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:
MARCO TRAVAGLIO
I V
più volgari, ma anche i più comici sono
i camerieri di B.. Hanno passato gli ul-
timi trent’anni a leccargli i tacchi col
rialzo in cambio di lauti stipendi, com-
prensivi di risarcimento per le facce e le
dignità perdute. E ora che la pacchia è
finita domandano: “Adesso che faranno e co-
me camperanno gli antiberlusconiani?”. Ma
preoccupatevi di che farete e come camperete
voi, poveretti. Noi esistevamo prima, a Dio
piacendo esisteremo anche dopo e da parec-
chi anni, dalla fine del suo ultimo sgoverno nel
2011, ci occupavamo felicemente d’altro. Siete
voi che dovete trovarvi un nuovo paio di tacchi
col rialzo da leccare, sperando che la paghetta
per i servizietti sia altrettanto generosa. Noi
continueremo a fare con onestà e dignità il no-
stro mestiere di raccontare, denunciare e ri-
cordare. E cominciamo qui oggi rendendo o-
maggio ai rari italiani che non hanno piegato
la schiena, ma hanno usato la lingua per urlare
i misfatti politici, morali e penali (quelli accer-
tati dalla Cassazione sono a pag. IV di questo
Speciale) del Delinquente che sequestrava l’I-
talia per farsi gli affari suoi, anziché restarsene
accucciati nelle comfort zone dell’indifferen-
za, del conformismo, del cerchiobottismo, del
paraculismo tutto italiano che si fa chiamare
“terzismo”. Altro che guadagnarci: i pochissi-
mi politici, magistrati, giornalisti, intellettua-
li, artisti, persone comuni che si sono messi di
traverso sulla via di Arcore sfidando lo smi-
surato potere del Caimano hanno pagato
prezzi altissimi per difendere i princìpi costi-
tuzionali e non voltarsi dall’altra parte: licen-
ziamenti, disoccupazioni, mobbing, censure,
editti bulgari, isolamenti, rinunce, ostracismi,
cause penali e civili milionarie, rovine e danni
aziendali, insulti e irrisioni su tv e giornali, ca-
lunnie, ricatti, spionaggi, minacce, persino
violenze fisiche. Nel Paese di Sottosopra che B.
ha edificato e gli sta sopravvivendo, pare che il
problema non fosse lui, ma chi l’ha contrasta-
to. Noi non dimentichiamo. E rimettiamo su-
bito le cose al loro posto: chi aveva torto e chi
ragione, chi è l’aggressore e chi gli aggrediti.
BARBARA SPINELLI
ale la pena prendere le di-
stanze dal lutto nazionale,
quando canuti rappresen-
tanti dell’es tablishment
giornalistico e arcivescovi
confusamente riluttanti evo-
cano con frasi piene di caritatevole delica-
tezza, e di nostalgia, l’epoca della propria
bella gioventù all’ombra di Berlusconi. Co-
me se rendessero segreto omaggio a quella
gioventù, più che al defunto.
Hanno preso le distanze Rosy Bindi e poi
Tomaso Montanari, unico a rifiutare la ban-
diera a mezz’asta nella propria università. Si è
rifiutato di partecipare alle esequie Giuseppe
Conte, unico leader a tenersi alla larga da
quello che ha chiamato, correttamente, il “pa-
rossismo celebrativo” dei giorni scorsi. C’è
stato chi, inarcando sdegnoso le sopracciglia,
gli ha ricordato che Almirante andò alle ese-
quie di Berlinguer. Come se il paragone aves-
se senso. Come se tutti dovessimo per forza
temere il famoso “Berlusconi in noi”.
a 2,00 - Arretrati: a 3,00 - a 14,00 con il libro 'Confessioni di un ex elettore'
Di Berlusconi si ricordano le gesta, ma se-
lettivamente. Si trascura l’essenziale, e cioè
come si arricchì, da bancarottiere che era, ac-
cumulando immani ricchezze. Si tacciono i
patti con la mafia, stretti dal 1974 al 1992 da
Dell’Utri, in suo nome (sentenza definitiva
della Cassazione, 2014). Si parla di come sdo-
ganò l’estrema destra, prima che Fini ripu-
diasse il fascismo, ma si tace su ben più cru-
ciali e ramificati sdoganamenti, che hanno
trasformato antropologicamente l’Italia.
Nel vocabolario Treccani sdoganare signi-
fica, per estensione, rendere socialmente ac-
cettabile un comportamento precedente-
mente condannato, censurato. Berlusconi ha
reso oggi del tutto accettabili: l’ingresso in
politica come arte per far soldi; la corruzione
e l’abuso d’ufficio come peccatucci veniali (il
disegno di legge annunciato il giorno dei fu-
nerali cancella l’abuso); la libertà di voto de-
gradata a elezionismo e arbitrariamente e-
quiparata alla democrazia costituzionale.
SEGUE A PAG IV
II l SPECIALE IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

NOI NON DIMENTICHIAMO •

I tre pretori.Nel 1984 i pretori di Torino, Pe-

scara e Roma, Giuseppe Casalbore, Nicola
Trifuoggi ed Eugenio Bettiol, sequestrano gli
impianti che consentono alle tre reti Fininve-
st le trasmissioni illegali in “interconnessione” e di-
spongono che rientrino nella legalità irradiando
programmi in orari sfasati da una regione all’altra. B.
“auto-oscura” le sue tre reti, fingendo che i giudici
gliele abbiano “spente” e aizzando il popolo dei Puffi,
L’INCHIESTA
Il Paese di Sottosopra
Ecco i rari italiani che non
hanno piegato la schiena,
ma che, per essersi messi
di Dallase di Uccelli di rovocontro la magistratura. Il
premier Bettino Craxi interrompe una visita a Mar-
garet Thatcher per rientrare in Italia, convocare un

di traverso al Caimano,
Consiglio dei ministri straordinario e varare il primo
“decreto Berlusconi”, opera di Giuliano Amato, che
legalizza ex postl’illegalità dell’amico Silvio e neutra-
lizza le ordinanze dei pretori. Persino la Dc vota per
l’incostituzionalità del decreto. Che decade. Cosi i hanno avuto guai: persone
comuni, intellettuali, artisti,
pretori tornano a imporre la legge e il Cavaliere a “o-
scurare” i suoi network, con annessa campagna vit-
timistica. Ma subito Craxi vara il secondo “decreto

magistrati e giornalisti
Berlusconi”, minacciando i partiti alleati con la crisi
di governo e le elezioni anticipate in caso di nuova
bocciatura. Craxi verrà ricompensato da B. con bo-
nifici miliardari.
Il pool Mani Pulite. I pm Antonio Di Pietro,

I CORAGGIOSI
Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Francesco
greco e Paolo Ielo, coordinati da Francesco Saverio
Borrelli e Gerardo D’Ambrosio, iniziano a indagare
sui grandi gruppi imprenditoriali, fra cui varie socie-
tà Fininvest, fin dal 1992, ben prima dell’ingresso in
politica di B. Vengono linciati dalle reti Fininvest, de-
nunciati e inquisiti per un totale di oltre 100 indagini
dalla Procura di Brescia, quasi sempre su denuncia
dei loro inquisiti (molti del giro berlusconiano), ma
alla fine sempre archiviati, prosciolti o assolti. Di Pie-

CHE SI SONO
tro sarà costretto a dimettersi nel 1994, subito dopo
aver inquisito il premier B. per le tangenti alla Guar-
dia di Finanza, da un ricatto su dossier passati per le
mani di Paolo Berlusconi e Cesare Previti.
Indro Montanelli. Alla fine del 1993 B. decide di
entrare in politica e chiede a Indro Montanelli di so-
stenerlo sul Giornale che ha fondato nel 1974 e di cui
poi il Cavaliere è divenuto l’editore. Il grande gior-
nalista rifiuta, denuncia il conflitto d’interessi che sta

OPPOSTI A B.
per crearsi e viene insultato sulle reti Fininvest uni-
ficate dai vari Sgarbi e Fede. L’8 gennaio 1994 Ber-
lusconi, scortato da Antonio Tajani, arringa l’assem-
blea dei giornalisti in assenza e all’insaputa di Mon-
tanelli per aizzarglieli contro. Lui si dimette con una
quarantina di loro e fonda la Voce, sostituito a Vit-
torio Feltri. Non smetterà mai di denunciare, sulla
Voce e sul Corriere, il conflitto d’interessi del suo ex
amico, il suo “regime mediatico” (definizione che
condivide con un altro grande liberalconservatore,

Giovanni Sartori) e la sua la “destra del manganello”.
Fino alla morte, fra le minacce e gl’insulti dei berlu-
sconiani, nel 2001.
Gianfranco Mascia. Il giovane attivista all’inizio
del 1994 fonda il movimento Bo. Bi. (Boicotta il Bi-
scione). E viene subito aggredito e violentato da un
commando mascherato mai identificato. Sarà tra gli
animatori del Popolo Viola, figlio dei Girotondi, che
il 5 dicembre 2009 organizzerà a Roma il “No Ber-
lusconi Day”.
Edoardo Pizzotti. Direttore degli affari legali di
Publitalia, viene licenziato a fine ‘94 dopo aver rifiu-
tato di coprire le attività illegali per nascondere le fal-
se fatture di Dell’Utri&C.. Due mesi dopo viene con-
vocato come teste dalla Procura di Torino nel pro-
cesso a Marcello Dell’Utri per le false fatture di Pu-
blitalia. Il giorno dopo la sua deposizione viene av-
vicinato in pieno giorno a Milano da due tizi con forte
accento meridionale che lo minacciano: “Ti faccia-
mo scoppiare la testa...”. Da allora inizia a ricevere te-
lefonate mute sull’apparecchio di casa. Alcune pro-
venienti, tabulati alla mano, dal suo ex ufficio di Pu-
blitalia.
Stefania Ariosto. È la fidanzata di Vittorio Dotti,
avvocato milanese di B. e capogruppo di FI alla Ca-
mera. Viene convocata nel 1995 dalla Gdf che indaga
su alcuni misteriosi libretti al portatore da oltre 100
miliardi di lire usati da B per pagamenti anonimi. E
racconta alla pm Ilda Boccassini, che la copre come
“teste Omega”, i rapporti illeciti di Cesare Previti,
l’avvocato romano di B., con diversi giudici romani. Il
23 dicembre riceve un pacco dono con dentro un co-
niglio scuoiato e sgozzato che galleggia nel sangue, e
un biglietto d’auguri: “Buon Natale”. Nel marzo
1996, alla vigilia delle elezioni, B. e Previti sono in-
dagati per corruzione giudiziaria e il giudice Renato
Squillante viene arrestato. La Ariosto subisce mi-
nacce private e da linciaggi pubblici dalla stampa e
dall’entourage del Cavaliere: “mitomane”, “esaltata”,
“cortigiana”, “serial killer e avventuriera”, “Pompa-
dour”, “boccuccia di rosa”, “donna squinternata, ma-
lata di protagonismo e del complesso di Erostrato”.
Anche Boccassini verrà linciata e calunniata per anni
E HAN PAGATO
» Gianni Barbacetto, Maddalena Oliva e Marco Travaglio
dall’orchestra nera berlusconiana. E, come lei, tutti i
magistrati che oseranno indagare, processare e fi-
nanco condannare B. e i suoi cari. Dal giudice civile
Raimondo Mesiano (pedinato dalle telecamere di
Canale 5 per deriderlo come un mezzo matto per i
suoi calzini turchesi) al gip Andrea Padalino, dai pm
Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo ai presidenti
Luisa Ponti, Paolo Carfì e Alessandra Galli, fino ad
Antonio Esposito (presidente di sezione della Cas-
sazione che nel 2013 firma la prima e unica condan-
na definitiva di B. per la frode fiscale Mediaset).
L’Espresso di Rinaldi, Bocca e Pansa. Claudio
Rinaldi approda da Panorama all’Espresso nel 1991,
dopo aver sbattuto in faccia la porta a B. che si è im-
possessato della Mondadori. Non gli risparmia nul-
la, tantomeno l’inciucio con Massimo D’Alema nella
Bicamerale (il “Dalemòni”, coniato col condirettore
Giampaolo Pansa). Anche Giorgio Bocca cannoneg-
gia da par suo. Nel ‘96 la vicedirettrice Chiara Beria di
Argentine ottiene dall’Ariosto gli album fotografici
che la ritraggono sulla barca di Previti con B. e alcuni
giudici romani. L’Espresso li pubblica in quattro
puntate e va a ruba. Il 23 maggio, un incendio doloso
polverizza la casa di Chiara Beria in Versilia: l’inda-
gine non porterà a nulla.
Francesco Di Stefano.L’imprenditore televisivo
abruzzese ha creato un network di tv locali sotto il
simbolo di Europa7. Nel 1998 l’Agcom bandisce la
gara per le otto concessioni nazionali televisive da
aggiungere a quelle della Rai. Europa7 si piazza al
sesto posto per punteggio e al primo per qualità dei
programmi. Poi ci sono le tre reti Mediaset, le due
Tele+, Tmc e Mtv. Ma Rete4 viene esclusa perché la
Consulta dal ‘94 ha sancito che va venduta o trasfe-
rita su satellite. Nel 1999 il governo D’Alema assegna
la concessione a Europa7, che però non avrà mai le
frequenze per trasmettere: sono occupate abusiva-
mente da Rete4, prorogata sine die dalla legge Mac-
canico, dal decreto salva-Rete4 e dalla legge Gaspar-
ri. Di Stefano passerà gli anni seguenti a presentare
denunce e ricorsi: al Tar, al Consiglio di Stato, alla
Consulta, alla Ue. Invano.
Biagi, Luttazzi e Santoro. Nella campagna elet-
torale del 2001, gli unici elementi di disturbo per il
favorito B. vengono da alcuni programmi tv: Satyri-
con di Daniele Luttazzi, che intervista Marco Trava-
glio sui rapporti fra il Cavaliere e Cosa Nostra; Il rag-
gio verde di Michele Santoro e Il Fatto di Enzo Biagi,
che rilanciano il tema. Santoro manda in onda l’in-
tervista integrale di Canal+ a Paolo Borsellino. B.
chiama in diretta: “Santoro, si contenga!”. Vinte le e-
lezioni e tornato al governo, B. si riprende la Rai e il 18
aprile 2002 dirama da Sofia l’editto bulgaro contro
Biagi, Luttazzi e Santoro. Che spariscono dai palin-
sesti, seguiti da Sabina Guzzanti, Carlo Freccero,
Massimo Fini e molti altri. Dopo 814 puntate, Biagi si
congeda dai suoi telespettatori dopo 40 anni di ono-
rato servizio: “Meglio essere cacciati per aver detto
qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggia-
menti”. Tornerà in Rai solo nel 2007, pochi mesi pri-
ma di morire. Santoro, dopo una lunga causa di la-
voro, verrà reintegrato dal Tribunale di Roma nel
2006 con Annozero. Nel 2009 B. riproverà a farlo
fuori con pressioni sul dg Rai Mauro Masi e il mem-
bro dell’Agcom Giancarlo Innocenzi, intercettate
dalla Procura di Trani. Luttazzi in Rai non tornerà
più.
I Girotondi. Il 26 gennaio 2002 un gruppo di mi-
lanesi riunito da Luigina Venturelli, Titta Malinver-
ni, le sorelle Marina e Ombretta Ingrascì e Daria Co-
lombo invita i cittadini ad “abbracciare il Palazzo di
Giustizia”. Due giorni prima, a raccogliere il monito
di Borrelli “Resistere, resistere, resistere”, è stato un
gruppo di professori fiorentini riuniti, Paul Ginsborg
e Francesco “Pancho”Pardi, con 10mila persone. Na-
 In 4 giorni il nome di B. è stato pronunciato o scritto 60.318 volte: 457 le citazioni
sui 4 canali Rai, 448 sui 4 Mediaset. È la differenza che passa fra servi e impiegati y(7HC0D7*KSTKKQ( +@!z!.!#!:

Domenica 18 giugno 2023 – Anno 15 – n° 166 e 2,00

a 2,00 - Arretrati: a 3,00 - a 14,00 con il libro 'Confessioni di un exe
– Arretrati: elettore'
3,00
Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

ABUSO D’UFFICIO Nordio è fuori controllo Mannelli TESTIMONE A FIRENZE ROMAGNA: LITI E RITARDI Fategli l’antidoping

I sindaci autoassolti I pm convocano Governo senza

Cairo sul caso soldi: l’alluvione » Marco Travaglio
a spese dei cittadini Baiardo-Giletti diventa bomba
“P
overa patria, schiacciata
dagli abusi del potere di
gente infame che non sa
cos’è il pudore. Si credono potenti e
p Il ministro attacca l’Anm: “Conta solo il Csm”. Parla di gli va bene quello che fanno e tutto
reato “evanescente” e santifica Andreotti. I pm: “Parlare gli appartiene. Tra i governanti
è un diritto”. Reazione gelida di Meloni: “Frasi sbagliate, quanti perfetti e inutili buffoni...”.
no a scontri coi giudici”. E frena sulle carriere separate Penso a Battiato e mi appare il co-
siddetto ministro della Giustizia,
q BISBIGLIA, IURILLO E SALVINI A PAG. 2- 3 q LILLO A PAG. 9 q PALOMBI A PAG. 6 - 7 che sgomita per conquistarsi un
posto d’onore in Povera patria.
Ogni volta che Nordio parla, un
gigantesco punto interrogativo si
disegna sul suo capino implume:

NO A PRECARI E GUERRA DUE SORPRESE ALL’EVENTO ROMANO DEI 5 STELLE

come ha potuto un simile pozzo
d’ignoranza giuridica fare il ma-
gistrato per 40 anni? Non sa che

Piazza di opposizione:
la Consulta ha già bocciato l’abo-
lizione dell’appello del pm e che
l’abuso d’ufficio è imposto dalle
convenzioni internazionali. Ri-
pete a pappagallo che è “un reato
evanescente” (dopo sei controri-
forme che l’hanno svuotato in 30

Elly e Grillo con Conte

anni) e, invece di renderlo più
praticabile tipizzandolo, lo aboli-
sce perché i condannati sono po-
chi (parola di chi ha inventato il
delitto di massa di rave party). Di-
ce che i magistrati non possono
criticare le leggi, dopo averne cri-
ticate a decine da magistrato: pri-
ma quelle sbagliate (la Gargani-
Correnti del ’92, il dl Biondi del

I FALSARI DELLA DESTRA ’94), poi quelle giuste (Severino,

ergastolo ostativo e non, custodia

SI INVENTANO UN APPELLO
cautelare ecc.). Quindi le uniche
leggi incriticabili sono le sue.
Ma il meglio lo dà quando giu-

ALLA VIOLENZA. SUL PALCO dica le indagini altrui. Tipo l’invi-

to a comparire a B. il 21.11.’94 per

I GIOVANI E I DISOCCUPATI
tre tangenti alla Gdf: “Un atto il-
legittimo, gravissimo, doveva es-
sere segreto, non era dovuto né
urgente e fu notificato mentre
q DE CAROLIS A PAG. 4
presiedeva un vertice a Napoli,
violando tutte le norme sul segre-
GUERINI&C. RABBIOSI CONTRO LA SEGRETARIA to istruttorio”. Ne avesse azzecca-
I renziani del Pd contro Schlein: dietro ta una: il segreto istruttorio è stato
abolito nel 1989, l’atto che convo-
il pretesto di Beppe, il no a M5S e pace cava B. per l’interrogatorio era
dovuto e urgente, era già stato rin-
q CANNAVÒ A PAG. 5 viato per le Amministrative, non
fu notificato mentre B. era al ver-
tice di Napoli, ma l’indomani a
ALTRE PROTESTE DALLA FRANCIA ALL’ITALIA Roma; quando uscì sul Corriere,
Anche i No Tav nella Savoia, i No Ponte B. ne era già stato informato al te-
lefono la sera prima dal carabi-
a Messina e i “10mila stivali” a Bologna niere che lo credeva a Roma,
quindi non era più segreto, ma
q LOPETTI E MODICA A PAG. 6 - 7 pubblicabile. Come l’invito a
comparire spedito da Nordio nel
’95 a D’Alema e Occhetto per “tan-
genti rosse”: solo che l’inchiesta
LE NOSTRE FIRME. milanese portò a varie condanne,
» GUADAGNINO-ANTONELLI INDAGINI DI ‘NDRANGHETA La cattiveria mentre quella di Nordio fallì mi-

• Padellaro Lezione da Paola e Luca a pag. 10

seramente, anche perché lui si
“Per B. faremo Il clan delle curve Nordio: “Non sarei stato
in magistratura per 40 anni
scordò il fascicolo per 4 anni in un
cassetto. Non contento, il po-
pure il terzo atto • Basile L’Occidente contro la stampa a pag. 11 puntava al Milan se non l’avessi onorata”.
Dedicando la riforma della
ver ’uomo dice che “il processo
Andreotti è finito nel nulla”. Non
del necrologio” giustizia a un pregiudicato sa che Andreotti fu rinviato a giu-
• Mercalli Oceani riscaldati e cicloni a pag. 11 q MILOSA A PAG. 17 WWW.FORUM.SPINOZA.IT dizio; assolto in primo grado per
insufficienza di prove; ritenuto
» Stefano Mannucci
• Lerner Com’è strano Linate detto B. a pag. 24
colpevole in appello del “reato
IL FIGLIO DI GIUSTO PIO GUERRA, QUALCOSA CAMBIA commesso” di associazione a de-

G
uadagnino & Anto- linquere con Cosa Nostra “fino al-
nelli, non si fa così.
Cosa c’è che non va? • Spadaro Gesù vuole pecore perdute a pag. 11
“Battiato a lezione Biden frena su Kiev la primavera 1980”, ma prescritto,
sentenza confermata in Cassazio-
La serie “Cav is dead”. Il se- gratis e la colletta nella Nato. Negoziati: ne. In futuro, per evitare altre fi-
condo necrologio che fini-
sce con “Abbiamo urlato • Luttazzi L’Oscar ai ritocchi estetici a pag. 18 per il suo violino...” Putin sì, Zelensky no
gure barbine, Nordio può rego-
larsi così: le inchieste dei pool di
tutta la notte’. Milano e Palermo erano impecca-
A PAG. 19 q FERRUCCI A PAG. 20 - 21 q CIANCIO E COLARIZI A PAG. 14 - 15 bili, le sue erano fatte coi piedi.
2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

GOVERNO • LA RIFORMA IN MEMORIA DI B.

Lite Il ministro attacca:
“Conta il Csm”. Abuso
d’ufficio “evanescente”
e santifica Andreotti
I pm: “Parlare è un diritto”

» Giacomo Salvini

L
a riforma della Giustizia in onore di Silvio Ber-
lusconi è stata approvata giovedì dal Consiglio
dei ministri, ma a Carlo Nordio non basta. Il
Guardasigilli ieri ha voluto strafare. È andato
all’attacco dell’Associazione Nazionale Magistrati dele-
gittimandola (“Il nostro interlocutore è il Csm”), spie-
gato che il reato di abuso d’ufficio “è evanescente” e an-
nunciando una stretta ulteriore sulle intercettazioni.
Parole che hanno fatto arrabbiare molto Giorgia Me-
loni, irritata per l’attacco ai magistrati: la premier in
questi mesi aveva lavorato per spaccare il fronte dei pm
mettendo in conto qualche reazione negativa, ma l’at-
tacco all’Anm produrrà uno scontro tra poteri che Me-
loni avrebbe evitato volentieri. Replica il presidente

Nordio “abolisce” i magistrati:

“Non possono criticare le leggi”
LE REAZIONI dell ’Anm Giuseppe Santalu-
cia: “Abbiamo il diritto-dovere
di parlare”.
A due giorni dall’approva-
zione della riforma, Nordio al-
za i toni. Il Guardasigilli, secon-
do cui la morte di Berlusconi e
la riforma sono una coinciden-
za, parlando da Taormina ri-
sponde alle critiche di Santalu-
cia alla sua riforma: parla di
CARLO NORDIO
miliardo di lire”per le fotocopie
“per poi finire nel nulla”.
Parole che non sono per
niente piaciute a Meloni che
non voleva tornare allo scontro
berlusconiano con i pm. “Un’u-
scita sbagliata”, ha detto la pre-
mier ai fedelissimi. Nelle paro-
le di Nordio c’è un problema di
metodo: Meloni, tramite il sot-
tosegretario Alfredo Mantova-
no, per mesi ha lavorato a spac-
care la magistratura evitando
lo scontro totale con una tratta-
tiva sotto traccia. Alcune criti-
che le aveva messe in conto, ma
la premier sa che i pm sono di-
visi. Le parole di Nordio, però,
ricompattano i magistrati. I-
noltre, c’è un problema di me-
rito. Fratelli d’Italia ha sempre
detto che va bene limitare la
Linea Gelo di Meloni
col Guardasigilli: “Frasi
sbagliate, no scontro
coi giudici”. E ora frena
sulle carriere separate
pubblicazione delle intercetta-
zioni, ma non come strumento
d’indagine come ha fatto capire
ieri il ministro. Su questo Me-
loni è contraria. “Quello che ha
detto Nordio oggi è una follia –
dice un fedelissimo della pre-
mier –non ha ancora capito che
è un ministro e che non parte-
cipa più ai convegni”. La pre-
mier quindi ha già fatto capire

“
“interferenze” e nega il ruolo
dell’Anm di interlocutore della
Quelle dell’Anm
sono
politica perché quello “non è il
L’INTERVISTA
“Pirati stradali assolti?
sindacato ma il Csm”. “Nel mio
interferenze, nel mio
mondo ideale non
mondo ideale, che è quello di t
Montesquieu, i rappresentanti
possono criticare
le leggi in formazione.
dei giudici non possono e non FRANCESCO MENDITTO
devono criticare le leggi in for-
L’interlocutrice

Non ci sarà più appello”

mazione”, aggiunge il ministro.
del governo è il Csm Replica Santalucia: “Abbiamo
il diritto dovere di parlare per
arricchire il dibattito e miglio-
rare le riforme. Questa è la vita
democratica”. Sull’abolizione
dell ’abuso d’ufficio Nordio
spiega che è un reato “evane- » Vincenzo Bisbiglia di Tivoli, Francesco Menditto, nali, gravi e gravissime, da inci- zione e pure alcune violazioni
scente” che “complica le cose e già componente del Csm. denti stradali, compresi danni al codice antimafia.

