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PENTIRSI CONVIENE

"Perch�, o stolti, far birberie fuor dalle leggi? C'� tanto posto per farne
dentro!" osservava giustamente Carlo Dossi. Ed allora, quando faceva questa
azzeccata osservazione, non c'era ancora in Italia quel capolavoro della patria del
diritto che � la legislazione premiale dei pentiti.
Pentiti per modo di dire, naturalmente. Secondo il linguaggio carcerario, sarebbero
puri e semplici "infami". Secondo il linguaggio teologico, sarebbero invece "uomini
nuovi", vale a dire sinceri autorevisionisti che, per folgorazione paolina sulla
via di Damasco o, pi� concretamente, per maturazione interiore avvenuta nel tempo e
nella sofferenza, avrebbero subito una metanoia, cio�, etimologicamente, un
"cambiamento di mentalit�". E' raro, ma succede. Ve lo ricordate il terribile
Pietro Cavallero, sulla cui storia Lizzani diresse il film Banditi a Milano con
Gian Maria Volont�? Questa trasformazione, lui la ebbe. E quando usc� dal carcere,
dopo lunghissimi anni, visse solo pe espiare il male fatto, dedicandosi agli altri.
Non chiese nulla, se non di poter fare del bene al suo prossimo. E, non ci
crederete, un altro pentito sul serio, � Francesco De Lorenzo. Gi�, l'ex Sua
Sanit�, il ministro arrogante e miliardario, travolto da Tangentopoli. Oggi ha
perso tutto, moglie, lavoro e quant'altro. Ed ha rinunciato al resto, vive ammalato
solo per gli altri, nella comunit� di don Pierino Gelmini, dove si dedica ai malati
di Aids.
Ma le nostre leggi di queste conversioni non tengono conto, non sono "producenti".
Anzi, prevedono il contrario. Sanciscono, cio�, che l'assassinio venga premiato, a
patto che il pluriomicida si "penta" (che beffa usare questa parola!) e dica "c'era
questo, c'era quello". Anche se poi, com'� successo un'infinit� di volte, non c'era
n� questo n� quello. E se c'era., baster� che, a sua volta, anche quest'altro
delinquente si trasformi in pentito e faccia la stessa operazione del suo
denunciante. E via, liberi tutti e due, o tre, o quattro, con soldi, case, assegni
dello Stato, e nuove identit� che consentano loro di ammazzare, da pentiti, qualche
altro concorrente. Questi sono i risultati aberranti di una "giustizia" senza il
minimo "senso della giustizia", incentivata da giudici-giacobini di stanza a
Palermo, Firenze, Milano, Venezia, tutti ex discepoli di Magistratura Democratica,
estimatori tardivi della "legge dei sospetti" del Terrore francese e della
metodologia inquisitoria di Viscinsky.
La legge sui pentiti � definibile solo come anticristiana e, per ci� stesso,
anticivile. Perch� lascia impunito il crimine e premia i criminali. Gli effetti
rivoltanti della normativa sui "collaboratori d'ingiustizia" non si contano pi�.
Balduccio Di Maggio, boss di Cosa Nostra, dopo decine di omicidii, viene premiato
dallo Stato con la libert� e la bellezza di mezzo miliardo di buona uscita. Forte
della protezione della Procura, ne approfitta e trova il tempo di ammazzare un
altro suo rivale. Lo stesso fa Michelangelo D'Agostino, luogotenente di Cutolo:
dopo aver ammazzato 15 persone, si pente, fa qualche nome e viene rimesso fuori in
semilibert�. Cosa che gli permette di scaricare raffiche di mitra su una pattuglia
di carabinieri. Le stesse divagazioni, del resto, del grande pentito Totuccio
Contorno.
Felice Maniero, boss del Brenta a capo di un esercito malavitoso di "300 soldati",
dopo aver fatto una ventina di morti ammazzati, viene lasciato scorazzare in
Porsche rossa carico di donnine e miliardi. E che il suo "pentimento" sia una
autentica farsa, lo riconoscono gli stessi giudici che in una sentenza scrivono:
"Maniero si � pentito perch� ha capito che difficilmente sarebbe evaso di nuovo".
Qualche altro esempio? Gioacchino Pennino, medico e mafioso di rango, si pente e
chiede allo Stato "almeno 2.500 milioni onde poter estinguere la propria situazione
debitoria", continuando ad incassare una pensione di venti milioni al mese.
Vincenzo Reder, pezzo grosso della camorra, dopo varie uccisioni, si pente e gode
dei vantaggi del nuovo status, poi si pente di essersi pentito e va ad ammazzare
altre due persone. Giovanni Brusca, criminale incallito, capo della cosca di S.
Giuseppe Iato, dopo aver sterminato un'infinit� di nemici e aver fatto strozzare il
piccolo Di Matteo, si pente anche lui e, godendo delle comodit� che le sue sincere
lacrime gli procurano, finisce con l'accusare anche lui Andreotti del bacio sulla
bocca con Riina. Tanto chissenefrega, bufala pi�, bufala meno. Gaspare Mutolo,
altro criminale feroce della mafia, per i suoi "servizi", ha ricevuto in premio
soldi, libert� e la gestione di un bar con annessa tavola calda. Pasquale Galasso,
ras incontrastato della camorra, una volta catturato si pente, accusa anche l'ex
ministro Gava, e viene rimesso in libert�, naturalmente dopo avergli restituito i
suoi venti miliardi di incerta provenienza, il suo castello, i suoi terreni e un
parco sterminato.
