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Arrestato leader dell’Isis in Libia: era un

agente del Mossad


Alberto Palladino 28 agosto 2017

Roma, 28 ago – Le forze di sicurezza libiche hanno arrestato, il 26 agosto, l’“Imam” di una delle
moschee legate all’Isis libico. L’operazione finalizzata a contenere l’insorgenza terroristica nel
paese ha però rivelato uno sconcertante colpo di scena. Infatti, interrogato dalle autorità, il
sedicente Imam Abu Hafs ha confessato di essere un agente del Mossad israeliano e dai primi
risconti degli inquirenti sarebbe emerso come in realtà egli risponda al nome di Benjamin Efraim,
un cittadino israeliano che opera in una delle unità speciali del Mossad che conducono operazioni
di spionaggio nei paesi arabi e islamici.

Secondo l’intelligence libico la spia israeliana avrebbe iniziato la sua carriera in Libia, guidando
un gruppo affiliato dell’Isis di 200 membri e si poi sarebbe trasferito a Bengasi sotto la veste di
predicatore. Quando il movimento terroristico di Daesh (Isis) ha attaccato l’Iraq e conquistato
Mosul tre anni fa, numerose fonti hanno parlato del ruolo di agenti del Mossad quali
supervisori dei miliziani del gruppo terroristico. Inoltre ultimamente molti report si stanno
concentrando sulla ridefinizione delle gerarchie interne dell’Isis, alla luce di una probabile o
possibile morte del leader, fino ad oggi in carica, Abu Bakr al-Baghdadi, il Califfo.

Dalle fonti note sappiamo che il leader dell’Isis in Libia, Jalalulddin al-Tunisi ed il suo “pari grado”
in Siria, Tarad Muhammad al-Jarba meglio noto con il nome di Abu Mohammad Al-Shimali,
sarebbero in lizza per una eventuale successione al vertice. Secondo lo United States Department
of State Rewards for Justice Program, Al-Shimali, cittadino saudita anche se nato in Iraq, “è il
leader del Comitato Immigrazione e Logistica dell’ISIL (Isis) ed è responsabile di facilitare il
viaggio di combattenti terroristici stranieri principalmente attraverso Gaziantep, in Turchia e
successivamente verso l’ISIL – Al-Shimali e il Comitato Immigrazione e Logistica coordinano le
attività di contrabbando, i trasferimenti finanziari e il movimento della logistica in Siria e Iraq da
Europa, Nord Africa e Penisola araba”. Sarebbe coinvolto inoltre negli attacchi di Parigi nel
2015 e sulla sua testa pende una taglia da 5 milioni di dollari.
Dal canto suo invece Jalalulddin al-Tunisi, il cui
vero nome è Mohammad Bin Salem al-Oyoni, sarebbe nato nel 1982 e risulterebbe residente nella
città di Masaken, provincia di Souseh nella Tunisia centrale. Tuttavia prima di diventare un
membro di spicco dell’Isis, Al-Oyoni ha ottenuto la cittadinanza francese dopo un breve viaggio
in Europa tra il 2011 e il 2012. L’anno successivo già combatteva tra le file del Califfato in Iraq nel
2013 e in Siria nel 2014. Una mossa preoccupante per una Europa nel vortice degli attacchi suicidi
degli ultimi mesi e che teme l’ondata di rientro dei cosiddetti “foreign fighters” dalla Siria e
dall’Iraq dove oramai i giorni del Califfato sembrano contati. Intanto fonti americane e irachene
concordano nell’affermare che ben sei comandanti dell’Isis, di cui molti con cittadinanza belga-
algerina e francese sarebbero pronti a prendere la leadership dell’Isis qualora fosse confermata la
morte di al-Baghdadi.