T
“
intasa le procure di fascicoli”, ruffa ai danni dello Stato, Procuratore Menditto, molto gravi alla persona (pen- Quali tipologie di violazio-
mettendo già in guardia i pm da lesioni stradali gravi e quali saranno gli effetti col- siamo a chi resta paralizzato ni al codice antimafia?
Il processo fatto non perseguire altri reati: “Inu- gravissime causate da laterali della norma sull’i- dopo un incidente). Stessa cosa Chi viola gli obblighi imposti
a suo tempo tile cercare la corruzione che è guida sotto effetto di alcol o stu- nappellabilità, contenuta per le lesioni stradali provocate dal Tribunale agli indiziati di
contro Giulio Andreotti un reato diverso, se no significa pefacenti, resistenza e oltrag- nella riforma Nordio? da chi guida in stato di ebbrezza mafia, di maltrattamenti e di
è costato un miliardo

che si persegue il reo”. Poi av-
di lire solo in fotocopie. verte l’Ue che potrebbe fare
Per cosa? Per finire presto un richiamo all'Italia:
nel nulla “L’abuso d'ufficio non aveva e-
guali in nessun altro Paese”.
INFINE, NORDIO parla anche del-
le intercettazioni spiegando
che “siamo solo all’inizio”. “In-
terverremo molto più radical-
mente – aggiunge il ministro –
La mafia non parla al telefono e
in questo Paese le intercetta-
zioni avevano raggiunto livelli
di barbarie. Le intercettazioni
costano 200 milioni all’anno
per raggiungere risultati mini-
mi”. Inoltre argomenta che il
processo Andreotti costò “un
gio a pubblico ufficiale. Oltre a
“varie violazioni del codice an-
timafia”. Sono alcuni dei reati
per i quali, con la riforma della
giustizia penale teorizzata dal
ddl Nordio, le procure di tutta
Italia non potranno presentare
appello ad un’assoluzione di 1°
grado. È il frutto del combinato
disposto tra la riforma voluta
dall’attuale ministro della Giu-
stizia, Carlo Nordio, e quella
della sua predecessora, Marta
Cartabia. Quest’ultima aveva
esteso la citazione diretta a giu-
dizio ad alcuni reati gravi, cri-
terio cui il nuovo governo ha le-
gato l’inappellabilità. A notare
li corto circuito è il procuratore
La Corte costituzionale ha già
stabilito che il divieto di appello
del pm è incostituzionale, cio-
nonostante si prova oggi a limi-
tarlo vietando l’appello per i
reati ritenuti di minore allarme
sociale. ‘Minore’ si fa per dire,
però perché dalla riforma Car-
tabia in poi in tale range sono
compresi reati molto gravi.
Ci fa qualche esempio?
Intanto il pm non potrà appel-
lare assoluzioni per resistenze e
violenze ai pubblici ufficiali, co-
me le forze dell’ordine, e per le
violenze ai danni dei testimoni.
Poi c’è un tema di stretta attua-
lità: non potremo appellare le
assoluzioni per lesioni perso-
‘‘
o sotto effetto di sostanze stu-
pefacenti. Ci sono poi la truffa
ai danni dello Stato, la ricetta-
Inappellabili pure
le violenze ai poliziotti
e le truffe allo Stato
stalking nei casi più gravi: un
indiziato di mafia che si allon-
tana dal comune in cui deve ri-
siedere o un indiziato di mal-
trattamenti che si avvicina al
partner. Poi il mancato rispetto
di alcuni obblighi e comunica-
zioni da parte dei sorvegliati
speciali che consentono di evi-
tare arricchimenti illeciti.
Quale sarà l’effetto?
Uno di questi è che la vittima
sarà totalmente estromessa.
Già oggi la parte civile non può
appellare un’assoluzione: pri-
ma poteva sollecitare il pm. Ora
questo non sarà più possibile.
Si dibatte molto dell’aboli-
zione dell’abuso d’ufficio.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
che frenerà sulla separazione
delle carriere che è un ddl costi-
tuzionale: farlo con il premie-
rato ricompatterebbe la società
civile a sinistra in un’opposizio-
ne pericolosa per il governo, so-
prattutto in vista del referen-
dum. Ad ogni modo ieri Man-
tovano ha tenuto la barra dritta
sulla riforma: “Non ci facciamo
ricattare dai pm”. Diverso è il
Procuratore di Tivoli Francesco Menditto
Come la vede?
Rispondo, come ho fatto fino-
ra, da tecnico del diritto. La
completa eliminazione porta a
conseguenze a mio avviso poco
comprensibili. Faccio un esem-
pio. Oggi si applica l’articolo
323 del codice penale anche al
caso in cui il componente della
commissione di un concorso
pubblico non si astenga se alla
procedura partecipa anche un
parente che poi lo supera, dan-
dogli un ingiusto vantaggio.
Su alcuni reati, la richiesta
d’arresto sarà vagliata non
più da un gip ma da un col-
legio di almeno 3 giudici.
In difesa
Il ministro
della Giustizia
Carlo Nordio
e la premier
Giorgia Meloni
ANSA/LAPRESSE
discorso per le parole di Nordio
che non sono piaciute. Intanto
nella maggioranza Fi proverà a
peggiorare la riforma: con i
renziani prepara emendamen-
ti per tornare alla prescrizione,
eliminare le limitazioni prima
dell’arresto, regolamentare il
trojan e modificare la legge Se-
verino per evitare la decadenza
dei sindaci. Meloni però frena.
Se ne parlava da tempo. La cosa
che sorprende è che di fronte a
un giudice collegiale che emet-
te una misura, sia ancora pos-
sibile l’impugnazione davanti a
un altro giudice collegiale. Mi
spiego meglio. Oggi la misura
cautelare (emessa da un solo
giudice) può essere impugnata
al Tribunale del Riesame com-
posto da tre giudici a garanzia
di una maggiore ponderazione.
Ma da ora in poi, che senso han-
no due gradi di giudizio, cia-
scuno con tre giudici, oltre al
successivo grado di cassazione
con altri 5? Sarebbe stato logico
eliminare almeno il Riesame.
POLITICA l 3
La crociata
Il governatore
De Luca è
d’accordo con
l’abolizione
dell’abuso d’ufficio
FOTO ANSA
Sindaci&C. imputati: LECCA LECCA
processi da buttare
dall’Emilia alla Sicilia ERDOGAN
FERRANTE
» Vincenzo Iurillo Giunta comunale abbia di fatto disposto l'affida- E L’AMICO
I
mento dei servizi e dei locali del Miramare al di
l “reato evanescente” secondo il ministro di
Giustizia Carlo Nordio. Il reato odiato dal go-
vernatore Pd della Campania Vincenzo De
fuori del perimetro normativo, eludendo la pro-
cedura ad evidenza pubblica e la valutazione
comparativa di specifici progetti prevista per una
GENIALE
Luca, tra i condottieri della crociata contro a- maggiore garanzia del servizio di valorizzazione
buso d’ufficio per fatto personale (fu processato,
condannato in primo grado e poi assolto defini-
tivamente, e rischiò di non insediarsi in carica) al
di un immobile di interesse culturale”.
Dalla Sicilia ci rimbalza la vicenda del sindaco
di Aragona (Agrigento) Giuseppe Pendolino,
, NEL GIOIO-
SO mondo
del Messaggero, l’a-
punto da mettere in imbarazzo la segreteria condannato in primo grado a 5 mesi per aver ri- mico geniale è Silvio
Schlein. Un reato che però tanto evanescente mosso dall’incarico di capo dell’ufficio tecnico Berlusconi e Elena
non è. Basta fare un po’ di ricerche e trovi gover- comunale un ingegnere che si rifiutava di lega- Ferrante (nonché Li-
natori, giunte regionali e sindaci imputati di fatti lizzare un immobile abusivo per consentire a una la) è Recep Tayyip
gravi, che i cittadini spesso subiscono sulla loro sua parente di venderlo. Non è stato sospeso dal- Erdogan, presidente
pelle. Spesso l’abuso d’ufficio è il reato grimaldel- la carica perché la condotta è stata qualificata co- della Turchia. Ieri il
lo per scoprirne altri –falso, turbativa, mazzette – me ‘tentato’ abuso d’ufficio. quotidiano ha ospi-
e dietro la condotta del pubblico ufficiale che fa- Invece è ancora sotto processo il sindaco di tato un intervento di
vorisce o danneggia intenzionalmente altri vio- Melilli e deputato regionale, Giuseppe Carta, ac- Erdogan che è un
lando la legge (questo, in sintesi, canto di ammirazio-
l’attuale articolo 323 del codice pe- ne a Silvio, fin dal ti-
nale), si celano vicende in cui si usa
la discrezionalità per camuffare la Tutto è perdonato Il reato tolo: “Berlusconi, l’a-
mico che ha avvici-
clientela, si compiono vessazioni,
si dà il via libera a operazioni edili più odiato dal dem De Luca nato la Turchia all’I-
talia”. Eh si, “Berlu-
illegittime. Vicende in cui la poli-
tica non fa una bella figura. La stes- I guai di Solinas in Sardegna, sconi era una perso-
na che rendeva giu-
sa politica che oggi plaude alla can-
Toma in Molise e Falcomatà
stizia al concetto di
cellazione del reato. Perché non ve- ‘amico’” era “uno
de l’ora di avere le mani libere. statista che amava e
Con l’eliminazione dell’abuso
d’ufficio, verranno estinti tanti
(sospeso) a Reggio Calabria rispettava la nostra
Nazione” (nel senso
processi e inchieste che tanto eva- della Turchia), in-
nescenti non dovevano sembrare somma “il signor
ai pm e ai gip che li hanno trattati. Berlusconi è stato
Finirà nel guardaroba dei cani l’udienza prelimi- cusato di falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e un politico davvero
nare programmata il 6 settembre per quasi tutta turbata libertà del procedimento per aver pilo- speciale con il suo
la giunta del Molise, presidente Antonio Toma in tato alcuni appalti comunali verso aziende ami- atteggiamento uni-
primis, accusata di aver nominato commissario che. co e le sue conqui-
straordinario del consorzio di sviluppo indu- In Emilia-Romagna andrà in appello il pro- ste in diversi cam-
striale di Campobasso un ex consigliere regiona- cesso all’ex sindaco di Forlì Davide Drei, condan- pi”. Erdogan non si
le, violando la legge che impone un periodo di nato in primo grado a due anni per abuso d’uf- dà pace per la
due anni tra la carica di consigliere e la nomina in ficio e falso per aver riconosciuto un aumento di scomparsa di Berlu-
un ente pubblico controllato dall’ente. E dovreb- stipendio al presidente di una holding pubblica sconi, trovando un
be fare la stessa fine il processo che vede imputato con la sua trasformazione a società estesa ad altri po’ di conforto solo
il governatore della Sardegna Christian Solinas, comuni del comprensorio. nella convinzione
anche quello al via a settembre: sarebbero ille- In Campania a Sant’Agnello (Napoli) cinque che “abbia lasciato
gittime, e prive dei necessari requisiti, le nomine candidati su dodici di una lista presentata alle e- un segno indelebi-
della direttrice generale della presidenza della lezioni comunali sono stati rinviati a giudizio per le”. E nessuno, al
Giunta regionale e del direttore generale della abuso d’ufficio due giorni prima del voto: erano Messaggero, si è so-
Protezione civile. accusati, da assessori e consiglieri uscenti, di aver gnato di dirgli che il
In Calabria con la cancellazione dell’abuso coperto con le loro delibere le illegittimità di un problema è esatta-
d’ufficio tirerà un sospiro di sollievo il sindaco di parcheggio privato a pagamento. La lista, ispira- mente quel segno
Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, condan- ta dal sindaco uscente e non ricandidato per li- indelebile.
nato in appello a un anno (4 mesi in meno della miti di mandato Piergiorgio Sagristani, anche lui FQ
condanna di primo grado) e sospeso dalla carica rinviato a giudizio, era data per strafavorita. Ed
in base alla legge Severino perché, si legge nelle invece ha perso. Con la riforma Nordio, gli im-
motivazioni della condanna per il reato 323 cp, putati si potranno consolare con la decapitazio-
“non v’è dubbio che con la delibera in esame la ne delle accuse più gravi del processo.
4 l POLITICA
MANIFESTAZIONE Lavoro e precarietà Ieri a Roma l’iniziativa M5S. Presenti Acli e Arci
Piazza, Conte ritrova Schlein
Poi arriva Grillo: “Brigate Rdc”
» Luca De Carolis
L
a gente c’era, anche ben so-
pra la quota dei 5mila ma-
nifestanti che Giuseppe
Conte pretendeva dai suoi.
C’erano anche le associazioni, dal-
le Acli all’Arci, con tante bandiere
della pace. Ed è apparsa perfino El-
ly Schlein, per un saluto fugace
“che però è un risultato politico”ri-
vendicano tanti 5Stelle: forse ad-
dirittura un vagito di centrosini-
stra. Però nel sabato del corteo del
M5S a Roma #bastaviteprecarie,
incentrato su diritti e no alle armi, a
segnare in ogni senso la piazza è
stato l’intervento a sorpresa di
Beppe Grillo: invitato da Conte
giovedì, assicurano, ma mai previ-
sto in scaletta.
DI CERTO il fondatore accende le
reazioni di quelli che non aspetta-
vano altro per demolire l’evento,
destre e anche un pezzo di Pd, con
una sua frase rumorosa più a rileg-
gerla che a risentirla: “Fate le bri-
gate di cittadinanza, mettetevi il
passamontagna e di notte, senza
farvi vedere, fate i lavoretti, siste-
mate i marciapiede”. Voleva essere
una battuta. Eppure apriti cielo,
sulle agenzie. E festa almeno offu-
scata per l’avvocato e i 5Stelle, che
avevano una matta voglia di ritro-
varsi in strada, con le bandiere,
“perché stare assieme fa bene a noi
e al nostro senso identitario” sorri-
de Paola Taverna, l’organizzatrice
assieme all’ex senatore Gianluca
Perilli. Però non avevano contem-
plato l’effetto Grillo. Il Garante
non partecipava da un’era geologi-
ca a un comizio con Conte - l’ultimo
potrebbe risalire a Italia5Stelle a
Napoli, nell’ottobre 2019 - ma l’ha
caratterizzato. In camicia bianca,
sciorina dal palco vecchie scenette
-“datemi dell’acqua cazzo”,“Italia-
Opposizione Oltre 5mila
in corteo: torna l’unità
Movimento-Pd . Il Fondatore
rovina la festa: “Ora mettete
il passamontagna e reagite”
ni”! - e si lamenta dei prezzi degli
alberghi a Roma (“sono triplicati”).
Questa volta non ha dormito nella
sua usuale tana romana, un alber-
go sui Fori a pochi metri dal palco.
E comunque non rinuncia a mor-
dere l’avvocato, con cui non si pia-
cerà mai : “Voi dovete fare un po’ di
battaglia su territori, raccogliete i
progetti e mandateli a Conte: pri-
ma o poi li capirà”. L’ex premier a-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
Giallorosa
Giuseppe Conte
e Elly Schlein.
A sinistra,
il Garante Beppe
Grillo FOTO
ANSA/LAPRESSE
alcuni parlamentari non sono pia-
ciute altre battute del fondatore, a
margine del palco “Abbiamo rac-
cattato gente anche nelle case di ri-
poso, ora siamo dormienti ma ba-
sta un niente per risvegliarci”. Si è
rotto qualcosa con Grillo, che ab-
braccia forte Virginia Raggi, arri-
vata sul finale. Ma c’è altro. Come il
Moni Ovadia che va dritto contro
la Nato (“Basta con questi pagliac-
ci che alimentano l’industria della
guerra”). E sono altre polemiche.
POI, CERTO , c’è il tema del centro-
sinistra. Perché in piazza si vedono
Nicola Fratoianni e Angelo Bonel-
li. Si nota Fabrizio Barca. Soprat-
tutto, c’è Schlein. “Vederla è in
piazza è un segnale della sinistra
che si aggrega, senza la parola cen-
tro davanti”dice Stefano Patuanel-
li al Fatto. Poi c’è Roberto Fico, che
con la segretaria dem ha un forte
rapporto. “La presenza di Elly è un
segnale importante, da cogliere:
possiamo partire da battaglie co-
scolta, impassibile. muni per costruire un percorso sui
L’ultima volta, dopo temi”. Lei, Schlein, abbraccia Con-
lo scontro durissimo te e gli dice poche sillabe: “Avete
sulla leadership nell’e- fatto bene mobilitarvi”. L’avvocato
state 2021, aveva assisti- replica con un concetto che ripete-
to a un intervento di
Grillo in un convegno
rà per tutto il giorno: “È un segnale
importante per chi pensa di essere
del M5S a Roma, esatta-
mente un anno fa, “gu-
maggioranza nel Paese”. La segre-
taria dem corre via, mentre due an-
standosi” dalla platea il ziani provano a contestarla (“Sei
Garante che discettava come Letta”). E il nodo sono sem-
di Metaverso. Stavolta pre le armi. Conte ne parla, ovvia-
Grillo parla di tutto. E Lega e Fra- mente: “Siamo succubi di Washin-
telli d’Italia ne approfittano, esor- gton e Bruxelles, c’è una furia bel-
tando Conte a “dissociarsi dalle pa- licista”. Ce l’ha con Giorgia Meloni,
role violente di Grillo” sulle briga- che cita più volte: “Sta tornando al
te. Diversi contiani sospirano: Jobs Act, sta diventando la copia
“Beppe è così”. Il suo ufficio stampa del Renzi d’Arabia”. In fondo, rias-
prova a tamponare: “Grillo parlava sume Patuanelli, “questa è la prima
di cittadini che puliscono le strade manifestazione politica contro il
e riparano le panchine, ma le leggi governo”. Anche se Grillo precise-
vietano di farlo: per questo il rife- rà: “Io sono l’Elevato, non parlo del
rimento ai passamontagna”. Ma ad governo”. Amen.
LA DECISIONE
t
Blitz della leader:
contestazione
sminata e prove
di dialogo
C
i ha riflettuto fino all’ultimo,
poi ieri mattina ha sciolto la
riserva: “Andiamo”. All’ora
di pranzo di un sabato torrido, la
segretaria del Pd Elly Schlein si
presenta in piazza della Repubbli-
ca a Roma assieme a due esponenti
della segreteria dem, Marco Furfa-
ro e Alfredo D’Attore, per abbrac-
ciare e baciare – due volte – Giu-
seppe Conte, ovvio centro del cor-
teo dei 5Stelle. Un saluto velocissi-
mo, dopo aver atteso l’arrivo
dell’avvocato per oltre mezz’ora in
un bar nei pressi dalla stazione
Termini, dove era arrivata da Bolo-
gna. Poi Schlein corre via, rapida
come era apparsa. Dettagli di una
visita abbastanza a sorpresa: ma-
turata dopo lunghe riflessioni e u-
na telefonata ricevuta proprio da
Conte, venerdì pomeriggio, con
cui l’ex premier l’aveva invitata alla
manifestazione. Ma con un’avver-
tenza, raccontano varie fonti:
“Qualcuno potrebbe contestarti
per la vostra posizione sulle armi
all’Ucraina, e
io non potrei
ADESIONE L’OK farci nulla”.
ALL’INCONTRO COSÌ gli ha
ARRIVA DOPO detto in so-
LA CHIAMATA stanza Conte,
ben sapendo
CON L’ALLEATO che nella ma-
nifes tazione
si sarebbe
parlato, eccome, di guerra, special-
mente con un intervento di Moni
Ovadia, durissimo dal palco (“La
guerra è nata dall’espansione della
Nato”). Ma il rischio di una conte-
stazione sulle armi era già il prin-
cipale timore di Schlein e dei suoi.
E ha pesato, sulla decisione finale
di fare una sorta di blitz. “D’altron-
de - sussurra un big del Pd - parte-
cipare al corteo del M5S sarebbe
sembrata un’invas ione”. Però
Schlein ha voluto esserci, per riba-
dire che lei cerca il dialogo con
Conte. “Casomai è lui è che è fred-
do...” sostiene il maggiorente dem.
In questi giorni, la segretaria se ne
è lamentata con alcuni 5Stelle:
“Perché Giuseppe ha questo atteg-
giamento nei miei confronti?”. È
perplessa, Schlein: anche di fronte
al Conte che continua a tergiversa-
re rispetto alla sua proposta di un
comizio assieme in Molise, dove si
voterà per la Regione il prossimo
fine settimana, con Pd e 5Stelle che
sostengono il sindaco di Campo-
basso, il grillino Roberto Gravina.
Nell’attesa, la dem rilancia: “Da lu-
nedì (domani, ndr) chiederemo al-
la comunità dem una mobilitazio-
ne forte sui temi della nostra agen-
da”. Perché anche il Pd deve scen-
dere nelle piazze: in fretta.
L.D.C
@lucadecarolis
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
LE REAZIONI
t
» Salvatore Cannavò
C
he bisognasse farla
pagare a Elly Schlein
per la “bes temmia”
della presenza a una
manifestazione del Movimen-
to 5 Stelle era già chiaro dalla
mattina di ieri quando la leader
del Pd si è recata in piazza della
Repubblica a Roma a farsi fo-
tografare insieme a Giuseppe
Conte. Non solo una foto a uso
stampa, ma un messaggio po-
litico evidente: il dialogo tra
queste due forze politiche deve
essere mantenuto o, meglio,
recuperato nonostante le diffe-
renze.
Ma a permettere di scatena-
re la caccia contro la segretaria,
da parte di buona fetta del Par-
tito democratico, è stato nel
pomeriggio il discorso di Bep-
pe Grillo che solo una classe
politica, e giornalistica, allo
stremo e in malafede ha potuto
associare agli “anni di piombo”.
Il fondatore del M5S ha parlato
infatti di “brigate di cittadinan-
za con i passamontagna” per
fare interventi attivi nelle città
disastrate, “fare dei lavoretti”,
sistemare giardini. Una tradu-
zione grillesca, con concessioni
evidenti allo show, di quella i-
dea antica degli “scioperi alla
rovescia” di cui parlava Danilo
Dolci.
Ma quei “passamontagna”
hanno offerto,
finalmente a-
vranno pensato
i protagonisti, il
pretesto per u- DISSENSO
na sequela di
GUERRA
attacchi e repri-
mende contro
Schlein. Sui so-
E ALLEANZE
cial si sono su- DIETRO
LA RISSA
bito scatenati i
renziani doc a
partire da Ma-
ria Elena Bo-
schi secondo
cui “fare riferimento alle Briga-
te coi passamontagna e le altre
frasi della piazza grillina di og-
gi dimostrano che i Cinque
Stelle scherzano col fuoco. Mi
meraviglio del Pd che accetta di
stare in una piazza vuota di
persone ma piena di odio e vio-
lenza verbale”.
DOPO LA PARLAMENTARE to-
scana il gruppo di parlamenta-
ri che si raccoglie attorno al se-
natore fiorentino inizia come
solo lei sa fare e arrivano pun-
tuali i messaggi di Luciano No-
bili, Raffaella Paita, Teresa Bel-
lanova: tutti uniti dal disgusto
per la “bestemmia”. Ma a quel
punto la corrente “riformista”
(di cui non si ricordano rifor-
me) ha la strada spianata: “U-
nire le opposizioni è fonda-
mentale. Ma intorno a cosa ci
uniamo? Alle parole aberranti
di Moni Ovadia sull’Ucraina o
alle farneticazioni di Beppe
Grillo sui passamontagna?”
scrive su Twitter Pina Picierno,
vicepresidente del Parlamento
Europeo. “In Italia è agghiac-
ciante usare insieme, per di più
dal palco di un partito, le parole
‘brigate’ e ‘passamontagna’”
aggiunge il senatore dem Da-
rio Parrini.
Lo sdegno non riguarda solo
il Pd visto che il partito di mag-
gioranza, Fratelli d’Italia, pre-
para subito una grafica a uso
Il pretesto per dem anti-5S
e destra per la caccia a Elly
LA FRASE DELL’ELEVATO Da Guerini a Boschi, fino alla Lega: il riflesso
pavloviano per farla pagare alla segretaria in piazza con il “cattivo”
SERVIZIO PUBBLICO Spoils system L’ad Sergio azzera tutte le cariche
La fame della destra in Rai: adesso
si pappa pure 45 nuovi vicedirettori
» Gianluca Roselli
T
abula rasa dei vicedirettori, così i
nuovi direttori potranno nomi-
nare solo persone di loro stretta
fiducia, magari vicini politicamente o
frutto di un accordo politico tra i par-
titi, in perfetto manuale Cencelli. “Io ti
do un vice di qua, tu me ne dai uno di
là”. La novità pensata dall’ad Roberto
Sergio, immaginiamo col placet del dg
Giampaolo Rossi, sta scatenando gran
malcontento in azienda. Con una co-
municazione datata 15 giugno, Sergio
stabilisce che gli incarichi da vicedi-
rettore, al di fuori delle testate giorna-
listiche - quindi parliamo dei generi e
della corporate aziendale - potranno
essere assegnati in base a uno dei se-
guenti parametri: esigenza di respon-
sabilità vicaria della redazione; re-
sponsabilità acquisita su più strutture
organizzative; assegnazione di re-
sponsabilità su una pluralità di pro-
dotti editoriali di particolare rilevanza
e complessità. Quindi, “sulla base di
tali premesse, si ritiene opportuno
procedere a un azzeramento degli at-
tuali incarichi da vicedirettore e a una
progressiva riassegnazione sulla base
dei criteri sopra esposti”.
Azzeramento totale delle cariche,
dunque, come non era mai successo. Di
solito i nuovi direttori trovano già una
squadra di vice e può capitare che ne so-
stituiscano alcuni. Ora invece potran-
no costruire la nuova squadra da zero.
Infine, l’ultima postilla: “Si precisa che
i nuovi incarichi, avendo natura fidu-
ciaria, saranno legati al mandato del
direttore e pertanto decadranno auto-
maticamente con esso”.
NOMINARE una squadra di
propria fiducia è normale
in qualsiasi azienda, ma
siccome qui siamo in
Rai, dove tutto è politi-
ca, si suppone che i
nuovi direttori proce-
deranno a indicare per-
sone a loro ideologica-
mente vicine. Oppure frutto
L’ultimo tabù Sinora
venivano confermati:
da subito carta
bianca ai direttori
di un accordo più complessivo tra par-
titi: uno posto a me e uno a te. Senza
magari trovarsi tra le scatole qualche
vice nominato in precedenza che può
disturbare il manovratore. Oppure
non nominarne nessuno, accentran-
do tutto il potere su di sé. I vice sono
sempre un minimo di 2, ma possono
arrivare anche a 5 (il day time) o 6 (il
All’attacco
Le critiche
di Lorenzo
Guerini, Maria
Elena Boschi
e della Lega
FOTO ANSA
prime time). Quindi parliamo di circa
45 persone. Per la cronaca, il 25 mag-
gio sono stati nominati i nuovi diret-
tori dei generi (molti dei quali targati
centrodestra): Marcello Ciannamea
al prime time; Angelo Mellone al day
time; Paolo Corsini all’approfondi-
mento informativo; Adriano
De Maio a cinema e serie tv;
Monica Maggioni all’offer-
ta informativa; Stefano
Coletta alla distribuzione,
Nicola Rao alla comuni-
cazione (che poi ha sotto
altri 4 direttori). Altri inve-
ce sono stati confermati (Ca-
landrelli alla cultura, Ammira-
ti alla fiction, Milano a Rai kids,
Capparelli al digital). Entro un paio di
settimane arriverà anche l’infornata
dei vice. “Non era mai accaduto. Si è
fatta tabula rasa per avere mano libera
e mettere solo adepti della propria
parte politica”, sono le voci che si leva-
no. “È giusto che un direttore nomini
solo persone di sua fiducia: ovunque è
così, perché da noi dovrebbe essere di-
verso?”, si chiede, invece, chi è d’accor-
do. Ma la decisione di Sergio potrebbe
consentire anche un riequilibrio sulla
parità di genere, che poco era stata se-
guita per le direzioni, scatenando le
proteste della presidente, Marinella
Soldi. Nessuno, però, si aspettava la
tabula rasa dei vicedirettori e ora la
questione potrebbe arrivare in Cda.
POLITICA l 5
social in cui sotto il titolo “En-
nesimo delirio dei 5 Stelle” sco-
moda gli anni 70 scrivendo che
“l’odio e la violenza evocati nel-
le parole di Grillo riportano a-
gli anni bui dove il piombo e il
sangue hanno sporcato le stra-
de dell'Italia. Chieda imme-
diatamente scusa”. La Lega su-
bito si accoda e così fa Forza I-
talia con Giorgio Mulé - “quella
di Grillo è un pericoloso invito
a sollecitare menti deboli” - e
poi Licia Ronzulli: “La Schlein,
Conte e Grillo, che incita alla
violenza, invitando la popola-
zione a costituire le ‘brigate di
cittadinanza’ e a mettere il pas-
samontagna, tutti insieme ap-
passionatamente”.
IL M5S TENTA di replicare come
può: “Questa metafora, secon-
do loro, inneggia alla violenza.
Quanta ipocrisia se si com-
menta una frase cancellando-
ne metà” afferma il capogrup-
po al Senato Stefano Patuanel-
li. Ma ormai il gioco è comin-
ciato: le trasmissio-
ni tv della sera pro-
seguono e così fanno
i titoli dei giornali o-
nline, figuriamoci
quelli cartacei di og-
gi.
Nel Pd, però, sarà
uno dei leader della
corrente “ri for mi-
sta”, il presidente del
Copasir L orenzo
Guerini, a mettere nero su
bianco cosa davvero preoccupa
una parte rilevante di quel par-
tito, la posizione del M5S sulla
guerra e lo spazio offerto nel
corso della manifestazione di
ieri a Roma a Moni Ovadia che
ha svolto un intervento molto
duro: “Giusto lavorare per uni-
re le opposizioni” scrive Guer-
rini: “Giusto trovare un terreno
comune di azione per incalzare
il governo sui temi del lavoro
precario chiedendo risposte
vere rispetto alle proposte che
abbiamo depositato in Parla-
mento. Nessuna polemica
quindi se si propone e si decide
di partecipare ad una manife-
stazione seppur convocata da
un altro partito. Non polemiz-
zo sul fatto che si sia deciso di
partecipare, seppur nella fase
iniziale della manifestazione,
senza averne discusso. Non
posso però non rimarcare la
mia distanza siderale da ciò che
è stato detto sulla guerra di Pu-
tin all’Ucraina. Il Partito de-
mocratico è dalla parte dell’U-
craina, della sua lotta per la li-
bertà e per la sovranità del suo
popolo”.
Ecco il vero nodo del con-
tendere, per lo meno in questa
fase storica. La posizione sul
conflitto in Ucraina costituisce
un muro invalicabile per il dia-
logo tra Pd e M5S e quindi per
la realizzazione di un possibile
fronte comune. Schlein lo sa e
anche per questo ieri mattina
ha cercato di mettere in valore
uno dei pochi punti su cui i due
partiti possono agire se non
all’unisono almeno con accenti
comuni: la precarietà, il salario
minimo, il lavoro.
Ma tra il suo partito e i 5S og-
gi continua a esserci un muro
invalicabile, la guerra. E a non
voler abbattere questo muro è
una parte consistente dei suoi
compagni di partito.
6 l ECONOMIA
IL CORTEO/1 Scontri e blocchi 4mila in strada
“Telt è la mafia”
La lotta No-Tav
scuote la Savoia
Il sit-in La deputata di
Mélenchon: “Dossier
opaco”. Attivisti italiani
respinti alla frontiera
» Ludovica Lopetti
ST. JEAN DE MAURIENNE (SAVOIA)
D
uemila gli uomini schierati
dalla Gendarmerie per evita-
re che la protesta sull’auto-
strada A43 in direzione di
Saint-Jean-de-Maurienne diventasse
una battaglia. Ha chiamato a raccolta
oltre quattromi-
la persone dalla
Francia e dall’I-
talia la manife-
stazione No Tav
che ieri ha riem-
pito e agitato le
strade di Saint
R é my - de - Ma u-
rienne, in Savoia,
organizzata da u-
na decina di as-
sociazioni tra cui
Soulèvements de
la Terre, i No Tav
italiani, ma an-
che il sindaco e-
cologista di Gre-
noble, Eric Piolle, e la deputata de La
France Insoumise, Mathilde Panot. Il
raduno era stato vietato dal prefetto
della Regione per “rischio incidenti”,
anche per via della regia di Soulève-
ments de la Terre, movimento ecologi-
sta radicale sul quale pende una pro-
cedura di scioglimento.
IL DIVIETO, confermato dal Tar, nella
pratica si è tradotto in un massiccio di-
spiegamento di forze dell’ordine, di-
versi posti di blocco e una cinquantina
di “refus d’entrée” di durata da uno a
cinque giorni consegnati ai No Tav i-
taliani, compresi alcuni volti storici
del Movimento che sono rimasti bloc-
cati al valico del Frejus (e che una volta
tornati in Italia hanno improvvisato
una “battitura” del cantiere a San Di-
dero). Il deputato Jean François Cou-
lomme ha attraversato il confine in au-
to per mediare con la Polizia di fron-
tiera in favore degli attivisti italiani:
“Gli amici italiani sono bloccati qui
perché il governo francese si preoccu-
pa di garantire la tranquillità a Telt e a
noi nega il diritto di manifestare”, ha
detto ai gendarmi. Non è servito.
Il bilancio a fine giornata è di diversi
DOSSIER • I soldi, i sindaci bloccati, le liti sul commissario
LA BOMBA ROMAGNA PUÒ
feriti durante gli scontri con la gendar-
meria, che ha utilizzato lacrimogeni,
spray urticanti, granate stordenti e fla-
shball per disperdere i manifestanti
che bloccavano l’autostrada. Per il re-
sto non si è registrato nessun tentativo
di effrazione al cantiere sul versante
francese distante una quindicina di
chilometri – l’eventualità più temuta
dalle autorità transalpine –, ma solo
blocchi al traffico e alla circolazione
ferroviaria per tutto il pomeriggio e un
incendio che ha richiesto l’intervento
dei Vigili del fuoco.
In mattinatagli organizzatori si so-
no dati appuntamento in un prato po-
co distante da La Chapelle, dove han-
no preso la parola politici, sindacalisti
ed esponenti di collettivi e associazio-
ni schierati con-
tro l’opera. Tra gli
altri erano pre-
senti alcuni par-
lamentari ed eu-
rodeputati del
partito ecologi-
sta Europe Ecolo-
gie Les Verts e de
La France Insou-
mise, il partito di
Jean Luc Mélen-
chon, che hanno
descritto la Tori-
no-Lione come
un progetto “ille-
gale”, “climatici-
da” e un “dossier
opaco di cui non si può parlare”.“È una
