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Quella strana alleanza con la Turchia

Angela Merkel

che ha aperto l'autostrada della Jihad


di Alberto Negri. Con un articolo di Vittorio Da Rold8 febbraio 2016Commenti (20)

La cancelliera tedesca Angela Merkel (Reuters)

Pur di tenere lontani i profughi siriani che qualche mese fa aveva accolto a braccia aperte per poi
pentirsi, il cancelliere tedesco Angela Merkel, oggi in Turchia, dichiara qualunque cosa. Si dice
«inorridita» dai raid russi, che certamente vanno con la mano pesantissima ad Aleppo, ma perché
non afferma la stessa cosa della barbarie del Califfato e dei jihadisti?
Dopo un incontro con il premier Ahmed Davutoglu, il pensoso stratega di Erdogan che
appoggiando i jihadisti puntava cinque anni fa ad abbattere Assad, si è detta d'accordo nel
coinvolgere la Nato per fermare la massa dei profughi. La signora Merkel sta forse decidendo di
dare via libera alla Turchia per creare una «zona cuscinetto» che neppure gli Stati Uniti finora
hanno concesso? Oltre ai miliardi dell'Unione europea, questo deve essere evidentemente il prezzo
concordato con Ankara per fermare i rifugiati. Ma il cancelliere tedesco è informato sulla situazione
dei curdi siriani che si oppongono al Califfato e che i turchi vorrebbero far fuori a ogni costo? È
molto probabile che lo sia ma lei e forse anche noi abbiamo bisogno dei turchi non di difendere dei
princìpi e di coloro che li sostengono combattendo i jihadisti.

La Turchia ha chiuso la frontiera ai profughi proprio per avere l'occasione di penetrare dentro la
Siria e spezzare le linee di difesa dei curdi siriani che sono il loro obiettivo principale in quanto
ritenuti alleati del Pkk. Ad Ankara dei rifugiati non importa nulla: il presidente Erdogan pensava di
usarli come massa di manovra contro il regime di Damasco ed per estendere la sua influenza in
Siria ma la resistenza di Assad e l'intervento della Russia hanno fatto saltare i suoi piani. Adesso la
Germania va in soccorso di un governo islamico che ha aperto l'autostrada della Jihad e contribuito
al caos siriano.

Di fronte alla possibilità che Assad con l'appoggio di Mosca, di Teheran e degli Hezbollah possa
restare in sella e vincere la guerra, l'Occidente trova un comodo e interessato alleato nella Turchia
per impedire un'affermazione della Russia e dell'unico fronte che combatte l'Isis sul campo.
Americani, sauditi e turchi non hanno mai avuto l'intenzione di eliminare il Califfato ma solo di
tenerlo sotto controllo intanto che svolgeva il suo compito di abbattere il regime di Assad e di
contenere l'influenza regionale dell'Iran. Allora milioni di profughi in Iraq, Siria, Giordania, Libano,
Turchia, sembrava che fossero un prezzo equo pur di far fuori il raìs siriano. L'impressione però è
che l'Occidente e la signora Merkel si siano svegliati tardi e di affidino a un raìs, quello turco, che
non è la soluzione ma una parte del problema.
I Russi sono gli unici che veramente stanno combattendo i terroristi Islamici dell'Isis. La Turchia fa il doppio gioco,fa
finta di combatterli e invece li finanzia comprando il loro petrolio. I politici europei poi sono talmente ottusi da regalare
soldi ai Turchi che finiranno all'Isis.. Poi si lamentano se chi può cerca di evadere le tasse. Vista la misera fine che
fanno i nostri soldi non si può dargli torto!!!

Analisi lucida e condivisibile: l'attuale situazione di difficoltà dell'Europa è il risultato di scelte geopolitiche
decisamente discutibili.In primis la destabilizzazione dell'Ucraina che ha irrigidito i rapporti con Mosca ponendo
l'Europa nel ruolo di strumento americano di contenimento della Russia con conseguente danno economico e rischio
dell'approvigionamento energetico.
Con la solita ipocrisia percui si chiudono gli occhi sull'Arabia saudita e la Turchia, principali finanziatori del terrorismo
jihaidista e si demoliscono regimi non allineati come quelli di Gheddafi ed Assad con conseguenze devastanti per la
stabilità dell'Europa a causa della marea umana che si è riversata sui suoi confini meridionali. Se si dovesse avallare
l'intervento militare turco il rischio che il conlitto coinvolga la Russia e poi la Nato, aprirebbe la strada alla terza guerra
mondiale, proprio: una vera sagra dell'imbecillità!

