E tendosi affascinante. E fa-
la Lorena Fiftysomething cendo finta di non vedere il
che si paga il ventisettenne tassametro.
dagli addominali assassini e, Lidia Ravera
 il Fatto Quotidiano Venerdì 22 luglio 2011

III
ARTI

Caccia al Tesoro ZITTO ZITTO

di
Timido Barocco Tiziano Scarpa
Giovanni da San Giovanni, “Circoncisione di Gesù”, 1620

Cristo si è RETTANGOLI POP

L’ESTETICA DEL POP di Andrea Mecacci si può leg-

fermato a
gere in due modi. Il secondo è per sapere che cos’è sta-
ta la Pop Art, che cos’è la cultura pop, eccetera. Il primo
è per domandarsi come fare a essere più liberi.
È evidente a tutti, e in particolare agli italiani, che le no-
stre sorti collettive attuali si sono giocate dentro quelle

Cutigliano
superfici rettangolari che, nel corso dei secoli, l’Occi-
dente ha chiamato in vari modi: quadro, immagine,
schermo; in tutte le sue forme: tabellone, foto, video,
prima pagina, film, spot, manifesto, display, dipinto…
Un rettangolo d’intensità che continua a essere uno dei
campi di battaglia più contesi. Ognuno cerca di metterci
quel che vuole e quel che può: un marchio, una faccia,
una bugia.
Alla fine, ciò che chiamiamo “arte” non è altro che uno
La Pieve del borgo pistoiese nasconde spazio garantito, una specie di “quota rosa” per l’im-
maginario individuale, affinché in quel rettangolo ci pos-
sano entrare anche le visioni di chi non ha i soldi per
un capolavoro ignorato del Seicento: pagare un’inserzione pubblicitaria o, già che c’è, per
comprarsi tutto il giornale e una televisione intera.
Che cosa ci hanno messo, dentro quel rettangolo, Wa-
la “Circoncisione di Gesù”di Giovanni rhol e compagni? Le stesse immagini che circolavano
nelle pubblicità, al cinema, in televisione. Il rettangolo
da San Giovanni, forse seguace di artistico è diventato indistinguibile da quello mediatico.
Gli artisti pop hanno smesso di fare proposte personali.
Non offrono più fantasie individuali, fissazioni egoiche,
Caravaggio. I turisti lo sanno? idiosincrasie ossessive.

UNA DELLE PAGINE più intense di questo bel saggio

di Tomaso Montanari è quella in cui Andrea Mecacci, citando Walter Guada-
E chissà se Roma dei Barberini e del cardinale Guido
pensava an- Bentivoglio, la cui protezione egli condi- gnini, racconta una coincidenza significativa. Il 9 agosto
del 1956 a Londra si inaugura la prima mostra pop. Due

«C
HI VUOL RITRARRE Madon-
ne, vada sulla montagna di
Pistoia: il brutto stesso qui
ha un non so che d’angelico,
e la rallegratura (come la chiamano a Fi-
renze con termine incomparabile), la ral-
legratura del viso è cosa da non poter rag-
giungere con l’immaginazione». La provin-
cia di Pistoia potrebbe farci i manifesti,
con questa frase della Gita nel pistoiese di
Niccolò Tommaseo (1832): e sarebbe una
vera rivoluzione, visto che lo standard, in
materia è quello supercafone dello spot
sui Bronzi di Riace della Regione Cala-
bria.
Quasi due secoli dopo, è ancora un in-
canto trascorrere un pezzo d’estate sul
lembo d’Appennino dove la Toscana tra-
passa in Emilia: una montagna senza il gla-
mour delle Dolomiti, l’asprezza vertigino-
sa della Val d’Aosta o la malìa verde della
Sila. Ma una montagna che – con la tor-
pidità feriale dei suoi laghi, con la mode-
razione delle sue cime arrotondate, col
verde-viola delle sue mirtillaie assolate –
riattiva l’immaginazione fiaccata dall’arsu-
ra calcinante della città. Salire in quella
montagna significa avere spazio e tempo
per pensare, per leggere, per viaggiare nel
tempo e dentro se stessi. Tommaseo si fer-
mò particolarmente a Cutigliano, e davan-
ti al Palazzo Pretorio constatò che «così
vediamo una terricciuola di montagna
conservar con più cura qualche vestigio
del passato che non faccia qualche culta
città».
che alla Cir-
concisione
di Gesù fir-
mata da Giovanni da San Giovanni nel
1620: una gemma preziosa conservata nel-
la Pieve di San Bartolomeo. Su un fonte
battesimale ante litteram si china il sacer-
dote dalla veste candida, mentre un mi-
nuscolo, tenerissimo Gesù si agita in brac-
cio al vecchio Simeone. A destra si affaccia
Giuseppe, dalla verga fiorita. Più in basso è
Maria, indimenticabile protagonista del
quadro: sfilata come una figura di Callot, in
una specie di flammeo da sposa romana,
con un velo che scopre l’orecchio e non
mitiga un profilo rustico di giovanissima
popolana. In questo capolavoro provincia-
le di quella sorta di Guercino fiorentino
che fu Giovanni, si respira profumo di Ca-
ravaggio: forse conosciuto in un viaggio a
Roma, chissà se intuito grazie a un’analoga
licenza di vita (anche Giovanni era libero,
vestito «sì a caso che più non sarebbe stato
se i panni gli fusser stati gettati addosso
dalle finestre», ricorda Filippo Baldinucci).
Ma c’è anche un annuncio timido di ba-
rocco. In quell’addensarsi drammatico di
poche figure (con il Giuseppe che è già
quasi Pietro da Cortona) la «modesta grazia
campestre della vita fiorentina del primo
Seicento» (Giuliano Briganti) si vena d’e-
stro bizzarro, e pare gonfiarsi in un’elo-
quenza nuova. E si capisce che Giovanni
potesse avere fortuna non solo in una Fi-
renzina ormai consegnata irrimediabil-
mente al proprio passato, ma perfino nella
vise nientemeno che con Van Dyck.
La poesia insieme semplice e raffinata del
rito familiare dipinto da Giovanni evoca
un’altra poesia cutiglianese. Tommaseo ri-
corda che «a Cutiglian feci venire di Pian
degli Ontani una Beatrice, moglie d’un pa-
store, donna di circa trent’anni che non sa
leggere e che improvvisa ottave con fa-
cilità senza sgarar verso quasi mai, con un
volger d’occhi ispirato». Era Beatrice di
Pian degli Ontani (1803-1885), la “poeta
pastora” visitata anche da Massimo D’A-
zeglio e Giuseppe Giusti. Nei suoi versi
vibra una struggente malinconia: «Non vi
maravigliate, giovinetti, / S’io non sapessi
troppo ben cantare; / In casa mia non c’e-
ran maestri, / Né mica a scuola son ita ad
imparare. / Se volete saper dov’era la mia
scuola, / Su per i monti all’acqua alla gra-
gnuola. / E questo è stato il mio imparare,
/ Vado per legna e torno a zappare». Era la
vita durissima dei pastori che, alla fine di
ottobre, scendevano nell’amarissima Ma-
remma per trascorrervi l’inverno. Rifacen-
do oggi quello stesso percorso – ma non a
piedi, e per dividere una vacanza tra mon-
tagna e mare – è impossibile non arrossire
ripensando a Beatrice, alla Madonna di
Giovanni da San Giovanni, e soprattutto
alla «poesia, che in quei poveri montagnoli
pare un bisogno»: come annotava ancora
Tommaseo, per il suo stupore e per la no-
stra vergogna.
Giovanni da San Giovanni, Circonci-
sione di Gesù, Cutigliano (Pt), Pieve di
San Bartolomeo
giorni dopo, a Long Island, la decappottabile di Jackson
Pollock va a sbattere contro un albero. Muore l’“io” e
nasce il “noi”. La Pop Art è la più adolescenziale dichia-
razione di solitudine del Novecento. «Pubblico, non la-
sciarci soli! Ci piacciono le stesse cose che piacciono a
te. Marilyn, le merci, le insegne luminose. Siamo spet-
tatori anche noi, come e più di te!».
Non concordo con Mecacci quando dà troppo rilievo al
solito topos della riproducibilità tecnica benjaminiana.
Semmai, la Pop Art afferra dal flusso le immagini e le
re-individualizza, le rende nuovamente feticcio, copia
unica, dipinto da museo: per quanto incredibile possa
suonare, restaura l’aura.
Poi, mi spiace che Mecacci non abbia valorizzato di più
lo spessore di Warhol come scrittore. Che non sta den-
tro i suoi libri, ma nella irresistibile capacità di contagio
dei suoi aforismi, e nella sprezzatura con cui li ha “pub-
blicati” oralmente.
Infine: come mai Warhol si è occupato di media tutto
sommato tradizionali, e non è stato altrettanto innova-
tivo nel mezzo più pop di tutti, nel rettangolo più decisivo
della nostra epoca, la televisione? Mecacci arriva fino a
Madonna e Lady Gaga, ma l’ultimo artista pop è B.
Andrea Mecacci, L’estetica del pop, Donzelli, pagg.
197, € 24,50
Dara Friedman, “Bim Bam”, 1999
Performance traslucide

PATRIMONIOSOS di Marco Mozzo PORTO

ARCHEOLOGI CERCANSI LA DANZA DI WARHOL
IL MIBAC rischia di chiudere, il grido d’allarme è stato lanciato qualche
di Daniele Perra
giorno fa dal sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro. Nel giro di Azione, performance, indagi-
pochi anni, se non si invertirà il trend attuale di 800/1000 pensionamenti ne del corpo sono le parole
UTTI FUORI! Chissà se l’artista chiave di questa mostra che
all’anno, non ci sarà più personale in grado di tenere aperti i musei e i siti
archeologici e di svolgere quei compiti di tutela del patrimonio culturale
previsti dalla nostra carta costituzionale. Al sottosegretario, si associano
T George Maciunas, fondatore del mo-
vimento Fluxus, ha esortato così i suoi
raccoglie più di cento opere
per cui il pavimento e le pareti
il Consiglio Superiore dei Beni Culturali, che ha chiesto all’unanimità di colleghi a “lasciare” gli studi per uscire in da sostegni su cui appoggiare le opere si zione pittorica, ma una sorta di “istruzio-
derogare il Mibac dal taglio del 10% del personale nell’amministrazione strada, interagire con lo spazio pubblico trasformano in palcoscenico per azioni. ni” a uso e consumo dello spettatore. Più
pubblica (approvato nella nuova finanziaria), e la UilBac, che minaccia e “aprire” le opere al contributo degli Ad esempio il muro diventa una super- divulgativa la parte finale, concentrata
uno sciopero generale. Si potrebbe dire, meglio tardi che mai, dopo i tagli spettatori. Perché a partire dalla fine de- ficie su cui scrivere, come nel caso di sull’identità di genere, sulla pratica tra-
tremontiani e i crolli di Pompei. Il timore però è che siano solo lacrime di gli anni Cinquanta per quasi un venten- John Baldessari che nel 1971 vi ha scritto sformista e sulla deriva sessual-morbosa,
coccodrillo prima dell’irreparabile. Anziché piangere sul latte versato, nio la staticità della pittura e della scul- ripetutamente «I will not make any more con opere di Robert Mapplethorpe, Cin-
forse sarebbe il caso di passare dalle parole ai fatti partendo ad esempio tura lascia spazio al teatro, alla danza, al boring art», e questo intervento, riadat- dy Sherman e Jack Pierson. Accessoria
dallo scorrimento delle graduatorie dell’ultimo concorso, forze giovani e cinema, al suono, al video. In poche pa- tato allo spazio, apre il percorso esposi- invece la presenza di lavori di artisti più
preparate, fra archeologici, storici dell’arte, architetti, persone di vigi- role a tutto ciò che viene inglobato nel- tivo. Da una delle opere cult di Jack Gol- giovani come Elad Lassry o Jordan Wol-
lanza e custodia che rimangono in attesa di conoscere il loro destino, l’arte performativa e ai suoi nuovi model- dstein, The Jump, al brevissimo video di fson che in questo contesto non aggiun-
nonostante sia stato approvato un decreto legge, il cosiddetto Omni- li di rappresentazione. Fulcro di quest’e- Yoko Ono in cui l’artista cerca senza suc- gono molto all’autenticità delle opere
bus, che a seguito dell’innalzamento delle accise sulla benzina dovreb- nergia e di uno spirito propulsivo verso cesso di strapparsi il reggiseno con le ma- dei loro predecessori, veri pionieri di
be garantire l’assunzione di 25 archeologi (solo per Pompei!) e di quasi nuovi linguaggi, che cominciavano a ni, fino alle performance della Trisha Bro- nuove modalità di creazione e di rappre-
200 persone da distribuire a livello nazionale. Ma il condizionale è d’ob- mettere in discussione persino la pater- wn Dance Company, le pareti del museo sentazione.
bligo. Mentre le accise sono aumentate in tempi rapidissimi con imme- nità dell’opera stessa verso un’autorialità diventano superfici di proiezione e rac- Off the Wall/Fora da parede, Porto,
diata ricaduta sulle tasche dei cittadini, le assunzioni tardano a venire. A collettiva, è New York. E da quella città, contano storie dove il corpo è il prota- Serralves, fino al 2 ottobre;
distanza di tre mesi dall’approvazione del decreto, ancora oggi c’è solo dal Whitney Museum of American Art, gonista indiscusso. Molti i materiali dif- www.serralves.pt
un archeologo per Pompei e delle altre assunzioni nemmeno l’ombra. Se arriva la mostra Off the Wall, ospitata al ficilmente esposti, come il Dance Dia-
ne riprlerà forse in autunno, ma allora perché ricorrere a un decreto che Serralves Museum of Contemporary Art gram 5 (Fox Trot: “The Right Turn –
per sua natura risponde a ragioni di necessità e urgenza? Cosa si sta di Porto. L’edificio, inaugurato nel 1999, Man”) del 1962 di Andy Warhol, un dia-
aspettando? A questo punto sarebbe utile che il ministro Galan spie- affacciato su un parco di diciotto ettari, gramma di passi di danza che l’artista ha
gasse ai cittadini la situazione e come intende affrontarla e risolverla. tra giardini, un lago, animali e piante aro- prelevato da una rivista popolare e ha se-
www.patrimoniosos.it matiche, porta la firma del più importan- rigrafato su una tela, posizionandola sul
te architetto portoghese, Alvaro Siza. pavimento. Non più quindi una rivisita-
Venerdì 22 luglio 2011 il Fatto Quotidiano

IV
PERCORSI

La compagnia
dei super-gettonati
di
Antonio Armano Tariffario delle star

C
’È STATO un tempo, gli anni ‘50, in cui
nell’ambiente editoriale la parola Dai 5 mila euro di Baricco

5
“gettoni” indicava una collana Einau-
e Ammaniti ai 15 mila
0 0 €
di diretta da Elio Vittorini, ora indica i

5 0 . 0
compensi per la presenza d’un autore a un
evento culturale. Per chi vive “de sa plume”,
come dicono i francesi, festival, reading e ma-
nifestazioni varie sono una realtà reddituale
di Eco e ai 40 di Márquez: Mar
Allende
consolidata, tagli permettendo. Tant’è vero Isabel
che esiste un tariffario che dà la cifra del pre- quanto costano gli scrittori
stigio e gira tra gli organizzatori. Si va dai cin-

40.000 €
quemila euro perché “la festa cominci” con

€
Niccolò Ammaniti, Alessandro Baricco o per una lectio magistralis

0
Piergiorgio Odifreddi ai quarantamila per

0 0
Gabriel García Márquez che è un Nobel e sta toriniano e l’attuale “festivalite” c’è di mezzo

0 .
all’altro capo del mondo. l’Italia del boom, quando la gente iniziò a com-
Gabriel García Márquez

Il gettone più pesante tra gli italiani pare sia
quello di Umberto Eco che percepisce l’equi-
valente d’uno stipendio medio annuo (quindi-
cimila euro) per una presenza. Pur sempre la
metà di Bernard Henry Lévy, “BHL”: dieci-
mila euro a lettera. Bisogna dire che si tratta di
cifre indicative e non siamo di fronte a “privi-
legi della casta”, a rivelazioni alla Spider Tru-
man, anche se gli eventi culturali ricevono
spesso finanziamenti pubblici. Inoltre la pos-
sibilità di guadagnare accettando qualche in-
vito rappresenta una mutazione positiva nel
misero mestiere di scrivere. Non fosse che gli
“invitati speciali” sono nomi ricorrenti che po-
trebbero campare di diritti e non di rado rici-
clano le loro “lectio” da una ribalta all’altra. Ma
la macchina eventifera è imponente e ha sete di
star che richiamino pubblico. «Ormai poi sto
girando come un rappresentante di commer-
cio, ho battuto i marciapiedi dell’Emilia e ades-
so mi preparo a fare la medesima cosa nel Ve-
neto. Viene con me Domenico Porzio e a volte
sembriamo due comici da avanspettacolo:
sempre le stesse battute, e sempre la faccia di
chi le dice per la prima volta»: così Luciano
Bianciardi raccontava il tour di presentazione
3
prare di tutto, “persino libri”.
r
Ai margini della miniera gettonifera ci sono
quelli che si limitano a un piccolo rimborso a lke
W
spese e più verso il cuore nomi abbastanza no- ce
ti, da mille euro, come un Nicolai Lilin o i Wu Ali
Ming che però sono un collettivo e devi mol-
tiplicare per due o tre. L’aspetto “comitiva”
non è da trascurare anche per i singoli. Il ne-
wyorchese Paul Auster chiede quindicimila
euro ma devi pagare il viaggio aereo in busi-
ness class anche alla moglie: l’autore dell’In-
venzione della solitudine è inseparabile dalla
scrittrice Siri Hustvedt. Qui l’iter dell’invito
diventa professionale. Perché uno scrittore di
fama internazionale ti prenda in considerazio-
ne, devi mandargli le foto dell’hotel, a quattro
o cinque stelle, dove lo ospiterai, o la pianta
dell’appartamento, mettergli a disposizione
una macchina con autista e una persona che
lo assista se alle tre di notte va in panico per-
ché ha finito il collirio o vuole una pasta con la
bottarga greca.
E le donne? Tra i più “gettonati”, per così dire,
non ce ne sono molte e il dato è sorprendente
se si pensa che sono la maggioranza del pub- A grande richiesta
blico. Margaret Mazzantini per meno di quat- Da sinistra, in senso orario, Alice Walker, Isabel Allende, Gabriel García Márquez,

5.000
Pier
della Vita agra (1963). Tra il neorealismo vit- tro o cinquemila euro risponde parafrasando Margaret Mazzantini, Umberto Eco, Alessandro Baricco, Niccolò Ammaniti,
un suo romanzo: “Non mi muovo”. Ma biso- Piergiorgio Odifreddi. Più in basso, Paul Auster con la moglie Siri Hustvedt

gior
gna andare sulle straniere per salire: Isabel
Allende vuole più di Márquez, cinquantamila FUORIGLOTTA

gio
Alessandro Bergonzoni euro ed è l'autore più esoso in assoluto; Alice
Walker, che ha scritto Il colore viola,

Odi
trentamila. Va detto che il tariffario non
E IL PRIAPISMO, NO?

€
FESTIVAL - In molti a vale per le presentazioni organizzate da-

fred
vedere alcuni (c’è chi dice gli editori quando escono i libri. E se esi-
di
stono progetti con budget ricchi che ispi-

sempre i soliti). Non sarebbe
un male, anzi, se non
esistesse la “cultura
colluttoria”: mi sciacquo la
bocca con una serie di
incontri sul sapere altro, mi
disinfetto dal solito cibo
premasticato, ma poi sputo,
cioè non trattengo niente,
non cresco, non cambio.
PNP (peccato, nostra culpa).
di
Diego Marani qualche spunto. Mentre la Fi- val del monosillabo si ba-
rano gli scrittori a sparare alto, ce ne sono losofia e la Poesia fanno gran derà all’essenziale, senza se e
altri “sociali” come Collisioni (a Novello) che ENTRE l’Italia affonda cassetta, c’è un sacco di altre senza ma. Il Festival della
riesce a far venire Salman Rushdie – uno da
trentamila euro - sborsando solo (si fa per di-
M nell’acqua alta dell’i-
gnoranza, una muraglia di fe-
materie che non si fila nessu-
no. Ad esempio, manca forte-
divisione in colonna sarà
forse un po’ di nicchia, ma
re) le spese di viaggio. Siamo nelle Langhe do- stival culturali si erge come mente un Festival di geo- certamente avrà i suoi adepti.
ve aleggia ancora lo spirito del Grinzane con i un Mose a tenere all’asciutto metria, che si potrebbe tene- Meritano un festival anche le
leggendari sperperi. Nel 2007 Giuliano Soria la poca intelligenza rimasta. re a Rombolo, in provincia di applicazioni tecniche, ma-
pur di legare il proprio nome a Philip Roth, Così poca e così famelica che Catanzaro. A meno che non teria troppo a lungo trascura-
che non ne voleva sapere di andare a Grinzane non sa più di cosa nutrirsi e sia già preso per il Festival ta. Una negligenza che ha
a ritirare il premio, s’inventò il Master Award, morde tutto quel che le si but- del manierismo fidiaco o portato gli italiani a confon-
riconoscimento da consegnare a domicilio. ta. Il festivalismo infuria e quello della pesca con la dere il mazzuolo col martello
Come la pizza! Roth, a New York, scese quasi guai a chi manca: la mente mosca. Un Festival dell’ao- e la raspa con la lima. Servi-
in ciabatte, incassò l’assegno da venticinque- sventola bandiera bianca. Ma risto sarà l’omaggio dovuto a ranno generazioni prima che
mila euro e sparì dopo qualche foto. Bianciar- il festival più bello non è an- una forma verbale da sempre vengano ripristinate simili
di non avrebbe risposto al citofono. Quando cora stato inventato e questo trattata con modi spicciativi conoscenze. Di grande attua-
suonavano, erano sempre i creditori. articolo servirà forse a dare nelle nostre scuole. Al Festi- lità sarebbe un Festival di

MUSICA ARCHITETTURA E ARTE

DOLOMITI AL TOP DIVI POCO COSTRUTTIVI

di
Enzo Gentile
L JUKE-BOX della musica d’e-
Inizzazione
state è molto simile alla orga-
di un ipermercato:
ovunque si vada troviamo più o
meno la stessa merce, solo siste-
mata su scaffali diversi. Così fun-
ziona in particolare in ambito
pop-rock dove la necessità di in-
cassare è più urgente: che si tratti
di Lou Reed, Zucchero, Santana,
Paul Simon, Ben Harper e Robert
Plant, difficile emozionarsi per la
novità, anche se un manipolo di
nomi per andare sul sicuro garan-
tisce una bella serata.
Spicca invece per originalità e re-
sistenza Sweet soul music, la
principale rassegna dedicata a
black music e rhythm and blues
fuori dagli Stati Uniti: puntare sul
Parco Rufus Thomas di Porretta
Terme dove esiste anche via Otis
Redding (!). Chi vuole segnali più
stimolanti e ha bisogno di qual-
che brivido, cerchi riparo in quei
festival che ancora usano la deno-
minazione jazz con qualche crite-
rio e ragionevolezza. Se a Veneto
Jazz è offerto un giusto mix tra
star e intuizioni world (Cesaria
Evora), a Roccella Jonica, uno
degli appuntamenti più consoli-
dati (31 edizioni!), si annunciano
giorni densissimi, per invadere la
Calabria con una fitta trama: Al Di
Meola e Ivo Papasov, Dee Alexan-
der e Ahmad Jamal, passando per
Nicola Piovani e Moni Ovadia.
In un ideale bilancio di eccellenze
fuori porta, a vincere è la Sarde-
gna, che tra nord e sud gioca ogni
anno una stupefacente partita tra
Time in Jazz, che Paolo Fresu ce-
lebra nella sua Berchidda, e il fe-
stival di Sant’Anna Arresi , de-
dicato a Jaco Pastorius, con omag-
gi e ricordi che annunciano Ver-
non Reid, James Blood Ulmer, Ja-
maladeen Tacuma, Bireli Lagrene
e varie altre anime libere.
Se poi volessimo concentrarci sul
miracolo di una musica immersa
nella natura ai suoi più alti livelli
spettacolari, ecco I suoni delle
Dolomiti, con cui spaziare in alta
quota, tra rifugi e sollecitazioni
uniche: solo l’imbarazzo dell’ab-
bondanza, con Michel Portal-Lo-
uis Sclavis, Peppe Servillo, Bol-
lywood Brass Band, Rokia Traorè,
Goran Bregovic. L’estate, come la
notte che cantavano le gemelle
Kessler, è piccola per noi, troppo
piccolina…
di
Luigi Prestinenza Puglisi
FESTIVAL di architettura sono accusati di
Isereautoreferenzialità. Ma come potrebbe es-
altrimenti? Chi volete che, se non un ar-
chitetto, vada a una tre giorni in cui si parla di
Rem Koolhaas, Kazuyo Sejima e critica? I fe-
stival di architettura propongono poi sem-
pre le stesse cose. Vero: Zaha Hadid, Daniel
Libeskind e Jean Nouvel ripetono lo show a
Londra, a New York e a Roma. Una rivista in-
glese notava già qualche anno fa che del cane
di Tadao Ando, chiamato proprio Le Corbu-
sier e citato in tutte le sue conferenze, non se
ne poteva più. Ma si potrebbe pretendere di
più da personaggi tanto impegnati a costruire
per il mondo? I festival sarebbero - ecco la ter-
za colpa - costosi. Per quelli che Stefano Boeri
organizzava a Cagliari, si vociferava, forse
esagerando, di un milione di euro, equivalente
al costo di costruzione di un edificio pubblico
di 1000 metri quadrati. E quello del 2010 a Ro-
ma, curato da Francesco Garofalo, si dice che
abbia stremato economicamente gli organizza-
tori tanto che non si è più ripetuto. Tutto vero,
anzi tutto possibile. Ma non paghiamo le sole
pensioni dei nostri politici più di 200 milioni di
euro l’anno? Con molto meno perché non far
divertire ogni tanto anche gli architetti? Non è
detto, infine, che per far riuscire queste kermes-
se basti una cospicua dose di archistar e soldi. Vi
è una alternativa. Dire basta agli spettacoli pun-
teggiati da divi, quali il Festarch di Perugia, per
puntare ai problemi sociali e al coinvolgimento
della gente. Il festival di architettura a Torino ci
ha provato con visite guidate, degustazioni di
cioccolata e proiezioni di film. Tremiamo all’i-
dea che la formula sabauda, per quanto oppor-
tuna e lodevole, si diffonda oltre misura. A noi
appaiono più divertenti i festival di altre disci-
pline. Quale Popsophia, dove sono stati invi-
tati Cacciari e Platinette, Moccia e Galimberti.
Evviva, dopo che con il pensiero debole, ci pos-
siamo intrattenere con quello debolissimo.
 il Fatto Quotidiano Venerdì 22 luglio 2011