vittoria essere qui. L’arrivo è stato mol-
to difficile per via della mafia Telt”, ha
scandito sotto alla tenda utilizzata co-
me palco e pulpito Thierry Bonna-
mour della Confédération paysanne
Savoie (Confederazione Agricola del-
la Savoia), sindacato dei contadini.
IL CONSUMO di suolo fertile e lo spreco
di acqua sono due temi su cui si è re-
gistrata la saldatura fra le diverse ani-
me del fronte. Già ad aprile il gruppo
parlamentare di Lfi ha chiesto una
commissione d’inchiesta lamentando
una violazione delle “leggi sull’acqua”
nel cantiere, un’allerta condivisa dalla
Commissione nazionale per l’etica e
gli avvisi in sanità pubblica e ambiente
che nel 2021 ha segnalato diverse fuo-
riuscite dalle falde intercettate dalle
trivelle. Per la Confederazione dei sin-
dacati agricoli, poi, saranno 1550 gli
ettari sottratti all’agricoltura, buona
parte serviranno allo stoccaggio dei
materiali di risulta: 37 milioni di ton-
nellate per la sola galleria di base. Sen-
za contare le emissioni: per la Corte
dei conti Ue serviranno da 25 a 50 anni
per compensarle.
La ricostruzione
“Il governo non è
un bancomat”,
dice Musumeci,
ma i Comuni
lavorano senza
coperture né leggi
adeguate: e alcuni
fermano i lavori...
» Marco Palombi
I
l governo “non è un ban-
comat”, per carità, ha ra-
gione il ministro che ha
la delega alla Protezione
civile Nello Musumeci (cui pu-
re, da presidente siciliano, il
bancomat piaceva), ma non è
neanche l’ente del turismo del-
le catastrofi: sulla ricostruzio-
ne in Romagna l’esecutivo deve
prendere una decisione su co-
me procedere e dare certezze
ad amministratori, famiglie e
imprese, non basta mostrare
empatia in un paio di visite sui
luoghi del disastro. Parliamo,
ovviamente, delle due alluvioni
di maggio: l’ultima, la più gra-
ve, data a un mese fa e ha am-
mazzato 15 persone, cacciato
dalle loro case migliaia d’altre
(e parecchi non sono ancora
tornati), distrutto edifici, stra-
de, ponti, imprese, campi colti-
vati, canali, argini dei fiumi e
mille altre cose per una cifra
che gli enti locali quantificano
in 8,8 miliardi.
Ovviamente l’esecutivo va-
luterà la fondatezza di queste
stime, ma il problema è che in
questo momento - senza un
commissario con poteri dero-
gatori o comunque un percorso
delineato da una legge - alcuni
sindaci hanno fermato o stan-
no per fermare parte dei lavori:
“Con le risorse dell’ultimo de-
creto, fra 10 giorni i lavori si fer-
mano. Abbiamo circa 1,8 mi-
liardi di risorse spese o che stia-
mo per spendere per interventi
di ‘somma urgenza’, che sono
senza copertura dal punto di vi-
sta finanziario”, hanno detto i
sindaci di Cesena e Ravenna, i
dem Enzo Lattuca e Michele
De Pascale, entrando a Palazzo
Chigi giovedì. Qualche minuto
dopo Musumeci gli ha spiegato
che “il governo non è un banco-
mat”. Sarà utile allora un breve
riepilogo della situazione.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
15 morti ,
36mila sfollati
Il disastro
dell’alluvione
in Romagna
in numeri FOTO
ANSA/LAPRESSE
I SOLDI. Finora il governo ha
stanziato, in due diversi decre-
ti, 1,8 miliardi di euro: quasi un
miliardo però è destinato alla
cassa integrazione in deroga e
al sostegno al reddito degli au-
tonomi, altri 300 milioni sono
invece soldi di Sace per l’inter-
nazionalizzazione delle impre-
se. Insomma, i fondi per la rico-
struzione e gli aiuti diretti a fa-
miglie e imprese vanno in larga
parte ancora trovati. È appena
il caso di ricordare che parlia-
mo di una delle zone più ricche
d’Italia.
LA STIMA DEI DANNI. Come si ar-
riva a 8,8 miliardi di euro?
Quasi la metà - 4,3 miliardi con
una stima di errore al 10% (dice
la Regione) - sono i danni a fiu-
mi, strade e infrastrutture pub-
bliche: di questi 1,8 miliardi ri-
guardano interventi già realiz-
zati o in corso (6.300 in tutto),
altri due miliardi e mezzo per
altri 3.150 interventi di ripristi-
no futuri. Poi ci sono i danni ai
privati: 2,1 miliardi per 70.300
edifici danneggiati o distrutti
dal maltempo. Le imprese
coinvolte dall’alluvione, inve-
ce, risultano essere oltre 14mila
(1,2 miliardi di danni al netto di
merce persa e perdita di fattu-
rato). Il comparto agricolo, in-
fine, conta circa 12mila aziende
coinvolte per 1,1 miliardi di
danni. I Comuni coinvolti sono
IL CORTEO/3 un centinaio in Emilia Roma-
BOLOGNA gna, Marche e Toscana.
E IL FANGO
IL PROBLEMA. C’è un commis-
sario alla prima emergenza,
che è il presidente Stefano Bo-
naccini, per il resto però non e-
siste una griglia di regole per la
ricostruzione vera e propria,
che pure è in parte già iniziata. I
sindaci e gli altri amministra-
tori locali stanno ad oggi deli-
UN CAMION berando soldi che ancora non
di fango è stato esistono con la clausola detta
scaricato davanti alla “somma urgenza”: uno stru-
sede della Regione mento da usare con cura per-
Emilia-Romagna ché, se il governo non le coprirà
ieri a Bologna dai in tutto in parte, in molti fini-
partecipanti alla ranno in dissesto. Per questo
manifestazione alcuni sindaci si sono fermati o
“10mila stivali”: un stanno per farlo. In altri casi ci
corteo di alcune sono problemi diversi: finita la
migliaia di persone prima emergenza, per gli inter-
che hanno protestato venti successivi i sindaci non
contro hanno alcun potere derogato-
la cementificazione rio rispetto alle norme vigenti
che però, spesso, sono inappli-
cabili o addirittura dannose
dopo una catastrofe.
IL COMMISSARIO. Quello che si
attendono adesso i territori è la
nomina di un delegato del go-
verno con ampi poteri di firma,
capacità di derogare a molti ob-
blighi burocratici e munito di
 ‘‘
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
Il governo non è un bancomat: questo è un tavolo per l’emergenza, non per la ricostruzione
ESPLODERE IN MANO A MELONI
una dote finanziaria di un certo
rilievo, cioè quello che si è sem-
pre fatto nelle ricostruzioni.
Fare in fretta non è un capric-
cio: quando le cose vanno per le
lunghe un pezzo del tessuto so-
ciale e produttivo finisce per
sparire per sempre (chiedere
ad Amatrice o a L’Aquila).
GOVERNO DIVISO. L’identikit del
futuro commissario straordi-
nario è un problema con tre so-
luzioni possibili su cui si con-
frontano gli attori in campo. Gli
amministratori locali del Pd, la
larga maggioranza in zona,
vorrebbero Bonaccini, giusta la
linea già seguita per il territorio
in Emilia del 2012, ma nel go-
verno ci sono vari gradi di osti-
lità a questa scelta. Nel 2024 in
Regione si vota e nessuno vuole
fare assist al centrosinistra.
Dentro la maggioranza vanno
per la maggiore due ipotesi, la
prima è anch’essa legata al vo-
to: un commissario “politico”,
che sia poi anche candidato alle
Regionali. La seconda, invece,
è la nomina di un più accetta-
bile commissario tecnico (tipo
Figliuolo, Bertolaso o simili)
che si muova in accordo con
Chigi e comunque tolga visibi-
lità a Bonaccini. Il governo non
è un bancomat, ma non può
neanche fischiettare.
Nello Musumeci • 15 giugno 2023
IL CORTEO/2 Tutti uniti Pd, 5S +Europa etc.
Messina, riecco
i “No ponte”
(10 anni dopo)
In piazza A migliaia
contro la maxi opera
resuscitata da Salvini:
“Un furto ai siciliani”
» Manuela Modica
MESSINA
“F
uori la mafia dallo Stret-
to”, il coro riecheggia tra
le stradine di Torre Faro,
il villaggio di mare di
Messina dove, se mai si farà, sorgerà
il pilone siciliano. Qui torna a sfilare
per la prima volta
dopo una decina
d’anni il popolo No
Ponte. È la prima
manifestazione or-
ganizzata dalle tan-
te sigle che anima-
no la rete che si op-
pone alla grande o-
pera. Più di 3 mila
persone si presen-
tano al primo ap-
puntamento di
piazza dopo che
Matteo Salvini ha
resuscitato il pro-
getto del 2011 del
consorzio Eurolink
(capitanato da Webuild): “Il leader
del Carroccio diceva che solo trenta
persone erano contrarie al ponte:
questa è la risposta alla sua arro-
ganza”, sottolinea Armando Ierace
del Pd.
CI SONO i dem, c’è la Cgil, +Europa, i
Verdi, i Cobas e c’è il M5s: “Non cre-
diamo alla realizzazione di quest’o-
pera e alle bugie di chi ricatta la Si-
cilia dicendo che non possono esser-
ci sviluppo e infrastrutture se prima
non si fa il ponte. Siamo qui per dire a
tutti quelli che credono alle parole di
Salvini che si tratta solo di un’opera-
zione utile a sottrarre miliardi alla Si-
cilia in favore dei privati e che bypas-
sa completamente la città di Messi-
na”, commenta Antonio De Luca, ca-
pogruppo del M5S all’assemblea si-
ciliana. Sono in tanti ad essere arri-
vati in pullman anche dalle altre pro-
vince della Sicilia e da Villa San Gio-
vanni, il comune calabrese dirimpet-
to a Torre Faro, qui la distanza tra le
due sponde arriva al minimo di 3,3
km. A manifestare ieri pomeriggio a
Messina oltre le tante sigle (più di
cinquanta) c’erano anche tante fa-
ECONOMIA l 7
miglie comuni e professionisti. A ca-
po del corteo c’era anche Maurizio
Marchetti, l’attore messinese visto
da poco tra i protagonisti della serie
Netflix di Ficarra e Picone (nei panni
di Martorana). Contro il ponte è tor-
nato a sfilare anche l’ex sindaco Re-
nato Accorinti ed esponenti della sua
giunta: “Pensano soltanto a prende-
re soldi e accumulare consenso, i-
gnorando le istanze dei territori”,
spiega l’ex primo cittadino di Messi-
na a un gruppo di abitanti del villag-
gio di Torre Farò, ai lati del corteo. Il
piccolo villaggio è assediato dai ma-
nifestanti mentre in mare una barca
a vela e un pedalò sventolano le ban-
diere No Ponte. Le stesse bandiere
che decorano una parte dei balconi
delle abita-
zioni di Torre
F a r o . “ V o-
gliamo apri-
r e u n r u b i-
netto alle
sette di sera e
vedere l’a c-
qua, questo
ci sembra più
normale di
spendere
miliardi per
altro cemen-
to ”, grida al
megafono
Massimo Ca-
m a rat a d e i
No ponte. Il riferimento è al fatto che
nella città dello Stretto tutte le abita-
zioni sono munite di serbatoio per-
ché nel pomeriggio il servizio idrico
pubblico viene sospeso. “Vogliamo
l’acqua nel rubinetto, vaffanculo il
ponte sullo Stretto”, grida in coro, in-
fatti, un gruppo in fondo al corteo.
Un fiume di persone che ha riempito
le piccole vite di Torre Faro, con ma-
nifesti indirizzati al ministro delle
Infrastrutture: “Salvini fora da lì bal-
li. Leghisti fora dai Cabbasisi”, recita
uno dei tanti cartelli. “Vieni Matteo,
guardiamo assieme il tramonto che
ti offro un pruno”, si legge su un altro.
“La nostra battaglia è contro Salvini.
Torniamo in piazza per manifestare
contro la realizzazione del ponte ma
lo scontro oggi è tra noi e lui”, spiega
Gino Sturniolo, storico animatore
della “Rete No Ponte” che nel 2006
portò in piazza a Messina 20 mila
persone. Nel 2013 Renato Accorinti
fu portato in trionfo a Palazzo Zanca,
il palazzo comunale, indossando la
famosa maglietta No Ponte: “Questa
è solo la prima di una serie di mani-
festazioni - promette Sturniolo - oggi
stiamo solo ripartendo”.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
INCHIESTA DI FIRENZE • Il programma di Giletti sospeso
IL MISTERO DELLO
SCATTO SUL LAGO
D’ORTA NEL 1992
SILVIO BERLUSCONI,
il boss Giuseppe Graviano
e il generale dei
carabinieri Francesco
Delfino. Sarebbero i tre
ritratti nella foto mostrata
(da lontano) da Salvatore
Baiardo, l’ex
fiancheggiatore dei
Graviano, a Massimo
Giletti. Baiardo ha
individuato così i tre
protagonisti della foto,
secondo il racconto di
Giletti ai pm di Firenze.
Baiardo ha rincarato
poi con Report: le foto
sarebbero 3. Dichiarazioni
fatte davanti a una
telecamera nascosta
e poi smentite. Lo scatto
sarebbe stato fatto in un
bar sul lago d’Orta nel ‘92
Baiardo e la chiusura
di “Non è l’Arena”:
i pm convocano Cairo
» Marco Lillo
L
a Procura di Firenze ha
convocato Urbano Cai-
ro per rendere dichiara-
zioni come persona in-
formata dei fatti.
I procuratori aggiunti Luca
Turco e Luca Tescaroli, che in-
dagano sui cosiddetti ‘m a n-
danti esterni’ delle stragi del
1993, vogliono vedere più chia-
ro nelle ragioni della chiusura
brusca diNon è l’arenadi Mas-
simo Giletti. Giovedì 13 aprile,
mentre stava preparando la
puntata numero 195 della do-
menica Giletti, come è noto, ha
ricevuto una mail aziendale
che gli comunicava la fine del
suo programma. L’editore Cai-
ro ha sempre sostenuto che la
scelta fu editoriale e solo sua,
senza ingerenze esterne.
Di certo in quei giorni Mas-
simo Giletti stava preparando
una o più puntate dedicate
all ’inchiesta di Firenze sulle
stragi che vedeva allora indaga-
to Silvio Berlusconi con il fido
Marcello Dell’Utri e che, dopo
la morte del primo, prosegue
solo sul secondo. L’indagine è
un tabù televisivo infranto solo
da Report su Rai3. Massimo
Giletti voleva passare anche lui
la linea rossa: il 23 marzo aveva
contattato chi scrive. Aveva let-
to gli articoli del Fatto dedicati
all ’indagine sulle stragi e su
Berlusconi e Dell’Utri e voleva
montare una o più puntate con
il nostro aiuto e la nostra pre-
senza in studio. L’idea (ex post
forse un po’ folle) di Giletti era
quella di mettere in scena le
conversazioni e le notizie con-
tenute nelle informative della
Dia che poi abbiamo continua-
to a pubblicare.
Di fronte alle perplessità di
chi scrive proprio sul fatto che il
suo editore, Cairo, era stato un
collaboratore di Berlusconi ed
era ancora amico del Cavaliere,
peraltro già malato, Giletti ave-
va risposto che non ci sarebbe-
ro stati problemi. Di fronte alla
nostra perplessità il 12 aprile ci
aveva scritto un sms per strin-
gere: “poi ci dobbiamo vedere
per pianificare”. Un giorno do-
po arriva la rimozione.
Noi non lo sapevamo ma Gi-
letti era già stato sentito due
volte proprio dai pm di Firenze
come persona informata dei
fatti proprio nell’indagine sui
mandanti esterni delle stragi.
La ragione dell’interes-
se dei pm per Non è l’a-
rena erano le ospitate di
Salvatore Baiardo, l’ex
fiancheggiatore dei boss
Graviano, che parlava in
tv dei rapporti presunti
(mai riscontrati) di Ber-
lusconi e Dell’Utri con i
Graviano.
Il 19 dicembre 2022
Giletti ha parlato per la
prima volta con i pm
della foto (inedita anche
nella sua trasmissione
tv) che gli sarebbe stata
mostrata da Baiardo, l’ex gela-
taio 65enne, già condannato
per favoreggiamento di Filippo
e Giuseppe Graviano che ospi-
tava e portava in giro i boss, poi
condannati per le stragi del
1992 e 1993.
Giletti ha raccontato ai pm
che Baiardo gli mostrò una foto
ritraente - a dire del gelataio -
Berlusconi, Giuseppe Gravia-
no e il generale dei Carabinieri
Francesco Delfino. La foto risa-
lirebbe al 1992 e gli fu mostrata
da lontano. Giletti non la ebbe
mai in mano, riconobbe Berlu-
sconi ma non è sicuro che lo
scatto sia autentico né che il
giovane seduto al tavolino fosse
davvero Graviano.
La foto presunta interessa ai
pm perché indagano con l’ipo-
tesi - sempre respinta dai diret-
ti interessati, già archiviata in
passato e mai riscontrata - che
Dell’Utri e Berlusconi abbiano
avuto un ruolo di mandanti e-
sterni nelle stragi del 1993 (10
morti a Firenze e Milano) e ne-
gli attentati romani contro le
basiliche e contro Maurizio Co-
stanzo e i Carabinieri in servi-
zio allo stadio Olimpico, per i
Il verbale Il giornalista nei mesi
scorsi ha detto ai magistrati
che indagano sulle stragi che l’ex
fiancheggiatore dei Graviano gli
fece vedere una foto di B. col boss
quali Giuseppe Graviano è sta-
to già condannato con senten-
za passata in giudicato. La foto
sarebbe un riscontro ai rappor-
ti Berlusconi-Graviano asseriti
dal boss e negati dal Cavaliere
come calunnie, mai riscontrati.
A caccia di conferme, i pm fio-
rentini hanno intercettato e vi-
deoregistrato il 21 gennaio
2023 due incontri in hotel a
Roma tra Baiardo e Giletti, in
occasione di una trasmissione.
In onda
Baiardo ospite
di “Non è l’arena”;
basso l’editore
e imprenditore
Urbaino Cairo
FOTO ANSA
Poi il 23 febbraio hanno inter-
rogato di nuovo il conduttore
per chiedergli ancora della fo-
to, alla quale aveva fatto accen-
no negli incontri videoregistra-
ti dalla Dia, con Baiardo.
Il 27 marzo poi i pm perqui-
siscono Baiardo alla ricerca
della foto, mai trovata. Da quel
momento l’ex gelataio scopre
che Giletti ha raccontato della
foto ai pm e inizia a fare una se-
rie di video su Tik Tok per so-
CRONACA l 9
stenere che il conduttore si è in-
ventato tutto. Attenzione. Dal
27 marzo quindi la notizia della
testimonianza di Giletti ai pm
sulla foto ‘fantomatica’ di Ber-
lusconi e Graviano è uscita dal
circuito del segreto. Non lo san-
no solo Giletti, i pm e la Dia. An-
che Baiardo conosce le parole
esatte del verbale di Giletti sulla
foto. E Baiardo può parlare con
chiunque. PoiReportil 23 mag-
gio manda in onda un’intervi-
sta registrata mesi prima a te-
lecamera nascosta nella quale
Baiardo conferma all’inviato
Paolo Mondani l’esistenza del-
la foto. Anzi ci sarebbero tre fo-
to. Salvo poi il giorno dopo
smentire tutto su Tik Tok.
Il 26 maggio il pm Luca Te-
scaroli chiede l’arresto di
Baiardo, forse per favoreggia-
mento degli indagati nell’inda-
gine sui mandanti esterni. Il
Gip però respinge la richiesta e
il 14 luglio i giudici decideran-
no sull’opposizione del pm.
In questo quadro si inserisce
l’interesse dei pm sulle ragioni
della cancellazione di Non è l’a-
rena. Il 21 aprile, 8 giorni dopo
la mail de La7 che lo ha rimosso
dalla tv, Massimo Giletti è stato
convocato dai pm di Firenze.
Uscendo dalla Procura quel
giorno Giletti disse: “come ve-
dete sono appena uscito dalla
procura di Firenze e questo vi fa
capire la situazione complessa,
difficile e delicata che stiamo
vivendo. Per questo pur dicen-
do grazie a Enrico Mentana
non mi è possibile partecipare
allo speciale de La7 (che il di-
rettore del Tg stava organiz-
zando sul tema, ndr) lo devo
prima di tutto ai magistrati che
indagano e per rispetto a me
stesso”. In questo quadro va in-
serita la convocazione di Cairo
come persona informata dei
fatti. L’editore sarà sentito a
giorni. Probabilmente le do-
mande dei pm saranno simili a
quelle di Francesca Fagnani
nell’intervista, ficcante come
un interrogatorio anche se cer-
tamente più brillante, del 2 giu-
gno scorso al Festival della Tv di
Dogliani. A Cairo, Fagnani
chiese “Lei ha ricevuto nei
mesi precedenti telefonate
o lamentele per le puntate
di Non è l'Arena sulla Trat-
tativa, con la presenza di
Baiardo?”. Cairo rispose: “
“No, no no no”. Di fronte
al solito sorriso scettico da
‘Belva’ dell’intervistatrice,
Cairo rispose: “Se devo dire
sì dico sì ma è no. Tengo a
precisare che Giletti con noi
ha fatto sei anni, 194 punta-
te e ha avuto libertà di fare
quel che voleva”.
A Fagnani che incalzava
sulla chiusura brusca alla 195e-
sima puntata, Cairo ha rispo-
sto: “Io ho pensato che non sa-
rebbe comunque andata avanti
e tanto valeva chiuderla così, u-
na scelta con una motivazione
soltanto editoriale (...) una cosa
totalmente nostra senza inge-
renze da parte di nessuno”. Ma
Cairo sapeva della foto famosa?
La risposta di Cairo a Fagnani è
stata netta: “No”. Dopo le Belve
tocca ai pm.
10 l PIAZZA GRANDE
NONC’ÈDICHE
DANIELE LUTTAZZI
FILIBERTO IL TACITURNO,
IL SOSIA DEL PRINCIPE
E LE SFIGHE DI JEAN-LUC
D
a un racconto apocrifo di Gaston Picard. Il
mio amico Jean-Luc era un uomo perseguitato
dalla cattiva sorte. Probo, laborioso, onesto, in-
traprendeva iniziative che ad altri avrebbero
fruttato successi e ricchezze: a lui procuravano solo de-
lusioni. Fallito un tentativo di organizzare le corride di
tori a bordo dei transatlantici, si umiliò ai mestieri più
gravosi: commerciò pure in feti sotto alcol per musei a-
natomici. E poiché quell’industria non gli rendeva nep-
pure il necessario, si presentò al direttore di un ristorante
di lusso. Questi rifiutò di assumerlo in qualità di came-
riere; però, dopo averlo fissato a lungo in viso, gli disse:
“Lei resta alle mie dipendenze, senza mansioni precise.
Mangerà alla nostra cucina. All’occasione, sostituirà Sua
Altezza”. In quel ristorante, infatti, prendeva i pasti quo-
tidiani un autentico principe del sangue, Filiberto il Ta-
citurno: da quando gli erano state chiuse le porte della
Corte, in seguito a scandali di gioco e di donne, aveva do-
vuto rinunciare alla vita fastosa e all’uniforme di vice-am-
miraglio, che indossava abusivamente; e aveva stretto col
proprietario un patto segreto con il quale si obbligava a
non consumare i pasti altrove, purché gli venissero forniti
gratuitamente, in considerazione del richiamo fortissi-
mo esercitato dalla sua presenza nel locale. E infatti il ri-
storante era sempre affollato, anche perché il padrone,
nella réclame, al nome del suo esercizio faceva seguire la
frase “frequentato da S. A. R. Principe Filiberto il Taci-
turno!: turisti e curiosi arrivavano a frotte per ammirare
l’Altezza dei molteplici scandali. Così, un giorno che Fi-
liberto era a letto con la febbre, Jean-Luc dovette indos-
sare un’uniforme da vice-ammiraglio, cambiare pettina-
tura, inforcare un paio di occhiali, e sedere con aria pen-
sosa al tavolo del principe. “La rassomiglianza è prodi-
giosa”gioiva il direttore. “Mi raccomando, però: non par-
li”. La sostituzione continuò con successo per parecchi
giorni; ma una sera, mentre a Jean-Luc servivano il dolce,
Filiberto, guarito, faceva il suo ingresso nella sala. Qua-
dro. Uscita immediata e tacitamente collerica del prin-
cipe. L’indomani, il proprietario del ristorante riceveva
un cartoncino: “L’albergo Nazionale mi offre vitto e al-
loggio perché lo onori della mia presenza. Addio. F.”.
Jean-Luc fu licenziato, ma il sabato stesso era cameriere
al Circolo dei Nobili, ritrovo dell’aristocrazia, con 500 lire
mensili di stipendio. La sua prima fortuna. La sera, du-
rante la festa danzante, nasceva un asprissimo alterco fra
una marchesa cinquantenne e la contessina diciottenne
che le aveva tolto l’amante, un brillante ufficiale dell’eser-
cito, inarrivabile nel collocare le carte da gioco fra le ma-
niche e i polsini. Dopo un reciproco omaggio di insulti,
corsero schiaffi e volarono sputi. Intervennero il marche-
se marito e il conte padre, che si sfidarono a duello. Il mar-
chese scelse come padrini i due gentiluomini che avevano
assistito alla scenata, tentando d’interporsi: un giovane
nobile e Jean-Luc. L’indomani, all’alba, due automobili
deponevano nel recinto di una villa disabitata, alla peri-
feria della città, cinque persone vestite a lutto. Austero
cerimoniale di prammatica: strette di mani guantate di
nero, poche parole. Tutto era pronto. Mancava soltanto il
marchese. Alle 6 precise arriva la sua carrozza: ne esce il
suo vecchio maggiordomo, recante una lettera destinata
ai padrini. Jean-Luc lesse, come di dovere, ad alta voce:
“Cortesi amici, devo accorrere al capezzale della marche-
sa mia moglie, improvvisamente e gravemente inferma.
Prego uno di voi di sostituirmi. Grazie. Vi stringo la ma-
no”. Come alzò gli occhi, Jean-Luc s’avvide che il compa-
gno era sparito. Da sei sguardi perentori, che non am-
mettevano esenzioni e indugi, fu costretto al duello e a
farsi uccidere. La sua ultima sfortuna.
Intercettazioni, grazie
al Fatto per la lucidità
Grazie delle parole di sulle inter-
cettazioni, è un atto di grande co-
raggio civile che vi fa onore, e
rende lievemente meno amaro
questo tragico momento in cui al
funerale di quello lì seguono i fu-
nerali della giustizia. Non sape-
vo che ci fosse la speranza di es-
sere protetti almeno dalla Corte
europea. I lettori saranno sem-
pre dalla vostra parte per quel
poco che possono fare.
FERDINANDO VITTONE
La Russa ha disatteso
le speranze di Tatarella
Sulla mostra agli Uffizi di Firen-
ze delle riviste culturali del pri-
mo ‘900 (La Critica di Benedet-
to Croce, Il Regnodi Enrico Cor-
radini, Leonardo di Giovanni
Papini, La Voce di Giuseppe
Prezzolini, Lacerba di Papini e
Ardengo Soffici, La rivoluzione
liberale di Piero Gobetti, L’Or-
dine nuovodi Antonio Gramsci,
‘900 di Curzio Malaparte e
Massimo Bontempelli), aperta
dal 15 giugno al 17 settembre,
l’orgogliosamente fascista pre-
sidente del Senato Ignazio La
Russa che l’ha inaugurata ha
detto: “Che passione queste ri-
viste così a lungo emarginate
dalla cultura ufficiale: avevamo
un maestro che ci spingeva al lo-
ro studio, il grande Pinuccio Ta-
tarella ...”. Si vede che il senatore
La Russa ha disatteso le aspet-
tative del suo maestro. A inizia-
re dal Profilo ideologico del No-
vecento di Bobbio.
LORENZO CATANIA
Matteotti non fu
un cavaliere solitario
Ho letto con piacere la lettera di
Zoller su Matteotti. A mio avviso
Matteotti deve essere considera-
to un eroe del socialismo e
dell’antifascismo. Però non con-
divido affatto il ritratto che ne fa
Zoller come una specie di cava-
liere solitario. La furia fascista,
coadiuvata dalle forze di polizia,
prima e dopo la Marcia su Ro-
ma, si era da tempo scatenata
soprattutto sulle organizzazioni
del movimento operaio, con in-
numerevoli omicidi e bastona-
ture. E tra i socialisti, i comuni-
sti e gli anarchici, le figure eroi-
che, in questa guerra civile, si
contano a centinaia. Bastereb-
be qui ricordare la strage di To-
rino, compiuta dalla banda
Brandimarte alla fine del 22. In
quella circostanza, oltre ai co-
munisti come Berruti, fu ucciso
l’anarchico Pietro Ferrero, se-
gretario locale della Fiom. Ma
queste cose le seppe denunciare
anche Matteotti dai banchi del
Parlamento. Fu indubbiamente
coraggioso, efficace e scrupolo-
Direttore responsabile Marco Travaglio
Vicedirettore responsabile libri Paper First Marco Lillo
Vicedirettori Salvatore Cannavò, Maddalena Oliva
Caporedattore centrale Edoardo Novella
Caporedattore vicario Eduardo Di Blasi
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Società Editoriale il Fatto S.p.A.
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
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SENZARETE
ANTONIO PADELLARO
Youtuber, la lezione di Paola e Luca
“DOPO L’OMICIDIO stradale di cui è stato vitti- loro c’era stata – per l’imprudenza imperdo-
nabile di una persona fuori controllo perché
ma mio figlio ho detto, ho scongiurato, una sola co-
sa: non sprecate la vostra vita, non distruggete per ubriaca – nel richiamo alla legge e all’esempio
sempre quella altrui, di chi uccidete e di chi resta. come bussola per non perdersi nella sete di
Lo ripeterò finché avrò voce”. vendetta, nella cupa sopravvivenza del tirare
PAOLA DI CARO avanti.
Come spiega bene Riccardo Luna sulla “Stam-
ODIO. DOPO AVER APPRESO della morte del pa”, Casal Palocco non è uno dei tanti incidenti
piccolo Manuel di cinque anni ucciso a Casal stradali (diventati ormai la strage continua
Palocco dalla idiozia, dalla insensatezza, dal di ragazzi recisi a grappoli) perché “gli you-
deserto della ragione, dall’assenza di ogni bar- tuber e i tiktoker delle sfide impossibili non si
lume di umana coscienza, da quel coattume o- limitano a fare soldi con i like ma in ogni gesto,
stentato per fare soldi, molti soldi, confesso di in ogni frase trasmettono ad altri il messaggio
aver provato odio. E forse non è successo solo a che per fare i soldi non serva più lavorare; an-
me. Un odio profondo davanti a quelle facce, a zi, se studi, lavori e fatichi sei un mezzo defi-
quel marchio “borderline” dell’infamia, un o- ciente, perché i soldi si fanno più facilmente
dio illimitato a leggere che, dopo la tragedia, facendo, appunto, il coatto”. Oggi i genitori più
individui ancora più spregevoli si sarebbero giovani sono spesso alle prese con un’adole-
messi a filmare, tra le risate, le carcasse delle scenza che subisce costantemente l’attrazione
auto, dell’auto dove poco prima la vita na- di quegli aggeggi che ti connettono a un intrat-
scente di Manuel era stata stroncata, cancel- tenimento infinito, a uno scintillante Luna
lata. Odio raddoppiato quando ho letto che, park social da cui non riescono a staccarsi
dopo la tragedia, i degni fan degli “youtuber” neppure per rivolgere la parola all’amichetto
sono raddoppiati in rete. Ma anche grande che gli siede accanto e con cui comunicano di-
rabbia nell’apprendere che “correvano come gitando furiosamente. Non sarà facile stac-
matti da due giorni”, senza che nessuna divisa carli da un pifferaio magico che può condurli
li fermasse, chissà perché. Poi ho letto il mes- ovunque se non cercando pazientemente di
saggio di Paola Di Caro e poi l’intervista di spiegare, di convincere, di mettere sull’avviso,
Luca Valdiserri e mi sono chiesto che diritto a- di creare gli anticorpi in grado di riconnettere
vevo io di odiare quando essi, a cui è stato al senso di realtà quelle giovani menti incan-
strappato il cuore la sera in cui il figlio Fran- tate. Cosa che spetta fare soprattutto ai geni-
cesco fu travolto e ucciso da un auto sulla Cri- tori. Come c’insegnano Paola e Luca.
stoforo Colombo, erano riusciti a trasformare
quel senso insanabile di morte in una testimo- Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano
nianza costante, generosa, altruista di educa- 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2
zione alla vita. A tramutare la collera se mai in lettere@ilfattoquotidiano.it
so nel documentare le imprese dra Mobile e le indagini su altri Grazia e, a volte, dell’Ingiustizia
degli squadristi, ma, in Parla- 17 parlano di violenza diretta e di con le sue audaci riforme, porti
mento e fuori, non fu il solo. connivenze e complicità, mele alla giusta condanna e alla espul-
RICCARDO PANIERI marce che usano l’ordine pubbli- sione dal Corpo di tali organi.
co come una mazza ferrata del LUIGI MOLLO
Le violenze della polizia potere che colpisce i fragili nel
nome di una onnipotenza impu-
devono essere punite nita. I fatti avvenuti danno torto
Verona, Polizia di Stato, lo stesso alla politica, non servono oc-
Stato che permette liberamente chiali per vedere i fotogrammi
a questi individui senza morale delle telecamere di sorveglianza
di gestire il monopolio dell’uso che riprendono scene di violenza
legittimo della forza e che per- inaudita che fanno tremare i pol-
mette macabre e sadiche torture si: urinare sul volto di un ferma-
nei confronti di soggetti sottopo- to, trascinare nell’urina il viso
sti a fermo, abusando del loro dello stesso come fosse uno
potere, sentendosi autorizzati straccio, prendere a pugni senza
dalla divisa che portano inde- motivo pensando di farla franca,
gnamente. E la politica? Dichia- tanto da continuare quotidiana-
ra pubblicamente che il reato di mente questo girone dantesco. LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
tortura impedisce alla polizia di Perché tali comportamenti sono ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
lavorare. I fatti di Verona sono accaduti in un silenzio assordan- accedi a FQEXTRA, la versione digi-
gravissimi, le violenze commes- te? Speriamo che in questa tra- tale del nostro quotidiano
se dai cinque agenti della Squa- gica occasione, il Ministero di
Cinzia Monteverdi Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
(Presidente e amministratore delegato) Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
Antonio Padellaro (Consigliere) Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023 PIAZZA GRANDE l 11

