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Visti i tempi, meglio chiarirlo sin dall’inizio: l’articolo che vi accingete a leggere riprende quello
pubblicato oggi da il Quotidiano del Sud a firma di Paolo Guzzanti. Parla di Giovanni Falcone
offrendo una pista investigativa sulla sua morte, in verità non nuova, ma certamente inesplorata: il
flusso miliardario di rubli provenienti dall’ormai agonizzante Unione Sovietica e dirottato
dall’emergente casta degli oligarchi russi verso l’Italia, dove la mafia è pronta a riciclarli per poi
rispedirli “ripuliti” a Mosca una volta trattenuta nelle proprie casse una tangente di proporzioni
oggi neppure immaginabili. La fonte di Guzzanti – padre di Sabina, autrice e regista del film La
Trattativa (Stato-mafia) trasmesso in questi giorni da RaiDue – è Valentin Stepankov, procuratore
generale dell’Urss a soli 40 anni. È lui l’uomo, si legge nell’articolo, «con cui Giovanni Falcone
lavorava sotto copertura per conto del presidente Cossiga e del presidente del Consiglio Giulio
Andreotti».