V
PERCORSI

Io, presenzialista
per vocazione
Dibattiti di scienza e filosofia
L’utilità della divulgazione
contro lo stile dei talk show

5.000 € di Nicla Vassallo Vassallo ha detto: quanto sono stupido,

5.000 €
quanto intelligente è invece lei». Insomma,

«Q
UANTO TEMPO trascorrerai non appartengo alla schiera dei conferenzie-
rgare nella nostra università?». «Po- ri narcisi, cosicché rimango estranea allo
t Ma co, very sorry». «I soliti vo- starlettismo, nonché ai tour compulsivi da
zzan stri troppi festival?». «Per un festival all’altro, cui ci hanno abituati sim-
tini Alessandro Baricco sopperire con cultura alle barbariche sciat- patici personaggi à la Odifreddi. Navigherei
terie». «Sentiamo: dove e di cosa tratterai?». altrimenti nell’oro, probabilmente non in
«A ParoLario di cultura del disgusto sessua- quello della cultura. E, a differenza di altri

15.000 €
le, al Festivalfilosofia di naturalismo filo-
sofico, al Festival dei Saperi di “Chi crede
al testimone?”, al Fuori Salone delle Lesbi-
che di valori omosessuali, al Festival della
Scienza di epistemologia, di trasmissione
Umberto Eco della conoscenza, e, infine, di terza cultura»;
«Una follia!»; «Prosegue pure il mio impegno
per la Fondazione per la Cultura, così, oltre
alle consuete iniziative a favore dei diritti
umani, con Remo Bodei e la Fondazione
Edoardo Garrone, organizziamo un ciclo,
“Luoghi comuni”, di lezioni magistrali: Re-
mo parlerà di bellezza, io di sessualità, gli al-
tri ospiti e temi non saranno da meno, con
l’inaugurazione affidata a Stefano Rodotà sul
tema della vita»; «Si aggiungeranno libri e ar-
ticoli scientifici che devi scrivere, le confe-
renze universitarie, i talk coi convegni ad
Atene, in Cina, a Washington D.C. Senza
menzionare le lezioni e gli impegni accade-
mici. Sono queste le cose che contano, non i
festival»; «Credo fermamente nella forza del-
l’insegnamento, nello stare perciò entro
l’accademia, anche per evitare agli studenti i
vari indottrinamenti, per fornire loro gli stru-
menti necessari, al fine di compiere scelte
razionali. Rimane il fatto che c’è un fuori»;
«Eccolo il “giovane” professore ordinario, di
“festivalieri”, non pretendo alcun cachet
spropositato. Chi produce buona cultura,
non spazzatura, deve però godere di un qual-
che emolumento, perché lavora parecchio
alla preparazione di un intervento divulga-
tivo. Chi possiede una vera e propria specia-
lizzazione, spesso iperspecializzazione, si
trova a suo agio più con i propri pari, con cui
molto si dà per scontato, meno con un gran-
de pubblico, che merita un grado di sempli-
ficazione, senza alcuna banalizzazione. Per
di più, la cultura critica, eretica, libera, pro-
vocatoria rimane il miglior bene, prezioso,
nient’affatto pretenzioso, di cui gli esseri
umani dispongono. Infine, mi piace ricor-
darlo, oltre che le solo lectures, adoro, in
quanto filosofo e in quanto anti–vanesio, il
dialogo con obiezioni/risposte; pertanto in
alcuni festival converserò con Cristina Amo-
retti, Carlo Bernardini, Vittorio Bo, Silvana
Borutti, Andrea Moro, Rossella Panarese, Vit-
torio Lingiardi, oltre che col pubblico. Con-
versare per comprendere noi e il mondo,
senza urlare, né insultare, né sedurre. Di urli,
insulti, seduzioni traboccano i talk show, e
non solo, a cui i narcisi accorrono. Se tutti i
festival si trasformeranno in simil–talk show,
mi arrenderò e mi rifugerò nelle convinzioni

priapismo, con diretta
non-stop su Retequattro, da te-
nersi nel Maschio Angioino.
Sempre che non sia già preso
per il Festival dei due im-
mondi, dal titolo criptico ma
liberamente interpretabile. Bi-
sognerà solo che gli oratori sia-
no almeno tre. Al Festival del
ventriloquismo sarà facile
essere fraintesi, ma altrettanto
dare smentite. Dovrà tenersi
lontano da quello del basso
tuba. Il Festival del panno-
lenci servirà a ravvivare anti-
che abilità manuali delle no-
stre campagne, il Festival del-
IMPATTO ECONOMICO
5.000 €
Nicc
olò A
mma
la ceramica italica pre-ro-
mana sarà un posto dove si
cucca tantissimo mentre non
sarà per tutti il Festival dei ca-
strati e cicisbei, forse da te-
nersi in due sessioni distinte,
una a Berghem de ‘ura e l’altra
de ‘ota. Il Festival del pessi-
mismo si concluderà con un
suicidio di gruppo e il Festival
della prima volta con un or-
gasmo corale. Il Festival della
fotografia etica c’è già ma
nulla si muove invece nel cam-
po dell’etica fotografica e
della colonscopia sosteni-
bile. È a Oulu, in Finlandia che
niti
si tiene il Festival dell’Air
Guitar, dove viene premiato
chi mima meglio un assolo di
chitarra senza chitarra. Noi po-
tremmo organizzare il Festi-
val dell’Air Mitra a Casal di
Principe. Al Festival dell’o-
nanismo sarà difficile trovare
l’invitato d’onore e imbaraz-
zante tirare le conclusioni. Al
Festival dell’animalismo
parleranno cani e porci. Al Fe-
stival della tripodia trocai-
ca nessuno oserà fare doman-
de, ma chi resterà fino alla fine
scoprirà cos’è una falloforia.
valore, sedotto dal plauso del grande pub-
blico, costretto alla retorica della malsana
tuttologia o, peggio, alla tracotante superfi-
cialità della pop–philosophy». «Lungi da me
tuttologia e pop. Fuori, tratto di argomenti,
di mia competenza, in modo sì divulgativo,
ma con buone argomentazioni, rigore, ri-
flessione. Un’Italia sbrindellata merita un’i-
niezione di grande civiltà attraverso la valida
divulgazione».
Questo colloquio è un breve estratto di una
telefonata recente con un’eccellente filoso-
fa straniera: nutriamo l’una per l’altra grande
affetto e stima. Cosa mi comunica implici-
tamente, e amorevolmente, la mia amica?
Per rendere espliciti i contenuti della tele-
fonata, perché accetto l’invito ad alcuni fe-
stival? Non a causa di esibizionismi: mai ce-
duto né agli atteggiamenti di chi, esaltato,
parla a e su se stesso, impiegando oscure ter-
minologie, né ai discorsi che paiono legarsi
per libere, personali associazioni, impregna-
te di abusate ideologie, né al giullarismo che
tenta di strappare a ogni costo una risata in-
sensata. Considero una fortuna che non mi
sia (ancora) accaduto di venire commentata
così: «Non ho capito nulla di ciò che questa
della mia amica, se non nel suo paese.
WWW
n Porrettasoul.it (Porretta Terme, fino al 24
luglio)
n
Isuonidelledolomiti.it (Trentino, fino al 27
agosto)
n Venetojazz.com (Veneto, fino a settembre)
n
Popsophia.it (Civitanova Marche, fino al 7
agosto)
n Timeinjazz.it (Berchidda, 9 - 16 agosto)
n Roccellajazz.net (Roccella Jonica, 11 - 20
agosto)
n Santannarresijazz.it (Sant’Anna Arresi, 27
agosto - 4 settembre)
n Parolario.it (Como, 1 - 11 settembre)
n Festivaldellamente.it (Sarzana, 2 - 4
settembre)
n Festivaletteratura.it (Mantova, 7 - 11
settembre)
n Pordenonelegge.it (Pordenone, 14 - 18
settembre)
n Festivalfilosofia.it (Modena, Carpi,
Sassuolo, 16 - 18 settembre)
n
Lesbichefuorisalone.it (Milano, 26
settembre - 2 ottobre)

CHE BUSINESS A GAVOI n

Torinospiritualita.org (Torino, 29 settembre
- 2 ottobre)
n
Festivalscienza.it (Genova, 21 ottobre - 2
di Pier Luigi Sacco risposta di pubblico è spesso incorag- minimo triplicate sul territorio, come novembre)
giante: sono tutt’altro che rari i festival documentato ad esempio da Guido

’ITALIA SEMBRA diventata il pae-
L se dei festival a tema culturale: un
fenomeno nato a metà degli anni No-
vanta e che dal primo decennio del
nuovo secolo ha preso un ritmo di cre-
scita sorprendente: malgrado la pro-
grammazione già fittissima, ogni anno
ormai non meno di 4-5 nuovi festival
fanno la loro comparsa nel cartellone
nazionale. Ciò che sorprende del caso
italiano è la densità della programma-
zione, la varietà dei temi, che spaziano
ormai nell’intero scibile con punte di
originalità e bizzarria, e soprattutto la
partecipazione, molto spesso legata a
doppio filo all’esperienza di un centro
urbano – una sorta di rendita storica
che ci deriva dalla qualità insediativa di
tante delle nostre “piccole capitali”. La
che attirano in pochi giorni 50.000 pre-
senze, in particolare quello della Let-
teratura di Mantova, della Filosofia
di Modena e dell’Economia di Tren-
to, per arrivare alle oltre 200.000 pre-
senze del Festival della Scienza di
Genova. Persino kermesse su temi di
nicchia in località piccole come il Fe-
stival della Mente di Sarzana arriva-
no alle 40.000 presenze.
Tutto questo attivismo produttivo non
sarebbe naturalmente possibile senza
un apporto sostanziale di fondi pubbli-
ci e privati. Ma dal punto di vista eco-
nomico, i festival rendono oppure no?
Pur variando da caso a caso, i moltipli-
catori economici sono abbastanza in-
coraggianti, considerando che le risor-
se investite in genere ritornano come
Guerzoni nel suo studio Effetto Festi-
val – anche se naturalmente sarebbe
difficile per un festival sostenersi sol-
tanto attraverso i ricavi diretti, sotto
forma di biglietti staccati e vendita di
beni e servizi. Concentrarsi soltanto
sull’impatto economico diretto e indi-
retto può però essere fuorviante: altri
impatti non immediatamente misura-
bili, come ad esempio la modificazione
del profilo di specializzazione produt-
tiva di un territorio, potrebbero alla
lunga rivelarsi più importanti.
In un momento delicato come questo,
in cui le risorse per il sostegno alle at-
tività culturali si stanno contraendo in
modo allarmante, viene da chiedersi se
e quali festival possono avere un futu-
ro. Se il festival è una kermesse con un
15.000 €
iri Hustvedt
Paul Auster S
buon impatto economico sul territo-
rio, ma sporadico, è più che probabile
che nel tempo vada a estinguersi. La di-
mensione di puro intrattenimento cul-
turale finisce prima o poi per esaurire
la sua spinta. Se invece il festival è un
impulso per il territorio, diviene un ve-
ro e proprio patrimonio condiviso, tan-
to più se il centro che lo ospita è re-
lativamente piccolo e può sperimenta-
re uno scatto decisivo nella propria
vitalità culturale: questo risultato
può essere alla lunga più importan-
te della semplice conta delle pre-
senze o dell’indotto che si produce
in quei pochi giorni. Esempi quali il
Festival del Teatro in Piazza di
Santarcangelo e il Festival della
Letteratura di Gavoi provano ad
andare in questa direzione.
I prossimi anni ci diranno se le cose
stanno proprio così. Personalmen-
te sarei disposto a scommetterci.
Venerdì 22 luglio 2011 il Fatto Quotidiano

VI
LETTURE

Provocazioni
PARADOSSI
E Flaubert creò GUIDA FILOSOFICA
la “pornolettrice” PER VIAGGIARE
NEL TEMPO
Il pamphlet di Francesca Serra ridicolizza il mito stucchevole di Franca D’Agostini
della donna che legge come icona di emancipazione N UOMO VUOLE ucci-
U dersi ma gli dà fastidio il
dolore, non ama lo spargi-
mento di sangue e teme il pos-
discorso scritto, il libro inverò finalmente il suo potenziale sibile fallimento. Costruisce
di imbarbarimento (di controproduttività, avrebbe detto una macchina del tempo, va
Ivan Illich), ed è il momento in cui incontrandosi, tar- nel passato e uccide suo non-
divamente ma inevitabilmente, con l’elemento femminile, no. Semplice, elegante, indo-
raggiunse il punto più alto della carica seduttiva intuita da lore. Già: ma se ha ucciso suo
Platone. Conquistata dalle donne (o viceversa), la lette- nonno non è mai nato, dun-
ratura svelò finalmente la sua vera natura di congegno que come ha potuto costruire
autoerotico, porta spalancata sugli abissi della dissolutez- la macchina? È questo il pa-
za. È l’atto di nascita della pornolettrice. radosso del nonno, forse il
Questo, nella sostanza, lo spunto provocatorio svolto da caso più celebre della vasta
Francesca Serra nel saggio appena pubblicato da Bollati letteratura sui viaggi nel tem-
Boringhieri, Le brave ragazze non leggono romanzi. po.
Scritto con la grazia divertita, candida e sbeffeggiante al Al di là di tutto, nella calma di
tempo stesso, lecita solo a chi è parte in causa, l’elegante un pomeriggio estivo è facile
pamphlet ha il non lieve merito di ridicolizzare lo stuc- che vi assalga il demone della
chevole mito della donna che legge come icona di eman- speculazione razionale, e vi
cipazione e di purezza al tempo stesso (un mito questo trovate a chiedervi: è possi-
tanto caro alle parodie maschili del femminismo, mentre in bile o no in definitiva viaggia-
realtà non è che uno dei modi in cui prende forma la re nel tempo? Come fare? In
morbosità sessuale degli uomini, come in quella foto di fondo non sembra molto dif-
Marilyn Monroe che legge l’Ulisse di Joyce in costume da ficile, come spiega bene Giu-
bagno, versione engagé dell’infermiera in calze bian- liano Torrengo in I viaggi nel
che). tempo (Laterza): un libro ap-
Se la figura della lettrice vogliosa affiora abbastanza spesso passionante, pieno di infor-
nella storia della letteratura (basti pensare a Francesca pre- mazioni e di sottili argomenti
cipitata all’inferno a causa del libro galeotto), e se da sem- filosofici, ma chiarissimo, no-
pre si danno esempi di generi particolarmente adatti a nostante la comprensibile dif-
condurre alla perdizione (il romanzo cortese appunto), c’è ficoltà della materia trattata.
stato un momento ben individuabile nella storia della ci- Anzitutto vi occorre sbaraz-
viltà in cui questa progressiva effemminazione della let- zarvi del tempo-tempo, l’in-
teratura diventa un dato di fatto non più ignorabile. È il corporeo flusso di istanti
Settecento, secolo germinale nel quale: 1) appare il ro- («qualche cosa di assurdo che
manzo moderno; 2) nasce il target, come si direbbe oggi, giace tra le quiete e il moto»,
della Lettrice (e il relativo business), e infine: 3) nasce la diceva Platone) a cui siamo
masturbazione come malattia e si perfezionano per con- abituati, e adottare il tem-
seguenza le tecniche masturbatorie. Quando il libro passa po-spazio: se il tempo è spa-
dallo scaffale della biblioteca alla toilette della dama, il zio, postulava Wells, si può
La sovrana lettrice peggio è fatto, e anche l’invenzione del formato tascabile percorrere. Su ciò vi accom-
Marilyn Monroe (1926-1962) legge James Joyce non è del tutto esente da sospetti, visto che da allora si offre pagna la fisica contempora-
l’opzione della lettura con una mano sola. La pornolettrice nea, non è necessario un gran
di
Dino Baldi è dunque una tappa fondamentale nella nascita della mo- lavoro filosofico.
dernità, della quale Emma Bovary, avida di letteratura e per In secondo luogo occorre ri-
Il punto cruciale comunque
resta in gioco: il viaggio è pos-
sibile, si può fare. Fantastico!
Frotte di viaggiatori che si
precipitano negli anni settan-
ta e ottanta del Novecento,
sventano le trame della P2,
impediscono le stragi, blocca-
no Berlusconi sul nascere del-
la sua fortuna… Oppure: ber-
lusconiani delusi che tornano
indietro e non votano il loro
idolo; delusi di sinistra che si
precipitano a votare in elezio-
ni che avevano snobbato. For-
se si potrebbe ipotizzare una
rivoluzione multi-spaziotem-
porale: grandi masse che si
spostano per agire nel tempo
modificando pacificamente,
democraticamente, il corso
degli eventi.
Però… niente da fare: è dimo-
strato, ineccepibilmente, che
non è possibile, visto che
niente è stato modificato e
bloccato. Se davvero in un fu-
turo vicino o lontano fosse
(stata) inventata la macchina
del tempo, allora perché dia-
volo i futuri umani non hanno
fermato Hitler, poniamo, o
messo in carcere preventivo
Maria la sanguinaria?
D’accordo, dicono i tempo-
viaggiatori accaniti: il passato
non si può cambiare, ma nien-
te ci dice che non si possa vi-
sitare. Si visita una diversa zo-
na spaziotemporale, come si
visita il Partenone, senza cam-
biare nulla. Ma, ci chiediamo
allora: a che cosa servono
questi grand tour metafisici?
A che cosa serve questo an-
dare e venire nel circolo di un
prima che è anche dopo e un
dopo che viene prima del pri-

P
LATONE, UNO DEGLI SCRITTORI più prolifici ciò stesso adultera, rappresenta l’archetipo indiscusso e nunciare al tempo lineare, al- ma? La risposta è semplice:
dell’antichità, aveva una pessima opinione del- l’eterno memento (anche se verrebbe voglia di recuperare la linearità progressiva del serve a capire meglio la sola
la scrittura. Nel Fedro il re egizio Thamus obiet- alla categoria un’altra figura di donna di provincia travolta prima e del dopo, e adottare cosa che la storia insegna, co-
ta all’ingegnoso Teuth, il quale gli aveva illu- dall’eccesso di cultura: la signora de Bargeton de Le il- un tempo-spazio curvo, che me diceva Nietzsche: «per
strato le virtù della sua nuova invenzione, che la scrittura lusioni perdute di Balzac). consenta la CTC, curvatura quali vie non si deve più an-
non aiuterà la memoria degli uomini, come da lui pro- Ricondotta la letteratura alla sua funzione di stimolo ero- temporale chiusa. Niente di dare».
messo, ma al contrario aprirà la strada alla dimenticanza, tico (assieme alla bicicletta, alla macchina da cucire a due più facile, sembra, a partire Giuliano Torrengo, I viag-
e non nutrirà la vera sapienza, ma porterà inesorabil- pedali e al vibratore elettrico), oggigiorno, ammonisce dalla relatività generale. Poi gi nel tempo. Una guida fi-
mente a sostituirla con un simulacro muto e immobile di Francesca Serra, non c’è più spazio per l’ingenuità. Ogni naturalmente vi occorre un losofica, Laterza, pagg.
falsa dottrina. La scrittura, dice Platone, può solo e sol- lettore, uomo o donna che sia, sotto sotto è una femmina tunnel spaziotemporale, e 177, € 20,00
tanto sedurre; inadatta alla pratica filosofica, va dunque corrotta e corruttrice, come attestano le schiere d’occhia- una significativa frazione del-
trattata per quello che è: un gioco. Per questo Platone luti resi ciechi dall’eccessiva inclinazione per l’onanismo la velocità della luce, e qui le
lasciò per scritto una serie di dialoghi punteggiati di miti letterario. Anche l’atto in apparenza innocente di donare cose si fanno tecnicamente
come questo di Teuth, che sono opera più di letteratura un libro va preso per quello che realmente è: uno spu- difficili. Ma non c’è da sco-
che di pensiero, e trattano il lettore più come una fan- dorato invito ad abbandonarsi alla lussuria. Perché, va det- raggiarsi: l’impossibilità tec-
ciulla volubile da conquistare che come un discepolo da to, i bravi ragazzi non regalano romanzi. nica non è mai stata un serio
convincere dialetticamente. Francesca Serra, Le brave ragazze non leggono ro- problema per la mente uma-
Molti secoli dopo questa preveggente analisi dei limiti del manzi, Bollati Boringhieri, pagg. 159, € 12,00 na.