SOSCLIMA
ASSANGE&C: L’OCCIDENTE LUCA MERCALLI

VUOLE ZITTIRE LA STAMPA

Anche gli oceani

È si surriscaldano
in corso in Europa il ELENA BASILE berazione di Assange non ha nul-
negoziato sull’Euro- la a che vedere con lo schierarsi a
pean Media Free- favore del movimento Wikilea-

e generano cicloni
dom Act. L’intento sul caso di Julian Assange, che ha tuita dalla Corte di giustizia eu- ks. Si può a ragione o torto cre-
per le istituzioni rivelato i crimini di guerra in I- ropea. Melzer ha documentato le dere che il progetto di Assange
brussellesi è punire raq, perseguitato dai governi sta- violazioni del diritto, la mano- peccasse di romantico idealismo
le più eclatanti violazioni dello tunitense, svedese e britannico missione delle prove, la tortura e che la trasparenza sia un obiet-
stato di diritto che si verificano in secondo il rapporto del Commis- fisica e psicologica a cui è stato tivo irraggiungibile. La politica e

Paesi come la Polonia e l’Unghe-
ria. Non esiste tuttavia in Ue con-
sapevolezza dell’effettiva dimi-
nuzione della libertà di stampa e
di espressione che si sta verifi-
cando nelle democrazie occiden-
tali. Non a caso, nel dibattito a
porte chiuse del Consiglio euro-
peo, la Francia ha proposto
un’eccezione alla regola in base a
cui i governi non possono eserci-
tare mezzi coercitivi nei confron-
ti dei giornalisti al fine di avere ri-
velate le loro fonti. L’eccezione
sarebbe costituita dalla sicurez-
za nazionale. Concetto molto
ampio e vago che potrà dare adi-
to, soprattutto ora che una guer-
ra è in corso sul suolo europeo, ai
peggiori arbitrii e soprusi. I gior-
nalisti potranno quindi
essere spiati dai governi
che interferiranno sul
loro lavoro.
Mentirei se dicessi
che sono rimasta scan-
dalizzata dalla notizia.
Abbiamo tutti osserva-
to nel corso degli anni e
in modo accelerato dal-
lo scoppio della guerra
un imbarbarimento del
dibattito pubblico in oc-
cidente e un controllo
da parte del potere ese-
cutivo sulla stampa.
Nessun politico del cen-
trodestra e del centrosi-
nistra in Europa si è e-
spresso chiaramente
ILVANGELODELLADOMENICA
ANTONIO SPADARO S.I.*
sario sulla tortura delle Nazioni
unite, Nils Melzer. Assange sta
marcendo nel carcere di massi-
ma sicurezza destinato ai più pe-
ricolosi criminali a Bellmarsh.
Gli stessi politici tormentati
(giustamente) dalle sorti di Na-
vanly in Russia non dicono una
sola parola a sostegno di Assan-
ge, la cui estradizione verso gli
Stati Uniti, Paese che pratica la
pena di morte, diviene giorno
dopo giorno più vicina. Tutte le
motivazioni dell’appello presen-
tato dagli avvocati all’Alta corte
di giustizia a Londra sono state
respinte. Resta la possibilità di u-
na seconda pronuncia della Cor-
te da parte di due nuovi giudici.
L’ultima opportunità sarà costi-
sottoposto Assange in anni di
prigionia senza processo, eppure
nessun politico del mainstream
che si riempie la bocca di diritti
umani ha sentito la sua coscienza
ribellarsi e il dovere civico, poli-
tico e cristiano di levare la voce a
favore di Assange.
Sono contenta invece che un
gruppo di diplomatici in pensio-
ne italiani abbia preso posizione
con una dichiarazione, pubbli-
cata a maggio su questo e altri
giornali come il manifesto, con-
tro una politica che nasconde ai
propri cittadini i crimini di guer-
ra e punisce chi li rivela. Una po-
sizione coraggiosa che stabilisce
chiare linee rosse alla segretezza
della diplomazia che pure è ine-
vitabile. Un progetto
che potrebbe avere
un’importante valen-
za politica è quello di
unire le minoranze
della diplomazia eu-
ropea e farle comuni-
care tra di loro al fine
di far ascoltare pub-
blicamente la loro vo-
ce contro la graduale e
crescente diminuzio-
ne della liber tà di
stampa e di pensiero
in occidente, contro
l’infame propaganda
bellicista a cui ogni
giorno assistiamo.
Bisognerebbe chia-
rire che sostenere la li-
la diplomazia non rinunceranno
ai segreti e alla ragion di Stato. In
alcuni casi a fin di bene, basti
pensare all’accordo di Kennedy e
Chrušcëv che comprendeva una
parte segreta ma che ha permes-
so di evitare una guerra nucleare.
Il problema tuttavia non è iscri-
versi al movimento Wikileaks,
ma salvare dalla tortura e dalla
prigionia a vita un giornalista oc-
cidentale che ha esercitato la sua
professione con idealismo, senza
mettere un soldo in tasca e po-
nendo a repentaglio la propria si-
curezza personale. Magari le no-
stre classi dirigenti avessero un
decimo del coraggio morale di
Assange! Lui e tutti i whistleblo-
wer sono gli eroi del nostro tem-
po. Antigone è ancora viva.
Di fronte alle atroci violazioni
del diritto costituite dal caso As-
sange, di fronte alla censura e-
splicita difesa dall’Europa con la
scusa della disinformazione, di
fronte alla criminalizzazione del
dissenso sulla guerra in Ucraina,
la notizia della codificazione del-
la sorveglianza sui giornalisti
non mi ha purtroppo stupito.
Questo nuovo attentato alla li-
bertà di stampa ci ha tuttavia in-
dignato. Contro l’odierno clima
oscurantista è ora di mobilitarci,
tutti, diplomatici, professionisti,
classi dirigenti e popolari. Altri-
menti ci sveglieremo un giorno
col bavaglio alla bocca e sarà
troppo tardi.
I
N ITALIA – I giorni centrali di giugno hanno ancora
proposto forti temporali. Domenica 11 un nubifra-
gio ha innescato allagamenti e dissesti a Sezze, sui
Monti Lepini (Latina), poi la notte seguente è toc-
cato a Torino dove in tre ore sono caduti 98 mm di piog-
gia, massimo mai registrato in un intervallo così breve a
scala secolare in città. Sempre lunedì 12, alluvione-lam-
po presso Catanzaro (53 mm in poco più di due ore), vie
trasformate in fiumi anche a Siena e a Roma, colpita più
volte durante la settimana; mercoledì 14 disagi alla cir-
colazione stradale e ferroviaria in bassa Val Susa (Tori-
no) per scrosci fino a 100 mm, giovedì notte chiusa per
frana la statale 340 tra Cernobbio e Moltrasio (Como),
venerdì inondazioni urbane a Brindisi e Martina Franca
(Taranto). Intanto da Ovest prendeva forma un’alta
pressione – la prima da due mesi – foriera di un periodo
più stabile nel weekend, con punte di 30 °C e più dalla
Valpadana, al Lazio, alla Sardegna, e una più intensa on-
data di calore è in vista questa settimana. Maggio 2023
è stato piovosissimo ma con tem-
perature normali nell’insieme
del Paese, secondo il Cnr-I-
sac. È invece del Cnr-Irpi
un’analisi secondo cui le
copiose precipitazioni ca-
dute tra inizio maggio e
metà giugno – superiori a
200 mm su due terzi d’Ita-
lia e ai massimi per il periodo
in almeno un settantennio –
benché non ovunque in grado di
colmare il deficit precedente, al-
meno nel bacino padano dovreb- LE VITTIME
bero aver messo i settori agricolo,
civile e industriale al riparo da ri- TEMPESTE
levanti carenze idriche estive. E TORNADO
NEL MONDO – La prima metà di giu-
NEGLI USA;
gno è stata la più calda mai regi- 20 MORTI IN
strata a livello globale, e ha varcato PAKISTAN PER
la soglia di 1,5 °C di riscaldamento
rispetto alla media dell’era prein- LE ALLUVIONI
dustriale (1850-1900). Per quanto
si tratti di un superamento tempo-
raneo e già visto in alcuni periodi del 2015, 2016 e 2020
–da non confondere con quello continuativo a scala plu-
ridecennale che l’Accordo di Parigi raccomanda di evi-
tare – è un indicatore di quanto rapidamente si stia av-
vicinando la soglia di irreversibilità della crisi climatica.

Tra la folla e i malati Gesù cerca tutte A contribuire sono state soprattutto le temperature ec-
cezionalmente elevate dei mari, non solo del Pacifico e-
quatoriale alle prese con l’imminente insorgenza di El

“le pecore perdute della casa d’Israele” Niño, ma anche dell’Atlantico tropicale, già adesso cal-
do come dovrebbe essere a fine estate (gli esperti di tem-
peste osservano con preoccupazione il rapido estender-
si dell’area con oltre 26,5 °C, potenzialmente favorevole

V
ediamo le folle. Sono davanti a
noi. Matteo gira la scena in
soggettiva. Lo sguardo è quel-
lo di Gesù, uno sguardo am-
pio. Non vede “la gente”, ma
proprio “le folle”, al plurale.
L’occhio si perde. No, Gesù non sta vedendo
quella distesa di persone. Andava per città e
villaggi, insegnando nelle sinagoghe, annun-
ciando il vangelo e guarendo “ogni malattia e
infermità”. Non c’è malattia che non riuscisse
a guarire. Ma era per strada. Vedeva coi suoi
occhi le persone a tu per tu o a gruppi, ma non
folle a perdita d’occhio. A un certo punto si sa-
rà seduto, si sarà fermato, e avrà rivisto gli in-
contri con la sua immaginazione. E a un certo
punto ha come una visione: tutti vagano.
Vanno su e giù “come pecore che non hanno
pastore”. Non sanno dove andare e “stanche e
sfinite”, tormentate e abbattute, abbandona-
te a se stesse. Da questo sguardo lungo e largo,
come un piano sequenza immaginario, e-
merge un sentimento. Gesù, ci dice Matteo,
prova una fitta viscerale, allo stomaco. Il suo è
uno sguardo emozionale. Lo zigzagare spae-
sato di puntini che si muovono senza traccia-
re un percorso lo commuove.
Allora di scatto si gira verso i suoi e dice:
“La messe è abbondante, ma sono pochi gli
operai!”. E chiede di pregare perché “il signo-
allo sviluppo di cicloni tropicali diretti verso il Nord A-
re della messe” faccia accorrere mietitori. suno è detto il mestiere tranne che di Mat- merica), e pure del Mediterraneo, con anomalie di +4 °C
Quella folla di smarriti e malati nell’immagi- teo, etichettato senza pietà come “il pubbli- tra coste francesi e Corsica. Ma non si scherza nemmeno
nazione di Gesù diventa una distesa di grano cano”, cioè l’esattore delle tasse, quanto di in terraferma: ondate di calore estremo in America cen-
dorato, matura e pronta per essere raccolta. peggio ci potesse essere. Coerenza ed esem- trale e India, nuovi record per giugno di 33,6 °C a Città
Perché se non venisse raccolta marcirebbe. plarità, dunque, non fanno parte dei criteri del Messico (quota 2.200 metri) e 38,5 °C a Mumbai.
L’emozione si traduce subito in visione al li- di scelta di Dio. Inoltre, inediti per la prima metà di giugno in Norvegia
mite del surreale: la folla smarrita diventa i 33,9 °C rilevati nel Sud, così come i 28-29 °C di varie
gregge disperso e poi distesa di E QUINDI GESÙ LI INVIA con un ordi- località scozzesi. Peraltro gli anticicloni che, mentre da
grano biondo a rischio di marce- ne chiaro: “Non andate fra i pagani noi diluviava, insistevano in Nord Europa, hanno por-
scenza. Gesù sente che c’è bisogno PARABOLE e non entrate nelle città dei Sama- tato a una siccità rara a vedersi: solo 33 mm di pioggia
di pastori per quelle pecore e di ritani; rivolgetevi piuttosto alle pe- dal 1° aprile al 15 giugno a Helsinki, valore prossimo al
mietitori per quel grano. Ce n’è bi- I DISCEPOLI core perdute della casa d’Israele”. minimo della serie di misura iniziata nel 1845. Quattro
sogno immediatamente. Allora SONO INVIATI Dice ai suoi di non fare grandi pro- vittime per tempeste e tornado tra Midwest e Sud degli
chiama a sé i suoi dodici discepoli e
dà loro “potere sugli spiriti impuri
DA CRISTO PER getti missionari, di non sentirsi co-
me inviati speciali a fare chissà che
Stati Uniti, oltre venti morti per le alluvioni in Pakistan,
mentre giovedì 14 giugno il ciclone tropicale “Bibarjoy”
per scacciarli e guarire ogni malat- ANNUNCIARE e chissà dove. Gesù vuole pastori ha investito, poco più a Est, la provincia indiana del Gu-
tia e ogni infermità”. La vocazione a CHE “IL REGNO per quelle pecore lì, sfinite e senza jarat. Le due settimane di negoziati climatici intermedi
essere guida del popolo di Dio non meta, quelle che aveva visto percor- di Bonn, che ogni anno preparano il terreno alle Con-
è un dolce sentimento di elezione, DI DIO È VICINO” rendo città e villaggi d’Israele. A lo- ferenze delle Parti autunnali, con fatica hanno partorito
né un’intuizione mistica di unione ro devono prestare soccorso come qualche risultato, tra cui le bozze di testi per l’inventario
divina. È il frutto della fitta allo sto- medici di un ospedale da campo. delle politiche climatiche nazionali e per gli obiettivi di
maco prodotta non da uno sguardo rapace E vede i suoi in cammino, sempre “strada adattamento, e – in chiave di trasparenza del processo
che vuole conquistarne il consenso, ma dallo facendo”. È sollevando polvere che devono negoziale – la decisione di rendere più esplicitamente
sguardo commosso dallo smarrimento. E predicare che “il regno dei cieli è vicino”. Ed è riconoscibili i partecipanti legati alle industrie petroli-
sente di dover agire. senza fermarsi che devono guarire i malati, ri- fere. Che alla Cop28 di Dubai (dicembre 2023) gioche-
Matteo ci fa i nomi di tutti i discepoli suscitare i morti, purificare i lebbrosi e scac- ranno in casa, con ruoli ambigui.
chiamati. E c’è Matteo il pubblicano e anche ciare i demòni. Con gesti della mano di una
Giuda l’Iscariota, “colui che poi lo tradì”. La mano che non si ferma, come non devono fer-
chiamata non esclude il tradimento. Né il marsi i piedi.
tradimento cancella la chiamata. E di nes- *Direttore de “La Civiltà Cattolica”
12 l ZOOM IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