Alberto Palladino

Isis, Cia, Mossad e gli altri gangster al potere con Obama


Scritto il 08/1/16 • nella Categoria: idee Condividi

Perché il mondo dovrebbe preoccuparsi della politica estera americana? La risposta è piuttosto semplice: se
morirete mentre siete a casa vostra, se sarete fatti a pezzi insieme alla vostra famiglia, probabilmente sarà
stata l’America ad uccidervi. Gli americani sono consapevoli di tutto questo. La maggioranza della
popolazione non approva la folle politica estera americana, ma l’“opposizione” costituita dalla destra
repubblicana non solo la sostiene, ma crede che Obama non stia ammazzando a sufficienza – e certamente
non ovunque sia necessario. Il mondo, di conseguenza, è costretto a vivere e a morire all’ombra della
politica di Washington, minacciato dalle spaventose politiche di Obama (che rappresenta, oltretutto, il
punto di vista ‘moderato’) e da una dozzina di pazzi che, dietro le quinte, è in attesa sia degli eserciti
promessi dagli americani in Africa e in Medio Oriente che dell’imposizione dell’egemonia statunitense in
tutta l’Asia – oltre che dell’annientamento nucleare di tutti coloro che osassero disapprovare. E’ davvero
questa la situazione? La risposta è un sonoro ‘sì’. E’ un pezzo di storia che si sta ripetendo.

Le migliori informazioni che potete trovare là fuori, i dettagliati rapporti investigativi trapelati dal governo
degli Stati Uniti, indicano tutti che le vicende del 9/11 furono una congiura internazionale e che, sì, l’Arabia
Saudita era pienamente coinvolta. Nel maggio del 2014, quando i documenti prodotti dalla Russia furono
pubblicati (peraltro solo da “Veterans Today”, dopo essere stati rifiutati dalla Cnn), nessuno prestò
attenzione a quello che non voleva sentirsi dire. Quei documenti facevano riferimento non solo all’Arabia
Saudita, ma anche ad una ‘cabala’ costituita da leader politici e finanziari americani, canadesi, israeliani e
sudafricani – sostenuta dai gruppi-canaglia presenti nella Cia e nel Pentagono, ma anche dai servizi segreti
sauditi e israeliani. In quei documenti non si parlava degli ‘Stati estremisti islamici’ (e nemmeno di Osama
Bin Laden), ma si faceva il nome di alcuni personaggi riservati e potenti, come ad esempio ‘Bronfman’ o
‘Netanyahu’. Nessuno si nascondeva nelle caverne, non i veri colpevoli, gli stessi che oggi sostengono l’Isis.
Questo gruppo terroristico proviene dalle sale di rappresentanza di Zurigo e Londra, non dai tunnel sotto
Mosul.

La ragione per cui ancora una volta torniamo su questa vicenda [9/11] è che ‘l’era di Bush’ potrebbe
ripetersi. Suo fratello Jeb è uno dei capofila nelle elezioni presidenziali statunitensi. Anche Donald Trump
potrebbe essere eletto e, insieme a lui, anche degli altri … ma lavorano tutti per la ‘Koch Brothers’ e per il
losco padrone israeliano del gioco d’azzardo, Sheldon Adelson. Sono tutti alla ricerca di una nuova guerra
mondiale. Hanno tutti questa cosa in comune, vogliono dichiarare guerra alla Russia. Vogliono che il mondo
diventi uno Stato di polizia caratterizzato dalla sorveglianza universale ed auspicano (fatto che si capisce
ancor meno) il collasso ambientale che, a sua volta, porterebbe inesorabilmente allo spopolamento del
mondo. La ragione per cui sto citando gli eventi del 9/11 ed alcuni fatti largamente provati (l’esplosivo
posto sulle ‘tre torri’, l’arresto in tutta New York di personaggi appartenenti al Mossad, il disturbo ed il
blocco delle trasmissioni-radio, la ‘fuga’ dal paese delle persone ‘sospette’, i due aerei carichi di sauditi e
israeliani etc.), è che quelle vicende si stanno ripetendo.

Vengono raggruppate sotto il nome di ‘Isis’, ma si tratta della stessa ‘unione’ fra i servizi segreti israeliani e
sauditi che abbiamo visto all’opera il 9/11 – che questa volta coinvolge anche Erdogan. Lavorando a stretto
contatto con la Cia ed il Pentagono, ‘l’unione’ comanda le unità dell’Isis, le rifornisce di armi e paga il
petrolio in contanti, nell’ambito di ‘quell’enorme commercio’ che è stato provato dalla Russia, ma di cui
tutti sapevano da molto tempo. I protagonisti sono sempre gli stessi, che si parli di Isis, di Ucraina, di Boko
Haram o di al-Shebab in Kenya e in Africa Orientale, di ‘guerra allargata’ in Afghanistan o di ‘guerra al
terrore’ in Europa e negli Stati Uniti. E allora, cos’è che tutto questo ha a che fare con la politica americana
e con Barak Obama? Sette anni fa il presidente americano, entrando sulla scena politica, si rivolse al mondo
offrendo ai musulmani la ‘pace’ e agli americani una migliore ‘giustizia sociale’ ed una ‘nuova direzione’. In
America, la sua politica interna ha portato a dei relativi successi economici – Obama ed il Partito
Democratico hanno lottato per i diritti dei lavoratori, per la salute, per l’istruzione e, in generale, per un
ritorno dei ‘diritti degli elettori’.