WHAT’S APP di
Antonio Armano
ERME
DOV’È LA BIRRERIA? Intellettuale “civile”
SI POTREBBERO DIVIDERE LE PERSONE tra quelle che odiano
il navigatore e quelle che non si muoverebbero senza. Le prime so-
LA LEZIONE DI GARIN Eugenio Garin (1909-2004)

opacità proprio delle teorie filosofi-

stengono quanto sia romantico perdersi, imparare sbagliando strada
con Let’s get lost di Chet Baker in sottofondo. Probabilmente vanno
sempre nei soliti posti. Perdersi è una menata pazzesca, consumi
benzina, arrivi tardi o non arrivi mai. Oggi ci sono le applicazioni con
navigatore satellitare per iPhone e iPad come Tomtom, con mappe
dell’Italia o dell’Europa, anche dell’Est, Stati Uniti e Canada, Messico.
Quindi pure se voli da qualche parte e affitti una macchina vanno be-
ne. Ti avvertono anche dei limiti di velocità. Niente multe o arresti.
Esiste pure la possibilità goliardica di inserire nel navigatore “voci gui-
da” famose come quella di Darth Vader, il cattivo di Guerre Stellari, e
Omer dei Simpson. C’è anche Waze, un incrocio tra un navigatore e un
social network. Ma il problema è che si basa sul fatto che sono gli
utenti a mappare il mondo mentre lo percorrono, dunque è ancora
incompleto. Per non prendere fregature in ristoranti e alberghi l’ap-
plicazione Tripadvisor è un buon strumento. Un limite è che lo fanno gli
utenti inviando le loro recensioni e dunque è affidabile ma turistico. E
le categorie sono limitate. Non esiste per esempio la voce “birreria”,
ma se mi trovo a Praga che faccio? Anche in questo caso, come per il
navigatore, meglio spendere qualcosa e scaricarsi l’app della Lonely
Planet. In attesa che tutto il mondo sia mappato e recensito. “Non sai
mai dove sei / Non sei mai dove sai” scriveva Giorgio Caproni, che non
aveva l’iPhone.
di
Marco Filoni
’OCCASIONE È UNA di quelle che
L vanno accolte con favore. Si tratta
delle pagine, molto belle e decisamente
utili, che Michele Ciliberto dedica a un
grande protagonista della cultura filoso-
fica italiana: Eugenio Garin. Un intellet-
tuale nel Novecento (Laterza). Tre saggi,
tre differenti momenti dell’opera del fi-
losofo e della sua figura: l’interpretazione
del Rinascimento, condotta su testi meno
noti e su un prezioso materiale d’archi-
vio; l’atteggiamento di fronte alle grandi
correnti del Novecento e, non da ultimo,
il ruolo di “maestro” giocato su più d’una
generazione – fra i suoi allievi c’è da an-
noverare lo stesso Ciliberto. Il quale, pur
esplicitando la mancanza di una ricerca
organica su Garin, in qualche modo ne
pone egli stesso le fondamenta. L’impor-
tanza di questo lavoro è ben più ampia di
quanto si possa pensare. Il motivo lo spie-
ga lo stesso Ciliberto, ribadendo il forte
impegno di Garin nel rilanciare la dimen-
sione “civile” della filosofia italiana:
«Un’analisi della sue posizioni può, per-
ciò, essere utile per iniziare una riflessio-
ne di carattere generale sulla filosofia ita-
liana nella seconda metà del Novecento,
avviando una stagione critica che chiuda,
almeno su questo terreno, l’epoca delle
contrapposizioni di carattere pregiudi-
zialmente ideologico». Non è un tema pe-
regrino. È giunto il momento di dar corso
a una fase che risponda all’esigenza di ri-
costruire il fattore nazionale della filo-
sofia italiana. Già trent’anni fa Carlo Au-
gusto Viano ne denunciava la mancanza
poiché, scriveva, «la filosofia italiana ha
fatto della società e dei rapporti tra filo-
sofia e società il proprio tema centrale;
ma esso è diventato anche il suo oggetto
interno e su di esso ha agito l’effetto di
che…». Da allora non è cambiato molto.
Perciò porsi il problema, come fece Garin
e come ci invita a fare oggi Ciliberto, è più
che utile. Si avrà così l’occasione di sco-
prire che la riflessione filosofica più viva
in tutto il mondo è pratica, morale (e non
moralistica). E anche noi, in Italia, abbia-
mo avuto e abbiamo ancora oggi una tra-
dizione (i cui numi tutelari ritroviamo in
Gramsci, Banfi, Massolo, Luporini, Bob-
bio, solo per fare qualche nome). È una
riflessione che si interroga sul senso e sul-
l’evoluzione delle istituzioni, sugli stru-
menti della partecipazione sociale e po-
litica, sui fondamenti e sulla struttura di
una società giusta o almeno tale che possa
venire a capo dei conflitti che essa stessa
di continuo genera. È una lezione da te-
nere a mente. Era la lezione di Garin, che
oggi Ciliberto ci ripropone con forza.
Michele Ciliberto, Eugenio Garin. Un
intellettuale nel Novecento, Laterza,
pagg. 161, € 20,00
 il Fatto Quotidiano Venerdì 22 luglio 2011

VII
LETTURE

GRANDE DEPRESSIONE IL GESUITA E IL CORSERA

Il lato oscuro QUELLO SCOOP

SA DI SALE
del “New Deal” di

R
Lucia Ceci
IZZOLI PUBBLICA UN VOLUME DI padre Giovanni Sale.
Per quanto possa sembrare banale è questa la sola novità
del libro La Chiesa di Mussolini. I rapporti tra fascismo e
Amity Shlaes ricostruisce gli errori di Roosevelt: religione. Per il resto nulla di nuovo. Lo scrittore di «Civiltà
Cattolica» racconta una storia che ha già pubblicato almeno due
volte. E lo fa nel medesimo modo. È da qualche anno infatti che
gli stessi che i repubblicani oggi rinfacciano a Obama il prolifico studioso conduce occhiute ricerche d’archivio, scri-
di ve per la rivista dei gesuiti il suo
Emilio Gentile del comunismo. Questo merito è invece arma per accusare il presidente Oba- saggio di cui il «Corriere della se-
negato dalla storica Amity Shlaes, la quale ma di volersi ispirare al fallimentare ra» anticipa strabilianti scoop

L
O ACCUSARONO di essere un
socialista, un fascista, un ditta-
tore. Con queste accuse, settan-
t’anni fa, i repubblicani e demo-
cratici conservatori attaccarono il presi-
dente democratico Franklin D. Roosevelt,
eletto nel 1932 e passato alla storia come
l’artefice di un “Nuovo Corso” (New
Deal), cioè di una nuova politica econo-
mica e sociale, varata dal governo federale
fra il 1933 e il 1939 per far fronte allo sfa-
celo provocato negli Stati Uniti dal crollo
della borsa di Wall Street nel 1929.
Usciti trionfanti dalla Grande Guerra,
ascesi al rango di prima potenza mondia-
le, gli Stati Uniti godevano negli anni Venti
una prosperità che pareva illimitata. Poi,
in un solo giorno, nell’ottobre del 1929, la
borsa di Wall Street crollò e la prosperità
cessò di colpo e su milioni di americani si
abbatté la disoccupazione, la miseria, la
fame. Il presidente in carica, il repubbli-
cano Herbert Hoover, ingegnere minera-
rio con enorme talento organizzativo,
non riuscì a ridare fiducia agli americani.
Nelle elezioni del 1932 fu sconfitto dal ri-
vale democratico Roosevelt, governatore
dello Stato di New York.
Roosevelt era reputato un politicante op-
portunista e senza idee, privo di forze per-
ché paralizzato dalla poliomelite che lo
aveva colpito pochi anni prima. Invece
appena eletto rivelò una straordinaria
energia, tenacia di propositi e doti di capo
carismatico, con le quali ridiede fiducia
agli americani. Egli adottò un nuovo me-
todo (altro significato dell’espressione
New Deal), «una sperimentazione ardita e
tenace» per restituire dinamismo all’eco-
nomia americana, attraverso un massic-
cio intervento del governo federale e una
politica di riforme economiche, finanzia-
rie e sociali, quali mai si erano viste nella
storia degli Stati Uniti. Queste riforme mi-
ravano a tutelare «l’uomo dimenticato al
fondo della piramide economica» come
Roosevelt aveva detto nel suo primo di-
scorso da candidato.
Al New Deal i progressisti americani han-
no attribuito il merito di aver salvato gli
Stati Uniti dalla Grande Depressione e dal
rischio di diventare preda del fascismo o
nel libro L’uomo dimenticato (pubblica-
to nel 2007 e ora proposto in italiano) so-
stiene che il New Deal fu nel complesso
un colossale fallimento: non fece affatto
diminuire la disoccupazione, non ridiede
slancio alla produzione, e soffocò con vin-
coli governativi l’iniziativa privata e il li-
bero mercato. L’intervento pubblico im-
posto da Roosevelt, asserisce la storica,
«contribuì a far diventare Grande la De-
pressione». Con il suo libro la Shlaes ha
voluto demolire la vulgata della «glorifica-
zione del New Deal», ma in realtà il suo è
un bersaglio immaginario, perché da al-
meno mezzo secolo anche gli storici più
simpatetici con il New Deal ne hanno il-
lustrato errori e fallimenti. Neppure le cri-
tiche sono nuove, perché echeggiano
quelle dei repubblicani di settant’anni fa,
compresa l’asserzione che i rimedi di Roo-
sevelt furono «spesso ispirati ai modelli
socialista o fascista d’oltreoceano». Que-
sto spiega l’entusiasmo con il quale i re-
pubblicani conservatori di oggi hanno ac-
colto il libro della Shlaes, usandolo come
In coda per mangiare
Immagine d’epoca della Grande Depressione
modello di Roosevelt. Ma se le critiche
non sono nuove, nuovo è il metodo
narrativo scelto dalla Shlaes per riba-
dirle: raccontando cioè storie di uomi-
ni grandi e piccoli, «i dimenticati e i
feriti dal New Deal», come li chiama,
imprenditori, commercianti, apparte-
nenti a un altro genere di “uomo dimen-
ticato”, diverso da quello tutelato da Roo-
sevelt, perché costretti a pagare, senza al-
cun beneficio, le spese per realizzare im-
provvisati programmi di assistenza collet-
tiva e di economia pianificata. Intreccian-
do le storie di questi uomini in un mean-
dro narrativo, nel quale forse il lettore ita-
liano potrebbe smarrirsi, la Shlaes riesce
nell’intento di catturare meglio la realtà di
quel periodo, ma si lascia però sfuggire
un’altra cospicua porzione di quella stes-
sa realtà: la fiducia che Roosevelt seppe
ispirare nella maggioranza degli america-
ni, che per quattro volte consecutive lo
vollero come loro capo nel periodo più
turbolento e pericoloso della loro storia.
Amity Shlaes, L’uomo dimenticato.
Una nuova storia della Grande De-
pressione, Feltrinelli, pagg. 410, €
25,00
puntualmente smentiti dagli spe-
cialisti, rimette insieme gli articoli
aggiungendo qualche decina di
pagine di appendice documenta-
ria, li edita in volumi con Jaca
Book. Sul tema Chiesa/fascismo
sinora ne aveva pubblicati tre. Dai
primi due, con un taglia, copia, incolla un po’ distratto e una
nuova introduzione, nasce il libro Rizzoli. Potrebbe apparire
una terza versione, ma in realtà è piuttosto un’edizione di terza
mano.
Che uno studioso anticipi su una rivista saggi che poi raccoglie
in un libro è prassi diffusa e comprensibilissima, per quanto
poco amata dagli editori. Ma regole non scritte di correttezza e
rispetto per il lettore vogliono che il già pubblicato venga ri-
cordato, anche in poche righe, all’inizio o alla fine del libro. Di
tale gentlemen agreement qui non v’è traccia.
L’altra questione che rimane sospesa riguarda la periodizza-
zione. Non si capisce come sia possibile che un libro su fascismo
e religione possa fermarsi – anche in questo caso senza dare
spiegazioni – alla Conciliazione del 1929. Come si può com-
prendere e raccontare la Chiesa di Mussolini senza attraversare
gli anni Trenta? Si lasciano fuori i contrasti con l’Azione Cat-
tolica, la guerra santa di Etiopia, la crociata di Spagna, le leggi
razziali, solo per citare i passaggi principali. A legittimare una
scelta di questo tipo non basterebbe, sul piano storiografico, un
triplo salto carpiato. Ma Sale neanche sente l’esigenza di pro-
varci. O il volume è solo la prima parte della terza mano e uscirà
una seconda parte della medesima? Ci auguriamo di no, in ogni
caso valeva la pena scrivere due righe per spiegare.
Il tema per un editore è succoso e sembra promettere facili
guadagni: scrivere sul Vaticano rende, soprattutto dopo Dan
Brown. Lo ha ben chiaro persino il Comune di Roma che a
partire dal prossimo febbraio esporrà nei Musei Capitolini un
centinaio di documenti dell’Archivio Segreto Vaticano in una
mostra il cui titolo, Lux in arcana, mira a evocare atmosfere
rarefatte, scenari occulti.
In realtà l’Archivio Segreto Vaticano non ha nulla a che vedere
con le stanze in cui si muove il monaco assassino di Angeli e
demoni. È una struttura moderna, accessibile agli studiosi, am-
ministrata in modo eccellente da mons. Sergio Pagano. I do-
cumenti del pontificato di Pio XI (1922-1939) sono stati de-
secretati, per iniziativa di Giovanni Paolo II, a partire dal 2006.
Su tali fonti di indubbio interesse si basa il libro di padre Sale. Ma
non solo: egli continua a utilizzare carte dell’Archivio di «Civiltà
Cattolica», secretate, viceversa, ormai da qualche anno. E il loro
uso, non suscettibile di verifica archivistica, pone perplessità di
metodo e deontologia storica. Tutti lo mormorano, ma nessuno
lo scrive a chiare lettere. Nemmeno sul «Corsera».
Giovanni Sale, La Chiesa di Mussolini. I rapporti tra
fascismo e religione, Rizzoli, pagg. 299, € 20,00

GENOVA DIECI ANNI DOPO esperito diverse vie di fuga, verso altre forme di
impegno. A volte invisibili, altre volte diverse, CARO SATURNO
altre volte ancora più “impolitiche”, ma non

MATTATOIO G8 per questo meno importanti.

di
Alessandro Leogrande
IECI ANNI SONO sufficienti perché la
D memoria storica di un evento si sedi-
menti. Ma allo stesso tempo è un lasso di tem-
po che rischia di far dimenticare molte cose.
Quanti oggi ricordano veramente cosa accad-
de durante i giorni del G8 di Genova? Per i
tanti che c’erano, e che allora avevano in gran
parte tra i venti e i trent’anni, è una ferita an-
cora aperta. Per tutti gli altri è difficile dire che
cosa quello strambo movimento fosse, cosa
volesse, come era organizzato. La spirale re-
pressiva successiva ai primi scontri causati
dai black bloc ha immediatamente provocato
una desertificazione della sua anima creativa,
propositiva, libertaria, egualitaria, democra-
tica. Ancor prima della morte di Carlo Giu-
liani o della mattanza della Diaz, la prima vit-
tima degli scontri è stata proprio la possibilità
di una nuova forma di partecipazione. Così il
ricordo di quei giorni è segnato da uno spar-
tiacque: da una parte i pestaggi, dall’altra le
idee che presero a circolare.
Alcuni libri usciti di recente ci aiutano a ri-
flettere e a porre nuove domande. In parti-
colare, La ferita. Il sogno infranto dei no glo-
bal italiani di Marco Imarisio (Feltrinelli) e
Diaz. Processo alla polizia di Alessandro
Mantovani (Fandango).
Imarisio si interroga soprattutto sul dopo-Ge-
nova, sul perché quel movimento è parso
scomparire. Tuttavia il “sogno” di cui parla ha
vinto una battaglia culturale, anche se ha per-
so quella politica. Molti dei temi anticipati nei
dibattiti che precedettero il contro-vertice si
sono rivelati cruciali: la possibilità di un crollo
economico-finanziario, l’esplosività del diva-
rio Nord-Sud del mondo, la deriva del neoli-
berismo, la necessità di ripensare la categoria
di “beni comuni”, le potenzialità della rete,
l’imprescindibilità della nonviolenza (allora
condivisa da quasi tutti; in seguito al centro di
un importante dibattito). Forse, nel successo
del referendum sull’acqua c’è anche il peso di
idee lanciate allora e rimaste in tutti questi an-
ni sotto traccia.
Ma quel movimento, che pure nasceva sulla
spinta di rinnovare le forme partecipative, è
stato strozzato – come racconta Imarisio – dai
tarli della vecchia politica. Non è stato in gra-
do di darsi nuove strutture e di superare le
divergenze tra le sue varie anime; e le diver-
genze possono anche apparire un segno di
pluralità, ma, quando si cristallizzano, bloc-
cano di fatto ogni nuovo corso. Imarisio non
risparmia critiche ai leader di allora, né alla
forze politiche che non hanno saputo dialo-
gare con quelle istanze. Ma per indagare co-
me la tenaglia tra repressione, perdita dell’in-
nocenza e “ferita” abbia segnato la base di
quel movimento servono anche altre griglie
interpretative. Molti, tra quelle decine di mi-
gliaia di ragazzi, negli anni successivi hanno
L’altra faccia della medaglia del ricordo sono gli
scontri. Come è possibile che le forze di polizia
di un paese democratico si siano rese respon-
sabili di una simile gestione della piazza? Come
è possibile che una simile gestione non sia ri-
conducibile solo a poche mele marce, ma sia
stata in fondo avvallata dai vertici di quelle stes-
se forze? Su questo, ci si interroga ormai da an-
ni. I processi che si sono aperti hanno fornito
indizi e qualche risposta. Di sicuro quello per la
mattanza alla scuola Diaz (il pestaggio e l’ar-
resto di 93 attivisti indifesi, perché accusati
pretestuosamente di essere black bloc) è il più
clamoroso. Mantovani lo ricorda nel suo libro.
L’irruzione nella Diaz avvenne nella notte tra
sabato 21 e domenica 22 luglio, quando le ma-
nifestazioni si erano concluse da tempo. La
scuola era stata adibita a dormitorio, i ragazzi
erano nei sacchi a pelo. I duecento uomini che
entrarono in assetto antisommossa picchiaro-
no come matti, tanto che perfino il vicequesto-
re Michelangelo Fournier parlò di “macelleria
messicana”. Solo con un eufemismo si può de-
finire ciò che accadde “sospensione delle ga-
ranzie costituzionali” o “colpo di testa”. Quel-
l’irruzione fu decisa, avallata e difesa dai vertici
della Polizia. Per questo la ferita è ancora aperta.
È una ferita istituzionale, non solo generazio-
nale.
Marco Imarisio, La ferita. Il sogno infran-
to dei no global italiani, Feltrinelli, pagg.
192, € 14,00;
Alessandro Mantovani, Diaz. Processo al-
la polizia, Fandango, pagg. 256, € 15,00
LIBRI FAIDATÉ
RIGUARDO alla cosiddetta “inchiesta” di Antonio Armano sul-
l’editoria a pagamento (apparsa su Saturno della scorsa setti-
mana) precisiamo che quanto riportato su Phasar Edizioni non
rappresenta né il nostro corretto servizio, né una veritiera infor-
mazione. Si suppone che un’inchiesta si basi sui fatti; ci si aspet-
ta che i fatti siano verificati da interviste e documentati da ma-
teriali informativi (quali il nostro sito www.phasar.net che invito
Armano a consultare); si immagina che i fatti vengano confrontati
tra loro in base al principio che si confrontano sempre elementi
tra loro equivalenti (e non servizi di book on demand come il no-
stro con editori a pagamento, stampatori e software online di
grossi gruppi editoriali); si presume che l’autore dell’articolo co-
nosca i termini che utilizza, non che li mescoli in un confuso cal-
derone che porta a capire solo quel che si vuole far capire. Ma
soprattutto si presuppone che non si utilizzi un tono denigratorio
e offensivo verso autori (Gigli) e metodologie di lavoro che il gior-
nalista non conosce affatto e che non si è dato nemmeno la briga
di comprendere facendo le dovute ricerche prima di scrivere l’ar-
ticolo, preferendo fermarsi al commento ironico e dispregiativo e
palesando una totale mancanza di rispetto per il lavoro altrui.
Lapo Ferrarese - Phasar Edizioni
GENTILE Lapo Ferrarese, la sua replica ha i toni di una lamen-
tazione generica e non contesta il contenuto dell’articolo che non
è denigratorio nei vostri confronti. Se in alcuni punti siamo stati
ironici, ci spiace di essere stati fraintesi. A.A.
Venerdì 22 luglio 2011 il Fatto Quotidiano

VIII
CARTELLONE

TITOLI DI CODA di Gianni Canova BACKSTAGE di Camilla Tagliabue

Un avvincente film-game IL ROTHKO E IL NERO

Fare la guerra di Cosimo Alemà, molto
apprezzato all’estero. Nelle
«C’È SOLO una cosa di cui ho paura nella vita, amico
mio... Un giorno il nero inghiottirà il rosso», così Mark
Rothko in Red di John Logan. Questo è sicuramente

per sport sale italiane arriva solo ora

Hill. In mezzo alla natura selvaggia si na-
sconde qualcuno che non ama gli intrusi.
Che ha altrettanta voglia di violenza. Ma
che non è disposto ad accontentarsi delle
simulazioni fighette dei “turisti” della
guerra. Qui però i “cattivi” mimetizzati
nella foresta non sono rozzi autoctoni
“non civilizzati” come nel film anni Set-
tanta di John Boorman. Qui sono ex-sol-
dati. Potrebbero essere sopravvissuti a
qualche guerra recente. Il loro look fa
pensare anzi a fanatici nazi di qualche
paese dell’est europeo. Nel “loro” terri-
torio ci sono ruderi di archeologia mili-
tare da socialismo reale. Bunker tunnel
casematte mattatoi. E tutta la foresta è
minata, l’hanno minata loro. Perfetta lo-
cation per un videogame. E At the End of
the Day per molti versi è proprio un
film-game: mette in scena un gioco al mas-
sacro che – sul modello archetipale di
Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
messo in scena magistralmente da René
Clair – orchestra e drammatizza la progressiva eliminazione, uno
Armi giocattolo dopo l’altro, di tutti i membri del gruppo dei protagonisti (che
Una scena di “At the End of the Day” anche qui sono 10: 7 vittime e 3 carnefici). Poco importa che lo
spettatore intuisca fin da subito chi sarà l’ultimo (o l’ultima…) a
sopravvivere. A chi toccherà la sfida finale. Questa volta non è
l’attesa della sorpresa ad attrarre il pubblico, ma il piacere con-
fermativo di aver previsto esattamente lo sviluppo degli eventi.
uno dei titoli della prossima stagione teatrale che più
incuriosiscono: sarà per la prima volta tradotto e alle-
stito in Italia da Ferdinando Bruni, con la regia di Fran-
cesco Frongia, all’Elfo Puccini di Milano. Dopo aver re-
gistrato il tutto esaurito a Broadway, la pièce si è ag-
giudicata l’anno scorso 7 Tony Award mettendo in sce-
na la vita del pittore nei due anni in cui lavorò ai Seagram
Murals, commissionatigli per il ristorante Four Seasons
di New York; al suo fianco, l’assistente Ken, aspirante
artista, orfano prematuro. Tra i due si consuma una re-
lazione di amore e odio, possesso e abbandono, ma
soprattutto una lotta generazionale: un conflitto tra co-
lori, tra il figlio per cui il rosso è «Santa Claus» e il padre
per cui è «Satana», tra l’allievo atterrito dal bianco e il
maestro dal nero... E se Rothko è il titano tracotante e
infantile, Ken è il giovane adulto premuroso, tanto che
mette in guardia dall’esporre le tele nella sala da pranzo
più snob d’America.
Il colore non è solo visione del mondo, ma corpo, messa
in forma del mondo per l’uomo «autentico, che è in gra-
do di contemplare i quadri con compassione». La ri-
flessione sull’osservatore rimanda a un altro artista,
ispirato dal “Color Field”: James Turrell, il più numinoso
di ILLUMInazioni, la Biennale in corso. «I miei lavori so-
no concepiti per un solo essere umano, un unico in-
dividuo. Si potrebbe dire che quello sia io, ma non è
così; è lo spettatore ideale». A Venezia, la sua opera da
attraversare (e da cui farsi attraversare), Ganzfeld Apa-
ni, gioca con lo spazio, la luce e i colori, precipitando lo
spettatore in una rara esperienza sinestetica, dall’abis-
sale al paradisiaco, dal rosso Rothko al blu Klein. Non a
caso, dieci anni fa, il Guggenheim di Berlino ospitava
una mostra sul Sublime in questi tre artisti del colore,
ma prima ancora della luce. Più del nero, «sono spa-
ventato dall’assenza di luce», dice Rothko. «Come di-
ventare cieco», «Come morire»... E fu con Blue, il colore

S
ONO SETTE. COME I VIZI CAPITALI. Ma anche come i nani
di Biancaneve. O come i “magnifici” del vecchio film di
John Sturges. Qui però sono 4 maschi e 3 femmine (di cui
due sorelle). Età compresa fra i venti e i trenta. Look da
guerrilla trendy: tute mimetiche, kefiah di cashmere al collo e
scarponcini di cuoio militare. Una mattina entrano tutti insieme in
una foresta per giocare alla guerra. Hanno armi finte che sembrano
vere (ma uno di loro ne ha una vera che sembra finta) e tanta voglia
di provare esperienze estreme. Sulla carta è uno sport: si chiama
softair. È la simulazione della guerra con armi ad aria compressa.
Qualcuno dice che è la tendenza del momento. Forse perfino del
nuovo secolo: il gioco – si dice – sarà per il XXI secolo quello che
il sesso è stato per il XX. Un catalizzatore di emozioni. Un di-
spositivo primario su cui (e con cui…) costruire identità, intrec-
ciare relazioni, misurare prestazioni, appagare desideri. Ma i “ma-
gnifici sette” di At the End of the Day, film d’esordio di Cosimo
Alemà, non amano un gioco qualunque. Loro amano il gioco della
guerra. Vogliono sentirsi soldati. Marciano in fila indiana, guadano
torrenti, puntano le armi. Lì, nella penombra color fango di una
foresta senza nome, vogliono provare il brivido di sentirsi guer-
rieri. Non sanno che – nascosto tra fanghiglia e boscaglia – qual-
cuno li aspetta. Come in Un tranquillo weekend di paura di John
Boorman. O come in I guerrieri della palude silenziosa di Walter
Perché in un film-game non è il “come va a finire” che conta. È come
del «sangue della sensibilità», il quasi-rosso, che Derek
il dispositivo testuale ti porta a verificare che avevi previsto esat- Jarman tentò il riscatto dalla cecità, e dalla morte.
tamente come sarebbe andata a finire. E allora quello che cerchi è
John Logan, Red, Oberon Books, pagg. 67, £ 8,99;
la tensione crescente. È la dialettica ininterrotta fra tensione e James Turrell, Ganzfeld Apani, Venezia, 54ª Bienna-
scioglimento della tensione. Sono gli sguardi nascosti tra gli arbusti
le d’arte, fino al 27 novembre; www.labiennale.org
o dietro un filo d’erba, sono i raccordi di montaggio bruschi come Red, Milano, Teatro Elfo Puccini, dall’8 maggio al 3
frustate, è il ritmo epilettico che guida l’escalation della violenza.
giugno 2012; www.elfo.org
Il regista Cosimo Alemà viene dal videoclip. Ha diretto i video
musicali di alcuni tra i più importanti artisti italiani (Ligabue, Nan-
nini, Tiromancino, Subsonica, Afterhours, ecc.). All’estero – dove
Da Broadway
sanno bene che molti fra i registi contemporanei più visionari Alfred Molina ed Eddie Redmayne in “Re d”
vengono proprio dal videoclip (David Fincher, Michel Gondry,
Spike Jonze…) – sarebbe un titolo di merito, da noi no. Troppo
poco Autore, borbotta l’establishment della critica. Troppo com-
promesso con i codici di genere. Troppo poco “italiano”. Meno
male: finalmente un film fuori dai confini asfittici dell’immaginario
nazionalpopolare colonizzato dalla Tv. Non a caso – prima ancora
di uscire in sala da noi - At the End of the Day è stato venduto in
Germania, Turchia, Australia, Russia, Giappone, Thailandia, Ca-
nada, Inghilterra, Francia e Belgio. Per un film di produzione ita-
liana è cosa tutt’altro che consueta.
At the End of the Day - Un giorno senza fine, di Cosimo
Alemà, 93 minuti, Italia

