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Il sospetto del Copasir che chiederà agli autori dei talk show chi sceglie gli ospiti. Il caso del Primo
maggio con Lavrov e Solovyev in onda nello stesso momento
Dietro la presenza di opinionisti stranieri nei talk show italiani non ci sarebbe soltanto il
giornalismo. O il caso. Ma "un'operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da
uomini del governo russo". E' questo il sospetto del Copasir, il Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, che ha programmato nei prossimi giorni una serie di audizioni: il
direttore dell'Aisi, Mario Parente (l'11 maggio). L'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes
(il 12). E il presidente dell'Agcom, Giacomo Lasorella (il 18).
Il sospetto non nasce per caso ma da una serie di circostanze emerse nel corso delle ultime
audizioni. C'è la certezza che alcuni degli opinionisti stranieri chiamati dai talk show italiani siano a
libro paga del governo di Putin. C'è il caso di Nadana Fridirkhson, presenza fissa in alcuni
programmi (è stata recentemente a Carta Bianca), che lavora per la tv del ministero della Difesa
russa. Ma sono arrivate dai nostri servizi informazioni dello stesso tipo per almeno altre tre persone.
Come si è spiegato nel corso degli incontri al Copasir, la questione evidentemente non riguarda la
necessità sacrosanta di un contraddittorio. Ma attiene alla delicata questione della propaganda. Il
punto di partenza sono le parole di Josep Borrell, l'Alto rappresentante dell'Unione europea per le
politiche di sicurezza.
Nello spiegare il motivo per cui si era deciso di mettere al bando Russia Today e l'agenzia Sputnik
aveva spiegato che, dal loro punto di vista, erano "armi nell'ecosistema di manipolazione del
Cremlino", che "bombardano le menti e gli spiriti: l'informazione è il combustibile della
democrazia. Se l'informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità". "Se
dunque si è deciso di chiudere Russia Today e Sputnik" ragiona una fonte della nostra intelligence,
"per una questione di sicurezza nazionale, per quale motivo permettiamo che altre persone pagate
da Mosca vengano a portare gli stessi concetti nelle nostre tv?".