Merkel-Erdogan: il nodo è come frenare i


migranti che cercano di entrare nell’area
Schengen
di Vittorio Da Rold8 febbraio 2016

La cancelliera tedesca Angela Merkel vola questa mattina ad Ankara per un incontro decisivo con il
presidente turco Recep Tayyip Erdogan e con il premier Ahmet Davutoglu. «Non le piace, ma ha
bisogno di lui», titola il settimanale Der Spiegel - che come tutti i media tedeschi ha la notizia in
testa alla homepage - sotto a una foto di un precedente incontro tra Erdogan e Merkel. L'obiettivo
del viaggio è uno solo: frenare il flusso di profughi che dalla Turchia cercano di entrare nello spazio
Schengen.

I governi di Berlino ed Ankara si sono incontrati a ripetizione in quest'ultimo periodo, già tre volte
dall'inizio dell'anno: alla Conferenza di Londra dei Paesi donatori per la Siria e pochi giorni fa a
Berlino per consultazioni bilaterali tra i due Paesi; ma anche al vertice Ue-Turchia di fine novembre
e al G20 ad Antalya e nel corso di una visita di Merkel ad Istanbul a metà ottobre.
Il capo dell'esecutivo tedesco, che ne ha parlato anche ieri sera a cena con il presidente francese
François Hollande, vuole riuscire a costringere il governo di Ankara a controllare sul serio i suoi
confini per impedire la fuga via mare verso le isole greche di migliaia di profughi: solo a gennaio
già in 70mila sono riusciti ad imbarcarsi dalle sponde turche, per poi raggiungere i Paesi del Nord-
Europa, primo fra tutti la Germania, attraverso la Via dei Balcani. In vista del decisivo (ma sono
tutti sempre decisivi alla vigilia) vertice Ue del 18-19 febbraio, Merkel ha assoluta necessità di
incassare un successo per giustificare la sua politica di accoglienza, che la vede sempre più isolata
in Europa, e rassicurare contemporaneamente i suoi elettori sul fatto che gli arrivi dei profughi
cominceranno a diminuire.
L'Ue ha già promesso alla Turchia 3 miliardi di euro per convincerla a tenere i profughi sul suo
territorio. Cosa potrebbe offrire ancora Merkel per incassare un risultato? Alcune voci ipotizzano
semplicemente un aumento dell'offerta, a 5 miliardi di euro; oppure qualche apertura alla richiesta
della Turchia che vorrebbe libertà di ingresso per i suoi cittadini in Europa già da metà 2016.

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I riflessi di politica interna


In Germania nel 2017 ci saranno le elezioni legislative ma intanto si terranno elezioni in cinque
Laender su 16 complessivi (in tutto riguardano circa ventuno milioni di abitanti su 80 milioni
complessivi). In Italia, per fare un paragone, abbiamo ben 20 regioni con soli 60 milioni di abitanti.

A marzo si voterà in Renania Palatinato (4 milioni), poi toccherà al Baden Wurtenmberg (10
milioni) e infine alla Sassonia Anhalt (2 milioni di elettori). A settembre in Mecklemburg (1,6) e a
Berlino (3 milioni). Per il Cancelliere Merkel sarà un test fondamentale in un momento molto
delicato con i sondaggi che la vedono in calo proprio sul tema caldo dell’accoglienza dei migranti
che ha profondamente spaccato il paese e ha dato forza al partito di destra Alleanza per la
Germania.

Un testa che se fallito potrebbe significare un possibile cambio la vertice della Cdu magari a favore
del potente ministro delle Finanze Wolfagang Scaheuble, un “falco” sul tema dei conti pubblici e
nelle politica di austerità.

Le critiche dei media turchi alla Merkel

«I giornalisti sono in prigione, non lo sai?». E’ la scomoda domanda che il quotidiano turco di
sinistra Cumhuriyet ha rivolto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, in visita ad Ankara per
discutere soprattutto di migranti. La domanda, in tedesco e turco, domina la prima pagina del
quotidiano, accanto a una foto della Merkel. Nell'articolo, si accusa il capo del governo di Berlino
di avere interesse solo per la questione dei migranti e si ricorda che nella capitale turca non
incontrerà alcun rappresentante dell'opposizione o di organizzazioni non governative. Il quotidiano
rincara poi la dose, scrivendo che la Merkel ignora deliberatamente i principi di base dell'Unione
europea, come i diritti umani, la democrazia, la libertà di pensiero e quella dei media. Il direttore di
Cumhuriyet, Can Dundar, e il corrispondente da Istanbul, Erdem Gul, sono agli arresti dallo scorso
novembre, con l'accusa di sostegno a un gruppo terroristico armato. Le manette sono scattate dopo
che il quotidiano ha pubblicato un articolo e alcune foto di un camion carico di armi che dalla
Turchia partiva per la Siria. Altre decine di giornalisti turchi sono sotto processo o sono già stati
condannati per articoli critici nei confronti del presidente Recep Tayyip Erdogan o del governo.