SMARTIME di
Eugenia Romanelli
NOTE IN RETE
BALLANDO NEL FOYER
STASERA e domani, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, torna
SPOTIFY SFIDA IL COPYRIGHT
“MIT – Meet In Town 2011”, due giorni di elettronica, dance, indie, live, dj
set e performance. Una vera e propria festa dei nuovi suoni con ospiti
di Enzo Baruffaldi
d’eccellenza dal mondo della cultura giovanile in beat. Gli organizzatori ascoltare qualsiasi disco. Lo strea- quel che luccica: agli artisti viene
(Musica per Roma e Snob Production) promettono un’edizione avveni- ming può avvenire tramite compu- corrisposta una percentuale in base
ELL’ERA DIGITALE è più facile ter o dispositivi mobili come
ristica sia per le sperimentazioni proposte sia per gli artisti scelti, tra i più
futuribili del panorama internazionale. L’atmosfera si preannuncia elet-
trizzante anche dal punto di vista scenografico, visto che tutti gli spazi
N per i musicisti guadagnare in
maniera equa attraverso le proprie
smart-phone e tablet, permettendo
di avere sempre a disposizione una
a quanto le loro canzoni vengono
richieste dagli utenti, ma nei mesi
scorsi un’inchiesta del “Guardian”
interni ed esterni dell’Auditorium, a partire dalla grande cavea all’aperto opere? Le case discografiche sono in libreria sterminata senza più nem- ha messo in luce che, per esempio, a
ma anche le sale (foyer, corridoi e bar compresi) e altri spazi inventati ap- grado di sopravvivere alle trasforma- meno lo sforzo di caricarsi un iPod. big come Lady Gaga venivano paga-
posta per il festival, diventeranno palcoscenici dell’evento. Stasera, per zioni del presente, oppure, per pa- In pratica è come sintonizzarsi su te royalties “di favore”. E l’apertura
l’inagurazione, si parte con i Primal Scream, band che, superando le bar- radosso, sarebbe meglio che soc- una “radio universale” che trasmette di Spotify USA è stata accolta criti-
riere di genere, fonde il rock indipendente con la dance e l’elettronica: combessero? Domande che ci fac- all’istante tutta la musica che le chie- camente dall’Electronic Frontier
suoneranno tutto l’album Screamadelica in quella che è l’unica data ita- ciamo ormai da alcuni anni, ma del diamo, di qualsiasi genere, trasfor- Foundation, che sottolinea come l’u-
liana del nuovo tour dedicato al ventennale della pubblicazione del ca- resto, come è stato notato da Eric mando radicalmente il nostro rap- tente paghi per non possedere il be-
polavoro della band di Bobby Gillespie. Stasera e sabato in scena anche Harvey della rivista online “Pit- porto con la musica e il suo suppor- ne a cui accede, mentre le sue ri-
l’inedito Alcune primavere cadono d’inverno, lo spettacolo realizzato da chfork”, questa è la prima epoca del- to. Il servizio, nato in Svezia cinque cerche e le sue playlist diventano da-
Pathosformel assieme al duo indie-elettronico italiano Port-Royal. Gli Ap- la storia del Rock e del Pop che verrà anni fa, funziona su abbonamento: ti sensibili, utili al marketing, e la
parat presentano per la prima volta l’album in uscita quest’estate per Mu- ricordata più per la tecnologia legata gratis (con interruzioni pubblicita- pirateria resta ancora un’alternativa
te, mentre, dalla Germania, arrivano i Modeselektor, un’istituzione della alla musica che per la musica stessa. rie), o a tariffe variabili da 5 a 10 attraente. Torneremo mai a goderci
scena dance ed elettronica europea. E poi i Lamb, col loro pop d’autore Dagli Mp3 su Napster, passando per dollari al mese. A livello globale Spo- un disco in pace?
mixato a sonorità elettroniche, e gli Zero 7, formazione che, assieme ai MySpace e Facebook, sono questi i tify conta ormai più di 10 milioni di www.spotify.com
francesi Air, viene considerata esponente top di quel limbo musicale in- nomi che hanno segnato gli Anni Ze- utenti (ma è ancora disponibile in
tessuto di riferimenti trip hop, soul e easy listening. E poi, su tutti, le Co- ro, tanto quanto il decennio prece- pochi Paesi), e l’anno scorso nella
coRosie, ormai un culto per gli appassionati del genere, che riempiranno la dente era stato, per esempio, il tem- madrepatria ha fruttato alle princi-
sala Sinopoli con la loro musica naif. Da non perdere anche gli Stateless, po dei Nirvana, dei Guns’n’Roses o pali etichette più guadagni di ogni
col loro Matilda, i Fuck Buttons e il dj set degli Walls. Ma non è ancora tutto, dei Blur. D’altra parte, all’incerta altro metodo di distribuzione, sia
perché ci sarà spazio anche per i nuovi volti dell’elettronica, Gold Panda, teoria e alla mediocre produzione, online che fisico. Redazione: viale Montello, 14 - 20154 Milano
col suo indietronico, e Nicolas Jaar. Insomma, si ballerà tutta la notte rim- risponde il mercato, che procede Lo sbarco negli Stati Uniti, rimanda- saturno@ilfattoquotidiano.com
balzando tra i dj set dei norvegesi Prins Thomas e Todd Terje, di Gadi con passo forse ancora confuso ma to per questioni di copyright, viene
Mizrahi da New York, di Tiger & Woods, Onra, Space Dimension Controller parecchio spedito. visto come la definitiva consacrazio-
e Lukid. Da ultimo, anche lo showcase dell’etichetta Kindred Spirit, rea- Così la notizia della settimana non ne di un nuovo modello di business.
lizzato in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e riguarda una band o un concerto, Solo il tempo dirà se Spotify supe-
Stichthing B-oost, e le selezioni ai piatti di dj Hendrix. Buon divertimento! ma il debutto sul territorio statuni- rerà questo banco di prova; per ades-
www.meetintown.com tense di Spotify, piattaforma per la so sono da registrare i commenti en-
smartime@bazarweb.info distribuzione della musica in strea- tusiasti di bibbie della Rete come
ming grazie alla quale è possibile “Wired” e “Slate”. Ma non è tutto oro
Venerdì 22 luglio 2011 pagina 11

ECONOMIA

L’EUROPA SALVA
LA GRECIA
TREMONTI RESPIRA
Il piano fa correre le Borse
Presto un Fondo monetario Ue
di Marco Palombi di massima nella notte di mer- nuove per salvare Grecia, Irlan-
coledì sul salvataggio della da e Portogallo, dando pure
lasticamente Silvio Ber- Grecia che ieri pomeriggio si

P
lusconi s’è presentato al
Vertice europeo di ieri in
ritardo. Gli altri comun-
que non è che si fossero così
preoccupati, tanto è vero che
il pranzo di lavoro tra i 17 lea-
der dell’Eurozona era già co-
minciato anche senza il nostro
presidente del Consiglio. Non
proprio il trattamento che si ri-
serverebbe a Nicolas Sarkozy
o Angela Merkel, ormai uffi-
cialmente padroni d’Europa.
Proprio il presidente francese
e la cancelliera tedesca, infatti,
avevano raggiunto un accordo
sono limitati a sottoporre agli
altri Paesi dell’area euro. E alla
non casuale presenza dei ver-
tici del mondo bancario (al
vertice, per fare un esempio,
ha partecipato pure Charles
Dallar, numero uno dell’Insti-
tute of International finance,
che rappresenta circa 400 ban-
che di tutto il mondo).
IL RISULTATO è che ciò che
la Germania e i paesi del Nord
non hanno voluto fare mesi fa,
sono stati costretti a farlo ora:
intervenire con soldi e regole
una bella mano a Italia e Spagna
(lo spread dei loro titoli di Stato
sui bund tedeschi, non a caso,
ieri è sceso rispettivamente
sotto i 250 e sotto i 300 punti).
Se Merkel ha dovuto ingoiare il
nuovo intervento diretto che
aveva rimandato per mesi peg-
giorando la situazione - il Bun-
destag ha avuto almeno il con-
tentino del coinvolgimento dei
privati nel salvataggio di Atene,
come richiesto da una specifi-
ca mozione votata prima della
pausa estiva. Il piano, alla fine,
vale oltre cento miliardi di eu-
ro: oltre 70 li dovranno scucire
gli Stati subito, 37 arriveranno
banche e investitori, ma non at-
traverso la tassa da 50 miliardi
voluta da Sarkozy.
Perplessità sulle garanzie che la
Grecia dovrebbe fornire a pet-
to dei nuovi fondi. La Finlandia,
dalle indiscrezioni che filtrava-
no mentre il vertice era ancora
in corso, voleva inserire nel-
l’accordo anche un piano di
privatizzazione dei monumen-
ti, con il Partenone, l’Acropoli
e qualche isola come forma di
garanzia.
IN OGNI caso si procederà
lungo tre direttrici. In primo
luogo s’è scelta la via del cosid-
detto buy-back. In sostanza tutti
i paesi interessati dovranno ra-
tificare una modifica allo Statu-
to dell’Efsf, il fondo provviso-
rio salva-Stati (Il presidente
francese Sarkozy ha annuncia-
to la nascita di un vero e pro-
prio Fondo monetario euro-
peo), che a quel punto sarà au-
bond, oppure a scambiare di-
rettamente i vecchi titoli con
quelli nuovi e con scadenza più
lunga. E’ questa l’operazione,
detta roll-over, che le agenzie di
rating potrebbero classificare
come “default selettivo”.
Alle prime indiscrezioni uscite
dal vertice, come detto, i mer-
cati hanno reagito con una bot-
ta di euforia (Milano, per resta-
re a noi, ha chiuso a +3,7 per
cento), ma se non si procede in
fretta - e contestualmente risa-
nando i conti dei paesi a rischio

FONDIARIA-SAI I Ligresti
fuori dalla regia della compagnia
3,76% torizzato a comprare titoli dei
Paesi in crisi anche sul mercato
secondario: attualmente il fon-
do può infatti acquistare solo
- finirà che abbiamo solo gua-
dagnato un po’ di tempo. Ieri,
però, era la giornata in cui l’Eu-
rozona spargeva tranquillità in
PIAZZA AFFARI nuove emissioni di debito, tutte le direzioni e quindi nella
mentre è importante anche bozza finale c’è pure un ap-

JIeri,onella e Paolo Ligresti re senza corona

in Fondiaria-Sai che risponde all'Isvap.
infatti, i figli di Salvatore hanno fatto
un passo indietro rinunciando ai poteri
esecutivi nel gruppo assicurativo fresco
di salvataggio da parte di Unicredit. E
così Jonella, al mantenimento del cavallo
della quale la compagnia aveva tanto
contribuito, resterà presidente di Fon-
Sai, ma senza deleghe, una decisione che
sarebbe stata presa “senza alcun condi-
zionamento esterno” e che è stata accol-
ta con apprezzamento dal cda, colpito
dalla “sensibilità dimostrata”. Analoga
accoglienza è stata riservata al fratello
Paolo che sulla stessa scia lascerà i poteri
esecutivi in Immobiliare Lombarda, che
presiede. Nessun accenno, però, ai ri-
lievi dell'autorità di vigilanza delle assi-
curazioni, che hanno portato al passo in-
dietro, ma che riguardavano anche altri
punti delicati come le funzioni di con-
trollo e audit interni. Tutto da vedere,
poi, se la sensibilità dei figli del costrut-
tore siciliano li porterà anche a proporre
un taglio ai propri emolumenti che negli
ultimi anni hanno superato quota 5 mi-
lioni pro-capite. Ma questo si vedrà nel
prossimo bilancio, intanto la Borsa ha già
formulato il suo verdetto: in concomi-
tanza con l'annuncio FonSai ha spiccato
il volo (+7%). Se avesse voluto farlo, non
ha invece potuto pronunciarsi su niente
la Procura di Milano, dove Salvatore Li-
gresti era atteso ieri mattina per rispon-
dere alle domande del pm Luigi Orsi sul-
l'inchiesta per ostacolo all'attività degli
organi di vigilanza per le vicende legate
E I BUND TEDESCHI
alle trattative con i francesi dello scorso
autunno, tra le quali l'ignota intestazione
di un pacchetto azionario di FonSai. In
Procura, però, è arrivata solo una nota
che spiega che Ligresti si avvale della fa-
coltà di non rispondere. Gio. Lan.
CHIUDE mettere in sicurezza quello già
emesso. Di più, l’Efsf potrà an-
IN FORTE RIALZO che “finanziare la ricapitalizza-
zione delle istituzioni finanzia-
rie attraverso prestiti governa-
tivi anche in paesi non sottopo-
2,50% sti al programma di salvatag-
gio”. Tradotto: una piccola ma-
no per bloccare attacchi specu-
lativi la potrà dare anche a Spa-
IL DIFFERENZIALE gna e Italia. Contestualmente
gli interessi sui prestiti dell’Eu-
TRA I BTP rozona ai paesi in crisi - Grecia,
Irlanda e Portogallo - verranno
ridotti di un punto (al 3,5 per
cento) e la durata del credito al-
lungata fino a 15 anni. Banche e
investitori privati, invece, do-
vrebbero essere coinvolti attra-
verso l’impegno volontario a
Sopra, il Cancelliere tedesco Angela riacquistare titoli greci di nuo-
Merkel con il premier greco va emissione – probabilmente
Papandreou (FOTO ANSA) A sinistra, a trent’anni – dopo aver incas-
Emma Marcegaglia (FOTO EMBLEMA) sato il rimborso dei vecchi
prezzamento per la manovra
correttiva italiana e uno per “le
ambiziose misure di riforma
prese dalla Spagna”. La Grecia?
Nessun rischio per la moneta
comune, visto che si tratta di
“un caso unico nella sua gravi-
tà” e che proprio per questo
“richiede una soluzione ecce-
zionale”. Nel documento finale
si parla di “un piano Marshall”
per Atene da realizzare coi fon-
di strutturali dell’Unione euro-
pea.
Finora abbiamo scherzato, di-
ce in sostanza il documento fi-
nale, ma da adesso promettia-
mo che tutti i paesi dell’euro
“aderiranno strettamente agli
obiettivi di bilancio concorda-
ti, miglioreranno la competiti-
vità e fronteggeranno gli squi-
libri macro-economici”. Spe-
rando che basti, e che sia vero.

La Confindustria: “L’economia ristagna”

LA CRESCITA SARÀ INFERIORE ALL’UNO PER CENTO E I TAGLI IN MANOVRA COLPISCONO LE FAMIGLIE
50 per cento delle famiglie italiane ha
dovuto utilizzare tutto il proprio red-
dito disponibile per poter finanziare i
propri consumi e una quota significa-
tiva ha dovuto intaccare i propri ri-
sparmi. L’Istat, pochi giorni fa, ci ha
ricordato, d’altro lato, che in Italia ci
te è il fatto che moltissime imprese che
avevano iniziato la ristrutturazione,
che stavano riorganizzando la catena
produttiva, che puntavano su nuovi
prodotti sono state colpite dalla crisi
proprio a metà della ristrutturazione.
Questo è un dato molto grave. Queste
ai tagli previsti con incrementi delle im- PIL
poste locali. Non c’è dubbio quindi che
la manovra avrà un effetto recessivo sul-
la crescita anche perché non sono state
adottate misure di stimolo alla ripresa.

SUL FRONTE delle privatizzazioni o

sono 8 milioni di famiglie che sono in
condizioni di povertà.
La domanda interna insomma rista-
di Sandro Trento
1,0%
erano le imprese da difendere e ancora delle liberalizzazioni non è stato fatto ITALIA
non è chiaro se saranno in grado di su- nulla. Non ci sono stimoli agli investi-
perare le difficoltà. menti privati o pubblici. Il governo non

a Borsa ha tirato un po’ di fiato ma la

L crescita economica attesa per l’Ita-
lia nel periodo luglio-settembre è so-
stanzialmente pari a zero. Il terzo tri-
mestre dell’anno è tipicamente un mo-
mento di rallentamento, ma quest’an-
no potrebbe essere più marcato, so-
stiene la Confindustria nelle sue analisi
diffuse ieri. Il mercato del lavoro del
resto è in condizioni negative. A mag-
gio il tasso di disoccupazione si è at-
testato all’8,1 per cento, con un au-
mento dello 0,1 rispetto ad aprile. Le
difficoltà sul fronte del lavoro, l’incer-
tezza molto elevata di questi mesi fre-
nano i consumi delle famiglie. Un’in-
dagine Censis-Confcommercio segna-
la che, nel primo semestre del 2011, il
gna. L’aumento dei tassi da parte della
Bce, le turbolenze sui mercati finanzia-
ri e il peggioramento del rating del no-
stro Paese stanno causando un aumen-
to del costo dei finanziamenti per le
imprese italiane che scoraggia gli in-
vestimenti.
IL MONDO delle imprese in effetti e
sempre più eterogeneo al suo interno.
Un drappello di imprese che avevano
concluso prima della crisi il processo di
riorganizzazione produttiva stanno og-
gi conoscendo una fase di sviluppo so-
prattutto sui mercati esteri. Una quota
molto ampia è invece in grave difficol-
tà, in particolare nei settori tradizionali.
Ne sono testimonianza i 180 tavoli di
crisi aziendali aperti presso il ministero
del Lavoro. Ma il dato più preoccupan-
Nel complesso l’economia italiana cre-
scerà al massimo dell’1 per cento nel-
l’anno in corso, secondo Confindustria
e altri centri studi.
E la politica economica dov’è? Se lo
chiedono in molti.
La manovra correttiva appena approva-
ta dal Parlamento è sì risultata di circa 8
miliardi di euro più ampia di quanto
previsto originariamente dal ministro
Giulio Tremonti, ma i 48 miliardi com-
plessivi sono rappresentati per il 60 per
cento da aumenti di tasse che hanno na-
tura regressiva, colpiscono cioè le fa-
miglie meno agiate. Sono state aumen-
tate infatti le accise sulla benzina, sono
stati introdotti ticket sulla sanità, impo-
ste sui depositi di titoli e così via. E l’au-
mento di tasse potrebbe essere ancora
più pesante se gli enti locali reagiranno
ha prodotto una sola idea che fosse ca-
pace di invertire le aspettative. Quattro
quinti dei tagli alla spesa pubblica sono
1,8%
stati rinviati al 2013 e al 2014 e questo fa
sì che tutti temano ulteriori aumenti
FRANCIA
della pressione fiscale nel futuro imme-
diato, se la situazione sui mercati do-
vesse peggiorare. Lo scenario è preoc-
cupante: il debito pubblico sta soffo- 2,6%
cando il Paese non tanto perché sia peg-
giorato il deficit negli ultimi mesi, ma GERMANIA
perché il Pil non cresce. La manovra ri-
schia di abbassare ancor di più l’anemi-
ca crescita e questo fa sì che mercati,
famiglie e imprese abbiano aspettative
nere. Senza un’azione volta a mutare le
0,8%
aspettative non c’è speranza di blocca- SPAGNA
re la crisi in atto. Ma il punto è che ab-
biamo un Governo-zombie. Quousque Tasso di crescita 2011
tandem...
pagina 12 Venerdì 22 luglio 2011

ALTRI MONDI

Stati Uniti Lo Shuttle atterra definitivamente
La navetta spaziale della Nasa Atlantis è atterrata a Cape
Canaveral, in Florida, portando a termine l’ultima missione di
uno Shuttle. Si conclude così il programma trentennale della
Nasa con ben 135 missioni. Un capitolo importante
dell’esplorazione umana dello spazio funestato dalle esplosioni
nel 1996 e 2003 che hanno distrutto due delle cinque navette e
sono costate la vita a 14 astronauti. Adesso sarà solo la Russia a
garantire i collegamenti con la Stazione spaziale internazionale.
Al Qaeda Il videogioco del bravo terrorista
Su un sito jihadista in lingua araba sono comparse alcune immagini
di un cartone animato per convincere i bambini a diventare seguaci
di al Qaeda. Lo ha scoperto Quilliam, il think-tank con basi a
Londra e a Islamabad, impegnato nel contrastare l’estremismo
politico e religioso. Si tratta di “una storia avventurosa” che però
punta il dito contro chi ha tradito la religione islamica e il “Profeta”.
Il film, di cui finora vengono mostrati solo alcuni fotogrammi,
mostra scontri armati e azioni eroiche compiute dai mujahiddin.

LA BALLATA DI “EL PONCHIS”

Nel riquadro
Tyler Hadley,
diciassettenne che
SPIETATO KILLER A 14 ANNI
ha massacrato
i suoi genitori in
Florida (FOTO LAPRESSE)
Messico, bambino sotto processo per 4 omicidi
IN FLORIDA: INVITI SU FACEBOOK di Carlo Antonio Biscotto da quando cioè il presidente
Felipe Calderon ha lanciato

AMMAZZA I GENITORI Q
uando lo scorso dicem-
bre tre soldati messica-
ni armati e a volto co-
una forte offensiva contro la
criminalità organizzata che
gestisce il narcotraffico, so-

POI ORGANIZZA LA FESTA perto lo hanno fermato

all’aeroporto di Cuernavaca
non credevano ai loro oc-
no stati arrestati 3664 mino-
ri, per lo più per spaccio, ma
in molti casi anche per omi-
chi. Il mandato di cattura cidio.
di Angela Vitaliano parlava di un sicario del po- Il presidente Calderon ha
New York tentissimo cartello del Sud ammesso che “il problema è
Pacifico, nello stato di Mo- drammatico e le bande di

Tcadyler Hadley probabilmente, con i suoi 17 anni, è troppo gio-

vane per aver visto il film di Alfred Hitchcock “Cocktail per un
avere”, in cui i due assassini nascondono il cadavere in una
relos, accusato di numerosi
omicidi.
Davanti a loro c’era invece “El Ponchis”, ora quindici anni, arrestato per quattro omicidi (FOTO ANSA)
narcos reclutano sicari sem-
pre più giovani per sostitui-
re quelli che vengono arre-
cassa e organizzano una festicciola, utilizzando la stessa come ta- un ragazzino con i pantaloni stati o uccisi nei frequenti
volo d’appoggio. della tuta, una t-shirt e una Sospettato cartello del Sud Pacifico, co- scontri a fuoco con l’eserci-
Eppure, sebbene con qualche variante, adeguata ai tempi mo- folta capigliatura riccia te- stola della ferocissima orga- to”.
derni, è proprio quello che l’adolescente della Florida ha fatto, lo nuto per mano dalla sorella anche per altri nizzazione di Beltran Leyva.
scorso sabato, quando, dopo aver massacrato i suoi genitori a più grande, con la quale si Sembra che i due fratelli IL PROCESSO che vede
colpi di martello, ha organizzato una festa con gli amici. Quando
nella casa di Port St. Lucie, dove la famiglia Hadley abitava, sono
apprestava ad imbarcarsi al-
la volta di San Diego per rag-
morti. Negli prendessero ordini da Julio
El Negro Padilla, un narcotraf-
Edgar alla sbarra con l’accu-
sa di omicidio, sequestro di
arrivati gli ospiti, una sessantina circa, Tyler aveva già provve-
duto a nascondere i cadaveri in una camera da letto, al piano
giungere la madre. “Sei in
arresto per omicidio”, gli ha
ultimi quattro ficante emergente negli Stati
di Morelos e Guerrero. La so-
persona, occultamento di
cadavere, spaccio e posses-
superiore, ricoprendoli con libri, coperte, asciugamani e tutto
quanto fosse a portata di mano. La dinamica dei fatti lascia inor-
detto uno dei soldati. Il
quattordicenne Edgar Jime-
anni arrestati rella di Edgar ha affermato di
essere la ragazza di Padilla e
so illegale di armi, è iniziato
a Cuernavaca a porte chiuse
riditi. Tyler vuole fare una festa, i genitori non vogliono dargli il nez Lugo non ha battuto ci- il 20 luglio. Al momento El
permesso. “Ho guardato mia madre di spalle per lunghi minuti – glio. Dinanzi al magistrato
quasi 4mila di fare parte di un gruppo di
giovani donne chiamate Las Ponchis è processato solo per
avrebbe detto Tyler – prima di impugnare il martello e iniziare a inquirente non si è fatto pre- Chabelas, il cui compito con- quattro omicidi risalenti al
picchiarla. Prima di morire mi ha chiesto ‘perché’ ma non ho gare: “Ho partecipato a minori narcos siste prevalentemente nel mese di agosto dello scorso
dovuto rispondere”. Stesso destino per il padre: solo il tempo di quattro esecuzioni, ma sem- far sparire i cadaveri gettan- anno, quando una domenica
essere colto dall’orrore per la scena che si è trovato di fronte e poi pre sotto l’effetto della dro- doli nelle strade di Cuerna- mattina quattro corpi deca-
il martello che inizia a picchiare. Da solo, Tyler trascina i due ga e perché minacciato di uomo dell’apparente età di vaca o lungo le vicine auto- pitati furono visti penzolare
cadaveri nella camera da letto, chiude la porta e accende il com- morte se mi fossi rifiutato”, 30 anni. Il giovane sicario, strade. da un ponte alla periferia di
puter: ha fretta di scrivere sulla sua pagina di Facebook e an- ha dichiarato con voce cal- noto con il soprannome di El Cuernavaca. Poco distante
nunciare la festa. Fra gli ospiti, anche l’amico al quale il ragazzo ma e senza tradire nè emo- Ponchis, è nato a San Diego, EL PONCHIS ha dichiara- furono rinvenuti i genitali
aveva detto più volte che voleva uccidere i genitori, incluso quel zione nè rimorso. Stati Uniti d’America, dove i to al magistrato di guadagna- delle vittime e un messaggio
pomeriggio. genitori, abituali consuma- re dai 2.500 ai 3.000 dollari di rivendicazione dell’omici-
Al party, però, Tyler ha voglia di confessare la sua “bravata” e ANCHE LA SORELLA tori di crack (l’eroina da fu- per ogni omicidio. Ne ha dio a nome del cartello del
racconta tutto all’amico, che non vuole credere alla sua storia, diciannovenne è stata arre- mare), erano emigrati illegal- confessati quattro, ma se- Sud Pacifico.
almeno fino quando gli vengono mostrati i due cadaveri. Sarà lui, stata con l’accusa di compli- mente. È cittadino america- condo gli inquirenti sareb- Considerata la giovane età al
sconvolto, a fare una telefonata anonima alla polizia che arriva cità nell’occultamento dei no anche se ha trascorso bero molte decine e per di momento degli omicidi, Ed-
sul luogo intorno alle 4 di mattino. Tyler è nervoso, dice al ca- cadaveri decapitati e fatti a gran parte dell’infanzia nei più commessi con inaudita, gar Jimenez Lugo rischia una
pitano che i genitori sono via per il weekend. Ma le prime tracce pezzi dal fratellino. A tradirli sobborghi di Cuernavaca. A feroce brutalita’. Edgar ha pena tra i tre e i cinque anni
di sangue conducono gli agenti facilmente al ritrovamento dei – come capita spesso – le fo- 11 anni – almeno questa è la compiuto 15 anni a maggio, di reclusione in un carcere
cadaveri. Sembra, secondo quando detto dal ragazzo, che Tyler to scattate con un cellulare versione di Edgar – è stato ma non è il solo minorenne minorile. La sentenza è pre-
avesse intenzione di suicidarsi con un overdose di pillole. La fe- nel quale si vede il giovanis- rapito, avviato alla droga e al soldo dei narcos. Negli ul- vista nel giro di un paio di
sta però ha avuto un finale diverso. simo Edgar che squarta un costretto a lavorare per il timi quattro anni e mezzo, settimane.