Sotto la sua presidenza, tuttavia, gli omicidi commessi dalla polizia sono notevolmente aumentati (o hanno
cominciato ad essere denunciati, dopo anni di silenzio. Non sappiamo quale delle due sia l’affermazione
giusta), le ‘Primavere Arabe’ hanno portato centinaia di milioni di persone verso il disastro politico (un
chiaro ‘disegno’ della Cia) ed infine una nuova ‘Guerra Fredda’, basata sull’ennesimo complotto fra Mossad
e Cia, questa volta in Ucraina, incombe spaventosa su di noi. Quelle che sono delle cose un po’ da pazzi (o
che almeno sembrano esserlo), sono le mosse che il presidente Obama sta facendo in direzione opposta:
l’accordo nucleare con l’Iran e il recente accordo in Siria con la Russia, tanto per citarne due. E così, se da
un lato Obama e Kerry sputano le bugie più goffe ed evidenti perseguendo delle palesi politiche genocide
(in particolare verso Iran, Siria, Russia e Cina), dobbiamo prendere atto che, poco tempo dopo, si
presentano al tavolo delle trattative con iniziative competenti e razionali! Questa è schizofrenia allo stato
puro.

Ad esempio, non c’è dubbio che la Russia sia stata letteralmente spinta a tracciare una linea di
demarcazione in Siria, contro l’aggressione americana. Ma, qualunque cosa si possa dire al riguardo (in
particolare sul fatto che Obama non sia riuscito a combattere l’Isis), coloro che sono maggiormente
preoccupati per lo Stato Islamico sono gli stessi che hanno contribuito a fondarlo e che continuano a
sostenerlo! Chiaramente, non stiamo parlando solo di Israele, Arabia Saudita e Turchia, ma anche della
‘destra’ degli Stati Uniti, di quelle stesse persone che hanno contribuito agli eventi del 9/11 per creare un
clima di paura. Infine, come piccola ‘questione a parte’, poniamoci una semplice domanda: qual’é la
differenza fra la Nsa (National Security Agency), che intercetta le comunicazioni mondiali, e la ‘Google
Corporation’?. La risposta è molto semplice: nessuna. Il presidente Obama, in sette anni, non è riuscito a
portare l’America al di fuori del ‘cono d’ombra’. Al contrario, ha spinto il mondo verso una nuova ‘Guerra
Fredda’ e precipitato l’Europa in un periodo di follia politica, come non si vedeva dall’agosto del 1914.

Ancora oggi sono gli stanchi protagonisti di allora ad esercitare il potere reale: i gangster politici americani,
il ‘cartello’ McCain-Romney legato alla famiglia messicana dei Salinas, l’impero Adelson di Macao ed infine i
Rothschild-Rockefeller che guidano il ‘Cartello della Federal Reserve’, che a sua volta controlla le valute
mondiali e le banche. Questo è ciò a cui oggi stiamo assistendo. Un’America governata dai criminali e dagli
scamster [coloro che ingannano gli altri per prendere i loro soldi, ma non solo], dagli interessi dell’industria
del petrolio, della difesa, delle assicurazioni, dell’energia nucleare e del carbone, dei cartelli della droga e di
alcune potenti famiglie, come quella del gruppo Walton-Walmart. E dietro a tutto questo non c’è l’America
in quanto tale, ma un ‘fronte’ sottile che vuol porre la potenza militare [americana] nelle mani della
criminalità organizzata globale, più in senso ‘millenario’ che ‘multi-generazionale’.

(Gordon Duff, “Il mondo sopravviverà all’ultimo anno di Obama?”, intervento pubblicato da “Neo”, New
Eastern Outlook, e “Veterans Today” il 27 dicembre 2015, tradotto e ripreso da “Come Don Chisciotte”).