L' incontro odierno non sarà decisivo, perché della Turchia non ci si può fidare. Ci ricatterà
continuamente alzando ogni volta la posta in gioco, perché ciò a cui mira la Turchia, come del resto
tutti i paesi musulmani, è islamizzare l' Europa e, se la Merkel dovesse offrire 5 miliardi più "libertà
d'ingresso" per i cittadini turchi, Erdogan otterrebbe "due piccioni con una fava", cioè far entrare
ogni anno, a sua discrezione, centinaia di migliaia di musulmani in Europa e incassare per questo
lauti compensi. L' Europa non può accettare un simile ricattatorio compromesso. Su queste basi non
si può trattare, quindi qualsiasi ulteriore concessione la Merkel farà ai turchi, dovrà riguardare
soltanto la Germania, perché se i tedeschi hanno deciso di passare dal prete all' Imam, dalla Bibbia
al Corano, dal rispetto alle pubbliche molestie delle donne tedesche, questo è un loro problema e
non ci riguarda. Ci sono altri e ben più convincenti sistemi per arrestare l'ondata migratoria.

Merkel in Turchia: “Scioccata e inorridita


dai raid russi. Così i colloqui di pace sono
difficili”
La Cancelliera tedesca ad Ankara: «Questa situazione deve concludersi rapidamente»
La Cancelliera Angela Merkel con il premier turco Ahmet Davutoglu 08/02/2016 LA STAMPA

Avanza l’esercito siriano ad Aleppo, sostenuto dai raid russi e dall’Iran, e l’offensiva innesca una nuova ondata di
profughi in fuga dal combattimenti. La Turchia, che già ospita 2,5 milioni di rifugiati, oggi ha parlato di altri
600mila persone che potrebbero mettersi in marcia in fuga dall’assedio di Aleppo.

MERKEL «INORRIDITA» DAI RAID RUSSI Tornata ad Ankara, per discutere di Siria e profughi, due drammi
sempre più intrecciati, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è detta «sconvolta e inorridita» dalle sofferenze
causate dai raid russi. «In queste condizioni è difficile negoziare la pace», ha aggiunto, senza nascondere la
delusione dopo la sospensione dei colloqui di Ginevra. Tema centrale dell’incontro con il premier Ahmet
Davutoglu, l’accordo tra l’Ue e Ankara per 3 miliardi di euro di aiuti alla Turchia in cambio di un freno
all’ondata.

L’IMPEGNO DI BERLINO Se l’Unione europea vuole arrestate l’immigrazione illegale, osserva la cancelliera
tedesca, bisogna stabilire meccanismi che permettano a chi fugge dalla guerra di chiedere legalmente asilo in
Europa. Ma «bisogna fare pressione sulla Russia affinché Mosca metta fine ai bombardamenti sui civili, rafforzare
la vigilanza alle frontiere comunitarie, coinvolgere la Nato e venire incontro alle necessità dei profughi in Turchia.
L’immigrazione legale è l’unico modo di evitare che i trafficanti di esseri umani lucrino con le traversate sulle
spalle di innocenti, solo a gennaio ne sono morti 300».

IL PIANO DI ANKARA La Turchia non ha aperto aprire la frontiera ai 35.000 profughi ammassati in condizioni
precarie sul lato siriano del confine, ma di fatto sta creando un campo profughi all’interno della Siria per far fronte
alla marea umana che preme alla frontiera. L’intenzione è creare una zona cuscinetto umanitaria con una nuova
tendopoli. Nella zona di Bab al-Salama, sul lato siriano, all’altezza del valico turco di Oncupinar, ci sono già
vecchie e nuove tende. E il premier turco ha messo in guardia: «I raid russi sulla Siria non devono essere tollerati
con l’idea che la Turchia accetterebbe in ogni caso i rifugiati in fuga dai bombardamenti». «Gli ultimi sviluppi
della situazione della crisi siriana sono un chiaro tentativo di fare pressione sulla Turchia e sull’Europa sul tema
dei migranti», ha aggiunto, sottolineando che «non si può pensare che l’emergenza migranti pesi solo sulle spalle
della Turchia».

STALLO PER I COLLOQUI DI PACE Per parte sua la Russia è tornata a respingere l’accusa di aver
volutamente fatto fallire i negoziati di Ginevra e ha voluto puntualizzare che non sono state prodotte e fornite
alcune prove convincenti che dimostrino la morte di civili in seguito a bombardamenti russi. E intanto la
commissione di inchiesta Onu ha accusato il regime di Damasco di aver effettuato nelle sue prigioni operazioni di
«sterminio di massa uccidendo massacrandoli di botte o torturandoli migliaia di detenuti». E l’esito delle indagini
potrebbe rapopresentare un ulteriore ostacolo sulla possibile ripresa dei negoziati di pace di Ginevra (i terzi dal
2011) aggiornati al 25 febbraio dopo il nulla di fatto nelle prime 36 ore il 31 gennaio scorso.

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