PARAGUAY BATTE VENEZUELA

Sposarsi a sorte

I PRESIDENTI SI AMANO, I CALCIATORI SI PICCHIANO Con le nozze gay

di Alessandro Oppes
Madrid
na malattia che unisce, una passione
U sportiva che separa. E separa a tal pun-
to che tra Paraguay e Venezuela, alla ricer-
ca di un sogno nell’olimpo del fútbol suda-
mericano, è finita a botte sul campo argen-
tino di Mendoza dopo la vittoria dei gua-
raní ai rigori. Rissa scatenata dagli sberleffi
e linguacce dei trionfatori – qualificatisi
per la finalissima con l’Uruguay – nel tun-
nel che li riportava negli spogliatoi.
“Tornatevene al vostro Paese”, gridavano
gli albirroja agli sconfitti vinotinto, rimasti con
l’amaro in bocca dopo aver sperato di poter
entrare, per la prima volta nella storia, nel-
l’élite del calcio che conta. E allora, giù una
raffica di pugni, calci e ceffoni, per una lun-
ga sequenza di minuti in cui neppure la po-
lizia è riuscita a calmare gli animi. Scena in-
decorosa, proprio nei giorni in cui tra i man-
datarios, i leader dei due Paesi, sembrava es-
sersi consolidato un idillio a sfondo medi-
co-sanitario: “Carissimo Hugo, certo che si
può. Non c’è dolore nel mondo che con la
fede e la speranza non si possa sanare”. Co-
sì, non più di due settimane fa, il presidente
paraguayano Fernando Lugo – l’ex sacerdo-
te che si esprime ancora come un sacerdote
La rissa al termine della semifinale (FOTO ANSA)
– si rivolgeva in un affettuoso messaggio al
collega venezuelano.
Guarito un anno fa da un cancro linfatico,
Lugo ha tentato in tutti i modi di convincere
Chávez, affetto da un tumore alla prostata,
di farsi curare dagli stessi medici che lo sal-
varono, all’Hospital Sirio-Libanés di San
Paolo, dove nel 2008 venne assistita con
successo anche l’attuale presidente del Bra-
sile, Dilma Rousseff. E sembrava che – o al-
meno, così aveva assicurato la stampa di
Asunción – fosse riuscito nell’intento. Ma il
leader “bolivariano”, alla fine, ha preferito
dare una connotazione politica persino alla
sua lotta per la vita. Dimostrando, questo sì,
un’apprezzabile coerenza. Meglio Cuba,
accanto agli amici Castro. “Mi congedo per
qualche giorno”, ha detto dalla scaletta del-
l’Airbus presidenziale che lo portava all’A-
vana. “Ma in fondo non mi congedo, starò
nella stessa patria, la Patria Grande”, ha pre-
cisato, dando ad intendere che tra i due Pae-
si quasi non esistono confini, che le due re-
voluciones sono un tutt’uno.
Poi, arrivato a Cuba – da dove continuerà a
governare attraverso una firma digitale,
dopo aver ceduto provvisoriamente parte
dei poteri al vice-presidente Elías Jaua – ha
cominciato subito a sottoporsi alle dure
sessioni di chemioterapia. Sofferenze al-
ternate, fino alla sconfitta dell’altra sera,
con la gioia di quello che tutto il Venezuela
sperava potesse essere un cammino trion-
fale dei vinotinto nella Copa America. Patria,
calcio e malattia. Anche in questo caso,
Chávez non ha perso occasione per me-
scolare il suo destino personale a quello
del Paese e a un trionfo, “interruptus”, nel-
lo sport. E allora, lo storico slogan “Vence-
remos” è diventato, ad uso e consumo del
leader gravemente malato, “Viviremos y ven-
ceremos”, vivremo e vinceremo. Ma nep-
pure dopo la sconfitta di Mendoza, Chávez
si è fatto prendere dalla rassegnazione.
“Venezuela grande”, ha digitato su Twit-
ter. “Viva la Patria, siamo stati i migliori!”.
ora si fa la fila
A NEW YORK, SOLO OGGI gli aspiranti al matrimonio sapranno
se potranno davvero sposarsi domenica, o se dovranno
aspettare ancora un giorno o più. Il 24, infatti, entra in vigore
la nuova legge dello Stato che autorizza i matrimoni
omosessuali e gli uffici comunali sono stati travolti dalle
domande delle coppie gay che vorrebbero, tutte, sposarsi
proprio il primo giorno che ne hanno diritto. La valanga di
richieste di matrimoni omosessuali ha così provocato un
ingorgo da tutto esaurito: risultato, domenica si sposa solo chi
vince la lotteria del sorteggio. Il sindaco Michael Bloomberg
ha infatti deciso di porre un tetto: potranno dire “sì”, anzi “I
do”, come si fa là, nei cinque municipi newyorchesi, solo 764
coppie, etero o omo che siano. E, per evitare favoritismi, è la
sorte a decidere a quali coppie fra quelle che hanno fatto
regolare domanda toccherà il matrimonio. In pratica, solo un
candidato su quattro ce la farà, perchè le domande
presentate, martedì, quando è stato deciso il sorteggio, erano
2.661, di cui 1.728 gay. E le richieste continuano ad arrivare. Il
fatto che le coppie omosessuali superino quelle etero non
deve meravigliare: c’è da smaltire, tutto in una volta, il “peso
del passato”. Entro oggi, si saprà chi ha vinto la lotteria del
matrimonio. Gli altri, al prossimo turno. Meglio così, è il
parere di Bloomberg, che avere lunghe file di fronte ai cinque
municipi, a rischio di mandare a casa delusi (e non sposati)
migliaia di aspiranti.
Giampiero Gramaglia
Venerdì 22 luglio 2011
Il re Hamad bin Isa Al-Khalifa (FOTO ANSA)
di Daniel Williams*
Manama (Bahrain)
a metà aprile il governo
D
del Bahrain invita i cittadi-
ni a sottoscrivere una di-
chiarazione di lealtà nei
confronti della “saggia guida”
del Paese promettendo che le fir-
me raccolte verranno incise su
una spada d’oro che entrerà a far
parte del “Guinness dei primati”
sotto la categoria.... beh, dicia-
mo “spada con il maggior nume-
ro di firme”. Lo riferisce l’agen-
zia stampa del Bahrain.
IL MOVIMENTO di protesta
per la democrazia è stato oscura-
to dalle rivolte in Siria, Libia e Ye-
men. Resta il fatto che il Bahrain è
importante sotto il profilo geo-
strategico eospita la Quinta Flot-
ta Usa. Il 5 luglio, Human Rights
Watch ha reso noto un rapporto
sulla sistematica repressione di
ogni voce critica da marzo, quan-
do forze di polizia ed esercito po-
sero fine con l’uso della forza a un
mese di manifestazioni di prote-
sta per lo più pacifiche. I 30 morti
per mano delle forze di sicurezza
potrebbero sembrare pochi ri-
spetto alle centinaia di vittime ci-
vili di Libia o Siria, ma il Bahrain
ha una popolazione di appena
525mila abitanti. La repressione
è spietata: torture, confessioni
pubbliche, irruzioni notturne
nelle case di privati cittadini, per-
cosse, licenziamenti in massa. Il
governo tenta spesso di accredi-
tare versioni scarsamente credi-
bili degli eventi. Ai primi di aprile
circolavano su Internet le foto
pagina 13
ALTRI MONDI
Gran Bretagna Un americano per Scotland Yard? Germania Stop a i neonazi, distrutta la tomba di Hess
È l'uomo che ha realizzato il miracolo di ripulire New York dal crimine, I resti di Rudolf Hess, uno dei più stretti collaboratori di Hitler,
esportando la sua “formula magica” in Usa e America Latina. Bill con il quale scrisse il Mein Kampf, sono stati esumati e la sua
Bratton, 64 anni, poliziotto ormai in pensione, potrebbe divenire il nuovo tomba, in un cimitero della Baviera, è stata distrutta per
capo di Scotland Yard, infrangendo il tabù che vuole un purosangue impedire che il sito diventi un luogo di pellegrinaggio in occasione
inglese alla guida della polizia di Londra. È stato lo stesso premier del ventiquattresimo anniversario della sua morte, il prossimo 17
Cameron a suggerire che a capo della Met, i cui vertici sono stati travolti agosto. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano tedesco
dallo scandalo intercettazioni, arrivi “qualcuno che ha già raccolto Süddeutsche Zeitung, le spoglie dell’ex nazista verranno cremate
successi oltreoceano”. e le ceneri disperse in mare.
IN BAHRAIN
parole erano state grossolana-
mente travisate”. Quanto al pre-
sunto dialogo con le opposizioni,
lunedì il principale partito sciita
ha abbandonato i negoziati soste-
nendo che le sue proposte non
SI FIRMA
venivano prese sul serio.
IL 22 GIUGNO un tribunale
militare ha condannato all’erga-
stolo 8 dissidenti sciiti mentre
Matar Ibrahim Matar e Jawad Fai-
LA LEALTÀ AL RE
rouz, ex parlamentari di Wefaq, il
principale partito sciita, agli arre-
sti dal 2 maggio, sono in attesa di
giudizio. Finalmente il 29 giugno
un’iniziativa del re Hamad bin Isa
Al-Khalifa: l’istituzione di una
“commissione di inchiesta sui fat-
Petizione del regime per cancellare ti del febbraio/marzo 2011”. Lo
stesso giorno la Reuters ha scritto
che gli studenti dell’università
le ultime tracce della rivolta del Bahrain debbono sottoscrive-
re la dichiarazione di lealtà pena
l’espulsione. Tra l’altro gli stu-
del cadavere, sfregiato e coperto Al Balooshi, all’epoca ministra Saqer, ancora vivo, che – secondo cellato. Il 3 giugno l’agenzia stam- denti debbono impegnarsi a evi-
di lividi, di Ibrahim Isa Saqer mor- dello Sviluppo sociale e dei Dirit- l’emittente – confessava di aver pa del Bahrain ha scritto che Navi tare “di danneggiare la reputazio-
to in prigione. Il governo minac- ti umani e con l’interim per la Sa- ucciso due poliziotti. Il 1° giugno Pillay, figura di spicco dell’Onu ne internazionale del Bahrain”.
ciò di arrestare Nabeel Rajab ac- Dovrebbero essere invece i go-
lute, disse che le foto erano false, è stata ufficialmente revocata la nel campo dei diritti umani, par-
cusato di “aver messo in circola- ma dinanzi alle contestazioni di legge marziale e poco dopo gli or- lando a Ginevra con la ministra vernanti del Bahrain a prendere
zione foto false”. In realtà le foto un giornalista della Bbc promise ganizzatori hanno fatto sapere Al-Balooshi, aveva riconosciuto l’impegno di rispettare i diritti
corrispondevano alle condizioni di “avviare un’inchiesta”. Non se che il Gran Premio di F1, previsto di aver avuto informazioni errate umani e civili dei loro cittadini.
del cadavere prima delle sepoltu- ne è saputo più nulla. Come non a febbraio, si sarebbe corso in ot- sulla situazione dei diritti umani * Ricercatore di Human Rights
ra come avevo avuto modo di ve- bastasse il 28 aprile la tv del tobre. Ma questa volta è scattato il nel Bahrain. Il 7 giugno la signora Watch - Traduzione
rificare di persona. Anche Fatima Bahrain ha mostrato immagini di rifiuto dei team e il Gp è stato can- Pillay ha fatto sapere che “le sue di Carlo Antonio Biscotto
EMMA BONINO Il congresso dei radicali a Tunisi
“La primavera araba alla fine sboccerà”
di Roberta Zunini manvera araba’. Come Occidente dobbiamo chiederci La questione libica come finirà?
Ci sono appena stati nuovi scontri nel come far coincidere i nostri interessi di La situazione sul terreno è ancora molto
e speranze di cambiamento democra- sud: la primavera sta finendo? sicurezza con l'esigenza di sostenere le le- incerta con tanti, troppi, attori che gesti-
L“rivoluzione
tico nel mondo arabo sono nate dalla
di gelsomino” in Tunisia.
Premesso che il Congresso non si limiterà
alle vicende tunisine perché democrazia
gittime aspirazioni di cambiamento del
mondo arabo. Come passare da una sta-
colano sullo sfondo. E non mi pare che
dai negoziati politici emerga nulla di si-
Ma, dopo l'euforia per la cacciata di Ben e stato di diritto riguardano tutti i paesi bilità “formale” a una stabilità democra- gnificativo per ora. Non vedo ancora la
Alì, il paese sta attraversando un altro mo- della primavera araba, non ho mai pen- tica e praticabile, come collaborare in luce in fondo al tunnel.
mento critico. “Per questo non possiamo sato che dopo le rivolte la democrazia si modo costruttivo per evitare tentativi di Nei confronti del despota siriano As-
rimanere comodamente su questa spon- sarebbe imposta in maniera automatica, restaurazioni o derive islamiste. sad la comunità internazionale si sta
da del Mediterraneo, ma è necessario rapida e indolore. Guardiamo all'Est Eu- Lei ha vissuto a lungo al Cairo: i mili- comportando diversamente.
mettere a punto strategie comuni, a co- ropa: dalla rivolta di Budapest nel 1956 a tari non stanno portando avanti il ri- Sicuramente l'esperienza in Libia contri-
minciare da una seria quella di Praga del cambio chiesto dalla popolazione. buisce all’ambivalenza e alla prudenza
politica euro-mediterra- 1968, per portare a Non c'è dubbio che finora i militari hanno sulla Siria, anche da parte dei paesi arabi.
nea per evitare perico-
lose illusioni nazionali-
La vicepresidente compimento il proces-
so democratico sono
concesso poco mentre si procede a tap-
pe forzate verso elezioni parlamentari. Il
Ho l'impressione che, ironicamente, pu-
re il peggior nemico di Assad vorrebbe
ste. In accordo con il go-
verno provvisorio e nu-
del Senato: siamo passati 40 anni. Pro-
prio perché la prima-
momento è delicato, con da una parte
una progressiva polarizzazione dello
vederlo gestire la crisi meglio di quanto
non faccia, proprio perché le conseguen-
merose associazioni ci-
vili tunisine, abbiamo
solo a una prima vera araba ha messo a
nudo il declino dell'in-
scontro tra il fronte liberale-secolare e
quello islamista e, dall'altra, la frattura tra
ze che ne derivano sono imprevedibili,
con ramificazioni in Libano, Iraq e Israe-
perciò deciso di tenere fluenza europea, di cui il movimento di Piazza Tahrir e i militari, le. Inoltre non è da escludere una guerra
a Tunisi il nostro Consi- fase. Molte (dal colonialismo in sempre più percepiti come mantenitori civile tra la minoranza alawita, oggi al po-
glio Generale che è poi) non dovremmo dello status quo ante. A ciò s’aggiunge l’a- tere, e la maggioranza sunnita. Nessuno
composto di iscritti da difficoltà essere fieri, stavolta spetto che inquieta e coinvolge magistra- sembra pronto ad affrontare una tale av-
tutto il mondo”. Emma non abbiamo alibi per tura e vertici militari: la “giustizia di tran- ventura. Ciò detto, di fronte a un’escala-
Bonino, a poche ore dal- ma speranze finire dalla parte sba- sizione” che riguarda gli esponenti del tion della protesta e relativa repressione
l’inizio dei lavori, spie- gliata della storia. vecchio regime e che deve compiersi in sarà sempre più difficile ignorare la situa-
ga a che punto è la ‘pri- intatte E quindi? modo più trasparente. zione.
pagina 14
CANTIERI INFINITI
Il giallo del nuovo
Palazzo del Cinema
VENEZIA, LA
MOSTRA COL BUCO INTORNO
di Federico Pontiggia
“N
on è vero che è tutto fermo al-
l’anno scorso: il buco è passato
da un metro a tre metri e mez-
zo”. Eloquio da grand commis de
l’Etat, e nessuna ironia: la 64esi-
ma Mostra sarà ancora quella
del buco, solo più profondo,
parola del Commissario straor-
dinario Vincenzo Spaziante.
Siamo ancora alla filosofia ni-
chilista, all’apologo del vuoto e
non ai calcoli strutturali, alle
colate di cemento dell’ormai
famigerato Palazzo
del Cinema. “Non è
detto che non si farà
più, leggete – sbuffa
Spaziante – troppi
giornali”, fatto sta che
i lavori sono fermi da
un mese e che nella
Conferenza dei servi-
zi prevista per oggi il
Palazzo del Cinema
non è all’ordine del
giorno. Si discuteran-
no i “progetti comple-
mentari”, dalla Darse-
na all’Ospedale al Ma-
re, dall’area verde del-
la Favorita fino al re-
stauro degli hotel Des
Bains ed Excelsior: un
tot di incognite urba-
nistiche, mentre “si
apre la Mostra inter-
nazionale del Cinema
nella cornice della no-
ta fallimentare situa-
zione dei lavori per la
costruzione di quello che do-
veva essere il nuovo palazzo” e
– scrive il Coordinamento del-
le Associazioni Ambientaliste
del Lido – permangono “situa-
zioni di grave disagio per i cit-
tadini”.
Viceversa, per i cinefili e gli ad-
detti ai lavori toccherà solo ri-
vedere il proverbio: le ciambel-
le no, ma tutte le Mostre ven-
gono col buco. Un buco che
puzza d’amianto: strano, non è
periferia dell’Impero, ma un
SECONDOTEMPO
luogo sotto i riflettori da 64 an-
ni, e Spaziante concede: “Dob-
biamo verificare perché nessu-
no ne fosse a conoscenza”.
Per ora, avanti con i privati: se
“perseverare è diabolico e noi
non perseveriamo”, Galan di-
xit, la soluzione d'intesa con
Spaziante, il Comune di Vene-
zia e la Regione Veneto si ap-
poggia sulla “manifestazione
di interesse” di Real Venice,
fondo di investimento di Est
Capital, che ha le mani in pasta
dal Lido (la vendita dell'Ospe-
dale del Mare) alle dighe del
Mose, con gli azionisti Manto-
vani e Condotte. Alla faccia del-
le economie di scala, e con qua-
li tempi? “La nuova Conferenza
non è ancora fissata, ma il pro-
getto arriverà sicuramente pri-
ma dell’inizio della Mostra il 30
agosto”. L’ennesima dilazione,
ma “con la sola finanza pubbli-
ca non saremmo arrivati da
nessuna parte, visti i soldi spesi
a causa dell'amianto. Torniamo
allo spirito che ha animato l'ac-
cordo del 2007, cioè un proget-
to complessivo di rivitalizza-
zione e riqualificazione del Li-
do da cui è stato estrapolato so-
lo il Palazzo del cinema, per ag-
ganciarlo al “treno” dei 150°
dell'Unità d'Italia”, ha precisa-
to Galan, ma di quel 150° a Ve-
nezia c’è solo il suffisso, il bu-
co. Che pure costa: 17 i milioni
di euro finiti dentro, più i 20
non incassati dalle tre gare per
la vendita della Favorita andate
deserte, a totalizzare uno scar-
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
to di 37 milioni sui 98 del bud-
get ridotto da Spaziante dai 136
del progetto esecutivo e con lo
spettro dei 200 euro per ton-
nellata di terra contaminata da
asportare: per arrivare alla pro-
fondità di 9 metri e mezzo dello
scavo previsto servirebbero,
altri 17 milioni, ma – conclude
Spaziante – “non ci sono: nes-
suno ce li dà”.
QUINDI? “Nessuna imperi-
zia, ma fattori imprevisti”, nei
quali, a dire il vero, bisognereb-
be mettere pure la vendita (da
perfezionare) dell’Ospedale al
Mare: “Se adesso il Palacinema
si farà con i finanziamenti pri-
vati, non ha più senso”, tuona-
no dai comitati. Ma che Palazzo
sarà? Scordatevi il “Sasso” dello
studio 5+1AA & Rudy Ricciotti,
vincitore del concorso interna-
zionale del 2005, al suo posto –
il se è d’obbligo – sorgerà un au-
ditorium più piccolo, ma mul-
tifunzionale, per la Mostra e
quant’altro.
in & out
Cardinale Redford
È la voce
narrante di
Un altro
thriller
African Cats, politico
a settembre da regista
il nuovo film e attore
E non è “less is more”, un inno
alla decrescita, ma il male mino-
re di fronte all’impasse, il buco
nell’acqua della Laguna. Così,
in Mostra si fa di necessità pen-
nello: nuovi colori dell’interno
della Sala Grande “in stile anni
40”, aumento posti da 1017 a
1032, pavimentazione di legno
massello, nuovo carpet, boise-
rie e tappezzerie e – udite, udite
– nuovi servizi igienici. Carta
bianca, dunque, ma solo quella
utile per evitare una figura bar-
bina (eufemismo): “Con che
faccia ci saremmo presentati
davanti alla stampa nazionale e
internazionale: il buco con la
Mostra attorno?”, si lasciano
sfuggire dalla Biennale. Che ha
messo sul piatto 3,8 milioni di
euro per restaurare la Sala Gran-
de, per l’affitto diretto degli spa-
zi del Lion’s Bar e dell’Excelsior
e per evitare che nella sala stam-
pa, al grido di governo ladro,
piova dentro come l’anno scor-
so. Insomma, la 64esima edizio-
ne non sarà forse quella mon-
stre del 150° dell’Unità, ma di
certo Venezia è “l’unico festival
d’Italia” (Galan).
Un buco
che puzza
d’amianto: per
arrivare a 9 metri
di profondità
servono altri
17 milioni
Un cratere di 3 metri
Illustrazione di Doriano. Sotto, i
lavori di fondazione del nuovo
Palazzo del cinema, Lido di Venezia
Venerdì 22 luglio 2011
Grease Tour
Dal 12
agosto torna
Andy Schleck
scala il
nelle sale in Galibier,
versione in crisi
karaoke Contador
LIDO AMARO di Roberto Ferrucci
UNA FERITA NEL BOSCO
on avevo mai voluto guardarlo da Google
N Maps. Sapevo che sarebbe stato un pugno allo
stomaco, quel cratere. Perché quello squarcio,
quella ferita nel cuore del Lido di Venezia, chissà per
quanto tempo resterà lì, ridotta a quel modo. Una
ferita che vista dall'alto fa più male di quando ci
passi accanto, nascosta com'è da delle barriere,
invadente e però invisibile. È ridotto così da più di
due anni, quel posto, che era un bosco secolare,
spianato per fare posto a quello che avrebbe dovuto
essere il nuovo Palazzo del Cinema. Un progetto
pomposo, tipico dell'Italia di questi anni, affidato,
guarda caso, alla Protezione civile, opera inserita,
chissà poi perché, nelle celebrazioni del 150°
anniversario dell'Unità, con l'ex ministro Bondi
calato a inaugurarlo in piena Mostra del Cinema,
ridondante di retorica assurda, quel giorno. Non lo
finiranno mai, tanto per cambiare. Nemmeno la
cerimonia della prima pietra. Chissà cosa resterà del
cratere del Lido, per il quale era stato ovviamente
nominato un commissario straordinario. E chissà se
un giorno, il "poeta" Bondi, lacerato dal rimorso, ci
risarcirà almeno con uno dei suoi memorabili haiku.
Madonna e la Winslet
beate tra i Leoni
a 64esima Mostra di Venezia? Suona bene. Evento Vasco Rossi il
Ltiniano
5 settembre con il rockumentary Questa storia qua, il sorren-
David Byrne in giuria e, soprattutto, l’opera seconda di
Madonna: W.E, ovvero Edward e Wallis: Il mio regno per una
donna. Sul fronte italiano, c’è l’imbarazzo della scelta.
A meno di non spostare Scialla di Francesco Bruni dall’apertura
di Controcampo (più sorprese dell’ultima ora), in concorso
dopo anni troveremo “solo” tre connazionali: il bis Cattle-
ya/01 Terraferma di Emanuele Crialese e Quando la notte di
Cristina Comencini, più l’opera prima aliena di Gianni Pa-
cinotti (il fumettista Gipi) L’ultimo terrestre, targata Fandango.
Se Il villaggio di cartone di Olmi sarà fuori concorso e la Ruggine di
Gaglianone alle Giornate degli Autori, nel Controcampo
expanded – 7 lungometraggi e 7 doc – troveranno spazio Cose
dell’altro mondo di Patierno e Tutta colpa della musica di Ricky
Tognazzi. Ma nemo propheta in patria, la partita si gioca sugli
stranieri: in concorso il Faust di Sokurov, Contagion di Soder-
bergh, A Dangerous Method di Cronenberg, la Marjane Satrapi di
Persepolis con il live-action Poulet aux prunes, in apertura The Ides
of March di Clooney e l’indomani Carnage di Polanski, con
probabile skyppata del regista “recluso”, mentre la Bellucci
sarà con i Garrel in Un’été brûlant. In attesa dei Leoni, co-
munque, c’è già una – e trina – regina: la splendida Kate
Winslet, che oltre a Polanski e Soderbergh, sarà in Laguna con
Mildred Pierce, il serial diretto dal giurato Todd Haynes. Se
Venezia lavora, il Festival di Roma non sta a guardare: corte
serrata allo Spielberg di Tintin e allo Scorsese 3D di Hugo
Cabret (probabile un lauto assaggio in cartellone), e un pezzo
da novanta già in saccoccia, Untold’s History of America del po-
litico-regista Oliver Stone. (f.p.)
Venerdì 22 luglio 2011
TOTTI CONTRO TOTTI
L’arrivo degli americani e di Baldini mettono a
rischio sia leadership che futuro
di Giancarlo Padovan
a storia non è finita. Ma
L
qualcuno ha cominciato a
scrivere l’ultimo capitolo.
Purtroppo non è France-
sco Totti che, anzi, non se l’a-
spettava, non se la sentiva non
l’accetta, ma oggi ha indetto
una conferenza stampa e parle-
rà. Lui è il respiro di una città e
non solo di quella giallorossa.
Tutto gli ruota intorno. Ma, co-
me per la palla in campo, nulla
funziona se lui non la tocca, non
la piazza, non la spinge in rete.
Non è Totti che appartiene alla
Roma, ma la Roma, e la sua gen-
te, a lui. È sempre stato così fino
a pochi giorni fa quando Franco
Baldini, formalmente non anco-
ra nuovo direttore generale (un
cavallo di ritorno, dopo gli anni
felici con il duro Capello), ma
prossimo a diventarlo, in un’in-
tervista a Repubblica, ha detto:
“Totti ha davanti ancora 4-5 anni
di carriera. Se saprà guardare so-
lo al calcio e non farsi carico di
altro”. In realtà la frase andreb-
be rovesciata: è l’ipotetica (“se
saprà guardare al calcio...) a reg-
gere la prosecuzione di carriera.
In caso contrario gli anni si ri-
ducono e, forse, si fermano a
quelli di contratto: scade il 30
giugno 2014 e vale 4,3 milioni di
euro netti l’anno.
A INTUITO sembra quasi che,
secondo Baldini, Totti debba
mollare Vodafone – è un formi-
dabile testimonial pubblicitario
– magari perché Wind, lo spon-
sor della squadra, non gradisce,
visto che versa 6 milioni di euro
nelle casse della società. Se il
prossimo dg intendesse davvero
questo, Totti sarebbe in palese
conflitto d’interessi. Non basta.
Si riapre il caso di Denis Bergamini
IL CALCIATORE MORTO IN UN INCIDENTE NELL’89. DIFFICILE CREDERE AL SUICIDIO
di Andrea Scanzi
Uturanapubblicazioni
delle più meritorie
di lettera-
sportiva si intitola Il cal-
ciatore suicidato (Kaos Edi-
zioni, 2001). Scritta da Carlo
Petrini, è un’inchiesta gior-
nalista che ripercorre la vita
di Donato “Denis” Bergami-
ni. Era un centrocampista
del Cosenza. Fu trovato mor-
to il 18 novembre 1989, al
chilometro 401 della Statale
Jonica, all’altezza di Roseto
Capo Spulico. Aveva 27 an-
ni. L’inchiesta, orrendamen-
te frettolosa e raffazzonata,
parlò di suicidio. Ora la Pro-
cura di Castrovillari ha ria-
perto il caso, dopo il lavoro
dell’avvocato Eugenio Galle-
rani, legale della famiglia
Bergamini. Secondo la ver-
sione ufficiale, Bergamini si
sarebbe gettato incontro a
un tir dopo aver parlato per
più di un’ora con la ex fi-
danzata in una piazzola di
sosta, a bordo della sua Ma-
serati spider. La ricognizio-
ne del brigadiere era piena
di errori. Sbagliata l’ora del
decesso, sbagliata la plani-
metria del luogo. Contrad-
dittorie le testimonianze
MONUMENTI INGOMBRANTI
Francesco Totti. Sotto, Donato Bergamini osannato
Totti deve anche “liberarsi della
sua pigrizia e di chi usa il suo no-
me, anche a sua insaputa. Deve
smettere di lasciar fare, più leg-
gero sarà, più lontano andrà con
il pallone”. L’esegesi è impietosa
e impone una rilettura poco
morbida. Baldini voleva dire:
“Totti ha davanti 4-5 anni, solo se
si libera della pigrizia e di tutto il
resto”. Il ricorso a un imperativo
– una sorta di azzardo alla divi-
nità – è inedito e, a suo modo,
definitivo. Nessuno dei Sensi, né
raccolte, la grammatica (il
guard-rail diventa “guard-ral-
ly”), i rilevamenti. Tutto o
quasi. Secondo il fantasioso
(diciamo così) brigadiere,
oggi deceduto, Bergamini
sarebbe stato investito e tra-
scinato per 59 metri. Se fos-
se andata così, del suo corpo
non sarebbe rimasto quasi
nulla. Invece le scarpe di ca-
moscio erano ancora allac-
ciate e intatte, il viso imma-
colato a parte un piccolo
ematoma sulla tempia sini-
stra. Nessuna frattura. Il bri-
gadiere sbagliò anche collo-
cazione della Maserati, po-
sizionandola – nello stesso
verbale – in luoghi diversi.
Già la prima consulenza e
poi l’autopsia rivelarono co-
me l’investimento non pote-
va avere avuto luogo. Segni e
ferite sull’addome erano
compatibili con un solo sce-
nario: Bergamini, nel mo-
mento in cui il pneumatico
anteriore del camion gli pas-
sò sopra, non era in piedi ma
disteso. Forse era tramorti-
to, forse già morto: ipotesi
ritenute plausibili. Il suo
corpo venne trovato in po-
sizione prona, ma al mo-
mento dell’impatto era vero-
dai tifosi del Cosenza (FOTO ANSA)
il patriarca Franco, né la diletta
figlia Rosella, avevano mai osato
tanto, dichiarando, almeno pub-
blicamente, che Totti deve, do-
veva, dovrà. Fare cosa? “Liberar-
si della pigrizia e di chi usa il suo
nome”, spiega Baldini che, or-
mai abbeverato alle quotidiane
letture shakespeariane, dimo-
stra di maneggiare con destrezza
anche la retorica. Infatti non di-
ce che Totti è pigro, ma che è vit-
tima, fors’anche prigioniero,
della pigrizia. Uno stato di cui “li-
similmente supino. Perché?
I segni delle ruote sull’addo-
me potevano servire per ce-
lare ferite da arma bianca, ad
esempio la lama di un col-
tello? La ex fidanzata che in-
traprese una relazione con
Bergamini quando era mino-
renne e che venne lasciata
da Denis (nella tarda prima-
vera dell’89) raccontò in un
primo momento che Berga-
mini scese dall’auto, provò a
fare l’autostop e quindi si
gettò incontro a un tir che
passava.
PRIMA DI farlo, gridò: “Ti
lascio il mio cuore ma non il
mio corpo!”. Tre chilometri
e duecento metri prima del
punto in cui trovò la morte, il
calciatore fu fermato a un po-
sto di blocco improvvisato. A
chiedergli i documenti, sen-
za peraltro registrarli, fu lo
stesso brigadiere che poi re-
dasse i verbali irricevibili sul
suo decesso. Bergamini non
aveva nessuna intenzione di
suicidarsi. La sera prima di
morire era passato a casa di
amici per prendere la pappa
reale che gli avevano consi-
gliato come ricostituente. La
domenica successiva si gio-
SECONDO TEMPO
berarsi”, come del demone che
ti possiede. Ora, se fossi un ro-
manista, al contrario di Baldini,
ringrazierei satana (l’accidia è
uno dei sette vizi capitali) che ha
instillato la pigrizia in Totti.
NON FOSSE stato così, certa-
mente lui se ne sarebbe andato
da Roma quando aveva dieci an-
ni di meno, facendo la fortuna
sua, e magari anche di qualche
altro buon club italiano o di qual-
che grande società straniera.
Avere vissuto nella grandezza a
Roma e non altrove, ha giovato
in maniera incommensurabile.
Nemmeno sintetizzabile con le
474 partite giocate in Serie A, i
261 gol segnati in 610 gare uffi-
ciali, le 164 reti in cui ha deciso o
indirizzato un risultato. Bene-
detta sia ancora la pigrizia di Tot-
ti se egli si nasconde al pari di un
fantasma, come di recente mi ha
detto Spalletti, determinando
uno spazio a vantaggio del com-
pagni che lancia senza vederli,
senza sentirli, senza sapere che
ci sono. Eppure loro sono lì, pun-
tuali nello scatto e innescati dal
passaggio millimetrico. Totti fa
tutto questo con il terzo occhio,
quello della mente, un dono ra-
ro, quasi unico. Se fosse stato un
altro, cioè uno che correva e si
allenava più dei suoi compagni,
non sarebbe rimasto alla Roma.
Invece era pigro e questa è stata
la fortuna.Sostiene Baldini che
“più sarà leggero e più andrà lon-
tano con il pallone”. La condizio-
ne, tutto sommato benevola per-
ché tesa a dimostrare che Totti
ha un gran cuore, è “smettere di
lasciar fare”, soprattutto chi “usa
il suo nome, anche a sua insapu-
ta”. Chi sarà mai? Qualche impo-
store? Un volgare imitatore? Un
omonimo che gli ha scippato l’i-
cava Cosenza-Messina e rila-
sciò un’intervista – pubblica-
ta il giorno della morte – in
cui prometteva battaglia.
Aveva già comprato i biglietti
di Natale per i suoi familiari
di Boccaleone, frazione di
Argenta nel ferrarese. Il mat-
tino del suo ultimo giorno in-
contrò un’amica, mostran-
dole con orgoglio l’assegno
di quasi 10 milioni che aveva
appena ricevuto dal Cosen-
za. Era un ragazzo fortunato
e felice. Al tempo stesso, ne-
gli ultimi giorni aveva perce-
pito che “qualcuno a Cosen-
za mi vuole male”, come ri-
velò alla sua nuova fidanzata
romagnola. Era il 16 novem-
bre, due sere prima di mo-
rire. La ragazza trovò come
Denis avesse una voce stra-
na. La relazione burrascosa
con l’ex compagna aveva da-
to scandalo: “Qui siamo in
Meridione, non al nord”. Do-
po la morte di Denis, la ra-
gazza scrisse alla famiglia
Bergamini. Il figlio non aveva
detto nulla della loro relazio-
ne, voleva fare una sorpresa:
presentare al mondo la futu-
ra sposa. I Bergamini la esor-
tarono a deporre presso la
Procura di Castrovillari. Lo
dentità su Facebook? Mistero.
La realtà è che Baldini non ha par-
lato a caso. Delle due, l’una: o il
prossimo dg non vuole tornare
alla Roma per continuare a di-
scettare su Shakespeare in lin-
gua originale oppure ha manda-
to un avviso al capo dei navigan-
ti. Pur non escludendo la prima
ipotesi (Baldini non mi è mai
Dopo una lunga
attesa oggi il
capitano della
Roma rompe
il silenzio con
una conferenza
stampa
Forse, un
delitto d’onore.
O forse aveva
scoperto di
essere usato
per traffico di
stupefacenti
fece. Non successe nulla.
Nella sua ultima estate, la vita
di Bergamini registrò tre
cambiamenti. Cominciò a vi-
vere con il compagno di
squadra Michele Padovano.
Lasciò la ragazza con cui sta-
va da circa tre anni. E acqui-
stò una Maserati la cui pro-
prietà effettiva era da indivi-
duare in Antonio Paese, un
pregiudicato morto ammaz-
zato due anni dopo. Secondo
Petrini, la Maserati aveva
doppi fondi che servivano
per trasportare droga (“tor-
roncini”) durante le trasferte
di Bergamini: Denis a volte
non viaggiava con la squa-
dra, ma con la sua auto. Pri-
ma della Maserati, possedeva
pagina 15
sembrato convinto), propendo
deciso per la seconda. Impopo-
lare, ma precisa. Con gli ameri-
cani si sta voltando pagina e Totti
ha un futuro a raggio ridotto (ha
35 anni e nel suo ruolo non si ar-
riva né a 40, né a 39). Sia perché è
usurato (ha avuto molti infortuni
gravi), sia perché non sopporte-
rebbe di perdere la leadership
che, fino a ieri, gli permetteva di
disporre ovunque della sua cor-
te (Vito Scala e affini), come di
imporre il reintegro di un altro
fisioterapista, gradito a lui e ma-
gari non più alla società. Se la sto-
ria non è finita, l’annuncio di Bal-
dini segna la fine del regno di Tot-
ti. La Roma è di altri e gli altri co-
mandano. Lui ha una sola possi-
bilità, sempre più esigua, perché
legata alla biologia umana: man-
tenere i privilegi, e qualche ca-
priccio, restando Totti per sem-
pre. Come se il tempo fosse pura
convenzione.
una Mercedes. Le prestava
spesso ad amici. Forse aveva
scoperto di essere usato a
sua insaputa per traffico di
stupefacenti.
L’ALTRA TESI dominan-
te, accanto – o insieme? – al
delitto d’onore. Donato Ber-
gamini trascorre l’ultimo
giorno in ritiro all’Hotel Agip
di Rende con la squadra. E’
sereno. Alle 15.30, in came-
ra, riceve una telefonata mi-
steriosa. C’è anche Padova-
no, che racconterà come do-
po quel breve dialogo Berga-
mini parve trasfigurato. Pa-
dovano, attualmente sotto
accusa per spaccio di stupe-
facenti a Torino, ha chiamato
il suo primo figlio “Denis”.
Bergamini seguì gli amici al
cinema Garden di Rende, co-
me al solito, ma con la scusa
di andare in bagno abbando-
nò – unica volta nella sua vita
– il ritiro. Aveva un appun-
tamento là fuori, magari con
l’interlocutore della telefo-
nata misteriosa? Salì nella Ma-
serati. Forse per un incontro
successivo, forse per scappa-
re. Lo trovarono, morto am-
mazzato, a più di cento chi-
lometri dalla sede del ritiro.
pagina 16 Venerdì 22 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ rate. C’è anche un po’ di cro-
naca: “Seconda notte in carce- di Luigi Galella
Cold case
all’italiana
netta, di cui allora era il fi- più rilevante sembra essere