Perché il mondo dovrebbe preoccuparsi della politica estera americana? La risposta è piuttosto
semplice: se morirete mentre siete a casa vostra, se sarete fatti a pezzi insieme alla vostra famiglia,
probabilmente sarà stata l’America ad uccidervi. Gli americani sono consapevoli di tutto questo. La
maggioranza della popolazione non approva la folle politica estera americana, ma l’“opposizione”
costituita dalla destra repubblicana non solo la sostiene, ma crede che Obama non stia ammazzando
a sufficienza – e certamente non ovunque sia necessario. Il mondo, di conseguenza, è costretto a
vivere e a morire all’ombra della politica di Washington, minacciato dalle spaventose politiche di
Obama (che rappresenta, oltretutto, il punto di vista ‘moderato’) e da una dozzina di pazzi che,
dietro le quinte, è in attesa sia degli eserciti promessi dagli americani in Africa e in Medio Oriente
che dell’imposizione dell’egemonia statunitense in tutta l’Asia – oltre che dell’annientamento
nucleare di tutti coloro che osassero disapprovare. E’ davvero questa la situazione? La risposta è un
sonoro ‘sì’. E’ un pezzo di storia che si sta ripetendo.

Le migliori informazioni che potete trovare là fuori, i dettagliati rapporti investigativi trapelati dal
governo degli Stati Uniti, indicano tutti che le vicende del 9/11 furono una congiura internazionale e

che, sì, l’Arabia Saudita era pienamente coinvolta. Nel maggio


del 2014, quando i documenti prodotti dalla Russia furono pubblicati (peraltro solo da “Veterans
Today”, dopo essere stati rifiutati dalla Cnn), nessuno prestò attenzione a quello che non voleva
sentirsi dire. Quei documenti facevano riferimento non solo all’Arabia Saudita, ma anche ad una
‘cabala’ costituita da leader politici e finanziari americani, canadesi, israeliani e sudafricani –
sostenuta dai gruppi-canaglia presenti nella Cia e nel Pentagono, ma anche dai servizi segreti sauditi
e israeliani. In quei documenti non si parlava degli ‘Stati estremisti islamici’ (e nemmeno di Osama
Bin Laden), ma si faceva il nome di alcuni personaggi riservati e potenti, come ad esempio
‘Bronfman’ o ‘Netanyahu’. Nessuno si nascondeva nelle caverne, non i veri colpevoli, gli stessi che
oggi sostengono l’Isis. Questo gruppo terroristico proviene dalle sale di rappresentanza di Zurigo e
Londra, non dai tunnel sotto Mosul.

La ragione per cui ancora una volta torniamo su questa vicenda [9/11] è che ‘l’era di Bush’
potrebbe ripetersi. Suo fratello Jeb è uno dei capofila nelle elezioni presidenziali statunitensi. Anche
Donald Trump potrebbe essere eletto e, insieme a lui, anche degli altri … ma lavorano tutti per la
‘Koch Brothers’ e per il losco padrone israeliano del gioco d’azzardo, Sheldon Adelson. Sono tutti
alla ricerca di una nuova guerra mondiale. Hanno tutti questa cosa in comune, vogliono dichiarare
guerra alla Russia. Vogliono che il mondo diventi uno Stato di polizia caratterizzato dalla
sorveglianza universale ed auspicano (fatto che si capisce ancor meno) il collasso ambientale che, a
sua volta, porterebbe inesorabilmente allo spopolamento del mondo. La ragione per cui sto citando
gli eventi del 9/11 ed alcuni fatti largamente provati (l’esplosivo posto sulle ‘tre torri’, l’arresto in

tutta New York di personaggi appartenenti al Mossad, il


disturbo ed il blocco delle trasmissioni-radio, la ‘fuga’ dal paese delle persone ‘sospette’, i due aerei
carichi di sauditi e israeliani etc.), è che quelle vicende si stanno ripetendo.

Vengono raggruppate sotto il nome di ‘Isis’, ma si tratta della stessa ‘unione’ fra i servizi segreti
israeliani e sauditi che abbiamo visto all’opera il 9/11 – che questa volta coinvolge anche Erdogan.
Lavorando a stretto contatto con la Cia ed il Pentagono, ‘l’unione’ comanda le unità dell’Isis, le
rifornisce di armi e paga il petrolio in contanti, nell’ambito di ‘quell’enorme commercio’ che è stato
provato dalla Russia, ma di cui tutti sapevano da molto tempo. I protagonisti sono sempre gli stessi,
che si parli di Isis, di Ucraina, di Boko Haram o di al-Shebab in Kenya e in Africa Orientale, di
‘guerra allargata’ in Afghanistan o di ‘guerra al terrore’ in Europa e negli Stati Uniti. E allora, cos’è
che tutto questo ha a che fare con la politica americana e con Barack Obama? Sette anni fa il
presidente americano, entrando sulla scena politica, si rivolse al mondo offrendo ai musulmani la
‘pace’ e agli americani una migliore ‘giustizia sociale’ ed una ‘nuova direzione’. In America, la sua
politica interna ha portato a dei relativi successi economici – Obama ed il Partito Democratico
hanno lottato per i diritti dei lavoratori, per la salute, per l’istruzione e, in generale, per un ritorno
dei ‘diritti degli elettori’.