\/

l
RISCHIO SANZIONI
PRESO IN GERMANIA
IL CORSIVO
Rebellin, arrestato
camionista: investì
TRUMP: “CIBO e uccise il ciclista
PER TUTTI!”
C
arabinieri e pm ne sono
MA SCAPPA sempre stati convinti: il
camionista tedesco che
E NON PAGA alla guida di un Tir investì e uc-
cise il 30 novembre scorso l’ex
campione di ciclismo Davide
Rebellin, su una rotonda, non
» Antonella Ciancio poteva non aver visto ciò che a-
WASHINGTON veva fatto. Aveva fermato il ca-
mion, era sceso, aveva guarda-

“C
ibo per tutti!”, aveva e- to la bicicletta distrutta e il cor-
sclamato Donald po del ciclista, ed era ripartito,
Trump. Invece, niente. facendo perdere le tracce. Ieri,
L’ex presidente ha lasciato a 7 mesi dopo il fatto, Wolfgang
bocca asciutta il gruppo di so- Rieke, 62 anni, autotrasporta-
stenitori che al ristorante cuba- tore di Recke, un paesino del
no Versailles di Miami lo ave- nord della Germania, è stato
vano festeggiato martedì scor- arrestato su mandato europeo
so dopo l’incriminazione per le richiesto dal gip di Vicenza. Un
carte segrete a Mar a Lago. Il punto fermo dopo lunghissimi
tycoon due volte imputato e tre mesi nei quali i familiari di Re-
volte candidato alla Casa bellin hanno atteso una rispo-
Bianca aveva sostato al frugale
ristorante di Little Havana per
godersi la folla dopo essere en-
trato nella storia come primo
Bioplastiche, l’Italia le spaccia per sostenibili
ex presidente imputato in una
corte federale. “Food for everyo-
ne!” aveva esclamato Trump
L’Ue le vieta perché dannose per l’ambiente
nel ristorante. Una mossa po-

polare per i suoi fedelissimi. U-
na stoccata al principale rivale
per la nomination repubblica-
na, l’impacciato governatore
della Florida Ron DeSantis. “È
l’unico che si batte per noi”, ave-
va commentato a una tv locale
l’ex atleta di arti marziali Jorge
Masvidal. Invece, non è andata
così. Come riporta il Miami Ne-
ws Times, Trump non ha dato
il tempo di ordinare nulla e non
ha pagato il conto a nessuno.
Non ha offerto neanche una
crocchetta ai supporters che gli
avevano intonato “buon com-
pleanno” e pregato per la sua
vittoria. Il conto, prima o poi,
arriverà.
S
i può consentire che nel nostro paese vengano spac-
ciati, a fini commerciali, come esempio di “sosteni-
bilità”e di lotta agli inquinamenti ed ai cambiamenti
climatici oggetti vietati dalla UE in quanto possono essere
dannosi per l’ambiente? Questo è proprio quanto sta av-
venendo, nell’indifferenza generale, in un settore cruciale
per la tutela ambientale, quello della plastica. Su tutti i ca-
nali tv italiani, infatti, impazza ogni giorno una massiccia
pubblicità per esaltare la scelta di utilizzare “bioplastiche”
come alternativa ecologica e “sostenibile” rispetto alla
plastica “normale”. E c’è stato addirittura chi si è fatto fil-
mare mentre gettava in mare una bottiglia di plastica per-
ché tanto, essendo di bioplastica, si sarebbe degradata
ben presto. Proprio il contrario di quanto sancito dalla U-
nione europea, la quale, con la direttiva SUP ha decretato
la progressiva eliminazione di tutte le plastiche monouso,
incluse quelle “a base organica e biodegradabile, a pre-
scindere dal fatto che siano derivati da biomassa o desti-
nati a biodegradarsi nel tempo”, precisando che “attual-
mente non esistono norme tecniche ampiamente condivi-
se per certificare che un determinato prodotto di plastica
sia adeguatamente biodegradabile nell’ambiente marino
in un breve lasso di tempo e senza causare danni all’am-
biente”. In realtà, però, la prima responsabilità è del go-
verno italiano che, recependo la direttiva, ha inserito, co-
me eccezione al divieto generale europeo, i “prodotti rea-
lizzati in materiale biodegradabile e compostabile… con
percentuali di materia prima rinnovabile”. Anzi, ha pre- sta dalle autorità tedesche. Le
visto un contributo pubblico a tutte le imprese che acqui- indagini, nell’arco di 48 ore, e-
stano e utilizzano prodotti “che sono riutilizzabili o rea- rano arrivate all’identificazio-
lizzati in materiale biodegradabile o e compostabile…”. ne. Ma a quel punto Rieke era
E, come prevedibile, in tal modo ha suscitato le indi- già rientrato in Germania. Pae-
gnate reazioni della Commissione europea, la quale, con se nel quale non esiste nel codi-
un parere di tre pagine firmate dal Commissario Thierry ce il reato di omicidio stradale,
Breton, ha invitato l’Italia ad eliminare questa ingiustifi- com’è in Italia. È però contem-
cabile deroga al dettato comunitario e, a maggior ragione, plato quello di omissione di
anche ogni contributo economico a chi se ne avvantaggia. soccorso, sanzionato con la re-
Si prospetta, quindi, a breve una procedura di infrazione clusione fino a 3 anni. E forse
con pesanti sanzioni contro il nostro paese. Resta da chie- questo, con le evidenze fornite
dersi come può cianciare di “sostenibilità”e di lotta al cam- sul comportamento del 62en-
biamento climatico chi non solo consente ma addirittura ne, ha determinato l’arresto.
favorisce comportamenti palesemente contrastanti con
quanto l’Europa ha stabilito a difesa dell’ambiente.
GIANFRANCO AMENDOLA
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
STUDENTI UCCISI
\/
LA BIMBA SCOMPARSA
“Procura inerte”
Renzi attacca i pm
pure sul caso Kata
O già al tramonto
gni è occasione è buo-
na per attaccare i ma-
gistrati che lo stanno
indagando. Anche la scom-
parsa di una bambina. Ieri
Matteo Renzi è intervenuto
sul caso della piccola Kata. Il
leader di Italia Viva ha an-
nunciato “un’interrogazione
urgente ai ministri dell’In-
terno e della Giustizia” per
chiedere come mai la Procu-
ra di Firenze non abbia
sgomberato prima l’ex hotel
Astor, l’edificio occupato do-
ve una settimana fa è scom-
parsa la piccola, forse un ra-
pimento maturato nell’am-
bito del racket degli affitti il-
legali. “Nell’immobile occu-
pato – ha scritto Renzi – si so-
no susseguiti vari episodi di
illegalità e ciò nonostante
l’ufficio della Procura di Fi-
renze, guidato dal dottor Lu-
ca Turco, ha deliberatamen-
te scelto di non intervenire.
A distanza di mesi dalla ri-
chiesta lo sgombero è arriva-
to soltanto oggi (ieri per chi
legge, ndr) a una settimana
dalla scomparsa di una bam-
bina di cinque anni: perché
questo ritardo? La Procura
di Firenze può spiegare per-
ché ha tollerato colpevol-
mente una situazione di ille-
galità diffusa più volte de-
nunciata?”. Luca Turco è il ti-
tolare delle indagini sui pre-
sunti finanziamenti illeciti
della Fondazione Open,
nonché il pm che sta condu-
cendo il processo che vede
imputati i genitori di Renzi
per concorso in bancarotta.
Da qualche tempo è anche
l’obiettivo preferito di Renzi,
che al magistrato ha dedica-
to diverse parti del suo libro
antitoghe “Il mostro”.
MARCO GRASSO
\/
DOMANI LA PRESENTAZIONE
“Un museo su 50 anni
di terrorismo globale”
UN MUSEO per le vittime del
q terrorismo nel mondo. È il proget-
to che sarà presentato domani alle ore
11 alla sala “Caduti di Nassirya” di Palaz-
zo Madama, sede del Senato, a Roma.
L’obiettivo è “illustrare per giorno, mese
e anno gli ultimi 50 anni di terrorismo
nel mondo”. Tra i relatori parteciperà il
vice presidente del Senato, Maurizio
Gasparri e gli ambasciatori in Italia e alla
Santa Sede di Yemen, Iraq, Egitto, Mes-
sico e Mauritania. Tra gli invitati la pre-
mier Giorgia Meloni e la segretaria del
Pd, Elly Schlein. L’incontro è organizzato
dall’Associazione internazionale Vitti-
me del Terrorismo, presieduta da Mar-
co Falvella e vi parteciperanno anche 10
sindaci della provincia di Salerno.
Uganda, Isis fa strage coi macete
in un college: oltre 40 morti
UNA CARNEFICINA. L’attacco compiuto in
una scuola in Uganda da un commando di
cinque terroristi di un gruppo islamista lega-
to all’Isis fa contare almeno 41 morti, 38 dei
quali studenti, massacrati a colpi di machete
IL 22 E 23 GIUGNO
Nexi, duro scontro con i sindacati sui salari:
scatta lo sciopero. È rischio caos su Pos&C.
O
ltre un anno fa, l’acquisizione di Sia da parte di Nexi
ha creato di fatto il monopolista dei pagamenti elet-
tronici in Italia, ma ancora oggi i lavoratori delle due
società sono in protesta perché l’unione ha peggiorato le lo-
ro condizioni. Il 22 e 23 giugno saranno in sciopero e questo
potrebbe creare disagi nei prelievi, nei pagamenti con pos
nei negozi, ma anche tempi lunghi per i bonifici. A orga-
nizzare la mobilitazione sono le sigle del settore creditizio di
Cgil, Cisl e Uil, oltre a Fabi e Unisin.
La situazione è paradossale, parliamo di un colosso che
solo nel primo trimestre del 2023 ha fatturato quasi 742 mi-
lioni, con volumi in crescita. L’Ad di Nexi Paolo Bertoluzzo,
tra l'altro, è risultato nel 2019 il manager più pagato delle
società quotate in borsa con 43 milioni lordi. L’operazione
tra le due aziende ha messo insieme l’impresa che fornisce i
servizi con quella che offre l’infrastruttura tecnologica, per
un totale di circa 5 mila dipendenti. Questo però sta ponen-
do problemi nell’armonizzazione del trattamento dei lavo-
ratori. “Il personale – scrivono i sindacati - ha mantenuto i
diversi livelli economici e normativi delle aziende di pro-
venienza e pertanto vi sono molte situazioni in cui le per-
sone, pur lavorando fianco a fianco e facendo le stesse at-
\/
SCONTRI ALL’ATENEO DI ROMA
Hanno contestato FdI
picchiati e denunciati
MANGANELLATI e poi denun-
q ciati. Accade ad alcuni studenti
della Sapienza dopo gli scontri avvenuti il
25 ottobre 2022 davanti alla facoltà di
Scienze politiche. A raccontarlo è il comi-
tato Cambiare Rotta. “Sono arrivate de-
nunce a carico di giovani dell'ateneo che
lo scorso 25 ottobre stavano contestan-
do un convegno (“Il Capitalismo. Il pro-
filo nascosto del sistema”, ndr) organiz-
zato da Azione Universitaria”. Che, come
si firmano sui social, è “l’unica associa-
zione di destra nel panorama universita-
rio romano”. Quella mattinata, presso la
facoltà all’interno della Città universita-
ria, erano attesi il deputato di Fratelli d’I-
talia e presidente di Gioventù Nazionale,
Fabio Roscani, e Daniele Capezzone.
o arsi vivi, nei loro dormitori dati alle fiamme
e poi distrutti con bombe a mano e raffiche di
armi automatiche. Ma si tratta tuttavia di un
conteggio ancora provvisorio, i soccorritori
stanno ancora cercando tra le macerie nella
giornata di ieri. Mancano all’appello ancora
diversi ragazzi e soprattutto ragazze, che si
ritiene possano essere stati sequestrati.
tività, hanno trattamenti economici profondamente diver-
si”. La richiesta da parte dei sindacati è innanzitutto uni-
formare gli stipendi e il contratto integrativo. L’accordo di
secondo livello in Sia era infatti più favorevole rispetto a
quello di Nexi, perciò i sindacati puntano a farlo diventare il
modello per tutto il gruppo. La società invece sta proponen-
do un contratto a condizioni peggiorative. In particolare, le
tensioni riguardano il premio di produzione, che in Sia di-
pendeva dai risultati consolidati mentre la proposta ora è
quella di farli dipendere dal budget, cioè da un previsionale,
e da una serie di calcoli. Fuori dai tecnicismi, il premio sa-
rebbe inferiore rispetto a quello garantito dall'integrativo
utilizzato finora in Sia.
Quali sono i i rischi connessi allo sciopero? In teoria, i
sistemi continueranno a funzionare perché sono automa-
tizzati. In pratica, qualora dovessero esserci problemi tec-
nici, sarà difficile ripristinarli perché – per esempio – po-
trebbe mancare un addetto reperibile. I tempi per ricevere
soldi bonificati potrebbero allungarsi e potrebbe risultare
difficile aggiustare Atm fuori uso o falle nei pagamenti e-
lettronici. Insomma, si rischia il caos.
ROBERTO ROTUNNO
\/
IL DELITTO AVVENNE IN SVEZIA
Imperia, risolto
femminicidio del 1995
UN COLD CASE irrisolto dal 1995.
q La Procura di Imperia ha finalmente
svelato il mistero arrestando a Sanremo un
uomo di oltre 70 anni accusato di avere uc-
ciso, in Svezia, una ragazza e di averne fatto
scomparire il corpo. L'uomo era stato fer-
mato all’epoca dalle autorità svedesi che
avevano prove contro di lui, ma in mancan-
za del cadavere della vittima non avevano
potuto processarlo. Dopo 28 anni, S.A. è
stato tratto in arresto. La vittima è Sargonia
Dankha, 21enne di origini irachene. L’omi-
cidio avvenne in Svezia nel 1995. Per gli in-
quirenti, l’italiano, che in Svezia gestiva un
ristorante, avrebbe ucciso la giovane com-
pagna in occasione dell’ultimo incontro di
una relazione con alti e bassi e aveva poi
nascosto il corpo in una discarica.
ZOOM l 13
LA STRAGE NELL’EGEO
t
Naufragio, video
smentisce Atene:
nave alla deriva
I
l peschereccio Adriana era alla
deriva già all’imbrunire di mar-
tedì, dunque 5-6 ore prima di af-
fondare. Ciò vuol dire che i 750 mi-
granti a bordo si potevano salvare,
anche senza manovre azzardate.
Mare calmo, nave ferma in pre-
da ai venti. Il barcone finito a picco
la notte tra martedì e mercoledì nel
mar Egeo al largo di Pylos, in Gre-
cia, portandosi via la vita – si stima
– di oltre 600 persone, aveva il mo-
tore spento, con il timoniere che
probabilmente era già fuggito. Il
particolare era emerso già dai re-
port di Alarm Phone, che martedì
era in stretto contatto con i naufra-
ghi. Ora a renderlo praticamente
certo è un video, pescato dalla Bbc
sul sito defenceline.gr e probabil-
mente girato da una delle navi
mercantili che si erano accostate al
peschereccio, che smentisce la pri-
ma versione delle autorità greche,
secondo cui alle 22.45 (quando la
nave della Guardia costiera elleni-
ca salpata da Creta alle 15.40 aveva
raggiunto il punto in cui si trovava
l’Adriana) il barcone procedeva
con “rotta e velocità costanti”.
Resta ancora da chiarire la vi-
cenda della “fune”, la corda che, se-
condo alcuni testimoni e una di-
chiarazione non ufficiale dell’Au-
torità portuale, sarebbe stata lan-
ciata le navi costiere avrebbero ag-
ganciato al peschereccio nel tenta-
tivo di trainarlo, intervento che a-
vrebbe contribuito al ribaltamen-
to. L’evento sarebbe avvenuto un
paio d’ore prima della tragedia, re-
gistrata alle 2.04 di notte. Ma, se
fosse vero, i greci dove volevano
trainare il barcone? Secondo i cal-
coli, l’Adriana era fermo a 45 mi-
glia nautiche dalla costa greca,
mentre proseguendo a est per 30
miglia avrebbe “sconfinato” in ac-
que Sar italiane. Oltrepassando, in
qualsiasi modo, quella linea, a quel
punto sarebbe dovuta intervenire
la Guardia costiera italiana. La no-
stra Imrcc stava monitorando dal-
la mattina la situazione. Dopo la
segnalazione alle autorità greche
del barcone in difficoltà, alle 11 del
mattino, però non risultano esserci
state altre comunicazioni tra Ro-
ma e Atene.
VINCENZO BISBIGLIA
14 l ESTERI IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

GUERRA IN UCRAINA • Washington-Mosca

Geopolitica
Joe Biden; sotto, Vucic
e Kurti; nella pagina a fianco,
rovine a Kryvyi Rih dopo
un attacco russo; Christine
Lagarde; Abu Mazen con Xi
FOTO LAPRESSE / FOTO ANSA

Balcani Accuse serbe al Kosovo

“Arresti immotivati
e coprifuoco: Kurti
vuole un conflitto”
» Cosimo Caridi Venerdì a Leposaviq, pochi chi-
BERLINO lometri dal confine, c’è stata una

I
l nord del Kosovo, dove vive la
minoranza serba, si trova in
uno stato di agitazione peri-
coloso. Tutti i Balcani sono in
allerta. Venerdì il vicesegretario
alla Difesa statunitense, Gabriel
Escobar, ha lanciato l’allarme:
“Uno stato e un leader non pos-
sono controllare la direzione
dell’intera regione e la stabilità
europea. Pertanto, coloro che ri-
fiutano la nostra partnership su-
visita a sorpresa del ministro ko-
sovaro Elmir Krasniqi. Un grup-
po di serbi ha attaccato i giorna-
listi che seguivano l’evento. Nelle
immagini dell’aggressione si ve-
dono degli incappucciati buttare
a terra un operatore, rompere la
telecamera e poi prendere a calci
l’uomo. I militari della Nato han-
no usato i lacrimogeni per di-
sperdere la folla.
La scorsa settimana la polizia
kosovara ha arrestato un serbo,

Qualcosa sta mutando

biranno delle conseguenze”. Wa-
shington è da sempre il mi-
glior alleato di Pristina,
ma il primo ministro
kosovaro Albin Kurti
indicato come paramilitare e or-
ganizzatore dell’attacco ai
municipi. Questa setti-
mana Belgrado ha
fermato tre poliziot-

Biden: “Kiev-Nato: no”

rischia di perdere la ti kosovari, sono
benevolenza della stati accusati di es-
Casa Bianca. Dall’al- sere entrati armati
tro lato, ieri il capo in Serbia. “Un rapi-
dell’Ufficio governati- mento” è stata la ri-
vo serbo per il Kosovo, sposta Kurti. Su questo

E Putin parla di “pace”

Petar Petkovic, ha convoca- incidente la Kfor ha affer-
to una conferenza stam- mato di non poter sta-
pa: “È tempo ormai bilire da quale lato del
che qualcuno riporti confine si trovassero
alla ragione Kurti, i tre agenti quando
poiché la sua inten- sono stati arrestati.
zione è di provocare Bruxelles e Washin-
una guerra”. gton vogliono
u n’immediata de-e-
A FINE MAGGIO l’inse- scalation. La richiesta
diamento di un sinda-
co albanese in un Co-
più pressante è dell’in-
viato Usa Gabriel E-
» Antonella Ciancio ra in Ucraina contro l’invasio-
ne russa. Biden ieri ha voluto
ro sistema è sicuro? Non è cor-
rotto? Raggiunge tutti gli
mune a maggioranza scobar a Kurti: nuove WASHINGTON rassicurare tutti gli alleati do- SPAGNA: IL PP standard che rispettano tutti