È la casta, re per Salvatore Parolisi…”.

Non è che ci aspetta il Parolisi
minuto per minuto, vero?

bellezza
di Paolo Ojetti
g1
T Uffa, non c’è nemmeno la
sorpresa. Se Napolitano parla
di intercettazioni e di riforme
della Giustizia di fronte a gio-
vani auditori, come la prende
il Tg1? Ma bene, vuol dire che
le intercettazioni vanno aboli-
te e la Giustizia riformata co-
me vuole Berlusconi. Meno
male che la cronaca è di Si-
mona Sala che riequilibra
Giorgino: “Un doppio mes-
saggio di Napolitano…” che
vale anche per la casta. Gra-
zia Graziadei corre a Napoli
dal procuratore Lepore che
non cade nelle trappole: “Lei è
contento per l’arresto di Pa-
pa?”. “No – risponde Lepore –
non sono mai contento, ma è
un risultato per le forze del-
l’ordine e per i magistrati”.
Della Lega si occupa Sonia
Sarno, quindi i leghisti sono
“coesi”. Purtroppo c’era un
Parolisi alluvionale con inter-
viste strappalacrime, buone
per “Chi”. E una succulenta
cosetta estiva: i telefonini in-
distruttibili. Un’estate col tril-
lo garantito.
g2
T Maria Antonietta Spador-
cia va giù asettica. L’interven-
to di Napolitano è “al centro
dei commenti politici”, così
come Papa e il salvataggio di
Tedesco. Nella “tradizionale
cerimonia del ventaglio”, par-
la Fini e parla di un po’ di tutto.
Inutile che i berluscones si agi-
tino e tirino fuori improbabili
“errori procedurali” nel voto
su Papa. Sembrano quei bam-
bini che – perduta la partita –
strillano: non vale, non vale.
Invece, vale, regolamenti alla
mano Fini ci ha messo una pie-
tra sopra. Fini ha parlato dei
tagli delle spese di Montecito-
rio: 110 milioni di euro. Maria
Antonietta Spadorcia di-
mentica però un particolare
non secondario: in tre anni. A
g3
T
La maggioranza si sgreto-
la. Ma piano piano, un pezzo
per volta aspettando la pausa
estiva: qualche altro mese gua-
dagnato per il governo e per-
duto per il paese intero. Il Tg3
di ieri sera era tutto un retro-
scena. Berlusconi che ingoia
l’amaro boccone, ma non in-
viterà a cena Bossi: non riesce
a controllare Maroni, quindi
resta digiuno. Maurizio Am-
brogi si infila dietro le quinte
della Lega e ne trova almeno
due, una che si decompone as-
sieme a Bossi, l’altra new ge-
neration dietro Maroni (altri
aspiranti leader permetten-
do). Ma, Papa o non Papa, toc-
ca a Mariella Venditti spiega-
re che si apre un altro fronte
fra Pdl e Lega: il rifinanziamen-
to delle missioni militari all’e-
stero. È una pistola carica,
pronta a tirare un altro colpo.
Ma ce n’è anche per il Pd (a
parte il nuovo scandalo Pena-
ti): chi ha salvato Tedesco?
Qualche decina di voti segreti
del Pd? Tedesco, così umile
prima del voto, ora ti guarda
con sorpresa e dice: “Io dimet-
termi? Ma manco per idea”. È
la casta, bellezza.
uando un delitto senza
Qtatamente
colpevoli giunge inaspet-
a soluzione si ha
ragione di tirare un sospiro
di sollievo. La giustizia avrà
pure dei tempi lunghi, si ri-
flette, ma infine individua i
responsabili, anche quando,
trascorso tanto tempo, pen-
savano di averla scampata.
Si chiamano in inglese “cold
case” e sono quegli omicidi
irrisolti sui quali all’improv-
viso si illuminano i riflettori
della verità giudiziaria. Due
quelli italiani – fra i più noti –
che di recente hanno trova-
to i loro colpevoli: il delitto
di Simonetta Cesaroni e
quello di Elisa Claps. Se ne
occupa “Cominciamo be-
ne”, (Rai 3, martedì, 10.50)
nella versione estiva condot-
ta dagli ottimi Giovanni An-
versa e Arianna Ciampoli.
Ospitando fra gli altri Raf-
faella Fanelli e Roberta Mil-
letari, che hanno appena
pubblicato il volume “Al di là
di ogni ragionevole dubbio”
(Aliberti, 2011). La prima è
una giornalista che da ven-
t’anni segue lo svolgersi con-
trastato del caso di via Poma,
la seconda è la moglie di Ra-
niero Busco, condannato in
primo grado a 24 anni di car-
cere per l’assassinio di Simo-
danzato.
Il delitto è stato più volte dis-
sezionato dai media: tv, carta
stampata, libri, cinema (si
annuncia una prossima serie
tv con la regia di Roberto
Faenza, le cui riprese inizie-
ranno proprio il 7 agosto,
giorno dell’omicidio). Nei
primi anni novanta gli indi-
ziati furono due: Pietrino Va-
nacore (morto suicida nel
2010) e Federico Valle. Il pri-
mo, portiere dello stabile,
per complicità; il secondo –
nipote dell’architetto novan-
tottenne che aveva proget-
tato l’edificio – come possi-
bile omicida. Più avanti si ti-
reranno in ballo la banda
della Magliana, il computer
di Simonetta, il Videotel, il
Sismi. Un po’ di tutto, come
accade nei casi in cui, non
avendo svolto immediata-
mente indagini accurate sul-
la scena del delitto, o aven-
dole inquinate per imperizia
o per volontà, si finisce per
brancolare nel buio, sballot-
tati da un indizio all’altro, al-
la mercé talvolta di mestato-
ri di professione.
Raffaella Fanelli pone alcu-
ni interrogativi, e fra questi il
Giovanni Anversa conduce
con Arianna Ciampoli
Cominciamo bene su Rai3
la presenza di residui di se-
gatura nei calzini della vitti-
ma. Dal che si deduce che la
scena del crimine è stata ri-
pulita. Come mai al proces-
so non se n’è fatta menzio-
ne? La tv aiuta a moltiplicare
i dubbi anziché scioglierli.
Perché ci mostra in primo
piano i volti di chi si è ritro-
vato dentro quel caso. Volti
che ci appaiono credibili e
che mostrano la sofferenza, i
dubbi e le perplessità profes-
sionali o umane di chi è a
fianco al presunto assassino.
Ma nemmeno la scienza aiu-
ta in maniera decisiva. Dal-
l’alto della sua apparente og-
gettività, denuncia tutta la
sua umana indecidibilità
quando si esprime attraver-
so le formule equivoche del
“non si esclude che”, o della
possibile “compatibilità”
delle tracce biologiche re-
pertate sul corpo della vit-
tima con quelle del presunto
assassino. Da sole, spiega in-
fatti l’esperto in studio, le
prove genetiche non valgo-
no quasi nulla. Non sappia-
mo e forse non sapremo mai
la verità? “Al di là di ogni ra-
gionevole dubbio”, in que-
sto caso almeno, sembra un
titolo appropriato per un
cold case che lascia più di
uno spiraglio aperto.

