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Foto parziale dall'account Twitter di Inna Shevchenko. Questo post è tratto da VICE News.
Sabato l'attivista egiziana e blogger 23enne Aliaa Magda Elmahdi ha pubblicato sul suo
profilo Facebook una foto in cui lei e un'altra donna, nude, defecano e fanno colare sangue
mestruale su una bandiera dello Stato Islamico. Elmahdi è rivolta verso l'obiettivo in
posizione accovacciata, con il pube insanguinato a pochi centimetri dalla bandiera. La donna
al suo fianco è di spallle, ha capo e schiena coperti e mostra il dito medio. Dietro di loro, a
terra, ci sono due mitra.
Elmahdi vive in Svezia da marzo del 2012, e nel 2011 si era fatta conoscere per aver
pubblicato una sua foto di nudo volta a denunciare e criticare l'ondata di misoginia e
sessismo nell'Egitto post-Mubarak. La foto, che la mostrava in ballerine, calze e un fiocco
rosso, aveva innescato una vera e propria bufera mediatica.
Nelle settimane successive il caso di Elmahdi era finito sui giornali di tutto il mondo, e la
ragazza aveva ricevuto diverse minacce e critiche, tanto da esponenti religiosi quanto dalle
forze liberali e laiche egiziane, preoccupate che quell'azione avrebbe indebolito la loro
campagna nelle elezioni post-Mubarak.
Elmahdi si è unita alle FEMEN nel 2012, e da allora ha partecipato ad altre proteste—come
quella organizzata all'ambasciata egiziana di Stoccolma insieme a Shevchenko e altre
attiviste, quando era apparsa con una bandiera egiziana alle spalle e la scritta "La Sharia
non è una costituzione" sul corpo. Anche per questo motivo, è lecito pensare che la sua
ultima provocazione non passerà inosservata.
VICE: Perché avete scelto di pubblicare la foto online, invece di organizzare una
protesta per strada, come è successo per la maggior parte delle azioni FEMEN?
Shevchenko: Abbiamo optato per questo formato in risposta all'ultimo videomessaggio dello
Stato Islamico in cui veniva mostrata l'esecuzione del giornalista [James Foley]. Con la
nostra foto vogliamo proporre la nostra "esecuzione" delle idee dello Stato Islamico. Infatti la
didascalia della foto dice: "Animali, ecco com'è la nostra esecuzione delle vostre idee!
Guardatela bene! Non chiediamo riscatti, né vi minacciamo di nuove uccisioni, vi caghiamo
addosso, ISIS!"
Nel mondo arabo diverse testate hanno deciso di non pubblicare la foto perché sulla
bandiera c'è la scritta "non c'è altro dio all'infuori di Dio." La vostra foto è intesa come
un'offesa all'Islam in generale?
È assurdo quanta ipocrisia ci sia, soprattutto quando si parla di religione. Lo Stato Islamico,
come molti altri gruppi terroristici, uccide gli "infedeli", ovvero chi crede in un altro dio.
Minacciano il mondo intero con quest'idea di vendetta religiosa. Ci sono musulmani che
dicono che lo Stato Islamico non ha nulla a che fare con l'Islam, ma è ridicolo. Il Jihad viene
spiegato per filo e per segno nel Corano, ed è chiaro che è ciò che sta all'origine della loro
"missione". A noi non interessa se qualcuno pensa che non rispettiamo l'Islam o qualunque
altra religione caratterizzata da una simile oppressione, soprattutto nei confronti delle donne,
una religione che nega i loro diritti umani e che è fonte di gruppi terroristici come lo Stato
Islamico. Non ci interessa, perché non la rispettiamo.
Dopo l'iniziativa dell'"International Topless Jihad Day" nella primavera del 2013,
musulmane di tutto il mondo avevano criticato la vostra strategia definendola
paternalistica e islamofoba. Secondo chi la pensa così, voi fate di tutta l'erba un
fascio e condannate la cultura islamica in quanto misogina e oppressiva. Dicono di
non avere bisogno di essere "liberate" dalle femministe bianche occidentali. Cosa
rispondete?
Tutte le nostre campagne in paesi musulmani vengono avviate da donne arabe come Aliaa.
I vari gruppi FEMEN aderiscono semplicemente alle loro iniziative. E in tutta sincerità, non
credo che essere una donna bianca significhi che ho meno diritto di parlare di diritti delle
donne e di idee religiose di stampo patriarcale. Non mi sembra che cerchiamo di salvare
nessuno. Innanzitutto, vogliamo salvare noi stesse dalle religioni violente che si stanno
prendendo tutto questo spazio e ci stanno privando di molti dei nostri diritti.
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