Sotto la sua presidenza, tuttavia, gli omicidi commessi dalla polizia sono notevolmente aumentati (o
hanno cominciato ad essere denunciati, dopo anni di silenzio. Non sappiamo quale delle due sia
l’affermazione giusta), le ‘Primavere Arabe’ hanno portato centinaia di milioni di persone verso il
disastro politico (un chiaro ‘disegno’ della Cia) ed infine una nuova ‘Guerra Fredda’, basata
sull’ennesimo complotto fra Mossad e Cia, questa volta in Ucraina, incombe spaventosa su di noi.
Quelle che sono delle cose un po’ da pazzi (o che almeno sembrano esserlo), sono le mosse che il
presidente Obama sta facendo in direzione opposta: l’accordo nucleare con l’Iran e il recente
accordo in Siria con la Russia, tanto per citarne due. E così, se da un lato Obama e Kerry sputano le
bugie più goffe ed evidenti perseguendo delle palesi politiche genocide (in particolare verso

Iran, Siria, Russia e Cina), dobbiamo prendere atto che, poco tempo dopo, si
presentano al tavolo delle trattative con iniziative competenti e razionali! Questa è schizofrenia allo
stato puro.

Ad esempio, non c’è dubbio che la Russia sia stata letteralmente spinta a tracciare una linea di
demarcazione in Siria, contro l’aggressione americana. Ma, qualunque cosa si possa dire al riguardo
(in particolare sul fatto che Obama non sia riuscito a combattere l’Isis), coloro che sono
maggiormente preoccupati per lo Stato Islamico sono gli stessi che hanno contribuito a fondarlo e
che continuano a sostenerlo! Chiaramente, non stiamo parlando solo di Israele, Arabia Saudita e
Turchia, ma anche della ‘destra’ degli Stati Uniti, di quelle stesse persone che hanno contribuito
agli eventi del 9/11 per creare un clima di paura. Infine, come piccola ‘questione a parte’,
poniamoci una semplice domanda: qual’é la differenza fra la Nsa (National Security Agency), che
intercetta le comunicazioni mondiali, e la ‘Google Corporation’?. La risposta è molto semplice:
nessuna. Il presidente Obama, in sette anni, non è riuscito a portare l’America al di fuori del ‘cono
d’ombra’. Al contrario, ha spinto il mondo verso una nuova ‘Guerra Fredda’ e precipitato l’Europa
in un periodo di follia politica, come non si vedeva dall’agosto del 1914.

Ancora oggi sono gli stanchi protagonisti di allora ad esercitare il potere reale: i gangster politici
americani, il ‘cartello’ McCain-Romney legato alla famiglia messicana dei Salinas, l’impero
Adelson di Macao ed infine i Rothschild-Rockefeller che guidano il ‘Cartello della Federal
Reserve’, che a sua volta controlla le valute mondiali e le banche. Questo è ciò a cui oggi stiamo
assistendo. Un’America governata dai criminali e dagli scamster [coloro che ingannano gli altri per
prendere i loro soldi, ma non solo], dagli interessi dell’industria del petrolio, della difesa, delle
assicurazioni, dell’energia nucleare e del carbone, dei cartelli della droga e di alcune potenti
famiglie, come quella del gruppo Walton-Walmart. E dietro a tutto questo non c’è l’America in
quanto tale, ma un ‘fronte’ sottile che vuol porre la potenza militare [americana] nelle mani della
criminalità organizzata globale, più in senso ‘millenario’ che ‘multi-generazionale’.

(Gordon Duff, “Il mondo sopravviverà all’ultimo anno di Obama?”, intervento pubblicato da
“Neo”, New Eastern Outlook, e “Veterans Today” il 27 dicembre 2015, tradotto e ripreso da “Come
Don Chisciotte”).

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