LA TV DI OGGI
11.25 TELEFILM Don Mat-
teo 7
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.00 FILM Tre scapoli e
una bimba
16.50 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
17.00 NOTIZIARIO TG1 -
Che tempo fa
17.15 ATTUALITÀ Estate in
diretta
18.50 GIOCO Reazione a
catena
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 DOCUMENTI DA DA
DA
21.10 VARIETÀ Napoli pri-
ma e dopo. Condotto da
Pupo.
23.40 ATTUALITÀ TV7
Estate
0.45 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
1.20 RUBRICA L'Appun-
tamento
12.10 PRIMA TV TELEFILM
La nostra amica Robbie
13.00 NOTIZIARIO TG2
Giorno
13.30 RUBRICA TG2 E...
state con costume - Eat
Parade
14.00 TF Ghost Whisperer
14.50 TF Army Wives
15.35 PRIMA TV TELEFILM
Squadra Speciale Colonia
16.20 PRIMA TV RAI TELE-
FILM Las Vegas
17.05 PRIMA TV TELEFILM
90210
17.45 NOTIZIARIO TG2
Flash L.I.S. - Meteo 2 -
Rai TG Sport - TG2
18.45 TELEFILM Cold Case
19.35 TF Senza traccia
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.05 RAIDUE REWIND
TELEFILM N.C.I.S.
23.25 NOTIZIARIO TG2
23.40 FILM Spartan
1.00 ATTUALITÀ TG Par-
lamento
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG Regione
Meteo - TG3 - Meteo 3
14.45 RUBRICA FIGU -
14.55 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.00 SPORT Ciclismo,
Tour de France 2011 19a
tappa (DIRETTA)
18.05 DOCUMENTARIO
GEOMagazine 2011
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 TELEFILM Sabrina
vita da strega
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 CULTURALE La
Grande Storia
23.15 NOTIZIARIO TG
Regione
23.20 ATTUALITÀ TG3
Linea notte estate
23.50 ATTUALITÀ Blu not-
te - Misteri italiani
1.50 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
11.00 REAL TV Forum
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 SOAP OPERA Beauti-
ful
14.10 SOAP OPERA Cento-
Vetrine
14.45 FILM Il lago della
perfetta felicità. Con
Ursula Buschhorn, Micha-
el von Au.
16.35 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.20 FICTION L'onore e il
rispetto - Parte seconda.
Con Gabriel Garko, Vin-
cent Spano
23.30 FILM Stevie. Con
Catherine McCormack,
Jordi Mollà
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo - Sport
13.40 PRIMA TV CARTONI
ANIMATI Detective Conan
14.10 CARTONI ANIMATI
I Simpson
15.00 PRIMA TV
TELEFILM How I Met Your
Mother
15.30 TELEFILM Gossip Girl
16.20 TELEFILM The O.C.
17.10 TELEFILM Hannah
Montana
17.35 TELEFILM Hannah
Montana
18.05 SIT COM Love Bugs
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.25 TF C.S.I. Miami
20.20 TF The Mentalist
21.10 FILM The Fast and
the Furious: Tokyo Drift
23.15 FILM Le colline han-
no gli occhi 2
1.00 RUBR.SPORT. Grand
Prix: Prove sintesi
11.20 TALK SHOW Benes-
sere - Il ritratto della
salute
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 TF Più forte ragazzi
13.00 TELEFILM Distretto
di Polizia 3
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum - Anteprima
14.05 REAL TV Sessione
pomeridiana: il tribunale
di Forum
15.35 SOAP OPERA Sentieri
16.20 FILM La lunga estate
calda
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Renegade
21.10 DOCUMENTARIO Lo
spettacolo della natura
23.15 CINEMA D'ESTATE
FILM Ferie d'agosto
1.25 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.25 TELEFILM Chicago
Hope
12.30 TELEFILM Due South
- Due poliziotti a Chicago
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 FILM Buon comple-
anno Mr. Grape. Con
Johnny Depp, Leonardo
DiCaprio.
16.25 DOCUMENTARIO
Shamwari Savana Hospital
17.00 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
19.00 REAL TV Cuochi e
fiamme. Condotto da
Simone Rugiati (REPLICA)
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.10 VARIETÀ Fratelli e
sorelle d'Italia... per colle-
zionisti. Condotto da Lillo
e Greg
23.30 NOTIZIARIO TG La7
23.45 MINISERIE Moana
1.45 ATTUALITÀ In Onda.
(REPLICA)
2.25 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Ferie d'agosto
Cast formidabile (Silvio Orlando, Laura
Morante, Ennio Fantastichini, per citar-
ne alcuni) per questa seconda opera
cinematografica del regista livornese
Paolo Virzì. A Ventotene, isola delle
Pontine, si ritrovano a convivere, come
vicini di casa, due gruppi di villeggianti
molto diversi tra loro per divergenze
politiche e culturali. Un gruppo è di
sinistra, l'altro di destra: il contatto
porta a porta non sarà facile...
Rete 4 23,15
/ Stevie
Claire e il marito Adrian decidono, non
potendo avere figli, di adottare una
bambina. L’arrivo della piccola Isabel,
desiderato da tutti, è un evento ovvia-
mente felice, ma far vivere una bambi-
na di sei anni, con un passato già alle
spalle, in un nuovo nucleo familiare, si
rivela piu' complicato del previsto. Stra-
ni avvenimenti iniziano a verificarsi
quando Isabel e il suo amico immagina-
rio Stevie arrivano nella nuova casa....
Canale 5 23,30
/ Spartan
Bella colonna sonora e dialoghi ser-
rati per questo thriller di David
Mamet. Robert Scott (Val Kilmer)
è un esperto militare di carriera al
servizio di un reparto speciale.
Quando la figlia di un influente
politico viene rapita in circostanze
misteriose, il caso viene assegnato a
Robert. Ad affiancarlo nelle ricer-
che il giovane Chris, poca esperien-
za, ma grandi potenzialità...
Rai 2 23,40
 La Grande Storia
Chi ha mai sentito parlare dell’Ischiro-
geno? Chi ha mai mangiato una “zuppa
di bucce di piselli”? Che cos’è una
“ghiacciaina”? “Cartoline dal Venten-
nioӏ il titolo del film documento della
puntata de "La grande storia". Avere
mille lire al mese è stato il sogno di una
generazione e si cercherà oggi di evocare
quel sogno, anche grazie alle testimo-
nianze di coloro che hanno vissuto que-
gli anni, come Ottavio Missoni...
Rai 3 21,05
 Blu notte - Misteri italiani
“Genova 2001: G8”è il titolo della pun-
tata di stasera. Tra il 20 e 22 luglio del
2001 si riuniscono a Genova i leader
degli otto paesi più industrializzati del
mondo: è il Vertice G8. Negli stessi giorni
il Genoa Social Forum, il controvertice
organizzato dal movimento “new global”
italiano, programma manifestazioni di
Lo spettacolo della natura
protesta pacifiche. Genova diventa tea-
Al centro della seconda puntata la lotta
tro di scontri violentissimi tra manife-
per la sopravvivenza nei deserti caldi e
stanti e forze dell’ordine.
freddi del globo, il mondo delle acque
dolci e il rapporto madre figlio. In aper- Rai 3 23,50
tura verrà documentato l’habitat delle
acque dolci e la vita nei deserti dove,
escursioni termiche estreme, danno vita
a temperature medie tra le più alte e le
più basse mai registrate. In chiusura, vie-
ne approfondito i rapporto madre/figlio
nel mondo animale.
Rete 4 21,10
Venerdì 22 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
RED HOT CHILI PEPPERS E IL TROTA
WEB
di Federico Mello
è LA SILICON VALLEY CON OBAMA
GLI FINANZIA LA CAMPAGNA ELETTORALE
Nonostante il consenso nei confronti di Barack Obama
sia in calo, il presidente candidato ha raccolto da solo nel
secondo trimestre della campagna elettorale americana
più di quanto abbiano raccolto tutti gli altri otto candidati
Repubblicani messi insieme: quasi 50 milioni di dollari,
contro i circa 36 degli avversari. La campagna di Obama
Commenti al post su
ilFattoQuotidiano.it:
“Elio e le storie tese
aiutano il progresso
della civiltà”
di Dino Baldi
nel secondo trimestre ha raccolto fondi per 46,3 milioni

La classifica è “ABBIAMO LE MAIL DEL SUN”

GLI HACKER SULLE INTERCETTAZIONI IN UK
Gli hacker di LulzSec che hanno rivendicato
di dollari. Il New York Times rileva oggi che
una quota significativa viene da Silicon Valley. I
grandi gruppi informatici, a giudicare dai
finanziamenti elettorali, sembrano già
schierati con Obama: almeno 150 dei nomi
è LUNGHISSIMA vita agli
Elii, geni totali.
Atolla

è ELIO e le storie tese

di YouTube due giorni fa l’ingresso nei server del Sun e di

News of the World affermano di avere
passato alcune mail del domenicale chiuso
per lo scandalo delle intercettazioni. “Stiamo
lavorando con alcuni media che hanno
considerati la “nuova élite” dei finanziatori
vengono dalla celebre valle californiana.
sono dei grandissimi. Su
questo non si discute. I loro
arrangiamenti non sono mai
poca cosa: sono dei fior di
musicisti e, essendo anche
cco i video più visti su You- Dance Maggie” uscirà il 30 ago- ottenuto accesso esclusivo”, dice su Twitter SPIDER TRUMAN È FRANCESCO CARUSO?
E1) Kung
Tube Italia questa settimana.
Fu Volleyball or Kung
sto. 149’703 views.
5) Manicure French Colora-
LulzSec che in passato ha messo sotto
attacco siti di diversi organismi governativi e
UNA SUA MAIL USATA DAL BLOGGER ANTI-CASTA
Si arricchisce di una nuova puntata la vicenda di
palesemente intelligenti,
riescono a fare delle cose
semplicissime da ascoltare (
Fu Soccer? ta privati tra cui Cia e Sony. I documenti Spider Truman, il misterioso ex-precario di e oltremodo divertenti) ma
In stile “Shaolin Soccer”, dall’A- L’artista del trucco ClioMakeUp potrebbero svelare come operava lo Montecitorio che ha raccolto enorme molto complesse
sia una partita di “calcio” gioca- questa volta dispensa consigli “spionaggio giornalistico” del Sun e attenzione con la sua attività anti-casta su musicalmente. Ce ne fossero
ta in un campo da pallavolo con sulla manicure. 134’744 views. l’eventuale ruolo del patron Murdoch . Facebook. Alcuni blogger e gruppi Facebook, di più...
tanto di mosse kung-fu. 6) Ligabue Campovolo 2.0 16 facendo un’attenta opera di indagine online, Cookie
1’411’124 views. Luglio 2011 sono risaliti a un indirizzo email che in passato
2) Rupert Murdoch Attacked Un breve estratto (amatoriale) era stato utilizzato da Francesco Caruso, ex esponente del è ELII uguale Geni.
With Pie dall’evento di Campovolo. Il Li- movimento no-global napoletano e poi parlamentare di Giorgio
L’attacco contro Rupert Murdo- ga canta Piccola stella senza cie- Rifondazione comunista dal 2006 al 2008. Caruso ha smentito
ch a colpi di “torta con schiuma lo. 100’119 visualizzazioni. di essere lui il misterioso blogger, ma ha confermato che è VERI geni! assoluatmente
da barba” durante l’audizione al 7) Internet secondo il Trota l’indirizzo apparteneva a lui. Con una lunga nota sul suo profilo d’accordo. Frank zappa
Parlamento inglese per lo scan- Il video (dal Fatto Quotidiano) Facebook ha fatto sapere di aver conosciuto “l’ex precario” docet. Finalmente qualcuno
dalo intercettazioni. Da eroe, ne con l’imbarazzante intervento alla Camera dei deputati, “da allora – aggiunge – siamo rimasti che indichi la strada verso la
esce la moglie di Murdoch, del Trota Renzo Bossi a un con- in contatto per molto tempo. L’ultima volta che ci siamo visti, sprovincializzazione della
Wendi, che prende a schiaffi vegno sulla Tv. Il figlio del Sena- tre o quattro mesi fa, stava messo veramente male. Dapprima nostra cultura musicale.
l’aggressore. tur disquisisce sui nuovi media aveva un contratto regolare, poi 900 euro al mese a nero, poi nico5
3) Blink 182 - Up All Night che “si devono riavvicinare alla alla fine nemmeno quelli. Era irritato, incazzato, aveva deciso di
(audio) cultura dei territori”. 93’913 vi- fargliela pagare”. Quindi, “Mi contatta per mail un paio di è BELL’ARTICOLO. Che
Otto anni dopo l’ultimo album, sualizzazioni (inoltre, 197 “Mi settimane fa, mi spiega il suo progetto, io gli do una mano per dietro la frivolezza ci fosse la
torna la band punk con questo piace” e 2212 “Non mi piace”). fare il blog, il profilo Facebook, ma non pensavo che avrebbe solidità e lo spessore dei
singolo che anticipa il disco in 8) Crozza e l’Italia dei Feno- combinato tutto questo casino”. Intanto, ieri, è arrivata anche classici credo che lo
uscita a settembre. 305’896 vi- meni una nota del presidente della Camera Gianfranco Fini che “sentivamo” un pò tutti.
sualizzazioni. Sempre sul canale del Fatto, uno afferma: “Le cose scritte su Facebook da Spider otttob
4) Red Hot Chili Peppers - spezzone di Crozza dal suo ul- Truman non stanno né in cielo né in terra”.
The Adventures Of Rain timo spettacolo “Italialand”. Il è SONO grandissimi.
Dance Maggie comico raccoglie 76’067 visua- Anche (o soprattutto) a
Tornano anche i Red Hot: l’al- lizzazioni. Il Trota parla di Internet; livello tecnico. Faso
bum “The Adventures Of Rain f.mello@ilfattoquotidiano.it il video dei Blink 182; probabilmente è il miglior
il kung-fu-soccer; bassista rock in italia (altro
l’assalto a Murdoch che “Saturnino”). Cesareo ha
spaccato in diretta tv il tanto
I FILM LO SPORT blasonato Santana. Mayer ha
tenuto banco in un concerto
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
CALABRÒ AL SENATO: “NO FAR WEB” jazz per una mezz’ora buona
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
“EQUILIBRIO TRA ISTANZE DIVERSE” suonando solo il rullante. E
L’Agcom “non ha la benché minima mi fermo qui...
19.05 Genitori e figli: agitare 14.00 Golf, PGA European Tour
propensione a diventare lo sceriffo di internet Syd
bene prima dell'uso SCF 2011 Nordea Scandinavian
come qualcuno ha paventato”. Lo ha garantito ieri il
19.10 Holes SCH Masters: 2a giornata (Dir.) SP2
Presidente Corrado Calabrò nel corso di un’audizione è GIÙ il cappello Per Elio e
19.20 Il ritorno del 18.00 Automobilismo, IndyCar davanti alle commissioni Cultura e Comunicazioni al le Storie Tese,la cui Arte è
Monnezza SCC 2011 Toronto (Replica) SP2 Senato. Al centro della relazione, il diritto d’autore sul meravigliosa ma senza
19.25 The Lost Future SCM 18.30 Calcio, Champions Lea- web, tema sul quale l’Autorità si era espressa a inizio prete-se.
19.25 From Paris with LoveSC1 gue 2010/2011 Finale Barcellona mese con una delibera penalizzante per i blog e i siti Massimo011
21.00 Un sogno, - Manchester United (Rep.) SP3 personali che prevedeva la rimozione dei contenuti
una vittoria SCF 19.00 WWE NXT Ep. 4 SP2 protetti da copyright e l’oscuramento di pagine web è NON SI poteva scrivere
21.00 Non aprite quella porta 20.00 Wrestling WWE Super- straniere. Il tutto in modo arbitrario e senza il vaglio di meglio sugli Elii. È da
- L'inizio SCM stars Episodio 4 SP2 del giudice. Una linea che ha determinato la tempo che non leggevo un
21.00 Love Story SCP 20.30 Golf, Alps Tour 2011 mobilitazione del web “La Notte della Rete” dello articolo di tal guisa con così
21.00 Sesso, bugie e... difetti Zoate Open SP3 scorso 6 luglio, l’evento online per dire no alla censura tanta gioia e libidine. Grazie
di fabbrica SCC 21.00 Golf, PGA European Tour nel giorno in cui doveva essere approvata la delibera. mille! Un servo della gleba.
21.10 Transformers SCH 2011 Nordea Scandinavian L’Agcom ha poi deciso di escludere dal Sandro Scarano
21.10 What women want SC1 Masters: 2a giornata provvedimento siti e blog non commerciali e
22.35 Amore a prima vista SCC (Replica) SP3 ha incluso la possibilità di ricorrere al giudice è SEGUO Elio e le Storie
22.40 Non aprite quella 21.45 Beach soccer, Serie A ordinario. Anche ieri al Senato Calabrò ha Tese da 20 anni e il pezzo di
porta SCM 2011 Pescara: Tappa Girone ribadito la necessità di tutelare le opere Baldi è una delle cose
22.50 Prima parte I Budden- Sud - seconda parte SP1 d'ingegno affinché Internet non si trasformi in un migliori che abbia mai letto
brook SCP 22.45 Rugby, Test match 2011 “far web”. L’Agcom, però, si sta muovendo per sul loro conto.
23.10 Il mio amico Nuova Zelanda - Isole Fiji trovare il giusto equilibrio “tra una rete libera e Riccardo Capone
vampiro SCF (Replica) SP2 aperta e la protezione della proprietà intellettuale”
23.20 Lei è troppo per me SC1 0.00 Calcio, UEFA Champions e per questo, entro 60 giorni dall’approvazione della è IL PRIMO articolo che
23.45 Star System SCH League 2010/2011 Quarti di fina- norma, si augura di trovare un punto d'incontro con parla degli ElST come
0.20 Il cattivo tenente SCM le, gara di andata Barcellona - la Rete. Anche se i passi che si compiranno in futuro meritano!!!
0.25 Amadeus SCP Shakhtar Donetsk (Replica) SP3 “non potranno rappresentare un ottimo assoluto ma Anonimo pugliese
solo un
ragionevole è VIOLATA ANCHE LA NATO è IL TALENTO musicale di
equilibrio tra SENZA SOSTA L’ATTIVITÀ DI ANONYMOUS questo gruppo di individui
RADIO istanze diverse
continuamente
messe in
Gli hacker di Anonymous annunciano di
avere violato i server della Nato e di avere
acquisito “materiale riservato”. “Sì, la Nato è
con cervello è superiore alla
quasi totalità dei più rinomati
cantanti e musicisti loro
è UK: POLEMICA SUI “PASSI”
A “Radio 3 Mondo” La “primavera A CRONISTI PER TORTA A MURDOCH
discussione”.
Si spera che sia
stata violata – hanno scritto su Twitter – e
abbiamo parecchio materiale riservato...
contemporanei. Se poi si ha
l’occasione di conoscerli, la
araba” Come abbiamo visto nella classifica di
YouTube, “l’assalto a Murdoch” è
davvero così. aspettatevi dati interessanti nei prossimi stima ed il rispetto per quello
Al dopo “primavera araba”, la contestazione iniziata in Eleonora Bianchini giorni”. “In questo momento siamo seduti su che fanno ed il come lo fanno
diventato un vero e proprio caso. E
Tunisia e che ha poi contagiato Egitto, Libia, Marocco, circa un gigabyte di dati della Nato, molti dei aumenta a dismisura.
ancora di più, queste episodio fa
Yemen e Bahrein, sarà dedicata la puntata di quali non possono essere pubblicati perchè Graziano
parlare perchè i due giornalisti che
“Radio3Mondo” , in onda questa mattina dalle 11.30 sarebbe da irresponsabili”, ha aggiunto
hanno filmato la scena della “torta di schiuma da barba”
alle 12.00. A Tunisi, dopo la cacciata di Ben Ali, manca- successivamente il gruppo. Anonymous ha è EVVIVA gli ELII e tutti
tirata da un comico addosso al capo di News Corp, si sono
no ancora pane e lavoro. Le elezioni che dovevano postato un documento di 36 pagine, datato quelli che godono al solo
visti ritirare le credenziali per entrare in parlamento. Il
tenersi questo fine settimana sono state posticipate, e in agosto 2007, che fa riferimento alla missione pensare che ci sono in giro
producer della Bbc Paul “Gobby” Lambert e il giornalista
molti guardano ancora verso le coste italiane col mirag- Isaf in Afghanistan e un altro, di 10 pagine, dei genii di tal fatta. E grazie
della Press Association Theo Usherwood sono incorsi nei
gio di un benessere che in Tunisia ancora non c’è. In datato gennaio 2008, che si riferisce ai per l’articolo. Non perché sia
rigori del comitato stampa parlamentare per aver rotto le
Bahrein, invece, la “rivoluzione delle Perle” va avanti in Balcani. Entrambi i documenti riportano i in qualche modo “vero” ma
regole che impongono i punti da dove i giornalisti possono
modo costante. Recentemente è stata liberata dopo due loghi della Nato e l’intestazione “Riservato”, perché è un bel modo di
mesi di carcere una giovane poetessa che durante i gior-
fare riprese. In loro difesa si è schierato una parlamentare,
ma la loro veridicità non è stata confermata. descrivere lo stupore della
ni caldi delle manifestazioni è diventata il simbolo della e tutto il popolo di Twitter. Alla fine il diritto di cronaca ha
Un rappresentante dell’Alleanza ha mia mente quando, mentre
"rabbia" contro il regime. Anna Maria Giordano farà il avuto la meglio: “Sono stata informata che i ‘passi’ sono
dichiarato: “Condanniamo fermamente la ascolto un loro pezzo, mi
punto con Giuliana Sgrena, editorialista del Manifesto, stati riautorizzati”, ha fatto sapere la Mensch .
diffusione di qualsiasi documento classificato, tolgono la sedia e mi ritrovo
in collegamento da Tunisi e con Bibi David, giornalista che può potenzialmente mettere in pericolo a ridere sul pavimento. Sia
e conduttrice radiofonica attualmente in Bahrein. la sicurezza dei cittadini, delle forze armate e con la musica sia con i testi.
Radiotre 11,30 degli alleati della Nato”. Rovandro
pagina 18 Venerdì 22 luglio 2011

SECONDO TEMPO

GIUSTAMENTE
PIAZZA GRANDE É di Bruno Tinti

GLI EVASORI?
SONO GLI ALTRI
Troppi scrupoli, siamo buoni R ecentemente mi sono occupato di fisco, crisi finanziaria,
debito pubblico. In tutti e tre i casi ho fatto riferimento
a quello che, a mio parere, ne è la causa: l’evasione fiscale.
di Maurizio Viroli lità, il mediocre ed effimero divismo migliori fra i migliori, sono andati trop- Ho fatto notare che basterebbe recuperare i circa 150
dei reality, la cessione del compito po in alto o si sono collocati troppo in miliardi evasi per anno per uscire rapidamente dalla crisi e
l vantaggio del male sul bene, spie-