serba ha portato a duri GLI ALLEATI
scontri, 20 militari
Nato sono rimasti feri- PURE GLI USA
ti. Nei quattro munici-
pi del nord del Paese i
IRRITATI
serbi hanno boicottato DALLE AZIONI
le elezioni, solo il 4%
degli aventi diritto si è DI PRISTINA
recato ai seggi. Sono
stati eletti sindaci di
etnia albanese. I serbi,
per impedire che entrassero in
carica, hanno bloccato gli accessi
agli uffici. La Kfor, la forza d’in-
terposizione della Nato, ha scor-
tato i neoeleltti al municipio. Gli
scontri sono durati ore. Il gover-
no di Pristina ha individuato in
questi attacchi la mano di Bel-
grado, etichettando i manife-
stanti come “gang ed estremisti
di destra”. Nelle ricostruzioni fat-
te da Kurti a protestare non sono
i residenti locali, ma serbi arrivati
nel paese solo per scontrarsi con
le autorità e che ora si nasconde-
rebbero nell’area per continuare
a intimidire la popolazione. Per
far fronte a questa minaccia la
polizia kosovara ha dispiegato
decine di mezzi blindati e impo-
sto il coprifuoco in alcune aree.
Ogni giorno si registrano scontri.
elezioni per i comuni a
maggioranza serba. Il
commissario Ue Jose-
ph Borrell ha convo-
cato il primo ministro
kosovaro e il presiden-
te serbo, Aleksandar
Vucic, a Bruxelles la
settimana prossima.
Esiste una roadmap
che i due paesi hanno
firmato anni fa per arrivare a una
normalizzazione dei rapporti,
ma secondo gli analisti, si tratta
di accordi troppo generici che le
parti tendono a interpretare in
modo opposto. La Nato ha diver-
si modi di fare pressione su Kur-
ti: gli Usa hanno cancellato la
partecipazione di Pristina alle e-
sercitazioni militari di Defense
23, le più grandi alle quali il Ko-
sovo avesse mai partecipato. Più
complesso è spingere a negoziare
la Serbia. Belgrado ha visto con-
gelarsi la sua richiesta di adesio-
ne all’Ue quando ha deciso di non
implementare le sanzioni contro
la Russia. Ma il presidente Vucic
non si è fatto spaventare, anzi. Ad
aprile Belgrado ha ricevuto da
Pechino un sistema di difesa an-
tiaereo.
G
li Stati Uniti non in-
tendono facilitare i
requisiti di un ingres-
so dell’Ucraina nella
Nato: la cauta presa di posizio-
ne arriva dal presidente Joe Bi-
den in vista del vertice dell’al-
leanza atlantica a luglio in Li-
tuania, mentre le diplomazie
proseguono tentativi di un dia-
logo tra Mosca e Kiev. Le pres-
sioni di Kiev di entrare il prima
possibile nella Nato dividono i
paesi dell’alleanza tra chi in
Europa orientale sollecita un
invito formale all’integrazione
e chi chiede garanzie preventi-
ve che Kiev rispetti le condizio-
ni di stabilità politica,
sociale e militare pro-
prie di ogni candidato.
Il timore è una escala-
tion militare diretta con
la Russia.
Biden ripete da tem-
po che gli Stati Uniti di-
fenderanno “ogni centi-
metro del territorio Na-
to”. Parole che rassicu-
rano alleati come Polo-
nia e paesi baltici più e-
sposti alla brutale guer-
po che la stampa in settimana
ha riferito di un’apertura del
presidente americano alla pro-
posta di evitare a Kiev l’imple-
mentazione di riforme preli-
minari a un possibile ingresso
nella Nato.
RISPONDENDO ai giornalisti del
po ol presidenziale prima di
partire per Philadelphia, Bi-
den ha smentito tali ricostru-
zioni. “No, perché devono ri-
spettare gli stessi standard.
Non lo renderemo più facile.
Penso che abbiano fatto tutto
per dimostrare la capacità di
coordinamento militare, ma
c’è una questione ampia. Il lo-
Tentativi Zelensky respinge
anche i sette leader africani
“Il Vaticano continua il lavoro
per portare papa Francesco
in Russia”, scrive “Ria Novosti”
DÀ BARCELLONA
AI SOCIALISTI
COLPO DI SCENA
a Barcellona. Il socialista
Jaume Collboni sarà il
nuovo sindaco della città
catalana grazie ai voti
della sinistra della ex
sindaca Ada Colau e di
quelli del Pp che ha
preferito il Ps ai
separatisti catalani. Per i
sondaggi il nuovo partito
Sumar è già al 14,1%:
Pp 32,15%, Vox 14,8 (tot.
46,96) - Ps 24,1, Sumar
14,1 (tot. 38,2)
gli altri membri della Nato?
Penso che lo faranno. Penso
che possano farlo. Ma non è
automatico”.
La questione tornerà al cen-
tro della conferenza Nato a Vil-
nius, l’11 e 12 luglio, dopo che
Biden ne aveva discusso con il
segretario generale della Nato,
Jens Stoltenberg, martedì
scorso alla Casa Bianca. Secon-
do Politico e il Washington Po-
st, Biden aveva aperto alla pro-
posta di fare a meno del “Mem-
bership action plan”, o Map,
che richiede a una nazione
candidata di effettuare riforme
militari e democratiche prima
di ogni valutazione. La condi-
zione posta da Biden e-
ra che tutti i paesi Nato
fossero d’accordo.
Il presidente ucraino
Volodymyr Zelensky,
che ha lanciato la con-
troffensiva nella guerra
contro l’invasione rus-
sa, vuole un invito for-
male che faccia partire il
processo di integrazio-
ne. La questione si inse-
risce in un momento
delicato per le diploma-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
zie che tentano di aprire un
dialogo tra Russia e Ucraina
dopo i tentativi di Turchia e
Cina. La Russia “è aperta al
dialogo con chiunque chieda
la pace”, ha detto Putin ieri
incontrando vicino a San
Pietroburgo i rappresen-
tanti di sette Paesi africani:
Sudafrica, Comore, Sene-
gal, Zambia, Egitto, Congo e
Uganda.
La delegazione guidata dal
presidente sudafricano Cyril
Ramaphosa spera che una me-
diazione permetta di proroga-
re l’accordo sul grano che scade
il 19 luglio, cosa che il Cremlino
ha però escluso. Kiev è, invece,
convinta che la mediazione a-
fricana serva a ottenere solo la
revoca del mandato di arresto
internazionale contro Putin.
PER IL CAPO dell’ufficio presi-
denziale ucraino, Mykhailo
Podolyak, l’intento è ottenere
la fiducia di Putin con varie
concessioni. “La cessazione
del mandato della Corte Pe-
nale internazionale per l’arre-
sto di Putin simboleggerà tale
fiducia, poi si procederà ai
passi successivi. Naturalmen-
te gli altri punti interessano
poco”, ha detto Podoyak citato
dal sito Unian. A complicare
la missione sono stati anche i
bombardamenti russi su Kiev
proprio mentre la visita dei
leader africani era in corso.
Zelensky ha sottolineato che
non vi sarà un negoziato senza
prima il ritiro delle truppe
russe dal paese.
Ma a perseguire una possi-
bile mediazione c’è sempre an-
che il Vaticano che, come con-
ferma l’agenzia Ria Novosti,
starebbe discutendo con il Va-
ticano della possibilità di orga-
nizzare una visita di papa
Francesco a Mosca.
A destare preoccupazione
sono anche le notizie di trasfe-
rimenti di armi tattiche nu-
cleari da Mosca alla Bielorus-
sia. Parlando venerdì al Forum
economico di San Pietrobur-
go, Putin ha detto di non avere
alcuna ragione al momento di
usare armi nucleari, Biden ha
definito il trasferimento delle
armi in Bielorussia come “to-
talmente irresponsabile”.
Il segretario di Stato ameri-
cano Antony Blinken ha detto
venerdì che l’amministrazio-
ne americana sta monitoran-
do da vicino la situazione, ri-
badendo che gli Stati Uniti
“non hanno motivo di adegua-
re” la loro posizione nucleare,
non essendoci indicazioni che
Mosca si stia preparando a u-
sare armi nucleari.
L’ALLARME LA NOTA RIVELATA DAL FT: “UN COLPO ALL’EURO”
Lagarde all’Ue: “Niente
asset russi agli ucraini”
» Marco Maroni
S
e al congelamento delle risorse fi-
nanziarie russe finora ci sono state
poche obiezioni, confiscarle è tutta
un’altra faccenda. A mettere in guar-
dia l’Unione europea, che sta pensando di
appropriarsi di una parte degli attivi finan-
ziari russi all’estero, è stata nei giorni scorsi
la stessa Banca centrale europea. In una no-
ta confidenziale mandata a Bruxelles, e ri-
velata ieri dal Financial Times, si
avverte che l’iniziativa minereb-
be “la fiducia nell’euro come va-
luta” e metterebbe a rischio la
stabilità finanziaria. IL PIANO
La destinazione dei ricchi as-
set finanziari russi congelati è og- DESTINARE
getto di dibattito in Europa fin
dal varo delle prime sanzioni eco-
I PROVENTI
nomiche, nel marzo 2022. Le ALLA
banche europee custodiscono ri-
sorse finanziarie di Mosca per ol- RICOSTRUZIONE
tre 200 miliardi di euro, di cui
180 sono riserve della banca cen-
trale. I fondi sono depositati in
Euroclear, la società belga che agisce come
banca di deposito. Gli altri paesi del G7, con
Giappone, Stati Uniti e Regno Unito in te-
sta, contano un altro centinaio di miliardi di
dollari. Nel novembre scorso la Commis-
sione aveva lanciato la proposta di trasferire
le risorse a un fondo d’investimento, i cui
proventi sarebbero poi stati girati all’Ucrai-
na. A febbraio la nuova presidenza svedese
del Consiglio europeo ha messo in piedi un
gruppo di lavoro incaricato di risolvere il
problema e l’idea che si è fatta strada a Bru-
xelles nelle ultime settimane è quella di u-
tilizzare solo gli interessi generati dai titoli
in deposito, per lo più obbligazioni a breve
termine. Il tema, ufficialmente, è quello di
destinare quei proventi alla ricostruzione
dell’Ucraina, un impegno che Banca mon-
diale e Bce hanno già stimato in 411 miliardi
di dollari. Nei soli primi tre mesi di que-
st’anno Euroclear ha incassato interessi per
734 milioni di euro. Considerando che fino-
ra i paesi europei hanno finanziato l’Ucrai-
na, soprattutto per le armi, per 70 miliardi ,
non senza malumori nell’opinione pubbli-
ca, usare i soldi russi parrebbe una buona
soluzione. Solo che mettere le mani su asset
altrui significherebbe minare uno dei fon-
damenti del diritto internazio-
nale. Il rischio che segnala la Bce
è quello che altre banche centrali
che detengono cospicue riserve
in euro se ne liberino, soprattutto
se la Ue agisse unilateralmente,
senza l’accordo di tutti i paesi del
G7. Le conseguenze sarebbero ri-
schi valutari e aumento del costo
di finanziamento dei paesi euro-
pei, in un contesto di tassi già in
risalita.
All’ultimo G7 in Giappone, a
maggio, dove si sono decisi ulte-
riori inasprimenti delle sanzioni
alla Russia, dell’argomento si è discusso, ma
nel comunicato finale di usare gli asset fi-
nanziari non si fa cenno. A pesare sono le
implicazioni legali e i rischi per la stabilità
finanziaria internazionale. Prudente è so-
prattutto la posizione Usa, con il presidente
Biden che finora non ha preso posizione.
Just Securuty, think tank Usa che fa capo
alla New York University School of Law e ha
tra i suoi sponsor il finanziere George Soros,
in un report del marzo dall’esplicito titolo
“Perché la proposta della commissione Ue
di sequestrare gli asset statali russi dovreb-
be essere abbandonata”spiega bene qual è il
problema: nelle economie liberali in alcuni
casi la proprietà gode di una tutela giuridica
superiore a quella delle persone.
ESTERI l 15
DIPLOMAZIE
t
La Cina media
a tutto campo:
tentativo storico
in Medio Oriente
» Alessandra Colarizi
D
opo la fruttuosa negoziazio-
ne tra Iran e Arabia Saudita,
Pechino prova a bissare con
Israele e Palestina, ribadendo un
interesse per il Medio Oriente, tan-
to economico quanto geopolitico.
È finita venerdì tra accordi com-
merciali e messaggi di pace la visita
in Cina di Abu Mazen, accolto dai
leader cinesi come “un vecchio a-
mico”. Nuove sinergie economiche
a parte, la trasferta del presidente
palestinese sembra soprattutto
confermare il protagonismo diplo-
matico di Pechino, sempre più pro-
penso a esprimersi nei grandi dos-
sier internazionali. La Cina ha ot-
tenuto da Abu Mazen il riconosci-
mento della sovranità su Taiwan e
un endorsement sulle controverse
politiche etniche adottate nello
Xinjiang che “non hanno nulla a
che vedere con i diritti umani e mi-
rano a eliminare il terrorismo”. Le
autorità palestinesi, dal canto loro,
hanno incas-
sato il suppor-
to cinese nella PROTAGONISMO
c r i s i c o n I-
sraele. “A b- OGGI ARRIVA
biamo sem- A PECHINO
pre sostenuto
la giusta cau-
L’AMERICANO
sa del popolo BLINKEN
pales tinese
per il ripristi-
no dei suoi legittimi diritti nazio-
nali,” ha affermato il presidente ci-
nese Xi Jinping introducendo una
proposta di pace in tre punti che
prevede la creazione di uno Stato
palestinese indipendente dotato
di piena sovranità e basato sui con-
fini del 1967, con Gerusalemme E-
st come capitale; aiuto umanitario
e garanzie economiche per la po-
polazione; e l’adesione a una cor-
retta direzione dei colloqui di pace,
compresa l’organizzazione di una
conferenza internazionale. A gui-
da cinese? Sono condizioni che il
governo israeliano difficilmente
accetterà. È infatti dal 2013 che Pe-
chino si fa promotore del dialogo
con Tel Aviv, per ora senza grande
successo. Ma stavolta il valore sim-
bolico dell’iniziativa di pace risulta
rafforzato dal recente “negoziato”
Iran-Arabia Saudita. Segno di co-
me la Cina sia riuscita a imporsi co-
me un interlocutore credibile là
dove gli Stati Uniti – ar tefici
dell’ultima tornata di colloqui i-
sraelo-palestinesi –perdono terre-
no. Intanto, con tempismo perfet-
to, comincia oggi l’attesa visita a
Pechino del segretario di Stato a-
mericano Antony Blinken. L’o-
biettivo è poco ambizioso: ripristi-
nare le relazioni bilaterali
pre-“palloni spia”.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
PROCURA DI MILANO
t pure alla Sud. Con Lucci, ultrà pregiudicato che diede il “cinque” a Salvini
12 APRILE 2019,
5 COLPI DI PISTOLA
IN VIA CADORE
UNO SCOOTER con due
uomini a bordo affianca
l’auto di Enzo Anghinelli.
Milano, via Cadore. Sono
le 8 della mattina del 12
aprile 2019. Il passeggero
della moto esplode cinque
colpi. Uno colpisce
Anghinelli in testa, l’uomo
crolla sul volante. Dopo il
coma sopravviverà. La
pista seguita è stata
quella degli ultras
milanista. Ora i verbali
dell’ultima collaboratrice
raccontano altro
PROTAGONISTI
NAZZARENO CALAIÒ
• Classe 1969, boss del
quartiere Barona, gestisce
gli interessi fuori e dentro
le curve di Inter e Milan
VITTORIO BOIOCCHI
• Capo della curva Nord,
quella dell’Inter, legato ai
clan, ucciso il 29 ottobre
2022 a colpi di pistola
LUCA LUCCI
• Capo della Sud ai
domiciliari per droga.
Nel 2018, si strinse in un
abbraccio con Salvini
CRONACA l 17
INCHIESTA Calaiò, boss della droga in affari nella curva dell’Inter, puntava
“Ci prendiamo anche il Milan”:
così il clan si spartiva San Siro
» Davide Milosa “Oppure ci si divide che andiamo
MILANO sotto, meglio ancora. Ci pigliamo
L
tutto il primo anello!”. Andrea Ca-
o stadio Meazza, che affare. lajò: “Io penso che è molto meglio
Fuori e dentro. Sugli spalti, se si divide a sotto e sopra, che dire
quelli del tifo organizzato. che stiamo insieme e dividiamo”.
Primo e secondo anello: In- Luca: “Minchia ma scherzi”. Pro-
ter e Milan. Incroci tra ultras e ma- segue l’altro. “È molto meglio per-
lavita. Affari e fatti di sangue: dal ché noi ci gestiamo come cazzo vo-
tentato omicidio di Enzo Anghi- gliamo noi, non ci sono già discus-
nelli all’esecuzione del capo neraz- sioni a prescindere. Perché metti
zurro Vittorio Boiocchi. Due casi a che io voglio fare così e tu vuoi far
oggi irrisolti. A parlarne è la banda cosà già ci troviamo a scannare. In-
del boss della droga Nazzareno Ca- vece io c’ho il mio (anello) sotto, tu
lajò detto Nazza, il capo del quar- c’hai il tuo sopra, tu fai quel che
tiere della Barona. Dagli atti del cazzo vuoi io faccio quello che vo-
fermo dell’antimafia di Milano per glio”. Sarà come sarà, comunque la
cui Nazza e altri sette vengono ar- “batteria che c’è nello stadio sono
restati lo scorso aprile, emergono quattro pisciaturi”. Il riferimento è
elementi inediti sulla spartizione a Lucci e ai suoi luogote-
degli affari in curva e sulle presun- nenti. Andrea Calajò: “So-
te dinamiche dietro al ferimento Stadio Meazza no tutte chiacchiere. Li pi-
del tifoso milanista Anghinelli, La coreografia glio io, li rovino”.
colpito con un proiettile in testa il
12 aprile 2019, finito in coma e so-
della curva Sud
di San Siro, NON SOLO AFFARI, anche e-
pravvissuto. Tra i fermati c’è Mas- quella dei tifosi quilibri di forza. Come
simo Mazzanti detto “Mimmo spa- rossoneri quelli ipotetici con Boioc-
ra spara”, ritenuto dai pm uomo di FOTO LAPRESSE chi. Ne parlano sempre i
fiducia del gruppo di fuoco di Ca- due cugini. Andrea: “Lo
lajò. Il 23 mar- scanniamo”. Luca: “A quello
zo 2022 in auto lo devi uccidere, Vittorio è pazzo, ti
Andrea e Luca ammazza, lo devi buttare giù,
Calajò, figlio e niente tarantelle”. Con Boiocchi i
nipote del vec- ANGHINELLI Calajò, emerge dagli atti, gestisco-
chio Nazza an-
che loro inda- E IL POSSIBILE no gli affari delle magliette ultras
in curva Nord. Lo stesso Boiocchi
gati affrontano
vari argomenti.
AUTORE controllava parte dei biglietti della
Champions. I Calajò non risultano
Su tutti la ge- DEL TENTATO indagati nel fascicolo sull’omicidio
stione degli af-
fari nella curva OMICIDIO del capo dei Boys. Così come non
risultano indagati nel tentato omi-
del Milan e la fi- cidio di Anghinelli. Agli atti del fer-
g u r a i n g o m- mo ci sono diversi verbali di Ro-
brante del capo sangela P., prima collaboratrice
dei Boys nerazzurri Vittorio Boioc- della storia dell’antimafia di Mila-
chi ucciso il 29 ottobre scorso. no, già legata a Calajò, che racconta
“Guarda – dice Andrea Calajò in- particolari inediti sul tentato omi-
tercettato dal Ros - c’è da piazzarsi cidio. Il pm: “Ha riferito circostan-
pure nella curva del Milan, non la ze utili alla ricostruzione del tenta-
molliamo pure sta cosa!”. Luca Ca- to omicidio ai danni di Enzo An-
lajò: “Ma che mollare, a Giancarlo ghinelli”. Parte delle sue parole so-
Lombardi gliel’ho detto chiaro: tu no nel verbale del 16 luglio 2022.
stai mollando una cosa che grazie Qui Rosangela racconta di essere
comunque a Loris (Grancini, ndr) stata presente nella casa di Nazza-
e a mio zio e a tutto il bordello che reno Calajò quando con Massimo
abbiamo combinato”. Lombardi Mazzanti, “Mimmo spara spara”, i
(non indagato), detto Sandokan, due parlano del fatto di Anghinelli.
nel 2005 guidò l’ingresso in curva La collaboratrice: “Lui (Nazza, n-
Sud dei Guerrieri ultras portando dr) disse: ‘quel m…di Anghinelli se
allo scioglimento la Fossa dei leoni. l’è cavata’ (…). Stavano parlando di
A spalleggiarlo, secondo gli inve- uno sgarbo che avrebbe fatto que-
stigatori, fu il capo dei Viking della sto Anghinelli - che io conoscevo a-
Juve Loris Grancini, personaggio vendo visto sui giornali i fatti di
di “spessore criminale” condanna- cronaca (la sparatoria, n dr ) - a
to per tentato omicidio e, è agli atti, Nazzareno, e a questo Carlo (…).
legato a un noto narcos della ‘n- Nazzareno stava un po’ rimprove-
drangheta vicino alla cosca Papa- rando Massimino su qualcosa che
lia. Con gli anni, Lombardi ha la- era stato fatto, perché gli disse pro-
sciato la gestione a Luca Lucci, og- prio: come hai fatto a sbagliare?
gi ai domiciliari per droga e diven- (…). Questa domanda me la ricor-
tato noto per l’abbraccio con l’allo- do netta. E anche la frase: Anghi-
ra ministro dell’Interno Matteo nelli la sfanga, l’ha sfangata anco-
Salvini durante la festa per i 50 an- ra, la sfanga sempre”. Il pm: “E
ni della curva rossonera. Massimino che rispose?”. La don-
na: “Disse: non ho sbagliato, io non
L’INTERCETTAZIONE prosegue. An- ho sbagliato”. Anche in questo ca-
drea Calajò: “La curva del Milan è so, a quanto risulta, pur noto l’in-
un bell’affare! Ce la prendiamo, terrogatorio a chi indaga sui fatti di
basta!”. E però c’è un problema: gli Anghinelli, né Calajò né Mazzanti
attuali capi, su tutti Luca Lucci. I sono indagati. Del resto non vi è
due discutono delle modalità di certezza a quale episodio si riferi-
spartizione degli anelli, primo e se- sca il verbale. Anghinelli, il 12 apri-
condo blu, o 50 e 50, oppure un a- le, si trovava in auto in via Cadore,
nello a testa. Andrea: “Se fanno co- fu colpito alla testa, crollando sul
me ha detto, se fanno 50 e 50, lui ci volante. Si riprenderà. Come già
dà il suo 50, che cazzo ce ne frega a fece nel 1998 quando fu ferito a col-
noi del suo 50”. Aggiunge Luca: pi di pistola. Un vero immortale.
18 l CRONACA
TUTTE
LE SETTIMANE
SUL “FATTO”
DA 161 SETTIMANE,
Daniele Luttazzi racconta
sul “Fatto Quotidiano”
cos’è e come funziona
la comicità.
La bibliografia delle
“Questioni comiche”
si trova sul suo blog:
danieleluttazzi.
wordpress.com
La foto di Daniele Luttazzi
è di Ottavio Celestino
I protagonisti
Stephen Colbert,
Ricky Gervais
e Ryan Reynolds
QUESTIONI COMICHE Tra tv, radio, web e teatro
Gag in catena di montaggio
e gli Oscar ai ritocchi plastici
» Daniele Luttazzi
Sono ansioso. L’ansia è una
malattia di noi bianchi. Ho
un amico nero, non so
neppure come
spiegargliela. “Ho
paura dell’ignoto”. E
lui: “Io ho paura del
noto. Quello che conosco è
molto più pauroso di quello
che non conosco”. (Andrew
Santino)
LA STAND-UP COMEDY:
SVILUPPI
U
no stand-up come-
dian versatile può la-
vorare in tutti i settori
della comunicazione:
stampa, web, radio, tv, teatro e
cinema.
IL VARIETÀ
Il late show. Dan Guterman:
“La cosa interessante della
scrittura comica è che si tratta
di una cosa molto creativa,
spesso molto personale, ma se
lo fai per lavoro devi produrla
in modo del tutto non creativo,
come se lavorassi in una cate-
na di montaggio. È dura, spe-
cie se attingi ai tuoi lati oscuri.
Trasformare i traumi in diver-
timento per 12 ore al giorno ti
prosciuga. Devi essere diver-
tente anche se non ne hai vo-
glia. La tv è una bestia, e tu devi
nutrire la bestia continua-
mente. La pressione è costante.
Alla bestia non importa se hai
dormito solo quattro ore. A vol-
te riesci a incanalare la rabbia
e la fatica in qualcosa di formi-
dabile. Inoltre, quando ti man-
ca l’ispirazione, puoi sempre
ricorrere alle formule, per e-
sempio portare all’e s t re m e
conseguenze qualcosa di illogi-
co. So che se manipolo X e Y nel
modo giusto, alla fine ottengo
una risata, ma a volte mi
preoccupo di non essere istinti-
vo, di intellettualiz-
zare troppo. Mi pia-
cerebbe che ogni bat-
tuta fosse per me u-
na sorpresa mentre
la scrivo, che non mi
ricordasse altre cose
che ho già fatto.
Quando mi succede,
è esilarante. Per il
Colbert Report, ogni
mattina c’era una
riunione dove par-
lavamo delle ultime
notizie e di come u-
sarle per il perso-
naggio di Stephen.
Poi Stephen sceglie-
va le idee che gli pia-
cevano di più, gli au-
tori formavano delle
coppie e si andava di
sopra a scrivere i te-
sti per la puntata del
giorno. Il tempo a disposizione
in genere era un’ora. Adrenali-
na a mille. Uno seduto a scrive-
re al computer, l’altro a passeg-
giare avanti e indietro, en-
trambi a sfornare battute ad
alta voce, e quelle che piaceva-
no a entrambi venivano scrit-
te. Il vantaggio di scrivere in
due è che ti vengono in mente
più battute; conversando,
se t-up e pun chl ine ve ngo no
modificate più volte in brevis-
simo tempo; il vantaggio di
dirle ad alta voce è che alla fine
sono già perfette per essere det-
te. Se scrivi da solo e hai tutto il
tempo del mondo, tendi a rifi-
nire le frasi, e la battuta diven-
ta rigida, meno naturale. Per il
periodico The Onion avevo da
mezza giornata a una giorna-
ta e mezza per completare un
articolo. Ciascuno lavorava da
solo, nel silenzio del proprio uf-
ficio. Se ti bloccavi, uscivi a fare
due passi. Da Colbert doveva-
mo produrre 22 minuti di co-
micità nuova ogni giorno: non
potevamo permetterci quel lus-
so. Stephen leggeva tutto e ri-
scriveva quello che non gli pia-
ceva, da pochi paragrafi all’in-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
Gag comica
HOVIV
Gag spiritosa
“Oh no! I russi
avanzano
con le Lada!”
BENNET
Gag umoristica
THELWELL
tero copione. Pensavi di aver
scritto una bella battuta, lui ri-
deva, e ci aggiungeva una coda
ancora più bella”.
L’inter vista . Quando in-
tervisti in tv, oltre a essere sor-
ridente e a tuo agio, devi essere
interessato a chi sta parlando e
a cosa dice. Devi ascoltarlo, e o-
gni tanto commentare all’im-
pronta con una battuta: non è
facile, ma sono cose
per cui uno stand-up
co medi an è adde-
strato da anni di trai-
ning col pubblico.
Per questo, negli U-
sa, i late show vengo-
no condotti quasi
sempre da stand-up
comedian. In Italia li
si affida a deejay e
giornalisti, e i risul-
tati sono sotto gli oc-
chi di tutti.
Quando ti inter-
vistano in tv, oltre a essere sor-
ridente e a tuo agio, devi rac-
contare in modo vivace qual-
che aneddoto divertente che ti
è capitato. Niente battute:
conversa amabilmente e di-
vertiti. “Il segreto della tv”dice-
va Bob Hope “è essere rilassati,
informali e facili. La tua per-
sonalità è più importante di
qualunque cosa tu dica”. Spera
solo di non avere una persona-
lità di merda, perché in tv si ve-
drà, anche se cerchi di fare il
simpatico.
Come far ridere nelle in-
terviste tv. Le tecniche più ef-
ficaci sono due: sorprendere e
dettagliare.
SORPRENDERE
Il pubblico ride quando lo
sorprendi in modo giocoso. Ec-
co tre modi per farlo:
1) La sincerità finta (fingi
di dire qualcosa di sincero, sor-
prendi con una chiusa sarcasti-
ca). Ricky Gervais (compunto,
al pubblico degli Oscar): “Se-
riamente: guardare tutti que-
sti volti mi ricorda il grande la-
voro che è stato fatto quest’an-
no. Dai chirurghi plastici”.
Ryan Reynolds (parlando di
Hugh Jackman): “Voglio lavo-
rare con gente di enorme talen-
to o gente che amo e di cui sono
grande amico. Sfortunata-
mente Hugh non è nessuna del-
le due cose, ma...”
2) Dire l’opposto di quello
che uno si aspetterebbe. Gior-
nalista: “Hai smesso di fare
film per dedicarti alla fami-
glia. Com’è stata l’esperienza?”
Ryan Reynolds: “Oh, è stato
l’inferno. Il primo film che rie-
sco a trovare lo faccio”.
3) La risposta assurda.
Giornalista: “È vero che hai
raggiunto la pubertà a...”
Ryan Reynolds: “Una setti-
mana fa, sì”.
DETTAGLIARE
I modi più usati per far ride-
re col dettaglio sono due:
1) L’immagine buffa. Ricky
Gervais a Conan O’Brien: “Sei
la persona più bianca che ab-
bia mai incontrato. Immagino
che nudo tu sia quasi traspa-
rente. Ti si può vedere il cuore
come nei pesciolini piccoli” (a-
pre e chiude più volte la mano
sul cuore, a dare l’immagine
del cuoricino che batte). Ryan
Reynolds: “Non so nulla del
gin. Se avessi una fabbrica di
gin sarebbe in fiamme”.
2) L’allusione a un fatto
noto. Ricky Gervais: “Il film
dura tre ore. Leonardo Di Ca-
prio era alla prima, e alla fine
la sua ragazza era troppo vec-
chia per lui”.
(161. Continua)
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
L’INTERVISTA Luca Guadagnino e Carlo Antonelli
IL LORO “FORMAT”
E GLI ADDII
SUL “CORRIERE”
SONO DIVENTATI un
format, quasi un “genere”
letterario. Sono i
necrologi - ormai una
quarantina - che appaiono
sul “Corriere della Sera” a
firma Luca Guadagnino e
Carlo Antonelli. Poetici,
enigmatici. “I necrologi
sono social media a
pagamento” dicono i due,
“e la grande borghesia
italiana, in particolare
quella milanese sul
‘Corriere’, vi espone le
proprie frequentazioni”.
Prima di B. (per lui doppio
necrologio), lo avevano già
fatto con Raffaella Carrà,
con Jean-Luc Godard e
con la regina Elisabetta.
ROCKSTAR DELL’ANNO
Così “Rolling Stone” nel
2009 aveva “omaggiato”
in modo caustico Silvio
Berlusconi in una celebre
copertina. A dirigere
l’edizione italiana del
periodico era allora
proprio Antonelli. Quella
copertina fu realizzata
dall’illustratore americano
Shepard Farey (che nello
stesso stile ritrasse anche
Obama)
» Stefano Mannucci
L
uca Guadagnino &
Carlo Antonelli, non si
fa così.
Cosa avremmo combi-
nato?
La serie “Cav is dead”. Il se-
condo necrologio che fini-
sce con “Abbiamo urlato
tutta la notte’.
LG: Serve una terza stagione?
Vediamo per il trigesimo.
(Luca Guadagnino, regista
ora sul set a Cinecittà per il film
“Queer” tratto da Burroughs,
con Daniel Craig protagonista;
e Carlo Antonelli, produttore ci-
nematografico e giornalista)
Avete boicottato la liturgia
del lutto obbligato.
LG: Ci dispiace sempre quando
una persona muore. L’impor-
tante è che il necrologio esprima
ciò che si sente. Non è necessario
spiegare. Chi legge lo accoglie e
interpreta.
Interpre tiamo?
La vostra passeg-
giata a Milano 2.
CA: Abbiamo fatto p-
sicogeografia. Quello
è un luogo irreale. Un
modello iniziale che
Berlusconi applicò al-
la sua visione televisi-
va, e da lì al Paese.
Svegliando quell’ele-
mento viscerale che
dormiva nel DNA col-
lettivo, e che avevamo
visto solo nella com-
media all’italiana.
Decrittiamo il lago dei ci-
gni.
CA: Il plot nasce da esperienze
personali. Due miei amici lavora-
vano in Fininvest. Andai a trovar-
li, e nel famoso laghetto potei u-
dire il terrificante, straziante can-
to del cigno morente. Un urlo che
ben descrive la natura del posto.
LG: Molti cigni sono morti
per Silvio.
Volendo dire che…
LG: Era un uomo spettrale, così
come Milano 2 è cimiteriale.
Avete scritto: “Il karaoke
tutte imbellettate come te
per far passare ogni pensie-
ro”. Questa è facile.
LG: Ma non era un’a l lu s i on e
dritta a certe festosità. Il riferi-
mento è a Il Trucco, saggio di Ida
Dominijanni, protagonista del
secondo femminismo italiano,
dove il cerone berlusconiano co-
pre ma al tempo stesso smasche-
ra la debolezza di un certo tipo di
mascolinità.
Sì, ma le ragazze delle “case
regalate”…
LG: Mio padre morì al San Raf-
faele. Dal balcone della corsia in
cui era ricoverato vedevo davan-
ti a me Via delle Olgettine.
I flash della vostra narrazio-
ne sono autobiografici.
CA: Nel 2009, quando ero diret-
tore di Rolling Stone, eleggem-
mo Silvio “rockstar dell’anno”.
La copertina fu realizzata dal fa-
moso illustratore americano
Shepard Farey, che aveva ritrat-
to a modo suo anche Obama. Vi
si vedeva il Cavaliere nell’atto di
strappare un tricolore, dei teschi
sui polsini. Era stato un anno
clamorosamente ‘rock’n’roll per
il suo stile di vita. Il Giornale ri-
prese notizia e immagine, forse
con fierezza.
La vostra era una provoca-
zione.
CA: Una lettura, una vittoria a
mani basse. Nel ’95 avevo scritto
con Fabio De Luca Discoinferno,
una storia del ballo in Italia, ma
anche la sottolineatura della scesa
in campo del Cavaliere. Non di-
mentichiamoci il Drive In.
Come vi è venuto in mente di
“Necrologi, karaoke
e cigni morti: per B.
faremo il terzo atto”
fare del necrologio un meta-
linguaggio?
CA: Sono tre anni che ne faccia-
mo. I primi, sinceramente com-
mossi, erano per persone care.
Enzo Mari, Lea Vergine. Ora so-
no più di quaranta.
LG: L’ultimo, finora, per l’a-
mica Glenda Jac-
kson. Piccolo, può
essere passato inosservato. La
lunghezza costa.
CA: Su senso e lunghezza il
maestro è Gianni Letta. Due o
tre righe in cui dice tutto di sé.
Se voi non scrivete, vuol
dire che il morto non conta
niente.
Una maschera
Silvio Berlusconi è
morto lo scorso 12
giugno. Aveva 86
anni. Sotto Luca
Guadagnino e
Carlo Antonelli
FOTO LAPRESSE
CA: No, è che pian piano ci sia-
mo accorti che in questo anfrat-
to del giornalismo, peraltro
molto curato, esisteva uno spa-
zio da occupare. I necrologi sono
social media a pagamento: la
grande borghesia italiana, in
particolare quella milanese sul
Corriere, vi espone le proprie
frequentazioni. La formalità so-
ciale delle condoglianze offre u-
na zona penetrabile, se vuoi dire
cose pregnanti.
Restando però nella zona di
confine dove chi vuol capire
capisca.
LG: Scriviamo sull’onda emoti-
va della notizia, di solito è buona
la prima. Abbiamo deciso che
faremo solo due coccodrilli, uno
per me e uno per Carlo. E li co-
firmeremo, a dispetto di chi tra
noi se ne sarà andato.
Oggi Raffaella Carrà avreb-
be compiuto 80 anni. Nel
necrologio per lei parlaste
di quando vi insegnò il cor-
retto modo di fare le cor-
na.
LG: A Sanremo 2001, che la
Carrà presentava. Avevo diret-
to il video di Luce della vincitri-
ce Elisa, di cui Carlo era disco-
grafico. Raffaella l’aveva sfan-
gata malgrado tutti avessero
criticato il suo Festival. Facem-
mo le corna verso l’alto e lei ci gi-
rò i polsi in giù: “ricordate, l’e-
nergia negativa va sempre scari-
cata a terra!”.
ITALIA l 19
L’ANALISI
t
60 mila volte
Silvio. E la Rai
batte persino
la sua Mediaset
S
ilvio onnipresente, in Rai
più ancora che in Media-
set. La piattaforma Me-
diamonitor si è presa la briga di
registrare ogni menzione a Sil-
vio Berlusconi su radio, testate
online e televisione da lunedì,
giorno della sua morte, fino a
ieri mattina, scoprendo che in 4
giorni il nome dell’ex premier è
stato pronunciato o scritto
60.318 volte, di cui 2.335 in ra-
dio o tv, per una media di una
volta ogni 2 minuti e mezzo
(notte inclusa).
La tecnologia sviluppata da
Cedat 85 permette di notare co-
me la Rai abbia persino battuto
Mediaset: 457 citazioni nei 4
canali Rai (Rai 1, Rai 2, Rai 3,
Rai News24) contro le 448 dei
4 canali Me-
457
diaset (Cana-
le 5, Rete 4, I-
t a l i a 1 , T-
gCom24).
Secondo l’a-
nalisi di Me- CITAZIONI
diamonitor, il nelle reti di
picco si è regi- Viale Mazzini.
s t r a t o n e l I canali Mediaset
giorno del de- si fermano a 448
cesso con ol-
tre 20.100 ci-
tazioni. Sulle radio nazionali il
nome di Silvio Berlusconi è sta-
to menzionato 1.049 volte tra il
12 e il 16 giugno.
SONO, INVECE, 1.597 le citazioni
su siti web e quotidiani stranie-
ri. Guardando i singoli canali
televisivi scopriamo che a “trai-
nare” sono soprattutto quelli di
sola informazione: la medaglia
d’oro è infatti per il canale all
news di Mediaset Tgcom24,
con 160 menzioni. Seconda,
poco distante, Rai News (con
157 citazioni), seguita da Sky
Tg24 con 153. Rai 1 (130) è a-
vanti rispetto a Canale 5 con
122 citazioni. Tuttavia, l’ammi-
raglia delle reti Mediaset con-
divide, sempre con 122 men-
zioni, la quinta posizione con
La 7. Seguono nell’ordine Rete
4 (113), Rai 3 (95), Rai 2 (75) e
chiude Italia 1 con 53 citazioni.
Un’analisi quantitativa resa
ancor più preziosa dalla qualità
delle menzioni, per la maggior
parte utili al processo di beati-
ficazione del caro estinto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
20 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

