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Gli scienziati lo hanno chiamato proCoV2 e le sue varianti circolavano in tutto il mondo già
nell’ottobre 2019. La pandemia in corso ha quindi un antenato. Si tratta, infatti, di un vero e
proprio antecedente del Covid-19 e di tutta la famiglia del Sars-CoV-2.
L’ipotesi del saggista Nicholson Baker pubblicata sul New York Magazine è che non si possa
escludere l’intervento umano: un incidente di laboratorio sfuggito, volontariamente o meno, alle
mani dei virologi di Wuhan. Baker, nel vagliare l’ipotesi, ha analizzato la dinamica comune delle
perdite di laboratorio e intervistando 25 esperti è arrivato alla conclusione che possa essersi trattato
di un incidente di percorso in laboratorio.
Quella di Baker non è teoria del complotto: egli non dichiara di ritenere l’esistenza di un
intenzione umana, ma parla solo di incidente.
Intanto, a Philadelphia, un team di ricercatori ha tracciato una mappatura del virus per delinearne
l’origine geografica e temporale.
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A riportare la scoperta dell’antenato del Covid-19 è lo studio pubblicato sulla rivista Molecular
Biology and Evolution svolta dalla Temple University di Philadelphia. Questo progenitore della
pandemia risalirebbe alla fine di ottobre 2019 e spiegherebbe la diffusione precoce e rapida del
virus in molti Paesi.
La ricerca ha permesso di stabilire con certezza l’origine geografica della pandemia: la Cina.
Tuttavia, il vero punto di partenza del Covid non sarebbe Wuhan, luogo in cui il virus è approdato
soltanto a dicembre 2019.
Lo studio, infatti, ricercando le tracce genetiche del virus pandemico ha rilevato e reso pubblico che
molte varianti di quello che sarebbe poi diventato il virus Sars-CoV-2 erano già presenti in tutto il
mondo mesi prima. Quello di Wuhan sarebbe, secondo gli scienziati, soltanto un ceppo successivo:
il primo a essere identificato.
Secondo gli scienziati che hanno realizzato lo studio, a dicembre 2019 il virus aveva già provocato
in Cina delle infezioni 6-8 settimane prima dei casi riscontrati in quel mese. Gli eventi di Wuhan
hanno semplicemente rappresentato il primo evento di “superdiffusione” di un virus che aveva
tutti le caratteristiche necessarie per sviluppare una pandemia su scala mondiale.
Quella di Wuhan è stata, in un certo senso, la manifestazione visibile ad occhio umano di un virus
sotterraneo che già circolava da tempo a livello globale.
L’animale che per primo ha trasmesso il virus del Covid-19 rimane un mistero.
Nonostante questo, gli scienziati del gruppo di ricerca della Temple University di Philadelphia,
guidati da Sudhir Kumar, sono riusciti a risalire alle origini del virus seguendo le mutazioni a
ritroso, percorrendo la storia andando indietro nel tempo. In questo modo, è stato possibile tracciare
un albero genealogico del Covid-19 e capire se Wuhan fosse realmente l’origine della pandemia
mondiale.
Analizzando la sequenza genetica del virus nel tempo, i ricercatori hanno tracciato anche una
mappatura geografica di diffusione, della quale Wuhan sarebbe solo uno dei possibili luoghi di
arrivo di un virus progenitore che già era comparso nel mondo.
Sars-CoV-2: come è stata svolta la ricerca per trovare il progenitore del Covid-19
Secondo il genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata, per identificare il
genoma progenitore è stata utilizzata una tecnica che spesso si utilizza nella ricerca sul cancro
chiamata “analisi dell’ordine di mutazione” e che si basa sull’analisi dei ceppi mutanti. Egli
asserisce che tale tipo di ricerca funziona osservando la frequenza con cui le coppie di mutazioni
appaiono insieme per trovare la radice del genoma e, in questo caso, del virus.
In questo senso, con un po’ di approssimazione, si può anche riuscire a datare l’origine della
pandemia mondiale. Il gruppo di ricerca dell’università di Philadelphia stima che il virus abbia un
tasso di mutazioni di circa due al mese e che abbia avuto origine circa 6-8 settimane prima del
genoma rilevato in Cina noto col nome di Wuhan-1.
Questo potrebbe apportare una spiegazione alla diffusione precoce nel mondo e specialmente in
alcuni Paesi come l’Italia, dove il virus era arrivato già a dicembre 2019. Tuttavia, il progenitore del
virus Sars-CoV-2 sembra essere nato comunque in Cina, dove poi si sono sviluppate mutazioni che
si sarebbero diffuse nel mondo.
Ad ogni modo, gli scienziati che hanno portato avanti lo studio sull’origine continuano ancora ad
indagare per avere un quadro sempre più chiaro del passato in modo da poter prevedere sempre
meglio il futuro del Covid-19 e della pandemia.
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