Sempre in zona partenopea, vi sono anche i pentiti del "tengo-famiglia". Dopo due
anni di carcere, il boss di Mugnano, Antonio Ruocco, sul cui stomaco pesano decine
di cadaveri, va dal magistrato e dice: "Dottore, ho deciso di collaborare con la
giustizia, ma voi dovete far proteggere tutti i miei famigliari, anche i cugini.
Sono pi� di 140, la mia � una famiglia numerosa". Siamo o non siamo la patria della
mamma e della bella?
Un classico esempio di pentimento strappacuore � quello di Marino Mannoia,
stimatissimo killer mafioso. Una volta catturato, che deve fare? Si pente. E viene
utilizzato nel famoso processo Contrada. Interrogato il 2/4/93 dice: "Non ricordo
di aver mai conosciuto il dottor Contrada". Interrogato ancora il giorno dopo,
conferma: "Di Contrada non ricordo praticamente nulla". Otto mesi dopo, invece,
dopo aver chiesto allo Stato centinaia di milioni per il suo pentimento, folgorato
dalla Provvidenza in toga, asserisce tutto il contrario. Contorno lui lo conosce ed
� colpevole.
A proposito di queste onestissime bocche della verit�, � tutto da ridere, se non
fosse da piangere, il rapporto all'interno della loro cupola. Salvatore Cancemi,
assassino di Borsellino, pentito di lusso a cui lo Stato passa tre milioni al mese,
viene tirato in ballo da un altro pentito doc, anche lui assassino del giudice
siciliano. Sentite il loro dialogo davanti ai pm. Cancemi: "Lei � un bugiardo. Che
sta facendo?". Scarantino: "Lei � bugiardo. C'� nato, bugiardo": Cancemi: "Quello
che vi dice lui � falso, quello che vi dice lui � stata una lezione che gli hanno
fatto". Scarantino: "Vuol dire che l'hanno fatta a lei questa lezione". Un
dibattito tra bugiardi. Me � solo un dettaglio sul livello di credibilit� dei
pentiti, e della giustizia italiana.
Se la sceneggiata si trasferisce poi sul campo della politica, lo spettacolo � roba
da vomito. Pensiamo al povero Carlo Maggi, il medico veneto colpevole di aver fatto
parte di Ordine Nuovo pi� di trent'anni fa. Colpa per cui, grazie alla
testimonianza di due pentiti incredibili (cio� non credibili, come hanno ammesso la
stessa magistratura e le perizie psichiatriche) viene accusato della strage di
Piazza Fontana (trent'anni dopo) e lasciato a marcire moribondo in carcere, senza
processo naturalmente. E non parliamo degli "anni di piombo", e dei tanti Tisei,
Izzo e Bianchi, che barattarono la propria libert�, facendo finire in carcere
centinaia di ragazzi, molti dei quali innocenti.
Come ha scritto acutamente Giorgio Mul�, "al pari della Nazionale Cantanti, quella
dei cosiddetti pentiti pu� definirsi una squadra che si riunisce ogni tanto per
dare spettacolo". La recitazione, chiaramente, ha un regista (il magistrato di rito
ambrosiano o siciliano), dei recensori (la stampa amica che pubblica dichiarazioni
e verbali coperte dal segreto istruttorio), e dei paganti sulla propria pelle (i
nuovi colpevoli, per chiamata diretta).
In questa situazione di sfascio totale dell'amministrazione della giustizia e di
scomparsa definitiva del "senso di giustizia", troviamo ancora un piripicchio come
il post-comunista Folena che declama: "I pentiti restano una risorsa fondamentale
nella lotta alla mafia". Giustamente, una delle poche persone serie di quel Circo
Barnum che � il Pds, Emanuele Macaluso, ha ironizzato: "Ma insomma, ci sono mille
pentiti: E' un numero che opure dovrebbe far riflettere qualcuno". Gi�, sono pi� di
mille, questi attori-omicidi stipendiati dallo Stato, cio� coi soldi nostri.
Ma non meravigliamoci pi� di tanto. Vogliamo far finta di non sapere che il
Consiglio di Strasburgo ha numerose volte censurato l'Italia per le tante
ingiustificate "custodie cautelari", per la inesauribile lunghezza dei processi e
per gli sterminati "errori giudiziari"? Vogliamo ignorare che in Italia il 90% dei
reati rimane impunito ed il 5% dei condannati risulta poi innocente? E, infine, non
dice niente il fatto che, a fronte dell'interminabile numero di errori commessi dai
magistrati, solo uno su 9.000 viene punito?. Che pacchia. Accidenti, se dovessero
aver ragione i reincarnazionisti, vorrei proprio rinascere magistrato.
Pino Tosca

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