Totti, il figlio via dalla Roma Teatro, Punzo Leone d’Oro

Addio all’Under 18 del club giallorosso Il regista, autore, attore e fondatore della
per Crisitan. Il primogenito dell’ex Compagnia della Fortezza (carceraria) è
capitano e la sua famiglia sono in trattativa stato premiato alla 51esima Biennale,
perché vada a giocare con il Frosinone che ha inaugurato con il suo “Naturae”

L’INTERVISTA
I Stefano Pio “Giusto e Franco per un ventennio
sono stati simbiotici. Per mio padre era un figlio”

“Battiato e papà tra musica,

improvvisazioni, successi,
fischi. E infinite discussioni”

G
» Alessandro Ferrucci
iusto Pio e Franco Battiato
hanno trovato insieme l’alba
prima dell’imbrunire. “A par-
tire da un pomeriggio di metà
anni Settanta, quando Franco
ha citofonato a casa nostra e da
lì è iniziato il loro rapporto
simbiotico”.
Pio e Battiato tra note in li-
bertà, estetica, discussioni sul-

le avanguardie, il violino, il pia-
noforte, i concerti improvvisati
prima, i successo pop dopo. U-
na magia raccontata tra le pa-
gine scritte dal figlio di Pio, Ste-
fano, nel libro Uno sguardo dal
BIOGRAFIA ponte; pagine di chi ha assisti-
STEFANO to, a volte partecipato; di chi si è
PIO fatto compenetrare dalle crea-
zioni dei due, ne ha
goduto consapevole
e consapevolmente
intende trasmetter-
le: “Ho sentito la re-
sponsabilità di offri-
re una testimonian-
za che avesse un va-
lore documentale;
mi sono accorto che
con il passare del
tempo il perimetro
della collaborazione
Figlio di Giusto Pio, tra papà e Franco veniva sem-
ha seguito le orme pre più sbiadito, con mio padre
del padre ed è nel totale oblio”.
violista alla Fenice Erano un po’ come Mogol e
di Venezia. È autore Battisti.
anche di alcuni È così, come loro hanno per-
saggi in cui si corso un lungo tratto di strada
racconta la storia insieme, il periodo più forma-
della liuteria tivo e popolare.
veneziana Il primo incontro tra i
due.
Sia io che mia sorella avevamo
appena finito di frequentare il
ILLIBRO liceo Manzoni di Milano, un li-
ceo molto attivo per scioperi e
occupazioni e in questo conte-
sto avevamo assistito a un hap-
pening di Battiato; (sorride) lui
era arrivato nell’istituto con il
viso totalmente pitturato di
bianco, vestito in maniera par-
ticolare; poi avevamo parteci-
pato ai Festival del Parco Lam-
bro a Milano.
» Uno sguar- E da lì...
do dal ponte Abbiamo saputo che Ballista,
Stefano Pio bravissimo pianista e inse-
Pagine: 241 gnante di Battiato, voleva pre-
Prezzo: 20 e sentarlo a mio padre per alcune
Editore: Edizio- lezioni di violino; (cambia to-
ni Antiga no) papà al tempo era conside-
rato un violinista sui generis.
Tradotto?
Sempre stato particolare nei
suoi gusti e nel suo modo di
proporsi, nell’ambiente spicca-
va per originalità.
Sul piano estetico sembra
un perfetto borghese.
Ma infatti si muoveva comun-
que all’interno di canoni classi-
ci; insomma a papà non inte-
ressava Battiato, ma grazie
all’insistenza di Ballista, asso-
ciata alla curiosità mia e di mia
sorella, alla fine ha ceduto; (si-
lenzio) non vedevamo l’ora, noi
chissà cosa immaginavamo,
quale stranezza.
E invece?
Franco si presentò tutto tradi-
zionale con il suo cappottino
grigio spinato. Formale.
Rispettoso.
Cercava di non urtare la sensi-
bilità di mio padre; (cambia to-
no) papà proprio non voleva
dargli lezioni, troppo impe-
gnato, ma insistette tantissi-
mo. “Va bene anche una sola
volta la settimana, magari la
domenica”. E papà: “La dome-
‘‘
Entrambi poco appassio-
nati di Stockhausen...
Questo è uno dei
motivi del libro:
A volte ormai assisto a
molti tentativi di
venivano assimilazione i-
deologica secon-
do un ordine pre-
contestati per scelto che ha
u n’ ispi razi one
i loro show, contraria; ho vo-
luto smarcare l’e-
da scappare sperienza speri-
mentale avan-
dietro il palco guardistica di
mio padre e di
Franco da quella
che è l’avanguar-
dia sperimentale
accademica.
Già questa
sua frase è pu-
ro Battiato.
(Sorride) Non aveva niente a
che spartire con Stockhausen e
nella prima parte del libro ho
dedicato varie pagine al vero
posizionamento ideologico e
musicale.
Qual è stato il punto di svol-
ta nel rapporto tra i due?
Quando mio padre si rese con-
to dell’eccezionalità di Franco
nonostante la sua scarsa tecni-
ca; riusciva a tradurre risultati
sonori interessantissimi. A
quel punto iniziò il confronto,
Live uniti dalla condanna verso la
Al centro sperimentazione accademica,
Battiato, Pio e chiusa in una torre d’avorio e
la band prima nica sto con la famiglia, senza contatti con il pubblico.
di un concerto; andiamo in gita”. “Allora Nel libro racconta che Bat-
sotto le solo le domeniche quan- tiato aveva difficoltà eco-
improvvisazioni do piove e restate in ca- nomiche.
FOTO BEPPE sa”. Accettò. E venne o- Aveva pubblicato due dischi
BUCCAFUSCA gni domenica. di discreto successo, Fetus e
Simbiosi. Pollution, circa ventimila co-
Cominciarono a con- pie ognuno, però Franco era
frontarsi sul terreno molto ingenuo con soldi e con-
dell’estetica musicale, con af- trattualistica, quindi doveva
finità fortissime, pur prove- stare attento a come spende-
nendo da esperienze artisti- va; (sorride) sono bellissime le
che opposte. storie delle tournée dell’epo-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
ca, ho racconti diretti di musi-
cisti presenti poi diventati
miei amici.
Tipo?
Erano talmente indigenti da
viaggiare con un furgone bian-
co scassato e a volte il cachet
della serata era così basso da
non consentire un albergo,
quindi dormivano per terra,
all’aperto, con gli strumenti al
riparo dentro il benedetto fur-
gone.
Vero bohémien.
(Ci pensa) Franco poteva suo-
nare tutto, se non avesse avuto
a disposizione un sintetizzato-
re avrebbe potuto creare le sue
magie pure con una bacchetta e
un barattolo di fagioli; (sorri-
de) quando mio padre scoprì il
suo stato di indigenza non volle
più i soldi delle lezioni e la do-
menica tirava lungo per poi in-
vitarlo a pranzo.
Non aveva difficoltà a “tira-
re lungo”.
Macché, erano avvolti dall’esi-
genza di portare all’altro la pro-
pria esperienza; (cambia tono)
e pensare che prima di cono-
scere Franco in casa nostra era
proibito ascoltare musica leg-
gera.
Un cantante proibito.
Dopo Sanremo mia sorella a-
scoltava la radio; un giorno pa-
pà entra in casa, sente quella
musica e inizia a urlare: “Spe-
gni quella roba! Devo riposare
le orecchie...”.
Lei li capiva quando parla-
vano?
Solo perché sono cresciuto in
mezzo alla musica, mentre mia
sorella e mia madre non tene-
vano il passo.
Suo padre ha dichiarato:
“Per vent’anni la mia vita si
è intrecciata e confusa con
quella di Franco”. Non era
un po’ geloso?
(Sospirone) All’epoca no, come
tutti i ragazzi cercavo di stac-
Il Milan vuole Romero
Il calciatore, classe 2004, che
attualmente gioca nella Lazio sarebbe
da tempo nelle mire del club rossonero
che ora pare essere vicino a un accordo
carmi dalla famiglia, però con il intelligente, iniziò a coinvol-
senno di poi Battiato ha assor- gerlo nei concerti improvvisati
bito una grande fetta della no- del tempo: per Battiato le im-
stra vita familiare, per certi ver- provvisazioni avevano un valo-
si è stato un altro figlio di mio re musicale superiore ai con-
padre, un fratello ideologico; certi con partitura codificata.
(silenzio, poi ci ripensa) anche Improvvisazioni totali?
io prendevo lezioni di violino Non del tutto, prima decideva-
da papà, ma con Franco era un no una sorta di canovaccio, pe-
generale “va bene, bravo”; con rò così Franco aveva maggiore
me era di una cattiveria mo- libertà di creare; ho ripreso in
struosa. mano l’archivio di mio padre,
Perché? sterminato, e ho trovato con-
La risposta? “Tu dovrai affron- certi straordinari, finiti i quali
tare un carriera professionale c’era sempre il dibattito con il
nel campo della classica, lui pubblico.
‘‘
no”. Ha pure i dibattiti?
Si stupì nel vedere suo pa- Sì, e in quei momenti venivano
dre sul palco chiariti tutti i punti del concer-
con Battiato? to e il pubblico era molto par-
Fu un passaggio tecipativo.
graduale; Fran- Contestazioni?
co, in maniera Tantissime; dopo appena
quattro o cinque lezioni
Franco
di violino, Franco decise
di salire su un palco per
u n’i m p ro v v i sa z i on e .
Questa storia lo stesso
non aveva
Franco l’ha nascosta per
anni.
E...
i soldi per
Vo l e v a p r e s e n t a r e
un’improvvisazione sui
barriti dei dinosauri,
con il pubblico interdet-
le lezioni
to nei primi cinque mi-
nuti, dopodiché gli tira-
rono addosso di tutto
e il violino
tanto da costringerlo a
scappare dal retro del
teatrino; oppure un
concerto a Milano, altra
fu preso con
improvvisazione di di-
ciotto minuti su un ac-
cordo unico, al momen-
una colletta
to dell’accensione delle
luci Franco è sceso dal
palco ed è andato ad af-
frontare, uno a uno, i
contestatori con la fra-
se: “Perché sei venuto a
questo concerto?”. E da
lì la discussione.
E suo padre davanti
a tutto questo?
All’inizio non voleva neanche
salire sul palco, poi Franco lo ha
convinto e dopo un po’ ha sco-
perto di divertirsi talmente
tanto che lo stesso Battiato gli
doveva assestare calci per farlo
smettere; in un’occasione lo ha
lasciato solo, se n’è andato die-
tro le quinte, e papà continuava
a suonare.
Battiato e suo padre cosa
cercavano?
Un suono, una sonorità in gra-
do di collegarsi immediata-
mente all’animo di chi ascolta.
Lei ha aperto a Battiato le
porte dell’India...
All’epoca già ci ero stato, però
Franco ci è arrivato mental-
mente da solo; (sorride) al ri-
torno dal mio primo viaggio, e-
ro così dimagrito che i miei ge-
nitori fecero fatica a ricono-
scermi. Poi avevo riportato al-
cune cartoline con sopra le di-
vinità colorate; l’ultima rima-
sta, la più bruttina, era un cin-
ghiale bianco...
Proprio ne L’era del cin-
ghiale bianco c’è uno degli
attacchi di violino più fa-
mosi di suo padre: è uno
Jared Leto “sul Castello”
L’attore americano, che non è nuovo a
questo genere di imprese, ha scalato, a
mani nude e senza l’aiuto di corde, una
parete dello Sforzesco di Milano
dei suoi preferiti?
Quello che amo di più è in Luna
indiana; per l’album L’era del
cinghiale bianco avevano pre-
parato sei pezzi, ma la casa di-
scografica ne pretendeva alme-
no sette, così nell’urgenza in-
ventarono proprio Luna in-
diana, brano creato in una not-
te sul mio pianoforte, con me
costretto a dormire sul divano.
Insieme quanto si diverti-
vano?
Uh, moltissimo; l’unica regola
alla quale non derogavano mai
è che quello che usciva gli do-
veva piacere. Per questo ci sono
stati molti scontri con la casa
discografica e dischi mai pub-
blicati perché considerati trop-
po innovatori dai produttori.
C’è un album celebre per-
ché mai pubblicato.
Cigarettes e ci ho partecipato;
se papà componeva qualcosa e
poi in casa incrociava me e i
miei amici ci chiedeva di suo-
narle per ascoltare l’effetto. E
queste prove le registrava; poi
c’è stato il flop di svolta.
Cioè?
Astra rappresenta il primo 45
giri in cui la casa discografica
SECONDO TEMPO l 21
Vent’anni
Pio e Battiato
hanno
collaborato a
lungo, in
simbiosi; sotto
Giusto Pio in
un ritratto
FOTO ANSA
non ebbe riserve nel pubblicar-
lo e per il primo pezzo, Adieu, si
affidarono a me.
C’è lei sulla copertina.
Perché sia Franco che mio pa-
dre non avevano ancora deciso
di entrare nella musica pop,
quindi mi utilizzarono come
frontman; l’esperienza naufra-
gò e fu un bene perché da lì Bat-
tiato decise di manifestarsi a-
pertamente.
E piano piano nacquero
Patriots e La voce del pa-
drone...
A La voce del padrone lancia-
mo le scommesse su quanto a-
vrebbe venduto: il più ottimi-
sta era Franco con centomila
copie; anzi, secondo uno
dell ’entourage dello stesso
Franco, il disco sarebbe stato
un insuccesso.
Da lì il successo.
Scoppiato tutto insieme: pas-
sarono da qualche centinaio di
persone a decine di migliaia o-
gni sera; papà raccontava sem-
pre il loro stupore in una notte a
Reggio Emilia quando capiro-
no che qualcosa era cambiato:
da una collinetta videro una fila
interminabile di auto e dopo il
pubblico arrampicato sulle
barriere.
I due come si rapportava-
no al clamore?
Con piacere, erano due pigma-
lioni, in grado di gestirlo.
E sua madre?
In un primo momento estra-
nea; in un secondo un po’ scoc-
ciata per la quantità di tempo
dedicato, poi cambiò idea
quando l’aspetto economico si
rese interessante.
E torniamo ai soldi...
All’inizio Franco non ne aveva
neanche per acquistare un vio-
lino di qualità; una mattina,
tornando a casa, vidi un violino
nella vetrina di un antiquario.
Ne parlai con papà; andò a ve-
derlo, costava 500 mila lire, e lo
comprò insieme a Ombretta
Colli per poi regalarlo a Battia-
to. Quel violino ancora esiste.
Come intende gestire tutto
il materiale inedito?
Mi piacerebbe proporlo al pub-
blico, magari con un catalogo e
uno spettacolo teatrale. Ma
non è semplice.
Chi erano suo padre e Bat-
tiato?
Due in grado di associare ricer-
ca spirituale e ricerca musicale;
poi a livello emozionale uno è
stato mio padre e l’altro un uo-
mo che ha sconvolto, in meglio,
i parametri ordinari della no-
stra quotidianità.
22 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

NUOVE FRONTIERE È uscito il primo romanzo composto al 95% dall’Intelligenza artificiale

» Riccardo Antoniucci

“I
L’E-BOOK
romanzi che preferisco
sono quelli che comu-
nicano un senso di di-
sagio fin dalla prima
pagina”, diceva la Lettrice in u-
na delle iterazioni di Se una not-
te d’inverno un viaggiatore.
Non conosceva il particolare
senso di disagio che deriva dalla
lettura di un testo scritto da
un’intelligenza artificiale. Di-
» Death sagio sfidante, in questo caso,
of an author perché questo romanzo è scrit-
Aidan Marchine to bene, imparagonabile alla
Pagine: 104 paccottiglia copiata e incollata
Prezzo: 4,29 $ da un algoritmo di cui sono pie-
Editore: ni gli s t o re digitali. Infatti è
Pushkin scritto “con l’IA”, non “dall’IA”:
nascosto dietro lo pseudonimo
macchinico Aidan Marchine
c’è un autore umano, il canade-
se Stephen Marche, scrittore e
BIOGRAFIA critico del magazine The Atlan-
STEPHEN MARCHE tic. Parliamo di un giallo con ve-
Scrittore, saggista ra trama e un vero colpevole. Si
e critico canadese, intitola Death of an author
collabora con “The (“Morte di un autore”, al mo-
Atlantic”: è l’autore mento senza traduzione italia-
ombra umano che ha na) ed è uscito a maggio come
guidato l’IA (ben tre ebook e audiolibro per la casa di
programmi diversi) produzione di podcast Pushkin Editoria
nella stesura di Industries. Un romanzo breve e robot
“Death of an author”: da 20 mila parole di cui almeno Tra gli autori
gli algoritmi hanno il 95% (questa era la consegna copiati, Poe,
scritto il 95% dell’editore) è generato dall’IA. Hemingway
del romanzo, come Quando, nel 1962, Nanni e Murakami
da indicazioni Balestrini produsse la prima FOTO ANSA
dell’editore, Pushkin poesia con un preistorico
Industries. Ancora computer Ibm il risultato fu

L’algoritmo ha ammazzato
senza traduzione essenzialmente parodistico.
italiana, il giallo è Tape Mark I suonava come u-
uscito in e-book na poesia ermetica, ma non e-
ra altro che una quarantina di
parole ricombinate in sei stro-

gli autori: ora scrive gialli

fe da sei versi, con significati
che scaturivano per “serendi-
pit à”. Lì l’esercizio serviva a
sgretolare le certezze della let-
teratura novecentesca, qui
tenta di fondare una coerenza

‘‘
narrativa non umana.
Il critico letterario Augustus
“Gus” Dupin (il detective im- “DEATH OF AN AUTHOR” Il thriller firmato da un automa (con ben tre programmi)
provvisato dei racconti di Ed-
gar Allan Poe si chiamava Au- scopiazza i grandi, da Gadda a Poe, ma resta un “Pasticciaccio” al livello di Wikipedia
guste Dupin) riceve un giorno
l’invito al funerale della
famosa scrittrice Peggy

L’ultima cosa da Firmin. Non la conosce

di persona ma ha dedi- dia”. Il critico del New York Ti- realizzazione letteraria, la tra-

fare se vuoi che cato un saggio alle sue o- mes Dwight Garner ha scritto ma, è l’equivalente di cammi-
pere. Titolo: The purloi- che sembra di leggere Wikipe- nare su un marciapiede affolla-
ned author, “l’autore ru- dia: “Se questo romanzo avesse to”, ci sembra facile solo perché
l’IA imiti Chandler bato” come la Purloined
Letter di Poe. Firmin
un odore sarebbe l’olezzo del
retro di un televisore caldo”, ci-
ci viene naturale. Non è detto
che gli algoritmi non ci arrive-
è chiederle (che ricorda Margaret
Atwood) è stata trovata
tando Ian McEwan.
“Quando manca la prosa re-
ranno, ma per il momento Dea-
th of an authorspaventa solo gli
di scrivere come morta su un ponte alla stano solo aspetti secondari”, editori di testi “seriali” in cui

’’
periferia di Toronto. Un
Chandler colpo di pistola alla te-
sta, nessun
testimone e
Stephen Marche l’arma del de-
l i tt o n o n s i
trova. Il se-
guito è un ca-
le ido scop io
me ta-narra-
tivo in cui Gus sarà allo stesso
tempo accusato e solutore del
delitto, di pari passo con l’altra
figura chiave dell’enigma: il
miliardario Neil Gibson, metà
Elon Musk e metà Bill Gates,
che nasconde un misterioso
progetto di intelligenza artifi-
ciale “generale”.
Il romanzo è il risultato del
lavoro di tre diversi software.
Astenersi dall’aprire ChatGpt e
chiedergli di scrivere un giallo:
“L’ultima cosa da fare se vuoi
che un’IA imiti R aym o n d
Chandler è chiederle di scrive-
re come Raymond Chandler”,
spiega Marche nella postfazio-
ne. Oltre all’ammiraglia di O-
penAI, sono in gioco anche Su-
dowrite e Cohere. Il processo di
produzione è meticoloso. Si
parte da un testo generato con
ChatGpt, lo si trasforma in Su-
dowrite chiedendogli di ren-
derlo “più attivo” o “più He-
mingway ”, infine si passa a
Cohere per i ritocchi. I riferi-
menti, oltre al padre dell’har-
dboiled statunitense e a Poe
vanno da Agatha Christie a
Paul Auster, da Murakami a
Gadda. Essendo esercizio più
che opera, la chiave per l’inter-
pretazione è fornita già nel tito-
lo: Morte di un autore è una va-
riazione del saggio di Roland
Bar thes del 1967 (La morte
dell’autore). Quale migliore e-
sempio per dimostrare che il
testo è un tessuto di citazioni?
Senza plagio, però, chiarisce
Marche: “Ricostruire il lin-
guaggio usando stili e idee esi-
stenti in un nuovo lavoro è stato
ed è il cuore del mestiere lette-
scriveva Martin Amis nel 1998 l’autore è assente in partenza.
prendendosela con i colleghi.
Quel giudizio si può estendere
L’esperimento di Marche di-
mostra che anche in letteratura
alla scrittura artificiale. Alme- è valido l’apologo dell’automa
no per il momento. Su Slate giocatore di scacchi di Benja-
Laura Miller ricorda che “quel- min: la macchina funziona solo
la che viene tipicamente consi- se dentro c’è nascosto un “na-
derata la forma più bassa di no” esperto del gioco.
rario”. E quale migliore esem- Il Giudice del Tribunale di Bologna, in funzione di Giudice del
plificazione dello “scriptor” di Lavoro, dichiara l’antisindacalità della condotta tenuta da Cli-
un autore che contribuisce solo
nica Privata Villalba srl, costituita dall’aver convocato in data
per il 5% delle parole e per il re-
06-12-2022, dopo la proclamazione dello sciopero per la gior-
sto impartisce comandi a un
programma? L’IA ha realizzato nata del 16-12-2022 e dopo avere avuto notizia dello stesso in
la profezia dello strutturali- data 05-12-2022, la (…) libera professionista infermiera, ri-
smo? “La nascita del lettore chiedendole la disponibilità per il giorno 16-12-2022, ed aver-
dev’essere al costo della morte la poi impiegata in tale data, nella sala operatoria N°3, in sosti-
dell’autore”, si legge nel roman- tuzione di uno dei dipendenti scioperanti, affiancandola ad un
zo: citazione più da Gramsci infermiere dipendente non aderente allo sciopero, garantendo
che da Barthes. Le parti più riu- quindi servizi cui era adibito personale dipendente sciope-
scite sono gli inserti giornalisti- rante, sostituendo due dei tre dipendenti scioperanti (…) con
ci: l’articolo che informa della (…), ed il terzo con il dipendente non scioperante. Ordina che
morte di Firmin, l’inter vista la parte dispositiva del presente decreto sia pubblicata, a spese
con un giornalista di Vice. Le si- di Clinica Privata Villalba srl, sui quotidiani “Il Resto del Car-
militudini non sono delle mi- lino” e “Il Fatto Quotidiano”, nonché sulle pagine locali de “Il
gliori: “L’odore del caffè era co- Corriere della Sera” e “La Repubblica”. Condanna Clinica Pri-
me il fumo di un campo brucia- vata Villalba srl, alla rifusione delle spese del giudizio a favore
to”, “sentì una strana sensazio- della Parte ricorrente, liquidate in Euro 7.000,00 per compensi
ne di comfort, come un cane ac- professionali, oltre spese generali, I.V.A. e C.N.P.A., con di-
carezzato”, “si allontanò come strazione ai Procuratori antistatari.
un vinile rimesso nella custo-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023 SECONDO TEMPO l 23

I DISEGNI DI DISEGNI PARI DIRITTI

24 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

l IL COMMENTO

SAPESSI COME È
STRANO IL CORO
“BUNGA BUNGA”
A LINATE...