I
ga Franco Cassano in L’umiltà del
male (Laterza), dipende dalla sua
antica confidenza con la fragilità
degli uomini. Il demagogo e il domi-
natore conoscono a fondo le debolez-
ze degli uomini e sanno volgerle a pro-
prio vantaggio. Il bene (chi lotta per la
libertà) è invece “così preso dall’ansia
di raggiungere le sue vette che spesso
finisce per voltare le spalle all’imper-
fezione dell’uomo, lasciandola tutta
nelle mani delle strategie del male. Chi
ha gli occhi fissi solo sul bene, spesso
ha deciso di non guardare altrove: l’ur-
genza di giudicare, di misurare l’essere
sul metro del dover essere, lo porta a
guardare con impazienza chi rimane
indietro, e tale mancanza di curiosità
lo porta alla sconfitta. Il male appro-
fitta della distrazione o della boria del
bene per mettere le tende e costruire
alleanze”.
GLI SPIRITI più elevati rischiano di
essere così davanti e più in alto rispet-
to ai propri simili da rimanere soli:
poche decine di migliaia contro in-
numerevoli decine di milioni, così da
sembrare, più che un modello da imi-
tare, qualcosa di inarrivabile e lonta-
no. Essi lasciano, in tal modo, un enor-
me spazio all’iniziativa di un potere
lucido e disincantato, interessato ad
esaltare ed assecondare la debolezza
degli uomini per farne l’alimento del-
la propria esistenza e stabilità. Come
insegna la Leggenda del Grande In-
quisitore, inI fratelli Karamazov di Do-
stoevskij, l’avversario più pericoloso
degli uomini nobili e forti non sono
necessariamente gli uomini meschini
interessati al proprio potere, ma uo-
mini che rifiutano di salvarsi insieme
ai pochi e rivendicano il valore dell’
umiltà che permette loro di stare dav-
vero con gli ultimi, di confrontarsi
con la loro debolezza e il bisogno di
certezze e di sottomissione (p. 18).
SE I MIGLIORI non impareranno ad
aspettare e a capire i peggiori, l’eman-
cipazione sarà non solo triste ma im-
possibile, anche perché la capacità
del male di coltivare ed esaltare la de-
bolezza dell’uomo ha assunto da tem-
po forme nuove: “ al posto della sog-
gezione si afferma l’atteggiamento ap-
parentemente opposto, l’esibizione
invereconda del sé, la rivendicazione
della propria rozzezza come una qua-
dell’educazione agli eroi della società
dello spettacolo. E l’eroe del nostro
tempo è quello che, dismesso come
arcaico e repressivo ogni scomodo
confronto con i principi, scambia la
democrazia con l’esibizione della pro-
pria volgarità”. I Grandi Inquisitori del
nostro tempo, sottolinea Cassano,
non rinviano alla salvezza eterna, ma
“agli orgasmi del presente, non custo-
discono verità rivelate e il potere di un
apparato, ma sono ‘democratici’, ri-
petono al popolo che ha sempre ra-
gione”.
Denunciato il vizio, Cassano disegna
con tratti nitidi anche il rimedio. È as-
solutamente vitale, scrive, trovare for-
me di intersezione tra l’utile e il bene e
“conquistare alleati ‘interessati’ al be-
ne”. Occorre inoltre smettere di guar-
dare con supponenza dimensioni del-
l’umana debolezza quali “il bisogno di
protezione, l’affidarsi al rito e alla festa,
il desiderio di ridere, la fede nell’aiuto
della fortuna”.
CASSANO ha ragione da vendere e
il suo insegna-
mento è parti-
colarmente op-
portuno in un
paese come l’I-
talia dove i peg-
giori trionfano
da anni sui mi-
gliori grazie al-
la loro abilità di
sfruttare a pro-
prio vantaggio
le debolezze
dei molti. Ma è
poi vero che la causa principale delle
sconfitte del bene è che i migliori so-
no troppo in alto e troppo distanti ri-
spetto ai molti? A me pare che la de-
bolezza del bene dipenda invece dal
fatto che i migliori non sono abbastan-
za in alto e abbastanza distanti dai mol-
ti e quindi non sono in grado di svol-
gere con efficacia l’ufficio proprio di
una vera élite politica, ovvero guidare
con l’esempio, esortare, ammonire,
educare.
Abbiamo appreso, cito soltanto un ca-
so fra i tanti, che l’assessore Boeri e il
sindaco Pisapia hanno approvato un
accordo di programma sulle aree espo-
sitive per l’Expo di Milano del 2015, da
molti giudicato un’indegna cementifi-
cazione della già cementificata città
lombarda. Orbene, Boeri e Pisapia, i
basso rispetto agli interessi particola-
ri?
È VERO che per battere il demagogo
bisogna conquistare la zona grigia do-
ve vivono milioni di uomini e di don-
ne che non sono cittadini irrepren-
sibili ma neppure corrotti incalliti. Ma
nella zona grigia ci sono anche molti
che sono stati ingannati dal demagogo
e altri che non si schierano con i mi-
gliori perché non si fidano e non li
reputano sufficientemente diversi da-
gli altri. Ha più possibilità di portare
gli uni e gli altri dalla parte giusta, un’
élite che sa distinguersi nettamente
dal demagogo, dice sempre la verità e
dimostra con i fatti la propria coeren-
za o un’ ‘élite’ che tende a confon-
dersi con i molti?
L’umiltà insidiosa del male non si vin-
ce né con la virtù timida, né con la
virtù altezzosa, ma con la vecchia ma
sempre affidabile virtù senza agget-
tivi fatta di intransigenza e di saggez-
za.
viroli@princeton.edu
Il male è ovunque, i giusti
dovrebbero occuparsi di più
degli uomini, scrive Franco
Cassano. Ma la sfida si vince
con una virtù fatta di
intransigenza e di saggezza
A sinistra, Stefano Boeri. In basso, Fabrizio Cicchitto (FOTO EMBLEMA) gettito che proviene da quelli che le imposte
per sanare il debito pubblico; che la manovra finanziaria
adottata, a parte la vigliaccata di rinviare gli interventi più
significativi al 2013 e al 2014 (a legislatura finita, dopo di me
il diluvio), si distingue per tagli alle spese e inasprimento
fiscale gravanti in particolare sui cittadini più poveri, in
particolare lavoratori dipendenti e ai pensionati; e
soprattutto ho fatto ossessivamente riferimento ai dati
forniti dal ministero delle Entrate relativi alla dichiarazione
dei redditi del 2010: l’88% dei contribuenti è costituito da
lavoratori dipendenti e pensionati che pagano il 93% del
gettito fiscale; il residuo 12% è costituito dai lavoratori
autonomi, cui si deve il restante 7% dell’entrata tributaria.
Siccome è impossibile che professionisti, artigiani,
commercianti e piccoli imprenditori siano così pochi; e
soprattutto è impossibile che paghino così poche imposte, ne
ho dedotto che l’evasione fiscale è in gran parte dovuta al
cosiddetto popolo della partita Iva. Convinzione avvalorata
da un dato che non avevo citato: i commercianti denunciano
mediamente 17.703 euro all’anno; e gli alberghi e ristoranti
12.643 euro. Il che significa che, dopo aver pagato le
imposte, questa gente vivrebbe con 1.000, 800 euro al mese.
Le reazioni sono state numerose e quasi tutte di segno
negativo: “Sono un professionista, pago fino all’ultima lira”;
“sono costretto a evadere se no non vivo”; etc etc. Tra tutte,
una in particolare mi ha colpito: “Si è vero, evado le imposte;
ma poco. C’è chi le evade molto più di me. Cominciate a
occuparvi di quelli”. Della serie: la vera evasione è quella
degli altri. Che è come se un ladro di automobili dicesse al
giudice: “Ma ci sono tanti ladri che hanno rubato di più; e poi
ci sono rapinatori e assassini; perché ve la prendete con
me?”. Come se l’omicidio giustificasse il furto. Ricordo che la
mia risposta era sempre: “Intanto mando in galera te; mi sto
anche dando da fare con 3, 4 imputati di omicidio; e fra un
po’ manderò in galera anche loro”. A parte questo, resta il
fatto che, come diceva Totò, è la somma che fa il totale. E
sono i milioni di piccole e medie evasioni fiscali che ci
sottraggono ogni anno più o meno lo stesso
le pagano. E che oggi sono costretti a
pagarne di più perché l’evasione fiscale degli
altri ha portato il paese alla bancarotta.
In ogni modo, “lui è più cattivo di me” ha
funzionato bene non solo nel settore
fiscale. B ha governato il paese per circa 10
anni su 15; e nel frattempo ha commesso un
numero impressionante di reati (ricordo che
la prescrizione non è un’assoluzione). Un
mio caro amico che, purtroppo era un suo
accanito estimatore, quando lo mettevo
con le spalle al muro con l’argomento
giudiziario, finiva sempre con il dirmi: “Sì,
ma Agnelli allora?” E io sempre gli dicevo:
non lo so cosa ha fatto Agnelli; e secondo
me non lo sai nemmeno tu. Ma se anche
Agnelli fosse stato un delinquente della
peggiore specie, due malfattori non fanno
un uomo onesto, anzi.

LETTERA DALL’ESILIO di Flavia Perina

C aro Direttore, il voto

di martedì su Alfonso
Papa ha seppellito l’estre-
mo tentativo del Cavaliere
di rifugiarsi nelle furbe-
sche dinamiche antipoliti-
che che gli sono congenia-
li. Contro la richiesta di ar-
resto, il Cavaliere poteva
cercare un accordo alla lu-
ce del sole con i suoi par-
tner di governo. Poteva ra-
gionare con i Radicali o con
l’Udc in nome del garanti-
smo. Poteva appellarsi alla
libertà di coscienza, chie-
dere alle opposizioni di
non dare “ordini di scude-
ria” e cercare apertamente
un sostegno trasversale al-
la tesi del carattere perse-
cutorio della richiesta dei
magistrati. Invece ha agito
in coerenza con il suo esi-
bito disprezzo del Parla-
mento e di chi ci lavora. Ha
pensato che nel segreto
dell’urna la pavidità, l’i-
stinto di conservazione, la
solidarietà di casta e so-
prattutto il terrore di una
crisi al buio avrebbero
La demagogia della
paura è al capolinea
spinto gruppi consistenti
di deputati a sostenere la
sua linea, tradendo le posi-
zioni assunte pubblica-
mente. Ancora una volta,
come già successe un anno
fa ai tempi della espulsione
dei finiani, ha sbagliato i
suoi conti. Non solo in ter-
mini numerici.
Quel che il Cavaliere non
ha capito, non può capire,
è che la demagogia della
paura non basta più a di-
fendere lo status quo nem-
meno a Montecitorio. Il
messaggio che ha ossessi-
vamente diffuso nell’ulti-
ma settimana – “Finirete
tutti in balia dei magistrati,
come nel ’92, se non aiutate
Papa” – è scivolato sull’ac-
qua esattamente come i ter-
rorizzanti allarmi sull’in-
vasione di punkabbestia,
gay e islamici che hanno
segnato la campagna del
centrodestra a Milano. An-
zi, quell’allarmismo esage-
rato e infondato, ha risve-
gliato una sorta di orgoglio
primordiale, l’urgenza e l’i-
stinto di distinguersi, di
prendere le distanze dalla
logica del “siamo tutti nella
stessa barca”. Perché do-
vremmo esserci? Non sia-
mo tutti Papa, o Milanese, o
Romano, o chiunque altro
in questi giorni è alle prese
con guai giudiziari di serie
A.
Nel voto di martedì, nella
scelta di Maroni e del suo
gruppo di rifiutare giochet-
ti sottobanco, nella tenuta
del Pd e dell’Udc, nella non
facile coerenza di Fli dove il
garantismo (vero) è un te-
ma sentito, io vedo un se-
gnale di risveglio della po-
litica contro il premier che
più l’ha disprezzata e mal-
trattata, pensandola come
un gregge di professionisti
del niente, “persone che
non hanno mai lavorato,
che non hanno combinato
altro che prendere i soldi
dei cittadini”, come ha gri-
dato ai quattro venti in ogni
occasione utile.
Quelle parole adesso si ri-
torcono contro il presiden-
te del Consiglio. Il Parla-
mento, messo davanti al bi-
vio se identificarsi con il
“racconto” berlusconiano
della politica stracciona e
ladra, restando aggrappato
al Titanic degli attuali equi-
libri, oppure chiamarsi
fuori in modo plateale e
forse definitivo, ha fatto la
sua scelta. E il silenzio di
ghiaccio che ha accolto l’e-
sito della votazione, la rapi-
da fuga dall’aula di quasi
tutti, le lacrime di alcune
deputate, il surreale spetta-
colo dei corridoi, della bou-
vette, del cortiletto già vuo-
ti mezz’ora dopo un voto
che in altre occasioni
avrebbe suscitato infinite
chiacchiere e commenti,
parlano di uno strappo
molto più significativo e
profondo di quello che ap-
pare nei resoconti giorna-
listici del day after.
N eppure nel segreto
dell’urna il Cavaliere
riesce più a tutelare i suoi
interessi, così come nean-
che con la costituzione del-
l’armata Brancaleone dei
“Responsabili” è stato in
grado di tenere in piedi la
maggioranza in decine di
votazioni, dal dicembre
scorso ad oggi.
Anche il Pdl è consapevole
del baratro che si è aperto.
L’invettiva con cui il capo-
gruppo Fabrizio Cicchitto
ha denunciato la mancan-
za di segretezza del voto,
minacciando sfracelli e ab-
bandoni dell’aula se non si
cambierà sistema, rivela la
disperata necessità di ne-
gare l’evidenza di una libe-
ra scelta dei singoli e dei
gruppi. È indispensabile
nascondere ciò che davve-
ro emerge dalla giornata di
martedì: i partiti, tutti tran-
ne quello del premier-pa-
drone, si sono ripresi il get-
tone che avevano poggiato
sul tavolo del Cavaliere e ri-
cominciano a giocare in
proprio. Magari sono in-
certi, spaventati, insicuri,
probabilmente non hanno
una visione chiara del “do-
po”, l’idea del voto conti-
nua a terrorizzarli, ma pre-
feriscono tuffarsi dalla na-
ve di Silvio piuttosto che
aspettare il naufragio.
Venerdì 22 luglio 2011 pagina 19

SECONDO TEMPO

MAIL BOX
LA VIGNETTA

Tedesco ha tradito
gli elettori: dimissioni!
Giuro che domani mattina neppu-
Furio Colombo

re esco di casa! Con quale corag-
gio potrei farlo dopo quanto av-
venuto martedì nel Senato della
Repubblica dove, i rappresentanti
del Partito che da sempre ha avu-
to la mia indiscussa e sincera fidu-
cia, a cui in ogni tornata elettorale
senza tentennamenti o dubbi di
sorta ho con convinzione affidato
il mio mandato di Cittadino della
Repubblica Democratica, confi-
dando nella assoluta onestà e tra-
sparenza dell'operato dei Candi-
dati componenti sia del Parlamen-
to che del Senato, mai e ribadisco
mai, avrei potuto attendermi un
simile tradimento poi in un mo-
mento tanto delicato per il Paese!
Mi vergogno profondamente, co-
me Cittadino di questa Repubbli-
ca in agonia ma, soprattutto oggi
di essere un Democratico di Sini-
stra! Come è potuta accadere una
simile nefandezza? Se il Senatore
Tedesco non si dimette immedia-
tamente, diverremo lo zimbello di
tutto il Paese, saremo considerati
addirittura in modo peggiore dei
componenti la Casta ed a ragione,
in effetti i Senatori del Pd che han-
no votato in maniera difforme ri-
spetto a quanto statuito a livello di
Partito, dovrebbero essere accu-
sati di Alto Tradimento rispetto al
Mandato ricevuto dagli Elettori! Il
Partito avrebbe il dovere di indi-
viduarli e subito dopo cacciarli
con ignominia per Indegnità di ap-
partenenza. Forse io dico cose
sciocche ed irrealizzabili ma, sono
certo di interpretare il pensiero
rabbioso di Milioni di Italiani vicini
alla Sinistra delusi, anzi incazzati
per quanto accaduto, sicuramen-
te frutto di un lassismo di matrice
Veltron-Dalemiana che negli ulti-
mi decenni ha causato sfracelli, ul-
timo in ordine di tempo, il caso di
Filippo Penati a Milano. Sarebbe
ora di dire basta!
Renzo Tassara
Diritto di Replica
7 A DOMANDA RISPONDO
IN AFGHANISTAN?
aro Furio Colombo,
C vorrei tanto che mi spiegasse sul
nostro giornale perché noi siamo in
Afghanistan, un paese che non ci ha
fatto nulla e al quale noi non abbiamo
fatto nulla, salvo seguire la corrente
dell’ONU. Siamo a 40 morti, 40 vite
giovani spezzate per quella che
chiamano “operazione di pace”. E se
fosse guerra che cosa farebbero gli
afghani contro di noi? E noi contro gli
afghani? Per favore mi spiega il perché?
Luigia
MISSIONE dei governi e dei media
dovrebbe essere non far mancare mai il contesto
delle notizie ai cittadini. In questo caso la notizia,
tragica, è la morte di un altro soldato italiano,
ucciso in Afghanistan. Il contesto, mi permetto di
spiegare un po’ pedantemente e, non è la ragione
(perché siamo in Afghanistan) e non è il giudizio
(giusto, sbagliato che ci siano soldati italiani in
Afghanistan ). Il contesto è ciò che viene prima e
che ci ricorda come sono accaduti i fatti. Prima
viene un attentato terroristico senza precedenti,
per strategia, grandiosità e vittime, negli Stati
Uniti (l’attacco alle Torri Gemelle, i tremila morti).
Poi c’è una risposta di tutto il mondo legato in un
modo o nell'altro (amicizia, valori, interessi) con gli
Stati Uniti, che si riassume nella frase che ha fatto
il giro del mondo: “Siamo tutti americani”. Qui, in
questo punto, si forma una decisione che avrebbe
potuto essere diversa: il governo americano di
quel periodo (presidente il conservatore George
W. Bush ) aveva a disposizione un cerchio
fortissimo di solidarietà mondiale e di unità molto
grande nel suo Paese, un Paese, occorre ricordare,
che non ha registrato un solo incidente o
aggressione anti-araba o anti-islamica fra i suoi
cittadini (esempio: la moschea di New York non è
mai stata chiusa e non ha mai avuto bisogno di
protezione della polizia ). Bush non ha voluto
usare questo capitale di straordinario valore
umano dentro e intorno all’America colpita. Aveva
PERCHÉ
una grande potenza economica e militare, e
senza esitare in tentativi di prevedere esiti e
conseguenze, ha buttato nella guerra tutta la sua
forza. Ha chiesto aiuto agli alleati sostenendo di
sapere con sicurezza assoluta quale era il male,
dov’era e come si poteva rapidamente annientare.
Le Nazioni Unite hanno creduto – insieme con
tutti i membri del Consiglio di sicurezza – che una
guerra rapida e unitaria (tutti gli alleati insieme
all’America colpita così duramente) sarebbe stata
la risposta. Pochissimi si sono opposti nel mondo.
La guerra in Afghanistan non è stata né breve né
utile e continua ancora. Ma non dimentichiamo
che a questa avventura ne è seguita un’altra, la
guerra all’Iraq, iniziata e condotta per ragioni
sbagliate, motivazioni false (con il sostegno
cruciale del primo ministro inglese e leader
laburista Tony Blair), un’impor tante
partecipazione militare (e pagamento di vite
umane) dell’Italia, e nessun risultato, salvo
l’eliminazione di Saddam Hussein. Barack
Obama, l’attuale presidente degli Stati Uniti, è
stato eletto con l'impegno di finire le due guerre.
Lo sta facendo con molto ritardo e solo in parte. In
Afghanistan i due schieramenti militari (uno Nato
e uno a guida americana) sembrano continuare la
propria missione, che dovrebbe essere di
pacificazione, in un vuoto di visione politica e di
risultati. Poiché esiste un’alleanza, è con gli alleati
che si deve discutere il ritorno a casa dei soldati
dei diversi Paesi. Alcuni governi lo hanno fatto o lo
stanno facendo (e del resto l’opinione pubblica
americana chiede da tempo il ritorno dei soldati
americani e il presidente Obama ha annunciato
un rientro dal 2012). Il governo italiano non ha
detto nulla, non ha chiesto nulla, non ha dato
notizie né al Parlamento né ai cittadini. Si dirà che
è un cattivo governo. Lo è. Ma i soldati italiani
continuano a morire e diventa sempre più difficile
spiegare perché.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
00193 Roma, via Valadier n. 42
lettere@ilfattoquotidiano.it
profilo professionale pienamente
adeguato per ricoprire l’incarico;
f) Non esiste alcun clan bresciano.
Di tutti i nomi citati solo Albertini
e Ghilardi sono bresciani. Filisetti
è bergamasco, Zennaro padova-
no, Nunziata novarese.
A) Nel prendere atto che Marco
Felisetti non è parente del marito
del ministro Gelmini, rileviamo che
l’ufficio stampa del ministro Gelmini
non spiega quali siano i motivi e i
meriti per cui un settore
delicatissimo del dicastero di Viale
Trastevere sia stato affidato a un
funzionario dell’amministrazione
provinciale di Bergamo, se non
quelli derivanti dall’essere
esponente politico della corrente
del ministro;
b) In merito all’avvocato Nunziata
nessuno si è mai sognato di scrivere
che fosse coinvolto nell’inchiesta
sulla “Cricca”, come anche a lui
specificato telefonicamente. Abbia-
mo semplicemente segnalato la
quantità di arbitrati condotti dalla
persona in questione. La domanda
che ci poniamo ora: nonostante il
suo importantissimo e gravoso inca-
rico al Ministero, continua ancora a
svolgere arbitrati? Se sì, speriamo
e) L’ufficio stampa del ministro Gel-
mini, diretto dal dr. Zennaro, non
spiega affatto i motivi per cui il por-
tavoce del ministro diventi direttore
generale del Miur, non solo della co-
municazione, ma anche del settore
studenti, a parte l’effetto del più
che raddoppio immediato del suo
stipendio iniziale;
f) L’ufficio stampa del ministro Gel-
mini su un punto ha ragione. Non
esiste alcun clan bresciano. Esiste
solo un clan di “fedelissimi” del mi-
nistro Gelmini in settori istituzionali.
E non è una bella cosa.
Ps: ma se tutto è a posto, come so-
stiene l'ufficio stampa del ministro
Gelmini, ma perché il ministro della
Pubblica istruzione non risponde al-
le interrogazioni che gli vengono po-
ste su queste vicende in Parlamen-
to?
Cordialmente,
Sara Nicoli
I nostri errori
Per un refuso ieri la data di nascita
di Indro Montanelli è risultata il
1911 anziché il 1909. Ce ne scu-
siamo con i lettori.
Maria Elena Valanzano, ex assi-
stente parlamentare di Alfonso

Caro Direttore, le scriviamo per
esprimere il nostro rammarico.
Alcuni giorni fa in un paio di ar-
ticoli si è citato il nome di Sergio
Piccini, riportando vecchie di-
chiarazioni rilasciate a suo riguar-
do anni dopo la sua scomparsa.
Esse vertono sui suoi rapporti
con la politica (ambito di per sé
inerente al suo lavoro). Il nostro
congiunto è scomparso nel 2000,
incensurato, per una fatalità (un
incidente in autostrada) e già dal
1997 non era più responsabile
delle relazioni esterne di Parma-
lat. È morto tre anni e mezzo pri-
ma del crac della azienda di Parma.
È lecito domandare, dopo undici
anni e oltre, che egli possa ripo-
sare in pace e che sua moglie e i
suoi figli possano veder tutelata la
sua memoria? Non siamo in grado
di entrare nel merito, purtroppo:
solleviamo solo una questione di
misura e se possibile di rispetto
verso chi non ha voce. Certi che
potrà comprendere, cordialmen-
te,
la famiglia di Sergio Piccini
Abbiamo il massimo rispetto per il
Vostro dolore, qualche volta il
dovere di ricostruire in modo
esauriente una vicenda impone
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rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
IL FATTO di ieri22 luglio 1911 è, dal 1993, dipendente della Pub-
blica amministrazione. La Corte
che questo avvenga non in orari
d'ufficio;
Papa non è indagata nell’inchiesta
di Napoli sulla P4 – come erro-
Un teatro tutto di legno, piantato sul mare come una dei Conti ha stabilito che ricopre c) L’ufficio stampa del ministro Gel- neamente riportato ieri in un ti-
chiatta, infilato nel vecchio porto e collegato alla a pieno titolo il suo incarico al mini non spiega quali siano i motivi tolo in pagina 3 – ma è stata ascol-
terraferma da un elegante pontile ligneo. Un gioiellino Miur ; e i meriti per cui uffici delicatissimi tata dai magistrati come persona
architettonico che nella Bari degli anni ’10, già illuminata b) L’avvocato Nunziata, Capo di del Miur, di importanza strategica, informata sui fatti. Ce ne scusia-
dalla luce elettrica e attraversata dai primi tramway, per gabinetto, è totalmente estraneo siano stati affidati a un bi-laureato, mo con i lettori e con l’interessa-
tutti era il Varietà Margherita, cabaret sull’acqua, unico all’inchiesta sulla scuola Mare- se non quelli di essere il tesoriere ta.
nell’Europa della Belle Époque. Eccentrico scialli di Firenze ed il suo arbitrato della fondazione politica del mini-
palcoscenico-palafitta con spettacoli d’arte varia, sulla stessa è stato confermato in stro stesso;
ballerine, sciantose, acrobati e artisti di grido, da pieno dalla Corte d’Appello di d) Nessuno si è mai sognato di scri-
Petrolini alla “gran stella italiana Bianca Aurora. Uno Roma; vere che il dottor Albertini non è sta-
scintillante ritrovo osè raso al suolo, a un anno dal c) Massimo Ghilardi, come ha sta- to prosciolto dai procedimenti in cui IL FATTO QUOTIDIANO
vernissage, da un fulmineo, devastante incendio, la bilito la Corte dei Conti, ha pieno è stato coinvolto, anzi si è scritto il via Valadier n. 42 - 00193 Roma
notte del 22 luglio 1911, in cui arredi, quinte e costumi di titolo per ricoprire la carica di di- contrario; lettere@ilfattoquotidiano.it
scena finirono in una catasta fumante. Vita breve per il rigente semplice poiché, oltre ad
Margherita, ricostruito in tempi record e diventato, nel essere in possesso di due lauree,
’14, delizioso Kursaal, in linea col sinuoso Liberty barese ha riconosciute competenze di Direttore responsabile
del tempo. Talmente bello da essere requisito nel ’43 amministrazione. Per poter rico-
dall’esercito anglo-americano, pronto a trasformarlo in prire la posizione di dirigente del Antonio Padellaro
Garrison Theatre, club di entertainment per le truppe settore della ricerca infatti è ne- Vicedirettore Marco Travaglio
alleate. Bombardato poi dai tedeschi, l’antico caffè cessario possedere competenze
chantant, dopo anni di abbandono, sembra oggi avviato, amministrative e non scientifi- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
a un secolo dal rogo del 1911, a un suo nuovo splendore. che; Progetto grafico Paolo Residori
Giovanna Gabrielli d) Il dott. Alberto Albertini è sta- Redazione
to totalmente prosciolto dai pro- 00193 Roma , Via Valadier n°42
cedimenti in cui era stato coinvol- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
purtroppo di menzionare anche chi ministero dell’Istruzione, dell’U- to; e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
non c’è più. niversità e della Ricerca precisa e) Il Direttore della comunicazio-
Ferruccio Sansa che: ne Massimo Zennaro è da dieci Editoriale il Fatto S.p.A.
a) È destituita di qualsiasi fonda- anni nella pubblica amministrazio- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
In merito all’articolo del Fatto mento l’affermazione che Marco ne, con incarichi da funzionario Presidente e Amministratore delegato
Quotidiano dal titolo “Brescia è Filisetti, direttore generale del apicale, dirigente e direttore ge- Giorgio Poidomani
con Mariastella” del 19 luglio a fir- Miur, sia parente del marito del nerale. Anche in questo caso la Consiglio di Amministrazione
ma Sara Nicoli, l’ufficio stampa del ministro Gelmini. Marco Filisetti Corte dei Conti ha ritenuto il suo Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
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