» Gad Lerner

V
a bene che Giorgia Melo-
ni ormai scrive sul Cor-
riere con la regolarità di
un editorialista. Va bene che Ur-
bano Cairo, con i 5 o 6 necrologi
tutti da lui firmati nella mede-
sima pagina per il medesimo de-
funto, si è voluto autoproclama-
re vero erede di Berlusconi. Va
bene tutto, ma in via Solferino
dovrebbero pur saperlo che il
troppo stroppia. Stampare ad-
dirittura come titolo principale
della cronaca milanese di ieri,
quasi si trattasse di una notizia,
“Intitoliamo Linate a Berlusco-
ni”, non si offenda il direttore
Luciano Fontana, pare uno di
quegli eccessi di zelo che sdruc-
ciolano nella satira involonta-

ria. La trovata è dell’ex sindaco

Gabriele Albertini che propone
di aggirare così, chiamando
“Berlusconi” l’aeroporto cittadi-
no, la saggia regola che impone
dieci anni di attesa prima di de-
dicare vie o piazze alle persona-
lità passate a miglior vita. Onde
evitare santificazioni frettolose.
Il Corriere, per suffragare la
balzana idea, cita l’aeroporto di
Parigi che si chiama “De Gaulle”
e quello di New York che si chia-
ma “Kennedy”. E vabbé. Forse a-
vrebbe fatto meglio, per mante-
nere i piedi per terra, a ricordare
che l’aeroporto di Roma è dedi-
cato a Leonardo da Vinci e quello
di Venezia a Marco Polo.
Calma e gesso, ragazzi. La
storia d’Italia è una cosa seria.
Assecondare così la pulsione di
una destra sovreccitata che in
questi giorni pare elevare Ber-
lusconi a suo Garibaldi, temo
non gioverebbe all’immagine
della capitale morale d’Italia.
Ci pensano alle risate dei visi-
tatori stranieri che atterrereb-
bero a Linate canticchiando
bunga bunga? Al Corriere ci so-
no fior di giornalisti che vivono
con disagio la sbandata apolo-
getica del primo quotidiano ita-
liano. Se posso permettermi un
consiglio, raccomanderei mag-
gior continenza.
P.S. A un’idea balzana come
questa non poteva mancare la
benedizione di Salvini.

PROGRAMMITV

09:00 Tg1 08:30 Tg2 Dossier 07:30 Sulla via di Damasco 06:45 Controcorrente 08:45 Viaggi del cuore 07:00 Cartoni animati 07:55 Omnibus - Meteo 19:40 Il sesso degli angeli
09:40 Paesi che vai 09:15 Radio2 Happy Family 08:00 L'importanza di iniziare 07:40 Amiche Mie 10:00 Santa Messa 08:52 The Middle 08:00 Omnibus Dibattito 21:15 Hunger Games
10:30 A Sua immagine 11:00 Rai Tg Sport da uno 10:00 Casa Vianello 10:50 Melaverde 10:05 The Goldbergs 09:40 Camera con Vista 23:40 Caccia mortale
10:55 Santa Messa 11:10 I mestieri di Mirko 09:00 Mi manda Rai 3 10:25 Dalla parte degli animali 13:00 Tg5 11:00 Mom 10:10 L'ingrediente perfetto 01:25 Hitch - Lui sì che capi-
12:00 Recita Angelus da Piazza 12:00 Top 10:20 O anche no 11:55 Tg4 13:41 L'arca di Noè 11:00 Uozzap sce le donne
S. Pietro 13:00 Tg2 11:10 Geo Documentario 12:25 Studio Aperto 11:25 The Royal Collection
12:26 Delitto a Mulhouse 14:03 Beautiful 13:00 Sport Mediaset 03:25 L'ombra di Caravaggio
12:20 Linea Verde 14:00 Wild Italy 12:00 Tg3 14:34 Alfred Hitchcock Presen- 15:00 Terra Amara 12:25 L'Aria Che Tira - Diario
13:30 Tg1 15:50 Donn - Avventura Green 13:00 Il posto giusto 13:45 E-planet 13:30 TG LA7 05:20 Nessuna verità
ta 16:20 Le pagine della nostra 14:16 Ragazze nel pallone
14:00 Il meglio di Domenica In 16:35 Squadra Speciale Stoc- 14:15 Tg3 15:05 Anni 50 vita 14:00 Bell'Italia in viaggio
15:35 Tg1 carda 14:30 1/2 h in più 18:15 Camera Cafè 15:00 Italia, 1970 Storia di un
15:40 Frecce Tricolori - 100 anni 17:30 Calcio, Serie C - Playoff 16:30 Homicide Hills 17:05 Sfida nella Valle dei Co- 18:45 Caduta Libera colpo di Stato
manche 20:00 Tg5 18:21 Studio Aperto 14:00 Come fanno gli animali
dell'Aeronautica Militare Finale: Lecco-Foggia 17:15 Kilimangiaro Collection 19:30 C.s.i. - Scena del crimine 18:50 LA7 DOC - La Piramide 14:35 Pelham 1 2 3: Ostaggi in
18:55 L'eredità Weekend 19:45 NCIS New Orleans 19:00 Tg3 18:58 Tg4 20:40 Paperissima Sprint di Giza metropolitana
20:00 Tg1 20:30 Tg2 20:00 Blob 19:50 Tempesta d'amore 21:21 Grease (brillantina) 20:30 Ncis - Unità anticrimine 20:00 Tg La7 16:35 Ex
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023
Questa non è la destra, questo è il manganello
sce un movimento che chiede al centrosinistra di op-
porsi a B. Il 2 febbraio, in piazza Navona a Roma, ma-
nifesta il comitato “La legge è uguale per tutti” di
Nando Dalla Chiesa. Sale sul palco Nanni Moretti:
“Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Intellet-
tuali, scrittori, attori, registi, si uniscono all’urlo di
Moretti in successive manifestazioni in tutta Italia.
Due settimane dopo, lo stesso Moretti guida il primo
girotondo romano con Silvia Bonucci e Marina A-
strologo: oltre 5mila cittadini riniti attorno al “palaz-
zaccio” della Cassazione. Paolo Flores d’Arcais, di-
rettore di Micromega, trasforma la rivista in un set-
timanale di battaglia (con contributi fissi di Andrea
Camilleri). E organizza a Milano “Il giorno della le-
galità” nel decennale di Mani Pulite. Il Palavobis è
preso d’assalto da almeno 40mila persone. Parlano,
fra gli altri, Flores, Paolo Sylos Labini, Dario Fo, Mo-
ni Ovadia, Sabina Guzzanti, Massimo Fini, Trava-
glio, Roberto Zaccaria, Carlo Freccero, Fernanda Pi-
vano, Ginsborg Pardi, Di Pietro, Dalla Chiesa, Elio
Veltri e Furio Colombo (che con Antonio Padellaro
ha ridato vita all’Unità, ospitando giornalisti e intel-
lettuali banditi dalla grande stampa, come Antonio
Tabucchi).
Libertà e Giustizia.Associazione civica nata nel
2002 a Milano su iniziativa di Carlo De Benedetti
con Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Biagi, Umberto
Eco, Alessandro Galante Garrone, Claudio Magris,
Guido Rossi, Sartori, Salvatore Veca, Umberto Ve-
ronesi. Ne faranno parte anche Gustavo Zagrebel-
sky, Lorenza Carlassare, Sandra Bonsanti, Paul Gin-
sborg, Elisabetta Rubini, Tomaso Montanari e molti
altri, battendosi per i valori costituzionali contro le
leggi ad personam e per il No ai referendum sulle “ri-
forme” di B. (2006) e di Renzi (2016).
“Usciamo dal silenzio”. Nel 2006 la giornalista
Assunta Sarlo, assieme ad amiche e compagne, dopo
l’ennesimo attacco sferrato dal governo B. alla legge
194, organizza una grande manifestazione del 14
gennaio a Milano. Saranno più di duecentomila le
donne in piazza, precedute da un grande striscione
azzurro “Siamo uscite dal silenzio”.
Beppe Grillo e i 5Stelle. Prima nei suoi spetta-
coli, poi nel suo blog fondato nel 2005 in tandem con
Gianroberto Casaleggio, poi nei VDay nelle piazze e
in streaming nel 2007 e nel 2008 (contro i condan-
nati in Parlamento, il Porcellum, il monopolio tv e la
legge Gasparri), Beppe Grillo ha sempre sbertucciato
e attaccato Berlusconi, di cui aveva rifiutato fin dagli
anni 80 le offerte miliardarie per passare dalla Rai al-
Indro Montanelli • Marzo 2001
la Fininvest. È sulla critica irriducibile al berlusconi-
smo che nel 2009 Grillo e Casaleggio fondano i 5Stel-
le. Di Battista declamerà la sentenza Dell’Utri ad Ar-
core, dinanzi alla villa di B. e i loro governi, Conte-1 e
2, saranno gli unici a cancellare le leggi vergogna sul
precariato (col Dl Dignità di Di Maio), sulla corruzio-
ne e la prescrizione (con la Spazzacorrotti di Bona-
fede), sui reati fiscali (con le manette agli evasori).
Veronica Lario. Nel 2007 la seconda moglie di B.
scrive una lettera a Repubblicain cui chiede al marito
pubbliche scuse “per aver offeso la sua dignità di don-
na”, dopo una sua battuta a Mara Carfagna alla pre-
miazione dei Telegatti (“se non fossi già sposato ti
sposerei subito. Con te andrei ovunque”). Due anni
dopo, in un’email all’Ansa, definisce la candidatura
di veline alle Europee “ciarpame senza pudore”, parla
di “vergini che si offrono al drago per rincorrere suc-
cesso e notorietà” e dichiara “la strada del suo ma-
trimonio segnata. Non posso stare con un uomo che
frequenta le minorenni”. Il riferimento è alla parte-
cipazione di B. alla festa dei 18 anni di Noemi Letizia
a Casoria. Per lui è l’inizio della fine. Per lei l’inizio del
solito linciaggio: “Velina ingrata”, la insulta Libero.
Nella causa di divorzio, la Cassazione conferma la
sentenza d’appello che azzera l’assegno di manteni-
SPECIALE l III
mento di 1,4 milioni al mese fissato dal Tribunale. Ve-
ronica dovrà restituire all’ex marito i 45 milioni già
percepiti.
Giuseppe D’Avanzo. Nel 2009, dopo gli scandali
Noemi Letizia e delle veline candidate alle Europee,
il vicedirettore di Repubblica diretta da Ezio Mauro
pone 10 domande a B.: “Ha frequentato minorenni?
Ha ricompensato con candidature e promesse poli-
tiche le ragazze che la chiamano papi”? Si è intrat-
tenuto prostitute? Può essere ricattabile?” e così via.
Il Caimano –come lo soprannomina su Repubblicail
grande giurista e scrittore Franco Cordero, ispirando
anche l’omonimo film di Nanni Moretti – non ri-
sponde. Ma fa causa civile. E la perde.
Patrizia D’Addario. Nel 2009 partecipa a due fe-
stini a Palazzo Grazioli, portata a B. dall’amico Gian-
paolo Tarantini. La prima volta Gianpi le allunga
mille euro, “perché non ti sei fermata a dormire con
Silvio”. La seconda, con Barbara Montereale e Lucia
Rossini, che si fotografano nel bagno privato di B.,
Patrizia rimane sola con lui, che le ripromette aiuto
per la pratica edilizia e le chiede di fermarsi per la
notte. Lei accetta. E continua a registrare tutto, an-
che durante i rapporti sessuali nel lettone di Putin e le
ripetute docce gelate a cui si sottopone, dopo, il pre-
mier. Stavolta Tarantini le passa una busta con 2 mila
euro. Il premier insiste più volte per rivederla, ma lei
rifiuta. Il forzista Tato Russo, amico di Tarantini,
convince il ministro Raffaele Fitto a candidarla alle
Europee. Poi la denuncia di Veronica complica i pia-
ni. D’Addario viene convocata in Procura per parlare
di Gianpi, indagato per induzione e favoreggiamen-
to alla prostituzione. E consegna le registrazioni dei
colloqui con il premier. Il 17 giugno, passate le ele-
zioni, il Corriere rivela l’inchiesta di Bari. E lei con-
ferma tutto in diretta ad Annozero: share record del
28%. Il famoso residence non vedrà mai la luce.
Rosy Bindi. Ministra e parlamentare, è stata tra i
rarissimi leader del centrosinistra a opporsi davvero
a B. Che nel 2009 a Porta a Porta la ripaga definen-
dola “più bella che intelligente”. Lei: “Sono una don-
na che non è a sua disposizione”.
Gianfranco Fini.Nel 2010 è presidente della Ca-
mera e numero 2 del Popolo delle Libertà (che unisce
FI e An) e si scontra col premier B. perché contesta le
sue leggi vergogna sulle intercettazioni e contro la
magistratura. Appena lascia il Pdl per fondare Fu-
turo e Libertà per l’Italia, i media berlusconiani sco-
prono che il suo disinvolto cognato Giancarlo Tullia-
ni ha acquistato un appartamento a Montecarlo dal
patrimonio di An. È la fine della carriera politica di
Fini. I suoi uomini di FLI invece si ricicleranno in
Fratelli d’Italia.
José Saramago. Nel 2010 la casa editrice Einau-
di (gruppo Mondadori) rifiuta di pubblicare l’ultimo
saggio del grande scrittore portoghese, premio No-
bel per la Letteratura, intitolato Il quaderno e già u-
scito in Spagna e Portogallo, in cui il Cavaliere viene
definito “delinquente”e“pericolo per la democrazia”.
“Diffamazione”, lo liquida la casa editrice torinese. Il
quaderno uscirà per Bollati Boringhieri.
Annamaria Fiorillo. È la pm minorile di turno la
sera del 27 maggio 2010 quando una 17enne maroc-
china senza fissa dimora né documenti, Karima
el-Marough detta Ruby, viene fermata dalla polizia a
Milano per furto. Ordina di affidarla a una comunità
per minori non accompagnati, ma alle 23.50 il com-
missario capo ne dispone il rilascio. Così vuole il capo
di gabinetto Pietro Ostuni, buttato giù dal letto dal
premier B. con una serie di telefonate sempre più
pressanti: Ruby sarebbe imparentata con Mubarak
e si rischia un incidente diplomatico col Cairo. A
mezzanotte si presenta in Questura la consigliera re-
gionale Nicole Minetti, già igienista dentale, intima
amica di B. Alle 2, contro il parere della Fiorillo, Ruby
lascia la Questura. Le sue peripezie vengono segna-
late alla Procura. Scoppia il caso “Ruby”. Il ministro
dell’Interno Roberto Maroni sostiene che la Fiorillo
autorizzò l’affidamento di Ruby alla Minetti: lei, per
averlo smentito, viene sottoposta a procedimento di-
sciplinare e condannata dal Csm alla sanzione della
censura per violazione del riserbo.
Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fa-
dil. Sono le testimoni chiave dell’accusa nel processo
Ruby-bis contro Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Mi-
netti, e nel Ruby-ter contro B. e 27 testimoni prez-
zolati. Ma qui vengono escluse dal processo dopo a-
ver chiesto di costituirsi parti civili. Per la Procura, le
tre ragazze “hanno sofferto un danno da stress di
fronte a un esercito di altre ragazze eteroindirizzato”
da B., in quanto “sostenevano una tesi”, quella del
bunga-bunga ad Arcore, contraria alla versione delle
“cene eleganti”. Ambra e Chiara, al tempo 18enni, a-
vevano partecipato a una serata a villa San Martino
nel 2010 al seguito di Fede e ne erano fuggite in la-
crime. “Questa situazione mi ha rovinato la vita –
racconterà la Danese in aula – ho pensato al suicidio,
ho sofferto di anoressia, bulimia e sono ancora in cu-
ra”. Battilana vive e lavora negli Usa. Imane Fadil è
morta in circostanze misteriose.
IV l SPECIALE IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 18 Giugno 2023

NOI NON DIMENTICHIAMO •

I reati nelle sentenze definitive

Falsa testimonianza sulla P2. “Il Berlusconi ha dichiarato il falso… con dichiarazioni
menzognere e compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di
falsa testimonianza” (sentenza definitiva di amnistia per falsa testimonianza sulla sua
iscrizione alla loggia P2. Corte d’Appello di Venezia, 23 ottobre 1990).

Finanziamenti illeciti per 21 miliardi a Craxi. “Le operazioni societarie e finanziarie

prodromiche ai finanziamenti estero su estero da conto intestato alla All Iberian al conto
Northern Holding (di Bettino Craxi in Svizzera, ndr) furono realizzate in Italia dai vertici
del gruppo Fininvest spa, con il rilevante concorso di Silvio Berlusconi quale proprie-
tario e presidente” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi sui finanziamenti
illeciti a Craxi nel 1990-’91, dopo la condanna in primo grado. Corte di Cassazione, 22
novembre 2000).

Corruzione del giudice per Mondadori. “Privato corruttore” (sulle tangenti pagate
dagli avvocati Fininvest Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora al giudice
Vittorio Metta, poi condannato con loro per la compravendita della sentenza che an-
nullò il lodo Mondadori e consegnò a Berlusconi il primo gruppo editoriale italiano.
Sentenza di prescrizione per Berlusconi della Corte d’Appello di Milano, confermata
dalla Corte di Cassazione il 16 novembre 2001).

Corruzione giudiziaria del testimone David Mills. “Il fulcro della reticenza di David
Mills, in ciascuna delle sue deposizioni (nei processi Guardia di Finanza e All Iberian,
ndr) si incentra nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non
alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favo-
rendolo in quanto imputato in quei procedimenti… Si era reso necessario distanziare la
persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa an-
ticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di
ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli
stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi” (sentenza di prescrizione, dopo due condanne
per corruzione giudiziaria, a carico dell’avvocato David Mills, pagato da Fininvest
600mila dollari per testimoniare il falso su Berlusconi, anche lui in seguito prescritto.
Corte di Cassazione, 25 febbraio 2010).

Frode fiscale sui diritti tv Mediaset. “Berlusconi fu l’ideatore e il beneficiario del mec-
canismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti)
di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo…Il sistema organizzato
da Silvio Berlusconi ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità
patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta in-
testate a fiduciarie di Berlusconi… sistema che consentiva la disponibilità del denaro
separato da Fininvest e occulto” (sentenza definitiva di condanna a 4 anni per le frodi
fiscali da 368 milioni di dollari sui diritti Mediaset, di cui 7,3 milioni di euro sopravvissuti
alla prescrizione. Corte di Cas-

IL BERLUSCONI
sazione, 1° agosto 2013).

Carta canta Prostituzione di Ruby&C.

Maxitangente a Craxi, frodi

“È acquisita la prova certa che,
presso la residenza di Arcore

CHE NON È IN NOI

di Silvio Berlusconi e nell’arco

fiscali, “attività prostitutiva”

t e m p o ra l e … 14 febbraio-2
maggio 2010, vi fu esercizio di
attività prostitutiva che coin-

e il “patto con Cosa Nostra” volse anche Karima El

Mahroug” (sentenza definiti-
va di assoluzione, dopo la con-
danna in primo grado per con-
cussione e prostituzione mi-
norile. Corte di Cassazione, 10
marzo 2015).
SEGUE DALLA I SPECIALE spodestato i giudici: le condanne son
rare, le prescrizioni molte. L’hanno
BARBARA SPINELLI spodestato, nel 2011, l’alta finanza e
l’establishment europeo.

È
Compravendita di senatori.“Nel giugno 2006 deve ritenersi avvenuta tra il Berlusconi stata poi sdoganata la
e l’ex senatore Sergio De Gregorio una pattuizione, propiziata anche dall’intervento del menzogna continua: l’im-
Lavitola, nella quale, a fronte della promessa e della successiva erogazione di euro proponibile caccia agli
3.000.000, era stata dedotta l’attività parlamentare del De Gregorio… (per) realizzare scafisti in tutto “l’orbe ter-
l’aspirazione del Berlusconi a far cadere il governo Prodi… Un vulnus all’immagine del rac queo” promessa da
parlamentare… idonea a inficiarne la correttezza e la dignità, a fronte dell’indebita re- Meloni, o il “piano Mattei”
tribuzione” (sentenza definitiva di prescrizione per Berlusconi, condannato in primo per l’Africa (espressione non identifi-
grado e prescritto in appello per aver corrotto il senatore Idv Sergio De Gregorio. Corte cata della sua neolingua). E soffriamo
di Cassazione, 2 luglio 2018). ancor oggi lo sdoganamento di parole
incompatibili con la democrazia: gli
Patto mafioso e finanziamenti a Cosa Nostra. “Tra il 16 e il 29 maggio 1974 veniva oppositori e giornalisti critici ribattez-
concluso l’accordo di reciproco interesse tra Cosa Nostra, rappresentata dai boss mafiosi zati odiatori o invidiosi cultori della
Stefano Bontate e Mimmo Teresi, e l’imprenditore Silvio Berlusconi, realizzato grazie gogna; le carriere politiche narrate co-
alla mediazione di Dell’Utri… Prevedeva la corresponsione, da parte di Berlusconi, di me epica rivincita dei reietti (under-
rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da parte di Cosa dog). Meloni vede in Berlusconi, all’i-
Nostra palermitana… Berlusconi aveva iniziato a corrispondere, a partire dal 1974, agli nizio un underdog come lei, il precur-
esponenti di Cosa Nostra palermitana, per il tramite di Dell’Utri, cospicue somme di sore della propria ascesa.
denaro… Oggettiva prosecuzione sino al 1992 dei pagamenti effettuati da Berlusconi… Berlusconi è il signore che ci ha fatto
a Gaetano Cinà, diretto emissario del capo del sodalizio mafioso, Salvatore Riina… divenire, e apparire, peggiori. Ha sdo-
Dell’Utri, assicurando un costante canale di collegamento tra i partecipi del patto di ganato il peggio e ce l’ha lasciato.
protezione stipulato nel 1974, protrattosi da allora senza interruzioni, e garantendo la Dissociarsi da tutto ciò vale la pena,
continuità dei pagamenti di Berlusconi in favore degli esponenti dell’associazione ma- ma sapendo che la dissociazione va u-
fiosa… ha consapevolmente e volontariamente fornito un contributo causale determi- sata cum grano salis, non dimentican-
nante… alla conservazione del sodalizio mafioso e alla realizzazione, almeno parziale, do come Berlusconi fu spodestato.
del suo programma criminoso…del suo rafforzamento e della sua espansione”(sentenza Non fu scalzato da governi di sinistra,
di condanna definitiva per Marcello Dell’Utri a 7 anni per concorso esterno in associa- che salvaguardarono l’insieme di leggi
zione mafiosa. Corte di Cassazione, 9 maggio 2014). escogitate a difesa dei suoi soldi e del
© RIPRODUZIONE RISERVATA suo potere mediatico. Non l’hanno
Quello fu il suo Anno Terribile. Si
scatenarono i grandi giornali stranie-
ri: Spiegel in testa, che già l’aveva chia-
mato Il Padrino. Nel luglio 2011 il set-
timanale titolava in copertina: “Ciao
bella!”. Nel sommario si lesse: “I mer-
cati finanziari internazionali hanno
perso la fiducia nell’Italia. Dopo 17 an-
ni di Berlusconi il Paese è pesante-
mente indebitato e maturo per un
cambio di governo. Uno dei Paesi fon-
datori dell’UE appare paralizzato
dall’incapacità del suo premier, occu-
pato innanzitutto dai suoi affari perso-
nali”. Sotto tiro era anche la sua poli-
tica russa. Il 16 novembre il potere pas-
sava a Mario Monti. Cominciava l’èra
del sempreverde assioma: “È l’Europa
che ce lo chiede!”.
Per chi ha investigato crimini e mi-
sfatti del leader non è facile identifi-
carsi con l’onda perbenista e atlantista
che nel 2011 scippò le battaglie degli
investigatori e l’affondò. Non fu forse
un golpe – Berlusconi s’è autodistrutto
– ma di certo fu un torbido snodo sto-
rico che conferma con evidenza bruta-
le la nostra sovranità limitata.
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